18-21-covapre-alta-corr-ok-C:10-15-palestina-def
che la donna ha urgente bisogno di 14 ca-
mion di materiale, ma potrà averli solo a
patto di accettare tutto quel che arriva.
Non è il caso di fare gli schizzinosi. E se
capita che la responsabile dei rifiuti si
preoccupi perché in previsione ci sono
controlli e chiede al Botti di non manda-
re materiale non idoneo, l’uomo rispon-
de: «Ce lo teniamo...? non credo... te lo
ingoi tutto amore mio e se a stò giro ci
complichi le cose vengo io di persona,
quindi vedi di non rompere le scatole…».
Tutto ciò avveniva sotto la gestione del
commissario straordinario Andrea Lol-
li, delegato dalle autorità ad ammini-
strare i bilanci fallimentari del consorzio
Gaia. Ma perché Stefania Brida si dà da
fare per raccattare spazzatura da brucia-
re, e perché Gaia acquista materia prima
da società esterne? Facciamo un passo
indietro di qualche anno.
Il consorzio Gaia nasce nel 1997, su ini-
ziativa di 9 Comuni, per rispondere alla
crisi occupazionale che aveva investito
l’area. Lo scopo è creare, grazie ai fondi
regionali, un ciclo integrato della gestio-
ne dei rifiuti solidi urbani. Ciclo integra-
to che però non verrà mai realizzato. Al-
l’appello manca infatti un anello fonda-
mentale: l’impianto per la creazione del
Cdr. Un tassello senza il quale i Comuni
consorziati rimarranno di conseguenza
esclusi da un servizio, la termovalorizza-
zione, formalmente concepito per loro.
Una volta presi i soldi, un finanziamento
superiore a 31 milioni di euro, il proble-
ma non si porrà più. Per far funzionare
gli impianti sarà allora necessario acqui-
stare combustibile dall’esterno e di ne-
cessità, si farà “virtù”. I ©Tachus
(Arpa, Provincia, Comune), né in tempo
reale, né in forma differita, come imposto
dal decreto regionale. E che, per quanto ri-
guarda le emissioni di inquinanti in atmo-
sfera vi sia stata una generale carenza di
controlli, indipendentemente dalle condi-
zioni autorizzative degli impianti. Anche i
dati esistenti, non sarebbero, secondo i con-
sulenti, attendibili, perché soggetti a mano-
missioni continue. Inoltre, gli ingegneri di-
chiarano di non essere a conoscenza di con-
trolli sulle emissioni effettuati dall’Arpa, o
comunque dalle autorità preposte.
25-03-2009 21:40 Pagina 21
una lunga storia
Vacche grasse
Non è la prima volta che il Consorzio
Gaia, a cui aderiscono 44 Comuni della
Valle del Sacco, viene investito da uno
scandalo giudiziario. C’è un’inchiesta
precedente, tuttora in corso, che vede
indagato gran parte dell’apparato am-
ministrativo. In questo caso i capi
d’imputazione sono differenti. Sotto la
lente d’ingrandimento dei magistrati,
sono finiti i bilanci del consorzio. Si ipo-
tizzano rilevanti sottrazioni alle finanze
pubbliche. Non a caso, il nome dell’inda-
gine è “cash cow”, letteralmente “vac-
che da mungere”. Vacche che, a quanto
pare, hanno regalato latte per molto
tempo. Al centro del mirino sono i so-
stanziosi mutui che la Cassa depositi e
prestiti (Cpd) ha erogato al consorzio
per la costruzione degli impianti di
smaltimento dei rifiuti, e che invece pa-
re abbiano preso altre direzioni, sulle
quali la Guardia di finanza sta ancora
indagando. Negli atti della magistratu-
ra si parla della distrazione, sistematica
e continuativa, della maggior parte dei
fondi che venivano concessi a Gaia. Ci-
fre che sommate tra loro sfiorano i 60
milioni di euro. Solo per la costruzione
del mai realizzato impianto per la crea-
zione di Cdr avrebbero ottenuto dalla
Cpd un mutuo superiore ai 31 milioni di
euro. Gran parte delle uscite sarebbero
state giustificate con documentazioni
Il termovalorizzatore ora sotto sequestro
false. Dall’esame delle scritture conta-
bili e della documentazione bancaria,
risulterebbe, inoltre, che tra le fatture
rendicontate compaiono spese che non
avrebbero nessuna attinenza col mutuo
richiesto, e che dunque non potevano
essere finanziate col ricorso all’indebi-
tamento alla Cpd. Ma ciò non rappre-
sentava un problema. All’ufficio prepo-
sto all’erogazione dei mutui c’era la
dottoressa Mirella Crivaro, i cui due fi-
gli erano stati assunti dal Consorzio
Gaia. Lei dimostrava attenzione riser-
vando un trattamento di favore. Ma
questi aiutini sembra dovessero perve-
nire prima che il Consorzio diventasse
una spa (cambiamento avvenuto nel
2004). Una scadenza che sarebbe con-
fermata dal ritrovamento di un appun-
to manoscritto in cui viene posta all’at-
tenzione di Livio Fantei, direttore gene-
rale di Gaia, la necessità di «chiedere
tutti i soldi finché siamo consorzio».
Dopo tale trasformazione, infatti, Gaia
avrebbe quasi interrotto le richieste di
nuovi finanziamenti ottenendo il solo
pagamento delle rate già accordate ne-
gli anni precedenti. La truffa ai danni
dello Stato per percezione di prestazio-
ni indebite si sarebbe consumata dun-
que per un periodo molto prolungato.
Gaia nel mirino
anche per questioni
di bilancio: un buco
da 60 milioni di euro
© INCORVAIA
left 12, 27 marzo 2009 u21