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D E L L\
ABBATE PICINELLI
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IJJHHF3H STASEA
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MONDO SIMBOLICO
FORMATO DIMPRESE
SCELTE. SPIECATE. ED ILLVSTXATE
con fentenze, ed eruditioni, Sacre, e Profane $
il^ucfta lmpre/lioncd. mille, e mille parti
AMPLIATO
STVDIOSI DIPORTI
DELL’ ABBATE
D FILIPPO PICINELLI
M I L A N E S E
NE 1 CANONICI REGOLARI LAIERANESI
IN MILANO, MDCLXIX.
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ALL EMINENTISS PRINCIPE
IL SIG. CARDINALE
CARLO BARBERINI
E a i piedidel grandVrbanoOttauo,
la prouidcnza Diuina fi compiacque
fottoporre la vaftita dei Mondo Cri-
ftiano ; a quelli di V. Em. , che d vn
tanto Pontefice e nobilifsimo Proni-
pote, offero il mio Mondo Simbolico amplia to. AI
« .
Mondo materiale, dalla diuina mente partori
primiero ornamento fu compartita
/v pe
la luce : ed al mio
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Mondo intellettuale, perche fi pregi d’effcre piena-
njente illuftrato , pongo in fronte il chiarifsimo nome
dell’E. V. JLe fcritture facre, ed i Filofofi, affermano,
che alia cuftodia de Ile prouincie, e de i regni, & al mo-
llimento deicicli, e delle sferc , fono affegnati gli An-
geli, e le Intelligenze j per tanto fupplico 1’ E. V. , che
fempre intentQ albllecitare eia purita della vita,e 1 ac-
quifto delle dottrine, fcuopre in fe fteffa vn non so che
i delPAngelicheprerogatiue , ad afsiftere a queftemie
intellettuali fariche , edimoftrarfi loro, genero fo con-
feruatore, eKume tutelare. Ad vn Principe ftudio-
fifsimp fi conueniuano quefte amenita letcerarie : ac-
cioche alFintelletto, Iongamente trattenuto in argo-
menti ferij, e q-auagliofi,s’appreftaire da quefte dilet-
teuoli vaghezze, qualche foaue , dehtiofo refpiro . O
che il mio Libro, tuttofparfodifiorbsaflomigli ad vn
aprico giardino; 6 tutto colmo di foftantiofo mele,
fembri vn cupile, ed vn bugno ; per l’vn rifpetto, e per
l’altro, a V. E. e douuto, che nellmfegne, dallVniuerfo
adorate, fpiega linduftriofa nobiltadellApi . A V.E.
in fomma , che con la generofa protettione adombra,
fauorifce , conferua la Congregatione Lateranefe
-0/11 i£ jQ J, r,
l:. v
. Jh ... IJC liro «
S O N E T T o.
DI D. CARLO PIETRASANTA
Ch. della Congregat. diSomafca.
*5r ; ObG-tsLijOMWa}!
'tlaxr. : ’.;J «ub
f • .nevi
•MS»
D. Io. Francifcus Blauius Abbas Generalis
Congregationis Lateranenfis .
Dile&o nobis in Chrifto; Patri D. Philippo PicinelloMediolan.
Canoni co noftro Profeffo, Theologo, Verbi Dei Concio-
natori, & Abbati Priuilegiato Sal.
n JVM nobis opus quod infcribirur. Mondo simbolico Ampliato, a tc
E® Compofirum, oblatum fuerit, nofq; idem opus aliquibus exno-
(tris Canonicis difeutiendum tradiderimus; ijfdemq; referentibus ac-
ceperimus integrum exiflere, nihilq; ineo orthodoxx fidei dilTonum,
mlue bonis moribus incongruum reperiri , immonublic.c vtilitati fatisadap-
tatum ; Propterca pro co.quo fungimur munere, liberam tibi facultatem illud
typis mandandi ((eruatis tamen delureferuandis) concedimus, &imparti-
mur. lnquorumfidcm. Dat.Papixdie2 5.Mcn(isIanuanj 1668.
D.Io. Francifcus Blauius Abbas Gen.
Congregat. Lateranen.
D. A lojfnts Figinusa Sec.
FauflinusdcPado Dcleg. s» v „
”OJ03v '.-.U •tl.U'.
Atten Ut fupradiflu atteflatiqne \V \ ^
IMPRIMATVR.
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Fr. Io. Dominicus de Cremona S.T.Magifter, acCommifs.S. Officij Mediol.
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COM-
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L E T T O R E
ECO fi efflo prnflai ( corte fle Lettore), quando intraprefi le prefenti
materie , di formare a i miei commodt vn grattofo magTctto dim-
prefe ,che picciolo di volume , micopiofitdt eoneeltt, poteffe ageuol-
memt, e fenztgrtuc difafiro dt me trafpcrtorfi , ouunque mi floffl
condet to . Mi unio auuantaggiofamente <• f opera c re fer ut. t , e coti
copiofi feno trafeorfi i rufe e lien a que fi e ptane , che efvna eoncari-
firetta , ad vngranmare; cieri i dire, daquattro ponere pagi ne, ad
vn libro di perflent mole ci fiam condet t i . Que fio per tanto , che
ejuafi aluearto , bbugno, infiemc raccoglie di cento florit i ingegni la
melliflua , e delic at a flofianza,priegati con tanta benigniti a gr adire, con quanta ingenuit a tc
l offert fico. Haurat qui gli fiudfmitulti ament; le vaghezze aceademiche , mi fofienute da
grauiffime fentcnie, e documenti 1 1 imprefe non pouere, e nude', mi ben si vanamente iltn-
Jirate cm auttonta,cd offeruat iom di faert , e di proflant, d' antichi , e di moderni Auteri, opra
de iqnalt e la giaeeudita dei diletto, c Ivtiliti dei profluo fi troueranno infeparabilmcntc
u nite, edaccopptate , Sono dunque t Impreflt lamatena flondamentalc di quefto libro, mi non
I imprefe file ;poiche, per no to quale Jimpatica fimthtudine,numcrofi emblcmi,eome ptu tor-
narono opportuni , alie medefime fi trouano acceppiati. Ne giivorrei, i Ultore , chementre
alC Imprefe , e d a gli Emblemi t'mnito , che tu fleguendot errore clalcuni incto mal prattici ,
prendendoti le mie fattehe ibeffc, chiamafiquefic forme eoncettofe, opere e findi/ puerili, e
perconfleetuengamal proportionali ad huomtnidi fleam, edi giudicto; che si flater, penfiero ,
qualnebbiaalSole fi dileguari immantinenti ,fle volgerii lumi delt intel/et to, ad ofieruare,
che la formatione dcll Imprefe , e tutu propria dtquegh ingegni, che piuviuaci , ed acuti fi-
gliono ne Ile Citti grandi in virtuofi, ace ademte i effere ity trattenerfi-, ehegh Au rori, ed i Mae-
Jlri dt eosivaga muent ione,flonovn MonfignorGiouio,VcfcouodiNocera,il ptio nobile lflori-
eodelfecolo amtepafflato; vnPaolo Arefio , VefcouodtT ortona, il piu facendo , ed erudito di
quanti Seritteri illnfi rino la noftra Itahaivn Gieuanni Ferro , il merito dells cui virtu at -
traffi il grande Vrbamo yt 11. conia digniti Abbatialt iflegnalarloivn Alcibiade Luearim,ed
vn Andrea Alciati,C tuntonjultt dt feneo, evalor tanto,ehe con I ah de i lorovolumi t’ alzaro-
no all' immort aliti de lia fama-, vn DiegoSaauedra,floggetto, tacui pr ude nza, le iteratur a,
& eruditione obliga vn mondo intiero ad ammirarlo: per tacere dei Birtgli, dei Bargagli, dei
T aegio,delCapaeeto, dei Bufcelh, e de gli altri, la memoria de t quali durer i flempre; e che in
fomma opere puer Ut non far anno mat que/le, che vengono ed ajfuute ad effere fegnalata pom-
pade gh areht tnonflah, ad tn ferire l' altrut glonofa eccellcnva , e fpegiate ne i fontuofi tem-
ff- « J tnfinnare de i Cittadini de L Cielo le virtu ammirabtli, e portentofle ; e fparfcnellc re-
gali efeqnie det ptuquelifictti Monarehi, adefprimere alvino de gli Eroideflonti le ptu de-
gne prerogaiiucicdai Sommi Pontefici, edat Re dt Corona, e da i gcncrofi guerrieri, nctbron •
ne IC argento, e ne II oro fufle, comate, e feolptte, i fignifleare, ed eternare,fimbolica,ed eru-
dit amant e t loro interni affecti ; che pero i qutfie appunto, come i quetle che feeo portatio an-
ne (flala vtuaciti, e la maefii, la leggiadria , ed tl decoro di buona voglia ti nuito . E ben dtfl,
che precifamente to tinuito i quefle , poiche penfo dapprefentarli , non quante imprefe
mi caddero foeto git occht: c quetle tutte, chto vidi int agitate, o dc flente ne i volumi di
qual fi fia Scrittore ; i quetle tutte , che offeruat appefe , come trefet d ingegni nelle pm
frequentate Accade mie de IC Italia; o quetle tutte, che da mano benigna, ed amicami furono
fommtmfirate ; mi imprefe , di molte, e frimolte , e crine liate, e Jeelte , o come le piu per-
flet te, o come le meno difettojc ; non hauendo in cio alie mato le diligente , ne trafeurtto ,
fle non a belt arte nel libro terx.0 , che e dei eorpi humani ; nel fefio , dei pefei ; nel duode-
cimo, e terzodecirno , delle pietre , ede i metalli, ne i quali benche molli eorpi riefeano pec-
canti, e difettefi; o ptrckctn parte o/curi: opcrche non ben conojciutt : ad ognimodononmt
e par fla dt lafciargli der e litti , cdefclufi, acaocbc q nelle materie , che per lur medefime nu-
fc luant fcarfe , e Jmunte , non laagutffcro tot alme ntc nclla loro peucrti,cd abbandenamento;
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ma cime megltofi pilent, nemdaffero aiutate, eriempite, cbe pero Hi tui ftrte fimpreft , i»
queftt libri efpofte,doura tl benigno Latore valcrfi,no fime diptrti et ingcgno,chc perg/i occbt
pafcano t intellecto, macome Ht fimilitudini,che poffano tnvarte incidcngc ferutrea fuoidi'-
fcorfi. Alie tmprcfe i inniti, mi non pero dt ilort Anteridi tuito pcfo leuate , e qui trafentte :
angi, come ben pub tuuertirfi, advna, tdvnt, con tt tenta eonjiderttione medittte , ed inter -
prnate,!oro dando riftretea,ma pero chiaramcntc,vno,b piu fenfi, cconorntct, politiei,morth,
facri, e profani, e ritronando con faticofa dtligenga /rigganti, e fneofi detti, edi Sacra Scrit-
tnra,e dt Fadn,e d Oratori, e d TJhrici, edi Ftlofofi, e dt foeti, i quali propria, e figntfican-
temente dichiannot afnnta interpretatione dei concetto, od infer ito eoi tnottp dell tmprefa , o
pare nclltmedcfima tacitamente conte nuto, ed mfnuato . Ioteffibifco in fomma qui adunate,
erae coit e, non que Ile fele tmpref e, ehe d avari/ Serit tori pubbluate, coi fanor dclle Stampcj,
rtpartirono al nojlro fecolo pellegrino ornamento ima ne aggiungo loro vn vajlo , tmmenfo nu-
mero dtquelle.che non pin fino ad hora fnrono pnbblicate, ma ehe da vari/, qualificatt amici,
quafi ragg i di Sole alia hmptdegTa delmto fptnto.come advno fpecchio effindo parte, /pate,
ben degnamente con vtrtnofo nfleffo, a rierearne , e pafcerne de i nobili tngegni C tntellcttuali
pupille fono da me traifnft. Coti piaceffe pnr al ctelo, ehemolti amici, con vtne inftaneeri-
ehtefit ; i trattennti da humile fenttmento dt lormedepmi , i da guardingo timore frajlor-
natt,non m' haueffero contefo le loro grane, e tenutmcl fondo dello fcrtgno, quafi tef.ri nelle
cancrne,! pretiofi parti de i loro ingegni , ehe certo a piu ragguardenole , e piu confderabtl
mole quefio volumc fi farebbe auuantaggiato . Ma per quanto altri firitraefic, non fi ntraffo
porb lamia debolegga, ehe si auuaneata ad occupare di quefio libro vna gran parte, nume-
randefiqui dclle mte ,nouecento,e forft mille imprefe,le quali benche mi porge ffero libero cam-
po diformarne gregi volumt,tutti miei proprq, edat trouati d" ogn' ultro indipendenti , qnand
haurff voluto, come em paco incommodo haucret polulo, applicarmi con crudui difeorfi a com-
mentarie :ad ogni modo, piu badando al commodo ait rui, ehe a! proprio fafio, briette, e nfiret-
tamente le hit qui ai loro titolidifpoRe , chetutte fono, per fodis fare alia curiofita dcll' amico
Lettore, con tofi erifeo m margine, i i loro proprij Inoghi addi tat e, e contrafegnate .
Rcfiache tu gradifea,fe non ultro, Cettimo delta mia volone a ; e eompajfionando le imperfet-
tioni ; onde quefto Simboltco Monde purtroppo abbonda, li comptaccia,e eo' i lumi dei tuo inge-
gno d illufirar quejh cieli , e eo’ i fioridel tuo talento di miniar quefia terra, t conia proneeg -
gadeltuo fpintodi purgare queji' aeque, e con la viuegga dei tuo ingegno di rifuegliar quefto
fuoco; ed m fomma con latuaingegnofaattioitad' animare quanti corpi languidi, fqualhdi,
imperftnti fi offnrannod" autntt ; operando in manter a, chc la douc per miacolpa,i/ Mendo
Simboltco, non tfcuoprechc rogge , emal dtfpofte fattegXe : per opra della tuavirtuofa indu-
ftna, fugant a , e fapere, aiutato, ed illustrato, i gli occhi altrut riefea, per ogni parte npuli-
to,nformato, perfettionato ,
NelUdtJpo/itione, ed ordine delle materie, to 'ha, chcmoltecpfe piteuanl ripartirfi, e col-
locer fottaltn
fi tttoh di que Ilo te attualmento fatto , non repugnando ai corpi raccolti nel
lib. 25 .tlrnrouare luogo dmerfo daqucllo cbe m"e parfo didar loro', ad ogni modi nonveden-
dotneto deforma a eutdente , dlarair irruere in buona parte e io cbe fenea tuo pregiudicio ti
fi apprefent t , S imilmcntc fotto ad alcunt t it oli ho adunato molti corpi ,chcconuengono fra d i
laro folamente nelnome ; come fotto altitolodttorchio j quello davtno , quclh daStampatori,
qucllo da Librat; e fotto iltitolorota ; ia rota da carro , quelta da mulino , quella da vafaio,
quellad arrotare, ed altri fim ili: e cto.perche sfuggendo la mo/tipltcila de t tttoh, nufaffero
le materie, come piu raccolte, eosi ali altrui vulti a, e commodo piu opportune .
COM-
i
*
COMPENDIOSO
TRATTATO
DELLA NATVRA
DELL IMPRESE-
DELL’ETIMOLOGIA, ED ANTICHItA
DELL' IMPRESE.
A materia deJITmprefe.coh tanto Audio, e diligcn* a i tra t tata ne gPertiditi
volumi di Monfign.PaoIo Giouio,Scipion Bargagli,ErcoleTalfo,Torqua-
to Taflo.PaoIo Arefio, Giouanni Ferro, EmmanucI Tefauro,e di ranr'alrri,
che il volcre fpccolarc nuoue ofleruationi per maggiotment c raflinarla, fa-
rtbbc vn voler aggiungere nuoui lumi al Sole . Per tanto rimettcndoalla
lectura di cosidottiScrirtoriibegl'ingegni, m‘appagher6di riftringere
fuccin:a,elucofiiniente inqueftepoche paginccidchepuoferuirc aque-
fta materia, accioehe d mio Lettore, non liauendo copia d‘altro libro, refti in parte appagaro,
rauuifando in quefio la q indita, c lercgole piu cficmiali, chc alia perfetta formatione dell"
Imprefc pollbno confiderarfi .
E quanto ali crimolngia diqueftonome, come appuntooficruaMonfignor Arefio: ? Io Etimoloa
fleflb ildirc Imprefa , che ii dire Inrraprcfa,cioi vn attione nobile, ed clcuata,cliel'huomo f“
difpirito, od iniraprcndc pcrcffettuarla,- 6 gia fi prcgiad'haucrla actualmente operata. E
pcrcbe glijntichiGueirieri,dopod'haucrcondorto a fine qualche magnanima imprefa, folc*
uanorapprcfentarlacon imagini , 6 fcolpite.o dipintc ne i loro fcudi ,-quindi nedenuo, che
ilnomc d iuiprcla iiipoi ancoattribuito aquellc immagini, efigure, cheveniuano allumea
rapprefentare quclla tale attione, foflefiella ogiafatta.ddifcgnata dafirfi .
Onoc poi pigUaderoTImpi efela loro origine : non vi mancanoScrittori, che la riconofca- Origine
no dalla penna dei gran Mose , mentre Jeggendo i fuoi facri volumi , ritrouano non sd quale remoria
abbo7zaturad‘Iinprcfe, c ntHalbcro della vita piantato nelParadifo tcrreftre,- e nelliriJe p^1®"
formata sd inuuoli guazzofi, dopol'vniuerfalcdiluuio; e nclla colomba portante ilverde ra-P
mod'vIiuo. Chefcbenc, graueScrittore, in cosifattaaflertiua, riconofcc poco fondamen-
to, perche imprefc poflanoveramcMcchiamarfi : ad ogni modo fc dcuo dirneciochc mi
pare in farti, mol ti (i mboli dclle Sacre Serit ture, fegnati con qucllc prccilc parolc, 6 fcnfi, chc
loro firitrouanoaggiunti, fannovn comporto cosi vago, che il nome d'imprefa , non larga,
edeftenfiuamentc,- non impropria, cdimperfettamentc,mad'imprefa formata con le fue re-
golc.crequifiti pare chc denegar non fegli porta . Chcadimcil vcrolafpadadi foocofigu- Imprefe
rata dauanti al paradifocol motto ,• LVCtT, ET ARCET, non fari clla vna vagaun
prefa, a rapptefentare per via di fiinilitudinc la giuftiriadmina , chc fparge minacciofi bagho-
ri,pcriencrci lontanidacio,chc n e victato? 11 rouodiMois?co’l fopraferitto; ARDET,
NEC COMBVR1TVR, parolc deH'Eflbdocap. 3. j. non ?egli vn imprefa rapprefentati-
ua dei popolo Ifraelitico, che ardeua al feruore deile fornaci Egittiane ; manon pero fi con-
fumauafiale violenzc di quella barbara rirannia? IKerpentedibronzo, alzatolopravn pa-
lo, coli nel deferto, coi cartello; ASPICIENTES VIVENT, non diinoltra egli, che
chiunquefifieragliocchi inGcsii Cnfto Crocifirto, in lui credendo, cfpcrando, otreriil'
etema vita? La rete euangelica, ftefa nei mari, coi tirolocauato daSan Matrco cap. 13.47.
CONGHEGAT EX OMNIBVS ; non i clla vn imagine efprerta della Santa Fcde, che
raccoglic a si i popoli dogni prouincia , e d 'ogni natione? La face acceli nel mczzod‘vna
ilauzajCoimottodiCnfio.inS.Mattco j.i j. VT LVCEAT OMNIBVS non? fimbolo
b a efprerto
ANTICHITA' DELI/IMPRESE
ifpreffo delU fanta fcdc, da cui vn Mondo tu tto i illuftrato; edella gratia diuinj , die Ilium i.
met omnem homitiemvenienteminlmiu mundum ? ioan. 1.9. Lapi/cina, co'icinqucportici,
dcfcritta da SanGiouanni, cap. 5. coi cartcjlone; TVRBATA SALVTEM; -non i clla
yna bdliffima idea di Maria Verginc, che turbandoii alie voci delPArcangelo Gabriele, con-
, che non dei tutto
Ecco dunqueeiacraantichitade chimcrico, cd aereo dilfonda-
mentocepi Iafalutc
di coloro, dalla? venerabile,
mondo
d' vn che llediuineScrinure, riconofcono
I
QVIDIT A’ DELI/IMPRESA.
Jtm cioi dal dare ivouTccrcti ncllc Rcpublicc . Sutcr*mnt*tr a>filitn(I*m , eioe di pro-
cedere con mifurata moderatione ncllopcrc nortre: lgntm glUi* nt fodito, eioe chc. vn
ed altr. rab : 1 imprela oltre
huomo incolleriro, non debba eiTcre ingiuriofameme amzzato ,
cj<
Je parolc, vuole il corpo ; c Ic paroic ftie,le nchicde, non difentenza perfetta, madimczata.ioglifi
cfigurc , lc qual. fenza aggiun t.onc
Dai Gcroglifici in fomma, non cflendo quefti che fchiett
la ferpe auuolta in circolo eter-
veru na di parolc fignificano, come a dire, il fuoco la diuinita;
ifigura, ma nonlola; di
nita, la palma la vittoria &c. ladouc limprcfa vuoleeflcrformatad
parolc ma non fole; ma comporta, e di figure, e di aparolc ancora, c.afcunc dellc quali partial-
tneme concorrano ad vn fenfo perfer to. Sichel douc con la fola figura io non dichiaroi
.amemo e d. quella,ed. que-
miei fcnfi : con le fole parolc io non gli manifcflo ; con 1 aecopp
a■ePc^.vladlfimllI-
fte, s'efprimc, c fi determina ilfcnlovcro, elcitcralcdel Imprefa, aj.f . lenfi , ed i concctt. in-
con diletto infinu.
tlk^inc Fucceda Filiatione dei fenfo allcgorico , che
lerni deirAutorc, allanimo dei contemplante . , ... .
.ca corrif pondcn za , c la
Concorrono per tanto alia formatione delllmprefa con fimpat
ed aquefto d anima volle
figura ed il motto, non vi mancando chi a quclla il nome di corpo,
id. materia, ed.formari-
attribuirc; come chcdallVnionc dentrambi , chetengonolevoc
ntornoal corpo, come ai motto,
fultava vago , e nobile comporto. Benivcro, chc cosidl
polfa picnamcntclo-
varie regole ci vengono propofte , pcrchequertopra dmgcgno nufc.r .
dcuolc,cdapprouata; cheofitratti . .. »
PV6 quefti pigliarfi da qual G voglia og et o , 6 naturale, 6 artificiale ; ma quanto r.u- \ corpo
fciridi pia vaga vifta , c di piu nobile profpcttiua , tanto fara
commendabile . Dourebbero per tanto crteredairimprcfe
corpi, ebe portan feco fchifezze, e lordurc.come lo fcarabeo , che
,0]£ quadruped i,& vccclli, chcfcaricandoil ventre,
fuaporanoo
etern
p.u ragguardcuolc , c fia d. v»ga
amente sband.ti qne.
fla formando la luy>allot- Non fia,
diofo tanfo, ad offendere tch&fo.
tia , quaie Non d.Jt.
c rocchio,cla mente, d. chi ne vede la pittura ; e limUmente ognt atto d impudici
e dimoftrari. d.pinto . toimp».
eflendo indegno da nominarfi, molto piu fara indegno da figurarfi,
a fi rauuifi, e fi diftinguapcr >
Sia il corpo cofa conofciuta, c che facilmcntein effer rimirat ciuti,ctic corpo
aucllo ch'clla ii effendo molto pili lodeuole il valerfi di corpi communali, ma conol
re, moleftano, ed aggraua- conofcm-
di corpi reconditi,! quali feco portando ofeurita; in vcce di dilctta
o leruire per corpi di lodeuole nn-to.
no Ia mente di chi in loro s^ffionta. Quindi mal poffon
lo piu fono da noi fconolciute ; e lim.
prefa gh animali dell lndia, lc proprieta de i quali per
o, zaffiro, & i mctalliancora.argciv
rneme k pictre pretiofe, rubino, fmeraldo, opalo, diacod
m legno , mal poffono dirtm0uei fi 1 v
to, piombo , ftagno , poiche intagliate in rame , od
ione, e diletto, ma confufione ali animo,
dalfahrl.c per confcqucnza portan feco,non diftint
C<^La maggior parre de gli Scrittori efclude dall Wfc facili i.corpihartuni . Q^do^rfottc^ho
irtorici, 6 lauolofi, ma da effere nconofciuti , c e r ^ ,
vi fi permettano, liano corpi,od
o gratiofc i.nprefe , fondate nite «II-
cole PoLfcmo, Icato , Guno, Fetonte, c fiinili, non vi mancand
dcl noftro Mondo Simbolico, chc tutto P
sii quefti corpi, come ben puo vederfi nel tetzo libro
tal volta neirimprefa,^"'^
"Sparti dei corpo humano feparate, efinembratefipermettono
hora vna mano.ncllalo; cm palmae vno LA fcorpmnecddm ot- ^
ritrouandofi nel Teauo dcl Ferro
Hora vncuor c coi cartcl DA LVI V I T A , blJ cnitino
to, PROCVL AB ICTV.
la lingua. Ventrano bcnsihe- . _
OGNI AFFETTO PENDE; Hora il capo folo, ed hora come corpi d imprela; ira per
non
oucmcmentc.ela mano, edilbraccio in quanto feruono
vnvalbdacque, vna face, vna fcuic,
HUumcnti a lortenerealtricorpi, come vninccnficro,
V
DEL
DEL MOTTO DELLIMPRESA.
fohet-
DEL MOTTO DELL’IMPRES A.
fcbcrzo, contrapofitionc, obilliccio; poichc, fc quelti non picciolo ornamento portano alie
orationi, e a i pancgirici, molto piu Io porteranno ad vn motto d'imprcfa, quale di fua natura £,gli6fcgher
ama
Ca, alzata fchcrzantc,c
leggiadro, ad
deflerJ pcrluaderc alcuni Ia fcambicuolc vnione, non
fpiritofo . Quindi econcordia, lodara 1‘imprc- b'(hcci .
comc ivnicoflruminto
mai abbadanza
dclla loro conferuatione, cioe a dire vna pira, 6 fia vn picciol mucchio di caiboni accefi, inuo-
dottiadirc; EXTINGVIMVR SI DISTlNGVIMVR. Quella dVna candela aiccfa, eoi
cartcllonc; OFFICIO, MIHI OFFICIO perideadiperfona, chebenificando altri, fog-
giacciuagrandiffimiprcgiudicij; quella d'vn cane lcuriero , gaeenteinatto diripolaifi, coi
titolo,- OClOR, VT OCYOR, pcrvno,che ripofando prendeua lena per opcraiccon
maggiorecelerita,egagIiardia;equeirancorad'vnagatta,che giocolaua coi topo, co' i verbi;
DVM LVD1T, LvEDIT, per fimbolo di fcmminalafciua,glifchcrzi dclla quale fbrmuano
in dare altrui eftrcmo danno; ed altrc liinigliant i,
E feneimottidcfflmprela, tanto v3ghiriefconoibillicci,cglifcherzi; altrctanto fciapiti
rhifciranno quclli che faranno compofti diparoledi foucrchio facili , edappianate. L'ani-^on fi*®
ma deirimprela communemcntc i chiamata motto , perche non qual fi vogl ia voce fe le con-
uiene, ma cfler deuono voci di particolarc brio, acucczza, c fpirito, che mottcggino , c frizzi- ole.
no con manierc viuaci.edilettofe.
Non fi difdice al motto il nominare Ia figura, che attualmenre fi vede ncUTmprefa, quando
peri cio ferua peraccennarc qualque ingegnofo penfiero, che in vedendo precifamente la PuA ncl
figura, a fcnzalo
formato primo incontro
ftilo,ofianonfenza
ci farebbe flato fuggerito
ilgnomone, coi motto , ;comc
NON appare
L V Mncirhormolo da folc,; figura
I N E TANTVM “°s”j ,&
che fc bene iui e figurata ladiiarczza dcl lume, cagionatadalla prcfcnzadcl Sole: ad ognicome-
modoilluincnominatonel motto, rende qucIFImprefa tutta fublimata, cd illuffrata; ilehe
ancofiegue ncirhoriuolo dafole, alzatopcrfuaimprcfa dal Sig. Gio: Giacomo Tnuultio
Prencipc di Amalfi, coi titolo,- NON CEDIT VMBRA SOLI, che infcrifcc cmularionc
di virtb , hauuta con pctfonaggio rcale ; & anco nelFhoriuolo da folc , chcdal Ferro hebbe;
LVMINE SIGNAT; edaccntaltrc.ccentofiinigliantiimprefe.
Non fogliono ordinariamente ammeteerfi nc i motti epiteti, ne aggiunri; poichc amado d’ ,, ,
effer brieui,criftretti,cfcludono tuttelelupcrfluita, che .irio poffonocontrariarfi. Paiccbci gi^cpuctT.
loti verfi volgari.affuntii feruirdi motto, vadano da queflo rigore cfcntittlchc fi vedenclla
rofa,col cattcllo; DEST ASI A LO SPVNTARDEL PRIVIO RAGGIO;ncIlarofa bianca,
aggiuntolcil motto; NE DI LASCIVO AMOR M ACCHIATO HO' IL SENO; nclliri-
decoltitolo. IN FACCIA AL MlO BEL SOL M'E'RlSO IL PlANTO,ed in altic fimili.
Leuinfi anco dii motti due verbi fignificariuidelloftcffo, quando pero vndi loro non fer-
uiffc per aiucare la dcbolczza delFaltro.rendendo piu felice, c vaga la fpieg itura dcl concctto, p P110-
comc fiegue nelfimprefa dcl cardo, in atto di cardarc,cio£ di mondarc, e Iifciarc i panni , coi
titolo; EXPOLIT, ET LEVIGAT.
Poffonoi motti firfidiqualfi voglia idiomt . E fe bene Monfignor Giouio approua per
pitl lodeuoliimotti di faucllailraniera;adogni modo chi vuolc effer intefo,edilettarcaDco- Siad'idb-
ra,valcrfideiicd'idiomapratticato,enonricorrere cosiCicilmcntcallcvoci, cd .iicaracteri ml‘nlcfo-
Greci,Ebraici,c Caldaici,i quali fe no da nifiuno, certo da pochiflt ni fono pratticati, cd intefi.
Non v'idubbio, che con moltalode poffonoi motti Icuarfi di pcfo da Poeti, Iilorici, cd puA .
Oratori,ocolmcdefimo fcnfo,econcetto,colqualcda lorofon riferiti; 6 con mutatione, e glutfi da
ridotrionedalla fimilitudine, & propofito vfati da loro, ad altrc fimilitudini, e pcnficri . MaghScnt-
non fi toglie percio, che non polfano anco formarfi dalFingegno di chi fpccola , e compone ,0gj
fimprela; labcllczza dclla quale, non tantodipende dallantichita, cgrauitadelFAutorc, che formarfi
fommiuiftraleparole, pcraniinarla : quanto dalla viuacita, gratia, edelicatczza dello fleflb d' noftra
motto, che puo darglifi dal noftro proprio ingeeno, cd acutezza . ingegno.
Il Biragli, il Bargagli, ed altri di queffa profeflione efcludono da imotti le particelle ; Hic,
partjccj^
hinc, hac , iu,Jic\ e 1'Abbate Ferro nc per via di fimilitudine, nedi comparatione permette la efclufe-.
paroletta Jic , comechc fimiglianti particelle diminuifeano alia leggiadria dei motto, c renda dal mot-
o>,quaii.
noFimprefapicnadi languidczza, edi fteddezza.
I motu poffono edere tutti affermatiui, come qucllo fopraferitto al collaro da cane; S A V- po(fono
CIAT, ET DEFENDIT. Tuttinegatiui,comc qucllo dei camelo,- NEC IEI VNIO, efierc af-
NEC VIA ; e parte affermatiui, e parte ncgatiui,come qucllo dcl cigno,figurato nclFacquc, f«rrutml.
che va dicendo; ABLVOR , NON OBRVOR.
Ammettono tutti i modi; 1'indicatiuo come qucllo dei pallone; PERC VSSVS ELEVOR.
L'imperatiuo,come qucllo aggiunto al fuoco polio fopra vna torre. FERTE CITI FERR VM; Ammet-
II fiubiutiuo,qual e qucllodella donol.i, tenete 1'crba ruta in bocca.CA VTIVS VT PVGNET. •°*® ,U,H
LoptatiuOjCome qucllo dcflorChcheftalabedoil fuo parto,co,-VTlNAM PERPOLI AT VR. ra!Jd‘ *
DE I MOTTI DELL’IMPRESE.
Ricfeono aflai meglio,o veramentc in prima pcrfona, introducendo per via di profopopea
quclla figura a ragionar di ic Refla; come il Ceruo, chc fpiccandofi da vna riua, ouc ajtri cerul
gli Ranano vicini, cgcttandofiinuotonellacorrenrcdVnfiumcpcr varcarlo,diceua; IjK^e-
Riefeono NATO SEQVENTVR; il Camalcontc , chc Rillando mortifero licore su'l capo d'vnfcr-
j|jpn ’ pente,dichurauail fuo intento, co'lprotcftarc; MACTO, NON MANDVCO; Ia pcco-
rella,cheportandofi verfo vn ramofcclloverde, a Ici offerto, haucuail motto; SEQVOR
Intentu ALLECTA; 6 vcramentc in pcrfona tcrza, faccndo chaltri affertfea nella figura dipinta, 6
ptdooa, rjpprcfentata qualdic particolarc propricta, od attione ; come ncU’onuolo da rotc appcfoal
muro,aI quale aggiunu; DANT PONDERA LEGEM. Allalbero, dalla falce ioucflito,
coltitolo,- COEDE VEGETIOR; allarofa fiorita siaT fuoccfpo, coi fopraferitto ; NA-
SCENDO SENESCIT. Non efiendoui quali efempio, nel quale fi ritrouino i motti , chc
par lino in fcconda pcrfona .
Sifmno Ponnofi fjre imotti di foliauuerbi;come qucllo poRo ^ gli occhiali; PROCVL ET PER-
<r«uuet- SPICVE; di foli nomi, come qucl ddlorgano; AVR A,MANVSQVESONVM;di foli verbi
b!'d/n^cotnequeldeirorfoincielnuuolofo,- SERENABIT; di nomi e verbi come ncll'horologio
iu, Scc. da folc ; IN VMBRA DESINO . D’auuerbi, e verbi come nelfimprcfa dcl fole,- AFFLVEN-
TER.ET NON IMPROPERAT ; 6 dclla nube in faccia dei fole . CITO DISSOLVAR,
SiLodano Sono lodatiimotti.nciqualiil verbo noncIprime,ma tacitamcnte vi s'intcndc,comc
Juilnrefc nclTimprcfa delloRruzzoriguardante Ic voua,con; OCVLIS VITAM, dclla fonte in vn
Tr ' giardino,con,- NATVRA,ET ARTE,dclJambicco,con;HVMOR AB IGNE , e altre
tali. Epotrcianco aggiungerui,chcimotti,nc i qualiliritrouavnaparticclIa,o parolctta
monofillabariefcano dalla rnedefima conifquifita inanicraconditi,c raddolciti,il chc fi vede
Monnfil- nclilmprefa delfAficomocon; PR^B OCVLIS IRA; della luna fcema; AT COELO
di^concMl REFVLGET, dei torchio da ftamparc. PREMAT DVM IMPRIMAT, i quali morti, fe
molio . loro fi toglieffcro le particeIlc,come per c/cmpio fc fi dic cffe.Anrc oculos tru.Vcrum culo reful-
get, Tremui modo imprimut , non v’ba dubbio chc molto perdcrcbbcro di gratia, edi finczza .
dell;imprese particolari.
HAurannoLimprefe no soqual grado pi i nobile di perfet ione, emerito di maggior
lode,quandocos; co la figura, comc coi motto.o coalcuno di quefti dinotcranno la
coditione,6 profefltone di colui per chi faraifi limprcfa; fchcrzando fu’I nome, 6 co-
gnome ; 6 valendofi dell armc di quei foggctti, ad honore de i quali fara Limprcfa in uentata .
Quato alia cuditione,e Rato dclla perfona; perdinotare chc vnPorporatohaurcbbe vn gior-
no fcoperto i fuoi fini virtuofi,c fanti, iquali per addeilo erano occulti, figtirai vn vermiglio
bottondi rofa,tuttoriRretto,coIcartello; SVB SOLE PATEBIT. Quantal nomccuui
fnome, per d motare la vit oria ot enuta dal grade AuRriaco Carlo V.lopra Fracefco I. Ri di
quclla gra tiola d' vn amatc.che ridotto a mal termine dalla rapacita dclla lua dona ,dettaLau-
ra, figuro vna rolasfrondata coi motto, COSI' L‘AVRA M'HA' CONCIO. Quantal co-
S E C 0 N D A.
T E
t ARTIFICI ATI
T R V M E N T lanterna Fomella
DI CHIESA. Lucerna 13.
cap. 11. Fucina
Mataffa cap.
cap. 14. Labirinto cap. 110.
1.
Libro XIV. Mulino Cap. 13.
cap. 12.
Menfa cap. 15-
Altare Tiaj^a cap. 14.
Cap. Ia Molletta
Bafionpafioralc cap. 2. cap. 16.
Ombrcll » cap. 17. Tiramidc , Obelifc A cap. 1 5.
Calice cap.S*
Tontc
Cafapana cap* 4. Tone cap. 17.
Ventola cap- 18. Torta cap. 16.
Canieliere cap. 5. cap. 19.
Cnee Scala cap. 10. cap. 18.
cap. 6. Scarpa cap. 21. cap. 19.
Incenjiero cap.l. Statua
Sepolcro
Lampade Scrigno Tcatro
cap. g. cap. 24.
11. Tetnpio cap. 20.
Mitra cap. 9^ cap.
cap. 3,3. cap. 1 1.
Scccina
Tnlpito cap. 10.
Tabella Specchi» cap. 25. Torre cap. 21.
cap. II. Vajo
Tela cap- 2 7.
Trtangolo Cap. X3a cap. 2 6. STRVMENTI
Vtrc Libra )
STRVMENTI DOMESTICI cap. 3.
EDIFICII. E LORO Bantc cap. 1.
4.
Libro XV. cap. 2.
ATTENENTI Mojjolo da Segatori
A*cUo cap. I. cap. S*
Libro XVI. Catena
Arcolaio cap.l. Ccrcbio cap. 7.
Borfa cap. 3. Calcin* Ago.
Claauc
cap. 1.
cap. 3.
Caliaia cap. 4. Capann 4 cap. i. Cbiod.
Candela Cafa, F. i;fici»
cap. j. Caltclio, cap. 6.
Ciltadtll 4 «p.4. Conia cap. 9.
Capcllo cap. 6.
«p. J. Cor da fana cap. 8.
Caraffa cap. 7.
Cultello, rafoie Citii
cap. 8. Cifici cap. 6. Crogiuolo
Cana cap. 9.
Colonn* cap. 7. Filatoi 0. mu Luella cap.
cap. 10.
11.
cap. 8. Forfice cap.
cap. 12.
13.
Fur Ione, Staccio cap. 10. FineSra Forma.
Crio/Ia cap. 11. Fornace Mp.9.
Ca«-
DISPOSITIONE DEL MONDO SIMBOLICO.
C angbeto Barca STRVMENTI
up. 14. cap. }.
l*cu«*iue «/>.!». Batcllo,gondeU M VSICALI.
Lambi cco, boctia Cana da natinare cap. 5. Libro XXIII.
CJf. I fi. «P-4-
Lefina cap. 17. Galera Mpa cap. 1.
Hamo
Una Cetera cap. 2.
cap. 6.
7.
Mangano cap. 19.
dtp. 18. Corda mnficalc cap.}.
Mantica Flanto cap. 4.
cttp. »0. cap. 9.
Marttllo Timone cap. 8. Lira cap. 5,
cap.il.
Mcfco.a da Murator* Hanc Lituo cap. 6.
cap. az.
ASortaio cap. aj. BSTRVMENT
ete Organo cap. 7.
cap. 10-
Qmir.o «P- Z4- MATEMATICI. Tina comamufa cap. 8.
Ttnnello cap. if. Libro XXI. Siringa cap. 9.
TialU rcbipendolo
STRVMENTI
cap. 27-
16.
cap. ^iflrolabio
Bilaacia (ladiera cap. I.
R V R A L I.
Scarpcll •
cap. 18. Cannoccbiale
cap.
cap. }.
1. Libro XXIV.
Scure cap. 29. Cilbidro cap. 4- Aratro
cap. J. Carro
Sega cap. 30. CorreggiatO cap. 3.
Serratura Circolo cap. r.
cap. J I. Compaffo Crinetlo
cap. 6.
Taglia cap.
cap. 3»-
33. cap. 4-
Telait
Globo, Sfera cap. 7. Erpice cap. 2.
5.
cap. 34. Horiuolodafole Giogo
Torcbio Falce
cap.}}. Horinolodarete cap. 9.
8.
Trafila 1. cap. 7.
Truo
cap. 37.
cap. jtf. Horiuolo da poiuerc cap. t.
Trapano
Triuello Microfcopio cap. cap. 9.
cap.} 8. Mappamondo cap. II.
10.
Tromba da bicchieri
Occbiale cap. 12. Staio cap. 8.
cap.
cap. 1}.
14. Stimolo
STRVMENTI Tiombino
DA GIVOCO Quadrangula cap. 1$. cap. 10.
Zappa
Libro XV11I. Vaglio cap.
Quadranto cap. Ii.
12.
cap. 16.
cap. 17. cap. i].
D aio cap. r. Hpta
F.rrinaccio Stramento
Squadra cap. 18. M I S T
cap. 2. cap. 19. cap. 14.
Cirauento
cap.
cap. 3.
4. Tetradio Libro XXV.
cap.
Talla Tragnatdo cap. 20. Banderuola
cap.
Talione, bracciale cap. s- Tnangolo Briglia, freno
tap.it. Cane di Ferro cap.
cap. 22. cap.
Bacchata cap. fi.
cap. 7.
STRVMENTI Cilicio
Scacchicre cap. 9.
8. MILITARI. Caffetta
cap. cap. 7.
Trottola Libro XXIL Como
Corona
^trebibugio
Difciplina cap. 6.
LETTERE ALFABETALI, cap. I. cap. 9.
cap. }.
E D A L T R I jtreo
*iriete cap.
cap. 1.
4- Fibbia
Groppo cap. 8.
ATTENENTI. cap. 5. Gbttlanda
Egitta cap. 10.
Libro XIX strrni
Jrttlltcria cap. II.
cap. r. Balcflia cap. 7.
Lancetta cap. 13-
B cap. 6.
Jl 3. Bcrfaglio
cap. 2.
cap.
cap.
cap. 12.
14.
cap. 4. Bumba Luccbctto
Legum
Carta d'afeiugart cap. 9.
8.
cap. 5. Claua • cap. i$.
Efempio Mafthera
H Limo Meta
1 Farciri cap. 10. Magtguole dagiglietti cap.
cap. 17.
16.
cap. fi.
Cap. 7. cap. 11.
Latera Frombola cap. 13.
cap. ia. Tlube di creta
Libro cap. 8. Hafla, Lancia cap. 14. Tafioie cap. 19.
1 8.
cap. 9. Tcttmc
0 Injcgna, bandiera
Manoppola cap. 15.
Trima da ferinert cap. 10.
Tolu er ino cap. 11. Tadiglionc cap. 17.
cap. 16. Quadro cap. 23-
[cap.
cap. ai.
20.
22.
cap. 12. Saetta Scena •.
cap. 13. Scado cap. 18. j. cap. 24.
Biga cap. 25.
Sigillo cap. 19. Scettro
STRVMENTI Tanbnro Bpgo
Trono cap. 17.
Spada
Tromba cap. ao.
MARINARESCHI. cap. 21. Sprone
Libro XX. Ven laglii
cap. 28.
Jfnthort cap. 1.
cap. '-6.
29.
Arcadi H°c cap. a. jentofe cap. 30.
Vifcbio
INDICE ALFABETICO
De i corpi vfati nelUmprefe dei Mondo Simbolico
Ampliato. Cara fla lib.t 5. cap.7.
8
Catbonchio Iib. 1 x. cap.*
CAduceoIib. r.cap.tf.
Anthia pefce lib.tf. cap. )• Calabrone lib. 8. cap.4. Cinocefalo Iib. 5* cap. 19.
Calamita lib.i x. cap.7.
Ape Iib. 8. cap. 1. Cipollalib. io. cap. 10.
Apode lib.4. cap. 6. Calandra ltb.4. cap.i CiprciTo Iib. 9. cap. ia
Apono 1. x. c. ) 1 . Calcina lib.i 6. cap.t. Circololib. 21. cap. 6.
Apue pefei lib. tf. cap. 6. Caldaia lib. 15. cap.4. Ciftcrnalib. itf.cap. 5.
Aquila lib.4.cap. 7. Calice lib. 14. cap.). Citri Ub. 16. cap. tf.
Aranao Iib. 9. cap. 4. Callionirao pefce lib. 6. cap. 1 0. Ciuctralib. 4. cap. 19.
Arattol1b.14.cap. 1. Camalcontc lib. 8. cap.). Claual1b.22.cap. 9.
Arca di Noc Iib. xo. c. X. Camelo lib. 5. cap. 9. Coccicc vccello lib. 4* cap. xo.
Camozza Iib. 5 . ca p. t o. Cocodrillo Iib. 6. cap. 1 ).
Atcbibiigio lib. xx. cap. I. Collaro da cane Iib. ). cap. 1 1.
Axchipcndololib. xi. cap.t, Campana lib.itf* cap.4.
Areo lib. xx. cap. x. Campancllo fiore Iib. 1 1. cap.4. Colomba Iib. itf.cap.
Colon na Iib. 4. cap* 7.
xi .
Atcolaio Iib. i). cap.x. Campo lib.x. eap. 19.
Argento Iib. 1 ). cap. I* Cancello Iib. 6. cap.i 1. Coltcllo Iib. 1 f. cap. 8.
Candela lib.i). cap.). Cometa t ib. x. cap. 1 8.
Argento vmo lib.t ). c.x. Candeliero I.14X.5. Compaflolib. xt.cap.7.
Ariete militare lib.xx.cap.|.
Aimcltino Iib. 5* cap.4. Cane l.). cap. 11. Conchiglia Iib. tf. cap. itf.
Aimi lib.xx. cap.4. Cane pefce lib.tf. cap.t x. Gonigliolib. 5. cap. 10.
Arpa bb. xt. cap. I. Cane di ferro lib.x). cap.). Conio lib. 17. cap. 8.
Canfbra lib. 1 x. cap. 8. Coralio lib. 1 2. cap. r I.
Arnglicria lib. xx* cap. ). Corda fune lib. 17* C*P* 9*
Asbefto pictra Iib. 1 x. cap.). Canna Iib.* cap. tf.
Cannocchiale lib.11. cap.4* Corda, muficale Iib. 23. cap. 3.
Afcllo pcfcc lib. 6. cap. 7.
Afioolib.{.cap.{. Capannalib.i6.c.i. Cornacchia lib. 4. cap. 22.
A fpalato erba Iib. 1 o. cap. )• Capcluencrc. l.io.c.tf. Corno Iib. x5.cap.tf.
Afp*do lib. 7. cap.x. Capo lib. 3. cap.jt. Cornucopia Iib. 3. cap.8.
Aftorclib.4*cap.8. Corona Iib. x).cap. 7.
Cappari lib.10. cap. 7« Corona imperiale Iib. 1 f.cap. 5*
Aftrolabio Iib. xt . cap. x. Cappello lib.t ). cap. tf• Corregiato Iib. 24. cap. 3.
Atlante lib. 3. cap.). Capra Iib.) . cap.t x. Coruo lib. 4. cap. 23.
Auoltoio Itb. 4- cap.9. Capricorno Iib.). cap.i 3.
Cote lib. 12. cap. ix.
Auorio Iib. 5* cap.ax. Caprimulgo lib.4. cap. 14.
Aurora lib.i. cap*4« Caprioloub.).cap.i4< Cotogno lib. 9. cap. 11.
7
A
IN > ic E DE r c
Form
Coturnice lib. 4. cap. 14.
Crifolito lib. ti.cap. r;.
eotobb. 10. cap. 13,
Formica lib. 8. cap. to.
O R P I
CriftaJlo lib. 1 1. cap. 14» Fornace lib. 16. cap. p. 1
Cnucllo lib. 14. cap. 4. Fornello lib. 16. cap. 1«,
Croce lib. 14. cap. 6. Fortuna lib. 3. cap. 13. Ibice , capricorno lib. 3. c. t
Oogiuolo lib. 17. cap. to. Ibide vccello Iib. 4. cap. 4U
Me-
VS ATI NEL MONDO SIMBOL1CO
_iib.iac.jf. fcrinere lib.ry.
Penna da fetiuere Iib.ro. c.io.
r.io. Refoo 1.7.
Rcfpo cao.6.
f.7. cap.6.
Iib.i f.cap.r f. Pcnncllo I1b.i7.cap.2f. Rota 1.24Cip.io*
Pcnrola Iib. if.cap.19. -Roucrc 1. 9. cap. 29.
jHKa.c4p.4l.
4 Cap. 46. Pconia lib.it, cap.17. Ri.pU.ai>.,.
Mcftol-i da mutatore |,t% c.ix. Pcpcl1K9.cap.x4.
Rugiada l.z. c.i r.
Mctalib.af.cip.iS. Pcila, madripcrla iib.tz.cap.24 5
Abcrofcopio lib.21 . cap.1 4 Permea fib4.cap.ff.
M gfiol.tacap.26. Pcfce lib. 6.cap.i.
M ncruahb. t.cap. xa.
M;rul.b. fr.cap.i?.
Pcfca,pcfco I1b-9.cap.2f.
Pctiagnoli pefei i1K6.cap.27. SAetta, frecda I.n.cap.17.
Salamandra I.8.C.17.
Salcto l.p. cap.jo.
Sale I.I2.C.25.
l:b-9..Qp.jo. Perime liKzf.cap.2i.
Piallalib.17. cap.16. Saicuadc vccello L4.cap.dl.
MUia l b.14.cap. 9. • Salmone pcfce L6. cap. J7.
Moilctt/bK M.OP.ftf, Pancti iib.i e, vi, Salmoaco 1.4. cif.
ihanulib.p. cap.f 8.
<■ Monte,
Mnntonc Valle,
iib.f.'Spefonca
cjp.jf, bb.i.cap. fo» Planta pudica hb.p. cap. jS. SanguifugaL8.
Sard cap.tS.
e 1.6. cap. jS.
Woro,gclfo liKjj. cap, 1 f . Pianra trirta bb.9. cap.jS,
Piazzal1K16.cap.14. Satdio l.iz. c.29,
Mpcficc vccrllo kb.4. cap.47, Sardnmcoi.ii.c.jo.
Moitaio Iib.i7.cap.2j. Pica.gazta lib. 4. cap. jd.
Picchio lib-4- cap, f 6. Sargo luS. cap. 49,
Mondib.f. cap.it.
MofcaliRS.cap.ij. Picdc I1b.4cap.j4. Scacchicrcl.iS. cap.8.
P.ctra, fatfo, marmolib.i* cap.if. Scala l.i f. c.io.
Muggme lib.6. cap. 14
Mula hb.f. cap.jo. Pietradi pjragonchb.ii. c.27, Scarafaggiolib.S. cap.4.
Pieirafocau I1b.12.cap.26. Scaro 1.6. c^fa.
Multr.o hb.16.cap. 14
Mufqu lib.6, cap. 24 Scarpal.ii.cap.11.
Pintadcilo
Pino, pigna lib.
I1K9. cap. $7.
4. cap. 26, Scatpcllo L17.cap.28*
Sccna i.if.cap. 24
V ;%* < * P10gg1al1K2.cap.10. Scettro l.if.cjp.if,
< . N Piombino lib. 11.cap.r4
Piombolib.t ?.c.6, ScogIroLa.cap.jf.
Scoiattalal.f.cap.44.
NAcchb.lc. cap.S. i
Pipifttello bb.4. cap.f 8.
Piramide Lb. 16. eap.i 4 ScoiopcndraL6.cap.4t*
Nautilo pcfcc Jib.MC.i6»
N?iic bb.i.cap. 12« Piraufhl.b. 8. cap. 14. Scorpione I.7. cap.7.
Nido cap.?z. Pifcina lib. 2, cap. 26. Scrigno l.if.cap.ix,
N'lol.b.2. c.ip. 24. « Pifcllo l.tu.c.19. Scudo I.11. cap.tS.
NinfcaJ.io.c.17. Piuo,Cornamufj bb. ij.cap. J. Scare L17.cap.29.
wxc lib. 9. cap. if . Sccchic l.if.c.ij.
y. *' ■ % \Pl«uno liK9.cap.27.
• Polpo lib.6. cap.jo. Sega i. 17. e. jo.
■
Nodo gordunobb,.
„
— r-.. Polucrmo iib. 19. cap.i 1, Segni cclcfti,e loro artenenci l.i.c. t a*
Noncl'b./.cap.i4.' rotnol1K9.cap.28. SclcnitcpietraLix.c.|t.
Nobclib. i.cap.9. .. Pompilo hb.6. cap. jt, Selua 1.9. cap.j/.
Nube d> creu Lb .14 cap. 1 9. ,
Ponte J:b.i6. cap.i 6. Scmprcoiuo I.20. cap. $4
Porco lib. f.cap.4t. Sepia 1.6. cap.42.
Scpoicrol.i6.cap.it. .
Porro l.io.c. fi.cap.jz.’
Porporalib. 50, Serpe I.7. 1.17.
Serratura cap.8.ap.ji*
Porra Jib.16. cap.17.
RAccbetta Iib.f8.cap.6»'
Ragno J.8.capjf. Sp1dal.12.c19.
Spada pciccl.6. c.44
P Kamario i'b-8. cap.16. Spatauicre I4.C.62.
Ramel.ij.c.7. Spccciu0l.if.c4
Ramo iib.9. cap.49. Spcloncal.i.crjo.
Rana iib.6. cap. jj.
T) Adrglinnclib.il. cap.ld. *v Spigal.iacap.lt»
I PaUaii
fillonc S. cap. p.4.
bb.i b.iS^a 4 •* * Rapa.rafano.ramolacdolib.io.c.jz. Spina I.9.C.J2.
. Rafoiolib»if.cap.8. Spinaccl.io.c.jf;
Palma l.b.y. cap.xj f» Raf^ro lib.24. cap.9. Spronc Lif.c.16.
Pal i I1b.24.cap.».
Paftdaiolo vccrllol1K4.c1p.49. Ratzo, folgorcto lib.iS. c,7- Spugna 1.6. c.4f*
' .♦* Ita lib. if.cap.iS. Stadicra l.n.c.j
Squadral.n.c.t8
Rcgolalib.17.cap.27.
Remora 1.6. cap. j4 • -N ,* -«
Pamcral1b.4cap.j9. Siacciol.it. cio.
Rete l.zc. cap.p.
Papagallo lib.4. cap.f o.
Ricicio fpinofo di mare lib.6. cap.jf. Sugno
Papaucrn lib.i i.cap.16.
R iccio di terra l.f. cap. 42. Staiol. i.
24.ij.cif.
c.S.
Palleto Jib.4. cap. (i. , Srat na 1.4.0.24,
'Rigal.i9.cap.il.
Paffero foltratio I1K4 cap .< x.‘ ' • - Rinocctc te lib. f . cip.4 4 Sutoa 1. 16,0.19.
Paftmaca pvfcc i.b.o.cap.xv Rifol.io.cap.jj.
Paftoie Ub. 24 cap. 20. % Sielfc l.i.c.10.
»* • Rogoi.if.cap.14
PaOoncltb 40p.fl Srclla pcfce 1.6. c* C.
Pecora lib.f. cap^o. Rondine pcfce !.6.cap.j6.
Rondme vccello I1b.4cap.f9, St1umcn10l.11. c.i 9. kj . *. •
aoolib.j;c.“*
bcfu
Pegi Rofai.1i.cap.1S. Suuero
Srnuzo 1.9. cj j.
1.4064 ; .'jgjytfML
‘i AAy •
c * * Taiurucau.c.47.
TriucJlolib. 17. ap. $7.
Trochilo vcccllo Jib.4. cap ,C\%
Vifchio hb.if
Vite lib.5. cap. .c.ip.jo.
jf. S;
Vitello pcfee lib. &. cap.f i,
Taffo pianra L** c«j 4»* Trombalib.za.cap.il.
Tromb* da bicchicn U7. c. jS, VinTclib.j.cap.jo.
Troncolib.p.cap.jj?. Vliuohb.9. CJp.0.
Ttonohb.if. cap.aj. Volpclib.j.cap^p.
Tiorahb.6.caip.fof
Tempto l.id, cap.it» . TrottoUlib.i8.cap.p. Vrohb.f.cap.fo.
Vaoolib. j. cap. 69. * 4
. Tctul.i»cap.z8. TuJipanoJib.il. cap, f. Vpupalib.4-tap-^^»
TcfluggrneU.c^. Vtre Iibtif.cap.x7»
Vua (ibp.cap.jf
. Tetradio l.tt. caa
T1grel.fcap.47. «Wr.
► TjBioncl.iac.ro.
VAfolib. if.cap.i6.
J , Tmol.j.c. ip. Vaglio hb.M- cap.it.
v Titione I. 1. cap.4. Vallehb.a-cap.jo. AfTcranolib.i : cap.$8.
VanenaJib.x.cap.dd, JLj Zaffirolib.u.cap.jf.
L. ' Ton0oU.cap.4g.
• Topatiol.it.c.jj. Vapore, nebbia hb.a. cap. 3. Zappal.24-cap.t4
VcccMo lib.4-cap.»*
■rpt. Torcra thb.x
Topo, rappoja
. cap.lrb.S. C.1S,
j, Vcccllo t ilplcndcntc L4. c .67» Zodiacoltb.ro.
Zncca lib.».cap.
c.tp. 6. ‘
Torchrolib.i7.c.j4. Vello lib.f.cap.jS.
A V T O R I
Dlmprefe, concorfi alia formatione dei Mondo
Simblico ampliato .
5'Abba
Lofte Giouan
relTone ni reI^rro
IFomb nclfuoTeatro.^ MPATE'
appar enti.
, Monfignor Paolo Arefio in turri i fuoi volumi .
^«-2» Alcibiade Lucarini
I Don DiegoSaauedr.fotto nome d Officiofo
a nel Prencipe Politico . Accademico Intronato,
D. Ot tauro Boldoni nel fuo teatro in lode dei Sig. Cardinale Cefare
Monti .
D. Vincenzo Gilrbcrti nel e Sacre corone, nella Citri dlddio
, e nel Torehio .
Bartolomeo Rofli Hieroglyphica Symbola . uo
Siiucflro Pictrafanta de Symbolis Heroicis .
Gionanni Orozco Emblenai .
Emmanuel Tefauro nellefequie di Filippo HI. Ri di Spagn
a Sc c
Lucretio Borfati in lod* d‘Antonio Longo.
Franccfco Raulini nellefequie d’Odoardo Duca di Parma .
Girolamo Gambcrti ad honore di Francc fco L Duca di Modona
Enrico Engelgraue nella Face Euangelica .
Carlo Bouio in lodc di S. Ignatio Loiola .
Otone Venio Emblemi amatorij.
Sigifmondo Laurenti delle virtir diS. Paolo.
rA
Simbolico ampliato.
FAmiano Stradal
Gto. C apponi •
Gto . Carpat io . Gutllelmo.
GutUelmo Bar elato ,
Fafli Morioni. Gto Cartagena • H
Fu» jio An dr elino. Gto. Cajftano .
Gio: Climaep. JtT T Accado x .
Eau/io Sabe
Fauflmo o . •’
Pute
S.Gio : Cnfojlomoi HettoreHam
Boeti
ero..
F e aro. XJL
Gto. Da Arto.
F erdmando Quirino Solatori
S.Gio : Dama feno. /
F • lippo Abbott . Hinemaro .
Gto: deltaCafa.
Fthpfo Btrooldo . Idiota Can. Regi
Folippo Preto . Gto: Echio .
Gto'. Felice Aflolfi.
F t Ione Car potit. S. Ignatio Latoia .
Fi/one Ebreo . Gto: Francefco Bonomi . S. Ignatio Martin •
S. Gt» : Geometra . JIdoberto Abbate •
F llojtroto .
Gio: Gerfone . /ideberto Fefcouo •
F lauto Foptfco,
Gto: Guglielmo.
IAmbltco .
Foctlide. S. Ildefonfo Can. Reg.
Gto : la Hat/ .
S . Francefco.
Francefco Brocciolinoi Gto: Lortno . S. 1lar io.
Gto: ALtuburno Can. Reg. Innocenzj)
Impcr ferto III.
. Can. Reg.
Francefco Filtlfo .
Francefco Ma ldonato. Gto: Papa .
Francefco Mendoso. Gto: Pafealto Can. Reg. Inno gr eco.
F rance fio Patret to . Gto: Pietro Gtujjano •
Ippohto T aghaptetra .
F rance fio Petrarca . Gto: Pina.
Ippocrat. e.
S. /reneo
Framce/co Pona. Gio: Pmeda .
Francefco Remondo . Gio : Rho . R.Ifaac.
B. Ifaia . .
Francefco Ribera . Gto: Rue llio. ifaac Preti .
Gio: RusbrochioCan. Reg.
5*. Francefco Solet . ro Clario.
Francefco Sborra . Gio : S an gemitu ano. S. /fido
/fidoro Ifpalenfe Coo. Reg •
Gto: Sarubenenfe .
Francefco Suar e £ . Gio: Senteno .
Francefco T ttelmanno • Ijidoro Pelufiota .
Gto: Si/ueira . Jfocrate .
Francefco T oleto.
Frahcone Abbate. Gio: S i monet t a •
Gio: Stobeo . Inntlio Fefcouo . Can. Rtg •
luont Carnotenfe
Fulbtrto C amote fe • I*
Gto: T aulero. Ifolano .
S. Fulgent io .
6 io:T uiho. T Ampridio .
Foluio 7* tf Gtoutano Pont ano. L v Latino Pacato.
CAbriel Cbiabrera
h . ^
S . Gt/olamo . Lati anno Ftrmiano.
Gabrtel Ftamma Can. Reg . Gtrolamo Car dano» Leone Caftro .
Gabnel da S . Afarta . Gtrolamo Gratiano . Leone Ebreo .
Gabriel Pennotto Can. Reg. Gtrolamo Mercuriali . Leone Imperatore .
Galeaz.tjo Gualdo . Girolamc Oleafln . S. Leone I. Papa Can.RigtL
Gal eno . Gtrolamo Porti . Leontio Fefcouo .
Galfndo . Gtrolamo Preti • Libanto .
Lodouico AlceKar.
Gajpar SanCbo . Giultano Arciuefiouo • •Lodouico Anofio .
J. G4M<4r«r#0 .
Giultano Imperatori .
Geremia Drefellio. Lodouico Bertaldi.
Giulto Capitolino.
S. Germano . Lodouico la Cerda.
Giulto Ce/an Scahgtro. Lodouico Crejfolto .
Giaeomo Bidermatma • Giulto Frontino.
Lodouico Sottomaggiorel
Giacomo BiUto . GtulioGiactnto Roncotu .
Giaeomo BrucK . G tuito Negrtm . B • Lorenza C tufhniant •
Giulto Strozxj • Lorenzo Longo,
Giacomo C atjio.
Giacomo Certatti Can. Rtg. Gw/ntiBO»- . S. Loreri/p Nouarefe •
Giaeomo G addi . Lorenzo Surio.
Giufeppe Battijia •
Giacomo S altano .
Giufeppe Lanrtntii • Luca
LucanoTudenft
. .
Giacomo Sana7art .
Gtufeppe Orrtgont .
Giacomo Spigellto . Luctano .
Gtuflimano Imperatori •
Giacomo di Falcata .
Giufttno Ifortco . Lucretio .
Giacomo di Fitrtaco. G tufin
S. Gtufl i» .in ^ • ;
o Mart
oLtpf Luigi C ercbiario •
Gtano Nicto. LutgiGiuglaru.
G ilberto Ion. loOrgeUt
Gtufnalt am • Luigi Lipomant •
G ilber ia Abbott • Gnne • Longi Nouanm •
SMac-
T,
R Ab ano Mauro .
Omero . Regule de lia Comfagma dt Gtesa
Onorio . S. Remigio Can. Reg- T Alenano .
Onofandr» . diS. LarerC(o .
cardo di
Rtc cardo V Falerto
Faleno Flacco
Majfimo . .
Ru S. Fit tore Can. Rtg.
Ulpiano M . Farrone .
Oratio . . Ritual Romano .
Roberto Bellar mino .
Oratio T urfelhn». Fatablo.
S . Ortcntto. Felleto Paterculo.
Ruffino . Figet io .
Ortgene . Reperto Abbate.
F< nant io .
Onenfio Pallauicin» •
O/0»r . Solonio. Fgon Cardinali .
Ottauio Boldoni . Fgon FtttormoCan. R
Sallufho. Fincenzo Beluae enfe .
Ouidto .
p r Sal nature Cardueti Can. Reg.
S. Fincenz.o Ferrerio •
S. Saluiano .
SAbelhco.
Fincenzo larmenft .
Sctpion de lia Cella . Fmcenxjt 7 anara .
Paolmo.
dette..
Sebafhano B arrodas .
PAnEmtha
Paolo Arefio. Seduho . Firgtlto.
Fit tore Antiocheno .
Paolo B er t are lio * Seneca Ftlofefo .
i\io/o Seneca Oratore . Fli/ft Aldrouando .
Paolo Giouio . B. Fmberto .
Seneca T ragico .
Patio Msnutio . Fmuerfitd P angina •
Serafino Mare heu t Can. JUg.
Paolo Max.z i . Frbano !.
Serapione . FrbanoFlU.
Paolo dt Palae.zjo. X
S eruto .
Paolo F. Stuero Sulfitio .
Paolo Ser logo . Sidonio Apollinari «
o.
Paolo Stluio Can Regi Siho/talico. Xifilm X
Paolo Zaz.z.arani . Simon diCajfia.
EnontFeronefe.
S.Pafeafio. Simon Moiolo .
DEL
XEnofonte •
Miiii
DEL
SIMBOLICQ
AMPLIATO
IB R O PRIMO
CORPI • CELESTI. C. 9
Ciclo c. 1 Luna
Lucc c. 2 Ecclilfi dclla Luna
Alba c. j Scelle C, 8
Aurora
c, 4 Pianeti
Sole c. s Segni celefti.e lor attenenti C. IX
C
E I.L
ICapo O
X
Ii che dalla forma- Vu globo di molte sfere, che figuraua gli or-
tione de i Cidi bi cclcm,
cclel co'I motco i VNVS OMNES, rerui
prefe 1'alto prin- nei funerali d'Ifabclla Borboni , Regina di Spa- Efcm”
cipio la v alliti gna, celebratigli nei Duomo di Milano, per in- pio de
dcli' Vniucrfo,
ferire , che fi come il primo mobile fcco porta Mag-
protcflando Mo- airOccalb i Cicli inferiori , ( Dottrina dallc E**1 •
se Gencf.cap.i.t.
Scuolc vniucrfalmcntc riccuuta , bcnchc tutt' il
che ; /n principio contrario con efficaci ragioni proui il P. Gio.
crcauit Deus oc- Eufebio Neirembergio Hili. Natur* l.a. cap.7.)
ini», cd indi poila
cosi la morte di queffa Regina rapiua ad afflic-
terra, e gli aJtri
tioni mortali tutti i fudditi ; potchc 1'efempio
clementi : dallc ritlcluoni ricauacc dal ciclo , dei Superiore attrahe alTimitatione gPinlcriori.
prenda il MondoSimbolico, edelTo ancora il Ondc Claudiano de 4. Con fui. Honorif .
luo cominciamcnto, per poi rinoltarfi i gli cle- Componitur orbis V'
menti, cdi gli altri oggetti, che in quclli fparii Regis ad exemplum; nec fic atfleClere fenfus
torneranno in acconcio al nollro intento • Humanos cditia valent, quam vita regentis ;
Mendo Stmb, ici Tmdbb.VicineUit
A Mo~
i
4
f.wf ^e’ c^e propriaincnte -s auuerano deliaprden- Sed neque omnimodam eius pulchritudinem vide-
u d |d_ 11 diddio, dclla quaic Eilone 1. de migratione mus . Multo certi pulchrius ejl quam apparet . A
dio . Abraham. Quid boni defuerit profente omnipoti 11- quefta verita riflettendo il Talio , ad honore dcl
te Deoi Tum prouemunt accruatnn eunti* com- Sig. Cardinale Montalto figuro il cielo ftellato, v- .
moda . E nel hb. de Agricultura . Impoffibile ejl con PVLCHRIORA LAl£NT,(mottochcnafOT-
ieefie commodum aliquod , vbi Deus prxfidet i fo- da altri iu addat taro al Palazzo de Pitti,one^ fta.
Utus plena, perfctlaque bona largiri rebus omnibus. rificdc il Scrcnifs. Gran Duca di Tofcana^ed
10 Neifdequie dei Card. Pictro Campori , infcrifcc , che la Maelia dcl fuo nobililfimo (em-
Vcfcouo di Cremona d P. Lconardo Velli fi- biante, era foprauanzata dallc virtu dclPanimo»
guro vn Cielo Itedato, con le parolc di Ciob chc di gran longa riufciuauo piu ragguardeuoli,
18.37. QVIS DORMIRE FACIET i inferendo c fegnalatc . Gio: Battifla Marino nclla tcrza_»
Vigilan- in tal guila la vigilanza paiiorale di qucl porpo- parte dclla fua Lira , in lode dclla Sig. Marchcfa
u . rato i virt u che Seneca l. de confotas, ad Tolyb. c.
di Caragho , anch’cgli cosi cantd ;
30. cosi andaua celebrando nclla perfona di Ot- Dc Ia belta , ch*il Cici , donna vi diede
tauiano Imperatore; Omnium domos ituus vigilia
defendit , omnium otium illius labor , omnium deli- Il men fi fcopre , il piu vien che s’afconda .
Bianco fen , negro ciglio,e chioma bionda,
tius silius induftria , omnium vacationem illius oc- Sol nel vifibil vofl.ro ii Mondo vrde .
cupari» . £x quo [e Ctfar orbi terrarum dedicauit,
Ma la lucc,chc 1'anima poflicde ,
fibi eripuit : & ftderum modo , qua irrequieta Adombrata dal vel , che la circonda ,
femper eurfus fuos explicant , nunquam sili licet , Bcnchc quaJi per vetro i rai ditfonda ,
nec fubfiflere , net quicquam funm facere , coi II bel , chapparc oltra mifura ccccdc .
quale concorda Omero liltad. a. Cosi flor , cosi gemma , ancorche moliri
H$n luet integram nollem dormire , regentem
Suo color , fuo fplencor , eda 1‘intcrno
Imperio populos, & agentem pedore curas. Dc Tocculta virtute a gli occhi nollri .
Cuius con/ilio populique , ac multa reguntur . F. cosi il Cici , bcnchc nel giro cflemo
Cosi Gio: Crifollomo diccua;AfntM paflori opus
ejl diligentia , fixe entis etiam , vt ita dicam Oculis, Scopre le ilcllc ,c'l fol , ne chiuii chioftri
ecco d Cielo Itellato , vt rcllc vudique humani Gli Angeli accoglic, c’l gran Motoro
crcrno.
■rumi habitum circumfptccre polfit. E S Bonaucn- 14 Per dinotarc , chc il Cardinale D. Innico
tura c. 3. de Ecclcflali. Hierarch. Catum mobile ,
d‘Aragona. amauadi tenere Ic fuc rare virtu vc-
<5" inquietum , cuius motus cft revolubilis fuper late , c nafeofte , fu polio il Cielo illuminato dal nafeo-
inedia , idefl fuper axem , in quo oflenditur bono- Sole , coi motto alludente alie flcllc ; N O N fta.
rum pralatormn diligentia , & folhcitudo circa CbKNVNTVR , fcT ADSVNT, coi quale
turam , & falutem fuorum /obditorum . poflbno ammaeflrarfi le Vergini , tanto Secola- Vcrgi-
1 1 In morte , (i ritroua d Cielo Bellato , con
ri, qiunto Rcligiofe, a nafcondcrfi con ogni nc.
lafcritta; VERTETVR IN DIEM , che forfc
poflibile diliccnza a gli occhi dcllc creature ,
allude al detto di Giobbe 17. 1 j. T^dcm verte-
procurando lemprc di non edere vedute ; docu-
Rifur- Tunt '? du- n * & rHTfum fdft tenebras Jpero lucem, mento opportuno in ogni operatione di virtu
remone. e<T in,ctdc' 1» rifurrettione de i Dclouti , de i morale , gia chc Salluflio in Cayl. Eftc , quam
" quali cocetti (i preualeua Tertulliano iuli' Apo- videri probus malu , & U P. S. Grcgorio Nazian-
logetico c.48. Lux quotidie mterfetia refpUndcr, zeno fent. 1. 1.
&ten.bra pari vice decedendo fucccdunt , fidera
7s(rc quamque , nec nimis fequere glori.wt ,
defuntia viuefcunt , tempora vbi finiuntur , inci-
7{am prxflat cfie , quam vtdert .
piunt , profeguendo con altri fimili concctti ,
che tutti alltidono alia rifurrettione de i morti . 1 5 II Cielo fparfo di Stcllc , coi Sole fotto
l*Orizontc,ed il motto; LVMEN AB VNO
Nego- u Al Cielo, che no fi muoue quanto a’po!i, feroi
nante, ma ben li rigira quanta! fuo corpo, fu lopra- ftino ariccuono
moftrare lumc
, chc tutti
dallai Icttcrati
Dottrina , dicomc
S. Ago-
ap- ^^8°"
lcrittoilN MOTV 1MMOTVS, die pub fer- p urito la riccuono tutte le ftellc dal folc ;
Gouer- utre, per vno, che operi aflai , fenza punto multa pie fubtiliter ,& copiosi fcripfit, attcflaS.
no d'Id- fcomponerfi ; cd anco cfprime 1'opcraoom dei Chiela Romana, vt Clmflianam dottrinam maxi-
dio. goucrnantclddio, dcJ quale S.Ifidoro Lude mi illuflrarit . Quem in primis fecuti funt , qui
fum.bono c. l.Opus , non conftlium apud Deum
credimus mutan , nec variari eum , quia per varia pofiea theologicam
tradiderunt. , O" ratione
con mani ,eraviaauantaggiola
Lo ftcflbdifciplinam
tempora diuerfapraapit : fcd manens idem incom- dicafi d’Iddio , viuo , c beato folc , da cui ogni
mutabil s , & xternus , quia cuiq ; congruum cfsct
M ondo SimbM T.oAbb.TicmclU. diiarczza, ogni fplcndore deriua. Anaflafio
CORTI CELESTI. Lb.T.
Sinaita Commcnt.in Hcxzcmcr Jnuenimus luna, ti dei Rcdcntorc haurcbbcro vn giorno Atto ;
& flellis lumen fuppeditan d folt - re nobis fignifi- licto paffaggio alie feJioca, a i trionfi , & alie
cante, quod d Cbrtjto illuminatur Ecclefia , & San - gloric dclliltcflo . Fidelis fermo , fi commortui
Rorum lumm.tr ia . fumus , & conmuemus ;fi fufimcbtmus , CT coare -
. 1 6 Vn Cielo , fparfo di ftelle,co’l carcellonc ;
In Ihor- MERSO Hy£C SOLATI A SOLE fu imprcla gnabimus .
1 9 Turt’in contrario , che le felidti monda
ne liano inftabili, c che ben preilo manchino,e -fi pcjlcil.
jnftjbi-
,c* dei P. Luigi Giuglaris, alzata ncJl‘cfcquic di
Vittorio AmcdcoDuca di Sauoia, celebrate in
dilcgtiino , 1’inlinua il citpio dacoal cici fereno ; jc.
Torino , per dinorarc chc non altro follicuo era NON SEMPER CLARVM ; Quis efl cnm,
a i popoli rimafto nel trammontare dei fuo folc, difeorre S. Pietro di Damiano 1. 7. cp. 5. cui fc
chc la regal pompa di tanre fad, chc auampaua- fortuna non transferat , & modo de aduerfis in
no alie lue grandczze . Con quclto inedefimo profpera , modo de profperis in aduerfa fccnica fe
concetto, nclla traslationcdi S. Tomafod* Aqui- varietate non conuertat i Sant’ Ambrogio anch*
no hiera con numero innumerabile di torci ac- dfo l.j. Hexacmcr. cap.7. Quantos pridie caterua
ccfi vn facro Cigno caneo ; plaudentium , & inuidiofa fauentis populi frequens
Innumera fplcndent f.tc uls, comit anner ad uras pompa domum deduxit : & nox vna illum fplen -
T hornam , qui clarum lumen in orbe fuit . dorem gloriofs deduQionis aboleuit &c, Nellc#
Quem viuum Uluflrem doftrtns lumina pandunt corti dei Prencipi quclta verita di concinuo&
Trsdicat extinfli flammea lingua decus . practicata ; ouc i fcrcniiiimi con fomma faciliti
E efplcndent merito ctrcurn tot lumina corpus ; 1‘ottrahono il fereno ridente della lorgrauaii
7{am fole occiduo ftdera euntia nitent . fudditi, e corrcggiani; ben dicendo qucl Cigno }
II P. Carlo Bomo , ad vn cielo eueeo fparfo di Ridenti Domino , nec calo crede fereno ■,
ftcllc , nel cui centro era il globo della tcm_* Ex facili caufa Dominus mutatur, & aura .
Opera foprapofe; INDICAT A VCTOREM ; pcrchc 20 Cosi nciracquiAo della perfectione Cri- Perfeue-
ftiuna , come dcllc icetcrc , 8c alere virui morali, ranza.
*n &tti 1‘ccccllcnza
autore gnalaee , chcrifplcndcnclPopcrcfc-
, Ia conofccrc laqualici ftupenda di chi ciafcuno dourcbbe clfer fimile al Cielo , chc fli
n’£ Tartcficc . Quindi Sap. i 5. U magnitudine in continua operatione , mi fenza gia mai ftan-
fpecici , & creatura cognofcibihtcr potent creator carfi, od allenearfi, il che dichiara il morcoi
borum videri . Orfco ed cito diccua , che ; Mundi INDEFESS VS AGENDO •, che pero, de i cieli
machina efl mu fica , & admirabilis confonantia , appunro fcriucua Vgon Cardinale , che ; Licet
prsdicans & laudans Deum . E S. Profpcro lib. 2. femper moucantur , nunquam tamen laffantur . Fu
Vocar. Gent. e. 1 . Cslum ergo , mare , terra , & riucrita qnclta alfiduita infaeicabile nclla pcr-
omnia , qux tn eis funt , conjono fpeciei fis , ordi- fonadi Fcrdinando II. Imperatore, dei qualo
nat ionifq; concentu protcftabanrur gloria n Dei, & vno dc fuoi famigliari affermaua *,fe nunquam ad j [ f2[JCO
prsdicatione perpetua maicjlatem fui loquebantur Csfarem tntrafle (intrabat autem ex munere fre- fempte.
auRoris .
quenttfflme ) quin illum in opere deprehenderit le-
Maria 1 7 Pcr *a Concettionc di Maria Vergine , fu gentem , fcnbentem , audientem , orantem \t lo
V. Con- delineato vn cici notturno , tuteo fcintillanec di rapporea il P.Lamormaino cap. 1 8. c foggiunge.
cetra, ftcllc coi moeeo ; CITRA VMBRAM» nclla * Pertinax hoc laboris /ludium ad mortem vfifc illi
quale opportunitd Ambrogio An$berto,riuolto fuit. Eo ipfo vcfperc , qui matutinum obitum pro-
alia Vergine diccua ; Tota pulchra es , Cr macula ce ffit , libellos plurimos legit, plura conflituit,fuaq\
„ non efl in rr,NEC OBVMBRATIO manu flrmauif, nonnulla confiliarvjs expendenda
lnnocc- Ogni fedclc ancora cfer dotircbbc limile ad vn
cub it . ; & plani , fi non fiant , laborans oc-
tranfmifit
* cielo , fparfo di flclle , ed efente dalPombre , ri-
cordandoli , che i dcfccndenti d' Abraamo , chc 2 1 Pcr infcriee la miferia della vita humana , Vita
padre fu de i credenti , alie ftellc furono ralfomi-
gliati. Sufpice cslum , numera fleltas fi Dotes , chc purtroppocon
dallc violenze della morte fu facto cil Cielo»
ogni ,cclcrita chc bncue.
foprafatta
/te erit femen tuum . Gcn. 15. 5 .Sic erit ( com- annottaua , co'l ticolo fententiofo •, CITO LV-
menta Filonc 1. quis rerum diu. Iit hzrcs )ftc CESCIT HLSPERVS} miferia deplorata da S.
erit , ftc ut quod rides tn sthere , ftc cxlefle > ftc
Ambrogio /. $. Hcxacmer. c. 7. Hodie videas ado-
VMBR.A C ARETIS, plenum jplendore purflimo lefcentcm validum , pubefeentis statis viriditate
( nam nec in esio nox locum habet , nec in virtute
florentem , grata fpccie , fuaui colore icraftinadie
tenebra) difpofitum ornat ijjinie , immoto manens tibifaciem^& ora mutatus occurrit. Con ilquiiita
ordine , femper fui fimilr . cccellcnzancllc fuc Poclic Lirichc DonBaliiio
Paridi E
Traua- Che le miferie non fempre ei aggrauino ,
«lio ha mi che prendano qualchc cregua , lo cumo!kra ii Non corre G veloce al occidente
tine. Cielo nuuolofo , c piouofo . co‘I carrello; NON Nato i »ran pena il folc ,
SEMPER IMBRES. Tanto efprimeuaOutdio
I. Fafi. Come rapido 1'huom vola a la morte . .
Schcr/o niorral d‘vna volubil forte
'Nec fera rempefla s toto tamen errat in anno. Sparifcc , come fuole
Et tibi crede mil i , t : npora veris erunt .
Nc prccipitij fuoi iklla cadente .
ETobia,riuolcoi Dio; Tm tempeflatem ,d i- Pigra fu i zolfo ardente
ccua, tranquillum facis :& pofl Uerymationcm>V Strifcia la fiamma , e pcr gli ctcrci campi
fletum , exaltationem infundis Tob. $. 22. Da_. Van lenti al paragon lolgori , c lampi .
quclta veriti pcrfuafo 1‘Apoftolo 2. Tim. 2. 1 2. 22 11 Cielo, al trammontar dcl Soletutro
coftanremcntc aflicuraua ; che i fedcli chi amati
rubicondo , paruemi , chc fegnar G potefle con
i parte dcllc melli tic , pcrfccutioni , e patimen- ic parolc di S. Mattco c. 16. SEREN VM ERIT
CIEL O Cap. I.
per dimbftrarc chc dopo i fangui fparfi neila_, EVROS, tolto da OuidTo In Tbih
P a Ilione fuccedono lc churczzc ferene , e Ic fcli- Tarfqne eadem coli Zephyros emittet, & Euros.
Traua- cjtJ^ bcarc dclla rifurrettione , e deUa gloria . Kcllaqua! guifa fi diporta Iddio , acclamato in
vn tempo ittcllo e mifcricordioib , e giuli s \
gltopr - Qpjs £ ,flei <Jicctiano gli Angioli per bocca
^^l^diraiad?. i. qui venit de Edom , tinnis vcftibus Dulcis , U’ reSus Dominus Pfal. 24. 8. Mijcricors,
& mi feratur , & iuftus. Pf. 1 1 1 .4. Mi fer icor diam ,
citi. de Bofra «* Ijie formofus in ftola fua , rifpondono & indicium cantabo tibi Domine Pf. 1 00. 1. di cui
iinmantincnri , gradi ens tn multitudine fortitudi-
nis fua. Ma nel nollro argomento frizzantcmcn- S. Bafiiio Magno Procm. Rcg. fuf. difput. Qui
tc Vgon Cardinale , su qucl luogodi S. Matteo. folem oriri facit , is e aci rate etiam mulciat , qui »
Ter vefprrum , in quo e alum rubicundum cft,Taffio imbrem dat , etiam ignem pluit . Illa clementia ,
Chnfii figntficariir , proprio fanguine rubic undati ; hac feueritatts&c.
matutina feremus ftgmficat gaudiu rcfurrctiioms.
27 La douc Ic nubi negre , accauallarc d'in-
2 3 Chcmquella vita non fi ritroui fclicita tomo al cielo , empiono di inefio orrorc i rif-
Fcliciti permanente, e imperturbabile , dimoftrollo guardanti : tutt'al contrario , la chiara , e bril-
nvon<k’ I'Abbate Ccrcani , figurando vn Ciclo , che in_, lantc fi. ronit a dei fermamento oltre modo dilec-
ta igli occhi humani , e come difie il P. Dome-
* gran parte fereno , gia cominciaua ad intorbi- nico Gambcrti ; S I N E N V J» E P L A C fc T,
carfi , dandogli il motto; DOPO IL SEREN
Lii NVBI. Seneca I. de Prouid. Erratis enim ,
motto di Statio 3.Sylu.taicrafpettodelPren-^c^'
fi quem indicatis exceptum. Pernet ad illum diu fe-
dpc , chc
licem fua portio . Quifqms videtur dimiftus ejje , nigno fenza lallo, o Tupcrcilio Teucro; bc- pao*nl"
dilatus eft . , dolcc , ed afiabilc fi da d vedere, riempie “
di giocondita i fudditi timori . Com da Seneca il
14 Franccfco Raulini nclPefequie dOdoardo buon prcncipe e delinearo fermone affabilis , ac-
Ducadi Parma, con Timprefa d'vn cielo trap- ceffuq \ facilis ; vultu , qui maxime populos deme-
punto di ftcllc , chc non si , fc non ricrcare con retur , amabilis 1. 1 . de CIcin. c. f S. Bernardo,
ia venufia ddi’afpecto , ed haueua il motto ; IN da Papa Eijgenio 1. 4. ac Confideratione ricer-
Animo HVMILI FVLMEN,infiuuo la benigna inchi- caua chc fofle-, Pultnfe) enus. Ed il Re Atalarico,
fnndc natione di qucl Prcncipe , chc fimile alia parte appreflb Cafiiodoro lib. 8. ep. 14. Semper in ho-
nore manet , fi cuius eft tranquillus animus , eum
^c" piu clcuata dei cielo , non hebbe genio alcuno a
mente. fcagjiar famini ; lafciando i bicchi terrori a quoque fercniffimtts commendet afpeffns .
quclli .chehumtli di fpirito godono d’imitare 11 ciclo fdegnato , c nuuolofo , in atto di fca-
le bafle regioni ddTaria. Magni animi eftproprifi , ricare fopra la terra vn nembo milto di gra-
(entenza di Seneca Jib. 1. de CJcment. cap. 5.
di fiilmini
TELLVS c H/EC
gnuolc, ARMA fi ritroua cartcllo.
DEDI:co’l. Perchc in
placidum ejfe , tranquulumq\ & tniurias , etq\ of-
fenfiones jbnper dcjpiccre . Muliebre eft furere in fatti , eo i vapori medefimi vfeiti dalla terra , c
ira i fororum vero , nec gener nfarum quidem vr- nclla mczzana regione ddfaria condcnfati » la
Adria- pramordere proictlos. Adriano,promoHo terra , fabbra de i fuoi mali , fi ritroua percofla,
nolm- alladignica imperiale, incontratofi in vn fuo
c bcrfagliata . Cib chc ben ifpcflo fuccede ne i F*®®"
peraiore capital nemico , gli di(fc j Euafifti ; dimoflraudo pcccarori , puniti da Dio con P.tt me iilcfie , che
pctdona (e Tauuentar il fulmine deUa vendetta po- da cfli fiirono portate , ed allcflitc ; come Gofia jc ^
a^ncmi-tcua rcmc,fi chi viucua in balTa fortuna: troncaro con la Tua fpada •, AbClone appiccato
temer eia non fi doueua , da chi, per 1‘altczza di eo i fuoi capcgliji Profanatori dei tempio flagel-
grado iembraua vn ciclo fiiblimc , ed eminente . lati con lc lor fumccllc ; gli Ebrei , allediati in^
15 Gratiofa imprefa dcJfo ftclfo Raulini e Gcrufalcmmc , diftrutti piu dallc loro intcftinc
quc!lad'vn ciclo, che tuttocrucciofo, s'inuolgc difcordic , chc dalla potenza de i Romani . Nel
ncJlc nubi , prima chc fi rifolua di fcagliar i lui- qual argomento calza Toracolo d'Ifaia 1 i.Pa
mini, con la feritta ; MOERET ANTEQVAM impio in malum , retributio enim manuum eius fiet
ei ; ouc S. Bafiiio ; Con filia aduerfus inflos inita , in
Geme- IACIAT , contrafcgnando la benignira d’Odo-
21 ardo Famefc , il quale afiretto dairequira a caput maligne eonfultantium retorquentur .
28 Enrico Farnefe Eburonc nclla Diphtera
{£cnci_ caftigari
rdlauada delinquenti,
maninconiora prima di cib
triftczza cfcmiiro
perturbato.
loms 1. 1. elog. . . co’I fare vna talpa , chc s'inta-
Lo flcfio rifcrifcc il P. Domcnico Gambertodi naua, per foggir Ia villa, c la chinrczza dei
Franccfco Ducadi Modana , foliro grondar da_. Ciclo , pofe d quclli il foprafcricto ; IMPVRIS
gli occhi lagrimc di compaflionc , quando do- EXOSVM, interendo che a gli fccicrati intol-
lcrabilc riefea la chiarczza , vircu , e merito de i
ticua fottoferiuere , importunato da i luoimi-
niflri , lc capitali fentenze . Seneca pariando di buoni . Il P. Luigi Nouarino eleft. I. i.n. 827.
Nerone , ne fuoi primi anni , i lui riuolto lib. 2. raffomigliando gli Eretici alie talpe Icriue; Sa-
de Clcnicnt. cap. 1. cosi i Mnhnaduerfarius in la- tari tue as talpas hareticos voco , qui apertam lucem
trones duos , Burrus prafeHus tuus - exigebat a te , exhorrent , in errorum fuorum foueis plufquam
feribeas , in quos , & ex qua caufx animaduerti cymmerqs tenebris circumfcjfidelitcfcunt .
velles. Hoc fapi dilatum , vt aliquando fieret , in-
flabat. Inu itus imJto cum chartam protuhffct, tra- L V C E Capo II.
dere tqt exclamafti ; Pellem ne fcire litteras .
. 26 Perfetto Prcncipe , che sd , come voglio- Onfignor Arefio, per S. Liicia Vcrg.c
Mart. fccc Imprefa dVnbclraggio
”MC
**rc”jci" no 1‘occorrcnzc , e dirtbndcrc i fauori deUefue di luce , ehe dal ciclo, a linea rerta,
mernc.e graticf ,e sbuffare i rigori della feneriti, potreb- fecdeua verfo tcrra.il quale, bcnche da piu parti
ciuilo! bc, dicc il Sig. Carlo Rancaticffigiarfi nel ciclo,
col motto j ZEPHYROS EMITTET , ET folii: da contrarij venti incalzato , nulla ad ognf .
Monde Simb . dei T. Mbb. Ticinclli .
A 3 modo
« CORPI CELESTI. Lib.I.
modo rcftaua 6 nclla propria chiarczza , 6 nclla 33 Vna gran lucc folgorante, che efce da vria
pcrritudinc pregiudicato , i cui foprapofoi nube , di pinta in campo azzuro comcdinottc,
IMMOBILIS MANET, c ne prcfeil motiuo co'l cartclloncj CLARO AB ATHERE
dalPantifoiU j Tauro pondere tam fixit Spiritus PAVOR 5 ferui al P. D. Carlo Secchiari , Can.
S antius yVt Virgo Chrifii immobilis permaneret . Rcg. Later, per rigniricare la chiarezza , con Ia_* ,
E dimoftro Tcroica fortezza , e rrionfalc coftan-
qtialc aJlc Orationi di Santa Chiara furonoab- C™*-
za , con cui qtiefta puridima VergincJIa fu pero
grinfulci dc i tiranni , c Ic ricrczze de i carncfici. barbagliati i Saraceni , ali 'hora quando alfaliro- ra *
no armati il di Ici Monaftcro d’Aflifi. Quadra
Giufli- Lagiuftitiaretra ,ed inflcflibilc di Fcrdinando
rimprefa alia rifurrettione di Criito , nclla_» R-'far“
tia in- II. in quciVimprefa dimollrar fi potrebbe , di quale i Cuftodi, in vedendo la brillance chia-
flcflibi- cui ii Padrc Lamormaino c. 23. Fruftra fuit illi
rezza , che nel volto de gli Angeli fplendeua', al- #
*c* aut potenti am alterius , aut fpem fuam obijeere ; tamente fpauencati caddero come morti \ Erat
fletu COHf R^ OM IMMOTVS, nccin- autem afpettus eius ficut fulgur : & veflimentum
clinauit , mfi quo iufUtia trahebat . eius ficut nix.Tra timore autem eius exterriti funt
30 Quando la luce trappafla per vn vetro cuflodes , & faCh funt velut mortui Matt. 28. J.
coloraro , ella parimenci ncllo Iteflb coloro
3 4 Perchc la Iuce,per linea retta da i corpi ce-
rimanfi intinca, con ifcambicuoli bcneficcnzc lcfti c ripartita , parucmi chcdar fc Ic potelfc;
▼cdcndofijcla luce accrefciuta di colori jcdil RECTA DIFF VNDIT VR , idea dcirequiti, 0 *
colore accrefciuto di lucc , e riufccndo in tal
dclla giuftitia , che dcuccon ogni poflibilc rct- •
guifa, com'aItri difle ■, PVLCHRIOR VTER- titudine clfcre amminiArata , non permettendo,
Maria QVfi. imprefa inal/ata per la prefentitione di chc i rifpccti vani dcllc parentelc , amicitie , in-
terelfi , timori &c. in verun conto la diftorcano,
fata al Vcrg‘nc ^ Tcmpio , con la quale tutfad
Tcpio . vn tcmP° » c fi diede al Tcmpio con la di Ici pre- 6lapicghino,ncllaquaI manicra opero Fcrdi-
fcnzaaumenconuouo di pcllcgrina chiarczza, nando II., di cui Gugliclmo Lamormaino c 2 J.
cd alia Verginc dalla qualica di qucl facro luogo Cum iure fuit agendum dn ynam xquitatem inten-
Scabie- s’aggiunfe nobililfimo ornainc-.to.Qucftc fcam- tus , nec affinitatem , nec dignitatem , nec auttori-
uolez- bicuoliillultrationicdebro il Caualicr Marino tatem partium refpexit .
za » nella famiglia Doria , poichc nclla 3 . parte dclla
Lira , dopo d'hauer lacto vn bcl rilcontro fri ALBA Capo III.
1’oprc d' Andrca Doria , & quclle dcl Cardinale
fuo figlio, cosi cqrichmfc; H E il modefto, c vergognofo roflore pudid-
O di gemina gloria egual fri voi f fia compagno infeparabile dclla bclti tia.
Bella gara, c genti! i Tu dc fuo pregi
Vai la lucc doppiando , cgli dc cuoi . pudica, Io dimoilrd I’Abbate Cer-
tani , ncll* Alba , al cui candore fempre s*accop-
31 Sant‘Ambrogio lib. i.Hcxaemcr. cap. 9. pia il vermiglio roflore , chc pero le diedo $
ofleruaiche la luce con prontczza ihipcndafi ABSQVE RVBORE NVNqVaM ; nel qual
ditfonde, ad illu/lrar gli fpatij deH’vnuicrfo i propolito gratiofamente Giacomo Billio Un-
Cito lux cxlum , terras , maria illuminat , & mo- thol . facr. lib.z.
nento temporis , fine vlla comprehenftone retcCfis S^ua proba digno fci po(fct,qua famina nequii
[urgentis diei fplendore regionibus , noflro f cir- Temporibus prifeis cum nota nulla foret 9
cunfundit afpeti pero le dicdi; MOMENTO Id tulit indigne Dominus , nam perfida cafla ,
DIFFVNDITVRj tipo dclla celerica con cui Caflaquc ludicio perfida plebis erat.
Errorem hunc igitur tollens , his ora pudore
Grana <jneiriddio ,chc Lux efl 1. Io. 1. ^.dapertutto
diuiaa. dirfbndc le fuc gratic , e i benefici; . La virtu , c Illeuit , quibus efl chara pudicitia i
Fama . la fama fimilmencc con ogni prcftezza fi fpargo- *At voluptas
quibus efl, fludio tenens fcelerata
noad illuftrarne gli angoli dclla terrai Chc pcr6
a pena Giuda Macabco fu afliinto in Prcncipc Fecit , vt his toto defit in ore pudor .
dclPcfcrcico Giudaico , c fece non sd quali pro- San Grcgorio Nazianzeno in piu luoghi celebrs
dezze, chc immantincntn£/ nominatus efl vfqne nclle feminine quefto pretiofo ornamentoi hora
ad nouijfimum terra dicono le diuinc lettere 1. in non so quali fuoi verfi 3
Mores viriles ihdecori feminis ,
Mac. 3. 9. Adalpena
cAandato egli disfccc
R£ Antioco vn fubito;
} chc corpo d’cfe cito
Terucnit Quarum modefliam ornat in primis pudor .
ad regem nomen eius% & de prxltjs luiU narrabant Hora neirOrationc aduerf.muliercs fc ornantesj
omnes gentes, iui n. 26. Vnus color in mulieribus amabilis efl , nimirum ru-
VirrO 3 a Per inferire , che la virtu fia da i vitiofi
bor ille , quemGorgoni*
dc laudibus pudor gignits cd hora
\ Pnus ncll 'Orat.
ille rubor 1 1 ,.
p acebat
bduu. odiata,mt valli della luce, dandole per mottoi
* AGRO INVISA LVMINI , pcrchc gliocchi quem pudor affert , vnus candor, quem paric
indcboliti dall’inuidia , c dajla maligniti, non la abflinentia
poflono vedere , concctt6 fuggerito da S. To- 36 Da .debol iifinii fplendori prende i fuoi
mafo , chc nclPOfiicio per Io giorno di S. Ago-
principi; l’Alba,i quali gradatamcntecrcfcendo,
ftino dice 1 Oculis agris odiofa cfllux.qux puris efl pigliano vigorofo, : lumi iofo aumento, a cui
amabilis , coi quale concordano cd Oratio 3. puodarfi j SENSIM LVCIDIOR ,cpcrfuade
Carm. ode 24. ciafcun anima ad afpirare ad auuantaggiofo
Virtutem ineolumcn odimus ;
profitto,c crcfccre con virruofa gradatione di
Sublatam ex oculis qu ari mus ituiidi , bene in mcglio . S. Bcmardo fer. 2. dc Purificat.
EGiufto Lipfio Mandati. I. 1. differt. 13. Impro- B. Virg. Trofcttus noflcr ui eo confiflit , vt nunqua
bis ,& fer uilibus animis di fplicet quicquid prokum, arbitremur nos apprebendiffr , [cd exundamur ai
erepam , & bonejlum efl . anteriora y inceffantcr tonemur tn melius . A V-
C I E L i3 Cap. I. 7
'nauit Ioannem , vt prxcedcns ille , aduentum Sal-
AVRORA Capo IV. uatoris nutieti cio chc fucofamcntc prcdiifc Zac-
caria fua Padrc Luc. x. 76. Vrxibis ante faciem
37 A L L' Aurora, figurata in fcmbionzi Domini parare vias eius ; nc i quali fcnli il Caua-
dibcllifiimjdonzella.chefpargedi licr Marino nellaj. parte dclla fua Lira, cosi
nella Dccollatione dd mcdclimo S. Giouanni
>X JL fiori , di lucc , c d'allcgrczza ii canto ;
mondo, ii Ferro diede ; SGOMBR A DA NOI
Srienza.LB TENEBRE, E GLI ORRORI; effecti, Qua.fi aurora nouclla
che in noi cagiona la feienza, Ia fede , Ia gratia, c Vcne il gran Pcrcurfor di gratia adorno,
Gratii. 1'innoccnza . Imprefa tutta opportuna cosi alia A prdagir dc la faluce il giorno .
natiuitadcl Saluatorc, comcaqucIladiMaria £ chi no sa, chc in fui nutem, quand'ella
Maria Vergine , di cui S. Fier dj Damiano Ser. in Tri i coniin dc Ic tenebre hammcggia ,
tutciic.fumpt. Pirg. cosi; Hxc efl aurora , quam [equitur; Di porpora rofleggia ?
Qucila lucida ftclla ,
imo de qua naftiturfoi iuflitix - 'Nj”‘ [tene aurora
terminum noctis , diei principium adeffe tejlatur : £cco manzi al fuo Iole cfiinta langue ,
fle £T yh 30 r.o.lcm expulit fempiternam , & de Ma il roflor chc la tinge, c il proprio
die diem ae terra [ua virginitatis exortum terris fangue .
infudit . Seruiri queft 'imprefa parimenti alia Natiuiti jqafcita
38 Alcibiade Lucarini ■ alTAurora forgente di Maria Vergine , della quale Pictro di Dainia- \.j4.
fece dire ; E MEClO PORTO IL SOLE , no Ser. m Uffumpt. cosi ; 7 '{ita Virgine , furrextt na V.
imprcla tutta proportionali a Maria Vergine , aurora ; quia Maria veri prxuia luminis , natiuita-
Maria mentre nel tempo dclla facta Nouena era tutta te fua mane clari (fimum ferenauit .
V-graui- piena d’lddio , che da Cri/ippo cosi fu falutata ; 43 Neircfequic di Margarita Regina di .
“ • ^duefons lucu omnem hominem illuminantis, ^iue
Spagna, che mori di parto,fu 1'aurora introdot-
fohs ortus, qui nullum ferre potefl occafum . Alia
ta a dire i DVM
moralmcntc PARIO,
pariando , tutto PLRLO; motro,lo
proportionato ad /* "
quale prerogatiua rifletteua 1’Inno greco , in cui
Maria V . c chiamata ; Diluuiu lucidum adueheus
vn vitiofo , chc mentre partonfee dall'vtcro
Chriflum folem ; e Io riferifce ii P. Rainaudo nel dclla praua fua volonta il peccato, perde la vita
librOtl^pmenclaur MariamisM a di meti mcglio dciranima , c fottogiacc a gli fpafimi della_*
S. Pictro di Damiano fer. 40. onc dclla Vergine morte . Quindi ,ouc fi legge lob 15.20. Cunftis
diccua ; Hac efl aurora , quam fequitur , imo de diebus fuis impius fnperbit; la Tigurina traduce;
qua nafeitur fot iuflitia . Omm tempore fibi afcifcit dolores parturientis fx-
5 9 Figliuola nobile dei Sole ben pno dirli mirnc . £ Giuuenalc Satyra 15.
1'Aurora : gia che da i raggi luminoli di quel Exemplo quodeunque malo committitur t tpfi
puncta clla c generata ; ma diuenuta madre dei Difphcct auUori : prwiabxc ijt vino, quod fe
Iole iftcffo , nel proprio ventre Io porra, cd a gli ludice nemo nocens abfolmtur .
occhi dei mondo Icliccmcntc 1'efpone , potendo 44 Ad honore di S.Vbaldo, Canonico Rego- 5 Vba^
Maria dire > PARIO QVI ME PAIUT; fimbolo di lare Laterancnfc.c Vcfcouodi Giubbio,dipiuto 4^
Madre Maria Vergine, dal cui ventre i figliato quel in acto , c d'iJluniinare i cicchi , c di fcacciarc 1
d lddio. Signore , di cui clla c fattura; che pero clla., demonij , figurai 1'aurora , al nalcer dclla quale,
fteffa Ecclefiaftici c. 14. 12. S^ui creanit me re- c lc tenebre li dileguano , e Ic riere fi ricirano,
quieuu 1n tabernaculo meo . dandole i! motto; 1LLV MINAT , ET HLI- *
40 Cosi bella , e gratiofa e la luce dcll' Auro- MINAT ; motto chc puo rcpplicarfi di S. Ani- 5
ra , che alia prefenza di lei Ic llcllc , come rcftaf- brogio , allc Prcdichc dei quale , e fi ripartirono bmgio .
fero irrillite , fottrahendofi a gli occhi nollri fi alTintellctco d'Agofiino , chc era Manichco , i
nafeondono, che pero fele pu6dare;SYDERA lumi dcllc cactolichc dottrinc,c fi fgombrarono
FVGAT.Motiuodi Seneca nelfOttauia Att. t. dal di lui feno i moftri dc gli errori crcticali ;
„.T Iam vaga calo Mera fulgens Trxucnit Dei liberatoris clementia t fui facer dotis
uAmbrostj cor penetrantis, vt contra illum errorem3
Uurorafugat&c. i incidentes legis folucrentur quxjtiones , atque ita
lerne. E non aJrrimcnti aJ comparirc di perfonaggio
per virtu cccellentc , i foggctti di minor talento c doti us 9 fcnjim , atque paulatun hxrefts illa , mi -
ccdono , e fi ricirano . fcratione diurna, eius ex animo pulfa efl, protinufq ;
41 II fopracitatoLucarinidandoairAiirora ipfe in fide Catholita confirmatus ; Pollidomo
Afccn- ij citolo; S' ASCENDE, A NOI SASCONDE nclla vita di S. Agolhno nel capo t . II Correcto- Corrct-
applico 1’imprcfa a Crifto afeendente al ciclo , rc anch cfio, co'l fuo prodente difeorfo illuminat totc#
v^rmo. chc (c mC(iefmo fottrafle alia vifta dc i Santi con lachiarczza dc grinlcgnamenti iJ cnorv tc-
Apoftoli , poiche ; T^jibcs fufeepit cum ab oculis nebrofo dd fuo profiuno ; or elimitat da quel
eorum. A Ql. cap. i . v. 9. cioc > come fpiega Sant' feno i moftri dc gli errori. In Maria V. riconob-
AgolHno ferm. 178. dc Temp. 7s{ubes fu'gore be S. Bernardo quc/lc operationi , a cui riuolto
corrufco v allatum , humanis afpettibus occultauit. tndcprecat. Maris, d ifle; Re£ 11 quidem aurorx
Nativi- Nclla Natiuiti di S. Giouanni Battifta , implcfii officium : ipfe enim fol lufhtix de te proce f-
ridiS. ferue 1’aurora coi motto ;PR.£ VI A SOLIS* furus, in re lucis fux radios copiosi transfudit
G». concerto di S. Gio. Grifoftomo Hom. ; .Imperf. quibus poteflates tenebrarum , quas Eua produxe-
Sol antequam appareat , mittit radios fuos , & d'vn
rat, in fugam conuertifli, atq\ itadeftdcratum. ,
facit albefeere orientem , vt procedens aurora , diei eundis gentibus folem mundo inuexijh . Allc flu- Paolo
sduentum demonfiret; ftc Dominus mundo antequa pende operationi facte da S. Paolo predicanto predi-
appa rat , fpiritus fut fulgore tranfrr.tffo , illunii-
conuicnii anco lTmprcfa, opra di cui, couic001**
S CORPI CELESTI. Lib.I.
d' vn chiiriffimo folc, c Ia lucc della verita euan- cui intellctto , con ogni ccleritd , md fefiia in-
gelica reftana per ogni lato trans fu fa , c i moliri ciamparc in aicuno errore folcua operare. Il mio
de i viti) , c de gli errori fugati , e dillipati. Cio: Carducci con quefii Iambi fpiego il concerto ;
Crifoitomo Hom. 4. dc Laud. Pauli ; Sicut rati* s Erroris expers fol voUt celerrimus :
folii orientibus fugantur tenebra , fera lalit ant, re- Et Lynceus vir euntia pernix peragit .
tendunt fefures, & latrones: ftc preduatione 48 Non^ingiufto il folc, quantunque per
fulgente , & euangelium d:[fcmitun:c Vaulo , fu- fci mefi continui lafci alcuni popoli , dcl fuoWt
gabatur error, ver itaf); remeabat: idololatria, volto priui ; perche co altrc tanti giomi fempre
ebrietates, commeflationes , ftupra , adulteria, affillcndo loro , compcnfa d mifura eguale di
aliacjuc difln ftda defecerunt, atej; tosifumpia chiarczza , il lungo tedio di qucllamolcfta not-
fune.
te; e come difle U Raulino; NOCTEM z€QVO
COMPENSAT DIE. Ad imitatione dei qualo pCnfatj
SOLE Capo V. deucciafcun Prcncipc confolar i fiidditi con_.Cf>n le
altrc tanta bcncficenza , quanta fu la molcfiiafcliciti.
recata d cli ftclli co i prccedcnti trauagli. Nclla
I EXO EXO ; cd altri di
RA RIO qual guiu opero Iddio con Dauidc , d cui riuol-
Iui; NOTNVS POS R OFF to diccua ; Secundi multitudinem dolorum rncorn
CEN ERT
Crat belTi d c lfam I ddio T ,I cBhcVSfc bene non , e
ia dca orof in corde meo , confolationes tux Ixtificaucrunt ani-
diur o mam meam . Pfal. <73. 19.
na, richieft , altrui riparte i fuoi doni, dicen p
bocc
o do er 49 Fecc imprefa dei fole Otone Venio Embl.
adti’I , p 6 5 . i . / n u e n u s
tt , q f u m n o n q u sr en-
bus mefaiaala appa a
ui me non inter Amor. fol. 222. aggiuntogli il titolo; DE-
m rui fs ro-
gabant. S.Cip
ria Ep. 3. Vt fpo
nte fol radiat LECTAT , ET VRIT, e volle efprimcrc gli
dies illu , fonno r
s igat , imber irrorat , ita fe
, efferti dclTamor profano , chc fimile al foJc , fc Amor
mina
fpir c t i . Anz , com feri S
itus xleflts nfundit i c uc . porta leco la gioconditd dcl diletto : anco rccalafc»uoi
B cmar f
er. 83. in Cant. Ttyn pete , fed molefia , e tormentofa arfura , fpiegando i fuoi
do nt i
impe i non inte , fed bruespe concctd con quefio diflico ;
tent rpel llen
tibus , niobnusinuo , fleadntpibrou Deus- Mane recens orto Titan dclctlat eoo ;
5 cant us ocan
Eleft ibus t i Vrit at in medio euntia calore die .
grat er i imp L’c ureb
b
do s u
i i
finie o- cfl*c atmajc . ct^ tur. Q lem^ofini be-*
re. r e uc JCC e- rc j j Al qual propofito feruc lafcntcnzad’ApuIeio.
Y L Beatus, qui intelltgit fuper egenum &c. S.Tomafo flamma fxui .Amoris paruo quidem primo vapore
Sol n iui ; Qui intelltgit commenta, non dicit
afce qui fubuc- dele 3 at : fed fomento confuctudinis exxfiuansfim-
nt
met , c7M/4
(u i(Tdcmofiniero) debet ejfe mifencors modicis ardoribus totos adurit homines .
ntro
ad modum Dei do;tfed
to dDeus non expedat , quod 50 Sono bcndiucrfi gli effetti cagionati dal
dire
femper petatur j rude fubuenk ;NOdcftderio antequam folc . Qui llruggc la durczza dei ghiaccio , iui
petatur , & ideo ille efl nufericors N rafToda lamorbidczza dc! fango; quiriduced
, qui non folitm
petentibus fubuenit , fed etiam indigenti fubuenit ,
periettione ifquifira i fiori d'vn gurdino, iui
pnufquam petat ur . Configlio chc Epitctto a/>. diflecca il fieno , gid rccifo ne i prati ; chc perb
Magi- S t0^eumfcr' 44- ‘k M agiflratu fuggeriua ad ogni il P. Lucretio Borfati gli foprapofe ; NON PtencP
ftrato . Prencipc , c Magiftrato ; Quemadmodum fol non
IDEM IN OMNES; infcgnandoal buonPrcn- Pc 6IU“
ex fedat preces , vt exoriatur ,J'ed illieo fulge , ac gratic.c pene,il 1 °'
falutatur ab omnibus : ita neque tu cxpcdaucns cijic a compartir
c benefici; , c fupphei; , comc , cpiu
diucrfamcncc richiede
plaufus , flrcpitus , ac Undes , vt benefacias , fed merito , od il demerito dc i fudditi. Martiano
®cnc^‘ . fponte confer beneficia , & xque ac fol amaberis . Giuriconfulco 1. 11.ff.de penis. 'Hs quid aut
lcuius , aut uurius confli tuatur , quam cxufx depo-
Maria Prontczza » c^e Maria Vcrg. fu riconofciuta
Vere. ^ m‘° Concanonico Riccardo di S. Vitcorc c. Jctr : nec enim aut feueritatis , aut clementia gloria
23. tn Cantica , di Ici feriuendo, chc; Velocius atjetlanda efl : fed perpcnfo indicio, prout quxq^ret
occurrit eius pietas , quam inuocctur , CT caufas expoflulat , flat nendum cfl. S. Grcgorio Nazian-
miferorum anticipat . zeno tranando dcl perfecto prencipe Orat. 32.
46 Enrico Engclgraue, aIJudcdo al racconto fu'l fine ; Hoc vnum requiro, vt ex munero fit - qui
non in omnibus rebus eunti is obfequuntur , fed qui
Profi- di S. Luca c. 2. 40. 'Puer autem cre fiebat , fcc<p
ciente . imprefa dei folc , chc fpuntaua in oriente , c gli in qxibufdam etiam ob redi /ludium in hominum
aggiunfc; CRESCET ADHVC ; non altri- offcnfionem incurrunt &c.
menti deuc oeni fedclc crefccrc fempre mai 51 11 folc, chc ftende la chiarczza de fuoi
ncH’acquiAo dcJJc virtu , c ncU‘aiHncntodclla_, raggi dalfaltczza dei quarto cielo rinosu i fiti
diu ina gratia, ricordandofi ic protcflc dcl Sauio piubatli dcl mondo, potrebbe dire; SENZA
LASCIARE IL CIELTOCCO LA TERRA;
ne’ Prouerbij cap. 4. 18. lufloru fcmitaquafi lux
fplendens 'PROCEDIT, ET CRESCIT vfqi ad per-
fimbolo dc i giufii , chc Aando qui giu , viuono
ferum diem . co*l cuore, c con 1'affettO tutto raccolro in Dio,
47 Benchc il foJe , fi comc anco gli altri pia- frai quali S. Paolo, chc diccua Philip. 3*
ncti , d diffcrcnza dcllc itcllc filfc , chc fi muouo- 7{cflrj autem conuerfatio in cxlisefl , cioe inter-
no al moto dcl fermamento , fia chiamato lumc preta S.Anfelmo j Corpore ambulamus tn terra ,
errante ; punto percio non erra , caminando fed corde habitamus in cxlo . In quefia guifa ope-
fempre fenza veruno errore , quantunque oltrc rarono e S.Grcg.Papa.c S. Luigi Re di Francia^ {J#
modo veloce fia la fua carricra cio chc fpiego iJ S.Carlo Arciuefcouo di Milano,ed il B. Amadco
Intcllct- p. Raulino,condargli; SfNE ERRORE CE- Duca di Sauoia,ed altri tali,che renendo Tanima
to viua- LERRIM VS ; e queito per infinuarc la viuacita vnita a Dio , gouemauano, con prudente dirct-
cc% fpiricola,c fodadcl Duca Odoardo Farnofc , il tionc , i lor fudditi , iprcucipati , c i regni .
5* Il
SOLE Cap. V. 9
5 a II folc, mentre vna fofca, c rugginofa cDauidc Pfal. 18.7. 7{ec cfl qui fe abfeondat .1
tiube fc gli pone dauanti , lafcia ben si di fcoprir calore eius j c Salomone Ecclef. 1.5. Oritur fol,& prou{-
al inoDilo k nobili fatcezze dei Tuo fembiante , occidit , CT ad locum fuum reuertitur : ibiq; retia- denza-»
manon lafcia pero di crasfondcrc la chiarczza fccvs gyrat permeridiem,& fictiitur ad aquilonem diuina.
flupcnda de i fuoi fplcndori , di cui altri diflfc ; LTSTHoiiiS ryjJ^EHS\Ai cd cfpriino co-d la
1L BELLO SI, MA LO SPLENDOR
bonti , c prouidenza vniucrfale d’iddio ; come Vcfcouo
NON CELA ladiligcnza,e follccitudinc di vero Prelato , c di diligcic.
cd anco fc gli puo addattarc il morto di Mar- Vcfcouo , chc non rifguardando ad incommodi,
* tialc i ET LATET , ET LVCET ; Talo circondando vilitano la loro religione, e dioccfi.
Crirto Crillo appailionato , c crocifilTo, bcnchc ha- Quant’alla
D. Saluatorcprouidenza
Carducci vniucrfale
cosi 5 dTddio il mio
«rocifif- uetle il vilo^dalic nubi dei dolore,da laidi Iputi, c
• da fanguigne macchic deformato, e coperto , di fabere fol radians torum circum fpicit orbem :
cuilfuac. 53. v. 3. Et quafi abfeondirus vultus Sic Deus immcnfo lumine cunila regit .
eius , CT dcfpciius , vnde nec rcputaunnus eum ; Quant*alla follecicudinc di zelante Prelato,- cuui
fccc ad ogm modo rifplcndcr i cliiari lumi dcllc Samucic;chc efsedo,e Giudice,c Pallor fupremo
fue gratic , rifanando Jorccchio di Maleo, p ro- de glTfracliti; ibat per fnigulos annos circuicns
gando per i crociri libri , donando il paradilo al Bethel , & Galgala , & Mafph.it , CT iudicabat
ladro , prouedendo la madre d'vn tutore &c. Ifraelemin fupradiitis locis 1. Rcg. 7. 16. fi chc
53 Siritrouail folc, figurato nel mezzodcl da vn capo aJJ’altro dclla fua giurifdittionc alli-
ciclo, e d intorno a lui la luna, i piancti, c moltc llcua al tutto, vcdcua,c prouedeua da per rutto.
ftcllc di varia grandczza ; cd effo introdotto i 57 Alia mifura deirefaltatione crcfcc anco U
dire j IN TVTTI SPLENDO ; merce, chela calor dei folc ; riufccndo ne i mefi dcircftatc
chiarczza di lui , da tutti gli ailri viene partcci- tutto ardente ne fuoi fcruori , pcrchc all hora fi
Iddio pataj nella qual guifa, tutti i doni di puriti , fa- troua nel fico piii fubiime dei cielo ; che pero di ~ *
pienza , patienza , fortczza , chc rifplcndono lui dilfi ; ALTIOR ARDENTIOR . Quando
nellc Vergini , pe i Dottori , ne i Contcffori,ne i il fol di giuflitia ; In tenis vifus cfl , & cuik ho-
Martiri , lono loro compartiti da Dio-, nel qual minibus conuer fatus eft Baruch 3.38. trouandofi
proporico S. Giacorno c. 1 . 1 7. Omne datum opti- abbaffatoal nollro fingo: aJPhora paruc,chc
mum , & omne donum perfectum defurfiim efl, dc- altro non compartilfc, chc la chiarczza dolcc , c
Frccipc fcendens d Turre luminum. E cosi anco la gloria, c temperata dei fuo lumc ; lumen ad reuelationcm-.
maelia dei prcncipc rilucc in tutti quei fudditi,c gentium Lue. 2. 32. Mi quando nel giudicio
cdftcggiam , chc dalla benignita di lui ftirono finale comparinl; In nubibus coli, cum virtute
iliuilrati , cd efaltati . multa , & maiefUte Matt.24.3o.llando in quclla
54 Cosi grande c la chiarczza dei folc: chc Pfal. 49. 3. Ignis in confpcttu eius exardefeet
fublimita;
Ic pupille, ben chc acute, c pcrfpicaci rcllandonc
fuorprcfc , fono aflrcctc a cedere, dandoli per 58 Non folamente i tutte le creature in.#
vinte, -offendo vcrillimocheiVABBAGLIANO allratto , mi a cadauna ripartitamente fono
Iddm LA V1STA ANCO J P1V DLGNI. Tanto compartiti griiiflulli , c Ic bcncficcnzo dei folc,a
ollcruo nella diuina effenza Torquato, di cui lui potendo foprafcrincrfi ; OMNIBVS , ET pr^b_
ncilaGcrufal. Conquiil. lib. 10. 11. 5 9.
SINO V LIS ; idea cosi dclla gratia , A* libcralita denza»,
E quando nicno m fuo lplcndor s'inuoluc • diuina , chc hi prouidenza c deH’vniucrfaIc, c di diuina.
Vabbagliano la villa anco i piii degni . ciafcun particolarc;comc d*ogni buon prcncipc,
Quindii Scrofini , deferitti nel cap. 6. dTfaia,
chc s’applica i giouare cd al pubblico , ed al
confonne la Icttionc de gli Seteanta, liando alia
priuato de fuoi fudditi. Quant‘al folc S. Ambro-
prefenza dTddio , fi vdauano la faccia , e come gio I.4. Hcxacmcr. c.6. Magnus fol , qui complet
interpreta S. Gio. Crifollomo i Duabus alis ve- orbem tenarum fuo calore , vel luna Juo lumine ;
labant faciem - fimul excludentia radium e throno nec folum terras , fed etiam aerem hunc, & mare , a
prodeuntem , eo quod ferre non poterant immenjam cxliq\ faciem', c foggiungc. Qnx m quacunq-, parte
gloriam &c. fuerint exii , 1 Ili' U 1^4 KJ OMT^I.A , ET
5 5 Al folc , vfeito dalle nubi Carlo Rancati &QTE STECT^A jl (TACTIS, Vtcd
dicdc;NVLLAQVE OBSTANTE RELVXIT, tanquam fms tantum regionibus immorari , & fibi
alludendo al valorc d’vn letterato, chc ncllo tantum adeffe, at q\ lucere fingifli populi credant ,
pubblichc difputc,luperatc lc oppoittioni de gli cum fimiliter luceant vniucrfis &c. Quant’i Dio :
auucrfanjargomcnti , fece rilplcndcrc ITfqnili- Sant* Agollino 1. 5. Confefs.cap. 11. O tu bone
Inno* tczza dclla lua virtii. LTnnoccnza di Crillo,puo omnipotens , qui fic curas vmimqucmq; noflrum ,
ccnzadi anco difcgnarfi in quclla imprefa , chc da cento velut folum cures , & fic omnes tanq ; Jiugulos cu-
Crillo • calunnic , per opra de fuoi ncmici ingombrata ,
rares, & diligeres. Quanfal Prcncipc : Collanzo Precipc
tutte Ic fupero , rifplcndendo chiarilhma ncllo Imperatore delPOncntc r)rat. de Themiflio
procede di Pilato , c dclla moglie, di Giuda, dei Philolopho cosi ; Ego porro officij mei partes efie
Centurione , c dd Ladrone &c. duco , vobis non folum ex publicis bonis Ut it ia ma-
56 Da tutte Ic parci dclla terra , c dei mare , teriam prxberc : fed infuper priuato. ftngulorum
la virtii de! folc 6 godur .i, pcrchc con circolo in- vtihtati , quoad eius fieri queat , debitam proui -
fatkabilc da per tutco fi riuolgc , c fi aggira , di dentiam , fohcitudmemq; nauare .
cui puo dirfi ; TOTVM CIRCVMSPICIT 5 9 II Sole, eo la feritta; PER SE FVLGET,
ORBEM; 6 pure; OMNIA LVSTRAT,di cd ancora ; NON MVTVATA LVCE e idea
Cui Virgilio 4. ^£neicL,v. 607. d’Iddio,dcl quale Filonc 1. 1 .de Monarchia;to«r
Sol qui unarum fi.mmis opera omnia luftras lux d nullo illuftratur , fed fe ipfa oftendit: fic Deus , •
\
io CORPI CELESTr. Lib. I.
qui nullis hominum operibus illufiran potcfi,iiuini d4 AI Sole fii chi diedc;NI ASPICIT, NON
[hi cftcntu [olus [c ipfum illuflrdt.U fprimc altrcsi ASPICIT VR jcosi anco fc Iddio nonci preuie-
_ . , qucltlmprela i) dominio afloluto , ac indipcn- nc con lo iguardo della fua gratia, no ve alcuno, Gratia,
dclc Jcnte pcrfonaggio grande, clic non ha di mc- chc in lui hili lc pupille ; Oculus faUus efi , vt vi-
fticri dciraltrui amto , S: adherenaa ; ed anco dere lumen poffit , diccua S. Fulgcntio ad Theo-
ferue ad ingegno nobile , che ama di rifpkndcre dor. fed videre non potefi , nifi fe illi lumen infu-
co i raggi de lia fua propria virtii . 1 1 ancefco Pc- derit iita & bonum quod facis , gratia adferiben-
trar.il. 2. de Remcd. Dfal. 6. W cuique propria dum ; c S. Agoiiino lib. £>uxfl, ad Orof.
laus, aut uifixmu efi ; fic laudis, aut infamic propria Sicut folem non videt oculus , nifi tn lumine foUs ;
taufa fit oportet . fic verum,& dominicum lumen non poterit videre
fio II Sole, figurato nella fua chi artata mag- tntclhgcntia , nifi in ipfius lumine , de quo inquit
giore , hebbe il verfo ; NEL TROPPO LVME Tropheta ; Domine tn lumine tuo videbimus lumen.
SVO VIENE A CliLARSI , vera imagine 6 5 Rapprcfcntatiuodifuprcnuccccllcnzae
T4dio . d'Iddio inuifibilc a gli occhi delle creature , dei il Sole j pojchc alLVME.
OGNALTRO fuo comparirc
Cosi ad; honore
SPAR1SCE
di S. p*6*-.,
qoalc S. Diomgi Areopagita , alludendo alie
parole di S. Paolo i.Tim. fi. ifi., Deus luci inba-
Agoiiino feriueua S. Remigio fopra la a. i Co- ftmo . *
butt inatceffibUem, dictua ; Caligo diutna , idcjl rinthi;; Sicut fol in lumine excedit omnes planetas »
lux inaccejfibihs, in qua Deus habitat , ad eam ac- ita aAugufitnus omnes exceffit in exponendo faeras
cedit , eaque abforbetur quifquis Deum videre Scripturas. Co’l medefimo concctto S. Bonauen-
meruit : eoque ipfo quod non videt , nec cr.gnofcit, tura,neJ Saitcro minore inlinuo legrandcize
[amiliarius coni ungitur ei, qui omnem cognitionem di Maria Vcrgine , cosi inchinandola ; c di Ma-
tran[cendie : Sinefio Hymn. 3. riuolto i Dio »An e tota dealbata ria Vcr-
Tues quod illuflrat , Virgo , cui comparata g *oc •
Tu quod illuflratur ; Luna ntgra reputatur , v
Tu es id quod apparet , Sol cum flellis obfc uratur .
Tu quod occultatur E Giouanni Geometra anch’efso Hymno . 1
Troprqs [algoribus , Gaude Virgo, abdens Scraphinu lumen , vt almus
Anco il Talio nella Geruf. Liberata Canto 9. fi. Sol oriens lucem fideream obtenebrat.
57. ragiotundo dei feggio, ouc rificde Iddio, 66 II vero virtuofo c fimile al Sole , di cui 4
canta ;
proprio di communicare i tutti la fua chiara_a
Quini ei cosi nel luo (plendor s'inuolue , bcllczza , ond'aJrri i lui riuolto diccua ; E X
TE CVNCTA NITOREM. Gio. Damafcfcno
Che v'abbag!ian Ia villa anco i piu degni .
fit Monfignor Arefio riconolce il Sole per c. 1 5. de Barlaam ; Sicut fol ad illuminationem
ideadTddio giufto , foprafcriuendogli ; MALE omnibus ortus , fine inuidia porrigit fuos radios»
OPERANTIBVS PAVOR . OlealVro inc. ji. cun&ofque illuminari perimi: irata & vera fapien-
tia , fui appetitores , more fotis , illuminat , & il~
u « ' GeK^-
eKiudi' ort*rul chc gb Ebrei , ed i Caldei ancora,
foleuano chiamar Iddio , co‘l nome di Terrore ; luftrat , C fplendidos oflendit . Puolfi anco dire ;
Vocant Hebrfi aliquando Deui» Tauorem , quod chc fi comc tutte le cofo inferiori i ed anco i
maximi fit timendus , quod forfitan i Caldrii mu- corpi celefti , c fuperiori riccuono vaghczza dal
tuauerun! , qui frequentijfimi Deum pauoreat- Sole , chc quefto fignihea ; Ex te eunda nitorem ;
vocant . E San Girolamo anch'cllb ; etiam qui cosi tutre lc virtu riccuono il proprio luilro ,
SanSifiunt, prafentiam Dn , abfquc formidine
non videbunt . fede. Origene in Iob ; Sicut nihil cfl deleti a -
dallahominibus fine luce: ita mhil efi deledabile, ne- cdc •
bile
que acceptum Deo , abfquc fidei lumine .
6 1 II P. Vincenzo Gilibcrti,rapporta il Sole,'
perefemplarc Celia prouidenta dlddio, eho 67 Scipion Bargagli, figurando il Sole, coi
diifondeie fuc beneficenzc ; S VPER BONOS , r^ggi, chcfcendeuano fopra luoghi fangofi, fec-
tflddja ^-T MALOS , come dicefi in S. Mact. j. 45. nel cioti , cd immondi , difle , chc ad ogni modo
qual foggerto Prudento 1. 1. contra Symm tch.lp. quell eccclfo pianeta fi conieruaua ; PvlPOL-
Ludou . Ia Ccrda in Terrull. de Spe liaculis ,
LVT VS; al qual corpo d’Imprefa il P.Gumberti
Haud alter [olis radius colluminat omnes diede le parole di Statio Sylu. in Prot. & Crifp.
Difufo [pleniore locos , ferit aurea reda , DECOR INTEGER; tale Ctifto Sacramenta- £ucarj.
Sed ferit & nigro /orjcntia culmina fumo . to , fciua verun pregiudicio ticlJa fua purita in- .
Intrat marmoribus capitolia clara , fed intrat finita, e tal volta nccuuto dalic cunfcicnzo
Carceris & rimas , & tetra foramina cla-afi laidc , e feclcrate . Cosi Diogene appreflo Laer-
Stercoris, & fpurcam redolenti fornice cellam. tio 1.6. rimprouerato. Quod loca immunda introi-
6 3 Giouanni Orotco, per imagine dclladi- ret ;& fol, rifpofc tn feceflus abit , nec inquinatur.
uina beneficenaa , trafcelie il Sole , fegnato con Lo fteflo dicafi di perfona virtuofa , la cui mon- Vimio-
Beoefi- le parole di S. Giaeomo c. 1. v. 5. AFFVLEN- dezza fra gli fcclcrati nulla fcema. Giuflo Lipfio fo tra I
«fc-TER , ET NON IMPROPERAT ; nel qual Przfat. in lib. Satumal. Vt radq folts, in for des , vitiotf •
uina* propofico Tomafo Anglico ap. Corne!, i Lap. & caligantia loca come fii , iliufirant , non inqui-
Deus dat liber aliter , non ven Ut , ficut multi ; dat nanturfic
: boni inter feros , fqualentefque animos»
generaliter » non vni , ft d omnibus; dat abundanter » refplendeut nihilominus vera virtutis fu* laude •
non parce i dat cunaliter , vulgo cortcfcmcntc » Del medefimo concetto fi valfcro i Padri San.
quia non improperat . Ec S. Ber nardo ferm. 1 6. in Bafilio Homilia de humana Chrifli generat. S.
Cane. Verus beneficus efi dans affluenter , & non Aranagi/. a. de Incamat. Verbi , e S. Agodino/.
improperans : non improperat dona,quta dona funt , de fide , & Symb. e. 4. per dimoftrarc , che il
& beneficia fna mihi dedit ; non vendidit . Verbo diuino prendendo humana carne , non^
rima-
SOLE Cap. V. 11
Verbo rimanefle ncllc fuc gloric pregiudicato ; Tfynnc figlio , figuro vn fol nafcentc , al aii comparirc, Prescza
in car- -pidcs folcm , diteua S. Bafilio , 6r in cs.no agente» e le nebbie , c le caligini erano dillipate, coi car- di gran-
ne. ciT fordidts adhuc ntetn , nuLi.vn tamen inde gra - tcllonc j SOLVIT DVM VIDIT . Non altri- dc*
ueolent iam contrahentem f Quid igitur times m- menti a pena Criilo , folc di picta , fifso lo
■pajfibilt , er fyncerx natur s , ne maculam d nobis fguardo lopra Pictro , chc fgombro da qucl Prescza
referat * S. Gregorio Nillcno anch’cfso Orat.de cuorc i vapori delTinfedcltd , onde tutto era an- d lddio.
Natiuit. Ciirilti ; T urit as in nojlns fordibus ver- nebbiato ; Conuerfus Dominus rcfpcxitVetrum »
fatur , fordes vero puritatem non attingunt , ficut fcriucS. Luca 22. 61. Et egrefius foras Ten us,
ait Euangclijia . Quod lux in tenebris , & tenebra fieuit amari , nel qual luogo S. Ambrogio. Qmos
eam complexa non fint . Non altrimenti S. Pier lefus refpicit , plorant deliti um &c.
Crifologo fer. 3 5. per dinotarc , che lmcamato 7 1 Poflono ben si i nuuo!i,ed i vapori aJzar/i
Verbo , o toccafse i lebbrofi , 6 fbfsc toccato da contra il Sole j che ; NON DI V vi fi mantengo- Virui
gPinfetti , non pero partecipauadclPaltrui lor- no; poichc qucl vigorofo piancta, comaltri offefa.
durc fenile ; Deum nec tactus polluit , nec offendit diife j OBSTANTIA SOLVLT; cosi la mali-
Vifus , nec odor exafperat , nec auditus fauci at , gmtanonpuo lungamcntc preualcrc contra la
nec 1nqu1n.1t humana cogitatio. 'Njm fi fol tangit vircu , 6 lia contra Tinnocenza , 1’vn , c 1'altra
flercora , non tamen flercoribus inquinatur: quanto deile quali fi libera , ben tollo , dalle calunnic,&
magis Creator fotis tangit omnia , CiT tamen non itnpolturc . Ouidio 4. Faft .
potcfl vilis contattibus inquinari ? Confcia mens reth , fama mendacia ridet .
68 Lalucc deliadiuma gratia fgombradai Seneca Lpift. 92. u iduer fus virtutem , hoc poffunt
diurna? n0^rl jcri* °Sm *&ittionc , c gli riempie di calamitates , damna , & imurtx , quod aduerfus
* foauillimo contorto , Ginile appunto a! Solc^ > folem nebula potefi ; c Seneca di nuouo ap. Lipf.
quale c fgombra dalTaru 1 noiofi vapori, e por- I. 3. M andutt.it fiert. y Sola virtus prxfiat gandiii
ge a gli enti inferiori pretiofi tomenti i cio chc perpetuum , ft eurum : ctiamfi quid olfiat, nubium
internecii inocco; DfSCVTIT , liT FOVET. modo interuemt , qux infra feruntur, nec vnquam
Qudti buoni etfecri fi cauano dalla prefcnza dcl diem vincunt .
Prendpe , che vili ca Ia prouincia , od ii regno ; 72 Per vno , chc da gli altrui contradi non
c^e pero, dicono gPlilonci , quando Alfonfo I.
riccuc prcgiudicio , mi s’auanza d rifplcndcre
cipc.Cn~ vllitaiu i.J Porcogallo , le fcelcraggini , 1‘cnor- piu gloriofameee,fcruc il Solc^into da 1 nuuoli,
” * mira» c 1’ingiufticie erano da per cucto dilfipatc; coi inotto dei Lucarini ; INSTANT, NON Virtii
.. cla pace* la giullitu, ia fede, da turei llaci
OBSTAN T; o pure ; FRVSTRA OPPOSITyf.i perfe-
~^uc ’ fionuano. Puo dirfi ancora , chc U Prcncipe , i odancoj HINC CLARIOR . Seneca cpilL 92.
picta . Su‘/a * con 1* guG^tia difeutit i facino- Solis vis,& lux integra eft etiam inter oppofira ■» CT
rofi,c con la piezafouet 1 ncccili toitj ciletti prat- quinis aliquid intermeat , quod nos prohibeat cius
ticaci da Ferduundo II. Imperatore di cui il
afpettu , in opere eft , cur fu fuo fertur , Quoties
Lamormamocap. 23. lufhtix rigorem clementia inter nubila luxit , non eft fereno minor, nec tardior
fuauuatc temperamt , e narra, chc •» Cuiufdam
quidem , quoniam multum inter eft vtrum aliquid
Rei , cui vita non potuit condonari filios ita folatus
obfiet tantum , an impediat. Eodem modo virtuti
eft, vt diceret T atris crimen iUis fraudi non futuri»
oppofita nihil detrahunt. eft mmor , fed minus
aggiungendo > Se iUts futurum pari nti s loco , fi
fulget : nobis for fit an ; non xjui apparet , ac nitet,
ipfi fe gererent vt deceret . fibi eadem eft, & more folis obfcuri, in occulto vms
69 SicomcilSoIe,conlavirtiidcI fuo rag-
gio , fadileguar la nebbia , portando il verbo j filiam exercet .
7? Il Sol nafcentc hebbc;IAM ILLVSTRA- Gratia.
Prescza DISSIPABIT; cosi la prefcnza d‘Iddio ; od anco B1T OMNIA,eifecti pratticari dal Solcdiumo,
di gtan- dcl Padroa di cala toglic da 1 noftn cuori,c dalle chcj Illuminat omnem hominem vementem in hunc Precipc
dc . femigiic 1 viti), c i mancamcnc 1 . Delia prefcnza
mundum Io. 1.9.0! cftctti degni d'ogtu buon_. benett-
d’Iddio , Prudentio
tutin. cosi ; Cathcmcrinon Hyinn. Ma- Prencipc, ben dicendo Agapito Ep. Tarxn. n. 5 1 . co •
Solis profetto partes fiunt illuftrare radqs orbem :
Caligo terrx fcinditur Tr incipis vero virtus eft egenorum mtfereri . Cosi
Tcrcufla folis fpiculo » il P. S. Gregorio Nazianzcno ep. 34. ad honore
Rebufq»iam color redit diS. Gregorio Nillcno, aiflitto nc fuoilunghi
Vultu nitentis fideris .
pcllegrinaggi,diceuai Tuus circuitus Deo gratus,
Sic nofira mox obfcuritas Cir acceptus , fixumqite tibi , ac /labile eft multis
Fraudi fi[i pettus conficiunt prodeffe , quamuis loco minimi fixus fis , nifi vero
Ruptis retettum nubibus quis folem accufet, quia in orbem currit jadios fun-
Regnante paUcfcit Deo . dens , atque omnibus rebus , quas obit vitam affe-
Con que lio concccto Ifaacco Prete, de Mundi rens. Imprcfa, e difeorfo tutto confaccntc ad
quanto vaglia 1’Oracione al ogni buon Vcfcouo, 6 Viiitacorc dcIU fua Dio- Vifita-
Oratio
oc . follicuo dei dimollro
contcmpru, noftro tpirito i Sicut reuelatur factes
cefi74, 6 Dcl Religione . lotc*
terrx per radios foLtrcs ab ofeuritate aeris occu- Sol nafcentc dille il Lucarini j
pante : ita potens eft oratio foluere » & annihilare OR1LNS VNIVLRSVM ILLVSTRAT , c
ab anima nebulas vitiorum » & irradiare mentem puo feruire d i Natali di Crifto , e di Maria.* ,
luce Ixtitix , & con fol,itionis . dclla quale San Bernardo ferm. 1. dc AiTumpr.,
70 IIP. Luigi Giuglaris, ad honore di Vit- Marix prxfentia totus iUuflratiir orbis ; adeo vt &
torio Amedco, Duca di Sauoia , chc compofe le ipfa iam cxleflis patria clarius rutilet , virgiticx ru,
ditfercnze , chc pafiduano frd Maria dc Medici lampadis irradiata fulgore . Imprcfa , che da Ili-
Regina Madre , tS. Luigi XILU Rc di Francia/uo doro Clario to. 1 . orat. 6 1 . farcbbe applicata ad
12 CORTI CELESTI. Lib.I.
Libera*
honore di perfona liberale, e gcncrofa nclla_, tanto , ch’e!la non facci nobil moflra dclla fuaJ
lc. profufionc dclle fue gracie ; Ve luti fol, cum orbi chiarczza. Cic. pro Csclio.0 magna vis ventans ,
apparet , mortales omnes implet ime und itate i Jie qua contra hominum ingenia , calliditatem , foler-
liberalis , dum benigni omnibus facere findet ,vbi- tiam , contraque filias omnium infidus facile fe ,
eunque confpicitur , quibus fe cunque obuiam prx-
fe ipfam defendat .
per 79
bet , lucem quondam fecum affert, quxlxtiitam II Sole, chc pcrcotendo coi raggi entro Gratia
omnibus parit . vno fpecchio , fa rirtetter la luce in molti altri ,
hebbedal LucarinijPR/LBET TANTVNDEM diuina.
75 Pcrcotendo il Sole co’ fuoi raggi entro
S1NGVLIS; tale Iddio, ripartendo il fuo lumc
vno fpecchio concauo, nel riflclfo di quclli,s'ac-
cendc rcfca,che gli fta al rifcontro,deriuamione ad vno dc fuoi miniilri , ne fa vfcir tanca chia-
ttitc*ad vn tcmpo.e lo fplendorc aho fpecchio, c rezza , che ogni vno nc rclla illuminato . Gio.
Tincendio alParide macerie ini giaccnti , cio che Crifoilomo Hom. 45. in Matt. Saluator,nondi-
noto il Bargagli , che fece di quello corpo im- uitem , non pauperem, non ingeniofum, aut rudem, Prccipc
prefa co‘l motto ; VNIVS SPLENDOR, IN- aut fortem , aut ignauum , aut diligentem , aut
Crifto CENDIVM ALTERI VS ; tale Crillo folo
defiden difccrnit •,fed omnibus , quamuis no ignoret
giudice. ccerno,ncl finale gitidicio ripartiri gli fplcn- futurum exitum pietatis , do firmam commendat .
dori di gloria a i giufli , c gfincendij rormentofi
Il buon Prcncipcdeuc anch’eflo far si chc tutti
i gli federati. S. Ifidoro /. de mundo c. 15. Sol il- partccipino de 1 raggi delJa fua bencficenza , cio bcncti-
luminat , CT exurit : ita Chriflus credentes fide , che teneua a cuorc Tcodorico ap. Calli odoro I.
fp tritu vegetante illuminat : negantes fc , a terni j. Var. ep.i 1. Optamus cunfium diem plenum be-
Inui- ignis ardore terrebit. Cosi anco 1’inuidiofo, al ne ficijsnoflris excurrere. Optamus vbique prsflita
diofo . reder gli fplendori dclla fclicita > che rilucono noflra radiare .
nel fuo prolfimo , refla da vn acuta , e vorace 80 Per vn miniflro, dallc calunnic dcprclTo ,
tortura arfo , e cruciato, e come ofleruo S. Bafi- ed abbateuto , ma poi tornato ai fuo polio pri- nare.
lio Hom. de Inuidia . Quanto nugis fortuna cre- micro con gloria , c chiarczza non inferiore alia Ritor-
fcit , tanto ille maiori premitur dolor e, atque lufiu. prima, ferui ii Sole, che compariua fuori da i
Quindi 1'Epulone Euangelico Luc. 16. mentre nuuoii , coi motto dei Bargagli . NON MEN
ftaua ne i tormenti , vedendo Lazaro corcato LVCIDO RISORGEi chc potrebbe feruire_>
rcctione
nel feno d'Abraamo,al riflclTo di tanta fclicita , per Criflo,chc nfufeita da morte a vita . S. Pro-
foggiaccua ad vna tortura artai piii tormentofa lpcro fopra il Salm. x 03 . Ortus efl fol , quia occi- Rifor- di Cri-
di quella delfinferno ; di cui S. Pier Crifol. fer. dit fol : idefl Chriflus mortuus refurrexit , & vni- llo.
1 22. Zelo magis incenditur , quam gehenna . uerfum mundum claritatis fux manifeflatione
Gratia.#
7 6 Si come al riceucrfincllofpccchiolalucc impleuit .
dei Sole , fe ne conccpifcc nclPclca vicina im- diuina.
8 1 Oue fplcnde la luce ddla gratia diuina, re-
mantinenti il fuoco, dcriuandoj E LVCE gnare non polfono i mali , e le miferie , fi come-»
fielfcz- ARDOR. Cosi dalla bcllezza donnefea, pazza- oue nafcc il Sole , iui fono diflipate , e fugate le
za.
mente mirata , fono cagionaci nc cuori humani
tenebrei portando quello piancta il titolo . TE-
NEBRA NON COMPREHENDVNT ? 6
gl'inccndij dclla libidine. S. Gio. Crifoilomo
Hom. 3. dc Verb. Ifaiz ; Vt ignis , vbi fxnum ar- piii bricucmente. T E N E B RE P R O C V L .
ripuerit nihil moratur i fed fimul vt attingit // ate- Iamblico dc Myftcrijs . Sicut veniente fole , te-
rum accendit flammam > itidem & ignis concupi- nebra eius prafentiam fufhncre non poffunt , fed
fcentia fimul atque per oculorum intuitum elegan- fubtto fub ter fugiunt : fic vndique refulgente pote-
tem attigerit formam , protinus exurit atumum .
Vtile^o 'flate Dei , qux replet omnia benis , perturbatio
77 Che da vna medefima cofa fi caui ed vtile, omnis , qux folet a fpiritibus malis accidere, nullum
danno. habet locum , fed repente difpcrditur .
e pregiudicio , lo dimoilra il fole , i raggi dcl
quale , ed illuflrano lo fpecchio , oue fono ri- 82 II motto foprapollo al Sole; MOTV
ceuuci , ed inccndono Ic materie , che fi trouano FALCVND VS , chc raccoglic in se , cosi cio che
oppoflc , che tanto infcrifcc il motto i H I N C dcl medefimo fole dific Nazianzcno orat. 34. q.
SPLENDOR, ET ARDOR. Ouidio a. do 2. de Theologia j l^rquc motui vnquam fuo ,ncc
TrifL beneficus finem faciens, come anco quello chc_»
7{il prodefl quod non lodere poffit idem . lafcio feritto Platone in Theitetoi Dum fol mun-
Jgne quid vtiUus i Si quis tamen vrere teli a dum fuo cur fu ambit, ac luflrat , omnia falua funt, ciante .
apparet , audaces inflruit igne manus . & confcruantur &c. tutto conuienfi a Nego- torc.
Eripit interdum , modo das medicina falntem , tianti , ed i Vifitatori , i quali raggirandofi per Nego,
Quxqi iuuet monflrat , quaq-, fit herBa nocens varie parti , feco portano marauigliofc benefi- Vifita-
CTc. cenze -, c fe 1’ Apoftolo S. Pictro , di Criflo par-
78 Benchc lc nubi s'a!zino in faccia dei Sole , iando Ad. 10. 38.dilfe chc; Tertr.msut benefa-
pollono ben si in parte ofFufcarlo , ma nonfuf- ciendo , & fanando C 'c. il P. Cornelio i Lapide ;
Viitu focarlo-, chc come di lui i feritto. PREMITVR, Troprium ergo Chrifli , commento, etufque affe-
infidu- NON OPPRIMITVR. La vireti, in animo co- clarum efl , nauim male, fed cuilibet benefacere, vt
ta. flantc , c gencrofo , puo anch’ella patir qualche vbicunque degit fpargat radios fua beneficentia
oppofitionc , ma non pero effere prcgiudicata . mflar folis , qui iugiter currit , & pertranfit vt
S. Nilo Abbate Infticut. ad Monach. finimus lucem , 'calorem , & influxum fuum communicet
virtutibus excultus , & confirmatus , licet diaboli hominibus , animalibus, & plantis toto orbe
prematur infidas , »5 opprimitur , nec de conflantia difperfis .
propofito dimouetur . Cosi la maluagita de i ma- 83 Pcrcotendo il Sole con la sfcrza dc fuoi
ligni puo adombrarc U rcriti , ma non coprirla raggi lc fpichc in capagna, tingo di color giallo,
Vi cdo-
Cap. V. n
„ e doraro Ia loro priraiera S.,OondcL gliE
verdezaa iburaltando al globo della terra portaua il mor-
diciii ; MVTAT IN AVRVM: cosi jl pati- io. NON GRAVAT, ET GRAVIDAT,
Trua- mento , & 1'ardenra de i mali , che ci sferaa , e poichc lo Spirito Santo , fenea prcgiudicarc ali'
integrita di Maria , la refe fclicpmcnte tcconda .
clio vri- percote il capo , ci acquilla vna corona d'oro,di
•e. rrianfo , c di gloria . Gio. CrifaftomoHom. j. Marco V «gerio nel Dacacordo , chorda 1 . ccun.
de Paticuria i S^uemadmodum in defudatione in* mentando le parolc dcll' Angelo ; yirtus altiljimi
(litarem cum fulorc , & putuere, & calone multe , obumbrabit tibi Luc. 1. 3 5. cosi feriue ) yoluntas
Dei conteget totam , nongranabit , te circumdabi e
O' laboribus , & mijerv t pugnare decet : fle tuflo non violabit . RiccardodiS. Lorcnzo I. ia.de
multa tolerare expedit , generefeque ferre vni-
ncrfa , fi claram hn/e coronam fu accepturus , laud. Virg. Spiritus Sanftus eam facundauit,
I/ardcnza della pcrfecutionc chc feri il capo di virtus d corruptione femauit . E S. Rernatdo Ep.
Giufcppc, 1q fcce rifplendcre fr^i primi Satrapi 7:. Libet admirari , quam lene fu onus veritatis ,
dcU Egitco , U douc togliendo quclla , cgli la- quod non folu non onerat, fed etiam portat omnem,
rebberimaflo vnofcuro pallore di Palcflina, cui portandum imponitur. Hoc onus potuu vicrnm
VAtJL Cf,
GRMnDMRZ virgineum, SID GHai-
j, • 84 Rapprcfcnto Monlignor Arefio 1’opera
che eo- delTIncarnationc dei Verbo , farta nelPvtero di
ccpifce . Maria Vergine, coo ia piatura dei Sglc,ch4
85 E eosl attino, e vigorofo if SNe nella mentre haueua nel ventre il Ibi diuino , tanta-
diSufionc dc fuoi fplendoti ; chc abbarbaglia.ed chiarczzaditfbndcua dal volto: che Ic pupille
accieca anco Ic piu acute , c perfpicaci pupille , dc i riguardanti , rcltando abbarbagliatc , mal-
Solem diceua S. Ambrogio Iib. 4. in Luc. c. 5,
potcuano raftigiirarli.-c fe S.Mattco krifle, che
entueri nairpof fumus : radqs acies fubmouetur , Giufcppc fpofo di Ici ; Kon cognofcebat eam
obtutus intuentis hebetatur , c5" fi diutius mfpicias
Matt. 1. 15. Sanfllario , rilerito nella Catena
omnis vifus exlinguitur . Ondc gli foprapofi ; di S. Tomafo interpreta; Vropter fandtfjima
* TOGUE IL LVME CO L LVME , cftetto Maria glorificationem d lofeph cognofti non potuit
chc nella beller r a dontwfca , con lormc di dire donec peperit ; Dominum enim gloria habent in
lcme_, iperboliche cosi oflcrud il Sig. Guido Cafoni p. vtero , quomodo cognofceretur , fi Moyfi cum Deo
bdlea-» t.dclIOdc eolloquentis glorificato efi facies , vt uon poffent
**• Nel ciel dei ruo bel rolto intendere in eum filq Ifrael , quanto magis Mana
Vcggioil Sol dc tuoi lumi,ah difll veggio ? agnofei , vel intueri non poterat , qua Dominum
Non ecdo , md vancggio . potentia in vtero habebat t
Che s'ei vicino fplende-» 8 6 11 Sole figurato fu'l tramontare , coi ti-
TogIie'l lnmc coi lumc ,ecieeo rende. tolo i OCCIDIT ORITVRVS, 6 pure) CRA-
Mitoltanc ogni iperbole , ci6 opera il fol di- STINA SV RGET, ferue per immaginc elprerta
uino, chc accieca i vedenti con reccellb mira- della riliirrcrriouc dc i defonti , nel qual propo- .
bile de rfuoi fplendori. Chc peroiediPaoloi lito Pier Crifologo fer. 49. Crede homo de morte nc_,^
ferirto Act. 9. 3-. che 1 Circumfulfit tum lux de refurgere tepofje , quia antequam viueres niifuifii.
cato , di lui slggiunge n. 8. uipertifqyocuks nihil .A u : quare dubites quod refurgas , cum tibi totum
videbat 4 dei qual fueceflo Rupcrto Abbate dc quod m rebus efi quotidie fic refurgas t Sol occidit
Oper. Spiric. Sanci. cap. 1 9. Tanto fulgore male- & refurgit ; diei fepelitur & redit i menfes , anni ,
fiatis apparuit Chnfiur, v t eum quem vocabat, tempora , fruHus , femina tam tranfeunt ipfa mo-
cacum faceret , atqsfua claritate lumen corporeum riuntur , cum redeunt ipfa morte remuifeunt &c,
„ exttugueret hominis infirmi , vc veri luminit vir- Ed Olimpiodoro in Ecclcfiallen. c. 1. di Crillo ,
vruO V. tutem ferre non fuflinenti r>Cosi Maria Vcrginc, mtlUco Solcfcriue cosi; Oritur ex Deipara Matia
* Mando Simb. dcl T, Mbb. Tic indic .
3 [ccun-
14 CORPI CELESTT. Lib.L
fetandum carnem ; occidit aurem ad inferni ima dt- donio Apollinare 1. 6. Ep. 12. Indigentiam mife-
fcendens ; fcd , & rurjus exoritur , d mortuis re- ratus , facit in terris opera calorum .
9» La faciiita, con cui Franccfco, Duca di
furgens.
In toor- #7 In Morte fri dipinco il Sole pur su TOc- Modona ammet te ua tutti, fu dal P. Gambcrti
«e. cafo , cd introdotto i dire ; VADAM» ET RE- cfprelfa nel Sole , chc di fua natura cfponendofi
VERTAR, portando non chc fpcran/.a, mi a gli occhi di tutti , puo da chi chc fia cifcr tro-
cercczza di riforgcrc, c ritomar di nuouo a uato, c gli diede il motto di Virgilio lib. q»
rihaucr la vita . Valerio Flacco 1. ). di non s6 Gcorgic. v. 172. FACILIS QVitRENTlBVS ; prcncj.
quali defonti . eflcrcliinquc deuc il buon Prcnapc; commune pebeni*-
Tatet ollis ianua Ictbi , numen come dide Claudiano *lc Rapt. Profcrp. gno •
jtrque iterum remeare licet . cd imitar Dauidc , di cui S. Ambrogio lib. 2.
Et Claudiano 1. a. Ruffin. Otfic. cap. 7. Quam mitis , & blandus , humilis
Quos vbi per varios annos , per mille figuras fpiritu , Jcdulus corde , F^iCIUS ^tFF*4TP,c
Egit letheo purgatos flumine , tandem Coftanrmo , di cui Nazario in Pancgyr. Quid
Rurfus ad humana r euoe at primordia forma* faciles aditus f quid aures patientifjimas i quidbc-
Rifiirw 88 Infcrifcc parimenti la rifurrorrionc ven- nigna refponft {
Kttio- tura il Sole cadente , che in morte di non sd 91 NclTImprcCidel Sole, chc tutto vigoro-
fo, c bello, t rapa fla da vna catcrua di nubi, chc
**■ quale pcrfouaggio fu introdotto a dire,* RE-
CEDO , NON DECEDO j fcnfi cfprcfli da arcuano contra di lui aflbllate , co’l motto di
Seneca ep. $6. Cogita nihil eorum , qua ab oculis tatio 2. Tbcbaid. SLRENVS DESPICIT , Anuto
abeunt , & in rerum naturam , ex qua prodierunt , dimoflroil Gambcrti Tintrepidczzagucrricra ,
ac mox procejfkra funt reconduntur , confumi. con cui il Duca Franccfco fu peraua la calca dc i
Defluunt ijls , non pereunt. Et mors quam pertime- ncmici , contradi lui fquadronati , non curante
fcimus , ac recu farnus, intermittit vitam non eripit . dc i pcricoli , cd anfiofo dcllc militari gloric , c
Pernet iterum qui ms in lucem reponat dies &c. dc i trionfi. L*animo nobile, non cura le oppofi-
parole piti da Cattolico , che da gentile < tioni fattegli da i maligni per ofcurarlo ; mi in
89 Alfhora qnando il Sole tramonta, non fi guifa d’vn fole con fereniti interna le trappafla •
rimanegia etemamente iui fcpolto; mi dalP Ingens animus , & verus aflimator fui , non vin-
occafo a dirittura i REDIT IN ORTVS dicat imuriam quia non fentit. Seneca 1. 3. dc Ira.
comc difTc il P. Gambcrti , c Io canb da Seneca 94 II titolo dato al Sole ; RESPICIT
nclla Medea Ad. 1. Scen. 1. d cui anco fi con- >EQyE,dconaJrri; OMNIBVS VNVSicioc
uiene ; MORI GAVDET FF.ST1NVS IN chc egualmente rimira , cd illuftra tutti gli og-
ORTVM . Concetti fimpatici con quclli di Sa- getti inferiori , fenza vfarepartialici veruna , 6
lomone Ecclef. cap. 1 . 5. Oritur fpl, & occidit ,& diffcrcnza,corrifponde i i Padri flifamiglia , i ,
ad locum fuum reuertitur . R iflectendo d quelte i Giudici , cd i i MagiAratiJ Eraf. in fimilit. Vt
Morte , propricti , il buon fcdclc non teme la morte , fol non alius efl pfpppj* quam diuiti , fed omnibus £lu
ftradi^ fapendo che co’l fnczzo 3 iquefta caduta , egli fi communi 7: ita Index perfonam fpeftare non debet , cc .
Turee- con<*ucc alToricntc lucido dclla rifur rectione^ fed rem ; mi in particolarc couicnc i Dio queflo Gratia.»
none, che pero quel cora^giofo gioninccto , cruciato motto , chc i rutri riparte Ia lucc dclla fua fede, diuina.
dallafierczzad’Antioco , i Iui riuolto 2. Mac. e lachiarczza dclla fua gratia. S.Ciprianol. 4.
cap. 7 .9. Tu quidem fceUfliffime in praienii vira ep. 4. Si dies omnibus aquali ter nafcitur j fi fol
nos perdis : fcd rex mundi de fun3os nos pro fuis fuper omnes aquali, & pari luce difunditur: quanto
legibus in aterna vrtarefurrettione fufe itabit. magis Cbriflus, fol ,& dies verus, in Ecclefia fua
90 Sicuro prognoftico di fereniti , comc lumen virx a terna a qual iter largitur i
dicono i Naturalifti , 6 di vedere, che la rota dcl 95 Dauidc Pfal. 18. oflcruando la carriera
infatigabile dcl Sole , che fenza ripofar gia nui,
fole compaia in oriente co'I ftio corpo tutto
puro, e lucido, libero, ed efente da ogni va- fi raggira d’intomo } difle che gli pareua vn Gi-
pore ;che fcorgendo tale , in qucl giorno non gante , chc s*aftrcttaua i tutta carriera ; Exul-
tauit vt gigas ad currendam viam v. 6. Chc pero
Vita dei v’c che temere tempefiofa procella; FR VSTRA
prcctpc TERREBERE NIMBIS, imprefa dei fudetto il GamtKrti gli foprafcrilTc } NEC MORA,
normae Gambcrri , animata con le parole di Virgilio a. NEC REQVIES , parole di Virgil. 1. ?.Gcorg. Prenci-
dc _ fud- Georgic. e fimilmcntc nc gli Rati , ncllc citta, c v. 1 10. e prima di lui il Bargagli NO CAN- pc «nfi-
nellc religioni , non s*hanuo a temere le viciofc, SADO , Y POR TODO,cio* 1NDEFES- ticabile.
6 fcandalofc procelle: quando la faccia dcl Prcn- SVS, ET VNDIQVE; e cio per infinuarc la
cipe , c dcl Prclato compaia fgombra , c libera vigilanza , e follccitu3jnc dcl Re Cattolico , Fi- .
da i laidi vapori dcllc terrene , c vitiofe affet- lippo II. in vedere , c proueder da per tutto
cioni . .fenza gii mai Aancarfi . Tanto SincfioOrat.de
91 Dilarinoa voglia loro Tombrc fmialidc
Regno ricordo ali’ Imperatore Arcadio.C^ 011fulto
il velo maninconiofo , ad ingombrare Ia faccix_. fani fuerit , fi fe toti imperu corpori , quod bifa-
riam tribuitur in armatum , & mermem populum ,
dcl ciclo ; chc ai primo lumc fparfo dal folc fu*l
vfeio dcll‘Oricntc , dicc il P. Gambcrti ; OC- viciffim vtriaue impcnj parti dederit, ac pofl mili-
tes , duitatibus tpopultfque fui copiam faciet , ita
Benefi- HORROR , morto di Statio ?.Sylu.
ernza^ ep. infil.qucllc mefte orridczzc tutte faranno vero fui copiam faciet , vt quofeunque potefl non
dcl pre- fugate , c dillipate •, cosi la bcncficcnza dcl pren- modo nationes , fed & duitates perluftret . E fci
cipe. cipc liberale , imitando lc qualita dc i cicli , Prcncipi fono in terra vn fimolacro dTddiojfi
fgombra da i poueri fudditi beneficati ogni ricordlno , dircbbc Virgilio 1. 4. Georg. ▼. 221,
ofeurici * ogni trillczza , nel qual propofico Si- — Deum ire per omnes
* '«
. SOLE Cap. V. 15
Ytrrefque Jra8ttf maris, cxlumq; profundum. potentias fua humilitate fuperauit. Giuliano Im-
Cosi Gio. Damafcciio riferito da Alberto Ma-
bia Imperatrice peratore finalmcntc
ferifleorat.
cosi3. iadCorpus
honorevigor,
d‘Eufc-
gno in cap.i.Luc. ; Deus dicitur, vel quia prout - ac
det , C?“ videt omnia , vel quia curat de omnibus, fpecics , & pu ebritudo tanta , vt ceterarum Vir-
vel quia Circuit omnia. E Platone anch'eflbj Deus ginum decor obfcuretur $ quemadmodum fplenden-
curat omnia , fiuc magna ea fint , ftue parua . tia fidera , lun* um pleno orbe micantis luce coU
Proai- ptf Per tipodcllaprouidcnza diuina, eguale luflrata , fpectem omnem , ac lumen amittunt .
deiua.» $ tutt i , a tutti futficientc , e per tutti follccita 100 II Sole, che egualmencc e fu’J fluctuar
®auoa* fu dipinco il Sole , co'I cartcllone; OMNIBVS de i mari , c su la flabilira dclla terra i cosi ira lc
SVFF1CIT , nel qual propofito ifquifitamcntc aridici dc gli fcogli , comc ira la feconditi dc i
difeorre S. Bcmardo fcnn. 69. in Cantic. Deus campi , c trafeorre , c fpande i fuoi raggi , fe-
nec ad multitudinem multus erit , nec ad paucita- gnato co'l titolo,- VBIQVE SIMILIS, addita
tem rarus ; nec ad diuerfttatcm diuifus j nec reflri-
conflanza d'animo egualmencc intrepido ncllc Coftan^
ilus ad vnum , nec anxius ad curas , nec pertur- fclicita , c nelle feiagure ■, e noii meno difpofto c m"
batus , feu turbulentus ad folicitudines . Sic fani alie fatichc , che a i ripofl , c nelTvna , c nell'
vui intentus , vt non detentus j ftc pluribus , vt altra toruma parimente iranco , c vigorofo ,
non diftentus . prerogatiua acclamata iu Fcrdinando II. di cui
il P. Lamormaino cap. 17. Eadem tranquillitate
97 La cariti diuina, che maggiormente s’ic-
animi , eadem vultus , ortfquc ferenitate pcrflinfle
Bnnti ccn<^c » quando quclla Macfla lourana e piu che
diuina . **a 8^ huomini mal trattata , puo rappre- pofl clades auditas , qua ante frnebatur - Eadem
* fentarfi nel Sole, che mentrcdallc nubi^cinto, conflantia fecundum , ac tertium accepit vulnus ,
indi fuol tr amandare piii feruorofi i fqoi raggi,e qua primum ; e di nuouo; 7s{ullius felicioris euen-
come ditTc il Bargagli ; IMMITTIT ARDEN- tus caufa elatus efl animo, nulla profpcritate in-
tumuit , il che con molti fuccciE chiaramcnto
X TIORES ; al quale io diedi ; PI V COCENTE
DIVAMPA. Scruiri Jimprcfa parimente a confcrnu .
Amor dolor fopito , od amor nafcoito , dcl quale il 101 E il Sole vn bel ritrarto dTddio , pokhc Iddio
rnfco- Guarini P. F. Acto 1 . Scen. 3.
fi pregia d’cffcrc
SantTfidoro •, SOLVSc. 1INDEFICIENS.
1. 1. lentent, . Summum bonum
fto . Amor fu fempre vn ficr tormento ,
- Mi piu, quanfc piil chiufo, Deus efl , quia incommutabilis efl , & corrumpi
E pitl fero i pngion , chc non c fciolto . omnino nonpotefl \ Ed Ouidio 8. Metam.
98 11 Sole , con molte ftclic d*intomo , fc la immenfa efl , finemque potentia cxli
ferirta; ADORNO TVT rL.ricfccbciridcadi
y5 Maria Vergine , che da Crifippo orat.dclaud. 103
?tyn Mcntrc habet . il Sole viene introdotto a dire; Iddio.
nc. Marir viene cosi riuerica. ^due fons lucis OMNES SVB IVGO MEO,aIviuonc rap-
O.VtyjM H0M1HJLM ILU'M!W^A”HJ1S\ prefenta la Macfla Diuiifi > della quale Giuilo
E come ferifie ITdioca in Prolog, cie Virgine Lipfio 1. 1. Admirand. Magnus ille auriga, &
Maria •,Longe pojitos illuminat radqs mifcricordi* rcBor vniuerft Deus , habenas in hoc mundano
fu* i ftbi propinquos per fpccialcm dc notionem con - curfu temperat , impellit , fiftit , W Voctx verbo
folationis fuaiurate , prxfenles fibi m patria excel- Diuofque , rnorralcfquc turmas
lentia glorix \ & ftc non efl qui fe abfeondat d ca- Imperio regit vnus xquo .
lore eius .
E di nuouo Centur. 3. ad Belgas cp. 19. Trium-
99 U Sole , alPapparir dcl quale fparifeono phat inprouidentia curru xtemus ille Rctlor , &
le llcllc , dalPAbbare Ferro fu incrodotto a dire;
nos fcquimur ; liberi , ac veluti milites eius ,ft vo-
OFFVSCO TVTTE? motto che dinota vna
lentes•>captiui, ac ferui fi nolentes . E prima di
Eceel- fegnalatiliima eccellcnza di meriti, c virtu in vn lipfio , Ouid. 4. Trift. eleg. 7.
lenzadi perfonaggio oltrcmodo illullrc, e fcgnalato. 'Njhil ita fublime efl , fupraqne pericula tendit
virtu , e £os} ^^10 «Ji padoa in Apocal. c. 16. Sol efl
'Hjn fit, vt infertus , fuppofitumqueDco .
* Cbriflus , qui lucem inhabitat inaccejfibilem , cuius 103 Nclla nafeita di Cn flo, diconogPl flo-
claritas OMWJVM Santtorum RADIOLOS
riri , che furono veduti tre foli j c 1'Abbate Fer-
ft ei comparentur OFFVSC^iT , & denigrat , quia ro attcfta , che gli vide cgli ancora Panno 1601.
Eceel- non efl fandus vtcfl Dominus . In Maria Vergine in Padoa . Qucfli tr£ foli , dunqne , al parer di
Monfignor Arefio , potiono figurarci la Santif- sS.Tti-
rauimo
Mana Ici Queft’ifquifitei3ta il P. S. Girolamo , di fima Trinitd, fcgnandogli con le parole tolte da nita .
Ygjgj. dicendo niPcpifl. ad Euftochium, chc-»»
nc, Tanta erat vit* eius claritas ,vt omnium vitam S. Giouanni 10. 30. VNVM SVMVS ^Alia efl
quodammodo obfcuraret j S. Pietro di Damiano enim perfonaVxtris , dicc S. Atcanagi in Symb.
lcr. inAfiumpt. Virg. fpiegando lc parolc dc alia Filij , alia Spiritus SanSh ; fed Tatns,& Filij ,
Cant. 6. p. Tulcbra vt Imui , eletla vt fol . Sol , & Spiritus S anili vna efl diuinttas, aqualis gloria,
dice , ita fibi fiderim , tr Iunx rapit pofitumem, vt conterna maieflas j Itant per omnia , & vnitas in
fint quafs non fint , & videri non poffint 5 ftc erum tnmrate, & trinitas m vnitate veneranda fit,
virga leffe , veri prxuia luminis, in illa inacceffibili Cosi il P. Andrea Bianco 1. 3. Epig. 91.
luce perlucens , ftc vtrorumque fpintuum hebetat Vnus es , ac trinus , nutu qui concutis orbem
dignit.:tcm,vt in comparatione virginis nec pofjint, Orbis vnus , trinus fufficis ipfe tibi .
104 Bartolomeo Rofli in morte di S. Carlo , In Mot-
* nec debeant apparere . Similmcntc di Paola Ro-
mana diccu a S. Girolamo epift. ad Euftoch./f^e al Sole nclPOccidentc fopraferifle •, DELITE- tc.
ftc ut tnter multas gemmas prctiojiffima gemma SCIT VT RENASCATVR, chc allude alia
tnieat , & iubar folis paruos igniculos flellarum Rifurrcttionc , fi come S. Zeno Vcroncfcfcrm.
obruit , & obfcurat : ita eundorum virtutes , & dc Rcfurrc6.diccua. Sol quotidie nafcitur,eadcvt- nc
Flendo Simb . dcl T, Ahb. TUinclli •
B a j«e "
is CORPI CELESTI. Lib. I.
que dic , qua nafcitur emoritur, nec tamen inflantis dcl tcinpo ; ed Alcllandro coi domare in eti
finis forte terretur , ve fuos retardet curfus , fed puerile il difpcttofo buccfalo, dicdc grandi au-
fidelts femper , intrepidus ad fepHlcbrum notiis gurij, chc ncilcta piti robufta haurebbe foggio-
• f C l' contendit , fciens m tpfo habere quod viuae . Con- gato gli ctterciti , cd i regni . Mi vaglia il vero
9 certo frizzantc per vn giouinetto ricco, nobile, deuc quctt'imprcfa applicari! i S. Carlo , chc S.Carlo.
c vigorofo,chc li chiude ne i chiottri , per iui ri- portando feco nel nafcere la chiarezza della_»
nafccrc a piti p retiola vira ; nel qual propofito luco , prenuntio quanto gran Santo ettcre poi
S, Baliliovn Homil. de laud. eremi. Cella Domi-
doucua nel cofpetto dc gli huomini , c d*Iddio .
nica fcpnlturx propemodum amula , qua peccato Quanta futurus cflet fanti itate confpicuus, diurna
mortuos fufeipis , & per afflatum Santti Sqiritus
Deo reuiuifeere facis . lux fuper par ientis matris cubiculum no3u coru-
fcans vrxfignauu . Brcu. Rom. 4. Noucmbr.
108 Al Sole , quale c da vn lato la dittrugger
1 °5 Figuratiuo d’ottimo Giudice 6 il Sole ,
Giudi"fegnato
cc, con le parole; OMNIBVS IDEM, lcncui,c dairaJtrorinforzae 1’herbc, c i fiori
chc tanto infegno Iddio nclTantica Icggc Dcut. io diedi \ H VM1LIAT , ET SVBLEVAT;b lia
J. 17. Hulla erit diflantia perfonarumuta paruum MORTIFICAT, ET VI VIFlCAT,parolc tolte
audietis , vt magnum ; nec accipietis cuiufquam dal 1, dc Reci c. 2. v. 7. tale Iddio tutto c ama-
perfonam , quia Dei indicium efl . Guido Caloni bile , c benefico ; tutto £ terribile, c punitore;
limbi, moral. a.
quindiS.Ciprianoep. 31. Sicut rcfpici debet di-
Nonfannoi! R£,non danno altrui 1’impcro urna clementia ,fic refpici debet CT diurna cenfura.
Le corone ingeminate , e i fcettri d oro , Deus enim vt efl {indulgens , ita efl praeoptor um Diogiu-
Non gli aurei manti , & i dorati fcggi , fuorum exatior , & quidem diligens . Tarauit fto , c
Perchc la ne tcatri anco vi fono
Quette infegne reali , e pur de regi ccrlum , fed parauit & \tartarum . Tarauit refri- deracn-
Altro non tan che (imoJacri , e larue . geria, fed parauit
tnacccffibiiem , fedxterna
lucemetiam fupplicia.
parauit Tarauit CC ‘
etiam perpetua
Maqucglie vero Re , chc amando regge, mortis vaflam , aternamque caliginem ; il chc
A TVTTI GIVSTO COME IL SOLE motiuo Orario 1. 1. od. 34.
A TVTTI Palet ima fummis
NEL GRAN CERCHIO DEL CIEL Mutare , & inflgnem attenuat Deus ,
RINASCE, E SPLENDE. Obfcura promens .
Lo fteflTo corpo d'itnprcfa; ciod il fole fopra vn Ciafcun Prcncipc , Padrc di famiglia,e Macttro, Prcmio,
giardino , tutto popolato di rtori , bianchi,ver-
fi mile ad vn fole , deuc e mortificare coi rigor c P®04*
nuglia , perii , azzuri , e mitti , coi morto ; dclle pene , cd auuraare con la copia dc i premij
OMNIBVS IDEM c fimbolo d ldd.o, che-» i fudditi.ed 1 HgliuoIi,al fuo dominio, b goucmo
egualmente rimira , aiuta , c prouede .• tutti ; fottopotti ; che pero Liplio L5.dc Militia Rom.
Quoniam pufllltim , & magni ipfe fecit , & xqua- Dial. 1 7. Duo funt , qua luuentutem inflruunt , ac
liter cura efl illi de omnibus. Sap. 6. 8. idem formant ; delinquentium cafligatio , & bonorum
Dominus omnium ,dtues in omnes, qui mnocant prxmiatio. ^ Ad vtrumque enim horum afpicicntcs;
illum Rom. 10. 11. illam quidem ob metum fugiunt , hanc oh glorix
10 6 Vrbano VIII. quandhcbbe termir ati i Andium concupiflunt .
fuoi ttudij , ritornando con Ia laurea dcl d tto- 109 II Ferro, al Sol nafccntc foprapofe-» ;
rato da Pifa i Firenze , li formo imprefa dcl
REDIT, NEC DEFICIT, per inlerire il ri- R»™r-
Sole , chc fpuntaua in Oriente , con le parole torno , chc fccc piii volte in Francia il Cardinal
MalFco Barberino. Iddio c quel Sole vero, la cui <j,ulna
Ritor- ^‘Oratio Carm. Sxcular. A L I V S c^V E , E T
lucc , benche da i peccatori lia piu volte rifiuta-
’ IDEM,
ben si loperchc cgliprima
ftdfo di tornaua alia Patria
, quanto , clfcndo ;
alia perfona ta , torna di bel nuouo , ad illuttrargli , ad ecci-
mi fatco,e diuenuto vn altro, quanto aJlc_» targli , poichc laSapicnza diuina; Dignos fe ipfa
fcicnzc , alie virtu , cd a i titoli ; cd e queilo arcuit quxrens , & in vijs oflendit fe illis hilariter ,
motto molto proportionato ad vn peccatore & in omni prouidentia occurrit illis. Sap. 6. 17.
peiiitentc,ttniilc per Tappunto u qucl giouinct- Nel qual fcnfo diccua il medefimo Iddio Apoc.
16016 * to, chc tornato da certo pellcgrinaggio,e tutto 3.19. Ecce flo ad oflium , CT pulfo .
mutato da queilo era prima,bcnchc vna lafciua, 110 Giacomo Fiorauanri, al Sole, che coi
gid da lui domefticamcntc conofciuta fe gli raggi percuotc 1 g!iiacci,c lc ntui,foprafcrilVe Ic
portalTe incontro , ricordandogli ch cliacrala parole dcl Poeta; TORPENTIA FRIGORA
tale ; egli prontamente rifpofe 5 fe tu fei la tale ;
SOLVET; tale fotto
poflono ritrouarfi la prefenza
le frcddczzc d’Iddio nonc Prefcn-
, lc ncgligcnzc,
Ego non fum ego. S. Anibr. lib. a.dc Pcenit.c.io.
107 L’Abbatc Ferro, al Sol nafccntc diede; ic infingardaggmi ; Quomodo enim , S. Bcrnardo
Fanciai.DlHM PRiESIGNAT AB ORTV ; e cio in fer. 2. in Pfal. 90. nrgligens poterit fieri , qui in-
t nentem fc Deum nunquam definit intueri t Qui fic
lcrza_. lodcd’ Vrbano VIII,, il quale fin dalfeta fan-
inlignc , ciullcfca comparuc quali vn Sole in Oriente , eum fuper fc videt intentum ,vt omnia interiora
ricco di tanta chiarezza di virtu, chc ben di- eius , & exteriora omni hora confldcrare nun ceffet
mottro i quali auanzaincnti di gloria giungere C'Tc. Pictro , quando nego , cra diuenuto tutto
poi doucflc , dcireta crcfciuta nel piu compito di ghiaccio ; frigus erat mentis , non corporis , lo
'orno, Ercolc parimcnti,dallo ttrozzar in cuna dille Ambrogio Lio. in Luc. denique ad carbones
ferpi , dimoftro , ch’cgli poi haurebbe doma- flabat Tetras , quia algebat aflcftns. Mi che poi ?
to piu furibondi inottri. Amiibalc,co‘l giurar sii Ad vn fol raggio dei diuino Sole,qucl fuo phiac-
gli altari vn odio implacabile cotro i Romani , cio fi rifoluette in rufcclii di lagrime \ Quos lefus
prenuutio lc ruinc,che porco loro coi progicllo
rcfptcit, foggiungc Ambrogio, ploraur deliti um .
SOLE Cap. V. 17
Qfygauit primo Tetrus ,& n oh fleuit , quia non ofleruato nc Maggiori j Origcn. lib. i.Iob.5/r«f
jrefpexerat Dominus . T^cgauit fecundo , non fleuit, exh heminaria , ac Jidera in firmamento exh d Deo -1
qma adhuc non rcfpexer.u Dominus . Tfggauit & collocata eundis indcfincnter,qux fub cxlo fulgent,
tertio , refpcxit lcfus4 er ille amartffime fleuit ; e atque omnibus qux fuper terram funt per tempora ,
conchinde ; Refptce Domnic Iefu , v t fciamus ac tempora per generationes , & generationes mi-
nofirum deflere peccatum , lauare dei i dum. Cosi rabiliter relucent - fic& fandorum virtutis inft-
a Dio riuolta ad honore dclla Maddalcna vi gnia , atque beatiffimi eorum agones omnibus in
cantando Santa Chicfa . perpetuum fingularirer fulgent , omnibus in sterni
Tater fuperni luminis , bonorum formam tribuunt , omnibus fub fole pie-
Cum Magdalenam rcfpicis , tatis exemplum oflendunt .
Flammas amoris excitas ,
Celuque foluts pedoris . 11 5 II Sole in vn lato dcH’epiciclo hebbe. Auuan-
bene Ia MacftiIN diAVGE,
NONDVM Carlo per dinotarc fatto
V. haucua , chc di fc zato^°-
1 1 1 11 Sole in Oriente , & Ia Luna in Occi-
dente fiirono fegnati coi motto i DIVISVM grandi acquifti , lc refiauano ad ogni modo
JMPERlVMj toltoda qucl faxnofo diilico di auuanzamcnti maggiori } dal quale concerto ,
Virgilio . pariando in materia fpiritualc , non fi fcofto S.
'\nde pluit tota , redeunt fpedacula mane , Paolo Philipp. 3-13. Ego non arbitror me com •
Diuifum imperium cum loue Cxfar habet .
prchcndijfe i fcquor autem ft quomodo compre-
TVxcfta Epcrchc ncj Sole s 'intende lapotcftaEcdcfia- hendam .
fceolarc ftica , e nclla Luna Ia fccolare , ben fi dicc , Dius- 1 1 6 Alcibiade Lucarini , al Sole , che ftampa
^ fuus imperium ; che mentre il Sacerdote fourafta su i nuuoli duc ritratti di fc fteflo diede j L V X SantiflT-
^eUailj- a| g0ucrno dcll'animc , il Prcncipe non deue AB VNO;cd ancora EST TAMEN VNVS;maTri-
haucrc altra giurifdittionc che meraniente su i
corpi. Cio. Crifoftomo Hom.f. de verbis Ifaix. 6 come diflc il Ferro j LVMINE EODEM, IUU*
figurando in tal guifa il miftcro ineffabile dclla
Quamquam nobis admirandus videatur thronus Santiflinia Triniti .
regius, ob geminas affixas, & aurum quo obeindus Splendet enim verum vero de lumine lumen ,
eft: tamen rerum terrenarum adminiflrationcm Vt genitum agnofeens , noueris ingenitum
fartitur \ nec vitra potefiatem hanc qiudquam Fna trium deitas vna cfl e flentia C Tc.
habet audoritatis . Anco il Rc Agrippa in Epift. Canto S. Profpcro 1. Epigr. n. 104- S. Gio. Da-
ad Caiuni , come rapporta Filone lib, de lega- mafccno 1. 2. de fide cap. 1 1. alia luce folare.che
7 tione ad Caiuni, diccua; * /tuos , proauofquc Reges riflettendo nclla nube , c formando il parelio,
habui : CT ex his aliquot etiam Nummos Tontificcs: cfprimc lafcmbianzadi tr£ foli , benchc in fatti
quam illi dignitatem pluris faciebant , qua regiam, il fole fia non piu che vno , raflpmiglio la San-
rati quanto Deus anteflat homini , tanto pontifica- tifiima Trinita } Indiuiftbilis enim dic celi ,in di-
tum regno excellentiorem : ad illius enim curam urnis cfldiuinitas , ac vclut in tribus folibus , infe-
diurnas res : humanas ad huius pertinere . p arabili nexu inter fe cohercntibus vna ,eademq»
Xddio. 111 Simbolo cfpreflo d lddio c ii Sole, di- efl lucis temperatio , atq\ comundio .
pinto ira gli alrri puncti , coi motto SOLVS
NON ERRAT ; cio che cfprefle breue, ma ft su la il fu rit , gli fo
a n o p
brauamente Giufto Lipfio lib. de vna Religio- fer mpau AT VNubc LV , di ratt , chcra-fe
ne ; Fnus Deus apiatus , idefl expers erroris , & ifl a A X m of o
e
ben jin Dio fon pii per : 1‘teran d e Id
omnifcius \ fogeiungendo ; Ipfi beati Genii , &
e f o p i fo P fle do Viuina . t dio c
xtenufpinriss ab errore no tuti , mfi Deo dirigente . v na ola C os n c ro nc lnc n za e rb r,n “
. i tc a o o
f v fr , & n 3 8 v
- no *
Maria 1 1 3 Monlignor Arefio figuro Maria Vcrgi- lQo. 1 oT. 30. Eigno me , &cf Ta& ta n uoa .
iua ate l, ter ueago iunm Tatr mutso, tU lo. 1 4.9.
Vergine nc grauida , nclla pittura dcl Sole, polio entro r
Qui videt me , videt & Tatrem meum . Quindi e
giauida. vna Col cartcllo ; ORNAT, NON S.Gregorio Nazianzcno Orat. 40. Lumen hoc ,
ONERAT , pcrche in fatti la noftra Beati il ima,
qual candida nube , dalfhaucr nel feno il diuino quod in Tatre, CT filio, & Spiritu Sando confide -
ratur , quorum opulentia naturx identitas efl, atqi
concerto, fi comc riccuette grandiflimo orna-
mento , cosi tanto c lonrano 1 che hauefle alcun vna , eademq fplendoris profultatio . Di fimile
concetto fi valfe il P. S. Cipriano I. de fimplicit.
agerauio , che anzi tutta agilita 0 ,L, oe fleggerezza Prxlat. pariando dclla Santa Fcdc. Quomodo fcdc.
t
Sthqt tn montana cum feflinationc diceeflS. oL Luc. 1. folis radtj multi , fed lumen vnum ; fic & Ecclefta
39. S. Bcrnardo fer. in Sign. magnum. ucJnipfo ar Domini lucc perfufa per orbem totum radios fuos
in
i
conceptionis nutio , quando potijfimum cctcrx mu ,f- a porrigit , vnum tamen lumen efl , quod vbiqnc dtf-
lieres miferabilius affliguntur , Maria tota alacri-ccnfunditur do .
late montana confccndit , vt Eltgabet mimjlrarct : il1S 1 8 II Lucarini , per idea di Crifto , che Crifto
ol
e
fed & afccndit Bethlecm , imminente iam partu , ftando ,cinh Croce , benche oppreflo da moleftilii-
c
portans pretio fiffimum illud depofitum, portans mi dolori, ripartiua Ic gratie a i circoftanti.pofc crocc- ^r^c"
onus leuc . il Sole , ingombrato da i nuuoli , con la fentta ; ^
Maria 1X4 Maria Vcrnine grauida fu da Monfignor INFLVIT TAMEN; c ben f»rouarono quefti
Verginc Arefio figurata nel Sole , pofto entro vna nube , influfli, c Maria Vcrginc, chc lu proueduta d‘vn
grauida. coi motto ; ET LVMEN CIRCVMQVAQ^ figliuolo addottiuo , e S. Giouanni , che fu no-
D1FFVNDIT, mi chcmolto bene ferue alia bilitato con riconofccre in fuaMadrc laSignora
Moria rnedefima parturiente, dicendo Bcda in c. 11. dcIPvniucrfo , cd il Centurione, chc fu illuftrato
pactu- Luc. che j Omnis Sandorum bea: it udo de gloriofo
tieotc . yirginis vtero proccffit . Jmprcfa , chc parimenti
con Ia fcdc , ed il Ladronc, che n*andd confolato
Taradifo
byt-a*
conqucllc% care promeifej Hodie nucum eris in
Etfpio, dinioltn quanta fia 1'cfHcacia dcl buon cfempio,
* Mondo Simb. dei T. Ubb. Ticinelli . B 3 119
X
i* CORPI CELESTT. Lib.I.
✓ Fucati-
Itu. i x 9 Per Crifto Sacramencato il Lucarini di- 125 Si come ii Sole , che rifletre i fuoi raggl
pinfe il Sole , che delineando , riftringeua Ia va- fopra vn mar turbato , per colpa di quclla flut-
mci dei Aio globo entro 1'anguftic ervn picciol tuarionc non puo formar 1'imaginc fua nel mar-
vctro,co!motto;IMMENSVM IN PARVO; gine dcllondc ; c come dide ii Lucarini; FLV-
col quale fentimento S.Cirillo Gerofolimicano, CTVANTE NON DISPICIT VR ; cosi laGrariju
Fede.
Catechcf 5 . ragionaua dclla Santa Pede ; Fides in luce diuina , 6 fia Ia gratia dcllo Spirito Sanro , diaina.
mal
— ' puo
— comparirc in
: vn cuorc
— , chc
-L - dalle
J-,‘- vitio-
faucis verbis omnem tam veteris , quam noui te -
ftamenti cognitionem tnuoluit . fe paffioni fiacommoffo , cd agitato . S. Bafilio
Criilo 1 20 Per erprimere, che Crifto Sacramentato Magno Procm.in Ifaiam. Quemadmodu vultuum
ndljEu- ([ ricroua in cutte Ic particclle confacrate , fi imagines non m qualibet materia redduntur , fed
cauma. Valfc j Lucarini dei Sole, il cui volto fpiccaua in his dumtaxat , qua leuorem , & pcllucentiant
diftinto entro molti pczzi d' vno fpecchio rotto, habent : ita non in quibuslibet mentibus operatio
comparcndo ben formato, cd inticro inciaf-
cun de i frammenti ; ET IN FRAGMENTIS fpiritus
nihil obtortum. y fed inS. his qua nihilKhabent
Grcgorio obliquum ,
Papa 5.Mor.cap.jo.
INTEGER . Cosi il mio Vgonc Vittorinol. 3. 7\unquam commotioni contemplatio tangitur, nec
de Anienae. 50. Chriflus in [aeramento fer partes praualet mens perturbata confpicere ad quod vix
manducatur , & manet integer. Totus in calo, totus tranquilla valet inhiare i quia nec folis radius cer-
in corde tuo . Totus in fratio , totus in integro, nitur , cum commota nubes cali faciem obducunt i
T antum ejl in exiguo , quantum conflat e fle in toro nec turbatus fons mfpiacntis imaginem reddit 9
&c. E prima dilui S. Ambrogio Domin. 5. poft quam tranquillus proprii ojltndit ; quia quo eius
' Epiph. Singuli accipiunt Chriflum Dominum , & vnda palpitat , co in fc fpeciem fimilitudims
m ftnguhs portionibus totus ejl , nec per fingulas
obfcurat .
. minuitur # fed integrum fe prabet in fmguhs . 12 6 Quanto produce la terra ne fuoi viucn- ^
ti,c nel buio ancora dcllc miniore; e quanto
«M Slv 12* n^^cita di Maria Vergine , alzo il
® * Lucarini 1‘imprcfa dcl Sole in Oriente, coi car- produce il mare nclla vaftird dcl Aio feno, tutto
tcllo ; ET IN ORTV TOTVS LVC1DVS; e operato con la virtii dei folc , chc tacita , cd
nel qual fcnfo Crifippo fer. de laud. Virg. d lei occultamenrc influifcc , fclicira , fcconda ; che q
riuolto dicetia ; ^tue fons Iricis omnem hominem pero i Partcni; di Roma gli diedero-, OC-fcJl3L-#
illuminantis se S. Bcmardo fer. 1. dc AiTumpt. CVLTO OMNIA SEMINE, cd il P. Gain- oftetua-
Maria prafentia totus illuflratur orbis . berti ; OCCVLTO FALNORE ; infegnando i i taonc .
na AI Sole figurato fopra vn giardino , che Prencipi a confcrirc i benefici; fccretaincntc ,
con Ia fuaprefcnzaauualora 1’crbc , i gcrmogli, fuggendo le vane oftentationi , e i popolariap-
i fiori iScc. fii chi fopraferifle; DAT VIRES; plaufi . Tanto fi Iddio , di cui Sincfio Orat, de Lddio •
che ben dimoftra 1’cnergia , c vigore , chc dalla Regno. 7{equeenim Deus tanquam in fccna fe
prefenza diuina ridonda nelle fuc creature:
ipfum oftentat - fed tacita quadam via gradatim
contendens , iufli humanas res moderatur . Cosl
idi) 4<1' on<^c c ^ccua v” Diuoto .
Omnia florebunt profpiciente Deo .
E S.Gio.Crifoftomo Hom. 26J11 EpiA.ad Hcbr. Olcafiro in Exod. c. 25. ofleruando, chc 1’Arca
dcl tcftamento , tipo dlddio , dalfab dc i Che-
Si videmus mente femper Deum, fi femper in recor- rubini cra copcrta , fcriuc ; ConfiJera quxfo , quid
dationem eius conuertimus mentem noflram, omnia te hic admoneat Deus : famtnus benefattor efl , &
nobis facilja apparebunt , omnia portabilia, omnia nihilominus tcClus , vt te doceat benefacere , &
fufhnebimus , omnibus fkperiorcs efficiemur . nolle videri . Seneca 1. 2. dc Bcncfi cap. 9. Qua
12? Il Lucarini, per dimoftrarc i vari; efferti [accurrunt infirmitati , egeflati , ignominia ; taciti
Eucari- cagionari dalla Sacra £ucariftia,cosi ncll anime danda funt , vt nota fint folis quibus profunt \ nella
Hia , o de buoni, come dc gli lcckrati , fi ferui dcl Sole, qual guifa operaua S. Nicolo di Bari, como
tfuoi ef- che rifguardando 0 ncue , c (ango , c fpecchi , c nclla vita di lui puo vederfi .
fiori &c.operaua} DIVERSIMODE IN DI-
27 Non s’appaga il Sole, d’oflentarc in
VERSIS , cio che auuerti 1’AngcIico S. Tomafo faccia dei mondo la chiarczza dclla fua luce, md
nclla fua Scqucnza Sumunt boni , fumunt mali : fon enra, conforta , benefica le creature tutte; i
forte tamen maquali y vitd, vel interitus . cui dic di } ET LVCET, ET FOVET. Non
1 24 Lo ftcffo per interirci , fi come Iddio, co- altrimenti il vero nobile , edil bifon Prcncipc , Prenci-
niuone Perto ^ n°Ara carne potcua dal mondo effere non folamente deue gloriarfi dclla chiarczza dcl Pcfi^c”
* conoiciuto , meglio chc non cra prima * fece il virtu bc-ncfico’
SoIc.il quale riflettedo ncIPacqua, piu facilmetc fangiic,6dcllamacfti,
nefattiua vrilitaconne i profii-
, cd deue
, influire gratie mi
fi lafcia vedere , che nella fua propria sfera, c gli mi , c ne i fudditi . Giufto Lipfio Differt, ad Ai-
foprafcriffc ; REFLEXVM FACIUVS. Con- bertum , Se Ifabcl . Quemadmodum fol non lucet
cctto, con quale he variatione mothiaro da mundo , fed fouet , vegetat , animat , fic pepuli
Giufto Lipfio in notis ad 1. 1 . Polit. Pt folem t/e- Trinccps in fplcndore fuo commodat , & tuuat .
ficlentem non iirelio , fed in aquis intuemur : fic Claudiano dc Conful. Probi , & Olybr. rappre-
Deum in operibus ; c forfc lo piglio da S. Grcgo- fentando Roma , in forma di gratiofa Prcnci-
rio Nazianzeno l.a.deThcolog. cosi j Hoc Dei
peffa.fra
Mifcctur1'altre cofe,
decori per .qucAo capo la ccicbra ;
virtus
tergum efl quicqnid eum nobis fuo iudicio refert, vt
tamen illius naturam non contingat : perinde ac 1 28 Se il Sol nafcente fcco porra Ia chiarcz-
in aqua relucens folis imago hebetioribus oculis
za dcl; giorno;
Ferro fimilmentcORTV DIEM Vergine
anco Maria difTc 1’Abbate
nel fuo
adumbrat , dum illum ‘ipfum pra nimio puriffima
lucis fulgore , quo fcujum facile exuperat intueri Natale ; Felicis diei extitit nuncia , dicc S. Bcr- MirihJ
nequeunt .
nardo fer. dc Nat. Mari* > cd il Scrafico Bona- QaCc*tc •
uen-
SOLE Cap. V. 19
uentunin /pec. Virgin, rip. 9. a lei riuolco.
pariter in eodem loco , fi refero ben degni d’cffcre
0 Bciti Purgo , tues aurora de [ole procedens , & dalfuocodcllo Spirito fanto foaucmcnte illu- f
ortum [olis prxucmens , & in lumine [olis diem Arati , c incoronati , *4p p.xr nerunt illis difperfita
Crifto nuncias . Alia Rifurrcttione di Criilo , quando lingua tanquam ignis, feditque fupra Jingulos
rifot- rfci dallVtcro fcpolcrale all'immortaliti dclla eorum n. 3. cioc , come lpicga Santa Chtcla fer.
gente, vitaaddittarebbc l'unpre<a 1’jcr Cntologo , il v. infra o&auam Pcntec. Rcfponf. i . Inucmt eos
quale fer. 7 s . Rcfurgcntc C briflo fidelibus lucejcit concordes charitate * & collufirauit eos inundans
vefpcr , dies infidelibus renebreficit : Difcipulis nox gratia Deitatis .
j mutatur in diem , luditis dies vertitur, V mutatur 131 Ilraggio dcl Sole , rlceuuro entro vno
in nodem &c.
fpccchio,non lolamcntc non ifccma i fuoi fplcn-
Nafciu. 129 11 Ferro, al Sole eircondato da molte
dorij ma co quel rifleflo-, MAGCIORMENTE -fc
fteile dicdc; SIMILI AB ORTV, per ricor- RlLVCE; tale la diuiuiti maggiormente fplen-
darc.chcil ricco egualmente,edilpoucro:il dette, quando s'vni alia noAra humanitd nelTin-
grande, cd tl piccioio, cutti da limigiianti prin- carnatione dcl Verbo . Francone Abbate dc ^civcr-
cipi) fono dilccff , cio che auuerti Seneca Epift. Gratia Dei t. 2. Diuinitas in luto tanquam mago ^ #
44. 'Viato ait. Terminem regem non ex [eruu el[e in Jpecitlo refulget, & lutum tn Deum folidatu efi.
oriundum , neminem non [cruum ex regibus.Omnia 133 II Sole, che fpunta dairOricntc,conla
sjla longa varietas mifcuit, <T JurJuiii , deorjum Luna picna,che Aa in tramontarc, coi titoloj
fortuna vcrjauit , Cosi Bocuo 1. a.deconfolat.
Metro 5. LVX INDEFICIENS c de gniluAratidiCa- Confer-
falc , cd infcrifcc continuatione di virtu , e con- uaic •
Quid genus, & proauos firepitis { tinuo lucccllo di chiarczza , imprefa clie molto
Si primordia vejlra , hidcl limpatico con gli alfecti di S. Paolo 2.
Mullorcviquc Deum [pedes,
Cor. 3.18. Transformamur d claritate tn clarita-
Tiullus degener ixtat , tem ;euntes ab vna clara cognitione tu altam, dicc
Tiivitqs peiora [ouens , Tlnterlincarc e Nicolo di Lira fA claritate na-
Troprium deferat ortum .
turalis cognitionis , & gratia , in claritatem vifio-
Nel qual fenfo Agapico Epift. Paraner. diccua . nis beata .
Maiorum nobilitate ne quis delicietur: Limum
134 Per fimbolo di Prcncipe opprefTo da-» Prenei-
1 enim habent omnes generis autlorem , & qui pur-
periona, che da lui mcdcAmo tu fubunuw, c bc- Pc °P-
pura, byfioque turgent , V qui paupertate , &
aduerja valetudine affliguntur . neHcata,fcruc il Sole attorniato da i vapori , che PIC“°*
folpira; IPSE LEVAVI. Tale Artaxcrfcli vc-
130 Al Sole , che caniiua da vn tropico ali’ dcinfidiatala vitadai fuo figliuolo Dario , che
alrro , illuihando, cd allidendo da per tueto, cio giadaluicra Aato promofloal regno j Giulio
che ollcruo Claudiano 1
Cefare A vide aflalico , cd vccifo da quel Bruto,
Medium nondefcritvnquam ch cgli haucua foileuato ad ellcrc fuo Hgliuolo
Catii Tbabus iter,radqs tamen omnia luftrat .
c per confcqucnza fuccctiore aU’im-
Preseia D. .Uiego Saaucdra fopr-lcrifle. REBVS peno j tale ,,Salomone fi vede rubellantc in faccia
addottiuo
<lcl Pre- ADES T , inlegnando al Prcncipe ad allillere quel Geroboamo , ch*egli haueua promofioalla F.qbbro
in
aPe • propria perfona i gli interelli c dclla guerra , e Prefectura dc fuoi reali tributi . Scrue parimen- dcl fuo
de lia pace i Se ad ogiu altro affare ■, documento
che Agapito neiTEpili. Paran. u. 26. ricordaua ti queA imprcfa per chi e autorc dcl fuo male . male .
135 Al Sole mi panie conucnicntc ii motto;
a Oiuitimano imperatore . Optimi reges egregii ILLVSTRANDO NON SCEMA , 6fia.IL- *
tuum imperium , js omnia des operam perfpiccre , LV MINAT» NEC MINV1TVR, talcla gra-
nec neghgere patiare quicquam. Cosi AJcllandro
tia ddlo Spirito Santo , fenza fuo pregiudicio fi Gratia-»
Magno , pariando co' fuoi foldati. 7 Igbtl vnqua , comunicaaltrui , c libcralmcnte fi trasfonde alie <*,tt*M*
diccua J vobis preccpt , quin primus me periculis creature . CrifoAomo Hom. 3 5 . fopra San Gio-
obtulerim, qui [api ciuem clypeo meo texi. Qj_ uanni . Vt folares radvj fingatis diebus illuminant ,
Curt.l. 8. Ed Antigono ligliuolo di Demetrio , neque ex nimia copia vis eorum minuitur : ita , imo
prima dattaccare vnabattagha naualc, vdendo
longe minus fpiritus operatio ob accipientium mul-
1 fuoi foldati , che diceuano , che Parmata nc- titudinem remittitur . Anco il buou configlio , al Buon
tnica haucua maggior numero di valcelli , difle
parere di Guido Caloni nel 4. Emblema morale cofigEo.
che la prdeara fua propria , valciu inquei ti- c cosi rapprefentato ;
mento per molte naui . Me vero, inquit, ipfum Ilbuon configlio e vn fortunato dono *
Che dato non fi perde ;
prxfeuccm quam multis n, suibus comparat i 1’luc.
Apoph. Cosi la luce , che e dal Sol diAufa ,
131 II Sig. Giulio Auueduto ; 1'Auuiuato Communicata altrui, gii mai non fccma .
fra gli Scompofti di Fano , ha il Sole, i cui raggi 13 6 Ad honore dj San Tomafo d Acquino , ■
raccoglicndoli in vna palla di retro acccndono chc portando il Sole nel pctto.innamora de fuoi
Pcfca oppofta.col citolo; IN VNVM RE-
fcicntifici fplcndori 1’aquilc dc i facri Tcologi.cd S. To-
Vnione. D ACTIS, jniinuandoci quanto polia lavirtu abbarbaglia, c fpauenta i guri crcticali, fu dipin-
di molti iniieme miti \ opra dclla quale cd i fol-
dati fpargono dintorno vampe dhglonofacliia- to il
cd vnSoic.con
gufo, chevn da
Aquib,
lui fenche in lui ficoitpccchuua,
fuggiua cartello ; n^ui’
reita ; ed i Tcologi farnio vfcir la luco di Ctpicn- MORTIFICAT , ET VIVIFICAT, parolo
t illime dcciiioni contra i rubelli di S. Chrefa.
detccad honore dclla MacAa diurna 1., Rcg. 2. #
E baflercbbc ad illuilrar quciVimprcfa ii rac- nu. 6, Dominus mortificat , & viuificat , diducit ad
conto de gli Atti Apoftolici 1. 1. che rnentre gli inferos & reducit cioc mortificam noi 1 virij,pcr
. Apoiloli quali raggi dd diuino Solc;r rant omnes ▼iuificarci alia vircus c comc difie Ambrogio fer.
1
ab CORPI CELESTI.'
quando fia
lib.I.
in fua profcflion^ eccellente, operi
i7*^c Ician. Ttyuo pietatis genere in vno, eodem q‘,
.? homine impius,& adulter occiditur : yt mifericors con pronta celcrita cio che vuole. Cio che fi of- Celeri»
ferua ne gli Oratori, Pocti, e ne gliartcfici.
.,„1^° renafeatur ,& caflus . Interimitur idololatria,* t Giacomo Robufto fopranominato il Tintorct- vimio-
* religio propagetur. Fornicator , & ebriofus extrn -
guttur: vt continens , & fobrius procreetur. Sic to , mentre alcuni giouani fiamminghi,venuti d f0 cccei.
ego mortificae Dominus ,yt viuificare faciat : ftc vifitarlo , gli moftrauano alcunc tefie , da loro lente •
occidit , yt profit , ftc yerberat , yt emendet . difegnate , con patienza, e diligenza cflrcma;gli
S. Chie- 137 idea di Santa Chicfa e il Sole , contra ii ricerco quanto tempo vi fi foficro occupati . E
I'01" quale bcnche sauuentino e draghi > e bafilifchi, rifpondendo , chi dicci , e chi quindeci giorni ;
4
^cguira^ c^c tajj (*OQO tretici , ed i Gentili , ad ogni cllo , intinro il pcnncllo nel nero , tratteg^id
modo non pollono ne offiifcare i fuoi fplcndori, con pochi coipi vna finura , e toccandola eo i
ne renderJo in veruna parte mancante , 6 fcolo- luini di biacca , Ia conduflc in vn momento ad
ritoj protelando i moliri ifiefli contrai! Sole ccccllenza fiupenda , dicendo ; Noi poucri Ve-
Gouentat i , che qnei piancta ; NON PALLET netiani non fappiamo difegnare , che in quella
NOSTRIS. Tanta enim diuinitus foliditate mu- guifa . Carlo Ridolfi Vite ae i Pittori p. a. Eli-
nita efl, dicc S. Leone Papa fer. a. in ^ Inniuerfar . labctta Sirana , Pittricc Bologncfc , la tcnicc def
^Cffumpt.fua dclla Chicla Romana , e Pede Cat- noftro fccolo (che pochi mefi fono dalla Parca
tolica , yt eam neque h.cretica ymquam corrum- inuidioft in fua giouanilc cti fil rapita al Mon-
pere prau it as , neque pagana potuerit fuperarc de) operaua con tanta ifquifitczza , che obbli-
perfidia . gaua i primi Prcncipi dclPEuropa , d richicdcrla
Coftcet- 138 Pcrla Conccttione di Maria ferue, il con viuc inftanze dclle fue marauigliofe pic-
tione di Sole , che fpunta dal mare , co'l titolo ; HINC ture e; cosi francamcntc poflicdcua Parte ; che
PROCVL VMBR/E, ben di Ici dicendo S. Gi- lauoraua piti clla in vn fol giomo , che non hau-
rolaino che ; T^unquam fuit in tenebris , fed rebbero fatto quartro pcritilfimi pittori .
5
femper in luce . Anco Ia prefenza d'Iddio , & 141 Che nclla via fpiritualc noi non dob- Speran-
quella de i noHri maggiori e limile al Sole , che biamo attriftarci , ancorchc manchino tal volta za*
Preseza fgombra da noi Pombre dellc imperfetr ioni,c de le confolationi , Pinfegno PAbbate Certani, con
«PIddio, j peccati. Pietro Crifologo fer. 1. Inter propin- la pitt ura dei Solo , che tramontaua nel mare,cd
Vtorum non valerj delifla ycrfari.Tropin- il verfo. NON ANDRA' MOLTO, E
£»on . iuorum oculi , tot lucerna . Dies efl afpeffus N’VSCIR/.’ PIV BELLO. Giacomo Billio
matris: fol T atris rutilat in vultu ;yndc yiucnti 1. 2. Anthol.
infer tot virtutum duces , criminum tenebra pro- Efle quid hoc dicam, quod qua dux ante Magoril
pinquare non poffimt. Certa diu fuerat flella repente latet i
7iec tamen ipfa latet femper, fed tempore paruo
1 3 9 Pagano Doria , con Pimprefa d’vn Sole,
Virtd c^c trappaflaua eo i raggi i nuuo!i,che fe gli op- abdita 9 pofl lumen dat redmiua fuum ?
perte- poncuano, e portaua il motto Spagnuolo; Scilicet htne doceor nimium de Corde dolorem
guiuu. AVNQVE VOS PESE, cioe. A VOSTRO Vellere , cum fubito lux procul omnis abiti
MAL GRADO, fignificd, fi come il valorc 7{am modo me refti Jludium non deferat ardens ,
dclla virtu sapreualcrc, e fuperarc ogni con- Fanor e cum magno lux redditura mihi efl .
trado, ed oppofitionc, che da gli cmuli maligni
pofiaeflerle fatta. ha 143
il Sol L'Infaticabilc frd i Fiioponi
nafccnteco l cartcllo ; MOTVSdi Piftoia
ERIT Oper.t-
•¥• 140 Si come il Sole, ed illumina con lafua
luce , ed anco offufea con la fua prefenza le ftel- od auido negotiante , che non troua ripofo piu 3 1
REQyiES,encdimollravnolludiofo3(fiduo, a#
le , e puo fegnarfi coi titolo ; 1LLVMIN AT,ET foaue , che nel Ia continuatione dei la fatica. Pno
anco applicarfi a Prcncipe crandc , ii qualo
Icmc^ OBSCVRAT, mentre viene raprefentato su
rOriente , con le Helle che fi vanno perdendo di prender volendo qualchc rclpiro dalle latiche
villa, qtiadrandogli ancora; EX LVCE TE- molefie dclla corte , e dei goucrno, s*applicad
NEBRAS: cosi dalla virtu eccellente di perfona gli cflercitij dclla caccia ; cio che fommamente
lcttcrata,cfi riparte chiarczza virtuofa a gli gradi a Ferdinando II. Imperatore , di cui il P.
altridi fiuprofclfione , e riceuono di minutione Lamormaino e. 19. jlnimo recreando , corporique
di gloria i fuoi minori. S. Iiidoro I. de mundo e.
exercendo fuo tempore aliquid tribuebat. Fenatio-
a 4. Sicut omnes flella d Sole illuminantur ; itd nt , & aucupium a prima ad yltima at at t amauit.
fanfti d Chrifio gloria caleflis regni glorificantur . 144 AI Sole, che fpande i fuoi raggi fopra
Et ficut pr* fulgore folis , & vi maxima luminis rn campo tuito pieno d’albcri d*ogni forte ,
eiufdem fidera obtunduntur ; ita & omnis fplendor
i , ficrili, frurtuofi &c. Enrico ^rcjd-
fanttorum in comparatione gloria Chrifli quodam- hamefc ,picciol
grandi foprafcrinc ; OMNIBVS SVFFICIT ,
modo obfcuratur . tipo di Prcncipe a rutri benefico, ed imagine
14; II Sole , che co’l fi (far i raggi nel la nnbc dclla prouidenza diuina , che d tutti riparte le Proui-
oppofia , e rugiadofa , in vn momento vi forma
fue gratic , e le illuflrationi . Chrifli regnum , & <j cnzi+
Parco baleno , parucmi che mcritalfe il motto ;
, fcriucua Tertulliano 1. duuoa*
* CON VN GVARDO LO FORMA , E LO aduerf. ludxos porrigitur
nomen ybique e. 7. ybique creditur , ab omnibus
DIPINGE; fimbolo d’Iddio, che dotato di gentibus colitur , ybique regnat, ybique adoratur ,
Virtil virtu infinita , non ritrouando contrafto al omnibus vbiq; tribuitur aqualiter : non Regis apud
illum maior gratia : non barbari alicuius imperio fi
diuina. /burano fuo potcre e fapere , in vn batter d*oc-
chio riducc ad cfietto tutto cio , che vuole ; Ixtitia , non dtgmtatum , aut natalium cuiufquam
Onde PCal. 148. 5. Ipfe dixit , & fafta fune : itfe di feret a merita , omnibus aqualis , omnibus Rex,
mandaujt 3 & creata funt . Ciafcun virtuolo , omnibus Judex , omnibus Deus, & Dominus efl,
Ch
e
SOLE Cap. V. ir
Coceta- 14? Chc {'anima giufta, 6 fia contcirpla- che fi richiede ne i Prelati , al goucrno de i fud- Dcftrez-
p atuio. tiua.bcnchc foggiorni in terra, viua follcuata ditijj^iji enim prx funt populis, dicc Beda in Prou. di
al c icJo,e polia dir co PaoIojT^^ra ante coucrfa-
, femper * £C iC0 *
tio m colis cfl Philip. 3. ao. Io dimoftro il P. Ab- 25. 5. Si volunt
hilaritate firmumplenos
, & grana vultus fuum
effe folium exhibeant , ne
bate Ccrtani, faccndo ii raggio dei Sole proftefo per arrogantiam rigidiores effedi , in multatione
/in su la terra , fenza punto ttaccarfi dal Sole,col incidant populorum . Inqucftaguifa laSapicnza
titolo; HAERET ORIGINI-, concctto di Se- diurna; Jcningit d fine vfq\ ad finem fortiter ,
neca cp. 41. lh‘tm.idmodum radij folis contingunt arriuadaper tutto ,cda per tutto gouerna;c
quidem terram , fed ibi funtvnde mittuntur ; fic cio con manicre tutte foaui , c delicate , & dif-
animus magnus , & facer in hoc demijfus , & ponit omnia fuauiter . Sap. 8. 1.
propius quidem diurna nofe ens ,conuer fatur quidem 149 La potenza dei gran Monarca dclle
nobifeum ,fcd bxret origini fu*. S. Macario Hom. Spagnc e cosi grande ; che riccucndo qualche
5. Peri Cbrifliani diferepant ab vniuerfo genere rotta , non folainentc non rcfta dcbolc , ma piii
hominum , in eo quod animus , atque intclledus che mai campcggia rinuigorito di forze. Efpref-
Chriflianorum cogitationi cxlefiifemper fit deditus ,
fc qucfta marauiglia vn bciringegno , co*l figu-
ater naque bona contemplatur propter communica- rareIi raggio fo lare, che pallando per vn cri-
tionem Spiritus S and i ; quia furfum ex Deo nati ftallo di figura lenticolarc , cd iui rcftando ri- potcnIa
funt &c. frarito , riunito nella parte oppolla in vn punto ^
145 II Sig. Carlo Rancati, ncIJa promotione dellaua viuaci fiamme , a cui diede FR ACTVS Cattoli-
dcl Sig. Giacinto Orrigoni al grado di Senator ROBVSTlOR ; fpiegando feftclfo cosi i co.
Regio di Milano , figuro vn Sole , che rifletten- Illius radij vel aduerfo Marte fradi ,
do entro vno fpecchio,tramandaua i Iumi fopra y eluti per vitrum lenticulare robufhorcs emicant ,
ac in vnum coeuntes ,
Cotapa- alcunc cafc » co[ mottA ET PROXIMA
incendiarqs mutui amoris facibus
gnia . MICANT, inferendo, chc ne gli holiori d'vn
tanto foggctto, anco la fua patria di Varcfc , ne belligera fpolia abfumunt .
nr/faua altamcntc iiluArata , fpiegando i fuoi Si chc qucl gran R£ , valcndoli dclle parolc di S.
penfieri cosi } PaoIoa.Cor. 12. 10. dir potrcbbcj Cum infir-
Dum rutilat phabi fpeculum fplendore corufci , mor , tunc potens fum .
Inde nitore fuo proxima eunda micant .
Dum fulget Ongone nouo fplendore Curulis , 150 Ipcrbolc ben grande fu quclladVnbcll*
Ingcgnojchc nclfcfcquic d'vn Prcncipc , fece
'Hsflra decore tuo Vatrta clara nitet . imprefa dcl Sole, in atto di tramontarc c di
In taor- Come al tramotar dcl Sole. NIGRESC VNT feppclirfi in occidente , coi cartcllo. DIGN VM Crifto
te. OMNIA CIRCVM; cos) nella morte di Fi-
lippo IV . tntti i fuoi regni da negrameititia ri- NEC SIDERA FVNVS; il qual motto riu-morco.
fcirebbe opportuno, trattandoii 6 dclle efequie
raafero ingombrati . Concctto da i PadriBar- di Maria Vergine, 6 dclla morte dcl Rcdencorc,
nabtti , ncH'efequic di qucl Monarca cosi alPoftcquio de i quali , le ftellc iftclfc darcbbero
fpicgato men degno tributo di riuercnza , c di feruini .
Mergitur occiduus vix gurgite Thccbns ibero 1 5 1 La morte dclPAuftriaco Prcncipc Cat-
Mq\ rapit fecum , quam tulit ante , diem ; tolico , Baldalfar Carlo, vnico figliuolo di Filip-
Obruta cum tenebris nigre fcunt omnia circum ,
poIV. feguendoin temni oltremodo intorbi-
Squallenteq-y orbem mceror , vmbra ttgit . dati da guerre crudeli , Iconuoltc di prouincic ,
Dum triflis occa fu noflro fugis orbe Tliilippe , ftuttuat iom di regni , c fcditioni di popoli , non
Heu nos quam caca nodis imago tenet . ferut , che ad accrcfecre i timori di nulilfimc_*
In taor- Cal/.a molto bene nella morte di Crifto , poichc confcqucnzc. Che pero Carlo Rancati fece gra- Morte
O11I0 *d*bora Matr.
terram •, Tenebra fadx funt fuper vninerfam
27. 45. tiofa imprefa dcl Sole , che tramontaua , co*l ti- . *>rcn*
DVPLICAT VM-c,pc*
147 Enrico Engelgrauc, figurando il Sole in BRAS CRESCENTES
tolo; , tolto da Virgilio Eclog. 2. v. 66.
arto di trafmettere i raggi peri Jcgni d’vnagc- ^Afpice aratra iugo referunt fufpcnfa iuuenci ,
lofia , gli lbprapofc ; T R A N $ I T , NON Et fol CRESCEVJES dcccdcns DrPUCAT
yMBRjlS .
Crifto FRANGIT , cd applico 1'Imprefa a Crifto ri
152 11 corpofolarc, che pofto nclPaltczza
<u;a U” (orScntc » c^c vlc) da 1 niarmi fepolcrali , fenza
Ipczzargli ;cd anco entro nel ccnacolo fenza., dcJ ciclo , ricfcc i gli occhi noftri di non molta
frattura vcrtma dellc porte , che fi trouauano
bcnchiufc, c puntellate. Nc! qual argomento grandezza;aftai maggiorc nc fi dimoftra,quand*
S.Ilario, nella Catena diS. Tomafo Matr. 28. c giimto aU'occafo;ci6 chc molle vn Accadcmi- Valore-#
IN OCCASV.Im- inmor-
su Ic parolc ; .Angelus Domini &c. accedens reno- coa opportuna iMAIOR
prefa fopraporglij pcrfonaggio,chc piii chc mai
luit lapidem , commenta ; "Hon vt egrefiuro Do- co opere croichc fi fia fegnalato nel tempo della
mitio ianuam pandit , fcd vt egrejfus eius iam faci i morte, qual fu Sanfonc.che maggior numero de
Crifto hominibus cflet indicium. Oui enim mortalis claufo i nemici vccife fu’l punto della fua morte , di
nafccn- Virginis vtero potuit nafccndo ingredi mundum , quanti fi hanefte cftinti nel corfo dclla vita.
* . tpfefadus immortalis , claufo fepulchro, potuit re -
furgendo exire de mundo . SOLE NEL ZODIACO
148 11 Sole , che per Ic filTiirc d’vna fincftra
infinuaua i fuoi raggi entro vna ftanza , co'l ti- Capo VI.
toloj NON VI /SED VIRTVTE , fu dclP
155 "W" L Conte EmmanueI Tcfauro,al Sole,
A bb.it e D. Giufcppc Pallauicino , mio Conca- I che fenza deuiar gii mai , corrc per la
ponico,pcrdimourarc la deftrczza manicrofa A linea ccclitica, U quale per lo mczzo
CORPI CELESTI. Lib.I.
diuidc il zodiaco , dicdc Ic parolc , chc da Clau- DIOR , NEC DEVlO;evoIIeforfcinfcrire
diano fiirono in queilo propofito fcricccj ch*cgli con gencrolita leonina , non fi ritiraua ,
Equita MEDIVM NON DESERIT VNQVAM ; c bcnchc contraftato da grauiifime guerre , ne
incorot- puo fcruirc i pubblico miniftro , 6 Prcncipe, di dcuiauapuntodalla giullitia, effendo rcttc,e
• giuftitia , c rectitudine infleflibile i chc non fi legitime le fue pretenfioni sii quel Ducato,li
piega gii mai a ni (Tu no cftrcmo vitiofo . Filonc dic ben dimoflraua vn ctlore coflante , retto , c
iib. Quod Deus fit immutabilis , verfo il fine» gcncrofo. Seneca ep. 120. in fine; Hoc ergo d te
"Nec ad dexteram , nec ad fimflram d regia via de - exige , vt qualem inflituerisprxftan te, talcnu
flettendum cfl , fed progrediendum per mediam. E vfque ad exitum ferues. Effice vt pojffis laudari : ftn
minus , vt agnofei .
rei lib. de Creat. "Principis introducc vn buon R£
a dire ; ^iffequar , con la dirctt ion ; ddla diuina
157 Animo moderato , che s’acconrenta dei Cocen*
leggc vt in neutram partem deflebam , velut m fuo , dimoltra il Sole nclla fafeia dd Zodiaco , tarfi .
xqutltbrio , reda , reguu\i yia mandatorum ince- fegnatodalTaffo,coI titolo ; NON TRANS-
dens firmis pajjibus , nec vnquam offenfaniibus . GRLDITVR, ncl qual propofito Seneca ora-
Talem enim nam Moyfes folet appellare regiam , to da Giufto Upfio Mandunt, lib. 3. differt. 5.
qua uuer defedum , <? nimietatem , tramitem Tipflris gaudere debemus , nec maiora domeflicis
tenet medium &c . cupcre . Scruc ancora per idea di perfonaggio
Mode- 154 Per lignificare Ia modeftia , & modera- grande , che fc bene fi rroua con molta autto-
Wttone. tione di Fibppo III. Re di Spagna, Lmanuel
Tcfauro fece imprefa ael Sole nelTeclictica , coi rita , e potenza : ad ogni modo , moderando fe M0^®"
motto i CONT ENT VS MEDIO, concetto ftclto , non trapafla quei fegni , chc dall ‘equiti
gli vengono prefifii . Delia qual moderatione fi
di Claudiano , de 4. Conful. Ho torij ; pregio Sincfio Vcfcouo Epilt. 57. Erat hoc mihi
♦ — Limite Phoebus diuimtus tributum , vt cum ego audoritate pluri-
Contentus medio \ contentus littore Pontus . muni pofiem , tum honefiiffima quaque vellem . (jJcn£c^
Ncl qual propofito apoftrofim Io alio fteflo Re , Altri 1'alTunfe per timo di vero obbediente .
& (acendo allufionc ali ‘Imprefa di Carlo V. chc 158 Bcncdetto Calino , il Prefilfo fra gli Er-
aJzo le due colonnc» coi motto» Plus vitra , ranti di Brcfcia , al Sole nclla fafeia dcl Zodiaco
canto cosi ;
fopraferirte ; NON EXTRA , che inierifcc mo- Mode-
Quas .Auhs attonito pr.euerterat aquor c metas »
deratione , equita , e giullitia quale inferi Giu- rad°nc .
Couflituis menti magne Philippe tua . liajio Impcr. Libello de Regno ; hora dc i Re
Prafcriptas altjs metas qui fuflulit , & qui buoni, dicendo; Nsn vtipot entia fua ad qux vis;
Has Jibi prxfcripfit , Hercule maior erat . ed hora , T^on tantum egere confilio , fed modera-
E perchc quefio gran Monarca mori i 1 cta di tione quoque in exequendis ijs, qux funt conflit nt a.
/ quaranfanni » chc fono appunto la meta di Puo anco il Sole, che non rraualica la fua linea, e .
quelIi,chepaionoaflcgna:ialIa vita de i Per- porta il inotto ; NON EXTRA figurare qual
(onaggi piu fcgnalati ; Si autem in potematibus fi voglia perfona difereta , che operando non_
cdogmta anni Pfal. 89. 10. percio foggiunfc cfce da i termini dcllafua profcflionc , c dd fuo
qudValtro Epigramma , nel quale anco s’allude (lato . Per quefto rifpetto S. Ambrogio Ioda il
ad vn detto , che folcua effere famigliar edcl Re
defonto ; buon goucrno , oficruato nella cala d’ Abraamo;
ouc cd cgli , come Padrone , fi rroua d'auanti la
Contentus medio virtutum limite Princeps porta, intento ad inui rare i pcllegnni; cSara
Dicere confueras , nil fuperct medium . lua conforte ncllc ftanzc interiori , intenta ad
Cum tibi dimidia neuifet flamina vita alicilir i cibi , c preparar Ia menfa ; Foris maritus
Parca memor dixit \ nil fuperct medium . inuitat , intus Sara conuiuium adornat. 1. de Abra-
Petfe- 155 Pcrfeueranza immutabile inferifee l*im- hamcap. 6. quod pietatis cfl vult effe commune ;
UOtaaa , prcfa dcj Sole t figurato fopra 1’ecclitica , linea quod pudoris , integrum manet Sarx . Si chc tanto
polia nel mezzo .illa fafeia dei Zodiaco, coi mot- il malchio , quanto la feminina , fi contcne nano
io i N VNQVAM DECLINAT; 6 fia; IN- ne i proprij termini ; c non vfriuano dallaloro
DECLINABILI GRESSV i 6 per boc>a dei sfera. Molto bello in quelto propofito ricf« c il
Sole; HINC NON RECEDAM; 6 coiPar- raccouto dcl Botcro Dctti memorabili p. p. I.a.
tcnijdi Roma; N VNQVAM ALIO; 6 vera- Mcntrc S. Bafilio Magno , con Valente Impera-
tnente con altri ; S E M P E R IDEM SVB tore Arriano, ftaua difeorrendo dclla veriti
EODEM. Seneca epift. 3 5 . Trofice , & ante Cattolica ; vn certo Dcmollcnc , capo de i
omnia hoc cura ,vt confies (tbi . Quoties experiri Cuochi dellTmperatore , cacciatofi auanti,
voles an aliquid dum fit , obferua an eadem velis penso di confondcre il Santo ; md tacendo nel
hodie t qux hen. Mutatio voluntatis indicat ammit difeorrerevn barbarifmo. S. Bafilioforridendo
nutare aliubi , atque aliubi apparere , prout tulit dilfc ; Habbiam pur veduto vn Demoftcnc fenza
ventus. Ns» vagatur quod esi fixu, & fundatum. lettere . Indi riuoltofi i colui , foggiunfc ; A te
Jflud fapienti perfcdl contingit aliquatenus & tocca procurare , chc Ic viuande di Cefare fiano
proficienti , proui doque. Airinuiiutabiliti diuina ben conditionate , e lragionate ; c non di gua-
ubjliti chi applico 1’imprcfa dd Sole, con; $EM- ftar la dottrina di Crillo co Ic tuc impertin nae.
dirnru. T£R JDM . p^efie Malach. 3 . 6. Ego enim Do-
minus, & non mutor . 159 Pcrche il Sole ne fuoi rigiri,hora s*inalza
al tropico dei cancro, ed hora s^bbalfa fi.oa
15 6 Carlo I. Duca di Mantoi , fra i trauagli,
quello dd Capricorno , auuicinandofi aU'vno,&
chc fofferiuaful principio dd fuo dominio in airaltropolo , per potcrc in tal guifa bineficare
quella Citca; impronto il Sole fri la Libra, cd il Tvniucr(o , ne ni fatta imprefa per m Prcdica- prc<ji-
tore ,il quale pergiouar i tum vfuua catorc.
uwita» Uonc P¥olc> NEC RETROGRA-
ma-
SOLE NEL ZODIACO. Cap. VI. 23
materia propofta, e digredi ua i materie morali, 6 pnre quando , quafi ariete , cadde fucnato fui
figurandofi iJ Sole ncl Zodiaco, coi titolo; monte Caluario ; & fient agnus coram tondente
• OBUQV E , ET VBIQVE* tali fono i dettami fe obmutefeet Ifa. 5 3. 7. termino 1'inucrno dclla
della canta ; c tali erano 1 portaoienti di S. Pao- lcggc Giudaica , e comincio la primaucra delta
Incar-
lo , ii quale z. Cor. 9.20. Fadus fum ludxis tam-
quam ludaus , vt ludxos lucrarer ; tjs qui fub lege Icgge, venit
erat di gratia
Chriftus aduentu
. Mutefecit m .Chrifli
aflatem omnia ruuonc*
Tunc bycms
funt, quafi fub lege effiem - vt eos qui fub lege erant erant florum indiga , nuda virtutum , paffus efl
lucrifacerem ; tjs qui fine lege erant , tamquam Chriflus , & omnia c ceperunt noux gratia fac unda-
fine lege effem (cum fine lege Dei non effem ,fed in ri germinibus. Cosi feriue Ambrogio ad Cap. a.
lege effem Chrifli ) vt lucrifacerem eos qui fine lege Canr. 5. 1 1 . fer. 6. in Pfal. 1 1 8.
erant. F alius fum infirmis infirmus , vt infirmos 1 6 z Quanto ne riefea gioucuolc la prefenza Prcfcn-
lucrifacerem. Omnibus omnia fadus fum,vt omnes
facerem faluos. Quindi il Beato Loreiuo Giulli- d'Iddio , lo dimoiirai coi lare alcunc viti , cd al- J* d’ld«
beri sfrondati , ed il Sole ne i fegni di primauera d,° C
niano de Triumph. Chrilti Agone c. 4. Tranf- co*l motto j ACCEDENTE FLORESCENT , *
formemur in fingulos, communicemus nos omnibus ; etfetti , che tocco in parte Claudiano dc 4.
ttaut itlud .A poftoH compleatur in nobis ; Omnibus Conful. Honori;.
omnia fadus Jum , vt omnes lucrifaciam. Seruatis Tum cimfpicuus ygratufque geretur
dumtaxat modo , menfura , tempore , & rationabili Sub te tefle labor .
iuduio char itatis .
Ed Origcnc , in Iob , pariando dclla virtu, & effi-
cacia dclla Santa Fcdc } 5rc«r fol, mfi vibra u erit
C ufti Figurati uo di buon Paarc di famiglia, di
fuper faciem terra, nullus ex frudibus eius crefcit ,
” Prclato, Giudice, 6 Prcncipc e il Sole, che
Atnto egualmente fi trattiene in tutti i fegni dcl Zo- neque adolefcit , neque mature feit . Similiter mfi
fafficic-i diaco , al quale percio io dicdi i /£ QJ/ E per fidem veritas refulfcrit in ammabus hominum ,
*• 1MPART1TVR . TantgnclIaMadhidiuiiiaof- nunquam erunt acccptabiles coram Deo .
feruo S. Cipriano EpilVad Fidum. Deus vt per -
fonam non accipit ,fic nec elatem , cumfe omnibus 16$ La terra', c le piante, ingombrate dalla
fquallidczza deirinuerno , inalzandoli il Sole nc
ad cxleflisgratix confecutioiu. ru squalitate librata
exhibeat parem. Cosi Giouanni Crifoflomo i icgnidcITarictc, c dcl toro, fi vcftono d’er-
baggi , s’ingcmmano di fiori , s adomano di
Eaeari- della lacra Eucariftia difeorreua Hom. 4. in z. frutti , alie quali puo darfi. ASCENDENTE
Thelfalon. Ynum omnibus corpus proponitur, & FLOREBVNT ; c non ait riment i , afccndcndo Afccn_
poculum vnum , cunila nobis , OP vobis paria.ifon Crifto , fol diuiiio , su 1'altczza dc i cicli , la fionc
enim nos abundantius , & vos minus de facra terra della priinitiua Chiefa di gratie numerofe Criito.
menfa participamus ,fcd ALQtfE ILLAM vtique infiorita,e Icpianticcllc dc i fcdcli di fanti frutti
pariter GJ^ST MMVS - Omnia nobis paria , eadem impretiolice comparuero. Tomafo di Villa-
falus , eadem vita , cu eodem vtique honore datur. noua Cone. 2. in Afcenf. Domini j Sicut enim in
160 Monfignor Arefio , in vno de frontifpi- vere , afeendente Sole fuper capitis noflri geniti) ,
cijdcllefuclmprtTc, hi il Sole, figurato nc i terra prius flcrilis , & arida , herbis , virgultis
Studio.
• fegni dd Zodiaco , con rinferittione ; FlCTVS flofcuhs vernat : arbores frondibus , floribus , &
LABOR,c vuol forfi dire*, che fi come il Sole frutlibus vcftiuntur : ita Chrijlo in xtbera confcen-
girando di continuo , non fente fatica veruna; dente , arida Ecclefia facies multiplici gratiarum ,
cosi i Lcttcrati , lliultrando co i loro volumiil & chanfmatum varietate refloruit .
mondo,e paflando da vna opera ad vn'altra, 164 Per lo ritorno d*vn gran perfonaggio ad
non prouano che fatica finta,ii tutto pcrchcil vna Cittd , 1'Abbate Ferro dipinfe il Sole nc i
guilo dclla virtu non permette , che reltino dal fegni di Primaucra ; e lo fegno con le voci di
fcnfo delle fatichc foprafatti . Anco il feruo Boetio dc Confol. Mctr. 3. R E D I T V QV E Ritor-
giooc • > cj,c camina per la via della perfettione,
non fente veruna fatica , bcnchc faticofa , c fco- SVO SINGVLA GAVDENT ; motto qua-narc*
drante a marauiglia alia Rifurrcttionc dcl Rc- Rrflir.
fccfa lia la ftrada dei Ciclo . Quindi i ferui d'ld- dentore , nclla quale canta la Chiefa . In refurre- rcttaonc
dio fono chiamati damme , c cerni ; Mdiuro vos d tone tua Chrtflc , allcluia ; cali, & terra latentur di Cri-
per capreas ycetuof que cqmporum &c. Cant. 3. 5. &c. E S. Grcgorio ncll’ Encomio Pafqualc *, fto .
ouc prccifamcnte fi diconocerui di campi, c non Exuite t iam angelica turba calorum - Gaudeat &
di monti,comc in fatti piu propriamete fi douc- tellus tantis irradiata fulgoribus &c.
uadirc, gii chc c Dauide; Montes excelfi ccruis , 16$ L' Abbate Ferro , ad honore dcl Cardi- Adole-
cantauaPfal. 103. 18. e Plinio L 8-c. n.glidi- nalc Antonio Barbcrino , i:hc prccorrcua con la fcenza.»
moftra anch'eflb trattenuti fra i dirupi ,cfrai
virtu il corfo delfcta giouanilc , fccc il Sole nc i v,uacc •
monti ; il tutto pcrchc gli amici d'Iddio , con_» fegni dcirEfiatc , co’l motto cauato da Boetio ,
taotafacilititrapaflanoi monti, come fc fof- CELERES EXPLICAT ORTVS. Ncl qual
fero pianurc , c con tanta fuauita fuperano le argomento feruono appcnncllo gli elogij chc il
fetichc, chc protcftano di non fentir fatica. Re Atalarico tormoad honor di Felice, giouanc
Ceruos camporum dicit , commenta Gilibcrto , di rari talenti , da lui promolfo alia digniti di
quod iliis quxltbet afpera, cr ardua qualibet, plana Queltorc . luuenem re folus decor oflendit , ab ore
funt & peruia , & inofenfis expofitx curfibus , primxuo cana verba manauerunt . Contendit flos
quafi planioris aquor a campi . xtatis , & maturitas mentis &c. Cailiodoro !. 8.
161 Al Sole ncl fegno dcl l*Ariete fu fopra- Var.cp. 18. Parimcnti puo quefto motto infe-
feritto i I A M HYEMS TRANSIIT , cosi rirc ia prontczzadVn grande in ripartir ie gra-
quando Jddio prendendo noltra carne , entro
tic i chi le chiedc, cd in attendere co follccita vi- Sojleci-
ncll* Ariete j Emitte agnum Domine &c. Ifa. 1 6. 1 •
gilanza i i bifogui ddja prouincia . Cosi Atala- wdlQC*
rico
*4
Per-
SOLE NEL ZODIACO. Cap. VI.
Percite il buon giudicc dene vfar Ia pariti, e di prcgiudicare colui , da! quale hi riceuuto no-
bililfime beneficenze. Tale hi quctla di Nerone ,
1'vgguagjianza con tutti , nel qual propofito chc leuo la vita ad Aggripina , dalla quale traf-
Lina nuci Tefauro nclla Genealogia di Cnito
foL 74. rosi . le la vita ,* tale la Giudca , tanto da Cnllo glori-
Danam xqui/Jimum indicem Libra prafagie , ficata , molfc tutte le machinc per ofeurar le fue
Qua nodem, dicmq «e, hoc efl ponas, & prcmia glorie , contra la quale Giouanni Cnfollomo
Tari lance fufpeniit Hom. 69. in Matt.cosi; Ifvjre ocadiflts Cbnflnnt
oludail -Xn quia vos honorant t qma cum
Attra», e co.| qU1| motto j niarauiglia bene (i rapprc-
cfiet Deus, homo propter vos fadus efl ( Un quia
™ fenta rn pefietto Criiliano , chc diuide la pro- innumera ad [alutem veflratn miracula fecit i Un
F ’ pria vita nelle operationi dcll'attiua , intefa nel
giorno,edc!lacontcmp!atiua, infinuata nclla quia peccata dimittebat { -An quiam regnum vo-
notte , cosi per fappunco S. Girolamo 1. 3. in tabat &c.i Quid oportebat me facere vinea mea,
cap. Jf.Prou. Situs totus labent is jaculi cur jus <b~ non feci , ait Dommut l Ideo ingratam mentem
perenni iiei , ac nodis alternatione variatur , tdr eorum , & imumeris beneficqs contraria cos fem-
thes quidem ad opcrandum,& nox ad quiefeendum per relribuiffle oflendit .
naturaliter condita efl: fle totum proflent is Ea cie fi a 173 Mcntre Ia Luna , coprendo il Sole.ca-
tempus gemino quodam quietis, & operis flatu gionaladiluiecclilli, Monfignor AfcanioPic-
difeernitur .
colomini , la fcu (a; dicendo, chc fi: bene Io ri-
a 7 1 Qnanta fqualidczza, e miferia fourafti euopre , non pero lo prcgiudica ; INNOCVA
TAMEN , 6fia; INNOCVA TEGIT i cosi le Calun
Abfen- alTinjme, e ncITablcnza dTddio, lo dimoftra_.
x» <1 Id- J'imprcf»U'akunc piante fronzutc, e frutcuofe , pctfccutioni , i trauagli , e per fino i fepolcri rm non
pollono adombrare in parte , ma non realmcnte offende
co'l Sole ne i fegni di Sagittario , c di Scorpione
da me fegnata coi motto .RECEDENTE prcgiudicare alia gloriofa chiarczza d'vn vir- la vini .
SQVALEBVNT. Si ipfle efl beatitudo noflra , tuofo > Hon frangitur fapiens doloribus corporis ,
nec vexatur incommodis 1 fed etiam in arumnit
diccua pariando dTddio iJ feruorofo Padrc Sani’ beatus manet,
Agoftino in PTal. 70. Quid erit recedenti, nifl mi- diccua SantAmbrogio citato da
feria > Lo ftcilb dicafi ancora dvna citta , 6 fa- Lipfio L 3. Mandufi. differt. 6.
174 11 motto , chc Scipione Bargagli diede
miglia , dalla quale s'allontana il Comandante . al Sole cccliffato ; TEGMINE DEFICIT , Virtfi
y'01 non efl gubernator, populus corruet. Prou. 1 1 . dimollra.chc la virtii nafcofta perde i fuoi pregi. nafeo-
i4.cioecomctraducono gli ScStanta. Quibus
non efl gubernatio, cadent tanquam folia . Quoji Oratiol. 4. Ode 4. IU.
dtter«,conimenta Comclio a Lapide, vbi non efl Txullum fepultadiflat inertia
Celata virtus .
gubernator , fapientia , & prudentia gubernandi
La virtii ne le tenebre nafcofta
proditus , ibi in multa pericula , & damna corruet
populus. L Arioito nel Canto 45.diqucfta fimi- Al iliceta pigritia appar conforme
litudine fi valfc per cfptimcre gli affetti di Bra- E Claudiano de 4. Confulatu Honori)
yile latens rirtus . Quid emm fubmcrf a tene-
«Utnantc , afflittu per 1'abfenza dellamato Rug- bris
cero ; cd hora nelia fianza aS. in propria per-
lonarosi; Troderitf Objcuro veluti fine remige puppis,
Comechi villo habbia 1'Aprilc , o’l Maggio yel lyra, qua reticet, vel qui non tenditur arcus.
Giardin di frondi , c di bci fiori adomo , 175 TuttTn contrario, al Sole eccliffato
£ lo riucggapoi , ebe il folc il raggio panni, chc dar fi debba; TEGIT VR, NEC
DEFICIT , pcrchc fc bene da! globo lunare cgli
A 1'auilro inchina , e lafda breue iigiorno ,
e coperto, 8 : adombrato : non foggiacc pero ad
X.0 troua defert 'orrido , c feluaggio ;
‘A Cosi pare a la donna al fuo ricorno , altro deliquio, chc al mero cftrinfcco, cd ap-
-
. ChedaRuggicrla corte abbandonata, parente, confcruando in fe fteflo quclla lucta
Quellanoniia,cTiauca ai partirlafciata . intatta , incorrotta , ed operante , che nelia fua
hora nclla II. 3 8. in pertona di Bradaniantc ; creatione cgli ottenne da Dio ; c puo rappre-
fitntarci la Madrc dTddio nel tenipo delic fue Maria-
5c '1 fol fi fcofla , c lafcia i giomi brieui ,
- Quanto di bello haueala terra afeondes
efequic, ladiquale,
dalTombrc morte in guifa d'vn fole, benchc detono.
I-reroono i venti , e portan ghiacci , c ncui , ingombrata,fparfe ad ogni
Non canta aHgel , ne fior fi vede , 9 fronde ; modo i lumidclle fue gratic , e glinfluffi pro-
Cosi qual hor auuicn , chc da mc lcui piti) dcile beneficenzeaii cui S. G10. Damaiccno
1 O mio bel fol le tue luci gioconde , Orat. I. dc Dormit. Deipara i Quemadmodum
• Mille timori, e turei iniqui lanno fplendidiffimus hic , perpetuaq: luce proditus fol , >
Vnafpro verno in me piu volte Panno. tamctfi cum d lunari corpore ahquantifper obdu-
citur , quodammodo deficere, caligineq : obrui, ac
ECCLISSI DEL SOLE fulgorem cum tenebris commutare videatur : non
tamen d Ince fua excedit, verum perennis in fe
Capo VII. vita fontem fcatuncntem habet , immo, ve rcBius
loquar ,ipfc indeficiens luminis fons efl , quemad-
171W' 'Ecdiffi delSole fucccdc , quando la
I Luna uiertendofcgli d auanti , gli modum fcilicct Deus , d quo procreatus efl, conjli-
tuit : ad eundem modum tu quoq ; fons perennis
JL-J toglie la t rasfufioue dclla fua luce,-
veri lumtmi ,atq : tuexhanftus tpftus vita thefau-
Inrrari- por6 di Ici fu detto i ADIMIT QVO INGRA- rus, & vberruna benediftionis fcaturtgo, qua
tuine. TA KHfVLGET; 6 piu breuemente . QVO
IPSA REFVLOET. Imprcfa, chc rappreienta nobis bonorum omnium caufla , er parens extitifli ;
etixmft ad breue aliquod temporis [patii corporeo
Ia maJu3gitad'vn'amma ingrata, chc ha cuorc
Mondo Simb. dei T. -ibb. Ticmclh . C modo
j<5 CORPI CELESTT. Lib.I.
modo morte obtegeris , tamen immenfi luminis , & SPECTATOREM NON HABET; dpiufriz- Reli-
immortalis vita , ac vera bcatitudinis puros , & zantemente; SPECTATVR CVM DEFICIT.
inexb.utftos latices , gratia flumina , fanationum
fontes , jc perennem beneditlionem nobis fundis . Seneca I. 7. Nat. Qu.rft. cap. I. Ita compofiti ™acatv*
fumus , vt nos quotidiana , etiam fi admiratione 1
La virtii di foggetto qualificato , bcnchc inui- digna funt ,tranfeant : contra minimarum quoqi
diata, puddillecalunnic altrui efler in parto rerum, fi mfolita prodierunt, fp e Baculum dulce fiat .
coperta, mi ncilafuadFcntialiti /i conferua in- Hic itaqi catus aflrorum , quibus immenfi corporit
tatea , c luminofa. pulchritudo diflinguitur , populum nonconuocat •
At cum aliquid ex more mutatum cft , omnium
J7d Fracefeo Raulino,nell*efequie d*Odoar-
3o Duca di Parma , per in ferire , che que! Sc- vultus in calo efi. Sol fpeBatorem , nifi cum deficit
reuilljmo Prcndpe , bcnchc i g!i occhi dc gli non habet. TJjmo obferuat lunam jiift laborantem .
huomini inuolaco i non haucua pero perduto il I Rcligiofi , cd i Prelati fono (oli in feccia dcl
mondo * ben d vero , che fe Ia lucc loro non i
luolume; fece imprcfa dcl Sole, coperto dall'
Eccbili co*l mocto LATET , ET LVCET, moltoconfidcratada i Mondani, i loro diflfetti
toJto da Martiale ;
ET LATET, ET LVC ET Thaetontide condita con
titi ,occhi d’ A r^o. fono
e ccnfurati Andreaattentifiimamete auuer-I.
Bianco 1. 1. Epigr.j
Dum factes clarum T it ana foreris obumbrat ,
Tale ii buon&e.
gutta Rcligiofo, benchc viua ritirato , t Dimidiumque aufert inuidiofa iubar :
giolo - nafeofto ne i chioltri , e fembri da mcfta ccclilfi Intentos tenet obtutus cali borror , & orbis i
a gli occhi altrui coperto; e conofciuto, riuc- Tlufque vident homines deficiente die .
rito , ed ammiraco , per i lumi di qucllc virtd , Fulgidior Titan radios rurfum explicat amnes »
che non poflono ftar occulti . Iam couuerfa alio lumina quifquc refert i
177 Ncltcmpo deirccclilli , non refta priuo Sic rarum fpeBatorem virtutis habebis.
dclla natiua bcllczza il Sole, bcnchc fembri
Qua fi deficiat , plurimus Argus erit •
ingombro di pallidczza , e fi vcgga la di lui Giuucnalc no fi dilnngd molto da quefto fenfo •
fronte dcl diadema dc i raggi impoucrita ; i cui Omne animi vitium tanto confpeBius in fe
Ucllcz- percio il P. Gamberti foprapofe il titolo di Vir- Crimen babet , quanto maior qui peccat
zarmcogiiio; NON fORMA RECESSIT . Imprcfa habetur.
in mor-tutf3 fpiritofa pcrfoggctto,chc dopo morte-» 1 80 Facciafi quanto fi vnole la Luna fredda ,
ancora conferui intat tc,c belle le fatezze dcl fuo e inuidiofa, per ofeurar il Sole, che ad ogni
fembiante ; che con tale allufionc canto il Poeta
j 1. >£ncid. v. 6j. dclla morte di Pallante ; modo quel Macftofo Pianeta , com'altri difle .
NVNQVAM TOTVS DEFICIT t ed imper- VirtA
Hic luuenem agrefli iuuene in (iramine ponunt.
uerfi quanto sdlacalunnia contra la virtd , che feipc»
Qualem virgineo demeffum pollice florem ,
Seu mollis viola , feu languentis hyacinthi , gli fplendori di qnefta non mai dei tueto po- caiu*
Lui neque fulgor adhuc , nec dum fua forma trano cflere offiifeati. Sen.de Bencficijs I.7.C. 1 9* ^ *
rec effit, '^{unquam in tantum virtus extinguitur ,vtnon
certiores animo notas imprimat , quam vt illas
l’Ecclifl» di Morte haucua fuorprcfo Francefeo eradat vlla mutatio ,e nel capo 1 4. Semper contra
Xauerio , e gii quattro meli erano trafeorfi , da fortunam luBata virtus , etiam citra effe&um
che li giacquc ; non che difanimato, mi tueto di
propofiti operis enituit .
calce viua coperto ; e pure aperrafi l'arca,ap- 1 8 1 AI Sole ccclifiato Aldfandro de Mcdid
parue qdttj volto integrum , modo humatum ere - diede j PRiCMITVR , NON OPPRIMITVRi
der es - color viuax , caro plane recens - vigor
tale vn animo itlullre per virtu , e dotato d’eroi- VittA
quidem , qui ex fpirttu condat, dejlituerat vultum ;
fcriuc Oratio Tnrfcllino 1. 5. cap 1 3. dclla vita; ca gcncrofiti , pu6 ben eflere in varie guife op- infidis
di lui rcplicar ben potendofi.T^w forma recefjit, p reflo, mi non depreflo; che pcr6 S. Ambrogio u#
Ep. ad Simplician. Sapiens non metu frangitur ,
178 L’ordinc della natura , c le mifurate non poteflate mutatur, non attollitur profperis,non
riuolte de i Cicli , si fattamente concorrono i trifhbus mergitur ; rbi enim fapientia , vbi virtus
fer 1’Ecclifli, che il Sole no pud in conto veruno cft , ibi conflantia , & fortitudo. Sapiens ergo idem
Matri- liberarfene , 6 fuggirla. Quindi , non so chimcr
efi animo , non minuitur, non augetur rerum muta-
momo dimoftrare d*cfTcrii accafato, non di fua ciet- tionibus , e Tullio pro Sextio . Pirtus m tempe-
•h)rxa- tjonc f mi sforzataracntc, perche cosi compor- fiate faua , quieta efl,& lucet tn tenebris, & pulfa
lo‘ tauano alrri intcrclfi , fece il Sole, che s’ecclif- loco , manet tamen , atque bxret in patria , /plen-
fauacol motto ; EFFVGERE NEQVIT. Ne
de que
t per fe femper , nec alienis vnquam fordibus
Caftigo anco ii percatore puo fotrrahcrfi alia fangui- obfolefeit . Il P. Cornelio i Lapide in Ioan. cap.
diuino. nofaEccliRidiqueicaftighi ,chc gli fono dalla 1 . v. 9. fi vale di quefto concerto, per cfprimere
mano dcl giufto Iddio deputati , poiche s T uam le prerogatiue della veriti 5 Veritas premi pote ft,
manum , diccua il Sauio riuolto i Dio, effugere
opprimi non potefl } perinde vt fol nubibus tetius
impoffibile eflSip. 16. 15. Ouidio latet ,fed mox radiorum fuorum vi nubes difipat,
Quo fugis Encelade i Quafcunqi acceffcris oras & clarus effulget . Sic & veritas ,fic& Chriftuu
Sub loue femper eris .
1 8 a In morte di gran perfonaggio , 1’Arefio
1 79 Mcntrc il Sole fottogiacc aU'EcclilS, gli fece imprcfa dcl Sole , chc s'ccdiflaua coT car- In
occhi di rutti fi riuoltano attenti i rimirarlo . teilo . NON MAGNA PARS , cioi tegitur,
Si che la doue il Sole tutto rilueente , non cra_» pcrchc fc bene reilaua adombrato dalla morte , ^ ^
ofleruato ; quando fi troua tenebrofo in parte , la miglior parte di fe, dalla chiarczzadclla_»
non finifeonodi contcmplarlo ; onde hi chi gli
virtu, e dolio fplcndore dclla fama riceucua inec-
fopraferifle, NISI CVM DEFECERIT diifebile ornamento. Tullio ap. lbemico tit>
Mors.
F.CCLISSI DEL SOLE Cap. VII. 27
Mors . Mors terribilis efi ifs , unorum cum vita Eodem modo virtuti oppofita nihi'. detrahunt.
omnia exthiguuntur , non quorum laus emori non efi nunor , fed minus fulget : nobis forfitan
potefi. c S. Anfclmo citato iui . Quacunque hora non tqui apparet , ac nitet. Sibi eadem eft,& more
iuflus moriatur , infima eius non aufertur ab eo, & filis obfiuri , tn occulto vim fuam exercet .
ita mors ei non obcfi Ma Ia chiufa dcll‘Epitafio , 1 8 6 Pcrche 1’cccliifi dei Sole, altro non e chc
compoftoda Lodouico Arioftoncircfcquic dcl m interporicione della Luna fri il Solc,c la terra
Marchdc di Pcfcara , Generale dclllmpcratore per opera dclla quale fi toglic aija terra la villa
Cado V. Scruc moJto bene dmiopropofito. di qucl piancta ; non vi manco chi introduUe la ,
Luna in arto di cagionar recclifli , i proteflare ;
Introducc’egli dunque per via di Dialogo duc DAMNA LVCIS REPENDO MEi€,come
perfonaggi, vn Viandaiuc,cd vn Aibcrgatore
adircoM ;
volefle dire . Non fia tnarauiglia, s'io Icuo alia
F. Quis iacet hoc gelido fub marmore i H. terra la luce dcl Sole , pcrche a Ici rondo la pari-
Maximus ille
glia dcl
domi Ia prcgiudicio, ch’cllaIeuatoIamcdefimaL_»
terra alere volte fece i me , haucn-
Tifcator , belli gloria , pacis honos . R.jfCnti-
V. iiunquid&htc pifces capit t H. 'Hgn.F. lucc , con 1’interponcrfi fri mc, cd il Sole, ed mento,
Ergo quid ? H. Frbes inferifee giufta vendetta, e puntuale rifenti-
Magnanimos Reges , oppida , regna , Duces . roento. E qui ben panni , chc i rimproucri , cd i
V . Dic quibus capit pifcator retibus. H . *Alto caftighi d lddio, cfprelli nel Dcuter. 31. ai.
Confilio , intrepido corde , potente manu . riefeano mo Ito opportuni ; Ipfi me prouocaue -
F. Qua tantum rapuere Ducem ?* H. Duo Tty- runt in eo,qui non erat Deus>& irritauerunt in va-
mina Mars , Mors . nitatibus fuis : & ego prouocabo eos in eo , qui non
F. Ft raperent quidnam compulit t H.Inuidia. efi populus &c. comc diccflc j Voi opponendo
Sed nocuere fibi , nam F11{CIT F jl M U alie mic gloric glTdoli terreni , procurafte di
SFTERSTES ,
roglicrini la luce del!’honor diuino ; cd io ante-
Qua Martem , & Mortem vincit , & Inuidiam . ponendo voi
i i gentili , vi rendero confufi , e
Crirto 1 ,,cr Crifto patiente ii Lucarini figuro il tenebrofi. Qnafi dicat, fpiega Vgon C.ird. Ipfi
patien- Sole non dei tutto cccliflfaco , coi motco \ SOL colentes idola , & mihi prxponemes , qux mihi
to. KESTA IN PARTE ASCOSO.concettodcl fuper omnia difplicent , ad iracundiam prouoca-
tueto fimilc i aueilo coi quale S. Ambrogio l.i. uerunt. Et ideo nipanam huius fafti , ego populum
defidcc. 5.dichiaro 1'Incarnacionc dei Verbo. illum , quem fuper omnia odio habent , fcilicet
Ftfol,cum nube tegitur, clant as cius comprimitur , gentilem, aflumam, & exaltabo . E Teodoreto
non cacatur , & lumen illud paruo admodum obfla- quf IL 41 . m Dcut. Quemadmodum vos , vno Deo
Incar- culo nubis includitur , non aufertur ; fu & homo relido , plures falfos Deos antepofuifiis : fic ego
luiionc. die (cioc 1’humanita ) quem Dominus Iefus , Sal- relido vno papulo, confer a omnibus gentibus falu-
uatorque nofler , idefl Deus , Deique Filius induit , tem - vos autem videntes contabefcetis inuidia .
Deum tamen in illo n.n intercepit , fed abfeondit .
184 Qwando la Luna poftafi d'auanti al Sole, L V N A Cap. VIII.
cagiona h di lui EcdilE . il Sole non riccuc pre-
giuditio veru no , ma ben si il mondo,chc riman
priuodella fua chiarczza; onde mi parue, chc il 1 87 /"'t Ouranita di virtu , 6 di merito ran-
prefenta la Luna piena , figuram fri
Sole poteile dire. DEMIT NIL MIHI, SED
k-/ ieftcllc, con Ic parolc d’Oratio ;
MICAT INTER OMNES , cio che il Card. Merito
In tnor- ORBI . Cosl la morte quando coprc co’l fuo
te . velo vn liuomo di gran virtu , a lui non pregiu- Pictro di Damiano riucri in Maria Vcrgino foura-
dica, ma al mondo . I Romani cacciando Cato-
ne in bando*fton prcgiudicarono alie fuc gloric, fopra tutti gli akri Santi , i quali al paragonc di no •
mi a fc medefi.m , reflando la Citta di Roma_» lei fono minute ftcllc . Quid Luna pulchrius <* dic’
cgli Ser. in Aflutnpt. V. Confidera quam Ih-llaris,
priu.idci fuoi chiari fplcndori. Petronio Ar- & fer ena vibratio , quam luminofus fulgor cir-
bitro. cularem orbem tanti fyderis fuperf undat, vt alioru
Vellitur d populo vidus Cato ; triflior ille luminum claritatem non mediocriter offu feet . Sic M.V.,e
Qui viuir , fafceque pudet rapui fle Catoni , & Firgo inter animas Sandorum , & Angelorum fua c c-
7{amqi hoc dedecus efi populi , morumq, ruina . choros fupereminens , & eueda , merita fingulorn , cellcaa .
7qon homo pulfus er at fed in vno vicia poteflas , & omnium titulos antecedit. Quantumlibct alti
Rom.tnumquc decus : quare iam perdita Roma fic lia reluceant , Luna tamen vt magnitudine prxe-
Jpfa fui merces erat , & fine vmdice prada . minet , & fplendorc. Sic vtramque naturam Firgo
185 Scipione Bargatjli al Sole ccclifTato fingularis exuperat , & hnmenfitate gratia , &
diede ; LABORAT, NON DEFICIT; Cosi
fulgore Virtutum .
il Virttiofo , quand c oppreflo dairauncrfita , Quand’anco laLunafoflc dotata di qualche
refta ben si alfannato , ma non diftolto dallacar- 1
chiarczra fua propria, come infeenano i Colim-
* ricra di Tua virtd ; i gli occhi altrui fembra non briccfi deCarlol. 3. cap. 7. Quam. 4. art. 1. *.&
chiaro , mi in fc non e men pronto , ne meno 3. Sc il Pcrcira in Gen. cap. t . non puo ad ogni
operante. Seneca ep. 91. Quadam foli quoque modo negarfi , che non riccua ogni maggior
olfiant. M folis vis , & lux integra efi etiam inter aumerito di chiarezza dalPcftenio fauor dcl Fauorc
oppofita , & qn amnis aliquid inter iaccat,quod nos
fblc t onde Ic fii foprapofto ; EXTERNO LV- cilcino.
prohibeat eius afpeSu , in opere efi , cur fu fuo MINE CRESCIT i Simbolo di perfona, che
fertur . Quoties inter nubila luxit , non efi fereno atlai piu riluce pcrladignita , a lui daprcncipe
minor , nec tardior quidem . Quoniam multum grande confcrita , che per il chiarore , 6 dclla^.
'mtrefi Mondo
vtrum Simb.
aliquiddeiobfict tantumTi ancili
V. *Abb. , an impediat.
. fua nobilti* 6 dc gl*intcmi ^virtuofi talenti .
C 2 188 A1U
\
»8 CORPI CELESTI. Lib.I.
788 Alia Luna erefcenrc fu pofto il titolo ; Varium , & mutabile femper
ALIQVANDO PLENA , chc di fpcranza Formtna c Tibullo lib. 3.
d'auuantaggiofi aumcnti in virtii, ricchczzc, cd Mens efl mutabilis illis , c Propertio *.
7<{pn fic incerto mutantur flamme fyrtes ,
honori ,dai quale concctro non s’allontana il
"Profit- Sauio. Prouerb. 4. x 8. Iu florum fcmira : quafi lux Tflec folia bybemo tam rremefatla T^oto ,
• fplendcns frocedu , & crefcit vfque ad perfe&am Quam cito fatminea non conflat foedus in ira ,
dlCM . Siue ea caufagrauis , fiue ea caufa leuis .
189 Per dimoflrarc la benignita d’vn Per- Addita parimenti qucAimprcfu l inftabilita,chc Mondo
Cradua- ^0nagg10 » c^e quanto piu crcfccua in gradi cie- in tutti gli enti inferiori «.‘oflerua, p<5ichc,comc j^Aabi-
to bene- uati, tanto piu era profufo ncllc fuc bcneficenze,
ben difle Giufto Lipfio de ConAant. L i.c. 16. c *
lactore, futrafcclcala Luna per corpo d'imprefa , ed il- Tgibil quicquam flabile , & firmum Arbiter ille
luftrata coi motto j OPEROSIOR VNDE
tamorffl.
rerum 15.
effe voluit , prster ipfum . Ed Ouidio Mc-
M.V.af- SPLENDIDIOR. Anco laBeatiflima Vcrgine
(unu . aflunta al Ciclo , fi dimoftro tanto pid copiofa Momento eunda nouantur ,
di gratiofi influfli verfo dc fuoi diuoti , quanto
Tipfira quoque ipforu femper jcquieue fine vlla
clla di maggior cumulo di glorie fu ripiena^. Corpora vcrtMtur,ncc quod fuhnusveffumusve.
Cras erimus.
Guillclmo fu*l capo 4. dc Cant. Continet ftbi
abyjfos vita, & immortalium gaudiorum : fed non 1 94 Ad vno, che tanto piu riefee confpicuo,
ita continet fibi , vt non effundat & altis \ ed e rageuardetiolc, quanto piu dalla fua patria fi
Andrca C rctenfc . Ex quo tranjlata es d terra , te
vniuerfns mundus continet commune propitia - difcoAa , quadra il motto feritto alia Luna figu- Lonta-
tonum . rata a (Tai difcoAa dal Sole . QVANTO PIV *
S ALLONTANA, PIV RISPLENDE. Fran-
ccfco Pctrarca I. a. dc Rcmedijs Dial.57.Af ultos
Profit- 190 Vn*anima, chc fempre afpiri i perfet-
to. tionc ma^giore , cosi di mondczza interna, exilium boneflauir , multos acrior aliqua fortuna
come di virtu acqui/itc &c. puo figurarfi nclla_» vis , atque iniuria, notos reddidit , & illuflres. Il Rcli-
Luna crcfcentc , chc dal Bargagli fu detta ; DI
MAGGIOR LVCE VAGA , concerto dcl Religiofo parimenti, quanto piu viuri feparato giofo.
da gli occhi , c dalla luce dcl mondo , tanto fani
uale fi ferui Monfignor Giouio ad honore^»
piu cofpicuo , c rifpcttato . Pictro di Damiano
'Enrico II. Rc di Francia, dando alia Luna crc-
fcentc ilmotto ; DONEC TOTVM IM- Apolog. c. a5. +Apud quofdam abfenris monaebi
au flor itas grauts efl , fi autem prafens affuerit,
PLEAT ORBEM, chc dimoflra continuo nullius iudicatur efle momenti .
auuanzamento in militari prode/ /e,ed in eroici Tutt’in contrario , alia Luna , che quanto piu
acquifti. Sant’Anfclmo I. a.epift. 37. Ts{ullus s’accofh al Sole , tanto riefee i gli occhi noftri #
gradum bona vita , quem iam con fcenditycnflodire
fufficit , qui femper ad alsiorem proficere non ap- piu calieinofa.fu foprapofto. PROPIOR, L'‘JrK>'
QVO quei
TENEBROSIOR; c dimoftra.chc curiofi,
petit : femper igitur neceffe ejl vt nitatur ad pro-
che bramano d*apprcffo inucftigare,c penetrare
fectum , qui femper vult vitare de fcCium . i fccrcti d’Iddio , rcftano da cicca ofeurita oflfu-
M.V.,e 191 La Luna piena fu fegnata co*l motto; fcati,cd ingombrari.Cio chc protcAo Salomone
fua fou- AMVLA SOLIS, che infcrifceelcuatiflimapcr- Prou. 25.27. jQv/ fer ut at or efl maieflatis , oppri-
ranua . fettionc , ed c vn bel ritratto di Maria Vcrgine ,
metur dgloria j ;ed il mio Concanonico D. Sal-
uator Carducci
dclla quale Sant* Andrea Crctcnfek Excepto Deo ,
fola efl omnibus maior. S. Bernardino di Sicna to.
Ciutbia , quo propior Tboebo , tenebrofior inde •
j.concluf. 61. c. xa.ofllrua anch‘efTo in Maria Troxima maieflas lumina notie premit. *
Veraincnon so quale fimiglianza con Dio, e
195 Non v’e fri tutti i pianctichi piu velo-
dicc •, Oportuit vt fic dicam Cammam elevari ad cemente fi raggiri dclla Luna. H Solcinritor-
quondam qualitatem di.vna»r , per quondam quaft
punto, dal uc quale parti, ▼‘impiegatre-
infinitatem perfctf:on'(m , & gratiarum , quam ccnto alfcflantacinq
narc giomi , cd alcunc horc ; e
squalitatem creatura nunquam experta efl. ES. lo ftclfo quafi fanno e Venere , c Mercurio .
Dionigi Areopagita epift. ad Paulum ; Teflor Marte confuma ben due anni i compire il fuo
qui aderat m Virgine Deum; ft tua dotlrrna non me
, c ben tnmt’anni Sa-
docuifjet , hanc Deum verum efle eredidiffem , e LunaGiouc
turno . Mi laanni
giro , dodici con tanta vclociti fi rigira ,
che in vcntinouc giomi, in circa, compifccil
paria appunto della rrran Madrc d’Iddio .
191 In pcrfonad’vn viuaccgiouincrro ,che fuocorfo. Quindi hcbbcragionechiledicdcil Maria*
lafciaua la patria, c fc n'andaua alio Audio in motto. VELOCITATE PRiCSTAT . LaBea-Vcr6-
Ritor- altra Cicti , fu poAa la Luna crefeente in atto di tifiima Vcrgine , faccndofi cocchio dclla Luna ,
nare . tramontarc, cd mrrodotta adire. REDIBO
fopra quella fu veduta pofar le facrare piante ;
Profit- PLENIOR, prometrendo .il fuo ritomo auuan- Et Luna fub pedibus eius . Apoc.12. x. pcrche.fi
to . taggiofo acquiAo di virtuofi talcnti.E nel vero.
conofca , ch‘cl!a con ogni polfibile ederiti s’af-
In terdum expedit patriam negligere , dicc Caflio- frcttaal foccorfo,cd alia confolationc dc fuoi
doro lib. 1. cp. 39. vt fzpientiatn quis pofjit
diuoti, dclla quale ben difle il mio Concanonico
acquirere . Riccardo Vittorinocap.23.in Cantica. Velocius
19? Il motro fopnfcritto alia Luna ; NVN- occurrit eius pietas , quam inuocetur > & c au fit
QVAM PADEM, 6 pure; NON SEMPER tniferorum anticipat .
EADBM , 6 vcrainenre \ E TAL NON
1 95 L’Eccellentifs. Sig. Prcnripc D. Ercole
Femina TORNA MAI,QVAL SI DIPARTE, verfo
Triuultio, portandofi Ambafciarorc Itraordi-
inftabx- jji Picrro Betnbo . qtudra aH'inAabilici don« nario di Marianna Regina di Spagna, c Spofa di
nefea , della quale Virgiiio .Lncid. 4.
FilippoIV. al Sommo Pontefice lunocenzo
aflua-
LVNA Cap. VIII. a9
aifuufe per Tua propria imprcfz Ia Luna, formata Afcanio ali' Arciucfcouato <li Siena , comc nel
come di pochi giomi , pofta nella ftfcia dei fuo ritorno alia patria , cd anco nella fua morte
Amtu- Zodiaco , ed il raotto ; CITISSIMA EXPLET i gli deuati ingegni fi valfero dclla Lunaafor-
louorc perdinotau .i.Veglicon folkcita prontczza_. nurne di vaenc imprefe . Dunque ne funerali
I iHcci- haiircbbe complico a quella fublimc carica , alia dcllo fteflb fualzatavnaLuna^nnottcofcura10,
coMcartcllonc; IN TENEBRIS CLARIOR;
,J' quale ben dcguaniciuc iu dcAimco. Nel qual
propofico il Sauio Prou. zz. 19. yidiiii virum e tale anco la prudenza humatu fi pompa mag- Pruden-
velocem in opere fito? coram regibus flabit ; po- giore della fuacccdlcnza , quando fono piii che Z1 •
tendoli alie Iodi di quclto buon Prcneipcad- mai foite lc tenebre dellc mondane anguftie.c dc
datear 1'encomio , chc Vcllcio Paterculo formo i trauagli. Giufio Lipfio in Pancgyric. Plimji In
rebus ardis,caufifque arduis magis fugax ingenium guoni
a M. Agrippa , vno de i piii confidenti , e valo-
rofiminiftri d Occauiano Imperatore; yir fuit elucet. Cosi la fancici de i (JiulU, quali chiarorc tr^ c*t'
Uborc , vigilia , periculo muiOus , & per omnia inargentato di Luna maggiormente rifplcndo ciui .
ndla vicinanzadi perfonc fcclerate,c tenebrofe .
extra dilationes p*fi:iis,cbfultifq‘,faHa contungens.
197 La Luna nuoua , Icoprcndo , non alcro ,
clicv na candada, c foeti lilii ma ftrifeia diluce, Qujpdi Sant*Anfclmo fopra lc parolc di Paolo
Philip, a. 1 5. Inter quos lucetis fient lununaria in
d ogni maccliia c priua , di cui vn Poeta ; mundo , commenta ; Luna, & Stella non amittunt
c Dombre purgata appare in cielo lucem fuam propter nodem , fed magis lucent ; fic
Quando picciola c pili Ia bianca Luna . vos mente in calo fixi , licet inter tenebrofos , &
Per tanto il mio Concanonico D. Filippo Gal- infideles fit vefira conuerfatio , non obfcurammi ,
ltnale foprapole; QVANDO PICCIOLA E fed magis lucetis benk operando .
KV, DOMBRE E PVRGATA . E prima ioo Affetto di gratitndine , e di ricognitio-
di iui rilluitnfv Atclio alia Luna nuoua , for- nc yerfo 1'altrui beneheenza fi riconofcc nclla^
tnata co.t 1‘orhe di linea fortile, diede; SINE Luna , chc dipinta tutta rifplcndcntc in faccia
MACVLA, applicando llmprcfa alia Concec- dei Sole, conlclfaua finccramcntc di rifplendcre;
Canect- tionc di Maria Vcrgine , dclla quale molti dc i ALIENA LVCE, 6 veramente ; LVMINE ^’5ofto’
ri me d: Interpreti incendono Ic parolc dc Cantici
* ' ’ 4. 7. Tota pulchra es amita mea,& macula non eft SOLIS, cohk difle il Saauedra, 6 coi motco '^imcn-
Spagnuolo ; POR TI MI RESPLANDOR , *
i.teicffi gli altri Idiota in ContcmpUl. V.c.z. 6 comc piacque ad altri , LVMEN IDEM.
cosi la faluta ; O AOijo Gloriafijfima , non in parte, Anaftafio Sinaita rauuifando figurata ndla_*
fedm 1010, & nucula peccati fine originalis, flue Luna S. Chicfa , c nel Sole Crifto , ofVcrua chc Santa-»
aSuahs , fine mortalis, fine venialis, non eft m te ■ tutta la lucc , che in quella rifplcnde , da qucAo Chicfa .
Arquifti Conuicnli ancora queffimprefa d perfona di lc fia conferita, c partecipata . Inuenimus Limx,
guiib. poche ricchezze, uia pero efenti dalTombre & Stellis lumen fuppeditari d Sole , dic’cgli Com-
menr. in Hexamcr. re nobis figmficante , quod d
dcll vfurpationc, 6 d'altrd li.nile diffeteo ,nel
qual propolito Oratiol. 5. Carm. od. 16. Cbrifio illufi antur Ecclefia ,& Sandorum lumi-
Beniefl, cui Deui obtulit
nar ia . Ipfc enim efi lux , de qua dicunt Ecclefia ,0”
Tarca , quod fatis efl , manu . IiiJuJ , ex cius igms plenitudine nos omnes accepi-
lyS la morte di Monfignor Afcanio Picco- mus . E S. Girolanio Commcnt. in Mare. c. ; 4.
Mot- Molini , Arciuc fcouo di Sictia , (u polia la Luna, Luna Ecclrfu merito comparatur , qux wu !■ tbet
fplendorcm , fed d Sole certis modis fufeipit iu ;m,
Jj' clic mentre
noftri li congiunge
fi rimane, coi dcl
e tenebrofa.c Soletutto
, a gli occlii
uafcolla
idefl d Chrifiotqui permanet in M ternum . Appren- Autto-
coltitolo; AT C/ELO REFVLGET. Docu- dano da qucll imprefa i fuddiri , cd i miniilri dc i r,la
mento a i Rcligiofi , c ad ogni anima zelante di
fua falutc , chc alPhora fara c congiunta a Dio , Prcncipi, cda ricordarfi,
propria, chc conferita,
afloluta, mi Paurtoriti cloro non a.e JJ” c*
delegat
Sole cremo , c cliiara a gli occhi dcl Cielo,cdc Apprendano tucti gli huomini , che quanti doni
fuoi Sanci , quando non rifiutcra dkrtcre tcnc- di gratia , c di natura fi ritrouano in loro , tutti
brofa , cioe mifcrabile , fqualida , abbandonata fono a loro confcriti dalla benigniti profufa ucl q10>
Sole ctcrno , chc qui (rizzano le parolc di Paolo
giofo ti- al colpet to dei balfo mondo . Pietro Bercor. «c-
tirato . duci. Moral. I. 5 . c. 19. n . a. Quando luna , idefl I . Cor. 4. 7. Quid enim habes , quod non accepifii ?
homo eft coiuunUus , C" propinquus per gratiam Su*l qual paffo S.Pafcafio I.7. in Matt. Vropterea
ipfi fali , idefl Cbrifio , tunc veri d parte coeli , idefl nemo prxfumat di fe s quia nihil habet ex fc , mfi
quantum ad bona fpirit Italia , & aterna recipit il- fola debita . Ed il Padre Sant’ Agoftino in Pfal.
lattfiinatiohcfH ,fcilicct gratias, dona, virtutes , & %%.Vi nec fuperbus fistncc ingratus , dic Deo tuo j
perita ; Jed pro certo tunc temporii , vt commu- Sandus fum,quia fandificafli me : quia accepi, non
niter ,perdit lumen d parte terra, idefl mundi pro- quia habui : quia tu dedifli i non quia ego merui .
fperitateu , quia vt communiter Dei amici non ao 1 La Luna , chc quafi terfiffimo fpccchio
riceuendo la luce dal Sole la trafmettc a benefi-
profperantur m hae vira . Se dunque , per andar-
cio dei bafio mondo , i ragione fu fegnata coi partc.
fenc picnamcnte co i fauori cdclli illiifttato , e
ncccrtjrio,che a gli occhi dclla terra altri fia mi- motto ; ACCEPTVM MITTIT , per infc- apar |c
ferabilc ,et-nebrofo;facciIddio, chc qui giu gnarci,che noi parimenti dobbiamo communi- gratit-»
io mi guccia da fempitemi orrori copcrco , care altrui quei beni , che dalla bonti diurna ne aluui .
accioche porta coli sii parteciparc dclla beata , fono ripartiti. Tai fi portauail Sauio, che ripar-
incomparabile chiarezza. tiua i doni della Sapicnza; Quam fine fidionc
1 99 Perchc lafainiglialllullriflirna de i Si- didici , C fine tnuidia communico ; Sap. 7. 13.
gnon Piccolomini ha nelparme le Lunc, per Tale Paolo Apoftolo, chc trasfbndcua ne i
quefio cosi nella promotione di Moufignor miferi la lucc ai quella confolationc, chc da Dio
Mondo Simb. de! T. afbb. Tic incili .
C 3 le
jo CORPI CELESTI. Lib.I.
Ic venjua communicata ; BenediHus Deus , 7 'ater habemus, altam patria , & ciues alios, & cognatos.
mifcricordixrum , & Dens totius confolationis,qui 2 06 La Santici , chc fi rende riguardctiole ed Sancita*
cunfolatur nos in omni tribulatione noflra , vtpof- d gli occhi dei Ctelo , cd a qticlli dclla terra, pu6
ftmus CT ipfi cofolari eos , qui in omni preffura Junt. rapprefentarfi nella Luna mczza illuminata ,cd
Tale Ia Spofacclcfte,che da S. Bcrnardo ferm. i! titolo . TERRit, CjflLOQVE , cio£ refplen-
2}. in Cant. vedtita i narce dcllc gratie, gaudij.c det. Cosi Paolo i. Cor. 4.9. di lc mcdcfiino,c dc
gloric deirctcmo Iddio,com*clla diccua ; Intro- gli altri huomini Apollolici dicc\i2-,Spctfaculum
duxit me rex in cellaria fua , fu introdotta i fa-
uellarc con lc fuc damigcllc con quefte voci ; faftt fumus mundo , & jfngelis , & hominibus ; c ‘^cnc“'
dclla B. Vcrginc , come d’vna mifiica Luna afic- ®
Introduxit me Rex in cellaria fua , putare &vos rifce S. Bcrnardo , ch‘clla coTuoi fplcndori con-
pariter introdutfas. Sola introdufta videor, fed foll folauaed il Ciclo, e la tCrra; Omnibus miferi-
non proderit . Pcflrum omnium efl mens omnis pro- cordix finum aperit , vt dc plenitudine eius acci-
fetlus , vobis proficio, vobifcum partibor quid piant vniuerfl , xger curationem , triflis confota a
quid forte plus vobis meruero . tionem , peccator ventam, tuflus gratiam ^Angelut
Adhe- . 101 Amor coftantc,? perpetua adherenza.o Ixtitiam , tota Trinitas gloriam &c.
renza-* dipendenza in ogni mutatione di buona , 6 di 207 La Luna in quintadccima.pcr linea rett*
perfe- rea fortuna , infcrifcc iJ verfo fopraferitto da! oppofta al Sole • hebbe daJP Arcuo ; O P P O-
ucrante. Bargagli alia Luna •, NON PERDE M A I SITV CLARIOR, & da altri. OBIECT A Beati.
PER VARIARE IL GVARDOi tantodifc
PERFICIT' VR \ tali Panimc dc i beati arriue-
medefimo prorefto il R£ Profccancl Salm. 24. rano alfaugc fupremo dclla pcrfcttionc,quando
Oculi mei femper ad Dominum , c nel Sal. 6x. 3. direttamete su nel cinpirco fi liflcranno in Dio,
In terra de ferta , & in via , & inaquofa , fu in dicendo Paolo t. Cor. 13. 1». ridemus nunc
fanOo apparui tibi , Et fenfus efl, interpreta Euti- per fpeeulum in xnigmate , tunc autem facie ad
mio , quod tunc in tabernaculo , & nunc in de- faciem . Tfunc cognofco ex parte , tunc autem co-
ferto aqualem erga Deum a feci tonem , & heneuo- gno feam , ficut & cognitus fum.o S. Gio. 1. 3. 2.
lentiam confer uabat .
Cum apparuerit fimiles ei erimus , quoniam vide-
ao 3 La Luna fccma , fri Ic fuc fqualidezzc fu
introdotta i confolar fc medefima co lc parole ; bimus eum fient i efl . Cosi Elia Crctenfc nell*
Orat. r. di S. Gregorio Nazianzcno commen-
Miferia AT SOLI PROPIOR \ tale chi firitrouaim- tando quefte parole di Paolo dicc; Cum diuina
auuiema poucrico di ricchezze , di gloria, c feliciti mon- fapientia perfe Hi inflruffus effet, per fpeeulum
i Dio . dana piii chc mai fi vede auyjcinato al diuino tamen nunc dumtaxat videre fe aiebat *, tunc
Sole. Tauperes egent m hoc fxculo , fed funt locu- autem facie ad faciem. Quibus verbis illud fignifi-
pletes Deo : vitijs vacui ; fed virtutibus pleni : de- cabat , obfcuram quandam ,& exilem nunc nobis
fpctti hominibus , fed acceptabiles Deo . CaiTio- diorem fore
fcientiam efle. ; tunc autem pleniorem , ac fplendi-
doro in Pfal. v
C- iilo 204 Cosi 1’hnmaniti facracifilma dcl Reden- 208 Ad vna Luna , il volto dclla quale fola-
nfor- tore , come Santa Chicfa fua Spofa^romparuero mente dimezzato appariua , fu fopraferitto .
gente, belle , e piu gloriofc, dopo {'effundite dei INTEGRA TAMEN, che puo feruiredper-
Chicfi langue, checrauanti non foffero vedute ; onde yttu
fona di vera, c perfecta integrita, bcnchcpcr
perfe- ^>cn poflbno feurarfi nclla Luna in attodili- colpa dclPaltrui maluagiti, c calunnia non fia
guitau . bcrarfi dalPombre fanguigne , chc la teneuano creduta tale. Concctro dal P. Carducci nuo
ccchfijta , co’l titolo j EX ECLYPSI Concanouico fpiegato cosi •,
CLARIOR, che i quclloappuntoclValcridilfc Luna licet no tota enitear, tamen integra fulget.
dei Sole POST NVBILA CLARIOR tolto
Sic flabili virtus integritate latet .
dal Poeta ; Clarior pofl nubila Thabus . S. Ifi Joro 209 Ncllc nozze di Maria dc Medici con
lib. dc Mundo c. 21. Sicut Luna pofl defeftum Enrico IV. Rc di Francia , il Bargagli figurb la
perfpicua illuflratione clarefr.it , adeo vt nihil de-
Luna in vicinanza dcl Sole , co*l bricuc; 1 VNGI Dcfide-
trimenti fenfiflc videatur : ita Ecclefu poflquam
per Martyrum confejionrm fuum pro Chriflo San- PROPER AT cfprdfiuo d*impaticntc defiderio, luc • /
c di feruorofo anetto,qualc s’auucrti in Dauidc
guinem fudit , maiori fidei claritate latius refulget , la cui anima inuaghita dTddio anfiofamento
atque infreniori lumine decorata femetipfam latius gemcua; Qyando veniam , & apparebo jnte
in toto orbe diffundit .
, 205 In morte ferue Ia Luna , che figuratain faciem Domini ? quale nclla Spofa dc i Sacri Can-
tici , chc diccua -, Ter vicos , & plateas quxram
attodi tramontarc hi il morto; ORIF.TVR quem diligit anima mea. Cant. 3. 2. quale in S.
ALIBI, nel qua! fcnfo il gran Morale Ep. 36. Andrea , che mentre volcuano dcponcrlo dalla
In Mor- oh fer u a orbem rerum m fc remeantium , videbis in Croce s*affaticaua per diuertir da ci6 i popoli; e
le • hoc mundo nihil cxiingut , fed vicibus defeendere , tutto affettuofo pregaua il fuo Creatore a ri-
ac tcfurgcrciC poco piu fopra ; Definunt ifla non ccucrlo apprclfo di fc . Deus meus ne me permit- S. Afi-
pereunt . Et mors , quam pertime fcimus , ac recu- tas ab impio iudice deponi. T empus efl vt commen- dr ca-»
famus, intermittit vitam , non eripit. Cosi chi
muorc al mondo , cd alie vaniti fue , nafcc alie detur terrx corpus meu,& me ad te venire iubeas. Apoito-
feliciti della gloria, & alie bcatitudini dcl Pa- 2 1 o , L’anima nofira,in tanto fi rende riguar- 10 *
deuolc c lumiuofa , in quanto fc nc lia Hila nel
radifo. Mortui enim iflis , diccua Paolo Coloff. 3. volto, & gode dclla prelenza gloriola dTddio, i
5. & vita noflra efl abfeondita cum Chriflo in Deo. Ici quadrando ITmprefa facta dal Bargagli per Preseza
7{tque enim, foggitmge S.Gio. CrifoQomo in
Maria dc Medici , gia fpofata con Enru o IV.Rc d iddio.
PfJ. 143. terram habitamus , fed commigramus
di Francia, d’vna Luna piena, chc d iret timento
in fupernam metropolim, altam veram lucem ftaua riuolta aJ SoIc,col mocto.CONSPlCVA ,
L V N A Cap. Vlir, > ' 31
QVA CONSPICIT . Ncl qual irgomcnto il DVMMODO CVRSVM,poiche,comediccua
nuo P. Carducci cosi ; Enca SiJuio,chc fu poi Pio Il.Iib. r. cap. 9. Captis,
Coufpicua fit , qua luna Tnabum confptcri :
Sic mens mtefcct , fi Toti tuber bibat . 2**ere quidem
animum tufla
, ac funt, decet ferendo
fortunam regem mvincere
melum .adhi - /s
:n Nclfingrcflo di Monfignor Afeanio 216 EiTendo il eorpo Lunare, fempre illu-
Piccolomini ali* Arciucfcouato di Sic na in.) . minato per ia fua meti , nc fiegue chc neutro -
pacria , Scipione Bargagli efpofc quefte tri im- quclla parte , che da noi £ veduca c tutca fcema,
Ritor- prefe. Vna Luna, chc fpontaua neUorizonte coi vuota , caliginofa , qucll aitra , chc a gli occhi
mrc. ticolo; IN REDITV GRATIOR, che pof- noftri i nafcofta , fia fplendcntc , c lurrunofa . ^
Concr- (qno feruire i ceftimoniare quanta allegrezza Co quefto fbndamcnto alia Luiia vuota io diedi. Vcrgi-
QVA LATET EFFVLGET , fimbolo di fan- niti.
pecca- ' r!c?ua > *n vederc, che i peccatori coiroer- ciul!a,che tanto e piu ragguardcuole^d apprez-
ne, titi , a Ini ritornino, protcftandoci in S. Lue. 15.
7. chc; Ita gaudii erit in calo fuper vno peccatore zata , quanti meno veduta. Spicgd il mio Con-
panitentiam agente , quam fupra nonaginta noucm canonico D. Saluitorc Carducci qucflo con-
tuflis , qui non indigent panitentia . Quia videlicet, cctco co’i Diftico ;
dicc S. Gregono Papa in qnefio luogo eiusefi Dum minus elucet , magis athere Cynthia lucet.
gaudium vita nofira ,& cum nos ad cxlum redu- Sic mage dum latitat , cafla Tuella nitet .
cimur , folemmtatem letitia illius implemus . Ef- a 17 Perchc quando la Luna c piena, tutte Ic
fcndovcriilimoiidcttodi Pier Grifologo Ser. cofe humide fi rfempiono , Monfignor Arefio
16S. Scmprr quidem cu perdita reperimus, nonum per dimofirare quante beneficenze deriuafTcro
capimus cumulum gaudiorum , & efl iucundius da Maria Vergine , mentre cra graoida , ne fecc M. V.
nobis inuentlje perdita , quam non perdidiffe imprefa coi titolo; PLENA SIBI, ET ALIIS, grauida.
feneam . 6 veramcnre in perfona dellc cofe inferiori; DE w
M.V.il- ais La Luna co'l titolo ; TENEARAS ET PLENITVDINE EIVS ACCIPIMVS. Cosi
lumina-IPSA TOLLIT, pud feruire ad honore di per 1’appunto nc difeorfe Girolaino ferm. de
luce . Maria Vergine , poiche fi come Iddio Solo Affumpt. Dei genitrix defla, & prae leda , iure
etcrno,c chtamato Lux vera, qua illuminat omnf ah Angelo gratia falutatur , & prxdicarur ple-
hominem venientem in liunc mundum : loan. 1. 9. na $ veri plena , per quam larga Spiritus Sanfti
cosi anco la nofira miftica I.nna , da Crifippo vmbra fuperfufa efl omnis creatura . S. Bernardo
ferm. de laudibus Virginis e falutata ; ^due fons anch‘cflb fer. de
Aquxdirftu . Vlena (ibi, ftiper-
ducis omnem hominem illuminantis ,-della quale il plena nobis , & de plenitudine eius omnes accepi-
contcmplatino Bcmardo fer. de Nat. Mari* . mut, E San Bonauentura in Speculo IccL 7. De
T olle corpus hoc filare , quod illuminat mundum , cuius plenitudine omnis creatura virefeit .
vbidiet f Tolle Mariam hanc maris fieUam,quid a 1 8 Bartolomco Rofli , pcrS. Carlo, quan- R*tor-
rufi caligo inuoluens , & vmbra mortis i la peni- doritomb da Roma alia fua Patria di Milano, rurc •
Peni- tenta edclfa fgombra dalPanima Torridczzc tc- fatto di quelia Citri Archiefcouo, fece imprefa
icnza. ncbrofcdcllacolpa, di cui S. Pietrodi Damiano della Luna coi cartcllo. REDIT CLARIOR;
fer. j. Dcdic. P-cclef. O quam clarum panitentia
morto opportuno aH'Afcenfionedi Crifto , ri- Afccn-
lubar, quod nollem peccati remonet, quod con- tbrnandoegli al Cielo accrcfciuto di tante glo- di
fcienttx nubilum tergit !
rie, quante che
ignominic, corrifpondciianoallc pene,fotfcrrc
nellaPaflionc haucua A a1lcCnl'0,
.
313 Figuro parimcnti vna Lnna picnaco’1
Priuaio cartcllone; POST LVNTMARE MAIVS.ap- Onde non e marauiglia, fc gli Angeli in qucl
d>Pien- phcabilc a miniftro fauorirodfPrcncipe', a Pri- punto trattafTcrod*ampliar le porte dcl Pjra-
uato di Re, St i Maria Vergine , che dopo Iddio difo, dicendo ; «/ drtollitepnrtas principes veftras ,
v’ fopra tutte le creature ottiene il primo luogo , & eleudmini porta atcrnales PfaI-27. 7. ncrche
cio chc ollcruo Andrea Crctcnfc de laud. Virg. come offerua Sant' Ambrogio 1.4. dcfiJc
c. 1.
Excepto Deo, fi a efl omnibus maiori E Pictro Qwtmuis fcirent Angeli nihil Deo accedere ex car-
Bcrcorio ncl Reduttor. Moral. 1. 5. cap. 39.0.1 . ne potui/fe : quia infra Deum omnia funt: tamen
Beata Purgo veri luminarium ctelelhum , idefl trophaa crucis , & triumphantis aterni manubias
omnium SanRorum Ecclefia, efl principalior, at int nentes, quafi cum, quem emi ferant, caeli porra
Joli , idefl Ciniflo fiiio fuo, fimilior quantum ad capere non poffent, maiorem viam qttarcbant ali-
quam re Hertcnti . ES.GirolamO to. 9. ep. 27.
ferfeSioncm ,
314 II Bargagli parimente in occafione di Pulchri le nari iubentur porta, & in fubhme erigi.
giofira , per vn Canalicie chiamato dei Pronto Si quidem iuxta difpenfationcm camis , & myfle-
Ritor- ritomo , fece la Luna nuouacon; REDIT ET num , & vi floriam crucis , maior regreditur ad
"are* ITERVM , imprefa non ingrata per Io figliuolo calos, quam ad terras venerat .
Prodigo Prodigo , il quale c ritomo id fe rteifo co'l rico- 2 1 9 La Luna, che fc ne fia con Ia parte con-
Euan- nofccrfi , e ritomo alia cafa paterna , ond’era_. ueffa riuolta al Sole, fu dal Bargagli fegnara co i
gelioo . part jto , in fe reuerfus, dicc S. Luca 15.1 7. Dixit s titolo; IN IPSVM CORNVA NVNQVAM,
ju gam , & ibo ad Torrem , ouc Pier Crifologo
iiuprcfajchcdimoftraaftettonobile di gratitu- Grarim-
fer. a .In fe ante redit , vt rediret ad Tatrcm , qui
i fe ante receflerat, cum rccejfit a Tatre &c. dinc in perfona, che non ha cuorc di riuoltarfi “,nc *
con arto ingiuriofo contra qucl benefactore ,
* 1 5 Animo intrepido , e coftante , chc pro- dal quale riceucttcqualchc vtiliti, od ornamc-
t<i» Tale fi diede i conofcerc il cafto Giufcppc, tis.
Petfe. ilcorfoinrraprefodcllc fuc operationi, ^
oaata. anco ,ra 'c oppofirioni , eicontrafti grauilfimi, ciic inuitato da quclla sfrorata Hgfetfa all'ad(ii-
chc gli fon tat t i, nc dimofira la Luna, fiafi 6 tcrio, cd alio fcorno dcl fuo Signorc/aidamcnte
vuota , 6 ectliffata , co'l tnotto dcli’ Arefio ; rifpofc i Eccc Dominus meus, omnibus mihi tradi-
32 COR PT CELESTI. Lib.I.
tu, ignorat quid habeat in domo fuamec quicquam aaa S cgli 4 vero, che la Luna , con la lon-
efl , quod non in mea /it poteflau , vel non tradi, tananza dal Sole , riefcc piu che mai bella , c lu-
dctu mihi , frater te , qua uxor eius cr, quomodo minofa ; figurandofi co'l Sole da lei lonuno , ui
ergo pojfum hoe malum fatere , & peccare t tuttadifianzi.fe le aggiungail motro. PRE-
130 VnPadrealfectuofo, bramando di ve- TIVM DISTANDO FACIT, parolediMar- Lonra-
dcrc ac) Tuo figliuolo la virtu pietumcntc pcr- tialeLp.Ep1gr. 44. e mofircralii, che quando il «aza di
Defi jr. ictu , rapprcfento ifuoi defidcrij coo vni Luna
Re didiFraocia
della Tonno:fi leud co’l prefidio
LAltczza Reale dalla citra-, P'“ P^
di Sauoia
rare, crcfccnrc, nella quale riconofceua figurato il
fuo figliuolo , e le fopralcrifie ; DA PLENVM quafi inargentata Luna , fplcndctte piu che mai “
C E R N E R E L V M E N . Non aitrimcnti il fcrena, ridente, c maeftofa. Concctto delP.
Padre di qucl figliuolo indemoniato, dei qttal $. Donxnico Gamberti .
Aurirn- Marco 9. i}. Credo Omine , diceua, adiuuan- aaj Iufegnano molti Naturalifti , eFilofofi;
***“ • credulitatem meam , E voleua dire i Ben e vero che Ic commotioni , cd i dibattimenti dcl mare ,
mio Dio , che vofira merce in me rifplende il fianocagionati dalla virtu della Luna ; c fra gli
lumc della fede , ma accrcfcetelo voi , e conce, akri Seneca lib. Quare bonis viris cap. 1. 1'ndu -
portionibus crefcunt ,& ad hora, ac diem fubeunt,
dctcmi,ch'io men’ vada pienamente illuminato;
e gli Apoftoli anch plfi diceuanoal Kcdcncorc ; ampliores, mmorcfque, prout illat lunare fjdus eli-
uidauge nobis fidem Luc. 1 7. 5. cioe.coinc ipiagl cuit , ad cuius arbitrium Oceanus exundat . Per
S. Grcgorio n.MoraUitapoin Cat. aur.fr qu f tanto il P. Gamberti , effigiando la Lana fopr*
tam attepta per ipitiuiq fuerat ,quafl per augu- il mare , che fid con principio di marea , le
I .! ptentum graduum ad perfet f/eqpm ueniret ■ diede il motto d Ouidio I. 5. Metam. MOTAS Tureo
11 nno Coopaoomco , Dop Pilippo Maria.. EXASPERAT IRAS , c fismfico.chc la Luna
Gallina , alia Luna , crcfciuca di molri giorni , e
molro ben doutriofa d/turge mati larnpi diede 1 pelle belliehe era
Maonictana quclla ; ,onde
commofie veniuano
e fufeitate . Ic tem- * 8nct"
QVANITARCO £ MEN , P1V CH1ARI i>4 Lhmmaeine della Luna , riefee ben pro-
STRALI A V VENTA; Vcrlpdcl Caualiere Fr. poruotuta aJlc bandierc turchefchc , dice il P.
Carlodc Conci della Lcugueglia; e vuoldire; Gamberti ; pcrchc fi come quella in guifa d'riu.
che fi coiik afiai pili lunuuofa c Ia Luna, quando Proteo, fcmprc variabile, cangia di continuo
non dimoftra alcuna mmiaginc darco , chej J'alpetto , e muta i fuoi fembianti , i cui percio
puo addat carfi il motto di Virgiiio Edog. 4. v.
quado in figurad’arco(U minacciando la terra,
cos i afiai piu gloriofo fia ogni caualiero , anzi 44. MENTIRI DIDICIT ; non altrimenti il xurco ,
CJ.cme- ogifiPrcndpe , quando men fi drrnollra pronto Maumctano , rendendo fofpetta ogni triegua , no cura
»1 glo- alPalt rui oficfc , o allc vendette; che quando atT cdinfcdele ogni pace, prende le congiumurc , la paio-
nola, tualmente le njinaccia , e Ic procura . che a lui paiono piu commode ■ e profitrcuoli ; 11 •
Lo ftefio alia Luna piena loprapofc ; A LA d’ogni ait ro rifpetto non curante .
NOTTU COMPARTE 1 RAJ DEL SOLE; a aj Lo Ueflo Gamberti, formando liete fpe-
ranze.chela grandezza dcl Tureo debba reilar
Predi- <' nbolo d'huomo apofiplico , che illullrato da
prtorp. Dio , illumina i peccatori , ingornbrati dalle te- vn giorno dimmuica.c fcemata 1 alfume la Luna,
nebre , 6 de 1 gcurtlclchi , is de i ritiofi errori . infegna vfata dajfiilcfio; c fingcndola ncila
totale picnezza.le aggiunge le parolc (con poca
Della qual forte da perfonaggi , fc dific l'Apo-
ftolo Philrp.a. 1 5 . Lucetis fit ut lumm.iria tumido mutatione variate ) £ Claudiano lib.a de Kapr.
ly Elia Cretcnfe in Orat. aj. S. Grcg. Hgque lumt- Proferp. MOX DISPARE FORMA; ben fa- Bellet-
narium cfl m fe tpfts fplendorem tircumjcrtbere , pendoii , che la Luna , giunta al cotino , retro- za ha.
verum ad alios diffundere 1 nec item ihnjti. inorum cede, perdendo ogni giorno lafuachiarczza. m*na‘
[nam dumtaxat, ac non et tam alienam utilitatem Quadra Jimpreiaalla bcllczza humana, che da
L V N A Cap. VIII. 33
„ . fed. 2. cosi 1‘intcrpreta. Q^ia quo maior diuina
Djpcfl- folo . Sinti Chicfa h veramenrc vna miftica beneficentia fplendor illos ihu(lrabat , eo ipfi in
Sanuu **una.* c*ie non vuo^c » nc fi prcgia d'aJtra lucc ,
Cbicfa . c^c ^ 9ucfi*> chc Ic vicnc communicata da Dio. maiores fe flagit iorum tenebras compingebant, di
Hac efl vera Lana , fcriflc di Ici SantAmbrogio; i quali fcnfi no s’allontan 1 Cornelio Tacito 1. 4.
Hcxamcr. 1. 4. c. 8. qua de fraterni fui luce per- AnnaL Beneficia eo vfque lata funt , dum videntur
petua lumen ftbi immortalitatis ,& gratia mutua- exolui pofie ; vbt multum anteuenere , pro gratia
tur . Fulget enim Ecclefta non fuo , fed Cbrifli lu- odium redditurae hc pero fi fuol dire; che vn gran
mine , & fplendorem jibi arceffit de Sole iuflitia . beneficio non fuol pagarii , che con vna grande ^
tnmor- sa8 Ncircfcquic di pcrfona , di molta virtu, ingratitudine .
tt» A polia Ia Luna Iccma , e tutta ofcura co*l car- 232 Benchc non fotto gli occhi noftri, in
tdlOi CLARIOR SVPERNE, infcrcndo,chc rcalti pero , come fanno gli Aftrologi , la Luna
Ce Ic tencbrc di morcc Ia rcndcuano ofcura i gli c fempre in quintadeenna , cioc ; S E M P E R Pcrfe-
occhi dcl mondo , cra 1’anima dcl dcfonto tutta ORBE PLENO ; chc dimoitra perfeueranza di ucraza »
chiara fottogJi occhi dcl Ciclo. Simieliante- vinfi , indeficiente in ogm luogo , e ccmpo .
mcntc ad vna Luna nuoua ; della quale a pena fi Con quefti penfamenci cfprcflc i pregi di Maria
vcdcua vna linea di chiarczza , fii fopraferitto ; Vcrgine ii Cardinale Vgonc, chc interpretando
AT MAGIS CLARA CdELO, £ potrebbe fer- lcparolc dcl Sal. 88. 38. nellc quali profetica-
uirc ad honore di S. Chiara Vcrginc,la qualo mente fi paria di Maria ; Et thronus eius ftcut Sol
Chara quanto piu cra nd mondo di ruuidc fpoglic in confpcilu meo,& ftcut Luna perfeda in aternum
Vctg. abietramente coperta , tanto piu fplende nel dice cosi; Maria , quia femper pcrfeuerauit in vir-
Ciclo di fempiterni lumi incoronata ; cio chc di
ginnate , & humilitate : & m gloria etiam ap- V*
qual fi voglia anima giuftadilfc Vgonc Cardi- paret eius humilitas ,& Virginitas, idebbeni di-
nale fu’l 1 . capo della Gcnefi } Boni enim femper citur , quod ejl m confpedu Dei ftcut Luna perfeda
apud Deum lucidi funt, licet ftnt tn mundo defpcdi. in aternummentum . , qua fcilicet nunquam patitur detri-
a 29 Alia Luna, /a quale, comparendo il Sole,
Cedere, fi ritira, fii foprapofto ; CiEDIT DIVRNO
233 Fu la Luna MINVrTVR
CONSVMMATA piena fegnata , co’l
chcmotto
ben fi;
SYDERI ,e fignifica rifpctto riucrentialc verfo
quaiche pcrfona, per virtu, & meriti fcgnalata , conofce fimpatico co lc parole dcH'EccIcfiaftico
quale fi riconobbc nel Battifia , in rifguardoi c. 43. 7. chc chiama la Luna*, Luminare quod
t^*l Cicsd Crifto , mentre dilfc . Hoc ergo gaudium MINVITVR IN CONSVMMATlONE , lc Hunul-
1 meum impletum efl . Illum oportet crefcere , me quali dat Cardinale Ailgrino furono per ccccl- **di M.
autem mtnui ; cedendo di cosi buona voglia al knza ben accommodate ad honore di Maria_» Vcr8*
Sole diurno , chc annua di perdere ogni chia-
rezza,pcrche Ic vampe di qucllo maggiormente Vcrginc , chc promofla al fuprcmoaugc d’ogni
pofiibilc prerogatiua , eletta in Madrc d*Iddio ,
fpiccalfero i gli altrui fguardi. Anzi non chc s‘impiccioli dichiarandofi humilifiima ancclla .
Hic verborum ordo , fcriuc cgli fopra il c. 6. dc
Ciio. mi tutti 1 Santi inficmc,alla prefenza d'Id-
dio , fono come fc non foflero , difeorfo d*Ori- Cant. exprimit B. Virginem , nam cum ipfi audtjf-
genc Hom. in Ezcchiel. Vt fplendor Lutu, & mi- fet ftbi promiffam tanta magnitudinem , quod foret
cantta coli fjfdcra , priufquam fol oriatur , in fh- Mater Dei , fe fe minuit vff** ancillam GTc.
tionibus fuis rutilanti orto vero fote abfeonduntur . Scncca dircbbc , chc tale fia la virtu , pcrchc Virtii
Sic lumen Ecclcfix,& lumen Iunx, priufquam oria-
quand‘e crcfciuta ai colmo , fuolc retrocedere, c rem>-
tur lumen illud verum folis iufhtix , refplcndet,& Iccmarfi ; gr*da .
clarum efl ante homines , cum autem Chriflus ve- Tofi inulta virtus opera laxari folet .
nerit , ante eum contenebrefcit . dice nelFErcole furente AcL 2. nel qual propo-
239 Imprcfa generale dc gli Accadcmici Er- firo Giorgio Vafari t. 3. vol. 1. dcllc vite dc Pit-
ranti di Brefcia c Ia Luna col titolo ; NON tori , fcriuc ; chc Ralaellmo dcl Garbo , Pittorc
ERRAT ERRANDO, motto quadrante i gli Fiorcntino , fu ne fuoi principij cosi valorofo
altri piancti , ad vno dc quali nell’ Accademia dc nell’artc, che di gii s’annouei*auafra i piuec-
, i Rifucgliati in Piftoia c loprafcritro ; ERRAT ccllcnri ; Ma chc poi da otrimi principij fi ri-
INERRANS. Tale il vero Vbbidicntc anco in dulfc a dcbolillimo fine. Tale anco e la fortuna , Forruna
®*ente* qucllc attioni, chc paiono errore , rettamente della quale Seneca. Tfulli fortuna minus beni , maa‘
opera quado vbbidifcc i chi nc sa piu, che tanto
S.Bafilio Hora.6. Hcxa- cantc *
deue prcfuponcrc di colui, che commanda . Na- quam optima
meron. 7tys igitur ex , cluna
creditur contemplatione, quam
turalmentc farcbbe errore il trucidar di fua fluxa ftnt nofha,perdifcamus , atque erudiamur , in
mano i figliuoli ; c pure fenza cometterc alcuno mentemque celerrima rerum humanarum nobis
mutatio veniat Cfc. Tale in fomma i la vita hu- vira hu-
errore , i cio fare s’accingc il Patriarca Abraa-
mo . Sarcbbe errore il piantar gli crbaggi con Ic mana ic nc‘l ricorda Tcofilo Antiocheno hb. 2. mana .
radici verfo il ciclo : c pure cosi fac en do alcuni ad Autolycum. Luna fmgulis menfibus occumbit ,
difeepoii dc gli antichi Padri , non falliuano eiufquc potentia emoritur, hominis conditionem
punto , mi acquiftauano il merito dclFvbbi- oflentans deinde regeneratur , C r augetur ad deft-
dienza . gnandam refurredionem eundorum futuram .
231 Tipo di pcrfona ingratae laLunacrc-
‘if . fcentc , alia quale , cosi per ifchcrzo io diedi ; go pe ce Fa be , no tu
de rn rn ni at bi di
u en m a dc So l e nc
“g" TANTO iu ne Lu te pi ina fa ^
SPLENDE. SI C^umdi
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P1V, QVANTO
leggianio I»IV3.
Iob. 24.1 co ge mo ni N na M ena c ci , lt
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Jpfi fuerunt rebelles lumini . Il Padre Franccfio If*l gno, tc.to60 20. LNu tua NVnon mi , ndto qu lc
ai f . n a ETi lue n a r
Mcndoza mL 1. Rcg. c. 2. nnra. a 6. Annort.22. lu a Se.ccCi Al nV oatur 1. 9. c. 4 l6% n**
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54 CORPI CELESTr. Lib. I.
Improbi d vultu Dei reieSi , infertu loca perpetui 239 Per vno , che ottienc honori , c digni td, Ho or?
habitabunt , qui vero arrabonem fpiritum inteme- benchc da lui non procurace,od ambite, ferue la a
ratum confcruauertnt , viuent fempcr cum Chrifto , 10 ’
P"fe. Luna crcfccnre coi titolo iILLVCESClT
ineffabile decus deitatis cius afpicientes . NON AMBIENS. Configlio fuggerito da
235 Nc perfuade la pcrfcueranza ncllc virtd Seneca in Thycft.
***' intraprcfeii titolo , chcil Lucarini dicde alla_* USC abnuendum , fi dat imperium Deus ,
Luna comindat* j COMPLETVR CVRSV,
Tfjc appetendum .
poiche Ja proieifione, cd il termine no fi ritrona Cosi Leone Imperatore 1.3 i.C.dc Epifc.& Cler.
coJ metterfi in corfp , mi coJ nunteneruifi , e
pretio , fed precibus ordinetur ^fnrifles. T an-
T^on ab *
continuare $ cio che infegno S. PaoJo i . Corint. tum ambitu debet e {fe fcpofttus , vt queratur
9- »4. Sic currite vt comprehendatis . enim , cogendus , rogatus recedat , inuitatus effugia t.Tro-
commenta il B. Lorcnzo Giuftiniano traft. dc fetth enim indignus efl Sacerdotio , nift fuerit ordi-
Obed. c. 6. potent quis ad confummationem vir- natus inuitus. E S. Bemardo lib. 4»de confidcrat.
tutis attingere , mfi voluerit tn ipftus exercitatione ad Eugen. T{pn volentes , neque currentes affu-
ptrfeuerare , mito , Jed cunQantes , fed renuentes j etiam coge
In mor- 2 36 In occ^fione di morte il Lucarini fegno illos , & compelle intrare .
ie, la luna vuota coi titolo * ET SIBI NfON
240 Auuanzjiucnto, c profirto nc dimoflra Profc»
DEUCIT j dir volendo» che fi come la Luna_/ ,
la Luiu crcfcentc , fegnata con ; L V M I N E u>-
bcnche a gli occhi noftri fia farta ofeura , in fe PROHCIT.Guerrico Abbate fcn5.de Aduentu
fteira pero cjla e firmpre Luna picna,e non mai commentando Icparolc d'Ifaiac. 40. 3. Tarate
mancante , tale benchc il corpodi quel defonto viam Domini , aucrte ; Via Domini, fratres, quam
Jsafbgsiaciuto alPombre dclla morte , la parte parare iubemur , ambulando paratur , parando
piu nobile , cjual £ 1'anjma , cd il merito delle fuc ambulatur. Et licet multum profeceritis in ea,fem-
Sanra-. virtu, non inancano mai. Ad honore di S. Chicfa per tamen vobis reflat paranda : vt de his , in qus
Chicfa pcrfeguitata,cd opprefij , ma non mai difirptta perucniflis,tendatis,& extendatis vos in vlteriora.
pene- applicarebbc 1’imprcfaS. Ambrodo.chc nel j.4. 241 In morte fu alzata ia Luna vuora co‘l InMor-
guiuta. Hcxamcr. cap. 1. fcrU i Ecclefta tempora fua verbo -, R ENO V ABIT VR , che fcco porta latc*
habet perfecuti mi: , & pacis < ntm VIDE TVR fede ccrra dclla Rifurrettionc . Oportet enim cor -
ficuthna DEFICERE , SED DEFICIT : ruptibi.e hoc induere incorruptionem , & mortale
Obumbr ari pot efl, deficere non potefl ; quia aliquo - hoc induere imrnorta.it at em 1 . Cor. 15.53. Sant*
rum quidem tn perfccutionibus dtfceffione minuitur A collino fopra il Salmo 102. confidcrando il
vt martyrum confefflombus impleatur\& effufl pro verfo ; RENOVABITVR vt aquila iuuentus
Chnflo Sanguinis clarificata viCtorus maius deuo -
tua , fi vale per ifpiegar qucfU fcnfi dclla Luna
tionis fua , & fidei toto orbe lumen effundat. ofeurata , c diccy Diminuta, & quodammodo
Fallito Qucfto motto medefimo ; Et ftbi non deficit , intercepta Inna rurfus nafeitur , & impletur , &
jngan netee rutto proportionato i colui , chc ha- fign fica t nobis refurreSionem .
natorc, uendo la borfa ptena, fi dichiara per fallito in 242 Quando Ia Luna feopre tutta illuminata
confpetto dei Mondo .
qucllapartc , che fii riuolta verfo terra, cicnc
237 Alia Luna piena dipinra in faccia dei tutta fofca , c tenebrofa ouclia , chc fti riuolta
Sole diede parimenti ii Lucarino.CONVERSA
al Cielo t onde mi paruc , chc ad vna Luna piena
LV CJDIOR , che puo leruire ad vn anima pc-
nitentcjachiarezza dclla quale nclla dcccfta- fcriucrfi porefle. AT OPACA SVPERNE,
Pcni-
tenza. per dimoltrare perfona per nobilra,ricchezze, c ni #
tione dcllecolpca marauiglia
/11 ..i.lln C f •— /'
sUuuanza
- l\ — r\
fopra finezza di giudicio fotto gli occhi .I.*!
tiiiKiiirkl 1 f. .4 iltullrA rt. -l
dei mondo
1 ,1
di qucllo foflc prima. S.Gio.Crifofiomo Procm. luminofa , cd illuftre , mi poi trafeurara , cd ac-
in Ilaiain. Deus quando peccata abo’et , nullam ciecaca ncllc cofe delPanima , e dei Ciclo. Baruc
reliquam facit cicatricem : nullum vefligium finit Profctac. 3. v.23, Filtf jlgar, qui exquirunt pru-
manere i Jed vna cum (annate eximium etiam
dentiam, qua de terra efl, negotiatores Merrba,&‘
confert forma decus # S. Grcgorio Papa a 5. Mor. Theman , & fabulatores , & ex qui fit ores pruden-
c. 7. Dum commi fla attentius lugemus , tn iuflttia /r.c;cccogl i rutti confpicui ncllc cofe dei mondo*
fptendorem membra deauramus . mi che poi < Viam autem fapicntia nefcicrunt ,
238 A perfona, chc fe bene crefce in dignitd, eccogli octufi nclle cofc d’Iddio . Sunt afluti in
non lafcia pero 1’antica fua affabilita, c piace- terrenis , & fabulatores ad decipiendum in merca-
Mode- uolezza , quadra il motto feritto alia Luna cre- tionibus homines , & exquifttores prudentia , qua
Mtione fccnte ; INTER1VS NON MVTOR. Nel
proprii tfl deprafentibus tantum •, viam autem fa-
di gran- gg Dauide auuerti qu *fta moderatione il Padrc pientia^quf msgis attendit bona futura^tefeierunt.
c* S. Zeno Ser. 1 . dc Pfal. 1 2 9. Rex manfuetus, pater Nieolb di Lira
pius ,propbara modeflus , torum potefl , d toto dif- Similmcntc, chinnque iJJurtraro con la bril-
ftmulat , magnis, ac mirabilibus faeuli non immu- lantc chiarezza delle felicita mondane fplcndc i
tatur , mitem , humilemqnr retinet vbique paflo- gli occhi dc gli huotnini , felice , c gloriofo : i
rem . Del fuo Traiano , Plinio nel Panenirico*
gli occhi de gli Angioli , cd*Iddio ricfcc caligi- Chi
Contigit ergo oculis noflris infolita facies, Trinceps nofo, ed ofeuro . Gia oino Biilio Anthol. lacr.
& candidatus aquales , & flmul flantes , httueriq; Quo magis d Vhabo difiat foror, boc Mage novis fplcodc
parem accipientibus , honorem qui dabat . E di
nuouo i Vnum ille fe ex nobis , & hoc magis ex- Fulget , & d fupera lumine parte caret . in ‘Vifta.
Tfam inter ,
quo mortales qmfquam efl mage fulgidus dei mo
oicuro a
cel it ,atq; eminet , quod vnum fe ex nobis putat,
nec mmus hominem fe,quam hominibus pracjfe Hoc minus efl magno fulgidus i!!c Deo. gj, oc.
meminit .
»43 Non folamcore quando li Luna c piena * dei
ma ciclo.
1
Cap. Vlir. 35
miqndndoineoradipochi
LVN A.
pomi i rinouzta , fi caua qualchc chiarezza alTintellctto , mi non
ntllafotrigliczzadcirarco ncfi vedcre vna rif- feruorc allofpirico.
plendcntc ftrifciadi puri (limo argento, di cui 148 Chi s’appaga di poco , puo alzar Fim-
pcrcid ffl detto ; ETIAM FVLGET API- prefa dclla Luna rinouata , chc fcuopre vn cer-
chio foctilifll no di lucc , c dire ; MINIMO
Y*" * CIB VS ! bella imprefa per e hi ragguardcuole (i
CONTENTVS OBERRO. Orario l.a. ode 1 6. Corcn-’
netftT* ren<^c * ,e<* acquiita lode nelle cofe picciole , e Lutus in prxfens animus : quod vitra efi
tnmu. *Ue minurie.che fono da lui operate . Apelle , •
Oderit curare .
ne. nclLofficina di Protogene rirando.comefcriue
Plinio I. jy. c. to- vna linea famma tenuitatis , E Giufto Upfio Manduft. 1. 1, differt. 15. Satis
triumphat virtus, fiiaoud paucos , bono fque accep-
diede i conofcere, ch'egli gran maeftro dell*
arte , e non alcro , lauorata l'haueua ; Tgm enim ta: nec indoles eius efi placere multis.
- cadere in otium tam abfalutum opus; conchiudeua 24 9 U merito dei Sereniffimo Cardinale In-
1'auucduto Protogene . fante , Fcrdinando d' Auftria , fracello di Filippo
a +4 Quanto piii Ia Luna (5 vi appreflando al IV. Re di Spagna fu dal Padre Leonardo Velli
Sole, tanto pid fi di i vedere impouerita di rapprcfcntaco con 1’imprefa della Luna, che
lumc , e tenebrofa i di cui ben fi dice j OBSC V- fplcnde in Cici nottumo , e ftellato , alia chia-
Aniflia RATVR DVM IVNGITVR ; tale 1'anima, rezza della quale codono tutei gTinferiori lumi, Merito
il chc dichiara il mocto ; SYDERHA CE- ccccl-
S” * , chc s’vnifce per tatiti,e per gratia al fol diuino,
refla al di fuori neglecta, e mortificatai difeorfo DVNT ACIES , tolto da Claudiano > do Pro- lente .
bini , f( Olibrij Conful.
“in dei Padrc Sant' Agoftino Epifl. n g. c. 5 . minima
■Boodo . quippe humana , cum redire capit ad illam incom- Haud ficus ac tacitam Luna regnante per
uArtton ,
Mf*de- grat*c dal Sommo Pontcfice Vrbano VIII. fuo 357 La Luna quando fi congiungc coi Sole
sarione. Zio, non impediua pero, che il lume di qud rcfUpriua di Iuce;pcro il Ferro le dicdcjLyMI-
Sole non fi ditfondcflc communemcntc anco i
NA PER DIT , concetto, e parole fuggeritegli
tlialtri , fccc la Luna in atto di riceuere la luco
ai Sole, coi cartcllo,- ACCIPIT, NON
da Boetio, de Confolat. PhiloCl. 1. Metro 5.
Thotbo propior lumina perdit .
ADIMIT. Ncl gran Mosi Cauorito , e priuato
cosi chi troppo s’auuicina a i grandi , e con effo
d'Iddio , s’o(Vcrua qucfta confidcrata cautela •,
poiche Cupplicando dViiTere illuftrato con la di- loro s*addonicftica, perde la gratia loro.Quindi «>cbcx-
cli6.Scozzcfi.comc
i. rapporta
contra Monarch. GuillclmodireBarclaio
c. 4. fogliono “
, comc aQCC m
tiina chiarczza , no pretendeua di goderla tutta
da per Ce , c di priuame le pupille dc gli altri per proticrbio . Quo quifque regi propinquior , eo
Ifracliti j mi godeua, chc ad eln ancora fofle a c-
comunata * chc pero Exod. 33. 13. diccua» propinquior patibulo . Sidonio Apollinare lib. j-
cp. 3. al fine perfuade il fuo Ecditio aleuarfi
Ofiende m/bt faciem tuam,vt fciam tc*& mueniam accclcratamcntc dalla corte, adducendo, chc la
gratum ante oculos tuos : refpice populum tuum , fouerchia vicinanza a i Re , fia piena di mortale
gentem hanc. Jutt’in contrario operaua Sciano , pericolo , c dicc ; Igitur fi quid nofiratium preca-
chegodcndola famighariti di Tiberio ,auida- tibus acquicfcis , aButum in patriam receptui
mente attraheua a (e , ed a i Coli fuoi congiunti canere fefiina , & affiduitatem tuam penculofd
di fangue, cutte le graric.lc carichc, c le dignita,
regum familiaritati celer exime , quorum confue -
lafciandone gli altri ofeuri , abbandonati , e di- tudmem fpc liat (fimus quifq\ flammarum natura
giuni , come not6 Cornelio Tacito lib.5. Annal. :*
benh comparat , qua fi paululum d fe remota illu-
Gratia^ S ^ konta diuina riparte i lanii delle fuc minant , ita fatis admota fibi comburunt. E ben fe
diuiua. gratie anco nejla Selua oicura delle confcicnze nc vedono gli cflcmpij in Sciano precipitato
piu vitiofe, e (celerate, fi come appunto la Luna nelladomcfiichczza di Tiberio i Seneca vccifo
s’infinuacoTuoi inargentati fplcndori cntrole ncirafifabiiita con Nerone, Bclifario acciccato,e
/oltc intrecciaturc dc i bofchi , e delle fcluc, ocl ridottoadcftreniainfdiciti dalla fuprema for-
qual atto figurata porto il motcoj PER NE- tuna con Giuftiniano ,pcr tacere gli cflempi de
MORIS FRONDES» 6 com’altri giudico i moderni , dali’vniucrlo olferuati .
medio ; LVCEM SVB NVBILO IACTAT.
258 Sc Monfignor Arefio alia Luna in quin-
S. Ifidoro 1. 1. dc Sum. bono c. 5. n. 1. Interdum tadedma dicdc, OPPOSITV CLARIOR ; il
pcccautibus nobis Deus fua dona non retrahit , vt Ferro , tutt*in contrario , fondato su ragioni ^
ad fpem dimna propitiationis mens humana con-- matcmatichc , da lui addotte nclPOmbrc appa-
furgat, 'Hjm non potefl conuerfum /pernere , qui renti p. i. fol. aS.Ie fopraferifle ; OPPOSITV
peccantem fuis beneficijs prouocat ad fe ventre . MINVS CLARA, tale chi fi mette a fronte di
M. V. Fra le racftjtie delle mcnt»piutrauagliate,ed perfonc fegnalate per lettcrc, brauura , nobilta»
intricate, Mari a, quafi puriflima Luna,fpargc o bellezza , arrifehia , e tal volta difeapita la
gli fplcrwjori delle fue confolacioni, c nc 1'aucfta propria ftima. Con qucftifenfi diccua S- M'V* g
Gio, Geometra Hymno 4.
fimo, ch*ogni piu rara bdicrza delle creature,
LVNA. Cap. VIII. 37
quando fi poneua al confronto di Maria Vcrgi- uon hi forza , ne vigore , per operare ncllc cofe
nc, tanto pcrdcua di Rima,che fembraua non piu
inferiori} mi quando $*allontana da qucllcc-
bclJczza , mi deforniita j Omnis pulchritudo ad celfo piancta , riceue e luce , c virui vigorofa,
Virgmem^ comparata , deformius efi , & omnis per operare fortemente nellc cofe create . Non
innocentia peccatum . altrimcnti il Scrcniflimo Cardinale Ferdinando,
a 5 9 L' Accademico Luminofo fri gli Erranti Infante di Spagna, mentre fi trouaua nella regal
Altet- hila Luna piena, chc al tramontar dcl Sole, Corte , vicino al Sole della Maelii Cattolica ,
ruta- nafce ad illufirar 1’emifpero , coi titolo ; GRA- ( Sole, chc illumina, fi rigira,c fignorcggia in pili bonra-
nac~c* TA, V I C I S S I T V D I N Ei c ncl veroquefia
varicta, ed alternato ripartimento di fplcndori, d’vn mondo) non potcua per fc medefimo ha- n™za-*
nottumo, c diurno , portano feco mirabile gra- uerc diuotiifimi
fuoi ; mi influirc
forza per
ne luce , ne fudditi operando
feparandofi nc vtl c *
dal fuo
tia, cllupendofollicuo alie creature j Hac vi- Sole , c portandofi in Italia, Alemagna, 1-iandra
ciffitudo, Dionigi Cartufiano in Gencf.cap. i.
&c. quafi Luna riceuctte lucc, c vigore d’aut-
ejl necejfiria , nam tempus diurnum efi aptius ad torita , digniti , c forza per operare ncl mondo
laborandum , C“ conucniendum , atque ad diuerfa foggetto cofe grandi , cd ammirabili. Nc i quali
exercitia exequenda ; tempus verb noClumum cfl fentimenti il Sig. D. Carlo Boifo alzo per im-
aptius ad quiefccndum. Teodorcto fer. i. de Pro- prefa la Luna feparata dal Sole coi cartcllonc ;
cidentia. Tenebrarum , lucifq; varietas ipfanu CLARA, POTENSQVE RECESSV. Del
Lucem nobis magis gratam reddit , vnde aurora qual concerto anco fi valfe il P.D. Aimo Corio,
meridie multo dcfiderabilior efi. f'bi enim nos lucis chc trattando dcl Signor Cardinale Teodoro
fatictas inter diu capit , uotturna quiete nobis opus Triuultio, che fti Legato dcl Sonfmio Ponteficc,
efi, hanc autem affecuti fatietatis fafiidium poni- 1’efprdTc nella Luna, che fcoftandofi dal pianeta
mus, & denuo nobis lux ^ratiffima oritur . Pct ro- maggiorchaueua, ABLEGATA REFVLGET.
nio Arbitro parimeuti canto in quefio pro- 2^4 La Luna nclforizontc , fi come anco il
pofito ; Sole , e gli altri Junii cclcfli, paiono aflai piu
Jpfa dies ideo nos grato proluit haufiu ,
grandii , la douc quanto piu s‘alzano , e s‘acco-
llano
Quod permutatis hora recurrit equis . noi , fccmano i gli occhi nollri , c ven- prcfcft„
Alia Luna nuoua io dicdi ; INCIPIT gono ad impicciolirfi.Pero Rimai loro quadran- za nocc.
_ AB OCCASV,pcrchc ncl fuorinouarfiella_» te il titolo ; MINVVNTVR ACCESS V ; cd i *
fempre fi fa vedere nella parte occidcnrakje tale ciafcuno feparatamentej PROXIMITATE
ancora lanoftrabcatitudine, & felicita fempi- DECRESCIT . Cosi, 6 quante volte i foggctti,
tudinc . tcrna » ^aura principio aJ tramontare , e cadcrc conofciuti folamentc per fama , e confiicrati
dclla prefente vita ; Dies ifie , Giuflo Lipfio lontani , erano Rimati grandi , chc poi domcRi-
PhyfioJogii lib. j. differt, n. quem tamquam camcntc prateicati no fi ilimano punto I Seneca
extremum reformidas , at erui natalis efi. E molto l.de tranquill. animi c. iq. Sinu qui FUSTI-
piufi^nificantcmcntc S. Agofiino Ser. io. dc D Siri D ilyiD PKOTirs adierunt . Rc|j_
Sanctis , pariando de i Sann Innocenti cosi i In Anco il Rchgiofo , quando le nefia loncano da gioio .
incipientis vita primordqs ipfc eis occa fus initium gli occhi dei mondo, c riputato grande di cre-
gloria dedit , qui prafentis terminum impofu i . dito , c di Rima ; la douc quando s’addomcilica,
261 La Luna fccmacol cartcllo volantejLA-
Virrfi TEO NON MINVOR, ferui ad vn Caualicrc ctroppos‘auuidnai i mondani, perJc di cre-
dito, c di riucrcnza. *dpud faculares , fcriuc_>,
P-ifc- di gran nafcita.e meriti, le cui gloric punto non Pictro di Damiano in Apologet, de contempti ^
guoata. ifccmauano,bcnchc lontanodalla fua patria cgli faculi c. 26. Rcligiofus quifque vcluti piftura efi :
viueflein regioni ftranierc. Scipione Africano piRura [quidem fi procul affifiat , Manter, & cum
non pcrdcua punto de fuoi vanti nellc ritiratez- quiditate profpicitur . Si tuxra fit, contemptibilis
zc di Linterno . In ogni luogo bcnche rurale, in indicatur . Et fpirituahs quifque , carnalibus ,
ogni Rato anco di miTcric , cgli era fempre ii abfens quidem timori, prafens autem, videtur effc
Th vincitorc , il grande . Ad honore di S. Chicfa_» dcfpeftui .
^‘obumbrata, mi non ifccniata daitiranni,ap- 26$ A fanciulla cosi fecolare, come rcligiofa Rittra-
plicarcbbc 1’imprefa S. Ambrogio , mentre 1. 4. giudicai opportuno il motto, chc tolto da Cor- lC2ra •
Hexamcr. c. 2. ferine. Ecdcfia videtur ficut Luna nclio Tacito io dicdi alia Luna copcrta da vna *
deficere , fed non deficit, obumbrari potefi, deficere nube; NON VISA PR/EFVLGET , ben vc-
non potefi . dendofi a proua , chc tanto piu con la modcRia,
c con la ritiratczza acquiRano , quanto piu coi
% 262 P»cncdetto Gioli 1'Effieiato fri gli Er-
ranti , hi Ia Luna , chc rapprefenta ii fuo volto dimoRrarfi altrui frequentemente s’ofcurano , e
in vn rifiretto d‘acque , co'l titolo ; QVAM VIS fcapirano ; Tarit conuerfatio contemptu : raritas
JN EXlGVOi marauiglia rinouata continua- conciliat ipfa rebus admirationem , fono protcRe
Eacari- mcncc dal corpo Sacrat illimo dcl Rcdcntorc , d'Apu!cio /. de Deo Socratis . E Cornelio Tacito
hora ncl lib. 1 1. dcILlRorie oficruau a; Maiora
* chc fi conticnc fotto ianguRilfima sfera, e fotto ' TICO efi
.
qualfiuoglia particclla dcil%Hoftia Confacrata . credi de abfentibus; cd hora nella vita d'Agricola)
Andrca Bianco I. j. Epigr. 50. diccua chc j Omne ICTiOTI^M TKO MSdGNI-
Qui Sola terrarum , qui numine replet olympum
Claditur orbiculo , qui modo panis erat . 266 Ticne la Luna , come dicc Plinio , I‘im-
7{on rimet angufio M au fias limite claudi , perio fuo fopra il mare * c pure ella , chc figno-
7{on Domino locus efi , fed locus efi Domini. reggia i cosi vaRo elemento , fottogiacc i tutti
16 3 Mentre la Luna fi troua e vicina, e con- i Cieli , ed i i Piancti tutti. Onde figurata fopra
giunta coi Sole, non hi lumc,e per confcqucnza il mare porto il motto } S VBEST Q V Ai
Mendo Simb. d el T. *ibb. Ticinelli .
D 1M-
,8 CORPI CELESTI. Lib.I.
Miri», e IMPER AT.Tale in Mari» Verginc s'auucrcc vn Pietro , T omafo , ed aitri , che dalla commeffa.,
colpa , ad vna fola occhiata di Crido, alie prime ^
fua hu- dominio cosi grandc.cIVclla i Signora delPV ni-
'nllu • ucrfo , ma vn humilta cosi protonda , chc non yoci dei correttote, prontamenre riforfero .
nfiuradifpofarfi, e foggetcarfi ad vn poucro »71 Serue la Luna, come d'vn cridallino
labro . S. Bernardo fuper Miflus eil ; Sina cfl fpecchio , che riccucndo la luce dei Sole , Ia
trasfonde a didipar Ic tenebre nottume , di cui
hxc »1130 tam venerabilis , vt falutetur ab *tn- fuchi cantd; A LA NOTTE COMPARTE
3 cie, tam humilis vt defponfata ftt fabro > Tulehr*
permixtio virginitatis , Cr humilitatis &c. I RAI DEL SOLE ; fimbolo di Predicatore, Predi-
-6q Che le mifcric mondane Hnifcano in ed huomo appodolico , che riccuuta da Dio Ia
cfalrationi , puo dimollrarlo Ia Luna fccma coi fapienza , e la dottrina , fe nc ferue ; Illuminare
rirolo; DESINI T VT CRESCA T; e che p;* his, qui in tenebris , & in vmbra mortis [edent ,
rimenti le terrene (eliciti terininin o in miferie , come dide Zaccaria Luc. 1.7 9. i dar lumealle
cofcienze caliginofc , e nere . Tale fi dimodrA
■JF Ia Luna quali piena coi cartello; CRESCIT
Fel'C!u. VT DESINAT, ambi moriui di S. Ifidoro lib, Filippo, che annontid alTEriopo la fede dei Sal-
uatore AS. 8. 3 5. Tale S. Paolo , che nelle fina-
J^°n 1 demando cap. !S. Luna elementi fui varietate
diuerfis curfibus definit vt crefcat , crefcit vt defi- oge di Damafco predicaua i i Giudei le glorie
nat . Sed ideo alternis vicibus commuta tionem jj- cirincarnato Verbo AS. cap. 9. ao.&c.Tali
Viccnde dfrij rFpritfent.it , vt doceat homines ex ortu mo- gli aitri Apodoli,che feorrenao per la gentilita,
rituros , & e* morte vifturos ; atque ideo cum-
compartiuano
da Crido haueuano a gPinftdeli
riccuuta quclla
. luce , ch'cfS
f0*e' fcnefeit, mortem corporum prodit , cum augetur ,
aternita tem indicat animarum . Seneca in Thiedc
Acin 3, , s'ofTcruano
nella Due; laqualita
171Luna chiarczza , di molte
, fra cui Lucano lib. 5.
Cfiicm diei vidit veniens fuperbum , Lunaque non gracili furrexit lucida cornu Luti»
Hunc dies vidit fugiens iac entem . e la frcdezza , di cui vn altro Poeta ;
'bfemo confidat nimium fecundis :
£f redit ad noflros frigida luna fo os *, "c“"
• Hemo dcfperet meliora , lapfus . e Virgilio 3. Georgic.
Mifcct hac illis : probibetqnc Clotho Temperat , & faltus reficit iam rofeida Luna .
Stare fortunam , rotaf omne fatum , Che pero fele puo fopraporre; CVM LVCE ,, .
168 II globo lunare, quanto alia vaditd dclla REFRIGERIVM; e fcruirebbe per fimbolo di
Maria V, che riconofciuta ; Tulckra vt Luna purgktL
mole, e piu piceiolo di tutti gli aitri p jancti.md
Cant. 6.9. illumina , e refrigera i viatori t ed i i
pcrche egli e balTo , e piu vicino alia terra, fem-
bra di cosi valla grandezza, che al fuo rifeontro purganti ancora ottiene e la luce beata, edil
le Stellepaionominutiflimilumi. Alia Luna per refrigerio dcl paradifo; a cui riuolto Crido ,
tanto , figurata ira le ftelle io dicdi , MAIOR come feriue S. Brigitta I. 1. Reuclat. cap. 1 6.
QV IA H V M I L I O R ; motto fuggeritoda diccua; Tu mater miferie ordia 1 tu confolatio eoru,
Cnllo in S,Matteo t S.q.<iiiicunque humiliauerit qui funi m purgatorio ; tu latitia eorum , qui pere-
j, e ficu t paruulus ifle ,hic efl maior mregno Calori. grinantur, in mundo .
Humi- Filofofia veramente diuina, che nhnfcgna ad 173 Che il mare dalla prefenza, e virtd dclla
Luna redi tutto fconuolto lo dicono i Natura-
(i (ono efler grandi con Tabbalfarfi ; e ad iHudrarfi con
grandi . Pauuuirli. Anco M. Seneca controucr. 6. per boc- lidi , cd vn Accademico facendone imprefa , ag-
ca di Silio Balfo diccua . Serutum Regem tulit giunfe , che la Luna operaua marauiglia cosi
Roma, in cuius virtutibus humilitate nominis mbfi grande ; LVMINE, NON TVRBINE; Maedi
pcrche in farti la maelia luminofa dei prencipe di pren-
cfl clarius .
1 69 Infegnano i Filofofi ; che Ia sfera dei riempiendo i fuddici di terrore , anche adra- clpe-»
hendo da i rigori, c da i fupplici), gli perturba.e PCCT1U*
fuoco li ritroui nel grembo ; 6 com'efIi dicono,
nel concauo dclla Luna ; e pure gli fplcndon di
gli fconuolge ; che pero fe deflo dichiaro fog- 1 ‘
Ici da vna tale vicinanza , in conto alcuno noiij
giungendo ;
Giufto ttftano orfufcati . Quindiil P, Raulino.dipin- Jmmenfam aquarum molem
Dominatrix Thabc lumine , non turbine ciet
P ' gcndolad’inargentatcbianchczzeimpretiofita,
Eoum , occiduumq; occanum feremffima verfat
E°C- ]C foprapofc.NON INhVSCAT PROXIMVS malefias &c.
IGNIS ; (iinbolo dj cadira mondiflima , confer,
uata illefa fri ifuggeftiui de i pili focoli , cd im- E fe tanto pu6 la maedd regale : che non potri MaefU
pudichi aflalti , quale tii riucrita in Giufcppe,in la diuina ? Ifaia nel cap.tf.dcfcriucndo Iddio.chc dml"» •
fopra vn cccclfo trono gloriofo fedeua , ag-
Sufanna , in S. fomafo d'Acquino Ac.
170 La Luna, fcema di luce, non perfide giunfe, che i Serafini, con due al^dauano vo-
molto in quclla fquallidezza , ma ben todo ri- lando 1fu'l qual luogo Crifodomo; volant com-
menta, dum non valent in quiete permaneres
farcifce chiarczza pregjudici)
i procedenti co'l riacquidare
; Ondc le dicdi ; DAMNA magnum tremorem declarantes ,
la finarrita
VELOX REPARAT; concctto prefad» 174 Nulla dobbiam prefumere dclla fantiti,
Oratio lib. 4. Ode 7. cd eminenza dcl luogo , in cui (iam trattenuci,-
* Damna tamen celeres reparant caleflia luna . ricordar.doci , che la Luna reda fcquata di
fpiendori , ed ofeurata , benche habbia nel cielo Luogo
9,u"° • tipo di giqditia ; che quand'anco t»l volta i co-
la danza , ed iui fia da brillanti Helle attorni.it a; Samo
nofciutq nianchcuole, ed imperfetto .-ben todo
forge . procura di rifarcirc i danni dclla fu a integriti alia quale , dipinta , quali dei tutto fcema Carlo no" d
violata , e dclla puntl denigrata . Septies enim
Rancati diede ; SVIS DEFECIT IN ASTRIS, alhcuia.
cadet tujlus , & refulget, proteda il Sauio Prou. paroledi Claudiano de Conful. Manli). Cosi
a 4. irf.c fe ne videto gli cfcmpij in Dauidc,
Aduno pccco nel paradifo , Lucifero nel cielo;*
molti
LVNA ECCLTSS ATA. Cap. IX. 39
molti ancora nclla Religione , che e luogo di
178 II Rota efprcfle 1’afFannofa rriltezza^,
{aluce ,precipitano nclla perditione. Locus erum d’vna Dama,oltrcmodo addolorata nclla morte .
non facit SanSos , dice 1'Autor de i Sermoni ad d*vn fuo fratello, coi formare imprefa ddlx^ lc#
Fratres in Eremo, ferm. 27. Sed operatio bona Luna aggrauata dalTEcclilfi , che diceua , S 1 C
locum fand tfic abit , & nos. Veccauit cmnt angelus RAPTO FRATRIS LVMINE DEFlClMVS.
in calo , peccauit u Idam in paradifo , & tamen Imprcfa , e motto tutti proportionati a figmfi-
nullus locus fandior illis erat CTc. carc la mellicia , cd il dolore prouato da Maria
Vcrginc fu’l Caluario nclla morte dcl fuoSan- V.
ECCIISSI DELLA LVNA
t illimo Figliuolo j nel qual propoli to il Cardi- 1 ^a "
Cap. IX. Sacri 1. 5. Tmolite mequellc
Cantici interpretando
naleAilgrino confiderare do111110*
parolc quod
»7 II
5 Icgue PeccliiC della Luna , mentre la fufeam fim , quia decolor auit me Jol , dice cosi ;
T^unc B. Virgo loquitur de dolore , quem habuit
terra $'interponc, e le toglic la^ifta,e
la chiarezza dcl Sole , fopra di loiri- tempore Taffionis Fili jfui , & conucrtit fermonem
fuum ad Adolefcentulas, dicens. Tfjgrafum animi
fletrendo con linea piramidalc 1’ofcurita deli’
ombre. Per tanto la Luna eccliflata hebbe il marore confeCl a : vel fic i Wjgra fum , defpeda , I
fcmidia. motto ; ALTERIVS VMBRA . L inuidia dc obfufeata , objiur.ua , decolor at a, quia decolor auit
■
gli cmuli , e de i maligni, quali terra interpolia, me fol moru ns ; decolorem me fecit Sol ob[curatus,
leuo ben ifpcflb i i fudditi meriteuoli la luce , & obfufeatus , de qua [olis obfufeatione , & obfcu -
c ioc la gratia dcl proprio Prencipe . Per calun- ratione dicit Efaias , loquens de Cbrijli Taffione: I:
niadiSiba, fuo feruitore maligno , perdere Tiynefl fpecics, neque decor ;& vidimus eum ,<2r
MiHbofctto la bcncuolcnza dcl Re Dauide \ e non erat afpedus , defpeSum , & nouijjimum vi -
Bclifario, per maligniti di Triboniano, priuaro rorum , virum dolorum : ipfo igitur fic defpcfto ,
«li Giufliniano Imperatore, fu depolio da gli defpeda eft & Mater : ipfo fic obfufeato , objufca -
honori, £ ridotto i mcndicira eftrema; onde nel taeft & Mater.
publico dclle llrade accattando dalfaltrui picti 279 II globo della terra, tanto da gPinfl ulli
1 fuffidi; della vita, ei gcmcua ; Date flipem Beli -
della Luna bcncficato , dipinto in atto d*ag-
furio , quem rerum profpcrl gejlarum magnitudo
grauarc la fua bcncfattricc con 1'ombre dell’Ec-
extulit , & nec error , Jed liuor , & inimicorum clilfi , fu notato coi motto; QVO 1NGR AT A
I vf- tnuidentia cxccccauit itanto fcrilTcro Procopio, c DITESCIT, che dichiaralimquitadipcrfona
Crinito . Tali anco i Mondani , fimili alia luna
(c ac- mal nata , chc ha talento , c cuorc, per inaltrat-
cicca • perdono la luce dei diuino Sole, 6 lia della virtd, tarela perfona, onde riccuettc benefici; confide- Ingriti.
mentre dalfombrc de i terreni interefli rcllano
aggrauaci ; c lo di flero frii facri Vgon Cardi- facondiadi Popilio
rabili. Tale Tfijullio ottenuto Ia vitad‘haucre
, che dopo reo tudinc.
, cflendo dalla
nale in cap. 18. Prou. ^ duarus terram interponit di morte, diede di propria mano la morte al fuo
fibi , & vero foli, vnde cotinuam patitur cclypfimi liberatore. Tale Tullia figliuola di Tarquinio,
t ki i profani Giuflo Liplio Ccnrur. Mifcell.ep. che pafso co*I carro addoflb al cadaucro di qucl
49. Sicut terra mterieda,Luna lumen i Sole amit-
tit: fic animus obnubilatur interuentu viliorum
progenitore , onde clla haucua riceuuro 1'cflcre.
Tale Antipatro, chc leuo di vita Tcfialonica fua
rerum . Ed vn Moderno Epigr. 10 1. Madrc , benchc clb con parolc da lare fpezzare
Vt Solem tellus , Lunamque Jiat inter opacam , le pictrc lo fcongiuraflcprr materna vbcra, dico-
Stat peccatum inter meque , Deumq; meum. 110 griRorici, i non vcciderla .
2 80 II Padrc Camillo Antici alia Luna ecclif-
27 6 La Luna aggrauata dall'eccliili , coi car-
Vini tcllo; NON SEMPER OBSTABIT ; 6 vera- f.itadicdc; E PVR CAMINA ,6 veramente ; Perfe-
fupera^ mente in perfona della Luna ; HINC A LI-
NON VMBRA DEFLECTIT, per fimbolo u««a.
Uaiti. QVANDO ELVCTABOR,fono voridiconfi- d’animo coflante nclla virtii , che nulla badando
denza , proprie di perfona virtuofa , indegna- alie oopofitioni de gli cmuli , profiegue nel
mente opprefla , chc fpera , e tien per certo di corfo aclle fue virtuofe attioni.Vgon Cardinale
rederfi vn giorno diflnuolta, c libera dallo inGcnef. 1. 14. Fiant Luminar ia in firmamento
auoerfarie oppolitioni. Seneca Ep. 7 9. Trulla dice. Iufli luminar ia dicuntur , quia ficut Lumina-
virtus latet :& latuiffc non ipfius eft damnum-,. ra quidquid de eis mentiantur ,no mutant curfum :
Veniet qui conditam , & faculi fui malignitate fic iujli quidquid dicant mali, femper in bono perfe
ccmprefjaw dies publicet. Taucis natus eft , qui po- uerant
pulum atatis fua cogitat . Multa annorum millia , 281 Lo ftcflb , faccndo Ia Luna gii vicina ad
multa populorum fuperuenient . Ad illa refpice : ecdtflarfi , le fopraferifle , CVRSVM H AVD Perfe-
etiam (i omnibus tecum viuentibus filent tum liuor
SIST1T IN VMBRA , cd efprime vn animo ucr*t*.
in dixerit , venient qui fine offcnfa , fine gratia intrepido anco fra le piu graui, c moleile oppo-
indicent , * fitioni . Tale fu qucllo di S. Paolo , chc diceua ;
VirrA 277 Ancorchelcmifcrie,6 Icimpollurcag- Spiritus Sanflus per omnes duitates mihi protefla-
fupera- grauino ii virtuofo , egli deue confolarfi, ricor- tur , dicens •, quoniam vincula, & tribulationes
1 con- Ierofolimis me manent. Sed nihil horum vereor ,
[
valli.
’ dandofi , chc fc Ia Luna coperta daH’ecclifli
porto il motto; MOX EADEM; cosi e ben dummodo confummem curfum meum &c. Ad. 20.
prcilo fuanir.umo l ombrc dclle oppolitioni, chc 25. Tale quello di S. Francefco Xaucrio , che fc Franc.
gli vengono fattc.cd egli fplcndcru come prima. bene , comc difle il Cardinale dcl Monte nclla_* Xaue-
Diceua T. Liuio. Veritatem laborare fiepl , exun-
I
R elatione, che fece per canonizarlo ; Contra Bis 110 *
4 gui nunquam , c Menandro ; ob affiduos labores morbis graui[fimis , fapius nau-
Tempus in lucem tandem veritatem trahit . fragium pajfus eft , afius , /rigoris
Mando Simb . dcl T. Abb. Tutnelli . D a , nuditatis
vigb ,
*. .
CORPI CELESTI. Lib.I.
yigilurum , fuis , famis incommoda dcuotiffimi Crimen habet, quanto maior qui peccat habetur .
fujhnnit , profegui ad ogni modo fcnza inter- E Salluilio ; Qui magno imperio praditi , nt ex»
4o celfo at at em agunt, eorum fa8a cunfti mortales
mettcrla
dc mai la 'faticofa
fuoi apoftolici , c portentoia
pcllcgrinaggi . carriera
nouere. Ita maxima fortuna , minima licentia efl .
18» Polfono ben sl Tombrc deUa terra in- Sc la Luna , per Pintcrpofirionc dclla terra ,
gombrar di tenebrofe bende ii volto dclla Luna,
fogeiacc i mcfta ofeuriti , perdendo la chiarcz-
nu non folpendere i fuoi inii udi , che allhora za dcl Sole ; liberata da tal impedimento gode
pili che mai gagliardi ella tramanda ; che tanto con libera fcliciti qdci pretiofi fplendori , nel
inferi ii Lucarini , dando alia Luna ccclitlata il qual atto hebbe il motto ; IAM NIHIL
VtnJ raocto ; VALIDIOR TAMEN i tale anco la OBSTAT-, cosi 1'anima giufia, fc dalla mafia
®PPrc*- vireti opprefla, fi rinforza,ed operando con«
radoppiata attiuiti , ne fi vfeire alia vtftadcl dcl corpo impedita , non poteua goder d'Iddio , Motto
mondo ftupendi effecti . Luna ccclifiata poreua feparata da
diuina,ed ammirabile chiarez z aa. partccipare
qucllo c chiamata Ja_i vt“® •
Tcmi Ilio citato
, dirfi il Redentore nel tempo dclla dolorofa Paf- da Gid. Srobeo ferm. 1 17. Trobabile efl animam»
fionc } mi airhora appunto , che 1’iniquiti hu- y eluti d vinculo corporis, quod exp rauit, folutam p
mana contradi lui orribilmcntc imperuerfaua , tum demum veri refpirantcmjc feque recreantem
Miferi- Cgli ne fece vfeire influfli di picti incomparabili. Deo fociari ,& abeo pendere. Ed Apuleio lib. de
Se gli huomim ftanno in rradirlo,egIi dona loro Philofoph. Vinculis liberata corporis fapientis
,na ’ il proprio corpo in cibo;/* qua nolle tradebatur , anima remigrat ad Deos , pro merito vita purius ,
acceptt panem &c. i. Cor. i x.a j. Se Pictro,due, cafliufue . tranfaSaflsoc ipfo fe deorum conditioni
conciliat
ctr£ volte loriniega,egli con occhio di picti
mirandolo 1'illuftra , c Jo follieua Refpexit Verrit 285 L’ Eccliffi dclla Luna airhora fueccde
feriue S. Luca , idefl , commenta il Cartufiano
quand'ella fi ritroua nclla totale pienezza, che ^
mentem eius mifericorditer tetigit , iUuflrauit , &
pero Ic diedi ; CVM PLENA CCCATVR;* Fclic**
ad fui exceflus confiderationem excitauit. Se affif- pure; DEFICIT ORBE PLENO, non altri-
foload vna Croce lo dilegiano, e Io motteg- menti airhuomo infelice , nelPauge dcllc mag-
giano ; egli fupplica il Padre per laloro falutc.c giori (elicita fucccdono eftrcmc fciacurc. Che 6
come diccua S. Bruno dc Orna. Ecc. c. 6. T^imia fi parli di faniti Plutarco Sympob L 5. q. 7.
mifcricordia fitper abundans ,pro fuis crucifixoribus Lubrica res efl admodum valida corporis conflitu -
orabat dicens ; Vater ignofee illis. In fomma, con- tio : & corpora vbi ad fummum proueSafxnt vi-
chiudc S. Agoftiiio in PfaJ. 1 08. Quoniam in pro- gorem , non confiflunt ,fed momento iu contrarium
fundo malignitatis reddebant ipfi mala pro bonis , impelluntur ; 6 di fuccefli di guerraj Tucidide
ille in fummo benignitatis reddebat bona pro malis . lib. t.Is,quiinbcUoob res fecundas exultat , non
a8j Succede J*cccliifi dclla Luna , aIl*hora_»
quando ella fi ricroua in oppofitionc dcl Sole, cogitat quam infida fiducia fe extollat i ddiric-
chezze , honori , ed altri beni , che chiamano di
fortuna. Publio Mimo;
poiche framczzandofi 1‘ombrc dclla terra, fi
porcano i drittura i dcnigrarla, e infangui- Fortuna vitrea efl, tunc cum fplendet, frangitur.
Op- narla. Qumdi il Padre Piccro Alois, per la fcon-
porfi ai fitea , c’hebbcro i Traci dal Screnimmo Don_. Mentre il globo dclla terra , con 1‘ombrc fue
grandi Giouanni d Auitria Generalillimo dclla Santa coprc il volto dclla Luna , c la condanna alTec-
clifii; nclToffcfa fatta a qucl piancta , rcfta ed
SSTfegna *dc^cc^c Per corP°
i T urchi.c d*imprcfa
figurandola
la Luna , in-
fri Ic fqualidcz- clfo graucmcntc prcgiudicato ; di cuifiidctto.
EREPTA SIBI LVCE NOCET , che i mio ^
ze delPEcclilii , TintrodulTc i dire, EN SOLI parere pocrcbbc migliorarfi con;SIBI NOCET Fabbro
ADVERSA CR VENTOR , fpiegando i fuoi OBVMBRANS. Non altrimcnti chi offende il dcl fho
concccti coi feguente Epigramma .
fuo benefartore ; relb cgli fu’l viuo offcfo , c »
yiu.it vt ^i.ifiriadx venturis gloria faciis
danncggiato . Il P.Attanagi di S. Carlo Agofti-
Threicia ve maneat viuida fama necis :
niano Scalzo fpiego 1'imprcfa cosi ;
Tinge mihi ptftor carum caligine caelum , Erepta fibi luce nocet tunc infeia tellus ,
Cynthu vbi Eclypfim difcolor ore fubit . Cum Luna lucis prapedit omne decus .
Scriptaq;verba addar. En foliaduerfa cruentor i Ladcrc qui tentat fratrem , fe confodit ante %
His rubra dicatur Utna loqunta notis . Ex fratris vita ji trahat ipfe fuam .
Thrcflam Luna aciem , oduflnaden Sol fignat Inuide , crede mihi , fluita tunc arte nocebis ,
Ouantcrn : Si noceas alijs , fed magis ipfe tibi .
Indicat Ifmaridum millia exfa eruor .
E piu fucofamentc il mio D.Saluatore Carducci
Diffei- 284 HSaaucdra, per inferire, che i differti de Tellus obumbrans Cinthia iubar , gemit .
t) dc_, iPrcmipifono fottopofti alie mormorationi , Caue , iuuantem negligas : lacrimas dabis .
grandi . ad vna Luna ccclifiata fopraferifle; CENSVRj£
PATET . E nel vero ella e cosi, feriue Pictro di STELLE. Cap. X.
Damiano cp. 20. ad Cadaloum ; Dum in imis efl
quifpiam, eius quodammodo vitia dclitefcunr, cum Lcibiadc Lucarini , figurando il
yero ad dignitatis culmen afeendit , in juperficiem Cielo , tutto fparfo di Helle , coi
mox erumpunt : & qua fuerant ea tenus inaudita , motro ; LVCE , NON VI
iam per ora rumigeruli populi trita vulgantur. S. , rapprefento lo llaro dc i Beati nclla Beati iir
EADEM
Cio. Crifoftomo lib.j. de Saccrdot. Ttyipoffunc
, i quali
patria diuina benchctutti illullrati dalla chia- C'*lo.
Epifcoporum vitia diffimulari, fed velparua,atque rez7.a , hanno ad ogni modo maggiori, 6
txigua,coufcflim mauifefta /iwif.Giuueuale Sat.S. minori gradi di gloru, come piu ricercano i
Omne animi vitium tanto confpcSius in fe menti di cadauno ; Stella enim JeficlU differt m
d—
S T E L L E. Cap. X. 41
diritate , di (Te FApoftolo i. Cor. 15.41. ES. cbia , ne mutatione . Prerogatiuc fingolarmentc
Ifidoro Arciucfcouo di SiuigIia,I.de mundo, cap. nuente in Dio ,* Che s’cgli di fc ftclVodiccua,
54. Quemadmodum flellx fio 1 differunt claritate: deflere \ Stella fplendida , V matutina Apoc.22.
ita iuflorum diuerfitas meritorum difcretione. 1 6. di lui anco affermo ii SauioSap. 7. 16. che
287 AdvnCicJo fparfodiftcllc,ncImezzo fia ; Speculum fine macula ; c S. Giacomo c. 1 . 1 7.
dcllc quali era la Luna, fu foprafcritto ; QV A apud Quem non efl tranfmutatto , nec viafjitudinis
obumbratio. Quia m Dco,interprcta S. Grcgorio
I^8ni MINORA MAIORA, dimoftrando , cRc fi 1. 1 2. Mor. c. 7. mutabilitas non venit , nulla eius
mati comc *a Luna ; benchc quanto alia vaftita dcl lumen vmbra viciffitudinis intercidit .
fuo globo , fia di gran longa minore delle ftellc ,
ad ogni modo pare di qucllc aflai piu grande , 291 Alie ftellc dell’ottaua sfera fu ferittoj
cosi ben ifpelfo auuiene, che chi in iatei c mino- NOCTE NOTESCVNT;cdanco IN TENE-
re di virtii , e di meriti , compaia maggiorc per BRIS MAGIS; cosi la vera virtii fi fi piu che Virrik
dignira , c per grado . Giuiio Lipfio Ccntur.
mai conofccrc , quando Ic contrarieta 1‘ingom- cotma*
fingul. ad Italos ep. 1 7. Hic iam eft curfus rerum , brano per ogni lato. S. Bcrnardo fer. 27 .in Cant . ruu *
<lrlex quadam , nift fallor mundi , vt honefli , ho - Stellas dixifle virtutes non me pamtet , confle-
• cflaque taceant ,& exurgat quidquid turbidum rant em congruentiam ftmilitudinis . Quomodo
f aut prauum , e di nuouo Centur. fing. ad nempi flellx in no^le lucent , in die latent : ftc vera
Germanos cp. 51. Vroh Deum immortalem , virtus , qua fxpi in profperts non apparet , eminet
blenni aliquot , & buccones ad culmina honorum in aduerfts. Giufto Lipfio Cent. Mifcell. cp. 59.
veniunt , meliora ingenia arcentur . Ma S. Bcr- Sicut flelU m tenebris etiam fulgent j ftc liquidus ,
nardomolto prima di Iui deploro qucllc mife- & libens virifapientis animus,etiam in temporum
rie.mcntrc/. de confideratione fcriucua. Mon- caligine , aut nube . Lo ftclTo anco s*auucra delia
ftruofa res efl gradus fnmmus , & animus infimus ; fama dcllc virtii, dicc Lipfio, che chiarillima »
fedes prima , & vita ima ; lingua magniloqua , & piu chc mai rifplende , alfhora ch*clla fi troua
manus otiofi \ fermo multus , & fruftus nullus \ infidiata dallc calunnic de i maligni . Vt flellx in
vultus granis , & aflus leuis\ ingens auftontas,& calo TER ipfas TEJ{EBRotS FVLGE 7{T : ftc
nutans flabditas . bonorum fama per obflautes calumniatorum nubes .
Ccntur. 2. ad Bclg. cp. 1 1 .
188 Alio ftcflb corpo d’imprcfa , cio£ d’vna
& Luna macllofa nel mczzo dcllc ftellc , io diedi ; 292 L’Impre(a dcllc ftellc , coi titolo;
QVA MAIORA MINORA, per inferire, chc MICANT ABSENTE SOLE ; 6 veramente ;
fi corae Ic ftellc , benchc di gran longa fiano SOLE PROCVL RVTILANT, 6 con Ic pa-
maggiori dclla Luna , fi vedono attualmente roledi Claudiano Carm.Fcfccn. DEFICIENTE
Vir- minori di Ici , cosi ben ifpeflo , chi c maggiorc
NITENT fHOEBO,puo feruire per ditnollra-
moli de- di meriri , b minore de gli altri nc i gradi.Scneca re , che le virtii tanto meglio fanno comparire Viiti
ptclli . fib. 5 . dc Benef. c. 1 7. ofleruo, che 1 piu qualifi-
cati delia Republica Romana liirono i piu dc- la propria chiarczza , quanto piu fi nafeondono JJ^fco-
allaviftadd mondo, cd amano rofcuritddeU’ * •
prefli i Immcnfum erit fi percurrere cepero , ipfa ombrc.Puo addattarfi a i Santi Innocenti, i quali SS. In-
Kefpublica quam ingrata in optimos , ac deuotijf- fplcndcttcro con la chiarczza dcl martirio , nocurti.
mos Jibi fuerit , quamque non minus fape pecca - quando Crifto, Sole diuino, s’allontano dal
Uent , quam in ipfam peccatum cfl . Camillum in Ciclo delia Gmdea , portandofi nellTgitto; mi
exilium mi fit , Scipionem dimifit , e xulauit poft al parere di Filonc Ebreo /. de fomnus, nc dimo-
Catilinam Cicero , diruti cius penates , bona direp- ftra , chc lc illuftrationi cclcfti riiplendono i IHumi-
ta . faftum quicquid viftor Catilina fxciffet . Ru- noftri cuori , quando i fenfi fi ritrouano tutti cd "alloal
tilius innocentia pretium tulit in ~dfia latere , Ca-
toni populus Romanus praturam negauit , confu-
e tenebrofi.
tanquam i ,fol
oftulcat Quoties
oritur : tunc fer,fuum
fcientix cxlefles, dlu,nc*
re verafplcndur
tatum pernegauit &c. Lucio Apulcio I. 2. Flori- occultantur ; (cosi i Magi mentre ricorfero alia
dorum lo fteiTo auuerte in Hippia, huomodi fcienza de i Rabini, perdettero la luce dclla
gran meriti , ma di poca fclicita . n Hippias , e ftclla ) quoties autem ad occafum accedit ,tunc ful-
numero fophiflarum efl , artium multitudine prior gent ifjimx virtutum flellx fc proferunt , quando
omnibus , eloquentia nulli fecundus , et as illi cum etiam mens ipfa , re nulla velante , fit fenfibilis .
Socrate , gloria vero magna , fortuna modica ,fed 293 In morte di perfone per molte qualiti Inmor-
ingemunt nobile , memoria excellens, fludia varia , ragguardcuoli , ed illuftri , il Lucarini fece im- tc.
dmult multi . prefa dcllc ftellc , chc tramontauano , fopraferi-
289 AllcStellc, che riflettono la loro chia- uendoloro; LVCEBVNT ALIBI, pcrche vn*
rczza ncll' aeque dcl mare, fii foprafcritto ; anima dotata di virtii, quando ccfla di fplcndcre
Gratia^ TRANQVII.LO RENITENT ; cosi le gratie i gli occhi dclla terra , c trafportata da Dio a
drnma. ciiuinc riiplendono neiranima non agitata da i fplcndcrc nel Cielo . Puo feruire qucft‘imprefa
tumuit i dcllc pallioni vitiofe, ma tutta pacifica, ncirdiglio di perfonaggi di meriti , i quali por- Efjo|j0#
c quieta. S. Profpcro mio Concanonico Epigr. tando lcco la virrii , c la gloria , fc prima fplen-
Tranquillam , & curis vacui fapientia mentem deuanonella patria, dopoi fplendono ncllc ftra-
Imbuet , & placid. pedoris hofpes erit . nicrc contrade ; 'Ngn minor in exilio Camillus
J^am quod non fuerit conceptum corde quieto , fuit , quam fui flet domi : quantus ciuis , quantus
.Acquiri in fauo turbine non poterir . exui CTc. dice il Pctrarca/. 2. de Remcd. dial. 67.
anzi non che Camillo , mi Cicerone, Marcello ,
Ferfc- 390 Dimoilrai 1‘animo candido , c coftantc
ueraza. <pvn Caualiere.coI figurare vua ftclla nel mczzo Rutilio , Tcmiftocle , Scipione , nc i loro cfiglij
* iii nuuoli ,fegnacacol mocto Spagnuolo; NI hebbero fempre per compagtia Ia chiarczza.*
MANCHA.NI MVDANZA,cio6 ; Wg mac- dclla virtii , c la luce dclla gloria .
Mondo Si/iib, dcl T. «4bb. Tic melli .
D 3 194 Si
4a CORPI CELBSTI. Lib. I.
594 Si come le fteHc, chc per dilfctto dclla 299 Vnaftclla, chc tramanda vnaftrifciadi
noftra vifta paiono nuuolofc , e fofchc , Ja su nel fplcndori fopra il ballo Mondo coi motto lcua- .
CieJo Tono tutte rifpicndenti , e gratiofe , cio to da Oratio I. j.Carm. Ode 34. IMA SVM-nanone
chc inferi il motto feritto ad vn cicJo ftcllato $ MIS,c pofta nel facro tempio di Saronne, e vuol dei Vet-
Metiri HIC FVSCA NITEBIT , cosi qucllc attioni , infcrirc,che Maria Vergine, quale Stella, nclbo.
ftmuri chc ail'occhio diftcttofo de i noftri cmuli paio- tempo deliTncarnationc, vni alia terra il Cielo,
da Dio. no mancanti , fotto gli occhi dTddio fpjcndc- cio che canta Santa Chida ; Virgo Deum , £r ho-
ranno , e fcinrillanti , e gloriofc ; Boni enim , Io minem genuit , in fe reconcilians ima fummis ,
difle ii Cardinal Vgonc e. i. in Gene f. femper concerto, chc da Lodouico Vcrucci nel Eremita Protet-
apud Deum lucidi funt, licet fint in mundo dcfpefii. Antonio lib. 1 1 . ft. 90. fd cosi efpreflb ; tionc di
»95 Giouanni Ferro, per dimdftrare, chc Ia M. V.
Nel grembodi Maria le cofe cftrcmc
v irni dd Cardinale Piccro Campori influiua ne Son congiun te per grat ia alta, e diuina i
Pretaro 1 popoii con loro conlldcrabile vtiliti, e profit- L' infime parti vnendo i le fupreme 1
benrfi- to , fece imprefa d'vn cielo ftcllato , chc s’aggi- S'alza la terra , quant’il ciel s’inchina & e.
co. rana d in torno al globo della terra , coi cirolo ; 6 veramente dinota, ch’dla eo' fuoi fauori , e bc-
TERRA F OE T I B V S . Giufto Lipfio 1. . . ncficcnzc chiama , e promoue gli huomini daUa
Politic. Sicut fy der a illa fpiendorem habent, fcd vt terra, alia partccipationc delle gloric ccldli .
vfibus mortalium deferuiant : fic "Principes digni- Quefta prerogatiua d’accoppiare le cofe infime Paco
tatem , fcd cum munere , officioque dcuinttam . alie fublimi da S. Pier Crifologo ferm. 138. alia vmfce
296 l Vifitarori dcllc Rcligioni,6 delle Dio-
pace , e caritd fraterna 6 attribuicaj Pax alumna colo
ccfi,ben poflono figurarfi ncllc ftclle in cici noc- fidei, columna lufhtia , pax futura fpei Pignus
Vifica- tumo , chc mentre s'aggirano d’incorno , por- idoneum 1 pax, qua prafentes fociat , aofentes
Wri , cano la fecondita alia terra, e furono fegnarc coi muitat ; pax, qua terrena caleftibus , & diuinis
motto* REVOLVTA FOECVNDANT. humana conciliat .
Giufcppc a pena lu dichiarato Vicere dclPEgit- 300 Nel medefimo Tempio , euui vfia Stella AfTun-
to , chc immantincnri Circuiuit omnes regiones col motto. VT MOVEAM MO VEOR, chc tione di
Agypti, nel qual luogo il Padre Benedetto Fer- puo feruire per 1' A ifuntionc di Maria , la quale
nan Jio. Vt muneri fuo in bonum publicum totius fi moue dalla Terra al Cielo , per mouer Iddio i
Agjpti fatis faceret , ante omnia totam illam re - picta de i noftri mali . Quam id circo deprafenti
fac ulo tranflulifli Domine , vt apud te pro peccatis
gioncm peragrauit. Chc s’altri brania intendere ,
quali influw debbano diffbndcre quefte miftichc
noflris fiducialiter intercedat , dice S. Chicfa nell’
/tejle de Vifitarori , oda S. Bernardo 1. 4 .ad Eu-
Oratione fccrcra in Vigil, u {JJumptionis ; O vera- Ekta-
genium e. 4. Pofl aurum non abeant , fcd Chriflum
mente fi moue dalla Terra al Cielo, per mouerc, P10*
fequantur : qui quxfium legationem non afliment ,
cd incitare
eroica altezzatutti
. i ieddi , ad alpirare i qucll*
nec requirant datum , fed fruftum : qui marfupia
non exhauriant , fed corda reficiant , & crimina
301 Douendo il Sig. Carlo GhioIdoTeolo-
corrigant , fama prouideant fu a , non mutdeant godeirinfignc Collegiata di S. Nazaro diMi-
aliena : qui redeant fatigati quidem , fcd non fuf- lano foftcncrc alcune conchiufioni de i fette Sa- Sacra-
farcinati . cramenti , figuro nello fcudo fette Stelie , 6 fia mento .
197 Alie ftclle in cici notturno io diedi; piancti.col motto; HIS VIVIMVS , ET
* VERGIMVS AD OCCASVM; 6 pure AD il corpodeirimprcfa
REGIMVR , prendendo
Vita hu- OCCASVM TANDEM i efprcfla idea della dei Figliuol dTddio t
dalla facra ApocalWfi , oue
mana . vira humana, la quale fia pur fubiime , ferena , e feritto, che ; Habebat in dextera fua feptem^
Juminofa quanc'elfcr fi voglia , chc niai fempre flellas; cdandogli il motto, cosi allufiuo al detto
ineuicabilmence precipita alPoccafo dclia_. «('ArifiotclciT^rejJe efl inferiora hac fu per ioribus
morte. Idaoca lib. 5. contcmpl. cap. x. Sicut lationibus continuari , vt omnis inde eorum virtus
omnes Jlclla , qua ab Oriente v emunt, quamuis fint confiituatur , & regatur ; come anco efpreffino
magna claritatis , & virtutis , tendunt tamen ad della virtii de i facramenti Battefimo, Eucariftia
occafum : fic etiam homines vmuerfi, qui ab orien- &c. de i quali viuimus , e deH'Ordine , e Matri-
te , idefl per natiuitatem mirant ni mundum , monio, da i quali regimur, influendo nelPanime
quam tus illi altquandiu rutilent , & clarcfcant , de i fcdcli fpirico di gratia , e di vita , fpirituale,
edetema.
ncceffc tamen efl quod tandem ad occafum mortis
veniant , dectdantque &c.
302 Pcrvno, che Iongamentcafflitto;fcn’
efcc alia fine dalfangofce , conofccndofi Ia fua
fJ co vo LV TA ET virtu , e merito , cd octenendo la ferenitabra-Traua-
carenef . INlcar , b lafnit dC E p M, Ec f b
e i - F t meb i Ter
fo Nhc c ene mata , ferue la ftella , che fen*efce libera fuori da
an LVIcllo da cr ;ojo , no lana pe , di gi vna nube
ua guft adT alr , qn auaq fu To n , ch friafra lreo mi o- brata, con, onde era importunamente
; EMERSIT, ingom- P01
6 fia EMERGET
rc i al li bi e fe
at ri a r
de caa ag d' a riie-» TANDEM;
difle chc quefto
Andrea Alciati embl.e queH*appunto , che-»
28. Tandem tandem
l idn c
ua la gr ttiu ; Mogira fal atbor e is •, quaro-
r c i f i n i n u t a dc le
il Ba ,c c
tt racl a,hc rou ta dof
t ifsra gli tnoorr ll iufhtia obtinet , e lo piglid da Efiodo 1. 1 .Georg.
or
ca i i
ft iil ti i cu n a i
d i fu di i , ian Iujlitia vero EMERGIT, fuper iniuriarru
rc a uf or do e oi fc -
ui cr itrCr , ie Jfi in incpota gu TtATiJiEM prodiens .
an c o if fl l li if
ne do lo fe to fel uet a ; e qu Ca a 303 Monfignor Giouanni Vifeonti , nobile
l g r m ici nd al r
St la li oRe d plnit , ch fot e coi calo PiRoiefe , chc alTaltczza dcllc dottrine accop-
ua gher e an po
fo rdo al cc , idlinta i fu me dof pa piolafamita dclla vita, tacendo vna ftella coi _
tt p e c
d o i d e i r i
fim o ili . ni co po , perera la , e flia tr ci
di motto; NON INDIGET AVRO, iignificd,
i n r pa mi an chc
dd re . fig cc qu
i
gn U ll
o ic
d
S T E L L E. Cap. X. 43
cfie i fcrui dTddio non hanno di mcBicri di ri- fecundum propriam virtutem , nel qual luogo il
fplcndcrccon lalucc Branicra, mcntrc fcintil- Caictano. Ratio difparis doni redditur difparttas
lano coMiimi dclla vircu propria . Giufio Lipfio virium : vnicuique enim dedit fecundum proprias
Pradat. 1. i. var. Icdtion. Curtus tpfa fibi magnum vires , idefi proportionaliter ad proprias vires .
frxmtum
ranccfco efl,ncc ornamenta
Pccrarca lib. a. dcvlla aliunde dcdial.
Rcmcdijs, fiderat.
1 6.
308 Seruono ben si le BelJe al gouemo dcl
mondo •, mi cd cfie ancora fono da vna intclli-
Sapi alteri commodum virtus alterius tulit. genzarette, c goucrnatc j REGVNT, SED
Veram laudem , mfi de proprio fumpferis , ab alio REGVNTVR , difle il Raulino. Tali i Prcncipi
noncxp, eSes . Ed il B. Ennodio diBic. i». prudenti goucmano i loro Bati : mi fi lafciano prcncj_
inuat externo componere membra nitore . ctfi ancora goucrnarc, e dal configlio dc i faiuj,e pi f, ei-
Lux nae oralis fydera nobiUtat . da i commandamcnti delle Icggi. Agefilao figlino.
504 Chi (i vanca dclla nobilti dc fuoimag- richicBo in qual guifa la Republica di Sparta
pili delFalcrc fiorifie. Qjtomam , rifpofc ,prc ce-
Honore S*°r* * «lfend*egli penuriefo di virtii , c meriti teris inhoc fe exercent yvt pariter & imperare ,&
mendi- proprij.puo cflere paragonato ad vna Bella, che
cato . rifpiendcndo con 1a lucc dei Sole , fu fcgnaca coi parere fciant. AldTandro Magno, che goucrnaua
foprafcritto j MVTVATO LVMINE FVL- gli efercici, ed i regni, da Parmenione gouemar
5.(3^ GET. Alia pcrfona dcl Pcreurfor BactiBa ap- fi lafciaua , di cui Q^Curtio * Rex fine illo nihil
magna rei geffit . E nel Dcuter. cap. 17. i8.al
Batufta. plicarebbe 1’imprcfa Origcne , il quale efami-
nando Ic parolc di S. Gtouanni i.S.T^nerat nuouo Re fi commandaua , chc giunto al trono
ille lux , cosi commenta ; erat lucerna ardens , & regale , douefie di fua propria mano fcriucre
Utens , [ed non propria luce lucebat : ftella erat tutti i precetti dclla diuina legge , accioche fc
matutina , [ed non J [e ipfo proprium lumen ac - grimproncalTcro nclla mente , e prcndclfc da
cepit ; gratia ipfius , quem prjtcurrcbatjn eo arde- quclli la direttione al fuo felice gouemo .
bat y& fplendebat. Ttyn erat ille lux , [ed par- 309 Per alludere alia chiarezza luminofa, che
ticeps luminis : fuum non erat quod in fe , & per fblgoro nel volto dei B. Andrca Aucllino, dopo
fe fulgebat . che fu morto , alie Belle rifplendenti in cici noc-
turno fii aggiuntoj POST SOLIS OC-
glo dcll terr c i dall part in-
bo a a, hc llumin a e CASVM. Imprefa opportuna i Giufeppc d' Ari-
feriore lucc dcl Sole , mtaon a vn’ mathia,c Nicodemo, chc Bando nafeofii, ed oc-
dalla d a o m br culti, metre viueua il Saluatore:dopo chc queBo
pir con
riuaamidtaolc tra vna Bclte, chc non pcr6 a_a>r-
, e d e d a I n i c h ia ; S t ella non fol diuino fi condufTe alToccafo di mortc,fcopri-
ccarl
eccl all.a laJe il mot mataTE rono, in guifa di brillanti Belle, i raggi luminofi
i w died to; NE
NO fiata,C£O q e B
hoRn/ dclla loro canti, dclla diuotione , c dclla fede .
N MP oEre
v. d» Mar R
Vcr EH chc dal terr d 310 Grande ccccllenza di merito, doctrina, e
ia gin EN Pom ene ei
pec orig e, anD V c f
do NTcat b
, cr p r
e efe . S. famici fi prefupone in qucl nerfonaggio , ad
ca i
Gir to fonpale il v. 14.,ccc Sal. 77.ruaDtead honor dcl quale , mcntrc prefe il pofieflo d‘vna
ol ra de! io ux
illos inamnoube dici , con . 'Pul ad dixi diciit ; digniti fcgnalata , fii facta imprefa dcl fol na-
nube eni ifia , cio chMiaurd t
m c Mad chridTd , non fccntc , d’auanti al quale erano figurate le Belle,
s ica r dio
fuit m tene , fed fem m lucec . in atto di ririrarfi, co*l titolo$PRy£CEDVNT,
bris per VT CEDANT; come chc tutti qucifcgnalati virtft
no , tur f d B qu
t to parfo i cllc, cB foggettoni , chc 1‘haueuano in quclla ^ignita eccei-
NO turn LV OT ,difc l im cda prcccduto , quafi minute Belle cedeflero a i ta- lente,
N o CE IO lfe pa lenti di lui , comc ad vn folc .
Scn Quc N Nat L 2S. Acap 31. Q,cuhi truo * Tot
f T u . c i
mil cca fyd i. ind r. oti luc i ed din fer che
Di
lia
il Sc c rtm Od as i c o f
Faa
e r e , cr do i, di PI A N E T I. Cnp.Xr.
gn rc oa me a tat
i
co viru fap m lf , fo rd , m fc , e aol
ui, i m r o a gn d t
vir ienz, Ia luoc tdeczlz qua naon cra fte , mi rodi SATVRNO, VENEREo fia Lucifero,
cu a c lac li im ril 6 Diana, MERCVRIO.
Fed e n , ed cro ope ficcc .e Ho fe i
e, d obili ich rat aon r
Aref o pe f cde c d i f eru c d T i o f o fd a
igu nel 311'W’ L Piancta SATVRNO, nclla fuacafa
io d te li, i d di i o n n rat le
ipi . ftc , fi ric d’a o ali luci dcl I d’ Aquario hebbe dal Taflo j TAR-
nge l a e o a l M. DISSIME VELOX; pcrchc qucl pia-
perfed lc la cop ordidi fer ccop , cd cfl pe
coer ratio i no uor p cmp -
po d ni . a pfe iarc lar ncta cd c pili tardo de gli altri in rifguardo alia
’im i vaBici grandiflima della fua sfcra ; ed egual-
pre
fa
co IT qu il ta di fp ; po a menre veloce , come gli altri per Ia celeriti dcl
fo n B
dicfcl h al li le , c b ic , c lcau moto, ed ammaeBra i Prcncipi i non dTcre pre-
n ai i n do r il h e d lntcr
mp
to o , carenzu iilda qu rcva lan no de e cipitofi nel rifolucre, ne infingardi ncirelfc-
r u a al ri ce n r
da bid fo , mi zaoldoaf te ct iB
i ef de iua quirc; pcrchc cosi la fredda lentczza,como
l c lc le m
pme fo c llo ;
Be , ch fo p di fp ap 1'ardcntc cclcriti fono c di molto pregiudicio, Prenri-
ll e no iu, erna
ome l cn a
Gr NO
e
ES A S
o
V nt d o r , dil ci Io c degne di bialimo: mi i contemperare I‘vna Pc Pru-
O A , ch il Dtuc
coati N Ra T ; c ciEE pe diRIo c con 1’altra , Imperatore
pcrche fe nc foleua
ricauino ottimi efietti . dente .
o ul o r noE ca Otcauiano dire.Feftina lenti ,
o
ne fali Od ihna vo t
il arAT cg
o a oa our lu lu c S u
ca r-tc turtd ti j mi cchb no in totut erBara eg maclm c fi vaieua d’vn figillo, in cui teneua improntato
cb n re ua ri cn
ot pa.- ca o di ri c i lu tidcl fu glra toCo- papilionem cum cancro , accoppiando il veloco
i pa cc mi l e e t ie. .esi
Matt. ci a4.14.di ucqucl re Rc cuagclicoc fcritto,che; volo della farfalla con Ia Icntczza propria dcl
ti
Vocauit feruos fuos , fe gli fece venir d*auanti , e granchio. Ouidio nel buon Prencipc defidera
bilanciando i menti di ciafcuno-, vni dedit qumq\ che fia tardo al punire , c al premiar veloce di-
cendo x.Pont. cleg. 3.
talenta , alq autem duo , altj vero vnnm, vmcuiqi
Sit
and
oi
lc
ici
44 CORPI CELESTI. Lib.T.
Sit piger ad p anas Trinceps, ad premia velox . omnia vulnera , qua tu fufcepifli in corpore, fu-
3 1 z La dignitd de i Monarchi , che fopra i fcepit in corde . E Sant’ Ahfclmo fopra le parolc
popoiic piu (ublimc , nel pianeta di Saturno, di S.Giouanni 19. 25. flabat iuxta crucem lefu
che a tutti gli alcri e fupcriorc,pub raffigurarfi. Mater eius , dicc ; Stabat Mana in fide lefu con~
Qucfti taJi dunque ndle loro confulte , e rifolu- fiantiffima , & patientiffima : nam difcipulis fu-
tioni fogliono procedere con rarda , c matura gientibus , cun&ifq; viris recedentibus , ingloriam
Prenci- Icntea^a ; fi come quefto pianeta hebbe \ SV- totius feminei fexus , inter tot preffuras filtj fui
peoperi LRNTIOR . Ne manco 1'autor dcll’ conftantcr ipfa fola flabat m fide lefu firma &e.
raente. l,nPrck di fpiegar fe fteftb , co’J dire , 31 6 La ftclla Diana, fu‘l far dcl giomo
Infimorum properantia, fnbhmium tarditas efl. compare vicina al Sole , cd c chiainata Lucifero ,
Magnum regimen confidcrata tarditate fertur , su la fera trammonta vicina ii Sole , ed b chia-
M nlta enim proutdens diu deliberat ; mata Efpero ; che pero hebbe ragione chi lc pole
Re tamen ipfa in maiori orbe il motto; VESPERE, ET MANE,cd altri
Sydusin fpecum tardius, velocius efl &c. EOI , OCCIDV1Q; COMES . Tale il vero
VENERE 6, 6DIANA Ha LVC1FERO
. . amico fi conofce , allirtcndo non folamente ncll*
Orientedcllc dcllc profpcr ita , mi anco nelPocct
313 II pianeta di Venere (che anco e detto dente miferie; cd il vero fcruodlddio , Oratio*
Lucifero , pcrchc preuiene la luce dcl fole,&
ftella Diana, pcrchc c iorricra dcl di nafcentc) ualc ftclla Diana , deue affiftcre i venerare Id- nc .
10 in ogni tempo , imitando il Ri Dauide , chc
figurato co'l folc, che gia imiora co i raggi diccua ; Vefpere , & mane, & meridie narrabo, &
1'oricntc, hebbe dal P. Raulino, SOLEM annuntiabo ; ne lafciandofi vincere in cib da gli
rromcf- LVCE HAVD PROMITTJT INANI ; c fe
a tc‘ ne valfc , per dinotarc , che le promefle fatte dal augclli dclParia , i quali , come oflerua S. Am*
Duca Odoardo , non riufciuano mai vuotc def- brogiolib. 5. Hcxamcr.cap. 11 .Surgente, & oc-
fetto , nui che ccrtamente portauano con loro cidente diefuos cantus mflaur are confueucrunt ,vt
decurfl, vel adoriendi temporis laudes fuo deferant
il folc di que Ile gratie , che veniuano afpettatc . creatori .
Cioclfegli difle di quel Prcncipc; molto piu
3 17 II motto fopraferitto alia ftclla Diana ;
s’auucra in Dio , lc promefle dcl quale , fimili al
lc pro- Pancta di Venere , dalla luce folarc de 1 pronti CITO VENIT , SERO RECEDIT, quadra Grattu
meile, ocneficij vengono accompagnate . T^on tardat alla gratia diuina , la quale con ogni celeriti
viene ad illuftrarci, ed cccitarcij c cosl tardi
Ponimus promiffionem fuam ,dicc S.Pictro cp.a.
cap. 3. 9. c Gio. Cnfollomo Hom. 6. dc Anna . ciata. parte da noi ,che non parte , fe non da noi fcac-
Elia dunque c vclocc,mentr*nc preuiene,
Spes mm pudefacit , quia Dei efl promiffio , & dona
cio che difle il Salmifta ; Mifericordia eius praue -
fromijfa fcquuntur eius naturam , qui promittit ,
met me i cd il Sauiot Praoccupat qui feconcu-
314 La ftclla di Vcmjrc, chc fempre fuol
, vt illis fe prior oflendat ; e tarda in la-
effere vicina al folc ; fegnata percio co'l motto . pifcuut fciarci , poiche, come infegna il Sacro Concilio
PROXIMA SEMPER, cd anco; SEMPER
di Trcnto fefs. 6. c. 11. Deus fua gratia femel
Abante CIRCA SOLEM, c tipo d'vn'anima inuaghita iuflificatos non de ferit , mfs ab eis prius deferatur .
vero . di qualchc oggetto , chc fempre applicata i
queilo, da lui non si gii mai dritoglicrfi,o fepa- 318 Ad honore di Maria Vcrgine , chc fu*l Mj V.^
rarli. Leone EbrcoDial. 3. de timore circa il Caluario , mentre i difccpoli fuggirono.da tutti ^ *
fine. Fidemus quod amantis m amatam pulchritu- abbandonata , fegui intrepida , ed afliftette at-
fecuofa alia morte dei fuo aiuino figliuolo,feruc
dinem amor adeo intenditur, atque inflammatur, vt
omnes ipfius fenfus , totamque phantafum,ncc non ilmotto,ch'altridicdc alia ftclla Diana; S£-
QVITVR DESERTA CADENTEM; e ben
vmuerfam tnfupcr mentem occupare videatur.
efprcflc quefti fenfi ilB.Amcdco Hom.$.de laud.
Cosiridiotai. 1 .cap. i. contemplat. delPAmor
diuino dicc , chc ; Impatiens efl , mfl inueniat Vnrg. Currit pofl Iefum non tantum in odore vn-
guentorum , fcd m multitudine dolorum, non folum
quod de fiderat , nec aliud cogitat , quam quod dili-
git. ES. Dionigi Areopagita dc diu. nomin.c.4. in gaudia confolationum , verum & abundantia
timoris effettus funt, limantes extra fe ponere, & palfionum ;eGuerrico fer. 4. de ^iffumot. ripi-
quaft deflatu dimouere , nec flnere illos effe fuos , crucem gliando lc narratiuc di S.Giouanni ;Stabat iuxta
lefu Mater eius. Plani mater, conchiude,
fed eorum, quos amant : Hinc magnus ille "Paulus qua nec m terrore mortis filium deferebat .
diuino amore captus, & virtute eius extatica cor-
Cotem- reptus, ore diuino dicebat : riuo ego, iam non ego , atto, 3 1 9 II Taflo , figurando la ftella di Vcncrc in
chc vfciua dai Zodiaco, le diede ; TR AN-
platiuo . viuit vero in me Cbriflus : nempi vt verus amator,
SGRESSA IVVAT, cfcniircbbcadvnPrcdi-^^
& extra fe ia Deum raptus , nec fua iam vita catorc fruttuofo , chc tal volta cfcc dal filo dclla
viuens , fcd vita Dilefts , vt admodum amabili .
315 La ftella Diana, coi motto; SOLA materia propofta , portandofi i morali digref-
CVM SOLE , ferue a rapprcfcntarci Marii-. fioni , per influirc con ifpccjaliti nell’vtile ddT
vditorio , dclla qual manicra folcua feruirfi il
Mari*». Vcrgine , chc fu'l Caluario , mentre gli Apofto- gran Padre Sant'Ag oftino oconfi-
dcrabilc di chi 1’afcolcaua . , con profitt
<u'l Cal- ii fuggirono.ftcttc fempre al lato dei fuo diuino
*wn ‘ Sole , chc aflannato languiua » Quindi fe per 3 10 La ftella Diana, che da vicino preuiene *
bocca d’Ifaia c. 63 . 3 . diccua il diuino figliuolo ; 11 Sole, fegnata coi titolo ; P R A S £ N IT E M
Torcular calcaui folus,& de gentibus non efl vir
AT, mi paruc bella idea di S. Giouaniu
mecum . Riccardo di S. Lorcnzo I. 1 . cap, j . de NVNTI Battifta, dei quale S. Mallimo Hom. ^.incius
laud. Virginis commenta. Verum efl Domine, quod
Nat. Hic enim folus efl Prophetarum, qui Domi-
non efl vir tecum , fcd multer v»a efl tecum , qiix num uoflrum Iefum Chrijium, quem atq in longa
PI ANETI. Cap. XI. 45
inlanguinato in lu'l Caluario languiua,allegoria
tempora futuris praeierunt, prop rijs ocultt videre dcl Padre Comcbo a Lapide 111 qucito
TRi£- luogo .
meruit , & U SteUam in medio nebula Cbnfluin Pontificem in
SE7{TEM.
cruce in medtjs iliis tenebris efle : vel eandem etus
321 Dipcndenza totale dalPaltrui volonta.c animam er muniatis fulgore , & gratiarum pul- Gloria*
Corrif- diipofitioncdimoltrail motto foprafcritto alia
ebritudme radiantem ;fea corpore ad crucem aeni- fra gl'
pondet ileJIi Diana ; I PR/E, SEQVAR , parolc di
• Dio . Terentio . che piicelic a Dio Iblfero articoiace grato , cr ncbuiofo veiut circumdatam . Iniprcla, ignorai-
che gcncralnicutc puo feruire , per cht tra lc nle-
da ogni Crilliano in nfpetto alia volonta.fic or- pcrlccutiom riclce piu che nui amnurabilc , c
dinatione diuina > protcilando inulto Lipiio
Centur. ]. ad Belg. Epifl. 51. Hat Jamma , vel glortofo . M E R C V R I O.
vna potius fapientia , Deo Cr fatis obfcqui. Siuod
Deus vult velimus : quo ducit eamus . 326 L' Abbate Ccrtani, gia chc la Helladi
MtRCVRIO, come lamio gli Altrologi, non
Teodor Triuult
o ria io.mentr'
torc te
11 II Sig.Con
cra 3Goucma dcllu Cauallc di lua Maelia mai troppo li drleolla dal Sole , tigiirannola fe-
Cactolica nellc Prouincic bailc ; porto per fua gnata co i 1'olito fegno di Mcrcuno.ed il motto;
NVNCIVAM PROCVL A SOLE, interi, chc Ii Eloque-
imprefala Stella Diana, coi cartello i SliQVI-
TVR, ET PRaECVRRir, motto quadrante come quello puncta non uui li difcolta dalla za^io-
Gratia* alia diuina gratia, la quale e preuiene cccitando, chiareaaa dcl Sole, cosi 1'cloqucnza in queilo noia.
diurna . cdaccompagna auuaJorandoci , lino al termine puncta hgurata , habbia mai lempre pet lua co-
pagna la chiareiaa dclla gloria.Mcrcurio, vicino
compito dclle virtuofe attioni i il che infcrifce*
Santa Chicfa Dom. 1 6. Pcnt. Tua nos, quafumus al Sole, panmenci infegna, che le lettere deuono .
Domne, gratia fempcr,& proveniat, & fequatur, ftar congiuntc con 1'integrica, e con la giullttia , a
ac bonit operibus mgtter proflet ejfe intentos . che fono nel Sole rapprciciuatc,chc pero Tullio d'mte-
1. Off. Scientia, qua efl remota a iuflitia,eslliditas grui.
313 Alia liclla Diana fu chi diedei PRO-
VOCAT ORTA DIEM , mocto leuato da potius, quam fapientia efl appellanda. Se anco non
Tibullo ; li dicelic , chc Mercurio vicino al Sole, lianole
Dum rota luciferi provocat orta diem . lettere accoppute al Prencipc, allerendo Pia- p[enci-
tonc; Tum denique beatas Rcfpubcicas , fi aut pe lette-
N fch opportuna per la Natimta di S. Gio-
diM.V. oanni , o veramente per quclla di Maria Ver- dolii , aut fapientet bommet eat regere capi/fent , tato .
aut qu regerent , omnefludtum 111 dodrma , ac fa-
carne , dcl
’ ginc Sole , ocheda rccaua
feco portaron
che diuino mondo inil
la nafeita
vicino al pientia collocarent. Cicer, ad Qnmt. fratrem. Liir
nuouo g iorno dcl la gratia . li potrebbe ancora, chc Mercurio, vicino al Sole
ammaeltra i Prcdicatori a llar vicini i Dio , prejjea-
314 La liclla Diana, che ncll’ aurora fuol
procedere il Sole, dalPAbbatc Salarolo fuintro- viuendo con punta moudiliima , acciochc pof- tori (lait
dotta i dire ; ME PRE VENIENTE SEQVE- fano con autorcuole eiheacia , c vircu ripren- puri .
C ralla* T VR, infetendo la gratia preueniente, che lem- dere 1 ditfcttide i mortali , nel qual propolito S.
ccciian- [>rc luoie coi (uo concorlo preuenire, e caminar Nilo 'Par an. n. 1 34. 'Puram omulator vitam ; ve
**• auantiallagratiagiullihcante.IlConciLTndcn. habeas liberam potcjtatcm increpandi peccantes ,
fefs.d. Cant 3. St quis dixerit ftue proveniente dal qual concetto quali non ii diiongo Giuue-
Spiritus Sautii m/piratione , atque eius adiutono nalc. Sat. a.
bommem credere , fper are , diligere, aut pamtere Loripedem redus derideat, atbiopem albus .
pojfe , ficui oportet , vi ens lufliflcationis gratia Siuts tuleris Graecbos de fcdmone quor entes ?
conferatur , anathema fit. S. Bcrnardo fer. 6p. in &c.
Cant. ytgnat tu i Vigilat & ille. Accelera 317 Nel Pianeta di Mercurio, che fempre
fuoljcifcrc vicino al Sole, cd andarlcue da i raggi
quantum vis , etiam. ipfas anticipare vigilias, inue-
nies eum , non praucmcs . E nelTEpiil. 146. ad di lui copcrto, hi cht fece imprefa di Prencipc*
Burchardum ./friaret», efaminandoleparole di letterato , c rcligiofo , chc di rado lafciandofi
Criilo in S. Matt. 11. 16. ha Tater, quoniam fic vedere in taccia dcl mondo, gode di ilarfcne rac-
placitum futt ante te , commenta. T uo placito funi colco in Dio , cd i gli ollcquij di lui appartato ,
id quod funt, ndu .fuo mento -, non enim invenis di cui pofla rcplicarfi il detto di S. Paolo Colof. f0‘ tjtj.
menta , fed praneuis . 3. 3. fiiSa veflra efl abfcondtta eum Chnflo in Deo. ia-
Lidicdc per tanto. SIC LATVISSE IVVAT. Dio.
E dichiaro fe Aellio , cosi dicendo ;
fo la lla dei na , vn ch
p nra f a ia Sapuntio aftrum,
lu ra ; Ba Ro cent, co qu
ce rt di c n cft anlllluil ,
i lucis fonte nummum abfcedit ,
ol a imoan-d
fi la fuiomcnaf co la ll Di c,all
«dguro d' o eit nu n ne Oerlla an
a,fp ', Solis intimum , familiares oculos non admittit .
e
coi ur mo a ;lcHI a b SP l l i c l
h A i! In lucu tenebris latent ,
i c u N i e nt c
e nd c n
So td to Pon ne C (ic On LENIu dc e ; Qu eufo
al el Sapiemijjinwm regem , talts fyderis inflor ,
m t e i DI cto af
ma mo in mee ne a EcDc 50. 6.i pe la Suptus diurni fohs commercio abditvih ,
tu di b ul IlcOf r ch
Vi ca tina ma o cao; .R.la chi c rarius prodeuntem video .
rt nt g m p a rqe
fta vbi dci o fu gdioo e de lauro ef auza
- li a crtm urc fe an
ri° . pj er te rcinat , en permpi1;vi i-pt.oo
f' u an ne »c u u -
pol dei o fuo fcbctof dep nolo .El int j ma
oloi& e ra l i e r l o
ref i do
li L xe uat i, difl amin qucl luo
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Cr Niuifi m i
usra P ar m p l o e g o
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"« iola nor tequ d coma Ct illellil , tut lalo
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S. o hl o ,
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I
3=8] Apoftolo
certo ilmio, iCarducci
cui per ;1’appunto applico il con-
iR A le Coftcllationi Boreali ecci
JLthcre fulget auis louis irreouieta,nec errans i
quclla d' Alcide , ricca di vcnCotto Sic Vauh virtus luxit in orbe volans .
JL itcllc , fccondo ii Replero. Quclla in
atro di regger la fua claua dal P. Domenico A R T V R O
Gamberti Iu alzata per imprela, aggiuncouiil 331 11 fegno celcftc , chiamato Arturo , feco
motto di Martiale Li.ep. 129. IVVAT IPSE porta i mali effettidclle trauagliofe, ed orride
LABOR. E dinoca, che quel forte , c gli altri
rempefte ; dcl quale Plinio lib. 18. cap. 18. fu’l
fine ; Grandines , procella , cateraque fimiita - ab
Fatiea , fuoi imicatori , co'l beneficio dellc fatichc tolc-
e virui rate , e de i moliri vitiofi abbactuti , fi promo- horridis fyderibus exeunt , vt faptus diximus ,
poruno uono a fpiendere nel ciclodclla gloria ,cdclla veluti ^ {rtluro , Orione &c. E nel lib. a. cap. 39.
alta glo- lmfn0rtalita ; ed Alcide illclfo appretio Seneca nArcluri vero fydus non ferm i fine pr ocello fa gran-
n*‘ Here. Oeta. AS. 5. fcen. dine emergit. Da quefto luogo prefc Carlo Ran-
— pcnult.«41» virtu mihi
cari monuo di fame imprela , co’l cartello $
In aflra , & ipfoi feoi ad fuperoi iter NON SINE GRANDINE; per idea di Pren- TirMm
315? Per fimbolo di valor militare fempre , cipe tiranno , chc abbatte con violenti infulci le ^ .
1 _ /l_n* r' 1 c i 1 • - r_ i :
inuitto , lo fteifo Gambcrt i figuro h coftclla- facolca de i fudditi , c riempie 1‘infelicc prouin-
tionc d’ Alcide co’l motto di Statio lib. 3.Thc- cia a lui foggetta , di fciagura , e d orrore .
V*lore baid.NVNQVAM SVCCVBV1T; vancochc CANE
inuitto , Alcide mcdcft.no diede i fc fteifo nella Tragcdu 333 AI Cane celcftc fu chi foprapofo.
Hcrc. Oeta:. Adt 4. fcen. penult. RADIIS VENIET FERVIDIOR1BVS,
— ■ ■■ ■* perferam laudem inclytam , motto proporrionato i Crifto, neltempodel Crifto
Qvod nulla peftts ruit Alciden palam , giudicio finale ; poiche alPhora ; Ignis in con- gmdice.
Omnemqi peftem vicit Alcides palam * fpe&ueius ex arde fcctt canta 1J Profcta Pfal. 49.
Perloqual nfpctto meritano grandi cncomij, 3. cd cgli lftclVo pcr bocca di Mos£ Deuc.3 3 .a u
Pauidc , Ccfarc , Alrifandro Magno , Carlo V., Ignis fuccenfus efi in furore meo , & ardebit vfq,ad
cd Ennco Quarto R£ di Francia , ciafcun de i inferni noutffima , dcuorabitquc terram cum ger-
quali , ncllc fuc bel Jichc operationi, ft puo dire, mine fuo , & montium fundamenta comburet .
chc i l<{i*nquaw fuccubuit. 334 Nclb morte d‘vn Cacciatore fu fatta
A Q^V ARIO impqpfa dcl cane ftellato , aggiuntoui il titolo *,
330 L' Aquario, fegno dei Zodiaco , figu- QVIETE CORRVSCA i per dinotare, chc
rato 111 acto cu verfar daU'vrne l‘acquc ft ritroua ^’cgli nel corfo dclla vita s’afiaticd, lordo di
co'l motto ; N VNQVAM DEFICIENT > c polticrc , c guazzofo di fudori , hora prendefle
Miferi- Puo addaturft alie mitcncordie , c bcncficcnzc quieti ripofi nel cielo da luoii br illam i incoro-
cordio diumc , chc fempre indeficienti , c copiofc fi nato.Imprcfa quadrante d S.Euftachio Martire»
diuiuc. verfano a pro dcl raondo. Arnoldo Camotcfc chc fu per vn tempo prodigiofo Cacciatore ; cd
Trad-delept. Verb. Chnfti. W^uar&atur nu- altTcsl tutta opportuna a S.Domcnico, chc in
mero , non clauditur fine , nullas omnino habet vncanc venne mirabilmente prehgurato ; In_*
metas Uiuiua 4umentia . Sn qui inuocet , erit qui
exaudiar &c. Ffionc , riterico dal P. Vclaz. in quefto mco D. fcnfo S aluafpiego 1’imprefa. il mio Concano-
tore Carducci
rfal. loo- Annoc. 14. n. 5. Illud vero , quod Canis corufca fplendet m celo quies :
d iilum c(l Ocuin ejfc Jempiternum , idem efl, ac ft Sedens Donuugus fulget inter colites .
diceretur largitor perpetuus , ac benefaciens : non CASTORE, E POLLVCE
aliquando tantum , a.iqnando veri minimi , fed 335 Nicolo Pcrotti, figurando in martem-
femper , continuo , ac mdcfmenter , dona donis peftolo vna nauc, sii lacima dcl cui albero erano
iugiter , ac indefefii accumulans , beneficia femper le duc ftclle di Caftore,e Polluce, le foprafcnftc;
vbcriora anne 8 eas , &c> ASPECTV, 6 veramentc} ACCESSV
i
I
CO-
4« CORPI CELESTr. Lib. I.
CORONA
che la firada per attingere 1'altczza eminente
)4> E le ghirhmdc di quercu , e le roftritc
dclla perfettione euangelica , fia il caminare P«f«-
Corone, c qucllc altresi iiargcnco , e d’oro,come cherouerfcio
tutto , al
nori dei mondo
efloambifcc; , fuggendoil gli
mortificando ho- <I0IW '
lenio,
che fi difleccano , fi guillano , e uon fcmprc ac-
cerchiano Ia fronte, non polfono gii chiamarfi che cito vczzcggiaicajpcfiando le ricchczzc,chc
honor ftabile , c permanente ; Ja douc la corona cfloamafia&c. che qui vengono a frizzarc le
borcalc d Ananna, che lauorata d'orto ftclle proteftediCriftoMatt. 5. 3. Beati pauperes fpi-
. fplcnde ncl fermamento, cd iui dureri fin ritu , quoniam ipforum efl regnum edorum
" «
tanto cUh
che ilnpnriniiA
dureranno i1 tcieli , Ivn
ben mm
puo dirfi ; odit JMrlMntH
animam fuamCuitM
in /vel/*
hoc Htliflf/n
musido,inItl vrf^flf
vitam Y/enuWI
c ternam
cujloditcam. Io. 11. aj.II mio Concanonico D.
de
/regio /ETERNVMr. Con
eremo. Trift.elcg. imprefad^Ouidtoi.
quefia parolc
DECVS, , ch? e dei P. Afeanjo Martincngo , nella Glofla Magna fol.
Cambcru , fi rapgrclcnra la gloria della virtu , 1430. applica , c malto bene , quefia proprieti
che fuol edere immarccfcibilc,cd cterna. Oratio
i 1 Santi Martin’ , i quali con paflo retrogrado. MattiiL
E 3. od. 3 o. pariando di fc Ite flo ; perdendo le /elicita , le ricchcaze , e la vita , fi
'H o» omnis moriar : multaque pars mei conduflcro al/acquifio dclla beatitudinc, dei
Vitabit Libitinam : vfque ego poflera boni ctemi , c dell immort alita beata . In cancro
Crefcam laude recens , dum Capitolium micantes flelU Martyrum chorum indicant , qui
Scandet cum tacita vn tistc Tontifca &e. quafi retrogrado gradu per tormenta ,& neces in-
C R O C I E R O
ceflere . /j«u enim non obflupcfcct ad cancri pro-
343 Se nel poloarticolaftelladitramonta- grclfioncm , quidum anteorfum incedit , retrorfnm
na addita il /enticro a i nauiganti ; ncl polo an- proficifci videtur* En Martyrum catus. Quis certe
tartico il Crociero /egno formato di quattro m ipfis non admiretur , qujfi retrogrados mccffus ,
itetlc ferue loro di direttore ; c pero di lui liichi cum ad cantum per luttum , ad Vi floriam per
Croco difle. NOVVM PANDIT ITER; dinotando clades , ad folatia per tormenta , ad coronas per
ndduala che la Croce ne fcuopre .cdappianavna firada fpinas , ad neftar per famem , ad fontem perennem
via dei nuoua.maficura.pcrginngcrcallatcrrabeata, per fitsm , ad imperium per opprejjtoncmf ad vitam
cielo. ctj 3[ cclcfie, e gloriofo regno. Pictrodi Da- per mortem progreji fint f
miano /erm. |. <ie S. Andrea, fancllando dei LEONE
Santi Apoftoli Pietro , cd Andrea . cosi ; Crux , 347 II Leone , come r£ dcllc ficre, c ricono-
qua eos morientes huic vita fubtraxit , calefli fciuto qui giu in terra ; mi il Leone ancora.,
hicrufalcm rcnafccntes cum triumphali gloria ingeminato di ftclle, c collocato nella fafeia dei
nonos ctuet nmexit . E Criftoforo Finotto Di- Zodiaco, porto il titoloj DOMINATVR ET Somn-o
ftich. 91. ASTRIS . Imprefa molto bella per qualche per- Pontcf.
j
Aquore qui fluUuas i qua margo incerta fonaggio , chc fpiegando ncirarmc di fua fami-
viarum f glia il Leone, come haueua Sifto V. fi troui pro-
Crux tamen in portum prauia mon lirat iter . mofio al Pontcficato fu premo ; ncl qual fog-
344 La naite, che alia lontana vcdeilcro- gerto s’adempie la promefia di Crifto fatta a S.
Pietro , ed i luoi fucceflori. Quodcumq ; ligaueris
cicro.riempitad'allcgrezza prorompe in voci
d'apphufo , c come dide Monfignor Arefio . A fuper terram , erit ligatum & in calis , & quod -
LONGE PROSPICIENS, ET SALVTANS; cunq; folueris fuper terram , erit folutum & in
otiis , Matt. 16.19.
S. An- impre/a opportuna a S. Andrea Apofiolo, che
348 Ncl Leone cclcftc duc fcgnalatc qualiti
‘*rcaj; vedendo di lontano la croce con giubtlo im-
menfo fi pofe a veneraria, dcl qual fatto Andrea fi ntrouano congiuntc \ ET LVMEN, ET Gucr-
Bianco lib. 4. Epigr. 5 5. ARDOR . Imprefa dcl Gamberti , opportuna i r,CTO
Viderat ^Andrcas funefum [urgere lignum , valorofo gucrricro, chc porti Tardore per com-
Cuius terruerant prauia figna Deum . pagno dclTeroiche fue imprefc , ed il lume dejla
gloria pcrchiarczzadelfuonomciper le quali
Er [eruant animi nuiOum , fronti [q; vigorem ,
qualiti fi refero fcgnalati c Giofuc , e Dauidc, e
Crux , ait ,b falue ; fapi cupita veni .
Cum tibi fe iunxit fumma pietate Magifler , Giuda Macabeo , e Giorgio Caliriotto , &c.
Mcendu metuens , ne metuenda fores. L«mc,ed ardore polfono anco oficruarfi nclla_. Betlez-
F E N I C E bellezza femminile, che alletta gli occhi, cd u
345 Alia ftnice cclcftc, di quindcci ftclle dc i mal accorti .
inccndc il cuorc ORIONE
minilc -
guernita . il P. Domcnico Gamberti foprapofe .
FVNERIBVS PRETIOSA SVIS ; motto ca- 3 49 Lo fdegno innocente, con cui Franccfco
iiato da Martiale lib. <S. epigram. 1 1. 6 fia 13. Duca di Modona mancggiaua Tarmi nellcfue
nobili caccic, fu dimoftrato dal Gamberti ,co’l torc>
one pariando d'vna formica congelata nell'
ainbra; figurare Tarmata coftdlationc dOrionc , fegna-
lato cacciatore , i cui foprafcriftc le parolc di
Sic , modo qua fuerat vita contempta manente, Statio dc Hcrc. Surrcnt. INSONTES IR^€.
Funeribus faOa efl nunc prctiofa fuit ;
Ire innocenti anco fon qucllc dcl Prcncipe , chc Prfcipe
f^H-bcIPimprefapcr Santa Apollonia , chc qual cc- punifcci facinorofi , abbominando le coloci e
,o°u. jcQcfcnicc rogo dcl fuo martir#> acquifto
non icolpcuoli , dal qual fenfo non difeordano i
fublimc,eddcuataccccllcnza, il chc s'auuera configit dcl Profeu Pfal. 4. v. 5. Irafcimnu , &
in S. Lorcnzo , cd altri .
GRANCHIO nolite peccare .
ORSA , c STELLA DEL POLO
34 6 Al Granchio formato di ftclle, chc fi
troua arollato ai fcgni dcl Zodiaco/p chi diede; 350 LOrfa minore , trouandofi tutta ricina
AD SVBUMIA RETRORSVM , infegnando
al polo , d*int©uio 4 lui con bricuc gito (i
SEGNI C E L E S T I. Cap. XII. 49
rnuolge. E pure con I» breuitz dei fuo moto, gyrum fisum no S urna fpatia non oceafitrus ilU£
gmdi , ic indrizzai nocchferi , chc nella viftiti flrat- tota fimul EccUfia defignatur ; qua fatiga-
dei mare ftanno fluctuando , a cui ll Raulino tiones quidem patitur , nec tamen ad defeSum
foprapofe; NAVTAS CVRSV DOCET pr oprij flatus inclinatur , gyrum laborum tolerat,
Morte BRE VI ) e potrebbe anc» dirli i DIRIGIT fed ad occafum cum temporibus non feftinat 1. 2 9.
CVRSV BREVI. Labreuita deUarita, con- MoraJ.c. 16.
di gio-
oanc.
«mo , templata ne i noftri predeceflori , puo feruir i 354 Perche IT)rfa minore , non mai dal Polo
dicet
dicet
rione de ciafcuno di Ccura directione alia virtu , & alia fi fcofta , il Ferro le diede} NVNQVAM PRO- Atoic»
iviucn falute . Quindi S. Gio. Crifoftomo riconofco C VL , idea di vero amico , chc dalPamato non vcto •
6. pereffetto dclla prouidenza diuina la morto si fcompagnarfi , ben dicendo il Sauio Prou. 17.
d'Abele, feguita ne fuoi ccrd-anni t accioche 17 .Omni tempore diligit qui amicus ejl \ c Pro-
Adamo, vedemio qucl giouinetto in brieue giro pertio lib. 2.
d'eta eftinto , con viua efficacia reftaflc inftra- Terra prius falfo partu deludet arantes ,
dato alTacquifto della virtu , e dclla vera perfec- Et citius magnos fol agitabit equos ,
tione ;Corfidcrs mihi Dei prudentium i non ipfum Quam poffim noflros alio transferre calores .
primum mori permifn , fed hoc eiut filium ptti.vt Tale era la fuifceratczza,che S. Gio.Crifoftomo
ante oculo i tthefcem filii corpus intuitus , & mar- auuerti nelPanima di Paolo , chc quafi Orfa ce- s.Paolo
cefcens , magnam ex hoc afpeftu pbilafophia difei- leftc , da! Polo dclla diuiniti non mai fapeuaal- Apoft.
lontanarfi i Taulus , dice il Boccadoro Hom. 5 s.
plinam caperet. Plinio , anch'eflb lib. 7. cap. 7. Is
demum vitam aqua Unce pcnfitahit , qui femper in Matt. cum in terrts effet , vbi Seraphim funt, ibi
humana fragilitatis memor fuerit . conuerfabatur , propius Cbriflo affiflens , quam ha -
J5 1 Ritrouandofi 1'Orfa in vicinanza dei flati t & flipatores ifli , regi afflflunt : quippe cum
polo artico ; per quanto d'intorno a lui s’aggi- ifli afpetfum huc , illuc circumferant , ille vero
ri ; non mai tramonta , 6 fi nafconde , a cui nulla rerum fpecie motus , vniuerfam mentis aciem
Virtb percio fu dato j SINE OCCASV FELIX, e ad regem ( Chriftum) femper tenderet. Tale c Santa-.
inmoc- dimollra la feliciti perfiftente della virtu , cho
Santa Chiefa $ e tali ancora Panime ^iuftc , che Chiefa^
6lc- nonfoggiace all occafo dclla diroenticanza , 6 non mai per fede, cariti, e diuotionc fi &<>- c&em.
della morte. Seneca Here. Occatus AS. 5. fc.vlt. ftano da Dio .
Hunquam fiygias fertur ad umbrat 355 Perche 1'Orfa minore , come oflerua il
Inclyta virtus : fed cum fummas Bercorio , piu che mai bella , c luminofa com-
platiuo.
Exiget horas confumpta dies ,
pare , qnand’il Cielo i piu che mai da i rigori
Iter ad [uperos gloria pandet . delPinuemo ingombraro , percio le diedi; SVB
Doctori Ad honore de i Dottori di S. Chiefa fi valle di IOVE CLARIOR FRIGIDO ; 6 veramentej ^
Sanci, qucfta medefima proprieti Ruperto Abbate I. NE I RIGORI E PIV BELLA. Siinbolo Intrc-
;.inIoan. DoSores tanquam atrSuri .nunquam
d’anima gencrofa , chc fra le miferie non perde , p«icz-
occidentis lucida fydera , flabili fide femper fixi
ma raddoppia
za dcl niore . laTralatus
ferenita , dcl volto, eil1'allegrez-
moraliza Bercorio za •
fleterunt , & lucem fidei fundentes , erroris oc-
cafum ne faer unt . medefimo , nel Reduttorio 1. 5. cap. 3 1. num.i.
Concer- JS» Altri fu chc lediede; NESCIA OCCA- Si hyems , vel frigus tribulationis incumbat , tunc
tione di SVS ,e (ari idea di Maria Vergine , prefcruata debet virtus eius clarior dcmonflran , & vultus
M-V. dalla bonca diuina dalla caduca nel pelago dei eius rutilantior , & hilarior inueniri a. Cor. 12.
peccato. Ceteri enim pofl cafum eredi [unt , dice Cum infirmor , tunc fortis fum .
ll Serafico S. Bonaucntura ap. Fcmand.inGe-
3 35 In morte , fu figurata 1’Orfa , fopra vn In Mor-
nef. tom. i.f.d 1 5. Virgo autem SVSTEUJUTU mar tempeftofo , coi cartcilone volanto » tc*
NESCIA MERGI , inferendo che la virtd ,e VirtA
efi 7{E CatDERET .
353 Nell'efequiedi Margarita d’Auftria, Re- la fama dei defonco, non poteuano in conto immor»
gina di Spagna , celebrate in Milano 1'Anno alcunocadcr fepolte nel pelago della dimenti- ^ •
• 1 6 1 2. fu alaata 1’Orfa minore , coi titolo; V ER- canza , 6 della morte , ne i quali fenfi pario Se-
InMot-TTTVR NON OCCIDIT i e voleua dire, che neca in Odau. Ad. 3. %
**• 1'aniina della Regina , eflendofi auuicinata ai Sola perpetuo manent
polo della diuina prefenza , ftaua raggirandofi Subicfta nulli mentis , atque animi bona .
fri ledcliciedella beatitudine, nulla temendo Effctti che S. Gregorio Papa ofTeruo in S.Chie-
di tramontare , perche 1'anima beata non pud fa perfcgu irata , ma non mai fobiflata ^rfturus
• perdere quelle felicita. Tanto fu fpiegato nel ( 1. 9. Moral. c. 6. )femper ver fatur, & nunquam qJJJJ .
feguenrc diftico ; mergitur: autaC Sanfta EccUfia perfecutiones
tam vicina Deo Cynofura beatior aflris iniquorum fine c effatione tolerat , fed tamen vfque
Voluitur ; e fuperis non cadet illa rotis , ad mundi terminum fine defeflu perdurat .
Quant a me haurei creduto , che il motto ; Ver- 337 Nel nobil tempio di Saronne, lc fette
titur , non occidit haucffe voluto inferire , che fc flcllc delPOrfa minore fono introdoctcadire ;
bene con Ia morte paflaua la noftri Regina da MERGIMVR NVNQVAM, per dinotare che Pnxet-
qucfta all'altra vita , non mai pero farebbe tra- Maria Vergine mai fempre fou*|A* ai noli ro nono
montaca dclla memoria de i poderi , mi iru. aiuto, e protettione,e non mai cipcrdc di vifta, conti-
quella conferuata eternamente . San Gregorio ’ ®
ne lafcia di confolarci .
Papa, ne irigiri delPOrfa celcftc riconolce le
continue fatiche di Santa Chiefa, della quale 338 Che i trauagli fiano ftrumento di noftra N
cfaltatione lo dimoib-ai con 1'imprefa delPOrfa
San:a_. ben fi dice che ; non occidit , perche clla non puo minore alia quale foprapofi; DVM VERSA-
Chiela. diftruggerfi , 6 mancare. In arduro , qui per TVR fcRlGlTVR^arolcdiS.GrcgoP*01*^* ChicE.
Mendo Stmb. dei T. Mbb. Ticinctli.
E MorE.
CORPI CELESTI. Lib.T
Moral. e. 6. ,ehedi Santa Chiefacosl ragiona . T u placidum terris fydus , quod liberat omnes
jlr durus dum verfatur erigitur: quin tunc Saucia U pelagi furore rates , quod luce benigna
Ecclefta valentius in veritate reficitur , cum ar- Saturni , Martifq ; graues eliminat iras .
7* u nobis Helice , nobis Cyno fur a , per altum
dentius pro veritate fatigatur . Cosi anco ogn' Te duce vela damus, portus habitura fecundos i
anima , quand e trauagltata , fuolc inalzarfi i
Trana- Dio,c portar/i aliacquiito della perfectione. Tu mare , tu ventos , tu fydera euntia, Dcumq ;
gluioa.fol- In tribulatione fua mane confurgent ad me, diceua
he Concilias } tu tuta falus , tu pacis origo ,
lo ftcflb Jddio in Ofca Profcta c. 6, i. Tu commune bonum, generis tu gloria noflri.
3 5P Ccfirc PontogJio , iJ Concertato frd gli Huc ades : & captos prafenti numine curfus
Erranti diBrcfcia, introduffc 1’Orfa minore i Dirtge,& infirma rege per vada cerula puppim .
dire ; ET MIHI STABILIS ERROR , che Fulberto Camotefe in Nat. Virg. ferto. 1 .fimil-
S.Or- ptio addattarH a Sant’OrfoIa, Orfa veramente mente ; Oportet vniuerfos Chriflicolas inter fiuBus
fola .
cclcllc, la quale bcnche errando per tcmpcflofi huius Jaculi remigantes , attendere maris ftellam
mari, pcllcgrinafle lontanadalla fua patria, non hanc , idcjl Mariam , qua fupremo rerum cardini
mai pero fcoftofli dal Polo della diuinira. Ogni Deo proxima eft , & refpeBu exempli eius curfum
Prclato , buon Prclato fimilmcnte , deue raggirarfi d’in- vita dirigere . Quod qui fecerit , non iaftabitur
torno , inuigilando al goucrno de luoi fudditi , vana gloria ventv , ncc frangetur fcopulis aduer-
mi non pero fcompagnarfi da Dio , il che fug- forum , nec abforbebiturfcyllea voragine volupta-
geriua Pictro Bcrcorio Redu&or.l.j.c. ji.n.r.
tum,fed pro fpere veniet ad portum quietis atema.
Tr alatus debet cerea polum Chrifium ambulare ,& Buona guida in Comma c Iddio, nel quale chi Iddio l
viftbus fubditornm femper debet fe prafentare per ticnfilfelo fguardo , troua Ia flrada ficura. In
boni exempli dationem , & nunquam fe eis occul- qucTto propofico Giacomo BiJIio Antholog.
tare per fui fubfidtf denegat ionem , feu per fui ALquora qui fragili fulcat malefida carina ,
abfentatienem . Quid , curfum vt tendit notie plente facit i
360 Nel Ia parte eftrema dclPOrfa minore, Teruigil ad cxlum tendit fua lumina , fydus
ecci la STELLA , che diiarnano DEL POLO , SpeBat , & in boreo iuge quod axe micat .
non perdie clla fia il polo dcl ciclo, ma perchc d JQuifquts iter vita fenueris , vitaque perennis
Vinu . lui piu d’ogni alcra fi ritroua vicina. Quefiafi 7{e tua fint terra lumina fixa , caue j
muouc al moto ddLottaua sfera , mi con eiro Scmper ad athereas fublimi vertice fedes
cosi picciolo , chc pare fia immobile ; onde le Confpice i fu tutum latus habebis iter .
quadraj IN MOTV IMMOBILIS; tale c la Pcrche la Aelia polare , fenza abbaglio
vireti , che riluce ftabilmcnte nclPanima dcl vir- veruno , c con fedele , e ficura certczza fuol
tuofo , bcnchc la vita humana da continui rigiri guidare i Icgni , che fan vela nel mare ; pcrcib il
fia fconuolta. D. Bafilio Paradifi, ncllc Tue-» Gambcrti Ic aggiunfc ; FALLERE NESCIA,
Pocfic Lirichc ; motto Icuato da Virgilio 2. Gcorg. v. 467.
Noflropolo e virtude,
*At fecura quies , & nefeia fallere vita . Since-
Chc fra moti immortali immobil refta ,
bclia imprefa di perfona Icale , femplice , e fin- •
E fiammeggia fu*J cici cinta di flcllc . cera , che caminando alia fchictra , non sd tcf-
36 1 Alia flclJa pur dei polo altridiede; fere d danni altrui frode, od ingannot Quadra
OMNIS EXPERS MOTVS} e dinoti confi-
rimprefa alia facra ferittura , che fenza tema^ Sacra
Animo flcnzainaltcrabile d’vn animo grande, che frd
intre- lc varie riuolucioni dcl mondo non fi muouej nc d’crTorc , nc ammacllra , c ne guida ; ed anco Scrit-
pido. per gli accidenti della profperitd , nc per quclli alla perfona dcll*incamato Verbo , ,&chevitadiccua tura *
Ioan. x 4. 6. Ego fum via , veritas •, ac-
della fciagura fi difeompone. Sigifmondo Impc- coppiando al titolo di flrada quello di veritd ,c- ,
rarore , richiello ; chi veramente forte degno di di vita •,perche egli n’apre la flrada, non fallace, noJ{r^
regnare i Eum, rifpofc , quem neque fccund a res md vera , c ficura , che ne conduce alia vita fem- Vu .
extollerem , neq ; aditer fie deprimerent ,c lo rifc- pitema , e beata. 7gon enim nos in erratica, atque
Iddio. rifce Enca Siluio 1. 4. cap. 1 o. In Dio i riucriea m inuia deducit ille , qui via efl , neque illudit per
quefla immobile perfiflenza , di cui fi canta i falfa qui veritas efl , neque in mortis relinquit er-
Rerum Deus tenax vigor ,
Immotus &c. rore , qui vita efl , commenta Sant'Illario lib.
le az-
SEGNI CELESTI. Cap. XII. ji
lcazzo Duca di Mi!ano,Carlo Emrmnuclc Duca commando.7^ii» qui magnam poteflatem habenti
di Sanoia &c. chc oltre modo i foggctti vir-
etiam ft nullius pracij fint , multum nocent , diil'e
tuofi gradirono, accarezzarono,rimuncrarono . Ariftotelc i.Polit.c. 9. "Principis error , procello
P E R S ET) S.BcmardoEp. 127. multos inuoluit , & tantis
36$ Porta foco , non v’hi dobbio non so obejl , quantis prxefl. Ed Innocenzo III. fer. 1. in
«jual orrorc , Jo fpcttacolo tragico dc i facino- Confecrac. Ponrif. Peccatum facerdotis totius
rofi,pcr mano dclla giufticia trucidati; mi ricfcc multitudinis peccato coequatur ; quia facerdos in
orror grato a chi fcnfata , c prudcntcmentc fuo peccato totam facie delinquere multitudinem .
difcorrc. Ncl muJ cafo torna molto in propo-
lito il Embolo di Perfco , diftinto di trcnt’otto
ftelle ,al quale , in acto di tener pendente dal Ia
GALASSIA , VIA LATTEA
6 delira il fozzo ccfchio di Gorgone, da lui rccifo, Cap. XIII.
il Padrc Gamberti foprapofe il motto di Clau-
Grafli- «^Dodc Siren. GRATVS TERROR. Quefto
9 conc vn num gran d
ua ven- grato terrore pfoud Gerufalemme vedcn3o la orre ero de i
dicanua tcilaccia dei gigante , recifa dal giouinetto Da- JL JL ftell le qual con larc
e, i frat
porra-. uidc i.Rcg. 17. 54. loproud Beculia redendo irag loro cagi qucl fcgn tionb
gi , la alat eidacn-
ia fuperba tcfta dOlofcmc troncatadaGiudic- onan
chez , che in guif do’vn fafei s*at a a ^
u£C' te Iudith. 1 3. 19. Io prouo tutta Ia Paldlina ve- fcrmza ; a cui a perc a puo a darii t;rauCer O N- lStra
amcn io fa diu
dendo ed il capo , c la mano delira, e la lingua di FLA to INNV Cosi la llra deld cie-
T VR MER d a c l
Nicauorc trinciati dal fortifljmo Giuda Maca- 3 I
cic vie form da Sm.olt virti 1’vna con^
beo 2. Mac. 15.32. &c. Cosi i gli occhi di tucti A1’ lo amn ata e
conn
i
, c, coll
°
. *
altraLLA ich c f c g
Cio chc per c
forueccellenza
olmc infegno f c il Vicano te dia
i beati grat illimo tu lo fpcttacolo deH‘cmpia_>
Meretrice , dalla giullitia cterna caAigata , ac- Crifto 2. Petr. max.ti5. nte ros autem curam omnem
on&c.
e dc
compagnandolo con voci di lode , d'alicgrczza, fubtnferentes mmiflrate inllafide viaveflra virtutem , in
t di giubiio ,comc Apoc. 1 9. num. 1. &c. virtute autem feientiam , in fci entia latr autem abfli-
es
S A E T T A nentiam , m abfhnentia autem patientiam , m pa-
3 66 LaSaetta, fegno cclcftc , fituata fopra tientia autem pietatem , m pietate autem amorem
Tali dciraquila’, & collocata fri i due circoli fraternitatis , m amore autem fraternitatis chari-
cfbuo , te cquinottiale ; fccon luce minacciofa
tatem &c. Seneca anch’eflo Epift. 67. dimollra
Rctcc in atto , come d’auuentarfi dalParco dcllc che la virui pcrfctta , di molte virtii i aggrep- yirt^
\2i\Cum aliquis tormenta fortiter patitur tomnibus v«a.
sfere , i trafiggere i mortali ; all’apparire dei
fegno *hiamatiO Vcrginc , cade, prccipita, c Ii virtutibus vtitur fortaffe cum vna in promptu fit»
M. V. nafcondc * ie dicdi per tanto ; OCCIDIT & maxime appareat patientia . Ceterum illic cfl
«Dgbcie VIRGINIS ORTV,eloprendaBcdatom. 1. fortitudo : cuius patientia , & perpeffio , & tole-
gucrrc.de figniscxti. Cosi iJ terror dellc guerre figu- rantia ramifunt. Illic cfl prudentia , fine qua nullu
rato nclla lactea , ft ramento militare, daila pre- initur confilium - Illic ejl conflantia : qux dcijci
fcnzadi Maria Verghicrcfta rintuzzato.ediltt- loco non potefl - Illic cfl mdiuiduus ille comitatus
paro. Quind i Gio. Geometra Hynn*. 4. alla_» virtutum &c.
Vcrginc riuolto « difle ; 370 Manilio nel lib. 1. pariando di quefto
Saluc , <jn£ facis x belli v id oria detur circolo di larte , ond’il ciclo c abbcllito , difle ;
Fortibus armigeris , munere virgineo . querendus erit 1 vifus incurrit in ipfos
Salue prsjidiurn urbanum , tu manibus arces Sponte fua , feque ipfc docet , cogitquc notcri\
Ilo fles , & moles concutis horrificas . pero fc cli puo dare ; VISVS INCVRRIT IN
SCORPIONE IPSOS at cuialtri foprapofe; INDICE NON
357 La coftdlationc.chc porta i lineamenti, INDIGA i fimbolo efpreflodellafantita,deir
*d il nome di Scorpio Ii ritroua co‘l motto ; mnocerua , c dclla vera virui, lc quali da lor ^
NESCIA VENENI ; chc fc bene da lei fcendo- medeflme, fenza veruna diligenza, fi rendono nofccre
Trm- no influffi trauaglioli d’infermita , c di morti,m ragguardtuoli a gli occhi deli’vniucrfo , c mal da se.
glionoo ici formalmence non Ci puo arguirc cofa potendo occulcarfi, attrahono tuttiadanmii-
Q0£C* vclenofa *, cosi ia pena chc Iddio manda i i vi- rarlc , e celebrarle , e fe ne videro lc proue in S.
ucnci , bcnchc riefea loro tormentofa , per la Gio. Bactilla , in S. Antonio Abbate , in S. An-
tonio di Padoa , ed altri cento , la virtii dc i
parte d*Iddio non hi in fc aicun vclcno , nerchc
da Dio che t fonamo bene , non puo deriuar quali , fenza aicun artificio cftcmo , attrafle vn
mondo a i loro oflcquij .
cofa , chc fiamaJa. Quindi 1’Autorc dc! a. Libro
dc Macabci cap. 6. 1 a. accingcndofi a defcriucrc 371 Incrcndo alie dottrinc dei Micologi,
mifcricatrocilnine, premette quelta protcfta . chc gli Eroi caminando per la via lattea , fi con-
Obfccro autem cos , qui hunc librum leduri fur.t , duceflero a godere la chiarczza dei cielo, il P.
ne abhorrefeant propter aduerfos cafus fed repu- Gamberti le diede leparole di Claudiano de 3.
tent ea qux acciderunt , non ad interitum , fed ad Conful. Honor. HAC SEMITA LAVDVM ,
correptionem efie generis nojlri . infegnando che il vero honore , e la vera gloria,
368 Con fentimento tutto contrario D. non fi debba ccrcar folamente nclle ftrade dei Sanriti
Diego Saauedra difle chc lo feorpione cclcllc
. era ; MAS NOCIVO, QVE EN LA fecolo , chc per lo piu fono fangofe, fallaci ,cP'0^0'
prccipitofe; ma co‘l caminare sii le ftrade celefti 0
Eferopij TIERRA j dinotando , che gli huomini tanto dclla puriti , dclfinnoccnza , c dclla Crifti&na-»
piii grauemente nocciono , quanto piu fono in virtu , picti , c diuotionc , le quali a dirittura
ne conducono i i veri , c glorioft applaufi •
4i 'noc- eminente di fuperiorita , d'auttoriti, e di
pono . Monio h imb. dei V . *Abb. Ticint Ui .
E » 37» S.
st CORPI CELESTI. I.ib.T
37» S. Catio Borromco, llnfiammaro fri Di flelle minutiflime fi fcopre
T ra 1'ombre ofeure pid lucente, e bella S
gl' Affidatidi Pauia , hcbbc 1’imprcfa dclla Ga-
lilfia.col cancllo; MONSTRAT ITER , Tai la ferbata fi, ch'in nobil alma
Splende , piii efflara appar , pili luminofa
p,. on motto chc D.Pietro Rc <b Portogallo dicde alia Ne gli auucrfi accidenti , c ne pcrigli . m. V.
tfcmpio P°l° cd i figtuficatino dei buon cfcm-
Tcdc-. P*o j dclla S. Tcde , dcITAngelo Cultode , quali Mi ne infcrifce alviuo lapuritidi Maria Ver- punlR.
Angdo tutti ci fcoprono Ia ftrada , per potere retta- gine , fuperiorc i quclla di turre le creature ; tna.
Cultode mente cammare g mi quadra fopra il tutto onde i lei riuolto S.Grcgorio Taumaturgo Ser.
9. in Annuntiat. T u Sanda omni humana natura
u y quello motto a Maria Vcrginc chc da noi viene
fupplicata ; gloriofsor , ac purior , fandtorque efeda es, ac
yv.tm prefla puram , niue quidem candidiorem habens mentem &c.
ltcr para tutum ; 376 Gli Offufcati di Cefena hanno per loro
dclla quale il mio Concanonieo Abfalonc Ab- Imprefa generale la Galaflia, tutta punticchiata Vnione
bate Ser. 31. in Annuntiat. B. Virg. cosl , Maria di minute ftelle, coi cartellone; IVNCTA di mol-
in hoc munda tortuofe fluentibus , alijs reti anu. RENIDENT .dimoftrando quanta chiarczza, ti •
fiam bona operationi! , alijs redam fiam humili- e beneficio rifulti dalla concordia , td vnione di
tatiil, alijs redam fiam caflitatis oflcndit . molti virtuofi , infieme adunati ; nel qual pro-
pofito non faranno difeare le parole di Gio.Cri-
Magi- 373 In lodc d’vn publico Magillrato , pieno
ftrato dj tanta benigniti , chc nifluno di quelli , chc i foftomo Hom. » .in Ep.ad Roman./gmr naturam
talem effe ndemui.ft fi quis multas m fmim lam-
eno *u' r'corrculno reftaua mai defraudato dclla fua
P ’ pades coegerit, fplendidam reddat, & incendat
giufta fperanaa , e confidenza , fu fatra imprefa
dclla Galadia , co'l motto ; NEC FALLIT lucem ific in fidelibus ffu fenit. Cum enim i nobis
EVNTES. Douetu fbrfe queilo tale portar al mutuo auulfi fimus , fit, ft mafliores reddamur t '
cuore Ia maflima di Tito Imperatore , folito cu autem mutuo nos confptcientes , fit ft magnam
dire | Tgon oportere quemquam , a fermone Trm - confolat ionem accipiamus . Cafliodoro anch'elfo
tipit tnflem difcede.e . Sueton. in Tito num. 8. Variar. lib. 1 8. Ep. 19. Colum ipfum ftellis copio -
M. V, Mi oucfto motto i voi quadra ,6 sranMadrc fiffimis plus refulget , & de numerofa pulchritudi-
clTddio , pii che di voi S. Bernardo Hom. a. ne mirabilem minentibus reddit decorem. Haturat
fuper miffui eft . tpfam fequens non deuiai , ipfam fiquidcminfitumefi , ft bonorum copia plus dele-
rogans non defperai , ipfam cogitans non erras,ipfa ffet . Trata deniq; floribus pinguntur hmumeris ,
protegente non metuis, ipfa duce non fatigaris, laudatur pinguis agri denfior feges&c.
ipfa propitia ad portum peruems &c. 1 In Moti
Virt4 374 La vera virru, appoggiata alia mon. N O T T E. Cap. XIV.
veta, dezza de i cofhimi , i fimile alia galaffia , cho
porta il motto i HAC ITER AD SVPE- ?77T N morte fu dipinta vna notte ofeura, **•
ROS. Tanto infegno S. Giuftino Martirc, citato I co’l motto; VERTETVR IN DIEM,
daGiufto l.ipfioL i. Manudud. defert. 1 . Eli re A. chc feco porta 1'annuntio certo della_*
fera philofophia maximum bonum , & popeffio,& Rifurrettione , concetto con nobiliflima eJo-
apud Deum fenerabitis : qua ducit nos ad eum, & qucnzacfprclfoda Tertulliano./, de Rcfurreff.
fiflit fola , & Sandi bcattque iUi , qui mentem ei camis. Dies moritur in nottem , & tenebris yfque-
donant .
quaque fepclitur . Funeflatur mundi honor , omnis Rifur-
Fede, 375 Alia Galadia fu chi foprapofe. CAN- fubfiant ut denigratur , Sordent , filent , fiupent rcttio-
DORE NOTABILIS , che non lolamcnte pu6 cunQa : rbtque infimum cfl , quies rerum. Ita lux ne •
addattarfi alia fede , dclla quale Lodouico amiffa lugetur , & tamen rurfus cum fuo cultu, cum
Ariofto. dote , cumfole , eadem , & integra , & tota ,
Vna macchia , vn Sol neo la puo far brutta . uerfo orbi reuiuifeit , interficiens mortem fuam JP®*0"-
E dopo lui Guido Cafoni nel Emblema Politico noSem &c. E ferue altresl , per dinotare, che
fefto decimo , pariando dclla fede , cioe dclla alie orridezze delle fciagure, attualmente pa-
promclfa fatta ad altri cosl canto ; ti te , fa per fucccdcrc vq giorno c hiaro di feli-
ciifimi contenti .
E qual candida ftrada in Cici ffcgtata
DEL
MONDO SIMBOLICO 53
AMPLIATO
LIBRO SECONDO
I. c.24
E L E M E N T
c.25
FVOCO C.J +
C.12 FiumeNilo
Neue c.13
Grandine Fonte
Fuoco c. 1 Pifeina c.27
Ghiaccio C.IJ
Fiamma C.
C. 23 Lampo c.17
Pozzo•t» T’ n n m
Fiaecola.Torcia cC.. 4 Fulmine TERRA c.2<r
f
Tizzone.Legno Iride
Carbone Cometa Terra
c.19
c.16 Campo
Fumo C. 6
Vento c.i8
Ccncrc C- 7 C.28
Monte,
cap. VallcSpelon-
ACQVA C.30
ARIA Etna.Vcfuuio,
ea Apono
Olimpo CC..22Q
C.3
cap. bolle
Aequa, C.B334
V o c O
Capo J.
Edendofi Erfilia
vt crefcat , , proficiunt , fient ignis flatu premitur ,
aduerfitate
Cortcfc dc i
crefcat , CT vndeqit.ift extingui cernitur , inde
Monti , nobilif- roboratur .
fima dama , da
$ Amcdco VIII. Duca di Sauoia , figuro duc
cmnli potenti vafi di fuoco , di quclli, chc fogliono gcttarli _
pcrfccuitari., , contra i ncmici,fcgnandogIi eo! motto; IACTiE
cd oflefa,paleso CRESC1MVS , chc parimenti dimoftra,comc £ #
1'eroica gene- dallc pcrfccutioni cgli riccucua auuanzamento ,
ro fi:a dcl fuo
dal quale concctto non fi dipartl chi feri fle al
fpipto con Ia_» fuoco Ic parolt ; CONTRARIA IVVANT ,cd
altrij CRESCIT IN ADVERSIS, chc pero
alazzo , tueto diuora:o da i riiochi,col d’vn_,
pittura motto; hora Lucano lib. 5.
OPES NON ANIMVM ; Efprimcndo per CRESCIT J*C ADVERSIS VIRTVS,
Hora Scncca , in T roade .
1'appunto i penficri di Scncca in Medea A&. 2.
fortuna opes auferre , non animum potefl . — Male relittus igne de magno cinis ,
i Per vno , chc refti ingrandito dallc perfe- Vires refumit .
ctioni , (erue ii fuoco , da piti venti inucflito , Origene in fomma Hom. 14. in lib. Nunft. Sinon
Traoa- coi motto $ VIM EX VI, al quale io darci i haberemus , qui aduerfum nos obfiflercnt ^ agones
;!io vti- IL PAN MAGGlORE, dc i quali fcnfi era il non effent , nec vi&onbus, munera ponerentur , nec
fW
Sfc. Padre S. Gregorio Papa lib. z6. Moral. cap. io. regnum calorum vincentibus pararetur ,
w SanHorum mentes * terni tatis pramia praflol an- 4 Si come il fuoco, in parte fopito, t rauui- -prauv
uato al fotiiar dcl vento, chc tanto dinota il p\jovti-
tes, vires ex aduerfttatibus fumant : quia crefcen-
motto j CONTRARIA IVVANT» cosl *a lc,
te pugna , glariofiorcm ftbinon ambigunt manere
viHoriam , & cicftorum deftderia dum yr amantur vireti addormentata , firifucglia
Mondo Simb . dei V, jlbb* Ticinelh , Ea al foffiod‘viu
v
S4 F V O C O. Cap. I.
Conet- difcrcta correctione, che tanto infegnd Sane' fuoeo mal nuo tenerfi chiuro , e rinferrato : cos!
none. Anfclmoin fimi Iitud.c. 148. Ignis fi vento impel- 1'amorc , figurato nel fuoeo, mal puo nclfangu-
litur , ad maiorem ardorem crcfcit ; taliter etiam ftie dcl pecto confcruarfi nafcollo . Quindt ai
tftmens humano, faiubri adntmhonc ptdfata.ad fuoeo parimcnci foprapofile paroledi S. Mae-
opus agendum Aofl fltggefliomm citius [wrgttad reo C.5. 14. TOTEST ^BSCOUpi. S.To-
quod prius furgerc neglexerat. Sic# vt ignis vento mafo di Viflanoua Conc.de D.Mar.Magd. Umor
monetur , fic mens a torporis iefsdia. admonitione ignis cfl , cuius ardor occultus , & flamma publica
excitatur . , •. diffimulata quantumuis , abfcandi non valet,
Amore 5 Ad vna pira di fuoeo , sula quale fi riucrfa jtmar fimulare nequit , nec difimulari , ft poteris
crefco vnl abbondante pioggia (ii fopraferitto ; abftondere folcm , poterit V celare amorem .
fis ico- POTIVS AVGETVR , imprefa ptoporriona- Ergaflo , fancllando con MirtiUo nej P. F. AttO
trafti . ta ad cfpriniere Ic fiamme dei vero amore, che fi
rmforzano fra le auuerfiti, penfiero di S.Pietro j.Sccna a. doneui tu fi longamente
Cia non
Damiano ferm. a I . Qjso magis caro per tormenta Cclarrai la cagion de la tua fiamma ,
concutitur , eo mens tn Deum fixa firmius robora- Se la fiamma celar non mi potcui .
tur :& tjuafi igne fuccenfa materies , quo plus Quante volte I'b6 detto ; arde Mirtillo ,
aducrfitatum ventis impellitur , eo in amorem Dei Ma in chiufo foco c fi confuma , e tace ■
Madda- ardentius inflammatur , Alia Maddalena pentita p Per vn Santo , che si fattamente ardcna_»
(ena. conuienfi parimente qucfta imprefa, giicheil d'amor diuino , che ne conccpiua languidezze
fuoeo della carita fua , fpruzzato con Ia pioggia eftreme , e ne rcflana graucmenre informato ,
dellc fue lagrime , fi rinuigoriua i marauiglia , ferui ('imprefa d’vn fuoeo ardcnre cnrro d'vna
ben dicendo Sant’Ago(lino l. de Salut. docum, cacafla , co'f carfcllo ; DONEC IN CINE- Amor
che ( Vbi fuerint lachryma , ibi fpiritualis ignis ac- RES. Cilbcrco su le parole de i Sacri Cant. c. 5 . diittug.
cenditur , qui fecreta mentis illuminat . 8. timore langueo , cosi t Ifon languet amor , fed ge .
coi
£
elementi: Lib. ir.
co! rifledb cie i raggi folari entro vno fpecchio , quel verfo dei Pctrarca .IOSTESSODEL Fabbro
edil motto $ EXCIT ATVS LVMINEdinoto MIO MAL MINISTRO SONO , dinotando <lcl f»0
che S. Matteo , e da i raggi dei volto di Crifto,e
vna perfona , la quale edendo troppo facile a ™a,c*
dal lumc delJa gratia fu cccitato. Fulgor tofe , &
maieflas diuinitatis occuli x , qua etiam in humana fdegnarfi , in quellcno altcrationi
tali, chc ridondaua in fuo graucdiceuapar olo d0^°n*
pregi udicio.
facie Chnfli relucebat , ex primo afpcftu videntes 29 La gratia diuina, in tanto fi confcruari Gratia*
ad fe trahere poterat . S. Girolamo in Matt. 9. viua , c vigorofa , in quanto noi le fuggeriremo diuina»
2 5 II motto , chc ii Lucarini diede al fuoco ; 1’alimcnto continuo delle noftrc virtu , fi come
Pecci- EXTINGVITVR , NON FRIGESCIT anco il fuoco , in vicinanza dcl quale erano
torc_> . alcunc catafte di legna fii da mc incrodotto i
oftina- dimoftra cosi la malitia d'vn oftinato , chc vuo!
10. prima morirc , che allcntarfi nel femore dcllo dire ; NI DEFICIAT ESCA 6 veramentej al.
A FOMITE VIRES. Cnfoftom. Hom. 1. in 2.
fue fccleraggini j come la continuatione d’vna
pcrfctta cariti , chc non prima fi raflfredda , chc Ioan. Quemadmodum ignis indiget lignis: ita &
Pcrfc- non refti il cuore amante cftinto , c inccnerito . gratia alacritate noftra opus habet , vt ferucre
ucrun-
xa . Nd primo fcnfo cosi cancd ii mio Concanonico perpetuo poffit i Lattantio Firmiano Iib.a.cap.13.
D. Saluatorc Cardueti ; Sicut ardere , ac viuere non potefl ignis, nifi aliqua
Vita prius fugiet , fauus quam frigeat ardor : pingui materia teneatur , in qua habeat alimentum
Sic perit obluftans non ntfi morte fcelus . fic ammx materia , & cibus efl fola iuflitia , qua
2 6 IlfuocofegnacocolcartelloilN TENE- tenetur ad vitam . E Paolo Maecio Embl. 4 5.
Giufto BRIS LVCET b beirimprefa , ad honore di pariando dclla virtii $
fri catti- . quclli , chc viuono Tanti fri gli fcelcracf. S. Bcr- Dotibus au fla nouis , nec tempore deperit vllo ,
IU*
nardo Tcrm. 48. in Cane, 'bjon mediocris titulus Pt fumit vires fomite flamma nouas .
virtutis efl , inter prauos viuere bonum , & inter 30 Che ogni fuggcftiuo leggero fia podente Occa-
malignantes innocentia retinere candorem . Pcrlo si riacccndcrc in noi il fuoco dcl vitio , chc quafi fionc .
chc fcgnalarc Turono /e glorie di No£ , dcl quale pareua cftinto , lo dimoftra il fuoco nafeofto
e feritto Gcn. 6. 9. Tgoe vir influi , atque perfe - fotto Ie ccneri , al quale io diedi j REDARDE- *
flm fuit in generationibus fuis , ouc Nicolo di SCET ATTACTV . Lattantio Firmiano dc
Lira ; >Ad augumentnm ltudis juflus, & perfe Sus Opificio Dei cap. 1 8. Latet autem mens opprefla
fuit , etiam inter malos homines , qui ipfum nite- fomno , t. inquam ignis obdufto cinere fopitus,quem
bantur verbis , & exemplis trahere ad malum ; e fi paululum commoueritjurfum ardefeit , & quafi
San Gregorio Papa , parimenti rauuifa vn bel vigilat .
encomio di Giobbe in quellc parolc ; P3rr erat in 31 La lingua dcIPadulatore , quafi lingua di Adula-
terra Hus nomine lobfcri uendo 1. Mor.d.che;
fiamme , diuora ogni noftra virtii , e la riduce in torc •
SanSus vir vbi habitauerir dicitur \vt eius meri- polueri ; tanto inferi 1'Abbate Ccrtani , con-.
tum virtutis exprimatur: vt hoc eius laudibus 1’imprefa dei fuoco , nel quale s'abbrugiauano
proficiat , quod bonus inter malos fuit . 'HsV* emm molr* drappi pretiofi , edil motto. OPTIMA
valde laudabile efl , bonum effe cum bonis ; fed QVjlQyE VORAT. Gugliclmo Parificnfo
bonum effe cum malis . lib.de moribus.A/ft/fo frigore timoris Dei tremen-
27 L*intenfo feruor di fpirito , con cui il B. tes , & congelantes oportet effe , quibus tanti ignes
Caictano Ticnc afpiraua alia falutc dciprofli- inuemuntur , vel qui inter tam ardentes ignes ver-
Telo di mi , fu rapprefentato con 1’imprefa. dcl fuoco , fantur: heu quot quintorum bona huiufmodi
fcliur auuampante in vnacatafta co’l motto. NVN- ignibus confismpta funt &ciTanquamincendiarij
anime. QVAM DlCTT S VFFICIT . Icuito da i Prou. igitur, & combufiores bonorum nofl rorum fu-
cap. 30. 1(5. Ignit nunquam dicit: fufficit , e ne
giendi funt laudatores , ij chc anco s*auuera dcl
firce mentione la Sacra Rubra nel procedo for- Mor*
mormoratorc .
mato per lui, cosi dicendo/» *7 inexolebile ipfius,
ftagranfq; falutis alicnxdefiderin nooili exprime- il fuoco ardcnre entrofri vna
i 2 L'Infcruorato felua coi
iFiloponi cartcllo ; ^®rato“
di Piftoia,ha
retur emblemate , in ardenti fcilicet flamma, cum DVM AGITVR AVGETVR , chc dimoftra
infcnprionefT^unquam dicit fufficit. La cupidrria animo generofo , amor coftante , c virtu vera ,
dclle ricchezze e tale anchVfla , di cui S. Rafilio chcfriicontrarij fi rinforza, cd auualora. 11
Profit. Magno Homil. in Lacizis. 7<{f adaugeas tibi pec- mio Concanonico D. Saluatore Carducci ,alIo
to. catum au ar it ia , namque malum flare ne fcit , aut ftedo corno foprapofe ; AVCTVS , QVOD
quiefeere , fed ignis natura fimile ; ignis enimpofl - A CTVS, dinotando che fri i venti dciringiurie,
quam incendium attigit , omnem properat abfn- il fuoco ddJ*ira piii chc mai s'auuanza j ira .
tnere materiam , nec prius defiflere poterit , quam guttus nuod attus efferri lutiaTtyti:
materia defecerit : tuarum autem quid retinere Sic ventilatum crcfcet irx incendium .
poterit <* Igne vehementior efl , & omnia conti- 3 3 11 fuoco fotto le ccneri coperto,co'I moe-
nuando finibus fuis occupat , & qua funt vicini ro. SI SVLPHVRE TANGAR e dell^Occulto
ftbi aufert ,mox vbi alium fortitur vicinum, & qux fri i Filoponi di Piftoia, ed infcrifcc perfona
illius funt de fe rapit. E pid fuccineamcntc Seneca fiicile i fdcgnarfi , & i rifcntirfi ; ed anco dinota
lib. 2. de benef. cap. 27. 7'{Unquam improba fpei con quanta taciliti fi riacccnda in noi ad ogni
quod datur fatis cfl,& maiora cupimus quo maiora Icggcraoccafioncellala fiamma dcllamor fopi- P004*
venerunt .
to.Pt Ouid. lib. 2.
dc Rcmed.cinerem uone.
28 II fuoco , acccfo fotto vna caldaia , quale pene extinttnm , fi fulphure tangas ,
Vutct , & ex minimo maximus ignis erit .
dalFonde , chc egli fteflo cotnmouc , c fi ribol-
lire , refla fpento, fu dal Padre D. Alcifandro dc Sic nifi vitaris quicquid rcuocabit amorem »
Cuppis Canonico Regolare introdocto d dire vj flamma redurdefeet , qua modo null a •
JS F V O C O , Cap. I.
34 Quei mormor.itori.chc cominciano dalle ztita,c verde foprafcriffij QVID IN ARIDO?
Iodi , c fimfeono ncIPwfamic , mi paruero fimili prendendone il motiuo dallc paroie di Crifto
Mor- 4I hioco , che mcncre con lingua di chiariifimc Luc. 2 j .3 1 a Si in viridi ligno hac faciunt , in arido
mora-tore . (iamme abbraccia , e lambifcc i candidi tronchi, quid fiet i comc dir volefle . Sc il fuoco dc i cra-
uagli,con tanta ardenza preuale nc gli alberi
in arto d’il!ufirargli , gli tinge , gli annerifee , c
gli permuta in Odiofi titzoni , onde gli fcriiii ; Tratia-
uatiai
di nfer-
fucofi , c pieni d*humor preriofo, c vitale .•quali vinofi.
CLARITATE D EN I G R AT; odanco; torture, cd incendi; faranno poi rifcruati i i
SPLENDORE DETVRPAT , concerto dei P.
legni aridi , priui d'ogni virtei , d'ogni prero- gh era-
S. Agoftmo lib. a i . de Ciuit. cap. 4. De ipfo igne gatiua^ Si ego, interpreta Beda in pertona di
mira quis explicet f quo quaque adufla nigrefeunt Crifto , qui peccatum non feci, lignum viu appel-
f .um ipfe fit lucidus , & pane omnia qua ambit & latus , fine igne paffionis d mundo non ex eo : quid
lambit , colore pulcherrimo decoloret. Sara dumj; putas eis manere tormenti , qui funt frudibus
ii mormoratore come en Alete . vacui i $. Gregorio Papa, riftcttcndo allc tribo-
Gran fabbro di calunnie , adorne in modi lationi grauimme dcl Santo Giobbc,chepur
Ncui , che fonoaccufe , e paion Iodi . era huonio Santo, difeorreua ; Cum recognofco
Taflo nella Gcrufalemme liber. Cant. a. Jobin flerquilinio , cogito qualiter Deus in futuro
35 Monfignor Arefio, oflcruando, che la cruciabit quos reprobat , qui ita dure affligit quos
doue turti gli elementi allentano le proprio amat .
qualitd fi che la terra, che di Aia natura c fccca, 37 L’Imprefa dcl fuoco, accefo entro vnJ
tal voltae humida; 1’aria chee humida.tal volta fafeio di legne verdi , con la feritta ; MICAT
tACRIVS ARDOR, in quaJ fcnfo potri clla Amore
c fccca ; 1'acqua che e fredda , tal volta e caldarii
fuoco i diiferenza di tutti , hauendo per fua interpretarfi ^ Forfc chc il fuoco amorofo piu
qualitd principale il calore : non mai lo lafcia , neH*cta giouanilc , fucofa , e verde , chc ndJa_, uentu.
ma inamilfibilmcnce Io conferua , percio gli vccchiaia , arida , c abbandonata vigorofo di-
foprapofe ; NON REFRIGESCET . E ne uampi ? Forfc n’cfprimc la coftanza d’vn amante Amante
in gio-
fece imprefa per S. Maria Maddalcna , la quale profano , che via piu s 'accende di qualchc og- nace.
vna fol volta che nel fuo cuore concepi il fcruo- eetto , quando in lui troua piu pertinaci refi-
rc dclla carita fourana , non permife mai piil , ftcnzc? Forfc nc dimoftra 1’immcnfa bonta d‘Id- diuuu.
perfc* c|je ^ meno pCr vn momcnto (j fccmalfe i pro-
petante. dio , che iui feopre piu grande il feruore dclla Bonrl
prieta , che fu perfuafa da Crifto a i fuoi difcc- fua carita , oue ricalcitra la malitia, e la perfidia
poli quando diffc Luc. ia. 35. Sim lucerna ar. humana ? O pure infegna , chc fi comc il fuoco
dentes 111 manibus veflris , inferir volendo , come con maggior violcnza, ed attiuitd opera contra
Crifto
interpreta il mio S. Profpero Epift. 84. inter la legna verde , cosi Pira d’Iddio riufcira piu
Epift. S. Ambrofij; Pt fcilicet fuperno igne ac- grauc contra coloro , chc piA hannp riccuuto di perti-
cenfus animus non tepefiat , [ed fludeat femper gratie , e di prerogatiue , effendo verilfimo che; giudice.
ardere . Totentes potenter tormenta patientur . Sap. 6. 7.
3 6 Ad vn vafto fiioco, che imperiolb, ed cioe come traduce Vatablo » In potentes inqui-
retur acriter ,
(ipuampancc dmoraua vna bofcaglw cutta fion-
38 ta flamma di fuoco, accefa su Taltare nel d'Ottauiano i Omnium domos illius vigilia defis*
Tempio di Vefta, fotto il Cielo nottumo,c dcl- dit, omnium otium iUiut labor &c. ex quo feC afar
Vivi. lato coi mottoi ,£MVLA SYDERVM VI- orbi terrarum dedicauu , /ibi eripuit , & fyderum
Unia . GILAT dei
i Padrc Boldani ,chc vuol interime
modo , qua irrequieta femper curfus fuos expli-
Uvigilanza pafioralc dcl Cardinale Monti , dcl '
cant , nunquam illt litet , nec [ubftflcre 39.11
, nec quic- ‘
qualconcctto fi ferui anco Seneca ad honoro ad Polyb.c. ad.
quam fpum facere. Confolat.
ELEMENTI. Lib.II.
39 II faoco figurato nelmezzodVn tcmpio, rimus , & tn inferioribus nos putemus collocatos ,
& cogitemus illud Tfalmifla ; ibunt de virtute in
intcfo per qucIJo di Diana hcbbcj CVSTODE
virtutem .
Pili- PERENNAT , perchc la buona diligcnza , in-
gcnzi. dufiria,c vigiianzahumana,equcllachenun- 4) 11 motto fopraferitto alia fiamma; AL-
tjcncij tutto. LICIT, ET TERRET, conuienfi molco bene
Mulciber exardens vigili cuflode perennat , a Prcncipe maelio fo , chc tutto ad vn tempo
c Prenci*
Vjl tibi deficiet ,fi vtgil .Argus eris . coi lume dclla benigniti attrahe 1'altrui pupil-
perna*
canro i) mio Carducci.Lipfio Ccmur.j.ad Bclg. le e con la grauiti aci ciclio fuorprende 1 con- ftofo .
Ep. 6 . Caduca , & fragilis res homines fumus: fed tcmplanti . Tale era iJ Re Demetrio , nella vita
vt fimus etiam cum non fumus , & vt bona fama dcl quale Plutarco; Forma , & faciei venufiate
(Jape etiam pecunia ) mortuis nobis fuperfit, pen- adeo mira , atque excellenti , vt plaficstvcl ptttor
det ab mduflria inuendi . exprimere nullatenus imaginem eius poffet ; eadem
enim venuflatem , & gr annatem, terrorem ,& hi-
40 La fciagura d’vn mifero fenfualc, chc-»
trattenutofi per brieuc teoipo , i contemplare laritatem habebat.Poichc Cofiantio Imperatore
non $6 qual bellezza , ne contrafle vn vallo in- dichiaro Giuliano per fuo fucccflbrc ncirimpe-
r io. Erant , feriue 1'Alciati Hillor. Mcdiolan.
Libidi- ccnc'10 nc* cuorc/ii dal Sign. Carlo Rancat i rap- I.
nc , pre- in vn grau fuoco, aggiuntoui ii mot- 4. qui ex lultani ipfius facie qualis imperator fu-
ito s*ac- to » Icuato da Claudiano de Confulatu Manli) turus effetprafagirent . Terribiles enim , non fine
«n«le. Theodori; EXIGV^ PEPERERE MORAL. maxima venufiate eius oculi optimam indolem*
Ncl qual argomento S. Agoftino ferm. 150. de prsfc ferebant. E fe Ifaia cap. 6. n. a. diccua , che
Tcmp. Quomodo enim fi aliquis carbones ignis ap- d'auanti al trono dTddio ; Seraphim flabant - &
prehendat , fi eos cito proiecerit , nihil nocebunt ,fi volabant il P. Antonio Femandcz Vifionc 10. ....
vero diutius tenere voluerit , fine vulnere eos ia- fe&. 5 . n. 5 . dichiara ; In Deo fumma eft pulchri- am^ile
£lare non poterit : ita & ille , qui ad concupifcen- t udo cum fumma maic flate coniunfta , quarum illa c tetn_
ditm oculos defixerit , & libidinis malum m corde repellit mtuentes , ifta vero attrahit ; ideo nil miru bile .
fttfciptcns, moras infuis cogitationibus habere per- fi Seraphim fimul volabant , & flabant : pulchri-
T . .. ferit , excutere d fe fine anima occifione , vel tudinis enim fiudio , quafl in Deum volando rapie-
plaga non poterit . E S. Gregorio fopra Ic parole bantur , maieflatis vero radqs rcpercuffl retrahe-
diGiobbe 3 r. \6. Ignis cfl vfquead perditionem bantur. Effctti cfprclfi dal Salm. 83. 3. Concupi -
deuorans, cosi; Quid cfi libido , mfi ignis - & quid fcit allectata dalla bellezza, & deficit ateerrita
item turpes cogitationes , nifi palea t Quis etiam dalla maefti anima mea m atria Domini .
nefeiat , quia fi m paleis ignis neghgcnter extin- 44 Vn efalationc acccfa, chc infembianza
guiiur,cx paruafcintilla omnes palea accenditur ? di fiamma , fcorrendo per l’aria fc ne fuggc all3
Qui ergo virtutum incrementa non vult exurere , noftra villa , e vola verlo la fua sfera , co’I mot-
ita debet libidinis ignem extinguere,vt per tenuem to j OCVLOS ELATA FEFELLIT, fualza-
fcintillam nunquam poffit ardere .
ta nelTcfcquie d’Odoardo Duca di Parma ; fim-
bolo dclla vita humana ; chc fc bene per altczza Vita hu-
FI A M M A, Cap. II. di meriti , c chiarczza di virtd eroichc , quali nuna-
S
ELEMENTI Lib. II. <jj
temprra fufptetonibus , Ut ehrymis , conquxflioiubus pure onero de i miracoli . I Farifci erano pieni
pcrdir , odium fui fecit, & ipfr nomfjtme odio fibi d’inuidia , di rancore , di fuperbia , c d'ippocri-
efi. Tcoerito anch ctlb ap. Scobco fer. 6 4. T^unc fia.epurc commanda Crilto i Qpix dicunt nabis
noui jtmorem , dicc, Grauis efl Deus , nimirum fcrnate,& facite. Balaamo era ra huomo diabo- J
Icxnx ybera fixit , & mater ipfum in fylua educa - Iico ; e pure dalla fua bocca vfeirono oracoli di-
uit , qm mc exurens vfquc ad offa Ixdit. Di quefte uini ;ondc S. Tomafo a. a. q. 172. arc. 6. ad r.
Balaam dicitur Dominas c/lc ioaitus.lfumcrorum
putuurc , c tormenti, chc fuol cagionarc 1'amor
profano Plauto in Ciftcllar. A 8. 2. fccn. 1. a 1 . licet cflct Tropbeta Dxmonic , quit Deus etiam
Credo ego amorem primum apud homines carni- ■utitur malis ad vtilitatem bonorum : vnie & per
ficinam commentum . Trophetas Dxmonum aliqua vera pronuntiat: tum
Hanc de me comccluram domi facio , ne foris vi credibilior fiat veritas , qut etiam ex aduerfa-
ijuxram , rtjs teflimonium habet : sum etiam quia , cum ho-
Qui omnes homines fupero , atque antideo cru- mines talia credunt , per eorum dida magis ad ve-
ciabil ta ibus ; ritatem inducuntur .
latior , crucior , agitor , flimulor , verfor,rn 74 IITcnebroib friiGelatidiBologna.hi
amori» rota pinifer vna tace appiattata dentro d'vna fpelonca , coi
Exanimor, feror, differor ,diflrahor , diripior cartclio i JN APRICVM PROFERET, dando
fpcranra di doucr *n giomo fcoprir al mondo i
Lonta- 71 l.i occatione di partenza , 6 fu lontanan- nobili parti dei fuo ingegno ; MJ vaglia il vero Giudi-
oanza.
za amorofa , ad vna face acccfa tu fopraferirto . bcniiiiinoconuiene quefto motro al giorno dei ciotinv
LONGIVS ARDENTrVS, allictirando fama-
ta , che Ic diftanzc non haurebbero fcemato, mi giudicio , nel quale tutte 1‘opre , chc hor fi ren- lc •
gononafcolle fimmifefiaranno a gli occhi dcll’
vrmicrio j e fe Cnllo d iceua Matt. 10.16. mhrl
«■inuigorito il fuo ferueme afferto . Cosl Giufto
Lipfio Ccntnr. j. ad Belgas ep. 27. mi nantes opertum quod non reueletur : neque occultum quod
abiun^h paululum , aut exciit fi , acrius amant . mm fetatur. $. 'Mario dichiara chc; Dominus diem
72 C osi le Dotcrine Criftiane , come gli ef- 'indicii ofiendit , qui akflrufam voluntatis nofiri
Vina tempi dclle vim}, non deuono /brfenc nafcoltc; confeientiam plodet : & ea qux nunc occulta exi-
flnuahtur luce cognitionis pnvticx deteget .
fcopcc- tanto fignifico Monfignor Arefio con Ia fiac-
u. cola , 0 fia candela accefa fu*l canddicro,fcgnata 75 Ncll‘cfequie d lfabclla
coi cartclio ; NON SVB MODIO , parolc di Spagna , celebrare in MilanoBorboni , Regina
, fu aliata »na_. Vitti
lcuarcdal Euangelilla S. Mattco 15. 7 ijque faceclhnta, priuadi luce, mJ che perocfalaua
accedunt lucanam & ponunt eam fub modio , fed alcuni anlicliti di litoco , con la feritta; EXTIN-
fuper candelabrum , cioe come fpicgalaGlolfa CTA LVCE SVPERSTESjintendendochcfe
Ordinaria. T^jit ide* data efl dottrina prx dicatio- il fumo c fimbolo della mcftiti a , qucfta fola cra
nis , vr celent cam , & fubtfciant feruituti corpo- rimalla a fuoi fuddici , quand'clla inori . PuA
ris, dum aliqua timent &c. E Dionigi Cartulia- anco interire qiidVimpreia , chcetiandiodopo
no. V is altorum Vaflores,fett Eccleft a pr alatorum, la morte , viucua la nolfra Regina per lo merito
no debetis fapientiam vobis concefjam abfeondere . dclle virtii fuc nclle memoric de i polleri , come
Scriptum esi enim : Sapientia ab (condita , & the- che fi lacelfc allufione al detto di Seneca in
Here, Fur.
faurus inuifus , qua vrilitas in vtroque i t{eque
accendunt homines lucernam , & ponunt eam fu b Humquas flygias fertur ad vmbrxt
modio- fed fuper candelabrum ponunt eam , vt Inclyta vtrrus .
luceat omnibus , qui .n domo funt , frntli modo 76 DonDiegoSaauedra, pcrdimofirarcclie
Deus non iUnftrauit ^{poflolns tam copiofo lumine il Prencipato e cofa tranfitoria , de chc rkcuuto princi-
fapiennx , vt occuiicntur , & lateant , fed totum da eno , fi confegna ad »11 altro , fece vna rore ia, pno ttl-
mundum luce veritatis perfundant . cbe palfaiu da vna mano ad vn alrra, coi mort o; liiorio.
Ingcgnofa imprefa dcl Sign. Gio. Battifta_» VICISSIM TRADITVR , elotolfed.’ Lucre-
Mazzolcni , equelladVna fece, facta di zolto.ae tio , che coi medefimo concctto rilofofo della
Magi- accefa, co*lcarcel io; FOETET DVM LVCET, propagatione de gli animali i
ftrato applicata a perfona, i cui virij fuaporarono Etquafi cui fores vitai lampada tradunt .
Traotb. odiofo tanto , ad otfender tutra Ia citti, alfhora Deus temporum vices fic moderatur, fic difpenfat,
chc fplendettc con ia dignica di pubblico go- ferine Grcg. Naziameno I. a. de Theologia , vt
nemo. Cio chc ii Tcfauro olfcruo in Nerone , ii naturx convenienter ahx decedant , alia 1 accedant,
perinde ac fi m choro aliquo muicem fibi eonnecltn-
quale ; Inter pr iu atos optimus, tur , & nihilominus inter fe diuerfis fpaiiji J fient.
interTnncipes peffimus fuit : Hxc efi lex vnitierfi, nafei , furgerc,languci e,mori:
Regno dignus , mfi regnaffet . & velnt lampadem hanc vitx alq alqt tradimus ,
Molles illius mores m duris, induruere in mollitie . fucceljlone ifla xterni .
Dum laurum acqnifiuit Regiam , 77 La torcia da vento , coi morto ; AGITA-
r palmam amtfn popularem &c. TA RJeVIVO.infinuachelctribolationi.ondc Traua-
7 j Ad vna face , 6 fia corda di cera negra, io fiamo abbate uti, riefeono anzi chc no, firumen- glio vti-
* dicdifDE TENEBRIS LVCEM,motco
ti di nollra vtilita.e 1‘aIuczza.S. Gregono Papa ,e.
prefo nclja 2. Cor. 4. 6 . Qui dixit de tenebris 6. Moral. cap. 4. con allufione a qucl luogo di
lucem fplendef ere, illuxit in cordibus noflris,(igni- Giobbe 5, 1 8. Ipfe vulnerat , & medetur ,hci
Predi- ficando, chc anro da gli huomini , 6 viciofi , 6 qucllo Dcutcr. ?a. 59. Ego occidam ,& ego vi-
catoc vi- ignoranticfcc ia clnarczza di virtuofi efempi , c uereftciaiu dicc chc lddi o^ulnerando adfalusent
tiato. di tantillum do< umenti . Giuda cra fccicrato , c renocat : cum eleCtolfuos affligit txtcriui, v! IH:,“
Mondo Simb. dei T. *dbb, Ticinelli .
rins vincat . f 2 ^3 L'A-
t
L
xxs Per-
68 VAPORE NEBBIA. Gap. Vin.
1 1 5 Perfona aggrauata dalle calunnie dc i uicabilc, a rui vanno a finire curre lc humane fe-
'tnalcuoli.chc fpera alia tinjdi fincerarfi.fzccndo licita , e grandczzc , co'l titoloj OMNI MO- MortcJ
ctmiparirclalucc della annocenza fua intiiccia MENTO MEMENTO spoichequclla rimem- meuiu-
d'vn mondo , potrchbc per propria idea figura- branza cagionera profitccuoli.c Aupcndi effetti. ta.
Speran. rcvnlalciodilloppic.tuttc fumiganti.col car- Seneca epifl. 1 1 q.TJibil tum aijul ubi profuerit
**• tcllonc, LVX TANDEN ERVMPET. Con ad temperantiam omnium rerum , quam frequens
* qutlu lenii Giobbe afflicto in accrbifiimc guife cogitatio breuis aui , & huius incerti . Quidquid
iua dicendo picn danimofe fperanzc Et rurfum
facies,refpice ad mortem . Innoccnzo IX. nonri-
pcjl tenebras ffiero lucem lob. 17. iz-conquefli folueu.i gia mai cofa alcuna , fe prima non fifla-
ancora il giouinctto Maccabeo , dalla ficrczza ua gli occhi in due rauolettc , vna che gli rap-
dc 1 camchci , c dclla voracita de i fu Ochi cru- CI4
ciato , Sex mundi , dicciu, dcfunBos nes pro fuis prefentaua Ia cefta (carnata , cd ofllita d'vn_,
morro , e 1’altra Ia pompa c.d'vn
9 funerale . Cosi
legibus 1» sternit vitet refurreSione fufcitabit. 3. dal rifletter continuamentc ne gli oggetti di
Mschab. 7.9. morte ricauaua ottimcdirettiom alia fua vita. C.I5
Cio. Kho Var. Virt. hili. 1. 5. c.7. n. 8.
GENERE. Cap. VII.
A R I A
C19
C.I1
funebre fatta per Satiro fuo fratellodice ; Cum NF.VE VENTO
omnia nobis effint nollra communia , indiuiduus CRANBINE
fpmtus , indiuiduus affeBus.folum tamen non erat
communi fecretum amicorum , non quo conferendi Cap. NEB BIA
V A PORE
periculum vereremur, fed tenendi feruaremus VIII.
Amante fidem. D’vn amante tacito , che porta nel vifo Ia
tacito . pallidczza dellc teneri, ben pu6 dirfi.chc coperto
ilferba, cioe il fuoco amorofo , che gli auuampa D vn vapore, che dalla virtu dei
nel petto . calor folare inalzato , gia fcen-
1 1 7 Prcfupoflo, che lc ceneri feruano molto deua disfatto in pioggia.fu poflo
bene ad impinguare , e fertilizzare i campi , cio
il motto Spagnuolo 1 TR AI DO EN LLVVIA Magi-
che oflcruano i periti d'agricolrura , e fri gli BVELTO , c puo feruire ad alcuno, che pro-
altri Plinio 1. 17. c. 9. Tranfpadanis cineris vfus moflb a qualchc digniti riefee vtile , e riparte
Mortto adeo placet , vi anteponant fimo iumentorum i ad molte bcneficenze a i fudditi 1 6 pure i qualchc
ntedua vn mucchio di ceneri puofopraponerfi iMIRit fanto, che pallato a miglior vira, opera dalle al-
u- FERTILITATIS HABET. Percio Santa Chiefa
tczze beate a pro dc fuoi diuoti marauiglie fa-
lutari. Ma Pietro di Damiano fer. 1. dcSanCto
* fparge lc ceneri fu'l capo dc i fcdeli , acciocho
di virtuofi frutti riclcano fecondi. Vinccnzo Barthnlom. dice , che Iddio e il Sole, quale coi Apoilo-
Guinigi . follcuar da terra le menti dc eli huomini apo- |t.
Sordeat ille licet capiti cinis infnus alto , dolici , lc rende poi difpode a fccondarc con la
0 quantum MIRA. FERTILITATIS pioggia dellc dottrine 1'vniuerfo. Filius Dei pra - prcjj.
dicatorum fuorum mentes ad caleflia contemplan- catorca
HABET'.
Ham fubilo capit virtutum erumpere mejis , dafufpenditivt quanto liberius [e ad intel.tgendum cotcm-
A'
Et domino [egelem reddere mentis ager . Creatorcm fuum pennis virtutum librant, tanto platiuo.
At tu qui cinerem dicebas , define falli 1 feracius , & vberuis imbrem caleflis eloquq noflris
Hpn cinis, at femen Rclligionis erit . cordibus infundere valeant .
118 Non v'ha dubbio alcuno , che quel 111 Fra le varie ImprcfcdeUTlIuflrifs-Sig.
mucchio, che hora 4 pali ida cencrc , poco auan- Bcrlingerio GelB Senator di Bologna , ecci
. ti era viuacc fiioco . Se gli fopraponga dunque , quclla d'vn vapore , che alzandofi ver fo il ciclo,
porta iltitolo. SERVIRE TONANTI, infe-
dice il Sign.Carlo Rancati-, IGNIS FVIT.e
In mor- feruira in morte di bellitfima Dama , nel qual rendo , che da i vapori , e dalle nubi , come da_>
tante fucine, ed armenic di guerra , Iddio ricaui Pcrfone
te di
bella. propofito lo fielfo Rancati canto 1
Occidit, heu, poftquam mullos occidit amantes ; i fulmini per atterrire, ecailigaril mondo; fim- vili fer-
Et cinis efl hodil, qua fuit igms heri. bolo di perfonaggi alzati da bafla conditione, uonoi
Oratio , faucllando con Ucc , giunta alie defor- perdie feruilTcro a Dio comedi Arumenti a far Diom
mita dclla vecchiaia lib. 4. Od. 1 3. cofegrandi; come Saule, dalla cura dei Giu- ■
Audiuere , Lyce , di mea vota , di menti , alzato al regno della Giudca
mcrclapotcnza dei Filillei. Dauidc, per repti-
follcuato 1*
Audtuere Lyce , fis anus , & tamen
Vis formofa videri &c. dc gregibus OHium, perciic Icruiflc di propogna- *
Toffent vt iuuenes vifere feruidi colo alia Palellina. Pietro Apoftolo , alzato dal
Multo non fine rifu
lagodiGalilea,pcrchcco'l piede fcalzotrion-
DiUtpfam in cineres facem . faifc dclla gentiliti . Pietro Eremita d Amicns ,
perche conducelle vn fioritillimocfercitoa!la_>
T19 Lo deflo Rancati fece emblema d'vru conquilla di GcrufalcmuK &c.
mucchio di cencrc , che dimotha il termine inc-
113 Car-
ELEMENTI. Lib.IL 69
I »» Carlo Rineiti , con 1'imprefa di folta Tario Ri dc Sabini fuffoco Tarpcia , chc 1’hauc-
Hpbbia , chc fi djleguaua foeto 1 ferem raggi dei ua promo flo alfacquifto dd Campidoglio.Gia-
di nafcence , co’l cartello ; NITIDO RESQ- fonc abbandono , lafciando piena di fqualidezza
Cama LVTA SERENO, vollc inferirc, chc Icgucrrc quclla Medea, chc follcuollo airacquifto dei
fcmu , cpn oflinata fierezza continuate per molti anni, rdJo d’oro, cd alia victoria dc imoftri. Popillio
omai rcftauano terminate co’l beneficio dclla_» vccifc quel Cicerone , dalia facondia dei quale
ferena pace
parole , ftabilita
da Silio Italico 1’anno
lib. 5. e prefe le fuc poco primamorte
rato dalia cgli era
( Rato patrocinato , e libc-
Donec flammiferum tollentes aquore currum 126 La nebbia folleuata dal Sole fuori da
Solis qui fparfere diem , iamq\ orbe renato luoghi paludofi , coi motto j NITET ELATA | Virtt
Diluerat nubes Titan , fenflmq; fluebat odanco, VT LVCESCAM,c bella imprefa di in bafla
Caligo in terram T 1 DQ RES 01, VT ^ chi nato vilmcntc , md folleuato i gran pofti , nafciu .
SERETqjp , opera gloriofamente ; Tito nacque ; fordidis
t puo feruir 1‘imprefa i qualfiuoglia rentationc, adibus , fenue Suetonio ; md poi folleuato d i
etrauagIio,chefinifca in quiete, e fclicira. primi honori ddlTmpcrio Papor elatus , dicc
123 La nebbia , onde fi troua imgombrato )’Abbatc Tcfauro Stella fulfit . Dimoftra alcresj
▼n giardino , dalia vicinanza d'alcuni fuochi,o queiVimprefa , chc chi feparatofi dal mondo,
vero dalia virtu dc i raggi folari diilipata,fi 5'accofta d Dio , bcnchc per altro folfc di ftirpe
ftruggc , e fi dilegua t il che dichiara il motto \ vile, ed ofeuro, diuienc e nobile , e gloriofo ; e
PERC VSSA SCINDITVR , tolto da Pruden- dimoftra ancora , che il Religiofo , quanto fard Reli-
rio Cathenierinon Hywn. Matutin. piu feparato da i fecolari , tanto fard pid Rima- S'ofo ll*
Caligo terra SClTiplT/eR to , e venerato , poichc ; Quidquid facile perci - tlIal0 •
folis lpicu'o pitur , f.tcile quoque in contemptum reniti quod
Cdnn- e dimoftra, chc Ia calunnia dal lumc dclla virtu, e autem fupra nos efl , quo maiore cum difficultate
ma (u- dclla verita vien confumara , e diftrutta. Onde percipi potefli eo etiam maiorem fui admirationem
ftnu. il raio D. Gregorio Comanini p. 1. Canz. 2, monet . Gregorio Nazianzcno Orat. 1 d.nu.44.
Qaant*c ver che non puote
Contra il ver labugia, N V B E. Cap, IX,
Come non puo Ia nebbia incontro al fole , *
S. Tomafo di Villanoua Cone. 1. in Domin, 1, 117 TNA nube ofeura, inueftita da~*
Quadr. con qticrto concetto dimoftro, che le \/ venti , chc fuapora lainpi di fuo-
tentationi . onde IVinima d annebbiata , reftano ▼ eo , ma che non verfa altro, che-*
dilfipatc dal chiaro lumc dclla vcntd,chencl aequa, fu pofta coi cartello-, RETVLIT IN none,
noftro interno e accolta . Quid namque efl omnis MELIVS,cpu6feruircj>crvno,checangiaco- Mifcri-
tentatio ,nifi nebula quadam atra , fuper oculos Rumi, e vita, ed anco puo figurarci la bonta di- cordi**
Tenta- cor<*11 fParfi* » l*™'* rationis obnubilans , & offu- uina , chc fuole terminar |e focofc minaccie in diuma.
nono fcans i Hac radio veritatis diffoluitur , & in fere - rofngerij di bcncficcnza , cib chc difle il Salmi-
fgom- nitatemplacidifjimam vertitur, £t flent nubes [vi- fta . Fu.gttra in pluuiam fecit •
btau , culo folis percuffe diffoluuntur;flc paffiones,& per- 1 Carlo Rancari, per Santa Maria Madda-
turbationes anima veritatis tudicio redargntf eu a- lena ; i cui occhi , che prima furono fucine di li-
nefeunt , Con quefta mcdefinia rifleifione Carlo bidinc, ondvfciuano folgoranti raggi ad ac-
Bouio per dwoearc gli fcrupoli vinti da S. Igna- cendere icqori dc i mal accorti , fi cangiarono
tio Loiola nel primo feruorc dclla fua diuotione pofeia in duc fonti , onde grondanano lagrime
figuro la nebbia dilfipata dal fol nafcente.cd’! ti- copiofe , fece imprefa d*vtu nube torbioa , da lena ce»
tolo ; AD PRIMOS VICTA CALORES, cui Rendcuano le piogge,e leaggiunfqlc parole
124 Chc pili dc gli altri dcbha nfplcndcre dcl Salmo, addQttc nella precedente imprefa;
nellc virtft , chi piu degli altri fi vede effalcato pVLGVRA IN PLWIAM.
in eminente fortuna , lo dichiara il cartello, che 1 La nube, che verfa le fuc pioggc in su la
foprapofial vapore , aJzaro da i raggi dcl Sole , terra , coi motto i VT GERMINET , infegna
Digniti qnaleincroduflld dire; ELEVOR , VT FVL- chc gli Apoftoli,qu?.finubi,ftillaronolccclcfti
-jf- oEAM, Bafilio Imperatore in exbortat. ad Leo - dottrinc nel mondo , accio chc quefto produ- 1 *
u. nem filium c. 1 o, cosi j Caue ne regni malus cuflos cefle poi igermogli dell^opre e virtuofc.c fante,
degeneris aliquid , atque indigni committas , fcd Pietro Damiano ferm. a. dcS. Bartholom,Do- Coopo-
eum exteris pralatus es , vt omnibus imperes , ita Qores Santts xper mundum falutiferx prxdtcatio - rAtl0r,c’
toutendCyVt virtute quoque exteris antecellas . A nis imbrem pluunt - cum terram cordis noflri do -
quefta rifplendente chiarezza propria do i Mag- flrinx fua fluentis inebriant, vt eam ad proferenda
giorefchi fecero fqrfc allufione quei foldati , che pij operis germina fertilem reddant .
chiamarono Dauide ; Luet rnam in Ifrael s.Rcg, 130 Ad vn Santo , chc dopo fua morte faeci Sanro
2i.i 7-ncl *uogo Gafnaro Sandio. Et quidt molti miracoli, qiudra il motto feritto ad vna miraco».
Dsuidjfi quis alius in Republica princeps amnium nube , chc dileguandofi a gli occhi dei mondo , *°f° •
merito lucerna potuit appellari , qui fleut viua verfa abbondante pioggia , ad appreftargli le
q uadam lex , qua etiam appellatur lucerna, praius^ bencficcnzc ; HINC RAPTA IVVQ , im-
c innes , & vita exemplo , & gelo iuflituc . prefa , chc parimente puo feruire nclVAfluntio-
125 Idea d*aniino ingrato , chc pregiudica il nc di Maria Vergioc , dclla quale Santa Chiefiu
fuo medefimo benefattorc , e ii vapore , eho nclPOrarionc fccrcta in Vigilia Aflumpt. Quam ^
Inerato, ? kccia dcl Sole, ad offufcarlo, ai qnale idcirco de prafenti faculo tranflulsfli , vt pro pec-
■£. io dicdi .ELEVANTEM Ofi VMBRAT. Cosl catis noflris apud te fiducialiter intercedat. Cosi
anco
70 N V B E. Cap. IX.
•neo Sant'Andrea Crerenfc in Encom. Dormitio- dori d*intorno al vifo. Abfalon Abbate fcrm.24.
Attraxit /ol ille muifibilis nubem ifiam , cum Spi-
nis DcipM. sl Ici riuolto diccuo. Ex quo translata
es 4 (ora , tc vmuer/us mundus continet commune ritus Santti radio vtcro Virginis /e in/undent e fub
propitiaronum . nube carnis latens vifibilcm /e exhibuit , ne oculis
• 1 3 1 Alia nube fofca, e di fua natura piouofa, a%ns odio/a lux fieret , cum a/picercnt filium Dei
md ioitcnuca , ed impedica da i venti , il Lucari- fub came , folem fub nuhe , radium invmbra ,
no dicde ♦ NON FLANT1BVS FLVEJ ; il lumen in laterna .
chc aJ:ri inferi coi mocto ; NISI FLAVERIT, 136 La nube rtanipata , & impreflionata con
Gratia-. cdjiuoJlra, chc la gratia'diuina, quali nubo Nongoedd Sole , chc ie fla al nfeontro , & lc Marifl
«fruma. quando non fc lc faeci contrado dalla malitia* parole ; QV IA RESPEXIT, fu imprefa di
hununa, verfa la pioggia de fuoi fauori , da i Monfignor Arefio , da lui fpiegaca cosi ;
quali documenti guari non Ii diJongo Abialone Di cclclle fplcndor armata il vifo (imilc
Abbate Icrni. ii. inordinatas cogitationes qui- Vibra raggi di luce , e vn alcro Sole «
a gr auida
Dio.
cunque Deum puro amore diligit , exterminare Creduta vien dal vero Sol diuifo
debet , eo quod /eparent hominem d Deo ; tue Spt- Nuuoietta gcntil , e come fuole
riimSinCio puijit effe domicilium in confcientia , Terfo criftal, di cui lo mira fifo
qux vulnerata efi per inordinata cogitationis af- Sembra d’ Apollo vaga fpofa , 6 prole ,
E da Dio rimirata , iddio fotniglia
fettum .
prn- notai 3 ala colonna
Dipcndcma daU*altrui Vergine , ch'e fua Madre , e Spofa , e Figlia .
Di
denza. di nube , chc difpofitione
gia guidaua di-
gli Nel qual propofito Pietro Bcrcorio Redudor.I.
Ebrei , fegiutacoi ticoloj TE DVCE EGRE- 6. e. 1 9. n. 10. Quando radius /olaris , /cilicet ip/e
Viatico DIAR, parole mirabili , cosi a chifidifponc ad Filius Dcirfb ip/o Sole Deo Vatre vfque ad interio-
E-. can- ffcir di vita , riccucndo il facro viatico ; come^ ra nubis , /cilicet B. Virginis, fuit miflusper Beatam
dico. ad vn capitano , chc non priina si fa inconcro a i Incarnationem , tunc ftatim imago ipftus , ip/e
Culto pomo Chriftus in eius vtero re fui tau it .
<i Euca ocinid , chc dopo 1’hauer venerata , & inuocata
la Sancillima Lucari (lu. Drogode Sacram. Do- »37 Si come il Prcncipe riccuc il principato
«UtM. min. Pafs. Q*.c efl nubes, qux prxccdtt veros da Dio, cosi anco deue con affetfo di graticu-
lfiraclitas, mji periffimum, CT Santtiffimum corpus dinc riconofccrlo da lui , edeflere come quclla.»
tuum quod in a. tari fumimus i - Hanc nubem totus nube , chc portando in se vn imagine impron-
exercitus tuus /equitur, Domine Rex fibaotb, qui utalc dal Sole, fi protcllaua» M VNERIS HOC
aurea non /equitur eam , in tenebris efl &c. T VI. Giurto Lipfio lib. de vna Religione. Tnn-
Crirto 1 3 1 Scipione Bargagli, contemplando Crifto gnitio^
ceps /ubhmis fa{lus,& elatus d Deo merito vene-
lentato. tentato ncj deferto , mi non fuperato ; dipinfc ratur ,& colu magnitudinis /ux auftorem. 7'{ifi
Rico^
ale une nubi ,che s’aizauano contra il Sole , per facit , quid expeSet , nifi iterum dcuci t
ofcurarlo , ma cio non riufcitu loro , il che di- 138 Animo gencrofo , che riceucndo male ,
ReGfte nocaii moero. PERTENTANT FRVSTRA. rende bcneficij , dimortra la nube , chc gli Hu-
re. Mi e pcrchc non puo feruir qucfta imprefa a gli morirti alzarono per loro imprefa gcncralo;
honori di Paolo Apolfolo, dei quale Gio.Criio- nube figurata fopra il nure , die verfa pioggia
ftomo Hoin. 1 8. in e. 1 1 . ad Roman. Tanli men- dolccjbcnchc fia flata riempita di vapori amari, carTini
coi mocto di Lucretio ; REDDIT AGMINE Benefi-
mico .
tem nulla obnubilauit tcntatio , /ed in medus quo-
que tempeflatibus ip/am meridiei claritudinem /no DVLCI. Filonc Carpatio in e. 3. Cantic. Bene
/p.cndore /uprrauit . Sol enim ifle , qui in Vaulo facere , Cfmala pati Chnflianorum efl , ed Vgonc
luxit , tales radios non emittebar , qui tentationum Cardinale in cap. 9. Ezcchicl ; Sicut nubes aquas
cone ur/u potuerint obumbrari ,/ed tum poti /fimum marinas in dulcorem conuertit , fle memoria Taf-
ne di
tiucc/ccbant . fioms Cbrifli , quam in corpore /uo /uflinuit, omnes
134 Alia nube , chc verfana pioggia fopra_. paffiones , & amaritudines , quas fideles pro eo Partio-
Crifto
vn giardino tutto fparfo di fiori , e frutti , io fv/tnent , m dulcedinem vertit .
dicduTmotto*, DIVES IN OMNES, toltoda
S. Poclo Rom. io.i z. e fenie ad vn PrccLcatorc, ticri1 39 Per idea al
communica d’h*tomo
mondo virtuofo , chc volcn-
lc fuc fludiofc fati- medita-
Vrcnci che du ptfto a ruttij a Prcncipe liberalc,c bene- che , ad vna nube piouente dicdi ; CONGRE-
Studio-
fo libe-
fico verlo tutti &C. Conftantio Imperatore^ GATA DISPERTIT. Scn. cp. 6. Si cum hac ex- ta. *
pe libc-
salc ,
Orat, de Tbemifiio Vbilo/opho,Ego porro officu mei ceptione detur /apientia,vt illam mclu/am teneam ,
partes e pe duco , vobis tyn /olum ex publicis bonis nec enuntiem , rcqciam. T^uliius boni fine /ocio in- rale .
Ixtitix materiam prxbcre : /ed in/uper priuatx fin- eunda pofieffio efl &c.S. Bafilio fimi! mente Orat.
gulorum vtiJtati , quo ad eius fieri queat, debitam 6. de Indit. & admoti. Difccndum efl ab/que vllo
pouidcntum , /olicitudincmqtic nauare . pudore , & docendum abfq-, iuuidia $ & fi quid ab
1 3 $ Vna nube nfeontro ai Sole.nclla quale fi altero h%u ferimus , idipfum non efl celandum & 'e.
▼ede impronta ta vtfimagin c bclliflima dei Sole, Alcri dimarebbe queda imprefa figuratiua di
coi mocto; LVMEN DE LV\HNE, ferui i perfona limofinicra , e dircbbc il vero , gia cIklj
Scienja appunto S. Giouanni Elcmofinario , come nclla
intufxa dimoftrarc , come a S.Tomafo d*Acquino forte vita di lui fcriuc Lcontio Vcfcouo , quanto piu finicro.
d. S. Figliuol dlddio ripartita 1’illumi- Elemo-
dal CrocififTo
nactonc , la fapicnza , per intendere i piudif» riccucua dalla Iiberalita d’Iddio, tanto piu di-
Toma-
Co. ficili miftcri dclla tcologia i mi queflTimprefa^ fpcnfaua a pouerclli , folito dire al fuo Creato-
anco riefcc opportuna i gli honori di Maria re iVidebimus quis vincat , an tu mittendo, an ego
Mina.. Vergine, mencrc piena d lddio, e portaua il di/pergendo .
Sole eremo , incarnato entro il fuo feno , e no 140 II Padre Vinccnzo GiJibcrti figuro la
grmi.fi,
ertfplc
fcopriua,coinc dicono alcuni , i brHlanri fplcn- mifericordia d'Iddio iu vna nube rugiadofa , che
dcmc.
lidi-
ELEMENTI. Lib. II.
ftdiftnigge per fccendar la terra arida, e fici- ma in fatti quadra quefto motto a tutte le crei- Aiuto
bonda , coi incero i DISSOLVAR VT SOL-
VAM. Piet ro di Dami ano Ser. 4.1 . addatt areb- ture , le quali laquanta
hanno,tucta nceuonoluceda, bonti , e perfettione
Dio,dccto per cio da diurno.'
1'rcdi- S. Agoftino epift. ad Honor, c. 3. Lumen illumi-
cuotc. be queiTimprefa a i Prcdicatori dicendo} ifla
nubet refoluuntur m aquam , cum terram cordis nam , Quefta ricognitionc s'auucrte nel Proto-
nofln doClnn* fu m fluentis inebriant , vt eam ad martirc Lenita , il quale coli nel Concilio, men-
tre i Giudci contra di lui frcmcuano difpcctofi , p lco_
proferenda pi* operis germina fertilem reddant ,
libcra- Alloftcffocorpo d’vna nube, che fpargeuaco- apertamente fi procefto ; Ecce video culos aper - nofccrfc
1
fau. tos , & filium hominis flantem d dextris Dei. A&.7
piofa pioggia foprad’vn campo arficcio , fil ag-
giuntoi SE EXHAVRIT EGENTI, ecibad 7. 55. Ic quali parolc non hcbberogia per loro
honore difilippo IV. chc con regia libcraliti fine, o la vana lattanza di fe ftclTo,bd*imtarc
foccorrcua a 1 bifogm della Fiandre . Imprcfa i nuggior fdegno i fuoi fieri auucriarij ; mi ac-
E’cmo- quadrante ad ogni gencrofo Limo finiero j nel corgcndofi,chc i Giudci ammirjuano la chia-
fimeto. qual Icnfo il inio D. Saluatorc Carducci i
rczza , the fplcndcua d’mcorno al fuo volto ; &
7{ubes , cienti exhaurit vndis vifcera : intuentes cum omnes, qut fedebant in concilio, vide-
Quidni mifellos , diues , auro recreas ? runt faciem eius tamquam faciem Angeli Ad. 6.
141 II Sic. Nicolo Craflo, ad alcune nubi al- 1 5. cgli foggiunfe , chc vedeua attualmente Id-
zate contra il Sole dicdc ; HAVD OBSVNT, d»o : Pt indicaret, conchiude S. Agoftino fcr.98.
per dinorarc , chc ic calunnic de i maligni non_. ap. Lorin. T florem fuum m ipfum oflentantem
Vinu
potcuano pregiudicarc aiJa virruofa chiarezza adiutonum , ne videlicet tantum animi robur , &
CJlUIl
Hiata . dcl Sign. Bcrnardo Veniero . Con la quale im- ipfum in ficte fplendorcm alif adfiribcrct , quam*
prefa ha molta fimpatia quella d‘vna nube in Chriflo , de quo differebat .
raeda dei Sole , co’l cartcllo ; DESTRV ET V R 145 Alcibiade Lucariniad vna nube piouen-
TANDEM , poiche la calunnia, bcnchc procuri te foprapofe ; EhHLVHNDO CONSVMI-
TVRjidca diciafiun huomoappoftolico,che Huooao
d’ofcurarc la gloria della virili , alia fine rcfta di-
ftrucra. Calumnia, diceua Demoftcne riferito da verfando dalla fronte i fudon , c dalle vene il appo-
Lipfio Ccncur. 2. ad Bclg. ep. 6. m occaftone
fangue , nc gli oflcquij d*I<Jd;o , e per vtiledei ft°hct*
apud audientes yalet , tempore infirmatur , proilimi confuma.c iafeia gloriofamcnrc la vitai
J42 Moltcnubi folleu.nc d.il Solcrol mot- coi auai motto d'imprcfa concorda iJ detto di
to •, VT IN ORBE PLVAMVS, loro figu- Giobbe c. 7. 9. Confutuit u nubes , & pertranfit .
Prcdi- rati ue dr i Santi Apoftoli , iolitrtiari dalJa gratia In quefta manicra opero S. Paolo , chc vcrs’al S.P.10I0
uiun. dinma dalle parti piu vili di Galilea , e deputati fine della vita diceua a Timotco nclla Teconda Apoft*
i fccondar 1’vniucrfo con la pttp^ii delPeuan- Epiftola c. 4. 6. Ego enim iam delibor , & tempus
gclichc dottrine. 11 Bearo Tomafo di Villanoua refolutionis mea inflat . Bonum certamen certaui ,
in Domin. 4. Aduent. Tradicato>es nubes fune , curfumconfummaui , fidem feruaui. In reliquo re -
qui totam terram mimarum fidelium irrigant pofita efl mihi corona &c. Si che neile battaglio
imbre , & pluuia dott-mx euangelica , vt fruUtfi^ foftenute per Santa Chicfa, nclla carricra dei
eent frullus bonorum oocrum. S.Gio, Crifoftomo fuoi pcllcgrinaggi i ndTintrj prefa di mille eroi-
Hom. 20. Impcrfed. Sicut nubes bamlant pluuii, che prodezze , meritato, c confumato , gionlc i
& effundunt eam fnper terram ; ita Tropheta , & memorabil fine .
+A pofloli accipiunt verba d Deo,& c fundunt fuper 145 Con raramarauiglia in vn tempo me-
rationabilem terram . definio fi fcagliano, ftior dalla nube vampedi
A iota 14* B-irtolomco Roffl «Tacendo alcune nubi viuo fuoco,che empiono di fpauenco; e dal feno
Gratia- il 1u lirate dal Sole, in nerfonade! quale diceua il dciriftefia fi riucrfano copiofc aeque , chc por-
diurna. motto; SPLENDOR EX ME , dimoftrb.che tano fcconditi mirabile alia terra ; nel qua! atro
le perfettioni dcllc creature. Tono loro commu- hebbe il mottoi TERRORE F^ECVNDO.
nicate dalla lucc diuina , ed infinita. Jacob. t . 1 7. Nclla ftclfa guifa, i terrori focofi, fcagfiati dalla Grnfti-
Omne datum optimum , & omne donum perfeftum giuftiria vindicatiua cosl d’Iddio,coinr d*ogni m.P“*
dcftrfum efl , defeendema Tatre luminum. Ondc buon prcncipe , portan fcco la fcconditi benefi-
S. Agoftino lib. 12. contra Fauft. cap.9. chiama cai chc mentre pcrcuotono alcuni, pochi atter-
Dio Lucem lucificam, pcrchctutrelechiarezze rifeono , c raffVcnano molti dalle iniquiti , e gli
di natura , 6 di gratia Tono vna participatione difpongonoidiuenir migliori. Seneca lib. i.dc
della lncc fourana . S. TomaTo di Villanoua Clemcnt. c. 22. T ria lex fecuta efl , qua Trinceps
Cone, in Dcdic. Ecclcfix ; Fidifli aliquando nubi quoqi fequi debet : aut vt eum, quem punit, emen-
atram , turbidam , vilem vaporem d terra fubla- det : aut vt pana eius ceteros meliores reddat aut
tum , quid illa deformius ? Sic omnino, fu efl anima, vt fubl.vis malis , fecuriores ceteri viuant . Non
cni Hiabitur Deus : non videtur eius gloria , fed altrimenti S, Grcgorio Nazianzcno. Tana faph
omnino tUuflrior cfl . E nclla Predica de Aflumpr. eos, qui peccant, meliores reddit : fin minus eos, qui
Virg. JQualis nubes lucida , cum pur pureis colori- ad tpfos accedunt : etenim aliorum cruciatus mul-
bus , fole irradiante, corrufcat, (alis huius Virginis tos ad meliorem frugem conuertunt &c.
anima Deo illuminante fulgebat . 147 Claudiano Carmine de Hiftrice canta s
additur armis
* 144 Ad vna nube rutra rifplcndcntc nel n-
flclfo deiracci folari io feci dire; M*ORNO Calliditas , parcufq ; fui timor : iraqi nunquam
Trodrga telorum : cauti contenta minari .
Dipen- CON L*ALTRVI LVME , i pubfeniire per
dcuza. chi non hi altro di lodcuole, che Ia nobilta della 11 qual finimentodi vcrfo,cio£ } CONTENTA Clert»6-
Tua profapia , cficnd'cgli per altro vile , c differ- MiNARI fu foprapofto dal Gambcrti ad vna_* p1 dl.
tofo , c per chi s’addoifa ic compofitioii ai erui i nube, chc fcagiuuad’intorno la foladuarczza „cnCl'
71 N V B E . Cap. IX.
de i lampi , e non la violenza de i fulmini ; infe- Md non cosi Vgon Cardinale , i! quale in Lue.c.
rendo laclcmcnza , e benigniti dei buon Pren- 9. Ter nubem , dice , ftgnificatiir caro Chriflt , quia
jdpe,che piu fi compiace di minacciare , chc di nubes fohs ardore mitigat per fui interpo fit tonem, Afcefi-
fcancare i fuppiicij. Cosi Cafljodoro cicaro da & caro Chrifiiiram Tatris compefcuir per fuam flonc di
P. Vclazchez co. i. in cp. ad Philip.foi. 5 3 6. coi. oppofttionem , quia in fc fuflmuit iftus. I refrigerij CriRo.
1. Diflriflio nofira in verbis habita , & i» fallis efi dell ombre portati dalla nube fi nuuifano da
ipfa benignitas . lrafcebamur placati, minabamur Elia Crcrcnfc in Orat. 5. Gregor. 7^/d».nello
tnnoxu , & ne potuiffcmus Udere , terrorem vide- Spirito Santo ; J^ubis columna Spiritus fanftus Spiriro
bamur inferre. Cosi Dauide Pfal. 59. 5. Ofiendifii
ejl, qui cos, quos vniofarum affclhonum aftus diuc - Santo •
populo tuo dura & c. Dedifii metuentibus te fsgmfi- xat , obumbrat , refrigerat . Finalmcnte le->
cationcm , rr fugiant ; onde il BeJlarmino , ofier- obumbrationi di quefia nube riconofcc Riccar-
uando quefte parolc 1 oflendiffi &c. feriue ; Inft- dodi S. Lorcnzo lib. 7. dc laud. Virginis nclla
nuatur benignitas Dei , qui tribulationes non tam Madredi Dio. De Mana nube dicitur Tfal. 104. Protct»
immittit , quam rflcndit : vt terreat , no vt noceat. Expandit nubem in proteflionem eorum , nempe none di
1 48 Alia nube , chc verfaua Ia pioggia fopra Ifracinarum , & ignem , vt luceret eu per nollem j Mari*
d’vn campo arficcio , ii P. Gamberti aggiunfe le ecce duo officia , ad qux dat a efi Maria,vt protegat
Ubera* parolc di Virgilio 1. Georg. POSCENTE a feruore folis luflitid , tanquam nubes , & etiam
dt- jvJVLLO i c la riconobbc per idea di prencipo Contra diabolum , qnaft igneus murus .
um*’ benigno , chc diffonde con ogni prontczzale 1 5 1 La generofa libcralita di S. Carlo Bor-
fuc gratie , e lc bcncficcnze , fenza afpcctar lc romeo , chc pronta, e fpontaneamente compar-
fuppliche de i nccelfitofi . In quefta guifa opera tiuaall’altrui foccorfo,ncI girod*vn giorno folo
Iddio , di cui fc diceua ii Salmifia Pf. 9 1 7. Tra- i prcncipati inticri.fu dclincata in vna nube,che
parationem cordis eorum audiuit auris tuis. S.Gre- verfando fccondanre , c copiofa pioggia , por- Sponr^-
gorio Nazianzcno Orat. 40. in Sant. Baptif. taua i! motto; VOLVNTARIE FVNDIT. ncame-
Trompta , munifica , atque prolixa natura efi : in-
L’animc giuftc godono d’opcrare non tanto per le •
fandius dat , quam alij accipiunt ; c fauclla preci- violenza di nccciliti , quanto per impulfo dclla
famente d’Iddio . Chc cio fij vcto , trattmdofi loro fcruida volonti . Ccsi Dauide Pfai. 53. 8.
dei figliuol prodigo , prima chc fupplicafle.C nm yolnntanl facriHcabo tibi. Su'l qual luogo Sant’
adhuc leni} effet Luc. 1 q. accurrens pater cecidit Ambrogio in Pfal, ji8. ferm. 14. Expellat Do-
fuper collum eius . Su’l qua! luogo S. Girolamo minus voluntarios miniflros . Lc protefte di De-
epift. 1 4<?.ad Damafum. Antequam dignis operi- metrio riferite da Seneca 1. de Prouid.c. 5.fono
bus , & vera pxiutentia ad Vatrem rediret anti- marauighofc \ Hoc vmim Dii immortales de vobis
m quum , Deus ad eius pracurrit aduenttem , & re- queri pofium , quod n n ante mihi voluntatem^
ditum filiifui iunioris anticipat &c. vefiram notam feciflis, prior enim ad ifla vemfiem,
1 49 L’imprcfa d‘vna nube, che pofta d’auan- ad qua nunc vocatus adfum . Pultis liberos futue-
ti al folc fu fegnata coi verfo ; TANTO NON re ?illos vobis fufiuli : vultis aliquam partem cor-
PVO’ CELAR, CHE IL GlORNO CELI, poris tfumite , non magnam rem promitto\ cite
Beller- feruirebbe a nobil Dama, la cui fcgnalata bcl- totam relinquam. Pultis fpintum ? quidni ? nullam
za vela* Jczza , anco dal vifo copcrto da fcrico vel» , i moram faciam , quo minus recipiatis quod dediflis :
u* marauiglia trafplende. Cosi la diuinici dcl d volente ferens quidquid petieritis. SZ*id ergo eftf
Diuini Verbo incarnato , da quella humanita , chc fer- maluiffem offerre , quam tradere &c.
Criilo. uiuacome di nube i ricoprirla, tramandauai 152 Ccmie le nubi , da nemica violenza per-
fuoi lumi ; di cui S. Girolamo lib.i. in Matt.c.9. coflc, cd agitate, fcagliano intorno chiari lampi
Fu gor ipfe, & maiefias diu in- ratis occulta - etiam focofi , c meritano »1 motto ; COLLISA FVL- ^
G VR ANT. Non altrimcnti gli animi virtuofi , virtd
in humana facie relucebat. F. la calunnia ancora ,
mentre lonodagli amicrfarij conrrafti combat- eroica.
bcnchc procuri,quaG nube importuna, d’adom-
tuti fpargono per ogni lato di portentofa chia-
Veriti brarc **°*c ^cl,a *c TCr,t* * tant0 no rezzacgrcgi) Uimi ; cio chc diffc il Caualicro
r6 puo puo malignare : chc la luce alia perfine non fi
cclaili. dichiari inuincibilc, e gloriofa * poiche como Emmanuci Tcfauro ncH’Elogio d Eliud. Pirtu-
diffc Tullio pro Cluentio ; Multorum improbita- tes vn nubes collifa fulgurant. Gli ApoAoli quafi
te deprelfa veritas emergit ; e Tito Liuio ; Feri- nubi , sfcrzati ncllc Sinagoghc ,e per lc piazze ,
tatem laborare fxpe , extingui nunquam . fpargeuano raggi di paticnza.bcncJiccndOjglo-
rificando Iddio. Stefano , c Giacomo il Minore,
150 NcirAccademia dei Rifuegliati di Pi-
ftoia , v’e vna nube cTauanri il Sole coi motto j quafi nubi pcrcolli dalla barbarie dc i carnefici,c
ELEVATVR IN VMRRAM.c vollcconmo- de ilapidatori , rramandauano lampi di carita ,
pregando Iddio per quei medefimi , che gli fo-
Mode- deltia fmgolarc inferire I’A utor delPImprefa.ch’
io- egli nuouamente fraquei letterati aggregato, fpingeuano alfacerbiti dclla inortc&c.
virtuo- focto gli occhi dei Sole , Imprefa generale dcll* 153 Per moftrar labrauura,^ valore d*vn
*° * Accademia , non haurcbbe portato altro, chc Cauahcre, chc affalito d nnprouifo , preualfe
ombre . Bcn anco c vero , chc quefta imprefa e contra gli aflaliton, fpargendoda per tutto
lumi di gloria , fu pofto vn folc, che diffondeua
Crapo. «pace di fcnfi diucrfifflmi . La crapuh c vna
)a . nuoe , chc ci adombra , direbbe S. Piccro Crifo- la chiarezza su quelle nubi medefimej che tenta-
logo fer. 41 . Sicut terra nubes caligant catum, Ctc
uano
DOVE di OSCVRAR
coprirlo, cd CREDETTERO
oAufcarlo, coi titolo ; ?pprcf"
\ cosi ,
Inuidia. obfcurant animas intemperata CAn«o«M.L’inuidia,
* dice lo Acffo nel ferm. 48. e chc altro c, chc vna Iddio impronto i fuoi lumi , e ne corono il cuo- 5'^ucrl-
fbfca nube ? Non ftc nubes ccelnm , nox dicm,folcm re , c 1'aiuma di Saolo , alPhora appunto. ch'cgli
caligo, quomodo mentes cacat, & tenebrat inuidia ;
tutto difpctto , e ficrczza tentaua d'ofcurar lc |0’,
V
ELEMEN T I. Lib. n. r?
glorie de! Rcdcntorc^/nV^n» minarum , & cadis dato in Cciio Rodigino 1. ,4. C. H.in S. Bona-
m difcipulos Domini. Ad. 9. 1 . rai chc poi ? Cir- nentara m c. a. Sapient. in S. Maliimo ferra. 70. i
c umfuiftt eum lux de calo n. } . nel qual propofito quali tuccicolametaforadellt nubi, frigib ,e
fcruc parimcnti ITmprcfa, alzacadal Luminofo, tranfitorie , rapprefencano le miferie, caducitd,
e mortalica dclla nollra vita. Franc. Pctrar. a.p.
fri gli Erranti di Brcfcia , d' vna nubc,chc oppo-
nendofi alia Luna, fi giace da Jeiilluftrata ,e Sonetto 48. nella morte di Laura cosi ;
porta il mottojDVM IMPEDIO LVCESCO. Chc corae nebbia al vento li dilegua ,
Cosi fua vita (itbico trafeorfe .
154, chc
nube Lo dal
ftcffo
folc corpo d*imprcfa, , mentre
rcfta illuminata cio£ vna_»
effa
procuraua d’adombrarIo,con lc parolc di Statio PIOGGIA. Cap. X.
Bcnefi- 7. Thcbaid. ADDITVR VMBRANTI
car gl» DECVS, fu dcl P. Gambcrti , per dinotare la
*uucr- ijd -p^ER inferire llncarrntione dcl Ver- Incar- ^
fcnj. bcnignitad'vn Prcncipc,chc compartiua gratie,
JL fu
bo feritto
, alia pioggia la lana natione^
P I T Vsu SINE
; S TR Ecadente
etiandio a chi procuraua d'ofcurarc lc fuo
gloric. Similmcnte il P.Raulino figurando la VLLO , imprefa motiuata dal Salmo 71.6. De- ,
nube , per opra dei folc cd i bei colori dciriride
fcendet ficut pluuia ;inTluuia,fine qual luogo Lo-
vellus , fu’ljbepitu
» • gioicllata , le foprafcriflc ; ORNATVR, ET renzo Giulliniano defeendit
OBST AT , e cio a lodc dcl Duca Odoardo Far- in lanam ; ftc & Deus occulta virtute in Virginem. . ,
faro . nefe , chc a guifa di folc , non lafcio di bcncficar Quefto motto parimcnti puo feruire ad honore
quelli.cheai raggidella fua fplcndida genero- di perfona quieta , prudente , e piii di fatti , che
lita poncuano oftacolo . Crifto anch’effo , fol di parole
ftibus Elcg. . . qual propofito Ouid. 1. 1. de Tri-
, nel
diuino mentre fu da gli huoniini fofpinto ali’
ofeura infamia dclla croce, promoffc gli huo- - Eximia eft virtus prxflare plentia rebus .
mini alia chiarczza gloriofa dcl paradiio. Luc.
piouc
, chc io
nube llo fopra lardenti *
a j. 43. con la qual rifldfione \ Eufcbio Gallica- dclvna
1 5 7 Ad
bocthc Mongibe dicdi* MAGIS
noHomil. deB. Latrone 5 Credamus Deum vel ADAVGET , dimoftrando chc la vampa dclla
ex fola virtute patientia : qui du ab homine cruci , canti diuina, frd lc ingiurie inondanti de gl' diurna.
& neci traditur , ftc quoq\ homini gloriam polli- huomini,piu chc mai fi rinuigorifce , ed auuam-
cetur : qui illas ipfas iniurias ; & plagas conuertit pa ; cid che differo i Sacri Cantici 8. 7. Aqua
in pretium noflrum . multa non potuerunt extinguere charitatem , nel
155 Vna nube rara, folleuata in fucciadcl qual luogo il Padre Cornelio a Lapide \ Etiam fi
Sole coi ritolo ; CITO DISSOLVAR ; mi in cruce ab iis rideretur t& blafphemxretur;omniqi
* paruc tutta cfprcfliua dclla fragilita , labile , e infamia , & dedecore velut latro afficeretur ; hifce
Vita hu- tranfitoria dclla v‘ta humana * Qua efi enim vita aquis , & hoc frigidiffimo cordiu humanorugelu,
mana • vcflra f Vapor eft ad modicum parens , & deinceps omnique contrarietate fuperata , quaft per anti -
exterminabitur. Iacob.4. 1 5. cd k il concctto fon- perijlaftm amor Cbrifli vehementius cxarpt&c .
Tcmee- 1 5 8 La pioggia prima autunnalc , dal Padre Se anco no v’aggiungcf!i , che dalla pioggia pur
ranraJ Don Ottauio Boldoni hebbe ; TEMPERAT dclle noftrc lagrime refti mitigato il feruore T^-ry
iESTVM , prendcndola pcrfimbolo di tempe- dcirirad*Iddio,cid che difTc Pictro Ccllcnfc I. ma. '
Lacri- ranza. Io dire i, chc la pioggia dellc lagrime de panibus cap. 12. O lacryma humilis \ tuaejl
au . fcruc per mitigare 1'intcrna afflictione , c do- potentia , tuum eft regnum . Tribunal iudicis non
lore, perche come ricorda Seneca in Troado vereris , amicorum tuorum accufatonbus plentium
A& 3. imponis : quandoque fententiam rapis , etiam ab
—-Fletus arumnas leuat .
ire iudicis j cd «unmorzati rcitaaoifuochidcU*
fiondo Sunb. dei P. Abb. Tidnelli •
74
RVGIADA. Cap. XI.
inferno i Laerima , ice Jo /fcffo Cellenfe iui , nontiranocggiatodairaria gelata; e fcendono
forias refringit inferni , carbones exunguis ferrea fra il fereno ridente dclla notce. Rores neq\gelu ,
fornacis . neque arboribus , neque ventis- nec mfi ferent
15 9 Tutt’in contrario i! P.Raulini, figu- noa fr.dirtc Plinio 1. a. c. do. percio diedi loro; „
rando Japioggia cadente dalla nube neitempi TANTVM NOCTE SERENA. Similroente
ertiui ( il chc puo dimo£krarfi,co'l fare a! difopra le gratic diuinc , quali rugiade , fi diffondono limma .
il folc in Leone ) le foprapofe j NEC TEMPE-
nellcconfcicnze , non difpettofe , inquiete, e fu-
RAT i€STVM; dir volendo, chc lelagrimc
ribonde , ma ferene , e tranquille . La onde Ifaia
•verfate in morte di perfona amata ,, ItlAl
mal poliono alie rugiade ralfomiglia la venuta dei Verbo i*
Ugti»
|PC .vna tuiiuva JIUIIUHU «aiiW lU^MUL lAHUilU^lM VCIlUva uvi v
morte. rc“1Scrarc 1° vampe dcJEainore , chc verfo di Rorare exh defuper , cap. 45. 8. pcrchcicomc
quclla piu chc mai fono ardenti . Lc lagriinc dc diflfc Pictro di Damiano Jib. 8. cp. 14. Jmpacatd
eh huomini indurati neiriniqitiri , comc dcllo mentis bofpitium non requirit .
Lncri- ‘Celerato Erodc,ede]rinfamc Aatioco non puo- idf Inhcrcndo u i concctti dcl Salmo 109. j.
mc do tero fopirc la vampa dclla giuAitiadiuinacotra ouc fe noi leggiamo. Ex vtero ante luciferum
glifcc- di loro attizzara;c dcllo faagurato Efau pro- £r»#ire:dalTEbrcopu6tradurfi ; EX f^TERO
inertica- tix
tC^alocum*>ao^° ^e^r* 1 *• 1 7* 'Kpn inucnit pxniten- uAPROR/ E ros innent ut is me a ; alie rugiade par-
t quamquam ciilacrymis inquiftffct eam. ucmi chefoprafcriucr fi potcfic. EX VTERO Cnfto
i5o Don Dicgo Saaucdra, coi figurare vn AVROR.€;fimboIodcirhumanatovcrbo,che, nafccft-
campo dj fpichc , abbattutc dai pcfo dcllc inon- comc cclcfte rugiada , nacquc dal feno di Maria, te •
Abbon- dant» P*°?**c > eadutc fuor di tempo, & quando comcda vna bcIJa , c gratiofa aurora . Ros ergo
rfianza.c baftauano lc folc rugiade , coi motto fententio- defignat Cbrijli generationem calefient ex ytrpnc
felicita fo di Pittagora , 6 fia di Biante . N E QV I D ftcut ros nafeitur ex aurora virtute cxlefli > ferifle
danno* NLMIS \ inferi, chc i grandi honori ral volta R. Hadarfan, riferito dal P. Cornelio i Lapide
piu affrontano , che ilhifirano i foggerti ; e chc fopra Ofca cap. 6. v. 3.
vi fono de i bcncficij , chc 0 reputano per ingiu- 1 66 AI c^qcrc dcllc rugiade , i feruori della
ria. Scncca cp. 3 6. Magni animi cfl magna contem- calda ilagione arcftano a niarauiglia mitigati , e
nere prudentis
} eft mediocria malle , quam nimia : temperati ; onde ben fi conuienc alie rugiade il
tu* ««#»/« *■•«■**• j-nt , i.nu
iflaenim vriUa funt illa quando fupcrfluuntno-
fuunuo jHpcrfbH^ni na- ticolo ; DVLCE R EFRlGER IVM. Tanto ri- y
cent. Sic fegetem , nimia flernit vbertas , fic rami conobbe dalla virtu atfiftcnte dcllo Spirito San- Spirito
onere franguntur , fic ad maturitatem non peruenit to la Chicfa Cattolica , chc lo faluta 5 Confolator Santo .
nimia facunditas . optime , dulcis hofp'S ammx , dulce refrigerium ; c
x5i La gratia diuina > mi parue chc porefle tanto dalla benignitd di Maria Vereinc prote- Maria*
Gratio ^Surar^ nc^a che fcendc foprtdVn ftaua di necuere S. Germano , chc k Ici riuolto Vcrfi*
diurna
* • campo,- coi mottojTNFVSA FOECVNDATj diceua ■,Sola ,0 Domina mea , folatqux folamihi
cosi diccua S.Marco Eremita, de lege fpmtuxh .
ex
nus Deo
ros ,&c
folattum
. , foia xflus in me exiflentis diui-
Quemadmodum pluuia terra infufa accommodam
qualitatem plantis fuppeditat ; fic quoque gratia in 167 CarloBouio, figurando lc rugiade, che %
corda fidelium affidub defeendens , uc influens , con-
fu’UardcI giorno fccndcuauo a fclicicarc i fiori
ucnicntes virtutibus aftiones Urgirur .
d*v;i giirdino , dilfc chc cranoj TOLERAT.E
1 6 1 Alla pioggia cadente io diedi il motto ;
PR.EMIA NOC TIS , c cid-perdinotare ; chc
LABENDO SENSIM OPIMAT,ccosllcdor- dal ciclo , e da Dio, i i fuoi ferni , vengono com- dopo le
Docu- trine, ed i documenti d poco d poco infinuati
mento partiti 1 refrigerij, c lo confolationi , dopo i toifcci».
trauagli precedcnti , comc t»ratiofo lenitiuo ,e
A^poco nclfcnodei ilfigliuoli,
• poco, guaooloro cuorc , cddc operano
i fudditi marauigliofi
&c. imnin- dolce temperamento dc i tolerati mali ; cio chc
edetri S. Ifidoro Ub. dc Mundo pap^a? , TUmix cantd il Vrofct&iSecunJurh multitudinem dolorum
nubium , eloquia funt ^poflolomm , qui quaft meorum in corde meo : coufolatioues tux Ixtifica-
GrHUTTM » idcfl fenfualiter veniunt Sei abun- uerunt animam meam. Pfal. 93.19.E Tertulliano
dant us do&rmx tpECrUpiTATEM 1 7^ dcl Saluatorc diccua-» Fauos pofl fella guflauit &c.
* Frmpingf. de canto \
Gu chc Calpomio ncirEgloga 5 . dcllc rugia-
Corrct- Perdinotarc che Ia corrertione troppo
tiono vehemente cagionavanzi chc n6, grauilfimo Frigida nofturno tinguntur pafcua rore ,
Er matutina lucent iu gramine gutta ;
vehe- danno , ed alccratione nelle menti dc i profiimi,
ttente. mi valfi dclla pioggia, chc fccnde d dihniijim- paruerni percio , chc qucft‘vltime parole ; I N
peruofa , c gagliarda , c lc diedi » ARVA GRAMINE LVCENT, rnoltobcncfcruiffcro Grarifi#
SVB VERTET , prcndcndoilinoriuocosidcir
B . , , . _ per motto d’iniprcfa ; per fignihearej chc fi
imprefa prefente. , comc anco delpanteccdentc come lc rugiade , ne i piu humili crbaggi della_» ^,„0 nc
dal
illa Padre
optima S.ejl
Ctrolamo',
, qux'fenfimEpift. ad Furiam
decidit \ Tiutya
in terram ; fu- lcterra , piu chc loro
marauiglie in ogni nitro oggeeto
, riufcendo , fcoprono
quafi tante perlc, g(j
mili hu-
•
bitus , & nimius imber in prxeeps ama fubuertet. onde rcftano le fpiaggic impretiofite: cosi le di-
uinc gratic a cli humili con parti colare profu-
fionc vengono confcrkc , giuib U protefla di S.
" - . . - .
Ciacomo 4. 6. Humilibus dat gruium. Il mio D.j--
1S4 RVGIADA. ALLA mamtnclla
Cap. XI. dcl ciclo fiil- Saluatorc Carducci in queiio propofito be-
rurtiino ;
U 1 latio in guifa di pinput , c pretio-
» X fo larte le gocciolc dcllc rugiade ; Rorantes gemma demiffo /7C CR-dMlUf
LyCRVJ:
md fcendono
eornbac tu to da, quand’il ciclofufibeato
i venti, non e cucco quiero, non
daile nubi. Tcttorc pc humili calict dona nuent .
• c:
ELEMENTI. Lib. H.
commodi, c inteneriti ; nel qual propofito altrl
•N E V E. CaP. XII. diede alia neue; COELESTI LV MINE LAN-