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L'EBREO DI MALTA

THE JEW OF MALTA


Epistola dedicatoria
al mio nobile amico, il signor Thomas Hammon
di Gray's Inn 1

Non sia mai che questo dramma, composto da un autore ec-


celso come il signor Marlowe, e con la parte dell'Ebreo imper-
sonata da un attore inimitabile come il signor Alleyn, destinato
in questa nostra epoca al palcoscenico (ché fui io stesso a intro-
durlo a Corte e presentarlo al Cock-pit, con i prologhi e gli epi-
loghi qui inseriti), arrivando ora infine alla stampa, venga pub-
blicato senza l'ornamento di una epistola. E voi scelgo per la de-
dica: voi, rispetto a cui, fra tutti i gentiluomini e le persone no-
te nel novero della mia ormai lunga conoscenza, nessuno è più
abile nel censurare l'ignoranza o assegnare i giusti meriti. Signo-
re, voi vi degnaste di abbellire le mie opere, con la vostra beni-
gna protezione. Spero che questa non troverà peggior accoglien-
za solo perché raccomandata da me, su cui nessuno può preten-
dere maggior potere e favore di voi stesso. Di miglior strenna per
voi non potevo disporre. Ricevetela dunque come prosieguo di
quell'inviolabile obbligo con cui resta ancora legato colui che è
sempre stato e sempre resterà
Tuissimus,
THOMAS HEYWOOD

41
-

Prologo recitato a Corte

Sovrani grandi e graziosi: che noi sì audacemente osiamo,


Fra le altre opere che ora vanno di moda,
Presentare questa, scritta alcuni anni fa,
E in quell'età ritenuta seconda a nessuna,
Umilmente ve ne imploriamo perdono. Rievochiamo
La storia di un ricco e famoso Ebreo
Che visse a Malta. In lui troverete,
E in tutti i suoi piani, un autentico Machiavelli;
Ecco il personaggio. Colui che passò
Per' così tanti giudizi, 'è ora giunto infine
A richiedere il vostro regale udito. Fategli grazia; allora
Coronerete la · recita, e darete lustro alla penna.

43
Prologo per il teatro del Cockpit 2

Ignoriamo come questo teatro accoglierà il nostro dramma:


Eppure dal migliore dei poeti di quell'epoca
L'Ebreo di Malta ricevette nascita e fattura,
E dal migliore degli attori rappresentazione.
Con Ero e Leandro il primo ottenne
Imperitura memoria; con Tamerlano,
Questo Ebreo, e altri ancora, l'altro vinse
L'attributo di incomparabile, uomo
Che potremmo paragonare, senza fare torto,
Alle fattezze di Proteo e alla lingua di Roscio,
A tal punto sapeva egli parlare e cangiarsi; né vi è invidia
In colui che impersona oggi
Il nostro Ebreo, né ambizione
Di superarlo o eguagliarlo, essendo ben più modesto
Di condizione; ecco tutto ciò che si propone,
E solo su richiesta di alcuni amici:
Di fare del suo meglio. E se nessuno qui si oppone,
Intende recitare la parte che s'è ben studiato.

45
Personaggi

FERNESE, governatore di Malta}


LUDOVICO, suo figlio 4
sELIM CALIMAT, figlio dell'imperatore turco ~t'f\O.J\O ,t Mott'•~CN)
MARTIN DEL BOSCO, vice-ammiraglio spagnolo

MATTIA, un nobile
BARABBA, l'Ebreo di Malta
5
ITAMORO, suo schiavo
CALEPINO, pascià di Calimat
6
FRATE GIACOMO
FRATE BERNARDINO
PIGLIA-BORSA, un ruffiano
DUE MERCANTI
TRE EBREI
CAVALIERI DI MALTA, PASCIÀ, UFFICIALI, FRATI, SCHIAVI,
GUARDIA, MESSAGGERO, AIUTANTI, CARPENTIERI

CATERINA,madre di Mattia
7
~ AIL~figlia d~Barabba '<\\l~ \-..c..
1
bhC.1r.,.:i
BELLAMIRA, cortigiana
BADESSA
MONACA

MACHIAVELLI, che recita il Prologo

47
o. i:'! v~h t -::i.. ,t t,1().,4-A
;I.',. .. J~\ '-1,y\;{.•. t U:~PW -l. ' ~• i.~ )

Entra Machiavelli ( Al,~~ _ -l ..;i;z,. ;


Prologo

MACHIAVELLI
Il mondo crede morto Machiavelli:
8
No, la sua anima era volata oltre le Alpi ;
Morto ora il Guisa9, dalla Francia se ne torna
A mirare questa terra e divertirsi coi compari.
Alcuni mi odiano anche solo di nome:
Ma chi mi ama, mi protegga da quelle lingue
E spieghi loro che io,_Maç}iiavelli,
Non mi curo d~ li uq_1I1ini, né delle loro parole.
Meraviglia maggior dest;-~-chf rnÌ odia: ~-
In pubblico inveisce contro le mie opere,
Eppure continua a leggermi finché ascende
Al soglio di Pietro; non appena mi accantona,
Viene avvelenato dai miei rampanti seguaci.
~ ~ _ o l o_ una _sd occhezza p_~r g_af!1big(
L'unico peccato? L'ignor~nza. 10
Dicono che ·gli uccelli del cielo riferiscono i crimini accaduti :
Che pena solo sentire tali cretinerie!
Certi poi cianciano d'un titolo alla corona:
Che diritto all'impero vantava mai Cesare?
La forza creò i primi re: mai più certe furono le leggi 11
Di quando vennero scritte nel sangue, come fece Dracone •
Ne discende che una cittadella ben munita
12
Funziona molto più della diplomazia •
Se Falaride avesse rispettato questa massima,
Non avrebbe muggito nel toro bronzeo
Contro l'invidia per i grandi 13; dal misero popolino14
Possa io esser invidiato, piuttosto che compianto!
Bene, ed ora? Non vengo certo

49
I.I

A tenere una lezion~_.!gli__i!!gle~i,


Bensì a introdurre la tragedia di un Ebreo
ali~ vista delle borse _ç_o.Jm.;,
Denaro P!Qcacciato non __ç_eytQ _senza i roie.i..1n~izi.
~ st; vi chiedo: fategli gli.2n2xLch~--~j_111~Jita,
Enon- Usateglì accOgliènza· peggiore

-
Solo perchélia il mi9 fayore •
15
Esce
- -
1.1 Barabba nel suo banco, di fronte a dei" sacchi d'oro
·~
~
o~iA.1).•, Q... ro\"\ 1€
ìkc k' 40 1 ,. 1:. \.Q -
1·1JA ~oon.k
.s:> d 1~c.0tQ.P i.s:.,-t. ,~'(lv_v-.--...~
, '&..vO .-1"'-C/.'. LQ..J.(;_
1 ARABB 1:,,. ,~1\1.· o

unque questo di quel tanto fu il mio guadagno:


E già col terzo delle navi di Persia
16
Ecco soddisfatta e risarcita l'impresa • ',.a w.,.n òc. e,,..;
C>Jor.i , ""'"""<)...,. . . . d'1 \.ç; "\ yi.,,.,.\.,..~~~,
I!. • .
Quanto agli Scemtl e ag11 uom1m '.::_!l) <;;.. ,o,..~ o~
Che da me comprarono o1io spagnolo e vino greco,
17
Ecco intascato il loro magro gruzzolo •
Puah! Che noia contare questa grana. --- '~ C'\CU• 1( -J•---~
agli arabi, che munifici pagano '(l..." ·',,_ ~l.' , '~

Le merci che scambiano, mediante verghe d'oro


Con cui uno potrebbe già in un solo giorno
Calcolare quanto basta per mantenerlo a vita.
Il misero servo che appena maneggia qualche spicciolo
Griderebbe al miracolo davanti a tutte queste monete;
Ma chi tiene ben sprangati dei forzieri ricolmi,
Dopo aver penato tutta una vita
A usurarsi i polpastrelli coi conti, \
D~ vecch10 non vuol più affannarsi così y\:)lo_

Ne crepare di sudore dietro a una libbra. .


Datemi piuttosto i mercanti delle miniere d'India
Che pagano in metallo di vena purissima;
Il facoltoso Moro che fra le rocce d'oriente
Liberamente si ra~catta le ricchezze
E a casa accatasta qual ciottoli le perle,

51
I.I

Ottenute senza costo e rivendute a peso:


Bisacce d' opali a fiamma, zaffiri e ametiste,
Giacinti, topazi duri e smeraldi verde erba,
Rubini leggiadri e splendenti diamanti 18 ,
E costose pietre mai viste, di tal valore
Che una sola di esse, stimata a freddo,
Fosse anche di un solo carato,
Potrebbe servire in caso di sventura
A riscattare grandi re dalla prigione 19 •
In questa merce consiste la mia ricchezza:
Agli uomini aweduti conviene congegnare
Mezzi di scambio diversi dal volgare smercio,
E a misura che cresce la fortuna, racchiudere
Ricchezze infinite in una piccola stanza. C-Q.n(R,t}-1..XL ~f\u&,.... .
. il '"' vv-.Qù.. ~ e \ l \ ~ wE.,I.Q.b
Ma dove soff1a ora vento? o-o,tA.... .."'\.~
20
In quale angolo batte il becco dell' alcione?
Uhm! Ad oriente? Già. Vediamo come soffiano le banderuole.
Tra est e sud. Spero dunque che le navi
Che inviai in Egitto e nelle isole vicine
Abbiano risalito i meandri del Nilo . .
Le mie ragusee salpate da Alessandria,
Colme di seta e di spezie, ora a piene vele
Scivolano lievi lungo la costa di Creta
Verso Malta, attraverso il nostro Mediterraneo 21 •
Chi viene ora? Cosa succede?

Entra un Mércante
~O,t" C..r\.lw me,c... Ulf\ k OL'-"·1.,itl c.,"°',' q)J
PRIMO MERCANTE - - - (?-Q.i.,..~ o~ l"\~ , Q i'\tXv-. \ .l. G\I'\ ~ .,;,
B ~li.!,l • •,vt1., vc:0\
arabba, le tue navi sono al sicuro
Nella rada di Malta; tutti i mercanti
Con le varie merci sono giunti incolumi 22 •
M·1 . ,
_ mandano qm per sapere se verrai tu
Di persona a pagare il dazio.

53
I.I

BARABBA . .
Le navi sono al sicuro, ha1 detto, e c.ariche di ricchezze?
pRJMO MERCANTE
Si. .
BARABBA · Va' dunque, e dì loro di sbarcare
E di portare le polizze di ingresso:
Il mio credito in dogana
Varrà bene come la mia stessa presenza.
Va' e manda loro sessanta cammelli, trenta muli
E venti carri per scaricare la merce.
Come, sei il capitano di una mia nave,
E non l]ai credito sufficiente?
PRIMO MERCANTE
Solo il dazio da sé quasi supera
La ricchezza di molti mercanti della città:
Dunque eccede di molto il mio credito, signore.
BARABBA
Va', uomo, e di loro che ti manda l'Ebreo di Malta.
Diamine, chi fra di loro non conosce Barabba?
PRIMO MERCANTE
Vado.
BARABBA Bene, qualcosa comincia ad arrivare. Aspetta,
Di quale nave sei capitano?
PRIMO MERCANTE
Della Speranza, signore.
BARABBA E non vedesti
Ad Alessandria la mia ragusea?
Non puoi essere giunto dall'Egitto, o dal Cairo,
Se non da quello sbocco nell'acqua
Dove il Nilo paga tributo al mare;
Per forza devi passare da Alessandria.
PRIMO MERCANTE .

Non le vidi, né chiesi di loro.

55
I.I

Udii però alcuni nostri marinai


Stupirsi perché osaste affidare così tanta ricchezza,
E così lontano, a un vascello guasto.
BARABBA
Bah, ne capiscono molto, loro! Io ne conosco la forza.
Su, ora, muoviti: scarica la nave
E ordina al mio agente di pagare la dogana.
(esce il Primo Mercante)
Mi chiedo dove sia finita la mia ragusea.

Entra il Secondo Mercante

SECONDO MERCANTE
La tua ragusea, di ritorno da Alessandria,
Sappi, Barabba, è nella rada di Malta,
Colma d'ogni bene e di gran copia
Di seta persiana, oro, e perle d'oriente.
BARABBA
Come mai non giungesti insieme con le altre navi
Partite dall'Egitto?
SECONDO MERCANTE Non le vedemmo, signore.
BARABBA
Magari hanno costeggiato Creta
Per smerciare l'olio o per qualche altro affare.
Sbagliasti comunque a viaggiare così a lungo
Senza l'aiuto o la guida delle loro navi.
SECONDO MERCANTE
Signore, ci scortò una flotta spagnola,
E non ci lasciò fino ad una lega da qui,
Mentre inseguiva delle galee turche.
BARABBA
Allora_ risalivano verso la Sicilia. Bene, va'
!dordina ai mercanti e ai miei uomini di sbrigarsi
accoS tare e a scaricare le merci.

57
I.I

SECONDO MERCANTE

Vad9. Esce
sA.RABBA
Così fluisce ogni fortuna per terra e per mare,
Così da ogni parte noi ci arricchiamo:
23
Ecco la benedizione promessa agli Ebrei ,
24
Ecco la beatitudine del vecchio Abramo •
Può il cielo far più per gli uomini in terra
Che riversare in seno questa abbondanza,
Sventrare per loro le viscere del mondo,
Costringere i mari in schiavitù, e i venti
A sospingervi i beni con soffio propizio?
Non sono forse odiato solo perché felice?
E chi oggi riceve onori, se non perché è ricco?
Meglio essere un Ebreo, e odiato,
Che Cristiano, povero, e commiserato; ~; Q (:,(.al.)U'i\ <) i ,.~ 1 • ;,,..f,)'\' :
25 e,( ''{lo(.J.L\ I i>-. I.,-. 9_J:ll" \.o 1"01\
Né scorgo certo frutti in questa loro fede , ":;,\ l " \ ~ l " > ,O ,,.,_ 1'il..A).~ -.<!> •
Vd!,C~• -"''(\ ' c..,'
Oltre a inganno, fal.§ità1 e _Erande ~ oglio,
~ -

Che certo I_!On s:~_ccordano al loro . credo.


26
Se per ventura qualche sventurato tiene coscienza ,
Proprio per colpa sua vive di elemosina.
Dicono che siamo un popolo disperso:
E sia; ma messi insieme abbiamo radunato
Più fortune di chi vanta la vera fede.
Ecco in Grecia Chiriat-Iearim, il munifico Ebreo,
Obed a Bairseth e Nufies in Portogallo,
lo qui a Malta, altri in Italia,
Molti in Francia: e tutti belli ricchi,
Sì, molto più ricchi di ogni Cristiano 27 •
Lo concedo: non possiamo fare i re.
ne abbia~o colpa: ahimè, siamo pochi di numero,
il trono o s1 trasmette per discendenza
o 1..
S ; v~ce c~n _la forza. Ma nulla di violento,
P sso mtes1 dire, può essere permanente 28 •

59

-C
I.I

Governateci in pace, e fate re i cristiani


. Che sbavano così tanto per fare i sovrani.
Io non ho cariche, né tengo grande prole,
Eccetto la mia unica figlia, che m'è cara
29
Come Ifigenia per Agamennone •
Suo è tutto quanto possiedo. Chi arriva ora?

Entrano tre Ebrei3°

PRIMO EBREO
3
Andiamo, non ditemi che non si tratta di politica '.

SECONDO EBREO
Su, allora, andiamo da Barabba:
Lui può consigliarci al meglio su simili questioni.
Eccolo che viene.
BARABBA Miei confratelli, che succede?
Perché vi affollate da me?
Quale sventura è toccata agli Ebrei?
PRIMO EBREO
Barabba, nella rada riposa una flotta di galee da combattimento
Giunta dalla Turchia;
Proprio oggi si riunisce il Consiglio
Per dare accoglienza e ascoho alla loro ambasciata.
BARABBA
Oh, che vengano pure, ma non per fare la guerra;
Attacchino pure, purché vinciamo noi.
(a parte) Anzi, che attacchino, vincano, e uccidano pure tutti,
Purché risparmino me, mia figlia, e la mia roba.
PRIMO EBREO
Se si fosse trattato di rinnovare l'alleanza,
Non avrebbero assunto questa posa di guerra.
SECONDO EBREO
Temo che il loro arrivo ci porterà afflizione.

61
I.I

BARABBA
Stolti, di che moltitudini blaterate?
Che bisogno hanno degli alleati di trattare una pace?
E i Turchi e i Maltesi sono alleati.
No, no: ci deve es~;;; ;otto quai~os' altro.
pRJMO EBREO
Barabba, o vengono per far pace o per far guerra.
BARABBA
O per nessuna delle due cose. Magari sono solo di passaggio
Mentre risalgono l'Adriatico verso Venezia,
Contro cui più volte si cimentarono
Senza riuscire nell'intento.
TERZO EBREO
Davvero acuto: potrebbe essere così.
SECONDO EBREO
Eppure il Senato ha convocato una riunione
A cui devono essere presenti tutti gli Ebrei di Malta.
BARABBA
Uhm, presenti tutti gli Ebrei di Malta?
E sia. Allora che ognuno
Si prepari a sbrigare questa formalità.
Se verrà fuori qualcosa che tocca la nostra prosperità,
State ben certi che presterò cura ... (a parte) a me stesso.
PRIMO EBREO
Lo sapevo. Fratelli, possiamo andarcene.
SECONDO EBREO
Congediamoci ora. Addio, buon Barabba.
BARABBA
Andate pure. Addio, Zaareth. Addio, Temainte. (gli Ebrei escono)
Quanto a te, Barabba: stana il segreto.
Raduna iJ.uoi sensi, convoca ogni tuo ingegno:
Questi sciocchi h~nn; capito un bél n ulla.
Q_a tempo M;ita a;,a~-;a un -trìbuto a1 Tui-èhi, ·
Tributo ,che, di certo per po~t!_ca, _s ospetto,'

63
I.2

I Turchi hanno lasciato crescere fino a tal somma


Che non basterebbero nemmeno tutte le ricchezze dell'isola.
Forse pensano ora di far leva su questo
Per prendersi la città. Sì, ecco cosa cercano.
Comunque vada il mondo, prowederò a uno solo 32
E cercherò di prevenire in tempo il peggio,
Facendo buona guardia a ciò che possiedo.
Ego mihimet sum semper proximus 33 •
Ah, che entrino pure e si prendano la città. Esce

1.2 Entrano Fernese, governatori di Malta (Cavalieri) e ufficiali,


cui si muovono incontro Calepino, Calimat e dei pascià turchi

FERNESE
Ebbene, pascià, che cosa ci chiedete?
CALEPINO
Sappiate, Cavalieri di Malta, che giungiamo da Rodi,
Da Cipro, Creta, e le altre isole
Che giacciono in mezzo alle acque del Mediterraneo.
FERNESE

Interessano forse Cipro, Creta o le altre isole .


A noi, o a Malta? Che cosa ci chiedete?
CALIMAT

Il tributo che attende d'essere riscosso da dieci anni.


FERNESE

Ahimè, mio signore, la somma è troppo elevata.


Confido che Sua Altezza vorrà mostrarci considerazione.
CALIMAT

illustri gov~rnatori34, vorrei fosse in mio potére


Usarvi favore. Ma agisco per conto di mio padre:
Indugiare non posso, né oso.
FERNESE

Concedeteci solo un momento, grande Selim Calimat.

65
1.2

CALIMAT (ai pascià)


Allontanatevi tutti, lasciamo decidere i Cavalieri...
Date ordine di approntare le galee:
forse non dovremo restare qui a lungo.
(ai Maltesi) Allora, governatori: cosa avete deciso?
FERNESE
Questo: giacché le vostre dure condizioni esigono
Che a forza si riscuota il tributo degli ultimi dieci anni,
Ci sia dato il tempo di fare una colletta
Tra gli abitanti di Malta.
CALEPINO
Questo esula dal nostro mandato.
CALIMAT
E che, Calepino, un piccolo favore!
Sentiamo quanto tempo intendono. Forse non è troppo lungo.
Ai re più s'addice prevalere con la pace
Che imporre a forza le condizioni.
Che proroga chiedete) governatori?
FERNESE Soltanto un mese.
CALIMAT
E un mese noi concediamo. Badate però di mantenere la parola.
Ora prenderemo il largo sulle nostre galee
In attesa che trascorra la vostra proroga;
Vi manderemo un nunzio a riscuotere il denaro.
Addio, nobili governatori e indomiti Cavalieri di Malta.
Escono Calimat, Calepino e i pascià
FERNESE

Che la buona sorte arrida a Calimat.


Uno di voi chiami gli Ebrei di Malta:
Non erano stati convocati per oggi?
PRIMO UFFICIALE
Sì, signore. Eccoli che arrivano.

Entrano Barabba e i tre Ebrei

67
1.2

RIMO CAVALIERE
P Avete, deciso che cosa dire loro?

FERNESE f H . Eb . . . .
Sì: lasciate are a me. v01 rei, avvtcmatev1.
L'imperatore turco ha inviato qui
Il grande Selim Calimat, figlio di Sua Altezza,
A riscuotere il nostro tributo decennale.
Questo è quanto. Ora sappiate che ci preme ...
BARABBA
Allora, mio buon signore, onde preservare questa pace,
A vostra signoria converrà farglielo avere.
FERNESE
Aspetta, Barabba: non è finita qui.
A quanto ammonti il tributo di questi dieci anni,
L'abbiamo stimato, ma non possiamo raccoglierlo
Per via delle guerre che hanno saccheggiato l'erario.
Eccoci pertanto a richiedere il vostro aiuto.
BARABBA

Ahimè, signore, non siamo mica dei soldati:


Come potremmo aiutarvi contro un principe sì forte?
PRIMO CAVALIERE

Taci, Ebreo: sappiamo che non sei un soldato.


Sei un mercante, pieno zeppo di denaro;
Ed è il tuo denaro, Barabba, che vogliamo.
BARABBA

Come, il mio denaro, signore?


FERNEsE Il tuo, e quello degli altri.
Su, spicciamoci: voi dovrete cacciarlo fuori.
PRIMO EBREO

Ahimè, mio signore, la maggior parte di noi sono poveri.


PERNESE

8
Quelli ricchi aumentino le loro quote, allora.
ARABBA

Gli stranieri devono essere tassati per il vostro tributo?

69

I~
I.2

SECONDO CAVALIERE . . . . . . .
Non abbiamo forse concesso agli stramen d1 arncch1rs1?
Loro ci concedano il contributo.
BARABBA
Come, in parti uguali?
FERNESE No, Ebreo, come infedeli.
Proprio per avere tollerato la vostra odiosa esistenza,
Che incontra condanna agli occhi di Dio,
Ci toccarono in sorte queste tasse e afflizioni.
Ecco quanto abbiamo deciso:
Leggi gli articoli del nostro editto.
PRIMO UFFICIALE (legge)
Primo: i soldi del tributo ai Turchi verranno interamente riscos-
si presso gli Ebrei, e ciascun di loro dovrà donare metà dei pro-
pri beni.
BARABBA
Che, metà dei propri beni? Non i miei, spero?
FERNESE
Prosegui.
PRIMO UFFICIALE (legge)
Secondo: chi si rifiuta di pagare, dovrà immediatamente farsi cri-
stiano.
BARABBA
Cristiano! Uhm, che cosa conviene fare?
PRIMO UFFICIALE (legge)
Infine, chi rifiuta anche questo, perderà tutto quanto possiede.
I TRE EBREI
Oh, signore, allora diamo la nostra ·metà.
BARABBA
Ah, manigoldi di vil fatta, indegni d'esser nati ebrei!
Volete sottomettervi così meschinamente
E abbandonare i vostri beni al loro arbitrio?
PERNESE

Perché, Barabba, ti farai battezzare, tu?

71
1.2

BAflABBA di . . ' 35
No, governatore: certo non m1 convertlro .
FERNESE
Allora paga la tua metà.
BARABBA
Sapete cosa mi procurate con questo scherzo?
Metà delle mie sostanze è già la ricchezza di una città.
Governatore, non fu così facile ottenerle:
Non me ne separerò alla leggera.
FERNESE
Messere, la metà è la multa imposta dall'editto:
O paghi quella, o confischiamo tutto.
A un cenno di Fernese gli ufficiali escono
BARABBA
Corpo di Dio.' 36 Aspettate, avrete la mia metà.
Trattatemi come ì miei confratelli.
FERNESE
No, Ebreo: tu hai rifiutato quegli articoli.
E adesso non puoi più revocarli.
BARABBA
Allora volete rubarmi ogni bene?
La vostra religione si fonda sul furto?
FERNESE
No, Ebreo: ci prendiamo in particolare i tuoi
Per evitare la rovina di una moltitudine:
Meglio che uno solo soffra per il bene comune,
E non che molti periscano per un individuo 37 •
Tuttavia, Barabba, non ti manderemo in esilio:
Continua a vivere qui a Malta, dove ottenesti la tua ricchezza
E, se ti riesce, fattene un'altra.
BARABBA

O Cristiani, cosa, e come, posso mai far aumentare?


Nulla si crea dal nulla.

73
1.2

pRJMO CAVALIERE .
Dal nulla in principio pervenisti a piccola ricchezza,
Dal poco al più, e dal di più a più di ogni altro.
Se la tua antica maledizione ti piomba sul capo
E ti getta nella povertà, disprezzato da tutto il mondo,
Non è colpa nostra, ma del tuo peccato intrinseco.
BARABBA
Tirate fuori le Scritture per giustificare il vostro torto?
Non espropriatemi a colpi di sermoni.
Certi Ebrei sono malvagi, ma i Cristiani, tutti.
E se anche la tribù da cui discendo ·
Fosse stata dannata per il suo peccato,
Devo esser punito per la sua trasgressione?
L'uomo che agisce con giustizia avrà la vita:
E chi fra voi può accusarmi del contrario?
FERNESE
Taci, furfante d'un Barabba!
Non ti vergogni a giustificarti così,
Come se non conoscessimo la tua professìone? 38
Orsù, affidati alla tua rettitudine:
Sii paziente, e vedrai crescere i tuoi beni.
Troppa ricchezza cagiona avidità,
E l'avidità, oh!, è un peccato orrendo.
BARABBA
Sì, ma il furto è peggio. No, non mi private così,
Questo è un furto. Se mi depredate,
Sarò costretto a rubare e arraffare più di voi.
PRIMO CAVALIERE
Saggi governatori, non ascoltate i suoi improperi.
Converti_te la sua dimora in un convento;

(entrano degli ufficiali)

La sua casa darà albergo a tante pie monache.

75
1.2

FERNESE
Così sia fatto. Ufficiali, avete finito?
pRIMO UFFICIALE
Sì, mio signore, abbiamo confiscato i beni
E le merci di Barabba, la cui stima
Ammonta a più di tutta la ricchezza di Malta.
Degli altri abbiamo preso la metà.
FERNESE
Vuol dire che del resto mi occuperò io 39 •
BARABBA
Bene dunque, mio signore: siete soddisfatto adesso?
Mi avete preso merci, soldi e beni,
Le navi e i magazzini, e tutto ciò di cui godevo.
Ora che avete tutto, non potete più chiedermi altro:
A meno che il vostro spietato cuor di pietra
Non spenga ogni restante misericordia nel duro petto
E vi induca a spogliarmi anche della vita 40 • ·

FERNESE
No, Barabba: lungi da noi e dal nostro credo
Lordarci le mani col tuo sangue.
BARABBA
Oh, trovo offesa di gran lunga minore
Prendersi la vita di un miserabile
Che averne causato la miseria.
Mi togliete tutta la ricchezza, opera di una vita,
Conforto nella vecchiaia e speranza per la prole:
Non state a cavillare sul vostro torto.'
FERNESE
Chetati, Barabba: ricevi solo quel che è giusto.
BARABBA
41
La vostra somma giustizia m'arreca un sommo danno •

Che il diavolo vi porti!


FERNESE
Su, entriamo: dobbiamo ricavare da questi beni

77
1.2

I soldi per il tributo ai Turchi.


pJUMO CAVALIERE . .
Per forza dobbiamo provvedeM:
Se infrangiamo la scadenza, rompiamo l'alleanza,
E questa sarebbe scarsa politica.
Escono. Restano Barabba e i tre Ebrei
BJJlABBA .
Già, politica! Eccolo, il loro credo,
Non la sincerità, come pretendono.
Le piaghe d'Egitto e la maledizione del cielo,
La desolazione della terra e l'odio degli uomini
Infliggi su di loro, o grande Primus Motor.
Ecco, inginocchiato a percuotere il suolo,
Relego fra le pene eterne
E gli atroci tormenti dell'abisso infuocato
Le anime di chi mi trattò così nell'afflizione.
PRIMO EBREO
Su, abbi pazienza, buon Barabba.
BARABBA
Oh, confratelli stolti, che nasceste per vedere questo!
Perché ve ne restate così, freddi ai miei lamenti?
Perché non piangete al pensiero dei miei torti?
E io perché non crepo di pena nell'afflizione?
PRIMO EBREO
Barabba, con pari dolore sopportiamo appena
La crudeltà con cui pure noi venimmo trattati:
Vedi bene che ci hanno preso metà dei beni.
BARABBA
Perché cedeste all'estorsione?
Voi eravate una moltitudine, io uno soltanto,
E solo a me presero tutto 42 •
PRIMO EBREO
Suwia, fratello Barabba, sovvieniti di Giobbe.

79
I.2

nAAABBA
Che e
cianci mat• cl'1 G'10bb e? onosco 1a sua ncc
· hezza,
Come sta scritto }: possedeva settemila pecore,
4

Tremila cammelli e duecento paia


Di buoi da lavoro, nonché cinquecento
Asine; ma appetto di tutti questi beni,
Anche con la più imparziale delle stime,
Io avevo in casa, oltre che nella mia ragusea
E in altre navi appena giunte dall'Egitto,
Di che comprarmi lui e le sue bestie
Ed avere ancora quanto basta per vivere.
Sicché non lui, ma io maledica il giorno,
Nefasto, della tua nascita, misero Barabba;
Io possa bramare che una notte eterna
E nubi di tenebra avvolgano la mia carne
Per celare ai miei occhi questi atroci dolori.
A lungo penai, solo per avere in eredità
Mesi di vanità e tempo perduto;
Notti di dolore mi sono state concesse 44.
SECONDO EBREO
Buon Barabba, sii paziente.
BARABBA Certo, certo;
Vi prego, lasciatemi in questa pazienza. Gradite la povertà,
Voi che mai possedeste la ricchezza.
Lasciate almeno libero di lamentarsi
Chi, accerchiato sul campo dai nemici,
Vede i suoi soldati morire, se stesso disarmato,
Né alcun' altra via di salvezza.
Sì, las~iat~n~i soffrire per questo rovescio improvviso .
È. . nell afflmone dello spirito che parlo.
Un torto così grande non si oblia in fretta.
PRIMO EBREO

Via, lasciamolo alla sua ira:


Le nostre parole possono solo accrescere il suo furore.

81

,I
I.2

SECONDO EBREO
Andiamo, allora. Fede mia, che strazio
Vedere un uomo in una tale prostrazione.
Statti bene, Barabba. Escono. Resta Barabba
aAJlABBA Sì, voi statevi bene.
Ah, l'ingenuità di questi miseri vigliacchi!
Poiché loro, zoticoni!, non hanno ingegno,
Mi credono un sordo grumo di argilla
45
Che si scioglie in terra alla prima acqua •
No: a sorte migliore nacque Barabba,
Di polvere più fine dell'uomo comune
Che giudica solo secondo il presente.
Chi ben ragiona sa frugare nel suo ingegno
Ed escogitare un'astuzia buona in futuro,
Ché il male può capitare a ogni momento ...
Dove va la mia bella Abigail?

(entra Abigail, la figlia dell'Ebreo)

Oh, cosa mai rattristò la mia graziosa figlia?


Che? Donna, non piangere per una piccola perdita:
Tuo padre ha ancora in serbo quanto ti basta.
ABIGAIL
Noh per me, ma per il vecchio Barabba,
Padre, per te si lamenta Abigail.
Ma saprò presto cessare questo inutile pianto
E, sospinta dall'afflizione,
Con fiere grida mi precipiterò nel Senato,
Nel Senato, per biasimarli tutti;
Mi strapperò i capelli e lacererò i loro cuori
Finché non saneranno il torto fatto a mio padre.
BARABBA
No, Abigail: ciò che non ha rimedio
Non si lenisce a forza di imprecazioni.
Sta' in silenzio, figlia. La pazienza genera l'agio.

83

_/
1.2

Un'altra occasione ci fornirà questo tempo


Che al momento non soddisfa la bisogna.
E poi, bambina mia, non credermi così sciocco
E sprovveduto da subire una tal perdita
Senza essermi riservato qualcosa per noi due.
Temendo il peggio prima ancor che capitasse
Ho nascosto in segreto diecimila scudi 46 , oltre a grosse perle,
Ricchi gioielli e infiniti preziosi. ·
ABIGAIL Dove, padre?
BARABBA In casa, ragazza mia.
ABIGAIL
Allora mai più li rivedrà Barabba:
Si sono impadroniti della casa e dei magazzini.
BARABBA
Mi concederanno ancora una volta, spero,
Di entrare in casa mia.
ABIGAIL Non lo permetteranno.
Lì ho lasciato il governatore che sistemava le monache dentro,
E me fuori. Della tua casa vogliono
Fare un convento, dove nessuno, se non della loro setta 47 ,
Potrà entrare, con divieto per gli uomini.
BARABBA
L'oro mio, l'oro mio, e ogni mia ricchezza se ne è volata!
Oh ingiusto cielo, meritavo un tale castigo?
Mi contrastate forse, o stelle infauste,
Per spingermi dalla povertà alla disperazione?
Sapendomi incapace di tollerare la sventura,
Credete che sia così folle da impiccarmi,
Da svanire nell'aria via da questa terra
Senza lasciar ricordo della mia esistenza?
No! Vivrò ancora. Neppure questa vita disprezzo.
Giacché mi abbandonate in mezzo all'oceano,
A nuotare o annegare, senza via di scampo 48 ,

85
1.2

Desterò i miei sensi e risveglierò tutto me stesso.


Figlia, ho trovato. Vedi bene che tormento
Mi hanno recato questi Cristiani.
Fatti guidare da me, perché in questo frangente
Non dobbiamo escludere alcuna furbizia.
ABIGAIL
Padre, qualunque cosa potesse colpire
Chi ci arreca un torto così manifesto,
Forse che Abigail non la farebbe?
BARABBA Bene, così.
Ecco, hai detto che hanno convertito la mia casa
In un convento e che già ci sono dentro delle monache.
ABIGAIL
Sì.
BARABBA Allora, Abigail, ecco che la mia ragazza deve
Implorare la badessa di farla entrare.
ABIGAIL
Che, da monaca?
BARABBA Sì, figliola. La religione
Occulta i misfatti anche al più sospettoso.
ABIGAIL
Ma padre, sospetteranno di me.
BARABBA
Lasciali sospettare, purché tu sia così puntigliosa
Da fargli credere che lo fai per zelo.
Implorali per bene, rivolgi loro parole d'amicizia,
Fai mostra di avere grandemente peccato,
Finché non riesci a farti accogliere.
ABIGAIL

Ma così, padre, simulerò fin troppo.


8
ARABBA . Bah!
Tanto vale simulare subito ciò che non intendi
Che prima intendere il vero e poi dissimularlo.
Meglio professare il falso

87
I.2

49
Ch fare l'ipocrita di nascosto ,
: Sia, padre:
E se anche m1 acco gono, c e verra' dopo.;>
j\BIGAl . I h
sARABBA ,
Ecco che verra dopo:
Nella stanza di sopra, sotto l'asse lungo il pavimento,
In segreto ho nascosto l'oro e i gioielli conservati per te.
Arrivano! Sii astuta, Abigail .
.ABIGAIL
Padre, su, vieni con me.
sARABBA No, Abigail, stavolta
È necessario che non mi vedano.
Fingerò d'essere arrabbiato con te.
Stai accorta, ragazza: da lì deve scappare fuori il mio oro.

Entrano tre /rati, tra cui Giacomo e Bernardino, e due monache, tra
cui la badessa

FRATE GIACOMO
Sorelle, eccoci quasi giunti al nuovo convento.
BADESSA
Meno male. In verità non amiamo esser viste:
Trenta inverni trascorsero dacché alcune di noi
Osarono awenturarsi così fra la folla.
FRATE GIACOMO

Considerate, signora, che trarrete molto piacere dall'edificio e dal-


le acque del nuovo convento. -
BADESSA

Può darsi. Ma chi viene ora?


ABIGAIL

O severa badessa, e voi, guide delle liete vergini,


Mercé di una giovine sventurata!
BADESSA

Chi sei, figliola?

89
I.2

j\BIGAIL .. . .
La figlia disperata d1 un Ebreo senza spetanza'o,
L'Ebreo di Malta, Barabba il disgraziato,
Vecchio proprietario di una leggiadra dimora
Appena convertita in convento.
BADESSA
Orsù, figliola, parla: che cosa ci chiedi?
,'\BIGAIL
Temendo che le afflizioni spettate a mio padre
Procedano dal peccato, o dalla nostra mancanza di fede
Voglio trascorrere tutta la vita in penitenza '
Ed entrare da novizia nel vostro convento
Ad espiazione della mia anima affannata.
FRATE GIACOMO
Non v'è dubbio, fratello, che questo proceda dallo spirito.
FRATE BERNARDINO
Sì, fratello, uno spirito che tutto smuove. Forza,
Cerchiamo di farla prendere.
BADESSA
Sia, figliola: ti accettiamo come monaca.
ABIGAIL
Fatemi imparare da novizia a disciplinare
La mia vita solitaria secondo le vostre rigide regole,
E lasciatemi alloggiare dove solevo dormire;
Confido certamente che, coi vostri santi precetti
E la mia solerzia, trarrò grande profitto.
BARABBA (a parte)
Pari almeno a ciò che ho nascosto, spero.
BADESSA

Vieni, figliola, seguici.


BARABBA Che succede, Abigail?
Che ci fai in mezzo a quegli odiosi di Cristiani?
FRATE GIACOMO
Non frapporti, uomo di poca fede:

91

-
I.2

Ella s'è mortificata.


BARABBA · Che, mortificata!
FRATE GIACOMO
Ed è stata ammessa fra le consorelle.
BARABBA
O figlia maledetta, vergogna di tuo padre 51 ,
Cosa fai in mezzo a quei demoni orrendi? ·
Se non vuoi la mia maledizione, ti comando di abbandonare
Quei diavoli e la loro dannata eresia.
ABIGAIL
Padre, concedetemi ...
BARABBA No! Indietro, Abigail.
(le sussurra) Ricordati bene i gioielli e l'oro;
Sull'asse che li copre c'è questo segno (traccia una croce).
- Sparisci, maledetta, dalla vista di tuo padre.
FRATE GIACOMO
Barabba, vivi pure da miscredente
E ostinati a non scorgere la tua miseria,
Ma concedi a tua figlia di non essere più cieca.
BARABBA
Cieca? I tuoi argomenti non mi convincono, frate.
(a parte, ad Abigail) Sull'asse che li copre c'è questo segno (trac-
cia una croce).
- Preferisco morire che vederla così.
Mi vuoi abbandonare alla sventura,
Figlia sedotta? (a parte, a lei) Va', e non dimenticare.
- S'addice cotanta credulità agli ebrei?
(a parte, a lei) Domani di prima mattina sarò ·fuori dalla porta.
- _No, non ti avvicinare, se proprio vuoi finir maledetta.
Dunenticati di me, non mi guardare: vattene via.
(a parte, a lei) Addio. Ricordati, domani mattina.
- Via, via, sciagurata. Escono, Barabba da un'altra parte

Entra Mattia

93
1.2

MA~me? La- bella Abigail, figlia del ricco Ebreo,


S'è fatta monaca! La rovina improwisa del padre
L'ha umiliata da abbassarla a tal punto.
Bah, le si confanno più le storie d'amore
Che consumarsi dietro alle preci.
Più le si addice stare a letto
Nel cortese abbraccio d'un amante,
52
Che levarsi a mezzanotte per la messa solenne •

Entra Ludovico

LUDOVICO
Che vi succede, Don Mattia? Come mai siete così sorpreso?
MATTIA
Credetemi, nobile Ludovico: ho visto
La scena più bizzarra: a mio parere,
Che mai osservai.
LUDOVICO Ditemi, che cosa?
MATTIA
Una giovincella leggiadra, di appena quattordici anni,
Il fiore più soave del ·prato di Citerea,
Reciso dai piaceri della fertile terra
E con strana metamorfosi divenuto monaca.
LUDOVICO

Chi era, ditemi.


MATTIA La figlia del ricco Ebreo.
LUDOVICO

çhi, Barabba, quello cui hanno appena confiscato i be~i?


E' così bella;:,.
MAlTIA E leggiadra senza paragone.
Se l'aveste vista, vi si sarebbe smosso il cuore,
Pur se stretto da duplice muro di ottone, ad amarla,
O almeno a compiangerla.

95
I
,~

2.1

LvooVICO .
Se è così bella come dite,
Farle visita sarebbe tempo ben impiegato.
Che ne dite, andiamo?
MATfIA
Io devo, e voglio andare: non c'è scampo.
wooVICO
Anch'io, a ogni costo.
Addio, Mattia.
MATTIA Addio, Ludovico. Escono per uscite diverse

2.1 Entra Barabba con una lanterna

BARABBA
Come il corvo di malaugurio che scocca
Dal becco cavo il lasciapassare al moribondo,
E nelle mute tenebre della notte
53
Sparge il contagio colle fosche ali ,
Fra tormenti e angherie erra il misero Barabba
E funesto maledice i Cristiani.
Le gioie incerte del tempo dal piè lesto
S'involarono infine lasciandomi disperato.
Della mia antica ricchezza non rimane
Che il nudo ricordo, come la cicatrice al soldato,
Solo conforto per il mutilato.
O Tu, che col pilastro ardente conducesti
54
I figli di Israele tra le lugubri ombre ,
illumina la stirpe d'Abramo e guida la mano
Di Abigail questa notte o che la luce
Si volga quindi in tenebra eterna.
Il sonno non potrà serrarmi gli occhi vigili,
Né la pace visitarmi la mente sconvolta,
Finché non ottengo risposta dalla mia Abigail.

97
2.1

Entra Abigail al piano di sopra

,'\BIGAIL · .
Ecco infine scovato il momento
Per cercare sotto l'asse indicata da mio padre:
Ed ecco che qui, senza esser vista, ho trovato
L'oro, le gemme e i gioielli che vi aveva nascosto.
BARABBA
Ora mi sowengo dei detti di quelle comari
Che nella mia prosperità mi contavano ciance da focolare.
Parlavano di spiriti e fantasmi che di notte s'aggirano
Là dov'è nascosto il loro tesoro.
Ora mi pare d'essere uno di quelli.
Finché vivo, qui vivrà la sola speranza della mia anima 55 ;
Quando morrò, qui vagherà il mio spirito.
ABIGAIL
Se solo mio padre avesse la buona sorte
Di girare dalle parti di questo luogo ameno ...
Ma la sorte non è buona. Eppure, quando ci separammo,
Disse che mi avrebbe aspettato di buon mattino.
O sonno gentile, ovunque riposi il suo corpo,
Incarica Morfeo di concedergli
Un sogno d'oro, e che al risveglio improvviso
Venga a prendersi il tesoro che ho trovato.
BARABBA
Bien para todos mi ganada no es 56 •
anto vale andarsene, che starsene se duto tutto mogio
'T'
1 · 57 .
Aspetta! Che astro brilla laggiù ad oriente?
La stella polare della mia vita, se è Abigail.
Chi e' l'a.:>
ABIGAIL · Ch·1 e.
':>
Piano, Abigail: sono io.
ABIGAIL

Ecco, padre: ricevi da me la tua felicità.

99

i
.I
-
2.2

,tjVJJBA
B Ce l'hai?

,\lllGAIL l b )p ."\
Ecco. (ge:ta . : ors~, resir . . ,
Di più, di pm, ce n e ancor di pm.
IVJlBA O, ragazza mia,
BA nmio oro, la mia fortuna, la mia felicità!
Vigore per il mio anim?,. ~~rte pe~ il mio nemico!
Benvenuto, tu che desti m1z10 al m10 gaudio!
Abigail, potessi avere anche tu qui,
Altri desideri non potrei più soddisfare.
Ma procurerò di liberarti da lì.
Oh ragazza, oro, bellezza, beatitudine mia! Abbraccia le borse
ABIGAIL
Padre, volge quasi la mezzanotte,
L'ora in cui le monache cominciano la veglia;
Separiamoci dunque per fugare ogni sospetto.
BARABBA
Addio, mia gioia: cogli da queste dita
Il bacio che ti invio dal cuore.
(esce Abigail al piano di sopra)
Solleva ora, Febo, le palpebre del giorno
E, in luogo del corvo, risveglia l'allodola mattutina,
Che io possa con lei librarmi nell'aria
A cinguettare sopra questi, come lei sulla sua nidiata.
Hermoso placer de los dineros. Esce

2.2
Entrano Fernese, Martin del Bosco, i Cavalieri e gli ufficiali

PERNESE

tu dicci, capitano: dove sei diretto,


Ea dove, vien~ la nave attraccata nella rada,
perche vemsti a terra senza il nostro permesso?

101
2.2

aosco
0EL G al . . di
rnatoredi M ta, proprio qw sono retto;
Drago Volante, 1a m1~
Il ove · nave, v1~ne
· da11a Spagna,
Proprio come_ me: Il mio no~e e de~ B?ssco,
Viceammiraglio d1 sua Maesta Cattolica . .
pRJMO CAVALIE~ _ . .
È vero, mio signore: trattatelo come conviene.
DEL BOSCO
nnostro carico sono Greci, Turchi, e Mori d'Africa.
Di recente, sulla costa della Corsica,
Non avendo calato le vele a cospetto della flotta turca,
Fummo inseguiti dalle loro furtive galee.
Ma d'improwiso prese ad alzarsi il vento:
Andando ali' orza e virando, combattemmo a nostro agio.
Alcune ne incendiammo, molte ne affondammo,
E una in particolare divenne il nostro bottino.
Ucciso il loro capitano, li abbiamo fatti tutti schiavi,
Di cui intendiamo fare mercato qui a Malta 59 •
FERNESE
Martin del Bosco, ho inteso parlare di te;
Benvenuto a Malta da tutti noi.
Però permettere la vendita di questi tuoi Turchi
Non possiamo, anzi non osiamo,
A causa di un tributo d'alleanza.
PRIMO CAVALIERE

Del Bosco, se è vero che ci stimi e ci onori,


Persuadi il nostro governatore a combattere il Turco.
~uesta tregua gli serve solo per la speranza di avere i soldi,
a con la somma che cerca noi potremmo ingaggiare guerra.
0EL Bosco

IECavali
in .,en. d.1 Malta vogliono
· forse l'alleanza coi. rr..Lurch.1
M· piu comprarsela meschinamente a suon d'oro?
10
L'. tgnore, ricordati che, con gran scorno dell'Europa,
iso a crist iana di Rodi, da cui voi veniste,

103
2.2

60
Andò persa or non _è molt~ , e che voi foste posti qui
Per guerreggiare coi Turch1.
FERNESE • 1
Lo sappiamo, capitano, ma e nostre forze sono scarse.
DEL BOSCO
Che somma richiede Calimat?
FERNESE
Centomila corone.
DEL BOSCO .
Il mio re e signore, che vanta titolo su quest'isola,
Intende mandarvene via tra breve.
Lasciatevi guidare da me: tenetevi l'oro.
Scriverò a Sua Maestà per chiedere aiuto;
Non me ne andrò prima di avervi liberato.
FERNESE
A questa condizione puoi vendere i tuoi Turchi.
Andate, ufficiali, e metteteli subito in mostra. (gli ufficiali escono)
Bosco, sarai tu il generale di Malta;
Io e i nostri indomiti cavalieri ti seguiremo
Contro quei barbari e infedeli dei Turchi.
DEL BOSCO
Così emulerai chi ti precedette:
Allorché quelle schiere nefande assediarono Rodi,
I difensori della città, benché pochi,
Combatterono fino all'ultimo, e non uno solo visse
A riferire l'infausta notizia alla cristianità.
FERNESE

Anche noi combatteremo fino all'ultimo; forza, andiamo.


Orgoglioso e ambizioso Calimat invece dell'oro
T'.
1 mvierò palle avvolte in fuoco' e fumo;

~eclama pure il tributo da qualcun altro, noi abbiamo deciso:


Lon ore s1· compra con il sangue, non con l' oro. Escono

105
2.3

Entrano gt·t u1.a:


--------- . t· I l
1 zcza z con tamoro e a tri schiavi
2J
p!liMO UFFICIALE . 61 '. • • •
Eccoci nella piazza ~el me:cato , esponiamoli qm.
La vendita è_certa, cl vorra ben poco.
ECONDO UFFICIALE
5
Ognuno ha il prezzo scritto sulla schiena:
Tanto devono rendere, o non li vendiamo.

Entra Barabba

pRJMO UFFICIALE
Guarda, viene l'Ebreo. Se non gli avessero confiscato tutto,
Ce li avrebbe comprati tutti in contanti.
BARABBA
A dispetto dei Cristiani mangiatori di porco,
62
Popolo non eletto, né circonciso ,
Miseri zoticoni di cui mai ci curammo
Finché non fummo vinti da Tito e Vespasiano,
Son tornato ricco come prima.
Contavano di farmi monaca la figlia,
Ma lei è dentro la mia casa, e un'altra casa ho comprato
Bell' ampia come quella del governatore;
E lì, a dispetto di Malta, me ne starò.
L'ha scritto di suo pugno Fernese 63 , di cui avrò anche il cuore;
Già, e quello del figlio, a ogni costo.
Non appartengo certo alla tribù di Levi, io,
64
Da saper dimenticare così presto un torto •
~oi Eb:ei s~ppiaino dimenarci come cagnol!ni,
a al rmgh10 segue il morso, sotto le sembianze
1
Tnn~c~e e mansuete di un agnellino.
Era 1 fiorentini appresi a baciarmi la mano
alhz~re le spalle quando mi danno del cane,
A e in armi. m . b asso come un frate scalzo,

107
1..J

--------
Sperando di vederli crepar di stenti su un banco;
Al. momento de~a colletta per lor~ in sinagoga,
Quando il vassoio delle offerte m1 passa avanti,
61
Vi ci sputo dentro per tutta elemosina •
Ecco Don Ludovico, figlio del governatore:
Oh, m'è caro quanto il suo buon padre.

Entra Ludovico

t,UDOVICO
So che il ricco Ebreo camminava da queste parti;
Lo scoverò e cercherò di entrare nelle sue grazie
Perché mi faccia vedere Abigail,
Che Don Mattia dice bella.
BARABBA (a parte)
Ora proverò di possedere più del serpente che della colomba,
66
più del furfante che dello stolto •
LUDOV1CO
Ecco lì l'Ebreo che passeggia; coraggio, per la bella Abigail.
BARABBA (a parte)
Certo, certo, non temere, è a tua disposizione.
LUDOVICO
Barabba, sai certo che sono il figlio del governatore.
BARABBA
Se anche ne foste il padre, signore, altro male non potrei augu-
rarvi. (a parte) Questo mentecatto rassomiglia a una guancia di
porco ben scottata 67 •
LUDOV1CO

Dove te ne vai, Barabba?


liARABBA
Oh, sono sempre qui: è nostro costume,
~uando parliamo con dei Gentili qual voi,
Aolta~ci a prendere aria per purificarci.
no, soli appartiene la promessa.

109
I}.)~: Barabba, puoi aiutanni a prendere un cliamun&e?
'I M~8A . . . . . .
Oh, signore, 1 m1e1 d1amann se li prese vostro padre.
Ma ne ho ancora uno che fa al caso vostro:
(a parte) Intendo mia figlia.; piuttosto di darla a lui,
Ls brucerò in sacrificio su una pira.
A lui riservo il veleno
E la lebbra bianca 68 •
1,uoOV1CO
E che splendore emana, anche se non posato su una lamina?
BARABBA
Ddiamante di cui parlo mai venne posato su una lamina;
(o porte) Ma se lo tocca lui, si poserà sulla corruzione.
(all'altro) Messer Ludovico, sfavilla di splendore chiaro e lucente.
WDOVlCO
È squadrato o a punta ? dimmi, ti prego.
BARABBA
A punta, buon signore; (a parte) e appunto non è per ce(fJ.
LUDOVICO
Ancor più lo desidero.
BARABBA Benissimo.
LUDOVlCO
Com'è di notte?
IL\RABJiA Brilla più dei raggi di Cinzia.
(a parte) Certo ti piacerebbe più di notte che di giorno.
LlJDOVlCO
E il prezzo?
liARABBA (a parte) La vita tua, se solo lo prendi.
(all'altro) Oh, messere,
Non litighiamo sul prezzo; venite a casa mia, .
E lo darò a sua grazia (a parte) con gli interesS1.

111
------
...vWtol - d . I
wNo, Barabba, primà ·evo mentanne o.
8~1'A .
&on s~ore, . .,
Presso di me già se lo. ~ento v°:'~ro padre,
Che, mosso sol~ da _cnsuana canta e compu.,ione.
Onde condurnu a pia purezza
E da buon catechista
fanni sovvenire dei miei peccati monali,
Contro la mia volontà, lo desiderassi o meno,
Si prese tutto e mi sbatté fuor di casa,
Facendone dimora di castissime monache.
umovte-o
La tua anima ne raccoglierà certo i frutti.
BAAABBA
Vero, ma la raccolta è ancora lontana, signore.
Eppur ben so che le orazioni di quelle monache
E dei santi frati, pene ben ricompensate,
Fanno miracoli; (a parte) e bene a nessuno.
(all'altro) E giacché mai oziano, ma sempre si danno da fare 70 ,
Non escludo che col ten1po raccoglieranno qualche frutto;
Di perfezione massima, intendo.
LlJD0VlCO
Buon Barabba, non posare nemmeno lo sguardo sulle nostre san-
te monache.
llAAA&BA
Oh, lo faccio solo per lo zelo che mi arde
{a Parte) e la speranza di dar presto fuoco alla casa.
C~e crescano pure e si moltiplichino:
t
D1r' . fì
1
.
( m me la mia su quel convento. . .
V·~ltro) Quanto al diamante, signore, di CUI vt parlai,
.

enit:e da me: non sarà il prezzo a dividerci,


An
(a cor piu ·, per amore del vostro onorevole pa dre.

(al'~a,rte) E ancor più certamente ti vedrò morire.


a lro) Ora devo andarmene a comprare uno se h.1avo.

113
,_
2.3

uvovico h . .
L Barabba, lascia e e t1 accompagni.

ite dunque. Eccoc1. neI mercato.


5/\RA-BB.A
H
ven
Quanto costa questo seh'1avo? Duecento corone!
Pesa così tanto questo Turco?
rruMO UFFICIALE Signore, il prezzo è quello.

È bravo a rubare, che m1. ch'1ed'1 cos1' tanto?


aA.RAf!B.A
Forse conosce qualche nuovo espediente per rubare le borse?
Se è davvero così, vale trecento pezzi 71 ,
Purché, una volta comprato, la città emani un permesso
Che gli scampi per sempre la forca.
Il giorno delle assise è cruciale per i ladri:
Pochi o nessuno vi sfuggono: o prosciolti, o sciolti 72 •
LUDOVICO
Questo Moro invece lo vendi a solo duecento?
PRIMO UFFICIALE
Nulla di più, mio signore.
BARABBA

E perché il Turco costa più del Moro?


PRIMO UFFICIALE
È giovane e ha più qualità.
BARABBA

E che c'hai, la pietra filosofale? Usala pure per spaccarmi la te-


sta, hai il mio perdono. ·
PRIMO SCHIAVO

No, signore, ma so radere e fare la barba.


8ARAIIBA

73
11
Fammi capire, signorino, non è che sei un vecchio sbarbatello?
RlMo SCHIAVO

BAo,~
Pietà '· signore, sono d avvero un g10vmetto
· · .
...\l\l!BA

Un giovinetto? Ti comprerò per farti sposare con Madama Va-

115

!
I
1.3

• , 74 se ti comporti bene.
n1ta ,
p!llMO scffIAVO . . .
Voglio servirvi, signore.

S' qualche beilo seherzo.


s!JVJIBA Magan· mentre fin g1· d'1 ra dermi· mi· ra-
g~ la gola per rubarmi tutto. Dimmi, sei in salute?
!llMO SCHIAVO
r b . .
Sì, sto enisslffio.
sARAJ!BA
Peggio ancora: mi serve uno che se la passi male, se voglio al-
75
meno risparmiare sul vitto. Neppure un quarto di manzo al
giorno basterebbe a rifocillare quelle ganasce. Fatemene vedere
qualcuno un po' più magro.
PRIMO UFFICIALE
Più magro? Eccolo. Che ne dite?
BARABBA
Dove sei nato?
ITAMORO
In Tracia 76 , e cresciuto in Arabia.
BARABBA
Ottimo; tu fai al caso mio.
Cento corone? È mio; ecco le monete.
PRIMO UFFICIALE
Allora annotatelo, signore, e portatelo via.
BARABBA (a parte)
Tu faresti bene ad annotartelo per bene 77 :
Che grandi mascalzonate farà su guida mia!
- Addio, messere. (a Itamoro) Vieni, signorino, ora sei mio.
~a L~dov~·co) Quanto al diamante: sarà vostro. .
QVVJ.a, signore, non siate più un estraneo in casa mia;
uanto possiedo è a vostra disposizione.

117
--
2.3

Entrano Mattia e la madre, Caterina

(a parte) , .
~fflJ\ h no da confabulare 1Ebreo e LudoVIco?
C~e anda di sicuro la bella Abigail.
Riguar
11!JW3BA
arrivare Don Mattla; . non parliamo pm. .'
Egli ama mia fig.lia, e 1e1· gli vuo1 bene, .
Eeco
.
Ma ho giurato d1 frustrare le speranze di entrambi
E vendicarmi (a parte) del governatore.
Esce Ludovico

Non è questo il Moro pm


CATERINA .' grazioso.
. ;) D.1mm1,. f"1glio1o.
MATIIA
No, questo qui è il migliore, madre, guardatelo bene.
BARABBA (a parte a Mattia)
Fingete ora di non conoscermi di fronte a vostra madre:
Non deve sospettare l'accordo che stiamo raggiungendo.
Quando l'avete scortata a casa, venite da me;
Trattatemi come se fossi vostro padre; addio, figliolo.
MATTIA (a parte a Barabba)
Ma di che parlavate con Don Ludovico?
BARABBA (a parte a Mattia)
Avanti, amico! Parlavamo di diamanti, non di Abigail.
CATERJNA

Dimmi, Mattia, non è forse l'Ebreo?


8AIWlBA

Quanto al commento sul libro dei Maccabei 78


Lo tengo a vos tra d"1spos1z1one
.. .
signore ,
•~n~
li,
' .
n· madr
Sì, al e, g1·1 stavo parlando solo
CAtE~N/uni libri che mi deve prestare. ·
Non pari are con 1m;. è reietto dal cielo.

119
~11 le 11.1c corooe. compare.. F-orz.a• .mdumocene.

'MA'1'11 LA ••,.,. s:t.."""" ricordati cld libro.


1
Metij.,.. DV•"-""'
IIA~BA . •
· p r la w,CS$3, non temete. 1agnore.
''· furono Mil/114. Cllt·nr'1J 6 lo reh1u11t>
f
,1g1MO ì)Jlfl(..1ALE .b . f:f. • d.
&ne, abbiamo atto · uom a ai:,; an 1amoa:ne.
furono g/1 1,Q11:wl1 ,011 gh w.:hw111
BA.AAH8A
· Adt.'6SO dimmi il tuo nome, seguito
Dit na$dta, condizione, e professione.
f1'A t,(OR.0
In fé'de, signore, la mia nasdta fu ben umile, il mio nome è lrn•
lllllfO, lo mia professione quella che più vi piace.
MIWUV.
Non hai un mestiere? '9 Allora ascolra le mie parole
Quel che ti insegno ri resterà impresso.
Per prima cosa, sii privo di emozioni come
Compassi<me, amore, vana speranza e cimore codardo;
Non forti commuovere da nulla, non compiangere alcuno,
Sorridi anzi dentro di te quando i Crisriani si lmientano.
l1'Af.10RO
Mt-nwiglioso 1 padrone: riverisco il vostro naso"'.

Guarda me: io di none me ne vado in giro


A uccidere i malati che gemono sono le mura;
T~vofra vo a spasso ad avvelenare i pozzl 1;
1
~to in tanto, per aizzare ì ladri cristiani,
E .~eno a smarri.re alcune mie corone,
N~ 1• memre passeggio nella loggia,
D:•e h. veda sfil.are mcatenatt
. . davanti. 'aU•usno.
.
na ~lov~e _h? studiato medicina ~, cominciando
1 ~lll.lo,orocm10 sugli italiani·
arric h.. 1· . . '
e: u preu co1 funerali

121
11 ~
~ '

I
2.3

E mantenni allenate le braccia def becchini


A scavar tombe e suo?are le ~ampane a morto.
Poi entrato nelle armi da gemere,
Nelle guerre tra la Francia e l'Impero,
Facendo finta di sostenere Carlo Quinto,
Ucéisi amici e nemici coi miei stratagemmi.
Infine, dopo questo, mi diedi all'usura,
E a forza di estorsioni, truffe e confische,
83
E gli altri bei trucchi di chi fa affari ,
In un anno riempii le carceri di falliti
E rifornii gli ospizi di giovani orfani;
A ogni luna qualcuno usciva di senno; .l
Certi disperati, poi, finivano per impiccarsi,
Con appeso al collo un cartiglio bello lungo
Che spiegava come l'avevo tormentato cogli interessi.
E qual è la ricompensa per queste vessazioni?
Ho tanto denaro da potermi comprare la città.
E tu, dimmi, come hai impiegato il tempo?
ITAMORO
In fede, padrone,
Ad appiccar fuoco alle città dei cristiani,
Incatenare gli eunuchi e legare i galeotti.
Quando facevo lo stalliere in una taverna,
Di notte in segreto mi intrufolavo
Nelle camere dei viaggiatori per tagliar loro la gola.
A Gerusalemme spargevo della polvere sul marmo
Dove si chinavano i pellegrini:
Le loro ginocchia se ne andavano in cancrena,
ridevo di cuore a ~e~er~ ,gli sto~pi .
e tornavano nella Cr1st1amta zopp1cant1 sulle grucce.
8AllABBA

f h, non male dawero ! Fai conto che


Etamo compari; non siamo entrambi dei mascalzoni?
ntrambi circoncisi, odiamo i Cristiani entrambi.

123

-----:- - - -
---- leale
,,i - 1 ato, l' oro non t1. maneherà.
- -e f'd
Se sara- . d .
Scostati, ora: arriva Don Lu ovico.

Entra Ludovico

LuooVICO
O Barabba, ben trovato;
D~v'è il diamante di cui mi parlavi?
sARABBA
L'ho messo da parte per voi, signore; vi compiaccia entrar da me.
Ehi, Abigail! Apri la porta, mi senti?

Entra Abigail

ABIGAIL
Al momento giusto, padre; sono giunte delle lettere
Da Ormuz 84 • Il corriere ~lttende qui dentro.
BARABBA
Passami le lettere; figlia, prestami ascolto.
Intrattieni Ludovico, il figlio del governatore,
Con tutta la gentilezza che puoi concedere,
Purché tu mi rimanga vergine.
Trattalo come se fosse ·un... (a parte) Filisteo.
Simula, giura, professa, prometti di amarlo;
Egli non discende dal seme di Abramo.
- Ho una piccola faccenda signore· vogliate scusarmi.
Ab·igail,
· accoglilo tu per amore' mio.'
AIIIGAIL

Per amore tuo, e suo, egli è il benvenuto.


8ARABBA
Abi gai·1 , ancora una cosa: (a parte a lei) dagli· dei· baci,· digl'1
[belle parole,
Chcon f~rb.1z1a
E . d' Ebreo trama in mo do
e usciate di casa già bell'e fidanzati.

125
2.J

(a parte a Barabba)
,'BJGAI L M .
O, padre, io amo Don atua!
RAJ38" (a parte a lei)
8
" Lo so; ma ti ho detto di amoreggiare con questo.
Fallo, è necessario che sia così.
_ Vediamo: caspita, è il mio agente che scrive.
Entrate, voi due; devo esaminare il conto.
(escono Ludovico e Abigail)
E il conto è presto fatto: Ludovico morirà.
L'agente mi informa della fuga di un mercante
Che mi doveva cento barili di vino;
Ecco quanto lo reputo (schiocca le dita): sono ricco a sufficienza.
Di sicuro lui avrà già baciato Abigail,
Lei gli avrà promesso amore, e lui a lei.
Vero come il cielo che fece piovere manna sugli Ebrei,
Lui e Don Mattia moriranno.
Suo padre è stato il mio maggiore nemico.

(entra Mattia)

Ma dove se ne va Don Mattia? Fermatevi un istante.


MATTIA
Dove, se non dal mio dolce amore, Abigail?
BARABBA
Ben sapete, e il cielo m'è testimone del vero,
Che destino mia figlia ad essere vostra.
MATTIA

Sì, Barabba, altrimenti mi faresti grave torto.


llARABBA

Oh, il cielo non voglia che io ci pensi proprio.


Perdonatemi però se piango; il figlio del governatore
Vu~le far sua Abigail, che io voglia o meno:
Le mvia lettere, bracciali, gioielli e anelli.

127
-
2.3

MATTIA
E lei li accetta?

BARABBA M . 1· d . d"
Lei? No di certo, attta, 1 man a m 1etro,
E quando lui viene, si chiude per bene in casa;
Ma lui allora le parla dalla serratura,
E lei fugge alla finestra a vedere
Se finalmente accorrerete a scacciarlo dalla porta!
MATTIA
O, traditore di un Ludovico!
BARABBA

Poco fa, mentre rincasavo, mi si è intrufolato dentro:


Sono sicuro che ora si trova con Abigail.
MATI1A
Lo stanerò da lì.
BARAB.BA

No, per tutta Malta: su, rinfoderate la spada.


Se mi volete bene, non litigate in casa mia;
Pensate a sparire, fingete di non vederlo.
Prima che se ne vada gli darò un avvertimento
Da non fargli sperare più di rivedere Abigail.
Via, eccoli che arrivano.

Entrano Ludovico e Abigail


MATTIA
Ch .
11 e,
A¾3BA
mano nella mano! Non posso tollerarlo.

MA~ttia, Per amor mio, nemmeno una parola.

LonSia,
ovicolasciamo perdere; ci sarà un'occasione migliore. Esce

Barabba, non era forse il figlio della vedova?

129

#
I
2.3

8
~ " bbiate cura: ha giurato di uccidervi.
S1, e a .
i,lJ~:~ermi? S'è ammattito, quel vile zoticone?

SARABB" no: forse teme di avere perduto


No, d .
Colei di cui voi, ere o, nemmeno vt curate:
Mia figlia, questa povera ragazza di poco conto.
UJl)()VICO
Che, lei ama Don Mattia?
BARABBA
Non vi basta il suo sorriso per risposta?
ABIGAIL (a parte)
Lui possiede il mio cuore; sorrido contro la mia volontà.
WDOVICO
Barabba, tu sai che amo tua figlia da tempo.
BARABBA
Anche lei vi ama, fin da quand'era bambina.
WDOVICO
Ora non posso più trattenere le parole.
BARABBA
Né io l'affetto che vi porto.
lUDOVIco
~:Sto è il tuo diamante: dimmi, l'avrò?

~nquistatelo, e potrete indossarlo; è ancora incorrotto.


Gli ma so ~ene che vostra signoria sdegnerebbe
,sponsali con la figlia d'un Ebreo·
vra però 10
. . d0 .
Con · te numerose croci d'oro,
tutto intorn O d . . . . .
UJDovico e1 cr1st1an1 motti.
Non la tu .
Eppure d~ _ncche~za, ma lei io stimo:
idero il tuo consenso.

131
J

'!.J

sAJL'BBA
Lo avete: lasciatemi ora parlare con lei.
(a parte ad A~ig_ai~ 9ues~a progenie di Caino, questo Gebusitas,,
Che mai prelibo il nto dt Pasqua
E che non vedrà mai la terra di Canaan,
Né il nostro Messia che deve venire,
Questo verme d'un gentile 86 , Ludovico, intendo,
Va ingannato: che abbia pure la tua mano,
Ma tieni saldo il tuo cuore finché non arriva Don Mattia.
ABJGAIL(a parte a Barabba)
Che, mi devo fidanzare con Ludovico?
BARABBA (a parte a lei)
Non è peccato ingannare un Cristiano;
Loro stessi dicono che per principio
Non occorre mantenere la parola cogli eretici 87 :
E chi non è ebreo è un eretico;
Conclusione esatta: pertanto non temere, figliola.
- L'ho supplicata a dovere: si concede a voi.
LUDOVICO
Allora, gentile Abigail, dammi la tua promessa 88 •
ABIGAJL
Non ho scelta, visto che così mio padre comanda.
Solo la morte mi separerà dal mio amore.
LUDOVICO

Ora ho ciò che la mia anima desiderava.


11.\RAaaA (a parte)
Io non ancora, ma confido che l'avrò presto .
.\BIGAJL (a parte) ·
O, disgraziata Abigail, che hai fatto?
LUDOVIco

Perché d''1mprow1so
. d'1vent1. pallid ar. .
AIIIG>JL

Non so; addio, devo lasciarti.

133

I
1. 1

,~-;::~atela, ma non fatele dire una sola altra parola.


· q ua1 tmproVVtSO
Muta all'unprovviso: · . c.am bwnento.

o 000 ci pensate; è costume degli ebrei


8~ -8&~

Che le fidanzate fresche versino qualche lacrimucda 1r1.


Non affaticatela, caro Ludovico; congedatevi;
tvostra moglie, e voi sarete mio erede.
1,uoovtCO
Una vostra usanza? Allora va bene;
Che la fulgida volta piuttosto si oscuri
E il lindo cielo sia soffocato da fosche nubi,
Prima che la bella Abigail mi guardi corrucciata.
Ecco che arriva il furfante: ora mi vendico.

Entra Mattia

IIAWBA
Chetate,ri, Ludovico; vi basti
Che \ri ho promesso ad Abigail.
LllOOVJCO
Esce
E sia: che vada pure.

s~ non fosse stato per me, sareste stato pugnalaro


Q _Pno mentre entravate! Non una parola, per ora.
'MATTt: non si devono dire parole grosse o sfoderare spade.
Conced·uru· so
~llA
. Io di. seguirlo,
. Barabba.

No• se gli venisse fatto


n·' del male
iventere·
\'e.odi
1· .
1 _co~p ice 10
. ' . .
delle vostre azioni.
carevi di lui al prossimo incontro.

135

/
Lj

#~ strapperò il cuore per questo.

sAAABBA .
Fatdo. Ecco, vi concedo Ab'tgail .
MArflA .
Qual dono maggiore potrebbe ncevere
. il povero Mattfo?
Ludovico mi deprederà d'un amore sì leggiadro?
Neppure la vita m'è cara quanto Abigail.
~,4R,ABBA
I)cuor mi dice che, pur di ostacolare il vostro amore,
Egli si trovi ora da vostra madre; su, inseguitelo.
MA'ITlA
Come, è andato da mia madre?
~RABBA
Allora, se preferite, aspettate finché non viene lei stessa.
MA1ilA
Non posso aspettare: se mia madre venisse,
Morrebbe di dolore. Esce
ABIGAIL
Non posso congedarmi da lui senza piangere.
Padre, perché li avete aizzati così?
IIARABBA
Che te ne importa?
ABIGAI..L Li farò tornare amici.
RARABBA
An11·c1·_r1 farai tornare? Non ci sono abbastanza Ebrei a Malta,
Ch
A81GAJ: ti devi invaghire di un Cristiano?
A\lrò D M . , .
on attta: e lui che amo.
ll.ii.R>J!BA

Sì, ceno ehe I' avrai. - Forza, portala dentro.


l¼ioRo
Eccomi ' la porto dentro. Riporta Abigail dentro

137

_l
13j\RI\BBA d'
mi Itamoro, che ne pensi?
Ora un '
,r»{;;: mia, signore, così vi siete presa la vita di tutti e due, ve-
ro?90
llARAJlBA . . , .
., e tutto si compira con astuzia.
G1a,
ir»{ORO 1 . . h''
Oh, padrone, se so o potessi metterci mano anc 10 !
iJARAJIBA . . ,
Eccome se lo farai; tocca a te compiere 1 atto.
Prendi questa e portala subito a Mattia,
Digli che viene da Ludovico.
JTAMORO
È avvelenata, vero?
BARABBA
No, no, anche se si potrebbe fare così.
È una finta sfida di Ludovico.
ITAMORO
Non dubitate; gli incendierò l'animo da fargli credere che venga
da quello.
BARABBA
Devo proprio lodare la tua prontezza.
Però non avere fretta. Fai tutto con astuzia.
ITAMORO
Usate pure di me secondo come mi comporterò.
BARABBA

Vattene allora. (Itamoro esce)


Bene, adesso me ne andrò da Ludovico
E_ con l'astuzia di un demone fingerò qualche altra menzogna '
Ftnché non li avrò resi nemici. Esce

139

/
- - - - - - - -Entra Bellamira, una cortigiana
3.l
IJ,!\MIRA
BE Piange la borsa dacché dura l'assedio.
È lontano il tempo che per una sola notte
-~
Mi davano anche cento ducatl ;
Ora mi rocca esser casta contro il mio volere.
Eppure so che la bellezza ancor mi assiste. .
Venivano mercanti fin da Venezia, e da Padova
Gentiluomini di raro ingegno,
Studiosi, intendo, dotti e generosi.
Adesso invece, più nessuno, fuorché Piglia-Borsa,
Che se ne sta quasi sempre da me.
Eccolo che arriva.

Entra Piglia-Borsa

PIGLIA-BORSA
Fuori la mano, damigella; eccoti qualcosa da spendere.
BELLAMIRA
Argento? Lo disprezzo.
PIGLIA-BORSA
Sì, ma l'Ebreo ha anche l'oro,
E saprò prendermelo, accidenti.
BELLAMIRA
Dimmi, come l'hai avuto?
PIGLIA-BORSA
~iamine, camminando per i vicoli dietro i giardini mi è capitato
d~ gettare uno sguardo in alto verso il banco dell'Ebreo, e lì ho
VlS t0 dei sacchi di soldi. Venuta la· notte, mi arrampico lassù con
· • 92 . Mentre me ne sto l'1 a sceg1·1ere, sento un f racasso
degli un cm1
nella casa. H o potuto afferrare solo questo prima
M · d'1 scappare.
a ecco il servo dell'Ebreo.

141


l '\.

3.2

Entra Itamoro

BEL{.AMIRA
Nascondi la borsa.
p!GLIA·BORSA . . .
Non lo guardare, andiamocene. Ehi, con quello sguardo che hai,
finirai per tradirci subito.
Escono Bellamira e Piglia-Borsa
rr.AMORO
Oh, mai vidi viso più bello! Da come si veste, di sicuro dev' es-
sere una cortigiana 93 • Darei cento corone dell'Ebreo pur di ave-
re una concubina così. Bene,
Ho consegnato la sfida con tale passo 9
Che certo s'incontreranno e si uccideranno: bello spasso 4. Esce

3.2 Entra Mattia

MATTIA
Eccomi giunto; ora Abigail vedrà
Se Mattia le vuol bene dawero.

Entra Ludovico, intento a leggere

Furfante, come osi scrivermi queste meschinità?


LUDOVICO
L'ho fatto; vendicati se hai coraggio!

Si battono. In alto entra Barabba

BARABBA

Oh, che bei colpi! Ma nessuno ancora è andato a segno.


Forza, Ludovico! Coraggio, Mattia! Così! (entrambi cadono morti)
95
Ora sì che hanno provato quanto valgono in lungo e in largo •

143

I
7
}-

ALL'INTERNO
GRIDA D li I
Separateli! Separate .

Sì, da morti! Add'10, add'10.


sA.RA-BBA Esce

Entrano Fernese, Caterina e servi

FERNESE
Che vedo mai? Il mio Ludovico ucciso!
Queste mie braccia ti faran da sepolcro.
CATERINA
E chi è l'altro? Mio. figlio Mattia, ucciso!
FERNESE
O Ludovico, se fossi morto per mano del Turco,
L'infelice Fernese avrebbe potuto vendicare la tua morte 96 •
CATERINA
Tuo figlio ha ucciso il mio: io vendicherò la sua morte.
FERNESE
No, osserva, Caterina: tuo figlio procurò al mio queste ferite.
CATERINA
Oh, cessa di affliggermi: sono già afflitta.
FERNESE
Oh, se i miei gemiti potessero divenir alito vitale,
E le mie lacrime sangue, da dargli vita!
CATERINA
Chi _li ha resi nemici?
FERNESE

Non lo so, e questo più mi affligge.


CATERINA

Mio figlio amava il tuo.


FERNEsE Ricambi~to da Ludovico.
CATERINA

Datemi
An . il f'1glio:
l'a rma che m1. uccise
che me ucciderà.

145

/
I
3.3

psllN:E fermati; l'arma apparteneva a mio figlfo, .


E~on essa deve piuttosto morire Fernese.

casRINA . '. h. h.
Piuttosto apriamo un mc testa su c 1 ne causò la morte:
n loro sangue cadrà sul suo capo.
FERNESE
Sollevateli, dunque, e seppelliteli
Nella sacra pietra di un solo monumento.
Su quell'altare offrirò ogni giorno
In sacrificio sospiri e lacrime,
E con le suppliche squarcerò il cielo ingiusto
Finché non avrà svelato chi ne causò la morte,
Chi spinse le loro mani a spezzare l'unione dei cuori.
Vieni, Caterina: pari è la nostra perdita;
Facciamo a pari anche col sincero dolore.
Escono con i corpi

3.3 Entra Itamoro

ITAMORO
Ah, si vide mai una simile mascalzonata,
Così ben congegnata, e ottimamente eseguita?
Prima l'illusione, poi l'inganno per entrambi!

Entra Abigail

ABIGAJL

Ehi, cos'hai, Itamoro, perché ridi così?


ITAMoRo
Oh, signorina ah ah ah r
ABIGA!L ' ' ' .

Su, che ti piglia?

147
,...
I

3.3

1TJ\MoRO · I
Oh, il padron m10.
ABiGJ\.IL
Ah!
irNJORO . I
Oh signorma. Il m10
. pa drone dal naso a bottlg
. 1·1a e' il fu rfante
più, audace, attento, guardingo, astuto che potesse mai capitare a
un gentiluomo.
AJlJGAlL
Dimmi, briccone, perché sparli così del padre mio?
ITAMORO
Oh, politica sopraffina davvero quella del padron mio!
ABIGAIL
Di che parli?
ITAMORO
Che, non lo sapete?
ABIGAIL
No davvero.
ITAMORO
Non sapete della disgrazia di fylattia e Don Ludovico?
ABIGAIL
No, che fu mai?
ITAMORO
Beh, il diavolo si inventò una sfida, il padrone mio97la scrisse, e
io la portai, prima a Ludovico, e imprimis a Mattia •
E quindi si incontrarono, e come la storiella dice,
Finirono i loro giorni in maniera sì infelice.
ABIGAIL
E fu mio padre a provocarne la morte?
1'IAMORO

Sono io ltamoro?
ABIGAJL
Certo.

149
3.3

irwoRO d . .
Altrettanto che vostro pa re scrisse la sfida che io portai.

Allora, ltamoro, t1• ch'1edo so1o questo:


A]l!GAIL

Recati nel nuovo convento e chiedi


, Dei frati di S. Giacomo.
Dì loro che li scongiuro di venire a parlare con me.
irAMORO
Vi prego, signorina, volete rispondere a una piccola domanda?
A]l!GAIL
Su, furfante, di che si tratta?
1TAMORO
Una domanda molto sentita: ma le monache ogni tanto non si
sollazzano con i frati?
ABIGAIL
Ah, messere sfrontato, questo chiedi? Vedi di andartene.
ITAMORO
Esce
Vado senz'altro, signorina.
ABIGAIL
Padre dal cuor di pietra, Barabba snaturato,
A ciò mirava dunque tutta la tua astuzia?
Fare sembrare che preferissi sempre l'altro,
Sì che per il favor mio morissero entrambi?
Sia, non potevi amar Ludovico a causa del padre;
Però Don Mattia mai ti fece un'offesa.
Ma tu inseguivi ormai la vendetta finale,
98
Ché il priore ti aveva spogliato di tutto ,
E di ciò non potevi vendicarti, se non su suo figlio,
N~ su suo figlio, se non per mezzo di Mattia,
Ne su Mattia, se non uccidendo me. .
nd
Ora comprendo bene che non v'è amore al mo o,
Misericordia in un Ebreo o pietà in un Turco.
Ecco quel dannato Itamoro che arriva con un frate.

151
3.3

Entra Itamoro con /rate Giacomo

f1t!3E GlAcoMO 99
Virgo, salve •
irAMoRO • • h' ;>
Che, non vi mc mate.
A}IIGAIL • f I
Benvenuto, saggio rate; ta~oro, :7at:ene. Itamoro esce
Udite, pio signore: oso fafVl una r1ch1esta.
FRATE GIACOMO
Cosa chiedi?
ABIGAIL
Di farmi entrare come monaca.
FRATE GIACOMO
Oh, Abigail, non passò molto
Da quando brigai per farti entrare,
Ma tu non gradisti la vita consacrata.
ABIGAIL
Allora la mia mente era fragile e incerta,
Ero stretta in catene alla follia del mondo;
Ma ora l'esperienza, acquistata con lo strazio,
M' apprese a discriminare fra il tutto.
La mia anima peccaminosa, ahimè, troppo errò
Nel funesto labirinto dei miscredenti,
100
Lontano dal Figlio, sole di vita eterna •
FRATE GIACOMO
Chi ti ha insegnato questo?
ABI~L . La badessa del convento,
cui zelante monito ora abbraccio.
~Sh, Giacomo, vi prego, fatemi esser parte,
F
1a pure m· degna, di quelle sorelle.
RATE GIACOMO
Lo farò ' Ab·1gail; ma vedi di non camb'iare pm
"' 1'dea:
Sarebb
e un fardello troppo pesante per la tua amma.·

153
;_;r

3.4

Oh fu colpa d'1 mio


}JllGAJL . padre.
~IAcoMO Che, tuo padre?
pAATE
}JllGAIL
No, vogliate perdonarmi.. (a parte) Oh, Barabba,
Se anche meriti pene severe per mano mia,
Mai queste mie labbra tradiranno la tua vita.
FAATE GIACOMO
Su, andiamo? Escono
Vi obbedisco.
J.BIGAIL

3.4 Entra Barabba, intento a leggere una lettera

BARABBA
Che, Abigail s'è fatta monaca di nuovo?
Falsa e snaturata! 101 Hai forse perso il padre?
E a mia completa insaputa, senza che ti costringessi,
Sei ritornata dentro al monastero?
E ora mi scrive pure, chiedendo il mio pentimento.
Pentirmi? Spurca! Che significa mai?
Già: temo che sappia del mio stratagemma
Dietro alla morte di Don Mattia e Ludovico.
In questo caso, è ora di provvederci per bene:
Se si allontana dalla mia fede
Mi fa credere che non mi ama
O che, se anche mi ama, non le va giù qualcosa che ho fatto.
Ma chi viene ora?
(entra Itamoro)
Oh, Itamoro, accostati;
Accostati, mio caro· accostati vita del tuo padrone,
Mio fedele servo a~zi mio Jtro me stesso:
ora .m nessuno spero
' 'fuor di te,
E su questa speranza riposa la mia felicità.
Quando hai visto Abigail?

155
,_

3-4

Oggi.
ff»iORO Con chi?
~BA
iriUJORO
Un frate.
sAJlABBA . ,
Un frate? Mascalzone e traditore, allora e stato lui.
fIAMORO
A fare cosa, signore?
sARAJ3BA Diamine, m'ha fatto monaca Abigail.
(TAMORO
Dev'essere vero, visto che è stata lei a farmelo chiamare.
sARABBA
Oh, giorno sventurato!
Falsa, ingenua, mutevole Abigail!
Che se ne vadano pure. Itamoro, d'ora in poi
Mai più mi affliggerà quella disgraziata;
Mai più sarà mia erede, 102
Mai più avrà la mia benedizione o si avvicinerà alla mia porta ;
No, morirà amaramente maledetta da me, 103
Come Caino da Adamo per la morte del fratello •
ITAMORO
Oh, padrone!
BARABBA
Itamoro, non chiedere perdono per lei: sono irato,
Dall'animo la odio con tutto me stesso: ·
E se non mi fai ciò che ti chiedo, .
Dovrò pensare che anche tu mi odi a morte.
ITAMORO
Ch·1, 10,
· padrone? Oh correrò su un dirupo
E mi scaglierò dritto ~iù nel mare;
Oh , faro, d.1 tutto per dolce amor vostro.
8AR.4.BBA

g~e~eleadotto
ui t1
Itamoro! Non servo, ma amico mio
come mio unico erede.
104
;

157
,-
1

3.4

siedo sarà tuo alla mia morte,


Q0 .anto
chépos
vivo, usane 1_a meta;
, spen d"_1 come se 10ss1
r .
me stesso.
E fin ndi le chiavi ... no, le avrai tra poco.
· · N u Ila t1· mane h era.
Ecco. ' preoroprare dei vestltl. '
Vatu a •cche questa sara, 1a tua sorte.
E sappi d 1 1 d. .
Prima però vammi a prenil ere a pento a i riso
Che bolle sul fuoco per pranzo.
i'fAMORO (a parte) .
Mi gioco la testa che il padrone ha fame ...
Esce
Vado, signore.
BARABBA . . 105
Così ogni furfante trotta dietro alla ricchezza ,

In nulla più ricco se non nella speranza.


Silenzio.
Entra Itamoro con la pentola
ITAMORO Eccola, padrone.
BARABBA Ben fatto, Itamoro.
Ti sei portato dietro pure il mestolo?
ITAMORO
Certo, padrone; dice il proverbio che serve un cucchiaio lungo a
chi mangia col diavolo 106 • E io vi ho portato un mestolo.
BARABBA
Bene davvero, Itamoro. Sta' attento,
Solo per il grande bene che ti voglio,
Ora vedrai come morirà Abigail
E tu diventerai mio unico erede.
ITAMoao
Cd_he: padrone, la volete avvelenare con una cucchiaiata di zuppa
I nso:>· 101 La manterra, m . anzi. 1a fara, d.iventare b eIl a ton d a
. vita,
e Paffut a, PlU
BAn,h
·' prosperosa di quel che crediate.
-~"'l>BA

çeno ' It amoro: vedi. pero, questa?


E
una polvere preziosa
. . .
che acqmsta1

159
ì ..

3.4

f da un italiano in Ancona ws:


feJ11P 0
ff
tto occlude, intossica
Comeele e il corpo in profondità, senza che nulla traspaia
E aVV ena ,
Pril1la di quarant ore.
rri\MoRO
Come, padrone.
5,iJVJlBA.
Ascolta, Itamoro: .
Maltesi usano qu~sta sera (ch1amat~
1
La vigilia di San Giaco1?o), usano: dicevo,
Mandare delle offerte a1 monasteri.
Porta questa in mezzo alle altre e lasciala lì.
Le prendono da un andito al buio,
In modo che non possano né vedere il messaggero,
Né chiedere chi le manda.
JTAMORO
E perché mai?
BARABBA.
Farà parte dell'usanza.
Lì, ltamoro, devi andare a piazzare questa pentola.
Aspetta che prima la condisco per bene.
ITAMORO
Fate, fate, padrone: lasciate che vi aiuti. Lasciatemela assaggiare
prima.
BARABBA
Accomodati pure. Che ne dici?
ITAMORO

In fede mia, padrone, peccato che questo bell'intingolo andrà


sprecato.
BARABBA

~~ati, Itamoro: meglio così che tenerlo da parte.


Btai ceno che il tuo brodo traboccherà dall'orlo:
orse ' scr·igm,
. tutto me stesso sono tuoi.

161

/
3.4

~j\?JORO d
· Bene, padrone, va o.
~BA
Aspetta, fammela mescolare, Itamoro.
Sia per lei funesta come la pozione
Di cui bevve e morì il grande Alessandro;
Che agisca su di lei come il vino del Borgia,
109
Con cui fu avvelenato 'i l Papa suo padre •
Già, sangue di Idra, veleno di Lerna,
Linfa di tasso e alito di Cocito,
E i miasmi tutti dell'antro stigio
Irrompano dal regno delle fiamme e qui
Vomitino il loro veleno e attossichino colei
Che peggio d'un demonio abbandonò il padre.
ITAMORO
Che bella benedizione gli ha dato! Mai pentola di riso si sorbì
una salsa simile. Che ne faccio ora?
BARABBA
Oh, mio dolce Itamoro, vai a posarla
E ritorna qui appena hai fatto:
Ho altri incarichi per te.
ITAMORO
Con questa dose potremmo awelenare una stalla intera di giu-
mente delle Fiandre 110 • 111
La porterò dalle monache prima che vi si posi altra polvere -
BARABBA .

E la peste cavallina per aggiunta; vai!


ITAMORQ

Me ne vado.
Pagatemi il servizio: ho già fatto il mio lavoro. Esce
BARABBA
Ti pagherò, certo, ma con gli interessi, ltamoro. Esce

163
/
3-5

~ Fernffe Martin del Bosco, Cavalieri e Calepino


Entrano '
J.5

ifltl'l~sE il benvenuto, grande pascià. Come sta Calimat?


Statale nto vi mena nella rada di Malta?
Qu ve
CA!,EPiNO • il d .
il vento che sospmge mon o mtero:
La brama d'oro. ' . .
E Brama d oro, mio gran signore?
FERN;r procacciarselo valgono meglio le Indie Occidentali:
Malta difetta di pietre auree.
CALEPINO
Così dice Calimat a voi maltesi:
S'approssima il termine della proroga che prendeste
Per adempiere la vostra vecchia promessa. ·
Vengo a ritirare i soldi del tributo.
FERNESE
Siamo chiari, Pascià: da noi non avrete alcun tributo;
Del nostro bottino non vivranno degli infedeli.
Piuttosto noi stessi butteremo giù le mura della città,
Devasteremo l'isola, abbatteremo i templi
E rifugeremo i nostri beni in Sicilia,
Apriremo il varco alla devastazione del mare,
Finché i flutti, scuotendo gli argini invalicabili,
Sommergeranno la città col riflusso.
CALEPINO

~ene, governatore, giacché avete infranto l'alleanza


Nol vo_stro aperto rifiuto del tributo promesso,
Non vi affaticate a radere al suolo le mura della città:
S~n avrete bisogno di prendervi questo disturbo.
Calimat verrà qui di persona
E fa battere le vostre torri con ogive di ottone
are della superba Malta un deserto,

165
I ~

3.6

della vostra inammissibile offesa.


Acausa
dunque.
Addio,
.~BSE
f• d.10 (esce Calepino)
M ·ini di Malta, datevi da fare,
Ora: uorndi accogliere per bene Calimat.
Ve~atnd; le saracinesche e caricate i basilischi 112 :
Chiu
. h,evi mettete
· . armi· per il vostro bene m ,
m
Pote e . . . l _
ari coraggio mgaggiate o scontro.
eon pquesta nostra risposta
. l'alieanza e, rotta,
Dop O
. 1
Ealtro non possiamo ora aspettarci se non a guerra,
Ealtro non desideriamo più della guerra. Escono

}.6 Entrano i due /rati, Giacomo e Bernardino

FRATE GIACOMO
Oh, fratello, fratello, tutt~ le suore sono gravi,
Enon c'è cura che serva; morranno di certo.
FRATE BERNARDINO

La badessa m'ha chiamato per confessarsi:


Che triste confessione seguirà ora!
FRATE GIACOMO

Anche la dolce Maria mi ha fatto chiamare. ·


Vado nelle stanze dove giace. · Esce

Entra Abigail
FRATE BERNARDINO

ABi~~e, tutte morte eccetto Abigail?


Presto m · , . ·
Dov'' il ~nro anch'io: sento avvicinarsi la morte.
FRAtE e rate con cui conversai?
' 8~RNARDINO
EVia · ·
' a VlSltare le altre monache.

167
3.6

i.BrGJ.IL f chiamare lui: ma poiché voi siete venuto,


Av atto
evo . . al S .
. il mio padre sp1ntu e. app1ate
Siate voi . . . .
. uesta casa 10 vissi piamente,
Che Ul q • • • . .
Castamente devota e co?tnta per 1 m1e1 peccati.
Ma prima di entrare qui. ..
_, 111 BERNARDINO
FJVI-I~ ';)
Che mai.
• 1 .
AB!GAIL
Offesi il giusto c1e o m mo do cosi' ab'1etto
'
Che quasi dispero di salvarmi per i miei peccati 114 •
Soprattutto una colpa mi tormenta più di tutte.
Conoscevate Mattia e Don Ludovico?
FRATE BERNARDINO
Sì: che c'entrano?
ABIGAIL
Mio padre mi promise ad entrambi:
Per primo, a Don Ludovico, che non amavo.
AMattia solo volevo bene,
Efu per amor suo che mi feci monaca.
FRATE BERNARDINO

Sta bene: dì quale fu la loro fine .


ABIGAIL

Gelosi entrambi del mio amore, divennero invidiosi:


Grazie poi a un trucco di mio padre, che è qui
S. (consegna un foglio)
FR>; piegato per iscritto, entrambi i nobili trovarono la morte.
TE BERNARDINO

'" Omostruosa scelleratezza I


""IGAJL •

Purché iO b .
Ma a b1a pace, questo vi confesso;
Fl\.4.:rE ;on svelatelo,
L 8 llNARD1No
o mio padre morirà.
a confessio . . ,
ne, sappi, mai puo esser svelata.

169
3.6

~ o canonico: il prete
Lo vieta
la rivela, spogliato dappnma
. de11' ab'1to,
C?e ndannato e mandato subito al rogo 115 •
Viene co
~iG>JL, apevo Vi prego dunque di celare tutto.
Cosi s · .
orte mi serra il cuore. Oh, buon frate,
La m
Convertite · pad:e, s1' ch' egli p~s~a salvars1,·
mio
E testimoniate la mia morte da cristiana. Muore
FRATE BERNARD~NO . .' '
E vergine, moltre, il che pm m addolora.
Dall'Ebreo ora, presto: devo accusarlo a gran voce,
Fino a fargli venire terrore di me.

Entra frate Giacomo

FRATE GIACOMO Fratello,


Le monache sono tutte morte: andiamo a seppellirle.
FRATE BERNARDINO
Aiutami prima a seppellire questa, poi seguimi:
Mi devi aiutare ad accusare l'Ebreo.
FRATE GIACOMO
Perché, cos'ha fatto?
FRATE BERNARDINO
Tremo solo al pensiero di svelarlo.
FRATE GIACOMO
Ha forse crocifisso un bambino?
FRATE BERNARDINO
No, peggio! Il fatto mi venne svelato in confessione;
Tu sai che rivelarlo mi costerebbe la vita.
Coraggio, andiamocene. Escono con il corpo di Abigail

171
--
------- 4.1
.1 Entrano Barabba e Itamoro. Daltinterno giungono dei rintocchi
4

Bf.RABB.A .
V'è rnus1ca pm• ' soave del rm' t occo per un enstiano?
..
Dolci suonano a morto per le suore quelle campane
Che prirna parevano padelle di latta!
Temevo quasi che il veleno non agisse,
o, quand'anche funzionasse, non del tutto:
Ogni anno si gonfiano, eppure continuano a vivere.
Tutte rnorte, ora; neppure una respira.
JTAMORO
Ben fatto, padrone. Pensate che non se ne saprà nulla?
BARABBA
Corne, se noi due manteniamo il segreto?
JTAMORO
Non dubitate certo di me.
BARABBA
Ti taglierei la gola, casomai.
ITAMORO E fareste bene.
Ma che ricco monastero abbiamo qui:
Buon padrone, fatemi awelenare tutti i monaci.
BARABBA
Non ce n'è bisogno: ora che son morte le suore,
Creperanno di dolore.
ITAMORO

Non soffrite per la morte di vostra figlia?


BARABBA

No, soffro solo che abbia vissuto così a lungo.


Nata ebrea, e ha voluto farsi cristiana!
Cazzo! 116 Diavolo.'

Entrano /rate Giacomo e frate Bernardino

173
-
4.1

irAMoRO
Guardate, pa rone:
d due pie
. 1ocuste m
. arrivo.
.

sJ\RA-BBA ., . .
Ne avevo g1a sentito il puzzo.
I'fi\MoRO
Che naso,
. .
D10 ci amt1.
. .I eoragg10,
. and.iamocene.
FRATE BERNARDINO
fermati, Ebreo malnato! Pentiti, ti dico, fermo!
FRATE GIACOMO
Grande è la tua offesa, certa la tua dannazione.
sARABBA
Avranno capito chi ha mandato il brodo avvelenato.
!TAMORO
Anch'io lo temo, padrone: usate parole acconce.
FRA.TE BERNARDINO
Barabba, tu hai...
FRATE GIACOMO
Già, tu hai ...
BARABBA
Del denaro, sì. Ebbene?
FRATE BERNARDINO
Tu sei. un ...
FRATE GIACOMO
Già, ecco quel che sei, un ...
BARABBA .
C'è forse bisogno di dirlo? So di essere un Ebreo.
FRATE BERNARDiNO
Tua figlia ...
FRATE GIACOMO
Già, tua figlia ...
BARABBA

Oh, non la nominate o morrò dal dolore.


FRATE '
BERNARDINO
Ricordati che ...

175

,
_/
I-
.- .
II

4.1

GIAcoMO
FRA'fGE"'
1a, ricordati che ...

Mi urge ammettere che sono stato un grande usuraio.


5,'.RI\BBA

FRA'fE BERNARDINO
Tu hai commesso ...
aAJV.BBA '
Fornicazione? S1, ma m·
~n altro paese. E p01,·
La comare è morta ormai.
RA'fE BERNARDINO ,
F Già: ma ricordati, Barabba, di Mattia e Don Ludovico.

BARABBA
Perché, che capitò loro?
FRATE BERNARDINO
Non farmi dire che si batterono per una sfida falsa.
BARABBA (a parte)
Ha confessato, allora. Siamo belli e spacciati.
Che amici del cuore! Ora mi tocca fingere.
- Oh, santi frati, il fardello dei miei peccati
Grava sul mio cuore. Ditemi, vi imploro,
È troppo tardi per farmi cristiano?
Osservai con zelo la fede giudaica,
Duro di cuore col povero, qual avido meschino
Che per lucro si sarebbe venduta l'anima.
Ho praticato il tasso del cento per cento 117 ,
E per ricchezze accumulate posso sfidare
iutti gli Ebrei di Malta. Ma che è mai questa ricchezza?
0
sono un Ebreo: quindi sono dannato.
Se p · ·
Mi flentirsi s~rvisse ad espiare questo peccato,
ir
AMORo agellere1 anche fino alla morte.
Ah, lo farei h'· · ·
sAit.\88A. anc 10, ma tanto pentirsi non serve.
In digiun 0 .
, orante, col cilicio indosso,

177
4.1

~g~occhio fino a Gerusalemme 118 •


Striscerei . . . d'
. piene di vmo e magazzm1 1 grano,
Candunehi colmi di spezie e di droghe,
fon ac . h .
uli interi d'oro, m verg e e comato,
BOal e a un'incalcolabile mole di perle,
tr . 119 • d .
trane e d'oriente , poss1e o m casa;
Nos . . d
In Alessandria, mercanzia ancora mven uta:
Proprio ieri s~parono, da_ lì _du_e battelli,
E il viaggio m1 fruttera d1ec1mila corone.
AFirenze, Venezia, Anversa, Londra, Siviglia,
Francoforte, Lubecca, Mosca, e dov' altro?,
Vanto crediti; per ogni dove
Giacciono in banca grandi somme.
Tutto questo donerò a un pio convento,
Purché io vi possa entrare battezzato.
FRATE GIACOMO
O buon Barabba, entra nel nostro convento!
FRATE BERNARDINO
No, buon Barabba, entra nel nostro convento!
Barabba, tu sai ...
8ARABBA [a Bernardino]

So di avere grandemente peccato.


Se mi convertirete, avrete tutte le mie ricchezze.
FRATE GIACOMO

O Barabba, loro hanno regole severe.


8
"RABBA [a Giacomo]
FRA;o so: per questo verrò da voi.
E BERNARDINO
Non Portan
B>Jv.s [
. . e vanno pure a pie
o cam1c1a . d'1 sealz1..
NBA a Bernardino]
on fa certo per me· via ho deciso ·
Sarete · ' ' '
FRATE voi a confessarmi e.ad avere tutti i miei beni.
GIA.coMo
Buon B b
ara ba, vieni da me.

179

/
-
4.1

A (a Giacomo)
B
Vedete
B~ corne li r~spon
. ?,
d e pure non se ne va;
Sbarazzatevi d1 lui e venite da me.
GIAcoMO (a Barabba)
FRA-TE
Sarò da te stanotte.
J\R,'\BBA (a Giacomo)
8
Venite da rne all'una.
FRA-TE GIACOMO
Hai sentito la risposta: vattene via.
pR,ATE BERNARDINO
Che? vattene tu piuttosto.
FRATE GIACOMO
Non me ne andrò certo perché lo dici tu.
FRATE BERNARDINO
No? Allora ti farò andare via io.
FRATE GIACOMO
Che, mi dai del mascalzone?
Si prendono a botte.
ITAMORO
Separateli, padrone, separateli!
BARABBA
Invero qual debolezza, fratelli: placatevi!
Frate Bernardino, seguite ltamoro.
(a parte a Bernardino) Voi conoscete la mia intenzione; lasciate
che me ne curi io.
FRATE GIACOMO
Perché se ne va in casa tua? Scaccialo via.
BARABBA (a parte a Giacomo)
Gli darò qualcosa per tappargli la bocca. . )
(Itamoro esce con frate Bernardino
Non conobbi mai uomo
p P1.U, d'1 1m. sparlasse dei. d omen1can1;
Che . .
ensate dawero che creda alle sue parole?
Su, fratello, voi convertiste Abigail,

181
11)

4.1

ità son tenuto a darvene ricompensa;


Eper_ cfarro' Oh Giacomo, vedete di non mancare.
Ecosi a · '
TE GIAcoMO . . d . .. ., T
Fiv; Ma Barabba, chi saranno 1 tuoi pa nmr ra poco riceverete la
confessione.
6~::1a messa, il Turco sarà uno di loro: ma neanche una parola
con quelli del vostro convento.
FRATE GIACOMO
Stattene certo, Barabba. Esce
sAJlABBA ' il .
Ora dunque passato e umore, e son sa vo:
}
Quello che la confessp si trova in casa mia.
E se lo uccidessi prima che arrivi Giacomo?
Ho già in mente un piano per farli fuori
Che il pari mai conobbe Ebreo o Cristiano.
Uno convertì mia figlia, e quindi morrà;
L'altro sa abbastanza da farmi uccidere,
Dunque è necessario che non viva più.
Forse questi due furboni si aspettano
Che abbandoni la casa mia, i miei beni, e tutto questo
In cambio di digiuni e scudisciate? Nemmeno per sogno.
Eccomi, frate Bernardino, a voi vengo.
Vi farò festa, vi ospiterò, vi lusingherò,
E dopo questo, io e il mio fedele Turco ...
Basta, ora: bisogna farlo, e sarà fatto.
Itamoro, dimmi, s'è addormentato il frate?

Entra Itamoro
IT>J.toao
iì, ma non so per quale ragione,
Ne_r qu~nto abbia provato, non ha voluto spogliarsi,
F; coricarsi a letto: dorme vestito com'è.
rse sospetta delle nostre intenzioni.

183

__/
4.1

B
J.RABBA
, un precetto che 1. frati. osservano.
No,se eanche sapesse cosa vog1·1amo fare, potrebb e scappare?
E

No, nessuno potrebb e u d"Ir1o, neppure se ur1asse a squarciagola.


irMJORO

Ecco, vedi,• per questo l'h o piazzato


aAJù\BBA . lì :
Le altre camere danno sulla strada.
J'D\MORO
Voi state indugiando, padrone; perché ce ne stiamo qui?
Oh, come vorrei vedergli dimenare le gambe! 120
BARABBA
Su, messere.
Cavati la cintura e fanne un bel cappio.
Frate, svegliati!
Si apre il sipario del pa{coscenico interno, rivelando Bernardino
addormentato
FRATE BERNARDINO

Cosa, volete strangolarmi?


ITAMORO

Sì, giacché sei solito confessare.


BARABBA

~on prendertela con noi; dice il proverbio, «confessati e fatti im-


piccare» 121 • Tira ben stretto!
FRATE BERNARDINO

Cosa, volete la mia vita?


BARABBA
s.
irAM~:~gi ben stretto, dai. Tu volevi i miei beni.
Già, e anch 1 . . r
e a nostra vita; su, tirate con rorza.
F (frate Bernardino muore)
atto co d
BAllABBA n estrezza, signore, senza alcun segno.
Proprio e
ome andava fatto; sollevalo.

185
4.1

0
rr~0R adrone, lasciate fare un .poc~ a. me. Così, appoggiatelo so-
No, P bastone; perfetto, sta m p1ed1 come se stesse chiedendo
pra un
del lardo.
»~;; non penserebbe eh~ questo frate respira ancora?
In che ora della notte siamo, dolce ltamoro?
irA1vfOR0
Verso l'una.
aAJlABBA 1 . h
Non ci vorrà mo to pnma c e arnv1
. . G'1acomo.
Esce. Itamoro si nasconde

Entra frate Giacomo

FRATE GIACOMO
Ègiunta l'ora in cui mi arricchirò;
Oh, l'ora beata, in cui convertirò
Un infedele, e arricchirò il nostro tesoro col suo oro.
Un momento: non è Bernardino, costui? Sì.
Sapendo che io sarei giunto da questa strada,
Se ne sta qui di proposito per aggredirmi
Eimpedirmi di andar~ dall'Ebreo.
Bernardino!
Non parli? Pensi che non ti veda?
Vattene, ti ordino, fammi passare.
Ah, non vuoi? No? Allora mi farò strada colla forza.
C'' .
p e qw un randello proprio per l'occasione,
rova a fermarmi di nuovo, se vuoi!

Lo colpisce finché cade. Entra Barabba


8
ARABsA
Che sue cede, G'1acomo, cos'hai. fatto?

187
4.1

fI!f.'I'E G 1 ito chi vo1eva co1pire


!J\CO~{O . me.
Su, ho co p
.n,RBJ\
Bf.l""' . -~ B rnardino?
Oh'1IT1e,
' e' morto.
Cht er e
0
Già, pa drone, è morto: guardate, le cervella gli colano dal
rrAfJ 0R

naso.
fRATE GIJ\COMO • • • 1 .d 1
Miei buoni signori, son stato 10, ma siete so o v01 ue a saper o.
Posso ancor scappare.
SARABBJ\ • • .. •
Eio e il mio uomo essere 1IT1p1ccat1 m tua compagma.
1TAMORO
No, portiamolo dai giudici.
FRATE GIJ\COMO
Buon Barabba, lasciami andare.
BARABBA
No, lasciami tu; la legge deve fare il suo corso.
Devo ·per forza dar testimonianza
Che, importunato da questo Bernardino
Afarmi cristiano, lo sbattei di fuori,
Elì se ne stava seduto. Così io, per mantenere la parola
E_dare beni e sostanze al tuo convento,
Mi levai presto con l'intento di recarmi
Da te che ancora tardavi.
1TAMORQ

Lh pes~e li colga! Padrone, volete forse farvi cristiano quando an-


8,0~h e dei santi frati diventano dei diavoli e si uccidono fra loro?
·=BA

No, dopo q . ,
Il . uesto esempio restero Ebreo.
c1e1o mi
N0 · protegga! Che, un frate assassino?
n vedr · ·
llAMoRo ai mai un Ebreo commettere un simile atto.
Caspita n
' eppure un Turco avrebbe saputo superarli.

189

v
4.2

~.sJ\ • i tengono le assise; voi ci sarete.


pomanl ;ro aiutiamo a portarlo via da qui.
Su, Jtam '
GlJ\coMO . ' .
FR<'rE f ti · la mia persona e sacra. Non m1 toccate.
fur an ,
B~;;enserà la legge a toccarti; noi ti ci porteremo soltanto.
Ahimè, quale sventura lacrimevole la vostra!
Prendi anche il bastone, va mostrato pure quello 122 :
La legge esige che ogni dettaglio risulti noto. Escono con il corpo.

4.2 Entrano Bellamira e Piglia-Borsa

sELLAMIRA
Piglia-Borsa, hai incontrato Itamoro?
PIGLIA-BORSA
Sì.
BELLAMIRA
E gli hai consegnato la mia lettera?
PIGLIA-BORSA
Sì.
BELLAMIRA

Che ne pensi, verrà?


PIGLIA- BORSA

Credo di sì, ma non saprei dire: mentre leggeva la lettera pare-


va d'un altro mondo.
BELLAMIRA

p
Perché ma1· ;>•
IGLIA-BoRSA

!eh, un brutto mentecatto come lui che riceve, per mano di un


Bi:u .~~o bello come me, il saluto di una dama graziosa come te!
~IRA
E che cosa ha detto?

191
~- -
~11- -~ -

I
4.2

pJGLIA' soRSA parola che avesse senso; -m l. ha f atto solo un cenno _


Nonauoa . ;> , 1
dire, «è propri~ ~ero._»; e cosi . o
1asciai, menato a massi-
' co
rne ore dalla temibile vista del mio terribile volto . .
rno stUP
I,LAMIRA
BE Dove l'hai incontrato?
pJGLIA-soRSA . • • • • • ••
Sul mio vitali~io personal~, _a d1ec1 Pi as~1 dalla_ forca, mentre si 1m-
3
arava i versi per salvarsi il collo , 1mmagmo. Guardava l' ese-
~uzione di un frate, che io salutai col vecchio proverbio della ca-
napa, Hodie tibz: cras mihz"1 24 , per poi lasciarlo alla mercé del boia.
La cerimonia dev'essere finita: eccolo che arriva. ·

Entra Itamoro

JTAMORO
Non vidi mai alcuno accettare la morte con la pazienza di que-
sto frate. Era già pronto a sgambettare ancor prima di avere il
cappio al collo. Non appena il boia gli ebbe fatto indossare il
suo collarino di canapa, s'affrettò a dire le orazioni quasi aves-
se un'altra parrocchia da curare. Beh, vada pure dove vuole: non
diventerò certo un suo seguace. Adesso che ci penso, mentre an-
d~vo ali' esecuzione, mi fermò un compare coi mustacchi come
ali di corvo e un coltello dall'impugnatura grande come un te-
game. Mi diede una lettera di Madama Bellamira e mi fece una
reverenza quasi volesse nettarmi gli stivali con la lingua. Mi chie-
?e
:;e di andare a casa sua. Per quale ragione mai? Forse lei vede
_Più di quanto io non trovi in me stess~; aggiunge anch_e
mi ama dal primo momento che mi ha visto, e chi non n -
camb·Ierebbe un tale amore? Ecco la casa, ed ecco lei· ch e arri-·
va. Vorrei· non essere qui· non sono d egno nemmeno di guar-
darla. ' ·
P!Gt
lA.-BoRSA
Ecco il gent iluomo cui scriveste.

193
4.2

oRO (a parte) . . . . , .
rri\MG tiluomo!» M1 prende m giro; che nobilta c1 sarà mai in un
<< en ld"? 125 V d
Turco da quattro so 1. a o.
BEL~IRA
Non è • .
forse un g1ovme da1 do1ce semb"iante, Piglia?
irJ.MoRO (a ·parte) . . .
Questa poi, «dolce g10vme!. .. » Non siete stato voi, signore, a por-
tare una lettera al dolce giovine?
PIGLIA-BORSA
Sì, signore, da parte di questa gentildonna, la quale, come me stes-
126
so e la sua famiglia tutta, si leva e si china a vostro piacimento •
BELLAMIRA
Il pudore muliebre dovrebbe farmi ritrosa, ma più non posso
trattenermi: benvenuto, dolce amore.
1TAMORO (a parte)
Adesso sì che ho preso, anzi perso, la strada giusta.
BELLAMIRA
Già mi lasci?
ITAMORO (a parte)
Mi toccherà rubare dei soldi al padrone per farmi bello ... Scu-
satemi, devo andare a far scaricare una nave.
BELLAMIRA
Puoi essere così snaturato da lasciarmi così?
PIGLIA-BORSA
Se solo sapeste quanto lei vi ama, signore!
ITAMORO
No, non mi importa quanto mi ama. - Dolce Bellamira, potessi
avere le ricchezze del mio padrone per amor tuo!
PIGLIA-BORSA .

It Potete averle, se solo volete.


AMORO
Pot. rei· se fossero sopra questa terra allora sì che me 1e pren d e-
re1·' ma 1m• le nasconde e seppellisce ' sotto terra come fanno 1e
pernici con le uova i21.

195
4.2

r1G è poss1'bile scovarIe.")


i,v.-BORSA
Enon ,
If},MoRO
In nessun modo.
RA (a parte a Piglia-Borsa)
Che ce ne facciamo adesso di questo b rutto mentecatto?
BEI,LAMI

oRSA (a parte a Bellamira)


p1GLIA'B • al b
Lascialo a me; lusmg o per ene.
Eppur voi conoscete alcuni segreti dell'Ebreo,
Che lo rovinerebbero se venissero rivelati.
I'fAMORO
Già, e tali che ... via, basta così! Mi farò dare da lui metà dei suoi
averi; gli va già bene che se la scampa così. Penna e inchiostro!
Gli mando una lettera. Avremo subito il denaro.
PJGIJA-BORSA
Chiedete almeno cento corone.
ITAMORO
Sì, un milione di corone! (scrive) «Padron Barabba».
PIGIJA-BORSA
Non siate così sottomesso: minacciatelo.
ITAMORO
«Schiavo di un Barabba, mandami cento corone».
PIGLIA-BORSA

Mettete almeno duecento.


1'fAMORo

«!i ordino di mandarmene trecento con il portatore, alla condi-


PI zione che, se non lo farai ... hai già capito».
GLIA-BORSA

ltn,
Ditegli ehe siete
. pronto a confessare.
'"'10RQ
<<Al. trunenti
. confesserò tutto» Sparisci e ritorna in un batter d' oc-
eh10 •
PfGLlA-B~RSA
Lasciate fare a me. Lo tratterò come conviene
. al genere suo 12s ·
Esce

'
197
'
I

k
4.2

~oll~ al Ebreo.
J.rr1p1CC O,
.,,MlllA
sEJ,V"'"
· •
tile Itamoro, giaci ne1 mio
· grembo.
Ora, genn le mie ancelle? Rifocillatelo subito.
p0ve sote al mercante d'i portarmi. vesti. d'i seta:
Ordina I . . . .
, il =io adorato tamoro girare m questi stracci?
Puo l"

o ,
0R
· · n·iere.
Echiamate anche· il gioie
1rAM

BEJ,LAMIRA . '
Non sono maritata, tesoro; te sposero.
ITAMORO
Sia: ma lasceremo questa misera terra
Esalperemo verso la Grecia, la Grecia amorosa.
Sarò il Giason tuo, tu il mio vello d'oro;
Ove i prati son come trapunti di arazzi dipinti
Ei tralci di Bacco si stendono sull'orbe;
Ove boschi e foreste sono d'inclito verde,
Sarò io Adone, e tu la Regina dell'Amore.
Prati, frutteti e aiuole di primule,
In luogo di giunchi ed erbacce, danno canne da zucchero:
Tu in quei boschetti, per Dite superna,
Con me vivrai e il mio amore sarai 129 •
BELLAMIRA

Dove non andrei col mio gentile Itamoro?

Entra Piglia-Borsa
11'>.t,toR.o

PIGLIA
Allora~ Hai· preso 1,oro?

-BORSA
Sì.
IT.4J.io R.o
Senza re . . ";>
s1stenza? La mucca s'è fatta mungere senza resistere.

199
11 r·

4.2

JJi\,aoRS" la lettera, sgranava gli occhi, pestava i piedi e si


rrG Mentre le~gev~e. L'ho preso per la barba e gli ho dato un' oc-
volgeva di,spGli ho detto che gli conveniva dare i soldi; quindi
ehHl. ta , cosi. ·
. h abbracciato.
mt a
0
rrJ.M0R tuil. ore che per amore.
Più per
PI
GLJ.A-!lORSA
• d buon Ebreo, s'è messo a n'dere e a sgh.1gnazzare, d.1cen-
domi ache mi voleva bene per l' amore che v1. portava, visto
Po1, . ehe
eravate stato un servo fedele.

Ancor più masca1zone 1u1· a mantenermi. cosi.' Che begli ab.1t1,. ve-
JTAMORO .

ro?
PIGLIA-BORSA
Insomma, mi ha dato dieci corone.
ITAMORO
Soltanto dieci? Non gli lascerò il becco d'un quattrino. Della car-
ta: con questa risma ci faremo un reame 130 •
PIGLIA-BORSA

Chiedete cinquecento corone.


ITAMORO

«Furfante di un Ebreo, se vuoi vivere, spediscimi cill;quecento co-


rone e danne cento al portatore». Digli che devo averle.
PIGLIA-BORSA

Sua eccellenza non tema le avrà


ITMfoRo ' .
seri·se domanda pereh'e eh.1edo cosi' tanto, r11er1sc1
E ·e · · che d.1s degno d.1
vere un ri go per meno di cento corone.
PIGLIA-BoRS
V' . A
arricchire st f . ,
1TiU.toRo e a are il poeta, signore. Me ne vado. Esce
Prendi t il d
u enaro: spendilo per amor mio.

201
4.3

~iRA il tuo denaro:


s 5tin10 te, non a Bellamira dell'oro (lo getta via)
osa pens
Ecco e invece di te ... Lo bacia
Eque st0 Ancora un bacio! Che melodia
~»ioR0 . 5ulle mie labbra 131 • E che occhi
Arpe_ggila Ammiccano come una stella.
Mi rivo ge.1 .
8EIJ»IIRA
.. • dolce amore, an d.iamo a dormire.
.
V1en1, 0110
JUMORO 1· d' . il
Oh, se una sola notte ~o~esse accog ierne ~ecim a, . .
Se potessimo dormire msieme per sette anni senza svegliarci!
sELLAMIRA
Vieni, mio bel tesorino. Prima a tavola, poi a letto. Escono

o Entra Barabba con una lettera

BARABBA
«Barabba, spediscimi trecento corone».
Ingenuo Barabba! Oh, maledetta cortigiana!
Prima quello non mi chiamava certo così.
«Altrimenti confesserò tutto». Già, ecco qua.
M~ se solo lo acchiappo, coupe de gorge. Per questo
ha mandato uno straccione di furfante dagli occhi sgranati,
e quando parla, caccia fuori la barba lercia
Ese l' att · li ·
S orc1g a mtorno ali' orecchio·
ullal faccia c'hanno affilato molte sp' ade·
1-Ia e ma . . '
QU¾dO 1 ni tagliuzzate e le dita monche·
'
Pr0 . par a, grugnisce come un porco·
Pno · '
Et ff un ottuno ruffiano
ru atore .
Afi,., . , un manigoldo buono
u1gers1 m . d'
Eio gli d arito 1 cento sgualdrine ...
Ah, sp evo dare trecento corone!
ero che ·e
non s1 1ermi lì in eterno·,

203
4.3

. Oh se solo fasse qui!


do viene... '
Equan .
Entra Piglia-Borsa

p1GIJt\'
BORSA
• serve altro denaro.
Ebreo, n11

B~B.A i conti non tornano?


Come,
p1GLI.A-BORSA li b
No; ma trecento non g . astano.
BARABBA .
Non gli bastano, signore?
PIGLIA· BORSA
No, signore; perciò devo averne altre cinquecento.
BARABBA
Piuttosto io ...
PIGLIA-BORSA
Andiamo, signore, fate meglio a darle: eccovi la lettera.
BARABBA
Ma non farebbe prima lui a venire qui, invece di mandarvi? Suv-
via, fatelo venire a· prendersele. Intanto avrete subito quello che
chiede per voi.
PIGLIA-BORSA

Già, e anche il resto, altrimenti ...


BARABBA (a parte)

Devo sbarazzarmi di questo furfante. (all'altro) Vi piaccia pran-


PIG zare con me, signore; (a parte) e di tutto cuore verrai avvelenato.
LIA-BORSA
No, per . , ali
Bft.RABBA canta; ora, mi date queste corone?
Non Pos . h 0
PtGL•. B
ORSA
<J\•
so, perso le chiavi .
Ah, se è pe r questo, posso forzarvi io i lucchetti.

205
4.3

,iJV.llBJ\ picarvi su dalla finestra nel mio banco: ci siamo capiti


5
o arrarn ·
p1G1,IJ\-BORSAbasta: 1asciate
anto . perdere il b anco. Loro!
' O sappi Ebreo
soqu .. . ' '
che posso farti 11Dp1ccare.
ARAJlBJ\ (a parte)
s Sono stato tradito.
(all'altro) Non son tanto le cinquecento corone che soppeso,
Non da questo sono scosso: più mi infuria
Che chi sa come io l'ami qual me stesso
Mi scriva in questa vena imperiosa! Caspita, signore,
Sapete bene che non ho prole: a chi
Dovrei lasciare tutto, se non a Itamoro?
PIGLIA-BORSA
Tutte parole, e niente corone; le corone!
BARABBA
Umilmente raccomandatemi a lui, signore,
E alla vostra buona padrona, che non conosco.
PIGLIA-BORSA
Dite, le avrò, signore?
BARABBA Signore, eccole qui.
(a parte) Oh, dovermi separar da tutto quest'oro!
(all'altro) Ecco, prendetele, amico, con tutta la mia volontà ...
(~ parte) Di vederti impiccato; (all'altro) oh, l'affetto mi toglie il
fiato.
Mai uomo amò il servo suo come io Itamoro.
PIGLIA-BORSA
Lo so, signore.
·
BARABBA

PJG~itenu, di grazia, quando vi avrò mio ospite?


IA-BORSA
Molto
. p
resto, e a vostre spese, signore. Add.io. Esce

207
4.4

sIP13 13A spese tue, masca1zone, se so1o t1. f a1. vivo.


.
No, a ., d. ,
. fu mai Ebreo pm tormentato 1 mer
Vi ver ricevere m
D · casa ques t o fu r f ante cencioso
· ...
O
T cento corone, e poi altre cinquecento!
s:e devo trovare un modo per liberarmi di tutti,
E fretta: da quel furfante che è
Finirà per dire quanto sa, e io ne morirò.
Ci sono:
Mi travestirò e andrò a vedere come il manigoldo
Se la spassa con il mio oro, quel farabutto. Esce

4.4 Entrano Bellamira, Itamoro e Piglia-Borsa

BELIAMIRA
Brindo a te, amor mio; su, bevilo tutto.
ITAMORO
E me lo dici pure? Dammi! Senti però ... Bisbiglia
BELLAMIRA
Sì, va bene.
ITAMORO

A questa condizione me lo tracanno.


Alla tua salute.
BELLAMIRA No, o tutto o niente.
ITAMoRo
Eccotene; se mi ami, non lasciarne un goccio.
8ELLAMIRA

n41 Amarti'
, •
Riemp1mene
· tre b acca11..
•unORo

PIGL
Con tre , e a1tn. cento, brindo a te.
!A-BORSA

It",
Spacconata da cava1·1en. t
•unORo .
Eh·i, vino
·
a f·1um1.! 132 Quando si è uomm1.
. .

209
4.4

-• ,MIR!\
sEAlfEbreo, adesso.
1r.uf;~All'Ebreo. Oh, faresti bene a spedirmi i soldi!
pJG sa farai se non te ne spe d"1sce per n ull ar"\
LIJ\·BORSA
Che co
rrJ.MoRO
null a· ma so quanto b asta: e, un assassmo.
.
Fare, ,
BELLAMIRA
Non l'avrei mai creduto così audace.
JTAMORO
Ti ricordi Mattia e il figlio del governatore? Li abbiamo uccisi io
e lui senza neppure toccarli.
PIGLIA-BORSA
Che bell'impresa!
JTAMORO
Fui io a consegnare il brodo che avvelenò le monache; io e lui
133
strangolammo un frate col lesto cappio delle nostre mani •
BELLAMIRA
Voi due da solii
ITAMORO

Noi due; e mai se ne seppe nulla, né si saprà per quanto mi ri-


guarda.
PIGLIA-BORSA (a parte a Bella mira)
Questo lo spiffero subito al governatore.
BELLAMO ~RA (a parte a Piglia-Borsa)
Sttuno·' ma prima
. pren d.1amoc1. deli' a1tro oro -
1TH, u, gentile Itamoro, vieni nel mio grembo.
'"vtORo

Amlami poco, ma amami a lungo Che della musica al rimbombo


o rot01 r nel tuo vezzoso grembo.
.

Entra Barabba, travestito, con un liuto

211
4.4

.• &MIRA s . d"
On suonatore francese! uvvia, ve 1amo quanto sei bravo.
aEJP'

5
B}.RfJ3 Arima accorder il liuto per sono, zang zang.
Deve P
iv.MVoR~ un sorso, francese? Alla tua, e dannazione a questo sin-
uo1 b .
ghiozzo da eom.1
BARABBA •
Merci tanto, monszeur.
BEJ.LAMIRA
Ti prego, Piglia-Borsa, dì allo strimpellatore di darmi quel maz-
zolino che ha sul cappello.
PIGLIA-BORSA
Forza, dallo alla mia padrona.
BARABBA
A votre commandement, madame.
BELLAMIRA
Che soave profumo mandano i fiori, Itamoro.
ITAMORO

Come il tuo alito, tesoro, meglio di una violetta.


PIGLIA-BORSA

Puah! Puzzano peggio della malva.


BARABBA (a parte)
Eccomi vendicato di tutti quanti.
Quel profumo è morte·, li ho avvelenati.
ITAMoRo
Su, strimpella, o mi farò la trippa con quei budelli di gatto.
BARABBA

Voi me Pardonner, non accordato encore. Ecco, tutto


.
aposto.
PIGLMollagli una corona e versami altro vino.
IA-BoRsA.
Prend·1h·
queste due corone, e suona.

213
4.4

A (a parte)
s~ 8 ,, eneroso questo mascalzone a darmi l'oro mio.
Co!De g
pJG muove bene 1e d"1ta.I
LI.A-BORSA
Come
,ljWlBA (a parte)
8
Anche tu, quando m'hai rubato l'oro.
JGLI.A-BORSA
P E con che velocità!
sARABBA (a parte) ·
Tu fosti ancor più svelto a gettarmi l'oro dalla finestra.
BELLAMIRA
Suonatore, è da molto che ti trovi a Malta?
BARABBA
Due, tre, quattro mais, madame.
ITAMORO
Conosci forse un Ebreo, un certo Barabbà?
BARABBA
Beaucoup; monsieur, vous non essere suo servo?
PIGLIA-BORSA
Il suo servo !
ITAMORO

Disprezzo quello zoticone, diteglielo.


8ARABBA (a parte)
Lo sa già.
ITAMORO

Fra le cose più strane di quell'Ebreo è che mangia solo cavallet-


8 te sottaceto e funghi stagionati.
AllABBA (a parte)
,r Che mascalzone! Nemmeno il governatore mangia come me.
AM:oao
BAaAB
L'ultima cam1c1a
· · pulita se la mise quando venne c1rconc1so.
· ·
BA (a parte)
Furfant , Mi
e. cambio due volte al giorno.

215
- -

0
1r.v1°R pello porta quello lasciato da Giuda sotto il sambuco
per cap . , 134
do si impicco .
quan
· BA (a parte) .
~e lo mandò in regalo il Gran Khan.
PIGLIA-BORSA
Che gran pezzo di furfante! Dove te ne vai, strimpellatore? 135
BARABBA d . . b. Esce .
Voi me par, onner, mons1eur, moz non stare zen.
PIGUA·BORSA
Addio, strimpellatore. Mandiamo un'altra lettera all'Ebreo.
sELLAMIRA
Sì, dolce amor, un'altra, ma bella dura.
ITAMORO
No, stavolta comando a voce. Digli di mandarmi mille corone,
con la stessa buona ragione per cui le monache si gustarono il
riso o frate Bernardino se ne dormiva vestito ... l'una o l'altra an-
drà bene.
PIGLIA-BORSA .

Lasciate fare a me, ora so che cosa significa.


ITAMORO

significato significherà ben qualcosa 136 • Su, entriamo;


Ecarità, e non peccato, mandare in rovina un Ebreo. Escono

5.1
Entrano Fernese, Cavalieri~ Martin del Bosco e ufficiali
FERNESE

Su, miei nobili' , affrettatevi ad armarvi


E
OProvvedete a fortificare Malta.
Dra conviene mostrare risolutezza:
opo av .
S' ere esitato così a lungo, Calimat
apprest a a conquistare la città o a morire davanti alle mura.

217

-
5-I

Q\VALIERE , • • d
p!tl~o rirà poiche ma1 cl arren eremo.
Allora mo , .
Entrano Bellamira e Piglia-Borsa

Oh, portateci dal governatore.'


BEI,LAMIRA

FERNESE • •
Allontanate quella cort1g1ana.
BELLAMIRA
Non importa cosa sono, governatore: ascoltami.
Ti porto la notizia di chi uccise tuo figlio.
Non fu Mattia: fu l'Ebreo.
PIGLIA-BORSA
Che, oltre all'uccisione di quei gentiluomini,
Avvelenò sua figlia stessa e le monache,
Strangolò un frate, e chissà quanti altri
Crimini in aggiunta.
FERNESE Se solo ne avessimo le prove ... 137
BELlAMIRA

Prove solide, signore. Nei miei alloggi si trova ora il suo servo,
Che ne era il tuttofare; darà piena confessione.
FERNESE

Ponatemelo subito qui. (escono gli ufficiali) Ho sempre temuto


quell'Ebreo.

Entrano gli ufficiali con Barabba e Itamoro


8
ARABBA
Cam ·
ITAMoR.omino da solo; non mi trascinate, cagnacci.
Neanche
. a me. G uar d'1a, non posso correre pm
. , d'1 te us. Oh , 1a
Pan eia!
u/ _a farte)
BA!v.BB (.

Ch pizzico in più di polvere e tutto sarebbe andato a posto.


e grand 1'cli '
e ota sono stato!

219
f~E d te il fuoco, arroventate i ferri, portate qui la ruota.
Accen e
0 CAVALIERE
No, asp ettate' mio
rRIM signore; forse questo confessa.
.

~;;fessare! Che intendete, signori? Chi dovrebbe confessare?

fERN:u: il tuo Turco; siete stati voi a uccidermi il figlio.


ITAMORO
Confesso d'essere colpevole, mio signore. Vostro figlio e Mattia
vennero promessi entrambi ad Abigail. E lui forgiò una falsa sfi-
da.
BARABBA
Echi la portò?
ITAMORO

Fui io a portarla, lo confesso, ma chi la scrisse? Per la messa, lo


stesso che strangolò Bernardino e awelenò le monache, compre-
sa sua figlia.
FERNESE

Portatelo via! A solo vederlo mi sento morire.


8ARABBA

Perché? Uomini di Malta, ascoltatemi:


~uella è ~a ~artigiana, quello un ladro,
Nquest? il mio servo. Rendetemi giustizia:
FEn .. ulla di tutto questo può costarmi la vita.
"'~ESE
Ancora~ p 0 . , . . . .
B>.l\>.J!a.4, • rtatelo via! L avrai, gmst1z1a.
Demoni f ·,
/ng~
Avv ' ate pure del vostro peggio! Vivrò nonostante vo1.
(a alle anime di questi secondo le loro parole.
arte Spero che il veleno dei fiori faccia subito effetto.
Esc0110
gli UJJtcza z con Barabba, Itamoro, Piglia-Borsa e Bel''iamzra
,ll: · t· .

Entra Caterina

221
'f""II!\.
'

5,I

oflMio~N\glio uccisof' dall'Ebreo?


li
fu tuo 1g o a ucc1 er1o.
'd
FerneSe,
calmati, nobile signora;
FERNESE . ' 1.
e stato Ul.
Fu lui a contraffare quella temeraria sfida per cui si combatterono.
CATERINA
Dov'è l'Ebreo? Dov'è quell'assassino?
FERNESE
In prigione, in attesa che la legge lo giudichi.

Entra un ufficiale

PRIMO UFFICIALE
Mio signore, la cortigiana e il suo uomo sono morti;
e anche Itamoro, e Barabba l'Ebreo.
FERNESE
Morto?
PRIMO UFFICIALE

Morto, mio signore: ecco che portano il corpo.

Entrano gli u/ficialz: che trasportano Barabba come se fosse morto

DEL Bosco
F Davvero strana, questa morte repentina.
ERNESE

~on ve ne meravigliate, signore, giusto è il cielo:


/ loro morte somiglia alla loro vita; non ve ne curate.
st0
Ql che sono morti, seppelliteli.
s·Uanto al corpo dell'Ebreo, gettatelo dalle mura:
~lreda di avvoltoi e fiere selvatiche.
iamocene ora a fortificare la città.
Escono. Resta Barabba

223

/ ·
5.1

a~ BA lo infine? Tante grazie, sonnifero.


Tutto so , . , al d
Mi. vendicherò di, questa. c1tta m e etta:
afunat vi entrera grazie a me.
~uterò a sgozz~re donne e bambini,
Aincendiare ch1~se _rade~e case_ al suol?.
Prendetevi pure 1 m1e1 beni, confiscatemi le terre;
Tra poco vedrò il governatore fatto schiavo
Efrustato a morte mentre rema su una galea.

Entrano Calimat, i pascià, e i Turchi

CALIMAT
Chi è là, una spia?
BARABBA
Sì, buon signore, quella che per voi spierà un posto
Dove entrare per prendere la città di sorpresa.
Mi chiamo Barabba; sono un Ebreo.
CALIMAT

Sei forse l'Ebreo, se ho ben sentito, cui presero i beni


Per il denaro del tributo?
BARABBA Proprio quello, mio signore.
E dopo hanno anche prezzolato un furfante, il mio servo,
Per accusarmi di mille infamie.
Ero stato inc~rcerato, ma gli sono sfuggito di mano.
CALIMAT

8
Sei evaso di prigione?
AilABBA
No, no:
l-ICo bevuto oppio e succo di mandragora fredda.
aduto n 1 .
E rn· e sonno, m1 hanno preso per morto
Q . \,hanno gettato dalle mura. Insomma, ecco
ui Ebreo in attesa dei vostri ordini.

225
5,2

~vvero audace. Ma dimmi, Barabba:


ruoi davvero far nostra Malta come dici?

.• • alia chiusa ' vedete qui.'


139
Non dubitate,
sAJlABBA .
signore:

vicmo ·;>
C'è un vuoto neila roccia, scavato
Per far passare i canali d'acqua
Ele fogne comuni della città.
Mentre voi portate l'assalto. alle mura,
Condurrò cinquecento dei vostri soldati tramite la cloaca
Econ loro uscirò in piena cittadella;
Aprirò le porte per farvi entrare
Evostra sarà così la città.
CALIMAT
Se ciò sarà vero, ti farò governatore.
BARABBA
Ese vero non sarà, mettetemi a morte.
CALIMAT
Escono
Ti sei condannato da solo. Vai subito all'attacco.

Rumori di battaglia. Entrano i Turchi e Barabba,


5.2
con Fernese e i Cavalieri fatti prigionieri

CAL!MAT
Calate ora il vostro orgoglio, prigionieri cristiani,
Emvocate pietà in ginocchio al nemico che vi vinse. .
Dov'è adesso la speranza che nutrivate nei superbi Spagnoli?
~mese, parla: non sarebbe stato meglio . ,
antenere la promessa piuttosto che farsi prendere d1 sorpresa.
FERNESE
Che pos d. s· .. . . '
·d bbi·arno arrendere.
~ r so tre? ,amo png1on1er1 e cl o
Già maln . . il giogo turco
S ' au, v1 dovete arrendere; e sotto . ·
asterrete tra i lamenti il fardello della nostra ira.

227
5.2

~ b b a , come già ti avevo promesso,


Quanto . ' riti ti faccio governatore .
. tuoi me .
per 1 • me più t'aggrada.
Tratt~!CO Graz1e,
. mio. signore.
.
~IP)BllA

~ ESE . rno maledetto! Cadere nelle mani


Oh.' g10sto Ebreo empio. e trad'1tore.'
D1 que ili . ., d -..
Il cido poteva in ggerc1 sventura pm gran er
~w . .
Questo è il ml~ co1?an~o. A te, ~arabba, consegmamo
Questi nostri g1anruzzen a guardia della tua persona:
Usa loro i riguardi che avemmo per te.
Eadesso venite, indomiti pascià: andremo in giro
Per le rovine della cittadella a vedere che abbiamo distrutto.
Addio, coraggioso Ebreo; addio, gran Barabba.
Escono Calimat e i pascià
l\RABBA
Che la buona sorte accompagni Calimat.
Eora, qual buon inizio della nostra incolumità,
Ponate in prigione il governatore,
I capitani e i loro colleghi e alleati.
FERNESE

Oh, disgraziato, il cielo si vendicherà di te!


81.RABBA

Via ' basta'•, ehe non m1· secch.1 pm.


•,
Co51, h . (escono. Rimane Barabba)
3.1 ottenuto, con la tua politica
Non '
Adessouna semplice
· il
carica, né un'autorità da poco.
Per' Malsei governatore di Malta. Già:
o ta . Od'
La nu· . mi ia, e per questo suo odio
a Vlta ' · ·
Misero B e m pencolo: e a che ti vale,
F~ch. l arabba, fare il governatore,
e a tua · , ·
No, Barabb a Vita• e .m loro potere)·
, riconsidera la questione da capo;

229
5,2

. h' col torto ottenesti l'autorità,


Giace e d 1· . .
antienila spaval o con una po ittca sicura,
Malmeno non perderla senza trarne guadagno.
O d l' .'
Chi vive detenen o ~utont~ , .
Ma senza ricavarne ne favori ne tasche piene,
Vive come quell'asino della favola di Esopo 140 ,
Che faticava sotto la soma di pane e vino
Ese ne asteneva per beccare cime di cardo.
Barabba userà invece più circospezione.
Comincia subito. L'occasione ha la nuca calva 141 •
Non farti scappare l'opportunità, o troppo tardi
Cercherai quel che non puoi più afferrare.
Portatelo qui!

Entra Fernese con una guardia

FERNESE
Mio signore?
BARABBA

«Signore!» imparano in fretta gli schiavi.


Su, governatore - attendete là dentro -
(le guardie escono)
Ecco la ragione per cui ti feci venire.
~ome_vedi, la vita e la felicità di Malta
Aono m_mio arbitr_io, e Barabba
sua _discrezione può disporre di entrambe.
Ora dim · h
eosa mi· se iettamente ' governatore:
PRRNEsE pensi che toccherà a Malta e a te?

Questo B bb . , .
Alt ' ara a: giacche tutto e 111 tuo potere,
Né rod non prevedo che Malta in rovine,
Ma a te spero altro che crudeltà infinita.
non tem o Ia morte, e non t1. adulero.
,

231
5-2

~BA rore più grazia e meno furia.


Governa , . . ll
vita certo non mi serve a nu a,
Latua . . lh ...
r continui a vivere e, per que c e mi tocca, vivrai.
Eppu . . .
Q anto a Malta m rovme, non pensi
C~e Barabba usereb~e be? ~agra politica
Aprivarsi da sòl~ di un simile lu~go~
Proprio in quest isola, come tu dicesti un tempo,
Qui, a Malta, ho ricavato tutti i miei beni,
Ein questa città ancora continuo ad avere successo:
Or son divenuto tuo stesso governatore,
Voi stessi vedrete che non me lo dimentico.
Come un amico ignoto se non nella prova,
Farò risorgere Malta dalla disperazione.
FERNESE
Barabba porrà rimedio alla rovina di Malta?
Barabba sarà mite coi Cristiani?
BARABBA
Che mi darai, governatore, se ti procuro
Di sciogliere i ceppi servili
Con cui il Turco ha posto te e la tua terra sotto il suo giogo?
Che _mi darai se ti consegno .
~a. vita di Calimat, sorprendo i suoi uomini,
m ~I} annesso della città rinchiudo
1C~uoi sol?ati fino a consumarli tutti nelle fiamme?
fEo" e darai a chi ti offre questo?
<\l~ESE

Ta1 solo che acca d a cio
. , ch e prometti,.
rattaci l . ., . .
Ed i f c?n a smcenta che lasci mtendere,
0
E · aro convocare i cittadini,
in segret f ,
Som . 0 aro raccogliere per lettera
No md_e ~genti di denaro per la tua ricompensa:
' 1 PIU : fa1. questo, e sarai ancora governatore.

233
I~

5-2

~BA fai tu questo, Fernese, e torna libero.


No, . il . ·.
Governatore, t1 r _ascio; VlVl ~on ~e, . .
Vai per la città a mcontrare i tuoi amici.
In silenzio, però: non mandare d~lle _lettere. Vai tu di persona
E fammi vedere quanto denaro nesci a fare.
Qua la mano: giuro di liberare Malta.
Ecco la mia idea. Inviterò a un solenne festino
Il giovane Selirn Calimat.
Ci sarai anche tu, ma solo per eseguire
Uno stratagemma che ti rivelerò,
Senza alcun pericolo per la tua vita.
Così garantirò per sempre la libertà di Malta.
FERNESE
Ecco la mano. Credimi, Barabba,
Mi troverò lì e farò come desideri.
Quando sarà il momento?
BARABBA Tra breve, governatore.
Dopo aver perlustrato la dttà, Calimat
Prenderà di nuovo il mare per la Turchia.
FERNESE

Allora mi darò da fare per i soldi, Barabba,


Tie li porterò con me stasera.
BARABBA

Fai così, e non sbagliare; addio ora, Fernese. (esce Fernese)


~os~ gli affari finora filano belli spediti.
Riosi, senza preferire nessuno dei due, vivrò con entrambi
Qca~ando profitto dalla mia politica;
Sa~: .0 c~e risulterà più vantaggioso
il mio amico .
Ec
E acor che
vita noi Ebrei siamo soliti condurre;
·
B agione, visto che i Cristiani fanno lo stesso.
pene ' or .
. a pensiamo a realizzare questo espe d"1ente. · .
er Prima cosa bisogna sorprendere i soldati del grande Sehm,

235
5.3

. . all stire •ogni cosa per il festino,


Equ 111d1 e
h tutto si compia · m · un so1o istante.
·
odo e e ..
In Ill. litica non ama essere anticipata.
mia po •
La , 1 vera mira de1 mio scopo segreto,
Qualeama loro lo testrmonieranno
· · con 1a vita.
· Esce
Io lo so,
Entra Calimat con i pascià
5.3

CALIMAT 1 1 ., . il h.
Abbiamo per ustrato a citta, visto sacc egg10,
E ordinato di ricostruire le macerie
142
Che a colpi di basilischi e bombarde
Squarciammo al nostro ingresso.
143
E più ne giudico la posizione ,
La sicurezza con cui s'erge l'isola conquistata,
Circondata dal mare Mediterraneo,
Serrata con valido muro da altre isole minori,
E, verso la Calabria, chiusa dalla Sicilia
(Dove regnò Dioniso di Siracusa),
Con due ardite torri che dominano la città,
Più mi stupisco della sua facile conquista.

Entra un messaggero

MESSAGGERO

ea Barabba, governatore di Malta, reco


An messaggio per il potente Calimat.
nvendo
E al udlto · ch e sua Altezza sta per prendere il mare
t
E pha:e per la Turchia, verso il sommo Ottomano,
Ag •e. tede umilm ente d'1 10v1tare
. . sua M aesta,
V1s1tare il .
E banch suo sem~hce castello . ,.
CAI.1MAT ettare con lui prima che lasciate 1isola.
Banchettare con 1m. nel suo castello?

237

'
ir--
I
5.3

ero, che ospitare il mio seguito


o rnes Sagg .
fern°, . città appena razziata
verirro. unapo costoso e importuno.
·
v, ulu rrop
J.'-'5 , f · volentieri· v1s1ta
· · a Barabb a,
Pe . ro arei h . .
di meriti c e mcontro , presso d'1 noi..
per 1 gran
tJBssAGGERO a questo, Selim, dice il governatore
Quanto 1 , d
Che egli tiene_ da part,e un a pder a s1 gran e,
iosa e mvero s1 sp1en ente,
E prez ' dd
Che, pur valutata fre ame~te,
il suo valore potrebbe mtrattenere
Con ld .
Selim e tutti i su?i so atl ~er un mese.
Pertanto egli umilmente ch~ede sua Altezza
Di non partire prima che Vl abbia fatto una festa.

CALI:: è possibile accogliere i miei uomini entro le mura di Malta,


A meno che non si mettano dei tavoli per strada.
MESSAGGERO
Selim, fuori dalle mura della città
Sorge un monastero;
Lì egli li farà banchettare; voi invece sarete nel palazzo,
Insieme con tutti i vostri pascià e valorosi seguaci.
CALIMAT
Sia: dì al governatore che accettiamo la sua richiesta;
In questa sera d'estate banchetteremo con lui.
MESSAGGERO
Lo farò, mio signore. Esce
CALIMAT
E ora, indomiti pascià, ritiriamoci nelle nostre tende
A meditare su come meglio addobbarci
Per il solenne banchetto del nostro governatore. , Escono

239
Entrano Fernese, i Cavalieri e Martin del Bosco
5.4

FEJlNESE • • 1 . . gm'd are da me.


In uesto, compatnotl, asciatevi
Baiate soprattl~tto_ che ness1:1n soldato c?mpia sortite
Finché non udite il colpo di una colubrina 1''4
Che uno accenderà con la miccia.
Solo allora uscite e venite a salvarmi:
O io mi troverò in disgrazia,
O voi affrancati da questa schiavitù.
PRIMO CAVALIERE
Piuttosto che vivere così, da servi dei Turchi,
Cosa non rischieremmo?
FERNESE
Coraggio, allora: andate.
CAVALIERI Addio, saggio governatore. Escono

5.5 Entra in alto Barabba, indaffarato con un martello,


e dei falegnami

BARABBA

Sono ben tirate le funi? E i cardini girano bene? Ben stretti?


Gli argani e le pulegge sono a posto?
PRIMo FALEGNAME Tutto ben stretto.
BARABBA

lasciate nulla allentato: tutto si accordi al mio desiderio.


E ' v~do proprio che possedete arte.
~~ovi, falegnami, dividete quell'oro fra voi.
G'' a~e a tracannarvi bianchetto e moscato.
1
FALEc u, In cantina; assaggiate tutti i miei vini.
NAM:r
Lo farem · Escono
Bi\I¼ssA o, signore: grazie.
E visto eh 1. . .
e i gradite, bevetevi la vostra porzione e crepate.

241
(

5.5

· che perisca il mondo intero.


. viva,
, 10
pureheelim Calirnat, mandami parola
Ora, S . e sarò contento.
Che verrai, .
(entra un messaggero)

Allora, messere, verrà?


t,1ESSAGGERO • • • • •
Verrà; e ha ordinato a tutti_ 1 suol u omm1 d d' al
Di scendere a terra e mar~iare per 1e_ stra e . 1 M ta,
In modo che voi possiate mtrattenerh nella cittadella.
sARABBA .
Ormai è tutto come volevo che fosse.
Nulla manca, salvo il gruzzolo del governatore.

(entra Fernese)

Guarda che lo sta portando. Allora, governatore, qual è la somma?


FERNESE
Di libero accordo, centomila.
BARABBA

Hai detto centomila, governatore? Bene, visto che di più non c'è,
M'accontenterò di questo. No, tienili ancora tu:
Se non mantengo la promessa, non fidarti di me.
Governatore, sii partecipe della mia astuzia:
Per prima cosa, mandiamo avanti le sue forze
~ent~o il monastero, il cui sotterraneo

e~: ~~?e
B ca~co dappertutto di pezzi d 'artiglieria,

Ef
e ba~ili colmi di polvere da sparo,
improvviso lo dilanieranno
Da aranno
lì p·iom b are le pietre
. sulle loro teste;
nes suno uscirà vivo
Quant · ·
Vedi mvece a Calimat e i suoi alleati,
'
0
co 5truito una graziosa loggia,

243
Il "'1·

5.5

. questa fune,
. avunento, recisa
gc~P
.
al
in mezzo e sp anca gm
.,
51 apre
V bisso profondo senza scampo.
~; questo coltello: quando vedi che lui arriva
T
Eche con i suol• pascta
1e ., b
se ne sta eatamente seduto,
Edalla torre esploderà un colpo per segnale,
Saprai che devi tagliare l_a fu~e ,
Edar fuoco alla casa. D1mm1, non e forse ingegnoso?
FERNESE
Oh, eccellente! Ecco, prendi, Barabba,
Mi fido sulla parola; prendi quel che ti promisi.
BARABBA
No, governatore, prima voglio soddisfarti;
Non devi avere alcun altro dubbio.
Nasconditi ora, che arrivano. (Fernese esce) Ah, non è questo
Un genere regale di commercio, acquistare le città
Col tradimento e venderle coll'inganno?
Ditemi ora, voi awezzi al mondo: sotto il sole
S'è mai vista falsità più grande?

Entrano Calimat e Pascià

CALIMAT
Oh, miei compagni pascià, guardate, vi prego,
Com'è indaffarato lassù Barabba
Per ~ntrattenerci nella sua loggia.
Andiamo a salutarlo. Dio sia con te, Barabba.
8AilABBA

FE~envenuto, grande Calimat.


ESE (a parte)
BAn:_ome il furfante si fa beffe di lui!
'V\llBA
Vuoi
Di co .
. mpiacerti, o potente Selim Calimat,
sa1ir le scale della nostra umile dimora?

245
5.5

Certo, Barabba.
r,fl\f . •
e,ù-1 . ascià, segu1tem1.
Venite, P Fermati, Calimat!
fE~~s~ostrerò ·cortesia maggiore
Ti ila che t'avrebbe usato Barabba.
Di que )
yAI,IERE (da dentro
RIMO CA ili I
r fate risuonare uno squ o.

. a uno squillo da dentro; Fernese taglia il cavo; il pavimento del-


ts:i~:za in
alto crolla, Barabba cade in un calderone che viene sco-
. b
perto zn ass0 .
145

Entrano Martin del Bosco e i Cavalieri

CALIMAT
Ehi, che significa ciò?
BARABBA
Aiuto! aiutatemi! Cristiani, aiuto!
FERNESE
Vedi, Calimat? Ciò era stato congegnato per te.
CALIMAT
Tradimento, tradimento! Pascià, alla fuga!
FERNESE

No, Selim, non fuggire.


Mira prima la sua fine, e poi fuggi se puoi.
BARABBA

Oh, aiutami, Selim; aiutatemi, Cristiani.


Governatore, perché ve ne state lì e non provate pietà?
FERNESE

~ovrei forse placarmi per pietà tua o dei tuoi lamenti,


Narab_ba maledetto, vile Ebreo?
r~pagherò così il tuo tradimento,
piangendo che non tenesti giusta condotta.

247
5.5

~BJ\ vuoi aiutarmi, dunque?


Non No, furfante, no.
FE(lNESE

~BJ\. te allora, furfanti, che non potete più aiutarmi.


Sappia e Barabba, esala il tuo ultimo destino,
ounqu ' d. . .c., .
Epur nella furia .e1 t~r~ent~ s10rzat1
Di finire da forte 1 tuoi g1~~n1. . . .
Sappi, governato_re, che ~1 10 a uccidere tuo figlio;
Io escogitai la sfida che h fece combattere.
Sappi, Calimat, che io progettai la tua disfatta,
Eche se solo fossi scampato a questo stratagemma,
Avrei recato distruzione a voi tutti,
Maledetti cani di Cristiani e Turchi infedeli.
Ma ormai il calore infinito comincia
Apungermi con morsi intollerabili:
Muori, vita! Vola, anima! Lingua, saziati di maledizioni
[e crepa! 146 Muore
CALIMAT

Ditemi, Cristiani, cosa significa questo?


FERNESE

Aveva ideato questo trucco per intrappolarti a vita.


Considera dunque, Selim, che empietà commettono gli Ebrei;
Così aveva deliberato di trattarti
Ma io scelsi piuttosto di salvarti' la vita.
CALIMAt

era il banchetto che ci aveva preparato?


FEo,, iamocene prima che salti fuori qualche altro inganno.
'"~ESE

No, . ' terrn at't s1cc


Non Selim
11
. h, . 66'
e tl a 1amo qm,.
Inolt lasceremo andar via così all'improvviso;
No re, se anche ti lasciassimo andare che cambierebbe?
n Potr · d '
Senza de ~~tl an .a~ene via colle tue galee,
g 1 uom1m che le armino e preparino.

249
.-

5.5

G vernatore,
o.1,nJAT non te ne preoccupare:
I :iei uomini sono tutti a bordo;
A quest'ora attendono solo il mio arrivo.

FERNESE . .
Non hai sentito lo squillo della tromba?

CALIMAT
Ebbene?
FERNESE Oh, la casa è stata data alle fiamme
E poi fatta esplodere, e tutti i tuoi soldati sono stati massacrati.

CAUMA'f
Oh, mostruoso tradimento!
FERNESE Una cortesia da Ebrei:
Colui che col tradimento provocò la nostra caduta,
Col tradimento ci ha consegnato te.
Sappi, dunque, che finché tuo padre non ha risarcito
Le rovine provocate a Malta e a noi,
Non potrai andartene; Malta diventerà libera,
O Selim mai più tornerà dall'Ottomano.
CALIMAT
No, Cristiani, lasciatemi andare in Turchia
Di persona per deliberare lì sulla vostra pace.
Tenermi qui non vi servirà a nulla.
FERNESE
Fattene ragione, Calimat: qui devi restare,
E vivere prigioniero a Malta; venga pure il mondo intero
A salvarti, ci difenderemo ora in modo
C~e dovranno prosciugare a sorsi l'oceano prima
~ 1 pote~ conquistare Malta o farci paura.
marcia, ora: giusta lode sia data
Né al fato né alla fortuna, ma al cielo. Escono

Fine

251
Epilogo recitato a Corte

Terniamo, o temibile Sovrano, di esser riusciti


Troppo noiosi; e non può esser men che peccato
Offendere la tua principesca pazienza: se l'abbiamo fatto,
Così chinàti in basso, imploriamo il tuo perdono;
Ese alcunché offese il tuo udito o la tua vista,
Noi solo recitiamo e diciamo ciò che altri scrisse.

253

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