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IN ROMA,
Con licenza de' Superiori .
Ra Drammi
i
che Pcrfonag-
gi introducono
a favellare di
carattere Broico, può me-
ritamente ottenere cofpicuo
luogo rÒLiMPiADE, quale,
benché ad effetto di fervire
alTeatra abbia dovuto qual^
che necefTaria alterazione_j»
foffrire , con tuttociò non_j
lafcia di far pompa di quel
merito, del quale era fiata
dal celeberrimo Autore^
A 2 nel
. ,
eh' ei correrebbe
Filinto
dall' Oracolo
d cfl'ere
j ed
Sidone
Aiuste a
di Delfo del pe-
uccifo dal propria
duejfi-'
PRO-
7
PROTESTA
I Sentimenti e ,parole, che
leggono non conformi
le
Catto- alla
fi
I
chiarandofi vero Cattolico
Siproteft/ inoltre l'Editore del
prcfentc Dramma 5 che quanto fi
A4 Im-
. .
ImPRIMATU Rf
Si videbitur Rmo Patri Magiftro Sa-
cri Palatii Apoftolici
Imprim at:ji;r.
Fr. Vincentius Elena Rmi Patris Sac.
Palatii Apoft. Mag. Socius
Mtt'
Inventare , e Fittore delle Scene .
é te feconda Opera .
BALLAR INI
Da uomo Da donna .
Luigi Grotta
A 6 AT-
ATTORI
CLISTENE Re di Sidone , Padre di
Ariltea
// Sigmr Giufeppe Téaldì .
LAMUSICA
del Signor Niccolò Logrofctno MaeHrt^
diCappella Napoletano .
ATTO
ATTO PRIMÓ
SCENA PRIMA
Fondo felvofo di cupa , ed angufta valle
adombrata dall' alto da grandi alberi
che giungono ad intrecciare i rami daii*
uno air altro colle , fra i quali è chiufa .
Licìda , edAmìnta •
1 "
I Più configli non vuò *
Su la d'un amico !
Am* Ma quale
Sarebbe il tuo difegno ?
hk. Air Ara innanzi
Prefentarmi con gli altri :
Am. Ed Argene?
Lk. Ed Argene
Più riveder non fpero . , .
PRIMO- ly
ylm. E purgiurafti
Tante volte
IjÌc> T'intendo: in qciefte fole
Trattenermi vorrefti Addio . •
^ ( "voUr^do partire )
j4m' Ma fenti •
Lìc. No , no .
SCENA IL
Megacle -i
e detti
LiC' Amico,
Vieni 5 vieni al mio feno Ecco . riforta
La mia fpeme cadente .
SCENA 1 1 L
Licìda , ed Amìnta .
Che fofpirar mi fa .
,
Deltinato mi fu perchè ftraniero
, .
Arìj\ Come !
Arg. Cliftene
F pur tuo padre . Ei qui rìllede eletto
Ar-
20 A T T O
Arbitro delle cofe : ei può, fe vuole . .
Vadafi a ritrovar
^4rg^ Fermati ei viene
SCENA V.
C Iglì^
accolti
5 ^^^^^ ^
:
compito . I nomi
C/i' Ei viene
Con
PRIMO- 21
Con gli altri a prova .
Si difFerifca
C/a Un' iaipoffibil chiedi
Diffi perchè . Ma la cagion non trovo
Di talrichieda
jìnf. A
divenir foggette
Sempre v 'è tempo. E' d'Imeneo per noi
Pefante il giogo,e già fenz'elio abbiamo.
Che foftnre abaftanza
Nelk noftrafervil forte infelice.
•
CU* Dice ognuna così , ma
il ver non dice.
SCENA VL
Artftea , ed Argene .
SCENA VII.
Argene
E tutti parlano
Di fedeltà-
E
P R I M 0. 23
reo coftiime
it
Tanto s'avanza
Cbelacoftanea
Di chi ben'aina •
Ormai fi chiama
Semplicità .
SCENA VIIL
Lìcìda 5 € Megacle da diverfe parti .
Meg. Icida •
Lic. t j Amico .
Meg. Eccomi a te .
£/V. Compiili . . • .
Meg. Perchè ?
Lic* Promefla
E' in premio al vincitore
Una real beltà La vidi appena .
i
Scarfo premio farà * I
Lìc. Quefta .
Meg. Lo fo y lo credo .
Lk. Senti amico , io mi fingo
:
La dolce fpofa *
iJc. E parnii
Meg' Ma taci affai dìcefti amico io fono:
: :
trafporto
E'defio di fervirti . loilanco arrivo
pai cammin lungo : ho da pugnar : mi
reità
Picciol tempoal ripofo^ e tu mei togli .
Meg. Sì.
Lk. Reftar degg' io ?
Meg. No ( €on impazienta
. , e J! gettili
a federe )
'tic. (Strana voglia) E ben, ripofa * Addio*
Mente dormi ^ Amor fomenti
li piacer de' fonni tuoi
Con ridea del mio piacer •
C parte)
SCENA VIIIL
Megacle .
CHeFulmine mi
inte(j,eterm Dei! Quarimprovvifo
colpì L'anima mia !
fteflo
In braccio al mio rivai I Ma quel rivale
E' il caro amico Ah , quali nomi unifce
.
B i6 No
No , tal
ATTO
non mi vedrà . Voi folo afcolto
Obblighi d'àmiftà , pegni di fede
Gratitudine, onore. Altro non temo,
che il volto del mio ben Quello s^eviti .
SCENA X-
E fofpirato , e pianto ,
Oh felici martiri
Oh ben fparfi finor pianti , e fofpiri
Meg. ( Che fiero cafo è il mio I
)
^rif. Megacle amato,
£ tu nulla rifpondi ?
E taci ancor? Che mai vuol dir quel tant®
Cam-
P I R 29 MO .
tefi
La tua voce nell'alma : hofempre avuto
11 tuo nome fra' labbri ,
Il tuo volto nel cor . Mai d'altri accefa
Non fui, non fono, e non fàrq • Vorrei.».;.
Meg. Bafta Lo fa.
Arìf. Vorrei morir piuttofto ,
Che mancarti di fede un fol momento :
Meg. ( Oh tormento maggior d'ogni tot-
mento.
Ari/* Ma guardami ma parla 3
B ? m
30
Ma dì
ATTO
Mcg. Che poffo dir ? Non odi il fegno »
Non è per me
yirìf. Senti : tu m'ami ancora ì
Meg' Quanto Tanima "mia.
^rif Fedel mi credi ?
Meg.^ Sì , come bella .
T u mi tr affìggi il cor
PRIMO. 31
Arìf* ( Veggo langmrchi adoro »
Nè intendo il fuo languir .
)
Meg. ( Di gelofi a mi moro
E nonio potibdir .)
a 2. Chi mai provò di quefto
Affanno più funefto ^
Più barbaro dolor ?
Ne'&c. ipartono)
ATTO
1 T T O II*
SCENA PRIMA
^Ygene , e poi Arìflea con feguìtò i
^rg I
^ D ancor della pugna
Ih L'efito non fi sa I Durìl è la
legge,
Ondt aue donne è tolto
D'elìèrne fpettatrici
yirìf. Argene , oh Dio
Arg. Qual pena ti forprende ?
^rg* Licida I
ylrif* Appunto.
Arg* 11 Principe di Creta? fne*
Arìf Sì , che giunfe poc' anzi a quefte are-
S G E N A I L
^rge^e , e poi Ambita .
SCENA IIL
Selva vicina alla Città d'Olimpia *
Guardie ^ popolo p
CU* levane ralorofo ^
VJ Queir onoratafronte
Lafcia, ch'io baci, e che ti Aringa al fena«
"Felice il Re di Creta
Che un tal figlio forti ! ( Se avejlì anch'ip
Serbato il inio filinto ,
:( prejiutanto Licid.a )
Meg^ Ah no , farebbe
y
3ieg> [ Oh me infelice . 3
SCENA IIIL
^rì/ìeacolfeguito^ e delti ^
( additando Megack )
C/i. Mei chiedi?
Non lo ravvifi al volto
Di polve afperfo ^ Ali* onorate (lille , .
Vi turba Pafpetto
D'un padre e d'un Re ,
s c e' n a V-
Megacle , Arìjlea-^ e Lìcida.»
Mi mi difpera •
cruc<:ia ,
[ come[opra a Lk* J
X/V. Ma non pofs' io
^
Eflèr prefente?
M^Z* No : più che non credi
Delicato è l'impegno
ijhmpre a parte a Lio* )
Jjc* E ben : tu il vuoi
Io lo farò : poco mi fcofto : un cenno
Batteri, perch io torni. Ah penfa,anuco^
Di che parli , e per chi Se nulla mai .
^ri/ìea ^ ^ Megack .
Meg. No Principeffa
:
Meg^ Orfappj,
Che per legge fatale.
Se ruo fpofo divien , Megacle è tale
'/irìf* Come ?
Meg.
SECONDO. 4r
'\Meg. Tutto Farcano , ecco tif\relo .
I
l\ Principe di Greta
Langue per te d^aiiior Pietà mi chiede> •
Arif. Epugnafti?
ì
Meg. Horifoluto.
42
!/^rìr
ATTO
Hai rìfoluto E quandio ?!
C rhQÌge?idofi in dietro )
Ah, Toppreffe jl dolor. Cara mia fpeme,
3dla Ariftea , non avvilirti ; afcolta
( avvicinandktjì ad 'Arif. )
Megscle èqui : non partirò : farai .....
Che parlo ! Ella non m'ode , Avete ^ o
ftelle,
Più fventure per me ? No , quefla fola
/ Mi
SECONDO. 45
Mi reftava a Chi mi configlia
provar . !
i'verfolafcena}
SCENA VII.
Jjicida^ 0 detth
tic. T Ntefe
Tuttt) Ariftea?
Meg. Tutto. T'affretta, o Prence,
Soccorri la tui fpofa. {in atto di partire^
Lio.Ahimè 5 Che miro !
Rifpondi : morì .
|j
Ah no: sì gran duolo ij
Rilpondi; mafblo
Piangendo partii
( Che abiffb di pene I \
Laiciarlo cosi ) !
|
SCENA V I I L
Lieida , ed ^YÌjle/$ .
'^rif Oh Dio •
tic. Partì.
^rif. Partì l'ingrato ?
Ebbe cor di lafciarmi in quefto flato !
Oggetto di fpavento
Sempre farai per me
Tume&c, ipartc colfeguhol
SCE-
46 ATTO
SCENA Villi.
iparte ) -
SCE^
SBCONDO. 47
S C E ISf A X.
( in att$ dì partire )
/4m. Megacle è morto •
Am Odimi: in traccia
Mentre or di te venia , fra quelle piante
Un gemito improvvifo H
SentOjmi fermo: al fuon mi volgo>e miro
Uom , che fui nudo acciaro
Prono già^'abbandona. Accorro:àl petto
fo d'una man foftegno
Coir altra il ferro fvio . Ma quando al
volto
Megacle ravvifai
Penfa com' ei reftò , come io reftai ^
Senza Ariflea mi diQè
Non so viver nè voglio . Oh Dio , m'iic*
, cide
Licida^ e non lo sa. Fugge ciò detto 5
E ratto in mezzo al fiume
Si fcagIia,ìo grido invano.Il colposi gridi
Replicaron le fponde , e più noi vidi *
Lic^
48
Lk'* Che
ATTO
fento ! Ah fido amico
Ti feguirò .... Ma pria
Sappia il Re > fappia il Mondo . . .
( atto di partire )
'^m. Ah, che purtroppo
JE'noto al Re , che tu meiitifii il nome 9
Che mane adi , che il deludati 5
di fe
QLiindi vuol , che tu vada
In dolorofo efiglio
Ilìc* Quefto ancor fofftirò!
j4m^ Ti lagni a torto ^
SCENA XI.
i * Licida t
OHNon Dio 9
\ive
dunque Tatuico
ved io Tuccifi . • . . In que<
fte vene
Con più ragione il ferro
Immergerfi dovea , che il reo fon* io
Ch' io fon lo fcellerato Odio la vita . ;
Nè so , come fi pofla
Minicciando tremare arder gelando : :
C ATTO
SCENA PRIMA
Bipartita, che fi forma dalteruine d'un^
antico Ippodrcmo già ricoperte in gran
parte d'edera , e di fpini x ^ d'altre pian-
l tefeivagge
Eh , lichiiidino i Imiii.
Meg* Oh flelle . [ ìncontraniofia mezm
Arff. OK N Limi . [ // teatro 1
Meg^
ATTO TERZO-
Meg. Principeffa !
SCENA IL
jtrgene , e detti ^
Il giovane feroce :
Incomincia a tremar : gli cade il ferro 3
E dal ciglio , che tanto
Minacciofo parea prorompe in pianto •
Meg. Oh fconfigliato
Arìf'Ed ora
11 genitor che fa ?
,
Meg^ Ah li procuri
Di falvar l'infelice
Arg^ E tanta pena
Vuoi prender di coRui ? Al fuó dettino
Lafcialo in abbandono [ no •
.
SCI-
T 1 RZ 51
SCENA III.
Megacle , ed ^rìjìea .
SCENA IIIL
\AYÌftea^ e poi Aminta.
t Q INA V-
vero. ^
fijt
C 4 Da
56
Da mille dubbj ,
ATTO oh Dio^
Sento agitarmi il core
Temo deir Idol mio :
Pavento il genitore :
L'amico , il Re , l'amante
Tutti mi fan tremar
.
»
Ma di placarlo , oh Dei
La via non so trovar •
SCENA V I.
Voi&c.
SCENA VII.
'§IegacJe^ e detti ^ indi Arìflea ^
Che
TERZO. itame 59
Che la fcure fatai tronchi lo
Di sì nobile vita Ah tu
pietola
.
di hglia
Trattieni colpo : sì l'amor
il
Th
refta in vece mia. Penfa,che t^tH
Mec^'
mio tato
Ripongo in te la fpeme, e che il
Sol dipende da te. Col
dolce amico ,
con lui
; Vivrà Megacle ancora , pinhem
Megacle morirà Fingiti , o cara
.
/UnolpirtoinduefpogUe, ^
uccide
V che fe il ferro il caro amico
e divide
Anche l'anima mia
.
fcioglie ,
Da te beiridol mio
^
•
E il mio dolor pietà
Io parto: e il fidq amico
Penfa a ferbarmi , ocara,
Che allorla pena^aiiura
SCE-
^0 ATTO
SCENA Vili.
MHsa, cu/iene, e Licìda.
c|f2!'rs':eroS»°p=--
Qualopraturbi? ilreo
N>^;'e.'"'*''°'"'P«J-"«èil
-reo™
Jlf r"^^^^^^^^
^^?A Ah padre ...
Nonpiù:facriminillri jl
I TERZO. 61
da uno ds' mmflri del Tempio , e»^
nel porgerla al Sacerdote can^a i/e-
guefìtiverji ^ accompagnati dagra^
ve finfonia ) .
SCENA Vini.
Argene , e detti .
all'onde
lilinto il figlio mio ) Licida forgi
iLieìda s'alzai
Dimmi : è ver , che coftei ,
Lk* Sì : da me Tebbe :
E a me donollo Aminta
CU^ Or quello Aminta
Si cerchi.
Lk. Eccolo appunto ^
S C E N A X.
\Am* Là dove
In mar preffb a Corinto
Sbocca il torbido Afopo > io lo trovai
Al collo d'un bambino efpofto all'acque»
Clu E del fanciullo , oh Dio,,
Chenefacefti. Parla
Non aggiunger tacendo
Air antico delitto error novello • ^
Meg. Q
3
Ignor t'arr efta
Tu non puoi condannarlo
*
. li
Siciòne ( no
Sei Re^ non in Olimpia» E* fcorfo il gior
A cui tu prefiedefti : Il reo dipende ^
C O R O-
Di Sacerdoti , e Popolo •
1 L F INE.