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> I I

CHOROGRA F FI A»
E.T BREVE HIS TORI A
VN IVERSALE
Dell’Ifola de Cipro principiando al tempo di Noè
permfinoa! i 572. per il R.P.Lettore
Fr. Sreffano LuTignano di Cipro
dell’Ordine de Predicatori.

IN BOLOGNA,

Pef Aleflàndro Beoaccio • 1^7 j,


Con liccmia de’Superiori.
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AL CHRISTIANISS*M®
ET GLORIOSO
CARLO NONO, RE DI FRANZA,
ET AL FELICISSIMO, ET
VITTORIOSO HENRICO
NOVO RE DE
POLONIA.

On temo punto S. C. Se
Reale M M. di Comparire
dinanzi à quelle con que¬
lla mia Iftoria, perch'io pen
foche aliai piu gli agrada*
rano i Gloriofi fatti da Vaio
rofi Re, 8c Baroni Tuoi di
Regni, che fi contengano,
8c legano, che non farebbono i vanni ornamen¬
ti, & friuole parole delle quali le generofe im
prefe de fudetti non mai aflài lodati non hanno
pomo bi fogno > E (Tendo per fc ftefle degne di
dfer vedute, scritte,& narate,accodandoli al det
to dcl Signor nodro. Nifuno afeonde la lucerna
accefa,mafoprailCandegliero la pone acciò da
tutti foia veduta. Veramente Tifala di Cipro era
lucerna accefa, da faghazi Filofofi , infiamata
da periti Morici, & Illuminata da Heroirì Poeti,
inaizadó quella in emìnétilsimo luoco.Gran fplc
dorè anco hebbe dalla Cafa,& fameglia Lufignar
na Nobile de Còti de Puite,ò come ad altri piace
da Duchi della Marchia,& Pignori de Lufagna-
no,dalla quale Guido Barone della ^acra Corona
di Franza,primo Redi quella fameglia, àc Nono
di Hierufalé,partendoli dal sacro Regno col spie
re de Baroni fuoi,& 'Prelati,per accendere quella
eftinta fcilmatica lucerna,nel vero, catolico,& sa
tisfimo ritto latino, tenne quella con quello lu¬
me da 500. anni in circa, fin tato peruenne fatto
al Sereniisimo Dominio Veneto,dal quale à gior
ni noftri (Aime,ò caduta>eftinta)8c perla,fumer.
gendofi nella perfidia delTlnimico Chriftiano,
ben potiamo col Profeta exclamare ad alta voCe,
E caduta la Corona de capi noftri guai a noi per-
cioche habbiamo peccato. Et io minima, & in
dignisfi ma Radice di quella fublime Famiglia di.
fèfo, vedendo quella ofeurità della cord'alìifsima
patria,ho cercato eoo quello mio debole lume
naturale, però fauorito dal fu premo lume delle
C. Reale MM.iue di accendere quefta*,Defcriué
do i virtuofi geftij& preciofi fuor frutti, poi che
io altro di piu importanza mancanò le forze mie;
i Chriftiani vedrano quanto delicato membro,8c
bellisfima Prouincia perduta hanno con tanto
grauisfimo danno di tutta la belia Europa,vedrà-*
po,vna pietra preciofa, vna Gemma Orientale, 86
R ichezza ineltimabile, alle mani di chi è per uè-*
nuta, la quale era vn trauo nell’occhio deliro
deU’inimico Chriftiano, confinata con Pabonda-i
tisfima Panfilia, lagran Cilicia, la populofaSoria,
riccha,& grafia, con la defideratisfima terra di
promi$fione,& có lallluftre Egitto, Se i veri Chri
ftiani haueflero có l’occhio dell’inteletto veduta,
cófiderata,& molto ben munita come doueuano
fare,non dauano materiaà me Affcttionatisfimo
àqueft’Ifola d’alFaticarmi in moftrare à Principi
Cfirilliani,quanto fi debbono accendere per ra«
quiftare il perduto Regno *, & Voi Chrillianilsi-
miRe,due Oliue, dui Candeglieri,che hoggi di
rifplendeno per tutto rvniuerfo,8t in particolare
fermisfimi fplcndori danno della Chatolica Fede
in ella gloriola Sua Corona tremebonda,& fpauc
fòla molto alle genti pagane,fi come lo dimoltra
fio le antiche Ìliorie,che'l gra Capiraa Corcuban
Generale dell’Effercito pagano vide in Antio¬
chia 1? forze Francefe, fenile i Calift’a Re de Per
fbehebratriaodo il Regno fuo tranquillo, e quie
to fàccia bandire dal Leuanccil grande Vgone
fratello del Magno Eilippo predcceflòrc delle
S. VV. MM. Dall’altra parte la Madre del Re
de Perii proftraca dinanzi al figliuolo lo prega¬
la non voìefle pigliare l’arme centra Chriltiani,
Se in particolare contro i Francefi,& Jegcdo quel
le trouaranno quanto fpauento induife il Re Lo-
douico io Damafco, Filippo in Acre, ouero Pto-
lomatda; Il Jantisfimo Lodouico in Dainiata,
Tunifi, Se altri luoghi,& legendo quelle di Papa
Pio secódo,8c altri vedrano quello gra Capitano
Maumct Ottomano detto Imperatore , il qualq
spauentò » & melile il Mondò in.tremore, hauen-
do prcfo Doi Impeperii, Dodeci Regni, Se Du-
cento Città,non dimeno coli valorofo , & intre¬
pido, vedendo che’l Gran éoldahod’Egitto Vólo»
ua confirmare Aloile dì Sauoia per Re di Opro,
gli fcrille pregandolo(& proponendogli ia guer
ra)che nó doueflè fare,perché era di sangue Fra-
cefe,dal quale la setta Maomettana , Turchi, &
Mori del continuo haueuano hauutodanoine-
{limabile, & per che il Gloriòle Padre Augufti*
no nel fine del nono libro dice che la Corona di
Franza aqu’ltarà iRegni Orientali,& masfìme
H»erufalc>& mentre quella Corona li matenerà,
l’Imperio Romano nó farà mai del tutto dcftrut
to, & la Imperiai dignità in quelli fublimi Re fi
fermerà. Et perche da quelli fperamo ilnoftro re
fcato,& ricuperationc. Però ho pigliar-» ardire
il dedicare queft’opera alle S. $. M\1. Vo'lre,
cogoofcendo dière opera lumina Rtgalc»& quel
li gloriofifsinv,8e magnanimi Re, (oncenisfimo
Don fi sdegnarono accettare il debile Dono ac¬
ciò fi legono i Glortofi fatti de fuoi Re > Baroni
già fubditi,& di vafalli, l’alma Oiuina MaclU pre¬
go, gli dia Vittoria>& quiete nel Regno luo coti
augumcnto della felicità Terrena, & gioìia per¬
petua nel Regno de Jcati.

Di VV* MM. Scrcnisfime.

AfFettionatisfimo Scruo.

Frate JtefFanoLufignano da Opro


& Lettore dei’ordine de Predicatori'.
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Bjdx & affra apparfe à Jeretnia Trofeta
la mobilità, & la reuolutione della 7s(obi-
lijjìma,riccbiljìma, & famofa Città Santa
di Hierufalem : laquale fu tanto cara,
grata al (ommo Iddio, che i Trofeti teftifi-
cando; la pongono per tabernaculo fantua-
rio, & cafa del magno Iddio. Fedendo
poi ejfo Trofeta allo fceleratiffimo Tfabu-
eh o donofore pigliare la Città à Dio dicata,
e conculcarla, contaminare, & dijfipare, &> non tuffare quafi ueftigio
dieffa: Onde Girolamo fanto narra, che Uremia fedendolacrimando,
e piangendo, & con lo ffirito amarijfmo fuffirandoydice,ò Hìenija-
lem, Hierufalem, quomodo obfcuratum cftaurum , mutatus efl color
eptimus. Se noi confideremo, & con lo ffirito penetriamo, Voràgine,
fama, ricchegxa, & la TSfobilitd dell*Jfola /aera all*amorofa Deala
Madamay la Regina de Cipro > Vifteffo de Ieremia pofiiamo dire ama¬
ramente \ o Dea f'aera quomodo obfcuratum efl modo aurum, <&\ mu-
tatus efl color optimus m Slerquilinium • lmpercioche era famofifii-
ma,nominatifiima,&celebre al mondo, nonfolamente appreffo àgli
antichi,& moderni tìifloriografì, e fugaci Fiiofofi ; ma ambo da* ce-
leberrmi,&illufìri poetida quelli femidei (fecondo l'ufo anticho)
quali la chiamauano in Greco Macbaria, cioè in Latino,Beatay& ci
therea, quafi che uoleano inferire ejfere tutta delitiofa, & piena d'ar¬
monie: & non fen^a ragione, perche da tutte le parti del Mondo con*
correuano gli huomini in quella à deiettar fi, & godere i diurni amori:
iqualiin fucceffo di tempo trafmutati furono da carnali in ff irituali,
&bora fiuedeindiffre^odefalfi innamorati;che la monVlruofct
quella quarta beftia, che Daniel Trofeta già uide in ffirito,ejjere difjì-
mile, & più feroce delle altre, laquale è fitibonda, & infatiabile del
Chriftianefimo {angue, & itole fupertamente, che quella fublimelfo
la fia conculcata, difiipata dallo ffirituale amore,& quella foggioga-
re nel [no falfo, & tirranico Dominio,ma ecco,che ha ritrouato quel
iiuinaffetto, che Daniel Trofeta diffe: In quel tempo (cheheggiè)
file-
fi letmà Michael ( cioè quel quinto ptjljimò Dotninico ) quel Principe
fummo M agno (^leffandro) il quale fi a con due acuti fiimi coltelli
perii figliuoli d'ifrael: con l'uno il feruente {pirite,&con l'altro Ut a
gliente brando accompagnato con la Catholica,& uittoriofiffima (fa¬
lla, con le bramhe pungenti del robufiifmo Leone, alqualela {angui-
nolentebellia noi mordergli la coda : & cofi Cipro di nono [ara effaU
tata. & fublimata: perche è caufa di quefio triplice funiculo, il quale è
difficile,&ìndiffolubile. Sarà anchora caufa del bene uniuerjale del
Cbriflianefmo, che all'bora neramente poffiamo dire : ò Mach ari a, à
beata Citherea, & Dea Cipro, chehauete meritato d'hauerun talef
& tanto {libUrne defenfore,redentore,&ampliatore del Cbriftianef-
ffiolsfome: & far annofi, (periamo , che la porcina befiia nons'ufur-
parà, & non fi ftrinerà (e fendo difcefo da Giudeo mar ano) della Cefo
Ottomana: ma fi fcriuerd Ottograma: onde io uedendo, & confideran
do quelle motioni terribiliffime, per lequali il mondo tutto fi conturbò;
non folo i Chrilliani, ma anchora d'ogni forte di gente infidele, i quali
tutti fi mangiano, ò beueno,ouer altra motione, che facciano;altro non
fentite dire d fiena uoce, che Cipro,Cipro, & tanto grande è l*amor
fuo, che parche \en%jx quefta amare non pofjano : & di ciò bene
diffeilToeta -,'léfon creda già ,cb*amore in Cipro batte fi, 0 in altra
parte più (oauinidi. Et néramente è grande lamor fu'o : ilquale hd
commoffo le genti infideli d {aggiogarla, e conturbò dall'altra parte
tutto ilChrifìianejhno [angue, i Trincipi,i Baroni,i T^obih, &i
Signori Cuualieri della nobilifiima Italia , Spagna, & altre farti
Chrìjliane : & particolarmente, &con più f cruore fi accefe , & fi
infiammò la Tfobiliflìma Italia d fpargere tutti infieme tl [angue, la
uita, & la fatuità (ita per de {e rifar la dalle rapacif me, & immon¬
de mani. Ma che faranno aggiungendo e fi, & quando che in quella
il ualorofo, & immòbile piede metteranno, & quando poi che di
quella acqua deii*amorofa fontana btueranno , chei Poeti fcrifferoì
nondiuenterarmo più amorofv, & gelofi ? & offendo anebo trafifii
& [dettati da quel ciccato bambino di quella focofa Dea, laffo ciò
confiderai d gli amorfi . Concluderò dunque per confolatione di
alcuni curio fi di faperedieffa ì fola (aerata: & offendo io mole fiato
da molti Mobili di quefià Città de "Napoli ; mi parfe di raccogliere
l°tto breuitd alcune cofe più notabili di effa 1 fola di molti nornt. Et
primer amente dirò il XSm) U Sito > gli Edificij, gli Huomini lUu-
firi.
2
firt > toft de'"Gentili, come ancho de Chrifliani, ? origine dì cffi Ci¬
priota , inficine con la TCpbiltd fica , & chi l'ha dominata, dopo
che fi Hola in fri o a giorni noflri : le cofeyche ejja, come fertili (fi¬
mo. , produce ; & ultimo numerarmo alcune fue deflruttiom pii
notabili •

HVjtll FOSSERO KfE' TEMTl .AVJICUI


. i nomi dati all*[fola di Cipro »
Rimiiramente quelt’IfoladilCiprofùdagli
Antichi chiamata Ccrhin, oucr Cethina: perche do
po, che li terrcmotijcome proprietà di efsi, hanno
feparato quello terreno ; ilquale eracógiunto con
la Scria; fù fatto ifola: perciochc il mare d’ogni
parte la circonda; & di ciò ne rende tellimonio
Plinio, de altri Autori. Il primo che habitò in ella dopo il di—
luuio fu Cethin figliuolo di Iaua ; de quello era figliuolo di
Iatet, &effo figliuolo di Noc:& però 1*1 loia hebbe nome Ce¬
thin dal primo habitatore Ch’ella folle chiamata di quello no-
me;habbiamo in tellimonio, lafciando gli altri; la lacraScrit¬
tura nel i capitolo di lfaia Profeta: &nel capitolo di Gierc-
mia, & nel primo de’ Macchabei,al primo ; Onde Girolamo San
to, de altri Efpofitori dicono elfere l’Ifola di Cipro, coli detta •
Fiì domandata poi Ccrallir, che in latino voi dire Cornuta ; te fu
detta di quelto nome da un certo ferpentc così detto in Greco;
delquale anticamente Tifola abondaua: ilqual ferpentc è quali
fimi le al ferpente nominato in greco Cuffi* che penfo che in lati¬
no Ila l’afpidc Sordo. Però quello Cerailin ha li corni, de quei¬
raltro nò:& di quelli Serpenti diremo più di fiotto. Altri voglio
no, che l’Ifiola tulle coli chiamata Ceraitin cioè cornuta : perche
li marinari vedendo ella Ifiola di lontano,maflimamcnte dallapar
te di lontana amorofa; par loro di ueder’i monti, come due cor¬
ni,oucr due mammelle : & quando che li auicina,appaionomon-
ti in torma di corni. Terzo fù chiamata i’Jfiola Afpcìha , c me
narra Virgilio Poeta, de Plinio. Quarto , fu adimandata in Gre
co Cripton, cioè ir Latino Sot erranearpcrche li marinari di lon¬
tano non la poteano vedercele non li approfsin auano fotte,& vi
A a tino
cino al terreno,al contrarlo di tutte le Ifolé,& altri luogh^cWdi
lontano li veggono. Quinto fu domandata Colinia; perche li mo
ti d’elfa Ifola non fono molto alti, fuori che del monte Olimpo:
& perciò dalla marina esfi monti appaiono come tante colline*
contraria all’Ilola di Gandia, & altre Ifole. Fu fello domandata
Ero fa, cioè ramofa,per la moltitudine delle vene di rame;& ben
che li ritrouano anchora delle altre minere ; però abondapiù di
rame : & quelle minere fi ritrouano particolarmente nella Città
Vecchia de Amatunta: & perciò li Poeti chiamauano quella città
pregna di rame : & da qui anchora Flfola hebbenome . Settimo
Amathufia dalla detta città coli ricca di rame : & l’auttor di ciò è
Strabone: & benché in altre parti deirifola,& in molti luoghi,co
me vogliono alcuni auttori, li ritròua e nella città di Solia: ma in
Amathufa era il pili bello rame,& più copiofo. Óttauo,fù chia¬
mata Accamatidida, dalla Città di Accamanta,& da quell’Illullre
Accamante Atheniele, huomo amico grande de Troiani. Nono,
fu domandata Paphia dal Dio Papho, & dalla città famofa di Pa-
pho . Decimo, f ù nominata Salaminia dalla città di Salamina : la¬
quale era più honorata & ricca, al tempo delii none Re: quali tilt
tiinfieme regnauano nelllfola; & di ciò f u più di quello nome
illuftrata al tempo delli Athenieli, quando che combatteuano co
li Perii per quella Ifòla. Vndecimo fu nominata Citherea dalli
Poeti : & ciò non è Rato propriamente nome proprio; ma più to
ilo epiteto per li Dei,& Dee,de mafsime per la Dea Venere, la¬
quale la domandauano Citherea: & perche ella Dea fù nutrita nel
la Città, quale diremo, prelfo à Ppaho, perciò fù anchora detta
quella città Citherea: & perché in quelli luòghi la Dea fi diletta-
ua nel filo gÌàrdino;perciò li domàndaua Citherea Ifola,cioè pie
na di delitie, & d’armonie • Duodecimo fu domandata Macha-
ria dalla città cofi detta,oueramente, come piace à molti, per la
gran fertilità,& abòdanza di tutte le cofe: & fù domandata da ef-
fi Greci per Maccaria, cioè beata: onde à quello fine diceHora-
tio • O Dea potente di Cipro. Sic te,diuapotens Cypri. Terzode
cimo fù domandata,come al prefente li domanda Cipro:& ciò yo
gliono alcuni dalla città reilaurata Vecchia dal Re Ciro, quale fi
adimandaua AphrodifÌa:& volfe,che fulfc domandata Cipro dal
proprio nome di clfa Dea Veriere.-perche Cipro è nome,ò vota-
bolo greco,che in latino fi dice Venere: & perche ancora effo Re
hauca nome Ciro;volle,che la città, & l’ifola luffe adimandata Ci
prò. Altri vogliono, che tulle nominata l’ifola Cipro davn’albe*
bero cofi detto Cipro, o Ciprino : ilqual volgarmente in greco fi
adimanda ghenna, & li Latini lo dimandano Cipro o Ciprino,* co
me ancho la Sacra Scrittura nella Cantica dice, Cipro, cum nar¬
do,nardus &c. Oue gli Éfpofitori dicono eftei quefto albero, il-
quale vogliono alcuni,che ila il liguftro : ma noi ; & altfihabbi&-
nio il contrario: pèrche non fi ritroua in altri luoghi, che in Ci¬
pro, & in Egitto : & in Cipro rende più filàue odore : Et perciò
San Girolamo da quefto albero fuaiie chiama l’Ifola. Vuaflorés,
cioè; Vua fiorita. & quefto è epitteto, & non nome. Quefto arbo
re è limile nella foglia, come la mortella, Anelli rami,come il po
mo granato, & quafi di quella ftatura. li Tuoi fiori fono minutifsi
mi:,& cofi fpefsijCome il racemo nella Vite,* quando che è fiorita,
& li fiori fono però più bianchetti, & rendonavn’odore foauifsi
mo : Onde e nocino alli vermi, chenafcononelli panni di lana;de
quando fa la femenza , è fimilealli coriandoli, de dell i fiori fi fa
olio: ilqiiaieè quafi fimile al balfamo. Si fa anchora deirvnguen-
tò; ilquale fi ^dimanda vnguento Reale: le foglie feCche, & verdi
bollite nell’acqua, fanno un colore arancino, & li Turchi di quel
colore colorifcòno le vnghie delli piedi,& delle marti:& fèben li
lauano; no va via cofi tolro;ma dura da vinti giorni. Li gentil’huo
mini anchora , & li Turchi colorifcono le code delli loro caualli
bianchi, e le orecchic;& cofi alli cani leurieri. Molti altri epitteti
li Poeti,& li Hiftoriografi dauanoa quefta I fola; corti è Dea facra,
il Furio fo, LTfola fatta a Pamorofa Dea,Ifola delitiofa, Ifola
amorofa, Itola piaceuole,& vltimo amica di Chrifto ; óc di ciò è
l’auttor Leontido nelle vite de’ Padri . Concludendo dunque
li epitteti effere quefti, Ifola facra, delitiofa,Dea, amorofa, pia-
ceuole,Cithcrea,ricca, fertile, Vua fiorita, & amica di Chriftò:&
li nomi fuoi effere quefti Cethin,Ceraftin,Afpellia,Cripton, Co
linia, Ero fa ouer ramofa, Amathufia, Accamantida, Paphia, Sala
minia, Maccaria, & Cipro, cioè Venere •
Del Sito deWlfoU i & de9fuoi confitti •

Vesta Ifola dall’Occidente hà quelli promonto¬


ri! > Quei* capi Accaraante anticamente detto, hora
fi dimanda il capo di San Piftano : dipoi è il capo
Trapano, dcTultimoil capo Zeffirio anticamente
coli detto.; hora fi dimanda il capo Cilidomorouer
Ponta melonta. In quelli tre capi, oucr promontorii rifponde il
mare parte dell’Egi tto, & parte il mare di Panfilia. Da mezo gior
no ha quelli promontorii; dopo il capo Celidonio è il capo anti¬
camente detto Drepano, hora fi adimanda il capo Bianco. Segui
ta poi il capo già detto Prurion,ò Gauata; hora fi adimanda il ca¬
po delle Gatte. Seguita poi il capo delle Grotte, il capo Mafo-
tò, il capo Chitti, la ponta delle Saline, il capo dedades, ouer il
capo Pila, il capo Pedalio, ouer della Grea , dal capo Celidonio
infino al capo delle Gatte rifponde il mare dell’Egitto : dal capo
delle Gatte infino al capo della Grea, rifponde il mare della Pa-
leftina,ouer della Giudea. Dall'Oriente ha dui capi, folo, per¬
che il mare fa à modo di vn circolo & è il capo detto già della
Grea, & il capo già detto di Carpalfo; hora fi adimanda il capo di
Sant*Andrea : & tra quelli dui capi rifponde il mare della Soria*
il capo di Sant’Andrea rifponde nel mare Ificco; hora fi dice il
mare della Lazza. Verfo Tramontana comincia dal capo di Santo
Andrea,& và alla Ponta di Aphrodifio, oucr del calai Acathu , &
poi la ponta ceraunea, & di Lapithò, óc poi feguita il capo Cor-
machiti:& quello mare di Tramontana fi adimandaua il mare del
laCilicia;horafi dice volgarmente in Greco il mare della Cara-
mania ; dal capo de Cormachiti feguita il capo amicamente detto
Calinufa ; h >ra fi dice il capo Aletfandrctta : & tra quelli dui capi
fi adimanda il Golfodi Pendaia; dal capo Alefiandretta andando
nel capo primo, che gin dicemmo,di San Piftano : in mezo di que
fti dui capi, è il Golfo di Grufoccho,ouer della fontana amorofa:
dal capo Cormachiti infino al capo San Piftario è il mare della
Panf Ha; hora fi adimanda il mare della Sattellia. Da quella par¬
te delElfoIa, come ancho dalla parte Occidentale, difeoito dal—
j’Iiola trenta miglia, comincia quel Golfo fpauentofo della Sat-
tahsJ>& dura da trecento miglia; & confina mimo al mare de Rho
do;
do : & quello Golfo già era terrlbilisfimo, & /pauentofo, mafisi»
me in que’ dodici giorni dalla Natiuità di noftro Signore, in fi no
che fi bàttevano le acque : ma dipoi che santa Hclcna madre del
magno Coftantino> laquale gittò in quel Golfo vno delli chiodi
del noftro Signore,quando ritcrnaua da Hicrufalem ; & cofi dal-
i’hora in qua no è coi! terribile come prima, Hora torniamo ncl-
l’Ifola; laquale è più torto lunga,che largha: & la fua larghezza co
tnincia dal capo delle Gatte,& trauerfando per mezo dclli monti*
và diritto al capo Cormachiti,che fanno leghe.2 2. in circa,che fb
ilo miglia.6é. La lunghezza comincia dal capo San Piffano, & và
diritto di capo di Sant*Andrea ; & fono leghe. 7 che fanno mi¬
glia. 120. Il circuito dcirifola altri dicono quanto Cardia; & Si¬
cilia, altri $ ^ o: ma fecondo la verità,& fecondo la carta del naui-
gare, circonda 6so. miglia. Li marinarci quali uoglioro anda¬
re per terra in Coftantinopoli,ouero in Caramania, uanno à Ceri
ncs) & de là-con li Nauiln uanno al capo Cormachiti, & ini {pie¬
gano le loro Velc,& vanno à Candeloro,in Aneniuri,.& altri luo¬
ghi di terra ferma. Il promontorio più propinquo de infoia fi adì
mancia Lcucota-: iiqualé e difeofto dal capo Cormachiti da 8o.mi
glia. Li altri marinarijquali vogliono andare in Antiochia,in Da*
mafeo ; & in Tarfo ; lì partono da Famagorta, & vanno al capo
Santo Andrea, & di là fpiegano le loro Vele & vanno: & da alle¬
rto luogo parimente infino alla terra ferma della Scria fono mi¬
glia do. in circa : onde tutta quella portiera del capo di santo An¬
drea infi no al capo de* Cormachiti il maree ftrettisfimod’ogni
parte di miglia 80. in circa,& più,& meno ; a talché da quella par
tc fi vede la Turchia, cioc li monti di effe, & la notte ii fuochi. Li
marinari; iquali poi vogliono andare a Tripoli, à TirojiBarnto,
fi partono da Fàmagofta, de da Salines , òc vanno al. capo della
Crea , & di là fpiegano le vele,& vanno in tutti que* luoghi;qua-
li fono difeorti dalT/fola ico. miglia,& piu & meno: Et quelli;
liquali vanno nella Giudea, come li Pellegrini continuamente;
vanno à Limifsò, & di qui vanno al capo delle Gatte, quale c di¬
feofto r o. miglia ; & indi fpiegano le loro vele, de vanno al porto
del Zaffo ; ilqualc anticamente fi adimandaua la città di loppe: la
quale è di (colla dal capo delle Gatte miglia 1 $ o. in circa : di dal
Zafi o dipoi fi và per terra da 40. miglia; Scimela città Santa di
Hie-
Hienifalem. Li marinari, 8e mercatanti,che vogliono andare in
Egitto; vanno à Paffo,Se di là al capo Celidonie : onde {piegano
le vele,& vanno in Damiajta à Vrullus, Se in Aleffandria : lacuale
e diftofta dal capo Celidonio miglia 500, Altri-dicono 400. de
altri in altro modo: ma la verità è quella,che tanto è difeofta Alef
fandria da Cipro, quanto da Candia 5 de tanto Cangia da Cipro ;
perche tutte tre flanno come vn triangolo ,Cipro,Gandia,Se Alef
fandria» Quelli; liquali vogliono andare à Rhodi, communemen
te vano al capo San Pillano, altri però al capo Aleffandretta,ouer
dal capo Cormachiti; Se di li vanno à Rhodi,à caftel Ruro,à Lin«
to,Se ancho à Coftantinopoli, volendo, andar per mare .L’Ifbla è
difeofta da Venetia 2ooo.miglia,Se altri aggiungono ancho 200.
che fanno 2200. Seda Coftantinopoli per mare è difeofta mille
miglia. Queftalfolahà poi due parti de’monti; vna parte co¬
mincia dal capo Cormachiti, Se và diritto come vna filza infimo al
capo di santo Andrea : liquali monti uerfo Tramontana, per tutta
quella coftiera fono à lato alla marina da vna lega, Se in altri luo¬
ghi meza lega : quale è pianiira, de la marina è quafi fpiaggiada
per tutto. L’altra parte dell! monti comincia da Solia città antica
difeofta da Cormachiti 6. leghe in circa : Se vanno esfi monti per
mezo delFIfola infino al monte della Croce : ilqual monte rifpon
de ai capo Mafotto, Se li monti vengono lì vicino, Se vanno à ma¬
rina per infino à Baffo: Se poi voltano dall’altra parte, Se vanno à
marina à marina per infino à Solia. In mezo de quefti monti è il
monte Olimpo: ilquale in greco fi adimanda Trohodos ; ilquale
è altifsimo; Se come fi ha falito alcuni monti,come fi è al piede di
effo; Se ancho è dibifogno falire vna lega buona, che fono miglia
3. Se quando fi e giunto alla cima, fi difeopre quafi il mare intor¬
no delPIfola ; eccetto che da Carpaflo, che non fi pò bene cono-
feer la terrà: però fi vede bene il mare. Vedefi anchora li mon¬
ti di Cilicia, Se quando è chiaro nello fpuntare del Sole, fi vede
anchora li monti della Sona. Quello monte è pieno di alberi di
ogni forte; Se ha una pianura grande in cima. Il piede del monte
circonda 18. leghe, che fanno miglia 54 .Se ad ogni lega è pofto
vn monafterio de’ Calloiri,ouer Monaci di San Balìlio:quali Mo
nafterii fono pieni d’ogni frutto,Se di fontane in abondanza : on¬
de quefti, Se altroché fi riamano nelflfola, fono li follazzi delli
Cipriotti
Cipriotti al tempo della eftadc. Fraquefti monti in alcuni luo*
ghi fono affai pianure , mafsime ad Omodos, in Accamante , & à
Trapano; & appreffo alia marina parimente, da ima lega, più, 8c
meno. Fraquefti monti, & quelli dell'altra parte, in mezo è viu
pianura larga, & fpatiofa,& fruttifera di biade affai : quale fi adi¬
manda in greco Mdiaria : & è lunga, cominciando dal capo della
Grca, & trauerfando per infìno appreffo al capo Cormachiti, le¬
ghe 2 6. che fanno 78. miglia; & e larga io leghe, & più me¬
no, che fanno miglia ;c. in circa : & in mezo di quefta pianura è
la Città Regale di Nicofia. laquale è in luogo ameno,& di fonta¬
ne & di giardini, & di acrazi. Ha poi tutta l’Ifola affai torrenti
grandi, & li fiumicelli,& fonti : quali li adoperano ncll’adacqua-
re li bombaci, & li zucchari. In cima del monte Olimpo è vna
Chicfadi San Michele, &lìdi fuora è un falfo grande limile a
quelli, che fi ritrouano nelli torrenti : & intorno intorno à quel
monte alto vna lega per infino al piede non fi ritroua vn’altro li¬
mile :& li Greci villani dicono una fauoIa,chc quella pietra è
quando che l’arca di Noe riposò di fopra : & quefta è grande,per
che quattro huomini apcna la poffóno eleuare da terra : & quan¬
do che ncll’lfola fta affai à piouer ; uanno tutti quelli Cafali vici¬
ni del monte in processone in cima di quelfalto monte, & con
certi legni lcuano in alto quel Tuffo,& Tempre cantando: & co fi fi¬
nito, dicono,che non pafla molto,che pioue , & affai : laqual co fa
io giudico effere fuperftitione : però laffo il giudicio à chi ne hà
cura • Ii’ìfok poi non hà porti, faluo clic vno à F&magofta. N’ha
ueabene anticamente,& affai : ma per la negliger ti a li lafciarno
guaftardal mare: & doue erano quelli; diremo quando ragiona-
remo delle Città. Intorno intorno poi alFlfoIa quafi da per tut¬
to fono fpiaggie, & in alcuni luoghi foro quali come porti, co¬
me di fuori di Famagofta, àSalincs , àLimifsò, à Pafto,àGru-
focco , de à Gerincs, che vanno le Naui groffe à dimorare in quel
JLIuoghi* L’aere di Cipro communcmente è mediocre Stem¬
perato : e in pnrticulare in alcuni luoghi èk uono,& f no ; & in al¬
tri è cattalo .11 paefe è calidifsimo, che al tempo del Luglio alla
campagna apcna può il villano lauorare. Freddo fa poco, & di
raro ; anzi rarisfmo fi vede lancile nella pianura : & fe pur alcu¬
na vòlta viene la notte, fia alta quanto fi voglia, r.cn arriua il me-
zo giorno, die tutta è fpedita : fopra delli monti,masfinrre al mon.
te Olimpo, viene ogni anno : delle pioggie poi aliai ali’inuerno:
ma circa il principio del mele di Giugno, & Luglio, & quali nel
fin di Agoftononpiouc,nemeno li vede vna nuuola neH’aerc per
miracolo : che fé in quei tempi piouelfe,mafsime al Luglio , par*
rebbe il miracolo del Profeta, che narra la Sacra Scrittura,che af
tempo della eftatc ha piouuto & tonato : rofata r»e cafca poco, ò
niente ,* anzi fi va col capo difeoperto, ouer con vna fimplice be-
retta per tutta quanta la notte,& l’aere, ne la rofata vi noce nien¬
te: e tutti dormono nelle città con le fineftre aperte d’ogni parte,
& molti fopra li tetti alle ferracci, & non li noce niente : & fe be¬
ne dicono alcuni l’aere di Cipro è cattiiio(rifpondo)che,chi fa di.
Lordinene.lheucrequelli vini gagliardi,'epoteri, fenza tèperarli
& bène,&;che magianor<teili fru tti affai,& che al tepo della diate
non fi guardano dal Sole eccefsiuo, & fanno poi delle altre cofe
nella eftate fuori di mifura, à quelli tali veramente l’acre è catti¬
no: ma chi fi regola, mafsime per alcuni giorni per. in fino, che pi
glia l’aere dei luogo, non è cattino. Non voglio dir, che à Fama-
goffa non fia vn poco moiefto l’aere ,& à Paffo, come diremo
ne Ili fuoi IuoghùEt voltdo vedere fe; vi è buon’aere; fi vede, chet
gli Huomini,& mafsime le Pone in quelli luoghi viuono afsaj,&
fi tronano molti in Nicofia,che -pattano li cento anni; anzi di più,
de nominare due ò tre, che io ho conofcito.La Monaca di Nores;
ie Santa Chiara, ville anni 120.il Falconiere del Palol ancho elfo,
tati anni in circa : il Vefcouo greco di Limiffo : il Fianchi hauea
20 anni quando era falconiere del Re Giacomo baffardo; il R.e èf
morto nel 147 3 * & qucito Vefcouo è morto già 1. anni : & tìnto
ciò il sécche elfo me l’hà narrato:Dipoi lì trouano affai Donne,
che hanno veduto la quarta generatione, come la Caffrifgena, &
la madre del mio padre Ifabclla. Giudicafi adunque come l’aere
di Ciproàchifi sì gouernarenon è cattino. In cima del monte
OHmpo era vn tempio di Venere aerea : al qua! e non potè ano le
Donne approfsimaruifi, ne vederlo; & bora è fatto Chiefa di Sm
MichaeFiirchangeio •
Quali foffero le Citta antiche dell'Ifola di Cipro> da chi
edificate, & quali ueftigij ue ne fiano rimafti .

El l* Ifola anticamente erano molte Città , & terre


grolle: delle quali alcune fono totalmente minate,
che non fi vede vestigio delle, dalli terremoti,
dalle guerre grauifsimc : altre fono fatte Calali,
altre tengono anchora il nome; quali tutte infic¬
ine fono quelle.
Paffbs Vecchia,PafFos Noua,Citherea, Arfenoe,Curias,Curi,
Cromio,Ncayoleos Amathus,Marium, Chiteò,Troni,Extrema,
alia Arfenoe, Salamina, Carpalm, Clides, Elea, A&a Argiuo-
rum, Aphrodifium, Agidus, Maccaria, Ceraunia,Lapithus, Cor
mia, Solia, alia Arfenoc, Calinufa, Accamantida, Terra, Boofif-
ra, Ierocepia, Tamafus, Tremitus , Leucoton, Chitri, Idalium,
Cinaria, alia Arfenoe, Golgi, Liminea, Palea, Epidarum, Cori-
neum, Amiando.
PafFo Vecchia fìi edificata dal Dio PafFo , Tanno del mondo
378o.incirca,auandTauuenimento delnollroSignore 1495.ia
circa 7 & fu edificata prefFo alla marina, prclFo al capo Cilidonio
Verfb mezo giorno, & in quelli tempi era Città Regale : perche
li Dei come Re di Cipro faceano la loro refidentia ih quella Cit
taionde pofeia fìi dedicata alla Dea Venere,come dicono li Poe¬
ti; EflAmathus,eflcelfamihi Paphos. item eli: Paphos Idalium-
que libi, onde haueano edificato il tempio della Dea Vcncreatel
quale fi facea adorare in vita,& dapoi la morte affai anni. In quella
Città anchora hauea vn bellifsimo giardino ; acquale ccnccrrea-
no gli huomini ,& donne del mondo à dilettarli con la Dea ; Si da
qui c uenuto, che gli altri huomini del mondo ufauano di fabri-
carc anchora efsi giardini. In quello giardino ameno , efiendo ab
fente la Dea Venere, le altre Deeprefero il fanciullo della Dea
Venere Cupido, oucr il Dio d'amor; & per elFere coli bello, gra
tiofo, & amorofo, gli legarono vna benda à gli occhi, & poi lo
pofero nclTalbero della mortella crocififio, di lo tirannizauano ;
onde elFendo venuta la madre ; lo liberò, & da qui viene, che la
mortella c dedicata al Dio d’amore. Il tempio è totalmente roui-
nato infime con la Città dalli terremoti gl andi, che Faceano in
fi a
quella Citta, che i pena fi vede Vnpoco divéiljgto. Ià’qtfefta CJt
ta era vno ftagno dclle acque marine, de quali 'tome vn porto :
ilquale in fucceifo di tempo Ri minato dalla marina, & poi rima*
fero alcuni ridurti, de entra in quelli 1 acqua delle pioggie : quali
moredo fi corròpono al tempo della citate ,&generano uno aere
cattiuo,& moiefto alli circon ilici ni; che veramente, come dice il
Furiofo, la natura ha fatto torto a quella Xublime Dea . Et que¬
lla città, mentre che era in ordine, produ.ceua huomini,& donne
belliffimi de illuftri, quali li chiamauano Dei & Dee
Paffos Noua : quella fu edificata dopoi, che fìi deilruttaTroia
in quelli tempi medefirni da Agapenore Prefetto dell’armata di
A.gamenone Redi Micene: ilquale la edificò in memoria della
Vecchia, & gli impofe il proprio nome, & ini regnòicfiò ce>n,di
-Tuoi defeendenti: & quella è vna delle noue città Regali,.contem
poraneeal tempo delli noue Re: & Tempre rimale città infino ai
prefente giorno : quella hauea prima un porto beilisfimodalla na
tura fatto,-ma il mare poi lo guadò sperò ìi vcdeanchora come gii
era, & inhonore della Dea Venere, & de gli ài tri Dei furono edi
ficati molti tempii & belli; & quello della Dea Venere effondo an
chora in piedi, quando che San Bamabi Apoflolo ritornòia fec6
da volta nella patria fua, de elfendo venuto in quella città, Se ven¬
dendo gli huomini de donne nude, che facrificauano à Venere, di
fprezzò quel rito maluagio,& fece oratione, de fubito cadde1 ter
ra : de di effo non fi vede più velligio, ne ancho gli altri tempii,
Qu ella città nella marina anticamere hojuea dui callelli,&forti,&
masfime erano piu fortificati al tempo delli Re Lufignanbmà poi
che li Signori Venetianihcbbeno lTfòIa, temendo qualche tradi
mento; li hanno minati : però fi potrebbe di nouo fortificare.Ve
ro è che vi andarebbe della fpefa, & affai. La città ha cattino aere
per quelle acque, che gi à dicemmo di Paffo Vecchia: onde il Ca¬
pitano , & il Vefeouo Latino, de il Greco fanno refidentia in un
Cafale detto Ctima appreffo una lega,con molti cittadini,per ef-
fere elfo Cafale in vn luoco eminente,& di bon’aere:però la chie
fa Cadiedraie è nella città, nellaquale è vna Imagine itiolto mira-
colofa, de dicono effer di quelle, che dipinfe San Luca. In quella
Città è vna bella piazza, con vna fonte bella ; de d’elfa fono affiti
molti huomini illuflri «
Githerea
7
Cìtherea èraCittà anticà: Hquale e di&ofta da Paffo Nòna due
leghe, & è alla marina,uerfo mezo giorno * Venere tu condotta
in quella dalla città di Aphrcdifia, & qui poi fu nutrita : onde da
qui effa Venere hebbenomc Citherea,come diceHefiodo,ab op
pido Vcnus appellata Cithcrea,& anchora i’liòla fu coli dettalo
me habbiamo detto:& di quella città dice Valerio, Idalium furto
fubit, aut dileda Cithera. & Virgilio, Hunc ego fopitum forn¬
aio fuper alta Cythera. Quella bora li domanda il Cafule Corju-
• dia ; ilquale è delli primi di Cipro,de abondante de bombaci, &
de zucchari, per le acque alfai , che elfa haue : & fi vede anchora
per molti veftigi elfere fiata vna bcilisfimaxitt;?, & fi ritrouano
molte anticaglie,& cofcpreciofe nelle fepolturc di esfi antichirle
quali fepolture fono fatte à modo di camere lotto-terra ; & non è
da quattro anni, ouer lèi*, che hanno trouato vn Re qua fi intiero:
& infra le altre cole trouorono vn carbonchio de vn Liocorno tut
10 intero, de fccco, con il corno : ilquale per effer cofi rinchiufo
. tanto tempo, li giiallò, di lì ruppe il corno: di io n’hébbi vn pez¬
zetto i di il villano che ritrouò quelle cole, per la ignoranza fua,
; perde affai,&fù ingannato. Di quelle fepolturc fi ritrouano an¬
chora in Amathus,in Sallamina,in Paffo,& molti altri luoghi;& lì
iritrouanó di belli vafidi terra, de’ piatti, faldelle lauofate;ancI-
11 d’oro, &argento, pendenti delle orecchie, manigli nelle mani,
Se piedi,& altre cofe. Et quandoché io era à Limifso, ritrouorno
in vna fepoltura già aperta fecrctamentc , quello che non fi feri¬
ne ; òi ancho yn uq/b bello grandetto di porfido : il piede andaua
; à vite-fatto : & quaodcl me ttctii dentro: vna candela, Iucca fi bene,
che paréa una lanterna, & l’hebbe Giulio, abodochatarp Capita-
neo de Limifio, & continuamente 11 rimo u a qualche cofa chi vi
<erca » ,
Arfenoe è apprclfo alla marina, di feofio da Ciiherea quattro le
ghc : hora è cafale ; ilquale fi domanda Afdimu ; & quella antica
mente hauea anchora vna (piaggia, accomodata per le nani, co¬
me anchora è al pre lente : ma non coll come prima* Hauea anello
*a il bofeo, perche era confueto anticamente haucrc un bofch.et-
to nella città . Quella lafabricò Ptolomeo Fihdclfo inhonor di
fuaforella.
Curias era città anticamente & Regale, temporanea delle aU
tre
tre, al tempo delli noue Re : & quella c appreflo alla marina, d£-
feofto da Arfenoe tre leghe. Fu edificata da gli Argiui .quando re
gnauano in Cipro, auanti chefuffe fabricata PafFo uecchia, circa
gli anni del mondo 3600. auanti l’auuenimento di Chrifo 15 95.
& auanti che rufie edificata PafFo Vecchia, anni loo.in circa. L’ul
timo Re di quella città era Stanfarone, compagno di guerra di
Aleffmdro Magno, come dice Papa Pio fecondo, & altri autto-
ri. Non fi dimanda più Curias: ma il Cafale Pifcopio:iIqual òde*
primi di Cipro. Fa più di mille fuochi,& è abondante d’ogni co¬
la, & particularmente di bombacc, & di zuccaro. Hà anchora un
caftello, ilquale è forte per vna batteria di mano : ma hora den¬
tro ri tengono li bombaci, & li zuccari. Hà oltra di ciò delle ac¬
que affai, correnti, & è pieno de’ giardini, di limoni,aranci,& di
altri,& appare veramente edere vn cafale ameno,& non folamen
te queflo; maanchora le fopradette città,&particolarmente Ci-
therea, & PafFo,che hanno piene quelle colline di limoni, aranci,
cedri,& mirti,& altri odoriferi arbufcelli,che rendeno(come di¬
ce FAriòftó ) alli marinari viandanti vna foauità amena!, che par
che veramente fiano città, & luoghi dedicati alla Venere Dea del
la bellezza, e de i piaceri.
Curi è vna città antica polla in mezo del capo delle Gatte,vici¬
no alla marina quali d’ogni parte meza lega: & è difcolla da Pifco
pia, ouer Curias due leghe & meza.- Da Tramontana hà vn lago
delle acque della marina, quali entrano dentro , & generano vna
grandifsima quantità di pefce:&fi apaltano ogni anno predo dui
india ducati , & circonda tre leghe: ilquale da Tramontana hà il
terreno dellTfola dall’oriente e il mare, con poco di terreno tra
mero del lago, & dellamarina.Cofi medefimamente ucrlb l’Oc¬
cidente. Verfo mezo giorno hà il terreno di quello capo delle
“Gatte; ilquale circonda tre leghe,& quafi da per tutto ; alla mari¬
na è vn precipito fuori li appreffo d’ogni parte del lago : a talché
fi potrebbe fare vna città fortifsima, & il lago farlo vn porto. Ve
ro è che vi andarebbe della fpefa ; perche fi ritr011 ano alcuni luo¬
ghi d’effo lago di fafsi vini. Quella terreno hà cattiue acque che
fono falmaflrc; & l’aere è buono: perche ha intorno la marina.Fù
chiamato quello, capo delle Gatte: perche nelli tempi,che eraiiò
venuti da Goflantinopoli li Duchi, come gouernatori, mandati
8
dalli Imperatori, & masfime il primo al tempo del Magno Co¬
lonnino, effondo fiata l’Ifola }o. anni, che no v’era piouuto,quali
era dishabitata : onde multiplicorno li ferpenti, quali in greco fi
adimàndano Cuffi, & penfo che fiano Afpidi fordidiquali ad vna
Junatione fono fordi,ad vn’altra fono cicchi : & quando fono far¬
di; non fono ciechi:& quando fono ciechi.mon fono fordi,& fono
vencnofi,& hanno vna tella grande,& il corpo non ha osfi: & qua.
do piglia vn’agncllo, ò vn capretto, lo manda cofi intiero nella
pancia à poco à poco: & dipoi va ad vn’albcro, Se fi ftorze di qua
& di là,infin tanto che fiano fracaffati gli osfi dell’animale già
mangiato: & quando more, odora come mufehio. Qua fi vn’al-
tro ferpente lì ritroua, limile à quello ; ma elfo ha li corni,& pcn
fo, che gli habbia d’oslì, & magna Se elfo cofi intiero l’agnello,
oucr capretto: & fi adimanda Ccraftin. Di quello li ritroua alcu¬
na volta anchora, ma di raro. Et vn’Arciprete di Hicromafoia mi
dillehauerne elfo amazzato vnq; Se vedutone anchora de gli altri:
ma li ferpenti Cuflì li ritrouano per l’Ifola, & fpelfo : Se in quelli
tempi erano già generati aliai : onde volendo il DucaCallocero
cfterminarli, perche abondauano affai in quello capo per effere
Vii bofehetto; melfe più di mille gatti in San Nicolò detto in gre¬
co de’ Acrotiri: ilquale è monafterio de monaci di San Bafilió:&
effo è patrone di tutto quello territorio. Il Ducahaucndoui polli
li gatti ; li fece anchora la fua prouifione, acciochc non marginile
ro fempre cofe venenofc,& che fu.lfero eftirpati: onde mattina Se
fera erano auezzati al fuono della campana,Se tutticorreano,& ha
ucano apparecchiato in certe alle di legno larghe,& in mezo era¬
no coricàùi à modo delle fcudelle,& di dentro li metteuano le mi
nellre; accioche fulforo tutte accommodate: dipoi il redo del tò¬
po andauano alla caccia de’ ferpenti ; Se cofi gli hanno eliirpati
quali tutti : però quel Monafterio anchora tiene vna vintina de*
gatti: & per quefto quel capofù adimandato il capo delle gatte •
Hor la città al tempo di esfi Duchi era anchora in piedi. Se era.
fatto Càfalc>& fi adimandaua San Giouannùma hoggi c totalmen¬
te deftrutto, che apcna fe ne veggono li vefìigii. Si ritrouano. be
ne alcune colonne fottoterra, Se dimoftrano elfere flati belli cdi—
fìcii. In quefto capo la Signoria di Vencria fonica determinato
di fare vna fortczza,&transitare quufi tutti li Nobili di Nicofìa
per
perhabharta: ma vedendo,che non Iiauea delle acque; lalafcior-
no. Ma fé fulfe fatta; non fi potrebbe mai prcnderla5eccetto clic
per tradimento : perche ha intorno il mare, come babbiamo det¬
tò di fopra. Fu edificata quella città da Curio figliuolo del Dio
Cinara>& fratello del Dio Adone marito di Venere #
Ncapoleos è vna città modcrna,cofi detta in greco, che in lati
no uol dire Città Noua:& quella fu fatta citta dipoi, che il Re de
Inghilterra Riccardo defirulfe la Città di Àmathus: & l’hanno
edificata li primi Re Lufignani : & fu adimandata Nemofia : per¬
che prima era un bofeo ; dipoi fii adimandata Limifl'ò, come ai
prefente fi adimàda; efù coli adimàdata da esfi Lufignaniperche
nella prouincia di Puitcfo ouc esfi fo no difeefi, fono alcuni luo¬
ghi coli detti ; & è anchora città al prefentc:& fortificandola : fu-:
rono fabricate molte chiele & di Latini, & di Greci : & oltraia-
cathcdralc Latina, erano la chiefa delli cauallieri del tempio, &
vn’altra delli Cauallieri deirhofpitale di S.Giouanni, il capo San
to, quattro Monallerij de mendicanti, di San Domenico , di San
Francefco, di Santo Augullino, & Carmini ; & li Monaci greci »
& Latini. Ma quella città al tempo del Re Giano, circa Tanno del
nollro Signore 1400. in circa, fu deftrutta totalmente; & tutte le
chiefe greche, & Latine dal Soldano del Cairo, oucr dal f io efier
cito: & non f damente dellrulfero quella ; ma anchora molti altri
luoghi come diremo al luogo fio. Hebbe vn’altro naufragio per
auanti dal fecondo Federico Imperatore, & nel tempo del Re
Henrico primo di Cipro. Fu edificata dopo la defruttione de i
Sarraceni coli mifcrabilmente, come al prefente fi vedc,& realfet
torno la chiefa cathcdralc ; & le altre per la negligentia di chi toc
cana lafciorno andare in perditione. Però fi vede il luogo, ouc
erano le predette chiefe, de Monallerij: & delli terreni li Mendi-
dicanti di Nicofia tirano li affitti loro.Hauea anchora vn caftello,
il quale già ’o. anni li Turchi Thanno prefo, perche non era pro¬
lùdo di niente: onde efiendo fatta la pace, la Signoria di Venctià
lo minò in vna parte; però fi potrebbe di nouo ridurlo : &già la
Signoria hauea determinato, dopoi che fuffe^fornita Nicofia»
di fortificare quella città per faluarè il refi:o delle anime dellTfo
la; de perche anchora c in vn bellifsimo lìto bonifsimo aere,le ac¬
que delicate > de non è nilfun terreno di altura vicino, & perche
anchora
-ancliora a vnà (piaggia grande nauàle,&lì appreflb à S*n Gior¬
gio ; fi protrebbe far’un Porto,& facile. Vero è, che v’andarebbe
ipefa aifai ma^.o 4.naui,che fi haueffeno gittate i marejfi haueria
predò (©disfatto il redo ; oneramente aprir il lago come già di¬
cemmo :;ilqiiàle è difeofto due leghe. Nel preferite milklìmo li
Turchi hanno abbruciata, & minata la predetta Città.
Amathus eli vna città antica edificata auanti, che fuflero verni
ti li Dei ii;eUTlbla:& quella è vna delle quattro città dedicate ài*
laDea;Venere , come dice il Poeta Virgilio. Ed Amathus, ed
cella mihi Paphos,atque Cithera Idaliumq,-nemus : & fii edifica¬
ta dalli Afsirij, quando era foggetta alla Monarchia:delli Alsirii:
la-qual ceffo; di regnare in Cipro al tempo del Re Amafisdi E-
gittóilqualeeifo foggiogòTlfola circa li anni dei mondo ^185#
in circa,-quando che Iofcph Patriarca era in Egitto : '& coli per
alianti la città fu edificata,* & la chiamorno in lingua fo riaria Ama
thus vdàlie acque callide : percioche dentro nelle mura fui era
vna fonte callida, come dice Egifippo de Eccidio Hierofolomita
ho . Quella dttà;è ricca di metalli, cioè delle minere: & pero li
Poeti la chiamano pregna di'metalli; Gnidio Amarhtis fecunda
ihetàllis. item ykinathus gracida metalli* •Quella città'tra alla
ifttófta, fs ò nona due léghe : & in greco & dimanda
Limifsó Vecchia, &hauea vn bellifsimo Porto : delqualc anchò
ra fi vede veftigio di elfo : hauea anch'ora vn caftcllo dentro della
rftarina^delquale fi vede ancho ravn pezzo del muro groffo,con ai
cuni edifiCii diftrutti nella Città , ch’era edificata (opra là collina^
laquaìeintorno intorno^ precipiti© fuoriycheverfo la marina',
^tiuifi veggono molte anticaglie,^ in particulare vnà colorinarla
qriale èànchora in piedi ; &;la dimandano 1* Agucchra : & poi dui1
vafi di pietra viuaadknandati pittori, qua li tengono dà 80 jdaia
di fermento dentro: & dalle inficine fi vede, che erano cofe Ro-
marie.Queda città hà produtti huomini illullri malsimc Vefcoui,
còme diremo : & la éhiefa cathedrale èanchora in piedi. Fu fatta
città-'Regale-al tempo dclli 9. Re ; al tempo dei Re Ciro di Per-
fi: era il Re Onclfictó ; ilqualc diede da fare aliai olii Pèrla intor-*
no'àSakmihà VAl tèmpo dipoi delli Duchi, era città Ducalcrper
che iui faceano ordinariamente larefidentia: & l’vltinvc, che iii,
era Ifaac : ilquale per le fue infokmie fece, che il Ré Riccardo di.
C
Angltanrinaffir tutta quanta la citta : Se qiiefta fii Dii urna fità. di-
ftruttione: impercioche non fu poi più edificata » Haucagiàil
tempio di Venere, & d'altri Dei.
Gromio era anticamente vna Terra grofia, predo alla città di
Curi nel capo delle Gatte , difeofio dalla citta meza lega, pie flp
alia cima del capo verfo Occidente. Hora non fe ne vede piu ve-
lHgio;& fu deftrutta quando fù definìtta anefiora la citta di Curi;
nella qual terra conduceuano tutti quelli, che nefilfola fiaueano
ardimento di toccare il tempio, ò l’altare del Dio Apolline: & da
quello capo, ouer promontorio li giteauano nel mare: ilqual luo¬
go è come vn precipitio.
Marium era vna città antica, come dice Plinio;, laquaie* hora è
Vn ca fiale ad iman dato in greco, Marinjilquaie è di fico fio dà Ama-
tfius,ouer Limifsò vecchia, quattróllegfie;& è dificbfto dalla mari
na vna lega in circa. In quello luogo di mare fonta Helena^ ritor¬
nando daHierufalcm, & venendo in Cipro ; difmpntò,pdmicra%
mente, Se andò di fiotto alla cittàMarin, ò Marium à ri polare in
Vn Monafierio di San Giorgio: Se però quel luogofu chiamato ir|
greco Vafiilopotamo,cioè il FiumeImperjalcperche anchonj'
la Chiefa è appreflb àquelfiume; ilqual e è vno dclli quattro prin
cipali deUTfok. Efiendo la Regina^oiier Imperatrice in fq^e fio?
luogo,vna notte fi attaccò il fuoco, quali pei* miracolo,nel bofeoi/
perche tutti quelli luoghi erano pieni di bofehi : onde la Regina,
tiifuegliadofi andò à Far la fua oratione alia • fanti fisima .croce, ch$<
portaua da Hierufalemc con gli Chiodi, :àl filo figlinolo Coftan-^
tino: & non rhauendo ri-trottato ; li deliberò di andare, ouc il fuo
co ardeua : ilquale cefsò infra .terra di (Co fio da quello luogo vna-
lega; & iui ritrouò il fantifsimo legno : ondeclfii Imperatrice edi
fico vnachiefietta in quel luogo;& vi pofe di quel legno .Santo vn
pezzetto: ilqual poi in fiuccefio di tempo fù trafporrato in diiicrle
parti deiri fola * & quel luogo fi adimanda fiora, il cafal Toghni,
iantaHelena pofie anefiora in alcuni luoghi dclli fola dell’altro
legno, & maxime nel monte , che fiora fi chiama, il monte della
Croce; nel quale in cima fiauea vn TempÌ9 ; doue fiabitaiìanoli
dianoli : Se poi che vi fùpofio il preciofo legno , per la diuotip^
ne, & per ii miracoli è fatto tempio di Dio, & di Angeli. Nel ca¬
fal Leicara,nella Chiefa cathedrale de’Grcci fe ne ritrosa dui pe*
zi) ogni vn dì quelli largo quattro dita, & alto otto : dicono effe-
re del legno della Croce del buon ladrone : ma i preti dicono ef-
fer di quello fcabclio, che il noflro Signore haueua fotto alli pie¬
di, quando era nella Croce: neiquale poiana li piedK Sia hora di
qual frvoglia, tutra L’ifola l’hà in grande diuotione , & e mira-
colofo.
v CHitheon era città primieramente cdificataauanti d'ogni al¬
tra, & fù edificata dal primoha-bitatorc dell’Ifola, cioè da Ccthin
pronepOte di Noe: Ilche teftificano li fiacri cfpofitori, Girola¬
mo, la Gioia ordinaria/Se altri fiopra al 23. capitolo di lfiaia,&
al ficcódo di Gieremia. Quella città è polla alla marina, dificofto
dalla città di Marium cinque leghe,& è verfio mezo giorno; & ha
uea già vn Porto bello, & ferrato, come dice Strabene : ilquale
hora è diftrutto affatto; & fi vede bene il veftigio. Quella era cit¬
tà Regale anticamente, & anchora al tempo delli none Re con¬
temporanei, &Tvltimo Re fece vnprefientc della fiua Ipadaal Ma
gno A.lefiàndrò : con laqualc, dice Plutarco, li cinfc , & vinfic Da
rio, fece Monarcha. Hora la predetta città fi chiamai! calale
Chiti : ilquale è grande c pieno di giardini, & d’ogni frutto , &
quello fu feudo di thiarionc,ouer G ariu Lufiugnano.-delquale fu
prillato dall’ultimo Re baftardo,& dipoi fù venduto dalla Signo¬
ria c&Ycnetid àìli Podochatari. Quella città lopradetta hebbe
‘molti ho mi rii illullri, come Zenone lloico, auttor della fetta fidi¬
ci, Apollonio medico, de altri. Dificofto da tifa vna lega alla ma¬
rina, è vn lago grande : ilquale circonda da tre leghe in circa, de
l'acqua dei mare non entra dentro,-ma fole le pioggi e: & poi fono
'alcune fontane falmaflre dentro ; & al tempo dcil’inucrno è tutto
acqua: da mczo Giugno comincia à congelarli, per la gran ve fie¬
ni cntfà dei Sole; & al tempo ,ouer quali ai lindi mezo Agoflofi
5 vede quel lago, che par che fi a agghiacciato tutto d’unpu2o;&è
groffo uri palmo, cmezo; &il redo di fiotto acqua . Entrano p< i
li Villani in quel tempo , de con le zappe, & picconi r aliano beili
pczii intieri.che par,che fiano marmi-: & tutto quei fiale.lo metto-
^ nò fuori del lago,& fanno beili mont’;& fieno di quelli, liquali fio
no molti anniionde perii venti,quali portano la poliurc,& perle
proggic nafeerio l’herbe di fiopra, & non par che fiano monti di
ftìlè: di conlcnaui poi lo ‘conducono in Vcnetia; & conducono
C 2
anchora alti*! nauilii » Lafcio-confi derare la ualujta dì quello fra*
tiferò-teforo ogni anno quanta uale. Difcòlto da queftplago vna
lega èia {piaggia bella,R accomodata delle naui,& de’ nauilii, de
d’altri vagelli ;■& li domandaSalines onde tutteAe mercantie del
Fifola,& di Y enetia.,& c^iU £oria vegonp, miqu^ìlp luogo.; Y ano
anchora alla citta di Limifsò, & di PafFo ; de quali ogni anno vano
tra lanuidadi Marzo,& di Settebre 2p*naue Yenetianejftnza^l’al
tre foreffiere,& de* naui!ii$j& le natf e Veneti ane; alcune portano
di nolo>ouer conduttura delle robbey che) cond.Lrcpnp.^da- Cipr^
in Venetia; chi 12. chi io,3eda piu minima 7. milia ducati à talf
che elfendo ao.naue portano 200. milia ducati di.nolo^oiier por¬
tatura . Confiderafi bora larobba quanto vaLe, de cqri,fiderafi an.-
chora li altri nauilii, de ngue pepqueftq rifpetto incza ì^ga dal
la marina e vn Cafale grande., che, veramente è vna terra, grolla,
per rifpetto dclli mcrcadanti, de delle mercantie: de però mandar
no vn Capitano Vene.tiano gemilhuòmo : ilquale ogni due anni
fi muta. £t già la Signoria determinò di dare vn'altro Cafale al
Sincritìco,de quello tarlo terra libera,& nobilitarla. Ynafi>la co-
fagli manca ; che Tacque file fono film altre : ma le acque d<plla
citta,ò cafale Chiù fonobonisfime,&frefche.C^uipipffo à que
fta città erano giaafiaibofchi, &dilepeuQli. . ; ;y .
Troni era città anticamente ; laquale era tra il cafi^q-Pila y.&
fanta Nàpa : de guardaua TOccidente per rilpetto scheda tfrra|a
a modo di arco : de di quella città non habbiàmo, altra memoria
dalli Auttori, faluo chefììcittà.
Extrema era una terra in cima ,ò vicino al capo della Crea : de
di quella parimente non habbiamo alcuna memoria : horaèvnrca
faletto picciolo. . ' ;;
Arfenoe . Quella e la città di Famagqfia al pjrefe^e, ,• laquale
cominciò a fabricarla Tolomeo Filadelfo in'naemoriadellafua
forella coll nominata:& non folamente quella; ma anchora edifi¬
cò, ò rillaurò altre 3. de le chiamò tutte 4. Arfenoe: vna e il cafal
Afdimu ; la feconda è Famagolla : la terza è il cafal Lefca: laquar
ti è il cafal Arzos. Quella adunque Famagollahebbe nome in tal
modo; Al tempo delli Romani, dicono alcuni, che fii chiamata
in grecò, Amochulla, che voi dire in Latino hafcolla nelTaren^, :
perche è tutta arena difuori: ma corrotto il vocabolo, dicpno Fa-
magofta;
ir
magpfta ; ..lagnale andana amplificaadofi p cr Ia.defhuttìp<nc di Sa
lamina. InFamagofta era il porto beilo , & ferrato ; nelqi ' A
tempo del primo Tolomeo Re di;Egitto, volendo foccq/rere àljj
la guerra di Salamina, che il Re di Macedonia Demetrio Antigo
no entrò denaro ; eflo Tolomeo con molte naui,cioe in quello
pprto, ilquale allhora era grande ; & di fuori era Demetrio con
poche naui pollo alfalfedipalla bocca del porto : onde Tolomeo
hebbe la rotta., & prete in tqrra Menelao fratello di Tolomeo, &
Imeneo il figliuolo con i 2. tnilià huomini • Fra quello porto, & il
capo della Orea era anticamente vn porto chiamato Lciicola;il¬
quale il mare guallò : però anchora è vn poco di ridutto,oue li ju
uilii vanno à ripofare : di iui.anchora nel prefente anno andò Tar¬
mata dei Turcho,Quello porto è alle uigne di Famagollani,q.iiafi
nel fine. La città è fatta dipoi fortq dalli Re Lutei g-n ani, & poi dal
li Genouefi , quali la tenne ro nonanta anni^&pofcia il Re baflar-
do, & vltimo li Venetiani iafornirono di fab,ricare . L edificata
fopra il faflfo uiuo; a talché non fi può minare. Le mura fue fono
grolfedi pietra viua edificate, di fono larghe,che due carni vi pof
fono andare : & in cima fono fatte a Scarpa ; di di dentro e il terre
no gi;olfa,che quattro carra.poflono andante: Però non coli alto
.come le mura, per farli parapetti. Ha di dentro vn caualicr’altc,
_&,tre baflioni di terra : hà vn belloardo fatto di mura ; & di fottio
/pieno di arteglierie; & di fopra;* & di.fotto.che batte alle folte
-datTuna, di dal l’altra parte. Hà poi alcuni torrioni intorno intor¬
no : di dentro hà v.na Itrada larga intorno delle mura, della città
per li caualli. Li fosfi Tuoi fono incauati con il martello, & fono
(altj,!Ò£ profondi,& larghi ; di in pie#) è vn’altro folletto. Le mu-
;ra.de} folio fono-aj te quali come la cornice, & di piu delle mura,*
t&,iUerreno di fuori è fatto a Scarpa, che apena de fuori fi vede¬
ri? due brazza di mura : & non fi vede la città , cioè le cafe , faliro
che il domo latino,& poco del domo greco,-p.er efier’alti:quali in
quella furia prefente, come habbiamo intefo, li fecero tùrriòni
pieni di terra, & altre Chiefc,& luoghi. Hà due porte ; vna alla
. marina , di l’altra, che rifponde all’l fola : laquale hà due ponti le-
wadoritutti dui forti di arteglierie, di di gente . Quella della
marina rifponde in mezo del porto,ilquale hora è piccolo.Li fof-
jfcdella città fono ficchi: haueua anchora yn’Àrftnale al tempo di
Re:
Re : libra è pièno j perche la Signoria non fette atra, elfendo il
patto fèn'dto con la catena . Quella città hi vn cartello forte con
lifoifir, bèlli quali entra dentro il mare.& è alto: di fuori e la ma¬
rina,& ha vn torrione, ouer belloardo5 ilquate ènella bocca del
porto ; & di dentro di elfo tirano la catena. Le acque di quefta cit
ta'fonp lalmailre fuori di trc>ò quattro pozzhdelli quali mai mi¬
ca Tacqua : & hanno anchora delle cifterne affai di acqua>& di fòr
inerito ordinàriamente : ilquafc ogni tre anni lo mutano 3 & Tac¬
que che nano p la città co certe rote voltate dalli buoi,tirano Taci
qua dal pozzo, & va in vna conferita, & di la và poi per la citta
ógni mattina & fera ; & fanno diuerfe fontane per la città. Però
esfi animali di continuo girano elfe rote. L’acre di quefta Citta no
è troppo buono per rifpetto di S:daminà,come diremo. E‘ di cir¬
cuito poco piu di vn miglio. La città è bella con vna bella piazza:
ornata poi di Chiefe Latine & Greche 3 & de’ monafterii de* quat
tro Mendicanti, ben pbueri,& miferisfimi. Di fuori ha il terreno
fabbia ; ma verfo mezo giórno hà le fuc vigne, & giardini bellifsi
mi, ornati d’ogni frutto: & ogni 6. ò 8. giorni, li adacquano, con
li animali, riuolgcndo certe rote grande : lequali tirano dalli poz
zi tanta acqua, quanta ne vogliono : & con quelle rote per tutta
rifola ; oue vogliono adacquar li giardini, oucr li bombai! ; fan¬
no in quello modo 3 & à Nicofia,& nelli Calali: perche la pianu¬
ra deificala c tutta difeoperta di alberi per li gran caldi : Et non
inacquando, come habbiamo dctt03 ogni colà farebbe arfa,& fec
ca, fuori che le oline, & carrobc 3 quali non fi curano dell’acqiw .
In quefta città, dipoi che fu diftrutta Salaminà; li Greci tirorno,c
poxcro l’Arduefeouato 3 ilquale durò fin che Papa Alcffandro Io
mife in Nicòfia, come diremo al fuo luogo • Quefta città è nella
pianura alla marina,ucrfo il L citante, di feofto da terra ferma 100.
miglia jdaNicofia 12. léghe ; & da Salines per mare 50. miglia ;
per terra 8. leghe : & dai capo della Grea ’o, miglia. In quefta
c il corpo ai finto Epifanio : & eiiui anchora vna delle hidrie,chc
ilnoftro Signor conuertìfacqua in vino alle nozze 3 & altre reli¬
quie ; Et Fra Pietro Thomafo Patriarca di Coftantinopoli,ilqua-
le è fepolto nelli Carmini con molti miracoli ; e fu frate di quel¬
l’ordine «
Salamina era città antica fabricata da Teucro figliuolo di Tela¬
mone!
12
imonc, ilqualc la fabricò, dipo! ch'egli prcfe Troia con gli altri
Greci :>& effiendo ritornato nella Patria ; non fu riceiuito ; crsjp
fdeg^to andò aliTfola, & difinontò nella Città deJli Àrgini djrt
. ta Ada. Argiiiorum; & di là trafuersò ITfola: perche è il più Auc^t
toluQgo di effa .Et emendo pafmto nel mare Orientale ; ve duro il
luogo, gli piacque ; Se iui fabricò la predetta città, chiamata Sala
mina,come quella, che perde. Quella dunque e alla-marina di¬
scolia da Famagofta due leghe : Se fù, chiamata dipoi Goflanza dal
Re Corta padre di Santa Carhcrina martire : & in greco fi chia¬
ma Famagofta Vecchia. Quella fu città Regale ,3} tempo dclli
noueRe; Se di erta fu Teucro,Se i fu,oi fucccflori. Effiendo effiopar
tito, Se andato in lipagpaj; il figliuolo fuc cefi e con li Tuoi defeen-
denti; dalli quali e difccfo Fiìocipro,iì Re Fu ago ranche narra Piu
tarco,& il Re Clcoboio annoucrato tra li falli del mondo fapien-
ti: & l'ultimo fù Neocrconte ; ilqualc era compagno di Altffian-
dro Magno,& capitano di tutto l'cfTcrcitp naualc, A: fece graco-
fe, come diremo. Et al tempo dclli Greci Chriftiani fù fiuta Ar-
ciucfcouato : onde produfie molti Arciucrto.ui, & altri lmpmini
illuftri ChriftianiJ& Gentili,comc diremo. Et perche quella cit-
ÉÌljaueiia cattiuc acque, conduceuano le acque di Chitria coti li
acqucdutti à modo di Roma : & laportauano dentro ; Se era dirto
fta l’acqua 10. leghe:& fi.veggiono anchora li acqucdutti,^: la ci-»
lfernaoucr conferua. Fù molte volte diftrutta Se dalli Athcnicfij
& da’ Per Ci,Se da altri, vltimamente fu dcflrutta dalli Sarraceni al
tdnpo di Eraclio Imperatore : Se non piu edificata ; percioclie il
fiume, che va in quella, haueuafatto molti ccncaui, Se non potea
cofi facilmente sboccare nel mare ;Se al tempo della diate li ge¬
nerammo alcuni porti grasfi, Se altri animali vtncnofi ; A: fi cor-
rompeuano le acque, chegcncraua cattino aere; talché furono
sforzati tutti gli habitanti abbandonarla affatto; Se da qui anchora
Famagofta patirte : ma già diccc anni la Signoria fece rimedio ai
le acque; Se cofi non è tanto nociuo l’acre. Fuori della città è la
prigione di San.a Cathcrina ; laquale ha edificata lo mura,fonda¬
menti, Se il tetto in cinque pietre; Se iui fu prima pofta ; Se volen¬
dola condurre in Aldrtndna, fù menata à Parto, Se porta in pri¬
gione : Se conduttn poficia in Aldfandria, fù martirizata. Parimeli
tc cuui la Chicfa di Santo Barnaba Apoftolo ,• laquale è grrr de &
bella j

^ 1
bella; & lì vicino, oue fùmamVizàfò; vi è vna «caiferna ò póijfo,
nel quale fu giunto dal fuò confobrino Marcho, ouer Gkmannì;
& col libro di San Mattheo de gli Etiàngelii; fcritto con la pro¬
pria mano di Clfo Mattheo Apoftolo. Et circa gli anni del noùfo
Signore. 47 ;. fu riuelatò,& ritrouato il predetto corpo ; Sé il-lf—
orò; Sciò ripoleroin vhìuagopiii degno. Onde nella predetta
cauernàfabricorno vna capelletta ; & dentro vi èvn pozzo d’ad-
qua: laquale rifana ogni forte d’infirmità naturale nel capò;®io
hauendo prouato molti remedii ;non mi giouorno, faluo che la
predetta acqua, Quia gloriofus Deus in Sandis ibis. Perche Id¬
dio gloriòfo òpera col mezò de* Cuoi fanti. ÀpprdTò di ;qtre^a
città éfa altre Vòlte vn porto,chiamato Pòrto Salaminra,Sc dopò,
tòrto Cgffanzo : iiqiraletóttàtiia va deflruggendofl dalla màri-
tià ; perche non ci è gouérnò. Qui intorno a quella citta fi f itroL
nano molte paludi. ' 5 ; ca : :7‘ : ‘
Gàrpafsia era città antica cdieatd fopra il capò di Sato Ahdreà
verfo Oriente : & bora e vn cafale'grande chiamato di San Gio*
tianhi. Altra memoria di quella non babbi aiti o, fai no che ai tem¬
po del Re baluardo,' fir fatto contado y&: prima barohià; Iaqualè
precedclfe tutte le altre : Et fu iritrèftito di quella dignità Gioì
ùanperas Fabrici padre della mià alia Ifabella : il qual e hauea ani
chora il contado del Zaffo ; & la citta hauea vn Portò, & il Tem*
pio di ’Sarpcdoiiefigliuolo del Biro Gioii è.
Clides eraVna terra grolfa anticamente : laquale era fopra il est
po di Santo Andrea, & lì vièinòiera Vh’al tra ; laqùalè fi'chiamai
ua ‘Elea : Se penfo, che tutte due franò bòra Càfali: Se vn di cs ft tì
chiama Rifo carpalfo, ih capò: del capo in cima del monte era il
tempio della Dea Venere aerea ; nelqiiale le donne non potèaha"
andare,nè vederlo.
Ada Argiuorum era vna città anticamente,la prima che fù edi
ficata dalli Argini : Se dipoi fabricòrno Cnrias:,òucr Pifcopta, 8c
fù l’anno del mondo. $6oò? in circa ; Se auariti Fauùehimcntò ;df
Chriflo 1595. Perche gli Argiui andando nel fi fola ,* priniit fa-
mente difinòntorno in quel lùogot & perchè anchoraquel lito df
mare eraameno di boschi & felue, & commodo da difmontare
perciò fù chiamata Ada Argiuorum;che vuol dire fecreto& ame
no lito chiamata da latini andriace ; Hora è fatto vn cafale- chiama
to
toACcathtt; Dipoi dunque, che fù fabricata in fi no ai prefente
anno, fono anni* ; 166. & perciò non fi,’ merauigli]aIcuno , fé di
quella Città non fi ha più memoria degna di fcriuere : Et queft*
Città fta verfo Tramontana alla marina •
5 Aphrodifium: Quella Città fù edificata auanti li Dei : ma no
fi ritroua chi prima la edificò ; Ma dipoi che nacque Venere ; fu
chiamata.xofi di qùefto nome : percfoche Aphros è voce greca ;
chein latino voi dire lpuma : & perche li Poeti ,& quelli antichi
pongono , che Venere fianata dalla fpuma del mare ; per quello
fù chiamata Aphrodifìum. Ma pofeia, che Ciro Re de Perii pre
feil dominio eli Cipro , edificò, & rillaurò alcune città : & vna è
quella-; &la,fecè chiamare fecondo il proprio nome della Dea,
dacin quellaaiaìeque,cioè Cipria;che in latino voi dire Vene¬
rea : Etlauttor che ciò dice èil Genandio prosbiterodi Marfi-
glia, de glihuomini illuftri. Nata che fù Venere, per cfìer cofi
miracolofamente nata, & per elfer bellisfima ; fù trafportata pref
lo alli Dei, & poftanella Città, che già dicemmo, di Citherea;
dalla quale hehbe nome Venere Citherea.
La Città di Cipria efìendo al tempo delli Greci fatta Calale,
che.fù polla fiotto Jai Diocefì di Ceraunia ; laquale vollero, che
fufìe chiamata Cipria ; & però hauendo produtto Cerines vn’hua'
mo molto illulire, cioè Santo Hilario Veficouo della predetta
Città ; ilquale fcrilfc centra |glj heretici; , Dioforo, & Euthice
Collantinopolitano ; & per quello Io chiamano veficouo di Ci¬
pria; però era di Cerines tonde esfi cittadini vollero, che fufìe
chiamata dall’antico nome, clic prima gli fù pollo. La Città di
Aphrodifi è alla marina verfo Tramontana •
Maccaria era Città,anticamente verfo Tramontana alla mari¬
na : dal laquale lTlbla fù chiamata di quello nome : Dipoi Fù fat¬
ta Calale. & di quella altro non habbiamo.
k Agidus era Terra grolla , preffo alla marina, verfo Tramonta¬
na ,preflo Cerines: iaquale fù poi fatta Cafale; & penfoche fra li
Càfaliche borali chiama Tempio, , r . ^ r, \
c Ceraunia Città edificata dal Re Ciro delPerfi, quahdo fog^
giogo i noue Re di Cipro: onde voife hauer quella memòria nel/
Mola ; & la chiamò dal fuo nome compolla Cerines : & li Lati¬
tila chiamano Ceraunia ilaquale è verfo Tramontana alla mari-
«a 5 &ha bonisfftno aere; & ha anchora lpiag^ari€èommc&iitat)J
per li nauilij, & altri Vafcelli. Chieda ha vh tàftelisifMidfìmo^jì
edificato fopra lo feogiio ; &è piu forte , che nonrè Fmfiàgoftaup
Vero è, che è cofa piccioki; &o r d i n ar i ame n tev iliantiawnà com>
pagina di io! da ti con il Capitano i & ànèhdra^h CapibhioVJdBe
tiano genti Rinomo. QuéRàal tempo del Re bafihr^blmompói^l
teua mai effer da lui prefiiVhàWelidoia afìediata:di>eianiri &con-ar*i >
teglierie, & con a(Talti,bi Marnaluchi: ma poi Idprefepèr tradi-i
mento, delquaie ragioneremo. QueRaai tempo ckìifVefcqui •
Greci iti anchora Citta : onde vi fu Hilario Santo, che nella Città l
di Aphrodifiababbuino ragionato : in fircc-dfo dipoi i 1 Cafiello. *
li adimanda Cerines, & la Città fi adunando. il Borgo de Cériu- >
nes. E difeofto di Nicofia per terracinquelegke^’ da Fama- >
gofèa tjè per mare è aliai. Dicénòuleimì-y che. Simone Ciré v t
neo, che prefe la croce dei noRro Signore 91irdiqii.cRà città ±M: ’
altri dicono dalla Profonda Cirenaica v ,i . , ra
Lapidilis Cittàantica fìì fabncatada^Pasfindo,6c licaohè^qua
li anchora accommodorno la fpiiggia, efiodet fecero nianigqbile, >
Si era anticamente mercatanti Le : in mare difcoRo da
Cerines due leghe 1 ci rea, & habtiohisfoiò aere; le acque buone; >
& abbódante;c6 lequale fanno bóKaei^ zuccoru -àchora è fatto5 ì
Cafale,&èil primo di Cipro ; &adi gente palla i o. mila anime :
Se fi adimanda il Calai Lapithò. ìQik Ro era tendo di CHiarione
ò Garin Lufiguano ; ma efiendone priuato, jhora è della Signo¬
ria » QuellaCittà fii Regale al tempo deiii noue^Re contempo- '
ranei, &-i’vltimofù PiliRrato; ìiquale era»còmpagnò di AleRàn-
<ìro Magno, con Ne ocre onte Re di Salaminti; che vno era gene¬
rale del mare, & l abro "di terra. Q ucRo Cafale è fruttifero d*o-
gni cofa, Si particuLirmente de’ frutti di ogni forte, &'produce*
certi cedroni mirabili •. In queRa fù primamente ritróiiata l’arte
di far li vali di terra, & li coppi, Si anchora dura, ritróuata da Ci
«ara figliuolo di Agrippa. ; s
Cormiaera Città antica paRa fopra il capo C orma cititi alla
marina, che ri fp onde al Ponente; bora è Cafale grande detto
Cormachiti . ' :ì:« : f -eoi;. ;V;;oi;.j
Solia Città anticamente detta Apamca : laquale Solone riRau-
aròper complacere al Re Filocipro di Salamima ;ilquale era fu©
cara-
ebmpatriotto :£t dopo, che fu edificata ; fu fatti Città Regale ;
j&ìl primo Re fu Anftocipro figliuolo di Filocipro Re di Salami
na ; & quinci fi giunfe il nono Regno nell’Ifola : che prima era¬
no otto. Et quefto f ù l’anno del mondo 4600. in circa , che fono
anni all’auuenimento di Chrifto 60©. in circa • Fanno infin’hog-
gianni zirji. Et quella è difcofta da Cormia leghe 6. incirca
nel predettomare, òc è poco difcofta dalla marina, & haueua vn
porto bello, & ancho vn fiume ; neiquale andauano li nauilij: Ha
ueùa anchora il Tempio della Dea Venere, & vn’altro della Dea
Ifide : & al tempo deili Re Imfignani, fecero die il Vefcouo Gre
co di Nicofia, fi chiamafie di Solia «
Arfenoe Città fabricata medefimamente da Tolomeo infieme
con le altre tre Arfenoe : bora è il Cafale chiamato Lefca ; ilqua-
le è alla mai ma nel matc,ouer Golfo detto di Pentaia: & e abbon
dante di zuccari, & di bombaci.
Calinufa era Città, laquale dipoi, che Alefiandro Magno fa-
bricò molte città, & le chiamò Alcfiandrie, il Re; à cui foggetta
era quella città, per far cofa grata a eflò Alefiandro ; riftaurando-
la la fece chiamare Alefiàndretta,cioè picciola Alelfaiadna:& que
ftaèprefio, anzi fopra il capo detto Alefiandretta : ma la città è
nel Golfo di Grufocco.
Accamantida fu Città antica, laquale edificò Accamanthe
theniefe, che fu amico grande de* Troiani ; ilquale vedendo eC-
fer prela Troia, temendo la furia de’Greci, andò nellTfola, &
edificò la predetta città in quel medefimo tempo, che fù edifica¬
ta Puffo Nona, & Salamina ; & fu fatta città Regale: & regnò e/1
io con li fuoidefeendenti; & quella città Uà preffo al capo San
Piffani : ma li Greci lo chiamano anchora Accama ; ilquale è tilt
to pieno di bofe hi, & fi ritrouano caualli > afini, buoi, caprioli,
daini, & porci faluatici tutti » La città fta verfo Tramontana; la¬
quale hora è vn Cafale grande, & fi adimanda Crofoccho,perche
particularmente in quefto loco è la vena, ò minerà dell’oro : &
qui prefto è vn pozzo, dal quale tirano l’acqua, & la mettono in
terra, la quale fanno à modo di ridutti, & metteno quelfacqua
dentro , quale poi fi congella, & quella li Greci la chiamano
Crofoccola;&li Latini Vetriolo, ilquale efee fuori della vena
delloro tanzi anchora da quel vetriolo fi caual’oro. Il mare, che
D a
rifponde in quella citta ; fi adimanda il Golfo diCrolbcco; ircl-
qual Golfo già prima era vn bellisfimo Porto,ilquale è tutto ho ;
ra guaito : nondimeno le Nani > lequale fon sforzate da fortuna^
vanno , & pigliano porto ;nelqual porto hauetia anchora vn-fiur
me : & hoggidì fi ritroua vnafontana ; laquale li Poeti dicciiano*
che chi di quella haudfe beuuto ; pigliarebbe^'amoir: & perciò
li Latini la chiamano Fontana amoro fa • Ira anchora^ l’altra
fonte,che fa di menti care famore » r
Terra era Terra grolfa, & e nella contrada di Pàffo, & fi chia¬
ma il cafale,terra. n •’
Toofura parimente era Terrajma di quella nonhabbiamo me*
moria alcuna, fe è cafale, ouer totalmente de ltr fitta. - A
Ierocepia Strabone , & altri^ Vogliono chfi fufie città;>Laqua*
le è preflo à -Paffo infra terfia; preìfo anchora de Incapo Ciiiiidoi
®i : & penfo che fia il cafale, che fi chiama àhpresete lerochipok
Tamafuscittà degna & grande, laquale e in mezo delllfola
predo alla città di Nicofiai nella quale amicamente cauauano l'o¬
ro , che equini fu primeramente ritrouato; & àtff fiorai! ii*ame da
Cinara figliuolo di Agrippa ; & vi fi canaria anchora la Crofocol-
la, cioè Vitriolo.Hora è cafale chiamato Thamaghia. - i
Trcmitus città prelfo Nicofia verfo il Ponete dilcotìa quattro
leghe in circa: fior a è vn calile detto Trimitugia . fu dcftrXKta to¬
talmente è non piti edificata, dal Redi Angli a .
Letra città antica; ma non fi ritroua chi primo la edificale fu
poi riftaurata da Letifico, ò Letico figliuolo del primo Re To*
iomeo d'Egitto, & la chiamò Leucoton. Quélta è Nicofia, la-
quale è città antica : ma non fi ritroua elpreffamente chi fhabbia
primo edificata,& quando.Dimoftrabene edere antica: •& S. Gi
rolamo|, & il Platina, & altri là chiamano Lctrà, ouer Leucoton;
nominàdoS.Triffllio Vefcoiio ;;Triffillus Cipriletrenfis Leu¬
coton: i Latini la chiamano bora Nicofia, ma i Greci I.eucofia : &
dicono alcuni, che Letico , & Sia fua moglie la fabrieorno ; & an¬
ticamente fi vedeno vcfìgij di elfa ,*& fu città Regale al tèpo del
li noue ]^e contemporanei, & fianeua vn caftello, ilquale èra nella
piazza di (òpra prefio al Potamo, doue al prefente fi ritroua vna
chie fi greca, laquale fi adimanda CaftegliotifTa : ilqual caftcllo
fu minato dalli cittadini, quando fuccefie il fatto d’arme con gli
Cauallieri
M
Càuallier* templari, cKeaion volatane*,che regnaffeno in Cipro:
Srquefto fìi nel 1194. in circa. Dipòi anchora al tempo delli Re
Lufignanifù fatta Archiepifcopale, & città Rggale, & campo
di tutta ITfola;perche in quello luogo, doue fi trotta, ènei mezo
tdeil’lfioria} & nelmezo della pianurtU'buonisfirno aere) acque de¬
licate, luogo ameno.-di giardini,di frutti. Ha di fuori inimedia
te due fomanervna frehiama Pkdinà, & l’altra Acquandole e
quella Va per la città, & fa diuerfefòntane, & nell l'Pailazzi)cor¬
te, & piazza, & altri luoghirlaquale Acqua è liggiera, & la danno
alli infermi a. beu eri a coli cruda quanta ne voglino, & non li no¬
ce: Etper quelle ragioni fti molto nobilitata al tempo delli Re
luvfignam di Nobiltà, Pailazzi) & chiefe Latine, greche, Arme^
àbe yCoìfte, Maronite ; Indiane, Neftoriane , Iacobitane , & di
ttuerhower Giargiani delle quali chi eie ne ragionaremo : Dipoi
iMonafieri] tìe Monaci, & Monache-di San Benedetto, & di San
Bernardo, liCrofachieri, San Giuliano , de’ Certolini, li quat¬
tro ordini Mendicanti ,ia Chiefa delli Cauàllieri del tetti pio, &
delli Cauallieri di San Giouanni, & altre molte; & di Greche af¬
fai, de Monafterij de Monaci, & di Monache di San Bafilio : on¬
de le Chiefe, che erano in quellacittà arriuauano à 250. & forfè
500 .Quella città era grande, laquale circondarla $. leghe, che
fanno miglia noue. Vero è che non era tutta piena ; imperoche
haueua delli giardini affai, & grandi : ma già nel 1 <; 67. la Signoria
di Venetia, volendola fortificare ;l’hà ridotta in vna lega, cioè
in ^.miglia, &laffo sporte,«comeprima haueua; &gittò per ter
rale due parti della ritti intorno intorno, lafciandoni la terza di
mezo: onde furono gittate per terra moltisfime cafc, & palazzi,
&.Cbiefe d’Ogni forre 80. & riduffero la città in quella forma ,
•che voi vederete qui airincontro. Haueua quella vna cittadella
fatta dal Re Giacomo primo: laquale in quelli tempi non hauen-
do arteglieria, era forte, & ben monita : & di dentro non haueua
altro, che la Corte Regale, tk il Monallcrio di San Dominico ; &
andana-l'acqua intorno nelli fosti . Quella cittadella quando che
li Venetiani prefero rifola; la gittorno per terra, & il Palazzo, &
li due ponti leuadori; & lafciaron folamente le nutra : lcquali par
te anchora li gittaron nella noua fortificatone : & il Palazzo, che
in parte era rillaurato da M. Gabriel Cornaro ; ,di nouo fiì mina¬
to:
so: pelò anchora fi vedié alami Veftigij di effe cittadella; thedéi
fimaménte gittoino quel Monafterio Regale* il quale eraFaccom-
modato con due ciati ftri pieni di naranci, & faligati di marmori
belli, & la Chiefa adornata di belle fcpoltuce Regali, & altri
Principi, & Signori ; & nelle mura , & in terra di molti marmori
fini, larghi, & grandi: & erano fcpolti quelli Re Vghetto, Vgo
Pietrinò Giacomo Giano, &s<Siofanni con le loro moglie, & fi*
gli, & figlie^Principi di Gaililea, di Antiochia , Luigi figfiuoitì
del Re di Francia, Sinilcalchi, Conteftabili Armiragli, & Zam>
berlani di Hierufalcmme, & di Cipro!, Conti ,& Baroni ,& Si
gnori di Thabaria, di Thoron, Saettò, Cefarea,Baruti,Tripoffi
Zaffo,di Ruchas,&altri. Poi 16. traArciuefcoui,& Vefcoui,8c
Patriarchi. Dipoi li dormitori), refettorio, hofpitio, fàlicàti di
marmo : haueua poi lealtre officine, che fi richiedeua i vnfimil
Monafterio ; che al tempo delti Re,italiano da 80. Frati. Dipòi
haueua la camera dei Re da vna parte ; & quella della Regina dal
Faltra : nelle quali andatiano fpefl'o : & iui morì il Re. Giouanni,
& la fua moglie Helena. Haueua polcia il Patriarcato congiun¬
to, anzi rinchiufo dentro ; quali fabricorno li Patriarchi di Hie*-
rufalemme, che furono deli’iftcffo ordine ; però già molti anni
fono, che fu diftrutto da fe medefimo . Quello è tutto quello,che
era nella cittadella. Nella ifteffa città gittorno anchora vn’altrò
monafterio Latino, che prima habitauano li Monaci di San Ber¬
nardo , & dipoi li Zoccolanti ; & perciò non accade,che io ftia à
dipingerlo,come era bello,.faluo, che fi confideri diche religio¬
ne era prima, & anchora diftruffeno vn’altro delle Monache di
San Thodoro deirifteffo ordine ; & duci de’ Greci : vno de Mo¬
naci fatto dalla Regina Helena, & l’altro era delle Monache det¬
to il primo Manchana,il fecondo Palluriotifta . Gittorno ancho¬
ra molte altre Chiefe Latine, & belle ,*&il Monafterio diSanta
Anna, che era prima habitato dalle Monache di San Benedetto:
che poi fìì abandonato. In fomma fanno in tutto 80. Chiefe d’o-
gni fetta, & Religione : & l’hanno ridutta cofi rotonda , come la
vedete qui di fotto con vndici Baloardi •

SE
Portarti Parta c/e/f
&domenì prouecktor
-£i ; : = : itilitp ouerdjfop*

Porta lutici
*utr difetto

i/itioi tnv 3$to-’3fi ormi zi tic * ;d •. it ;•. Q


S E jjttcfta-eitta fuffe ftata*fornita di incarni fere, le mura di pie
ìtxi'fSt'Ubàìfeardi y~& farli fosfi a^conimojdati, certi jrfìmanuii-i
te farebbe fiata vna fortezza inofpugnabiìe : pcrcioehe effendò
ben munita di artiglierie, che tra piccióle & grande erano 2 50.
pezzi ; poi Taere b nono, 1 e aeq u e b 11 one, & ben forn ita d i b i ad e,
& come anchòfaera5& è al prelente ; fe luffe ftata munità de fòU
dati\jf & che foffeno Gauòrnatori, & Capitani efpenti, &'vigilanw’
ti, il T>drcoeofi torto non fhauena liaiuità : ò dimenò hauefiert*

Tuna, & l’altra parte* In ijnetì


71 \ Cipro*
Cipro, de* Baroni,Cauallieri,St Feudatarij $ delli quali quali tut¬
ti infieme con il populo morirono da 20. milia in quella impre-
fa tutti difpolli per il feruitio del fottuto Iddio ,& dei Tuo Si
gnpre:;& 11 retto delle anime,cherimafefQ, tutti fono'fatti fchia-
ui . Fuori della città era tutto pieno il terreno de* giardini dalla
porta di fatto, per in fi no alla |xè>rta idi San Domini cor & anela¬
no difeofto per longhezza piu di vnalega > pei* la abbqndanp del
le acque 1 è quali cauah^dail i pozzi con certe Rotte gfàndf> to¬
me dicemmo à Famagólla • Le muraglie della città vecchie era¬
no fatte al tempo del Magno Còilantino dalli Duchi,che manda-
uano nell’Ifóla : imperocherumandole per far le noue;ritrQuor-
no in molti luoghi delle medaglie di fame dieffeCoftàntina^t&
di $anta He lena-fu amadre* & molté infieme* però la cJttà.gL^per
auanti haueua molte reliquie de diueri! Santi ^ Se dd léjgnó (iella
fantisfimaCroce, dato da Tanta Helcna : & vndanaro dique* io»
che Giefu Chriflo fu venduto, & il corpo intiero di San Gioii an¬
ni di Monforte : vno di quelli $ 00. Baroni di Francia & di Ala¬
magna ; quali fecero tutti vita latitaLi of^cBl|:,;^.Rcgimento
fuo, & di altre, diremo più di fotte; pariméte delle Sette de* Chri
ftiani ^fhe in q^fta,& . Difcofto è da Fa-
mago fta quella città, leghe 1 2. da da Limifso 18.' da
Paffo ; $. & da Cerincsrinque.
Chitri. Quella era vna città,laquale è difeofta, verfo Orien¬
te, da Nicolia 2. leghe, ò & al piede del monte verfo Tramon
tana : horafi adimanda il Cafale Ghitiràf; ilquale è ameno di
Giardini, Se ha buonislìmo aere,& vna fonte groffa, laquale è di-
ùifa in due parti; Se ogni parte volgono der inclini alfai;i& pr^d%
ce affai bombaci. Quella fonte la cón ducevano già anticamen¬
te, in Salamina» come dicemmo. > i
Idalium; Quella era vna città antichisfima, auanti che fuffe-*
ro li Dei ; & fu fabricata da Calccnore ; ilquale hauendo hauli¬
to dairOraculo, che douclfe fabricare vna città doue prima nelLa
Oriente vedeua il Sole; vn delli iuoi copagni veduto il Sole lpuri
tare fuoriair Emifperio-; dille in greco, Ida Ida Ilioittche vuol
dire, ho veduto il Sole t & cofi Calcenore fabriròia prefòntrcit¬
tà,& chiamoIla;hò veduto il Sple,rioè Idalium:Quella è vna deU
le quattro città dedicate alla Dea Venere, come dicono li Poeti a
Virgilio.
1?
Virgilio. Hunc ego fopltiim forò no fuper alto Cj fiero, vt fupcr
Idahumfacrataftde recondam *itcir; BitPaflu s ,ldaliuii.c<; ti-
bi&c. horaè fatta cafale chiamato Dall, ilquak òa Lardante di
acque buone & frefchc, & pieno di giardini : & fono archora di
altri cafali vicini di quello fito . Et quella città da Nicola ver lo
illeso giorno è difcolla quattro lcghe.Hauea il 1 empio di Vene¬
re, & di I fide •
Cinaria era città fabricata da Cinara figliuolo di Curio; ilqua-
lc era figliuolo del Dio Cinara no Tappiamo il luogo, doue l’hab
bia fabricata: & fe di quella fia più veitigio,& che ruiie città,! li-
nio la tcfhfica.
Arfcnoe ; quella era città > fecondo Stratone : laquale è nella
contrada di PafFo mediteranea : & al tempo delli Vefcoui Greci
fimafe parimente città, & hora c il Calale Arzos.
t I-iminea era città, fecondo Strabono, mediteranea ;& fi deue
dar fede à Strabone, perche fu dilcepolodi Xen ofonte Filofofo,
&Hiftorico Cipri otto : Ma quando fù fabricata, & cue, non ri-
trouiamo efprelfo. Pcnfo bene, che fa il Cafale Limnari ; ilqua-
le è Cafale grande abbondante di vino,
Paiea città antica, & gli A littori la pongono infra terra, prelfo
al monte Olimpo. Io credo, che fia il Calale chiamato Pcllentria;
ilquale è grande, & fa da mille fuochi ; & c abbondante di vino:*
difcollo da Limifiò città R. leghe,& da Nicofia 12,
Epidarum Città antichisfima fabricata dalli Argiuiinficmc co
le altre; cioè di Curias,& di A6a Argiuorum:& fù fabricata 1 an¬
no del mondo 3600. auanti rauuenirrento di Chriflo 15 95. che
fanno anni dalFhora infino hoggidì 1166: Ma doue fù; non liab-
biamo : Penfo bene, che fia il Cafale Pitharia,nclquale fi vedono
Veftigiicficrui Hata città.
Corincum città antica fabricata da Curio f gliuolo del Dio Ci
nara, & fratello del Dio PafFo : & ciò fù quafi in quel mede lìmo
tempo,clic fù fabricata PafFo vecchio: alqual millcfimo vedete
PafFp vecchia : & quella città c al piede quafi del monte Olimpo,
difcofla da.Pallea, ouer Pellendria quattro leghe ; & da I in-ifiò
6, leghe. Al tempo delli Vefcoui Greci rimafearchora città,
chiamata Currco ; hora fi adimarda il cafale Chilaiani, ilquale è
grande quafi tanti fuochi come Fclkndrìa, ò Pallca. Ir. qudìacit
E
t*,
tà àiCorrine!) il Re Riccardo d?Anglia dièdc|l£rotta al Duca?
ifaac, & alla figliuola , quali èrano fuggiti dalla ci tta Amathus,
per non dare fòccorfo alli chrìiliani in Hi erti fai e m, Quello Cafa
leanchorafi riferuadifare alcuni officialiRioi a 12 t quali fono*
douernatoridelia loro cómmunità : però è foggétto il Gafale iti
quèlh manref a che fono li altri; iiquaie è abbondante di nini.
Amiando era una Terra groffa, & martime illuilrata al tempo
deili Roman?, percioche in quello luogo Cauano 1‘Amiando per
fare li Pacchi,nèlli quali abbruciaueno li corpi de gli Imperatori 9
& d’altri, & quelli facchi reftauano intieri , come di prima,*del
quale Amiando ragionarono nella produttione deliTfola é Que*:
Ilo cafàlè è trà Chiliani, &PelIendria alle montagne,■
Golgi città, fecondoPlmkrma non^li fàTora cofa di quelkp *
ne chi la edificò* riè quando* n&dotìe
N ò r a> che tutte queftokitóTóron'ò' redutte ih 14 * ài tempo
delii Duchi, mandati da Coftantinopoli : & al tempo Àdli Re Lyp
fignani, furono ri dritte in 4; Nicofia, Paffo, Limirtò> &FàhiagO*
fta* ÓC k altre Calali furono lafsiate. ; J ^; ; ; 7 VJ

Quali &dotte foffero i CaBeltideU'lfòla di Cipro*

H t tTfola erano altre fiate quelli Cartelli con quel-


li della citta; cioè Paffo, CohuchliajLimifsòjPifco
pia, Coliolfo, Amathus, lerochitia, Nicofia, Sigu
ri, Canthara rBurtaucnto, Il Dio d’amore > Ceri-
_ nes» Potamia, &fdmagpftài :Qucfti foiiò lieàrteb-;
lì che noi habbiamo in luce : lì altri dèlie atta-fi crede, cH^bif¬
fino; ma à noi chiaro non conila. , k - ,
Della Cittadella di Nicofia, & del Cartello : & del Cartello W
timifsò: de*due di Paffo; quello diCouuchlia, Amathus, Fama-
goff a, Filcoptf, & Cerines habbiamo ragionato nelle loro città,:
Reffa che noi bora diciamo dell'i altri.
Co ilo s $ d Cafaiè hà vit cartello fatto dalli Cahallieri'clcp
Tèpio,& eglino lo poffederono; di poi fu datto alli Catiallieri di
Rhodi, & erti lo poffedono in perfoha delii Comari gentilliuo-
mini Venetiani; ilqual cartello hà vii Ponte leuatoio ; & il cartel-'
lo è picciolo & forte ; anrifòmfsimo da batteria di mano: & ali
tempo
i8
«tempodelli Gcnotijefi hón fi hà pofitifo hanere, netmeno quellb
di Pifcopia: Et quefto c difcofto da Limifsò due leghe : & da Pi-
feopia vna, & dalla marina vn’altra lega ; dentro dclquale tengo¬
no bombaci,& zuccari bora.
Il Gafal lerochitia già altre fiate hauea vn caftello ; ma è tutto
minato, che appena fi vede veftigio di quello con parte delquale
•fu fatto hora la corte, o il pailazzo di quel Cafale.
Il Cafal vSiguri hauea vn caftello, & forte, che lo fabricò i 1 Re
Giacomo primo : & al tépo del Re baffardo ftv prefo con dui per
zi diarteglieria; perche allhora erano poehe>mafsime ih Leuan-
(te. Et quefto li Venetiani lo gittorno per terra: però anchorail
/vede alcuna reliquia; IlqtiaFè difcofto da Famagofta léghe4, da
Nicofia Si Et fùfabricato per opponer’alli Genouefi ; quali era-
dio à Famagofta.
Canthara era vn Caftello 1 cima del monte,& perciò era fortif
(imo: & al tempo deili Genouefi non poterono mai pigliarlo. Di
poi al tempo del Re Giacomo primo fu più fortificato: ma pofeia
li Venetiani, che polfederono Flfola.; lo gittorno à terra ; & an-
ehorafi vede.fjuefto enelii monti di Tramontana; difcofto da
Famagofta da 8. leghe.
Buftaiiento caftello in cima del monte aito verfo li monti di
Tramontana,difcofto da Nicofia 4. leghe, fu forte,& li Genoue¬
fi non]o poterono haucre:& il Re Giacomo lo fortificò ; ma qua
do li Venetiani rouinorno "li altri;fiì rouinato & elio, & io fui in
quello veramente è cola da marauigliarfi come Thabbiano
edificato con le acque delle ciftcrne : & perche anchora il luogo-è
difficile, che appena l’huomo può falire con le mani & piedi: &
è gran peccato che fia ruinato:& anchora ha le ciftcrne quafi intie
re &lc cafe. In greco fi adimànda llicrnta:& li Latini,Euftaucnto,
per li gran venti, che in quello regnano . Quefto difeopre tutto il
mare della Cilicia o Caramania, & vede li menti chiari.
Caftello del Dio d'amore è in cima del monte mcdefimair cn~
tecofi difficile da falire, come l’altro : & quando fi cala, fi.ua ften
dendo à piano à piano;& li Venetiani ancho quefto lo rcuinorno:
però anchora vi fono delle ftantie,& la chiefadi Tanto Hillarione
Abbate; il quale quando venne nell’Jfola ; fuggendo la moltitudi
ne deirinfcrmi, & altri infpiri tati.andò in quefto caftello ; ile uà-
E 2
Ic non era coli forte> ne a modo di cartello 5 ma* piu predo di va
Cafamento con il fuo giardino:& quello lo adimandauano il Dio
d*amore,& era di vn getile ; ma li Diauoli anchora habitauano in
qtiello.Ec quado andò j quel luogo quello Sato di Dio; li Diauoli
non poterono piuhabitare in quello;anzi facero gradifsimi lamén¬
ti, & ftrepitijaedoche il fantifsimo huomo lì fuggilfe: & elfo lì al
legraua,diccndò effer venuto in vn luogo ; nel quale gli fonauano
le citare. Dipoi*andando nell’horto* ritrouò il patrone quafi mor
to,in terra dillefo dalla lepra : & marauigliandofi Hillarione, in
che modo poteilc così leprofo hauer falito in quel luogo; lo rifa¬
llo fubito .Dipoihauendoui dimorato Hillarione; airultimo'mo
ri* & fu dalli ftioi difcepoli fepeli to in quel giardino : onde facea
concorrere da tutta Tliola gli opprefsi di varie infirmita, & fi fa-
nauano ; & coli gli fu fabricata la chicfa. Dipoi in capo dell’anno
hauendo intelo vn fuo difcipolo caro, che in quel luogo rhaueua
accompagnato, fi partì di Egitto, & fece inoltra di habitare ap-
prclfo al uio Maertro;& venendogli defittalo rubbò,& lo conduf
fe 1 Egitto. No rellò perciò,dice S.Girolamo,che quel giardino
non facelfe piu miracoli* come il luoco doue fu portato il corpo:
onde gli Egittij fi gloriauano hauer’il corpo,& li Cipriotti il giar
dina, & la fepoltura: Et perciò!quel luogo fìì poi fortificato,& al
tri lo chiamano il cartello del Dio d’amore, & altri di fanto Hiila
rione ; de cofi al prefente fi chiama* Quella Chiefaha entrata da
IOO. ducati in circa. Il cartello però dalli Vcnetiani fu rouinatoj
percioche allhora non alenano tante picciole fortezzenelfllb-
la. Et quello cartello è difeorto da Nicofia 5. leghe*& è nelle mo
tagne di BurFauento, difcollo da quello4. leghe.
Potami 1 Cafiile ha vn cartello edificato dal Re Giacomo pri¬
mo^ più to lo fi adimandarebbe Pallazzo fortisfimo, che pare
Vn cartello ; & quello è m luogo abbondante di acque & di giardi
ni: & il cafale è grande abbondante di biade, & di bombaci : & è
tra Salincs * de Nicoli a; difeorto tanto dall* vna quafi* quanto dal-
raltra»
i9
De* Cafali, chi, ferre grojfe fetida mura intorno >
che fono nelCìjola, ■ '' i

N tutta rifola fono Cafali tra piccioli, & gradilo


le città deftruttc 850, & alcuni di quelli fono glà¬
di, che anchora addio paiono Terre grolle ;&
molte Terre fono in Italia, che non fono almeno
la mittà di esfi. Li più grandi fono quelli, Lapi-
thò, Siguri, San Giouanni di Carpafio, Lefcara, San Collanti no,
limnati, Silicu, Pellendria, Chillani,ColIofib,Pifcopia,Salincs,
Coutichlia,Ctima, Arzos, Omodos,Crufocco,Solia,& Morta,&
Lefca : & vi fono anchora altri cafali competenti. Tutti quelli
850. cafali fono diuifi :vna parte &più della mittà fono della
camera Reale; & perciò (\ chiamano cafali della Reale : L’altra
parte è diuifa : vna parte ha il Clero ; & li dimandano Cafali Ec-
clefiallici : l’altra parte fono della Nobiltà; & fi chiamano in gre¬
co cauallerifsimi, cioè di cauallieri •
Delli Cafali Ecclefiallici 1* Ardue feouo primo capo n’ha vna
parte, il Vefcouo di PafFo n’ha il Vefcouo diLimifiò 5. Il Ve
feouo di Famagolla n’ha dui ; & poi tutti quattro hanno le deci¬
me de tutti li Cafali, che fono in Cipro , cofi della Reale , come
de’ Nobili. Dipoi la Commenda di San Giouanni; laqualc fi adi¬
manda la Commenda grande, & la Commenda delli Cauallieri
del Tempio,& quelle due fono vnite: & è poi la Commenda pic-
ciola di Giorgio Cornaro, la Commenda del Finicha, del gran
Maeftrodi Rhodi; la Badia del Pirgo, vnita con la Commenda
grande, laquale godono li Comari, & al prefcntc iTlluflrifsimo
Cardinale : la Badia dipoi della Croce , la Badia di Demonflra-
tenfi, il Patriarcha di Antiochia ha il Cafal Pfimolofu,dato alla ca
fa de Lafe. Il Patriarcha greco di Hicrufalem, li Monaci del Mon
te Sinai greci, detti Iueri, la Badia di Manchana,& quella de Cu¬
culienti,di Antrio,di Santa Napa, di Acrotiri, di Agheropiti, di
Encliftra,Scaltre greci Badi e, che non mi fouergono ptrhora.
Poi San Dominico ha San Nicolò di Gerradcs, fan FrancefcoTo
piroi, li Carmini, Cagliana,& al tri dui l’hofpitalc di fanto A go-
ilino. Poi fono alcuni Priorati latini, quali hanno terre ni,& de¬
cime nelli Cafali,onerregaglie 5 qualilafciorno per pigritia; &
fono quelli; San Michel: Silici!, Alamino, Sinda, Sgilkira, Santo
Elcs, & altri.
De’Cafali delli Nobili, alcuni fono feti datarli,* quali ricono-
feono qiielio,che rapprefenta il Re ogni anno di vn certo chc.AU
tri Cafali fono fideicommifsi ; & altri fono di compra : & al¬
cuni di queiti Nobili hanno entrate fecondo,che vagiiono adef-
fo,& non fecondo la Rima antica. Alcuni 500. ducati, altri due
millia, akridiece, 15. & 20. mila ducati,& piur&meno.
•La Signoria di Venetia caua ogni anno, fecondo che afferma-
nomolti, dalli Cafali,& datii,& gabelle antiche,fuori d’ognifpc
fa, $00. milia ducati netti ; anzi di più, &con il fale: & non men¬
tono altre noue angarie, fe non le antiche : perche cofi è patto : 6c
la Signoria volfe molte fiate crefcer li datiijma IfNobili non uol
fero. Però quelli 500* milia fi intendono in Cipro.-mainuelliti,
& condurti in Venetia,cauano vn milione, & quella e fame com-
mune. Sonopoimolti Nobili Venetiani; quali hanno ogni anno
affai migliara di ducati.
Il Clero caua ogni anno, computando il latino Se greco,8c.mi
la ducati, & forfè di più, vna dozena : Et ciò dico,perche vn gior
no cori vn mio amico gentilhuomo di Cipro habbiamo fattoci
conto cofi alla grolfa,& arriuano à 90. mila ducati ; ma io \ oglio
più tolto peccare in meno, che in troppo •

Huomini I UuHri di Cifro.

Sfendo flati prima li Gentili al mondo, & poi li


Chrifliani ; cofi dunque noi prima di esfi ragiona
remo ; quali fono quelli ,\Dio Pigmalcone , Paffo
Dio, il Dio Cinara, la Dea Mirra,il Dio Adone,&
la Dea Vènere ; il Dio d’amore Curio, Amaruco,
Cinara, Afchlepiade,Solone, Euagora,Cleobolo,Zenone, Stan-
farone;Apollonio,Zenone,AnalTarGtc,Pcmetriq,Xcnopóte,Eu
xolo, Selmete & Danneo, Arilto,lfonio,& Phiogeni, Pifillrato,
Neocreonte,& Onelfito.
Il Dio Pigmalcone era figliuolo di Cilicio fratello di Europa,
diFenice, & di Cadmo, hauendo il padre- fuo Cilicio dominato
quel paefevicino i Cipro,per ilqualehebbenome Cilicia ; eflb
Cilicio
le
Cilicio generò dui figliuoli; if primo fu Lampfació;ilquale rcftò
Signor di Cilicia in luogo del padre ; il fecondo figliuolo fu Pig-
maleone, ilquale cffcndo grande,& d’acuto ingegno, & robullo
dicorpo, che parca vn bellisfimo gigante; volfc farli nominar’al
mondo : & perciò li patti da Cilicià>& andò in Cipro ; quale era
ftiggetto alli Argini, & tanto fece che foggiogò tutta l’Ifok al*
filò volere, & fi creò Re di Cipro, &fù chiamato,&nóueratO fra >
H l>ei:& cofi Cipro hebbe primo quello Diade* gemili; & andò
ad habitare nella contrada di Paffo. Di quello fingono li Poeti,
che battendo vna llatua di auolio feminile, le prefe tanto amore,
che pregò li altri Dei, che la doueslìno conuerfire in donna, &•'
cofi gli Dei gli concelfero la grafia ; onde effendò bellifsimav te
prefeper moglie, & c|i quella produlfe vn figliuolo,^ chiamollo
P'affo. i: ' ' • " - ' 7 r- •r
Il Dio Paffo figliuolo del Dio Pigmalcone,& di Eburnea.Of¬
fendo qllo gioitine Paffo bellisfimo, & quali miracoiolamentc na
to ; l’annouerorono fra li Dei;& per farli più nominare, edificò
vna città,&I3 chiamò dal proprio fuonome Paffo ; dellàqual cit—T
tàhabbiamo detto di fopra. Quello Dio'Paiffo regnando,hebbe
diti figliuòli, Cinara , & vft’àltro ; ilqtiafe non è numerato frati'
Dei. / ; ; 1 1 : 5 ■
Cinara fù figliuolo del Dio Paffo; i Iq u al efé g tfit 3 nd ol’A 11 o, &
il Padre nelli collumi, fu pollo fra il numero delli Dei, & de’ Re
di Cipro : li nacque tre figliuoli. Curio, Amarueo,& Mirra. Di
jjjHfcfito Cinara1,dicono, che la fua figliuola Mirra era innamorata
cferPadre , & tanto fece con la nutrice; che perfuafe à Ginarà
come era vna Dea tl^quaflc era innamorata di lui-, $0 defideraua
dòrmiré fcco ; ma non voleiiano,che ella filile Conosciuta : onde
Cinara diede fede alla nutrice ; laqualc, Venuta ld fera5 conduffe
Mirra aH’ofcuro fenza ragionare , nel letto del Padre : & liauen-
do fatto cofi alcune notti volfc Cinara conofcere quella Dea, &
chiamando il lume, & conofccndo effcrc la propria figliuola;voU
fé ammazzarla, & ella, aiutata dalle tcnebi*e,fi fuggì pregna del1
padre proprio. ’
Mirra era figliuola del Dio Cinara : Iaquàle dicetóWto,che dor
unì col il Padre proprio per molte notti; onde, per non efferc am¬
mazzata dal padre fuggì, & andò in Arabia, ic effendograuidi^
partorì
partorì il figliuolo chiamato Adone.
Curio figliuolo del Dio Cinara >& fratello di Mirra, fiicccfle
nel Regno del padre, & per farfi nominare fabricò due città, co¬
me habbiamo detto ; la città di Curi, & la città di Corinea, ouer
Curreo ; & hebbe vu figliuolo detto Cinara •
Cinara figliuolo di Curio fopradetto, fuccefie nel Regno , & fa¬
bricò vna città detta Cinerea, come dicemmo di fopra. Quello
Cinara che fabricò quella città, alcuni dicono, clic era figliuolo
di Agrippa ; ma di qual Agrippa non Tappiamo, Cinara dunque
fù il primo inuentore in Cipro del rame & dell’oro ; & primo in-
uentore di far li coppi, & altri vafi fittili nella città di Lapitòj
nella quale anehora perfeucra quell’arte nel predetto Calale.
Il Dio Adone efiendo nato nell’Arabia della Dea Mirra, che
fuggì dal padre, per efier pregna di lui ; talché Adone era figliuo
lo del fuo Auo,& figliuolo di Tua forella : ilquale, effendo belliC*
fimo giouine, meritò d’elìer marito della Dea Venere : &, dfen
do poi morto Cinara Auo & Padre fuo, finalmente fii fatto Re di
Cipro,& annouerato nel confortio delli altri Dei
Venere funata nella città di Afrodifio,come già dicemmo ; &
nata,dicono, della fpuma, ò uero, ò falfo, balia à noi di creder
allihiftorici, che era donna veramente, come laltré, & nata in
Afrodifio : & poi fù portata per la fua bellezza predò sili Dei, &
porta à nutrire nella città di Citerea ; dalla,qual città, come dice
Hefiodo, elfa Venere fù chiamata Citerea : & per le Tue maraui-
gliofc,& fopra humanc bellezze trapafsò li altri Dei,& Dee aliai:
pcrlaqual cofa li Poeti, Scaltri Hiftoricila chiamano la Dea di
Cipro ; anzi l'irtelfa Ifola.chiamano Venere, come dicemmo; per
che in greco fi dice Cipro , & in latino fi dice Venere. Quella
Dea adùque fu maritata co Adone:& perciò ambidui furono Re.
Ma li Poeti, & altri non dicono ò chiamano Re ,* ma Dio, de Dea
diCipro per maggior titolo,fi come vno Imperatore,i!quale hab
bia anehora de* Regni, & non perciò lo chiamano Re, ma Impe¬
ratore : coli il titolo di Iddio è maggior d’ogni altro,che nel moa
do fi può imagine rhuomo. Onde dice Horatio. Vcnus Regina
Gnidi, Paphìq; fperne dilc&am Cipron,
Cupido figliuolo di Venere &di Adone* clTendo dì fomma
bellezza,& di fomma vaghezza, tutto giocondo, & piano d’amo¬
re;
irò ; lì thtfrtàli non fapcndo rìtrbuaré nWggìbrtìtolo, <cmilqtrafe
filile differente da tutti glialtri'Dci , dPpc-r et errato da quelhafu
blime Deajlaquale in vita l’adorauano, non fólo li Gip dotti /fila
t^gni parté del mondo lo chiamorno quel fi glirplfy il Dio d*A-
more; quali clic da cfìb dipende ogni beniuolcntia, ogni dilcttio
'He, & ogni amore : & patena die lenza quello non poteficro esfi
pazzi geritili) amare : &fe altro di quello li vele taf eie j fi legga
nella città di Citherca .
AmaracoPaltro figliuolo del irio Cinara, & fratello di Curio
diede opera al far’vngcnti ; a talché efiendo latto perfetto,porta¬
ndo vna uoltaral padre vn’vriguttno relPallabaflro, che efiofece,
•gH auuenneWna difgratia, che ttrfcò in terra, & ruppe quel vaiò,
Zc fparfé qucll’vnguento ,• ónde non voler,do,che ilpàdre lo faptf
*fe} non potè j perche rvngùenro fparfo rendea piu odore dipri-
n^’àVòt+dé cfkndò trezo contufo ; dietro li Poeti, che fi ccnutrtì
-néllalbero del fambucc, in quella felua della città di Idalio : ma
noi diciamo, che efio per vergogna, ncn fi lafciò più vedere, de
firi&èTefTer coritieteito in qùell’albero.
Afclcpiadefirhiftórico : ma di che città non troni amo ; de fu
al tempo defDió Pigmalcone, ilqnale nelle fue hiftorie pene,
Vbb allKafa-Idearne de gli animali-non era in vfoàgli huomiriu,
cioè non mangiauano gli huomini alcuna forte di carne.
Solone fù della città di Salaniina,ilqnale perla fuaprudentia,
de fapientìa hfpòflò-nel numero delli fapienti di Grecia ; de fu il
fecondo di esft Roride ti Atheniefi fenterdo il nome fuo celebre,
lo chiamorno à fe : acciò che ancho ad efsi defieie leggi di vire¬
rò , corre fece al Rè filo di SaldmiriaFilocipro : Et efiendo arda¬
lo in Athcne, de*dategli-le leggi, gli diedctoil gonerno della cit
tà, 8e anouerororiò nel confòrtio de gli altri Senatori ,* qriali 'tifi
ehiamauario Ariopàgiti ; de perciò fu chiamato Solone Athcnie-
■fe\ Ma Pi fi tirato emulo de inuidiofo, de riranno di Athcne tanto
♦fece con gli altri Athenicff, che SolónefiVcaceiato fuori cieilàkit
tà: ma egli, come prudente, tolfe iicentia dal Senato pèr dieci
«anni, dejglffù conceflo. Qtièflo Pifi {Ira to era parente tiretto di
^fió^Solèriefma l’inuidia'io^fieceritgàrc il pare r tato. Que llo So
Ione edificò vna città, de la chiamo Sofia : & cfikncfò -vicini/Mhi
mortej Còmmandò, die fiffle il corpo fuo bruciato ; de le cèreri
Ptn E
fuc fuOfero portate a Salamina, & ini le fpargeffcro pertuttaTlft»
la • Le leggi fue furono portate à Roma, & con quelle comincia¬
rono i Romani à inftruirli ne gotierni ciuili, & di flato.
Euagora de feendente della ftirpe; deili Re di Salamoia ; quali
furono cacciati dal Regno, come diremo, & effendo andati in
thene, da quelli venne quefto Euagora:; ilquale fece molte co fé,
& atti illuff ri. Riacquiftò il Regno di Salamina, & molto altro
paefe in terra ferma, & fece, che li altri Re di Cipro glifufierp
tributarii : & molti altri gela, & fatti; quali volendoli vedere fi
legga Plutarco.
Cleobolo figliuolo del Re Euagora di Salamina, effendo 00-
preffo dal Re de’ Perfi, c hiamo in aiuto fuqilpadre ; ilquale era
in Athenq:, &li Athcniefi quali foggiogorpo l’ifola; & affedian-
do Salamina : ali’vìtimo fecero pace : Et Cleobolo con gli altri
otto Re, furono tributarii del Re di Perfia ; onde dipoi Cleobo¬
lo fii enumerato fra li altri fapicnti di Grecia^tanto in elfo regna¬
li fapientia & prudentia. • .
Zenone filoiofo fu della città di Citheo, & era Auttorc della
fetta (folca ; onde effendo (fato in Athene con vn librato, veden¬
do Gratino p affare, lo lègiùtò,& diuentò dotto. Riirouò quefta
^jiuoua inuentione di viuere. Et fìodf coftui Tanno del mondo
4764. alianti Chriffo 4 3y* ^
Zenone fecondo fu infieme con il primo tenone: &feguitò
anchor’effo quella fetta (foica, & fu molto honorato : & infra gii
altri detti Tuoi che dille fù quefto ,1]pazzo hàogm vitioj maper
natura non è inchinato à tutti. ScriEe molte opere degne; &di
Atheniefigli diedero le chiaui della città , acciò che coirla fua
prudentia, éc dottrina lagouernaffe. Et dopo la fua morte; gli
fecero vna (fatua di bronzo con vna corona d’oro in capo,
Stanfarone Re di Curias,ouer di Pi (copi a; fu al tempo di Alef
fandro Magno, con ilquale era compagno alla guerra. Et di ciò
narra Papa Pio fecondo & altri auttori; & quefto è vno delli none
Re di Cipro. ^
Apollonio medico eccellétifsimo,&fii della Città di Citheo,
<& fcrilfe nelTartefua molte colè eccellentifsime: & di ciòèilpre
detto Papa Pio fecondo auttorc. r 1
Anaxaretefù vna bellisfima gioitine della città di Salamina,co
me dice Ouidio^éfiendb ffrp4rbà,& di Hirpe Regia, fù affiata da
vno giouine bello, & degente 'vero è, che per nò'oilca non po¬
rta uguagliarli ad efla: & lìadimandaua il giouine Iho; ilqiiaie
vedendo, che elio l'amaua, & morkia d’amore,& ella poca ihma
facea di lui difperàto, fi fufpcfc date medesimo fuori della porta
di efiàin’grata Anaxaretc ; laquale lubito vedutolo dalla f inclita,
& mirandolo coli fifo ; dice Gnidio; che lì conuertì in fatto; onde
li Poeti fìngono la ingratitudine non riconofciuta coli tetto.
Demetrio filòfoto , & hiftoriografo fu della citta di Sala-
mina*
Xenofonte filofbfo & hifforko : ma di che luogo, & quando
fu non ritrouiamo ; però fu di Cipro .
Enoc ili us fu Poeta di Cipro , alianti che fiiffe flato Homero $
fi Come narràSàjito Eufebio ; & fcrifie molti libri •
Selmete & Dàmneo furono Cipriotti di gcncratione di Giu¬
dei ; quali furono in Cipro primnnuentori del ferro: & ciò hab
biamodaEufebio;mainche parte dell’Ifola furono,rirrouato
non habbiamò.t
Arido fu hiiloriografo, & fu della città di Salamina : & Ifono
medefimàmente hi fiori co della predetta città.
Pi fi fi tato éfa Re di Lapitò, & fu al tempo di Alefiandro Ma¬
gno jiiqudle conduffe in fu a compagnia.Quello Pifillrato Re nel
la guerra, per effer’huomo efperto & valorofo j lo fece capitano
dell’clfercito fuo da terra.
Neocreonte Re di Salamina medemàmente fiì al tempo di
Aleflbndk», & fuo compagno,come dice Plutarco, & altri ; & ge¬
nerale dell’efiercito naualejilquale fc<c molte imprefe maritimep
pigliando città , & terre ? fottomcttcndole all’Imperio diAlef-
fàndro : ^andòinfìno alle colonne di Hercole. Qiìcflo hauea
per inimico il FilofoJ^Anafifarco, ilqualc era con Alcfiandfo ; on
de hauutolo nelle mani,*k> prefe per dargli più tormttc>& lo mi-
fe nel mortaio, & con il pìfteilo piflaua il capo dclfdolofo;iìqua
le vedendoci cefi op prefio, & non potendo far'aliro; proferì qire
fio mirabif détto . 1 iride ti nde Anaxarchi follem; Anaxanhum
cnim non tundis. Dipoi mattici) la propria lingua, & la gittò
per vendetta in faccia del tiranno NeocrcOntc .
Onelfito era Re di Amatunta, al.*tempo di Ciro Re de’ Pcrfi
li 1 2
„C
c$*e & dì tolk&quei due Re
di Am&thus*&; Soli 3 ft djp ortorno ^aì^rofam^ntex &J acco r dati i#
{ieme,;ruppero,federei$o,,dd’perd;1&inckorno;gli altri Re a rir
bellaiifi ; & tutti indeme andorno à Salamina- ad aii'ediarla ; onde
il Re de’ Perii dibitq mandò Artabano valente, Capitane > ilqualé;
hebbe d& far^ifeiima venedo la difgratia al cauallp del Re Onci-
ftcro ; Artab:;nQ h.cbbe la vittoria, & foggiogòdi nouo tutta Tifo
la: &,quefti <jtje Re 'Onejllcro-&-dLi-;Splia K s ■ i,
Ophk;gem erano anticamente certa,gen^ratique di .hiiomini
di vn parentato ; quali,fubito che alcuno era morficato dalli Ser-,
pentii cpielii Ufdogcni pigliauano con lanuda manda piaga, &
fubito èrano esfi interim fani; & li ferpenti parimente ì esfi OiQ
fiogeni nbn noceuano : Onde marauigliandofi li Romani al,tem¬
po che erano Cónfoli ; conduliero di ^prpjT edagon 4n Romai.il
quale èra di quello lignaggio : & pollolo: dejatrp in v^n yafòjftu-
do, óc pieno di ferpenti, vedeuano esil Romani tj li ferpenùJiii^
gendo* lenza far nocumento,con le lingue gl*and#-ian.g pereto-
il corpo; & elio Texagon vici fuori del vafo fano, intiero, cóme
di prima: ondeji Romani riptitorno elfere vn gran ratiracplo, che
ciò li Dei hauelfero attribuito à efsi mortali: & per cip li chiama-,
no Ophiogeni, che voi diré, generation e di ferpenti Diqucfta
riti generation e non li ha poi Caputo altro, & penfo che:il Signore-
Iddio haueffe concelio à'quelli tal gratia gratis data,- fi come dico
no alcuni hauer la gratia di San Paolo. Si ritrouano alcuni huomÌ4.
ni in Scria, & archo in Cipro; ìquali pigliano fellemi d’ogni for
te^ & gli mordono , ma non gli nuocenò; &,qued;i tali dicono àf
cune parolein fecreto,cioè pian piano. Ha vn’altro huomò?ilqua<
le pigiÌ&06 elio efsi ferpenti,& non gli noce ; ,però io giudico ef-
fer, fu perItitiorp ; perche gii dice que lle parole cofilècretc. Io;
hò veduto molti, che pigliauano esfi ferpenti ; ma non hò vdito
elle parole.
Furono anchora di molti alfrri gentilhuomini illudili, & altriì
Dei, & Dee; ma noi per breuità,& per non ellere molefti, lafciaf
remo esfi genpli, & li tàlli5 & danneuoli Dei huomini ; & fegui-
taremo li veri & giudi Dei adótiiui del vero £4 eterno Iddio; per,
ciochc edò imm rtale,inuifibile, & eterno didb if fuoi carifsimi
figliuoli. Ego dixi Dij edisj & filij excclfi omnes,Vos edis, dice
il
Éùip & (piHt iifcjDeuHabde*jìiuM* is, * E c d ì <q ucIIft *tó fiativicadi
Chrilto, come dice Leontide Vefcouod’lfola di Cip.rcvhi prodtjfc
fó top in-grande d’agni fortef&podi oèlcekfte Alterno Piaz¬
zo à contemplare ilfiuor miteor eo&i K oh W rup&ttore r; i lqiiaj difteft

eìocheeivcndalddioamoxoTo^.l’ilal^ luaraman^^dkd
amo corrigo, de caftigo. Non deuiddni^ùéìd) kfaW&GWrik
fdà laicità edere al predente mbulaùh& difpjsrate* Pigili Féf-
fempio del la tu a madre .Cinta di Hìe'Ku ftlem ih tutìjp* & per iftitfrf}

tiincia di terra (anta:,.p érebe toa^umtì $Wi&fih*i3£È


c d bpiiV fhi ttufiin ù \àb à ^)nd> diipo^inlgtAQS^inPHi
colare queftì qui di fotto . ♦ ciJiaelIaup rii ciò&i; inani.di . iyic
‘ l^j^v /-» A s% t atv ^.iucy^ ^II *^f t hfc'i itt} ^ '■iSdki /* t? i'^l /fri /H A

inChrifto inlieinecori Paolo, andana pm-dicandodafc dbf!& p^iS


lige fti, & fan tU à:lor oi,jBarnaba fuchiamatoil JDioGi-di^ ^ «Pad*
lo Mercurio; Fii cauTayohe'li Atufochea* 'fi; comic rii fi ciIqX .AU’jdb
ttmóelfcrdo partito d a Pa a 1 o, -me uè. itti G i p!r cnh - fui. coa^agttjal
Marcò (ito confobrino, Sbadendo; prédictnoyfiLfattb^elio^
dfSalamina. Dipoi da Pietro Apoilolo fu mandato inJtalja-.ddb
quello fu il primo che icorin erri Romancia. fcdé,San tìen:crnt^
qtiàiéimridolo in Antiochia' da Pietraia conf^o tarlo dcrbjittijz iaiV|
lò -Dipòi fu fattOiVefcoiio pijinvo di MilaooidoiieyifRÒrato.aJ>*i
end? giorni i inftituì vnaltroinfuQluogOjÒc elio andà,^^ni^iì
ti Bergamo, & v’inftituì Vefccua Narnòiiip difecpt?lo>
à Brèfcia^ & fece il ih ed diroodA 11' viti ino ritorn è ìb S a lam? a,jdob
ne dalli Giudei, & da Barieu mago fii.-martiritato, & dafuoeerir-
fòbrino fii fepelito in vna caiierria con l’tuargclio fcvitto ,da San
Matteo di propria mano : Jkd<tbirif>0r;di Ztnone ilosi»peratòliè fth
trottato, tome diccmmo in Salaminai; h ii.ydj f f, / r.l stabile/ H
'* M arco,oue ra fMM te-Giou ami i fii sdcjla $ itti di Salarili a : & Con* [
foHrmo di ’Snn BarnabauScfiù i vno delirifettafitadt’e;diftepoli di i
Chrifto : dclqualePaolo Apoftolò dicenclli Golkferdi . Saluta* ;
vos Marchus confiibrinus Barnab^, de quo accepiftn mandata;
-• -p Et
I&qneftò Mi^oliau&tófepelitoBàikaKg nt^ipmJcdina^kSi
niò y àlido ih Alla * j&Tiìfatto VefcoucMÌli Apolloniade y & qùiui
fu martirizato.
Naafone dicon tutti che Fù di Cipro : ma di che Città; nor. tro
ftìàmò vno afl^egli deMi>fetantadue difcepbji dei notìrp
Signore P&^gliéoloiééUpjtìàm^ di fcj polii pcrciochedo Umma-
«(ÈPW&àfcà!an tiquiis difcipulus Dòmini \ nei 2 lifprimp de,gii atti
ApbftQhciiochkMfemojDibiie 4 Moipitareniuh Iafonem ipucnda
C^pmteantiqdi^ (tós^gtótóu *.& mVl. ogii In. omj;
-f *Èpaph|aouer EpSphròditovnb pur* dèlli 72.difcipQÌi dèi $o
ftro Signprè 5 il^iale neliì Calendadi becchi de* Greci coli 1<*
tìdtgriatfóij’ étìhÌ.atinrEpaphra : delquaie Paolo!Apoftolo diciQ
aHi 'CollófenftpSaltftki Vòs Epajihras, qui in voJbiÉtèft feriiuslg~~
4fc©firifài*. Queftb'Fù^Vefòouo di A&a Argiuorum città dijCi-f
p&jdj liatìni cKiaimino-Àitdduce >5&liGrèer la chiamalo £dd-
argi. Fu martirizato in quella città . * 03; it ì ■ p H , n ^ , ! ;rj
o(®i»'àhddifcèpoiWi'C3irillo§6jella.prjédkatiotìe^fJli.ApoJfto«*
liy quando che tutti infìemf craàodn Hierùfalem, alianti dbtfStP*
fonò falkdapidato, èrano fattianchoras degli altri difcipolijrìien-?
éttlilàeChrilto Mite®?quali vedendo ia Iperiecutioìne di Stefano**'
ft pàrtipQìio da Hiernf^ieme,M andarono in Fenicia ? dipoi in.XJfe
pro^alfvldmoin Antiochia; predicdndo folamente alli Giu¬
dei : Et quando furono in Antiochia,li Cipriatti & li Cirenei,e 11
fèndo la mano del Signore con esfi ; arditamente cominciorno £
predicare alli Greci, amintiando Giefu Chriflo : onde pcrleTue
predicationi,hanno conìiértito vn gran mimerò : Tal eh e hauqndo
intéfo li Apollo li in Hierufaleme; mandorno Barnaba come Ci-
priottobì confermare quel tanto * che -gli altri Cip notti haueano
détto : percióehe elfo Barnaba era luioino da bene, pieno di fpiri
to Tanto & fede : & entrato in Antiochia , li per fu afe di rcitare in
quella,tanto;che hauelfero intefo deili Cipriotti, & Cirenei : Et
effo Barnaba andò à ricercare Saulo,ouer Paolo; accioché più fuT
fe folidata la fede, che li Antiocheni prefero : & condutto Pao- .
lorcóiiertirono tutti rnfieme quafi in vn*anno:onde hanno ammae
ftrato molta turba : Et quiui comindomo primieramente li Di-
fdepoli à chiamarii chrilHani. Quanto obligo dunquè deueha-; *
nere la città di Antiochia alli Qipriotti ? Et.il popolo cliriliiano
i\3 quanto
.. *4
quanto obllgo ha d‘eflcr chiamato chriftianopenoperadi Cipro?
Ma che diremo di te, Santa Roma ; onde hai il primo principio
della noftra fantità hauuto fé non da Barhaba? & tu Milano quan¬
te gratie, Bergamo^ Brefcia?Eccoui dunquccome Cipro è vera
amicadiChrilto, &Prouinci^ veramente di terrafanta; pofeia
che fucaufa primiera,che fófte fantificata Roma capo dei niòdo.
Paolo-Scrgio fu Proconfalo in.luogo del Confolo delli Roma
ni : perche li Confoli faceuano refidentia ih Salamina; onde e£-
fendo à PafFoPaolo Sergio.vennero Paolo Apoftolo, & Barnaba
in Cipro , &haueuano in loro compagnia Marco oucrGiouanni
confobrino di Barnaba:&hauendo esfi riuoltata tutta l7fola,pre
d kan do, andarono à Paffo : onde Paolo Sergio effendo hnfemo
prudente, & fentendo quellanoua prediftinatione j volontierfHi
àilcoltaua : Ma Elimas mago lo diuertiua » Vedendo Saulo quello
Pfcudo Profeta Giudeo, cheperuertiua,& deftrnggéua/qiiel tan¬
to, che esfi s’affaticauano di fabricarc ; furibondo del gran zelo
di Dio,eflendo pieno di Spirito fanto,riprendendolo,& chiama-
dòlo figliuolo del Dianolo, & maledicendolo, fubito diuentò ef¬
fe Elimas riero,priuo di uilla,come Saulo gli diflb. Onde veden¬
do Paolo Sergio quefto miracolo, che egli fece, prefe iLnome di
dio1 Paolo. Di qui dicono gli Atti Apostolici dipoi il fatto Sau-
• lui qui & Paulus : &l cofi Paolo Sergio fùdifcipolo di Paolo Apo
Bolo ; & di elfo altro non habbiamo. '
Tito, difcipolo di Paolo Apoftolo, fù fatto quando conuèrtì
Paolo Sergio ; nel qual tempo anchora dio fù conuertito, & da
Paolo Apoftolo ordinato in Diacono, nella predetta città di Paf-
fó ; nella quale era nato, & in quella anchora fù martirizato : Et
quefto è vn’altro da Tito Vefcouo di Candia,alquale fcriffe le
Epiftole •
Nicanorofùdi Cipro, come tutti dicono, & fù ordinato in
Hierufalemme Diacono , pofto nel numero delli 7. quando fù
eletto Stefano ; ilquale poi in Cipro fù martirizato : & la fella fi
celebra in Cipro nel mefe di Genaio ; ma in qual luogo folle mar
tirizato, non frolliamo*
Triffillo Vefcouo di Nicofia huomo eloquentissimo compofc
alcune opete degne , & ancho fopra la Cantica : & fù al tempo
del primo Collimino 7 circa gli anni del Signore 528. Girolamo
de
^dstrimttlluftribtis narttuh mm ’ Jft • *J r
Epiffanio Àrcmefcohardi;SaIamina,aucrdfCoftama i ilqii ite
-era. nato dalGafak;Mbràthàfes,huomo dottisi nio fù,.& cQtn'pfe-
femolte opere.,>&:masilmc vn Trattato della fei? £*$ jIfria.Triniti :
i &< ettp$do;i&reitUjTcono feee:vini penitenti^ >:fotto adMè%eUm-
*cà ;■ laqualeq dentro diEamhgofia ; fòprà laquale e 'vjfeltóda.* $c
idi .fotte rfafìb'Téjiid grhnder&igrbflo'ditdue bratdain^ic^a ;&o-
■gni. annodai: tmelk db Maggio Quella grotta còminda dalia .vigilia
diqiréftaSanto,& dura tuttoil giorno della fétta, àgocciare via
: acqtiarchiara & limpida,& va gocciando pian pianò ,i&fo hó yf-
,dptiidlpredetto.miiaculo^ con gli proprii occhiai i 1, umido)noy
o.n SpiridiojidSahto ¥e.fcctio di Trcm&us did£tpnfc,£qt)tetitàidi
i G ipbo 4> I Qp etto fu al tempo delprimo. Concilio, di. Nicesi- 1
.quale hà.cdnfufo gli Araiuii contattila dottrina quali :p.r£»fcdàtt-
do cs^Mefom'3&rSani>;Vkdèci-auató che an dàttero nél Conci¬
lia pregamo il Duca di Cipro di non lattare nèttttnndttijioldi le-
ùario.: òc cofi comandò etto Duca, quale era ./autore ; Etefiendo
«6 ;¥e&Qitt partiti àlquanti>gaorni; SpindioÉe datiò
uacale, & .mette fa ttitttà jninare > & raltralattaccò in alto lai ffto
baftonei a modo di vela, .& eiiafi mette à federe nel man to diftfc-
fo nelmaiìe,Se Con vn vento pmfpèjo arriitorafCcncilio aitami
che ifVjidìci lÀmanbfufferò venuti : onde sbigottiti & cpnfufi-iu
rono. In Cipro era vn’huomo, ilquale diede ìlfùo thè foro aliali
gliuola di etto Vefeouo per conferuario & effehdo ritornato
rhuomo ; ritrouò la figliuola del Vefeouo morta, & fi mefiòà pia
gere : onde il Vefcono motto à compasfionc; andò alla fepolttf-
ra , & chiamò la figliuola co’1 proprio nomcHircne : laqurde li
rifpofe ; che volete padre mio ? gli replicò il padre r .dotiehau^a
metto il theforo : & infegnato il luogo; lo diede al patroiié»
11 corpo di quetto Santo è à Corfù in gran diottra a dinotionO.
Thcodo.ro di Cipro nato , & fu Véfcotio della città di Cipria,
cioè di Cerines , come narra Ge.nandio presbitero di Mani¬
glia, dìe viris; illuttribus ; ilqual Santo Theodorp feritte alcii-.
ne opere centra Diofcoro, & Euthice berietici condannatine^
li CenciliL hi >oh M il ' viW*
Hilario Sapto^rciuefcoiio df Sa|aminà,huomòdottisttmo> &
di fantiòfimajiiita ferjffe molte degne òpere contra tuttili here$-
u?
€i?8detòrkfecrtfic} &‘moTH erano temermiperla fira Incili-
inabile dottrina ♦ * - \
u Giouanni Ekmofìnario figliuolo del Duca di Cipro ; ilquate
j^erle fue moltceleinorinefù chiamato dcirrc(icària ; & dipoi fù
t^tto f'atriarai di Alefiandria;& hi natiùo ddlacitti di Arcatati*#
Goftw*volédoÌfcdare aCoitantinopoli da Aidìandm,.gìi appaf
dfe nel Naui lio 1*Angelo di Dio, & lo fece ritornar nèila citta di
iAthatluis ; Et vedendoli vicino alla mòrte > fece teftamcnto # la*-
Jciàndo il fuoi* peneri,quantunque bau die poco ; perche in uitt
lo daua a’ poucri di Chriilo : & merendo ^aprirono là fcpoltur*
eklla Chic faCathedrale di San Tige no ^edlaqualè erano fepolu
due Vefcoui fanti di quella città ,* qua li da fo nie deli tr i in fcgnó
di riucrcntiajli ridrorno da partc;vno di quà,&E*ahro d£c
dero luogo in nr.ezo ai detto Patriarca . Per laqtial coli tutti gioì-
rificorno il Signor* Iddio di un tanto Lucmo. In fucecfò poi di
tempo la predetta fepolturafcaturiua della mana: orde Lccntide
Vefcouo, ilquale fcriffe la vita di quello Sarto Patriarca, dice nel
librò de vitis Patrnm . Non vi marauigiiate Fratelli, fc da quella
fepoltura vfei il prctiofo liquore, pei-cicchc nella amica di CErr¬
ilo I fola di Cipro in molti luoghi de* Sarti fanno il medefmo.
La coftui fefla fi celebra il m efe di Norcini re. L’amo 5 6rir.
liocò dalla herefìa tutta la chic fa Orientale ccn le fue prediche ;
& feccia indur alla et edientia della Pxmana Chiefa.
Santo Stadio Yefcouo della città di Amathunda, huemo giu-
fto,& dottorq integerrimo.
Tigorta Santo fu Vefcouo di Amathunda : orde la ChiefàCx-
tbcdrale à lui è in titillata, I a qualar eh© r a fta in piedi • Io vi fono
fiato, & lafedarh celebra udir efe di Giugro •
Santi Filone & Theoprcbo furono Vefcoui di Cipro: ma di
qual città non fappiamo: & quelli furono al tempo di il uro I pil-
fanio, ilquale dice in vna fra Ipillola referitta da fan Ciro!:me;
O’ vere fcenedi-daLpifcoporum Cipri manfretrdo & Lcnitas.
t Nicoiao Arciucfccuo di Salamina, huemo vigikmisf mo, .&
dotto ; effondo nelConcilio 4. di Calccdonia ; neiquale fece mol
tiatti iiluftxi, A: in particulare vedendo il Patriarca di Antiochia;
ilquale alla fua giiirifditicne fottemetter volerà effa Ilo là; unto
mito al Concilio* che determinò, che PArciucfconado di Cipr©
fuffe Ubero che primate non deffc obedientia àd akutóPi^
triarca,foluo che al fommo Pontefice di Roma:& però tutti li
icai^i di Cipro fallerò confirmati dall’ ArciueicQuo. Gride tutti li
■ Arciijeicdai diGipro:ia;fciJÌuon;0. primati;, & querto titolo .confi
quitto finod© confirioò Gì urtino Impenator compia facilità pél*
le p^e^:ràdifaà.cBnfarteqMdfòeraiTlieo<io3fa;-iG4intn^;<5 o J
ib Santa Neinefio Potaaiò & Didimo fono^i^riotti^^ftono
«farti rizati^fi comemoi habbiamo neili Calendari}* Latini» vndefci
«no calendas : Lafteffo Bedapone quinto Idus Februarii. S. Alei*.
/andrò & Am onio martiri*
iSanta Maura Santo Timotheo fuo maritouacquéro nel C^falè di
•Perapedi^ftu'ono martirizati neliacittà di Cichllani, preiìò al
fiume Se do tie fùgittato il fangne, paffadifopra vaa fonte ,n el¬
la ìquaifi vede il fangno dentro nell acqua-attaccato in tetrai&mèl
la pietra, & mai non và via r& io vidi> & toccai con il coltello la
verità.
.Santo Neofitofiì del CafaLEncliftra,& iabrieò vnabellissima;
oChiefadeGrèci,chiamataEncliftra,doue.egliefepellito. & vifi
-vededi corpo tutto intiero, &;fà gran mkacoli.
Santa Cofianda fu della città di Paffo, come narra San Girolsu
ino de Viris illnrtrihus,laqiiale eradifcepola; di Santo Hilarionc;
& quando Ceppe, che il corpo di Hilarione era fiato robato ; per
il grande amore che ella portaua à quella reliquia pretiofajeadde
interra morta ,* & gran Pegno d’amore veramente diede.
Caterina. La leggenda,& tutti li hiftoriografi pongono > che
iella Me di Aleffandria ; ma li Famagoftani hanno?vii a leggenda
igreca, laquale dice e (Ter di Cipro, da Famagofta vecchi ai; &eifa
figliuola del Re Corta : dai quale la città fu chiamata da Salamoia
Coftantia : & in ella citta,come habbiamo detto di foprà, èlafua
prigione : & poi condutta à Paffo, & porta in prigione, & deli in
Aleffandria;fii martirizata. Il padre fuo Corta fu al tempo di Dio
cletiano Imperatore, alquale TEgitto gli era ribellato per cauli
di Achilleo,ò Areheo: & hauendolo Diocletiano fuperato,& vin
-to, chiamò Corta da Cipro, & lo fece Re di Aleffandria : & coli
fu martirizata Caterina, come habbiamo detto. Pietro calo da
Chiòfa chiama Chaterina Regina de Cipro nella Tua hiftoria, 6c
di ciò effer Cipriota vedefincl dominio piu di fotto.
Hirene
. 26
cHiecrc fiuta’ figliuofi dcifintis/ìmo Vélcotio Spiridicne da
Cipro, quale li greci la chiamano Erini, quella emendo già mor¬
ta cfepolta ,'furchiamata dal padre proprio /opra la lepoltura, &
interrogata ciò che egli uolea, effa lepolta gli refpofe, fece molti
miracoli.,;:.
Alli 2$. de Settembri© fi celebra ia fefta della noftra Madre
ferite. Eufròfina»,c ciò èmanifeftanel Calendario greco. :
Alli 8; de Gennaio fi celebra la fefta diiantaDomnica > vedi il
Calendario greco. , . i.,.
Adi: i^de Zugnò fi celebra la fefta de ferita AchilKhà.
Adi 2 $. detto fi celebra la fefta de Tanta Agrippina.
Ancóna fentafu di Cipro ; ma di qual luogo> fiora non mi fo-
lUenci .. •i < iiqol ci ‘
Heraclio Tanto fù Vefcouo della città di Thamaflb ; & ftìmar-
ticizato anchora nella predetta città; la cui fefta fi celdbfa alme-
fedi Settembre,.! i: c Lf ;.: : b r, . 5ter. ;rjr;i ?r:ni 11 ' ■ -
Miron Tanto fìì Vefcouo di 'FbomafTò,huomo giufto, & timo-*
raso . Eiì mfardiizatò’arìchor’éffo nella predetta città fi eck-
tra lafuafeftaalmcfe di Settembre . ,*b ? : . b ,
Meletion Tanto Vefcouo di Cipro : ma di qual città, non hab-*
biathò ;&fì oeldbra ia fillifella al hiefe di Settembre.
Ifachio finto.Vefcòuo dùCiprò :ma di qual città, ncnfeppfa*
ino la-fuafefta fi: celebrasi mefe di Settembre.
Sofronio fentoVefcouodi Cipro, fi come dice il Mincllaio
de* Grecii ma;dfchc città non narra-; & la Tua fefta fi celebra ai
mefe di Dicembre.11 io] ù rrjno . • I .r; v. *.
I>amiaiK> fintò Vcfcbtio,*atto immediate dopo Sofronio fcy
pi cadetto r come dice il predetto libra la Tua fefta fi celebra il
nkdefimo giorno di finfiofronio. ;j : < i . : i, 1 t
* Eiktrgiox fama Vefcoiia di Cipro : ilcjuale fumartirizatof&1<l
fefta di eflb fi celebraci mefe di Febraio. . -
; Martellò finto-Vefiraiio della città di Cipro Apameà, euerSc*
liiiilquak fu-èrtine ; &’laifbafcft afr celebra alati e fc di fc-
bruiti jr. :t mv :i’:ii£) , rii? uA ni or Sì '*• ,b «c-r. fu* • " d
r -Thcódoto fantoVefcòuocdr Cerine.di Cipro- : & I a. fu a fefta fi*
celebra al tnefe, di Marzo ( nacquearìebora nella predetta/ città di
Cerine^ & fu martirirato nel tetnpadbl^eck? Imperatore, & di
f^,;4 G a
Sabino CdnfuiTxde’Homam ih Cipro; óiier Capitarie® >icbifce
dicono li Greci . gii ‘ilfiffp .< •; . • ">
Gregorio Tanto Vefcono di Cipro ,huomo dottò, &t giufto■&
h: Tua reità fi celebra nel mefe di Marzo. j -, ;, i ;.. ; :. ni
Archadio Tanto VcTcouo di Cipro,della città di Tremitusiò Tri-?
mkùghia : & la iua'feftafi €Ìeidbbim£Ì:tneÌrHtiMta^0& - ? : ili
Ne ftor e/anta Y.élcono da Tremitus, ouer Trimitughia ih CiA
jftsip & la sua fella fi celebranèlmefe & giorno di santo Ar-
chadio • * .oo'Jip oheh -i >k3
Santo Mnimonio Vefcouò di Amathbntà dfCtpro^cuiftfU
£ celebra il giorno & meTe di santo Tigona .
v Santo Theo doto V cTcouo di Cipro $ vn* altro oltra quello che
dicemmo di Topra; fu inanimato : & la Tua fella fi celebra-neh*
mifodihhglió^m; ! riii >dlob oiioobY :i" ' oib$as H
*■: Santo Marcello'Vefcono dipani ciadn f .pelone ra’Gi-s
priotto, fu martirizato al tempo di Theodofio Imperatore^ & 1$
Ììftrfcitò frxélebranel mefediAgbflLo vwT-f/ irt olmi? rov M
~ -? ^antO’Gióuannì.'Laicnpath$ftkidàl Cafal?, Marathafes : di que-i
fio narra il libro de’ meli de’.Gréti ; ilqud calale £ ndli monti dii
Cipro♦ & —-jì >1 ipih umoiq 3-ìb òrxopHV’orné rioijaloJM
Santo Giouanni à Baffo di?Cipro fi ri troni nel predetto librerà
de* Qreci : & il corpo Tuo è in Ciprànel Gafale tutto intiero* '
Santo Macedonio Vefcouo dr Nicofià il rkroua nel predetto
libro-de*Greci. > tipo . oiqiD >osioob < ••• liloiri >
Thcoffanio monaco di,Nicofia morto aggiorni noilrilalqtiai
le della Tua vita inuero non Ti potriaoppor creandoefìrricio tatto*
Vefcoiio* Cori gran difficiiltà'accerò ^ a& tìubfrdmvb giòma H-
prefo il Tuo 1 conomo;lcf£b:ir ohòmo flipcpb0 glixliede>\*no fchiafj
fo : onde vedendo il Vefeouo la poca tUtfcrehtia;-giudicènonbCti
fer~degna.di talaffidb ;dì andòcon mille preghiere, &preg<3 li
Signori con le lacrime,che doueilefo accettarela fuarinuntta.Éfi!
fi franano duri,& non volenano:ma alTvltimo sforzati:!’aceettàro
nò t&eifo Tlveoffania andò in>vn Monaftenod Meflapòtamò#fci
li monti folitario; doue fece la fùa vita • Qui 11 i vna notte batterti
do vedutoci nfo^norvehfc vn fiio aibico gli porlo vnà zara di mèle;
là mattina rifucgliato, ecco il Tuo amico col mele, & il vaiò pie¬
no elfo Vefcouoiorkeuegratiofamsnte:ma poi lo trafTe d
muro*
2?
finirò fparfi il mele ; Si Siìfe b.ll^mìco, tfh*tciofaccaf^pi?t3*B
hòn voletìaiche il Diauolò haueifo fattogli credere à gliinfo gnia
Mori jpoi preflfo tutti in opinion di vita molto Tanta : ma india 41
ouer 6. anni difcoprendo la fepoltura ritrouorno li osi! iquali nò
parcauanojche fiilfcro òsfi di<nprti;&il capo anchora hauciradel
la Carne : &4a poforo dal elauftro m chi dà}& dicono che fà molti
miracoli. lo vidi la fepoltura co gli osfi mcfcolati con la polueré^

ttefcouo diEphcfo da S.Giouan Chrifoftomo come narra Nice-i.


pKoro, riifeffo dice anchora Salaininci fodonc^j MalchionC &
Crtfpi^ioneAatdli cantali &i monaci,<di£ccpòlii de santo Hila*
fittnijé tinti cinque morti dà bona vitat& Tanta, vedi; Nicephorò
de Ecdefiafticahiiìoria• . <,'■ • ! : nn n :• bri wis
4 Gufili^ finti fbprand minati've ne fon moltiakrii; chequafi in
prudi centoCafali li finx>uanòò;Vno,ò 3. ò qifinti di Clipm; ma
vifòhòanchorade?5anti iorcftien^^ in particolare diremo' di
■v i.d ÌLlJpd i’y !jr r: Xilli: .J onoi iv ,no;bn.r. ofbsjr; filli: >$

Clj^ròy&iiauafop’rai’ac qua, verfoiìVnàrc dsl&ntaia..


dpparfe’in fogno à vn'huomodai Cafal Morfu, che leuaffedul fon

tìrfcfeò iritérrà { L’huòmo non'credendo afkuprima^ neaila fot


cofcitfo ; aH'vlmrfò krido fece come ‘gli fù impello r & quando
BeBbe caihinato per tefm da^due1 leghe ;% fermòróiic noM A
trouanel Cafalé di Morfò : &mon potè£ in l’huomdcon ogni sfai
20 mouer quella fepoltura : dalla quale bora clfcndcòi laica vn£
Bella Chi e fa ; efee fuori vn liquore continuò, come dicono, aci>
fjueo : & ioThò veduto, & fa gràndini mi miracoli^ &>fpdlo : &
jfeasfime è virtiiofo centra'lefortnn e ^ittiarc 1 dithehòggi i md
rimari fanno grande efpericntiai iqualfvi tcr^oiio eon tutti li<€i
priottigrandisfuntìdk^Otione, Ibupàba -.jnoifh*ort
Nel tempo, che li Chrifliani Latini pre fero laiCrocedrt faud^
dilla citta santa di Hknifaìcm;pcr liberarla dalle mani udii pcr-
♦fidi*
f*C f •

fidi} veduto eKe nob potcan& fatMtm; perche fofi piacea all*
maeft'à danna >. trecento? $ queIRffa. Alemanni i & Franccii > ma
tutti Baroni, Signori, & huomini Illuftri vennero in Cipro, &
quini fi fpatfero perii Cafalii fare vita santa:& coli fecero tutti*
Onde li Greci li tengono tutti in grandisiìma deitotione contra li
ltiracoBuibi : percioche eglino noft. cogliono riìierkeli Santi mo
<kamvinaiiime,Xatici\ino di quelli Santi Baioni fu il bea^Qf
GàMaaanLdiMonfortf> il qual cena Conte & tnarefdal4i ;Gìp^
& il fuo corpo è tutto intiero^ jlqualei fi miracoli ; 64 èjnj^.icfh?
fia nella Chièfade' frati.de1Zoccoli^Filippo di Monfòrte cr^ fuò
fratello> ilqiiale era Gante di Roecàs * & Amiraglio di Ciprot
; : Santo Ariftip. vnadelLLji • difcfepolffumartirizato nella città
de Sai amina,& iuifepol tOj&iiiceltbr afa fila fella odiauOiCaladas
Martij come naFraiixatalogo di Sanddi Pietro V ene to&& Poro-*
theo nel fuo martirologio. :,rv: . u J ùjiV.,..i-jh/:i
i : OLtca di eia v’e anchoraia fepoltura del beato Hiki!ÌOn,e;Àbba
te.: laquale come dicemmo nel eaftello del Dio d'amore > face*
piùrniracoli j come dice San Girolamo ,clic donerà il corpo f
& oltra quello anchora vi fono di altre reliquie; lequali lafciopen
bre.iutà. Solo diro querto;che neli^dcdfeùttionc.delconuento di
iìan'DQminko di Nicoli** dentr%in vna.l tare nudato furono fi*.
potiate 6. tette* & moMofii eotivnavette di vnà donzella, di/e**
tariccamatainella quale erano li ptignidi;^g«c attap<cati.yi ire*
uomo vna fletta, & vn coltello infangiiinati, & dcllirami di pàf*
ine, & deBe comne di patonollri dt-corda, & li Capi erano pie-,
nidi ferite;quali tutte red e anov n- o d ®m &¥$ 3* Yitf oliano anc$
fai vna tauoletta con laeaita idi laude**
di Maria Magdalena, di Santa Orfold, & di S^ta Eullalia ;
finbfiraceomadauaà quéftc % Sàte^quaKic^cfinó di
atta palla dettai tar e..Qndenoi liabbiamo iùdkàto eflere reliquie,,
della compagnia di Santa Orfola; 64 chc la.Rcgina tionora di
A^agona:moglie del Re pietroPufiiguaqo dibGipWxfeAbbiapo^,
fti» & n^cbJ&itfcqueH«^go^per:fègegrre/5fb^fi?aiT^ §R^etpg^
finite’ ranfcfife Resinati dipinta
noccliione alianti à quelle 3. Sàntc;vJ^i fiat dfcchiifi
q*i.e*di finte Vergini /bno.n li , ■ v 1
; Beato Pietro de JBaiiudeP^triarcha di HkroOdem .di fratti, d$.
fm
i8
sin Dorranico, fepoito'ìn sari Dominko de Nicofia, e tutto Tot
dine fino io tiene pei beato •
Bc-ito Pietro Thomafo Patriarcha di Con fantino poli Carme
lira fepolto aili Carni mi dt Famagoftaron molti miraeoi i. . : i •.
• > Nella citta di Pattò è una fpeloncà s laquale dicono effer dellt
fette dormienti. Pero noi ri tvoii lauro nelli leggendari j> che lifiet
te dormienti erano in Ephcfbmiètedimeno etti cittadini diPatto
diconòab antiquo efler chiamata quella fpelóca di fanti fette dor
mienti: spollono efler aitri di quelli di Effefo.
Nella città di Cerines, ouer li appretto e vnmonte & vna grot
ta : nellaquale voi vedete dentro del fallo viuo , impattati capi
dlruomim, mani, piedi,ditaconle vnghia,& aldi osfi : & li Gre
ci li chiamano Santi, & moloitades, cioè in Latino Santi confef-
fòri ; & fanno miracoli. Sopra dLciò meglio è eh*io debba tace*
re, che ragionarne troppo.
Oitra li santi, & sante, & altre Reliquie; ritrouate nell’lfola
molte imagini della gloriofa Vergine, & altri santi; quali di con¬
tinuo fanno miracoli : & in particolare ftritrouaneL monafterio
de Monaci nelle montagne del monte Olimpo,vna imagine della
intemerata Vergine : laquale fi chiama & il Monafterio Tricti*
f iottila:&diconohauerladipinta san Luca; & in quella tutta
Ifòla ha grandisfima diuotione : & quando ita afki à piouer ;la
conducono nella città di Nicofia : & quando è fuori delle porte 5
efee fuori tutto il Clero latino & greco con tutta la città in gran-
disfima diuotione, & la conducono dentro, & non pacano molti
giorn[i 5 anzi alcuna fiata non è apena alla città ; che il Cicl fi ofeu
ra, & pione : & quello fanno ogni anno, perche neil lfola,come
dicemmo,fta affai à piouere ; Se poi conducono nel proprio luoL
go etta veneranda Imagine : laquale fta difcotto da Nicofia ic.le
ghe, che fanno 60. miglia.
A' quello effetto è anchora lafantifsima Croce de gli Armeni:
Jaqnale dicono etter del legno vero della Croce ; & di ciò non- è
da màrauigliarfi , fo in diuerie partr delLIfòla fi ritloua del legno
della fantisfima Croce : perche fan a Helena ritornando di Hiem.
falem.come habbiamo detto, per difcacdkre li Diauoli habitanti
nell’Ifola ; ne pofe in diuérfi luoghi : Si che tutto è venuto da efi-
fà Santa, auanti che in altre parti della Chriftianità fotte andata*
' tn Nicofia ancho'ra e P/màgincdi san Luca : faquale fa molti fi-
fimi miracoli (opra di quelli, liquali patifcono il mal mazucco*
ouerche fi ano infpiritati * Se io volesfi fcriuerc li Santi, & Reli-*
quie, &lefmagitti che fi ritrouano in Cipro; veramente empirei
gran fàfcio di carta : ma folo ho fcritto quelli che fono piu illuftri
& iamofi ;accioche fi conofca effer vero, che l’Ifola fi come era
anticamente dedicata alfamor carnale,& chiamata perciò (anta Se
fàcrata 5 coli dal tempo di Giesù infino al preferite è riuoltata al»
Tamor diuino, & fatta tutta piena di Ipirito: & perciò fu chiama*»
X* amica di Cbrifto #

Da citibabbiano tratto origine i Ciprioti.

Rkcipalmente li Ciprioti hanno hauuto origine


dal primo habitatore Cethin pronepote di Noè#
Al tempo dipoi delli Re Dei, erano produtti di
huomini molto illuftri di bellezza * & propoi tiona
bilita di corpo ; che quelli li ellranci li chiamaua*
nò Dei, & Dèe ; che veramente pareua, che non fulfero quafi prq>
creati da huomini mortali : & perciò fi moffe quel dottore Parili*
no Guglielmo di fcriucre nelle opere fue, & dire, che li Ciprioti
hebberooriginejò principio dalli Demonii Incubi,&Suctibi,n3
(blamente per le bellezze,& formoli tà del corpo;ma anchora per
che vedea,che li popoli erano quafi coftretti di riucrire & adora-,
re esfi femidei : & perche ancho vedeachcil monte bòra dett<jfc
della Croce era habitato dalli demoni ; ma polcia che vi fu polla
il legno Tanto della Croce,esfi furono coftretti à Team pare :,per*
che Super montem caliginofum eléuate fignumde fu gì et a vo-,
bis. Non follmente dice quello dottore dellrTfola di Cipro ; ma
ancho delflfola di Hibernia. Come hora polfano esfi demoni
generare, Se fargli atti humani,al ffrefente non è vfficio noftro:
ma volendoli chiarire , fi legga li fiacri Dottori , che fi vedrà
manifeftamente ; de particolarmente fi miri il gloriofo Ago-
ftino. »* tìih -.A ■.
Circa poi li tempi del Magno Coftantino, elfcndo fiata flfola,.
dishabitataquafi tutta per cagione de’ Cieli, quali dettero jé-an-,
ni, che non pione, come dicono le hiftorie.greche di Cipro, ri**
.*’• 1 tornata
z9
tornata da Hìerufalem Santa-felena,& andata al ri fola;--di-fin ornò* >
cfeme dicemmo à Vafilopotamo nella città di Marium: & vcdcn-..
dò l’ifola quali dishabitata, perche pochislimi habitatori v’erarv
rimarti,non fidamente per le pioggic,ma anello per la moltitudi-
ne deìli ferpenti,che disfi nella città di Curi; & già vedendo, che
cominciò àpiouer; efl'a Regina1 fece condur delli habitatori dalle
Prouitfeie tirconuicine; quali èrano tutti Greci,& coli rihabitor-
noneirìfola. Le Prouiricie fono quelle, dalle quali vennero ; E--'
gktó,Giudea,Soria> Cilicia,Cappadock,&L)anfìlia:& molti altri
vennero da Cqlhntinopoli in compagnia del nouo primo Duca
di Cipro. In quelli tempi in tutte quefteProuincie erano Greci ;
& perciò il populo di Cipro tutto rimale, & è greco : & quella è
IVI ti ma origine, che li Cipriottihehbero : delli quali tutti quelli
che habitanànelleJcittà‘come cittadini hebbero tutti Quelli prilli
legii> che gli altri cittadini godono d’ogni città : Ma il populo di
fuori della città quantunque fia grecò; é però diuifo in cinque dif
ferentie : Alcuni fono Parici, altri Lcfteri, altri Albanefi, & altri
Venctiani bianchi, &Perpiriarii.
Li Parici vennero in quello modo ; Al tempo del primo Duca
mandato da Coftantinopoli; ilqualc fi adimandauaCallocero,vo
lèndo elfo prouederè a’liti marini dcllTlola dalli Corfari, che nò
fodero depredati; fiatili che tutto il populo di Cipro,tanto quel*
k> delle città, quanto di fuori, fulfcro obligati di pagare ogni an¬
no vn tanto al Duca : & elfo fulTe obligato di condurre delli Alba
nefi con li loro caualli,& che Reflero intorno all’Jlola per li Cor¬
tami . Quello tal pagamento in fuccefio di tempo fti crcfciuto; on
de li,Cittadini lamentandofi ; furo clienti di tal pagamento: ma al
populo di fuori fò crefciuto: & tanto andò crefiendo, che alcuni'
pagano al prefente ogni anno 5 o. bifanti, & due giorni la fettima
na; & li terreni, & frutti loro fono diuifi in 3. parti,cauando fuo¬
ri la Temenza, benché alcuni,nò; & due parti piglia il villano, &
l'altra il patrone : & tutti quelli, che quella angaria pagano; fi di¬
mandano in greco, Parici, cioè obligati: ouer forestieri,& li ter¬
reni fuoi li chiamano parichiera. Tutto quello pagamento fi pa-
gaua prima al Ducr< : & elfo era obligato à ri/ponder la fua admi-
niftratione all’Imperatore. In fuccelfo di tempo, quando venne¬
ro li Re Latini in Cipro,ritrouando quella vfanza; le affirmorno 3
H
0cesfi ; asizijO’ne dicono alcuni, le hann y acefe fante, Conte al
prefente liritrouanj. Esiì Re donarli j li Cafali à quello óc *
3 nello Signore inficine gli doruuan} q ìe'ta giundittione lopra
’esft Parici ; 3c con autcorita di mettergli in prigione, alli ceppi,
sbandirli, dargli la corda, frullarli ; ma non amargli del fangue,
ne dargli la morte, fé non il Re » Li poteano anchora venderli,6^
comprarli ; & permutarli : à talché erano come fchiaui : Et quan¬
do andauano a feruire al fuo patrone quelli due giorni della fetti-
inana ; li patroni non erano obligati di dargli altro, che 6. quat¬
trini, fenza dargli da mangiare, ne bere. Alcuni patroni di eslì
Cafali erano fatti quali tiranni, & li permutauano con li cani, ò
li caualli, ouer co’ falconi : Onde la Signoria ha proueduto, &
ftatuito, che de cererò non li pollano permutare, fe non dar’vn pa.
rico, & pigliar’un’altro, ò mafehio ò feminai Li patroni delli Ca
fali fono in libertà di liberarli da tal grauezza, ò per amore , ouer
dargli vn tanto : & Tordinario è fefianta ducati : Ma alcuni fanno
tante ftranezzc, che pigliano fuori del douere:&*ii pouejretri per
liberarli di tal feruitu ; fono coflretti di dare al patrone, quanto
che efsi vogliono: però non paffa mai li cento ducati, per vno.Àl
cuni altri gentiluomini pigliano & 2 5. & $o. ducati, & piìf, 8*
meno; & molti fanno gratis & amore. Li Parici della Regale non
paflano li ducati cinquanta ; perche cofi hanno ftatuito.
Li Perpiari fono Parici,quali al tempo delli Duchi erano obli¬
gati di pagare tanti perpiri, che fono monete coll dette in Co-
Itantinopoli. Molti dunque di quefli Parici diedero vna gran
quantità di denari al Duca, con patto, che li facelfe efienti delle
loro perfone & figliuoli ,* Però, che pagafiero ogni anno 15 . pa¬
piri : ma li terreni follerò parici come di prima : & da qui tutti
quelli, che tafangaria pagauano, cioè tanti perpiri ; li chiamano
Perpiriarii : & fe ben il perpiro lìa tranfmutato in bilame ; però
3 tutti quelli che furono al tempo delli Re,& al tempo delli Ve¬
ne turni , fono obligati di pagare 1 s bifànti,cioègiulii, ò marcel-
li d’argento,refta quel nome antico di Perpiriarii,de’ quali ne fon
molti neli'Ilola.
Lefteri fi chiamano in greco,che tanto voi dir’in latino quanto
libero : & quefti erano Parici,& fono liberati; ò che fiano libera-
ri con dinari, ò con amor fenza pagamento j fe non per beneficio
del
de! patrone, tutti li dimandano Lefteri , cioè liberi : & ncn fola-
mente è libero delia perfona fua,ma anchora tutti li figliuoli, che
fara dopo ch’egli è liberato : ma non li intende delJi figliuoli che
fece mentre che era parico : & li terreni,che elio acquiferi , pa¬
rimente fono liberi : quali terreni,cioè li frutti di tsfi, & di tutto
quello che da quelli poflono efsi Lefteri acquetare; lo meteeno
da parte in vn loco commune di elio Cafalc,per inhn che venga il
patrone ; óc allhora lì fa in cinque parte : in altri Cafali 6. altri 7.
& 8. parte : vna piglia il patrone, & l'altra il contadino : Però le
Temenze delli terreni tutte le mette il villano, ò che lia Parico, o
Perpiriano, ò Lederò,ò come li voglia, mai il patrone del Cala¬
le non è obligato di dare la Temenza ; eccetto quando che elio voi
femmarcnelli Tuoi terreni: perche tutti li Calali hanno alcuni ter
reni particolari,liquali li chiamano dilpcda, cioè Signorile, & di
quelli terreni ponno fare come esfi vogliono • Cltra di ciò vn
Lederò ò Lederà fe Tara maritato con vna panca, ò con vn pari-
co ; li f gliuoli vanno tutti parici : & in alcuni luoghi li fpartifeo-
jio ; Et per ciò è vno Statuto alli Preti, che rcr pollano maritare
vn parico con vn Le fiero,ouer'vna Lettera con vn parico, per ri¬
spetto deìli figliuoli. Vi fono altre condiucni: maper nonfafti
dire le lafcio perbreuità.
Albancfi fono gente venuta d’Albania per guardare l’Jfola dal
lì Corfari, de fono falariati: de molti di quelli hanno fatto f gliuo¬
li, de figliuoli delli figliuoli, & Hanno perii Calali:& tutti quelli,
iiquali fono Salariati per tal’in prefa ; non poficno tener terre da
lauorar, perche fono foldati: ma quelli,liquali non fono falariati,
li fuoi terreni, cioè li frutti fi far no, come alli Lefteri, cioè li fpar
tono nel quinto, oucr di più fccódo la conditionc delli Cafali. Al
liAlbanefi Salariati li furono dati alcuni pezzi di terreni ; liquali
fono liberi in tutto & per tutto, mentre che fi fla al foldo ; & que
Ilo rhanmo fatto per comodità delli loro caualh di dargli l’herba,
& ingraffarli.
Venetiani bianchi fono alcuni villani liberi delle perfine, & fi
gliuoli fuoi : quali al tempo delli Re Latini pagorno vn tento, &
ogni anno pagano vn certo che al Signor* per ricogniticrc; & del
redo,che foffero figgerti da efier giudicati dalli ccnfoli de Vene
Uani, quali italiano in Nicofia; & che il Re, & non altri Signori li
H z
poteffero comandare, ne giudicare. Ma bora che li Venetiani han
no regnato nell1 [fola; eslì Venetiani Bianchi hanno certe altre
•franchezze , & pagano ogni anno il cenfo. Di quelli tali ne fono
-affai nella contrada di Patto, quali tutti infieme danno 300. ducaT
ti il giorno di San Marco al Capitano di Paffo. Se ne ritroua an*
.chor, qualcheduno per rifoia fuori di Pafk>,& il cenfo lo pagano
al Luogotenente del Regno .

Dell9origine de* Tubili Ciprioti.

’ Nobili di Cipro tutti vennero infieme con il Re


Guido Lufignano, dipoi che perfero Hierufalem*
& quando che il Re Guido rinunciò tutte le file aB*
rioni del Regno di Hierufalem al Re Riccardo di
Anglia,ilquale diede Cipro in ricompenfaal Re
Guido; & cofi nelli anni del noftro Signor 119 3. il Re Guido - fi
partì da Hierufalem, & andò in Cipro con tutta la fua corte >&
molta Nobiltà dj Hierufalem, & di Francia venuti di nuouo con
quelli Re : I.aqual Nobiltà,era quafi tutta di Baroni Francefi : &
quando poi in Hierufalem perdevano le citta^J^Terré> lamag
gior parte andaua in Cipro. Ma poi al tempo del Re di Cipro ba
ftardo, furono molti Nobili di Cipro morti, & altri fuggiuano,
& altri furono difnobilitati per le priuationi delle loro facilità:
perche non voleano adherire à dfo baftardo, ne giurarli fedeltà,
hauendo giurato à Carlotta, & al marito Aluigi figlinolo del Dii
ca di $auoia, come à legittimi Signori: però nel luogo di csfi era¬
no venuti di Italia molti Nobili, & ignobili, quali il Re baftardo
ha efialtati,&nobilitati,donandogli ufficii,& cafali: Et altri
Nobili vennero al tempo de’ Venetiani da Veneria.
Eccoui adunque tutta Forigine de’ Nobili ;
ma la maggior parte fono Nobili
difcefi di Francia•

L'origine
L'origine dei Clero LdTtKo.
)
L CleroXatino andò in Cipro, infieme con il Re
Guido, &(altri Nobili, quali non baucano ne iu-
ri fdi tri on e, ne refidcntia alcuna ; impero die ogni
cofa era dal Clero greco già tanti anni poffeduto:
Mapofciachcli Re cominciorno àfabricare Ghie
fe, & riftaurare gli edificii ; cominciorno applicarli de’ benificii;
& altri beni • Maeffendo Guido Re, & il Re Almerico intcfi di
follccitare,& aiutare li poueri Chriftiani in Hierufalcm,che quali
continuamente combatteano ; perciò non poteano raifettare il
Clero Latino come fi douea : ma circa li anni del noftro Signore
, 1112. il Re Vgo pigliato il Regno di Cipro, & dfendo elio oecu
pato in Hierufalein ; mandò Tua moglie in Cipro à goiìernar’ quei
Regno, cioè la Regina Alifia figliuola di Jfabella con il Conte di
Campagna, & forella della Regina Maria di Hierufalein . Andò
in Cipro la Regina, & vedendo , che la città di Nicofìa era fatta
città, refidentia Regale per elici* grande più delle altre città,& di
più buon’aere Famagolta,per efier’ deftrutta 5alami-na,tenea l’Ar
ciuefcouato, ilquale era greco : dipoi vedendo le altre città tutte
hauer’ li loro Vefcouigrechi,efla,& tuttala Corte,&Nobili cT
fere Latini; giudicorno non elfere ben fatto, che li Greci gouer-
nalfero qlli che erano Latini. Onde ella Regina fcrilfe al femmo
Pontefice Innocentio III. nel Concilio Lateranenfe di traslata-
re 1* Arciuefcouato da Famagofta in Nicofia,& inueftirlo al li La*.
rini;& coli Famagolla,& nelle altre città , quale douelfe reflringe
rei Però lo fupplicaua,che di detti Vefcouatfich’erano quatorde^
ci,ne baccifero 4. Onde il fommo Pontefice eflaudi ella Rcgina;&
inibitili,che fulfero città Nicofia Arcioefcouato;Famagolla,Paf-
fo,& Limifsò Vefcouati:& che fulfero Latini & Greciima li Lati¬
ni hauelfero li Cafali, & le decime ; & li Greci dalli loro Preti, di
Diaconi>vn tanto, fi come era coilume à gli altri Greci nell! altri
luoghi : & le altre città li hanno {partite fiotto à quelle 4. Talché
prima erano alfaij&dipoi li hanno riftretti in 14. al tempo delli
Duchi ; &hora gli hanno molto riftretti, in 4. Però mentre, che
l’Arciuefcouo greco Simeone ,&i Vefcoui altri greci viiieano j
che esfi li godettero : ma dopo la loro morte; che and afferò come
fu inffituito: onde erano nafeiute molte riffe, & inuidie tra li
Greci, Ól li Latini,Et effendo dopo paflato di quefta vita il primo
Henrico Re ; il figliuolo Vghet fuccefie nel Regno : ma perche
era fanciullo ; la Regina Piafenza fua madre gouernaua il Regno.
Goifei per rafìettare meglio il clero latino,& greco dalle loro dif
ferentie; fcriffe, fupplicando Papa Aleffandro quarto, ilqual fece
vna inftitutione, ò regola, ouer decreto, che fi adirnanda la fum«
ma Aieffandrina ; nella quale fece molte ordinationi : Et prima;
Che il Vefcouo greco di Nicofia faceffe refidétianella citta V ejc
chia di Solia, & fi chiamafie Vefcouo di Sofia, & goucrnatore, ò
adminiftratore del populo greco di Nicofia. Lfiltefio fece alli al
*tri tre Vefcoui greci ; à quello di Paffb in Arzos , à quelle di Li¬
mifsò in Amathuta: ma perche era dishabitata;andaffe à Lefcara ;
& quello di Famagofta in Carpafio: & cofi tutti andarono alle lo¬
ro refidentie.In fucceffo poi di tempo ritornorno tutti nelle città
prime, fuori che quello di Limifsò; ilquale rimafe à Lefcara fem
pre. 1/Aieffandrina ordinò anchora, che tutte le prime caufe del
popolo greco andaffero dal Vefcouo greco : di le feconde, cioè;
fAppeliationi; al Latino: & fe faranno due differenti,che vn di Io
ro fia latino,oucr battizato in latino, ò di altra fetta , che il greco
non deue à patto nei.uno ingerirfi.Dipoi fece, che fi Vefc oui gre
ci bifferò eletti dal confcglio Regale, & poi che fuffe accettato
dal Re; andaffe dal Vefcouo latino , à cui era foggetto : & non ri-
trouando caufa legittima; lo doueffero cohfirmare, di metterlo iti
pofìefìo ; ilqual poffeffo fi vfa in queffo modo, perche anchora io
come V icario di Limifsò hò fatto, & corfirmato il Vefcouo gre¬
co di Lefcara . Dipoi, che era eletto; la elettìone andaua dal Re,
Se poi pigliaua il pofleffo ; ma effendo mancato il Re; la elettione
andaua à Venctia : & acciò che in quello mezo il populo non pa-
tiffe ; gli dauano il poffeffo ; però non fi confecraua fe non quan¬
do venma laconfirmatiore da Vcnetia. Volendo dar’il poffefio
era prima apprefentata la elettione in fcriptis: & effendo ben’elet
to fenzafraude ; andaua il Vefcouo latino, oucrfil fuo Vicario in
affentia, nella chiefa Cathedrale de’ Greci, & intraua dentro al-
fallar* grande,& chiamaua dentro li Chierici di effo Vefcouado*
jqualifono 29.&ésfi poffono entrare dentro. Ciò dico, perche
li Greci tengono li fuoi Altari coperti, ouer ferrati, de non intra,
fenon
n
fe non ha prima tonferà Entrati dunque es(ì 29 5 il I atino chia¬
ma a vno a vno in (cacto, de lo là giurare (opra li facri Luangelii
quiui aperti, fe tai C eneo cono (ce etto Vefcouo in alcun vitio>
&feèhabi<e, defe 1 accetta perfuo Vefcouo : de il Cancelliero
d ITakra parte nota ogni cola. Finiti tutti ; chiama poi Teletta
dentro, & lo fa giurare di efler’obcdiente alla Chiefa Romana,6t
dice in tal modo • Io Vefcouo . giuro fopra quelli facri Euan-*
gelii à voi Monlignor Latino, ò prcTentante fuo ; di clfer fedele*
catholico,de ortodoxo,& infralire il populo mio con quello fpiri
to, che il Signor mi conce derà nella cattolica , de ortodoxa fede;
& ellèr’obcdiente al fommo Pontefice, & à voi Rcuercndisfimo*
& vofrri fucceflori, fatuo meo iure,-cioè il rito greco,nel quale fo
no, de al quale lono affluito. Fatto quello, il Latino fa leggere
dal Cancelliero altamente la fua patente, come non ritrouando al
Cimo difetto, ne impedimento ; che lo conferma, & gli dà ogni
auttorita folita di darli à fimil p ti fone; de và dichiarando ogni co
la. Dipoi il Latino piglia il Greco per la mano,de lo conduce ai
la Sedia Epifcopale : de poi li Preti Greci cominciano à cantare ;
& finito; il Latino con il Greco danno lofculo fanto, de poi il Clc
ro Latino asfifrente ; de poi li Preti greci,de il populo gli bafeiano
la mano. Dipoi li fa confecrare da a altri Vefcoui greci; defe
non faranno fe non due ; l'Abbate del monafrerio di Antrio deb¬
ba fuppbre per Taltro abfente. Molte altre ordinationi fono
in quella lummetta Aleffandrina: lcquali perfcreuità lafcio,comc
ogni anno il Greco ha da riconofceril Latino come fìio ftiperio-
re,de dargli certe regaglie, come vna recognitionc,di tutte le co
fesche elio Greco ritroua dalli fuoi Preti,& Diaconi; de altre chic
fe che li danno non folamente al Vefcouo Latino, ma anchora ahi
Canonici, de altre dignità' : de di ciò è determinato tanta acqua rof
fa, tanti fichi, noce,mandole,& altre cofette.Non ui penfate,chc
li Vefcoui Greci fiano poueri: percioche pigliano vn tanto da*
fuoi Preti: de quando anchora gli dà alcun ordine facro,ò altro uf
fficio; hanno vna determinata, de limitata Jtafia ; accioche poffa vi
uer'ancho elio, hauendogli lcuato li Cafali, & le decime. Il Vc~
feouo dunque di Nkofia greco ha da ducati due mila, de alcuna
fiata pafi'a ; perche fono molte cofe incerte. Li altri ;.ncn hanno
tanto; ma nò n’hanno però meno di mille ducati infallantemente*
La predetta fomma e©cede,& conferma qtiePfriiiilcgìò anti¬
co all’Arcitiefcoiio fatto nel Concilio di Calccdcnia, di non èfi
fere foggetto à nelliin Patriarca : ma elfere primate, & foggettò’
al fornaio Pontefice folo : Et di più vuole, che fa legato nato ,* &
peròi’Arciuefèoiio di Cipro, quando è alla refidentia ; và veftito
tutto di roffo come li Cardinali in ogni cofa; fuori folo , che ne!
capelloròflò,&^altripriuilegii # • ; .uj h

L'Origine delti B^eligiofi Latini. j

I Rcligiof Greci ,cioè Monaci, & Monache, dipoi


che furono al inondo^ Tempre furon’nell’Ifola: Ma
li Latini,Monacijcc Monache fono venuti da Hierur
falem,come dicérno , in compagnia di a-Itri;& erano^
Monaci di San Benedetto, di San Bernardo, & de’*
Certofini. Circa poi l’anno del noflro Signore. 1226. in circa,
erano venuti in Cipro li Frati di San Dominico ,• & la Contefla di
Iblin chiamata Alifia donò à esfi Frati il fondo del fuo Conuen-
to,& gli diede due giardini quid vicino, con giuriditione di ha-
uer dalla cittadella ogni fettimana bore di Acqua dalla fonte,
per adacquare li giardini:& taldonatione cófirmòilRc Hcnrico
primo : a talché fabricorno la chiefa intitolata San Pietro & Pao¬
lo ,• & fecero il retto del Monafterio, come habbiamo detto. In
quel tempo medemo andarono anchorali Francefcani, & li Au-
guftiniani: li Carmeliti erano già per alianti in que’ principiidel
li Re : percioche elfo ordine hèbbe principio in HicrùifMem dai*
Patriarca Alberto di Hierufalèm nel monte Cannello, nel 1199: *
& però hauendo perfo del tutto Hierufalèm ; andorno in Cipro,
& in Nicofia fabricorfio vn Monatterio : & perciò ella Religione
ha la prima Prouincia bora di Cipro , chiamata di terra Salita. Il
medefimo li Predicatori chiamorno la fua prouincia, di terra San
ta, nel fopradetto tempo del 12 27. & cofi li altri : & quantunque
era prefa Hierufalcm,in quelle città, che rimafero quelli quattro:
Mendicanti haueuano de’ Monafterii affai, congiunti vna prouin
eia con quelli di Cipro. Li Domenicani haueuano nelle città, &
Terre di Hierufalèm r 8.& in Cipro 4; in Nicofia, Famagofra, & >
Limifsò, detti San Dominico j & al Cafale Vada Santo Epiffa-•
nio:
aio : Li altri Mendicanti, noioso quanti in Hicnu ialini n’hatic-
nano: ma in Cipro San FranccTcdn’.Kaucua 4 ; in Nicoiia,Famago
ila, Limifsò,& Paffo. Li Carminiliaucuano f.mcnafterij,& \ n lo
ghcttojin Nicoha ,Famagoda,&Limifsò ;&lucri di Lirmfsò
vna ìega vedo il Calai* Apclemidia, crani ancho vn* loghctto : Et
li Auguftiniani % inonaftcrijhaucuano,in NicofiajFamagoda,&
Limibò. Dopo vennero luCrofacchieri in Nicolia: Et al tempo
del Re Vgo terzo detto il grandeicrano venuti li Premoftratcnfif
predo Cerines detto il Monaderio,TAbbadia bianca di Delapa-
{Ls.Tiit i quelli Religiofì fopranominati per leguerre di Mamalu
chi, ai tempo del Re Iano; quali ruinorno tutte le chicle > & vio-
lorno tutti li Mon aderirti partirono delFIfola. Et medefimamea
te al tempo del Re badardo li Monaci di San Bernardo fi partirò*
no: & 1*Abbadia fu fatta Commenda: & nel Monaderio pofero li
Zoccolanti, datogli da viuere ; & de gli altri anchora • A’giorni
kiodri non erano monache Latine fenon San Theodoro Monache
di San Bernardo ; quali poco innanzi furono totalmente dedrut-
*te : Se fù ridaurato quello di nodra Donna di Sur, deliordinc di
San Benedetto. Rimalero anchora due de’ Trancefcani Mona*
che in Nicofia, Santa Chiara : & poco di fuori della citta la caua
di San Francefco. altre Monache Latine neU’lfolanon rimafero:*
de*Monaci neffuno ; ne ancho li Crofacehicri ; Li Premadratenfi
fi ritornorno nel proprio loro : Li Mendicanti redorno in Nico^
ila, & in Famagoda folo : fon poueri tutti, masfime à Famago*
fta:&nonuimarauigliate; perche esfi Sarraceni in que*tempi
abbruciarono libri,& priuilegii : ma in Nicofia, perche era li tut
.taianobiltà ; furono alquanto rillaurati. Diceuano Tempre tutti
linodri Vecclii,che San Dominico era ricco, & di argetaria affai,
& de beni temporali :&ècofadacredere,effendo Regale,&fe*
polti, come dicemmo in Nicofia tanti Rc,& Signori & Prencipi;
^Mala fua mina fiì que da, che al tempo del Re Badardo, ilquale
veniuacon vn’efìercito grande de’ Saraceni per difcacciare la lo*
rella del Regno, & pigliarlo effo; la Regina Carlotta andò in Co
uento, & pregò li Frati, che li doueffero foccorrere,’ & che fi ri-
cordafiero come tutte le loro cofe le hauetiano dal fangue fuo&
fuoi antecefiori, & erano obligati li Frati di difenderli ; A: quatta
do haueria Iddio concdTogli gratia di ritornare nel Regno à fai*
%
«amento, & fugato li tiranno; haucriafktto qnclconirentoitdó^
pio di entrate,li dì altri keni =. Li frati erano già fuggiti da Nica
fra, con il refto de’ Religiod,.&Nobiliaflaiin Cerine$:&Targen
otaria loro Thauetiano portata fé co: & perciò le predette parole li
di fife la Regina in Cerines. Li frati coftretti d’agni parte diedero
Alla Regina i 2. Apodoii d’argento,due carboni^clie li Re tene¬
vano nell’altare grande li giorm delle feiì:e,calici, croci, & altra
Argenteria; & non hanno tenuto, Fabio che vna pace,che la predet
ta Regina donò à csfi Frati ; laqual pace è filmata da 200. ducati:
>& la Regina la teneira attaccata al collo fuo, laqual’era grande di
longhczza dita, di larghezza 3. & eragroffada mezo dito,tut-
ita d’oro1 fino :: & intorno hàueua *2. rubini, & altrettante perle,
•4è,piu geoffe;: 6c di dcmtrà .efa:coricauxcon.yn!;Àngelo «di rileiio dà
iimftiira>fatto;tnatùmsò. di che; ikpraleJteneùavnfridario di Cluni
fro,& difopra era copertoi 'dellajpiaixopdrturaiii Orefrcòicm
fanno che dire: Altri diconoeffer criilallodi montagna altri
dicono effer diamante ; fe è chrillallo ; è flimata 200, ducati.* ma
fe è diamante ; vale affai. Tennero anrhora da due ò tre Calici.
•La Regina con l’Argenteria partita da-Cerines venneimltalia: &
tutta quella argenteria la mette in pegno, & pre fe danari, ■& andò
stili Prencipi Chrifliani . Per foccoricTLa, non .fece nulla ; :&Cofr
rargenteriaandò à monte. Dell’altra parte; pacificatoit Regno;
il Re Badar do hau en do ante fa i 1 cafo de Frati ; glideuò alcuni ca
fali : Però gli concede all’vltimo non foche pochidanari : talché
li Frati d’ogni partehaucuano perfo . Non debbono effer’tbiafi-
mati ; perche il firn ile fecero li Frati di Santa Maria delle gratie
a Milano al Duca Moro ;idipoi li Frati in'."Cipro- hanno» aperta La
fepolturadel Re Giacomo primo 4 nell a qual e era - fep©ito pdr
auanti il Re ¥=go fecondo : per metter in depad tp Giorgio Còli
tarino Conte de Zaffo & ritroiiorno la vede Regale di brocca-
do, & la Centura, & il pomo d’argento del Re Giacomo. Della
Tede fecero vn Piuiale,& delli argenti vna Croce, vn Turribolo,
& vna Corona della gloriola Verginev& vn’altra al figliuolo dio.
Li Religiófì de’ Monaci,& Monache di Sa Babbo fono affai. De*
Monàciin Nicofia fono 4 ; Bibi, A n drio,Mane bari a, & Scrii Pia¬
tto . De Monache 4 ; Palluriotiffa, hora Santo Magedoni, Iene-
duo j fanti omnes, & Faner omeni; & per lTfola affai de Mòna¬
ci a
Cit-a*tpirfUì'Veflrdm Grecinen gli comt^dano, ne ant’ho alli
Latini; marArciuefcouo come Legato per privilegio di Rapa-Ni
cola© y?&t di Leo r:c..
Nòta ,che lam creici i y£® . l'A rei uefeouato, di Ni co fi a^ A dì
Cipro da Papa Pio 4. fu fattoiufpatronatodclla Signorialdi Ye-r
netia, con quella ccnditione ; che li Venetiani.debbano elegge-*
ce 4.& il Papa confermare qual li piace di quelli quattro : & coli
il prefente Xlltitìrisfimo Signor, che è viuo al prefente è il primo
dipoi ch’e fatto iufpatronato>: & prima eran quafi Ciprioti tutti
per molte anni.
Nota anchora, che il Vefcouato di Famagolla ha vn'altro tit©
Loin Cilicia.- ilqual'titolo hanon fo che d’intratain Venetia,&h©
ra al prefente fono due Vefcoui ambi nini : vno ilMonfignotfde
Ragazo'ni 'poffedèiltitolo di Famagofta > & Monfignor de’ Roffi
quello di Cilicia # r A *

L'origine delle altre nationi •

Auendo iLRe Saladino prefo Fiierufalenv; non di*.


* fcacciò effe nationi dal fantifsimo Tempio, fàluo
cbelLL'atmi, & li Grecia Armeni, Coftì, Maroni¬
ti; Indiani,Nefloriani,& Giorgianij&JaCobitiri¬
mafero come di prima : Ma quando ppi il Re Gui¬
do andòàn Cipro; andorno alcuni d’ogni natione in Cipro in corri
pagniadel Re : & il Re li diede loco nella citta di Nicofia di fa-,
bricare le loro cafe, & chic fé; & ogni natione di quella haueua
il fuo Vefcouo; & cofi.perfeuerorno infnahoggidi;& quelli Ve
£boui.li mandauano'conlèerati li loro Patriarchi. L’Armeno Pa-^
triarca habit'a ih Armenia;minore;& quantunque efsi Armeni hab
biano da quattro Patriarchi ; però quelli di Cipro non davano
^©b e die mi a , fe non à quello delfArmenia minore Il Marorito
Ila al monte Libano : Quello, de’ Ccfti, & Iacobiti nel Cairo’:
Quello de’ Neftoriiii.,Ìt Indiani in India , & Africa . LiGior-
giaiu Fono greci détti in greco iueri, leggeri a’ Mcfcoiii.ti; & esfi
in Cipro non hanno altra \cfÒGuo,chè quello dell’! Allegreco;&
RGreciy & Gibrgipni baJino.per.0--alerone differenti e tra di loro
circa le cofc della fede.
I i
le alttc ustioni fono hereticlie marce & anticfie^ nòn fì^én^
fatino inficiner;uu,l
Li Maroniti alcuna fiata pigliorno il loro Vefcouo dal fommo
Pontefice ; ma le altre mai ; eccetto li Armeni, per opera di va
padre da bene di vita, & dotto , di San Dominico : il Mondgnor*
Giulio della iftefl'a natione quello Mordi gnor riuocò cfi'e natio-
jfie de non far o màngnar laPafcha,il fàbbato Santo la fera nei ap¬
parir la prima (fella, ma Domenica da mattina dipoi li ditiini of¬
fici! : ìlquale ai prefente è Vefcouo di bone in Caiauria,c uiuo,&
fece molti altri buoni frutti ; nuocendo esil Armeni di Cipro dal
la obedicntia del falfo Patriarca : & anchora difprezzorno molti
articoli hcrctici ; & danno obedicntia al (omino Patriarca de tut¬
ti Romano,
Tutte quelle Nationi non fon giudicate daaltri, clic dalI’Àr*
ciuefcouo : & li loro Vefcoui fono Suffragane! ; di attendono fùJ
lamente di miniflrare à esfi li facramenti,& di predicarli.Dal giu
dicio,ne di prima ne feconda caufa fi ingerifcono,fe nó il Latino;
Li Armeni danno in Nicofia con il Vefeouo; & di fuori hanno
il Cafaletto di Platani,&il Cornogibo. Hanno anchora vn’altio
V efeouo a Fama goda ; & di fuori il calai Spadarico : ma effenda
difminuiti in Famagofta ; non (anno altro Vefcouo, che quello
diNicoda.
Li Cofti,ouer Circoncid danno in Nicoda, & fuorialli Mo»
ti verfo Tramotana:qucfti monaci non vogliono nedun animai fe
minilnel dio monaderio,neancho vogliono gaiine faluo che vn
gallo per rifuegliarli la notte al mattutino, re mangiauano la qua
dragcdmaccfà alcuna che gcnerad'euermcti, & per ciò era prò*
hibito alloro la faua, lente ci dmil hanno un Monadcrio detto Sa
Machari, ilquale c fanto del Diauolo, effendo quel Machario,che
il concilio dannò, il 4. Concilio de* Calctdonia .
Li Maroniti fono pochisfìmi in Nicofia : ma di fuori alli Cala
li fono affai ; di habitano in ?c. Cafaii : & queda è la maggior na-
tione,ehe da in Cipro, fuori di Greci ; Et il Vefcouo loro ha vn
cafaletto dio indenne con il monaderio di San Giorgio,verfo tra*
montana alli monti; alli Monaci Maroniti.
Le altre Nationi tutte habitano in Nicofu j & di fuori non haa
jio luochi, di fono pochi «
Còfùbtlta<fi"Ye8erc in tante Nationi quando vanno impro-'
eeffjQneapbarati,il giorno del corpus Domini, ouer’-a-San *far*
co; voi vedete che prima và vna Croce de' Greci, & fotte,di quel
lava lamoltitudtne del populo fenza ordine. Seguitano pei li lo
ro Preti,& poi rimagline della Vergine latra, di di dietro la mol¬
titudine delle Donne : &in quello modo fanno Tempre li Greci,
k loro procefsioni. Seguita poi li Mendicami latini,fecondo Tof
dine loro;Dipoi li Indiani pi eti parati con le fagiolle ò tulupanti
in capo;& il Vefcouo con Iamitra:& li tulupanti fono di tele cele
fte, ò azurra: de cofi dipoi li Nellorini; & poi li Iacebiti,& Maro
»iti,Cofti, di Armeni ; de tutti quali con quelli tulupanti; c tutti
àndauano con le piancte al modo latino; fuori detli Armeni.quag ¬
li portano birctte tonde con vn facciollo bianco in capo z Dipoi
feguitano li Preti latini con FArciuefcoiia > àSuffragnncOy & poi
il Regimentoconlanobiltl. Si che le vna bella’còla da vedere
fante fet te egenerationi di Chrilfiam di diuerii riti & nomc.

Quali pano fiati coloro c hanno dominato Cipro *


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Sfendo diuifi li figliuoli di Noè > di i Tuoi nipoti per


m v. hi pi ic ari a g entra ti on e hu móna di nono; Gc*
thin andò aH’lfola di Cipro ; & hauendo procreato
figliuoli > & nipoti ; elio fu il primo habitatore, &
primo Signor di Cipro : de feguitorno nel Domi¬
nio li fuoi defeendenti 'Circa poi li anni del mondo 4148 ;& auan
ti di Chriflo 2058, in Babilonia regnaua Nino, ilqualc fu primo
j ricercare Regni ; de Domini» lotto l'< ; di hauendo ottenuto afi-
fci ; fece flfoladi Cipro foggettaal filo Dominio : ma effcndo
egli morto ; la fua moglie tentila il Regno : di quandoché fece
quelFelfercito grande,che mai flì fatto il maggiore, non folamcn
te per terra, ma anchora.per mare;fecc vna grofsiffimaarmata, di
molte Naui lece condur da Cipro, hauendo la monarchia de gli
Asfirii; dominò l’Ifola da 370. anni Tanno del mondo.^75. &
auanti di Chnfto 1714. in£gitto cominciò à regnare la decima-
ettaua dinaflia : dalla quale il primo che regnò, fi adimar.dana
Amafis ; di quello volendoli dilatare nel dominio; prefe le armi
centra la Monarchia de gli Asfiriipcr terra & per mare;& Tarma-
ta di jparedfenddmrdatain ■ Cipro., &% ve den do,élc gli A£fi ri t fa-
ceuano sformò ;mifelfeffeteito;m terra> &ruppe li.ÀfrfiriEipfiéfe
là città diGithea,& la de Truffe; prefe dipoi Amathunda; & que-
ftai& molte altre ci ttàdedrufìe.* & codi foggiogò' al filo Imperia
tutori: Ifola :> Si hauendola tenuta egli, & li Gioii difendenti da
Tóo. anni in circa, ridaurò le prefate Città,:& ne edificò'delie, al¬
tre/.'L'annoso i dei N4ù»do.'5;6o(^mcitsea>:alIiAi*gUù-.regjiau^ il
Re* Craffo .* Ilquale-èrd quartoRe 'di esfr ; Se nel predétto aitile-
fona, cioè del mondo creata 4627. & aitanti à Chfcido, 1572. li
crrcOrfuicino; prefe Cipro dalle mani di Faraone Ile di Egitto- Et
do irete notaresche alcuni dicono, che; Crapò*cegnàua in Àrgini*
Se alti*i la chiamau&rco Argo . Parimente notate^ fbé tutti li Re; di
Egitto fi dimandauano Faraoni ; come dip oiAleffandro Magno,'
Pro I omei chiaro auaho }i predetti: ’&doroc tutti lUmpeifatoi:i,Ce^
fari, dunque il- Re Graffo' oùer Argo prefe iTfóla$&<edificò la ci’G
tà, hora ihGafal Accaditi,&dacittà di Pifcopia dettaGurias jòd la
città di Opidarum ; & moki altri luoghi: Se tenne egli flfola, Se
fuoi defeendétiarini 140. in circa: Si poi*.fanno dclmondo 3740.
Pigmaiconc figliuolo del Re Cilico di Cilicia, effendo huomo in
geniòfo:<&f prudente , Si di datura dtOigante* ^LampfeiGffQtrftg
tello prefe rì Regno del padre r & vedendo effo come cupido del
regnare* che facilisfimamentehauerebbc prefol’Ifola di Cipto|
fi parti di Cilicia con f cffercito,ondc facilmente la pirefe,& fi fe4
ce coronare, Se chiamare Re di Cipro . Dipoi per là bellezza SI
proportionato corpo,gloriandofi da fe delibi il fece .aàchoiiaichiA
mare Dio di Cipro : ma molto più erà riiiérito dapoiflà -mortc^
che in vita non fu . Dopo la morte fiiaTacceffé il fuo. figliuolo Pa£
fo, Se fi chiamaua il Dio Paffo ; Se quedo» edificò làccfitta di Baffo»
Vecchia . Seguitò poi nel Régno Gitrantj &"aàtriloKÒ xtefccndè'n*.
ti,& tennero quel regno in circa 500. Se tanti anni. L* annò:poL
del mondo 40 Se auanti di Chrido nato 1166. che fu in quel
tempo prefa Troia, nella quale didrùttione Tauttor era Agame*'
nòne Re di Micenei,ilquai Rehaueua generale delfeffercito na4
ualc Agapenore,quale andòco vn ’ e fiere i to-in C ip ro^p è re he mot
ti Troiani erano andati in quelIaTfola,dome Accaraahte Athenio
ftY^lqualè era amico de’ Troiani," Se vedendo che csfiTroiani fu¬
rono prefi,non li puote più fanorirc : Se però andAmCipro ver*
é* fo
jfb fl Ponente ;& quiiri prefe tatti quelli! -vicini Incubi neHTfda ;
& poi edificò'Vna citta detta AcCamartte dal ilio nònie^&:g nini, fi
fece chiamar’-Re : & perciò Agape note con il Tuo oflercito* def-
montando nella contrndadi P.afto; li fu coronato per Rt,& difcac
ciò dal Regno,cioè della Sedia lidefeendenti Redelli Dei ; & e-
glldipoijedificò vna cittì chiamata in me moria della Vecchia cit
'to Regale, doè Ptofo * Mali defoeridentiìRe delli Dei!, fparditi
andorno à regnare nella cit tildi Curias‘y& in altre città di Cipro-,
Dal Pai era parte pwr’in quellimedefirnigiorni Tbcucro, come di¬
cemmo, in 5alamina edificòxjuellaeittà,diifiì coronato Re dà Sa-
lamina ; talché nell’I fola erario; Fatti da 8. Re : & fe era diiferentia
dalPvno ak’totro vnadccirìa d’anni in circa; non fa cafo. A'rnofha
ila, che Pappiamo,eh e in cjue’ Térapitotele fimi, dopo, dì tiride-
ftr atta Troia-j i» Cip*o erano 8» Re y fregna nano; viro m Aceti-
mante nella citta de^ta Acoamrf ;&1 fedendo à Paffo, Agmpchpr®,il
terzo à Curias, Cnrreò; il qoartoiriAmathtindajil^uintoiri’Gi-
thca; il fefto in Salamoia; il fettimo in Nicoria T&tordfe^Tinerra-
tus,& Chitria città ; rottatio in Laphido, jl qualefi thhmaimRi-
xando Venuto da ThcfTalia della genreqLdphiti. Tutti queiii iRe
tennero-h*1oro:Regni anniiin circaanniyirfìr.odibfii-
*òiri> debutti da Ptoiorrieo; péròfpt flo eriiEoiaiwiti iè irtaririho-
*à à quello, hard i-qnello^fìLconàeric.ritihètaei. Cnxàglismniàdel
metodo 4» 5 4. in Phc micia>rognau a iil ?Rdtfti giiaiìkcrntf i^Jtooèòidi
Belo: il qual Pigmaleonc fri ni o leriato da Dm d one ft: ai diane Hi ,* k-
quàle foggi, & andò a'Tiro: & di lifece Vn’ai mata gccflà>;&
lea andare in Affrica. Gmdepafàò da- Cipro; •&- Ive dcndDartola usa-
•rin-a qriafi in tool tri tioghi gio uane He 1 listone pc r gqacòagHire >1 a
«dote ; pecche al tempo dellaDeajVitnerc^cflaihìlinir^dué.. toste
le Vergini vo tai do fi maritare^fidlcto .primanei iirodti npare e ò
lì marinali .viandanti gu a dagnaft e rodi do te ; à Iqira I rito irpsiu zéh o
tool tò'tempo l’hanno oiferuato ; Didcnc ti tre li: ntkderrtd lite;
"pigliò molte di quelle & le conduce .molla città re u adì» Gai topi¬
ni, che -k'fobricò di nòno, & le. maritò .tutte *. Carca jm barr, i
del mondo 44ÓC. in circa fiori uà’ Selene y •xno’de’ fette Sapienti
di Grecia, nato nella città diSakmina ;rclqiiàJ itnìpó craRc’xli
SaìaminaRilocipro ,* & in que’ tempi li-Mcgarcfi hrrax^xr o<occu¬
pato tutti li Regni di Cipro>& qudli/cècro-tiihukrii,-B;.es£-Me
garefi ftantiatiano ih Salamoila # Solone era già gjDftdo&odfi &tj|e
ne per dare à loro le leggi : onde hauendoriutefodaàuihli deila pa
tria Tua, pregò li Athemeiì,che li deffero aiuto di ricuperarla: co il
hauetado condutto i’efiercito in breue tempo riftaurò il tutto co¬
me di prima, Se fé li 8. Re liberi dal tributo. Poi per far’ piace-
i re al fuo Re^ andò nella città Vecchia di Apamca>& la edificò , Se
la chiamò Solria : Min quello pofe* per Re Ariftocipro "figliuolo
, di Filo ci prò: & coli fu aggiuntò ìlnono R e ntWkfoh: ce Soione
ritornò in Athenè> de poi in Cipro ,mie morì, Mie fu e ctnerl fu
rono fparfe per TI fola. In que* tempi il Re di Sa lamina ri ce uè vn
bandito dalla Fenice, alquaie gli diede grande aiutanti nel fuO
Regno : onde offend a quei la sbadita fugace A: aitutOi tanto fece,
che difcacciò dal Regno il Re di Salainina;&: coli lo pagò d’ingrati
tudine:& poi tato lece,Me ó aift tòri.tà,Mco mihasek,che:gl*aitri-8
Re gli fu fiero tributarii. Il Ripidi Saturnina andò dalli fiioi amici li
Athcniefi>chc io douelferó (occorrere ódc.ii tirano di Salamina te
mendo gli Athcnieffidiede tutta l’ifola in mano del Monarca de*
Perfidi Re Ciro: & pciò qui cominciorno gli odii tra gli Atheme
fi,& li Pedinila efìtndo potete il Re Ciro;gii Àthenitli p alPhora
hebbero patictia. Il Re Ciro volle,che in Cipro Kautfìero memp
ria di efio,& però riftanrò la città di Affrodifì, & volle-, che fuffe
chiamata Cipria:& edificò la città.di Cerines chiamata da e fio Cc
rincs. Stettero li Re tribtftarii atti Re de* Perfi molti anni.In fuc~
ceffo poi di tempo dallafiirpe del Re di Salamina, che fuggi in
Athene era nato quell’huomo iiiuftrc di Euagora, delquaie fi
leggono i fatti iiluitri in Plutarco ; Se vn mirabile fii quelto, che
con Ihngegno fuo andò in Cipro, & tanto fece, che prefe Salami
na, & difcacciò li Perfi, Se fi fece Re : Se con li altri Re 8. li fece,,
che quel tributo, che pagauano al Re de* Pedi; filile pagato àlui.
Poi cupido di acquifere altri Regimando in Alia, &fecc molte
opere degne : Se in Cipro haiicua lafciato vn fuo agente^perche il
fuo figlinolo Cleobolo era in Athene. Il Re de* Perfi Artaxerfc
faptito, che il Re Euagora era partito dali’Ifola; mandò vn’eficr
cìta,& foggiogò quali tutti li Re,eccetto il Re Onelficro di Ama
thunda, & il Re di Sofia; quali Re; accordati infieme ; andornoì
Salamina,& affediorno la città diffefa dalli Perfi : Se Onelficro fi
diportaua valorofimente ; de chiamò ìnlfuo aiuto vnRe in A fi a:
ma
fna HTfce Pòrti tmnd& &ftablnao Ilio 'Cap ittmo yftquat’hfcbta
éafraratfai con il Re Ondlficroi ma la difgratia volle ,-che il eà-*
Hallo cafro in tcrraj^cofrfùfco^to il<aunpo, & Ij Perfr prefera
prima Salia, & poi AmaVlfundaq&li fece di nono tributari! tutti
li 9. Re, '$c in loco di Onelhcro'mórto, fu ìplUciuto vii’altro pur
idéirilU?ffaiprògcnie? efletido^egii riiorto f
- - Hauondonuefo li Atjbcnkfr il fatto j mandorno il ReEuagodt
glàdi Salamiflày&Phocion^Àthenicfi con eflercito; & in breufc
tempo ricuperarontutta Tlfola ; & affediarono li Perii jn Salami*
Ha: onde li Athenidknrfero à Tacco quali tutta l’J fola; & dcftrufr
ftro molte fortézze/ l&<depi edaronli l^etnpii. 11 Redo’ Pòrfi fuv
bito mandò li Prenci pi- de irefccitò ffcò à Far la patèrperchp
era in gran pericolo Sala min a; & fattala Paté.* liAtheniefrfitòri-
HQrwoin Àtheiìe;^fri Perii ycrfibucrófn^ nel dominio Moltelali
tee guerre fegnalate furono fatte nellTlòia tra li % de^Perii , &
gii Athenicfi al tepo di Themifrode > di Pericle, & di Conohè,$l
qual mori in Cipro chiamato Imperatore ; & tutti furono Atbe*-
niefrt^dellr qnàlTvolendola chiarire ^legete le iute di Plutarco^
& afrri^Purìò gli* Affreiridirquantunque fcéefìèro molti atti illii-
ftri, apri pèrò&ónlpotcroft lungo reni pò* nel dominio perfr uerai.
re neiniò(a^p<rcÌ0che alÌ*uItiitio furoh’li Pedi fc m prò vinc'Kórfr
$£ tenti 9 nbtmiRò di Cipro renife nano tributò bora à quefh>,£j h<fr
rad quelicf;>ma"mai non furono eftirpati totalmente fuori del lo-
jfo dominioIjoS^feakunO era difcacciato ; feguiua un’altro della
iftelfa jjrogè^^tj^tr^oi^anwodei-mondo4870. in circa,
3iiajuli Vaducnftttdntodel ivoftròòìgnòte ,• Aldìandro detto il M*
gno,.& vigefitnoqftareo di Maccdonia^efrcndo di vn’mgcgno
mirabile^SpMGtìpyb di Umiliare ilI^cgno fuo, haiicndo fòggioga
to molti di tirm luò unibora-d i foggiogare Cipro; ma nej
principio,diceX,'Htfrorifa fud greca, licbte rifritto,per efrere no
• tre %e in quell?1 fola. Tuttaui a confidatoli poi nella fortunata-
dò, & breuementé la foggiòg 0 /cn fca qua li s fo dia re la fpada.-per
che ésfr confi desiano la proserà fortuna di Ale (Tamàro. Vo
lendo pòi arutargy i&fbttomebtere il l{£ di Tiro ; andorno alcuni
HÒ dx Afiainfu^compagnia jik da Cipro rondidfe tutti ii non*
con ogni vfmiarkt*& rinfrefeaiuonroaiuto; Superato Tii
eòtdonòaUii^mdti^tefe^tiì; ^cli^uandó usili frioi ^cgr.i@c
aiui ^ R
fgfó anili* 3c rìcapcrif Egitto*, cf-
fo, Aleifandria. Dipoi in Ada fece cdificarfoltre- vndeci città
chiamate tutte Alexandria. IL ^e di Accamante imCiprò.pe r far
cofa grata ad ..\le(fandro^fìftkm*pdarcidi.di /Gtimuf^; St ia-fece
fliiamape AleXandretta. > ,doè ptsciofa AteffiìmdafoVf .Kitornato
Aleifandro in Afia> & volendo anfore contro. Dario Monarca da
Perii > U'Re di Cipro furono condesmifci $&: altriyòdàr ehi véle,
chi pece, òcchi vna cofa,& chi vnaltra* per condurre vn‘armata
nel Morcroifo ; Dipoi p re 1 e;i n fua co mpagni a coni e huo mini ,c(f
|tertifsimi,come dice Plutarco, il Re Neocreontc dì Salamina; Ve
ii Re Pifidrato di Laphido ambi-di Cipro /Papa Pio fecondo ag4
•giunge il.terzo, il Ré Stanfarone di Citriasdi Cipr^: il Re Neo-
cr eon te lo i n fi ititi gene tale del l’ajrm ota nati al e £jjqua|e ?fece mol*
tc proue^degne: foggiogò la Barbaria,&andòinfino alle coiòne
d'Hercole.) Ri tornato incori a, fu di nuoiio tmélfo in Sicilia:; Se
tutti quelli maritimi luoghi induffe al.ladiiiotionc di Aleffondro.
Poi cfìcndo jn differentia la madre di AieffiaiAo) Olimpia icon
Cieopatr^ quali diuifeo il Reggio*
-Epiro* M ^kopatra di Macedonia « Temendo A!kfon4rQ qóaU
xfee? fi ni ftrp y m andò- predo Neocrpòri te,. ilqu^l e funi to acqui età
jlrutto. • Kla Pifilìrato ffi fatto GefijéràJfe di! terra,>qi yfo.kftì&eitQ
fuoàti Alia. Il ReStanfiorone raffio in compagnia; di. Aleffandrò*
Il Re Chiteon di Cipro fece vii bcllisfimo prefente ad Alefian-
drojdonandoghja fua fpada ; la quale era di tempera,fina, Veleg¬
gierà: Liquak* A k fian dro di inoltrando chegjieta;grata ; lì dnfé*
òc con quel La andò cpn tra Darjoj&lo yjnftr&fomi&òepn forfora-
detta tutto l’Oriente, Eia eficndo : dipoi Aleffiandiiàapùeienatof
fi diuife il. Regno fuo in 12 partkm^gmttrQ^^do^ipomDfda*
po la fua vira; Filippo fratello di AIeifandro; P|blome o fig 1 ìuolo
di Largì; Antigono di Demetrio& Se letico di Canoho. A* Ptn^
lomeo toccò tinto f Egitto, Ve altri lochi vicini; & toccagli ancha
ra Cipro di Re Neocreonte, Pififtrato, Ò4 $mfaioncd3enò6
morto Al.diundro ; sndorno in Cipro n elfo orq Regni, perche te
menano quakhe fmiffiro * effendo diuifa laM^qarchia^ iXenlmU
do Neocreonteon Salamina; ritbonò il ftiaini»)ÌQpA‘na*Ac<o*iy0.
fofo, co'i qiuale hebbéìnimicitie,'quandQ;’Ana3farcó era in comp^
gnia di Aidfandro. Neocreonte dunque prefe il FilofofQ, &lo
peli elfo lòfcàJpifirara? crete il filètody
dtfical tiranno, il memorabile detto,che di fopra habbiarr.ò^c't-’
to ; Tende tende Anaxarchi follem, Araxarchum cnim rcn tunv
dii: & vedendo il poueró filofofo non poter far’altro ; co’ denti fi
tagliò la propria lingua, Sminuzzatala gittò,/putendola in fac-
eia del tiranno;
Il Re Ptolomeo hauendo pigliatoì’Egitto , & altri luoghi, de
non volendo che in Cipro full ero tanti Re : fece im'armata mari^
«ma, & andò in Cipiio$& combattendo con tutti li Re,quali iep-*
pero, che per quello effetto andò in Cipro . $i raunaron dunque
tutti inficine contra di Ptolomeo, ma la fortuna aduerfa, & per*
eheanchora era veneto il fine delli Regni loro,hauendo regna*
to tfoO. ctanti anni ; fece die il Re Ptolomeo gli fupcrò; & à tue-*
ti diede la morte. Còfi raeffe in Cipro per Goeernatore il filo
figliuoloLcuticó,;i&il fratello Menelao. Alcuni dicono, ch<*
quello figliuoldLtuticochiamato per vn’altro nome Letico,ri¬
edificò la città chiamata per aitanti Lctra ; & efló la chiamò Leni
eolia , de li Latini la chiamano Nicofia. Il Re Ptolomeo hautits
la vittòria di Cipro, & hauendo intc/o, che Antigono s’era cor a
irato,chiamato Re, perche prima gli parca vergogna efier
chiamati Re*;però Ptolomeo mollo daImudia; fi fecenncbora
dfo chiamare Rè. Indivolendofi magnificare, & dilatarfi ; np-,
parecchio in Cipro vn’armata,& andò in Alia, de ruppe Dcme^
trio figliuolo di Antigono, & li prefe molti luoghi. Dipoi vsò
fna gcnerofiti, che mandò tutti i prigioneri al Re Antigono, &
tornò in Egitto . f
Il Re Antigono pigliate le forze, mandò il fuo figliuolo De¬
metrio contra Ptolomeo, & fece vn’dfeicito grande . Jntefociò
il Re Ptolomeo ; andò in Cipro, temendo di non perderla, & con
'moltenani entrò nel porto, ìlquai’hora c di Famagolla . De in e»
trio predo andò in quel porto di fuori con pochissime usui, Se
nòn iafeiaua vfci-r fuori Ptolomeo : onde sforzato il Re di F^it4
to ; vfd fuori,.& hebbe la perdita : talché vedendoli rotto ; fi mi*
fe in fuga con naui,& andò'm Egitto: & Demetrio con la geni¬
te, checragiadifmontata interra, fi inuio verfo Sai am ir a .Me*
jiclao fratello ciptolomeo re mende la fortuna cduerfa . fi a ere fa
con 12. miliakicnuni., Se con il ncpotjc Lenti co ,.oi;ct I e neo *
Ì ' K &
Pcmctrip ysHHtte{Ci'coì‘tefià à Ptòloitioo^pfcr non dinlQltòr*
d’elferc inferiore di Cartella: & perdio reftieui.ii. figliuolo cpjiit
fratello f con tutte le genti à Ptolomeo ; & le altre colette man-?
dò al padre Antigono in legno di vittoria , & di allegrezza. Qu<s
fto Re tenne PI fola alquanti anni: dipoi fi partì di Salamina,& la-*
(ciò la moglie, & il figliuolo ;&andd< egli in Macedonia, dui pàr*
dre ; Doue ha uend o in t etto eh ei i 1 Re Ptolomeo andato jij Cipro;
afféd-iaua $,alamina > temendo la Salute della moglie &; del %li*^
uolo ; lì partì, & pretto foceorfe 5alarmna.; Et Ptolomeo ritorni?
in Egitto con propofito di ritornare in Cipro : ma in Egitto con^
fiimò la vita fua*
Ptolomeo Filadelfo figliuolo del Primo Ptolomeo * faccette
nel Regno del padre * Quello; vinfe di nono il. Re di Macedonia*
& prette Cipro. Alcuni dicono, che il padre fino la nhebbe; Ejt
quello Ptolomeo Filadelfo fu quello, che in Cipro edificò!fé*
quattro città Arttenoe cotti chiamate iti jhonore-della jfuattorell*
bellissima Arttenoe.. Quello > & li altri lupi dette end enti tenne¬
ro Cipro con Goti ernatori anni aliai * ÀI tempo poi di Ptgjp-»
meo Philopatore, ilquale hauea vri’altro fratello detto PtolomcQl
Fifcone, che regnaua,nella promricja di Cirene; andò poi in
Alefl'andria à regnare,eflendo difeacciato il fratello dei Regno j
Ptolomeo Philopatore andò in Cipro. Indi tornò in Regnojii
AJettandria,& in Cipro retto à regnare il figliuolo chiamato &
elfo Ptolomeo • Altri dicono, che quello Ptolomeo di Cipro era
figliuol o di P tolomeo Fifcone * Sia come fi voglia : chiaro; è che
Ptolomeo che regnaua in Cipro era figliuolo di vn di quelli Pto*
lom erd’Egitto *
Quatti in quelli medefimi tempi IaRepublica Romana era di*
ucnuta pouera : laquale hauendo intetto che Cipro era ricchùfi*
ma ; niandorno Marco Catone per riformare Cipro, & ridurla in
Prouincia. Egli fi partì, & andò à Rhodi, doue era venuto Pto*
laureo DionifioRodi Egitto, cacciato dal Regno : ilqiialeanda*
MaàRoma,accioche li Romani come cori fede rati* lo doueflero
aiutare: magatelo che in Rhodi era Marco Catone ; andò per vifi*
tarlo, il Ptolomeo de Cipro* hauendo intetto la venuta di Marco
Catoneà Rhodi & in Cipro tfiere venuto a polla centra dilurj
jer l'au ttorità di Marco* & della Repu ittica Roniana;eflo Pto«*
torneo
tefttVò profeti veleno cfoTcmcdefìmòeótae d ifpe taf ó' > & moli •
Marco Catone quando lipartì da Roma, non haiiea conduttóri-'*
fro foco, che il ne potè Tuo Bruto,& Vtì fcruo : & liauendo in Rho
di Pentito la difperatione di Ptolomeo Re di Cipro,* fubitoman-
dò-jl fuo feruo in Cipro per pigliare il theforo del Re: & poi non
fidandoli -, mapdò Bruto Rio nepotc, & poi andàanChor’egli die~
irò di loro'? Ól entrato nel-palazzo Regale ; vide quel theforo pru
liofifsimo di tazze, boccali, & altri vali, & menfe d’oro,& d’ar¬
gento, & porpore, & altre cofe prctiofe : & fpartito foro, & Far*-
gente ffi marinigli* grandisfimamente , & pensò di fare Vfi’hò*:
nor’immortalc : & però diede opera di vedere tutto l’oro, & TaU
fre cofe pretiofe, & ridurle tutte in argento per fare vna quartti-
fà grande alliocchi de* Romani. Dicono* che lo ii dulie ruttò iff
argento in 500. milia talenti, come dice Lucio Floro rtelPEpit-*
tòme di Tito Linio; laqual quantità fa 300. milioni di ducati:
perché ogni 2 0 talenti fanno \ i. milia ducati : onde facendo vn?
computo di ^00. milia, fi trotta la quantità detta. il Phrtàrctf
pone folo fette mila talenti & Lucio yoo. a tàhhè è Vna diferem*
ria, ma perche li talenti fono dkierfi po elfer che fi accordano ,
perche èdi talenti di gran quantità, e talenti à compatótfórie aflai
minori ♦ Marco Catone fece ridur tutto quell’argènto in- màfie y
chè^pefauàno da due talenti & mezóTvna : & pohaccioche fe pcf
forte le naui fi fuffero annegate , il teforo non ff perdélfé,fece fa-;
re vnà corda grande & longa, in cima della quale legò vn legno
per fegnale, che fi ueddfe doue era la corda, & con le altre quitii
ib-pcTcafféro. Fecero poi Tir due libri rati or* ali , & meffe Fàrge»
tre nani « Quando arriuò al Teuere in Roma,* eoncorfe tut¬
to il Senato. Li Sacerdoti co tutto il populo di qua & di là dal fitf
Uve : dì condutto l’argento iri terra ; lo poferó tutto nella piazza,
sfecero di quello vn monte atto . Il Senato, il popolo, e i Sàcetf
doti vedendo quella gran quantità di argento, grandisfìmamcflM
tc li flupirono . Elfendo poi per inuidia ‘lacerato Marco Catoné
da Cicerone con dir che elfo non hauelfe fatto fidcfmertte ; rifpo-
& Catone : Ho condotto io da Cipro folo tanto argento, che noi!
ha fatta Pompeio in tutto l’Oriente,hauendo prefo Regni,& Pr6
uincie. Li Romani dunque hauendo ridotta Cipro inPrOtiincià *
fatennero alquanci anni, mandandoui Confuto da gouernàrlà.
Nel
Nel tempo di Otulliano Imperatore , quando fi daUfc ITmpc
rio ; Gnauio hebbe lTmpeno deJFGecidente , &Antonio l Oné
te . Antonio hauendo difpremto la fiorella di Ouauiano per ma
glie , & innamoratoli in Cleopatra Regina d’Egitto, la chiamò^
dile diede il Regno d’Egitto, & il Regno di Cipro , & altri; tal¬
ché Cipro ritorn a da no no all i R e, <&prógenk d*Egitto O ttà-l
Ulano hauendo hauuto in odio Antonio, iì alile a perfeguitailoy
& in breue da poi molti fatti, morì; mifcrabilmentc. Antonio ,
&feco CRopatra,& Cipro.ritornò fòtto il do^ninio de' Romani;*
& in quelli tempi Ri ri (laura ta la cittì Arfcnoe ap predò di-Sala--
mina chiamata Eam ago ita. »
Nelli mcdefimi tempi l’anno i ?.auanti la naticuti del noO.ro
Signore ^furono aironi terremoti in Cipro grandi* & molte parti
delle cittì, Terre,Cadili furono uiunate. • . :
Nelli anni dei noftro Signore 79# ifuroé9 <arehora delii altri
terremoti, per liquali furono! dcOrutte città, & pamctilarmen
tc Parto, nella quale per frequenti terremoti non il veggono fq,
non mine , & nulla antichità.
NeUi anni del no Oro Signore 119. in tempo ch’era Imperato¬
re Traiano ; li Giudei, ch’erano in Cipro fi rib citarono,& deOruf
fero tutta l’Ifola ,& particularmente Salamina, & ammazzorna
vna infinità delie genti ; che ammazzorno legefi al fine alla 2. de-
flrutionc: onde fdegnato Traiano;Ii caftigò leueramentemia mol
to più poi Adriano Helio Imperatóre : & perciò Traiano hauen¬
do redimito ad alcune Prouincie i Re loro, cioè fatti dinouojpcfc
fein Cipro parimente un Re ; & cofi Cipro ritornò nel Regno;!
ma però era (oggetto siili Romani, & gli rendeua il tributo ogni
anno. ; *
Circa li anni del noftro Signore 290. in Cipro era Re Coda;
ilquale fece chiamare la città di Salamina Conftantia doue efto fa
cena refìdentia, & li fuoi Re predecedori . Era in quello tempo
Diocletiano Imperatore, & in Egitto regnaua Achilleo ; ilquale
fi ribellò dall’lmperio Romano ; onde Diocletjano andò da Ro-
inain Egitto,& vinfe Achilleo, & gli diede la morte, & la città Iz
mife à ficco..; Allhora chiamò il Re Colla da Cipro , & gii die-;
de iigouerno del Regno di Egitto: ilqual lafciò nel Regno di Ci
prò va fuo fratello : de effendo in Aiellandna, morì, & lafciò vna
figliuola
figliuola Catherina: laqualc cofi giouinetta ; diucmó delle arti li
fcerali fapicrtisfima. /I Regno di Alcflandna fiì prefo da Maxell
tio figliuolo di Dioclctiind Imperatore. Catherina , efitndo
morto il pad re, fù condotta in Cipro al Zio Re, ilqrcalc (lantiaua
in 5alamina, ouer Cònftamia . Colini vedendo la ne potè ette r*
Chriftiana, tcrnehdo Mastenti 0.-Sé D1 ocIetiano de 11 a loroerudii
tà verfo ti ClvriiRiani, mire in prigione Catherina in Salaminailà
qual prigione,come dicemmo, fta in piedi : e dipoi la volfc ma&-
dare à Maxentio in Egitto, ò per retiocarla,ò per caftigarlnjpcr-
xite cra bel lisfinià gioiiahc, Se fapienti.sfima. La carco dalla prii
gione, & la mandò à Paffo per imbarcavi a; de qui ni di p. òtto f v. pò
ita iri prigione fin che la mine fimo preparata, & poi la con deae¬
ro in Alt ìland ria. Ella andò nei palazzo del padre y & vedendo
Vii giorno* fvtóentity , chepcrfcgnitauaii Chiiftiànii andò dalui>
& lo riprefe, & Iamartirizò ,cómc per l hifioric è noto, & per¬
che e mirti riziftìi? in Aleifandria tutte le hiftoric latine eccetto Pie
tro Calo da Chiozà dicono efiere Alefiandrinatj-ma gì sfidi cern#
de* fbpra. tl > toimtiùz ifgj& bnoò
II Ile idi Cipro per il peccato forfedi Catherina, fù caligato
cflbj Se rutto il Regno inikme : perche Retici 6; anni, =ih:cnn&ri
piouue: onde non fola mente il Re ftì corretto di fuggire, ma cin
ehora molti, an^i qiufi tutti li Labi tanti fuggirono dall’ifola ; &
cdfrhebbc di nòno fine il Regno di Cipro .
Haiur do prelò l'Imperio Coftantino,& per le predicati odi
éffeinpiodii SanSiUie (Irò Papa, eficndo fiatòbattezato, &ivakrr*-
do eòhofCdre vi beneficio glande da Dio; i inuntiòd’Imperio Oc1
Ifide^tblSb&l’d tiflkfabPapa-; & magnificò.Se cffaltò la chid/aiom«
marciente* Andò pofieffò in Oriente.-nella«cirri di fi>ifi:mio,th tf~
fb*pói chiamò Coftantinopoli. In quelli tempi £kna fina madre
fiintiRhtiaandò inHierufalcm*, & titròuato il legno della fintili
limaCroce Se li Chiodit Se quelle de.’Lattoni;’dòtòv&anagnifieò
iSbitta di Hkvf ti fialem con doni, & edifici) prelldriv Lnqifcl mezo,;
crino pàlfoti li ? éi anni, & cominciò r.eli’Lfiold àqfiauerc. Partì <
Elena da Hicrufiulem per mfpiratione diiìirià^&iandò in Ciprc*&
difmomòvconié dice ili rrVo,ne Ila circi di MariaimtSc haàcrdo vc-
dtitoychegià albi fola di riuouo il Signor’Iddio haueiia hauuto
mi feri cor dia ; edificò Chiefe, & pofe del legno della fanti vfima
fd ■ Croce,
Croce, come disfi : & poi fece dalle Prouincie circotnucine Jia>-
Citatori in Cipro. Tornata poi m Coftantinopoli, fece, die il
Tuo figliuolo iiiiindafic un Duca in Cipro, .accicetc goueinafc;
Si cotiCipro fu? Ducato per anhiiSrpo..; e tanti : & di quelli Duchi
«ìon babbiamo cola preclara, Se degna difeuo, che nel
1^81. Callocèro Duca di Cipro hauendo ribellato dalAir-pcrio,
ficercò di fàrfi tiranno& perche fu impedito jfee molte iirage;
ina alTvltimo fu morto ; & l’imperatore mandi vn-aitro Duca*
Volendo poi noi ragionare di chi ha dominato Cipro dopoi
Duchi ; è bifognò ragi onare delli Re Latini di biieruiàlem ; p cp*^
^e di qm paflaremo in Cipro. ( „
- Circa gli anni del noftro Signore 1094* Pietro heremita Fran*
cefe & reliigiofo di Tanta vita apdp come pellegrini? in Hierufar
lem,/& vedendo feriftà di Lddiojri roano degAufidefi iffe»
polcro del noftro Signore » & li Saraceni,che inahslìmo trattaua^
no il Patriarca Simeone , & lo tene nano come vii feuos mojpo da
jodoTannoTegnente and© in Francia, &xitroui,Papa V rbano
condo , & gli perfuafe tanto, che nei Concilio di CI ara montò e£r
fa fqmroo Pomeficeffece vfe fari tisiima orai jontj nella quale ef-
fartuua li Prencipi Chriftiani, & tutto il populp. jì de le a pigliare
le armi, & andare contro: gli Inédeli Turcm^ & Samceni, quali
tenetiano, & tengono quella di Dio diletta citta di Himifafew ;
finita l’oratione > diede licentiadi predicare la cruciata , à tutti li
predicatori, & particulannete à Pietro Heremita • In quel £ppci
lio publieamete Hairaundo Vefeouo Podienfei^refe i|ce$itia;d%
fnafarititi di andare in Hierufalem : perche émtóulftf Pt&
lati deU’iftefla intentione f& in particulare Avriulfo PreSrbifò^
di Placentia di Francia, & altri ,0T-anniT(^iie^i>del/f Q9g<pcaTo
prcdicationi del Vefcouo di Dio, & della Tanta truciatfrfi Tegnf
di croce vn populo quafi infinito di nobili, magnati, rjccfe & pOv
«eri huominj:,& dònne ; Vcfcoiii > Arciuefcoui, & Clerici, reli*
gioii, di Spagna,* di Francia, di Allemagna, d’Italia,di tutte le lo]
ro prouincie } chó huominicon l’arme furonorfeoiiatìflQo* mA
la. .Li capi di qliefto effe-etto di Dio era Haimondo Véfcouo Po#
dienfe > & legato di Tua fantiti :iil magno Vgoné featello dei Re
Filippo predeceftpre di Tua maeftà, Gomfrcdó, Balduino, $c
Euftachio fratelli,il primo era Gottifredo Duca di Lotheringfe -
4*
gli altri due conti di Gallacla, 11 conte Eo-lduiro mortenfe,conte
Ruberto Frandcnfe , Stefano conte Blandenfe, Ecimundos Duca
di Puglia, & Roberto fuo nipote , & Pietro heremita, ccn altri
Conti, & Signori : & perche leflercito era grande, accioche fufi-
(e accommodato j fu ciiuifo. Vgone fratello del di Francia arn-
dò in Puglia con il Conte Roberto, & l’altro Roberto Conte di
Normandi andorno intronare il Duca Beimondo di Puglia, 3c
di lì paflaro il mare: Il Duca Gottifredo con li Tuoi fratelli, & al¬
tri aliai andorno per Vngaria, il Legato & il Conte Raimondo
per la Schiauonia, &perauanticra già andato in Coflamtinopoli
Pietro Heremita con gli altri ; quale andò, & pafsò la Tracia, de
andò in Afta, perche bramante di lar frutto. LTmperator di Co*.
ftantinopoli cominciò à dubitar del fatto fuo, & ancho perche ha
ticaihuidiadellì Latini: onde volfedi notte artalir rcrtèrcito di
Dio,& trattarlo à peggio, che potea : ma ecco esfi vigilanti fi ac-
corfero. La mattina poi giunfe Gottifredo ccn l'altro esercito :
perilche temerte lo federato Imperatore, & cominciò à carenar
li-, masfimc perche giunfe anello il Legato,* & a/pettauano d’hora
in hora quelli di Puglia. Ma chi voi vedere tutte quelle cofe di-
{tintamente ; veda le croniche j perche noi quella prouinciaehe
gabbiamo pigliato ,* quella feguitaremo, & di quella ne pafiarc-
mo brcuementc al meglio che pofsiamo. Quello esercito dun¬
que pafsò in Afi a, & dapoi molti fatti, &gc{li , & mortalitade;
prefero molte città, & quella di Antiochia : & vi fecero Prcnci-
pe, quantunche con contrailo di alcuni, Beimondo Duca di Pu¬
glia creorno anchora il Patriarca Latino. L’altezza del grande
Vgone andò in Collantinopoli, e s’ammalò, & meri. L'altro e£*
fercito fèguitandò il Duca di Lòthoringià,dipoi che fecero mol¬
ti fatti d’arme ; alfine andorno l’anno del Signore ic99.fotto al¬
le mura di Hierufalem : & battendola afiediata molti giorni, en-
trorno dentro per forza partati li 40. giorni,& quiui fecero vn ma
cello grande delli loro-inimici, che il fangue andaua per infino al
. girtocchiò'delii caualli. Il primo,che intrò dentro per le mura ,
fu il Dùfca, ifiquale comRatteridò ; diede commodità à Bàlduino
Gente fi|o fifatcllo, ilqhale prefe la porta Faucndo fiipciato tilt-
. tèli jbiiriitìéTn quei giorno di velierealli 15. di Luglio , andorno
tatti fami&imo tepoIcro> con tanta allegrezza, che le lacrime
ci L
corremo come citte fiumi da gli occhi di loro tutti : & poi andor-
sio nel Palazzo, doue tutto 1’eiTercito vnito eie (Te per loro Signò
re & Re, il Duca Gottifredo : alquale gii vollero podere la coro¬
na d’oro nel capo ; & lui renitente,* dille; Io fon contento di pi¬
gliare il titillo di Re, & e (Ter voftro Re : ina non voglio portane
la corona Regale di oro, perche in quella citta , & luogo il ipio
Signore & Redentore ha portato la corona di fp ine. Fiì dichiari'*
to dunque Gottifredo Bolione Duca di Lothoringia, del Oreno
Re di Hierufalem . Paflati alcuni giorni, il giorno della Cathe¬
dra di San Pietrotutti vnanimametc eleverò per Patriarca di Hic
ruCilem Arnulfo Presbitero Francete di Placentia, & il Legato lo
^corìfirmò , & li Arciueficoui, & VeFcoiii,quali;furono in queireiL
/eretto lo con/acromo. In quelli giorni ecco che vennero Amba
/datori dalla citta di Napoli in Sorkt, quali re fero la città in mar
no del Re Gottifredo. Dall altra parte vènia il Re Clemente di
Babilonia con vn'cfiercito grande de’ Sarraceni, de’quali il Re
Gottifredo fu però, ài occile il loro Re. Prefe poi la citta di Na¬
poli, Afcalona, Caipha, & loppe città.; de v i furon creati li lord
Yefcoui dal Patriarca. . '{ * ■ *,
Il Re Gottifredo primo Re di Hierufalem, dipoi t heli Chn>
ftiani furono nel mondo, perche prima era foggetta all’Imperio^
& poi al tépodiHeraclip Imperatore di nouo li Sarraceni la pie-
fero : & bora Gottifredo, ilquale hauendo creato gli officiali dej
Regno Sincfcalco, Contcftabilc Zamberlano,& Marizal,& altri,
conuennero mfieme ; Il Re ài il Patriarca di fedare, vno il popu-
io, & /altro ìlclcro* .Già il Legato,& altri molti nobili ritornor*
no nel la patria loro,. ? /
- 11 Re Gottifredo per viuere in pace & quiete, congregò tut$
là corte Regale, con tutti li officiali dei Regno. Dal l'altra parte
il Patriarca Latino adunò li Arciuefcoui, di Vefeoui creati, àC
tutto il clero latino, & greco. Dipoi venne in quefto con figlio
Beimondo Principe di Antiochia Con gli fuoi officiali, Sinefcaly
co, Conterai ile>Mamal,& Zajnberlano, di altri, con i| fuo
triarca Latino, &con li Arcui e/coui, di Vefeoui, & tutti quanff
inficine fecero le asfifè, cioèleleggidi FìièfMfalèm 5 Ìeq*ia]i dcr*
Befferò il Re prefente, dii fiiAÌAceè^ri,i}P,rinfip?,^tof fce
ceflori, & li Patriarchi offeruare; & cofi tutti sjiianti.toft ilpopu*
lo
4*
Io accettorno : & con quelle asflfe yHicrùfalcm, 8^ Amiochfa fi
gouernorno , mentre che furono foggette alli Chriftiani. Di-
poi che Cipro andò al dominio delli Re Latini ; il Re Guido che
già era Re di Hierufalem, quandoché andò in Cipro, portò fece
le predette Asfife, & con quelle tutti li fuoi fuceeflbri goucrna-
uano Cipro. Et quando che li Venetiani prefero con amore len¬
ita nifiùn contralto ne fpada il Regno ; infra le altre cotuicntioni»
vna fu quella,di reggere Cipro con le predette A fi ifc • Famago-
ita dipoi che li Genocidi l’hanno pigliata; la goucrnauano ft ten¬
do il loro ftatuto : & quando il Re baftardoia rihcbbe,Con quelli
patti fù, di gouernarla fecondo li (lattiti diGcnoua ; & cof facc-
uano li Venetiani infino al prcftntc anno del 1570, tutta l'ifola
con le Asfife, &Famagoftaconli ilatuti Gcnoucfi • J1 RtGot-
tifredo per le fatiche grandi, & per la inteirperie dell’acre, mori
di febre, hauendo regnato fanti s fi mani ente vmanno : Hi Fù fepol
to con gran meftitia & pianti del populo nei facro tempio del Jan
tisfimo fepolcro.
Bàlduino Bolhone Conte di Bologna , di Francia , Hi fratello
del Re Gottifredo , vnitamente dal populo fù creato & dichiara-
l<o Re di Gierufalem : ilquale apena che fù coronato, che fù mo-
leffato : perche hauendo intefo li Sarraceni come miolti nobili ri¬
to rnorno in Francia alla patria loro, & come era morto il Re Got
tifredo ; andorno con tra li Chriftiani con vn’effercito grande : St
cftendo attaccati ; il Re fuggi in Fiierufalem, clTcndo rotto refier
cito ; & fù prefo il Prencipe di Antiochia, & molti altri nobili .
Il Principato fubitò Tbcbbe Tanercdo fuo nipote m goucrno, &
fi portò valorofamente. Eftendo dipòi rifcatratoccn nioltidma-
ri; andò nel Principato fuo, & di li andò in Francia, & prefe .per
moglie la figliuola del Re di Francia : & cfler dò morto ; Feti e li
Principato Tanercdo fuo nipote,&poi Rcgerio figliuolo di Rie*
cardo. <
Il Re Bai duino mandò Ambafciatori alla Signoria di Vcnetia*
quella di Genoa , con promisfione grande, che li vengano ali
aiutare. Dal l’altra parte lImperator di Coftartinopoli hautn*
do intefo la partita de* Signori in Francia, la mene ccl Re Getti-
fredo ; & la pregionia del Prencipe ; fi qllegrò :( : i, & cc ir ir ciò d
impedire li Chriftiani,quali andauano in foc torio di Hierufalem.
L 2
If Re Balditlno con la gente venuta di nuovo dair-OccMentf|
prefe le città Tibcriade,Sidone, Accurone, & molte altre mariti-
me. In quello me20 comparii l’armata groffa de’ Genouefi, 8c
4e’Verietiani, quali tutti inficine con il Re prefero la città for-
tisfimadi Accon ,ouerPtoIomaidà; & il Re concelfe alieprcdet
te Signorie molti Priuilegii nella città di Accon* che poffano ha—
uer* piazza ogniuno da.per fe, & mifurc* & altre cofe,& che polla
no haner ghiditio, & far finguc tra di loro : & che habbianola
terza parte della città. Dipoi il Re Balduina con vn’effercito in-,
ficme con il Prencipc di Antiochiaandorno nel caflello di Sobal,
onerai monte regale intra il fiume Giordano : & al fine con mol¬
ti incornino di lo prefe, & molti altri cade Ili* & città ; & in quel¬
li creò un Prencipe ; Setitorrìato in Hierufalem ; andò in Tiro, 6z
Tibcriade città di Gallilea ; & .quitti creò vn’altro Prencipe detto
del monte regali : & hauendo il Re Balduino regnato 18, anni;
pafsò daqfta vita,& effo fenza figliuoli e fufepojto co il fratello.
Balduino Tetio, ouer Burgo confobrino dell* due precedenti
Re di Hièrufilem, di Concordia di tutta la corte Regale, & Cle¬
ro, fu fatto Re di Hierufalem: & nel principio del filò Regno prfe
fc Gazi Prencipc de’ Turchi, ilquale veniua contra li Chriflian-ij
& lomife in prigione ; & l’anno fogliente prefe il Re di Dama-
feo, coninfinita mortalità de’nimici. Sopragionfe poi il Re de 5
Parthi con vffeffcrcito molto potente,& attaccofiì con Balduino;
& tanto fecero impeto grande gfMnfideli, che ruppero li Chri-
ftiani,& prefero il Re Balduino,con tutti li Prencipi fuoi;&
condii tti in Parthia;li poferoin prigione. Già in Hierufalem
era morto il Patriarca Arnulfo, & in fuo lupco fù eletto Narmon
do; ilquale & con dottrina, & prùdentia fua gouernatia ottima-*
mente il Clero : &perche era anchòrahifomo elpertisfimo in ar;
me,glifù comincilo dalla corte Regale il gouerno di Hierufale:
ilquale fubito mandò in Venetia, & à Gcnoua confirmandp tilt-,
to quello, che il precedente Balduino Re Bolione fece con le prc
dette 5:gnorie ; & dallaltra parte li pregaua, che doueffeiro aiu¬
tare , tc gli prometterla di nuoiio fargli de gli altri priuilegii.Poi
congregò vna moltitudine grande di danari, & mando à ri fratta-
re il Re, Se tutti li Prencipi Chrifliani iiiipregionati^&mal trat.
dati in Parthhu
* Il

f
4$
Ì1 Baìduino riscattato, & con il frcfidi'ó delìi Signori Yenc-
tiani, & Genocidi fece vno sforzo grande, che prefero Tiro ; la¬
gnai fortezza,&cittàeralapiuforce,chemai hauefiero prefa,’
di il Re concede alli Qenoueii, di Vcnctiani > & a* Pifani quanto
Palerò Baìduino concede alla città di Accon,ouerIkoloniaida.Di
poi edendo morto.il Prenoipe di Antiochia^fòttotiiede^liPrenci^
fato al fuo Regno, che prima era fcp arato; ma ei^o.fèmpre com
pagni di guerra : Dipoinnchoràjconceffe alfe, predette Signorie
de altri priuilegii, & nel fuo Régno in tutto, & ancho in Antio¬
chia , quali fodero edfcriti & Signori, & di far tutto quello che Ji
Signori fanno nelle loro città : Si {ciò.sin t end e < fo ÌQj d Q Re habitat,
no, & fopra la loro gente ; &haucndo regnato x 3 . anni ; naori
Arma.fi gii nòli mafehi; ma con \pa fedina Melifina fatta per aliati,
ti che fude Re : laquale mentre che era Re, la mandò con il Goa-^
te di Gandauia chiamato Fui co fc >1 < 1. n-v •
Sotto al fopradetto Re Baldliino in Hicrufalem principiò vna
imoua Religione de’ Cavalieri detti del Tempio ,.hu ombri valo¬
re fiche fecero molte degne opere daqual: Religione 4urò 20p*>
anni,come diremo* .1 ; c >;’.nTT->b or; .peCJ t
o Fulco conte diGandauò ^&.genidi^mBaWuinqT'etio còifniijT'
neeofenfo de tutti fu creatole dt Hi mi fai em,, ih uomo Sagace 9 i
& nella guerra cfpertifsimO; Fece mìo!d famrf&rq^e con gPXnfi^i
deli, perfeguitando li Turchi per infino alla Perfia;& hau£do pie
fo molti di quelli ;li menò feco in Hierufalem , come in Trionfo;,
di 1 quella uittoria fìi molto aiutato dalli due Tuoi figliuoli BalduT
no, di Almerico: di molte cofekaueriafatto il predetto Re, feiqo
fude venuta la disgrada .il^ipoi cheiìcbbe regnato vndeici anni*}
eflendo andato alla caccia, correndo dietro à vn lepre ; il canal*.;*
lo calcò, & il Re mori> difùcojidutto in .Hierufalem, di fcpolto
con gli altri.
Baìduino primogenito del Re Fulco fuccede nel Regno. Allf%
tempi di quello Re, edendo perda la città di EdifTa in Sorja , la-4
qual il primo Baìduino Re acquiftò >.aitanti che folle Re, di femj
pre la tenne:in quelli topi fù prefidalli £arfaccni,& martirizorno )
rArciuefcono, di tuttofi clero; perikhe il Gommo Pontefice, con
Santo Bernardo fòllccitornoli prìncipitchrilliani; onde Corrado
Re de* Romani, &Lodouico Re di Francia prederò la Croce,&an
domo
dòmo iti Afia> & affediòrìsòrIti città di Iconio ; Ma il Co finn tino-
peritano Imperatore*fece molti tradimenti , per liquali mori gen
te affai : and e furono cofiretti di partirli da Iconio: & il Re Lodo
nico andò in Àntiochia,& Corrado è Zaffo,& p oi un domo dal I{c
Balduino, tutti tre li Re àiW
domò di1 àecordò"àd*alft diare ^Damafco ; Onde vedendo li cittar
dinij chòla-eitta era* c^uafi perii f fecero cpn tradimenti 7 che li Re
douefiero andare dall altra parte'dclla città, che fac ili ts imamente
riiaucriano prefa. Andarono dall’altra parte, & li Cittadini relav
feiarono alcune acque, per leqtiaii tutto Feffercitó farebbe fìat©
difsipato> fe non fuggiuano :1k perciò li Re tutti ritoinorno nelli
Régni lóro. Et il Re Balduino prefe di ntiono la città di Aicalo-
niy& làcitó di Gaza* làqualc diede in goucrno iVà caùalliefi
d"é1 TéMf>k>.v- - : - ci : ■ sii ilidlrf §
Il j^e Balduino hauendo fatto altri atti iliuftri-, mori dipoi che
regnò 21.anni; & fu fcpolto con gli altirh.
Almerico fratello del Re Balduino,& figliuolo di Fulco, fuc-
ceffenel i^egno,^ bel fecondo anno del Aio Regno, fece guerre
con Dorgunto Re dell’Egitto ; ilquale hauendo un Lccoter uste
in Aleffahdrid^ era Sfittò ribello debSoldano : onde li cittadini lo
haueuanò in odio . Almerico v*andò con il Aio efferato , prefe
la città, diede laferortè^I Tiranno ; & poi venne ài patti con &
Soldano, & gli réfHfui la città ; & effo gli diede vna gran quanti¬
tà di danari : Dipoi andò nel Cairo, & lo affediò : ma effendo in¬
gannato da Milòne ;ritornò in Afcalcna,& poi in Hierufalem.
Il Z^e Almerico hitiendò regnato 12. anni, & procreato tre fi-,
gliuoli ; Balduino, Sibilla, &Ifabella'j morì, & fii fcpolto con
gli al tri in *Hi éjru falein . - - - -
Balduino primogenito di A lmerico fucccffe nel J^egno. Nel
tempo di quello era /^e di Egitto Saladino, huomo valoròA» Óc
efper tcrnelFanni : & con il T^c Balduino due fiate fi attaccò,& fem
pre Balduino fu vincitore : mala Icpra gli daua molta mol eli la;
& perciò non potè mari tarli: onde per pròuedere ali/^egno di Aie
celiòre> chiamò il Marcheiedi Mon ferraco fuo parerne GugheU.
niò , cognominato Longalpàda, & lo maritò con Sibilla fecondo
genita fuafforella;òcfaltra terzo gai ita lorella I lab ella la promef.
le con gli anelli dati ai Signor di /(hodi Efdrando di Tours.
r 44
• Il Marchefe GùglielmOiandò iriHierufaknv, & prete la*mo~
glie,&htbbeil gouerno di Hicrufalem per efier’il Re impoten¬
te ; de fece molti atti degni &iihiftri : Et hauendo procreato vn fi
gliuolo ; mori il Marchile in fpatio d’vn’anno .
-NeLMarchefatodi {vlonfovato fiictetìe il fratello Bonifacio : il-
iquale hauendo intefo*! che'jcr«:martà il Aio fratello,&.che haucua
-lafciato vn figliuoUno.chicnìaito Bai duino ; fi partì dTtaliacop
vn’cffercito, dipoi.] a fa pbta per imita re il fuo Tiipotejèome fu ccef
forc di quel regno & primo Re di quella Ifirpe. - >j
11 Re Balduinoaggrauato in quello mezzo dalla lepra, diede
il gouerno del Regno al Conte V ecchio di Tripoli detto Beltrari
do fPoi il Re conliderato meglio il calo fuo, temendo, che dqptf
ia morte fuu, il Conte non pigliaflè il Regno, & che prillai! e il
fuo nipote Rai duino > conhghatofi ; rimaritò Sibilla con vn.gior
uane di Puite in Francia figliuolo di Vgo Lubnm,lo fece
tutore di Balduino fanciullo* & Gomerratore del. Regno ; &
Colfe ai Conte il gouerno : feniche generò inuidia. grandeal
Conce.. . .m • ' • j. ' , .
Nqrar che VgoiLubrUn ora Duca della Marchia, & Signor di
Lufi guano m Francia altri hi Ilo ri ci dicono; che era della jiHìbil
famìglia de 10 Conti di Ptiìce.rii quale Fece1 tre figliuoli:.!
Guido fjpradetto maritodi Sibili^ & A;hi;eriio,,: &. GiofKdo*
filali tutti treB-aCelJiardjrnoinfocicorfj doili ChriQrarii itvMie-
rufalem, & più non li chtamornò Lubrimr ma lufugriarii ; & iti
Francia b progenie loro lì chiamaÈùbrimir ’ . ! f • i
- li Re lefrofo vedendo il gióuane Guido fuo cognato còn,fui-;
perbia gouernare^ glidtfpiàcqùc,^ lo prniò del gouerno,& di iti
tore v & di aubilo lo diede àh:Comc.t& hauendo regnato anni 6*
l’anno’1creò Beduino fuo nipote cofi fimciullo rper Ri 4fc
Hierufalcm ;Jtk poi moti, & fin fcpoko con gli altri; ‘ il % ; .
Il Re Balduino fanciullo hauendo regnato 8. mj&fì dipoli! rio
leprofo Balduino prnori & fuamàdrc Sibilla come donna molto,
akota tenne occulta la triortedel Rei infante ^accioche non lo ha4;
ueffe fàputQil Contende cheocoupafle il Regna* >£**«follaitra
parte conpreghi., & con dona; & pròmisficncTeceeòi* bConsf’
Regale, & cori Heracliò Patriarca ,^ roit Jrcauolieudii Tem-i
pio | & con quelli dolhhdfpitak’, thè corona,òiw^ iimaritO)fu0^:
& tliiamotiio %Gui do di Hlcrtifiilcm, & ppi mani/eftò il figli¬
uòlo morto .
il Conte haucndo ciò intefo 5 fi acccfe d’ira, & di grande inni-
dia delira profperità di Guido ; & perche non potè elio ; fece pa¬
ce con il i^e-Skiadino & gli promife di fogni tar lo cétra il Re Gui¬
do. In c^aefe inezzò mori il Conte, &ncl Contado fuccefiè il fi
gliuoloRomondo: ilquale anchora per la fua moglie era Prenci-
*pe di G:dli le a*, & quello piu federato del padre ; confirmò la pa¬
ce del Saladino : anzi di più come Pentirete .
Il Marchefe Bonifacio di Monferrato giunto in Hierufalein,ri
trouò ogni cofà fottofopra: ri trono il Re leprofo morto : ritrouò
rimaritata Sibilla : ri trono il figliuqjo & nipote di lui il Re Bai-
duino fanciullo morto, & Guido Lufognano coronato Re: ondé
voife ritornare in Italia: ma per aiutare fi Chriftiani, & per pre¬
ghiere dc4i^,rcftò in loro foccorfò^
Vmaltroineommodo interuenne alli poucri Chriftiani , che
inai do Prcncipe di Monte Regale era obligato ogni anno di ri*
cqnofcere il Re di Hierufalcm, & perche era mofto dal Prcncipe
di Galiiléa, & Conte di Trìbolii,& perche anchora hai!eua,& ef-
fo innidia del Re Guido ; fi dimofìrò manifeftamente inimico!
perche il Re Saladino hebbeknaggior animo di perfeguitar li pa
i!eriChriftiani, & tftiiÌpacy 43 quelle parti . ' • .9 ^
Heraciio Patriarca li Hicrufalem nel predetto tempo, con il
Priore dcirhofpitale deili' Cauallieri di-San Giouanni y & il gran
Maeftro delli Cauallieri del Tempio vedcndoTinimicp potente^
che già era entrato nel Regna, & le difcordic grondi delli Pren-
ifipì jfi partirono daiiieru&Icmy^andornoi* ritrai
uòmo Papa Lucio fecondo della ndbii fbmigfedcCaoCiariimtci
db Bologna 9 Beilo pregomoiche dodefftprdfto foceorróre la Ter
ra fantà. 11 tornino Pontefice fece ogni diligenti^, &, poi mandò'
lì Predirti dal T^e Filippo di Francia cón lettere eftbrtaforie à fua
maeftà: ma rìel viaggio mori il Maeftro del Tempio ; & gli altri,
d«eandaraor9Ì8£.pref^ntomo/lq.'chiài«^è'Hi'entfaÌem>B£'deLiaiHt.
trsfiino!Sépolct»zonde il i^commoffoy fóGeJeongt'Cgaxe nel fu©/
^rgrtòvri QómiUb^dc prcdieaarpia frodata 2 Dall!§!trq parte co*,
dWiTpiróp r i i fbc em ì fiere i éq, & man dottò co» H Patriarca-,
Px^ote ddiìhòffpitailfi in -Hierùfalem : il perche li Chriftiani fòr
. • 1 hRe
; • -, -, /
4*
il feVerO 'gi'andjsfim^-alTcgrtìrtf. v ;I u
Morì'pàpaTMcio, & fci fiìttò Papa Vrhcro Terrò : Uguale moi
to lollecitina li Prcncipi Gtvrifiiani, pt r La Ci uciata della Terra
fànta.
, In Hicrijfalem fu Creato ifhuouoMnefiro del ttnhpioyliucinp
lvvaloròfa s i il quale con il Patriarca, & altri Baheni pregorno ii
Conte Remonda, 3é it Prcncipe di Mente Regale, e he: fi ao
cordaflbno con il Re Guidò per la fallite del popolo C hriflir.no i
Il Prendipic Chrifiiand pxefio frdccordò ; ma il Certe temer.dò
che li Sarraccfiinooccvpa(fetfo inehora il fuo flato; ruppe la pace
con il RerSaladmo /& ii accollò con il Re Guido, & molti dico-
BO^diexiò fecehntitìamchte , co me vede temo *
Il Re Saladino intefo come quelli due Prcncipi fi erano accor¬
daticeli iX?(cGiUjEjG ^feit/ando^piiVcLe maì.entro nel J^egno di
Hierufilli m> &-(ì>3ppiièfsityòkrlla città. I.hnóffa'fidcajio sforzati di
andare ad incentrar io 9Ì&faàb(l’iippa)rato;tiitti vfc irono in ficnrc>
& molti diedcra-configfia di andare pVdlo;,j& per la pianura#
Io federato conte diede vn’ahro - ccnfigJio y in ali rendo d’e fiere
efpertifsimo, di tener la via de* mcnti.-onde c fendo Bracchi, faC*
fi, & forza acqua, perche le acquoncila pi arri radiar già occupa
te dal nimico ; furono confìretti di attaccacfi àksxc?xdoli', il
Comeìaftì^k arftV#)tóivrgiVeiCy£clló di Saphcno; & di li vn
fito amicaSarracino lò ccnduiv^ à Tiro alita me glie : ilquale te-*
mcndo poi della fua perfidia ; fortificò Tiroj& lafciò la moglie,&
effq ahdò prete à-Tfìb&li; ; Il R c Gei do c ile n dò rotto pili toflo
«Jbftancbefcza^Bc difetti che f •edvigbnde^ iarracini, quio-nx.qud-
foìficro aliai perciò dlindo fuggito il Conte à molà ; altri per,
krfece; fù rottoiiXhampo d'dChrilliani. L'Arcmefcòuo di Pto*:
loniai cb, tenendo la Croce/anta inmnno, de < Ile n do ferito y pre->
fio la porfe i vn’aitro, & quello la diede al Re * Pò prefo il Re,
& il Maefiro del Tcmpioy il Marchcfc di Monferratoyil Prenci-
£>e Raiflaldo dei<MbmcP^cgalejVini,Scaltri tutti furono quali ta-
gliatiià p ex^hipile/j^digiofrpartiaoiai montc, & de Canali eri- del»
ÌVna:& deli a&aparte:quanti ne tronatiahò, tanti ne ve ci deb srio#*
Ljrqiiella aiifija era ràsortè ii Prt ndpe di Antiochia., &'il Haeftixh
delibo fiu tale. IlsRe »Salsdino vedendo x prigioni ; Lei le alle-
gtciiagrandifimay^gliipcofè tutti in prigione, lucri d e fi I ren
' ' ili; M
ripe cH Monte Regale : i 1 quafepereffereRato-vn afera.?volta fchid
ifo f la conobbe > &• perciò gj^diede’ tà aborto Mònda-pòi61
Saladino in Tripoli al Conte f con dirgli f che doudfe ofeuare
quello che hanena giurato , & che il poppi firo anchora db tirili
giurare t onde il Conte riftretco^yoléùa che il populei giurafìcl il-
quarenend'ocoftret^diimndà la fonnàdelgr^rajnentor^Jt eiTa
inffartte:, il pópiilo dimandò termina fiMaife piattina pèrche
la mattina volcua per ogn i modo dar tettò nel fé mani dd Sa*
ladino, il giuffò lddio;rton;kTctòfarx|uel tanto^che; elfòhatmui
fenagrnaep ? percioche la mattina lo tròiiortfo* morto, & trouof*
no ch'era circoncifo al modo de* Samcini r Trotraro ape ho il fi¬
glilo dei Re Saladino > con il quale vofeua tradire li poueriiCit*
tòmi* rinarri ;à ; b ; ;Vìio:; -ns'L. bioj ìli
LiCitòdini di Tripoli,conosciuta là mirnagità del Conte jfbr
tificorno Tripoli, & la tennero per il j^e - Il rqedefìmo fecero le
altre citò, &Tifo dalli Gcnotrefti, Vene-tiani > de Pifeni ; liquali
perpriuilegto haueitano» la tersa parte della città infieme con li
cittadini fi tennero per 1 l i^e , & priuomp la Prencipdfacome fii
fpetò, per efiferemoglie del conte * il Patriarca HcracHo teneat
Hieruéd'cih con le altre fortezze, con li due •fratelli del Re, cioè
Almerico , &. Gioire do * : : : orrv :; ; ni-vi ; h h
Il Pàtri arca d* Antiochia haue n do intefb effe r morto i 1 fuo Preif
ripe >, redo nel goucrnocome di prima , de mandò à proti e derè
alle citta rollami * rr;
IH Saladino ondi nella citta dt Acone* & d©po tre giorni la pfe
fe ,(eiiendofiE cittadini; arrefl. Inuiòlbflèrcito all e altre Terrei
de di facile le prefey perche tutti à patti ft arre fero * Andò poi afe,
factttà di Afcalona, Se vedendo che era dtfficd è. piglia ria ; mahri
dò minrii , chic fi do nell ero arrende re, & che haucria loro yrfatò
ogni cortdia. Li cittadini rifpoieroyche mentre,j, che fe città San
la Rana per li Chri (Uani;esii mai non fi farebbono arrefi, Il Sàia-*
dinoaipettatodi altri giorni alTafledicr, vedendo dinon potei?
fàrmifla ; andò àTiheriadey& fe ritrpuò ben munita :? talché rfe
iiolfe le fercita verfoHieptifeletri t laquale non? effe rido forte, Sé
nonhauéudo {minrtione>. dipoi che 1 afte dio alcuni giorni]fellpTi
timo (ì refe à patti . Il Saladino entrato dentro^, fereiVÌolare.tntb
tele ehiefe, i monail eri* d’agni forte, romper le Campane ,
«feriali*
dàrfal KChrffianrilmtCài 1 o dlepe 1 le : & -poi corra»mio , thè il
fantisfimo Tempi o rlon fulìt violato.: maini più ,doueftciolauaf
10 xujtk> di acqua rofa , Óc il fèpolcro .del n olito Signore, dicendo,
èflereftata vero .Profeta,&.li Chriftiani non erano degni di hauer
{ó► fatto quello; entrato il^c paladino nel Tempio > & fatta U
pràtiorie* ringratiò Iddio di tanta vittoria . Concede poi alle
Chrifb ani Latini di partirli fuori xut ti d al la ci ttd,A: eh e p i g li alle¬
no tantaiobbacquato poteronocapirnelle braccia loro : dipoi co
mandò, che leaitreSette de* Chriftiani reftafieroncl fèpolcro,co
me prima; & coli vi reftorno Greci, Armeni,Cofti,Maroniti, la-
co b iti, N elio nati 1,1 nd i ani, & Giorgiani.
11 11 pouero Pàtriarca He radio con tutto il Clero, & Populo La¬
tino vfeiti di Hierufakmcon gran mcil-itia ; parte and orno a Tri
poli, àTiro,Sidone,partein Ar dochia,.& parte andorno in Alef
£mdm;:neliaqualc erano le galere del Re di Sicilia,^ entrati de
tro, vennero in Italia.
Papa Vrbano non dipendo dellacitta di HLerufalern, ifemcna
laprefadelRe, folo la difterentia di esfi Chriftiani, & vdendo
elio Pontefice che lo efferato già preparato in Vcnctia p er anda¬
te àfoccorrerc li Chriftiani, and au a negligen temerne ; fi parti da
Roma per V enetia per foli cena re le cole : Ai quando f ù à Ferrara^
venne la amara noua del Re, & di Hierufalon, con la perdita del
Regno, & quafi tutto. Periaquai co/àmofiò a dolore immenfo#
il Pontefice mori in breue.
: Corrado Marchefe di Monferrato hauendo intefo,che craprc-
il Re,&il fuo padre Bonifacio,A: altri pregioneri ; fimife pre-
fto in ordine,A: andò a Coftantinopoli : A: ricuperatore come pa
rente gli donò gen te A: vitti! ari a, Ac fi inuiò verfo la Soria,
Il Re Saladino prefe la citta di Hierufalem l’anno del noftro Si¬
gnore 1187. nel terzo anno del Re Guido : Ai coli li Chriftiani
tennero Hierufalem, dipoi che fu prefa da Gottifrcdo infino al
prelente 88. anni fiotto al gouerno di nouc Re, annumerandoli
Re Balduino fanciullo*
Il Marchefe Corrado giurife in Soria, & tutti d’accordo ; gli
diedero la città di Tiro per difenderla, & le altre città fogge tre,
battendo eondutto da Coftantinopoli vn buoneffcrcito.
In quelli tempi medefimi il Re di Sicilia mandò Margarite
Ma
fu5 jCajntt&jnraalé coi! 40.'
fortificò al meglio, che potè. r.-v..- " oiv-óbin£s
Il Re Saladino ritornò di miouo in Àfcalona,. dehauendola af¬
fé diabj mandò é dirgli, cheti doiveffefco artknderjjalgrintcntaffi;
tóiriaeciaua forte; Se e sii rifpbferó, che non volcuanx>;prrrendbri{
le prima non gli rèftituiua ii loro.Re Tempia^
IlSaladìno òftinato p erfeuerò alcuni; giorni& kfoiacdoifelìihs.
Cito ; andò con vnaitro a Tiro , & quiui fecero: molte iearamiic*
eie con il Marche fe : il quale p refe molti nobili Sarac ini, & li con*,
dtiìfe à Tiro pregio ni, & n’occife anchora molti : onde difperato*
ritornò il Saladino da Tiro in Àfcalona, Si sforzando jcón vaf$àlt£s
nòli pò’tèfar’adtro : ohde.volendo hauere la città; fùconftrcttó di
rcftkmreil Re Guido, Bell Macftro del Tempio: Si reftituìanchò
a Corrado Marcile fe. il itio padre Bonifacio;: Se efibi ..gli retti tifi di
baciniydccon molti dinari il Saladino- con iifoo éifercito an«
dò nel Principato di Monte Regale per rcacquiftaiiov- n a • r;
11 Re Guido andò à Tripoli& iPMaeftro à Gaza, alp ettari do
mi feri cordi a dalli Principi Chriftiani. ' ^ * ;
Jfabella forolla dèlia Regina Sibilla effcndo morto il Tuo marita
Signore di Rhodi-vfenzi con fumar matrimoni o con offa ;ia corte
6: la Regina Sibilla la rimaritorno, con Marfitàòjdi, Monferrato»
Baroli Fràdcefc : alqtfale diedero cura dimandare, Si diffondere it
Principato di Mónte Regale : Se ettcndo poi le Ine forze poche
perduto che fu il Principato ; tornò à Tiro. G ' • H ii
Ettendo fattoTornino Pontefice Clemente Terzo cottrinfe iut
ti li Principi Giiriftìani à pigliare le armi centra Saracini, & Tur¬
chi , Si publicò di mi ouo la cruciata : Et in Francia ftì. celebrati*
il Concilio generale dal Re di Francia nel Può Regno , Fanno dei
l lSB: nel qual’anno prefe la Croce FlmpcratorFcderico primo*
il Re Filippo di Francia, il Re Riccardo di Angli a, il ReiGugliel
mo di Sicilia, il Duca Ottone di Borgogna, laSignoria eli Vene-’
ria, di Genoua, di Fifa, li Fiandrefi, li patii, li Frifoni, & molti
altri Signori ; xòrciuefcotii, & Vefeoui, & Prelati della Chiéfiu &
fùttiquefii di commiib’accordo elèfe*a pérGapitaholiLMaiidlie
fe di Mónferrato Bonifacipb ilquale quei^aanno medefimo eba 1 h
borato dal figliuolo Tuo Corrado ima pei* alatine diffierentiedii
Principi ogni vno andauà da per Ih; onde il Marchefei don. parte
dclFcffer-
. 47
"dcft'cfferciro fuò, fchcmcrò Raglinolo daCo'fhfitinopoIl, hatrf-
do intefo che era Sciftna neirimperio predetto ; nell ifteflò mito
deH’dS. andò da Scria, & laide il figliuolo à Tiro , di egliJi^#3E-
rfeiìin Coftantiiièpòli vii ; ■ ' vii;, .e t *.«• larb
ff L’tìnno del 1189! tiìtei coagregorno Udore’ cffercitiy &pr^f a-
'raróiifi, che à primati-éradcl tegiient&anno imiiaifcnovvb * ' erta
Il Re Guglielma di Sicilia tfciriftePfoanno del pandò ri Ti1~
’pòli : pecche nel predetto anno il Re Saldino andò con vn eflcr-
cito grande : ma crollandola ben munita dal Re di Sicilia, & Tiro
dal Marchefe Corrado ,♦ andò nel Principato di Antiochia , & fn
fpatio di tre meli prefè 2 ^ j citta Sèi predetto* Rripei patos éà pòi
«con tutte teine forze andò in Amici thia J laqtiale godendola for-
tìsfima per forza' non potata far nulla ; con' doni, dihàfi^r^
fprdfénriq & con promisfione cOmippb i’ani'mockl Pattiarcikdh-
<juale gli diede la ckvd in mano fénza moleftia de’ Chrifiiàri/qilti
li andorno à Tripolinidonc, Rarutho, & Tira. 1
- Il Re Saladino hàuedo intefo la concordia delli Prcncipi Chri
ftiani j fi ri tirò in Damasco pei prOuoderc bene al càfe fiffcfd&djf
taiila fioccatane? à lui je gcnth>ònde#volfe ripòdir per maggio»
commodo dcll’effcrcito. . » ongoj*
- ;Effendottel 8p/veiùiti inHichifalèm fi Signori Ver'C'tràrsiiyGc
noucfi^& Pifani> cc)4id!^kiSignori jil Re Guìcio di Hierufa'lqnt
con loro andò ad affcdiarc la città di A con, oucr Ptolomaida i;&
hauendolaàCediata da vrfo ur.hò M circa ,1Ìcittadini oppresfi,&
Con l’aiuto del Re paladino iecèrO* 'vn.V gfòrnata molto-crudele 9
nella c]u$lcGiafrcdo Ltìfignàno fi diportò valdrefàmcntc, che
per cfìòli GRrifliani ftìitono vincitori ; però con mortalità gfató
dòdétnimico ; & de* Cltfi Ulani da duemila ; in fra* li quali ùrìòrf il]
Macftro del tempio ,'à?à4m'nòlàili : &;mciitrc‘ che ftirorfò adac-f
enti ;'iPRe Saladino dall’altra-parte munì la città d’ógni vittiia-
glia r & li Chriftiam erano molto afl'cdiati di vinci*: pertiche man
giauano ogni forte di cibi ,& cki’ne de eaUalli, & altri animali : *
onde gènero vua infirmiti grande, &c molti nc morniànoi infra li
qii ali morì la Regina Sibilla con quattro figliuoli, chéfe'cè con il
Re Guido.
il Marchefe (Dòh'àdo di-Monferrato vedendo Sibilla morite, &
lifigliùoli, perilchc il Rcgnoandaini di ragione 2 /fabclla ,'cuc.
pido
,= pido di regnar, & effendo ancjm innamorati infieme coni &1>£Ì*=
la ruaf|Tetta parcn.te; la rubjaò jdla£QnfentÌ£nt£, & la condufie à
Tiro&iuicpnCumP matrimonio; &.non guardò ne parente la>;n£
che fufie moglie dei Barone Madido, ilquaje etra anchora eflo i
Tiro * ma Le rWze.Tue éranomeno affai dei Maréhefe,*& pecche an
chola Regina Ifabellacofi voleua£ ìlP^ti^rjea.i&Aki^ignpjri hap

11 Re GugUetoQdi^tóllato^ndp intefo* che --li Re di JPran**


eia, & di Anglia andavano in Sicilia per irrìbarearfi ; fi parti d^
Tripoli,irfc-iandbk ben munita,& andò:in&ic*lÌaA&perla difeó*.
■ mediti del yiaggio,morj; & il Regno l’bebbe TacredQ |>Aftard4
, v JLknno i ij9'0> fi partì lTmperatore con il iiioeflercito pcrten-
ra> paliando da Co(iantinoppji> con il ilio figliuolo. Henrico : <&
jeflendo giunto prefio ad A»$pchia ^ yoRe andare i jauarfi nel fi»
.me,& la difgratia yolfe, che s’annegafie: A Henripp con parte del
l'eflcrcito andò i Tiro,& lèpelì l’Imperatore ; & Taltra parte ri¬
tornò in Alamagna » Poi Henrico hauendo in telo la morte di G u-
glielmo fiuQ.zio, & che Tancredo fi era fatto Re ; fi partì da Tiro,
Se andò in Alamagna con il fuo efierci to, p eriche a lui toccaua il
Regno. ^ ^ * oih
Ci Signori Fri foni, patii, &Fiandrefi con vna armata grande
fi partirno nel predetto anno , & andornp in Barbarla , & prefero
Città, Terre ; & Caftellfi.
Il Re di Fràcia,et d* Anglia,et il Duca Ottone nel predetto an¬
no del 90.. fi partirono da Marfiglia,et giunterò in Mesfinail gior
no di Natale, douc furono accolti gratiofiimente et conhonore
daj Re Tancredo; et per eflfere inucrno dimororno infimo alla
primaucra; & in qucfto me20 tra il Re di Francia, & d’Anglia cp
minciorno le inuidie. & gli ©dii:& Riccardo di m andana la foref-
la di Francia già promefia per moglie: & quello di Francia non vo
leua confentire,& quali che volemmo ritornare in dietro : ma pei
il giurarnentojchchaucuan fatto,fi foppprtarono l’un con l’altro
infino al ritorno, li Re di Francia alla primiera inuito quello
di Anglia ad andar’infieme in Soriarma il Re di Anglia trasferì if
viaggio alla muda di Settembrio,
il Re di Francia Fanno del 1 x 9 r. giurtfe in Ptolomaida nell'ef
fercito del Re Guido, & con grandiliima allegrezza fu riccuuto;
. . .. 4*
ftià4ffo*F$di Francia: tfoè volle dar/iffHlfo alla àkiirptftfec^ilirj
ébitókèttóò fe non erano infierne con ri.Re di Ar.glia:& pwidlf
fftotide1 lito hibricà vna bella- itantia , appettando il compagno*
II: Re di Angli a da Mefsina andò!. Cipro per fortuna mi porter
di'Amathunda,hatttdbanimò quando ftóleefpedito da.Plicrnfa-
ferri»* di anitre in Cipro, & vi ri di earfr d i akt.ne mgi.nrie ; ma gii
«he la fortuna fo coruiuiley firife, &.Lmuldilantro^ & domandò ai
Duca di? Cipro nnfrefeamenti, & faecorfo diHUrfalenv
» /n Cip no al [bora e ra D tre alla aei i qt? a 1 e erafatto: ribella delle*
Atiperió i ColVafìtinopoif,, & li fece Tirano dcliTfola. GliM£®*
eh e elio ha netta Còri li Latini, hiron, che tflerdo egli Duca, circa
il principio delitto Ducato, l'anno deli 154* Re gin aldo di Catti
glia Pfencipedi Antiochia,per fdegno clic {fornài cò ^Imperatore
& Cotta tiitopolr,il^traIe con tradimenti diftcìrbòblRc de’ Roma
ni Conrado, & il Re Lodonrco di Francia, cbaffedknano fa citta
cfc Iconio,come dicemmo»,feceatsosficare li bifeottt : orde mori¬
rono genti affai perciò/degnato quelloPrincipe,andò.in Ci-»
prò cori vn'annara aìlTiiiprònitta con iin’eiìcrcito potente ; & ri-
frollando 1*1 fola disfornitaf perseguito il Duca, che lo voife pren
der; ma egli rotto lì fuggèalli monti : & dio Prencipe come cru¬
dele,& ifltèffvperato i»non^ruinaa$Citèàr€^elir,& Ca/àlr, gir
tadojoghi cofa per terra , &. le Chiefe , & Mona fiorii de Monaci,
& Monache greche, violando, ardendo», & confnmando : & poi
portò via dall’1 fola tanto oro, & argento, che dicono: gltauttori,
che non era ne mimeroine fi ri e ;on de quello Duca venuta Ih occa¬
sione, non fob per vedicarfi de Latini ,;ma anchorh' per ufo gare
le firc 1 rb i di n i p e r n e r fc ;p er c he p a ha ti alcuni ann/andoia moglie
del Re Hcnrico di Angha madie del Re Riceardo,coc la moglie
dii Re Filippo di Francia in pcregnnaggio,di Hierufalcm; quali
e Rendo capitate al porro di. Amathunda,nella qual città era il pre
fato Duca Ifaac, ouer Chirfaeo , & facea rclidcntia; vedendo le
predette Regine cofi belle,gli fece molte accoglienze, & la not¬
te le affair, & volfe sforzarle, & torglrThcnore: ma effe con le fue
genti fi dipelerò al meglio che poterono :& la mattina vedendo
«pafótte Regine le villanie, & ìrgiurifoadirateritorriorro alli bro*
marini1,- quali prometterò di vendicar fi, dipoi che folle r tornati dar
Htcrufalem*, ,
II
v II.Re Rkcordo bedendo Iàdfiiqiutà drqueifi© hliòmo^nòìi yo*
lea ifcecptrerèyn e dnr vit t aua g i ì e: a n zi ri a n o tt e m oj tlfajuà affai lp
effercitoileb Re tngfciqvedendo la Tirannia, & ccmc ribello ;
miffe federato in terra per forza ? &prefe:la città , & tutta minò
affitto : : Sedi Eiuca abdà ài! a iittàde’ Ghil limi, & quiu i forti fi qps fi,
Il Re fegmitò;fawittoria: * Riandò è GbillanL: oiidc il EHi.ca vfcfial
la campagna^dèiiiarouói& fuggì alla città di Trimitugbia : 6^.4}
Re fcgtiitahdoip fi àttaecorno di tipòtro fù prefo iliDuqa > & if
figlia , & ad ambedue) giiffp data la motte: ^ Sa fi^fiqifprqgi,^ di
quelle genti ,\iunò la città de Tremithus , Scaltre j & non iii pii
Tremi thus fabrica$a,\& bora anebora evn Cafale ; la città anelici
fé di Nic o fi a ufi nò parte ;d bèffa:; ma p erche' gli parue forte p.e r ri,
fpe^to del Cartellarla tenne*: &Fìamndadepredata;*^ faccficg**
gfeta'qtidfi^ttoTiToIìttplafek, alami de’ fuoipe};cartel io eli ^icei
IaV&?in4Ìtd.]:àoghi^=fegukò il viaggio Tuo.*H lì a 3b
r Gì linfe il Re di il n gl i a in Hiena tìeinxon gran fe (Wdef pone*
ri Chrirtiani : iqviali'afpettrdiano d’boréin borala fiiayèmita * Ifk
quelli mcdefimigiiinfexoili Trifoni^Dniii^ &.Fiandrefi eo&la lo^
fo armata>& co.fi hipnncipiafaTaffakpv^ in brène ffi prefak cj|tj
tìde Acon^ dipor elvefà affediata.diièaqpi; & fecerojfna
lìti grande de* nimiciv; Onde dipoi voiontariomente fi arreferQj?
promettendoesfidi rcrtiiuifela{kniifàpni'fèrwq :'&fi R^eprò-i
fnifero'pjglbnynaparjqdiesiLSatraèint-kitta4iil4:&c©iid(iiryjqpi^
gli fKoi^é|fimenti.ailelpr.gentt.^rc.fe,vna parte il Re cfifejbq
eia* & ràltra parte il Re dìAngHa rma cnmt.iideniitodi Re,#o# r&>
tròupmo quello -ebeli Sai? acini pnówrdilbrò ì onde il Re d5 Angfiàv
feribotìdopmandò turtià pez2:i Itfiioi i d^ quello di Francia Ji per-*!
inutà con lilelviauiGb^tibatii. i rifa' sm et! gj»A ifi mrmiW&H >
* T^cn àcc:iéc^clvc:nQÌdirtintamente vogliamo ìiàrrai'e Je^cofe di?
ITlerufalem, non baufindo noi pigi iato bimprefà à ciò fare, faluo}
che di Cipro sma cià noiidi fopra habbiaiiìcnnarrato.& ancho nari
racemo quantoTàra àpropofitonòftro, di faper 1 origine deili f^e
dr? Cìpro^ & in che inodofiiròno Reidi Hicrufakrn, Seeoff e i lo- :
*o;ap;pmiene;:ur &I b : nm >q >.* - oil ■ %& . * : l\ ftft> ith ■. >
oùi Rb Riccardo iprefa Ptolcmàidavendette^ IT&la di Clp.ta-,
per reo» mila ducati* aMiC.auallieri del Tempio:^., dargli,fuhbrrc
to | Se 6c* à tempo: Óc quelli anderno con gran compagnia dàg&H
CI te
49.
tc pre(a*3^ quelli diritti ani chcatfdororio in HiemfaIcm:&gion
ti che furono ; andarono à Nicofianel cartello à fortificarloiper-
che vedeuano li Ciprioti, che non li vedeuanq con buon’occhio;
&.estt anchoraCanalIicri^ion fapeuanqiniQuelprin^ipiq.gqu^r
jwrfi?rèiaiaitd.1uanofuptrbaiuente# & cOftùttàorno aggvauarelj
Cip riowti; pepfp reificare 1 e fortezze *. r. ■ i / ;h :•/. ; ? - L n •:. ) o»
Il Re «Filippo di Francia, crefciu^tìodiq:eontra;i l Rie
So, fi pàrti per Ia Sqna,anciò in Ita! ia,&Idiopatie delftfferci-
to Ilio al Duca Ottone,incòmpagriiadel j\e di Anglia-; & à quot¬
ilo i^cponeremo fine.
..Il Re Riccardo andana fortificando le fortezze, che nmafbrjps:
& il Re Saladino era preparato di date la città di Hierufalern falli
Re* temendo ai peggio;: ma poi c beimele, che il Re di Francia^
parti mutò propoli to : anzi prefe animoydiperfeguitare pinchi
fnailiChriftiani : onde fpeffo fi,attaccai]ano infieme, & Tempre
squafi era vinto j & il I\z pigliata ancho le fortezze)che il Saladino
dertruffe, & le rertauraua» . I
Due Sarracini fecero voto al fito Macho, di ,dar la ciort£j#Jl£
ifnariti di 1 fabella: & penlimano che quandofuffeerti rpata Quelli
progenie ^ li. Erhnolu noni gli hauergano più molertati ; Entrali
-dunque àTiro incogniti Fdettamente aromazzorno Marfitiotìi
tMontefercacuto ; fecondo maritò ;.di lfabella ; onde. Corr^d^
Eeb.bè piacere grande , perche allhora fi chi'amaua vero marito di
4£T3bdla,jr& Rodi Hierufaiem, & pei ciò fi fece coronare,&fcri>
neri! Re di Tiro;. : v . ì , ;ì
a.. li iRe:<umdo hauendo irtefo quella rrottita ; molto li difpiac-
agtie n&ipdìcijò non V ol le a cedere, perche dice a ettcr lui verA Re,
^Lgrd coronato tamiinnstiifehauea procreati quattro-figliuoli,*i&
^«ceiqioeojf d fc he 1 ui asili e a^ it Regno eraifuo: onde teneua egli
la citta di Acre, ouer Acast; Tripoli,&-altre forte2rze;ma fùpr&-
iìo re mediato a quelto : percióthc gl.ittesfi 5arraecni, che am-
jmpzqrnpMarfitio;airimazzornò anchora il Marefecfetil qu al:!a*-
eòfo 3&bedaivrìa^lag ùgola chiamata/Mariap 8til Re.Guidoffi
-ebméidbgrisma * quaotJtucjqtxedfiibdiEdik ginà gli comrifÌTug>i) j
. In Cipro li Causerà Haiietedb aggraditi li£ iptiot%fi difev
cucirono-ìbttnrt'crti infiniti^j&fi finatt^coo^no «frèmeimNfóffia,
tpreifo al Caiftclip^Onde mommo defr.svnaeii’aMa-
talché lì ritirante» ireiCartel! o,& li Cipri òtti voleano vedere ìHì-
ne ; &fpéffo fi fcaramucciò, Se vn giorno fecero vn macello gran
disfimo di ambedue le parti : talché ilfanguecorfe come vn tor¬
rente dal cartello per in fino al Potamo . Li Canallieri vedendoli
marnaro^promelfeOalliCiprioti di partirli fuori dellTloia t Se
coli andornodal l\t di Anglia, & gli rcnuntiorno lTfoIa, & esfi
hebberoli loro danari. Hanno regnato vn’anno & meli*
Li Ciprioti, partiti che furono li Canallieri f temendo che no
ritornaflero; ruinorno tutto il Cartello, & non fu piti edificato^
Si anebora di quello rimafero li vertigii : nelqualc è vna capellet-s
ta detta fa Madonna di Cartello, cioè in greco Caftcgliotilfa-
Il Re di Anglia per quietar le cole di Hi crii falciti j perche \o*>
letta ritornare nel fitoi^egno ^temendo quello di Francia che noti
lo moleilafie; fece pace con il Re Saladino , per alcuni anni, Se
gli refiituì tutte le Fortezze prefe, & li Sarracini fchiaui : & il Re
Saladino li Chriftiani ; Si gli promife di non moleflare la città di
Ptolomaida,ne Tiro,& Tripoli con le loro città, & fortezze fog-
gette* Dipoi diede marito alla /Regina Ilabclla , il ConteHen-
rieo di Campagna, ilquale era nipote ait^e dr Anglia, & al Re di
Francia* à vita per la madre, e alleai tra perii padre * Ltacciodie
tìeùrico f ufle de 1 tutto quieto ; andò dai Re Guido, & con parod¬
ie human e, Srelfartatione, lo fece rinunciare tutte le attioni, che
seffo haireua di Hicrufalem : Se il Re dì Anglia gli daua IT fola di
Cipro in ricompenfa portanti danari, quanti fù venduta alliCa^
Halli eri; 40. alThora, & 60- à tempo ; Se coli fu fatto * , \è
Il Re di Angf ia hanuta la rinuncia;, fi fece chiamare Re di Hie-
rufalem ;&da qui viene, che tutti li Redi Anglia fi fcriuono %c
di Hiemlaiem : Ma farebbe affai che dire ;Te con ragione gli toc*-
calta- Diede Riccardo il polì eli a & goucrno del Regno al Conce
di Campagna ; Si cfio fi partì quell’anno medefimo »
L’anno dunque del r 19;- il Re Guido già di Hierufalem me¬
ni feco tutta la corte fila, Se molti nobili, Si andò in Cipro, & pre
fe il póTdfò > 3c quiut cominciò à feguitare la fabrica della chic-
fa del Tempio, che li Canallieri haueuano cominciata ; Si fortifi¬
care Fioagofta, & rifiairrare le altre fortezze • ’
Il SignorGiofredo Lufignano fratello del Re Guido andò m
Francia à pigliar ilpofleffo della Signoria* oucril Ducato della
Marchia,
MàrcWa, ;• -r ^.btcn
, Il Signor’Almerico Lo (ìg nano laltro fratello ddReCuidofi,
maritò con Ciua de Iblin , & con quella f«*e figliuoli 9 andò in T
Opro in compagnia del Re* i
Il Conte Hcnrieo di Campagna & Redi Hierufàkm , quandi
era in Acre nel fuo palagio gli venne vna difgratia, che andò in*
orna della teriaca, laquale eliendo deb ile, cafcò,,& morì : & lar;
fciò egli vna figliuolachianiataAlifiai & Ifabella redo vtdou*
del quarto marito * !•-. ,-
Il Re Guido, pafiati tre anni, nel Pegno di Cipro, © come vo,
gliono alcuni, nella Signoria, morì fenza altri hertdi ; & fìi fè-
pe 1 i to in Nicoli a nella chiefa del Tempio dclli Cauallieri Tera
plari « Quello edificò, ò principiò la città nona di Jimilsò , e t
fendo minata I.imifsò Vecchia, ouer’Amattunda : & fu chiamata
in greco Ncapolcos, & altri Limi fsò nona ; & fu ben'ornata,co-
me diccmo di fopra.Quello /^e regnò in tutto anni 12*013 .nel—,
la città di Hicrulalem, de 6* fuori tra Tiro e Acre, & 3. in Cipro,,;
Succede Almerico fuo fratello ; & quello feguitò le fortezze
già principiate dal fratello, Seguite anchcra di fabpicare il Do¬
mo latino già principiato, & altri luoghi: & non pafsò molti me^
fi, che la Regina Ciua fuaconforte morì, & lafciò Vgo, & altrifr
gliuoli.
J.a CorpeRegale, e i Principi Chridiani di Hierufalem vede»
do ogni cola fbttofopra, & non fapendo che fare per aiutarfi : 3c
haucndo intcfojche la, Regina di Cipro era morta;mandofno Am
bafeiatori al Re pregandolo, che douefle maritarli con la Regina
Ifabella,acciò poteslmo refidereaccadendo, airinimico.
. Il Re ^Almerico per torre ogni mormoratione,mandò da Hcn-
rico Imperatore à dimandare la corona,& far, che Cipro fui c di
miouo Regno : & coli ^Imperatore mandò il dio Cancelliere, 8c
diede la corona à elfo Almerico . Andò dipoi in Hicrtijsicm ,dc
fr maritò $on la Regina Ifabella; & per quella Almerico fii^coro¬
nato anchcra fig di Hierufalem : talché due fratelli „pre fero due
Ideile in fuccefìo- di tempo$ cioè Guido Sibilla, & Almerico
beila ; con laqqale fece Yrifgl juolq,ilqtiale morì fancii'llojb due
figliuole Sibillajèfjyieiifinft*^ poi morì la Regina Ifattila l’an¬
no x 208. & ìafciò quattro figlinole con tre mariti fatte;còn li prl
N 2
mi due manti non bebbe figliuoli; ma cotf il-ter^oFeceMani^ìòt
c*otvU-$a$llè!e di ÌVt^feifató-CorPaBo': & Wfì ÌV^frar®i^rhh-
rftò^r'Coatte AeAHcò di Cani pàgna,h ebbe Alilìa ; & con il qui ni
to il Re di Cipro , fece ifabelia & Meli-fina. , ■ ;ì ^
^ L¥Còrte*R?ègà1 è*f$tfotff R^^lòFirteo
ffò Mafia pl'Fmdgehit^di lfabèMborì il Makchèfè jit# Regina dii
Hi^rufàlèiiv* còiÀe-pm pfopinijuaheFcdévfiéiofedò te* A^iÉfo:'^
itfàbtìòfhò pél \fivVè(cót& al Rfe4i*lÌppo?di‘Prància5 còme fi gnor -
de ftiperior di efsi v notificandogli la morte della j^gi®a flabelli
&iopregauano-cHe li dquefiie mandare vn fuo Barone efperto
pcì1 marito della/Regina Miiria.
1 II Re Filippomandò Giouanni di Brene Barone, & huomo va^.
loròfb Y'|lqtVakllh prelentia del Re di Francia, il V efcouo Amba-?
fciatòreygli <$èdÒ Patate Ilo' della Regina Maria. : i■
" Giotiahni di Brene nel mede fimo tempo, ebe fu Fanno deh
i20Q.fi parti con molta gente di Francia'y & giunte in Hicmfa -t
lefn ; 'dì fitbitò i 1 Re Almerico cedete il generilo ; & GioUànni fù -
ih oróna.o RcdiHiéruialem .
" al l Re Almerico, non pafsò mólti 'gio-rni,cbe mori nella città di
Ptolomaida, A: fu tranfportato in Cipro ftpokó 'nella chiefii*
Cathedra e latma in fama Soffia de Nicòfiay dipòi che tinne il
Regno vndi.ci anni di meli , *ii:> |
Noi non ricontarcmo tutti li fatti e gefii di tutti li Re minuta¬
mente ; ma fóid alcuni p 1 ' ?' J v?
1 Succcffé hd Regrò Vgó figliuojlé di Almerico procreato'con;
fè prima móglie la ReginaCiua;diìbfinF fuetto Rè eraih Hie^
rufalem cerando me ri il padre, & peròlafciò le foreHe in Ptòlo-^
maidii òbcgb andò in Cipro prète irpóffcRo : dii r af¬
fettato le Cóle di Oprò ; tornò in Hierufalemiòc quiui fu màbda*1
fo cori Àlifra fecondo genita di Ifabella, con il Conte Henrico di
Campagna : taqualc dimorando alcuni giorni con il marito; andò
poi in Cipro al goncrnb, & il ReVgo reftó in 5oria: perche gì
era rotti Tà pace, che bauetianoli Chriftiani con SàrràòinFf
poi andò t^go ^Tripoli fu a Baroniadi deW àrttècèffòri fiteA '{’$c\
la fortifico : onde maritò Sibilla fua fórella; & fòrella di Aia mo'-;
gilè con Linone Rè di Armenia, cori tlquale fece vna:Agliuòlaj&
poicia il Regno d’Armenia occupò per fòrza vn Barone d\Arme
riih'^i.'altfà torelli il Re Vgo fa mariti con il Prenci pe eli Borgo
iiè'T&di Antiochia, cioè Mthl na pi areale fece vna-1 pilli
ta Maria : & quella hi quella : che al Re Carlo di Napoli per fcic-
gnodel fud cugino Re Vgo diCipro donò tutte Icflie giurifdi-
tiòr Ì delRegnaci! Hicr falcai ; & ciò non patena ; perchata pri-f
m? grurild tione toccaua pamàcaìia foreila della fiia madre Ali-;
{\i yfecondo le5 Asfife di ÈikrtóCiem‘ ; laquaic era maritata con il
Rv Vgo primo di Cipro : & per quella ragione, & altre, li Re di
Nàpoli li fcriuono Re doHic ni falera. m
'fa Regina Aiifia moglie del predetto Vgo, cficndo egli abfcn
te à Tripoli con l’auttorità del fommo Pontefice; tranfnuitc, co-.
ìtioBiccmmo, l’Arciuefcoivada da Sahmina dalli Greci,in Njcc-
itàràlliJLatirhj & diminuì le città ; di 14. le fece 4; tutta ina- iegui-
iw cfiTabrieire chicle Latine : & quello fu, quando che Papa In-
riotentio Terzo, celebrò ii Concilio Late rane afe : nelqualCon-
eìlicrPAmtàfciatorcld Re Vgo di Cipro,à potinone deilaibpra-
^erta RVgitìd^ipctrò ciò che di/opra habbiamo detto : &jn
quel ConciHdftVdecérminato dinuouo, andar contFa li Sarra-
cmi. ’ r ' * 0:inrò-,,! ■■ ■ v j -!f. , ’.l e.:.- 'io A

~ T’ahne> 1 > i>h dòpo ii Còndlio, li PrineìfiGhiiflidrii Inandor


Ito le tdéè céfaif & ^ffai qH.taliDiAi^lS feb^t»mcrtè f&è tutti in^
fieri c ri rouorno in Acom, òitèr PròletàaTd#: &1 crr.r o qui Iti
Signori ; Arici, ea Re di Angaria, Gidùarni Re di Hieruialcm,
Vgo Red* Cipro, il Duca d’AuftriaJ,‘ifDucacIi B. uaHa^cor moi
trCi fi TiérPAIam ni', dklliqimU alfieri Rèflorno in Cipro
feo.&t ' ifut-òrìò dicemmo.. EiW-anchora f’Arci--*
irti còni)'prifiic Latitò àf Cipro, i&'àlrri molti Vefcónf & di Ci- *
prò,*i& di|Ennò|'/à. -'Il Patriarca Alberto1 di Hìèrafaiem pre/è la
fafitis’frma Cròcei &' infièifié;èòn tutte reflèrcrtofe inuiorno ver
fóDamìaraci ta fortisfima di Egitto *: perche in quclfanno fù fi¬
nita la tregua che CKriftiani haut uaiio con il Re Saladino già mor
to ,&rìfi-fìto luogo era Sapbadihb fiuó figlifiolo • In quello eifcr-
cito erano molti Religiofi delli nuo0icOfdini Dominicani, &
Fràrccfchini , & Cauaìlieri del Tempio, &• de ll’Bofp itale di San
Giouanrii. Patirono fholtidifcorhinodi : ma dlTvltimo con mol¬
ta mortalità dc'roOri fu prefà Dannata; & decimici ftìfatta
vna grandislima finge •
Corradino
Corradino figliuolo del Saladino vedendo quello eflcrcfto pa.
tènie de’ Chriftiani nel 111 9*andò in Hierufalem^tejnendo che li
Chriftiani non la pigliaflero ; & la de il ruffe tutta adatto ; & volle
anchora deftruggere il Tempio, di il fantislimo Sepolcro; ma
per le preghere delle fette.de’ Chriftiani, che in anella città era¬
no , & con molti danari, gli concede il Tempio,&*il Sepolcro.
L Giouanni Colonna Cardinale, & Legato co li predetti tre Re,;
& il refto delTeffercito andorno ad adediare la gran città del Cai-
ro ; & fhaueriano hauuta, fe non che non fapcndo 1 ainondationq
delle acque del Nilo, che crefce ogni anno alla Luna d’Agofto,
& circoncinge tutto il terreno :& che dall’altra parte il Solcano
rompeua le riue. talché federato de’ Chriftiani jeftò in nlezp,
con grandis fimo pericolò , &non haueuano altra via di fuggire
che per me^o del fiume : nel quale f inimico figlia armato appet¬
tando . Il Legato, & li Re mandorno perla pace , &ffi fatta con
quefteconditiom ; che il Soldano lafciafle egli andati lib cranica
te, &ehereftituifiè li Chriftiani fchiaui, &Ia fandsfìma Groeefc
che eflo haueua prefo per auanti : ti esfi re Iti tuiuana Damiata
& fu confirmata la pace per 8. anni ; & fu ciò, fanno 1221. . ;i
Il Legato ,f& altri Signori ritornorno in Italia, U il Re d’Vol¬
gari a nel fuo Regno , & il Re Giouanni nel fuo Regno; & il Re dit
Cipro in Tripoli, & altri luoghi fuoi. o
Il Re Giouanni di Hierufàlem,edendo morta fua moglié la Re
gina Maria,con laquale laftip vna folafigliiiola^chiamata Ifabel-
ia, ò come vogliono altri, loia ; & vedendo odo Re,che non po-^
teua far altro elfendo la pace ; fanno feguer.te vennedp Italia, &
maritò la-fua figliuola con Federico fecondo Imperatore; laqua-5
le era nipote della Regina di Cipro y&i- effq Re .di Hierufalem ri-5
tornò in Francia, che era morto il Re, Filippo, ti clic gli haueuafi
lafciato 60. marche d’argento, ti altrettante al tylaeftradel Tetti
pio . Andò poi il Re Giouanni in Ifpagna à fan Iacpbo per voto,.
ti qui ili prefe per mpglie Rercngaria del Redi Spagna, & dique,
fio. non faremo piu m^ntiòpe. * fioi'db.n d!ornon~ì.>. m
LTmperator Federico con lofi, ouer Ifabella procreò Corra¬
do Re di Sicilia, tc di Napoli Jiiccedore & quefto Corra dpt Cor
radino, alqiiai f 11 tagliata la teda in 'N.appli dal Re Carlo fratello
di San Lodouico di Francia ; & vfurpò elio Carlo li Regni ; & fi
-, t~i * feri 11 eua
ferrile ttàanchora %'di Hicrufalem • & il fommo Pontefice,che lo
fauoriua gli conce ile elio titillo ; ma fecondo le Asii fé di Hi ernia
lem, come dicemmo ; toccaua al!i Re di Cipro come più propin¬
quo herede ; & perciò li i^e di Cipro fi (criueuono in Nicofia pi-
ghauanola corona de Cipro & à Famagofta di Hiertifalcm •
U t\e Vgo tornò nella città di Tripoli, & non pafso Fanno, che
mori, battendo regnato anni i .$. & fù fepdlito in Tripoli : dipoi
fù tranfportatoin Cipro,& fepolto nella Chiefii de’ Cauallieri del
i’Hofpitale ; lafciando hercdi Herrico & Ifabella : laquale la ma¬
ritò con /RobertoGuicciardo, ilqualc acquiftò la Puglia, & fù di¬
mandato Prencipe di Tarranto; esprima era Prencipe diBrene:
poi elfendo venuto ailfacqtìifto di Hierufalerri ; gli fù conceflo
il Principato di Antiochia; à gli diedero Ifabella per moglie.
Herrico fucceffe nel Regno : & «{fendo anchora picciolo, che
non hautua la età di gouernare il J^egno; fuo padre lo maritò con
Aliliade Ibelin figliuola del Signor di Baruthi Filippo de Iblin;
& fece il fecero cioè Filippo filo tutore,& gouernatore infino al¬
fa età perfetta. Sotto à quello Re furono cofc degne fatte «.
Circa li anni 1229. Federico fecondo Imperatore y effeiw
do dal fotiimo Pontefice cofiretta* fatto pena di {communi-
catione di andare .al Fac qui fkxdi Hierufalem ; & già per auanti ma
^ÒvnVfierdtOjCheglimoftrò di voler’andare ; ma non andò*
Ma fiora nel predetto tempo v'andò contra ogni fu a volontà; on¬
de arriuò prima in Cipro,& difmonto à Limifsò : & il Signor di
Baruthi come gouernatore del J^cgno, andò cori il piccolo ,&
con gli due fiiod figliuoli ; Ói quali tutta la nobiltà di Cipro, per
fargli accoglienze, come quella perfona, & come parente del Re
filo : perche Henrico,&lamogIie delFìmperatore erano confo»
brini : & il Signor di Baruthi per Fargli più honore ;falciò il
gioii cn etto, & li due fuoi figliuoli nella corte; & egli tornò in Ni-
cofia à prouederc per Feffercito,per andar m compagnia delFIm
paratore in Scria.
LTmperatore fotto-manohauéuafbireuatacinque gentilluiov
mini di Cipro ; iquali prdero alcune fortezze diCipro, & Ceri-
fies, & letoneiranoianonie delFìmperatore ; & effo Federico co¬
me fcelerato volfe far ammazzarc i! Signor di Baruthi à tradirne»
to^òc lo mando à chiamare;ma fii riferito al Signor’di Bartithi,che
s’egli
s’cgU andana ; imperatóre? haueua ordinato di farlo ammazza^
re ; onde come perfona prudente fauia dimoltrò di non fapere
altro : & dall’akra parte congregò tuttauia la gente, & rifpofe alf
lUmpemtórei,^lae:anchota;non:Hà^^taiattoila:g-entcv&.fetii^f^r
rchbe pi'eilo dafiadMabftà .. In qiieftoinezòfece molti psdtì>&pf
moki cidaìli :&ùlallhpra facendo la forono/rifrollati
ìGaiialiien de Spiran d’ora ybó.fenza glI;Oftìdali;delia? Gqr;*£
jRegia; & altri: caualiiiafiaik Dall\akra parted’Imp^ratGreigià h^
ueua meffo in prigione con li ferri, il Re giouane ,i& li due figUr
uoU del Signore di Bar udii. Fiì riferto ogni colà al Signor di Ra
•nubi : & etto fimutò piiiche mai di. nomfipdraltca: poi ordinò
ai principali de Hi Gauall ieri clrefpffciid; pronti - ali Ido mìnjmp
cenno , deche. nonio’ àbbandonafTcrq*, Giumo a Liinifsdj fece
icfee li pedoni tene fi ero, be armi li Cadaliieri^pheinfero à ca-
yuailo per fare la moidra in prefentia deirimperatore n mandò
Libito à chiamare fua Madia che la vedette. ■
Le genti deirimpcratore non fapendo le alitine dell’vno., ne
deiraltro ; (èauano quiete fenza arme • il Signor di Baruthi jve-
idcndo^chedltopeiratare non voieiia venir fnori,anzi faceaiainilan
aia, che egiiandaffe.nel cafello^ ne an elio iafeiàre il Re a Md©£e
da Ida gent®c| fubitjofecc cireandabeiL caite!lo;,& prefe. kìlorze
deli’Imperatore, & volciia alfakar’il catìello $!& fare? vno fchirzo
joon troppo buono. Onde rimperator confìrctto ; con vergo¬
gna reftituì il Re, & li figliuoli del Signor Gouernatore; & come
^difp.erato de confiifa, fi partì da Limifsò,con intcntione di anda-
Hjeià^Edfóli & àiBabuth£: maacconcofiEné il Signor GoiicrdatQf^;
*JHB ito bipedi jvna-poka peDFania^afta^&di> Lbsnafregata à Tti-
«poli , & a Baruthi ^ alianti clrei’Iikperatarè andattei 6s.pJQÌ^nc*hj^.
xa élfoxon gente aridi ideile predette cètra:; Giunto:in Scria l’Im-
-p'dratòreritrónando Èen monite le fortezze^ anchora fe.be
spartìdon vergogna. ti%bM ;iOJiipRalxi-cj s
11 ^eHenncoprefc per moglie Piacenza di Iblinbiforcila-del
4&etópe.JbAptóo<d^8iy>èL!^ 5 i
*,h'L!dròi0'ddixte^&tH J\c.Rcséauic0^^Fha:qcia pr^fedbhcée*.
^ittiane?dvilfibìtimp,Pcntefie^.Iiindcentio>Quartojppett andar con

U AlfanfeGos^ di Puitc, conierlcroiinogii>^figl'hioÌi: & il


il&i 1 Legata
Lggfto del fommo 'Pontefice Gdó'VefcpuoTn f:u1anorparti rorili h
nsl nlefe di Agoftov& glunfcro in .Ciprò nel mc fc dLScDtembrio* >
con tripli Baroni* & nobili, & difmontorno à limifsa^ ^aw«nii
da>ifptfttato y» jteropoijtDmifsd j’dfeueito 9 che lafciòandietua i
per confi glio àè fuoiBaroni, &/per pkghiecejdeiEéHcnrico-dif»
(j^prp, jfcftÀ 1? mutino à NìcqIìh v <S*fì -grill fcidìo <j
& allegrezza de tutti, ad accompagnarci [{e & Baroni-, &rJn lomì
pelame : & beato <fhi poocua alloggiar di qircfti Signori. (
; ? Il Re Henrieo prjcfe & egli il. fegno della Croce, &qtiaff«Mr
Ufttili&qi&ar*>fU à fare compagnia amianto Re di Francia : àc ini
fyiràfo mefco pjopfiromo molti Natiilu^ddaltriVailelli^con aitrfy
cofenscefiartó^m ' ; > -, lìtì^ia , . ^ A
queHCnudrn^twfer^aflaideUiFta*icefi>;& de’ NqW ti il
y^fcdno Be fifecéjftCe^ d Conce, di Manforte,il Cbnte Vindo viea>
filali Conte jDiiOcenfe* &U al tri aliai , & ii Con te diGahdauo fratelli*
lodkLRe venne quali nel Ane « » M©rì- mho -AJuife figliuolo dei
Re di Francia, & fepolto in San Dominico ; il qual Piera gi.Q«£net*
so piccolo >Jal^j dia^^cheTera%buol^ d€lffateUo dei; R#lde
ìran^quaU jeraSignofi^^ fb,:. . Gii ■
h i» qUelUgiorninacque yp^difouitig t^a ] jA^c^ueficQUo di fcìi
B fgJd^tàfatti in Cipro>\peril<;be furono efeómmynicati#f
Odone Legato di fua Santità fi mife in mefco, & quietò ambedue**
&^ppi.glifecea{lbluere.. , ..?fofkaol *
: 1/ArduefcQtio di Sajanpina, greco, eflendp,cpnipdicemmo 4h
fopra, tojtoglul titolo dcll’ArcHiefcQgado,. & li Caft|fr&.Ief>ef*j
4mc*mvàiGi perche gli fùconceifo mentre che yitìeil^fjheJfJr
hauelfe? ma trquàndp pctiifgo.ipQ.ften,con.volfeiindire,,.nè.ib
i^fio de Hi Ve/toui grecane jfpppulo alfArciuefehW? JbatfpQ;^
ellendo efcommunicato $Jthpr$$miJi G^eci, riixqu-efti txpjp j
U£ro à penitenti^ con gli altri i dcfilfiimiliorno ayantkabLftgfctp^
& abiurorqo anchpra alcune he refi e , che teneyanp: <&ji Legat^u
glialfoUè»^ gjificeuq cari taririam ente i P^r ilq p al càl^paR f fi¬
ondo pipiti d$4W?fÀP i capti ui i^Cip.ro^ùtti yqlqp cariaci ente an^
domo daf ijcgatjo i dimandar’if hattp/mo f h8ì cq£ furono battp^.
iatl* rnlpmigftt .'V n bfiiHttf db-jio.iftqtM adibii4
. In quelli giorni vennero inbCipro al Re ;di Francia li Amba-»
fÓat.Qridfclli,Tartari d.al .Prencipekift; mandati a co^gratularli.
rV* O
della fìu venuta! n Cipro , Se gli notificali! qualmente era fattj»
ChriiKano : & perciò in breue voleua andare contra flnfideli ; Se
dipoi gli effortaua effere tutti Chriitiani in carità lenza far di fife-*
renza tra Greci,Latini, Armeni,& altre Gcnti,&perconfirmatio-b
ne di tutto; il Cónteilabile di Armenia madò vna lettera al fuo c&[
gnat j il Re di Cipro ; & alla fua forella, confirmando li Tartari èf
fere Chriihani. ;
Il RediFranciagli refe rifpofla,congratulandoli che foflefit
So Chriftiano, & perciò lo voleua per amico ; & bèniuolo ; & gli
promctteua, che il femmo Pontefice Romano Fhaucria come fi¬
gliuolo nel himvero deUtaftri Principi Chriftiani ^mentre die fuf
fe obedìcnrc alla chicla Romana ; & molti altri ragionamenti'-dot*
■ 11 Re di Armenia mandò molti preferiti cóNuntiial Re di Fal¬
cia , proferendo la pedona, & il fuo Regno : onde Munta loccal
itone il Re di Francia ; fecè fare pace il predetto Re di Armeni#
con il Prencipe di Antiochia, quali erano ni mici capitali impa¬
renti (Ire ttisli mi. : •" V ^/i
* Nacque vna diifefenda in Cipro tra feSignol4VehetiaiHV&] il*
Ballio del Regno di Cipro t'perilchd di rRe i.:tidoiT!cò'-vi’:>dl^^
per acquetare qUeité,m altre difFerétie nate ne|rArb|a&4p quel
li giorni preferO alcun i, quali erano andati in Cipro malidadpà&fc
Saldano, per auelcnare li Re,& li loro Baroni. "> ° v ( 'y.tohO
Fatta la fetta dell'Afcenfion e,partirono 'rótti,&aj^àrdtìè à Pi
miata : dotte difinontaròno in terra per forza; Si tanto fecero, die
inbfetìc prefero Dannata, & la ntrouorno dentro abondantisfiùì
ma d’agni'coiti . Dipoi fecero molte altre imprefe degne: ma per
promisfione diurna, non fe mando rdfercitó Cbrittiano il dtivi-
t<àmodo & ordine ; furono rotti, Si fu prefo il Re di Francia con
t¥e flioi fratelli, Si il Re di Cipro,de molti altri nobili : iiquali vo¬
lendo fi Hfcattare ;rettituiroriò Damiata, & il retto delle fortez¬
ze; & fecero pace ; Se ognVno ritornò nella patria fua.
- Il Re Hentico andò nel fuo Contado di Tripoli,doue rimafe al
tubi giorni > & poi in Cipro, & dimoratoli! alcuni mefi;morì,do
pò; ch egli regnò anni f f* & falcio vn figliuolino pkcolojalqtia-
Je li diede per parole de prefenti moglie la figliuola del Signor*
Giotiànni deTblin, Signor di Baruthi,& forella del Signor Balian
de lblih Prencipe di Gallilea;&nipote della Regina Piafcnza ma
*4
A'efAjlìprjfffatòf^tiiiiolotfJlqHaJe^rcfier?gimianctto, afcimrih**
cìiiamauano Vghettma egli fi adimandaua VgoSecondo-eli«prewf
fto nome 5.
e La Regina Piafen-za interne con il (iio nipote,il Signor* di Sur#
gouernauano il Regno :& effiendo fatto in RoncaRapaÀìeffaiwi
dito Qjuatto,qiiefta Regina peràccjuetar’4 Greci- cb’-litiT^o^c-
ro per mézo del Tuo Ambafciatbrc,che Ina Santità 'fed^miaklieF
ordine, per quietare esfi Cleri ronde il fotema Pbntef.ce fé faro
quella Somma Alcflandrina, che gin dicemmo eh fo'p radali© figl¬
ile del Clero Latino * Fece poi la predetta Regina fepcllire il fuo
marito nel campo Santo di Nicofia , edificato da esfi Re . »,
In quelli tempi fotto al Re Ygo Secondo vennero in differen-
tia li Genouefi co* Signori Vcnetiani in Ptolomaida : talché ogni
vn di esfi efiendo patronè della (Ita contrada porca nelle loro gen
li far’ogn’vno à fupmodo : talché ogifvn di quelle Signorie den¬
tro della città pigliaua l*arthf+,& faceua gente,& furono coirmeff
fi molti homicidji, & abbruciate Galere, & Naui : onde la città
era (otto fopra. Filippo di Mcnforte era gouematore di quella
città : ilquale fecondo die douetia'rimediare à gli fcandali ; fi ac¬
cordi con li Genouefi, & caccicrno li Vcnetiani fticra : iquali anr
darono à Tiro ; nella quafeittà haueirano fitte fio Dominio comb
in Ptolomaida : talché nonif era rimedio, ei e quelle città , & 'al¬
tre fortezze, non an dattero inmal*hora: percioche crdceuand
gli efferati de’Vcnetiani da vna parrei li Genouefi dalfaltra.
La Regina Piafenza di Cipro con il Signor di Barin hi, goiicr-
nator* & Bailo del Regno di Cipro,con il Prencipe di Antiochia,
con li Maellri del Tempio, &ddl-Hofpitale,con vn esercirò an-
«lorno,& per forza quaiì entrorno dentro in Ptolomaida,^ difcac
ciorno Filippo di Monforte dal gouerno, ilquale era oflinato co
RGenoudì : onde furono cacciati anchora li Genoudb& conduf
fero dentro li Venetiani : iquali fi accordorno con li Pifoni, & fe¬
cero vn’armata grande ,• & li Genoudr dall’altra parte: onde il
fommo Pontefice Aiettandro fece tanto dì qua & di là,chcacquié
tc le predette Signorie $ & ritornorno li Genouefi in Ptolomaida
come di prima. 4
Il Re Vgo hauendo regnato con la madre otto anni, mori, &
fùfcpellito in fan Dominico diNicofia in la Captila grande à
>: i
O a
maride(Ite Vipere i o eh e hitti quelli de Iblin quìuffi fepellitmti£ sa
haiteridoe^fi donato; il fonda del predetto Conuenró &fi Giardi’
ni , fotta al Regno del fopradetto Re Henrico marito della Regi
ila Piafenzai II predetto Vgo mori di età di r 4. antai, ^ perdo
fcon 1 a&lò bere di* ru c ti i; « $
VgoTerzo di quellonome''figliuoloRe
Hènrko,mogHéyComè di confina diibprdjdé $fèfociped ^aita¬
to, &idi jAibtachia; Il detto Vgo coti^etpm^pr^inqnq fierede*
fucceflfhnel -Régnodipoi li morteci Vga&tóndo fimeonfobrip
no : & quello terzo Vgo laficià ri cognome del padre , & jb:cfeik
cognome della madre 1 allignane*;per inantentrc lacafa. Quella
feeembltiatti iiiuRri : perilclie fiYchiamata Vgo ilgrandc riA%
quello Saia Tfoomafo Sd’Aquino ìntitulò il Libri) de regimine Prin
dptim » Fabricò h Abbadia de gli Humdiatitkfta de Lapaiis, 6e
la do rn ò de m al ti pr i u il egi i ì: & in^artieolanecj'che <• l’Abbate le**
condo la irfanza dtlli altri Abbati , 201 dalle mirri ata;& che il pre^
det&opolfacanalcando portare la Ipada indorata,>&ii iperoni, ca
me fanno gbaitritGauallieri, & feudatariiy Final men*e* Vgo-ma
ri hatiendo regnato anni 17. & lafciò molti figliuoli, & figliuole,
qtialfaccammodò tutti con li Re, Principi,'&tfigno>i mandati; 66
tù fepolto nella predetta Abbadia del Rumi li&h i ; :b
Giouanniprimogenito del fopradetto Vgo!, fucéeffe nel Re-*
gno ; ilqualc era bello, & gratiofo; & mdflraua idi fare cofe notfc
bili : ma la difgratiafù, ch'egli mori circa vn’anno ; & fu fepoltfc»
in campa lauto in Nicoli a;. • * : ( al : I
Henrico Secondo di tal nome fratello del Re Giouanni fopntj
detto, foccefTe nel Regno; & nel tempo di quello furono cofe no
tabili : & prima patina lainfirtbkàdel maleaduco; per laqùale ersi
poco habile à go nomare il Regno*onde Almerico Signor di Sui>
& fratello del predetto Re,con il Contellabilepur fratello,fi dfe4
cordorno infieme, & tanto fecero, che il Signor di Sur fu Gemer
Itttore, Sedavano al He tanri danari; & alla Regina lor madre, ah*
tri danari p^r il vitro di loro,ideile forelle: & il Re à poco à po-
ep era priuato dei tutto ; & egli era huomo di buona > & finta vita'
& fopportaua il tutto in patientia. Vedendo poi quello Signor*
di Sui- non poter liberamente reggerti Regno, ne 1 Nobili,-deli¬
berò di mandarlo in pregione dalTuo cognato il Re Chaotonte
di
tfr Armenia j ilqual Re diede tfabella fifa fbrèlìà al predetto Sfe
gft'or di-Sury Vna notte adunque al l’im'proivifò prefero il R c lo*
ro fratello ; Almerico, il Contcftabile Guido, & lo condufiero in
Armenia dalli loro agenti con vna galea apparecchiata in Famago
frà‘: &’tutti quelli Baroni,&' Signori nòbili aderenti del Re,&
fo Almerico nei)be il Dominio 1 itero, & caliig^ itiblti, iqualihS
li VOI Givano vbid ut* ^ - r.n-j ;,iii ò io-, vri
o, Il Re d'Armenia v^ò mólte Villanie, &difeofrè fidai Re, per
«ompiacereUl cognato*;Il fonirno Pontéfici^bvbdolo’ faputo l
mandò vn 1. egato per amonire li fratelli del Re ; & efibrtare il Re
cT Armenia, che lafriaflc il Re di Capto libero . Li fratelli non era
órdine di rimoùecli : anzi eglino fr efriifaiihho > con dir,che il Ré
trainhabile ; & Almerico huomo rnoltódegno dLpoter refi fiere
al nimico; & molte altre ragioni VlVJà la giólHtia d’iddio fu gran¬
de, che dipoi ip anni,che il Re fircondutto in'Afmenia; Simonet¬
ta di Monte,cameriero del Signor di Sur, a mmazzo il predetto Si
gnore nella (fanria, dotte li faceua la zecca : nelqual loeò hora è il
palazzo di M. Celare Podocattaro : & effo Simonetta fi fetergo-^
Ormatore. Mali Ciprioti Baroni non gli voi/ero ob ed ine : anzi!
folieuati; alcuni tennero Faraagofta per il Re, & altre fortezze,&'
le diedéro poi aliai Regina madre del Re Henrieo, quale infieme
coll ii Legato mardoino à pregare il Re di Armenia di lanciare il
filo Re.Li fratelli del Signor di Sur, il Cóteftabile, & il Prencip*!
di Gallilea vedendo,che non potcuano re filler’ alla madre con il
Legato, & altri Cauallieri : & dallaltra parte effo Simoretta ho*
mici diario fi volea fare fi gnor; fi mefrero à fu ggir’^Sc andò ino co
le loro genti a Cormachiti , & quiiii-dì fortificorno i^c la moglie
del Signor di Sur frana in Palazzo forte con le fue genti mandate
dal fuo frate Ilo, il Re di Armenia: ilquak Recubito faputa lamor
te del fuo cognato ; mife il Re de Cipro, & il Sinifcalco di Iblin,
& altri Baroni de Cipro,in pregione,dicendo che efsi furono cau
fa con le lettere fue, & gli vfaua molte villanie, &frraniezze.
li Legato con minacie, fcomuniche, & con preghere eflortaua
il Re di Armenia à lafeiare il Re : ma effo frana ofrinato, perche
voleua, fchc la fila fòrella regnaffe. Pur temendo la morte della fo
rei la,& de’fuoi figli uoli;Fcce,che il Legato pigliaffe Fafsnto di co
inda fana cò li figiiuoli:pcrche la Regina madre del Re di Cipro
molto
molto era/a^irata J! Leg^tò con altri Baroni con due galee fi par¬
tirono daFamagofta, có la moglie, Se figliuoli del Signor diSur,.
-& giunfero in Armenia , doue il Re penfaua di far difmontar Tua
Torcila i & poi ritener’ il He de Cipro, & non lo iafeiare partire •
Ma il Legato accortoli della maluagità di quei Re ; non volfela-
Tciarladisfno»ntar*, fé non fiifle imbarcato il Re con li Baroni pre
gioni da vna parte Ti partì dai lito vna barchetta con il Re da terrai
de Falera con I&beUadalla galca;& cofi fu adempito,& condutto
il Re Santo in Cipro con molta allegrezza di tutto il populo, Se
de’ nobili.
Il Re giunto in Famagofta, & poi in Nicofia caftigò molti de-?
liquefi, & anchora li Tuoi fratelli; perche erano disleali centra il
giuramento fatta di fidcltà. Dipoi per quietarli tutto ; diede
vna fua Torcila per moglie al f^e Chaotonte d’Armenia, Se cofi fu¬
rono fatti amici, perche vedeuano il nimico infidele forte,& ga¬
gliardo centra di loro Chriftiani.
Il Soldano del Cairo vedendo le difeordie de’fratelli in Ci*
prò, andò con vn'efiercito a Tripoli foggetta al Re di Cipro,& la
prefe , de la città di Sidone; e Baruthi, & altre loro adherenti : &
di lì due anni prefe anchora il redo : & hauendo il Soldano con¬
cedo alli Chridiani due anni di tregua ; tutti li Principi Chridia-
ni,quali haucuano Corte in Tiro & Ptolomaida ; mandorno gen¬
te , & monitionc • Ma perche erano da 7. corte, anzipiù, & ogni
vno haueua gente de corte da per fe, & ogn’vno faceua à Tuo mo¬
do, volendo impatronirfi delia città ; era il Legato di fua Santità,
itqual vpleua difendere lagiuditia. La feconda Corte era il Pa¬
triarca di Hierufalem, ilquale .vpleua la città per fe. Il Re Hen-
rico di Cipro diceua de iure e fiere fua come Re di Hierufalem; dc<
già tre anni fa, che il Conte Atrabatenfe, de Re di Napoli Carlo,
efiendo venuti in coni emione con cflb Henrico ; gli ha ceduto ai
Re di Cipro il predetto Titulo del Regno di Hierufalem : & per¬
ciò efio Re haueua Corte, de gente. Il Re Cirio Secondo di Na¬
poli efiendo vfeito dalla pregione di Aragona ; mandò gente nel
la predetta città, & contradaua con il Re di Cipro del Titulo,cò-
trodando tra loro per via d’Aui, & Atta ; ma li Cauallieri dell’vna
Religione & l’altra fauoriuano più il Re di Cipro , dicendo che
più gli conueniua che al Re di Napoli ; onde il Re di Napoli ha-
ucndo ciò faptito ; tolfe nel fuo Regno quali tutti li t eri alli pre¬
detti Cauallitri. Fra anchora la Certe dcirilluflrifs.Sigrerìà di
Venetia, quella di Geno re fi , di Pifan, de* Ccuàllieii dei Tem¬
pio , de’ Cauailieri deirHofpitale :*& per canee cititi, & irimici-
tie erano latti molti fcandalt, & rapine, inecfti,ackvltcrii, & altri
peccati) & latrocinii. All*vinmo erano ccnuenuti di mandar tut
ti via, & ritener milm foldati fidamente: & tutte le Corti han
no ceduto :& rimafero folo il Re di Cipro, il Patriarca di Hic-
rufalem, & li Madiri due cielli Templari òc Hofpitali.
Le genti, che vfeirono prima huomini, & donne, la maggior
parte andarono in Cipro, & altri in Italia
Tl Re di Cipro'Vedcndo il pericolo grande* kfciòle altre Cor¬
ti a contrattare, & elio andò in Cipro . Il Patriarca, & altri apé-
na videro gl’inimici, che fi fu^gircno:& mutati nelle naticela cUfi*
gratia,& peccati Uirò , per haiier’abaiidorata la citta, & per tante
ìifeordie vòlfe yckt li ruppe -l’Armata in Cipro per lemma, &
molti furono annegati,de ili dio reftorno in Cipro: &co(i il Sol¬
cano di (cacciò tutti li GhriiUàni dalla Soria: & da quii primo éfi*
fercito del primo Gotrifrcdo,;rfci* rdlò altro che Cipro ;n
* °Il fidicij>ddi Gasiliea Bèknettdò fratello del Re Henrico*
*norì,&fù fcpolto in fanta Soffia cathedral Chic fa latina : onde li
Fiati dii Sàn Domini co andorno à laniintarìi dal Re contrali Prc
ti; perche dio Pi encipc era fatto Fi*ate del predetto ordine, di fe¬
ce ancho profesfione, & lo chiauano Fra Beimondo:& poi dei at
lecul o,& fù fatto Piencipe di Gallile# .Tii' Preti con tra Rau arò cò
dire he quiui era lafciato. Li Pretf -pet hauer* piu fauere ; lo fc-
pcllirono, òc li frati andarono à Roma a litigare, & vinfcro; & in
capo dell’anno lo cauorno dellaiepoltura, de lo condulfero à San
Dominico,& lo fepcllirono nel capitolo feparato dalli altri Fra¬
ti , in vna bellisfima fepoltura : laquale poi volendo fabricare in
fucceffo di tempo; il capitolo, & farlo capella di vna compagnia $
la predetta fepoltura là pofero in terra •
Il t\t Henricofu maridato ; ma non fece mai figliuoli: & baue»
do regnato anni morì, & fu fcpolto in San Francéfco in Ni-
cofia. • ',Jvr' 1 ■ ■
Vgo Quarto di quello nome figliuolo di Guido Ccntcflabilc,
fratello del fopradetto J^e come più propinquo bere de, fuecell*
nel
ad Rcgno»& eo^aJi'Cipfo* io Ni-co/ia* &qti$Ha4ì Hie
j-ufalem à Famagplibij come oidiilo Taiiolorp:, Vgpil grande : &
. cofi tutti 1 ’haftjappficrmt&iù : 1 ip . • \ » . 4 . > ; ^ «. ; |vli » • . /
fotto a| Regnp^-qu^Q^nel.mrfé. di Nou
$8P1 Pggi&tcfiee tede tréognuna-,efo&tffe jfdiluuk^ dimodo,
j ^pjS^iìX tanc^gr««f^lf9^chq! M|Wgg&
&l nijolte; migliaia tardi k vigili
di fan Martino : onde in memoria, di quello , ogni anno fi faccia
la proccfsione ; &1§ predette pioggia fecero anchora de molti 4
iridanti p£|r L’jfibla i iaqnalfiumana padanaper nie^p della città ;
& fora fortificandola nei ;i 567*5 la t^liornp di &qnUv ..*
«;j.. quello -Re andaroìfio le,CaUa&tte in Ci
prò, daUa^qùa^-fquaUlfeec^o gràniimk^4nronQ;a.lfLia|iti.anpi,
^poi^ronpie^rpaieM & m figgo* lì tim 1 1
2 i II Re VgQ.frmariitò eo Altfia figlinola del §H$ifcakp di Cipro
de Iblin 5 & fecero molti figliuoli, quali tutti furono accoro moda
ti benis(ijrio; haciendaregnato anni 565 mori ,&fìì fcpoltodll
S^,|>^0jtìica irf tem nella pofcta delelaufiro variò la Chiefà* in
vnmamióro#l(Kbdi&prj|4»m^ ftmpliee ? : fenza aitò org^menti^
£!■ ]uipipuatmivRoecaecio intitulòiUibro de Geneplogia J3co-
ff9b« » : . tt k\ iì ■ ' : co ; . t %n
Pietro figliuolo del ;Re Vgq fucceffe nel ^egno come primo-t
genito ; viuendo i! padre, era Conte di Tripoli : & glj aitò fuoi
fratelli, SinifcaUhi,,& Contefhbili : pcrilchc fdcgnato Pietro,
venne in Italia ; & poieffendQiiPortó, il,padrPi prefe il Regnai
Furono molte cofei\otabilij| 184 jpetòè lov ehiamauano il Re vah
lente • fittiùffl feottoìcpn
Il RePlfj^OiaceQI'datQfiitì^l'j(Qatòtok & con Rhodiatf, fóce
in Cipro con li fppradetti 15^ vaffelli tra piccoli,; Si grandi ;'.Sc¬
erano 5 0. galere armate in Cipro , & andò in Soria, tk facchcgrj
giò tutta quella codierà. Andò poi in Aleflandria,& la prefe per
forza: & perche non la ppte«a:;t€^erila d^ftruffe tutta quanta,.?
Andò pqijip jQilki^ dW J&rch.eb & prefe* CaRdelloro,& altre pit¬
ta, & le fa(5ebeggi^^or^foip fiatedellorp ; •&- fece mqke ;al.tr$
imprefe, ch’io lafciò per breuita . ..
. Inopcétio vjVPapajeCenfdo in Atngnone>in tepo, che li Vifcon
ti Duchi di Milano haueuano guerra con la £hje fa , npn polendo:
i%X * “r"l‘ 1 l , ; quali
^UafnfofleHere y li Rompili chiairiò il fRefPietcdi diSClpf e \ f*rrH(
jfuò gran ivalare, 6c lb fe <t e 'Scè a at ore, d i/R o in G<K$e wa ro r c ; ha^
tiendo^egli in Cipro lafciatb Gaueoiatore iJiCont^di Ruchas fup
fedelifcfimaBaronè w/; ì * -,./■■■■....... n - a..;:j < ^*j ? r»
.ILRe&rbgià marinato con Lionora figliuola del Re di Arago¬
na, hrqL&le lafciò dnCipro per elfeii gióiMine Ad bjdia^, la ! lafcib al
fopradettò Contcjndl gò«érjioi>icomc perfomEceqllcnte > Il Ré
in quellomezd era fattoi giHdis:e con glialtritraifijd Santità, &;U
DuchMiMilanb*iohddàerfilt fecero pace,.bc quitto ino ogni
cofa,
: ; Mentre che il Re flaùa,iil Conte di Ruchas Gouernatore di
«Cipro gli fcH0e vna lettbra:, come la Regina, ecafi me (colata coti
iHVifibntediNicofiatondeàh%e geloso pàmiubito dà Roma,&:
iwada in Cipro * & per non ihetter-eonfiifionc nel ^egno & chiami
rietèonfigiio giiklitiilail' aitai G.orté» contrai! Yi/comc decrimen
]d£g Maic&atis • L alta Corte pethcquetariruinoriigiudicò effcr
cofa efpediente eondennaril Conte,che fialfamente.hauefle fcrùr
„ to della Regina contrai! vera.
. - |1 ReXimulò il tutto , &fpoi fece farina pcegione molto aceir-
i>a:; nellaquale voi epa caligarla Regina ,& li alpri No b i 1 i r t ale he
♦era il Re tanto addato , che lo reputati ano per Ti ranno: & nei giu
■ditiodaua alla-cieca fopr&H Nbbiliionde.fi Come era, prima ama¬
to; dipoi fu odiato : anzi li Iprbpfij Tuoi fratelli l’hàueuano in odio:
,&hauendo Condannata una Madama moglie di Barene di Zeble t
per niente ad andar’à Iauorare allafabrica della detta pregione;
quella Madama andò, & lauorando difcalza,** anafefetra la camifcia,
fi vedeua il ginocchio., & non livergognauà nulla : & quando
/paflàua.La gente innanzi, s’afciaua la prbdett^a eamifuia^: mà quan¬
do padana il Re ailaperìfena fua: propria fi abbàfiauà, tantoche
vcopriuaitutti li piedi , & parai refto delle gentìidi nuouo fi alza¬
na : & ciò fece da 4. fiate. Fìi offerii a tada alcuni la predetta cori
monia, & la dimandorno la cagione : & ella rifpofe, che mentre
che paffaua il gallo , haueua Vergogna : ma mentre» che le galline
pàfiauano, non haueua vergógna-: talche-trattauà tinti dadonne
& femine * ;’Difpiacque;ciò tanto:à tutti , & al Prcncipcdi Galli-
ìeaGiouaniw ,StaiSinifealcodiCipTo Giacomofratclli del Re,
t che y® gwno. WÙdÌ^CW>r&itoi|^egtì^lW> <^ei Balano del
Prencipe di Gallile* itqaàl palazzo crx pealinko alle màni del
mio alio, oiie Io era nato,# fecero cófiglio di darla morte al Re*
Zc fubito chiamare il fuo figliuolo per Re di Cipro, accio che non
fiano reputati per traditori,# disleali del Re loro : & cofi hauutà
la occafione; tutti infieme in prefentia deili Fratelli del Reramaz
zorno elfo Re:& il primo fu il Barone maritò di quella Dama co*
dannata alla fabrica di cafa Zimblet . Dall’altra parte fubito grii
dòmo Villa Pierino Re di Cipro, & Hierufaletn; dipoi loTepdli-
Tono con gran pompa à Sa Dominico nella fepoltura del fuo pa¬
dre il Re Vgo, & regnò anni 18 . .
Nel tempo di quello Re Pietro l’Ifola di Cipro era in fommo
fiore, & correano le mercantie affai: onde fi legge, che vn Simoh
coltrano habitante à Famagofta con vn viaggio, con le galee,clic
andarono in Soria,* guadagnò tantoché con vna particeìladiqt$d
guadagno fabricò la Chi e fa di San Pietro Paolo in Famagofta; la
qual* è vn foleraie edificio > Molti trafighi furono: ma poi che
morì il Re Pietro ; pare che ogni cofa andalfe in precip itio.
In quelli tempi Brigida Santa ritornata dal peregrinaggio de
Hierufalem, andò a Famagofta,# vedendo le difeordie di Cipro,
Zi la morte del Re predilfe molte mine al Regno de Cipro,# mol
te difgratie,nel medefimo tempo fu anchora Dante poetajil qual
dice nel canto 20. Et credi diciafcun,che giapergarra, di que*
fto Nicofia, & Famagofta per la lor beftia fi lamenti, & garra, #
hoggi sono verificate in quella beftia per Nicofia, & Famagofta*
Il Re Pierino figliuolo del lopradetto Re Pietro fuccefle nel
Regno : & nel tempo fuo per elfer giouanetto, molte cofe fegui-
rono. Però Iacobo Lufignano fuo 210, fratello di fuo padre, fu
fatto Gouernatore : perche peccò anchora meno de gli altri, #
era Sinifcalcodi Cipro . Hauendo il Re prefo in Nicofia la coro
jia di Cipro; andò a Famagofta fecondo il confueto di pigliare 1*
«ordna di Hierufalem sonde fii caufa di vna difeordia tra li Vene
tiani, # li Genouefi: percioche quelli c li loro Confoli ogn'anno
cercauano di andare alla delira del Re : perilche vennero quafi
alle mani. Il Re fauorì li Signori Venctiani ,& mifelinella de¬
lira . Li Genouefi cercorno di vcndicarfi : & quando furono in¬
citati al banchetto, tutti li Genouefi teneuano le armi fotto li lo*
to veftimemi, & vokwano allamcnfa fiur'va yefpero Ciciliane^
irw^ffipnio «Kfittpm! jfiftidlSW 1 hRéf4'aVme*|dhic t
commandò che fuflero precipitati dalli balconi : & coli fùfatto * ■
& poi mitigando il Venetiani ;> CómmWdÒ p&?idta i’ifola , ebe
fuflero morti, & tolco i béni lOio , & fòclfeguibwq : oscq d
Il Duca di Gehoua battendo cior inteìb ; cercò di vendicarli*
mas fintamente ahchòra,che Liohora madre del Re gli haueua
feritroche veniflero inCipro : perche defideraua vendicarli del¬
la mortedei mariro>eontra li fratelli, & Baroni di Cipro.
Li Genouefrarmornò prcfto, fauorendoli il Re di Aragona
per rifpetto della Regina Leonora ; & mifero 40. galere & naui*
& i 4. milia fanti, ben mordine; & andorno à Famagofta alpini-
prouifta:& là Regina con dcftrezza gli diede Famagofta nelle
mani. Pcrciocbe eflendo ella in Nicofia ; dimoili ó> che andati*
come amica à Famagofta, &quiui fece, che gli diede anchora i!
Cartello. Il Sinifcaldo ,& il Prencipe fuggirono alle fortezze:
IlPrencipeandòàCerines,Òchaucuaanchora cura del cartello
del Diod'amor: Il SinifcàlcotèneuaBuffauento & Canthara; c
il Re era i Cerines con il zio.
Li Genotiefi andorno prefto à Nicofia; & la ritrouorno de no¬
bili quali vota, & la ^echeggiarono pcrdifpttto, & cercorno di
pigliar le fortezze : ma non poterono : perche erano ben proui-
fte;&faceuano dipoi molte ftraniezzcalli Ciprioti. Prelèro il
cartello di Limifsò, & Paffoii Cauallieri delPHolpitalc £ difen¬
derli • 1 Genouell vedendo^ che non poteuano per forza hauere
il Rp nelle mani; andorno LFamagofta, & fcriflero al Re inrtemc
con la Regina ,,che esfi non erano venuti per torgli il Regno ; ma
permetterlo nel Regno, & difenderlo dalli Tiranni fuoi zii : &
perciò» andalfe a Famagofta, che farebbe veduto come amico. Il
Re perfuafo tanto da esfi, & dalla madre, come da* fuòi Zii, an¬
dò : perche i Genouefi battuto il Re nelle mani ; ricercorno d’ha-
ueranchora li Gouernatòri : perche voleuano compire la feibu
mam^nSb^nfù|K>af}bilenecfonIehuone,ne con minacele. »
La Regina accortali, che voleuano priuare il Ilio figliuolo del
Rcgnolj^accoftòconli Governatori, &fece pace con loro: Se
ffenoftrando cheyc(fcua:andar*ella propria, & condurli a Famago
ita i tonto lece^che cauòiànchòra il Re ; & vfeiti di Famagofta^an
dUrono i Nkofia J&ifubito U Gouernatori , & il certo de1 Nobù
Ì30J •’ P *
t
fi, & i
Come rima è .»■- d i rii ‘ir';-; ohft^nrnofr
Li Genoaefi dimoftrorno hauerlo halmto.. grato* & Aimand%
tianó là pace i perche non pqteuano&ftdimeil{à^ Cofi fatta 1 a,jm
coi andòrno vàa parte dià$6iaNicoiiià^pi^;iOf^^àtì8^»^(àfla
ReginairouàHtà^ eommod^di (Cafc-
lo chiarnó nèLpatazzo, &ah4o -.diéi^tr^i 'Ìleìlftstòtii © ila r&>lc^ rhcm lat^i:
pendo altro, Là Reginacatiata laeàhiifciàiddja^afladelfìtoina* •
rito, diffe ai Prèncipe i Ah dirìeàtói^^ofgetetqueftarsamifèiii ?
cofi-fanno li rLiddki>& masfinie ìife&eltk al fuo Signor y&metiK
ire che .ella ragionarla j ecco quattjro Gonouefi henaanati^che ani
mazzo rno il Prenci p e in.pj!e.fentia 4Ufòg& drfifepfì'glmpio : on*;
de il Sinifatico hàuendo ciò fapdto; .fluitòso.rfeaf Ibr m i ^on fax*
ti.li Baroni* & nonmantò niertte f che-non;ammà^zlifferórla Regi*
nà. & tutti iiGcnoueii.dMb iPSiniftàllcQ^p®? volfe s &: fojoilnita^
ua che andaffero li GenQUefrfuotùi4i,^icofia. Qndeia Regina^
IrGenotiofi aslicnromo Mvii»'d^Si»i3(edkcr,,i& :4ijnltf£nobilii
con giuramenti : & fatta la pace ; li Gendìiefi yol&iio fidiurtà dalli
Baroni* daeaon.fiu:effer^diipMéHffteai Re*beialla Regina; bn
de tutti infLemexi^ccoL'éadiedero rilfJinifcalicri Sglijuólc
del Prencipé co® la mbgiiprdel Sinifcalcoij&Ji Genoiaèlipromi^
fero di rito nar la città diPatnagoftaléì^Q^kiiliGeGOMefi cOndtdti
to il Smifcalco fenipre Con buona eiéra,:lo aCqareixatianò : dipoi
Volendo.partirii .dalPlfob^tranfcor£bro tutta, fa echeggiando^^
abbruciando,1 &‘cdrig'ài*b^o^4.'gaIer,d di preda di tnttefe dofepiài
p'ct iofe chfclpigliorno pnm&y Squali tutto .oné^&nàjBg^htò nS&
quando feono ie gli crèdi cdpo dellàGr^ardifcofto! dàiFamagtxj
tìa $0. migliagli additò yna fortuna grande , Se di qtìèite gàtecq
non fcàmpòànimansfta « ; • -j}c-> ou n oleum aq oJ|
Li Genoilcfr adirati fi partirono daLamagofia fe'hzalrendeidi
al^e: mala tpnnc^o per ft : &piuntj à Genoua 9 «mife.ro il<Sini-:
(calco con la mog1ie>^<o’ n4?pdttfabFaro Snipregioiier^e gifvfe^i
éàhonwke^ldanie P^nv, •■» qiuvjbov arb t faraone nJ
Il Duca di Milano-''BariìahO'VefimtseJiriamtò'>iler
tesinaitia figliuotód Redi Gifurocota n ^gatee é]Wn«ti£he^
6. Gathtlanél ‘llaueua man dato ilRe le t'S^prcdettegakre^ éà
ìe fiiC ritornò iFamagofta,i&fcr mr&m'àlm
* *i potè
pòtè&r mente : petfcidtfre furono aflfaUt-e le galere ddlàlfoyttifia^
làiche erano sforzate di fcijopare à dietro . o. ; u ? n x , eh
Dopo , il Re fece! lega co'l Puca di Milano, &; con li Signori
Vaneriani, & aflalirono l’Armata Genouefe, & larupperph& il
Re tornò in Cipro : do il éi Unendo regnato vtfdijQÌranni,mprijfenP
za heredi : & lo chiamauano il Re Pierino il graf o : & rhan.no jje4
ftio^pàdre <.movuO >n i
*-’Ld;Górte^egaie.vI0lfe far’vn di. ..quelli I,u(ignauli, che firitro-;
Panano in Cipropai/enti del Rq : ma hauendò ben confideratap
mandorno AmbaftiaroriinGenoua, & dimandauano il Sinifcal-
co per ire di Cipro comepiti propinquo herede.
Il'Simfcalcò fu po do i nprq g j g« c lire tti s firn a, & ngn li dauanp*
aperiada man giarda e cip quando c he* in te fero, che il Re; Pierino
cbmbattéuatmmàgoftafSviha.uepa fatto lega con li Venitiani&
con ti Paca di Milano ; nè lo balenano mai cauare Slmilmente;
vforno ogni villania & difeorteha a-Ciua pia mogli e : laquale era
rtobilisliiTra di cafa dedblin . 3Godei ftandocon il maritane! ca-
ftellò,audnthdie.fuHe polloconi* ferri in prigione > proqr corno,
vn figliuolo chiamato Riponi nomelatino della città diGenaua^
LiGenoudi, quando che giunferp.li Ambafciatoji della coi#
te-Regale di Ciprojj fobùfc calmino,il pdùcuo SinjfcdèOfdaila pre
gione,Scornineiorfl^ad accarezzqirib*&aUajmoglie/*'& dònyot
fero lafciarlo andare, fe prima non gli concedeua Famagoiia li¬
beramente jet oftaggÌP> è di nofìgjrcniCpn.trarii à,e,§fi : & fatto
quetàcs fti dech iai&tp^e'r^a joi^à^cdi <jig rapào i#c
WfJiatbiti'{^tem^lQp9«e^a^>^^pj5àr4d^M|i3tln(>bi)f;Gp|
nouefi. ^ . chfi. dbeh -e^tbee, o iq
Re Giàcdmioida Gen&ym Oproc'ómfJ&mQglie, eo’l
figliuolo y &/t/>’<ncepotò ^ in?NiqoRa frangia# fefl# ,fiu.p©«dkto>
dalli Nobiili & dahpopulo & rhannòcoroilatò Rev?Pipbiv ?flcn^
do Famagpiiade/;Gen.ouefi, nonppteua' andare a; pigliarelaxo-
ròna di HieiKt&kmij
éirfiffr inr^Gofmeoronare Re yo>
lèftwincaDrbhar{Hvenne3:Q»uoue^^erPi<^e^OiRe di,Armenia^
era morto in mandi Turchifenzaheredi Jjbt£Ìfer<à i| Regno,f
IiRerGkcomb >infiemefi fece cor© naolfc diliiiefcn&k#*•& {di
Armeniaìtalchchaueua^. titolij Cipro,HÌ€rufalcin>&{Aripenia*‘,i
*<71 Vd Jl
Il Re di Armenia era ftretto parente al Ré Giacomo in 3. gra~
do, & niun’altro era più propinquo herede .* onde il Re I.ione di
Armenia prefe la figliuola dei Z^e di Cipro Almerico Lufignano:
Il Re Chaotonte la figliuola del Z^e di Cipro Vgo il grande : il Z^
Thorone la figliuola del Signor di Sur, delquale dicemmo di(
(opra* » *
IlZ^eGiacomofubitoquietato, riftaurò meglio Nicofia,&
fece vna cittadella, come dicemmo,in quella. Fabricò il cartel¬
lo de’ Siguri apprdfo à Famagofta.Fabrkò vn’altro cartello, ouetf
palazzo bellisfimo à Potamia, ilqualanchora fta in piedi. Fabri¬
cò vn’altro appretto à Nicofia à Calia, che fu roinato affetto , &
non Vi rimale fe non il Monafterio delle Monache di San France¬
filo . Fabricò quella pregione, che fabricauail Rc Piero , & la fc
ce Chiefa chiamata la Mifericordia, & la dotò. Feae»anchora del
l4altre cofe notabili, che fi lafciano per breuità. Et haucndo pro¬
creato altri figliuoli & figliuole,mori dipoi c’hebbe regnato an¬
ni 10: Srtutti li Tuoi figliuoli gli accoftimodò benissimo, comqf
diremo, quando raccontaremo tutti li figliuoli de* Re. Fiì fcpol-
tòàSanDominicoverfo Tramontana allaltar'grande, fopra il
ReVgo fecondo, ouer V ghet. oi
Et quando che conceffc Famagofta alli Genouefi ; gli concefle
due leghe intorno di effe città: & cofi li Genouefi non prete-
rìuano •
lano primogenito delRe Giacomo fucceffe nel Regno : & cir¬
ca il principio del fuo Regno andaua felice ; ma poi aflalirono
rifola molte difgratie là pefte,caualletjte,& fecure : perilche Ci¬
pro andaua declinando.
Il Soldano del Cairo huomo valorofò ricordatoti li danni, che
per il paffato haueua fatto il Re Pietro di Cipro in Aleffandria, &
altri luoghi ; gli parfe hormai tempo di fare la fua vendetta: &
però mandò in Cipro vn’effercito alla fproueduta, & affaitò la cit
tàdi Limifsò, & la prefe per forza y& aftcho il cartello : & il Re
era venuto già dentro della città per auanti: ma non potè re fitte-.
Ire al nimico potente , & ff fuggùyerfo li^ionti : & ilMamalucht;
Io perfeguitauano dietro , & non lo poterono hanecc . ...
Li Mamalftchi doftruffero tutta la città de Limifsò in fino alli
fondamenti j quale tra bella.;, dippiman^orno parte di quellef-.
fercito*
6o
fercito,& prefero Paffo , & la dcffiruffero: fcdipoi imitarono lo
"cffercito verfo Nicofia •
11 Re in Nicofia haueua fatto vn'cffercito grande, & fece Hcn
rièo Prencipe di Gallile* fuo fratello, capitano; ilquale con il Re
tniiio verfo li Sarracini, & giunfero ambi gli efferati nel Cafal Va
filopòtamo : onde li Chriftiani attaccandoli ; hebbero la rotta , &
titiratofi indietro Teflcrcito Chriftiano ; li Sarracini vincitori, fc
guitando giunfero di miouó< infieme nel Cafal Cherochitia : &
quiui sforzati li Chriftiani, fii morto il Prencipe, dal quale noi
Clamo difeefi, & prefo il Re pregione, & quafi tutti li Baroni, &
li Mamaluchi furono poi SignorideUTfota, fuori che di Ccrines.*
laqual fi teneua perii Re , & li Cartelli delli Monti : & li Geno»
ueli tcneuano Famagofta .
Li Sarracini, parte di quelli, conduffero il Re nel Cairo pre»
gione, & gli altri ftauano in Nicofia. poi andorno fuori tra Ni»
colia, & Salincs à vn Cafal detto Gaftria e quiui fopra vna Colli-
netta fecero vn cartello, & fi fortificorno •
Giouanni Podochataro gentilhnomo Ciprioto, vendette ttit»
to il fuo mobile & immobile, & ciò che haueua, & con quelli da
Ilari rifeattò il Re dal Cairo lalqualedaindì in poi fùimpofto;
ihc paggafle ogni anno il tributo al Cairo: ilqual tributo fu ere»
feiuto al tempo del Re baftardo : dipoi fanno 1516. il Turco e»
ftirpò il Soldano : & quel tributo che fi pagaua al Sultano, fi pa-
gaua al Turco, come dominatore del Sultano : & fiora non vuole
più il tributo ; ma come fi dice, ha prefo tutta l'ifola, & cofi è fi¬
nito il tributo.
11 Re tornato in Cipro, vilfe il retto della vita fuà affamato,per
li gran danni, che li Mamaluchi fecero nell*Ifola;& la moglie fu*
era figliuola del Duca Barbon della Marchia di Franciaicon laqua
le feceGiouanni, & Agnefa : laquale fu inamidata con il Duca Lo
douico di Sauoia : Et hauendo regnato Iano 19. anni,morì, & fvi
fepolto in San Dominico alla capella grande in faccia del fuo pa¬
dre , con vn fepolcro molto bello di marmòre fino lauorato.
Giouanni figliuolo del (òpra detto Re Ianofucceffenelli tito¬
li de’ Regni di Cipro, Hierufalem, & Armenia : & vna volta folo
fu coronato con lititoli. Quello Re prefe moglie la figliuola
4» Giouanni Giacomo Palleologo Marchcfe di Montcfcrato.-la»
quale offendei delkaiafniotì .gli com^ortorli yiaggxQ^&^ilTeqiial-
dièmefc,& mori,nonlafciando figliuoli,: &ilRé prcfeperieeon
da moglie Elena Palleologa figliuola del Defpoto della Morea :
laqiiale era vna donna aftuta & fagace greca ; & vedendo il Tuo
marito effer huomo feminile & ìnhabile. à regger’ii Regno; preie
lei il gauerno; Se eifendó greca, tran fin utà qualitutto il rito iati-
iionei greco, & quali tutti li Officiali fece greci, Fabricp vn Mo
Calierio grecodetto Manchana, Si donogli dui Calali* &orn<pl-
do di priuilegii.
; Il .Re con la predetta Regina fece vna figliuola,, che mori pic¬
cola : & ne fece ancho vn altra chiamata Carlotta.: &-il Re hebbe
vn figliuolo baftardo, .bello, & fagace, chiamato Giacchio .‘ on¬
de la concubina del Re elfendo venuta alianti albi Regina,laqujc
il Re amaga affai ; la Regrianon potendo più fopportar l’ira , le
afidò apprelfo,éclaprefe per li capelli,gli tagliò, il palo coir li
denti, Òcftrafcinolbfuori della camera del Re , & elio Re piglia-
uaappiacere uedere quefte fue donne combatter : onde quella
madre del baftardo fu poi chiamata in greco,Comomutena j ,cioè
•Jargliato ilnafo, • •■■■•, . ; U j; ;
Éflendo la Regina fempre mal fana,& non potendo far altri
gl inoli ; volfe prouèder alla figlia del marito': Et clfendo venuto
nel 1465. Giouanni figliuolo del Re di Portogallo; il Re lo fece
Prencipe di Antiochia, di gli donò la figliuola per moglie « Que¬
llo Prencipe vedendo il Socero,chenon gouernaua il Regno; ma
la fua moglie, & vedendo che il rito latino era quali atterrato,prc
fe effo il gouerno ,& andò à ftantiarenelle cafe del Signor Conte
di Tripoli Pietro Lufignano, che bora fono del Dauila,datile dal
la Cornara Regina : & affettatoli *n poco,in breue ri dulie di nuo
uo il rito latino nel fuo Ipco. Per laqual cofa difpiacquc affai alla
Regina, & molto piu al Zamberlano, ilquale era greco chiamato
Thomafo della Morea, & era fratello della Regina nel latte: per¬
che la madre fua diede il latte alla Regina. Quello Zamberlano
haueua in odio affai il Prencipe fempre ricercaua di metterlo in
difgratia del Re : ma più con la Regina : & efiertdo vna notte am¬
mazzato vn giouane da bene, ma non fi feppe chi fufie^il Zambèr
lano diffe con gli altri greci,che li Canallier.i cji Rhodi Phaueuf-
no ammazzato, quali erano in cafa del Rrencipe. Li .amici» & pa¬
renti
61
refi tiraci.morto le-pnèfcr© in vita sbara>& Io rcnthificro alla torti
gridando guitti ti a ronde la corte mandò in cafa del Prencipe òpre
der li hialTattori; l èdendo andati vna moltittidineVli ferii itoli
ferrarono le porte del Prcncìpe,fe ró erano pretto; falla fiata vna
zuffa molto grande ; & fmeno feriti d vna, éi P altri pane a fi ai,.&
moraduefeniittfri del Prencipe * L'ì . ^ j -•:* , -z.l:
11 Prencipe nonfeppd cofa alcuna, nc era confanticnte>& gli
fmfattoquello infuita aliampromfto : perikhe prefe vn affano
molto grande. Il Zamberlano temendo il Prencipe, ar.dò àFamà
gotta, & li Gpnouefì gli fecero grande accoglienza .11 Prencipe
ptr iLfattidio grande, che hchbc, morì, & moiti-dicono., che là
actoiftcatodalli Regina Elena fuadocera; òbfirfcpcito inSaFran
efeed iti Ni cotta * >:
è ; Il Zamberlano.intefala, motte del Prencipe, ritornò in Nico*
fia!,.&andò ahfua palazzo, ilqnalc hebbe in dono dii Re : 61 prw
ma era del Cauallit r Renzo ftclande di Carderò: hora di M.Filip
po Sinchtico v
LaPrencipella Carlotta, mortai! marito,*andò in cafa del pav
dre,& chiamòJàcobo fuòfEajscilo battardo : ilqtuk era di età di
anni f 7.maxob.tólti gioitane,& dlmor & haciende narratoxòme
il Zamberlano era caofa della morte dei1 fuo marito,* prefe il Ma¬
liardo dui Sic ilian k hiuomim i ,fori fti c rii p & an dò a rd ito itt cairn era
deFZambeHano, come amico, & qui commandò alli Siciliani,
che ramma22ifiero;& non mancò nietttCjthe il bailardo non fuf-
de morto dajvn ferititore del Zamberlbnoj& cflendo fatto rumo¬
re; corfe nel palazzo del .Sinifcalco M.Carcera^Suanik]uale fla^
Aia nel palazzo, bora di Ladroni : & iL5inifako horahauendoin-
€efo il rumorb> nonilo uolfe: magli ditte,che andaffe nel fuo
iArciuefcÒuadjò^ ;l> :: >yi . ri- -
Il Re Giouàni no haiicndo figliuoli malchi legittimi,che il ba
ttardo,& temedo,che depola morte fitta ró facefie qualche i fu lt*,
attendo morto in quelli giorni il fuo Zio fratello del*padre, Vgo
Cardinale di Santo Andrea, ch’era Arciuefcouo di Cipro j però
fece elegg erri! predetto battardo per Arciet&Mio,i& lofècc con
^cerare di Epiflola ; & però bauerdo ammalato li Zbmbcihttd,
^andò in Archi efeou a do, Anfi fece'fon e.
Il Re Giouanniamaiwi ófiariJ fuo bafiardoi njr per rcn cimò-

ftrare d'cifcre ingtufto,& peroheportàua rifpettó aifci Regina* fin.
moglic;comahdò che ogni Vno andalle nella corte, laquale era cip
prelibi S, Catherina, attaccata co i’ArciuéÉcotiado > & volfeche
tutti andaflfer.o à p ré d ere 1‘ Arci uefeo noci etto: ma p e r eh e orai ran¬
cato; gente r & tutto il Clero con elfo,per non metter maggior
fraudilo; fece che l’altra corte letiafie li Gufali, & le decime della
^ciuefcoiiadò. tio Sac« a òq ;>> ioti ^-jb cirri 11
•i li baftardo vedendo qlcimi giorni che noh Ipoteharihauerlo $
mandò in fecreto, & in palcfe a ragionare con il Re fuo padre*
Si con il Canfelfor greco Àmancana della Regina, laquàie era
oftinata: onde il badar do fi deliberò di partirli fuori deliTsola,£$
prese seco vn prete del. Domo latino Sunarc di Monte, & il suo
Armigero, Martincngo de Telion,& vna notte alle mura della cit
rd alTAfmenia; bora dell rutta,.scalò, & andò inalines, & ritretiò
vna Caratatila del Tampurcs: ìk intrato dentro; scontrò vna galea
fiorentina che andaua à famagofta.il patrone fu moltoallegro di
riceucrlo nella sua galea, ilquale gli profersc, & la persona , &
la galea; Giunsero à Famagòfta: onde li Genouefi conoscendo lo
amor del Re suo padre ; gli fecero grande accoglienza. La corte
inNicofia hauendo ciò saputo mandorno il Marizal di Cipro
M. Bernardin Rison Ambasciatore alii Genouefi à-tener via, &
modo che il baftardo vcnifTefuori della galea ^manon fù mai or¬
dine. La galea andò a Rhodi, &*quiui dismontà ; & li Cauàllieri
gli fecero carezze, & proferte, mas fi me il gran Macftro.
In Rhodi era venuto vn Frate 5elpon eremitano Ambasciatore
di sua Santità jlqual' era Califfo terzo Cathalano di casa Borgia;
& quefto Frate era Ciprioto, dt andaua in Cipro al Re Giouann%
à trattar*!I matrimonio tra Carlotta già \ edoua del Prcncipe figli
«ola del Re; & il nepote di Sua Santità M. Baldaffaro Borgia. Vi
era anchora vmalfrd Frate Ciprioto di casa Goneme Frate di san
to Agoftino : ilqual’era confcffor del Re nna per rispetto della
Regina eraandato à Rhodi, & quefto era amico grande del ballar
do; configliaiofi seco; gli fece buon animo, & confortollo,
llblftàrd y battendo dimorato à Rhodi mezo anno ; aspcttauà
%che fuIfeehiamato in Cipro di hauere li Casali, & Decime del Ar
ci ìtscoiKi i o,eome prima; ma non venendo., armò la predetta ga¬
lera Fiorentina, di vnaltra, la Caraiiclia del Tampurcs, & quella
di
6t
AM*- i &andomo ih Giprcf co molta gdhte il badarceli dui
frati di santo Agodino, & altri. Arriuati à Cerincs di giornojnò-
dismontò alcuno • La notte dismoncorno, &andornoallc mura
di Nicofia ouc prima £ fuggì > & entrato dentro ; gli Armeni cori
le arme corfero: maconofcendo il biliardo, lì acquietarne; ilqua
le andò entrò dentro del palazzo del Vi fronte M.Giacòma
Curri, & (acchcggiornola cadi dia, & uàleua il fuo più di 6. mi*
lia ducati .j laminar torno il Vifconte. Andorno poi dal fratello
idei Vifconte à M. Tomafo Curri, & volfero fair’il limile: ma egli
auifacojli fuggì: &: il Frate Seipon Ambafciatore cò gli altri andò
à quello M.Thotriafo per ammazzarlo : ma edencio fi*ggitto,de-
predornotnttala fna cafa, & ogni coli conclusero cll’Arciuefco
niado.Ilfimile il badando volcua fare à molti altri Cauallieri; ma
adendo fatto giorno,; fi ritirò all*Arciuescouado, & lì fece forre.
.Il Re la mattina subito ciò sa p utajfecc congregare la alta Cor
atenei 14^7. al primo di Maggia fecero scpellir’il Visconte
:in Santa Soffia. Pol ii Re secondo le Asfise di Hierusàkm diman
^dò giuftkia, narrando tutto il succedo : Li Cauallieri, & la corte
conosccdo che il Re ama uà ql suo figlili o 1 o, maquci lo q htffkc etra
Jpnfaccuaprispetta ; ogni vno ragionò al meglio che potèro con
dispetti :=ma alenili Cauallieri arditi,&<gelofi di fiero; Serenisfimo
Jf^e mandatelo à pigliare, ouer citatelo,* he venghi qui adelfo con
la su agente iScqoTi fii concluso, & mandorno tre Canal li tri, M.
Bernardin Pelednn,M.Giulian Terras,& M.PagoCroco.Quado-
giunfero neirArciiiefpQuado ffecero'l’ambafciata: Òc»l ball ardo
con fcuJfe, rifpOse, come non era mai dato disleale contrai! dio
Signore: ma quello , ch’egli fece, lo ficee à quello che- Tediaua-*
.co, & cercai! ano di- farlo, mendico fuòri dei la p atri a& d 111 dia
-Signore .horache vuole fua Sereniti che io vaghi riella fua prew
Lentia ;asficurimi la vita, & de Hi miei bue-mini, & nelle robbe
che prefero del Vifconte,& di fuofratello, & mi renda li cafali,
dde Decimejrcornelihauciia il Cardinale mio zio ; altrimenti
non vòlendo asdcurarc ; io fon qui pronto di morire piu rodo*
Il Re d: la Cortejvcdcndò tuttauia,che crefccuaholc genti del
J%Arciucfcouado[, perche molticittadini lo hmaur.no ; iti sforzai
to di far quanto domandò : onde il f(c mife ogni loia in fcrittò
in prefentia della Cortei dei Bailo de’ Vcniuani M. Pietro
«ioni, Fatto qttè fta ilbaftahio indi eoa alcuni iri prefcntia defili
& della Corte: nclia^uale erano gli httómini armati>& vedendòr
rii, il ballar do fi mede iridere. Comando il Re, che mimo facef
te difpiaeer’ al battardo,ncalli Tuoi huomini, & entrato dentro*
gli minacciò attai; però interi orme te lì allegratele della difpoinio
ddLfuò ffgìmolo:<mà diiiche iacea; era per la 7^egina.Ii Re poi
fece, vm Vifamte nono M. Frane in Montclii, & ordinagli, che
coodticefie latente d c li 'Arci n e (co ti a da con tutte le prede loro a
Cerine^ aìli Nàti dii loró,,& che vadino via,pena la forca : & éofi
Mulatto : & il ha dardo andò ad accompagnarli infino alla portai
ci il Bailo de’ VeneTÌani,quàleraamico grande del battardo.
Li Cattali ieri di Nicofiaconofccndo l’animo del Rè; ogni vno
cercaua di iarfi grato al battardo; & poi in fecrcto ordinornò vìi
ieruicorc del fudetto che lafcialfe la n o tfe 1 ’ A rei uè fc ò u a dò a pet*^
to , & efs i di notte voi eano fare l’effe t torni a accortoli pmm iu al¬
tro.Non man caro» mai li predetti Cauallieri,mafsime NLOThomà
fio Curri, di metter il battardo iti difgratiH dellaCorte £ & àl Re:
Onde vedendo FEaSeipon, iiquale andò perLar il matrimonio ,
come dicemmo, & vedendolo in cafit fpefi'o con il battardo-, an¬
dò rno li Cauallieri, Scdiileno al Re, comeM. Baldajpfar Borgia
nepotesdeJ Papa era in Ciprunell* Ardii efeofiado^ ikpaabtrarqaua
<on il battardo di robaré Carlotta fila figliuo!a;& maridkla j>
za: pertiche il Rcerafdegnato afifai, che l’Ambafcktordi Sua' Sa
•tità handfc&alato le mura della città, & foflc coni pii cedei lo hb
riùcjdio del Yd feon te G ti fri, & di efferdepredató; ' iòrvo{6
(fieri gli haiu'ia’fatto vno fchir2o;:maTa^fi curando la géce dd Lattar
do;afsicurò^idfib^i- . o: ... ttifgVrh < oìbiipn tr vototi
Il ile dunque fiubito intefa la nauai arda x ttantiar con la mo¬
glie & figli al Gattello & poi fi volle chiarir di' quetta. verità .11
battardo adirato di quello tradimento, cerco per Sia di M. Tho-
mafo Verni di ragionar con il Re Tuo padre, & dinioftrargli non
eflfer verità di tutto quello che gli fu iròpbftarma pèrtfhiartéfi
meglio;facciano citar’il Frate. Il i\Q (ubico commandàal Vifeoh
te M. Franici Monte Glifi, che andaffe à prender'Fra Scipoti, oc
Giouanni .grande : ilquaJe ancora lui era vernato da Roma. Il Vi.
ficonte,& M.Giouanni deuorcs conduficrorii predetti legati à Ce
rittes , & li effaminorno, & diedero la cordatala non féppero che
... r ’6*
ire* i iLtuftardaTehauc ^ ciò ; nòJfLstóftlrh mai laici aio
-ói^dbrH^mC^riiwtit^aiìiiiuBiCifìi quietato ; ma dipoi che furo
i»o più rìfìretti ; retrifcfl'arno agtii cofa.
. La Reginarda .quelli Infiliti & affanni ; fi partì dal fuo palazzo
dentro della cittadella, & andò alla camera Tua in San Dominico
; per maggior qniete: & qmui/i infermò i & vede ndofi infermaci
. ebnfigdio con il marito per maritare Carlotta. Il Re Ii> dijfe, che
; kivotena maritare cxmiLfiia ncpbtc Aluife figlaiTòlo dei Dvi<iadi
Saùoia Lodouicò, & di À'gnefa fiiaforella. La Regina nón voMe
mai confcntire ; perche diceua^chcera peccato grande di marita¬
re li dui confidarmi ; & li greci mai hanno voi furo acconfentire.*^
.perche la Regina era greca ; p é\: iqu elio era a d i rata : Sé < h tara ó k
figliuola, & la pregò , Se gli daua la fu a benedittionefei^auà fal¬
da inoli confentire:: aitrimeMeCy dtchtóbbia la ma te di «iene Tu a:
* dipoi' aggi* aua tdd xha ; in fir rh rt ài & fàfifcid^morì nclmofc di Aprile
jieLi^>8. &iafsòdiTfferfep©ltaà Manchana al Cenueiìto , che
fabricadi greci: mali-prati diTai|rL)®bmnic^nonlalaFciomoca
uare fUoTÌIderMonaiLcrioy^icrroirno*le porte,& la Cepdlirno fc
ere tam cnte;ehc I a fua fep o k ura no nlafa pe u a a 11 r oc he liFrati, &
i) fte cheeràconfcnticnte>n*ic. r: > J 2> :v :.dv.
Il Re, morendo la fua Regina fubko' maddòr Amhafciàtod à
-Sauoia dal pbca fuo digdaibò,lJl;«Gioiianiii Monte Glifi di Cipro,
~MviT^rrotcs.Paufat;.à dimandare ALuife fuo nipote, & maritarlo
-con Cari otta fua figliuola.. . <1 . '
. Ln^L^adWdo}Volfeeiterj!ìdlL'eifce|iiii délltt Regina : ma li Cauab-
flieri oori volfcno *;’^i fepòJtata Regina dui giorni paliati ; il Re
?inQnd4:mokl'Ca«^lHért;;6t- MxBsìIjo de- Y^netrani' ad accompa-
~g®ia rd ilbaftardo à d isc horc di notte n*/Fpala220, <k quitti fccrtta
’mente.rag^onòiaio ; & Il Gauallieri ,non ^volfèrolafidare gli buo~
: mini del baftairdo entrare dentro nel caileMo.-crde Giacomo bà-
ftàrdo temeua ; mahauendogli il Re motttnto liet^ faccia; ogni
omo fimukua. Itfie idl’hara era in fon Dominiéo n-dik caiLcra
-iteri! I a mattina ritarn ò dall; Arcuiè firoiwdo cime alle grò, &ranf-
dg’iii san!I>ommicadalR£.;:& vedendolo, gli* fece cauarcla v^e
JIp ^Rretcperil gran caldo ridi vedenckxlìoi il Rem groppone5,
.jftTtbbegran cònfolatìone : '& età» ingc n ore Ili a to' aùamti gli die
awdò ti Vifeoatado che io delle à M.Metter di Chuudes;ilrua-
** k
Jc era Tuo parente &.fuo mimico^&:Jccc ahc1iora molti'piacéri,
■ all! altri CauaUien* & cstt rhaneuanb; in odio ii iVdnutò ìlbCtó-
uides ; gli fu dato il battone del Vi (contado fecondo l’tilànza^ per
che il Vàiconte Giouanni de Monte Olii era andato Ambafeiator
■ 'in Sanoi a *. fi : . : ;*• ‘i - -• ' .■* : . ■~ . £. ?
■ i Yn giorno il baftar.do facendo vn; connito à:molti Eanailkq;
•esilierò alCqni ordìnbuio vna ttratagema^ con diralla madee
, del battardo,£omc M. Marco Cornaro Gentilhuama Venetiano;
ha.mi^ogEa<tiadgl Re .dell • Aft-iùefcouato perii £bo fratello M.An
drea G#naro : & ciò fecero*accio che la madre andine! con furia
.dai figliuolo* de dirgli j & etto hauette ammazzato il Cornato , &
Chefutte di nono in diigrarifo del Re.; ma fu di icopcrtoancho que.
ttbtratbkò^ob-ii . j4 cui d mrb ijìg ■., o-gyiq ,
Il Re fi ammalò rie! predetta Monaftèrio ; & di quella in&-
mitMriorì, haticndoregriatólnrii *8. &mori nel mefe di Luglio
nel 14.58. tre mefi dipoi la ttia moglie:& lo fepeilirono in San Do
mcnieoallacapella grandeiEbpra il fuopadte. v ihrSiw. !
Il Contcllabile M. Carceran Snar,. vedendo il Re che (pinna;
.commandòichc gli fu (feroxairatà gii anelli ,& gli condotte alla fi¬
gliuola del F{c Carlotta, & la cridorno perlegitima Regina di CÌ
.prQrHierri(alcm^& Armenia* i nH cui .h mom
L'Arcitiefcouo li\ il primo Indir daldaforella;r& giurargli fe¬
deltà, & promettergli di metter la vita alla morteperettaiSègui-
torno poi tutti li Cauallieri, & huomini&igi fecondo il grado lo¬
ro : & poi fcpellirnò il? Re. Indi tutti lèCàHallieriàccdinpa|na-
remo i’Arciiicfeoua neirArciuefcóuado;, & il Contettabiie andò
à ftantiarenel catte Ilo per ili cureiza della Regina,& vn giòrnain
>jair ò f Areiucfeoup à mangiar fceo'folo coti tre de* fuof&fù elet¬
to che lo volo uaattosficar^^ ma accorthfi, la madre gli mandò il
(ito dittiate dalfArciuefcpuado, Se il Contettabiie lece villa di
non Capere rperò dmioftrò-difdcgno,qnatt che no (ìfidatte diluì.
. t j I4*Arciuefcoiio tutto adirato, andò nell*Arciuefeomdo tutto
pen fo fe quel giorno fi imagi ri ò d h fot ogn ùmide : m à rinta¬
na confortato li fuoi cori dkglì, chela Regina non vi ditte elicvi
haucrii fatto.ogrii appiacere* de vi fakiierincarò coiqe-Fratellcqlfc
come iluottro padre> cotti vi amarla? Confortatofì^ la mattina an¬
dò à ritrouare la Regina, laquale gli di 1110 ttr ò vnafa c ci al iota,, &
J

64
£Ìi dftfe • E'dtb ifojjnb di' armar Vnagnlera, de andar dal Sultana
del Cairo , di notificargli la morte del Re, & la miacoronationc,
ficome fi amo tenuti ; & non hò niffun più fidato di voi.
Il bartardodlegro drim il banco neirArciucTccuado di ar¬
mate la gàlea gii haùeua congregatola gente : ma il Conte-
{labile, & ìl-Vifconrc M. Hettor Chiuidcs,& M. Tri (lan de Zini-
ble^ qualifcbmmamentc pdiaiiano il baftardo; leuorno il banco:
é(f© móftraua di non Turarli di nulla : & ogni mattina ritornali
do dalla meda di Santa ;Soffia > andaua con il Tuo Vicario, di altri
dalla Regina à vietarla 5 & effà gli móftraua buona cera : di li Ca-
ttòljieri per imperlò jUccfòchcnonvadi tanto fpdfoncleaftd-
lo, lì congrcgorno tutti nella Corte di San Dominico, M. Carcc-
ràn Suar Conteftabilc, M« Bernardo Ruftet Armicaglio di Cipro
Nipote del Contoftabile, il Vi fronte, MvTriftanoZimblet, M.
T^iom4fòvPàtdq$} ilcpiàkera Marrano $ Mf. Tranci de Monte
Olif, di molti altri : & fatto il configliojconclufcro di non lafcu-
re più entrare nel cartello glihuomini del baftardo : ma folo lui ,
volendo, 11 giornoTegnente,{fecóndodVTanza fua, il baftardo
andò con la fuàgente vciToil Cartello ;; Ecco che gli vicn incott-
4rà M. Thomafo Bardò , & gli eommandò , che non meni feco la
Vagente nel Cartello : tiiafeéffò voTintrare , che entri folo s di
ciò dalla parte della Regina , & della Corte Regale. Il baftardo
adirato, & come difperato ritornò neirArciiiefcouado, & volfc
Tonar la campana arme, arme, accioche tutto il Clero latino di
-g^eoandafteno, di qui far qualche male : ma confcgliatoiì dalla
pru demia fua;:cliiarhò il fuó Vicario M. Sunar Siluani,&loman-
dAalla Regina con ogni humilità, &riuercntia à raccontargli il
fatto, & fc la fu?#nt£ntibneera tale, p^ifpofé la Regina : quello
che ha parfo alla mia Corte di far ; quello anchora a noi piace • 11
baftardo afpettaua hora in hora clic la Regina lo mandaffe a chia-
mar fecondo il folito ; talché era difperato, & mal confortato,fal¬
cio c|>c Tpeffo fi CQfifigliaua con Fra Guglielmo Guneme fuo in¬
tri n feco .
Eftendoiì a p prò sfittato il tempo dclli 40. giornj,dipoi la mor
«te del fuo padre ; tuttiIfCaiiaUicri, & nobiltà andorno nel Cartel
lo verfo la fera, di gondulfero la Regina nella Corte prdfo fama
CatHerinay di M.VgoTcJairibo; oue prima ftantiaua il fuo pa¬
dre,
dre, & al baflatdo non gl j diflfcro nulla :! yolcildo’c^'OflàL’la^ha
ucuano preparato il tutto. L'Arciuefoouo fi a.lkgraua penfoudó
che lui ^ corner capo della Chiefa rhaueriano a urlato. Il fabbato
di fera andò M. Paolo Zappe Sinifcalco di Cipro
mandarnento al ballardp: da parte della Regina, & di. tutta
te, che ho^.d^(fe;p.grsijt44 , n^^nebodi fi^oi
buomini ; & cominandòfpoijilÌM^.I.ttogo^n.^.t<,^tepr^paFe||(
le cofe per coronar la Regina in Santa Soffia. Ilbaftardp riebbe
per gran disfi mo difpetto :nondimeno rilpofo al Sinifealco. Si¬
gnor mio-caro, Reco , ohe io fon pronto a obedir’al tutto : de fo
gli piace;anthora > ipjdoinani me a andato fiiori della
ghe. ; ! ■ mi imo ■ ih >no£> rllòn m . . i ■ I
Fu coronata laRcginateoa giubili] ?£ allegrezza inefoimabik
del popuIq ; di condMC^^laì^^^l^p.^icje^ebcil caiialloded
la /Regina fi fpauentè,& k cafeò Incorona del capò in terra : foche
tutti notaron per pesfimo fogno *
Il bailardo fu tanto dclperato, ciré voleua far vendetta con tra
li fuoi inimici : onde erano con lui due Siciliani ,) Rfzonde Ma**
rin,& Nicolò Morabitò altri : &: ordì nomo di andar>na fora
alla Corte,&imrar’dentro, & ammazzarti Contciiabiléi &tutti
li Cauaìiicri co fi fu ordinato con molti fuoi: & quando fi par¬
tirono dairArciuefcouado,vno delli foci rcllò in cafg>& andò ad
auilàr’vn medico, & quello andò fubito alla corte : & perciò ef¬
fondo difeoperti, le genti deirArciucfcouo ritornomo tutti indie
tro : & quelli, che voleua ammazzar, furono quelli j IlContefta-
bile , & vn’altro Conteflabile Cathalano di Hi erufalenvM,Ber¬
nardo Ruffct, M. Antonio de Cres, M. Tri (lan de Zimbfot?, &;il
Vifconte AL HettorCjfouidef • Qucfoi erario li printipaji,che <ru
flodiuano la Regina,&Fra Helia erari configliatore dei bafìardo
di far ciò che egli a fatto. Vedetc quanti mali ne fognino per la
diuifione delli Baroni dei ^egno : Ecce come è verificatoijdetto
del no Uro Signore nell’Euangelio,; Omnc Regnimi in fo ipfura
diuifum, defolabitur, & ddtruetur. . . ' n\-t
La mattina il badardp chiamò il Vcfcoiio greco Nicolao, con
tutti li fuoi Greci Ecclefiaftici, & li ritenne neirArduefo^uado
con li fuoi Latini, & tutti ben’armatfo ^ p >:f s >/ .
LaRcginaSclaCortemaRdorno dui Baroni M. Pietro Peile-
• T ‘ ftri>
*>>
fin’, & M. Paolo Crocco, 8: il Canccfìierb Regio M. Nicolo Sa-
•làgha, a pigliare il Conflituto dcll’Araucfcouo : & quello f u al-
li 8. di Ottobre, nell’anno predetto del / 45 8.
Pigliato il Collii tute ; tutti inficine conchifero di nudare , &
pigliarlo ò uiuoy'G inorto : ma le genti tuttauia crc fceu^no rid¬
i’ Arci u efeo ifado, & erano 300. perfore ben armati, & tutti di-
fpoiti per morire per i’Arciuefcouo. Orde la Rcgina;& la Coi4-
te con figlia tali meglio ; mandò vna lettera al fuo fratello, che va¬
da atlanti di lei : altamente Io tenirà per traditore: &poi p re ferro
vn fuo feruitorc , 8: l’hanno interrogato che era la intcntione dei
.badando di fare ; rifpofe di fonare la campana ad arme, & congre
gari tutti li fuoi,-venire nella prcfenda della Regina . La Regina
mandò il Bailo de’ Venetiani M. Piero Ramon, M. Pietro Pele-
firin, M. Paolo Crocco ad accompagnarlo alianti di lei: & venu¬
to con tutti i fuoi ; dall’altra parte fu commeflo a vn Baron M.Iu-
lian, che con molta gente andaife neli’Arciucfcouado, & lo de-
predaffe . Li feriiidori vedendo tanta gente ; fuggirono tutti, 8c
fu depredato tutto l’An iiiefcòuado : & fecero quello errore, che
li lafciorno li caualli nella Ralla. La Regina,& la Corte hauendo
ragionato Còh il baflardo, gli commadorno à pena della vita,che
non fi partile dall’Arciuelcouado, fenza altro auifo. Tornato
nell’Arciuefcoiiado j lo trono tutto depredato,& tutti li feruitoH
fuggirono : quali poi faputala fu a venuta, tutti ritornorno : &
dalle cafe loro li portauano chi vna cofa,& chi vn’altra: 8: e fio ma
giaua, beucua, & folazaua, & dimoflraua di non curarfi : però
-non vici mai fuori deU’Arciuéfcotiado.
Partati 4 . giorni diede ordire in fecreto la Corte di andare à pi
gliarlò ò viuo,ò morto : ma M. Balisn Frafengi andò ad ani far’il
baflardo, & quello mandò vn fuo feruitore nel Cafal’Anglangia
ad afpettarlo. VnTcruitor fuo intanto andò alla Corte, & l’aui-
sò co(nc la medefima notte fi volcua fuggire : & li Cauailieri tut¬
ti fi congregati anò Con arme. Il baflardo à due bore di notte vfei
d a U ’ Àr c i 1 ; e ft èli a d o con Fra Elia Guncmen di fanto Agofiino, co
Zià de virtù, con Giorgio Bullrone, eco il fiioZio, con Rizon di
Marin , coìti Nicolò Morabito, & fcalorno le mura di ArtùeR!^,&
andotno al Cadde, & ritrouò il cauallo, & andò à Salines : 6c gli
altri andorno à piedi, & trouorno vna caraudla d: M.Pietro Gei
iimberto,& andórno dal Sultano nel Cairo.
La Corte andò alle tre hore di notte nell’Areiuefeouado , & ló
trouorno voto. & fé mezahorettahauelfero affrettato; rhaueria-
no tremato. Indi à qualche giorno vennero da Soria in Cipro al¬
cuni nauilii, quali dijfero haucre veduto nel Cairo il baftardo ; il
quale trattaua con il Soldano^, & di Ara ira, di Iutiere il Regno di
Cipro : onde la predetta nona fù molto tosfico à tutti, & particu-
iarmcnte ad alcuni nobili, quali non potcuàno non folo vederlo,
ma ancho nominarlo: & cominciorno à prepararli alla guerra, de
fortificare Ccrines. Dipoi giunfero in Cipro alcuni Mercatanti
Ciprioti venuti dal Cairo ; iquali affìrmauano il tuttoianzi di piu,
che haueua effo allegato al Soldano, come elfo era figliuolo vero
4d Re Giouanni, & Ji Nobili di Ci prò non lo vpléuano , ma più
tofto la fua forella femina & inhabilc ; per quefto il Soldano, il-
quale appreffo di loro non (limano legittimo ò naturale, ma baffi
che bavero figliuolo ; quali determinò di farlo gridare nel Cairo
per Re di Cipro : ma vn fuo Amira (tanto voi dir’Amira, quanto
appreffo affi Turchi Ralcià: & quefto A mira era Ciprioto nobile
di Cafa di FI a tri) impedi, che non fu dechiarato,
La Corte con la Regina tutti fpauentati, volfero mandare vno
Ambafciatore dal Soldano ; ma hiron ritenuti per làper meglio la
verità : perche li pareua cofa difficile,cheil Soldano facèffe vii fi-*
mirecceffo, fenza effer’informato.
L’anno 1459. vennero gli Ambafciatori,che mandò il ReGio
uanni in 5auoia,& conduffe il Conte A linfe figliuolo del Duca di
Sauoia : & andorno all’incontro fuo piccoli .& grandi, nobili, &
cittadini > con vna allegrezza mirabile; dicendo ; hora le cofcno-
ftre fi quieteranno : & conduffe molti nobili Sa no ini con elfo lui:
de poi conduffero Aluife in fanta Soffia>& io maridorno con la
gina Carlotta fua Confobrina, Se poi l’hanno coronato fubito de*
tre titoli, Cipro, Hierufalem, & Armenia .
Il Eg Aluife fubito ordinò alcuni fuoi fidati pAmbafdatori M.
Runtas, & AL Riome Tolonas, con molti prefenti pretiofi , de li
prefentorno al Cairo al Soldano : & facendo la lor’Ambafciaria.;
il Soldano con allegra facciali mandò nelli Tuoi alloggiamenti ;
Ma perche il Signor* Iddio voletia caftigareli Ciprioti ; li Am*
feafciatori, quali quali haueuano ottenuto ogni cofa, mórfero di
pelle,

. -
66
pertiche all'hora era nei Cairo : & co/i le cofeandorno in fumo.
£t della compagnia del baftardo mori M. Giouanni de Ver mi3&
altri due.
Frate Elia, vedendo come fono morti gli Ambafciato rijattai fi
rallegrò con dire : fpero che noi faremo ciò che volcmo con epte
fti Amira ; percioche alianti,che la nuoua vadi in Cipro , de che
tornino de gli altri ; noi faremo efpediti ; & perciò non bifogna
dormire : ma andare fpetto à corteggiare li Amira.
Il baftardo allhora mal’apena era entratonelii anni 20: ilqualc
era bello, de proportionato di Corpo, che pareua vn Gigante, de
forte di braccia : pertiche il Soldano , de li Amira pighauano pia¬
cer di vederlo,&maslime à catiallo, che.pareua-neliicaualli ter¬
ribili di quelli ÀmÌFa, che fufle come vnacolonna immobile: &
perciò tutti li pfcfqro amore .
La Corte Rcgal con il Re Aluife hauendo intefo la nuoua delli
fuoiÀmbafciaturi eflene morti; fi fpauentorno della difgratia:
onde di nuouo conchifero di mandare vn’altro con più prefenti.
Se dargli anchorail tributo ; Se mandorno per Ambafciatori M.
Pietro Podochataro con alcuni nobili Sauoini, & Cauallieri /(ho
dioti : iquali giorni che furono ; gli prefentorno il Tributo, de li
prefenti;& poi tornò nelii fuoi alloggiamenti : & mandorno an¬
cora àprefciuare all i Amira; talché di nuouo riduce il Soldano
&li Amira di fare Aluife Re come legitimo herede, fecondo il
confitèto, & le Asfife di Hierufalem. Coli mandorno à far le ve-
fti, fecondo il coftume di està Sarraceni : vna al Re Aluife,& l'al¬
tra alla Regina Carlotta : de la mattina il Soldano volfe efpedire
- . ,
1 Ambafciatore Il baftardo tutto confuso de difperato non fèp
pe che fare : onde Fra Elia li diceiia ; Non habbiate timore : /pc--
r-ate nel Signore,che vi aiuterà : Et coli il Frate tutta quella notte
andò hora daqucfto Amira, hora all’altro, iquali promifero, che
quando il Soldano vorrà dar la vette ; noi la pigliarono dalle ma¬
ni fue, & la ttracciaremo : de quella eh’è ordinata di mandarm Cr
prò ; la daremo à Iàcobo. Tutto quello faceua con gran feuòre'
il Fra Guglielmo : perche il baftardo gli promettere etto era Re,
di dargli a->lui l’Arciue/couado di Cipro.
La wiattinàT Ambafciatore del Re Aluife comparfe alianti al
Soldano ; &ccco, che è venuta al Soldano vna lettera, collie nar-
& R 2
xa Papa Pio Secondo, dal g;:an.Tu tei>f$(fifa quale cCèxtaua,& pre
gana, che doùefle CQlì'firmwGia'oo^ifj^lKe di Cipro, *&'no&
Alili fé : & che doucfTc ricordare quanti mali hanno patito* j&la
Turchia, oc 1*Egitto dalia gente Franeiofa c!& fé Fhaueria colili r-
inato Al nife;.che in h.reue faria fattogli guerra : ma/conf ruvido
Giacomo, ihquahSiper madrepm^htóito-in.
iati a cqntra dirmi? cjQìne :que]Calmo.r ilqmkrèhiàégcu (paréaricH
PrlncipiChriftiama&olU&e flretti * & .m^tiiikrifimgipnAtne.nUi
.pe r. li qu ali iI £qldltmx era per avocane e i ò cheipromi fcal’Aitiba-
iciatorc . Intanto lFAmirai ce li Alaiuaiuckltuttiinhem^profo*
ro la velie dcU-A.mbafcia.tpre. di Gipri>r& Kbanno Scacciata .* &
p re fero la vcftedc! Re Aliiife, & del] a Regina Cario ttaf& le. die»
icro à Q incorno z^inaimi ^naquofidipido^me^itw GifaéfìtP®
Xufignano Re di Cipro : & poi lo cp®ibt®^gìPJ^itadàj|*iàiè'gr^
dando. & fkcndofèfth ; f oliti! h H. « •„ ! , ;•* or. Dtj £
lì Re Giacòmo boflardo^ffirdl;^e trraitnctft;pre&ntà di in nò
uo dal S ddanoì:ilqjLial.feiOCrniirouare li kiiangtlii $ Se fece diedi
Re Giacom o gl i g ; u ■ a Te fidetó di effg rgh ih di tcsi& amicò fi de lei
4x effer amico d e gli amiki iddCS^Jdànò.-i ocini^iedde gli nkméi
dei Sol de no ; & .mohealdk^»|&3^of^^i^PfiÌ!tiRlé.Ci)pfii'patfi
Copra lf fard Euangeh’T? »nsett^ndo: hf nia&%>Ri ft/pra ♦.Abbona-ij
$o!dan*$U;p r e fc n tò il Am v afe idtd re d i\C ?f#o M o Bistro Rpiloiadi
taro,& li Sauoini, éeCaini!ieri di- RhoduhRe Giq£òmò :■■& Affo
Rcppi dichiarò FraJEHa Arciucleono dì Cipri?*&
tadalli Cafali .&;Decime,^3c iTce^cheoVl iTerto Podocatam^cok
me n oh ile di € ip r o feeflk GauaH.kfi r^Qondo Fy fanzadel R$gxwt
rifu >i Jfoiomini^ che /eco erano i òepobii Ridite Jhhéolp>Màriifetì
tp Siciliano Yifeonte di Nkpha, ;&lCn£on de Mari?Aic-ilié&sjr
Marizal di C>pxo;& al MOrahitp-, glidiiede il Cafai -Niffucon:lk
Puoi Praftio ; & à Rinzon Hcnagra con le file pertinenti e. ,
fveì {460. nel mefe di Settembre compariil’ArrfiatadetSol-:
danOjCpn moke galere,& nambil^eop il JYidtfiieòn Amira,
che fono nomi di Capitani di SiafrairinÀMa* Èsitiehi/&. GhaF
filli* Se, altri Sarrató.ni, & dihnontorno al còp.o della Grca; Se il .Re:
Giacomo detto dalli greci il Re Zacco mandò il Rtj^o ;de iMarim
alla AJelfa ria à conduca Salines'gente&rbvioi p c r'Rond tir e Ffc
teglieria : A poi l’armata andò iSalines per megligrt-iiòJiimnditi5'
- “ . 67
di ckfmòntar : & difincntatì : Molti nobili Tuoi adhcrcntfàndotf-
'no à Saliiiés à Cargni rilicl*critià, & mólti villani,ifcciGchtfnon'fuf-
fero moleftati. Liberò il Re Giacomo molti Parici per captar be
ninolcntia : dipoi mandò Marchion Tuo zio fratello-delia fu a ma¬
dre con molta gente per pigliare il cartellò dc’ Siguri1! nel quale
era Gapitaireo' del Re AluiTéM. Tbomafo Mungiés, & da i ^ . Sa-
Anfini, & altri Sfidati ;• & Mae Uri;; i quali' nó'fr *dl ieroblpctftafe mi
"éìAftellò*: ma vfeirono fuori all'incóntro di' Màrchio-n, &glido-
'nlandorn-o perdonali 2a : onde il pouero CapitaiYe<yfi refe à patti,
«falci-indo le perfónc,<& le facilita, & cefi fu fatto . Aprì alihora il
cartellò, & il Zio del Re Giacomo prefe tutti li Sàuoini, & li mi-
fe in pregiane, Se fece Capi tane o di figuri M. Pietro da Pefaro
Veni iano : ilquale era molto amico del RéGfabdmó: Acquando
'-^lic’il Roan’do'^1 Cabo, la Corte' Regale 4'oHnifè in pregiobe à
-Celine s ì'-óè elle r. do-fuggito ;andòalCaitO pOUfitf oliare il Re;&
cofi Fiora fìt fitto Gap!tacco dì* Siguri. " — - 1- ' \
- >11- K e Àluifc bauendoregnato in Nicoli a circa vnbnno eC-
fèndo liuomb-dctiót3,& ffeddódi guerra; lenza-far’aitro andò da
NieO&a, perche non era forte, à Cetices con la Regina, &: con la
lìia^iob'pafU'-dd’nobili; sbaditi atótl tindàuàno per li monti, &
Cafeli : & altri andàtiainO dal Re Giacomo, tdim’ar.dando-petdo-
•ftèf &• \ìgìur&iòrtò'fidiltaG c:r - ’ - •• l r. n :S . ; ■
Il Re Giacomo fi parti da Salincs, & fi in ilio verfo Nicofa, &
riandò Fra Elia per antiguardia in Nicona,a veder,cbe cofafite-
feano,cc li diede ino Iti Ma m a 1 uè h i , ce molli Serraci ni j & glicom-
iniandò,'fèdi1-V irtentc-di Nicoiià era nella citta, ciré tcrrcrté via &
tnodódi pìglitirlo:H VI (toc te- M. HertorChiuidek teméndojfem
rtaifkin erdmé-: quando Tenti dir e he -veni nano in Niéófia'li
èdrradni;-vrtrfuoriOOn ó.-perfeney &cèfe-ilMatafibò'} èi Giór-
gin Ghaikn,& vfì dalla porta di Tracccna, & andò a Ccrmés.Le
genti di Fri 1 ita corfero dietro alle genti che fuggiuan6,& prc fe
lovpUeró ammazzar, nfar.d > dieft.deil Vi-
fconte : dipo’ pud nar do!i; lo rimeCéno nelFoff do ,Acpubii-
COVno ìLviora&O Vmonte di Nicòfiù;
- ; Orba il fine dd mefe di' Settembfiò il Re Giacómo coti li Sai :
Ricini ali domo ì Nicoli a : & il Re Ostro dentro delia Citta dii
Sarracid andoriidfuori a San Demetrio, & riputiti tre giorni, fi
d‘: ‘ l e uomo
lcuorno per andare a combatter Cerines: 8erid Cafal Monadi tro
«orno le ftradc rotte, Se genti che le rompeuano , quali mandò il
Re Aluife; accioche non potettero condure le artiglierie. Li Sar-
racini giunti all’improuitta ; aggiunfero tre di quelli, che fuggù-
uano, Se li ammazzorno : Se Libito acconciate le ftrade ; andornp
ai Calai P.iffani il gran Tettar, cioè il Capitane© generai, Se li al¬
tri Amira ; Se aU’vltimo del mefe andò anchora il Re Giacomo,^
conduceua Tempre li pregioni fcco con li ferri, Se Fra Chriftofor
ro Cauallier di Rhodr: ilquale fù mandato dal Re Aluiie al Tei-
tar della Armata, quando giunfe in Cipro con, prefenti di buoi,
pecore, Scaltri: Se il Tettar prefe li prefenti,&il Cauallier lo die
de al Re Giacomo, & elio lo mife netti ferri, con M. Pietro Podo
tataro, & altri Sauoini. . :u • - ;
li Re Giacomo mandò M# Iacobo Salutati * & M. Nicolò de
„Cres,Sc M. Aflar Ghus, Se v n Mamaluco , à pigliar con le buone
il Gattello di Patto ; nelquale era Capitane© M. Iacobp Mughes;
Se haucndoli ragionato la intentione del Re Giacomo ; rifpofe il
Capitaneo; Fatte llcurole perfone,& le facoltà , clic faròquanto
vorrete ; Se cofi li fecero; Se etto aprì le porterei cattcllo,& fece"»
ro al Capitaneo giur ar fi dei tà al Re Giacomo : Se giurando lui, &
li fuoi h uomini ; lo confìrmorno,come di prima Capitaneo. Co fi
fecero anchora à Limifsò. Andorno poi al Crufocco, Se fualiforP
no il Monafterio di Iaglia,Se poi andorno Appellendria,Se ritro-
uornoil Sattenì ; ilquale haueua fama dì etterricchisfimo. Scio
prefero, Se gli dettero mpfii martini];.onde gli diede vn pitharo
pieno di grofsi, clfera certa moneta menòr del Mocenieo:& quel
pitharo tencua da 4. fornirle di vino : Se prefero li predetti dana*
ri, li fpartirnopermezo, Senonportornoal Renelle j5Emilia CoT
Iamente : Se andorno anchora per Flfola facendo mille danni alla
gente.
il Re Giacomo, perche non haueua dinari, fece disfarei ba¬
gni di tutta ITfola, quanti erano aliai,Se diqucllecaldare fece dei
li dinari Se grosfi, Se bifanti.
Quelli, che andauano intorno alflfola depredando jandorno
al Ciiiitano di Pcntaia,Se li tolfero da duemila ducati; Se il Ciiii-
tano era M. Giouanni de Mila. Andorno alla vigna del Cai ri,
Seglitolfero 15. catte di zuccaro. Andorno àChrufida, Sepre-.

m- fcro
^. . 63
fero a M. Ella d’Acrc due mila ducati , & fecero altri danni affai.
Il Re Al nife fece Capitano de Cerine* M. Sor de Naucs : il-
qual doueffe ordinare ic cofe, & le géti da combatterci fece Ca
ìfeilano Fra Elia con gli altri Campieri di Rhodi. Poi mandor-
no fuori per Ambafciatore al gran Teitar’vn Fra Nicolò Vefcouo
Latino di Limifsò : ilquaTandò al padiglione del Capitaneo Ge¬
nerale, che fedeain terra fbpra il tapeto, di il Vcfcouo ingenoc-
chiatofi auanti, di poi al Re Giacomo diede li prefenti,& poi pre
fe iicentia di fare la fua ambafeiata . Cofì dopo le debite riueren
rie di circonilantie, le dille, 5Ìgnor’Amira & gran Teitar’, il no-
ftro Re Aluife dice, che dopoi che de iure gli toccaua il Regno,
'fecondo le Asfife, & coltami dell’lfola; coli egli fece : nondime¬
no per compiacerai gran Soldano al baftardó Ìlio cognato & Con
Tobrino, Ói di mandarli la predetta armata ; eflo Re Aluife non era
in Cipro, quando che gli Canallieri 1 i faccuano difpiaccre de To~
diauano : per liquali effoandò dai Soldano. Hora ch'egli è nel
poffeffo, gouemani, di reggerà, di metterà ogni felèo, di tutte le
fpefe, che fono fatte del Tarmata; tutte li obliga di refarli,pur che
le laicinonel poiìdfoideò, quefto fuo cognato di confobrinoli
voi ritornare T Arciuefcouado : ilquaie ila d’intrata i y. mila du¬
cati : & fe non vol’efler’ Ecclefiafticoj-ii Re Aluife lo farà Prenci
pe di Gallilea, & gli darà tanta entrata, che fàrà contcnto . Il Ca-
pitaneo rifpofe ; Andate, di dite al voftro /^e, che hò intefo ogni
cofa : ma è dibifogno, chela volontà del mio Soldano fiaadem¬
pita : Et cofì ritornò il Vefcoiio, di referi il tutto. Et tuttauia
quelli di fuori tirauano Tartegli-erie ; & eglino di dentro fi difen-
ìàeuano yaloròfamente. Pafìati alcuni giorni; fu portata vna let¬
tera al gran Teitar dal Capitane» délT-annata come era venuto lo
iniierno, di fhaueuà affai tato vna fortuna, per laquale s’era rotta
vna galera, di alcuni nauiiii : & perciò in quella lettera gli faceua
proteffo, com'egli in breuc faria partito fuori del pericolo; on¬
de il Teitar leuò il campo da Ccrines, dipoi cheThanno combat¬
tuta aliai giorni; & abbruciarono i ìor’alloggiamenti, di fe inuior
n o verfo Ni co fì a.
Il Re Aluife Vedendo queftanouità, pensò effer qualche /Ira-
tagema ; & perciò non ofaua di lafciare niffuno vfeir fuori da Ce¬
rine* ; ma effendo fuggiti alcuni Carnicini dal campo ; andorno a
•4 Cerine**
Ccrircs, & difero il fatto: periUhe vfcirno di Ccrines molti, &
■prefero àflai'vittuaric .
Il granTeit-arripofato à san Dimitri fuori di Nicofa alcuni
■giorni;ceco, il Re Giacomo con lacrime & pianti gcttamdoR pili
(piedi del Captane© & altri A mira, che di.gratia non I9 vo.glianp
abàndonarc : & hauendo alterato vja pezzo, non fu mai ordine ,
che rdlaife. Cojì andorno à Salines all!Armata.
Il Re Giacomo mandò li pregioni che elio haueua al Cartello
di Siglari > 81 poi in Nicofia con ciucile fu e genti fece consìglio co
piati & fufpirijche li debbano còfigliar di iare.Rifpofc fra I.ha;&
glidiflè;Nó vi fpaue-ta;e;nulla: bò ipeiàzangl Sig, che altroRe no
Darà in.Cipro ,;che VolitaSignoria : però fatteci mìo coniglio,
& andate adeffp alianti che l’armata lì parte, & pregateli epa le
lacrime che vi Infoiano vn’Amira con alcuni Mamaluchi. & Sarra-
cini: & cofi fi partì,&andò à Salines,& di nucuo fi gittò arti piedi
del gran Teitar, & altri Amira : ilqmlc moflb à pietà; li diedi vnp
Amira, GiouanniPec,& lo fece Gap ita neo, & li diede Marna-
lue hi , Galfufi, & altri Sarracini ; & ibreilo de il*Armata andò al
Cairo. •
Il Re Gì; corno con li predetti andò al Galle Ilo de Siguri, & di
r.uouo cauò li p re fon ieri, Se li ccndurtcr o ficco in Ni co li a : & po¬
lli in pregiane ; li Mamaluchi con li Amira furono fparif per le ca
le, & il Capitanca andò al cartello, & il Re alla Corte ; & era al-
Ihora il mefe di Nouembre : & ripofati alcuni giorni; andorno ad
aflediare Cerines di nono ^
Il Re A!nife vedendo lVfifcrcito di fuori di Ccrines,&esficr^L
noaflediati; mandornofuori fil .Yifeqnte M, Hcttor Chiipides 4
veder di poter ritrouare alcuna cofa da rinfrefcarfi ; &, vfee do fup
ri, erano afeofi alcuni in certi pasrt, che l’afpettauano.Perche fcp
pero quando haueua da vfeire, &. lo prefero, & gli tagliarono il
capo, & lo condulfero nel ponte della piazza de fono di Nicofia r
& l’hanno impefo: &; prefero vn’altro villano liSarracini, & la
pretella di vn Cafale quiui vicino con dui figliuoli; qiialiammaz-*
zorno; & li figliuoli fecero Mamaluchi.
Circa il mefe di Febraio 146 .,-ilrvc Aluife andò con la Regi¬
na Callotta a Riiodi, & con molti nobili; Infoiando à Ccrines Sor
de Naues Capitaneo.da Sicilia;& da Rhodi hanno mandato à Ce¬
rio cs
" ’ ' .. 69
rines rinfrefcàmcnti : & poi il Re & la Regina imrorno in vna gai
lena, Sevennero in Italia : & il Ré andò in Sauoia,& lafsò in aban^
dono ogni cofa : & la Regina andò a Mantoa, & ritrouò Papa Pio
Secondo & lo pregò che douclfe pregare li Principi Chrittiani,&
masfime il Duca di Sauoia, che la debbano aiutare; & esfi tutti
fecero orecchie di merendanti: onde il fommo Pontefice per pie
tà ; gli diede vittuarie & monitionc in Ancona con vna Natie, &
iiìtrò là Regina in quella, & andò a Cerines , & vide li Ccrinioti
attenuati del tutto. ' i-
JI Ri{ Giacomo non folamente haueuaralfedio in Cerines, ma
anchorainFamagofta, qualetcneuarfbliG'eiioticfi: òccitando li
Famagoftani alta diati, vicinano dal porto con le galere,& andaua
no a bufeare alcuna cofa : & citando capitata vna galera di esfi rot
tk à Carpalfo; il Bai lo di Carpalìo & Fra Elia mandato dal Re Già
dòmo ; lì attaccamo con li Gencucfi, ft^ammazzorno affai,& ài
tri in pregiore . DaFamagotta vfeirono de altri a cauallo; & an‘-
dauano per li Cafali depredando : & clfendo auifato il Re Giaco¬
mo ; pretto vi corfc, & gli ruppe, &r molti re préfc,& altri am¬
mazzati. Da Cerine* vfcì vna galera, laqualc volcua andare a
Rhodi, & la fortuna la ruppe nel Cafal Pendaia : & il Ciuitano di
Per.daia prefe da quella galera M. Gualtier de Norcs, & dui Tuoi
figliuoli:, & M ThomafoGarrcri, & li condulfcro à fan Deme-
tri : onde il Capitanco Giouanni Pcc àrdo poi à quel Cafale per
tagliare à pezzi fuori dclli figliuoli di M. Gualticr .dc Norcs ba¬
rone , quali volcua farli Sarracini ; fubito l’Arciuefcouo Fra Elia
pregò il Re Giacomo, che li douelfe perdonare, 6: coli li perdo¬
nò : & ccnduttoli in Nicefia nel ponte della berlina, gli mefìror
no il capo del Vifccnte Cbiuidcs , & li difiero ; Ecco il capo de!
voftro .Vita-onte : & eslì vedendolo, prefero grardisfimo rama-
rico :& poi li pofeno nelle pregioni, & poi li canoino fuori, & lt
condufiero alianti al Re Giacomo per giurarli fedeltà; & esfi mai
non vollero : & clfendo conttrctti ; rifpofero, Noi,Signor, come
Chriftiani vna fola tede hnuemo, & quella 1 habbiamo data alla
vottra fioretta, comelegitimaherede del Regno, de al fuo marito;
perciò non postiamo giurare : onde il Re Giacomo li lcuò li Ca-
fiali, & «feudi Tuoi : dipoi per compasfionc li die de alcuna cofa da
poter viucrc • In quelli giorni due galere fiiccefsiuamcntc cor-
fero à Carpaflb , di Genouefi, & per la fua mala forte furono rot¬
te dalla fortuna, & il Bailo di Carpaffo prefe tutti, & li mandò al
Re Giacomo fuori ail’effercito, che affediaua Famagofta: & dalla
Soria non mancauano genti in fauore del Re baftardo .
Il Re Giacomo al Cafal Trapefa fece fare fcaie & altri inftru-
inenti , & vna notte andorno à Famagofta lì :appreffo dalFArfie-
naie, & meffero le fcaie, & furono corte, & ritrouorno un bufo lì
appreso al Pirgo, di con li martelli cominciauano à slargarlo: ma
li-Famagoftani li cacciorno fuori prefto : di effendo fatto giorno;
hanno depredato di abbruggiato tutte le \ igne loro.
Andò poi il Re con il Vifcontc fuo Morabito nell’altro effer-
cito, che affediaua Cerines>,&il Morabito poco accorto andò lì
preffo allefoffe di Cerines : onde furono alcuni di Cerines nafeor
fti, & faltorno fuori, & prefero la briglia del cauallo, et vno di
quelli alzò la fpada per tagliare il capo del Vifeonte, et il cauallo
fuo fi fpauetòjCt ruppe la briglia, et il Vifcorte fi fuggì ; dal Re
andò poi à Nicolìa: Et per quello atto donò tre praftio al Mora¬
bito Viffchi, Cugali, Adcchi,et due vigne, et lo fece Marizaldi
Cipro, et io maritò con la figliuola di M. Almfe di Nores ; quale
viffe pochi giorni, et morì.
Nel niefe di Maggio à Salines comparfero le galere di Sor de
Naues per Rare al feruitio del Re Giacomo,come li mandò à dir:
et fubito il Re , et il Capitaneo de’ Sarracini li hanno ragionato
à Salines , et poi gli diedero vittuarie, danari, et lettere, che va-
di à Tripoli, et altri luoghi della Soria, che conduca Sarracini, et
Mamaluchi, et arteglierie : et il Re èón il redo andorno à Fama¬
gofta . 11 Re li mife da vna parte,et li Sarracini dall’altra • In que*
giorni comparfero da Gcnoua le galere di M. Lionardo Grima-
ni, et portò à Famagofta ogni fbccorfo ,* et portò anchora vn Ca*
pitaneo M. Babila Gentil,et vna Fufta di M. Imperiai Gentil, et
vna naue con vna compagnia di Candiotti.
Le galere di Sordes naues vennero di Soria in Cipro, cardie di
archi,Frezze,vna botte di poluere,due pezzi di artegliarie,di Ma-
maluchi, et Sarracini affai;et fece vn tradimento al Re Giacomo^
fecondo che li voleua condure a Salines ; lui andò al porto di Fa¬
magofta , et le arteglierie le donò alli Gcnouefi,et le altre cofe le
conduffe à Cerines ; onde il Re Giacomo vedendo quefto tradi¬
mento;

mento ; leuò l’affedio da Famagofta*
t I la Regina Carlotta tornata d’Italia, andò prima à Rhodiei*
Cipro -, Se difmontò d PafFo. Allhora il Capitaneo di PafFo era il
Miftachei, ilquale ftaua a nome del Re Giacomo: ma quando vi¬
de il Mi Rachel la Regina Carlotta ; fubito gli refe le chinili del Ca
Hello ; & la Regina ttìife per Capitano M. Pietro Palo! & poi mi-
fe il Muges : & paflati alcuni giorni ; la Regina andaua cofteggian
d© la Contrada di PafFo, & tutti que* Cafali faceuano vn'allegrez-
za grande. & poi andò à Ccrines, & mandò Sor de Naucs con le
fue galere d PafFo, & mife Capitaneo il fuo fratello Pietro di Na-
ues : & ritornando Sor de Naues ; pafsò da Pentaia, & quiui era
Ciuitano Dimitri da Corron,& fi attaccorno infìeme, & morfero
genti da ogni parte /
Il Re Giacomo intefo, che il Miftachei era cauato dal Capita-
neato di PafFo, & fii pofto vltimamente Pietro de Naues al nome
della Regina Carlotta ,* fubito mandò Dimitri da Corron per Ca¬
pitaneo di PafFo : ilquale haueua gente affai : & Pietro de Naues
vfcitia fuori fpeffo dalli Cartelli, & combatteuano con Dimitri.
In quelli giorni fi ritrouatiaM.Giouanni Miftachei d PafFo,& tan
to fece con Pietro de Naucs, che refe li Cartelli al Re Giacomo :
Se il Miftachei al nome del Reprometteua cofe grande : & M.
Zacco Salaga fubito portò a Nicofia le predette nuotie: onde it
Re hebbe allegrezza grande, Se donò al Salaga li Cafali di M.Alef
.fandro Capadocca; Se a Pietro de Naucs gii diede vna entrada
grande.
Tutto quefto fopradetto occorfe per tutto il 1461.Se molte al¬
tre nouità furono corfe d Ccrines Se d Famagofta. 11 Re Giacomo
molti, quali erano da niente li ha effaltati, donandoli cafali &fcu
di, come a-M. Giouanni Pcres Fabrici, ilquale lo fece dipoian-
chora Conte di Zaffo ,• Se Mudo Conftantio con cafali Se feudi Mai
rizal di Cipro, Se altri : Se ciò faceua per quelli, che faiioriuano
Carlotta, Se non cfFo : 3c]j priuaua delli feudi, Se li daua a chi gli
piaceua.
La Regina Carlotta mandò Ambafciator à Coftandnopoli nel
1462.M. Florin Conte di Zaffò : ilquaPgiunto, fu meftfo in pre-
gionc : perche la fu a moglie era forella della moglie di vn di quel
li Bafcià, ilquale più volte fcrifi'e al Conte, che mandafte la mo-
•* ■ : 7 'S/ 1 .
g}ic & li figliuoli à-Oo.fi antinopóJG ; & il Conte non hà vplfùto
mai : onde adirato il Bafcia vedendolo j lo mife in pregione, 6c
poi lo fece fcgarc permesso, & mori •
11 I^c Giacomo pcjrpridetto .anno; reftrinfe Cerines molto:, tal
clic noprl^u cu ano altro damiangiar^ che cani, gattiforzi, & ca-
ualji. I) ■: 3 - • d iin a : . ■ : ;
La Regina Girl otta difperata dei,tutt.o>lafciò Sor dcNaues Gè ’
pi ranco a Cerines, & ella andò a Rhodipcr Veder dal gran Mae-
firo di condili*’ alcuna vittouaglia per Cerines.
11 Re Giacomo hall ci: do intetto il gran bi fogno, che patiuano
a Cerines & vedendo non clfcr ordme per forza di haùerk;fcrif
le al Capitaneo a Sor de Naues con molte proferte & grande, co¬
llie fece al Riofratello Rieftg(dé Nauès, che diede li,Caccili di
Ikfto^anzi.aqircftQgliprometteua di dargli'laiiia'hgliudla'baftar.,
da per moglie ; lacuale baticua il nome delja Regina Carlotta. Il
Capitaneo ucderido le gran proferte.de il partito , & ettendoan-
guièiatojli diede Cerines al Re Giacomo: di coli hebbe Ccri-
ncs , dipoi che fil attediata dui anni. 11 Re Giacomo liaunta Ce-
rircs,mifc tutto Io sformo fuo per hauer’anchora Famagofta : on¬
de li famagoftani patinano grandemente ogni difagio, & uenne-
rp a tanto, clic promifeno al Re Giacomo > che fe in tanti giorni
non uerrà fotcorfo da Fama gol Li; che furiano dati alle mani fu e:
& circa li giorni prefisfi cqmparfe vna nane da Genoua carga d’o-
gni vittuaria: ma non haueua tempo di entrare nel porto: onde
il Re Giacomo con Iq fue galee prette la nane ♦ Perikhe,ycdendofi
ILFamagoftani derelitti del tutto ; li arrefero à patti; fra le altri
eondittioni, fiVqueffà^cbe li dquette reggere fecondo li rtatutL
di Gcnoueiì ; de cotti il Rcgli promifè, talché nel 14.64. il Re en¬
trò in Famagofta,, dipoi cheftìattediata anni.
11 Re Giacomo mife Capitaneo del Camello diFamagofta, il
Cunei!a, &. collimandogli,che à nittiino £he andafle di notte al ca*
ftello, non douette aprirlo, tte bene ttutte egli in propria perttona.
Il Capitane© Giouanni pedi di Sarracini pensò di farii Signor
di Fa mago Ila, & ammazzare il Re Giacomo, & far.fi effp Re: on¬
de andò vna notte con molti fuoi al cartello di Famagorta,& com
mandò, che li do uè fiero aprire le porte del cartello : ma il Capi-<
taneoii feufaua fopra del Re con dirgli > che cotti gli haueua com-
man-
iino^na'Jitb ioti* Ut ; orr Ko\ì* * dì rruit
jkt.nn. yi
J<^ritoriVó(rti<^ ì Sarricliii > & la mattina andorno da!
fé\ IhWcrftfijbdifi :■& ilRd ton.buòfte paròle li mandò via,& csfi
erano molto fdegrvatif onde ftccòittm il Re, che volcuano fargli
trirdiVrieVitó jòeTfò di vfarlià loro vn’altrà :
©frdòllibitè-^ÒmFfiahdò^ che IfSarracihi1 badino alla Mèiìaridper
còfrimbdl&terih ed7FàmagoIla qtièfli, che e(fo Voleua, quali
trarlo ftfòl-àmrei : 8cp'oNairaltra;parte conùocò tutti li Franéo-
matùddlWòIa, &tuctHf Sòldati ; & ^n giorno alFi mp rotti ftaàf-.
&lì esfi Sarracini tutti li tagliò1 a pezzi, fuor che quelli di Fa-,
mdgofta : alli quali il Re moftraua di non Papere nulla di quello,'
& e(feFfatto contra ogni fila volontà,ciò che fu fatto. ;Vi
fti li Soldàttodéb Cairo hauendo fapttto la mortalità grande de*
fifoiffettà'in (Spr^^éra' quafi difantafiè, Si gia propofe di man¬
dare gVaride & difcacciare y& crudelmente fare mo->
Fife ilRèylSi’tutÌFli Ciprioti fi ma fi Re Giacomo, come a (luto,
pensò ài tutto, & fubito mandò unambafeiatore al Soldano con
molti prefenti & preciofi, & con efeufatione, aderendo il tefti-
tnonió di alcuni Sari-acini fuoi àmici. Feniche fi quietò il Solda-
nò : maperò-'gìi iù crefciuto il tributo, che fc gli pagaua •
Il Re Giacomo haueridòpacificato tutte lecofe fue,& godut#
il Regno alcuni giorni^fqdiede poi alla lulfurja di fuergognar qut
fla e quella ròride diede molto a tuttidflamcntarfi, & ricercare
òtelfiarte di titmdi-caffi deUédhgiurie riceuute . Ma t(fendo al-
cdni tefàgemi difcò^eftì jne fece morire affai, & in particola¬
re , il Zjiam Chimi y ZiàhV Sóbba, Nicolò di Coftantin, Giaco¬
mo ^Safaga, -Bàtiàfn'de^Norcs, Dimitn buftrum, & il Marfitio:, &
gàtri àffàl^‘idotó>akt<tpfriiròdetti feudi, & loro Cafali. Alcuni
perché 10 ifóktaarib femtóStóàrcyàlcilni'dfenon lo ti eden aliò con
miòn'òechio > & '‘àttòpyrcliè/iìod.’#Jòleuario giurare fedeltà,
Sentóri dò fi di hauere giurato àlla Regina Carlotta : laquale uera-
ménte cònofceiianO uerò lierede y fecóndo le Afsife di Hicrufa-
i&'nei numero di quelli fàTAiiÒ del inio padre Chiàrione
LnfignàdcPflepote del Ptcncipe di Gallileà : ilquale era figliuolo
del primo Re Giacomo li feudi che gli priuò era Oliti con
li fuoi pertinenti : ilqual feudo poi la Signoria l'ha uendòto A
Ziam flatro , & poi a M. Hercole Podocataro : Haueua anchohà
Clila rione il feudo di Lapidio,Pifcopio, San Dimitri>& altri Ca
u. -• : • 1 , ' , , Gii-,
fàli $ in fomma 24. & non rimafè a erto , nè alli fiioi di {candenti
faluo il feudo delia fiiarmogiic* Eiena Zappe, & le Decime d^
Pfimolofu : & il filo figliuolo Filippo pei* la nobiltà fua, nonpeij
li beni che non haueua , prefib per moglie Ifàbella figliuola del
Zamperes FabriciConteprima di Zaffò , & poi Conte di Car-r
palfo : de con quelli beni li loro defcepdenti già uiùi, uiuono.,
Ma bora tutti fono fatti fchiaui dal 'Turco nel confòrti© degli al¬
tri nobili ; molti altri nobili ha priuato efio Rejper;npnuolerJÌ
giurare fedeltà, come il Sebl^v & Denofes,,&altri nobili..
Il Re Giacomo partati alcuni giorni in quiete,& confi derato che
li Principi Chrilliani non lo teneuanq persero Re, ma come ti¬
ranno: & perche anchora da infidele h^bj^q^fiirpatoil titolo Re^
gio;però mandò il fuo Arciuefcouo Fra Elia, Rrcrpitano per Am
bafeiatore al fommo Pontefice, ilquai’era allhora Pio Secondo^
com’egli medefimo fommo Pontefice narfa , nella Co fin agrafia
del mondo fino : & per due caufe andò a Roma rAmbafciatqre? ;
lina accioche Riffe coronato per Re di Cipro, come furono li al¬
tri con lamedcfimaauttorità : fecondo yfii mandatò per doman¬
dare per fpofa la figliuola di Andrea Palieo logo Signor dellaMo
rea, laquale eflendo difcacciata dal E^ominiq dal q; .era an?
data in Roma : de il fommo Pontefice, la diede a un Cardinale in
gouerno. . . niFlii-Fi nob5Ìh hin innt :'
Papa Pio Secondo rifpofe all’ AmRafciatorc , come grandisfl-j
inamente fi marauigliaua del fuo Re, fe l’è lecito a dire, che lq
debba incoronar nel Regno ; hauendo cacciato il nero herede,iIT
quale attualmente regnaua, & lo mandò fuori del ^egnp proprio
uagabondo, per uia dcll’infideli inimici del, Chriffianefino fan,-
gue : et poi quello che più aggraua il $©i^ie del Chriftiano ,$$
masfime di vn Re; ch’egli habbia giurato#} Sold.anQ delCairo
fideltà fopra li fieri Euangelij; de di effer’inimicp dèll’injùmcì
del Soldano} de amico de’ fuoi amici. Chi fono inimici de gli
Infideli fe non li Chriftiani?& molti altri ragi on amenti il Ponte?,
fice ha ragionato aH’Ambafciatore : & perciò non vojfe, mai cqn^
fentire,chc fulTe coronato: ma gliconcedeiia b enequella Signor
ra per torla per moglie . L‘Am bafeiatore haueua commisfione,
che £9 non voleua coronario, che rifutafle anchorala signora: de
cofi li parti, de ritornò in Cipro.
Il
c o - ; v. • 1•*
Il ReGiacomo vdendo la rifpofta del fommo Pontefice ; adi¬
rato , & temendo qualche finiftro ; fece vn editto, che non la-
fcialfero accollare neirifola alcuna forte di vaifelli Francefi ò Sa-
iioini : ilquai mandato fu pai molto più offeruato da Catherina
fua moglie, & dalli Signori Venetiani: talché durò per trenta an
ni continui. ;
Il Re vedendo, che non potcua viuer quieto, fe non ftiffe ma¬
ridato , di per lafciaf memoria di fe, hauendo intefo, che la figli¬
uola di Marco Cornaro gentilhuomo Venetiano era molto ele¬
gante , leggiadra* virtuofa, & da bene , & il padre di Caterina
era in Cipro, & era amico grandc'dcl Re, & era anchora il fuo
fratello Andrea Cornaro Auditor di Cipro: perciò la dimandò
per moglie : ma prima volfe vedere la fua effigie, laquale vn di¬
pintore perfetto & val'cnt’hirorrro la mandò in Cipl’o: per laqua-
lcaccéfe^animò del Re, di mandò in Venetia M. Filippo Ma-
ftachel per compirli matrimonio, & condurla in Cipro.
La Signorìa di Venetia Fallendo intelo, che il Re domandaua
la predetta figliuola; la conditile in Palazzo à San Marto,& la fe¬
ce figliuòla di San Marco : dipoi la veftì da Regina, & chiamò
l’Ambafciatore del Re nel Palazzo, & glie la confegnò,con dirli.
Vi confegnamo quella nollra figliuola, non come figliuola di
quel noftro gentirhuomo ; ma come figliuola di San Marco : di
vi confegnamo anchora la fila dote loc. mila ducati : laqual dote
San Marco la dà, come fua figliuola. Dipoi la Signoria preparò
.alcune galere, & la mandò in Cipro con la madre, fratelli, & al¬
tri parenti, de con TAmbafciatore della Signoria : di arriuata in
Cipro con gran gloria,de honore,& gran felle; fù maritata, & in¬
fi eme coronata per Regina di Cipro : & non pafsò molti giorni,
che fu grauida, ilquai figliuolo liibito nato,mori, & di nuouo fù
grauida •
Il Re Giacomo haueua fatto due baftardiper alianti, & ambi-
due di nobil fanguc di madre : vno è di Flatri, di fi chiamaua Ia-
no',ouer Eugenio ;&l*altro Giouanni;& fece anchora vnaba-
ftarda chiamata Carlotta il nome della Regina Carlotta fua fo-
rella.
V olendo poi il Re da Nicofia andana Famagofta ; menò feco
molti Nobili, & Baroni, di particolarmente li Zij della moglie
fua,
Tua, il Cornaro,& il Bembo: & effendo il Re andato à caccia celi
li predetti ; tornò nclhCortcfflrapco:laffo.r& gli cominciò
la fcorrcntia di corpo terribile : onde li Zij della /Regina > come
fccrctarij fuoi, non lafciauano andar niffunò, dou e era il i^e : iU
quale tuttauia mancaua . Li Bareni mandorno à<Nicofia percòft^4
dur* la Regina à Famagolla. 1
Li Baroni fentendo, che tuttauia peggióraua,entrofno dentro
per forza per veder il fatto loro , & il Re # e dandoli, liebbe gran
confolationc: & fece fubito chiamare M. Thcmafo Ficcardo fila
cancellieri,& in prefentia de’ fuoi Baroni feceteilamento , & la-
fciò eommefsi, & goucrnatori, & tuttori del figliuolo,che nalce-
rà, il Conte di Tripoli, Giou-anni di Fures, & Capitano.diFa-
magofta,- il Conte di Carpaffo, & di Zaffo,& Capitanco deite ga¬
lere,JM. Giouanni Peres Fabricifil Conte di Riichas,il jMdrftì de
GrignierjM. Andrea Cornaro Auditor di Cipro, & il Bembo Zij;
della Regina ;M. Rinzo di Marin Zamberlano Regio di Cipro;
Pietro d’Auila, & M. Giouanni Aronio ; 8^.gli di.ffe Signori Baro
ri, fela volontà del Signor’è ch’io pafsi da quefta yi.ta,; lafcio la
mia moglie Regina, & Signora : & quando che nafeerà il figliuo¬
lo, effendo grauida; quello habbia il mio /^cgno.ma (e à calò mo-
rifle; voglio, che l’habhia il primo baftardo mio Ianp: 8: moren¬
do,che l’habbia il fecondo Giouaimii&mQrcndo; che l’habbia U
mia baftarda Carlotta: & morédo^voglio, che v,adì al piu propin¬
quo della cafa noflra Lufignana, fecondo le Afsifc di Hierulale*
& di quello Regno : de quella è la mia vltima volontà. Anchora
lafcio il mio Tc foro, delcj uaìc affai mi afiati cai,c.qmc dicemmo di
fopraLe galere difarmatile ; perche molto tiranneggia gii
huomini. , .; . . y
Il Re Giacomo di età di 33. anni pafsò da quella vita, ha iteti do
regnato anni 12. &mcfi8. & giorni 4 . Nelli predetti anni fi com
pitta dentro gli anni della /Regina Carlotta Ina forella, laquale re¬
gnò foia in Nicofia vn’anno, con Alitile fuo marito, & due anni
aflediatain Cerines : falche il/^e Ballardo regnò anni,libero,
del tutto, 9. & 8. mefi incirca; & mori nell’anno delnoRro Si¬
gnore 147 & fu fepolto in Famagoflanella Chicfa Cathedrale
Latina di San Nicolò, con gran mìferia, & diihonore : perche il
peccato fuo volfc,che in Cipro non fi trouatia cera tanta di fepeU
lirlo:
7i
lido; & poi g/i /tiro no fatti gli Eflcquij fetondo ilconfueto.
Li signori Gouernatori, fubito morto il Re, mandorno M.
"Giouanni Terras, à Nicofia dal Vice Re, M. Aiutio Coftanzo, Se
Armiragliodi Cipro,& poi publicorno Caterina Cornara Regi¬
na di Cipro. Dipoi il Vice Re caualcò fubito per Famagofta co il
Bailo de’ Venetiani,có M. Paolo Zappe Vifcote di Nicófia, & co
M. Honofrio Requefi'Sinifcalco di Cipro,il Vifcóteera Sinifcal
co di HicrufaléjM.GMianZara, Nicolao Vefcouogreco diNi-
cofia, il Vicario deirArciuefcouado il Siluani, & tutti cauaicor-
no infieme; Se poi gli* altri probili,Se cauallieri: & fecero homag
gio alla Regina, cioè li giurorno fedeltà: Se M. Giouanni Terras
daNicofia andò à Cerines dal Capitaneo : ilqual’era Nicolò
Morabito, Se fece il medefimo;& àPaffo mandorno il Cauallieri
Cortefe^Òt ritrouò il Capitaneo,ilqual’era M. Giouanni Aitar;*!
qual con gl 1 altri fecero homaggio.
La Regina Caterina mandò fubito con li Signori Gouernatori
vnagalera dal Soldanodel Cairo, aui fan do la morte del : Dal
l’altra parte mandorno vn’altra la Regina Se tuoi Zi j à Venetia,
auifindo la Signoria.
La Signoria di V enetia, fubito intefa la morte del Re; mandò
alcune galere,per confortare,Se confidare la Regina,& li fuoi ad-
hercnti :Se poi mandorno M. Vittor Soranzo per Proueditor del¬
l’Armata, à tranferirfi in Cipro, Se veder li bifogm della Regina
Cathcrina.
La Regina Carlotta dipoi che fi refi a tradimento Cerines , ri
mafi a Rhodi per veder’il fine : Se quando intefe, che era morto
il fuo Tiranno il /^e Giacomo; fu molto allegraspercioche /pera-
ua di entrare in breue nel filo Regno, hauendoli prom elfo li Ca-
ualiieri di Rhodi, come buoni amici : & pafiando in que' giorni
M. Vittor Soranzo,che andaua in Cipro con la fua Arniata:ando
la Regina Carlotta à ritrouarlo, Se con parole humane, Se di pie¬
tà lo pregò,che la doueffe metter nel fuo Regno, eflendo lei fia¬
ta^ li fuoi antecelfori buoni amici de’ Venetiam,& inimici de i
Genouefi; Se molti altri ragionamenti : alli quali rifpofe il Prone
ditore ringratiando l’affettione ; ma egli era obligato alla Re¬
gina Cathcrina più che à lcirpt rcio che importa piu la camicia,
che il giuppone, Hauendo intefo la Regina Carlotta la nfpofta ?
& vedendo non effer*alcim rimedio di poter hauer* il fuo Re¬
gno, & in quei giorni hajiieua intcfo,che in ironia era morto Papa
Paolo* Veneto,& era fatto Papa Siilo Fra Minore; li partì da Rho
di,& andò a Rama, per fare,che li Principi Chriftiani raiucafle-
ro nell’entrata net fno Regno.
Il Sommo Pontefice Papa Siilo hauendo intelo la morte obro-
briofa del Re Giacomo ; fcrilfe vna lettera ai li Signori Gouerna
tori, & Commiffarij dèi Regno, come li marauigliaua grandamé.
te, che habbiano lafciato ad Andrea Cornato, & al Bembo, dar la
morte al Re loro con il veleno, & hora efsi godeno il Regno.Pre
fero la lettera li-Signori Gouernatori, & la lederò fu li {caliini di
Tanta Soffia in Nicolia : & tutti adirati, caualcorno, & andorno ì
Famagofta-, & tanto fecero, che diedero la morte ad ambedue :
talché la Regina era fpauentata, & teme ira grandemente •
La Regina Catherina partorì il figliuolo, & lo chiamò Giacomo
il nome del padre : & perche li nobili del Regno erano tutti di-
uifiin tre parti ; alcuni adheriuano con Catherina & Vcnetiani,
altri con la Regina Carlotta : & quelli erano li parenti di quelli
nobili, che feguirono Carlotta , quando fù difcacciata del Re¬
gno, & quelli clic nclfftfbla erano rimali priui delli loro feudi, de
Calali. L’Arciucfcouo di Nicofia, ilqual’craFratello di Giona-
ni Percs Fabrici Conte di Carpaffo & di Zaffo,& con il Zamber-
lano Rnzo di Mariti-, voleuano maritare la baftarda Carlotta del
Re Giacomo con il baflardo del Re Ferdinando di Napoli. Ef¬
fondo dunque quelle tre diuifioni nelFIfola ; preuallero quelli
della Regina Catherina : percioche ella era già nel polfelfo, & la
Signoria di Venctia la fauoriua, mandando Ipelfo Gouernatori,
foldati, de prefero tutte le fortezze nelle mani loro : & accioche
del tutto cdfalfero le diuifioni; hanno coronato cofi fanciullo
Giacomo nel luogo del padre.
11 Re Giacomo fanciullo lo conducemmo nel li luoghi pub fi¬
chi , quando che voleuano fare qualche atto giuridico : de dimo-
Rrauanoche il Re faccua in pedona delli Gouernatori: &poi
hauendo regnato circa due anni de meli, morì, de fù fepolto fo-
pra il fuo padre à Fa mago Ila ; di fu mormorato aliai di tal morte:
& tutti credemmo, ch'eglihaueffe fatto vna morte limile à quel¬
la del padre .
La Signoria di Venetia hauendoquafi il Dominio,ouergouer
no di Cipro tutto nelle mani fue,& tutte le fortezze,& le piazze,
& guardie, cauati li Ciprioti foldari, & pofti li Venetiani con il
confcntimento della Regina Catherina, caftigorno aflai,& mol¬
ti di nobili, come cittadini : altri mefsi in prcgione, volendoli
vendicare della morte del Cornato, & del Bembo Zij della Re¬
gina : altri ne pofero nelle galere ? altri ne* ferri , & ccndutti in
Venetia ; & alcuni in {uccello di tempo furono ritornati ; & altri
del tutto eftirpati : & qui fiì l’ultima ruma delli Nobili di Cipro:
laqnale cominciò dal primo anno del Re Giacomo baftardo, &c
durò fino al prefente . Però il Re baftardo ha elfaltato aliai, &
fatto molti nobili noni.
L*Arciutfcouo Fabrici con il ZamberIano,& molti altri lì fug-
girno da Cipro, dando luo go alla fortuna : & altro di loro non li
ha ha uuto •
La Regina Carlotta,offendo dimorata à Roma,& vedendo che
li Princ ipi Chiiftiani, ei maslìme il fuo Cófobrino Amadeo Du
ca di Sauoia non fi curavano nulla,et il fuo marito] Aluife, et fra¬
tello del Duca Amadeo era morto ; il lòmmo Pontefice volfe dar
gli buona prouilìone di uiuer : ma lei non volfe nelli principij; et
volfe piu tofto andare à mendicare in difpregio delli Prencipi
Chriftiani. In {uccello poi di giorni temendo la morte,nella ca-
pclla di fua Santità in prefentia del fommo Pontefice,et di Cardi¬
nali renuntiò il Regno di Cipro, con tutte le lue attioni, al Duca
di Sauoia fuo Confobrino : et quella tal rtmintia fu anchora letta
in Bologna nella coronatione di Carlo Quinto al tempo di Papa
Paolo Terzo. Mori dipoi la Regina, et fu portata in A silfi,et fe
poltanella Chielà de’ fra Minori Conuentuali.
La Signoria di Venetia per ccnfeguir’meglio l’intento fuo,di.
poi,che caftigò aliai della contraria parte , mandò la madre della
Regina da Venetia in Cipro con altri fuoi figliuoli: quaJu douelL
fero periuadere alla Regina,et condurla in Verctia,et che gli alle
gaffero ragioni efncacisfime . Giunti ip Cipro li parenti,perfua-
fero molto alla predetta Regina di Cipro, con dirgli y che fernpre
faria ftata copie Signora,et Regina, et faria ben villa lei, et li fuoi
parenti, iquali fariano elfaltati per elfa: Et ftàdo in Cipro vn gior
noilSoldano del Cairo,ouer’il Turco all’improuifta fariano an-
T z
dati, & prenderebbono ilRegno,& farebbe perfo & dà lei, &dal
fa Signoria : ma ogni volta, che farebbe nelle mani della Signor
ria,.offendo potente, non cofi facilmente farebbono folleuatigli
nimic^dejlafedenoftra., Etfeàcàfo non voi tiferò V. Sereniti
di ceti ano li parenti ; noi faremo bialina ti, & vituperati,& prilli cK,
configlio . Poi voi fete vedoua : non vi maritate piti, perche ha^
liete del tempo : & dato calo, che moriitc, come fcmo t ut timor*,
tali; il Regno bue andarcbbe? quanti anni potete vitier ? & molti*,
& affai altri ragionamenti le di Aero : ma ella à niffun patto volata
confentire. Ma vedendo, che ogni cofa loro ballettano nelle ma¬
ni, & fortezze, & foldatij& guardie Venetiani, & per amor de Hi
parenti ;gli ha conferito. Li nobili non volfero mai confenti¬
re : ma hauendoli dimoftrato ragioni efficacisfime., & vedendo
che fe voleuano .ccntradire, non haueriano potuto far nulla, anzi:
fariano forfè caligati ^comc erano flati li altri, perche già il tut¬
to tenevano, (Se goti e ma nano: Se perciò il accordorno à patti, cioè
de gouernariifocondo le A sfife di Hierufalcm, & comeli Repre
cedenti ligouemauano, fenza gramezze, ne angari e;faliio le foli-,
te; &molte ajirecondittioni;& esli lafciorno tutte le. fortezze,
nelle mani deTVenetiani la Signoria.proferì di fare-tutti li no¬
bili di Cipro gendlhuomjni di Vcnetia: ma eglino non hanno
mai volfutoj per alcuni rifletti loro . Giurando dunque, la No¬
biltà d’vna parte, & dall’altra li Commesfi della Signoria; conduf
fero di feruare,fedeltà;& cofi la Signoria.conditile Catherina Re¬
gina in Vcnetia l’anno del i 489. Dipoi che ri mafie, vedoua. 16,
anni : & in Cipro pofe vn Luocotenente, cioè viro tenendo il luo
go della Signoria; & duoi Tuoi Consiglieri ; Se pofero anchoaltri
officiali neli’Ifola .
La Signoria conducendo in VcnetiaH Bigina, in* compagnia,:
dèi Miftachcl nobile di Cipro, qual fù caufa affai di eflère condut :
ta ,* conduffero anchora li duoi baluardi del Re Giacomo ; Ianno,
& Gìouanm ; & là baftardà Carlotta ; quale pocaviffeln Padóua,
& mori : & fu fepellita in fanto Auguftino di Padòua* 'Li altri
dnoi baftardi viffero alcunìanni dipoi,& masfime Pvltimo : ilqua ;
fé già x $ .anni in circa era vino,& l’altro fuJfpento in vn canale, &
fi annegò ; &quefK alcuni anni innanti andò in Cipro veftito da
Fri Minore^ chiamato Fra Bernardino*.era nobile ancho dalla
madre
madie di Cafa di Flatri, & ccreaua «Timpatromrfi di Cipro : m$
effóndo difcopcrto;fi fuggi, Et di quefti polleremo filentio.
La RegÈuagiiinta m Veaetia con gran pompa & faufto, andan
dogli incontra la Signoria tutta*» con gran fefte »Ja concluderò in
;5ari Marco».&quw£la Regina feceroprefeate alla Signoria del
Regno di,Cipro : &U&gnoua donò à lcfiAfola cartello in Tri*
iiifo in vita iAudi fnoiparenti concede la Infcgna Reale Lutigna
na, che là portano, come al prefente fanno con l’arma Cornara •
A Giorgio Cornaro fratello della Regina donorono li Cafali 14*
chiamati in Cipro la Commenda piccola di Giorgio Cornaro :
& effóndo vacatala Commenda grande, la donaronoalli Corna¬
ciitoti patto diriconofcercli Cauallieridi Rho di], & perciò ilca
pò di quella fi adimanda Prior.di Cipro: & per infin fiora la gode
lRIluf&ifójmio Cardinale:...
La predetta Cronica cominciando dal Re Giouanm fino àqui*,
llhò cauata dalla Cronica Greca di Giorgio Buftronc; ilquale crai
compagno del Re Giacomo, auanti che filile Re, & anchora di-
poi •. Vero è , che noi habbiamo aggiunto alcune cofó di altri
Àuttori,. & molte, al tre.lafciate per breuità*

Baroni di Cipro.

N Cipro furono quefti Baroni; Il Prencipe d* An¬


tiochia, il Prencipe di Gallilea, il Prencipe.di:
Monte ideale, la Signoria di Sacto la signoria di-
Toron, la.Signoria di Ce/àrea,la Signoria di Sur,.
|j- la Signoria di Thabaria, il Conte di Zaffo,il Con
te di Rucchas ,il Conte diTripoli, il Conte di Garpaffo, ilSini-
fcalcodi Hierufalem, & quello di Cipro, il Conteftabile di Ci*?
pro, & quello diHierufalem, il Marinai di Cipro, & quelito di 1
Hicrufalem, 84 itZamberlana di Cipro..
Tutti quefti Titoli prima erano in Hicrufalem : & mancando
inMierufaiem ; li Re di'Cipro ; fimili.Titoli& Baronie come te
diHierufalem le diftribuiuano , fecondo il beneplacito loro , &
«ondò figlio infigliolK
Il Principato di Mónte Regalali primi Re vfauano di darlo*#
pcifùdifmorfo. Gb altriduoi Prencipati fi vfaua infino al terna

pò del Re Giouanni,ilqtiaie effendo morto,non Turon poi più di-
ftribuiti fimil’vfficij & dignità.
* Tutte le Signorie hanno durato innfio al tempo del Re Henri-
co Secondo; & altre infino al primoi^e Giacomo.
Li Contadi Tempre durorno infìno al prefente : ma non fi daua
de figliuoli in figliuoli : ma in vita • La fuegina Catherina diede
il Contado del Zaffo à Giorgio Contarino Confobrino Tuo de*
figliuoli in figliuoli, & lo tolfe alla Conteffa di Giouanni Peres
Fabrici : laquale haucua ancho il Contado di CarpafTo.
Il Contado di Tripoli effendo mancato ; la Signoria di Vene-
tia lo diede à M. Giouanni de Nores de figliuoli in figliuoli. Pa¬
rimente diede l’ifieffa Signoria il Contado di Rocchas a Eugenio
Sinclitico de* figliuoli in figliuoli.
Il Contado di Carpaflo fu fatto di nuouo dal Re Giacomo ba~
ftardo, & volfe che Riffe la prima Baronia, & che precedere le
altre , & la diede all’Auo di mio padre Giouanni Peres Fabrici:
ilqualefece^. figliuole femine, &niun mafchio: &la prima heb
be il Contado, & fi maritò con vn figliuolo di vn Luocotenente
di cafà Giuftiniana : & coli li Giuftiniani hanno il preditto Con¬
tado .
Il Conteftabile, & Sinifcàlcó , & Armiraglio di HieruFalcm
durorno infino quafi alli vltimi Re,& poi cetìorno.
Il Sinifcalco de Cipro vltimamentc l’hebbe Honofrio requafe*
dal Re Giacomo baltardo di figliuoli in figliuoli : & offendo eftir
pata la predetta Cafa ; la Signoria di Venetia non volfe inueftirlo
à niffuno.
Il Conteflabile Phebbc Pietro d’Auila, dalla Regina Cornara
di figliuoli in figliuoli : Effendo morto Pietro d’Auila;, & France
Feo Tuo figliuolo ; Antonio figliuolo di Francefco ricercò dallà Si
gnoria già duoi anni il predetto vfficio, che li do ueffe confimia-
re : ma la Signoria non volfe,* percioche non vole piii,cKe fimil’uf
ficij fiano nel Regho di Cipro.
L’officio di Armiraglio, & di Zambcrlano mancorrio al tempo
del Re baflardo ; & coli non furon.più diftribuiti * .
Nel predetto millefimo del 1489.cefforno li Lufignani nel re¬
gnare, hauendo cominciato regnare nel 1184. in Hici ufalem : &
nel i 19in Cipro,& durorono infino al fopradetto millefimo ?
che
?6
che fanno anni in tutto 39 f. anni.
Epilogando tutti li Re, fono quefti ;
Il Re Guido regnò inHierufalemanni }.& in Acre 6.& in Ci¬
pro in fomma. anni 12.
Almerico, anni 11 Pietro anni 18
Vgo; anni *3 Pietrino anni 11
Henrico anni 33 Giacomo anni 20
Vghet anni 8 Inno anni 28
Vgo anni 17 Giouanni anni 29
Giouanni anno 1 Carlotta con Aluife anni 3
Henrico anni 33 Giacomo baftardo anni io
Vgo anni 3* Catherina co il fanciullo anni 16

La Cafa Lufignana, che fu in Hierufalem & in Cipro.

j o Lubrun Signor della Marchia, & di Lufigna-


no fece in Francia figliuoli, delli quali in Hieru-
falcm furono3. Giofredo, Guido,& Almerico.
Giofredo ritornò in Francia Signor della Mar¬
chia, ouer Duca, & Signor diLulìgnano : &li de-
Rendenti fuoi in Francia li chiamano I.iibrun .
Guido fratello di Giofredo li maritò conia Regina Sibilla di
Hierufalem, & gli fù il fecondo marito : & con ella fece 4. figli*
noli, quali modero nella ricuperatione di Acon, ouer Ptolo-
maida.
Almerico fratello di Guido Re di Cipro fi maritò conCiuadi
Iblin, Si fece Vgo, Gionanni, Guido , Si figliuole, Chcluis,
Borgogna, & Agnefa ; & con la feconda moglie la Regina Ifabcl
la di Hierufalem fece .Sibilla, Mclisfina,& Amarin.
Guido Se Agnefa figliuoli del Re Almerico, Si di Ciua di Ib¬
lin morfero ambiduc giouinetti.
Giouanni figliuolo del Re Almerico con Ciua, fù Contcftabi-
!e di Cipro, & morì fenza bere di.
Borgogna figliuola del Re Almerico & di Ciua, fu maritata
con Gualtier Signor di Mombeliardo .
Cleuis figliuola del I\c Almerico Si di Ciua di Iblin, fiì mari-
lata con Rumbino Principe di Borgoe.
Vgo
Vgo primogenito delire Almenco^diCina^'lblif^fiieccfle'
:*©l Regno, & fu maritato con Alifia figliuola .della Regina I fa-
bella di Hierufalem, procreata con il Contendi Campagna Hen¬
ri co: fecero vn figliuolo,Se due figliuole* Henrico* Ifabella, Se
Maria,
Sibilla figliuoladel Re Almerico & della Regina Ifabella di
Hiemfaléiù maritata con il Re Liorte, ouer Linone di Armenia.
Mdifina figliuoladel Re Almerico , & della Regina Ifabella
fu maritata con Beimondo Prencipe di Antiochia ■;
Amarino figliuolo del Re Almerico & della Regina Ifabella f
mori fanciullo .
Henrico figliuolo del Re Vgo fiiccefie nel Regno, & fù mari¬
tato con Piafenza figliuola di Beimondo Prencipe di Antiochia 5
sfecero vn figliuolo, Vgo, ouer Vghetto.
Maria figliuola del Re Vgo primo fù maritata con il Conte
Gualtiero di Bragne.
Ifabella figliuola debile Vgo primo A di Alifia, fù maritata
con Henrico Frincipedi Arene, de Prencipe di Taranto, ouer di
Puglia,& poi hebbe ilterzo Principato di Antiochia, de lece fi¬
gliuolo Vgo, de Marietta.
Vgo fecondo ouer’Vghetto figliuolo del Re Henrico Adi P14
lenza, fiicceffenel Regno:& fii maritato co la figliuoladel signor
di Baruthi, Giouanni de Iblin ; de mori di età di 14. anni.
Marieta figliuola di Ifabella Óc di Henrico, di tre Principati*
fu maritata co il Prencipe di Borgne, de ellafù Dama di Thoron.
Vgo figliuolo di Ifabella A di Henrico Prencipe di tre Princi¬
pati, perla morte di Vgo fecondo ouer Vghetto,fù Re di Cipro:
Se per la morte di Corradino nipote di Federico lècondo Impera
tore, come fuo cugino & più propinquo herede ; hebbe anchora
il Regno di Hierufalem. Ciucilo Vgo lafciò il cognome del pa¬
dre, de prefe il cognome della madre, de fù chiamato Vgo il gran
de detto Lufignano : A fi maritò con la lorella del Prencipe di
Gallilea, de fece li predetti figliuoli, Giouanni, Henrico,]Alme¬
rico, Beimondo Camerino, de Guido,& figliuole,Maria,Ma¬
netta , de A lifia, de Cheluis .
Giouanni primogenito del Re Vgo detto Lufignano dalla ma
dre, fuccdfe nel Regno, A non fù maritato, perche prefto morì,
Henrico
77
Henrìco figliuolo-del Re Vgo eletto Lufignano fticcefie rei
Regno , & fi maritò con P ia fin** f^eginar, moglie del primo Re
Hcnrico, &non fece figliuoli»
Beimondo figliuolo del Re Vgo detto Lufignano fii Frate di
*San Dominico &pro£e(for& poi fi cariò l’fiabuo,& Rifatto Prc
ripe di Gallilea,& morì fenzafieredi»
Camerino figliuolo dei Re Vgo detto Lufignano fu Confitta
bile di Cipro fen za fiere di»
Guido figliuolo del Re Vgo fu Contettabife di Hiefufalcmrfi
maritò con la figliuola di Balian de Iblin Prencipe di Galliiea, &
fece due figliuoli, Vgo & Ifabella *
Manetta figliuola del Re Vgo Rimaritata coti Cfiaotonte Rè
di Armenia»
Maria figliuola del Re Vgo fù maritata con il Re di Aragona*
il cui nome non mi fouiene »
Alifia figliuola del Re Vgo detto Lufignano fu maritata coti
Balian de Iblin Prencipe di Galliiea,& Signor di Baruthfi
Chehùs figliuola del Re Vgo mori donzella.
Almerico Signor di Sur figliuolo del Re Vgo, fu maritato con
Ifabella forella del Ré Chaotontt di Armenia, & fece Vgo, Gio-
uanni, Guido, Beimondo, Henrico, & Agnefa *
Vgo figliuolo di Almerico Signor di Sur , fu maritato con la
figliuola del Prencipe di Antiocfiia ; & de’ Puoi defeendenti altro
non fi sa *
Giouanni figliuolo di Almerico Signor di 5ur, fi maritò con
Agnefa figliuola del Prencipe di Antiochia fenzaheredi*
Guido ,Beimondo, & Henrico figliuoli di Almerico Signor di
Sur, morirono in Armenia giouanetti •
Agnefa figliuola di Almerico Signor di Sur, fi maritò con il
fuo Confobrino il Re Tfioron di Armenia *
Vgo figliuolo di Guido Coteftabile di Hi erti fa lem, per la mot
tc del fuo Zio ; Re Hcnrico fuccefle utili Regni, & fi maritò con
Alifia de Ib!i,& fece cinque figKuoli,Pietro,GiàComo,Giouàni#
Guido,& Tfiomafo; & 3 figliuole, Cina, Ifabella, & Manetta»
ifabella figliuola di Guido Conteftabiie òi Hiertifalcm, & fo
rella del Re V go quarto, fu maritata con Heude Dampicrc Con-
teftabiie di Hierufakm»
V
TliUmafo & IfabelHfigUtfcdidel F\e V go quarto, &di Alifia,
«largirò ambedue fenzahercdi,
Ciua figliuola del Re Vgo quarto, & di Alifia fu maritata con
fermando Re di Maiorica & di Minorica.
Manetta figliuola del Re Vgo quarto. fù maritata co il Signor
Gualtiero di Dampicrc.
^ Guido figliuolo del Re Vgo quarto fùConteftabile di Cipro,
& fi maritò con la figliuola del Duca di Barbon di Francia primo
di qucflonome Aiiiite*.
Giouanni Prencipe di Gal li Ica figliuolo del Re Vgo, fu man¬
dato con Alifia de I blin, & fecero vn figliuolojGiacomo •
. Pi cero figliuolo del l\c Vgo quarto , Fu primogenito^ fuccef
fe nelli Regni, & fù maritato con Lioncra nipote del ^e di Ndr
poli, ce di cala di Aragona, & fecero Pietrine, Ciua,dòlVlartétta.
Giacomo figliuolo dei Re Vgo quarto, Succede netti Regni
dopo il Re Pictrino fuotupo.te,& li maritò con 1 fabel la di Jblin,
& fecero 6- .figliuoli, Iano,Filippo, Audet,Vgo9 Guidone HeiVr
rico , & 4. figliuole^ C iti adfab ella, M ari e tra, & Agncfa.
. Pie triti o fi gli uol o del Re Pietro fuccelfc nelli Regni,& fu ma¬
ritato con Val en un a di Barn ab o Vi fc onte Duca di Milano fciua
hcrt du & ^Qbmmi*àtu&i ' ■ 1
Ciua figliuola del/^e Pleure mori donatella.
Manetta figliuola del Re P.crro, firmaridata con Giacomo
laifignano ; figliuolo di Giouanni Prencipe di Gallile* > & furo¬
no Coniòbrini,^c fcc eroduoi figliuoli, Giouanni & Pietro : &
due figliuole i Ciua^c Jionora. ; -
Pietro figliuolo di Giacomo Lulrgnano &di Manetta fù Con
te di Tripoli : oc fù maritato con Uabelb figliuola de! Re Giaccv
bufignanovfua Cugina* fer^a heredi.
Giouanni, Ciua, & Ifabella figli 110lidi Giacomo I.ufiguano
Se di Marietta figliuola del Re Pietro ^ morliro fenzaberedi giag¬
uari e tti.
Ianp primogenito del Re Giacomo iùcccffe nelli Regni, &
tu maritato con Carlottadel Duca,ouer Conte Barbon di Fran¬
cia ; di fece Gìouana ^Giacomo, A gncfa,& Mariaj&duoi ballar-
di Febo & A linfe*
Filippo figliuolo del Re Giacomo* & fratello del Re Iano
Con-
7*
Conteftabitc di Cipro, & di Hterufalcm , fenza here di.
Audet figliuolo de! Re Giacomo, & fratello del Re lano Sinr-
fcalco di Cipro morì fenzaheredi.
Vgo figliuolo del Re Giacomo, fù Cardinale di 5anto Andrea, Se
Àrciuefcouo di Cipro.
e Henrico figliuolo del Re Giacomo fu Prencipe di Galliiea , Se
feccheredi Filippo, Marietti, & Cheluis.
Marictta figliuola del Re Giacomo,fù maritata con Ancish.<*
Re di Napoli.
Ifabella figliucladel^Re Giacomo fi marit ò con Pietro Lufi-
gnano Conte di Tribolifigliuolo di Giacomo Se di Manetta Luti
gnani,& Confobrini.
Guido,Ciua,& Agnefa figliuoli del Re Giacomo tuorfero fé*
za here di.
Giouanni figliuolo del Re Tana fncccfle utili Regni, fi maritò
co la figliuola di Giouàni Giacomo Pallcok go Marchefe di Md
ferratc,& non fece figliuoli : Se prefe poi Elena figliuola di An-
di ca Palleologo Signor della Morta , & fecero Carlotta, Se Ciecr
patra, Se Giacomo baitardo •
Giacomo Se Maria figliuoli del Re lano morfero fanciulli.
* Agnefa figliuola de ì Re lano tii maritata con Lodouico Duca
dì Sauoia : con ilquale fece Amadco, che fù Duca di Sauoia, Se
A luife, che fi maritò con Carlotta Regina di Cipro; & Filippo,
che tù anth’cfiò Duca di Sauoia, Se dui Vc/coui,& vn Capitanco.
Fetcanchora figliuole: la prima fù Regina di Francia madre
del Re Carlo 8. la feconda fu maritata con Galeazzo Duca di Mt
lano, Se ia terza con il Marchefc di Monferrato.
i Febo baftardo figliuolo del Re lano fi maritò co ifabella Barn
bin, Se fecero vn figliuolo Vgo.
; A linfe figliuolo baftardo del Re lano, fu eommendator del
Finiea.
Carlotta figliuola del Re Giouanni fuceefie nelli Regni, Se fu
maritata con Aliufe figliuolo del Duca Lodovico di Sauoia fuo
Confobrino : & non fecero heredi. Prima tu maritata con Gio¬
vanni Principe di Antiochia, & figliuolo dei Re di Portugallo;
deicjuale amba non hebbe here di.
C Icopatra figliuola del Re Giouanni mori donzella.
Y 2
Giacomo baftardo del Giouàttófu eletto Arciirefcouo dì*
Cipro, et confettato a Subdiacono; ma poi cacciò la fonti là Gar
lotta, de altre fi fuo marito del Regno ; & effòfii Rcnelli Regni; ì
&.-fi maritò con;CaterinaCornaira.di Yenetk^ & fece!vn figliuow
lo, che fubito nato,morì ; di vn’altro chiamato Giacomo: ilqualea
nàcque dopo la morte del padre : & cofi fanciullo fu coronato Re
nelli Regni : ma morì diduoi anni P ' . Sì
i lana, baftardo figliuolo del Re Giacomo, baftardo morì in Ve-
netia : cofi Giouanni l’altro baluardo, de Carlotta baftarda del ^e
baluardo morì in Padoua, & fii fcpolta in Tanto Auguftino.
Maria figliuola di Febo baftardo dd Re Iano \^maritò con ih
Caualher Vc-rio de Zimblet • ^
Luaretia figUuolaidiFebo baftarda del Re Iano > fi maritò con
il Signor' Oliuero Flatro, de laqual viue. ’
Filippo figliuolo di Henrico,Pretipc di Gàllilea,figliuolo del
primo /^e Giacomo : ilqual Filippo fi chiamarla il Principcto y &
haueua di leudo aq.Cafali, fi maritò con Ciua de Nores : & fece
vn figliuolo detto Chiarionc
Marietta figliuola di Henrico Pren cip e di Gallilea, fi marito*
con Honofrio Requofe Sinifcako di.Cipro .
Cheluis figliuola di Henrico Prencipedi Gallilea film ari tata
in Hettore di Chiuidcs : ilquale morì Yifcontc di Nicofia.
Chiarionc figliuolo di Filippo Prencipetto de de Giuade No¬
res, fi maritò con Piena Zappe ; de à quello il Re baftardo tolfe li
feudi, perche fauoriua la Regina Carlotta fua forella. Di cuii
nacquero Filippo, Giouanni, Pondo,Meli fina,A: Maria.
Filippo figliuolo di Chiarione fi maritò con Ifabella figliuola*
di Zamperes Fabrici Cqnte diCarpaffo,di Conte di Zaffo:& con
quella fece Febo* lafone, Hettor,,& Pietro. I
Mehfina figluola^di Filippo fd maritata con Aluife d’Acre, no
bile di Cipro. . i
Maria figliuola di Filippo fàmaritatacon Giacomo Giinemc,
Rifece aliai figliuoli.
Febo figliuolo di Filippo fu maritato conia forelh di Afoife
Vernò de fece vnafola figliuola,che fiora viue Agn e fa, maritata
con Gafparo Palol:& quello Febo hebbe il Capitanatodi Limif-
$ò per 6. anni dalla Signoria di Yencua ^
Jafonc
19
Iafone mio padre figliuolo di Filippo I.ufigaàko d’cta d’anni >
18. prefe H Capitanato di Lktìifsò, & gotiernollò in quelli 6:an¬
ni, che taccaua al filo fratello. Si maritò con Lucia di Fiatri, & fe
c«ro Pietro,Antonio,Giouanni, Giacomo, Zanfilippo,& Hercu*
le, Lufignana ; Ifabella, & Elcna ;
Hettore figliuolo di Filippo prefe due moglie, & fece con la
prima Filippo, Girolamo, Aluife, & Margarita: & conila fecóda
moglie, detta Margarita de* Zor2alemifece Ambrofio, Zampe-
rea, Hercole, Lucretia, Laura, & Maria.
Pietro figliuolo .di Filippo fu maritato con la figliuola dei Bu-
ftrone,&fece Gafparo, Aluife, Filippo , & vnafor.eHa morta.,
donzella..
a Giouani figliuolo di Chiarione andò in Sauoiacó il Duca fuo
parente, & quiui mori fenzaheredi..
Pontio figliuolo di Chiarione tornato di Sauoia fi maritò con
Medea Podocatara, & fece Chiarione, & vna fiore 11 a, quale fi ma,
rito con Alilific d’Acre.
Chiarione figliuolo di Pontio fi maritò, & mori lenza licredi
Pietro Antonio figliuolo di Iafione fi maritò con Maria Girne-
me, & non fecero heredi.
Giouanni figliuolo di Iafone fi fece monaco di San Bafilio, &
fù di vna vita buona, & riputato Santo : per laquale concorfè nel-
1 clcttione del Velcoiiado di Nicofia;& ciò fù contra ogni fua va
lkintà; & lo chiamauano Hilario fatto monaco nel Cafale no lira,
detta Antifoniti; & fece vna morte Santa,couic teflifica il Reue-
rendilsimo Ragazzoni Vefeouo di Famagofla.
Giacomo figliuolo di Iafone prefente fcrittore, fi fece frate
di San Dominico,& perfeaererà infino alla mortecon quello faft
to propofito.
Zanfilippo, & Hercole fratelli, & figliuoli di Iafone fono per
ione (capok.
Lufignana forella de' fòpradetti , & figliuola di Iafone fi mari¬
tò con M. Domenico Antruci, onero fanto Andrea;& fecero Ca.
Aerina,Lucia,Laura, Antruci,Fabncio,& Filippo •
Ifabella figliuola di Iafone fu fatta monaca di San Bafilio chia
mata Athanafia* Elena fua forella & mia fù maritata con Di*
mitri Palleologo, & fece Filippo , & Palleoioga, & vnaltro
che
che morì fanciullo ;
Filippo figliuolo di Hettore fu Canonico di Paffo, &e Ardir-
diacono di Limifsò: morto Hieronitno figliuolo diHettore heb-
bc il Canonicato di Paffo, & Archidiacono de Limifsò, & altri
& è al prefente in Roma fauorito da molti Signori, & di fùa San¬
tità.
Aluifeattende alla militia. SuaXòrclla Margarita fu maritate
con il Chrifpo : Pai tra con il Preuofto ; & l’altra con Bufinone : &
vn’akra morta fu fepoka in Tanto Agoftinogià 4. anni in circa.
Ambrofio figliuolo di Hettore morto giouane, Zampercs, ÒC
Hcrcole fratelli di Ambrofio fono fcapuli.
Gafparo figliuolo di Pietro , & di Buflrona, fi maritò, & non
potè hauere vn figliuolo per heredev Filippo fuo fratello marita
to con la figliuola del Milidoni,& non fanno figliuoli :& Zampc-
rès l’altro figliuolo fii fatto Frate di Santo Ago {lino, & fi chiama
Guglielmo. La forclla morì donzella. Aluife loro fratello fi ma¬
rinò con la figliuola dei Derames,& fece Hcrcole, & vnafigli-
110 la : lacuale fi maritò nel figlio del Placca, & Hercole è gio-
11 anetto.
Tutta quella fiipradetta cafa Lufignana dal primo Guido infino al
li giorni nolh'ihàhauuto Re di Hicrufalem, di Cipro^Sc d’Armc
nia : in tutto coronati 16. Re. Vna Regina di Cipro maritata con
Aluife di Sauora, vn'akra maritata con Ancislao di Napoli ; vr al
tra maritata con il Re Ferdinando di Maiorica: vn'akra che fi ma
rito con il Re Liuonc,oucr Lione di Armenia : vn’akra con il Re
Chaotonte di Armenia : vn’altra con il Re 7'horone di Armenia ;
& vn’akra Regina di Aragona, che fanno Regine in tutto 7. &
vna Duchclfa di Sauoia : Prìncipi di Gallilea duoi, di Antiochia
vno : P ri n cip die di Borgnc due, di Brenne vna, di Gallilea vna,
di Antiochia vna, di Taranto di Puglia vna: Cardinale vno,Ard-
uefeoui di Cipro due. Senatore,& Gouernatore di Roma vno: Al
tri poi fono Rati Sinifcakhi, Conteflabili,chi di Cipro, & chi di
Hicrufalem : Signori,& Dame di Cefarca, di Thoron, di Faeto,
di Thabana, & di Sur : Conti poi, & Canal Iieri;& Genulhuomi
ni priuati, delli quali viuono al preferite anno 1571. EtBi quelli
priuati feguitando la fortuna auuerfa li potrà dire ; Tendi Tur.de
Anaxarchi follem, Anaxarchum. enim non ttindis.
U
So
v;,Xa Signoria di Vefietia hauctìdo prelo il Dominio delMoI*
•el 1489. come dicemmo di fopra, Tempre Tha gouernata in pa¬
ce, & quiete, Tenza grauezzc nc angario polle di nouo, faluo le
antiche ; & Tempre l’ha mantenuta Tccondo le Aslife di Hierufa-
lem : dimai fù neffuno Ciprioto,ouer nobile traditore, nc pollo
in prigione per TuTpitione di qualunclie lì voglia delitto. Si ra¬
giona de’ nobili, & delle prcgioni formali : ma delle retcntioni
& nelle Corti, di nelli loro palazzi furono aliai : ma non per con¬
ato di tradimenti mai. Secondo adunque il conTucto dclTlfoIa ,
Ja Signoria mandaua Officiali,nelli ofnei/, altri mondana da Ve-
nctia, & altri di Cipro propria; Ma accioche Ti (appiano le coTe
più chiare de bene; foggilignerò di più la tegnente informatione.
ì

In quanti parti fia diuifa fifola di Cipro.


Tibia e diuifain 12. parti,cioè Nicofìn,Famagofta,


Liitùfsò, Paffo,Gerines, Salines, Melìaria, Car-
palio, Mafoto, Afdimu,Grufocco,&Pentaia.
In Nkoiìa ,per elfer città Regale,mandano da
Vcnctia Luocotcncntc della Illuftrifsima Signo¬
ria : perche per; amor.fu-prefa Cipros & quello* Luocotcnente è
Gcntilhuomo Yenctiano, & ha duoi Conlìglicri della iftefìa qua
liti : d: li mutano ogni duoi anni. Quelli li chiamano Rettori
del Regno,&hanno omnimodaauttoritd in tutta Tifala-, Tallio
che in Famagòfla, in Meflaria, & Carpa fio : ne* quali luoghi non
fi ingerifee alcun’altro, che il Capitanca di Fumago&a. A’ No¬
bili di Cipromu.no può com mane! are, nc il Capi un e odi Famago
ili, Taluo che li Rettori di NiccGiu Smarritecelo nnchora esfi
foli facili feudi nelli fcudatarij . Tutte le apptllationi delli
altri Officiali delìTfoL-vanno .aLli Rettori di Nicofia, faluo chip
quelle della Melìaria, & del Carpafìo : icquali vanno à Fa mago-
ila . A* i Partànon coanmanda altri che i Rettori nelle cote cri-
iminalij ma nelle ciudide criminali,otre non va lifusi ione di fan
giie, li commandano li loro patroni delli Calali, © che fìano veri
.patroni ,ò fattuali ,ouer ap alta tori.
In Nicoiìaanchoramàdano vn gétilbuooio Vcnttiano: ilquol
fi adì manda Prone dito re, & quello ha adoriti in.tutte le coié
mute
«tilitari-per tutta FIfola, cóme Wpra'li feudatàri; jftqtiagtéo alla
«niiifiafolo, fopra li proti ifionati, foldati, Aibanefi, Se Turcopdt
li. Va fopra li Coni^lkrijmcdiante dopo il LiiGcotenente:& non
canalca con le ve ile lunghe : ma da foldato con lafpada.
Si mandano anchora due gentilhuomini Venetiani,-quali fono
Camerlenghi, & rifeoteno, & pagano tutti maneggiano tutti
li danari delia camera Reale de tutta rifola.
In Nicofia anchora fanno vn officiale chiamato Vifconte : &
qneftolofannofòlaniente li Rettori di Nicofia : &-c dibifogro
che fia fecondo le Afsife di Hierufalem Cauallieri di fpiró doro*
& feudatario: & quello fi adimanda Signor di notte : perche la
notte ha dominio fcpra d’ogni forte di perfona ,• diente , & non
elfente, ritrouandola fuori delThoi a competente : & Ra in lui di
mettergli in pregiane,^ legargli le armi. Quello ha auttorità fo
pra tutti li cittadini di Nicofia: ma non nobili: & fuori di Nicofia
intorno intorno j. leghe,'che fanno p, miglia di Iunghesza:& tue
te le prime caufe fono fue: Se li Rettori non>pófieno ingerirli, fai
uo che nelle appellationi: Nelle pene, può dar’ogni forte di pe*-
na, faluo che dar la morte, & far langue di qualche grand’impor-
tantia: ma come tagliar le orecchie, Se il nafo, può far ; bandire
metter’ alla galera,dar’ la corda, fruftar, bollare, & firn il. I.efen-
tentie criminali non polfono efier fatte fendala prefentia del Vi¬
fconte, in compagnia delli Rettori: ma ninno fi ingerife in prima
caufa.Sopra del fuo Vifcótado tutte le doti ò di nobili,© di igno¬
bili, la prima inilantia è filai & molte altre auttorità hà;ma alcune
cofi pian piano li furono tolte.Quado fede in giudicio,hà fempre
due affilienti alla delira & alla finiflra: quali debbano effer delli
cittadini,& no nobili,Se li dimàdano giudici:& l&corte del Vifcó
te fi adimanda la Corte baffa. Et quella delli Rettori, quale ra-
prefenta la Corte Regale, fi chiama l’alta Corte. Il Vifconte è
obligato di mantenere la Città di foMnento, Se d’ogni altra vittua
ria. Quando caualcà, porta all’arcione vn battone con il pomo
d’argento , & indorato da capo Se da piedi : Se mena feco da s 6. ò
zo, foldati, per le queftioni, & altri inconuenienti della Città.
Il Vifconte anchora ha vn’ altro officiale,ilqualc è eletto dal po
puio : Se quefto fi adimanda Mattafìbo: Se ha auttorità fopra tutte
le cofe, che fi vendono nelle piasse,di dare le mete, veder li peli,
Se le
SI
& le mifure di tutte le eofe, le fono giufte: de può cn/ligarfi, met
tórli in prigione, darli la corda 3,. tratti fole : Nelle cole ciudi
Ili il giudicio pur che non pafsi il ducato: quando caualea, porta
il ba/lonc, ilquale afìomiglia i quello del Yifconte: ma none
indorato faluo argentato il pomo, de nel fine.
In Nicofia ha nnchora vn’altro officiale, ilquale lo fanno li
Rettori,& fi adimanda il Rais:& quello giudica tutte le cofe ciui
li di prima in/lantia di tutte le nationi che fi ritrouano in Cipro ,
fiiluo che delli Greci, & de’ Latini : ma come li Armtn i, Cofti,
Iacobiti; Ne/lorini,Maroniti,Soriani, & Indiani : Et tutte le ap-
pellationi del Rais vanno al \ i/contc, & poi alli Rettori.
A'Famago/la fi mada vn*Capitanco gétilhuomo Yenetiano, il
quale ha auttorita omnimoda, come ancora li Rettori di Nicofia,
faluo che nelli Parici,& nelli Feudatarij,& prouilionati Turte le
lue appellationi vanno in Venctia ; de non a Nicofia : de fi chiama
ilCapitaneo del Regno : pcrciochc Famago/laèla chiane dd-
Flfola. In quella citta hi anchora il Vi/ccnte, ilquale hi auttori¬
ta in molte co/e, come quello di Nicofia : ma non fi dimanda Si¬
gnor di notte, perche è lortem. Parimente ha il fuo Mattalibo.
11 Capitanco di Famagoila di prima inflantiahi intorno di Fa-
mago/la due leghe; de ciò anchora il fuo Yifconte. In Famago/la
anchora nel Calleilo, fono due Calfellani tutti due nobiliYenc-
tiani. Si manda poi vn Goucrnatorc con 4. Capitani , con 50®#
foldati: de ciò al tempo di pace.
A'Mc/fariafi fi vn Capitaneo de Sigurirperciò che prima era
fortezza: de fi fi dal Configlio di Famago/la ; & fanno vn cittadi¬
no Famngo/lano: de hi ogni auttorita , fàluo che nelle cofc crimi
nidi: & tutte le fu e appellationi vanno ai Capitaneo di Fama go¬
ffa: & non può cauar’ sague, ne dar la morte, nè cefinar’ in galea.
A Carparlo fi mada medefimamete vn’officiale cittadino Fama
go/lano , & fi chiama il Bailo del Carpafiò : de del re/lo hi tutta
quella auttorita, che hi anchora il Capitaneo di Siguri.
A' Paflo fi manda vn Capitaneo nobile Yenetiano: ilquale hi
quella auttoriri tutta, che hi anchora il Capitaneo di Siguri: de è
foggetto alli Rettori di Nicofia : & le (le appellationi vanno a
Nicofia: de non commanda ne a nobili ne Parici; & tiene anchora
ilMattafibo.
X
fia eletto dal gran configtio dell’alta Corte : & fi manda ,pcr Ca-
pitaneo vn nobile di Cipro: ilquale bàia medefima atittoritàc&
Bie quello di-Pafib * Co oh ? : ■ «; -- •- ,.?o -•.• v;>hv: ,of}. ;,j h
In Afdimu', MaCbto, Pemtaia, & Grufciccò fi manda parimeli
fced al grafi ton&gl io Regàie vnnobilc di Cipro;, chiamato ^lla
fVinteleCiuitóno^cHevol dii-’ Capitaneo ; quelli hanno tutta
quella àuttóritàeome.queiro di Palio,,& diLimifsò. • p
A' Cerlnes, & Salincs lono nobili Venetiani, chiamaci Capii
ranci: & botano: ernia quell a Soggetti ori e & erutto riti 3 cheque] di
Puffo . & di Limifiò.A Gcrinesfi manda per rifpettQ della for¬
tezza : & cìiìcllodi Sài-iaiesperii giàn traffico de’ mercanti* &
perla faiiha. ’ , ...
Tutti quelli Officiali, Capitani, Sz Ciuitani hanno li loro Mat
Calibi: ma non hanno quella auttoxità come quello di Nicofia, fc
Famagolla. OItra tutti queflLdffici.ali (opracietti; quali tutti men¬
tono nel li Cafali a loro foggetti grandrakimi officiali, che fi chia
inano Ciuitani, & Paraciuitani, cioè fiotto capitani, quali vedono
tutti li disordini delii Cafali, & tutto refcxifcóno alliloro Capi-
ni, a cuì fono (oggetti, oucralìi loró Ciùitani, pigliando ancha-
li pegni, & ritemendo huomini.
- Atfchòra in tutti li Cafali ritrouarete vn’officiale villano,ilqua
le fiadimanda Cafleliano r & quello è obligato di veder tutte le
cole neceflarie,&bifognidcllipatronideliidetti Cafali. -
• In tutta'IT fola ordinariamente tengono mille Caualli di Alba
siefi, delii quali inalami luoghi alla marina tengono 20 . cauallj
‘con il fòro capò : ^aicùrli ; sio * ìk altri 100. & ciò mtornp ali’Jfo-
la . Qtiefló fù ordinato del li. primi Duchi de’ Greci ; come di lo-
pra dicemmo: e tutti quelli Albanefi hanno olirà li loro capi vij
Goucrnatore della medefima nationc: ma però tutti poi fono fot
toalProueditoredìNicofia . L’officio di quelli è quando, che
veggono vSlTelli brutti,& Falle di Corfulfifojmo obligati di accò
pagnarli à calmilo , à marina marina, infino all’altra guardia : Óc
quelTakfa per infin tanto che le partano dellMfola, per nonlafcia
re di sm dorare, & fare del danno : &.fe li Vafelli faranno affai ; an-
daranno due ò tre Capiraneicon li loro Caualli: & facendo di bi¬
sogno , vi va anchoraii refto con il fuo Gouernatore : Et fe fari
neccflariof
82
ireceflatóe; <<fèe fuori di Nicòftaif Protjcditorc con li Feild^fòri/*
& pfotiifionàti. Erano anthora altre fiate 500. architi fieri ? capi
«allò, che italiana fimi lineate fparfi, come li Albanefi: ma quefti
bora fiWétcorK), bora li chfiario*1'{i';; ' •' ta 1 [ . .1:
;■ T11 iti Ti Francoraati, aiierkfcermltani, fpnp qbliga ti., fecori*.
C h iaro valta,quarido gl<ttjocca,;di andare alla manna., £: far 11
guardiana VniAuemana infino.air.akra ; •& per ógni guardia, va.n
flò'l »v Villani, ouer due: & ogni uno è obligaco far tante bore : 8$
hanno il foco lialcofto, & la materia preparata : & fono cbligaM
diFar’tanti fuochi, quanti Valleili veggono : &cofi rilpondonq
fé ahrc;òue fono k capi di ffradiótti ; quali (libito, che. veggono
h'fubchi?luonaroTa tromba,^ tutti futi to fono à<auaiip, & van^
fìb, otte furofi* tatti li fuochi: £ taccio che. li villani che.fanno le
^nardte, non4 eddormentino, fonò alcuni Albanefi obligli cqh
li loro Caualii andar’intorno à vedere, & caligare quelli,efie m*
cano. Ogni guardia di quelli fta difcolfo l’vna dall’alcra prtfifo
vn miglio ; Et cominciano à far le guardie loro alle 24. inlino ata
falba chiara : Si alle 24. hore le guardie douefono li Capitani,
& li Ciiutani, d; uno ilioco.pcr licuranza, & tutte le altre jj'ifpoi*
dono, talché in vn pater nofier fi accendono per tutta 1-Iiola in¬
torno intorno. Dipoi fppra il monte della Croce, ilquaje guarda
il mare di me20 giotno cruna gtiardia : & all’incontro uerfo Tra^
montana fi è lì Caflcilo di Buffatiento in cima del monte.;.ilquaj
rifguarda tutto il Mare di Tramontana. Si fa vtaaltra guardia, &
tutte due danno auifo à Nicolià, & à tutta la pianura. ,
Notate , clic nell'alta Corte', ouernel Cordìglio Regale ,noa
può andaralcune, ci e notata Mobile di Cipro, & da 15. anni in
Sui & non può entrare alcuno cittadino, ò nobile baftardo, òata
tro farefiicro fenzagratiadel cordiglio. La Signoria di porche
prefe il dominio , comi enne con li nobili, & ordinò , che tutti lj
Nobili di Venetia pollano entrare; & tutti li altri nobili & cittadi
ni del fuo flato Veneto , quando che reftaranno 5. anni in Nico-,
fia, & che non faccianno arteir.ecanica ; che pollano entrare nel
predetto configlio. Oltra eli queffi entrano anchora moUì>Bor-r
ghefi per priuilegio Regale tatto dalli Re : talché in qtiefto'cpnr.
figlio, fi come io marnerai eomM.Marchion Scbba in vna C^qjiica
fua^ tra li Nobili di-Cipro, & di Venetia pèfrjmhcitalifè Ciprq^
& tra li Borghefi, & Cittadini dello flato Venetocome di Bre-
feia, Bergamo, con il rimanente fono in tutto 14- • Cafate in cir
ca. Et infra le Cafate nobili di Cipro; quattro fono le principa¬
li, e piu antiche;cioè Lufignani, Lafes, Ladroni, & Denores. Si
ritrouano molte cafate piu ricche affai di quelle : ma non più no¬
bili . Le tre prime declinorno al tempo del Re baluardo, come li
Lufignani, quali per effere del proprio fangue, li prillò-dclli be¬
ni ; de cofi Ji Lafes, de Lodroni ; perche non Io fauoriuano: ma fa-
tioriuano la Regina Carlotta: Li Denores, quantunque alcuni di
esfi furono prilli ; però tanto fecero poi alcuni d’esfi in fucceffo
di tempo, che comprorno Cafali, & il Titulo del Contado di Tri
poli dalla Illuftrifsima Signoria di Venetia ; & co fi fono ricchi «
Del rimanente delle Cafate , le peneremo inlleme con le,4. pri¬
me fecondo Lordine delfAlfabetto • Se tutte mi uerranno in
mente,

A. Buzello.
Aitar, C.
Aronio. Confianzi •
Andrucci;ouer fanto Andrea Caraffa.
Agapito • Cali righi.
Amai. Contarmi.
Audct. Comari.
Acres. Chiuidcs,
Afcanio* Chiarioni.
B. Calamuglioti.
Bragadini. Cathella.
Bergandini. Cathallani, ouer di San Gio-
Buchari. uanni•
Benedetti. Cercai!.
Bapi. Calergi •
Bonetti» Calefe.
Bonauer, Calepio.
Buftroni» Conto StefFano
Bembo. Cappodocha»
Ba fco . Caciola.
Biface, ouer Filocali • Coftanza»
Carrcrk
Carreri. ,7
D. Miftacliei. .. ..
Denorcs, / Muftatufw
Dauila. . / Milani.
DeRames. Mufcorni. mì. id . *
De Fin. Martin enghi.
Deaes. Mirabili.
E. * .rtv:';\ Mamari.
Milidoni •
Mirani.
f: Molini.
Ficardi. Martin •
Flatri . , \ Marin,
Frafengt , \ Martelli •
Fabris • Maftagha*
G» N.
Glangia • Negro Vcnetiano,
Curri » Negri Brefciani.
Gunneme» Negri Genouefì •
Golino.
Gherre.
Ghiaux Armeno Cauallior# Palleologhi ,
Ghatiti. Palol.
GalimpertOé Podocatari.
H. Placoton •
Hierofolcmiti • Pcllcgrin.
I. Pcfaro.
Iuftiniani. Perachi,
Iafunis .j Pipi.
L. Polus.
Lufignani.
Lodroni.
..
CHienni.
La fes. R•
Lafcari. Requefe,
Li ero. Rizzo,
Liuon,oiierLimide$« S.
Loara • Salaga.
Saldati,
Salulati • .M y. • .b r.uO
Sofomeno. .I-L'flIM Villaraut* XX
Santa Maura. Vada. . vrionoQ.
Sincliticho • 1 '- f i1 >. • *_ Vico. . nnr.'ad
Scebba. . CO;r;M Verai. .wui Ji :>C£
:,t. .-
Suar, *:
Strambeli. * i+i J a io 1*1 Z. « <iO’i ■» j C ?,
Simon di Nicolò* Zerban. Xd
Sanfon. ■s? . A : ii l iiì'/ì Zimblet.
T. * ;- ■ . ..*■ ;■ ?i —.> Zamberlano.
Tetores. , LitRM Zorzalemi. *.T
Tinto. ,nu -M Zacharia. » ibl£!>lT
TelagridiaJ . ft'r.JA Zogharià. . il iti!
Teleuande* .iibiiuM Zappe. »IgnibnT
Tacito. .mwììkH O' Zio. « incili
Tancri. Zantiglicri. .O
Tricelli. ' j • /1 / .v Zuiolò.
Hora per agcuolar la temone a’ curioiì ; io recapitolerò foni*
mariamcnte tiutiquelLi, chcfrgnorcggiarono in Cipro, accÌQche
meglio fi tengano à memoria,& fon quelli. ,
Cethin, AlsiriÀmafis, Argini,Dei, None Re,Mcgarenfi*Pì£>
fi, Atheniefi, Perii j ÀRlfàndra Magnp'jPtùlomeo, Bìeme trio,. Alt
tigono,Ptolomeo,Romani Cònfoli,Cleopatra;Romani,la feCóìi
da volta, i Re, Duchi, Re Riccardo,CauaIlien Templari, Re Lu
fìgnani, Saldano deLCairo,Sauoini,Lulìgnani,Vcnetiani, & viti
ino il T ureo. * -ni* vi * liTriddicmiK

il computo degli anni dopo il diluuio uniuerfale è qucftov **l


• : - ;•# BiitifU:\
Cethin con li Tuoi de Rendenti regnorno anni in circa. 200
Asfirij Monarchia ha regnato&nm in cii ca. ~ 3 76
Amafis K e di Egitto ha regnato anni in circa. / 160
Argiui Re de’ Greci hanno regnato anni in circa. 440
Li Dei, & luoi de Rendenti Hanno regnato anni in circa» loQ
Li noue Re in tutto hanno regnato anni in circa. 840
Li Megarefi hanno fatto tribàarii li none Re^anhu v>:; 4
Li Perii il Re Ciro feee^butsirij li noue Re, anni pochi,A: l
*4
polli Athcniefi.gl*het^etd li Perfi: tal¬
ché li Perfi in diuerfi tempi tennero hnoue Re in tribù-
|to,abni.in.titjea^ ' io©
AleflTandro Magno,tienne li noueRe in tributo,anni in circa 8
I%4mo Pitlofomeo ha regnato anni in jpjr^U 2 ai
Demetrio Antigono J*a itégn<f&> attui in circa;. . •. > 10
PfccxlaiaaeQ di nuoub ha regnai ,àri#i*con lifooi defeenden-
<ti> in circa,. , . . . -
Rimani Confoli hantf.d regnato anni in qirca* 10{
Oe.ap.atra ha regnato .anni.incirca. $
Li Romani di nnono tennero Cipro in Confolato da Otta-
• . uiand Impeciare, che fuperp Antonio & Cleopatra ,in~ ••
' fin o al tempo ,d<dTi mp ciUtor, Trai ano,:the fonno .anni in
••.circa*,:; 160
Nuotio Re fatto da’ Romani con fiioi defcendqnti, ha regna
toanni incirca. , $00
Li Duchi hanno regnato anni incirca. * 800
Il Re Riccardo d’Anglia ha regnato, medi incirca. 3
Li Caualliaeri del Tempio hanno regnato anni incirca. 2
Li Re Lufignanihanno regnato in Cipro anni, 302,
li Soldano del Cairo tenne Cipro, mefi in cìrq4. ... 6
Dipoi tenne Cipro in tributo, regnante Re IanojGiouannif
- Altiigi, & Giacomo, & li Signori Venétiani , infìngo al > <,f
•; 1 5 i 6: & poi il Turco deikulìe il Soldano,, & prefe Ci¬
pro nel m-cdejfipio tributo,dal 154ó. infino al t 5 7,<3* ,
Al u igi d i Sauóia ha regnalo ^nni.in ci rea. \
Quali pnn i fi pongonnel numero delli Lufignani.
Li-Veneti ani hanno regnato dal 1489. infino al-1 570. faa-
. no in tutto anni. hi;; 82
Il Turco hauendo tenuto Cipro in tributo anni. $j
L’annopartito lo prefe.Creilo che fia per feguirne; daremo i
vedere. Et del Dominio habbiamo detto à fufficicntia
Nei \ 492. fu vii terremoto grande, che rumo il domo Latino
iRNicoiia,

-, v . . . *

u
le cbft , che Tifala predace, Icq
sucri il r.-j.«furai i* . -rb
Roducc primagli huomini, & le donne di corpo
honefto,&la maggiorparte bruno; ma fapo-
rito : Et nella Contrada di Puffo fono gli huomi-
ni, & più affai le done biancottc, con vn certo co
lor naturale in faccia molto diietteuole, tirando
vnarametta di quelli antichi Dei & Dee : Etnei
la Citta di Nicofia ritrouate anchora di belle creature : Dipoi vni
uerfalmente tutti fono di natura callidi nelle parti Veneree : Et
perciò ritrouaretc li Poeti, & altri Auttori,che dicono Cipro In¬
fida luxui dedita. Sono dunque calidi, luftùriofi, &moko inna-
moraticci : peròTempre rifguardano la honeftà, & Thonore;che
fe non fuffero quelle due proprietà;veramente furiano molto dif-
ba rdellath& publichi luoghi più che niuna parte del mondo; tan¬
to la natura, l'acre,& la proprietà del loco gli inciina:& non fola
mente li natiui habitatori, ma anchora li forefticri habitatori in
quello fono inclinati : Ma Tiflefìò aere, & proprietà del loco par
che inclini ali’honore, Si alf honeftà ; Si di ciò fi ragiona vniuer-
falmentc, Si non fi mira per hora il particolare. Dipoi anchora
PI fola è inclinata airotio, a* folazzi, Si giochi ; che fe quelle tre
con di ti òhi'nò foffero ; l’Ifola haueria prodotto affai cole,di quel
lo che non produce : Tanto è fertilisftma, Si abondantc naturai*
mente, che non ha paro al mondo . Et quando narrarono le fuc
marauigliofe dellruttioni ; limonio fi ftupirà delle ricchezze :
Et perciò gli amichi la chiamauano , Maccharia, cioè beata ; co¬
me anchora Horatio tcftifica . Sic te diua potcns Cipri.
Vniuerfalmente poi fono molto amatori del li foreftieri,&bè
nigni più aliai,che alli propri j: anzi amano quali più vn forellie-
ro, che il proprio fratello : amano poi efler laudati: fono gagliar¬
di Si agili : fi dilettano affai nella fpada ; &pochifsimi ritrouare-
te, quali non fappiano qualche atto di fchermire:& ritrouate mol
ti di quell'arie molto eruditi : Se quello è il maggior folazzo,che
esfi habbiano,& masfime li C6tadinÌ,le felle : anzi ritroviate mal
ti Contadini, quando che vanno ad arare, portano feco la fpada^
Se la targa : Si quando haucranno arato un buon pezzo ; fi metto¬
no à giocare. Li Nobili poi tutti alleuano li loro figliuoli in que-
ft’arte
. 8?
ft’arte molto honorata. Vniuerfalmcnte poi tnttijQ dilettano del
cantare & fonare ogni forte d’inftrumcntouma c pili amato il lati¬
to, che altro inffrumento : & delle tre parti dell’Ifola, le due fan¬
no fonare.
Tutti vniuerfalmente fi dilettano della caccia de* Lepri & d’al¬
tri': matnoko piu alle Temici :& pochifsimi ritrouate cittadini
Secontadinfiche noniiabbiano Ialorcr pernice,ouer coturnice in
cafa, chele domeflicano,& le fannocombattereinfieme, che-ve**
rumente par che fiano ducliuomini hizafi, & ipadacini. Quelle
ritirano vn’ala per terra, certi ftorgimenti di collo, & altri gefti,
& con cèrti loro canti, che diletta molto l’iniomo a rifguardarli Y
èc con quelli ne pigliano affardelli fai natici,quali vengono, a coni
batter : dipoi che s’hanno mintalo l’vna con l’altra nello fieccato*
con ic voci; fi inciampano nelle reti.
Li Nobili fi.dilettano affai nella caccia de*cani, & molto più al
li falconi & allori : & quello fi è il maggior foiazzo,che cslì hab-
biano.-poi fi dilettano d’hauer buoni caualli in ffalla, & quelli
fpeiìo canalcare. Grafitano a corpo a corpo : & non fi partano
dalla gioftra, fe non rompono dieci lanze groffe ; ma piane ineià
ma : & tanto corrono forte , cheJpeffo fi sbalzano dalle felle, à
che fi traboccano li camalli. Corrono aH anello, all’oca, alla quin
tana, vedi ti di micino di belle letiree, & li fuoi feruitori, & tutti
mafearati. Fanno del li! banchetti fpeffo, & inuitano li forcllieri
nobili :'6l poi fanno ballare tutti huòmini& donne con ogni for¬
te de balli. Si dilettano quafi tutti nobili,cittadini, & contadini
di giocale alile carte. - •; fq • -.a
. Li Nòbili fi dilettano di mangiar bene, & del buono alla Fran
cefe : ma però con politezza,& ciuilità: del bcuer,beuono fpeffo
& affai,ma poco vino con due terzi d’acqua,& pcrcheli vini fono
gagliardi;’^ perche fono cefi alleuati : ma il popolo tracanna be¬
ne,& con poca acqua. Per affertilii li.tovlatino & greco; alcuni
nobili feguitano il laro antico coftiune di uiuer’alln ladina> altri
fannojtlla greca ; & molti altri, qualùfcnò.còme catialli fl-irzifrei
noq non faiinó nè all a greca, ne alla latin a> m e feo I a nd o Unire ni c il
rito latino con il gnecó:: & ciò dico percento del vinci- r& per te ♦
.lopradette ragioqi ^.tLUtiiii caecp.bambino di madonna Veri effe
tira la frizza dall’arco, & percuote ^crudelmente .il' Guerre, 6c %
-v.fi Y
genitali parti’ dell’huomo.
Il popolo vnitierfalmentc è molto dinoto,& masfimc alla glo-
riofa Vergine, clic con grandisfuna diuotione riuerifcono la ima
gine fila ; de non lafciano mai il giorno feftiuo la melfa: & li gre¬
ci in tutte le loro Parochie vfano di leuare a mcza notte al mattu¬
tino :& ritrouatc molti luiom ini, ma più donne, che vanno iii
chiefa al mattutino ; ilqual mattutino dura da tre horc buone aU
meno^nelle chiefc piccoline.
Cofe di mangiare.

P Roducc prìtna vini perfettisiimi, come teflificano li Santi


Dottori Bernardo, & Thomalb d’Acquino, & altri auttori,
fcpra quel detto della cantica , Boera* Cipri dile&us meus inibì
in vineis Engadi; che li vini di Cipro fono dolci,foaui,ameni,fe¬
roci, & pettorali, c San Gregorio, li co me li vini de Cipro palfa-
no tutti li vini del mondo , coli l’amor del faggio ali’amor della
fpofa. Et è opinione, che Salomone habbia condotto delle vigne
di Cipro nella fua vigna di Engadi. Quelli viui,quando fono mo
Ili; fono negri, & dolci come il mele, ragiono delli vini buoni;
& dipoi a poco a poco perdono la negrezza,& la dolcezza, & ge¬
nerano vnfaporc ameno : & quanto fono più vecchi, tanto piu
diuentano bianchi, odoriferi, & perfetti. Durano, che li lafcia,
tanto quanto la botte non fi marcifca: & alami noflri gentilhuo-
mini hauctiano vini di 6o.de So.anni: de quelli ogni anno li ado-
perauano folo per gflnfcrmi i de cauando da vna botte di y ouer
6. fonarne; mefa al tempo poi delli vini la reempiuano di mollo
bono, Se perciò non fi guaftaua il Vecchio : de quando fono coli
vecchi, fi accendono come oglio, de hanno virtù conferuatiua co
me balfamo : peròchinebeue, èdibifogno fopra di vn dito di
vino, che mettano cinque di acqua , & apcna fi può beuere.L’Ifo
la fa vini à fufficientia fua, non cariandoli fuori: ma fe nc caua af¬
fai , de fi portano in Venetia, de a Roma, come fa rilluilrifsimò
Cardinale Cornaro,& altri.
l i Mofcatelli fono pochi ; ma fono perfettisfimi, de odoriferi:
& confideratc che le li vini fono coli;ciò che debbano cfler li Mo
fratelli ; de di che bontà Tvua : però l’Ifola ne produce pochi, &
per ciò non fono nominati »
Pro-r
86
Produce del Cibibo negro bello & a/fai, ilqualc fi adimahda
vua paffa, & è fatta fu la vite naturalmente, & non come fi fi qui
in Italia artificiofamente nel forno*
Formento, & Orzo produce in affai quantità: anzi fi porta i
Venetia : & fc non lo cauaflcro # farebbe tanto, che batterebbe
per due anni : & di ci#fi fece la proua. Dell'altre forti di biauc,
delle quali fanno il pane qui in Italia ; non fi via; eccetto da 4. an
ni in qua, che la Signoria ordinò,che fi feminaffe anchora del mi¬
glio. Linoftri Contadini non mangiano altro pane, che di fer¬
mento , & d'orzo • Produce veccia affai per li buoi,cameli, & co
lombi: non produce del fieno ; per la careftia delle acque al tem¬
po della fiate: ma danno alli giumenti da mangiare della paglia
tritai dell'orzo,ouerbiauamefeòlata infieme .
Legumi produce affai,& degni forte, come lenti, fanagroffa,
perche la minuta non fi ufa,farro pochisfimo, fagioli, ccci bian¬
chi ; & non negri,bifelli,non fi ufa la cicerchia*

De Frutti.

A Lle Montagne, & atti giardini d'ogni forte, peri, pomi co¬
togni,noci, mandole, nocelle, fichi fecchi,e paftofi produt*
ti al Calai Solia,* & fi ritrouano anchora di quelli alli giardini; ma
pochi: pomi granati di più forte bellissimi & affai, muniache, o-
ucrgrufomule di 4. forte, & quefti fono molto apprezzati,perfi-
chi, & altri frutti, che in Italia fi producano; eccetto cirigie,ma-
rafche, caftagne, & Torbe : ma in luogo di quelle, Tlfola produ¬
ce di più preciofi ; come dattoli aliar, mufe,& carrobbe. Vi fi ri-
trona bene qualche pianta di ciriege,& caftagne; ma non troppo:
!>roduce anchora belle zizolo, pignoli affai, & un'altra fpecie de
ruttijche l'Italia li produce fe non in Rauc*uia,& fi chkma in gre
co mosfUu, pomi cotognine.

De*Frutti agri*

N Aranci di più fòrte, communi, dolci; & altri la feorza dolce,


& quello di dentro garbo ; & li chiamano naranci Genouefi:
& io fui in Geiioua, & non ne uidi di quelli: limoni Gommimi»
Y a
limoni.-cedrati >•& limoncinij diìceciritjt)lci>& garlbi; an^i cedro¬
ni fapolitifsimi Se franti : Se di qnefti il CalaiLàpithò ne produ¬
ce aliai ; Se pomi d’Adamo grodì*
i; d : or; ; éfioadp : *4 •••• 0 è-O A onr. . tncH
. f , Cafe mangiatiti* ifkcortiitum d ? : 0ni : ?
— fio 1 sin - 'ìAl | j;Ì >j il mi.} ih >> : - ? ' 1 r- * j
1 tifala produce del arccaw^flfaè in?quellifCafàlI'i JapithÒ,',
-Ì^-Àghegiia, CtimaiCariuclil4.Getfo.ccoyPtid®piaj^ f*QH@t£*n
fo^Si ih alti*.; luoghi le ne-face uà.* ma perche ritròuanO pili gua?^
dagno nei bombalo, & con po ca fpefit;horm3i pel >£ifigarafeneu
fa pejods :Sà&>p^li.<bgni forrejdrcoffettiohe>& di fhdU^HSStòtlniQi
n^;^gag£r^rd^>vCÌ|yw5^>^^ithai:pi^jrÌ3 ,iM>^lii<ài;Ì5liia,a
mente,egli di fufimamoV ilqnaleibaCiCe.nddmeglio:, ^
al le : laro p a db, tangi a an ebbra^' è q lìafi n ell a boaqt % cqjiM i l
biitiro : fa te fi neu& bianco:, come dicemmo di- foprai niella*' Ci'ttàs
di Citliia 3 ò Clnti.j^àftaranno > fu finn ano, finapo, CQmndQlPj.
fumacchio, femenza di lentifco , tre forti di mel , fianco, di ape,
negro , dalle carrobbe, & maialò di zuccaro : & perciò fi fa tre
forte di paftellacchio ; cafca anchora della mana ; ma poca »
«h£> ir? • * y] 'r lì oh : ■ ih: sigili .0 : 5 ■ 2 >11 . ( M
•••:> • • • . 3 id i)iHerbe.’ . *ng 1 #3l
i . . .e \ ' ■. >d'
De fi? *!,f: ibi i.. ’> ! D >;'■ . i "ìO i ' •"
’Ogni forte, che in Italia lì produce, & di più, fior di canoli,
faua Egittia,ouer colocafia d^qu afe bah i 1 & i ra ada.nrón gì ar e,
L;’ ) !e lt

fi-la in mincftra ? iniziataSe frittole : api j squali fonò .molto; in


prezzo & diiìca^i i fepUéttebianche & ftetk; che par c^efiano
garbufi; beliclatugbeoo^cfiiqu€fidfic;ifiadmi>'3DaÌcmbndb!Ì:U;al
tempo deila/teq yannòail£giar*iiiji,i8t mangiano di quelle cq A a*
ceto bona ce Tale per rihfiefcaiil. Produce poi i’herba , che-fifa la
cenere per li faponi; Se ciò nel Cafal Calopfida,& li vicinò: & di-r
cono anchora efie produce l’herba, che fi lauano ciambellotti,

tCofe.da utfììre9

L ino competetemente: bombafo affai ; & cfi quello è prineipal


guadagno di Cipro; onde molti lo chiamano légno fiorò,
perche fi g ua dagra aliai, & di poca fatica, Se va tanta fatica come
.87.
al formento,qiiafé qpotodi pk'r^fofemen^afua la danno dipoi fai
uando per feminare,alli buoi,& cameli da mangiare.Produce poi
ctttìape pooò^fpraianagiraffa,della, qliale fi,fatano bellifsimi letti
libili & di tir* & b*aon< n 1 ducats>;: Sa fa aachoramattamzi di bomba
féiipM lil/czhài(kijhcticì.à<Jl&$ÒQ£éLc^di!ÌUno d’ogni forte -, cedi
Rq)>3&>; drohdgllej&telfèpdQ gi ino badfiniti; r crii o-. C aie di lana,
e fétta ckimhdioitri :buncc«òiri:danv tàt knrdcru: rall unaflih di panni:
vdkfdèy’A: db&nàlHiDfélfàriirit&si&wtLiMh iarprbBtbitiohe deliaci-
giiòriiuFà belli riccami^«coltre, ffccaiiute. beile d’ogni forte , di
fono in prezzo: fa poifaocht,& bi fa e ed di lana: fa de’ velli fthie.tr
’&lauoratkbellf* ;u,d iL,s& fib'. -.* ib . . ; '-u
li oi ti i. :>:m-:u/\ £ùfe’>dlddotàinq ‘j-uim ni ca. ■ ~/n l\ Hi ,j
-^-Cqaa'mfé^aeq|.ialnanfa>^6ri dsqgoinfbrté, poluer’ di Cipro
MifCipiiiiiaDfeiecà>rgtrfkia4^ fioldano 'jàmeqùxj & librate poto*
&tìon.-find)ìfiipbpdm'bdlt6miiL: fbVlrxmfi A , * r
-oi'r : • : in». ; . . . n i ;.v. : . • !. ..■,/*
Minerali. . ■j ii

toìlo): "ìti{Lloson?oi35i si osrd • r aulì '->>


rp^Iittriarfigliitólo di Agrippajfii il primo r che ri trono Poro &
_yilramebn> Cipro»,-^deirtxp^ la Vena fifa fé ri trotta in molti
Itìqgbf * come àCriifiocco, l\ rhoiite della Croce, otte calia no la
t&rrb* che produce Po^o^détc^r©facopa:fé ritroua anchora nelU
C’afàli dettif feagognia, & in altri luoghi ; ma bora non fi caua,
perche n on efièndo Cipro forte , fé non- Famagofta, di perche .è
tìellabocca de 11 ’inixikol, temend6>dee. Aftcmpo delli Re fe ne
c au auà'qct alche r po qo*p ma trptd ab"elite le ne; canaria affai:. Nel
Cafal Crufocco fé caua hora ii vetriolo, ii^uale in greco li chiama
grufoccola; de la naturalo' tpvaiìatè dàlÙ vena deii’oro : <k li Ar-
chimifli non cauano Poro da elio.Quello vetriolo anticamente fi
filaria nella eitbàohff atnallctsjgbkiwi: bòra non le ne 'vede vefti-
^giaorvarchilita biancumi rolla fi ritroua in molti luoghi deiPIfola:
JLai vena parimente AeiPargento fi ritroua. Il Rame prima fu ri—
«*rfc*raii©féh Àmatiiu dar de alili; & in Soffi: de di quello vedete li Poe
^F&$ftiilio?iiÌ pà&cDtare:ÌH molti liioglu. 11 ferro iti primamen-
itè riaéonata in Ciprdda Jìamnep & Selmente di generaticne he-
A)rei': fémrouaxinchora lattone , ma piùabonda di rame , diedi
ìaltrimetailkmihr 6niL , : i .. :
ni Tietre
Tietrc fvcmo[ey&altreufc affai»

S Econdo Plinio, & altri Auttori ,&noiperefperientia hab-


biamo veduto,&parte fentito dire in Cipro<ia quelli, che le
hanno trouate, come lo fmcraldo fu trouato anchora da vn Mona
co d’Arò,detto il cazza demona, & egli me'i]diflè:Calchofmarag-
dus è vn altra gemma torbida, & hà le vene di rame ; il criflallo:
diamanti, de* quali fene ritrosa*»© affai nel Cafal Aleflandrettai
ma non fono coli fini però li orefici li accontano, & li mettono
nelli anelli, che paiono fini:& oue fi ritrouano li bianchi, fe ne ri
trouano anchora di verdi, & quali penfo lianali fmeraldi : ^co¬
ralli fi ritrouano in mare preflo alla città di Amathunda ,&ioli
vidi nella marina di bianco* & roflb: vn*altra gemma detta Selio»
tropidamo, & altre * come morion, lafpis : & vn*aitra, quale è
meza fmeraldo, & meza Iafpis : l’oppaciate&: lapis cadmia: mar-
mori di ogni forte nelli monti di Cuzuuenti ; di tutte quelle pie¬
tre pretiofe vedeti Plinio.
Produce poi lume di rocca bianco & negro,pegoIa,rafà,folfo*
falomitro, la grana>laquale fa li panni di fcarlatto: famianto; que
fta è vna pietra cauata dalla vena, et aitanti che fia cattata fi fila a
modo di bombalo, et di quello li Romani faceuano fiacchi, et
tnettcuano dentro li corpi morti , et^Iigittauano dentro nel fuo¬
co,et il corpo di dentro diuentaua cenere,et il fiacco non fi abbru
ciaua, ne era molcftato niente: ma quando che quella è bagnata*
diuenta dura,chenon làpete difeernere le è pietra ò legno : et fi
ritroua in vn calale nominato dalla predetta pietra Amianto.

Coffe Medicinali .
I , ,
L Terebinto colloquintida rcobarbaro di quelloche an¬
chora in herba fi ritroua in Italia:fpalIatros, acqua di vite,mi¬
rice, leda, fipodos, crugo, Icolciam ; harundine, ouer canne Ci-
priotte, fcamonea, et molti altri fimplici : fi ritroua un'herba, la¬
quale nella radice ha due teflimonij * ouer tellicoli naturali def-
rhitomct; et molti villani con quella guarifeono ogni ferita. Si
ritroua anchora vna uena di marmori * Iaqualc fi dimanda fmiuf-
li, èc guarifice ogni minuta ferita * & di ciò vidi molti guarire,&
in
88
in 24.Kore :& credo fe haucffero anchora prouato delle ferite
grandi, il mcdefimo hauerebbe fatto : ma gli huomini per timo¬
re non ficalauano : Et in San Dominico nel chioftro era vna fe-
poltura grande nel muro di quefta forte:li ritroua anchora la man
dragora,& molte altre cofe fimplici, che non mi fouengono,& le
lafcio ancho per breuiti : Ma chi di altre cofe defidera faperefteg
ga Plinio,& altri Alatori.
^Animali faluaticbi.

L I boli da mangiare fono Fafàni,pernici,coturnici,quaglie,


tordi,& molti altri : I non buoni fono Acquile d’ogni forte,
falconi, faani d’ogni forte. LTfola però quelli non li produce,
ma Impiglia bene al tempo del mefe d’Agofto & Settembre, & di
bella raz2a: onde il Turco mandaua ogni anno, &neconducewa
affai : & vn Soranzo naturale Vcnetiano ogni anno ne conduceua
in Francia, & in terra Tedefea affai. Produce poi caprioli, daini*
lepri, & nel promontorio di Accamante, ouer San Piffani,effen-
do pieno di bofeo, fi ritrouano Porci faluatici, buoi, afifll; e de
animali feroci niffuno ; & il più beffiale animale c la volpe.
LTfola produce,ò che di fuori vengono nel Mefe di Ottobre,
Settembre,&ancho all’Agofto vna gran quantità di vccelletti : &
perche vengono alle vigne al tempo dellVua,li chiamano vccei-
li di vigna, & mangiano dell’vua, & femenza di lentifco et altro :
et douentano grasfisfimi, che apcna fi veggon gli osfi. Di quelli
ne pigliano gran quantità in molti luoghi dcll’lfola : et li patroni
dclli luoghi li danno in affitto, ouer in apalto,noue ducati il mi¬
gliaio, et gli mettono in computa,et ne conducono le migliaia in
Vcnetia. Quefta compofta la fanno cofnle danno vn boglioleg
gicro per non disfarli, et li mettono nelli vafi, & li empiono di
aceto forte, & cofi dura quafi infino alla Pafqua,& alcuni un’an¬
no : ma quando fono frefehi, fono più faporiti affai : & la perfoca
co me ne mangiari meaa dozena, è ftuffo del tutto,& non hi pili
apetito : Et quando io fono venuto in Italiani patrone della naue
Vianolà, mi diffe,chenc haueua 80. milia nella fua naue,fenzale
altre : & le naui pigliano di nolo per caffa 5. 6. ducati : & tut¬
to ciò non lo fanno per mercantia $ ma per prefentare alli amici ài
patroni ♦
[^Animati
~: òimmalLdomèftici*i\ f
■ $ ìs idaipm ■

C ■■■ ' ‘ ' ' ; • ■ ■■ ormi


AualliJdi gioftra, & altri; liggidri di biioflaram,.itiuJi^inu- 7
li,afini,boui,buffali,camelia & pecore, quale hanno-le code,?
longhe , & larghe piu di vn palmo ; vn caftrato quando, e graffo *
apena può portar laXuàxoda,&iynadi.qtielleemplip.yp lauie^zo di*
graffezza; però quel graffo fele di Agnafe^paiieijp Wj
gioncata : ma quando è,secchio ,nefaupo delle candelle di feuof*

Legni , che Vlfola abbrucia I V

O Liue faluatichc,carrobbe faluatiche, cipresfi, vpfatid._


.03 vi.

fono alii .cipresfi,pig#$,il legno*che fà la grafta$feto ittgg&


corrimi tbk ^ il lenti fco,j p all atro s ,y QU ere, p latan i ; & • a Ieri i e gn4;
forti, che in Italia non fi ritróuano., quali li. Greci li clfi^mapO;
Mosfiglia, ftarra.ccliia,pernài:i, & fimiji-: ^ kgni-dolcjciiedn ìt^
lia fono, non fene ritmila in .Cipro , fe non qualche pianta fOnaq
di falbe detto in greco Attia . I !(!0 orrói

Le deZìrunione deli*Ifola,,

S E noivoiesfimoraccontare.tutte’lejiiedeftruttionefatteda-
poi il]diIuuioinfino al prefente anno ; faria aff ai clic dire S ra¬
gionare, & la perfona ftarebbe fuori di fesche quante dcftruttio-
ni che hebbe marauigliofe è anchora, era in fiore.di ricchezze.
Noi dunque comincieremo a numerare ledcftauftioni, che hiror
no fatte dalli Romani infino al x 5 70* Moke : defiliti trioni hebbe
al tempo dclli d e fee radenti di Cetliin, de 1 li Asfiri j ;^jS.mafsime
dal Re Àmafis: ilqual totalmente de (Ruffe Cipro:poi If-Ar gjui,U
Dei, li noue Re, li Megarefi, gli Ateniefr,& Per% Tolomeo,et
Ma edoni ; & da Sarraceni in piu fiate da.2^ tiolte'quale tutte nò
fi raccorderanno per breuità . Solo peneremo le piu notabile.
La piimadeftruttionedalli Romani fatta fìfial tempo di Mar¬
co Catone., rilqtiale GOiiierdi foprahabbiapfo, deettqportò via
tanto oro,argento;, S .a[tresco,féqH'eciofe ,;clle Condufie in Roma
^oo.milia talentidarg-cnto,, chg£annq,r}9£h (trilioni de ducaR:
cofa inaudita, & incredibile; & di ciò mirate di fopra à carte. ,
La
. La feconda deflruttione fu ne! tempo di Traiano Imperatóre*
S uandoche li Giudei furono ribellati dall’Imperio Remano ; o*t
e in Cipro, deftrufìero Salamina aìlhora prima Città dell’] fola,
ammazzorno in -quella i&akre Città 24o.millia perone,come
narra Gioan Lango nella Eccleliaftica lyftoria di Nireftoro .
La terza fu al tempo di Coficntino Magno, quando che fi fola
flette 2,0 anni dishabitata, perche ncn pioueua: oue tutti li habi
tatori fi partirono, & lafciarono il terreno fole arfo, & fecco : &
quella f u la maggior deflruttione; pcrcioche non fidamente fu la
l'acuità & fuflàtiaima anchora le proprie perfone.
La quarta fù al tempo del Re Balduino di quello nome terzo
di Hierufalem, nel 11^4,quando il Tuo Prencipedi Antiochia
Reginaldo di Cafliglia, per far difpettoaUTmperatore.di Colli
tinopoli, ilquale era inimico delli Latini ; andò in Cipro con vna
Armata grolla airimprouilla, & minò le Città,Caflelli,& Cafali,
& depredò tutta filòla ; & condulfe fuori di Cipro tanforo,&
argento, che. narra Santo Antonino, che non era ne numero, nc
fine •
* La quinta fiata fu dellrutta dal Re. Riccardo di \nglia, quan¬
do andaua in Hierufalem à {occorrere li Chriiliani : Et perche il
Duca Ifaac per auanti volfc vergognare la madre di quello Re ,
che andana in Hierufalem , & la moglie del Re Filippo di Fran-
cia;& perche anchora quello Duca Ifaac non volfe foccorrere al-
li Chnftiani, ne dargli vittuaria; adirato il Re Riccardo con gran
furia dismontò nellTfola ,& ruppe due volte il predetto Duca,
& lo prcfc) & diedcgli la morte;Dipoi minò, & fraccàfic tutte le
Città, Ca(ltlii,& ville,& le diede alti fuoi'.in preda: talché fu mi¬
nata di tal forte, che fu venduta apena 100. mila ducati alli Ca-
uallieri Templari. Confiderate fe era delimita, che vn Regno fi-
milc ha venduto per 1 oo.mila ducati che fe fi comprale vna p^f-
fesfione, li haueria ducento,& $oc. mila per modo di dire, onero
vna minima villa. Dalli llesfì Cauallieri hà patito anchora aliai
danni, & di grand’importantia: & perciò eglino dcfperau , la ri-
tornoal predetto Re in Hierufalcm;& egli la venderai Re Guido
Lufignano di Gierufalcm, con dargli albera 40. milla,& altri 60.
mila ducati à tempo.
La fella dellruttione fu al tempo del Re Pierino gjouinetto
' Z
dalli Genouefi alla fprouifta affali tò, quali prefero Famagofta,
^rcofta,non per forza, come di fopra dicemmo : & vedendo,che
Xion era posfibile di dominarfì deli’Ifbla y facendo, villa di amici;
iubitp.airimfpixjuitofaiccbegglornò^Mieyfia, & tutta l’i fola:, fuò
ri che detti Càftelli,& con dii fi èro ogni cofaa Famagofta y & «iq^
riirono Famagofta per fe:& poi di quelle prede già fatte canicaro
•rio Tei galee d’oro>argento,& altre cofcpreaofc per Genouarnfà
lagiuftitia di Dio lì fopragiunfe,che non erano difeoito le galee
da Famagofta 30. miglia al capo delia Grca, che la fortunali affa
lì con tanto impero, che di quelle galee non fcampò ariete vnà
-mofea : ma tutte andorno al fondo ya com e vri piombo.
La fettimà deftruttione fù al tempo del Re Fano,quando che
il Soldano del Cairo mandò vn’effercitq ali’improuiRa di Marna
luchf& altri Sarracini,canali abbruciarono,& minarono dèi tutto
la citta di Limifsò, & altricafali poi deftruffero > &depredomo
Nicofìa: canduftero in prigione nei Cairo il Re, & molti fuoiBa
ioni; quali poi tutti li rifeatarnan II Re per a 00 j miki ducati^ &
fatto de indi tributario del Soldano . Pagorno anchqra Ir Bài
roni affai migliora de ducati : Pbiri’effercitò del Soldano volèn^
dori partire dailf fola , prefero quanto piloterò, & quanto fu
poffibile, che non fi potè Rimare la valuta della preda , che con-
duffero fuori dellffola , oltra molti p er telaggi morti & de¬
finita . . rr ■n
La ottaua deftruttione Rifatta al tempo della Regina Cariò ti
Jta, &fdi Alitile di Ciucia, quando che. il baftardo fratello della
predetta Regina candite in Cipro vn’ctercko di Sarracini & di
Mumaluchi, ■& difcaciò dd‘Regno la fu a forella:& duro ino alito
xa le guerre tra Cerines & Famagofta 3 .anni : talché ogni cofa aa
<fana declinando in malhora Dipoi ceffornó le mcrcantie : non
poteuanofeminaredi Sarracini tuttauia li fecchcggiauanodamag
gior parte de’Nobili, & tuttala Corte Regale feguironola Re¬
gina fuori deirifola,priuati di tutti li loro beni;& di altri mali af¬
fai , che il predetto baftardo fece .♦ periiche tutta Hfólaera fatta
deferta, & in cóltiuata. Poi effendo morto il Re^ di'fuhito li no-
bili nouelli fatti dai Re baftardo fi diuifero in tre parti : talché
IfReginaCatherinaconli Signori Venetiani diftruffero esfino
•bili; altri nelli ferri condutti in Venetia; altri morti nelle galere;
altri

artrinellepregiom,&tiltrifuggirono. \ .*
. La vltimaruina di Cipro è quella del preferite anno fatta dal
crudelisfimo fuperbo,& indormito cane rabbiato del Turco : che
fe prima fu alcuna ruina ò deflruttionc, fe tirannia fu, ò crudeltà;
quella ha trappaflato aliai tutte le deflruttioni, crudeltà, & impie
>tà, che non fi può efprimere, ne efplicare ; nc io fono Efficiente
. di raccontarle . Solamente io dirò per hora la foflantia breue-
iinente , & quando haueremo commodità , &fapcremo anchora
-il fatto meglio; la deformeremo tutta minutamente . Dunque
quello anno del i 5 70.alli 2 5.di Giugno comparfein Cipro il crii
delislimo Tiranno ,con vn’Armata non piu mai fatta limile, nè
iì potente; & disbarcò à Salincs 100. mila fanti,Se li dille 50. mila
.gualcatori , & io. mila caualli, & andò à Nicolia, & la cinfe in^
torno, facendo forti, & cauallieri : & dipoi che vi flette intorno
4^ giorni combattendo valorofamente , & perche la città non
era ben monita, Se ne anchora era fornita di fortificare, Se perche
jqnelii, che la gouernatiano ; non eran pratichi ; perciò in capo di
4 . giorni entrato dentro rinimico con grandisfimo impetoSc
.furóre, fece macelli, ftrage, & beccarie,che fìì vn (lupore, che il
Cielo fi copri di trida^ & la terra di/àngue : Etelfendo la città di
Kicofia piana; la fece piena di monti Se colline di corpi morti del
Chrillianefmo fungile :& offendo in quella 56500 mila anime,
vnà parte e quali tutta la nobiltà andorno à maccllo:& del rcflan-
te ne fece Ichiaue, Se fchiauj, condutti in Ttirchia, dilperfi, & fe-
paratiin dicerie parti .* Lafcio di raccontatele violatone di Chie
le, le;vtrgogné, vituperij, sforzamenti di vergini, vedono, putti
maCchi,monache, & altri.religioni , che lingua humana non po¬
rrebbe efp rime rene raccontare li niali, che furono fatti. Dipoi
ritrouornó tutta la città piena & colma di ricchezze, de Teiòri, Se
artcglierie^ Se tutte le facilità, & ricchezze delTIfola, erano den¬
aro; ogni cofa hanno depredato . Non folamente fu deflrutta Ni-
cofiapma anchora tutti li Cafali vicini, Se tuttala M diària à fuo¬
co Se fia rtim a po il i fi t ufi lì genti detteli tfc : & ogni colà con-
duilero nell’Ànmta , Scihatiendò cercato vn gallone , grolìo delle
-arte g Efori e baste, Se k principali ricchezze; Se dà tnille tra putti Se
.pimellc al tremarne per condurle per prefenti al gran Turco
fr a. fuo.figliuolo^.Sì altri &aici à ; la Maciià diuinahi proueduto
meglio, che hi in fp irato il cuore ì vài gentildonna di abbruciò
ire la nane, acciò non aggiungine quelli figliuoli &: figliuole, de
fineghino ia funtu fede: Secoli tutto il Gallone, & vna galera, vn
nauilio, de vn Caramtiiiàlino andorno al profondo , de la gente,
t& le ricchezze, & learteglierie. Dipoi andò a combattere an-
choru F amagofta, delqual fuccelfo , altro di verità non h^bbia-
Rio : ma quando che le cofe terranno in luce;metteremo ogni
colà di (Fintamente. Giudicaròbene, che quella dcflruttione,&
mina ila Hata la maggior, che mai per alianti ila (uccella : perciò*
che in quella non foio fono andate le ricchezze & facoltà; ma an^
chora le proprie perfone : Etfc bene anchora nelle altre furono
morti aliai ; quella nondimeno ha trapaffato aliai dicono & per ef
fere Chriiliani. Però (periamo nella Maellà diurna, fieome nel
principio del nollro ragionamento dicenimo ,cel proemio, che
Cipro farà di nuouo uialtata de fnbhmatà-glè bene ha patito af¬
fai : percioche farà caufa che li Principi Chriiliani lì ai cordaran*
no iniìcme, de tutti li volgeranno contra qu elio commime immi
co nollro il Ghriftianefimo ritornerà neri Aio prillino gradai
perche farà cfriipatxapoco a poco quella tal fa & tirannica Cali
Ottomana ; quantunque nel mondo ila Ita rade! le prime , & anti¬
che Cafe éi iikiltre flaqual cafa Ottomana ha regnato 3 pò. in tir
ca : & hebbe di Imperatori ( fequitandò il mondo de non la veri*
ti) i ò i de tutti andauano di continuo ampliando i»l loro Im¬
perio de iliullrando, che veramente potria chiamarli 'tdkisiìmi
del mondo : percioche egli a* giorni noflri deaninanb^ nelle tre
parti, del Mondo f Alia qua A tutta, de Affrica, & Europ a :j&tfe rtiit
ti li beni che hanno li pomeri Chriftiani , cerne RAIamagna batìk
de. alta;l.a P o 1 Ioni a,B oà m in ,D a t i a 3 M afe li o rna, & parte de Tran Al
nani a, de altre generarioni di quelle parti : Dipoi delPaltra parte,
- Anglia*Seotia, Frilìa, islardia, & altre Ifole, Francia,Spagna% Si
Italia tutti quelli Regni non arridano anchora alla terza parte
qua fi del dominio, chetienc quella Ottomana cala : laqunle pen
fa, che habbia affai Regni fatto dife, & 4. Imperi], di Greci fòi
Trabifonda, di Tiro, ouer Àsfiria, & f i m p c ri a de * M a mal u c hi
del Cairo, qual’hebbe già 5 3. anni Et quantunque tìacofi gran*
de & potente ; la maellà diuina, quale regge il tutto ; tiene accie-
cato quella beftia, acciò nòve dai’auuorkà Si potenùa fua,& clic
affatto
91
sffattodiftroggeffela-faa vnica fpofa Catolica, Apoftolica,& OrV
todoxa Romana Chic fa ; aiiaqualcdilfc lò fpofo; Ecce ego yobk
fcum fum vfcjue ad canfiunationem (cetili : & à gli altri ditte per
il Profeta ; Omnis confumationis uidi fìnem latum mandatum
«imm nimis. Dunque di tal potentia tirannicafperamo in breue
di vedere, fe non in tutto, almeno in parte il fine. Preghiamo &
fupplichiamo quella, ilqualc fufeitauit hypocritam propter pecr
eatapopuli mei,chedi nuouo Sommerga il nuouo Faraone i con
tutto rettorato fuo nel mare fanguinoiente : Et tunc ex ore fpon*-
fx erit perfetta laus,honor, & gloria viuenti fponfo in fecuia fe*-
culorum »
Notateti anchora che Io per breuita nompofe a ogni mia nar-
rationeli tettimonij & liauttori per non generare faftidio alli
'animi delli Lettori / quelli mo che veglino vedere minutamente
legano, Sabel!io5Strabone, Iuftino,Plutarcho,Blondio, Platina,
Fiorio burrone, Giorgio Buftrone, il Suplcmento . i’Hiftoria
-Sacra;Raphael voInterrano, Vicenfio bchiaccnfc S. Antonino 3c
altri Auttori affai, & li miei propri; occhi, molte cofe videno in
sfatto. Laus eterno Deo .
o Fatta nella città di Napoli nel monafterio di Santa Cathcrina
odi Formelle nel 1570. nei fine del mefe di Nouébre; da Fra Stef¬
ano Lufignano di Cipro Lettore del ardine de San Domimco «

EPISTOLA DEL SOPRA DETTO PADRE


A fi LI UT TDK li

O w grandifsimo defidério bramaua d’hauerperle


manilamiferabiieexpugnatione della Città di Nd
colia e di Famagotta , con tutti li getti, & atti più
notabili che furono fcorfi, acciò che Peperà noftra
fin perfetta , & che l’auditor habbia optino a e piena
dateli igenra, del tutto d regno de Cipro * Piache duche , alla
fcttaeftà diurna, de dar pianezza & fine a quel anxiofo defiderrò
?mio> con vn belifsimò-modo & perfetto moggio, facendo grafia
deettcr;(con lalatgxElemofina del fantifsimo,& già vero & per
fetta fummo pallore. di Papa Pio Quinto, at cui la macftà diu**
sa dometerna & fe^ilisfimajmemojria) , liberato dalle crude fife
(ime
fièle & tulchefche mani i! Reuercndo Vicario generale di terra
Santa, dottifsimo Maeftro Angelo de Cipro, della famiglia de
Calepij : de f ordine de San Dominico, quale veramente merita
effer anumeratò, nel confortio delli huomini Illuftri che difo-
pra dicemmo, però che, con incredibile fatica in quella miferia
della città de Nicoli a, era adoperato, Exortando & inanimando*
hor quello, hor quello ; tenendo in mano ilvexilio diChriftia-
ni, la fantisfima Croce ; Lafcio di racontarc^uelle opere fantif.
fune , di confolar li pouori feriti, aiutarli, & mirrarli da parte *
“lepellir li ammazzati, non difdegnando, ne aborifie de elfer fan-
guinolenti le mani & velie, non curando di remediare le ferita
proprie ; ma con grandislimo carico cerco & opero de aiutarli al
tri, poi prefo, fatto cattitio,non reflo per quello , de non confo-
lar & aiutar li altri con cattiui con la lingua, poiche,del rimanen¬
te era ligato,conduto in Conilantinopoli, & eflendo come di¬
cemmo liberato,&riconolfendo quello dfer fingular donno del
Signor, dipoi le debitegratiereiealja macia duiina y Ecco che
.per non efiér ingrato , caminaua de qua & de la>da quello & quel
lo Chrilliano libero,q matHiadante, & conio lachrime, pregauà*
exortauaesli lil erLChriiliani, per il clic ; da csfi>digjiisfiine?ope
re, furono fatte : larghe & mi ò lei s fi me Ekmofine, con legnale
fono già liberate, tante anidi gioiienetti, quali erano già in-
fporchiti in quella nefandifsima snaumetana & diabolica lege, &
elfo Reuercndo Padre, con gran fudori clienti, liberati & ridet¬
ti nel gremio della fanta & Romana Chicfa per quelle òpere
fantifsime ; che egli è intrauentito ? fc non quel tanto veramente,
che Vrbano fantifsimo dille, al lenita Laurentioy àduch maiora
cibi debentur prò fide Chrilli ccrtamina, & per efier anchora de
riiabito Dominicano,del quale il Santisfimo Papa Pio eraacufa-
to falfamente d’efter fpione di fua fantità, onde furibonde le pa¬
ghine gente ,prcfto prello,lo prefeno, ligorno, in cadenandolo*
& p ollo nel bagno, opregione del grani ti rrano,per dargli Piikì-
mo fuplicio & fine,*ma la maellà diuinayqualercge gouerna .CQn
glifuoi infiniti fccreti della fua fapicntia, ha liberato , non fol%
Sa quelli tormenti, ma anchora totalmente,da quelle perfida ma*-
ni, conducendo lo in Italia , quale' di nuouo , va caminandó,fati*-
cando, & non ripolàndo da: tan tùli enti > ma ricercha de. giouare*
' &
?*
& liberare, quelle pouere & mefchinelle anime, & maffimé
proprio & de l’mtrtnfcco fa'nguc, acciò non n-ega là fede , & che
*on venghi'effcr infidelc, Come TApoftolo Paolo dice. Siquis
Tuoriimet maxime domeiHcoruhi tiirafn non* liabet fidein nego^
tiit&infidcli cif detcrior. Et de tutto quello fopradctto : cilbr
vero §'To era già apìcno informato in Venetia, dà molti de noltri,
& d’àkri,non perciò,volfe Io dar fede cofi ligcrmentc,& metter;-
lo in luce , fe prima Si apieno non fufle informato da molti; & ma
fune vedendo le vine lettere de rilluftrifiimo Màrchefc ; il Si¬
gnor Giacomo Malatefta, mandate al fantifsimo noftro Signor,
& d’altri Illuftrisfimi Cardinali, quale teftifica;& fòr/I di piu^di
quello che Io pongo qui con la penna ; & elfendo venuto efib Pa¬
dre MacRro,iftfompagnia; daConllantihopoii, in Italia ; con il
Iiluftrifsimo Marchefe, & clfendodunche il preditto nella prefa
de Nicofia prefente,& come pcrfonaiuditiofà>dotta,& lenza pàf
fióne, Se veridica,lo preghai imo fuplicai,che fi degni fua Retici*,
darmi in nota, & breuemente, Tambi duoi fucce/si, ouer espugna
tione, de Nicolìa e Famagofta , acciòfia adempito il deliderio
mio ; & dc-t Faudito ri benigni,quali valendo vedere legano li fe-
quenti feruti, fidelmente pofti,quali Io li ho hauuti nei cornicia¬
to de San Dominico della città di Bologna, nel I572.adi4. de
Decernbrio #

AL REVERENDO PADRE F. STERRANO


Lufignano da Cipro Lettore dell’Ordine de*
Predicatori fiìo Càrifsiaio.

E gli antichi Scrittori li Hiftorici, come Poeti, ri-


uolgcrdo gli occhi alla fccilirà della Ifola di Ci¬
pro , con lunghi ftudij e fatiche,oucloro e accadu¬
to , fi sforzarono di pareggiare con le lodi il gran
valor di quella; ben fi pare tagioneuole & honefto,
che Vói nobilifsima e gentilisfima pianta di quel terreno tentia¬
te con bfcllisfima hiftoria. di rinouare ne gli animi delle pecione la
gentilezza e nobiltà di effa, Nellaquale non fenza gloriofa fama
e fiorita per molti anni & etadi làllluftrifsima, & Regia cala Lu-
fignana dominatrice e gouernatrice di quel Regno. Talché quali
* 1 dir
dir fi può die non fenza grande ingiuria voftra per Voi fi teneu*
afcofa vrm tanta fatica . La onde Io tirato fi da quefto n(petto ,
come anchora dalle voftredimande tutto il verace fuccefio della
guerra & efpugnatione di quel Regno fecondo il defi derio vel¬
ièro vi mando * Ndqualepiu la femplice & ignuda verità, che
Tornato delle parole od altro humano rifpetto mi è giouato di fe
guire. Prendetela adunque quale ella è , che di buon core con
me fieflTo infieme ve la dono. Da Bologna gli X. diNoneaibre»
MDLXX1I.

Di V. R» Fratello aftetionatifs.

F. Afigelo Calepio da Cipro.

VERA E T FI DE LI SS I MA NAR RAT IONE


deifuccelfo dellefpugnatione, & defenfione del Regno
de Cipro; Fatta per il Reucr. Padre F. Angelo Ca-
lepio di Cipro Dottore Theologo delTOrd. de
Predicatori, Vicario Generale della Prò¬
tiinde terra; Santa. Ad inftantia del
R. P. F. Stefano Ltifignano
Lettor deiTiftefi'o Ordine.

L* Ruttore aUi carijfmiy&humamlfimi Lettori,

Olendo prefentar alianti alli occhi vofiri con fi-


delifsima breuità lacaufa,elavia, laquale quella
barbara,& fiera natione de Turchi, ha tenuto nella
efpugnatione del Regno di Cipro, il che esfi fil¬
mano imprelfa viteriofislìma, & di reputatione
grande dell'arte lor militare,con ifprezzo di noi e di nofira fede,
bifogna,vcramente (fpogliandofi delliappasfionati rifpett ^rac¬
contare fidclisfimamente il vero fuecelfo Jafciando da canto li.te—
diofi proemi), & gTornamenti fuperflui della lingua acciò ogni
vno poffaifpeditamente gufiar la vera fufiantia delTimprefa,
qiiindi,poi conofcere, e indicare gli noftri errori trafiorfi, & il
vanamente gloriarfi dclTinimici.
L’auaritia
L’auantia dunque , Tambitione (fella fami , la disparita de!
culto, la fugieftiondel Dianolo , la pcrmifioue diurna, & Tap¬
petilo sfrenato delTacrcfcimcntodelTImperio Ottomano, (la¬
ta certamente principio, remoto della congiuration e,contra Ci¬
pro , fi come ancora fu vicina caufa il defiderio del fabricarc di
vn Almarate con la feda, & mufehea de Selim grande Imperato¬
re di Turchi, quale offendo noi in Adrianopoli quello Luglio,
vedemo efTer fuperbisfimo piu di quello del Padre fuo Sultan Su-
limano, quale c poflo in Coflantinopoli fopra Taltura de vna col
lina, che adorna tutte le altre fabriche e muichee, hauendo quat¬
tro mecit e di fuperba e ricca architetura dottata con Tentrata ca-
uata da Zeghet,e quello de Sultan Selim farà piu ricchifsimo,piii
fuperbo con fei Mecit, cioè campanili, Tacquifto delTintrada di
quello Almarat, fu la feconda caufa che per ragion di legge lo¬
ro, dar e dottar la mufchea>chc attendeua far non poteua ddl’itt-
trata dcliTmpcrio, o del chafhata, la terza caufa, che il Muffi lo¬
ro, quali hanno, come lor Papa, oueriurifconfulto,lo perfuafe
non poter far mufehea, fe prima non faceua qualche volorofa itti
prefa contra Chiifliani ad sgomento della fede e dcllTmpcriojCo
me gTaltri anteccffori Tuoi, proponendogli le memorabil imprc
fe di Sultan Machomet fecondo, che acquiflo Coflantinopoli,Ba
iazet fuo figliuolo c Sultan Soleiman Padre del prefentc,e dellac
quiflo di quella imprefa far Tintrata della fua mofehea, & quefto
lo perfuafe per Cipro, perche non Tempre ficuramente. I Cuoi
Santoni, poteuano andar alla mecca. E per asficurar quel mare,
corfeggiato da Ponenti, quali s’afficurauano in Cipro, onde ne
feguiua, che ancora i lor mercanti non poteuano /icuramcnte na-
uigarnella Soria, c nelTLgitto, fapendo, che quello Signore,
hebbe antiquo defiderio di lignoreggiar Cipro ; come luoco re¬
motto dalle forze Chrifliane, e forfi ancora per il giuflo di quelli
eccelentislimi vini e di Falconi bcllisfimi, che quiui fi pigliano.
Fu in oltre potcntisfima caufa Gian,Michcs,marrano,che lo per¬
fuafe, a quello piu volte, effendoli fedcIisfimo,dardoli,fidclmcn
tc, auifi hauuti da dalli Tuoi Giudei, come TArfcnal, alli i di
Settembrio.i 569. S’abbrufciò, & guaftò lemuniticri, c le pcl-
ucre,donandoli atichora ragguaglio delTcftrcmacariftitia, che re
gnauain Venctia.
A4
* Scoperfe finalmente auefto defiderlo, ii.gran Sultana alliftoi
Badimi: al quale s’oppele deliramente, 'Mahomet Bada,die li pa
mia,come amatordi Chriftiani ; non foffe quella cofa à romper
la fede a Vcnctiani, la cui amicitia alla nation noftra diceua è ila
ta fetore di grandifsima vtili tà , chi e non mouendolìloro in fa*
uor d’altri Qhfilliani moleilati da noi,habbiamo fatto grandtsfii
mi acquifd : Et per quanto ho intefo a Coftantinopoli da petf^r
ne degne di fede,quali non accade nominare, die metterei in pe~
ridilo Iqr vita ciféndonelleforze de Turchi in Coflantinopoli^
quello Balìa,& per Tamar- portato a* Venctiani, e per il defiderio
del prcientèjche afpettauacome era folito, mandò legrettamcnte
dal Bailo, acenandolifi {accorra con prefenti • Ne facendo il
Clarifsirnp altra prouifiOne, conucne finalmente ancora quello
Badano aiTapinion de Tacquiito de Cipro, in condenhationc e
pena, come egli dice dcllaingratmidine,ehc fperaua in quello, ca
fo il prefente Bailo, faceffe,come il Bailo Bragadino,alquale pur
elfo Bada, mandò al tempo filo a dirli,come fon comparii dui da
Cipro conlittere,ouenarrauafiil defiderio di molti vilani parici,
che era di volere dfer fignoreggiatidal gran Turco dicendo effe*
re molto agrauati, onde il Bragadino foccorrendo con rkehisfi*
mi prefenti, Mollò il bada fopradetto,e li mando quelli dui mef-
faggieri con le littère, fenza.prcfentarii atgran Signore, ne mai
piu furono vifti . >
Auanti fi mandaffe il Chiaus a Venetia il Badano mandò a dir
ni Bailo qualmente il gran Signore effendo nuouo Principe, gli è
Yemito.in defiderio,come ftiol venire anouelli Signori, varij ap-
periti, di haucrcqudTcoglio di CiprOjquale elfendodi poca irrw
portantia, io voglino donar alla maellà Sua,che li farà femprefL
delisfimoamico,echeftriuaa Venetia, per gratificar T animo
fuo fenza fallo, Hora e non piu inanti, per quanto in Coftantino^
poli fi dice con grandisfimo noftro danno, crefce il Bailo l’arma¬
ta effer fatta contra Venetiani, che fe piu a buon’hora credeua Se
mandauagliauifi, faria megliòISc piu prello remediato, che pur
l’anno precedente della guerra le 70. galere Turchefce fchanda-
gliorno Tacque de Famagofta Saline &Limido , &in Caramania
fi già fi congrcgauano gente, &Maumet Bada dunque ponendo
in ordine Tarmata come carico fuo, prepara l’edercito nell* Arci*
pelago
pelago. Fa metter in ordina le Vittouaglie, e Waualtcria, fumo
preparate ceto fdlantagalcré,c galeotte; & fufte feflàntaymaqftc»
8. Naui fei Galeon vno ,pa{Ta caualli quaranta, Cammuffalicréta*
Palatarie tre, Fregate 40, che fanno 348. benché fi diccffe 400.
vele, tra quali erano di remo 210. Et alli 13. di Genaio fece¬
ro trattener due naue Venetiane,la naue Bonalda e Balba, Et pel*
Tonalmente poi il gran Signor andaua al Topehana, ouer fondarla
& all*Arfenale,& ordinò fi fequeftraffero gli Vénetiani, facendo
chiuder tutti lipasi!,Alli i i.di Febraio , ìfpcditero per imba^
feiator a venetia, CubatChiaus con lettere. Quello Chiaus efpe
dito, fu accompagnato da Luigi bon Rizzo, fècrettario del Cla»
rifsimo Bailo,& arriuò a Venetia nel principio d’Aprile^l quale
il Serenifsimc Dominio, rifpondendo ardentifsimàmente. Li de
teno licenti'a, come li conueniua, effendo il fiio Signore manca-
cor di fede, & vlurpator delli Regni Chriftiani ponendo tutte le
lue fidutie nel vero Leone della tribù di Iuda Re di R e Signor di
Signori, & domator de gli efferati, e nella fantità,& zelo de N.
S. Papa Pio V. nimico delti heretici, & infedeli, & amator della
vnione, &augumento del Regno ChrifHano, abbracciando tal
guerra ingiuftamente,a lormoffa,efpeditcro con fomma diligeni
tia, rilluftre Sig. Hieronimo Martinengo, come fi dice con tre
millia perlòne, bènche in Cipro, morendo elfo Signor fuori di
Corfu,non veniffero tanti. Mandarone quello presidio per Fa-
magolf a : E portorno in Cipro infìeme il Càdauero del Signor
Hieronimo Martinengo. Oue andò tutta la città a riceuerlo, e
portato alla Chieda di fanta Sofia, con dirotùlsime lagrime di tut
tiys'attcfe a rifrefear la fantaria, e poi làftradorno per Famago-
fta- Portando feco il cadauero in vna caffa.
Ma prima vennero littere alli nofiri Rettori del Regno,dal Chi
rifsimo Bailo di Coflantinopoli, benché tardi. Vennero arèòl*a
dai Serenisfimo Dominio di Venetia alli mcdefimi,óue pubirca-
uan la guerra, confortauano ognVno,«fFortauan tutti al combat¬
ter,& alia dcuotion toro, A.sfictìrandqh,cbefaf-cbbono ogni fòri
*operÌórdiifcnfioftevhauendo animo piu prcft&pefder Vene-
tia,che CiproyGhe fè retiraficro tutti nelle fortezze,nelle mon
tagne, tenendo di fiàiro,che non foràcoli pretto afriuato il nitfiii
co, che esfi li farebbono adoilo,e4ì fkurofpc'rvno,la vittoria, c
le fpogUe ^inimici, eojlfègnandoli per Generale deireflcrcito,
I/Illud. Signor EftorBaglione, & General della caualleria.L’Ii-
luftrifs.Signor Conte de Rochas,E rallegrorno molto tutti, que-
fte 1 ette re, confi d ado li ne Ili benignità di luoi Signori,& nelle am
pie prò fette, & fede inuiolabile V enetiana, fpèrando li prouedef
{ero, e mandallerq pretto predo, vno buonifsimo Luocot.cnente
atto di regger quello Regno in tal occadon pcricolofifìIma,fi per
che era -.copilo il fuo tempo,d ancora, perche a tutta Venetiaerà
jnanifclla , rinriificientiadi codui , fpcrauano ancora vn ottimo
Proueditorc diffidente per tal carrico, hauendo già il Serenimo
Dominio hauuto aitili duella morte fiebilifsima (cagione delia per
dita di Cipro) del Clarifsimo Lorenzo Bembo', Sperando poi
prosddlo fofHricntifsimo di valorolì foldatiItaliani,& eccellen¬
ti fsimi Capitani,elTendo il nimico potcntilsimo • L’Ifok lontana
di Venetia fumatane! grembo del nimico, la Cittàpoi, polla in
mezzo dell’lfok, che accampato l’inimico non d può dar foccor-
fo. E que de fperanze li fondauano fopra le, larghifsime offerte
della Signori a, & nella dia vigilantia, & fuauis fi mi configli quale
al tempo del principio della forti d catione di quella Città, Lanu¬
to vn minimo cenno di fjfpcttp, mandogli vnconutniente pref-
ddio. Horapcr certo abbrazzando la guerra, e moftrandoli ini¬
mici contanto potcntidimo Signorcjhaucndo la Città vndeci Ba
loardi, che erano vndice Calteli!, infallibilmente tcniirano, che
mandafiero, fenon diecc millia perdono, almeno 500. foldatiper
bcloardo, & tanto piu,che -(appellano,che lagenrc plebea, eli co
ladini di Cipro, eran gente rozza, & inelperta del l’arte militare,
& con quelle fperanze , attefero con incrcdibil diligenza cercar
prima di dar fine alla fortezza,quale non era ancor compita , & in
|kuni luochi lenza cortina; Ccininciorno dunque con proccfsion
gena addirne. Li Latini, e li Greci, li Vefcóui, con tutti li re-
Figiofi, li Claridimi Rettori, con li nobili,& tutto il populo d’o-
gni natione • Il Signor Eftor Bablione con tutti li Capitani, de
Soldati, per tutta la quadragefima, fatte le proccfsioni cantate le
meffe,andar tutti a lauorarc, portando il terreno dalle folfe none
adimpire le folfe antique della Città acciò l’inimico non trouaffe
le trincierc belle fatte, fi che auanti venilfc l’inimico, era quali fi
Ulta la fortezza; ma non fi hebbe tempo di far alcune trauerfe ne-
cdfarie.
9?
ecflàrle, per acciecàrele canonere del forte, che il nimico potenti
fare,come ha fatto nel monte tenta marina, In quello mezzo il
Signor Eflor Baglioae congrcto il parlamento, ouer ecnfiglio ,
Propoli alli Clanfsimi Rettori. L’opinion fua prima a bocca, c
poi in fcritto, che era cote, non men vtilc, che necelìaria>prcfen-
«tarli nelle marine,e far quiui refiiltntia al nimico & riconofcer la
fuà'ferza ditelli-bandolo quanto loffie posfibiIc,& quello medeli-
1110 protcfto lo fece piu volte, ricercando la caualleria ordinaria,
& alquant’altri caualli per la fua compagnia, quale volcuametter
in ordine con piu archibufi per uno a modo di fcraroli, attenden¬
do a non dar coli facile & agende il «barellare al inimico,conuen
ncroaqueftò parere falutifero, tutta la nobiltà, imo &tutto il
populo, E gli nobili fecero vn gagliardi imo fcritto con prote-
ilatione potentifsime,& lo prefentarono per man de* fuoi procu¬
ratori , & in quel fcritto manifeftauano la dcuotionc loro,al Sere
nifiimo Dominio , & l’animo pronto & le forze, che fponeuano,
de andar alle marine, & tentar ogni ftratta per prohibire il dif-
montar de l’inimico, ouer almeno difturbarlo, quella opinione
quanto era ragioneuole li fcuopre da quello, che come ogni vn là
fra tanti caualli,che erano nel Regno mettendo aichora li Ronci
ni, che erano attisfimiper archibugcn, fi poteua agcuolmcnte
far vna fcielta di cinque o fei mila caualli,& inlicme ragunare del
la gente Francomata del Regno da 24. ò a5.mila pedoni, & far
tutta quella gente, pre tentar all’incontro dell’inimico,acciò la ve
deffie almeno fu le conuiciiac colline de Saline; che forli l’inimi¬
co, non haucria prtfo ardire difmcntar,ttmcrdo forli il combau
ter alla campagnia, li come intrauienc a Barbarolfa dcliderofo di
pigliar Cipro, pofeia che in tale cteimationc era apprefio li Ttir¬
chi,fi come noi e tutti li altri fchiaui dalli llcfsi T tirchi habbiamo
intefo,che ttniuano di certo, come nel Regno de Cipro era vna
groffia e potente cauallcria,& guarnito divalorofi otcntifsimi
loldati fufficicnti poter,non folo nelle fortezze,ma anchora nella
campagna refiteere & prcualcrc centra di loro; E che folli no moi
ti caualli & altri foldati, tutta Venetia Io può faper, hauendo la
Signoria per l’adietroal tempo del Magnifico Giacomo Gilì cate
fati molei ftradiotri & 500. archibufieri che erano già falariati,
perprefidio deJl’Ifola. IlLuocotcnente & Illuftrite. Colattcral
con
con gli fratelli valéuano iì Contrario * pe riardendo fi che
co per forza sbarcharebbe la gente, ne gli pareua efpcdiente , ari
ligare quelli pochi foidati & quella poca caiialleria^che quello fa*
rebbe vn aperto pregiuditio della difefa delle fortezze > per efler
la retirata lontana 8. leghe , Se fifondauano, come efsi di'ceuano*
Ibpra il configli© & opinione dcli’Iilullnino Sforza.PaUàuicino*
datta nel collegio ailaSerenifsima Signoria de Venetia, Sevoie£-
fe Iddio, che quella opinione non folle preualuta > quindi il Si¬
gnor Ellor Baglionc, alquanto fdegnato coine li dicèua publica-
mente; li parte finalmenteeon la fua f ompagnia, per la defenfsió
ne di Famagolla, non volendo il Luocotenente lafciarlo efequirc
L’ordini Cuoi, fondati lopira rarte-militarein defenfrone del Re*
gno: onde non folo alla Città noftta de Nicolia non venne prcli-
dio, non venne il Luocotenente nuono, ne il Proiieditore tanto
uccellari], non vennero Collonelli, o Capitanila anchora quel
vno che hauetia la Città de Nicolia lo perfìe per il bel gouerno de
Nicolo Dandolo Luocotenente; principio radice Se cauli,(come
©gnVndice delia perdita del Regno, & volclle Iddio che ancho¬
ra colini folle manchato In quello mentre il Reuerendifs.Con-
tarini Vefcouo de Palio fece roo. foidati pagati del fuo ; Giouati
Bragadini di fua fpefa }qo. &il Conte di Tripoliqeo.Gioan Fi¬
lippo da Milano 6. caualli,& i 2. pedoni, tutti li feudatari] & prò
uilionati preparorno di quanto erano obligati, & di piu, & molti
altri che non erano obligati oflerfero qui caualii, .& qui fanti. Fur
no creal i molti capitani] diNobili di Cipro con 200. fanti del po
pulo per vno. ... ! :, ;
Il Signor Hedor Podocatoro . », 200
Il Signor Tutio Conllanzo. num, 200
Il Signor Liuio Podocatoro. num. 220
li Signor Thomafo Sinclitico. iuim. 200
Il Signor Iafon de Nores,. num. 200
Il Signor Francefco Maria de Nores. num. 200
IlSig.Vgo Flatro, è poi quello Sig. hebbe la compagnia di gcn-
tilhuomini perche era Luocotenente del Proueditor & la fua
compagnia Ihebbe il Sig. Gioan Filippo da Milano, num. 2 20
Il Signor Gioan Flatro. num- 200
Il Signor Giofr e do Cantaro * num. 200
» Ì1
<)6
Il Signor Serpi© Caraffe, & quello fu mandato àlleìifàntagne per
ragunar le gente & la fila compagnia Fhcbbe il Signor Mautio
Zimbict. num. 2.00
Il Signor Pietro Paolo finclitico^ queftp Spignoriti mancato pa
rimente alle montagne per adunar ia gente , & la Tua cottipa-
gniaPhcbbeGioanFaglier, e larefiutò- & Phebbe il Signor
Gridato Gidiniano. • . ' . num. 2O.0
Quedefoprafcritte compagnie fono’del populo de Nicollla
dubitando li Clarifsi Rettori, che non baftaffe quello numero di
foldati, fatta la deferittione furono fcielti anehora dal populo pur
in cfpcrtifsimi & rozzi altri mile foldati, ma non hebbero de dar
Tarme nelpade , non erano archibugi, ne arme defenf^ue 900. ar¬
chibugieri di mandati parte alle montagne aldi villani, & il
redo podi nel principio de Talfedio di le mura, non furono ado¬
perati) perla gran praticha di foldati, che non fapeuano doperar-
li, la munitionc non haueua altro che 1040. archibud , quali heb
bero quelli che poterò hauer molti di quedi foldati erano valo-
rod & molti de l’idesd tanto erano efperti che nel dar fuoco a Par
chibufo dbrufciauano la barba, & la maggior parte di quedi efl
ftndo artegiani non haueuano da viuer,ne hauendoli dacto Tolda,
mentre erano a quella imprelà^ne puotendo guadagnar per elfer
occupatida Peirei'citio, morendo di drme mormorauanò & ma-
Icdieéuano; quelli dunche fanti del populo datti per prouidone
del preddio erano 2600. Fìi fatto in oltra la gente del condglio,
ti di nobili in due parti conlegnandoli duoi Capitani valorod fsi-
xni, l’vno età il Signor Febo Zappe Nobile del Regno, quedo
hebbe,defendere il balordo Podochatoro , di dcfendcndolo
valorofamentc il morfe d’artegliaria, diedero tal compagnia al
fuo fratelloiM. Artius Zappe , quello defendendo tempre il fuo
haloardod’ogniall'alto, fu Tvltimo che morfe nc Tvltimo alfalto.
Si lo vidi tutto trinzato cf ogni forte di ferite, & mentre hebbe da
to defendeua Phonor & la patria fua, hebbe numero 750. "L’altra
xnittà di gentilhuomini,& cittadini Si fuoi feruitori numero 7 50*
queda compagnia, l’hebbe Vgo Flatro in defendone deibaloar-
do Condanzo Summa de tutti duoi Capitani 1500.
'

li
lì Capitani} dette cemide, Italiani & Ciprioti
bannt faldati 7J0.

lì Capitano Gabriel de Bergamo *


il Capitano Battifta.
Il Capitano Annibai Zangraui #
Il Capitano Gioan Angelo,
Il Capitano Giacomo Zacharia nobile Ciprioto*
Il Capitano Zuan mufcorno nobile Ciprioto .
Il Capitano Vrban de v italdi.

CapitaniIj de l'ordinatile ordinarie de* Cafali di Cipro


rettirati in T^icojìa con le loro compagnie.

Il Capitano Cieco da Perofa’ne I'ordinaze de Chitria. num. $oq


Il Cap. Gioan Andrea da Spello nell'ordinazc di Nifu. num. $oo
Il Cap. Badila delli Preti de l’ordinanze de Lacatamia. nu. 300
Il Cap.Zaneto Dandolo de Tordinanze de Lapitlio. nu. 300
Il Cap. Antonio G iorgìo de l’ordinanzc de Salines. nu. 300
Il Cap.Thomafo de Grazu de l’ordinanzc de Afdimu. nu. }oo
Il Cap. Annibai Albancfc de Tordinanze de Crufocho. nu. ]O0
Il Cap.Giuliano da Venctia de l’ordinanze de periflerona n. }oo
Il Cap. Borgogno de Abruzode lordinanze de Limiflo.nu.}oo*
Il Cap.Paolo Vicentino de Tordinanze de Lefca. ‘asu. \oo
li Cap. Hieronimo da Safcil de l’ordinanze de Paffb. nu. $ co
Li altri Capitani delle ordinanze di Calali de Mòla con le lo¬
ro compagnie andorno à Famagofta, perche coll erano ordinati
quando furono in(lituiti •

Capitanij Italiani con le loro compagnie *

Il Collonello Ronchon Gouernatore *


Il Collonello Palazo da Fano.
Il Conte Alberto Scotto.
Il Capitano Nicolò Paleotti •
Il Capitano Paolo del Guaito.
Il Capitano Francefco de Laura*
n
f7
t Capitano Lazaro Coaibm,
Él Capitano Pompeio Coluban «
Il CapitanoGiouan de Foglio.
Il CapitanoCarlo Ragunaico*
Il Capitano Antonio «di fierewitu
Il Caiiallier Magano ingegnere*
Il Capitano Caini Ilo da Gadi*
Il Capitano Mitraci Grifi,
II CapitanoGioan Ramila deSaii Coluban*
11 Capitano Batti!rada Fan.
11 Capitano Carlo de Arimim •
Li Soldati de tutti fuetti Capitanai erano già In tutto milc
tre centojcioè i yoc.&al amidi quelli Capi tan ij furono fuccek
fori di altri ,

Cafttanìj con Jlipendio fen^a compagna.

Il Capitano GiulianGuaftaldo,
Il CapitanoLeonardoda Borgo,
Il Capitano March* Antonio Dafcello
Il CapitanoGiaeomo Gra2zo *
Il Capitano Celio da Lodi.
IlCapitano Gioan B attilla Catturo»
Il Capitano Francefco patella.
Il Capitano Fabri di Imola,

Capitani/ delti Stradiotì con kloro compagnie*

Il OouematoreRcndachi.
Il Capitano Nicolò Kirieleilbn.
Il Capitano Lamberti.
Il Capitano Pietro Maurefi »
Il Capitano Filippo Lafcharinobilc Ciprioto,
Il Capifano Dimitri Lafchari nobile Ciprioto.
Il Capitano Giosnnc di Elmi,
Il Cauallier Dimitri PaleologonobileCiprioto.
Il Capitano Andrea Cortefe.
Bb
, Z'%
TI Capitano Catella rt?:'SvO r: T r m;‘> •
Il Capitano Thomalo Blefi « nn c-i. 3V . , q., ; ? t\.;> q
ìi Capitano Gioarsnc Ligoccfi • ? ,/j v, . ’ / 5 ;i
Il Capitano Dimitri Palcologo • , ' ). . >f|
C fi. ••Vvi » .; li.. ; {j[
Li altri Capitanij ordinari]Jelli Stradati * con aco«
cauaUt andorno a Làmagilìa. . ,\
r.;'1 ■ lofifiliqi
T N quello mentrc;ifte4a|-^ri^gi]^imi ti^jdri Ciprtoti con le bar;
Jl che e colpeggiando li mari delia Caramania & Soria, facendo
qualche preda, prefentita la guerra in S aria,tk nel Palm luoghi di
Turchi,cercarono de fuggire ,^ alami de nollri rcligioiì & fcco
lari vennero da poi dà doti auifi deliig^à4i($iini apparati .digiicr g
ra per conto de Cipro , a l’ultimo poi de Marza mandò il Inaila
fuori de Condantmop ali Amurat Rais con 25. galere drizzate a
Rhodipcr ornarli foccorfo a Cipro pAIii, f ^^ anchora d5Aprii
Piali Bafla fi partì àaConffcntinop'oli con 8.0. galere, & $0. gal¬
eotte , Et ritornando il Chiaus .Cojbalpd^ Ycnetia^portandoiai
rifpofta animofo piu di quello li penfuua, mandorno, fubito il,
Chiaus per fcqueftrar il Clajrifs. Bado de Vcnetiay con tutti li
Buoi, lafìandoincuftodia vnChiaus con.alquanti Ianizviri,ac¬
ciò li prohibifea ogni forte de auifi di lettere di pratiche, di par¬
lamenti, c di conuerfationc,vforpo poi grandilsima follicitudme
a dar cfpedittione al redo dell’armata : onde aili 16 di Marzo del
1 <>70. Vfcì fuori Ali Balta con 30 galee,e 1 2 fq Ile, inaili Turche
fche, e 2 Venetiane, col Galion di Maumet Balla , Maone otto,
Pafla caualU 'Oi^rnuflallini carriehi di gente,vitto-
iiaglic;artcgiiaric,monitioni;& altre cofe neccffarre, perl’efpu-
gnatione di Cipro . Soggetti tutti a Muftafà Bafla generale di ?
terra, A quello tempo Piali Balla già per inantipartito,andò
Arine,Ifoletta di Vcnctiniani, perfe molti Chri diani, & alli 28
detto impalmò a Negropontc, e carneo di vittouaglic 3 fi parte
per Rodo,& ritrouq per ileamino il redo dell, annata, & con grà
de allegrezza congiuntiparriuarono a Rodo il primo di Giugno.
Et quindi partiti, andarne» ai Finica, oue ;gia auuiarnoper terrat
FefTercito ;cfTendo quell: 3 Fmica,in Natalia vicino à Cipro ,
commodo per traghettar la gente} & circa li 2.0 di Giugno,man-
... Y 9.3
ciò fci galeotte a Cipro, per pigliar lingua, & armiamo avn Ca-
fal vicino ad Allcftandretta Calai Lara,& donando la cazza a cer¬
ti Pegorari quella zurma delle galiotte,2? caualli noftri Stradio-
ti, qnali vrtorno per mtzzo loro, la feetn retirare recando m or
ti moltisfimi Turchi; ne pur mori.nifturi Chrilfiano, fuori vn ca¬
mallo del Luocotonentc di quelli Stradioti, quale fperardo pre-
itnio di tal generofa imprefa, vene a Nicoftia con non fo che prc-
- gioni, e con molte certe, Et il Clarifiimo Dandolo per fua libe¬
ralità ; non li volle anco imprestar denari. Sopra la/ua paga,per
recomprarli vn’altro cauallo per fei uigio di S. Marco, In quello
mezzo il Reueren. Contarini fece in (anta Sofia vrtoratione voli-
gare, pcrfuadcndoogn’vno alla fidcltà, alla ftrenima del com¬
batter proponendoli il caroegrato amore de lTlluftr. Dominio,
portato a Cipro con tanta graua facundia,e copia di perfuafioni,
che molle tutù a dolci-film i pianti, proponendo ogn’vn morire
per la deferfion della fede per il Serenifsimo Dominio per la pa¬
tria , e per esli flesfi,& fmentato dal pulpito fu abbrazzato cara¬
mente dalli Clarifiimi Rottoti dalli Illuft.Conti, Bareni, e Ca-
u&llkri, con gratifiime parole, allhora lTUuft S. Conte Giaco¬
bino a nome de tutti li Ciprioti, dille al Reucr.. & al 1 i Clangimi
Ròttori. Tutta Venetia fa, e a cgn'vno è mamfeftala fideltà no-
rtra,la deiictiore, eTobccficntiaàl Serenimo Dominio, vfatafi-
dehnente, per tanti anni, Ogn’vrocognofcerà ancora con que-
Ifaoccalicnc, e con quelli periculi, che ci fopra (fanno con viui
effetti,& con il fangue nofiro proprio, quanto li fiamofìdeli, che
noi tutti piu prefio volano morire-a fi 1 di fpada, che cambiar
mai Signoria , follicitorno portar le vittouaglic nelle fortezze, &
andarnoli Clarifsimi Rettori, ad Afchìa,oue afptttorno il Clarif-
fimo di Famagofta per pcner ordine fopra le biade, tediami, &
altre cofe pertinente e necertarie di tal ìmprefà, e non poterò tan
to ordiiiaf, che non refiarte di lucra grandifsima copia di formen
ti, e d’orzi, & non fi facelfero padroni della maggior pai te di no¬
ftri belli ami grofii, e minuti, li Parici tutti ifauiinò fperanzofi ,
^pèrche vennero lettere da Venetia, oue dena uà nofeulta di hbc
Tarli da tal parichia, la qual libertà non hebbero inai fé non quel-
*!àdi Muftafa, tutti li gentiluomini publicamcme direnano d’b:-
Tier detto il confeiiùmento della libertà di lor Parie i,(e mo c prò-
' ‘ b bb z
ceduto (pretto: effe tto di crudeltà dalli Rettori per conto di Pari¬
ci del Dominio , Io non. tofo, L’armata nimica partendoci dai Fi-
mica arili 27. di Giugno, arriuò a Baffo al pruno di Luglio, & alli
duoi, bebb ero Isnuoua in Nicefia. Et arriuatia Limi-fi a,.la fac-
cbcggio-in'o inficine co’ Acrotin,abhruggiando eruba«do,pcne-
trancio verfo Cafa! Po 1 imìdia, c vedendo il Gouernator della
.Stratta :.E Vkenzo Malipiero vice Capitano di Baffo, qutffamol
tùli dine dinimici vrtorno dentro coni caualli , e ropptro quella
moltitudine tanto felicemente, Se polla in fugga^raccompagnor
no c on. infinita mortalità di ni mici ialino ai mare , prefero duoi
riti i, e t arrkorno duoi fame di teBe, quali poetarne, poi a Ni co¬
lia Coprala cima (felle lande di quelli Stradisti mandati per tal ef
feto,facendo carni nar in arit i da caualio del vice Capitano di Baf¬
fo . f duoi p regioni 1-igate le man a dietro > il eh e vedendo la Cit¬
tà fpirauavfcir Inora alle campagne, & alle marine,, e cridauano
per la Città per le muraglie, viltà S. Marco per mare, Se per ter¬
ra , Se il dì fequente arduo l’armata à Salines, Il General della ca
ualleria no Bracando ad: abboccarle col rilluBrif&.JE ftor Bàg l ionc
a vn Calale,, che era tra Saline a Fatnagoffa - Alli J- con a concia
commodità lenza contraBo veruno, sbarc0j.lni.mico fa caualle—
ria,la bancaria,rartegliaria, monition, & ral^re bagaglie facendo
quiuigli fiioi: prepari e forti, mandò. MuBafa,; Piali nel colfo deli
la Aiazzacon 1 oo-gale re, Se ao, palla caualli, Se alquante maone
per leuar gl’ahri caualli Ianizzari e Spachi,& altro tanto drizzò al
Miora Ali baili col reBo deirarmata nel colfo di Satalia, per Car il
meddimo effetto. Se di Salines , temeua partirli * Sé prima non
iaceuatutta la mafia dell’ellercito, ritornar.al|i 2 r. di Luglio por
torno li presfidi J de; fide rati Mu Bafa B alla * Mandò in queBo mer
zo Nicodimo Caloiero grecoorbo,di Corfir, con lettere eflorta-
torie , Se minaciofe ,:oue e fior taira tutti allobedientia del fuo Si¬
gnore ,,permettendoli maggior liberta,e laconcefiion dÌcio,che
godemmo. Il General della caualleria,già era retirato a Nicofia
con tutti li cauallr, par in fino algiorno dei maceÌlo,ne man corno
In quefiomenrrc Finimtci far diuerfe feorerie, Se arriuatia Lefca
tra condotti da vn Prete greco del Ilio co:, diedero per forza obe-
dienti a non battendo mura, ne fosfi,ne arme offenfme,ne defen—
fiuc^ilche fu fubito feoperto alli Clarifiimi noflri Rettori, Se ma¬
dami*
darò» il Cip itaneo'Mca duca Dtmitri Laicati con la lua compa¬
gnia de canai li ligieri donandoli comisrionc di poncrquel Gariu
le a riama, a fuoco,& ammazzar grandi òc piccioli, òc fatta Tobe-
dicnfia ; quello Capitando ardito vol/e anchor andar a riconofce
. re l'inimico, dando la caccia a vna grolla compagnia la retirò in
yiy ftretto de duoi montagne mori qui ni il dio canal lo > òc (àbito
falcando in groppa di quello de TAlfier dio fratello* le ritirò a Ni
coda. Alli 24* ripartono per Nicoila mandando prima a Fama-
gofta ìoo. caualli,acciò s'impcdilleogni forte di (occorri) a qua¬
li diede il Sig. Ellor Baglione vna rotta a San Sergio. Alli 2 >. ven
ne parte dell* esercito inimico con la vanguardia di caualli, il che
riconolcinto dalli noftri il collo nello palazzo prefe occarione di
conriglikredi douer vriir fuori Jadurtar qttefta parte prima, che
Feftercito giungele, & voleua che falifle fuori tutta la caualleria
di Stradioti & di fendatarij òc prouifionati, con grolla parte di fan
taria Italiana òc greca, Òc benché làpeuano li Clarilsimi Rettori*
& il Colateralc che quello Collonello folle pratico nelle guerre*
non acccttorno la flia propolla ne feceno bone le die ragione, il
dì riqueme arnuato il rcfto delFedercito, arditamente comparfe
• parte della catmlleria lotto la no (tra Citta,& poleno li pauiglioni
loro (opra il monte di Manria: òc in quella compagnia, òc qttiui le
. accampò il Genera^ deirelfercito, oue contra i! giuditto de no¬
ftri trouarono mo Iridarne acque, vna parte del l'elle re ito con la ex
ualleria s'accapò verri) Santo Dimitri,oue Ila la radice della fon¬
tana il reilo delli pauiglioni erano lontani >. mila Italiani a duoi
Calali dett Aglangia, òc Athalalfa per la commodità delle acque*
&nel di di S. Anna. Vedendoitnemicoaccamparlilenzaniftìmdi
fturbo mandò alquanti caualli à prouocarci alle fcaramuzze,chie-
fero con illantia li noftri, òc f taluni e greci, quali deridcrauan.il
combatter, d'vlcir a lcaramuzzar*& vrtar, ilche li fu vietato dal
ClariftimoLuocotenenteconcelfe però licentiaa pochi caualli*
guidati dal S. Celare Pionane Luocotcnente del Signor Collate¬
rale, Òc per efler pochi non poterò far colà dgnalfatta, ma atten¬
datane tirar il nimico lotto le forze ddlanoftraarteglieriat. Qiie
fto fecero ancora nelli duoi lequenti giorni prelero vn Capitano
de' Stradtori, detto Andrea Cortcfc, e prefenratoaf Badano d di¬
ce* che li fece tagliarla tefta Dominkafeqnentealii 30* fatto co
ogni
ógni prcflczza vn forte fu !a montagna Tanta Marina, Apprelentò
Furtègliaria , e cominciò a tirarci, que fla montagna era lontana
d dia noflra fortezza pafsi piu o manco cento quaranta,fecero oue
fio forte fcrzjjO con poco contrailo , che cercarono pur li noitrt
dalla cortina Podochatoro, & Caraffa, e dal fronte del b a leardo
Caraffa, con canoni di 5o. fconciarc il nimico, malauorando di
notte, lo fc per forza c preflò, e attcndcua di qui batter le p iazze
d’alcimi baloardi, & le cortine , e le cafe , ikhe il fondator della
fortezza non vdife fuggire,per non fo che rifpetti,che gli altrr di¬
cono effer finifln’fpc rando nelle traùerfe &c. Fecero poi vn'al-
tro f^rte a Santo Giorgio , ouc era vnaaltura, o voglian dir col-
Ulinetta, e da quello attendemmo a farci le diffcfè, e parimente bat
^tcuano le cale. Fecero il terzo forte all'incótro delli beloardi Co
flanzo, e Podochatoro, fopra F monticello Margarita. Pofero il
quarto forte a meza la collina ,dd monte Mandià , e da quelli nò
poterò far batteria de importarti;!. Fecero trinciere fpefie e pro¬
fonde , o vennero fotto le folle delle mura della Città vecchia, &
intorno doue cran le ruine de effe Città, c quiui lontanò palla So.
fecero 4* altri forti all’incontro del haloardo Podochatoro Coita
zoy da villa, c Tripoli. Assennando quelli forti con felle profon
de, meze Lune,& caliamenti quadri e profondi > & flottano quiui
corpi di guardia, doue la nollra artcgliaria, cauallcria, & fanta-
rianon potetia facilmente offenderli, c per quattro giorni conti¬
nui, attefero batter le mure gagliardifsimaincnte, con pezzi di
60. ne mai ripoflauano, dalla mattina infìno a fcra,eccetto $.04.
hore, quando era il gran caldo , ma accorgendoli predio, che f ò
face nano nulla,poi le balle JorG fi fìcauano nelle terreni della mu
raglia fenza offe-fa. Lafciaro quello tormento,vennero alle Zap¬
pe , e badili, onde vennero prdlifsimo fotto le noflre centra fcar
pe , con trinciere, e con tutto quello, non cercauamo diflurbare,
non lì potè 11 ano offender, e fecero quiui vna grandissima folla,
gettando il terreno verfo noi e (fallano in effa moltisfìmi archibu
. gteri, quali flauano Tempre a mira, fi con gran deprezza bcrfl-
gliauano ogn’vno di noi fri, che s’affacciaua fu la muraglia, quali
ancora ogni fera,e ogni matiina attendeuano a far la faina, e con
quello ili trattano arditamente, fatte le fofi'e, & le vie 5. nella no-
ftra foffa,qual era larga di %o paffa, & non volendo li cauafli loro
». ouc fi.
ICO
otiofi, li faccudnó donar fasfi da lontano, & con quedi, & col ter
reno cauatodaccuano trailer! e fi gagliardc:,chc in breue acciecar-
no i nodri (ranchi, che piu nó li potcuanooffendere, onde gli no¬
dri protedano di voler durbar con la n odracaualleria, acciò piu
lfcaualli non. por tallero le falsine, nodi fu concedo,anzi c|ue-l>cti'c
de piu hnpatroniti prcdifsimo della noft-ra foda venendo a ta¬
gliarle ponte,e fronti di baloardi, & facendo delle grotte in pili'
luochi delle nodre mure, ftnza ditlurbo, prohibiua il Luocotc-,
«ente non fi tirafl'c a quelli, fe fono duoi,otre, ma fi bene fé crani
dicco o piu,perchc diceria, che non rcndeua conto a S. Marco: on
de hebbero tanta cpnimoditi di guadar i noftri baloardi e mure,
quanto defiderar poteua i’inimico, e moltifsimi cò l’orecchic prò
prie,lì come anch’io,hanno vdito le gran bramire, le gran mime—
eie fatte a’ bombardieri,& al capo loro piu volte, perii con fu mar
della polu ere, che pur auarisfimamcnte fi fpendeua per non far
troppo danno, a chi con tanto furore, & abondantia di tiri, atten
deua torci la vita,e ciò, che liaucuano il Luocotencnte attcndeua
a fparagnar, come e fuccedo,ondc venne in mente di moltifsimi,
che codia non fjffe.traditor. Piu volte il Clarifsimo Pifàni, fece
parole con quello.Vice proueditor, perche non lafciatia fare in .
dilfefanodra quel, che era necclfario, e vennero alquante volte,
quali alle mani, quando li veniiia detto Clarifs. Sig. bifogna net¬
tar la folfa,& cacciar quedi acciò con le zappe, badili, facendo le
grotte non gittino atterra le noftre deftefe; rcfpondcua che fa¬
ranno i r.li nodri baloardi fono tante mótagne,lì calaua fuori di.
notte per le cannonerò per riconofee re Popcra deirinimico, & al
le volte erano necefsitatiTinimici fuggire--, alle volte toccaua alli
nodri ritirarfi, & in pochi dì feetno grandi in caliamenti giran¬
do fuori il terreno per empir la fofl'a , asficurandoli fotto,con tra-
namenti, ilchc cognofccnd-o li foldati con li Nicofioti dubitando
il mal che ci trauuenne riccrchauano con indantia acciò il conce-
d-effe facultà , di far qualche bella groffa & pondorofa fonica , &
per impedir da l’operar,& per guadar le fue trauerfe, ma non fu -
rono chiuditi perche erano pochifsimi Italiani, & di quedi po¬
chi già morde no molti, per vna infirmiti communc & per il mal
governo, & quelli del paefe non erano pratichi. Il CoHonel pai—
lazzo attendeua di far vncauallier acciò dominaffe li forti di ni-
ruicij
mici; & lo Fabricaua di grò fs imi trauoni & palli, laflàndovacuo
di Torto per può ter dope rare le cannonere del baiioardo, & di fo-
pra caricaua di terreno, per ir,ettertu i’artegiiaria, mancn it.i pa?
folle adoperato,& vn gcnulhuomo di primi-che ar do fu , fu cul¬
to de artcgliaria, tirratada finta Marina; cercare no di trouar mge
gnoperdoperarliarchibiiii,& vno prefe duoitrauonigrofiiòc
lunghi, accommodando din crii bufi & li pofero Topra la umadul
parapetto , maJiibito aiieitnolil’jnimicoamalgradod’aleuni lo
butto con i’artegiiaria , fu tentato anthora di far vna mina in ia
poma del balloardo, ma per elle rii terreno dtl balloatdo inolio
perche rinimico iauora-ua di /otto fu disfatta rei principio d’Ago
fio vedendo quelli difiordini f\ rifolfcro di mandar a Famagoìta*
per il Signor £(lor Baglione per foccorfb, de per bombardieri*
Òc dettene lettere alli mesh in ziffara ; ma furono prefi dagli ini¬
mici &cc li fecero veder acciò non Iperailenio foccorfo,manda¬
rono fubito per tal effetto il vaiorofb Capitano Gioan Battili*
San Coluban a cui dunandoi’inimkolacatcia, li colle il capello*
de il pugnale, di ce li prefentarono fono le mura, & fcrifiero vna
lettera al Corte Giacomo de Norcs quaTera generale de l'arte-
gliaria,& vna al poptilo effortandoli a renderli. Arrinò il Capi¬
tano fopradetto a Famagofta,e congregato il configli© hi ietta la
lettera,quale ccmeriua tre d;mande vna ricercauaiì Signor £flor
Baglione. L’altraricercauafoce or bo de’foldatiItaliani. Terzo
che bramane di bombardieri, & abbozzando il Signor Lflor Ba¬
glione di volere andar, in quello configli© & nei Icquente ^con¬
chifero che erano contenti,che andalie il Signor iiiu fin fs.£ fior.
Secondo, che non vokuano madar foldati in preluditi© della for
rezza. Terzo,che andafìero di bombardieri ehi voielk,& mftan
do il Sig. Ltlore, che gli donalfcio la feorta foifkientc, non gli
conceikro altro, che li i oc. fuoi foldati, & per cf ere quello Si¬
gnor tanto dcfiderofo di giouare alia Città de Nicciia ,confiderà
doii ioc. huomininon elici* {officientefeorta perpafiarlcguàr¬
die d inimici, determinò d’andar folo con quel Capitano Gioan
Battifta,& con la guida ,madifiuafo da quello Capitano , per li
pericoli prouati & cognofeiuti, ni reftò fi partì dunque il Capi¬
no da Famagofia, con Lonardo di Verona bombardiero con vno
altro fuo compagno, pacando grandislimi pericolie (landò li
giorni
lor
giorni continui fenza mangiar & bere fuggiendo dalle mani delle
tre guardie, che circondauano tuttala Città vennero aNicofia,,
il di de San Lorenzo,li mandò anchora fu le montagne,acciò man
daflero foccorfo,ma elfendo prefi & prefentati fotto le noftre mu
ra non fi potè haucr aiuto da parte niuna,Cominciorno per inan-
rifare delle retirate,ordinò il Colionel palazzo, fi facelfero le re
tirate delli balloardi Podochatoro,e Collanzo e, che fi faralfeno
le gole diballoardi con effe, ma il lòfomtnino nel halloardo di
T ripoli/e Dauila,ordinò vna femplicc retirata, lenza lafciar piar
za al nemico , & forfi fe tale lode fiataquella del Podochatoro. IL
nemico nell’vltimo afl'alto,non farebbe fermato . A Ili i 2 d’Ago-
fto li duoibombardieri cognobero li forti d’inimici, & prefero
animo di fmanteilarlijpa riorno al capo, & al Generale dell’arte-
gliaria(chiefero duoi cannoni di cento, fecero vn tiro, imbocar-
no con quello vrn canon a’artegliaria al nemico ) Si ruinò la cano-
nera , & con li fcagli morfero molti fu parlato al Luocotcncntc
per quanto fi di{fc,ma non volfe, che fi con fu mafie tanta poluere,
s’attefe però di far quel,che fi poteua. Il dì fequente, accordan-
dofi Monfignor Contarmi col Clarifs.Pifani, con Marco Polani,
& altri fece un ragionamento viuo, e gagliardo e quafi con alte-
ratior.c , & riftringettero. Il Clarifs.Luocotenente far prouifio-
ne con qualche configlio maturo, fopra la deffenfionenoflra, de
perturbation del nimico, e conchifero tanto fecrettamcntc quan¬
to era posfibiIe,di mandar fuora loco, fanti tra Italiani, e greci,
e tutta la cauallaria di Stradimi. Volfcro li gentilhuomini, de li
Feudatari j, d’vfcir fuori con efsi,dicendo , che li faceuan ingiu¬
ria, -ali fu uietato dalli Sig. Rettori; Alli 12 fu mandato Caia
Cenlibi confei galliotte per lingua, & andò per infino in Candia
Se quiui prefe vna barcha con alquanti Chrifliani quali li differo,
come l’armata Chriftiana era congionta; de arriuato in Cipro, fe¬
ce la relatione.In quello mentre li bafiàni mandauano feoprcndo
tutti quelli mari feorrendo per infino a Paffo, lequali velie li no-
Ilriche erano fu le montagne faccuano li fuoi fumi c fuochi, co¬
me haueuano ordine dalli Clarifsimi Rettori , per fegno di
tante velie che feopriuano in mare,quali (peife volte fatti pade¬
llano di fperanza della noflra armata, alli 15. fecero ponerein or
dine quietamente de fenza nidim ftrepito la cauallcria flradictta*
Cc
Su l’hora del repofio di mezo giorno fe apprefentorno con le lan-
ze in mano nel letto del fiume che palfaua già per Nicofia , apri¬
rono la porta che va aFamagofla, de mandorno fuori non tutto il
numero di pedoni determinato: ma vna buona parte,fGtto la gui¬
da & gouerno del Capitano Cefarc Piouene de Vicenza, Luoco-
tenente del Collaterale,che allhora cielfe d’andar a piedi facendo
l’efiercitio a cauallo,andoui in fua compagnia il Signor Conte Al
bcrto Scotto,Nicolò Gradinico co Zannctto Dandolo , Giorgio
Pandeo, ii Caualliero Magrino Ingegniero , quali tutti andando
arimofamente ck ritrouando l’inimico a ripoflarc come Tempre fe
ce a mezo giorno, fi impatronirno facilmente di duoi primi forti
de’ nimici. Li Tur eli come tanti Cerui velocemente fuggiuano
fu la montagna de Santa Marina dubitando di maggior mina ven¬
ne quello rumore all i pauiglioni de li pofe in gran ccnfufsione, &
parte polli infligga abbandonarono ogni cola, & fe vn poco più
di tempo li folle concedo inchiodatiano Fartegiierìa ; intrati lino
ftri nella abitadonne loro; conquidiamo archi, frizze , limitare.&
diuerfe altre bagngiic per infino le pignare piene e calde,ci difTe—
ropoi alcuni noftri rinegati che fe li Chrilliani fequitauano con
maggior numero di pedoni, & con la caualleria, riuoìtando Far-
tegliaria loro contea fi flesfi fori! farcfsimo rem a ili vittori oli, ma
fedrema nodra difauenturaiquale pure auoluto che il Cbrifiimo
Luocotcncntc, & Vice Proueditor probtbific di vfei.i fuori la ca-
iiallaria de il redo di quelli pedoni,che bramauano d’andar,de
quello fu per quanto alcuni di fiero, perche proiiihi che vfcif-
feno li gcntilhuomini , de vedendo tra quePci caualli il Falier
de certi altri gcntilhuomini con le vifeere bade difordinoomu
cola benché altri, in colpaffero il Luocotcnente del Coliate-
ral, quale bramando tutto Fhonorc, dubitando non fi douelfe
tribuire al Goucrnatore delli Stradioti, ordinò che fe trattenefe
la caualleria hor fe per quelle caule o per altre fequiile tal difor-
dine esfi lo fanno, a noi e manifello che la caualleria vi rcllò, de
poteuano bene li nollri che vfeirno gridare animolamente inauri
i nauti, uengar.o li caualli che ogni cofa e nodra, nn vedendo que
lèi poiicri foldati che erano abandonati perdendo la fperanza del¬
la lpalla di caualli,& che f inimici accorgendoli di quello, ek del
pocoimmerocheli diedero la fugga li redulfcro con moltifsimi
caualli
102
catlalli& con gran numero di pedoni, fi retirarno piano piano .
Sforzati a lafciar quanto haueuano acquiftato, morfe allhora il Ca
pitano Cefare il Conte Scotto/con molti altri che fra morti e pre
gioni reftorno ioodi nofiri . Refiò pregione il Luocotcncnte
del Capitano Lazaro, il refto intrarcno nella Città con molte bel
le cofe, pugnali ricchi a modo Turchefco, limitare & archibufi la
uorati alla azimina tulipanti, & altre cofe : Fu detto che il Caual-
lier Mangrino intrando dentro nella fortezza allhora della retira
ta dicelfe non fon mai vfeito fuori a far attione alcuna, che non
habbia vifto qualche fufpicione di tradimento,ma Io credo che
volcfìe dir impedimento , perche la rifpofia del Clarifsimo Luo-
cotenente fi dice tfler quella Signor Cauallier uoi anchora fiate
gioucne,& non fapcte ogni cofa; & mai piu fi fece altra fortita,on
dcrinimici vemuano intrepidi a minare li nofiri balloardi ; Il
fratello del Signor Conte Giacomo Ottauio, quale attcndeuaal
baloardo Tripoli volfe andar a vna cannonerà per veder lauorare
rinimici,&non fu tanto prefto ad afacciarfi, che fu colto di vna
archibufciata & mori. Circa li 1 8. d’Agofio Piali Bada andò a
Khodo,& mandò per lingua in Candia,& fi pofe in viaggio per ri
tornar in Cipro . I.auorando l’inimico con gran folicitudinefe-
ce aliai commoda firatta per montat fu li baloardi ,orde faliuano
fpcfte volte & poncuano qualche barderola & cominciarono fra
4, ò 6 di,dare gli alfaltiportauano leconelli afialti alcuni fachetti
aliai grandoti pieni di poluere, quali gittati fopra li foldati nofiri
faceuano gran male, & chi li volcua pigliare per rebutarii fi bru-
feiauano tutti. Altro remedio non tra per quelli faccheti che pi¬
gliarli con laponta d’vna piccha & mirarli fuori alfinimico, fe-
quitarono Tempre in tutto quello tempo de l'affo dio qual durò
giorni 45. fare gro/sifimc battane,attendendo alle roine delle ca
fe, mattina e (era tirauano moltifsimc cannonate d’egnr forte, &
fpefe volte di mortari & de predere le Dominichc fingularmente
tirrauano alle Ghiefe, & Tempre mai li sforzauano batter le piace
di baloardi, & benché facelfeno alquanto male, & nelle perfone
&ncl refto nondimeno non quel tanto male che l’inimico penfi-
ua, moriuano ogni di molti di nofiri, non fen mandiate le mur-
morationi & perii viuerc & per la poluere,nei giorni fcquenti
continuando le battane folite mattina e fera, & continuando an-
Cc z
chora le falue veniuano alli aflalti, hora nel baloardo Podochato-.
ro bora nel baloardo Conflanzo, Dauila, & Tripoli, alle volte in
duoi di quelli alle volte in tutti 4, ma furono Tempre rebattuti va
lorofamente. Vfauan nel ribatter li defenffori nollri,balle,trom¬
be, & altri fuochi artificiati, di gl’inimici, con archibufi faette &
Tacchetti di poi nere fin quelli di, falendo l’inimico con vn piu ga
gliard j ailalto , fatta la faina & la batteria, venne al confiito di fa-
ccndafiTuon il S.Conte Giacomo della frenfchata, quale era in
mezo della piazza del baloardo , per inanimar la gente , li venne
adoffo vna factra fu la fronte,de di quella mori,che fi giudica fi tir
rafie ro le faette velenate, gli hofpitali erano hormai pieni di fer-
ritti,d<: ci rimafiero fola da 400. faldati Italiani,non vi,erano tanti
medici che potefiero fuplire, di certo ho veduto poca carità in
quelli che doueiia efier, non folo in quelli ferriti, ma anchora nel
li fimi, di per incitar la mente di poderofi di ricchi, di quella po¬
lleria, che haucuamo, caricai vn mulo di vino vn’altro di bifeotto
& vn'altro di lane di oline, di le prefentai alli Rettori, prefentc
molti nobili,& pr è fonte ii Reuerendifs.de Baffo, acciò fi donaf-
fea qui per noifponeuala .viltà, mahebbe pochi che mi volefie-
ro imitare , pub alquanti fecero l’officio loro, fi (lentauà di cauar
vino da chil’haju<fua. Non fi troua legni (benché ogni vno era
prouiflo, per coccier il pane, pigliauano li noftri traili del Con-
uento noflro giaroinato, per fortificare la Città, de per tal effet¬
to , & certo li nofiri fratti h dcuano volontieri, fi come anchora
per far il Canai fiero trauoni, &: per le vndice di 12 frefchatc,quà

,
le erano fu i baioardi,, di in altri luochi, tante migliara di traili
masfici, di j 600. anchora per fare li letti deirartegliaria fu dato
per prouifione,non io che poco fermento, a quelh miferi artegia
ni, che non haueuano da viucr, quali (lattano alle guardie conti¬
nue 7di alli afronti d’inimici. Fu da quelli foldati del populo
mormorato contra alcuni nobili , quali andauano ,a ripofiar a
cafa > pofeno ordine li Capitani; loro ,& li fece venir tutti alli lo¬
ro alloggiamenti, ordinati fu ouer vicino,alle rettirate,& per dir
la verità, Tempre dormiuano con l’arme adoffo vna parte & l’al¬
tra , ripoffando alli fopradetti alloggiamenti,& vna parte fu li ba¬
ioardi ma li Rettori dormiuano a cafa, & ogni giorno mattina de
fera^ li fipomua ii mangiar & ber^ dalli feruitori, mori ne l’af-
falto
10* *
falto fequentcil Capitano Bcrettino : fu poi Taltro giorno, datto
vn’altro affalto, & morì il Signor Febbo Zappe d’vua cannonata
fui baloardo elfendo Capitano della mitta deili gentilhuomini,
Fallendo fatta la (tratta commoda & piena,gittando le ponte di ba.
leardi & li pai apetti) fece falir l’inimico, vn formerò & perfidier¬
ai) cridauano non fitti male al poiicr alino che mal non ui può fa¬
re,^ gridauano rendetiui che. Hate male, & con vna fletta tirra-
rono vna lettera, che diceua il mede fimo. Affretti da tanti peri¬
coli,che fopralfauano,non folamente fé attefe alle continone prò
cefsiom, ma anchora fecero vnvoto alla maeftà d’iddio, fc per li
meriti della madre fua piifsima aduocata noftra di fabricarli.vna
Chi cfa,nominata Cinta Maria della Vittorìa,& chiamarono me,&
mi diedero il carico diricerchar c]u effe eie moline da tutti, & in
tre di, riero ual per piu Hé dnòi mila ducati, ik fperaua trouare la
baldanza, ma molto mi fcandalizarono alcuni greci, che per por
fine , allor peccati,acciò piu prefto acceilcralie Iddio giuftamen-
te il caftigo di lor fchifma, non voleuano dar elemofina, perche
tal Chie.là doueua efler latina-, non mancorno anchora de’ ricchi,
che hanno datco poco o niente, potendo dar le centenara, circa li
30. d’Agofto ritornato da Rhodo Piali Baila,& haiuiti li anifi del
l’armata noftra in che termine fi trouaua, assicurati che el la non
era per venir coli predo, diede raguaglio a Muftafa Baila, ilqua-
le diede Tordinc che fe fpediife prefto ogni forte de prouifione,
per la prefa della Città , vennero in quello tempo li T tirchi adi-
mandartricgua per unhora,&gli fu conceifo, oueragionorno di
molte cole, & tutto Confiileua ne i’eifortare, che fi rendeffemo,
iitaelTendogli rifpofto da-noftri arditamente, li prouocauano alli
altri affala, & da vn pazzo de n&ftrigli fu cominciato a tirare. Il
di fequente fecero vna batteria grandis fina, & vna filua piu lon-
ga deli altre-, venendo ali’aflalto furono rebattuti con poca mor¬
talità de r vna & de l’altra parte, mormorauano tutti li tolda ti, che
non fe li donaua balle & poluere a baftanza, ma molto piti li bom
bardi eri, quelli mandaronoiLcapo,per la prouifione & venne fot
to la porta, che va a Famagofta,& quimrprcfèntc il Vcftopo Coft
tarini, & altri nobili^ Si conturbò.al Clarisfimo Pròueditor con-
tra quello capo di bombardieri, & dopo alcune minacele contri-
ilaua con quello, che non fi deue doperà*, cannoni sforzati, ma
fmirigli
fmirigli & altri firn il pezzi aggiorgendo, che quefto era il voler
Se parer del Signor Iulio Sauorgnano, rifpofe il bombardier che
non iu mai opinione de vn tanto homo,in ribattane vfar tali pez¬
zi , tuttauia bifognaua hauer pacientia. Mandò Multa fa Bada
duoi Chiaus con filmina prodezza, vna drizzato a Piali con lette¬
re , & l’altro ad Ali Badaaouc li edòrtaua, che eliendò licuri del¬
la tardanza deirarmata Chriftiana , liano anchora certi di pigliar
Nicofia,che altro non vi reità fc non moltitudine di gente , per¬
che le (tratte fono fatte li piane con le trauerfe d’ogni parte ga¬
gliarde , clic li huomini a cauallo, afeendeno Scuramente, però
venite con tutta la uoftra gente che di Scuro la Città farà noftra*
alli 7. ouer 8. de fettembrio li fopradetti Bafiàni del mare amaro
no la gente loro verfo NicoSa,delie mai uolfero fare per temenza
dell’armata Chriftiana, alcuni Turchi ci differo, che mandarono
2 5. mila pcrfonc,ma altri dilfero che mandorno 100. huomini
per galera, de certo molto me marauiglio, che hauendo Multafa
100. milapcrfonc, in 1 a, o 15. alfalti per l’adietro fatti, non hab-
biapoffutoconquiltare . Alli 9. dunque de Settembrio il dì
de Sabbato il nimico, fu l’alba all’tmprouida attefe alfaflàlto ge¬
nerale , a quelti baloardi Podoehatoro,Conftanzo,Daui(a,& Tri
poli. Pofc per le elpugnatione del baluardo Podochatcrò5Ia gen
te di Rumeli,cioè di Grecia, & la gente di Caramania , col Bada
loro detto Caraman;Mugiafer Bada con la gente dia attefe all’af-
falto del baloardo Condanzo, a quel poi del Dauila5& dei Conte
de Tripoli,Mudata generale Se Alli Bada, Se tutti a vn tempo die
dero Taffalto gagliardkSmo, con incredibil gente, ponendopiu
moltitudine a quello del Podochatoro, come piu rouinato A: a gè
uolito, e quefto vennero con tanto furore, Se con tanti (Iridi Si
rumore che sbigottì molti di quelli villani che erano fu la fron¬
te del baloardo fuori della retirata,non potendo pigliar l’arme fe
ritirarno, combattendo li altri gagliardamente,per vn groffo pez
zo, ma moltiplicandoli L’inimico li tagliorno tutti a pezzi, reipien
do la fofl’etta delfajte tirata di cadaueri, in quefto mezzo fonando
la campana alle arme , onde S pofero tutti in ordine, Se fallando
dalie gole Se fopra le muriédelia retirata, fi combattete le due por
te di efta gagliardamente^ fe ributto l’inimo, crefcendo nondi¬
meno la gente nimica,cominciamo conquiftare la retirata,ma trd
uando
uandoll petti armati di molti Italiani, di nobili, & di cittadini
per 2. horcnon puotero preualerc, venne il Signor Collaterali
altri Signori, col Clarifsimo Configlier Pifani,con gran mortali¬
tà loro e di noftri, furono alquanto ributtati, quedo dico perche
mi ritrouai mandato dal Reueredifs.de Baffo,dal Clarifsimo Pro
uc-ditore, & dal Configlier Pifani per inanimar la gente. Il Col¬
etterai cade d’vna archi bufata mòri, cade in terra fotto a cadaneri
il Magnifico M.BcrnardoBollani3marikiiatoandòfottoalla por
ta, fe retira finalmente Nicolo finclitico co vna ferita fu la faccia,
altro tanto fuo fratello Gieronimo, Thomafo Vifconte loro fra¬
tello mori, mori allhorail CollonelPallazo, il Gouernator Ron¬
cone mori a cafa, & breuemente combattendo per due bore conti
nue cadeno quali tutti morti . TI Chiùfsimo Pifani quale fi dipor¬
tò come valorofo Capitano, hebbe vna archibufata mortale, &
quale attefe a rettirarlo con il Signor Artius Zappe Capitano di
quello nobili,quale era tutto trinciato per effer Baro fèmpre ful-
do come vn torrione in ribatter li canni, quello rimaflo fotto la
porta per ripigliar le force, ritornò arditamente nella zuffa, &
fparlfo il fangue di molti inimici mori valorofamcntc. Il Clarif-
fimo Pifani poi portato a cafa dal figliuol fuo maggiore,& dal fer
nitore mori. Si parte il Luocotcnente dalla porta,che era a Fama
goda,ouc folcua dare,manda per foccorfo la compagnia de 300,
faldati di Lefca,& poi fe retirò al Palazzo, che pur in tal cafo do¬
nala andar a far animo alla gente, Monfignor de Baffo vedito de
-corffalctto mi fece poner li brazzalli, & la celata andò alla fua gen
te , allhora difccfe giu il bombardicr del baloardo Caraffa, & ven
me a queda portaoue erano li Rettori,a quali diffe intrepidamen¬
te quede parole,cani nemici de Dio & di uoiftesfi, &del Domi¬
nio non vederi che l’inimico preuale , perche non haiicmo pol-
uere de poterlo cacciar fuori ? che mentre Io haueuo poluere
ifianchegiandolo non ha poffuto preualere,che diauaio, magnami
•imo noi la poluere? diglutiuamo le balle? il vodro fparagniar a S*
Marcho dubito non eiier vn far perder ogni cofa. Li Rettori dun¬
que domandarne con indantia mi ^mandarono dal Signor Almo
rone per dirli che deffe all’erta fe reflaua vincitor l’inimico, dona
re fuoco alii torrioni ouero alla monitione & che predo predo*
rnandaffe vn caro de poluere al baloardo Caraffa 3 & a gli altri fe
ì li facaia
faceua bi fogno, benché fofle tinto del /àngue mio, & de nollrt
ChriHiani, andai con fiamma diligcntia, & vedendo 25. Ianizza-
ri nella liratta oue erano le cafe de Gianuchio Mufcorno,inficine
con el Vice Capitano di bombardieri chiamiamo alcuni de nollri
Italiani & greci, ne volfero feqiutarci,ónde ringroffati l’inimici,
fi fparfe in quella contrada molto fangue ? mandando dunque la
polii ere, non .affiliò a tempo ;Gioan Filippo da Milano andò a
cauallo per effer gottofo, al baloardo Podochatoro animando la
gente, colto di arehibrifatta mori : in quello mezzo fi combatterla
anchora fui baloardo Podochatoro, & gli altri anchora erano in
difela, morfeno tutti li valóròfi; la cauallcria dcnollri Stradioti,
poteua per certo/in quello tempo fi folfe Hata in ordine, vrtar &
romper rinimico, ma dai principio fu polla a piedi in guardia,&
in facende dibaloardi di chi fi .può comprender quanto era ra¬
gionarle il configlio del Sofomenino,& altri,che voleuano que
ìli nollri Stradioti & li 500. caualli de’prouifionati & feudatariy,
non elfendo pratichi a piedi,follerò a cauallo,& ilar allerta, a fine
che quando l’inimico preualdfe; efsi li cacciafero fuori, e llando
nella llrada qual’erafra le mure della Città, <k delle cafe, elfendo
capace quella llrada de gran cauallcria, forfè de vna vintena a fi¬
lo in battaglia, ma quello non aprouo il Collonel Pallazo, però
non fu elfequito, e non venendo altro foccorforfo, ne facendo al
tro rimedio, miferabilmente preualendo l’inimico penetrò vna
parte della Città confufamente, vn’altra parte, andò ad affai tare
li nollri che erano in defenfione del baloardo Conllanzo, filtran¬
do per le gola. Li furono alle lpalle,& pofero per mero li defen-
fori, & li tagliarono a pezzi, molti però d’efsi con grandmimi
colpi & impeto, fi retirorno per megio deH’inimici)& intratinel
le contrade; ritrouarono molti del populo fi difclforo valcrofa-
mente, molti delle cernide,& la maggior parte delli altri villa¬
ni, vedendo ^moltitudine d’inimici, e la quantità di morti, voU
tarono le fpalle vilmente, ne le nollre elfortationi,ne il comandar
di fuperiori fu potente farli fermar & far te Ha, a quello clic a me
pareua Urano in quella canaglia molti di quelli calauano giu per
le cannonere per fuggir fuori della Città, & fperando campare
piu preflo fi dauano al laccio. Si combattete per Le contrade yde
per le piace, ma fenzaordine fece gran difefa in quelle parte
di
10*
Ji San Pietro Paolo; institi la Chieia Cathe drale di greci a quelle
due vie Uretre, Al Vefcouato di greci, & quitti furono ammazza¬
ti afiaisfimi, monaci & preti di quella uatiGne, e fi dice antlior*
duoi Vefcouigreci; Àndamo a chiamare il Signor TutioCon-
tòanzo, accio fi faceffe capo c guida de* notòri,&ritrouandofi mol
ti raccolti, fe auijmo vcrlo la piazza, & ecco che al rincontro no-
tòro venne vn lquadron di villani pofti in fugga quali a difanima-
rono quelli notòri defenfori, andamo, con il Reuerendo Prouin-
cial de5 Carmini & pigliando vna Croce grande etòortauamo, qua
picuoimente,hora perfuadendo li pedoni, hora quelli che erano
a cauallo, mafaceuamo poco frutto, benché confumaffemo duoì
hore corintie in esortarli & proporgli tutti li mali, che fono intra
uenuti, & quello per due ragioni, vna che il Batòano,vedendo la
£ran mortalità, fece comandar che lì rende fiero ; che fi faluareb-
be la vita , ilche crefero molti pazzi di notòri,& gettauano Tarme
fu le terrazze fpogliandofi non meno delTarme defenfiuc, l’altra
perche nó fo che demonio metfctòe nel cuore dclii italiani & Gre
ci romper la porta Bemba, & fuggir fu le montagna,& a Ccrines,
laqual rotta vfeirono fuori molti di quetòi,ma molti furono vccili
dalla cauallaria nemica, altri furono fatti pregioni, & pochi /ca¬
parono, fcampò Gioan Filippo Lulìgnano alla montagna M. Fla
tro di (latri. Zanctto de Norcs He&or fuo figliuolo, Alfcnfo
Bragadino. In quetòo mezzo alcuni valcnt’huomim con li fpado
ni defederò la piazza del Configlier Pifàni, & quella del Pallaz-
zo, onde Io credo che quetòa battaglia duraflc da fette in 8» bore,
Inanti di quetòo Andrea Pefaro Patri rio Veneto, venne a trouar
il Luocotenente, & trouatolo auanti il Pallazzo gii dille hai fatto
pur tanto clic hai datto quetòa Citta in man d’inimici, qui emo
traditor voio Io, potò man alla fpada per occiderlo, ma quetòo
cridando, a’ Tuoi alabardieri ammazza ammazza, dall’itòefsi ri-
mafe morto, fenza poterlo offender, apreno in quetòo megio la
porta che andaua a Famagotòa, & intrò la cauallena Ttu chefca 8c
lì impie la Città d’inimici, & attetò ogni vno a fàcchegiare. Pao¬
lo Dilguatòo fece riuoltar Tartegliariajqualc era al baloardo pref
fo San Luca, & ftauan in difefa ; Chiamò il Luocotenente apreffo
la ftantia del gran Canziglicro ; hamai coadii tor delia cancelle¬
ria, & gli fece fcriucr facendo celiarli Turchi del Coltello,contò
Dd
egli rende la Citta con patti jèhc reflijro faine le pertene & llia-
uer, obligando ii gran Signor donar facilita a tutti li rettenuti da
lui Chriftiani d’andare a cafe loro,& queteojparue alquanto ama¬
ro al nimico , p erò; atte fero, mo che erano disarmati li no Bri, piu
fieramente & con maggior rapacità far pregioni è faccheggiar,
ammazzando tutti quelli ebe erano con le arme. In pailazzo fi
trouarono molti valorofi deteenfori,quali con li fpadoni lì vendi¬
carono,che le Sale quale fono (ul pailazzo eifendo piene de ni-
mici facendoli faltar giu per le fenelfre godeuano di quelle pur-
gatione & vendetta,^ammazzati quelli, pochi diuentarono pas¬
trani del tutto . AHHora fi dice che vn greco imbciaccone por-
...tali e fulpaiiazzò il teendardo Turchefco de ponendo quello di Si
Marcito . Hit prete il Ijjacotenente, & tagliatali la teixa, il Baf¬
fano la fece portar ci Capuaneo de Cerines ,& con quella ocea-
fionc fi rete felicemente fenza appettarla battaglia, quale era dif¬
fìcile per le montagne che erano di megio tra Cerines & Nicofia,
doue difieil.is'lìmamente fi potcua condur-L’artegliaria ,& l’i{Iella
tefia la mandàa Famagpila,^ il Capitano,. Li fc refponder, come
10 defidera tetto le mure, & quiui conoscerà con ardite refpofte,
& con corragiolì fitti il fuo valore. Althora nel. Palazzo fu prete
11 Reuerendifsimo Contarmi da vn talsfmano o vogliamo dire re
ligiofo Tureho, & per le prometee fattegliattefe faluarglila vita,
ma fperando meglior bottino , libandone & andò dentro, alle
catee& alIaròbba,onde lafciandolo, & fopragiongendo vn altro
lanizzaro, ti die della limi tara fui capo, & cere bandolo piu volte,
mi fu detto che morì {òpra vn infoierà detta Stinca preffo Rho-
do. Cefsò per cerco in quello tempo quel borrendo rumore de
1 artegliaria, & de archobufi dlntonare alf aree chic noftre, ma fi
cambiai» vn miferabile & in felice, che non li tentiua altro, che
il pianto dirottifsimo delle pouere donne che erano {partite da*
mariti,quelli ftridi de figliuoli, rapiti dalle mani delle loro ma¬
dri , quelli tefpiri di poueri padri,che afeendeuano infin al Cie¬
lo,quellilamenti delle donzelle & di figliuoli, védendofi {parti¬
re, da fuoi parenti, quello era menato in vnaparte, quello in*al¬
tra facendo vn dtuortio in congiungibìle, c tutti eran legati co»
le mani addetto,vrtandoli& afrettandoli pasfia forza di baro¬
nate &: col pomolo della {emitara , a molti con tagliarli il brazzo,
&
Se con fpicarli il capo,& quelle donne, & quelli lino mini, che fi
rendeuan poco difficili gli toleuan la v'ita, a molte vecchie fole-
nano tagliarli il capo moki la ce nano prona della fna fpada,& ca-
minando per la ftrada fpicaua.no il capo anchora alli già fatti pre-
gioni,qui fe mettena fuggire^eraariuato, Se li tagliauan le gam¬
be, e mentre che quelli viucuano,palfando delli altri Ianizari, o~
gni vn li deuaìa fua ferita. Di quelli fu Lodouico Podochato-
ro, Lucretia, Calepia mia Madre tagliandoli la te Ha nel grembo
della fua Ceroitrice, li putti nellefafeie fpicandoli dal petto delle
loro madri, gettandoli per terraaltri dalli piedi al muro, ne potè
battizzar Io altro che vno/durò quello Tacco breuemete tre gior¬
ni, proffonando le Chiefe fpogliando li altari, brulfando li fanti.
Se l’imagine, aprendo le fopolturej dando a£1 di fpada,qudli che
nelle Chiefe corrcuano, cognobbe anchora vnagran crudeltà nel
li porci,che doue li trouauano con le focttc& limitare li diffonde
nano , fi che ne vedeuamo vn corpo humano , & vnodi porci, Si
feceno tanto ricchi,come cfsi difforo, che dalia prefa di Confoan
tinopoli in qua mai hebbero tantoriccho theforo, coli delle cofo
lacre come delie profane , Venne fubito dalla montagna, Pietro
Paolo Sinclitico Capitano fu le montagne, Scipion CaraffojGioa
ne Smclitico,& di altri per render obedicntia Se li vedi Muftafk
de brocchado alto bado, laConteffa de Tripoli fi fe pregione co
tutta la famiglia fenza mouerfi di cafo,a Mudafa Bada ab fonte,fa¬
cendo poner alianti laporta cocchia carrette, & parte delli fuoi
300 foldati, ani fondo li e fp ugnato ri come eran pregioni del Baf-
f^n, quali dnalmentehauute le larghe promede e li ricchfdoni li
oferuò poca fede, o niente,che forfi fon fiati piu infelici de tutti,
Se ad He&or Podochatoro fratello dellaConteffo, mentre lo man
da dal pauiglion a Nicofia, per medicarli li fece tagliar la teda
perla uia. Il redo delli tali pregioni con la facoltà della Contef-
fapofti fu in vnamahona,non fi fa doue fi trouano, benché altri di
cono effcr a negati.Li Baflani del mare con la gente àuanzata del¬
le galere, temendo la venuta della nodra armata fi parteno predo
da Nicofia per Salines che dalle fpie hebbeno auifo, come fi ri-
dauraua in Candia la nodra armata , onde per certo fe fi inducila
Tarmata nodra,elTo non mandatia le 2 5 mila dalle gaìkre, ne Ni
coda farebbe prefo, ìlqual timore comincile anchora I animo de
Dd a
Muflafa Baffan,clie fubito che prefo che hebbe la città con fac-.
chi & cade attcTc con ogni preftezza refare le roine ponendola in
eflcr per combattere , votando il folle Se portando dentro i’arte-
gliaria guaftando li torti, Racolfeno fubito li damnati cadaueri
Turchi, & li fepeliuano con le anime loro ne L inferno , lattando
per alihora gli cadaueri Chriftiani,quali poi , facendoli portar da
fchiaiìi/n buttauano in certe cafe & li damano il fuoco per abbru¬
ciarli , aitefe ad a fettare Tanta Soffia domo Latino, Si accordò a
modo loro gettando fuori ii cncro,. deferugendo li altari, & il re-
ffco, venerdì uquente al li 15. quali hanno loro per lua Dominica,
detta Girnnàà, andò il Battano conflitti li altri per adorare Id¬
dio come togliamo fare in tal giorno, ex per ringranare il Signor
di tanta vittoria. Dehiderardo- poi Iodi ritornare dentro nella
Città per riconoscere , ciò che era fatto dille a quelli che mi pre<*
Strio, che haucuà Sottoterramólti danari,& menato vidi come era
no aconzi li baloarcfi,vìdi anchora moki pezzi del l’arte gliaria,gya
flrgia imbocchati da noi,erano prefe le cafe e li palazzi,li forma¬
ti, fané, lane, gettoni, perfetti, lardi, fparti per terra & altre cofe
affai,, gettati perle ftrade/ahe quello che non hanno pollato por¬
tare ouer magnare lo conculcauano co piedi,dentro pcrnelle can
naue rorn penano le botte del vino,& de Loglio; Non era loro few
ero o profano che non folle muofo, ricercando & fperando qual¬
che Theforo. Et fpuzzaua tanto gran demente la Città per li ca-
daucri Immani, e di porci morti, flando già cinque di a lardor del
Sole, & certo me fu piu borrendo Se dolorofo quello Spettacolo,
che quello del di de l’afiaito, vedendo li Immani corpi gonfiati.al-
tri fenza brazza,altri fenza capo, altri fuentrati, altri fenza nafi,al¬
tri fceruelati, qui fcrrito in vna parte & qui in vn’aàra, ci fecero
portar Si trarifportare le cofe robbate neU’affaki, Se benché il pa-
paffo,ouer prete Turcho , che miprcfe mi defcndefle , da 4,0
colpi tirratimi de altri Ianizari viandanti, mentre Io ero pregio-
ne ligato, tuttauia arriuando alli pauiglioni,fiii minacciato afpra-r
mente da’ fuoi compagni, onde mi fpogliarono per infine la ca-
Bìifcia, & mi tolfeno anchora vna coroncina che valcua duoi foU
di, lafciandoui con vna carni Scia, vn par de calzoni Se calcete de
bombaima, con un capello lafciatomi dal Vefcouo Contarmi me
ere gli pofe la cdlada ì v eacndo poi la fera ; mi fecero iigare co¬
me
107
nic quelli che 'fi conducono alli fuplicij, onde affettai di tic uro
il martirio, & mentre mi raccommmanduiia alli concimili C ha¬
itiani per iaconftantia e tortezza della fede , atte fero alligaranco
ra certi Italiani & fequitàuano alligare tutti gli -luiomini a filo, c
ci pofero a federe ; 11 di fcqucntc della prefa fu latto vn generai
bazzaro,oucr mercato & li vendeuano prima li belli giouenetti,
& bell c gioitane, non guardando li compratori, ne /limando la
nobiltà del fangiic, ma la venufta della fazza,il refto dell huomi-
ni fi vendeuano a uiiisfimo predo, paghando però piu quelli che
erano boni per la galera, fecero parimente la dmiiìon del bottino
di quel che ruffe molto marauigliare, vendeuano tal gemma pre-
ciatifsima,per vn vilisfimo precio & quello che valeua ioo ciqui-
ni il dcuano per 4. fi che tanto fapetiano quefti delle margarite,&
delle gemme quanto i porci,& quello che haucua qualche cogni-
tione, comprendo le cofe di valuta a vii precio fi fece vn tlicforo*
fi cominciò poi adishoneftarc putti e donne, c quelle clic erano
conftantiToccidenano, dopo molti tormenti. In Nicofia quan-
do fi farro per rafiedio fi ritrouorno facendo le difcrittionc del¬
la gente 5 6500 anime di quefti,pochi erano vtili e buoni per có-
bactere, già erano 1 ;oo I taliani & al bifogno non ve erano anche
400. che morfero inoltifsimi inanti lafiedio, & il refto nel li af¬
fai ti , li nobili Ciprioti e cittadini con fuoi ferratori, 1 ^ co. li fan
ti del populo 2600, quelli del Giacomo Zaccharia e del Mu(cor¬
no che erano villani 750. vi erano li Stradioti & anchora 500 ca-
ualli di feudatarij & prouifionati di altri 300. caualli di gucrra,ma
non furono adoperati, la Città benché hauefie munitione,vittpa-
rie per duoi anni era però fenza goucrno che li dishordini di la du
rezza di quello regeua gl ha redini attanto vituperofo fuc ceffo,
rinimicoairinccntro, andò con iootifiila perfone computando
li io mila caualli, fenza pero li 25 mila delle galere che vennero
al vltimo afialto,alcuni però difiero, che erano folo 4000. cauafji
con molte caualle , di moltifsjmi muli con felle de fornimenti di
cauallo,doperati nelle facioni non meno che buoni caualli, quali
tragatarono fopra pafia caualli, molti fopra le mahone de pallan-
darie, 2 per gallerà il refto fopra le naue di nanilij, fi dille ancho¬
ra, che li ianizari non erano altri che 6 mila , & 4 mila Spaghi fe
«10 qtiefta fupergliiaria con li pochi buoni foldati noftri, con il
mal gotierno fotte caufa che cofi facilmente fiperdemo giudicalo
il foldato faputo & pratico, & penfi anchora come quelli cheli re
duffeio aFamagofta, battendo fanifsimi capi & optimo gouerno
accompagnati con li vai orofi foldati Italiani, fi doperò ino come
ogni vn dicc,& mafime il Signor Conte Ncrtor Martin engo nel¬
la fiiarei 1 atione fitta alSerenisfimo Dominio /da valorofi folda-
ti, clponcndo {petto la vita loro non fido nel vfeir fuori nel fcar-
ramucciare,ma anchora nelli affarti,Io fo bene che per li demeri¬
ti,& per li peccati del popnio manda Iddio fimil flagelli dicendo
il Profeta Amos 19 capi. Ecco gli occhi del S ignor fopra il Re¬
gno peccante Se fpezzaro quello dalla faccia della terra. So ancho
racome li peccati di Principi fono caufa della difiipatione di Re¬
gni dicendo Ifaia a 24 capi ecco il Signore difsipard la terra &mó
darà quella diffipatione, farà difsipata la terra perche hanno tranf
gretto li Rc,hano mutato la lege,hàno difsipato il patto, e l’EccI.
alio capi per l’iniuftitie Se contumelie, Se diuerfi doli trans-
feriffe Iddio il Regno da gente in gente ; Ma effbndo mani fello a
tutto’l mondo la giuftitia,ia religione,!! 2elo Se la defenfion del¬
la finta fede di quelli miei Signori,& il gran {Indio con che atten
deno fvc li fiioi populi vbidire alla Santa Chi calamo rc,& cor-
tefi parole che vfano a (noi vaiali, Se fiibditi limpugnatione, Se
odio de peccati? può ancora fcQ.lparli,& difenderli. Ardirò però
de dir defendcndo’il giuftogiuditio de Dio, Se Pirreprchcnhbil
fua prouidentia che habbia voluto tanta ruina Se perdita, acciò fof
fe fodisfatto alla giuftitia fua prouocata dalli dishordinidelle di-
fobedientie;&: rebellionidc quello Regno filo, che Iddio fa cox
me li temporal Signori,mandando li efirciti contra li&Ueuati, e
contra quelli che hanno ribellato,come e manifefto che mentre fi
fi ribello la Patriarchal Chielà Aleffandrina, alla Ghie fa Romana
capo del Regno d i Chrifto la Chiefa Antiochena, la Tanta Chiefà
di Hierufaiein, Se quella di Coftantinopoli, con tutte le membrai
loro, che Iddio li mandò torto torto il flagello di quelli infide!
miniftri della giurtitia di Dio, quali latti ferui tutti mutate le ce¬
rimonie in effecrande fuperrtidonile Chiefe in mufihee^’euan-
gelio in Alchorano, perfsi Tlmperij finarite le dignità, profanati
li facramenti,e Ila feporta la fede, cofi bifognaua facette Iddio a
quello Regno,oue eranodiuerfe fettijd’antichi erretici,& Egre
lo 8
€Ì quali ghrrauano fideltà alla Tanta Romana Chic /a, come e mani
fedone l’Alerfandrina, che pur quando /enne il Reuerendifsimo
Arciuefcouo Filippo Moccionicoritornato dai Concilio di Tre»
to,come vigilantifsimo Pallore vfando ogni ctcdrezza^e con ogni
modeflia,elfortandoli ad accettare il facro Tanto ecomenico Sino
do Tridentino,non volfero mai con furore ma non poco dimon-
ftrarono la imluagìtà del venenodella difobedientia, fepolta nel
cuore. A tutti dmamfefto L’odio che portauano alla fede della
Chiefa latina ha ogni vno come la tcniuano erre cica, non voleua-
no per quelfo ad metter nifluno latino celebrare fopra li loro alta
ri, ma nimicandoli come prorfani K& volendo li Signori Rettori>
vdir. meRa nelle lor Chicle,; faustiano portatili altari ; Et in tutto
il tempo tranfcprlo pcr miìno alla guerra, quanto*pati il pouero
Arciuefcouo quante dlórtationi fece fare a greci. Armeni, Cofti
& maroniti, lacobiti & Neiloriani ? & pur molte volte, lo infi-
diorno quelli greci , teftimonio e l’art^e che haueuano lotto la
.cappa tenute per eli inguer li Latini, ne mai hanno voluto pur ae-
. cctaifejpjMljSinodo ne lefup ordmattoni anzi, ne il Sinodo 8. di
Fiorenza, imo alla feoperta mentremi dirfe il Vefcouo greco Eoa
»ri, quando ero mandato dal fopra detto Illuftnfs. Arciuefcouo
->. ad illuminarlo & effortarlo a l’obedientia della fama Chiefa & al-
rerfe cutioni del'Tuo giuramento, Figlino 1 mio dirfe fono pofti li
termini trti noi, & voi tra latini & greci, e fon diuife le cure, e le
peccore, fi che Io ho la cura fopra il populo mio greco & l’Arci¬
uefcouo folo fopra li latini, li Concili j 8. 9. fono fatti per le cole
verjfatc.tra voi latini però non han che far con noi, non li diede
Arciuefcouo vna citatione per Roma : Venendo a Venetia &ntfh
.andando a Roma,ma fatto ritornare dalla Signoria in Cipro glo-
riandofidel ricco prefente hauuto da lei, non fece Iddio vna
cfpreffa vendetta in c alligo di quella fua ribellione che ritornato
d4 Venetia fubito io fece crepare,acciò piti nonmultiplicaffe que
fto feifma, benché egli dicdfe ciò che faceti a èra per rifpetto del
populo? Si che Iddio volfe meglio remediare ìufta cofadunche,
e che vna medefima colpa patifcha li lfefla pena,,felice colpa,
che tale è tanto defiderato necelfario e vtilisfimo frutto merito
partitrice he quindi fu fatta la fama vnione, & pigliando tanta ar¬
roganza il dragon del marciranno fequente, alli 7, d'Óttobrio fi
prefc con 1 amo delia deftra dlddio^qitefiarolna de Cipro, non
manco la benignità d’iddio, dimonftrarla con diuerfi e vari] le¬
gni, li flagelli già per molti anni con la caualletta tanto folta, che
mangiarla, infino li tronchi, Alli i $ 66, il dì de SamMarcho la niat
tina mandò vn grandifiimo terremoto,nella Città de Limiffojma
do anchora a Famagofta vn fione oucr turbine, & minò vn Pailaz
*o, & duoi altre caie tirò alcuni huomini trouati nella firata & gli
foli euò in aere gi ttandòli nel li tetti, e fe non fi tagliaua prefto a
modo che fanno li marinari in mare, faria fiata roinata tutta la Cit
tà,l’anno puoi fequentepoc© inanti la fefla di San Marcho , man¬
dò Iddio tanti grandi terremoti, quali durarono continuamente
5 3 giórni, & poi fequitaróno per duoi anni interpolando il tem-
po,hora a 8,1a, 20, ouervn mefe di duoi 5, oucr 8,la volta,& al¬
cuni di quelli erano tanto grandi che fi fentiuano quafi per tutta
TJfola, in quelli tempi, anchora furono nella Città di Baffo alcu-
ei pochi tcrremoti,quali non fi fentiùa a Limiffo,ne! Cafal Ldca-
ra,oli vicino in quelli tempi fi videro alcuni fuochi grandi in
aere la notte, quali per duoi o tre hore durauano , & fi vedeua ta¬
li, in molti kiochi,enel 69 vennero alcuni terremoti da 8 in diete
a Famagofla al fin di Ottobrio, in quelli tempi o pur inanti del
68 nella diate comparfero gran multitudine di vccelli di cauallet
te, delle grue,ocche, e paflauano a fquadroni, & fpeffo dalla So¬
na trauerfando Cipro, & tutta quella diade non fi fentiua altro, a
talché molti prefeno allhora per cattino fegno* Finalmente ci
mandò la Cornetta nel éq.di Nouembno quale haueua la coda in
giu verfo Cipro come fegno cuidcnte della fpada de Iddio, Alli
17,0 18 di Settembrio Mullafa BaiTan,fece inarchi aria gè n te fila
verfo Famagofta & lafciò inguarnigion de Nicofia 4 mila lanie¬
ri & mile cannili,fono al gouerno di Mufafer Baffan,fe portar far
tegliata dalli fuoi Turchi & a: min a nano con gran trionfi, e con
fonatori in fegno d*allegtezza,& portomo anchora dcIPartcglia-
ria ritrouatà a Nicofia, Muftafa Baftcnfi accampò, lontan di Fa¬
magofta tre miglia,a Cafal Pomòdadam, il refló alli giardini de •
Famagofta. Et fubito fi ripofsò la gente, mandò a trincerare &
far di forti,; con fafsine,Tacchi ,&terreno, & cercorno de quiui
guadar quelle naue Venefiane, che v. erano nel porto,defidcran-
• - , • ; ** - . „ ■ ■ d$>
'do ai prillarli delia ipei'àn«.^
d’dfe nel fequentè inuerno, ma attendendo li noitn con vnu ^
ÌÈ tontraWattaHa ctfinartSellarli il forte li sforzarono abbandonar
Tjrhptefa', ìn quello mentre, che noi ftamo qtriui pregione a que
fti luochi, tfedemo vfeir fuora alcuni dè noftri, & vi reftarono
biotti Turchi morti. Allhorahauendo intefodalle fpic fìie Ali
lBalfan come farinata Chriftiana era feftaurata, & rinforzata di ar
ceri sfagghioti. Et come era partita da Car.dia, venne fubito con
timorofo cuore adaboccharfi conMuftafa Bafian Generale del
Ve He rei to, & fletterò qUiul afpetrando ioni auifi,& arriuado cdr
.te fue galleotte li ditferò che TarmataGhrihiana s’auiaua per ca¬
rtel Rufo, ondò impauriti queftiraiii, fé 'ritirarono nel pauiglio-
ne di Muftafa BalfanpeRfar confegjió fopra quello doueuan fare
Ali dùnque,& Piali petfdàfi.3lMiiÌÌ:afa General fi partono da Fu
riiagolta lafciando la preda & li fchiaui & le gente inutili, fortifi¬
cati di gente q de fartegliaria, con intentione,che efibendofi Far
frtata Chriftiaiia di combàtter, Ricercando mantenir la grandezza
^ dignità del lor Signor,nón refùtar lagiornata. Arri nano a Li-
ìiiiftò, con tuttala uiaàrmàta, & a capo San Piffanio, hauiarono
due galleTe per faper delTarìfiàti'Chriftiàna, & fubito hebbero
àiiifi & intcìféro come era ritornata;Rèrfo Candia, & perche Tin-
Telici dubitavano perder la giornata,hebbero quefta noua,di tan¬
to allegrezza degna , che confumorno quel giorno in foni & fc-
ritornati nibito a FamagoltaJ Multafa era confolati àlquan
iq tutti,Si aficuràti atteféro a rembarchar, la preda & li fchiaui, de
ài li $ di Ottobri©, mentre fi pottaua certi baril di poluerc, fopra
lin grafi Gali ione di Mahumetbafla,Te abifeio fuoco, quale in vn
bàtter d’occhio lo fraccafsò tutto, àbbrufeiando anchora vna gai-
botta, & vn caramufìalli,& pofe ih tanto rumor Tarmata,che niag
giornon fi può dire, & in vn tratto vedemo in aere, tanti nobilil-
iìmi glòjLicrii, & giofiane ,‘che non vide- ifiai,piu fpettacolcvtantd
mifcrabilc,ccrcarono li Turchi di ritrouarc Tauttor0 modb
"‘ ph nia^puòtero faper cola nifirina, perche nò ifcàmpcRvno dicjudJ
“ffdéf^affione, & duord tr§ jfél!!àltrfdiibi vafiHi ‘ prèfeibqtfcftrf
"li^furehì per prefagio fdtiiFò di qualche grande Forróina , & mi
qnarauiglio che fi dica da certi ,chc vna nobii Gipriota ddfiàlìc il
^{\ì&ofv€to é p'erò che in quefto gallione'Tóìfò vnà bùòfié parte
dibellifsimi gioueni, & di beliifsime donne, eflendo porto qui-
ui il prefente del Turcho & de Mahuinet bada, & del Amurat fi¬
gliuolo del gran Signor, Alli 6. poi li balani dell’armata,fi par
teno per andar a Conllantinopoli, la le lo rnò 8: gallaree nonio
che altri pochi nauilij, & arrinati a .CatfobRufo > fi certificarono
come Tannata Chfiftiana arriuò infidofii quelli luochi, giqtipai
che turno a Rodo^cognobbero copie era partita Tarmata Ponenti
na dalla Venetiana,& acciò meglio conoìcero, mandorno non lo
che galliotte, acauò codone per lingua * & ‘inficine fecero li Baf¬
fimi lalliar la preda >Ji puffi,,& le fionne, fidando tutta Tarmata
aftambalia, & de qui rimandarono delle altre galliote per lingua,
e la fila intentione era di dar fall alto alì aripata V enetiana, ma Id
dio moderatore di tempi volendo abballarTarrogantià di querto
cane, fe venir vna fortuna, che ap^na ppot^rohauer il porto, co-
gnofeendo li Baffoni,che molti non li feguitaliano fecero cafiar al
quanti Rais. Ritornando a Rodo fi repiglia ogni colà, & fi bru-
fciò,quiui vn’akro grofibnauiIÌQ,enel vlcir fuori del porto,fi fpf
aa per megio vna galera & arri nati a Sqafiara aYorza di fasfi atte-
fero di ferrar quel porto per Ibernar quiui, ma fi ri fontano final¬
mente de intrar in Conftantinopoii, per il che lafciando fuora lè
f uardie de l’Arcipelago, & de Scio, inorarono alli 14. di Decem
rio in Conrtantinopoli con gran felle,con gran tiri d’artigliaria
refpondendofi il Saraio Tobana, &TArfenalc ftrafinando le ban
diere Chri diane per aqua,oue corlero tante barche,come! di de
la Senfa in Venetia . Non lafciarò mai raccontami, quali come
ingrato & feognofeente deili rari, & cari benefici della fingolar
pietà di noftro Signor Iefu Chrifto uerfo di me:ma dicendo con
Iacob Gen.$ 2.domine domine minor fum taunélis miferationi-
bus tuis,diro che io fui cuftodito da tante archibugiate, rifguar-
dando datanti pericoli difefo datante Ipade ,& fatto fchiauodja
un Taiifinano religiofo Turcho,& uenduto ad Ofma Celibi Rais
ciò? fopracomito de gal era, Tamabilisfima clementia della cara
benignità di noftro Sig nor Iddio, mi fe fubito fi grato a quello
fiero cane,che doue io temeuo elfer pofto nei remo,e nelle cate¬
ne,come interuenne a gli altri nobili,& ad ogni condition di per
Ione,mi lafsò prima eg li libero,comprò a mia inftantia due mie
foreUe^coasmifle a tu ttoché mi faceffero grate carezze , ordinò
che
che ci portaffero li fuoi regazzi da mangiar (èmpre del fuo pro¬
prio cibo,itòlea fpefle uolte per fuo diporto che io mangiafte fc-
co,mi fece dare fotto coperta della galera fuoco per dormire co
mie fbrella piu che commodo, donandoci delle fchiauine,e delle
coperte,& ponendomi finalmente grolla tagliagli cótentò 4500
afpri, còllii (pender però prima uenticinque cechini per un fuo
rinegato,chiachaia,ouermaftro dicafa,quali fodisfacemmo di
quelli 400 fclidiima datimi fitigolarmentc dalla fempre felice
memoria di Papa Pio Quinto per opera,& pietà del ReuercndiC.
fimo mio General Maeitro Serafino Caualli Padre clemcntifii-
mo,& pio Redcntor mio, & di miei compagni, fi che alli 8 . di
Gennaio del feguente anno fui liberò di ogni fchiauezza>& efien
do non menomili diFebrarodel 1572. dato per (pia del
PóntiWcè fielft crudeliffime mani di Occhiali,& porto nel bagno
delgranTurchoincuftodiacon grotte catene per darmeli tor-
menti.Eccitò fubito nottro benigno Iddio l’ardor della carità de
nobiliffimi Ragufei,quali foccorrendo con prefenti, e fotto ma#
ne con molti dinari,parte donatimi, parte imprecatimi, onde il
terzo giorno per mezzo de Ababamach Re di Algiernouo, mi li
berò fenza martirio alcuno,& finalmente hauuta ta licentia di po
termi partire per opera & grafia fingularc deirilluftriflìmo Si¬
gnorino Iaccmo Malatefta, e del Patron mio Colendifìimo del
Reuerendiffimo Monfignor d’Aquis Imbafciator del Re Chri-
ftiani filmo,che egli per la gran difficultà di tal licentia, tre uolte
hebbe parole con MahumetBafsà Gouernator de rimperio,per
il che hoi a ragioneuolmcnte potto dire. Nunc feio vere,quia mi
fit Dominus Angelum fuum,& eripuit me de manu Luchialini,&
de omni expedatione ptebis Turcharum, Regi ergo feculoruiu
immortali inuifibili foli Deohonor & gloria in fecula feculo.ru
Amen,quia eripuit me de poteftate tenebrarum, & tranftulit in
regum filii diledionis fuse.

Segmento de 'Ricolta •

Il Clariffimo Nicolò dandolo Luocotenentc del Regno, & Vice


Proueditor,li tagliornolatefta.
Il Clariffimo Pietro pifani Confegliero,morto dWarchibufata.
Ec z
\■ ; ■

IlCIariffimoMancAiifotiioPriii!;ConfegUero>:fchrfj;afcf,^
Il^^jficq!40fQRÌftpafqiualig& Camerlcngcymqrto. .f, " --
iykagnifìcq.Qiqiiap lo,ngòCamerlengo, fcìjiauo in Cònftantf- *
no m %>:
Il Magnifico Bernardo t^ollani Capitano di Satines,fchiaup^ ' '*
YifYicegapi^^qQ^Pa^, .por* *
^to aSdo» } >-\ jfsup* i le Ìli otlkmlaùOrékdbj id^cm
ILCanfelliero:grande mjòr£a>&Almoroaefaa fratello Gpuerna
tore 4qlÌ4 monitione,niortp. : oimuQ viq-.S<I Ih
>ifll

Capitani nobili Ciprioti morti. ..


! _ •. i >j C.v.,b » * < ? ; fi) n^^pnì ; |>
I/Illuftris fimo Conte de Biichas Collaterale del Dominio, q
Generale della catialleria di Cipro., ;} j f >f/> # ^ ]I . )
L’Ilkiflrisfimo Conce de Tripoli General dell’artiglieria * f fi
II Signor Thomafo Vifcóte de Nicofia^ Capitano di zoo. fanti
Il Signor Hettor podocatoro. ;
Il Signor Iafon denores.
Il Signor Francefcomaria denores*
Il Signor Vgo flatro
li Signor Mail ti o Zimblet.
Il Signor GioanFilippo milano.
IlSi gnor Gionanni finclitico.
Il Signor Mcaducha dimitri lafchari.
li.Signor Giouan flatro*
Il Cauagiier Paleologo. m
Il^Signpr Febo zappe.
Il Signor Artiiis zappe fuccelTor del Signor Febo fuo fratello*
Il Signor Iacoino Zacharia.
Il Signor Filippo lafchari.

Capitani nobili Ciprioti f chiatti.

II Signor Tutio conftanzo.


Il Signor Liuio podocatoro.
Il Signo Giouan nanfe orno*
n
Ili
Il Signor Orfato giufliniano.

noO
Il Signor Sofomenino ingegnieróSS ^ f oattfttjfc

Capitani delle montagne refi Ubèri • . CT.Jir


; ? : .• ■ • . ■ a iti. il
Il S ignor Scipio Caraffa. f. - - ;md fi,ijc . ) i. riiji ; .3 ,1
Il Signor Pietro paolo Enclitico #* °* • Jll ^ :;
• ri'-mi ab • 1 o/iciiqtD II
Capitani Italiani morti* mr* ' ' ' *1 1 DII
.!/-C . -\u ,;*)* Oli
t

Il Colonello Ronchon Gouernator della Città» :on


Il Colonello Palazzo da Fano* ~liXr
Il Conte Alberto Scotto..
Il Capitano Nicolo Ptitéòfti Bologtiéfe# 1
Il Capitano Lazaro Cocuban. ^ ^
Il Capitano Giouan de oglio.
II Capitano Gabriel de Bergamo#
Il Capitano Battila.
Il Capitano Zan graui.
lPCàpitnno Vrban de Vitàf di#
Il Capitano Anibal Zangraui • Ma.
Il Cauaglier Magrino ingegnier
li Capitano Antonio bere tino.
Il Capitano Camillo de gadi.
Il Capitano Michael Gmi.
Il C a pi tarlo Gioii ìnsiti fta de San Coluban #
11 Capitano Batifta da Fari. ? v ^ **l
Il Capitano Carlo da Rimini,
Il Capitano Giouan Andrea SpHIo# r.-iDlClsj!?»
Il Capitano B attilla dclli Preti# TtrS r-T •!.'#> {£

f
li Capitano Antonio Giorgi. ' " i ^£
Il Capitano Zaneto Dandolo.
Il Capitano Thomafo de Grazu Famagoflano.
rt i ■ ^ « »v -f . . ,

fapitàni italiani, de quali nonp faouini+o morti*


* > rfj ;
Il Capitano Giulian Gijfialdo#
Il Capitano Leonardo da borgo#
II Capitano Marcantonio dafcello.
li Capitano Iacomograzzo.
Il Capitano Celio da Lodi.
Il Capitano Giouan battifta calluro.
Il Capitano Francefco pattello • ... ?j. ^
Il Capitano Fabrici de Imola.
Il Capitano Anibai Albanefe% ^
Il Capitano Giuliano da VenetiaV
Il Capitano Hicronimo da Safcil.
il
Il Capitano Paolo Vicentino. .*-* yl*
n•
Ai
■idiA 2r lUsO fi
Capitani Italianifabiani «
ivi 6&m\zO IL
Il Capitano Paolo del guaflo. ;
o " 5..- 1 il
Il Capitano Francefco de laura. '3(1 fili

Il Capitano Cieco da Perofa.


uOLl
Il Capitano Giouan Angelo rcftò a Cerines.
Il Capitano Cai lo ragunafeo fuggi alli monti, & poi andò a
magofta è fatto fchiauo.

Li Capitani delli Stradiotti,& il Gouernatorfuo, quali tutti eoa


le loro compagnie furono tagliati a pezzi,

7{obili Ciprioti fuggiti da T^icofia alli monti, paffuti


permetto di nemici.

Il Signor Giouan Filippo Lufignano.


Il Signor Zanetto denores.
Il Signor Hettor denores.
Il Signor Flatro de Flatri.
Il Signor Alfonfo Bragadino.

II remancte delli nobili furono quafi ammazzati tutti & pochif


fimi di quelli furono fatti fchiaui, cofi medefimamente di Citta¬
dini , & populazzo, delie gentildonne & cittadine furono fatte
quali tutte fchiaue con li fÙiuoli & figliuole & pecchi furono ara
mazzati.
II*
inalzati, li figliuoli piccioli da 4. anni in giu 9 quafi tuttf furono
ammazzati & podbifsimi fono fatti fchiaui •

Il Reuerendifs.'déCoroh fufraganeo de Nicòiia#


Il Reuerendifs, Vefcouo greco de Nicofia.
Il Ketierendifs. Ve'fcòuo greco de PafFo.
Il Reuerendifs. Vefcouo greco de Limitòfchiàuo.
Il Vefcouo de Cotti. : '
i

inSoria.
Il Reuer. Guardian de Hierufalcm di Zoccholanti, fchiauoa
Scio fu liberato •
Il Reuér. Comifiario de S. Francefco, Maeftro Andrea Tacitó*
fi dice cflere morto.
11 Re uerendo Vicario de Santo Augoftinò F. Luca, fchiauó * &
mo libero.
li Reuerendi Abbati de Monaci greci, & li loro Monaci tutti
quafi fono ammazzati, & pochi furono fatti fchiaui,

i •; (j
ì L FIN £•
?

H
!t•
VÉRA ET F ID e L i a o a mix. i\ n.t\. XV (à i i kj i\S
dell’elpiignatione^ & aefenuone de Famagofta. Raccolta
per il Reuercndo Frat’A,l^9l0 Calepio di Cipro
Dottore Theologo dell'ordine de* Predicatori
ad in ftantia del R. P. Fra Stefano Lufi-
gnano, Lettor deiriftelfo ordine.

Frat'Angelo Calepio de Cipro dell'ordine S. Domìnico $


minimo Theologo, adì Cortefi (Timi, &
* ■ ^ ■ f U •' . yY'" - ^ *
& bumamjjimi Lettori , ?T

l A narratione della cfpugnationc , & c


della Citta de FamagoftaSappiate eftere raccol-
ta dalli Memoriali de molti Capitani ritrouati in
Cipro nella defenilone di cfta fortezza cjualiVT pre
fente fono nel Bagno,& ideila torre del gran Tur¬
co,che mentre io fui polio quìui prègiohe feco quando per ordi
ne de Lucci ali fui pre Co per ilpia de N, S. Di Febraro nel 15,72*
raccollc diligentemente, & conferita dalli mcdclimi, & dalia
relatione de mola^uella offerito, perfincera, & vera, come piu
lontana de ogni forte de pulsione, con che facendo fine esortan¬
do tutti pregare il Signore per Me, & quelli poueri dcfenfoji
che aneli ra reftan pregioni, vi fu pii co ógni cònfolatiòne tempo
raje,& eterna felicita* Di Bologna alji io.‘di-J^buéb.del 1572,
HP* i S>]pun OwwWn.te »3 iflal « . 1 OD ' !' •• ■

brio del 1570, & venne la detta armata al capo della grea, Alli
18 detto, partendoli poi,Muftafa Cenerai delPelTcrcftp de' Nitro
fi a, lalfandò il prefidio a Nitòfiai fi accampò aFaniagofta, il de¬
li d ero fo de ingiottirc pfeftp tut^) il Regno,poi che altro non gli
rcftaua,fcce fare alli 2 fvn forte vicino al feoglietto, per batter
la terra, & quelle nani che erano ic làuorc della Citta, & termi¬
ne tre giorni fu alli 26 fecero alcuni tiri d'artcgliaria. Alli 29 fa
bricorno duoi altri forti,\no alla fontana de San Giorgio, & Tal
tr© aprecipolla & meslì alcuni pezzi d’artegliaria, alprimode
Ottobrio deteno principio alla battana,ma moleftatr gagliarda-
mente
nvèfiee danoftri,Alli ^ tutto il catripo'-fe retira lontano 7. miglia >
a'Gàfàl pomo d’Adamo, s’abbrufciò il gàllionc de Mahumct Baf
fa lóntano da Famagolla ^ miglia in circa quello era pieno dar-
gliaria & di monitionc, onde vfdtero fuori di Famagolla alli 8
& fe attefe a guaftuar li forti a trincee. In quello megio non fu
fatto cofategnallata, ma alli ; de Nouembriò venne vnTurcho
con 2 belli canalii & con vna gentildonna Nicofiota , dubitorno
aldini che no fulfe mandato dal Balfan per qualche mal line, mol
ti cógnobero però che era pertequi tato per la vita, a collui fu có
fégnato vriFamagollano interprete, ilquale imbriaghandofi il
Turcho, cauato vn corteilo che teniua nella manica Fammazzò.
Et prefo quello Titrcho per tal homicidio, te feceno impender
alli 7 de Decembrio, Alli ;o condultero li Turchi 4 pezzi d’arte
gliaria a Santo Alesilo. Alli 2 |de Genaio del r 571. fi fcopcrlfe
naui con fantaria & monitiane,& la mattina tequeme vennero
12 gallere de vna fregata delle nollre, & $barcorno il prdidio,le
vittuaglie e la monitionc , Alli* 27 le nollre gallere prefero vna
pallandria Turcheficha con le paghe del campo,& aih 29 FillelFe
gallere pretero vnanaue Turchefca carica de monitionc &vit-
tuaglia . Alli 16 de Febraro 15 71. Se parterio le 12 gallere di le
tette naui per Candia, Fecero la monterà li Chriftiàni douefiri
trouorno in tutto 4 milia fanti, loo delle ccrnide & 3 milia tra
cittadini & villani de 200 Albanefi, & fi c Seguito con maggior
diligentia, che prima da tutte le parti, a- fortificarli lauorando
tutto il prefidio, la Citta de li patroni ilècte, noti perdonando a
tertejdé' fatica & opera per elfeinpio de tutti, vifitando di c riÒt-?
te l^gudfdie àccio con vigilantia gùardaltero la Città nc fi vtei-
ita-dalli Città fcharamucciare te non di raro per pigliar lingua da '
inimici . Mentre che di dentro fi faccuano quelle prouifioni, nò
con minor diligentia l’inimici di fuori, prouedeuano ogni cofa
necefiaria per ripugnar la fortezza, come di quanti a grandifsi-if
ma de fichi de lanadi legni d'àrtegIiafia,d’inilromchti rhanoa-
li& d’altte cote*che gli erano portate dalla CkràiMnia > Se Scria '
corri pfefk zza grande,Alli 14 de MàrZÓ,ii rubbero j gallere Ttir •
chetee dentro nel pòrto, agitati dalla fontana, all’incontro a noi ?
alli 2 2 fi apizzo fuòco a vn maghateno di gottor.i prclfo la moni ;
rione della poluere, V enne al principio d’Aprilc Halì Balte co» *
r.,,:.. Ff
far'sfi 80 gallere, & porto do che da inimici era defidera&>> &
poi partito & lafciatone da $ o, quali di continuo traghetauano.
genti,monitioni &rinfrefcamenti, & ogni altra cofa neceflaria*
Lenza vna quantità grande de Caramufialini Maone & pallanda-*
rie che continuamente andauano & veniuano da i luoghi vicini,;
& facquano con preftezza grande,temendo dell’armata Chriiiia-
na, & a mezzo disdetto mefe fecero condur 15 pezzi d’arteglia-.
ria da Nicofia, & leuato il campo di doue era,, cauando fuofsi.dr
trincee s’accamparono a i giardini,& parte dalla banda di Pone» f
te, di la da vn luogo detto Precipola, A Ili 16 il nemico, fe moti
lira generale & quelli ,della Città tiraron duoi tiri de Collobrina
de 60, &arriuandp nel fqoadroncdpro fecero non poco male* ;
Alli,2$detto cominciorno arefare le trincee, &faccuano delle
foffe per li archibugieri vn apprefib l’altra, aecoliandofea poc^j
apoco,con ynmodo imposlìbile allietarlo, lauorandó loro ifpiu
di notte di continuo da^o^mila guaftatori, veduto ilj|ifeg|to dft
nemico & doue penffaua di batter , fc attefe dentro,con grandi!**
fima diligentia a riparare , (lana de continuo grofla guardia nella ?
firatta coperta della contrafquarppa & nella lortite per de fender
detta contrafquarppa,fi cauorno noui fianchi 3 fi fecero trauérfìi
celli terrapieni, & fi fece- de,tutta quella, parte della: muraglia ,
che era battuta; vna trincea di plitte alta & largha dupi piedi con
gli feritorii per li archibugieri,con quali fi difendeua la contra¬
fquarppa, A quelle cofe attendeua il Clarifsimo Bragad.no;i*ls
perfona & il Signor Elior Baglione,& le cofe papuano con bel
lifsimo ordine, il pane per ii foldati fi faceua tutto in un luogho,
& di quello haueua cura,il Clarifs, M> Lorenzo Tiepolo;Capita¬
no de Paffo, & non perdonaua faticha a quello poteuafare. In
Gattello era il Magnifico M* Andrea Bragadino, qual con dilige
te guardia cuftodiua la parte del mare, acconciando & cauando
jioui fianchi per defender la parte de i’Arfenale era Capitanodel
l'artegliaria il Gauallier Fuoito qual morì in,quelli giorni in fca-
ramuccìa , de la fua compagnia ;fudatta al Signor Conte Neftor?
Martincngo, fi fecero tre.Capitanii fopra li,fuochi artificiali con
30 fanti per vno per adoperar li fuochi • Si condulTe tutta Parte-
gliaria bona da quella banda doue s’afpettaua labattaria, & fi fe
ce a tutte le canaonere li baiali, s attefe di trauagliarli con vfeir
fuori
fuori fpeflo d'ogni parte ad difturbarli,cofi fe li fece notabil daft
no, & elfendo vfciti vna volta da 3 oo Famagoftani a fpada & tar
fjha& altri tanti archibugieri Italiani. Si hebbe gran danno, et.
aldo le trincee deH’inimid troppo ìpcfle,anchor che fufiero da
noftri mesfi in fuga, & ammazzati molti, crebbero in tanta mul-
titudine che mòrderò di noftri da 50 & feriti da 60, onde fi giu¬
dicò non douerpiu vfcir fuori per il pericolo manifefto • Arriua
rono rinimici apocoa poco jconletrincere in cima della con-
tra fcarppa hauendo poi finito li forti,alli 19 Maggio,comincia¬
rono la battana da io forti dentro 74 pezzi d’artegliaria grofie
tra quali erano 4 bafilichi di difinifuratà grandezza,preìèro a có-
batter dalla porta de Limifsò fino a l’Arlenale & fecero cinque
battane vna nel torrione del Arfenale,qual era battuto con y. pez
ri al forte dei fcoglio la 2 nella cortina iftefifa de i’Arfenale, bat¬
tuta da vn’altro forte de vndice pezzi, vn’altra, il torrione del
Antrucijcon li duoi Cauallieri che erano fopra,da vn forte di al¬
tri vndice pezzi, vnaltra, nel torrione di Santa Nappa, qual era
battuto con li 4. bafilifchi.La porta de Limifsò, quarhaueua vii
Cauallier alto fopra & vn treuellino de fuori,era battuta dalli co
trafòrti con pezzi, Squilli attendeva in perfona, Muftafa
G onerale del campo,& vn'hora inanzi di, fecero vna gran falua
di atchibufi, & poi cominciò con Tartegliaria, & durò tutto il
giorno onde fu opinione che tirafiero tiri 2 $00, parte nella mu
raglia,parte nella Città & parte pafiauano fuori. Et la fera mede
fima venne dentro vn fchiauo Albanefc e dific che la noftra artei-
gliariàfetòmorirpèf infin horada ^‘.niila Turchi* Alli 20. va?
bora inami dì cominciorono la falua de gli archi-bufiéri, & poi
làrtegliària,marton con tanta fiioria, adi 21 • fecero il medefi-
mo,& durò tutto il dì tirar d'artegliaria,& in quefto dì vfeirono
fuori li Stradioti noftri verfo la torre de loccha, & ammazzaro¬
no 72. Turchi. A Ili ài» fatta la folita faina, & Ja batta ri a de far-
teglraria con tanta fuoria che fi penfaua tirarfèno mille botte,nel
principiò non atteièro molto a ruinàr la muraglia, ma berfcglia*
panò lì noftri pezzi, & tter&uano nella Città:, per fiche quelli dc^
dfentro fubito die cominciò l artegliaria tutti li foldati & li greci
vennero adhabitare alla muraglia doue fi eftato fempre infimo al
fine* llClarifsimoBragadino allogiònel torrione del Antrucì.
Ff 2
-bit
IL'IlIuftnfs. Ragliane in quello de Sato Nappa,il Cldrif&ljie^
polo, in quello del capo Santo, ond&jefiènda prefentia tutte le
fattioni dauan animo a tutti, fe coli luffe fatto a Nicofia, emò*
faria fiiàta difefa> & mantenuta per piu .di &forsfi*non farfa pferf-*;
fa.iAlii 24. tirraròdo per infine, aUint nitore , & poi venne$n$
gràndiftima pioggia, ceiTando ilgtòlm MenneilP h^ifcchi,bpsfè
entrarne! .'lofio dotieJa terra dette all ’armemwfiaro allliora m$,
ti Ttirchi; Vn pezzo d’artcgliaria ammazzò iLCapitaneo France
fchofrancati!Ila..alli.2>•.a bore 2 3. mandò il Baffan vn lanizaro,
con due lettere vna al Capitaneo de F.amagofta, de l’altra a qi^
di Baffo. Andò il Signor Eftor Baglionepèr veder ciò che,
uà detto Ianizarò,& vedute dette lettere non volle che;fe afcpj^
rafferma diffe allanizaro dite al volii-o;Bafiah chedeqmù i’impr£
fa, chefiamo.direfponderli comfuochi arctóbiigi àrtegli<%iHÌ?>d#
con le lpade,& fifehiando li foldati, comineiorno tutti a-gridar#
viua San Marco. I] di fequente dopo vna grofia battana fi rit-rg»
uò nella fpffa vna f rezza tutta fcrittaiche diceiia rendenti
go ftam che fareu fallii le mogli ere, e i> \fofiri figliuòli, in que^’
ito di fi ferri il Conte de gazol, moti vn lmoeptènen£g:& vij
Alfier i fu fatto fppda rai'tegliaria il Signor Lo uigi Marti-nejv*
go qual partite le pofie. a 6 Capitani > che -baucuano cura d’p>
gni bifogno di bombardieri , afììgnando ad ogni porta vna
compagnia de Greci per feruitio dcli’artegliafia'i 3eli Capita¬
no Francefilo Bagonaì attendeua al torrione & Càttaljier gran?*
de de fArfenalc, il Capitano Pieroconte lattendòua alla-CQi'fl
tìna al Capajlièr^iSignorNòftorìMai:tinengoat:t*endf
ija al Caùallicr del camp oS atp,,a quellode J’ A n truci,& alla, colf
tinàfinP;3l .torrione de Sapt;i Nappa il Conte Heipule Martinen-i
go, attendeua al Cauallier de Santa Nappa a tutta la coltrina
fino alla porta de Litnifsp, il Capitaneo Qratio da veletri: al ri-
iic!Jino& cortina verfo,il!baloardo, al Canaliipr alto de Limifsò,
qual era pi u m o le fiato d c. tu tti atten de uà il Caputaneo Riifièrtp
Maiuezzi. Si portaua ogni forte de virtùaglie alla muraglia, lì
fece coatra battana per,diecc di che figli imboch^irono 15 pczT
bidelli migliori, & gli ammazzarono pèrinfin’hprada^p mib
perfonc,ma preuedendo li Chriftiani che la poluere veniua mcf
110 fece vna lim itatione che non fi tirraua piu che, jotirri per pez
£0
*oal giara» con là'$èxà%i& conhprefentia dclli Capitanij lo¬
ro* acciònon fi tirnalVeiiLdarno v de Maggio venne vna
freghatade Candiaqualereimpì tuttala Città deìperaza de Toc
corfo, & diede grandifsimo animo; gli inimici guadagnarono la
contrafcarppa>con molto contratto, & con mortalità grande de
ambeduoi le parta^ndsQ^i^cra^^^ arl’incontro delle cinque
battane agittar il terreno nella fotta, tolto pretto la muraglia dei
teiera eia r bina anch&ra fotta dal¬
li arre gita r*fo uei làjti tiragli a> era portata dentro di,e notte,lauora
doui tutti inttnonché; fecero l’mimici atoni foritGrifnclimiro*
iota liquali>s*6achegiando!tiitta lafPftjattftòbugj, impedirà
no i] poforiifofiu «uforfon^VperitpIo .y^muòjM. òaoan mor¬
mori ing<cg «i ero^.v£i a /orni a de tanoi e :cp-ng tè , qualè> fi por ta*
uima ado tfo a$ Scorati do & de UpàMh & tc@*i? qu qftp|{fi, rea
guitto de laltrp teL;fenp,mapQièQ£& moti effe M^ Giouanni, &
kaiiendo.grmi.mici gittatp tanto telatilo,,thè^iongeiia al piano
afeli aifott%faiuta y «aporia nei muro ddiarèQ^t^è^pa; &, gnu
dofi ikecrctfo filami a ip/heoia paco* fecero vna- tfmè&ik imo ; a Ila
fciucagl le jfottarfoj; spiale poi in grattar*
nbicoti;forchi defonM^ fonfine ; & fofiguiwnoida-noft r 1 fianchi,
impattiti ddtofòffo*die* non poteito#> ettbrp^ftfe.nondi
(opra vìa alla ve«tura>cbminciornp a cattare mine al ri.ttdUno, al
«torrione de fantà>Nappa*& a quello drfAntrueifo quell odel cà
po fan to, allacciti na& akornone de hArfonale; Nonptiiotèn*
«tòmoi'pi u prciiaierildi quelli fianchi ; fi fie tirrarediffuochi arti^
fidali, & fecero grata di formo dannò al nimico; il attenderla atta-1
care fiso elio , nelle, lane Sbnelle falsine ,<&al dòtaaùa-yn duellato
per.facoho a quelIr che àndaolmo pèrlesdi ;f etero comminine in
tutti-li Inogfoi, aiiquali attenderla il Catiallier Maggio ingegnie
!rordie in ogni bifogno,fcruiua con tutta quella diligenza,^ fpt4
rito cfoepiu polena, ma non fi fiantromo * fenon quell* deitor*
4Ìoné dirfonU Naffpaj ede fAntnacfo^c qiieUadei canrpòSonto*
^rrGheietan^votì ,>&fofo)i«i^o]tc^cdiiciteikifidfodc di ,o& di

iaiana, ne fi et fi a cbn matiatugliofo mtìuihia'& fàtticadéi


Signor Bagitone chepreuedeua anitre quelle cote,difiurbarfii
cimici con ogni manièri d’ingegno arie, de comparti le coia
& >ch * pagme
gnie perle battaglie, aggiongèndo in tutti li luoghi arara compa
gnia <TAlbanefi, quali, codi a piedi, cornea cauailo ,monftraro~
aofempre grmvaiare % rJ

Trimo AJJalto.
■ ■ '■* 1 1 . fOrjìT.V, li iutìir .. /;r •*);;(!

Lli i r. Giugno diedero fuoco alla mina del torrione def-


À TArfenale, doue attendeua Giambelat Bei,quale con grati
rouina fpezzo la muraglia grofsifima, & Taperfie , gettando*
b a terra piu della mittà , rompendo anchora vna parte dei
parapetto fatto aitanti per foftener lafiàlto, & fiibito faliti gran
numero de Turchi fopra le rouine vennero con le infegne fino
in cima , vi era in guardia il Capitano Pietro Conte * con In
Tua compagnia, la quale fu molto conquaffata da detta roui«*
*ia,& il Signor Neftor Martinengo con la fua compagnia ar*
riuà prima, furono ributtati ,^ rifrefeandofi gli nimici cinque
&fei voltc,non puotero far quello; che defideraua, Vi combatte
it'Signor Baglione inperfonaIl Clari&ima Bragadino, conti
Magnifico Querini, armatiItaliano poco lontani, a rinfrefear le
genti, & il Magnifico Caftellano con l’artegliarìa del Spcronei
fece gran mortalità ne* nimici quando dauauano laflàlto, qual
durò cinque hore continue, & vi morirono de* Turchi da 600*
& dei noftri tra morti &* ferriti da cento , per vna dilgratia de*
noftri fuochi artificiati, quali manegiati in auertentemente ab*
bocciarono molti de i noftri vi morfero il Conte Gian Franco*
cefcoGoro,il Capitano Bernardino d'G^ibio, furono feriti ma*
lamente il Signor Hercole Malatefta, il Capitano Pietro Conte
& altri Capitani & Alfieri di faflate,la notte fequente arriuà vna
freggata di Candia, laquale portandonuoua di foccorflo certo
& fidiro diede allegrezza v & audacia a tutti, fi fecero con opera
del Capitano Marco GriuriatQre,& del Caualliér Maggio le rcv
tirate, fiancheggiate a tutti gli luoghi battuti,& doue fi feiitiua*
no cauar mine, con botte di ten^bagnata/cafle, {tramaci, &
chetò pieni di tetra bagnata , &haucndo li Greci con granpro*
tezza portato ciò che haueuano, perche finiti li canauaci porta*
cono, fpaliere, cortine,tapcti,Se infino le linzolaper far detti fac
cheti,
ti6
ched/ymod© bomlsmicr, & prcftoper refar li parapetti, quali ne
erano muinati con la furia deirartegliaria che mai ceffaua, 8c
tutto quello che il giorno rompeuano fi rifacetia di notte, non
dormendo m ai, & Sando tutti li foldatifempreiopra la muraglia
vifitati di ebntinuada patroni, iqualinon darmiuano fe non nel
maggior caldo de giornoi non effendouialtrahora di ripofiarfiy
perchc liéitnici.dauano allarma ogni ponto per non fofciarcire*

Secondo sfolto +

A Lliaq delxletta diedero fuoco alla mina del reuelino fàtta


nel fallò, che fpezzò ogni co fa &fece grandi fsima rouina*
dando commoda falitaalli minici > quali con grandi fiima funi
vennero ineimaieftendoui prefente Mufiafa ruttauia, qual affala
to fu fofienutonel principio dal Conte Hercole con lafua coirti
pagnia,-& cofi furono rebuttati danoftri che combattevano alla
fcorperta,efiendo rouinato il parapetto dalla mina, Vi morfero
di noftri Capitano Meani Tergente maggiore,il Capitano: Gel io
de fuochi,il Capitano Erafino da.Fermo,furono feriti, il Capita
no Soldetello, Antonio de Alcoli,il Capitano Gioan d’Iftria, Al¬
fièri & officiali affli & vi morfero da jd fòldati. AiTArfenàle fu
reno ributtati con maggior danno de nemici,& manco de noftri,
morendone cinque Soli, ui mori il Capitano Giacomo daFabria
no, Venne la notte fequente vn fchiàuo quaidiffe effer morti di
loroa600&ai.huominigrandi,duro laffàltoTeihoreftandouiil
Rènerendift* Vefeouo de Limifsò con la croce , facendo animo
«Hi foldati, ìlche fece Tempre à tutti gli affalti, & Te effo Monfi-?
gnor mancauainvn affalto forsfi l’inimici preualeuano,qucfto
Vefcouo era Fratte desi’ordine de fan Dominico, Cittadin Fama
goftano,quale in quefte adoni fi dimonftrò molto zelante per la
fede andando (peflo alle mura dando le mineftre, Scaltre viuan-
de'alli Iblddti, farli fpeffo confeftare & commtinkare,il medefi-
mo faceuaalli populi,& fece generare tanto odio all?inimici,che
quando introrho dentro il Baila fece ricercare con ognidiligen-
tia per fargli ogni ftrufio , ma egli poco auanti paflo in meglior
vitaefvna ardùbuggiata > Scquefto.fi chiamaua Frate Scraffino
for-
fortebrazga'Ja.iróiftiò*v: Vi Quello affalto defedoimé»
aftimofe che vennero conarmey con fa&fi& acquai dar aiuto allfo
foldati, Vedendo gli nimici quando danno haueuano rice liuto in ;
quelli due aflalticambiorno voliintà , & rincominciarono con
l ’artegliaria con maggior-furia ;a battere in tutti li luoghi , 8c
nelle no (Ire rctirate., lauorando con paaggionìpréftezza , die
mai, fecero al tri . 7 forti ;piu fattoi la fortezza:,tolto Tarte-
gliaria da quelli lontani & agiontouene infino al numero de 80^
batteuano con tanto furore che fi numerarono nel dì 8 di Luglio
con la notte cinquemila cannonate & talméte atterrarono li par
rapetti che con grandishma fatica fe gli potcua riparare, perche
gli finoniinhnofei chelauorauanoiterano di continuatempefèa
deliearchibugiate& eranoxidottimi pochi, &iddqflbró a tetìe
la retirata del Reueiino con lartegl iaria & con la zappa, che inon
eflendoui piu piazza,perche ingroifando noi di dentro iparap et-*
ti fi riftringeua la piazza, laqual fu forza allargare con le tauole,
fieli Capitano Maggio fece vna mina del detto riuelino, accio-*
che non poffendofi piu tenere fi lafciaffe a' nemici col fuo nota*
bil danno m rh
Tertio jiffalto .
•4/' ,. i'fi'b .'£ . ‘ ■’ ■ ; ' ... n. ort
* Lli 9 de Luglio diedero il tertio aflalto al riuelino,aI turrio
il ne di Santa Nappa, & a quello de l’Antrftzzi, alla cortina,
fie al turrione derArfcnale& offendo duVato piu di fei ho re fita
rono ributtati nelli quattro luoghi, ma il reueiino fìlafciò a ne«u
mici con fila gran perdita', & no lira perche effemlo dffàliti, noni
puotendo li nòflri manegiarlì co le picchi per la jpbeà piazza che
vi era,volendoltrctii:are fecondo lo r dine dattogil dal Signoria
glione li mifero in confusone, & retirauanfi mefehiati co li Tur
chi, fi che fu dato fuoco alla noftra mina, qilai con borrendo fpet
tacolo, oppreifepiu de mile de nimici, & de noflri. piu dcLò®|
Vi mori il Capitano Roberto Maluczzi da Bolognafficil Capiti
no Marchetto da Fermo fu grauamente feritola Lalfaito de LAn-
fenale, vi morì il Capitano Dauid nocc^Maeflro'di campo,duro
il detto alfalto cinque hore continue,& li Famagoftani monifra**
rono molto valore in tutti li luoghi, con le donne & fanciulli.
JReftò il reueiino coli disfatto da quella mina , che non fu a piu
-1;4: tentato
1X7
tentato di ripigliarlo, per non edemi luogho da refermaruifi,riV
mafeiL piede folq ilfiancho fianco, done fi fece vn’altra mina,la
pori^di timifsòieiia airincontro di detto nudino, & piu Baila,
qdal tenne fcmpre arperta, haticndofegli fatto yriportone fer„ •
rato greue & andato diponte agucie,che tagliando vnà corda ft
ferrarla,& fe attendeua per quella porta a portar dentro il terre¬
no del reuelino,quando eflendo /fati quattro giorni a non venir-
ui li nimici, cominciarono a retrinciarli de fopra & dai fianchi
de fopra non lafciauano vfeir fuori alcuno dalla porta, quale gli
era di gran fofpetto, perche fpeffo erano alfaltati danoftri,

Quarto Aflalto ♦

o Nde vennero il di 14 de Luglio per aflaljr la porta & dati*


a tutte i’altre battane,vennero a piantare l’infegne fino au*
ti*la porta,fi ntrouarono là il Signor Bagliore,& il Signor Lui¬
gi,quale haueuatolto a denfender quella porta > quali fatto ani*,
mo a foidaci, /aitarono fuori, & gli ammazzarono óc mi/ero in fu
ga la maggior parte,& diede fuoco alla mina del fianco,qual ani,
mazzo da 400 Turchi, ma detta mina fede gran danno a noftri
per in auertentia de qui haueua la cura fua, & il Signor Baglio-
ne acquili ò vn ftendardo de'nimici, leuatolo de mani ad vn Al¬
fiere furono prefi anchora da 13 altre infegne Turchefee. & il
dì fequente ciiedero fuoco alla mina della cortina, qual non ha-
uendo fatto effetto buono per loro reftarono di dar la/Talto ap¬
parecchiato,^ fequitauano a ingroffar? & in alzar le trauerfle nel *
lefofìe,pcraficurarfiadargIia/falti,&haueuano cariato tutto
il terreno predo la contrafcarppa,& vi allogiauano co i padiglio
ni, che da noi non erano veduti, tirarono fette pezzi d arteglia-
ria fu il muro della eontrafcarppa acconzi in tal modo che non
erano veduti, due dal riuejino de fanta Nappa vno a l’Antruccij
& due per fronte alla battana della cortina, &veniuano con le
tavolette coperte di pelle crude a zapparne i parapetti, non man
cando noi a tirarli di fuochi & vfeir alla volte dalle mirate a of¬
fender quelli che zapparono, ma con no/tro gran danno, & fi ri¬
facciano per noi li parapetti con pelle di briftallo bagnate, vol¬
gendoli dentro terra sfidaci & cotone con acqua, & in/ìcme ben
Gg
Ugaticortcc>r(!e,Iiaueft(Jofatte tutte le donne de Famagoftale.
compagnie per ogni contrada , guidate da vn Caloiro, per efler
iofpaurite da Teflempio che li cani fecero in Nicofiajandauano :
ogni giorno al luogo deh degnato a Lauorare prouedendo di faf- »
fi, acqua che f! teneua a tutte le battane nelle mefe botte, per re- \
mediare alli fuochi che tirauano li Turchi, non efiendogli reti-
feito di pigliarla porta, troùafono natio modo,non piu vdito,raC!
cogliendo gran quantitàjde vn legno detto teglia, che abbraccia,
facilmente con cattiuo odore,& gettatolo auanti la porta apizza-
toui fuoco con fafsine & traili impegolati accrcfcero vn fuoco*
tanto grande che non fu mai posfibile ad cfiinquerlo,gittando
li Chriftiani tuttauia botte piene di acqua,che fopra il fuoco ca¬
ci aia no dal Caualliero alto, & fi fpezzauano, duro detto fuoco
quattro giorni,onde fu forza a i nodri per il gran calore j&.puz¬
za retirarfi dentro,Se loro calati ne 1 fianchi basfi ccmineiarftno
de altre mine &fi chiufe la porta, non puotendofi tenerla patir
aperta , Se fubito cofamarauigliofa da dire , rifatta la piazza, del
nudino, piattarono vn pezzo all’incontro la porta, la quale in
tutto da’no Uri con fafsi, terra, & altre materie fu atterrata, già
erano ridotte le cofc della Città airefiremo,ognf cofa era anda-,,
to almeno nella Città,eccetto la fperanza fola, il valor di patro¬
ni, l’ardir di foldati, era finito il vin o, carne frefea, ne falata, ne
formaio fi ritrouaua, fe non aprezzo fuora di modo caro, fi era¬
no mangiati li caualli,afini,& gatti, non fi mangiaua altro che pa
ne, & faua, & fi bcueua aceto con acqua, qual mancò de lì a po¬
co, fi fentiuano cattar tre mine,nel Cattailicr della porta,lauora-
rono in tutti li luoghi con maggior frequenza che mai, conduce-
itano nella fofla all’incontro: la batteria della cortina, vn monte
di terra alto tanto, quanto la muraglia, & già arriuano al muro
fida contrafcarppaairincontro del turrione de l*Ar fienai e, batte
nano fatto vn Cauaìlicro tutto armato di fuori di gomene alto
tanto quanto il noftro, Di dentro erano rimafti li foldati Italia¬
ni, in 500. (ani & quelli fianchi dalle lunghe vigilie, & fattiche
dei combattere in quelli ardentissimi foli, & di greci erano mor
fi la maggior parte & de migliori, quando fi rifolfero li princi¬
pali della Città, che fu circa alii 20 di Luglio fare vna fcrittura,
confiupplicare il Clarifiimo fkagadino* ch’cffendola fortezza
ridotta
il9
ridotta a mal termine fenza difcnfòrlpriui d'ogni fuftanza ^ fuor
di fperanèà,di foccorlìo,& hauendo melfo le vite,& le'robbc in
abbandono per faluezza loro , & feriiitio de i'illuftfi/imio Do-*
minio voi fero con arrenderli a condirione hcnorate hauer ri¬
guardo alihonor delle loro moglie, &c alla falute delli figliuoli
che farrebbono andati in preda de' ni mici, norihabbiamo vedu¬
to chiaro cfiempio di Nicofia, & loccorfo diede la Signoria, gli
-fu rifpofto per il Clarifsimo Bragadino confidandoli che non te
befferò, che farrtbbe venuto firccarfo,fcemando piu che potè-*
*m la paura concetta ne gli animi di tutti, fpedite vna fregata per *
Candia ad auifar in che termine lì ritrouauano,haueuano inimi¬
ci condutto a termine le mine, & li diedero fuoco a li 29 di Lu¬
glio, nel qual fpatio di tempo fi atteffe fecondo il foli co a rifar
parapetti rouinati da l’artegliaria & non vi cflendo altra mate-.
ria fi faceua li facchetti di Carifea, hauendone cura il Clarifsimo
Capitano de P affo,le tre mine del Cauallicro fecero gran roui-
na, hauendone di quello la maggior parte gettato atterra, doue
morì il Gouernator Rondachi della ftratia, la mina de PArlenale
rouinò tinto ilrcftante del Torrione, hauendo affocato quali tue
ta vna compagnia de i nòfìri foldati & effendo rimafto con piedi
folamcnte in due fianchi.

JQuinto ^ijfaho.
S 'Affaticarono gli nimici di pigliar i detti fianchi, &difalir
- per Ioaltre battane & durò Pallai ti dalle 20 hore lino alta
notte dono morfero affai d’inimici, Monftrò molto valore, il Si-
gnorGiacomo Strambali nobile Ciprioto in quefio afialto,& in
altri-mcdclìmamertc Tutio Podochatoro nobile Ciprioto, qual
morì valorofamcnte, il Signor Aleffando filo fratc!lo,Gioan Fi¬
lippo Liifignana^volìrofratello, & altri nobili nofìri non man¬
chi areno de’fiire il debito di Cauallicri & mafime effendo in ca¬
gliti hauendo veduto le ftrage che gli fecero in Nicofia, quefio
posero vofiro fratello,morì 8 giorni auanti che fi rendeffeFa- '
mago fiatai quale,il Signor H doni il(Paradifo.
Il giorno fcquentc la mattina all’alba diedero l’aflako ia tutti
li luoghi qual durò piu di 6 hpre,kon pochisfimo dano de* ho
firi,per hauer combattuto li Turchi piu fredamente del (olito d£
doci continuamente tramaglio grand e dalla parte del mar e con
le galere retirando in tutti gli asfalti <k battaglie delle cannonate
in tutte le parte della Città che poteuano, morfero de Turchi.in
quello da 500. & di Chriftiani tra ferriti & morti da 100, al fin
ridufìerplecofe in mal remine, non fi trouaua neila Città piu
che fette bàri Mi di pohiere,onde li rifolfero i Signori, di renderfi*
con honoratq conditione, & al primo d’Agofto la mattina trafile
il nimico in£00. tiri deirarteglieria con gran danno del parapet
to de Limifsò, doue vennero a riconofcere il loco fatta vna
gran fcaramuecia,ma. palla to ilnicza; giorno, fi fe c^no tregha^el*
fendo venuto vno da parte di Muftafa Bafi'a, con quale fe corichi^
fe la mattina fequèntp di dar due ortaggi per banda tanto che fi
trattaua faccordo, per ortaggi di nortri vfeirono di ordine del
Clarifsimo Bjagadinp , il Conte Jdercule Martinengo,dì il Si¬
gnor Mattio colti cittadino Famagoftanp de’ nimici vennero
dentro il Luocotenente di ..Muftafa,quello dell’Agà di lanice-
ri, quali furono in centrati,inlino alla pòrta dal Signor: taglio¬
ne con 200 archibugieri,& li nortri furono in contratti da nemici
con pompa grandi fsima dhcaual li ^archibugi e ri, con laperfona
del figliuolo de Muftafa, & accarezzati affai da lui, trattò il Sig.
Bagiionc li Capitoli con gli ortaggi nemici de dentro,^ diman-
dauafi fatue le vite,le anme,&: le rpbhe, cinque pezzi d’arreglia*-
ria, tre caualli bellissimi & pafiagio(icurq pei: Candia compagna
ti da galcre,& che li cittadini reftafiero nelle loro cafe, & godef*
fero il fuo 3 viuendo da Chriftiani lenza fopra ciò molctìia alcu¬
na, li nimici accettarono li Capitoli & fottoferitti dal pugno di
Muftafa,confentiendo di quando dimandauano, fubito li nemici
mandarono galere & vafcelli nel porto,& cominciorno H foldati
a imbarcarfi,& efiendo la maggior .parte imbarchati, volendo li
Signori! Capitane! anchoraimbarcarfi rialli <; d’Agofto la matti¬
na il Clarifsimo Bragpdino, mandò fuori il Conte Neftor Mar¬
tinengo, con vna lettera al Muftafa5ne!!a quale dauagli auifo che
h fera voleua vfeir fuori a ritrouar tifo Bafia & confergliarli le
chiaue
119
chiane dèlia Città,&che Morrebbe nella Città il Clarifs* Tiepo.
la, &„jphe Jfaceffe in quello megia che non faceffero difpiaccre 3.
quelli di dentró,mentre erafuori >hauendo infino a quellahora
domefticamente fenza niffoli fofpetto praticatoli infieme li Tur¬
chi con li Chrilliàni, facendo con l’altro ogni cortelia&in parole,
& in fatti>mangiando,&beuendo, diede riIpofta il Muftafa alla,
lettera dicendoci Contesile doueffe referir ai Clarifs. Bragadi-
nocche veniffe quando, gli piaccria>che Rumerebbe veduto & col-
nofduto tiolontierippr il molto ualore jche haiicua conofcitito ira
lui & ne gli ^ihri.Capitaneiy foldati del ualore di quali haueicb
bc parlato eunuche luffe ritrouato, & che non dubitaffeche non
haueria lafciato far difpiacer a quei di dentro,cofi il Conte ritor¬
nato a dietròfece la relatione al Clarifs. & la fera circale 11 ho-
xaihClarifs^Bragadino,accompagnato dal SjgnorBaglione,rial
Signor AluifcMafùnengo^on il Sig. Gioan Antonio Querini,U-
Signor Andrea Bragadino, il Canaliier de fhafte, il Cpp. Carlo
Ragonafco,il CapitanoTràcefco Stracco,il Cap.Hettor da Bre£»
fa,il Capitano Gierolamo di Sacile, & altri gentilhuomini, & da,
cinquanta foldati,;i patroni, erano con le fpade, tk li foldati con
gli archibugi ufcirpno,& andauano al padiglione di Muftafa, dal^
quale.furono raccolti nei princip icqcor tefemente & fatili federe*
ragijpfrind© fétip^ritirandoli di uno in altro ragionamento,leuoif
un^aiiania^ doc,che haùefie il Clarisfimo Bragadino,fatto am¬
mazzare alcuni fchiaui durant e la tregua,di che non era uero cofà
alcuna,’& Muftafa falito in piedi in colera fenzaafcoltare apena b(
ragionamenti di npftri,comandò,che fu/Tero figari, effendo loro
fenza arme, non puotcndofi. andare nel fuo padiglione con armi,
& coft ligati furono menati ad vnoad vno nella piazza,auanti il pa
ciglione, & faglieli a pezzi nella fua prefenza al Clarifs^ B ragadi
no doppoi,che li fece porger il collo in fuori due & tre volte,cgr-
mc fe voleffc fargli tagliar la teda, porgendo elfo in tremidamen-
te, Iafciolo,e poi taglioli le orecchic,& il nafo, & diftefolo in ter
ra ragionaua Muftafa,beflemmando il noftro Signore,Se diceua-
gli, doxie èriora il tuo Clu ifto thè non ti aiuta, il Clarifsimo mai
gli diede rifpofta, ma con gran patientiaafpettaua il fine,il Ccn-
terRercule Martinengo yqital era per oftaggio, effendorigato an
di’Ora lui/u nafeofto da vn Enuncilo di Muftafa infino che gli fij
? ■ -b pafiata
j&ffata la fijabeftiaiita, dapo! gli fai uò latita >rioft dargli morte/
fft^pjétua mentre che Tadma rtàua nel corpo, facendolo tagliare
ridii genitali & fattolo ilio fchiauò che felice lui {è cori gir altri
martiri fuffe p affato, Erano tre cittadiui fotto al padiglione,qua-
li furono lafciati, i poueri foldati ligati come tanti agnelli furono
tagliati a pezzi, con altri Chrirtiani al numero di ^oo. quali non
penfauano mai a vna tanta perfidia & impietà crtìdclifsima,qud-
li Chrirtiani che erano già imbarchati,furono fualigiati con. ogni
ftruf$io,& podi alla catena, il giorno fecondo dapoi il martino>
qual era alii 7. di Agoffo entrò Muftafa nella Città,prima volta,
éc fece impender per la goffa il Clarifs. Capitano de Faffo il Tie
polo,qual era in luoco del Clarifs. Bragadino, il medefimo fece,
al Gouernatore di caualli. Affi 17. del ditto giorno immemora-:
bile^effendo giorno di venere fefta di esfi, fu menato, il Clarifs*
Bragadino cofi impiagato & non mai curato in prefentia del Mu-
ftafa,àlle battane fatte alla Città,facendoli portare cofi impoten¬
te due ceffi o coffe di terra,vnà in fu, & l’altra in giu, per ogni vna
Lattaria facendogli in offra bafeiar la terra quando paffaua dalla,
fiia prefentia,poi fu condutto allamarina portolo in vnà cathedra
da poggio, con vna corona alli piedi & fu cirrato fopra l’amena
della galera del Capitano de Rodo, & fattolo come vna Cigo-
gna,pcr monfffarlo a tutti li fchiaui & foldati Chrirtianhche^era^
no nel porto,& poi fu condutto,che’l nobil Signor alla piazzala
gli tamburi 80 trombe & con molta gente,lo fpogliorno*, & fece
no federe vittùperofamente al ferro della berlina, & poi diffefo
lo per terra, cofi viuo crudelmente lo fcorticorno,& che Lamina
fanta Tempre con gran cònftantia,pattetia & fede, che mai fi per-
fc d’animo, anzi con vn cuore cónffantifiùmo gli rimproueraua
la rotta fede,& Tempre fenza punto fmarirfi, fi raccomandatia al
fuo Saluatore.& quando li federati vennero con gli ferri al vm-
bilico,refe ramina al fuo Creatore felice veramente & beata ani
ma, poi fu prefa quella pelle impita di paglia,fu porta fu Tante-
na di vna galiiotta dipoi che fu circondata la Città & condotta
per le ridere della Soria facendola vedere con gran faufto di lo
ro,il corpo fu fatto in 4. pezzi,& fece poner vn quarto per ogni
battana,!a pelle poi che fu condutta fu porta in vna caffa, ponea
doui dentro la teftadel valorofo Capitano del Signor He fior Ba
glione,
no
glione,&'quella del Signor Ltugi Mcrtinengojde! Magnifico Ca
ftellan-o, del Magnifico Querini & fu tutte inficine condirne a
Coftantinopoli & fecelipr^fente al fuo Signor,quelle feceiipo-
ner nel fuo bagno, & Io elfendo nel preditto bagno incadenato
p Ipióne del Pótifice,§rjclTendo liberato ccrcaidi t*bbare quel¬
la pelle,ma non puote, per rellationc dunque di quello Srgnor*
& altri (opra nominati federato nemico, quafera intorno a Fa¬
magofta,erano 200 milaperfone d’ogni qualità & ccnditione, li
pagati erano 80 mila,oltra li 14 milia lanizcri tolti da tutti li pre
fidii della Soria,Caramania,e iNatolia,& parte era anchora dalla
porta del gran Signor,erano Venturieri di fpada 60 miiia,lacaii
fa perche erarofi grande il numero delli Venturieri,fu per la fa¬
ma che fparfle Mafia fa alli pàefi del Turche» > che Famagofta era
piu ricca aliai de Nicoli-&hauendo ueduto,& vdito le gran rie
chezze de Nicofia per ciò erano venuti tanti, &vper effer ancho¬
ra la commodità del pafihgio fono fiati tanti Venturieri , quefto
efferato (lette intorno a Famagofta la feconda volta 7 5. giorni*
in continua battana,& tirrorno 34Q. milia palle de ferro che fi fo
no vedute de cótade,& altri dicono 170. milia, li perlìbnagi quà
li erano nel preditto elfercito,era gencrale-dteffo,quel federa¬
to Mudala, il Balìa di Allcppo , il Bada della Natòlia * Mufafer
Balìa nouo de Nicofia,il Balìa della Caramania l’Agà de Ianiz-
2cri,Oiainbdat bei,il Siagicco de Tripoli, il Berle bei della Gre
eia,il Bada de i Sciuafi de Marocco, ferca Famburaro,il Sanzacco
de Antipo Siliman bei, tre Sangiachi de Arabia, Mufiafa Bei gc
nere! de Venturieri,il Fergat Signor de Malatbia, il Frambura-
ro.dincrie il Sanzacco de Arabia de altri lànzacchi minori con il
numero de 200 milia perlbnc,dicono molti,che fatta ìarefegna
di esfi morlìèno in Cipro 80 milia Turehi, I.afsiornoa Famago
fta,per goucimatore il Framboraro qual’era a Rodo de dicono ci
fer renegato Spagnuolo , dicenano anchora di lafciar in Cipro
duoi milia cannili,quali .erano catdui,& mal in ordine de Iafcior-
no,& 20 milia ioldati^ionfoiocomcfoldati,comeancohabita-
tori,elfendo ITfola quafi tutta ddàrta •
Capitani morii de Chriftianj in Tamagofìa,
J1 Clarifsimo Marc’Antonio Bragadino Capi tanto della Citta
de Famago fiout
31
Il ClarifsimoTiejolo Capitano della Cittàde Paffo,
Il Magnifico Gipan Antonio Querini pagato deireffercitor .
Il Magnifico Gioan Andrea Bragadino Caftellano/de Fama«;
goftà . \ - ; ■ ■ ' ? . Olii h ; v.

t’Iiluftrifsimo Signor Eftor Bagfione Capìtanco Generale de


tutto Federato,
Il Signor Aluigi Martinengo „
Il Signor Federico B agitone.
Il goiiernatore piacenza.
Il Cauallier de FHafte Vicegouernatore 9
Il Capitano Dauid noce Maeftro di Campo.
J1 Capitano Mignano de Perofa fergentc maggior* '
Il Conte Sigifmondo da Cafoldo.
Il Conte Francefco di Bobi di Cremona p
Il Capitano Francefco Troncauilla.
Il Capitano Annibai Adamo da Fermo •
Il Capitano Scipione della Città di Caftello,
jl Capitano Cai'lo Ragonafco ,
lì Capitano Francefto ftracco.
Il gouernator Naldi 9
Il Capitano Roberto Maluezzo» .
Il Capitano Cefare de Auerfa,
Il Capitano Bernardino da Gubio,
Il Capitano Francefco bugon da Verona,
Il Capitano Giacomo da Fabian®,
Il Capitano Baftian dal Sole Fiorentino. ; _ rt
Il Capitano Ettor da Breffa fixcceffor del Capitano Cefare d?A*
uerfa,

dalSole
Il Càp.Erafino da Fermo fucceflbr del Cap, de Ccrnoie.
Il Capitano Barttolomeo dalle cernole*
Il Capitano Gioan Battifta da riuarole .
11 Capitano Gioan Francefco da Yenetia, ,
Temidi Capitanti fatti[chiari *
Il Conte Hercule Martinengo con Giulia Cefare foldato'Br&
iciano •
II
1 lì
It Conte NcrtorMartinengo fuggito. '
li Capitano Marcho criueltatore. ;
li Capitano Piero Conte da Mont* Alberto#
Il Signor Hcrcule Malatefta.
Il Capitano Oratio da Velctri #
Il Capitano Aluigi Pedano.
Il Capitano Giouan de Iftria»
Il Conte Giacomo della Corbara#
Il Capitano Soldatello da Gubio •
Il Capitano Giouan de Afcoli.
Il Capitano Baftian de Afcoli,
Il Capitano Salgano, della Citta di Cartello»
II Capitano Marchefc da Fermo •
Il Capitano Mario da Fabiano fucceflor al Cap. Giacomo#
21 Capitano Matteo da Capila,
Il Capitano Gioan Maria da Verona.
Il Capitano Gioan Antonio da Piafenza »
Il Capitano Carletto Naldo.
Il Capitano Lorenzo fornaretti,
Il Capitano Bernardo da Brefla#
Il Capitano Bernardino Coco.
Il Capitano Hicronimo fopra Tartegliaria •
Il Capitano Simone Bagnefe fucceflbral Cap. Datdd Noce*
Il Capitano Tiberio Ceruto fucceflbral Conte Sigifmondo-,
Il Capitano Giofeppe da Lanciano, fucceflbral CapitanoFraiu
cefco trcncauilla.
Il Capitano Morgante fucceflbral Capitano Annibaie.
Il Capitano Ottauio da Rimini fuccefior ai Capitano Francete®
Bugon.
Il Luocotenente fucceflor al Capitano Scipion l'Alficr fuccef.
forai Capitano Ruberto.
Il Capi tano Fracefco da Venetia fucceflor ai Capitano Atomo#
li Capitano mancino.

Ingenitri.

Giouanni Mormori morto >


Hh
II CaualIIer Maggio felli auo *
Li Capitani Greci erano i 2 feti I
erano da 6. e piu » * • U>

Capitani di fuochi.

I! Contino da Triuifo .
Celio daPadoua.
Gioan Battifta da Brefcia . o
Angelo da Oruieto »
Gioan Maria da Verona.
Ballidoro da Brefcia .

Capitani Turchi in Famagofla •

Muftafa Generale*
Il Bafian de Aìeppo • 4
li Baila della Natòlia, morto
Mufàfcr Balia de Nicofia «
Il Bafla de Caramania •
I/Agà di Ianizzeri.
IlGiambelat bei.
II Sanzaccho de Triboli. l a ;
Il Bcrgliabci delia Grecia •
li Bafi'an de Scniaii, & Marocco.
Ferca Framburaro •
Il Sanzaccode Antippo. morto
SolimanBei. morto
Tre Sanchiathi de Arabia. morti
&Iuftafa B ei generai de Venturieri.. morto
11 Fergat Signor de Malattia. morto
Il Framburaro di diuerie morto
Et molti altri Turchi grandi & Sangiacchi dell! quali fi laflail
loro nome per breuiti, & per effer infideli & per non faftidire
l’auditor, Dalla prefa de Famagofta per infino, alla noua accol¬
ta del fequcnte anno, nel Regno de Cipro, era venuta vna gran
cardila, & quelli pochisfimi poueri gentilhuomini die rimafe.
no*
121
no, ne FI fola rifchatatì con gli altri cittadini de Nicofia vofcir-
doftvtuer pofero a fare Pdlercitio di mulatieri,& p ortitori di vi
no,& di tcllc,& altre cofette,effercitio certo affai differente dal
primo di esfi. Li Cittadini Famagoflani rimafero nelle loro ca-
fe per aIlhora,&molti erano difcacciati per alloggiare efsi Tur¬
chi pigliauano per alloggiamento,!! impatronirono dipoi, Mu-
Rifa ritornò in Conftantmopoli con 21 galera,& perche era già
to in quelli giorni che fu fatta la marauigliofa vittoria nauale, il
popolo fecondo il lolito non gli andò a incontrarlo,ncn gli fu fat
tpfette,nefcharcato artcgliaria, & pochinimi fenc andorno a
con gratularfi feco, la caufa fu,perche perdendo la giornata naua-
le tutta Conihntinopoli ha partito affai, perdendo, qui il figlio,
qui il padre,altri lì fratelli,& marni,dauano a quefto la colpa del
iricuimento della guerra, In quelli giorni quafi venne da Fama-
gofta vn ambafeiatore per confirmare li Capitoli fatti da Muffa-
fa olii Famagoftani, & li fu confirmato, che esli puesfìno viucre
alla Chriflianajcon qucfto però, che non fi troni niffun ChrifHa-
rco della Chiefa Latina à quali non volle conceder ne Chicfa, ca-1
Ja*necofiialcuna,liFamagoiìani Latini erano conflretti difi-
mular religione, & ritto, li altri greci fperauano d’hauer tutte le
loro Chicle greche,ma non gii fu conceda altra, che la cathedrale
grecha,& fporgendo in quello megio bonisfimi prefenti, otten¬
nero la Chiefòìinà *de San Simecne. Li concede anchorale cafe
che !i Turchi non pofìedeuano, & fe vn Turcho voleua vender
vtucafa che li Famagollani fulfeno piu anciani di ricomprarla,
r»a non volendo venderle,thè hifieno i Turchi patroni,che li go-
deuanojilrefto delle Chiefe Tonno fatte {falle Óc altre tahitano-
ne itnmonde;& la Chiefa Cattedrale de San Nicolò latina c fatta
Mufcheada esfi profanati,quello veramente era vna penale giu-
ftitia di quelli greci de tutto il Regno quali,mentre era fugetti al
li Chriftiani latini, molti di quelli aborriuano,lalimbidisiin:a ac
qua delia Tanta obedierza Romana fpregiauano il vinifico humo¬
re del Tuo capo,ecco che esfi greci come esfi defìdcrauanoil pu¬
trido membro del Patriarcha di Cóitantinopoli,a efiergli fubict-
ti, perche effo Patriarcha & li altri greci Patriarchfimalime quel¬
li di Hierufalcm quando che li poueri Ciprioti mercanti, & pei-1'
legrini andauano nelle loro Chiefe , esfj gli abborriuano tenendo
Hh 2
li per excommiitìicTiat? perche in Cipro durano obedietia àlli La.
tini,& il limile diceuano imo di più al li V c/colli greci de Cipro f*
perche erano eletti dal configlio Regale latino, & dalli Vc/coui
Latini erano confirmati per il che il populo mgnorante veni nano
a l’animo filo concipcre vn odio,alli Latini che li tcneuanone l’a¬
nimo fino in fccretto,come /comunicati & damnati,Ecco che il Si
gnor iddio,per fatisfargli & darli medefimamente pena,&.cafti-
go perpetuo, tolfe quafi tutti li Latini da gli occhi di esfi , diede
liberta a esii d'effer /libietti alli membri diuifi della Chi e fa, & li»
fece perpetui & infelici fchiaui di Turchi , quelli dunque greci,,
prefo che hebbe il gran Turcho tutto il Dominio de Cipro, ecco
che efsi ricorderò da! membro putridisfimo di Mauhmet Baffo*
come GouernatoredelTmpeno Turchcfco,& li dimandorno di
effe r di Uri bu iti li V efeouati de Cipro, come cheeffo Mahumet :
fufìe Vicario de Chri/lo,& per la confirmatione fpirituale anda-
uanoouer piu tallo confecratione andarono dal Patriarcha de
Conllantinopoli,dunque in quelli giorni andò vn Caloiro de Sur
uìa,quale era vna reliquia di quelli anti qui Erretici quali furono
condannati nelli primi Sinodi, & offerfe a Maliumet bada z. mi¬
la ciquini, per il che hebbe da detto Baffal’Arciuefcouato de Gi
prò,non curando che Cipro habbia viuo il fuo lllullrifs. Arciue-
icouo fu fatto, & confecrato, & andò in Cipro con gli Ianizizeri
còfignatili nella Corte,gionto che fu cominciò a gouei:nare,quel
le reliquie rimalle nelle ville tanto rigorofo & tirranicamente de
fiderando di cauarc non folo quelli mila ciquini, ma fopra o-
gni fpefo guadagnare il dopiodaqueflaxaufa, & perche anchora
era barbaro, In vlitato da Ciprioti d’eder diflimil gente & non ha
ueua ne lingua, ne lettere greche, penfo anchora per ambittione
d’vn Cailoro abbate Ciprioto, perche il populo elefieqùefto ab¬
bate,& lo mandò a Confiammopoli dal MahumetBada a fine che
caflafle il precedente & confirmaffe il prefente madato da loro,il
quale arriuò in CondantinopoIi,venne da me per pigliare confi¬
glio & parere,defiderando di non gìttar in danno quel graffo pre
ferie che coniieniuano alli Baffani, per introdurfi a queda Ghie*
la,la principal parte del còfiglio,che voleua fu queffo, fe liChri,
ftiani rehauendo Cipro rhauerebbono confirmato per Ve/co-
uojdie fdegnati per effer mandato da Conftantinopoli .Seli pò-
teuano
tesano far diCpiaret* nella vita, tirelpofc ehe foprafedeffe, e che
non cerchalfc Vefcouati da quelle vie indirete, fapendo che in
Cóiiftantinopoli,ne èraVnmonacho, de cafa d acre gentilhuomo
Ciprioto & amico dei Patriarcha de Con(lantinopoli,& anchora
egli cercaua d’hauer quello Arciucfcouato, quello Abbate inte-
fe la rifpofta fi efpediteprello prelto per antrinopoli-, oue era la
corte, & pigli£do moltifsimi ciquiniin preftito ad intereffe, per
che quelli che portò da Cipro non erano fufficicnte, onde da que
fti ottené la parola dal Maliumctd’haiier rArciuefcouato,ma que
fio altro Caloiro de acre fece tanto con il Patriarcha,che l\Abba-
te fu sforzato direnuntiare a quello Caloiro,&in luogo deFAr-.
ciuefcouato lì contendo d’hauer il Vefcouato de pafFo,Ritrouan-
doli anchora itt’Cònflanrinopoli. liberato dalla fchiauezza l’Ab¬
bate de Ctìziuleti de Cipro quello liebbcil Vefcouato de LimilTo
quello de Famagolla rhebbe vn monacho Candioto,il qual era il*
Famagolla in San Simeone qucfla e lanoua forma della crcatio¬
ne delli Prelati greci de Cipro , poi che quella Pentecolìe
Cataculìno quello che fa le fattioni delTurcho nel Mar maggio¬
re,qual fece anchora 12 galere al feruitio di quello cane , come
quello che rege & gouerna tutti li greci.fece per forza rcnuntia-
re il Patriarchtito di elfa Citta, & fece eleger {ubilo vn ftio fauori
to,queHo anchòra fa fare fpelfo,ogni 4anni,perche guadagna : o.
ò 1 2- mila ciquini,che gli donano quelli che intrano nel Patriar¬
cato,mirati dunque Signori auditori la gra cecità di poueri Gre
ci,comcadrninillrano lecofe (acre . Nel j f 7 2. nel mefe di Febra
ro, dipoi la fpaurita vittoria a Turchi,andorno alcuni nauilij Tur
chéfchi in Cipro per liquali)li Turchi che erano a Famagolla du¬
bitando che non filile l’antiguardia de Farinata Chrifliana, fecero
patti con li Famagollani per fàluarli la vita , tolftro molti di eslì
burette & habiti Chrilliani, molti di quelli fuggirono nella for¬
tezza de Nicofia per efler Famagolla di rotta determinorno a ren
derli fenza combatter, mandò il gotiernator del Rcgno,& quello
di Famagolla Chiaus al gran Signor, con quali elponeuano il
pericolo & il bifogno de Cipro, lì (parile per Conlìantinopoli
quello timore, & fi diceua che in tutta Cipro non era prelìdio al¬
tro che 2 mila foldati con 800. caualli, onde con ogni preflezza*
mandorno per terra il prdidio 500. IanÌ2cn,& per mare man-
dorno
«forno 4galere' cinque palli caualli ^ per traghetar gènte &iCfrr-
uaLU da Cilicia , mandorno anchora altro tanto prefi dio. ,per Rp-
do, dando fubita cfpcdirione al Bei di Rodo , quale fi partì con;
^galere de temeua molto il gran Signor di non perder quelle due
Ilòie con le aderenti fu e, Chrifto noftro Signor faccia che le vie
di loro fiano di tenebre delubricuni de Angelus domini per fe-
quens eos • Ecco R. P. Lettor mio tutto il fucceifo delle ambe
due Città di Nicofia & Famagolta, raccontate con ogni (ideiti de*
verità,de Chriilo Signor noflro ne dia gratìa d’vdire liftefiò in fi!
uore di Chriiliani, de in laude di lua diuina Madia , deprefto
acciò noi Mefchini con gli noflri posiìamo vedere ianoftra rnife.
rapatria efier di nuouo tornata nella Chatolicade ortodoxa fede.
fotto al vero de fummo pallore de del ftio Vicario in terra pregha.
mo dunque che fua diurna Madia ne lo conceda per fuabenigni,
tà de mifericordia,de che postiamo dir gloria laus de honor ornili.»
potentiDeoinfempiternum. Amen, /i

IL F I N E. ì

BendiflenorAntichijche la faccia de rhuomo,c faccia di Lio¬


ne,de chi vuol vienne.de chi non vuol’ ferine, quello Io no lo può
te adempire, Elfendo per l’Italia in continuo viaggio,per il rilcha
to delli miei miferi captiui, lalfando dunque il pi editto Libro in
Venetia, acciò ftrfle imprdfo , fu tenuto vn’anno, il correttore
hebbe molti dinari, non battendo Io la lingua Tofchana ne Ita¬
liana naturale portato in quella Città tenuto altro tanto quali,
dicono veduto de riueduto , nondimeno contiene molti Er¬
rori, 5e qui remediar vokire,nccefìario farrebbe rinouarlo, & le
miei forze Tonno debi!ifsimc,& in fufficicnti,ma in quello mi co
forto che li benigni Auditori,con Fhumanità loro,conofcendole
caufe,denecestità mie fupiiranno alliddfetti, de li principali Er¬
rori delia (lampa Tonno quelli,
folio. Tazza
Aprofsinauano, aprofsimauano. 2 l
de verdi, ouerdi. San Piffano, San Piffanio» 3 I
fonilo a lato, fono a canto » 4 ì
fk
&Ii fiumi, & di fiumi, 1
di Nores, di denores. 5
comincila, couuclia. 7
pifeopio, pifeopia. $
puitefo, puite, I^joo. 7418. 8
giouanperas. giouanperes. ia
dioforo, diofeoro . *4
campo di tutta, capo di tutta . piadina, piadia.
Chitira, Chitria. 16
Iimnari, limnati. Chibaiani, Chillani, _,
J7
monto, maritò. imagine, imaginare. piano, pieno. fede, fe¬
de “A
20 2
porffetto, perfetto . Il M
^entilhuomini, gentili. 22 %
fede San Clemente, fede & San Clemente. 2? I

lo. 21 %
predi cario-
nc 24 *
& die primate, & primate. Cichllani, Chillani. *5 %
atto imediate, fatto imediate. 26 I
buon aere Famagofta, buon aere & Famagofta. X
delapafrs, delapais. proprio loro, proprio luoco. u f
ferij piatro, fergi flatro. 2
anco alli latini, ne anco li latini • 34 I
difininuiti, difinintiiti. 34 2
alli monaci, di monaci. 34 2
E anno poi, E L’anno poi • 2
li fu coronato,& fu coronato.. 36 I
folria, Colia. & con li altri Re, & li altri Re. 36 2
& aiuto fuperato,& hauendo fuperato. 37 I
di vedere foro, di vender Toro. 39 I
che ammazzorno legefi , nel fine, & quell i che ai lazzorno le-
gefi al fine. 39 2
Regerio Rugerio. 4* I
detto de monte Regali, detto il primo demontc ]
do de Galilea* 42 *
la
fa mando, la marito,
anni t'y ò 11. anni 12* tre nella » 50
mandato, mandato.

mandàti, mandati,
54
il Reftaua, il Conte, il Re Rana a Roma il Conte*
57
perche li Genouefi, per il che li Genouefi. 5*
1465* *455, 60
l’altra corte, Talea corte, alle mura, dalle mura, 61
la moglie & li figli, la moglie eia figliuola, deuores* deno—.
res. 62, a
fabrica de Greci* fabrico di Greci. 6* I
Gelimbcrto, Galimberto. 6* a
Gioifanni de vermi, Giouanni de Verni, 66 1
pretella, preteffa. quali, quale. 68 a
Maftachcl,Mifì:achel. jz 1
Signori barori, Signori baroni,
71 1
.probili & Cauallieri,nobili &Cauallieri* 11 1
fu .difin o r fo, fu di fin e fo. 1
7*
Giacomo anni 20, anni 2 8. Tano anni 2 8. anni 20. 76 1
Maftagha, Maftagha. negri Genouefi, negroni Genotiefi.

Strambelli, Strambali!. Verai, Verni. g^


il lito latino, il rito latino. 8t
Akhimiftinoncauano, Alchimifiicauano. gy
tnonacho de aro, rnonacho de agro. | 8y
Li remanenti fogli elfendoilato prcfentCjfiben fi ritroua qual
clic errore fi può feorrere ,
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