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https://archive.org/details/chorograffiaetbrOOIusi_O
> I I
CHOROGRA F FI A»
E.T BREVE HIS TORI A
VN IVERSALE
Dell’Ifola de Cipro principiando al tempo di Noè
permfinoa! i 572. per il R.P.Lettore
Fr. Sreffano LuTignano di Cipro
dell’Ordine de Predicatori.
IN BOLOGNA,
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AL CHRISTIANISS*M®
ET GLORIOSO
CARLO NONO, RE DI FRANZA,
ET AL FELICISSIMO, ET
VITTORIOSO HENRICO
NOVO RE DE
POLONIA.
On temo punto S. C. Se
Reale M M. di Comparire
dinanzi à quelle con que¬
lla mia Iftoria, perch'io pen
foche aliai piu gli agrada*
rano i Gloriofi fatti da Vaio
rofi Re, 8c Baroni Tuoi di
Regni, che fi contengano,
8c legano, che non farebbono i vanni ornamen¬
ti, & friuole parole delle quali le generofe im
prefe de fudetti non mai aflài lodati non hanno
pomo bi fogno > E (Tendo per fc ftefle degne di
dfer vedute, scritte,& narate,accodandoli al det
to dcl Signor nodro. Nifuno afeonde la lucerna
accefa,mafoprailCandegliero la pone acciò da
tutti foia veduta. Veramente Tifala di Cipro era
lucerna accefa, da faghazi Filofofi , infiamata
da periti Morici, & Illuminata da Heroirì Poeti,
inaizadó quella in emìnétilsimo luoco.Gran fplc
dorè anco hebbe dalla Cafa,& fameglia Lufignar
na Nobile de Còti de Puite,ò come ad altri piace
da Duchi della Marchia,& Pignori de Lufagna-
no,dalla quale Guido Barone della ^acra Corona
di Franza,primo Redi quella fameglia, àc Nono
di Hierufalé,partendoli dal sacro Regno col spie
re de Baroni fuoi,& 'Prelati,per accendere quella
eftinta fcilmatica lucerna,nel vero, catolico,& sa
tisfimo ritto latino, tenne quella con quello lu¬
me da 500. anni in circa, fin tato peruenne fatto
al Sereniisimo Dominio Veneto,dal quale à gior
ni noftri (Aime,ò caduta>eftinta)8c perla,fumer.
gendofi nella perfidia delTlnimico Chriftiano,
ben potiamo col Profeta exclamare ad alta voCe,
E caduta la Corona de capi noftri guai a noi per-
cioche habbiamo peccato. Et io minima, & in
dignisfi ma Radice di quella fublime Famiglia di.
fèfo, vedendo quella ofeurità della cord'alìifsima
patria,ho cercato eoo quello mio debole lume
naturale, però fauorito dal fu premo lume delle
C. Reale MM.iue di accendere quefta*,Defcriué
do i virtuofi geftij& preciofi fuor frutti, poi che
io altro di piu importanza mancanò le forze mie;
i Chriftiani vedrano quanto delicato membro,8c
bellisfima Prouincia perduta hanno con tanto
grauisfimo danno di tutta la belia Europa,vedrà-*
po,vna pietra preciofa, vna Gemma Orientale, 86
R ichezza ineltimabile, alle mani di chi è per uè-*
nuta, la quale era vn trauo nell’occhio deliro
deU’inimico Chriftiano, confinata con Pabonda-i
tisfima Panfilia, lagran Cilicia, la populofaSoria,
riccha,& grafia, con la defideratisfima terra di
promi$fione,& có lallluftre Egitto, Se i veri Chri
ftiani haueflero có l’occhio dell’inteletto veduta,
cófiderata,& molto ben munita come doueuano
fare,non dauano materiaà me Affcttionatisfimo
àqueft’Ifola d’alFaticarmi in moftrare à Principi
Cfirilliani,quanto fi debbono accendere per ra«
quiftare il perduto Regno *, & Voi Chrillianilsi-
miRe,due Oliue, dui Candeglieri,che hoggi di
rifplendeno per tutto rvniuerfo,8t in particolare
fermisfimi fplcndori danno della Chatolica Fede
in ella gloriola Sua Corona tremebonda,& fpauc
fòla molto alle genti pagane,fi come lo dimoltra
fio le antiche Ìliorie,che'l gra Capiraa Corcuban
Generale dell’Effercito pagano vide in Antio¬
chia 1? forze Francefe, fenile i Calift’a Re de Per
fbehebratriaodo il Regno fuo tranquillo, e quie
to fàccia bandire dal Leuanccil grande Vgone
fratello del Magno Eilippo predcceflòrc delle
S. VV. MM. Dall’altra parte la Madre del Re
de Perii proftraca dinanzi al figliuolo lo prega¬
la non voìefle pigliare l’arme centra Chriltiani,
Se in particolare contro i Francefi,& Jegcdo quel
le trouaranno quanto fpauento induife il Re Lo-
douico io Damafco, Filippo in Acre, ouero Pto-
lomatda; Il Jantisfimo Lodouico in Dainiata,
Tunifi, Se altri luoghi,& legendo quelle di Papa
Pio secódo,8c altri vedrano quello gra Capitano
Maumct Ottomano detto Imperatore , il qualq
spauentò » & melile il Mondò in.tremore, hauen-
do prcfo Doi Impeperii, Dodeci Regni, Se Du-
cento Città,non dimeno coli valorofo , & intre¬
pido, vedendo che’l Gran éoldahod’Egitto Vólo»
ua confirmare Aloile dì Sauoia per Re di Opro,
gli fcrille pregandolo(& proponendogli ia guer
ra)che nó doueflè fare,perché era di sangue Fra-
cefe,dal quale la setta Maomettana , Turchi, &
Mori del continuo haueuano hauutodanoine-
{limabile, & per che il Gloriòle Padre Augufti*
no nel fine del nono libro dice che la Corona di
Franza aqu’ltarà iRegni Orientali,& masfìme
H»erufalc>& mentre quella Corona li matenerà,
l’Imperio Romano nó farà mai del tutto dcftrut
to, & la Imperiai dignità in quelli fublimi Re fi
fermerà. Et perche da quelli fperamo ilnoftro re
fcato,& ricuperationc. Però ho pigliar-» ardire
il dedicare queft’opera alle S. $. M\1. Vo'lre,
cogoofcendo dière opera lumina Rtgalc»& quel
li gloriofifsinv,8e magnanimi Re, (oncenisfimo
Don fi sdegnarono accettare il debile Dono ac¬
ciò fi legono i Glortofi fatti de fuoi Re > Baroni
già fubditi,& di vafalli, l’alma Oiuina MaclU pre¬
go, gli dia Vittoria>& quiete nel Regno luo coti
augumcnto della felicità Terrena, & gioìia per¬
petua nel Regno de Jcati.
AfFettionatisfimo Scruo.
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Bjdx & affra apparfe à Jeretnia Trofeta
la mobilità, & la reuolutione della 7s(obi-
lijjìma,riccbiljìma, & famofa Città Santa
di Hierufalem : laquale fu tanto cara,
grata al (ommo Iddio, che i Trofeti teftifi-
cando; la pongono per tabernaculo fantua-
rio, & cafa del magno Iddio. Fedendo
poi ejfo Trofeta allo fceleratiffimo Tfabu-
eh o donofore pigliare la Città à Dio dicata,
e conculcarla, contaminare, & dijfipare, &> non tuffare quafi ueftigio
dieffa: Onde Girolamo fanto narra, che Uremia fedendolacrimando,
e piangendo, & con lo ffirito amarijfmo fuffirandoydice,ò Hìenija-
lem, Hierufalem, quomodo obfcuratum cftaurum , mutatus efl color
eptimus. Se noi confideremo, & con lo ffirito penetriamo, Voràgine,
fama, ricchegxa, & la TSfobilitd dell*Jfola /aera all*amorofa Deala
Madamay la Regina de Cipro > Vifteffo de Ieremia pofiiamo dire ama¬
ramente \ o Dea f'aera quomodo obfcuratum efl modo aurum, <&\ mu-
tatus efl color optimus m Slerquilinium • lmpercioche era famofifii-
ma,nominatifiima,&celebre al mondo, nonfolamente appreffo àgli
antichi,& moderni tìifloriografì, e fugaci Fiiofofi ; ma ambo da* ce-
leberrmi,&illufìri poetida quelli femidei (fecondo l'ufo anticho)
quali la chiamauano in Greco Macbaria, cioè in Latino,Beatay& ci
therea, quafi che uoleano inferire ejfere tutta delitiofa, & piena d'ar¬
monie: & non fen^a ragione, perche da tutte le parti del Mondo con*
correuano gli huomini in quella à deiettar fi, & godere i diurni amori:
iqualiin fucceffo di tempo trafmutati furono da carnali in ff irituali,
&bora fiuedeindiffre^odefalfi innamorati;che la monVlruofct
quella quarta beftia, che Daniel Trofeta già uide in ffirito,ejjere difjì-
mile, & più feroce delle altre, laquale è fitibonda, & infatiabile del
Chriftianefimo {angue, & itole fupertamente, che quella fublimelfo
la fia conculcata, difiipata dallo ffirituale amore,& quella foggioga-
re nel [no falfo, & tirranico Dominio,ma ecco,che ha ritrouato quel
iiuinaffetto, che Daniel Trofeta diffe: In quel tempo (cheheggiè)
file-
fi letmà Michael ( cioè quel quinto ptjljimò Dotninico ) quel Principe
fummo M agno (^leffandro) il quale fi a con due acuti fiimi coltelli
perii figliuoli d'ifrael: con l'uno il feruente {pirite,&con l'altro Ut a
gliente brando accompagnato con la Catholica,& uittoriofiffima (fa¬
lla, con le bramhe pungenti del robufiifmo Leone, alqualela {angui-
nolentebellia noi mordergli la coda : & cofi Cipro di nono [ara effaU
tata. & fublimata: perche è caufa di quefio triplice funiculo, il quale è
difficile,&ìndiffolubile. Sarà anchora caufa del bene uniuerjale del
Cbriflianefmo, che all'bora neramente poffiamo dire : ò Mach ari a, à
beata Citherea, & Dea Cipro, chehauete meritato d'hauerun talef
& tanto {libUrne defenfore,redentore,&liatore del Cbriftianef-
ffiolsfome: & far annofi, (periamo , che la porcina befiia nons'ufur-
parà, & non fi ftrinerà (e fendo difcefo da Giudeo mar ano) della Cefo
Ottomana: ma fi fcriuerd Ottograma: onde io uedendo, & confideran
do quelle motioni terribiliffime, per lequali il mondo tutto fi conturbò;
non folo i Chrilliani, ma anchora d'ogni forte di gente infidele, i quali
tutti fi mangiano, ò beueno,ouer altra motione, che facciano;altro non
fentite dire d fiena uoce, che Cipro,Cipro, & tanto grande è l*amor
fuo, che parche \en%jx quefta amare non pofjano : & di ciò bene
diffeilToeta -,'léfon creda già ,cb*amore in Cipro batte fi, 0 in altra
parte più (oauinidi. Et néramente è grande lamor fu'o : ilquale hd
commoffo le genti infideli d {aggiogarla, e conturbò dall'altra parte
tutto ilChrifìianejhno [angue, i Trincipi,i Baroni,i T^obih, &i
Signori Cuualieri della nobilifiima Italia , Spagna, & altre farti
Chrìjliane : & particolarmente, &con più f cruore fi accefe , & fi
infiammò la Tfobiliflìma Italia d fpargere tutti infieme tl [angue, la
uita, & la fatuità (ita per de {e rifar la dalle rapacif me, & immon¬
de mani. Ma che faranno aggiungendo e fi, & quando che in quella
il ualorofo, & immòbile piede metteranno, & quando poi che di
quella acqua deii*amorofa fontana btueranno , chei Poeti fcrifferoì
nondiuenterarmo più amorofv, & gelofi ? & offendo anebo trafifii
& [dettati da quel ciccato bambino di quella focofa Dea, laffo ciò
confiderai d gli amorfi . Concluderò dunque per confolatione di
alcuni curio fi di faperedieffa ì fola (aerata: & offendo io mole fiato
da molti Mobili di quefià Città de "Napoli ; mi parfe di raccogliere
l°tto breuitd alcune cofe più notabili di effa 1 fola di molti nornt. Et
primer amente dirò il XSm) U Sito > gli Edificij, gli Huomini lUu-
firi.
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firt > toft de'"Gentili, come ancho de Chrifliani, ? origine dì cffi Ci¬
priota , inficine con la TCpbiltd fica , & chi l'ha dominata, dopo
che fi Hola in fri o a giorni noflri : le cofeyche ejja, come fertili (fi¬
mo. , produce ; & ultimo numerarmo alcune fue deflruttiom pii
notabili •
^ 1
bella; & lì vicino, oue fùmamVizàfò; vi è vna «caiferna ò póijfo,
nel quale fu giunto dal fuò confobrino Marcho, ouer Gkmannì;
& col libro di San Mattheo de gli Etiàngelii; fcritto con la pro¬
pria mano di Clfo Mattheo Apoftolo. Et circa gli anni del noùfo
Signore. 47 ;. fu riuelatò,& ritrouato il predetto corpo ; Sé il-lf—
orò; Sciò ripoleroin vhìuagopiii degno. Onde nella predetta
cauernàfabricorno vna capelletta ; & dentro vi èvn pozzo d’ad-
qua: laquale rifana ogni forte d’infirmità naturale nel capò;®io
hauendo prouato molti remedii ;non mi giouorno, faluo che la
predetta acqua, Quia gloriofus Deus in Sandis ibis. Perche Id¬
dio gloriòfo òpera col mezò de* Cuoi fanti. ÀpprdTò di ;qtre^a
città éfa altre Vòlte vn porto,chiamato Pòrto Salaminra,Sc dopò,
tòrto Cgffanzo : iiqiraletóttàtiia va deflruggendofl dalla màri-
tià ; perche non ci è gouérnò. Qui intorno a quella citta fi f itroL
nano molte paludi. ' 5 ; ca : :7‘ : ‘
Gàrpafsia era città antica cdieatd fopra il capò di Sato Ahdreà
verfo Oriente : & bora e vn cafale'grande chiamato di San Gio*
tianhi. Altra memoria di quella non babbi aiti o, fai no che ai tem¬
po del Re baluardo,' fir fatto contado y&: prima barohià; Iaqualè
precedclfe tutte le altre : Et fu iritrèftito di quella dignità Gioì
ùanperas Fabrici padre della mià alia Ifabella : il qual e hauea ani
chora il contado del Zaffo ; & la citta hauea vn Portò, & il Tem*
pio di ’Sarpcdoiiefigliuolo del Biro Gioii è.
Clides eraVna terra grolfa anticamente : laquale era fopra il est
po di Santo Andrea, & lì vièinòiera Vh’al tra ; laqùalè fi'chiamai
ua ‘Elea : Se penfo, che tutte due franò bòra Càfali: Se vn di cs ft tì
chiama Rifo carpalfo, ih capò: del capo in cima del monte era il
tempio della Dea Venere aerea ; nelqiiale le donne non potèaha"
andare,nè vederlo.
Ada Argiuorum era vna città anticamente,la prima che fù edi
ficata dalli Argini : Se dipoi fabricòrno Cnrias:,òucr Pifcopta, 8c
fù l’anno del mondo. $6oò? in circa ; Se auariti Fauùehimcntò ;df
Chriflo 1595. Perche gli Argiui andando nel fi fola ,* priniit fa-
mente difinòntorno in quel lùogot & perchè anchoraquel lito df
mare eraameno di boschi & felue, & commodo da difmontare
perciò fù chiamata Ada Argiuorum;che vuol dire fecreto& ame
no lito chiamata da latini andriace ; Hora è fatto vn cafale- chiama
to
toACcathtt; Dipoi dunque, che fù fabricata in fi no ai prefente
anno, fono anni* ; 166. & perciò non fi,’ merauigli]aIcuno , fé di
quella Città non fi ha più memoria degna di fcriuere : Et queft*
Città fta verfo Tramontana alla marina •
5 Aphrodifium: Quella Città fù edificata auanti li Dei : ma no
fi ritroua chi prima la edificò ; Ma dipoi che nacque Venere ; fu
chiamata.xofi di qùefto nome : percfoche Aphros è voce greca ;
chein latino voi dire lpuma : & perche li Poeti ,& quelli antichi
pongono , che Venere fianata dalla fpuma del mare ; per quello
fù chiamata Aphrodifìum. Ma pofeia, che Ciro Re de Perii pre
feil dominio eli Cipro , edificò, & rillaurò alcune città : & vna è
quella-; &la,fecè chiamare fecondo il proprio nome della Dea,
dacin quellaaiaìeque,cioè Cipria;che in latino voi dire Vene¬
rea : Etlauttor che ciò dice èil Genandio prosbiterodi Marfi-
glia, de glihuomini illuftri. Nata che fù Venere, per cfìer cofi
miracolofamente nata, & per elfer bellisfima ; fù trafportata pref
lo alli Dei, & poftanella Città, che già dicemmo, di Citherea;
dalla quale hehbe nome Venere Citherea.
La Città di Cipria efìendo al tempo delli Greci fatta Calale,
che.fù polla fiotto Jai Diocefì di Ceraunia ; laquale vollero, che
fufìe chiamata Cipria ; & però hauendo produtto Cerines vn’hua'
mo molto illulire, cioè Santo Hilario Veficouo della predetta
Città ; ilquale fcrilfc centra |glj heretici; , Dioforo, & Euthice
Collantinopolitano ; & per quello Io chiamano veficouo di Ci¬
pria; però era di Cerines tonde esfi cittadini vollero, che fufìe
chiamata dall’antico nome, clic prima gli fù pollo. La Città di
Aphrodifi è alla marina verfo Tramontana •
Maccaria era Città,anticamente verfo Tramontana alla mari¬
na : dal laquale lTlbla fù chiamata di quello nome : Dipoi Fù fat¬
ta Calale. & di quella altro non habbiamo.
k Agidus era Terra grolla , preffo alla marina, verfo Tramonta¬
na ,preflo Cerines: iaquale fù poi fatta Cafale; & penfoche fra li
Càfaliche borali chiama Tempio, , r . ^ r, \
c Ceraunia Città edificata dal Re Ciro delPerfi, quahdo fog^
giogo i noue Re di Cipro: onde voife hauer quella memòria nel/
Mola ; & la chiamò dal fuo nome compolla Cerines : & li Lati¬
tila chiamano Ceraunia ilaquale è verfo Tramontana alla mari-
«a 5 &ha bonisfftno aere; & ha anchora lpiag^ari€èommc&iitat)J
per li nauilij, & altri Vafcelli. Chieda ha vh tàftelisifMidfìmo^jì
edificato fopra lo feogiio ; &è piu forte , che nonrè Fmfiàgoftaup
Vero è, che è cofa piccioki; &o r d i n ar i ame n tev iliantiawnà com>
pagina di io! da ti con il Capitano i & ànèhdra^h CapibhioVJdBe
tiano genti Rinomo. QuéRàal tempo del Re bafihr^blmompói^l
teua mai effer da lui prefiiVhàWelidoia afìediata:di>eianiri &con-ar*i >
teglierie, & con a(Talti,bi Marnaluchi: ma poi Idprefepèr tradi-i
mento, delquaie ragioneremo. QueRaai tempo ckìifVefcqui •
Greci iti anchora Citta : onde vi fu Hilario Santo, che nella Città l
di Aphrodifiababbuino ragionato : in fircc-dfo dipoi i 1 Cafiello. *
li adimanda Cerines, & la Città fi adunando. il Borgo de Cériu- >
nes. E difeofto di Nicofia per terracinquelegke^’ da Fama- >
gofèa tjè per mare è aliai. Dicénòuleimì-y che. Simone Ciré v t
neo, che prefe la croce dei noRro Signore 91irdiqii.cRà città ±M: ’
altri dicono dalla Profonda Cirenaica v ,i . , ra
Lapidilis Cittàantica fìì fabncatada^Pasfindo,6c licaohè^qua
li anchora accommodorno la fpiiggia, efiodet fecero nianigqbile, >
Si era anticamente mercatanti Le : in mare difcoRo da
Cerines due leghe 1 ci rea, & habtiohisfoiò aere; le acque buone; >
& abbódante;c6 lequale fanno bóKaei^ zuccoru -àchora è fatto5 ì
Cafale,&èil primo di Cipro ; &adi gente palla i o. mila anime :
Se fi adimanda il Calai Lapithò. ìQik Ro era tendo di CHiarione
ò Garin Lufiguano ; ma efiendone priuato, jhora è della Signo¬
ria » QuellaCittà fii Regale al tempo deiii noue^Re contempo- '
ranei, &-i’vltimofù PiliRrato; ìiquale era»còmpagnò di AleRàn-
<ìro Magno, con Ne ocre onte Re di Salaminti; che vno era gene¬
rale del mare, & l abro "di terra. Q ucRo Cafale è fruttifero d*o-
gni cofa, Si particuLirmente de’ frutti di ogni forte, &'produce*
certi cedroni mirabili •. In queRa fù primamente ritróiiata l’arte
di far li vali di terra, & li coppi, Si anchora dura, ritróuata da Ci
«ara figliuolo di Agrippa. ; s
Cormiaera Città antica paRa fopra il capo C orma cititi alla
marina, che ri fp onde al Ponente; bora è Cafale grande detto
Cormachiti . ' :ì:« : f -eoi;. ;V;;oi;.j
Solia Città anticamente detta Apamca : laquale Solone riRau-
aròper complacere al Re Filocipro di Salamima ;ilquale era fu©
cara-
ebmpatriotto :£t dopo, che fu edificata ; fu fatti Città Regale ;
j&ìl primo Re fu Anftocipro figliuolo di Filocipro Re di Salami
na ; & quinci fi giunfe il nono Regno nell’Ifola : che prima era¬
no otto. Et quefto f ù l’anno del mondo 4600. in circa , che fono
anni all’auuenimento di Chrifto 60©. in circa • Fanno infin’hog-
gianni zirji. Et quella è difcofta da Cormia leghe 6. incirca
nel predettomare, òc è poco difcofta dalla marina, & haueua vn
porto bello, & ancho vn fiume ; neiquale andauano li nauilij: Ha
ueùa anchora il Tempio della Dea Venere, & vn’altro della Dea
Ifide : & al tempo deili Re Imfignani, fecero die il Vefcouo Gre
co di Nicofia, fi chiamafie di Solia «
Arfenoe Città fabricata medefimamente da Tolomeo infieme
con le altre tre Arfenoe : bora è il Cafale chiamato Lefca ; ilqua-
le è alla mai ma nel matc,ouer Golfo detto di Pentaia: & e abbon
dante di zuccari, & di bombaci.
Calinufa era Città, laquale dipoi, che Alefiandro Magno fa-
bricò molte città, & le chiamò Alcfiandrie, il Re; à cui foggetta
era quella città, per far cofa grata a eflò Alefiandro ; riftaurando-
la la fece chiamare Alefiàndretta,cioè picciola Alelfaiadna:& que
ftaèprefio, anzi fopra il capo detto Alefiandretta : ma la città è
nel Golfo di Grufocco.
Accamantida fu Città antica, laquale edificò Accamanthe
theniefe, che fu amico grande de* Troiani ; ilquale vedendo eC-
fer prela Troia, temendo la furia de’Greci, andò nellTfola, &
edificò la predetta città in quel medefimo tempo, che fù edifica¬
ta Puffo Nona, & Salamina ; & fu fatta città Regale: & regnò e/1
io con li fuoidefeendenti; & quella città Uà preffo al capo San
Piffani : ma li Greci lo chiamano anchora Accama ; ilquale è tilt
to pieno di bofe hi, & fi ritrouano caualli > afini, buoi, caprioli,
daini, & porci faluatici tutti » La città fta verfo Tramontana; la¬
quale hora è vn Cafale grande, & fi adimanda Crofoccho,perche
particularmente in quefto loco è la vena, ò minerà dell’oro : &
qui prefto è vn pozzo, dal quale tirano l’acqua, & la mettono in
terra, la quale fanno à modo di ridutti, & metteno quelfacqua
dentro , quale poi fi congella, & quella li Greci la chiamano
Crofoccola;&li Latini Vetriolo, ilquale efee fuori della vena
delloro tanzi anchora da quel vetriolo fi caual’oro. Il mare, che
D a
rifponde in quella citta ; fi adimanda il Golfo diCrolbcco; ircl-
qual Golfo già prima era vn bellisfimo Porto,ilquale è tutto ho ;
ra guaito : nondimeno le Nani > lequale fon sforzate da fortuna^
vanno , & pigliano porto ;nelqual porto hauetia anchora vn-fiur
me : & hoggidì fi ritroua vnafontana ; laquale li Poeti dicciiano*
che chi di quella haudfe beuuto ; pigliarebbe^'amoir: & perciò
li Latini la chiamano Fontana amoro fa • Ira anchora^ l’altra
fonte,che fa di menti care famore » r
Terra era Terra grolfa, & e nella contrada di Pàffo, & fi chia¬
ma il cafale,terra. n •’
Toofura parimente era Terrajma di quella nonhabbiamo me*
moria alcuna, fe è cafale, ouer totalmente de ltr fitta. - A
Ierocepia Strabone , & altri^ Vogliono chfi fufie città;>Laqua*
le è preflo à -Paffo infra terfia; preìfo anchora de Incapo Ciiiiidoi
®i : & penfo che fia il cafale, che fi chiama àhpresete lerochipok
Tamafuscittà degna & grande, laquale e in mezo delllfola
predo alla città di Nicofiai nella quale amicamente cauauano l'o¬
ro , che equini fu primeramente ritrouato; & àtff fiorai! ii*ame da
Cinara figliuolo di Agrippa ; & vi fi canaria anchora la Crofocol-
la, cioè Vitriolo.Hora è cafale chiamato Thamaghia. - i
Trcmitus città prelfo Nicofia verfo il Ponete dilcotìa quattro
leghe in circa: fior a è vn calile detto Trimitugia . fu dcftrXKta to¬
talmente è non piti edificata, dal Redi Angli a .
Letra città antica; ma non fi ritroua chi primo la edificale fu
poi riftaurata da Letifico, ò Letico figliuolo del primo Re To*
iomeo d'Egitto, & la chiamò Leucoton. Quélta è Nicofia, la-
quale è città antica : ma non fi ritroua elpreffamente chi fhabbia
primo edificata,& quando.Dimoftrabene edere antica: •& S. Gi
rolamo|, & il Platina, & altri là chiamano Lctrà, ouer Leucoton;
nominàdoS.Triffllio Vefcoiio ;;Triffillus Cipriletrenfis Leu¬
coton: i Latini la chiamano bora Nicofia, ma i Greci I.eucofia : &
dicono alcuni, che Letico , & Sia fua moglie la fabrieorno ; & an¬
ticamente fi vedeno vcfìgij di elfa ,*& fu città Regale al tèpo del
li noue ]^e contemporanei, & fianeua vn caftello, ilquale èra nella
piazza di (òpra prefio al Potamo, doue al prefente fi ritroua vna
chie fi greca, laquale fi adimanda CaftegliotifTa : ilqual caftcllo
fu minato dalli cittadini, quando fuccefie il fatto d’arme con gli
Cauallieri
M
Càuallier* templari, cKeaion volatane*,che regnaffeno in Cipro:
Srquefto fìi nel 1194. in circa. Dipòi anchora al tempo delli Re
Lufignanifù fatta Archiepifcopale, & città Rggale, & campo
di tutta ITfola;perche in quello luogo, doue fi trotta, ènei mezo
tdeil’lfioria} & nelmezo della pianurtU'buonisfirno aere) acque de¬
licate, luogo ameno.-di giardini,di frutti. Ha di fuori inimedia
te due fomanervna frehiama Pkdinà, & l’altra Acquandole e
quella Va per la città, & fa diuerfefòntane, & nell l'Pailazzi)cor¬
te, & piazza, & altri luoghirlaquale Acqua è liggiera, & la danno
alli infermi a. beu eri a coli cruda quanta ne voglino, & non li no¬
ce: Etper quelle ragioni fti molto nobilitata al tempo delli Re
luvfignam di Nobiltà, Pailazzi) & chiefe Latine, greche, Arme^
àbe yCoìfte, Maronite ; Indiane, Neftoriane , Iacobitane , & di
ttuerhower Giargiani delle quali chi eie ne ragionaremo : Dipoi
iMonafieri] tìe Monaci, & Monache-di San Benedetto, & di San
Bernardo, liCrofachieri, San Giuliano , de’ Certolini, li quat¬
tro ordini Mendicanti ,ia Chiefa delli Cauàllieri del tetti pio, &
delli Cauallieri di San Giouanni, & altre molte; & di Greche af¬
fai, de Monafterij de Monaci, & di Monache di San Bafilio : on¬
de le Chiefe, che erano in quellacittà arriuauano à 250. & forfè
500 .Quella città era grande, laquale circondarla $. leghe, che
fanno miglia noue. Vero è che non era tutta piena ; imperoche
haueua delli giardini affai, & grandi : ma già nel 1 <; 67. la Signoria
di Venetia, volendola fortificare ;l’hà ridotta in vna lega, cioè
in ^.miglia, &laffo sporte,«comeprima haueua; &gittò per ter
rale due parti della ritti intorno intorno, lafciandoni la terza di
mezo: onde furono gittate per terra moltisfime cafc, & palazzi,
&.Cbiefe d’Ogni forre 80. & riduffero la città in quella forma ,
•che voi vederete qui airincontro. Haueua quella vna cittadella
fatta dal Re Giacomo primo: laquale in quelli tempi non hauen-
do arteglieria, era forte, & ben monita : & di dentro non haueua
altro, che la Corte Regale, tk il Monallcrio di San Dominico ; &
andana-l'acqua intorno nelli fosti . Quella cittadella quando che
li Venetiani prefero rifola; la gittorno per terra, & il Palazzo, &
li due ponti leuadori; & lafciaron folamente le nutra : lcquali par
te anchora li gittaron nella noua fortificatone : & il Palazzo, che
in parte era rillaurato da M. Gabriel Cornaro ; ,di nouo fiì mina¬
to:
so: pelò anchora fi vedié alami Veftigij di effe cittadella; thedéi
fimaménte gittoino quel Monafterio Regale* il quale eraFaccom-
modato con due ciati ftri pieni di naranci, & faligati di marmori
belli, & la Chiefa adornata di belle fcpoltuce Regali, & altri
Principi, & Signori ; & nelle mura , & in terra di molti marmori
fini, larghi, & grandi: & erano fcpolti quelli Re Vghetto, Vgo
Pietrinò Giacomo Giano, &s<Siofanni con le loro moglie, & fi*
gli, & figlie^Principi di Gaililea, di Antiochia , Luigi figfiuoitì
del Re di Francia, Sinilcalchi, Conteftabili Armiragli, & Zam>
berlani di Hierufalcmme, & di Cipro!, Conti ,& Baroni ,& Si
gnori di Thabaria, di Thoron, Saettò, Cefarea,Baruti,Tripoffi
Zaffo,di Ruchas,&altri. Poi 16. traArciuefcoui,& Vefcoui,8c
Patriarchi. Dipoi li dormitori), refettorio, hofpitio, fàlicàti di
marmo : haueua poi lealtre officine, che fi richiedeua i vnfimil
Monafterio ; che al tempo delti Re,italiano da 80. Frati. Dipòi
haueua la camera dei Re da vna parte ; & quella della Regina dal
Faltra : nelle quali andatiano fpefl'o : & iui morì il Re. Giouanni,
& la fua moglie Helena. Haueua polcia il Patriarcato congiun¬
to, anzi rinchiufo dentro ; quali fabricorno li Patriarchi di Hie*-
rufalemme, che furono deli’iftcffo ordine ; però già molti anni
fono, che fu diftrutto da fe medefimo . Quello è tutto quello,che
era nella cittadella. Nella ifteffa città gittorno anchora vn’altrò
monafterio Latino, che prima habitauano li Monaci di San Ber¬
nardo , & dipoi li Zoccolanti ; & perciò non accade,che io ftia à
dipingerlo,come era bello,.faluo, che fi confideri diche religio¬
ne era prima, & anchora diftruffeno vn’altro delle Monache di
San Thodoro deirifteffo ordine ; & duci de’ Greci : vno de Mo¬
naci fatto dalla Regina Helena, & l’altro era delle Monache det¬
to il primo Manchana,il fecondo Palluriotifta . Gittorno ancho¬
ra molte altre Chiefe Latine, & belle ,*&il Monafterio diSanta
Anna, che era prima habitato dalle Monache di San Benedetto:
che poi fìì abandonato. In fomma fanno in tutto 80. Chiefe d’o-
gni fetta, & Religione : & l’hanno ridutta cofi rotonda , come la
vedete qui di fotto con vndici Baloardi •
SE
Portarti Parta c/e/f
&domenì prouecktor
-£i ; : = : itilitp ouerdjfop*
Porta lutici
*utr difetto
eìocheeivcndalddioamoxoTo^.l’ilal^ luaraman^^dkd
amo corrigo, de caftigo. Non deuiddni^ùéìd) kfaW&GWrik
fdà laicità edere al predente mbulaùh& difpjsrate* Pigili Féf-
fempio del la tu a madre .Cinta di Hìe'Ku ftlem ih tutìjp* & per iftitfrf}
fidi} veduto eKe nob potcan& fatMtm; perche fofi piacea all*
maeft'à danna >. trecento? $ queIRffa. Alemanni i & Franccii > ma
tutti Baroni, Signori, & huomini Illuftri vennero in Cipro, &
quini fi fpatfero perii Cafalii fare vita santa:& coli fecero tutti*
Onde li Greci li tengono tutti in grandisiìma deitotione contra li
ltiracoBuibi : percioche eglino noft. cogliono riìierkeli Santi mo
<kamvinaiiime,Xatici\ino di quelli Santi Baioni fu il bea^Qf
GàMaaanLdiMonfortf> il qual cena Conte & tnarefdal4i ;Gìp^
& il fuo corpo è tutto intiero^ jlqualei fi miracoli ; 64 èjnj^.icfh?
fia nella Chièfade' frati.de1Zoccoli^Filippo di Monfòrte cr^ fuò
fratello> ilqiiale era Gante di Roecàs * & Amiraglio di Ciprot
; : Santo Ariftip. vnadelLLji • difcfepolffumartirizato nella città
de Sai amina,& iuifepol tOj&iiiceltbr afa fila fella odiauOiCaladas
Martij come naFraiixatalogo di Sanddi Pietro V ene to&& Poro-*
theo nel fuo martirologio. :,rv: . u J ùjiV.,..i-jh/:i
i : OLtca di eia v’e anchoraia fepoltura del beato Hiki!ÌOn,e;Àbba
te.: laquale come dicemmo nel eaftello del Dio d'amore > face*
piùrniracoli j come dice San Girolamo ,clic donerà il corpo f
& oltra quello anchora vi fono di altre reliquie; lequali lafciopen
bre.iutà. Solo diro querto;che neli^dcdfeùttionc.delconuento di
iìan'DQminko di Nicoli** dentr%in vna.l tare nudato furono fi*.
potiate 6. tette* & moMofii eotivnavette di vnà donzella, di/e**
tariccamatainella quale erano li ptignidi;^g«c attap<cati.yi ire*
uomo vna fletta, & vn coltello infangiiinati, & dcllirami di pàf*
ine, & deBe comne di patonollri dt-corda, & li Capi erano pie-,
nidi ferite;quali tutte red e anov n- o d ®m &¥$ 3* Yitf oliano anc$
fai vna tauoletta con laeaita idi laude**
di Maria Magdalena, di Santa Orfold, & di S^ta Eullalia ;
finbfiraceomadauaà quéftc % Sàte^quaKic^cfinó di
atta palla dettai tar e..Qndenoi liabbiamo iùdkàto eflere reliquie,,
della compagnia di Santa Orfola; 64 chc la.Rcgina tionora di
A^agona:moglie del Re pietroPufiiguaqo dibGipWxfeAbbiapo^,
fti» & n^cbJ&itfcqueH«^go^per:fègegrre/5fb^fi?aiT^ §R^etpg^
finite’ ranfcfife Resinati dipinta
noccliione alianti à quelle 3. Sàntc;vJ^i fiat dfcchiifi
q*i.e*di finte Vergini /bno.n li , ■ v 1
; Beato Pietro de JBaiiudeP^triarcha di HkroOdem .di fratti, d$.
fm
i8
sin Dorranico, fepoito'ìn sari Dominko de Nicofia, e tutto Tot
dine fino io tiene pei beato •
Bc-ito Pietro Thomafo Patriarcha di Con fantino poli Carme
lira fepolto aili Carni mi dt Famagoftaron molti miraeoi i. . : i •.
• > Nella citta di Pattò è una fpeloncà s laquale dicono effer dellt
fette dormienti. Pero noi ri tvoii lauro nelli leggendari j> che lifiet
te dormienti erano in Ephcfbmiètedimeno etti cittadini diPatto
diconòab antiquo efler chiamata quella fpelóca di fanti fette dor
mienti: spollono efler aitri di quelli di Effefo.
Nella città di Cerines, ouer li appretto e vnmonte & vna grot
ta : nellaquale voi vedete dentro del fallo viuo , impattati capi
dlruomim, mani, piedi,ditaconle vnghia,& aldi osfi : & li Gre
ci li chiamano Santi, & moloitades, cioè in Latino Santi confef-
fòri ; & fanno miracoli. Sopra dLciò meglio è eh*io debba tace*
re, che ragionarne troppo.
Oitra li santi, & sante, & altre Reliquie; ritrouate nell’lfola
molte imagini della gloriofa Vergine, & altri santi; quali di con¬
tinuo fanno miracoli : & in particolare ftritrouaneL monafterio
de Monaci nelle montagne del monte Olimpo,vna imagine della
intemerata Vergine : laquale fi chiama & il Monafterio Tricti*
f iottila:&diconohauerladipinta san Luca; & in quella tutta
Ifòla ha grandisfima diuotione : & quando ita afki à piouer ;la
conducono nella città di Nicofia : & quando è fuori delle porte 5
efee fuori tutto il Clero latino & greco con tutta la città in gran-
disfima diuotione, & la conducono dentro, & non pacano molti
giorn[i 5 anzi alcuna fiata non è apena alla città ; che il Cicl fi ofeu
ra, & pione : & quello fanno ogni anno, perche neil lfola,come
dicemmo,fta affai à piouere ; Se poi conducono nel proprio luoL
go etta veneranda Imagine : laquale fta difcotto da Nicofia ic.le
ghe, che fanno 60. miglia.
A' quello effetto è anchora lafantifsima Croce de gli Armeni:
Jaqnale dicono etter del legno vero della Croce ; & di ciò non- è
da màrauigliarfi , fo in diuerie partr delLIfòla fi ritloua del legno
della fantisfima Croce : perche fan a Helena ritornando di Hiem.
falem.come habbiamo detto, per difcacdkre li Diauoli habitanti
nell’Ifola ; ne pofe in diuérfi luoghi : Si che tutto è venuto da efi-
fà Santa, auanti che in altre parti della Chriftianità fotte andata*
' tn Nicofia ancho'ra e P/màgincdi san Luca : faquale fa molti fi-
fimi miracoli (opra di quelli, liquali patifcono il mal mazucco*
ouerche fi ano infpiritati * Se io volesfi fcriuerc li Santi, & Reli-*
quie, &lefmagitti che fi ritrouano in Cipro; veramente empirei
gran fàfcio di carta : ma folo ho fcritto quelli che fono piu illuftri
& iamofi ;accioche fi conofca effer vero, che l’Ifola fi come era
anticamente dedicata alfamor carnale,& chiamata perciò (anta Se
fàcrata 5 coli dal tempo di Giesù infino al preferite è riuoltata al»
Tamor diuino, & fatta tutta piena di Ipirito: & perciò fu chiama*»
X* amica di Cbrifto #
L'origine
L'origine dei Clero LdTtKo.
)
L CleroXatino andò in Cipro, infieme con il Re
Guido, &(altri Nobili, quali non baucano ne iu-
ri fdi tri on e, ne refidcntia alcuna ; impero die ogni
cofa era dal Clero greco già tanti anni poffeduto:
Mapofciachcli Re cominciorno àfabricare Ghie
fe, & riftaurare gli edificii ; cominciorno applicarli de’ benificii;
& altri beni • Maeffendo Guido Re, & il Re Almerico intcfi di
follccitare,& aiutare li poueri Chriftiani in Hierufalcm,che quali
continuamente combatteano ; perciò non poteano raifettare il
Clero Latino come fi douea : ma circa li anni del noftro Signore
, 1112. il Re Vgo pigliato il Regno di Cipro, & dfendo elio oecu
pato in Hierufalein ; mandò Tua moglie in Cipro à goiìernar’ quei
Regno, cioè la Regina Alifia figliuola di Jfabella con il Conte di
Campagna, & forella della Regina Maria di Hierufalein . Andò
in Cipro la Regina, & vedendo , che la città di Nicofìa era fatta
città, refidentia Regale per elici* grande più delle altre città,& di
più buon’aere Famagolta,per efier’ deftrutta 5alami-na,tenea l’Ar
ciuefcouato, ilquale era greco : dipoi vedendo le altre città tutte
hauer’ li loro Vefcouigrechi,efla,& tuttala Corte,&Nobili cT
fere Latini; giudicorno non elfere ben fatto, che li Greci gouer-
nalfero qlli che erano Latini. Onde ella Regina fcrilfe al femmo
Pontefice Innocentio III. nel Concilio Lateranenfe di traslata-
re 1* Arciuefcouato da Famagofta in Nicofia,& inueftirlo al li La*.
rini;& coli Famagolla,& nelle altre città , quale douelfe reflringe
rei Però lo fupplicaua,che di detti Vefcouatfich’erano quatorde^
ci,ne baccifero 4. Onde il fommo Pontefice eflaudi ella Rcgina;&
inibitili,che fulfero città Nicofia Arcioefcouato;Famagolla,Paf-
fo,& Limifsò Vefcouati:& che fulfero Latini & Greciima li Lati¬
ni hauelfero li Cafali, & le decime ; & li Greci dalli loro Preti, di
Diaconi>vn tanto, fi come era coilume à gli altri Greci nell! altri
luoghi : & le altre città li hanno {partite fiotto à quelle 4. Talché
prima erano alfaij&dipoi li hanno riftretti in 14. al tempo delli
Duchi ; &hora gli hanno molto riftretti, in 4. Però mentre, che
l’Arciuefcouo greco Simeone ,&i Vefcoui altri greci viiieano j
che esfi li godettero : ma dopo la loro morte; che and afferò come
fu inffituito: onde erano nafeiute molte riffe, & inuidie tra li
Greci, Ól li Latini,Et effendo dopo paflato di quefta vita il primo
Henrico Re ; il figliuolo Vghet fuccefie nel Regno : ma perche
era fanciullo ; la Regina Piafenza fua madre gouernaua il Regno.
Goifei per rafìettare meglio il clero latino,& greco dalle loro dif
ferentie; fcriffe, fupplicando Papa Aleffandro quarto, ilqual fece
vna inftitutione, ò regola, ouer decreto, che fi adirnanda la fum«
ma Aieffandrina ; nella quale fece molte ordinationi : Et prima;
Che il Vefcouo greco di Nicofia faceffe refidétianella citta V ejc
chia di Solia, & fi chiamafie Vefcouo di Sofia, & goucrnatore, ò
adminiftratore del populo greco di Nicofia. Lfiltefio fece alli al
*tri tre Vefcoui greci ; à quello di Paffb in Arzos , à quelle di Li¬
mifsò in Amathuta: ma perche era dishabitata;andaffe à Lefcara ;
& quello di Famagofta in Carpafio: & cofi tutti andarono alle lo¬
ro refidentie.In fucceffo poi di tempo ritornorno tutti nelle città
prime, fuori che quello di Limifsò; ilquale rimafe à Lefcara fem
pre. 1/Aieffandrina ordinò anchora, che tutte le prime caufe del
popolo greco andaffero dal Vefcouo greco : di le feconde, cioè;
fAppeliationi; al Latino: & fe faranno due differenti,che vn di Io
ro fia latino,oucr battizato in latino, ò di altra fetta , che il greco
non deue à patto nei.uno ingerirfi.Dipoi fece, che fi Vefc oui gre
ci bifferò eletti dal confcglio Regale, & poi che fuffe accettato
dal Re; andaffe dal Vefcouo latino , à cui era foggetto : & non ri-
trouando caufa legittima; lo doueffero cohfirmare, di metterlo iti
pofìefìo ; ilqual poffeffo fi vfa in queffo modo, perche anchora io
come V icario di Limifsò hò fatto, & corfirmato il Vefcouo gre¬
co di Lefcara . Dipoi, che era eletto; la elettìone andaua dal Re,
Se poi pigliaua il pofleffo ; ma effendo mancato il Re; la elettione
andaua à Venctia : & acciò che in quello mezo il populo non pa-
tiffe ; gli dauano il poffeffo ; però non fi confecraua fe non quan¬
do venma laconfirmatiore da Vcnetia. Volendo dar’il poffefio
era prima apprefentata la elettione in fcriptis: & effendo ben’elet
to fenzafraude ; andaua il Vefcouo latino, oucrfil fuo Vicario in
affentia, nella chiefa Cathedrale de’ Greci, & intraua dentro al-
fallar* grande,& chiamaua dentro li Chierici di effo Vefcouado*
jqualifono 29.&ésfi poffono entrare dentro. Ciò dico, perche
li Greci tengono li fuoi Altari coperti, ouer ferrati, de non intra,
fenon
n
fe non ha prima tonferà Entrati dunque es(ì 29 5 il I atino chia¬
ma a vno a vno in (cacto, de lo là giurare (opra li facri Luangelii
quiui aperti, fe tai C eneo cono (ce etto Vefcouo in alcun vitio>
&feèhabi<e, defe 1 accetta perfuo Vefcouo : de il Cancelliero
d ITakra parte nota ogni cola. Finiti tutti ; chiama poi Teletta
dentro, & lo fa giurare di efler’obcdiente alla Chiefa Romana,6t
dice in tal modo • Io Vefcouo . giuro fopra quelli facri Euan-*
gelii à voi Monlignor Latino, ò prcTentante fuo ; di clfer fedele*
catholico,de ortodoxo,& infralire il populo mio con quello fpiri
to, che il Signor mi conce derà nella cattolica , de ortodoxa fede;
& ellèr’obcdiente al fommo Pontefice, & à voi Rcuercndisfimo*
& vofrri fucceflori, fatuo meo iure,-cioè il rito greco,nel quale fo
no, de al quale lono affluito. Fatto quello, il Latino fa leggere
dal Cancelliero altamente la fua patente, come non ritrouando al
Cimo difetto, ne impedimento ; che lo conferma, & gli dà ogni
auttorita folita di darli à fimil p ti fone; de và dichiarando ogni co
la. Dipoi il Latino piglia il Greco per la mano,de lo conduce ai
la Sedia Epifcopale : de poi li Preti Greci cominciano à cantare ;
& finito; il Latino con il Greco danno lofculo fanto, de poi il Clc
ro Latino asfifrente ; de poi li Preti greci,de il populo gli bafeiano
la mano. Dipoi li fa confecrare da a altri Vefcoui greci; defe
non faranno fe non due ; l'Abbate del monafrerio di Antrio deb¬
ba fuppbre per Taltro abfente. Molte altre ordinationi fono
in quella lummetta Aleffandrina: lcquali perfcreuità lafcio,comc
ogni anno il Greco ha da riconofceril Latino come fìio ftiperio-
re,de dargli certe regaglie, come vna recognitionc,di tutte le co
fesche elio Greco ritroua dalli fuoi Preti,& Diaconi; de altre chic
fe che li danno non folamente al Vefcouo Latino, ma anchora ahi
Canonici, de altre dignità' : de di ciò è determinato tanta acqua rof
fa, tanti fichi, noce,mandole,& altre cofette.Non ui penfate,chc
li Vefcoui Greci fiano poueri: percioche pigliano vn tanto da*
fuoi Preti: de quando anchora gli dà alcun ordine facro,ò altro uf
fficio; hanno vna determinata, de limitata Jtafia ; accioche poffa vi
uer'ancho elio, hauendogli lcuato li Cafali, & le decime. Il Vc~
feouo dunque di Nkofia greco ha da ducati due mila, de alcuna
fiata pafi'a ; perche fono molte cofe incerte. Li altri ;.ncn hanno
tanto; ma nò n’hanno però meno di mille ducati infallantemente*
La predetta fomma e©cede,& conferma qtiePfriiiilcgìò anti¬
co all’Arcitiefcoiio fatto nel Concilio di Calccdcnia, di non èfi
fere foggetto à nelliin Patriarca : ma elfere primate, & foggettò’
al fornaio Pontefice folo : Et di più vuole, che fa legato nato ,* &
peròi’Arciuefèoiio di Cipro, quando è alla refidentia ; và veftito
tutto di roffo come li Cardinali in ogni cofa; fuori folo , che ne!
capelloròflò,&^altripriuilegii # • ; .uj h
f
4$
Ì1 Baìduino riscattato, & con il frcfidi'ó delìi Signori Yenc-
tiani, & Genocidi fece vno sforzo grande, che prefero Tiro ; la¬
gnai fortezza,&cittàeralapiuforce,chemai hauefiero prefa,’
di il Re concede alli Qenoueii, di Vcnctiani > & a* Pifani quanto
Palerò Baìduino concede alla città di Accon,ouerIkoloniaida.Di
poi edendo morto.il Prenoipe di Antiochia^fòttotiiede^liPrenci^
fato al fuo Regno, che prima era fcp arato; ma ei^o.fèmpre com
pagni di guerra : Dipoinnchoràjconceffe alfe, predette Signorie
de altri priuilegii, & nel fuo Régno in tutto, & ancho in Antio¬
chia , quali fodero edfcriti & Signori, & di far tutto quello che Ji
Signori fanno nelle loro città : Si {ciò.sin t end e < fo ÌQj d Q Re habitat,
no, & fopra la loro gente ; &haucndo regnato x 3 . anni ; naori
Arma.fi gii nòli mafehi; ma con \pa fedina Melifina fatta per aliati,
ti che fude Re : laquale mentre che era Re, la mandò con il Goa-^
te di Gandauia chiamato Fui co fc >1 < 1. n-v •
Sotto al fopradetto Re Baldliino in Hicrufalem principiò vna
imoua Religione de’ Cavalieri detti del Tempio ,.hu ombri valo¬
re fiche fecero molte degne opere daqual: Religione 4urò 20p*>
anni,come diremo* .1 ; c >;’.nTT->b or; .peCJ t
o Fulco conte diGandauò ^&.genidi^mBaWuinqT'etio còifniijT'
neeofenfo de tutti fu creatole dt Hi mi fai em,, ih uomo Sagace 9 i
& nella guerra cfpertifsimO; Fece mìo!d famrf&rq^e con gPXnfi^i
deli, perfeguitando li Turchi per infino alla Perfia;& hau£do pie
fo molti di quelli ;li menò feco in Hierufalem , come in Trionfo;,
di 1 quella uittoria fìi molto aiutato dalli due Tuoi figliuoli BalduT
no, di Almerico: di molte cofekaueriafatto il predetto Re, feiqo
fude venuta la disgrada .il^ipoi cheiìcbbe regnato vndeici anni*}
eflendo andato alla caccia, correndo dietro à vn lepre ; il canal*.;*
lo calcò, & il Re mori> difùcojidutto in .Hierufalem, di fcpolto
con gli altri.
Baìduino primogenito del Re Fulco fuccede nel Regno. Allf%
tempi di quello Re, edendo perda la città di EdifTa in Sorja , la-4
qual il primo Baìduino Re acquiftò >.aitanti che folle Re, di femj
pre la tenne:in quelli topi fù prefidalli £arfaccni,& martirizorno )
rArciuefcono, di tuttofi clero; perikhe il Gommo Pontefice, con
Santo Bernardo fòllccitornoli prìncipitchrilliani; onde Corrado
Re de* Romani, &Lodouico Re di Francia prederò la Croce,&an
domo
dòmo iti Afia> & affediòrìsòrIti città di Iconio ; Ma il Co finn tino-
peritano Imperatore*fece molti tradimenti , per liquali mori gen
te affai : and e furono cofiretti di partirli da Iconio: & il Re Lodo
nico andò in Àntiochia,& Corrado è Zaffo,& p oi un domo dal I{c
Balduino, tutti tre li Re àiW
domò di1 àecordò"àd*alft diare ^Damafco ; Onde vedendo li cittar
dinij chòla-eitta era* c^uafi perii f fecero cpn tradimenti 7 che li Re
douefiero andare dall altra parte'dclla città, che fac ili ts imamente
riiaucriano prefa. Andarono dall’altra parte, & li Cittadini relav
feiarono alcune acque, per leqtiaii tutto Feffercitó farebbe fìat©
difsipato> fe non fuggiuano :1k perciò li Re tutti ritoinorno nelli
Régni lóro. Et il Re Balduino prefe di ntiono la città di Aicalo-
niy& làcitó di Gaza* làqualc diede in goucrno iVà caùalliefi
d"é1 TéMf>k>.v- - : - ci : ■ sii ilidlrf §
Il j^e Balduino hauendo fatto altri atti iliuftri-, mori dipoi che
regnò 21.anni; & fu fcpolto con gli altirh.
Almerico fratello del Re Balduino,& figliuolo di Fulco, fuc-
ceffenel i^egno,^ bel fecondo anno del Aio Regno, fece guerre
con Dorgunto Re dell’Egitto ; ilquale hauendo un Lccoter uste
in Aleffahdrid^ era Sfittò ribello debSoldano : onde li cittadini lo
haueuanò in odio . Almerico v*andò con il Aio efferato , prefe
la città, diede laferortè^I Tiranno ; & poi venne ài patti con &
Soldano, & gli réfHfui la città ; & effo gli diede vna gran quanti¬
tà di danari : Dipoi andò nel Cairo, & lo affediò : ma effendo in¬
gannato da Milòne ;ritornò in Afcalcna,& poi in Hierufalem.
Il Z^e Almerico hitiendò regnato 12. anni, & procreato tre fi-,
gliuoli ; Balduino, Sibilla, &Ifabella'j morì, & fii fcpolto con
gli al tri in *Hi éjru falein . - - - -
Balduino primogenito di A lmerico fucccffe nel J^egno. Nel
tempo di quello era /^e di Egitto Saladino, huomo valoròA» Óc
efper tcrnelFanni : & con il T^c Balduino due fiate fi attaccò,& fem
pre Balduino fu vincitore : mala Icpra gli daua molta mol eli la;
& perciò non potè mari tarli: onde per pròuedere ali/^egno di Aie
celiòre> chiamò il Marcheiedi Mon ferraco fuo parerne GugheU.
niò , cognominato Longalpàda, & lo maritò con Sibilla fecondo
genita fuafforella;òcfaltra terzo gai ita lorella I lab ella la promef.
le con gli anelli dati ai Signor di /(hodi Efdrando di Tours.
r 44
• Il Marchefe GùglielmOiandò iriHierufaknv, & prete la*mo~
glie,&htbbeil gouerno di Hicrufalem per efier’il Re impoten¬
te ; de fece molti atti degni &iihiftri : Et hauendo procreato vn fi
gliuolo ; mori il Marchile in fpatio d’vn’anno .
-NeLMarchefatodi {vlonfovato fiictetìe il fratello Bonifacio : il-
iquale hauendo intefo*! che'jcr«:martà il Aio fratello,&.che haucua
-lafciato vn figliuoUno.chicnìaito Bai duino ; fi partì dTtaliacop
vn’cffercito, dipoi.] a fa pbta per imita re il fuo Tiipotejèome fu ccef
forc di quel regno & primo Re di quella Ifirpe. - >j
11 Re Balduinoaggrauato in quello mezzo dalla lepra, diede
il gouerno del Regno al Conte V ecchio di Tripoli detto Beltrari
do fPoi il Re conliderato meglio il calo fuo, temendo, che dqptf
ia morte fuu, il Conte non pigliaflè il Regno, & che prillai! e il
fuo nipote Rai duino > conhghatofi ; rimaritò Sibilla con vn.gior
uane di Puite in Francia figliuolo di Vgo Lubnm,lo fece
tutore di Balduino fanciullo* & Gomerratore del. Regno ; &
Colfe ai Conte il gouerno : feniche generò inuidia. grandeal
Conce.. . .m • ' • j. ' , .
Nqrar che VgoiLubrUn ora Duca della Marchia, & Signor di
Lufi guano m Francia altri hi Ilo ri ci dicono; che era della jiHìbil
famìglia de 10 Conti di Ptiìce.rii quale Fece1 tre figliuoli:.!
Guido fjpradetto maritodi Sibili^ & A;hi;eriio,,: &. GiofKdo*
filali tutti treB-aCelJiardjrnoinfocicorfj doili ChriQrarii itvMie-
rufalem, & più non li chtamornò Lubrimr ma lufugriarii ; & iti
Francia b progenie loro lì chiamaÈùbrimir ’ . ! f • i
- li Re lefrofo vedendo il gióuane Guido fuo cognato còn,fui-;
perbia gouernare^ glidtfpiàcqùc,^ lo prniò del gouerno,& di iti
tore v & di aubilo lo diede àh:Comc.t& hauendo regnato anni 6*
l’anno’1creò Beduino fuo nipote cofi fimciullo rper Ri 4fc
Hierufalcm ;Jtk poi moti, & fin fcpoko con gli altri; ‘ il % ; .
Il Re Balduino fanciullo hauendo regnato 8. mj&fì dipoli! rio
leprofo Balduino prnori & fuamàdrc Sibilla come donna molto,
akota tenne occulta la triortedel Rei infante ^accioche non lo ha4;
ueffe fàputQil Contende cheocoupafle il Regna* >£**«follaitra
parte conpreghi., & con dona; & pròmisficncTeceeòi* bConsf’
Regale, & cori Heracliò Patriarca ,^ roit Jrcauolieudii Tem-i
pio | & con quelli dolhhdfpitak’, thè corona,òiw^ iimaritO)fu0^:
& tliiamotiio %Gui do di Hlcrtifiilcm, & ppi mani/eftò il figli¬
uòlo morto .
il Conte haucndo ciò intefo 5 fi acccfe d’ira, & di grande inni-
dia delira profperità di Guido ; & perche non potè elio ; fece pa¬
ce con il i^e-Skiadino & gli promife di fogni tar lo cétra il Re Gui¬
do. In c^aefe inezzò mori il Conte, &ncl Contado fuccefiè il fi
gliuoloRomondo: ilquale anchora per la fua moglie era Prenci-
*pe di G:dli le a*, & quello piu federato del padre ; confirmò la pa¬
ce del Saladino : anzi di più come Pentirete .
Il Marchefe Bonifacio di Monferrato giunto in Hierufalein,ri
trouò ogni cofà fottofopra: ri trono il Re leprofo morto : ritrouò
rimaritata Sibilla : ri trono il figliuqjo & nipote di lui il Re Bai-
duino fanciullo morto, & Guido Lufognano coronato Re: ondé
voife ritornare in Italia: ma per aiutare fi Chriftiani, & per pre¬
ghiere dc4i^,rcftò in loro foccorfò^
Vmaltroineommodo interuenne alli poucri Chriftiani , che
inai do Prcncipe di Monte Regale era obligato ogni anno di ri*
cqnofcere il Re di Hierufalcm, & perche era mofto dal Prcncipe
di Galiiléa, & Conte di Trìbolii,& perche anchora hai!eua,& ef-
fo innidia del Re Guido ; fi dimofìrò manifeftamente inimico!
perche il Re Saladino hebbeknaggior animo di perfeguitar li pa
i!eriChriftiani, & tftiiÌpacy 43 quelle parti . ' • .9 ^
Heraciio Patriarca li Hicrufalem nel predetto tempo, con il
Priore dcirhofpitale deili' Cauallieri di-San Giouanni y & il gran
Maeftro delli Cauallieri del Tempio vedcndoTinimicp potente^
che già era entrato nel Regna, & le difcordic grondi delli Pren-
ifipì jfi partirono daiiieru&Icmy^andornoi* ritrai
uòmo Papa Lucio fecondo della ndbii fbmigfedcCaoCiariimtci
db Bologna 9 Beilo pregomoiche dodefftprdfto foceorróre la Ter
ra fantà. 11 tornino Pontefice fece ogni diligenti^, &, poi mandò'
lì Predirti dal T^e Filippo di Francia cón lettere eftbrtaforie à fua
maeftà: ma rìel viaggio mori il Maeftro del Tempio ; & gli altri,
d«eandaraor9Ì8£.pref^ntomo/lq.'chiài«^è'Hi'entfaÌem>B£'deLiaiHt.
trsfiino!Sépolct»zonde il i^commoffoy fóGeJeongt'Cgaxe nel fu©/
^rgrtòvri QómiUb^dc prcdieaarpia frodata 2 Dall!§!trq parte co*,
dWiTpiróp r i i fbc em ì fiere i éq, & man dottò co» H Patriarca-,
Px^ote ddiìhòffpitailfi in -Hierùfalem : il perche li Chriftiani fòr
. • 1 hRe
; • -, -, /
4*
il feVerO 'gi'andjsfim^-alTcgrtìrtf. v ;I u
Morì'pàpaTMcio, & fci fiìttò Papa Vrhcro Terrò : Uguale moi
to lollecitina li Prcncipi Gtvrifiiani, pt r La Ci uciata della Terra
fànta.
, In Hicrijfalem fu Creato ifhuouoMnefiro del ttnhpioyliucinp
lvvaloròfa s i il quale con il Patriarca, & altri Baheni pregorno ii
Conte Remonda, 3é it Prcncipe di Mente Regale, e he: fi ao
cordaflbno con il Re Guidò per la fallite del popolo C hriflir.no i
Il Prendipic Chrifiiand pxefio frdccordò ; ma il Certe temer.dò
che li Sarraccfiinooccvpa(fetfo inehora il fuo flato; ruppe la pace
con il RerSaladmo /& ii accollò con il Re Guido, & molti dico-
BO^diexiò fecehntitìamchte , co me vede temo *
Il Re Saladino intefo come quelli due Prcncipi fi erano accor¬
daticeli iX?(cGiUjEjG ^feit/ando^piiVcLe maì.entro nel J^egno di
Hierufilli m> &-(ì>3ppiièfsityòkrlla città. I.hnóffa'fidcajio sforzati di
andare ad incentrar io 9Ì&faàb(l’iippa)rato;tiitti vfc irono in ficnrc>
& molti diedcra-configfia di andare pVdlo;,j& per la pianura#
Io federato conte diede vn’ahro - ccnfigJio y in ali rendo d’e fiere
efpertifsimo, di tener la via de* mcnti.-onde c fendo Bracchi, faC*
fi, & forza acqua, perche le acquoncila pi arri radiar già occupa
te dal nimico ; furono confìretti di attaccacfi àksxc?xdoli', il
Comeìaftì^k arftV#)tóivrgiVeiCy£clló di Saphcno; & di li vn
fito amicaSarracino lò ccnduiv^ à Tiro alita me glie : ilquale te-*
mcndo poi della fua perfidia ; fortificò Tiroj& lafciò la moglie,&
effq ahdò prete à-Tfìb&li; ; Il R c Gei do c ile n dò rotto pili toflo
«Jbftancbefcza^Bc difetti che f •edvigbnde^ iarracini, quio-nx.qud-
foìficro aliai perciò dlindo fuggito il Conte à molà ; altri per,
krfece; fù rottoiiXhampo d'dChrilliani. L'Arcmefcòuo di Pto*:
loniai cb, tenendo la Croce/anta inmnno, de < Ile n do ferito y pre->
fio la porfe i vn’aitro, & quello la diede al Re * Pò prefo il Re,
& il Maefiro del Tcmpioy il Marchcfc di Monferratoyil Prenci-
£>e Raiflaldo dei<MbmcP^cgalejVini,Scaltri tutti furono quali ta-
gliatiià p ex^hipile/j^digiofrpartiaoiai montc, & de Canali eri- del»
ÌVna:& deli a&aparte:quanti ne tronatiahò, tanti ne ve ci deb srio#*
Ljrqiiella aiifija era ràsortè ii Prt ndpe di Antiochia., &'il Haeftixh
delibo fiu tale. IlsRe »Salsdino vedendo x prigioni ; Lei le alle-
gtciiagrandifimay^gliipcofè tutti in prigione, lucri d e fi I ren
' ' ili; M
ripe cH Monte Regale : i 1 quafepereffereRato-vn afera.?volta fchid
ifo f la conobbe > &• perciò gj^diede’ tà aborto Mònda-pòi61
Saladino in Tripoli al Conte f con dirgli f che doudfe ofeuare
quello che hanena giurato , & che il poppi firo anchora db tirili
giurare t onde il Conte riftretco^yoléùa che il populei giurafìcl il-
quarenend'ocoftret^diimndà la fonnàdelgr^rajnentor^Jt eiTa
inffartte:, il pópiilo dimandò termina fiMaife piattina pèrche
la mattina volcua per ogn i modo dar tettò nel fé mani dd Sa*
ladino, il giuffò lddio;rton;kTctòfarx|uel tanto^che; elfòhatmui
fenagrnaep ? percioche la mattina lo tròiiortfo* morto, & trouof*
no ch'era circoncifo al modo de* Samcini r Trotraro ape ho il fi¬
glilo dei Re Saladino > con il quale vofeua tradire li poueriiCit*
tòmi* rinarri ;à ; b ; ;Vìio:; -ns'L. bioj ìli
LiCitòdini di Tripoli,conosciuta là mirnagità del Conte jfbr
tificorno Tripoli, & la tennero per il j^e - Il rqedefìmo fecero le
altre citò, &Tifo dalli Gcnotrefti, Vene-tiani > de Pifeni ; liquali
perpriuilegto haueitano» la tersa parte della città infieme con li
cittadini fi tennero per 1 l i^e , & priuomp la Prencipdfacome fii
fpetò, per efiferemoglie del conte * il Patriarca HcracHo teneat
Hieruéd'cih con le altre fortezze, con li due •fratelli del Re, cioè
Almerico , &. Gioire do * : : : orrv :; ; ni-vi ; h h
Il Pàtri arca d* Antiochia haue n do intefb effe r morto i 1 fuo Preif
ripe >, redo nel goucrnocome di prima , de mandò à proti e derè
alle citta rollami * rr;
IH Saladino ondi nella citta dt Acone* & d©po tre giorni la pfe
fe ,(eiiendofiE cittadini; arrefl. Inuiòlbflèrcito all e altre Terrei
de di facile le prefey perche tutti à patti ft arre fero * Andò poi afe,
factttà di Afcalona, Se vedendo che era dtfficd è. piglia ria ; mahri
dò minrii , chic fi do nell ero arrende re, & che haucria loro yrfatò
ogni cortdia. Li cittadini rifpoieroyche mentre,j, che fe città San
la Rana per li Chri (Uani;esii mai non fi farebbono arrefi, Il Sàia-*
dinoaipettatodi altri giorni alTafledicr, vedendo dinon potei?
fàrmifla ; andò àTiheriadey& fe ritrpuò ben munita :? talché rfe
iiolfe le fercita verfoHieptifeletri t laquale non? effe rido forte, Sé
nonhauéudo {minrtione>. dipoi che 1 afte dio alcuni giorni]fellpTi
timo (ì refe à patti . Il Saladino entrato dentro^, fereiVÌolare.tntb
tele ehiefe, i monail eri* d’agni forte, romper le Campane ,
«feriali*
dàrfal KChrffianrilmtCài 1 o dlepe 1 le : & -poi corra»mio , thè il
fantisfimo Tempi o rlon fulìt violato.: maini più ,doueftciolauaf
10 xujtk> di acqua rofa , Óc il fèpolcro .del n olito Signore, dicendo,
èflereftata vero .Profeta,&.li Chriftiani non erano degni di hauer
{ó► fatto quello; entrato il^c paladino nel Tempio > & fatta U
pràtiorie* ringratiò Iddio di tanta vittoria . Concede poi alle
Chrifb ani Latini di partirli fuori xut ti d al la ci ttd,A: eh e p i g li alle¬
no tantaiobbacquato poteronocapirnelle braccia loro : dipoi co
mandò, che leaitreSette de* Chriftiani reftafieroncl fèpolcro,co
me prima; & coli vi reftorno Greci, Armeni,Cofti,Maroniti, la-
co b iti, N elio nati 1,1 nd i ani, & Giorgiani.
11 11 pouero Pàtriarca He radio con tutto il Clero, & Populo La¬
tino vfeiti di Hierufakmcon gran mcil-itia ; parte and orno a Tri
poli, àTiro,Sidone,partein Ar dochia,.& parte andorno in Alef
£mdm;:neliaqualc erano le galere del Re di Sicilia,^ entrati de
tro, vennero in Italia.
Papa Vrbano non dipendo dellacitta di HLerufalern, ifemcna
laprefadelRe, folo la difterentia di esfi Chriftiani, & vdendo
elio Pontefice che lo efferato già preparato in Vcnctia p er anda¬
te àfoccorrerc li Chriftiani, and au a negligen temerne ; fi parti da
Roma per V enetia per foli cena re le cole : Ai quando f ù à Ferrara^
venne la amara noua del Re, & di Hierufalon, con la perdita del
Regno, & quafi tutto. Periaquai co/àmofiò a dolore immenfo#
il Pontefice mori in breue.
: Corrado Marchefe di Monferrato hauendo intefo,che craprc-
il Re,&il fuo padre Bonifacio,A: altri pregioneri ; fimife pre-
fto in ordine,A: andò a Coftantinopoli : A: ricuperatore come pa
rente gli donò gen te A: vitti! ari a, Ac fi inuiò verfo la Soria,
Il Re Saladino prefe la citta di Hierufalem l’anno del noftro Si¬
gnore 1187. nel terzo anno del Re Guido : Ai coli li Chriftiani
tennero Hierufalem, dipoi che fu prefa da Gottifrcdo infino al
prelente 88. anni fiotto al gouerno di nouc Re, annumerandoli
Re Balduino fanciullo*
Il Marchefe Corrado giurife in Soria, & tutti d’accordo ; gli
diedero la città di Tiro per difenderla, & le altre città fogge tre,
battendo eondutto da Coftantinopoli vn buoneffcrcito.
In quelli tempi medefimi il Re di Sicilia mandò Margarite
Ma
fu5 jCajntt&jnraalé coi! 40.'
fortificò al meglio, che potè. r.-v..- " oiv-óbin£s
Il Re Saladino ritornò di miouo in Àfcalona,. dehauendola af¬
fé diabj mandò é dirgli, cheti doiveffefco artknderjjalgrintcntaffi;
tóiriaeciaua forte; Se e sii rifpbferó, che non volcuanx>;prrrendbri{
le prima non gli rèftituiua ii loro.Re Tempia^
IlSaladìno òftinato p erfeuerò alcuni; giorni& kfoiacdoifelìihs.
Cito ; andò con vnaitro a Tiro , & quiui fecero: molte iearamiic*
eie con il Marche fe : il quale p refe molti nobili Sarac ini, & li con*,
dtiìfe à Tiro pregio ni, & n’occife anchora molti : onde difperato*
ritornò il Saladino da Tiro in Àfcalona, Si sforzando jcón vaf$àlt£s
nòli pò’tèfar’adtro : ohde.volendo hauere la città; fùconftrcttó di
rcftkmreil Re Guido, Bell Macftro del Tempio: Si reftituìanchò
a Corrado Marcile fe. il itio padre Bonifacio;: Se efibi ..gli retti tifi di
baciniydccon molti dinari il Saladino- con iifoo éifercito an«
dò nel Principato di Monte Regale per rcacquiftaiiov- n a • r;
11 Re Guido andò à Tripoli& iPMaeftro à Gaza, alp ettari do
mi feri cordi a dalli Principi Chriftiani. ' ^ * ;
Jfabella forolla dèlia Regina Sibilla effcndo morto il Tuo marita
Signore di Rhodi-vfenzi con fumar matrimoni o con offa ;ia corte
6: la Regina Sibilla la rimaritorno, con Marfitàòjdi, Monferrato»
Baroli Fràdcefc : alqtfale diedero cura dimandare, Si diffondere it
Principato di Mónte Regale : Se ettcndo poi le Ine forze poche
perduto che fu il Principato ; tornò à Tiro. G ' • H ii
Ettendo fattoTornino Pontefice Clemente Terzo cottrinfe iut
ti li Principi Giiriftìani à pigliare le armi centra Saracini, & Tur¬
chi , Si publicò di mi ouo la cruciata : Et in Francia ftì. celebrati*
il Concilio generale dal Re di Francia nel Può Regno , Fanno dei
l lSB: nel qual’anno prefe la Croce FlmpcratorFcderico primo*
il Re Filippo di Francia, il Re Riccardo di Angli a, il ReiGugliel
mo di Sicilia, il Duca Ottone di Borgogna, laSignoria eli Vene-’
ria, di Genoua, di Fifa, li Fiandrefi, li patii, li Frifoni, & molti
altri Signori ; xòrciuefcotii, & Vefeoui, & Prelati della Chiéfiu &
fùttiquefii di commiib’accordo elèfe*a pérGapitaholiLMaiidlie
fe di Mónferrato Bonifacipb ilquale quei^aanno medefimo eba 1 h
borato dal figliuolo Tuo Corrado ima pei* alatine diffierentiedii
Principi ogni vno andauà da per Ih; onde il Marchefei don. parte
dclFcffer-
. 47
"dcft'cfferciro fuò, fchcmcrò Raglinolo daCo'fhfitinopoIl, hatrf-
do intefo che era Sciftna neirimperio predetto ; nell ifteflò mito
deH’dS. andò da Scria, & laide il figliuolo à Tiro , di egliJi^#3E-
rfeiìin Coftantiiièpòli vii ; ■ ' vii;, .e t *.«• larb
ff L’tìnno del 1189! tiìtei coagregorno Udore’ cffercitiy &pr^f a-
'raróiifi, che à primati-éradcl tegiient&anno imiiaifcnovvb * ' erta
Il Re Guglielma di Sicilia tfciriftePfoanno del pandò ri Ti1~
’pòli : pecche nel predetto anno il Re Saldino andò con vn eflcr-
cito grande : ma crollandola ben munita dal Re di Sicilia, & Tiro
dal Marchefe Corrado ,♦ andò nel Principato di Antiochia , & fn
fpatio di tre meli prefè 2 ^ j citta Sèi predetto* Rripei patos éà pòi
«con tutte teine forze andò in Amici thia J laqtiale godendola for-
tìsfima per forza' non potata far nulla ; con' doni, dihàfi^r^
fprdfénriq & con promisfione cOmippb i’ani'mockl Pattiarcikdh-
<juale gli diede la ckvd in mano fénza moleftia de’ Chrifiiàri/qilti
li andorno à Tripolinidonc, Rarutho, & Tira. 1
- Il Re Saladino hàuedo intefo la concordia delli Prcncipi Chri
ftiani j fi ri tirò in Damasco pei prOuoderc bene al càfe fiffcfd&djf
taiila fioccatane? à lui je gcnth>ònde#volfe ripòdir per maggio»
commodo dcll’effcrcito. . » ongoj*
- ;Effendottel 8p/veiùiti inHichifalèm fi Signori Ver'C'tràrsiiyGc
noucfi^& Pifani> cc)4id!^kiSignori jil Re Guìcio di Hierufa'lqnt
con loro andò ad affcdiarc la città di A con, oucr Ptolomaida i;&
hauendolaàCediata da vrfo ur.hò M circa ,1Ìcittadini oppresfi,&
Con l’aiuto del Re paladino iecèrO* 'vn.V gfòrnata molto-crudele 9
nella c]u$lcGiafrcdo Ltìfignàno fi diportò valdrefàmcntc, che
per cfìòli GRrifliani ftìitono vincitori ; però con mortalità gfató
dòdétnimico ; & de* Cltfi Ulani da duemila ; in fra* li quali ùrìòrf il]
Macftro del tempio ,'à?à4m'nòlàili : &;mciitrc‘ che ftirorfò adac-f
enti ;'iPRe Saladino dall’altra-parte munì la città d’ógni vittiia-
glia r & li Chriftiam erano molto afl'cdiati di vinci*: pertiche man
giauano ogni forte di cibi ,& cki’ne de eaUalli, & altri animali : *
onde gènero vua infirmiti grande, &c molti nc morniànoi infra li
qii ali morì la Regina Sibilla con quattro figliuoli, chéfe'cè con il
Re Guido.
il Marchefe (Dòh'àdo di-Monferrato vedendo Sibilla morite, &
lifigliùoli, perilchc il Rcgnoandaini di ragione 2 /fabclla ,'cuc.
pido
,= pido di regnar, & effendo ancjm innamorati infieme coni &1>£Ì*=
la ruaf|Tetta parcn.te; la rubjaò jdla£QnfentÌ£nt£, & la condufie à
Tiro&iuicpnCumP matrimonio; &.non guardò ne parente la>;n£
che fufie moglie dei Barone Madido, ilquaje etra anchora eflo i
Tiro * ma Le rWze.Tue éranomeno affai dei Maréhefe,*& pecche an
chola Regina Ifabellacofi voleua£ ìlP^ti^rjea.i&Aki^ignpjri hap
64
£Ìi dftfe • E'dtb ifojjnb di' armar Vnagnlera, de andar dal Sultana
del Cairo , di notificargli la morte del Re, & la miacoronationc,
ficome fi amo tenuti ; & non hò niffun più fidato di voi.
Il bartardodlegro drim il banco neirArciucTccuado di ar¬
mate la gàlea gii haùeua congregatola gente : ma il Conte-
{labile, & ìl-Vifconrc M. Hettor Chiuidcs,& M. Tri (lan de Zini-
ble^ qualifcbmmamentc pdiaiiano il baftardo; leuorno il banco:
é(f© móftraua di non Turarli di nulla : & ogni mattina ritornali
do dalla meda di Santa ;Soffia > andaua con il Tuo Vicario, di altri
dalla Regina à vietarla 5 & effà gli móftraua buona cera : di li Ca-
ttòljieri per imperlò jUccfòchcnonvadi tanto fpdfoncleaftd-
lo, lì congrcgorno tutti nella Corte di San Dominico, M. Carcc-
ràn Suar Conteftabilc, M« Bernardo Ruftet Armicaglio di Cipro
Nipote del Contoftabile, il Vi fronte, MvTriftanoZimblet, M.
T^iom4fòvPàtdq$} ilcpiàkera Marrano $ Mf. Tranci de Monte
Olif, di molti altri : & fatto il configliojconclufcro di non lafcu-
re più entrare nel cartello glihuomini del baftardo : ma folo lui ,
volendo, 11 giornoTegnente,{fecóndodVTanza fua, il baftardo
andò con la fuàgente vciToil Cartello ;; Ecco che gli vicn incott-
4rà M. Thomafo Bardò , & gli eommandò , che non meni feco la
Vagente nel Cartello : tiiafeéffò voTintrare , che entri folo s di
ciò dalla parte della Regina , & della Corte Regale. Il baftardo
adirato, & come difperato ritornò neirArciiiefcouado, & volfc
Tonar la campana arme, arme, accioche tutto il Clero latino di
-g^eoandafteno, di qui far qualche male : ma confcgliatoiì dalla
pru demia fua;:cliiarhò il fuó Vicario M. Sunar Siluani,&loman-
dAalla Regina con ogni humilità, &riuercntia à raccontargli il
fatto, & fc la fu?#nt£ntibneera tale, p^ifpofé la Regina : quello
che ha parfo alla mia Corte di far ; quello anchora a noi piace • 11
baftardo afpettaua hora in hora clic la Regina lo mandaffe a chia-
mar fecondo il folito ; talché era difperato, & mal confortato,fal¬
cio c|>c Tpeffo fi CQfifigliaua con Fra Guglielmo Guneme fuo in¬
tri n feco .
Eftendoiì a p prò sfittato il tempo dclli 40. giornj,dipoi la mor
«te del fuo padre ; tuttiIfCaiiaUicri, & nobiltà andorno nel Cartel
lo verfo la fera, di gondulfero la Regina nella Corte prdfo fama
CatHerinay di M.VgoTcJairibo; oue prima ftantiaua il fuo pa¬
dre,
dre, & al baflatdo non gl j diflfcro nulla :! yolcildo’c^'OflàL’la^ha
ucuano preparato il tutto. L'Arciuefoouo fi a.lkgraua penfoudó
che lui ^ corner capo della Chiefa rhaueriano a urlato. Il fabbato
di fera andò M. Paolo Zappe Sinifcalco di Cipro
mandarnento al ballardp: da parte della Regina, & di. tutta
te, che ho^.d^(fe;p.grsijt44 , n^^nebodi fi^oi
buomini ; & cominandòfpoijilÌM^.I.ttogo^n.^.t<,^tepr^paFe||(
le cofe per coronar la Regina in Santa Soffia. Ilbaftardp riebbe
per gran disfi mo difpetto :nondimeno rilpofo al Sinifealco. Si¬
gnor mio-caro, Reco , ohe io fon pronto a obedir’al tutto : de fo
gli piace;anthora > ipjdoinani me a andato fiiori della
ghe. ; ! ■ mi imo ■ ih >no£> rllòn m . . i ■ I
Fu coronata laRcginateoa giubili] ?£ allegrezza inefoimabik
del popuIq ; di condMC^^laì^^^l^p.^icje^ebcil caiialloded
la /Regina fi fpauentè,& k cafeò Incorona del capò in terra : foche
tutti notaron per pesfimo fogno *
Il bailardo fu tanto dclperato, ciré voleua far vendetta con tra
li fuoi inimici : onde erano con lui due Siciliani ,) Rfzonde Ma**
rin,& Nicolò Morabitò altri : &: ordì nomo di andar>na fora
alla Corte,&imrar’dentro, & ammazzarti Contciiabiléi &tutti
li Cauaìiicri co fi fu ordinato con molti fuoi: & quando fi par¬
tirono dairArciuefcouado,vno delli foci rcllò in cafg>& andò ad
auilàr’vn medico, & quello andò fubito alla corte : & perciò ef¬
fondo difeoperti, le genti deirArciucfcouo ritornomo tutti indie
tro : & quelli, che voleua ammazzar, furono quelli j IlContefta-
bile , & vn’altro Conteflabile Cathalano di Hi erufalenvM,Ber¬
nardo Ruffct, M. Antonio de Cres, M. Tri (lan de Zimbfot?, &;il
Vifconte AL HettorCjfouidef • Qucfoi erario li printipaji,che <ru
flodiuano la Regina,&Fra Helia erari configliatore dei bafìardo
di far ciò che egli a fatto. Vedetc quanti mali ne fognino per la
diuifione delli Baroni dei ^egno : Ecce come è verificatoijdetto
del no Uro Signore nell’Euangelio,; Omnc Regnimi in fo ipfura
diuifum, defolabitur, & ddtruetur. . . ' n\-t
La mattina il badardp chiamò il Vcfcoiio greco Nicolao, con
tutti li fuoi Greci Ecclefiaftici, & li ritenne neirArduefo^uado
con li fuoi Latini, & tutti ben’armatfo ^ p >:f s >/ .
LaRcginaSclaCortemaRdorno dui Baroni M. Pietro Peile-
• T ‘ ftri>
*>>
fin’, & M. Paolo Crocco, 8: il Canccfìierb Regio M. Nicolo Sa-
•làgha, a pigliare il Conflituto dcll’Araucfcouo : & quello f u al-
li 8. di Ottobre, nell’anno predetto del / 45 8.
Pigliato il Collii tute ; tutti inficine conchifero di nudare , &
pigliarlo ò uiuoy'G inorto : ma le genti tuttauia crc fceu^no rid¬
i’ Arci u efeo ifado, & erano 300. perfore ben armati, & tutti di-
fpoiti per morire per i’Arciuefcouo. Orde la Rcgina;& la Coi4-
te con figlia tali meglio ; mandò vna lettera al fuo fratello, che va¬
da atlanti di lei : altamente Io tenirà per traditore: &poi p re ferro
vn fuo feruitorc , 8: l’hanno interrogato che era la intcntione dei
.badando di fare ; rifpofe di fonare la campana ad arme, & congre
gari tutti li fuoi,-venire nella prcfenda della Regina . La Regina
mandò il Bailo de’ Venetiani M. Piero Ramon, M. Pietro Pele-
firin, M. Paolo Crocco ad accompagnarlo alianti di lei: & venu¬
to con tutti i fuoi ; dall’altra parte fu commeflo a vn Baron M.Iu-
lian, che con molta gente andaife neli’Arciucfcouado, & lo de-
predaffe . Li feriiidori vedendo tanta gente ; fuggirono tutti, 8c
fu depredato tutto l’An iiiefcòuado : & fecero quello errore, che
li lafciorno li caualli nella Ralla. La Regina,& la Corte hauendo
ragionato Còh il baflardo, gli commadorno à pena della vita,che
non fi partile dall’Arciuelcouado, fenza altro auifo. Tornato
nell’Arciuefcoiiado j lo trono tutto depredato,& tutti li feruitoH
fuggirono : quali poi faputala fu a venuta, tutti ritornorno : &
dalle cafe loro li portauano chi vna cofa,& chi vn’altra: 8: e fio ma
giaua, beucua, & folazaua, & dimoflraua di non curarfi : però
-non vici mai fuori deU’Arciuéfcotiado.
Partati 4 . giorni diede ordire in fecreto la Corte di andare à pi
gliarlò ò viuo,ò morto : ma M. Balisn Frafengi andò ad ani far’il
baflardo, & quello mandò vn fuo feruitore nel Cafal’Anglangia
ad afpettarlo. VnTcruitor fuo intanto andò alla Corte, & l’aui-
sò co(nc la medefima notte fi volcua fuggire : & li Cauailieri tut¬
ti fi congregati anò Con arme. Il baflardo à due bore di notte vfei
d a U ’ Àr c i 1 ; e ft èli a d o con Fra Elia Guncmen di fanto Agofiino, co
Zià de virtù, con Giorgio Bullrone, eco il fiioZio, con Rizon di
Marin , coìti Nicolò Morabito, & fcalorno le mura di ArtùeR!^,&
andotno al Cadde, & ritrouò il cauallo, & andò à Salines : 6c gli
altri andorno à piedi, & trouorno vna caraudla d: M.Pietro Gei
iimberto,& andórno dal Sultano nel Cairo.
La Corte andò alle tre hore di notte nell’Areiuefeouado , & ló
trouorno voto. & fé mezahorettahauelfero affrettato; rhaueria-
no tremato. Indi à qualche giorno vennero da Soria in Cipro al¬
cuni nauilii, quali dijfero haucre veduto nel Cairo il baftardo ; il
quale trattaua con il Soldano^, & di Ara ira, di Iutiere il Regno di
Cipro : onde la predetta nona fù molto tosfico à tutti, & particu-
iarmcnte ad alcuni nobili, quali non potcuàno non folo vederlo,
ma ancho nominarlo: & cominciorno à prepararli alla guerra, de
fortificare Ccrines. Dipoi giunfero in Cipro alcuni Mercatanti
Ciprioti venuti dal Cairo ; iquali affìrmauano il tuttoianzi di piu,
che haueua effo allegato al Soldano, come elfo era figliuolo vero
4d Re Giouanni, & Ji Nobili di Ci prò non lo vpléuano , ma più
tofto la fua forella femina & inhabilc ; per quefto il Soldano, il-
quale appreffo di loro non (limano legittimo ò naturale, ma baffi
che bavero figliuolo ; quali determinò di farlo gridare nel Cairo
per Re di Cipro : ma vn fuo Amira (tanto voi dir’Amira, quanto
appreffo affi Turchi Ralcià: & quefto A mira era Ciprioto nobile
di Cafa di FI a tri) impedi, che non fu dechiarato,
La Corte con la Regina tutti fpauentati, volfero mandare vno
Ambafciatore dal Soldano ; ma hiron ritenuti per làper meglio la
verità : perche li pareua cofa difficile,cheil Soldano facèffe vii fi-*
mirecceffo, fenza effer’informato.
L’anno 1459. vennero gli Ambafciatori,che mandò il ReGio
uanni in 5auoia,& conduffe il Conte A linfe figliuolo del Duca di
Sauoia : & andorno all’incontro fuo piccoli .& grandi, nobili, &
cittadini > con vna allegrezza mirabile; dicendo ; hora le cofcno-
ftre fi quieteranno : & conduffe molti nobili Sa no ini con elfo lui:
de poi conduffero Aluife in fanta Soffia>& io maridorno con la
gina Carlotta fua Confobrina, Se poi l’hanno coronato fubito de*
tre titoli, Cipro, Hierufalem, & Armenia .
Il Eg Aluife fubito ordinò alcuni fuoi fidati pAmbafdatori M.
Runtas, & AL Riome Tolonas, con molti prefenti pretiofi , de li
prefentorno al Cairo al Soldano : & facendo la lor’Ambafciaria.;
il Soldano con allegra facciali mandò nelli Tuoi alloggiamenti ;
Ma perche il Signor* Iddio voletia caftigareli Ciprioti ; li Am*
feafciatori, quali quali haueuano ottenuto ogni cofa, mórfero di
pelle,
. -
66
pertiche all'hora era nei Cairo : & co/i le cofeandorno in fumo.
£t della compagnia del baftardo mori M. Giouanni de Ver mi3&
altri due.
Frate Elia, vedendo come fono morti gli Ambafciato rijattai fi
rallegrò con dire : fpero che noi faremo ciò che volcmo con epte
fti Amira ; percioche alianti,che la nuoua vadi in Cipro , de che
tornino de gli altri ; noi faremo efpediti ; & perciò non bifogna
dormire : ma andare fpetto à corteggiare li Amira.
Il baftardo allhora mal’apena era entratonelii anni 20: ilqualc
era bello, de proportionato di Corpo, che pareua vn Gigante, de
forte di braccia : pertiche il Soldano , de li Amira pighauano pia¬
cer di vederlo,&maslime à catiallo, che.pareua-neliicaualli ter¬
ribili di quelli ÀmÌFa, che fufle come vnacolonna immobile: &
perciò tutti li pfcfqro amore .
La Corte Rcgal con il Re Aluife hauendo intefo la nuoua delli
fuoiÀmbafciaturi eflene morti; fi fpauentorno della difgratia:
onde di nuouo conchifero di mandare vn’altro con più prefenti.
Se dargli anchorail tributo ; Se mandorno per Ambafciatori M.
Pietro Podochataro con alcuni nobili Sauoini, & Cauallieri /(ho
dioti : iquali giorni che furono ; gli prefentorno il Tributo, de li
prefenti;& poi tornò nelii fuoi alloggiamenti : & mandorno an¬
cora àprefciuare all i Amira; talché di nuouo riduce il Soldano
&li Amira di fare Aluife Re come legitimo herede, fecondo il
confitèto, & le Asfife di Hierufalem. Coli mandorno à far le ve-
fti, fecondo il coftume di està Sarraceni : vna al Re Aluife,& l'al¬
tra alla Regina Carlotta : de la mattina il Soldano volfe efpedire
- . ,
1 Ambafciatore Il baftardo tutto confuso de difperato non fèp
pe che fare : onde Fra Elia li diceiia ; Non habbiate timore : /pc--
r-ate nel Signore,che vi aiuterà : Et coli il Frate tutta quella notte
andò hora daqucfto Amira, hora all’altro, iquali promifero, che
quando il Soldano vorrà dar la vette ; noi la pigliarono dalle ma¬
ni fue, & la ttracciaremo : de quella eh’è ordinata di mandarm Cr
prò ; la daremo à Iàcobo. Tutto quello faceua con gran feuòre'
il Fra Guglielmo : perche il baftardo gli promettere etto era Re,
di dargli a->lui l’Arciue/couado di Cipro.
La wiattinàT Ambafciatore del Re Aluife comparfe alianti al
Soldano ; &ccco, che è venuta al Soldano vna lettera, collie nar-
& R 2
xa Papa Pio Secondo, dal g;:an.Tu tei>f$(fifa quale cCèxtaua,& pre
gana, che doùefle CQlì'firmwGia'oo^ifj^lKe di Cipro, *&'no&
Alili fé : & che doucfTc ricordare quanti mali hanno patito* j&la
Turchia, oc 1*Egitto dalia gente Franeiofa c!& fé Fhaueria colili r-
inato Al nife;.che in h.reue faria fattogli guerra : ma/conf ruvido
Giacomo, ihquahSiper madrepm^htóito-in.
iati a cqntra dirmi? cjQìne :que]Calmo.r ilqmkrèhiàégcu (paréaricH
PrlncipiChriftiama&olU&e flretti * & .m^tiiikrifimgipnAtne.nUi
.pe r. li qu ali iI £qldltmx era per avocane e i ò cheipromi fcal’Aitiba-
iciatorc . Intanto lFAmirai ce li Alaiuaiuckltuttiinhem^profo*
ro la velie dcU-A.mbafcia.tpre. di Gipri>r& Kbanno Scacciata .* &
p re fero la vcftedc! Re Aliiife, & del] a Regina Cario ttaf& le. die»
icro à Q incorno z^inaimi ^naquofidipido^me^itw GifaéfìtP®
Xufignano Re di Cipro : & poi lo cp®ibt®^gìPJ^itadàj|*iàiè'gr^
dando. & fkcndofèfth ; f oliti! h H. « •„ ! , ;•* or. Dtj £
lì Re Giacòmo boflardo^ffirdl;^e trraitnctft;pre&ntà di in nò
uo dal S ddanoì:ilqjLial.feiOCrniirouare li kiiangtlii $ Se fece diedi
Re Giacom o gl i g ; u ■ a Te fidetó di effg rgh ih di tcsi& amicò fi de lei
4x effer amico d e gli amiki iddCS^Jdànò.-i ocini^iedde gli nkméi
dei Sol de no ; & .mohealdk^»|&3^of^^i^PfiÌ!tiRlé.Ci)pfii'patfi
Copra lf fard Euangeh’T? »nsett^ndo: hf nia&%>Ri ft/pra ♦.Abbona-ij
$o!dan*$U;p r e fc n tò il Am v afe idtd re d i\C ?f#o M o Bistro Rpiloiadi
taro,& li Sauoini, éeCaini!ieri di- RhoduhRe Giq£òmò :■■& Affo
Rcppi dichiarò FraJEHa Arciucleono dì Cipri?*&
tadalli Cafali .&;Decime,^3c iTce^cheoVl iTerto Podocatam^cok
me n oh ile di € ip r o feeflk GauaH.kfi r^Qondo Fy fanzadel R$gxwt
rifu >i Jfoiomini^ che /eco erano i òepobii Ridite Jhhéolp>Màriifetì
tp Siciliano Yifeonte di Nkpha, ;&lCn£on de Mari?Aic-ilié&sjr
Marizal di C>pxo;& al MOrahitp-, glidiiede il Cafai -Niffucon:lk
Puoi Praftio ; & à Rinzon Hcnagra con le file pertinenti e. ,
fveì {460. nel mefe di Settembre compariil’ArrfiatadetSol-:
danOjCpn moke galere,& nambil^eop il JYidtfiieòn Amira,
che fono nomi di Capitani di SiafrairinÀMa* Èsitiehi/&. GhaF
filli* Se, altri Sarrató.ni, & dihnontorno al còp.o della Grca; Se il .Re:
Giacomo detto dalli greci il Re Zacco mandò il Rtj^o ;de iMarim
alla AJelfa ria à conduca Salines'gente&rbvioi p c r'Rond tir e Ffc
teglieria : A poi l’armata andò iSalines per megligrt-iiòJiimnditi5'
- “ . 67
di ckfmòntar : & difincntatì : Molti nobili Tuoi adhcrcntfàndotf-
'no à Saliiiés à Cargni rilicl*critià, & mólti villani,ifcciGchtfnon'fuf-
fero moleftati. Liberò il Re Giacomo molti Parici per captar be
ninolcntia : dipoi mandò Marchion Tuo zio fratello-delia fu a ma¬
dre con molta gente per pigliare il cartellò dc’ Siguri1! nel quale
era Gapitaireo' del Re AluiTéM. Tbomafo Mungiés, & da i ^ . Sa-
Anfini, & altri Sfidati ;• & Mae Uri;; i quali' nó'fr *dl ieroblpctftafe mi
"éìAftellò*: ma vfeirono fuori all'incóntro di' Màrchio-n, &glido-
'nlandorn-o perdonali 2a : onde il pouero CapitaiYe<yfi refe à patti,
«falci-indo le perfónc,<& le facilita, & cefi fu fatto . Aprì alihora il
cartellò, & il Zio del Re Giacomo prefe tutti li Sàuoini, & li mi-
fe in pregiane, Se fece Capi tane o di figuri M. Pietro da Pefaro
Veni iano : ilquale era molto amico del RéGfabdmó: Acquando
'-^lic’il Roan’do'^1 Cabo, la Corte' Regale 4'oHnifè in pregiobe à
-Celine s ì'-óè elle r. do-fuggito ;andòalCaitO pOUfitf oliare il Re;&
cofi Fiora fìt fitto Gap!tacco dì* Siguri. " — - 1- ' \
- >11- K e Àluifc bauendoregnato in Nicoli a circa vnbnno eC-
fèndo liuomb-dctiót3,& ffeddódi guerra; lenza-far’aitro andò da
NieO&a, perche non era forte, à Cetices con la Regina, &: con la
lìia^iob'pafU'-dd’nobili; sbaditi atótl tindàuàno per li monti, &
Cafeli : & altri andàtiainO dal Re Giacomo, tdim’ar.dando-petdo-
•ftèf &• \ìgìur&iòrtò'fidiltaG c:r - ’ - •• l r. n :S . ; ■
Il Re Giacomo fi parti da Salincs, & fi in ilio verfo Nicofa, &
riandò Fra Elia per antiguardia in Nicona,a veder,cbe cofafite-
feano,cc li diede ino Iti Ma m a 1 uè h i , ce molli Serraci ni j & glicom-
iniandò,'fèdi1-V irtentc-di Nicoiià era nella citta, ciré tcrrcrté via &
tnodódi pìglitirlo:H VI (toc te- M. HertorChiuidek teméndojfem
rtaifkin erdmé-: quando Tenti dir e he -veni nano in Niéófia'li
èdrradni;-vrtrfuoriOOn ó.-perfeney &cèfe-ilMatafibò'} èi Giór-
gin Ghaikn,& vfì dalla porta di Tracccna, & andò a Ccrmés.Le
genti di Fri 1 ita corfero dietro alle genti che fuggiuan6,& prc fe
lovpUeró ammazzar, nfar.d > dieft.deil Vi-
fconte : dipo’ pud nar do!i; lo rimeCéno nelFoff do ,Acpubii-
COVno ìLviora&O Vmonte di Nicòfiù;
- ; Orba il fine dd mefe di' Settembfiò il Re Giacómo coti li Sai :
Ricini ali domo ì Nicoli a : & il Re Ostro dentro delia Citta dii
Sarracid andoriidfuori a San Demetrio, & riputiti tre giorni, fi
d‘: ‘ l e uomo
lcuorno per andare a combatter Cerines: 8erid Cafal Monadi tro
«orno le ftradc rotte, Se genti che le rompeuano , quali mandò il
Re Aluife; accioche non potettero condure le artiglierie. Li Sar-
racini giunti all’improuitta ; aggiunfero tre di quelli, che fuggù-
uano, Se li ammazzorno : Se Libito acconciate le ftrade ; andornp
ai Calai P.iffani il gran Tettar, cioè il Capitane© generai, Se li al¬
tri Amira ; Se aU’vltimo del mefe andò anchora il Re Giacomo,^
conduceua Tempre li pregioni fcco con li ferri, Se Fra Chriftofor
ro Cauallier di Rhodr: ilquale fù mandato dal Re Aluiie al Tei-
tar della Armata, quando giunfe in Cipro con, prefenti di buoi,
pecore, Scaltri: Se il Tettar prefe li prefenti,&il Cauallier lo die
de al Re Giacomo, & elio lo mife netti ferri, con M. Pietro Podo
tataro, & altri Sauoini. . :u • - ;
li Re Giacomo mandò M# Iacobo Salutati * & M. Nicolò de
„Cres,Sc M. Aflar Ghus, Se v n Mamaluco , à pigliar con le buone
il Gattello di Patto ; nelquale era Capitane© M. Iacobp Mughes;
Se haucndoli ragionato la intentione del Re Giacomo ; rifpofe il
Capitaneo; Fatte llcurole perfone,& le facoltà , clic faròquanto
vorrete ; Se cofi li fecero; Se etto aprì le porterei cattcllo,& fece"»
ro al Capitaneo giur ar fi dei tà al Re Giacomo : Se giurando lui, &
li fuoi h uomini ; lo confìrmorno,come di prima Capitaneo. Co fi
fecero anchora à Limifsò. Andorno poi al Crufocco, Se fualiforP
no il Monafterio di Iaglia,Se poi andorno Appellendria,Se ritro-
uornoil Sattenì ; ilquale haueua fama dì etterricchisfimo. Scio
prefero, Se gli dettero mpfii martini];.onde gli diede vn pitharo
pieno di grofsi, clfera certa moneta menòr del Mocenieo:& quel
pitharo tencua da 4. fornirle di vino : Se prefero li predetti dana*
ri, li fpartirnopermezo, Senonportornoal Renelle j5Emilia CoT
Iamente : Se andorno anchora per Flfola facendo mille danni alla
gente.
il Re Giacomo, perche non haueua dinari, fece disfarei ba¬
gni di tutta ITfola, quanti erano aliai,Se diqucllecaldare fece dei
li dinari Se grosfi, Se bifanti.
Quelli, che andauano intorno alflfola depredando jandorno
al Ciiiitano di Pcntaia,Se li tolfero da duemila ducati; Se il Ciiii-
tano era M. Giouanni de Mila. Andorno alla vigna del Cai ri,
Seglitolfero 15. catte di zuccaro. Andorno àChrufida, Sepre-.
m- fcro
^. . 63
fero a M. Ella d’Acrc due mila ducati , & fecero altri danni affai.
Il Re Al nife fece Capitano de Cerine* M. Sor de Naucs : il-
qual doueffe ordinare ic cofe, & le géti da combatterci fece Ca
ìfeilano Fra Elia con gli altri Campieri di Rhodi. Poi mandor-
no fuori per Ambafciatore al gran Teitar’vn Fra Nicolò Vefcouo
Latino di Limifsò : ilquaTandò al padiglione del Capitaneo Ge¬
nerale, che fedeain terra fbpra il tapeto, di il Vcfcouo ingenoc-
chiatofi auanti, di poi al Re Giacomo diede li prefenti,& poi pre
fe iicentia di fare la fua ambafeiata . Cofì dopo le debite riueren
rie di circonilantie, le dille, 5Ìgnor’Amira & gran Teitar’, il no-
ftro Re Aluife dice, che dopoi che de iure gli toccaua il Regno,
'fecondo le Asfife, & coltami dell’lfola; coli egli fece : nondime¬
no per compiacerai gran Soldano al baftardó Ìlio cognato & Con
Tobrino, Ói di mandarli la predetta armata ; eflo Re Aluife non era
in Cipro, quando che gli Canallieri 1 i faccuano difpiaccre de To~
diauano : per liquali effoandò dai Soldano. Hora ch'egli è nel
poffeffo, gouemani, di reggerà, di metterà ogni felèo, di tutte le
fpefe, che fono fatte del Tarmata; tutte li obliga di refarli,pur che
le laicinonel poiìdfoideò, quefto fuo cognato di confobrinoli
voi ritornare T Arciuefcouado : ilquaie ila d’intrata i y. mila du¬
cati : & fe non vol’efler’ Ecclefiafticoj-ii Re Aluife lo farà Prenci
pe di Gallilea, & gli darà tanta entrata, che fàrà contcnto . Il Ca-
pitaneo rifpofe ; Andate, di dite al voftro /^e, che hò intefo ogni
cofa : ma è dibifogno, chela volontà del mio Soldano fiaadem¬
pita : Et cofì ritornò il Vefcoiio, di referi il tutto. Et tuttauia
quelli di fuori tirauano Tartegli-erie ; & eglino di dentro fi difen-
ìàeuano yaloròfamente. Pafìati alcuni giorni; fu portata vna let¬
tera al gran Teitar dal Capitane» délT-annata come era venuto lo
iniierno, di fhaueuà affai tato vna fortuna, per laquale s’era rotta
vna galera, di alcuni nauiiii : & perciò in quella lettera gli faceua
proteffo, com'egli in breuc faria partito fuori del pericolo; on¬
de il Teitar leuò il campo da Ccrines, dipoi cheThanno combat¬
tuta aliai giorni; & abbruciarono i ìor’alloggiamenti, di fe inuior
n o verfo Ni co fì a.
Il Re Aluife Vedendo queftanouità, pensò effer qualche /Ira-
tagema ; & perciò non ofaua di lafciare niffuno vfeir fuori da Ce¬
rine* ; ma effendo fuggiti alcuni Carnicini dal campo ; andorno a
•4 Cerine**
Ccrircs, & difero il fatto: periUhe vfcirno di Ccrines molti, &
■prefero àflai'vittuaric .
Il granTeit-arripofato à san Dimitri fuori di Nicofa alcuni
■giorni;ceco, il Re Giacomo con lacrime & pianti gcttamdoR pili
(piedi del Captane© & altri A mira, che di.gratia non I9 vo.glianp
abàndonarc : & hauendo alterato vja pezzo, non fu mai ordine ,
che rdlaife. Cojì andorno à Salines all!Armata.
Il Re Giacomo mandò li pregioni che elio haueua al Cartello
di Siglari > 81 poi in Nicofia con ciucile fu e genti fece consìglio co
piati & fufpirijche li debbano còfigliar di iare.Rifpofc fra I.ha;&
glidiflè;Nó vi fpaue-ta;e;nulla: bò ipeiàzangl Sig, che altroRe no
Darà in.Cipro ,;che VolitaSignoria : però fatteci mìo coniglio,
& andate adeffp alianti che l’armata lì parte, & pregateli epa le
lacrime che vi Infoiano vn’Amira con alcuni Mamaluchi. & Sarra-
cini: & cofi fi partì,&andò à Salines,& di nucuo fi gittò arti piedi
del gran Teitar, & altri Amira : ilqmlc moflb à pietà; li diedi vnp
Amira, GiouanniPec,& lo fece Gap ita neo, & li diede Marna-
lue hi , Galfufi, & altri Sarracini ; & ibreilo de il*Armata andò al
Cairo. •
Il Re Gì; corno con li predetti andò al Galle Ilo de Siguri, & di
r.uouo cauò li p re fon ieri, Se li ccndurtcr o ficco in Ni co li a : & po¬
lli in pregiane ; li Mamaluchi con li Amira furono fparif per le ca
le, & il Capitanca andò al cartello, & il Re alla Corte ; & era al-
Ihora il mefe di Nouembre : & ripofati alcuni giorni; andorno ad
aflediare Cerines di nono ^
Il Re A!nife vedendo lVfifcrcito di fuori di Ccrines,&esficr^L
noaflediati; mandornofuori fil .Yifeqnte M, Hcttor Chiipides 4
veder di poter ritrouare alcuna cofa da rinfrefcarfi ; &, vfee do fup
ri, erano afeofi alcuni in certi pasrt, che l’afpettauano.Perche fcp
pero quando haueua da vfeire, &. lo prefero, & gli tagliarono il
capo, & lo condulfero nel ponte della piazza de fono di Nicofia r
& l’hanno impefo: &; prefero vn’altro villano liSarracini, & la
pretella di vn Cafale quiui vicino con dui figliuoli; qiialiammaz-*
zorno; & li figliuoli fecero Mamaluchi.
Circa il mefe di Febraio 146 .,-ilrvc Aluife andò con la Regi¬
na Callotta a Riiodi, & con molti nobili; Infoiando à Ccrines Sor
de Naues Capitaneo.da Sicilia;& da Rhodi hanno mandato à Ce¬
rio cs
" ’ ' .. 69
rines rinfrefcàmcnti : & poi il Re & la Regina imrorno in vna gai
lena, Sevennero in Italia : & il Ré andò in Sauoia,& lafsò in aban^
dono ogni cofa : & la Regina andò a Mantoa, & ritrouò Papa Pio
Secondo & lo pregò che douclfe pregare li Principi Chrittiani,&
masfime il Duca di Sauoia, che la debbano aiutare; & esfi tutti
fecero orecchie di merendanti: onde il fommo Pontefice per pie
tà ; gli diede vittuarie & monitionc in Ancona con vna Natie, &
iiìtrò là Regina in quella, & andò a Cerines , & vide li Ccrinioti
attenuati del tutto. ' i-
JI Ri{ Giacomo non folamente haueuaralfedio in Cerines, ma
anchorainFamagofta, qualetcneuarfbliG'eiioticfi: òccitando li
Famagoftani alta diati, vicinano dal porto con le galere,& andaua
no a bufeare alcuna cofa : & citando capitata vna galera di esfi rot
tk à Carpalfo; il Bai lo di Carpalìo & Fra Elia mandato dal Re Già
dòmo ; lì attaccamo con li Gencucfi, ft^ammazzorno affai,& ài
tri in pregiore . DaFamagotta vfeirono de altri a cauallo; & an‘-
dauano per li Cafali depredando : & clfendo auifato il Re Giaco¬
mo ; pretto vi corfc, & gli ruppe, &r molti re préfc,& altri am¬
mazzati. Da Cerine* vfcì vna galera, laqualc volcua andare a
Rhodi, & la fortuna la ruppe nel Cafal Pendaia : & il Ciuitano di
Per.daia prefe da quella galera M. Gualtier de Norcs, & dui Tuoi
figliuoli:, & M ThomafoGarrcri, & li condulfcro à fan Deme-
tri : onde il Capitanco Giouanni Pcc àrdo poi à quel Cafale per
tagliare à pezzi fuori dclli figliuoli di M. Gualticr .dc Norcs ba¬
rone , quali volcua farli Sarracini ; fubito l’Arciuefcouo Fra Elia
pregò il Re Giacomo, che li douelfe perdonare, 6: coli li perdo¬
nò : & ccnduttoli in Nicefia nel ponte della berlina, gli mefìror
no il capo del Vifccnte Cbiuidcs , & li difiero ; Ecco il capo de!
voftro .Vita-onte : & eslì vedendolo, prefero grardisfimo rama-
rico :& poi li pofeno nelle pregioni, & poi li canoino fuori, & lt
condufiero alianti al Re Giacomo per giurarli fedeltà; & esfi mai
non vollero : & clfendo conttrctti ; rifpofero, Noi,Signor, come
Chriftiani vna fola tede hnuemo, & quella 1 habbiamo data alla
vottra fioretta, comelegitimaherede del Regno, de al fuo marito;
perciò non postiamo giurare : onde il Re Giacomo li lcuò li Ca-
fiali, & «feudi Tuoi : dipoi per compasfionc li die de alcuna cofa da
poter viucrc • In quelli giorni due galere fiiccefsiuamcntc cor-
fero à Carpaflb , di Genouefi, & per la fua mala forte furono rot¬
te dalla fortuna, & il Bailo di Carpaffo prefe tutti, & li mandò al
Re Giacomo fuori ail’effercito, che affediaua Famagofta: & dalla
Soria non mancauano genti in fauore del Re baftardo .
Il Re Giacomo al Cafal Trapefa fece fare fcaie & altri inftru-
inenti , & vna notte andorno à Famagofta lì :appreffo dalFArfie-
naie, & meffero le fcaie, & furono corte, & ritrouorno un bufo lì
appreso al Pirgo, di con li martelli cominciauano à slargarlo: ma
li-Famagoftani li cacciorno fuori prefto : di effendo fatto giorno;
hanno depredato di abbruggiato tutte le \ igne loro.
Andò poi il Re con il Vifcontc fuo Morabito nell’altro effer-
cito, che affediaua Cerines>,&il Morabito poco accorto andò lì
preffo allefoffe di Cerines : onde furono alcuni di Cerines nafeor
fti, & faltorno fuori, & prefero la briglia del cauallo, et vno di
quelli alzò la fpada per tagliare il capo del Vifeonte, et il cauallo
fuo fi fpauetòjCt ruppe la briglia, et il Vifcorte fi fuggì ; dal Re
andò poi à Nicolìa: Et per quello atto donò tre praftio al Mora¬
bito Viffchi, Cugali, Adcchi,et due vigne, et lo fece Marizaldi
Cipro, et io maritò con la figliuola di M. Almfe di Nores ; quale
viffe pochi giorni, et morì.
Nel niefe di Maggio à Salines comparfero le galere di Sor de
Naues per Rare al feruitio del Re Giacomo,come li mandò à dir:
et fubito il Re , et il Capitaneo de’ Sarracini li hanno ragionato
à Salines , et poi gli diedero vittuarie, danari, et lettere, che va-
di à Tripoli, et altri luoghi della Soria, che conduca Sarracini, et
Mamaluchi, et arteglierie : et il Re èón il redo andorno à Fama¬
gofta . 11 Re li mife da vna parte,et li Sarracini dall’altra • In que*
giorni comparfero da Gcnoua le galere di M. Lionardo Grima-
ni, et portò à Famagofta ogni fbccorfo ,* et portò anchora vn Ca*
pitaneo M. Babila Gentil,et vna Fufta di M. Imperiai Gentil, et
vna naue con vna compagnia di Candiotti.
Le galere di Sordes naues vennero di Soria in Cipro, cardie di
archi,Frezze,vna botte di poluere,due pezzi di artegliarie,di Ma-
maluchi, et Sarracini affai;et fece vn tradimento al Re Giacomo^
fecondo che li voleua condure a Salines ; lui andò al porto di Fa¬
magofta , et le arteglierie le donò alli Gcnouefi,et le altre cofe le
conduffe à Cerines ; onde il Re Giacomo vedendo quefto tradi¬
mento;
7°
mento ; leuò l’affedio da Famagofta*
t I la Regina Carlotta tornata d’Italia, andò prima à Rhodiei*
Cipro -, Se difmontò d PafFo. Allhora il Capitaneo di PafFo era il
Miftachei, ilquale ftaua a nome del Re Giacomo: ma quando vi¬
de il Mi Rachel la Regina Carlotta ; fubito gli refe le chinili del Ca
Hello ; & la Regina ttìife per Capitano M. Pietro Palo! & poi mi-
fe il Muges : & paflati alcuni giorni ; la Regina andaua cofteggian
d© la Contrada di PafFo, & tutti que* Cafali faceuano vn'allegrez-
za grande. & poi andò à Ccrines, & mandò Sor de Naucs con le
fue galere d PafFo, & mife Capitaneo il fuo fratello Pietro di Na-
ues : & ritornando Sor de Naues ; pafsò da Pentaia, & quiui era
Ciuitano Dimitri da Corron,& fi attaccorno infìeme, & morfero
genti da ogni parte /
Il Re Giacomo intefo, che il Miftachei era cauato dal Capita-
neato di PafFo, & fii pofto vltimamente Pietro de Naues al nome
della Regina Carlotta ,* fubito mandò Dimitri da Corron per Ca¬
pitaneo di PafFo : ilquale haueua gente affai : & Pietro de Naues
vfcitia fuori fpeffo dalli Cartelli, & combatteuano con Dimitri.
In quelli giorni fi ritrouatiaM.Giouanni Miftachei d PafFo,& tan
to fece con Pietro de Naucs, che refe li Cartelli al Re Giacomo :
Se il Miftachei al nome del Reprometteua cofe grande : & M.
Zacco Salaga fubito portò a Nicofia le predette nuotie: onde it
Re hebbe allegrezza grande, Se donò al Salaga li Cafali di M.Alef
.fandro Capadocca; Se a Pietro de Naucs gii diede vna entrada
grande.
Tutto quefto fopradetto occorfe per tutto il 1461.Se molte al¬
tre nouità furono corfe d Ccrines Se d Famagofta. 11 Re Giacomo
molti, quali erano da niente li ha effaltati, donandoli cafali &fcu
di, come a-M. Giouanni Pcres Fabrici, ilquale lo fece dipoian-
chora Conte di Zaffo ,• Se Mudo Conftantio con cafali Se feudi Mai
rizal di Cipro, Se altri : Se ciò faceua per quelli, che faiioriuano
Carlotta, Se non cfFo : 3c]j priuaua delli feudi, Se li daua a chi gli
piaceua.
La Regina Carlotta mandò Ambafciator à Coftandnopoli nel
1462.M. Florin Conte di Zaffò : ilquaPgiunto, fu meftfo in pre-
gionc : perche la fu a moglie era forella della moglie di vn di quel
li Bafcià, ilquale più volte fcrifi'e al Conte, che mandafte la mo-
•* ■ : 7 'S/ 1 .
g}ic & li figliuoli à-Oo.fi antinopóJG ; & il Conte non hà vplfùto
mai : onde adirato il Bafcia vedendolo j lo mife in pregione, 6c
poi lo fece fcgarc permesso, & mori •
11 I^c Giacomo pcjrpridetto .anno; reftrinfe Cerines molto:, tal
clic noprl^u cu ano altro damiangiar^ che cani, gattiforzi, & ca-
ualji. I) ■: 3 - • d iin a : . ■ : ;
La Regina Girl otta difperata dei,tutt.o>lafciò Sor dcNaues Gè ’
pi ranco a Cerines, & ella andò a Rhodipcr Veder dal gran Mae-
firo di condili*’ alcuna vittouaglia per Cerines.
11 Re Giacomo hall ci: do intetto il gran bi fogno, che patiuano
a Cerines & vedendo non clfcr ordme per forza di haùerk;fcrif
le al Capitaneo a Sor de Naues con molte proferte & grande, co¬
llie fece al Riofratello Rieftg(dé Nauès, che diede li,Caccili di
Ikfto^anzi.aqircftQgliprometteua di dargli'laiiia'hgliudla'baftar.,
da per moglie ; lacuale baticua il nome delja Regina Carlotta. Il
Capitaneo ucderido le gran proferte.de il partito , & ettendoan-
guièiatojli diede Cerines al Re Giacomo: di coli hebbe Ccri-
ncs , dipoi che fil attediata dui anni. 11 Re Giacomo liaunta Ce-
rircs,mifc tutto Io sformo fuo per hauer’anchora Famagofta : on¬
de li famagoftani patinano grandemente ogni difagio, & uenne-
rp a tanto, clic promifeno al Re Giacomo > che fe in tanti giorni
non uerrà fotcorfo da Fama gol Li; che furiano dati alle mani fu e:
& circa li giorni prefisfi cqmparfe vna nane da Genoua carga d’o-
gni vittuaria: ma non haueua tempo di entrare nel porto: onde
il Re Giacomo con Iq fue galee prette la nane ♦ Perikhe,ycdendofi
ILFamagoftani derelitti del tutto ; li arrefero à patti; fra le altri
eondittioni, fiVqueffà^cbe li dquette reggere fecondo li rtatutL
di Gcnoueiì ; de cotti il Rcgli promifè, talché nel 14.64. il Re en¬
trò in Famagofta,, dipoi cheftìattediata anni.
11 Re Giacomo mife Capitaneo del Camello diFamagofta, il
Cunei!a, &. collimandogli,che à nittiino £he andafle di notte al ca*
ftello, non douette aprirlo, tte bene ttutte egli in propria perttona.
Il Capitane© Giouanni pedi di Sarracini pensò di farii Signor
di Fa mago Ila, & ammazzare il Re Giacomo, & far.fi effp Re: on¬
de andò vna notte con molti fuoi al cartello di Famagorta,& com
mandò, che li do uè fiero aprire le porte del cartello : ma il Capi-<
taneoii feufaua fopra del Re con dirgli > che cotti gli haueua com-
man-
iino^na'Jitb ioti* Ut ; orr Ko\ì* * dì rruit
jkt.nn. yi
J<^ritoriVó(rti<^ ì Sarricliii > & la mattina andorno da!
fé\ IhWcrftfijbdifi :■& ilRd ton.buòfte paròle li mandò via,& csfi
erano molto fdegrvatif onde ftccòittm il Re, che volcuano fargli
trirdiVrieVitó jòeTfò di vfarlià loro vn’altrà :
©frdòllibitè-^ÒmFfiahdò^ che IfSarracihi1 badino alla Mèiìaridper
còfrimbdl&terih ed7FàmagoIla qtièfli, che e(fo Voleua, quali
trarlo ftfòl-àmrei : 8cp'oNairaltra;parte conùocò tutti li Franéo-
matùddlWòIa, &tuctHf Sòldati ; & ^n giorno alFi mp rotti ftaàf-.
&lì esfi Sarracini tutti li tagliò1 a pezzi, fuor che quelli di Fa-,
mdgofta : alli quali il Re moftraua di non Papere nulla di quello,'
& e(feFfatto contra ogni fila volontà,ciò che fu fatto. ;Vi
fti li Soldàttodéb Cairo hauendo fapttto la mortalità grande de*
fifoiffettà'in (Spr^^éra' quafi difantafiè, Si gia propofe di man¬
dare gVaride & difcacciare y& crudelmente fare mo->
Fife ilRèylSi’tutÌFli Ciprioti fi ma fi Re Giacomo, come a (luto,
pensò ài tutto, & fubito mandò unambafeiatore al Soldano con
molti prefenti & preciofi, & con efeufatione, aderendo il tefti-
tnonió di alcuni Sari-acini fuoi àmici. Feniche fi quietò il Solda-
nò : maperò-'gìi iù crefciuto il tributo, che fc gli pagaua •
Il Re Giacomo haueridòpacificato tutte lecofe fue,& godut#
il Regno alcuni giorni^fqdiede poi alla lulfurja di fuergognar qut
fla e quella ròride diede molto a tuttidflamcntarfi, & ricercare
òtelfiarte di titmdi-caffi deUédhgiurie riceuute . Ma t(fendo al-
cdni tefàgemi difcò^eftì jne fece morire affai, & in particola¬
re , il Zjiam Chimi y ZiàhV Sóbba, Nicolò di Coftantin, Giaco¬
mo ^Safaga, -Bàtiàfn'de^Norcs, Dimitn buftrum, & il Marfitio:, &
gàtri àffàl^‘idotó>akt<tpfriiròdetti feudi, & loro Cafali. Alcuni
perché 10 ifóktaarib femtóStóàrcyàlcilni'dfenon lo ti eden aliò con
miòn'òechio > & '‘àttòpyrcliè/iìod.’#Jòleuario giurare fedeltà,
Sentóri dò fi di hauere giurato àlla Regina Carlotta : laquale uera-
ménte cònofceiianO uerò lierede y fecóndo le Afsife di Hicrufa-
i&'nei numero di quelli fàTAiiÒ del inio padre Chiàrione
LnfignàdcPflepote del Ptcncipe di Gallileà : ilquale era figliuolo
del primo Re Giacomo li feudi che gli priuò era Oliti con
li fuoi pertinenti : ilqual feudo poi la Signoria l'ha uendòto A
Ziam flatro , & poi a M. Hercole Podocataro : Haueua anchohà
Clila rione il feudo di Lapidio,Pifcopio, San Dimitri>& altri Ca
u. -• : • 1 , ' , , Gii-,
fàli $ in fomma 24. & non rimafè a erto , nè alli fiioi di {candenti
faluo il feudo delia fiiarmogiic* Eiena Zappe, & le Decime d^
Pfimolofu : & il filo figliuolo Filippo pei* la nobiltà fua, nonpeij
li beni che non haueua , prefib per moglie Ifàbella figliuola del
Zamperes FabriciConteprima di Zaffò , & poi Conte di Car-r
palfo : de con quelli beni li loro defcepdenti già uiùi, uiuono.,
Ma bora tutti fono fatti fchiaui dal 'Turco nel confòrti© degli al¬
tri nobili ; molti altri nobili ha priuato efio Rejper;npnuolerJÌ
giurare fedeltà, come il Sebl^v & Denofes,,&altri nobili..
Il Re Giacomo partati alcuni giorni in quiete,& confi derato che
li Principi Chrilliani non lo teneuanq persero Re, ma come ti¬
ranno: & perche anchora da infidele h^bj^q^fiirpatoil titolo Re^
gio;però mandò il fuo Arciuefcouo Fra Elia, Rrcrpitano per Am
bafeiatore al fommo Pontefice, ilquai’era allhora Pio Secondo^
com’egli medefimo fommo Pontefice narfa , nella Co fin agrafia
del mondo fino : & per due caufe andò a Roma rAmbafciatqre? ;
lina accioche Riffe coronato per Re di Cipro, come furono li al¬
tri con lamedcfimaauttorità : fecondo yfii mandatò per doman¬
dare per fpofa la figliuola di Andrea Palieo logo Signor dellaMo
rea, laquale eflendo difcacciata dal E^ominiq dal q; .era an?
data in Roma : de il fommo Pontefice, la diede a un Cardinale in
gouerno. . . niFlii-Fi nob5Ìh hin innt :'
Papa Pio Secondo rifpofe all’ AmRafciatorc , come grandisfl-j
inamente fi marauigliaua del fuo Re, fe l’è lecito a dire, che lq
debba incoronar nel Regno ; hauendo cacciato il nero herede,iIT
quale attualmente regnaua, & lo mandò fuori del ^egnp proprio
uagabondo, per uia dcll’infideli inimici del, Chriffianefino fan,-
gue : et poi quello che più aggraua il $©i^ie del Chriftiano ,$$
masfime di vn Re; ch’egli habbia giurato#} Sold.anQ delCairo
fideltà fopra li fieri Euangelij; de di effer’inimicp dèll’injùmcì
del Soldano} de amico de’ fuoi amici. Chi fono inimici de gli
Infideli fe non li Chriftiani?& molti altri ragi on amenti il Ponte?,
fice ha ragionato aH’Ambafciatore : & perciò non vojfe, mai cqn^
fentire,chc fulTe coronato: ma gliconcedeiia b enequella Signor
ra per torla per moglie . L‘Am bafeiatore haueua commisfione,
che £9 non voleua coronario, che rifutafle anchorala signora: de
cofi li parti, de ritornò in Cipro.
Il
c o - ; v. • 1•*
Il ReGiacomo vdendo la rifpofta del fommo Pontefice ; adi¬
rato , & temendo qualche finiftro ; fece vn editto, che non la-
fcialfero accollare neirifola alcuna forte di vaifelli Francefi ò Sa-
iioini : ilquai mandato fu pai molto più offeruato da Catherina
fua moglie, & dalli Signori Venetiani: talché durò per trenta an
ni continui. ;
Il Re vedendo, che non potcua viuer quieto, fe non ftiffe ma¬
ridato , di per lafciaf memoria di fe, hauendo intefo, che la figli¬
uola di Marco Cornaro gentilhuomo Venetiano era molto ele¬
gante , leggiadra* virtuofa, & da bene , & il padre di Caterina
era in Cipro, & era amico grandc'dcl Re, & era anchora il fuo
fratello Andrea Cornaro Auditor di Cipro: perciò la dimandò
per moglie : ma prima volfe vedere la fua effigie, laquale vn di¬
pintore perfetto & val'cnt’hirorrro la mandò in Cipl’o: per laqua-
lcaccéfe^animò del Re, di mandò in Venetia M. Filippo Ma-
ftachel per compirli matrimonio, & condurla in Cipro.
La Signorìa di Venetia Fallendo intelo, che il Re domandaua
la predetta figliuola; la conditile in Palazzo à San Marto,& la fe¬
ce figliuòla di San Marco : dipoi la veftì da Regina, & chiamò
l’Ambafciatore del Re nel Palazzo, & glie la confegnò,con dirli.
Vi confegnamo quella nollra figliuola, non come figliuola di
quel noftro gentirhuomo ; ma come figliuola di San Marco : di
vi confegnamo anchora la fila dote loc. mila ducati : laqual dote
San Marco la dà, come fua figliuola. Dipoi la Signoria preparò
.alcune galere, & la mandò in Cipro con la madre, fratelli, & al¬
tri parenti, de con TAmbafciatore della Signoria : di arriuata in
Cipro con gran gloria,de honore,& gran felle; fù maritata, & in¬
fi eme coronata per Regina di Cipro : & non pafsò molti giorni,
che fu grauida, ilquai figliuolo liibito nato,mori, & di nuouo fù
grauida •
Il Re Giacomo haueua fatto due baftardiper alianti, & ambi-
due di nobil fanguc di madre : vno è di Flatri, di fi chiamaua Ia-
no',ouer Eugenio ;&l*altro Giouanni;& fece anchora vnaba-
ftarda chiamata Carlotta il nome della Regina Carlotta fua fo-
rella.
V olendo poi il Re da Nicofia andana Famagofta ; menò feco
molti Nobili, & Baroni, di particolarmente li Zij della moglie
fua,
Tua, il Cornaro,& il Bembo: & effendo il Re andato à caccia celi
li predetti ; tornò nclhCortcfflrapco:laffo.r& gli cominciò
la fcorrcntia di corpo terribile : onde li Zij della /Regina > come
fccrctarij fuoi, non lafciauano andar niffunò, dou e era il i^e : iU
quale tuttauia mancaua . Li Bareni mandorno à<Nicofia percòft^4
dur* la Regina à Famagolla. 1
Li Baroni fentendo, che tuttauia peggióraua,entrofno dentro
per forza per veder il fatto loro , & il Re # e dandoli, liebbe gran
confolationc: & fece fubito chiamare M. Thcmafo Ficcardo fila
cancellieri,& in prefentia de’ fuoi Baroni feceteilamento , & la-
fciò eommefsi, & goucrnatori, & tuttori del figliuolo,che nalce-
rà, il Conte di Tripoli, Giou-anni di Fures, & Capitano.diFa-
magofta,- il Conte di Carpaffo, & di Zaffo,& Capitanco deite ga¬
lere,JM. Giouanni Peres Fabricifil Conte di Riichas,il jMdrftì de
GrignierjM. Andrea Cornaro Auditor di Cipro, & il Bembo Zij;
della Regina ;M. Rinzo di Marin Zamberlano Regio di Cipro;
Pietro d’Auila, & M. Giouanni Aronio ; 8^.gli di.ffe Signori Baro
ri, fela volontà del Signor’è ch’io pafsi da quefta yi.ta,; lafcio la
mia moglie Regina, & Signora : & quando che nafeerà il figliuo¬
lo, effendo grauida; quello habbia il mio /^cgno.ma (e à calò mo-
rifle; voglio, che l’habhia il primo baftardo mio Ianp: 8: moren¬
do,che l’habbia il fecondo Giouaimii&mQrcndo; che l’habbia U
mia baftarda Carlotta: & morédo^voglio, che v,adì al piu propin¬
quo della cafa noflra Lufignana, fecondo le Afsifc di Hierulale*
& di quello Regno : de quella è la mia vltima volontà. Anchora
lafcio il mio Tc foro, delcj uaìc affai mi afiati cai,c.qmc dicemmo di
fopraLe galere difarmatile ; perche molto tiranneggia gii
huomini. , .; . . y
Il Re Giacomo di età di 33. anni pafsò da quella vita, ha iteti do
regnato anni 12. &mcfi8. & giorni 4 . Nelli predetti anni fi com
pitta dentro gli anni della /Regina Carlotta Ina forella, laquale re¬
gnò foia in Nicofia vn’anno, con Alitile fuo marito, & due anni
aflediatain Cerines : falche il/^e Ballardo regnò anni,libero,
del tutto, 9. & 8. mefi incirca; & mori nell’anno delnoRro Si¬
gnore 147 & fu fepolto in Famagoflanella Chicfa Cathedrale
Latina di San Nicolò, con gran mìferia, & diihonore : perche il
peccato fuo volfc,che in Cipro non fi trouatia cera tanta di fepeU
lirlo:
7i
lido; & poi g/i /tiro no fatti gli Eflcquij fetondo ilconfueto.
Li signori Gouernatori, fubito morto il Re, mandorno M.
"Giouanni Terras, à Nicofia dal Vice Re, M. Aiutio Coftanzo, Se
Armiragliodi Cipro,& poi publicorno Caterina Cornara Regi¬
na di Cipro. Dipoi il Vice Re caualcò fubito per Famagofta co il
Bailo de’ Venetiani,có M. Paolo Zappe Vifcote di Nicófia, & co
M. Honofrio Requefi'Sinifcalco di Cipro,il Vifcóteera Sinifcal
co di HicrufaléjM.GMianZara, Nicolao Vefcouogreco diNi-
cofia, il Vicario deirArciuefcouado il Siluani, & tutti cauaicor-
no infieme; Se poi gli* altri probili,Se cauallieri: & fecero homag
gio alla Regina, cioè li giurorno fedeltà: Se M. Giouanni Terras
daNicofia andò à Cerines dal Capitaneo : ilqual’era Nicolò
Morabito, Se fece il medefimo;& àPaffo mandorno il Cauallieri
Cortefe^Òt ritrouò il Capitaneo,ilqual’era M. Giouanni Aitar;*!
qual con gl 1 altri fecero homaggio.
La Regina Caterina mandò fubito con li Signori Gouernatori
vnagalera dal Soldanodel Cairo, aui fan do la morte del : Dal
l’altra parte mandorno vn’altra la Regina Se tuoi Zi j à Venetia,
auifindo la Signoria.
La Signoria di V enetia, fubito intefa la morte del Re; mandò
alcune galere,per confortare,Se confidare la Regina,& li fuoi ad-
hercnti :Se poi mandorno M. Vittor Soranzo per Proueditor del¬
l’Armata, à tranferirfi in Cipro, Se veder li bifogm della Regina
Cathcrina.
La Regina Carlotta dipoi che fi refi a tradimento Cerines , ri
mafi a Rhodi per veder’il fine : Se quando intefe, che era morto
il fuo Tiranno il /^e Giacomo; fu molto allegraspercioche /pera-
ua di entrare in breue nel filo Regno, hauendoli prom elfo li Ca-
ualiieri di Rhodi, come buoni amici : & pafiando in que' giorni
M. Vittor Soranzo,che andaua in Cipro con la fua Arniata:ando
la Regina Carlotta à ritrouarlo, Se con parole humane, Se di pie¬
tà lo pregò,che la doueffe metter nel fuo Regno, eflendo lei fia¬
ta^ li fuoi antecelfori buoni amici de’ Venetiam,& inimici de i
Genouefi; Se molti altri ragionamenti : alli quali rifpofe il Prone
ditore ringratiando l’affettione ; ma egli era obligato alla Re¬
gina Cathcrina più che à lcirpt rcio che importa piu la camicia,
che il giuppone, Hauendo intefo la Regina Carlotta la nfpofta ?
& vedendo non effer*alcim rimedio di poter hauer* il fuo Re¬
gno, & in quei giorni hajiieua intcfo,che in ironia era morto Papa
Paolo* Veneto,& era fatto Papa Siilo Fra Minore; li partì da Rho
di,& andò a Rama, per fare,che li Principi Chriftiani raiucafle-
ro nell’entrata net fno Regno.
Il Sommo Pontefice Papa Siilo hauendo intelo la morte obro-
briofa del Re Giacomo ; fcrilfe vna lettera ai li Signori Gouerna
tori, & Commiffarij dèi Regno, come li marauigliaua grandamé.
te, che habbiano lafciato ad Andrea Cornato, & al Bembo, dar la
morte al Re loro con il veleno, & hora efsi godeno il Regno.Pre
fero la lettera li-Signori Gouernatori, & la lederò fu li {caliini di
Tanta Soffia in Nicolia : & tutti adirati, caualcorno, & andorno ì
Famagofta-, & tanto fecero, che diedero la morte ad ambedue :
talché la Regina era fpauentata, & teme ira grandemente •
La Regina Catherina partorì il figliuolo, & lo chiamò Giacomo
il nome del padre : & perche li nobili del Regno erano tutti di-
uifiin tre parti ; alcuni adheriuano con Catherina & Vcnetiani,
altri con la Regina Carlotta : & quelli erano li parenti di quelli
nobili, che feguirono Carlotta , quando fù difcacciata del Re¬
gno, & quelli clic nclfftfbla erano rimali priui delli loro feudi, de
Calali. L’Arciucfcouo di Nicofia, ilqual’craFratello di Giona-
ni Percs Fabrici Conte di Carpaffo & di Zaffo,& con il Zamber-
lano Rnzo di Mariti-, voleuano maritare la baftarda Carlotta del
Re Giacomo con il baflardo del Re Ferdinando di Napoli. Ef¬
fondo dunque quelle tre diuifioni nelFIfola ; preuallero quelli
della Regina Catherina : percioche ella era già nel polfelfo, & la
Signoria di Venctia la fauoriua, mandando Ipelfo Gouernatori,
foldati, de prefero tutte le fortezze nelle mani loro : & accioche
del tutto cdfalfero le diuifioni; hanno coronato cofi fanciullo
Giacomo nel luogo del padre.
11 Re Giacomo fanciullo lo conducemmo nel li luoghi pub fi¬
chi , quando che voleuano fare qualche atto giuridico : de dimo-
Rrauanoche il Re faccua in pedona delli Gouernatori: &poi
hauendo regnato circa due anni de meli, morì, de fù fepolto fo-
pra il fuo padre à Fa mago Ila ; di fu mormorato aliai di tal morte:
& tutti credemmo, ch'eglihaueffe fatto vna morte limile à quel¬
la del padre .
La Signoria di Venetia hauendoquafi il Dominio,ouergouer
no di Cipro tutto nelle mani fue,& tutte le fortezze,& le piazze,
& guardie, cauati li Ciprioti foldari, & pofti li Venetiani con il
confcntimento della Regina Catherina, caftigorno aflai,& mol¬
ti di nobili, come cittadini : altri mefsi in prcgione, volendoli
vendicare della morte del Cornato, & del Bembo Zij della Re¬
gina : altri ne pofero nelle galere ? altri ne* ferri , & ccndutti in
Venetia ; & alcuni in {uccello di tempo furono ritornati ; & altri
del tutto eftirpati : & qui fiì l’ultima ruma delli Nobili di Cipro:
laqnale cominciò dal primo anno del Re Giacomo baftardo, &c
durò fino al prefente . Però il Re baftardo ha elfaltato aliai, &
fatto molti nobili noni.
L*Arciutfcouo Fabrici con il ZamberIano,& molti altri lì fug-
girno da Cipro, dando luo go alla fortuna : & altro di loro non li
ha ha uuto •
La Regina Carlotta,offendo dimorata à Roma,& vedendo che
li Princ ipi Chiiftiani, ei maslìme il fuo Cófobrino Amadeo Du
ca di Sauoia non fi curavano nulla,et il fuo marito] Aluife, et fra¬
tello del Duca Amadeo era morto ; il lòmmo Pontefice volfe dar
gli buona prouilìone di uiuer : ma lei non volfe nelli principij; et
volfe piu tofto andare à mendicare in difpregio delli Prencipi
Chriftiani. In {uccello poi di giorni temendo la morte,nella ca-
pclla di fua Santità in prefentia del fommo Pontefice,et di Cardi¬
nali renuntiò il Regno di Cipro, con tutte le lue attioni, al Duca
di Sauoia fuo Confobrino : et quella tal rtmintia fu anchora letta
in Bologna nella coronatione di Carlo Quinto al tempo di Papa
Paolo Terzo. Mori dipoi la Regina, et fu portata in A silfi,et fe
poltanella Chielà de’ fra Minori Conuentuali.
La Signoria di Venetia per ccnfeguir’meglio l’intento fuo,di.
poi,che caftigò aliai della contraria parte , mandò la madre della
Regina da Venetia in Cipro con altri fuoi figliuoli: quaJu douelL
fero periuadere alla Regina,et condurla in Verctia,et che gli alle
gaffero ragioni efncacisfime . Giunti ip Cipro li parenti,perfua-
fero molto alla predetta Regina di Cipro, con dirgli y che fernpre
faria ftata copie Signora,et Regina, et faria ben villa lei, et li fuoi
parenti, iquali fariano elfaltati per elfa: Et ftàdo in Cipro vn gior
noilSoldano del Cairo,ouer’il Turco all’improuifta fariano an-
T z
dati, & prenderebbono ilRegno,& farebbe perfo & dà lei, &dal
fa Signoria : ma ogni volta, che farebbe nelle mani della Signor
ria,.offendo potente, non cofi facilmente farebbono folleuatigli
nimic^dejlafedenoftra., Etfeàcàfo non voi tiferò V. Sereniti
di ceti ano li parenti ; noi faremo bialina ti, & vituperati,& prilli cK,
configlio . Poi voi fete vedoua : non vi maritate piti, perche ha^
liete del tempo : & dato calo, che moriitc, come fcmo t ut timor*,
tali; il Regno bue andarcbbe? quanti anni potete vitier ? & molti*,
& affai altri ragionamenti le di Aero : ma ella à niffun patto volata
confentire. Ma vedendo, che ogni cofa loro ballettano nelle ma¬
ni, & fortezze, & foldatij& guardie Venetiani, & per amor de Hi
parenti ;gli ha conferito. Li nobili non volfero mai confenti¬
re : ma hauendoli dimoftrato ragioni efficacisfime., & vedendo
che fe voleuano .ccntradire, non haueriano potuto far nulla, anzi:
fariano forfè caligati ^comc erano flati li altri, perche già il tut¬
to tenevano, (Se goti e ma nano: Se perciò il accordorno à patti, cioè
de gouernariifocondo le A sfife di Hierufalcm, & comeli Repre
cedenti ligouemauano, fenza gramezze, ne angari e;faliio le foli-,
te; &molte ajirecondittioni;& esli lafciorno tutte le. fortezze,
nelle mani deTVenetiani la Signoria.proferì di fare-tutti li no¬
bili di Cipro gendlhuomjni di Vcnetia: ma eglino non hanno
mai volfutoj per alcuni rifletti loro . Giurando dunque, la No¬
biltà d’vna parte, & dall’altra li Commesfi della Signoria; conduf
fero di feruare,fedeltà;& cofi la Signoria.conditile Catherina Re¬
gina in Vcnetia l’anno del i 489. Dipoi che ri mafie, vedoua. 16,
anni : & in Cipro pofe vn Luocotenente, cioè viro tenendo il luo
go della Signoria; & duoi Tuoi Consiglieri ; Se pofero anchoaltri
officiali neli’Ifola .
La Signoria conducendo in VcnetiaH Bigina, in* compagnia,:
dèi Miftachcl nobile di Cipro, qual fù caufa affai di eflère condut :
ta ,* conduffero anchora li duoi baluardi del Re Giacomo ; Ianno,
& Gìouanm ; & là baftardà Carlotta ; quale pocaviffeln Padóua,
& mori : & fu fepellita in fanto Auguftino di Padòua* 'Li altri
dnoi baftardi viffero alcunìanni dipoi,& masfime Pvltimo : ilqua ;
fé già x $ .anni in circa era vino,& l’altro fuJfpento in vn canale, &
fi annegò ; &quefK alcuni anni innanti andò in Cipro veftito da
Fri Minore^ chiamato Fra Bernardino*.era nobile ancho dalla
madre
madie di Cafa di Flatri, & ccreaua «Timpatromrfi di Cipro : m$
effóndo difcopcrto;fi fuggi, Et di quefti polleremo filentio.
La RegÈuagiiinta m Veaetia con gran pompa & faufto, andan
dogli incontra la Signoria tutta*» con gran fefte »Ja concluderò in
;5ari Marco».&quw£la Regina feceroprefeate alla Signoria del
Regno di,Cipro : &U&gnoua donò à lcfiAfola cartello in Tri*
iiifo in vita iAudi fnoiparenti concede la Infcgna Reale Lutigna
na, che là portano, come al prefente fanno con l’arma Cornara •
A Giorgio Cornaro fratello della Regina donorono li Cafali 14*
chiamati in Cipro la Commenda piccola di Giorgio Cornaro :
& effóndo vacatala Commenda grande, la donaronoalli Corna¬
ciitoti patto diriconofcercli Cauallieridi Rho di], & perciò ilca
pò di quella fi adimanda Prior.di Cipro: & per infin fiora la gode
lRIluf&ifójmio Cardinale:...
La predetta Cronica cominciando dal Re Giouanm fino àqui*,
llhò cauata dalla Cronica Greca di Giorgio Buftronc; ilquale crai
compagno del Re Giacomo, auanti che filile Re, & anchora di-
poi •. Vero è , che noi habbiamo aggiunto alcune cofó di altri
Àuttori,. & molte, al tre.lafciate per breuità*
Baroni di Cipro.
A. Buzello.
Aitar, C.
Aronio. Confianzi •
Andrucci;ouer fanto Andrea Caraffa.
Agapito • Cali righi.
Amai. Contarmi.
Audct. Comari.
Acres. Chiuidcs,
Afcanio* Chiarioni.
B. Calamuglioti.
Bragadini. Cathella.
Bergandini. Cathallani, ouer di San Gio-
Buchari. uanni•
Benedetti. Cercai!.
Bapi. Calergi •
Bonetti» Calefe.
Bonauer, Calepio.
Buftroni» Conto StefFano
Bembo. Cappodocha»
Ba fco . Caciola.
Biface, ouer Filocali • Coftanza»
Carrcrk
Carreri. ,7
D. Miftacliei. .. ..
Denorcs, / Muftatufw
Dauila. . / Milani.
DeRames. Mufcorni. mì. id . *
De Fin. Martin enghi.
Deaes. Mirabili.
E. * .rtv:';\ Mamari.
Milidoni •
Mirani.
f: Molini.
Ficardi. Martin •
Flatri . , \ Marin,
Frafengt , \ Martelli •
Fabris • Maftagha*
G» N.
Glangia • Negro Vcnetiano,
Curri » Negri Brefciani.
Gunneme» Negri Genouefì •
Golino.
Gherre.
Ghiaux Armeno Cauallior# Palleologhi ,
Ghatiti. Palol.
GalimpertOé Podocatari.
H. Placoton •
Hierofolcmiti • Pcllcgrin.
I. Pcfaro.
Iuftiniani. Perachi,
Iafunis .j Pipi.
L. Polus.
Lufignani.
Lodroni.
..
CHienni.
La fes. R•
Lafcari. Requefe,
Li ero. Rizzo,
Liuon,oiierLimide$« S.
Loara • Salaga.
Saldati,
Salulati • .M y. • .b r.uO
Sofomeno. .I-L'flIM Villaraut* XX
Santa Maura. Vada. . vrionoQ.
Sincliticho • 1 '- f i1 >. • *_ Vico. . nnr.'ad
Scebba. . CO;r;M Verai. .wui Ji :>C£
:,t. .-
Suar, *:
Strambeli. * i+i J a io 1*1 Z. « <iO’i ■» j C ?,
Simon di Nicolò* Zerban. Xd
Sanfon. ■s? . A : ii l iiì'/ì Zimblet.
T. * ;- ■ . ..*■ ;■ ?i —.> Zamberlano.
Tetores. , LitRM Zorzalemi. *.T
Tinto. ,nu -M Zacharia. » ibl£!>lT
TelagridiaJ . ft'r.JA Zogharià. . il iti!
Teleuande* .iibiiuM Zappe. »IgnibnT
Tacito. .mwììkH O' Zio. « incili
Tancri. Zantiglicri. .O
Tricelli. ' j • /1 / .v Zuiolò.
Hora per agcuolar la temone a’ curioiì ; io recapitolerò foni*
mariamcnte tiutiquelLi, chcfrgnorcggiarono in Cipro, accÌQche
meglio fi tengano à memoria,& fon quelli. ,
Cethin, AlsiriÀmafis, Argini,Dei, None Re,Mcgarenfi*Pì£>
fi, Atheniefi, Perii j ÀRlfàndra Magnp'jPtùlomeo, Bìeme trio,. Alt
tigono,Ptolomeo,Romani Cònfoli,Cleopatra;Romani,la feCóìi
da volta, i Re, Duchi, Re Riccardo,CauaIlien Templari, Re Lu
fìgnani, Saldano deLCairo,Sauoini,Lulìgnani,Vcnetiani, & viti
ino il T ureo. * -ni* vi * liTriddicmiK
-, v . . . *
u
le cbft , che Tifala predace, Icq
sucri il r.-j.«furai i* . -rb
Roducc primagli huomini, & le donne di corpo
honefto,&la maggiorparte bruno; ma fapo-
rito : Et nella Contrada di Puffo fono gli huomi-
ni, & più affai le done biancottc, con vn certo co
lor naturale in faccia molto diietteuole, tirando
vnarametta di quelli antichi Dei & Dee : Etnei
la Citta di Nicofia ritrouate anchora di belle creature : Dipoi vni
uerfalmente tutti fono di natura callidi nelle parti Veneree : Et
perciò ritrouaretc li Poeti, & altri Auttori,che dicono Cipro In¬
fida luxui dedita. Sono dunque calidi, luftùriofi, &moko inna-
moraticci : peròTempre rifguardano la honeftà, & Thonore;che
fe non fuffero quelle due proprietà;veramente furiano molto dif-
ba rdellath& publichi luoghi più che niuna parte del mondo; tan¬
to la natura, l'acre,& la proprietà del loco gli inciina:& non fola
mente li natiui habitatori, ma anchora li forefticri habitatori in
quello fono inclinati : Ma Tiflefìò aere, & proprietà del loco par
che inclini ali’honore, Si alf honeftà ; Si di ciò fi ragiona vniuer-
falmentc, Si non fi mira per hora il particolare. Dipoi anchora
PI fola è inclinata airotio, a* folazzi, Si giochi ; che fe quelle tre
con di ti òhi'nò foffero ; l’Ifola haueria prodotto affai cole,di quel
lo che non produce : Tanto è fertilisftma, Si abondantc naturai*
mente, che non ha paro al mondo . Et quando narrarono le fuc
marauigliofe dellruttioni ; limonio fi ftupirà delle ricchezze :
Et perciò gli amichi la chiamauano , Maccharia, cioè beata ; co¬
me anchora Horatio tcftifica . Sic te diua potcns Cipri.
Vniuerfalmente poi fono molto amatori del li foreftieri,&bè
nigni più aliai,che alli propri j: anzi amano quali più vn forellie-
ro, che il proprio fratello : amano poi efler laudati: fono gagliar¬
di Si agili : fi dilettano affai nella fpada ; &pochifsimi ritrouare-
te, quali non fappiano qualche atto di fchermire:& ritrouate mol
ti di quell'arie molto eruditi : Se quello è il maggior folazzo,che
esfi habbiano,& masfime li C6tadinÌ,le felle : anzi ritroviate mal
ti Contadini, quando che vanno ad arare, portano feco la fpada^
Se la targa : Si quando haucranno arato un buon pezzo ; fi metto¬
no à giocare. Li Nobili poi tutti alleuano li loro figliuoli in que-
ft’arte
. 8?
ft’arte molto honorata. Vniuerfalmcnte poi tnttijQ dilettano del
cantare & fonare ogni forte d’inftrumcntouma c pili amato il lati¬
to, che altro inffrumento : & delle tre parti dell’Ifola, le due fan¬
no fonare.
Tutti vniuerfalmente fi dilettano della caccia de* Lepri & d’al¬
tri': matnoko piu alle Temici :& pochifsimi ritrouate cittadini
Secontadinfiche noniiabbiano Ialorcr pernice,ouer coturnice in
cafa, chele domeflicano,& le fannocombattereinfieme, che-ve**
rumente par che fiano ducliuomini hizafi, & ipadacini. Quelle
ritirano vn’ala per terra, certi ftorgimenti di collo, & altri gefti,
& con cèrti loro canti, che diletta molto l’iniomo a rifguardarli Y
èc con quelli ne pigliano affardelli fai natici,quali vengono, a coni
batter : dipoi che s’hanno mintalo l’vna con l’altra nello fieccato*
con ic voci; fi inciampano nelle reti.
Li Nobili fi.dilettano affai nella caccia de*cani, & molto più al
li falconi & allori : & quello fi è il maggior foiazzo,che cslì hab-
biano.-poi fi dilettano d’hauer buoni caualli in ffalla, & quelli
fpeiìo canalcare. Grafitano a corpo a corpo : & non fi partano
dalla gioftra, fe non rompono dieci lanze groffe ; ma piane ineià
ma : & tanto corrono forte , cheJpeffo fi sbalzano dalle felle, à
che fi traboccano li camalli. Corrono aH anello, all’oca, alla quin
tana, vedi ti di micino di belle letiree, & li fuoi feruitori, & tutti
mafearati. Fanno del li! banchetti fpeffo, & inuitano li forcllieri
nobili :'6l poi fanno ballare tutti huòmini& donne con ogni for¬
te de balli. Si dilettano quafi tutti nobili,cittadini, & contadini
di giocale alile carte. - •; fq • -.a
. Li Nòbili fi dilettano di mangiar bene, & del buono alla Fran
cefe : ma però con politezza,& ciuilità: del bcuer,beuono fpeffo
& affai,ma poco vino con due terzi d’acqua,& pcrcheli vini fono
gagliardi;’^ perche fono cefi alleuati : ma il popolo tracanna be¬
ne,& con poca acqua. Per affertilii li.tovlatino & greco; alcuni
nobili feguitano il laro antico coftiune di uiuer’alln ladina> altri
fannojtlla greca ; & molti altri, qualùfcnò.còme catialli fl-irzifrei
noq non faiinó nè all a greca, ne alla latin a> m e feo I a nd o Unire ni c il
rito latino con il gnecó:: & ciò dico percento del vinci- r& per te ♦
.lopradette ragioqi ^.tLUtiiii caecp.bambino di madonna Veri effe
tira la frizza dall’arco, & percuote ^crudelmente .il' Guerre, 6c %
-v.fi Y
genitali parti’ dell’huomo.
Il popolo vnitierfalmentc è molto dinoto,& masfimc alla glo-
riofa Vergine, clic con grandisfuna diuotione riuerifcono la ima
gine fila ; de non lafciano mai il giorno feftiuo la melfa: & li gre¬
ci in tutte le loro Parochie vfano di leuare a mcza notte al mattu¬
tino :& ritrouatc molti luiom ini, ma più donne, che vanno iii
chiefa al mattutino ; ilqual mattutino dura da tre horc buone aU
meno^nelle chiefc piccoline.
Cofe di mangiare.
De Frutti.
A Lle Montagne, & atti giardini d'ogni forte, peri, pomi co¬
togni,noci, mandole, nocelle, fichi fecchi,e paftofi produt*
ti al Calai Solia,* & fi ritrouano anchora di quelli alli giardini; ma
pochi: pomi granati di più forte bellissimi & affai, muniache, o-
ucrgrufomule di 4. forte, & quefti fono molto apprezzati,perfi-
chi, & altri frutti, che in Italia fi producano; eccetto cirigie,ma-
rafche, caftagne, & Torbe : ma in luogo di quelle, Tlfola produ¬
ce di più preciofi ; come dattoli aliar, mufe,& carrobbe. Vi fi ri-
trona bene qualche pianta di ciriege,& caftagne; ma non troppo:
!>roduce anchora belle zizolo, pignoli affai, & un'altra fpecie de
ruttijche l'Italia li produce fe non in Rauc*uia,& fi chkma in gre
co mosfUu, pomi cotognine.
De*Frutti agri*
tCofe.da utfììre9
Coffe Medicinali .
I , ,
L Terebinto colloquintida rcobarbaro di quelloche an¬
chora in herba fi ritroua in Italia:fpalIatros, acqua di vite,mi¬
rice, leda, fipodos, crugo, Icolciam ; harundine, ouer canne Ci-
priotte, fcamonea, et molti altri fimplici : fi ritroua un'herba, la¬
quale nella radice ha due teflimonij * ouer tellicoli naturali def-
rhitomct; et molti villani con quella guarifeono ogni ferita. Si
ritroua anchora vna uena di marmori * Iaqualc fi dimanda fmiuf-
li, èc guarifice ogni minuta ferita * & di ciò vidi molti guarire,&
in
88
in 24.Kore :& credo fe haucffero anchora prouato delle ferite
grandi, il mcdefimo hauerebbe fatto : ma gli huomini per timo¬
re non ficalauano : Et in San Dominico nel chioftro era vna fe-
poltura grande nel muro di quefta forte:li ritroua anchora la man
dragora,& molte altre cofe fimplici, che non mi fouengono,& le
lafcio ancho per breuiti : Ma chi di altre cofe defidera faperefteg
ga Plinio,& altri Alatori.
^Animali faluaticbi.
Le deZìrunione deli*Ifola,,
S E noivoiesfimoraccontare.tutte’lejiiedeftruttionefatteda-
poi il]diIuuioinfino al prefente anno ; faria aff ai clic dire S ra¬
gionare, & la perfona ftarebbe fuori di fesche quante dcftruttio-
ni che hebbe marauigliofe è anchora, era in fiore.di ricchezze.
Noi dunque comincieremo a numerare ledcftauftioni, che hiror
no fatte dalli Romani infino al x 5 70* Moke : defiliti trioni hebbe
al tempo dclli d e fee radenti di Cetliin, de 1 li Asfiri j ;^jS.mafsime
dal Re Àmafis: ilqual totalmente de (Ruffe Cipro:poi If-Ar gjui,U
Dei, li noue Re, li Megarefi, gli Ateniefr,& Per% Tolomeo,et
Ma edoni ; & da Sarraceni in piu fiate da.2^ tiolte'quale tutte nò
fi raccorderanno per breuità . Solo peneremo le piu notabile.
La piimadeftruttionedalli Romani fatta fìfial tempo di Mar¬
co Catone., rilqtiale GOiiierdi foprahabbiapfo, deettqportò via
tanto oro,argento;, S .a[tresco,féqH'eciofe ,;clle Condufie in Roma
^oo.milia talentidarg-cnto,, chg£annq,r}9£h (trilioni de ducaR:
cofa inaudita, & incredibile; & di ciò mirate di fopra à carte. ,
La
. La feconda deflruttione fu ne! tempo di Traiano Imperatóre*
S uandoche li Giudei furono ribellati dall’Imperio Remano ; o*t
e in Cipro, deftrufìero Salamina aìlhora prima Città dell’] fola,
ammazzorno in -quella i&akre Città 24o.millia perone,come
narra Gioan Lango nella Eccleliaftica lyftoria di Nireftoro .
La terza fu al tempo di Coficntino Magno, quando che fi fola
flette 2,0 anni dishabitata, perche ncn pioueua: oue tutti li habi
tatori fi partirono, & lafciarono il terreno fole arfo, & fecco : &
quella f u la maggior deflruttione; pcrcioche non fidamente fu la
l'acuità & fuflàtiaima anchora le proprie perfone.
La quarta fù al tempo del Re Balduino di quello nome terzo
di Hierufalem, nel 11^4,quando il Tuo Prencipedi Antiochia
Reginaldo di Cafliglia, per far difpettoaUTmperatore.di Colli
tinopoli, ilquale era inimico delli Latini ; andò in Cipro con vna
Armata grolla airimprouilla, & minò le Città,Caflelli,& Cafali,
& depredò tutta filòla ; & condulfe fuori di Cipro tanforo,&
argento, che. narra Santo Antonino, che non era ne numero, nc
fine •
* La quinta fiata fu dellrutta dal Re. Riccardo di \nglia, quan¬
do andaua in Hierufalem à {occorrere li Chriiliani : Et perche il
Duca Ifaac per auanti volfc vergognare la madre di quello Re ,
che andana in Hierufalem , & la moglie del Re Filippo di Fran-
cia;& perche anchora quello Duca Ifaac non volfe foccorrere al-
li Chnftiani, ne dargli vittuaria; adirato il Re Riccardo con gran
furia dismontò nellTfola ,& ruppe due volte il predetto Duca,
& lo prcfc) & diedcgli la morte;Dipoi minò, & fraccàfic tutte le
Città, Ca(ltlii,& ville,& le diede alti fuoi'.in preda: talché fu mi¬
nata di tal forte, che fu venduta apena 100. mila ducati alli Ca-
uallieri Templari. Confiderate fe era delimita, che vn Regno fi-
milc ha venduto per 1 oo.mila ducati che fe fi comprale vna p^f-
fesfione, li haueria ducento,& $oc. mila per modo di dire, onero
vna minima villa. Dalli llesfì Cauallieri hà patito anchora aliai
danni, & di grand’importantia: & perciò eglino dcfperau , la ri-
tornoal predetto Re in Hierufalcm;& egli la venderai Re Guido
Lufignano di Gierufalcm, con dargli albera 40. milla,& altri 60.
mila ducati à tempo.
La fella dellruttione fu al tempo del Re Pierino gjouinetto
' Z
dalli Genouefi alla fprouifta affali tò, quali prefero Famagofta,
^rcofta,non per forza, come di fopra dicemmo : & vedendo,che
Xion era posfibile di dominarfì deli’Ifbla y facendo, villa di amici;
iubitp.airimfpixjuitofaiccbegglornò^Mieyfia, & tutta l’i fola:, fuò
ri che detti Càftelli,& con dii fi èro ogni cofaa Famagofta y & «iq^
riirono Famagofta per fe:& poi di quelle prede già fatte canicaro
•rio Tei galee d’oro>argento,& altre cofcpreaofc per Genouarnfà
lagiuftitia di Dio lì fopragiunfe,che non erano difeoito le galee
da Famagofta 30. miglia al capo delia Grca, che la fortunali affa
lì con tanto impero, che di quelle galee non fcampò ariete vnà
-mofea : ma tutte andorno al fondo ya com e vri piombo.
La fettimà deftruttione fù al tempo del Re Fano,quando che
il Soldano del Cairo mandò vn’effercitq ali’improuiRa di Marna
luchf& altri Sarracini,canali abbruciarono,& minarono dèi tutto
la citta di Limifsò, & altricafali poi deftruffero > &depredomo
Nicofìa: canduftero in prigione nei Cairo il Re, & molti fuoiBa
ioni; quali poi tutti li rifeatarnan II Re per a 00 j miki ducati^ &
fatto de indi tributario del Soldano . Pagorno anchqra Ir Bài
roni affai migliora de ducati : Pbiri’effercitò del Soldano volèn^
dori partire dailf fola , prefero quanto piloterò, & quanto fu
poffibile, che non fi potè Rimare la valuta della preda , che con-
duffero fuori dellffola , oltra molti p er telaggi morti & de¬
finita . . rr ■n
La ottaua deftruttione Rifatta al tempo della Regina Cariò ti
Jta, &fdi Alitile di Ciucia, quando che. il baftardo fratello della
predetta Regina candite in Cipro vn’ctercko di Sarracini & di
Mumaluchi, ■& difcaciò dd‘Regno la fu a forella:& duro ino alito
xa le guerre tra Cerines & Famagofta 3 .anni : talché ogni cofa aa
<fana declinando in malhora Dipoi ceffornó le mcrcantie : non
poteuanofeminaredi Sarracini tuttauia li fecchcggiauanodamag
gior parte de’Nobili, & tuttala Corte Regale feguironola Re¬
gina fuori deirifola,priuati di tutti li loro beni;& di altri mali af¬
fai , che il predetto baftardo fece .♦ periiche tutta Hfólaera fatta
deferta, & in cóltiuata. Poi effendo morto il Re^ di'fuhito li no-
bili nouelli fatti dai Re baftardo fi diuifero in tre parti : talché
IfReginaCatherinaconli Signori Venetiani diftruffero esfino
•bili; altri nelli ferri condutti in Venetia; altri morti nelle galere;
altri
9°
artrinellepregiom,&tiltrifuggirono. \ .*
. La vltimaruina di Cipro è quella del preferite anno fatta dal
crudelisfimo fuperbo,& indormito cane rabbiato del Turco : che
fe prima fu alcuna ruina ò deflruttionc, fe tirannia fu, ò crudeltà;
quella ha trappaflato aliai tutte le deflruttioni, crudeltà, & impie
>tà, che non fi può efprimere, ne efplicare ; nc io fono Efficiente
. di raccontarle . Solamente io dirò per hora la foflantia breue-
iinente , & quando haueremo commodità , &fapcremo anchora
-il fatto meglio; la deformeremo tutta minutamente . Dunque
quello anno del i 5 70.alli 2 5.di Giugno comparfein Cipro il crii
delislimo Tiranno ,con vn’Armata non piu mai fatta limile, nè
iì potente; & disbarcò à Salincs 100. mila fanti,Se li dille 50. mila
.gualcatori , & io. mila caualli, & andò à Nicolia, & la cinfe in^
torno, facendo forti, & cauallieri : & dipoi che vi flette intorno
4^ giorni combattendo valorofamente , & perche la città non
era ben monita, Se ne anchora era fornita di fortificare, Se perche
jqnelii, che la gouernatiano ; non eran pratichi ; perciò in capo di
4 . giorni entrato dentro rinimico con grandisfimo impetoSc
.furóre, fece macelli, ftrage, & beccarie,che fìì vn (lupore, che il
Cielo fi copri di trida^ & la terra di/àngue : Etelfendo la città di
Kicofia piana; la fece piena di monti Se colline di corpi morti del
Chrillianefmo fungile :& offendo in quella 56500 mila anime,
vnà parte e quali tutta la nobiltà andorno à maccllo:& del rcflan-
te ne fece Ichiaue, Se fchiauj, condutti in Ttirchia, dilperfi, & fe-
paratiin dicerie parti .* Lafcio di raccontatele violatone di Chie
le, le;vtrgogné, vituperij, sforzamenti di vergini, vedono, putti
maCchi,monache, & altri.religioni , che lingua humana non po¬
rrebbe efp rime rene raccontare li niali, che furono fatti. Dipoi
ritrouornó tutta la città piena & colma di ricchezze, de Teiòri, Se
artcglierie^ Se tutte le facilità, & ricchezze delTIfola, erano den¬
aro; ogni cofa hanno depredato . Non folamente fu deflrutta Ni-
cofiapma anchora tutti li Cafali vicini, Se tuttala M diària à fuo¬
co Se fia rtim a po il i fi t ufi lì genti detteli tfc : & ogni colà con-
duilero nell’Ànmta , Scihatiendò cercato vn gallone , grolìo delle
-arte g Efori e baste, Se k principali ricchezze; Se dà tnille tra putti Se
.pimellc al tremarne per condurle per prefenti al gran Turco
fr a. fuo.figliuolo^.Sì altri &aici à ; la Maciià diuinahi proueduto
meglio, che hi in fp irato il cuore ì vài gentildonna di abbruciò
ire la nane, acciò non aggiungine quelli figliuoli &: figliuole, de
fineghino ia funtu fede: Secoli tutto il Gallone, & vna galera, vn
nauilio, de vn Caramtiiiàlino andorno al profondo , de la gente,
t& le ricchezze, & learteglierie. Dipoi andò a combattere an-
choru F amagofta, delqual fuccelfo , altro di verità non h^bbia-
Rio : ma quando che le cofe terranno in luce;metteremo ogni
colà di (Fintamente. Giudicaròbene, che quella dcflruttione,&
mina ila Hata la maggior, che mai per alianti ila (uccella : perciò*
che in quella non foio fono andate le ricchezze & facoltà; ma an^
chora le proprie perfone : Etfc bene anchora nelle altre furono
morti aliai ; quella nondimeno ha trapaffato aliai dicono & per ef
fere Chriiliani. Però (periamo nella Maellà diurna, fieome nel
principio del nollro ragionamento dicenimo ,cel proemio, che
Cipro farà di nuouo uialtata de fnbhmatà-glè bene ha patito af¬
fai : percioche farà caufa che li Principi Chriiliani lì ai cordaran*
no iniìcme, de tutti li volgeranno contra qu elio commime immi
co nollro il Ghriftianefimo ritornerà neri Aio prillino gradai
perche farà cfriipatxapoco a poco quella tal fa & tirannica Cali
Ottomana ; quantunque nel mondo ila Ita rade! le prime , & anti¬
che Cafe éi iikiltre flaqual cafa Ottomana ha regnato 3 pò. in tir
ca : & hebbe di Imperatori ( fequitandò il mondo de non la veri*
ti) i ò i de tutti andauano di continuo ampliando i»l loro Im¬
perio de iliullrando, che veramente potria chiamarli 'tdkisiìmi
del mondo : percioche egli a* giorni noflri deaninanb^ nelle tre
parti, del Mondo f Alia qua A tutta, de Affrica, & Europ a :j&tfe rtiit
ti li beni che hanno li pomeri Chriftiani , cerne RAIamagna batìk
de. alta;l.a P o 1 Ioni a,B oà m in ,D a t i a 3 M afe li o rna, & parte de Tran Al
nani a, de altre generarioni di quelle parti : Dipoi delPaltra parte,
- Anglia*Seotia, Frilìa, islardia, & altre Ifole, Francia,Spagna% Si
Italia tutti quelli Regni non arridano anchora alla terza parte
qua fi del dominio, chetienc quella Ottomana cala : laqunle pen
fa, che habbia affai Regni fatto dife, & 4. Imperi], di Greci fòi
Trabifonda, di Tiro, ouer Àsfiria, & f i m p c ri a de * M a mal u c hi
del Cairo, qual’hebbe già 5 3. anni Et quantunque tìacofi gran*
de & potente ; la maellà diuina, quale regge il tutto ; tiene accie-
cato quella beftia, acciò nòve dai’auuorkà Si potenùa fua,& clic
affatto
91
sffattodiftroggeffela-faa vnica fpofa Catolica, Apoftolica,& OrV
todoxa Romana Chic fa ; aiiaqualcdilfc lò fpofo; Ecce ego yobk
fcum fum vfcjue ad canfiunationem (cetili : & à gli altri ditte per
il Profeta ; Omnis confumationis uidi fìnem latum mandatum
«imm nimis. Dunque di tal potentia tirannicafperamo in breue
di vedere, fe non in tutto, almeno in parte il fine. Preghiamo &
fupplichiamo quella, ilqualc fufeitauit hypocritam propter pecr
eatapopuli mei,chedi nuouo Sommerga il nuouo Faraone i con
tutto rettorato fuo nel mare fanguinoiente : Et tunc ex ore fpon*-
fx erit perfetta laus,honor, & gloria viuenti fponfo in fecuia fe*-
culorum »
Notateti anchora che Io per breuita nompofe a ogni mia nar-
rationeli tettimonij & liauttori per non generare faftidio alli
'animi delli Lettori / quelli mo che veglino vedere minutamente
legano, Sabel!io5Strabone, Iuftino,Plutarcho,Blondio, Platina,
Fiorio burrone, Giorgio Buftrone, il Suplcmento . i’Hiftoria
-Sacra;Raphael voInterrano, Vicenfio bchiaccnfc S. Antonino 3c
altri Auttori affai, & li miei propri; occhi, molte cofe videno in
sfatto. Laus eterno Deo .
o Fatta nella città di Napoli nel monafterio di Santa Cathcrina
odi Formelle nel 1570. nei fine del mefe di Nouébre; da Fra Stef¬
ano Lufignano di Cipro Lettore del ardine de San Domimco «
Di V. R» Fratello aftetionatifs.
li
lì Capitani} dette cemide, Italiani & Ciprioti
bannt faldati 7J0.
Il Capitano GiulianGuaftaldo,
Il CapitanoLeonardoda Borgo,
Il Capitano March* Antonio Dafcello
Il CapitanoGiaeomo Gra2zo *
Il Capitano Celio da Lodi.
IlCapitano Gioan B attilla Catturo»
Il Capitano Francefco patella.
Il Capitano Fabri di Imola,
Il OouematoreRcndachi.
Il Capitano Nicolò Kirieleilbn.
Il Capitano Lamberti.
Il Capitano Pietro Maurefi »
Il Capitano Filippo Lafcharinobilc Ciprioto,
Il Capifano Dimitri Lafchari nobile Ciprioto.
Il Capitano Giosnnc di Elmi,
Il Cauallier Dimitri PaleologonobileCiprioto.
Il Capitano Andrea Cortefe.
Bb
, Z'%
TI Capitano Catella rt?:'SvO r: T r m;‘> •
Il Capitano Thomalo Blefi « nn c-i. 3V . , q., ; ? t\.;> q
ìi Capitano Gioarsnc Ligoccfi • ? ,/j v, . ’ / 5 ;i
Il Capitano Dimitri Palcologo • , ' ). . >f|
C fi. ••Vvi » .; li.. ; {j[
Li altri Capitanij ordinari]Jelli Stradati * con aco«
cauaUt andorno a Làmagilìa. . ,\
r.;'1 ■ lofifiliqi
T N quello mentrc;ifte4a|-^ri^gi]^imi ti^jdri Ciprtoti con le bar;
Jl che e colpeggiando li mari delia Caramania & Soria, facendo
qualche preda, prefentita la guerra in S aria,tk nel Palm luoghi di
Turchi,cercarono de fuggire ,^ alami de nollri rcligioiì & fcco
lari vennero da poi dà doti auifi deliig^à4i($iini apparati .digiicr g
ra per conto de Cipro , a l’ultimo poi de Marza mandò il Inaila
fuori de Condantmop ali Amurat Rais con 25. galere drizzate a
Rhodipcr ornarli foccorfo a Cipro pAIii, f ^^ anchora d5Aprii
Piali Bafla fi partì àaConffcntinop'oli con 8.0. galere, & $0. gal¬
eotte , Et ritornando il Chiaus .Cojbalpd^ Ycnetia^portandoiai
rifpofta animofo piu di quello li penfuua, mandorno, fubito il,
Chiaus per fcqueftrar il Clajrifs. Bado de Vcnetiay con tutti li
Buoi, lafìandoincuftodia vnChiaus con.alquanti Ianizviri,ac¬
ciò li prohibifea ogni forte de auifi di lettere di pratiche, di par¬
lamenti, c di conuerfationc,vforpo poi grandilsima follicitudme
a dar cfpedittione al redo dell’armata : onde aili 16 di Marzo del
1 <>70. Vfcì fuori Ali Balta con 30 galee,e 1 2 fq Ile, inaili Turche
fche, e 2 Venetiane, col Galion di Maumet Balla , Maone otto,
Pafla caualU 'Oi^rnuflallini carriehi di gente,vitto-
iiaglic;artcgiiaric,monitioni;& altre cofe neccffarre, perl’efpu-
gnatione di Cipro . Soggetti tutti a Muftafà Bafla generale di ?
terra, A quello tempo Piali Balla già per inantipartito,andò
Arine,Ifoletta di Vcnctiniani, perfe molti Chri diani, & alli 28
detto impalmò a Negropontc, e carneo di vittouaglic 3 fi parte
per Rodo,& ritrouq per ileamino il redo dell, annata, & con grà
de allegrezza congiuntiparriuarono a Rodo il primo di Giugno.
Et quindi partiti, andarne» ai Finica, oue ;gia auuiarnoper terrat
FefTercito ;cfTendo quell: 3 Fmica,in Natalia vicino à Cipro ,
commodo per traghettar la gente} & circa li 2.0 di Giugno,man-
... Y 9.3
ciò fci galeotte a Cipro, per pigliar lingua, & armiamo avn Ca-
fal vicino ad Allcftandretta Calai Lara,& donando la cazza a cer¬
ti Pegorari quella zurma delle galiotte,2? caualli noftri Stradio-
ti, qnali vrtorno per mtzzo loro, la feetn retirare recando m or
ti moltisfimi Turchi; ne pur mori.nifturi Chrilfiano, fuori vn ca¬
mallo del Luocotonentc di quelli Stradioti, quale fperardo pre-
itnio di tal generofa imprefa, vene a Nicoftia con non fo che prc-
- gioni, e con molte certe, Et il Clarifiimo Dandolo per fua libe¬
ralità ; non li volle anco imprestar denari. Sopra la/ua paga,per
recomprarli vn’altro cauallo per fei uigio di S. Marco, In quello
mezzo il Reueren. Contarini fece in (anta Sofia vrtoratione voli-
gare, pcrfuadcndoogn’vno alla fidcltà, alla ftrenima del com¬
batter proponendoli il caroegrato amore de lTlluftr. Dominio,
portato a Cipro con tanta graua facundia,e copia di perfuafioni,
che molle tutù a dolci-film i pianti, proponendo ogn’vn morire
per la deferfion della fede per il Serenifsimo Dominio per la pa¬
tria , e per esli flesfi,& fmentato dal pulpito fu abbrazzato cara¬
mente dalli Clarifiimi Rottoti dalli Illuft.Conti, Bareni, e Ca-
u&llkri, con gratifiime parole, allhora lTUuft S. Conte Giaco¬
bino a nome de tutti li Ciprioti, dille al Reucr.. & al 1 i Clangimi
Ròttori. Tutta Venetia fa, e a cgn'vno è mamfeftala fideltà no-
rtra,la deiictiore, eTobccficntiaàl Serenimo Dominio, vfatafi-
dehnente, per tanti anni, Ogn’vrocognofcerà ancora con que-
Ifaoccalicnc, e con quelli periculi, che ci fopra (fanno con viui
effetti,& con il fangue nofiro proprio, quanto li fiamofìdeli, che
noi tutti piu prefio volano morire-a fi 1 di fpada, che cambiar
mai Signoria , follicitorno portar le vittouaglic nelle fortezze, &
andarnoli Clarifsimi Rettori, ad Afchìa,oue afptttorno il Clarif-
fimo di Famagofta per pcner ordine fopra le biade, tediami, &
altre cofe pertinente e necertarie di tal ìmprefà, e non poterò tan
to ordiiiaf, che non refiarte di lucra grandifsima copia di formen
ti, e d’orzi, & non fi facelfero padroni della maggior pai te di no¬
ftri belli ami grofii, e minuti, li Parici tutti ifauiinò fperanzofi ,
^pèrche vennero lettere da Venetia, oue dena uà nofeulta di hbc
Tarli da tal parichia, la qual libertà non hebbero inai fé non quel-
*!àdi Muftafa, tutti li gentiluomini publicamcme direnano d’b:-
Tier detto il confeiiùmento della libertà di lor Parie i,(e mo c prò-
' ‘ b bb z
ceduto (pretto: effe tto di crudeltà dalli Rettori per conto di Pari¬
ci del Dominio , Io non. tofo, L’armata nimica partendoci dai Fi-
mica arili 27. di Giugno, arriuò a Baffo al pruno di Luglio, & alli
duoi, bebb ero Isnuoua in Nicefia. Et arriuatia Limi-fi a,.la fac-
cbcggio-in'o inficine co’ Acrotin,abhruggiando eruba«do,pcne-
trancio verfo Cafa! Po 1 imìdia, c vedendo il Gouernator della
.Stratta :.E Vkenzo Malipiero vice Capitano di Baffo, qutffamol
tùli dine dinimici vrtorno dentro coni caualli , e ropptro quella
moltitudine tanto felicemente, Se polla in fugga^raccompagnor
no c on. infinita mortalità di ni mici ialino ai mare , prefero duoi
riti i, e t arrkorno duoi fame di teBe, quali poetarne, poi a Ni co¬
lia Coprala cima (felle lande di quelli Stradisti mandati per tal ef
feto,facendo carni nar in arit i da caualio del vice Capitano di Baf¬
fo . f duoi p regioni 1-igate le man a dietro > il eh e vedendo la Cit¬
tà fpirauavfcir Inora alle campagne, & alle marine,, e cridauano
per la Città per le muraglie, viltà S. Marco per mare, Se per ter¬
ra , Se il dì fequente arduo l’armata à Salines, Il General della ca
ualleria no Bracando ad: abboccarle col rilluBrif&.JE ftor Bàg l ionc
a vn Calale,, che era tra Saline a Fatnagoffa - Alli J- con a concia
commodità lenza contraBo veruno, sbarc0j.lni.mico fa caualle—
ria,la bancaria,rartegliaria, monition, & ral^re bagaglie facendo
quiuigli fiioi: prepari e forti, mandò. MuBafa,; Piali nel colfo deli
la Aiazzacon 1 oo-gale re, Se ao, palla caualli, Se alquante maone
per leuar gl’ahri caualli Ianizzari e Spachi,& altro tanto drizzò al
Miora Ali baili col reBo deirarmata nel colfo di Satalia, per Car il
meddimo effetto. Se di Salines , temeua partirli * Sé prima non
iaceuatutta la mafia dell’ellercito, ritornar.al|i 2 r. di Luglio por
torno li presfidi J de; fide rati Mu Bafa B alla * Mandò in queBo mer
zo Nicodimo Caloiero grecoorbo,di Corfir, con lettere eflorta-
torie , Se minaciofe ,:oue e fior taira tutti allobedientia del fuo Si¬
gnore ,,permettendoli maggior liberta,e laconcefiion dÌcio,che
godemmo. Il General della caualleria,già era retirato a Nicofia
con tutti li cauallr, par in fino algiorno dei maceÌlo,ne man corno
In quefiomenrrc Finimtci far diuerfe feorerie, Se arriuatia Lefca
tra condotti da vn Prete greco del Ilio co:, diedero per forza obe-
dienti a non battendo mura, ne fosfi,ne arme offenfme,ne defen—
fiuc^ilche fu fubito feoperto alli Clarifiimi noflri Rettori, Se ma¬
dami*
darò» il Cip itaneo'Mca duca Dtmitri Laicati con la lua compa¬
gnia de canai li ligieri donandoli comisrionc di poncrquel Gariu
le a riama, a fuoco,& ammazzar grandi òc piccioli, òc fatta Tobe-
dicnfia ; quello Capitando ardito vol/e anchor andar a riconofce
. re l'inimico, dando la caccia a vna grolla compagnia la retirò in
yiy ftretto de duoi montagne mori qui ni il dio canal lo > òc (àbito
falcando in groppa di quello de TAlfier dio fratello* le ritirò a Ni
coda. Alli 24* ripartono per Nicoila mandando prima a Fama-
gofta ìoo. caualli,acciò s'impcdilleogni forte di (occorri) a qua¬
li diede il Sig. Ellor Baglione vna rotta a San Sergio. Alli 2 >. ven
ne parte dell* esercito inimico con la vanguardia di caualli, il che
riconolcinto dalli noftri il collo nello palazzo prefe occarione di
conriglikredi douer vriir fuori Jadurtar qttefta parte prima, che
Feftercito giungele, & voleua che falifle fuori tutta la caualleria
di Stradioti & di fendatarij òc prouifionati, con grolla parte di fan
taria Italiana òc greca, Òc benché làpeuano li Clarilsimi Rettori*
& il Colateralc che quello Collonello folle pratico nelle guerre*
non acccttorno la flia propolla ne feceno bone le die ragione, il
dì riqueme arnuato il rcfto delFedercito, arditamente comparfe
• parte della catmlleria lotto la no (tra Citta,& poleno li pauiglioni
loro (opra il monte di Manria: òc in quella compagnia, òc qttiui le
. accampò il Genera^ deirelfercito, oue contra i! giuditto de no¬
ftri trouarono mo Iridarne acque, vna parte del l'elle re ito con la ex
ualleria s'accapò verri) Santo Dimitri,oue Ila la radice della fon¬
tana il reilo delli pauiglioni erano lontani >. mila Italiani a duoi
Calali dett Aglangia, òc Athalalfa per la commodità delle acque*
&nel di di S. Anna. Vedendoitnemicoaccamparlilenzaniftìmdi
fturbo mandò alquanti caualli à prouocarci alle fcaramuzze,chie-
fero con illantia li noftri, òc f taluni e greci, quali deridcrauan.il
combatter, d'vlcir a lcaramuzzar*& vrtar, ilche li fu vietato dal
ClariftimoLuocotenenteconcelfe però licentiaa pochi caualli*
guidati dal S. Celare Pionane Luocotcnente del Signor Collate¬
rale, Òc per efler pochi non poterò far colà dgnalfatta, ma atten¬
datane tirar il nimico lotto le forze ddlanoftraarteglieriat. Qiie
fto fecero ancora nelli duoi lequenti giorni prelero vn Capitano
de' Stradtori, detto Andrea Cortcfc, e prefenratoaf Badano d di¬
ce* che li fece tagliarla tefta Dominkafeqnentealii 30* fatto co
ogni
ógni prcflczza vn forte fu !a montagna Tanta Marina, Apprelentò
Furtègliaria , e cominciò a tirarci, que fla montagna era lontana
d dia noflra fortezza pafsi piu o manco cento quaranta,fecero oue
fio forte fcrzjjO con poco contrailo , che cercarono pur li noitrt
dalla cortina Podochatoro, & Caraffa, e dal fronte del b a leardo
Caraffa, con canoni di 5o. fconciarc il nimico, malauorando di
notte, lo fc per forza c preflò, e attcndcua di qui batter le p iazze
d’alcimi baloardi, & le cortine , e le cafe , ikhe il fondator della
fortezza non vdife fuggire,per non fo che rifpetti,che gli altrr di¬
cono effer finifln’fpc rando nelle traùerfe &c. Fecero poi vn'al-
tro f^rte a Santo Giorgio , ouc era vnaaltura, o voglian dir col-
Ulinetta, e da quello attendemmo a farci le diffcfè, e parimente bat
^tcuano le cale. Fecero il terzo forte all'incótro delli beloardi Co
flanzo, e Podochatoro, fopra F monticello Margarita. Pofero il
quarto forte a meza la collina ,dd monte Mandià , e da quelli nò
poterò far batteria de importarti;!. Fecero trinciere fpefie e pro¬
fonde , o vennero fotto le folle delle mura della Città vecchia, &
intorno doue cran le ruine de effe Città, c quiui lontanò palla So.
fecero 4* altri forti all’incontro del haloardo Podochatoro Coita
zoy da villa, c Tripoli. Assennando quelli forti con felle profon
de, meze Lune,& caliamenti quadri e profondi > & flottano quiui
corpi di guardia, doue la nollra artcgliaria, cauallcria, & fanta-
rianon potetia facilmente offenderli, c per quattro giorni conti¬
nui, attefero batter le mure gagliardifsimaincnte, con pezzi di
60. ne mai ripoflauano, dalla mattina infìno a fcra,eccetto $.04.
hore, quando era il gran caldo , ma accorgendoli predio, che f ò
face nano nulla,poi le balle JorG fi fìcauano nelle terreni della mu
raglia fenza offe-fa. Lafciaro quello tormento,vennero alle Zap¬
pe , e badili, onde vennero prdlifsimo fotto le noflre centra fcar
pe , con trinciere, e con tutto quello, non cercauamo diflurbare,
non lì potè 11 ano offender, e fecero quiui vna grandissima folla,
gettando il terreno verfo noi e (fallano in effa moltisfìmi archibu
. gteri, quali flauano Tempre a mira, fi con gran deprezza bcrfl-
gliauano ogn’vno di noi fri, che s’affacciaua fu la muraglia, quali
ancora ogni fera,e ogni matiina attendeuano a far la faina, e con
quello ili trattano arditamente, fatte le fofi'e, & le vie 5. nella no-
ftra foffa,qual era larga di %o paffa, & non volendo li cauafli loro
». ouc fi.
ICO
otiofi, li faccudnó donar fasfi da lontano, & con quedi, & col ter
reno cauatodaccuano trailer! e fi gagliardc:,chc in breue acciecar-
no i nodri (ranchi, che piu nó li potcuanooffendere, onde gli no¬
dri protedano di voler durbar con la n odracaualleria, acciò piu
lfcaualli non. por tallero le falsine, nodi fu concedo,anzi c|ue-l>cti'c
de piu hnpatroniti prcdifsimo della noft-ra foda venendo a ta¬
gliarle ponte,e fronti di baloardi, & facendo delle grotte in pili'
luochi delle nodre mure, ftnza ditlurbo, prohibiua il Luocotc-,
«ente non fi tirafl'c a quelli, fe fono duoi,otre, ma fi bene fé crani
dicco o piu,perchc diceria, che non rcndeua conto a S. Marco: on
de hebbero tanta cpnimoditi di guadar i noftri baloardi e mure,
quanto defiderar poteua i’inimico, e moltifsimi cò l’orecchic prò
prie,lì come anch’io,hanno vdito le gran bramire, le gran mime—
eie fatte a’ bombardieri,& al capo loro piu volte, perii con fu mar
della polu ere, che pur auarisfimamcnte fi fpendeua per non far
troppo danno, a chi con tanto furore, & abondantia di tiri, atten
deua torci la vita,e ciò, che liaucuano il Luocotencnte attcndeua
a fparagnar, come e fuccedo,ondc venne in mente di moltifsimi,
che codia non fjffe.traditor. Piu volte il Clarifsimo Pifàni, fece
parole con quello.Vice proueditor, perche non lafciatia fare in .
dilfefanodra quel, che era necclfario, e vennero alquante volte,
quali alle mani, quando li veniiia detto Clarifs. Sig. bifogna net¬
tar la folfa,& cacciar quedi acciò con le zappe, badili, facendo le
grotte non gittino atterra le noftre deftefe; rcfpondcua che fa¬
ranno i r.li nodri baloardi fono tante mótagne,lì calaua fuori di.
notte per le cannonerò per riconofee re Popcra deirinimico, & al
le volte erano necefsitatiTinimici fuggire--, alle volte toccaua alli
nodri ritirarfi, & in pochi dì feetno grandi in caliamenti giran¬
do fuori il terreno per empir la fofl'a , asficurandoli fotto,con tra-
namenti, ilchc cognofccnd-o li foldati con li Nicofioti dubitando
il mal che ci trauuenne riccrchauano con indantia acciò il conce-
d-effe facultà , di far qualche bella groffa & pondorofa fonica , &
per impedir da l’operar,& per guadar le fue trauerfe, ma non fu -
rono chiuditi perche erano pochifsimi Italiani, & di quedi po¬
chi già morde no molti, per vna infirmiti communc & per il mal
governo, & quelli del paefe non erano pratichi. Il CoHonel pai—
lazzo attendeua di far vncauallier acciò dominaffe li forti di ni-
ruicij
mici; & lo Fabricaua di grò fs imi trauoni & palli, laflàndovacuo
di Torto per può ter dope rare le cannonere del baiioardo, & di fo-
pra caricaua di terreno, per ir,ettertu i’artegiiaria, mancn it.i pa?
folle adoperato,& vn gcnulhuomo di primi-che ar do fu , fu cul¬
to de artcgliaria, tirratada finta Marina; cercare no di trouar mge
gnoperdoperarliarchibiiii,& vno prefe duoitrauonigrofiiòc
lunghi, accommodando din crii bufi & li pofero Topra la umadul
parapetto , maJiibito aiieitnolil’jnimicoamalgradod’aleuni lo
butto con i’artegiiaria , fu tentato anthora di far vna mina in ia
poma del balloardo, ma per elle rii terreno dtl balloatdo inolio
perche rinimico iauora-ua di /otto fu disfatta rei principio d’Ago
fio vedendo quelli difiordini f\ rifolfcro di mandar a Famagoìta*
per il Signor £(lor Baglione per foccorfb, de per bombardieri*
Òc dettene lettere alli mesh in ziffara ; ma furono prefi dagli ini¬
mici &cc li fecero veder acciò non Iperailenio foccorfo,manda¬
rono fubito per tal effetto il vaiorofb Capitano Gioan Battili*
San Coluban a cui dunandoi’inimkolacatcia, li colle il capello*
de il pugnale, di ce li prefentarono fono le mura, & fcrifiero vna
lettera al Corte Giacomo de Norcs quaTera generale de l'arte-
gliaria,& vna al poptilo effortandoli a renderli. Arrinò il Capi¬
tano fopradetto a Famagofta,e congregato il configli© hi ietta la
lettera,quale ccmeriua tre d;mande vna ricercauaiì Signor £flor
Baglione. L’altraricercauafoce or bo de’foldatiItaliani. Terzo
che bramane di bombardieri, & abbozzando il Signor Lflor Ba¬
glione di volere andar, in quello configli© & nei Icquente ^con¬
chifero che erano contenti,che andalie il Signor iiiu fin fs.£ fior.
Secondo, che non vokuano madar foldati in preluditi© della for
rezza. Terzo,che andafìero di bombardieri ehi voielk,& mftan
do il Sig. Ltlore, che gli donalfcio la feorta foifkientc, non gli
conceikro altro, che li i oc. fuoi foldati, & per cf ere quello Si¬
gnor tanto dcfiderofo di giouare alia Città de Nicciia ,confiderà
doii ioc. huomininon elici* {officientefeorta perpafiarlcguàr¬
die d inimici, determinò d’andar folo con quel Capitano Gioan
Battifta,& con la guida ,madifiuafo da quello Capitano , per li
pericoli prouati & cognofeiuti, ni reftò fi partì dunque il Capi¬
no da Famagofia, con Lonardo di Verona bombardiero con vno
altro fuo compagno, pacando grandislimi pericolie (landò li
giorni
lor
giorni continui fenza mangiar & bere fuggiendo dalle mani delle
tre guardie, che circondauano tuttala Città vennero aNicofia,,
il di de San Lorenzo,li mandò anchora fu le montagne,acciò man
daflero foccorfo,ma elfendo prefi & prefentati fotto le noftre mu
ra non fi potè haucr aiuto da parte niuna,Cominciorno per inan-
rifare delle retirate,ordinò il Colionel palazzo, fi facelfero le re
tirate delli balloardi Podochatoro,e Collanzo e, che fi faralfeno
le gole diballoardi con effe, ma il lòfomtnino nel halloardo di
T ripoli/e Dauila,ordinò vna femplicc retirata, lenza lafciar piar
za al nemico , & forfi fe tale lode fiataquella del Podochatoro. IL
nemico nell’vltimo afl'alto,non farebbe fermato . A Ili i 2 d’Ago-
fto li duoibombardieri cognobero li forti d’inimici, & prefero
animo di fmanteilarlijpa riorno al capo, & al Generale dell’arte-
gliaria(chiefero duoi cannoni di cento, fecero vn tiro, imbocar-
no con quello vrn canon a’artegliaria al nemico ) Si ruinò la cano-
nera , & con li fcagli morfero molti fu parlato al Luocotcncntc
per quanto fi di{fc,ma non volfe, che fi con fu mafie tanta poluere,
s’attefe però di far quel,che fi poteua. Il dì fequente, accordan-
dofi Monfignor Contarmi col Clarifs.Pifani, con Marco Polani,
& altri fece un ragionamento viuo, e gagliardo e quafi con alte-
ratior.c , & riftringettero. Il Clarifs.Luocotenente far prouifio-
ne con qualche configlio maturo, fopra la deffenfionenoflra, de
perturbation del nimico, e conchifero tanto fecrettamcntc quan¬
to era posfibiIe,di mandar fuora loco, fanti tra Italiani, e greci,
e tutta la cauallaria di Stradimi. Volfcro li gentilhuomini, de li
Feudatari j, d’vfcir fuori con efsi,dicendo , che li faceuan ingiu¬
ria, -ali fu uietato dalli Sig. Rettori; Alli 12 fu mandato Caia
Cenlibi confei galliotte per lingua, & andò per infino in Candia
Se quiui prefe vna barcha con alquanti Chrifliani quali li differo,
come l’armata Chriftiana era congionta; de arriuato in Cipro, fe¬
ce la relatione.In quello mentre li bafiàni mandauano feoprcndo
tutti quelli mari feorrendo per infino a Paffo, lequali velie li no-
Ilriche erano fu le montagne faccuano li fuoi fumi c fuochi, co¬
me haueuano ordine dalli Clarifsimi Rettori , per fegno di
tante velie che feopriuano in mare,quali (peife volte fatti pade¬
llano di fperanza della noflra armata, alli 15. fecero ponerein or
dine quietamente de fenza nidim ftrepito la cauallcria flradictta*
Cc
Su l’hora del repofio di mezo giorno fe apprefentorno con le lan-
ze in mano nel letto del fiume che palfaua già per Nicofia , apri¬
rono la porta che va aFamagofla, de mandorno fuori non tutto il
numero di pedoni determinato: ma vna buona parte,fGtto la gui¬
da & gouerno del Capitano Cefarc Piouene de Vicenza, Luoco-
tenente del Collaterale,che allhora cielfe d’andar a piedi facendo
l’efiercitio a cauallo,andoui in fua compagnia il Signor Conte Al
bcrto Scotto,Nicolò Gradinico co Zannctto Dandolo , Giorgio
Pandeo, ii Caualliero Magrino Ingegniero , quali tutti andando
arimofamente ck ritrouando l’inimico a ripoflarc come Tempre fe
ce a mezo giorno, fi impatronirno facilmente di duoi primi forti
de’ nimici. Li Tur eli come tanti Cerui velocemente fuggiuano
fu la montagna de Santa Marina dubitando di maggior mina ven¬
ne quello rumore all i pauiglioni de li pofe in gran ccnfufsione, &
parte polli infligga abbandonarono ogni cola, & fe vn poco più
di tempo li folle concedo inchiodatiano Fartegiierìa ; intrati lino
ftri nella abitadonne loro; conquidiamo archi, frizze , limitare.&
diuerfe altre bagngiic per infino le pignare piene e calde,ci difTe—
ropoi alcuni noftri rinegati che fe li Chrilliani fequitauano con
maggior numero di pedoni, & con la caualleria, riuoìtando Far-
tegliaria loro contea fi flesfi fori! farcfsimo rem a ili vittori oli, ma
fedrema nodra difauenturaiquale pure auoluto che il Cbrifiimo
Luocotcncntc, & Vice Proueditor probtbific di vfei.i fuori la ca-
iiallaria de il redo di quelli pedoni,che bramauano d’andar,de
quello fu per quanto alcuni di fiero, perche proiiihi che vfcif-
feno li gcntilhuomini , de vedendo tra quePci caualli il Falier
de certi altri gcntilhuomini con le vifeere bade difordinoomu
cola benché altri, in colpaffero il Luocotcnente del Coliate-
ral, quale bramando tutto Fhonorc, dubitando non fi douelfe
tribuire al Goucrnatore delli Stradioti, ordinò che fe trattenefe
la caualleria hor fe per quelle caule o per altre fequiile tal difor-
dine esfi lo fanno, a noi e manifello che la caualleria vi rcllò, de
poteuano bene li nollri che vfeirno gridare animolamente inauri
i nauti, uengar.o li caualli che ogni cofa e nodra, nn vedendo que
lèi poiicri foldati che erano abandonati perdendo la fperanza del¬
la lpalla di caualli,& che f inimici accorgendoli di quello, ek del
pocoimmerocheli diedero la fugga li redulfcro con moltifsimi
caualli
102
catlalli& con gran numero di pedoni, fi retirarno piano piano .
Sforzati a lafciar quanto haueuano acquiftato, morfe allhora il Ca
pitano Cefare il Conte Scotto/con molti altri che fra morti e pre
gioni reftorno ioodi nofiri . Refiò pregione il Luocotcncnte
del Capitano Lazaro, il refto intrarcno nella Città con molte bel
le cofe, pugnali ricchi a modo Turchefco, limitare & archibufi la
uorati alla azimina tulipanti, & altre cofe : Fu detto che il Caual-
lier Mangrino intrando dentro nella fortezza allhora della retira
ta dicelfe non fon mai vfeito fuori a far attione alcuna, che non
habbia vifto qualche fufpicione di tradimento,ma Io credo che
volcfìe dir impedimento , perche la rifpofia del Clarifsimo Luo-
cotenente fi dice tfler quella Signor Cauallier uoi anchora fiate
gioucne,& non fapcte ogni cofa; & mai piu fi fece altra fortita,on
dcrinimici vemuano intrepidi a minare li nofiri balloardi ; Il
fratello del Signor Conte Giacomo Ottauio, quale attcndeuaal
baloardo Tripoli volfe andar a vna cannonerà per veder lauorare
rinimici,&non fu tanto prefto ad afacciarfi, che fu colto di vna
archibufciata & mori. Circa li 1 8. d’Agofio Piali Bada andò a
Khodo,& mandò per lingua in Candia,& fi pofe in viaggio per ri
tornar in Cipro . I.auorando l’inimico con gran folicitudinefe-
ce aliai commoda firatta per montat fu li baloardi ,orde faliuano
fpcfte volte & poncuano qualche barderola & cominciarono fra
4, ò 6 di,dare gli alfaltiportauano leconelli afialti alcuni fachetti
aliai grandoti pieni di poluere, quali gittati fopra li foldati nofiri
faceuano gran male, & chi li volcua pigliare per rebutarii fi bru-
feiauano tutti. Altro remedio non tra per quelli faccheti che pi¬
gliarli con laponta d’vna piccha & mirarli fuori alfinimico, fe-
quitarono Tempre in tutto quello tempo de l'affo dio qual durò
giorni 45. fare gro/sifimc battane,attendendo alle roine delle ca
fe, mattina e (era tirauano moltifsimc cannonate d’egnr forte, &
fpefe volte di mortari & de predere le Dominichc fingularmente
tirrauano alle Ghiefe, & Tempre mai li sforzauano batter le piace
di baloardi, & benché facelfeno alquanto male, & nelle perfone
&ncl refto nondimeno non quel tanto male che l’inimico penfi-
ua, moriuano ogni di molti di nofiri, non fen mandiate le mur-
morationi & perii viuerc & per la poluere,nei giorni fcquenti
continuando le battane folite mattina e fera, & continuando an-
Cc z
chora le falue veniuano alli aflalti, hora nel baloardo Podochato-.
ro bora nel baloardo Conflanzo, Dauila, & Tripoli, alle volte in
duoi di quelli alle volte in tutti 4, ma furono Tempre rebattuti va
lorofamente. Vfauan nel ribatter li defenffori nollri,balle,trom¬
be, & altri fuochi artificiati, di gl’inimici, con archibufi faette &
Tacchetti di poi nere fin quelli di, falendo l’inimico con vn piu ga
gliard j ailalto , fatta la faina & la batteria, venne al confiito di fa-
ccndafiTuon il S.Conte Giacomo della frenfchata, quale era in
mezo della piazza del baloardo , per inanimar la gente , li venne
adoffo vna factra fu la fronte,de di quella mori,che fi giudica fi tir
rafie ro le faette velenate, gli hofpitali erano hormai pieni di fer-
ritti,d<: ci rimafiero fola da 400. faldati Italiani,non vi,erano tanti
medici che potefiero fuplire, di certo ho veduto poca carità in
quelli che doueiia efier, non folo in quelli ferriti, ma anchora nel
li fimi, di per incitar la mente di poderofi di ricchi, di quella po¬
lleria, che haucuamo, caricai vn mulo di vino vn’altro di bifeotto
& vn'altro di lane di oline, di le prefentai alli Rettori, prefentc
molti nobili,& pr è fonte ii Reuerendifs.de Baffo, acciò fi donaf-
fea qui per noifponeuala .viltà, mahebbe pochi che mi volefie-
ro imitare , pub alquanti fecero l’officio loro, fi (lentauà di cauar
vino da chil’haju<fua. Non fi troua legni (benché ogni vno era
prouiflo, per coccier il pane, pigliauano li noftri traili del Con-
uento noflro giaroinato, per fortificare la Città, de per tal effet¬
to , & certo li nofiri fratti h dcuano volontieri, fi come anchora
per far il Canai fiero trauoni, &: per le vndice di 12 frefchatc,quà
,
le erano fu i baioardi,, di in altri luochi, tante migliara di traili
masfici, di j 600. anchora per fare li letti deirartegliaria fu dato
per prouifione,non io che poco fermento, a quelh miferi artegia
ni, che non haueuano da viucr, quali (lattano alle guardie conti¬
nue 7di alli afronti d’inimici. Fu da quelli foldati del populo
mormorato contra alcuni nobili , quali andauano ,a ripofiar a
cafa > pofeno ordine li Capitani; loro ,& li fece venir tutti alli lo¬
ro alloggiamenti, ordinati fu ouer vicino,alle rettirate,& per dir
la verità, Tempre dormiuano con l’arme adoffo vna parte & l’al¬
tra , ripoffando alli fopradetti alloggiamenti,& vna parte fu li ba¬
ioardi ma li Rettori dormiuano a cafa, & ogni giorno mattina de
fera^ li fipomua ii mangiar & ber^ dalli feruitori, mori ne l’af-
falto
10* *
falto fequentcil Capitano Bcrettino : fu poi Taltro giorno, datto
vn’altro affalto, & morì il Signor Febbo Zappe d’vua cannonata
fui baloardo elfendo Capitano della mitta deili gentilhuomini,
Fallendo fatta la (tratta commoda & piena,gittando le ponte di ba.
leardi & li pai apetti) fece falir l’inimico, vn formerò & perfidier¬
ai) cridauano non fitti male al poiicr alino che mal non ui può fa¬
re,^ gridauano rendetiui che. Hate male, & con vna fletta tirra-
rono vna lettera, che diceua il mede fimo. Affretti da tanti peri¬
coli,che fopralfauano,non folamente fé attefe alle continone prò
cefsiom, ma anchora fecero vnvoto alla maeftà d’iddio, fc per li
meriti della madre fua piifsima aduocata noftra di fabricarli.vna
Chi cfa,nominata Cinta Maria della Vittorìa,& chiamarono me,&
mi diedero il carico diricerchar c]u effe eie moline da tutti, & in
tre di, riero ual per piu Hé dnòi mila ducati, ik fperaua trouare la
baldanza, ma molto mi fcandalizarono alcuni greci, che per por
fine , allor peccati,acciò piu prefto acceilcralie Iddio giuftamen-
te il caftigo di lor fchifma, non voleuano dar elemofina, perche
tal Chie.là doueua efler latina-, non mancorno anchora de’ ricchi,
che hanno datco poco o niente, potendo dar le centenara, circa li
30. d’Agofto ritornato da Rhodo Piali Baila,& haiuiti li anifi del
l’armata noftra in che termine fi trouaua, assicurati che el la non
era per venir coli predo, diede raguaglio a Muftafa Baila, ilqua-
le diede Tordinc che fe fpediife prefto ogni forte de prouifione,
per la prefa della Città , vennero in quello tempo li T tirchi adi-
mandartricgua per unhora,&gli fu conceifo, oueragionorno di
molte cole, & tutto Confiileua ne i’eifortare, che fi rendeffemo,
iitaelTendogli rifpofto da-noftri arditamente, li prouocauano alli
altri affala, & da vn pazzo de n&ftrigli fu cominciato a tirare. Il
di fequente fecero vna batteria grandis fina, & vna filua piu lon-
ga deli altre-, venendo ali’aflalto furono rebattuti con poca mor¬
talità de r vna & de l’altra parte, mormorauano tutti li tolda ti, che
non fe li donaua balle & poluere a baftanza, ma molto piti li bom
bardi eri, quelli mandaronoiLcapo,per la prouifione & venne fot
to la porta, che va a Famagofta,& quimrprcfèntc il Vcftopo Coft
tarini, & altri nobili^ Si conturbò.al Clarisfimo Pròueditor con-
tra quello capo di bombardieri, & dopo alcune minacele contri-
ilaua con quello, che non fi deue doperà*, cannoni sforzati, ma
fmirigli
fmirigli & altri firn il pezzi aggiorgendo, che quefto era il voler
Se parer del Signor Iulio Sauorgnano, rifpofe il bombardier che
non iu mai opinione de vn tanto homo,in ribattane vfar tali pez¬
zi , tuttauia bifognaua hauer pacientia. Mandò Multa fa Bada
duoi Chiaus con filmina prodezza, vna drizzato a Piali con lette¬
re , & l’altro ad Ali Badaaouc li edòrtaua, che eliendò licuri del¬
la tardanza deirarmata Chriftiana , liano anchora certi di pigliar
Nicofia,che altro non vi reità fc non moltitudine di gente , per¬
che le (tratte fono fatte li piane con le trauerfe d’ogni parte ga¬
gliarde , clic li huomini a cauallo, afeendeno Scuramente, però
venite con tutta la uoftra gente che di Scuro la Città farà noftra*
alli 7. ouer 8. de fettembrio li fopradetti Bafiàni del mare amaro
no la gente loro verfo NicoSa,delie mai uolfero fare per temenza
dell’armata Chriftiana, alcuni Turchi ci differo, che mandarono
2 5. mila pcrfonc,ma altri dilfero che mandorno 100. huomini
per galera, de certo molto me marauiglio, che hauendo Multafa
100. milapcrfonc, in 1 a, o 15. alfalti per l’adietro fatti, non hab-
biapoffutoconquiltare . Alli 9. dunque de Settembrio il dì
de Sabbato il nimico, fu l’alba all’tmprouida attefe alfaflàlto ge¬
nerale , a quelti baloardi Podoehatoro,Conftanzo,Daui(a,& Tri
poli. Pofc per le elpugnatione del baluardo Podochatcrò5Ia gen
te di Rumeli,cioè di Grecia, & la gente di Caramania , col Bada
loro detto Caraman;Mugiafer Bada con la gente dia attefe all’af-
falto del baloardo Condanzo, a quel poi del Dauila5& dei Conte
de Tripoli,Mudata generale Se Alli Bada, Se tutti a vn tempo die
dero Taffalto gagliardkSmo, con incredibil gente, ponendopiu
moltitudine a quello del Podochatoro, come piu rouinato A: a gè
uolito, e quefto vennero con tanto furore, Se con tanti (Iridi Si
rumore che sbigottì molti di quelli villani che erano fu la fron¬
te del baloardo fuori della retirata,non potendo pigliar l’arme fe
ritirarno, combattendo li altri gagliardamente,per vn groffo pez
zo, ma moltiplicandoli L’inimico li tagliorno tutti a pezzi, reipien
do la fofl’etta delfajte tirata di cadaueri, in quefto mezzo fonando
la campana alle arme , onde S pofero tutti in ordine, Se fallando
dalie gole Se fopra le muriédelia retirata, fi combattete le due por
te di efta gagliardamente^ fe ributto l’inimo, crefcendo nondi¬
meno la gente nimica,cominciamo conquiftare la retirata,ma trd
uando
uandoll petti armati di molti Italiani, di nobili, & di cittadini
per 2. horcnon puotero preualerc, venne il Signor Collaterali
altri Signori, col Clarifsimo Configlier Pifani,con gran mortali¬
tà loro e di noftri, furono alquanto ributtati, quedo dico perche
mi ritrouai mandato dal Reueredifs.de Baffo,dal Clarifsimo Pro
uc-ditore, & dal Configlier Pifani per inanimar la gente. Il Col¬
etterai cade d’vna archi bufata mòri, cade in terra fotto a cadaneri
il Magnifico M.BcrnardoBollani3marikiiatoandòfottoalla por
ta, fe retira finalmente Nicolo finclitico co vna ferita fu la faccia,
altro tanto fuo fratello Gieronimo, Thomafo Vifconte loro fra¬
tello mori, mori allhorail CollonelPallazo, il Gouernator Ron¬
cone mori a cafa, & breuemente combattendo per due bore conti
nue cadeno quali tutti morti . TI Chiùfsimo Pifani quale fi dipor¬
tò come valorofo Capitano, hebbe vna archibufata mortale, &
quale attefe a rettirarlo con il Signor Artius Zappe Capitano di
quello nobili,quale era tutto trinciato per effer Baro fèmpre ful-
do come vn torrione in ribatter li canni, quello rimaflo fotto la
porta per ripigliar le force, ritornò arditamente nella zuffa, &
fparlfo il fangue di molti inimici mori valorofamcntc. Il Clarif-
fimo Pifani poi portato a cafa dal figliuol fuo maggiore,& dal fer
nitore mori. Si parte il Luocotcnente dalla porta,che era a Fama
goda,ouc folcua dare,manda per foccorfo la compagnia de 300,
faldati di Lefca,& poi fe retirò al Palazzo, che pur in tal cafo do¬
nala andar a far animo alla gente, Monfignor de Baffo vedito de
-corffalctto mi fece poner li brazzalli, & la celata andò alla fua gen
te , allhora difccfe giu il bombardicr del baloardo Caraffa, & ven
me a queda portaoue erano li Rettori,a quali diffe intrepidamen¬
te quede parole,cani nemici de Dio & di uoiftesfi, &del Domi¬
nio non vederi che l’inimico preuale , perche non haiicmo pol-
uere de poterlo cacciar fuori ? che mentre Io haueuo poluere
ifianchegiandolo non ha poffuto preualere,che diauaio, magnami
•imo noi la poluere? diglutiuamo le balle? il vodro fparagniar a S*
Marcho dubito non eiier vn far perder ogni cofa. Li Rettori dun¬
que domandarne con indantia mi ^mandarono dal Signor Almo
rone per dirli che deffe all’erta fe reflaua vincitor l’inimico, dona
re fuoco alii torrioni ouero alla monitione & che predo predo*
rnandaffe vn caro de poluere al baloardo Caraffa 3 & a gli altri fe
ì li facaia
faceua bi fogno, benché fofle tinto del /àngue mio, & de nollrt
ChriHiani, andai con fiamma diligcntia, & vedendo 25. Ianizza-
ri nella liratta oue erano le cafe de Gianuchio Mufcorno,inficine
con el Vice Capitano di bombardieri chiamiamo alcuni de nollri
Italiani & greci, ne volfero feqiutarci,ónde ringroffati l’inimici,
fi fparfe in quella contrada molto fangue ? mandando dunque la
polii ere, non .affiliò a tempo ;Gioan Filippo da Milano andò a
cauallo per effer gottofo, al baloardo Podochatoro animando la
gente, colto di arehibrifatta mori : in quello mezzo fi combatterla
anchora fui baloardo Podochatoro, & gli altri anchora erano in
difela, morfeno tutti li valóròfi; la cauallcria dcnollri Stradioti,
poteua per certo/in quello tempo fi folfe Hata in ordine, vrtar &
romper rinimico, ma dai principio fu polla a piedi in guardia,&
in facende dibaloardi di chi fi .può comprender quanto era ra¬
gionarle il configlio del Sofomenino,& altri,che voleuano que
ìli nollri Stradioti & li 500. caualli de’prouifionati & feudatariy,
non elfendo pratichi a piedi,follerò a cauallo,& ilar allerta, a fine
che quando l’inimico preualdfe; efsi li cacciafero fuori, e llando
nella llrada qual’erafra le mure della Città, <k delle cafe, elfendo
capace quella llrada de gran cauallcria, forfè de vna vintena a fi¬
lo in battaglia, ma quello non aprouo il Collonel Pallazo, però
non fu elfequito, e non venendo altro foccorforfo, ne facendo al
tro rimedio, miferabilmente preualendo l’inimico penetrò vna
parte della Città confufamente, vn’altra parte, andò ad affai tare
li nollri che erano in defenfione del baloardo Conllanzo, filtran¬
do per le gola. Li furono alle lpalle,& pofero per mero li defen-
fori, & li tagliarono a pezzi, molti però d’efsi con grandmimi
colpi & impeto, fi retirorno per megio deH’inimici)& intratinel
le contrade; ritrouarono molti del populo fi difclforo valcrofa-
mente, molti delle cernide,& la maggior parte delli altri villa¬
ni, vedendo ^moltitudine d’inimici, e la quantità di morti, voU
tarono le fpalle vilmente, ne le nollre elfortationi,ne il comandar
di fuperiori fu potente farli fermar & far te Ha, a quello clic a me
pareua Urano in quella canaglia molti di quelli calauano giu per
le cannonere per fuggir fuori della Città, & fperando campare
piu preflo fi dauano al laccio. Si combattete per Le contrade yde
per le piace, ma fenzaordine fece gran difefa in quelle parte
di
10*
Ji San Pietro Paolo; institi la Chieia Cathe drale di greci a quelle
due vie Uretre, Al Vefcouato di greci, & quitti furono ammazza¬
ti afiaisfimi, monaci & preti di quella uatiGne, e fi dice antlior*
duoi Vefcouigreci; Àndamo a chiamare il Signor TutioCon-
tòanzo, accio fi faceffe capo c guida de* notòri,&ritrouandofi mol
ti raccolti, fe auijmo vcrlo la piazza, & ecco che al rincontro no-
tòro venne vn lquadron di villani pofti in fugga quali a difanima-
rono quelli notòri defenfori, andamo, con il Reuerendo Prouin-
cial de5 Carmini & pigliando vna Croce grande etòortauamo, qua
picuoimente,hora perfuadendo li pedoni, hora quelli che erano
a cauallo, mafaceuamo poco frutto, benché confumaffemo duoì
hore corintie in esortarli & proporgli tutti li mali, che fono intra
uenuti, & quello per due ragioni, vna che il Batòano,vedendo la
£ran mortalità, fece comandar che lì rende fiero ; che fi faluareb-
be la vita , ilche crefero molti pazzi di notòri,& gettauano Tarme
fu le terrazze fpogliandofi non meno delTarme defenfiuc, l’altra
perche nó fo che demonio metfctòe nel cuore dclii italiani & Gre
ci romper la porta Bemba, & fuggir fu le montagna,& a Ccrines,
laqual rotta vfeirono fuori molti di quetòi,ma molti furono vccili
dalla cauallaria nemica, altri furono fatti pregioni, & pochi /ca¬
parono, fcampò Gioan Filippo Lulìgnano alla montagna M. Fla
tro di (latri. Zanctto de Norcs He&or fuo figliuolo, Alfcnfo
Bragadino. In quetòo mezzo alcuni valcnt’huomim con li fpado
ni defederò la piazza del Configlier Pifàni, & quella del Pallaz-
zo, onde Io credo che quetòa battaglia duraflc da fette in 8» bore,
Inanti di quetòo Andrea Pefaro Patri rio Veneto, venne a trouar
il Luocotenente, & trouatolo auanti il Pallazzo gii dille hai fatto
pur tanto clic hai datto quetòa Citta in man d’inimici, qui emo
traditor voio Io, potò man alla fpada per occiderlo, ma quetòo
cridando, a’ Tuoi alabardieri ammazza ammazza, dall’itòefsi ri-
mafe morto, fenza poterlo offender, apreno in quetòo megio la
porta che andaua a Famagotòa, & intrò la cauallena Ttu chefca 8c
lì impie la Città d’inimici, & attetò ogni vno a fàcchegiare. Pao¬
lo Dilguatòo fece riuoltar Tartegliariajqualc era al baloardo pref
fo San Luca, & ftauan in difefa ; Chiamò il Luocotenente apreffo
la ftantia del gran Canziglicro ; hamai coadii tor delia cancelle¬
ria, & gli fece fcriucr facendo celiarli Turchi del Coltello,contò
Dd
egli rende la Citta con patti jèhc reflijro faine le pertene & llia-
uer, obligando ii gran Signor donar facilita a tutti li rettenuti da
lui Chriftiani d’andare a cafe loro,& queteojparue alquanto ama¬
ro al nimico , p erò; atte fero, mo che erano disarmati li no Bri, piu
fieramente & con maggior rapacità far pregioni è faccheggiar,
ammazzando tutti quelli ebe erano con le arme. In pailazzo fi
trouarono molti valorofi deteenfori,quali con li fpadoni lì vendi¬
carono,che le Sale quale fono (ul pailazzo eifendo piene de ni-
mici facendoli faltar giu per le fenelfre godeuano di quelle pur-
gatione & vendetta,^ammazzati quelli, pochi diuentarono pas¬
trani del tutto . AHHora fi dice che vn greco imbciaccone por-
...tali e fulpaiiazzò il teendardo Turchefco de ponendo quello di Si
Marcito . Hit prete il Ijjacotenente, & tagliatali la teixa, il Baf¬
fano la fece portar ci Capuaneo de Cerines ,& con quella ocea-
fionc fi rete felicemente fenza appettarla battaglia, quale era dif¬
fìcile per le montagne che erano di megio tra Cerines & Nicofia,
doue difieil.is'lìmamente fi potcua condur-L’artegliaria ,& l’i{Iella
tefia la mandàa Famagpila,^ il Capitano,. Li fc refponder, come
10 defidera tetto le mure, & quiui conoscerà con ardite refpofte,
& con corragiolì fitti il fuo valore. Althora nel. Palazzo fu prete
11 Reuerendifsimo Contarmi da vn talsfmano o vogliamo dire re
ligiofo Tureho, & per le prometee fattegliattefe faluarglila vita,
ma fperando meglior bottino , libandone & andò dentro, alle
catee& alIaròbba,onde lafciandolo, & fopragiongendo vn altro
lanizzaro, ti die della limi tara fui capo, & cere bandolo piu volte,
mi fu detto che morì {òpra vn infoierà detta Stinca preffo Rho-
do. Cefsò per cerco in quello tempo quel borrendo rumore de
1 artegliaria, & de archobufi dlntonare alf aree chic noftre, ma fi
cambiai» vn miferabile & in felice, che non li tentiua altro, che
il pianto dirottifsimo delle pouere donne che erano {partite da*
mariti,quelli ftridi de figliuoli, rapiti dalle mani delle loro ma¬
dri , quelli tefpiri di poueri padri,che afeendeuano infin al Cie¬
lo,quellilamenti delle donzelle & di figliuoli, védendofi {parti¬
re, da fuoi parenti, quello era menato in vnaparte, quello in*al¬
tra facendo vn dtuortio in congiungibìle, c tutti eran legati co»
le mani addetto,vrtandoli& afrettandoli pasfia forza di baro¬
nate &: col pomolo della {emitara , a molti con tagliarli il brazzo,
&
Se con fpicarli il capo,& quelle donne, & quelli lino mini, che fi
rendeuan poco difficili gli toleuan la v'ita, a molte vecchie fole-
nano tagliarli il capo moki la ce nano prona della fna fpada,& ca-
minando per la ftrada fpicaua.no il capo anchora alli già fatti pre-
gioni,qui fe mettena fuggire^eraariuato, Se li tagliauan le gam¬
be, e mentre che quelli viucuano,palfando delli altri Ianizari, o~
gni vn li deuaìa fua ferita. Di quelli fu Lodouico Podochato-
ro, Lucretia, Calepia mia Madre tagliandoli la te Ha nel grembo
della fua Ceroitrice, li putti nellefafeie fpicandoli dal petto delle
loro madri, gettandoli per terraaltri dalli piedi al muro, ne potè
battizzar Io altro che vno/durò quello Tacco breuemete tre gior¬
ni, proffonando le Chiefe fpogliando li altari, brulfando li fanti.
Se l’imagine, aprendo le fopolturej dando a£1 di fpada,qudli che
nelle Chiefe corrcuano, cognobbe anchora vnagran crudeltà nel
li porci,che doue li trouauano con le focttc& limitare li diffonde
nano , fi che ne vedeuamo vn corpo humano , & vnodi porci, Si
feceno tanto ricchi,come cfsi difforo, che dalia prefa di Confoan
tinopoli in qua mai hebbero tantoriccho theforo, coli delle cofo
lacre come delie profane , Venne fubito dalla montagna, Pietro
Paolo Sinclitico Capitano fu le montagne, Scipion CaraffojGioa
ne Smclitico,& di altri per render obedicntia Se li vedi Muftafk
de brocchado alto bado, laConteffa de Tripoli fi fe pregione co
tutta la famiglia fenza mouerfi di cafo,a Mudafa Bada ab fonte,fa¬
cendo poner alianti laporta cocchia carrette, & parte delli fuoi
300 foldati, ani fondo li e fp ugnato ri come eran pregioni del Baf-
f^n, quali dnalmentehauute le larghe promede e li ricchfdoni li
oferuò poca fede, o niente,che forfi fon fiati piu infelici de tutti,
Se ad He&or Podochatoro fratello dellaConteffo, mentre lo man
da dal pauiglion a Nicofia, per medicarli li fece tagliar la teda
perla uia. Il redo delli tali pregioni con la facoltà della Contef-
fapofti fu in vnamahona,non fi fa doue fi trouano, benché altri di
cono effcr a negati.Li Baflani del mare con la gente àuanzata del¬
le galere, temendo la venuta della nodra armata fi parteno predo
da Nicofia per Salines che dalle fpie hebbeno auifo, come fi ri-
dauraua in Candia la nodra armata , onde per certo fe fi inducila
Tarmata nodra,elTo non mandatia le 2 5 mila dalle gaìkre, ne Ni
coda farebbe prefo, ìlqual timore comincile anchora I animo de
Dd a
Muflafa Baffan,clie fubito che prefo che hebbe la città con fac-.
chi & cade attcTc con ogni preftezza refare le roine ponendola in
eflcr per combattere , votando il folle Se portando dentro i’arte-
gliaria guaftando li torti, Racolfeno fubito li damnati cadaueri
Turchi, & li fepeliuano con le anime loro ne L inferno , lattando
per alihora gli cadaueri Chriftiani,quali poi , facendoli portar da
fchiaiìi/n buttauano in certe cafe & li damano il fuoco per abbru¬
ciarli , aitefe ad a fettare Tanta Soffia domo Latino, Si accordò a
modo loro gettando fuori ii cncro,. deferugendo li altari, & il re-
ffco, venerdì uquente al li 15. quali hanno loro per lua Dominica,
detta Girnnàà, andò il Battano conflitti li altri per adorare Id¬
dio come togliamo fare in tal giorno, ex per ringranare il Signor
di tanta vittoria. Dehiderardo- poi Iodi ritornare dentro nella
Città per riconoscere , ciò che era fatto dille a quelli che mi pre<*
Strio, che haucuà Sottoterramólti danari,& menato vidi come era
no aconzi li baloarcfi,vìdi anchora moki pezzi del l’arte gliaria,gya
flrgia imbocchati da noi,erano prefe le cafe e li palazzi,li forma¬
ti, fané, lane, gettoni, perfetti, lardi, fparti per terra & altre cofe
affai,, gettati perle ftrade/ahe quello che non hanno pollato por¬
tare ouer magnare lo conculcauano co piedi,dentro pcrnelle can
naue rorn penano le botte del vino,& de Loglio; Non era loro few
ero o profano che non folle muofo, ricercando & fperando qual¬
che Theforo. Et fpuzzaua tanto gran demente la Città per li ca-
daucri Immani, e di porci morti, flando già cinque di a lardor del
Sole, & certo me fu piu borrendo Se dolorofo quello Spettacolo,
che quello del di de l’afiaito, vedendo li Immani corpi gonfiati.al-
tri fenza brazza,altri fenza capo, altri fuentrati, altri fenza nafi,al¬
tri fceruelati, qui fcrrito in vna parte & qui in vn’aàra, ci fecero
portar Si trarifportare le cofe robbate neU’affaki, Se benché il pa-
paffo,ouer prete Turcho , che miprcfe mi defcndefle , da 4,0
colpi tirratimi de altri Ianizari viandanti, mentre Io ero pregio-
ne ligato, tuttauia arriuando alli pauiglioni,fiii minacciato afpra-r
mente da’ fuoi compagni, onde mi fpogliarono per infine la ca-
Bìifcia, & mi tolfeno anchora vna coroncina che valcua duoi foU
di, lafciandoui con vna carni Scia, vn par de calzoni Se calcete de
bombaima, con un capello lafciatomi dal Vefcouo Contarmi me
ere gli pofe la cdlada ì v eacndo poi la fera ; mi fecero iigare co¬
me
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nic quelli che 'fi conducono alli fuplicij, onde affettai di tic uro
il martirio, & mentre mi raccommmanduiia alli concimili C ha¬
itiani per iaconftantia e tortezza della fede , atte fero alligaranco
ra certi Italiani & fequitàuano alligare tutti gli -luiomini a filo, c
ci pofero a federe ; 11 di fcqucntc della prefa fu latto vn generai
bazzaro,oucr mercato & li vendeuano prima li belli giouenetti,
& bell c gioitane, non guardando li compratori, ne /limando la
nobiltà del fangiic, ma la venufta della fazza,il refto dell huomi-
ni fi vendeuano a uiiisfimo predo, paghando però piu quelli che
erano boni per la galera, fecero parimente la dmiiìon del bottino
di quel che ruffe molto marauigliare, vendeuano tal gemma pre-
ciatifsima,per vn vilisfimo precio & quello che valeua ioo ciqui-
ni il dcuano per 4. fi che tanto fapetiano quefti delle margarite,&
delle gemme quanto i porci,& quello che haucua qualche cogni-
tione, comprendo le cofe di valuta a vii precio fi fece vn tlicforo*
fi cominciò poi adishoneftarc putti e donne, c quelle clic erano
conftantiToccidenano, dopo molti tormenti. In Nicofia quan-
do fi farro per rafiedio fi ritrouorno facendo le difcrittionc del¬
la gente 5 6500 anime di quefti,pochi erano vtili e buoni per có-
bactere, già erano 1 ;oo I taliani & al bifogno non ve erano anche
400. che morfero inoltifsimi inanti lafiedio, & il refto nel li af¬
fai ti , li nobili Ciprioti e cittadini con fuoi ferratori, 1 ^ co. li fan
ti del populo 2600, quelli del Giacomo Zaccharia e del Mu(cor¬
no che erano villani 750. vi erano li Stradioti & anchora 500 ca-
ualli di feudatarij & prouifionati di altri 300. caualli di gucrra,ma
non furono adoperati, la Città benché hauefie munitione,vittpa-
rie per duoi anni era però fenza goucrno che li dishordini di la du
rezza di quello regeua gl ha redini attanto vituperofo fuc ceffo,
rinimicoairinccntro, andò con iootifiila perfone computando
li io mila caualli, fenza pero li 25 mila delle galere che vennero
al vltimo afialto,alcuni però difiero, che erano folo 4000. cauafji
con molte caualle , di moltifsjmi muli con felle de fornimenti di
cauallo,doperati nelle facioni non meno che buoni caualli, quali
tragatarono fopra pafia caualli, molti fopra le mahone de pallan-
darie, 2 per gallerà il refto fopra le naue di nanilij, fi dille ancho¬
ra, che li ianizari non erano altri che 6 mila , & 4 mila Spaghi fe
«10 qtiefta fupergliiaria con li pochi buoni foldati noftri, con il
mal gotierno fotte caufa che cofi facilmente fiperdemo giudicalo
il foldato faputo & pratico, & penfi anchora come quelli cheli re
duffeio aFamagofta, battendo fanifsimi capi & optimo gouerno
accompagnati con li vai orofi foldati Italiani, fi doperò ino come
ogni vn dicc,& mafime il Signor Conte Ncrtor Martin engo nel¬
la fiiarei 1 atione fitta alSerenisfimo Dominio /da valorofi folda-
ti, clponcndo {petto la vita loro non fido nel vfeir fuori nel fcar-
ramucciare,ma anchora nelli affarti,Io fo bene che per li demeri¬
ti,& per li peccati del popnio manda Iddio fimil flagelli dicendo
il Profeta Amos 19 capi. Ecco gli occhi del S ignor fopra il Re¬
gno peccante Se fpezzaro quello dalla faccia della terra. So ancho
racome li peccati di Principi fono caufa della difiipatione di Re¬
gni dicendo Ifaia a 24 capi ecco il Signore difsipard la terra &mó
darà quella diffipatione, farà difsipata la terra perche hanno tranf
gretto li Rc,hano mutato la lege,hàno difsipato il patto, e l’EccI.
alio capi per l’iniuftitie Se contumelie, Se diuerfi doli trans-
feriffe Iddio il Regno da gente in gente ; Ma effbndo mani fello a
tutto’l mondo la giuftitia,ia religione,!! 2elo Se la defenfion del¬
la finta fede di quelli miei Signori,& il gran {Indio con che atten
deno fvc li fiioi populi vbidire alla Santa Chi calamo rc,& cor-
tefi parole che vfano a (noi vaiali, Se fiibditi limpugnatione, Se
odio de peccati? può ancora fcQ.lparli,& difenderli. Ardirò però
de dir defendcndo’il giuftogiuditio de Dio, Se Pirreprchcnhbil
fua prouidentia che habbia voluto tanta ruina Se perdita, acciò fof
fe fodisfatto alla giuftitia fua prouocata dalli dishordinidelle di-
fobedientie;&: rebellionidc quello Regno filo, che Iddio fa cox
me li temporal Signori,mandando li efirciti contra li&Ueuati, e
contra quelli che hanno ribellato,come e manifefto che mentre fi
fi ribello la Patriarchal Chielà Aleffandrina, alla Ghie fa Romana
capo del Regno d i Chrifto la Chiefa Antiochena, la Tanta Chiefà
di Hierufaiein, Se quella di Coftantinopoli, con tutte le membrai
loro, che Iddio li mandò torto torto il flagello di quelli infide!
miniftri della giurtitia di Dio, quali latti ferui tutti mutate le ce¬
rimonie in effecrande fuperrtidonile Chiefe in mufihee^’euan-
gelio in Alchorano, perfsi Tlmperij finarite le dignità, profanati
li facramenti,e Ila feporta la fede, cofi bifognaua facette Iddio a
quello Regno,oue eranodiuerfe fettijd’antichi erretici,& Egre
lo 8
€Ì quali ghrrauano fideltà alla Tanta Romana Chic /a, come e mani
fedone l’Alerfandrina, che pur quando /enne il Reuerendifsimo
Arciuefcouo Filippo Moccionicoritornato dai Concilio di Tre»
to,come vigilantifsimo Pallore vfando ogni ctcdrezza^e con ogni
modeflia,elfortandoli ad accettare il facro Tanto ecomenico Sino
do Tridentino,non volfero mai con furore ma non poco dimon-
ftrarono la imluagìtà del venenodella difobedientia, fepolta nel
cuore. A tutti dmamfefto L’odio che portauano alla fede della
Chiefa latina ha ogni vno come la tcniuano erre cica, non voleua-
no per quelfo ad metter nifluno latino celebrare fopra li loro alta
ri, ma nimicandoli come prorfani K& volendo li Signori Rettori>
vdir. meRa nelle lor Chicle,; faustiano portatili altari ; Et in tutto
il tempo tranfcprlo pcr miìno alla guerra, quanto*pati il pouero
Arciuefcouo quante dlórtationi fece fare a greci. Armeni, Cofti
& maroniti, lacobiti & Neiloriani ? & pur molte volte, lo infi-
diorno quelli greci , teftimonio e l’art^e che haueuano lotto la
.cappa tenute per eli inguer li Latini, ne mai hanno voluto pur ae-
. cctaifejpjMljSinodo ne lefup ordmattoni anzi, ne il Sinodo 8. di
Fiorenza, imo alla feoperta mentremi dirfe il Vefcouo greco Eoa
»ri, quando ero mandato dal fopra detto Illuftnfs. Arciuefcouo
->. ad illuminarlo & effortarlo a l’obedientia della fama Chiefa & al-
rerfe cutioni del'Tuo giuramento, Figlino 1 mio dirfe fono pofti li
termini trti noi, & voi tra latini & greci, e fon diuife le cure, e le
peccore, fi che Io ho la cura fopra il populo mio greco & l’Arci¬
uefcouo folo fopra li latini, li Concili j 8. 9. fono fatti per le cole
verjfatc.tra voi latini però non han che far con noi, non li diede
Arciuefcouo vna citatione per Roma : Venendo a Venetia &ntfh
.andando a Roma,ma fatto ritornare dalla Signoria in Cipro glo-
riandofidel ricco prefente hauuto da lei, non fece Iddio vna
cfpreffa vendetta in c alligo di quella fua ribellione che ritornato
d4 Venetia fubito io fece crepare,acciò piti nonmultiplicaffe que
fto feifma, benché egli dicdfe ciò che faceti a èra per rifpetto del
populo? Si che Iddio volfe meglio remediare ìufta cofadunche,
e che vna medefima colpa patifcha li lfefla pena,,felice colpa,
che tale è tanto defiderato necelfario e vtilisfimo frutto merito
partitrice he quindi fu fatta la fama vnione, & pigliando tanta ar¬
roganza il dragon del marciranno fequente, alli 7, d'Óttobrio fi
prefc con 1 amo delia deftra dlddio^qitefiarolna de Cipro, non
manco la benignità d’iddio, dimonftrarla con diuerfi e vari] le¬
gni, li flagelli già per molti anni con la caualletta tanto folta, che
mangiarla, infino li tronchi, Alli i $ 66, il dì de SamMarcho la niat
tina mandò vn grandifiimo terremoto,nella Città de Limiffojma
do anchora a Famagofta vn fione oucr turbine, & minò vn Pailaz
*o, & duoi altre caie tirò alcuni huomini trouati nella firata & gli
foli euò in aere gi ttandòli nel li tetti, e fe non fi tagliaua prefto a
modo che fanno li marinari in mare, faria fiata roinata tutta la Cit
tà,l’anno puoi fequentepoc© inanti la fefla di San Marcho , man¬
dò Iddio tanti grandi terremoti, quali durarono continuamente
5 3 giórni, & poi fequitaróno per duoi anni interpolando il tem-
po,hora a 8,1a, 20, ouervn mefe di duoi 5, oucr 8,la volta,& al¬
cuni di quelli erano tanto grandi che fi fentiuano quafi per tutta
TJfola, in quelli tempi, anchora furono nella Città di Baffo alcu-
ei pochi tcrremoti,quali non fi fentiùa a Limiffo,ne! Cafal Ldca-
ra,oli vicino in quelli tempi fi videro alcuni fuochi grandi in
aere la notte, quali per duoi o tre hore durauano , & fi vedeua ta¬
li, in molti kiochi,enel 69 vennero alcuni terremoti da 8 in diete
a Famagofla al fin di Ottobrio, in quelli tempi o pur inanti del
68 nella diate comparfero gran multitudine di vccelli di cauallet
te, delle grue,ocche, e paflauano a fquadroni, & fpeffo dalla So¬
na trauerfando Cipro, & tutta quella diade non fi fentiua altro, a
talché molti prefeno allhora per cattino fegno* Finalmente ci
mandò la Cornetta nel éq.di Nouembno quale haueua la coda in
giu verfo Cipro come fegno cuidcnte della fpada de Iddio, Alli
17,0 18 di Settembrio Mullafa BaiTan,fece inarchi aria gè n te fila
verfo Famagofta & lafciò inguarnigion de Nicofia 4 mila lanie¬
ri & mile cannili,fono al gouerno di Mufafer Baffan,fe portar far
tegliata dalli fuoi Turchi & a: min a nano con gran trionfi, e con
fonatori in fegno d*allegtezza,& portomo anchora dcIPartcglia-
ria ritrouatà a Nicofia, Muftafa Baftcnfi accampò, lontan di Fa¬
magofta tre miglia,a Cafal Pomòdadam, il refló alli giardini de •
Famagofta. Et fubito fi ripofsò la gente, mandò a trincerare &
far di forti,; con fafsine,Tacchi ,&terreno, & cercorno de quiui
guadar quelle naue Venefiane, che v. erano nel porto,defidcran-
• - , • ; ** - . „ ■ ■ d$>
'do ai prillarli delia ipei'àn«.^
d’dfe nel fequentè inuerno, ma attendendo li noitn con vnu ^
ÌÈ tontraWattaHa ctfinartSellarli il forte li sforzarono abbandonar
Tjrhptefa', ìn quello mentre, che noi ftamo qtriui pregione a que
fti luochi, tfedemo vfeir fuora alcuni dè noftri, & vi reftarono
biotti Turchi morti. Allhorahauendo intefodalle fpic fìie Ali
lBalfan come farinata Chriftiana era feftaurata, & rinforzata di ar
ceri sfagghioti. Et come era partita da Car.dia, venne fubito con
timorofo cuore adaboccharfi conMuftafa Bafian Generale del
Ve He rei to, & fletterò qUiul afpetrando ioni auifi,& arriuado cdr
.te fue galleotte li ditferò che TarmataGhrihiana s’auiaua per ca¬
rtel Rufo, ondò impauriti queftiraiii, fé 'ritirarono nel pauiglio-
ne di Muftafa BalfanpeRfar confegjió fopra quello doueuan fare
Ali dùnque,& Piali petfdàfi.3lMiiÌÌ:afa General fi partono da Fu
riiagolta lafciando la preda & li fchiaui & le gente inutili, fortifi¬
cati di gente q de fartegliaria, con intentione,che efibendofi Far
frtata Chriftiaiia di combàtter, Ricercando mantenir la grandezza
^ dignità del lor Signor,nón refùtar lagiornata. Arri nano a Li-
ìiiiftò, con tuttala uiaàrmàta, & a capo San Piffanio, hauiarono
due galleTe per faper delTarìfiàti'Chriftiàna, & fubito hebbero
àiiifi & intcìféro come era ritornata;Rèrfo Candia, & perche Tin-
Telici dubitavano perder la giornata,hebbero quefta noua,di tan¬
to allegrezza degna , che confumorno quel giorno in foni & fc-
ritornati nibito a FamagoltaJ Multafa era confolati àlquan
iq tutti,Si aficuràti atteféro a rembarchar, la preda & li fchiaui, de
ài li $ di Ottobri©, mentre fi pottaua certi baril di poluerc, fopra
lin grafi Gali ione di Mahumetbafla,Te abifeio fuoco, quale in vn
bàtter d’occhio lo fraccafsò tutto, àbbrufeiando anchora vna gai-
botta, & vn caramufìalli,& pofe ih tanto rumor Tarmata,che niag
giornon fi può dire, & in vn tratto vedemo in aere, tanti nobilil-
iìmi glòjLicrii, & giofiane ,‘che non vide- ifiai,piu fpettacolcvtantd
mifcrabilc,ccrcarono li Turchi di ritrouarc Tauttor0 modb
"‘ ph nia^puòtero faper cola nifirina, perche nò ifcàmpcRvno dicjudJ
“ffdéf^affione, & duord tr§ jfél!!àltrfdiibi vafiHi ‘ prèfeibqtfcftrf
"li^furehì per prefagio fdtiiFò di qualche grande Forróina , & mi
qnarauiglio che fi dica da certi ,chc vna nobii Gipriota ddfiàlìc il
^{\ì&ofv€to é p'erò che in quefto gallione'Tóìfò vnà bùòfié parte
dibellifsimi gioueni, & di beliifsime donne, eflendo porto qui-
ui il prefente del Turcho & de Mahuinet bada, & del Amurat fi¬
gliuolo del gran Signor, Alli 6. poi li balani dell’armata,fi par
teno per andar a Conllantinopoli, la le lo rnò 8: gallaree nonio
che altri pochi nauilij, & arrinati a .CatfobRufo > fi certificarono
come Tannata Chfiftiana arriuò infidofii quelli luochi, giqtipai
che turno a Rodo^cognobbero copie era partita Tarmata Ponenti
na dalla Venetiana,& acciò meglio conoìcero, mandorno non lo
che galliotte, acauò codone per lingua * & ‘inficine fecero li Baf¬
fimi lalliar la preda >Ji puffi,,& le fionne, fidando tutta Tarmata
aftambalia, & de qui rimandarono delle altre galliote per lingua,
e la fila intentione era di dar fall alto alì aripata V enetiana, ma Id
dio moderatore di tempi volendo abballarTarrogantià di querto
cane, fe venir vna fortuna, che ap^na ppot^rohauer il porto, co-
gnofeendo li Baffoni,che molti non li feguitaliano fecero cafiar al
quanti Rais. Ritornando a Rodo fi repiglia ogni colà, & fi bru-
fciò,quiui vn’akro grofibnauiIÌQ,enel vlcir fuori del porto,fi fpf
aa per megio vna galera & arri nati a Sqafiara aYorza di fasfi atte-
fero di ferrar quel porto per Ibernar quiui, ma fi ri fontano final¬
mente de intrar in Conftantinopoii, per il che lafciando fuora lè
f uardie de l’Arcipelago, & de Scio, inorarono alli 14. di Decem
rio in Conrtantinopoli con gran felle,con gran tiri d’artigliaria
refpondendofi il Saraio Tobana, &TArfenalc ftrafinando le ban
diere Chri diane per aqua,oue corlero tante barche,come! di de
la Senfa in Venetia . Non lafciarò mai raccontami, quali come
ingrato & feognofeente deili rari, & cari benefici della fingolar
pietà di noftro Signor Iefu Chrifto uerfo di me:ma dicendo con
Iacob Gen.$ 2.domine domine minor fum taunélis miferationi-
bus tuis,diro che io fui cuftodito da tante archibugiate, rifguar-
dando datanti pericoli difefo datante Ipade ,& fatto fchiauodja
un Taiifinano religiofo Turcho,& uenduto ad Ofma Celibi Rais
ciò? fopracomito de gal era, Tamabilisfima clementia della cara
benignità di noftro Sig nor Iddio, mi fe fubito fi grato a quello
fiero cane,che doue io temeuo elfer pofto nei remo,e nelle cate¬
ne,come interuenne a gli altri nobili,& ad ogni condition di per
Ione,mi lafsò prima eg li libero,comprò a mia inftantia due mie
foreUe^coasmifle a tu ttoché mi faceffero grate carezze , ordinò
che
che ci portaffero li fuoi regazzi da mangiar (èmpre del fuo pro¬
prio cibo,itòlea fpefle uolte per fuo diporto che io mangiafte fc-
co,mi fece dare fotto coperta della galera fuoco per dormire co
mie fbrella piu che commodo, donandoci delle fchiauine,e delle
coperte,& ponendomi finalmente grolla tagliagli cótentò 4500
afpri, còllii (pender però prima uenticinque cechini per un fuo
rinegato,chiachaia,ouermaftro dicafa,quali fodisfacemmo di
quelli 400 fclidiima datimi fitigolarmentc dalla fempre felice
memoria di Papa Pio Quinto per opera,& pietà del ReuercndiC.
fimo mio General Maeitro Serafino Caualli Padre clemcntifii-
mo,& pio Redcntor mio, & di miei compagni, fi che alli 8 . di
Gennaio del feguente anno fui liberò di ogni fchiauezza>& efien
do non menomili diFebrarodel 1572. dato per (pia del
PóntiWcè fielft crudeliffime mani di Occhiali,& porto nel bagno
delgranTurchoincuftodiacon grotte catene per darmeli tor-
menti.Eccitò fubito nottro benigno Iddio l’ardor della carità de
nobiliffimi Ragufei,quali foccorrendo con prefenti, e fotto ma#
ne con molti dinari,parte donatimi, parte imprecatimi, onde il
terzo giorno per mezzo de Ababamach Re di Algiernouo, mi li
berò fenza martirio alcuno,& finalmente hauuta ta licentia di po
termi partire per opera & grafia fingularc deirilluftriflìmo Si¬
gnorino Iaccmo Malatefta, e del Patron mio Colendifìimo del
Reuerendiffimo Monfignor d’Aquis Imbafciator del Re Chri-
ftiani filmo,che egli per la gran difficultà di tal licentia, tre uolte
hebbe parole con MahumetBafsà Gouernator de rimperio,per
il che hoi a ragioneuolmcnte potto dire. Nunc feio vere,quia mi
fit Dominus Angelum fuum,& eripuit me de manu Luchialini,&
de omni expedatione ptebis Turcharum, Regi ergo feculoruiu
immortali inuifibili foli Deohonor & gloria in fecula feculo.ru
Amen,quia eripuit me de poteftate tenebrarum, & tranftulit in
regum filii diledionis fuse.
Segmento de 'Ricolta •
IlCIariffimoMancAiifotiioPriii!;ConfegUero>:fchrfj;afcf,^
Il^^jficq!40fQRÌftpafqiualig& Camerlcngcymqrto. .f, " --
iykagnifìcq.Qiqiiap lo,ngòCamerlengo, fcìjiauo in Cònftantf- *
no m %>:
Il Magnifico Bernardo t^ollani Capitano di Satines,fchiaup^ ' '*
YifYicegapi^^qQ^Pa^, .por* *
^to aSdo» } >-\ jfsup* i le Ìli otlkmlaùOrékdbj id^cm
ILCanfelliero:grande mjòr£a>&Almoroaefaa fratello Gpuerna
tore 4qlÌ4 monitione,niortp. : oimuQ viq-.S<I Ih
>ifll
noO
Il Signor Sofomenino ingegnieróSS ^ f oattfttjfc
f
li Capitano Antonio Giorgi. ' " i ^£
Il Capitano Zaneto Dandolo.
Il Capitano Thomafo de Grazu Famagoflano.
rt i ■ ^ « »v -f . . ,
inSoria.
Il Reuer. Guardian de Hierufalcm di Zoccholanti, fchiauoa
Scio fu liberato •
Il Reuér. Comifiario de S. Francefco, Maeftro Andrea Tacitó*
fi dice cflere morto.
11 Re uerendo Vicario de Santo Augoftinò F. Luca, fchiauó * &
mo libero.
li Reuerendi Abbati de Monaci greci, & li loro Monaci tutti
quafi fono ammazzati, & pochi furono fatti fchiaui,
i •; (j
ì L FIN £•
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VÉRA ET F ID e L i a o a mix. i\ n.t\. XV (à i i kj i\S
dell’elpiignatione^ & aefenuone de Famagofta. Raccolta
per il Reuercndo Frat’A,l^9l0 Calepio di Cipro
Dottore Theologo dell'ordine de* Predicatori
ad in ftantia del R. P. Fra Stefano Lufi-
gnano, Lettor deiriftelfo ordine.
brio del 1570, & venne la detta armata al capo della grea, Alli
18 detto, partendoli poi,Muftafa Cenerai delPelTcrcftp de' Nitro
fi a, lalfandò il prefidio a Nitòfiai fi accampò aFaniagofta, il de¬
li d ero fo de ingiottirc pfeftp tut^) il Regno,poi che altro non gli
rcftaua,fcce fare alli 2 fvn forte vicino al feoglietto, per batter
la terra, & quelle nani che erano ic làuorc della Citta, & termi¬
ne tre giorni fu alli 26 fecero alcuni tiri d'artcgliaria. Alli 29 fa
bricorno duoi altri forti,\no alla fontana de San Giorgio, & Tal
tr© aprecipolla & meslì alcuni pezzi d’artegliaria, alprimode
Ottobrio deteno principio alla battana,ma moleftatr gagliarda-
mente
nvèfiee danoftri,Alli ^ tutto il catripo'-fe retira lontano 7. miglia >
a'Gàfàl pomo d’Adamo, s’abbrufciò il gàllionc de Mahumct Baf
fa lóntano da Famagolla ^ miglia in circa quello era pieno dar-
gliaria & di monitionc, onde vfdtero fuori di Famagolla alli 8
& fe attefe a guaftuar li forti a trincee. In quello megio non fu
fatto cofategnallata, ma alli ; de Nouembriò venne vnTurcho
con 2 belli canalii & con vna gentildonna Nicofiota , dubitorno
aldini che no fulfe mandato dal Balfan per qualche mal line, mol
ti cógnobero però che era pertequi tato per la vita, a collui fu có
fégnato vriFamagollano interprete, ilquale imbriaghandofi il
Turcho, cauato vn corteilo che teniua nella manica Fammazzò.
Et prefo quello Titrcho per tal homicidio, te feceno impender
alli 7 de Decembrio, Alli ;o condultero li Turchi 4 pezzi d’arte
gliaria a Santo Alesilo. Alli 2 |de Genaio del r 571. fi fcopcrlfe
naui con fantaria & monitiane,& la mattina tequeme vennero
12 gallere de vna fregata delle nollre, & $barcorno il prdidio,le
vittuaglie e la monitionc , Alli* 27 le nollre gallere prefero vna
pallandria Turcheficha con le paghe del campo,& aih 29 FillelFe
gallere pretero vnanaue Turchefca carica de monitionc &vit-
tuaglia . Alli 16 de Febraro 15 71. Se parterio le 12 gallere di le
tette naui per Candia, Fecero la monterà li Chriftiàni douefiri
trouorno in tutto 4 milia fanti, loo delle ccrnide & 3 milia tra
cittadini & villani de 200 Albanefi, & fi c Seguito con maggior
diligentia, che prima da tutte le parti, a- fortificarli lauorando
tutto il prefidio, la Citta de li patroni ilècte, noti perdonando a
tertejdé' fatica & opera per elfeinpio de tutti, vifitando di c riÒt-?
te l^gudfdie àccio con vigilantia gùardaltero la Città nc fi vtei-
ita-dalli Città fcharamucciare te non di raro per pigliar lingua da '
inimici . Mentre che di dentro fi faccuano quelle prouifioni, nò
con minor diligentia l’inimici di fuori, prouedeuano ogni cofa
necefiaria per ripugnar la fortezza, come di quanti a grandifsi-if
ma de fichi de lanadi legni d'àrtegIiafia,d’inilromchti rhanoa-
li& d’altte cote*che gli erano portate dalla CkràiMnia > Se Scria '
corri pfefk zza grande,Alli 14 de MàrZÓ,ii rubbero j gallere Ttir •
chetee dentro nel pòrto, agitati dalla fontana, all’incontro a noi ?
alli 2 2 fi apizzo fuòco a vn maghateno di gottor.i prclfo la moni ;
rione della poluere, V enne al principio d’Aprilc Halì Balte co» *
r.,,:.. Ff
far'sfi 80 gallere, & porto do che da inimici era defidera&>> &
poi partito & lafciatone da $ o, quali di continuo traghetauano.
genti,monitioni &rinfrefcamenti, & ogni altra cofa neceflaria*
Lenza vna quantità grande de Caramufialini Maone & pallanda-*
rie che continuamente andauano & veniuano da i luoghi vicini,;
& facquano con preftezza grande,temendo dell’armata Chriiiia-
na, & a mezzo disdetto mefe fecero condur 15 pezzi d’arteglia-.
ria da Nicofia, & leuato il campo di doue era,, cauando fuofsi.dr
trincee s’accamparono a i giardini,& parte dalla banda di Pone» f
te, di la da vn luogo detto Precipola, A Ili 16 il nemico, fe moti
lira generale & quelli ,della Città tiraron duoi tiri de Collobrina
de 60, &arriuandp nel fqoadroncdpro fecero non poco male* ;
Alli,2$detto cominciorno arefare le trincee, &faccuano delle
foffe per li archibugieri vn apprefib l’altra, aecoliandofea poc^j
apoco,con ynmodo imposlìbile allietarlo, lauorandó loro ifpiu
di notte di continuo da^o^mila guaftatori, veduto ilj|ifeg|to dft
nemico & doue penffaua di batter , fc attefe dentro,con grandi!**
fima diligentia a riparare , (lana de continuo grofla guardia nella ?
firatta coperta della contrafquarppa & nella lortite per de fender
detta contrafquarppa,fi cauorno noui fianchi 3 fi fecero trauérfìi
celli terrapieni, & fi fece- de,tutta quella, parte della: muraglia ,
che era battuta; vna trincea di plitte alta & largha dupi piedi con
gli feritorii per li archibugieri,con quali fi difendeua la contra¬
fquarppa, A quelle cofe attendeua il Clarifsimo Bragad.no;i*ls
perfona & il Signor Elior Baglione,& le cofe papuano con bel
lifsimo ordine, il pane per ii foldati fi faceua tutto in un luogho,
& di quello haueua cura,il Clarifs, M> Lorenzo Tiepolo;Capita¬
no de Paffo, & non perdonaua faticha a quello poteuafare. In
Gattello era il Magnifico M* Andrea Bragadino, qual con dilige
te guardia cuftodiua la parte del mare, acconciando & cauando
jioui fianchi per defender la parte de i’Arfenale era Capitanodel
l'artegliaria il Gauallier Fuoito qual morì in,quelli giorni in fca-
ramuccìa , de la fua compagnia ;fudatta al Signor Conte Neftor?
Martincngo, fi fecero tre.Capitanii fopra li,fuochi artificiali con
30 fanti per vno per adoperar li fuochi • Si condulTe tutta Parte-
gliaria bona da quella banda doue s’afpettaua labattaria, & fi fe
ce a tutte le canaonere li baiali, s attefe di trauagliarli con vfeir
fuori
fuori fpeflo d'ogni parte ad difturbarli,cofi fe li fece notabil daft
no, & elfendo vfciti vna volta da 3 oo Famagoftani a fpada & tar
fjha& altri tanti archibugieri Italiani. Si hebbe gran danno, et.
aldo le trincee deH’inimid troppo ìpcfle,anchor che fufiero da
noftri mesfi in fuga, & ammazzati molti, crebbero in tanta mul-
titudine che mòrderò di noftri da 50 & feriti da 60, onde fi giu¬
dicò non douerpiu vfcir fuori per il pericolo manifefto • Arriua
rono rinimici apocoa poco jconletrincere in cima della con-
tra fcarppa hauendo poi finito li forti,alli 19 Maggio,comincia¬
rono la battana da io forti dentro 74 pezzi d’artegliaria grofie
tra quali erano 4 bafilichi di difinifuratà grandezza,preìèro a có-
batter dalla porta de Limifsò fino a l’Arlenale & fecero cinque
battane vna nel torrione del Arfenale,qual era battuto con y. pez
ri al forte dei fcoglio la 2 nella cortina iftefifa de i’Arfenale, bat¬
tuta da vn’altro forte de vndice pezzi, vn’altra, il torrione del
Antrucijcon li duoi Cauallieri che erano fopra,da vn forte di al¬
tri vndice pezzi, vnaltra, nel torrione di Santa Nappa, qual era
battuto con li 4. bafilifchi.La porta de Limifsò, quarhaueua vii
Cauallier alto fopra & vn treuellino de fuori,era battuta dalli co
trafòrti con pezzi, Squilli attendeva in perfona, Muftafa
G onerale del campo,& vn'hora inanzi di, fecero vna gran falua
di atchibufi, & poi cominciò con Tartegliaria, & durò tutto il
giorno onde fu opinione che tirafiero tiri 2 $00, parte nella mu
raglia,parte nella Città & parte pafiauano fuori. Et la fera mede
fima venne dentro vn fchiauo Albanefc e dific che la noftra artei-
gliariàfetòmorirpèf infin horada ^‘.niila Turchi* Alli 20. va?
bora inami dì cominciorono la falua de gli archi-bufiéri, & poi
làrtegliària,marton con tanta fiioria, adi 21 • fecero il medefi-
mo,& durò tutto il dì tirar d'artegliaria,& in quefto dì vfeirono
fuori li Stradioti noftri verfo la torre de loccha, & ammazzaro¬
no 72. Turchi. A Ili ài» fatta la folita faina, & Ja batta ri a de far-
teglraria con tanta fuoria che fi penfaua tirarfèno mille botte,nel
principiò non atteièro molto a ruinàr la muraglia, ma berfcglia*
panò lì noftri pezzi, & tter&uano nella Città:, per fiche quelli dc^
dfentro fubito die cominciò l artegliaria tutti li foldati & li greci
vennero adhabitare alla muraglia doue fi eftato fempre infimo al
fine* llClarifsimoBragadino allogiònel torrione del Antrucì.
Ff 2
-bit
IL'IlIuftnfs. Ragliane in quello de Sato Nappa,il Cldrif&ljie^
polo, in quello del capo Santo, ond&jefiènda prefentia tutte le
fattioni dauan animo a tutti, fe coli luffe fatto a Nicofia, emò*
faria fiiàta difefa> & mantenuta per piu .di &forsfi*non farfa pferf-*;
fa.iAlii 24. tirraròdo per infine, aUint nitore , & poi venne$n$
gràndiftima pioggia, ceiTando ilgtòlm MenneilP h^ifcchi,bpsfè
entrarne! .'lofio dotieJa terra dette all ’armemwfiaro allliora m$,
ti Ttirchi; Vn pezzo d’artcgliaria ammazzò iLCapitaneo France
fchofrancati!Ila..alli.2>•.a bore 2 3. mandò il Baffan vn lanizaro,
con due lettere vna al Capitaneo de F.amagofta, de l’altra a qi^
di Baffo. Andò il Signor Eftor Baglionepèr veder ciò che,
uà detto Ianizarò,& vedute dette lettere non volle che;fe afcpj^
rafferma diffe allanizaro dite al volii-o;Bafiah chedeqmù i’impr£
fa, chefiamo.direfponderli comfuochi arctóbiigi àrtegli<%iHÌ?>d#
con le lpade,& fifehiando li foldati, comineiorno tutti a-gridar#
viua San Marco. I] di fequente dopo vna grofia battana fi rit-rg»
uò nella fpffa vna f rezza tutta fcrittaiche diceiia rendenti
go ftam che fareu fallii le mogli ere, e i> \fofiri figliuòli, in que^’
ito di fi ferri il Conte de gazol, moti vn lmoeptènen£g:& vij
Alfier i fu fatto fppda rai'tegliaria il Signor Lo uigi Marti-nejv*
go qual partite le pofie. a 6 Capitani > che -baucuano cura d’p>
gni bifogno di bombardieri , afììgnando ad ogni porta vna
compagnia de Greci per feruitio dcli’artegliafia'i 3eli Capita¬
no Francefilo Bagonaì attendeua al torrione & Càttaljier gran?*
de de fArfenalc, il Capitano Pieroconte lattendòua alla-CQi'fl
tìna al Capajlièr^iSignorNòftorìMai:tinengoat:t*endf
ija al Caùallicr del camp oS atp,,a quellode J’ A n truci,& alla, colf
tinàfinP;3l .torrione de Sapt;i Nappa il Conte Heipule Martinen-i
go, attendeua al Cauallier de Santa Nappa a tutta la coltrina
fino alla porta de Litnifsp, il Capitaneo Qratio da veletri: al ri-
iic!Jino& cortina verfo,il!baloardo, al Canaliipr alto de Limifsò,
qual era pi u m o le fiato d c. tu tti atten de uà il Caputaneo Riifièrtp
Maiuezzi. Si portaua ogni forte de virtùaglie alla muraglia, lì
fece coatra battana per,diecc di che figli imboch^irono 15 pczT
bidelli migliori, & gli ammazzarono pèrinfin’hprada^p mib
perfonc,ma preuedendo li Chriftiani che la poluere veniua mcf
110 fece vna lim itatione che non fi tirraua piu che, jotirri per pez
£0
*oal giara» con là'$èxà%i& conhprefentia dclli Capitanij lo¬
ro* acciònon fi tirnalVeiiLdarno v de Maggio venne vna
freghatade Candiaqualereimpì tuttala Città deìperaza de Toc
corfo, & diede grandifsimo animo; gli inimici guadagnarono la
contrafcarppa>con molto contratto, & con mortalità grande de
ambeduoi le parta^ndsQ^i^cra^^^ arl’incontro delle cinque
battane agittar il terreno nella fotta, tolto pretto la muraglia dei
teiera eia r bina anch&ra fotta dal¬
li arre gita r*fo uei làjti tiragli a> era portata dentro di,e notte,lauora
doui tutti inttnonché; fecero l’mimici atoni foritGrifnclimiro*
iota liquali>s*6achegiando!tiitta lafPftjattftòbugj, impedirà
no i] poforiifofiu «uforfon^VperitpIo .y^muòjM. òaoan mor¬
mori ing<cg «i ero^.v£i a /orni a de tanoi e :cp-ng tè , qualè> fi por ta*
uima ado tfo a$ Scorati do & de UpàMh & tc@*i? qu qftp|{fi, rea
guitto de laltrp teL;fenp,mapQièQ£& moti effe M^ Giouanni, &
kaiiendo.grmi.mici gittatp tanto telatilo,,thè^iongeiia al piano
afeli aifott%faiuta y «aporia nei muro ddiarèQ^t^è^pa; &, gnu
dofi ikecrctfo filami a ip/heoia paco* fecero vna- tfmè&ik imo ; a Ila
fciucagl le jfottarfoj; spiale poi in grattar*
nbicoti;forchi defonM^ fonfine ; & fofiguiwnoida-noft r 1 fianchi,
impattiti ddtofòffo*die* non poteito#> ettbrp^ftfe.nondi
(opra vìa alla ve«tura>cbminciornp a cattare mine al ri.ttdUno, al
«torrione de fantà>Nappa*& a quello drfAntrueifo quell odel cà
po fan to, allacciti na& akornone de hArfonale; Nonptiiotèn*
«tòmoi'pi u prciiaierildi quelli fianchi ; fi fie tirrarediffuochi arti^
fidali, & fecero grata di formo dannò al nimico; il attenderla atta-1
care fiso elio , nelle, lane Sbnelle falsine ,<&al dòtaaùa-yn duellato
per.facoho a quelIr che àndaolmo pèrlesdi ;f etero comminine in
tutti-li Inogfoi, aiiquali attenderla il Catiallier Maggio ingegnie
!rordie in ogni bifogno,fcruiua con tutta quella diligenza,^ fpt4
rito cfoepiu polena, ma non fi fiantromo * fenon quell* deitor*
4Ìoné dirfonU Naffpaj ede fAntnacfo^c qiieUadei canrpòSonto*
^rrGheietan^votì ,>&fofo)i«i^o]tc^cdiiciteikifidfodc di ,o& di
Trimo AJJalto.
■ ■ '■* 1 1 . fOrjìT.V, li iutìir .. /;r •*);;(!
Secondo sfolto +
Quarto Aflalto ♦
JQuinto ^ijfaho.
S 'Affaticarono gli nimici di pigliar i detti fianchi, &difalir
- per Ioaltre battane & durò Pallai ti dalle 20 hore lino alta
notte dono morfero affai d’inimici, Monftrò molto valore, il Si-
gnorGiacomo Strambali nobile Ciprioto in quefio afialto,& in
altri-mcdclìmamertc Tutio Podochatoro nobile Ciprioto, qual
morì valorofamcnte, il Signor Aleffando filo fratc!lo,Gioan Fi¬
lippo Liifignana^volìrofratello, & altri nobili nofìri non man¬
chi areno de’fiire il debito di Cauallicri & mafime effendo in ca¬
gliti hauendo veduto le ftrage che gli fecero in Nicofia, quefio
posero vofiro fratello,morì 8 giorni auanti che fi rendeffeFa- '
mago fiatai quale,il Signor H doni il(Paradifo.
Il giorno fcquentc la mattina all’alba diedero l’aflako ia tutti
li luoghi qual durò piu di 6 hpre,kon pochisfimo dano de* ho
firi,per hauer combattuto li Turchi piu fredamente del (olito d£
doci continuamente tramaglio grand e dalla parte del mar e con
le galere retirando in tutti gli asfalti <k battaglie delle cannonate
in tutte le parte della Città che poteuano, morfero de Turchi.in
quello da 500. & di Chriftiani tra ferriti & morti da 100, al fin
ridufìerplecofe in mal remine, non fi trouaua neila Città piu
che fette bàri Mi di pohiere,onde li rifolfero i Signori, di renderfi*
con honoratq conditione, & al primo d’Agofto la mattina trafile
il nimico in£00. tiri deirarteglieria con gran danno del parapet
to de Limifsò, doue vennero a riconofcere il loco fatta vna
gran fcaramuecia,ma. palla to ilnicza; giorno, fi fe c^no tregha^el*
fendo venuto vno da parte di Muftafa Bafi'a, con quale fe corichi^
fe la mattina fequèntp di dar due ortaggi per banda tanto che fi
trattaua faccordo, per ortaggi di nortri vfeirono di ordine del
Clarifsimo Bjagadinp , il Conte Jdercule Martinengo,dì il Si¬
gnor Mattio colti cittadino Famagoftanp de’ nimici vennero
dentro il Luocotenente di ..Muftafa,quello dell’Agà di lanice-
ri, quali furono in centrati,inlino alla pòrta dal Signor: taglio¬
ne con 200 archibugieri,& li nortri furono in contratti da nemici
con pompa grandi fsima dhcaual li ^archibugi e ri, con laperfona
del figliuolo de Muftafa, & accarezzati affai da lui, trattò il Sig.
Bagiionc li Capitoli con gli ortaggi nemici de dentro,^ diman-
dauafi fatue le vite,le anme,&: le rpbhe, cinque pezzi d’arreglia*-
ria, tre caualli bellissimi & pafiagio(icurq pei: Candia compagna
ti da galcre,& che li cittadini reftafiero nelle loro cafe, & godef*
fero il fuo 3 viuendo da Chriftiani lenza fopra ciò molctìia alcu¬
na, li nimici accettarono li Capitoli & fottoferitti dal pugno di
Muftafa,confentiendo di quando dimandauano, fubito li nemici
mandarono galere & vafcelli nel porto,& cominciorno H foldati
a imbarcarfi,& efiendo la maggior .parte imbarchati, volendo li
Signori! Capitane! anchoraimbarcarfi rialli <; d’Agofto la matti¬
na il Clarifsimo Bragpdino, mandò fuori il Conte Neftor Mar¬
tinengo, con vna lettera al Muftafa5ne!!a quale dauagli auifo che
h fera voleua vfeir fuori a ritrouar tifo Bafia & confergliarli le
chiaue
119
chiane dèlia Città,&che Morrebbe nella Città il Clarifs* Tiepo.
la, &„jphe Jfaceffe in quello megia che non faceffero difpiaccre 3.
quelli di dentró,mentre erafuori >hauendo infino a quellahora
domefticamente fenza niffoli fofpetto praticatoli infieme li Tur¬
chi con li Chrilliàni, facendo con l’altro ogni cortelia&in parole,
& in fatti>mangiando,&beuendo, diede riIpofta il Muftafa alla,
lettera dicendoci Contesile doueffe referir ai Clarifs. Bragadi-
nocche veniffe quando, gli piaccria>che Rumerebbe veduto & col-
nofduto tiolontierippr il molto ualore jche haiicua conofcitito ira
lui & ne gli ^ihri.Capitaneiy foldati del ualore di quali haueicb
bc parlato eunuche luffe ritrouato, & che non dubitaffeche non
haueria lafciato far difpiacer a quei di dentro,cofi il Conte ritor¬
nato a dietròfece la relatione al Clarifs. & la fera circale 11 ho-
xaihClarifs^Bragadino,accompagnato dal SjgnorBaglione,rial
Signor AluifcMafùnengo^on il Sig. Gioan Antonio Querini,U-
Signor Andrea Bragadino, il Canaliier de fhafte, il Cpp. Carlo
Ragonafco,il CapitanoTràcefco Stracco,il Cap.Hettor da Bre£»
fa,il Capitano Gierolamo di Sacile, & altri gentilhuomini, & da,
cinquanta foldati,;i patroni, erano con le fpade, tk li foldati con
gli archibugi ufcirpno,& andauano al padiglione di Muftafa, dal^
quale.furono raccolti nei princip icqcor tefemente & fatili federe*
ragijpfrind© fétip^ritirandoli di uno in altro ragionamento,leuoif
un^aiiania^ doc,che haùefie il Clarisfimo Bragadino,fatto am¬
mazzare alcuni fchiaui durant e la tregua,di che non era uero cofà
alcuna,’& Muftafa falito in piedi in colera fenzaafcoltare apena b(
ragionamenti di npftri,comandò,che fu/Tero figari, effendo loro
fenza arme, non puotcndofi. andare nel fuo padiglione con armi,
& coft ligati furono menati ad vnoad vno nella piazza,auanti il pa
ciglione, & faglieli a pezzi nella fua prefenza al Clarifs^ B ragadi
no doppoi,che li fece porger il collo in fuori due & tre volte,cgr-
mc fe voleffc fargli tagliar la teda, porgendo elfo in tremidamen-
te, Iafciolo,e poi taglioli le orecchic,& il nafo, & diftefolo in ter
ra ragionaua Muftafa,beflemmando il noftro Signore,Se diceua-
gli, doxie èriora il tuo Clu ifto thè non ti aiuta, il Clarifsimo mai
gli diede rifpofta, ma con gran patientiaafpettaua il fine,il Ccn-
terRercule Martinengo yqital era per oftaggio, effendorigato an
di’Ora lui/u nafeofto da vn Enuncilo di Muftafa infino che gli fij
? ■ -b pafiata
j&ffata la fijabeftiaiita, dapo! gli fai uò latita >rioft dargli morte/
fft^pjétua mentre che Tadma rtàua nel corpo, facendolo tagliare
ridii genitali & fattolo ilio fchiauò che felice lui {è cori gir altri
martiri fuffe p affato, Erano tre cittadiui fotto al padiglione,qua-
li furono lafciati, i poueri foldati ligati come tanti agnelli furono
tagliati a pezzi, con altri Chrirtiani al numero di ^oo. quali non
penfauano mai a vna tanta perfidia & impietà crtìdclifsima,qud-
li Chrirtiani che erano già imbarchati,furono fualigiati con. ogni
ftruf$io,& podi alla catena, il giorno fecondo dapoi il martino>
qual era alii 7. di Agoffo entrò Muftafa nella Città,prima volta,
éc fece impender per la goffa il Clarifs. Capitano de Faffo il Tie
polo,qual era in luoco del Clarifs. Bragadino, il medefimo fece,
al Gouernatore di caualli. Affi 17. del ditto giorno immemora-:
bile^effendo giorno di venere fefta di esfi, fu menato, il Clarifs*
Bragadino cofi impiagato & non mai curato in prefentia del Mu-
ftafa,àlle battane fatte alla Città,facendoli portare cofi impoten¬
te due ceffi o coffe di terra,vnà in fu, & l’altra in giu, per ogni vna
Lattaria facendogli in offra bafeiar la terra quando paffaua dalla,
fiia prefentia,poi fu condutto allamarina portolo in vnà cathedra
da poggio, con vna corona alli piedi & fu cirrato fopra l’amena
della galera del Capitano de Rodo, & fattolo come vna Cigo-
gna,pcr monfffarlo a tutti li fchiaui & foldati Chrirtianhche^era^
no nel porto,& poi fu condutto,che’l nobil Signor alla piazzala
gli tamburi 80 trombe & con molta gente,lo fpogliorno*, & fece
no federe vittùperofamente al ferro della berlina, & poi diffefo
lo per terra, cofi viuo crudelmente lo fcorticorno,& che Lamina
fanta Tempre con gran cònftantia,pattetia & fede, che mai fi per-
fc d’animo, anzi con vn cuore cónffantifiùmo gli rimproueraua
la rotta fede,& Tempre fenza punto fmarirfi, fi raccomandatia al
fuo Saluatore.& quando li federati vennero con gli ferri al vm-
bilico,refe ramina al fuo Creatore felice veramente & beata ani
ma, poi fu prefa quella pelle impita di paglia,fu porta fu Tante-
na di vna galiiotta dipoi che fu circondata la Città & condotta
per le ridere della Soria facendola vedere con gran faufto di lo
ro,il corpo fu fatto in 4. pezzi,& fece poner vn quarto per ogni
battana,!a pelle poi che fu condutta fu porta in vna caffa, ponea
doui dentro la teftadel valorofo Capitano del Signor He fior Ba
glione,
no
glione,&'quella del Signor Ltugi Mcrtinengojde! Magnifico Ca
ftellan-o, del Magnifico Querini & fu tutte inficine condirne a
Coftantinopoli & fecelipr^fente al fuo Signor,quelle feceiipo-
ner nel fuo bagno, & Io elfendo nel preditto bagno incadenato
p Ipióne del Pótifice,§rjclTendo liberato ccrcaidi t*bbare quel¬
la pelle,ma non puote, per rellationc dunque di quello Srgnor*
& altri (opra nominati federato nemico, quafera intorno a Fa¬
magofta,erano 200 milaperfone d’ogni qualità & ccnditione, li
pagati erano 80 mila,oltra li 14 milia lanizcri tolti da tutti li pre
fidii della Soria,Caramania,e iNatolia,& parte era anchora dalla
porta del gran Signor,erano Venturieri di fpada 60 miiia,lacaii
fa perche erarofi grande il numero delli Venturieri,fu per la fa¬
ma che fparfle Mafia fa alli pàefi del Turche» > che Famagofta era
piu ricca aliai de Nicoli-&hauendo ueduto,& vdito le gran rie
chezze de Nicofia per ciò erano venuti tanti, &vper effer ancho¬
ra la commodità del pafihgio fono fiati tanti Venturieri , quefto
efferato (lette intorno a Famagofta la feconda volta 7 5. giorni*
in continua battana,& tirrorno 34Q. milia palle de ferro che fi fo
no vedute de cótade,& altri dicono 170. milia, li perlìbnagi quà
li erano nel preditto elfercito,era gencrale-dteffo,quel federa¬
to Mudala, il Balìa di Allcppo , il Bada della Natòlia * Mufafer
Balìa nouo de Nicofia,il Balìa della Caramania l’Agà de Ianiz-
2cri,Oiainbdat bei,il Siagicco de Tripoli, il Berle bei della Gre
eia,il Bada de i Sciuafi de Marocco, ferca Famburaro,il Sanzacco
de Antipo Siliman bei, tre Sangiachi de Arabia, Mufiafa Bei gc
nere! de Venturieri,il Fergat Signor de Malatbia, il Frambura-
ro.dincrie il Sanzacco de Arabia de altri lànzacchi minori con il
numero de 200 milia perlbnc,dicono molti,che fatta ìarefegna
di esfi morlìèno in Cipro 80 milia Turehi, I.afsiornoa Famago
fta,per goucimatore il Framboraro qual’era a Rodo de dicono ci
fer renegato Spagnuolo , dicenano anchora di lafciar in Cipro
duoi milia cannili,quali .erano catdui,& mal in ordine de Iafcior-
no,& 20 milia ioldati^ionfoiocomcfoldati,comeancohabita-
tori,elfendo ITfola quafi tutta ddàrta •
Capitani morii de Chriftianj in Tamagofìa,
J1 Clarifsimo Marc’Antonio Bragadino Capi tanto della Citta
de Famago fiout
31
Il ClarifsimoTiejolo Capitano della Cittàde Paffo,
Il Magnifico Gipan Antonio Querini pagato deireffercitor .
Il Magnifico Gioan Andrea Bragadino Caftellano/de Fama«;
goftà . \ - ; ■ ■ ' ? . Olii h ; v.
dalSole
Il Càp.Erafino da Fermo fucceflbr del Cap, de Ccrnoie.
Il Capitano Barttolomeo dalle cernole*
Il Capitano Gioan Battifta da riuarole .
11 Capitano Gioan Francefco da Yenetia, ,
Temidi Capitanti fatti[chiari *
Il Conte Hercule Martinengo con Giulia Cefare foldato'Br&
iciano •
II
1 lì
It Conte NcrtorMartinengo fuggito. '
li Capitano Marcho criueltatore. ;
li Capitano Piero Conte da Mont* Alberto#
Il Signor Hcrcule Malatefta.
Il Capitano Oratio da Velctri #
Il Capitano Aluigi Pedano.
Il Capitano Giouan de Iftria»
Il Conte Giacomo della Corbara#
Il Capitano Soldatello da Gubio •
Il Capitano Giouan de Afcoli.
Il Capitano Baftian de Afcoli,
Il Capitano Salgano, della Citta di Cartello»
II Capitano Marchefc da Fermo •
Il Capitano Mario da Fabiano fucceflor al Cap. Giacomo#
21 Capitano Matteo da Capila,
Il Capitano Gioan Maria da Verona.
Il Capitano Gioan Antonio da Piafenza »
Il Capitano Carletto Naldo.
Il Capitano Lorenzo fornaretti,
Il Capitano Bernardo da Brefla#
Il Capitano Bernardino Coco.
Il Capitano Hicronimo fopra Tartegliaria •
Il Capitano Simone Bagnefe fucceflbral Cap. Datdd Noce*
Il Capitano Tiberio Ceruto fucceflbral Conte Sigifmondo-,
Il Capitano Giofeppe da Lanciano, fucceflbral CapitanoFraiu
cefco trcncauilla.
Il Capitano Morgante fucceflbral Capitano Annibaie.
Il Capitano Ottauio da Rimini fuccefior ai Capitano Francete®
Bugon.
Il Luocotenente fucceflor al Capitano Scipion l'Alficr fuccef.
forai Capitano Ruberto.
Il Capi tano Fracefco da Venetia fucceflor ai Capitano Atomo#
li Capitano mancino.
Ingenitri.
Capitani di fuochi.
I! Contino da Triuifo .
Celio daPadoua.
Gioan Battifta da Brefcia . o
Angelo da Oruieto »
Gioan Maria da Verona.
Ballidoro da Brefcia .
Muftafa Generale*
Il Bafian de Aìeppo • 4
li Baila della Natòlia, morto
Mufàfcr Balia de Nicofia «
Il Bafla de Caramania •
I/Agà di Ianizzeri.
IlGiambelat bei.
II Sanzaccho de Triboli. l a ;
Il Bcrgliabci delia Grecia •
li Bafi'an de Scniaii, & Marocco.
Ferca Framburaro •
Il Sanzaccode Antippo. morto
SolimanBei. morto
Tre Sanchiathi de Arabia. morti
&Iuftafa B ei generai de Venturieri.. morto
11 Fergat Signor de Malattia. morto
Il Framburaro di diuerie morto
Et molti altri Turchi grandi & Sangiacchi dell! quali fi laflail
loro nome per breuiti, & per effer infideli & per non faftidire
l’auditor, Dalla prefa de Famagofta per infino, alla noua accol¬
ta del fequcnte anno, nel Regno de Cipro, era venuta vna gran
cardila, & quelli pochisfimi poueri gentilhuomini die rimafe.
no*
121
no, ne FI fola rifchatatì con gli altri cittadini de Nicofia vofcir-
doftvtuer pofero a fare Pdlercitio di mulatieri,& p ortitori di vi
no,& di tcllc,& altre cofette,effercitio certo affai differente dal
primo di esfi. Li Cittadini Famagoflani rimafero nelle loro ca-
fe per aIlhora,&molti erano difcacciati per alloggiare efsi Tur¬
chi pigliauano per alloggiamento,!! impatronirono dipoi, Mu-
Rifa ritornò in Conftantmopoli con 21 galera,& perche era già
to in quelli giorni che fu fatta la marauigliofa vittoria nauale, il
popolo fecondo il lolito non gli andò a incontrarlo,ncn gli fu fat
tpfette,nefcharcato artcgliaria, & pochinimi fenc andorno a
con gratularfi feco, la caufa fu,perche perdendo la giornata naua-
le tutta Conihntinopoli ha partito affai, perdendo, qui il figlio,
qui il padre,altri lì fratelli,& marni,dauano a quefto la colpa del
iricuimento della guerra, In quelli giorni quafi venne da Fama-
gofta vn ambafeiatore per confirmare li Capitoli fatti da Muffa-
fa olii Famagoftani, & li fu confirmato, che esli puesfìno viucre
alla Chriflianajcon qucfto però, che non fi troni niffun ChrifHa-
rco della Chiefa Latina à quali non volle conceder ne Chicfa, ca-1
Ja*necofiialcuna,liFamagoiìani Latini erano conflretti difi-
mular religione, & ritto, li altri greci fperauano d’hauer tutte le
loro Chicle greche,ma non gii fu conceda altra, che la cathedrale
grecha,& fporgendo in quello megio bonisfimi prefenti, otten¬
nero la Chiefòìinà *de San Simecne. Li concede anchorale cafe
che !i Turchi non pofìedeuano, & fe vn Turcho voleua vender
vtucafa che li Famagollani fulfeno piu anciani di ricomprarla,
r»a non volendo venderle,thè hifieno i Turchi patroni,che li go-
deuanojilrefto delle Chiefe Tonno fatte {falle Óc altre tahitano-
ne itnmonde;& la Chiefa Cattedrale de San Nicolò latina c fatta
Mufcheada esfi profanati,quello veramente era vna penale giu-
ftitia di quelli greci de tutto il Regno quali,mentre era fugetti al
li Chriftiani latini, molti di quelli aborriuano,lalimbidisiin:a ac
qua delia Tanta obedierza Romana fpregiauano il vinifico humo¬
re del Tuo capo,ecco che esfi greci come esfi defìdcrauanoil pu¬
trido membro del Patriarcha di Cóitantinopoli,a efiergli fubict-
ti, perche effo Patriarcha & li altri greci Patriarchfimalime quel¬
li di Hierufalcm quando che li poueri Ciprioti mercanti, & pei-1'
legrini andauano nelle loro Chiefe , esfj gli abborriuano tenendo
Hh 2
li per excommiitìicTiat? perche in Cipro durano obedietia àlli La.
tini,& il limile diceuano imo di più al li V c/colli greci de Cipro f*
perche erano eletti dal configlio Regale latino, & dalli Vc/coui
Latini erano confirmati per il che il populo mgnorante veni nano
a l’animo filo concipcre vn odio,alli Latini che li tcneuanone l’a¬
nimo fino in fccretto,come /comunicati & damnati,Ecco che il Si
gnor iddio,per fatisfargli & darli medefimamente pena,&.cafti-
go perpetuo, tolfe quafi tutti li Latini da gli occhi di esfi , diede
liberta a esii d'effer /libietti alli membri diuifi della Chi e fa, & li»
fece perpetui & infelici fchiaui di Turchi , quelli dunque greci,,
prefo che hebbe il gran Turcho tutto il Dominio de Cipro, ecco
che efsi ricorderò da! membro putridisfimo di Mauhmet Baffo*
come GouernatoredelTmpeno Turchcfco,& li dimandorno di
effe r di Uri bu iti li V efeouati de Cipro, come cheeffo Mahumet :
fufìe Vicario de Chri/lo,& per la confirmatione fpirituale anda-
uanoouer piu tallo confecratione andarono dal Patriarcha de
Conllantinopoli,dunque in quelli giorni andò vn Caloiro de Sur
uìa,quale era vna reliquia di quelli anti qui Erretici quali furono
condannati nelli primi Sinodi, & offerfe a Maliumet bada z. mi¬
la ciquini, per il che hebbe da detto Baffal’Arciuefcouato de Gi
prò,non curando che Cipro habbia viuo il fuo lllullrifs. Arciue-
icouo fu fatto, & confecrato, & andò in Cipro con gli Ianizizeri
còfignatili nella Corte,gionto che fu cominciò a gouei:nare,quel
le reliquie rimalle nelle ville tanto rigorofo & tirranicamente de
fiderando di cauarc non folo quelli mila ciquini, ma fopra o-
gni fpefo guadagnare il dopiodaqueflaxaufa, & perche anchora
era barbaro, In vlitato da Ciprioti d’eder diflimil gente & non ha
ueua ne lingua, ne lettere greche, penfo anchora per ambittione
d’vn Cailoro abbate Ciprioto, perche il populo elefieqùefto ab¬
bate,& lo mandò a Confiammopoli dal MahumetBada a fine che
caflafle il precedente & confirmaffe il prefente madato da loro,il
quale arriuò in CondantinopoIi,venne da me per pigliare confi¬
glio & parere,defiderando di non gìttar in danno quel graffo pre
ferie che coniieniuano alli Baffani, per introdurfi a queda Ghie*
la,la principal parte del còfiglio,che voleua fu queffo, fe liChri,
ftiani rehauendo Cipro rhauerebbono confirmato per Ve/co-
uojdie fdegnati per effer mandato da Conftantinopoli .Seli pò-
teuano
tesano far diCpiaret* nella vita, tirelpofc ehe foprafedeffe, e che
non cerchalfc Vefcouati da quelle vie indirete, fapendo che in
Cóiiftantinopoli,ne èraVnmonacho, de cafa d acre gentilhuomo
Ciprioto & amico dei Patriarcha de Con(lantinopoli,& anchora
egli cercaua d’hauer quello Arciucfcouato, quello Abbate inte-
fe la rifpofta fi efpediteprello prelto per antrinopoli-, oue era la
corte, & pigli£do moltifsimi ciquiniin preftito ad intereffe, per
che quelli che portò da Cipro non erano fufficicnte, onde da que
fti ottené la parola dal Maliumctd’haiier rArciuefcouato,ma que
fio altro Caloiro de acre fece tanto con il Patriarcha,che l\Abba-
te fu sforzato direnuntiare a quello Caloiro,&in luogo deFAr-.
ciuefcouato lì contendo d’hauer il Vefcouato de pafFo,Ritrouan-
doli anchora itt’Cònflanrinopoli. liberato dalla fchiauezza l’Ab¬
bate de Ctìziuleti de Cipro quello liebbcil Vefcouato de LimilTo
quello de Famagolla rhebbe vn monacho Candioto,il qual era il*
Famagolla in San Simeone qucfla e lanoua forma della crcatio¬
ne delli Prelati greci de Cipro , poi che quella Pentecolìe
Cataculìno quello che fa le fattioni delTurcho nel Mar maggio¬
re,qual fece anchora 12 galere al feruitio di quello cane , come
quello che rege & gouerna tutti li greci.fece per forza rcnuntia-
re il Patriarchtito di elfa Citta, & fece eleger {ubilo vn ftio fauori
to,queHo anchòra fa fare fpelfo,ogni 4anni,perche guadagna : o.
ò 1 2- mila ciquini,che gli donano quelli che intrano nel Patriar¬
cato,mirati dunque Signori auditori la gra cecità di poueri Gre
ci,comcadrninillrano lecofe (acre . Nel j f 7 2. nel mefe di Febra
ro, dipoi la fpaurita vittoria a Turchi,andorno alcuni nauilij Tur
chéfchi in Cipro per liquali)li Turchi che erano a Famagolla du¬
bitando che non filile l’antiguardia de Farinata Chrifliana, fecero
patti con li Famagollani per fàluarli la vita , tolftro molti di eslì
burette & habiti Chrilliani, molti di quelli fuggirono nella for¬
tezza de Nicofia per efler Famagolla di rotta determinorno a ren
derli fenza combatter, mandò il gotiernator del Rcgno,& quello
di Famagolla Chiaus al gran Signor, con quali elponeuano il
pericolo & il bifogno de Cipro, lì (parile per Conlìantinopoli
quello timore, & fi diceua che in tutta Cipro non era prelìdio al¬
tro che 2 mila foldati con 800. caualli, onde con ogni preflezza*
mandorno per terra il prdidio 500. IanÌ2cn,& per mare man-
dorno
«forno 4galere' cinque palli caualli ^ per traghetar gènte &iCfrr-
uaLU da Cilicia , mandorno anchora altro tanto prefi dio. ,per Rp-
do, dando fubita cfpcdirione al Bei di Rodo , quale fi partì con;
^galere de temeua molto il gran Signor di non perder quelle due
Ilòie con le aderenti fu e, Chrifto noftro Signor faccia che le vie
di loro fiano di tenebre delubricuni de Angelus domini per fe-
quens eos • Ecco R. P. Lettor mio tutto il fucceifo delle ambe
due Città di Nicofia & Famagolta, raccontate con ogni (ideiti de*
verità,de Chriilo Signor noflro ne dia gratìa d’vdire liftefiò in fi!
uore di Chriiliani, de in laude di lua diuina Madia , deprefto
acciò noi Mefchini con gli noflri posiìamo vedere ianoftra rnife.
rapatria efier di nuouo tornata nella Chatolicade ortodoxa fede.
fotto al vero de fummo pallore de del ftio Vicario in terra pregha.
mo dunque che fua diurna Madia ne lo conceda per fuabenigni,
tà de mifericordia,de che postiamo dir gloria laus de honor ornili.»
potentiDeoinfempiternum. Amen, /i
IL F I N E. ì
lo. 21 %
predi cario-
nc 24 *
& die primate, & primate. Cichllani, Chillani. *5 %
atto imediate, fatto imediate. 26 I
buon aere Famagofta, buon aere & Famagofta. X
delapafrs, delapais. proprio loro, proprio luoco. u f
ferij piatro, fergi flatro. 2
anco alli latini, ne anco li latini • 34 I
difininuiti, difinintiiti. 34 2
alli monaci, di monaci. 34 2
E anno poi, E L’anno poi • 2
li fu coronato,& fu coronato.. 36 I
folria, Colia. & con li altri Re, & li altri Re. 36 2
& aiuto fuperato,& hauendo fuperato. 37 I
di vedere foro, di vender Toro. 39 I
che ammazzorno legefi , nel fine, & quell i che ai lazzorno le-
gefi al fine. 39 2
Regerio Rugerio. 4* I
detto de monte Regali, detto il primo demontc ]
do de Galilea* 42 *
la
fa mando, la marito,
anni t'y ò 11. anni 12* tre nella » 50
mandato, mandato.
$°
mandàti, mandati,
54
il Reftaua, il Conte, il Re Rana a Roma il Conte*
57
perche li Genouefi, per il che li Genouefi. 5*
1465* *455, 60
l’altra corte, Talea corte, alle mura, dalle mura, 61
la moglie & li figli, la moglie eia figliuola, deuores* deno—.
res. 62, a
fabrica de Greci* fabrico di Greci. 6* I
Gelimbcrto, Galimberto. 6* a
Gioifanni de vermi, Giouanni de Verni, 66 1
pretella, preteffa. quali, quale. 68 a
Maftachcl,Mifì:achel. jz 1
Signori barori, Signori baroni,
71 1
.probili & Cauallieri,nobili &Cauallieri* 11 1
fu .difin o r fo, fu di fin e fo. 1
7*
Giacomo anni 20, anni 2 8. Tano anni 2 8. anni 20. 76 1
Maftagha, Maftagha. negri Genouefi, negroni Genotiefi.
l-
r.