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copertinabenvenuti a colleferroil territorio

U
n nuovo scandalo ed è anco- polazione residente e per i lavoratori di
ra emergenza nella Valle del alcune industrie dell’area.
Sacco. Alla contaminazione Il passato industriale ha lasciato un’ere-
delle acque si aggiunge quel- dità difficile da gestire. L’analisi, con-
Le analisi della Asl la dell’aria. Gli effetti delle emissioni dotta dal dipartimento di Epidemiolo-
e dell’Iss denunciano: dei termovalorizzatori sulla salute non gia della Asl Rme, con la collaborazione
alto tasso di patologie sono ancora noti, ma è certo che la
qualità della vita nei dintorni non è
della Asl Roma G, Asl Frosinone e del-
l’Istituto superiore di sanità, ha riguar-
respiratorie e tumorali delle migliori. dato principalmente due aree, indivi-
in possibile rapporto Alcuni studi epidemiologici condotti duate sulla base della distanza dal polo
nel complesso industriale di Colleferro industriale. La prima, composta dai co-
con la contaminazione hanno evidenziato, rispetto alla media muni di Colleferro, Segni e Gavignano,
cronica ambientale regionale, eccessi di mortalità per la po- a ridosso della zona produttiva; la se-

RECORD DI MALATTIE
TRA GLI UOMINI
l’eredità
Mille ettari e
industrie “pesanti”
L’inceneritore è solo l’ultima tessera del
puzzle. Colleferro è il centro di un’area, la
Valle del Sacco, che è stata sede per lun-
ghi anni di un’importante attività indu-
striale, un fattore che ha esercitato sin
dall’inizio una pressione costante sull’am-
biente e il territorio circostante. La città
nasce con la fabbrica. Le case sorgono ac-
canto ai luoghi di lavoro per dare un riparo
alle genti di mezza Italia accorse a godere
dei benefici del decollo industriale. Fu così
che sul territorio, denominato Valle del Su-
ghero, crebbe un enorme complesso indu-
striale di circa 1.000 ettari. Se osservato su
una mappa geografica, spaventa per la sua
imponenza. L’area degli stabilimenti pro-
duttivi, che è arrivata a occupare 8.000
addetti, è il doppio di quella destinata alla
città vera e propria. Lo sviluppo industriale,
finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno,
non è mai stato adeguatamente controlla-
to. L’industrializzazione all’italiana non ha
chiesto permesso a nessuno, si è appro-

22uleft 12, 27 marzo 2009

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