Sei sulla pagina 1di 136

100

statistiche per il Paese


Indicatori per conoscere e valutare

ella vita di tutti giorni, tanto nelle ore che riserviamo al lavoro quanto in quelle che dedichiamo al tempo libero, sempre pi frequente la sensazione di essere sommersi da troppe informazioni. Siamo cresciuti nella convinzione che conoscere un bene e che chi ne sa di pi fa pi strada nella vita. Eppure, quello che sperimentiamo non la sensazione di aver accresciuto le nostre conoscenze, ma quella di essere disorientati. Perch? Fondamentalmente per due gruppi di questioni.

Perch questa pubblicazione

1. Ci possiamo fidare dellinformazione che riceviamo? Quando sullo stesso argomento riceviamo pi informazioni e da pi fonti, come facciamo a sapere di quale ci possiamo fidare? Qual il dato giusto, o comunque pi attendibile? O quello condiviso da pi persone? Su quale c il consenso degli esperti? 2. E ancora, linformazione che riceviamo utile? Ci aiuta a fare scelte migliori, a prendere decisioni con maggiore cognizione di causa, a evitare qualche rischio? Oppure utile soltanto a chi ce la trasmette, e cerca pi o meno consapevolmente di influenzarci, di manipolarci, di far pendere a suo favore il piatto della bilancia? Quanto al primo blocco di domande, importante sottolineare che laffidabilit dellinformazione statistica pubblica garantita da un sistema di controlli di qualit che opera a livello mondiale per il rispetto dei principi generali e dellinsieme di regole nomenclature, definizioni, classificazioni, schemi di elaborazione stabiliti e riconosciuti dai principali organismi internazionali, quali la Divisione statistica delle Nazioni Unite, il Fondo Monetario internazionale ed Eurostat. Losservanza di tali regole e principi nelle diverse fasi di produzione, elaborazione e diffusione dei dati favorisce la comparabilit fra le statistiche dei vari paesi. Si va dunque verso la 100 statistiche per il Paese

creazione e il consolidamento di un linguaggio condiviso nellambito del Sistema statistico europeo attraverso la redazione di linee guida, di raccomandazioni e di manuali sulla raccolta, lelaborazione e la diffusione dei dati. La qualit del processo di produzione e delle forme di diffusione garantita da parte dei diversi soggetti gioca, dunque, un ruolo rilevante nel riconoscimento dellaffidabilit delle informazioni statistiche. Il secondo gruppo di quesiti richiede una risposta pi articolata. Il punto centrale che sullutilit dellinformazione statistica che utilizziamo la risposta finale dipende da noi cittadini, da noi utenti. Le istituzioni statistiche e lIstat tra queste possono mettere a disposizione un insieme sempre pi vasto e articolato di informazioni, e contribuire cos a una duplice consapevolezza: la prima che disporre di pi informazioni statistiche ufficiali, prodotte ad esempio dallIstat, sullo stesso fenomeno non significa che su quel fenomeno esistono pi realt in competizione a seconda dellorientamento politico o ideologico, ma semplicemente che quando se ne vogliono misurare le diverse dimensioni necessario produrre pi dati; la seconda che non esiste ununica misura rappresentativa dello stato di salute di uneconomia e di una societ, allo stesso modo in cui nessuno pensa pi che basti misurarsi la febbre per conoscere le proprie condizioni di salute. Occorre una batteria di analisi cliniche in un caso, e di indicatori statistici nellaltro. Questa nuova pubblicazione dellIstat tende proprio ad offrire, in unottica di integrazione, una visione a tutto tondo dei fenomeni osservati/indagati. Lo fa attraverso una selezione di indicatori di sintesi che consentono di cogliere, sotto diversi profili, la collocazione del nostro Paese nel contesto europeo e le sue differenze regionali interne.

Si tratta di un lavoro che certo non sostituisce lampia e articolata produzione dellIstat, ma che sicuramente larricchisce con alcune statistiche, aggiornate e puntuali, raccolte in 103 schede e distribuite su 17 settori di interesse che spaziano dalleconomia alla cultura, al mercato del lavoro, alla qualit della vita, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, allambiente e su un focus dedicato ad alcuni servizi essenziali, come lassistenza domiciliare agli anziani, gli asili nido, lo smaltimento dei rifiuti, la distribuzione dellacqua. Ogni scheda si articola: in una breve introduzione corredata dalla definizione degli indicatori utilizzati; in un commento sulla posizione dellItalia nel contesto dellUnione europea; in una descrizione del fenomeno in Italia e dei pi importanti differenziali territoriali; in una lista di fonti e di riferimenti (per saperne di pi); in grafici e tabelle dedicati alla comparazione internazionale e ai confronti regionali allinterno del Paese. Ove possibile, ogni scheda corredata da un cartogramma. Tutto ci rende 100 statistiche per il Paese un prodotto non necessariamente destinato a un pubblico specialistico, ma neanche un mero opuscolo divulgativo. Si tratta, piuttosto, di una pubblicazione rivolta a chiunque si voglia documentare sulla posizione e sulle condizioni del nostro Paese: cittadini, policy maker, operatori economici. Luigi Biggeri Presidente dellIstat

Macroeconomia
1 2 3 4 5 6 Tasso di crescita del Pil pro capite Domanda aggregata Produttivit del lavoro Tasso di inflazione Indicatori sui finanziamenti per cassa Esportazioni

Protezione sociale
28 Spesa per la protezione sociale pro capite e in rapporto al Pil 29 Spesa sanitaria pubblica pro capite 30 Tasso di mortalit per malattie cardiocircolatorie 31 Tasso di mortalit per tumori 32 Tasso di mortalit infantile

Energia
51 Consumi di energia pro capite 52 Produzione netta di energia elettrica per 10.000 abitanti 53 Bilancio dellenergia elettrica

Turismo
69 Offerta degli esercizi ricettivi 70 Fruizione degli esercizi ricettivi

Qualit della vita


85 Speranza di vita libera da disabilit 86 m2 di verde urbano pro capite 87 Persone di 3 anni e pi che praticano sport 88 Incidenza della povert 89 Disuguaglianza nella distribuzione del reddito 90 Autovetture per 1.000 abitanti 91 Ammontare dei depositi bancari pro capite

Ambiente
71 Spesa consolidata pro capite del settore ambientale 72 Quota dei consumi di energia elettrica da fonti rinnovabili 73 kg di rifiuti urbani inceneriti pro capite 74 Emissioni di CO2 da trasporto stradale 75 Quota di famiglie che dichiarano problemi relativi allaria 76 Elementi fertilizzanti semplici distribuiti in agricoltura

Scienza, tecnologia e innovazione


54 Spesa per ricerca e sviluppo in rapporto al Pil 55 Brevetti pro capite presentati allEPO 56 Quota di imprese che hanno accesso alla banda larga 57 Addetti alla ricerca e sviluppo per 1.000 abitanti 58 Quota di imprese innovatrici 59 Quota di laureati in discipline tecnico-scientifiche

Finanza pubblica
7 Indebitamento netto e saldo primario in rapporto al Pil 8 Debito pubblico in rapporto al Pil 9 Quota delle unit di lavoro del settore pubblico 10 Incidenza del settore pubblico

Istruzione
33 Spesa pubblica in istruzione e formazione in rapporto al Pil 34 Quota di 25-64enni con istruzione secondaria inferiore 35 Tasso di abbandono delle scuole superiori 36 Tasso di scolarizzazione superiore dei 20-24enni 37 Quota di iscritti alluniversit

Sicurezza
92 Delitti per 1.000 abitanti 93 Omicidi volontari per milione di abitanti 94 Problemi prioritari nella percezione del cittadino

Territorio
11 12 13 14 15 16 Dimensione media delle NUTS Densit abitativa Grado di urbanizzazione Quota di territorio montano Superficie forestale Quota di aree protette

Cultura
77 Quota della spesa delle famiglie per consumi culturali 78 Quota di lavoro impiegato nel settore ricreazione e cultura 79 Quota di lettori di libri 80 Quota di lettori di quotidiani 81 Quota di lettori di quotidiani e riviste su Internet 82 Quota di fruitori di Televisione e radio su Internet 83 Quota di visitatori di musei e mostre 84 Quota di addetti del settore editoriale

Mercato del lavoro


38 39 40 41 42 43 44 Tasso di occupazione totale Tasso di occupazione dei 55-64enni Tasso di attivit Tasso di disoccupazione Tasso di disoccupazione giovanile Quota di disoccupati di lunga durata Quota di unit di lavoro irregolari

Trasporti
60 Merci trasportate su ferrovia (tonnellate-km) 61 Merci trasportate su strada (tonnellate-km) 62 Veicoli circolanti per km di rete stradale totale 63 Decessi da incidente stradale per milione di abitanti

Focus - Servizi essenziali


95 Quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 96 Diffusione di asili nido e servizi per linfanzia 97 Bambini che fruiscono di asili nido e servizi per linfanzia 98 Anziani che fruiscono di assistenza domiciliare integrata 99 kg di rifiuti urbani pro capite smaltiti in discarica 100 Quota di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata 101 Quota di frazione umida trattata in impianti di compostaggio 102 Efficienza nella distribuzione di acqua per il consumo umano 103 Quota di popolazione equivalente servita da depurazione

Popolazione
17 Tasso di variazione medio annuo della popolazione residente 18 Indice di vecchiaia 19 Indice di dipendenza 20 Indice di ricambio della popolazione potenzialmente attiva 21 Tassi di natalit e mortalit 22 Speranza di vita alla nascita 23 Tasso di fecondit totale 24 Quoziente di nuzialit 25 Tassi di separazione e divorzio 26 Tasso migratorio interno, estero e totale 27 Stranieri residenti per 1.000 abitanti

Gli indicatori

Strutture produttive
45 Imprese per 1.000 abitanti 46 Quota di lavoratori indipendenti 47 Numero medio di addetti per impresa 48 Turnover lordo e tasso di sopravvivenza delle imprese 49 Competitivit di costo 50 Composizione della struttura produttiva

Infrastrutture
64 km di rete autostradale per 1.000 km2 di superficie 65 km di rete ferroviaria per 100 km2 di superficie 66 Volumi di traffico merci e passeggeri dei porti marittimi 67 Potenza degli impianti di generazione di energia elettrica 68 ATM per 100.000 abitanti

100 statistiche per il Paese

Macroeconomia

Le grandezze macroeconomiche presentate in questa sezione sono: il prodotto interno lordo per abitante; la composizione della domanda aggregata (consumi e investimenti); la produttivit del lavoro; landamento dei prezzi al consumo; il rischio dei finanziamenti e le difficolt di accesso al credito; le esportazioni. Nel 2007 il prodotto interno lordo per abitante italiano cresciuto dell1,5 per cento rispetto allanno precedente. Dal 2000 lItalia sperimenta un tasso di crescita pi modesto di quello medio dellUnione europea. Le differenze regionali permangono sensibili e il divario del Mezzogiorno con il Centro-Nord si mantiene pressoch invariato. La produttivit nazionale per occupato storicamente simile a quella di Francia e Germania ha visto il nostro Paese perdere terreno, nel periodo 2001-2005, nel confronto europeo, con un recupero nel biennio 2006-2007. La crescita modesta del Pil si accompagnata a una trasformazione profonda del tessuto produttivo ed stata assorbita per intero dallespansione delloccupazione. A partire dal 1990 lindice dei prezzi al consumo in Italia progressivamente diminuito (1,8 nel 2007), allineandosi alla media europea, con una ripresa della dinamica inflattiva nei primi tre mesi del 2008. Nel 2006 lItalia detiene il 7,9 per cento dei flussi di esportazioni intra-Ue e una quota pari all11,2 per cento delle esportazioni di paesi Ue verso il resto del mondo. I dati provvisori del 2007 evidenziano una positiva performance dellexport nazionale, cresciuto dell8 per cento rispetto allanno precedente.

La composizione della domanda aggregata consumi e investimenti in Italia allineata alla media europea: circa l80 per cento delle risorse destinata ai consumi e il 20 per cento agli investimenti. A livello ripartizionale, tuttavia, emerge linsufficienza della produzione del Mezzogiorno, dove tutte le regioni (ad eccezione dellAbruzzo) sono costrette a importare beni e servizi per sostenere i consumi e gli investimenti per una quota del Pil prossima o superiore ai 20 punti percentuali. Le principali caratteristiche del mercato finanziario italiano mettono in luce lo svantaggio del Mezzogiorno. Linsolvibilit delle imprese che sono ricorse al finanziamento bancario sistematicamente superiore nelle regioni del Mezzogiorno che in quelle del Centro Nord. La maggiore rischiosit si riflette sui livelli dei tassi dinteresse, mediamente superiori di circa un punto percentuale indipendentemente dalla durata del prestito.

Le grandezze macroeconomiche sono correntemente utilizzate per dare conto, in maniera sintetica, dello stato di salute e delle capacit di crescita di uneconomia. Costituiscono, inoltre, una misura, ancorch parziale e indiretta, del livello di benessere di una comunit nazionale.

1
Macroeconomia Tasso di crescita del Pil pro capite

Crescita debole eedivario territoriale. Crescita debole divario territoriale. Convergenza tra paesi Ue Convergenza tra paesi Ue
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Il Il Pil utilizzato per lanalisi dei dati regionali misurato ai prezzi Pil utilizzato per lanalisi dei dati regionali misurato ai prezzi didi mercato, cio al valore al quale beni vengono scambiati sul mercato, cio al valore al quale i i beni vengono scambiati sul mercato. Inoltre valutato a aprezzi costanti: lalavalutazione a a mercato. Inoltre valutato prezzi costanti: valutazione prezzi costanti permette didi isolare la variazione dei volumi dalla prezzi costanti permette isolare la variazione dei volumi dalla variazione dei prezzi, consentendo didi misurare la crescita ecovariazione dei prezzi, consentendo misurare la crescita economica indipendentemente dallinfluenza monetaria; nello spenomica indipendentemente dallinfluenza monetaria; nello specifico lalatecnica tramite lalaquale vengono calcolati i ivalori cocifico tecnica tramite quale vengono calcolati valori costanti il il concatenamento attraverso gli indici didi tipo stanti concatenamento attraverso gli indici tipo Laspeyres. Laspeyres. Nei confronti europei stato utilizzato il Pil misurato in parit di Nei confronti europei stato utilizzato il Pil misurato in parit di potere dacquisto (Pil ininppa), che consente lalaconfrontabilit potere dacquisto (Pil ppa), che consente confrontabilit internazionale, ininquanto viene depurata linfluenza dei diffeinternazionale, quanto viene depurata linfluenza dei differenti livelli dei prezzi nei vari paesi. renti livelli dei prezzi nei vari paesi. Nellambito dei paesi Ue27, emerge una tendenza alla converNellambito dei paesi Ue27, emerge una tendenza alla convergenza nella crescita economica: i ipaesi che partono da un genza nella crescita economica: paesi che partono da un livello del Pil pro capite ininppa pi basso, sono quelli che crelivello del Pil pro capite ppa pi basso, sono quelli che crescono didi pi e viceversa. Nel 2000 il Pil pro capite in ppa italiascono pi e viceversa. Nel 2000 il Pil pro capite in ppa italiano sisi collocava al di sopra della media dei Paesi Ue15 e della no collocava al di sopra della media dei Paesi Ue15 e della Francia. Tuttavia, lalacrescita economica sperimentata dal noFrancia. Tuttavia, crescita economica sperimentata dal nostro Paese, lala pi bassa dEuropa, ha comportato che nel 2006 stro Paese, pi bassa dEuropa, ha comportato che nel 2006 lItalia sisitrovi alaldidisotto della media Ue15, e eanche didiquella lItalia trovi sotto della media Ue15, anche quella Ue25, posizione condivisa con Portogallo e e Grecia (che per si Ue25, posizione condivisa con Portogallo Grecia (che per si collocavano alal didi sotto dei valori medi gi nel 2000). collocavano sotto dei valori medi gi nel 2000). Nellintervallo considerato, oltre alle crescite consistenti che Nellintervallo considerato, oltre alle crescite consistenti che caratterizzano lala generalit dei paesi didi nuovo ingresso, caratterizzano generalit dei paesi nuovo ingresso, allinterno dellUe15 sisidistinguono leleperformance didiGrecia allinterno dellUe15 distinguono performance Grecia (43,8), Irlanda (37,3) e e Spagna (33,5); questultima nel 2006 ha (43,8), Irlanda (37,3) Spagna (33,5); questultima nel 2006 ha superato, anche se leggermente, lItalia nel livello del Pil pro superato, anche se leggermente, lItalia nel livello del Pil pro capite inin ppa. capite ppa. Le regioni del Mezzogiorno presentano livelli del Pil pro capite Le regioni del Mezzogiorno presentano livelli del Pil pro capite nettamente inferiori rispetto a a quelli del Centro-Nord. Inoltre, a nettamente inferiori rispetto quelli del Centro-Nord. Inoltre, a differenza didiquanto avviene ininEuropa, ininItalia non c condifferenza quanto avviene Europa, Italia non c conLITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Pil pro capite Anni 2000-2006 (valori in euro concatenati e variazioni percentuali annue) Pil pro capite Anni 2000-2006 (valori in euro concatenati e variazioni percentuali annue)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Euro concatenati Euro concatenati 2000 2000 23.361 23.361 27.077 27.077 27.452 27.452 21.264 21.264 27.201 27.201 28.506 28.506 25.931 25.931 24.843 24.843 23.101 23.101 26.850 26.850 22.763 22.763 20.106 20.106 20.898 20.898 24.096 24.096 18.177 18.177 15.308 15.308 13.191 13.191 13.825 13.825 14.670 14.670 13.020 13.020 13.480 13.480 15.861 15.861 25.634 25.634 25.608 25.608 22.938 22.938 24.819 24.819 13.963 13.963 20.917 20.917 2006 2006 23.284 23.284 27.560 27.560 27.429 27.429 21.245 21.245 26.345 26.345 27.840 27.840 24.911 24.911 24.994 24.994 24.040 24.040 26.344 26.344 23.307 23.307 20.224 20.224 21.675 21.675 25.131 25.131 17.616 17.616 15.942 15.942 13.727 13.727 13.979 13.979 15.247 15.247 13.797 13.797 14.091 14.091 16.488 16.488 25.636 25.636 25.520 25.520 23.714 23.714 25.026 25.026 14.414 14.414 21.307 21.307 2001 2001 0,8 0,8 1,9 1,9 1,6 1,6 3,1 3,1 -1,3 -1,3 -2,4 -2,4 -0,2 -0,2 0,3 0,3 2,8 2,8 0,8 0,8 2,3 2,3 2,6 2,6 1,9 1,9 2,0 2,0 0,9 0,9 1,5 1,5 3,4 3,4 1,8 1,8 0,0 0,0 3,4 3,4 3,0 3,0 2,1 2,1 1,6 1,6 0,6 0,6 2,1 2,1 1,4 1,4 2,5 2,5 1,7 1,7 Variazioni percentuali annue Variazioni percentuali annue 2002 2002 -0,7 -0,7 0,6 0,6 0,3 0,3 -1,9 -1,9 -1,7 -1,7 -2,0 -2,0 -1,4 -1,4 -1,9 -1,9 -1,0 -1,0 -1,3 -1,3 0,2 0,2 -1,6 -1,6 1,4 1,4 2,4 2,4 -0,4 -0,4 0,8 0,8 1,8 1,8 -0,5 -0,5 0,9 0,9 0,0 0,0 0,1 0,1 -0,5 -0,5 -0,1 -0,1 -1,6 -1,6 1,3 1,3 -0,1 -0,1 0,4 0,4 0,0 0,0 2003 2003 -0,7 -0,7 0,4 0,4 -1,0 -1,0 -0,4 -0,4 -0,3 -0,3 0,3 0,3 -1,0 -1,0 0,1 0,1 -2,5 -2,5 -1,6 -1,6 -0,5 -0,5 -1,5 -1,5 -1,4 -1,4 -1,3 -1,3 -2,1 -2,1 -1,8 -1,8 -1,1 -1,1 -1,3 -1,3 -1,0 -1,0 1,4 1,4 -0,4 -0,4 1,7 1,7 -0,8 -0,8 -0,9 -0,9 -1,1 -1,1 -0,9 -0,9 -0,6 -0,6 -0,7 -0,7 2004 2004 0,0 0,0 0,4 0,4 -0,9 -0,9 -0,1 -0,1 -0,6 -0,6 1,0 1,0 -2,2 -2,2 1,0 1,0 -0,2 -0,2 -0,9 -0,9 -0,2 -0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 2,8 2,8 -3,4 -3,4 1,0 1,0 -0,1 -0,1 0,5 0,5 1,3 1,3 2,0 2,0 -0,3 -0,3 0,0 0,0 -0,5 -0,5 0,0 0,0 1,3 1,3 0,1 0,1 0,0 0,0 0,2 0,2 2005 2005 -1,1 -1,1 -1,6 -1,6 -1,6 -1,6 -1,0 -1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 -0,5 -0,5 2,6 2,6 -0,2 -0,2 -0,8 -0,8 -0,5 -0,5 -0,3 -0,3 -1,0 -1,0 0,8 0,8 0,9 0,9 -1,3 -1,3 -0,8 -0,8 0,1 0,1 -2,3 -2,3 1,2 1,2 -0,4 -0,4 -1,4 -1,4 0,0 0,0 -0,8 -0,8 -0,8 -0,8 -0,4 -0,4 -0,6 -0,6 2006 2006 1,4 1,4 0,1 0,1 1,5 1,5 0,4 0,4 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 1,7 1,7 2,4 2,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,6 1,6 2,0 2,0 -0,7 -0,7 1,2 1,2 1,7 1,7 1,4 1,4 1,3 1,3 2,6 2,6 1,4 1,4 1,0 1,0 1,0 1,0 1,4 1,4 1,6 1,6 0,5 0,5 1,2 1,2 1,3 1,3 1,3 1,3

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

Fonti Fonti

N NIstat, Conti economici regionali Istat, Conti economici regionali N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N NIstat, Conti economici regionali Istat, Conti economici regionali Siti internet Siti internet N Nhttp://www.istat.it http://www.istat.it N Nhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

100 statistiche per il Paese

bu rg o Pa Irla es nd iB a as s A i D u st an ri im a ar ca Sv ez B ia R eg elg no io U Fi nito nl an G er dia m an Fr ia an Sp cia ag na IT AL G IA re ci a C R ep S ipro ub lov bl en ic a ia Ce ca P o Ma l rto t a ga Es llo to U nia ng Sl h e ov ria ac c Li h ia tu an Le ia t to n Po i a lo R nia om a Bu n ia lg ar ia

Lu ss em

Il Ilprodotto interno lordo (Pil) rappresenta il ilrisultato finale prodotto interno lordo (Pil) rappresenta risultato finale dellattivit didi produzione delle unit produttrici residenti. Genedellattivit produzione delle unit produttrici residenti. Generalmente considerato una delle pi importanti misure della ralmente considerato una delle pi importanti misure della ricchezza e e del benessere di un Paese ed il principale indicaricchezza del benessere di un Paese ed il principale indicatore utilizzato nei modelli didicrescita economica. Analogamentore utilizzato nei modelli crescita economica. Analogamente, il ilPil pro capite considerato un indicatore del livello didi te, Pil pro capite considerato un indicatore del livello ricchezza individuale. Le principali critiche che vengono mosse ricchezza individuale. Le principali critiche che vengono mosse allutilizzo esclusivo del Pil come indicatore del benessere allutilizzo esclusivo del Pil come indicatore del benessere riguardano il ilfatto che questo trascura alcuni aspetti della vita riguardano fatto che questo trascura alcuni aspetti della vita economica e esociale didifondamentale importanza, conteggianeconomica sociale fondamentale importanza, conteggiando solo lele transazioni monetarie. do solo transazioni monetarie. Nel 2007 il il Pil ai prezzi di mercato concatenato in Italia creNel 2007 Pil ai prezzi di mercato concatenato in Italia cresciuto rispetto allanno precedente dell1,5 per cento. sciuto rispetto allanno precedente dell1,5 per cento.

vergenza nella crescita regionale: i dati del periodo 2001-2006 vergenza nella crescita regionale: i dati del periodo 2001-2006 indicano che il ildivario didicrescita tra il ilCentro-Nord ed il ilMezindicano che divario crescita tra Centro-Nord ed Mezzogiorno molto contenuto, non consentendo quindi di ridurre zogiorno molto contenuto, non consentendo quindi di ridurre distanza tra regioni ritardo sviluppo quelle pi riclaladistanza tra leleregioni ininritardo didisviluppo e equelle pi ricche. La Provincia autonoma didiBolzano, lalaValle dAosta e elala che. La Provincia autonoma Bolzano, Valle dAosta Lombardia detengono lele quote pi elevate del Pil pro capite nel Lombardia detengono quote pi elevate del Pil pro capite nel 2006 (superiori aiai 27.000 euro per abitante), seguite 2006 (superiori 27.000 euro per abitante), seguite dallEmilia-Romagna e e dal Lazio (oltre 25.000 euro per abitandallEmilia-Romagna dal Lazio (oltre 25.000 euro per abitante). La regione con Pil pro capite pi basso lalaCampania te). La regione con Pil pro capite pi basso Campania (poco pi didi 13.700 euro per abitante), preceduta da Calabria e (poco pi 13.700 euro per abitante), preceduta da Calabria e Puglia (che non raggiungono i 14.000 euro per abitante). Puglia (che non raggiungono i 14.000 euro per abitante). Pil pro capite aiai prezzi di mercato per regione Anno 2006 Pil pro capite prezzi di mercato per regione Anno 2006 (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Pil pro capite in parit di potere d'acquisto nei paesi Ue Anni 2000 e 2006 (valori in euro e variazioni percentuali) Pil pro capite in parit di potere d'acquisto nei paesi Ue Anni 2000 e 2006 (valori in euro e variazioni percentuali)
70.000 70.000 60.000 60.000 50.000 50.000 40.000 40.000 30.000 30.000 20.000 20.000 10.000 10.000
00

Anno 2000 Anno 2000

Anno 2006 Anno 2006

Variazione percentuale 2000-2006 Variazione percentuale 2000-2006

100 100 90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00

a si r i a I A i a ro a ia a zia io to ia ia ia ia a lt a lo ia ia ia ia ia ia ia o rg nd a s st arc ve elg Un i nd an anc ag n T AL rec Cip ven Ce c Ma gal ton h er cch uan t to n lo n an lgar I la m Fr B o bu Irla i B Au im S G lo ca rto Es ng ova L it Le Po om Bu Sp i n er n F G S li U Sl R an es em Po b eg D ss Pa R ub Lu ep R

Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil paesi Ue Ue Anni 2003-2006 CalabriaCalabria il consumo addirittura superiore al Sommando le Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil nei paesi Ue Anni 2003-2006 Calabria il consumo addirittura superiore al Sommando le il consumo addirittura superiore al Pil. Pil. Pil. Sommando le Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil nei nei paesi Anni 2003-2006 quote delle due duedue componenti internedomanda, risulta risulta quote delle componenti interne della della domanda, quote delle componenti interne della domanda, risulta Consumi finali finali finali effettivi interni Consumi effettivi interni Consumi effettivi interni Investimenti fissi lordi lordi lordi Investimenti fissi fissi Investimenti evidente che che chegrande maggioranza delle regioni,eccezio-eccezio- PAESI evidente la grande maggioranza delle regioni, regioni, eccezio- PAESI PAESI evidente la la grande maggioranza delle ad ad ad 2003 200320032004 200420042005 200520052006 20062006 2003 200320032004 200420042005 200520052006 20062006 ne di Lombardia, Lazio, Veneto, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, ItaliaItalia ne di Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, Italia ne di Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Toscana, 79,8 79,8 79,8 79,7 79,7 79,7 80,6 80,6 80,6 80,7 80,7 80,7 20,4 20,4 20,4 20,5 20,5 20,5 20,8 20,8 20,8 21,1 21,1 21,1 UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME i trei annitre considerati, consuma investe investe pi quanto Austria Austria tre considerati, consuma ed ed ed pi pi di di per per per i annianni considerati, consuma investe di quanto quanto Austria 77,3 77,3 77,3 76,9 76,9 76,9 77,2 77,2 77,2 76,1 76,1 76,1 21,3 21,3 21,3 20,7 20,7 20,7 20,4 20,4 20,4 20,6 20,6 20,6 La domanda aggregata riassume il modo iltramite tramite ilgli gli produca. Questa Questa situazione molto pronunciataregioni regioni Belgio La domanda aggregata riassume il modo tramite il quale La domanda aggregata riassume modo il quale quale gli produca. Questa situazione molto pronunciata le perregioni Belgio Belgio produca. situazione molto pronunciata per per le le 75,4 75,4 75,4 74,4 74,4 74,4 74,3 74,3 74,3 73,8 73,8 73,8 18,8 18,8 18,8 19,6 19,6 19,6 20,3 20,3 20,3 20,7 20,7 20,7 operatori economici, nel complesso delleconomia, impiegano il il del Mezzogiorno, le quali le quali sono costrette importare abbon- Bulgaria Bulgaria operatori economici, nel complesso delleconomia, impiegano operatori economici, nel complesso delleconomia, impiegano il del del Mezzogiorno,quali sono costrette importare abbon- abbon- Bulgaria 92,6 92,6 92,6 91,2 91,2 91,2 92,3 92,3 92,3 - 19,3 19,3 19,3 20,5 20,5 20,5 24,2 24,2 24,2 26,2 26,2 26,2 Mezzogiorno, le sono costrette ad ad ad importare 98,4 98,4 98,4 94,4 94,4 94,4 94,9 94,9 94,9 95,2 95,2 95,2 17,6 17,6 17,6 18,7 18,7 18,7 19,5 19,5 19,5 20,3 20,3 20,3 proprio proprio reddito. Linsieme risorse risorse disposizione di danti quantitquantitbenibeni eper sostenere lelevatolelevato livello CiproCiproCipro proprio reddito. Linsieme delle risorse disposizione di reddito. Linsieme delle delle a a a disposizione di danti quantit di e servizi servizi per sostenere livello di di di danti di beni di e servizi per sostenere lelevato livello Danimarca Danimarca Danimarca 74,1 74,1 74,1 75,1 75,1 75,1 - 19,3 19,3 19,3 19,4 19,4 19,4 19,6 19,6 19,6 21,6 21,6 21,6 uneconomia (prodotto interno lordo e importazioni) pu pupu essere consumiinvestimenti rispetto rispetto al Pil. uneconomia (prodotto interno lordo e importazioni) essere uneconomia (prodotto interno lordo e importazioni) essere consumiconsumiinvestimenti rispetto al Pil. ed ed ed investimenti al Pil. Estonia Estonia Estonia 78,1 78,1 78,1 77,4 77,4 77,4 74,6 74,6 74,6 73,3 73,3 73,3 31,7 31,7 31,7 31,4 31,4 31,4 30,6 30,6 30,6 34,1 34,1 34,1 impiegata per lacquisto di benibenibeni di consumo,investimenti impiegata per per lacquisto di consumo, per gli perinvestimenti impiegata lacquisto di di di consumo, per gli gli investimenti Finlandia Finlandia Finlandia 73,4 73,4 73,4 73,3 73,3 73,3 74,1 74,1 74,1 73,3 73,3 73,3 18,1 18,1 18,1 18,2 18,2 18,2 18,9 18,9 18,9 19,3 19,3 19,3 o per per esportazioni: consumi, investimenti ed esportazioni o le per esportazioni: consumi, investimenti ed esportazioni Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil Pil Pil Francia o le le esportazioni: consumi, investimenti ed esportazioni Componenti della domanda aggregata in percentuale al al Francia Francia Componenti della domanda aggregata in percentuale 80,9 80,9 80,9 80,9 80,9 80,9 81,2 81,2 81,2 80,9 80,9 80,9 18,8 18,8 18,8 19,3 19,3 19,3 19,8 19,8 19,8 20,4 20,4 20,4 sono quindi le tre componenti della domanda aggregata. Que- Que-prezzi di mercato Anno Anno 2006 sono quindi le tre componenti della domanda aggregata. Que- ai ai prezzi di mercato Anno 2006 sono quindi le tre componenti della domanda aggregata. ai prezzi di mercato 2006 Germania Germania Germania 77,1 77,1 77,1 76,5 76,5 76,5 76,5 76,5 76,5 75,5 75,5 75,5 17,9 17,9 17,9 17,5 17,5 17,5 17,4 17,4 17,4 18,0 18,0 18,0 Grecia Grecia Grecia 80,9 80,9 80,9 80,4 80,4 80,4 - 22,9 22,9 22,9 22,9 22,9 22,9 21,6 21,6 21,6 23,4 23,4 23,4 sta sta sta identit contabiledomanda e lofferta loffertaunouno degli identit contabile tra la la domanda e loffertauno degli identit contabile tra tra la domanda e degli Irlanda Irlanda Irlanda 60,9 60,9 60,9 61,1 61,1 61,1 61,2 61,2 61,2 61,1 61,1 61,1 22,3 22,3 22,3 23,6 23,6 23,6 26,0 26,0 26,0 26,3 26,3 26,3 elementi fondamentali della teoria keynesiana rappresentaelementi fondamentali della teoria keynesiana rappresentaelementi fondamentali della teoria keynesiana rappresentaLettonia Lettonia Lettonia 82,8 82,8 82,8 81,8 81,8 81,8 78,7 78,7 78,7 - 24,4 24,4 24,4 27,5 27,5 27,5 30,6 30,6 30,6 34,4 34,4 34,4 ta negli ta negli schemicontabilit nazionale Conto delle risorse risorse ta negli schemi di di contabilit nazionale dal Conto delle schemi di contabilit nazionale dal dal Conto delle risorse Lituania Lituania Lituania 84,0 84,0 84,0 84,3 84,3 84,3 83,3 83,3 83,3 83,9 83,9 83,9 21,2 21,2 21,2 22,3 22,3 22,3 22,8 22,8 22,8 24,8 24,8 24,8 e degli impieghi. e degli impieghi. e degli impieghi. Lussemburgo Lussemburgo Lussemburgo 63,0 63,0 63,0 63,5 63,5 63,5 61,3 61,3 61,3 56,3 56,3 56,3 21,6 21,6 21,6 20,8 20,8 20,8 20,0 20,0 20,0 18,4 18,4 18,4 In Italia In Italia nelconsumiconsumi sono pari all80,7 per cento del Pil In Italia 2006 i 2006 i sono pari pari all80,7 cento del Pil Pil nel nel 2006 i consumi sono all80,7 per per cento del MaltaMalta Malta 97,2 97,2 97,2 98,7 98,7 98,7 95,9 95,9 95,9 93,1 93,1 93,1 19,6 19,6 19,6 19,3 19,3 19,3 19,6 19,6 19,6 19,7 19,7 19,7 mentre gli investimenti ammontano al 21,121,1 cento. cento. mentre gli investimenti ammontano al per21,1 per mentre gli investimenti ammontano al per cento. PaesiPaesi Bassi Bassi Paesi Bassi 74,0 74,0 74,0 73,4 73,4 73,4 72,8 72,8 72,8 - 19,5 19,5 19,5 18,8 18,8 18,8 19,0 19,0 19,0 19,7 19,7 19,7
Polonia Polonia Polonia 84,3 84,3 84,3 82,3 82,3 82,3 81,4 81,4 81,4 80,9 80,9 80,9 18,2 18,2 18,2 18,1 18,1 18,1 18,2 18,2 18,2 19,7 19,7 19,7 86,3 86,3 86,3 87,4 87,4 87,4 88,9 88,9 88,9 - 22,9 22,9 22,9 22,6 22,6 22,6 22,2 22,2 22,2 21,6 21,6 21,6 84,5 84,5 84,5 84,5 84,5 84,5 85,0 85,0 85,0 84,7 84,7 84,7 16,7 16,7 16,7 17,1 17,1 17,1 17,2 17,2 17,2 17,9 17,9 17,9 76,9 76,9 76,9 74,2 74,2 74,2 73,4 73,4 73,4 72,3 72,3 72,3 26,7 26,7 26,7 25,8 25,8 25,8 25,0 25,0 25,0 24,6 24,6 24,6 86,0 86,0 86,0 85,6 85,6 85,6 87,8 87,8 87,8 86,2 86,2 86,2 21,4 21,4 21,4 21,8 21,8 21,8 23,1 23,1 23,1 25,8 25,8 25,8 77,4 77,4 77,4 76,6 76,6 76,6 75,8 75,8 75,8 76,1 76,1 76,1 24,8 24,8 24,8 24,0 24,0 24,0 26,5 26,5 26,5 26,3 26,3 26,3 77,4 77,4 77,4 76,5 76,5 76,5 76,7 76,7 76,7 75,7 75,7 75,7 24,1 24,1 24,1 25,4 25,4 25,4 25,5 25,5 25,5 26,1 26,1 26,1 78,6 78,6 78,6 79,1 79,1 79,1 79,0 79,0 79,0 78,6 78,6 78,6 27,2 27,2 27,2 28,0 28,0 28,0 29,3 29,3 29,3 30,4 30,4 30,4 76,6 76,6 76,6 75,3 75,3 75,3 75,0 75,0 75,0 79,1 79,1 79,1 78,9 78,9 78,9 79,2 79,2 79,2 79,0 79,0 79,0 79,3 79,3 79,3 79,0 79,0 79,0 - 16,3 16,3 16,3 16,4 16,4 16,4 17,4 17,4 17,4 18,1 18,1 18,1 - 19,4 19,4 19,4 19,5 19,5 19,5 19,9 19,9 19,9 20,5 20,5 20,5 - 19,5 19,5 19,5 19,6 19,6 19,6 20,0 20,0 20,0 20,6 20,6 20,6 - 19,5 19,5 19,5 19,6 19,6 19,6 20,0 20,0 20,0 20,7 20,7 20,7 80,6 80,6 80,6 78,2 78,2 78,2 78,9 78,9 78,9 78,4 78,4 78,4 22,1 22,1 22,1 22,4 22,4 22,4 22,7 22,7 22,7 21,7 21,7 21,7

I consumi assorbono I consumi assorbono I consumi assorbono pi dell80 per cento deldel PilPil pi dell80 per cento Pil pi dell80 per cento del

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

PortogalloPortogallo Portogallo Regno UnitoUnitoUnito Regno Regno Repubblica CecaCecaCeca Repubblica Repubblica Romania Romania Romania Slovacchia Slovacchia Slovacchia Slovenia Slovenia Slovenia Spagna Spagna Spagna Svezia Svezia Svezia Ungheria Ungheria Ungheria Ue15Ue15 Ue15 Ue25Ue25 Ue25 Ue27Ue27 Ue27

I consumiconsumi finali effettivi sono costituiticostituiti dai dai dai dai I consumi finali effettivi interni sono costituiti dai benibeni o I finali effettivi interni interni sono dai beni o o servizi acquisitiacquisiti dalle unit istituzionali residenti per il soddisfaservizi acquisiti dalle unit istituzionali residenti il soddisfaservizi dalle unit istituzionali residenti per per il soddisfacimentocimento di bisogni bisogni EssiEssiEssi sono dati dalla somma cimento diretto di bisogni umani. sono dati dati dalla somma diretto diretto di umani. umani. sono dalla somma della spesa per consumiconsumi finali delle famiglie, delle amministradella spesa per per finalifinali delle famiglie, delle amministradella spesa consumi delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle e istituzioni senza scopo di lucro. lucro. zioni pubbliche e delle istituzioni senza scopo di lucro. zioni pubbliche delle istituzioni senza scopo di Laggettivo internointernoriferiscefattofatto che che sono compresi i Laggettivo internoriferisceriferisce al fatto sono compresi i Laggettivo si si si al al che sono compresi i consumiconsumi dei non residenti sul territorio nazionale, ma sono consumi dei non residenti sul territorio nazionale, ma sono dei non residenti sul territorio nazionale, ma sono esclusi iesclusi i consumi residenti allestero. esclusi i consumi residenti allestero. consumi dei dei dei residenti allestero. Gli investimenti fissi fissifissi lordi sono costituiti dalle acquisizioni, al Gli Gli investimenti lordi sono costituiti dalle acquisizioni, al investimenti lordi sono costituiti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale capitale fisso effettuate dai produttori netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate produttori netto delle cessioni, di fisso effettuate dai dai produttori residenti durante durante periodotempo determinato, pi taluni taluni residenti durante periodo periodotempo determinato, pi pi residenti un un un di di di tempo determinato, taluni incrementi di valore dei dei dei beni materiali non prodotti realizzati incrementi di valore benibeni materiali non prodotti realizzati incrementi di valore materiali non prodotti realizzati mediante lattivit lattivit produttiva delle unitproduzione o istitumediante lattivit produttiva delle unitproduzione o istitu- o istitumediante produttiva delle unit di di di produzione zionali. Il capitale capitale costituito da benibenibeni materiali o immatezionali. Il capitale fisso costituito da da materiali o immatezionali. Il fisso fisso costituito materiali o immateriali riali riali utilizzati pi continuamente nei processiprocessiproduutilizzati pi volte o volte o continuamente nei di produ- produutilizzati pi volte o continuamente nei processi di di zione per pi di un anno. anno. zione per per di un anno. zione pi pi di un

Fonte: Eurostat,Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Database New Cronos

Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil per Pil per regione 2003-2005 Componenti della domanda aggregata in percentuale al Pil per regione Anni 2003-2005 Componenti della domanda aggregata in percentuale al regione Anni Anni 2003-2005
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle Valle Valle d'Aosta/Valle d'Aoste d'Aosta/Valle d'Aoste d'Aosta/Valle d'Aoste Liguria Liguria Liguria Lombardia Lombardia Lombardia Trentino-Alto AdigeAdige Trentino-Alto Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia GiuliaGiulia Friuli-Venezia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio LazioLazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria SiciliaSicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovestNord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia ItaliaItalia Consumi finali effettivi interni Consumi finali finali effettivi interni Consumi effettivi interni 2003 2003 2003 76,8 76,8 76,8 93,9 93,9 93,9 90,0 90,0 90,0 65,1 65,1 65,1 85,0 85,0 85,0 84,7 84,7 84,7 85,3 85,3 85,3 72,3 72,3 72,3 78,0 78,0 78,0 74,4 74,4 74,4 79,6 79,6 79,6 84,8 84,8 84,8 80,4 80,4 80,4 75,5 75,5 75,5 85,8 85,8 85,8 97,1 97,1 97,1 98,6 98,6 98,6 97,3 97,3 97,3 90,5 90,5 90,5 104,4104,4104,4 105,0105,0105,0 94,5 94,5 94,5 70,5 70,5 70,5 74,9 74,9 74,9 78,0 78,0 78,0 73,9 73,9 73,9 98,7 98,7 98,7 79,8 79,8 79,8 2004 2004 2004 77,2 77,2 77,2 95,0 95,0 95,0 89,6 89,6 89,6 65,5 65,5 65,5 85,0 85,0 85,0 83, 83, 83,7 86, 86, 86,4 71,2 71,2 71,2 78,5 78,5 78,5 74,8 74,8 74,8 79,7 79,7 79,7 83,6 83,6 83,6 79,9 79,9 79,9 73,8 73,8 73,8 87,9 87,9 87,9 96,2 96,2 96,2 98,5 98,5 98,5 97,3 97,3 97,3 89,2 89,2 89,2 102,8102,8102,8 105,5105,5105,5 94,1 94,1 94,1 70,8 70,8 70,8 74,6 74,6 74,6 77,0 77,0 77,0 73,7 73,7 73,7 98,8 98,8 98,8 79,6 79,6 79,6 2005 2005 2005 77,9 77,9 77,9 93,8 93,8 93,8 89,1 89,1 89,1 66,6 66,6 66,6 86,3 86,3 86,3 85,1 85,1 85,1 87,6 87,6 87,6 72,6 72,6 72,6 78,2 78,2 78,2 74,9 74,9 74,9 80,6 80,6 80,6 83,8 83,8 83,8 80,2 80,2 80,2 74,3 74,3 74,3 87,3 87,3 87,3 96,4 96,4 96,4 100,0100,0100,0 99,1 99,1 99,1 91,0 91,0 91,0 104,7104,7104,7 105,7105,7105,7 94,2 94,2 94,2 71,7 71,7 71,7 75,3 75,3 75,3 77,6 77,6 77,6 74,4 74,4 74,4 99,8 99,8 99,8 80,5 80,5 80,5 Investimenti fissi lordi lordi lordi Investimenti fissi fissi Investimenti 2003 2003 2003 21,5 24,0 19,3 18,3 28,4 28,8 28,0 22,0 22,0 20,3 18,7 20,9 21,3 18,5 22,7 21,9 20,8 20,9 28,1 21,0 20,4 25,3 19,3 22,0 19,0 20,0 21,5 20,4 21,5 21,5 24,0 24,0 19,3 19,3 18,3 18,3 28,4 28,4 28,8 28,8 28,0 28,0 22,0 22,0 22,0 22,0 20,3 20,3 18,7 18,7 20,9 20,9 21,3 21,3 18,5 18,5 22,7 22,7 21,9 21,9 20,8 20,8 20,9 20,9 28,1 28,1 21,0 21,0 20,4 20,4 25,3 25,3 19,3 19,3 22,0 22,0 19,0 19,0 20,0 20,0 21,5 21,5 20,4 20,4 2004 2004 2004 22,3 22,5 16,7 19,1 28,6 29,0 28,3 22,0 21,9 20,9 18,8 19,5 22,9 16,9 23,3 26,3 20,0 21,7 27,9 21,4 21,1 27,3 19,7 22,2 18,4 20,1 22,0 20,5 22,3 22,3 22,5 22,5 16,7 16,7 19,1 19,1 28,6 28,6 29,0 29,0 28,3 28,3 22,0 22,0 21,9 21,9 20,9 20,9 18,8 18,8 19,5 19,5 22,9 22,9 16,9 16,9 23,3 23,3 26,3 26,3 20,0 20,0 21,7 21,7 27,9 27,9 21,4 21,4 21,1 21,1 27,3 27,3 19,7 19,7 22,2 22,2 18,4 18,4 20,1 20,1 22,0 22,0 20,5 20,5 2005 2005 2005 22,4 22,2 16,9 19,6 29,1 29, 28, 22,7 22,4 20,8 17,3 20,5 20,1 18,1 21,7 24,3 20,0 20,6 28,6 23,4 20,4 25,5 20,1 22,5 18,3 20,3 21,5 20,6 22,4 22,4 22,2 22,2 16,9 16,9 19,6 19,6 29,1 29,1 29, 29,6 28, 28,6 22,7 22,7 22,4 22,4 20,8 20,8 17,3 17,3 20,5 20,5 20,1 20,1 18,1 18,1 21,7 21,7 24,3 24,3 20,0 20,0 20,6 20,6 28,6 28,6 23,4 23,4 20,4 20,4 25,5 25,5 20,1 20,1 22,5 22,5 18,3 18,3 20,3 20,3 21,5 21,5 20,6 20,6

Macroeconomia Domanda aggregata

LITALIA NELNELNEL CONTESTO EUROPEO LITALIA CONTESTO EUROPEO LITALIA CONTESTO EUROPEO

I consumiconsumi costituiscano principale componente della do- do- Fonte: Istat,Istat, Conti economici regionali I consumi costituiscano principale componente della doI costituiscano la la la principale componente della Fonte: Istat, ContiConti economici regionali Fonte: economici regionali manda manda aggregata: eccezione Irlanda IrlandaLussemburgo, manda aggregata: eccezione di di IrlandaLussemburgo, aggregata: ad ad ad eccezione di e e e Lussemburgo, tutti tutti tutti Ue presentano una unaunadiquotaconsumi superiore al al i paesi i paesi presentano quota consumiconsumi superiore i paesi Ue Ue presentano quota di di superiore al 70 per cento del Pil. Per Pil. Per la percentuale di consumiconsumi sul 70 per per cento del Per lItalia, la percentuale di consumi sul 70 cento del Pil. lItalia, lItalia, la percentuale di sul Pil Pil molto vicina alla allaeuropea. molto molto vicina media europea. Pil vicina alla media media europea. Riguardo agli agli agli investimenti,quota Pil dei paesi europei europei Riguardo investimenti, la quotalasul sul sul dei dei paesi Riguardo investimenti, la quota Pil Pil paesi europei oscilla tra iltra iltra ile ilperilcento circa. circa. oscilla 17 e1734 34 per per cento oscilla il 17 e 34 cento circa. Si noti,noti,noti,che chediversi paesi, soprattutto quelli che che che non Si Si infine, in chediversi paesi, soprattutto quelli non non infine, infine, in in diversi paesi, soprattutto quelli rientrano nellUe15 e e e inclusalItalia somma delle quote Fonti Fonti rientrano nellUe15 inclusa lItalia la la la somma delle quote Fonti rientrano nellUe15 inclusa lItalia somma delle quote Conti economici regionali dei dei dei consumidegli investimenti Pil, sulsuperiore a 100:100: N Istat,Istat,Istat, Conti economici regionali consumi e degli e degli investimenti Pil, Pil,superiore a a 100: N N Conti economici regionali consumi e investimenti sul sul superiore N Database New Cronos significasignifica che questi paesi consumando e investendo pi pi N Eurostat,Eurostat, Database New Cronos significa che questi paesi stanno consumando e investendo che questi paesi stanno stanno consumando e investendo pi N Eurostat, Database New Cronos di quanto quanto producono, per cui necessit di ricorrerericorrere al di quanto producono, per hanno hanno necessitricorrere al di producono, per cui cui hanno necessit di di al Altre informazioni mercatomercato Si trattaSi tratta infatti di paesi saldo delle par- par-par- Altre informazioni mercato estero. Si tratta infatti di paesi in ilcui il saldo delle estero. estero. infatti di paesi in cui in cui il saldo delle Altre informazioni Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni tite correnti correnti della bilancia pagamenti in in deficit. tite correnti della bilancia pagamenti in deficit. tite della bilancia dei dei dei pagamenti deficit.
LITALIA E LE SUESUE REGIONI LITALIA E LE LE SUE REGIONI LITALIA E REGIONI
N http://www.istat.it La propensione a consumare (cio il (cio il rapporto consumi e N ehttp://www.istat.it La propensione a consumare (cio il rapporto consumiconsumi N http://www.istat.it La propensione a consumare rapporto tra tra tra e N http://epp.eurostat.ec.europa.eu Pil) molto molto elevataregioni del Mezzogiorno: in Sicilia eSicilia ehttp://epp.eurostat.ec.europa.eu Pil) Pil) elevata per le perregioni del del Mezzogiorno:Sicilia e N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu molto elevata per le le regioni Mezzogiorno: in in Siti Internet Internet Siti Internet Siti

N Istat,Istat, Conti economici regionali, 2006 N N Istat, Conti economici regionali, 2006 Conti economici regionali, 2006

Fonte: Istat,Istat, Conti economici regionali Fonte: Conti economici regionali regionali Fonte: Istat, Conti economici

100 statistiche per il Paese

3
Macroeconomia Produttivit del lavoro

In recupero dopo anni di stagnazione


La produttivit del lavoro misura la quantit di prodotto ottenuto con limpiego di ununit di lavoro. Rappresenta lindicatore della capacit di un sistema produttivo di generare ricchezza e, indirettamente, reddito. Per definizione, infatti, la crescita delleconomia corrisponde approssimativamente alla somma delle variazioni di produttivit e occupazione. In Italia nel 2007 si assiste a un leggero recupero dopo anni di stagnazione. La nozione di produttivit fa riferimento idealmente a quantit di lavoro e prodotto. Nel caso della produzione, questa si considera al netto del consumo di beni intermedi, come valore aggiunto (Pil), espresso in valore ai prezzi di un anno base. Nel confronto internazionale ci si basa sui valori a prezzi di mercato se si punta a misurare la competitivit relativa; se invece si vuole osservare la capacit di reddito, il Pil espresso a parit di potere dacquisto, in modo da depurare il confronto dalle differenze nei livelli dei prezzi (tipicamente, questa trasformazione ha leffetto di alzare la produttivit relativa dei paesi pi poveri). Il lavoro pu essere espresso in posizioni (occupati), in unit standard (monte ore lavorate o Ula) oppure in ore lavorate. La produttivit del lavoro inclusa tra gli indicatori-chiave dellUnione europea, considerando il Pil a parit di potere d'acquisto e prendendo a riferimento la distanza dalla media Ue. Landamento della produttivit del lavoro pu, tra laltro, essere scomposto nelleffetto delle variazioni dellintensit capitalistica (capitale per addetto o per ora lavorata) e della c.d. produttivit totale dei fattori, che accomuna gli elementi non direttamente attribuibili agli input di lavoro e capitale quali, tipicamente, la tecnologia e la qualit del lavoro incorporate nei processi produttivi.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

fondo alla classifica, diverse regioni del Nord si collocano sotto la media nazionale, mentre in testa la Lombardia e il Lazio staccano nettamente le altre regioni. Ancora pi ampie sono le differenze negli andamenti: in particolare, si osserva una diminuzione comparativamente marcata nelle aree avanzate, ascrivibile allo sviluppo di attivit con livelli e dinamiche di produttivit pi modesti.
Pil per ora lavorata nelle maggiori economie
1 25 1 20 15 1 10 1 1 05 1 00 95 90 85 80 1 995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Produttivit per occupato nei paesi Ue Anni 2000 e 2006 (numero indice Ue27=100)
190 180 170
130 110 90 70 50 30

2000

2006

europee - Anni 1995-2006 (media Ue=100)

Germania Italia

Spagna Regno Unito

Francia

Fonte: Eurostat, Database New Cronos


Valore aggiunto ai prezzi di base, ore lavorate e
1 30 1 25 1 20 15 1 10 1 1 05 1 00 95 90 1 991 1 993 VA 1 995 1 997 1 999 2001 2003 2005 2007 7,5

Fonte: Eurostat, Database New Cronos

produttivit in Italia - Anni 1991-2007 (numeri indice 1990=100)

Valore aggiunto ai prezzi di base per Ula, per regione Anni 2000 e 2006 (in migliaia di euro, valori concatenati ai prezzi 2000 e variazioni percentuali)
2000 52 2006 var. % (scala dx) 5 4 3 2 1 0 44 -1 -2 40 -3 -4 36 -5

48

Il livello della produttivit del lavoro presenta una notevole variabilit tra le regioni italiane (assai pi ampia che non per i livelli di reddito) che rispecchia le differenze nellarticolazione della struttura produttiva e nellefficienza dimpiego del fattore lavoro. Cos, bench le regioni del Mezzogiorno siano tutte in

LITALIA E LE SUE REGIONI

Altre informazioni

N Istat, Misure di produttivit N Oecd, Factbook 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://www.oecd.org

Fonte: Istat, Conti economici regionali

100 statistiche per il Paese

ba rd ia La z io Tr en Em to ilia Ven Ro eto Bo m lza ag no na -B oz en Lig Fr ur iul i V Pie ia Va en m o lle ez nt d'A ia e Gi os u ta - V T o lia all sc e an d'A a os t Um e br M ia ar c Ab he ru zz o Si Ca c ili mp a a Sa nia rd eg na Pu gli a M oli se Ca la Ba bria s il ica ta

Lo m

Storicamente lItalia presenta livelli simili a quelli di Francia e Germania nella produttivit per occupato e inferiori nella produttivit per ora lavorata (per la minore diffusione dellimpiego a tempo parziale), a fronte di un input di lavoro comparativamente pi contenuto. Negli anni pi recenti, inoltre, la crescita del Pil (circa la met della media europea nel periodo 20012005) che si associata con una trasformazione profonda del tessuto produttivo, stata assorbita per intero dallespansione delloccupazione. Pertanto la produttivit del lavoro ristagnata, perdendo terreno rispetto agli altri paesi Ue.

ore lavorate

produttivit

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

Fonti

N Istat Conti economici nazionali N Istat, Conti economici regionali N Eurostat, Database New Cronos

bu Irl rg o an Be d a Fr lgio an Au cia s Pa S tria es vez i B ia F a Re inl s si gn and o ia Un Da ITA ito ni L I G ma A er rc m a a G nia re Sp cia ag n M a al t C a S l ip ov ro U e Re S n g nia pu lov he bb a c r ia lic c h a P o C ia rto eca g Es a llo to Po nia l Li oni tu a Le an t ia Ro ton m ia Bu a n lg ia ar ia

Lu ss em

Inflazione di nuovo in crescita; nel 2007 inferiore alla media Ue


UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Linflazione misura laumento generale del livello dei prezzi, Linflazione misura laumento generale del livello dei prezzi, cio indica la diminuzione del potere dacquisto della moneta. cio indica la diminuzione del potere dacquisto della moneta. La Commissione europea ha individuato nellinflazione uno dei La Commissione europea ha individuato nellinflazione uno dei parametri da monitorare: tra ii criteri di convergenza sanciti dal parametri da monitorare: tra criteri di convergenza sanciti dal trattato di Maastricht il tasso di inflazione medio annuo di ogni trattato di Maastricht il tasso di inflazione medio annuo di ogni paese non deve superare di oltre 1,5 punti percentuali la media paese non deve superare di oltre 1,5 punti percentuali la media dei tassi di inflazione dei tre paesi comunitari pi virtuosi. dei tassi di inflazione dei tre paesi comunitari pi virtuosi. Nel 2007 il tasso di inflazione italiano stato pari all1,8 per Nel 2007 il tasso di inflazione italiano stato pari all1,8 per cento mentre nei primi tre mesi del 2008 ii valori risultano incento mentre nei primi tre mesi del 2008 valori risultano incrementali attestandosi a marzo al 3,3 per cento (variazione crementali attestandosi a marzo al 3,3 per cento (variazione rispetto allo stesso periodo dellanno precedente). rispetto allo stesso periodo dellanno precedente). Gli indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel temGli indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi di po dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi di tutti quelli destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul tutti quelli destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul territorio economico nazionale e acquistabili sul mercato attraterritorio economico nazionale e acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie. LIstat produce tre diversi indici verso transazioni monetarie. LIstat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: armonizzato per ii paesi dellUnione dei prezzi al consumo: armonizzato per paesi dellUnione europea (Ipca); per lintera collettivit nazionale (Nic); per le europea (Ipca); per lintera collettivit nazionale (Nic); per le famiglie di operai e impiegati (Foi). Soltanto le dinamiche dei famiglie di operai e impiegati (Foi). Soltanto le dinamiche dei primi due indici sono presentate in questa scheda. primi due indici sono presentate in questa scheda. La confrontabilit tra ii paesi europei assicurata dallIpca. Il La confrontabilit tra paesi europei assicurata dallIpca. Il Nic calcolato anche a livello regionale e vengono diffusi eNic calcolato anche a livello regionale e vengono diffusi esclusivamente gli indici regionali il cui grado di copertura in sclusivamente gli indici regionali il cui grado di copertura in termini di popolazione non sia inferiore a quello nazionale. termini di popolazione non sia inferiore a quello nazionale. LIpca mostra come lItalia, nel 2007, abbia un tasso di inflaLIpca mostra come lItalia, nel 2007, abbia un tasso di inflazione leggermente inferiore (2,05) a quello della media Ue27 zione leggermente inferiore (2,05) a quello della media Ue27 (2,37), confrontabile con quello di Germania (2,26) e Regno (2,37), confrontabile con quello di Germania (2,26) e Regno Unito (2,35) e di poco superiore a quello della Francia (1,61). Unito (2,35) e di poco superiore a quello della Francia (1,61). Tra ii paesi di nuovo ingresso (esclusi ii paesi Ue15) solo Malta, Tra paesi di nuovo ingresso (esclusi paesi Ue15) solo Malta, Slovacchia e Cipro hanno un tasso di inflazione inferiore a Slovacchia e Cipro hanno un tasso di inflazione inferiore a quello medio Ue27. Lettonia, Ungheria e Bulgaria fanno regiquello medio Ue27. Lettonia, Ungheria e Bulgaria fanno registrare ii pi elevati tassi di inflazione, mentre Malta, Finlandia e strare pi elevati tassi di inflazione, mentre Malta, Finlandia e Paesi Bassi presentano ii valori pi contenuti. Paesi Bassi presentano valori pi contenuti. A partire dal 1990 linflazione in Italia progressivamente diA partire dal 1990 linflazione in Italia progressivamente diminuita, fino ad assestarsi tra il 2 ed il 2,5 per cento annuo. II minuita, fino ad assestarsi tra il 2 ed il 2,5 per cento annuo. decenni precedenti, invece, sono stati caratterizzati da decenni precedenti, invece, sono stati caratterizzati da unelevata instabilit monetaria (con tassi anche superiori al 20 unelevata instabilit monetaria (con tassi anche superiori al 20 per cento) alla quale ha contribuito la crisi valutaria iniziata nel per cento) alla quale ha contribuito la crisi valutaria iniziata nel 1972. Viceversa, negli anni novanta, pur condizionati dalla crisi 1972. Viceversa, negli anni novanta, pur condizionati dalla crisi valutaria del 1992, non c stata la temuta crescita valutaria del 1992, non c stata la temuta crescita dellinflazione, soprattutto grazie allaccantonamento del mecdellinflazione, soprattutto grazie allaccantonamento del meccanismo di indicizzazione dei salari (scala mobile). canismo di indicizzazione dei salari (scala mobile). A livello territoriale nel 2007 il tasso di inflazione delle regioni A livello territoriale nel 2007 il tasso di inflazione delle regioni del Centro-Nord non supera quello nazionale, ad eccezione del del Centro-Nord non supera quello nazionale, ad eccezione del Piemonte e dellEmilia-Romagna (con tassi rispettivamente del Piemonte e dellEmilia-Romagna (con tassi rispettivamente del
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

2,1 e 1,9 per cento) e del Lazio (2), mentre ii valori delle regioni 2,1 e 1,9 per cento) e del Lazio (2), mentre valori delle regioni del Mezzogiorno sono sempre pi elevati, ad eccezione del Mezzogiorno sono sempre pi elevati, ad eccezione dellAbruzzo, che presenta un tasso di inflazione dell1,6 per dellAbruzzo, che presenta un tasso di inflazione dell1,6 per cento, e della Campania (coincidente con quello nazionale). cento, e della Campania (coincidente con quello nazionale). Tale dicotomia risulta meno accentuata nei due anni precedenTale dicotomia risulta meno accentuata nei due anni precedenti al 2007, durante ii quali anche altre regioni del Centro-Nord ti al 2007, durante quali anche altre regioni del Centro-Nord hanno fatto registrare un tasso dinflazione superiore a quello hanno fatto registrare un tasso dinflazione superiore a quello nazionale. nazionale. Indici dei prezzi al consumo Nic al lordo dei tabacchi Indici dei prezzi al consumo Nic al lordo dei tabacchi Anni 1970-1985 (variazioni percentuali sullanno precedente) Anni 1970-1985 (variazioni percentuali sullanno precedente)
25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0
19 19 70 70 19 19 71 71 19 19 72 72 19 19 73 73 19 19 74 74 19 19 75 75 19 19 76 76 19 19 77 77 19 19 78 78 19 19 79 79 19 19 80 80 19 19 81 81 19 19 82 82 19 19 83 83 19 19 84 84 19 19 85 85

Indici dei prezzi al consumo armonizzati nei paesi Ue (Ipca) Anno 2007 (variazioni percentuali sullanno precedente) Indici dei prezzi al consumo armonizzati nei paesi Ue (Ipca) Anno 2007 (variazioni percentuali sullanno precedente)
10 10

8 8

6 6

4 4

Ue27 Ue27

2 2

0 0
Le tt Un oni gh a Bu er ia lg a E s r ia to Li nia tu Ro an i m a Sl a nia ov Re en pu bb Gre ia lic ci a a C Sp ec a ag Lu I n a ss rlan em d bu a Po rg o Po lon Re rto ia g n ga l o lo G Un er ito m a Au nia st ria Ci pr o Sl Ita ov li ac a ch B e ia lg S io Da ve ni z ia m a r P Fra c a ae n si cia B Fi as s nl i an d ia M al ta

Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo

ndici dei p ezzi al consumo Nic al ordo dei tabacchi IIndici dei prrezzi al consumo Nic al llordo dei tabacchi Anni 1986-2001 (variazioni percentuali sullanno precedente) Anni 1986-2001 (variazioni percentuali sullanno precedente)
7 7 6 6 5 5 4 4 3 3 2 2 1 1 0 0
19
19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 20

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Indici dei prezzi al consumo Nic al lordo dei tabacchi, per regione Anni 2002-2007 (variazioni percentuali sullanno Indici dei prezzi al consumo Nic al lordo dei tabacchi, per regione Anni 2002-2007 (variazioni percentuali sullanno precedente) precedente)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Vall d'Aoste Valle d'Aosta/Vall d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Anni Anni 2002 2002 2,3 2,3 -2,1 2,1 3,0 3,0 3,0 3,0 --2,6 2,6 2,7 2,7 2,5 2,5 2,3 2,3 2,4 2,4 2,3 2,3 2,5 2,5 2,4 2,4 1,6 1,6 2,9 2,9 3,0 3,0 2,1 2,1 2,4 2,4 2,3 2,3 2,7 2,7 -----2,5 2,5 2003 2003 2,6 2,6 2,3 2,3 2,5 2,5 2,6 2,6 2,6 2,6 --2,6 2,6 2,7 2,7 2,3 2,3 2,4 2,4 2,4 2,4 2,6 2,6 2,6 2,6 2,7 2,7 2,5 2,5 3,8 3,8 2,8 2,8 2,2 2,2 3,1 3,1 2,7 2,7 2,7 2,7 -----2,7 2,7 2004 2004 2,3 2,3 1,8 1,8 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 --1,8 1,8 2,1 2,1 1,9 1,9 1,9 1,9 2,1 2,1 2,2 2,2 2,0 2,0 2,8 2,8 2,2 2,2 3,2 3,2 2,1 2,1 2,7 2,7 3,2 3,2 2,5 2,5 2,0 2,0 -----2,2 2,2 2005 2005 2,3 2,3 2,9 2,9 1,8 1,8 1,6 1,6 2,0 2,0 --1,7 1,7 2,0 2,0 1,8 1,8 1,5 1,5 2,2 2,2 2,2 2,2 1,8 1,8 2,4 2,4 2,0 2,0 2,3 2,3 1,8 1,8 2,2 2,2 2,7 2,7 2,5 2,5 1,9 1,9 -----1,9 1,9 2006 2006 2,4 2,4 1,8 1,8 2,0 2,0 1,8 1,8 2,2 2,2 --2,0 2,0 2,0 2,0 2,2 2,2 1,9 1,9 2,2 2,2 2,3 2,3 2,1 2,1 2,2 2,2 1,6 1,6 2,2 2,2 2,1 2,1 1,9 1,9 2,3 2,3 2,2 2,2 2,3 2,3 -----2,1 2,1 2007 2007 2,1 2,1 1,4 1,4 1,7 1,7 1,7 1,7 1,8 1,8 --1,5 1,5 1,8 1,8 1,9 1,9 1,6 1,6 1,7 1,7 1,6 1,6 2,0 2,0 1,6 1,6 1,9 1,9 1,8 1,8 2,3 2,3 2,0 2,0 2,4 2,4 2,4 2,4 1,9 1,9 -----1,8 1,8

Macroeconomia Tasso di inflazione

86

19

87

19

88

19

89

19

90

19

91 9 92 9 93 9 94 9 95 9 96 9 97 9 98 9 99 0 00 0 01 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1
93 98 99 94 95 96 97 92 00

86

89

Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo

Fonti Fonti

N Istat, Indagine sui prezzi al consumo N Istat, Indagine sui prezzi al consumo N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Indagine sui prezzi al consumo N Istat, Indagine sui prezzi al consumo Siti internet Siti internet N http://www.istat.it/prezzi/precon/ N http://www.istat.it/prezzi/precon/ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

87

88

91

90

01

Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo

100 statistiche per il Paese

5
Macroeconomia Indicatori sui finanziamenti per cassa

Maggiore difficolt didi accesso Maggiore difficolt accesso alal credito nel Mezzogiorno credito nel Mezzogiorno
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Il tasso di di decadimento per cassa una misura che esprime la la Il tasso decadimento per cassa una misura che esprime solvibilit media di di coloro che hanno contratto dei debiti con le solvibilit media coloro che hanno contratto dei debiti con le banche; pu quindi essere impiegato per valutare la rischiosit banche; pu quindi essere impiegato per valutare la rischiosit concedere prestiti alla clientela delle banche di un determidi di concedere prestiti alla clientela delle banche di un determinato territorio. Limitando lanalisi ai ai settori istituzionali delle nato territorio. Limitando lanalisi settori istituzionali delle societ non finanziarie e delle famiglie produttrici, lindicatore societ non finanziarie e delle famiglie produttrici, lindicatore fornisce informazioni relative alla solvibilit della struttura profornisce informazioni relative alla solvibilit della struttura produttiva distribuita sulsul territorio. duttiva distribuita territorio. In In Italiatasso di di decadimento dei finanziamenti per cassa del Italia il il tasso decadimento dei finanziamenti per cassa del settore produttivo, in in calo dal 2004, si attesta nel 2006 all1,2 settore produttivo, calo dal 2004, si attesta nel 2006 all1,2 per cento. per cento. I tassi attivi suisui finanziamenti per cassa sono i tassi interesse I tassi attivi finanziamenti per cassa sono i tassi di di interesse ai ai quali le banche concedono prestiti alla clientela e quindi quali le banche concedono prestiti alla clientela e quindi esprimono il costo di di accesso al credito. Limitando lanalisi Tasso di di decadimento dei finanziamenti per cassa esprimono il costo accesso al credito. Limitando lanalisi Tasso decadimento dei finanziamenti per cassa alluniverso gi descritto per il iltasso di didecadimento, alluniverso gi descritto per tasso decadimento, del settore produttivo Anno 2006 del settore produttivo Anno 2006 lindicatore contribuisce a a definire la difficolt di accesso al lindicatore contribuisce definire la difficolt di accesso al credito dada parte dei settori produttivi sul territorio. credito parte dei settori produttivi sul territorio. In In Italia nel 2006tassi di di interesse medi sui finanziamenti per Italia nel 2006 i i tassi interesse medi sui finanziamenti per cassa del settore produttivo, in in funzione della durata, sono pari cassa del settore produttivo, funzione della durata, sono pari a 5,1, per i finanziamenti fino a unun anno; 4,0 per quelli superiori a 5,1, per i finanziamenti fino a anno; 4,0 per quelli superiori allanno e non superiori ai ai cinque; 4,8 perfinanziamenti di di pi allanno e non superiori cinque; 4,8 per i i finanziamenti pi lunga durata (superiori a 5 anni). lunga durata (superiori a 5 anni).
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Tasso decadimento dei finanziamenti per cassa del settore produttivo (a) Anni 2000-2006 rischiosit del finanziamento nel Mezzogiorno si riflette, di di con- Tasso di di decadimento dei finanziamenti per cassa del settore produttivo (a) Anni 2000-2006 rischiosit del finanziamento nel Mezzogiorno si riflette, conseguenza, suisui livelli dei tassi dinteresse: con riferimento ai seguenza, livelli dei tassi dinteresse: con riferimento ai Anni Anni REGIONI tassi attivi suisui finanziamenti per cassa, indipendentemente REGIONI tassi attivi finanziamenti per cassa, indipendentemente RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2000 2000 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 dalla durata, nei tretre anni considerati, unimpresa meridionale dalla durata, nei anni considerati, unimpresa meridionale che desideri finanziare i propri investimenti tramite il ricorso al al che desideri finanziare i propri investimenti tramite il ricorso Piemonte Piemonte 1,3 1,3 0,9 0,9 1,0 1,0 1,1 1,1 1,2 1,2 prestito bancario deve sostenere mediamente unun tasso di inte- Valle d'Aosta/Valle d'Aoste prestito bancario deve sostenere mediamente tasso di inteValle d'Aosta/Valle d'Aoste 0,8 0,8 1,2 1,2 0,4 0,4 1,1 1,1 2,0 2,0 Lombardia 1,0 1,0 1,2 1,2 1,3 1,3 1,4 1,4 1,2 1,2 resse di di un punto percentuale pi elevato rispetto unimpresa resse un punto percentuale pi elevato rispetto a a unimpresa Lombardia Liguria 1,2 1,2 1,9 1,9 1,2 1,2 1,2 1,2 4,0 4,0 del Centro-Nord. Chiaramente le le banche tendono cautelarsi del Centro-Nord. Chiaramente banche tendono a a cautelarsi Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige 0,6 0,6 0,6 0,6 0,7 0,7 1,0 1,0 1,2 1,2 dalla maggiore rischiosit connessa alle operazioni di di finan- Bolzano-Bozen dalla maggiore rischiosit connessa alle operazioni finanBolzano-Bozen 0,6 0,6 0,6 0,6 0,7 0,7 1,1 1,1 0,9 0,9 Trento 0,6 0,6 0,5 0,5 0,7 0,7 0,8 0,8 1,5 1,5 ziamento nel Mezzogiorno praticando tassi dinteresse pi ziamento nel Mezzogiorno praticando tassi dinteresse pi Trento Veneto Veneto 1,4 1,4 1,1 1,1 1,2 1,2 1,2 1,2 1,3 1,3 elevati. elevati. Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia 1,1 1,1 1,0 1,0 1,6 1,6 1,4 1,4 1,2 1,2 Emilia-Romagna Emilia-Romagna 0,9 0,9 0,8 0,8 0,9 0,9 5,9 5,9 1,2 1,2 In In conclusione, un mercato finanziario caratterizzato da queste conclusione, un mercato finanziario caratterizzato da queste Toscana Toscana 1,4 1,4 1,6 1,6 1,5 1,5 1,8 1,8 1,7 1,7 forti eterogeneit territoriali, determinando grossa difficolt forti eterogeneit territoriali, determinando grossa difficolt Umbria Umbria 4,0 4,0 1,7 1,7 1,7 1,7 2,5 2,5 1,7 1,7 nellaccesso al al credito da parte delle imprese del Mezzogiorno, Marche nellaccesso credito da parte delle imprese del Mezzogiorno, Marche 0,9 0,9 1,3 1,3 1,2 1,2 2,0 2,0 1,9 1,9 Lazio 4,3 4,3 2,4 2,4 2,6 2,6 2,0 2,0 1,2 1,2 non fa fa altro che accrescere divario tratra le regioni pi arretrate Lazio non altro che accrescere il il divario le regioni pi arretrate Abruzzo Abruzzo 1,6 1,6 2,0 2,0 1,4 1,4 5,2 5,2 2,0 2,0 e quelle pi ricche, rendendo pi difficoltosa lauspicabile cone quelle pi ricche, rendendo pi difficoltosa lauspicabile con- Molise Molise 3,2 3,2 2,8 2,8 8,9 8,9 2,4 2,4 4,9 4,9 Campania Campania 3,1 3,1 3,4 3,4 3,1 3,1 2,1 2,1 1,8 1,8 vergenza nella crescita economica. vergenza nella crescita economica.
Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 3,3 3,3 2,3 2,3 2,8 2,8 2,2 2,2 4,7 4,7 1,1 1,1 1,1 1,1 3,0 3,0 1,5 1,5 2,9 2,9 1,7 1,7 3,7 3,7 2,7 2,7 3,4 3,4 1,7 1,7 3,2 3,2 1,2 1,2 0,9 0,9 2,0 2,0 1,3 1,3 2,9 2,9 1,5 1,5 3,3 3,3 1,5 1,5 2,9 2,9 1,4 1,4 1,8 1,8 1,2 1,2 1,1 1,1 2,0 2,0 1,4 1,4 2,5 2,5 1,5 1,5 4,3 4,3 1,6 1,6 2,3 2,3 1,7 1,7 1,9 1,9 1,3 1,3 3,2 3,2 1,9 1,9 2,0 2,0 2,7 2,7 2,1 2,1 2,3 2,3 2,1 2,1 2,7 2,7 1,8 1,8 1,6 1,6 1,4 1,4 1,2 1,2 1,5 1,5 1,3 1,3 2,0 2,0 1,4 1,4

2005 2005 1,5 1,5 2,1 2,1 1,0 1,0 1,1 1,1 1,0 1,0 1,1 1,1 0,8 0,8 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 1,6 1,6 1,4 1,4 1,7 1,7 0,9 0,9 1,1 1,1 1,1 1,1 2,0 2,0 1,9 1,9 3,5 3,5 2,8 2,8 1,7 1,7 1,4 1,4 1,1 1,1 1,1 1,1 1,2 1,2 1,2 1,2 1,8 1,8 1,2 1,2

2006 2006 1,3 1,3 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 0,7 0,7 0,9 0,9 0,5 0,5 1,1 1,1 1,1 1,1 1,1 1,1 1,3 1,3 2,0 2,0 1,4 1,4 1,5 1,5 2,1 2,1 1,4 1,4 1,4 1,4 1,9 1,9 6,4 6,4 2,4 2,4 1,9 1,9 1,9 1,9 1,0 1,0 1,1 1,1 1,4 1,4 1,1 1,1 2,0 2,0 1,2 1,2

Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica (a)(a) I dati relativi flusso di sofferenze rettificate sono diffusi dalla Banca d'Italia solo a livello trimestrale e non annuale. I dati relativi al al flusso di sofferenze rettificate sono diffusi dalla Banca d'Italia solo a livello trimestrale e non annuale.

Il tasso di di decadimento per cassa calcolato come rapporto Il tasso decadimento per cassa calcolato come rapporto percentuale tratra flusso di di sofferenze rettificate, cio finanpercentuale il il flusso sofferenze rettificate, cio i i finanziamenti, concessi dalle banche, in in stato di insolvenza difficili ziamenti, concessi dalle banche, stato di insolvenza o o difficili dada recuperare, gli gli impieghi vivi, cio lo stock complessivo di recuperare, e e impieghi vivi, cio lo stock complessivo di finanziamenti che le le banche concedono ai propri clienti, al finanziamenti che banche concedono ai propri clienti, al netto delle sofferenze rettificate. LeLe famiglie produttrici sono netto delle sofferenze rettificate. famiglie produttrici sono costituite dalle societ o quasi societ, con meno di di cinque costituite dalle societ o quasi societ, con meno cinque addetti; le le societ non finanziarie comprendono le societ o addetti; societ non finanziarie comprendono le societ o quasi societ non finanziarie, con pi di cinque addetti. quasi societ non finanziarie, con pi di cinque addetti. I tassi attivi suisui finanziamenti per cassa sono i tassi interesse I tassi attivi finanziamenti per cassa sono i tassi di di interesse ai ai quali le banche concedono prestiti alla clientela e quindi quali le banche concedono prestiti alla clientela e quindi esprimono il costo di di accesso al credito. Vengono qui presenesprimono il costo accesso al credito. Vengono qui presentati i valori dellindicatore in in funzione della durata del finanziatati i valori dellindicatore funzione della durata del finanziamento concesso. mento concesso.
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI
Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica

Tassi di di interesse sui finanziamenti per cassa del settore produttivo, per durata Anni 2004-2006 Tassi interesse sui finanziamenti per cassa del settore produttivo, per durata Anni 2004-2006 (media dei quattro trimestri) (media dei quattro trimestri)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano - Bozen Bolzano - Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centr Centr Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Oltre cinque anni Oltre cinque anni 2004 2004 4,9 4,9 5,4 5,4 4,6 4,6 4,7 4,7 4,3 4,3 - - 3,0 3,0 4,5 4,5 4,3 4,3 5,3 5,3 4,9 4,9 4,9 4,9 4,8 4,8 5,6 5,6 5,5 5,5 5,6 5,6 5,5 5,5 5,5 5,5 6,0 6,0 5,7 5,7 5,4 5,4 4,7 4,7 3,7 3,7 4,9 4,9 4,5 4,5 5,6 5,6 4,7 4,7 2005 2005 5,2 5,2 4,2 4,2 4,2 4,2 4,8 4,8 4,2 4,2 - - 4,5 4,5 4,7 4,7 4,5 4,5 5,0 5,0 4,9 4,9 4,6 4,6 4,7 4,7 5,5 5,5 5,3 5,3 5,5 5,5 5,5 5,5 5,3 5,3 6,0 6,0 5,2 5,2 5,6 5,6 4,5 4,5 4,5 4,5 4,8 4,8 4,6 4,6 5,5 5,5 4,7 4,7 2006 2006 4,9 4,9 3,9 3,9 4,4 4,4 4,7 4,7 4,2 4,2 - - 4,6 4,6 4,8 4,8 4,3 4,3 4,9 4,9 4,9 4,9 4,8 4,8 4,9 4,9 5,0 5,0 5,2 5,2 5,4 5,4 5,4 5,4 5,1 5,1 5,6 5,6 5,1 5,1 5,6 5,6 4,5 4,5 4,5 4,5 4,9 4,9 4,6 4,6 5,3 5,3 4,8 4,8 Da Da oltre anno finofino a cinque anni oltre un un anno a cinque anni 2004 2004 3,7 3,7 3,3 3,3 3,7 3,7 4,1 4,1 4,0 4,0 - - 3,6 3,6 3,7 3,7 3,6 3,6 3,7 3,7 4,5 4,5 4,0 4,0 3,7 3,7 5,1 5,1 4,6 4,6 4,9 4,9 4,6 4,6 5,0 5,0 5,2 5,2 4,6 4,6 4,6 4,6 3,7 3,7 3,6 3,6 3,8 3,8 3,7 3,7 4,8 4,8 3,8 3,8 2005 2005 3,4 3,4 3,3 3,3 3,4 3,4 3,8 3,8 3,7 3,7 - - 4,0 4,0 3,7 3,7 3,4 3,4 3,4 3,4 4,2 4,2 3,9 3,9 3,8 3,8 4,4 4,4 5,2 5,2 4,9 4,9 4,8 4,8 5,1 5,1 4,7 4,7 4,9 4,9 4,4 4,4 3,4 3,4 3,7 3,7 3,7 3,7 3,5 3,5 4,8 4,8 3,6 3,6 2006 2006 4,0 4,0 3,7 3,7 3,9 3,9 4,6 4,6 4,2 4,2 - - 4,4 4,4 4,5 4,5 3,9 3,9 3,6 3,6 4,5 4,5 4,4 4,4 4,0 4,0 4,4 4,4 5,1 5,1 5,2 5,2 4,8 4,8 4,9 4,9 5,3 5,3 5,2 5,2 4,7 4,7 3,9 3,9 4,2 4,2 3,9 3,9 4,0 4,0 5,0 5,0 4,0 4,0 Fino ad un anno Fino ad un anno 2004 2004 4,7 4,7 4,4 4,4 4,4 4,4 4,6 4,6 4,0 4,0 - - 4,5 4,5 4,4 4,4 4,2 4,2 4,7 4,7 4,6 4,6 4,4 4,4 4,6 4,6 5,0 5,0 5,6 5,6 5,5 5,5 5,3 5,3 5,2 5,2 5,7 5,7 5,1 5,1 4,8 4,8 4,5 4,5 4,3 4,3 4,6 4,6 4,5 4,5 5,3 5,3 4,5 4,5 2005 2005 4,6 4,6 4,2 4,2 4,3 4,3 4,6 4,6 3,9 3,9 - - 4,4 4,4 4,3 4,3 4,1 4,1 4,6 4,6 4,5 4,5 4,4 4,4 4,5 4,5 4,9 4,9 5,4 5,4 5,4 5,4 5,2 5,2 5,0 5,0 5,7 5,7 5,1 5,1 4,8 4,8 4,4 4,4 4,2 4,2 4,5 4,5 4,4 4,4 5,2 5,2 4,5 4,5 2006 2006 5,2 5,2 5,2 5,2 4,9 4,9 5,2 5,2 4,6 4,6 - - 5,0 5,0 5,0 5,0 4,8 4,8 5,3 5,3 5,3 5,3 5,1 5,1 5,3 5,3 5,6 5,6 6,0 6,0 5,9 5,9 5,8 5,8 5,7 5,7 7,0 7,0 5,7 5,7 5,5 5,5 5,0 5,0 4,9 4,9 5,3 5,3 5,0 5,0 5,8 5,8 5,1 5,1

Lanalisi congiunta della distribuzione sulsul territorio nazionale Lanalisi congiunta della distribuzione territorio nazionale del tasso di di decadimento dei tassi dinteresse suisui finanziadel tasso decadimento e e dei tassi dinteresse finanziamenti per cassa pu aiutare a individuare le le principali caratterimenti per cassa pu aiutare a individuare principali caratteristiche del mercato finanziario italiano. stiche del mercato finanziario italiano. Quanto al al tasso di decadimento per cassa, linsolvibilit delle Quanto tasso di decadimento per cassa, linsolvibilit delle imprese che sono ricorse al al finanziamento bancario sistemaimprese che sono ricorse finanziamento bancario sistematicamente superiore per le le regioni del Mezzogiorno rispetto a ticamente superiore per regioni del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-Nord. In In sostanza, ogni qualvolta le banche quelle del Centro-Nord. sostanza, ogni qualvolta le banche concedono dei prestiti a a imprese meridionali corrono rischi concedono dei prestiti imprese meridionali corrono rischi maggiori di di mancata restituzione rispetto quando concedono maggiori mancata restituzione rispetto a a quando concedono dei finanziamenti a imprese del Centro-Nord. Questa maggiore dei finanziamenti a imprese del Centro-Nord. Questa maggiore

Fonti Fonti

N N Banca dItalia Banca dItalia

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Banca dItalia, Base informativa pubblica Banca dItalia, Base informativa pubblica SitiSiti internet internet N N http://www.bancaditalia.it http://www.bancaditalia.it

Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica Fonte: Banca d'Italia, Base informativa pubblica

100 statistiche per il Paese

In declino le esportazioni nazionali, ma in linea con i principali paesi europei


UNO SGUARDO DINSIEME

LITALIA E LE SUE REGIONI

Lintensificazione degli scambi commerciali uno degli aspetti pi salienti del processo di globalizzazione delleconomia mondiale. Lanalisi dellandamento delle esportazioni costituisce perci un elemento chiave per monitorare la capacit competitiva di un paese. Negli ultimi decenni, laumento del commercio mondiale stato caratterizzato dal crescente ruolo delle economie emergenti, in particolare della Cina, mentre molti paesi pi avanzati hanno perso quote di mercato. In questo contesto, anche lItalia fa registrare una progressiva perdita di terreno. Dopo un quinquennio di relativa stabilit, nel biennio 2005-06 la quota di esportazioni italiane su quelle mondiali ulteriormente calata, attestandosi nel 2006 al 3,4 per cento. Il dato provvisorio del 2007 mostra una positiva performance delle esportazioni in crescita dell8 per cento rispetto al 2006. Le esportazioni che vengono prese in considerazione sono quelle di beni (materie prime e manufatti). La quota di mercato delle esportazioni di un paese viene definita come rapporto tra flusso di esportazioni del paese verso il resto del mondo ed esportazioni mondiali. Analogamente le quote di esportazioni intra-Ue (extra-Ue) vengono definite come rapporto tra flussi di esportazioni di un paese Ue verso gli altri paesi dellUe (extraUe) e complesso delle esportazioni dei paesi comunitari verso lUe (fuori dallUe). Il grado di apertura delle regioni stato calcolato rispetto alla media italiana facendo il rapporto tra quota di export e quota di prodotto interno lordo riferibili allarea considerata. Il grado di integrazione commerciale tra i paesi dellUe27 molto elevato: circa due terzi delle esportazioni di questi paesi sono diretti verso altri paesi Ue. La tendenza a privilegiare il commercio allinterno dellUnione relativamente pi accentuata nei paesi pi piccoli e soprattutto in quelli di recente accesso. LItalia insieme ai maggiori paesi dellUnione (ad eccezione della Spagna) mostra invece unapertura relativamente maggiore verso i paesi extra-Ue. In particolare, nel 2006 lItalia detiene il 7,9 per cento dei flussi di esportazioni intra-Ue e l11,2 per cento delle esportazioni dei paesi Ue verso il resto del mondo (extra-Ue). Entrambe le quote sono diminuite rispetto al 2000 e in misura maggiore quella intra-Ue. Tra le principali economie europee solo la Germania rafforza la propria posizione sia nellintra-Ue sia nellextra-Ue, mentre Regno Unito e Francia mostrano una performance peggiore di quella italiana. Il gruppo di paesi entrati nellUnione dopo il 2002 ha invece progressivamente rafforzato la propria posizione, arrivando a rappresentare nel 2006 oltre il 10 per cento delle esportazioni intra-Ue. In tale fenomeno anche possibile leggere lulteriore accelerazione dei processi di delocalizzazione da parte dei paesi Ue15.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

Nel 2007 circa il 28 per cento delle esportazioni italiane proviene dalla Lombardia e il Nord nel suo complesso d origine a poco meno di tre quarti del flusso complessivo dellexport; allestremo opposto meno del 12 per cento delle esportazioni sono riferibili alle regioni meridionali. Una lettura pi corretta di queste informazioni si ha considerando il grado di apertura delle singole aree. Questo varia sensibilmente dalle principali regioni del Nord-est (Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed EmiliaRomagna), dove la quota dellexport supera del 50 per cento quella del rispettivo prodotto interno lordo, alla Calabria con un valore dellindice prossimo allo zero. Le altre regioni con una grado di apertura superiore allunit sono Lombardia, Marche e Piemonte (superiori a 1,3) e Toscana e Abruzzo (1,1). Tra il 2000 e il 2007 le esportazioni italiane sono cresciute in termini nominali del 37,8 per cento, e quelle extra-Ue quasi sette punti percentuali in pi rispetto alle altre. Tra le grandi regioni esportatrici solo lEmilia Romagna e le Marche aumentano lexport ad un ritmo assai superiore a quello medio, grazie soprattutto alla componente extra-Ue nel primo caso ed a quella intra-Ue nel secondo. Esportazioni delle principali economie Anni 2000-2006 (quote sulle esportazioni mondiali)
12 10 8 6 4 2
19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06

Esportazioni dei paesi europei Anni 2000 e 2006 (quote di mercato)


40 35 30 25 20 15 10 5 0
It a li a e1 5 cia an ia to a e1 5 ag n Un i Fr an tri U U

40
Intra-Ue 2000 2006

35 30 25 20 15 10 5 0
e1 5

Extra-Ue 2000 2006

cia

It a lia
Extra-Ue 35,5 127,6 42,4 40,9 85,3 112,4 69,1 36,9 49,6 64,5 24,3 100,2 54,7 23,2 11,8 32,1 17,3 15,0 125,6 69,6 91,4 97,2 41,1 50,4 31,7 42,3 43,9 42,9

an ia

e1 5

to

tri U

G er m

G er m

Sp

Fr an

Un i

on

eg n

on

Fonte: Elaborazioni Istat su dati Eurostat

Indicatori delle esportazioni per regione Anno 2007


REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle D'Aosta-Valle D'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Composizione % sul totale nazionale 11,8 0,3 28,5 1,2 2,1 1,1 1,0 13,3 3,6 12,8 6,4 0,9 3,9 3,4 2,7 0,2 2,5 2,2 0,8 0,1 2,2 1,2 41,8 31,8 14,6 88,2 11,8 100,0 Grado di apertura (a) 1,3 0,7 1,4 0,5 0,8 0,8 0,9 1,5 1,5 1,5 1,1 0,7 1,4 0,3 1,1 0,5 0,4 0,5 0,7 0,0 0,4 0,6 1,3 1,4 0,7 1,2 0,5 1,0 Composizioni % sul totale regionale Intra-Ue 67,2 63,2 59,3 51,7 72,1 76,6 67,4 59,1 61,1 58,5 51,3 54,4 66,7 53,7 76,6 59,5 57,1 66,4 77,6 45,2 47,7 54,6 61,1 59,8 55,5 59,6 60,7 60,1 Extra-Ue 32,8 36,8 40,7 48,3 27,9 23,4 32,6 40,9 38,9 41,5 48,7 45,6 33,3 46,3 23,4 40,5 42,9 33,6 22,4 54,8 52,3 45,4 38,9 40,2 44,5 40,4 39,3 39,9 Variazioni 2000-2007 Intra-Ue 19,2 115,5 34,9 29,4 30,4 28,3 32,9 21,7 31,5 46,4 19,6 31,6 69,1 1,4 56,3 24,3 21,2 22,3 83,7 12,1 57,9 87,2 30,2 32,3 25,0 30,1 43,0 34,6 Totale 24,1 119,8 37,9 34,7 42,1 41,4 42,9 27,5 38,0 53,4 21,8 56,0 64,1 10,4 43,0 27,3 19,5 19,7 91,7 37,7 73,8 91,6 34,3 39,1 27,8 34,7 43,3 37,8

Stati Uniti

Giappone Francia

Italia Regno Unito

Cina

Germania

Macroeconomia Esportazioni

Fonte: Unctad

Fonti

NIstat, Statistiche del commercio con lestero NEurostat, External Trade Statistics NUnctad, Handbook of Statistics

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Commercio estero e attivit internazionali delle imprese, Annuario 2006 Siti internet N http://www.unctad.org N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l estero e Conti economici territoriali (a) Valore 2006.

100 statistiche per il Paese

eg n

Al

Al

Sp

ag n

Finanza pubblica

Gli indicatori di finanza pubblica considerati in questa sezione sono: lincidenza sul prodotto interno lordo dellindebitamento netto e del saldo primario; lo stock di debito pubblico, sempre in rapporto al prodotto interno lordo; il peso occupazionale del settore pubblico; lincidenza del settore pubblico (unit di lavoro e spesa delle PA per abitante).

Nel 2007, soprattutto grazie a un cospicuo aumento delle entrate, lItalia si collocata al quarto posto tra i paesi dellUem per surplus primario, mentre lincidenza dellindebitamento netto in un biennio diminuita dal 4,2 fino all1,9 per cento del Pil. Anche in termini di valori per abitante lincidenza del settore pubblico molto contenuta nel nostro Paese rispetto al resto dellUnione europea: le unit di lavoro ogni 100 abitanti ammontano nel 2006 a 6,2, valore che colloca lItalia al penultimo posto tra i paesi Ue.

Nel 2006 lItalia stato il Paese con il rapporto debito/Pil pi elevato 106,8 per cento tra i 27 membri dellUe. Il valore sceso nel 2007 al 104 per cento.

Lo stato della finanza pubblica , insieme allandamento dellinflazione, una pre-condizione della stabilit monetaria ed economica dellarea delleuro. Per questo motivo, alcuni indicatori di finanza pubblica sono continuamente tenuti sotto osservazione nellambito del patto di stabilit e crescita.

Il settore pubblico rappresenta, in Italia nel 2007, il 14,5 per cento della forza lavoro impiegata: un punto percentuale in meno rispetto al 2000. Tale valore colloca il nostro Paese nella parte bassa della graduatoria europea (22 posto nel 2006).

7
Finanza pubblica Indebitamento netto e saldo primario in rapporto al Pil

Indebitamento netto ancora elevato Indebitamento netto ancora elevato ma saldo primario inin netto recupero ma saldo primario netto recupero
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Il livello dellindebitamento netto della pubblica amministrazioIl livello dellindebitamento netto della pubblica amministrazioin percentuale del Pil costituisce lindicatore di riferimento nene in percentuale del Pil costituisce lindicatore di riferimento per la gestione di bilancio, siasia come livello-obiettivo sia, conper la gestione di bilancio, come livello-obiettivo sia, a a consuntivo, per la la valutazione dello stato dei conti pubblici. Per suntivo, per valutazione dello stato dei conti pubblici. Per questo motivo, negli accordi di di Maastricht stato fissato unun questo motivo, negli accordi Maastricht stato fissato deficit massimo deldel per cento per ladesione allUnione ecodeficit massimo 3 3 per cento per ladesione allUnione economica e monetaria, e anche oggi il superamento di di questa nomica e monetaria, e anche oggi il superamento questa soglia comporta lobbligo di avviare politiche daggiustamento. soglia comporta lobbligo di avviare politiche daggiustamento. Livello e andamento deldel rapporto tra indebitamento netto Pil, Livello e andamento rapporto tra indebitamento netto e e Pil, oltre che daldal rigore di bilancio, dipendono dalla crescita ecooltre che rigore di bilancio, dipendono dalla crescita economica, che agisce siasia sul denominatore sia sulle entrate, e nomica, che agisce sul denominatore sia sulle entrate, e dallincidenza della spesa per interessi, a a sua volta legata dallincidenza della spesa per interessi, sua volta legata allevoluzione deidei tassi nominali reali attraverso la la struttura allevoluzione tassi nominali e e reali attraverso struttura per et e la durata deldel debito. per et e la durata debito. Lindebitamento netto, con alcune differenze dovute alle poste Lindebitamento netto, con alcune differenze dovute alle poste finanziarie (ad es.es. la svalutazione rivalutazione di di debiti o finanziarie (ad la svalutazione o o rivalutazione debiti o crediti espressi in in valuta), equivale alla variazione dello stock crediti espressi valuta), equivale alla variazione dello stock deldel debito. Inoltre, se dallindebitamento netto si tolgono le debito. Inoltre, se dallindebitamento netto si tolgono le spese per interessi passivi si si ottiene saldo primario che, spese per interessi passivi ottiene il il saldo primario che, sempre rapportato al Pil, costituisce unun indicatore dello sforzo sempre rapportato al Pil, costituisce indicatore dello sforzo di di finanza pubblica (il risparmio pubblico, o limmissione di finanza pubblica (il risparmio pubblico, o limmissione di risorse nelnel sistema, al netto degli oneri del debito), leggibile risorse sistema, al netto degli oneri del debito), leggibile come livello e/o prendendo a riferimento le le variazioni da un Indebitamento netto e saldo primario in in rapporto al Pil come livello e/o prendendo a riferimento variazioni da un Indebitamento netto e saldo primario rapporto al Pil anno allaltro. LaLa relazione tra indebitamento netto e saldo Anni 1987-2007 (valori percentuali) anno allaltro. relazione tra indebitamento netto e saldo Anni 1987-2007 (valori percentuali) primario pu essere molto diversa tratra singoli paesi in funzione primario pu essere molto diversa singoli paesi in funzione delle differenze negli oneri deldel debito, mentre landamento 6 6 delle differenze negli oneri debito, mentre landamento mutevole della spesa per interessi la rende variabile nelnel tempo. mutevole della spesa per interessi la rende variabile tempo. Nel 2007 il saldo primario nazionale positivo e pari al 3,1 deldel 3 3 Nel 2007 il saldo primario nazionale positivo e pari al 3,1 Pil, mentre lindebitamento si attesta a 1,9 punti percentuali in in 0 0 Pil, mentre lindebitamento si attesta a 1,9 punti percentuali rapporto al Pil. rapporto al Pil.
-3 -3 -6 -6 -9 -9 -12 -12 19871987 19921992 19971997 20022002

Saldo primario e indebitamento netto rapporto al al nei paesi Uem Anno 2007 (valori percentuali) differenza tratra questi andamenti spiegata prima dal ruolo Saldo primario e indebitamento netto in in rapporto PilPil nei paesi UemAnno 2007 (valori percentuali) differenza questi andamenti spiegata prima dal ruolo dellinflazione, con tassi dinteresse nominali relativamente dellinflazione, con tassi dinteresse nominali relativamente Saldo Primario Indebitamento netto Saldo Primario Indebitamento netto elevati rispetto a quelli reali, e poipoi dallaccelerazione degli oneri elevati rispetto a quelli reali, e dallaccelerazione degli oneri 6 6 debito. Questo ha determinato una situazione difficilmente deldel debito. Questo ha determinato una situazione difficilmente sostenibile culminata nella crisi finanziaria che, nelnel 1992, ha sostenibile culminata nella crisi finanziaria che, 1992, ha portato alla fluttuazione e al al massiccio deprezzamento della portato alla fluttuazione e massiccio deprezzamento della 4 4 lira. Nel periodo 1992-97 si si realizzato un aggiustamento lira. Nel periodo 1992-97 realizzato un aggiustamento drastico di di finanza pubblica, pari 6,7 punti percentuali nelnel drastico finanza pubblica, pari a a 6,7 punti percentuali saldo primario e 8,7 in quello finanziario, che haha portatodefisaldo primario e 8,7 in quello finanziario, che portato il il defi2 2 cit cit sotto la soglia del 3 per cento, richiesta per ladesione sotto la soglia del 3 per cento, richiesta per ladesione allUem. Lesperienza italiana di di una dinamica esplosiva allUem. Lesperienza italiana una dinamica esplosiva dellindebitamento netto e deldel debito confrontabile, siasia pure dellindebitamento netto e debito confrontabile, pure 0 0 con alcune differenze, con quella deldel Belgio. In questo caso, con alcune differenze, con quella Belgio. In questo caso, tuttavia, il percorso di rientro daldal debitostato avviato gigi nella tuttavia, il percorso di rientro debito stato avviato nella seconda met degli anni Ottanta eded stato mantenuto finora, seconda met degli anni Ottanta stato mantenuto finora, -2 -2 consentendo una riduzione pipi rapida del debito degli oneri consentendo una riduzione rapida del debito e e degli oneri per interessi. Nel caso dellItalia, invece, il rigore fiscale si si per interessi. Nel caso dellItalia, invece, il rigore fiscale imposto pipi tardivamente fino quasi allannullamento del sur- -4 -4 imposto tardivamente fino quasi allannullamento del surplus primario, in particolare dopo il 2000. Questa tendenza non plus primario, in particolare dopo il 2000. Questa tendenza non si si riflessa per intero sullindebitamento netto, per riflessa per intero sullindebitamento netto, per landamento particolarmente favorevole deidei tassi dinteresse. landamento particolarmente favorevole tassi dinteresse. Nel 2007, soprattutto per unun cospicuo aumento delle entrate, Nel 2007, soprattutto per cospicuo aumento delle entrate, Fonte: Commissione europea lItalia si colloca al al quarto posto trapaesi dellUnione econolItalia si colloca quarto posto tra i i paesi dellUnione econo- Fonte: Commissione europea mica e e monetaria per surplus primario, mentre lincidenza mica monetaria per surplus primario, mentre lincidenza Indebitamento netto rapporto al al nei paesi Ue (a) Anni 1995, 2000, 2005 e 2006 dellindebitamento netto in in un biennio (2005-2007) diminuisce Indebitamento netto in in rapporto PilPil nei paesi Ue (a)Anni 1995, 2000, 2005 e 2006 dellindebitamento netto un biennio (2005-2007) diminuisce daldal 4,2 fino all1,9 per cento del Pil. 4,2 fino all1,9 per cento del Pil.
Po r Po toga rto l lo ga l lo Fr an Fr ci a an ci Sl a ov Sl en ov ia en ia Gr e Gr ci a Lu ec s i Lu s em a ss bu em rg bu o rg o Ma Malta lta Au str Au ia str ia Irla Irlanda Pa nda e Pa si B es as i B si as si UE M UE M

PAESI PAESI

1995 1995

2000 2000

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Lindebitamento netto al al 31 dicembre di ogni anno esprime il Lindebitamento netto 31 dicembre di ogni anno esprime il saldo deldel conto economico, definito consolidando le amminisaldo conto economico, definito consolidando le amministrazioni pubbliche e utilizzando regole specifiche di di computo strazioni pubbliche e utilizzando regole specifiche computo stabilite dalla procedura per i disavanzi eccessivi (EDP) di di stabilite dalla procedura per i disavanzi eccessivi (EDP) Maastricht (sulla metodologia, si si vedano gli approfondimenti Maastricht (sulla metodologia, vedano gli approfondimenti segnalati). Il PilPil definito sulla base delle regole deldel sistema segnalati). Il definito sulla base delle regole sistema europeo deidei conti (ESA 1995). caso di di segnalare che il europeo conti (ESA 1995). il il caso segnalare che il conto economico che origina lindebitamento include anche conto economico che origina lindebitamento include anche elementi di di natura straordinaria, quali in Italia le entrate dalla elementi natura straordinaria, quali in Italia le entrate dalla cessione delle licenze di telefonia mobile UMTS nelnel 2000, pari cessione delle licenze di telefonia mobile UMTS 2000, pari a circa unun punto di Pil, le le uscite per effetto della sentenza a circa punto di Pil, e e uscite per effetto della sentenza comunitaria sulla detraibilit dellIva suisui veicoli da parte delle comunitaria sulla detraibilit dellIva veicoli da parte delle imprese e per il ripiano deidei debiti della TAV nel 2006. imprese e per il ripiano debiti della TAV nel 2006.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

20072007

Indeditamento nettonetto Indeditamento Entrate e uscite straordinarie Entrate e uscite straordinarie

Saldo primario Saldo primario Entrate e uscite straordinarie Entrate e uscite straordinarie

Fonte: Conti economici nazionali Fonte: Conti economici nazionali

Fonti Fonti

N N Istat, Conti economici nazionali Istat, Conti economici nazionali N N Commissione europea, Direzione generale economiafinanza Commissione europea, Direzione generale economia e e finanza

LItalia daldal 1981 1993 stata caratterizzata dada deficit pubbliLItalia 1981 al al 1993 stata caratterizzata deficit pubblici ininterrottamente superiori al al 10 per cento del Pil, mentre il ci ininterrottamente superiori 10 per cento del Pil, mentre il saldo primario negativo negli anni Ottanta oscillato tratra2,5 e e saldo primario negativo negli anni Ottanta oscillato il il 2,5 il 4ilper cento deldel Pil, avvicinandosi pareggio gigi nel 1991. La 4 per cento Pil, avvicinandosi al al pareggio nel 1991. La

Altre informazioni Altre informazioni

SitiSiti internet internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it N N http://ec.europa.eu/economy_finance http://ec.europa.eu/economy_finance N N http://www.istat.it/strumenti/metodi/notifica/edp2007.pdf http://www.istat.it/strumenti/metodi/notifica/edp2007.pdf

Italia Italia Austria Austria Belgio Belgio Finlandia Finlandia Francia Francia Germania Germania Grecia Grecia Irlanda Irlanda Lussemburgo Lussemburgo Paesi Bassi Paesi Bassi Portogallo Portogallo Slovenia Slovenia Spagna Spagna Bulgaria Bulgaria Cipro Cipro Repubblica Ceca Repubblica Ceca Danimarca Danimarca Estonia Estonia Regno Unito Regno Unito Ungheria Ungheria Lituania Lituania Lettonia Lettonia Malta Malta Polonia Polonia Romania Romania Svezia Svezia Slovacchia Slovacchia EUR-13 EUR-13 Ue27 Ue27

-7,4 -7,4 -5,6 -5,6 -4,4 -4,4 -6,2 -6,2 -5,5 -5,5 -3,2 -3,2 -10,2 -10,2 -2,0 -2,0 2,42,4 -4,3 -4,3 -5,2 -5,2 n.d. n.d. -6,5 -6,5 -14,1 -14,1 n.d. n.d. -13,4 -13,4 -2,9 -2,9 0,40,4 -5,7 -5,7 n.d. n.d. -1,6 -1,6 -2,0 -2,0 n.d. n.d. -4,4 -4,4 n.d. n.d. -7,5 -7,5 -1,8 -1,8 n.d. n.d. n.d. n.d.

-0,8 -0,8 -1,5 -1,5 0,10,1 6,96,9 -1,5 -1,5 1,31,3 -4,0 -4,0 4,64,6 6,06,0 2,02,0 -2,9 -2,9 -3,8 -3,8 -0,9 -0,9 -4,0 -4,0 -2,3 -2,3 -3,7 -3,7 2,42,4 -0,2 -0,2 4,04,0 -2,9 -2,9 -3,2 -3,2 -2,8 -2,8 -6,2 -6,2 -3,0 -3,0 3,33,3 3,83,8 -11,8 -11,8 0,00,0 0,70,7

Fonte: Commissione europea Fonte: Commissione europea (a) (a) Eventuali differenze sui decimali rispettoquanto apparso su su altre pubblicazionibanche dati nazionali e internazionali dipendono Eventuali differenze sui decimali rispetto a a quanto apparso altre pubblicazioni o o banche dati nazionali e internazionali dipendono da da diverse modalit arrotondamento. diverse modalit di di arrotondamento.

100 statistiche per il Paese

Ci p Ci r o p Ge ro Germa rm nia an ia ITA ITA LIA LIA Sp ag Sp na ag na Be lgi Be o lgi Fin o Finland lan ia dia

2005 2005

2006 2006 -3,4 -3,4 -1,1 -1,1 0,20,2 3,93,9 -2,5 -2,5 -1,7 -1,7 -2,6 -2,6 2,92,9 0,10,1 0,60,6 -3,9 -3,9 -1,4 -1,4 1,81,8 3,33,3 -1,5 -1,5 -2,9 -2,9 4,24,2 3,83,8 -2,8 -2,8 -9,2 -9,2 -0,3 -0,3 0,40,4 -2,6 -2,6 -3,9 -3,9 -1,9 -1,9 2,22,2 -3,4 -3,4 -1,6 -1,6 -1,7 -1,7

-4,2 -4,2 -1,6 -1,6 -2,3 -2,3 2,72,7 -3,0 -3,0 -3,2 -3,2 -5,5 -5,5 1,01,0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,3 -6,1 -6,1 -1,5 -1,5 1,11,1 1,91,9 -2,3 -2,3 -3,5 -3,5 4,74,7 2,32,3 -3,1 -3,1 -7,8 -7,8 -0,5 -0,5 -0,2 -0,2 -3,1 -3,1 -4,3 -4,3 -1,4 -1,4 2,12,1 -2,8 -2,8 -2,5 -2,5 -2,4 -2,4

Valore pi alto dellUnione europea, ma in decrescita nel 2007


UNO SGUARDO DINSIEME

Tutti i paesi di nuova adesione si collocano significativamente al di sotto del 60 per cento, ad eccezione di Ungheria, Malta e Cipro che superano la soglia di circa 5-6 punti percentuali. Debito pubblico in rapporto al Pil nei paesi Ue (a) Anni 1995, 2000, 2005 e 2006 (valori percentuali)
PAESI Italia Austria Belgio Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Slovenia Spagna EUR-13 Bulgaria Cipro Repubblica Ceca Danimarca Estonia Regno Unito Ungheria Lituania Lettonia Malta Polonia Romania Svezia Slovacchia Ue27 1995 121,2 67,5 129,2 56,6 55,8 55,3 105,7 80,5 7,6 75,7 60,9 n.d. 64,1 n.d. n.d. n.d. 14,6 72,5 8,8 51,0 n.d. 11,9 n.d. n.d. n.d. n.d. 73,0 22,0 n.d. 2000 109,2 65,5 107,7 43,8 56,7 59,7 110,2 37,8 6,4 53,8 50,4 26,9 59,2 69,2 73,6 58,8 18,5 51,7 5,1 41,2 54,2 23,6 12,6 58,7 35,9 23,9 52,3 50,2 61,8 2005 105,8 63,5 93,2 41,4 66,2 67,9 107,5 27,4 6,1 52,7 63,6 28,4 43,2 70,5 29,2 69,2 30,4 36,3 4,4 42,2 61,7 18,6 12,2 72,4 47,1 15,8 52,2 34,5 62,9 2006 106,5 62,2 89,1 39,1 63,9 67,9 104,6 24,9 6,8 48,7 64,7 27,8 39,9 69,0 22,8 65,3 30,4 30,2 4,1 43,5 66,0 18,2 10,0 66,5 47,8 12,4 46,9 30,7 61,7

Debito pubblico (miliardi di euro), Pil (miliardi di euro) e rapporto debito/Pil (valori percentuali) Anni 1984-2007
1600 1400 1200 1000 100 800 600 400 200 90 80 70

Pil

Debito

debito/Pil

130 120 110

Finanza pubblica Debito pubblico in rapporto al Pil

Il rapporto percentuale tra il debito delle amministrazioni pubbliche e il Pil costituisce un indicatore di solvibilit che offre uninformazione essenziale nella gestione della finanza pubblica. Infatti, mette in relazione lentit complessiva delle obbligazioni del settore pubblico consolidato Stato pi enti locali e previdenziali con il flusso di beni e servizi prodotti dalleconomia, che rappresenta il punto di riferimento per limposizione fiscale e, quindi, una misura indiretta della capacit di pagamento. Per questi motivi stato incluso tra gli indicatori strutturali della Commissione europea e tra gli obiettivi definiti nel trattato di Maastricht (livello obiettivo inferiore al 60 per cento). Un rapporto debito/Pil elevato determina un vincolo importante per le scelte di politica economica, obbligando a destinare un ammontare cospicuo di risorse pubbliche al servizio del debito per evitare un ulteriore aumento della sua incidenza; inoltre, spesso si riflette anche in un premio di rischio, ovvero nella necessit di corrispondere un tasso dinteresse comparativamente elevato sui titoli del debito. Nel 2006 lItalia stato il Paese dellUe27 con il rapporto debito/Pil pi elevato (106,5 per cento), mentre per il 2007 tale rapporto sceso al 104 per cento.
DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Conti economici nazionali

Il debito pubblico nominale al 31 dicembre definito consolidando le amministrazioni pubbliche e utilizzando regole specifiche di computo stabilite dalla procedura per i disavanzi eccessivi (EDP) di Maastricht (sulla metodologia, si vedano gli approfondimenti segnalati). Il Pil definito sulla base delle regole del sistema europeo dei conti (ESA 1995). La variazione dello stock del debito corrisponde allindebitamento che, anchesso espresso in percentuale del Pil, trattato nella scheda precedente. Il nostro Paese ancora lontano dal raggiungere lobiettivo di Maastricht di contenere il rapporto debito/Pil al di sotto del 60 per cento. Lincidenza dello stock del debito pubblico ha toccato il massimo del 121,5 per cento nel 1994, diminuendo fino al 103,8 per cento nel 2004. Il rapporto debito/Pil in Italia sceso pi lentamente rispetto al Belgio laltro caso su scala europea che si attesta all89,1 per cento e anzi, tornato a salire nel 2005 e nel 2006, per lallentamento del rigore finanziario e la crescita pi lenta delleconomia, per poi attestarsi al 104,0 nel 2007. Tra i paesi Ue15, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia e Spagna presentano valori del rapporto debito/Pil costantemente al di sotto della soglia del 60 per cento. Per ci che riguarda invece Francia e Germania si segnalano valori in crescita rispetto allanno 2000 ma che, per il 2006, si attestano intorno al valore soglia (63,9 per cento e 67,9 per cento, rispettivamente).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Debito pubblico e Pil nominali in Italia e ruolo dei prezzi nella crescita Anni 1985-2007 (variazioni percentuali)
Pil nominale deflatore implicito
20

Fonte: Commissione europea (a) Eventuali differenze sui decimali rispetto a quanto apparso su altre pubblicazioni o banche dati sia nazionali sia internazionali dipendono da diverse modalit di arrotondamento.

19 84 19 85 19 86 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07

debito Pil reale (concatenato)


20

15

15

Fonti

10

10

N Istat, Conti economici nazionali N Commissione europea, Direzione generale economia e finanza

Altre informazioni

N Eurostat, EU excessive deficit procedure Eurostat metadata in SDDS format: Summary Methodology N Istat, EDP Consolidated Inventory of sources and methods Siti internet N http://www.istat.it/strumenti/metodi/notifica/edp2007.pdf N http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/continaz/ 20080229_00/ N http://europa.eu.int/estatref/info/sdds/en/gov/gov_dd01_sm.htm N http://ec.europa.eu/economy_finance

Fonte: Conti economici nazionali

100 statistiche per il Paese

19 85 19 86 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07

9
Finanza pubblica Quota delle unit di lavoro del settore pubblico

In calo ililpeso occupazionale In calo il peso occupazionale In calo peso occupazionale del settore pubblico del settore pubblico del settore pubblico
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

La rilevanza del comparto pubblico sul complesso La rilevanza del comparto pubblico sul complesso La rilevanza del comparto pubblico sul complesso delleconomia dei paesi occidentali da tempo alalcentro delleconomia dei paesi occidentali da tempo al centro delleconomia dei paesi occidentali da tempo centro dellattenzione. IlIlIlpeso occupazionale del settore pubblico midellattenzione. peso occupazionale del settore pubblico midellattenzione. peso occupazionale del settore pubblico misura, da un lato, ilililruolo delle Amministrazioni pubbliche (AP) sura, da un lato, ruolo delle Amministrazioni pubbliche (AP) sura, da un lato, ruolo delle Amministrazioni pubbliche (AP) negli equilibri del mercato del lavoro, dallaltro ancorch indinegli equilibri del mercato del lavoro, dallaltro ancorch indinegli equilibri del mercato del lavoro, dallaltro ancorch indirettamente lacapacit didierogare servizi alla collettivit. rettamente lalacapacit dierogare servizi alla collettivit. rettamente capacit erogare servizi alla collettivit. InIn Italia nel 2007 ililil settore pubblico rappresenta il il14,5 per In Italia nel 2007 settore pubblico rappresenta il 14,5 per Italia nel 2007 settore pubblico rappresenta 14,5 per cento della forza lavoro impiegata, con una dinamica inin costancento della forza lavoro impiegata, con una dinamica in costancento della forza lavoro impiegata, con una dinamica costantetecalofin dal 1990. tecalo fin dal 1990. calo fin dal 1990. La quota delle unit didilavoro (Ula) del settore pubblico, ricavaLa quota delle unit dilavoro (Ula) del settore pubblico, ricavaLa quota delle unit lavoro (Ula) del settore pubblico, ricavabile dal sistema dei conti economici nazionali, calcolata dal bile dal sistema dei conti economici nazionali, calcolata dal bile dal sistema dei conti economici nazionali, calcolata dal rapporto percentuale tra leleUla del settore pubblico (determinarapporto percentuale tra leUla del settore pubblico (determinarapporto percentuale tra Ula del settore pubblico (determinatotosecondo leledefinizioni europee) e eil iltotale delle Ula to secondo le definizioni europee) e il totale delle Ula secondo definizioni europee) totale delle Ula delleconomia nazionale. Le unit didilavoro (o(o equivalente temdelleconomia nazionale. Le unit di lavoro (o equivalente temdelleconomia nazionale. Le unit lavoro equivalente tempo pieno) sono una misura che quantifica ininmodo omogeneo po pieno) sono una misura che quantifica in modo omogeneo po pieno) sono una misura che quantifica modo omogeneo (una persona pu assumere infatti una o opi posizione lavora(una persona pu assumere infatti una o pi posizione lavora(una persona pu assumere infatti una pi posizione lavorative) ililil volume didilavoro svolto da coloro che partecipano alal tive) volume di lavoro svolto da coloro che partecipano tive) volume lavoro svolto da coloro che partecipano processo didiproduzione. processo diproduzione. processo produzione. I Idati diffusi dallOrganizzazione internazionale del lavoro (ILO) Idati diffusi dallOrganizzazione internazionale del lavoro (ILO) dati diffusi dallOrganizzazione internazionale del lavoro (ILO) utilizzano, aaaseconda dei paesi, differenti unit didimisura utilizzano, utilizzano, seconda dei paesi, differenti unit di misura seconda dei paesi, differenti unit misura delloccupazione (occupati, unit didilavoro, occupati con condelloccupazione (occupati, unit di lavoro, occupati con condelloccupazione (occupati, unit lavoro, occupati con contratti aaatempoindeterminato, ecc.), pertanto ii confronti internatratti tempo indeterminato, ecc.), pertanto iconfronti internatratti tempo indeterminato, ecc.), pertanto confronti internazionali possono esserne influenzati. zionali possono esserne influenzati. zionali possono esserne influenzati. Nel 2006 ilililpesooccupazionale del settore pubblico del 20,6 Nel 2006 peso occupazionale del settore pubblico del 20,6 Nel 2006 peso occupazionale del settore pubblico del 20,6 per cento nel complesso dei paesi dellUnione europea e e risulper cento nel complesso dei paesi dellUnione europea e risulper cento nel complesso dei paesi dellUnione europea risultataincalo didi1,1punti percentuali rispetto alal 2000. LItalia, con il tainincalo di1,1 punti percentuali rispetto al 2000. LItalia, con il calo 1,1 punti percentuali rispetto 2000. LItalia, con 14,6 per cento si sicollocaalalventiduesimo posto della graduato14,6 per cento sicolloca al ventiduesimo posto della graduato14,6 per cento colloca ventiduesimo posto della graduatoria europea, poco alaldisopra didiSpagna e e Germania. ria europea, poco aldidisopra diSpagna e Germania. ria europea, poco sopra Spagna Germania. IlIlIlcontestoeuropeo si sicaratterizza anche per una forte variabilicontesto europeo sicaratterizza anche per una forte variabilicontesto europeo caratterizza anche per una forte variabilitt tra i i paesi. Nelle economie didinuova adesione il ilpeso del t tra i paesi. Nelle economie di nuova adesione il peso del tra paesi. Nelle economie nuova adesione peso del settore pubblico ancora molto elevato (il(ilvalore pi alto si si settore pubblico ancora molto elevato (il valore pi alto settore pubblico ancora molto elevato valore pi alto registra inin Lituania con ilil il36,3 per cento), anche se ininforte registra in Lituania con 36,3 per cento), anche se in forte registra Lituania con 36,3 per cento), anche se forte calo. Svezia eeeDanimarca,paesi dove tradizionalmente lolo stato calo. Svezia Danimarca, paesi dove tradizionalmente lo stato calo. Svezia Danimarca, paesi dove tradizionalmente stato sociale ha una forte connotazione, si siattestano rispettivamente sociale ha una forte connotazione, si attestano rispettivamente sociale ha una forte connotazione, attestano rispettivamente alal34,4eeeal33,8 per cento. Sul versante opposto, inin Austria e al34,4 alal33,8 per cento. Sul versante opposto, in Austria e 34,4 33,8 per cento. Sul versante opposto, Austria inin Lussemburgo ilililpeso occupazionale del settore pubblico in Lussemburgo peso occupazionale del settore pubblico Lussemburgo peso occupazionale del settore pubblico pi basso (12,7 eee11,4per cento, rispettivamente). pi basso (12,7 11,4 per cento, rispettivamente). pi basso (12,7 11,4 per cento, rispettivamente). Quasi tutti i ipaesi europei presentano inoltre dinamiche didi riduQuasi tutti ipaesi europei presentano inoltre dinamiche di riduQuasi tutti paesi europei presentano inoltre dinamiche riduzione pi ooomeno accentuate, con alcune eccezioni didirilievo: zione pi meno accentuate, con alcune eccezioni di rilievo: zione pi meno accentuate, con alcune eccezioni rilievo: Paesi Bassi (+2,2 punti percentuali), ilil ilRegno Unito (+1 punto Paesi Bassi (+2,2 punti percentuali), Regno Unito (+1 punto Paesi Bassi (+2,2 punti percentuali), Regno Unito (+1 punto percentuale), Svezia (+0,7) e eFrancia (+0,5). percentuale), Svezia (+0,7) eFrancia (+0,5). percentuale), Svezia (+0,7) Francia (+0,5).
LA SITUAZIONE NAZIONALE LA SITUAZIONE NAZIONALE LA SITUAZIONE NAZIONALE LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Peso occupazionale del settore pubblico sul totale, paesi Ue Anni 2000 2006 (valori percentuali) Peso occupazionale del settore pubblico sul totale, neipaesi Ue Anni 20002006 (valori percentuali) trali (56,5 per cento), seguite dagli enti locali sanitari (19,2 per trali (56,5 per cento), seguite dagli enti locali sanitari (19,2 per Peso occupazionale del settore pubblico sul totale, neinei paesi UeAnni 2000 ee e 2006 (valori percentuali) sanitari (19,2 per cento) e edagli enti locali territoriali (17,2 per cento). Questi cento) dagli enti locali territoriali (17,2per cento). Questi per cento). Questi 5050 50 ultimi fanno registrare un forte calo, accentuato dal passaggio, ultimi fanno registrare un forte calo, accentuato dal passaggio, accentuato dal passaggio, 2000 2006 (a) (a) 2000 2006 2000 2006 (a) a a partire dal 2000, del personale amministrativo della scuola partire dal 2000, del personale amministrativo della scuola amministrativo della scuola 4545 45 Rispetto al 1990 la ridudalle province e e dai comuni allo Stato. Rispetto al 1990 la ridudalle province dai comuni allo Stato. Rispetto al 1990 la ridu4040 40 stata del 15,1 per zione didi questo sottosettore istituzionale stata del 15,1 per zione questo sottosettore istituzionale stata del 15,1 per cento. cento. 3535 35 Il Il peso del comparto pubblico risulta in costante riduzione, sia peso del comparto pubblico risulta in costante riduzione, sia costante riduzione, sia inin valori assoluti sia in termini di quota rispetto al totale delle valori assoluti sia in termini di quota rispetto al totale delle rispetto al totale delle 3030 30 unit didi lavoro. A partire dal 2000 si rileva infatti una diminuunit lavoro. A partire dal 2000 si rileva infatti una diminuinfatti una diminuzione complessiva dello 0,3 per cento delle unit di dilavoro zione complessiva dello 0,3 per cento delleunit di lavoro unit lavoro 2525 25 mentre risulta decisamente pi consistente la la riduzione rispetto mentre risulta decisamente pi consistente riduzione rispetto riduzione rispetto 2020 20 allinizio degli anni Novanta (-4,3 per cento). allinizio degli anni Novanta (-4,3 per cento). Analogamente, rispetto alaltotale delloccupazione, anche il il Analogamente, rispetto totaledelloccupazione, anche il delloccupazione, anche 1515 15 peso delle AP risulta inin forte calo: si passa infatti dal 16,2 per peso delle AP risulta forte calo: si passa infatti dal 16,2 per infatti dal 16,2 per cento del 1990 alal 15,5 per cento del 2000, per arrivare infine al cento del 1990 15,5 per cento del 2000, per arrivare infine al arrivare infine al 1010 10 14,5 per cento del 2007. La diminuzione tra il 1990 e e 2007 14,5 per cento del 2007. La diminuzione tra il 1990 il il 2007 il 1990 e il 2007 ammonta quindi a a 1,7 punti percentuali (la maggiore riduzione ammonta quindi 1,7 punti percentuali (la maggiore riduzione maggiore riduzione 5 5 5 si si rileva nel periodo 2000-2007, con -1,1 punti percentuali). rileva nel periodo 2000-2007, con -1,1 punti percentuali). percentuali).
0 0 0

Ue27 Ue27 Ue27

100 100 100 90 9090 80 8080 70 7070 60 6060 50 5050 40 4040 30 3030 20 2020 10 1010 0 0 0 1990 1995 1995 2000 2000 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2006 2007 2007 1990 2003 2004 2005 2006 2007 Stato e altre amministrazioni centrali Stato e altre amministrazioni centrali Enti locali sanitari Enti locali sanitari Regioni, province, comuni (a) (a) Regioni, province, comuni Regioni, province, comuni (a) Altri enti e militari di leva Altri enti e militari di leva Altri enti e militari di leva

Fonte: Elaborazioni Istat su su dati ILO, Database labour statistics Fonte: Elaborazioni Istat dati ILO, Database of labour statistics Fonte: Elaborazioni Istat sudati ILO, Database of of labour statistics (a)(a) Germania, Lituania, Paesi BassiPolonia al 2005; Francia, Repubblica Ceca e e Ungheria al al 2004; Austria al 2003; Portogallo al 2002. (a)Germania, Lituania, Paesi Bassi ee Polonia al al 2005; Francia, Repubblica Ceca e Ungheria2004; Austria alal 2003; Portogallo al 2002. Germania, Lituania, Paesi Bassi e Polonia 2005; Francia, Repubblica Ceca Ungheria al 2004; Austria 2003; Portogallo al 2002.

Unit di di lavoro delle AP per sottosettore istituzionaleAnni 1990, 1995, 2000, 2005, 2006 e e e 2007 (valori assoluti Unit lavoro delle AP per sottosettore istituzionale Anni 1990, 1995, 2000, 2005, 2006 2007 (valori assoluti Unit dilavoro delle AP per sottosettore istituzionale Anni 1990, 1995, 2000, 2005, 2006 2007 (valori assoluti in in migliaia percentuali sulsul totale delle Ulavariazioni percentuali) in migliaia e e percentuali totale delle Ula ee e variazioni percentuali) migliaia e percentuali sul totale delle Ula variazioni percentuali)
SOTTOSETTORE ISTITUZIONALE SOTTOSETTORE ISTITUZIONALE SOTTOSETTORE ISTITUZIONALE 1990 1990 1990 1995 1995 1995 2000 2000 2000 2005 2005 2005 2006 2006 2006 2007 2007 2007 % % % sul sul sul Variazioni percentuali Variazioni percentuali Variazioni percentuali totale totale totale 2000-2007 1990-2007 2000-2007 1990-2007 al al al 2007 2000-2007 1990-2007 2007 2007 3,9 3,9 3,9 -6,2 -6,2 -6,2 2,3 2,3 2,3 38,238,2 38,2 -1,2 -1,2 -1,2 - - -0,3 -0,3 -0,3 -0,9 -0,9 -0,9 -15,1 -15,1 -15,1 3,3 3,3 3,3 511,8 511,8 511,8 -10,0 -10,0 -10,0 - - -4,3 -4,3 -4,3 56,556,5 56,5 17,217,2 17,2 19,219,2 19,2 5,6 5,6 5,6 1,5 1,5 1,5 0,0 0,0 0,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche Amministrazioni pubbliche (a) Con riferimento all'anno 2000, crescita della consistenza del per(a) Con riferimento all'anno 2000, la la crescita della consistenza del perdella consistenza del personale statale la conseguente riduzione del personale degli Enti sonale statale e e la conseguente riduzione del personale degli Enti del personale degli Enti territoriali locali dovuta principalmente al passaggio del personale territoriali locali dovuta principalmente al passaggio del personale passaggio del personale amministrativo della scuola (a.t.a.) dalle province e dai comuni allo amministrativo della scuola (a.t.a.) dalle province e dai comuni allo province e dai comuni allo Stato. Stato. Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche NNIstat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche pubbliche ILO, LABORSTA, Database labour statistics NNILO, LABORSTA, Database of of labour statistics statistics

Fonti Fonti

Altre informazioni Altre informazioni


Siti internet Siti internet http://www.istat.it NNhttp://www.istat.it http://www.ilo.org NNhttp://www.ilo.org

Le informazioni disponibili a alivello nazionale per lanno 2007 Le informazioni disponibili a livello nazionale per lanno 2007 Le informazioni disponibili livello nazionale per lanno 2007 consentono unanalisi settoriale e etemporale pi dettagliata. Gli consentono unanalisi settoriale e temporale pi dettagliata. Gli consentono unanalisi settoriale temporale pi dettagliata. oltre 3,6 milioni didiunit didilavoro delle AP si siconcentrano preoltre 3,6 milioni di unit di lavoro delle AP si concentrano preoltre 3,6 milioni unit lavoro delle AP concentrano prevalentemente nel settore statale e edelle amministrazioni cenvalentemente nel settore statale e delle amministrazioni cenvalentemente nel settore statale delle amministrazioni cen-

Pubblicazioni Pubblicazioni Istat, Annuario statistico italiano, 2007 NNIstat, Annuario statistico italiano, 2007

Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche (a)(a) Con riferimento all'anno 2000, crescita della consistenza del del personale statale la la conseguente riduzione personale degli EntiEnti territoriali (a)Con riferimento all'anno 2000, la la crescita della consistenza personale statale e e econseguente riduzione del del personale degli territoriali Con riferimento all'anno 2000, la crescita della consistenza del personale statale la conseguente riduzione del personale degli Enti territoriali locali dovuta principalmente al passaggio deldel personale amministrativo della scuola (a.t.a.) dalle province dai comuni allo Stato. locali dovuta principalmente passaggio del personale amministrativo della scuola (a.t.a.) dalle province dai dai comuni Stato. locali dovuta principalmente al al passaggio personale amministrativo della scuola (a.t.a.) dalle province e e e comuni allo allo Stato.

100 statistiche per il Paese

L Liit u Lituan tuan Sva ia Sv n iia e Se a Le z a Le veziia tto z Le tton ia Da Da t ni n t a Da niimonia n m a ia Uni arca Unmarca gh Un gh rca er gher ia M e ia Ma r ia Bu alta BuMallta g Bullga ta ar Frlg r ia Fra ar ia n Fra ncia S a Slloa nciia v Slovecia en a Pove niia Pa Po o n Pae Pollon ia Paesi oloniia s B esi Ba nia F i as sa FiinBas sii a Finllans si nl nd Esa d ia Est nd ia on a S SlloEstoniia v t Slova conia ova cc ia a ch Gcchia Gre hiia Re ca Gre cia Re p u Be Re pub Bre cia b l elgia pubb ic B l i o bb lica elgio Cg lica Ce io a Ro c a Ce Ro m ec a Re R a c Re g o ma n a n Re gnoma niia gno Unnia o Un ita U o C n ito Ciipirto IrC p ro p Irllain ro Irlando ITa d a ITAnd a La SITAL IA A Spa L IA G SpagnIA Gerpagn a Ge m gn a Po r man a e Porrtmania o an Portoga ia a rt g lio Lu Aoga lllo u Lu ss Ausa llo tri A Lu ssemust a ssembstria emburrga i burg o ur o go
Valori assoluti Valori assoluti Valori assoluti Stato e altre amministrazioni centrali Stato e altre amministrazioni centrali Stato e altre amministrazioni centrali Regioni, province, comuni (a) (a) Regioni, province, comuni Regioni, province, comuni (a) Enti locali sanitari Enti locali sanitari Enti locali sanitari Altri enti locali Altri enti locali Altri enti locali Enti di previdenza Enti previdenza Enti di di previdenza Militari di leva Militari leva Militari di di leva Totale Amministrazioni pubbliche Totale Amministrazioni pubbliche Totale Amministrazioni pubbliche 2.070,1 2.070,1 1.971,2 1.975,4 1.971,2 1.975,4 2.051,1 1.975,4 2.051,1 2.049,3 2.051,1 2.049,3 2.051,9 2.049,3 2.051,9 2.051,9 2.070,1 1.971,2 735,0 735,0 735,0 674,7 674,7 674,7 33,0 33,0 33,0 62,0 62,0 62,0 218,0 218,0 218,0 689,7 689,7 689,7 689,2 689,2 689,2 140,4 140,4 140,4 56,5 56,5 56,5 167,0 167,0 167,0 664,9 664,9 664,9 681,7 681,7 681,7 146,1 146,1 146,1 56,5 56,5 56,5 116,0 116,0 116,0 630,1 630,1 630,1 699,4 699,4 699,4 192,8 192,8 192,8 57,7 57,7 57,7 4,4 4,4 4,4 627,8 627,8 627,8 698,5 698,5 698,5 201,0 201,0 201,0 56,7 56,7 56,7 -- 623,7 623,7 623,7 697,3 697,3 697,3 201,9 201,9 201,9 55,8 55,8 55,8 - - 3.792,8 3.792,8 3.714,0 3.640,6 3.714,0 3.640,6 3.635,5 3.640,6 3.635,5 3.633,3 3.635,5 3.633,3 3.630,6 3.633,3 3.630,6 3.630,6 3.792,8 3.714,0 Percentuali sul sul totale delle unit di lavoro Percentuali totale delle unit di lavoro Percentuali sul totale delle unit di lavoro 8,8 8,8 8,4 8,4 8,4 8,4 8,3 8,3 8,8 8,4 8,4 8,3 3,1 3,1 2,8 2,8 2,6 2,6 2,5 2,5 3,1 2,8 2,6 2,5 3,1 3,1 2,9 2,9 2,9 2,9 2,8 2,8 3,1 2,9 2,9 2,8 0,6 0,6 0,6 0,6 0,8 0,8 0,8 0,8 0,6 0,6 0,8 0,8 0,3 0,3 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,2 0,2 0,2 0,7 0,7 0,5 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,7 0,5 0,0 0,0 16,5 15,5 14,9 14,6 16,5 15,5 14,9 14,6 16,5 15,5 14,9 14,6 Stato e altre amministrazioni centrali Stato e altre amministrazioni centrali Stato e altre amministrazioni centrali Regioni, province, comuni (a) (a) Regioni, province, comuni Regioni, province, comuni (a) Enti locali sanitari Enti locali sanitari Enti locali sanitari Altri enti locali Altri enti locali Altri enti locali Enti di previdenza Enti previdenza Enti di di previdenza Militari di leva Militari leva Militari di di leva Totale Amministrazioni pubbliche Totale Amministrazioni pubbliche Totale Amministrazioni pubbliche 8,8 8,8 8,8 3,1 3,1 3,1 2,9 2,9 2,9 0,1 0,1 0,1 0,3 0,3 0,3 0,9 0,9 0,9 16,2 16,2 16,2 8,2 8,2 8,2 2,5 2,5 2,5 2,8 2,8 2,8 0,8 0,8 0,8 0,2 0,2 0,2 0,0 0,0 0,0 14,5 14,5 14,5 -3,0 -3,0 -3,0 -12,4 -12,4 -12,4 -4,5 -4,5 -4,5 29,129,1 29,1 -7,8 -7,8 -7,8 - - -6,9 -6,9 -6,9 -7,2 -7,2 -7,2 -20,5 -20,5 -20,5 -3,2 -3,2 -3,2 472,9 472,9 472,9 -15,7 -15,7 -15,7 - - -10,4 -10,4 -10,4

Unit didi lavoro delle AP per sottosettore istituzionale Unit lavoro delle AP per sottosettore istituzionale istituzionale Anni 1990,1995, 2000-2007 (composizioni percentuali) Anni 1990,1995, 2000-2007 (composizioni percentuali) percentuali)

Basso il livello delloccupazione e della spesa per abitante delle AP


La rilevanza del comparto pubblico sul complesso delleconomia dei paesi occidentali misurabile anche in rapporto agli abitanti, sia in termini di persone occupate che di spesa. Ne emerge un quadro che, in rapporto agli altri paesi europei, ridimensiona fortemente il ruolo delle Amministrazioni pubbliche (AP) nel nostro Paese. Nel 2007 il settore pubblico impiega 6,1 unit di lavoro ogni 100 abitanti e spende meno di 13 mila euro per abitante. Questi numeri collocano lItalia decisamente al di sotto dei livelli degli altri paesi europei per peso occupazionale del settore pubblico, mentre solo Spagna, Grecia e Portogallo, tra i Paesi di pi antica adesione, presentano valori di spesa pro capite inferiori a livello nazionale. Lincidenza delloccupazione del settore pubblico rapporta il numero delle unit di lavoro (Ula) al numero di abitanti. Lincidenza della spesa delle AP rapporta il totale delle spese (uscite) delle Amministrazioni pubbliche al numero di abitanti. Le unit di lavoro (o equivalente tempo pieno) sono una misura che quantifica in modo omogeneo (una persona pu assumere una o pi posizione lavorative) il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione. Il totale delle spese comprende sia la quota corrente (consumi finali, prestazioni, trasferimenti, ecc.) sia quella in conto capitale (investimenti, trasferimenti, ecc.). I dati diffusi dallOrganizzazione internazionale del lavoro (ILO) utilizzano, a seconda dei paesi, unit di misura delloccupazione differenti (occupati, unit di lavoro, occupati con contratti a tempo indeterminato, ecc.) e pertanto i confronti possono esserne influenzati. Per ragioni di omogeneit nei confronti internazionali, per lincidenza della spesa pubblica stata utilizzata la definizione Eurostat, dalla quale la spesa risulta leggermente inferiore a quella calcolata a livello nazionale. Inoltre i confronti internazionali non incorporano i recenti aggiornamenti effettuati dallIstat a febbraio 2008.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

inferiori a quasi tutti i pi importanti paesi dellUnione. Nel 2006, ultimo anno disponibile per il confronto europeo, la pubblica amministrazione italiana spende poco pi di 12.500 mila euro per abitante e si colloca al dodicesimo posto della graduatoria europea, poco al di sotto della Germania. Ai vertici della graduatoria, oltre a Lussemburgo, Danimarca, Svezia e Finlandia, si trovano anche la Francia, con oltre 15.000 euro per abitante, e il Regno Unito, con pi di 14.000 euro. Al di sotto dellItalia troviamo la Spagna (8.600 euro per abitante), la Grecia (8.100 euro) e il Portogallo (6.800 euro). A molta distanza infine quasi tutti i paesi di nuova adesione con, allultimo posto, la Bulgaria (1.200 euro).
LA SITUAZIONE NAZIONALE

Peso occupazionale del settore pubblico per abitante nei paesi Ue Anni 2000 e 2006 (numero indice Ue27=100)
200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0
ar c Sv a ez Le ia tto n Li ia tu an Fi nl ia an d E s ia to ni Sl a ov en ia Pa M es alta iB as Re s pu Fr i bb a n lic cia Re a C gn ec o a Sl Un ov ito ac ch P o ia lo ni G a re Ro cia m a B u nia lg Un ar ia gh er ia Be lg io Ci pr Irl o P o and rto a G ga ll er o m an i Lu Sp a ss ag em n a bu rg IT o AL I Au A st ria
2006 2000
Ue27

2006 (a)

2000

Ue27

Le informazioni disponibili a livello nazionale consentono unanalisi su dati pi aggiornati. Tra il 1990 e il 2007, mentre le Ula per abitante presentano una dinamica di leggera decrescita (quasi il 9 per cento), le spese per abitante (calcolate a prezzi correnti) crescono, pi intensamente tra il 1990 e il 2000, con dinamica meno accentuata negli anni successivi. Unit di lavoro e spesa delle AP Anni 1990, 1995 e 20002007 (valori per abitante)
14
Unit di lavoro delle Amministrazioni pubbliche per 100 abitanti Spese delle Amministrazioni pubbliche per abitante (migliaia di euro a prezzi correnti)

12

Finanza pubblica Incidenza del settore pubblico

10

0 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Nel 2006 lincidenza delloccupazione del settore pubblico in Italia pari a 6,2 unit di lavoro ogni 100 abitanti (circa il 30 per cento in meno della media Ue27) valore che colloca il nostro Paese al penultimo posto della graduatoria europea. Lincidenza delloccupazione delle AP pi alta nei paesi del nord Europa come Danimarca (17,1), Svezia (14,0) e Finlandia (12,4). A fronte di una media comunitaria che si attesta a 8,7 occupati ogni 100 abitanti, il ruolo delle AP risulta superiore alla media Ue27 anche in Francia (10,7) e nel Regno Unito (9,6). Tra i paesi di nuova adesione si evidenziano gli alti valori delle tre repubbliche baltiche e della Slovenia, che si attestano nei primi sette posti della graduatoria europea. Anche dal lato della spesa lItalia presenta livelli per abitante

Fonte: Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche N Istat, Conti economici delle Amministrazioni pubbliche N Eurostat, Database New Cronos N ILO, LABORSTA, Database of labour statistics

Fonti

Altre informazioni

Da ni m
Lu

Fonte: Elaborazioni su dati ILO, Database of labour statistics (a) Germania, Lituania, Paesi Bassi e Polonia al 2005; Francia, Repubblica Ceca e Ungheria al 2004; Austria al 2003; Portogallo al 2002.

Spesa delle AP per abitante nei paesi Ue Anni 2000 e 2006 (numero indice Ue27=100)
250

200

150

100

50

Siti internet N http://www.istat.it N http://www.ilo.org N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat

10

100 statistiche per il Paese

ss em Da burg o ni m ar c S a ve Fi z i a nl an d A u ia st r F ia Pa ra n es cia iB as si Re Be gn lgio o Un it Irl o a G nd er a m an i IT a AL Sp IA ag na C ip r G o re Sl cia ov Po e n rto ia ga Re llo pu bb M a lic lta a C Un eca gh e E s r ia to n P o ia S l l on ov i ac a ch Le i a tt o n Li i a tu an Ro ia m a Bu nia lg ar ia

Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007

Territorio

Gli aspetti territoriali considerati in questa sezione fanno riferimento: alla dimensione, in termini di superficie e popolazione, delle regioni amministrative italiane nel contesto europeo; alla densit di popolazione; al grado di urbanizzazione; alla quota di popolazione che risiede in territori montani; alla superficie forestale; allestensione delle aree protette. La classificazione armonizzata europea (NUTS) prevede tre livelli territoriali. Il livello delle NUTS 1, per lItalia, comprende 5 ripartizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole); il livello NUTS 2, 21 unit: 19 regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano; il livello NUTS 3 le 107 province nazionali. La dimensione media delle unit NUTS 2 italiane, in termini di superficie, di poco superiore ai 14 mila km2; mediamente vi risiede una popolazione di poco superiore ai 2,8 milioni di abitanti. LItalia con una densit media nel 2006 di circa 200 abitanti per km2 tra i paesi pi densamente popolati dellUnione (media Ue27 pari a 115 abitanti per km2). In Italia i territori montani coprono una superficie pari al 54,3 per cento del territorio, ma si tratta di aree poco densamente abitate e in passato interessate da importanti fenomeni di spopolamento. Vi risiede pertanto solo il 18,3 per cento della popolazione. Si colloca invece al di sopra della media europea la quota di aree naturali incluse nella Rete Natura 2000. Nel 2006 tali aree protette investono circa il 19 per cento della superficie nazionale, con una concentrazione relativa nel Mezzogiorno (dove sfiorano un quarto della superficie totale). La copertura forestale, in Italia, occupa circa il 35 per cento del territorio, significativamente al di sotto della media dellUe27 (41 per cento). Sulla base delle classificazioni europee, in Italia il 45 per cento della popolazione vive in zone ad alta urbanizzazione, il 39 per cento in zone a urbanizzazione media e il resto in zone a bassa urbanizzazione. Mentre il primo valore in linea con la media europea, il secondo la supera di circa 14 punti percentuali: la media citt un fenomeno specificamente italiano.

Spesso trascurata, la dimensione territoriale consente di meglio inquadrare la collocazione dellItalia nel contesto europeo e di valutare le differenze regionali che caratterizzano il nostro Paese. Il quadro territoriale, oltre a rappresentare il contesto dove si inseriscono le tematiche infrastrutturali e relative alla mobilit, assume particolare rilevanza con riferimento alle tematiche ambientali e alla qualit della vita.

11
Territorio Dimensione media delle NUTS

Elevato ililpeso demografico Elevato il peso demografico Elevato peso demografico delle NUTS 22italiane delle NUTS 2 italiane delle NUTS italiane
IlIlIl territoriodei 27 paesi che costituiscono lUnione europea territorio dei 27 paesi che costituiscono lUnione europea territorio dei 27 paesi che costituiscono lUnione europea stato suddiviso, partendo dai confini amministrativi esistenti, inin stato suddiviso, partendo dai confini amministrativi esistenti, in stato suddiviso, partendo dai confini amministrativi esistenti, aree statistiche da utilizzare anche come riferimento per gligli aree statistiche da utilizzare anche come riferimento per gli aree statistiche da utilizzare anche come riferimento per interventi delle politiche comunitarie. La Nomenclatura delle interventi delle politiche comunitarie. La Nomenclatura delle interventi delle politiche comunitarie. La Nomenclatura delle Unit Territoriali per lele Statistiche(NUTS) prevede tre livelli Unit Territoriali per leStatistiche (NUTS) prevede tre livelli Unit Territoriali per Statistiche (NUTS) prevede tre livelli territoriali. IlIlIl livellodelle NUTS 1,1, perlItalia, comprende 55ri-riterritoriali. livello delle NUTS 1,per lItalia, comprende 5 riterritoriali. livello delle NUTS per lItalia, comprende partizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud ee partizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e partizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud Isole); il illivello NUTS 2,2, 21unit: 19 regioni eelele dueprovince Isole); il livello NUTS 2,21 unit: 19 regioni e ledue province Isole); livello NUTS 21 unit: 19 regioni due province autonome didi TrentoeeBolzano; il illivello NUTS 33lele107provinautonome diTrento e Bolzano; il livello NUTS 3 le107 provinautonome Trento Bolzano; livello NUTS 107 provincecenazionali. cenazionali. nazionali. La dimensione media delle unit NUTS 22italiane, inin terminididi La dimensione media delle unit NUTS 2 italiane, intermini di La dimensione media delle unit NUTS italiane, termini superficie, didi pocosuperiore aiai 14mila km2;22mediamente vivi superficie, dipoco superiore ai14 mila km ;; mediamente vi superficie, poco superiore 14 mila km mediamente risiede nel 2006 una popolazione didi pocosuperiore aiai 2,8mirisiede nel 2006 una popolazione dipoco superiore ai2,8 mirisiede nel 2006 una popolazione poco superiore 2,8 milioni didiabitanti. lioni diabitanti. lioni abitanti. Le misure prescelte per lala quantificazionedella dimensione Le misure prescelte per laquantificazione della dimensione Le misure prescelte per quantificazione della dimensione delle NUTS sono, inin terminididi estensioneterritoriale eedidi didelle NUTS sono, intermini diestensione territoriale e dididelle NUTS sono, termini estensione territoriale dimensione demografica, rispettivamente: il ilrapporto percentuale mensione demografica, rispettivamente: ilrapporto percentuale mensione demografica, rispettivamente: rapporto percentuale che ha alalnumeratorelalasuperficietotale oolalapopolazionemeche ha alnumeratore lasuperficie totale olapopolazione meche ha numeratore superficie totale popolazione media annua didi ciascunPaese europeo eealal denominatoreil ilil nudia annua diciascun Paese europeo e aldenominatore nudia annua ciascun Paese europeo denominatore numero didiunitterritoriali presenti nel Paese stesso. mero diunit territoriali presenti nel Paese stesso. mero unit territoriali presenti nel Paese stesso. Eurostat ha stabilito un limite inferiore (800 mila abitanti) ed Eurostat ha stabilito un limite inferiore (800 mila abitanti) ed Eurostat ha stabilito un limite inferiore (800 mila abitanti) ed uno superiore (3(3milioni) didipopolazione per laladimensione uno superiore (3 milioni) di popolazione per la dimensione uno superiore milioni) popolazione per dimensione demografica delle unit NUTS 2.2. Ladimensione media delle demografica delle unit NUTS 2.La dimensione media delle demografica delle unit NUTS La dimensione media delle nostre regioni eeprovince autonome, fra lele pielevate delle nostre regioni e province autonome, fra lepi elevate delle nostre regioni province autonome, fra pi elevate delle NUTS 22aalivello europeo, inferiore solo aaquella della LituaNUTS 2 a livello europeo, inferiore solo a quella della LituaNUTS livello europeo, inferiore solo quella della Lituania eesimile aaquella della Romania. Poco alal disotto dellItalia nia e simile a quella della Romania. Poco aldidi sotto dellItalia nia simile quella della Romania. Poco sotto dellItalia nella graduatoria sisicolloca lala Francia,che presenta una dinella graduatoria si colloca laFrancia, che presenta una dinella graduatoria colloca Francia, che presenta una dimensione media delle sue rgions didi 2,4milioni didi abitanti.I II mensione media delle sue rgions di2,4 milioni diabitanti. mensione media delle sue rgions 2,4 milioni abitanti. paesi che alal contrariohanno NUTS didi dimensionidemografipaesi che alcontrario hanno NUTS didimensioni demografipaesi che contrario hanno NUTS dimensioni demografiche pi ridotte sono, dopo lele isoledidi MaltaeeCipro eeil ilil Lusche pi ridotte sono, dopo leisole diMalta e Cipro e Lusche pi ridotte sono, dopo isole Malta Cipro Lussemburgo, lala Grecia,lAustria eeil ilBelgio. Se sisipassa aaconsisemburgo, laGrecia, lAustria e il Belgio. Se si passa a consisemburgo, Grecia, lAustria Belgio. Se passa considerare laladimensionemedia delle NUTS 22ininterminididisuperfiderare ladimensione media delle NUTS 2intermini disuperfiderare dimensione media delle NUTS termini superficolloca cie sisiconstata che lItalia, con 14,3 migliaia didikm,22,sicolloca al al cie siconstata che lItalia, con 14,3 migliaia dikm2 ,si sicolloca al cie constata che lItalia, con 14,3 migliaia km didisottodella media dellUnione europea (16,4 migliaia didikm).2). disotto della media dellUnione europea (16,4 migliaia dikm2 2). sotto della media dellUnione europea (16,4 migliaia km paese dove aree hanno La Finlandia (oltre 78 mila km2)22il ilpaese dove lele areehanno La Finlandia (oltre 78 mila km )) il paese dove learee hanno La Finlandia (oltre 78 mila km inin mediasuperfici pi estese, seguita da Lituania eeLettonia inmedia superfici pi estese, seguita da Lituania e Lettonia media superfici pi estese, seguita da Lituania Lettonia (oltre 60 mila km2),2), doveper il ilil livelloNUTS 22coincide con (oltre 60 mila km2),dove per livello NUTS 2 coincide con (oltre 60 mila km dove per livello NUTS coincide con quello nazionale. quello nazionale. quello nazionale.
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

5,8 milioni) eeLazio (5,4 milioni), lelecuipopolazioni insistono susu 5,8 milioni) eLazio (5,4 milioni), lecui popolazioni insistono su 5,8 milioni) Lazio (5,4 milioni), cui popolazioni insistono territori molto meno estesi (rispettivamente, poco pi didi 13,5ee territori molto meno estesi (rispettivamente, poco pi di13,5 e territori molto meno estesi (rispettivamente, poco pi 13,5 dalla Sicilia (poco pi milioni residen17 mila didikm),2),edalla Sicilia (poco pi didi5milioni didiresiden17 mila dikm2 2),e edalla Sicilia (poco pi di5 5milioni diresiden17 mila km ti). Umbria, Basilicata, lele dueprovince autonome didi Trentoee ti). Umbria, Basilicata, ledue province autonome diTrento e ti). Umbria, Basilicata, due province autonome Trento Bolzano, Molise eeValle dAosta, collocate inin zonealpine ee Bolzano, Molise e Valle dAosta, collocate inzone alpine e Bolzano, Molise Valle dAosta, collocate zone alpine lungo lAppennino, comprendono una popolazione inferiore alal lungo lAppennino, comprendono una popolazione inferiore al lungo lAppennino, comprendono una popolazione inferiore milione didipersoneresidenti. Le ultime due, con lalaLiguria,sono milione dipersone residenti. Le ultime due, con laLiguria, sono milione persone residenti. Le ultime due, con Liguria, sono anche lele regionimeno estese (superficie inferiore aa66mila anche leregioni meno estese (superficie inferiore a 6 mila anche regioni meno estese (superficie inferiore mila distingue per consistente dimensione km2).2). La Liguria sisi distingue per lala consistente dimensione km2). La Liguria si distingue per la consistente dimensione km La Liguria demografica: oltre 1,6 milioni didiresidenti. demografica: oltre 1,6 milioni diresidenti. demografica: oltre 1,6 milioni residenti. Popolazione residente alal31dicembre 2006 Popolazione residente al31 dicembre 2006 Popolazione residente 31 dicembre 2006 (in migliaia) (in migliaia) (in migliaia)

Popolazione media delle NUTS 22nei paesi Ue Anno 2006 (in migliaia) Popolazione media delle NUTS 2nei paesi Ue Anno 2006 (in migliaia) Popolazione media delle NUTS nei paesi Ue Anno 2006 (in migliaia)
3500 3500 3500 3000 3000 3000 2500 2500 2500 2000 2000 2000 1500 1500 1500 1000 1000 1000 500 500 500
0 00
Li Litu Litua tuan i an ia n a Ita ia a Ro IItta llia Ro m liia Ro a a m ma n Fr a niiia na Fra n a Fra c an i Po nciia Polo c a Po n a lo Sp loniia Spa nia Sp g a agn agn a Le n Le tt a Le t o a tttonia on Irl niia I a a r an G Irlland a Ger nd a G e d Re er ma a Re g r mani Re n man a gno niia gno U a Po o Un it Port Un ito Po o n ito rtog o rt a g Un oga lllo U a lo Pa Un ghe llo Pae n gher i Pa s gher a es i B r ia es i ia Sl i Bas s Slov Bas si Slo a as si ova cc i va c h cc hia Re c Re p Re u Est hiia pub Eston a pubb Esto i bb llic a onia b lic nia ic a ce a ac Bu ce ca e Bulg ca Bu aca llg r ga ia ra Sv ar iia S Da Svez Da n vez ia Da im ez ia ni ia nima Fi marc a Finl arc a Fin a rc a nlland an Sl nd iia Slov d ia S lo e a ove n ve nia Be niia Belg a Be i l g Au lgiio Aus o Au tr o st ia stri G ria Gre a Gre c re cia ciia Lu Lu s Cip a Lu ss Ci r C ss em ip ro s emb p ro em u o burg bur o rg M go Mal o Ma t a allta ta

Ue27 Ue27 Ue27

Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS) Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS) Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio aaafini statistici (NUTS)

Superficie (in km )) epopolazione media (in migliaia) delle NUTS 2nei paesi Ue Anno 2006 Superficie (in km popolazione media (in migliaia) delle NUTS nei paesi Ue Anno 2006 Superficie (in km2)22eepopolazione media (in migliaia) delle NUTS 22nei paesi Ue Anno 2006
Paesi Paesi Paesi PAESI PAESI PAESI Italia Italia Italia Austria Austria Austria Belgio Belgio Belgio Bulgaria Bulgaria Bulgaria Cipro Cipro Cipro Danimarca Danimarca Danimarca Estonia Estonia Estonia Finlandia Finlandia Finlandia Francia Francia Francia Germania Germania Germania Grecia Grecia Grecia Irlanda Irlanda Irlanda Lettonia Lettonia Lettonia Lituania Lituania Lituania Lussemburgo Lussemburgo Lussemburgo Malta Malta Malta Paesi Bassi Paesi Bassi Paesi Bassi Polonia Polonia Polonia Portogallo Portogallo Portogallo Regno Unito Regno Unito Regno Unito Repubblica Ceca Repubblica Ceca Repubblica Ceca Romania Romania Romania Slovacchia Slovacchia Slovacchia Slovenia Slovenia Slovenia Spagna Spagna Spagna Svezia Svezia Svezia Ungheria Ungheria Ungheria Ue27 Ue27 Ue27 Superficie Superficie Superficie totale totale totale 301.336 301.336 301.336 83.844 83.844 83.844 30.528 30.528 30.528 111.002 111.002 111.002 9.250 9.250 9.250 43.098 43.098 43.098 45.288 45.288 45.288 390.920 390.920 390.920 632.834 632.834 632.834 357.093 357.093 357.093 131.957 131.957 131.957 69.797 69.797 69.797 64.589 64.589 64.589 65.300 65.300 65.300 2.586 2.586 2.586 316 316 316 41.543 41.543 41.543 312.685 312.685 312.685 92.118 92.118 92.118 243.069 243.069 243.069 78.867 78.867 78.867 238.391 238.391 238.391 49.034 49.034 49.034 20.273 20.273 20.273 505.987 505.987 505.987 441.370 441.370 441.370 93.028 93.028 93.028 4.456.101 4.456.101 4.456.101 Popolazione Popolazione Popolazione media media media 58.941,5 58.941,5 58.941,5 8.282,4 8.282,4 8.282,4 10.548,0 10.548,0 10.548,0 7.699,0 7.699,0 7.699,0 772,5 772,5 772,5 5.437,3 5.437,3 5.437,3 1.343,5 1.343,5 1.343,5 5.266,3 5.266,3 5.266,3 63.195,5 63.195,5 63.195,5 82.376,4 82.376,4 82.376,4 11.148,5 11.148,5 11.148,5 4.261,8 4.261,8 4.261,8 2.287,9 2.287,9 2.287,9 3.394,1 3.394,1 3.394,1 472,6 472,6 472,6 406,4 406,4 406,4 16.346,1 16.346,1 16.346,1 38.141,3 38.141,3 38.141,3 10.584,3 10.584,3 10.584,3 60.623,0 60.623,0 60.623,0 10.269,1 10.269,1 10.269,1 21.587,7 21.587,7 21.587,7 5.391,4 5.391,4 5.391,4 2.006,9 2.006,9 2.006,9 44.116,4 44.116,4 44.116,4 9.080,5 9.080,5 9.080,5 . . 77 ,4 10.071,4 ,4 494.051,9 494.051,9 494.051,9 Numero Numero Numero 21 2121 9 99 11 1111 6 66 1 11 5 55 1 11 5 55 26 2626 39 3939 13 1313 2 22 1 11 1 11 1 11 1 11 12 1212 16 1616 7 77 37 3737 8 88 8 88 4 44 2 22 19 1919 8 88 7 77 271 271 271 NUTS2 NUTS2 NUTS2 Superficie Superficie Superficie media media media 14.349 14.349 14.349 9.316 9.316 9.316 2.775 2.775 2.775 18.500 18.500 18.500 9.250 9.250 9.250 8.620 8.620 8.620 45.288 45.288 45.288 78.184 78.184 78.184 24.340 24.340 24.340 9.156 9.156 9.156 10.151 10.151 10.151 34.899 34.899 34.899 64.589 64.589 64.589 65.300 65.300 65.300 2.586 2.586 2.586 316 316 316 3.462 3.462 3.462 19.543 19.543 19.543 13.160 13.160 13.160 6.569 6.569 6.569 9.858 9.858 9.858 29.799 29.799 29.799 12.258 12.258 12.258 10.137 10.137 10.137 26.631 26.631 26.631 55.171 55.171 55.171 .. 13.290 16.443 16.443 16.443 Popolazione Popolazione Popolazione media media media 2.806,7 2.806,7 2.806,7 920,3 920,3 920,3 958,9 958,9 958,9 1.283,2 1.283,2 1.283,2 772,5 772,5 772,5 1.087,5 1.087,5 1.087,5 1.343,5 1.343,5 1.343,5 1.053,3 1.053,3 1.053,3 2.430,6 2.430,6 2.430,6 2.112,2 2.112,2 2.112,2 857,6 857,6 857,6 2.130,9 2.130,9 2.130,9 2.287,9 2.287,9 2.287,9 3.394,1 3.394,1 3.394,1 472,6 472,6 472,6 406,4 406,4 406,4 1.362,2 1.362,2 1.362,2 2.383,8 2.383,8 2.383,8 1.512,0 1.512,0 1.512,0 1.638,5 1.638,5 1.638,5 1.283,6 1.283,6 1.283,6 2.698,5 2.698,5 2.698,5 1.347,9 1.347,9 1.347,9 1.003,5 1.003,5 1.003,5 2.321,9 2.321,9 2.321,9 1.135,1 1.135,1 1.135,1 .4 , .4 1.438,8 , 1.823,1 1.823,1 1.823,1

Fonte: Istat, Movimento eeecalcolo della popolazione residente locale Fonte: Istat, Movimento calcolo della popolazione residente locale Fonte: Istat, Movimento calcolo della popolazione residente locale

Fonti Fonti Fonti

N NEurostat, Nomenclatura unificata del territorio aaafini statistici (NUTS). N Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS). Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS). Regolamento (EC) n. n.105/2007 del 1/02/07 Regolamento (EC) n. 105/2007 del 1/02/07 Regolamento (EC) 105/2007 del 1/02/07

Le regioni ee lele province autonome italiane presentano una Le regioni e le province autonome italiane presentano una Le regioni province autonome italiane presentano una Altre informazioni Altre informazioni grande variabilit inin terminididi dimensionedemografica eedi di Altre informazioni grande variabilit intermini didimensione demografica e di grande variabilit termini dimensione demografica Pubblicazioni Pubblicazioni superficie territoriale. Le pi estese sono Sicilia eePiemonte superficie territoriale. Le pi estese sono Sicilia e Piemonte Pubblicazioni superficie territoriale. Le pi estese sono Sicilia Piemonte N NIstat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 (oltre 25 mila km2),2), seguitenellordine da Sardegna, Lombar(oltre 25 mila km2),seguite nellordine da Sardegna, Lombar(oltre 25 mila km seguite nellordine da Sardegna, LombarSiti internet Siti internet Siti internet dia, Toscana ed Emilia-Romagna (tutte con superfici superiori dia, Toscana ed Emilia-Romagna (tutte con superfici superiori dia, Toscana ed Emilia-Romagna (tutte con superfici superiori http://www.istat.it aiai20mila km2).2).Traqueste, lalaLombardiaanche lalapipopoai20 mila km2).Tra queste, laLombardia anche lapi popo- N N http://www.istat.it 20 mila km Tra queste, Lombardia anche pi popo- N http://www.istat.it http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nuts/basicnuts_regions_it.html losa (oltre 9,5 milioni didi residenti),seguita da Campania (circa losa (oltre 9,5 milioni diresidenti), seguita da Campania (circa N N http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nuts/basicnuts_regions_it.html losa (oltre 9,5 milioni residenti), seguita da Campania (circa N http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nuts/basicnuts_regions_it.html

Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS) Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio fini statistici (NUTS) Fonte: Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio aaafini statistici (NUTS)

100 statistiche per il Paese

LItalia tra ii paesi pi densamente LItalia tra paesi pi densamente popolati dellUnione popolati dellUnione
La densit di popolazione ililrapporto fra ililnumero di persone La densit di popolazione rapporto fra numero di persone che abitano in una determinata area e la superficie dellarea che abitano in una determinata area e la superficie dellarea stessa (che pu includere o meno le acque interne). Questo stessa (che pu includere o meno le acque interne). Questo indicatore fortemente influenzato dalle caratteristiche antroindicatore fortemente influenzato dalle caratteristiche antropiche della zona di riferimento, che pu, ad esempio, includere piche della zona di riferimento, che pu, ad esempio, includere o meno aree relativamente disabitate. In Italia la densit di o meno aree relativamente disabitate. In Italia la densit di popolazione media nel 2006 di circa 200 abitanti per km22. popolazione media nel 2006 di circa 200 abitanti per km. Per ililcalcolo dellindicatore a livello di paesi Ue27 si rapporPer calcolo dellindicatore a livello di paesi Ue27 si rapportata la popolazione residente totale media nellanno di una tata la popolazione residente totale media nellanno di una determinata area, alla superficie territoriale, escludendo dal determinata area, alla superficie territoriale, escludendo dal suo computo le acque interne, almeno nei casi in cui tale insuo computo le acque interne, almeno nei casi in cui tale informazione risultata disponibile. Per i i confronti regionali sui formazione risultata disponibile. Per confronti regionali sui comuni secondo lampiezza territoriale si utilizzata al denocomuni secondo lampiezza territoriale si utilizzata al denominatore la superficie totale. minatore la superficie totale. LItalia fra i i paesi pi densamente popolati dellUnione (meLItalia fra paesi pi densamente popolati dellUnione (media Ue27 pari a 115 abitanti per km22). Soltanto Paesi Bassi, dia Ue27 pari a 115 abitanti per km). Soltanto Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Germania, presentano densit superiori, Belgio, Regno Unito e Germania, presentano densit superiori, se si esclude ililcaso molto particolare dellisola di Malta, in cui se si esclude caso molto particolare dellisola di Malta, in cui su un territorio di poco pi di 300 km22 insistono oltre 400 mila su un territorio di poco pi di 300 km insistono oltre 400 mila abitanti. IIpaesi dellUnione che presentano le pi basse densiabitanti. paesi dellUnione che presentano le pi basse densit di popolazione sono la Svezia e la Finlandia, con valori infet di popolazione sono la Svezia e la Finlandia, con valori inferiori ai 30 abitanti per km22. riori ai 30 abitanti per km. Le due regioni pi densamente popolate sono la Campania e Le due regioni pi densamente popolate sono la Campania e la Lombardia, con valori uguali o superiori a 400 abitanti per la Lombardia, con valori uguali o superiori a 400 abitanti per km22. Valori molto vicini alla media nazionale caratterizzano la km . Valori molto vicini alla media nazionale caratterizzano la Sicilia e lEmilia-Romagna. La regione con la densit di popoSicilia e lEmilia-Romagna. La regione con la densit di popolazione minima la Valle dAosta, preceduta da Basilicata, lazione minima la Valle dAosta, preceduta da Basilicata, provincia di Bolzano e Sardegna, tutte con densit inferiori a provincia di Bolzano e Sardegna, tutte con densit inferiori a 70 abitanti per km22. 70 abitanti per km . Si tratta di valori medi che non tengono tuttavia conto delle Si tratta di valori medi che non tengono tuttavia conto delle notevoli differenze tra i icomuni inclusi in ciascuna regione. IIpi notevoli differenze tra comuni inclusi in ciascuna regione. pi marcati scostamenti rispetto ai valori medi nazionali si rilevano marcati scostamenti rispetto ai valori medi nazionali si rilevano per i i comuni appartenenti alle due classi estreme in termini di per comuni appartenenti alle due classi estreme in termini di estensione territoriale (rispettivamente fino a 1.000 ettari e estensione territoriale (rispettivamente fino a 1.000 ettari e oltre 25.000 ettari). oltre 25.000 ettari). La densit dei comuni di estensione inferiore a 1.000 ettari La densit dei comuni di estensione inferiore a 1.000 ettari pari a 528 abitanti per km22,notevolmente superiore alla media pari a 528 abitanti per km , notevolmente superiore alla media nazionale. In particolare nelle regioni del Mezzogiorno, dove nazionale. In particolare nelle regioni del Mezzogiorno, dove tale classe risulta particolarmente rappresentata in Campania tale classe risulta particolarmente rappresentata in Campania e Sicilia, la densit media supera i i 900 abitanti per km22 (con e Sicilia, la densit media supera 900 abitanti per km (con punte in Campania di quasi 1.500 abitanti per km22).Allopposto punte in Campania di quasi 1.500 abitanti per km). Allopposto i icomuni appartenenti alla stessa classe delle regioni del Cencomuni appartenenti alla stessa classe delle regioni del Centro e del Nord-est presentano concentrazioni di popolazione tro e del Nord-est presentano concentrazioni di popolazione molto pi ridotte (in media 250 abitanti per km22). Nel Nordmolto pi ridotte (in media 250 abitanti per km ). Nel Nordovest, dove le basse estensioni territoriali caratterizzano quasi ovest, dove le basse estensioni territoriali caratterizzano quasi
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

ilil40 per cento dei comuni, la densit media di circa 460 abi40 per cento dei comuni, la densit media di circa 460 abitanti per km22). tanti per km ). II comuni che invece ricadono nella classe di superficie territocomuni che invece ricadono nella classe di superficie territoriale pi elevata (oltre 25.000 ettari) sono prevalentemente riale pi elevata (oltre 25.000 ettari) sono prevalentemente rappresentati al Centro, dove presentano unelevata densit rappresentati al Centro, dove presentano unelevata densit media (427 km22, pari al doppio di quella media nazionale), e media (427 km , pari al doppio di quella media nazionale), e nel Mezzogiorno, dove, allopposto, i i valori sono molto ridotti nel Mezzogiorno, dove, allopposto, valori sono molto ridotti (131 abitanti per km22). (131 abitanti per km ). Densit di popolazione per regione Anno 2006 Densit di popolazione per regione Anno 2006 (abitanti per km22) (abitanti per km )

Densit della popolazione nei Paesi Ue27 Anno 2006 (abitanti per km22) Densit della popolazione nei Paesi Ue27 Anno 2006 (abitanti per km )
800 800 700 700 600 600 500 500 400 400 300 300 200 200
Ue27 Ue27 1.288 1.288

100 100 00
Pa Ma Pae Malt a s es i lta B i Ba ass s si B i Re Be g Re g ellgi o gno io n oU U G no Ger niitto er m ma ani n a ia Lu Lus a IIttali se a Re ss em lia Re pu bu pub mbur g b bbl rgo c liic a o aC Da Cec Da ec a n niim a ma arc r P o ca Pol a o lon Po a Por niia rttog o S ga o Sllo allllo ova v acc c ch Un hia Un ia gh ghe eri Fr ria Fra a a nc n S cia Sllo ia v ove eni n Au ia Au a s sttri Ro r a Ro ia m ma an n Sp ia Spa ia agn g na G a Gre rec ciia a C Ciip p ro r Bu Bul o g lga r ar ia ia r IIrlla and n da a L Liitu tua n ani a Le Le t ia o ttton ni E s ia Est a o ton niia Sv a Sve F ez a Fiin z iia nlla n and diia a

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Densit (abitanti per km22)per classe di superficie territoriale dei comuni (ettari) e per regione Anno 2006 Densit (abitanti per km) per classe di superficie territoriale dei comuni (ettari) e per regione Anno 2006
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Classi di superficie territoriale Classi di superficie territoriale Fino aa1.000 Fino 1.000 149 149 154 154 667 667 356 356 126 126 235 235 114 114 381 381 228 228 797 797 808 808 109 109 357 357 168 168 225 225 25 25 1.487 1.487 447 447 -272 272 859 859 194 194 462 462 264 264 291 291 432 432 917 917 528 528 1.001-2.000 1.001-2.000 148 148 60 60 378 378 195 195 89 89 115 115 82 82 317 317 202 202 536 536 373 373 96 96 228 228 192 192 126 126 53 53 579 579 399 399 51 51 143 143 359 359 61 61 260 260 267 267 227 227 257 257 286 286 264 264 2.001-6.000 2.001-6.000 147 147 68 68 254 254 197 197 116 116 163 163 81 81 241 241 182 182 183 183 216 216 77 77 140 140 178 178 131 131 77 77 237 237 260 260 56 56 118 118 182 182 66 66 189 189 191 191 170 170 185 185 148 148 170 170 6.001-25.000 6.001-25.000 239 239 11 11 467 467 607 607 45 45 29 29 77 77 229 229 104 104 174 174 152 152 91 91 152 152 166 166 95 95 71 71 446 446 203 203 57 57 148 148 204 204 63 63 313 313 143 143 147 147 177 177 150 150 165 165 Oltre 25.000 Oltre 25.000 ----22 22 22 22 -410 410 -265 265 77 77 140 140 115 115 1.275 1.275 155 155 --156 156 100 100 65 65 111 111 136 136 -273 273 427 427 387 387 131 131 249 249 Totale Totale 171 171 38 38 400 400 297 297 73 73 66 66 82 82 259 259 154 154 191 191 158 158 103 103 158 158 319 319 122 122 72 72 426 426 210 210 59 59 132 132 195 195 69 69 270 270 181 181 198 198 215 215 169 169 196 196

Fonte: Istat, Movimento eecalcolo della popolazione residente annuale; Fonte: Istat, Movimento calcolo della popolazione residente annuale; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali comunali

Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise

Territorio Densit abitativa

Fonti Fonti

Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

NN Istat, Movimento eecalcolo della popolazione residente annuale; Istat, Movimento calcolo della popolazione residente annuale; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali superfici comunali NN Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Siti internet Siti internet

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 NN http://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ NN http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Movimento eecalcolo della popolazione residente annuale; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici Fonte: Istat, Movimento calcolo della popolazione residente annuale; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali comunali

12

100 statistiche per il Paese

13
Territorio Grado di urbanizzazione

45 per cento degli italiani vive IlIl45 per cento degli italiani vive in zone ad alta urbanizzazione in zone ad alta urbanizzazione
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Esistono numerosi approcci al tentativo di classificare le aree Esistono numerosi approcci al tentativo di classificare le aree Esistono numerosi approcci al tentativo di classificare le aree secondo le caratteristiche urbane e rurali; si ricordano in prosecondo le caratteristiche urbane e rurali; si ricordano in prosecondo le caratteristiche urbane e rurali; si ricordano in proposito la metodologia dellOECD e quella di Eurostat. Il concetposito la metodologia dellOECD e quella di Eurostat. Il concetposito la metodologia dellOECD e quella di Eurostat. Il concetto di grado di urbanizzazione definito da Eurostat cui si fa to di grado di urbanizzazione definito da Eurostat cui si fa to di grado di urbanizzazione definito da Eurostat cui si fa riferimento utilizzato dallente ufficiale della statistica europea riferimento utilizzato dallente ufficiale della statistica europea riferimento utilizzato dallente ufficiale della statistica europea in varie indagini, in particolare in quella sulle forze di lavoro e in varie indagini, in particolare in quella sulle forze di lavoro e in varie indagini, in particolare in quella sulle forze di lavoro e quella sul reddito e le condizioni di vita (European Union Statiquella sul reddito e le condizioni di vita (European Union Statiquella sul reddito e le condizioni di vita (European Union Statistics on Income and Living Conditions EU-SILC). stics on Income and Living Conditions EU-SILC). stics on Income and Living Conditions EU-SILC). In Italia il 45 per cento della popolazione vive in zone ad alta In Italia il 45 per cento della popolazione vive in zone ad alta In Italia il 45 per cento della popolazione vive in zone ad alta urbanizzazione, il 35 in zone a media urbanizzazione ed il urbanizzazione, il 35 in zone a media urbanizzazione ed il urbanizzazione, il 35 in zone a media urbanizzazione ed il restante 16 per cento in zone a bassa urbanizzazione. restante 16 per cento in zone a bassa urbanizzazione. restante 16 per cento in zone a bassa urbanizzazione. Il grado di urbanizzazione prevede tre livelli: Il grado di urbanizzazione prevede tre livelli: Il grado di urbanizzazione prevede tre livelli: 1) Alto: zone densamente popolate, costruite per aggregazio1) Alto: zone densamente popolate, costruite per aggregazio1) Alto: zone densamente popolate, costruite per aggregazione di unit locali territoriali contigue, a densit superiore ai ne di unit locali territoriali contigue, a densit superiore ai ne di unit locali territoriali contigue, a densit superiore ai 500 abitanti per chilometro quadrato e con ammontare 500 abitanti per chilometro quadrato e con ammontare 500 abitanti per chilometro quadrato e con ammontare complessivo di popolazione di almeno 50.000 abitanti. complessivo di popolazione di almeno 50.000 abitanti. complessivo di popolazione di almeno 50.000 abitanti. 2) Medio: zone ottenute per aggregazione di unit locali territo2) Medio: zone ottenute per aggregazione di unit locali territo2) Medio: zone ottenute per aggregazione di unit locali territoriali, non appartenenti al gruppo precedente, con una densiriali, non appartenenti al gruppo precedente, con una densiriali, non appartenenti al gruppo precedente, con una densit superiore ai 100 abitanti per chilometro quadrato che, in t superiore ai 100 abitanti per chilometro quadrato che, in t superiore ai 100 abitanti per chilometro quadrato che, in pi, o presentano un ammontare complessivo di popolaziopi, o presentano un ammontare complessivo di popolaziopi, o presentano un ammontare complessivo di popolazione superiore ai 50.000 abitanti o risultano adiacenti a zone ne superiore ai 50.000 abitanti o risultano adiacenti a zone ne superiore ai 50.000 abitanti o risultano adiacenti a zone del gruppo precedente. del gruppo precedente. del gruppo precedente. 3) Basso: aree rimanenti, che non sono state classificate nei 3) Basso: aree rimanenti, che non sono state classificate nei 3) Basso: aree rimanenti, che non sono state classificate nei precedenti due gruppi. precedenti due gruppi. precedenti due gruppi. Le unit territoriali locali utilizzate sono le Unit amministrative Le unit territoriali locali utilizzate sono le Unit amministrative Le unit territoriali locali utilizzate sono le Unit amministrative locali (LAU2), che per lItalia coincidono con ii comuni. locali (LAU2), che per lItalia coincidono con comuni. locali (LAU2), che per lItalia coincidono con i comuni.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Le regioni dove la percentuale di popolazione residente in Le regioni dove la percentuale di popolazione residente in Le regioni dove la percentuale di popolazione residente in zone ad alto grado di urbanizzazione supera il 60 per cento zone ad alto grado di urbanizzazione supera il 60 per cento zone ad alto grado di urbanizzazione supera il 60 per cento sono nellordine: Campania, Lombardia, Liguria e Lazio. Sesono nellordine: Campania, Lombardia, Liguria e Lazio. Sesono nellordine: Campania, Lombardia, Liguria e Lazio. Seguono Sicilia e Veneto con percentuali vicine a 40. Le regioni guono Sicilia e Veneto con percentuali vicine a 40. Le regioni guono Sicilia e Veneto con percentuali vicine a 40. Le regioni caratterizzate da alte quote di popolazione che vive in zone a caratterizzate da alte quote di popolazione che vive in zone a caratterizzate da alte quote di popolazione che vive in zone a medio grado di urbanizzazione (superiori al 50 per cento) sono medio grado di urbanizzazione (superiori al 50 per cento) sono medio grado di urbanizzazione (superiori al 50 per cento) sono Puglia, Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed EmiPuglia, Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed EmiPuglia, Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna. In Molise, Basilicata e Sardegna pi del 50 per lia-Romagna. In Molise, Basilicata e Sardegna pi del 50 per lia-Romagna. In Molise, Basilicata e Sardegna pi del 50 per cento della popolazione vive in aree a basso grado di urbanizcento della popolazione vive in aree a basso grado di urbanizcento della popolazione vive in aree a basso grado di urbanizzazione; in Valle dAosta il 100 per cento. zazione; in Valle dAosta il 100 per cento. zazione; in Valle dAosta il 100 per cento. Grado di urbanizzazione dei comuni italiani Anno 2001 Grado di urbanizzazione dei comuni italiani Anno 2001 Grado di urbanizzazione dei comuni italiani Anno 2001

Grado di urbanizzazione nei paesi Ue Anni 2000-2001 (a) (composizione percentuale) Grado di urbanizzazione nei paesi Ue Anni 2000-2001 (a) (composizione percentuale) Grado di urbanizzazione nei paesi Ue Anni 2000-2001 (a) (composizione percentuale)
Basso Basso Basso 100 100 100 90 90 90 80 80 80 70 70 70 60 60 60 50 50 50 40 40 40 30 30 30 20 20 20 10 10 10 0 0 0
Au Atu s rsa i B tria eB lge Bu iog Bu l io lg alg ria ri Da Cip a Cri Da o ni m p ro nia m r Es caac r t Eosn a Fi toa nl i nia Fa in nla di Fr na i d an a Fr G c eG ainc r m a ia era m na G iania rG ec re i Irl acia ar I nl da an d Ita a Le Ilita Lte lia to tnia t Lu LitL onia ss Lu uiau tn em aan ss i ebu ia m bg r uo r P a Ma g o Mt Pa l a es eB lta is iaB ss Po ais s Po i Po lonl P oa r i R to t nia Re eR rgog g a pu no a Re e gn llo ll pu Un o bb o bic Utn lb io aic l ca ito Ro ece Ro aca m Sl am ov naa Sl i av nia oc a c ci S l hcah ov i a Sl ev on i S ean pS ia ap ga ng Sv ana Sv e Un ze i U az ia gn hg eh r ie ar ia

Medio Medio Medio

Alto Alto Alto

Fonte: Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006 Fonte: Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006 Fonte: Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006 (a) Il riferimento temporale la data del censimento della popolazione che, a seconda dei paesi, si svolto tra il 2000 e il 2001 (a) Il riferimento temporale la data del censimento della popolazione che, a seconda dei paesi, si svolto tra il 2000 e il 2001 (a) Il riferimento temporale la data del censimento della popolazione che, a seconda dei paesi, si svolto tra il 2000 e il 2001

Grado di urbanizzazione per regione Anno 2001 (composizione percentuale) Grado di urbanizzazione per regione Anno 2001 (composizione percentuale) Grado di urbanizzazione per regione Anno 2001 (composizione percentuale)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia Basso Basso Basso 18,1 18,1 18,1 100,0 100,0 100,0 5,7 5,7 5,7 7,0 7,0 7,0 49,0 49,0 49,0 55,9 55,9 55,9 42,3 42,3 42,3 7,0 7,0 7,0 16,4 16,4 16,4 12,9 12,9 12,9 20,6 20,6 20,6 39,4 39,4 39,4 18,7 18,7 18,7 8,2 8,2 8,2 24,8 24,8 24,8 82,5 82,5 82,5 8,1 8,1 8,1 9,4 9,4 9,4 76,8 76,8 76,8 34,8 34,8 34,8 18,0 18,0 18,0 58,3 58,3 58,3 10,1 10,1 10,1 14,0 14,0 14,0 16,0 16,0 16,0 13,0 13,0 13,0 21,6 21,6 21,6 16,1 16,1 16,1 Grado di urbanizzazione Grado di urbanizzazione Grado di urbanizzazione Medio Medio Medio 44,7 44,7 44,7 0,0 0,0 0,0 26,2 26,2 26,2 26,3 26,3 26,3 27,3 27,3 27,3 20,3 20,3 20,3 34,2 34,2 34,2 53,7 53,7 53,7 54,4 54,4 54,4 53,1 53,1 53,1 47,6 47,6 47,6 60,6 60,6 60,6 56,4 56,4 56,4 30,6 30,6 30,6 49,6 49,6 49,6 1,6 1,6 1,6 17,6 17,6 17,6 64,0 64,0 64,0 23,2 23,2 23,2 44,3 44,3 44,3 42,8 42,8 42,8 24,0 24,0 24,0 31,2 31,2 31,2 51,2 51,2 51,2 41,8 41,8 41,8 40,2 40,2 40,2 37,8 37,8 37,8 39,3 39,3 39,3 Alto Alto Alto 37,2 37,2 37,2 0,0 0,0 0,0 68,1 68,1 68,1 66,7 66,7 66,7 23,7 23,7 23,7 23,8 23,8 23,8 23,6 23,6 23,6 39,3 39,3 39,3 29,3 29,3 29,3 33,9 33,9 33,9 31,7 31,7 31,7 0,0 0,0 0,0 24,9 24,9 24,9 61,2 61,2 61,2 25,6 25,6 25,6 15,8 15,8 15,8 74,2 74,2 74,2 26,6 26,6 26,6 0,0 0,0 0,0 20,9 20,9 20,9 39,2 39,2 39,2 17,7 17,7 17,7 58,7 58,7 58,7 34,8 34,8 34,8 42,2 42,2 42,2 46,8 46,8 46,8 40,6 40,6 40,6 44,6 44,6 44,6 Totale Totale Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

La percentuale di popolazione italiana che vive in zone ad alta La percentuale di popolazione italiana che vive in zone ad alta La percentuale di popolazione italiana che vive in zone ad alta urbanizzazione vicina alla media dellUnione (47 per cento urbanizzazione vicina alla media dellUnione (47 per cento urbanizzazione vicina alla media dellUnione (47 per cento nellUe27 e 50 per cento nellUe15). La quota di popolazione nellUe27 e 50 per cento nellUe15). La quota di popolazione nellUe27 e 50 per cento nellUe15). La quota di popolazione italiana che vive in zone a medio grado di urbanizzazione risulitaliana che vive in zone a medio grado di urbanizzazione risulitaliana che vive in zone a medio grado di urbanizzazione risulta superiore di quasi 14 punti percentuali rispetto al valore ta superiore di quasi 14 punti percentuali rispetto al valore ta superiore di quasi 14 punti percentuali rispetto al valore medio Ue27, pari al 25 per cento. La popolazione che vive in medio Ue27, pari al 25 per cento. La popolazione che vive in medio Ue27, pari al 25 per cento. La popolazione che vive in zone a bassa urbanizzazione pari soltanto al 16 per cento, zone a bassa urbanizzazione pari soltanto al 16 per cento, zone a bassa urbanizzazione pari soltanto al 16 per cento, contro il 28 della media europea. Tra ii paesi che hanno quote contro il 28 della media europea. Tra paesi che hanno quote contro il 28 della media europea. Tra i paesi che hanno quote pi elevate di popolazione in zone ad alto grado di urbanizzapi elevate di popolazione in zone ad alto grado di urbanizzapi elevate di popolazione in zone ad alto grado di urbanizzazione vi sono Regno Unito e Paesi Bassi, con percentuali suzione vi sono Regno Unito e Paesi Bassi, con percentuali suzione vi sono Regno Unito e Paesi Bassi, con percentuali superiori al 60 per cento (oltre al caso particolare di Malta). Preperiori al 60 per cento (oltre al caso particolare di Malta). Preperiori al 60 per cento (oltre al caso particolare di Malta). Presentano valori pi elevati del nostro Paese anche Germania, sentano valori pi elevati del nostro Paese anche Germania, sentano valori pi elevati del nostro Paese anche Germania, Grecia e Spagna. In questi ultimi due si pu tuttavia osservare Grecia e Spagna. In questi ultimi due si pu tuttavia osservare Grecia e Spagna. In questi ultimi due si pu tuttavia osservare una pi marcata dicotomia: la percentuale di popolazione che una pi marcata dicotomia: la percentuale di popolazione che una pi marcata dicotomia: la percentuale di popolazione che vive in zone a basso grado di urbanizzazione in questi paesi vive in zone a basso grado di urbanizzazione in questi paesi vive in zone a basso grado di urbanizzazione in questi paesi molto pi elevata di quella italiana. Prevalenza di aree ad alto molto pi elevata di quella italiana. Prevalenza di aree ad alto molto pi elevata di quella italiana. Prevalenza di aree ad alto o basso grado di urbanizzazione caratterizzano Lettonia, Lio basso grado di urbanizzazione caratterizzano Lettonia, Lio basso grado di urbanizzazione caratterizzano Lettonia, Lituania ed Estonia. Tra ii paesi che presentano le pi alte pertuania ed Estonia. Tra paesi che presentano le pi alte pertuania ed Estonia. Tra i paesi che presentano le pi alte percentuali di popolazione nelle zone a basso tasso di urbanizzacentuali di popolazione nelle zone a basso tasso di urbanizzacentuali di popolazione nelle zone a basso tasso di urbanizzazione, oltre a paesi nordici come Finlandia e Svezia, anche zione, oltre a paesi nordici come Finlandia e Svezia, anche zione, oltre a paesi nordici come Finlandia e Svezia, anche Bulgaria e Irlanda. Bulgaria e Irlanda. Bulgaria e Irlanda.

Fonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazioFonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazioFonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001 ne e delle abitazioni 2001 ne e delle abitazioni 2001

Fonti Fonti Fonti

N Istat, Atlante Statistico dei comuni N Istat, Atlante Statistico dei comuni N Istat, Atlante Statistico dei comuni N Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006 N Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006 N Eurostat, Regions Statistical Yearbook 2006

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni Pubblicazioni Pubblicazioni

Pubblicazioni N Oecd, Factbook 2005 N Oecd, Factbook 2005 N Oecd, Factbook 2005 Siti internet Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.oecd.org N http://www.oecd.org N http://www.oecd.org N http://ec.europa.eu/agriculture/agrista/rurdev2006/index_en.htm N http://ec.europa.eu/agriculture/agrista/rurdev2006/index_en.htm N http://ec.europa.eu/agriculture/agrista/rurdev2006/index_en.htm

Fonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001 Fonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001 Fonte: Istat, Atlante statistico dei comuni; Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001

100 statistiche per il Paese

Circa il 20 per cento della popolazione risiede in territorio montano


La maggior parte dei comuni italiani classificata come montana (51,9 per cento degli 8.101 comuni). Tra questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. Le tipiche caratteristiche del territorio montano influenzano fortemente la distribuzione della popolazione. In Italia i territori montani coprono una superficie pari al 54,3 per cento del territorio e in tali aree risiede solo il 18,3 per cento della popolazione. Nelle Comunit montane (358 nel 2006) sono aggregati 4320 comuni italiani (tra parzialmente, totalmente e non montani). In media ciascuna Comunit montana accorpa 11,7 comuni. Le Comunit montane sono numericamente pi diffuse nel Mezzogiorno (127) e nel Nord-ovest (105), dove aggregano rispettivamente 1.530 e 1.333 comuni. La caratteristica montana stata attribuita ai comuni italiani attraverso un impianto legislativo (legge 991/52 e legge 657/57) che distingue tre diversi gradi di montanit: comuni totalmente montani, parzialmente montani e non montani. Tale impianto demandava alla Commissione censuaria centrale il compito di compilare e aggiornare lelenco dei comuni nei quali erano inclusi i terreni montani. Con lapprovazione della legge 142/90 di riforma dellordinamento locale, lopera di classificazione dei territori montani si conclusa ed stata conseguentemente cristallizzata a quella data (cfr. art. 29, comma 7). Accanto alla classificazione dei comuni montani la legge 1102/71 (Nuove norme per lo sviluppo della montagna) allart. 4 definisce la Comunit montana quale Ente di diritto pubblico e ne demanda listituzione ad apposite leggi regionali. Al 31 dicembre del 2006 le Comunit montane in Italia sono 358, a cui si aggiungono le nove zone montane della Sicilia, delimitate dai rispettivi confini provinciali. Nella regione Sicilia, infatti, listituto delle Comunit montane stato abolito con lart. 45 della legge regionale 9/86, che demanda alle province di rispettiva competenza territoriale le funzioni delle soppresse Comunit montane. Per la quantificazione del territorio montano sono stati calcolati i rapporti percentuali aventi al denominatore il numero di comuni o la superficie o la popolazione montani e al numeratore i rispettivi totali nazionali. La Valle dAosta e le province autonome di Trento e di Bolzano, per la loro particolare struttura orografica, sono interamente costituite da comuni montani e la popolazione che vi risiede classificata in complesso come montana. Nelle altre regioni italiane il Piemonte e la Lombardia sono quelle che hanno il maggiore numero di comuni montani, rispettivamente 530 e 542. La superficie montana delle due regioni pari a 1.316.592 e 1.032.322 ettari che, in termini percentuali, corrisponde al 51,8 e 43,3 per cento; vi risiede rispettivamente il 15,7 e 13,3 per cento della popolazione regionale.
LITALIA E LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Con lesclusione della Valle dAosta e del Trentino-Alto Adige, percentuali di superficie montana superiori al 75 per cento caratterizzano Umbria (85,8 per cento), Liguria (81,5 per cento), Molise (78,7 per cento) e Abruzzo (76,6 per cento), regioni con gran parte del territorio esteso lungo la dorsale appenninica. Significative quote di popolazione montana, con livelli superiori al 60 per cento, si registrano in Molise (70 per cento), Basilicata (66,1 per cento) e Umbria (63,8 per cento). La regione con il maggior numero di Comunit montane il Piemonte (48 comunit), seguita dalla Lombardia (30); allestremo opposto troviamo il Friuli-Venezia Giulia e la Puglia (6 Comunit montane ciascuna). Comuni per grado di montanit Anno 2006

Popolazione dei comuni montani e non montani per regione Anno 2006 (composizioni percentuali)
Popolazione montana
100

Popolazione non montana

80

60

40

20

le al V

0 te en os oz 'A d B e o/ ll an a z ol /V B ta os 'A d

ia a e e to zo te ia na na iul ria ria at is ch br uz en on ol ca G eg gu ab lic ar m br Tr M rd si Li al os zia U M em A i a a C T e B S P en V liiu Fr

o ia zi rd La ba om L

a a a ili ni gn ic pa ma S am Ro C aili m E

o lia et ug en P V

Fonte: Elaborazione su dati Uncem

Superficie territoriale e popolazione residente dei comuni montani (valori percentuali) e numero di Comunit montane per regione al 31 dicembre 2006 (a)
Numero comuni REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Totale (A) Montani (B) di cui Totalmente montani 503 74 529 167 339 116 223 119 84 95 114 69 103 175 200 111 197 26 106 218 102 215 1.273 637 461 2.371 1.175 3.546 % (B)/(A) Percentuale Superficie montana (B1) Popolazione montana (B2) Numero di comunit montane

Territorio Quota di territorio montano

Fonte: Elaborazione su dati Uncem

N Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio a fini statistici (NUTS) N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Uncem, Unione nazionale comuni, comunit, enti montani

Fonti

Altre informazioni

Pubblicazioni N XII Relazione sullo stato della montagna italiana, Roma, 2006 N Atlante statistico della montagna, 2005 Siti internet N http://www.istat.it N http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nuts/basicnuts_regions_it.html

Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

1.206 74 1.546 235 339 116 223 581 219 341 287 92 246 378 305 136 551 258 131 409 390 377 3.061 1.480 1.003 5.544 2.557 8.101

530 74 542 187 339 116 223 158 105 124 157 91 124 240 227 123 299 61 115 286 185 234 1.333 726 612 2.671 1.530 4.201

43,9 100,0 35,1 79,6 100,0 100,0 100,0 27,2 47,9 36,4 54,7 98,9 50,4 63,5 74,4 90,4 54,3 23,6 87,8 69,9 47,4 62,1 43,5 49,1 61,0 48,2 59,8 51,9

51,8 100,0 43,3 81,5 100,0 100,0 100,0 32,0 56,9 38,5 47,3 85,8 59,0 44,2 76,6 78,7 56,4 24,8 71,3 65,7 36,7 74,5 53,8 52,4 53,9 53,3 55,8 54,3

15,7 100,0 13,3 100,0 21,8 100,0 100,0 8,6 14,4 8,8 14,6 63,8 20,6 13,6 36,6 70,0 11,9 7,7 66,1 36,2 12,3 50,6 15,5 17,4 18,6 17,0 20,6 18,3

48 8 30 19 19 8 11 19 6 18 20 9 13 22 19 10 27 6 14 26 0 25 105 62 64 231 127 358

Fonte: Uncem; Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (a) La colonna B1 riporta la somma della superficie dei comuni totalmente montani e della parte montana dei comuni parzialmente montani. La colonna B2 riporta la somma della popolazione dei comuni totalmente montani e della quota di popolazione residente nella parte montana.

14

100 statistiche per il Paese

15
Territorio Superficie forestale

La superficie forestale La superficie forestale copre pi di un terzo del territorio copre pi di un terzo del territorio
primi risultati dellInventario nazionale delle foreste e dei II primi risultati dellInventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio includono dati aggiornati sulla superficie serbatoi di carbonio includono dati aggiornati sulla superficie forestale del nostro Paese. Tale indagine basata su criteri e forestale del nostro Paese. Tale indagine basata su criteri e metodologie definite in sede internazionale dalla Food and metodologie definite in sede internazionale dalla Food and Agricolture Organization (FAO), che ha diffuso i i dati sulla coAgricolture Organization (FAO), che ha diffuso dati sulla copertura forestale, per singolo paese a livello mondiale, deterpertura forestale, per singolo paese a livello mondiale, determinati nellambito dellindagine Global Forest Resources Asminati nellambito dellindagine Global Forest Resources Assessment 2005 (FRA 2005). sessment 2005 (FRA 2005). In Italia la copertura forestale occupa circa ilil 35 per cento del In Italia la copertura forestale occupa circa 35 per cento del territorio. territorio. Le definizioni adottate dallinventario forestale, compatibili con Le definizioni adottate dallinventario forestale, compatibili con quelle della FAO per lindagine FRA 2005, includono nella quelle della FAO per lindagine FRA 2005, includono nella classe foresta una superficie di estensione superiore a 0,5 classe foresta una superficie di estensione superiore a 0,5 ettari, con una copertura arborea superiore al 10 per cento. Gli ettari, con una copertura arborea superiore al 10 per cento. Gli alberi devono poter raggiungere unaltezza minima di 5 m a alberi devono poter raggiungere unaltezza minima di 5 m a maturit in situ; sono escluse aree, pur con queste caratteristimaturit in situ; sono escluse aree, pur con queste caratteristiche, destinate ad uso agricolo o aventi carattere urbano. Nella che, destinate ad uso agricolo o aventi carattere urbano. Nella superficie forestale sono incluse le cosiddette altre superfici superficie forestale sono incluse le cosiddette altre superfici forestali; si tratta di territorio con copertura arborea del 5-10 forestali; si tratta di territorio con copertura arborea del 5-10 per cento, alberi in grado di raggiungere unaltezza minima di 5 per cento, alberi in grado di raggiungere unaltezza minima di 5 m a maturit in situ, oppure territorio con una copertura magm a maturit in situ, oppure territorio con una copertura maggiore del 10 per cento costituita da alberi che non raggiungono giore del 10 per cento costituita da alberi che non raggiungono unaltezza di 5 m a maturit in situ o da arbusti e cespugli. Per unaltezza di 5 m a maturit in situ o da arbusti e cespugli. Per le regioni italiane la superficie forestale viene misurata in raple regioni italiane la superficie forestale viene misurata in rapporto percentuale alla superficie totale e alla popolazione resiporto percentuale alla superficie totale e alla popolazione residente; per i ipaesi Ue viene presentato solo ililprimo indicatore. dente; per paesi Ue viene presentato solo primo indicatore. Per quota di superficie forestale lItalia si colloca al di sotto del Per quota di superficie forestale lItalia si colloca al di sotto del valore medio Ue27 (41 per cento delle superfici nazionali). La valore medio Ue27 (41 per cento delle superfici nazionali). La media europea tuttavia fortemente influenzata dalle ampie media europea tuttavia fortemente influenzata dalle ampie estensioni delle foreste in paesi quali Finlandia e Svezia (con estensioni delle foreste in paesi quali Finlandia e Svezia (con quote vicine al 70 per cento) e Slovenia (superiori al 60 per quote vicine al 70 per cento) e Slovenia (superiori al 60 per cento del territorio). Percentuali delle superfici forestali significento del territorio). Percentuali delle superfici forestali significativamente superiori a quella nazionale caratterizzano anche cativamente superiori a quella nazionale caratterizzano anche la Spagna (56 per cento) e la Grecia (circa 50 per cento). la Spagna (56 per cento) e la Grecia (circa 50 per cento). Chiudono la graduatoria Irlanda e i i Paesi Bassi con quote riChiudono la graduatoria Irlanda e Paesi Bassi con quote rispettivamente pari o inferiori al 10 per cento. spettivamente pari o inferiori al 10 per cento.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

no e dalla Sardegna, tutte con un valori superiori ai 7.000 m22. no e dalla Sardegna, tutte con un valori superiori ai 7.000 m . La Puglia la regione dove tale indicatore presenta ilillivello pi La Puglia la regione dove tale indicatore presenta livello pi basso: meno di 500 m22di aree boscate per abitante. basso: meno di 500 m di aree boscate per abitante. Superficie forestale per regione Anno 2005 Superficie forestale per regione Anno 2005 (m22per abitante) (m per abitante)

Superficie forestale nei paesi Ue (a) Anno 2005 (valori percentuali sulla superficie totale) Superficie forestale nei paesi Ue (a) Anno 2005 (valori percentuali sulla superficie totale)
70 70

60 60

50 50
Ue27 Ue27

40 40

30 30

20 20

10 10

00
Fi Fin nlla and nd i ia S a S ve vez z iia Sl Sl o a ove ve n nia Sp ia S pa agn gn a Es a Est t on oni ia a G Gre re c ciia A a Aus ust tri Le ria Le t a ttto Po oniia P or n a rttog oga a lllo lo C S Ciip r Slo p ro lova o va c cch ch i ia a Lu IIta Lu s ss e ta lliia R Re s em a e pu mb pub bur bb l urg o b lic g o ic a ac ce c e ca a Li Lit u t ua an i n ia Bu a Bul lga gar r ia Fr ia Fra an G nciia Ge c a er m rm an ania Po ia Pol lon oni a R Ro ia om ma a ni nia a Be Bel g Un lgiio Un o gh g Da heri Da eria ni nim a R m ar a Re e gn rca gno ca oU Un n iito t Ir o Pa Irllan Pae and es i d a si B a B as as s sii

Fonte: FAO, Global Forest Resources Assessment, 2005 Fonte: FAO, Global Forest Resources Assessment, 2005 (a) dato di Malta non statisticamente significativo. (a) IlIldato di Malta non statisticamente significativo.

Superficie forestale per regione e ripartizione geografica Anno 2005 (valori percentuali e m per abitante) Superficie forestale per regione e ripartizione geografica Anno 2005 (valori percentuali e m22per abitante)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Superficie forestale % Superficie forestale % Bosco Bosco 34,3 34,3 30,2 30,2 25,4 25,4 62,6 62,6 52,3 52,3 45,5 45,5 60,5 60,5 21,6 21,6 41,2 41,2 25,5 25,5 44,2 44,2 43,9 43,9 30,1 30,1 31,6 31,6 36,3 36,3 29,9 29,9 28,3 28,3 7,5 7,5 26,3 26,3 31,0 31,0 10,0 10,0 24,2 24,2 33,0 33,0 32,2 32,2 38,1 38,1 34,4 34,4 21,3 21,3 29,1 29,1 Altre aree Altre aree boscate boscate 2,7 2,7 2,3 2,3 2,5 2,5 6,6 6,6 5,0 5,0 4,8 4,8 5,2 5,2 2,7 2,7 4,3 4,3 2,1 2,1 5,9 5,9 2,2 2,2 1,7 1,7 3,6 3,6 4,4 4,4 3,6 3,6 4,5 4,5 1,7 1,7 9,3 9,3 9,6 9,6 3,2 3,2 26,1 26,1 3,0 3,0 3,2 3,2 4,0 4,0 3,4 3,4 9,0 9,0 5,7 5,7 Totale Totale 37,0 37,0 32,5 32,5 27,9 27,9 69,2 69,2 57,3 57,3 50,3 50,3 65,7 65,7 24,3 24,3 45,5 45,5 27,5 27,5 50,1 50,1 46,2 46,2 31,8 31,8 35,2 35,2 40,6 40,6 33,5 33,5 32,8 32,8 9,2 9,2 35,7 35,7 40,6 40,6 13,2 13,2 50,4 50,4 36,0 36,0 35,4 35,4 42,1 42,1 37,8 37,8 30,3 30,3 34,7 34,7 Superficie forestale per Superficie forestale per abitante abitante m m22 2.160 2.160 8.487 8.487 697 697 2.333 2.333 7.839 7.839 7.632 7.632 8.038 8.038 936 936 2.946 2.946 1.442 1.442 3.165 3.165 4.470 4.470 2.006 2.006 1.103 1.103 3.349 3.349 4.644 4.644 769 769 440 440 6.027 6.027 3.068 3.068 674 674 7.311 7.311 1.335 1.335 1.957 1.957 2.128 2.128 1.755 1.755 1.798 1.798 1.770 1.770

Fonte: Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste Fonte: Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste eedei serbatoi di carbonio dei serbatoi di carbonio

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche

Fonti Fonti

Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Le regioni che presentano una superficie forestale totale supeLe regioni che presentano una superficie forestale totale superiore al 50 per cento del territorio sono la Liguria, le province riore al 50 per cento del territorio sono la Liguria, le province autonome di Bolzano e di Trento, la Sardegna e la Toscana. autonome di Bolzano e di Trento, la Sardegna e la Toscana. Le quote pi basse spettano a Puglia e Sicilia (meno del 20 Le quote pi basse spettano a Puglia e Sicilia (meno del 20 per cento). per cento). Se si rapporta la superficie forestale totale al numero di abitanti Se si rapporta la superficie forestale totale al numero di abitanti invece la regione Valle dAosta a presentare ilil valore pi invece la regione Valle dAosta a presentare valore pi elevato di metri quadri di aree boscate per abitante (quasi elevato di metri quadri di aree boscate per abitante (quasi 8.500 m22),seguita dalle province autonome di Trento e Bolza8.500 m ), seguita dalle province autonome di Trento e Bolza-

N FAO, Forestry Paper 147, Global Forest Resources Assessment, N FAO, Forestry Paper 147, Global Forest Resources Assessment, 2005 2005 N Ministero delle politiche agricole, alimentari eeforestali N Ministero delle politiche agricole, alimentari forestali Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste eedei serbatoi di carbonio (INFC 2005) dei serbatoi di carbonio (INFC 2005)

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Eurostat Pocketbooks, Forestry statistics, 2007 N Eurostat Pocketbooks, Forestry statistics, 2007 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.sian.it/inventarioforestale/jsp/home.jsp N http://www.sian.it/inventarioforestale/jsp/home.jsp N http://www.fao.org/forestry/site/32006/en/ N http://www.fao.org/forestry/site/32006/en/

Fonte: Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste dei serbatoi di carbonio Fonte: Corpo Forestale dello Stato, Inventario nazionale delle foreste eedei serbatoi di carbonio

100 statistiche per il Paese

Superficie territoriale delle aree protette SIC ZPS della Rete Natura 2000 paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Considerando lala parcellizzazione delle aree la Lombardia la Superficie territoriale delle aree protette SIC e eeZPS della Rete Natura 2000 nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Considerando parcellizzazione delle aree la Lombardia la la Superficie territoriale delle aree protette SIC ZPS della Rete Natura 2000 neinei paesi UeAnno 2006 (valori percentuali) Considerando la parcellizzazione delle aree la Lombardia regione che ne neassomma il ilmaggior numero (245), seguita da regione che ne assommamaggior numero (245), seguita da da regione che assomma il maggior numero (245), seguita 35 35 35 Sicilia (232) e eeLazio (202). valori registrati inin ognuna di queste Sicilia (232) Lazio (202). I I Ivalori registrati ognuna di queste Sicilia (232) Lazio (202). valori registrati in ognuna di queste SIC SIC ZPS ZPS SIC ZPS regioni risultano superiori alle 200 unit. La Laregione che preregioni risultano superiori alle 200 unit. La regione che preregioni risultano superiori alle 200 unit. regione che pre30 30 30 UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME senta il il ilnumero pi piccolo di aree Natura 2000 invece la senta numero pipi piccolo aree Natura 2000 invece la la senta numero piccolo di di aree Natura 2000 invece 25 25 25 2006 le le aree naturali protette nostro Paese considerate NelNel2006 le aree naturali protette del nostro Paese considerate Valle dAosta, con appena 29 29aree. Nel 2006 aree naturali protette deldel nostro Paese considerate Valle dAosta, con appena 29 aree. Valle dAosta, con appena aree. nella Rete Natura 2000 coprono circa il il il19 per cento della nella Rete Natura 2000 coprono circa 19 19 per cento della nella Rete Natura 2000 coprono circa per cento della 20 20 20 superficie nazionale. Mentre nelle ripartizioni centrosuperficie nazionale. Mentre nelle ripartizioni centro- Superficie territoriale inclusa nelle aree della Rete Natura superficie nazionale. Mentre nelle ripartizioni centro- Superficie territoriale inclusa nelle aree della Rete Natura Superficie territoriale inclusa nelle aree della Rete Natura Ue27 Ue27 Ue27 15 15 15 settentrionali sono poco meno didi 33milioni gli ettari compresi in 2000 per regione Anno 2006 (valori percentuali) settentrionali sono poco meno 3 milioni gli gli ettari compresi in 2000 per regione Anno 2006 (valori percentuali) settentrionali sono poco meno di milioni ettari compresi in 2000 per regione Anno 2006 (valori percentuali) talitaliaree (quasi il il17 per cento del totale), nel Mezzogiorno la tali aree (quasi17 17 per cento del totale), nel Mezzogiorno la aree (quasi il per cento del totale), nel Mezzogiorno la 10 10 10 quota sale alal 23 per cento, in funzione del peso rilevante delle quota sale 23 23 per cento, funzione deldel peso rilevante delle quota sale al per cento, in in funzione peso rilevante delle 5 55 aree classificate come Siti didi importanza comunitaria. aree classificate come Siti importanza comunitaria. aree classificate come Siti di importanza comunitaria. Della Rete Natura 2000 fanno parte due tipologie didi aree natuDella Rete Natura 2000 fanno parte due tipologie aree natuDella Rete Natura 2000 fanno parte due tipologie di aree naturaliraliprotette, definite in seguito allemanazione delle Direttive rali protette, definite seguito allemanazione delle Direttive protette, definite in in seguito allemanazione delle Direttive europee 79/409/Cee e ee92/43/Cee. La prima istituisce le Zone europee 79/409/Cee 92/43/Cee. La La prima istituisce Zone europee 79/409/Cee 92/43/Cee. prima istituisce le le Zone didi Protezione Speciale (ZPS) per la conservazione degli uccelli Protezione Speciale (ZPS) perper conservazione degli uccelli di Protezione Speciale (ZPS) la la conservazione degli uccelli selvatici; lala seconda considera SitiSitidImportanza Comunitaria selvatici; seconda considera i i iSiti dImportanza Comunitaria selvatici; la seconda considera dImportanza Comunitaria (SIC), ovvero lele zone speciali di conservazione degli habitat (SIC), ovvero zone speciali di conservazione degli habitat (SIC), ovvero le zone speciali di conservazione degli habitat naturali e eeseminaturali eedella flora eefauna selvatiche, istituiti naturali seminaturali e della flora e fauna selvatiche, istituiti naturali seminaturali della flora fauna selvatiche, istituiti con lala direttiva comunitaria Habitat. Lindicatore commentato con direttiva comunitaria Habitat. Lindicatore commentato con la direttiva comunitaria Habitat. Lindicatore commentato nella scheda viene determinato rapportando perperpaesi UeUeee nella scheda viene determinato rapportando per i ipaesi Ue nella scheda viene determinato rapportando i paesi e perperle regioni italiane la superficie delle aree protette alla super regioni italiane la superficie delle aree protette alla su-sule le regioni italiane la superficie delle aree protette alla perficie territoriale complessiva. perficie territoriale complessiva. perficie territoriale complessiva. I dati reperibili a aalivello internazionale non permettono di agI Idati reperibili livello internazionale non permettono di ag-agdati reperibili livello internazionale non permettono di gregare lalasuperficie delle diverse tipologie didiaree naturali gregare la superficie delle diverse tipologie di aree naturali gregare superficie delle diverse tipologie aree naturali (SIC e eZPS) della Rete Natura 2000, poich sono possibili (SIC eZPS) della Rete Natura 2000, poich sono possibili (SIC ZPS) della Rete Natura 2000, poich sono possibili sovrapposizioni territoriali. I dati a aalivello europeo sono quindi sovrapposizioni territoriali. I Idati livello europeo sono quindi sovrapposizioni territoriali. dati livello europeo sono quindi disponibili solo distinti perpersingole tipologie. disponibili solo distinti per singole tipologie. disponibili solo distinti singole tipologie. LItalia possiede una percentuale didi superficie sottoposta alla LItalia possiede una percentuale superficie sottoposta alla LItalia possiede una percentuale di superficie sottoposta alla tutela protetta della Rete Natura 2000 che lala colloca tra primi tutela protetta della Rete Natura 2000 che colloca tra trai iprimi tutela protetta della Rete Natura 2000 che la colloca i primi nove tra trai ipaesi Ue27, con quote delle aree SIC (15 per cento Fonte: Ministero dell'ambiente e della tutela del del territorio e del mare nove tra paesi Ue27, con quote delle aree SIC (15(15 per cento Fonte: Ministero dell'ambiente ee della tutela territorio e del mare nove i paesi Ue27, con quote delle aree SIC per cento Fonte: Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare deldelterritorio nazionale), eedelle ZPS (12,3 per cento) superiori del territorio nazionale),delle ZPS (12,3 perper cento) superiori territorio nazionale), e delle ZPS (12,3 cento) superiori a aarispettivi valori medi comunitari (12,8 ee10 per cento). la rispettivi valori medi comunitari (12,8 e 10 10 per cento). la la rispettivi valori medi comunitari (12,8 per cento). Slovenia il il ilpaese ove la percentuale di territorio compreso nei Slovenia paese ove la percentuale di territorio compreso neinei Slovenia paese ove la percentuale di territorio compreso SitiSitidi importanza comunitaria (31,4 per cento) risulta pi eleSiti importanza comunitaria (31,4 perper cento) risulta pi eledi di importanza comunitaria (31,4 cento) risulta pi elevata, seguita dalla Spagna (23,4 perpercento). Chiudono la clasvata, seguita dalla Spagna (23,4 per cento). Chiudono clasvata, seguita dalla Spagna (23,4 cento). Chiudono la la classifica Danimarca (7,4) e eeRegno Unito (6,5), che presentano sifica Danimarca (7,4) Regno Unito (6,5), che presentano sifica Danimarca (7,4) Regno Unito (6,5), che presentano quote molto contenute didi territorio sottoposto aatutela per enquote molto contenute territorio sottoposto a tutela perper enquote molto contenute di territorio sottoposto tutela entrambe lele tipologie di area. Per le ZPS la Slovenia superata trambe tipologie di area. Per le ZPS la Slovenia superata trambe le tipologie di area. Per le ZPS la Slovenia superata dalla Slovacchia (ove pipidi un quarto del territorio viviincludalla Slovacchia (ove pi un un quarto del territorio includalla Slovacchia (ove di di quarto del territorio vi incluso). Solo Irlanda e eeMalta, allopposto, hanno percentuali di ZPS so). Solo Irlanda Malta, allopposto, hanno percentuali di ZPS so). Solo Irlanda Malta, allopposto, hanno percentuali di ZPS Fonti Fonti Fonti inferiori alal 55per cento della superficie nazionale. inferiori 5 perper cento della superficie nazionale. inferiori al cento della superficie nazionale. InIn Italia la regione con la pi alta percentuale di superficie terriItalia la regione con la pipi alta percentuale superficie terriIn Italia la regione con la alta percentuale di di superficie territoriale protetta nelle zone didi Natura 2000 lAbruzzo (39,1 per toriale protetta nelle zone Natura 2000 lAbruzzo (39,1 perper toriale protetta nelle zone di Natura 2000 lAbruzzo (39,1 cento), seguita da daCampania eeLiguria, entrambe con una sucento), seguita da CampaniaLiguria, entrambe con una su-sucento), seguita Campania e Liguria, entrambe con una perficie interessata superiore alal 25 per cento. La regione con la perficie interessata superiore 25 25 per cento. La regione con la perficie interessata superiore al per cento. La regione con la minore percentuale didi superficie protetta lEmilia-Romagna minore percentuale superficie protetta lEmilia-Romagna minore percentuale di superficie protetta lEmilia-Romagna (11,6 perpercento). Oltre 400 mila ettari sono inclusi nella rete di (11,6 per cento). Oltre 400 mila ettari sono inclusi nella rete di (11,6 cento). Oltre 400 mila ettari sono inclusi nella rete di natura 2000 ininVeneto, Abruzzo, Lazio, Puglia e eSicilia (in (in natura 2000 in Veneto, Abruzzo, Lazio, Puglia e Sicilia (in natura 2000 Veneto, Abruzzo, Lazio, Puglia Sicilia questultimo caso poco meno didi 550 mila ettari). questultimo caso poco meno 550 mila ettari). questultimo caso poco meno di 550 mila ettari).
LITALIA E EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI
NN Ministero dellambiente della tutela del del territorio e del mare Ministero dellambiente e ee della tutela territorio e del mare N Ministero dellambiente della tutela del territorio e del mare NN Commissione europea Commissione europea N Commissione europea
S Slov Slo en l Sovenia v Spaenia P Spagnia or pag a P to gn or g na P orto a a g Etogalllo Est a lo Estonlilo so Lu Gtonia Lus Gr n a Lusse Greciia s re ssembecia embucia Umburga urgo Ungh rgo Ung e o ngh ri e her a a Itariia Italia S Italia Svezlia v BSvezia Bul e i Bu g zia R ullgaria a Ro gar a a Roma riia m Fiomania nl ani F a Fiinlan nia nlandi and a a S Madiia M Slov Malta Slova calta lo a clta va c hi cch a a Cchiia Cip Le Cipro Let ipro Lettonro to i n Attonia a Aus ia Austria ustr Irl t ia anria Ir Irllanda Banda d Belg a e LiBelgio L tu lgio R t GLiituaniio Re Ge uan a Repub Germania p epu b erma ia b m ubblicra ania an bllic Cnia ica e ia aC c e Fr Ceca P F a ca Pae Fran a Paesi rancia aes B ncia c sii Bas ia as PBassi Polossii D Po n Dan olonia a RDanimlonia nm i Re gn iimarca a Re g o ar a e gn U rca o no Unca Uniito nito to

Quasi un quinto del territorio ininaree Quasi un quinto del territorio inaree Quasi un quinto del territorio aree protette; 23 per cento nel Mezzogiorno protette; 23 per cento nel Mezzogiorno protette; 23 per cento nel Mezzogiorno

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

0 00

Fonte: Commissione europea Fonte: Commissione europea Fonte: Commissione europea

Aree comprese nelle ZPS, nei SICnella Rete Natura 2000 per regione al 31 31 dicembre 2006 (valori assolutipercentuali) Aree comprese nelle ZPS, SIC e nella Rete Natura 2000 per regione al dicembre 2006 (valori assoluti e percentuali) Aree comprese nelle ZPS, neineiSIC eenella Rete Natura 2000 per regione al 31 dicembre 2006 (valori assoluti eepercentuali)
Zps Zps Zps REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Superficie Superficie Superficie Numero Numero Numero Ettari Ettari Ettari 245.287 245.287 245.287 60.695 60.695 60.695 204.319 204.319 204.319 204.896 204.896 204.896 142.513 142.513 142.513 62.383 62.383 62.383 331.498 331.498 331.498 98.666 98.666 98.666 19.615 19.615 19.615 175.919 175.919 175.919 126.887 126.887 126.887 47.093 47.093 47.093 131.014 131.014 131.014 412.074 412.074 412.074 307.956 307.956 307.956 45.585 45.585 45.585 215.763 215.763 215.763 253.039 253.039 253.039 148.788 148.788 148.788 262.255 262.255 262.255 364.773 364.773 364.773 51.206 51.206 51.206 529.916 529.916 529.916 810.979 810.979 810.979 1.340.896 1.340.896 1.340.896 717.067 717.067 717.067 2.057.963 2.057.963 2.057.963 1.649.365 1.649.365 1.649.365 3.707.328 3.707.328 3.707.328
In InIn % della % % della della superficie superficie superficie territoriale territoriale territoriale

Sic Sic Sic Superficie Superficie Superficie Numero Numero Numero Ettari Ettari Ettari
In InIn % della % % della della superficie superficie superficie territoriale territoriale territoriale

Natura 2000 (a) Natura 2000 Natura 2000 (a)(a) Superficie Superficie Superficie Numero Numero Numero Ettari Ettari Ettari
In InIn % della % % della della superficie superficie superficie territoriale territoriale territoriale

LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Territorio Quota di aree protette

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Statistiche ambientali, 2007 Istat, Statistiche ambientali, 2007 N Istat, Statistiche ambientali, 2007 Siti Siti internet Siti internet internet NN http://www.minambiente.it/sito/settori_azione/scn/rete_natura2000 http://www.minambiente.it/sito/settori_azione/scn/rete_natura2000 N http://www.minambiente.it/sito/settori_azione/scn/rete_natura2000 NN http://europa.eu.int/eur-lex/it http://europa.eu.int/eur-lex/it N http://europa.eu.int/eur-lex/it NN http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000.htm http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000.htm N http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000.htm

Piemonte (b) Piemonte Piemonte (b)(b) Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (b) Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (b)(b) Lombardia Lombardia Lombardia Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Liguria Liguria Liguria Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche (c) Marche Marche (c)(c) Lazio (c) Lazio Lazio (c)(c) Abruzzo (c) Abruzzo Abruzzo (c)(c) Molise (c) Molise Molise (c)(c) Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Nord Nord Nord Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

54 5454 5 55 62 6262 43 4343 17 1717 26 2626 67 6767 7 77 7 77 75 7575 61 6161 7 77 29 2929 42 4242 5 55 25 2525 28 2828 10 1010 13 1313 6 66 29 2929 15 1515 128 128 128 192 192 192 320 320 320 139 139 139 459 459 459 131 131 131 590 590 590

9,7 9,7 9,7 18,6 18,618,6 8,6 8,6 8,6 15,1 15,115,1 19,3 19,319,3 10,1 10,110,1 18,0 18,018,0 12,6 12,612,6 3,6 3,6 3,6 8,0 8,0 8,0 5,5 5,5 5,5 5,6 5,6 5,6 13,5 13,513,5 24,0 24,024,0 28,5 28,528,5 10,3 10,310,3 15,9 15,915,9 13,1 13,113,1 14,9 14,914,9 17,4 17,417,4 14,2 14,214,2 2,1 2,1 2,1 9,1 9,1 9,1 13,1 13,113,1 11,2 11,211,2 12,3 12,312,3 11,5 11,511,5 13,4 13,413,4 12,3 12,312,3

123 270.364 270.364 123 123 270.364 28 71.790 71.790 2828 71.790 193 224.201 224.201 193 193 224.201 192 301.446 301.446 192 192 301.446 40 149.819 149.819 149.819 4040 152 151.627 151.627 152 152 151.627 100 367.765 367.765 100 100 367.765 56 132.170 132.170 132.170 5656 125 145.428 145.428 125 125 145.428 127 223.757 223.757 127 127 223.757 120 282.515 282.515 120 120 282.515 98 109.667 109.667 109.667 9898 80 102.607 102.607 102.607 8080 182 143.107 143.107 182 182 143.107 53 252.587 252.587 252.587 5353 85 97.750 97.750 8585 97.750 106 363.215 363.215 106 106 363.215 77 465.449 465.449 465.449 7777 47 55.462 55.462 4747 55.462 179 85.609 85.609 179 179 85.609 217 383.820 383.820 217 217 383.820 92 426.251 426.251 426.251 9292 469 711.783 711.783 469 469 711.783 475 1.025.137 1.025.137 475 475 1.025.137 944 1.736.921 1.736.921 944 944 1.736.921 480 637.895 637.895 480 480 637.895 1.424 2.374.816 1.424 2.374.816 2.374.816 1.424 856 2.130.144 2.130.144 856 856 2.130.144 2.280 4.504.960 2.280 4.504.960 4.504.960 2.280

10,6 10,610,6 22,0 22,022,0 9,4 9,4 9,4 22,2 22,222,2 20,3 20,320,3 24,4 24,424,4 20,0 20,020,0 16,8 16,816,8 26,9 26,926,9 10,1 10,110,1 12,3 12,312,3 13,0 13,013,0 10,6 10,610,6 8,3 8,3 8,3 23,4 23,423,4 22,0 22,022,0 26,7 26,726,7 24,0 24,024,0 5,6 5,6 5,6 5,7 5,7 5,7 14,9 14,914,9 17,7 17,717,7 12,3 12,312,3 16,5 16,516,5 14,5 14,514,5 10,9 10,910,9 13,3 13,313,3 17,3 17,317,3 15,0 15,015,0

142 334.284 334.284 142 142 334.284 29 76.244 76.244 2929 76.244 245 344.926 344.926 245 245 344.926 200 301.851 301.851 200 200 301.851 40 149.818 149.818 149.818 4040 160 152.033 152.033 160 160 152.033 131 403.705 403.705 131 131 403.705 58 137.084 137.084 137.084 5858 132 147.228 147.228 132 132 147.228 146 256.847 256.847 146 146 256.847 136 293.106 293.106 136 136 293.106 104 120.158 120.158 104 104 120.158 102 136.847 136.847 102 102 136.847 202 430.708 430.708 202 202 430.708 57 421.456 421.456 421.456 5757 87 94.276 94.276 8787 94.276 120 395.520 395.520 120 120 395.520 83 474.282 474.282 474.282 8383 49 157.232 157.232 157.232 4949 185 314.347 314.347 185 185 314.347 232 545.544 545.544 232 232 545.544 103 427.183 427.183 103 103 427.183 548 902.682 902.682 548 548 902.682 535 1.099.487 1.099.487 535 535 1.099.487 1.083 2.002.169 1.083 2.002.169 2.002.169 1.083 544 980.819 980.819 544 544 980.819 1.627 2.982.988 1.627 2.982.988 2.982.988 1.627 916 2.829.840 2.829.840 916 916 2.829.840 2.543 5.812.828 2.543 5.812.828 5.812.828 2.543

13,2 13,213,2 23,4 23,423,4 14,5 14,514,5 22,2 22,222,2 20,3 20,320,3 24,5 24,524,5 21,9 21,921,9 17,5 17,517,5 27,2 27,227,2 11,6 11,611,6 12,8 12,812,8 14,2 14,214,2 14,1 14,114,1 25,0 25,025,0 39,1 39,139,1 21,2 21,221,2 29,1 29,129,1 24,5 24,524,5 15,7 15,715,7 20,8 20,820,8 21,2 21,221,2 17,7 17,717,7 15,6 15,615,6 17,7 17,717,7 16,7 16,716,7 16,8 16,816,8 16,7 16,716,7 23,0 23,023,0 19,3 19,319,3

Fonte: Ministero dell'ambiente ee della tutela territorio e del mare Fonte: Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare Fonte: Ministero dell'ambiente e della tutela del del territorio e del mare (a) numero e l'estensione dei siti Natura 2000 per regione stato calcolato escludendo le lele sovrapposizioni i Sic Sic lele Zps. (a) (a) Il numero e l'estensione dei siti Natura 2000 per regione stato calcolato escludendosovrapposizioni fra fra Sic leeZps. Il Il numero e l'estensione dei siti Natura 2000 per regione stato calcolato escludendo sovrapposizioni fra i i e e Zps. (b) sito IT1201000 cade in inin partePiemonte eded parte in inin Valle d'Aosta. Il calcolo delle superfici regione stato effettuato attribuendo (b) (b) Il sito IT1201000 cadeparte in inin Piemonte in inin parteValle d'Aosta. Il calcolo delle superfici perper regione stato effettuato attribuendo Il Il sito IT1201000 cade parte Piemonte ed parte Valle d'Aosta. Il calcolo delle superfici per regione stato effettuato attribuendo aa ciascunaparte di didi effettivamente ricadente nel proprio territorio. ciascuna parte sito effettivamente ricadente nel proprio territorio. a ciascuna la lala partesitosito effettivamente ricadente nel proprio territorio. (c) Il Il IT7110128 cade in inin Abruzzo, Lazio e Marche sito IT7120132 cade in inin Abruzzo, Lazio e Molise. Il calcolo delle superfici regione (c) sito IT7110128 cade Abruzzo, Lazio e Marche e il sito IT7120132 cade Abruzzo, Lazio e Molise. Il calcolo delle superfici per regione (c) Il sitosito IT7110128 cadeAbruzzo, Lazio e Marche e il e il sito IT7120132 cadeAbruzzo, Lazio e Molise. Il calcolo delle superfici perper regione stato effettuato attribuendo a ciascunaparte di didi effettivamente ricadente nel proprio territorio. stato effettuato attribuendo a ciascuna parte sito effettivamente ricadente nel proprio territorio. stato effettuato attribuendo a ciascuna la lala partesitosito effettivamente ricadente nel proprio territorio.

16

100 statistiche per il Paese

Popolazione

Gli indicatori presentati in questa sezione fanno riferimento: alla crescita della popolazione; al suo invecchiamento; al carico sociale ed economico che grava sulla popolazione attiva; allindice di ricambio del mercato del lavoro; alle tendenze della natalit e della mortalit; alla speranza di vita alla nascita; al tasso di fecondit; al quoziente di nuzialit; alle separazioni e ai divorzi; ai movimenti migratori; allincidenza della popolazione straniera. Con quasi il 12 per cento dei 495 milioni di abitanti dellUnione europea, lItalia il quarto paese per dimensione demografica dopo Germania, Francia e Regno Unito. Dopo due decenni di sostanziale stabilit, a partire dal 2001 la popolazione ha ripreso a crescere per effetto di una ripresa delle nascite e dellimmigrazione dallestero. Nel 2006 in Italia ci sono 142 anziani (di 65 anni e pi) ogni 100 giovani (che non hanno ancora compiuto i 15 anni): lItalia cos il paese pi anziano dEuropa. La regione pi anziana la Liguria, la pi giovane la Campania. Lincremento demografico del nostro Paese garantito da un saldo migratorio con lestero positivo (oltre 222 mila unit nel 2006 pari a 3,8 persone ogni 1.000 abitanti). LItalia anche il paese europeo con la pi bassa incidenza dei divorzi (8 divorzi ogni 10.000 abitanti). In termini assoluti il numero di divorzi aumentato in dieci anni del 74 per cento e quello delle separazioni del 57. In Italia nel 2006 la popolazione residente straniera (quasi 3 milioni di persone) rappresenta poco meno del 5 per cento del totale dei residenti. La crescita della popolazione anziana comporta anche uno squilibrio generazionale: il rapporto tra popolazione giovane e anziana e popolazione in et attiva (indice di dipendenza) ha superato, nel 2006, la soglia critica del 50 per cento, uno dei livelli pi elevati dellUnione. La vita media degli italiani di quasi 84 anni per le donne e di 78,3 anni per gli uomini, ai primi posti nella graduatoria dei paesi dellUnione europea.

La struttura e la dinamica della popolazione sono al tempo stesso tra le cause e tra gli effetti dello sviluppo economico e sociale. Anche se i fenomeni demografici si evolvono con relativa lentezza, le trasformazioni che hanno investito il nostro Paese negli ultimi decenni sono state molto importanti: dalla diminuzione della fecondit ai fenomeni migratori, dallincremento della vita media allinvecchiamento della popolazione.

Il confronto internazionale vede lItalia, con 1,35 figli per donna, sotto la media dei paesi dellUnione europea (1,52 figli per donna nel 2006). comunque il livello pi alto registrato in Italia negli ultimi 16 anni. Soltanto in Slovenia e in Lussemburgo ci si sposa di meno che in Italia (4,1 matrimoni ogni 1.000 abitanti nel 2006, contro una media europea di 4,9).

17
Popolazione Tasso di variazione medio annuo della popolazione residente

Riprende la crescita della popolazione Riprende la crescita della popolazione eeaaritmi superiori alla media europea ritmi superiori alla media europea
Dopo due decenni, gligli anni Ottanta e Novanta, di sostanziale Dopo due decenni, anni Ottanta e Novanta, di sostanziale stabilit della popolazione residente nazionale, a apartire dal stabilit della popolazione residente nazionale, partire dal 2001 il il ritmo di crescita si fa decisamente pi sostenuto per 2001 ritmo di crescita si fa decisamente pi sostenuto per effetto didi una ripresa delle nascita e dei processi di regolazione effetto una ripresa delle nascita e dei processi di regolazione degli immigrati. Tra il il 2001 e il 2006 la popolazione italiana degli immigrati. Tra 2001 e il 2006 la popolazione italiana infatti cresciuta a a un tasso medio annuo dello 0,74 per cento, infatti cresciuta un tasso medio annuo dello 0,74 per cento, passando dai quasi 57 milioni del 2001 agli oltre 59 milioni del passando dai quasi 57 milioni del 2001 agli oltre 59 milioni del 2006. Questa dinamica didi crescita viene confermata anche per 2006. Questa dinamica crescita viene confermata anche per i primi mesi del 2007. i primi mesi del 2007.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

SiSirilevano poi alcune differenziazioni didigenere. Anche se rilevano poi alcune differenziazioni genere. Anche se donne risultano essere pi degli uomini numericamente leledonne risultano essere pi degli uomini numericamente (30,4 milioni contro 28,7 milioni), lala popolazione maschile cre(30,4 milioni contro 28,7 milioni), popolazione maschile cresce pi didi quella femminile: 0,81 per cento contro 0,68 per sce pi quella femminile: 0,81 per cento contro 0,68 per cento. Questo differenziale risulta costante, pur con leggere cento. Questo differenziale risulta costante, pur con leggere differenze, anche a a livello regionale. differenze, anche livello regionale. Tasso didi variazione medio annuo della popolazione Tasso variazione medio annuo della popolazione residente per provincia Anno 2006 (valori percentuali) residente per provincia Anno 2006 (valori percentuali)

Tasso didi variazione medio annuo della popolazione residente nei paesi Ue Anni 2001-2006 (valori percentuali) Tasso variazione medio annuo della popolazione residente nei paesi Ue Anni 2001-2006 (valori percentuali)
2,50 2,50 2,25 2,25 2,00 2,00 1,75 1,75 1,50 1,50 1,25 1,25 1,00 1,00 0,75 0,75 0,50 0,50 0,25 0,25 0,00 0,00 -0,25 -0,25 -0,50 -0,50 -0,75 -0,75 -1,00 -1,00 -1,25 -1,25 -1,50 -1,50
Ir l Irland an a d C a i C p ro Sp ip r Lu S a o Lus se pa gna s s m gn em bu a burgo rg M o Mal t Fr al ta Fra nc a a n ia ci a Ita I l ia Au tal ia As Po us tria Porto tria R rtoga e R gn ga llo eg o llo no Un Un ito Be ito Bel gio Sv l gio Pa Sv ezi e s ez a Pa e si B i a i Bas a si G s si G reci re a Fi c F nl a ia Da inl andi Dani m ndi a ni ar a m c Sl arca Sl ove a Sl ov nia Re S ov e n a Repu l ov cc ia pubb a cchia bb lic a hi lic C a a e G Cec a Germ c a er a m nia Po ania Pol on Un l oni a Ungh i a g er Ro heri a Roma i a m n ia a Es n ia Es ton i Li toni a Li tuan a tu ia Le ani Letto a tt ni Bu o nia Bul ga a l g ria ar ia

Ue27 Ue27

Il Il tasso di variazione medio annuo della popolazione residente tasso di variazione medio annuo della popolazione residente misura lala crescita, riportata in media annua, rispetto a un intermisura crescita, riportata in media annua, rispetto a un intervallo temporale definito. Questo indicatore, oltre a a essere una vallo temporale definito. Questo indicatore, oltre essere una misura prettamente demografica, fornisce unindicazione indimisura prettamente demografica, fornisce unindicazione indiretta sulla vitalit complessiva didi un Paese. retta sulla vitalit complessiva un Paese.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Con quasi il il 12 per cento dei 495 milioni di abitanti dellUnione Con quasi 12 per cento dei 495 milioni di abitanti dellUnione europea, lItalia rappresenta il ilquarto paese per importanza europea, lItalia rappresenta quarto paese per importanza demografica dopo Germania (82,3 milioni), Francia (63,4 midemografica dopo Germania (82,3 milioni), Francia (63,4 milioni) e e Regno Unito (60,9 milioni). Nel 2001-2006 lItalia occulioni) Regno Unito (60,9 milioni). Nel 2001-2006 lItalia occupa lala 7 posizione rispetto al tasso di variazione medio annuo pa 7 posizione rispetto al tasso di variazione medio annuo della popolazione complessiva e e si colloca, con lo 0,74 per della popolazione complessiva si colloca, con lo 0,74 per cento, nettamente lala di sopra della media Ue27 (0,49 per cencento, nettamente di sopra della media Ue27 (0,49 per cento). Sopra lItalia troviamo a a breve distanza la Francia (0,78 per to). Sopra lItalia troviamo breve distanza la Francia (0,78 per cento) mentre quattro paesi dididiscostano nettamente dagli cento) mentre quattro paesi discostano nettamente dagli altri: Lussemburgo (1,64 per cento), Spagna (1,90 per cento), altri: Lussemburgo (1,64 per cento), Spagna (1,90 per cento), Cipro (2,23 per cento) e e Irlanda (2,40 per cento). Cipro (2,23 per cento) Irlanda (2,40 per cento). Sul fronte opposto, presentano segno negativo quasi tutti i i Sul fronte opposto, presentano segno negativo quasi tutti paesi didi nuova adesione, in conseguenza di accentuate dinapaesi nuova adesione, in conseguenza di accentuate dinamiche migratorie verso i paesi Ue15. miche migratorie verso i paesi Ue15. Oltre un terzo della popolazione italiana concentrata in tre Oltre un terzo della popolazione italiana concentrata in tre regioni: Lombardia (16,1 per cento), Campania (9,8 per cento) regioni: Lombardia (16,1 per cento), Campania (9,8 per cento) e eLazio (9,3 per cento). Con riferimento alle quattro grandi Lazio (9,3 per cento). Con riferimento alle quattro grandi ripartizioni geografiche il ilMezzogiorno risulta essere ancora ripartizioni geografiche Mezzogiorno risulta essere ancora larea pi popolata del Paese con il 35,1 per cento degli abitanlarea pi popolata del Paese con il 35,1 per cento degli abitanti,ti, seguita dal Nord-ovest con 26,4 per cento. Il Il Mezzogiorno, seguita dal Nord-ovest con il il 26,4 per cento. Mezzogiorno, inin controtendenza rispetto al passato, larea che, nel periodo controtendenza rispetto al passato, larea che, nel periodo considerato, cresciuta di meno (0,24 per cento), mentre la considerato, cresciuta di meno (0,24 per cento), mentre la ripartizione del Centro che fafa registrare il maggiore tasso meripartizione del Centro che registrare il maggiore tasso medio annuo didi crescita (1,13 per cento). dio annuo crescita (1,13 per cento). La regione Lazio, e e in particolare la provincia di Roma, quella La regione Lazio, in particolare la provincia di Roma, quella con i maggiori incrementi medi annui (1,43), seguita dalla procon i maggiori incrementi medi annui (1,43), seguita dalla provincia autonoma didi Trento (1,21) e dallUmbria (1,11). vincia autonoma Trento (1,21) e dallUmbria (1,11). Sono invece solo tre lele regioni caratterizzate da segni negativi Sono invece solo tre regioni caratterizzate da segni negativi nella crescita della popolazione: ininmaniera lieve il ilMolise nella crescita della popolazione: maniera lieve Molise (-0,02), inin modo pi accentuato la Calabria (-0,12) e la Basili(-0,02), modo pi accentuato la Calabria (-0,12) e la Basilicata (-0,21). cata (-0,21).
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni susu dati Eurostat, Database New Cronos

Popolazione residente tassi di variazione per sesso e regione Anno 2006 (valori assoluti in migliaia e composizioni Popolazione residente e e tassi di variazione per sesso e regione Anno 2006 (valori assoluti in migliaia e composizioni percentuali) percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Popolazione residente Popolazione residente al al 31/12/2006 31/12/2006 Maschi Maschi 2.111,3 2.111,3 61,4 61,4 4.660,4 4.660,4 763,4 763,4 489,3 489,3 241,2 241,2 248,1 248,1 2.338,1 2.338,1 586,5 586,5 2.054,9 2.054,9 1.756,1 1.756,1 422,2 422,2 748,1 748,1 2.640,3 2.640,3 637,0 637,0 155,9 155,9 2.812,6 2.812,6 1.976,1 1.976,1 290,2 290,2 974,7 974,7 2.425,2 2.425,2 814,7 814,7 7.596,5 7.596,5 5.468,8 5.468,8 5.566,6 5.566,6 18.632,0 18.632,0 10.086,4 10.086,4 28.718,4 28.718,4 Femmine Femmine 2.241,5 2.241,5 63,4 63,4 4.885,1 4.885,1 844,5 844,5 505,4 505,4 246,4 246,4 258,9 258,9 2.435,5 2.435,5 626,1 626,1 2.168,4 2.168,4 1.882,1 1.882,1 450,8 450,8 788,0 788,0 2.853,0 2.853,0 672,8 672,8 164,2 164,2 2.977,6 2.977,6 2.093,7 2.093,7 301,2 301,2 1.023,4 1.023,4 2.591,7 2.591,7 844,7 844,7 8.034,4 8.034,4 5.735,3 5.735,3 5.973,9 5.973,9 19.743,7 19.743,7 10.669,2 10.669,2 30.412,8 30.412,8 Totale Totale 4.352,8 4.352,8 124,8 124,8 9.545,4 9.545,4 1.607,9 1.607,9 994,7 994,7 487,7 487,7 507,0 507,0 4.773,6 4.773,6 1.212,6 1.212,6 4.223,3 4.223,3 3.638,2 3.638,2 873,0 873,0 1.536,1 1.536,1 5.493,3 5.493,3 1.309,8 1.309,8 320,1 320,1 5.790,2 5.790,2 4.069,9 4.069,9 591,3 591,3 1.998,1 1.998,1 5.016,9 5.016,9 1.659,4 1.659,4 15.631,0 15.631,0 11.204,1 11.204,1 11.540,6 11.540,6 38.375,7 38.375,7 20.755,6 20.755,6 59.131,3 59.131,3
% % sul totale sul totale

Tassi variazione Tassi di di variazione medi annui 2001-2006 medi annui 2001-2006 Maschi Femmine Femmine Maschi 0,8 0,8 1,0 1,0 1,3 1,3 0,6 0,6 1,2 1,2 1,1 1,1 1,3 1,3 1,2 1,2 0,6 0,6 1,3 1,3 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 1,5 1,5 0,8 0,8 0,0 0,0 0,2 0,2 0,3 0,3 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2 0,2 0,2 0,4 0,4 1,1 1,1 1,2 1,2 1,2 1,2 1,1 1,1 0,2 0,2 0,8 0,8 0,6 0,6 0,8 0,8 1,0 1,0 0,3 0,3 1,0 1,0 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 0,4 0,4 1,0 1,0 0,7 0,7 1,1 1,1 0,8 0,8 1,4 1,4 0,7 0,7 -0,1 -0,1 0,4 0,4 0,2 0,2 -0,2 -0,2 -0,1 -0,1 0,2 0,2 0,3 0,3 0,8 0,8 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 0,3 0,3 0,7 0,7 Totale Totale 0,7 0,7 0,9 0,9 1,1 1,1 0,5 0,5 1,1 1,1 1,0 1,0 1,2 1,2 1,1 1,1 0,5 0,5 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 0,9 0,9 1,4 1,4 0,7 0,7 0,0 0,0 0,3 0,3 0,2 0,2 -0,2 -0,2 -0,1 -0,1 0,2 0,2 0,3 0,3 0,9 0,9 1,0 1,0 1,1 1,1 1,0 1,0 0,2 0,2 0,7 0,7

Maschi Femmine Femmine Totale Totale Maschi 7,4 7,4 0,2 0,2 16,2 16,2 2,7 2,7 1,7 1,7 0,8 0,8 0,9 0,9 8,1 8,1 2,0 2,0 7,2 7,2 6,1 6,1 1,5 1,5 2,6 2,6 9,2 9,2 2,2 2,2 0,5 0,5 9,8 9,8 6,9 6,9 1,0 1,0 3,4 3,4 8,4 8,4 2,8 2,8 26,5 26,5 19,0 19,0 19,4 19,4 64,9 64,9 35,1 35,1 100,0 100,0 7,4 7,4 0,2 0,2 16,1 16,1 2,8 2,8 1,7 1,7 0,8 0,8 0,9 0,9 8,0 8,0 2,1 2,1 7,1 7,1 6,2 6,2 1,5 1,5 2,6 2,6 9,4 9,4 2,2 2,2 0,5 0,5 9,8 9,8 6,9 6,9 1,0 1,0 3,4 3,4 8,5 8,5 2,8 2,8 26,4 26,4 18,9 18,9 19,6 19,6 64,9 64,9 35,1 35,1 100,0 100,0 7,4 7,4 0,2 0,2 16,1 16,1 2,7 2,7 1,7 1,7 0,8 0,8 0,9 0,9 8,1 8,1 2,1 2,1 7,1 7,1 6,2 6,2 1,5 1,5 2,6 2,6 9,3 9,3 2,2 2,2 0,5 0,5 9,8 9,8 6,9 6,9 1,0 1,0 3,4 3,4 8,5 8,5 2,8 2,8 26,4 26,4 18,9 18,9 19,5 19,5 64,9 64,9 35,1 35,1 100,0 100,0

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

Fonti Fonti

NNIstat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di di nascita Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno nascita e stato civile (POSAS) e stato civile (POSAS) NNEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet NNhttp://demo.istat.it http://demo.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu NNhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

100 statistiche per il Paese

LItalia il paese pi anziano dEuropa LItalia il paese pi anziano dEuropa


Lincremento dellincidenza degli anziani nella popolazione Lincremento dellincidenza degli anziani nella popolazione italiana fenomeno ormai ampiamente affermato. IlIl rapporto italiana fenomeno ormai ampiamente affermato. rapporto tra vecchi e giovani ha assunto proporzioni notevoli e sfiora, tra vecchi e giovani ha assunto proporzioni notevoli e sfiora, nel 2006, quota 142; in altre parole nel nostro Paese gli anziani nel 2006, quota 142; in altre parole nel nostro Paese gli anziani sono circa ilil 42 per cento in pi dei giovani. Questo valore sono circa 42 per cento in pi dei giovani. Questo valore colloca lItalia in testa alla classifica dei paesi europei. colloca lItalia in testa alla classifica dei paesi europei.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Linvecchiamento della popolazione inoltre un fenomeno in Linvecchiamento della popolazione inoltre un fenomeno in crescita. Tra ilil 2001 e ilil 2006 lindice, su base nazionale, ha crescita. Tra 2001 e 2006 lindice, su base nazionale, ha fatto registrare un incremento di oltre 10 punti percentuali. Gli fatto registrare un incremento di oltre 10 punti percentuali. Gli incrementi maggiori si registrano nelle regioni del Mezzogiorincrementi maggiori si registrano nelle regioni del Mezzogiorno, che stanno rapidamente allineandosi con ilil resto del Paeno, che stanno rapidamente allineandosi con resto del Paese, anche per effetto delle dinamiche migratorie, mentre la se, anche per effetto delle dinamiche migratorie, mentre la crescita risulta decisamente pi contenuta nel Centro-nord. In crescita risulta decisamente pi contenuta nel Centro-nord. In tre regioni, addirittura ,, lindice di vecchiaia si riduce rispetto al tre regioni, addirittura lindice di vecchiaia si riduce rispetto al 2001 (Emilia-Romagna, Toscana e Liguria). 2001 (Emilia-Romagna, Toscana e Liguria). Indice di vecchiaia per provincia Anno 2006 Indice di vecchiaia per provincia Anno 2006 (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Indice di vecchiaia nei paesi Ue Anno 2005 Indice di vecchiaia nei paesi Ue Anno 2005
160 160 140 140 120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 20 20
00
IIta G tall iia Ge erm a rm a ani nia G a G re rec ca Bu iia Bul l ga gar i Le ria Let a ttto n o ni Sp ia Spa a a gn gna Es a Es t ton oni Sl a Sl o i a ove v Po e niia Por n a rttog oga a ll Au llo Aus o s ttri U ria Un a ngh ghe eri a ria Be Bel l gio gi Re o Re pu Sv e pub Sv ez bb l b lic zii a ic a a aC Ce R o ec a Ro c a m ma an n Li iia Li tu a tua ani Fi nia Fin a nl Re l and Re andi gn gno i a a oU Un n it Fr ito Fra o a nc nci a Po i a Pol Da l oni a Da oni a ni ni m ma arc rca a M Pa Mal Pae al ta e si ta si B Lu Lus Ba s se as si sem s si mb Sl burg Sl o urgo ova o va c cc h c hi ia a Ci Cip p ro ro IIrl rlan and da a

Ue27 Ue27

Lindice di vecchiaia un caratteristico rapporto demografico Lindice di vecchiaia un caratteristico rapporto demografico ed definito come ilil rapporto percentuale tra la popolazione in ed definito come rapporto percentuale tra la popolazione in et maggiore di 64 anni e la popolazione con meno di 15 anni. et maggiore di 64 anni e la popolazione con meno di 15 anni. lindicatore maggiormente utilizzato per misurare ilil grado di lindicatore maggiormente utilizzato per misurare grado di invecchiamento della popolazione residente di un paese o di invecchiamento della popolazione residente di un paese o di una regione. una regione.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Popolazione Indice di vecchiaia

Al 2005, ultimo anno per ilil quale si dispone dei dati per tutti i i Al 2005, ultimo anno per quale si dispone dei dati per tutti paesi Ue, lItalia ilil paese pi vecchio dEuropa, anche se la paesi Ue, lItalia paese pi vecchio dEuropa, anche se la distanza che la separa dalla Germania risulta minima (139,9 distanza che la separa dalla Germania risulta minima (139,9 contro 136,2). IlIl valore medio dellUe27 indica invece un socontro 136,2). valore medio dellUe27 indica invece un sostanziale equilibrio tra le due classi di et (105,1). stanziale equilibrio tra le due classi di et (105,1). Sono complessivamente nove i ipaesi che presentano un indice Sono complessivamente nove paesi che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media europea e, oltre ai due gi di vecchiaia superiore alla media europea e, oltre ai due gi citati, troviamo nellordine Grecia, Bulgaria, Lettonia, Spagna, citati, troviamo nellordine Grecia, Bulgaria, Lettonia, Spagna, Estonia, Slovenia e Portogallo. Se si considerano poi i i paesi Estonia, Slovenia e Portogallo. Se si considerano poi paesi per i i quali ilil rapporto supera ilil valore 100, cio una situazione per quali rapporto supera valore 100, cio una situazione di perfetto equilibrio tra giovani e anziani, bisogna aggiungere di perfetto equilibrio tra giovani e anziani, bisogna aggiungere anche lAustria, lUngheria, ililBelgio e la Svezia. anche lAustria, lUngheria, Belgio e la Svezia. Allaltro estremo della graduatoria, troviamo invece paesi dove Allaltro estremo della graduatoria, troviamo invece paesi dove ilil peso delle classi di et pi giovani maggiore. In assoluto peso delle classi di et pi giovani maggiore. In assoluto lIrlanda ilil paese dove questo rapporto pi favorevole (54,2) lIrlanda paese dove questo rapporto pi favorevole (54,2) e dove quindi la proporzione tra giovani e vecchi sostanziale dove quindi la proporzione tra giovani e vecchi sostanzialmente di due a uno. Tra i i paesi di rilevante dimensione demomente di due a uno. Tra paesi di rilevante dimensione demografica che presentano un bilancio positivo a favore dei giovani grafica che presentano un bilancio positivo a favore dei giovani troviamo anche la Polonia (82,0), la Francia (87,3) e ilil Regno troviamo anche la Polonia (82,0), la Francia (87,3) e Regno Unito (89,7). Unito (89,7).
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Indice di vecchiaia per sesso e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali) Indice di vecchiaia per sesso e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2001 2001 Maschi Maschi 139,4 139,4 115,9 115,9 105,4 105,4 185,8 185,8 82,1 82,1 72,5 72,5 92,5 92,5 104,3 104,3 140,4 140,4 154,1 154,1 154,4 154,4 151,3 151,3 137,5 137,5 105,4 105,4 121,3 121,3 121,6 121,6 62,3 62,3 78,7 78,7 101,1 101,1 86,3 86,3 82,5 82,5 95,8 95,8 121,8 121,8 122,4 122,4 127,3 127,3 123,6 123,6 79,8 79,8 105,0 105,0 Femmine Femmine 214,2 214,2 182,8 182,8 172,5 172,5 298,2 298,2 130,0 130,0 111,9 111,9 150,0 150,0 167,9 167,9 235,1 235,1 231,9 231,9 231,3 231,3 221,9 221,9 201,1 201,1 156,0 156,0 174,0 174,0 175,0 175,0 92,8 92,8 113,3 113,3 138,0 138,0 119,7 119,7 116,5 116,5 137,7 137,7 195,0 195,0 192,2 192,2 188,7 188,7 192,3 192,3 114,6 114,6 159,2 159,2 Totale Totale 175,8 175,8 148,3 148,3 138,0 138,0 240,3 240,3 105,5 105,5 91,8 91,8 120,6 120,6 135,2 135,2 186,6 186,6 191,9 191,9 191,9 191,9 185,5 185,5 168,4 168,4 130,0 130,0 147,0 147,0 147,6 147,6 77,2 77,2 95,5 95,5 118,9 118,9 102,6 102,6 99,1 99,1 116,1 116,1 157,4 157,4 156,4 156,4 157,2 157,2 157,0 157,0 96,8 96,8 131,4 131,4 Maschi Maschi 147,0 147,0 121,8 121,8 113,3 113,3 188,8 188,8 89,1 89,1 81,9 81,9 96,7 96,7 110,5 110,5 147,3 147,3 146,4 146,4 154,7 154,7 152,2 152,2 141,6 141,6 113,4 113,4 133,5 133,5 138,2 138,2 73,3 73,3 94,1 94,1 118,5 118,5 103,9 103,9 94,9 94,9 117,3 117,3 128,9 128,9 124,6 124,6 132,1 132,1 128,6 128,6 93,7 93,7 115,0 115,0 2006 2006 Femmine Femmine 217,4 217,4 185,5 185,5 174,7 174,7 292,5 292,5 135,0 135,0 119,5 119,5 151,4 151,4 169,1 169,1 232,2 232,2 215,8 215,8 228,4 228,4 221,9 221,9 204,6 204,6 167,6 167,6 190,8 190,8 199,3 199,3 107,3 107,3 133,6 133,6 165,1 165,1 143,4 143,4 134,0 134,0 168,5 168,5 196,4 196,4 188,1 188,1 194,2 194,2 193,3 193,3 133,4 133,4 170,0 170,0 Totale Totale 181,2 181,2 152,6 152,6 143,1 143,1 239,1 239,1 111,4 111,4 100,2 100,2 123,3 123,3 138,9 138,9 188,5 188,5 180,1 180,1 190,5 190,5 185,9 185,9 172,1 172,1 139,7 139,7 161,3 161,3 167,9 167,9 89,9 89,9 113,3 113,3 141,0 141,0 123,1 123,1 114,0 114,0 142,0 142,0 161,7 161,7 155,4 155,4 162,2 162,2 160,0 160,0 113,0 113,0 141,7 141,7 Differenze % 2001-06 Differenze % 2001-06 Maschi Maschi 7,7 7,7 5,9 5,9 7,9 7,9 3,0 3,0 7,0 7,0 9,3 9,3 4,1 4,1 6,2 6,2 6,9 6,9 -7,7 -7,7 0,3 0,3 0,9 0,9 4,1 4,1 8,0 8,0 12,2 12,2 16,6 16,6 11,0 11,0 15,4 15,4 17,4 17,4 17,5 17,5 12,4 12,4 21,5 21,5 7,1 7,1 2,1 2,1 4,8 4,8 4,9 4,9 13,8 13,8 10,0 10,0 Femmine Femmine 3,1 3,1 2,7 2,7 2,2 2,2 -5,7 -5,7 4,9 4,9 7,6 7,6 1,4 1,4 1,2 1,2 -2,9 -2,9 -16,1 -16,1 -2,9 -2,9 0,0 0,0 3,5 3,5 11,5 11,5 16,8 16,8 24,3 24,3 14,5 14,5 20,3 20,3 27,1 27,1 23,7 23,7 17,5 17,5 30,8 30,8 1,4 1,4 -4,1 -4,1 5,5 5,5 1,0 1,0 18,8 18,8 10,8 10,8 Totale Totale 5,4 5,4 4,3 4,3 5,1 5,1 -1,2 -1,2 5,9 5,9 8,4 8,4 2,7 2,7 3,7 3,7 1,9 1,9 -11,8 -11,8 -1,4 -1,4 0,5 0,5 3,8 3,8 9,7 9,7 14,3 14,3 20,3 20,3 12,8 12,8 17,8 17,8 22,1 22,1 20,5 20,5 14,9 14,9 25,9 25,9 4,3 4,3 -1,0 -1,0 5,1 5,1 3,0 3,0 16,3 16,3 10,3 10,3

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

La regione dove complessivamente risulta maggiore La regione dove complessivamente risulta maggiore lincidenza delle persone anziane la Liguria (239,1), mentre lincidenza delle persone anziane la Liguria (239,1), mentre le province con tasso di vecchiaia pi elevato sono Trieste e le province con tasso di vecchiaia pi elevato sono Trieste e Ferrara (entrambe intorno a 251) e, a breve distanza, Savona, Ferrara (entrambe intorno a 251) e, a breve distanza, Savona, La Spezia e Genova. La Spezia e Genova. La Campania lunica regione per la quale lindice di vecchiaia La Campania lunica regione per la quale lindice di vecchiaia risulta inferiore a 100, mentre le province al di sotto di questa risulta inferiore a 100, mentre le province al di sotto di questa soglia sono 41 su 107. Quella di Napoli la provincia con ilil soglia sono 41 su 107. Quella di Napoli la provincia con rapporto pi bassa (53,7) seguita da Caserta, Crotone, Catania rapporto pi bassa (53,7) seguita da Caserta, Crotone, Catania e Bolzano. e Bolzano. In termini pi generali, permangono rilevanti differenze tra ilil In termini pi generali, permangono rilevanti differenze tra Centro-nord e ilil Mezzogiorno, dove si rileva una minore inciCentro-nord e Mezzogiorno, dove si rileva una minore incidenza delle et anziane a favore di questultimo (lindice di denza delle et anziane a favore di questultimo (lindice di vecchiaia pari, rispettivamente, a 193,3 e 133,4). vecchiaia pari, rispettivamente, a 193,3 e 133,4).

Fonti Fonti

N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita eestato civile (POSAS) stato civile (POSAS) N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

18

100 statistiche per il Paese

19
Popolazione Indice di dipendenza

Aumenta il carico sociale ed economico sulla popolazione attiva


UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Una diretta conseguenza del forte incremento della popolazioUna diretta conseguenza del forte incremento della popolazione anziana laffermarsi in Italia di uno squilibrio generazionane anziana laffermarsi in Italia di uno squilibrio generazionale. Lindice di dipendenza ha superato, nel 2006, la soglia critile. Lindice di dipendenza ha superato, nel 2006, la soglia critica del 50 per cento, attestandosi al 51,6 per cento; ci sta a ca del 50 per cento, attestandosi al 51,6 per cento; ci sta a significare che la popolazione in et attiva, oltre a dover far significare che la popolazione in et attiva, oltre a dover far fronte alle proprie esigenze ha teoricamente a carico una fronte alle proprie esigenze ha teoricamente a carico una quota importante di popolazione inattiva. Nel contesto euroquota importante di popolazione inattiva. Nel contesto europeo lItalia uno dei sette paesi dove lindice di dipendenza peo lItalia uno dei sette paesi dove lindice di dipendenza supera la soglia del 50 per cento. supera la soglia del 50 per cento. Lindice di dipendenza si ottiene dal rapporto tra la popolazione Lindice di dipendenza si ottiene dal rapporto tra la popolazione residente in et non attiva (da 0 a 14 anni e da 65 anni e oltre) residente in et non attiva (da 0 a 14 anni e da 65 anni e oltre) e la popolazione in et lavorativa (da 15 a 64 anni). Tale rape la popolazione in et lavorativa (da 15 a 64 anni). Tale rapporto, che viene generalmente moltiplicato per 100, misura il porto, che viene generalmente moltiplicato per 100, misura il carico sociale ed economico teorico della popolazione attiva. carico sociale ed economico teorico della popolazione attiva. Valori superiori al 50 per cento indicano una situazione di squiValori superiori al 50 per cento indicano una situazione di squilibrio generazionale. librio generazionale. Nel 2005, ultimo anno per il quale si dispone dei dati per tutti ii Nel 2005, ultimo anno per il quale si dispone dei dati per tutti paesi europei, lItalia, con un valore di 51,1 per cento, si collopaesi europei, lItalia, con un valore di 51,1 per cento, si colloca al quinto posto della graduatoria, dietro la Francia (53,4 per ca al quinto posto della graduatoria, dietro la Francia (53,4 per cento), la Svezia (52,8), il Belgio (52,2) e la Danimarca (51,2). cento), la Svezia (52,8), il Belgio (52,2) e la Danimarca (51,2). Il contributo positivo dei paesi di nuova adesione, caratterizzati Il contributo positivo dei paesi di nuova adesione, caratterizzati da una popolazione complessivamente pi giovane, ha miglioda una popolazione complessivamente pi giovane, ha migliorato nellinsieme la situazione dellUe27 rispetto allUe15: a rato nellinsieme la situazione dellUe27 rispetto allUe15: a fronte di un indice di dipendenza del 48,6 per cento dellUnione fronte di un indice di dipendenza del 48,6 per cento dellUnione europea, la Ue15 si attesta al 50,3 per cento. europea, la Ue15 si attesta al 50,3 per cento. Dei 27 paesi dellUnione europea solo 9 presentano valori Dei 27 paesi dellUnione europea solo 9 presentano valori superiori alla media. Tra ii paesi con valori inferiori alla media superiori alla media. Tra paesi con valori inferiori alla media europea vanno segnalati lIrlanda (46,2) e la Spagna (45,3). europea vanno segnalati lIrlanda (46,2) e la Spagna (45,3). Infine, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia chiudono la Infine, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia chiudono la graduatoria con ii valori pi bassi, prossimi al 40 per cento. graduatoria con valori pi bassi, prossimi al 40 per cento. A fronte di un sostanziale allineamento dei valori delle ripartiA fronte di un sostanziale allineamento dei valori delle ripartizioni del Centro-Nord, che presentano indici di dipendenza al zioni del Centro-Nord, che presentano indici di dipendenza al di sopra del 52 per cento, il Mezzogiorno conserva, anche se di sopra del 52 per cento, il Mezzogiorno conserva, anche se di poco, valori inferiori al 50 per cento. di poco, valori inferiori al 50 per cento. la Liguria la regione con lindice di dipendenza pi sfavorevo la Liguria la regione con lindice di dipendenza pi sfavorevole, che sfiora il 61 per cento, mentre allestremo opposto trole, che sfiora il 61 per cento, mentre allestremo opposto troviamo la Sardegna con il 44,2 per cento. Con valori al di sotto viamo la Sardegna con il 44,2 per cento. Con valori al di sotto del 50 per cento si posizionano anche Campania (48,8), Puglia del 50 per cento si posizionano anche Campania (48,8), Puglia (49,4) e Lazio (49,9). (49,4) e Lazio (49,9). La maggiore incidenza di popolazione anziana tra le donne si La maggiore incidenza di popolazione anziana tra le donne si manifesta con significativi differenziali di genere in quasi tutte manifesta con significativi differenziali di genere in quasi tutte le regioni mentre, su base nazionale, sono circa 9 ii punti perle regioni mentre, su base nazionale, sono circa 9 punti percentuali che separano ii maschi dalle femmine. centuali che separano maschi dalle femmine. Analogamente allindice di vecchiaia, anche lindice di dipenAnalogamente allindice di vecchiaia, anche lindice di dipendenza presenta quasi in tutte le regioni dinamiche di crescita: denza presenta quasi in tutte le regioni dinamiche di crescita:
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

si va dai 4,7 punti percentuali del Friuli-Venezia Giulia agli 0,5 si va dai 4,7 punti percentuali del Friuli-Venezia Giulia agli 0,5 punti dellAbruzzo. Sono invece quattro le regioni, tutte del punti dellAbruzzo. Sono invece quattro le regioni, tutte del Mezzogiorno, per le quali si registra una lieve diminuzione Mezzogiorno, per le quali si registra una lieve diminuzione dellindice di dipendenza rispetto ai livelli del 2001: Campania, dellindice di dipendenza rispetto ai livelli del 2001: Campania, Basilicata, Calabria, Molise. Basilicata, Calabria, Molise. Cinque sono le province con un indice di dipendenza superioCinque sono le province con un indice di dipendenza superiore al 60 per cento (Imperia, Genova, La Spezia, Savona e re al 60 per cento (Imperia, Genova, La Spezia, Savona e Trieste), mentre quelle con valori superiori alla media nazionaTrieste), mentre quelle con valori superiori alla media nazionale ammontano complessivamente a 62. Sono invece 27 le le ammontano complessivamente a 62. Sono invece 27 le province con valori dellindice inferiori al 50 per cento tra le province con valori dellindice inferiori al 50 per cento tra le quali, nelle prime posizioni, troviamo cinque province della quali, nelle prime posizioni, troviamo cinque province della Sardegna. Sardegna. Indice di dipendenza Anno 2006 (numero indice Italia=100) Indice di dipendenza Anno 2006 (numero indice Italia=100)

Indice di dipendenza nei paesi Ue Anno 2005 Indice di dipendenza nei paesi Ue Anno 2005
60 60

50 50

Ue27 Ue27

40 40

30 30

20 20

10 10

0 0

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Indice di dipendenza per sesso e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali) Indice di dipendenza per sesso e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna 2001 2001 Maschi Maschi 44,5 44,5 41,8 41,8 40,4 40,4 49,8 49,8 44,1 44,1 44,4 44,4 43,9 43,9 41,1 41,1 41,8 41,8 46,1 46,1 46,6 46,6 49,1 49,1 48,3 48,3 43,8 43,8 48,3 48,3 50,3 50,3 46,2 46,2 46,2 46,2 49,4 49,4 48,0 48,0 49,4 49,4 39,9 39,9 42,5 42,5 43,3 43,3 45,7 45,7 43,7 43,7 46,9 46,9 44,8 44,8 Femmine Femmine 55,6 55,6 53,4 53,4 51,3 51,3 63,9 63,9 54,8 54,8 53,5 53,5 56,1 56,1 52,2 52,2 56,7 56,7 57,3 57,3 57,2 57,2 58,7 58,7 58,0 58,0 49,5 49,5 56,6 56,6 59,7 59,7 51,3 51,3 50,5 50,5 54,9 54,9 53,8 53,8 53,7 53,7 45,5 45,5 53,8 53,8 54,8 54,8 53,7 53,7 54,1 54,1 52,0 52,0 53,3 53,3 Totale Totale 50,1 50,1 47,5 47,5 45,8 45,8 57,0 57,0 49,4 49,4 48,9 48,9 49,9 49,9 46,6 46,6 49,1 49,1 51,7 51,7 51,9 51,9 53,9 53,9 53,1 53,1 46,7 46,7 52,5 52,5 55,0 55,0 48,8 48,8 48,4 48,4 52,1 52,1 50,9 50,9 51,6 51,6 42,7 42,7 48,1 48,1 49,0 49,0 49,8 49,8 48,9 48,9 49,5 49,5 49,1 49,1 Maschi Maschi 48,7 48,7 45,4 45,4 44,8 44,8 53,7 53,7 46,6 46,6 46,8 46,8 46,5 46,5 44,7 44,7 46,9 46,9 49,3 49,3 49,9 49,9 51,1 51,1 50,6 50,6 46,5 46,5 48,7 48,7 49,1 49,1 46,0 46,0 46,7 46,7 48,7 48,7 47,4 47,4 49,1 49,1 40,9 40,9 46,7 46,7 46,8 46,8 48,4 48,4 47,3 47,3 46,9 46,9 47,1 47,1 2006 2006 Femmine Femmine 60,0 60,0 57,2 57,2 55,9 55,9 68,1 68,1 56,8 56,8 55,6 55,6 58,0 58,0 55,7 55,7 61,0 61,0 60,5 60,5 60,6 60,6 61,1 61,1 60,6 60,6 53,2 53,2 57,2 57,2 59,4 59,4 51,5 51,5 52,0 52,0 55,4 55,4 53,1 53,1 54,2 54,2 47,6 47,6 58,3 58,3 58,1 58,1 57,0 57,0 57,9 57,9 52,6 52,6 56,0 56,0 Totale Totale 54,3 54,3 51,2 51,2 50,3 50,3 60,9 60,9 51,7 51,7 51,1 51,1 52,2 52,2 50,1 50,1 53,9 53,9 54,8 54,8 55,3 55,3 56,1 56,1 55,6 55,6 49,9 49,9 53,0 53,0 54,2 54,2 48,8 48,8 49,4 49,4 52,1 52,1 50,3 50,3 51,7 51,7 44,2 44,2 52,4 52,4 52,4 52,4 52,8 52,8 52,5 52,5 49,8 49,8 51,6 51,6 Differenze 2001-2006 Differenze 2001-2006 Maschi Maschi 4,2 4,2 3,6 3,6 4,4 4,4 3,8 3,8 2,5 2,5 2,5 2,5 2,5 2,5 3,6 3,6 5,2 5,2 3,2 3,2 3,2 3,2 2,0 2,0 2,4 2,4 2,7 2,7 0,4 0,4 -1,2 -1,2 -0,2 -0,2 0,5 0,5 -0,7 -0,7 -0,6 -0,6 -0,3 -0,3 0,9 0,9 4,2 4,2 3,6 3,6 2,7 2,7 3,6 3,6 0,0 0,0 2,3 2,3 Femmine Femmine 4,3 4,3 3,9 3,9 4,7 4,7 4,2 4,2 2,0 2,0 2,1 2,1 2,0 2,0 3,5 3,5 4,3 4,3 3,2 3,2 3,4 3,4 2,3 2,3 2,5 2,5 3,7 3,7 0,6 0,6 -0,2 -0,2 0,1 0,1 1,5 1,5 0,6 0,6 -0,7 -0,7 0,5 0,5 2,1 2,1 4,5 4,5 3,3 3,3 3,3 3,3 3,8 3,8 0,6 0,6 2,7 2,7 Totale Totale 4,2 4,2 3,7 3,7 4,5 4,5 4,0 4,0 2,3 2,3 2,3 2,3 2,2 2,2 3,6 3,6 4,7 4,7 3,2 3,2 3,3 3,3 2,2 2,2 2,4 2,4 3,2 3,2 0,5 0,5 -0,7 -0,7 0,0 0,0 1,0 1,0 -0,1 -0,1 -0,6 -0,6 0,1 0,1 1,5 1,5 4,3 4,3 3,4 3,4 3,0 3,0 3,7 3,7 0,3 0,3 2,5 2,5

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Fonti Fonti

N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (POSAS) e stato civile (POSAS) N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

100 statistiche per il Paese

Re

Da

gn
Re

an Fr

ni

Sv

Fr an

Be

i an

Be

Sv

ar

It a l ia Un ito G er m an ia Fi nl an di G a re Po c ia r to Pa g a l lo es Lu i B as ss em si bu rg Au o st r ia Li tu an ia Es to ni a Ir l an Un d a gh er i Sp a ag na Le tto nia M al Bu t a lg ar ia Ci pr Ro o m an ia Sl ov en ia Re Po pu b b l on i a lic a Sl C e c ov ac ch ia


It a o gn

ci a ez ia

ar

ci a

ia ez

lg

lg

io

ca

l ia

i a a a ia ia ia d a o r ia ia ia ia l ta ar ia ip ro llo ito nia di c a hia ni ss c ia t rg n e r a g n tt o n M a on an ve n an lo Un rm a l an G re toga i Ba C lg C e a cc m bu Aus i tu Es t Ir la ngh o n Po s Le Sp L e m Bu or R o Sl Fi ic a l ov U e e l G P S Pa u s s bb L pu Re

io

ca

Popolazione Indice di ricambio della popolazione potenzialmente attiva

Indice di ricambio nei paesi dell'Ue Anno 2005 Indice ricambio nei paesi dell'Ue Anno 2005 provincia di Trieste, con unun indice 191,3, seguita dada Ferrala la provincia di Trieste, con un indice di 191,3, seguita da Ferra- Indice didi ricambio nei paesi dell'Ue Anno 2005 la provincia di Trieste, con indice di di 191,3, seguita Ferrara,ra, Savona, Gorizia, Bologna, Genova Alessandria, tutte con ra, Savona, Gorizia, Bologna, Genova e Alessandria, tutte con Savona, Gorizia, Bologna, Genova e e Alessandria, tutte con 120 120 120 valori superiori al al 170 per cento; sono invece 42 le province valori superiori al 170 per cento; sono invece 42 le province valori superiori 170 per cento; sono invece 42 le province con valori al al di sotto del 100 per cento: si va da Bolzano, con con valori al di sotto del 100 per cento: si va da Bolzano, con con valori di sotto del 100 per cento: si va da Bolzano, con UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME 100 100 100 99,4 per cento, fino a a Crotone con 67,3 per cento; la maggior 99,4 per cento, fino Crotone con 67,3 per cento; la la maggior 99,4 per cento, fino a Crotone con 67,3 per cento; maggior Lindice di di ricambio ha sfiorato, nel 2006, quota 112 per cento: parte di di queste province con basso indice di ricambio situata Lindice di ricambio ha sfiorato, nel 2006, quota 112 per cento: Lindice ricambio ha sfiorato, nel 2006, quota 112 per cento: parte di queste province con basso indice di ricambio situata parte queste province con basso indice di ricambio situata in in altri termini, le persone potenzialmente in uscita dal mercato nel Mezzogiorno. in altri termini, le persone potenzialmente in uscita dal mercato altri termini, le persone potenzialmente in uscita dal mercato nel Mezzogiorno. nel Mezzogiorno. 80 80 80 del lavoro sono il 1212 per cento in pi di quelle che invece sono del lavoro sono il 12 per cento in pi di quelle che invece sono del lavoro sono il per cento in pi di quelle che invece sono potenzialmente in in entrata. Questo squilibrio pone nostro Papotenzialmente in entrata. Questo squilibrio pone il nostro Pa- Indice didi ricambio per provincia Anno 2006 potenzialmente entrata. Questo squilibrio pone il il nostro PaIndice di ricambio per provincia Anno 2006 Indice ricambio per provincia Anno 2006 ese al al primo posto in Europa, a molta distanza dalla media (numero indice Italia=100) ese al primo posto in Europa, molta distanza dalla media ese primo posto in Europa, a a molta distanza dalla media (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100) 60 60 60 comunitaria. SiSi registra per anche una certa tendenza al ritorcomunitaria. Si registra per anche una certa tendenza al ritorcomunitaria. registra per anche una certa tendenza al ritornono una situazione di di maggiore equilibrio: tra 2001 e il 2006 no a una situazione di maggiore equilibrio: tra il 2001 e il 2006 a a una situazione maggiore equilibrio: tra il il 2001 e il 2006 lindice di di ricambio nazionale si ridotto di oltre cinque punti lindice di ricambio nazionale si ridotto di di oltre cinque punti lindice ricambio nazionale si ridotto oltre cinque punti 40 40 40 percentuali. percentuali. percentuali.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Escono dal mercato del lavoro Escono dal mercato del lavoro pi persone di quante ne entrino pi persone di quante ne entrino

Ue27 Ue27 Ue27

Lindice di di ricambio un indice demografico che rapporta la Lindice di ricambio unun indice demografico che rapporta la Lindice ricambio indice demografico che rapporta la popolazione residente in in et 15-19 anni alla popolazione in et popolazione residente in et 15-19 anni alla popolazione in et popolazione residente et 15-19 anni alla popolazione in et 60-64 anni. Tale rapporto, che viene generalmente moltiplicato 60-64 anni. Tale rapporto, che viene generalmente moltiplicato 60-64 anni. Tale rapporto, che viene generalmente moltiplicato per 100, si si utilizza anche per misurare le opportunit pergioper 100, utilizza anche per misurare le le opportunit per ii gioper 100, si utilizza anche per misurare opportunit per i giovani, derivanti dai posti di di lavoro lasciati disponibili da coloro vani, derivanti dai posti di lavoro lasciati disponibili da coloro vani, derivanti dai posti lavoro lasciati disponibili da coloro che si si accingono lasciare lattivit lavorativa per limiti di di et. che accingono a a lasciare lattivit lavorativa per limiti et. che si accingono a lasciare lattivit lavorativa per limiti di et. Valori distanti dalla condizione di di parit indicano comunque Valori distanti dalla condizione di parit indicano comunque Valori distanti dalla condizione parit indicano comunque una situazione di di squilibrio: indici molto al di sotto di 100 posuna situazione di squilibrio: indici molto al di sotto di 100 posuna situazione squilibrio: indici molto al di sotto di 100 possono indicare minori opportunit per i giovani che si si affacciano sono indicare minori opportunit per ii giovani che affacciano sono indicare minori opportunit per giovani che si affacciano al al mercato del lavoro, mentre valori molto superiori a 100 imal mercato del lavoro, mentre valori molto superiori 100 immercato del lavoro, mentre valori molto superiori a a 100 implicano anche una difficolt a a mantenere costante la capacit plicano anche una difficolt mantenere costante la la capacit plicano anche una difficolt a mantenere costante capacit lavorativa di di un paese. lavorativa unun paese. lavorativa di paese. Nel 2005, ultimo anno per il quale si si dispone dei dati per tutti ii Nel 2005, ultimo anno per il quale dispone dei dati per tutti i Nel 2005, ultimo anno per il quale si dispone dei dati per tutti paesi europei, lItalia si si attesta quota 108,6 per cento, contro paesi europei, lItalia attesta a a quota 108,6 per cento, contro paesi europei, lItalia si attesta a quota 108,6 per cento, contro una media europea dell82,2 per cento. A A esclusione della una media europea dell82,2 per cento. A esclusione della una media europea dell82,2 per cento. esclusione della Danimarca che si si posiziona su livelli molto prossimi a quelli Danimarca che si posiziona su livelli molto prossimi quelli Danimarca che posiziona su livelli molto prossimi a a quelli nazionali, tutti gligli altri paesi presentano indici di ricambio infenazionali, tutti gli altri paesi presentano indici di ricambio infenazionali, tutti altri paesi presentano indici di ricambio inferiori al al 100 per cento: si va infatti dal valore pi alto della Gerriori al 100 per cento: vava infatti dal valore pi alto della Gerriori 100 per cento: si si infatti dal valore pi alto della Germania (96,6 per cento) a quello della Polonia (51,7 per cento). mania (96,6 per cento) a quello della Polonia (51,7 per cento). Fonte: Istat, POSAS mania (96,6 per cento) a quello della Polonia (51,7 per cento). Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS Valori molto inferiori alla media europea caratterizzano in in preValori molto inferiori alla media europea caratterizzano in preValori molto inferiori alla media europea caratterizzano prevalenza i paesi di di nuova adesione, con qualche significativa valenza ii paesi di nuova adesione, con qualche significativa valenza paesi nuova adesione, con qualche significativa eccezione (Francia e e Irlanda) trapaesi di di pi antica apparteeccezione (Francia Irlanda) tratra ii paesi di pi antica apparteeccezione (Francia e Irlanda) i paesi pi antica appartenenza. nenza. nenza.
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

20 20 20

0 0 0
Ita D a I l ia D nim tal ia an ar im c G a a e r Germ a ca rm ni a Sv ani e a Po Sv zi a e Portog zi a rto a l l Sp ga l o a lo Sp gn Fi a g a n n Finlanda la ia R ep G ndi a r R ub ep b G ec ia ub lic rec b a C ia lic a e C ca Au ec Aus tr i a U st a n r U ghe ia ng r i Bu her a l ia Pa Bu gar e s l g ia Pa i ari e s Ba a i s Sl Ba si o ss Slove n i ve ia Be nia R eg B l gio R n el g Lu eg o U io n n Lus se o U ito s s m n it e bu o m b rg urgo M o a M l ta Fr al a t Fr nc a a ia Le nci a Letto n t ia L i to n tu ia Li an tu ia an C ia ip C ro Es ip ro Es ton to i a Irl ni a a Sl Irl nd ov a a Sl a nd ov cc a a h R cc ia o h R ma ia om n ia Po an i l a Po oni lo a ni a

Fonte: Elaborazioni susu dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos

Indice didi ricambio per sesso regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali) Indice di ricambio per sesso e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali) Indice ricambio per sesso e e regione Anni 2001 e 2006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise

2001 2001 2001


Maschi Maschi Maschi 153,1 153,1 153,1 145,0 145,0 145,0 136,8 136,8 136,8 186,6 186,6 186,6 102,8 102,8 102,8 94,0 94,0 94,0 112,8 112,8 112,8 126,9 126,9 126,9 167,9 167,9 167,9 160,8 160,8 160,8 149,8 149,8 149,8 131,6 131,6 131,6 124,7 124,7 124,7 112,9 112,9 112,9 100,4 100,4 100,4 90,8 90,8 90,8 64,4 64,4 64,4 75,7 75,7 75,7 79,9 79,9 79,9 70,9 70,9 70,9 74,4 74,4 74,4 86,2 86,2 86,2 145,7 145,7 145,7 140,0 140,0 140,0 126,5 126,5 126,5 138,0 138,0 138,0 73,9 73,9 73,9 109,1 109,1 109,1 Femmine Femmine Femmine 173,3 173,3 173,3 162,9 162,9 162,9 156,6 156,6 156,6 224,8 224,8 224,8 116,6 116,6 116,6 106,2 106,2 106,2 128,3 128,3 128,3 142,1 142,1 142,1 187,2 187,2 187,2 184,7 184,7 184,7 174,5 174,5 174,5 150,9 150,9 150,9 142,1 142,1 142,1 134,5 134,5 134,5 111,3 111,3 111,3 103,9 103,9 103,9 74,8 74,8 74,8 87,9 87,9 87,9 91,8 91,8 91,8 79,0 79,0 79,0 87,5 87,5 87,5 100,5 100,5 100,5 167,3 167,3 167,3 158,4 158,4 158,4 148,2 148,2 148,2 158,7 158,7 158,7 85,4 85,4 85,4 125,4 125,4 125,4 Totale Totale Totale 162,9 162,9 162,9 153,7 153,7 153,7 146,4 146,4 146,4 205,2 205,2 205,2 109,5 109,5 109,5 99,9 99,9 99,9 120,3 120,3 120,3 134,3 134,3 134,3 177,3 177,3 177,3 172,4 172,4 172,4 161,8 161,8 161,8 141,0 141,0 141,0 133,2 133,2 133,2 123,5 123,5 123,5 105,7 105,7 105,7 97,2 97,2 97,2 69,4 69,4 69,4 81,7 81,7 81,7 85,7 85,7 85,7 74,9 74,9 74,9 80,8 80,8 80,8 93,1 93,1 93,1 156,2 156,2 156,2 148,9 148,9 148,9 137,0 137,0 137,0 148,1 148,1 148,1 79,6 79,6 79,6 117,1 117,1 117,1 Maschi Maschi Maschi 137,3 137,3 137,3 135,5 135,5 135,5 123,2 123,2 123,2 156,7 156,7 156,7 101,6 101,6 101,6 94,2 94,2 94,2 109,6 109,6 109,6 121,6 121,6 121,6 159,1 159,1 159,1 138,5 138,5 138,5 138,1 138,1 138,1 123,1 123,1 123,1 113,3 113,3 113,3 107,3 107,3 107,3 97,6 97,6 97,6 86,2 86,2 86,2 69,3 69,3 69,3 81,5 81,5 81,5 72,2 72,2 72,2 72,3 72,3 72,3 73,5 73,5 73,5 102,6 102,6 102,6 130,2 130,2 130,2 129,0 129,0 129,0 118,1 118,1 118,1 126,1 126,1 126,1 77,1 77,1 77,1 104,9 104,9 104,9

2006 2006 2006


Femmine Femmine Femmine 155,3 155,3 155,3 140,8 140,8 140,8 141,0 141,0 141,0 186,6 186,6 186,6 112,4 112,4 112,4 104,8 104,8 104,8 120,8 120,8 120,8 136,8 136,8 136,8 173,2 173,2 173,2 159,3 159,3 159,3 160,4 160,4 160,4 141,6 141,6 141,6 127,9 127,9 127,9 127,6 127,6 127,6 108,1 108,1 108,1 92,8 92,8 92,8 76,9 76,9 76,9 93,5 93,5 93,5 82,0 82,0 82,0 78,8 78,8 78,8 84,8 84,8 84,8 115,3 115,3 115,3 149,1 149,1 149,1 145,6 145,6 145,6 138,0 138,0 138,0 144,6 144,6 144,6 86,8 86,8 86,8 119,4 119,4 119,4 Totale Totale Totale 146,0 146,0 146,0 138,1 138,1 138,1 131,8 131,8 131,8 171,2 171,2 171,2 106,9 106,9 106,9 99,3 99,3 99,3 115,0 115,0 115,0 128,9 128,9 128,9 166,0 166,0 166,0 148,5 148,5 148,5 148,8 148,8 148,8 132,1 132,1 132,1 120,4 120,4 120,4 117,2 117,2 117,2 102,7 102,7 102,7 89,4 89,4 89,4 73,0 73,0 73,0 87,3 87,3 87,3 76,9 76,9 76,9 75,5 75,5 75,5 79,0 79,0 79,0 108,7 108,7 108,7 139,3 139,3 139,3 137,1 137,1 137,1 127,8 127,8 127,8 135,0 135,0 135,0 81,8 81,8 81,8 111,9 111,9 111,9

Differenze % 2001-2006 Differenze % 2001-2006 Differenze % 2001-2006


Maschi Maschi Maschi -15,8 -15,8 -15,8 -9,5 -9,5 -9,5 -13,6 -13,6 -13,6 -29,9 -29,9 -29,9 -1,2 -1,2 -1,2 0,2 0,20,2 -3,1 -3,1 -3,1 -5,4 -5,4 -5,4 -8,8 -8,8 -8,8 -22,2 -22,2 -22,2 -11,7 -11,7 -11,7 -8,5 -8,5 -8,5 -11,4 -11,4 -11,4 -5,7 -5,7 -5,7 -2,9 -2,9 -2,9 -4,6 -4,6 -4,6 4,9 4,94,9 5,8 5,85,8 -7,7 -7,7 -7,7 1,3 1,31,3 -0,9 -0,9 -0,9 16,5 16,5 16,5 -15,5 -15,5 -15,5 -10,9 -10,9 -10,9 -8,4 -8,4 -8,4 -11,9 -11,9 -11,9 3,1 3,13,1 -4,2 -4,2 -4,2 Femmine Femmine Femmine -18,0 -18,0 -18,0 -22,1 -22,1 -22,1 -15,6 -15,6 -15,6 -38,1 -38,1 -38,1 -4,2 -4,2 -4,2 -1,4 -1,4 -1,4 -7,5 -7,5 -7,5 -5,3 -5,3 -5,3 -14,0 -14,0 -14,0 -25,5 -25,5 -25,5 -14,2 -14,2 -14,2 -9,3 -9,3 -9,3 -14,2 -14,2 -14,2 -6,9 -6,9 -6,9 -3,2 -3,2 -3,2 -11,1 -11,1 -11,1 2,2 2,22,2 5,6 5,65,6 -9,8 -9,8 -9,8 -0,1 -0,1 -0,1 -2,7 -2,7 -2,7 14,7 14,7 14,7 -18,2 -18,2 -18,2 -12,7 -12,7 -12,7 -10,2 -10,2 -10,2 -14,1 -14,1 -14,1 1,4 1,41,4 -6,0 -6,0 -6,0 Totale Totale Totale -17,0 -17,0 -17,0 -15,6 -15,6 -15,6 -14,6 -14,6 -14,6 -34,0 -34,0 -34,0 -2,6 -2,6 -2,6 -0,6 -0,6 -0,6 -5,3 -5,3 -5,3 -5,4 -5,4 -5,4 -11,2 -11,2 -11,2 -23,9 -23,9 -23,9 -13,0 -13,0 -13,0 -8,9 -8,9 -8,9 -12,8 -12,8 -12,8 -6,3 -6,3 -6,3 -3,0 -3,0 -3,0 -7,8 -7,8 -7,8 3,6 3,63,6 5,7 5,75,7 -8,8 -8,8 -8,8 0,6 0,60,6 -1,8 -1,8 -1,8 15,6 15,6 15,6 -16,9 -16,9 -16,9 -11,8 -11,8 -11,8 -9,3 -9,3 -9,3 -13,0 -13,0 -13,0 2,3 2,32,3 -5,1 -5,1 -5,1

Anche nel caso dellindice di di ricambio, come per altri rapporti Anche nel caso dellindice di ricambio, come per altri rapporti Anche nel caso dellindice ricambio, come per altri rapporti demografici e e in ragione di una popolazione mediamente pi demografici in in ragione di una popolazione mediamente pi demografici e ragione di una popolazione mediamente pi giovane, il Mezzogiorno si si colloca su posizioni molto distanti giovane, il Mezzogiorno si colloca su posizioni molto distanti giovane, il Mezzogiorno colloca su posizioni molto distanti rispetto al al resto del paese. Lindice di ricambio, nel 2006, era rispetto al resto del paese. Lindice di ricambio, nel 2006, era rispetto resto del paese. Lindice di ricambio, nel 2006, era dell81,8 per cento contro il 135,0 per cento del Centro-Nord. dell81,8 per cento contro il 135,0 per cento del Centro-Nord. dell81,8 per cento contro il 135,0 per cento del Centro-Nord. Tuttavia, mentre il Mezzogiorno fa fa registrare un seppur conteTuttavia, mentre il Mezzogiorno fa registrare un seppur conteTuttavia, mentre il Mezzogiorno registrare un seppur contenuto incremento dellindice rispetto al al 2001 (2,3 punti percennuto incremento dellindice rispetto al 2001 (2,3 punti percennuto incremento dellindice rispetto 2001 (2,3 punti percentuali), nel resto del paese si si assiste a una diminuzione molto tuali), nel resto del paese si assiste una diminuzione molto tuali), nel resto del paese assiste a a una diminuzione molto significativa, in in particolar modo nel Nord-ovest (-16,9 punti significativa, in particolar modo nel Nord-ovest (-16,9 punti significativa, particolar modo nel Nord-ovest (-16,9 punti percentuali). percentuali). percentuali). LaLa variabilit regionale molto accentuata: si si passa dal 171,2 La variabilit regionale molto accentuata: si passa dal 171,2 variabilit regionale molto accentuata: passa dal 171,2 per cento della Liguria al al 73,0 per cento della Campania. Ancoper cento della Liguria 73,0 per cento della Campania. Ancoper cento della Liguria al 73,0 per cento della Campania. Ancorara pi ampia la la variabilit provinciale che vede al primo posto ra pi ampia la variabilit provinciale che vede al primo posto pi ampia variabilit provinciale che vede al primo posto

Fonti Fonti Fonti

Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

N N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita N Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno nascita Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di di nascita e stato civile (POSAS) e stato civile (POSAS) e stato civile (POSAS) N N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 SitiSiti internet Siti internet internet N N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it http://demo.istat.it N N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS Fonte: Istat, POSAS

20

100 statistiche per il Paese

21
Popolazione Tassi di natalit e mortalit

Natalit e popolazione in in aumento Natalit e popolazione aumento grazie agli stranieri grazie agli stranieri
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Tassi di natalit e mortalit perper regione Anno 2006 Tassi di natalit e mortalit per regione Anno 2006 Tassi di natalit e mortalit regione Anno 2006 (numeri indice Italia=100) (numeri indice Italia=100) (numeri indice Italia=100)
NATALIT NATALIT NATALIT

Tassi di natalit e mortalit neinei paesi Ue Anno 2006 (nati e morti per 1.000 abitanti) Tassi di natalit e mortalit nei paesi Anno 2006 (nati e morti per per 1.000 abitanti) Tassi di natalit e mortalit paesi Ue Ue Anno 2006 (nati e morti 1.000 abitanti)
16 16 16 14 14 14 12 12 12 10 10 10 8 6 4 2 0
8 8 6 6 4 4 2 2 0 0

Tasso di natalit Tasso di natalit Tasso di natalit

Tasso di mortalit Tasso di mortalit Tasso di mortalit

Il 2006 vede, perper seconda volta a partire dal dal 1993, un lieve Il 2006 vede, per la seconda volta a partire dal 1993, lieve Il 2006 vede, la la seconda volta a partire 1993, un un lieve saldo positivo tra tra natimorti (2.118 unit). Nonostante ci,ci, il saldo positivo natinati e morti (2.118 unit). Nonostante ci, il saldo positivo tra e e morti (2.118 unit). Nonostante il nostro Paese permane in unauna sostanziale condizionecrescinostro Paese permane in una sostanziale condizione di crescinostro Paese permane in sostanziale condizione di di crescita zero. I tassi di natalit e die mortalit si attestano su su livelli ta zero. II tassi di natalit e di mortalit si attestano livelli ta zero. tassi di natalit di mortalit si attestano su livelli molto prossimi a 9,5 9,5 ogni 1.000 abitanti; lincremento del tasso molto prossimi a 9,5 ogni 1.000 abitanti; lincremento del tasso molto prossimi a ogni 1.000 abitanti; lincremento del tasso di crescita naturale di0,04 punti percentuali. di crescita naturale di 0,04 punti percentuali. di crescita naturale di 0,04 punti percentuali. NelNel contesto europeo lItalia, insieme allAustriaallaalla GermaNel contesto europeo lItalia, insieme allAustria e alla Germacontesto europeo lItalia, insieme allAustria e e Germania,nia, colloca in coda allaalla classifica dellUnione europea per nia, si colloca in coda alla classifica dellUnione europea per si si colloca in coda classifica dellUnione europea per tasso di natalit. tasso di natalit. tasso di natalit. Le Le stime provvisorie per il 2007 confermano 9,5 9,5 il tasso di stime provvisorie per per il 2007 confermano al 9,5 il tasso di Le stime provvisorie il 2007 confermano al al il tasso di natalit e segnalano unauna lieve diminuzione del tasso mornatalit e segnalano una lieve diminuzione del tasso di mornatalit e segnalano lieve diminuzione del tasso di di mortalit. talit. talit. Il tasso di natalit dato dal dal rapporto tra il numero dei nati vivi Il tasso di natalit dato dal rapporto il numero dei dei nati vivi Il tasso di natalit dato rapporto tra tra il numero nati vivi nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato perper 1.000. Analogamente, sostituendo numeramoltiplicato per 1.000. Analogamente, sostituendo al numeramoltiplicato 1.000. Analogamente, sostituendo al al numeratoretore il numeromorti dellanno, si calcola il tasso di mortalit. tore il numero di morti dellanno, si calcola il tasso di mortalit. il numero di di morti dellanno, si calcola il tasso di mortalit. La differenza tra itra ii due tassi fornisce il tassocrescita naturale La differenza tra due tassi fornisce il tasso di crescita naturale La differenza due tassi fornisce il tasso di di crescita naturale MORTALIT MORTALIT cheche risulter positivo le nascite superano le morti, negativo che risulter positivo se le nascite superano le morti, negativo MORTALIT risulter positivo se se le nascite superano le morti, negativo nel nel caso opposto. caso opposto. nel caso opposto.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Ue27Ue27 Ue27

Fonte: Elaborazioni su dati dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su Eurostat, Database New Cronos (a) DatiDati provvisori. (a) Dati provvisori. (a) provvisori.

Il ventitreesimo posto occupato dallItalia nella graduatoria Il ventitreesimo posto occupato dallItalia nella graduatoria Il ventitreesimo posto occupato dallItalia nella graduatoria comunitaria perper tassonatalit pone il nostro Paese sensibilcomunitaria per tasso di natalit pone il nostro Paese sensibilcomunitaria tasso di di natalit pone il nostro Paese sensibilmente al di sotto della media europea (10,6 natinati ogni 1.000 mente al di sotto della media europea (10,6 nati ogni 1.000 mente al di sotto della media europea (10,6 ogni 1.000 abitanti). abitanti). abitanti). Il tasso di mortalit risulta invece uguale a quello medio euroIl tasso di mortalit risulta invece uguale a quello medio euroIl tasso di mortalit risulta invece uguale a quello medio europeo, e paripari 9,5 9,5 morti ogni 1.000 abitanti; lItalia colloca peo, e pari a 9,5 morti ogni 1.000 abitanti; lItalia si colloca peo, e a a morti ogni 1.000 abitanti; lItalia si si colloca pertanto al quindicesimo posto della graduatoria dellUnione. pertanto al quindicesimo posto della graduatoria dellUnione. pertanto al quindicesimo posto della graduatoria dellUnione. Irlanda, Francia e Regno Unito occupano i primi tre tre posti per Irlanda, Francia e Regno Unito occupano ii primi posti per per Irlanda, Francia e Regno Unito occupano primi tre posti tasso di natalit (15,1, 13,1 e 12,4 natinati ogni 1.000 abitanti). tasso di natalit (15,1, 13,1 e 12,4 nati ogni 1.000 abitanti). tasso di natalit (15,1, 13,1 e 12,4 ogni 1.000 abitanti). I primi posti della graduatoria del del tassomortalit sono invece II primi posti della graduatoria del tasso di mortalit sono invece primi posti della graduatoria tasso di di mortalit sono invece occupati da da paesi nuova adesione; al settimo posto, concon il occupati paesi di di nuova adesione; al settimo posto, con il occupati da paesi di nuova adesione; al settimo posto, il pi pi elevato tassomortalit tra tra ii paesi dellUe15,colloca la la pi elevato tasso di mortalit itra paesi dellUe15, si colloca la elevato tasso di di mortalit paesi dellUe15, si si colloca Danimarca concon 10,2 morti ogni 1.000 abitanti. Danimarca con 10,2 morti ogni 1.000 abitanti. Danimarca 10,2 morti ogni 1.000 abitanti. La crescita della natalit in Italia da mettere in relazione allaalla La crescita della natalit in Italia da mettere in relazione alla La crescita della natalit in Italia da mettere in relazione maggior presenza straniera regolare, in virt del del forte incremaggior presenza straniera regolare, in virt del forte incremaggior presenza straniera regolare, in virt forte incremento dellincidenza delle nascite di bambini stranieri sul sul totale mento dellincidenza delle nascite di bambini stranieri totale mento dellincidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei dei nati. nati. dei nati. Il bilancio naturale della popolazione permane diversificato tra tra Il bilancio naturale della popolazione permane diversificato tra Il bilancio naturale della popolazione permane diversificato Centro-Nord e Mezzogiorno anche nel nel 2006:infatti di segno Centro-Nord e Mezzogiorno anche nel 2006: infatti di segno Centro-Nord e Mezzogiorno anche 2006: infatti di segno positivo, anche se concon un andamento decrescente, il tasso di positivo, anche se con andamento decrescente, il tasso di di positivo, anche se un un andamento decrescente, il tasso crescita naturale del del sud del Paese, che permane invece negacrescita naturale sudsud del Paese, che permane invece negacrescita naturale del del Paese, che permane invece negativotivo Centro-Nord. Fanno eccezione le duedue province autonotivo al Centro-Nord. Fanno eccezione le due province autonoal al Centro-Nord. Fanno eccezione le province autonome me Bolzano e Trento cheche posizionano rispettivamente al al me di Bolzano e Trento che si posizionano rispettivamente al di di Bolzano e Trento si si posizionano rispettivamente primo e alequarto posto perper tasso crescita naturale (3,51 e e primo e al quarto posto per tasso di crescita naturale (3,51 e primo al quarto posto tasso di di crescita naturale (3,51 1,24); al secondo posto troviamo la Campania concon 2,61 e 1,24); al secondo posto troviamo la Campania con 2,61 e 1,24); al secondo posto troviamo la Campania 2,61 e allestremo opposto la Liguria concon -5,56. allestremo opposto la Liguria con -5,56. allestremo opposto la Liguria -5,56.
LITALIA E LE LE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Tassi di natalit e mortalit perper regione Anni 2002 e 2006 (nati e morti per 1.000 abitanti e differenze percentuali) Tassi di natalit e mortalit per regione Anni 2002 e 2006 (nati e morti per 1.000 abitanti e differenze percentuali) Tassi di natalit e mortalit regione Anni 2002 e 2006 (nati e morti per 1.000 abitanti e differenze percentuali)
Tasso di natalit Tasso di natalit Tasso di natalit REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
Posto in Posto 20022002 20062006 Differenze % Posto in in Differenze % 2002 2006 Differenze % 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria al 20062006 al 2006 al

Piemonte Piemonte Piemonte ValleValle d'Aosta/Valle d'Aoste d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche LazioLazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno ItaliaItalia Italia

Bu lg a Bu ria Lel g a tto r a Le niia Li tto tu n an ia ULi t ia ngua hn U eriia ng a Esh e to r i na REs i a omo t n ani a Da R i Re nom a ima pu ani D a Re bbain r ca l i pu cama bb Cec r ca lic a a SvC eec za G S ia er v mez i SG ana l oer ia vam an Sl cch i ov ia ac a Po c lohi nia PoP a rtol o on Po ga lila o Bert o lg ga i l B o (ao l el ) Igio TA (a LI ) A IT GA reLI cA FiG ia nl re anc Fi dia Slnl i a ov n a e di a Sl nia ov Au e stni a ria Au Sp st a gr ia Sp na Fr a an n g R cia eg F nr a n R o aU c Peg aen n iita o so U LuP i Ba i n sae o se s stsi i mB L us bu s a se rgsi o m bu M rg al o ta M C al t ip a ro Ir C i la p ndo r Irl a an da
Tasso di mortalit Tasso di mortalit Tasso di mortalit
Posto in Posto 20022002 20062006 Differenze % Posto in in Differenze % 2002 2006 Differenze % 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria al 20062006 al 2006 al

Tasso di crescita naturale Tasso di crescita naturale Tasso di crescita naturale


Posto in Posto 20022002 20062006 Posto in in 2002 2006 graduatoria graduatoria graduatoria al 20062006 al 2006 al

Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente

Fonti Fonti Fonti

N Istat, Bilancio demografico della popolazione residente N Istat, Bilancio demografico della popolazione residente N Istat, Bilancio demografico della popolazione residente N Eurostat, Database NewNew Cronos N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti Siti internet internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

8,5 8,5 8,5 9,2 9,2 9,2 9,6 9,6 9,6 7,3 7,3 7,3 10,9 10,9 10,9 11,2 11,2 11,2 10,6 10,6 10,6 9,5 9,5 9,5 8,1 8,1 8,1 8,9 8,9 8,9 8,4 8,4 8,4 8,6 8,6 8,6 8,6 8,6 8,6 9,5 9,5 9,5 8,3 8,3 8,3 8,1 8,1 8,1 11,4 11,4 11,4 10,0 10,0 10,0 9,2 9,2 9,2 9,2 9,2 9,2 10,3 10,3 10,3 8,0 8,0 8,0 9,0 9,0 9,0 9,2 9,2 9,2 8,9 8,9 8,9 9,1 9,1 9,1 10,1 10,1 10,1 9,4 9,4 9,4

8,7 8,7 8,7 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 7,5 7,5 7,5 10,7 10,7 10,7 11,1 11,1 11,1 10,3 10,3 10,3 9,9 9,9 9,9 8,6 8,6 8,6 9,4 9,4 9,4 8,7 8,7 8,7 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,8 9,8 9,8 8,5 8,5 8,5 7,7 7,7 7,7 10,8 10,8 10,8 9,3 9,3 9,3 8,4 8,4 8,4 9,2 9,2 9,2 10,0 10,0 10,0 8,0 8,0 8,0 9,4 9,4 9,4 9,6 9,6 9,6 9,3 9,3 9,3 9,4 9,4 9,4 9,6 9,6 9,6 9,5 9,5 9,5

0,2 0,2 0,2 0,8 0,8 0,8 0,5 0,5 0,5 0,2 0,2 0,2 -0,2 -0,2 -0,2 0,0 0,0 0,0 -0,3 -0,3 -0,3 0,4 0,4 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,1 0,1 0,1 -0,4 -0,4 -0,4 -0,6 -0,6 -0,6 -0,7 -0,7 -0,7 -0,8 -0,8 -0,8 0,0 0,0 0,0 -0,4 -0,4 -0,4 -0,1 -0,1 -0,1 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 -0,4 -0,4 -0,4 0,1 0,1 0,1

15 5 6 22 3 1 4 8 17 10 16 13 14 9 18 21 2 11 19 12 7 20

15 15 5 5 6 6 22 22 3 3 1 1 4 4 8 8 17 17 10 10 16 16 13 13 14 14 9 9 18 18 21 21 2 2 11 11 19 19 12 12 7 7 20 20

11,4 11,4 11,4 11,1 11,1 11,1 9,4 9,4 9,4 13,6 13,6 13,6 8,4 8,4 8,4 7,9 7,9 7,9 8,9 8,9 8,9 9,3 9,3 9,3 12,0 12,0 12,0 11,4 11,4 11,4 11,5 11,5 11,5 11,1 11,1 11,1 10,3 10,3 10,3 9,4 9,4 9,4 10,5 10,5 10,5 10,6 10,6 10,6 8,2 8,2 8,2 7,9 7,9 7,9 9,2 9,2 9,2 8,5 8,5 8,5 9,3 9,3 9,3 8,4 8,4 8,4 10,4 10,4 10,4 10,3 10,3 10,3 10,3 10,3 10,3 10,4 10,4 10,4 8,7 8,7 8,7 9,8 9,8 9,8

10,9 10,9 10,9 10,0 10,0 10,0 8,9 8,9 8,9 13,1 13,1 13,1 8,4 8,4 8,4 7,6 7,6 7,6 9,0 9,0 9,0 8,9 8,9 8,9 11,3 11,3 11,3 10,8 10,8 10,8 11,0 11,0 11,0 10,9 10,9 10,9 10,3 10,3 10,3 9,1 9,1 9,1 10,1 10,1 10,1 11,2 11,2 11,2 8,1 8,1 8,1 8,0 8,0 8,0 9,6 9,6 9,6 8,7 8,7 8,7 9,2 9,2 9,2 8,4 8,4 8,4 9,9 9,9 9,9 9,8 9,8 9,8 10,0 10,0 10,0 9,9 9,9 9,9 8,7 8,7 8,7 9,5 9,5 9,5

-0,5 -0,5 -0,5 -1,1 -1,1 -1,1 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,2 0,1 0,1 0,1 -0,4 -0,4 -0,4 -0,7 -0,7 -0,7 -0,5 -0,5 -0,5 -0,6 -0,6 -0,6 -0,2 -0,2 -0,2 0,0 0,0 0,0 -0,3 -0,3 -0,3 -0,4 -0,4 -0,4 0,6 0,6 0,6 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,2 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,3 -0,3 -0,3 -0,5 -0,5 -0,5 0,0 0,0 0,0 -0,3 -0,3 -0,3

6 10 15 1 19 22 14 16 2 7 4 5 8 13 9 3 20 21 11 17 12 18

6 6 10 10 15 15 1 1 19 19 22 22 14 14 16 16 2 2 7 7 4 4 5 5 8 8 13 13 9 9 3 3 20 20 21 21 11 11 17 17 12 12 18 18

-2,44-2,44 -2,44 -0,78-0,78 -0,78 0,63 0,63 0,63 -5,79-5,79 -5,79 2,51 2,51 2,51 3,55 3,55 3,55 1,51 1,51 1,51 0,68 0,68 0,68 -3,24-3,24 -3,24 -1,95-1,95 -1,95 -2,59-2,59 -2,59 -2,38-2,38 -2,38 -1,69-1,69 -1,69 0,39 0,39 0,39 -1,77-1,77 -1,77 -3,12-3,12 -3,12 3,24 3,24 3,24 1,94 1,94 1,94 -0,40-0,40 -0,40 0,48 0,48 0,48 1,15 1,15 1,15 -0,32-0,32 -0,32 -0,91-0,91 -0,91 -0,58-0,58 -0,58 -1,05-1,05 -1,05 -0,85-0,85 -0,85 1,41 1,41 1,41 -0,05-0,05 -0,05

-2,20-2,20 -2,20 0,06 0,06 0,06 1,09 1,09 1,09 -5,56-5,56 -5,56 2,35 2,35 2,35 3,51 3,51 3,51 1,24 1,24 1,24 1,04 1,04 1,04 -2,74-2,74 -2,74 -1,44-1,44 -1,44 -2,27-2,27 -2,27 -1,95-1,95 -1,95 -1,34-1,34 -1,34 0,74 0,74 0,74 -1,63-1,63 -1,63 -3,55-3,55 -3,55 2,61 2,61 2,61 1,23 1,23 1,23 -1,20-1,20 -1,20 0,46 0,46 0,46 0,79 0,79 0,79 -0,37-0,37 -0,37 -0,52-0,52 -0,52 -0,19-0,19 -0,19 -0,70-0,70 -0,70 -0,48-0,48 -0,48 0,98 0,98 0,98 0,04 0,04 0,04

18 11 6 22 3 1 4 7 20 15 19 17 14 9 16 21 2 5 13 10 8 12

18 18 11 11 6 6 22 22 3 3 1 1 4 4 7 7 20 20 15 15 19 19 17 17 14 14 9 9 16 16 21 21 2 2 5 5 13 13 10 10 8 8 12 12

Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente

100 statistiche per il Paese

La vita media in Italia La vita media in Italia una delle pi alte dEuropa una delle pi alte dEuropa
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Speranza di vita alla nascita per regione Anno 2006 Speranza di vita alla nascita per regione Anno 2006 (in anni) (in anni)
UOMINI UOMINI

Speranza di vita alla nascita per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (in anni) Speranza di vita alla nascita per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (in anni)
90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00
Fr Fra a nc ni IIT cia a TAL AL I Sp IA Spa A agn g Sv n a Sve a Fi ezia Finl zia nlan and Au d iia Aus a sttria ria Ci Cip G p ro Ger r er m o man ania B e ia Bel P o l gi Por gio rttog o oga a lllo l Pa IIrlla o Pae r and si nd a es Ba a iB s Sl as si Slo si ove ve n i G nia Gre a re ci cia a Lu Lu s Ma M sse allt a sem t a mbu Re b Re g urg gno rg o no U o Re Da Un it Da n n o Re p i pub niima to ubb m r b llic arca ca ica aC Cec Po eca Pol a lon o Es niia a E Sl stt on Slo onia ova ia va c cc Un chia Un g hia ghe h Li er iia Litu r a tuan Bu an iia Bul a lga g Le ar iia Le tt r a tton Ro oniia Ro m a ma n a nia ia

Uomini Uomini

Donne Donne

Secondo le stime del 2006 la vita media degli italiani di quasi Secondo le stime del 2006 la vita media degli italiani di quasi 84 anni per le donne eedi 78,3 anni per gli uomini. Tali valori 84 anni per le donne di 78,3 anni per gli uomini. Tali valori collocano ilil nostro Paese ai primi posti nella graduatoria collocano nostro Paese ai primi posti nella graduatoria dellUnione europea. dellUnione europea.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

La speranza di vita alla nascita (altrimenti detta vita media) La speranza di vita alla nascita (altrimenti detta vita media) un indice statistico che misura ililnumero medio di anni che si un indice statistico che misura numero medio di anni che si attende di vivere un neonato alla nascita nellanno di riferimenattende di vivere un neonato alla nascita nellanno di riferimento. La speranza di vita ovviamente correlata con ililtasso di to. La speranza di vita ovviamente correlata con tasso di mortalit eefornisce una misura dello stato sociale, ambientale mortalit fornisce una misura dello stato sociale, ambientale eesanitario in cui vive una popolazione; oltre che rappresentare sanitario in cui vive una popolazione; oltre che rappresentare semplicemente un indice demografico anche significativo per semplicemente un indice demografico anche significativo per valutare lo stato di sviluppo di un paese. valutare lo stato di sviluppo di un paese. AAcausa delle forti differenze nelle probabilit di morte viene causa delle forti differenze nelle probabilit di morte viene calcolato distintamente per uomini eedonne. calcolato distintamente per uomini donne.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Popolazione Speranza di vita alla nascita

Le donne italiane sono seconde, per speranza di vita alla naLe donne italiane sono seconde, per speranza di vita alla nascita, alla Francia (83,9 contro 84,4 anni, rispettivamente) scita, alla Francia (83,9 contro 84,4 anni, rispettivamente) mentre gli uomini, con 78,3 anni, si collocano al terzo posto mentre gli uomini, con 78,3 anni, si collocano al terzo posto dopo Cipro eeSvezia (ambedue con 78,8 anni). dopo Cipro Svezia (ambedue con 78,8 anni). Nel nostro Paese si assiste anche aauna significativa (sebbene Nel nostro Paese si assiste anche una significativa (sebbene non la pi importante aalivello europeo) crescita dellindice: tra non la pi importante livello europeo) crescita dellindice: tra ilil2001 eeilil2006 la vita media ha visto un incremento di 1,3 2001 2006 la vita media ha visto un incremento di 1,3 anni per gli uomini eedi 1,1 anni per le donne. I Ipaesi che si anni per gli uomini di 1,1 anni per le donne. paesi che si caratterizzano per una crescita maggiore, sia per gli uomini sia caratterizzano per una crescita maggiore, sia per gli uomini sia per le donne, sono lIrlanda, ililPortogallo eemolti dei paesi di per le donne, sono lIrlanda, Portogallo molti dei paesi di nuova adesione. nuova adesione. Anche se ililfenomeno in crescita, allinterno dellUnione perAnche se fenomeno in crescita, allinterno dellUnione permangono forti differenziali: ben 13,5 anni la differenza nella mangono forti differenziali: ben 13,5 anni la differenza nella speranza di vita che separa gli uomini svedesi dai lituani, mensperanza di vita che separa gli uomini svedesi dai lituani, mentre per le donne ilildifferenziale pi contenuto (8,2 anni tra tre per le donne differenziale pi contenuto (8,2 anni tra Francia eeRomania). Francia Romania).
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

DONNE DONNE

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Speranza di vita per sesso regione Anni 2001 2006 (in anni) Speranza di vita per sesso eeregione Anni 2001 ee2006 (in anni)
2001 2001 REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Maschi Maschi Femmine Differenza Femmine Differenza FemmineFemmineMaschi Maschi 82,6 82,6 82,6 82,6 83,0 83,0 82,7 82,7 84,2 84,2 84,1 84,1 84,2 84,2 83,6 83,6 83,0 83,0 83,3 83,3 83,5 83,5 83,3 83,3 83,9 83,9 82,5 82,5 83,5 83,5 83,5 83,5 81,1 81,1 82,5 82,5 82,5 82,5 82,3 82,3 81,4 81,4 83,1 83,1 82,9 82,9 83,5 83,5 83,1 83,1 82,0 82,0 82,8 82,8 5,9 5,9 5,9 5,9 6,4 6,4 5,8 5,8 7,1 7,1 6,9 6,9 6,9 6,9 6,3 6,3 6,5 6,5 5,9 5,9 5,8 5,8 5,6 5,6 5,5 5,5 5,7 5,7 6,1 6,1 6,1 6,1 5,4 5,4 5,1 5,1 5,5 5,5 4,8 4,8 4,6 4,6 6,5 6,5 6,2 6,2 6,2 6,2 5,7 5,7 5,3 5,3 5,8 5,8 Maschi Maschi 2006 (a) 2006 (a) Femmine Differenza Femmine Differenza FemmineFemmineMaschi Maschi 83,6 83,6 83,6 83,6 84,2 84,2 83,6 83,6 84,6 84,6 84,5 84,5 84,7 84,7 84,7 84,7 83,9 83,9 84,2 84,2 84,6 84,6 84,4 84,4 84,8 84,8 83,5 83,5 84,3 84,3 84,3 84,3 82,7 82,7 83,9 83,9 83,6 83,6 84,0 84,0 82,9 82,9 84,5 84,5 83,9 83,9 84,4 84,4 84,1 84,1 83,4 83,4 83,9 83,9 5,7 5,7 5,7 5,7 5,9 5,9 5,5 5,5 6,1 6,1 5,8 5,8 6,3 6,3 6,1 6,1 5,7 5,7 5,5 5,5 5,5 5,5 5,4 5,4 5,6 5,6 5,5 5,5 6,0 6,0 6,0 6,0 5,8 5,8 5,1 5,1 5,7 5,7 5,5 5,5 4,8 4,8 6,8 6,8 5,8 5,8 5,8 5,8 5,5 5,5 5,5 5,5 5,7 5,7 Posto in Posto in graduatoria graduatoria Maschi Femmine Maschi Femmine Differenze Differenze 2001-2006 2001-2006 Maschi Femmine Maschi Femmine

Piemonte (b) Piemonte (b) Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (b) Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (b) Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio

76,8 76,8 76,8 76,8 76,6 76,6 76,8 76,8 77,2 77,2 77,2 77,2 77,3 77,3 77,3 77,3 76,5 76,5 77,4 77,4 77,7 77,7 77,7 77,7 78,4 78,4 76,8 76,8 77,4 77,4 77,4 77,4 75,7 75,7 77,5 77,5 77,0 77,0 77,5 77,5 76,8 76,8 76,6 76,6 76,7 76,7 77,3 77,3 77,4 77,4 76,8 76,8 77,0 77,0

77,9 77,9 77,9 77,9 78,3 78,3 78,1 78,1 78,5 78,5 78,7 78,7 78,3 78,3 78,6 78,6 78,2 78,2 78,7 78,7 79,0 79,0 79,0 79,0 79,2 79,2 78,0 78,0 78,3 78,3 78,3 78,3 76,9 76,9 78,8 78,8 77,9 77,9 78,5 78,5 78,0 78,0 77,7 77,7 78,2 78,2 78,6 78,6 78,6 78,6 77,9 77,9 78,3 78,3

18 18 18 18 13 13 15 15
99 55

16 16 16 16 12 12 19 19
44 77 33 22

1,1 1,1 1,1 1,1 1,7 1,7 1,2 1,2 1,3 1,3 1,6 1,6 1,0 1,0 1,3 1,3 1,7 1,7 1,3 1,3 1,3 1,3 1,2 1,2 0,8 0,8 1,3 1,3 0,9 0,9 0,9 0,9 1,2 1,2 1,3 1,3 0,9 0,9 1,0 1,0 1,2 1,2 1,1 1,1 1,4 1,4 1,3 1,3 1,2 1,2 1,1 1,1 1,3 1,3

1,0 1,0 1,0 1,0 1,1 1,1 0,9 0,9 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 1,1 1,1 0,9 0,9 0,9 0,9 1,1 1,1 1,1 1,1 0,9 0,9 1,0 1,0 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 1,5 1,4 1,4 1,1 1,1 1,7 1,7 1,5 1,5 1,5 1,5 1,0 1,0 0,9 0,9 1,0 1,0 1,4 1,4 1,1 1,1

12 12
77

14 14
66 22 33 11

14 14 11 11
55 88 11

Sono le Marche la regione italiana dove si vive pi aalungo, sia Sono le Marche la regione italiana dove si vive pi lungo, sia per gli uomini (79,2 anni) sia per le donne (84,8 anni), mentre per gli uomini (79,2 anni) sia per le donne (84,8 anni), mentre la regione che presenta i ivalori pi bassi la Campania (76,9 ee la regione che presenta valori pi bassi la Campania (76,9 82,7 anni, rispettivamente). 82,7 anni, rispettivamente). Complessivamente ililMezzogiorno si colloca di poco al di sotto Complessivamente Mezzogiorno si colloca di poco al di sotto della media nazionale ee delle altre ripartizioni geografiche. della media nazionale delle altre ripartizioni geografiche. Alcune regioni fanno per eccezione positiva aaquesta regola: Alcune regioni fanno per eccezione positiva questa regola: la Puglia per gli uomini (78,8 anni) eela Sardegna per le donne la Puglia per gli uomini (78,8 anni) la Sardegna per le donne (84,5 anni). IlIldifferenziale tra uomini eedonne, che di 5,7 anni (84,5 anni). differenziale tra uomini donne, che di 5,7 anni su base nazionale, aumenta fino aa6,8 anni in Sardegna eesi su base nazionale, aumenta fino 6,8 anni in Sardegna si riduce invece aa4,8 anni in Sicilia. riduce invece 4,8 anni in Sicilia. Tra ilil2001 eeilil2006 in Friuli-Venezia Giulia eein Lombardia gli Tra 2001 2006 in Friuli-Venezia Giulia in Lombardia gli uomini incrementano di 1,7 anni la vita media mentre la prouomini incrementano di 1,7 anni la vita media mentre la provincia autonoma di Bolzano si attesta aa1,6 anni; per le donne vincia autonoma di Bolzano si attesta 1,6 anni; per le donne la crescita pi elevata (1,7 anni) si segnala in Calabria. la crescita pi elevata (1,7 anni) si segnala in Calabria.

17 17 10 10 10 10 22 22
44

20 20
99 99

Fonte: Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente Fonte: Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente

Abruzzo (b) Abruzzo (b) Molise (b) Molise (b) Campania Campania Puglia Puglia

22 22 15 15 18 18 13 13 21 21
66

Fonti Fonti

Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

20 20
88

NN Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente NN Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

16 16 21 21

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet NN http://demo.istat.it http://demo.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu NN http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente Fonte: Istat, Tavole di mortalit della popolazione residente (a) Stime. (a) Stime. (b) valori sono relativi allinsieme di Piemonte Valle dAosta di Abruzzo Molise. (b) I Ivalori sono relativi allinsieme di Piemonte eeValle dAosta eedi Abruzzo eeMolise.

22

100 statistiche per il Paese

23
Popolazione Tasso di fecondit totale

Fecondit in crescita ma ancora Fecondit in crescita ma ancora inferiore a quella di molti paesi europei inferiore a quella di molti paesi europei
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

IlIlconfronto internazionale vede lItalia, con 1,35 figli per donna, confronto internazionale vede lItalia, con 1,35 figli per donna, sfavorita per quel che concerne i i livelli di fecondit, ancora sfavorita per quel che concerne livelli di fecondit, ancora sotto la media dei Paesi dellUnione europea (1,52 figli per sotto la media dei Paesi dellUnione europea (1,52 figli per donna nel 2006), ma soprattutto molto lontani da quelli di imdonna nel 2006), ma soprattutto molto lontani da quelli di importanti paesi europei, come Francia (2,00) o Regno Unito portanti paesi europei, come Francia (2,00) o Regno Unito (1,84). (1,84). Lattuale numero medio di figli per donna tuttavia al livello pi Lattuale numero medio di figli per donna tuttavia al livello pi alto registrato in Italia negli ultimi 16 anni ed ilil risultato alto registrato in Italia negli ultimi 16 anni ed risultato dellandamento crescente iniziato dopo ilil 1995, anno in cui la dellandamento crescente iniziato dopo 1995, anno in cui la fecondit italiana ha toccato ililminimo storico, con un valore di fecondit italiana ha toccato minimo storico, con un valore di 1,19 figli per donna. Le stime per ilil 2007 mostrano per una 1,19 figli per donna. Le stime per 2007 mostrano per una leggera flessione in quasi tutte le regioni italiane. leggera flessione in quasi tutte le regioni italiane.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

da Valle dAosta (1,46) e Campania (1,44), che si conferma la da Valle dAosta (1,46) e Campania (1,44), che si conferma la regione pi prolifica del Mezzogiorno. regione pi prolifica del Mezzogiorno. Sul fronte opposto valori bassi caratterizzano lAbruzzo (1,20), Sul fronte opposto valori bassi caratterizzano lAbruzzo (1,20), la Basilicata (1,18), ilil Molise (1,12) e soprattutto la Sardegna la Basilicata (1,18), Molise (1,12) e soprattutto la Sardegna (1,06), che si colloca allultimo posto tra le regioni italiane. (1,06), che si colloca allultimo posto tra le regioni italiane. Tasso di fecondit totale Anno 2006 (a) Tasso di fecondit totale Anno 2006 (a) (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Tasso di fecondit totale nei paesi Ue Anni 2001 e 2006 Tasso di fecondit totale nei paesi Ue Anni 2001 e 2006
2,0 2,0

2001 (a) 2001 (a)

2006 (b) 2006 (b)

1,5 1,5

1,0 1,0

0,5 0,5

0,0 0,0
Fr Fra a nc nci a i IIrl a rlan and da Sv a Sve ezi Fi zi a Fin a nll a R n Reg andi egn dia a no oU Da Un ito Dan n ito nii m Pa marc Pae arca a e si Lu si Ba B Lus sse as si sem s si mb bur urg go o Be Bel l gio gi Es o Es t ton oni ia a C Cip ip ro ro M Ma all ta Au ta Aus sttri ria a G G re rec c iia a IIT TAL ALI A Le IA Let ttto Po o niia Por n a rttog oga a llo Sp llo Spa a gn gna U R Rep Ung a epu ngh ubb heri bb l eri a liic a a ca C Ce G eca Ge ca erm rm a ania ni Li Li tu a tua ania nia R Rom om an a Sl n iia Sl o a ove ve n nia Po ia Pol Sl l oni Sl o oni a ova a va c cc h c hia Bu ia Bul l ga gar riia a

IlIl tasso di fecondit totale, detto anche numero medio di figli tasso di fecondit totale, detto anche numero medio di figli per donna in et feconda (15-49 anni), dato dalla somma dei per donna in et feconda (15-49 anni), dato dalla somma dei quozienti specifici di fecondit calcolati rapportando, per ogni quozienti specifici di fecondit calcolati rapportando, per ogni et feconda, ilil numero di nati vivi allammontare medio annuo et feconda, numero di nati vivi allammontare medio annuo della popolazione femminile. della popolazione femminile. La fecondit delle donne italiane, con 1,35 figli ciascuna (stima La fecondit delle donne italiane, con 1,35 figli ciascuna (stima al 2006), sostanzialmente in linea con paesi come ilil Portoal 2006), sostanzialmente in linea con paesi come Portogallo (1,35), la Spagna (1,35) e la Germania (1,32); questo gallo (1,35), la Spagna (1,35) e la Germania (1,32); questo valore colloca ilil nostro Paese al 15 posto della graduatoria valore colloca nostro Paese al 15 posto della graduatoria europea (era al 18 posto nel 2001). europea (era al 18 posto nel 2001). Va osservato che nessuno dei paesi europei presenta tassi di Va osservato che nessuno dei paesi europei presenta tassi di fecondit superiore al valore di 2,1, considerato ilil livello di fecondit superiore al valore di 2,1, considerato livello di nascite che permette a una popolazione di riprodursi mantenascite che permette a una popolazione di riprodursi mantenendo costante la propria struttura demografica. nendo costante la propria struttura demografica. Si rileva inoltre una forte variabilit dei tassi fra paesi: insieme Si rileva inoltre una forte variabilit dei tassi fra paesi: insieme alla Francia (2,00) e allIrlanda, che si collocano sui livelli pi alla Francia (2,00) e allIrlanda, che si collocano sui livelli pi alti, troviamo altri otto paesi che presentano valori superiori alla alti, troviamo altri otto paesi che presentano valori superiori alla media europea; tra questi vanno ricordati Svezia, Finlandia e media europea; tra questi vanno ricordati Svezia, Finlandia e Danimarca, paesi che tradizionalmente praticano politiche per Danimarca, paesi che tradizionalmente praticano politiche per ililsostegno attivo della famiglia e delle donne. sostegno attivo della famiglia e delle donne. La parte pi bassa della graduatoria occupata dai paesi di La parte pi bassa della graduatoria occupata dai paesi di nuova adesione, tra i i quali spicca la Bulgaria con un tasso di nuova adesione, tra quali spicca la Bulgaria con un tasso di fecondit di appena 0,71 figli per donna. fecondit di appena 0,71 figli per donna.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) MT al 2004, BE al 2002. (a) MT al 2004, BE al 2002. (b) Dati provvisori; BE al 2004 ES al 2005. (b) Dati provvisori; BE al 2004 eeES al 2005.

Tasso di fecondit totale, per regione Anni 1981-2006 (valori e differenze percentuali) Tasso di fecondit totale, per regione Anni 1981-2006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE ANNI ANNI 1981 1981 1985 1985 1991 1991 1995 1995 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2006 (a) (a) 1,31 1,31 1,46 1,46 1,41 1,41 1,22 1,22 1,53 1,53 1,57 1,57 1,50 1,50 1,39 1,39 1,29 1,29 1,39 1,39 1,29 1,29 1,34 1,34 1,31 1,31 1,33 1,33 1,20 1,20 1,12 1,12 1,44 1,44 1,26 1,26 1,18 1,18 1,26 1,26 1,40 1,40 1,06 1,06 1,38 1,38 1,32 1,32 1,33 1,33 1,35 1,35 Differenze % Differenze % 1995-2006 1995-2006

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia

1,27 1,27 1,18 1,18 1,33 1,33 1,09 1,09 1,60 1,60
---

1,15 1,15 1,16 1,16 1,21 1,21 1,02 1,02 1,45 1,45
---

1,12 1,12 1,16 1,16 1,12 1,12 1,01 1,01 1,41 1,41
---

1,04 1,04 1,10 1,10 1,07 1,07 0,94 0,94 1,34 1,34
---

1,15 1,15 1,22 1,22 1,22 1,22 1,06 1,06 1,46 1,46
---

1,20 1,20 1,24 1,24 1,26 1,26 1,10 1,10 1,44 1,44
---

1,22 1,22 1,28 1,28 1,27 1,27 1,11 1,11 1,46 1,46 1,52 1,52 1,40 1,40 1,25 1,25 1,17 1,17 1,24 1,24 1,16 1,16 1,22 1,22 1,22 1,22 1,26 1,26 1,18 1,18 1,15 1,15 1,47 1,47 1,29 1,29 1,20 1,20 1,26 1,26 1,42 1,42 1,06 1,06 1,25 1,25 1,22 1,22 1,34 1,34 1,29 1,29

1,27 1,27 1,33 1,33 1,35 1,35 1,19 1,19 1,55 1,55 1,55 1,55 1,54 1,54 1,36 1,36 1,22 1,22 1,32 1,32 1,27 1,27 1,31 1,31 1,27 1,27 1,30 1,30 1,19 1,19 1,13 1,13 1,47 1,47 1,33 1,33 1,22 1,22 1,26 1,26 1,42 1,42 1,03 1,03 1,33 1,33 1,29 1,29 1,35 1,35 1,33 1,33

1,26 1,26 1,34 1,34 1,35 1,35 1,18 1,18 1,53 1,53 1,58 1,58 1,48 1,48 1,35 1,35 1,24 1,24 1,33 1,33 1,26 1,26 1,32 1,32 1,27 1,27 1,27 1,27 1,20 1,20 1,14 1,14 1,43 1,43 1,28 1,28 1,15 1,15 1,24 1,24 1,41 1,41 1,05 1,05 1,32 1,32 1,27 1,27 1,32 1,32 1,32 1,32

0,27 0,27 0,37 0,37 0,34 0,34 0,27 0,27 0,19 0,19
---

Fonte: Istat, Iscritti allanagrafe per nascita Fonte: Istat, Iscritti allanagrafe per nascita (a) Stima. (a) Stima.

Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo

1,38 1,38 1,16 1,16 1,12 1,12 1,25 1,25 1,46 1,46 1,45 1,45 1,49 1,49 1,72 1,72 1,81 1,81 2,23 2,23 2,12 2,12 2,02 2,02 2,16 2,16 2,04 2,04 1,87 1,87 1,28 1,28 1,41 1,41 2,08 2,08 1,60 1,60

1,25 1,25 1,08 1,08 1,02 1,02 1,14 1,14 1,31 1,31 1,30 1,30 1,34 1,34 1,55 1,55 1,61 1,61 2,02 2,02 1,78 1,78 1,77 1,77 1,93 1,93 1,94 1,94 1,57 1,57 1,17 1,17 1,27 1,27 1,87 1,87 1,45 1,45

1,12 1,12 1,02 1,02 1,01 1,01 1,05 1,05 1,16 1,16 1,21 1,21 1,23 1,23 1,35 1,35 1,41 1,41 1,81 1,81 1,60 1,60 1,56 1,56 1,67 1,67 1,78 1,78 1,29 1,29 1,10 1,10 1,17 1,17 1,66 1,66 1,33 1,33

1,08 1,08 0,95 0,95 0,97 0,97 0,99 0,99 1,08 1,08 1,11 1,11 1,12 1,12 1,19 1,19 1,22 1,22 1,52 1,52 1,38 1,38 1,32 1,32 1,40 1,40 1,49 1,49 1,06 1,06 1,05 1,05 1,07 1,07 1,41 1,41 1,19 1,19

1,20 1,20 1,10 1,10 1,19 1,19 1,13 1,13 1,17 1,17 1,15 1,15 1,18 1,18 1,17 1,17 1,12 1,12 1,49 1,49 1,34 1,34 1,22 1,22 1,24 1,24 1,40 1,40 1,04 1,04 1,20 1,20 1,16 1,16 1,35 1,35 1,25 1,25

1,24 1,24 1,12 1,12 1,24 1,24 1,18 1,18 1,24 1,24 1,22 1,22 1,20 1,20 1,14 1,14 1,14 1,14 1,47 1,47 1,30 1,30 1,24 1,24 1,23 1,23 1,40 1,40 1,02 1,02 1,23 1,23 1,20 1,20 1,33 1,33 1,27 1,27

0,32 0,32 0,34 0,34 0,41 0,41 0,30 0,30 0,25 0,25 0,20 0,20 0,22 0,22 0,02 0,02 -0,10 -0,10 -0,08 -0,08 -0,12 -0,12 -0,13 -0,13 -0,13 -0,13 -0,08 -0,08 0,00 0,00 0,33 0,33 0,24 0,24 -0,08 -0,08 0,16 0,16

IItradizionali differenziali nel tasso di fecondit che negli anni tradizionali differenziali nel tasso di fecondit che negli anni Ottanta distinguevano dal resto del Paese le regioni del MezOttanta distinguevano dal resto del Paese le regioni del Mezzogiorno, con valori superiori alla media nazionale si sono zogiorno, con valori superiori alla media nazionale si sono ormai invertiti. IlIlMezzogiorno si attesta leggermente al di sotto ormai invertiti. Mezzogiorno si attesta leggermente al di sotto della media nazionale, a fronte del Nord che la supera nel della media nazionale, a fronte del Nord che la supera nel 2006. Complessivamente, negli ultimi anni, la variabilit regio2006. Complessivamente, negli ultimi anni, la variabilit regionale nei tassi di fecondit mostra una marcata tendenza alla nale nei tassi di fecondit mostra una marcata tendenza alla riduzione. riduzione. Ciononostante ai primi posti della graduatoria troviamo le due Ciononostante ai primi posti della graduatoria troviamo le due province autonome di Bolzano (1,57) e Trento (1,50), seguite province autonome di Bolzano (1,57) e Trento (1,50), seguite

Fonti Fonti

Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord Nord Centro Centro Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Istat, Iscritti allanagrafe per nascita N Istat, Iscritti allanagrafe per nascita N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Iscritti allanagrafe per nascita Fonte: Istat, Iscritti allanagrafe per nascita (a) Stima. (a) Stima.

100 statistiche per il Paese

Si riducono i imatrimoni Si riducono matrimoni ma crescono quelli con rito civile ma crescono quelli con rito civile
Soltanto inin Slovenia e in Lussemburgo ci si sposa meno che in Soltanto Slovenia e in Lussemburgo ci si sposa meno che in Italia. Nel nostro Paese il il tasso di nuzialit nel 2006 statodidi Italia. Nel nostro Paese tasso di nuzialit nel 2006 stato 4,1 matrimoni ogni 1.000 abitanti, contro una media europea didi 4,1 matrimoni ogni 1.000 abitanti, contro una media europea 4,9. Inoltre, tra il il 2001 e il 2006 il numero complessivodidima4,9. Inoltre, tra 2001 e il 2006 il numero complessivo matrimoni ha subito una significativa contrazione (-7,8 per cento), trimoni ha subito una significativa contrazione (-7,8 per cento), attestandosi intorno aiai 243 mila lanno. Considerando, invece, i attestandosi intorno 243 mila lanno. Considerando, invece, i soli matrimoni celebrati con rito civile landamento didisegno soli matrimoni celebrati con rito civile landamento segno opposto e e si registra un aumento pari quasi al 14 per cento. Le opposto si registra un aumento pari quasi al 14 per cento. Le stime sul 2007 confermano lala tendenza alla riduzione. stime sul 2007 confermano tendenza alla riduzione. Il Il quoziente (o tasso)generico didinuzialit costruito come quoziente (o tasso) generico nuzialit costruito come rapporto tra il il numero di matrimoni celebrati nell'annodidiriferirapporto tra numero di matrimoni celebrati nell'anno riferimento e e l'ammontare medio della popolazioneresidente dello mento l'ammontare medio della popolazione residente dello stesso anno. Per depurare il il quoziente dalleffetto della diversa stesso anno. Per depurare quoziente dalleffetto della diversa composizione delle popolazioni interessate, generalmente sisi composizione delle popolazioni interessate, generalmente costruiscono quozienti specifici per sesso, per particolari classi costruiscono quozienti specifici per sesso, per particolari classi di di et, ecc. dati regionali ed europei relativi alal2006 vanno et, ecc. I I dati regionali ed europei relativi 2006 vanno considerati ancora provvisori. considerati ancora provvisori.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

La crescita del numero di matrimoni civili eedella loro incidenza La crescita del numero di matrimoni civili della loro incidenza sul totale dei matrimoni non uniforme sul territorio. Nel Mezsul totale dei matrimoni non uniforme sul territorio. Nel Mezzogiorno lincidenza ancora pi bassa che nel resto dellItalia, zogiorno lincidenza ancora pi bassa che nel resto dellItalia, anche se in aumento rispetto al 2001. Spetta ancora a Bolzano anche se in aumento rispetto al 2001. Spetta ancora a Bolzano primo posto della graduatoria, con 58,2 per cento, a fronte il ilprimo posto della graduatoria, con ilil58,2 per cento, a fronte una media nazionale di matrimoni civili del 32,8 per cento; le didiuna media nazionale di matrimoni civili del 32,8 per cento; le incidenze pi basse si rilevano invece in Basilicata (11,6 per incidenze pi basse si rilevano invece in Basilicata (11,6 per cento) eein Calabria (13,2 per cento). cento) in Calabria (13,2 per cento). Quoziente di nuzialit Anno 2006 (a) Quoziente di nuzialit Anno 2006 (a) (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Quoziente di nuzialit nei paesi Ue Anni 2001 e 2006 Quoziente di nuzialit nei
8 8
15,1 15,1

2001

2006 (a) 2006 (a)

6 6

Ue27 Ue2
4 4

2 2

0 0
C Cip ip ro R Ro ro om ma an D n iia Da a an nii m ma ar c r ca a Le Le tttto on niia a Li Li t tua ua ni na M al ta Po lo ni a Fi nl an R di eg a no Un ito G re ci a R Es ep to ub ni bl a ic a C ec a Sv ez ia Irl an Sl da ov ac ch ia Sp ag na G er m a Po nia rto ga llo Au st U r ia ng er Pa her i Pa a ia es es ii B Ba as ss Fr si Fra i an nc ci a Bu i a Bu g ll ga aria r ia Be Be g ll gio io I Lu ITA Lus TAL s se LIIA A s em m bu bur go rg S Sll o o ove v e ni n a ia

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) Dati provvisori. (a) Dati provvisori.

Popolazione Quoziente di nuzialit

LItalia presenta uno dei pi bassi tassi didi nuzialitininEuropa. LItalia presenta uno dei pi bassi tassi nuzialit Europa. Anche molti altri paesi dellUe15, come Belgio, Francia e e Paesi Anche molti altri paesi dellUe15, come Belgio, Francia Paesi Bassi, si si collocano su valori prossimi a quelli del nostro. valori Bassi, collocano su valori prossimi a quelli del nostro. I I valori europei pi elevati si si registrano in prevalenza nei paesi di nuoeuropei pi elevati registrano in prevalenza nei paesi di nuovava adesione, con qualche eccezione significativa rappresentaadesione, con qualche eccezione significativa rappresentatata da Danimarca (6,7 per cento), Regno Unito (5,3 per cento) e da Danimarca (6,7 per cento), Regno Unito (5,3 per cento) e Grecia (5,2 per cento). Grecia (5,2 per cento). Tra il 2001 e e 2006 lItalia, come molti altri paesi, fafa registrare Tra il 2001 il il 2006 lItalia, come molti altri paesi, registrare una dinamica decrescente del tasso didi nuzialit (mezzopunto una dinamica decrescente del tasso nuzialit (mezzo punto percentuale); decisamente pi accentuata lala riduzione aCipro percentuale); decisamente pi accentuata riduzione a Cipro (8,3 punti percentuali), inin Portogallo (1,2 punti percentuali) e in (8,3 punti percentuali), Portogallo (1,2 punti percentuali) e in Svezia (1(1 punto percentuale). nelle tre repubblichebaltiche Svezia punto percentuale). nelle tre repubbliche baltiche che lindice cresce didipi, con incrementi superiori alalpunto che lindice cresce pi, con incrementi superiori punto percentuale inin Estonia e Lituania e di 2,5 punti in Lettonia. percentuale Estonia e Lituania e di 2,5 punti in Lettonia. InIn genere lincidenza dei matrimoni pi alta) nelle regioni del genere lincidenza dei matrimoni pi alta) nelle regioni del Mezzogiorno (4,7 matrimoni per 1.000 abitanti contro una meMezzogiorno (4,7 matrimoni per 1.000 abitanti contro una media nazionale didi 4,1, mentre valori pi bassi sisi registranonel dia nazionale 4,1, mentre i i valori pi bassi registrano nel Nord-est (3,6 matrimoni per 1.000 abitanti). Nord-est (3,6 matrimoni per 1.000 abitanti). Pi in in dettaglio, al primo posto della graduatorianazionale sisi Pi dettaglio, al primo posto della graduatoria nazionale colloca lala Campania, con un tasso di nuzialit di 5,4 matrimoni colloca Campania, con un tasso di nuzialit di 5,4 matrimoni ogni 1.000 abitanti, seguita dalla Sicilia, con 4,7. Sul versante ogni 1.000 abitanti, seguita dalla Sicilia, con 4,7. Sul versante opposto, nella provincia didi Bolzano e in Friuli-Venezia Giuliail il opposto, nella provincia Bolzano e in Friuli-Venezia Giulia tasso di di nuzialit pi basso, con un valore didi 3,4 per 1.000. tasso nuzialit il il pi basso, con un valore 3,4 per 1.000. Il Friuli-Venezia Giulia anche la regione dove la diminuzione Il Friuli-Venezia Giulia anche la regione dove la diminuzione del quoziente didi nuzialit pi rilevante e ammonta a circa un del quoziente nuzialit pi rilevante e ammonta a circa un punto percentuale. Ad eccezione del Molise, inin tutteleleregioni punto percentuale. Ad eccezione del Molise, tutte regioni italiane comunque lincidenza dei matrimoni sulla popolazione italiane comunque lincidenza dei matrimoni sulla popolazione risulta in in riduzione tra 2001 e e il 2006. risulta riduzione tra il il 2001 il 2006.
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Quoziente di nuzialit per Quoziente di nuzialit per regione Anni 2001 e 2006 (valori per 1.000 abitanti e differenze percentuali) e differenze percentuali)
2001 2001 REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Matrimoni Matrimoni per 1.000 per 1.000 abitanti abitanti 4,2 4,2 3,4 3,4 4,2 4,2 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,5 4,5 4,3 4,3 3,8 3,8 4,5 4,5 4,5 4,5 4,3 4,3 4,4 4,4 4,3 4,3 3,8 3,8 5,9 5,9 5,4 5,4 4,9 4,9 4,8 4,8 5,3 5,3 4,6 4,6 4,2 4,2 4,2 4,2 4,4 4,4 4,3 4,3 5,3 5,3 4,6 4,6
% di matrimoni civili 33,8 39,6 31,8 40,0 45,1 54,1 36,3 30,6 45,8 37,3 37,0 26,3 24,2 32,5 19,6 11,1 18,7 12,2 9,1 11,3 19,9 29,5 33,3 35,9 32,4 33,7 17,5 27,1

2006 (a) Matrimoni per 1.000 abitanti 3,7 3,9 3,6 4,0 3,5 3,4 3,6 3,9 3,4 3,5 4,0 4,3 3,8 4,2 3,9 4,0 5,4 4,6 4,4 4,6 4,7 4,2 3,7 3,6 4,1 3,8 4,7 4,1 % % di matrimoni matrimoni civili (b) civili (b) 42,2 42,2 48,2 48,2 41,3 41,3 49,0 49,0 50,4 50,4 58,2 58,2 42,6 42,6 41,2 41,2 50,2 50,2 47,0 47,0 46,2 46,2 32,3 32,3 29,9 29,9 36,5 36,5 24,2 24,2 20,6 20,6 20,1 20,1 16,1 16,1 11,6 11,6 13,2 13,2 20,7 20,7 31,3 31,3 42,5 42,5 44,9 44,9 38,3 38,3 41,8 41,8 19,6 19,6 32,8 32,8

Posto in graduatoria 2006 Posto in graduatoria 2006 Matrimoni Matrimoni per 1.000 per 1.000 abitanti abitanti 16 16 12 12 18 18 10 10 19 19 22 22 17 17 13 13 21 21 20 20 9 9 6 6 15 15 7 7 14 14 11 11 1 1 4 4 5 5 3 3 2 2 8 8 % % di matrimoni di matrimoni civili (b) civili (b) 9 9 5 5 10 10 4 4 2 2 1 1 8 8 11 11 3 3 6 6 7 7 13 13 15 15 12 12 16 16 18 18 19 19 20 20 22 22 21 21 17 17 14 14

Differenze 2001-2006 Differenze 2001-2006 Matrimoni Matrimoni per 1.000 per 1.000 abitanti abitanti -0,5 -0,5 0,5 0,5 -0,6 -0,6 -0,1 -0,1 -0,6 -0,6 -0,7 -0,7 -0,5 -0,5 -0,6 -0,6 -0,9 -0,9 -0,4 -0,4 -0,4 -0,4 -0,2 -0,2 -0,5 -0,5 -0,2 -0,2 -0,4 -0,4 0,1 0,1 -0,5 -0,5 -0,8 -0,8 -0,4 -0,4 -0,1 -0,1 -0,6 -0,6 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,3 -0,3 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 % % di matrimoni di matrimoni civili civili 8,4 8,4 8,6 8,6 9,5 9,5 9,0 9,0 5,4 5,4 4,1 4,1 6,3 6,3 10,5 10,5 4,5 4,5 9,7 9,7 9,2 9,2 6,0 6,0 5,7 5,7 4,0 4,0 4,6 4,6 9,5 9,5 1,4 1,4 3,8 3,8 2,6 2,6 2,0 2,0 0,8 0,8 1,8 1,8 9,2 9,2 9,1 9,1 5,9 5,9 8,1 8,1 2,1 2,1 5,8 5,8

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia

Fonte: Istat, I matrimoni celebrati in Italia Fonte: Istat, I matrimoni celebrati in Italia (a) Dati provvisori. (a) Dati provvisori.

Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania

Fonti Fonti

Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Istat, I matrimoni celebrati in Italia N Istat, I matrimoni celebrati in Italia N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, matrimoni celebrati in Fonte: Istat, II matrimoni celebrati in Italia (a) Dati provvisori. (a) Dati provvisori. (b) Dati al 2005. (b) Dati al 2005.

24

100 statistiche per il Paese

25
Popolazione Tassi di separazione e divorzio

Si divorzia di meno che nel resto Si divorzia di meno che nel resto dEuropa, ma il fenomeno in crescita dEuropa, ma il fenomeno in crescita
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Separazioni e divorzi per 10.000 abitanti Anno 2005 Separazioni e divorzi per 10.000 abitanti Anno 2005 (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)
SEPARAZIONI SEPARAZIONI

Divorzi per 1.000 abitanti nei paesi Ue (a) Anni 2001 e 2005 Divorzi per 1.000 abitanti nei paesi Ue (a) Anni 2001 e 2005
3,5 3,5

2001 2001

2005 2005

A esclusione di Malta, dove ilil divorzio non previsto dalla A esclusione di Malta, dove divorzio non previsto dalla legislazione, lItalia ilil Paese europeo con la minore incilegislazione, lItalia Paese europeo con la minore incidenza di divorzi (8,0 ogni 10.000 abitanti). In termini assoluti denza di divorzi (8,0 ogni 10.000 abitanti). In termini assoluti ilil numero di separazioni per aumentato in dieci anni del numero di separazioni per aumentato in dieci anni del 57,3 per cento, mentre per i i divorzi lincremento stato del 57,3 per cento, mentre per divorzi lincremento stato del 74,0 per cento. Solo nel pi recente periodo, tra ilil 2001 e ilil 74,0 per cento. Solo nel pi recente periodo, tra 2001 e 2005, lincremento dei divorzi stato in Italia del 17,4 per 2005, lincremento dei divorzi stato in Italia del 17,4 per cento; seppure significativa, tale crescita non sposta la posicento; seppure significativa, tale crescita non sposta la posizione relativa del nostro Paese che rimane allultimo posto zione relativa del nostro Paese che rimane allultimo posto tra quelli europei. tra quelli europei. II tassi generici di separazione e divorzio sono costruiti come tassi generici di separazione e divorzio sono costruiti come rapporto tra ililnumero di separazioni e divorzi concessi nell'anrapporto tra numero di separazioni e divorzi concessi nell'anno di riferimento e lammontare medio della popolazione resino di riferimento e lammontare medio della popolazione residente dello stesso anno. dente dello stesso anno. La rilevanza dei divorzi sicuramente un fenomeno in crescita: La rilevanza dei divorzi sicuramente un fenomeno in crescita: tra ilil 2001 e ilil 2005 nellUnione europea, lincremento del loro tra 2001 e 2005 nellUnione europea, lincremento del loro numero assoluto stato dell11,1 per cento, come sintesi per numero assoluto stato dell11,1 per cento, come sintesi per di aumenti fortemente differenziati. Si va infatti dall85,5 per di aumenti fortemente differenziati. Si va infatti dall85,5 per cento dincremento della Spagna, al 49,2 per cento della Polocento dincremento della Spagna, al 49,2 per cento della Polonia fino al 21,5 per cento della Francia. nia fino al 21,5 per cento della Francia. Pochi sono invece i i paesi dove ilil fenomeno fa registrare una Pochi sono invece paesi dove fenomeno fa registrare una tendenza alla diminuzione; tra questi i i Paesi Bassi (-14,0 per tendenza alla diminuzione; tra questi Paesi Bassi (-14,0 per cento), lAustria (-5,5) e la Svezia (-4,9). cento), lAustria (-5,5) e la Svezia (-4,9).
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
DIVORZI DIVORZI

3,0 3,0

2,5 2,5

Ue27 Ue27

2,0 2,0

1,5 1,5

1,0 1,0

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

0,5 0,5

0,0 0,0
Li L i tu tua ania ni R E a Rep epu Es to s ubb toni a ni bb l liic a a ca C Cec ec a a Be B Da ell gio Dan gio niim Re mar c Reg ar ca gno a no Un Un i ito to Fi Fin nlla and ndi a Au i a Aus s tr i tria a Le Let tto n to niia G a Ge erm rm a ania Un nia Ung ghe her rii a a Sv Sv e Lu Lus ez s se ziia a sem mb Pa burg Pae urgo o e si si B Bas as s sii Fr Fra a nc n Po cii a a Por rtog to Sl ga llo Sl o a llo ova va c cc h c hia ia C Cip ip ro Ro ro Rom ma an i na Bu ia Bul l ga gar r iia Po a Pol l on oni a Sl Slo i a ove ve n niia a G Gre rec c iia a Sp Spa a gn gna a Irl Irla and nd a IT a ITA ALI LIA A

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) Malta: fenomeno non esiste in quanto divorzio non previsto dalla legislazione del Paese. (a) Malta: ililfenomeno non esiste in quanto ilildivorzio non previsto dalla legislazione del Paese.

Separazioni e divorzi per regione Anni 2001 e 2005 (valori per 10.000 abitanti e differenze percentuali) Separazioni e divorzi per regione Anni 2001 e 2005 (valori per 10.000 abitanti e differenze percentuali)
Separazioni per 10.000 abitanti Separazioni per 10.000 abitanti REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2001 2001 2005 2005 Differenze Differenze 2001-2005 2001-2005 -0,6 -0,6 -2,2 -2,2 -0,1 -0,1 -0,4 -0,4 1,4 1,4 3,2 3,2 -0,4 -0,4 1,8 1,8 -2,2 -2,2 -1,4 -1,4 -0,5 -0,5 0,0 0,0 1,4 1,4 1,4 1,4 3,6 3,6 1,7 1,7 0,6 0,6 0,9 0,9 2,2 2,2 2,0 2,0 2,9 2,9 1,4 1,4 -0,3 -0,3 0,1 0,1 0,7 0,7 0,1 0,1 1,7 1,7 0,7 0,7 Posto in Posto in graduatoria al graduatoria al 2005 2005
33 44 99 11 77 55 10 10 15 15 66 11 11 88 14 14 13 13 22 12 12 18 18 19 19 20 20 21 21 22 22 16 16 17 17

Divorzi per 10.000 abitanti Divorzi per 10.000 abitanti 2001 2001 2005 2005 Differenze Differenze 2001-2005 2001-2005 0,7 0,7 2,6 2,6 0,0 0,0 4,9 4,9 1,5 1,5 1,7 1,7 1,2 1,2 3,0 3,0 0,7 0,7 0,9 0,9 0,8 0,8 0,6 0,6 2,7 2,7 0,2 0,2 2,2 2,2 0,7 0,7 1,0 1,0 0,7 0,7 0,6 0,6 1,0 1,0 0,7 0,7 0,0 0,0 0,7 0,7 1,8 1,8 0,8 0,8 1,0 1,0 0,8 0,8 1,0 1,0 Posto in Posto in graduatoria al graduatoria al 2005 2005
33 22 88 11 99 66 11 11 12 12 44 77 10 10 14 14 13 13 55 15 15 20 20 18 18 19 19 22 22 21 21 17 17 16 16

In Italia le separazioni concesse, primo passo per arrivare alla In Italia le separazioni concesse, primo passo per arrivare alla sospensione degli effetti civili del matrimonio, sono in numero sospensione degli effetti civili del matrimonio, sono in numero pi elevato rispetto ai divorzi (14,0 contro 8,0 ogni 10.000 abipi elevato rispetto ai divorzi (14,0 contro 8,0 ogni 10.000 abitanti), anche come probabile effetto stabilizzante della conditanti), anche come probabile effetto stabilizzante della condizione di separazione dei coniugi. Questa differenza in auzione di separazione dei coniugi. Questa differenza in aumento: si passa dai 4,4 punti del 1995 agli oltre 6 del 2005. mento: si passa dai 4,4 punti del 1995 agli oltre 6 del 2005. Tanto per le separazioni quanto per i idivorzi lincidenza minore Tanto per le separazioni quanto per divorzi lincidenza minore si rileva nelle regioni del Mezzogiorno (10,3 e 3,7 ogni 10.000 si rileva nelle regioni del Mezzogiorno (10,3 e 3,7 ogni 10.000 abitanti, rispettivamente) e in particolare in Calabria per le abitanti, rispettivamente) e in particolare in Calabria per le separazioni (7,3) e in Basilicata per i idivorzi (3,0). separazioni (7,3) e in Basilicata per divorzi (3,0). Sul fronte opposto invece in Liguria che si registrano le inciSul fronte opposto invece in Liguria che si registrano le incidenze pi elevate, sia per le separazioni sia per i idivorzi: 20,3 denze pi elevate, sia per le separazioni sia per divorzi: 20,3 separazioni ogni 10.000 abitanti e 14,7 divorzi ogni 10.000 separazioni ogni 10.000 abitanti e 14,7 divorzi ogni 10.000 abitanti, rispettivamente. Al secondo posto si collocano ililLazio, abitanti, rispettivamente. Al secondo posto si collocano Lazio, per le separazioni (19,6 ogni 10.000 abitanti), e la Valle per le separazioni (19,6 ogni 10.000 abitanti), e la Valle dAosta, per i idivorzi (13,4 ogni 10.000 abitanti). dAosta, per divorzi (13,4 ogni 10.000 abitanti). Rispetto al 2001, mentre sono otto le regioni nella quale si Rispetto al 2001, mentre sono otto le regioni nella quale si registra una diminuzione relativa delle separazioni (il decreregistra una diminuzione relativa delle separazioni (il decremento pi elevato in Valle dAosta e Friuli-Venezia Giulia), mento pi elevato in Valle dAosta e Friuli-Venezia Giulia), per i i divorzi tutte le regioni, a eccezione della Lombardia, preper divorzi tutte le regioni, a eccezione della Lombardia, presentano segni positivi. Si va infatti dai 4,9 punti della Liguria ai sentano segni positivi. Si va infatti dai 4,9 punti della Liguria ai pochi punti decimali della Sardegna. pochi punti decimali della Sardegna.

Fonte: Istat, Separazioni eedivorzi in Italia Fonte: Istat, Separazioni divorzi in Italia

Fonti Fonti

N Istat, Separazioni eedivorzi in Italia N Istat, Separazioni divorzi in Italia N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

18,9 18,9 20,4 20,4 15,4 15,4 20,8 20,8 14,5 14,5 13,9 13,9 15,1 15,1 11,2 11,2 18,6 18,6 16,0 16,0 16,1 16,1 13,2 13,2 11,9 11,9 18,2 18,2 9,9 9,9 8,2 8,2 9,1 9,1 8,6 8,6 5,3 5,3 5,2 5,2 9,0 9,0 10,2 10,2 17,0 17,0 14,1 14,1 16,3 16,3 16,0 16,0 8,6 8,6 13,3 13,3

18,4 18,4 18,2 18,2 15,3 15,3 20,3 20,3 15,9 15,9 17,1 17,1 14,7 14,7 13,0 13,0 16,4 16,4 14,6 14,6 15,6 15,6 13,2 13,2 13,3 13,3 19,6 19,6 13,5 13,5 9,9 9,9 9,8 9,8 9,6 9,6 7,6 7,6 7,3 7,3 11,9 11,9 11,5 11,5 16,7 16,7 14,3 14,3 17,0 17,0 16,1 16,1 10,3 10,3 14,0 14,0

11,3 11,3 10,7 10,7 9,7 9,7 9,8 9,8 7,9 7,9 8,0 8,0 7,9 7,9 5,6 5,6 10,7 10,7 8,8 8,8 8,4 8,4 6,5 6,5 5,6 5,6 9,8 9,8 4,8 4,8 3,3 3,3 3,4 3,4 3,5 3,5 2,4 2,4 2,6 2,6 4,1 4,1 5,3 5,3 10,2 10,2 7,6 7,6 8,5 8,5 8,9 8,9 3,7 3,7 7,0 7,0

12,0 12,0 13,4 13,4 9,6 9,6 14,7 14,7 9,4 9,4 9,8 9,8 9,1 9,1 8,6 8,6 11,4 11,4 9,7 9,7 9,2 9,2 7,1 7,1 8,3 8,3 10,0 10,0 7,0 7,0 4,1 4,1 4,3 4,3 4,1 4,1 3,0 3,0 3,6 3,6 4,7 4,7 5,3 5,3 10,9 10,9 9,4 9,4 9,3 9,3 10,0 10,0 4,5 4,5 8,0 8,0

Fonte: Istat, Separazioni divorzi in Italia Fonte: Istat, Separazioni eedivorzi in Italia

100 statistiche per il Paese

Saldi dallestero costanti e positivi; Saldi dallestero costanti e positivi; continua il flusso dal sud al nord continua il flusso dal sud al nord
Come gi da diversi anni, lincremento demografico del nostro Come gi da diversi anni, lincremento demografico del nostro Come gi da diversi anni, lincremento demografico del nostro Paese garantito da un saldo migratorio con lestero positivo. Paese garantito da un saldo migratorio con lestero positivo. Paese garantito da un saldo migratorio con lestero positivo. Nel 2006 ililsaldo con lestero stato didioltre 222 mila unit ee Nel 2006 il saldo con lestero stato di oltre 222 mila unit e Nel 2006 saldo con lestero stato oltre 222 mila unit pari quindi aa3,8 persone ogni 1.000 abitanti. Rispetto alal 2005, pari quindi a 3,8 persone ogni 1.000 abitanti. Rispetto al2005, pari quindi 3,8 persone ogni 1.000 abitanti. Rispetto 2005, inintermini sia relativi sia assoluti, ililfenomeno ha subito una in termini sia relativi sia assoluti, il fenomeno ha subito una termini sia relativi sia assoluti, fenomeno ha subito una leggera contrazione. Nel confronto europeo, anche se i iidati leggera contrazione. Nel confronto europeo, anche se dati leggera contrazione. Nel confronto europeo, anche se dati nazionali non sono perfettamente confrontabili con quelli utiliznazionali non sono perfettamente confrontabili con quelli utiliznazionali non sono perfettamente confrontabili con quelli utilizzati da Eurostat (vedi definizioni), ililnostro Paese sisicolloca alal zati da Eurostat (vedi definizioni), il nostro Paese si colloca al zati da Eurostat (vedi definizioni), nostro Paese colloca sesto posto della graduatoria dellUe. sesto posto della graduatoria dellUe. sesto posto della graduatoria dellUe.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

tuato. Le regioni maggiormente attrattive sono anche quelle tuato. Le regioni maggiormente attrattive sono anche quelle tuato. Le regioni maggiormente attrattive sono anche quelle dove maggiori sono lele opportunitdidi lavoro:Trentino-Alto Adidove maggiori sono leopportunit dilavoro: Trentino-Alto Adidove maggiori sono opportunit lavoro: Trentino-Alto Adige (e ininparticolare lalaprovincia didiBolzano), Emilia-Romagna, ge (e in particolare la provincia di Bolzano), Emilia-Romagna, ge (e particolare provincia Bolzano), Emilia-Romagna, Veneto eeLombardia. Veneto e Lombardia. Veneto Lombardia. La somma dei tassi migratori interno ed estero indica ililNordLa somma dei tassi migratori interno ed estero indica il NordLa somma dei tassi migratori interno ed estero indica Nordest come larea pi attrattiva, con un tasso pari all8,5 per est come larea pi attrattiva, con un tasso pari all8,5 per est come larea pi attrattiva, con un tasso pari all8,5 per 1.000, soprattutto per lele immigrazionidallestero; segue ililCen1.000, soprattutto per leimmigrazioni dallestero; segue il Cen1.000, soprattutto per immigrazioni dallestero; segue Centro (6,8 per 1.000), grazie alla capacit didiattrarre i imovimenti tro (6,8 per 1.000), grazie alla capacit di attrarre i movimenti tro (6,8 per 1.000), grazie alla capacit attrarre movimenti interni. IlIl Mezzogiorno (-1,3 per 1.000) perde popolazione aa interni. Il Mezzogiorno (-1,3 per 1.000) perde popolazione a interni. Mezzogiorno (-1,3 per 1.000) perde popolazione causa delle migrazioni interne, costituite prevalentemente da causa delle migrazioni interne, costituite prevalentemente da causa delle migrazioni interne, costituite prevalentemente da italiani che trasferiscono lala propriaresidenza nelle regioni cenitaliani che trasferiscono lapropria residenza nelle regioni cenitaliani che trasferiscono propria residenza nelle regioni centro-settentrionali. tro-settentrionali. tro-settentrionali. Tasso migratorio totale per regione Anno 2006 Tasso migratorio totale per regione Anno 2006 Tasso migratorio totale per regione Anno 2006 (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Tasso migratorio totale nei paesi Ue Anni 2002 ee2005 Tasso migratorio totale nei paesi Ue Anni 2002 e 2005 Tasso migratorio totale nei paesi Ue Anni 2002 2005
20 20 20 18 18 18 16 16 16 14 14 14 12 12 12 10 10 10 88 8 66 6 44 4 22 2 00 0 -2 -2 -2 -4 -4 -4
2002 2002 2002 2005 2005 2005

Ue 27 Ue 27 Ue 27

Popolazione Tasso migratorio interno, estero e totale

IlIltasso migratorio, distinto inininterno, estero eetotale, ililrapIl tasso migratorio, distinto in interno, estero e totale, il raptasso migratorio, distinto interno, estero totale, rapporto tra ililsaldo migratorio (interno, estero oototale) registrato porto tra il saldo migratorio (interno, estero o totale) registrato porto tra saldo migratorio (interno, estero totale) registrato nellanno ee lalapopolazione media, moltiplicato per 1.000. IlIl nellanno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000. Il nellanno popolazione media, moltiplicato per 1.000. saldo migratorio totale lala differenzatra ililnumero degli iscritti saldo migratorio totale ladifferenza tra il numero degli iscritti saldo migratorio totale differenza tra numero degli iscritti eeililnumero dei cancellati per trasferimento didiresidenza dai e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza dai numero dei cancellati per trasferimento residenza dai registri anagrafici dei residenti; quello interno riferito alla sola registri anagrafici dei residenti; quello interno riferito alla sola registri anagrafici dei residenti; quello interno riferito alla sola differenza tra leleiscrizioni eelelecancellazioni da eeper altro codifferenza tra le iscrizioni e le cancellazioni da e per altro codifferenza tra iscrizioni cancellazioni da per altro comune nazionale ( possibile ovviamente calcolarlo solo mune nazionale ( possibile ovviamente calcolarlo solo mune nazionale ( possibile ovviamente calcolarlo solo allinterno didi unasingola area), mentre quello estero lala diffeallinterno diuna singola area), mentre quello estero ladiffeallinterno una singola area), mentre quello estero differenza tra leleiscrizioni eelelecancellazioni da eeper lestero. Nel renza tra le iscrizioni e le cancellazioni da e per lestero. Nel renza tra iscrizioni cancellazioni da per lestero. Nel confronto europeo contribuiscono alalsaldo migratorio totale confronto europeo contribuiscono al saldo migratorio totale confronto europeo contribuiscono saldo migratorio totale anche i iflussi dovuti aapratiche didi rettificaanagrafica. anche i flussi dovuti a pratiche direttifica anagrafica. anche flussi dovuti pratiche rettifica anagrafica.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Tasso migratorio interno, estero eetotale per regione Anni 2002 ee2006 (valori per 1.000 abitanti eedifferenze percentuali) Tasso migratorio interno, estero e totale per regione Anni 2002 e 2006 (valori per 1.000 abitanti e differenze percentuali) Tasso migratorio interno, estero totale per regione Anni 2002 2006 (valori per 1.000 abitanti differenze percentuali)
Tasso migratorio interno (a) Tasso migratorio interno (a) Tasso migratorio interno (a) REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2002 2002 2002 2006 2006 2006 Differenze Differenze Differenze Posto inin Posto in Posto 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria alal 2006 2006 al 2006 -1,1 -1,1 -1,1 -2,8 -2,8 -2,8 -0,8 -0,8 -0,8 -0,7 -0,7 -0,7 -1,0 -1,0 -1,0 0,2 0,2 0,2 -2,2 -2,2 -2,2 -2,0 -2,0 -2,0 -2,2 -2,2 -2,2 -2,0 -2,0 -2,0 -1,0 -1,0 -1,0 -2,3 -2,3 -2,3 -2,0 -2,0 -2,0 1,1 1,1 1,1 -0,4 -0,4 -0,4 -1,5 -1,5 -1,5 -2,5 -2,5 -2,5 0,2 0,2 0,2 -0,5 -0,5 -0,5 0,1 0,1 0,1 1,3 1,3 1,3 -0,1 -0,1 -0,1 -0,9 -0,9 -0,9 -1,9 -1,9 -1,9 -0,2 -0,2 -0,2 -1,0 -1,0 -1,0 -0,4 -0,4 -0,4 -0,8 -0,8 -0,8 1616 16 22 2 88 8 1414 14 1010 10 1111 11 77 7 1212 12 44 4 11 1 55 5 66 6 33 3 1313 13 99 9 1717 17 2222 22 1919 19 2020 20 2121 21 1818 18 1515 15 2002 2002 2002 Tasso migratorio estero Tasso migratorio estero Tasso migratorio estero 2006 2006 2006 Differenze Differenze Differenze Posto inin Posto in Posto 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria 2002-2006 graduatoria alal 2006 2006 al 2006 0,7 0,7 0,7 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,0 1,0 1,0 1,3 1,3 1,3 1,3 1,3 1,3 1,2 1,2 1,2 0,7 0,7 0,7 0,4 0,4 0,4 1,1 1,1 1,1 1,0 1,0 1,0 0,0 0,0 0,0 -0,1 -0,1 -0,1 1,6 1,6 1,6 -0,2 -0,2 -0,2 0,0 0,0 0,0 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 -0,6 -0,6 -0,6 -0,6 -0,6 -0,6 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 0,4 1,0 1,0 1,0 0,8 0,8 0,8 1,1 1,1 1,1 1,0 1,0 1,0 0,2 0,2 0,2 0,7 0,7 0,7 1313 13 1414 14 55 5 1212 12 44 4 88 8 11 1 33 3 66 6 22 2 77 7 99 9 1111 11 1010 10 1515 15 1616 16 1717 17 1919 19 2121 21 2222 22 2020 20 1818 18 Tasso migratorio totale (b) Tasso migratorio totale (b) Tasso migratorio totale (b) 2002 2002 2002 2006 2006 2006 Posto inin Posto in Posto graduatoria graduatoria graduatoria alal 2006 2006 al 2006 1515 15 88 8 66 6 1313 13 44 4 1111 11 22 2 1010 10 33 3 11 1 55 5 77 7 99 9 1212 12 1414 14 1717 17 2020 20 1919 19 2121 21 2222 22 1818 18 1616 16

Secondo lelemetodologie didicalcolo adottate ininsede europea ilil Secondo le metodologie di calcolo adottate in sede europea il Secondo metodologie calcolo adottate sede europea tasso migratorio totale dellItalia nel 2005 didi 5,2persone ogni tasso migratorio totale dellItalia nel 2005 di5,2 persone ogni tasso migratorio totale dellItalia nel 2005 5,2 persone ogni 1.000 abitanti eequindi 1,6 punti superiore alla media europea 1.000 abitanti e quindi 1,6 punti superiore alla media europea 1.000 abitanti quindi 1,6 punti superiore alla media europea (3,6). I IItre paesi dove ililfenomeno risulta pi rilevante sono (3,6). tre paesi dove il fenomeno risulta pi rilevante sono (3,6). tre paesi dove fenomeno risulta pi rilevante sono Cipro (19,0), Irlanda (15,9) eeSpagna (14,8). Questultimo PaeCipro (19,0), Irlanda (15,9) e Spagna (14,8). Questultimo PaeCipro (19,0), Irlanda (15,9) Spagna (14,8). Questultimo Paese ininassoluto lalameta pi attrattiva: ilil saldo migratorio sisi se in assoluto la meta pi attrattiva: il saldo migratorio si se assoluto meta pi attrattiva: saldo migratorio aggira intorno alle 641 mila unit. aggira intorno alle 641 mila unit. aggira intorno alle 641 mila unit. Presentano tassi inferiori alla media europea molti dei pi imPresentano tassi inferiori alla media europea molti dei pi imPresentano tassi inferiori alla media europea molti dei pi importanti paesi europei, quali lalaFrancia (3,3), ililRegno Unito portanti paesi europei, quali la Francia (3,3), il Regno Unito portanti paesi europei, quali Francia (3,3), Regno Unito (3,2) eelala Germania(1,0) dove, inin particolare,sisi rilevaun forte (3,2) e laGermania (1,0) dove, inparticolare, sirileva un forte (3,2) Germania (1,0) dove, particolare, rileva un forte calo rispetto alal 2002(-1,7 punti). calo rispetto al2002 (-1,7 punti). calo rispetto 2002 (-1,7 punti).
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI
Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente

Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

Nel corso del 2006 i iitrasferimenti didiresidenza interni hanno Nel corso del 2006 trasferimenti di residenza interni hanno Nel corso del 2006 trasferimenti residenza interni hanno coinvolto circa 11milione eemezzo didipersone e,e,secondo un coinvolto circa 1 milione e mezzo di persone e, secondo un coinvolto circa milione mezzo persone secondo un modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati da modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati da modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati da uno spostamento didi popolazionedalle regioni del Mezzogiorno uno spostamento dipopolazione dalle regioni del Mezzogiorno uno spostamento popolazione dalle regioni del Mezzogiorno (eccettuato lAbruzzo) aaquelle del Nord eedel Centro; ililCentro(eccettuato lAbruzzo) a quelle del Nord e del Centro; il Centro(eccettuato lAbruzzo) quelle del Nord del Centro; CentroNord presenta infatti un tasso migratorio interno pari aa 1,9 Nord presenta infatti un tasso migratorio interno pari a 1,9 Nord presenta infatti un tasso migratorio interno pari 1,9 contro ilil-2,4 del Mezzogiorno. I IIvalori regionali oscillano tra ilil contro il -2,4 del Mezzogiorno. valori regionali oscillano tra il contro -2,4 del Mezzogiorno. valori regionali oscillano tra -4,4 per 1.000 della Campania eeilil4,6 per 1.000 dellEmilia-4,4 per 1.000 della Campania e il 4,6 per 1.000 dellEmilia-4,4 per 1.000 della Campania 4,6 per 1.000 dellEmiliaRomagna. Romagna. Romagna. Per ci che riguarda i iflussi con lestero ililtasso cresciuto, aa Per ci che riguarda i flussi con lestero il tasso cresciuto, a Per ci che riguarda flussi con lestero tasso cresciuto, livello nazionale, didi 0,7punti tra ilil2002 eeilil2006. Centro-Nord livello nazionale, di0,7 punti tra il 2002 e il 2006. Centro-Nord livello nazionale, 0,7 punti tra 2002 2006. Centro-Nord eeMezzogiorno presentano ambedue tassi positivi, ma ilildiffee Mezzogiorno presentano ambedue tassi positivi, ma il diffeMezzogiorno presentano ambedue tassi positivi, ma differenziale tra queste due grandi aree decisamente pi accenrenziale tra queste due grandi aree decisamente pi accenrenziale tra queste due grandi aree decisamente pi accen-

Fonti Fonti Fonti

NNIstat, Bilancio demografico della popolazione residente N Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Istat, Bilancio demografico della popolazione residente NNEurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet Siti internet NNhttp://demo.istat.it N http://demo.istat.it http://demo.istat.it N http://www.istat.it NNhttp://www.istat.it http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu NNhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente Fonte: Istat, Bilancio demografico della popolazione residente (a) AAlivello nazionale, il ilsaldo migratorio interno risulta positivo aacausa dello sfasamento temporale delle registrazioni anagrafiche didi iscrizione (a) A livello nazionale, il saldo migratorio interno risulta positivo a causa dello sfasamento temporale delle registrazioni anagrafiche diiscrizione (a) livello nazionale, saldo migratorio interno risulta positivo causa dello sfasamento temporale delle registrazioni anagrafiche iscrizione eecancellazione. e cancellazione. cancellazione. (b) Non contiene lele iscrizionieelele cancellazionidovute aapratiche didi rettificaanagrafica. (b) Non contiene leiscrizioni e lecancellazioni dovute a pratiche direttifica anagrafica. (b) Non contiene iscrizioni cancellazioni dovute pratiche rettifica anagrafica.

26

100 statistiche per il Paese

r IIrllan a Sp nd a Spa d a g agn na Lu C Lu s Ci a p s sse ip ro m emb ro u burg r o Be g o Belg lgio P I T A io Pae ITAL aesi L IA s B IA i Ba s ass i M si Da a Da n Mallta ta niim Po marc Por arca rttog a oga al o Sv llo Sve l z Fi ezia F Re inlan ia Re g nland n gno d iia oU a Un Fr n iito a Fra n to L ncia Liitu cia tuan a Au n ia Aus ia sttria G ria Re G Gre c Re p Ge re cia r er m ia u pub m a b bb li an c a lica niia aC Cec Sl eca S lo a ove Un ve n Un g niia S ghe a r o Sllov her ia a va c ia c cch Es hia Est ia on Ro tonia R m ia o ma an P nia Pol ia o olon Le nia Le tt ia o tton B nia Bul ia g ulga ar ia r ia
1,6 1,6 1,6 6,0 6,0 6,0 2,5 2,5 2,5 1,8 1,8 1,8 2,7 2,7 2,7 1,2 1,2 1,2 4,2 4,2 4,2 3,4 3,4 3,4 4,5 4,5 4,5 6,6 6,6 6,6 3,2 3,2 3,2 4,5 4,5 4,5 4,4 4,4 4,4 0,1 0,1 0,1 2,0 2,0 2,0 1,0 1,0 1,0 -1,9 -1,9 -1,9 -2,6 -2,6 -2,6 -3,1 -3,1 -3,1 -4,0 -4,0 -4,0 -2,8 -2,8 -2,8 1,1 1,1 1,1 2,2 2,2 2,2 4,6 4,6 4,6 2,0 2,0 2,0 2,9 2,9 2,9 -2,0 -2,0 -2,0 1,1 1,1 1,1 0,5 0,5 0,5 3,2 3,2 3,2 1,7 1,7 1,7 1,1 1,1 1,1 1,7 1,7 1,7 1,4 1,4 1,4 2,0 2,0 2,0 1,3 1,3 1,3 2,3 2,3 2,3 4,6 4,6 4,6 2,3 2,3 2,3 2,2 2,2 2,2 2,4 2,4 2,4 1,3 1,3 1,3 1,7 1,7 1,7 -0,5 -0,5 -0,5 -4,4 -4,4 -4,4 -2,4 -2,4 -2,4 -3,6 -3,6 -3,6 -3,8 -3,8 -3,8 -1,5 -1,5 -1,5 1,0 1,0 1,0 1,3 1,3 1,3 2,7 2,7 2,7 1,8 1,8 1,8 1,9 1,9 1,9 -2,4 -2,4 -2,4 0,4 0,4 0,4 3,6 3,6 3,6 2,9 2,9 2,9 4,4 4,4 4,4 3,2 3,2 3,2 4,5 4,5 4,5 3,8 3,8 3,8 5,2 5,2 5,2 5,1 5,1 5,1 5,1 5,1 5,1 4,8 4,8 4,8 4,1 4,1 4,1 5,0 5,0 5,0 4,9 4,9 4,9 3,3 3,3 3,3 3,3 3,3 3,3 2,0 2,0 2,0 0,8 0,8 0,8 0,6 0,6 0,6 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 0,5 0,5 0,5 0,7 0,7 0,7 4,0 4,0 4,0 4,9 4,9 4,9 3,9 3,9 3,9 4,3 4,3 4,3 0,9 0,9 0,9 3,0 3,0 3,0 4,2 4,2 4,2 4,1 4,1 4,1 5,6 5,6 5,6 4,3 4,3 4,3 5,8 5,8 5,8 5,1 5,1 5,1 6,4 6,4 6,4 5,8 5,8 5,8 5,5 5,5 5,5 5,9 5,9 5,9 5,1 5,1 5,1 5,1 5,1 5,1 4,9 4,9 4,9 4,9 4,9 4,9 3,1 3,1 3,1 2,0 2,0 2,0 1,3 1,3 1,3 0,9 0,9 0,9 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,7 0,7 0,7 1,1 1,1 1,1 5,1 5,1 5,1 5,8 5,8 5,8 5,0 5,0 5,0 5,2 5,2 5,2 1,1 1,1 1,1 3,8 3,8 3,8 5,2 5,2 5,2 8,9 8,9 8,9 6,9 6,9 6,9 5,0 5,0 5,0 7,2 7,2 7,2 4,9 4,9 4,9 9,4 9,4 9,4 8,5 8,5 8,5 9,6 9,6 9,6 11,4 11,4 11,4 7,3 7,3 7,3 9,5 9,5 9,5 9,4 9,4 9,4 3,4 3,4 3,4 5,3 5,3 5,3 3,0 3,0 3,0 -1,0 -1,0 -1,0 -2,0 -2,0 -2,0 -2,2 -2,2 -2,2 -3,1 -3,1 -3,1 -2,4 -2,4 -2,4 1,7 1,7 1,7 6,2 6,2 6,2 9,6 9,6 9,6 5,9 5,9 5,9 7,1 7,1 7,1 -1,1 -1,1 -1,1 4,2 4,2 4,2 4,7 4,7 4,7 7,3 7,3 7,3 7,3 7,3 7,3 5,4 5,4 5,4 7,4 7,4 7,4 6,4 6,4 6,4 8,4 8,4 8,4 7,1 7,1 7,1 7,8 7,8 7,8 10,4 10,4 10,4 7,4 7,4 7,4 7,3 7,3 7,3 7,3 7,3 7,3 6,1 6,1 6,1 4,8 4,8 4,8 1,5 1,5 1,5 -3,1 -3,1 -3,1 -1,5 -1,5 -1,5 -3,3 -3,3 -3,3 -3,6 -3,6 -3,6 -0,8 -0,8 -0,8 2,0 2,0 2,0 6,4 6,4 6,4 8,5 8,5 8,5 6,8 6,8 6,8 7,1 7,1 7,1 -1,3 -1,3 -1,3 4,1 4,1 4,1

27
Popolazione Stranieri residenti per 1.000 abitanti

In crescita la presenza straniera; valori In crescita valori ancora bassi rispetto alla media Ue ancora
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Nonostante il forte incremento della presenza straniera in Italia Nonostante il forte incremento della presenza straniera in Italia registrato negli ultimi anni anche per effetto delle recenti regoregistrato negli ultimi anni anche per effetto delle recenti regolarizzazioni, rispetto ad altri paesi europei il fenomeno rimane larizzazioni, rispetto ad altri paesi europei il fenomeno rimane sostanzialmente contenuto. In Italia la popolazione residente sostanzialmente contenuto. In Italia la popolazione residente straniera (quasi 3 milioni di persone) rappresenta poco meno straniera (quasi 3 milioni di persone) rappresenta poco meno del 5 per cento del totale. Lincremento stato del 104 per del 5 per cento del totale. Lincremento stato del 104 per cento circa tra il 2001 e il 2006, mentre ii permessi di soggiorno cento circa tra il 2001 e il 2006, mentre permessi di soggiorno validi (pari a 2,4 milioni) sono cresciuti, nel medesimo periodo, validi (pari a 2,4 milioni) sono cresciuti, nel medesimo periodo, del 66,7 per cento. del 66,7 per cento. Gli indicatori qui utilizzati sono costruiti rapportando il numero Gli indicatori qui utilizzati sono costruiti rapportando il numero di permessi di soggiorno validi e la popolazione residente stradi permessi di soggiorno validi e la popolazione residente straniera iscritta in anagrafe alla popolazione residente totale alla niera iscritta in anagrafe alla popolazione residente totale alla stessa data di riferimento. II dati sui permessi di soggiorno sono stessa data di riferimento. dati sui permessi di soggiorno sono prodotti dal Ministero dellinterno e successivamente rielaborati prodotti dal Ministero dellinterno e successivamente rielaborati e diffusi dallIstat in ragione di un accordo tra le due istituzioni. e diffusi dallIstat in ragione di un accordo tra le due istituzioni. Con riferimento al 31 dicembre 2005, ultimo anno per il quale Con riferimento al 31 dicembre 2005, ultimo anno per il quale si dispone dei dati per tutti ii paesi europei, lItalia presenta si dispone dei dati per tutti paesi europei, lItalia presenta unincidenza della popolazione straniera di 45,5 residenti ogni unincidenza della popolazione straniera di 45,5 residenti ogni 1.000 abitanti, a una significativa distanza dalla media europea 1.000 abitanti, a una significativa distanza dalla media europea (56,6 stranieri ogni 1.000 abitanti). In tale modo il nostro Paese (56,6 stranieri ogni 1.000 abitanti). In tale modo il nostro Paese si colloca al quindicesimo posto della graduatoria europea si colloca al quindicesimo posto della graduatoria europea degli stranieri residenti. degli stranieri residenti. In tutte le principali economie europee la presenza di residenti In tutte le principali economie europee la presenza di residenti stranieri risulta pi rilevante che in Italia: ad esempio, in Spastranieri risulta pi rilevante che in Italia: ad esempio, in Spagna (91,5 stranieri ogni 1.000 abitanti), in Germania (88,4), nel gna (91,5 stranieri ogni 1.000 abitanti), in Germania (88,4), nel Regno Unito (56,7) e in Francia (55,7). Regno Unito (56,7) e in Francia (55,7). Lincremento della popolazione residente totale italiana tra il Lincremento della popolazione residente totale italiana tra il 2001 e il 2006 (pari al 3,75 per cento) da attribuire principal2001 e il 2006 (pari al 3,75 per cento) da attribuire principalmente alla componente straniera: il contributo dei residenti mente alla componente straniera: il contributo dei residenti italiani stato infatti di appena lo 0,94 per cento contro il 2,81 italiani stato infatti di appena lo 0,94 per cento contro il 2,81 degli stranieri. degli stranieri. Dal punto di vista territoriale la popolazione straniera si conDal punto di vista territoriale la popolazione straniera si concentra nelle regioni del Centro-Nord (88,4 per cento), dove si centra nelle regioni del Centro-Nord (88,4 per cento), dove si presentano anche le maggiori opportunit di lavoro, mentre nel presentano anche le maggiori opportunit di lavoro, mentre nel Mezzogiorno risiede appena l11,6 per cento del totale. La Mezzogiorno risiede appena l11,6 per cento del totale. La regione di maggiore concentrazione numerica la Lombardia, regione di maggiore concentrazione numerica la Lombardia, con il 24,8 per cento, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e con il 24,8 per cento, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Lazio, con quote intorno all11 per cento. Lazio, con quote intorno all11 per cento. Anche in termini relativi, cio in rapporto al numero di residenti Anche in termini relativi, cio in rapporto al numero di residenti totali, la Lombardia, con 76,3 stranieri ogni 1.000 abitanti, si totali, la Lombardia, con 76,3 stranieri ogni 1.000 abitanti, si conferma la regione di maggiore attrazione, seguita a breve conferma la regione di maggiore attrazione, seguita a breve distanza dallEmilia-Romagna, con 75,3. distanza dallEmilia-Romagna, con 75,3. Pi in dettaglio, nelle prime quattro province, nellordine MilaPi in dettaglio, nelle prime quattro province, nellordine Milano, Torino, Roma e Brescia, si concentra il 28,8 per cento della no, Torino, Roma e Brescia, si concentra il 28,8 per cento della popolazione straniera residente in Italia. In termini relativi, inpopolazione straniera residente in Italia. In termini relativi, inLITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

vece, la concentrazione di stranieri rispetto alla popolazione vece, la concentrazione di stranieri rispetto alla popolazione concentrazione di stranieri rispetto alla popolazione pi elevata nella provincia di Prato (106,6 stranieri residenti pi elevata nella provincia di Prato (106,6 stranieri residenti nella provincia di Prato (106,6 stranieri residenti ogni 1.000 abitanti), seguita da quella di Brescia (101,1). ogni 1.000 abitanti), seguita da quella di Brescia (101,1). abitanti), seguita da quella di Brescia (101,1). Circa la provenienza dei cittadini stranieri, i iicinque paesi pi Circa la provenienza dei cittadini stranieri, cinque paesi pi provenienza dei cittadini stranieri, cinque paesi pi importanti sono Albania, (12,8 per cento dei residenti), Marocimportanti sono Albania, (12,8 per cento dei residenti), Marocsono Albania, (12,8 per cento dei residenti), Marocco (11,7 per cento), Romania (11,6 per cento), Repubblica co (11,7 per cento), Romania (11,6 per cento), Repubblica per cento), Romania (11,6 per cento), Repubblica cinese (4,9 per cento) Ucraina (4,1 per cento). popolare cinese (4,9 per cento) eeUcraina (4,1 per cento). popolare cinese (4,9 per cento) e Ucraina (4,1 per cento). residenti per 1.000 abitanti, per provincia Stranieri residenti per 1.000 abitanti, per provincia Stranieri residenti per 1.000 abitanti, per provincia Anno 2006 (numero indice Italia=100) Anno 2006 (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100)

Stranieri residenti per 1.000 abitanti nei paesi Ue alal 31 dicembre 2005 Stranieri residenti per 1.000 abitanti nei paesi Ue al 31 dicembre 2005 Stranieri residenti per 1.000 abitanti nei paesi Ue 31 dicembre 2005
400 400 400 350 350 350 300 300 300 250 250 250 200 200 200 150 150 150 100 100 100 50 50 50 00 0
L Lus us se sem m bu burg r o Le go Letto tto ni a E ni Es to a st n oni a ia C Ciip ro p Au ro Aus t r s tria Sp ia Spa g G a gna G erm na erm a n ania Be ia Bel gi l o G gio Grec re ia Ir c ia Re Irlland Regn and a gno U a o Un it Fr n ito a Fra nc o nci a Sv i a e Da Sv ezi a Dani m zi a ni mar arca ca Pa Ital e s Ita ia Pa i l i e B a si Bas as si M si Po Mal ta Re r al Repub Portoga ta pu b l tog llo bb ic a a l lic C lo a ec Sl Ce a S ove c a l o ni Fi ve n a n Fi l an ia nl di a Po ndi a P l on a Un ol o i a n Unghe i a g ri Li her a tu i a Sl Lituania o Sl va cania ov c h ac i Bu c h a l i Bu gar a Ro l ga ia R ma ria om n ia a n ia

Ue27 Ue27 Ue27

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

La presenza straniera in Italia per regione Anni 2001 e 2006 (valori per 1.000 abitanti, differenze e composizioni La presenza straniera in Italia per regione Anni 2001 e 2006 (valori per 1.000 abitanti, differenze composizioni La presenza straniera in Italia per regione Anni 2001 e 2006 (valori per 1.000 abitanti, differenze e e composizioni percentuali) percentuali) percentuali)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia Permessi di di soggiorno per 1.000 abitanti Permessi soggiorno per 1.000 abitanti Permessi di soggiorno per 1.000 abitanti 2001 2001 2001 2006 2006 2006 Differenze Differenze Differenze % totale al Posto in in% % sul totale al Posto in sulsul totale al Posto 2001-2006 2006 2001-2006 graduatoria 2001-2006 2006 2006 graduatoria graduatoria al al 2006 2006 al 2006 19,9 19,9 19,9 14,2 14,2 14,2 24,6 24,6 24,6 19,7 19,7 19,7 18,9 18,9 18,9 17,8 17,8 17,8 20,0 20,0 20,0 26,9 26,9 26,9 23,0 23,0 23,0 27,8 27,8 27,8 26,8 26,8 26,8 19,3 19,3 19,3 20,6 20,6 20,6 2,6 2,6 2,6 14,0 14,0 14,0 6,8 6,8 6,8 4,6 4,6 4,6 2,9 2,9 2,9 4,5 4,5 4,5 6,4 6,4 6,4 1,9 1,9 1,9 2,1 2,1 2,1 22,8 22,8 22,8 26,1 26,1 26,1 14,0 14,0 14,0 21,1 21,1 21,1 4,2 4,2 4,2 15,4 15,4 15,4 1212 12 1414 14 22 2 1313 13 66 6 33 3 88 8 55 5 44 4 11 1 77 7 99 9 1010 10 1111 11 1515 15 1818 18 1616 16 2020 20 2121 21 1717 17 1919 19 2222 22 7,97,9 7,9 0,20,2 0,2 24,2 24,2 24,2 2,72,7 2,7 2,42,4 2,4 1,21,2 1,2 1,21,2 1,2 11,6 11,6 11,6 3,03,0 3,0 11,0 11,0 11,0 8,58,5 8,5 2,02,0 2,0 3,33,3 3,3 11,4 11,4 11,4 1,61,6 1,6 0,20,2 0,2 3,73,7 3,7 1,81,8 1,8 0,20,2 0,2 1,11,1 1,1 2,62,6 2,6 0,60,6 0,6 35,1 35,1 35,1 28,0 28,0 28,0 25,1 25,1 25,1 88,1 88,1 88,1 11,9 11,9 11,9 100,0 100,0 100,0 2001 2001 2001 (a)(a) (a) 26,2 26,2 26,2 22,0 22,0 22,0 35,4 35,4 35,4 22,9 22,9 22,9 32,2 32,2 32,2 30,9 30,9 30,9 33,5 33,5 33,5 33,8 33,8 33,8 32,2 32,2 32,2 34,0 34,0 34,0 31,1 31,1 31,1 33,0 33,0 33,0 31,0 31,0 31,0 29,6 29,6 29,6 17,0 17,0 17,0 8,18,1 8,1 7,17,1 7,1 7,57,5 7,5 5,75,7 5,7 9,09,0 9,0 9,99,9 9,9 6,66,6 6,6 31,4 31,4 31,4 33,6 33,6 33,6 30,5 30,5 30,5 31,8 31,8 31,8 8,68,6 8,6 23,4 23,4 23,4 Stranieri residenti perper 1.000 abitanti Stranieri residenti per 1.000 abitanti Stranieri residenti 1.000 abitanti 2006 2006 2006 Differenze Differenze Differenze Posto in in sul sul totale al Posto in % sul totale al Posto % % totale al 2001-2006 2006 2001-2006 graduatoria 2001-2006 2006 2006 graduatoria graduatoria al 2006 al 2006 al 2006 31,8 31,8 31,8 22,3 22,3 22,3 41,0 41,0 41,0 27,3 27,3 27,3 29,8 29,8 29,8 27,3 27,3 27,3 32,1 32,1 32,1 39,6 39,6 39,6 27,5 27,5 27,5 41,3 41,3 41,3 33,3 33,3 33,3 40,2 40,2 40,2 33,6 33,6 33,6 30,5 30,5 30,5 19,7 19,7 19,7 7,07,0 7,0 9,89,8 9,8 5,15,1 5,1 5,75,7 5,7 8,78,7 8,7 5,65,6 5,6 5,15,1 5,1 36,9 36,9 36,9 38,0 38,0 38,0 32,5 32,5 32,5 35,9 35,9 35,9 7,97,9 7,9 26,3 26,3 26,3 12 12 12 14 14 14 1 1 1 13 13 13 8 8 8 11 11 11 5 5 5 3 3 3 10 10 10 2 2 2 7 7 7 4 4 4 6 6 6 9 9 9 15 15 15 19 19 19 17 17 17 20 20 20 22 22 22 16 16 16 18 18 18 21 21 21 8,68,6 8,6 0,20,2 0,2 24,8 24,8 24,8 2,72,7 2,7 2,12,1 2,1 1,01,0 1,0 1,11,1 1,1 11,9 11,9 11,9 2,52,5 2,5 10,8 10,8 10,8 8,08,0 8,0 2,22,2 2,2 3,43,4 3,4 11,2 11,2 11,2 1,61,6 1,6 0,20,2 0,2 3,33,3 3,3 1,71,7 1,7 0,20,2 0,2 1,21,2 1,2 2,72,7 2,7 0,70,7 0,7 36,3 36,3 36,3 27,3 27,3 27,3 24,8 24,8 24,8 88,4 88,4 88,4 11,6 11,6 11,6 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istat, Movimento eecalcolo della popolazione straniera residente Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione straniera residente Istat, Movimento calcolo della popolazione straniera residente

Fonti Fonti

N Istat, Movimento eecalcolo della popolazione straniera residente N Istat, Movimento e calcolo della popolazione straniera residente Movimento calcolo della popolazione straniera residente N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet internet N http://demo.istat.it N http://demo.istat.it http://demo.istat.it N http://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

24,0 24,0 24,0 23,9 23,9 23,9 36,7 36,7 36,7 21,3 21,3 21,3 38,8 38,8 38,8 42,1 42,1 42,1 35,6 35,6 35,6 31,6 31,6 31,6 36,8 36,8 36,8 35,2 35,2 35,2 29,6 29,6 29,6 35,1 35,1 35,1 30,6 30,6 30,6 47,3 47,3 47,3 15,5 15,5 15,5 6,8 6,8 6,8 10,9 10,9 10,9 7,5 7,5 7,5 5,5 5,5 5,5 7,4 7,4 7,4 10,5 10,5 10,5 7,3 7,3 7,3 31,4 31,4 31,4 34,2 34,2 34,2 38,5 38,5 38,5 34,3 34,3 34,3 9,6 9,6 9,6 25,4 25,4 25,4

43,9 43,9 43,9 38,1 38,1 38,1 61,3 61,3 61,3 41,0 41,0 41,0 57,7 57,7 57,7 59,8 59,8 59,8 55,6 55,6 55,6 58,6 58,6 58,6 59,8 59,8 59,8 63,0 63,0 63,0 56,5 56,5 56,5 54,4 54,4 54,4 51,2 51,2 51,2 50,0 50,0 50,0 29,5 29,5 29,5 13,5 13,5 13,5 15,5 15,5 15,5 10,4 10,4 10,4 9,9 9,9 9,9 13,8 13,8 13,8 12,4 12,4 12,4 9,4 9,4 9,4 54,2 54,2 54,2 60,3 60,3 60,3 52,5 52,5 52,5 55,5 55,5 55,5 13,8 13,8 13,8 40,8 40,8 40,8

58,0 58,0 58,0 44,3 44,3 44,3 76,3 76,3 76,3 50,2 50,2 50,2 62,0 62,0 62,0 58,2 58,2 58,2 65,6 65,6 65,6 73,4 73,4 73,4 59,8 59,8 59,8 75,3 75,3 75,3 64,4 64,4 64,4 73,2 73,2 73,2 64,6 64,6 64,6 60,1 60,1 60,1 36,7 36,7 36,7 15,1 15,1 15,1 16,9 16,9 16,9 12,6 12,6 12,6 11,4 11,4 11,4 17,6 17,6 17,6 15,6 15,6 15,6 11,7 11,7 11,7 68,3 68,3 68,3 71,6 71,6 71,6 63,1 63,1 63,1 67,7 67,7 67,7 16,5 16,5 16,5 49,7 49,7 49,7

Fonte: Istat ed elaborazioni Istat su dati Ministero dellinterno Fonte: Istat ed elaborazioni Istat su dati Ministero dellinterno Fonte: Istat ed elaborazioni Istat su dati Ministero dellinterno (a) Alla data del Censimento del 2001. (a) Alla data del Censimento del 2001. (a) Alla data del Censimento del 2001.

100 statistiche per il Paese

Protezione sociale

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: la spesa per la protezione sociale; la spesa sanitaria pubblica per abitante; la mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio; la mortalit per tumori; la mortalit infantile. I tumori rappresentano la seconda causa di morte in ordine di importanza: nel 2003, in Italia il tasso standardizzato di mortalit per queste cause pari nel complesso a 28 decessi per 10.000 residenti (39,6 per gli uomini e 20,3 per le donne). In questo caso, lItalia allineata alla media europea. Il tasso di mortalit infantile si pu interpretare come espressione del livello di sviluppo e di benessere di un paese. In Italia, negli ultimi dieci anni questo indicatore si ridotto del 50 per cento attestandosi, nel 2004, sul 3,7 per mille, ben al di sotto della media Ue27.

Il sistema di protezione sociale rappresenta la risposta della collettivit ai bisogni dei cittadini e delle famiglie. La spesa per la protezione sociale, articolata nelle tre grandi aree di intervento della previdenza, della sanit e dellassistenza, rappresenta una parte importante del sistema di welfare adottato dai paesi europei al fine di garantire servizi e diritti considerati essenziali per un tenore di vita accettabile, rispettando vincoli di bilancio spesso stringenti. Nellambito della spesa per la protezione sociale, quella sanitaria pubblica (che ricomprende, oltre al costo delle prestazioni sanitarie, costi amministrativi e contribuzioni diverse) pari a circa 1.624 euro pro capite annui, il 6,7 per cento del Pil (il dato relativo al 2005).

Nel 2006, in Italia la spesa per la protezione sociale assorbe il 26,7 per cento del Pil e il suo ammontare pro capite pari a poco pi di 6.678 euro annui, leggermente al di sopra della media europea. La struttura della mortalit per causa caratterizzata da una prevalenza dei decessi per malattie tipiche delle et adulte e anziane e, quindi, particolarmente legate allo stile di vita, con al primo posto quelle che interessano il sistema cardiocircolatorio: nel 2003, in Italia il tasso standardizzato di mortalit per queste cause pari nel complesso a 40 decessi per 10.000 residenti (48,7 per gli uomini e 33,9 per le donne). Si tratta di uno dei livelli pi bassi dellUnione europea.

28
Protezione sociale Spesa per la protezione sociale pro capite e in rapporto al Pil

Spesa per protezione sociale nei paesi Ue27 Anno 2005 (in euro pro capite correnti) versiversibisogni (circa97 il97 per cento del totale della protezione Spesa perperprotezione sociale nei nei paesi Ue27 Anno 2005 (in eurocapite correnti) versi bisogni (circail per cento del totale delladella protezione Spesa la lala protezione socialepaesi Ue27 Anno 2005 (in euro pro pro capite correnti) bisogni (circa il 97 per cento del totale protezione sociale vedi vedidefinizioni), nel 2006 quota consistente di didi 16.000 sociale vedi definizioni), 20062006lalaquota consistente sociale definizioni), nel nel la quota consistente 16.000 16.000 popolazione anziana fa s fassche funzione vecchiaia ne rap- rappopolazione anziana fa che la lalafunzione vecchiaia ne rappopolazione anziana che funzione vecchiaia ne presenti oltre oltreil ilper per cento. Rispetto 20022002sisiriscontra un 14.000 presenti oltre 50 cento. Rispetto al alal2002riscontra un un presenti il 50 50 per cento. Rispetto si riscontra 14.000 14.000 UNO UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME SGUARDO DINSIEME 51 per cento), anche se cresce leggero declino (dal(dal 52 51 51 per cento), anche se cresce leggero declino (dal al alal per cento), anche se cresce leggero declino 52 52 La spesa per perprotezione sociale, articolata nellenelletre aree didilincidenza di questa funzione sul sul (dal(dal 12,613al 13cento). La spesa la lalaprotezione sociale, articolata nelle aree aree La spesa per protezione sociale, articolata tre tre di lincidenza didi questa funzionePil Pil 12,6 12,6 per per cento). 12.000 lincidenza questa funzione sul Pil (dal al al 13 per cento). 12.000 12.000 intervento delladella previdenza, della sanit e dellassistenza, rap-La spesa per persanit e perei per trasferimenti monetaricasocaso di intervento della previdenza, della sanit e dellassistenza, rapintervento previdenza, della sanit e dellassistenza, rapLa spesa la lala sanit per i i trasferimenti monetari in di di La spesa per sanit e trasferimenti monetari in in caso presenta unauna parte importante del sistemawelfare adottato presenta parteparte importantesistema di didiwelfare adottato malattia o infortunio pariparicircacircail il27 per cento del totale presenta una importante del del sistema welfare adottato malattia o oinfortunio a a acirca27 per cento del totale malattia infortunio pari il 27 per cento del totale 10.000 10.000 10.000 paesi europei al alal di didi garantire servizi e considerati dai dai paesi europeifinefinegarantire servizi e dirittidiritti considerati delledelle prestazioni 7alal 7cento del del Pil,aumento dal dal 2002 dai paesi europei fine garantire servizi e diritti considerati delle prestazioni e e per per cento Pil, in inin aumento20022002 prestazioni e al 7 per cento del Pil, aumento dal essenziali, rispettando vincoli di bilancio spesso stringenti. essenziali, rispettando vincoli didi bilancio spesso stringenti. essenziali, rispettando vincoli bilancio spesso stringenti. al 2006. Le funzioni superstiti e invalidit nel nel 2006 rappresenalal 2006. Le funzioni superstiti e invalidit20062006 rappresen- 8.0008.000 2006. Le funzioni superstiti e invalidit nel rappresen8.000 NelNel 2006ItaliaItalia laspesa perprotezione sociale assorbe il il iltano tano rispettivamente ile9,8 e ilper per cento della spesa2,5 2,5 e e 20062006 in la spesa per la lala protezione sociale assorbe Nel in in Italia la spesa per protezione sociale assorbe Ue27 (a) Ue27 (a) (a) Ue27 tano rispettivamente il 9,8 e il 5,8 cento delladella spesa (ile2,5 rispettivamente il 9,8 il 5,8 5,8 per cento spesa (il (il 26,7 26,7per cento del e Pile eil ilsuo ammontare pro capiteparipari a al1,5 l1,5cento sul sul Pil), mentre il il sostegno al reddito in caso di 26,7 cento del Pil Pilil suo ammontare pro capite a per per cento del suo ammontare pro capite pari l1,5 per cento Pil), mentre il sostegno al reddito in caso di di per per cento sul Pil), mentre sostegno al reddito in caso 6.000 6.0006.000 pocopoco pi di 6.678 euro annui. poco pi6.678 euro annui. pi di di 6.678 euro annui. disoccupazione e pereper altre formeesclusione sociale (che (che disoccupazione e altrealtre formedidiesclusione sociale (che disoccupazione per forme di esclusione sociale nellinsieme comprendono la formazione orientata al reinserinellinsieme comprendono lalaformazione orientata alalreinserinellinsieme comprendono formazione orientata reinseri- 4.0004.000 4.000 DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE mento nel mercato del lavoro, abitazioni, le misure di contraIl Sistema europeo delledellestatistiche integrate della protezione mento nel nel mercato del lavoro,abitazioni, le misure di contraIl IlSistema europeo delle statistiche integrate della protezione mento mercato del lavoro, le lele abitazioni, le misure di contraSistema europeo statistiche integrate della protezione sto alla povert allesclusione sociale) si attestano 2,3 2,3 2.000 sociale Sespros96, coerentemente conconSistema europeo sociale Sespros96, coerentemente conil ilSistema europeo sto sto alla povert e e allesclusione sociale) si attestano sulper per sociale Sespros96, coerentemente il Sistema europeo alla povert e allesclusione sociale) si attestano sul sul 2,3 per 2.0002.000 cento totale. A AAconferma dello squilibrio esistenteininItalia cento del totale. conferma squilibrio esistente in dei dei conti nazionali Sec95, definiscespesa per perprotezione conticonti nazionali Sec95, definisce la spesala lala protezionecento del del totale.conferma dellodellosquilibrio esistente ItaliaItalia dei nazionali Sec95, definisce la la spesa per protezione tra beneficiari delle prestazioni sociali e cittadini attivi,quota tra beneficiari prestazioni sociali e cittadini attivi, la la quota 0 00 sociale come i costi costi a carico di organismi pubblici o privati per tra beneficiari delledelle prestazioni sociali e cittadini attivi, la quota sociale come i costi a caricoorganismi pubblici o privati per per sociale come i a carico di di organismi pubblici o privati ) aa ) ) aa ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) oo aa ) ) ) ) a a b b) b) b) (b)(b) ia ia b) b) b) b) (b)(b) b) b) del Pil destinata alle famiglie nel risulta pari pari ad appena ( ( ( ( rg rg rc rc (b (b i (b (b (b (b triaria lgio io (a (a di di (b (b d d (b (b (b (b ciacia (c (c (b (b (b (b ltalta erieria (a ( nn ( ( ( ( t lg i linsieme deglidegli interventi intesi a a sollevare lele famiglie del del destinata allealle famiglie nel 2006 risulta pari appena linsieme degli interventi intesi sollevare le famiglie linsieme interventi intesi a sollevare famiglie Pil Pil destinata famiglie nel 20062006 risulta ad ad appena bubu ima a zia ia ssss ciacia usus BeBenitoito lanan nia ia rlanan lia lia nana re reallo llo nia ia pro ro Ma a ghgh ecec nia ia hia ia sto to nia ia nia ia nia ia riaria h n I Irl a a g g G G a e en i ip Mn n n z l n n im C C lo lon cc cc E Es uaua ttotton a a lgaga gog v v C C U U Fin in ma a l1,2 l1,2cento, in lieve lieve aumento2002, e corrisponde al 4,5 4,5 l1,2 per cento, inin aumento dal dal 2002, e e corrisponde al 4,5 per per cento, lieve aumento dal 2002, corrisponde al It It papa em m anan veve BaBa ranan A A e l o U Ua a mm oo F r rm t t dallinsorgere di rischirischi o bisogni, purchavvenga in assendallinsorgere didi o bisogni, purch ci ci avvenga inin assendallinsorgere rischi o bisogni, purch ci avvenga assenrtort Slo lo ss ss D D S S si si F Fr P P lovlava SS Li Li LeLe RoRo BuBu ic lic ee nono S o o GG bl b PP LuLu aeae SS egeg cento del totale delladella spesa prestazioni di didiprotezione per cento del totale spesa per per prestazioni protezione PP RR ubub za, za, partepartebeneficiari, sia siaunauna contropartita equivalente per per cento del totale della spesa per prestazioni protezione da da parte dei beneficiari, disia di contropartita equivalente za, da dei dei beneficiari, di una contropartita equivalente epep sociale. Tale Tale situazione include le spesetutela di maternit sociale. Tale situazione includespese per per tutela didi maternit sociale. situazione include le le spese per tutela maternit RR e simultanea, sia sia polizze assicurative. Le Le funzionirischirischi e esimultanea, di didipolizze assicurative. funzioni o o orischi simultanea, sia polizze assicurative. Le funzioni paternit, assegni familiari, spese per nido, strutture Fonte: Eurostat, Database New Cronos sono: malattia/salute; invalidit; vecchiaia; superstiti; famiglia, sono: malattia/salute; invalidit; vecchiaia; superstiti; famiglia, e paternit, assegni familiari, spese per per asili nido, strutture Fonte: Eurostat, Database NewNew Cronos sono: malattia/salute; invalidit; vecchiaia; superstiti; famiglia, e epaternit, assegni familiari, spese asili asili nido, strutture Fonte: Eurostat, Database Cronos residenziali, assistenza domiciliare. residenziali, assistenza domiciliare. (a) Stime. (a) Stime. (a) Stime. maternit e infanzia; disoccupazione; abitazione; altre altre tipologieresidenziali, assistenza domiciliare. maternit e e infanzia; disoccupazione; abitazione; tipologie maternit infanzia; disoccupazione; abitazione; altre tipologie di esclusione sociale. NelNel complesso,spesa per perproteziodidi esclusione sociale.complesso, la lala spesala lala protezio-Spesa perper prestazioniprotezione sociale perper funzioni (c) Dato provvisorio al 2004.2004. esclusione sociale. Nel complesso, spesa per protezioSpesa prestazioni di di protezione sociale funzioni Spesa per prestazioni di protezione sociale per funzioni (c) Dato provvisorio alal (c) Dato provvisorio 2004. ne ne sociale comprende spese per:per: prestazioni protezione sociale comprende le lelespese per: prestazionididiprotezione AnniAnni 2002-2006 (composizioni percentuali) ne sociale comprende spese prestazioni di protezione Anni 2002-2006 (composizioni percentuali) 2002-2006 (composizioni percentuali) sociale; servizi amministrativi; trasferimenti agliagli Enti delle Amsociale; servizi amministrativi; trasferimenti Enti delledelle Amsociale; servizi amministrativi; trasferimenti agli Enti AmMalattia Invalidit Malattia Malattia Invalidit Invalidit ministrazioni pubbliche, allealle Istituzioni senza scopo lucrolucroe e ministrazioni pubbliche, Istituzioni senza scopo di didilucro ministrazioni pubbliche, alle Istituzioni senza scopo e Vecchiaia Superstiti Vecchiaia Vecchiaia SuperstitiSuperstiti Spesa la lala protezione socialepaesi Ue27 Anno 2005 (in percentuale del del Pil) Spesa perperprotezione sociale nei nei paesi Ue27 Anno 2005 (in percentuale del Pil) Spesa per protezione sociale nei paesi Ue27 Anno 2005 (in percentuale Pil) Famiglia, maternit, infanzia Disoccupazione esclusione sociale sociale Famiglia,Famiglia, maternit, infanzia maternit, infanzia Disoccupazione e altra e altra esclusione sociale Disoccupazione e altra esclusione allealle famiglie; interessi passivi. Per lanalisi nazionale sono alle famiglie; interessi passivi. Per lanalisi nazionale sono famiglie; interessi passivi. Per lanalisi nazionale sono 35 35 35 100 considerate le sole spese per per prestazioniprotezione sociale. considerate lele sole speseprestazioni di didi protezione sociale. 100 100 considerate sole spese per prestazioni protezione sociale.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
90 80

LaLa funzione vecchiaia assorbe La funzione vecchiaia assorbe funzione vecchiaia assorbe pipidella met della spesa pi della met della spesa della met della spesa

(b) provvisori. (b) DatiDati provvisori. (b) Dati provvisori.

9090 8080

La La spesa per protezione sociale unun indicatore correlato 70 7070 spesa per la lalaprotezione sociale indicatore correlato La spesa per protezione sociale un indicatore correlato positivamente al livello di reddito, allealle caratteristiche strutturali 60 6060 positivamente alallivello didireddito, caratteristiche strutturali positivamente livello reddito, alle caratteristiche strutturali risultando pi pi elevata nei paesi con et della popolazione 50 5050 risultando elevata nei paesi con et delladella popolazione risultando pi elevata nei paesi con et popolazione polarizzata nellenelleclassi giovani e/o anzianeeale ealalmodello didi 40 4040 polarizzata nelle classi giovani anziane modello di polarizzata classi giovani e/o e/o anziane modello welfare adottato. NelNel 2005 lItalia con 6.416 euro annui pro 30 3030 welfare adottato. 20052005 lItalia 6.416 euro euro annui pro welfare adottato. Nel lItalia con con 6.416 annui pro capite si colloca in posizione intermedia rispetto agliagli altri paesi capite sisi colloca in posizione intermedia rispetto altri paesi capite colloca in posizione intermedia rispetto agli altri paesi 20 2020 europei e, comunque, al di aldidisopra della media Ue27 (6.087 europei e,e,comunque, al sopra delladella media Ue27 (6.087 europei comunque, sopra media Ue27 (6.087 10 1010 euro). Bulgaria (circa 450450 euro pro capite), Romania (circa 521 euro). Bulgaria (circa euro eurocapite), Romania (circa 521 521 euro). Bulgaria (circa 450 pro pro capite), Romania (circa 0 0 0 euro), Lettonia (700 (700euro)Lituania (802 (802euro) sono livellilivelli euro), Lettonia (700 euro)e eLituania (802 euro) sonoaiailivelli euro), Lettonia euro) e Lituania euro) sono ai 2002 2002 2002 2003 2003 2003 2004 2004 2004 2005 2005 2005 2006 2006 2006 pi pi bassi; il il datoaltoaltoregistra per per il il Lussemburgo (14.122 bassi; il dato pi pi si sisi registrailper Lussemburgo (14.122 pi bassi; dato pi alto registra Lussemburgo (14.122 Fonte: Istat, Contabilit nazionale Fonte: Istat, Istat, Contabilit nazionale Fonte: Contabilit nazionale euro). Rispetto al Pil, Pil,spesa dedicata allaalla protezione sociale euro). Rispetto alalla lala spesa dedicata protezione sociale euro). Rispetto Pil, spesa dedicata alla protezione sociale nei nei paesi Ue27 al 27,2 27,2cento: mentre Lettonia, Esto-Estopaesi Ue27 paripari alal per per cento: mentre Lettonia, Estonei paesi Ue27 pari 27,2 per cento: mentre Lettonia, Fonti Fonti nia,nia, Lituania, RomaniaBulgaria, di nuova adesione, si con- con-Fonti Lituania, Romania e e eBulgaria, didinuova adesione, sisiconnia, Lituania, Romania Bulgaria, nuova adesione, Contabilit nazionale fermano su valori pi pi contenuti, Francia, SveziaDanimarca, fermano su valori contenuti, Francia, Svezia e e eDanimarca, N Istat, Istat, Contabilit nazionale fermano su valori pi contenuti, Francia, Svezia Danimarca, N N Istat, Contabilit nazionale N N Eurostat/Esspros N Eurostat/Esspros Eurostat/Esspros caratterizzate da maggior benessere e da e da storica attenziocaratterizzate da maggior benessere e unauna storica attenziocaratterizzate da maggior benessere da una storica attenzione alne al welfare, impegnano la percentualealtaaltarisorse per per AltreAltre informazioni newelfare, impegnano la percentuale pi pi di didi risorse per Altre informazioni al welfare, impegnano la percentuale pi alta risorse informazioni Pubblicazioni Pubblicazioni la protezione sociale, rispettivamente 31,5 31,5 cento, 31,3 31,3 perPubblicazioni lala protezione sociale, rispettivamente per per cento, 31,3 per protezione sociale, rispettivamente 31,5 per cento, per N NIstat, Annuario statistico italiano, 2007 Annuario statistico italiano, 2007 cento e 30,2 30,2cento del del Pil. LItalia, con il il 26,4cento, si sisiN Istat, Istat, Annuario statistico italiano, 2007 cento e e per per cento Pil. LItalia, con il 26,4 per per cento, cento 30,2 per cento del Pil. LItalia, con 26,4 per cento, N N Ministero delleconomia e e delle finanze, Relazione generale Ministero delleconomia delle finanze, Relazione generale colloca al di sottosotto della media Ue e vicinoFinlandia (26,7). colloca alal di della media Ue Ue e vicino alla Finlandia (26,7). N Ministero delleconomia e delle finanze, Relazione generale colloca di sotto della media e vicino alla alla Finlandia (26,7).
sulla situazione economica del Paese, 2006 sulla situazione economica del Paese, 2006 2006 sulla situazione economica del Paese, Siti internet Siti internet Siti internet http://www.istat.it PerPer quanto concerne lItalia, prendendo esame esclusivaquanto concerne lItalia, prendendo in ininesame esclusiva- N http://www.istat.it Per quanto concerne lItalia, prendendo esame esclusiva- N N http://www.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu mente la spesa per per prestazioni protezione sociale per per i idi- N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu mente lalaspesa prestazioni di didiprotezione sociale i per di- N N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu mente spesa per prestazioni protezione sociale di-

LA SITUAZIONE NAZIONALE LA SITUAZIONE NAZIONALE LA SITUAZIONE NAZIONALE

100 statistiche per il Paese

Fr an ci a (b Sv ez ) ia D an (b) im ar ca B G er elg i m an o ia (b ) Pa A es ust i B ria R eg ass i( no b) U ni to (a Fi ) nl an di Ita a lia Po (b rto ga ) llo (c ) G re Sl ov cia en Lu i ss a (b em ) bu rg o U ng h Sp eri ag a na R ep (b P ) ub olo ni bl a ic (b a ) C ec a (b ) Irl an da

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) Stime. (a) Stime. (a) Stime. (b) provvisori. (b) DatiDati provvisori. (b) Dati provvisori. (c) Dato provvisorio alal (c) Dato provvisorio al 2004.2004. (c) Dato provvisorio 2004.

M al ta C ip Sl ov ro ( b) ac ch i Bu a (b ) lg ar ia R (b om an ) ia Li (b tu an ) ia (b Es ) t Le on tto ia ni a (b )

Lu ss em bu D an rgo im a P Sv rca ae ez ia si B as (b) si Fr ( an b) ci a (b ) A us tri R a eg no Be U lgio ni to (a Fi G nla er n m dia an ia (b ) Irl an Ita da S lia ( pa b gn ) a (b ) P or Gre to c ga ia llo S ( lo ve c) ni a (b C ) ip ro (b ) R ep M ub U alt bl n a ic gh a C eria ec a P (b ol on S lo ia va (b cc ) hi a (b ) E s Li ton tu an ia Le ia tto (b) R nia om ( an b) ia B ul ( ga b) ria (b )
30 30 30 Ue27 Ue27 (a) (a) Ue27 (a) 25 25 25 20 20 20 15 15 15 10 10 10 5

55

00

) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) (b (b (b (b rcarca lgiogio (b (b triatria (b (b (a (a diadia (b (b (c (c ciacia (b (b rgorgo ria ria (b (b (b (b (b (b da da lta lta (b (b (b (b (b (b (b (b (b (b niania (b (b l ia ia ia ia a a e e ia ia us us ssi si ito ito an an lia lia llo llo re re ia ia bu bu he he na na ia ia ca ca lanlan MaMa propro hiahia ria ria niania niania stosto niania a a i i nc nc ez ez nim im B B an an A A BaBas UnUn inl inl Ita Ita ga ga G G ven en emem ng ng ag ag lonlon CeCe Ir Ir C C acc cc ulgulg mama ituatua E E etto tto F F UU p p o o a a ra ra SvSv DaDan mrm a torto i si o o o lov ss ss i e r F F S S P P lic lic L L er e Sl S u u ov ov B B RoRo L L es e gn gn GG PoPo b b L L Sl Sl PaPa ReRe ub ub ep ep RR

La spesa sanitaria pubblica assorbe il 7 per cento del Pil


UNO SGUARDO DINSIEME

Nellambito della spesa per la protezione sociale, quella sanitaria pubblica indica quanto viene destinato per soddisfare il bisogno di salute dei cittadini in termini di prestazioni sanitarie, servizi amministrativi, interessi passivi, imposte e tasse, premi di assicurazione e contribuzioni diverse. Nel 2005 la spesa sanitaria pubblica pro capite italiana pari a circa 1.624 euro annui, il 6,7 per cento del Pil. Secondo il Sistema europeo dei conti nazionali Sec95 e il Sistema europeo delle statistiche integrate della protezione sociale Sespros96, la spesa sanitaria pubblica rappresenta linsieme delle operazioni correnti effettuate dalle Amministrazioni pubbliche operanti nel settore utilizzando direttamente proprie strutture produttive, o in regime di convenzione, acquistando dalle istituzioni private beni e servizi da erogare ai cittadini.
LITALIA E LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE

Mezzogiorno sono significative lassistenza farmaceutica e quella fornita dalle case di cura private, che risulta comunque inferiore alla media nazionale. Rispetto al resto del territorio, inoltre, le regioni del Sud e delle Isole presentano la pi alta quota per assistenza protesica e cure balneotermali,e la pi bassa quota assorbita dallassistenza integrativa e domiciliare. Spesa sanitaria pubblica per regione Anno 2005 (valori pro capite in euro correnti)

Spesa sanitaria pubblica per funzione economica e regione Anno 2005 (valori pro capite in euro correnti)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Servizi sanitari forniti direttamente Milioni di euro correnti 4.164 150 7.081 1.759 1.169 651 518 4.061 1.252 4.181 3.700 867 1.416 5.189 1.161 353 4.844 3.097 543 1.618 3.976 1.583 13.154 10.663 11.172 34.989 17.175 52.164 3,67 Spesa pro capite 960 1.215 751 1.099 1.193 1.357 1.036 861 1.038 1.003 1.025 1.004 929 981 892 1.098 837 761 912 806 793 958 849 963 990 924 828 890 Altre spese Servizi sanitari in regime di convenzione Spesa pro capite 100 130 81 115 116 133 100 93 108 105 110 112 99 108 103 112 98 75 92 82 81 99 90 101 108 99 88 95 Milioni di euro correnti 2.508 59 6.427 1.026 515 280 235 2.765 545 2.170 1.645 415 737 4.625 887 261 4.193 2.699 303 1.190 3.541 916 10.020 5.995 7.422 23.437 13.990 37.427 2,63 Spesa pro capite 578 478 681 641 526 584 470 586 452 520 456 481 484 875 681 812 724 663 509 593 706 554 647 541 658 619 674 639 Spesa corrente totale Milioni di euro correnti 7.105 225 14.269 2.969 1.798 995 803 7.265 1.927 6.790 5.743 1.379 2.304 10.387 2.182 650 9.603 6.103 901 2.972 7.924 2.662 24.568 17.780 19.813 62.161 32.997 95.158 6,69 Spesa pro capite 1.639 1.823 1.512 1.854 1.835 2.074 1.606 1.539 1.597 1.629 1.591 1.597 1.512 1.964 1.676 2.022 1.659 1.500 1.513 1.481 1.580 1.611 1.586 1.605 1.756 1.642 1.590 1.624

Milioni di euro correnti 433 16 761 184 114 64 50 439 130 439 398 97 151 573 134 36 566 307 55 164 407 163 1.394 1.122 1.219 3.735 1.832 5.567 0,39

Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia % su Pil

Nel 2005, il valore pi elevato di spesa pro capite stato raggiunto dal Centro (1.756 euro), il pi basso nel Mezzogiorno (1.590 euro). La regione che spende di pi il Molise (2.022 euro), seguita dal Lazio (1.964 euro). La Liguria, con la popolazione concentrata nelle classi di et anziane, al terzo posto (1.854 euro); la Calabria la regione maggiormente svantaggiata (1.481 euro). Considerando le sole prestazioni sanitarie, che assorbono il 94 per cento della spesa, il 39 per cento viene erogato da strutture private in regime di convenzione. Ci particolarmente evidente nel Mezzogiorno e nel Nord-ovest, mentre il Nord-est maggiormente caratterizzato dalle prestazioni dirette. Tra le regioni, la Valle dAosta quella che fa meno ricorso al regime in convenzione; allopposto, la Lombardia vi dedica il 45 per cento della spesa sanitaria. La spesa in convenzione indirizzata per il 31,7 per cento ai farmaci; per il 22,6 per cento alle prestazioni fornite dalle case di cura private; lassistenza medica rappresenta complessivamente il 25,5 per cento, ripartita tra spesa per i medici generici (17 per cento) e prestazioni specialistiche (8,5 per cento). In particolare, nel Nord-ovest le prestazioni fornite dalle case di cura private (il 27 per cento della spesa in convenzione) sono equiparabili alla spesa farmaceutica (27,7 per cento). Il Nord-est caratterizzato da una spesa in convenzione rivolta maggiormente ai farmaci; al contempo i costi per il medico generico e per lassistenza integrativa e domiciliare si attestano su valori superiori alla media nazionale. Daltro canto, per queste regioni si risconta la pi bassa quota per prestazioni fornite dalle case di cura private e dalla medicina specialistica. Il Centro spende soprattutto per farmaci (34 per cento) e per lassistenza in case di cura private (23,8 per cento), mentre la quota destinata al medico generico la pi bassa riscontrata sul territorio nazionale (15,6 per cento). Per il

Protezione sociale Spesa sanitaria pubblica pro capite

Fonte: Istat, Contabilit nazionale

Fonte: Istat, Contabilit nazionale

Spesa sanitaria pubblica in regime di convenzione, per funzione economica e ripartizione geografica Anno 2005 (valori percentuali sul totale della spesa per ciascuna funzione)
40 35 30 25

Assistenza farmaceutica Assistenza medico-generica Assistenza medico-specialistica Case di cura private Assistenza protesica e cure balneotermali Altre prestazioni

Fonti

N Istat, Contabilit nazionale N Eurostat/Esspros

20 15 10 5 0 Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Ministero delleconomia e delle finanze, Relazione generale sulla situazione economica del Paese, 2006 Siti internet N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Contabilit nazionale

29

100 statistiche per il Paese

30
Protezione sociale Tasso di mortalit per malattie cardiocircolatorie

La mortalit in Italia per questa causa tra le pi basse dEuropa


La struttura della mortalit per causa caratterizzata da una La struttura della mortalit per causa caratterizzata da una prevalenza dei decessi per malattie tipiche delle et adulte e prevalenza dei decessi per malattie tipiche delle et adulte e anziane, con al primo posto quelle che interessano il sistema anziane, con al primo posto quelle che interessano il sistema cardiocircolatorio. cardiocircolatorio. Nel 2003 in Italia il tasso standardizzato di mortalit per queste Nel 2003 in Italia il tasso standardizzato di mortalit per queste cause pari nel complesso a 40 decessi ogni 10.000 residenti. cause pari nel complesso a 40 decessi ogni 10.000 residenti. II maschi, con un tasso di 48,7 per 10.000, sono pi svantagmaschi, con un tasso di 48,7 per 10.000, sono pi svantaggiati rispetto alle femmine (33,9). giati rispetto alle femmine (33,9). Per ii confronti a livello territoriale, tenendo sotto controllo le Per confronti a livello territoriale, tenendo sotto controllo le diverse strutture per et, sono stati costruiti tassi di mortalit diverse strutture per et, sono stati costruiti tassi di mortalit standardizzati con il metodo diretto o della popolazione tipo, standardizzati con il metodo diretto o della popolazione tipo, utilizzando come riferimento sia la popolazione media italiana utilizzando come riferimento sia la popolazione media italiana del 2001, sia quella standard europea. In sintesi, lindicatore del 2001, sia quella standard europea. In sintesi, lindicatore rappresenta ii livelli di mortalit per malattie cardiocircolatorie rappresenta livelli di mortalit per malattie cardiocircolatorie che si sperimenterebbero nelle regioni italiane e nei paesi euche si sperimenterebbero nelle regioni italiane e nei paesi europei se ii loro specifici modelli di mortalit venissero applicati a ropei se loro specifici modelli di mortalit venissero applicati a una identica struttura per et attraverso la popolazione scelta una identica struttura per et attraverso la popolazione scelta come standard. come standard. Nel 2003, le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresenNel 2003, le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano la prima causa di morte in quasi tutti ii paesi dellUe, con la tano la prima causa di morte in quasi tutti paesi dellUe, con la sola eccezione della Francia, dove ii tassi di mortalit pi elevasola eccezione della Francia, dove tassi di mortalit pi elevati sono dovuti ai tumori e che registra un vantaggio per malattie ti sono dovuti ai tumori e che registra un vantaggio per malattie cardiovascolari pari a 16,1 per 10.000 abitanti (28,2 il dato cardiovascolari pari a 16,1 per 10.000 abitanti (28,2 il dato medio dellUe27). La Spagna registra un valore del 18,7 per medio dellUe27). La Spagna registra un valore del 18,7 per 10.000 e, con ii Paesi Bassi e lItalia (rispettivamente 21,2 e 22 10.000 e, con Paesi Bassi e lItalia (rispettivamente 21,2 e 22 decessi per 10.000 abitanti), presenta ii valori pi contenuti a decessi per 10.000 abitanti), presenta valori pi contenuti a livello europeo. Considerando che per Belgio, Danimarca e livello europeo. Considerando che per Belgio, Danimarca e Cipro non sono disponibili dati di mortalit confrontabili, tutti ii Cipro non sono disponibili dati di mortalit confrontabili, tutti paesi di nuova adesione hanno una mortalit legata a problemi paesi di nuova adesione hanno una mortalit legata a problemi cardiovascolari decisamente sostenuta; la situazione peggiore cardiovascolari decisamente sostenuta; la situazione peggiore si riscontra in Bulgaria e Romania, con un tasso di mortalit si riscontra in Bulgaria e Romania, con un tasso di mortalit rispettivamente del 71,3 e del 68,6 per 10.000 abitanti. Tra ii rispettivamente del 71,3 e del 68,6 per 10.000 abitanti. Tra paesi dellest, la Polonia si attesta sul valore pi contenuto paesi dellest, la Polonia si attesta sul valore pi contenuto (41,5 per 10.000). Infine Slovenia, Malta, Germania e Austria si (41,5 per 10.000). Infine Slovenia, Malta, Germania e Austria si collocano in prossimit del dato medio europeo, con una morcollocano in prossimit del dato medio europeo, con una mortalit che varia da poco pi del 29 al 27 per 10.000 abitanti. talit che varia da poco pi del 29 al 27 per 10.000 abitanti. Con riferimento alle differenze territoriali in Italia, va prelimiCon riferimento alle differenze territoriali in Italia, va preliminarmente osservato che ii livelli non sono confrontabili con narmente osservato che livelli non sono confrontabili con quelli europei a causa della diversa popolazione di riferimento quelli europei a causa della diversa popolazione di riferimento utilizzata nel processo di standardizzazione, che in questo utilizzata nel processo di standardizzazione, che in questo caso quella media italiana del 2001. caso quella media italiana del 2001. Nel 2003 la morte per malattie cardiovascolari prevalente in Nel 2003 la morte per malattie cardiovascolari prevalente in tutte le province, anche se a Sondrio, Lodi e Venezia per ii tutte le province, anche se a Sondrio, Lodi e Venezia per maschi la prima causa di morte rappresentata dai tumori. La maschi la prima causa di morte rappresentata dai tumori. La geografia delle malattie del sistema circolatorio per il complesgeografia delle malattie del sistema circolatorio per il complesLITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

so dei due sessi fa emergere lo svantaggio delle province del so dei due sessi fa emergere lo svantaggio delle province del Mezzogiorno, soprattutto della Campania che, insieme a quelle Mezzogiorno, soprattutto della Campania che, insieme a quelle della Sicilia, risultano particolarmente penalizzate: Caserta, della Sicilia, risultano particolarmente penalizzate: Caserta, Napoli, Caltanissetta e Catania si attestano su valori tra il 25 e Napoli, Caltanissetta e Catania si attestano su valori tra il 25 e il 30 per cento superiori rispetto alla media italiana, mentre il 30 per cento superiori rispetto alla media italiana, mentre Agrigento sfiora ii 50 decessi per 10.000 residenti. II valori pi Agrigento sfiora 50 decessi per 10.000 residenti. valori pi bassi si concentrano nel Nord-est, con Treviso, Bologna, Rabassi si concentrano nel Nord-est, con Treviso, Bologna, Ravenna, Rimini e Padova che registrano valori al di sotto dei 35 venna, Rimini e Padova che registrano valori al di sotto dei 35 decessi per 10.000 residenti. decessi per 10.000 residenti. Le differenze di genere a livello regionale confermano il geneLe differenze di genere a livello regionale confermano il generale vantaggio delle femmine, con ii valori pi bassi in Veneto rale vantaggio delle femmine, con valori pi bassi in Veneto ed Emilia-Romagna; di contro, per ii maschi le regioni pi favoed Emilia-Romagna; di contro, per maschi le regioni pi favorite sono Sardegna e Toscana, con tassi di mortalit standarrite sono Sardegna e Toscana, con tassi di mortalit standardizzati pari a circa 44 e 45 decessi per 10.000 residenti. dizzati pari a circa 44 e 45 decessi per 10.000 residenti. Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio, per provincia Anno 2003 (per 10.000 cardiocircolatorio, per provincia Anno 2003 (per 10.000 abitanti) abitanti)

Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio nei paesi Ue (a) Anno 2003 Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio nei paesi Ue (a) Anno 2003 (per 10.000 abitanti) (per 10.000 abitanti)
80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 Ue27 Ue27

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) II dati di Belgio, Cipro e Danimarca non sono disponibili. (a) dati di Belgio, Cipro e Danimarca non sono disponibili.

Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio, per sesso e regione Anno 2003 Tasso standardizzato di mortalit per malattie del sistema cardiocircolatorio, per sesso e regione Anno 2003 (per 10.000 abitanti) (per 10.000 abitanti)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Marche Marche Uomini Uomini 50,02 50,02 50,07 50,07 48,31 48,31 45,44 45,44 49,27 49,27 48,80 48,80 49,72 49,72 46,32 46,32 49,50 49,50 45,19 45,19 45,03 45,03 45,37 45,37 49,06 49,06 51,12 51,12 47,94 47,94 49,65 49,65 57,22 57,22 45,71 45,71 49,13 49,13 50,27 50,27 53,21 53,21 43,71 43,71 48,41 48,41 46,35 46,35 47,92 47,92 47,64 47,64 50,95 50,95 48,71 48,71 Donne Donne 33,51 33,51 33,19 33,19 31,06 31,06 31,78 31,78 31,47 31,47 32,89 32,89 30,26 30,26 29,31 29,31 29,85 29,85 29,32 29,32 31,92 31,92 31,45 31,45 31,47 31,47 36,47 36,47 33,37 33,37 36,35 36,35 44,09 44,09 34,45 34,45 36,55 36,55 40,17 40,17 42,16 42,16 31,92 31,92 31,91 31,91 29,53 29,53 33,64 33,64 31,69 31,69 39,10 39,10 33,89 33,89 Totale Totale 40,07 40,07 40,87 40,87 37,61 37,61 37,32 37,32 38,07 38,07 38,71 38,71 37,49 37,49 35,93 35,93 37,19 37,19 35,74 35,74 37,36 37,36 37,40 37,40 38,79 38,79 42,63 42,63 39,49 39,49 42,38 42,38 49,77 49,77 39,29 39,29 42,20 42,20 44,75 44,75 46,99 46,99 37,17 37,17 38,34 38,34 36,14 36,14 39,63 39,63 38,07 38,07 44,28 44,28 39,97 39,97

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

Umbria Umbria Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Fonti Fonti

N Istat, Indagine sulle cause di morte N Istat, Indagine sulle cause di morte N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Cause di morte, 2003 N Istat, Cause di morte, 2003 N Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Rapporto N Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Rapporto Osservasalute. Stato di salute e qualit dellassistenza nelle regioni Osservasalute. Stato di salute e qualit dellassistenza nelle regioni italiane, Anni 2005 e 2006 italiane, Anni 2005 e 2006 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

100 statistiche per il Paese

Bu lg Ro ar ia m a Le nia tto n E ia s Sl ton ov ia a cc Li hia tu a Re U ni pu ng a bb he lic ria a Ce Po ca lo ni G a re Slo cia ve ni a M G al erm ta an Lu Au ia ss str em ia bu Fi rgo nl a Po nd rto ia ga l I lo Re rla nd gn o a Un i S to ve zi a P ae Ita si lia Ba s Sp si ag Fr na an cia

Nel Mezzogiorno i valori pi bassi


Subito dopo le malattie del sistema cardiocircolatorio, i tumori rappresentano la seconda causa di morte in ordine di importanza. Si tratta di patologie particolarmente legate alle misure di prevenzione, che possono essere di tipo primario, attraverso campagne di sensibilizzazione, e di tipo secondario, attraverso diagnosi precoci orientate a interventi di cura tempestivi. Nel 2003 il tasso standardizzato di mortalit per tumori in Italia pari a 28 decessi per 10.000 residenti: 39,6 per i maschi e 20,3 per le femmine. I maschi sono dunque caratterizzati nel complesso da uno svantaggio maggiore rispetto alla mortalit per malattie cardiocircolatorie. Per i confronti a livello territoriale, tenendo sotto controllo le diverse strutture per et, sono stati costruiti tassi di mortalit standardizzati con il metodo diretto o della popolazione tipo, utilizzando come riferimento sia la popolazione media italiana del 2001, sia quella standard europea. In sintesi, lindicatore rappresenta i livelli di mortalit per tumori che si sperimenterebbero nelle regioni italiane e nei paesi europei se i loro specifici modelli di mortalit venissero applicati a unidentica struttura per et attraverso la popolazione scelta come standard.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

tasso pi basso Cosenza (21,2); allopposto, il valore pi elevato si registra a Lodi (36,6). Nello specifico, Calabria, Basilicata e Molise registrano tassi particolarmente contenuti di mortalit per tumori per entrambi i sessi: in Calabria e Basilicata (limitatamente alle femmine) le differenze arrivano a oltre il 20 per cento in meno rispetto al dato nazionale. A questo proposito, utile citare la posizione di avanguardia della Basilicata rispetto alle campagne di prevenzione e in particolare rispetto allo screening di numerosi tumori femminili. La maggior parte delle province dellItalia centrale si colloca al di sotto del tasso medio, ad eccezione di Roma (30,1 per 10.000 residenti), Viterbo (28,9), Grosseto e Prato (28,8), Lucca (28,2). Al contrario, nel Nord-ovest e nel Nord-est la mortalit per tumori particolarmente elevata per entrambi i sessi, fino a raggiungere livelli tra il 10 e il 12 per cento superiori rispetto al dato nazionale in Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. Tasso standardizzato di mortalit per tumori, per provincia Anno 2003 (per 10.000 abitanti)

Tasso standardizzato di mortalit per tumori nei paesi Ue (a) Anno 2003 (per 10.000 abitanti) (a)
30 25 20 15 10 5 0
R ep U ub n g b l he ic r ia a C ec a P ol S on lo va ia cc S hia P lov ae e si nia B as Le si tto n Li ia tu an E ia st on ia R Irla eg n no da U n Fr ito an ci a Lu ss Ita em lia bu R rg o om G an er ia m an A ia us tr S ia p P agn or to a ga llo M al t G a re ci S a ve B zia ul g Fi ari nl a an di a
Ue27

Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) I dati di Belgio, Cipro e Danimarca non sono disponibili.

Protezione sociale Tasso di mortalit per tumori

I tassi standardizzati per il confronto tra i paesi europei mettono in luce, nel 2003, un livello complessivo della mortalit italiana per tumori immediatamente al di sotto del valore medio (18,2 decessi per 10.000 abitanti contro 18,8). Tra i paesi con i tassi di mortalit per tumori pi alti, con valori nella maggior parte dei casi superiori ai 19,5 decessi per 10.000 abitanti, si trovano quelli dellEuropa orientale, per i quali si riscontrano carenze nella diffusione della cultura alla prevenzione. Il picco si registra in Ungheria (26,8 decessi per 10.000 abitanti), mentre Lituania e Lettonia si attestano su livelli meno elevati (19,6). Tassi superiori alla media si rilevano anche per Paesi Bassi (19,9), Regno Unito (19), Irlanda (19,1) e Francia (18,8 decessi per 10.000 abitanti). Di contro, per quanto riguarda il resto dellEuropa orientale, Romania (17,9) e soprattutto Bulgaria (15,3) registrano tassi inferiori alla media. In particolare, Bulgaria e Finlandia (circa 15 decessi per 10.000 abitanti) segnano un vantaggio rispetto a tutti gli altri paesi europei. In generale la mortalit per tumori ha una forte caratterizzazione territoriale e vede le province del Sud e delle Isole in vantaggio, con tassi standardizzati pi bassi rispetto alle altre; la situazione che si viene cos a configurare sostanzialmente opposta a quella della mortalit per malattie cardiovascolari. In questo panorama, uneccezione rappresentata dalla provincia di Napoli dove, nel 2003, il tasso standardizzato di mortalit per tumori (pari a circa 30 decessi per 10.000 abitanti) superiore a quello medio italiano (28 per 10.000). La provincia con il
LITALIA E LE SUE REGIONI

Tasso standardizzato di mortalit per tumori, per sesso e regione di residenza Anno 2003 (per 10.000 abitanti)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Uomini 41,39 42,10 45,34 40,79 41,20 41,58 41,07 42,01 43,65 40,09 39,56 36,68 36,00 40,64 33,14 31,41 40,31 36,45 30,46 30,59 33,34 37,62 43,46 41,34 39,29 41,55 35,56 39,61 Donne 21,60 17,54 22,86 21,47 21,89 22,70 21,29 20,16 22,62 21,20 19,97 19,22 17,41 21,29 16,68 16,90 18,96 18,22 15,81 15,64 17,89 18,63 22,25 20,99 20,23 21,29 17,90 20,28 Totale 29,43 27,98 31,39 28,93 29,32 29,75 29,08 28,65 30,71 28,79 27,87 26,41 25,08 29,04 23,40 23,01 27,63 25,71 22,12 22,06 24,38 26,62 30,44 29,00 27,93 29,27 25,24 28,03

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

Fonti

N Istat, Indagine sulle cause di morte N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Cause di morte, 2003 N Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Rapporto Osservasalute. Stato di salute e qualit dellassistenza nelle regioni italiane, Anni 2005 e 2006 Siti internet N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

31

100 statistiche per il Paese

32
Protezione sociale Tasso di mortalit infantile

Valore in drastica riduzione, Italia ai minimi europei


Il tasso di mortalit infantile, data la correlazione negativa che lo lega alle condizioni sanitarie, ambientali e socioeconomiche, si pu interpretare come espressione del livello di sviluppo e di benessere di un Paese. In Italia, i pi rilevanti progressi si sono avuti proprio riguardo a questo indicatore che negli ultimi dieci anni si ridotto addirittura del 50 per cento attestandosi, nel 2004, sul 3,7 per 1.000.
DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Il tasso di mortalit infantile si ottiene dal rapporto tra lammontare dei decessi dei bambini nel primo anno di vita in un determinato anno di calendario e il numero di nati vivi nello stesso anno di riferimento. Il tasso di mortalit neonatale considera invece, a parit di denominatore, i decessi avvenuti nel primo mese di vita dovuti principalmente a cause cosiddette endogene, quindi legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite del bambino. Le cause esogene contribuiscono alla mortalit dei bambini nel periodo post-neonatale e generalmente sono prodotte da patologie legate a carenti condizioni igieniche, servizi sanitari non adeguati e difficilmente accessibili, bassi livelli di istruzione delle madri, inadeguata alimentazione. Una tendenza alla diminuzione della mortalit infantile si rileva anche in Europa, seppur in modo meno accentuato e con battute di arresto e oscillazioni. I processi di allargamento dellUnione, infatti, almeno nel breve periodo, mettono in risalto le differenze nelle fasi e nei tempi dello sviluppo dei diversi paesi. Nel 2004 emergono forti divergenze territoriali e la separazione netta tra est e ovest. Rispetto alla media europea pari al 5,3 per 1.000, Romania e Bulgaria registrano tassi di mortalit infantile decisamente elevati (rispettivamente 17 e 12 per 1.000 nati vivi). Seguono in ordine decrescente Lettonia e Lituania, con valori della mortalit infantile che superano la media europea rispettivamente di circa l80 e del 50 per cento. Il Regno Unito, con un tasso del 5 per 1.000, si colloca subito al di sotto del valore medio, mentre lItalia si attesta sui livelli di Germania, Grecia, Spagna, Francia e Lussemburgo. Finlandia e Svezia si posizionano in fondo alla graduatoria con tassi di mortalit infantile molto contenuti, inferiori alla media europea di circa il 40 per cento (rispettivamente 3,3 e 3,1 per 1.000).
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

e 7 per 1.000). Nel Mezzogiorno solo le province di Brindisi, Matera, Agrigento, Messina e Cagliari presentano valori inferiori a quello medio nazionale. NellItalia settentrionale i valori si mantengono al di sotto del livello medio, con leccezione di Alessandria (3,8 per 1.000) nel Nord-ovest, di Reggio nellEmilia (4,2 per 1.000) e Vicenza (4 per 1.000) nel Nordest. Le province con il tasso pi basso sono Gorizia e Novara che non arrivano all1 per 1.000. Passando a considerare le regioni, il tasso di mortalit infantile pi basso si ha in FriuliVenezia Giulia (1,8 per 1.000) NellItalia centrale i tassi sono pi bassi della media, tranne che nel Lazio (3,8 per 1.000). Il focus sul tasso di mortalit nel primo mese di vita mostra come questo indicatore assorba quasi tutta la mortalit infantile, esprimendo nella maggior parte delle regioni almeno il 60 per cento della mortalit infantile totale, con le eccezioni della Sardegna, dove la mortalit neonatale e quella post-neonatale si equiparano, e del Molise, nel quale la maggior parte della mortalit infantile si verifica oltre il primo mese di vita. Tasso di mortalit infantile per provincia di residenza Anno 2004 (per 1.000 nati vivi)

Tasso di mortalit infantile nei paesi Ue Anno 2004 (a) (per 1.000 nati vivi)
18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 Ue27

ia ria ia ta ito d a ia ca si nia cia n a cia lia rg o llo ca nia ro d ia zia ia ria ia ia ia n Ita bu a re ag a n lga tton uan lon cch he ton al Un lan ustr ar as ga Ce ve Cip lan ve M o to a Ir A nim si B erm G Sp Fra S lo n om Bu Le Lit Po ova Un g Es S em Por lic R Fi a ae l gn G b ss D P S Re ub Lu p Re

Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) I dati del Belgio non sono disponibili.

Tasso di mortalit nel primo mese di vita e tasso di mortalit infantile per regione Anno 2004 (per 1.000 nati vivi)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia Tasso di mortalit nel primo mese di vita 2,03 1,70 1,97 2,41 2,20 2,20 2,20 1,87 1,39 2,57 2,74 1,79 2,10 2,86 3,87 1,96 3,49 3,67 3,02 4,06 3,69 1,90 2,02 2,11 2,64 2,23 3,52 2,71 Tasso di mortalit infantile 2,59 2,55 2,79 2,75 3,49 3,49 3,48 2,74 1,78 3,65 3,66 2,54 3,28 3,79 4,68 4,32 4,62 5,08 4,53 5,40 4,87 3,58 2,73 3,05 3,55 3,07 4,77 3,70

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

Fonti

N Istat, Indagine sulle cause di morte N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Anche se il tasso di mortalit infantile italiano si attesta sui livelli dei paesi pi avanzati del mondo, non deve essere sottovalutata la forte variabilit territoriale, a svantaggio del Mezzogiorno e di alcune aree del Nord-est. Tra le province con i tassi pi elevati, si collocano Catanzaro (8,8 decessi di bambini nel primo anno di vita per 1.000 nati vivi) e Livorno, Parma, Foggia, Taranto, Piacenza e Chieti (tutte con valori compresi tra 6

Pubblicazioni N Istat, Decessi: caratteristiche demografiche e sociali, 2004 N Istat, Cause di morte, 2002 N Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Rapporto Osservasalute. Stato di salute e qualit dellassistenza nelle regioni italiane, Anni 2005 e 2006 Siti internet N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte

100 statistiche per il Paese

Istruzione

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: la spesa per le risorse umane; il livello di istruzione della popolazione adulta; il tasso di abbandono al primo anno delle scuole superiori; il tasso di scolarizzazione della popolazione in et 20-24 anni; la quota di iscritti alluniversit. In Italia nel 2005 lincidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil pari al 4,4 per cento, ampiamente al di sotto della media dellUe27 (5,1 per cento nel 2004). Nellanno scolastico 2005/06, la quota di giovani che abbandona al primo anno gli studi superiori, senza completare dunque lobbligo formativo, del 11,1 per cento. In Italia circa il 41 per cento dei giovani in et 19-25 anni risulta iscritto a un corso universitario nellanno accademico 2005/06.

Tra gli interventi sociali, istruzione e formazione rappresentano ambiti di particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valorizzazione del capitale umano. Anche per questo motivo la strategia di Lisbona, adottata dai capi di stato e di Governo per rendere lUnione europea in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, pone la formazione estesa allintero arco della vita tra gli obiettivi prioritari. In Italia nel 2007 il 48,2 per cento della popolazione in et compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio pi elevato la licenza della scuola media inferiore, valore che nel contesto europeo colloca il nostro paese distante dalla media Ue27 (30 per cento nel 2006), nelle ultime posizioni insieme a Spagna, Portogallo e Malta. Nel 2007 poco pi del 75 per cento dei giovani italiani in et 20-24 anni ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore.

33
Istruzione Spesa pubblica in istruzione e formazione in rapporto al Pil

Si spende molto meno che in Europa; incidenza pi elevata nel Mezzogiorno


La spesa in istruzione e formazione misurata in rapporto al prodotto interno lordo rappresenta uno degli indicatori chiave per misurare le policy attuate in materia di crescita e valorizzazione del capitale umano. Lindicatore consente di quantificare, a livello nazionale e internazionale, quanto i paesi spendono per migliorare le strutture e incentivare insegnanti e studenti a partecipare ai percorsi formativi. In Italia nel 2005 lincidenza della spesa in istruzione e formazione sul prodotto interno lordo pari al 4,4 per cento. Lindicatore si ottiene rapportando percentualmente la spesa in conto corrente e in conto capitale in istruzione e formazione (sono inclusi quindi i trasferimenti alle famiglie e alle istituzioni pubbliche e private) al prodotto interno lordo (Pil). La spesa e il Pil vengono calcolati in euro correnti Nel 2004 il valore dellindicatore per lItalia inferiore al valore medio dellUe27 (5,09 per cento). I paesi pi distanti dalla media comunitaria sono Romania (3,3 per cento), Lussemburgo (3,9 per cento); Slovacchia, Grecia e Spagna (che presentano valori inferiori di circa 1 punto percentuale rispetto al valore medio). Tra i paesi che stanziano pi risorse in percentuale del Pil per istruzione e formazione vi sono alcuni paesi nordici: Danimarca (8,5 per cento), Svezia (7,4 per cento) e Finlandia (6,4 per cento) che, insieme a Cipro (6,7 per cento), superano di 1 punto il valore medio Ue. Per le politiche a sostegno dellapprendimento della popolazione e dellaumento delle conoscenze le regioni italiane mostrano comportamenti distanti tra loro: le regioni del Mezzogiorno sono quelle che investono di pi in questo settore. In particolare nel 2005 in Calabria, Sicilia e Basilicata lincidenza di queste voci di spesa sul Pil sono state rispettivamente del 7,3 per cento, 7,2 per cento e 7 per cento. Le altre regioni del Mezzogiorno presentano valori compresi tra il 6,1 per cento della Puglia e il 6,7 per cento della Campania. Tra i territori del Centro-Nord, la provincia autonoma di Trento che mostra valori simili a quelli del Sud: linvestimento della provincia in capitale umano pari a 5,8 per cento rispetto al Pil. La spesa pi bassa invece quella della provincia autonoma di Bolzano (1,3 per cento), seguita da Lombardia (3,1 per cento) e Veneto (3,2 per cento). A livello nazionale nella composizione della spesa in risorse umane pesa in misura prevalente la voce istruzione (4,2 per cento del Pil) mentre la voce formazione incide solo per lo 0,2 per cento. Per entrambe le voci, e in particolare per listruzione, il Mezzogiorno stanzia di pi rispetto al CentroNord: 6,6 per cento contro il 3,7 per cento.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil per regione Anno 2005 (valori percentuali)

Incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil nei paesi Ue Anno 2004 (valori percentuali)
9,0

7,5

6,0
Ue27

4,5

3,0

1,5

0,0
ar ca Sv ez ia Ci pr Fi nl o an di a Be lg Sl io ov en Fr ia an ci Au a st Un ria gh er Po ia lo Po ni rt a Re oga gn llo o Un Li ito Pa tua es n ia iB as s Es i to n Le ia tto ni a M al ta Irl a G nda er m an ia Ita lia Re pu Bul bb ga lic r ia a Ce c Sp a ag na G r Sl e ci a o Lu vac ss ch em ia bu r Ro g o m an ia Da ni m

Fonte: Eurostat, Database New Cronos


Fonte: Istat, Elaborazioni su Conti pubblici territoriali

Incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil per ripartizione geografica Anno 2005 (valori percentuali)
8
Centro-Nord Mezzogiorno Italia

Fonti

N Ministero delleconomia, DPS, Conti pubblici territoriali (CPT) N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N Education at a Glance 2007, OECD Indicators Siti internet N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt.asp

0 Spesa istruzione in % sul Pil Spesa formazione in % sul Pil Spesa istruzione e formazione in % sul Pil

Fonte: Istat, Elaborazioni su Conti pubblici territoriali

100 statistiche per il Paese

Istruzione Quota di 25-64enni con istruzione secondaria inferiore

Popolazione in etet 25-64 anni che ha conseguitopipi Popolazione in 25-64 anni che ha conseguito al al UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME un un livello istruzione secondario inferiore, perper regione livello di di istruzione secondario inferiore, regione Il livello di istruzione della popolazione adulta uno degli indiIl livello di istruzione della popolazione adulta uno degli indi- Anno 2007 (valori percentuali) Anno 2007 (valori percentuali) catori adottati perper monitorare il raggiungimento degli obiettivi di catori adottati monitorare il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona sui sui livelli conoscenza degli adulti e sulla formazione Lisbona livelli di di conoscenza degli adulti e sulla formazione lungo larco della vita. lungo larco della vita. In Italia nelnel 2007 il 48,2 per cento della popolazione etet 25In Italia 2007 il 48,2 per cento della popolazione in in 2564 64 anni ha conseguito come titolo studio pipi elevato solo la anni ha conseguito come titolo di di studio elevato solo la licenza di scuola media inferiore. licenza di scuola media inferiore. La La quota popolazione adulta concon livello istruzione seconquota di di popolazione adulta livello di di istruzione secondario inferiore definita come la percentuale della popolazione dario inferiore definita come la percentuale della popolazione in etet 25-64 anni che ha conseguito come titolo studio pipi in 25-64 anni che ha conseguito come titolo di di studio elevato la licenza media inferiore. elevato la licenza media inferiore. Si tratta di un un indicatore presente nel set degli indicatori struttuSi tratta di indicatore presente nel set degli indicatori strutturali rali per valutazione degli obiettivi europei della strategia di di per la la valutazione degli obiettivi europei della strategia Lisbona. Viene calcolato considerando il titolo di studio della Lisbona. Viene calcolato considerando il titolo di studio della popolazione adulta nella fascia di etet 25-64 anni compreso nei popolazione adulta nella fascia di 25-64 anni compreso nei livelli 0-20-2 della classificazione internazionale sui livelli istrulivelli della classificazione internazionale sui livelli di di istruzione (Isced), ovvero titoli conseguiti fino allaalla scuola secondazione (Isced), ovvero titoli conseguiti fino scuola secondaria ria inferiore. inferiore. Il confronto europeo, basato sui sui dati della rilevazione europea Il confronto europeo, basato dati della rilevazione europea sulle forze di lavoro, considera solo le informazioni del deltrimesulle forze di lavoro, considera solo le informazioni II II trimestre della rilevazione, pertanto emergono delle lievi differenze stre della rilevazione, pertanto emergono delle lievi differenze rispetto al dato Italia, calcolato, invece, in media annua. rispetto al dato Italia, calcolato, invece, in media annua.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Met della popolazione adulta ha solo Met della popolazione adulta ha solo il diploma didi scuola media inferiore il diploma scuola media inferiore

regione che presenta il valore pi contenuto di di questo indica- Popolazione in 25-64 anni che ha conseguito al al un livello di di istruzione secondario inferiore, paesi Ue La La regione che presenta il valore pi contenuto questo indica- Popolazione in etet 25-64 anni che ha conseguitopipi un livello istruzione secondario inferiore, neinei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Anno 2006 (valori percentuali) tore il il Lazio (37,4 per cento). tore Lazio (37,4 per cento).
80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0
M al PMa ta ( or lt a) a Po tog ( r o a a) Stpg llo a agl ISpa nlo ta a liagn GIt ( a Lu reaclia a) G ss re ia (a Lu emc (a) i ss ba em ur(a g) Irbu o la rg Irl ndo Ban a el d ga FBe io ra lg n o CFra ciia Pa ipro c n ia eC Pa siipro (a) Ree Ba ( a gsi B ss ) Re no a i Rog Us no nsi RomanU ito Bu ianit m la (o Bu gania a lU ria (a) ga ( ra a Fi Ungih ( nl n era) g Fi and h ia nl iaer an ( ia d Ai a s Da uat(ra Au i a ) Danimstr ar ia n Silm ca ova c GSlo ern a er v ia e G ma n er n ia m Sva ia en S a Le v ziia e ttoz Le n ia Poto ia t ln P o ia Li ol nia tuon Li aniia Ets a ua Re SloE tonia n pu S vasto ia Re b lo cc n a pu blicva hiia bb a cc lic Cehia a ca Ce ca

Ue27 Ue27

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) DatiDati provvisori. (a) provvisori.

Popolazione in etet 25-64 anni che ha conseguitopipi un livello istruzione secondario inferiore, perper regione Popolazione in 25-64 anni che ha conseguito al al un livello di di istruzione secondario inferiore, regione Anni 2004-2007 (valori e differenze percentuali) Anni 2004-2007 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2004 2004 52,0 52,0 54,9 54,9 49,3 49,3 44,2 44,2 50,5 50,5 58,1 58,1 43,3 43,3 53,6 53,6 49,0 49,0 48,0 48,0 51,7 51,7 43,3 43,3 48,5 48,5 41,6 41,6 47,0 47,0 51,2 51,2 57,7 57,7 60,4 60,4 53,0 53,0 53,5 53,5 59,5 59,5 61,4 61,4 49,6 49,6 50,8 50,8 45,9 45,9 48,8 48,8 57,7 57,7 51,9 51,9 2005 2005 49,4 49,4 53,5 53,5 47,4 47,4 42,3 42,3 49,1 49,1 56,3 56,3 42,4 42,4 51,0 51,0 47,1 47,1 46,8 46,8 50,2 50,2 41,8 41,8 47,0 47,0 39,6 39,6 44,5 44,5 49,7 49,7 57,4 57,4 60,0 60,0 51,0 51,0 52,5 52,5 58,6 58,6 60,7 60,7 47,5 47,5 48,8 48,8 44,1 44,1 46,9 46,9 56,9 56,9 50,3 50,3 2006 2006 47,7 47,7 54,0 54,0 46,3 46,3 42,2 42,2 47,8 47,8 55,1 55,1 40,9 40,9 50,2 50,2 44,6 44,6 45,0 45,0 48,3 48,3 40,5 40,5 46,2 46,2 39,3 39,3 43,5 43,5 49,2 49,2 56,8 56,8 57,9 57,9 49,9 49,9 51,9 51,9 57,4 57,4 58,6 58,6 46,3 46,3 47,5 47,5 43,2 43,2 45,7 45,7 55,7 55,7 49,2 49,2 2007 2007 46,8 46,8 52,3 52,3 45,1 45,1 41,5 41,5 45,3 45,3 52,6 52,6 38,3 38,3 47,8 47,8 44,1 44,1 43,9 43,9 49,6 49,6 40,0 40,0 45,2 45,2 37,4 37,4 45,7 45,7 47,7 47,7 56,8 56,8 56,4 56,4 49,2 49,2 51,7 51,7 56,9 56,9 57,4 57,4 45,3 45,3 45,7 45,7 42,4 42,4 44,6 44,6 55,2 55,2 48,2 48,2 Differenze Differenze percentuali percentuali 2004-2007 2004-2007 -5,2-5,2 -2,6-2,6 -4,2-4,2 -2,7-2,7 -5,2-5,2 -5,5-5,5 -4,9-4,9 -5,9-5,9 -4,9-4,9 -4,1-4,1 -2,1-2,1 -3,3-3,3 -3,2-3,2 -4,2-4,2 -1,3-1,3 -3,5-3,5 -0,9-0,9 -4,0-4,0 -3,8-3,8 -1,8-1,8 -2,7-2,7 -4,0-4,0 -4,3-4,3 -5,0-5,0 -3,4-3,4 -4,3-4,3 -2,4-2,4 -3,7-3,7

NelNel contesto europeo lItalia presenta al 2006 un valore contesto europeo lItalia presenta al 2006 un valore dellindicatore piuttosto elevato (48,7 perper cento), che posiziona dellindicatore piuttosto elevato (48,7 cento), che posiziona il nostro Paese in fondo allaalla graduatoria insieme Spagna, il nostro Paese in fondo graduatoria insieme a a Spagna, Portogallo e Malta. La La Ue27, pari 30 30 per cento,bilanciata Portogallo e Malta. Ue27, pari al al per cento, bilanciata Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro da da paesi come Repubblica Ceca, la Slovacchia e lEstonia, paesi come la la Repubblica Ceca, la Slovacchia e lEstonia, cheche presentano invece un basso livello popolazione adulta presentano invece un basso livello di di popolazione adulta cheche ha conseguito soltanto un livello istruzione inferiore (10(10 ha conseguito soltanto un livello di di istruzione inferiore perper cento). cento). Data la la centralit che rivestono le politiche a sostegno Data centralit che rivestono le politiche a sostegno dellapprendimento della popolazione e dellaumento delle conodellapprendimento della popolazione e dellaumento delle conoscenze, anche nella strategia della politica regionale del del nuovo scenze, anche nella strategia della politica regionale nuovo ciclo di programmazione comunitario 2007-2013 listruzione e la la ciclo di programmazione comunitario 2007-2013 listruzione e formazione degli adulti sono oggetto di monitoraggio. DalDal 2004 formazione degli adulti sono oggetto di monitoraggio. 2004 Fonti al 2007 il Mezzogiorno presenta un un miglioramento dellindicatoreFonti al 2007 il Mezzogiorno presenta miglioramento dellindicatore Istat, Rilevazione continua sulle forze di di lavoro (RCFL) di 2,42,4 punti percentuali, che crescono 4,34,3 nelle regioni delN N Istat, Rilevazione continua sulle forzelavoro (RCFL) di punti percentuali, che crescono a a nelle regioni del N N Eurostat, Database New Cronos, Labour Force Survey (LFS) Eurostat, Database New Cronos, Labour Force Survey (LFS) Centro-Nord. Centro-Nord. Nellanalisi perper regione emerge che Sardegna, Sicilia, Campania Nellanalisi regione emerge che Sardegna, Sicilia, Campania Altre informazioni e Puglia presentano valori molto elevati dellindicatore, concon quo-Altre informazioni e Puglia presentano valori molto elevati dellindicatore, quoPubblicazioni Pubblicazioni te intorno al 56-57 perper cento. Nord le situazioni peggiori dove N N Educationaat a Glance 2007, OECD Indicators te intorno al 56-57 cento. Al Al Nord le situazioni peggiori dove Education at Glance 2007, OECD Indicators si rilevano le quote pipi elevate adulti cheche hanno conseguito si rilevano le quote elevate di di adulti hanno conseguito solo la licenza media inferiore sono quelle della provincia auto- Siti Siti internet solo la licenza media inferiore sono quelle della provincia auto- internet http://www.istat.it noma di Bolzano (52,6 perper cento)dalla Valle dAosta (52,3 perperN N http://www.istat.it noma di Bolzano (52,6 cento) e e dalla Valle dAosta (52,3 N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu cento). cento).
LITALIA E LE LE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

34

100 statistiche per il Paese

35
Istruzione Tasso di abbandono delle scuole superiori

Pi di uno studente su dieci Pi di uno studente su dieci abbandona alal primo anno abbandona primo anno
Uno sguardo dinsieme Uno sguardo dinsieme

trazione degli abbandoni scolastici alla fine del secondo anno trazione degli abbandoni scolastici alla fine del secondo anno delle scuole secondarie superiori; la la diminuzione pi marcata delle scuole secondarie superiori; diminuzione pi marcata nel Mezzogiorno, dove tuttavia si si rilevano valori pi elevati nel Mezzogiorno, dove tuttavia rilevano i i valori pi elevati dellindicatore. dellindicatore. Tasso didi abbandono al primo anno delle scuole secondaTasso abbandono al primo anno delle scuole secondarie superiori Anno scolastico 2005/06 (valori percentuali) rie superiori Anno scolastico 2005/06 (valori percentuali)

Tasso didi abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori per regione Anni scolastici Tasso abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori per regione Anni scolastici 1997/98-2005/06 (valori percentuali) 1997/98-2005/06 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Anni scolastici Anni scolastici 1997/98 1997/98 12,3 12,3 9,6 9,6 12,9 12,9 12,1 12,1 12,0 12,0 12,9 12,9 11,2 11,2 9,7 9,7 10,5 10,5 8,7 8,7 11,5 11,5 8,7 8,7 9,5 9,5 12,7 12,7 9,4 9,4 12,1 12,1 14,8 14,8 11,5 11,5 10,4 10,4 10,0 10,0 16,3 16,3 18,3 18,3 12,6 12,6 9,6 9,6 11,7 11,7 11,5 11,5 13,9 13,9 12,6 12,6 1998/99 1998/99 9,49,4 10,2 10,2 10,5 10,5 11,5 11,5 7,37,3 9,79,7 5,25,2 7,87,8 6,46,4 7,27,2 9,39,3 7,67,6 7,17,1 9,19,1 8,08,0 5,85,8 8,18,1 8,88,8 8,08,0 6,26,2 12,0 12,0 12,1 12,1 10,3 10,3 7,47,4 8,88,8 9,09,0 9,29,2 9,19,1 1999/00 1999/00 12,5 12,5 16,2 16,2 11,6 11,6 9,09,0 12,2 12,2 10,0 10,0 14,1 14,1 7,97,9 5,05,0 8,58,5 8,38,3 5,95,9 5,25,2 8,78,7 8,38,3 5,85,8 10,3 10,3 9,99,9 5,75,7 7,37,3 13,2 13,2 11,4 11,4 11,7 11,7 8,28,2 7,97,9 9,59,5 10,4 10,4 9,99,9 2000/01 2000/01 13,8 13,8 14,8 14,8 12,8 12,8 9,9 9,9 9,2 9,2 10,7 10,7 7,77,7 10,4 10,4 6,8 6,8 9,6 9,6 9,8 9,8 6,7 6,7 7,9 7,9 11,1 11,1 8,9 8,9 7,6 7,6 13,1 13,1 11,3 11,3 8,7 8,7 11,0 11,0 13,3 13,3 15,8 15,8 12,8 12,8 9,6 9,6 10,0 10,0 11,0 11,0 12,4 12,4 11,6 11,6 2001/02 2001/02 13,2 13,2 10,5 10,5 13,2 13,2 11,9 11,9 9,5 9,5 11,2 11,2 7,97,9 11,7 11,7 7,4 7,4 9,8 9,8 9,1 9,1 7,2 7,2 7,4 7,4 11,1 11,1 8,9 8,9 7,5 7,5 16,4 16,4 13,8 13,8 9,6 9,6 11,9 11,9 16,1 16,1 16,4 16,4 13,0 13,0 10,4 10,4 9,7 9,7 11,2 11,2 14,7 14,7 12,8 12,8 2002/03 2002/03 11,5 11,5 14,0 14,0 13,4 13,4 11,7 11,7 9,89,8 10,3 10,3 9,2 9,2 11,2 11,2 8,48,4 10,6 10,6 11,8 11,8 7,47,4 9,29,2 10,9 10,9 8,88,8 6,16,1 15,4 15,4 13,9 13,9 10,3 10,3 12,5 12,5 16,7 16,7 11,5 11,5 12,7 12,7 10,6 10,6 10,7 10,7 11,5 11,5 14,2 14,2 12,7 12,7 200/-04 200/-04 10,5 10,5 13,8 13,8 12,2 12,2 10,8 10,8 10,3 10,3 10,3 10,3 10,2 10,2 7,27,2 7,57,5 9,39,3 10,4 10,4 7,07,0 7,77,7 11,4 11,4 8,38,3 6,76,7 14,7 14,7 12,9 12,9 9,69,6 12,4 12,4 14,9 14,9 12,2 12,2 11,6 11,6 8,38,3 10,3 10,3 10,3 10,3 13,4 13,4 11,7 11,7 2004/05 2004/05 10,4 10,4 11,2 11,2 9,8 9,8 9,7 9,7 8,1 8,1 9,59,5 6,86,8 6,6 6,6 6,5 6,5 9,4 9,4 9,2 9,2 8,1 8,1 6,7 6,7 10,5 10,5 8,6 8,6 8,5 8,5 15,2 15,2 11,9 11,9 7,7 7,7 11,1 11,1 14,8 14,8 7,9 7,9 10,0 10,0 7,8 7,8 9,5 9,5 9,2 9,2 12,9 12,9 10,9 10,9 2005/06 2005/06 10,8 10,8 11,7 11,7 9,59,5 10,8 10,8 7,97,9 8,78,7 7,17,1 7,67,6 6,26,2 9,99,9 9,49,4 6,66,6 7,97,9 11,7 11,7 7,77,7 8,08,0 14,1 14,1 11,5 11,5 9,29,2 13,4 13,4 15,2 15,2 11,5 11,5 10,0 10,0 8,48,4 10,2 10,2 9,69,6 13,1 13,1 11,1 11,1

LaLa quota di giovani che interrompono la frequenza della scuola quota di giovani che interrompono la frequenza della scuola secondaria superiore al al primo anno rappresenta un indicatore secondaria superiore primo anno rappresenta un indicatore utile a monitorare lefficacia degli interventi di di policy in materia utile a monitorare lefficacia degli interventi policy in materia istruzione. I I progressivi innalzamenti dellobbligo istruziodi di istruzione. progressivi innalzamenti dellobbligo di di istruzione, che si sisono succeduti a apartire dallanno scolastico ne, che sono succeduti partire dallanno scolastico 1999/00, hanno lobiettivo di di raggiungere livelli di di scolarizza1999/00, hanno lobiettivo raggiungere i i livelli scolarizzazione degli altri paesi europei e garantire unun livello culturale pi zione degli altri paesi europei e garantire livello culturale pi elevato della popolazione. elevato della popolazione. Lanalisi della serie storica di di tale indicatore consente di valutaLanalisi della serie storica tale indicatore consente di valutarere progressi fatti negli ultimi anni in in termini di partecipazione i i progressi fatti negli ultimi anni termini di partecipazione scolastica dei ragazzi ancora in in obbligo di istruzione, che scolastica dei ragazzi ancora obbligo di istruzione, che nellanno scolastico 1999/00 stato portato a 15 anni e sucnellanno scolastico 1999/00 stato portato a 15 anni e successivamente innalzato a 1616 anni nellanno scolastico 2007/08. cessivamente innalzato a anni nellanno scolastico 2007/08. In In Italia tasso di di abbandono al primo anno delle scuole supeItalia il il tasso abbandono al primo anno delle scuole superiori nellanno scolastico 2005/06 del 11,1 per cento. riori nellanno scolastico 2005/06 del 11,1 per cento. Il Il tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori definito come numero di di studenti che secondarie superiori definito come il il numero studenti che interrompono la la frequenza scolastica, non iscrivendosi al seinterrompono frequenza scolastica, non iscrivendosi al secondo anno di di corso, rapportato al totale degli iscritti al primo condo anno corso, rapportato al totale degli iscritti al primo anno. anno. Lindicatore relativo alle interruzioni di di frequenza al primo anno Lindicatore relativo alle interruzioni frequenza al primo anno della scuola secondaria superiore consente di di monitorare la della scuola secondaria superiore consente monitorare la quota di di ragazzi che fuoriescono dal sistema scolastico senza quota ragazzi che fuoriescono dal sistema scolastico senza assolvere lobbligo di di istruzione. assolvere lobbligo istruzione. Il Mezzogiorno larea in in cui gli studenti abbandonano di pi al Il Mezzogiorno larea cui gli studenti abbandonano di pi al primo anno delle scuole secondarie superiori, in in particolare in primo anno delle scuole secondarie superiori, particolare in Sicilia (15,2 per cento) e e in Campania (14,1 per cento). Valori Sicilia (15,2 per cento) in Campania (14,1 per cento). Valori di di dispersione scolastica preoccupanti si riscontrano tuttavia dispersione scolastica preoccupanti si riscontrano tuttavia anche al al Nord Valle dAosta (11,7 per cento) Liguria e Pieanche Nord Valle dAosta (11,7 per cento) Liguria e Piemonte (entrambe al al 10,8 per cento) e al al Centro, dove tasso monte (entrambe 10,8 per cento) e Centro, dove il il tasso di di abbandono del Lazio pari al al 11,7 per cento. Le regioni del abbandono del Lazio pari 11,7 per cento. Le regioni del Mezzogiorno che presentano valori del tasso pi contenuti Mezzogiorno che presentano valori del tasso pi contenuti (inferiori alla media Italia di di oltre 3 punti percentuali) sono (inferiori alla media Italia oltre 3 punti percentuali) sono lAbruzzo e e Molise, con valori rispettivamente pari al al 7,7 per lAbruzzo il il Molise, con valori rispettivamente pari 7,7 per cento e 8,0 per cento. cento e 8,0 per cento. LaLa serie storica del tasso di abbandono al primo anno partire serie storica del tasso di abbandono al primo anno a a partire dallanno scolastico 1997/98 delinea unun andamento oscillante, dallanno scolastico 1997/98 delinea andamento oscillante, che alterna fasi di di crescita a periodi di diminuzione, dovuto in che alterna fasi crescita a periodi di diminuzione, dovuto in parte agli effetti dellapplicazione degli interventi normativi parte agli effetti dellapplicazione degli interventi normativi sullobbligo di di frequenza che si sono succeduti negli ultimi sullobbligo frequenza che si sono succeduti negli ultimi anni. anni. Il confronto dei tassi di di abbandono al primo al al secondo anno Il confronto dei tassi abbandono al primo e e secondo anno delle scuole secondarie superiori, relativo allanno scolastico delle scuole secondarie superiori, relativo allanno scolastico 2005/06, evidenzia una minore dispersione al al secondo anno: a 2005/06, evidenzia una minore dispersione secondo anno: a livello nazionale la la differenza tradue tassi di 8,5 punti perlivello nazionale differenza tra i i due tassi di 8,5 punti percentuali in in media (il valore nazionale passa dal 11,1 per cento centuali media (il valore nazionale passa dal 11,1 per cento al al 2,6 per cento). In ogni ripartizione si registra una forte con2,6 per cento). In ogni ripartizione si registra una forte conLITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Istat, Statistiche sull'istruzione, fino all'anno scolastico 1998/99 Miur, dall'anno scolastico1999/00 Fonte: Istat, Statistiche sull'istruzione, fino all'anno scolastico 1998/99 Miur, dall'anno scolastico1999/00

Tasso didi abbandono al primo secondo anno delle scuole secondarie superiori per ripartizione geografica Tasso abbandono al primo e e secondo anno delle scuole secondarie superiori per ripartizione geografica Anno scolastico 2005/06 (valori percentuali) Anno scolastico 2005/06 (valori percentuali)
Tasso abbandono al 1 anno Tasso di di abbandono al 1 anno
Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione (Mpi) Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione (Mpi)

Tasso abbandono al 2 anno Tasso di di abbandono al 2 anno

14 14 12 12 10 10
88 66 44 22 00

Fonti Fonti

N N Istat, fino all'anno scolastico 1998/99 Istat, fino all'anno scolastico 1998/99 N N Mpi, dall'anno scolastico 1999/00 Mpi, dall'anno scolastico 1999/00

Altre informazioni Altre informazioni

N N Education at at Glance 2007, OECD Indicators Education a a Glance 2007, OECD Indicators Siti internet Siti internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Nord-ovest Nord-ovest
-2-2
Fonte: Miur Fonte: Miur

Nord-est Nord-est

Centro Centro

Mezzogiorno Mezzogiorno

Italia Italia

100 statistiche per il Paese

Tre giovani su quattro conseguono Tre giovani su quattro conseguono il titolo secondario superiore il titolo secondario superiore
IlIl livello di istruzione della popolazione di 20-24 anni tra gli livello di istruzione della popolazione di 20-24 anni tra gli indicatore scelti per monitorare ililraggiungimento degli obiettivi indicatore scelti per monitorare raggiungimento degli obiettivi di Lisbona sul livello di conoscenza e sul titolo di studio delle di Lisbona sul livello di conoscenza e sul titolo di studio delle giovani generazioni. giovani generazioni. Nel 2007 in Italia poco pi del 75 per cento dei giovani in et Nel 2007 in Italia poco pi del 75 per cento dei giovani in et 20-24 anni ha conseguito almeno ilildiploma di scuola seconda20-24 anni ha conseguito almeno diploma di scuola secondaria superiore. ria superiore.
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Trento presenta ilil valore pi elevato al livello nazionale (86,2 Trento presenta valore pi elevato al livello nazionale (86,2 per cento). per cento). Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in et 20-24 anni per regione Anno 2007 (valori percentuali) et 20-24 anni per regione Anno 2007 (valori percentuali)

Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in et 20-24 anni nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in et 20-24 anni nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali)

fino a 69,3 fino a 69,3 69,4 --77,4 69,4 77,4 77,5 82,1 77,5 82,1 82,2 85,8 82,2 85,8 85,9 e oltre 85,9 e oltre non disponibile non disponibile

Istruzione Tasso di scolarizzazione superiore dei 20-24enni

IlIltasso di scolarizzazione superiore definito come la percentasso di scolarizzazione superiore definito come la percentuale della popolazione in et 20-24 anni che ha conseguito tuale della popolazione in et 20-24 anni che ha conseguito almeno ilildiploma di scuola secondaria superiore. almeno diploma di scuola secondaria superiore. IlIl confronto europeo, realizzato utilizzando i i dati della rilevaconfronto europeo, realizzato utilizzando dati della rilevazione europea sulle forze di lavoro, considera fino al 2006 solo zione europea sulle forze di lavoro, considera fino al 2006 solo le informazioni del II trimestre della rilevazione. Emergono le informazioni del II trimestre della rilevazione. Emergono pertanto delle differenze rispetto al dato nazionale calcolato in pertanto delle differenze rispetto al dato nazionale calcolato in media annua. media annua. Sono considerati titoli di studio compresi nei livelli 3, 3b e 3c Sono considerati titoli di studio compresi nei livelli 3, 3b e 3c long della classificazione internazionale sui livelli di istruzione long della classificazione internazionale sui livelli di istruzione (Isced); in Italia la classificazione include almeno ilil diploma di (Isced); in Italia la classificazione include almeno diploma di scuola secondaria superiore. scuola secondaria superiore.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Nel contesto europeo, riferito allanno 2006, lItalia presenta un Nel contesto europeo, riferito allanno 2006, lItalia presenta un tasso di scolarizzazione inferiore alla media Ue27 (77,8 per tasso di scolarizzazione inferiore alla media Ue27 (77,8 per cento) e confrontabile con quello di Germania, Paesi Bassi, cento) e confrontabile con quello di Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca e Romania. IlIltasso di scolarizzazioLussemburgo, Danimarca e Romania. tasso di scolarizzazione risulta pi elevato (oltre l88 per cento dei giovani ha consene risulta pi elevato (oltre l88 per cento dei giovani ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore) nei paesi di guito un diploma di scuola secondaria superiore) nei paesi di nuovo ingresso (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenuovo ingresso (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Lituania. nia e Lituania. Data la centralit che rivestono le politiche a sostegno Data la centralit che rivestono le politiche a sostegno dellapprendimento della popolazione e dellaumento delle dellapprendimento della popolazione e dellaumento delle conoscenze, anche nella strategia della politica regionale del conoscenze, anche nella strategia della politica regionale del nuovo ciclo di programmazione comunitario 2007-2013 nuovo ciclo di programmazione comunitario 2007-2013 listruzione e la formazione dei giovani sono oggetto di monitolistruzione e la formazione dei giovani sono oggetto di monitoraggio. raggio. Dal 2004 al 2007 ililMezzogiorno, che detiene ililvalore pi conDal 2004 al 2007 Mezzogiorno, che detiene valore pi contenuto dellindicatore (70,3 per cento), segna un miglioramento tenuto dellindicatore (70,3 per cento), segna un miglioramento pari a 2,6 punti percentuali, mentre le regioni del Centro-Nord pari a 2,6 punti percentuali, mentre le regioni del Centro-Nord in media crescono di circa 4 punti. in media crescono di circa 4 punti. Nellanalisi per regione, emerge che nel Mezzogiorno CampaNellanalisi per regione, emerge che nel Mezzogiorno Campania, Sardegna, Sicilia e Puglia presentano valori abbastanza nia, Sardegna, Sicilia e Puglia presentano valori abbastanza modesti del tasso di scolarizzazione (inferiori al 70 per cento), modesti del tasso di scolarizzazione (inferiori al 70 per cento), mentre allopposto Basilicata (81,8 per cento), Abruzzo (80,7) mentre allopposto Basilicata (81,8 per cento), Abruzzo (80,7) e Molise (80,2) presentano livelli di istruzione superiore pi e Molise (80,2) presentano livelli di istruzione superiore pi vicini a quelli del Nord-est e del Centro. Al Nord i itassi pi convicini a quelli del Nord-est e del Centro. Al Nord tassi pi contenuti caratterizzano la provincia autonoma di Bolzano (64,7 tenuti caratterizzano la provincia autonoma di Bolzano (64,7 per cento) e la Valle dAosta (65,6), mentre la provincia di per cento) e la Valle dAosta (65,6), mentre la provincia di
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro
Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in et 20-24 anni per ripartizione geografica Anni 2004-2007 Tasso di scolarizzazione superiore della popolazione in et 20-24 anni per ripartizione geografica Anni 2004-2007 (valori percentuali) (valori percentuali)
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2004 2004 2005 2005 73,5 73,5 76,5 76,5 78,2 78,2 75,8 75,8 67,7 67,7 72,3 72,3 74,5 74,5 77,1 77,1 79,6 79,6 76,8 76,8 68,0 68,0 73,0 73,0 ANNI ANNI 2006 2006 77,0 77,0 79,5 79,5 80,5 80,5 78,8 78,8 69,5 69,5 74,8 74,8 2007 2007 78,0 78,0 80,6 80,6 81,1 81,1 79,7 79,7 70,3 70,3 75,7 75,7

Fonti Fonti

N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Eurostat, Database New Cronos, Labour Force Survey (LFS) N Eurostat, Database New Cronos, Labour Force Survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni

N Education at aaGlance 2007, OECD Indicators N Education at Glance 2007, OECD Indicators Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia
Fonte: Istat, RCFL Fonte: Istat, RCFL

36

100 statistiche per il Paese

37
Istruzione Quota di iscritti alluniversit

Poco pi del 40 per cento dei giovani Poco pi del 40 per cento dei giovani Poco pi del 40 per cento dei giovani iscritto allUniversit iscritto allUniversit iscritto allUniversit
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Tasso di iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2005/06 (differenze percentuali) Tasso iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2005/06 (differenze percentuali) Nel complesso lele regioni pi attrattive, grazie alle universit Tasso didi iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2005/06 (differenze percentuali) Nel complesso le regioni pi attrattive, grazie alle universit Nel complesso regioni pi attrattive, grazie alle universit presenti sulsul proprio territorio, sono Emilia-Romagna, Umbria, presenti sul proprio territorio, sono Emilia-Romagna, Umbria, presenti proprio territorio, sono Emilia-Romagna, Umbria, 2222 22 Lazio e e Abruzzo, tutte con percentuale di iscritti superiore al 60 Lazio Abruzzo, tutte con percentuale di di iscritti superiore al 60 Lazio e Abruzzo, tutte con percentuale iscritti superiore al 60 per cento. per cento. per cento.
1818 18 1414 14 1010 10 66 6 22 2 -2-2 -2
Ab Va Ab Va Abru Valle ru z ru zzo lllle D' e A zzo D' o D'A s La zo Ao ta os La La zio stta/V U z a//Val Um ziio Va l Umb o al e m r llle d br ia b e d'A r iia d''Aos a Ao te os M ste Mo t e Molis olise Pulise Pu e Pugli Ca g a Ca gl a Ca labliia a To llabria To br a Tosc riia scan Em P s a Em Pie can a Emili Piiem an a a emo iilliia- R monte a- o on R - Rom ntte omag e m a ag na n S g na Sc a Siiicilia ciilli T ia Tre a Ca Tre n Ca m re ntto Ca p nto m Lo mp an o p Lo an a Lo mb aniia m a ia mb r Sa b a d a Sa ardia Sard rdiia rd e Ba rd egn Ba egna Basil gna s siilliica a icata Vecatta Ven a Ve e n B neto Fr Bo z L g etto Fr Bolza Ligu o Friiuli ollza n Liigu ri u iuli-V a no- u ria li-Ven no-Bo ria Ve e o-B z a en z Bo e n e ia oz n ez ze ziia G en a i n Gu G ul M iiulia M a l ia Marc ia arche rc he he
Fonte: Elaborazioni susu dati Miur Fonte: Elaborazioni su dati Miur Fonte: Elaborazioni dati Miur

Il Iltasso didiiscrizione alluniversit rappresenta unun indicatore Tasso didi iscrizione alluniversit per regione Il tasso di iscrizione alluniversit rappresenta unindicatore tasso iscrizione alluniversit rappresenta indicatore Tasso di iscrizione alluniversit per regione Tasso iscrizione alluniversit per regione utile a a monitorare la partecipazione dei giovani al sistema uni- Anno accademico 2006/07 (a)(a)(valori percentuali) utile monitorare la la partecipazione dei giovani al sistema uniutile a monitorare partecipazione dei giovani al sistema uniAnno accademico 2006/07 (a) (valori percentuali) Anno accademico 2006/07 (valori percentuali) versitario, che dal 2001/02 (in(in via sperimentale dal 2000/01) versitario, che dal 2001/02 (in via sperimentale dal 2000/01) versitario, che dal 2001/02 via sperimentale dal 2000/01) prevede larticolazione dei corsi didi studio in due cicli successiprevede larticolazione dei corsi di studio in due cicli successiprevede larticolazione dei corsi studio in due cicli successivi:vi: ilil primo di durata triennale permette ilil conseguimento della vi: primo di di durata triennale permette conseguimento della il primo durata triennale permette il conseguimento della laurea didi primo livello; ilil secondo, biennale, finalizzato alla laurea di primo livello; secondo, biennale, finalizzato alla laurea primo livello; il secondo, biennale, finalizzato alla laurea specialistica didi secondo livello. La laurea di primo livello laurea specialistica di secondo livello. La laurea di primo livello laurea specialistica secondo livello. La laurea di primo livello rappresenta il ilnecessario titolo didiingresso per iscriversi aiai rappresenta il necessario titolo di ingresso per iscriversi ai rappresenta necessario titolo ingresso per iscriversi corsi didi secondo livello. Oltre ai corsi suddetti, entrato in vigocorsi secondo livello. Oltre ai corsi suddetti, entrato in vigocorsi di secondo livello. Oltre ai corsi suddetti, entrato in vigorere un limitato numero di corsi di laurea a ciclo unico che rilare un limitato numero di corsi di laurea ciclo unico che rilaun limitato numero di corsi di laurea a a ciclo unico che rilasciano unun titolo equipollente alla laurea specialistica di seconsciano un titolo equipollente alla laurea specialistica di seconsciano titolo equipollente alla laurea specialistica di secondodo livello: si tratta di medicina, veterinaria, odontoiatria, farmado livello: tratta di di medicina, veterinaria, odontoiatria, farmalivello: si si tratta medicina, veterinaria, odontoiatria, farmacia, architettura e e ingegneria edile. Dal 2007 anche per corsi cia, architettura ingegneria edile. Dal 2007 anche per i i i corsi cia, architettura e ingegneria edile. Dal 2007 anche per corsi didi studio finalizzati allaccesso alle professioni legali, infine, di studio finalizzati allaccesso alle professioni legali, infine, studio finalizzati allaccesso alle professioni legali, infine, prevista lala possibilit di percorsi formativi unitari. prevista possibilit di percorsi formativi unitari. prevista la possibilit di percorsi formativi unitari. Con lala riforma sono stati introdotti molti nuovi corsi di laurea Con la riforma sono stati introdotti molti nuovi corsi di laurea Con riforma sono stati introdotti molti nuovi corsi di laurea che hanno risvegliato linteresse dei giovani verso lala formazioche hanno risvegliato linteresse dei giovani verso la formazioche hanno risvegliato linteresse dei giovani verso formazionene accademica. Sono rimasti in vigore anche alcuni corsi del ne accademica. Sono rimasti in vigore anche alcuni corsi del accademica. Sono rimasti in vigore anche alcuni corsi del vecchio ordinamento, siasia di laurea sia di diploma universitario. vecchio ordinamento, sia di laurea sia di diploma universitario. vecchio ordinamento, di laurea sia di diploma universitario. Tuttavia, a a cinque anni dallavvio della riforma, corsi didi studio Tuttavia, cinque anni dallavvio della riforma, i i icorsi di studio Tuttavia, a cinque anni dallavvio della riforma, corsi studio afferenti alal nuovo ordinamento sono la maggioranza: si tratta di afferenti nuovo ordinamento sono la la maggioranza: tratta di di afferenti al nuovo ordinamento sono maggioranza: si si tratta 6.287 nuovi corsi (3.706 lauree didi primo livello, 2.398 di tipo 6.287 nuovi corsi (3.706 lauree di primo livello, 2.398 di tipo 6.287 nuovi corsi (3.706 lauree primo livello, 2.398 di tipo specialistico e e 183 a ciclo unico) contro 2.018 corsi tradizionali. specialistico 183 a ciclo unico) contro 2.018 corsi tradizionali. specialistico e 183 a ciclo unico) contro 2.018 corsi tradizionali. InInItalia nellanno accademico 2005/06 il iltasso didiiscrizione In Italia nellanno accademico 2005/06 il tasso di iscrizione Italia nellanno accademico 2005/06 tasso iscrizione alluniversit pari al 41,2 per cento e la tendenza alla crescita alluniversit pari al al 41,2 per cento la tendenza alla crescita alluniversit pari 41,2 per cento e e la tendenza alla crescita confermata dai dati provvisori riferiti allanno accademico confermata dai dati provvisori riferiti allanno accademico confermata dai dati provvisori riferiti allanno accademico 2006/07 (41,4 per cento). 2006/07 (41,4 per cento). 2006/07 (41,4 per cento).
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Italia Italia Italia

Tasso didi iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2006/07 (valori percentuali) Tasso di iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2006/07 (valori percentuali) Tasso iscrizione alluniversit per regione Anni accademici 2001/02-2006/07 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia Anni accademici Anni accademici Anni accademici 2001/02 2001/02 2001/02 27,5 27,5 27,5 2,42,4 2,4 32,9 32,9 32,9 36,5 36,5 36,5 20,5 20,5 20,5 3,73,7 3,7 39,4 39,4 39,4 28,7 28,7 28,7 47,2 47,2 47,2 57,6 57,6 57,6 49,7 49,7 49,7 52,1 52,1 52,1 49,8 49,8 49,8 56,2 56,2 56,2 42,1 42,1 42,1 29,2 29,2 29,2 33,7 33,7 33,7 23,5 23,5 23,5 11,3 11,3 11,3 22,2 22,2 22,2 30,9 30,9 30,9 31,9 31,9 31,9 31,5 31,5 31,5 40,0 40,0 40,0 53,1 53,1 53,1 40,6 40,6 40,6 29,5 29,5 29,5 35,9 35,9 35,9 2002/03 2002/03 2002/03 31,6 31,6 31,6 3,63,6 3,6 34,9 34,9 34,9 37,8 37,8 37,8 21,4 21,4 21,4 4,54,5 4,5 41,6 41,6 41,6 30,1 30,1 30,1 50,7 50,7 50,7 62,1 62,1 62,1 53,8 53,8 53,8 57,3 57,3 57,3 51,2 51,2 51,2 58,6 58,6 58,6 45,6 45,6 45,6 32,4 32,4 32,4 35,6 35,6 35,6 24,8 24,8 24,8 12,8 12,8 12,8 24,5 24,5 24,5 32,5 32,5 32,5 31,8 31,8 31,8 34,0 34,0 34,0 42,5 42,5 42,5 56,1 56,1 56,1 43,3 43,3 43,3 31,2 31,2 31,2 38,1 38,1 38,1 2003/04 2003/04 2003/04 32,3 32,3 32,3 6,36,3 6,3 36,2 36,2 36,2 40,2 40,2 40,2 21,5 21,5 21,5 5,15,1 5,1 43,5 43,5 43,5 31,4 31,4 31,4 53,0 53,0 53,0 64,4 64,4 64,4 55,6 55,6 55,6 61,3 61,3 61,3 50,9 50,9 50,9 60,9 60,9 60,9 50,1 50,1 50,1 35,0 35,0 35,0 36,3 36,3 36,3 28,0 28,0 28,0 14,0 14,0 14,0 26,3 26,3 26,3 33,5 33,5 33,5 31,0 31,0 31,0 35,2 35,2 35,2 44,1 44,1 44,1 58,0 58,0 58,0 44,9 44,9 44,9 32,7 32,7 32,7 39,7 39,7 39,7 2004/05 2004/05 2004/05 33,1 33,1 33,1 7,77,7 7,7 36,2 36,2 36,2 40,4 40,4 40,4 22,6 22,6 22,6 4,54,5 4,5 42,1 42,1 42,1 31,9 31,9 31,9 49,2 49,2 49,2 63,0 63,0 63,0 54,8 54,8 54,8 61,1 61,1 61,1 50,5 50,5 50,5 62,0 62,0 62,0 55,5 55,5 55,5 35,8 35,8 35,8 36,8 36,8 36,8 29,7 29,7 29,7 14,3 14,3 14,3 28,0 28,0 28,0 35,2 35,2 35,2 32,8 32,8 32,8 35,5 35,5 35,5 43,6 43,6 43,6 58,3 58,3 58,3 45,0 45,0 45,0 34,2 34,2 34,2 40,4 40,4 40,4 2005/06 2005/06 2005/06 33,0 33,0 33,0 9,99,9 9,9 36,7 36,7 36,7 39,7 39,7 39,7 23,7 23,7 23,7 5,15,1 5,1 43,9 43,9 43,9 32,2 32,2 32,2 49,0 49,0 49,0 62,7 62,7 62,7 55,4 55,4 55,4 60,5 60,5 60,5 49,0 49,0 49,0 65,0 65,0 65,0 62,1 62,1 62,1 36,4 36,4 36,4 37,7 37,7 37,7 30,5 30,5 30,5 14,7 14,7 14,7 28,8 28,8 28,8 35,6 35,6 35,6 35,6 35,6 35,6 35,7 35,7 35,7 43,7 43,7 43,7 59,6 59,6 59,6 45,5 45,5 45,5 35,4 35,4 35,4 41,2 41,2 41,2 2006/07 2006/07 2006/07 (a) (a) (a) 34,5 34,5 34,5 11,2 11,2 11,2 37,5 37,5 37,5 40,3 40,3 40,3 24,0 24,0 24,0 5,45,4 5,4 44,1 44,1 44,1 32,5 32,5 32,5 49,1 49,1 49,1 61,1 61,1 61,1 55,8 55,8 55,8 61,1 61,1 61,1 49,6 49,6 49,6 64,9 64,9 64,9 60,6 60,6 60,6 36,5 36,5 36,5 36,9 36,9 36,9 30,3 30,3 30,3 14,8 14,8 14,8 29,3 29,3 29,3 36,6 36,6 36,6 36,1 36,1 36,1 36,7 36,7 36,7 43,3 43,3 43,3 59,9 59,9 59,9 45,9 45,9 45,9 35,4 35,4 35,4 41,4 41,4 41,4

Il IlIl tasso di iscrizione alluniversit calcolato rapportando per- (a)(a)Dati provvisori. tasso di di iscrizione alluniversit calcolato rapportando pertasso iscrizione alluniversit calcolato rapportando per(a) Dati provvisori. Dati provvisori. centualmente il ilnumero didiiscritti alle universit didiciascuna centualmente il numero di iscritti alle universit di ciascuna centualmente numero iscritti alle universit ciascuna regione (gli iscritti alle sedi distaccate sono stati considerati per regione (gli iscritti alle sedi distaccate sono stati considerati per regione (gli iscritti alle sedi distaccate sono stati considerati per regione didi localizzazione delle sedi stesse) alla popolazione regione di localizzazione delle sedi stesse) alla popolazione regione localizzazione delle sedi stesse) alla popolazione residente inin et 19-25 anni. dati comprendono gligli iscritti in residente in et 19-25 anni. II dati comprendono gli iscritti in residente et 19-25 anni. I dati comprendono iscritti in corso e e fuori corso. corso fuori corso. corso e fuori corso. InIn generale, nellarco di cinque anni, a partire dallanno accaIn generale, nellarco di cinque anni, partire dallanno accagenerale, nellarco di cinque anni, a a partire dallanno accademico 2001/02, lala percentuale nazionale didi iscritti demico 2001/02, la percentuale nazionale di iscritti demico 2001/02, percentuale nazionale iscritti alluniversit cresciuta di circa 5 punti percentuali, passando alluniversit cresciuta di di circa punti percentuali, passando alluniversit cresciuta circa 5 5 punti percentuali, passando dal 35,9 per cento del 2001/02 alal 41,2 per cento del 2005/06. IlIl dal 35,9 per cento del 2001/02 al 41,2 per cento del 2005/06. dal 35,9 per cento del 2001/02 41,2 per cento del 2005/06. Il Mezzogiorno, nellintervallo considerato, mostra una crescita Mezzogiorno, nellintervallo considerato, mostra una crescita Mezzogiorno, nellintervallo considerato, mostra una crescita nel numero didi iscritti pi marcata rispetto al Centro-Nord. nel numero iscritti pi marcata rispetto al Centro-Nord. nel numero di iscritti pi marcata rispetto al Centro-Nord. LeLe regioni del Centro e del Nord-est superano per quote di Le regioni del Centro del Nord-est superano per quote di di regioni del Centro e e del Nord-est superano per quote iscrizioni lala media Italia: a eccezione della provincia autonoma iscrizioni la media Italia: eccezione della provincia autonoma iscrizioni media Italia: a a eccezione della provincia autonoma didi Bolzano (5,1 per cento valore pi basso a livello nazionale), di Bolzano (5,1 per cento valore pi basso livello nazionale), Bolzano (5,1 per cento valore pi basso a a livello nazionale), Veneto e e Liguria, tutte le regioni si collocano al di sopra del Veneto Liguria, tutte le le regioni si collocano al di sopra del Veneto e Liguria, tutte regioni si collocano al di sopra del 41,2 per cento nellanno accademico 2005/06. LaLa percentuale 41,2 per cento nellanno accademico 2005/06. La percentuale 41,2 per cento nellanno accademico 2005/06. percentuale molto bassa della provincia autonoma didi Bolzano, ma anche molto bassa della provincia autonoma di Bolzano, ma anche molto bassa della provincia autonoma Bolzano, ma anche della Valle dAosta e edella Basilicata sono determinate dal della Valle dAosta e della Basilicata sono determinate dal della Valle dAosta della Basilicata sono determinate dal basso numero didi atenei presenti nel territorio. basso numero atenei presenti nel territorio. basso numero di atenei presenti nel territorio.
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI

Fonte: Elaborazioni susu dati Miur Fonte: Elaborazioni su dati Miur Fonte: Elaborazioni dati Miur

Fonti Fonti Fonti

N NN Ministero delluniversit e delle ricerca (Miur) Ministero delluniversit eedelle ricerca (Miur) Ministero delluniversit delle ricerca (Miur) N NN Istat Istat Istat

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

N NN Education at at Glance 2007, OECD Indicators Education a aaGlance 2007, OECD Indicators Education at Glance 2007, OECD Indicators SitiSitiinternet Siti internet internet N NN http://www.istat.it http://www.istat.it http://www.istat.it N NN http://www.miur.it http://www.miur.it http://www.miur.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu N NN http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Miur Fonte: Istat, Miur Fonte: Istat, Miur (a)(a)Dati provvisori. (a) Dati provvisori. Dati provvisori.

100 statistiche per il Paese

Mercato del lavoro

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: il tasso di occupazione totale; il tasso di occupazione della popolazione in et compresa tra i 55 e i 64 anni; il tasso di attivit; il tasso di disoccupazione; il tasso di disoccupazione giovanile; il tasso di disoccupazione di lunga durata; il tasso di occupazione irregolare. Nel 2007 il tasso di occupazione della popolazione in et 55-64 anni pari al 33,8 per cento; gi nel 2006 lItalia si collocava tra le ultime posizioni della graduatoria europea. Nel 2006 il tasso di attivit della popolazione tra i 15 e i 64 anni nellUnione europea era pari al 70,2 per cento. LItalia, con il 62,7 per cento e con valori in calo nel 2007 (62,5), si colloca al terzultimo posto della graduatoria a 27 paesi. Nel 2007 in Italia il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) pari al 20,3 per cento (di circa 14 punti superiore al tasso totale di disoccupazione). Le differenze di genere si mantengono rilevanti. La disoccupazione di lunga durata (che perdura cio da oltre 12 mesi) riguarda nel 2007 il 47,4 dei disoccupati nazionali, in netto miglioramento rispetto allanno precedente.

Anche dopo una fase piuttosto lunga di crescita significativa delloccupazione, il sistema economico del nostro Paese resta caratterizzato da un grado particolarmente basso di coinvolgimento nel mercato del lavoro della popolazione in et attiva. La quota di individui che partecipano effettivamente alla produzione di reddito, o che comunque perseguono attivamente questo obiettivo, resta distante da quella dei paesi dellUe comparabili al nostro per livello di sviluppo economico. Ci costituisce un limite alle potenzialit di crescita economica e un rilevante ostacolo alle possibilit di realizzazione sociale e di scelta individuale di larghe quote della popolazione. In Italia il tasso di disoccupazione diminuito nel corso del decennio 1998-2007 di 5,3 punti percentuali, attestandosi a fine periodo al 6,1 per cento; gi nel 2006 era di circa 1 punto percentuale e mezzo inferiore a quello medio dei paesi Ue27. Nel 2005 la quota di unit di lavoro irregolari raggiunge, in Italia, il 12 per cento e nel Mezzogiorno quasi un lavoratore su cinque pi essere considerato irregolare.

Nel 2007 in Italia occupato il 58,7 per cento della popolazione nella fascia di et 15-64 anni. Permangono notevoli le differenze di genere: le donne occupate sono il 46,6 per cento, gli uomini il 70,7. Il tasso di occupazione cresciuto nel 2007 di 0,3 punti percentuali. I livelli delloccupazione nazionale restano distanti dai traguardi fissati a Lisbona e ben al di sotto delle medie europee, soprattutto per quando riguarda la componente femminile.

38
Mercato del lavoro Tasso di occupazione totale

Occupazione in crescita ma con forti Occupazione in crescita ma con forti differenziali territoriali e di genere differenziali territoriali e di genere
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

risulta occupato meno del 30 per cento delle donne in et lavorisulta occupato meno del 30 per cento delle donne in et lavorativa, mentre tale percentuale raddoppia in Emilia-Romagna rativa, mentre tale percentuale raddoppia in Emilia-Romagna (62) eesfiora ilil57 per cento in media nelle regioni settentrionali. (62) sfiora 57 per cento in media nelle regioni settentrionali. Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni per regione Anno 2007 (valori percentuali) per regione Anno 2007 (valori percentuali)

Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali)
90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00
Ue2 Ue27

Uomini Uomini

Donne Donne

Nel 2007 in Italia risulta occupato ilil58,7 per cento della popoNel 2007 in Italia risulta occupato 58,7 per cento della popolazione nella fascia di et 15-64 anni. Permangono notevoli le lazione nella fascia di et 15-64 anni. Permangono notevoli le differenze di genere: le donne occupate sono soltanto ilil46,6 differenze di genere: le donne occupate sono soltanto 46,6 per cento; gli uomini occupati ilil70,7 per cento. IlIltasso di ocper cento; gli uomini occupati 70,7 per cento. tasso di occupazione totale cresce nel 2007 di 0,3 punti percentuali ricupazione totale cresce nel 2007 di 0,3 punti percentuali rispetto allanno precedente. spetto allanno precedente. Nonostante la tendenza allincremento, i ilivelli delloccupazione Nonostante la tendenza allincremento, livelli delloccupazione nazionale restano distanti da quelli obiettivo fissati aaLisbona nazionale restano distanti da quelli obiettivo fissati Lisbona nel 2000, che prevedono ililraggiungimento entro ilil2010 di un nel 2000, che prevedono raggiungimento entro 2010 di un tasso di occupazione complessivo pari al 70 per cento eepari al tasso di occupazione complessivo pari al 70 per cento pari al 60 per cento per le donne. 60 per cento per le donne. IlIltasso di occupazione si ottiene dal rapporto tra gli occupati di tasso di occupazione si ottiene dal rapporto tra gli occupati di 15-64 anni eela popolazione della stessa classe di et eerap15-64 anni la popolazione della stessa classe di et rappresenta un indicatore ampiamente usato in sede nazionale ee presenta un indicatore ampiamente usato in sede nazionale internazionale per valutare levoluzione del mercato del lavoro. internazionale per valutare levoluzione del mercato del lavoro. Indica la capacit del mercato del lavoro di utilizzare le risorse Indica la capacit del mercato del lavoro di utilizzare le risorse umane disponibili. Rappresenta quindi una misura della forza umane disponibili. Rappresenta quindi una misura della forza strutturale di un sistema economico. strutturale di un sistema economico. Nonostante nel corso del decennio 1997-2006 ililtasso di occuNonostante nel corso del decennio 1997-2006 tasso di occupazione nazionale sia cresciuto di 4,5 punti percentuali, eequelpazione nazionale sia cresciuto di 4,5 punti percentuali, quello di occupazione femminile di 7,8 punti, la differenza tra lItalia lo di occupazione femminile di 7,8 punti, la differenza tra lItalia eegli altri paesi europei ancora rilevante. Se nel 2006 ililtasso gli altri paesi europei ancora rilevante. Se nel 2006 tasso di occupazione maschile italiano risulta inferiore aaquello medio di occupazione maschile italiano risulta inferiore quello medio Ue di poco pi di 11punto percentuale, quello delloccupazione Ue di poco pi di punto percentuale, quello delloccupazione femminile lo di 11 punti. Solo Ungheria, Malta eePolonia prefemminile lo di 11 punti. Solo Ungheria, Malta Polonia presentano tassi nazionali di occupazione, riferiti al totale della sentano tassi nazionali di occupazione, riferiti al totale della popolazione, inferiori aaquello italiano. Nel confronto con i ipaepopolazione, inferiori quello italiano. Nel confronto con paesi di pi vecchia adesione lItalia presenta ililtasso di occupasi di pi vecchia adesione lItalia presenta tasso di occupazione totale pi basso, inferiore alla media Ue15 di oltre 7,5 zione totale pi basso, inferiore alla media Ue15 di oltre 7,5 punti percentuali. punti percentuali. Livelli pi elevati di occupazione caratterizzano le regioni setLivelli pi elevati di occupazione caratterizzano le regioni settentrionali, eeililNord-est in particolare dove ililtasso di occupatentrionali, Nord-est in particolare dove tasso di occupazione (67,6) supera di circa 99punti percentuali ililvalore medio zione (67,6) supera di circa punti percentuali valore medio nazionale. nazionale. Nel decennio 1998-2007 ililtasso di occupazione cresciuto di Nel decennio 1998-2007 tasso di occupazione cresciuto di 7,6 punti percentuali nel Nord-ovest eenel Centro, eedi 5,9 nel 7,6 punti percentuali nel Nord-ovest nel Centro, di 5,9 nel Nord-est. Nelle regioni del Mezzogiorno, nello stesso intervallo, Nord-est. Nelle regioni del Mezzogiorno, nello stesso intervallo, lincremento stato di 3,0 punti. lincremento stato di 3,0 punti. I I divari territoriali permangono molto accentuati: se lEmiliadivari territoriali permangono molto accentuati: se lEmiliaRomagna eela provincia autonoma di Bolzano nel 2007 presenRomagna la provincia autonoma di Bolzano nel 2007 presentano tassi di occupazione intorno al 70 per cento come richietano tassi di occupazione intorno al 70 per cento come richiesto dalla strategia di Lisbona, Campania, Calabria eeSicilia non sto dalla strategia di Lisbona, Campania, Calabria Sicilia non raggiungono ilillivello del 45 per cento eela media del Mezzoraggiungono livello del 45 per cento la media del Mezzogiorno pari al 46,5. Ancora pi accentuate le differenze dei giorno pari al 46,5. Ancora pi accentuate le differenze dei tassi di occupazione femminile: nel 2007 in Campania eeSicilia tassi di occupazione femminile: nel 2007 in Campania Sicilia
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Eurostat, Labour Force Survey (LFS) N Eurostat, Labour Force Survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni

Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

100 statistiche per il Paese

V Val alle le

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Forze di lavoro, Media 2006 N Istat, Forze di lavoro, Media 2006

Em Em iilia li d dA Bo a- Ro Ao s Bolz Rom o st lza ma ta / a no agn a V no gna /Va //B a alll Boz le oze e d en d''A n Lo Aost Lo m oste mb e b ar ard dia Fr T r ia F riu T re iulie nt li-V Ven V e nto en e V en o ezia neto zi eto aG G Pi iiulia Pie ulia em mo ont M nte Ma e arc To rche Tos he s ca can Um n a Um a br bi Li ria Lig a gu r u ria La ia La z Ab ziio Abr o ru z u zz M zo Mo o Sa olliise Sar se rd d Ba egn Bas egna siillic a i ca ata Pu ta Pug gllia C Ca ia a lla abr bria S i ia Sic Ca cili Ca ilia m a mp p an ania ia

Fonti Fonti

D Dan a Pa niima Pae marc esi rca si B a Bas ass C sii Cip ip ro R IIrla ro Reg rlan egn nd no d a oU a Un Au niitto Aus o st Sp triia Spa r a a gn g Sv na Sve a ezia G zia G re reci ca M ia R Po Mal Rep P a ta epu orto l ta ubb rtog bb li ga lica a llllo ca C o G Cec Lu G erm eca Lus erm a sse an sem ania m b ia bu Fi urgo Finl rgo nl an Sl andi a Slo di a ove ve n Es niia Est a ton o IIT niia a TAL ALI Le IA Lett A tto n F r o niia F ra a a nc nci a i Sl Bel a Slo Bel gi ova gio vac o cch Li chiia Li tu a tuan R ania Rom ia oma U an ia Ung n ia ngh e Bu heria Bul ria lga r ga Po riia Pol a loni on a ia

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat

Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni per sesso per regione Anno 2007 (valori percentuali) Tasso di occupazione della popolazione in et 15-64 anni per sesso eeper regione Anno 2007 (valori percentuali)
Totale Totale 90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00

Uomini Uomini

Donne Donne

Medie Italia Medie Italia

Bassa la partecipazione dei 55-64enni Bassa la partecipazione dei 55-64enni al mercato del lavoro al mercato del lavoro
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

La profonda trasformazione demografica che ha coinvolto molti La profonda trasformazione demografica che ha coinvolto molti paesi europei portando a a un progressivo invecchiamento della paesi europei portando un progressivo invecchiamento della popolazione ha messo alal centro dellagenda politica una serie popolazione ha messo centro dellagenda politica una serie didi tematiche connesse alla popolazione anziana: tematiche connesse alla popolazione anziana: dalladeguamento del sistema sanitario alla sostenibilit dei dalladeguamento del sistema sanitario alla sostenibilit dei sistemi pensionistici. Con particolare riferimento a a questultimo sistemi pensionistici. Con particolare riferimento questultimo tema e e al mercato del lavoro, si ritiene cruciale allungare la vita tema al mercato del lavoro, si ritiene cruciale allungare la vita attiva degli individui incoraggiando lalaloro permanenza nel attiva degli individui incoraggiando loro permanenza nel mercato del lavoro. Per valutare lala situazione e monitorare gli mercato del lavoro. Per valutare situazione e monitorare gli sforzi inin tale senso, il tasso di occupazione delle persone nella sforzi tale senso, il tasso di occupazione delle persone nella fascia didi et 55-64 anni stato inserito tra gli indicatori struttufascia et 55-64 anni stato inserito tra gli indicatori strutturali e e il suo incremento stato posto come obiettivo specifico rali il suo incremento stato posto come obiettivo specifico della strategia didi Lisbona (target 50 per cento al 2010). della strategia Lisbona (target 50 per cento al 2010). Nel 2007 inin Italia il tasso di occupazione della popolazione in Nel 2007 Italia il tasso di occupazione della popolazione in et 55-64 anni pari al 33,8 per cento. et 55-64 anni pari al 33,8 per cento.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

anziani pi elevati. Le rimanenti regioni del Nord-est si si collocaanziani pi elevati. Le rimanenti regioni del Nord-est collocano invece nella parte bassa della graduatoria, inin cui il Piemonno invece nella parte bassa della graduatoria, cui il Piemontete fanalino di coda. Per contro, le regioni del Centro e in par fanalino di coda. Per contro, le regioni del Centro e in particolare il il Lazio, si collocano in posizioni migliori. Nellultimo ticolare Lazio, si collocano in posizioni migliori. Nellultimo decennio il ilvalore dellindicatore cresciuto didioltre 6 6punti decennio valore dellindicatore cresciuto oltre punti percentuali, con una dinamica pi elevata nel Centro-Nord percentuali, con una dinamica pi elevata nel Centro-Nord rispetto alal Mezzogiorno. rispetto Mezzogiorno. Tasso didi occupazione della popolazione in et 55-64 anni Tasso occupazione della popolazione in et 55-64 anni per regione Anno 2007 (valori percentuali) per regione Anno 2007 (valori percentuali)

Tasso didi occupazione della popolazione per fasce di et nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Tasso occupazione della popolazione per fasce di et nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali)
100 100 90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 00
S Da Svez Dani vezia nima ia mr E a ca Re Estorca Regn stoni a gno nia oU F Unito Fiinl anito nl n andia C dia Ciipro Le p Letto ro tt n Irl o niia a a Po Irland Porto nd a rtoga a L ga llo Lii tua llo G tu n Ger ania P e m ia Re Pae rman Repu ae si ania pubb si Ba ia bb lic Bass lica C ssi a e i SpCec a Spa gc a a n G gna Grec a Ro re ia Rom cia ma Bu an ia Bul g n ia l a Fr garia Fra n ria a c Au ncia Aust ia U sr Lu Ung tria Luss nghe ia ssem heria r S embur ia Sllov burgo ova c go ac S cchia Sll ove hia ov n IT e nia ITAL ia A IA BeLIA Belg l io M gio Malt Po a a Polo lta loni a ni a

15-24 anni 15-24 anni

25-54 anni 25-54 anni

55-64 anni 55-64 anni

Ue27 Ue27

Mercato del lavoro Tasso di occupazione dei 55-64enni

Lindicatore proposto, ricavabile dalle indagini armonizzate a a Lindicatore proposto, ricavabile dalle indagini armonizzate livello europeo sulle forze lavoro, dato dal rapporto percenlivello europeo sulle forze lavoro, dato dal rapporto percentuale tra occupati nella fascia didi et 55-64 anni e popolazione tuale tra occupati nella fascia et 55-64 anni e popolazione della medesima fascia didi et. della medesima fascia et.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni susu dati Eurostat Fonte: Elaborazioni dati Eurostat

Nel 2006 il il tasso di occupazione della popolazione di 55-64 Nel 2006 tasso di occupazione della popolazione di 55-64 anni nei paesi dellUnione europea mediamente pari al 43,5 anni nei paesi dellUnione europea mediamente pari al 43,5 per cento, poco pi della met didi quello delle fasce di et cenper cento, poco pi della met quello delle fasce di et centrali (25-54 anni) e e circa 7 punti superiore a quello dei giovani. I trali (25-54 anni) circa 7 punti superiore a quello dei giovani. I divari tra paesi sono molto ampi e e il valore del paese pi virdivari tra paesi sono molto ampi il valore del paese pi virtuoso (la Svezia) pi che doppio rispetto a quello del paese tuoso (la Svezia) pi che doppio rispetto a quello del paese che presenta lalasituazione peggiore (la Polonia). LItalia si si che presenta situazione peggiore (la Polonia). LItalia colloca alal quartultimo posto della graduatoria europea con un colloca quartultimo posto della graduatoria europea con un tasso del 32,5 per cento, confermando lala posizione che occutasso del 32,5 per cento, confermando posizione che occupa inin quella relativa al tasso di occupazione totale. Il nostro , pa quella relativa al tasso di occupazione totale. Il nostro , inoltre, uno dei paesi con il pi ampio divario tra tasso didi occuinoltre, uno dei paesi con il pi ampio divario tra tasso occupazione della popolazione anziana e e quello della popolazione pazione della popolazione anziana quello della popolazione nelle fasce didi et centrali, a conferma del fatto che il nostro nelle fasce et centrali, a conferma del fatto che il nostro mercato del lavoro nazionale si si caratterizza per la marginalizmercato del lavoro nazionale caratterizza per la marginalizzazione didi alcuni segmenti della popolazione. zazione alcuni segmenti della popolazione. Lanalisi territoriale mostra una sostanziale omogeneit del Lanalisi territoriale mostra una sostanziale omogeneit del livello didi occupazione dei lavoratori pi anziani tra le varie aree livello occupazione dei lavoratori pi anziani tra le varie aree del Paese, con una performance del Mezzogiorno simile a a del Paese, con una performance del Mezzogiorno simile quella del Centro-Nord, inin netta controtendenza rispetto a ci quella del Centro-Nord, netta controtendenza rispetto a ci che accade per gligli altri indicatori del mercato del lavoro. Occorche accade per altri indicatori del mercato del lavoro. Occorreretuttavia tenere presente che, probabilmente, a ainfluire inin tuttavia tenere presente che, probabilmente, influire modo determinante sulle scelte didi occupazione delle persone modo determinante sulle scelte occupazione delle persone didi 55-64 anni la normativa sulle pensioni unica in tutto Pae55-64 anni la normativa sulle pensioni unica in tutto il il Paese. se. La provincia autonoma didi Bolzano, lEmilia-Romagna e la BasiLa provincia autonoma Bolzano, lEmilia-Romagna e la Basilicata sono lele aree che presentano tassi didi occupazione degli licata sono aree che presentano i i tassi occupazione degli
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Tasso didi occupazione della popolazione in et 55-64 anni per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali) Tasso occupazione della popolazione in et 55-64 anni per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia ANNI ANNI 1998 1998 20,7 20,7 24,2 24,2 25,0 25,0 25,1 25,1 32,7 32,7 30,4 30,4 35,2 35,2 23,5 23,5 23,8 23,8 28,8 28,8 28,4 28,4 29,7 29,7 30,2 30,2 31,1 31,1 29,3 29,3 36,6 36,6 34,0 34,0 22,5 22,5 38,7 38,7 32,1 32,1 27,8 27,8 33,3 33,3 23,8 23,8 26,3 26,3 29,9 29,9 26,3 26,3 29,7 29,7 27,4 27,4 1999 1999 22,2 22,2 25,7 25,7 25,6 25,6 23,4 23,4 35,4 35,4 32,1 32,1 38,9 38,9 24,1 24,1 23,9 23,9 30,1 30,1 28,1 28,1 31,5 31,5 30,4 30,4 30,3 30,3 30,5 30,5 34,1 34,1 33,5 33,5 22,2 22,2 37,6 37,6 31,2 31,2 26,1 26,1 34,7 34,7 24,3 24,3 27,3 27,3 29,7 29,7 26,7 26,7 29,2 29,2 27,5 27,5 2000 2000 22,6 22,6 29,0 29,0 24,6 24,6 22,6 22,6 34,4 34,4 32,1 32,1 37,0 37,0 25,1 25,1 24,6 24,6 29,3 29,3 28,4 28,4 31,3 31,3 31,0 31,0 30,4 30,4 31,3 31,3 36,4 36,4 34,0 34,0 22,9 22,9 38,1 38,1 31,0 31,0 26,7 26,7 32,6 32,6 23,8 23,8 27,4 27,4 29,8 29,8 26,6 26,6 29,5 29,5 27,5 27,5 2001 2001 22,1 22,1 30,4 30,4 24,8 24,8 24,0 24,0 34,6 34,6 32,0 32,0 37,2 37,2 24,4 24,4 24,3 24,3 29,1 29,1 29,4 29,4 31,9 31,9 31,4 31,4 29,2 29,2 31,2 31,2 36,3 36,3 34,6 34,6 22,8 22,8 37,1 37,1 32,1 32,1 27,6 27,6 31,7 31,7 24,0 24,0 27,1 27,1 29,8 29,8 26,6 26,6 29,8 29,8 27,6 27,6 2002 2002 22,6 22,6 30,4 30,4 25,8 25,8 24,3 24,3 34,5 34,5 31,4 31,4 37,6 37,6 24,9 24,9 24,2 24,2 30,2 30,2 30,2 30,2 32,4 32,4 32,2 32,2 30,2 30,2 31,8 31,8 37,1 37,1 34,8 34,8 22,8 22,8 37,8 37,8 32,3 32,3 28,7 28,7 33,7 33,7 24,7 24,7 27,6 27,6 30,6 30,6 27,3 27,3 30,4 30,4 28,3 28,3 2003 2003 25,1 25,1 29,7 29,7 27,7 27,7 26,5 26,5 33,4 33,4 35,1 35,1 31,8 31,8 27,8 27,8 26,2 26,2 31,2 31,2 31,5 31,5 27,5 27,5 32,5 32,5 31,6 31,6 33,1 33,1 32,7 32,7 32,9 32,9 25,9 25,9 34,1 34,1 36,2 36,2 28,2 28,2 29,7 29,7 26,8 26,8 29,4 29,4 31,4 31,4 28,9 28,9 30,4 30,4 29,4 29,4 2004 2004 26,9 26,9 32,0 32,0 28,3 28,3 28,3 28,3 32,2 32,2 37,5 37,5 27,3 27,3 28,1 28,1 26,5 26,5 32,1 32,1 32,2 32,2 31,0 31,0 32,7 32,7 35,1 35,1 34,4 34,4 34,1 34,1 32,3 32,3 28,5 28,5 34,8 34,8 38,2 38,2 30,1 30,1 29,3 29,3 27,9 27,9 29,7 29,7 33,5 33,5 30,1 30,1 31,5 31,5 30,5 30,5 2005 2005 28,1 28,1 31,1 31,1 28,8 28,8 29,9 29,9 32,0 32,0 36,9 36,9 27,6 27,6 27,4 27,4 26,4 26,4 33,4 33,4 35,5 35,5 33,0 33,0 32,7 32,7 35,8 35,8 35,8 35,8 37,4 37,4 32,4 32,4 27,7 27,7 36,5 36,5 37,7 37,7 33,0 33,0 31,3 31,3 28,7 28,7 29,9 29,9 35,1 35,1 31,0 31,0 32,4 32,4 31,4 31,4 2006 2006 28,5 28,5 35,2 35,2 30,6 30,6 32,4 32,4 34,0 34,0 38,1 38,1 30,3 30,3 29,1 29,1 29,6 29,6 35,2 35,2 35,2 35,2 30,9 30,9 34,8 34,8 35,8 35,8 36,6 36,6 37,0 37,0 33,4 33,4 29,1 29,1 39,7 39,7 36,8 36,8 33,4 33,4 32,3 32,3 30,2 30,2 31,9 31,9 35,1 35,1 32,1 32,1 33,2 33,2 32,5 32,5 2007 2007 29,4 29,4 35,2 35,2 31,6 31,6 35,3 35,3 35,4 35,4 39,5 39,5 31,8 31,8 31,0 31,0 29,8 29,8 38,3 38,3 35,5 35,5 35,8 35,8 36,5 36,5 37,9 37,9 35,5 35,5 34,3 34,3 35,2 35,2 31,5 31,5 39,2 39,2 37,1 37,1 32,8 32,8 31,0 31,0 31,4 31,4 34,0 34,0 36,8 36,8 33,7 33,7 33,8 33,8 33,8 33,8

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze lavoro

Fonti Fonti

NN Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) NN Eurostat, Labour Force Survey (LFS) Eurostat, Labour Force Survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Forze di lavoro, Media 2006 Istat, Forze di lavoro, Media 2006 Siti internet Siti internet NN http://www.istat.it http://www.istat.it NN http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze lavoro

39

100 statistiche per il Paese

40
Mercato del lavoro Tasso di attivit

Bassa la partecipazione al lavoro Bassa la partecipazione al lavoro soprattutto per le donne soprattutto per le donne
Lobiettivo dellincremento del tasso di occupazione posto dal Lobiettivo dellincremento del tasso di occupazione posto dal Consiglio di Lisbona pu essere ottenuto sia riducendo la diConsiglio di Lisbona pu essere ottenuto sia riducendo la disoccupazione sia aumentando la partecipazione della popolasoccupazione sia aumentando la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, misurata per lappunto dal tasso di zione al mercato del lavoro, misurata per lappunto dal tasso di attivit. Questo secondo tema risulta particolarmente importanattivit. Questo secondo tema risulta particolarmente importante per quei paesi, tra i iquali ililnostro, che sono caratterizzati da te per quei paesi, tra quali nostro, che sono caratterizzati da un tasso di disoccupazione abbastanza contenuto ma anche un tasso di disoccupazione abbastanza contenuto ma anche da una bassa partecipazione al mercato del lavoro. da una bassa partecipazione al mercato del lavoro. IlIltasso di attivit nazionale nel 2007 pari al 62,5 per cento, in tasso di attivit nazionale nel 2007 pari al 62,5 per cento, in leggero calo rispetto al 2006. leggero calo rispetto al 2006.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

lavoratori tali da indurne la fuoriuscita dal mercato del lavoro. lavoratori tali da indurne la fuoriuscita dal mercato del lavoro. Parte di questi inattivi, perci, potrebbe nascondere un proParte di questi inattivi, perci, potrebbe nascondere un problema di disoccupazione. blema di disoccupazione. Lesistenza di una problema specifico di partecipazione femLesistenza di una problema specifico di partecipazione femminile diffusa in tutto ilil territorio nazionale (solo lEmiliaminile diffusa in tutto territorio nazionale (solo lEmiliaRomagna si colloca al di sopra della media europea) e diventa Romagna si colloca al di sopra della media europea) e diventa drammatico nel Mezzogiorno, dove mediamente solo una dondrammatico nel Mezzogiorno, dove mediamente solo una donna su tre partecipa al mercato del lavoro. na su tre partecipa al mercato del lavoro. Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni per regione Anno 2007 (valori percentuali) per regione Anno 2007 (valori percentuali)

Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni per sesso nei paesi europei Anno 2006 (valori percentuali) Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni per sesso nei paesi europei Anno 2006 (valori percentuali)
90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0

Totale Totale

Uomini Uomini

Donne Donne Ue27 Ue27

Nel 2006 ilil tasso di attivit della popolazione tra i i 15 e i i 64 Nel 2006 tasso di attivit della popolazione tra 15 e 64 anni nellUnione europea pari al 70,2 per cento: ilil valore anni nellUnione europea pari al 70,2 per cento: valore minimo si registra a Malta (59,2 per cento), ilil massimo in minimo si registra a Malta (59,2 per cento), massimo in Danimarca (80,6 per cento). LItalia, con un modesto 62,7 Danimarca (80,6 per cento). LItalia, con un modesto 62,7 per cento, si colloca appena al terzultimo posto della graduaper cento, si colloca appena al terzultimo posto della graduatoria, prima di Malta e dellUngheria, ultimo dei maggiori toria, prima di Malta e dellUngheria, ultimo dei maggiori paesi europei e ben al di sotto degli altri paesi mediterranei paesi europei e ben al di sotto degli altri paesi mediterranei (Spagna e Grecia). (Spagna e Grecia). II tassi di attivit degli uomini sono pi elevati di quelli delle tassi di attivit degli uomini sono pi elevati di quelli delle donne in tutti i ipaesi dellUnione. LItalia, pur essendo tra quelli donne in tutti paesi dellUnione. LItalia, pur essendo tra quelli in cui ilildifferenziale di genere pi accentuato (circa 25 punti in cui differenziale di genere pi accentuato (circa 25 punti percentuali), evidenzia al tempo stesso un problema di basso percentuali), evidenzia al tempo stesso un problema di basso livello di partecipazione degli uomini, ilil cui tasso di attivit livello di partecipazione degli uomini, cui tasso di attivit superiore solo a quello di alcuni paesi dellEuropa orientale. superiore solo a quello di alcuni paesi dellEuropa orientale.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni Istat su dati Eurostat Fonte: Elaborazioni Istat su dati Eurostat

Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni per sesso e ripartizione geografica Anno 2007 Tasso di attivit della popolazione in et 15-64 anni per sesso e ripartizione geografica Anno 2007 (valori percentuali) (valori percentuali)
100 100
Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

IlIllivello del tasso di attivit varia in modo notevole tra le regioni livello del tasso di attivit varia in modo notevole tra le regioni italiane, ricalcando in buona parte la distribuzione del tasso di italiane, ricalcando in buona parte la distribuzione del tasso di occupazione e, in modo inverso, di quello di disoccupazione. occupazione e, in modo inverso, di quello di disoccupazione. Le regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione Le regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione dellAbruzzo, si collocano al di sotto del 60 per cento, e in dellAbruzzo, si collocano al di sotto del 60 per cento, e in Campania meno di una persona su due partecipa attivamente Campania meno di una persona su due partecipa attivamente al mercato del lavoro. Allestremo opposto in molte regioni del al mercato del lavoro. Allestremo opposto in molte regioni del Nord ililtasso di attivit sfiora o supera ilil70 per cento. Nord tasso di attivit sfiora o supera 70 per cento. Nessuna regione italiana, tuttavia, si avvicina ai livelli di parteNessuna regione italiana, tuttavia, si avvicina ai livelli di partecipazione dei migliori paesi europei. cipazione dei migliori paesi europei. Questi dati confermano e accentuano la gravit della situazioQuesti dati confermano e accentuano la gravit della situazione occupazionale nel Mezzogiorno: lassociazione di tassi di ne occupazionale nel Mezzogiorno: lassociazione di tassi di attivit bassi a tassi di disoccupazione elevati suggerisce, infatattivit bassi a tassi di disoccupazione elevati suggerisce, infatti, che operino meccanismi di scoraggiamento dei potenziali ti, che operino meccanismi di scoraggiamento dei potenziali

Fonti Fonti

N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Eurostat, Labour Force Survey (LFS) N Eurostat, Labour Force Survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Forze di lavoro, Media 2006 N Istat, Forze di lavoro, Media 2006 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

100 statistiche per il Paese

Da Da n niim ma arc r ca P a Sv a Pa Sve es z esi eziia B Re i Ba a Re as gn s gno ssi o i G Un Ge Uniito er m to r m F an Fiin aniia nla a Po land Po ndia ro rttog ia ga a Au llo Au llo s sttri ria C a Cip Es ipro Est ro o ton nia r i IIrlla a and Le nda Le t a ttto S on a Sllo niia ove v Re en Re pu Sp n a pub Spa iia bbl agn g b c liica na a aC Ce ec Fr a Fra ca S n Sllo anc ova ciia v a acc c chi L ha Liitu ia tua an Lu G nia Lus Gre ia s sse reci c em ia m a bu bur rg Be g o Be o l Bu l g o Bu giio llga Ro garia Ro ria m ma an Po n a Po iia o llon ni T a IITA ia L Un ALIIA Un A gh ghe eri r M ia Ma a allta ta

IlIltasso di attivit, ricavabile dalle indagini armonizzate al livello tasso di attivit, ricavabile dalle indagini armonizzate al livello europeo sulle forze lavoro, si ottiene rapportando le forze di europeo sulle forze lavoro, si ottiene rapportando le forze di lavoro nella fascia di et 15-64 anni e la popolazione della lavoro nella fascia di et 15-64 anni e la popolazione della medesima fascia di et. Le forze di lavoro sono definite come medesima fascia di et. Le forze di lavoro sono definite come somma degli occupati e delle persone che cercano attivamente somma degli occupati e delle persone che cercano attivamente lavoro. lavoro.

Totale Totale

Uomini Uomini

Donne Donne

80 80

60 60 40 40

20 20 0 0 Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Valori ai minimi storici; svantaggiate Valori ai minimi storici; svantaggiate le donne e le aree del Mezzogiorno le donne e le aree del Mezzogiorno
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

IlIltasso di disoccupazione si ottiene come rapporto percentuale tasso di disoccupazione si ottiene come rapporto percentuale tra la popolazione di 15 anni e pi in cerca di occupazione e le tra la popolazione di 15 anni e pi in cerca di occupazione e le forze di lavoro totali. Queste sono date dalla somma di occupaforze di lavoro totali. Queste sono date dalla somma di occupatitie persone in cerca di occupazione. La definizione di persona e persone in cerca di occupazione. La definizione di persona in cerca di lavoro fa riferimento al concetto di ricerca attiva di in cerca di lavoro fa riferimento al concetto di ricerca attiva di lavoro, ovvero allaver compiuto almeno unazione di ricerca lavoro, ovvero allaver compiuto almeno unazione di ricerca nelle quattro settimane precedenti lintervista. nelle quattro settimane precedenti lintervista. Nel 2006, ilil tasso di disoccupazione nazionale risulta inferiore Nel 2006, tasso di disoccupazione nazionale risulta inferiore a quello medio dei paesi Ue27 di circa 1 punto e mezzo pera quello medio dei paesi Ue27 di circa 1 punto e mezzo percentuale. centuale. La percentuale italiana degli uomini disoccupati si colloca tra le La percentuale italiana degli uomini disoccupati si colloca tra le posizioni pi basse, in un ordinamento dove i i Paesi Bassi, la posizioni pi basse, in un ordinamento dove Paesi Bassi, la Danimarca e ilil Lussemburgo presentano i i tassi pi contenuti Danimarca e Lussemburgo presentano tassi pi contenuti (pari o inferiori al 3,5 per cento). (pari o inferiori al 3,5 per cento). IlIl tasso di disoccupazione femminile risulta in linea con quello tasso di disoccupazione femminile risulta in linea con quello medio Ue27 (8,9 per cento). La Spagna e la Grecia sono i i medio Ue27 (8,9 per cento). La Spagna e la Grecia sono paesi in cui lo scarto positivo tra tassi di disoccupazione mapaesi in cui lo scarto positivo tra tassi di disoccupazione maschile e femminile pi elevato. In diversi paesi nord europei schile e femminile pi elevato. In diversi paesi nord europei (Paesi Bassi, paesi anglosassoni e baltici) che presentano i ipi (Paesi Bassi, paesi anglosassoni e baltici) che presentano pi bassi tassi di disoccupazione femminile (non superiori al 6 per bassi tassi di disoccupazione femminile (non superiori al 6 per cento), tale scarto inferiore al punto percentuale e in altri, tra cento), tale scarto inferiore al punto percentuale e in altri, tra i iquali spicca la Germania, ililtasso di disoccupazione maschile quali spicca la Germania, tasso di disoccupazione maschile supera quello femminile. supera quello femminile. Sono consistenti le differenze che si osservano tra le regioni Sono consistenti le differenze che si osservano tra le regioni italiane. Nel Nord-est la percentuale dei disoccupati nel 2007 italiane. Nel Nord-est la percentuale dei disoccupati nel 2007 pari al 3,1 mentre nel Mezzogiorno pari all11 per cento. IlIl pari al 3,1 mentre nel Mezzogiorno pari all11 per cento. divario territoriale tra Mezzogiorno e Centro-Nord permane, divario territoriale tra Mezzogiorno e Centro-Nord permane, anche se nel decennio 1998-2007 sono le regioni del Mezzoanche se nel decennio 1998-2007 sono le regioni del Mezzogiorno quelle che hanno sperimentato ilil pi consistente degiorno quelle che hanno sperimentato pi consistente deLITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat

Tasso di disoccupazione per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali) Tasso di disoccupazione per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno
Italia Italia

Mercato del lavoro Tasso di disoccupazione

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

Fonti Fonti

N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) N Eurostat, Labour force survey (LFS) N Eurostat, Labour force survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Forze di lavoro, Media 2006 N Istat, Forze di lavoro, Media 2006 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

41

100 statistiche per il Paese

P P S o on Sllo ollon ova iia v a G acch Ge cchi er m ia r a ma a Fr n a Fra niia an n Bu c a Bu ciia g llga ar G ria Gre ia rec Sp a Sp ciia ag agn Be na Be a F go Fiin llgiio nl Po land Po and i rtto ia ro a Un ga Un gallllo g gh o Ro her Ro er iia m a ma ani n M ia Ma a Re Re allta pu pub S ta S bbl vez b ve c liica ziia aC a C Le ec Let eca ttton o ni T a IITA ia AL Sl LIIA Slo A ove v Es en a Est niia ton L oni Re L u ia Re iittua a gn n gno aniia oU a Un Lu Au n o Lus Au iitto sse sttr s si em ria m a bu bur g rg C o Ciip o p Pa r a ro Pa IIrlla ro es nd esi nda Da i Bas a Da Bas n s niim sii ma arc rc a a
1998 1998 9,9 9,9 11,3 11,3 5,3 5,3 12,1 12,1 3,9 3,9 2,2 2,2 5,5 5,5 6,1 6,1 6,1 6,1 4,9 4,9 7,1 7,1 9,1 9,1 6,0 6,0 12,0 12,0 12,0 12,0 12,9 12,9 20,0 20,0 19,5 19,5 16,2 16,2 19,1 19,1 24,2 24,2 15,3 15,3 7,4 7,4 5,5 5,5 9,3 9,3 7,4 7,4 19,6 19,6
11,4 11,4

IlIl tasso di disoccupazione un indicatore fondamentale per la tasso di disoccupazione un indicatore fondamentale per la misurazione della dinamicit del mercato del lavoro, ma anche misurazione della dinamicit del mercato del lavoro, ma anche utile a valutare lefficienza del sistema Paese e come misura utile a valutare lefficienza del sistema Paese e come misura indiretta delle distribuzione dei redditi. indiretta delle distribuzione dei redditi. In Italia la disoccupazione diminuita nel corso del decennio In Italia la disoccupazione diminuita nel corso del decennio 1998-2007 di 5,3 punti percentuali, attestandosi a fine periodo 1998-2007 di 5,3 punti percentuali, attestandosi a fine periodo al 6,1 per cento. Anche se nella riduzione della persone in al 6,1 per cento. Anche se nella riduzione della persone in cerca di occupazione la componente femminile quella che fa cerca di occupazione la componente femminile quella che fa segnare i i decrementi pi consistenti (6,5 punti percentuali), segnare decrementi pi consistenti (6,5 punti percentuali), permangono sensibili differenze di genere: nel 2007 le donne permangono sensibili differenze di genere: nel 2007 le donne disoccupate sono ilil 7,9 per cento a fronte del 4,9 per cento disoccupate sono 7,9 per cento a fronte del 4,9 per cento degli uomini. Nel contesto italiano labbattimento del tasso di degli uomini. Nel contesto italiano labbattimento del tasso di disoccupazione va letto congiuntamente al dato riferito al tasso disoccupazione va letto congiuntamente al dato riferito al tasso di attivit che registra, per ilil nostro Paese, un basso rapporto di attivit che registra, per nostro Paese, un basso rapporto percentuale (62,5) tra le forze di lavoro (occupati e persone in percentuale (62,5) tra le forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e la popolazione di riferimento. cerca di occupazione) e la popolazione di riferimento.

cremento: in Sicilia ed in Campania nel 1998 ilil tasso di disoccremento: in Sicilia ed in Campania nel 1998 tasso di disoccupazione superava ilil 20 per cento mentre nel 2007 sceso cupazione superava 20 per cento mentre nel 2007 sceso rispettivamente al 13,0 e all11,2 per cento. rispettivamente al 13,0 e all11,2 per cento. Tutte le aree del Nord-est, la Valle dAosta e la Lombardia Tutte le aree del Nord-est, la Valle dAosta e la Lombardia sono le regioni dove la disoccupazione si attesta a livelli fisiosono le regioni dove la disoccupazione si attesta a livelli fisiologici, non raggiungendo ilil4 per cento. logici, non raggiungendo 4 per cento. Anche i i differenziali tra uomini e donne risultano elevati, pi Anche differenziali tra uomini e donne risultano elevati, pi marcati nel Mezzogiorno dove ilil tasso di disoccupazione femmarcati nel Mezzogiorno dove tasso di disoccupazione femminile supera di 6 punti percentuali ililcorrispondente maschile. minile supera di 6 punti percentuali corrispondente maschile. Nel 2007 In Sicilia, Puglia e Basilicata ililtasso di disoccupazioNel 2007 In Sicilia, Puglia e Basilicata tasso di disoccupazione femminile supera ilil15 per cento, mentre i itassi pi bassi si ne femminile supera 15 per cento, mentre tassi pi bassi si registrano nelle regioni settentrionali, dove le donne in cerca di registrano nelle regioni settentrionali, dove le donne in cerca di occupazione sono poco meno del 5 per cento. occupazione sono poco meno del 5 per cento. Tasso di disoccupazione per regione Anno 2007 Tasso di disoccupazione per regione Anno 2007 (valori percentuali) (valori percentuali)

Tasso di disoccupazione per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Tasso di disoccupazione per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali)
Totale Totale Uomini Uomini Donne Donne

16 16 14 14 12 12 10 10 8 8 6 6 4 4 2 2 0 0
Ue27 Ue27

1999 1999 8,9 8,9 11,5 11,5 4,6 4,6 11,6 11,6 4,3 4,3 2,7 2,7 5,6 5,6 5,7 5,7 6,2 6,2 3,9 3,9 6,5 6,5 8,3 8,3 6,0 6,0 11,9 11,9 12,9 12,9 12,2 12,2 20,0 20,0 18,1 18,1 15,3 15,3 21,3 21,3 24,5 24,5 15,8 15,8 6,6 6,6 4,9 4,9 9,0 9,0 6,8 6,8 19,7 19,7
11,0 11,0

2000 2000 7,8 7,8 10,3 10,3 4,1 4,1 10,0 10,0 3,3 3,3 1,7 1,7 4,6 4,6 4,9 4,9 5,0 5,0 3,4 3,4 5,4 5,4 7,1 7,1 5,0 5,0 11,2 11,2 10,8 10,8 10,0 10,0 20,0 20,0 16,3 16,3 14,5 14,5 19,3 19,3 24,1 24,1 15,7 15,7 5,8 5,8 4,2 4,2 8,1 8,1 6,0 6,0 18,9 18,9
10,2 10,2

2001 2001 6,3 6,3 10,5 10,5 3,4 3,4 8,0 8,0 3,1 3,1 1,5 1,5 4,6 4,6 4,6 4,6 4,4 4,4 3,1 3,1 4,3 4,3 6,3 6,3 4,5 4,5 10,5 10,5 9,0 9,0 9,8 9,8 18,8 18,8 14,1 14,1 14,7 14,7 19,3 19,3 22,0 22,0 13,9 13,9 4,8 4,8 3,9 3,9 7,3 7,3 5,2 5,2 17,3 17,3
9,1 9,1

2002 2002 6,5 6,5 11,5 11,5 3,5 3,5 8,1 8,1 3,3 3,3 1,7 1,7 4,7 4,7 4,5 4,5 4,3 4,3 2,5 2,5 4,1 4,1 7,4 7,4 5,0 5,0 8,5 8,5 9,4 9,4 8,9 8,9 17,5 17,5 13,5 13,5 13,5 13,5 18,1 18,1 20,7 20,7 13,5 13,5 4,9 4,9 3,6 3,6 6,5 6,5 4,9 4,9 16,4 16,4
8,6 8,6

2003 2003 5,4 5,4 3,7 3,7 3,6 3,6 6,5 6,5 2,8 2,8 2,0 2,0 3,5 3,5 3,8 3,8 5,1 5,1 3,1 3,1 4,9 4,9 6,5 6,5 4,6 4,6 9,1 9,1 8,4 8,4 10,6 10,6 16,9 16,9 15,0 15,0 13,2 13,2 16,5 16,5 20,1 20,1 13,9 13,9 4,4 4,4 3,6 3,6 6,9 6,9 4,9 4,9 16,2 16,2
8,4 8,4

2004 2004 5,3 5,3 3,0 3,0 4,0 4,0 5,8 5,8 2,9 2,9 2,7 2,7 3,2 3,2 4,2 4,2 3,9 3,9 3,7 3,7 5,2 5,2 5,7 5,7 5,3 5,3 7,9 7,9 7,9 7,9 11,3 11,3 15,6 15,6 15,5 15,5 12,8 12,8 14,3 14,3 17,2 17,2 13,9 13,9 4,5 4,5 3,9 3,9 6,5 6,5 4,9 4,9 15,0 15,0
8,0 8,0

2005 2005 4,7 4,7 3,2 3,2 4,1 4,1 5,8 5,8 3,2 3,2 2,8 2,8 3,6 3,6 4,2 4,2 4,1 4,1 3,8 3,8 5,3 5,3 6,1 6,1 4,7 4,7 7,7 7,7 7,9 7,9 10,1 10,1 14,9 14,9 14,6 14,6 12,3 12,3 14,4 14,4 16,2 16,2 12,9 12,9 4,4 4,4 4,0 4,0 6,4 6,4 4,8 4,8 14,3 14,3
7,7 7,7

2006 2006 4,0 4,0 3,0 3,0 3,7 3,7 4,8 4,8 2,8 2,8 2,6 2,6 3,1 3,1 4,0 4,0 3,5 3,5 3,4 3,4 4,8 4,8 5,1 5,1 4,5 4,5 7,5 7,5 6,5 6,5 10,0 10,0 12,9 12,9 12,8 12,8 10,5 10,5 12,9 12,9 13,5 13,5 10,8 10,8 3,9 3,9 3,6 3,6 6,1 6,1 4,4 4,4 12,2 12,2
6,8 6,8

2007 2007 4,2 4,2 3,2 3,2 3,4 3,4 4,8 4,8 2,7 2,7 2,6 2,6 2,9 2,9 3,3 3,3 3,4 3,4 2,9 2,9 4,3 4,3 4,6 4,6 4,2 4,2 6,4 6,4 6,2 6,2 8,1 8,1 11,2 11,2 11,2 11,2 9,5 9,5 11,2 11,2 13,0 13,0 9,9 9,9 3,8 3,8 3,1 3,1 5,3 5,3 4,0 4,0 11,0 11,0
6,1 6,1

42
Mercato del lavoro Tasso di disoccupazione giovanile

Valori in incalo, ma ancora Valori in calo, ma ancora Valori calo, ma ancora tratrai ipi elevati in Europa tra pi elevati in in Europa i pi elevati Europa
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

LaLa Commissione europea, individuando nella categoria dei La Commissione europea, individuando nella categoria dei Commissione europea, individuando nella categoria dei giovani unun soggetto vulnerabile e esollecitando lalarevisione giovani soggetto vulnerabile e sollecitando la revisione giovani un soggetto vulnerabile sollecitando revisione delle politiche specifiche, emette in inin particolare una raccomandelle politiche specifiche, emette particolare una raccomandelle politiche specifiche, emette particolare una raccomandazione a arivedere quelle relative alla allatransizionescuoladazione arivedere quelle relative allatransizione scuoladazione rivedere quelle relative transizione scuolalavoro. Anche lEmployment Committee (EMCO) haha definito lala lavoro. Anche lEmployment Committee (EMCO) definito la lavoro. Anche lEmployment Committee (EMCO) ha definito disoccupazione giovanile unaunaquestione didiimportanza credisoccupazione giovanile una questione importanza cre-credisoccupazione giovanile questione di importanza scente allinterno delle problematiche occupazionali europee, scente allinterno delle problematiche occupazionali europee, scente allinterno delle problematiche occupazionali europee, valutando che chelelemisure specifiche adottate da molti paesi valutando che misure specifiche adottate da da molti paesi valutando le misure specifiche adottate molti paesi membri abbiano prodotto progressi limitati e e e concentrati solo membri abbiano prodotto progressi limitati concentrati solo membri abbiano prodotto progressi limitati concentrati solo adad alcune aree geografiche. alcune aree geografiche. ad alcune aree geografiche. Nel Nel 2007 il tassodisoccupazione giovanile in inin Italia pari al Nel 2007 tasso di didi disoccupazione giovanileItalia pari al al 2007 il il tasso disoccupazione giovanile Italia pari 5 55 20,3 per per cento circa 1414 punti superiore alal tassodisoccu20,3 per cento (di circa punti superiore al tasso di didi disoccu20,3 cento (di (di circa 14 punti superiore tasso disoccupazione totale). I valori rimangono elevati anche sese inin calo: dal Tasso dididi disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione pazione totale). I valori rimangono elevati anche in calo: dal pazione totale). I valori rimangono elevati anche se calo: dal Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione 0 00 1998 (29,9 per per cento) tasso nazionale sceso di didi oltre 9 punti Anno 2007 (valori percentuali) 1998 (29,9 per cento) tasso nazionale sceso oltre punti 1998 (29,9 cento) il il il tasso nazionale sceso oltre 9 9 punti Anno 2007 (valori percentuali) Anno 2007 (valori percentuali) percentuali. LaLa riduzione in in gran parte attribuirsi alla alla velopercentuali. riduzione in gran parte da attribuirsi alla velopercentuali. La riduzione gran parte da da attribuirsi velocece tendenza a a posticipare lingresso nel mercato del lavoro, tendenza a posticipare lingresso nel mercato del lavoro, ce tendenza posticipare lingresso nel mercato del lavoro, determinata sia sia dalle difficolt dellinserimento occupazionale determinata sia dalle difficolt dellinserimento occupazionale determinata dalle difficolt dellinserimento occupazionale sia dalla maggiore permanenza dei giovani nel sistema formasia dalla maggiore permanenza dei giovani nel sistema formasia dalla maggiore permanenza dei giovani nel sistema formativo.tivo. differenze di didi genere si mantengono rilevanti: tasso didi tivo. Le differenze genere si si mantengono rilevanti: tasso di Le Le differenze genere mantengono rilevanti: il il il tasso disoccupazione giovanile delle donne italiane (23,0 per per cento) disoccupazione giovanile delle donne italiane (23,0 per cento) disoccupazione giovanile delle donne italiane (23,0 cento) Fonte: Elaborazioni sususu Eurostat Fonte: Elaborazioni dati dati Eurostat Fonte: Elaborazioni dati Eurostat supera quello maschile di didi 5 punti percentuali. supera quello maschile 5 punti percentuali. supera quello maschile 5 punti percentuali. Il Il Il tassodisoccupazione giovanile si si si ottiene come rapporto tasso di didi disoccupazione giovanileottiene come rapporto tasso disoccupazione giovanile ottiene come rapporto percentuale tra le lele persone in cerca di occupazione in 15-24 percentuale tra persone in in cerca di occupazione in et 15-24 percentuale tra persone cerca di occupazione in et et 15-24 annianni e le forze di lavoro della corrispondente classe di et. anni le le forze di lavoro della corrispondente classe di et. e e forze di lavoro della corrispondente classe di et.
LITALIA NELNEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per sesso nei paesi Ue Ue Anno 2006 (valori percentuali) Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per sesso nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) soprattutto lAbruzzo, il cui cui valore (17,2)colloca al alalsotto soprattutto lAbruzzo, il il valore (17,2) si si si collocadi didi sotto Tasso dididi disoccupazione giovanile (15-24 anni) per sesso nei paesi Anno 2006 (valori percentuali) soprattutto lAbruzzo, cui valore (17,2) colloca sotto della media italiana. Allopposto le lele regioni dove tassi risultano della media italiana. Allopposto regioni dove i tassi risultano della media italiana. Allopposto regioni dove i i tassi risultano meno elevati sono quelle del del Nord-est (9,6 per cento)del del meno elevati sono quelle del Nord-est (9,6 per cento) e e meno elevati sono quelle Nord-est (9,6 per cento) e del 4040 40 Totale Totale Totale Uomini Uomini Uomini Donne Donne Donne Nord-ovest (13,9 per per cento); queste le lele province autonome Nord-ovest (13,9 per cento); tra queste province autonome Nord-ovest (13,9 cento); tra tra queste province autonome Trento e di di Bolzano il e Veneto registrano tassi inferiori 1010 Trento e Bolzano e e il il Veneto registrano tassi inferiori di didi Trento e di Bolzano Veneto registrano tassi inferiori al alal 10 3535 35 per per cento. per cento. cento. LeLe variazioni intervenute nel corso del decennio 1998-2007 variazioni intervenute nel nel corso del decennio 1998-2007 Le variazioni intervenute corso del decennio 1998-2007 3030 30 evidenziano che che il calo pi marcato del tassodisoccupazioevidenziano che calo pi marcato del tasso di didi disoccupazioevidenziano il il calo pi marcato del tasso disoccupazionene giovanile ha interessato lala Calabria, lAbruzzo,Campagiovanile ha interessato la Calabria, lAbruzzo, la lala Campane giovanile ha interessato Calabria, lAbruzzo, Campa2525 25 nia, nia,Basilicata e e eSicilia (oltre 1515 punti percentuali inin menia, lala Basilicata lala Sicilia (oltre punti percentuali in mela Basilicata la Sicilia (oltre 15 punti percentuali meno).no). variazioni meno consistenti sono rilevate in inin prevalenza no). Le variazioni meno consistenti sono rilevate prevalenza Le Le variazioni meno consistenti sono rilevate prevalenza 2020 20 nelle regioni del del Nord-est, che gi a inizio periodo segnavano nelle regioni del Nord-est, che gi a inizio periodo segnavano nelle regioni Nord-est, che gi a inizio periodo segnavano 1515 15 dei tassi inferiori a quello medio nazionale; spicca il dato negadei tassi inferiori a a quello medio nazionale; spicca dato negadei tassi inferiori quello medio nazionale; spicca il il dato negativo tivodella Sardegna che, tra leleregioni del Mezzogiorno, ha tivo della Sardegna che, tra regioni del del Mezzogiorno, ha della Sardegna che, tra le regioni Mezzogiorno, ha 1010 10 sperimentato il decremento pi contenuto (4,2(4,2 punti percentuasperimentato il decremento pi contenuto (4,2 punti percentuasperimentato il decremento pi contenuto punti percentuali) li)li) nellintervallo considerato. nellintervallo considerato. nellintervallo considerato.

Ue27 Ue27 Ue27Ue27 Ue27 Ue27

Tasso dididi disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali) Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali) Tasso disoccupazione giovanile (15-24 anni) per regione Anni 1998-2007 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte ValleValle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia ANNI ANNI ANNI 19981998 19991999 20002000 20012001 20022002 20032003 20042004 20052005 20062006 20072007 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 24,7 24,7 20,5 20,5 18,7 18,7 12,8 12,8 12,6 12,6 13,4 13,4 15,8 15,8 16,9 16,9 15,5 15,5 14,3 14,3 24,7 20,5 18,7 12,8 12,6 13,4 15,8 16,9 15,5 14,3 24,3 24,3 20,4 20,4 23,2 23,2 21,6 21,6 37,8 37,8 24,3 20,4 23,2 21,6 37,8 7,2 7,2 7,2 8,8 8,8 8,8 9,9 9,9 9,9 9,4 9,4 11,8 11,8 9,4 11,8 17,1 17,1 15,4 15,4 13,6 13,6 10,8 10,8 11,5 11,5 11,3 11,3 12,7 12,7 13,0 13,0 12,3 12,3 12,9 12,9 17,1 15,4 13,6 10,8 11,5 11,3 12,7 13,0 12,3 12,9 31,0 31,0 25,1 25,1 18,5 18,5 15,5 15,5 16,6 16,6 16,4 16,4 20,5 20,5 20,0 20,0 16,7 16,7 20,7 20,7 31,0 25,1 18,5 15,5 16,6 16,4 20,5 20,0 16,7 20,7 11,5 11,5 11,3 11,3 10,8 10,8 11,8 11,8 10,1 10,1 11,5 11,3 10,8 11,8 10,1 7,8 7,8 7,8 7,5 7,5 7,5 8,6 8,6 8,6 8,1 8,1 8,1 6,9 6,9 6,9 8,3 8,3 8,3 8,3 8,3 8,3 7,9 7,9 7,9 8,4 8,4 8,4 6,5 6,5 6,5 5,6 5,6 5,6 5,4 5,4 5,4 7,3 7,3 7,3 7,2 7,2 7,2 5,3 5,3 5,3 14,7 14,7 14,4 14,4 14,0 14,0 15,2 15,2 13,9 13,9 10,6 10,6 10,3 10,3 10,3 10,3 14,7 14,4 14,0 15,2 13,9 10,6 10,3 10,3 9,4 9,4 9,4 8,9 8,9 8,9 13,7 13,7 13,5 13,5 10,9 10,9 10,3 10,3 13,7 13,5 10,9 10,3 8,8 8,8 8,8 9,3 9,3 10,6 10,6 12,6 12,6 11,8 11,8 9,3 10,6 12,6 11,8 8,4 8,4 8,4 15,9 15,9 14,8 14,8 11,8 11,8 12,2 12,2 11,5 11,5 17,6 17,6 11,9 11,9 10,5 10,5 11,5 11,5 14,5 14,5 15,9 14,8 11,8 12,2 11,5 17,6 11,9 10,5 11,5 14,5 14,1 14,1 11,2 11,2 10,9 10,9 14,1 11,2 10,9 8,7 8,7 8,7 7,4 7,4 7,4 9,0 9,0 11,4 11,4 10,7 10,7 10,7 10,7 10,8 10,8 9,0 11,4 10,7 10,7 10,8 17,5 17,5 16,5 16,5 12,8 12,8 12,2 12,2 10,9 10,9 13,4 13,4 16,0 16,0 16,7 16,7 15,4 15,4 13,7 13,7 17,5 16,5 12,8 12,2 10,9 13,4 16,0 16,7 15,4 13,7 24,8 24,8 19,7 19,7 17,0 17,0 16,0 16,0 16,0 16,0 15,7 15,7 15,3 15,3 18,5 18,5 14,6 14,6 12,7 12,7 24,8 19,7 17,0 16,0 16,0 15,7 15,3 18,5 14,6 12,7 19,9 19,9 18,2 18,2 16,3 16,3 13,9 13,9 13,1 13,1 11,9 11,9 16,5 16,5 15,1 15,1 11,6 11,6 19,9 18,2 16,3 13,9 13,1 11,9 16,5 15,1 11,6 9,3 9,3 9,3 34,5 34,5 33,7 33,7 31,1 31,1 27,3 27,3 24,0 24,0 30,5 30,5 27,6 27,6 26,5 26,5 25,7 25,7 24,9 24,9 34,5 33,7 31,1 27,3 24,0 30,5 27,6 26,5 25,7 24,9 33,7 33,7 34,8 34,8 31,4 31,4 28,7 28,7 28,5 28,5 27,1 27,1 22,8 22,8 23,0 23,0 21,0 21,0 17,2 17,2 33,7 34,8 31,4 28,7 28,5 27,1 22,8 23,0 21,0 17,2 35,3 35,3 36,4 36,4 29,7 29,7 21,1 21,1 13,3 13,3 26,3 26,3 31,9 31,9 31,8 31,8 28,0 28,0 23,8 23,8 35,3 36,4 29,7 21,1 13,3 26,3 31,9 31,8 28,0 23,8 48,7 48,7 48,3 48,3 49,2 49,2 45,8 45,8 44,9 44,9 40,0 40,0 37,7 37,7 38,8 38,8 35,4 35,4 32,5 32,5 48,7 48,3 49,2 45,8 44,9 40,0 37,7 38,8 35,4 32,5 41,7 41,7 40,2 40,2 38,4 38,4 31,9 31,9 31,0 31,0 35,4 35,4 35,4 35,4 35,4 35,4 32,2 32,2 31,8 31,8 41,7 40,2 38,4 31,9 31,0 35,4 35,4 35,4 32,2 31,8 47,1 47,1 49,0 49,0 40,2 40,2 44,4 44,4 43,0 43,0 36,8 36,8 35,6 35,6 36,6 36,6 32,0 32,0 31,4 31,4 47,1 49,0 40,2 44,4 43,0 36,8 35,6 36,6 32,0 31,4 48,6 48,6 48,5 48,5 44,8 44,8 41,3 41,3 39,8 39,8 41,7 41,7 40,5 40,5 46,1 46,1 35,5 35,5 31,6 31,6 48,6 48,5 44,8 41,3 39,8 41,7 40,5 46,1 35,5 31,6 52,6 52,6 53,1 53,1 51,5 51,5 48,1 48,1 44,8 44,8 46,5 46,5 42,9 42,9 44,8 44,8 39,0 39,0 37,2 37,2 52,6 53,1 51,5 48,1 44,8 46,5 42,9 44,8 39,0 37,2 36,8 36,8 37,7 37,7 35,5 35,5 29,8 29,8 28,8 28,8 34,2 34,2 35,5 35,5 32,6 32,6 31,0 31,0 32,5 32,5 36,8 37,7 35,5 29,8 28,8 34,2 35,5 32,6 31,0 32,5 20,6 20,6 17,8 17,8 15,6 15,6 11,9 11,9 12,5 12,5 12,2 12,2 14,1 14,1 14,6 14,6 13,4 13,4 13,9 13,9 20,6 17,8 15,6 11,9 12,5 12,2 14,1 14,6 13,4 13,9 13,9 13,9 12,7 12,7 11,0 11,0 10,1 10,1 13,9 12,7 11,0 10,1 8,7 8,7 8,7 9,8 9,8 10,6 10,6 11,3 11,3 11,0 11,0 9,8 10,6 11,3 11,0 9,6 9,6 9,6 26,0 26,0 24,7 24,7 21,8 21,8 19,7 19,7 17,6 17,6 21,3 21,3 21,4 21,4 21,1 21,1 19,5 19,5 17,9 17,9 26,0 24,7 21,8 19,7 17,6 21,3 21,4 21,1 19,5 17,9 19,8 19,8 18,0 18,0 15,8 15,8 13,4 13,4 12,7 12,7 14,0 14,0 15,0 15,0 15,3 15,3 14,4 14,4 13,7 13,7 19,8 18,0 15,8 13,4 12,7 14,0 15,0 15,3 14,4 13,7 46,2 46,2 46,1 46,1 44,7 44,7 40,6 40,6 39,0 39,0 39,4 39,4 37,6 37,6 38,6 38,6 34,3 34,3 32,3 32,3 46,2 46,1 44,7 40,6 39,0 39,4 37,6 38,6 34,3 32,3 29,9 29,9 28,7 28,7 27,0 27,0 24,1 24,1 23,1 23,1 23,7 23,7 23,5 23,5 24,0 24,0 21,6 21,6 20,3 20,3 29,9 28,7 27,0 24,1 23,1 23,7 23,5 24,0 21,6 20,3

Il tasso di didi disoccupazione della popolazioneet et 15-24 anni Il Il tassodisoccupazione della popolazione in inin 15-24 anni tasso disoccupazione della popolazione et 15-24 anni in inin Italia itra pi elevati a a livello europeo, inferiore nel 2006 Italia tra pi pi elevati livello europeo, inferiore nel 2006 Italia tra i i elevati a livello europeo, inferiore nel 2006 solosolo a quello di Polonia (29,8), Slovacchia (26,6), Grecia (25,2) solo quello di di Polonia (29,8), Slovacchia (26,6), Grecia (25,2) a a quello Polonia (29,8), Slovacchia (26,6), Grecia (25,2) e Francia (23,4). Il nostro Paese recupera solosolo poche posizioni e e Francia (23,4). Il nostro Paese recupera poche posizioni Francia (23,4). Il nostro Paese recupera solo poche posizioni considerando i dati dati disaggregati per genere: il tasso maschile considerando i dati disaggregati per genere: tasso maschile considerando i disaggregati per genere: il il tasso maschile (19,1) supera quello medio Ue Uedidicirca 2 2punti percentuali. (19,1) supera quello medio Ue circa 2 punti percentuali. (19,1) supera quello medio di circa punti percentuali. Quello femminile paripari2525 per cento: un profilo che condiviQuello femminile al alal per per cento: profilo che che condiviQuello femminile pari 25 cento: un un profilo condividiamo con conFrancia e e e checolloca tra itra paesi a a pi elevato diamo con lala Francia che ci ci colloca paesi a pi elevato diamo la Francia che ci colloca tra i i paesi pi elevato differenziale del del tassodisoccupazione giovanile per per genere differenziale del tasso didi disoccupazione giovanile genere differenziale tasso di disoccupazione giovanile per genere (+7,8 punti a a a fronteunun valore medio Ue didi appena mezzo (+7,8 punti fronte di didi valore medio Ue Ueappena mezzo (+7,8 punti fronte un valore medio di appena mezzo punto percentuale). punto percentuale). punto percentuale). Austria, Irlanda, Danimarca e e e Paesi Bassi registrano tassi didi Austria, Irlanda, Danimarca Paesi Bassi registrano i tassi di Austria, Irlanda, Danimarca Paesi Bassi registrano i i tassi disoccupazione giovanile pi picontenuti a alivello comunitario, disoccupazione giovanile pi contenutilivello comunitario, disoccupazione giovanile contenuti a livello comunitario, inferiori di didi oltre 8 punti percentuali al valore medio Ue27 (17,2). inferiori oltre 8 punti percentuali al al valore medio Ue27 (17,2). inferiori oltre 8 punti percentuali valore medio Ue27 (17,2). Germania, Regno Unito e e e Malta, tutti paesi con tassidisocGermania, Regno Unito Malta, tutti paesi con tassi di didi disocGermania, Regno Unito Malta, tutti paesi con tassi disoccupazione giovanile inferiori alla alla media Ue,caratterizzano cupazione giovanile inferiori alla media Ue, si si caratterizzano cupazione giovanile inferiori media Ue, si caratterizzano anche per per tasso di didi disoccupazione delle giovani donne di anche per un tasso disoccupazione delle giovani donne di di anche un un tasso disoccupazione delle giovani donne circa 3 punti percentuali inferiore a quello dei coetanei maschi. circa 3 3 punti percentuali inferiore a quello dei coetanei maschi. circa punti percentuali inferiore a quello dei coetanei maschi.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Rilevazione continua sullesulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua forze di lavoro

Fonti Fonti Fonti

N NIstat, Rilevazione continua sullesulle forze di lavoro (RCFL) NIstat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) Istat, Rilevazione continua forze di lavoro (RCFL) N NEurostat, Labour Force Survey (LFS) NEurostat, Labour Force Survey (LFS) Eurostat, Labour Force Survey (LFS)

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N NIstat, Forze di di di lavoro, Media 2006 NIstat, Forze lavoro, Media 2006 Istat, Forze lavoro, Media 2006

Nel Nel 2007 tutteregioni del del Mezzogiorno presentano tassi di Siti internet Nel 2007 tutte lele regioni Mezzogiorno presentano tassi di di 2007 tutte le regioni del Mezzogiorno presentano tassi Siti internet Siti internet Nhttp://www.istat.it http://www.istat.it disoccupazione giovanile di didi oltre punti superiori a a a quello N Nhttp://www.istat.it disoccupazione giovanile oltre 1010 punti superiori quello disoccupazione giovanile oltre 10 punti superiori quello Nhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu medio nazionale. SiSiSi discostano solo Molise (23,9 per cento) e e N Nhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu medio nazionale. discostano solo il Molise (23,9 per per cento) medio nazionale. discostano solo il il Molise (23,9 cento) e

Fonte: Istat, Rilevazione continua sullesulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua forze di lavoro

100 statistiche per il Paese

P Sl Polon P Slovaolonia Slov olc nia co ovac hia acchia G i ec Grch a a FGreciia r Fraecia n FIra nciia ra c a TA ia nc RoIITALIiA T a Ro mALIA Ro maLIA n m Sva nia ez Sva niia Svezia Be ia e B za Bu ellgiio Be a Bulgagio B lr Unulg giio l Un ggar a a Un ghariia Fi her i Finlgher ia ane a Re Finla dr i a n Slandia Rep n Repubb Spag ia u p d pubb licSpagnia bb lica Cgn a a a lica Cec a n a ea C Meca Po Mac Lu Porto allta M LusPortoga ta s r aa Lussemogalltlo t Rssembga llo e l Reg mburglo e u Regnoburgo n r gno Ungo So Unito o SloUni o GSloventto v i Gerlovenia e Ger man ia er ma niia Lem a Lettonia an Lettoniia Es n a ttto i Es on a Estoniia a ton Cinia Li Cipira pro C L tuai o n Liituapra Atu n i o ua i Austn a a Austria I sr Da Irlanriia r t DaniIrllanda PD n manda a da Pae nimarc a a Paesiimarca si Ba r a a es B sc i Bassa i assi si

Poco meno della met dei disoccupati Poco meno della met dei disoccupati attende un lavoro da pi di un anno attende un lavoro da pi di un anno
La persistenza dello stato dididisoccupazione degli individui da La persistenza dello stato disoccupazione degli individui da un lato contribuisce a adefinire lalagravit sociale del problema, un lato contribuisce definire gravit sociale del problema, dallaltro fornisce unindicazione circa il il (mal)funzionamento del dallaltro fornisce unindicazione circa (mal)funzionamento del mercato del lavoro. Un medesimo livello dididisoccupazione, mercato del lavoro. Un medesimo livello disoccupazione, infatti, pu coesistere con durate medie della stessa assai infatti, pu coesistere con durate medie della stessa assai diverse, comportando implicazioni sociali e e di policy differenti. diverse, comportando implicazioni sociali di policy differenti. InIn Italia la quota di disoccupati di lunga durata pari nel 2007 Italia la quota di disoccupati di lunga durata pari nel 2007 alal47,4 per cento, ininnetto miglioramento rispetto allanno pre47,4 per cento, netto miglioramento rispetto allanno precedente (49,7 per cento). cedente (49,7 per cento). Le convenzioni internazionali definiscono una persona inin cerca Le convenzioni internazionali definiscono una persona cerca didioccupazione come didilunga durata quando cerca lavoro da occupazione come lunga durata quando cerca lavoro da almeno un anno (12 mesi). Linformazione sul numero dididialmeno un anno (12 mesi). Linformazione sul numero disoccupati didi lunga durata, rilevata dalle indagini armonizzate a soccupati lunga durata, rilevata dalle indagini armonizzate a livello europeo sulle forze didilavoro, pu essere rapportata livello europeo sulle forze lavoro, pu essere rapportata allinsieme della forza lavoro definendo il iltasso dididisoccupaallinsieme della forza lavoro definendo tasso disoccupazione didilunga durata oppure allinsieme dei disoccupati, defizione lunga durata oppure allinsieme dei disoccupati, definendo il il rapporto di composizione (quota di disoccupati di lunnendo rapporto di composizione (quota di disoccupati di lunga durata sul totale dei disoccupati) qui utilizzato. ga durata sul totale dei disoccupati) qui utilizzato. Nel 2006 quasi lala met (45,6 per cento) dei disoccupati Nel 2006 quasi met (45,6 per cento) dei disoccupati dellUnione inincerca didioccupazione da almeno 12 mesi. InIn dellUnione cerca occupazione da almeno 12 mesi. un numero consistente didipaesi tale quota supera il il50 per un numero consistente paesi tale quota supera 50 per cento toccando inin Slovacchia il 75 per cento, in Romania il 58, cento toccando Slovacchia il 75 per cento, in Romania il 58, inin Germania il 56 per cento, mentre nel Paese pi virtuoso (la Germania il 56 per cento, mentre nel Paese pi virtuoso (la Svezia) meno didi un disoccupato su sei vive questa condizione. Svezia) meno un disoccupato su sei vive questa condizione. LItalia sisi colloca leggermente al di sopra della media europea. LItalia colloca leggermente al di sopra della media europea. Perci, nonostante il iltasso dididisoccupazione nazionale sisisia Perci, nonostante tasso disoccupazione nazionale sia notevolmente ridotto negli ultimi anni, il ilproblema della persinotevolmente ridotto negli ultimi anni, problema della persistenza della disoccupazione didi lunga durata continua a essere stenza della disoccupazione lunga durata continua a essere particolarmente sentito nel nostro Paese. particolarmente sentito nel nostro Paese.
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Nellultimo decennio, lalariduzione del tasso dididisoccupazione Nellultimo decennio, riduzione del tasso disoccupazione accompagnata ad unanaloga tendenza (in nazionale non sisi accompagnata ad unanaloga tendenza (in nazionale non termini relativi) della disoccupazione didi lunga durata: perci, la termini relativi) della disoccupazione lunga durata: perci, la quota dididisoccupati didilunga durata ha conosciuto numerose quota disoccupati lunga durata ha conosciuto numerose oscillazioni ma nel complesso lievemente diminuita (nel 1998 oscillazioni ma nel complesso lievemente diminuita (nel 1998 era pari alal48,7 per cento). Anche nella maggior parte delle era pari 48,7 per cento). Anche nella maggior parte delle regioni sisi avuto un andamento oscillante. Un trend pi netto regioni avuto un andamento oscillante. Un trend pi netto pu identificare per Toscana, lAbruzzo Sardegna sisipu identificare per lalaToscana, lAbruzzo e elalaSardegna dove il ilcalo dei valori dellindicatore stato didicirca 15 punti dove calo dei valori dellindicatore stato circa 15 punti percentuali, mentre lala situazione sensibilmente peggiorata in percentuali, mentre situazione sensibilmente peggiorata in Veneto, Lazio e e Valle dAosta. Veneto, Lazio Valle dAosta. Disoccupati di lunga durata per regione Anno 2007 Disoccupati di lunga durata per regione Anno 2007 (composizioni percentuali sul totale dei disoccupati) (composizioni percentuali sul totale dei disoccupati)

Disoccupati di lunga durata nei paesi Ue Anno 2006 (composizioni percentuali sul totale dei disoccupati) Disoccupati di lunga durata nei paesi Ue Anno 2006 (composizioni percentuali sul totale dei disoccupati)
80 80

60 60 Ue27 Ue27

40 40

20 20

00
ia ia ia ia ia ia ia ia ia ia ia ia a a io io llollo lialia nia ia ia ia r ia ia n ia ia si si ia ia tata ia ia d ad a r o o t ia ia d ia ia itoito n a a caca p roro z ia ia chch a na n anan lonon arar e ce c ecec elg lg gaga I taI ta veve n t onon heher uauan asas a ncnc Mal al ttotnon lanan bubgrgusurstr anand Un n agagn arar CiCip vevez u l e U M e e t Ir Irl o o s st g g it it i B B r ra a ca c m m r m m o o ulg lg GrGr a C C B B rtorto SS u r A A inlinl nono Sp p nimim a S a an LL SlSl E E Un n L L eses i F F ovov Ro o Ge e P P B B e em m FF gg U R G liclic P Po o DD SlSl ss s bb b P Pa a R Re e uLu s upub L p R Re e

Mercato del lavoro Quota di disoccupati di lunga durata

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat

Disoccupati di lunga durata nelle regioni italiane Anni 1998-2007 (a) (composizioni percentuali sul totale Disoccupati di lunga durata nelle regioni italiane Anni 1998-2007 (a) (composizioni percentuali sul totale dei disoccupati) dei disoccupati)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino Alto Adige Trentino Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen ANNI ANNI 1998 1998 41,5 41,5 10,2 10,2 35,7 35,7 31,0 31,0 19,9 19,9 13,6 13,6 22,2 22,2 20,7 20,7 29,3 29,3 26,3 26,3 56,3 56,3 44,0 44,0 43,3 43,3 41,7 41,7 61,3 61,3 54,2 54,2 53,6 53,6 55,6 55,6 56,4 56,4 62,5 62,5 60,5 60,5 60,8 60,8 36,7 36,7 23,6 23,6 45,7 45,7 36,9 36,9 57,7 57,7 48,7 48,7 1999 1999 42,6 42,6 10,5 10,5 38,1 38,1 35,6 35,6 18,9 18,9 11,5 11,5 22,0 22,0 19,4 19,4 27,4 27,4 29,8 29,8 56,6 56,6 50,2 50,2 48,7 48,7 45,5 45,5 65,0 65,0 60,8 60,8 53,4 53,4 55,9 55,9 54,5 54,5 62,1 62,1 60,7 60,7 58,9 58,9 38,9 38,9 23,6 23,6 48,8 48,8 39,2 39,2 57,9 57,9 50,1 50,1 2000 2000 35,4 35,4 13,5 13,5 36,0 36,0 30,5 30,5 24,3 24,3 20,6 20,6 25,5 25,5 15,8 15,8 28,7 28,7 20,3 20,3 60,2 60,2 44,0 44,0 50,9 50,9 46,7 46,7 65,6 65,6 59,3 59,3 52,5 52,5 52,6 52,6 58,2 58,2 62,9 62,9 62,4 62,4 61,2 61,2 34,4 34,4 19,5 19,5 49,9 49,9 37,2 37,2 57,8 57,8 49,7 49,7 2001 2001 33,1 33,1 8,1 8,1 37,2 37,2 26,6 26,6 17,2 17,2 20,1 20,1 16,4 16,4 13,5 13,5 24,3 24,3 26,1 26,1 53,8 53,8 41,3 41,3 44,9 44,9 46,8 46,8 59,8 59,8 55,9 55,9 54,0 54,0 53,2 53,2 62,8 62,8 61,6 61,6 62,6 62,6 58,4 58,4 33,3 33,3 19,0 19,0 47,6 47,6 35,7 35,7 58,0 58,0 49,4 49,4 2002 2002 33,7 33,7 26,8 26,8 31,1 31,1 27,5 27,5 11,9 11,9 11,7 11,7 12,0 12,0 14,2 14,2 20,8 20,8 22,2 22,2 55,8 55,8 47,1 47,1 45,9 45,9 39,4 39,4 61,3 61,3 48,7 48,7 49,1 49,1 55,7 55,7 59,1 59,1 56,2 56,2 61,9 61,9 52,5 52,5 31,4 31,4 17,0 17,0 44,2 44,2 32,9 32,9 55,7 55,7 46,9 46,9 2003 2003 38,5 38,5 18,3 18,3 37,2 37,2 40,1 40,1 17,1 17,1 8,6 8,6 21,9 21,9 21,8 21,8 25,5 25,5 28,6 28,6 38,1 38,1 41,0 41,0 34,1 34,1 48,3 48,3 50,6 50,6 52,1 52,1 53,5 53,5 57,3 57,3 60,3 60,3 58,1 58,1 61,0 61,0 55,2 55,2 38,0 38,0 24,3 24,3 44,1 44,1 37,4 37,4 56,9 56,9 49,3 49,3 2004 2004 44,6 44,6 13,1 13,1 34,4 34,4 43,4 43,4 17,9 17,9 12,3 12,3 22,6 22,6 28,3 28,3 34,7 34,7 27,1 27,1 35,4 35,4 40,3 40,3 29,9 29,9 50,2 50,2 43,2 43,2 51,7 51,7 52,4 52,4 57,5 57,5 55,2 55,2 55,9 55,9 58,2 58,2 50,0 50,0 38,6 38,6 27,9 27,9 43,5 43,5 37,9 37,9 54,8 54,8 47,7 47,7 2005 2005 42,7 42,7 24,4 24,4 33,5 33,5 37,6 37,6 18,7 18,7 14,3 14,3 22,2 22,2 34,5 34,5 31,1 31,1 28,8 28,8 32,9 32,9 42,6 42,6 36,7 36,7 51,1 51,1 45,3 45,3 51,8 51,8 57,7 57,7 53,6 53,6 53,7 53,7 58,7 58,7 58,0 58,0 53,6 53,6 36,6 36,6 30,9 30,9 44,2 44,2 38,1 38,1 56,1 56,1 48,3 48,3 2006 2006 45,2 45,2 28,7 28,7 35,7 35,7 42,0 42,0 19,0 19,0 15,6 15,6 21,9 21,9 34,8 34,8 38,2 38,2 28,7 28,7 40,1 40,1 40,5 40,5 34,2 34,2 52,4 52,4 46,3 46,3 55,5 55,5 59,1 59,1 57,4 57,4 57,4 57,4 56,6 56,6 60,0 60,0 52,4 52,4 39,1 39,1 31,8 31,8 46,5 46,5 40,3 40,3 57,6 57,6 49,7 49,7 2007 2007 43,4 43,4 34,2 34,2 34,4 34,4 31,6 31,6 23,3 23,3 23,0 23,0 23,5 23,5 34,6 34,6 33,5 33,5 28,5 28,5 38,6 38,6 40,5 40,5 35,7 35,7 51,0 51,0 46,6 46,6 49,2 49,2 54,1 54,1 52,9 52,9 54,4 54,4 55,5 55,5 60,7 60,7 46,4 46,4 36,8 36,8 31,4 31,4 45,4 45,4 38,9 38,9 54,8 54,8 47,4 47,4

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze didi lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze lavoro

Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

La persistenza della disoccupazione didilunga durata un proLa persistenza della disoccupazione lunga durata un problema diffuso e e anche la ripartizione geografica meno interesblema diffuso anche la ripartizione geografica meno interessata, il il Nord-est, presenta un valore dellindicatore superiore al sata, Nord-est, presenta un valore dellindicatore superiore al 30 per cento, relativamente distante da quelli dei migliori paesi 30 per cento, relativamente distante da quelli dei migliori paesi europei. Nel Nord-ovest lala quota di disoccupati di lunga durata europei. Nel Nord-ovest quota di disoccupati di lunga durata sfiora il il37 per cento, e espicca lalacattiva performance del Piesfiora 37 per cento, spicca cattiva performance del Piemonte (43,4 per cento). Le aree inincui laladimensione del promonte (43,4 per cento). Le aree cui dimensione del problema pi ridotta sono leleprovince autonome didiTrento e e blema pi ridotta sono province autonome Trento Bolzano, leleuniche con valori comparabili a aquelli dei migliori Bolzano, uniche con valori comparabili quelli dei migliori paesi europei, ma lunica grande regione che scende sotto il il paesi europei, ma lunica grande regione che scende sotto 30 per cento lEmilia-Romagna. 30 per cento lEmilia-Romagna. La ripartizione pi interessata il ilMezzogiorno, con quote didi La ripartizione pi interessata Mezzogiorno, con quote disoccupati didi lunga durata pari a circa il 55 per cento del totale disoccupati lunga durata pari a circa il 55 per cento del totale dei disoccupati nel 2007 (picco del 60,7 per cento ininSicilia e e dei disoccupati nel 2007 (picco del 60,7 per cento Sicilia quote inferiori alal 50 per cento solo in Abruzzo, Molise e Sardequote inferiori 50 per cento solo in Abruzzo, Molise e Sardegna). gna).

Fonti Fonti

N N Istat, Rilevazione continua sulle forze didi lavoro (RCFL) Istat, Rilevazione continua sulle forze lavoro (RCFL) N N Eurostat, Labour Force Survey (LFS) Eurostat, Labour Force Survey (LFS) Pubblicazioni Pubblicazioni N N Istat, Rapporto Annuale 2006 Istat, Rapporto Annuale 2006 N N Istat, Forze didi lavoro, Media 2006 Istat, Forze lavoro, Media 2006 N N Istat, Struttura e e dimensione delle imprese, Statistiche in breve, Istat, Struttura dimensione delle imprese, Statistiche in breve, 12 luglio 2007 12 luglio 2007 Siti internet Siti internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Altre informazioni Altre informazioni

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze lavoro Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze didi lavoro

43

100 statistiche per il Paese

44
Mercato del lavoro Quota di unit di lavoro irregolari

In calo il lavoro irregolare, In calo il lavoro irregolare, ma ancora elevato nel Mezzogiorno ma ancora elevato nel Mezzogiorno
La conoscenza del complesso fenomeno delleconomia somLa conoscenza del complesso fenomeno delleconomia sommersa condizione necessaria per assicurare lesaustivit mersa condizione necessaria per assicurare lesaustivit delle stime del prodotto interno lordo, misurarne limpatto sulla delle stime del prodotto interno lordo, misurarne limpatto sulla crescita del sistema economico, studiarne le caratteristiche crescita del sistema economico, studiarne le caratteristiche nellambito del nostro mercato del lavoro. In Italia la consistennellambito del nostro mercato del lavoro. In Italia la consistenza del lavoro sommerso abbastanza rilevante, coinvolgendo za del lavoro sommerso abbastanza rilevante, coinvolgendo nel 2005 circa ilil 12 per cento delle unit di lavoro, prevalentenel 2005 circa 12 per cento delle unit di lavoro, prevalentemente in alcune aree e settori produttivi. mente in alcune aree e settori produttivi. Sono definite non regolari le prestazioni lavorative svolte senza Sono definite non regolari le prestazioni lavorative svolte senza ilil rispetto della normativa vigente in materia fiscalerispetto della normativa vigente in materia fiscalecontributiva, quindi non osservabili direttamente presso le imcontributiva, quindi non osservabili direttamente presso le imprese, le istituzioni e le fonti amministrative. La misura prese, le istituzioni e le fonti amministrative. La misura dellinput di lavoro non regolare qui utilizzata fa riferimento al dellinput di lavoro non regolare qui utilizzata fa riferimento al concetto di unit di lavoro (Ula): le Ula rappresentano la traconcetto di unit di lavoro (Ula): le Ula rappresentano la trasformazione a tempo pieno delle prestazioni lavorative offerte sformazione a tempo pieno delle prestazioni lavorative offerte e sono ottenute dalla somma delle posizioni lavorative a tempo e sono ottenute dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e delle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e pieno e delle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unit a tempo pieno. Lindicatore secondarie) trasformate in unit a tempo pieno. Lindicatore costruito come rapporto percentuale tra unit di lavoro irregolacostruito come rapporto percentuale tra unit di lavoro irregolare e unit di lavoro totali. re e unit di lavoro totali. Con riferimento al 2005, la quota di unit di lavoro irregolari sul Con riferimento al 2005, la quota di unit di lavoro irregolari sul totale ammonta nel nostro Paese al 12,1 per cento, in lieve totale ammonta nel nostro Paese al 12,1 per cento, in lieve aumento rispetto al biennio precedente, nel corso del quale si aumento rispetto al biennio precedente, nel corso del quale si erano sentiti gli effetti positivi di un massiccio processo di regoerano sentiti gli effetti positivi di un massiccio processo di regolarizzazione della manodopera immigrata. Le differenze territolarizzazione della manodopera immigrata. Le differenze territoriali sono rilevanti e ilil classico schema che vede le regioni del riali sono rilevanti e classico schema che vede le regioni del Nord e poi del Centro comportarsi meglio di quelle del MezzoNord e poi del Centro comportarsi meglio di quelle del Mezzogiorno pienamente rispettato. Nelle due ripartizioni settengiorno pienamente rispettato. Nelle due ripartizioni settentrionali la quota di lavoro irregolare si attesta al di sotto del 9 trionali la quota di lavoro irregolare si attesta al di sotto del 9 per cento, grazie soprattutto al comportamento delle sue reper cento, grazie soprattutto al comportamento delle sue regioni pi grandi. Le quattro regioni del Centro sfiorano nel loro gioni pi grandi. Le quattro regioni del Centro sfiorano nel loro insieme l11 per cento con un comportamento peggiore di Uminsieme l11 per cento con un comportamento peggiore di Umbria e Lazio. Assai peggiore la posizione del Sud nel suo combria e Lazio. Assai peggiore la posizione del Sud nel suo complesso dove quasi un lavoratore su cinque pu essere consideplesso dove quasi un lavoratore su cinque pu essere considerato irregolare, con valori particolarmente elevati in Sicilia e in rato irregolare, con valori particolarmente elevati in Sicilia e in Calabria (qui si registra ililvalore pi alto pari al 26,5 per cento). Calabria (qui si registra valore pi alto pari al 26,5 per cento). Nella prima parte del decennio loccupazione irregolare si Nella prima parte del decennio loccupazione irregolare si complessivamente ridotta a livello sia nazionale (-1,7 punti complessivamente ridotta a livello sia nazionale (-1,7 punti percentuali) sia ripartizionale. Le flessioni pi marcate si regipercentuali) sia ripartizionale. Le flessioni pi marcate si registrano nelle regioni del Centro e tutte le regioni del Nord mostrano nelle regioni del Centro e tutte le regioni del Nord mostrano variazioni negative ad eccezione della Valle dAosta. strano variazioni negative ad eccezione della Valle dAosta. Nel Mezzogiorno, invece, si registrano andamenti discordanti Nel Mezzogiorno, invece, si registrano andamenti discordanti con riduzioni consistenti in Campania e Puglia, controbilanciati con riduzioni consistenti in Campania e Puglia, controbilanciati da aumenti di circa un punto percentuale in Basilicata, Calabria da aumenti di circa un punto percentuale in Basilicata, Calabria e Sardegna. e Sardegna. La grande distanza tra le diverse zone nel Paese pu solo in La grande distanza tra le diverse zone nel Paese pu solo in parte essere spiegata da una diversa composizione settoriale parte essere spiegata da una diversa composizione settoriale
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

e dimensionale delle rispettive economie. Tuttavia, non si pu e dimensionale delle rispettive economie. Tuttavia, non si pu trascurare ilil fatto che ilil lavoro sommerso, oltre ad essere pi trascurare fatto che lavoro sommerso, oltre ad essere pi diffuso nelle unit produttive di minori dimensioni, anche diffuso nelle unit produttive di minori dimensioni, anche caratterizzato da forti specificit settoriali. Nellagricoltura oltre caratterizzato da forti specificit settoriali. Nellagricoltura oltre ilil 20 per cento delloccupazione irregolare, con punte supe20 per cento delloccupazione irregolare, con punte superiori al 25 per cento nel Mezzogiorno. Di gran lunga inferiore, e riori al 25 per cento nel Mezzogiorno. Di gran lunga inferiore, e leggermente sotto la media nazionale, la quota di irregolari leggermente sotto la media nazionale, la quota di irregolari nelle costruzioni, dove per le regioni del Sud e delle Isole nelle costruzioni, dove per le regioni del Sud e delle Isole registrano un valore superiore al 20 per cento. Molto pi conregistrano un valore superiore al 20 per cento. Molto pi contenuto ilil tasso di irregolarit dellindustria in senso stretto e tenuto tasso di irregolarit dellindustria in senso stretto e quasi esclusivamente imputabile al Mezzogiorno. Nei servizi, quasi esclusivamente imputabile al Mezzogiorno. Nei servizi, infine, si osserva una quota di lavoro irregolare superiore a infine, si osserva una quota di lavoro irregolare superiore a quella media nazionale (19,8 per cento), con differenze meno quella media nazionale (19,8 per cento), con differenze meno rilevanti tra le diverse ripartizioni. rilevanti tra le diverse ripartizioni. Unit di lavoro irregolari per regione Anno 2005 Unit di lavoro irregolari per regione Anno 2005 (percentuale sul totale delle unit di lavoro) (percentuale sul totale delle unit di lavoro)

Unit di lavoro irregolari per settore e ripartizione geografica Anno 2005 (percentuale sul totale delle unit di lavoro) Unit di lavoro irregolari per settore e ripartizione geografica Anno 2005 (percentuale sul totale delle unit di lavoro)
30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0 Agricoltura Agricoltura
Fonte: Istat, Conti economici territoriali Fonte: Istat, Conti economici territoriali

Nord-ovest Nord-ovest

Nord-est Nord-est

Centro Centro

Mezzogiorno Mezzogiorno

Italia Italia

Industria in senso stretto Industria in senso stretto

Costruzioni Costruzioni

Servizi Servizi

Unit di lavoro irregolari per regione Anni 2001-2005 (percentuale sul totale delle unit di lavoro) Unit di lavoro irregolari per regione Anni 2001-2005 (percentuale sul totale delle unit di lavoro)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia 2001 2001 10,8 10,8 10,0 10,0 9,4 9,4 14,0 14,0 9,1 9,1 9,1 9,1 9,1 9,1 9,9 9,9 11,4 11,4 9,4 9,4 10,6 10,6 14,8 14,8 11,8 11,8 15,1 15,1 13,5 13,5 18,2 18,2 23,0 23,0 18,8 18,8 19,0 19,0 26,0 26,0 23,0 23,0 18,4 18,4 10,2 10,2 9,8 9,8 13,1 13,1 10,9 10,9 21,1 21,1 13,8 13,8 2002 2002 9,5 9,5 9,9 9,9 8,1 8,1 12,2 12,2 8,6 8,6 8,8 8,8 8,4 8,4 8,8 8,8 10,7 10,7 8,5 8,5 9,5 9,5 13,0 13,0 10,5 10,5 13,1 13,1 13,6 13,6 18,5 18,5 22,2 22,2 18,2 18,2 19,3 19,3 26,0 26,0 21,9 21,9 17,2 17,2 8,9 8,9 8,9 8,9 11,5 11,5 9,6 9,6 20,4 20,4 12,7 12,7 2003 2003 8,3 8,3 9,8 9,8 7,0 7,0 10,9 10,9 8,4 8,4 8,8 8,8 8,0 8,0 7,9 7,9 9,9 9,9 7,4 7,4 8,4 8,4 11,0 11,0 9,8 9,8 11,0 11,0 12,0 12,0 18,1 18,1 21,2 21,2 16,9 16,9 19,8 19,8 24,7 24,7 21,4 21,4 18,2 18,2 7,7 7,7 8,0 8,0 10,0 10,0 8,4 8,4 19,7 19,7 11,6 11,6 2004 2004 8,8 8,8 10,6 10,6 7,6 7,6 11,7 11,7 8,4 8,4 8,5 8,5 8,3 8,3 8,3 8,3 9,8 9,8 7,5 7,5 8,4 8,4 12,0 12,0 9,8 9,8 12,1 12,1 12,0 12,0 17,3 17,3 21,0 21,0 15,5 15,5 18,7 18,7 26,2 26,2 19,7 19,7 19,6 19,6 8,3 8,3 8,2 8,2 10,5 10,5 8,9 8,9 19,2 19,2 11,7 11,7 2005 2005 9,7 9,7 10,8 10,8 7,8 7,8 12,5 12,5 8,9 8,9 9,1 9,1 8,8 8,8 8,7 8,7 10,2 10,2 8,0 8,0 9,0 9,0 12,3 12,3 9,5 9,5 11,9 11,9 12,5 12,5 18,6 18,6 20,0 20,0 16,4 16,4 20,1 20,1 26,9 26,9 21,4 21,4 19,4 19,4 8,8 8,8 8,6 8,6 10,7 10,7 9,3 9,3 19,6 19,6 12,1 12,1

Fonte: Istat, Conti economici territoriali Fonte: Istat, Conti economici territoriali

Fonti Fonti

Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Istat, Conti economici territoriali N Istat, Conti economici territoriali

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Rapporto Annuale 2006 N Istat, Rapporto Annuale 2006 N Istat, La misura dell'occupazione non regolare nelle stime di contabiN Istat, La misura dell'occupazione non regolare nelle stime di contabilit nazionale, Statistiche in breve, 66Febbraio 2008 lit nazionale, Statistiche in breve, Febbraio 2008 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it

Fonte: Istat, Conti economici territoriali Fonte: Istat, Conti economici territoriali

100 statistiche per il Paese

Strutture produttive

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: la consistenza delle imprese; il tasso dimprenditorialit; la dimensione media delle imprese; la dinamica demografica delle imprese; la competitivit delle imprese; la composizione settoriale della struttura produttiva. Nel 2005 in Italia si contano circa 65 imprese ogni mille abitanti: valore tra i pi elevati dEuropa, a testimonianza soprattutto del prevalere delle imprese di ridotte dimensioni. Per quanto attiene alla dinamica demografica, nel 2004 in Italia lindicatore di turnover lordo pari al 15,0 per cento. Ogni dieci imprese che nascono, sette sono ancora attive dopo due anni. Il livello di competitivit delle imprese italiane pari nel 2005 a circa 130 euro di valore aggiunto ogni 100 euro di costo unitario del lavoro, valore inferiore a quello medio europeo e in diminuzione rispetto al 2001. Anche se le specializzazioni settoriali delleconomia italiana sono simili a quelli della Germania, la composizione dimensionale molto differente: in Germania, come in tutte le economie dellEuropa continentale, prevale la grande impresa, mentre in Italia, come si visto, le dimensioni produttive sono assai contenute.

Nel confronto europeo le nostre imprese sono mediamente di dimensioni minori, relativamente pi orientate alle attivit manifatturiere (nonostante una tardiva ma veloce terziarizzazione) e, al loro interno, pi specializzate nei comparti che si usa riassumere con il termine made in Italy. La specializzazione in questi settori, prevalentemente a bassa tecnologia, si rafforzata nei primi anni Duemila. Alla modesta dimensione dimpresa concorre anche la forte incidenza del lavoro indipendente, che per tra il 2000 e il 2004 si ridotta di circa un punto percentuale. Questo profilo strutturale del sistema produttivo italiano penalizza le possibilit di sviluppo della nostra economia.

Il tasso di imprenditorialit calcolato come rapporto tra numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle imprese pari, in Italia e nel 2005, al 33 per cento, ben al di sopra della media europea. La dimensione media delle imprese italiane (circa 4 addetti per impresa) superiore nel 2005 soltanto a quella di Portogallo e Grecia.

45
Strutture produttive Imprese per 1.000 abitanti

Oltre 65 imprese ogni 1.000 abitanti, Oltre 65 imprese ogni 1.000 abitanti, valore tra i ipi alti in Europa valore tra pi alti in Europa

Dal punto didi vista della distribuzione regionale la Valle DAosta, Dal punto di vista della distribuzione regionale la Valle DAosta, Dal punto vista della distribuzione regionale la Valle DAosta, lEmilia-Romagna, lala Toscana, la provincia autonoma di BollEmilia-Romagna, la Toscana, la provincia autonoma di BollEmilia-Romagna, Toscana, la provincia autonoma di Bolzano e e le Marche si collocano al di sopra delle 75 imprese ogni zano le le Marche si collocano al di sopra delle 75 imprese ogni zano e Marche si collocano al di sopra delle 75 imprese ogni regioni del Mezzogiorno solo 1.000 abitanti, mentre tra leleregioni del Mezzogiorno solo 1.000 abitanti, mentre tra le regioni del Mezzogiorno solo 1.000 abitanti, mentre tra UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME lAbruzzo e e la Sardegna superano le 56 imprese (questultima lAbruzzo e la Sardegna superano le 56 imprese (questultima lAbruzzo la Sardegna superano le 56 imprese (questultima LeLe analisi pi recenti della Commissione europea sottolineano con unun incremento di circa 3 imprese ogni 1.000 abitanti rispetLe analisi pi recenti della Commissione europea sottolineano analisi pi recenti della Commissione europea sottolineano con un incremento di circa imprese ogni 1.000 abitanti rispetcon incremento di circa 3 3 imprese ogni 1.000 abitanti rispetil il ruolo chiave delle imprese nel sistema economico comunita- toto al 2001). ruolo chiave delle imprese nel sistema economico comunitail ruolo chiave delle imprese nel sistema economico comunitato al 2001). al 2001). rio, intese soprattutto come fonte didi stimolo alla concorrenza e rio, intese soprattutto come fonte di stimolo alla concorrenza e rio, intese soprattutto come fonte stimolo alla concorrenza e allinnovazione. Il Il numero medio di imprese ogni 1.000 abitanti Numero didi imprese per regione Anno 2005 allinnovazione. numero medio di di imprese ogni 1.000 abitanti allinnovazione. Il numero medio imprese ogni 1.000 abitanti Numero di imprese per regione Anno 2005 Numero imprese per regione Anno 2005 costituisce unun importante indicatore del grado di diffusione di (per 1.000 abitanti) costituisce un importante indicatore del grado di diffusione di costituisce importante indicatore del grado di diffusione di (per 1.000 abitanti) (per 1.000 abitanti) iniziative private, che testimonia lala vitalit di un sistema ecoiniziative private, che testimonia la vitalit di un sistema ecoiniziative private, che testimonia vitalit di un sistema economico. Esso, tuttavia, anche influenzato dalla maggiore o nomico. Esso, tuttavia, anche influenzato dalla maggiore o nomico. Esso, tuttavia, anche influenzato dalla maggiore o minore tendenza alla frammentazione del tessuto produttivo. minore tendenza alla frammentazione del tessuto produttivo. minore tendenza alla frammentazione del tessuto produttivo. InIn Italia si hanno nel 2005 circa 65 imprese ogni 1.000 abitanti, In Italia si hanno nel 2005 circa 65 imprese ogni 1.000 abitanti, Italia si hanno nel 2005 circa 65 imprese ogni 1.000 abitanti, valore tra i pi elevati dEuropa, a a testimonianza soprattutto di valore tra ii pi elevati dEuropa, testimonianza soprattutto di di valore tra pi elevati dEuropa, a testimonianza soprattutto una prevalenza didi imprese di ridotte dimensioni. una prevalenza di imprese di ridotte dimensioni. una prevalenza imprese di ridotte dimensioni. Lunit statistica impresa secondo lala definizione del RegolaLunit statistica impresa secondo la definizione del RegolaLunit statistica impresa secondo definizione del Regolamento europeo n.n. 696 del 1993 rappresentata dalla pi picmento europeo n. 696 del 1993 rappresentata dalla pi picmento europeo 696 del 1993 rappresentata dalla pi piccola combinazione didi unit giuridiche costituente ununit orcola combinazione di unit giuridiche costituente ununit orcola combinazione unit giuridiche costituente ununit organizzativa per lalaproduzione didibeni e eservizi che fruisce ganizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce ganizzativa per produzione beni servizi che fruisce duna certa autonomia decisionale. Unimpresa esercita una o o duna certa autonomia decisionale. Unimpresa esercita una o duna certa autonomia decisionale. Unimpresa esercita una pi attivit inin uno o pi luoghi. pi attivit in uno pi luoghi. pi attivit uno o o pi luoghi. Lanalisi svolta si si riferisce alle imprese dei settori dellindustria Lanalisi svolta si riferisce alle imprese dei settori dellindustria Lanalisi svolta riferisce alle imprese dei settori dellindustria e edei servizi alle imprese. SiSiescludono leleunit statistiche e dei servizi alle imprese. Si escludono le unit statistiche dei servizi alle imprese. escludono unit statistiche dellagricoltura, dei servizi finanziari, didi quelli alle persone e del dellagricoltura, dei servizi finanziari, di quelli alle persone del dellagricoltura, dei servizi finanziari, quelli alle persone e e del settore non profit. settore non profit. settore non profit. Il Il confronto temporale tra il 2001 e il 2005 consente di evidenconfronto temporale tra il 2001 e il 2005 consente di di evidenIl confronto temporale tra il 2001 e il 2005 consente evidenziare gligli aspetti dinamici di questo dato strutturale. ziare gli aspetti dinamici di questo dato strutturale. ziare aspetti dinamici di questo dato strutturale. Nel 2005 inin Europa operano circa 40 imprese dellindustria e Nel 2005 in Europa operano circa 40 imprese dellindustria e Nel 2005 Europa operano circa 40 imprese dellindustria e dei servizi privati ogni 1.000 abitanti, circa 4 4 imprese in pi dei servizi privati ogni 1.000 abitanti, circa 4 imprese in pi dei servizi privati ogni 1.000 abitanti, circa imprese in pi rispetto alal 2001. LItalia mostra variazioni contenute tra due rispetto al 2001. LItalia mostra variazioni contenute tra ii due rispetto 2001. LItalia mostra variazioni contenute tra i due anni (65,2 imprese ogni 1.000 addetti nel 2005) e,e, insieme agli anni (65,2 imprese ogni 1.000 addetti nel 2005) e, insieme agli anni (65,2 imprese ogni 1.000 addetti nel 2005) insieme agli altri paesi dellarea mediterranea, alla Svezia, allUngheria, alal altri paesi dellarea mediterranea, alla Svezia, allUngheria, al altri paesi dellarea mediterranea, alla Svezia, allUngheria, Lussemburgo e ealla Slovenia, presenta valori superiori alla Lussemburgo e alla Slovenia, presenta valori superiori alla Lussemburgo alla Slovenia, presenta valori superiori alla media europea (40), a a testimonianza del fatto che in queste media europea (40), a testimonianza del fatto che in queste media europea (40), testimonianza del fatto che in queste economie sono relativamente pi diffuse lele iniziative private economie sono relativamente pi diffuse le iniziative private economie sono relativamente pi diffuse iniziative private con forme organizzative didi tipo individuale. Il Paese con la pi con forme organizzative di tipo individuale. Paese con la la pi con forme organizzative tipo individuale. Il Il Paese con pi alta densit didi attivit produttive private la Repubblica Ceca alta densit di attivit produttive private la Repubblica Ceca alta densit attivit produttive private la Repubblica Ceca con 8686 imprese ogni 1.000 abitanti (73 nel 2001), mentre la con 86 imprese ogni 1.000 abitanti (73 nel 2001), mentre la con imprese ogni 1.000 abitanti (73 nel 2001), mentre la Slovacchia allopposto conta solo 8 8 imprese ogni 1.000 abitanSlovacchia allopposto conta solo imprese ogni 1.000 abitanSlovacchia allopposto conta solo 8 imprese ogni 1.000 abitanti.ti. In paesi pi avanzati come la Germania e il Regno Unito la ti. In paesi pi avanzati come la Germania il Regno Unito la la In paesi pi avanzati come la Germania e e il Regno Unito minore densit didi iniziative private segno di una prevalenza minore densit di iniziative private segno di una prevalenza minore densit iniziative private segno di una prevalenza didi forme organizzative di tipo societario. di forme organizzative di tipo societario. forme organizzative di tipo societario. Tutte lele regioni italiane si si caratterizzano per valori Tutte le regioni italiane si caratterizzano per valori Tutte regioni italiane caratterizzano per valori dellindicatore superiori alla media europea. Nel Nord-est si si dellindicatore superiori alla media europea. Nel Nord-est si dellindicatore superiori alla media europea. Nel Nord-est osserva il il valore pi elevato, oltre 70 imprese per 1.000 abiosserva valore pi elevato, oltre 7070 imprese per 1.000 abiosserva il valore pi elevato, oltre imprese per 1.000 abitanti, e e stabile rispetto al 2001. Nel Mezzogiorno il rapporto tanti, stabile rispetto al al 2001. Nel Mezzogiorno rapporto tanti, e stabile rispetto 2001. Nel Mezzogiorno il il rapporto strutturalmente pi basso (circa 5252 imprese ogni 1.000 abistrutturalmente pi basso (circa 52 imprese ogni 1.000 abistrutturalmente pi basso (circa imprese ogni 1.000 abitanti), ma con valore dellindicatore inin crescita (circa 2 impretanti), ma con valore dellindicatore in crescita (circa impretanti), ma con valore dellindicatore crescita (circa 2 2 impresese in pi rispetto al 2001). se in pi rispetto al 2001). in pi rispetto al 2001).
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Numero didi imprese nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (a) (per 1.000 abitanti) Numero di imprese nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (a) (per 1.000 abitanti) Numero imprese nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (a) (per 1.000 abitanti)
90 9090 80 8080 70 7070 60 6060 50 5050 40 4040 30 3030 20 2020 10 1010 0 00
Re Repu pubb bblic lica C a e C P eca G Portca (b) re ortog (b G c oa re ia g llo cia (b all (b) ( o IT ) ( c) ITALc) Sp ALIA Spag IA an Sv gna S a Ci vezia e C pro zia ip Lu Ungro (b) Un h (b Luss g e ssem h r ia emb er ia u Sl burgo S ov rgo loven enia Da Bel ia B Dani elgio nima gio mr Po arca Polo ca Fr lonia F a nia Fi ranci Finla ncia nl nd a a Aundia A st ia Li ustria Bu Litua ria B lg tuani Paulgar iania Paes ar ia ( a esi B ( b) i Bas b Es assi Estonsi Re L to i Regn Let nia gno ettton a o Un oniia U Irl niitto ( a Irlan o b) ad G nda ((b Germa b) er a (b Romania R n Sl omania Slov mania ovacc ia a h cc ia hi a

2001 2001 2001

2005 2005 2005

Ue27 Ue27 Ue27

Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS (a) Malta non disponibile. (a)(a) Malta non disponibile. Malta non disponibile. (b) Dati riferiti al 2004. (b)(b) Dati riferiti al 2004. Dati riferiti al 2004. (c) II dati del 2001 non sono disponibili. (c)(c)dati del 2001 non sono disponibili. I dati del 2001 non sono disponibili.

Numero di imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (per 1.000 abitanti) Numero imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (per 1.000 abitanti) Numero didi imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (per 1.000 abitanti)
80 80 80 75 75 75 70 70 70 65 65 65
2001 2001 2001 2005 2005 2005

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

Fonti Fonti Fonti

60 60 60 55 55 55 50 50 50 45 45 45 40 40 40 Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

NN Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) N Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) NN Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) Eurostat, Structural Business Statistics (SBS)

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Rapporto Annuale 2006 N Istat, Rapporto Annuale 2006 Istat, Rapporto Annuale 2006 NN Istat, Struttura dimensione delle imprese, Statistiche in in breve, N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche in breve, Istat, Struttura e e dimensione delle imprese, Statistiche breve, 1212 luglio 2007 12 luglio 2007 luglio 2007 Siti internet Siti internet Siti internet NN http://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it NN http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

100 statistiche per il Paese

Nel Mezzogiorno le quote pi elevate Nel Mezzogiorno le quote pi elevate di lavoratori autonomi di lavoratori autonomi
Limprenditore colui che affronta il rischio dimpresa in proLimprenditore colui che affronta rischio dimpresa in in proLimprenditore colui che affronta il il rischio dimpresa proprio, con maggiore autonomia e e profondendo le proprie risorse prio, con maggiore autonomia profondendo le le proprie risorse prio, con maggiore autonomia e profondendo proprie risorse nella realizzazione del progetto imprenditoriale. InIn molte econella realizzazione del progetto imprenditoriale. In molte econella realizzazione del progetto imprenditoriale. molte economie sviluppate esso riveste unun ruolo residuale per la presennomie sviluppate esso riveste un ruolo residuale per la presennomie sviluppate esso riveste ruolo residuale per la presenzaza di imprese di grandi dimensioni dove stato modificato il za di imprese di grandi dimensioni dove stato modificato il di imprese di grandi dimensioni dove stato modificato il tradizionale rapporto frafra proprietario e amministratore di impretradizionale rapporto fra proprietario amministratore di di impretradizionale rapporto proprietario e e amministratore impresa, mentre inin altre economie, come quella italiana, rimane forte sa, mentre in altre economie, come quella italiana, rimane forte sa, mentre altre economie, come quella italiana, rimane forte lala vocazione imprenditoriale. Lindicatore utilizzato per misurala vocazione imprenditoriale. Lindicatore utilizzato per misuravocazione imprenditoriale. Lindicatore utilizzato per misurarere tale vocazione rappresentato dalla quota di lavoro indire tale vocazione rappresentato dalla quota di lavoro inditale vocazione rappresentato dalla quota di lavoro indipendente presente nelle imprese. Nel 2005 il il valore di questo pendente presente nelle imprese. Nel 2005 valore di di questo pendente presente nelle imprese. Nel 2005 il valore questo indicatore pari, in Italia, al 33 per cento, dato che ci colloca indicatore pari, in Italia, al 33 per cento, dato che ci colloca indicatore pari, in Italia, al 33 per cento, dato che ci colloca ben alal di sopra della media europea. ben al di sopra della media europea. ben di sopra della media europea.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

nene con il pi alto tasso di imprenditorialit (47,5 per cento), ne con il pi alto tasso di imprenditorialit (47,5 per cento), con il pi alto tasso di imprenditorialit (47,5 per cento), seguono il il Molise e la Sicilia, segno anche del permanere in seguono Molise e e la Sicilia, segno anche del permanere in seguono il Molise la Sicilia, segno anche del permanere in forme organizzative impresa stampo queste regioni didiforme organizzative didiimpresa didistampo queste regioni di forme organizzative di impresa di stampo queste regioni tradizionale. Il Il minor tasso di imprenditorialit si registra, invetradizionale. minor tasso di di imprenditorialit si registra, invetradizionale. Il minor tasso imprenditorialit si registra, invece, nel Lazio e e nella Lombardia con circa 1 lavoratore autonoce, nel Lazio nella Lombardia con circa 1 lavoratore autonoce, nel Lazio e nella Lombardia con circa 1 lavoratore autonomo ogni 4.4. mo ogni 4. mo ogni Lavoratori indipendenti per regione Anno 2005 Lavoratori indipendenti per regione Anno 2005 Lavoratori indipendenti per regione Anno 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) (valori percentuali sul totale dei lavoratori) (valori percentuali sul totale dei lavoratori)

Lavoratori indipendenti nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) (a) Lavoratori indipendenti nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) (a) Lavoratori indipendenti nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) (a)
4545 45 4040 40 3535 35 3030 30 2525 25 2020 20 1515 15 1010 10 55 5 00 0
G Grec re ia Re cia (b Repu (b) ( c ) ) pubb bblic IITA( c L a lica C TALIA Cec I Po eca A (b Polo a ) lonia (b nia (c B (c) Belg S elgio Spag io Unpagna n BuUnghe a Bulg gheria ar ri lg i a ar a ia (b S ) Ci Sve(b pr v zi Ci o e a Papro (b) zia Paes (b) ( c esi B ( c) i Bas Auassi Sl Aust si ov stria S e lov n ria enia L ia (c) Liitua (c Ir tu n a Irlland aniia an a Re Ge da ( b Regn Germ ( b) a gno U rmania o n ni U ito a Da n Dani ito (b) n ma (b F imarca Finla rca inl nd a i L Frandia Luss Fra nc a us em n ia se b ci Pomburga Porto urgo rt ga o Leogallo Letto llo n E ttonia Esto ia Rostonia R m ni S o an a Sllov mania ovacc ia ac hi ch a ia
Ue27 Ue27 Ue27

2001 2001 2001

2005 2005 2005

Strutture produttive Quota di lavoratori indipendenti

Il Il tasso di imprenditorialit viene calcolato come rapporto tra il tasso di di imprenditorialit viene calcolato come rapporto tra il Il tasso imprenditorialit viene calcolato come rapporto tra il numero didi lavoratori indipendenti e il totale dei lavoratori delle numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle numero lavoratori indipendenti e il il totale dei lavoratori delle imprese. imprese. imprese. Il Il lavoratore indipendente si distingue dal lavoratore dipenIl lavoratore indipendente si distingue dal lavoratore dipenlavoratore indipendente si distingue dal lavoratore dipendente (cd. lavoratore subordinato) per il il grado di autonomia dente (cd. lavoratore subordinato) per grado di di autonomia dente (cd. lavoratore subordinato) per il grado autonomia decisionale e e per lassunzione di responsabilit. Esso coordecisionale e per lassunzione di responsabilit. Esso coordecisionale per lassunzione di responsabilit. Esso coordina gligli impieghi produttivi proponendosi il raggiungimento di dina gli impieghi produttivi proponendosi raggiungimento di di dina impieghi produttivi proponendosi il il raggiungimento unun fine aziendale, che di solito il profitto. Lavoratori indiun fine aziendale, che di solito il profitto. Lavoratori indifine aziendale, che di solito il profitto. Lavoratori indipendenti sono gligli imprenditori, lavoratori autonomi, i profespendenti sono gli imprenditori, ii lavoratori autonomi, ii profespendenti sono imprenditori, i lavoratori autonomi, professionisti, i icoadiuvanti familiari e ei icooperatori, nel caso didi sionisti, i coadiuvanti familiari e i cooperatori, nel caso di sionisti, coadiuvanti familiari cooperatori, nel caso societ cooperative. Dal calcolo sisi escludono le forme consociet cooperative. Dal calcolo si escludono le forme consociet cooperative. Dal calcolo escludono le forme contrattuali atipiche (ad esempio lele collaborazioni a progetto) in trattuali atipiche (ad esempio le collaborazioni a progetto) in trattuali atipiche (ad esempio collaborazioni a progetto) in quanto contemplano caratteristiche sia didi lavoro autonomo quanto contemplano caratteristiche sia di lavoro autonomo quanto contemplano caratteristiche sia lavoro autonomo sia didi lavoro subordinato. sia di lavoro subordinato. sia lavoro subordinato.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS (a)(a)dati di di Malta non sono disponibili. I dati di Malta non sono disponibili. (a) II dati Malta non sono disponibili. (b)(b) Dati riferiti al 2004. Dati riferiti al 2004. (b) Dati riferiti al 2004. (c)(c)dati del 2001 non sono disponibili. I dati del 2001 non sono disponibili. (c) II dati del 2001 non sono disponibili.

Lavoratori indipendenti per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) Lavoratori indipendenti per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori) Lavoratori indipendenti per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 (valori percentuali sul totale dei lavoratori)
50 50 50
Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

LaLa Grecia e lItalia sono paesi con lala pi alta vocazione imLa Grecia e lItalia sono ii paesi con la pi alta vocazione imGrecia e lItalia sono i paesi con pi alta vocazione imprenditoriale, con 2 2 lavoratori in proprio su 5 e 1 su 3, rispettiprenditoriale, con lavoratori in in proprio su e 1 susu 3, rispettiprenditoriale, con 2 lavoratori proprio su 5 5 e 1 3, rispettivamente. LaLa media europea, sia quella dei 15 paesi originari, vamente. La media europea, sia quella dei 15 paesi originari, vamente. media europea, sia quella dei 15 paesi originari, sia quella attuale dei 2727 paesi, di circa 1313 per cento e risulsia quella attuale dei 27 paesi, di di circa il 13 per cento risulsia quella attuale dei paesi, circa il il per cento e e risultata in aumento di un punto percentuale rispetto al 2001. ta in aumento di un punto percentuale rispetto al 2001. in aumento di un punto percentuale rispetto al 2001. InIn Italia negli ultimi anni si registra un calo di circa 2 punti perIn Italia negli ultimi anni si registra un calo di circa punti perItalia negli ultimi anni si registra un calo di circa 2 2 punti percentuali. InIn altri paesi, ad esempio il Portogallo, il calo risulta centuali. In altri paesi, ad esempio Portogallo, il calo risulta centuali. altri paesi, ad esempio il il Portogallo, il calo risulta ancora pi evidente, come pure nei due paesi entrati didi recente ancora pi evidente, come pure nei due paesi entrati di recente ancora pi evidente, come pure nei due paesi entrati recente nellUnione (Bulgaria e e Romania). La vocazione imprenditoriale nellUnione (Bulgaria Romania). LaLa vocazione imprenditoriale nellUnione (Bulgaria e Romania). vocazione imprenditoriale ,,invece, inincrescita ininalcuni Paesi dellex area socialista , invece, in crescita in alcuni Paesi dellex area socialista invece, crescita alcuni Paesi dellex area socialista (Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e e Ungheria) e nella Sve(Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Ungheria) e nella Sve(Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca Ungheria) e nella Svezia, con aumenti che vanno dada 1 punto percentuale in Unghezia, con aumenti che vanno da punto percentuale in in Unghezia, con aumenti che vanno 1 1 punto percentuale Ungheriaria a circa 4 punti percentuali in Svezia. ria circa 4 punti percentuali in in Svezia. a a circa 4 punti percentuali Svezia. Nelle regioni del Sud e e delle Isole la quota di lavoratori indiNelle regioni del Sud e delle Isole la quota di lavoratori indiNelle regioni del Sud delle Isole la quota di lavoratori indipendenti, seppure inin calo dal 2001, raggiunge valori simili a pendenti, seppure in calo dal 2001, raggiunge valori simili a pendenti, seppure calo dal 2001, raggiunge valori simili a quelli della Grecia, mentre molto pi bassa nel resto quelli della Grecia, mentre molto pi bassa nel resto quelli della Grecia, mentre molto pi bassa nel resto dellItalia (valore medio 3333 per cento). dellItalia (valore medio 33 per cento). dellItalia (valore medio per cento). I valori minimi si si registrano nel Nord-ovest (circa 29 per cento), II valori minimi si registrano nel Nord-ovest (circa 29 per cento), valori minimi registrano nel Nord-ovest (circa 29 per cento), comunque pi alti delle medie europee. LaLa Calabria la regiocomunque pi alti delle medie europee. La Calabria la la regiocomunque pi alti delle medie europee. Calabria regioLITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

2001 2001 2001

2005 2005 2005

45 45 45

40 40 40

Fonti Fonti Fonti

NN Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) N Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) NN Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) Eurostat, Structural Business Statistics (SBS)

35 35 35

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Rapporto Annuale 2006 N Istat, Rapporto Annuale 2006 Istat, Rapporto Annuale 2006 NN Istat, Struttura dimensione delle imprese, Statistiche in in breve, N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche in breve, Istat, Struttura e e dimensione delle imprese, Statistiche breve, 1212 luglio 2007 12 luglio 2007 luglio 2007 Siti internet Siti internet Siti internet NN http://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it NN http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

30 30 30

25 25 25 Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

46

100 statistiche per il Paese

47
Strutture produttive Numero medio di addetti per impresa

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

LaLa dimensione media dimpresa calcolata come rapporto tra La dimensione media dimpresa calcolata come rapporto tra dimensione media dimpresa calcolata come rapporto tra il numero didi addetti e numero didi imprese. Il totale degli addetil numero di addetti il il numero di imprese. totale degli addetil numero addetti e e il numero imprese. Il Il totale degli addetti ti didi unimpresa costituito dal numero didi lavoratori ti di unimpresa costituito dal numero di lavoratori unimpresa costituito dal numero lavoratori indipendenti e e dipendenti con contratto di lavoro subordinato, indipendenti e dipendenti con contratto di lavoro subordinato, indipendenti dipendenti con contratto di lavoro subordinato, mediamente presenti nellimpresa nellanno didi riferimento. mediamente presenti nellimpresa nellanno di riferimento. mediamente presenti nellimpresa nellanno riferimento. Vengono qui utilizzati i dati delle indagini strutturali a a livello Vengono qui utilizzati ii dati delle indagini strutturali a livello Vengono qui utilizzati dati delle indagini strutturali livello europeo che escludono lele unit statistiche dellagricoltura, dei europeo che escludono le unit statistiche dellagricoltura, dei europeo che escludono unit statistiche dellagricoltura, dei servizi finanziari, didi quelli alle persone e del settore non-profit. servizi finanziari, di quelli alle persone del settore non-profit. servizi finanziari, quelli alle persone e e del settore non-profit. Per lItalia si si utilizzano dati dellArchivio Statistico delle ImprePer lItalia si utilizzano ii dati dellArchivio Statistico delle ImprePer lItalia utilizzano i dati dellArchivio Statistico delle Impresese Attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali se Attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali Attive relativi agli stessi settori delle statistiche strutturali europee. Dal calcolo sisi escludono le forme contrattuali atipieuropee. Dal calcolo si escludono le forme contrattuali atipieuropee. Dal calcolo escludono le forme contrattuali atipiche (ad esempio lele collaborazioni a progetto) in quanto conche (ad esempio le collaborazioni a progetto) in quanto conche (ad esempio collaborazioni a progetto) in quanto contemplano caratteristiche sia didi lavoro autonomo sia di lavoro templano caratteristiche sia di lavoro autonomo sia di lavoro templano caratteristiche sia lavoro autonomo sia di lavoro subordinato. subordinato. subordinato. Se si si esclude la Slovacchia, dove resistono le grosse realt Se si esclude la Slovacchia, dove resistono le grosse realt Se esclude la Slovacchia, dove resistono le grosse realt produttive retaggio delle economie socialiste, lele imprese della produttive retaggio delle economie socialiste, le imprese della produttive retaggio delle economie socialiste, imprese della Germania e e del Regno Unito impiegano mediamente il pi alto Germania del Regno Unito impiegano mediamente il pi alto Germania e del Regno Unito impiegano mediamente il pi alto numero didi addetti (circa 12). numero di addetti (circa 12). numero addetti (circa 12). Tra il il 2001 e il 2005 molti paesi dellest Europa registrano cali Tra 2001 e il 2005 molti paesi dellest Europa registrano cali Tra il 2001 e il 2005 molti paesi dellest Europa registrano cali notevoli delle dimensioni medie. Cos pure lala Francia, la Svenotevoli delle dimensioni medie. Cos pure la Francia, la Svenotevoli delle dimensioni medie. Cos pure Francia, la Svezia e e Portogallo, che scendono rispettivamente a a 6, a 5 e a 4 zia il il Portogallo, che scendono rispettivamente 6, 6, 5 e a 4 4 zia e il Portogallo, che scendono rispettivamente a a a 5 e a addetti medi per impresa. Tale riduzione ,, dunque, generalizaddetti medi per impresa. Tale riduzione , dunque, generalizaddetti medi per impresa. Tale riduzione dunque, generalizzata e e si registra in misura inferiore anche in altri paesi eurozata e si registra in misura inferiore anche in altri paesi eurozata si registra in misura inferiore anche in altri paesi europei. LaLa media dei paesi Ue15 scende da 7,2 a 6,6 addetti per pei. La media dei paesi Ue15 scende da 7,2 6,6 addetti per pei. media dei paesi Ue15 scende da 7,2 a a 6,6 addetti per impresa. InIn Italia, come in Spagna e in Bulgaria, si registra impresa. In Italia, come in Spagna e in Bulgaria, si registra impresa. Italia, come in Spagna e in Bulgaria, si registra invece unun aumento,approssimando, nel caso nazionale, 4 4 invece unaumento, approssimando, nel caso nazionale, 4 invece aumento, approssimando, nel caso nazionale, addetti per impresa e e superando, negli altri paesi, rispettivaaddetti per impresa e superando, negli altri paesi, rispettivaaddetti per impresa superando, negli altri paesi, rispettivamente 5 5 e 7 addetti. mente e 7 addetti. mente 5 e 7 addetti.
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS (a) II dati Malta non sono disponibili. (a)(a)dati di di Malta non sono disponibili. I dati di Malta non sono disponibili. (b) Dati riferiti al 2004 invece che al 2005. (b)(b) Dati riferiti al 2004 invece che al 2005. Dati riferiti al 2004 invece che al 2005. (c) II dati del 2001 non sono disponibili. (c)(c)dati del 2001 non sono disponibili. I dati del 2001 non sono disponibili.

Numero medio di addetti delle imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 Numero medio addetti delle imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 Numero medio didi addetti delle imprese per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005
5 55 2001 2001 2001 2005 2005 2005

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

Fonti Fonti Fonti

NNIstat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) N Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) NNEurostat, Structural Business Statistics (SBS) N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) Eurostat, Structural Business Statistics (SBS)

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Rapporto Annuale 2005 N Istat, Rapporto Annuale 2005 Istat, Rapporto Annuale 2005 NNIstat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche in in breve, N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche in breve, Istat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche breve, 1212 luglio 2007 12 luglio 2007 luglio 2007 Siti internet Siti internet Siti internet NNhttp://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it NNhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Nonostante unun discreto aumento, la dimensione delle imprese Nonostante un discreto aumento, la dimensione delle imprese Nonostante discreto aumento, la dimensione delle imprese del Mezzogiorno resta sotto il il livello dei 3 addetti per impresa, del Mezzogiorno resta sotto livello dei 3 addetti per impresa, del Mezzogiorno resta sotto il livello dei 3 addetti per impresa,

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

100 statistiche per il Paese

Sl Slova ov cc a Re Ge cchia h G Re gn er ma ia g o r m ni no Un an a U ito ia Irl n ito (b Irland (b ) an a ) d ( Es a ( b) Esto b) n Le tonia Le tto ia Ro ttonia n Pa Ro ma ia Paes ma nia esi B nia Lu Lu ss i Bass ssem assi embu i b rg Auurg o o Da Austri Da ni stria nima a m rc Li arca t Bu Lituan a Bulg uan ia lgar ia ia a Fi r ia ( b) Finla ( b) Sl nland Slove nd ia ov n ia e nia i ( Fr a (c) Fra n c) a ncia B cia Po Belg Polo elgio lonia io ni (c Sp a (c) Spag ) a na Sv gn a Se Un vezia Un gh zia Re gher Re pu pubb Cip er iia bb lic Cip ro a a ro (b lic C a e (b) Ceca ) ca (b IT (b) ) Po ITAL I AL A G Portog IA Gre c rtoga l re ia a lo cia (b llo (b ) ( c )( ) c)

mentre nelle altre ripartizioni si si supera il dato medio nazionale. mentre nelle altre ripartizioni si supera dato medio nazionale. mentre nelle altre ripartizioni supera il il dato medio nazionale. InIn Lombardia (5 addetti in media) e nel Lazio (4,5) si rilevano ii In Lombardia (5 addetti in media) nel Lazio (4,5) si si rilevano Lombardia (5 addetti in media) e e nel Lazio (4,5) rilevano i dati pi elevati a a livellonazionale. Toscana, Liguria e e Valle dati pi elevati a livello nazionale. Toscana, Liguria e Valle dati pi elevati livello nazionale. Toscana, Liguria Valle dAosta sono, tra lele regioni del Centro-Nord, quelle caratterizdAosta sono, tra le regioni del Centro-Nord, quelle caratterizdAosta sono, tra regioni del Centro-Nord, quelle caratterizUNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME zate dada dimensioni medie pi basse (3,4 addetti). Nel Sud e zate da dimensioni medie pi basse (3,4 addetti). Nel Sud e zate dimensioni medie pi basse (3,4 addetti). Nel Sud e Il Il numero di addetti per impresa rappresenta una misura di nelle Isole solo inin Basilicata e Sardegna, dove sono presenti le Il numero di addetti per impresa rappresenta una misura di numero di addetti per impresa rappresenta una misura di nelle Isole solo in Basilicata Sardegna, dove sono presenti le le nelle Isole solo Basilicata e e Sardegna, dove sono presenti sintesi della grandezza media delle realt produttive didi un si- imprese didi dimensioni maggiori, legate al comparto della gransintesi della grandezza media delle realt produttive di un sisintesi della grandezza media delle realt produttive un siimprese di dimensioni maggiori, legate al comparto della granimprese dimensioni maggiori, legate al comparto della granstema economico. Secondo molti esperti una ridotta dimensiostema economico. Secondo molti esperti una ridotta dimensio- dede manifattura, si raggiungono 13 addetti in media. stema economico. Secondo molti esperti una ridotta dimensiode manifattura, si raggiungono 13 addetti in media. manifattura, si raggiungono 13 addetti in media. nene media dimpresa pu costituire un freno alla competitivit Se si si guarda alla variazione rispetto al 2001 la Sicilia, la Calane media dimpresa pu costituire un freno alla competitivit media dimpresa pu costituire un freno alla competitivit Se si guarda alla variazione rispetto al 2001 la Sicilia, la CalaSe guarda alla variazione rispetto al 2001 la Sicilia, la Caladellintero sistema produttivo. Secondo altri, invece, i vincoli dellintero sistema produttivo. Secondo altri, invece, ii vincoli bria e e la Campania fanno registrare incrementi superiori al 10 dellintero sistema produttivo. Secondo altri, invece, vincoli bria e la Campania fanno registrare incrementi superiori al 10 bria la Campania fanno registrare incrementi superiori al 10 dimensionali costituiscono unun ostacolosolo sese unitiadad altri per cento. dimensionali costituiscono unostacolo solo seuniti adaltri dimensionali costituiscono ostacolo solo uniti altri per cento. per cento. fattori didi contesto, quali freni alla concorrenza oppure lala debofattori di contesto, quali ii freni alla concorrenza oppure la debofattori contesto, quali i freni alla concorrenza oppure debolezza delle reti infrastrutturali. Peraltro, il il persistere sui mercati Numero medio didi addetti delle imprese per regione lezza delle reti infrastrutturali. Peraltro, persistere sui mercati lezza delle reti infrastrutturali. Peraltro, il persistere sui mercati Numero medio di addetti delle imprese per regione Numero medio addetti delle imprese per regione didi un numero elevato di micro imprese (con meno di 10 addet- Anno 2005 di un numero elevato di micro imprese (con meno di 10 addetun numero elevato di micro imprese (con meno di 10 addetAnno 2005 Anno 2005 ti),ti), anche se abbassa la dimensione media dellintero sistema ti), anche se abbassa la dimensione media dellintero sistema anche se abbassa la dimensione media dellintero sistema produttivo, assegna a a questo segmento dimpresa un ruolo non produttivo, assegna questo segmento dimpresa unun ruolo non produttivo, assegna a questo segmento dimpresa ruolo non trascurabile. quello che accade in alcune economie europee, trascurabile. quello che accade in alcune economie europee, trascurabile. quello che accade in alcune economie europee, compresa lItalia, lala cui dimensione media dimpresa, pari a compresa lItalia, la cui dimensione media dimpresa, pari a compresa lItalia, cui dimensione media dimpresa, pari a circa 4 4 addetti, superiore nel 2005 solo a quella di Portogallo circa addetti, superiore nel 2005 solo a quella di di Portogallo circa 4 addetti, superiore nel 2005 solo a quella Portogallo e e Grecia. Grecia. e Grecia.

Cala la dimensione media di imprese Cala la dimensione media di imprese nellarea Ue. Italia in controtendenza nellarea Ue. Italia in controtendenza

Numero medio didi addetti delle imprese nei paesi Ue Anni 2001 e e 2005 (a) Numero medio di addetti delle imprese nei paesi Ue Anni 2001 2005 (a) Numero medio addetti delle imprese nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (a)
26 2626 24 2424 22 2222 20 2020 18 1818 16 1616 14 1414 12 1212 10 1010 8 88 6 66 4 44 2 22 0 00 Ue27 Ue27 Ue27 2001 2001 2001 2005 2005 2005

4 44

3 33

2 22

1 11

0 00 Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

Nel Nord-est il pi elevato tasso di sopravvivenza


La demografia delle imprese viene utilizzata per analizzare le dinamiche dei diversi mercati e dei diversi contesti economici territoriali. La creazione di nuove imprese, la loro sopravvivenza e la loro fuoriuscita dal mercato costituiscono importanti indicatori del grado di dinamicit di un sistema economico e di resistenza delle nuove iniziative nei mercati in cui si trovano a competere. La Commissione europea ha focalizzato lattenzione su questi aspetti nel Libro Verde sullimprenditorialit, del 2003, evidenziandone limportanza per linnovazione, la creazione di nuovi posti di lavoro e la concorrenza. Per analizzare la dinamica demografica delle imprese sono stati utilizzati due indicatori: il turnover lordo di imprese, chiamato anche business churn, e il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese. Questi indicatori sono inclusi nella sezione relativa alle riforme economiche del sistema di indicatori strutturali usati per monitorare la strategia di Lisbona sulla crescita dellEuropa. Nel 2004 in Italia lindicatore di turnover pari al 15,0 per cento e ogni 10 nuove imprese se ne trovano 7 dopo due anni.
DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Strutture produttive Turnover lordo e tasso di sopravvivenza delle imprese

Unito. Le regioni con tassi di sopravvivenza maggiori sono il Veneto, le province autonome di Trento e Bolzano, la Valle DAosta, le Marche e la Basilicata. Allopposto i valori pi bassi (di poco superiori al 70 per cento) si registrano nel Lazio e in Sicilia. Il Mezzogiorno sembra essere pi dinamico: se si guarda al turnover di imprese, la regione con valori pi elevati la Campania. Nel Nord-est, e pi precisamente nella provincia di Bolzano, si registra invece il valore di turnover pi basso: 10 imprese su 100 entrano ed escono dal mercato in un anno. Tasso di sopravvivenza a due anni della coorte di imprese nate nel 2002, per regione Anno 2004 (valori percentuali)

Turnover lordo e tasso di sopravvivenza delle imprese in alcuni paesi Ue Anni 2001 e 2004 (valori percentuali)
Turnover lordo 2001 35 30 25 20 15 10 5 0
Es to ni a Ro m an ia Re gn Re o pu Un bb ito lic a Ce ca (a Un ) gh er Lu ia ss (a em ) bu rg o (a ) Le tto ni a Sl ov ac Pa ch ia es iB as si (a ) Sp ag na Fi nl an di a (a ) IT AL Po IA rto ga llo (a ) Sv ez i a

Turnover lordo 2004

Tasso di sopravvivenza a due anni della coorte 2002 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Il turnover lordo pari alla somma delle nuove imprese e delle cessate sulla popolazione delle imprese nellanno di riferimento. Il tasso di sopravvivenza pari al numero di imprese ancora in vita dopo due anni di attivit sul totale della coorte di nate nellanno di riferimento. I dati relativi alle nascite e alle cessazioni di imprese sono stimati seguendo standard comuni a livello europeo. Infatti non tutte le nuove imprese sono tali dal punto di vista statistico, come pure le cessazioni. In particolare escluso dalla demografia di impresa il cosiddetto rumore amministrativo, ossia tutte quelle variazioni cui sono sottoposte le unit giuridiche di impresa che comunque non pregiudicano la continuit dellunit statistica. Un confronto tra gli indicatori di demografia delle imprese pu essere svolto solo con i paesi dellUnione europea per i quali sono disponibili i dati. Nel 2004 lItalia rispetto alla maggior parte di questi paesi mostra valori di turnover e di sopravvivenza pi bassi. Nel Regno Unito resiste sul mercato unimpresa in pi rispetto allItalia e il turnover lordo supera il 25 per cento. I paesi con i tassi di sopravvivenza pi alti sono la Svezia e il Portogallo, caratterizzati per da un turnover inferiore anche a quello italiano. Mentre il turnover molto alto in Estonia e in Romania, che si confermano sistemi produttivi molto vivaci. Il Nord-est presenta valori di turnover pi bassi e anche tassi di sopravvivenza che si avvicinano a quelli riscontrati nel Regno
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) Dati riferiti al 2003.

Turnover lordo e tasso di sopravvivenza per ripartizione geografica Anni 2001 e 2004 (valori percentuali)
Turnover lordo 2001 25 Turnover lordo 2004 Tasso di sopravvivenza a due anni della coorte 2002 80 78 20 76 74 15 72 70

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

Fonti

N Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) N Eurostat, Database New Cronos

10

68 66

Altre informazioni

64 62

Pubblicazioni N Istat, Rapporto Annuale 2005 N Istat, La demografia d'impresa, Statistiche in breve, 10 dicembre 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

0 Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

60

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

48

100 statistiche per il Paese

49
Strutture produttive Competitivit di costo

In calo la competitivit delle imprese In calo la competitivit delle imprese In calo la competitivit nazionali nazionali nazionali
Lindicatore sintetico del successo dellimpresa nellarena Lindicatore sintetico del successo dellimpresa nellarena Lindicatore sintetico del successo competitiva calcolato come rapporto tra valore aggiunto per competitiva calcolato come rapporto tra valore aggiunto per competitiva calcolato come rapporto addetto eecosto del lavoro unitario. Esso rappresenta una sinaddetto e costo del lavoro unitario. Esso rappresenta una sinaddetto costo del lavoro unitario. tesi della misura di efficienza dei processi produttivi a parit di tesi della misura di efficienza dei processi produttivi a parit di tesi della misura di efficienza dei processi costo del lavoro eeinclude, pertanto, indicazioni sulla competiticosto del lavoro e include, pertanto, indicazioni sulla competiticosto del lavoro include, pertanto, vit inintermini di costo. Pu essere visto, inoltre, come linverso vit in termini di costo. Pu essere visto, inoltre, come linverso vit termini di costo. Pu essere visto, del costo del lavoro per unit di prodotto (CLUP), indicatore del costo del lavoro per unit di prodotto (CLUP), indicatore del costo del lavoro per unit di prodotto spesso utilizzato aalivello macroeconomico. spesso utilizzato a livello macroeconomico. spesso utilizzato livello macroeconomico. Il Illivello didicompetitivit delle imprese italiane pari nel 2005 a Il livello di competitivit delle imprese italiane pari nel 2005 a livello competitivit delle imprese circa 130 euro di valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di circa 130 euro di valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di circa 130 euro di valore aggiunto per costo unitario del lavoro. IlIl valore inferiore a quello medio costo unitario del lavoro. Il valore inferiore a quello medio costo unitario del lavoro. valore europeo eein calo rispetto al 2001. europeo e inincalo rispetto al 2001. europeo calo rispetto al 2001. Il Illivello didicompetitivit delle imprese dato dal rapporto tra Il livello di competitivit delle imprese dato dal rapporto tra livello competitivit delle imprese valore aggiunto per addetto, cosiddetta produttivit apparente valore aggiunto per addetto, cosiddetta produttivit apparente valore aggiunto per addetto, cosiddetta del lavoro (misura dellincremento di valore che si verifica del lavoro (misura dellincremento di valore che si verifica del lavoro (misura dellincremento nellambito della produzione eedistribuzione di beni e di servizi nellambito della produzione e distribuzione di beni e di servizi nellambito della produzione distribuzione grazie allintervento dei fattori produttivi: capitale e lavoro) e grazie allintervento dei fattori produttivi: capitale e lavoro) e grazie allintervento dei fattori produttivi: costo del lavoro per dipendente. III dati sono tratti dal set delle costo del lavoro per dipendente. dati sono tratti dal set delle costo del lavoro per dipendente. dati statistiche strutturali sulle imprese confrontabili a livello eurostatistiche strutturali sulle imprese confrontabili a livello eurostatistiche strutturali sulle imprese confrontabili peo. Lindicatore presenta, ovviamente, anche dei limiti che peo. Lindicatore presenta, ovviamente, anche dei limiti che peo. Lindicatore presenta, ovviamente, riguardano, oltre leliminazione della componente di eterogeriguardano, oltre leliminazione della componente di eterogeriguardano, oltre leliminazione della neit, laffidabilit delle stime dei risultati economici: basti penneit, laffidabilit delle stime dei risultati economici: basti penneit, laffidabilit delle stime dei risultati sare alalfenomeno di under-reporting dei redditi e allutilizzo di sare al fenomeno di under-reporting dei redditi e allutilizzo di sare fenomeno di under-reporting una misura di costo unitario del lavoro unica per lavoratori una misura di costo unitario del lavoro unica per lavoratori una misura di costo unitario del lavoro dipendenti eeindipendenti. dipendenti e indipendenti. dipendenti indipendenti.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

servizi relativamente al segmento delle micro struzioni e dei servizi eerelativamente al segmento delle micro struzioni e dei servizi e relativamente al segmento delle micro imprese (con meno di 20 addetti), pur con valore e piccole imprese (con meno di 20 addetti), pur con valore e piccole imprese (con meno di 20 addetti), pur con valore inferiore al livello medio nazionale (pertanto tra ripartizionale inferiore al livello medio nazionale (pertanto tra i ii ripartizionale inferiore al livello medio nazionale (pertanto tra in Europa). dato preoccupante, comunque livelli pi bassi in Europa). IlIl dato preoccupante, comunque livelli pi bassi in Europa). Il dato preoccupante, comunque non sembra tanto essere ilil mediocre livello didicompetitivit non sembra tanto essere il mediocre livello di competitivit tanto essere mediocre livello competitivit delle imprese del Mezzogiorno, quanto ililcalo didi competitivitdidi delle imprese del Mezzogiorno, quanto il calo dicompetitivit di Mezzogiorno, quanto calo competitivit quelle del Centro, in particolare di quelle delle costruzioni, ee quelle del Centro, in particolare di quelle delle costruzioni, e Centro, in particolare di quelle delle costruzioni, del Nord dellItalia, in particolare di quelle medio grandi (con 20 del Nord dellItalia, in particolare di quelle medio grandi (con 20 dellItalia, in particolare di quelle medio grandi (con 20 addetti e oltre). addetti e oltre). Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di costo Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di costo per addetto ogni 100 euro di costo unitario del lavoro, per settore eeclasse di addetti unitario del lavoro, per settore e classe di addetti lavoro, per settore classe di addetti Anni 2001-2005 (variazioni percentuali) Anni 2001-2005 (variazioni percentuali) (variazioni percentuali)
Classi di Classi di addetti addetti 1-19 1-19 20 e oltre 20 e oltre Totale Totale 1-19 1-19 20 e oltre 20 e oltre Totale Totale 1-19 1-19 20 e oltre 20 e oltre Totale Totale 1-19 1-19 20 e oltre 20 e oltre Totale Totale NordNordNordovest ovest ovest NordNordNordest est est Centro Centro Centro MezzoMezzoMezzogiorno giorno giorno -1,4 -1,4 -1,4 -10,8 -10,8 -10,8 -8,5 -8,5 -8,5 12,2 12,2 12,2 -8,3 -8,3 -8,3 5,1 5,1 5,1 3,6 3,6 3,6 -7,1 -7,1 -7,1 1,9 1,9 1,9 3,7 3,7 3,7 -10,2 -10,2 -10,2 -1,6 -1,6 -1,6 Italia Italia Italia

Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di di costo unitario del lavoro nei paesi Ue Anni 2001 e 2005 (a) Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro costo unitario deldel lavoro nei paesi Anni 2001 e 2005 (a) (a) Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di costo unitario lavoro nei paesi Ue Ue Anni 2001 e 2005
300 300 300 280 280 280 260 260 260 240 240 240 220 220 220 200 200 200 180 180 180 160 160 160 140 140 140 120 120 120 100 100 100
) ) ) a a g o si a a a (b ) c a r ia (b) llo a c) tria n a lgio (c) nia cia z ia L IA ( c) di ni a ( b a (c c hi a ni a ( b an i oni r r s e a g n e )( ) t to i c i ito im a n gh ec a rtog nlan bu i Ba (b Aus pa Be e nia r ma Fra Sv ITA (b e t land lon va o m gar Litu Es S L r v Ge ia Un a n U o R ul C Po Fi s em es ip ro I lo o a P o Sl D ec s Pa C B S r ic gn G Lu bl Re ub ep R
Ue27 Ue27 Ue27

2001 2001 2001

2005 2005 2005

0,7 0,7 0,7 -13,3 -13,3 -13,3 -3,4 -3,4 -3,4 4,0 4,0 4,0 -10,2 -10,2 -10,2 -2,1 -2,1 -2,1 -0,1 -0,1 -0,1 -8,8 -8,8 -8,8 -5,4 -5,4 -5,4

Costruzioni Costruzioni Costruzioni 8,2 8,2 8,2 0,9 0,9 0,9 -11,7 -11,7 -11,7 -22,8 -22,8 -22,8 2,2 2,2 2,2 -6,2 -6,2 -6,2 Servizi Servizi Servizi -12,2 -12,2 -12,2 0,1 0,1 0,1 -5,9 -5,9 -5,9 Totale Totale Totale -8,7 -8,7 -8,7 -6,3 -6,3 -6,3 -7,0 -7,0 -7,0 -5,4 -5,4 -5,4 -9,7 -9,7 -9,7 -4,9 -4,9 -4,9 -4,8 -4,8 -4,8 -3,0 -3,0 -3,0 -2,3 -2,3 -2,3

5,4 5,4 5,4 -14,0 -14,0 -14,0 -0,5 -0,5 -0,5 -1,9 -1,9 -1,9 -7,0 -7,0 -7,0 -2,5 -2,5 -2,5 -2,5 -2,5 -2,5 -6,0 -6,0 -6,0 -3,8 -3,8 -3,8

Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS Fonte: Eurostat, SBS (a) II dati di Malta non sono disponibili. (a) dati Malta non sono disponibili. (a) I dati didi Malta non sono disponibili. (b) Dati riferiti al 2004 invece che 2005. (b) Dati riferiti 2004 invece che al al 2005. (b) Dati riferiti alal 2004 invece che al 2005. (c) II dati del 2001 non sono disponibili. (c) dati del 2001 non sono disponibili. (c) I dati del 2001 non sono disponibili.

Fonte: Istat, Rilevazione sulle piccole ee medieimprese eeRilevazione Fonte: Istat, Rilevazione sulle piccole emedie imprese e Rilevazione Rilevazione sulle piccole medie imprese Rilevazione del sistema dei conti di impresa del sistema dei conti di impresa conti di impresa

Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro costo unitario deldel lavoro per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di costo unitario lavoro per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005 Valore aggiunto per addetto ogni 100 euro di di costo unitario del lavoro per ripartizione geografica Anni 2001 e 2005
145 145 145 140 140 140 135 135 135 130 130 130 125 125 125 2001 2001 2001 2005 2005 2005

NellUe27 ininmedia le imprese producono 145,5 euro di valore NellUe27 in media le imprese producono 145,5 euro di valore NellUe27 media le imprese producono aggiunto ogni 100 euro di costo del lavoro. Secondo questo aggiunto ogni 100 euro di costo del lavoro. Secondo questo aggiunto ogni 100 euro di costo del indicatore risultano molto competitive le imprese dellest euroindicatore risultano molto competitive le imprese dellest euroindicatore risultano molto competitive peo e edellIrlanda, le quali riescono aasfruttare meglio il vantagpeo e dellIrlanda, le quali riescono a sfruttare meglio il vantagpeo dellIrlanda, le quali riescono gio offerto dal minor costo del lavoro unitario, grazie sia ai gio offerto dal minor costo del lavoro unitario, grazie sia ai gio offerto dal minor costo del lavoro bassi livelli delle retribuzioni sia al ridotto onere dei contributi bassi livelli delle retribuzioni sia al ridotto onere dei contributi bassi livelli delle retribuzioni sia al sociali. Le imprese lettoni ee irlandesi si posizionano al primo sociali. Le imprese lettoni e irlandesi si posizionano al primo sociali. Le imprese lettoni irlandesi posto con un valore dellindicatore di circa il 257 per cento. posto con un valore dellindicatore di circa il 257 per cento. posto con un valore dellindicatore Sopra alalvalore medio Ue27 si collocano anche le imprese di Sopra al valore medio Ue27 si collocano anche le imprese di Sopra valore medio Ue27 si collocano molti paesi dellUe15, quali Regno Unito, Portogallo, Spagna e molti paesi dellUe15, quali Regno Unito, Portogallo, Spagna e molti paesi dellUe15, quali Regno Unito, Austria, ii icui livelli di competitivit in termini di costo sono in Austria, cui livelli di competitivit in termini di costo sono in Austria, cui livelli di competitivit aumento rispetto al 2001. Lindicatore evidenzia inoltre la siaumento rispetto al 2001. Lindicatore evidenzia inoltre la siaumento rispetto al 2001. Lindicatore tuazione didisofferenza delle nostre imprese e di quelle tedetuazione di sofferenza delle nostre imprese e di quelle tedetuazione sofferenza delle nostre sche, che sisicollocano agli ultimi posti della graduatoria e persche, che si collocano agli ultimi posti della graduatoria e persche, che collocano agli ultimi posti dono competitivit rispetto al 2001. Una bassa competitivit di dono competitivit rispetto al 2001. Una bassa competitivit di dono competitivit rispetto al 2001. costo sisirileva anche per le imprese francesi e svedesi, che costo si rileva anche per le imprese francesi e svedesi, che costo rileva anche per le imprese per migliorano rispetto al 2001. per migliorano rispetto al 2001. per migliorano rispetto al 2001. InInItalia il ilcalo di competitivit si osserva soprattutto nelle reIn Italia il calo di competitivit si osserva soprattutto nelle reItalia calo di competitivit si osserva gioni del Centro-Nord. Le imprese del Mezzogiorno mostrano gioni del Centro-Nord. Le imprese del Mezzogiorno mostrano gioni del Centro-Nord. Le imprese invece segnali di recupero, in particolare nei settori delle coinvece segnali di recupero, in particolare nei settori delle coinvece segnali di recupero, in particolare
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonti Fonti

N Istat, Rilevazione sulle piccole eemedie imprese N Istat, Rilevazione sulle piccole e medie imprese Rilevazione sulle piccole medie imprese N Istat, Rilevazione del sistema dei conti didi impresa N Istat, Rilevazione del sistema dei conti diimpresa Rilevazione del sistema dei conti impresa N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS) Structural Business Statistics (SBS)

Altre informazioni Altre informazioni informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Rapporto Annuale 2006 N Istat, Rapporto Annuale 2006 Annuale 2006 N Istat, Struttura eecompetitivit del sistema delle imprese industriali N Istat, Struttura e competitivit del sistema delle imprese industriali competitivit del sistema delle imprese industriali e dei servizi, Statistiche in breve, 29 ottobre 2007 e dei servizi, Statistiche in breve, 29 ottobre 2007 Statistiche in breve, 29 ottobre 2007 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione sulle piccole e medie imprese e Rilevazione del sistema conti di di impresa Fonte: Istat, Rilevazione sulle piccole e medie imprese e Rilevazione sistema dei dei conti di impresa Fonte: Istat, Rilevazione sulle piccole e medie imprese e Rilevazione deldel sistema dei contiimpresa

100 statistiche per il Paese

Le Le ttt o IIrl toniia rla n a an nd Po d a ( Po a ( b llon b on S ia Sllo ia (c ova (c ) v ac ) cc Ro c h a Ro hiia m Bu a n Bu ma n a g llga iia ar i r ia a( Li ( b Lit b tua u an n Re Re E s iia Es a gn tto gn on o o U niia Un a n Da iitto ( Da o (b ni b nim Re ma Re ar pu pu Un rc a bb Un g c a bb gh lliic he ca r a C er iia Ce ec a a P o c a (b P o (b r rtto og ga Fi a llllo F in o Lu nlla Lu an ss nd ss e d i em ia a P a m bu P a bur es rg o es g o ii Ci B as Cip B as p ro sii ro s (b (b) )( Au (c Au c st str S p riia Sp a ag ag n na Be a Be S Sllo g llgio ove io v en ni G ia (c Ge a (c er m rm an an Fr iia Fra a an nci c S v ia Sv a ez ez iia a G Gr IITA T re c AL ec L IIA iia A a( (b ) b) (c ( c) )

Industria in senso stretto Industria in senso stretto Industria in senso stretto -9,2 -9,2 -9,2 -8,9 -8,9 -8,9 -5,9 -5,9 -5,9 -7,1 -7,1 -7,1 -8,8 -8,8 -8,8 9,8 9,8 9,8 -7,7 -7,7 -7,7 -9,0 -9,0 -9,0 5,5 5,5 5,5

-7,3 -7,3 -7,3 -3,5 -3,5 -3,5 -4,5 -4,5 -4,5

120 120 120 115 115 115 110 110 110 105 105 105 100 100 100 Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia ItaliaItalia

Prevalenza di micro imprese che operano nei servizi


UNO SGUARDO DINSIEME

(commercio, turismo ecc.). La presenza dellindustria pi forte in Slovenia e nellest Europa, dove molto spesso si dirigono gli investimenti industriali dei paesi pi sviluppati. In Italia le regioni del Centro sono caratterizzate dalla prevalenza di imprese di servizi. In particolare quelle grandi prevalgono nel Lazio, come pure in Lombardia. Nel Mezzogiorno prevalgono le micro-imprese: dei servizi in Campania, Calabria e nelle Isole; dellindustria in Puglia, Basilicata e Molise. Anche in Umbria e Toscana prevale la micro-industria, mentre prevalente quella piccola nelle Marche e quella di medie dimensione in Abruzzo e Veneto. In tutto il Nord-est la quota di addetti dellindustria scende di poco al di sotto del 50 per cento, mentre nel Nord-ovest, e in Piemonte in particolare, predomina ancora, rispetto alla media nazionale, la grande industria. Settore di attivit e dimensione prevalente delle imprese nelle regioni rispetto alla media nazionale per regione Anno 2005
LITALIA E LE SUE REGIONI

Addetti per settore di attivit e dimensione delle imprese nei paesi Ue Anno 2004 (a) (valori percentuali)
Industria - micro impresa Servizi - micro impresa
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Industria - piccola impresa Servizi - piccola impresa

Industria - media impresa Servizi - media impresa

Industria - grande impresa Servizi - grande impresa

Strutture produttive Composizione della struttura produttiva

La struttura produttiva di un paese caratterizzata dalla prevalenza di alcune attivit economiche e dal modo diverso di organizzare le forme di impresa. La minore o maggiore presenza di settori industriali ci dice quanto un paese sia legato alle attivit manifatturiere o di costruzioni. La minore o maggiore dimensione sottintende forme organizzative diverse, con assetti proprietari che vanno da semplici ditte individuali, per le imprese di minori dimensioni, a complesse societ di capitali, per le grandi. In generale nei sistemi economici pi avanzati si manifesta la tendenza allo spostamento delle attivit verso i servizi, con una diminuzione dellintensit industriale e con organizzazioni pi complesse di dimensioni medio-grandi. Si pensi, da un lato, alle grandi imprese di servizi che offrono lavoro interinale e dallaltro alle imprese industriali che esternalizzano funzioni aziendali. A questa tendenza si accostano le peculiarit di alcune economie come quelle mediterranee, dove prevalgono le forme pi legate alle tipicit del territorio. Lanalisi prende in considerazione la quota percentuale di addetti impegnati nelle diverse classi dimensionali dellindustria e dei servizi. Gli addetti impegnati sono tutti coloro che lavorano presso limpresa in modo autonomo imprenditore, coadiuvante, soci o con contratto di lavoro subordinato. Le classi dimensionali sono quattro: micro-imprese che impiegano, mediamente nellanno, da 1 a 9 addetti; piccole imprese con addetti da 10 a 49; medie imprese in cui lavorano da 50 a 249 addetti; grandi imprese con pi di 250 addetti. I settori di attivit economica riguardano tutta la manifattura, i settori estrattivi, dellenergia e delle costruzioni, che compongono lindustria. I settori dei servizi privati comprendono: commercio, turismo, trasporti, telecomunicazioni, immobiliari, consulenza e tutti gli altri servizi alle imprese. Per il confronto europeo si utilizzano i dati delle statistiche strutturali sulle imprese nellanno 2004, per il quale sono disponibili i dati di tutti i paesi. Per lItalia i dati dellArchivio Statistico delle Imprese Attive disponibile per il 2005. Nel confronto europeo i paesi sono ordinati in modo crescente rispetto alla quota di addetti impegnati nellindustria. Per quanto riguarda lItalia, la sua composizione settoriale simile a quella della Germania, dalla quale, invece, si differenzia per la composizione dimensionale. In Germania prevale la grande impresa, come del resto in tutte le economie dellEuropa continentale. La Francia ha una composizione settoriale e dimensionale molto simile a quella media dellUe15 (lunica differenza riguarda la minore percentuale di micro-imprese dei servizi). Il Regno Unito, i Paesi Bassi e lIrlanda sono i pi terziarizzati. Nelle economie mediterranee, dove non prevale lindustria (come in Grecia), si impone la micro-impresa impegnata nei servizi tradizionali
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Eurostat, SBS (a) I dati di Malta non sono disponibili.

Addetti per settore di attivit e dimensione delle imprese per ripartizione Anno 2005 (valori percentuali)
Industria - micro impresa Servizi - micro impresa Industria - piccola impresa Servizi - piccola impresa Industria - media impresa Servizi - media impresa Industria - grande impresa Servizi - grande impresa

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

Fonti

N Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) N Eurostat, Structural Business Statistics (SBS)

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, Statistiche in breve, 12 luglio 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive

50

100 statistiche per il Paese

Re gn o Pa Un it es iB o as si Irl an da Lu Gr ss e ci em a bu D a n rg o im ar ca Be lg i A o us tri a U E1 Fr 5 an cia S pa gn a Ci p Le ro tto ni a UE 27 Sv ez G er ia m an ia IT AL Un IA gh er Fi i nl a a P nd i or a to ga l E lo st on i P a ol on Li ia tu an R e p Bu ia lg ub a bl ic a r ia Ce Sl ov c a ac c Ro hia m an S l ia ov en ia

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

Energia

Gli indicatori presentati in questa sezione sono relativi a pi aspetti: i consumi di energia per abitante; la produzione netta di energia elettrica per abitante; lautosufficienza nella produzione di energia elettrica. LItalia consuma mediamente tra i 5 e i 6 mila kWh di energia elettrica per abitante, meno che nella media europea. In Italia, nel 2006, la produzione netta di energia elettrica supera di poco i 50 GWh per 10.000 abitanti.

Le tematiche energetiche sono di grande rilevanza sia sotto il profilo dellalimentazione del sistema produttivo e del soddisfacimento dei fabbisogni della popolazione, sia sotto quello dellimpatto ambientale. Esse richiedono lanalisi della domanda e dellofferta, e del contributo di ogni fonte al soddisfacimento del fabbisogno complessivo. LItalia un paese fortemente dipendente dallestero e, nel 2006, importa 45.000 GWh, il 13 per cento della domanda nazionale.

51
Consumi di energia in crescita, ma ancora su livelli inferiori alla media Ue
chia che pure si colloca tra i paesi che consumano meno energia elettrica.
LITALIA E LE SUE REGIONI

Consumi finali di energia elettrica nei paesi Ue Anni 1996, 2001 e 2005 (valori pro capite in kWh)
16.000 14.000 12.000 10.000 8.000
1996 2001 2005

Energia Consumi di energia pro capite

I dati relativi al consumo di energia elettrica sono raccolti dallufficio statistico della Societ Terna. Esso fa parte del sistema statistico nazionale e rende disponibile in rete lannuario dei Dati statistici sullenergia elettrica in Italia elaborato dallEnel fino al 1998 e successivamente dal Gestore del sistema elettrico (GRTN). LAnnuario fornisce il quadro completo sia della consistenza degli impianti e della loro produzione, sia dei consumi di energia elettrica in Italia. Esso, inoltre, raccoglie le serie storiche analitiche dei consumi di energia elettrica dal 1977 a livello nazionale, provinciale e regionale, disaggregati per divisione di attivit economica. Il consumo finale di energia elettrica non corrisponde ai dati di energia prodotta, per effetto del fenomeno della dispersione di energia e per le difficolt di imputazione agli utenti finali. I consumi di energia elettrica di seguito descritti sono espressi in chilowatt/ora (kWh) per abitante. LItalia tra i paesi europei che consumano meno energia elettrica. Si colloca infatti al di sotto della media europea insieme agli altri paesi dellarea del Mediterraneo e a quelli dellest Europa, pi vicini alle riserve di gas naturale della Russia. Sono, invece, Finlandia e Svezia a consumare pi energia elettrica. In questi casi per lenergia proviene prevalentemente da centrali nucleari e da fonti rinnovabili a minor impatto ambientale. Gli altri paesi dellEuropa continentale si posizionano intorno ai valori medi Ue27. Nei tre anni analizzati (1996, 2001 e 2005) i consumi sono aumentati con tassi crescenti pressoch costanti. Fanno eccezione la Svezia, che dal 2001 registra uninversione di tendenza, la Danimarca, che mantiene stabili i consumi, e la SlovacLITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
Fonte: Terna, Dati statistici sullenergia elettrica in Italia

DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Eurostat, New Cronos (a) Per lanno 1996 i dati non sono disponibili.

Consumi di energia elettrica in Italia per ripartizione geografica (a) Anni 1996-2006 (valori pro capite in kWh)
7.500 7.000 6.500 6.000 5.500 5.000 4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

Fonti

Rete Elettrica Nazionale SpA (Terna), Dati statistici sullenergia elettrica in Italia Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni Istat, I consumi energetici delle imprese industriali, 2005 Eurostat, Energy Yearly statistics 2005 Siti internet http://www.terna.it http://www.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Terna, Dati statistici sullenergia elettrica in Italia (a) Aggregazioni di dati di consumo a livello provinciale al netto dei consumi FS per trazione.

100 statistiche per il Paese

an di a Lu S v ez ss em i a bu rg Be o lg i Au o st ria F P a ra n es cia iB as S l si ov G e ni er a m Da an ni i a m ar ca Re I rlan gn d a o Un Re ito pu S p a bb gn lic a a Ce ca Ci pr o IT AL IA G re c E s ia to P o ni a rt o ga llo M a Sl ov l t a ac ch B u ia lg a Un r i a gh er P o ia lo n Le i a tt o ni Li a R o t ua m n ia an ia (a )

Lenergia rappresenta un tema importante sia per quanto concerne la disponibilit delle fonti, sia per linquinamento conseguente la sua produzione destinata al consumo. In Italia entrambi gli aspetti sono critici. Il nostro uno dei paesi europei con il pi alto tasso di dipendenza energetica: circa l84 per cento del consumo lordo proviene da prodotti importati. Peraltro, la produzione di energia elettrica in larga parte di fonte termoelettrica, con un impatto non trascurabile sullambiente. Infine, lenergia elettrica linput energetico pi importante per lindustria italiana: copre circa il 55 per cento del consumo energetico. Nel tempo, landamento dei consumi pro capite di energia elettrica risulta sistematicamente in crescita, sia per le famiglie sia per le imprese, in quasi tutti i paesi europei. I risvolti ambientali per sono diversi a seconda delle scelte di politica energetica. LItalia consuma mediamente tra i 5 e i 6 mila kWh di energia elettrica per abitante.

UNO SGUARDO DINSIEME

Il tasso di crescita del consumo di energia elettrica per abitante in Italia pari al 2,9 per cento annuo nellultimo decennio. Leggermente pi alto nel Nord-est e nel Centro e pi basso nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno. I livelli sono nettamente inferiori nel sud dellItalia e in particolare in Calabria e in Campania, con un consumo pro capite sotto i 3 mila kWh. Livelli di consumo inferiori alla media si registrano anche per le regioni del Centro-Sud del versante adriatico, nel Lazio e in Liguria. Consumano nettamente al di sopra della media nazionale le regioni alpine, in particolare Valle dAosta, che supera gli 8 mila kWh per abitante, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Sardegna e Umbria, con consumi superiori ai 7,4 mila kWh per abitante. Consumi di energia elettrica per regione Anno 2006 (valori pro capite in kWh)

Ue27
6.000 4.000 2.000 0

Fi

nl

Crescita contenuta, pi sostenuta Crescita contenuta, pi sostenuta nel Mezzogiorno e nel Nord-ovest nel Mezzogiorno e nel Nord-ovest
La produzione interna di energia elettrica una misura di autoLa produzione interna di energia elettrica una misura di autosufficienza energetica, anche se occorre tenere conto del fatto sufficienza energetica, anche se occorre tenere conto del fatto che lenergia elettrica pu essere a sua volta prodotta a partire che lenergia elettrica pu essere a sua volta prodotta a partire da combustibili importati. Inoltre, poich la produzione di enerda combustibili importati. Inoltre, poich la produzione di energia correlata positivamente con ilil reddito e con i i consumi gia correlata positivamente con reddito e con consumi energetici, lindicatore consente una valutazione indiretta del energetici, lindicatore consente una valutazione indiretta del grado di sviluppo economico di un paese. grado di sviluppo economico di un paese. In Italia, nel 2006, la produzione netta di energia elettrica supeIn Italia, nel 2006, la produzione netta di energia elettrica supera di poco i i50 GWh per 10.000 abitanti. ra di poco 50 GWh per 10.000 abitanti.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

in Valle dAosta, Trentino-Alto Adige e Veneto (decrementi di in Valle dAosta, Trentino-Alto Adige e Veneto (decrementi di oltre 25 GWh), soltanto in parte legata agli andamenti oltre 25 GWh), soltanto in parte legata agli andamenti dellannata idrologica, e per ilil resto dovuta alla dismissione di dellannata idrologica, e per resto dovuta alla dismissione di impianti. In Molise, invece, evidente leffetto dellentrata in impianti. In Molise, invece, evidente leffetto dellentrata in funzione di un nuovo impianto di produzione. funzione di un nuovo impianto di produzione. Produzione netta di energia elettrica per regione Produzione netta di energia elettrica per regione Anno 2006 (GWh per 10.000 abitanti) Anno 2006 (GWh per 10.000 abitanti)

Produzione netta di energia elettrica nei paesi Ue Anno 2005 (GWh per 10.000 abitanti) Produzione netta di energia elettrica nei paesi Ue Anno 2005 (GWh per 10.000 abitanti)
180 180 160 160 140 140 120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 20 20 00
Sv Sve ezi z F a Fiin ia nlla Lu Lus and n s sse diia em a m bu bur rgo g Fr o Fra anc nci ia a Be Bel lgio gi R o Re epu Au pub Aus bbl sttria blic ria ica aC Ce ec Sl ca Slo a ove ven G Ge niia erm a rma ani na Es ia E st ton oni a Sp ia S R pag Re agn egn na gno a oU D Unit Da nito ani nim o Pa marc Pae arca a esi si B Bas ass i IIrl si rlan and da a C Cip ipro ro M Sl Malt Slo alta ova a vac cch c Bu hiia Bul a lga gar riia G a Gre rec ciia a It Po Itallia Por a ia rttog oga all Li llo Litu o tua ani na Po i a Pol lon oni un ia ung a ghe h R eriia Ro r a om ma ani n Le ia Let a ttton oni ia a

Energia Produzione netta di energia elettrica per 10.000 abitanti

Ue27 Ue27

La produzione netta di energia elettrica di un insieme di imLa produzione netta di energia elettrica di un insieme di impianti di generazione, in un determinato periodo, la somma pianti di generazione, in un determinato periodo, la somma delle quantit di energia elettrica prodotta, misurata in uscita delle quantit di energia elettrica prodotta, misurata in uscita dagli impianti, deducendo cio la quantit di energia elettrica dagli impianti, deducendo cio la quantit di energia elettrica destinata ai servizi ausiliari della produzione. Lunit di misura destinata ai servizi ausiliari della produzione. Lunit di misura adottata ililGiga Watt/ora (GWh). adottata Giga Watt/ora (GWh).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Con un valore di produzione di energia elettrica di 50 GWh per Con un valore di produzione di energia elettrica di 50 GWh per 10.000 abitanti lItalia si pone nel 2005 al di sotto della media 10.000 abitanti lItalia si pone nel 2005 al di sotto della media Ue27 (64 GWh per 10.000 abitanti). IlIl valore pi elevato Ue27 (64 GWh per 10.000 abitanti). valore pi elevato dellindicatore (produzione pi che doppia rispetto alla media dellindicatore (produzione pi che doppia rispetto alla media comunitaria) si rileva in Svezia (170 GWh) e Finlandia (130 comunitaria) si rileva in Svezia (170 GWh) e Finlandia (130 GWh). GWh). Le politiche dellUnione europea incitano gli Stati membri a Le politiche dellUnione europea incitano gli Stati membri a utilizzare in misura crescente fonti energetiche alternative e utilizzare in misura crescente fonti energetiche alternative e rinnovabili, e a contenere gli sprechi attraverso ilil risparmio rinnovabili, e a contenere gli sprechi attraverso risparmio energetico. energetico.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Produzione netta di energia elettrica per regione Anni 2000-2006 (GWh per 10.000 abitanti) Produzione netta di energia elettrica per regione Anni 2000-2006 (GWh per 10.000 abitanti)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Vale d'Aote Valle d'Aosta/Vale d'Aote Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Produzione netta di energia per 10.000 abitanti Produzione netta di energia per 10.000 abitanti 2000 2000 41 41 235 235 46 46 61 61 114 114 134 134 94 94 68 68 57 57 32 32 54 54 39 39 8 8 61 61 34 34 36 36 9 9 58 58 19 19 34 34 48 48 68 68 48 48 57 57 50 50 51 51 37 37 46 46 2001 2001 40 40 252 252 46 46 81 81 117 117 130 130 104 104 65 65 60 60 27 27 55 55 42 42 17 17 54 54 35 35 37 37 9 9 61 61 21 21 41 41 49 49 73 73 49 49 55 55 49 49 51 51 39 39 47 47 2002 2002 41 41 242 242 40 40 87 87 100 100 110 110 90 90 67 67 66 66 35 35 55 55 36 36 21 21 58 58 34 34 35 35 8 8 69 69 21 21 31 31 49 49 82 82 47 47 58 58 50 50 51 51 41 41 47 47 2003 2003 40 40 232 232 42 42 82 82 84 84 97 97 71 71 57 57 70 70 58 58 53 53 51 51 22 22 57 57 38 38 39 39 9 9 71 71 24 24 44 44 49 49 80 80 47 47 61 61 50 50 52 52 43 43 49 49 2004 2004 42 42 230 230 55 55 80 80 95 95 103 103 87 87 54 54 64 64 62 62 51 51 71 71 27 27 42 42 40 40 42 42 9 9 71 71 27 27 33 33 49 49 82 82 55 55 62 62 45 45 54 54 42 42 50 50 2005 2005 50 50 217 217 59 59 69 69 73 73 83 83 64 64 44 44 60 60 58 58 47 47 68 68 27 27 46 46 40 40 43 43 9 9 75 75 28 28 34 34 49 49 82 82 58 58 54 54 46 46 53 53 43 43 50 50 2006 2006 49 49 209 209 62 62 65 65 81 81 93 93 69 69 40 40 82 82 58 58 49 49 67 67 26 26 41 41 39 39 91 91 10 10 87 87 27 27 43 43 47 47 85 85 60 60 55 55 43 43 54 54 47 47 51 51

Fonte: Terna, Dati statistici sullenergia elettrica in Italia Fonte: Terna, Dati statistici sullenergia elettrica in Italia

In Italia la produzione netta di energia elettrica va gradualmenIn Italia la produzione netta di energia elettrica va gradualmente decrescendo passando dalle regioni del Nord, al Centro e al te decrescendo passando dalle regioni del Nord, al Centro e al Mezzogiorno, con qualche eccezione. Tra le regioni settentrioMezzogiorno, con qualche eccezione. Tra le regioni settentrionali, quella che presenta ilil valore pi alto dellindicatore la nali, quella che presenta valore pi alto dellindicatore la Valle dAosta, seguita dalla provincia autonoma di Bolzano e Valle dAosta, seguita dalla provincia autonoma di Bolzano e dal Friuli-Venezia Giulia (valori superiori agli 80 GWh): si tratta dal Friuli-Venezia Giulia (valori superiori agli 80 GWh): si tratta di regioni montuose, in cui forte lapporto della produzione di regioni montuose, in cui forte lapporto della produzione idroelettrica. Le regioni del Nord con i i valori pi bassi sono ilil idroelettrica. Le regioni del Nord con valori pi bassi sono Veneto, Piemonte e Emilia-Romagna (tra i i40 e i i60 GWh). Per Veneto, Piemonte e Emilia-Romagna (tra 40 e 60 GWh). Per quanto riguarda ilil Centro, la regione con ilil valore pi alto di quanto riguarda Centro, la regione con valore pi alto di produzione di energia elettrica netta (67 GWh per 10.000 abiproduzione di energia elettrica netta (67 GWh per 10.000 abitanti) lUmbria, anche in questo caso con un apprezzabile tanti) lUmbria, anche in questo caso con un apprezzabile contributo idroelettrico; ilillivello pi basso si tocca nelle Marche contributo idroelettrico; livello pi basso si tocca nelle Marche (meno di 30 GWh per 10.000 abitanti). Nel Mezzogiorno le (meno di 30 GWh per 10.000 abitanti). Nel Mezzogiorno le regioni con produzioni di energia pi elevata in rapporto alla regioni con produzioni di energia pi elevata in rapporto alla popolazione sono ilil Molise, seguito da Puglia e Sardegna (tra popolazione sono Molise, seguito da Puglia e Sardegna (tra 80GWh e 90GWh), mentre ililvalore pi basso spetta alla Cam80GWh e 90GWh), mentre valore pi basso spetta alla Campania (meno di 10 GWh per 10.000 abitanti). pania (meno di 10 GWh per 10.000 abitanti). Tra ilil 2000 e ilil 2006, in un quadro di in moderata crescita a Tra 2000 e 2006, in un quadro di in moderata crescita a livello nazionale, si segnala una diminuzione della produzione livello nazionale, si segnala una diminuzione della produzione

Fonti Fonti

NN Rete Elettrica Nazionale SpA (Terna), Dati statistici sullenergia Rete Elettrica Nazionale SpA (Terna), Dati statistici sullenergia elettrica in Italia, 2006 elettrica in Italia, 2006 NN Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Terna, Statistiche sullenergia elettrica in Italia, 2007 Terna, Statistiche sullenergia elettrica in Italia, 2007 Siti internet Siti internet NN www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/dati_s www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/dati_s tatistici/tabid/418/Default.aspx tatistici/tabid/418/Default.aspx http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ NN http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL

Fonte: Elaborazioni su dati Terna Fonte: Elaborazioni su dati Terna

52

100 statistiche per il Paese

53
Energia Bilancio dellenergia elettrica

Limport di energia copre oltre un decimo della domanda


Il libro verde della Commissione europea sulle strategie enerIl libro verde della Commissione europea sulle strategie energetiche future (2006) esprime preoccupazione sulla progressigetiche future (2006) esprime preoccupazione sulla progressiva perdita di autosufficienza energetica dellUnione europea. va perdita di autosufficienza energetica dellUnione europea. Se non si rende pi competitiva la produzione interna di enerSe non si rende pi competitiva la produzione interna di energia, nei prossimi 20 o 30 anni le importazioni di energia prodotgia, nei prossimi 20 o 30 anni le importazioni di energia prodotta o di fonti energetiche primarie copriranno il 70 per cento ta o di fonti energetiche primarie copriranno il 70 per cento circa del fabbisogno energetico dellUnione e in parte provercirca del fabbisogno energetico dellUnione e in parte proverranno da regioni in cui le condizioni geopolitiche non garantiranno da regioni in cui le condizioni geopolitiche non garantiscono lapprovvigionamento. scono lapprovvigionamento. LItalia un paese fortemente dipendente dallestero e, nel LItalia un paese fortemente dipendente dallestero e, nel 2006, importa 45.000 GWh, una quota pari al 13 per cento 2006, importa 45.000 GWh, una quota pari al 13 per cento della domanda nazionale. della domanda nazionale. Il consumo finale di energia dato dal consumo interno lordo Il consumo finale di energia dato dal consumo interno lordo al netto del consumo del settore energetico (che include le al netto del consumo del settore energetico (che include le variazioni delle scorte). Lenergia elettrica prodotta e destinata variazioni delle scorte). Lenergia elettrica prodotta e destinata al consumo data dalla produzione destinata al consumo, al consumo data dalla produzione destinata al consumo, meno lenergia elettrica esportata, pi lenergia elettrica impormeno lenergia elettrica esportata, pi lenergia elettrica importata. Per domanda di energia elettrica in una singola regione si tata. Per domanda di energia elettrica in una singola regione si intende la somma dei consumi presso gli utilizzatori ultimi e intende la somma dei consumi presso gli utilizzatori ultimi e delle perdite di trasmissione e distribuzione nella regione stesdelle perdite di trasmissione e distribuzione nella regione stessa. Lunit di misura adottata il Giga Watt/ora (GWh). sa. Lunit di misura adottata il Giga Watt/ora (GWh). Nel 2005 lUe25 importa l11, 9 per cento dellenergia destinata Nel 2005 lUe25 importa l11, 9 per cento dellenergia destinata ai consumi finali. Il saldo tra importazioni ed esportazioni ai consumi finali. Il saldo tra importazioni ed esportazioni vicino al pareggio con un lieve vantaggio dellimport. vicino al pareggio con un lieve vantaggio dellimport. LItalia importa il 16,7 per cento dellenergia elettrica per conLItalia importa il 16,7 per cento dellenergia elettrica per consumi finali, in lieve flessione rispetto al 2001 quando si regisumi finali, in lieve flessione rispetto al 2001 quando si registrava il 17,6 per cento. Il saldo energetico decisamente strava il 17,6 per cento. Il saldo energetico decisamente sbilanciato verso le importazioni che impegnano il 95,7 per sbilanciato verso le importazioni che impegnano il 95,7 per cento del totale degli scambi, dato dalla somma delle importacento del totale degli scambi, dato dalla somma delle importazioni ed esportazioni. II paesi da cui lItalia nel 2006 importa zioni ed esportazioni. paesi da cui lItalia nel 2006 importa energia sono la Svizzera (51,3 per cento del totale importato), energia sono la Svizzera (51,3 per cento del totale importato), la Francia (32,1 per cento), la Slovenia (11,6 per cento), la Francia (32,1 per cento), la Slovenia (11,6 per cento), lAustria (3,0 per cento) e la Grecia (2,0 per cento). lAustria (3,0 per cento) e la Grecia (2,0 per cento). II paesi europei che come lItalia dedicano una quantit pari o paesi europei che come lItalia dedicano una quantit pari o superiore al 60 per cento degli scambi complessivi alle imporsuperiore al 60 per cento degli scambi complessivi alle importazioni sono lIrlanda (99,9 per cento), la Finlandia (90,1 per tazioni sono lIrlanda (99,9 per cento), la Finlandia (90,1 per cento), ii Paesi Bassi (62,9 per cento), la Lettonia (60,3 per cento), Paesi Bassi (62,9 per cento), la Lettonia (60,3 per cento) e il Regno Unito (59,4 per cento). II paesi invece che cento) e il Regno Unito (59,4 per cento). paesi invece che hanno una spiccata vocazione allesportazione sono la Francia hanno una spiccata vocazione allesportazione sono la Francia (78,9 per cento), lEstonia (70,0 per cento) e la Polonia (52,8 (78,9 per cento), lEstonia (70,0 per cento) e la Polonia (52,8 per cento). per cento).
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

capaci cio di produrre quanto o pi di quello che consumano, capaci cio di produrre quanto o pi di quello che consumano, sono otto: Valle dAosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Molise, sono otto: Valle dAosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Puglia, a fronte di un Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Puglia, a fronte di un consumo pari a 19.524 GWh, ne produce 35.566 e risulta dunconsumo pari a 19.524 GWh, ne produce 35.566 e risulta dunque essere la regione che fornisce il contributo pi importante que essere la regione che fornisce il contributo pi importante verso il pareggio del bilancio. verso il pareggio del bilancio. Le regioni con la domanda pi elevata sono tutte in deficit: la Le regioni con la domanda pi elevata sono tutte in deficit: la Lombardia ha un deficit del 19,0 per cento, il Veneto del 41,2, Lombardia ha un deficit del 19,0 per cento, il Veneto del 41,2, lEmilia-Romagna del 17,4 e il Piemonte del 32,0. ParticolarlEmilia-Romagna del 17,4 e il Piemonte del 32,0. Particolarmente critica la situazione della regione Campania che, conmente critica la situazione della regione Campania che, consumando 18.612 GWh e producendone 3.677, la regione col sumando 18.612 GWh e producendone 3.677, la regione col deficit pi elevato. deficit pi elevato. Energia elettrica importata in Italia secondo il paese Energia elettrica importata in Italia secondo il paese di importazione Anno 2006 (valori percentuali) di importazione Anno 2006 (valori percentuali)
2,0% 2,0% 3,0% 3,0%
11,6% 11,6% Svizzera Svizzera Francia Francia Slovenia Slovenia

Importazioni, esportazioni e consumi finali di energia elettrica nei paesi Ue25 (a) Anno 2005 (valori percentuali) Importazioni, esportazioni e consumi finali di energia elettrica nei paesi Ue25 (a) Anno 2005 (valori percentuali)
% di energia elettrica importata % di energia elettrica importata sui consumi finali sui consumi finali % saldo sulla somma di energia % saldo sulla somma di energia elettrica importata ed esportata elettrica importata ed esportata

120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 20 20 0 0 -20 -20 -40 -40 -60 -60 -80 -80

120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 20 20 0 0 -20 -20 -40 -40 -60 -60 -80 -80

Austria Austria
Grecia Grecia 51,3% 51,3%

Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) II dati di Malta e Cipro non sono disponibili. (a) dati di Malta e Cipro non sono disponibili.

32,1% 32,1%

Esuberi e deficit nella produzione di energia elettrica rispetto alla domanda per regione (a) Anno 2006 (in GWh) Esuberi e deficit nella produzione di energia elettrica rispetto alla domanda per regione (a) Anno 2006 (in GWh)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

bu rg o Li tu an Sl ia ov en Le ia tto n Un ia g D he a n r ia im a rc A a us Sl tri a ov P ac R ae chi a e p si ub Ba s bl ica si Ce c Fi nl a an Po d i a rt og al lo B el gi o It al ia G re cia Sv e z G er ia m an ia Irl an da Es to ni Po a lo n S ia Re pag g n no a U ni Fr to an cia


Produzione Produzione di energia elettrica di energia elettrica destinata al consumo destinata al consumo
19.524,4 19.524,4 2.603,6 2.603,6 55.678,7 55.678,7 10.496,8 10.496,8 7.753,3 7.753,3 19.147,7 19.147,7 9.954,9 9.954,9 24.099,9 24.099,9 17.851,1 17.851,1 5.849,6 5.849,6 3.935,4 3.935,4 22.057,9 22.057,9 4.958,2 4.958,2 2.916,2 2.916,2 3.677,8 3.677,8 35.566,5 35.566,5 1.575,1 1.575,1 8.600,9 8.600,9 22.666,7 22.666,7 13.559,1 13.559,1 88.303,5 88.303,5 60.955,8 60.955,8 49.694,0 49.694,0 198.953,3 198.953,3 57.294,7 57.294,7 36.225,8 36.225,8 292.474,0 292.474,0 Domanda Domanda di energia elettrica di energia elettrica 28.723,8 28.723,8 1.163,2 1.163,2 68.769,5 68.769,5 7.043,0 7.043,0 6.656,3 6.656,3 32.577,4 32.577,4 10.402,2 10.402,2 29.173,2 29.173,2 22.420,9 22.420,9 6.114,2 6.114,2 8.339,8 8.339,8 24.917,0 24.917,0 7.236,7 7.236,7 1.624,7 1.624,7 18.612,7 18.612,7 19.524,0 19.524,0 3.310,6 3.310,6 6.565,7 6.565,7 21.548,6 21.548,6 12.735,2 12.735,2 105.699,5 105.699,5 78.809,1 78.809,1 61.791,9 61.791,9 246.300,5 246.300,5 56.874,4 56.874,4 34.283,8 34.283,8 337.458,9 337.458,9 420,3 420,3 1.942,0 1.942,0 0,7 0,7 5,7 5,7 -44.984,9 -44.984,9 -13,3 -13,3 2.035,2 2.035,2 1.118,1 1.118,1 823,9 823,9 31,0 31,0 5,2 5,2 6,5 6,5 -17.396,0 -17.396,0 -17.853,3 -17.853,3 -12.097,9 -12.097,9 -47.347,2 -47.347,2 -16,5 -16,5 -22,7 -22,7 -19,6 -19,6 -19,2 -19,2 16.042,5 16.042,5 82,2 82,2 -1.735,5 -1.735,5 -52,4 -52,4 1.291,5 1.291,5 79,5 79,5 -14.934,9 -14.934,9 -80,2 -80,2 3.453,8 3.453,8 1.097,0 1.097,0 49,0 49,0 16,5 16,5 -13.429,7 -13.429,7 -447,3 -447,3 -5.073,3 -5.073,3 -4.569,8 -4.569,8 -264,6 -264,6 -4.404,4 -4.404,4 -2.859,1 -2.859,1 -2.278,5 -2.278,5 -41,2 -41,2 -4,3 -4,3 -17,4 -17,4 -20,4 -20,4 -4,3 -4,3 -52,8 -52,8 -11,5 -11,5 -31,5 -31,5 1.440,4 1.440,4 123,8 123,8 -13.090,8 -13.090,8 -19,0 -19,0

Lu ss e m

Esuberi Esuberi
valori valori assoluti assoluti valori valori % %

Deficit Deficit
valori valori assoluti assoluti valori valori % %

Fonte: Elaborazioni su dati Terna Fonte: Elaborazioni su dati Terna

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Sud Sud Isole Isole Italia Italia

-9.199,4 -9.199,4

-32,0 -32,0

N Rete Elettrica Nazionale Spa (Terna), Rilevazione sulla statistica N Rete Elettrica Nazionale Spa (Terna), Rilevazione sulla statistica annuale della produzione e del consumo di energia elettrica in Italia annuale della produzione e del consumo di energia elettrica in Italia N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Terna, Dati statistici sull'energia elettrica in Italia N Terna, Dati statistici sull'energia elettrica in Italia Siti internet Siti internet N http://www.terna.it N http://www.terna.it N http://www.autorita.energia.it/elettricita/ N http://www.autorita.energia.it/elettricita/ N http://www.europa.eu.int/newcronos/ N http://www.europa.eu.int/newcronos/

Nel 2006 lItalia, per il suo approvvigionamento energetico, Nel 2006 lItalia, per il suo approvvigionamento energetico, dipende dallestero per una quantit pari a 44.985 GWh. dipende dallestero per una quantit pari a 44.985 GWh. Ciascuna regione contribuisce in modo diverso alla produzione Ciascuna regione contribuisce in modo diverso alla produzione e al consumo di energia elettrica. Le regioni autosufficienti, e al consumo di energia elettrica. Le regioni autosufficienti,

Fonte: Elaborazioni su dati Terna Fonte: Elaborazioni su dati Terna (a) II dati per le province autonome di Bolzano e Trento non sono disponibili. (a) dati per le province autonome di Bolzano e Trento non sono disponibili.

100 statistiche per il Paese

Scienza, tecnologia e innovazione

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: lincidenza della spesa per ricerca e sviluppo sul Pil; ill numero di brevetti per milione di abitanti; la percentuale di imprese che utilizzano collegamenti internet a banda larga; gli addetti alla ricerca e sviluppo per 1.000 abitanti; la quota di imprese innovatrici sul totale; i laureati in materie scientifiche per 1.000 abitanti. In Italia nel 2004 sono state presentate allEPO (European Patent Office) oltre 4.500 richieste di brevetto. Lindice di intensit brevettuale, seppur in crescita, rimane tra i pi bassi dell Ue15. Nel 2006, la quota di imprese italiane che si connette a internet tramite la banda larga pari a circa il 70 per cento (poco al di sotto della media europea). Nel 2005 gli addetti alla ricerca e sviluppo (in unit equivalenti a tempo pieno) sono in Italia 3 ogni 1.000 abitanti, sensibilmente al di sotto della media europea (nel 2004 al penultimo posto tra i paesi dellUe15 e allultimo tra i paesi di maggiori dimensioni demografiche) e con forti disparit territoriali. Poco pi del 30 per cento delle imprese italiane ha introdotto innovazioni nel triennio 2002-2004 un valore poco al di sotto della media dellUnione europea. Tuttavia, circa il 70 per cento della spesa sostenuta per lintroduzione delle innovazioni concentrato in quattro regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Le attivit di ricerca e laccesso alle tecnologie dellinformazione sono individuati dalla Strategia di Lisbona come motori dello sviluppo. Lindicatore chiave per misurare il progresso dellUnione nellarea delleconomia della conoscenza individuato nella spesa per attivit di ricerca e sviluppo (R&S) in percentuale del Pil. Lobiettivo da raggiungere entro il 2010 un valore del 3,0 per cento per il complesso dellUe. A oggi, il traguardo resta assai distante.

Nel nostro Paese al 2005 la spesa per ricerca e sviluppo incide per l1,1 per cento del Pil. Valore molto lontano dal traguardo fissato dalla strategia di Lisbona per il 2010 (3 per cento) e che colloca lItalia agli ultimi posti della graduatoria delle principali economie in Europa.

54
Mercato del lavoro Spesa per ricerca e sviluppo in rapporto al Pil

Italia ancora molto lontana Italia ancora molto lontana dai target comunitari dai target comunitari
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Uno degli indicatori chiave utilizzati per misurare il ilconseguiUno degli indicatori chiave utilizzati per misurare conseguimento degli obiettivi didiLisbona dato dal rapporto tra spesa mento degli obiettivi Lisbona dato dal rapporto tra spesa per ricerca e e sviluppo (R&S) e Pil.Secondo gli impegni assunper ricerca sviluppo (R&S) e Pil. Secondo gli impegni assunti tidal Consiglio europeo didiBarcellona nel 2002, lalaspesa per dal Consiglio europeo Barcellona nel 2002, spesa per R&S dellUnione europea dovrebbe raggiungere il il 3 per cento R&S dellUnione europea dovrebbe raggiungere 3 per cento del Pil entro il il 2010, con lulteriore vincolo che due terzi di essa del Pil entro 2010, con lulteriore vincolo che due terzi di essa siano sostenuti dalle imprese. siano sostenuti dalle imprese. LItalia, con un valore dellindicatore pari all1,1 per cento nel LItalia, con un valore dellindicatore pari all1,1 per cento nel 2005, appare ancora lontana dal raggiungimento didi tale obietti2005, appare ancora lontana dal raggiungimento tale obiettivo, come accade anche alla maggior parte dei paesi europei. vo, come accade anche alla maggior parte dei paesi europei. Lattivit didiR&S definita come il ilcomplesso didilavori creativi Lattivit R&S definita come complesso lavori creativi intrapresi ininmodo sistematico sia per accrescere linsieme intrapresi modo sistematico sia per accrescere linsieme delle conoscenze (ivi compresa lala conoscenza delluomo, della delle conoscenze (ivi compresa conoscenza delluomo, della cultura e edella societ) sia per utilizzare tali conoscenze per cultura della societ) sia per utilizzare tali conoscenze per nuove applicazioni (Manuale OCSE Eurostat sulla rilevazionuove applicazioni (Manuale OCSE Eurostat sulla rilevazione statistica delle attivit didi R&S Manuale di Frascati). ne statistica delle attivit R&S Manuale di Frascati). Lindicatore presentato rapporta lala somma delle spese in R&S Lindicatore presentato rapporta somma delle spese in R&S rilevate per leleimprese, leleistituzioni pubbliche e eprivate non rilevate per imprese, istituzioni pubbliche private non profit e e di quelle stimate per le universit, al valore del prodotto profit di quelle stimate per le universit, al valore del prodotto interno lordo. interno lordo. Nel 2004 lala spesa della R&S nellUe25 assorbe l1,9 per cento Nel 2004 spesa della R&S nellUe25 assorbe l1,9 per cento del Pil, rimanendo sostanzialmente inferiore a a quella degli Stati del Pil, rimanendo sostanzialmente inferiore quella degli Stati Uniti (2,7 per cento) e edel Giappone (3,2 per cento), e emoUniti (2,7 per cento) del Giappone (3,2 per cento), mostrando dinamiche poco significative. Nel 2004 soltanto lala Svestrando dinamiche poco significative. Nel 2004 soltanto Svezia e e la Finlandia avevano gi superato la soglia del 3 per cenzia la Finlandia avevano gi superato la soglia del 3 per cento, mentre lalaGermania e elalaDanimarca raggiungevano il il2,5 to, mentre Germania Danimarca raggiungevano 2,5 per cento. I Ibilanci fortemente positivi didiquesti paesi sono per cento. bilanci fortemente positivi questi paesi sono determinati dalla consistenza delle imprese operanti inindiversi determinati dalla consistenza delle imprese operanti diversi settori a a forte intensit di R&S (Svezia: industria farmaceutica, settori forte intensit di R&S (Svezia: industria farmaceutica, automobilistica e edelle apparecchiature delle comunicazioni; automobilistica delle apparecchiature delle comunicazioni; Finlandia: apparecchiature delle telecomunicazioni; Germania: Finlandia: apparecchiature delle telecomunicazioni; Germania: veicoli a a motore; Danimarca: industria farmaceutica/bioveicoli motore; Danimarca: industria farmaceutica/biotecnologie e eservizi ITC). Questi paesi sono anche quelli che, tecnologie servizi ITC). Questi paesi sono anche quelli che, con Slovenia, Austria, Belgio, Malta e eLussemburgo, raggiuncon Slovenia, Austria, Belgio, Malta Lussemburgo, raggiungono il iltarget prefissato dei 2/3 della spesa finanziata dalle gono target prefissato dei 2/3 della spesa finanziata dalle imprese (media Ue 25 pari a a 64,5 per cento). imprese (media Ue 25 pari 64,5 per cento). Tra principali economie dellUnione, lItalia, insieme alla SpaTra principali economie dellUnione, lItalia, insieme alla Spagna, quella in posizione peggiore. gna, quella in posizione peggiore.
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

senza nella regione della maggior parte degli Enti pubblici didi senza nella regione della maggior parte degli Enti pubblici ricerca. Le regioni del Mezzogiorno invece, ad eccezione della ricerca. Le regioni del Mezzogiorno invece, ad eccezione della Campania, mostrano tutte spese inferiori all1 per cento. Campania, mostrano tutte spese inferiori all1 per cento. La situazione non diversa se si analizza la distribuzione terriLa situazione non diversa se si analizza la distribuzione territoriale della spesa sostenuta dalle imprese. AA livello nazionale toriale della spesa sostenuta dalle imprese. livello nazionale esse incidono per il il 50 per cento sulla spesa totale e mostrano esse incidono per 50 per cento sulla spesa totale e mostrano una crescita molto lenta nel periodo esaminato. AA livello ripartiuna crescita molto lenta nel periodo esaminato. livello ripartizionale lalaspesa delle imprese risulta concentrata nel Nordzionale spesa delle imprese risulta concentrata nel Nordovest, caratterizzato da una struttura produttiva con imprese ovest, caratterizzato da una struttura produttiva con imprese medio-grandi. Soltanto lolo 0,2 per cento della spesa viene invemedio-grandi. Soltanto 0,2 per cento della spesa viene invece sostenuta da imprese localizzate nel Mezzogiorno. ce sostenuta da imprese localizzate nel Mezzogiorno. Spesa per ricerca e e sviluppo in rapporto al Pil Anno 2005 Spesa per ricerca sviluppo in rapporto al Pil Anno 2005 (valori percentuali) (valori percentuali)

Spesa per ricerca e e sviluppo totale e sostenuta dalle imprese in rapporto al Pil nei paesi Ue Anno 2004 Spesa per ricerca sviluppo totale e sostenuta dalle imprese in rapporto al Pil nei paesi Ue Anno 2004 (valori percentuali) (valori percentuali)
4,5 4,5 4,0 4,0 3,5 3,5 3,0 3,0 2,5 2,5 2,0 2,0 1,5 1,5 1,0 1,0 0,5 0,5 0,0 0,0

Spesa totale Spesa totale

Spesa delle imprese Spesa delle imprese

Valore target alal 2010=3 per cento Valore target 2010=3 per cento

Fonte: Eurostat Fonte: Eurostat

Spesa sostenuta per attivit di ricerca e e sviluppo intra muros della Pubblica amministrazione, delle universit e delle Spesa sostenuta per attivit di ricerca sviluppo intra muros della Pubblica amministrazione, delle universit e delle imprese pubbliche e e private in rapporto al Pil Anni 2000-2005 (valori percentuali) (a) (b) imprese pubbliche private in rapporto al Pil Anni 2000-2005 (valori percentuali) (a) (b)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2000 2000 Totale Imprese Totale Imprese 1,7 1,7 0,7 0,7 1,1 1,1 1,1 1,1 0,5 0,5 . . . . 0,5 0,5 1,2 1,2 0,9 0,9 1,0 1,0 0,9 0,9 0,5 0,5 1,9 1,9 0,9 0,9 0,4 0,4 1,0 1,0 0,6 0,6 0,8 0,8 0,3 0,3 0,8 0,8 0,7 0,7 1,3 1,3 0,7 0,7 1,4 1,4 1,1 1,1 0,8 0,8 1,0 1,0 1,4 1,4 0,7 0,7 0,8 0,8 0,5 0,5 0,2 0,2 . . . . 0,2 0,2 0,5 0,5 0,5 0,5 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1 0,1 0,6 0,6 0,4 0,4 (b) (b) 0,3 0,3 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 0,1 0,1 0,9 0,9 0,4 0,4 0,4 0,4 0,6 0,6 0,2 0,2 0,5 0,5 2001 2001 Totale Imprese Totale Imprese 1,8 1,8 0,7 0,7 1,2 1,2 0,9 0,9 0,6 0,6 0,5 0,5 0,6 0,6 0,6 0,6 1,2 1,2 1,1 1,1 1,1 1,1 0,8 0,8 0,6 0,6 2,0 2,0 0,9 0,9 0,4 0,4 0,9 0,9 0,5 0,5 0,8 0,8 0,3 0,3 0,9 0,9 0,7 0,7 1,3 1,3 0,9 0,9 1,4 1,4 1,2 1,2 0,7 0,7 1,1 1,1 1,4 1,4 0,6 0,6 0,8 0,8 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 0,3 0,3 0,5 0,5 0,6 0,6 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,5 0,5 0,4 0,4 (b) (b) 0,3 0,3 0,1 0,1 0,4 0,4 0,0 0,0 0,2 0,2 0,1 0,1 0,9 0,9 0,4 0,4 0,4 0,4 0,6 0,6 0,2 0,2 0,5 0,5 2002 2002 Totale Imprese Totale Imprese 1,7 1,7 0,4 0,4 1,2 1,2 1,4 1,4 0,6 0,6 0,2 0,2 1,0 1,0 0,7 0,7 1,1 1,1 1,2 1,2 1,1 1,1 0,9 0,9 0,7 0,7 1,9 1,9 1,0 1,0 0,4 0,4 1,0 1,0 0,6 0,6 0,5 0,5 0,4 0,4 0,8 0,8 0,7 0,7 1,3 1,3 0,9 0,9 1,4 1,4 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 1,3 1,3 0,3 0,3 0,8 0,8 0,7 0,7 0,2 0,2 0,1 0,1 0,3 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 0,8 0,8 0,3 0,3 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,5 0,5 0,5 0,0 0,0 0,3 0,3 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 0,1 0,1 0,9 0,9 0,5 0,5 0,4 0,4 0,7 0,7 0,2 0,2 0,5 0,5 2003 2003 Totale Imprese Totale Imprese 1,6 1,6 0,4 0,4 1,2 1,2 1,2 1,2 0,7 0,7 0,3 0,3 1,1 1,1 0,7 0,7 1,1 1,1 1,2 1,2 1,1 1,1 0,9 0,9 0,7 0,7 1,9 1,9 1,1 1,1 0,4 0,4 1,1 1,1 0,6 0,6 0,5 0,5 0,4 0,4 0,8 0,8 0,7 0,7 1,3 1,3 0,9 0,9 1,4 1,4 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 1,2 1,2 0,3 0,3 0,8 0,8 0,6 0,6 0,2 0,2 0,3 0,3 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,5 0,7 0,7 0,4 0,4 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,5 0,5 0,5 0,0 0,0 0,4 0,4 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 0,1 0,1 0,9 0,9 0,5 0,5 0,4 0,4 0,6 0,6 0,2 0,2 0,5 0,5 2004 2004 Totale Imprese Totale Imprese 1,7 1,7 0,3 0,3 1,1 1,1 1,3 1,3 0,7 0,7 0,5 0,5 1,0 1,0 0,6 0,6 1,2 1,2 1,1 1,1 1,1 1,1 0,8 0,8 0,5 0,5 1,8 1,8 1,1 1,1 0,4 0,4 1,1 1,1 0,6 0,6 0,6 0,6 0,4 0,4 0,9 0,9 0,6 0,6 1,3 1,3 0,9 0,9 1,4 1,4 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 1,3 1,3 0,2 0,2 0,8 0,8 0,6 0,6 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,5 0,7 0,7 0,3 0,3 0,2 0,2 0,3 0,3 0,4 0,4 0,5 0,5 0,1 0,1 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 0,0 0,0 0,9 0,9 0,5 0,5 0,4 0,4 0,6 0,6 0,2 0,2 0,5 0,5 2005 2005 Totale Imprese Totale Imprese 1,7 1,7 0,3 0,3 1,1 1,1 1,2 1,2 0,7 0,7 1,0 1,0 0,4 0,4 0,6 0,6 1,2 1,2 1,2 1,2 1,1 1,1 0,8 0,8 0,6 0,6 1,8 1,8 1,0 1,0 0,5 0,5 1,1 1,1 0,7 0,7 0,5 0,5 0,4 0,4 0,8 0,8 0,6 0,6 1,3 1,3 0,9 0,9 1,4 1,4 1,2 1,2 0,8 0,8 1,1 1,1 1,4 1,4 0,2 0,2 0,8 0,8 0,7 0,7 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,5 0,7 0,7 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,5 0,5 0,5 0,5 0,0 0,0 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,0 0,0 0,2 0,2 0,0 0,0 0,9 0,9 0,5 0,5 0,4 0,4 0,7 0,7 0,2 0,2 0,6 0,6

Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica

Fonti Fonti

N N Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos Pubblicazioni Pubblicazioni N N Manuale didi Frascati, OECD, 2002 Manuale Frascati, OECD, 2002 N N Eurostat Pocketbooks, Science, technology and innovation Eurostat Pocketbooks, Science, technology and innovation inin Europe, 2007 Europe, 2007 N N Istat, La ricerca e e sviluppo in Italia, Statistiche in breve, Istat, La ricerca sviluppo in Italia, Statistiche in breve, 11 ottobre 2007 11 ottobre 2007 Siti internet Siti internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it http://www.oecd.org N N http://www.oecd.org

Altre informazioni Altre informazioni

La capacit didi spesa dellItalia per R&S mostra un andamento La capacit spesa dellItalia per R&S mostra un andamento costante nel corso degli anni 2000-2005 superando appena lala costante nel corso degli anni 2000-2005 superando appena soglia dell1 per cento inin rapporto al Pil. Larga parte della spesoglia dell1 per cento rapporto al Pil. Larga parte della spesa per ricerca concentrata nel Centro-Nord del Paese, inin sa per ricerca concentrata nel Centro-Nord del Paese, particolare ininPiemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Toparticolare Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana. Un caso a aparte invece lalaposizione del Lazio, che scana. Un caso parte invece posizione del Lazio, che concentra l1,9 per cento delle spese totali inin R&S, per la preconcentra l1,9 per cento delle spese totali R&S, per la pre-

Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica (a) Dallanno 2002 il il dato comprende anche la spesa per R&S intra muros effettuata dalle imprese private del settore non profit. (a) Dallanno 2002 dato comprende anche la spesa per R&S intra muros effettuata dalle imprese private del settore non profit. (b) Per motivi didi riservatezza il dato del Molise compreso in quello dellAbruzzo. (b) Per motivi riservatezza il dato del Molise compreso in quello dellAbruzzo.

100 statistiche per il Paese

S Sv F vez Fiinl ez iia na a G land Ger nd ia m Daer ma ia Da n ania niim nia mar Auarca Aus ca t Fr stria Fra nria a nc i Pa Be cia Pae Belg a s i lgio R es B i Re g i Bas o s n Lu e gno as si Lu s o U i s n ss em Un ito emb ito ur Re Re p S burg o u o pub Sllove g o b bb lic ve n lica niia a Ce a Cc Ir ec a Irllan a ad IT nd a ITAL a Sp AL IA Spa IA Un agn a Un g gn a ghe E her i E s o r ia Po stton a Port nia o rtog ia a Li ga lllo tu lo Li tuan an ia M ia Mal t G alta Gre a r c Po e ciia S P lo a Sllov olonia ova nia a cc Bu cc hia Bulg hia a Le lgar ia Le tt r ia on Ro ttonia Ro m ia ma n a nia C ia Ciip r p ro o

Valori in in crescita Valori crescita ma ancora inferiori alla media UeUe ma ancora inferiori alla media
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Scienza, tecnologia e innovazione Brevetti pro capite presentati allEPO

Lindicatore fa riferimento alle alle richiestebrevetto depositate Lindicatore fa riferimento richieste di di brevetto depositate presso lufficio europeo dei dei brevetti. Un analogo indicatore a presso lufficio europeo brevetti. Un analogo indicatore a livello internazionale viene calcolato utilizzando i dati dati dellufficio livello internazionale viene calcolato utilizzando i dellufficio statunitense dei dei brevetti, riferito perbrevetti effettivamente statunitense brevetti, riferito per ai ai brevetti effettivamente rilasciati. Il numero di brevetti pupu quindi essere rapportato a rilasciati. Il numero di brevetti quindi essere rapportato a diverse grandezze (popolazione, forza lavoro, prodotto interno diverse grandezze (popolazione, forza lavoro, prodotto interno lordo, spesa in ricerca e sviluppo). Qui Quisi sceltoutilizzare lordo, spesa in ricerca e sviluppo). si scelto di di utilizzare come denominatore la popolazione residente, come negli indi-indicome denominatore la popolazione residente, come negli catori strutturali di Lisbona. catori strutturali di Lisbona.
LITALIA NELNEL CONTESTO EUROPEO LITALIA CONTESTO EUROPEO

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Lindice di intensit brevettuale, paripari nel 2004112112 brevetti Lindice di intensit brevettuale, nel 2004 a a brevetti per per milioneabitanti nella media dellUnione europea, mostra milione di di abitanti nella media dellUnione europea, mostra unauna variabilit elevatissima che rispecchiabuona parte unauna variabilit elevatissima che rispecchia in in buona parte dicotomia tra paesi dellUnione a 15 e i e i paesirecente in- indicotomia tra paesi dellUnione a 15 paesi di di recente gresso. Nellambito dellUe15, poi, poi, emergono nettamente i Fonte: Eurostat, Database NewNew Cronos gresso. Nellambito dellUe15, emergono nettamente i Fonte: Eurostat, Database Cronos paesi scandinavi e laeGermania. LItalia, con con circa brevetti paesi scandinavi la Germania. LItalia, circa 80 80 brevetti per per milioneabitanti, si colloca al di sotto della media euromilione di di abitanti, si colloca al di sotto della media europeapea subito dopo il Regno Unito e davanti a Irlanda e Spagna. subito dopo il Regno Unito e davanti a Irlanda e Spagna. Nellultimo quinquennio lintensit brevettale aumentata nella Nellultimo quinquennio lintensit brevettale aumentata nella maggior parte dei dei paesi, portando un incremento complesmaggior parte paesi, portando ad ad un incremento complessivosivo dellindicatore. LItalia, con una variazione superiore20 20 dellindicatore. LItalia, con una variazione superiore al al per per cento, itra i paesi che hanno conseguitoincrementi pi pi cento, tra paesi che hanno conseguito gli gli incrementi consistenti. consistenti. Fonti Fonti La distribuzione territoriale dei dei brevetti denota uno svantaggio La distribuzione territoriale brevetti denota uno svantaggio del del Mezzogiorno. Consolasola eccezione dellAbruzzo, tutte le Mezzogiorno. Con la la eccezione dellAbruzzo, tutte le regioni presentano livelli dellindicatore particolarmente bassi e e regioni presentano livelli dellindicatore particolarmente bassi simili a quelli dei paesi europei meno avanzati. Man mano che che simili a quelli dei paesi europei meno avanzati. Man mano ci sici si sposta verso Nord le performance migliorano notevolmensposta verso Nord le performance migliorano notevolmente cosicch nella parte pi alta alta della graduatoria si trovano solo te cosicch nella parte pi della graduatoria si trovano solo le grandi regioni del del Nord, nelle quali i valori dellindicatore le grandi regioni Nord, nelle quali i valori dellindicatore
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI
N Eurostat, Database NewNew Cronos N Eurostat, Database Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Eurostat Pocketbooks, Science, technology and and innovation N Eurostat Pocketbooks, Science, technology innovation in Europe, 2007 in Europe, 2007 Siti Internet Siti Internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

55

100 statistiche per il Paese

G e Pa rm G an es e m Pa irB ia a es asni Lu i S sia Bv ss aez s Lu em sia S ss bvez ur ei Fm gia nb o Da laurd Fi n g nnla io a Da imad n nA rcia im a ua strc AB ria ue st lgia r i ra Re FBe o lc gnF ngio ora a Re U gn nci na oIT ito Un AL it IITA Io rla A LI SlIr ndA olv a an d Sl eni a So a pve a US gnia np n ga Re e U hgr pu ng nia he Re bb Ma pu lica lrtia M bb C a lic eclta a a Ce Ci pr Es cao tCip o Es niro Gt a ec Po ronia rtGr ia Po ogec a rPo llio t a l Sl gon ov allio P a Sl aolc n co oL hiia ve a atc toh c Le nia Li t tuo ta L na Biu niia tu lg a Rou aria B na lg ma Ro aniia r m a an ia

dei principali indicatori di di output cui viene misurata UnoUno dei principali indicatori output con con cui viene misurata lattivit innovativa di un paese dato dal dal numerobrevetti lattivit innovativa di un paese dato numero di di brevetti registrati. Questi vengono desunti da fontifonti amministrative e, registrati. Questi vengono desunti da amministrative e, grazie alla alla presenzauffici brevetti internazionali quali lo Eu- Eugrazie presenza di di uffici brevetti internazionali quali lo ropean Patent Office (EPO) e loe United States Patent andand ropean Patent Office (EPO) lo United States Patent Brevetti regione Anno 2002 (per milione di abitanti) Trademark Office (USPTO), dati dati confrontabili sono disponibili Brevetti per per regione Anno 2002 (per milione di abitanti) Trademark Office (USPTO), confrontabili sono disponibili per per numerosi paesi e in serie storiche lunghe. numerosi paesi e in serie storiche lunghe. In Italia nel nel 2004 sono state presentate allEPO oltre 4.500 In Italia 2004 sono state presentate allEPO oltre 4.500 richieste di brevetto. Tuttavia, loutput dellattivit innovativa dei dei richieste di brevetto. Tuttavia, loutput dellattivit innovativa paesi che,che, come lItalia, sono caratterizzati piccole dimenpaesi come lItalia, sono caratterizzati da da piccole dimensioni dimpresa e da unauna specializzazione settori a bassa sioni dimpresa e da specializzazione in in settori a bassa tecnologia tende ad essere sottostimato da questo tipo tipoindi-inditecnologia tende ad essere sottostimato da questo di di catore. importante segnalare che,che, comunque, lItalia itra i catore. importante segnalare comunque, lItalia tra paesi che che hanno conseguito incrementi consistenti nel periodo paesi hanno conseguito incrementi consistenti nel periodo 1999-2004. 1999-2004.

sono pur pur sempre inferioriquelli dei dei paesi scandinavi, ma sono sempre inferiori a a quelli paesi scandinavi, ma sostanzialmente in linea con con quelli dellUe15. Lampio e persisostanzialmente in linea quelli dellUe15. Lampio e persistente divario tra nord e sud sud rispecchia almeno in parte la diffestente divario tra nord e rispecchia almeno in parte la differente struttura produttiva settoriale e dimensionale delle duedue rente struttura produttiva settoriale e dimensionale delle aree, con con nord maggiormente industrializzato, pi specializaree, un un nord maggiormente industrializzato, pi specializzatozato in produzioni alta alta tecnologia e con imprese di maggiori in produzioni ad ad tecnologia e con imprese di maggiori dimensioni. Rimangono probabilmente dominanti elementi di di dimensioni. Rimangono probabilmente dominanti elementi carattere ambientale che che scoraggiano investimenti elevati in carattere ambientale scoraggiano investimenti elevati in ricerca e sviluppo. ricerca e sviluppo.

Brevetti nei nei paesi Anni 1999 e 2004 (per(per milione di abitanti) Brevetti paesi Ue Ue Anni 1999 e 2004 milione di abitanti)
300 300 250 250 200 200 150 150 100 100 50 50 0 0
Ue27 Ue27

1999 1999

2004 2004

Fonte: Eurostat, Database NewNew Cronos Fonte: Eurostat, Database Cronos

Brevetti per per ripartizione territoriale Anni 1995-2002 (per milione di abitanti) Brevetti ripartizione territoriale Anni 1995-2002 (per milione di abitanti)

180 180 160 160 140 140 120 120 100 100
80 80 60 60 40 40 20 20 0 0

1995 1995

1996 1996

1997 1997

1998 1998

1999 1999

2000 2000

2001 2002 2002 2001

Nord-ovest Nord-ovest

Nord-est Nord-est

Centro Centro

Centro-Nord Centro-Nord

Mezzogiorno Mezzogiorno

Fonte: Eurostat, Database Cronos Fonte: Eurostat, Database NewNew Cronos

56
Scienza, tecnologia e innovazione Quota di imprese che hanno accesso alla banda larga

Crescono gli accessi e e si riducono Crescono gli accessi si riducono i divari territoriali i divari territoriali
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

smo per tutte le le ripartizioni relativamente maggiore nel Mezsmo per tutte ripartizioni e e relativamente maggiore nel Mezzogiorno, che partendo nel 2001 dada un valore poco superiore zogiorno, che partendo nel 2001 un valore poco superiore alla met di di quello del Nord-ovest, nel 2006 ha colmato buona alla met quello del Nord-ovest, nel 2006 ha colmato buona parte di di questo differenziale. parte questo differenziale.

Imprese che utilizzano la la banda larga nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) ) Imprese che utilizzano banda larga nei paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali
100 100 9090 8080 7070 6060 5050 4040 3030 2020
Ue27 Ue27

Imprese che utilizzano banda larga per regione Luso di di internet ha ormai raggiunto livelli di saturazione in tutta Imprese che utilizzano la la banda larga per regione Luso internet ha ormai raggiunto livelli di saturazione in tutta Anno 2006 (valori percentuali) Europa, pur con qualche eccezione. Nella scelta degli indicatoEuropa, pur con qualche eccezione. Nella scelta degli indicato- Anno 2006 (valori percentuali) della diffusione di tecnologie da connessione appare quindi ri ri della diffusione di tecnologie da connessione appare quindi pi opportuno far riferimento al al grado di utilizzo della banda pi opportuno far riferimento grado di utilizzo della banda larga, mezzo in in progressiva espansione scapito di di tecnologie larga, mezzo progressiva espansione a a scapito tecnologie di di connessione pi tradizionali e ormai obsolete, quali moconnessione pi tradizionali e ormai obsolete, quali il il modem e lIsdn. dem e lIsdn. Nel 2006 la la quota di imprese che si connette tramite la banda Nel 2006 quota di imprese che si connette tramite la banda larga a Internet elevata e pari in in Italia circa il 7070 per cento larga a Internet elevata e pari Italia a a circa il per cento del totale delle imprese. del totale delle imprese.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

LaLa quota di imprese che hanno accesso alla banda larga quota di imprese che hanno accesso alla banda larga costruita a a partire dalla Rilevazione sulle tecnologie costruita partire dalla Rilevazione sulle tecnologie dellinformazione e e della comunicazione nelle imprese, che si dellinformazione della comunicazione nelle imprese, che si rivolge alle imprese dellindustria e e dei servizi di mercato (erivolge alle imprese dellindustria dei servizi di mercato (esclusi quelli finanziari) con almeno 1010 addetti. La quota data sclusi quelli finanziari) con almeno addetti. La quota data dal rapporto tratra numero di di imprese che si connettono Interdal rapporto il il numero imprese che si connettono a a Internet tramite banda larga e il totale delle imprese. net tramite banda larga e il totale delle imprese.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Elaborazioni susu Database New Cronos Fonte: Eurostat, Elaborazioni Database New Cronos (a)(a) Dato riferito al 2005. Dato riferito al 2005.

Lutilizzo della banda larga dada parte delle imprese europee ha Lutilizzo della banda larga parte delle imprese europee ha raggiunto nel 2006 quota 7373 per cento (che sale 7777 per cento raggiunto nel 2006 quota per cento (che sale a a per cento sese si considerano soli paesi dellUe15). Gli scarti tra i vari si considerano i i soli paesi dellUe15). Gli scarti tra i vari paesi sono per ampi: si si va dall89 per cento di Finlandia e paesi sono per ampi: va dall89 per cento di Finlandia e Svezia, al al 31 per cento della Romania che, insieme alla PoloSvezia, 31 per cento della Romania che, insieme alla Polonia, lunico paese a non raggiungere 5050 per cento. LItalia nia, lunico paese a non raggiungere il il per cento. LItalia Fonte: Istat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione con unun valore del 69,6 per cento, si colloca leggermente al di Fonte: Istat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione con valore del 69,6 per cento, si colloca leggermente al di e della comunicazione sotto della media Ue27, ma ben distante dagli altri maggiori sotto della media Ue27, ma ben distante dagli altri maggiori e della comunicazione paesi europei: circa 1717 punti al di sotto di Francia Spagna, 7 7 paesi europei: circa punti al di sotto di Francia e e Spagna, punti dal Regno Unito e 4 dalla Germania. Il ricorso alla banda punti dal Regno Unito e 4 dalla Germania. Il ricorso alla banda larga comunque in in rapidissima espansione nel nostro Paese. larga comunque rapidissima espansione nel nostro Paese. Basti pensare che nel 2001 poco pi del 1010 per cento delle Basti pensare che nel 2001 poco pi del per cento delle imprese la la utilizzava, che la quota nel 2003 gi superava 3030 imprese utilizzava, che la quota nel 2003 gi superava il il per cento e il 5050 per cento nellanno successivo. per cento e il per cento nellanno successivo.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Imprprese che utilizzano lbanda larargper ripartirtiione Anni 2001-2006 (valori percentuali e scarto percentuale Im ese che utilizzano la a banda lga a per ripa z zione Anni 2001-2006 (valori percentuali e scarto percentuale Centro-Nord/Mezzogiorno) Centro-Nord/Mezzogiorno)
8080 7070 6060 5050 4040

Lanalisi territoriale mostra come consueto una situazione piutLanalisi territoriale mostra come consueto una situazione piuttosto differenziata che vede il Molise come fanalino di di coda, tosto differenziata che vede il Molise come fanalino coda, unica regione dove le le imprese che utilizzano la banda larga unica regione dove imprese che utilizzano la banda larga sono meno del 4040 per cento la la provincia autonoma di Trento sono meno del per cento e e provincia autonoma di Trento in in prima posizione, con 79,4 per cento. prima posizione, con il il 79,4 per cento. Nel complesso le le regioni del Nord e del Centro si trovano in Nel complesso regioni del Nord e del Centro si trovano in posizione pi vantaggiosa rispetto a a quelle del Mezzogiorno, posizione pi vantaggiosa rispetto quelle del Mezzogiorno, con alcune eccezioni: dada un lato, infatti, la Sicilia si colloca nel con alcune eccezioni: un lato, infatti, la Sicilia si colloca nel terzo quartile della distribuzione, con unun valore superiore anterzo quartile della distribuzione, con valore superiore anche a a quello del Veneto, insieme a Toscana, Marche e Friuliche quello del Veneto, insieme a Toscana, Marche e FriuliVenezia Giulia; dallaltro lato, la la Valle dAosta lunica regione Venezia Giulia; dallaltro lato, Valle dAosta lunica regione del Nord che si sitrova al aldi disotto del valore mediano. del Nord che trova sotto del valore mediano. Levoluzione recente mostra, comunque, unun notevole dinamiLevoluzione recente mostra, comunque, notevole dinami-

Fonti Fonti

N NIstat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione Istat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione e della comunicazione N NEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N NIstat, Rapporto Annuale 2006 Istat, Rapporto Annuale 2006 N NIstat, Luso dellICT nelle imprese, Statistiche in in breve, Istat, Luso dellICT nelle imprese, Statistiche breve, 1818 dicembre 2006 dicembre 2006 Siti internet Siti internet N Nhttp://www.istat.it http://www.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu N Nhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione Fonte: Istat, Rilevazione sulluso delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione

100 statistiche per il Paese

Fi Finlan nla d n Sv diia Sea Spvezia Spagzia Fr agna n Franc a an i Be cia Da B lg a D n e io Pa anima lgio Paes imarca esi Ba rca i M Bassi s Re Malta si Regn alta (a) o (a gn U o n U Lu Es niito ss Estonto Lu e ss m tonia embu ia Slburgo S o rg Geloveno v Germeniia Re rman a ania Repu It ia pubbl bb ica Italia lic C alia a ec Ce Au ca a Po Austri Porto stria rtoga a l Irlgalllo a o UnIrlanda nd SlUnghe a Slovagheria ov cc ria a Lecchia Lettohia t n Gtroniia Grecia Bu e a Bulgacia Litlgaria r Lituania ua ia Cinia p PoCipro Polonro Ro lo ia Roma nia mania nia

3030 2020 1010 00 2001 2001 Nord-ovest Nord-ovest 2002 2002 Nord-est Nord-est 2003 2003 Centro Centro 2004 2004 Mezzogiorno Mezzogiorno 2005 2005 2006 2006

scarto % % Centro-Nord/Mezzogiorno scarto Centro-Nord/Mezzogiorno

Pur inin crescita, il valore nazionale Pur crescita, il valore nazionale il pi basso traprincipali paesi Ue il pi basso tra i i principali paesi Ue
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Scienza, tecnologia e innovazione Addetti alla ricerca e sviluppo per 1.000 abitanti

Alcuni degli indicatori utilizzati perper rappresentareruolo delle Alcuni degli indicatori utilizzati rappresentare il il ruolo delle risorse umane nelleconomia della conoscenza prendono in in risorse umane nelleconomia della conoscenza prendono considerazione il numero di di addetti alla ricerca sviluppo considerazione il numero addetti alla ricerca e e sviluppo (R&S). Possono essere misurati in in rapporto alloccupazione, (R&S). Possono essere misurati rapporto alloccupazione, alla popolazione attiva o a quella residente: costituiscono co-coalla popolazione attiva o a quella residente: costituiscono munque indicatori di processo dellattivit scientifica e tecnolomunque indicatori di processo dellattivit scientifica e tecnoloAddetti alla ricerca e sviluppo per regione Anno 2005 Addetti alla ricerca e sviluppo per regione Anno 2005 gica di un un paese. gica di paese. (per 1.000 abitanti) In Italia nelnel 2005 rilevano 3 addetti alla R&S ogni 1.000 abiIn Italia 2005 si si rilevano 3 addetti alla R&S ogni 1.000 abi- (per 1.000 abitanti) tanti. tanti. La La definizione personale addetto alla R&S stabilita a livello definizione di di personale addetto alla R&S stabilita a livello internazionale e contenuta nelnel Manuale OCSE-Eurostat sulla internazionale e contenuta Manuale OCSE-Eurostat sulla rilevazione statistica delle attivit di R&S (Manuale di Frascati): rilevazione statistica delle attivit di R&S (Manuale di Frascati): essa comprende ricercatori, tecnici e altro personale addetto essa comprende ricercatori, tecnici e altro personale addetto alla ricerca e sviluppo della Pubblica amministrazione, delle alla ricerca e sviluppo della Pubblica amministrazione, delle Universit e delle imprese pubbliche e private. Nella formulaUniversit e delle imprese pubbliche e private. Nella formulazione quiqui utilizzata gli addetti sono misurati unit equivalenti zione utilizzata gli addetti sono misurati in in unit equivalenti a tempo pieno e rapportati alla popolazione media residente a tempo pieno e rapportati alla popolazione media residente nellanno. nellanno. In Europa nelnel 2004 gli addetti alla R&S (in unit equivalenti a In Europa 2004 gli addetti alla R&S (in unit equivalenti a tempo pieno) sono mediamente 4,24,2 ogni 1.000 abitanti. tempo pieno) sono mediamente ogni 1.000 abitanti. Lindicatore varia daldal valore di 11,1 della Finlandia 1,51,5 di Lindicatore varia valore di 11,1 della Finlandia a a di Cipro. I primi 11 11 posti della graduatoria europea sono occupati Cipro. I primi posti della graduatoria europea sono occupati da da paesi dellUe15; lItalia con 2,8 il penultimo deidei paesi paesi dellUe15; lItalia con 2,8 il penultimo paesi dellUe15 (soltanto il Portogallo presenta un un valore addetti dellUe15 (soltanto il Portogallo presenta valore di di addetti pipi basso). La quota di popolazione che lavora nella R&S basso). La quota di popolazione che lavora nella R&S aumentata nellultimo quadriennio nella maggior parte deidei paeaumentata nellultimo quadriennio nella maggior parte paesi europei e in modo relativamente pipi significativo nei paesi si europei e in modo relativamente significativo nei paesi che gigi trovavano in posizioni migliori. In Italia lindicatore che si si trovavano in posizioni migliori. In Italia lindicatore passato da da 2,6 nel 20002,82,8 nel 2004. passato 2,6 nel 2000 a a nel 2004. Nel 2005 il valore dellindicatore salito ulteriormente raggiunNel 2005 il valore dellindicatore salito ulteriormente raggiungendo le le unit di di personale addetto alla R&S ogni 1.000 gendo 3 3 unit personale addetto alla R&S ogni 1.000 abitanti. La La distribuzione territoriale delle risorse umane dediabitanti. distribuzione territoriale delle risorse umane dedicate alla R&S descrive in parte il consueto divario tra tra nord e cate alla R&S descrive in parte il consueto divario nord e sud mama risente anche di altri fattori, quali la presenza pi o sud risente anche di altri fattori, quali la presenza pi o meno rilevante di universit, di enti di ricerca, di grandi impremeno rilevante di universit, di enti di ricerca, di grandi imprese.se. livello nazionale, la parte pipi rilevante (circa 43 per cenA A livello nazionale, la parte rilevante (circa 43 per cento) to) degli addetti alla R&S opera nel settore delle imprese deldel degli addetti alla R&S opera nel settore delle imprese (o (o non profit); una quota di poco inferiore nelle universit (circa 38 38 non profit); una quota di poco inferiore nelle universit (circa perper cento)poco meno deldel 20 per cento nella Pubblica ammicento) e e poco meno 20 per cento nella Pubblica amministrazione. La La ripartizione che presenta valore pipi elevato nistrazione. ripartizione che presenta il il valore elevato (4,3) ilCentro, fortemente influenzata daldal risultato del Lazio (4,3) il Centro, fortemente influenzata risultato del Lazio dove, oltre alla presenza di importanti universit molto grandi, dove, oltre alla presenza di importanti universit molto grandi, si registra anche una forte concentrazione di di enti pubblici di si registra anche una forte concentrazione enti pubblici di ricerca. Nelle ripartizioni settentrionali il valore dellindicatore ricerca. Nelle ripartizioni settentrionali il valore dellindicatore
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI
Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica

rimane al al di sopra della media nazionale il primato spetta rimane di sopra della media nazionale e e il primato spetta nuovamente al settore delle imprese, con una punta di 67 67 per nuovamente al settore delle imprese, con una punta di per cento nelnel Nord-ovest. Solo due aree, Valle dAosta e la procento Nord-ovest. Solo due aree, la la Valle dAosta e la provincia di Bolzano presentano valori dellindicatore inferiori al 2 2 vincia di Bolzano presentano valori dellindicatore inferiori al perper 1.000, soprattutto causa di di una irrilevante presenza di 1.000, soprattutto a a causa una irrilevante presenza di universit. Nel Mezzogiorno, a a fronte di un valore basso universit. Nel Mezzogiorno, fronte di un valore basso dellindicatore (1,7), si si rileva una quota predominante delle dellindicatore (1,7), rileva una quota predominante delle universit (60(60 per cento), che spinge Campania al di sopra universit per cento), che spinge la la Campania al di sopra della media della ripartizione; seguono le imprese (circa 25 25 per della media della ripartizione; seguono le imprese (circa per cento) e quindi la Pubblica amministrazione (16(16 per cento). cento) e quindi la Pubblica amministrazione per cento).

Addetti alla ricerca e sviluppo neinei paesi UeAnni 2000 e 2004 (per 1.000 abitanti) (a)(a) Addetti alla ricerca e sviluppo paesi Ue Anni 2000 e 2004 (per 1.000 abitanti)
12 12 10 10 8 8 6 6 4 4 2 2 0 0
F Lu inla F Lusseinlandi ss mb nd a em ur ia b g Sur o Da vego Sv zia Danim ez Gnimarcia e G rmarca er an a m i Pa Fraan a es Fr nciia Pa i a a es B n Au i ascia B s Austrias i str a (si i b Ba ( ) e b) Belgio Irl lg an io r SIpla da n S a da Sl pagna og n Sl ven a Eove ia sto n E ia Listonia t Li uania tu n Grania Re G ecia Repub ITrecia pu bli ITALia bb ca A IA Sllica CeLIA o c Sl vaCe a c Povaccha o i Portocch a ga ia Urto llo ngga Un hello Legh ria Lettoeria t n Poto ia n Poloniia Bu lo a lg ni B M ulgaria a a M ltaaria a Ro lt (b a ) Roma(b ) m nia a Cini pra Ci o pr o

2000 2000

2004 2004

Ue27 Ue27

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) (a) Regno Unito nessun dato disponibile. Regno Unito nessun dato disponibile. (b) (b) Non disponibili dati 1999-2001. Non disponibili dati 1999-2001.

Addetti alla ricerca e sviluppo per settore e ripartizione geografica Anno 2005 (per 1.000 abitanti) Addetti alla ricerca e sviluppo per settore e ripartizione geografica Anno 2005 (per 1.000 abitanti)

8080 7070 6060 5050


Fonti Fonti

Pubblica Amministrazione Pubblica Amministrazione

Universit Universit

Imprese Imprese

4040 3030 2020 1010 0 0

N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos N N Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Eurostat Pocketbooks, Science, technology and innovation Eurostat Pocketbooks, Science, technology and innovation in Europe, 2007 in Europe, 2007 N N Istat, Ricerca e Sviluppo in Italia, Statistiche in breve, Istat, La La Ricerca e Sviluppo in Italia, Statistiche in breve, 11 ottobre 2007 11 ottobre 2007 SitiSiti internet internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it N N http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Nord-ovest Nord-ovest

Nord-est Nord-est

Centro Centro

Mezzogiorno Mezzogiorno

Italia Italia

Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica

57

100 statistiche per il Paese

58
Scienza, tecnologia e innovazione Quota di imprese innovatrici

Innova poco pi del 30 per cento delle imprese nazionali


UNO SGUARDO DINSIEME

Sebbene linnovazione tecnologica sia un fenomeno complesso e ancora poco indagato nelle sue relazioni con la crescita economica e loccupazione, essa rappresenta un obiettivo comune delle politiche di sviluppo economico nazionali ed europee. In media nel triennio 2002-2004 la quota di imprese innovatrici del Centro-Nord (33 per cento) supera quella delle imprese del Mezzogiorno di circa 10 punti percentuali. Lindagine sullinnovazione tecnologica nelle imprese dellindustria e dei servizi con pi di 10 addetti (Community Innovation Survey), basata sulle definizioni adottate in sede internazionale, garantisce la confrontabilit a livello europeo. Le attivit innovative sono definite come tutte quelle che si rendono necessarie per sviluppare e introdurre prodotti, servizi o processi produttivi tecnologicamente nuovi o significativamente migliorati. Limpresa innovatrice quella che ha introdotto con successo sul mercato e/o nel proprio processo produttivo innovazioni nel triennio 2002-2004. La spesa per innovazione include quelle per la R&S interna, lacquisto di macchinari e impianti innovativi, di tecnologie non incorporate in beni capitali, la progettazione ed altre attivit preliminari alla produzione, la formazione e il marketing.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

In termini di numerosit delle imprese che hanno introdotto innovazioni, oltre alle regioni appena citate (escluso il Lazio), anche Liguria, provincia autonoma di Trento, Veneto, FriuliVenezia Giulia e Umbria si situano al di sopra della media nazionale (30,7 per cento). Le regioni del Mezzogiorno concentrano appena il 7,5 per cento della spesa per innovazione effettuata in Italia e circa il 22 per cento delle imprese che hanno introdotto innovazioni. Imprese innovatrici per regione Anni 2002-2004 (valori percentuali)

Imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche nei paesi Ue Anni 2002-2004 (valori percentuali) (a)
70 60 50 40 30 20 10 0
an i Irl a an da L u Au ss str em ia bu rg o Sv ez ia Ci pr Es o D ton an i im a ar ca Fi nl a Po n di rto a ga llo Be lg io G Pa r e ci es a iB IT ass AL i IA Re ( Sp b ) pu bb ag lic na a Ce c Po a lo ni Fr a an c Li i a tu Sl a n o v ia ac c R hi a om an U ng ia he Bu ria lg ar ia M al ta
Percentuale di imprese innovatrici (sul totale delle imprese) REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Imprese che hanno innovato solo i prodotti 6,3 3,4 5,7 7,0 5,8 4,9 6,7 6,2 5,5 6,2 4,3 5,2 4,7 4,9 4,5 0,8 2,1 3,6 4,4 3,2 3,6 1,6 5,9 6,1 4,7 5,7 3,0 5,2 Imprese che hanno innovato solo i processi 16,8 10,4 17,0 15,6 17,5 17,2 17,9 18,5 15,5 18,0 14,6 19,8 16,0 11,6 17,2 8,8 13,8 7,8 6,7 8,5 9,1 13,0 16,8 18,0 14,3 16,6 11,2 15,5 Imprese con innovazioni di prodotto e di processo 12,9 9,5 11,3 9,3 11,6 8,2 15,4 10,8 11,3 11,3 7,8 7,3 7,5 9,5 6,5 3,8 6,2 9,4 9,1 8,0 7,7 6,2 11,6 11,1 8,3 10,6 7,4 10,0 Imprese innovatrici Spesa sostenuta per l'innovazione (composizione % sul totale Italia) Imprese con 10-249 addetti 9,3 0,2 31,0 1,9 2,5 1,0 1,5 11,2 2,8 11,6 5,2 1,7 3,1 6,8 2,0 0,1 3,4 2,0 0,4 0,4 3,7 0,7 42,5 28,1 16,7 87,2 12,8 100,0 Imprese con 250 addetti e oltre 12,0 0,2 37,2 1,9 0,9 0,3 0,6 7,8 2,4 9,2 2,5 0,3 0,5 22,8 0,4 0,1 1,0 0,2 0,1 0,0 0,4 0,1 51,2 20,4 26,1 97,7 2,3 100,0 Totale imprese 36,0 23,3 34,1 31,9 34,9 30,4 40,0 35,5 32,3 35,5 26,8 32,3 28,3 26,0 28,1 13,4 22,2 20,8 20,2 19,8 20,4 20,8 34,3 35,1 27,3 32,9 21,6 30,7 10,7 0,2 34,1 1,9 1,7 0,6 1,1 9,5 2,6 10,4 3,8 1,0 1,8 14,8 1,2 0,1 2,2 1,1 0,3 0,2 2,0 0,4 46,8 24,2 21,4 92,5 7,5 100,0

Ue25

Anche se nella lettura dei risultati dellindagine sullinnovazione tecnologica nelle imprese occorre considerare la diversit delle strutture economiche e produttive dei vari paesi, lindicatore sul numero di imprese che hanno introdotto innovazioni consente un primo confronto sulla propensione a innovare nei paesi dellUe. LItalia, con poco meno del 31 per cento si posiziona leggermente al di sotto della media Ue25: infatti, in media il 35 per cento delle imprese europee ha dichiarato di aver introdotto qualche forma di innovazione nel triennio considerato dallindagine. Tale valore medio il risultato di una distribuzione abbastanza polarizzata: un primo gruppo di paesi si colloca in posizioni molto avanzate (tra questi Germania, Irlanda, Austria, Svezia, Estonia e Danimarca) con quote di imprese innovatrici comprese tra il 45 e il 65 per cento del totale; un secondo gruppo, tra cui Italia, Portogallo, Grecia, Paesi Bassi e Spagna, si posiziona intorno alla media dellUnione; infine, un gruppo di paesi per lo pi di recente adesione, che comprende per anche la Francia, presenta quote di imprese innovatrici comprese tra il 10 e il 25 per cento.
LITALIA E LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Rilevazione sull'innovazione nelle imprese

Fonti

N Istat, Rilevazione sull'innovazione nelle imprese N Eurostat, Community Innovation Survey (CIS) Pubblicazioni N Eurostat Pocketbooks, Science, technology and innovation in Europe, 2007 N Oecd, Proposed Guidelines for Collecting and Interpreting Technological Innovation Data, Oslo Manual, 2005 N Istat, Statistiche sullinnovazione nelle imprese, Anni 2002-2004, Collana Informazioni, 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://www.trendchart.org N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Altre informazioni

Lanalisi territoriale mostra una forte concentrazione delle attivit innovative. Circa il 70 per cento della spesa sostenuta per lintroduzione di innovazioni concentrato in quattro regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna.

100 statistiche per il Paese

Fonte: Eurostat, Community Innovation Survey (a) I dati relativi a Regno Unito, Slovenia e Lettonia non sono disponibili. (b) Il dato non direttamente confrontabile con quello degli altri paesi Ue in quanto non considera le spese per design, marketing e formazione.

Imprese innovatrici e spesa sostenuta per l'innovazione, per regione Anni 2002-2004 (valori percentuali)

Fonte: Istat, Rilevazione sull'innovazione nelle imprese, Anni 2002-2004

er m
Lazio Sicilia

Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

Cresce il numero di laureati in S&T ma aumenta anche la differenza di genere


Lindicatore relativo ai laureati nelle discipline tecnicoLindicatore relativo ai laureati nelle discipline tecnicoscientifiche (S&T) rappresenta una buona approssimazione scientifiche (S&T) rappresenta una buona approssimazione della disponibilit di persone altamente qualificate, potenzialdella disponibilit di persone altamente qualificate, potenzialmente disponibili ad operare nel campo della ricerca e svilupmente disponibili ad operare nel campo della ricerca e sviluppo. Uno scarso numero di iscritti e laureati si traduce in una po. Uno scarso numero di iscritti e laureati si traduce in una perdita complessiva di competitivit internazionale nel campo perdita complessiva di competitivit internazionale nel campo dellalta tecnologia, dovuta alla difficolt delle imprese a recludellalta tecnologia, dovuta alla difficolt delle imprese a reclutare ricercatori e tecnici ad alta qualificazione scientifica. tare ricercatori e tecnici ad alta qualificazione scientifica. In Italia, nel 2006, il numero di laureati in discipline tecnicoIn Italia, nel 2006, il numero di laureati in discipline tecnicoscientifiche ancora piuttosto basso (circa 12 ogni 1.000 abiscientifiche ancora piuttosto basso (circa 12 ogni 1.000 abitanti tra ii 20 e ii 29 anni), ma in rapido aumento grazie soprattanti tra 20 e 29 anni), ma in rapido aumento grazie soprattutto alla recente riforma dei cicli universitari che ha notevoltutto alla recente riforma dei cicli universitari che ha notevolmente incrementato il numero di corsi offerti. mente incrementato il numero di corsi offerti. Lindicatore costruito come rapporto tra ii laureati nelle disciLindicatore costruito come rapporto tra laureati nelle discipline tecnico-scientifiche e gli abitanti nella classe det 20-29 pline tecnico-scientifiche e gli abitanti nella classe det 20-29 anni, per 1.000. anni, per 1.000. La definizione utilizzata a livello europeo comprende, relativaLa definizione utilizzata a livello europeo comprende, relativamente allanno solare di riferimento, ii laureati, ii dottori di ricermente allanno solare di riferimento, laureati, dottori di ricerca, ii diplomati ai corsi di specializzazione, di perfezionamento ca, diplomati ai corsi di specializzazione, di perfezionamento e di master nelle facolt di Ingegneria, Scienze e tecnologie e di master nelle facolt di Ingegneria, Scienze e tecnologie informatiche, Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze informatiche, Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze statistiche, Chimica industriale, Scienze nautiche, Scienze statistiche, Chimica industriale, Scienze nautiche, Scienze ambientali, Scienze biotecnologiche e Architettura (secondo la ambientali, Scienze biotecnologiche e Architettura (secondo la International Standard Classification of Education, ISCED97, International Standard Classification of Education, ISCED97, dellUnesco). dellUnesco).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Scienza, tecnologia e innovazione Quota di laureati in discipline tecnico-scientifiche

Lanalisi territoriale risente, ovviamente, delle differenze Lanalisi territoriale risente, ovviamente, delle differenze nellofferta di facolt universitarie delle singole regioni. Nel nellofferta di facolt universitarie delle singole regioni. Nel 2006 tutte le regioni del Centro-Nord (ad eccezione di Valle 2006 tutte le regioni del Centro-Nord (ad eccezione di Valle dAosta e Trentino-Alto Adige) presentano valori superiori alla dAosta e Trentino-Alto Adige) presentano valori superiori alla media nazionale, mentre le regioni del Mezzogiorno si collomedia nazionale, mentre le regioni del Mezzogiorno si collocano al di sotto di tale soglia. cano al di sotto di tale soglia. La dinamica del fenomeno comunque di segno positivo per La dinamica del fenomeno comunque di segno positivo per tutte le regioni (in particolare per Friuli-Venezia Giulia, Emiliatutte le regioni (in particolare per Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna e Lazio) con variazioni superiori ai 10 punti percenRomagna e Lazio) con variazioni superiori ai 10 punti percentuali anche se, in termini di genere, ii dati mostrano che dal tuali anche se, in termini di genere, dati mostrano che dal 1998 al 2006 il numero di donne laureate in discipline scienti1998 al 2006 il numero di donne laureate in discipline scientifiche aumenta pi lentamente di quello dei colleghi maschi. fiche aumenta pi lentamente di quello dei colleghi maschi. Laureati in discipline tecnico-scientifiche Anno 2006 Laureati in discipline tecnico-scientifiche Anno 2006 (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni) (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni)

Laureati in discipline tecnico-scientifiche per sesso nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni) Laureati in discipline tecnico-scientifiche per sesso nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni)
36 36 Uomini Uomini 32 32 28 28 24 24 20 20 16 16 12 12 8 8 4 4 0 0
Irla nd Fr a an c Li ia R tua eg ni no a U ni to Fi nl an D an dia im ar ca Sv ez i Es a to Po nia rto ga ll Sp o ag na Po lo ni a Be lg io R om Sl ani a ov ac ch ia G re ci a Au st ria Sl ov en Le i a t to n G er ia m an ia IT Pa AL IA es iB as R ep Bu si lg ub a bl ic ria a C ec U ng a he ria C ip ro M al ta

Donne Donne

Ue27 Ue27

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) Il dato del Lussemburgo non disponibile. (a) Il dato del Lussemburgo non disponibile.

Laureati in discipline tecnico-scientifiche per sesso e regione Anni 1998 e 2006 (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni Laureati in discipline tecnico-scientifiche per sesso e regione Anni 1998 e 2006 (per 1.000 abitanti in et 20-29 anni e differenze percentuali) e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Valle D'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata 1998 1998 Uomini Uomini 6,6 6,6 0,6 0,6 7,5 7,5 8,1 8,1 2,5 2,5 .. .. .. .. 6,3 6,3 5,3 5,3 8,1 8,1 8,2 8,2 4,7 4,7 4,3 4,3 6,6 6,6 4,7 4,7 0,2 0,2 3,9 3,9 2,5 2,5 1,3 1,3 3,0 3,0 3,9 3,9 2,5 2,5 7,3 7,3 6,5 6,5 6,6 6,6 6,9 6,9 3,4 3,4 5,5 5,5 Donne Donne 3,5 3,5 0,0 0,0 4,6 4,6 5,3 5,3 0,8 0,8 .. .. .. .. 3,8 3,8 2,5 2,5 5,0 5,0 5,2 5,2 3,3 3,3 2,3 2,3 3,9 3,9 3,1 3,1 0,3 0,3 2,6 2,6 1,6 1,6 1,1 1,1 1,8 1,8 2,3 2,3 1,9 1,9 4,3 4,3 3,8 3,8 4,1 4,1 4,1 4,1 2,2 2,2 3,3 3,3 Totale Totale 5,1 5,1 0,3 0,3 6,1 6,1 6,7 6,7 1,6 1,6 .. .. .. .. 5,1 5,1 3,9 3,9 6,6 6,6 6,7 6,7 4,0 4,0 3,3 3,3 5,2 5,2 3,9 3,9 0,3 0,3 3,3 3,3 2,1 2,1 1,2 1,2 2,4 2,4 3,1 3,1 2,2 2,2 5,8 5,8 5,2 5,2 5,4 5,4 5,5 5,5 2,8 2,8 4,4 4,4 Uomini Uomini 18,8 18,8 0,1 0,1 19,0 19,0 18,1 18,1 10,2 10,2 .. .. .. .. 16,1 16,1 24,8 24,8 22,8 22,8 20,6 20,6 18,0 18,0 16,4 16,4 19,5 19,5 12,7 12,7 1,7 1,7 12,1 12,1 7,7 7,7 7,1 7,1 12,0 12,0 9,4 9,4 8,0 8,0 18,7 18,7 18,9 18,9 19,3 19,3 18,9 18,9 10,0 10,0 15,3 15,3 2006 2006 Donne Donne 9,8 9,8 0,0 0,0 10,5 10,5 10,7 10,7 3,6 3,6 .. .. .. .. 9,1 9,1 9,9 9,9 11,8 11,8 12,2 12,2 8,9 8,9 9,1 9,1 12,6 12,6 8,0 8,0 3,0 3,0 8,3 8,3 6,0 6,0 4,6 4,6 6,9 6,9 5,7 5,7 6,0 6,0 9,0 9,0 14,6 14,6 15,0 15,0 10,0 10,0 7,2 7,2 9,0 9,0 Totale Totale 14,4 14,4 0,1 0,1 14,8 14,8 14,4 14,4 7,0 7,0 1,2 1,2 12,9 12,9 12,7 12,7 17,7 17,7 17,4 17,4 16,5 16,5 13,5 13,5 12,8 12,8 16,1 16,1 10,4 10,4 2,3 2,3 10,2 10,2 6,8 6,8 5,9 5,9 9,5 9,5 7,5 7,5 7,0 7,0 14,6 14,6 14,4 14,4 15,6 15,6 14,8 14,8 8,4 8,4 12,2 12,2 Differenze % 1998-2006 Differenze % 1998-2006 Uomini Uomini 12,2 12,2 -0,4 -0,4 11,5 11,5 10,0 10,0 7,7 7,7 .. .. .. .. 9,8 9,8 19,5 19,5 14,8 14,8 12,4 12,4 13,3 13,3 12,1 12,1 12,9 12,9 8,0 8,0 1,5 1,5 8,2 8,2 5,1 5,1 5,9 5,9 9,0 9,0 5,5 5,5 5,4 5,4 11,5 11,5 12,4 12,4 12,7 12,7 12,1 12,1 6,6 6,6 9,8 9,8 Donne Donne 6,3 6,3 0,0 0,0 5,9 5,9 5,4 5,4 2,9 2,9 .. .. .. .. 5,4 5,4 7,4 7,4 6,8 6,8 7,1 7,1 5,6 5,6 6,8 6,8 8,7 8,7 4,9 4,9 2,7 2,7 5,7 5,7 4,4 4,4 3,5 3,5 5,1 5,1 3,3 3,3 4,0 4,0 4,7 4,7 10,8 10,8 10,9 10,9 6,0 6,0 5,0 5,0 5,6 5,6 Totale Totale 9,3 9,3 -0,2 -0,2 8,8 8,8 7,7 7,7 5,3 5,3 .. .. .. .. 7,6 7,6 13,7 13,7 10,9 10,9 9,8 9,8 9,5 9,5 9,5 9,5 10,8 10,8 6,5 6,5 2,1 2,1 6,9 6,9 4,8 4,8 4,7 4,7 7,1 7,1 4,4 4,4 4,7 4,7 8,8 8,8 9,2 9,2 10,2 10,2 9,3 9,3 5,6 5,6 7,8 7,8

Incentivare ii giovani allo studio delle discipline tecnicoIncentivare giovani allo studio delle discipline tecnicoscientifiche uno degli obiettivi del processo di Lisbona che scientifiche uno degli obiettivi del processo di Lisbona che prevede, per il 2010, laumento del 15 per cento della quota prevede, per il 2010, laumento del 15 per cento della quota di laureati in queste discipline rispetto al valore dellanno di laureati in queste discipline rispetto al valore dellanno 2000. In generale, ii paesi dellUe presentano una quota di 2000. In generale, paesi dellUe presentano una quota di laureati in discipline tecnico-scientifiche pi alta di Usa e laureati in discipline tecnico-scientifiche pi alta di Usa e Giappone, ma un numero minore di ricercatori. II divari Giappone, ma un numero minore di ricercatori. divari allinterno dellUnione sono rilevanti. Nettamente al di sopra allinterno dellUnione sono rilevanti. Nettamente al di sopra della media europea troviamo Irlanda, Francia, Regno Unito della media europea troviamo Irlanda, Francia, Regno Unito e tutti ii paesi scandinavi. e tutti paesi scandinavi. Anche se in termini assoluti lofferta di laureati in S&T continua Anche se in termini assoluti lofferta di laureati in S&T continua a crescere tanto da rendere facilmente raggiungibile il target di a crescere tanto da rendere facilmente raggiungibile il target di Lisbona, se rapportato alla popolazione il valore mostra dinaLisbona, se rapportato alla popolazione il valore mostra dinamiche pi lente sia per alcuni paesi di nuovo ingresso miche pi lente sia per alcuni paesi di nuovo ingresso nellUnione (Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta e Cipro) sia in nellUnione (Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta e Cipro) sia in Germania, Grecia, Paesi Bassi e Italia, dove ii laureati nelle Germania, Grecia, Paesi Bassi e Italia, dove laureati nelle discipline tecnico-scientifiche sono 10-12 per 1.000 abitanti. discipline tecnico-scientifiche sono 10-12 per 1.000 abitanti. Le differenze di genere sono piuttosto rilevanti in quasi tutti ii Le differenze di genere sono piuttosto rilevanti in quasi tutti paesi, ad eccezione di Estonia, Portogallo, Romania e Italia. Il paesi, ad eccezione di Estonia, Portogallo, Romania e Italia. Il nostro paese, infatti, ben collocato nella graduatoria delle nostro paese, infatti, ben collocato nella graduatoria delle donne che si laureano in discipline tecnico-scientifiche (7,2 donne che si laureano in discipline tecnico-scientifiche (7,2 contro 12 per 1.000 maschi nella classe det di riferimento). contro 12 per 1.000 maschi nella classe det di riferimento).

Fonte: Elaborazioni Istat su dati Miur Fonte: Elaborazioni Istat su dati Miur

Fonti Fonti

Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Miur, Indagine sullUniversit N Miur, Indagine sullUniversit N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Altre informazioni Altre informazioni

Fonte: Elaborazioni su dati Miur Fonte: Elaborazioni su dati Miur

59

100 statistiche per il Paese

Trasporti

Gli indicatori presentati in questa sezione sono relativi a pi aspetti: il trasporto merci su ferrovia ; il trasporto merci su strada; il numero di veicoli circolanti per km di rete stradale; la sicurezza stradale. In Italia nel 2005 le merci trasportate su ferrovia ammontano a poco pi di 42 milioni di tonnellate (in partenza) e 57 milioni (in arrivo). Il nostro Paese, con il 4,9 per cento, presenta una crescita positiva ma molto contenuta del ricorso a questa modalit di trasporto delle merci, ben al di sotto degli indici comunitari.

Le tematiche relative alle infrastrutture di trasporto rivestono un ruolo chiave per le ricadute sul sistema economico, sulla qualit della vita delle persone e sullimpatto ambientale. Inoltre, in questo campo, la dimensione territoriale particolarmente rilevante, sia sotto il profilo dellanalisi, sia sotto quello delle policy a tutti i livelli: regionale, nazionale ed europeo. In Italia, nel 2006, quasi 100 persone per milione di abitanti sono morte per incidente stradale. Ogni giorno si verificano in media 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 912. Nel periodo 2000-2006, si registra un decremento del 7,2 per cento per quanto riguarda il numero di incidenti, del 7,5 per cento per i feriti e del 19,7 per cento per quanto riguarda i morti.

Per contro, in Italia, nel 2005, i trasporti di merci su strada hanno sviluppato un traffico di 212 miliardi di tonnellate-km. Anche la crescita del trasporto merci su strada stata in Italia piuttosto contenuta, e inferiore alla media europea.

Nel nostro Paese, nel periodo 1994-1999, la rete viaria cresciuta dell1 per cento mentre il parco vetture cresciuto dell8 per cento. Lindice di pressione degli autoveicoli circolanti si attesta su valori elevati (42,5 vetture per chilometro di rete stradale) risultando inferiore solo a Spagna, Slovacchia, Regno Unito e Austria.

60
Trasporti Merci trasportate su ferrovia (tonnellate-km)

InIncrescita il iltrasporto merci su rotaia, In crescita il trasporto merci su rotaia, crescita trasporto merci su rotaia, ma meno che nel resto dellUnione ma meno che nel resto dellUnione ma meno che nel resto dellUnione
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Austria Austria Austria Belgio Belgio Belgio Bulgaria Bulgaria Bulgaria Cipro Cipro Cipro Danimarca Danimarca Danimarca Estonia Estonia Estonia Finlandia Finlandia Finlandia Francia Francia Francia Germania Germania Germania

13.084 13.084 13.084 7.304 7.304 7.304 8.595 8.595 8.595 .... .. 1.985 1.985 1.985 3.845 3.845 3.845 9.600 9.600 9.600 48.137 48.137 48.137 69.490 69.490 69.490

18.957 18.957 18.957 8.130 8.130 8.130 5.212 5.212 5.212 .... .. 1.968 1.968 1.968 10.639 10.639 10.639 9.706 9.706 9.706 40.701 40.701 40.701 95.421 95.421 95.421

44,9 44,9 44,9 11,3 11,3 11,3 -39,4 -39,4 -39,4 .... .. -0,9 -0,9 -0,9 176,7 176,7 176,7 1,1 1,1 1,1 -15,4 -15,4 -15,4 37,3 37,3 37,3 80,6 80,6 80,6 109,9 109,9 109,9 -49,7 -49,7 -49,7 4,9 4,9 4,9 102,7 102,7 102,7 73,0 73,0 73,0 -25,9 -25,9 -25,9 .... .. 62,1 62,1 62,1 -26,7 -26,7 -26,7 20,0 20,0 20,0 -34,5 -34,5 -34,5 -29,8 -29,8 -29,8 -31,4 -31,4 -31,4 5,5 5,5 5,5 11,7 11,7 11,7 12,3 12,3 12,3 8,2 8,2 8,2 19,2 19,2 19,2 9,8 9,8 9,8

IlIltrasporto di di merci su ferrovia esprime in in termini di tonnellaIl trasporto merci su ferrovia si si esprime termini di tonnellatrasporto di merci su ferrovia si esprime in termini di tonnellate teoppure di ditonnellate-km. Questa ultima unit, di diseguito te oppure di tonnellate-km. Questa ultima unit, di seguito oppure tonnellate-km. Questa ultima unit, seguito utilizzata, indica la la quantit di merci transitate su rotaia in terutilizzata, indica la quantit di merci transitate su rotaia in terutilizzata, indica quantit di merci transitate su rotaia in termini di chilometri percorsi dada ciascuna tonnellata merce. mini didi chilometri percorsi ciascuna tonnellata di di merce. mini chilometri percorsi da ciascuna tonnellata di merce.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni sudati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos (a)(a) CiproMalta dati statisticamente non significativi. (a)Cipro ee Malta dati statisticamente non significativi. Cipro e Malta dati statisticamente non significativi.

Merci ferroviarie trasportate dalle grandi imprese in in partenza in in arrivo dalle/alle regioni per destinazione/ Merci ferroviarie trasportate dalle grandi imprese inpartenza e e arrivo dalle/alle regioni per destinazione/ Merci ferroviarie trasportate dalle grandi imprese partenza e in arrivo dalle/alle regioni per destinazione/ origine (a)(a) Anno 2005 (valori assoluti in tonnellate) origine (a) Anno 2005 (valori assoluti in tonnellate) origine Anno 2005 (valori assoluti in tonnellate)
Partenze Partenze Partenze REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Italia Italia Italia Estero Estero Estero Totale Totale Totale Composizione Composizione Composizione % % % sul sul totale sultotale totale nazionale nazionale nazionale 13,9 13,9 13,9 -- 14,6 14,6 14,6 11,3 11,3 11,3 2,9 2,9 2,9 0,0 0,0 0,0 2,9 2,9 2,9 12,3 12,3 12,3 4,4 4,4 4,4 16,5 16,5 16,5 5,0 5,0 5,0 2,5 2,5 2,5 1,7 1,7 1,7 2,4 2,4 2,4 0,7 0,7 0,7 0,3 0,3 0,3 1,8 1,8 1,8 4,8 4,8 4,8 0,2 0,2 0,2 0,7 0,7 0,7 3,0 3,0 3,0 0,9 0,9 0,9 39,7 39,7 39,7 36,1 36,1 36,1 11,6 11,6 11,6 87,5 87,5 87,5 12,5 12,5 12,5 100 100 100 Italia Italia Italia Arrivi Arrivi Arrivi Estero Estero Estero Totale Totale Totale Composizione Composizione Composizione % % % sul sul totale sultotale totale nazionale nazionale nazionale 20,5 20,5 20,5 0,0 0,0 0,0 18,7 18,7 18,7 7,5 7,5 7,5 2,2 2,2 2,2 0,3 0,3 0,3 1,9 1,9 1,9 11,5 11,5 11,5 7,0 7,0 7,0 12,3 12,3 12,3 3,8 3,8 3,8 1,9 1,9 1,9 0,8 0,8 0,8 3,3 3,3 3,3 0,7 0,7 0,7 0,0 0,0 0,0 2,4 2,4 2,4 2,5 2,5 2,5 0,2 0,2 0,2 0,9 0,9 0,9 3,2 3,2 3,2 0,4 0,4 0,4 46,7 46,7 46,7 33,1 33,1 33,1 9,9 9,9 9,9 89,7 89,7 89,7 10,3 10,3 10,3 100,0 100,0 100,0

Nel 2005 ilil trasporto di di merci su ferrovia, livello di di Ue15 su- Gran Bretagna Nel 2005 il trasporto merci su ferrovia, a a livello Ue15 suNel 2005 trasporto di merci su ferrovia, a livello di Ue15 suGran Bretagna Gran Bretagna 12.537 12.537 12.537 22.638 22.638 22.638 pera ilil valore di di 260 miliardi di tonnellate-km contro quasi 400 Grecia pera il valore 260 miliardi di tonnellate-km contro quasi 400 pera valore di 260 miliardi di tonnellate-km contro quasi 400 Grecia Grecia 292292 292 613613 613 Irlanda Irlanda 602602 602 303303 303 miliardi di di tonnellate-km dellEuropa allargata. Poco meno del Irlanda miliardi di tonnellate-km dellEuropa allargata. Poco meno del miliardi tonnellate-km dellEuropa allargata. Poco meno del Italia Italia Italia 21.690 21.690 21.690 22.761 22.761 22.761 5050 per cento delle merci risulta trasportato in tre paesi: Ger50 per cento delle merci risulta trasportato in tre paesi: Gerper cento delle merci risulta trasportato in tre paesi: Ger9.760 9.760 9.760 19.779 19.779 19.779 Lettonia Lettonia Lettonia mania, Polonia e Francia. Nel complesso dei paesi esaminati mania, Polonia e e Francia. Nel complesso dei paesi esaminati Lituania mania, Polonia Francia. Nel complesso dei paesi esaminati Lituania Lituania 7.200 7.200 7.200 12.457 12.457 12.457 dellUe15 ilil trasporto di di merci su ferrovia ha registrato un in- Lussemburgo dellUe15 il trasporto merci su ferrovia ha registrato un indellUe15 trasporto di merci su ferrovia ha registrato un inLussemburgo Lussemburgo 529529 529 392392 392 cremento nellintervallo 1995-2005 del 19,2 per cento, mentre cremento nellintervallo 1995-2005 del 19,2 per cento, mentre cremento nellintervallo 1995-2005 del 19,2 per cento, mentre Malta Malta Malta .... .. .... .. Paesi Bassi Paesi Bassi 3.100 3.100 3.100 5.025 5.025 5.025 considerando i i paesi Ue25 lincremento stato del 9,8 per considerando paesi Ue25 lincremento stato del 9,8 per considerando i paesi Ue25 lincremento stato del 9,8 per Paesi Bassi Polonia Polonia 68.200 68.200 68.200 49.972 49.972 49.972 cento. LeLevariazioni pi consistenti si siregistrano in inEstonia cento. Le variazioni pi consistenti si registrano in Estonia cento. variazioni pi consistenti registrano Estonia Polonia Portogallo Portogallo Portogallo 2.019 2.019 2.019 2.422 2.422 2.422 (176,7 per cento), Grecia (109,5), Lettonia (102,7), seguite dada Repubblica Ceca (176,7 per cento), Grecia (109,5), Lettonia (102,7), seguite da (176,7 per cento), Grecia (109,5), Lettonia (102,7), seguite Repubblica Ceca Repubblica Ceca 22.623 22.623 22.623 14.823 14.823 14.823 Regno Unito (80,6), Lituania (73), Paesi Bassi (62,1) e Austria Regno Unito (80,6), Lituania (73), Paesi Bassi (62,1) e e Austria Romania Regno Unito (80,6), Lituania (73), Paesi Bassi (62,1) Austria Romania Romania 24.254 24.254 24.254 17.022 17.022 17.022 (37,3). LIrlanda, con quote di di merci trasportate tra le pi basse Slovacchia (37,3). LIrlanda, con quote dimerci trasportate tra le pi basse (37,3). LIrlanda, con quote merci trasportate tra le pi basse Slovacchia Slovacchia 13.800 13.800 13.800 9.463 9.463 9.463 Slovenia Slovenia 3.076 3.076 3.076 3.245 3.245 3.245 dEuropa, anche ilil paese che haha mostrato la maggiore fles- Slovenia dEuropa, anche il paese che mostrato la maggiore flesdEuropa, anche paese che ha mostrato la maggiore flesSpagna Spagna 10.419 10.419 10.419 11.635 11.635 11.635 sione (-49,7 per cento), insieme a molti paesi di di nuovo ingres- Spagna sione (-49,7 per cento), insieme a a molti paesi nuovo ingressione (-49,7 per cento), insieme molti paesi di nuovo ingresSvezia Svezia 19.391 19.391 19.391 21.783 21.783 21.783 soso (Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania Poloso (Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e e Polo- Svezia (Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e PoloUngheria Ungheria Ungheria 8.400 8.400 8.400 9.090 9.090 9.090 nia), che registrano consistenti variazioni negative (pari o sunia), che registrano consistenti variazioni negative (pari o o sunia), che registrano consistenti variazioni negative (pari suUe15 Ue15 Ue15 220.179 220.179 220.179 262.455 262.455 262.455 periori al al 25 per cento). LItalia (4,9 per cento) presenta una Ue25 periori al 25 per cento). LItalia (4,9 per cento) presenta una periori 25 per cento). LItalia (4,9 per cento) presenta una Ue25 Ue25 357.083 357.083 357.083 391.923 391.923 391.923 crescita positiva molto contenuta, ben al aldidisotto dei valori crescita positiva molto contenuta, ben al di sotto dei valori crescita positiva molto contenuta, ben sotto dei valori Fonte: Elaborazioni su su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni sudati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos comunitari. comunitari. comunitari.
(a)(a) CiproMalta dati statisticamente non significativi. (a)Cipro ee Malta dati statisticamente non significativi. Cipro e Malta dati statisticamente non significativi.

Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-nord Centro-nord Centro-nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E E SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

LaLa rilevazione sul trasporto ferroviario dellIstat finalizzata adad Larilevazione sul trasporto ferroviario dellIstat finalizzata rilevazione sul trasporto ferroviario dellIstat finalizzata ad adeguare la disponibilit di di informazione statistica su tale attiviadeguare lala disponibilit informazione statistica su tale attiviadeguare disponibilit di informazione statistica su tale attivit t in base alle specifiche fissate nel regolamento n. 91/2003 t in base alle specifiche fissate nel regolamento n. 91/2003 in base alle specifiche fissate nel regolamento n. 91/2003 del Parlamento e del Consiglio europeo. IlIl campo di di osservadel Parlamento e e del Consiglio europeo. Il campo osservadel Parlamento del Consiglio europeo. campo di osservazione costituito dada tutte le imprese di trasporto ferroviario zione costituito tutte le imprese di trasporto ferroviario zione costituito da tutte le imprese di trasporto ferroviario operanti in inItalia (gruppo 60.10.0 della classificazione delle operanti in Italia (gruppo 60.10.0 della classificazione delle operanti Italia (gruppo 60.10.0 della classificazione delle attivit economiche Ateco 2002). Si Si rileva anche la composiattivit economiche Ateco 2002). Si rileva anche la composiattivit economiche Ateco 2002). rileva anche la composizione delle merci trasportate dalle grandi imprese, consideranzione delle merci trasportate dalle grandi imprese, consideranzione delle merci trasportate dalle grandi imprese, consideran-

Fonti Fonti Fonti

NN NEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

NN NIstat, Statistiche deidei trasporti, 2005 Istat, Statistiche deitrasporti, 2005 Istat, Statistiche trasporti, 2005 SitiSiti internet Sitiinternet internet NN Nhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.istat.it NN Nhttp://www.istat.it http://www.istat.it

Fonte: Istat, Rilevazione trasporto ferroviario Fonte: Istat, Rilevazione deldel trasporto ferroviario Fonte: Istat, Rilevazione deltrasporto ferroviario I dati regionali sono rilevati ogni cinque anni secondo quanto previsto Regolamento Ce 91/2003. (a)(a)datiregionali sono rilevati ogni cinque anni secondo quanto previsto daldal Regolamento Ce 91/2003. (a)I Idati regionali sono rilevati ogni cinque anni secondo quanto previsto dalRegolamento Ce 91/2003.

100 statistiche per il Paese

Es Es Estton oni a Gtoniia Gre a Gre cia Le re cia Le t c Re L ttto ia Re e on Re gno ttoniia gn a gno U nia o Un n Li Un iitto Lit u i o P L t ua to Pa an P aesiit uan iia e aesi B n a si Bas ia a Bas si Au s si Au s s i G Austtria Ge s ria er m tr G r m ia e a Po r m ani Po n a Portto aniia ro ga rtoga l a lo S ga lllo S ve lo vez S zi Spvez ia Sp a a Spagnia agna Begna Be a Bellgio U gi Un o Unghlgio nghe Sl gher iia Slo er a Slove r ia v ovenia enia I t nia a Fi II tallia Fin ta ia F nla Da inlandlia Da land i a Da niimnd ia n nim ar ia m arc Fr arc a Lu F a c a Lu r ss a nc Lu sseFra nci a ssem ncia mb a embu ia r burg Po urg o Po g o Pollon o Ro loniia R o a Ro m ni m Re Slo o ma nia Re Slov a nia pu S va a n a Re pub lo a c i pubbl va cc h a c b bbliic a cc hiia c a lic a C hia a Cec e B Ceca Bu a B ullga ca ulgar i ra IIrl gar ia ra i Irlland a nd a an a da
1.662.711 1.662.711 4.216.250 5.878.961 1.662.711 4.216.250 4.216.250 5.878.961 5.878.961 -- 4.703.379 4.703.379 4.703.379 449.424 449.424 449.424 7.810 7.810 7.810 441.614 441.614 441.614 -- -- 4.333.449 4.333.449 1.865.171 6.198.620 4.333.449 1.865.171 1.865.171 6.198.620 6.198.620 78.644 78.644 4.782.023 78.644 4.782.023 4.782.023 776.499 776.499 1.225.923 776.499 1.225.923 1.225.923 1.693 1.693 1.693 9.503 9.503 9.503 774.806 774.806 1.216.420 774.806 1.216.420 1.216.420 4.281.905 4.281.905 4.281.905 5.610 5.610 5.610 5.320.899 5.320.899 5.320.899 4.240.919 4.240.919 4.240.919 78.439 78.439 78.439 18.449 18.449 18.449 59.990 59.990 59.990 1.999.616 1.999.616 1.999.616 545.082 545.082 545.082 5.009.408 5.009.408 5.009.408 1.786.891 1.786.891 1.786.891 1.115.684 1.115.684 1.115.684 330.599 330.599 330.599 1.485.794 1.485.794 1.485.794 207.500 207.500 207.500 944 944 944 1.044.118 1.044.118 1.044.118 1.288.428 1.288.428 1.288.428 112.931 112.931 112.931 464.135 464.135 464.135 1.677.030 1.677.030 1.677.030 186.931 186.931 186.931 7.472.533 7.472.533 11.754.438 7.472.533 11.754.438 11.754.438 -- 57.822 57.822 57.822 1.212.849 1.212.849 1.212.849 160.257 160.257 160.257 1.052.592 1.052.592 1.052.592 4.592.026 4.592.026 4.592.026 3.488.903 3.488.903 3.488.903 2.076.454 2.076.454 2.076.454 416.608 416.608 416.608 00 0 141.603 141.603 141.603 406.034 406.034 406.034 196.060 196.060 196.060 7.160 7.160 7.160 322.820 322.820 322.820 155.092 155.092 155.092 23.193 23.193 23.193 64.586 64.586 64.586 142.373 142.373 142.373 40.530 40.530 40.530 5.610 5.610 5.610 4.298.741 4.298.741 4.298.741 1.291.288 1.291.288 1.291.288 178.706 178.706 178.706 1.112.582 1.112.582 1.112.582 6.591.642 6.591.642 6.591.642 4.033.985 4.033.985 4.033.985 7.085.862 7.085.862 7.085.862 2.203.499 2.203.499 2.203.499 1.115.684 1.115.684 1.115.684 472.202 472.202 472.202 1.891.828 1.891.828 1.891.828 403.560 403.560 403.560 8.104 8.104 8.104 1.366.938 1.366.938 1.366.938 1.443.520 1.443.520 1.443.520 136.124 136.124 136.124 528.721 528.721 528.721 1.819.403 1.819.403 1.819.403 227.461 227.461 227.461 5.413.443 5.413.443 10.734.342 5.413.443 10.734.342 10.734.342 3.429.637 3.429.637 1.783.883 5.213.520 3.429.637 1.783.883 1.783.883 5.213.520 5.213.520 852.030 852.030 1.014.307 1.866.337 852.030 1.014.307 1.014.307 1.866.337 1.866.337 6.266.122 6.266.122 6.266.122 1.908.755 1.908.755 1.908.755 1.066.672 1.066.672 1.066.672 647.812 647.812 647.812 947.921 947.921 947.921 146.208 146.208 146.208 102.518 102.518 102.518 629.778 629.778 629.778 2.006.474 2.006.474 2.006.474 74.894 74.894 74.894 295.672 295.672 295.672 1.271.430 1.271.430 1.271.430 387.977 387.977 387.977 744.230 744.230 7.010.352 744.230 7.010.352 7.010.352 214.181 214.181 2.122.936 214.181 2.122.936 2.122.936 3.975 3.975 1.070.647 3.975 1.070.647 1.070.647 61.392 61.392 61.392 162.537 162.537 162.537 19.645 19.645 19.645 132.205 132.205 132.205 28.556 28.556 28.556 2.173 2.173 2.173 1.819 1.819 1.819 709.204 709.204 709.204 308.745 308.745 308.745 122.163 122.163 122.163 761.983 761.983 761.983 103.450 103.450 103.450 297.845 297.845 297.845 389.796 389.796 389.796 91.135 91.135 1.039.056 91.135 1.039.056 1.039.056 25.328 25.328 2.031.802 25.328 2.031.802 2.031.802 17.736 17.736 1.289.166 17.736 1.289.166 1.289.166 10.699.539 10.699.539 6.160.065 16.859.604 10.699.539 6.160.065 16.859.604 6.160.065 16.859.604 10.997.213 10.997.213 4.318.919 15.316.132 10.997.213 4.318.919 15.316.132 4.318.919 15.316.132 4.571.160 4.571.160 4.571.160 4.914.951 4.914.951 4.914.951 370.683 370.683 4.941.843 370.683 4.941.843 4.941.843 389.999 389.999 5.304.950 389.999 5.304.950 5.304.950 26.267.912 10.849.667 37.117.579 26.267.912 10.849.667 37.117.579 26.267.912 10.849.667 37.117.579 31.182.863 11.239.666 42.422.529 31.182.863 11.239.666 42.422.529 31.182.863 11.239.666 42.422.529 13.849.333 13.849.333 12.943.798 26.793.131 13.849.333 12.943.798 12.943.798 26.793.131 26.793.131 7.632.545 7.632.545 11.370.232 19.002.777 7.632.545 11.370.232 11.370.232 19.002.777 19.002.777 4.718.968 4.718.968 4.718.968 4.982.017 4.982.017 4.982.017 964.245 964.245 964.245 951.814 951.814 951.814 5.683.213 5.683.213 5.683.213 5.933.831 5.933.831 5.933.831 26.200.846 26.200.846 25.278.275 51.479.121 26.200.846 25.278.275 25.278.275 51.479.121 51.479.121 31.182.863 31.182.863 26.230.089 57.412.952 31.182.863 26.230.089 26.230.089 57.412.952 57.412.952

miglioramento dei trasporti ferroviari, nellintento di incoragIlIl miglioramento dei trasporti ferroviari, nellintento di di incoragIl miglioramento dei trasporti ferroviari, nellintento incoraggiare una riduzione del traffico stradale e aereo, uno degli giare una riduzione del traffico stradale e e aereo, uno degli giare una riduzione del traffico stradale aereo, uno degli obiettivi che la la Commissione europea posta nel Libro bianobiettivi che laCommissione europea si si posta nel Libro bianobiettivi che Commissione europea si posta nel Libro biancoco La politica europea dei trasporti fino al 2010: momento co La politica europea dei trasporti fino al 2010: ilil il momento La politica europea dei trasporti fino al 2010: momento delle scelte. LaLa proposta della Commissione concentra delle scelte. La proposta della Commissione concentra delle scelte. proposta della Commissione concentra lintervento su: apertura al mercato per le imprese titolari di una lintervento su: apertura alal mercato per le imprese titolari di una lintervento su: apertura mercato per le imprese titolari di una licenza e edei certificati di disicurezza necessari per operare; licenza e dei certificati di sicurezza necessari per operare; licenza dei certificati sicurezza necessari per operare; certificazione dellaffidabilit e qualit nel trasporto merci; in-incertificazione dellaffidabilit e e qualit nel trasporto merci; certificazione dellaffidabilit qualit nel trasporto merci; incremento della tutela dei passeggeri. IlIl raggiungimento di di tali cremento della tutela dei passeggeri. Il raggiungimento tali cremento della tutela dei passeggeri. raggiungimento di tali obiettivi consentirebbe di di far guadagnare terreno ai trasporti Trasporto ferroviario di di merci delle principali imprese obiettivi consentirebbe di far guadagnare terreno ai trasporti obiettivi consentirebbe far guadagnare terreno ai trasporti Trasporto ferroviario dimerci delle principali imprese Trasporto ferroviario merci delle principali imprese ferroviari attenuando la congestione delle strade e dei cieli. ferroviari attenuando lala congestione delle strade e dei cieli. ferroviari attenuando congestione delle strade e dei cieli. ferroviarie dell'Unione europea Anni 1995 e 2005 ferroviarie dell'Unione europea Anni 1995 e 2005 ferroviarie dell'Unione europea Anni 1995 e 2005 In In Italia nel 2005 le merci trasportate su ferrovia ammontano a (in(in milioni tonnellate-km) (a)(a) InItalia nel 2005 le merci trasportate su ferrovia ammontano a Italia nel 2005 le merci trasportate su ferrovia ammontano a (inmilioni di di tonnellate-km) milioni di tonnellate-km) (a) poco pi di 4242 milioni tonnellate per le merci in partenza e 5757 poco pi didi milioni di di tonnellate per le merci in partenza e poco pi 42 milioni di tonnellate per le merci in partenza e 57 Variazione Variazione Variazione milioni di tonnellate per quelle in arrivo. milioni didi tonnellate per quelle in arrivo. milioni tonnellate per quelle in arrivo. PAESI PAESI PAESI 1995 1995 1995 2005 2005 2005 2005/1995 2005/1995 2005/1995

Trasporto ferroviario dimerci (in milioni di di tonnellate-km) delle principali imprese ferroviarie dell'Ue Anni 1995 Trasporto ferroviario merci (in milioni di tonnellate-km) delle principali imprese ferroviarie dell'Ue (a) Anni 1995 dodotrasporto nazionale e quello internazionale in in partenza da Trasporto ferroviario di di merci (in milioni tonnellate-km) delle principali imprese ferroviarie dell'Ue (a)(a) Anni 1995 doilil il trasporto nazionale e quello internazionale partenza da trasporto nazionale e quello internazionale in partenza da e e 2005 (variazioni percentuali) 2005 (variazioni percentuali) e in in arrivo in Italia. Per le tipologie di trasporto considerate, nel e 2005 (variazioni percentuali) e e arrivo in Italia. Per le tipologie di trasporto considerate, nel in arrivo in Italia. Per le tipologie di trasporto considerate, nel 2005 lammontare nazionale complessivo delle merci traspor2005 lammontare nazionale complessivo delle merci traspor2005 lammontare nazionale complessivo delle merci traspor200 200 200 tate susu rotaia di di circa 42 milioni di tonnellate in partenza di di tate surotaia circa 42 milioni di tonnellate in partenza e e tate rotaia di circa 42 milioni di tonnellate in partenza e di circa 5757milioni di ditonnellate in inarrivo. A Alivello regionale, circa 57 milioni di tonnellate in arrivo. A livello regionale, circa milioni tonnellate arrivo. livello regionale, 150 150 150 lindice mostra come ilil6868 per cento del trasportato in partenza lindice mostra come il per cento del trasportato in partenza lindice mostra come 68 per cento del trasportato in partenza e ilil 7070 di quello in arrivo si concentri in cinque regioni delle e e il di quello in arrivo si concentri in cinque regioni delle 70 di quello in arrivo si concentri in cinque regioni delle 100 100 100 ripartizioni settentrionali: in in ordine Emilia-Romagna, Lombarripartizioni settentrionali: in ordine Emilia-Romagna, Lombarripartizioni settentrionali: ordine Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, tutte interessate dalla direttridia, Piemonte, Veneto e e Liguria, tutte interessate dalla direttridia, Piemonte, Veneto Liguria, tutte interessate dalla direttri50 50 50 cece ferroviaria transpadana Torino-Venezia, compresa la tratta ce ferroviaria transpadana Torino-Venezia, compresa la tratta ferroviaria transpadana Torino-Venezia, compresa la tratta Ue25 Ue25 Ue25 Milano-Genova che connette lo lo scalo portuale ligure. Tutte le Milano-Genova che connette lo scalo portuale ligure. Tutte le Milano-Genova che connette scalo portuale ligure. Tutte le 0 0 0 altre regioni presentano percentuali inferiori al al per cento per altre regioni presentano percentuali inferiori al 6 6 per cento per altre regioni presentano percentuali inferiori 6 per cento per le merci in partenza e al 7 per quelle in arrivo. lele merci in partenza e al 7 per quelle in arrivo. merci in partenza e al 7 per quelle in arrivo.
-50 -50 -50 -100 -100 -100

Ancora in crescita il trasporto Ancora in crescita il trasporto di merci su gomma di merci su gomma
IlIl trasporto di merci su strada continua ad essere preferito Il trasporto di merci su strada continua ad essere preferito trasporto di merci su strada continua ad essere preferito rispetto ad altre modalit di trasporto (ferroviario eenavale), con rispetto ad altre modalit di trasporto (ferroviario e navale), con rispetto ad altre modalit di trasporto (ferroviario navale), con conseguente congestionamento delle strade. La costruzione di conseguente congestionamento delle strade. La costruzione di conseguente congestionamento delle strade. La costruzione di nuove strade non per lunica soluzione possibile, eeoccorre nuove strade non per lunica soluzione possibile, e occorre nuove strade non per lunica soluzione possibile, occorre trovare alternative valide ed efficienti, come ilil ricorso al tratrovare alternative valide ed efficienti, come il ricorso al tratrovare alternative valide ed efficienti, come ricorso al trasporto combinato gomma-ferrovia. Anche aalivello europeo si sporto combinato gomma-ferrovia. Anche a livello europeo si sporto combinato gomma-ferrovia. Anche livello europeo si punta allobiettivo di contribuire al trasferimento del trasporto di punta allobiettivo di contribuire al trasferimento del trasporto di punta allobiettivo di contribuire al trasferimento del trasporto di merci dalla strada al trasporto marittimo eeferroviario. merci dalla strada al trasporto marittimo e ferroviario. merci dalla strada al trasporto marittimo ferroviario. In Italia, nel 2005, i iitrasporti di merci su strada hanno sviluppaIn Italia, nel 2005, trasporti di merci su strada hanno sviluppaIn Italia, nel 2005, trasporti di merci su strada hanno sviluppato un traffico di 212 miliardi di tonnellate-km (+7,5 rispetto to un traffico di 212 miliardi di tonnellate-km (+7,5 rispetto to un traffico di 212 miliardi di tonnellate-km (+7,5 rispetto allanno precedente). allanno precedente). allanno precedente).
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

regioni del Centro-Nord eecirca ilil 18 per cento nel Mezzogiorregioni del Centro-Nord e circa il 18 per cento nel Mezzogiorregioni del Centro-Nord circa 18 per cento nel Mezzogiorno. Inoltre, per i iimedesimi anni, si osserva come lorigine di pi no. Inoltre, per medesimi anni, si osserva come lorigine di pi no. Inoltre, per medesimi anni, si osserva come lorigine di pi della met (54 per cento) del trasportato di origine nazionale si della met (54 per cento) del trasportato di origine nazionale si della met (54 per cento) del trasportato di origine nazionale si concentri in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Emiliaconcentri in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Emiliaconcentri in quattro regioni: Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna, Piemonte. Queste stesse regioni, valutate per ilil Romagna, Piemonte. Queste stesse regioni, valutate per il Romagna, Piemonte. Queste stesse regioni, valutate per tasso di incremento del trasportato di origine interna, mostrano tasso di incremento del trasportato di origine interna, mostrano tasso di incremento del trasportato di origine interna, mostrano rilevanti differenze con incrementi sempre positivi, tra i iiquali rilevanti differenze con incrementi sempre positivi, tra quali rilevanti differenze con incrementi sempre positivi, tra quali spicca ilildato del Piemonte (20 per cento). Da segnalare anche spicca il dato del Piemonte (20 per cento). Da segnalare anche spicca dato del Piemonte (20 per cento). Da segnalare anche gli incrementi di Umbria (24,3) eeAbruzzo (25,4), pi del doppio gli incrementi di Umbria (24,3) e Abruzzo (25,4), pi del doppio gli incrementi di Umbria (24,3) Abruzzo (25,4), pi del doppio rispetto alla media nazionale. rispetto alla media nazionale. rispetto alla media nazionale. Trasporto di merci su strada nei paesi Ue Anno 2004 Trasporto di merci su strada nei paesi Ue Anno 2004 Trasporto di merci su strada nei paesi Ue Anno 2004 (valori assoluti in milioni di tonnellate-km, tonnellate-km (valori assoluti in milioni di tonnellate-km, tonnellate-km (valori assoluti in milioni di tonnellate-km, tonnellate-km per 10.000 abitanti eevariazioni percentuali) (a) (b) per 10.000 abitanti e variazioni percentuali) (a) (b) per 10.000 abitanti variazioni percentuali) (a) (b)
PAESI PAESI PAESI Tonn-km Tonn-km Tonn-km Tonn-km Tonn-km Tonn-km per 10.000 abitanti per 10.000 abitanti per 10.000 abitanti Variazione %% Variazione % Variazione 2002-200 2002-2004 2002-200

Trasporto di merci su strada in alcuni paesi Ue (a) (b) Anni 2002 ee2004 (variazioni percentuali) Trasporto di merci su strada in alcuni paesi Ue (a) (b) Anni 2002 e 2004 (variazioni percentuali) Trasporto di merci su strada in alcuni paesi Ue (a) (b) Anni 2002 2004 (variazioni percentuali)
40 40 40 30 30 30 20 20 20 10 10 10
00 0 UUe15 U e15 e15

-10 -10 -10 -20 -20 -20


P Po ort ro t og ga a lllo lo S S lo lo v ve n en iia a IIrl rla n an da da S Sp pag a gn na a Le Le tttt on o niia a U Un ng ghe h er i r ia Re Ge Re Ger m a pu r m a pub ani bb na bl liic a ia ca C L Ce Lu ec us ss a s em c a em bu bur rg o go Fr F ra an Da n cia c Da ni ia nim ma arc rc a a II ta R Re ta li eg a gno lia n oU Un n iito to A Au ust st r F i riia F in a nlla and n d iia a S Sv vez ez iia a B Be ellg giio o C Cip ip r o ro

Trasporti Merci trasportate su strada (tonnellate-km)

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Austria Austria Austria Belgio Belgio Belgio Cipro Cipro Cipro Danimarca Danimarca Danimarca Estonia Estonia Estonia Finlandia Finlandia Finlandia Francia Francia Francia Germania Germania Germania Regno Unito Regno Unito Regno Unito Grecia Grecia Grecia Irlanda Irlanda Irlanda Italia Italia Italia Lettonia Lettonia Lettonia Lituania Lituania Lituania Lussemburgo Lussemburgo Lussemburgo Paesi Bassi Paesi Bassi Paesi Bassi Polonia Polonia Polonia Portogallo Portogallo Portogallo Repubblica Ceca Repubblica Ceca Repubblica Ceca Slovacchia Slovacchia Slovacchia Slovenia Slovenia Slovenia Spagna Spagna Spagna Svezia Svezia Svezia Ungheria Ungheria Ungheria Ue15 Ue15 Ue15

39.186 39.186 39.186 47.878 47.878 47.878 1.119 1.119 1.119 23.114 23.114 23.114 5.099 5.099 5.099 32.290 32.290 32.290 212.201 212.201 212.201 303.752 303.752 303.752 167.143 167.143 167.143 .... .. 17.144 17.144 17.144 196.980 196.980 196.980 7.381 7.381 7.381 12.279 12.279 12.279 9.575 9.575 9.575 .... .. 102.807 102.807 102.807 40.819 40.819 40.819 46.011 46.011 46.011 18.527 18.527 18.527 9.007 9.007 9.007 220.822 220.822 220.822 36.972 36.972 36.972 20.608 20.608 20.608 1.433.539 1.433.539 1.433.539

47,9 47,9 47,9 45,9 45,9 45,9 15,1 15,1 15,1 42,8 42,8 42,8 38 38 38 61,8 61,8 61,8 34,0 34,0 34,0 36,8 36,8 36,8 27,9 27,9 27,9 .... .. 42,1 42,1 42,1 33,9 33,9 33,9 31,9 31,9 31,9 36 36 36 211,2 211,2 211,2 .... .. 27 27 27 38,9 38,9 38,9 45,0 45,0 45,0 93 93 93 16,7 16,7 16,7 51,7 51,7 51,7 41,1 41,1 41,1 20,4 20,4 20,4 34,1 34,1 34,1

1,8 1,8 1,8 -9,5 -9,5 -9,5 -15,4 -15,4 -15,4 2,7 2,7 2,7 .... .. 1,0 1,0 1,0 3,8 3,8 3,8 6,5 6,5 6,5 1,9 1,9 1,9 .... .. 20,1 20,1 20,1 2,2 2,2 2,2 19,0 19,0 19,0 .... .. 4,3 4,3 4,3 .... .. .... .. 37,3 37,3 37,3 5,4 5,4 5,4 .... .. 36,3 36,3 36,3 19,7 19,7 19,7 0,9 0,9 0,9 15,0 15,0 15,0 28,6 28,6 28,6

IlIl trasporto di merci su strada (tonnellate-chilometro) volto aa Il trasporto di merci su strada (tonnellate-chilometro) volto a trasporto di merci su strada (tonnellate-chilometro) volto valutare lentit del traffico merci su strada nei paesi valutare lentit del traffico merci su strada nei paesi valutare lentit del traffico merci su strada nei paesi dellUnione europea, in termini di chilometri percorsi da ciadellUnione europea, in termini di chilometri percorsi da ciadellUnione europea, in termini di chilometri percorsi da ciascuna tonnellata di merce. scuna tonnellata di merce. scuna tonnellata di merce. Nel 2004 nei paesi dellUe15 ilil trasporto merci su strada preNel 2004 nei paesi dellUe15 il trasporto merci su strada preNel 2004 nei paesi dellUe15 trasporto merci su strada presenta un valore di 1.433.539 (in milioni di tonnellate-km). Per lo senta un valore di 1.433.539 (in milioni di tonnellate-km). Per lo senta un valore di 1.433.539 (in milioni di tonnellate-km). Per lo stesso anno non sono disponibili i iidati dei Paesi Bassi eedella stesso anno non sono disponibili dati dei Paesi Bassi e della stesso anno non sono disponibili dati dei Paesi Bassi della Grecia, oltre che di Bulgaria, Romania eeMalta. Nel complesso Grecia, oltre che di Bulgaria, Romania e Malta. Nel complesso Grecia, oltre che di Bulgaria, Romania Malta. Nel complesso dei 18 paesi esaminati ilil trasporto di merci su strada ha regidei 18 paesi esaminati il trasporto di merci su strada ha regidei 18 paesi esaminati trasporto di merci su strada ha registrato un incremento per ililperiodo 2002-2004 del 6,7 per cento strato un incremento per il periodo 2002-2004 del 6,7 per cento strato un incremento per periodo 2002-2004 del 6,7 per cento contro ilil 28,6 per cento dellUe15. Le variazioni evidenziano contro il 28,6 per cento dellUe15. Le variazioni evidenziano contro 28,6 per cento dellUe15. Le variazioni evidenziano forti differenze tra i iivari paesi, con crescite consistenti in Porforti differenze tra vari paesi, con crescite consistenti in Porforti differenze tra vari paesi, con crescite consistenti in Portogallo (+37,3 per cento), Slovenia (+36,3 per cento), Irlanda togallo (+37,3 per cento), Slovenia (+36,3 per cento), Irlanda togallo (+37,3 per cento), Slovenia (+36,3 per cento), Irlanda (+20,1 per cento), Spagna (+19,7 per cento), Lettonia (+19,0 (+20,1 per cento), Spagna (+19,7 per cento), Lettonia (+19,0 (+20,1 per cento), Spagna (+19,7 per cento), Lettonia (+19,0 per cento) eeUngheria (+15,0 per cento). Due soli paesi hanno per cento) e Ungheria (+15,0 per cento). Due soli paesi hanno per cento) Ungheria (+15,0 per cento). Due soli paesi hanno mostrato una flessione rilevante dellattivit di trasporto merci: mostrato una flessione rilevante dellattivit di trasporto merci: mostrato una flessione rilevante dellattivit di trasporto merci: ilil Belgio (-9,5 per cento) eeCipro (-15,4 per cento). In Italia la il Belgio (-9,5 per cento) e Cipro (-15,4 per cento). In Italia la Belgio (-9,5 per cento) Cipro (-15,4 per cento). In Italia la crescita stata poco intensa (+2,2 per cento). Nel nostro Paecrescita stata poco intensa (+2,2 per cento). Nel nostro Paecrescita stata poco intensa (+2,2 per cento). Nel nostro Paese ilil traffico di merci su strada in rapporto alla popolazione se il traffico di merci su strada in rapporto alla popolazione se traffico di merci su strada in rapporto alla popolazione (tonnellate-km per 10.000 abitanti) risulta pari aa33,9, in linea (tonnellate-km per 10.000 abitanti) risulta pari a 33,9, in linea (tonnellate-km per 10.000 abitanti) risulta pari 33,9, in linea con quello della media Ue15 (34,1). con quello della media Ue15 (34,1). con quello della media Ue15 (34,1). In rapporto alla popolazione ililvolume di traffico merci pi conIn rapporto alla popolazione il volume di traffico merci pi conIn rapporto alla popolazione volume di traffico merci pi consistente, oltre che in Lussemburgo (211,2), si rileva in Slovacsistente, oltre che in Lussemburgo (211,2), si rileva in Slovacsistente, oltre che in Lussemburgo (211,2), si rileva in Slovacchia, Finlandia eeSpagna, tutte con valori superiori aa50 milioni chia, Finlandia e Spagna, tutte con valori superiori a 50 milioni chia, Finlandia Spagna, tutte con valori superiori 50 milioni di tonnellate-km per 10.000 abitanti. di tonnellate-km per 10.000 abitanti. di tonnellate-km per 10.000 abitanti.
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) 2002 dati non disponibili per Estonia, Lituania,Polonia Slovacchia. (a) 2002 dati non disponibili per Estonia, Lituania,Polonia eeSlovacchia. (a) 2002 dati non disponibili per Estonia, Lituania,Polonia e Slovacchia. (b) 2002 2004 dati non disponibili per Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi Romania. (b) 2002 ee2004 dati non disponibili per Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi eeRomania. (b) 2002 e 2004 dati non disponibili per Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi e Romania.

Trasporti complessivi di merci su strada (in migliaia di tonnellate-km) secondo luogo di origine, per regione Trasporti complessivi di merci su strada (in migliaia di tonnellate-km) secondo ililluogo di origine, per regione Trasporti complessivi di merci su strada (in migliaia di tonnellate-km) secondo il luogo di origine, per regione Anni 2002 2005 (valori assoluti, variazioni composizioni percentuali) (a) Anni 2002 ee2005 (valori assoluti, variazioni eecomposizioni percentuali) (a) Anni 2002 e 2005 (valori assoluti, variazioni e composizioni percentuali) (a)
Valori assoluti Valori assoluti Valori assoluti REGIONI DI ORIGINE REGIONI DI ORIGINE REGIONI DI ORIGINE 2002 2002 2002 Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen (b) Bolzano/Bozen (b) Bolzano/Bozen (b) Trento (b) Trento (b) Trento (b) Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo 16.321.341 16.321.341 16.321.341 280.373 280.373 280.373 34.317.258 34.317.258 34.317.258 5.011.457 5.011.457 5.011.457 5.253.250 5.253.250 5.253.250 .. .... .. .... 23.604.211 23.604.211 23.604.211 5.659.683 5.659.683 5.659.683 21.201.206 21.201.206 21.201.206 13.088.870 13.088.870 13.088.870 4.206.952 4.206.952 4.206.952 5.220.816 5.220.816 5.220.816 9.105.515 9.105.515 9.105.515 4.398.203 4.398.203 4.398.203 1.064.462 1.064.462 1.064.462 8.977.113 8.977.113 8.977.113 7.219.423 7.219.423 7.219.423 1.728.109 1.728.109 1.728.109 1.844.632 1.844.632 1.844.632 4.969.910 4.969.910 4.969.910 2.638.415 2.638.415 2.638.415 176.111.199 176.111.199 176.111.199 16.566.403 16.566.403 16.566.403 192.677.602 192.677.602 192.677.602 2005 2005 2005 19.571.009 19.571.009 19.571.009 317.539 317.539 317.539 37.473.204 37.473.204 37.473.204 5.814.433 5.814.433 5.814.433 6.204.713 6.204.713 6.204.713 2.981.229 2.981.229 2.981.229 3.223.484 3.223.484 3.223.484 24.141.527 24.141.527 24.141.527 5.743.547 5.743.547 5.743.547 22.525.671 22.525.671 22.525.671 14.332.263 14.332.263 14.332.263 5.228.657 5.228.657 5.228.657 5.041.100 5.041.100 5.041.100 10.630.275 10.630.275 10.630.275 5.515.510 5.515.510 5.515.510 939.827 939.827 939.827 9.551.611 9.551.611 9.551.611 7.965.702 7.965.702 7.965.702 1.848.427 1.848.427 1.848.427 1.966.468 1.966.468 1.966.468 5.240.138 5.240.138 5.240.138 1.594.124 1.594.124 1.594.124 191.645.745 191.645.745 191.645.745 20.153.995 20.153.995 20.153.995 211.799.740 211.799.740 211.799.740 Variazione % Variazione % Variazione % 2002/2005 2002/2005 2002/2005 19,9 19,9 19,9 13,3 13,3 13,3 9,2 9,2 9,2 16,0 16,0 16,0 18,1 18,1 18,1
.... .. .... ..

Composizione % Composizione % Composizione % sul totale nazionale sul totale nazionale sul totale nazionale 2002 2002 2002 9,3 9,3 9,3 0,2 0,2 0,2 19,5 19,5 19,5 2,8 2,8 2,8 3,0 3,0 3,0 .. .... .. .... 13,4 13,4 13,4 3,2 3,2 3,2 12,0 12,0 12,0 7,4 7,4 7,4 2,4 2,4 2,4 3,0 3,0 3,0 5,2 5,2 5,2 2,5 2,5 2,5 0,6 0,6 0,6 5,1 5,1 5,1 4,1 4,1 4,1 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 2,8 2,8 2,8 1,5 1,5 1,5 100,0 100,0 100,0 2005 2005 2005 10,2 10,2 10,2 0,2 0,2 0,2 19,6 19,6 19,6 3,0 3,0 3,0 3,2 3,2 3,2 1,6 1,6 1,6 1,7 1,7 1,7 12,6 12,6 12,6 3,0 3,0 3,0 11,8 11,8 11,8 7,5 7,5 7,5 2,7 2,7 2,7 2,6 2,6 2,6 5,5 5,5 5,5 2,9 2,9 2,9 0,5 0,5 0,5 5,0 5,0 5,0 4,2 4,2 4,2 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 2,7 2,7 2,7 0,8 0,8 0,8 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos (a) I Idati sisi riferisconoaiai veicolididi portatautile non inferiore aiai 35quintali. (a) I dati siriferiscono aiveicoli diportata utile non inferiore ai35 quintali. (a) dati riferiscono veicoli portata utile non inferiore 35 quintali. (b) Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi eeRomania dati non disponibili. (b) Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi e Romania dati non disponibili. (b) Bulgaria, Grecia, Malta, Paesi Bassi Romania dati non disponibili.

2,3 2,3 2,3 1,5 1,5 1,5 6,2 6,2 6,2 9,5 9,5 9,5 24,3 24,3 24,3 -3,4 -3,4 -3,4 16,7 16,7 16,7 25,4 25,4 25,4 -11,7 -11,7 -11,7 6,4 6,4 6,4 10,3 10,3 10,3 7,0 7,0 7,0 6,6 6,6 6,6 5,4 5,4 5,4 -39,6 -39,6 -39,6 8,8 8,8 8,8 21,7 21,7 21,7 9,9 9,9 9,9

Per ilil nostro Paese lanalisi dei flussi di merci, espressi in tonPer il nostro Paese lanalisi dei flussi di merci, espressi in tonPer nostro Paese lanalisi dei flussi di merci, espressi in tonnellate oppure in tonnellate-chilometro deriva dalla costruzione nellate oppure in tonnellate-chilometro deriva dalla costruzione nellate oppure in tonnellate-chilometro deriva dalla costruzione della matrice origine/destinazione, distinta anche per titolo di della matrice origine/destinazione, distinta anche per titolo di della matrice origine/destinazione, distinta anche per titolo di trasporto (conto proprio eeconto terzi). Lanalisi che segue etrasporto (conto proprio e conto terzi). Lanalisi che segue etrasporto (conto proprio conto terzi). Lanalisi che segue esamina i iimovimenti delle merci nelle varie regioni italiane sesamina movimenti delle merci nelle varie regioni italiane sesamina movimenti delle merci nelle varie regioni italiane secondo ilil luogo di origine. Nel nostro Paese lammontare comcondo il luogo di origine. Nel nostro Paese lammontare comcondo luogo di origine. Nel nostro Paese lammontare complessivo del trasportato di origine nazionale stimato in plessivo del trasportato di origine nazionale stimato in plessivo del trasportato di origine nazionale stimato in 176.111 ee191.645 migliaia di tonnellate-km, per gli anni 2002 176.111 e 191.645 migliaia di tonnellate-km, per gli anni 2002 176.111 191.645 migliaia di tonnellate-km, per gli anni 2002 ee2005 rispettivamente, di cui l82 per cento con origine nelle e 2005 rispettivamente, di cui l82 per cento con origine nelle 2005 rispettivamente, di cui l82 per cento con origine nelle

NN Istat, Trasporto merci su strada N Istat, Trasporto merci su strada Istat, Trasporto merci su strada NN Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti Fonti

Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Italia Italia Italia Estero Totale Estero Totale Estero Totale Totale Totale Totale

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Trasporto merci su strada, 2005 N Istat, Trasporto merci su strada, 2005 Istat, Trasporto merci su strada, 2005 Siti internet Siti internet Siti internet NN http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu NN http://www.istat.it N http://www.istat.it http://www.istat.it

Fonte: Istat, Trasporto merci su strada Fonte: Istat, Trasporto merci su strada Fonte: Istat, Trasporto merci su strada (a) dati riferiscono ai veicoli di portata utile non inferiore ai 35 quintali.(b) dati delle province autonome di Bolzano Trento non sono (a) I IIdati sisiriferiscono ai veicoli di portata utile non inferiore ai 35 quintali.(b) I IIdati delle province autonome di Bolzano eeTrento non sono (a) dati si riferiscono ai veicoli di portata utile non inferiore ai 35 quintali.(b) dati delle province autonome di Bolzano e Trento non sono disponibili per lanno 2002. disponibili per lanno 2002. disponibili per lanno 2002.

61

100 statistiche per il Paese

62
Trasporti Veicoli circolanti per km di rete stradale totale

In Italia circolano 42 veicoli ogni In Italia circolano 42 veicoli ogni km stradale, oltre 50 al Centro-Nord km stradale, oltre 50 al Centro-Nord
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Le infrastrutture viarie rivestono notevole importanza, sopratLe infrastrutture viarie rivestono notevole importanza, sopratLe infrastrutture viarie rivestono notevole importanza, soprattutto se considerate ininrapporto alla consistenza del parco tutto se considerate in rapporto alla consistenza del parco tutto se considerate rapporto alla consistenza del parco veicolare. veicolare. veicolare. Italia nellintervallo temporale 1994-1999 per quale sono InInItalia nellintervallo temporale 1994-1999 per il ilquale sono In Italia nellintervallo temporale 1994-1999 per il quale sono disponibili ii dati sullintera rete stradale e esui veicoli circolanti, disponibili dati sullintera rete stradale e sui veicoli circolanti, disponibili i dati sullintera rete stradale sui veicoli circolanti, lalarete viaria cresciuta dell1 per cento a afronte didiun increla rete viaria cresciuta dell1 per cento a fronte di un increrete viaria cresciuta dell1 per cento fronte un incremento del parco vetture dell8 per cento. Sulla rete stradale mento del parco vetture dell8 per cento. Sulla rete stradale mento del parco vetture dell8 per cento. Sulla rete stradale nazionale circolano inin media 42,5 veicoli per km. nazionale circolano in media 42,5 veicoli per km. nazionale circolano media 42,5 veicoli per km. Il Ilnumero didiveicoli circolanti per chilometro didirete stradale Il numero di veicoli circolanti per chilometro di rete stradale numero veicoli circolanti per chilometro rete stradale misura limpatto del parco veicolare sulla rete stradale principamisura limpatto del parco veicolare sulla rete stradale principamisura limpatto del parco veicolare sulla rete stradale principalelee edescrive lelepressioni esercitate dalla dotazione didiveicoli le e descrive le pressioni esercitate dalla dotazione di veicoli descrive pressioni esercitate dalla dotazione veicoli sulle infrastrutture viarie. Pertanto lindice pone lalaquestione sulle infrastrutture viarie. Pertanto lindice pone la questione sulle infrastrutture viarie. Pertanto lindice pone questione delladeguatezza delle infrastrutture e edidiun loro uso razionale delladeguatezza delle infrastrutture e di un loro uso razionale delladeguatezza delle infrastrutture un loro uso razionale per migliorare lala mobilit dei cittadini. per migliorare la mobilit dei cittadini. per migliorare mobilit dei cittadini. Per quanto riguarda ii dati, a a livello europeo la serie territoriale Per quanto riguarda dati, a livello europeo la serie territoriale Per quanto riguarda i dati, livello europeo la serie territoriale relativa aiai veicoli circolanti disponibile al 2003 mentre quella relativa ai veicoli circolanti disponibile al 2003 mentre quella relativa veicoli circolanti disponibile al 2003 mentre quella riferita allintera rete stradale alal 2005. La mancanza di entramriferita allintera rete stradale al 2005. La mancanza di entramriferita allintera rete stradale 2005. La mancanza di entrambe lele informazioni rende incompleto confronto tra ii vari paesi. be le informazioni rende incompleto il il confronto tra vari paesi. be informazioni rende incompleto il confronto tra i vari paesi. Inoltre per lItalia lanalisi sullestensione complessiva della rete Inoltre per lItalia lanalisi sullestensione complessiva della rete Inoltre per lItalia lanalisi sullestensione complessiva della rete stradale (strade comunali, provinciali, regionali, didiinteresse stradale (strade comunali, provinciali, regionali, di interesse stradale (strade comunali, provinciali, regionali, interesse nazionale e eautostrade) rispetto agli autoveicoli circolanti nazionale e autostrade) rispetto agli autoveicoli circolanti nazionale autostrade) rispetto agli autoveicoli circolanti disponibile solo per lanno 1999. Lindagine sulle strade comudisponibile solo per lanno 1999. Lindagine sulle strade comudisponibile solo per lanno 1999. Lindagine sulle strade comunali, svolta su tutti ii comuni italiani, infatti, stata sostituita da nali, svolta su tutti comuni italiani, infatti, stata sostituita da nali, svolta su tutti i comuni italiani, infatti, stata sostituita da quella relativa aiaisoli comuni capoluogo didiprovincia, comporquella relativa ai soli comuni capoluogo di provincia, comporquella relativa soli comuni capoluogo provincia, comportando lalamancanza didiinformazioni necessarie alla stima della tando la mancanza di informazioni necessarie alla stima della tando mancanza informazioni necessarie alla stima della lunghezza delle strade comunali per gliglianni successivi. Per lunghezza delle strade comunali per gli anni successivi. Per lunghezza delle strade comunali per anni successivi. Per questo motivo sia nelle analisi regionali sia nei confronti interquesto motivo sia nelle analisi regionali sia nei confronti interquesto motivo sia nelle analisi regionali sia nei confronti internazionali si si fa riferimento al 1999. nazionali si fa riferimento al 1999. nazionali fa riferimento al 1999.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Venezia Giulia (44,1) e e Piemonte (43,5) mostrano livelli supeVenezia Giulia (44,1) e il il Piemonte (43,5) mostrano livelli supeVenezia Giulia (44,1) il Piemonte (43,5) mostrano livelli superiori alla media nazionale. Nelle altre ripartizioni geografiche riori alla media nazionale. Nelle altre ripartizioni geografiche riori alla media nazionale. Nelle altre ripartizioni geografiche presentano valori superiori alla media soltanto il ilLazio (67,2 presentano valori superiori alla media soltanto il Lazio (67,2 presentano valori superiori alla media soltanto Lazio (67,2 veicoli per km) alal Centro, la Campania (61,3) e la Sicilia (43,2) veicoli per km) al Centro, la Campania (61,3) e la Sicilia (43,2) veicoli per km) Centro, la Campania (61,3) e la Sicilia (43,2) nel Mezzogiorno. nel Mezzogiorno. nel Mezzogiorno. Numero didi veicoli circolanti per km di rete stradale totale, Numero di veicoli circolanti per km di rete stradale totale, Numero veicoli circolanti per km di rete stradale totale, per regione Anno 1999 per regione Anno 1999 per regione Anno 1999

Numero didi veicoli circolanti per km di rete stradale totale per paesi Ue (a) Anno 1999 Numero di veicoli circolanti per km di rete stradale totale per ii paesi Ue (a) Anno 1999 Numero veicoli circolanti per km di rete stradale totale per i paesi Ue (a) Anno 1999
140 140 140 120 120 120 100 100 100 80 80 80 60 60 60 40 40 40 20 20 20 00 0

Fonte: Elaborazioni susu dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos (a) Per ii rimanenti paesi Ue27 ii dati non sono disponibili. (a) Per rimanenti paesi Ue27 dati non sono disponibili. (a) Per i rimanenti paesi Ue27 i dati non sono disponibili.

Numero didi veicoli circolanti sulla rete stradale totale per regione (a) Anno 1999 Numero di veicoli circolanti sulla rete stradale totale per regione (a) Anno 1999 Numero veicoli circolanti sulla rete stradale totale per regione (a) Anno 1999
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Veicoli Veicoli Veicoli (in(in migliaia) (in migliaia) migliaia) 2.950,8 2.950,8 2.950,8 148,1 148,1 148,1 5.793,2 5.793,2 5.793,2 904,1 904,1 904,1 554,7 554,7 554,7 261,9 261,9 261,9 292,8 292,8 292,8 2.877,0 2.877,0 2.877,0 765,6 765,6 765,6 2.726,7 2.726,7 2.726,7 2.337,3 2.337,3 2.337,3 573,5 573,5 573,5 967,2 967,2 967,2 3.516,9 3.516,9 3.516,9 770,4 770,4 770,4 176,7 176,7 176,7 3.174,1 3.174,1 3.174,1 2.046,6 2.046,6 2.046,6 309,2 309,2 309,2 1.050,6 1.050,6 1.050,6 2.850,2 2.850,2 2.850,2 914,6 914,6 914,6 9.796,2 9.796,2 9.796,2 6.924,0 6.924,0 6.924,0 7.394,9 7.394,9 7.394,9 24.115,1 24.115,1 24.115,1 11.292,4 11.292,4 11.292,4 35.452,6 35.452,6 35.452,6 Strade Strade Strade (km) (km) (km) 67.831,9 67.831,9 67.831,9 3.566,1 3.566,1 3.566,1 70.167,9 70.167,9 70.167,9 23.230,5 23.230,5 23.230,5 21.537,4 21.537,4 21.537,4 7.519,0 7.519,0 7.519,0 12.328,4 12.328,4 12.328,4 52.470,8 52.470,8 52.470,8 17.364,1 17.364,1 17.364,1 60.043,4 60.043,4 60.043,4 57.064,6 57.064,6 57.064,6 25.009,9 25.009,9 25.009,9 29.821,7 29.821,7 29.821,7 52.323,3 52.323,3 52.323,3 37.208,9 37.208,9 37.208,9 13.479,7 13.479,7 13.479,7 51.746,4 51.746,4 51.746,4 57.824,0 57.824,0 57.824,0 24.917,9 24.917,9 24.917,9 52.766,4 52.766,4 52.766,4 65.962,7 65.962,7 65.962,7 48.938,5 48.938,5 48.938,5 164.796,3 164.796,3 164.796,3 149.725,8 149.725,8 149.725,8 164.219,6 164.219,6 164.219,6 478.741,7 478.741,7 478.741,7 352.844,6 352.844,6 352.844,6 833.276,0 833.276,0 833.276,0 Veicoli Veicoli Veicoli per km per km per km 43,5 43,5 43,5 41,5 41,5 41,5 82,6 82,6 82,6 38,9 38,9 38,9 25,8 25,8 25,8 34,8 34,8 34,8 23,8 23,8 23,8 54,8 54,8 54,8 44,1 44,1 44,1 45,4 45,4 45,4 41,0 41,0 41,0 22,9 22,9 22,9 32,4 32,4 32,4 67,2 67,2 67,2 20,7 20,7 20,7 13,1 13,1 13,1 61,3 61,3 61,3 35,4 35,4 35,4 12,4 12,4 12,4 19,9 19,9 19,9 43,2 43,2 43,2 18,7 18,7 18,7 59,4 59,4 59,4 46,2 46,2 46,2 45,0 45,0 45,0 50,4 50,4 50,4 32,0 32,0 32,0 42,5 42,5 42,5

Fonte: Elaborazioni susu dati Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, Fonte: Elaborazioni su dati Ministero delle Infrastrutture e e dei Trasporti, Fonte: Elaborazioni dati Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Anas, Aiscat, Aci Anas, Aiscat, Aci Anas, Aiscat, Aci

Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

A Apartire dal 1999 lalaSpagna il ilpaese con valori massimi A partire dal 1999 la Spagna il paese con valori massimi partire dal 1999 Spagna paese con valori massimi dellindice, passato da 135,6 vetture per km a a inizio periodo, a dellindice, passato da 135,6 vetture per km a inizio periodo, a dellindice, passato da 135,6 vetture per km inizio periodo, a 152,5 nel 2002. Lanomala variazione che si si osserva in questo 152,5 nel 2002. Lanomala variazione che si osserva in questo 152,5 nel 2002. Lanomala variazione che osserva in questo arco temporale trova spiegazione nellincremento del solo pararco temporale trova spiegazione nellincremento del solo pararco temporale trova spiegazione nellincremento del solo parco veicolare rispetto alle infrastrutture viarie. Anche il ilnostro co veicolare rispetto alle infrastrutture viarie. Anche il nostro co veicolare rispetto alle infrastrutture viarie. Anche nostro Paese mostra una situazione simile a a quella spagnola, con un Paese mostra una situazione simile a quella spagnola, con un Paese mostra una situazione simile quella spagnola, con un parco didiautomezzi circolanti sempre ininaumento rispetto alle parco di automezzi circolanti sempre in aumento rispetto alle parco automezzi circolanti sempre aumento rispetto alle infrastrutture stradali: dal 1999 alal2003 si siha un incremento infrastrutture stradali: dal 1999 al 2003 si ha un incremento infrastrutture stradali: dal 1999 2003 ha un incremento consistente didi autoveicoli, passati da 35.452.600 a 38.476.800. consistente di autoveicoli, passati da 35.452.600 a 38.476.800. consistente autoveicoli, passati da 35.452.600 a 38.476.800. Nel 1999 inin Italia lindice di pressione degli autoveicoli circolanNel 1999 in Italia lindice di pressione degli autoveicoli circolanNel 1999 Italia lindice di pressione degli autoveicoli circolanti tisisiattesta su valori elevati (42,5 vetture per km) risultando ti si attesta su valori elevati (42,5 vetture per km) risultando attesta su valori elevati (42,5 vetture per km) risultando inferiore solo a a quelle di Slovacchia (80,7), Regno Unito (67,8) inferiore solo a quelle di Slovacchia (80,7), Regno Unito (67,8) inferiore solo quelle di Slovacchia (80,7), Regno Unito (67,8) e e Austria (46,4). e Austria (46,4). Austria (46,4). Nel 1999 lalamaggiore pressione didiautoveicoli circolanti sulla Nel 1999 la maggiore pressione di autoveicoli circolanti sulla Nel 1999 maggiore pressione autoveicoli circolanti sulla rete si si rilevava nelle aree del Nord-ovest e del Nord-est. Tra le rete si rilevava nelle aree del Nord-ovest e del Nord-est. Tra le rete rilevava nelle aree del Nord-ovest e del Nord-est. Tra le regioni del Nord lala Lombardia (con un valore pari a 82,6 veicoli regioni del Nord la Lombardia (con un valore pari a 82,6 veicoli regioni del Nord Lombardia (con un valore pari a 82,6 veicoli per km), il ilVeneto (54,8), lEmilia-Romagna (45,4), il ilFriuliper km), il Veneto (54,8), lEmilia-Romagna (45,4), il Friuliper km), Veneto (54,8), lEmilia-Romagna (45,4), FriuliLITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

N NIstat, Ministero delle Infrastrutture N Istat, Ministero delle Infrastrutture Istat, Ministero delle Infrastrutture N NAnas N Anas Anas N NAci N Aci Aci N NAiscat N Aiscat Aiscat N NEurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti Fonti

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N NMinistero dei trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture N Ministero dei trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture Ministero dei trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture e dei trasporti e e dei trasporti dei trasporti Siti internet Siti internet Siti internet N Nhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu N http://www.aiscat.it N Nhttp://www.aiscat.it http://www.aiscat.it N http://www.infrastrutturetrasporti.it N Nhttp://www.infrastrutturetrasporti.it http://www.infrastrutturetrasporti.it

Fonte:Elaborazioni susu dati Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, Anas, Aiscat e Aci Fonte:Elaborazioni su dati Ministero delle Infrastrutture e e dei Trasporti, Anas, Aiscat e Aci Fonte:Elaborazioni dati Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Anas, Aiscat e Aci (a) Nelle province di di Trento Bolzano la la somma delle strade totali non coincide con totale Trentino-Alto Adige poich le le province (a) Nelle province di Trento e e Bolzano somma delle strade totali non coincide con il il totale Trentino-Alto Adigepoich le province (a) Nelle province Trento e Bolzano la somma delle strade totali non coincide con il totale Trentino-Alto Adige poich province autonome hanno comunicato il dato disaggregato solo per alcune tipologie di di strade. autonome hanno comunicato il il dato disaggregato solo per alcune tipologie strade. autonome hanno comunicato dato disaggregato solo per alcune tipologie di strade.

100 statistiche per il Paese

Ia Itta li a lia C Ciip r p ro o B e Belg lgio io Fr Fra n a nci a cia Sv Re Sve Re p z u ezia pubb ia bb lic lica Ce a Cec a ca P o Polo lonia ni a Sl Slov ove n e nia ia L e Le tt on tto i nia a

Sp Spa g agn a na Sl o Sl v ova c a cc h chia Re ia Re g no gn oU n Un it o ito Au Aus sttria ria

Aumenta la sicurezza sulle strade: incidenti, morti e feriti in costante calo


Tra tutti i sistemi di trasporto, quello su strada di gran lunga il pi pericoloso e comporta il prezzo pi alto in termini di vite umane. Per questo motivo il programma d'azione europeo per la sicurezza stradale 2003-2010 prevede una serie di misure quali il rafforzamento dei controlli stradali, l'ampio ricorso a nuove tecnologie per la sicurezza, il miglioramento delle infrastrutture stradali e azioni tese a migliorare il comportamento degli utenti. L'obiettivo finale quello di ridurre almeno del 50 per cento il tasso dei decessi entro il 2010. In Italia nel 2006 quasi 100 persone per milione di abitanti sono morte a seguito di un incidente stradale.
DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Trasporti Decessi da incidente stradale per milione di abitanti

Nelle regioni italiane il maggior numero di incidenti in rapporto alla popolazione si registra nel Centro-Nord e le regioni pi colpite sono Liguria, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna (tutte con valori pari o superiori a 5.700 incidenti per milione di abitanti). Nelle stesse regioni si registra il pi elevato numero di feriti (superiore a 7.600 per milione di abitanti). Nel CentroNord si registra anche un numero di morti superiore al Mezzogiorno (rispettivamente 103 e 84 vittime di incidenti stradali per milione di abitanti); in Emilia-Romagna e in Abruzzo i valori superano le 125 vittime, mentre, allopposto, in Valle dAosta e Campania sono molto ridotti (rispettivamente dimezzati e di 40 unit inferiori alla media nazionale). Persone decedute in incidenti stradali per regione Anno 2006 (per milione di abitanti) (Italia=100)

Persone decedute in incidenti stradali nei paesi Ue25 Anno 2004 (per milione di abitanti)
250 200 150 100 50 0
tto Li ni a tu an ia Ci pr G o re c P o ia lo Re p u S l o ni a bb ve lic nia a C Un ec gh a e E s r ia P o t on rt ia S l oga ov llo ac ch B e ia lg Lu S p i o ss ag em n a bu r Au g o st ria Ita Irl lia an Fr d a an Fi cia nl a G nd er i a Da m a n G ra nim ia ar n c B P a r eta a es g n iB a as S v si ez ia M al ta
Incidenti ANNI

I morti per incidente stradale sono le persone decedute sul colpo o entro il trentesimo giorno a partire da quello in cui si verificato lincidente. Questa definizione stata adottata a decorrere dal 1 gennaio 1999; fino al 31 dicembre 1998 la contabilizzazione dei decessi considerava solo quelli avvenuti entro sette giorni dal momento del sinistro stradale. Nel 2007 lIstat ha provveduto a effettuare una ricostruzione della serie storica degli indicatori stradali a partire dal 2000.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Nel 2006 in Italia il numero di decessi per incidente stradale pari a 96,2 persone ogni milione di abitanti. Il nostro Paese si colloca in decima posizione rispetto a quelli dellarea Ue25, dopo Malta, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito, i cui tassi sono inferiori a 60 morti per milione di abitanti, e dopo Danimarca, Germania, Finlandia, Francia e Irlanda, che hanno valori inferiori a 95 decessi. Il resto dei paesi europei presenta valori superiori, entro i 160 decessi per milione di abitanti, a esclusione di Lettonia e Lituania, i cui tassi hanno valori decisamente pi allarmanti: rispettivamente 222 e 218 unit. Lobiettivo del dimezzamento delle vittime appare lontano dallessere conseguito: stante lattuale trend si attende nel 2010 una riduzione del 30 per cento a livello comunitario.
LITALIA E LE SUE REGIONI

Incidenti stradali, persone decedute e ferite Anni 2000-2006 (valori assoluti e quozienti)
Persone coinvolte negli incidenti
Decedute Ferite

Le

Deceduti per 1.000.000 di abitanti

Incidenti per 1.000 veicoli circolanti

Deceduti per 100 incidenti

Deceduti per 100 persone rimaste coinvolte

Fonte: Elaborazioni su dati Istat


2000 256.546 7.061 360.013 124,0

6,3
6 ,3

2,8

1 ,9

Ogni giorno in Italia si verificano in media 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 912. Nel periodo 2000-2006 gli incidenti sono scesi da 256.546 a 238.124, i morti da 7.061 a 5.669, i feriti da 360.013 a 332.955. Si pertanto registrato un decremento del 7,2 per cento per quanto riguarda il numero di incidenti, del 7,5 per cento per i feriti e del 19,7 per cento per i morti. Landamento decrescente della frequenza degli incidenti confermato anche se si tiene conto del numero di autoveicoli circolanti: passa infatti da 6,3 a 5,1 il numero di incidenti ogni 1.000 autoveicoli. Si registra una riduzione nella gravit degli incidenti: i morti ogni 100 incidenti passano, infatti, da 2,8 a 2,4.

2001

263.100
265.402

7.096
6.980

373.286
378.492

124,5
122,1

2,7
2,6

1,9
1 ,8

Fonti

N Istat, Rilevazione sugli incidenti stradali N Eurostat, Database New Cronos

2002

6,2
5 ,7

2003
2004

252.271
243.490

6.563
6.122

356.475
343.179

113,9
105,2

2,6
2,5 2,4

1,8
1 ,8

Altre informazioni

5,5 5,3
5 ,1

Pubblicazioni N Istat, Statistica degli incidenti stradali Siti internet N http://www.istat.it N http://www.aci.it N http://www.europa.eu.int/newcronos/

2005
2006

240.011
238.124

5.818
5.669

334.858
332.955

99,3
96,2

1,7
1, 7

2,4

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Aci

63

100 statistiche per il Paese

Infrastrutture

Gli indicatori presentati in questa sezione sono relativi alle seguenti dimensioni: la rete autostradale (km di rete per 1.000 km2 di superficie territoriale); la rete ferroviaria (km di rete per 100 km2 di superficie territoriale); i volumi di traffico merci e passeggeri dei porti marittimi; la potenza prodotta negli impianti di generazione di energia elettrica; la diffusione e linformatizzazione degli sportelli bancari. Nel 2006, la rete autostradale italiana si sviluppa per quasi 22 km ogni mille km2 di superficie territoriale. Al di sopra della media europea. Nel 2005 lItalia occupa il terzo posto tra i Paesi europei per produzione di potenza efficiente netta degli impianti di generazione elettrica (85.000 MW), dopo Germania e Francia. La quota prodotta da fonti rinnovabili di poco superiore al 23 per cento.

I numerosi studi che analizzano la relazione tra dotazione di infrastrutture e sviluppo economico di un territorio confermano lesistenza di un forte legame: produttivit, redditi e occupazione sono funzione crescente della dotazione di infrastrutture. Inoltre, le infrastrutture sono, tra le determinanti dello sviluppo regionale, quelle che maggiormente possono essere oggetto di diretto intervento dei decisori di politica economica. Questo elemento fa emergere la necessit di quantificare la dotazione e la funzionalit delle infrastrutture presenti in un territorio. La rete ferroviaria italiana si sviluppa, nel 2005, per 5,4 km ogni 100 km2 di superficie territoriale. Sotto il profilo qualitativo, tuttavia, emergono carenze in tema di infrastrutture adeguate al trasporto moderno, di interoperabilit tra le reti e i sistemi, di tecnologie innovative e di affidabilit del servizio. Poco pi del 40 per cento dellinfrastruttura ferroviaria a binario doppio elettrificato. Nel 2005 lItalia il secondo paese europeo per trasporto di passeggeri via mare, dopo la Grecia. Se si considera invece il volume complessivo dei container trasportati, lItalia, con il 10,8 per cento del totale, occupa la quinta posizione, dopo Germania, Spagna, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Lhub italiano pi importante quello di Gioia Tauro in Calabria.

La diffusione degli ATM permette ai possessori di carte bancomat o carte di credito di compiere, in qualunque momento della giornata, alcune operazioni bancarie (prelievo o versamento di contante, richiesta di informazioni sul conto, bonifici e pagamenti di utenze). Nel 2006, in Italia, si rilevano in media 68 ATM ogni 100.000 abitanti.

64
Infrastrutture km di rete autostradale per 1.000 km2 di superficie

Persistono i idivari tra Centro-Nord Persistono divari tra Centro-Nord eeMezzogiorno Mezzogiorno
La rete autostradale rappresenta un indicatore importante dello La rete autostradale rappresenta un indicatore importante dello sviluppo del settore dei trasporti, con riferimento alla circolasviluppo del settore dei trasporti, con riferimento alla circolazione didi grandi volumi di traffico veicolare, di persone e di merzione grandi volumi di traffico veicolare, di persone e di merci. Indirettamente, anche un indicatore della pressione che il ci. Indirettamente, anche un indicatore della pressione che il traffico veicolare genera sullambiente. traffico veicolare genera sullambiente. Nel 2006 lalarete autostradale italiana sisisviluppa per quasi 22 Nel 2006 rete autostradale italiana sviluppa per quasi 22 km ogni 1.000 km2 2 di superficie territoriale. km ogni 1.000 kmdi superficie territoriale. I km didi rete autostradale per 1.000 km2 di superficie territoriale I km rete autostradale per 1.000 km2 di superficie territoriale sono un indicatore dididensit delle infrastrutture autostradali. sono un indicatore densit delle infrastrutture autostradali. Lindicatore sisiottiene dal rapporto tra lestensione ininkm della Lindicatore ottiene dal rapporto tra lestensione km della rete autostradale e e la superficie territoriale misurata in km2. rete autostradale la superficie territoriale misurata in km2. Con riferimento aiaipaesi pi antica appartenenza allUnione Con riferimento paesi pi antica appartenenza allUnione europea (Ue15), nel 2003 il ilvalore medio pari a a15,5 km didi europea (Ue15), nel 2003 valore medio pari 15,5 km superficie territoriale. LItalia, con autostrade per 1.000 km2 2didisuperficie territoriale. LItalia, con autostrade per 1.000 km un indice pari a a21,5 sisicolloca alaldidisopra della media, con un indice pari 21,5 colloca sopra della media, con unestensione della rete autostradale per 1.000 km2 2 di superfiunestensione della rete autostradale per 1.000 km di superficie confrontabile con quella didiAustria, Spagna e ePortogallo, cie confrontabile con quella Austria, Spagna Portogallo, superiore a a quella di Francia e Regno Unito. valori massimi didi superiore quella di Francia e Regno Unito. I I valori massimi densit sisiregistrano nei Paesi Bassi (4 volte il ilvalore medio densit registrano nei Paesi Bassi (4 volte valore medio Ue), ininLussemburgo e eBelgio (oltre 50 km didirete per 1.000 Ue), Lussemburgo Belgio (oltre 50 km rete per 1.000 km2).). Gli altri paesi di pi antica adesione che si collocano al di km2 Gli altri paesi di pi antica adesione che si collocano al di sopra del valore medio Ue15 sono lala Germania e la Danimarsopra del valore medio Ue15 sono Germania e la Danimarca. Tutti gli altri Stati membri presentano indici inferiori alla ca. Tutti gli altri Stati membri presentano indici inferiori alla media comunitaria, ad eccezione didi Slovenia e Cipro. media comunitaria, ad eccezione Slovenia e Cipro. La serie storica dellindicatore relativo alla densit autostradale La serie storica dellindicatore relativo alla densit autostradale per gli anni dal 2001 alal2006 mostra ininciascuna delle ripartiper gli anni dal 2001 2006 mostra ciascuna delle ripartizioni territoriali un andamento piuttosto stabile, come da zioni territoriali un andamento piuttosto stabile, come da attendersi per infrastrutture che hanno costi e etempi didirealizattendersi per infrastrutture che hanno costi tempi realizzazione ingenti. zazione ingenti. Le aree del Nord-ovest e e del Nord-est risultano maggiormente Le aree del Nord-ovest del Nord-est risultano maggiormente dotate rispetto alalMezzogiorno. Tutte leleregioni settentrionali dotate rispetto Mezzogiorno. Tutte regioni settentrionali presentano valori superiori alla media nazionale (pari a a21,7), presentano valori superiori alla media nazionale (pari 21,7), ad eccezione delle province autonome didiTrento (11,3) e eBolad eccezione delle province autonome Trento (11,3) Bolzano (15,8), dove il ildato influenzato dalle caratteristiche zano (15,8), dove dato influenzato dalle caratteristiche orografiche. orografiche. Al Centro tutte leleregioni presentano invece indici inferiori alla Al Centro tutte regioni presentano invece indici inferiori alla media nazionale, ad eccezione del Lazio (27,3). LUmbria, con media nazionale, ad eccezione del Lazio (27,3). LUmbria, con un valore pari a a 7,0, quella che presenta lo scostamento pi un valore pari 7,0, quella che presenta lo scostamento pi alto dal valore medio nazionale. alto dal valore medio nazionale. Il IlMezzogiorno ha una dotazione inferiore; leletre regioni che Mezzogiorno ha una dotazione inferiore; tre regioni che fanno eccezione sono lAbruzzo (32,7 km per 1.000 km2),),lala fanno eccezione sono lAbruzzo (32,7 km per 1.000 km2 Campania (32,5) e elalaSicilia (24,6, ininincremento rispetto alal Campania (32,5) Sicilia (24,6, incremento rispetto 2001), mentre quelle con lala minore dotazione sono la Basilica2001), mentre quelle con minore dotazione sono la Basilicata, che presenta il ildato pi basso rispetto a atutto il ilterritorio ta, che presenta dato pi basso rispetto tutto territorio nazionale (2,9 per 1.000 km2),), e il Molise (8,1). nazionale (2,9 per 1.000 km2 e il Molise (8,1).
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Lestensione della rete autostradale considerata nel suo comLestensione della rete autostradale considerata nel suo complesso pari a a6.554 km e ecopre lalanostra penisola attraverplesso pari 6.554 km copre nostra penisola attraversando tutte leleregioni ad eccezione della Sardegna, che nel sando tutte regioni ad eccezione della Sardegna, che nel suo territorio non presenta questa tipologia didi reteinfrastruttusuo territorio non presenta questa tipologia rete infrastrutturale. rale. Rete autostradale per 1.000 km2 2 di superficie territoriale Rete autostradale per 1.000 kmdi superficie territoriale per regione Anno 2006 (in km) per regione Anno 2006 (in km)

Rete autostradale per 1.000 km2 di superficie territoriale nei paesi Ue Anno 2003 (in km) (a) Rete autostradale per 1.000 km2 di superficie territoriale nei paesi Ue Anno 2003 (in km) (a)
70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00
Pa Pae Lu esi B Lu s si Ba ssem assi se ss mbu i burg B rg o o G Belg Ger elgio er m io man ania i Da Cip a Da n Cip ro im ro ni ma Sl arca Slov rca Po ove n Port e nia rtog ia oga a lllo Ita lo SpIta lliia Spa a agn Au gn a Aus a tr F striia Re Re g Fra n a Re p Re gn ra ncia pub no U cia ubb o n b llica Un ito ica C ito Ce Li eca t c Sl Lituan a ua Slov n ia ova ia a cc ch Un c hiia Un g a gar Sv ariia Sve a z G eziia Gre a re ci Bu c a Bulg ia lgar Irl ar iia Irlan a Es and a E to d a Fi stonia Finl nia nlan ad Po nd iia Polo a Ro lonia Ro m nia ma n a nia ia
Ue15 Ue15

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos (a) I dati per Lettonia Malta non sono disponibili. (a) I dati per Lettonia e e Malta non sono disponibili.

Rete autostrade per 1.000 kmdi superficie territoriale, per regione Anni 2001-2006 (in km) Rete autostrade per 1.000 km2 2 di superficie territoriale, per regione Anni 2001-2006 (in km)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste 2001 2001 31,8 31,8 33,7 33,7 24,2 24,2 69,3 69,3 13,8 13,8 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 26,7 26,7 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,4 17,4 27,3 27,3 32,6 32,6 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 23,0 23,0 0,0 0,0 32,3 32,3 23,2 23,2 19,2 19,2 24,8 24,8 16,7 16,7 21,5 21,5 2002 2002 31,8 31,8 33,7 33,7 24,2 24,2 69,2 69,2 13,8 13,8 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 26,7 26,7 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,4 17,4 27,3 27,3 32,7 32,7 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 23,0 23,0 0,0 0,0 32,3 32,3 23,2 23,2 19,2 19,2 24,8 24,8 16,7 16,7 21,5 21,5 2003 2003 31,8 31,8 33,7 33,7 24,2 24,2 69,2 69,2 13,8 13,8 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 26,7 26,7 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,4 17,4 27,3 27,3 32,7 32,7 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 23,0 23,0 0,0 0,0 32,3 32,3 23,2 23,2 19,2 19,2 24,8 24,8 16,7 16,7 21,5 21,5 2004 2004 31,8 31,8 34,9 34,9 24,1 24,1 69,2 69,2 13,7 13,7 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 26,7 26,7 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,3 17,3 27,3 27,3 32,7 32,7 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 24,6 24,6 0,0 0,0 32,3 32,3 23,2 23,2 19,2 19,2 24,9 24,9 17,1 17,1 21,7 21,7 2005 2005 32,2 32,2 34,9 34,9 24,1 24,1 69,2 69,2 13,7 13,7 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 26,7 26,7 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,3 17,3 27,3 27,3 32,7 32,7 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 24,6 24,6 0,0 0,0 32,5 32,5 23,2 23,2 19,2 19,2 24,9 24,9 17,1 17,1 21,7 21,7 2006 2006 32,4 32,4 33,7 33,7 24,2 24,2 69,2 69,2 13,8 13,8 15,8 15,8 11,3 11,3 25,8 25,8 27,8 27,8 25,7 25,7 18,4 18,4 7,0 7,0 17,4 17,4 27,3 27,3 32,7 32,7 8,1 8,1 32,5 32,5 16,2 16,2 2,9 2,9 19,6 19,6 24,6 24,6 0,0 0,0 32,5 32,5 23,4 23,4 19,2 19,2 25,0 25,0 17,1 17,1 21,7 21,7

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Ministero delle Infrastrutture Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Ministero delle Infrastrutture e e dei Trasporti, Aiscat dei Trasporti, Aiscat

Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania

Fonti Fonti

Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N N Istat, Ministero delle Infrastrutture, Anas, Aiscat Istat, Ministero delle Infrastrutture, Anas, Aiscat N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

N N Ministero dei Trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture Ministero dei Trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture e e dei trasporti dei trasporti Siti internet Siti internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it N N http://www.aiscat.it http://www.aiscat.it

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Ministero delle Infrastrutture e e dei Trasporti

100 statistiche per il Paese

Bassa la dotazione della rete; solo ilil40 Bassa la dotazione della rete; solo 40 per cento aabinario doppio elettrificato per cento binario doppio elettrificato
La Commissione europea nel libro bianco sui trasporti alal La Commissione europea nel libro bianco sui trasporti capitolo dedicato alaltrasporto ferroviario, settore strategico dal capitolo dedicato trasporto ferroviario, settore strategico dal quale dipende il il riequilibrio dei trasporti europei, soprattutto nel quale dipende riequilibrio dei trasporti europei, soprattutto nel comparto merci pone laccento su alcuni problemi ad oggi comparto merci pone laccento su alcuni problemi ad oggi persistenti: lala mancanza di infrastruttureadeguate alal trasporto persistenti: mancanza di infrastrutture adeguate trasporto moderno; lassenza didi interoperabilit tra reti e sistemi; le scarmoderno; lassenza interoperabilit tra reti e sistemi; le scarse ricerche sulle tecnologie innovative; laladubbia affidabilit didi se ricerche sulle tecnologie innovative; dubbia affidabilit un servizio che non risponde alle necessit dei cittadini. un servizio che non risponde alle necessit dei cittadini. Nel 2005 lala rete ferroviaria italiana si sviluppa per 5,4 km ogni Nel 2005 rete ferroviaria italiana si sviluppa per 5,4 km ogni 100 km2 2 di superficie territoriale, con un valore medio di rete a 100 km di superficie territoriale, con un valore medio di rete a binario doppio elettrificato pari a acirca 2 2km per 100 km2 2didi binario doppio elettrificato pari circa km per 100 km superficie. superficie. La dotazione didirete ferroviaria misurata mediante il ilnumero La dotazione rete ferroviaria misurata mediante numero didichilometri della rete ferroviaria italiana (RFI) per 100 chilochilometri della rete ferroviaria italiana (RFI) per 100 chilometri quadrati didisuperficie territoriale; il ilsuo livello didisviluppo metri quadrati superficie territoriale; suo livello sviluppo tecnologico misurato mediante la quota parte di rete a binario tecnologico misurato mediante la quota parte di rete a binario doppio elettrificato. La rete ferroviaria complessiva sisi ripartisce doppio elettrificato. La rete ferroviaria complessiva ripartisce ininrete a abinario semplice elettrificato e enon, e erete a abinario rete binario semplice elettrificato non, rete binario doppio elettrificato e e non. doppio elettrificato non. Nel 2002 lItalia pu contare su 5,3 km didirete ferroviaria ogni Nel 2002 lItalia pu contare su 5,3 km rete ferroviaria ogni 100 km2 2 di superficie territoriale. Si colloca quindi, rispetto agli 100 km di superficie territoriale. Si colloca quindi, rispetto agli altri paesi europei, inin una posizione intermedia. Se si considealtri paesi europei, una posizione intermedia. Se si considera lolosviluppo tecnologico della rete, lalasituazione relativa ra sviluppo tecnologico della rete, situazione relativa dellItalia migliore (poco meno del 40 per cento della rete dellItalia migliore (poco meno del 40 per cento della rete complessiva a abinario doppio elettrificato). Il Ilnostro Paese sisi complessiva binario doppio elettrificato). nostro Paese pone ininquinta posizione dopo Belgio, Germania, Polonia e e pone quinta posizione dopo Belgio, Germania, Polonia Repubblica Ceca per chilometri didi rete a binario doppio elettriRepubblica Ceca per chilometri rete a binario doppio elettrificato inin rapporto alla superficie. ficato rapporto alla superficie. I paesi con una elevata dotazione complessiva della rete ferroI paesi con una elevata dotazione complessiva della rete ferroviaria sono il il Belgio, la Repubblica Ceca (che per pu contare viaria sono Belgio, la Repubblica Ceca (che per pu contare solo sul 17,9 per cento didi rete a binario doppio elettrificato) e la solo sul 17,9 per cento rete a binario doppio elettrificato) e la Germania (tutte con estensione della rete superiore aiai 10 km di Germania (tutte con estensione della rete superiore 10 km di rete per 100 km2 didi superficie). Tra paesi dellUe15 quelli con rete per 100 km2 superficie). Tra i i paesi dellUe15 quelli con dotazione molto scarsa (meno didi 3 km ogni 100 km2 di superfidotazione molto scarsa (meno 3 km ogni 100 km2 di superficie) sono Irlanda, Svezia, Spagna, Grecia e e Finlandia (in quecie) sono Irlanda, Svezia, Spagna, Grecia Finlandia (in queste ultime lestensione della rete non raggiunge i 2 2 km per 100 ste ultime lestensione della rete non raggiunge i km per 100 km2).). km2 Le regioni che per dotazione didi infrastrutture ferroviarie presenLe regioni che per dotazione infrastrutture ferroviarie presentano lala condizione pi disagiata sono la Valle dAosta e la Sartano condizione pi disagiata sono la Valle dAosta e la Sardegna. La prima pu contare su soli 2,5 km didirete ogni 100 degna. La prima pu contare su soli 2,5 km rete ogni 100 km2 2 di territorio, tutta a binario semplice non elettrificato. Anche kmdi territorio, tutta a binario semplice non elettrificato. Anche ininSardegna lalatrazione diesel quasi totale: lalaregione ha Sardegna trazione diesel quasi totale: regione ha infatti soli 1,8 km didi rete ogni 100 km2 di superficie territoriale, infatti soli 1,8 km rete ogni 100 km2 di superficie territoriale, per il il96,2 per cento a abinario semplice non elettrificato. Le per 96,2 per cento binario semplice non elettrificato. Le province autonome didiBolzano e eTrento hanno una bassa doprovince autonome Bolzano Trento hanno una bassa doLITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Infrastrutture km di rete ferroviaria per 100 km2 di superficie

tazione dovuta, come ininValle dAosta, principalmente alle tazione dovuta, come Valle dAosta, principalmente alle caratteristiche geofisiche del territorio; tuttavia lalaprovincia didi caratteristiche geofisiche del territorio; tuttavia provincia Bolzano registra un elevato sviluppo tecnologico con linea Bolzano registra un elevato sviluppo tecnologico con linea ferroviaria totalmente elettrificata. ferroviaria totalmente elettrificata. Il Ilprimato della dotazione spetta alla Liguria (9,2 km per 100 primato della dotazione spetta alla Liguria (9,2 km per 100 km2 didi superficie territoriale), seguita da Campania, Piemonte e km2 superficie territoriale), seguita da Campania, Piemonte e Lazio (tutte con pi didi7 7km per 100 km2););mentre leleregioni a a Lazio (tutte con pi km per 100 km2 mentre regioni maggiore tecnologia sono ancora il ilLazio, lalaLiguria e eil ilFriulimaggiore tecnologia sono ancora Lazio, Liguria FriuliVenezia Giulia, dove lala quota di linea a binario doppio elettrifiVenezia Giulia, dove quota di linea a binario doppio elettrificato pari rispettivamente al 70,3 per cento, al 64,9 per cento cato pari rispettivamente al 70,3 per cento, al 64,9 per cento e e al 64,1 per cento. al 64,1 per cento. Mediamente il ilMezzogiorno vive una situazione didimaggiore Mediamente Mezzogiorno vive una situazione maggiore arretratezza, dovuta principalmente alal contributo particolararretratezza, dovuta principalmente contributo particolarmente negativo della Sardegna, della Basilicata e e della Puglia. mente negativo della Sardegna, della Basilicata della Puglia. Chilometri di rete ferroviaria italiana per regione Chilometri di rete ferroviaria italiana per regione Anno 2005 (per 100 km2 2 di superficie territoriale) Anno 2005 (per 100 kmdi superficie territoriale)

Chilometri di rete ferroviaria totale e e a binario doppio elettrificato nei paesi Ue (a) Anno 2002 (per 100 km2 Chilometri di rete ferroviaria totale a binario doppio elettrificato nei paesi Ue (a) Anno 2002 (per 100 km2 didi superficie territoriale) superficie territoriale)
Rete totale Rete totale Rete binario doppio elettrificato Rete aa binario doppio elettrificato

12 12 10 10
88 66 44 22 00
R Rep epu ubb bbli lica ca C Cec ea B ca Belg G e Ger lgio er m io ma U ania Ung nia S nghe Slov heri l a R ovac ria Reg acch egn chia o ia P no U Pae Un aes nito sii B ito Bas as P ssii Polo ol n A oniia D Aust a Dan ustria anim ri ima a S arca Slov rca lo e ven IT niia ITA a AL Fr LIA Fra IA anc Le ncia L t ia P etton or tonia P orto ia toga gall Irl llo Irlan o Li anda Litu da tuan a i S nia Sve a vez S zia Spa ia pag E gna Esto na st n oi G nia Gre a Fi recia Finl cia nlan and diia a

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos (a) dato dellIrlanda relativo allanno 2001. Per la Danimarca, i i Paesi Bassi, lAustria il Regno Unito il dato relativo ai chilometri (a) Il Il dato dellIrlanda relativo allanno 2001. Per la Danimarca, Paesi Bassi, lAustria e e il Regno Unito il dato relativo ai chilometri didi binario doppio elettrificato non noto. Per Cipro e Malta dati non sono noti. binario doppio elettrificato non noto. Per Cipro e Malta i i dati non sono noti.

Rete ferroviaria italiana in esercizio per tipologia per regione Anno 2005 (valori percentuali) Rete ferroviaria italiana in esercizio per tipologia e e per regione Anno 2005 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Vale d'Aote Valle d'Aosta/Vale d'Aote Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Percentuale sul totale della rete Percentuale sul totale della rete A binario semplice non binario semplice non elettrificato elettrificato 32,2 32,2 100,0 100,0 18,3 18,3 3,1 3,1 18,5 18,5 - 48,5 48,5 35,0 35,0 19,2 19,2 8,3 8,3 34,1 34,1 4,1 4,1 37,9 37,9 9,0 9,0 37,8 37,8 75,7 75,7 23,2 23,2 27,4 27,4 39,9 39,9 45,5 45,5 41,9 41,9 96,2 96,2 24,5 24,5 21,3 21,3 22,2 22,2 22,8 22,8 42,1 42,1 29,6 29,6
A A binario doppio binario doppio non elettrificato non elettrificato - - - - - - - - - - 1,2 1,2 - - - - - - - - - - 3,8 3,8 - - 0,5 0,5 0,2 0,2 0,3 0,3

A binario semplice binario semplice elettrificato elettrificato 28,9 28,9 - 40,5 40,5 32,0 32,0 26,5 26,5 42,9 42,9 - 17,5 17,5 16,7 16,7 45,9 45,9 13,7 13,7 46,8 46,8 12,6 12,6 20,7 20,7 38,1 38,1 15,8 15,8 22,7 22,7 29,0 29,0 53,3 53,3 24,1 24,1 45,9 45,9 - 33,2 33,2 28,4 28,4 19,7 19,7 27,4 27,4 30,8 30,8 28,6 28,6

A binario doppio binario doppio elettrificato elettrificato 38,9 38,9 - 41,2 41,2 64,9 64,9 55,0 55,0 57,1 57,1 51,5 51,5 47,5 47,5 64,1 64,1 45,8 45,8 51,0 51,0 49,0 49,0 49,5 49,5 70,3 70,3 24,1 24,1 8,5 8,5 54,1 54,1 43,6 43,6 6,8 6,8 30,5 30,5 12,2 12,2 - 42,3 42,3 50,3 50,3 57,6 57,6 49,6 49,6 26,8 26,8 41,6 41,6

Chilometri Chilometri per 100 km per 100 km2 2

7,4 7,4 2,5 2,5 6,6 6,6 9,2 9,2 2,7 2,7 3,0 3,0 2,2 2,2 6,3 6,3 5,9 5,9 4,8 4,8 6,2 6,2 4,4 4,4 4,0 4,0 7,2 7,2 4,8 4,8 6,1 6,1 7,7 7,7 4,2 4,2 3,6 3,6 5,6 5,6 5,4 5,4 1,8 1,8 7,0 7,0 4,9 4,9 5,9 5,9 5,9 5,9 4,6 4,6 5,4 5,4

Fonte: Elaborazioni su dati RFI Fonte: Elaborazioni su dati RFI

Fonti Fonti

N N Rete Ferroviaria Italiana (RFI) Rete Ferroviaria Italiana (RFI) N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Ministero dei Trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture Ministero dei Trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture e e dei trasporti dei trasporti Siti internet Siti internet N N http://www.rfi.it http://www.rfi.it http://www.europa.eu.int/newcronos/ N N http://www.europa.eu.int/newcronos/

0,2 0,2

Fonte: Elaborazioni su dati RFI Fonte: Elaborazioni su dati RFI

65

100 statistiche per il Paese

66
Infrastrutture Volumi di traffico merci e passeggeri dei porti marittimi

Italia al secondo posto in Europa per traffico passeggeri via mare


UNO SGUARDO DINSIEME

Le infrastrutture portuali assumono sempre maggiore importanza nellambito delle nuove politiche europee per il trasporto delle merci. Onde far fronte alle previsioni di crescita del trasporto di merci senza gravare ulteriormente sulla rete stradale, infatti, il trasporto marittimo deve assumere nel futuro un ruolo maggiore. I porti marittimi dovranno diventare le principali interfacce tra le reti di trasporto terrestri e marittime, migliorando i collegamenti intermodali e diventando luoghi di scambio commerciale a forte potenzialit di crescita. Nel 2005 lItalia il secondo Paese europeo per trasporto di passeggeri via mare. Lhub quel porto usato per raggruppare o smistare le merci destinate alla o provenienti dalla navigazione oceanica. Si tratta, in generale, del punto per la raccolta e la distribuzione delle merci nel resto del territorio nazionale. Lindividuazione dei principali hub avviene considerando la dimensione dei container. Gli indicatori proposti misurano la dimensione media dei container rapportandone la dimensione totale in TEU (twenty feet equivalent unit) al numero totale trasportato. Le composizioni percentuali di volume dei container e di passeggeri trasportati sono ottenute rapportando i valori dei principali porti ai rispettivi totali di tutti i porti europei. Per i confronti tra porti nazionali sono stati considerati i volumi di merci e di merci in container (migliaia di tonnellate) e di passeggeri (migliaia di unit), nonch il movimento delle merci in navigazione di cabotaggio, considerando che si svolgono lungo le coste nazionali. Nel 2005 lItalia si colloca soltanto dopo la Grecia per trasporto di passeggeri via mare. Questi due paesi, insieme alla Danimarca, assorbono oltre il 50 per cento del traffico complessivo di passeggeri (22,3 per cento la Grecia; 20,4 per cento lItalia e 12,4 per cento la Danimarca). Due porti italiani compaiono tra i primi dieci per traffico di passeggeri: Messina e Reggio di Calabria, protagonisti del traffico tra la penisola e la Sicilia, hanno visto transitare nel 2005 quasi 20.000 passeggeri. Se si considera invece il volume complessivo dei container trasportati, lItalia, con il 10,8 per cento del totale, occupa la quinta posizione, dopo la Germania (18,4 per cento), la Spagna (15,7 per cento), i Paesi Bassi (14,3 per cento) e la Gran Bretagna (11,8 per cento). Lhub italiano pi importante il porto di Gioia Tauro in Calabria, i cui volumi nel 2005 sono inferiori solo a quelli dei porti di Rotterdam, Amburgo, Antwerp, Brema e Algericas in Spagna.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

posto si colloca il porto di Trieste (43,4 milioni di tonnellate, pari al 8,5 per cento del totale). A poca distanza il porto di Genova (42,6 milioni di tonnellate). La regione che ha registrato Il maggior movimento di merce in navigazione di cabotaggio la Sicilia (26 per cento del movimento nazionale), seguita da Sardegna, Liguria e Puglia. Queste quattro regioni assorbono circa il 60 per cento del cabotaggio merci nazionale. Il traffico registrato in Sicilia dovuto alla presenza dei porti di Augusta, Santa Panagia, Milazzo e Gela, che sono ai primi posti in Italia per traffico di prodotti petroliferi. Il trasporto dei container concentrato in Calabria e in Liguria. In particolare in Calabria il porto di Gioia Tauro, il cui flusso di merci rappresentato quasi esclusivamente dal trasporto di container, si imposto negli ultimi anni come il maggiore hub italiano. Seguono, a notevole distanza, i porti di Genova e di La Spezia. Per quanto riguarda il trasporto di passeggeri allapice della graduatoria compaiono naturalmente i porti di Messina e Reggio di Calabria, cui seguono Napoli e, a distanza, Capri, Piombino, Olbia e Porto dIschia. Movimento merci in navigazione di cabotaggio per regione Anno 2005 (composizione percentuale)

Graduatoria dei 10 porti d'Europa pi grandi secondo la dimensione dei container (a) (TEU) e il traffico dei passeggeri in arrivo e in partenza (migliaia) Anno 2005
Porto Rotterdam Hamburg Antwerp Bremerhaven Algeciras Gioia Tauro Felixstowe Valencia Le Havre Barcelona Porto Dover Calais Paloukia Salaminas Perama Helsingborg Piraeus Helsingor Messina Reggio di Calabria Helsinki Paese Paesi Bassi Germania Belgio Germania Spagna Italia Regno Unito Spagna Francia Spagna Paese Regno Unito Francia Grecia Grecia Svezia Grecia Danimarca Italia Italia Finlandia Dimensione dei container Percentuale in TEU 9.194.590 13,2 8.084.307 11,6 6.220.905 9,0 3.696.067 5,3 3.181.821 4,6 3.123.241 4,5 2.758.383 4,0 2.412.352 3,5 2.144.290 3,1 2.068.780 3,0 Passeggeri in migliaia 13.501 11.695 11.663 11.663 11.102 11.076 11.023 9.802 9.645 8.854 Percentuale 3,2 2,8 2,8 2,8 2,7 2,7 2,7 2,4 2,3 2,1

Dimensione dei container (a) e passeggeri in arrivo e in partenza nei principali porti dei paesi dellUe25 (composizione percentuale) Anno 2005
Dimensione dei container Grecia ITALIA Danimarca Svezia Regno Unito Germania Francia Spagna Finlandia Estonia Irlanda Paesi Bassi Polonia Belgio Portogallo Cipro Malta Lituania Lettonia Slovenia 5 10 15 20 25 Passeggeri

Fonte: Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos (a) La dimensione dei container data dalla capienza complessiva, indipendentemente dalla merce contenuta in essi.

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos (a) La dimensione dei container data dalla capienza complessiva, indipendentemente dalla merce contenuta in essi.

Graduatoria dei principali porti italiani secondo il traffico di merci, di merci in container (migliaia di tonnellate) e di passeggeri (migliaia di unit) Anno 2005
Porto Regione Merci (migliaia di tonnellate) 47.869 43.355 42.640 33.041 30.547 29.634 24.253 24.048 23.254 22.760 17.867 14.556 13.486 10.958 10.210 120.468 508.946 Percentuale Porto Regione Merci in container Percentuale (migliaia di tonnellate ) 29.082 11.657 7.427 5.227 5.064 4.818 2.096 1.926 1.914 1.879 1.709 1.544 1.721 76.064 38,2 15,3 9,8 6,9 6,7 6,3 2,8 2,5 2,5 2,5 2,2 2,0 2,3 100,0 Porto Regione Passeggeri Percen(migliaia di tuale unit ) 9.802 9.645 6.084 3.860 3.277 3.253 3.169 2.829 2.406 2.103 2.099 30.226 78.753 12,4 12,2 7,7 4,9 4,2 4,1 4,0 3,6 3,1 2,7 2,7 38,4 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Indagine sul trasporto marittimo

Fonti

N Istat, Indagine sul trasporto marittimo N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N Ministero dei trasporti, Conto nazionale delle infrastrutture e dei trasporti N Istat, Statistiche dei trasporti marittimi Siti internet N http://www.istat.it/dati/catalogo/20070406_00/ N http://www.europa.eu.int/newcronos/

Il primo porto italiano per movimento complessivo di merci quello di Taranto, che nel 2005 ha movimentato 47,9 milioni di tonnellate, pari al 9,4 per cento del traffico italiano. Al secondo

Taranto Trieste Genova Augusta Venezia Gioia Tauro Ravenna Livorno Santa Panagia Porto Foxi Milazzo Savona - Vado La Spezia Napoli Brindisi Altri porti Italia

Puglia Veneto Liguria Sicilia Veneto Calabria Emilia-Romagna Toscana Sicilia Sardegna Sicilia Liguria Liguria Campania Puglia

9,4 8,5 8,4 6,5 6,0 5,8 4,8 4,7 4,6 4,5 3,5 2,9 2,6 2,2 2,0 23,7 100,0

Gioia Tauro Genova La Spezia Taranto Cagliari Livorno Salerno Trieste Venezia Savona - Vado Ravenna Napoli Altri porti Italia

Calabria Liguria Liguria Puglia Sardegna Toscana Campania Veneto Veneto Liguria Emilia-Romagna Campania

Messina Reggio di Calabria Napoli Capri Piombino Olbia Ischia Porto Portoferraio Genova Livorno Civitavecchia Altri porti Italia

Sicilia Calabria Campania Campania Toscana Sardegna Campania Toscana Liguria Toscana Lazio

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Indagine sul trasporto marittimo

100 statistiche per il Paese

In crescita la potenza degli impianti In crescita la potenza degli impianti per la produzione di elettricit per la produzione di elettricit
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Infrastrutture Potenza degli impianti di generazione di energia elettrica

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

La potenza efficiente lorda di un impianto di generazione la La potenza efficiente lorda di un impianto di generazione la massima potenza elettrica realizzabile durante un intervallo di massima potenza elettrica realizzabile durante un intervallo di tempo di funzionamento (4 ore) per la produzione esclusiva di tempo di funzionamento (4 ore) per la produzione esclusiva di potenza attiva, supponendo che tutte le parti dellimpianto siapotenza attiva, supponendo che tutte le parti dellimpianto siano interamente in efficienza. La potenza efficiente netta mino interamente in efficienza. La potenza efficiente netta misurata alluscita dellimpianto, al netto della potenza assorbita surata alluscita dellimpianto, al netto della potenza assorbita dai servizi ausiliari dellimpianto stesso eedalle perdite nei tradai servizi ausiliari dellimpianto stesso dalle perdite nei trasformatori di centrale. La potenza efficiente di unarea sisiottiesformatori di centrale. La potenza efficiente di unarea ottiene sommando la potenza efficiente di tutti gli impianti di genene sommando la potenza efficiente di tutti gli impianti di generazione dellarea stessa. Lunit di misura utilizzata il ilMegarazione dellarea stessa. Lunit di misura utilizzata MegaWatt (MW). Watt (MW).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos

Potenza efficiente lorda degli impianti di generazione elettrica, totale ee da fonti rinnovabili (in MW), per regione Potenza efficiente lorda degli impianti di generazione elettrica, totale da fonti rinnovabili (in MW), per regione Anni 2001-2006 (valori assoluti ee percentuali) Anni 2001-2006 (valori assoluti percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Potenza efficiente lorda Potenza efficiente lorda 2001 2001 5.719 5.719 835 835 13.757 13.757 3.706 3.706 3.109 3.109 1.494 1.494 1.615 1.615 6.639 6.639 1.894 1.894 4.490 4.490 4.049 4.049 1.068 1.068 834 834 8.588 8.588 1.564 1.564 610 610 3.067 3.067 5.881 5.881 414 414 2.611 2.611 5.972 5.972 3.982 3.982 24.018 24.018 16.132 16.132 14.539 14.539 54.689 54.689 24.099 24.099 78.787 78.787 2002 2002 5.621 5.621 846 846 13.548 13.548 3.711 3.711 3.116 3.116 1.501 1.501 1.615 1.615 6.637 6.637 1.892 1.892 5.156 5.156 4.261 4.261 1.084 1.084 836 836 8.375 8.375 1.596 1.596 624 624 3.111 3.111 5.890 5.890 458 458 2.591 2.591 6.000 6.000 3.972 3.972 23.725 23.725 16.802 16.802 14.557 14.557 55.084 55.084 24.243 24.243 79.327 79.327 2003 2003 5.641 5.641 847 847 14.322 14.322 3.706 3.706 3.137 3.137 1.510 1.510 1.627 1.627 6.666 6.666 1.897 1.897 5.251 5.251 4.261 4.261 1.459 1.459 834 834 8.404 8.404 1.595 1.595 635 635 3.127 3.127 5.901 5.901 473 473 2.662 2.662 6.167 6.167 4.005 4.005 24.516 24.516 16.950 16.950 14.958 14.958 56.424 56.424 24.565 24.565 80.989 80.989 2004 2004 6.679 6.679 851 851 16.696 16.696 3.112 3.112 3.163 3.163 1.524 1.524 1.639 1.639 6.716 6.716 1.950 1.950 5.987 5.987 4.260 4.260 1.386 1.386 849 849 8.288 8.288 1.617 1.617 629 629 3.016 3.016 6.055 6.055 497 497 2.717 2.717 6.243 6.243 3.713 3.713 27.337 27.337 17.816 17.816 14.782 14.782 59.936 59.936 24.488 24.488 84.424 84.424 2005 2005 7.265 7.265 853 853 17.875 17.875 2.453 2.453 3.165 3.165 1.526 1.526 1.639 1.639 6.724 6.724 1.960 1.960 5.938 5.938 4.265 4.265 1.376 1.376 854 854 8.654 8.654 1.649 1.649 645 645 3.164 3.164 7.260 7.260 495 495 3.425 3.425 6.262 6.262 4.065 4.065 28.446 28.446 17.786 17.786 15.149 15.149 61.380 61.380 26.966 26.966 88.345 88.345 2006 2006 7.265 7.265 859 859 18.080 18.080 2.452 2.452 3.053 3.053 1.492 1.492 1.562 1.562 6.731 6.731 2.755 2.755 6.419 6.419 4.933 4.933 1.377 1.377 863 863 8.660 8.660 1.646 1.646 1.464 1.464 3.562 3.562 7.814 7.814 531 531 3.416 3.416 6.322 6.322 4.063 4.063 28.656 28.656 18.958 18.958 15.832 15.832 63.445 63.445 28.818 28.818 92.263 92.263 2001 2001 37,5 37,5 99,9 99,9 35,7 35,7 2,1 2,1 96,3 96,3 96,7 96,7 95,9 95,9 17,3 17,3 27,0 27,0 8,4 8,4 22,5 22,5 47,7 47,7 26,3 26,3 5,2 5,2 69,2 69,2 20,0 20,0 18,5 18,5 4,0 4,0 41,5 41,5 28,8 28,8 2,9 2,9 12,9 12,9 33,2 33,2 31,2 31,2 14,4 14,4 27,6 27,6 15,0 15,0 23,7 23,7 didi cui da fonti rinnovabili cui da fonti rinnovabili 2002 2002 39,4 39,4 99,9 99,9 36,7 36,7 2,1 2,1 96,3 96,3 96,7 96,7 96,0 96,0 17,3 17,3 24,8 24,8 8,1 8,1 25,4 25,4 48,6 48,6 26,5 26,5 5,7 5,7 69,5 69,5 21,9 21,9 19,7 19,7 4,1 4,1 42,9 42,9 29,1 29,1 3,0 3,0 13,2 13,2 34,2 34,2 30,0 30,0 15,8 15,8 28,0 28,0 15,5 15,5 24,2 24,2 2003 2003 39,5 39,5 100,0 100,0 35,5 35,5 2,1 2,1 95,9 95,9 96,5 96,5 95,3 95,3 17,8 17,8 25,0 25,0 8,7 8,7 25,4 25,4 36,4 36,4 26,8 26,8 6,0 6,0 69,5 69,5 21,9 21,9 20,0 20,0 4,3 4,3 44,7 44,7 30,9 30,9 3,6 3,6 13,8 13,8 33,6 33,6 30,2 30,2 15,6 15,6 27,8 27,8 16,0 16,0 24,3 24,3 2004 2004 33,7 33,7 100,0 100,0 31,0 31,0 7,6 7,6 95,8 95,8 96,5 96,5 95,2 95,2 17,7 17,7 24,2 24,2 8,0 8,0 25,6 25,6 38,4 38,4 26,3 26,3 5,7 5,7 69,7 69,7 22,1 22,1 21,1 21,1 5,5 5,5 42,6 42,6 30,0 30,0 5,0 5,0 17,3 17,3 31,1 31,1 29,0 29,0 15,7 15,7 26,7 26,7 17,2 17,2 24,0 24,0 2005 2005 33,3 33,3 100,0 100,0 29,3 29,3 9,7 9,7 95,7 95,7 96,2 96,2 95,2 95,2 27,3 27,3 24,0 24,0 8,2 8,2 25,9 25,9 38,7 38,7 26,5 26,5 5,5 5,5 70,3 70,3 24,0 24,0 24,2 24,2 5,1 5,1 42,7 42,7 24,4 24,4 7,5 7,5 20,0 20,0 30,7 30,7 32,7 32,7 15,4 15,4 27,5 27,5 17,7 17,7 24,5 24,5 2006 2006 33,5 33,5 100,0 100,0 29,1 29,1 3,6 3,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 17,8 17,8 17,2 17,2 7,7 7,7 22,5 22,5 38,7 38,7 27,2 27,2 5,5 5,5 70,6 70,6 12,3 12,3 21,5 21,5 7,0 7,0 46,1 46,1 24,5 24,5 8,3 8,3 20,0 20,0 30,2 30,2 27,5 27,5 14,8 14,8 25,6 25,6 17,6 17,6 23,1 23,1

Nel 2005 lItalia, con Germania, Francia, Regno Unito eeSpaNel 2005 lItalia, con Germania, Francia, Regno Unito Spagna, tra i ipaesi europei con produzione di potenza efficiente gna, tra paesi europei con produzione di potenza efficiente netta degli impianti di generazione elettrica pi elevata. In parnetta degli impianti di generazione elettrica pi elevata. In particolare gli impianti di generazione della Germania ee della ticolare gli impianti di generazione della Germania della Francia hanno rispettivamente una capacit di 123.522 MW ee Francia hanno rispettivamente una capacit di 123.522 MW 116.723 MW. LItalia, in terza posizione, ha una capacit degli 116.723 MW. LItalia, in terza posizione, ha una capacit degli impianti notevolmente inferiore, pari aa circa85.000 MW. impianti notevolmente inferiore, pari circa 85.000 MW. Per questi paesi leader solo poco pi del 20 per cento della Per questi paesi leader solo poco pi del 20 per cento della potenza proviene da impianti di generazione da fonti rinnovabipotenza proviene da impianti di generazione da fonti rinnovabili.li.In Italia la capacit che proviene da tali fonti pari al 27,3 In Italia la capacit che proviene da tali fonti pari al 27,3 per cento, grazie soprattutto allapporto significativo della fonte per cento, grazie soprattutto allapporto significativo della fonte idrica naturale. idrica naturale. I Ipaesi con una quota percentuale di potenza proveniente da paesi con una quota percentuale di potenza proveniente da impianti da fonte rinnovabili pari oosuperiore al 50 per cento impianti da fonte rinnovabili pari superiore al 50 per cento sono il il Lussemburgo, la Lettonia, lAustria e la Svezia. sono Lussemburgo, la Lettonia, lAustria e la Svezia.
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Elaborazioni su dati Terna Spa Fonte: Elaborazioni su dati Terna Spa

Fonti Fonti

N N Terna Spa, Rilevazione sulla Statistica annuale della produzione Terna Spa, Rilevazione sulla Statistica annuale della produzione e e del consumo di energia elettrica in Italia del consumo di energia elettrica in Italia N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Terna Spa, Dati statistici sullenergia elettrica inin Italia Terna Spa, Dati statistici sullenergia elettrica Italia Siti internet Siti internet N N http://www.terna.it http://www.terna.it http://www.autorita.energia.it/elettricita/ N N http://www.autorita.energia.it/elettricita/ http://www.europa.eu.int/newcronos/ N N http://www.europa.eu.int/newcronos/

LItalia pu contare nel 2006 su una potenza efficiente lorda LItalia pu contare nel 2006 su una potenza efficiente lorda degli impianti di generazione elettrica di 92.263 MW, in crescita degli impianti di generazione elettrica di 92.263 MW, in crescita costante. Lincremento relativo rispetto al 2001 pari al 17,1 costante. Lincremento relativo rispetto al 2001 pari al 17,1 per cento. per cento.

Fonte: Elaborazioni su dati Terna Spa Fonte: Elaborazioni su dati Terna Spa

67

100 statistiche per il Paese

G Ger er m man ai Fr nia Fra n a a nc ia I ci Re ITA a Re g TAL I A no L IA gn o Un Un it Sp i o Spa to g agn a Sv n a Sve ez a Po z iia P a P lo Pae olonia s esi B nia i Ba ass Re Re p Au ssii u pub Aust b r bb lic st ria lic a ia a Ce Cec F a Fiinl c a nlan and d iia Be a Po Belg o Port lgiio ro Da toga Da n ga lllo niim lo mar arca G ca Gre c Un re ciia Un g a S gher Sllov her ia ova ia c a cc chia Irl hia Irlan and L da Liitu a tuan Sl an iia Slov a ove en Es nia Esto ia toni L na Lu Le ia Lu s e tttton s ssem onia emb ia u burg rg o Ci o Cip r po M ro Mal alt a ta

LEuropa necessita di grandi investimenti nelle infrastrutture LEuropa necessita di grandi investimenti nelle infrastrutture per la produzione didienergia elettrica, sia per soddisfare lala per la produzione energia elettrica, sia per soddisfare crescente domanda sia per sostituire gli impianti obsoleti eenon crescente domanda sia per sostituire gli impianti obsoleti non pi compatibili con uno sviluppo sostenibile. In particolare, la pi compatibili con uno sviluppo sostenibile. In particolare, la direttiva europea del 2001 sullo sviluppo delle fonti rinnovabili direttiva europea del 2001 sullo sviluppo delle fonti rinnovabili indica per lItalia un obiettivo di produzione da queste fonti, al indica per lItalia un obiettivo di produzione da queste fonti, al 2010, pari al 25 per cento del consumo totale lordo di energia 2010, pari al 25 per cento del consumo totale lordo di energia elettrica. Per poter centrare lobiettivo il ilnostro Paese deve elettrica. Per poter centrare lobiettivo nostro Paese deve puntare aaincrementare quanto pi possibile la quota parte di puntare incrementare quanto pi possibile la quota parte di energia prodotta da fonti rinnovabili, incrementando la potenza energia prodotta da fonti rinnovabili, incrementando la potenza di tutti gli impianti di generazione da queste fonti: idroelettrico, di tutti gli impianti di generazione da queste fonti: idroelettrico, eolico, biomasse ee fotovoltaico. eolico, biomasse fotovoltaico. Nel 2006 la potenza efficiente lorda da fonti rinnovabili prodotta Nel 2006 la potenza efficiente lorda da fonti rinnovabili prodotta negli impianti nazionali di poco superiore al 23 per cento del negli impianti nazionali di poco superiore al 23 per cento del totale. totale.

Con riferimento alla localizzazione geografica degli impianti, al Con riferimento alla localizzazione geografica degli impianti, al Nord ubicata poco pi della met (51,6 per cento) della caNord ubicata poco pi della met (51,6 per cento) della capacit disponibile, al Centro il il17,2 per cento eenel Mezzogiorpacit disponibile, al Centro 17,2 per cento nel Mezzogiorno il ilrestante 31,2 per cento. La regione con la maggiore pono restante 31,2 per cento. La regione con la maggiore potenza degli impianti la Lombardia che, da sola, garantisce il il tenza degli impianti la Lombardia che, da sola, garantisce 19,6 per cento della capacit totale nazionale. Seguono aadi19,6 per cento della capacit totale nazionale. Seguono distanza significativa il ilLazio, con 9,4 per cento, la Puglia, con stanza significativa Lazio, con 9,4 per cento, la Puglia, con 8,5 per cento ee il Piemonte con 7,9 per cento. 8,5 per cento il Piemonte con 7,9 per cento. Le regioni la cui potenza proviene per una buona parte da fonti Le regioni la cui potenza proviene per una buona parte da fonti rinnovabili sono la Valle dAosta eele province autonome di rinnovabili sono la Valle dAosta le province autonome di Bolzano eeTrento (100 per cento), lAbruzzo (70,6 per cento) ee Bolzano Trento (100 per cento), lAbruzzo (70,6 per cento) lala Basilicata (46,1 per cento). Basilicata (46,1 per cento). Potenza efficiente lorda degli impianti di generazione Potenza efficiente lorda degli impianti di generazione elettrica (in MW) per regione Anno 2006 (composizione elettrica (in MW) per regione Anno 2006 (composizione percentuale) percentuale)

Potenza efficiente netta degli impianti di generazione elettrica (in MW), secondo ilil tipo di impianto, nei paesi Ue25 Potenza efficiente netta degli impianti di generazione elettrica (in MW), secondo tipo di impianto, nei paesi Ue25 Anno 2005 Anno 2005
Totale impianti Totale impianti Impianti da fonti rinnovabili Impianti da fonti rinnovabili

120.000 120.000 100.000 100.000 80.000 80.000 60.000 60.000 40.000 40.000 20.000 20.000 00

68
Infrastrutture ATM per 100.000 abitanti

Diffusione in crescita mama Diffusione inin crescita Diffusione crescita ma con consistenti differenziali territoriali con consistenti differenziali territoriali con consistenti differenziali territoriali
Le relazioni tra banca e e informatica riflettono un un percorso che Le Le relazioni tra banca e informatica riflettonopercorso che relazioni tra banca informatica riflettono un percorso che ha vistovisto crescere ruolo delle tecnologie dellinformazione e e ha ha crescere il il il ruolo delle tecnologie dellinformazione visto crescere ruolo delle tecnologie dellinformazione e delladella telecomunicazione. della telecomunicazione. telecomunicazione. banca elettronica eroga prodotti e servizi modalit La banca elettronica eroga prodotti e eservizi con con modalit La La banca elettronica eroga prodotti servizi conmodalit tradizionali, ma si si avvale delluso delle tecnologie perper avere tradizionali, mama si avvale delluso delle tecnologie avere tradizionali, avvale delluso delle tecnologie per avere maggiore efficienza. La diffusione deglidegli ATM (Automated Teller maggiore efficienza. La La diffusione ATM (Automated Teller maggiore efficienza. diffusione degli ATM (Automated Teller Machine) permette aiai possessori di carte bancomat o carte di di Machine) permette possessori di cartecarte bancomat o carte Machine) permette ai possessori di bancomat o carte di credito didicompiere, ininqualunque momento delladella giornata, credito credito di compiere, in qualunque momento giornata, compiere, qualunque momento della giornata, alcune operazioni (prelievo o o versamento di contante, richiesta alcune operazioni (prelievo versamento di contante, richiesta alcune operazioni (prelievo o versamento di contante, richiesta didi informazioni sulsul conto, bonifici pagamenti di utenze) che informazioni sul conto, bonifici e e e pagamenti di utenze) che di informazioni conto, bonifici pagamenti di utenze) che una voltavolta erano possibili solo da sportello. una volta erano possibili solo da sportello. una erano possibili solo da sportello. Nel 2006 inin in Italia rilevano in in mediaATMATM ogni 100.000 Nel 2006 Italia si si si rilevano media 68 68 ogni 100.000 Nel 2006 Italia rilevano in media 68 ATM ogni 100.000 abitanti. abitanti. abitanti. Il Il numero di ATM perper 100.000 abitantiun un indicatore illu- illunumero di ATMATM 100.000 abitanti indicatore che che Il numero di per 100.000 abitanti un indicatore che illustra lala dotazione effettiva di servizi deldel sistema bancario rispetstra dotazione effettiva di servizi del sistema bancario rispetstra la dotazione effettiva di servizi sistema bancario rispettoto to agli abitanti.sua sua unit di misura, ATM/abitanti, rappreagli abitanti. La La unit didi misura, ATM/abitanti, rappreagli abitanti. La sua unit misura, ATM/abitanti, rappresenta lala copertura deldel servizio informaticoabitante. senta copertura del servizio informatico per per abitante. senta la copertura servizio informatico per abitante.
LITALIA NEL NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNOUNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME SGUARDO DINSIEME

attivi per per regione Anno 2006 100.000 abitanti) ATMATM attivi regione Anno 2006 (per 100.000 abitanti) ATM attivi per regione Anno 2006 (per (per 100.000 abitanti)

attivi nei paesi Ue (a) Anno 2005 (per 100.000 abitanti) ATMATM attivipaesi Ue (a) (a)Anno 2005 (per 100.000 abitanti) ATM attivi neinei paesi Ue Anno 2005 (per 100.000 abitanti)
140 140 140 120 120 120 100 100 100 80 80 80 60 60 60 40 40 40 20 20 20 00 0

Fonte: Elaborazioni dati Banca dItalia Fonte: Elaborazioni su Banca dItalia Nel 2005 a a livello europeo la dotazione deldel servizio ATM perper Fonte: Elaborazioni susu datidati Banca dItalia Nel 2005 livello europeo la dotazione del servizio didi di ATM Nel 2005 a livello europeo la dotazione servizio ATM per 100.000 abitanti risulta piuttosto disomogenea. La Spagna e e ile il 100.000 abitanti risulta piuttosto disomogenea. La La Spagna 100.000 abitanti risulta piuttosto disomogenea. Spagna il Portogallo, con oltre oltre 120 sportelli 100.000 abitanti, sonosono le Portogallo, con oltre 120 sportelli perper 100.000 abitanti, lele Portogallo, con 120 sportelli per 100.000 abitanti, sono nazioni che che presentano valori dellindice elevati, mentre lala la nazioni che presentano valori dellindice pipi elevati, mentre nazioni presentano valori dellindice pi elevati, mentre Polonia (20 sportelli per 100.000 abitanti) registra lala pipi bassa Polonia (20(20 sportelli per 100.000 abitanti) registra labassa Polonia sportelli per 100.000 abitanti) registra pi bassa dotazione per questo servizio. Il Il nostro Paese, con 63,2 spordotazione perper questo servizio. Il nostro Paese, 63,2 63,2 spordotazione questo servizio. nostro Paese, con con sportelli automatici ogni ogni 100.0000 abitanti, pone in una posizione telli automatici ogni 100.0000 abitanti, si si pone in posizione telli automatici 100.0000 abitanti, si pone in una una posizione intermedia nellanella dotazione talitali servizi elettronici, confrontabiintermedia nella dotazione di diservizi elettronici, confrontabiintermedia dotazione di tali servizi elettronici, confrontabilele con quella della Germania, mentre, tra tra i paesi Ue15, Francia con quella delladella Germania, mentre,i paesi Ue15, Francia le con quella Germania, mentre, tra i paesi Ue15, Francia (41),(41), Austria (37) Svezia (31) presentano le le dotazioni pi (41), Austria (37) eSvezia (31) (31) presentanodotazioni pi Austria (37) e e Svezia presentano le dotazioni pi basse. basse. basse.

Nel 20062006 in Italia sono disponibili mediamente ATMATM ogni Nel 2006 in Italia sono disponibili mediamente 68 68 ogni Nel in Italia sono disponibili mediamente 68 ATM ogni 100.000 abitanti. La dotazione pi elevata si si rileva nelnel Nord-est 100.000 abitanti. La La dotazione pi elevata si rilevaNord-est 100.000 abitanti. dotazione pi elevata rileva nel Nord-est (97,4 sportelli automatici ogni ogni 100.000 abitanti), mentreMez(97,4 sportelli automatici ogni 100.000 abitanti), mentre il il Mez(97,4 sportelli automatici 100.000 abitanti), mentre il Mezzogiorno risulta piuttosto svantaggiato, con una una media che che zogiorno risulta piuttosto svantaggiato, con una media pipi zogiorno risulta piuttosto svantaggiato, con media pi che dimezzata (40,9) rispetto a a quella delle regioni deldel Centro-Nord dimezzata (40,9) rispetto quella delledelle regioniCentro-Nord dimezzata (40,9) rispetto a quella regioni del Centro-Nord (82,3). Queste ultime, infatti, presentano tutte tutte valori superiori (82,3). Queste ultime, infatti, presentano tutte valori superiori (82,3). Queste ultime, infatti, presentano valori superiori alla media nazionale, ad eccezione del Lazio (61,4). SiSi Si distinalla media nazionale, ad ad eccezione del Lazio (61,4). distinalla media nazionale, eccezione del Lazio (61,4). distinFonti Fonti guono per lala la consistente presenza di ATM attivi le province Fonti guono perper consistente presenza di ATM attivi le province guono consistente presenza di ATM attivi le province N Banca dItalia Banca dItalia autonome didi Trento e di Bolzano (rispettivamente con 158,4 e e N N Banca dItalia autonome Trento e di e di Bolzano (rispettivamente 158,4 e autonome di Trento Bolzano (rispettivamente con con 158,4 121,8 sportelli automatici ogni ogni 100.000 abitanti). In Campania 121,8 sportelli automatici ogni 100.000 abitanti). In Campania 121,8 sportelli automatici 100.000 abitanti). In Campania Altre informazioni e e Calabria si registra invece numero pi basso didi ATM dispo- Altre informazioni Calabria si registra invece il il numero pipi basso di ATM dispo- Altre informazioni e Calabria si registra invece il numero basso ATM dispoPubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni nibili: soltanto 35 ogni ogni 100.000 abitanti. nibili: soltanto 35 35 100.000 abitanti. nibili: soltanto ogni 100.000 abitanti. N Banca dItalia, informativa pubblica on-line Banca dItalia, Base informativa pubblica on-line Nel periodo 2001-2006 inin lItalia si registra una crescita media N N Banca dItalia, BaseBase informativa pubblica on-line Nel periodo 2001-2006 lItalia si registra una una crescita media Nel periodo 2001-2006 in lItalia si registra crescita media didi 7,57,5 ATM ogni 100.000 abitanti.incrementi pi marcati si si si Siti internet 7,5 ATM ogni 100.000 abitanti. Gli Gli incrementi pi marcati di ATM ogni 100.000 abitanti. Gli incrementi pi marcati SitiSiti internet internet N http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu rilevano nellenelle regioni centro-settentrionali.divario di dotazio- N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu rilevano nelle regioni centro-settentrionali. Il Il divario di dotaziorilevano regioni centro-settentrionali. Il divario di dotaziohttp://www.istat.it N http://www.istat.it ne tra iltra Centro-Nord e ile Mezzogiorno si va va dunque ulterior- N N http://www.istat.it ne ne il il Centro-Nord Mezzogiorno si va dunque ulteriortra Centro-Nord e il il Mezzogiorno si dunque ulteriorhttp://www.bancaditalia.it N N http://www.bancaditalia.it N http://www.bancaditalia.it mente acuendo nel tempo. mente acuendo nelnel tempo. mente acuendo tempo.

LITALIA E E LELE SUE REGIONI LITALIA LEE SUE REGIONI LITALIA SUE REGIONI

100 statistiche per il Paese

Sp Sa Po pa gna S Porpo gna R rt ag Po gn Rom togalla oma a o ro R atn ig llo Slo n aa Slom ia (lb) lo ve an (b o Sl veniia ) a ov ia ((b b)) Be e B ln (b a Fi elgiio ( ) B Finla gio (b) b nl eng (b) l Fi andio ) i nl dia((b Irla a b) Irland (b) n a dia ) IG nd a ((b rla a b) erd (b ) G nm e a ) (b G rmania er an ) m ia Itan aa Italiia Ct lia I ia C plria Es ipro C Esto o G t ipri n Grec onio Es a to BGrecia n a ul ia (b Bu re ( i a ) g c l a b Bu garia ( ) D l ria b Daga (b) n a i ri RD nima ) a b Reg m r(c ) a Pa egno arca i Paes no U a R ma e ri esigB Uncta Pa i na n i o o es BasUi to s i B ssn(ib a i to Frs (b) Frasi ( ) anc b F Le nciia) t L ratn a Au ettoci n Le Aust o nia rtia ia U st to nu UAgh ria (nia b ngse (b) t U herriia ) ng ri a(( b) he a (b) Sri b) a Svez(b ve ia) R Repu LStv zia ep b Li ue n R ubb li i tuaziia ep b L a an c ub lici tuC ia ae b l a Cnc ic eiaa Pa C ca Poloec ol n a Po oniia lo a ni a

Fonte: Elaborazioni susu datidati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su Eurostat, New Cronos (a) Dati non disponibili per Lussemburgo, MaltaMalta e Slovacchia. (a) (a) Dati non disponibili per Lussemburgo, e Slovacchia. Dati non disponibili per Lussemburgo, Malta e Slovacchia. (b) AnnoAnno 2004. (b) (b) 2004. Anno 2004.

ATMATM attivi regione Anni 2001-2006 (per 100.000 abitanti) ATM attivi per regione AnniAnni 2001-2006 (per 100.000 abitanti) attivi per per regione 2001-2006 (per 100.000 abitanti)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania PugliaPuglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria SiciliaSicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia 2001 2001 2001 73,5 73,5 73,5 86,2 86,2 86,2 77,0 77,0 77,0 59,5 59,5 59,5 126,2 126,2 126,2 118,3 118,3 118,3 133,9 133,9 133,9 78,2 78,2 78,2 83,9 83,9 83,9 86,8 86,8 86,8 70,6 70,6 70,6 70,9 70,9 70,9 76,7 76,7 76,7 53,4 53,4 53,4 52,5 52,5 52,5 49,3 49,3 49,3 30,7 30,7 30,7 39,4 39,4 39,4 43,9 43,9 43,9 29,7 29,7 29,7 32,2 32,2 32,2 33,1 33,1 33,1 74,2 74,2 74,2 86,3 86,3 86,3 63,4 63,4 63,4 74,5 74,5 74,5 34,9 34,9 34,9 60,3 60,3 60,3 2002 2002 2002 74,1 74,1 74,1 107,5 107,5 107,5 84,4 84,4 84,4 72,5 72,5 72,5 126,7 126,7 126,7 113,4 113,4 113,4 139,5 139,5 139,5 78,5 78,5 78,5 86,0 86,0 86,0 88,5 88,5 88,5 72,9 72,9 72,9 75,9 75,9 75,9 77,4 77,4 77,4 57,3 57,3 57,3 57,4 57,4 57,4 51,7 51,7 51,7 31,7 31,7 31,7 40,7 40,7 40,7 48,6 48,6 48,6 31,6 31,6 31,6 36,3 36,3 36,3 35,4 35,4 35,4 80,4 80,4 80,4 87,3 87,3 87,3 66,4 66,4 66,4 78,2 78,2 78,2 37,3 37,3 37,3 63,6 63,6 63,6 2003 2003 2003 78,9 78,9 78,9 110,6 110,6 110,6 79,1 79,1 79,1 62,7 62,7 62,7 128,7 128,7 128,7 116,0 116,0 116,0 141,0 141,0 141,0 82,5 82,5 82,5 88,3 88,3 88,3 87,7 87,7 87,7 72,7 72,7 72,7 76,5 76,5 76,5 76,8 76,8 76,8 57,9 57,9 57,9 58,7 58,7 58,7 53,2 53,2 53,2 31,8 31,8 31,8 42,0 42,0 42,0 48,6 48,6 48,6 32,4 32,4 32,4 36,5 36,5 36,5 35,7 35,7 35,7 77,6 77,6 77,6 89,2 89,2 89,2 66,6 66,6 66,6 77,7 77,7 77,7 37,8 37,8 37,8 63,4 63,4 63,4 2004 2004 2004 75,4 75,4 75,4 92,8 92,8 92,8 77,2 77,2 77,2 67,5 67,5 67,5 133,7 133,7 133,7 124,3 124,3 124,3 142,7 142,7 142,7 78,6 78,6 78,6 87,9 87,9 87,9 88,1 88,1 88,1 73,8 73,8 73,8 77,4 77,4 77,4 76,6 76,6 76,6 55,8 55,8 55,8 58,6 58,6 58,6 47,2 47,2 47,2 31,2 31,2 31,2 47,5 47,5 47,5 35,9 35,9 35,9 30,0 30,0 30,0 37,0 37,0 37,0 35,2 35,2 35,2 75,8 75,8 75,8 88,1 88,1 88,1 66,0 66,0 66,0 76,5 76,5 76,5 38,1 38,1 38,1 62,9 62,9 62,9 2005 2005 2005 75,9 75,9 75,9 92,0 92,0 92,0 74,8 74,8 74,8 66,9 66,9 66,9 134,1 134,1 134,1 122,9 122,9 122,9 144,9 144,9 144,9 79,1 79,1 79,1 87,9 87,9 87,9 86,3 86,3 86,3 77,9 77,9 77,9 74,8 74,8 74,8 81,7 81,7 81,7 55,9 55,9 55,9 59,9 59,9 59,9 52,0 52,0 52,0 33,5 33,5 33,5 42,3 42,3 42,3 50,0 50,0 50,0 32,9 32,9 32,9 38,5 38,5 38,5 37,0 37,0 37,0 74,4 74,4 74,4 87,6 87,6 87,6 67,9 67,9 67,9 76,3 76,3 76,3 39,1 39,1 39,1 63,2 63,2 63,2 2006 2006 2006 82,0 82,0 82,0 97,7 97,7 97,7 80,9 80,9 80,9 70,9 70,9 70,9 140,4 140,4 140,4 121,8 121,8 121,8 158,4 158,4 158,4 89,8 89,8 89,8 95,2 95,2 95,2 96,4 96,4 96,4 79,5 79,5 79,5 78,2 78,2 78,2 86,7 86,7 86,7 58,3 58,3 58,3 61,4 61,4 61,4 55,9 55,9 55,9 35,4 35,4 35,4 43,9 43,9 43,9 52,8 52,8 52,8 34,6 34,6 34,6 40,4 40,4 40,4 38,2 38,2 38,2 80,3 80,3 80,3 97,4 97,4 97,4 70,3 70,3 70,3 82,3 82,3 82,3 40,9 40,9 40,9 67,7 67,7 67,7

Fonte: Elaborazioni susu datidati Banca dItalia Fonte: Elaborazioni dati Banca dItalia Fonte: Elaborazioni su Banca dItalia

Turismo

Gli aspetti territoriali considerati in questa sezione fanno riferimento: allofferta degli esercizi ricettivi; alla fruizione degli esercizi ricettivi.

La vocazione turistica del nostro Paese ben nota. Oltre alla presenza di risorse territoriali e amenities (la diversit e lestensione degli ambienti costieri, le caratteristiche naturali ambientali e antropiche delle Alpi e degli Appennini), in Italia sono localizzati quaranta siti culturali definiti patrimonio dellumanit dallUNESCO. Lo sviluppo del turismo, come misurato dalla crescita della ricettivit, costituisce anche un volano importante che stimola la produzione di molti settori di attivit economica nei comparti manifatturieri e dei servizi. Per il 2006 lIstat ha rilevato oltre 100 mila esercizi extra alberghieri e quasi 34 mila alberghi, con un aumento rispetto allanno precedente del 4,7 per cento per i primi e dello 0,7 per cento per i secondi. Si registra un incremento anche per i posti letto: del 2,9 per cento negli alberghi e del 3,9 per cento negli esercizi complementari. Su scala nazionale il flusso dei clienti registrato nel 2006 nel complesso degli esercizi ricettivi stato pari a quasi 94 milioni di arrivi e 370 milioni di presenze, con un periodo medio di permanenza di quasi 4 notti. Si quindi rafforzata nel 2006 la ripresa dellattivit turistica (arrivi +5,3 per cento e presenze +3,2 per cento rispetto allanno precedente), soprattutto per effetto della componente straniera.

69
Turismo Offerta degli esercizi ricettivi

InInfortecrescita lofferta ricettiva, Inforte crescita lofferta ricettiva, forte crescita lofferta ricettiva, con tassi tra i ipi elevati ininEuropa con tassi tra ipi elevati inEuropa con tassi tra pi elevati Europa
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Tasso variazione della capacit ricettiva nei paesi Ue (a) Anni 2000-2006 registra addirittura ununvalorenegativo, con il il3,4 per cento inin Tasso di divariazione della capacit ricettiva nei paesi Ue (a) Anni 2000-2006 registra addirittura unvalore negativo, con il3,4 per cento in Tasso di variazione della capacit ricettiva nei paesi Ue (a) Anni 2000-2006 registra addirittura valore negativo, con 3,4 per cento meno didi posti letto rispetto al 2000. Tutte le altre regioni contrimeno di posti letto rispetto al 2000. Tutte le altre regioni contrimeno posti letto rispetto al 2000. Tutte le altre regioni contri35 35 35 buiscono positivamente, con incrementi contenuti ininununinterbuiscono positivamente, con incrementi contenuti inuninterbuiscono positivamente, con incrementi contenuti inter30 30 30 vallo che varia dal 1010al 20 per cento. vallo che varia dal 10 al 20 per cento. vallo che varia dal al 20 per cento.
25 25 25 20 20 20 15 15 15 10 10 10 5 55 0 00 -5 -5 -5 -10 -10 -10 -15 -15 -15
a o ia ia ca ca nia si ia r ia lia ito ia ia r ia i a ia ro d a lta ria lgio d ia nia onia a llo ez ga Ita Un cc h he tton agn uan Cip lan a nc burg re c ve n Ce ar a a n as Ma ust g e Be inla o m Pol rtog a G Sv Bul Ir lo ca nim er m si B A Fr em Sp Lit L no lov Un S R li F g S G ae s Po Da bb P Re us u L ep R
Sv Sve z Bu eziia Bul a lgar ga a r iia Re Re g IItta a llia gno ia no U S Sllo Un ito v n ova ito a cc h Un cc hia Un g ia h ghe er ia Le r Le tt ia o tton Sp niia Spa a agn Li gn a Litu a tuan an ia i Ci a Cip pr IIrl ro o rlan and Lu Fra d a Fr a Lu s a n sse ncia sem ci mbu a burg r G go Gre o re ci Re Re p Sl cia u pub Slove a b o bb li ve ni c lica nia a Da a Ce Da n Ceca niim ca m G arc Ge arca Pa er ma a rm Pae an esi niia si B a Bas ass si M i Mal alta Au ta Aus sttria r B e ia B el Fi lgio Finl gio nlan a Ro nd ia Ro m d ia ma n a Po niia P a Po olloni Por onia rttog a oga a lllo lo

capacit ricettiva nel nostro Paese caratterizzata dalla Tasso di variazione della capacit ricettiva per regione LaLa capacitricettiva nel nostro Paese caratterizzatadalla Lacapacit ricettiva nel nostro Paese caratterizzata dalla Tasso di divariazione della capacit ricettiva per regione Tasso variazione della capacit ricettiva per regione numero esercizi complementari maggiore presenza didiununnumerodidiesercizi complementari maggiore didi Anni 2000-2006 presenza diunnumero diesercizi complementari maggiore di Anni 2000-2006 presenza Anni 2000-2006 quello delle strutture alberghiere. Per lanno 2006 lIstat haha quello delle strutture alberghiere. Per lanno 2006 lIstat ha quello delle strutture alberghiere. Per lanno 2006 lIstat rilevato unun numerodidiesercizi extralberghieri pari a a100.945 rilevato unnumero di esercizi extralberghieri pari a 100.945 rilevato numero esercizi extralberghieri pari 100.945 unit e eununnumerodidialberghi pari a a33.768 unit, con ununauunit eunnumero dialberghi pari a33.768 unit, con unauunit numero alberghi pari 33.768 unit, con aumento rispetto allanno precedente del 4,7 per cento per i primi mento rispetto allanno precedente del 4,7 per cento per i iprimi mento rispetto allanno precedente del 4,7 per cento per primi e eedello 0,7 per cento per secondi. Relativamente aiai posti letto dello 0,7 per cento per i i isecondi. Relativamente ai posti letto dello 0,7 per cento per secondi. Relativamente posti letto sisiregistra ununaumentoininentrambe leletipologie: negli alberghi siregistra unaumento inentrambe letipologie: negli alberghi registra aumento entrambe tipologie: negli alberghi lincremento risulta del 2,9 per cento, negli esercizi complelincremento risulta del 2,9 per cento, negli esercizi complelincremento risulta del 2,9 per cento, negli esercizi complementari del 3,9 per cento. mentari del 3,9 per cento. mentari del 3,9 per cento.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

LaLarilevazione sulla capacit degli esercizi ricettivi La rilevazione sulla capacit degli esercizi ricettivi rilevazione sulla capacit degli esercizi ricettivi unindagine diditipo censuario e ee vienecondotta annualmente unindagine di tipo censuario viene condotta annualmente unindagine tipo censuario viene condotta annualmente con lobiettivo didi misurare, al 31 dicembre di ogni anno, la concon lobiettivo di misurare, al 31 dicembre di ogni anno, la concon lobiettivo misurare, al 31 dicembre di ogni anno, la consistenza degli esercizi alberghieri, degli esercizi complementari sistenza degli esercizi alberghieri, degli esercizi complementari sistenza degli esercizi alberghieri, degli esercizi complementari (campeggi e evillaggi turistici, alloggi ininaffitto gestiti ininforma (campeggi evillaggi turistici, alloggi inaffitto gestiti informa (campeggi villaggi turistici, alloggi affitto gestiti forma imprenditoriale, alloggi agro-turistici, ostelli per lalagiovent, imprenditoriale, alloggi agro-turistici, ostelli per la giovent, imprenditoriale, alloggi agro-turistici, ostelli per giovent, case per ferie, rifugi alpini, altri esercizi ricettivi) e eedei bed and case per ferie, rifugi alpini, altri esercizi ricettivi) dei bed and case per ferie, rifugi alpini, altri esercizi ricettivi) dei bed and breakfast, conformemente alla direttiva europea sulle statistibreakfast, conformemente alla direttiva europea sulle statistibreakfast, conformemente alla direttiva europea sulle statistiche del turismo; rileva a aalivello di singolo comune gli esercizi, i i che del turismo; rileva livello di di singolo comune gli esercizi, che del turismo; rileva livello singolo comune gli esercizi, i letti, lele camere eebagni per lele strutture alberghiere, gli esercizi letti, le camere i i ibagni per le strutture alberghiere, gli esercizi letti, camere e bagni per strutture alberghiere, gli esercizi e eeposti letto per lele altre strutture. La capacit ricettiva misui i iposti letto per le altre strutture. La capacit ricettiva misuposti letto per altre strutture. La capacit ricettiva misurata inin termini di posti letto disponibili. rata in termini di posti letto disponibili. rata termini di posti letto disponibili.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su sudati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, Database New Cronos (a)(a)Estonia: dato non disponibile. Estonia: dato non disponibile. (a) Estonia: dato non disponibile.

Capacit degli esercizi ricettivi per regione Anno 2006 (valori assoluti) Capacit degli esercizi ricettivi per regione Anno 2006 (valori assoluti) Capacit degli esercizi ricettivi per regione Anno 2006 (valori assoluti)
Esercizi complementari Esercizi complementari Esercizi complementari REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI RIPARTIZIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE GEOGRAFICHE GEOGRAFICHE Esercizi alberghieri Esercizi alberghieri Esercizi alberghieri Numero Numero Numero 1.535 1.535 1.535 499499 499 1.603 1.603 1.603 Letti Letti Letti 75.741 75.741 75.741 23.627 23.627 23.627 71.646 71.646 71.646 Camere Camere Camere 39.064 39.064 39.064 11.281 11.281 11.281 90.285 90.285 90.285 38.496 38.496 38.496 120.952 120.952 120.952 73.605 73.605 73.605 47.347 47.347 47.347 103.229 103.229 103.229 18.610 18.610 18.610 154.178 154.178 154.178 85.893 85.893 85.893 14.658 14.658 14.658 30.769 30.769 30.769 73.755 73.755 73.755 25.162 25.162 25.162 3.043 3.043 3.043 52.130 52.130 52.130 34.611 34.611 34.611 8.108 8.108 8.108 41.295 41.295 41.295 49.701 49.701 49.701 39.490 39.490 39.490 179.126 179.126 179.126 396.969 396.969 396.969 205.075 205.075 205.075 781.170 781.170 781.170 253.540 253.540 253.540 Campeggi e villaggi Campeggi e e villaggi Campeggi villaggi turistici turistici turistici Bagni Bagni Numero Bagni Numero Posti letto Numero Posti letto Posti letto 37.436 37.436 37.436 11.058 11.058 11.058 90.518 90.518 90.518 37.739 37.739 37.739 118.572 118.572 118.572 72.476 72.476 72.476 46.096 46.096 46.096 105.278 105.278 105.278 18.196 18.196 18.196 157.937 157.937 157.937 85.890 85.890 85.890 14.919 14.919 14.919 29.700 29.700 29.700 72.763 72.763 72.763 24.627 24.627 24.627 2.874 2.874 2.874 51.721 51.721 51.721 33.939 33.939 33.939 8.012 8.012 8.012 35.449 35.449 35.449 47.780 47.780 47.780 39.354 39.354 39.354 176.751 176.751 176.751 399.983 399.983 399.983 203.272 203.272 203.272 780.006 780.006 780.006 243.756 243.756 243.756 169169 169 49 49 49 207207 207 158158 158 112112 112 43 43 43 69 69 69 243243 243 31 31 31 129129 129 235235 235 42 42 42 131131 131 125125 125 88 88 88 18 18 18 179179 179 215215 215 15 15 15 155155 155 107107 107 98 98 98 583583 583 515515 515 533533 533 1.631 1.631 1.631 875875 875 51.136 51.136 51.136 16.295 16.295 16.295 100.469 100.469 100.469 60.830 60.830 60.830 40.971 40.971 40.971 12.173 12.173 12.173 28.798 28.798 28.798 211.035 211.035 211.035 30.586 30.586 30.586 89.285 89.285 89.285 173.698 173.698 173.698 12.909 12.909 12.909 59.718 59.718 59.718 81.437 81.437 81.437 44.043 44.043 44.043 5.504 5.504 5.504 67.097 67.097 67.097 102.400 102.400 102.400 9.924 9.924 9.924 93.050 93.050 93.050 40.056 40.056 40.056 66.765 66.765 66.765 228.730 228.730 228.730 371.877 371.877 371.877 327.762 327.762 327.762 928.369 928.369 928.369 428.839 428.839 428.839 Alloggi in inAlloggi agroAltri Alloggi in Alloggi agroAlloggi Alloggi agroAltri Altri affitto turistici (letti) affitto turistici (letti) esercizi affitto turistici (letti) esercizi esercizi (letti) ricettivi (letti) (letti) ricettivi ricettivi (letti) (letti) (letti) 10.893 10.893 10.893 1.514 1.514 1.514 15.142 15.142 15.142 9.478 9.478 9.478 41.251 41.251 41.251 27.267 27.267 27.267 13.984 13.984 13.984 232.103 232.103 232.103 71.365 71.365 71.365 18.566 18.566 18.566 55.026 55.026 55.026 11.417 11.417 11.417 78.129 78.129 78.129 6.364 6.364 6.364 2.876 2.876 2.876 1.077 1.077 1.077 5.632 5.632 5.632 17.087 17.087 17.087 665665 665 2.650 2.650 2.650 9.087 9.087 9.087 16.159 16.159 16.159 37.027 37.027 37.027 363.285 363.285 363.285 150.936 150.936 150.936 551.248 551.248 551.248 55.233 55.233 55.233 606.481 606.481 606.481 7.041 7.041 7.041 20.781 20.781 20.781 474474 474 5.669 5.669 5.669 3.172 3.172 3.172 19.658 19.658 19.658 2.121 2.121 2.121 2.568 2.568 2.568 8.411 8.411 8.411 9.423 9.423 9.423 8.088 8.088 8.088 8.595 8.595 8.595 18.517 18.517 18.517 9.759 9.759 9.759 B&B B&B B&B (letti) (letti) (letti) Totale Totale Totale (letti) (letti) (letti)

Dal confronto tratraipaesi Ue27, secondo il iltasso didivariazione Dal confronto trai ipaesi Ue27, secondo iltasso divariazione Dal confronto paesi Ue27, secondo tasso variazione del numero didiposti letto tratraglianni 2000 e e2006, emergono del numero diposti letto tragli glianni 2000 e2006, emergono del numero posti letto anni 2000 2006, emergono due dati importanti per quanto riguarda lofferta turistica: lala due dati importanti per quanto riguarda lofferta turistica: la due dati importanti per quanto riguarda lofferta turistica: Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi maggiore crescita dellItalia rispetto a aFrancia, Germania, Remaggiore crescita dellItalia rispetto aFrancia, Germania, Remaggiore crescita dellItalia rispetto Francia, Germania, Regno Unito e eSpagna, e egli gliincrementiconsiderevoli didialcuni gno Unito eSpagna, egliincrementi considerevoli dialcuni gno Unito Spagna, incrementi considerevoli alcuni paesi economicamente meno avanzati, con una bassa consipaesi economicamente meno avanzati, con una bassa consipaesi economicamente meno avanzati, con una bassa consistenza delle strutture ricettive. Nelle prime 1010posizionidella stenza delle strutture ricettive. Nelle prime 10posizioni della stenza delle strutture ricettive. Nelle prime posizioni della graduatoria dellincremento dellofferta ricettiva, accanto a aa graduatoria dellincremento dellofferta ricettiva, accanto graduatoria dellincremento dellofferta ricettiva, accanto Bulgaria, Lituania, Lettonia, Ungheria e eSlovacchia, sisicolloca Bulgaria, Lituania, Lettonia, Ungheria eSlovacchia, sicolloca Bulgaria, Lituania, Lettonia, Ungheria Slovacchia, colloca anche lItalia con ununincrementodidiposti letto pari alal1515per anche lItalia con unincremento diposti letto pari al15per anche lItalia con incremento posti letto pari per cento. Tra i ipaesi pi sviluppati lalaSvezia adadaverinvestito cento. Tra ipaesi pi sviluppati laSvezia adaver investito cento. Tra paesi pi sviluppati Svezia aver investito pi diditutti gli glialtrisulla capacit ricettiva, con ununaumentodel pi ditutti glialtri sulla capacit ricettiva, con unaumento del pi tutti altri sulla capacit ricettiva, con aumento del 3030per cento circa, mentre la Francia non supera ilil66per cento 30 per cento circa, mentre la Francia non supera6 per cento per cento circa, mentre la Francia non supera il per cento e elalaGermania resta sostanzialmente stabile (al(aldisotto del 2 22 e laGermania resta sostanzialmente stabile (aldi disotto del Germania resta sostanzialmente stabile sotto del per cento). per cento). per cento). Fonti Fonti Fonti
LITALIA EEELE SUE REGIONI LITALIA LELE SUE REGIONI LITALIA SUE REGIONI

Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

3.615 3.615 169.207 3.615 169.207 169.207 370370 370 50.691 50.691 50.691 2.876 2.876 311.438 2.876 311.438 311.438 2.326 2.326 155.540 2.326 155.540 155.540 644644 375.099 644 375.099 375.099 - - - 217.317 217.317 217.317 644644 157.782 644 157.782 157.782 6.135 6.135 705.000 6.135 705.000 705.000 1.401 1.401 153.870 1.401 153.870 153.870 4.677 4.677 434.958 4.677 434.958 434.958 - - - 475.062 475.062 475.062 2.309 2.309 2.309 79.886 79.886 79.886 4.390 4.390 225.535 4.390 225.535 225.535 1.555 1.555 103.417 1.555 103.417 103.417 133133 13.268 133 13.268 13.268 2.120 2.120 184.346 2.120 184.346 184.346 6.839 6.839 207.612 6.839 207.612 207.612 359359 36.184 359 36.184 36.184 1.596 1.596 191.183 1.596 191.183 191.183 7.605 7.605 173.621 7.605 173.621 173.621 5.042 5.042 184.796 5.042 184.796 184.796
686.876 686.876 9.187 9.187 9.187 686.876

2.939 2.939 177.859 2.939 177.859 177.859 5.907 5.907 243.342 5.907 243.342 243.342 4.356 4.356 149.624 4.356 149.624 149.624 1.551 1.551 1.551 740740 740 93.718 93.718 93.718 38.191 38.191 38.191 3.093 3.093 193.076 3.093 193.076 193.076 4.773 4.773 296.700 4.773 296.700 296.700 3.003 3.003 184.288 3.003 184.288 184.288 563563 563 965965 965 819819 819 109109 109 848848 848 222222 222 787787 787 826826 826 28.538 28.538 28.538 61.064 61.064 61.064 50.171 50.171 50.171 5.955 5.955 5.955 73.366 73.366 73.366 21.239 21.239 21.239 88.617 88.617 88.617 94.606 94.606 94.606

21.779 21.779 21.779 27.112 27.112 27.112

5.176 5.176 5.176 57.475 57.475 57.475 5.832 5.832 5.832 19.898 19.898 19.898 45.199 45.199 45.199 16.851 16.851 16.851 17.115 17.115 17.115 7.598 7.598 7.598 8.999 8.999 8.999 13.235 13.235 13.235 3.676 3.676 3.676 578578 578 4.088 4.088 4.088 6.141 6.141 6.141 3.303 3.303 3.303 2.167 2.167 2.167 6.318 6.318 6.318 931931 931 16.356 16.356 16.356 76.194 76.194 76.194 27.202 27.202 27.202 1.096 1.096 1.096 21 21 21 2.582 2.582 2.582 1.779 1.779 1.779 694694 694 3.103 3.103 3.103 2.833 2.833 2.833 1.293 1.293 1.293 46.703 46.703 46.703

1.829 1.829 148.435 1.829 148.435 148.435

4.881 4.881 4.881 16.860 16.860 10.220 16.860 10.220 268.197 10.220 268.197 268.197

1.574 1.574 102.827 1.574 102.827 102.827

Considerando lala variazione della capacit ricettiva in termini di Considerando la variazione della capacit ricettiva in termini di Considerando variazione della capacit ricettiva in termini di posti letto dal 2000 alal 2006, si rileva come ililnotevole aumento posti letto dal 2000 al 2006, rileva come il notevole aumento posti letto dal 2000 2006, si si rileva come notevole aumento del numero didiposti letto sususcalanazionale (15 per cento cirdel numero diposti letto suscala nazionale (15 per cento cirdel numero posti letto scala nazionale (15 per cento circa) siasia attribuibileprincipalmente alalconsistente incremento ca) siaattribuibile principalmente al consistente incremento ca) attribuibile principalmente consistente incremento (circa il il4040percento) didiBasilicata, Friuli-Venezia Giulia, Um(circa il40per cento) diBasilicata, Friuli-Venezia Giulia, Um(circa per cento) Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e eSicilia, e ealalcontributo didiSardegna e eLombardia che sisi bria eSicilia, e alcontributo diSardegna eLombardia che si bria Sicilia, contributo Sardegna Lombardia che attesta invece intorno alal2525percento. Non sono invece traiattesta invece intorno al25per cento. Non sono invece traiattesta invece intorno per cento. Non sono invece trainanti Calabria, Trentino-Alto Adige, Liguria e eeValle dAosta, che nanti Calabria, Trentino-Alto Adige, Liguria Valle dAosta, che nanti Calabria, Trentino-Alto Adige, Liguria Valle dAosta, che

N NNIstat, Capacit degli esercizi ricettivi Istat, Capacit degli esercizi ricettivi Istat, Capacit degli esercizi ricettivi N NNEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

1.134 1.134 107.722 1.134 107.722 107.722 6.576 6.576 348.873 6.576 348.873 348.873 14.513 14.513 771.309 14.513 771.309 771.309 6.360 6.360 422.325 6.360 422.325 422.325 27.449 1.542.507 27.449 1.542.507 27.449 1.542.507 6.319 6.319 544.503 6.319 544.503 544.503

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N NNIstat, Statistiche deldelturismo Istat, Statistiche del turismo Istat, Statistiche turismo N NNIstat, Capacit e ee movimento degli esercizi ricettivi,Anno 2006 Istat, Capacit movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2006 Istat, Capacit movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2006 SitiSitiInternet Siti Internet Internet N NNhttp://www.istat.it http://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu N NNhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu

114.244 1.668.927 35.355 35.355 114.244 35.355 114.244 12.857 12.857 1.668.927 12.857 1.668.927

54.544 54.544 16.919 54.544 1.048.680 16.919 1.048.680 16.919 1.048.680 13.401 13.401 25.249 1.094.427 13.401 25.249 1.094.427 25.249 1.094.427

215.491 3.404.483 127.905 127.905 215.491 127.905 215.491 38.963 38.963 3.404.483 38.963 3.404.483

33.768 2.087.010 33.768 2.087.010 1.034.710 33.768 2.087.010 1.034.710 1.023.762 1.034.710 1.023.762 1.023.762

2.506 2.506 1.357.208 2.506 1.357.208 1.357.208

155.107 155.107 228.892 155.107 228.892 64.212 4.498.910 228.892 64.212 4.498.910 64.212 4.498.910

Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Capacit degli esercizi ricettivi

100 statistiche per il Paese

In aumento arrivi eepresenze, in lieve In aumento arrivi presenze, in lieve flessione la permanenza media flessione la permanenza media
numero medio di notti trascorse dai fruitori negli esercizi riIl Ilnumero medio di notti trascorse dai fruitori negli esercizi ricettivi delinea le caratteristiche delle differenti tipologie di turicettivi delinea le caratteristiche delle differenti tipologie di turismo. Valori elevati con fruizione degli esercizi per periodi di smo. Valori elevati con fruizione degli esercizi per periodi di vacanza prolungati, sono attesi in aree che, per specifiche vacanza prolungati, sono attesi in aree che, per specifiche caratteristiche geografiche (regioni costiere oozone montane) caratteristiche geografiche (regioni costiere zone montane) attraggono i flussi turistici dedicati alla fruizione delle ferie lunattraggono i flussi turistici dedicati alla fruizione delle ferie lunghe; le permanenze brevi sono invece generalmente associaghe; le permanenze brevi sono invece generalmente associabili al turismo culturale, che individua nella citt darte oonelle bili al turismo culturale, che individua nella citt darte nelle principali metropoli internazionali le proprie mete elettive. Peprincipali metropoli internazionali le proprie mete elettive. Peraltro un basso numero medio di notti fruite negli esercizi caratraltro un basso numero medio di notti fruite negli esercizi caratterizza anche gli spostamenti effettuati per lavoro (turismo per terizza anche gli spostamenti effettuati per lavoro (turismo per affari). affari). Su scala nazionale il ilflusso dei clienti registrato nel 2006 nel Su scala nazionale flusso dei clienti registrato nel 2006 nel complesso degli esercizi ricettivi pari aacirca 93,9 milioni di complesso degli esercizi ricettivi pari circa 93,9 milioni di arrivi ee370 milioni di presenze, con un periodo medio di perarrivi 370 milioni di presenze, con un periodo medio di permanenza di 3,94 notti. Le variazioni rispetto al 2005 sono di manenza di 3,94 notti. Le variazioni rispetto al 2005 sono di +5,3 per cento per gli arrivi ee di +3,2 per cento per le presenze, +5,3 per cento per gli arrivi di +3,2 per cento per le presenze, anche se la permanenza media sisi riduce (4,02 nel 2005). anche se la permanenza media riduce (4,02 nel 2005). Si rafforza nel 2006 la ripresa dellattivit turistica emersa Si rafforza nel 2006 la ripresa dellattivit turistica emersa lanno precedente. In particolare rispetto al 2005 le presenze lanno precedente. In particolare rispetto al 2005 le presenze degli stranieri aumentano del 5,6 per cento eequelle degli itadegli stranieri aumentano del 5,6 per cento quelle degli italiani solo dell1,5 per cento. Per quanto riguarda gli arrivi sisi liani solo dell1,5 per cento. Per quanto riguarda gli arrivi registra un incremento dell8 per cento di stranieri eedel 3,3 didi registra un incremento dell8 per cento di stranieri del 3,3 italiani. italiani. La rilevazione del Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, La rilevazione del Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, conforme alla direttiva europea in materia, unindagine cenconforme alla direttiva europea in materia, unindagine censuaria condotta mensilmente; produce dati sulla fruizione (arrisuaria condotta mensilmente; produce dati sulla fruizione (arrivivieepermanenze), da parte degli italiani eedegli stranieri delle permanenze), da parte degli italiani degli stranieri delle strutture ricettive sul territorio nazionale. Si basa sulle dichiarastrutture ricettive sul territorio nazionale. Si basa sulle dichiarazioni giornaliere che i ititolari degli esercizi sono obbligati aa zioni giornaliere che titolari degli esercizi sono obbligati trasmettere agli enti locali del turismo. Gli arrivi corrispondono trasmettere agli enti locali del turismo. Gli arrivi corrispondono al numero di clienti, italiani eestranieri, ospitati negli esercizi al numero di clienti, italiani stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri oocomplementari) nel periodo considerato. ricettivi (alberghieri complementari) nel periodo considerato. Le presenze, invece, corrispondono al numero delle notti traLe presenze, invece, corrispondono al numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi. La permanenza media scorse dai clienti negli esercizi ricettivi. La permanenza media il ilrapporto tra il ilnumero di notti trascorse (presenze) ed il il rapporto tra numero di notti trascorse (presenze) ed numero dei clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi). numero dei clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

dinavi. La Spagna eelAustria seguono il ilnostro Paese, con un dinavi. La Spagna lAustria seguono nostro Paese, con un periodo medio di notti spese negli esercizi ricettivi rispettivaperiodo medio di notti spese negli esercizi ricettivi rispettivamente pari aa3,8 eeaa3,7, mentre gli altri paesi presentano valomente pari 3,8 3,7, mentre gli altri paesi presentano valoriri che variano tra 2,5 e 3 notti di permanenza media. che variano tra 2,5 e 3 notti di permanenza media.
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi nei paesi Ue (a) Anno 2006 (numero di notti) Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi nei paesi Ue (a) Anno 2006 (numero di notti)
77 66 55 44 33 22 11 00
M Mal alta ta Da Cip Da n Cip ro niim ro mar ac G rc a Gre a r c Bu e ciia Bulg a lgar ar ia i Ita a Ita li Sp lia Spa a agn Au gn a a Re P Austr Re p Por stria ub ortto ia pu bb li oga l b c ga lo Re lica C llo Re g a Ce gno eca n ca Sl o Un Slov Un ito ova ito a cc Sl cchia Slov hia oe R ve nia n Pa Ro m ia o ma Pae es i a niia n si B a Bas a Po ssii Polo s G loni Ger nia er m a ma U an Lu Un g niia Lu s n gh a sse her i sem er a mbu ia burg r Be g o Belg o Fr lgiio Fra o an Le nciia Le tt c a tton oi Sv nia Sve a Li ez ia Litu z ia tuan Es an iia Esto a Fi tonia Finl nia nlan and d iia a

Pi della met delle regioni italiane sisicolloca sopra la media Pi della met delle regioni italiane colloca sopra la media nazionale per numero medio di notti trascorse dai fruitori negli nazionale per numero medio di notti trascorse dai fruitori negli esercizi pubblici. Le Marche, con un periodo medio di permaesercizi pubblici. Le Marche, con un periodo medio di permanenza di 6,1 notti, la prima in graduatoria, mentre allultimo nenza di 6,1 notti, la prima in graduatoria, mentre allultimo posto troviamo la Lombardia, con 2,6 notti (dove sicuramente posto troviamo la Lombardia, con 2,6 notti (dove sicuramente pi rilevante il ilturismo per affari). Calabria, Sardegna eeTrentipi rilevante turismo per affari). Calabria, Sardegna Trentino-Alto Adige seguono con circa 55 notti di permanenza, mentre no-Alto Adige seguono con circa notti di permanenza, mentre al di sotto della media nazionale troviamo regioni che rivestono al di sotto della media nazionale troviamo regioni che rivestono un ruolo importante nel settore turistico come Toscana, Umun ruolo importante nel settore turistico come Toscana, Umbria, Sicilia eeLazio, dove pi forte lattrattivit verso i isegbria, Sicilia Lazio, dove pi forte lattrattivit verso segmenti del turismo culturale eedi quello per business, con conmenti del turismo culturale di quello per business, con conseguente riduzione delle permanenze medie. seguente riduzione delle permanenze medie. Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi per regione Anno 2006 (numero di notti) per regione Anno 2006 (numero di notti)

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos (a) Irlanda: dato non disponibile. (a) Irlanda: dato non disponibile.

Turismo Fruizione degli esercizi ricettivi

Arrivi ee presenze negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti e permanenza media dei clienti, per regione Arrivi presenze negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti e permanenza media dei clienti, per regione Anno 2006 (valori assoluti ee numero di notti) Anno 2006 (valori assoluti numero di notti)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno ITALIA ITALIA Italiani Italiani Arrivi Arrivi 1.979.608 1.979.608 559.888 559.888 5.441.812 5.441.812 2.396.439 2.396.439 3.844.785 3.844.785 1.975.013 1.975.013 1.869.772 1.869.772 5.260.296 5.260.296 1.073.910 1.073.910 6.336.000 6.336.000 5.425.864 5.425.864 1.540.020 1.540.020 1.794.837 1.794.837 4.051.910 4.051.910 1.392.318 1.392.318 184.637 184.637 2.656.816 2.656.816 2.103.887 2.103.887 396.240 396.240 1.244.549 1.244.549 2.840.225 2.840.225 1.326.531 1.326.531 10.377.747 10.377.747 16.514.991 16.514.991 12.812.631 12.812.631 39.705.369 39.705.369 12.145.203 12.145.203 51.850.572 51.850.572 Presenze Presenze 6.132.631 6.132.631 2.152.681 2.152.681 13.392.532 13.392.532 10.230.725 10.230.725 19.288.857 19.288.857 9.804.962 9.804.962 9.483.895 9.483.895 25.092.208 25.092.208 4.988.554 4.988.554 28.782.081 28.782.081 21.505.247 21.505.247 4.080.814 4.080.814 11.002.401 11.002.401 11.900.085 11.900.085 6.454.717 6.454.717 682.843 682.843 10.990.060 10.990.060 8.823.394 8.823.394 1.569.595 1.569.595 6.675.806 6.675.806 8.869.035 8.869.035 7.289.171 7.289.171 31.908.569 31.908.569 78.151.700 78.151.700 48.488.547 48.488.547 158.548.816 158.548.816 51.354.621 51.354.621 209.903.437 209.903.437 Stranieri Stranieri Arrivi Arrivi 1.324.871 1.324.871 284.575 284.575 4.750.062 4.750.062 1.182.082 1.182.082 4.169.837 4.169.837 3.071.204 3.071.204 1.098.633 1.098.633 8.179.075 8.179.075 730.771 730.771 1.978.171 1.978.171 5.699.993 5.699.993 614.915 614.915 334.069 334.069 6.870.015 6.870.015 185.551 185.551 14.838 14.838 1.850.062 1.850.062 376.868 376.868 54.816 54.816 231.477 231.477 1.716.609 1.716.609 645.170 645.170 7.541.590 7.541.590 15.057.854 15.057.854 13.518.992 13.518.992 36.118.436 36.118.436 5.075.391 5.075.391 41.193.827 41.193.827 Presenze Presenze 4.930.695 4.930.695 1.055.043 1.055.043 13.629.227 13.629.227 3.981.600 3.981.600 21.700.573 21.700.573 16.595.427 16.595.427 5.105.146 5.105.146 34.266.876 34.266.876 3.494.560 3.494.560 8.687.061 8.687.061 19.438.208 19.438.208 2.056.489 2.056.489 2.046.526 2.046.526 20.266.128 20.266.128 994.862 994.862 59.693 59.693 8.155.823 8.155.823 1.497.387 1.497.387 174.085 174.085 1.479.247 1.479.247 5.705.489 5.705.489 3.241.769 3.241.769 23.596.565 23.596.565 68.149.070 68.149.070 43.807.351 43.807.351 135.552.986 135.552.986 21.308.355 21.308.355 156.861.341 156.861.341 Totale Totale Arrivi Arrivi 3.304.479 3.304.479 844.463 844.463 10.191.874 10.191.874 3.578.521 3.578.521 8.014.622 8.014.622 5.046.217 5.046.217 2.968.405 2.968.405 13.439.371 13.439.371 1.804.681 1.804.681 8.314.171 8.314.171 11.125.857 11.125.857 2.154.935 2.154.935 2.128.906 2.128.906 10.921.925 10.921.925 1.577.869 1.577.869 199.475 199.475 4.506.878 4.506.878 2.480.755 2.480.755 451.056 451.056 1.476.026 1.476.026 4.556.834 4.556.834 1.971.701 1.971.701 17.919.337 17.919.337 31.572.845 31.572.845 26.331.623 26.331.623 75.823.805 75.823.805 17.220.594 17.220.594 93.044.399 93.044.399 Presenze Presenze 11.063.326 11.063.326 3.207.724 3.207.724 27.021.759 27.021.759 14.212.325 14.212.325 40.989.430 40.989.430 26.400.389 26.400.389 14.589.041 14.589.041 59.359.084 59.359.084 8.483.114 8.483.114 37.469.142 37.469.142 40.943.455 40.943.455 6.137.303 6.137.303 13.048.927 13.048.927 32.166.213 32.166.213 7.449.579 7.449.579 742.536 742.536 19.145.883 19.145.883 10.320.781 10.320.781 1.743.680 1.743.680 8.155.053 8.155.053 14.574.524 14.574.524 10.530.940 10.530.940 55.505.134 55.505.134 146.300.770 146.300.770 92.295.898 92.295.898 294.101.802 294.101.802 72.662.976 72.662.976 366.764.778 366.764.778 Permanenza Permanenza media media 3,35 3,35 3,80 3,80 2,65 2,65 3,97 3,97 5,11 5,11 5,23 5,23 4,91 4,91 4,42 4,42 4,70 4,70 4,51 4,51 3,68 3,68 2,85 2,85 6,13 6,13 2,95 2,95 4,72 4,72 3,72 3,72 4,25 4,25 4,16 4,16 3,87 3,87 5,53 5,53 3,20 3,20 5,34 5,34 3,10 3,10 4,63 4,63 3,51 3,51 3,88 3,88 4,22 4,22 3,94 3,94

Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi

Dal confronto con i ipaesi dellUnione europea secondo la perDal confronto con paesi dellUnione europea secondo la permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi, per il il2006 manenza media dei clienti negli esercizi ricettivi, per 2006 lItalia sisicolloca nelle prime posizioni con Grecia eeBulgaria lItalia colloca nelle prime posizioni con Grecia Bulgaria (circa 44notti di permanenza media), preceduta da Malta, Cipro (circa notti di permanenza media), preceduta da Malta, Cipro (oltre 66 notti) e Danimarca (4,7 notti). (oltre notti) e Danimarca (4,7 notti). Nei paesi meno avanzati economicamente, alla crescita Nei paesi meno avanzati economicamente, alla crescita dellofferta turistica dellultimo quinquennio, non corrisponde dellofferta turistica dellultimo quinquennio, non corrisponde (almeno in termini di posti letto) un successo per quanto ri(almeno in termini di posti letto) un successo per quanto riguarda la domanda. Infatti, Lituania, Lettonia, Estonia, sono guarda la domanda. Infatti, Lituania, Lettonia, Estonia, sono agli ultimi posti della graduatoria insieme agli altri paesi scanagli ultimi posti della graduatoria insieme agli altri paesi scan-

Fonti Fonti

Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Istat, Statistiche del turismo Istat, Statistiche del turismo Istat, Capacit e e movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2006 Istat, Capacit movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2006 Siti Internet Siti Internet http://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi

70

100 statistiche per il Paese

Ambiente

Gli indicatori presentati in questa sezione fanno riferimento: alla spesa consolidata del settore ambientale; ai consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili; allo smaltimento dei rifiuti urbani per termovalorizzazione; alle emissioni di CO2 da trasporto stradale; alla percezione che le famiglie hanno della qualit dellaria; allutilizzo dei fertilizzanti in agricoltura. Nel 2005, in Italia, si spendono in media per finalit ambientali 450 euro per abitante, con fortissime disparit regionali (si va da oltre 700 euro nelle province autonome di Bolzano e Trento ai 380 euro nel Mezzogiorno). Nel 2006 lincidenza della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile sui consumi interni lordi non raggiunge il 15 per cento, valore sostanzialmente in linea con la media europea. In Italia, nel 2004, sono stati rilasciati nellatmosfera oltre 132 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti attribuibili al trasporto stradale: insieme a Germania, Francia e Regno Unito, lItalia tra i massimi responsabili del rilascio di questo gas-serra nellatmosfera. Le emissioni di CO2 nel 2005 sono pari a 2 tonnellate pro capite. Nel 2006 in Italia sono stati distribuiti in agricoltura circa 1,5 quintali di fertilizzanti semplici per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU). Per quanto riguarda la percezione soggettiva dei problemi ambientali, nel 2005 il 41,7 per cento delle famiglie italiane segnala problemi relativi allinquinamento dellaria nella zona di residenza e il 22,1 per cento lamenta la presenza di odori sgradevoli.

La Strategia europea di Lisbona tende a rimuovere i principali ostacoli alla crescita europea per renderla comparabile con quella sperimentata dalle aree del mondo pi dinamiche, mantenendo per unattenzione specifica al modello europeo di coesione sociale e alla sostenibilit ambientale. Questultimo tema considerato particolarmente qualificante, sia per gli aspetti relativi alla qualit della vita dei cittadini europei, sia per la necessit di perseguire un modello di sviluppo capace di coniugare tutela ambientale e crescita economica, ad esempio attraverso la diminuzione dellintensit energetica della produzione.

Bench le politiche comunitarie incoraggino questa modalit di smaltimento, nel 2006, in Italia, sono stati smaltiti per incenerimento e termovalorizzazione poco meno di 70 kg di rifiuti urbani per abitante, un valore sensibilmente pi basso di quello che si riscontra nella media europea.

71
Ambiente Spesa consolidata pro capite del settore ambientale

Spesa consolidata totale conto capitale dei settori ambientali per regione Anni 2001 e 2005 (euro pro capite) pro capite) e e quelli della Sardegna (oltre 300). Tutte le regioni Spesa consolidata totale e e in conto capitale deidei settori ambientali regione Anni 2001 e 2005 (euro propro capite) propro capite) e quelli della Sardegna (oltre 300). Tutte le regioni Spesa consolidata totale in e in conto capitalesettori ambientali per per regione Anni 2001 e 2005 (eurocapite) capite) quelli della Sardegna (oltre 300). Tutte le regioni pi popolose (oltre 4 4 milioni di abitanti) presentano quote propro pipi popolose (oltre 4 milioni di abitanti) presentano quote popolose (oltre milioni di abitanti) presentano quote pro 900 SpesaSpesa Totale 2001 Spesa Totale 2001 Totale 2001 SpesaSpesa Totale 2005 Spesa Totale 2005 Totale 2005 capite inferiori alal valore medio nazionale (circa 130 euro), ad ad 900 900 capite inferiori valore medio nazionale (circa 130 130 euro), capite inferiori al valore medio nazionale (circa euro), ad SpesaSpesa in conto capitale 2001 Spesa in conto capitale 2001 in conto capitale 2001 SpesaSpesa in conto capitale 2005 Spesa in conto capitale 2005 in conto capitale 2005 eccezione didi Emilia-Romagna, Lazio e Veneto (rispettivamente 800 800 eccezione Emilia-Romagna, Lazio e Veneto (rispettivamente eccezione di Emilia-Romagna, Lazio e Veneto (rispettivamente 800 UNOUNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME SGUARDO DINSIEME 180 e 160 euro pro capite). Chiude graduatoria la Pu240,240, 180 160 euro propro capite). Chiude graduatoria la Pu240, 180 e e 160 euro capite). Chiude lala la graduatoria la PuLe spese sostenute dalledalle pubbliche amministrazioni per la glia che, che, meno didi 60 60 euro abitante, si si conferma la re-re- 700 700 Le Le spese sostenute pubbliche amministrazioni per lala spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni per glia che, con meno 60 euro per per abitante, si conferma la glia con con meno di euro per abitante, conferma la re700 tutela e e lala gestione dellambiente offrono una una misura gione che stanzia lala quota pipi contenuta risorse perper spesa tutela tutela e la gestione dellambiente offrono misura gestione dellambiente offrono una misura gione che stanzia quota pi contenuta didi di risorselala la spesa gione che stanzia la quota contenuta risorse per spesa 600 600 600 dellattenzione delladella collettivit tematiche ambientali e e dello nei settori ambientali. dellattenzione della collettivit alle tematiche ambientali dellodello neinei settori ambientali. dellattenzione collettivit alle alle tematiche ambientali e settori ambientali. sforzo sostenuto dal settore pubblico per affrontare lele diverse Tra il il 2001 e ile2005 le regioni presentano andamenti di spesa sforzo sostenuto daldal settore pubblico per affrontare le diverse Tra 2001200120052005 le regioni presentano andamenti di spesa sforzo sostenuto settore pubblico per affrontare diverse Tra il e il il le regioni presentano andamenti di spesa 500 esigenze emergenti inin materia, che si riflettono in ultima istan- molto differenziati, senza che che emerga una tendenza evidente. 500 500 esigenze emergenti materia, che si riflettono in ultima istanesigenze emergenti in materia, che si riflettono in ultima istan- molto differenziati, senza che emerga una tendenza evidente. molto differenziati, senza emerga una tendenza evidente. za sullasulla qualit della dei cittadini. za za qualit della vita vita dei cittadini. sulla qualit della vita dei cittadini. A Alivello didiripartizione territoriale, lalaspesa consolidata per per 400 400 A livello di ripartizione territoriale, la spesa consolidata livello ripartizione territoriale, spesa consolidata per 400 AlAl Al 2005, Italia si spendono in media perper finalit ambientali lambiente aumenta del 10 per cento circacirca Nord-ovest, del del 2005, inin in Italia si spendono in media finalit ambientali 2005, Italia si spendono in media per finalit ambientali lambiente aumenta deldel 10 per cento nel nel Nord-ovest, lambiente aumenta 10 per cento circa nel Nord-ovest, del 450 euroeuroabitante. 450 euro perper abitante. 450 per abitante. 300 34 per cento nel Nord-est, del 36 per cento nel Centro e e deldel 13 300 300 34 34 per cento nel Nord-est, del 36 per cento nel Centro e13 per cento nel Nord-est, del 36 per cento nel Centro del 13 per cento nel Mezzogiorno, rispetto a a una crescita media deldel perper cento nel Mezzogiorno, rispetto a una crescita media cento nel Mezzogiorno, rispetto una crescita media del 200 DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE 22 per cento a a livello nazionale. Nello steso intervallo tempora22 22 per cento a livello nazionale. Nello steso intervallo tempora- 200 200 per cento livello nazionale. Nello steso intervallo temporaLa spesa consolidata pro capite del settore ambientale espriLa La spesa consolidata pro capite del settore ambientale espri- le, anche gligli gli investimenti in conto capitale hanno andamenti spesa consolidata pro capite del settore ambientale esprile, le, ancheinvestimenti inin conto capitale hanno andamenti 100 100 anche investimenti conto capitale hanno andamenti 100 me il il rapporto tra tra spesa totale sostenuta neinei diversi settori diversi da regione a a regione: lEmilia-Romagna, lUmbria e la la meme il rapportolala la spesa totale sostenuta diversi settori rapporto tra spesa totale sostenuta nei diversi settori diversi da da regione a regione: lEmilia-Romagna, lUmbria e diversi regione regione: lEmilia-Romagna, lUmbria e la dellambiente e elae popolazione media. calcolato anche dellambiente dellambiente la la popolazione media. calcolato anche provincia autonoma didi Trento presentano la crescita pipi consi- 0 0 0 popolazione media. calcolato anche provincia autonoma Trento presentano la crescita pi consiprovincia autonoma di Trento presentano la crescita consilindicatore pro capite relativo alla alla spesa totale sostenuta in stente (pari(parisuperiore a a100 100 euro pro capite), mentre lindicatore propro capite relativo spesa totale sostenuta inin lindicatore capite relativo alla spesa totale sostenuta stente (pario o o superiore a euro pro capite), mentre stente superiore 100 euro pro capite), mentre conto capitale, che che fornisce unindicazione sulla spesa per allopposto Basilicata, Molise e e Valle dAosta segnano le diffeconto capitale, chefornisce unindicazione sulla spesa per conto capitale, fornisce unindicazione sulla spesa per allopposto Basilicata, Molise ValleValle dAosta segnano le diffeallopposto Basilicata, Molise e dAosta segnano le diffeinvestimenti. Nei settori ambientali sonosono inclusi, acqua, gestio- renze negative pi marcate. investimenti. Nei settori ambientali sono inclusi, acqua, gestioinvestimenti. Nei settori ambientali inclusi, acqua, gestiorenze negative pipi marcate. renze negative marcate. ne dei rifiuti, smaltimento delledelle acque reflue, nella voce amne ne dei rifiuti, smaltimento acque reflue, e e e nella voce amdei rifiuti, smaltimento delle acque reflue, nella voce ambiente-altro sonosono loro volta raggruppate aria, aree protette Spesa consolidata totale dei settori ambientali per regione biente-altro sono a a loro volta raggruppate aria, aree protette Spesa consolidata totale deidei settori ambientali per regione Fonte: Elaborazioni susu datidati DPS-CPT biente-altro a loro volta raggruppate aria, aree protette Spesa consolidata totale settori ambientali per regione Fonte: Elaborazioni dati DPS-CPT Fonte: Elaborazioni su DPS-CPT eccetera. La fontefonte dati dati sono Contipubblici territoriali eccetera. La La dei dei sono i iConti pubblici territoriali Anno 2005 (euro propro capite) eccetera. fonte dei dati sono i Conti pubblici territoriali Anno 2005 (euro pro capite) Anno 2005 (euro capite) (CPT) elaborati Dipartimento per lelepolitiche didisviluppo del del (CPT) elaborati Dipartimento perper le politiche di sviluppo (CPT) elaborati Dipartimento politiche sviluppo del Spesa consolidata totale dei settori ambientali per regione Anni 2001-2005 (euro correnti propro capite) Spesa consolidata totale deidei settori ambientali per regione Anni 2001-2005 (euro correnticapite) Spesa consolidata totale settori ambientali per regione Anni 2001-2005 (euro correnti pro capite) Ministero dellodello sviluppo economico,partire daidai flussi spesa Ministero dello sviluppo economico, a a partireflussi didi di spesa Ministero sviluppo economico, a partire dai flussi spesa e e di entrata degli enti pubblici a livello regionale. CPTCPT sono di e di entrata degli enti pubblici a livello regionale.CPT sono entrata degli enti pubblici a livello regionale. I I I sono REGIONI REGIONI Differenza Differenza REGIONI Differenza 2002 2002 2002 2005 2005 2005 2004 2004 2004 2001 2001 2001 2003 2003 2003 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2001-2005 2001-2005 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 2001-2005 stati stati progettati implementati al al finerendere possibile lala la stati progettati e e implementatifine didi di rendere possibile progettati e implementati al fine rendere possibile verifica del principio didi addizionalit delle risorse economiche verifica deldel principio di addizionalit delle risorse economiche verifica principio addizionalit delle risorse economiche Piemonte Piemonte 392,3392,3 392,3 436,9436,9 436,9 423,6423,6 423,6 439,6439,6 439,6 461,4461,4 461,4 69,1 69,1 69,1 Piemonte comunitarie, rispetto a a quelle nazionali. Le Le informazioni raccolcomunitarie, rispetto quelle nazionali. Le informazioni raccolcomunitarie, rispetto a quelle nazionali. informazioni raccolValle Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste d'Aosta/Valle d'Aoste 431,7431,7 431,7 463,4463,4 463,4 455,5455,5 455,5 463,8463,8 463,8 360,7360,7 360,7 -71,1 -71,1 -71,1 tete te fanno riferimenti agli enti enti della Pubblica Amministraziofanno riferimenti sia sia agli della Pubblica Amministraziofanno riferimenti sia agli enti della Pubblica AmministrazioLombardia Lombardia 296,1296,1 296,1 293,2293,2 293,2 310,2310,2 310,2 291,7291,7 291,7 306,6306,6 306,6 10,5 10,5 10,5 Lombardia ne, sia asiaquelli deldel Settore Pubblico Allargato (Area Pubblica ne,ne, a a quelli Settore Pubblico Allargato (Area Pubblica sia quelli del Settore Pubblico Allargato (Area Pubblica Liguria Liguria 385,7385,7 385,7 498,9498,9 498,9 476,5476,5 476,5 449,7449,7 449,7 462,7462,7 462,7 77,0 77,0 77,0 Liguria considerata inin in ambito Ue, che integra la con con le Imprese considerata ambito Ue, che integra lala PAPA lele Imprese considerata ambito Ue, che integra PA con Imprese Trentino-Alto AdigeAdige Trentino-Alto Adige 621,0621,0 621,0 628,4628,4 628,4 699,7699,7 699,7 949,2949,2 949,2 761,7761,7 761,7 140,7140,7 140,7 Trentino-Alto Pubbliche Nazionali e e Locali). Pubbliche Nazionali Locali). Pubbliche Nazionali e Locali). Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen 615,2615,2 615,2 608,0608,0 608,0 636,5636,5 636,5 908,4908,4 908,4 728,8728,8 728,8 113,7113,7 113,7 Nel 2005 lele regioni con pipi elevata spesa capite per iperdi- diNel 2005 regioni con con elevata spesa pro pro capite di- i Nel 2005 le regioni pi elevata spesa pro capite per i versiversi settori ambientali sono province autonome di Bolzano versi settori ambientali sono le le province autonome di Bolzano settori ambientali sono le province autonome di Bolzano e eTrento e elae Sardegna (pi (pi 700 700 euro per abitante); e Trento la la Sardegna didi di euro per abitante); Trento Sardegna (pi 700 euro per abitante); questultima lunica regione deldel Mezzogiorno presenta un un questultima lunica regione del Mezzogiorno che che presenta questultima lunica regione Mezzogiorno che presenta un valore molto elevato didi spesa. Cifre comprese tra tra600 e 700i 700 valore molto elevato spesa. CifreCifre compreseil 600 e i i e valore molto elevato di spesa. comprese tra il il 600 700 euroeuro caratterizzano inoltre Emilia-RomagnaLazio, la regione euro caratterizzano inoltre Emilia-Romagna e e Lazio, la regione caratterizzano inoltre Emilia-Romagna e Lazio, la regione del Centro con il piilelevato valore pro capite. InIn questa ripartideldel Centro conpipi elevato valore pro capite. In questa ripartiCentro con il elevato valore pro capite. questa ripartizione tutte tutte regioni spendono comunque cifre intorno ai 500 zione tutte le le regioni spendono comunque cifre intorno ai 500 zione le regioni spendono comunque cifre intorno ai 500 euroeuro abitante, mentre nel Mezzogiorno nessuna (ad ecceeuro perper abitante, mentre nel Mezzogiorno nessuna (ad ecceper abitante, mentre nel Mezzogiorno nessuna (ad eccezione delladellacitata Sardegna) arriva a a tale soglia. Abruzzo e e zione della gigi citata Sardegna) arriva a soglia. Abruzzo e zione gi citata Sardegna) arriva tale tale soglia. Abruzzo Puglia non raggiungono i 300i euroeurocapite. Lombardia (circa Puglia non raggiungono i 300 euro propro capite. Lombardia (circa Puglia non raggiungono 300 pro capite. Lombardia (circa Fonte: Elaborazioni su DPS-CPT 310 euro), Valle dAosta (poco pi didi 360 euro) e Veneto (poco Fonte: Elaborazioni susu datidati DPS-CPT 310 euro), Valle dAosta (poco pipi di euro) e Veneto (poco 310 euro), Valle dAosta (poco 360 360 euro) e Veneto (poco Fonte: Elaborazioni dati DPS-CPT pi didi 400 euro) sono le regioni deldel Nord spendono didi mepipi di 400 euro) sono le regioniNord che che spendono di me400 euro) sono le regioni del Nord che spendono meno nei diversi settori ambientali. no no nei diversi settori ambientali. nei diversi settori ambientali. Fonti Fonti Fonti Considerando lala sola spesa in conto capitale, che approssima NNMinistero dello dello sviluppo economicoDipartimento perperpolitiche Considerando sola sola spesa in conto capitale, approssima Considerando la spesa in conto capitale, che che approssima N Ministero sviluppo economico Dipartimento per le le le politiche Ministero dello sviluppo economico Dipartimento politiche il il livello degli investimenti perper settore ambientale, le regioni livello deglidegli investimenti il il il settore ambientale, le regioni di di sviluppo (DPS), Conti Pubblici Territoriali (CPT) il livello investimenti per settore ambientale, le regioni sviluppo (DPS), ContiConti Pubblici Territoriali (CPT) di sviluppo (DPS), Pubblici Territoriali (CPT) che che stanziano le quote capite pi elevate sonosono quelle di che stanziano le quote propro capite pi elevate quelle didi stanziano le quote pro capite pi elevate sono quelle Altre informazioni Altre informazioni dimensioni minori: gligli gli investimenti consistenti sono, tra lele le Altre informazioni dimensioni minori: investimenti pi pi consistenti sono, tra dimensioni minori: investimenti pi consistenti sono, tra SitiSiti internet internet regioni del Nord, quelli delledelle province autonome di Trento e Siti internet regioni deldel Nord, quelli province autonome didi Trento e regioni Nord, quelli delle province autonome Trento e N http://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt.asp http://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt.asp Bolzano (valore pi elevato a a livello nazionale oltre 400 euro NNhttp://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt.asp Bolzano (valore pipi elevato a livello nazionale oltre 400 euro Bolzano (valore elevato livello nazionale oltre 400 euro
LITALIA E E LELE SUE REGIONI LITALIA LEE SUE REGIONI LITALIA SUE REGIONI
Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia GiuliaGiulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche LazioLazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia
Tr Bo e Bolza Tr nto l z no e n Bo an - Tr to e lz o - Bo nt an B zeo o o n S - ze Em SarBo n d z Emili ardeg en a S e na i Em lia - Rard gna om e ili Ro ag a m g na - R a na om gn ag a La n Lazia o To zio L Toscaz o scania To an Msc a Marana arche M che U ar mc U bhe m ria b U ria Lmb ig Li uria guria Fr Pi L ria Friuli i P emgu iu V ie o r a Fr li - en P montie V ei n iu e z e li n iam te - V ez o n en ia Giu te ez Gi lia ia uli VGi a enu Ve elia n to B V eto a B siene as lic t ao B ili t C a cata as C mipic a l am aa ta C pa ni a am n i p a Ma n Molisia ol e i C M se ao C la li V alabrsie a a V lleC bri al Dal a l e ab V D'Ao ri al 'A s a le o t a D sta 'A S os i S cilta Lo icilia S Lomb i ia m acili r a Lo ba dia m rdi ba a P rd ug i P lia ug a Ab lia P u Abrugli ruzza o Ab zz ru o zz o

In crescita la spesa perper lambiente, ma InIn crescita la spesa lambiente, ma crescita la spesa per lambiente, ma ancora bassa quella in conto capitale ancora bassa quella inin conto capitale ancora bassa quella conto capitale

626,6626,6 626,6 327,4327,4 327,4 483,3483,3 483,3 427,0427,0 427,0 466,2466,2 466,2 366,2366,2 366,2 404,5404,5 404,5 404,0404,0 404,0 269,5269,5 269,5 505,3505,3 505,3 319,4319,4 319,4 272,8272,8 272,8 523,8523,8 523,8 341,2341,2 341,2 304,3304,3 304,3 581,7581,7 581,7 333,8333,8 333,8 408,0408,0 408,0 421,2421,2 421,2 381,6381,6 381,6 335,4335,4 335,4 364,9364,9 364,9

648,0648,0 648,0 305,3305,3 305,3 414,0414,0 414,0 432,9432,9 432,9 470,3470,3 470,3 469,8469,8 469,8 385,2385,2 385,2 411,7411,7 411,7 241,6241,6 241,6 327,8327,8 327,8 332,0332,0 332,0 300,1300,1 300,1 326,6326,6 326,6 312,3312,3 312,3 321,2321,2 321,2 553,5553,5 553,5 356,6356,6 356,6 393,7393,7 393,7 431,3431,3 431,3 389,8389,8 389,8 333,0333,0 333,0 369,4369,4 369,4

760,6760,6 760,6 381,8381,8 381,8 444,1444,1 444,1 478,3478,3 478,3 501,2501,2 501,2 525,7525,7 525,7 424,8424,8 424,8 431,5431,5 431,5 255,8255,8 255,8 322,3322,3 322,3 383,6383,6 383,6 288,4288,4 288,4 441,6441,6 441,6 306,3306,3 306,3 287,9287,9 287,9 549,7549,7 549,7 360,6360,6 360,6 453,0453,0 453,0 460,1460,1 460,1 417,3417,3 417,3 340,3340,3 340,3 389,8389,8 389,8

988,5988,5 988,5 362,2362,2 362,2 417,3417,3 417,3 635,3635,3 635,3 519,1519,1 519,1 488,4488,4 488,4 407,7407,7 407,7 407,2407,2 407,2 316,4316,4 316,4 355,2355,2 355,2 425,8425,8 425,8 298,1298,1 298,1 352,2352,2 352,2 331,4331,4 331,4 305,2305,2 305,2 639,9639,9 639,9 350,9350,9 350,9 522,7522,7 522,7 449,3449,3 449,3 430,5430,5 430,5 369,4369,4 369,4 408,8408,8 408,8

793,2793,2 793,2 406,8406,8 406,8 441,6441,6 441,6 681,2681,2 681,2 509,8509,8 509,8 487,4487,4 487,4 505,5505,5 505,5 649,8649,8 649,8 238,6238,6 238,6 376,7376,7 376,7 401,9401,9 401,9 298,6298,6 298,6 404,6404,6 404,6 373,5373,5 373,5 343,8343,8 343,8 726,3726,3 726,3 366,5366,5 366,5 545,3545,3 545,3 573,1573,1 573,1 480,4480,4 480,4 380,1380,1 380,1 444,9444,9 444,9

166,6166,6 166,6 79,4 79,4 79,4 -41,7 -41,7 -41,7 254,2254,2 254,2 43,6 43,6 43,6 121,3121,3 121,3 100,9100,9 100,9 245,8245,8 245,8 -30,8 -30,8 -30,8 -128,6 -128,6 -128,6 82,6 82,6 82,6 25,8 25,8 25,8 -119,2 -119,2 -119,2 32,3 32,3 32,3 39,5 39,5 39,5 144,6144,6 144,6 32,7 32,7 32,7 137,3137,3 137,3 152,0152,0 152,0 98,8 98,8 98,8 44,7 44,7 44,7 80,0 80,0 80,0

Fonte: Elaborazioni susu datidati DPS-CPT Fonte: Elaborazioni dati DPS-CPT Fonte: Elaborazioni su DPS-CPT

100 statistiche per il Paese

Le fonti rinnovabili coprono Le fonti rinnovabili coprono ilil15 per cento dei consumi 15 per cento dei consumi
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Ambiente Quota dei consumi di energia elettrica da fonti rinnovabili

Lincidenza della produzione da fonti rinnovabili sulla produzioLincidenza della produzione da fonti rinnovabili sulla produzione totale didi energia elettrica una misura importante dei prone totale energia elettrica una misura importante dei progressi realizzati nella direzione dello sviluppo sostenibile e e del gressi realizzati nella direzione dello sviluppo sostenibile del contenimento dei gas serra. contenimento dei gas serra. Nel 2006 inin Italia meno del 15 per cento dei consumi di energia Nel 2006 Italia meno del 15 per cento dei consumi di energia elettrica viene coperto da fonti rinnovabili, ponendo il il nostro elettrica viene coperto da fonti rinnovabili, ponendo nostro Paese leggermente alal di sotto della media europea. Paese leggermente di sotto della media europea. La produzione lorda didienergia elettrica da fonti rinnovabili La produzione lorda energia elettrica da fonti rinnovabili espressa ininrapporto percentuale aiaiconsumi interni lordi didi espressa rapporto percentuale consumi interni lordi energia elettrica un indicatore molto utilizzato, a livello sia energia elettrica un indicatore molto utilizzato, a livello sia nazionale sia europeo, e e fa parte del cosiddetto set di indicatori nazionale sia europeo, fa parte del cosiddetto set di indicatori didi Lisbona. Il consumo interno lordo di energia elettrica regioLisbona. Il consumo interno lordo di energia elettrica regionale dato dalla produzione lorda di energia elettrica pi il nale dato dalla produzione lorda di energia elettrica pi il saldo degli scambi con l'estero e e con le altre regioni. Sono saldo degli scambi con l'estero con le altre regioni. Sono state considerate come fonti rinnovabili: lidrico da apporti natustate considerate come fonti rinnovabili: lidrico da apporti naturali, il geotermico, il fotovoltaico, leolico e e le biomasse. rali, il geotermico, il fotovoltaico, leolico le biomasse.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

mente dominato dallapporto idroelettrico, che privilegia lele remente dominato dallapporto idroelettrico, che privilegia regioni montuose. Tuttavia, inin regioni in cui si hanno apporti nagioni montuose. Tuttavia, regioni in cui si hanno apporti naturali diversificati ad esempio la Toscana, unica regione in turali diversificati ad esempio la Toscana, unica regione in Italia che produce energia geotermica, o o in regioni come AItalia che produce energia geotermica, in regioni come Abruzzo e e Calabria, dove si ha un apporto di energia naturale da bruzzo Calabria, dove si ha un apporto di energia naturale da fonti diverse come leolico, lidrico, il il fotovoltaico e le biomasse fonti diverse come leolico, lidrico, fotovoltaico e le biomasse il consumo di energia elettrica coperto da apporti naturali il consumo di energia elettrica coperto da apporti naturali consistentemente pi elevato. consistentemente pi elevato. Consumi didi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili Consumi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili per regione Anno 2006 (valori percentuali) per regione Anno 2006 (valori percentuali)

Consumi didi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili nei paesi Ue (a) Anno 2005 (valori percentuali) Consumi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili nei paesi Ue (a) Anno 2005 (valori percentuali)
6060

5050

4040

3030

2020

Ue27 Ue27

1010

0 0

Lenergia prodotta da fonti rinnovabili consente didivalutare Lenergia prodotta da fonti rinnovabili consente valutare quanto un paese riesca a a valorizzare le proprie dotazioni natuquanto un paese riesca valorizzare le proprie dotazioni naturali rinnovabili. Nel 2005 lItalia risulta avere un valore nazionarali rinnovabili. Nel 2005 lItalia risulta avere un valore nazionalele pressoch uguale alla media Ue27, Ue25 e Ue15 che, per pressoch uguale alla media Ue27, Ue25 e Ue15 che, per tutti i raggruppamenti, si si attesta intorno al 14 per cento. Rispettutti i raggruppamenti, attesta intorno al 14 per cento. Rispettoto ai paesi di pi grande dimensione lItalia si colloca leggerai paesi di pi grande dimensione lItalia si colloca leggermente alal di sotto della Spagna e al di sopra di Francia, Germente di sotto della Spagna e al di sopra di Francia, Germania e e Regno Unito. In Europa paesi che presentano valori mania Regno Unito. In Europa i i paesi che presentano valori molto alti, superiori alal 45 per cento, di consumi di energia eletmolto alti, superiori 45 per cento, di consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili sono Svezia, Austria e e Lettotrica generata da fonti rinnovabili sono Svezia, Austria Lettonia. Tra i paesi che sfruttano meno questo tipo didi energia figunia. Tra i paesi che sfruttano meno questo tipo energia figurano invece Estonia, Polonia e e Belgio, con quote inferiori al 3 rano invece Estonia, Polonia Belgio, con quote inferiori al 3 per cento. per cento.
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) Malta e Cipro: dati statisticamente non significativi. (a) Malta e Cipro: dati statisticamente non significativi.

Consumi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili per regione Anni 20002006 (valori e differenze percentuali) Consumi didi energia elettrica coperti da fonti rinnovabili per regione Anni 20002006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Consumi di energia elettrica coperti fonti rinnovabili Consumi di energia elettrica coperti dada fonti rinnovabili 2000 2000 22,3 22,3 276,4 276,4 17,2 17,2 3,3 3,3 180,1 180,1
- - -

Fonte: Elaborazioni susu dati Terna Fonte: Elaborazioni dati Terna

Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen (a)(a) Trento Trento (a)(a) Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna
Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo

Au Austr st ia Sv ria Svez i Le ezia Letto a ttonia R n Rom ia o a D mania an n D i ia an m imar Fi arca Finla ca nl nd a Sl ndia Slove ia Sl ovenia Slova nia ov c ac Po cchia Porto hia rtoga g llo Sp allo Spag agna na Ita Italia Bu li Bulga a lg ria Fr aria Fran G ancia Germ cia er a m ni an a G ia Pa Grec re i a Paes c esi B ia i Bas a si Irl ssi Irland an a U d R n Repu Ungh a ep b g e ubbli heria ca ri bl a R ica Ce Regn Ceca eg o ca no U Unito L nit Lu Litua o ss itu ni Lu ssem ania embu a burgo Po rgo Polon lo ia n Be ia Belgi o Es lgio Eston to ia ni a
2001 2001 22,6 22,6 283,8 283,8 19,6 19,6 3,7 3,7 174,6 174,6
- - -

2002 2002 22,4 22,4 272,5 272,5 15,0 15,0 3,1 3,1 139,9 139,9
- - -

2003 2003 18,7 18,7 247,7 247,7 14,3 14,3 2,8 2,8 112,7 112,7
- - -

2004 2004 21,0 21,0 242,2 242,2 15,1 15,1 3,4 3,4 129,3 129,3
- - -

2005 2005 19,2 19,2 229,2 229,2 12,7 12,7 2,3 2,3 97,2 97,2
- - -

2006 2006 17,6 17,6 220,2 220,2 13,8 13,8 3,0 3,0

Differenze percentuali Differenze percentuali 2000-2006 2000-2006 -4,7 -4,7 -56,1 -56,1 -3,3 -3,3 -73,3 -73,3

106,8 106,8 - - -- - -

-2,6 -2,6 -2,6 -2,6 -0,3 -0,3 1,2 1,2


1,1 1,1 -0,4 -0,4 -0,9 -0,9 0,7 0,7 4,2 4,2 5,8 5,8 1,9 1,9 3,9 3,9 8,2 8,2 15,2 15,2 2,3 2,3 5,5 5,5 -3,8 -3,8 -6,5 -6,5 0,3 0,3 -3,6 -3,6 4,4 4,4 -1,5 -1,5

13,6 13,6 16,5 16,5 4,9 4,9


26,6 26,6 27,4 27,4 7,2 7,2 5,2 5,2 24,1 24,1 10,6 10,6 4,5 4,5 1,8 1,8 7,5 7,5 12,4 12,4 0,5 0,5 1,3 1,3 20,1 20,1 24,2 24,2 15,6 15,6 20,3 20,3 4,6 4,6 16,0 16,0

14,3 14,3 16,9 16,9 5,5 5,5


25,5 25,5 25,3 25,3 6,4 6,4 5,4 5,4 21,5 21,5 14,8 14,8 5,6 5,6 3,1 3,1 9,2 9,2 15,0 15,0 0,4 0,4 2,1 2,1 21,9 21,9 24,9 24,9 15,1 15,1 21,2 21,2 5,4 5,4 16,8 16,8

13,4 13,4 16,5 16,5 5,3 5,3


25,2 25,2 17,5 17,5 4,8 4,8 3,8 3,8 20,0 20,0 16,6 16,6 4,6 4,6 3,3 3,3 7,5 7,5 12,6 12,6 0,5 0,5 1,7 1,7 18,8 18,8 21,6 21,6 13,3 13,3 18,3 18,3 4,9 4,9 14,6 14,6

10,1 10,1 11,8 11,8 5,0 5,0


27,8 27,8 19,1 19,1 6,4 6,4 4,9 4,9 24,3 24,3 20,9 20,9 5,5 5,5 3,0 3,0 13,6 13,6 23,7 23,7 0,9 0,9 3,5 3,5 17,1 17,1 17,2 17,2 14,9 14,9 16,6 16,6 6,8 6,8 13,9 13,9

12,4 12,4 16,9 16,9 6,2 6,2


28,9 28,9 28,3 28,3 7,6 7,6 6,7 6,7 27,0 27,0 24,6 24,6 6,2 6,2 3,9 3,9 15,5 15,5 30,5 30,5 1,4 1,4 4,3 4,3 18,3 18,3 20,7 20,7 17,1 17,1 18,7 18,7 8,2 8,2 15,8 15,8

10,4 10,4 13,3 13,3 5,7 5,7


26,5 26,5 26,8 26,8 7,7 7,7 6,1 6,1 28,4 28,4 22,0 22,0 6,0 6,0 4,8 4,8 15,9 15,9 31,6 31,6 2,6 2,6 6,7 6,7 16,0 16,0 16,5 16,5 15,8 15,8 16,1 16,1 9,1 9,1 14,1 14,1

11,0 11,0 13,9 13,9 6,1 6,1


27,7 27,7 27,0 27,0 6,3 6,3 5,9 5,9 28,3 28,3 16,4 16,4 6,4 6,4 5,7 5,7 15,7 15,7 27,5 27,5 2,7 2,7 6,9 6,9 16,3 16,3 17,7 17,7 16,0 16,0 16,7 16,7 9,0 9,0 14,6 14,6

InIn Italia solo alcune regioni producono e sfruttano al meglio Italia solo alcune regioni producono e sfruttano al meglio lenergia elettrica da fonti rinnovabili. Sia lala Valle dAosta sia il lenergia elettrica da fonti rinnovabili. Sia Valle dAosta sia il Trentino-Alto Adige producono energia elettrica attraverso gligli Trentino-Alto Adige producono energia elettrica attraverso impianti idroelettrici da apporti naturali inin quantit superiore ai impianti idroelettrici da apporti naturali quantit superiore ai loro consumi; entrambe lele regioni coprono totalmente la proloro consumi; entrambe regioni coprono totalmente la produzione didi energia elettrica attraverso le fonti rinnovabili. Le duzione energia elettrica attraverso le fonti rinnovabili. Le altre regioni del Nord nel 2006 presentano valori sempre alal di altre regioni del Nord nel 2006 presentano valori sempre di sotto del 15 per cento, eccetto il il Piemonte. Per quanto riguarsotto del 15 per cento, eccetto Piemonte. Per quanto riguarda il il Centro, in Toscana e Umbria le fonti rinnovabili coprono da Centro, in Toscana e Umbria le fonti rinnovabili coprono pi del 25 per cento dei consumi, mentre nelle altre regioni lala pi del 25 per cento dei consumi, mentre nelle altre regioni quota inferiore alal7 7 percento. Nel Mezzogiorno, Abruzzo e e quota inferiore per cento. Nel Mezzogiorno, Abruzzo Calabria coprono pi didi un quarto dei loro consumi con tali Calabria coprono pi un quarto dei loro consumi con tali fonti, mentre Campania, Puglia e e Sardegna presentano valori fonti, mentre Campania, Puglia Sardegna presentano valori piuttosto bassi. InIn assoluto le regioni con le quote pi ridotte di piuttosto bassi. assoluto le regioni con le quote pi ridotte di consumi coperti da fonti rinnovabili sono lala Sicilia (2,7 per cenconsumi coperti da fonti rinnovabili sono Sicilia (2,7 per cento) e e la Liguria (3 per cento). Il quadro di insieme evidenteto) la Liguria (3 per cento). Il quadro di insieme evidente-

Fonti Fonti

Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

NNTerna, Statistiche sullenergia elettrica in in Italia, 2006 Terna, Statistiche sullenergia elettrica Italia, 2006 NNEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NNTerna, Statistiche sullenergia elettrica in in Italia, 2006 Terna, Statistiche sullenergia elettrica Italia, 2006 Siti internet Siti internet NNhttp://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/ http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/ dati_statistici/tabid/418/Default.aspx dati_statistici/tabid/418/Default.aspx http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ NNhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL

Fonte: Elaborazioni susu dati Terna Fonte: Elaborazioni dati Terna (a) I dati per le le province autonome di Bolzano Trento non sono disponibili. (a) I dati per province autonome di Bolzano e e Trento non sono disponibili.

72

100 statistiche per il Paese

73
Ambiente kg di rifiuti urbani inceneriti pro capite

Bassa la quota di rifiuti inceneriti, Bassa la quota di rifiuti inceneriti, con forti differenze territoriali con forti differenze territoriali
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Lazio (da 0 a 45.5 kg pro capite), la Basilicata (da 0 a 46,2) e Lazio (da 0 a 45.5 kg pro capite), la Basilicata (da 0 a 46,2) e la Puglia (da 0 a 22,5). La Calabria ha cominciato ad avviare la Puglia (da 0 a 22,5). La Calabria ha cominciato ad avviare parte dei rifiuti urbani a questo tipo di smaltimento dal 2005 e parte dei rifiuti urbani a questo tipo di smaltimento dal 2005 e nel 2006 raggiunge i i60 kg pro capite. nel 2006 raggiunge 60 kg pro capite. Rifiuti urbani inceneriti per abitante Anno 2006 Rifiuti urbani inceneriti per abitante Anno 2006 (kg pro capite) (kg pro capite)

Rifiuti urbani inceneriti per abitante nei paesi Ue Anno 2006 (kg pro capite) Rifiuti urbani inceneriti per abitante nei paesi Ue Anno 2006 (kg pro capite)
4 50 4 50 4 00 4 00 3 50 3 50 3 00 3 00 2 50 2 50 2 00 2 00 1 50 1 50 1 00 1 00 50 50 0 0
Ue27 Ue27

Lincenerimento dei rifiuti urbani , insieme al compostaggio e Lincenerimento dei rifiuti urbani , insieme al compostaggio e alla biostabilizzazione, uno dei tipi di trattamento per lo smaltialla biostabilizzazione, uno dei tipi di trattamento per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Queste modalit di smaltimento stanno mento dei rifiuti urbani. Queste modalit di smaltimento stanno aumentando in modo da ridurre sempre di pi lo smaltimento aumentando in modo da ridurre sempre di pi lo smaltimento in discarica e promuovere ililrecupero di materia. in discarica e promuovere recupero di materia. Nel 2006, in Italia sono stati smaltiti con questa modalit oltre Nel 2006, in Italia sono stati smaltiti con questa modalit oltre 67 kg di rifiuti per abitante. 67 kg di rifiuti per abitante.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Nelle normative europee lo smaltimento dei rifiuti urbani attraNelle normative europee lo smaltimento dei rifiuti urbani attraverso lincenerimento una delle modalit che vengono proverso lincenerimento una delle modalit che vengono promosse per diminuire o ridurre al minimo lo smaltimento in dimosse per diminuire o ridurre al minimo lo smaltimento in discarica. Inoltre in alcuni paesi del nord Europa permesso lo scarica. Inoltre in alcuni paesi del nord Europa permesso lo smaltimento in discarica solo dei rifiuti pretrattati attraverso smaltimento in discarica solo dei rifiuti pretrattati attraverso incenerimento. LItalia nel 2006 con 67 kg pro capite si posiincenerimento. LItalia nel 2006 con 67 kg pro capite si posiziona ancora molto al di sotto della media Ue27 (98 kg pro ziona ancora molto al di sotto della media Ue27 (98 kg pro capite). IIpaesi che presentano i ivalori pi elevati di rifiuti urbacapite). paesi che presentano valori pi elevati di rifiuti urbani inceneriti per abitante sono Danimarca (pi di 400 kg pro ni inceneriti per abitante sono Danimarca (pi di 400 kg pro capite), Lussemburgo, Svezia e Paesi Bassi (oltre 200 kg per capite), Lussemburgo, Svezia e Paesi Bassi (oltre 200 kg per abitante). In Grecia e in Irlanda, tra i i paesi di pi antica adeabitante). In Grecia e in Irlanda, tra paesi di pi antica adesione allUnione, questa pratica di smaltimento non ancora sione allUnione, questa pratica di smaltimento non ancora stata avviata. Nei paesi di pi recente adesione soltanto Restata avviata. Nei paesi di pi recente adesione soltanto Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria applicano questo tratpubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria applicano questo trattamento gi da alcuni anni (rispettivamente tra i i 29 e i i 39 kg tamento gi da alcuni anni (rispettivamente tra 29 e 39 kg pro capite), mentre negli altri paesi i ivalori sono o molto bassi o pro capite), mentre negli altri paesi valori sono o molto bassi o addirittura pari a zero come in Bulgaria, Romania, Malta, Cipro addirittura pari a zero come in Bulgaria, Romania, Malta, Cipro e Lituania. e Lituania. Dal 1999 al 2006 la situazione migliorata o rimasta pressoDal 1999 al 2006 la situazione migliorata o rimasta pressoch invariata in quasi tutte le regioni ad eccezione dellUmbria ch invariata in quasi tutte le regioni ad eccezione dellUmbria (con decrementi di circa 10 kg pro capite) e del Trentino-Alto (con decrementi di circa 10 kg pro capite) e del Trentino-Alto Adige (con andamento discontinuo di tale pratica di smaltimenAdige (con andamento discontinuo di tale pratica di smaltimento). In Italia alcune regioni del Nord (Emilia-Romagna, Lomto). In Italia alcune regioni del Nord (Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, con oltre 100 kg pro capite) e la bardia e Friuli-Venezia Giulia, con oltre 100 kg pro capite) e la Sardegna (circa 95) nel Mezzogiorno, sono quelle dove pi Sardegna (circa 95) nel Mezzogiorno, sono quelle dove pi diffuso questo tipo di trattamento del rifiuto urbano. La Lomdiffuso questo tipo di trattamento del rifiuto urbano. La Lombardia anche la regione che segna lincremento pi consibardia anche la regione che segna lincremento pi consistente nellintervallo 1999-2006 (203 kg pro capite a fine periostente nellintervallo 1999-2006 (203 kg pro capite a fine periodo). Le regioni che non applicano in loco tale pratica di smaltido). Le regioni che non applicano in loco tale pratica di smaltimento sono la Valle dAosta, la Liguria, lAbruzzo, ililMolise e la mento sono la Valle dAosta, la Liguria, lAbruzzo, Molise e la Campania. Le regioni del Centro-Sud in cui questa pratica ha Campania. Le regioni del Centro-Sud in cui questa pratica ha subito un incremento significativo dal 1999 al 2006 sono ilil subito un incremento significativo dal 1999 al 2006 sono
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurosta, Database New Cronos Fonte: Eurosta, Database New Cronos (a) I Idati del 2006 per Bulgaria, Lituania, Romania, Irlanda, Grecia, Cipro eeMalta sono statisticamente non significativi oonon disponibili. (a) dati del 2006 per Bulgaria, Lituania, Romania, Irlanda, Grecia, Cipro Malta sono statisticamente non significativi non disponibili.

Rifiuti urbani inceneriti per regione Anni 2000-2006 (kg pro capite) Rifiuti urbani inceneriti per regione Anni 2000-2006 (kg pro capite)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGR AFICHE RIPARTIZIONI GEOGR AFICHE Piemonte Piemonte Rifiuti urbani inceneriti Rifiuti urbani inceneriti 1999 1999 19,7 19,7 0,0 0,0 83,6 83,6 0,0 0,0 69,5 69,5 --28,6 28,6 102,7 102,7 138,9 138,9 55,1 55,1 36,4 36,4 14,1 14,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 2,7 2,7 73,6 73,6 55,9 55,9 81,8 81,8 22,3 22,3 53,3 53,3 6,5 6,5 36,4 36,4 22 000 000 22,8 22,8 0,0 0,0 98,4 98,4 0,0 0,0 80,9 80,9 --38,5 38,5 112,6 112,6 138,6 138,6 40,7 40,7 38,9 38,9 14,4 14,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 3,4 3,4 71,6 71,6 65,8 65,8 88,0 88,0 17,9 17,9 57,9 57,9 6,6 6,6 39,3 39,3 2001 2001 23,0 23,0 0,0 0,0 133,2 133,2 0,0 0,0 65,4 65,4 --30,7 30,7 112,7 112,7 139,9 139,9 43,3 43,3 34,4 34,4 12,3 12,3 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 3,5 3,5 70,4 70,4 87,0 87,0 83,8 83,8 18,1 18,1 65,5 65,5 6,5 6,5 44,2 44,2 2002 2002 20,3 20,3 0,0 0,0 145,7 145,7 0,0 0,0 84,6 84,6 --31,6 31,6 108,9 108,9 141,3 141,3 50,7 50,7 29,3 29,3 13,9 13,9 2,4 2,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 9,6 9,6 23,9 23,9 0,0 0,0 4,7 4,7 71,8 71,8 93,9 93,9 86,0 86,0 21,5 21,5 69,9 69,9 9,5 9,5 48,2 48,2 2003 2003 19,0 19,0 0,0 0,0 151,1 151,1 0,0 0,0 82,7 82,7 --35,7 35,7 106,5 106,5 144,2 144,2 60,7 60,7 27,8 27,8 13,4 13,4 34,2 34,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 18,9 18,9 21,8 21,8 0,0 0,0 4,4 4,4 74,6 74,6 97,1 97,1 88,4 88,4 39,4 39,4 77,3 77,3 11,4 11,4 53,7 53,7 2004 2004 18,5 18,5 0,0 0,0 174,4 174,4 0,0 0,0 83,6 83,6 --40,3 40,3 99,5 99,5 153,5 153,5 71,3 71,3 30,0 30,0 12,6 12,6 42,3 42,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 22,9 22,9 41,9 41,9 0,0 0,0 4,1 4,1 101,1 101,1 111,3 111,3 93,2 93,2 46,6 46,6 86,7 86,7 14,7 14,7 61,1 61,1 2005 2005 23,1 23,1 0,0 0,0 181,7 181,7 0,0 0,0 78,4 78,4 --39,4 39,4 117,7 117,7 154,1 154,1 70,6 70,6 27,7 27,7 12,6 12,6 45,1 45,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 33,7 33,7 48,2 48,2 25,9 25,9 4,1 4,1 113,8 113,8 117,1 117,1 94,6 94,6 47,5 47,5 89,8 89,8 20,5 20,5 65,3 65,3 2006 2006 23,1 23,1 0,0 0,0 202,9 202,9 0,0 0,0 65,7 65,7 --33,5 33,5 112,0 112,0 150,9 150,9 67,4 67,4 27,1 27,1 13,8 13,8 41,5 41,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 22,5 22,5 46,2 46,2 59,6 59,6 3,4 3,4 95,0 95,0 130,2 130,2 89,1 89,1 44,9 44,9 92,7 92,7 19,9 19,9 67,0 67,0

Fonte: APAT Fonte: APAT

Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzog iorno Mezzog iorno Italia Italia

N Agenzia per la protezione dellambiente eeper i iservizi tecnici N Agenzia per la protezione dellambiente per servizi tecnici (APAT), Rapporto rifiuti, 2006 (APAT), Rapporto rifiuti, 2006 N Eurostat, Database New Cronos N Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti

N APAT, Annuario dei dati ambientali, 2006 N APAT, Annuario dei dati ambientali, 2006 N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=0,1136239,0_ 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL 45571450&_dad=portal&_schema=PORTAL

Altre informazioni Altre informazioni Pubblicazioni Pubblicazioni Siti internet Siti internet

Fonte: APAT Fonte: APAT (a) I Idati per le province autonome di Bolzano eeTrento non sono disponibili. (a) dati per le province autonome di Bolzano Trento non sono disponibili.

100 statistiche per il Paese

D Da L u an m L u n iima ss sse arc r a e m ca m bu bu rg rg o o Pa S v e Pa S v e es zia esi zia iB Ba ass s si Fr i Fra an nc c ia A ia Au us G sttri ra Ge e r m ia r ma an ni a ia Be Be g Po llg io Po ro i rtto o ga ga o llllo R IItt a Re eg g n all ia n o ia o u un F ni o Fiin itto n lla an nd di Sp i a Sp a ag a U gn a Un na ngh g S h er R Re Sllo eriia ep ova a pu v u b a cc bb c h bll ic ch ia ica ia aC Ce ec ca S Sllo a ove v en ni Le a Let ia t tto on n E s ia E s ia tto on ni Po ia Po a o llo n niia a

La quantit in chilogrammi di rifiuti urbani inceneriti per abitanLa quantit in chilogrammi di rifiuti urbani inceneriti per abitante un indicatore molto utilizzato a livello sia nazionale sia te un indicatore molto utilizzato a livello sia nazionale sia europeo ed inserito nel set di indicatori definito nella strategia europeo ed inserito nel set di indicatori definito nella strategia di Lisbona del Consiglio dEuropa. Per rifiuti urbani inceneriti si di Lisbona del Consiglio dEuropa. Per rifiuti urbani inceneriti si intendono anche quelli avviati a recupero energetico (combuintendono anche quelli avviati a recupero energetico (combustibile da rifiuto CDR). stibile da rifiuto CDR).

LItalia uno dei maggiori produttori LItalia uno dei maggiori produttori di CO2 2 datrasporto stradale di CO da trasporto stradale
Come accade per tutte lele tematiche ambientali, anche Come accade per tutte tematiche ambientali, anche linquinamento dellaria viene considerato un problema centrale linquinamento dellaria viene considerato un problema centrale nellambito delle politiche nazionali ed europee. Il Il riscaldamennellambito delle politiche nazionali ed europee. riscaldamentoto globale dellatmosfera (con effetto serra) attribuito infatti globale dellatmosfera (con effetto serra) attribuito infatti principalmente alle emissioni didi anidride carbonica (CO2correprincipalmente alle emissioni anidride carbonica (CO2) ) correlate allutilizzo didi combustibili fossili. Linquinamento causato late allutilizzo combustibili fossili. Linquinamento causato dalle emissioni didi COda trasporto stradale permette didi valutadalle emissioni CO2 2 da trasporto stradale permette valutarere limpatto che ha sullambiente laumento dei veicoli e del limpatto che ha sullambiente laumento dei veicoli e del trasporto su strada. trasporto su strada. InIn Italia nel 2005 sono state rilasciati nellatmosfera 2 tonnellaItalia nel 2005 sono state rilasciati nellatmosfera 2 tonnellatete per abitante di COattribuibili alal trasporto stradale. per abitante di CO2 2 attribuibili trasporto stradale. Le emissioni didi CO(anidride carbonica) da trasporto su strada Le emissioni CO2 2 (anidride carbonica) da trasporto su strada (tonnellate per abitante) rappresenta un indicatore utilizzato a a (tonnellate per abitante) rappresenta un indicatore utilizzato livello nazionale per il ilmonitoraggio della qualit dellaria. Il Il livello nazionale per monitoraggio della qualit dellaria. confronto tra paesi Ue consentito dalla comparazione di econfronto tra paesi Ue consentito dalla comparazione di emissioni didi gas serra derivati dal trasporto stradale, pesate in missioni gas serra derivati dal trasporto stradale, pesate in base alalloro potenziale inintermini didiriscaldamento globale base loro potenziale termini riscaldamento globale (GWPs). Le emissioni dei diversi gas serra sono tradotte inin (GWPs). Le emissioni dei diversi gas serra sono tradotte emissioni didi anidride carbonica (CO2) equivalenti e sommate emissioni anidride carbonica (CO2) equivalenti e sommate per ciascun paese. per ciascun paese. Le emissioni nellaria didi COsono regolate dalla Convenzione Le emissioni nellaria CO2 2 sono regolate dalla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (1992) e edal Protocollo didi quadro sui cambiamenti climatici (1992) dal Protocollo Kyoto (1997). Le norme delle Direttive europee sono ratificate Kyoto (1997). Le norme delle Direttive europee sono ratificate dai paesi membri inin leggi nazionali. LItalia si impegnata a dai paesi membri leggi nazionali. LItalia si impegnata a ridurre lele emissioni nazionali di gas serra nel periodo 2008ridurre emissioni nazionali di gas serra nel periodo 20082013 del 6,5 per cento rispetto allanno didi riferimento (1990). Il 2013 del 6,5 per cento rispetto allanno riferimento (1990). Il Protocollo prevede una riduzione del 5,2 per cento per i paesi Protocollo prevede una riduzione del 5,2 per cento per i paesi industrializzati, mentre nei paesi dellUnione europea ci ci si proindustrializzati, mentre nei paesi dellUnione europea si propone una riduzione complessiva delle emissioni totali dell8 per pone una riduzione complessiva delle emissioni totali dell8 per cento. Per quanto riguarda lele emissioni di CO2 da trasporto cento. Per quanto riguarda emissioni di CO2 da trasporto stradale una delle disaggregazioni settoriali che compongono stradale una delle disaggregazioni settoriali che compongono lele emissioni totali di CO lItalia si pone rispetto agli altri paesi emissioni totali di CO2 2 lItalia si pone rispetto agli altri paesi membri come uno dei massimi produttori. superata solo dalla membri come uno dei massimi produttori. superata solo dalla Germania e e dalla Francia, e ha un valore molto simile a quello Germania dalla Francia, e ha un valore molto simile a quello del Regno Unito. I confronti europei riferiti alal 2004 mostrano del Regno Unito. I confronti europei riferiti 2004 mostrano come gligli altri paesi appartenenti allUnione si attestino su valori come altri paesi appartenenti allUnione si attestino su valori decisamente pi bassi (ad eccezione della Spagna che supera decisamente pi bassi (ad eccezione della Spagna che supera il milione didi tonnellate di COequivalenti). il milione tonnellate di CO2 2 equivalenti). InIn Italia le regioni del Nord che nel 2005 presentano valori pi Italia le regioni del Nord che nel 2005 presentano i i valori pi alti didi emissioni di COda trasporto stradale per abitante sono alti emissioni di CO2 2 da trasporto stradale per abitante sono Valle dAosta, Piemonte, Liguria e e Friuli-Venezia Giulia, mentre Valle dAosta, Piemonte, Liguria Friuli-Venezia Giulia, mentre Lombardia, Veneto e e Emilia-Romagna sono quelle con le eLombardia, Veneto Emilia-Romagna sono quelle con le emissioni pi basse. AlAl Centro, Lazio e Umbria si collocano al di missioni pi basse. Centro, Lazio e Umbria si collocano al di sotto della media nazionale. Nel Mezzogiorno, inin Abruzzo, si sotto della media nazionale. Nel Mezzogiorno, Abruzzo, si registra il il valore pi alto di tonnellate di COda trasporto straregistra valore pi alto di tonnellate di CO2 2 da trasporto straLITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

dale per abitante (2,9), mentre valori pi contenuti si si rilevano in dale per abitante (2,9), mentre valori pi contenuti rilevano in Basilicata, Puglia, Campania (1,7) e,e,soprattutto, Sardegna Basilicata, Puglia, Campania (1,7) soprattutto, Sardegna (1,4 tonnellate per abitante). Le differenze esistenti tra lele diver(1,4 tonnellate per abitante). Le differenze esistenti tra diverse regioni italiane sono correlate alla quantit didi mezzi di trase regioni italiane sono correlate alla quantit mezzi di trasporto che transitano nella regione: i valori pi alti si si hanno sporto che transitano nella regione: i valori pi alti hanno nelle regioni transfrontaliere dove vi vi sono varchi verso lele altre nelle regioni transfrontaliere dove sono i i varchi verso altre nazioni europee. La Valle dAosta che collega attraverso il il nazioni europee. La Valle dAosta che collega attraverso traforo del Monte Bianco lItalia con lala Francia, risulta essere la traforo del Monte Bianco lItalia con Francia, risulta essere la regione pi penalizzata. DiDi contro valore pi basso inin assoluregione pi penalizzata. contro il il valore pi basso assolutoto si ha in Sardegna, che data la sua perifericit geografica, si ha in Sardegna, che data la sua perifericit geografica, non presenta un grosso traffico da mezzi didi trasporto. non presenta un grosso traffico da mezzi trasporto. Emissioni didi COda trasporto stradale per regione (a) Emissioni CO2 2 da trasporto stradale per regione (a) Anno 2005 (tonnellate per abitante) Anno 2005 (tonnellate per abitante)

Emissioni didi gas serra da trasporto stradale nei paesi Ue Anno 2004 (migliaia di tonnellate di COequivalenti) Emissioni gas serra da trasporto stradale nei paesi Ue Anno 2004 (migliaia di tonnellate di CO2 2 equivalenti)
200.000 200.000 180.000 180.000 160.000 160.000 140.000 140.000 120.000 120.000 100.000 100.000 80.000 80.000 60.000 60.000 40.000 40.000 20.000 20.000
00
G Ger m er a mn ai Re Fra nia Re gnFra ncia o ncia gn o Un a Un ito Ita ito Sp Ita lia Pa S a lia Paes pagn es i B gn a i Bas a Poassi Polo si loni Be nia Belg a Au lgio Aust io ri G stria Gre c a re ia S ci Po Svez a Portovezia rtoga ia Re Re pu Ro ga llo pubb Ro ma llo bb lic ma nia lica C nia Fi a Cec Finla eca Da nl nd a Da ni and ia nima ia m rc Irl arc a Irlan a Un a d a Un ghnd a ge Lu Bu her ia Lu ss Bulgar ia ssem lgar ia r e Sl mbur ia Slov burg o ova c g o ac Sl cchia Slov hia oe Li ve nia Litua nia t Le uan ia Le tton ia t n Estonia Esto ia tonia Cinia Cip ro M p ro Malt al a ta
Ue27 Ue27

Ambiente Emissioni di CO2 da trasporto stradale

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Emissioni CO2 2 da trasporto stradale per regione (a) Anni 2000-2005 (tonnellate per abitante) Emissioni didi COda trasporto stradale per regione (a) Anni 2000-2005 (tonnellate per abitante)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen (b) Bolzano/Bozen (b) Trento (b) Trento (b) Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Emissioni CO2 da trasporto stradale Emissioni di di CO2 da trasporto stradale 2000 2000 2,3 2,3 4,9 4,9 1,7 1,7 2,5 2,5 2,4 2,4 - - 1,9 1,9 2,3 2,3 2,1 2,1 1,9 1,9 1,7 1,7 1,9 1,9 1,8 1,8 2,8 2,8 2,0 2,0 1,7 1,7 1,7 1,7 1,7 1,7 2,1 2,1 1,9 1,9 1,4 1,4 2,0 2,0 2,1 2,1 1,8 1,8 2,0 2,0 1,8 1,8 1,9 1,9 2001 2001 1,9 1,9 2,0 2,0 2,0 2,0 1,9 1,9 2,0 2,0 - - 2,0 2,0 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 2,0 2,0 1,8 1,8 2,0 2,0 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 2,0 2,0 2,0 2,0 1,9 1,9 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 2002 2002 2,1 2,1 2,1 2,1 2,1 2,1 2,0 2,0 2,1 2,1 - - 2,1 2,1 2,0 2,0 2,1 2,1 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,1 2,1 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 1,8 1,9 1,9 1,9 1,9 2,1 2,1 2,1 2,1 2,0 2,0 2,1 2,1 1,9 1,9 2,0 2,0 2003 2003 2,4 2,4 6,5 6,5 1,7 1,7 2,7 2,7 2,5 2,5 - - 2,0 2,0 2,4 2,4 2,2 2,2 2,1 2,1 1,8 1,8 2,0 2,0 1,9 1,9 2,9 2,9 2,0 2,0 1,8 1,8 1,8 1,8 1,6 1,6 2,2 2,2 2,0 2,0 1,4 1,4 2,1 2,1 2,1 2,1 2,0 2,0 2,1 2,1 1,9 1,9 2,0 2,0 2005 2005 2,4 2,4 5,3 5,3 1,7 1,7 2,7 2,7 2,5 2,5 - - 2,0 2,0 2,4 2,4 2,1 2,1 2,0 2,0 1,7 1,7 2,0 2,0 1,8 1,8 2,9 2,9 2,1 2,1 1,7 1,7 1,7 1,7 1,7 1,7 2,3 2,3 2,0 2,0 1,4 1,4 2,1 2,1 2,1 2,1 1,9 1,9 2,0 2,0 1,9 1,9 2,0 2,0

Fonte: APAT Fonte: APAT (a) I dati per le le province autonome di Bolzano Trento non sono (a) I dati per province autonome di Bolzano e e Trento non sono disponibili disponibili

Fonti Fonti

NNAgenzia per la la protezione dellambiente per i servizi tecnici (APAT) Agenzia per protezione dellambiente e e per i servizi tecnici (APAT) NNEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NNAPAT, Annuario dei dati ambientali 2006 APAT, Annuario dei dati ambientali 2006 Siti internet Siti internet NNhttp://www.epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: APAT Fonte: APAT (a) Dati 2004 non disponibili. (a) Dati 2004 non disponibili. (b) I dati per province autonome di Bolzano e e Trento non sono disponibili. (b) I dati per le le province autonome di Bolzano Trento non sono disponibili.

74

100 statistiche per il Paese

75
Ambiente Quota di famiglie che dichiarano problemi relativi allaria

Oltre il 40 per cento delle famiglie Oltre il 40 per cento delle famiglie segnala problemi di qualit dellaria segnala problemi di qualit dellaria
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi allaria nella zona in cui abitano, per regione Anni 2002 allaria nella zona in cui abitano, per regione Anni 2002 e 2005 (per 100 famiglie della stessa regione) e 2005 (per 100 famiglie della stessa regione) QUALIT DELLARIA QUALIT DELLARIA
M oo lise M lise BB asilicata asilicata Sardegna Sardegna Calabria Calabria AA bruzzo bruzzo Valle d'A oo sta/Valle d'A o ste Valle d'A sta/Valle d'A o ste M arche M arche Umbria Umbria Sicilia Sicilia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Trento Trento Liguria Liguria To scana To scana PP uglia uglia BB o lzano -B o zen o lzano -B o zen Emilia-Ro magna Emilia-Ro magna PP iemo nte iemo nte Veneto Veneto Lazio Lazio Campania Campania Lo mbardia Lo mbardia

Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli nella zona Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli nella zona in cui abitano, per regione Anno 2005 (per 100 famiglie della stessa regione) in cui abitano, per regione Anno 2005 (per 100 famiglie della stessa regione) QUALIT DELLARIA QUALIT DELLARIA ODORI SGRADEVOLI ODORI SGRADEVOLI

La percezione che le famiglie hanno della qualit dellaria e La percezione che le famiglie hanno della qualit dellaria e degli odori sgradevoli permette di considerare come la popodegli odori sgradevoli permette di considerare come la popolazione valuta soggettivamente linquinamento dellaria. lazione valuta soggettivamente linquinamento dellaria. Nel 2005 ilil 41,7 per cento di famiglie italiane segnala proNel 2005 41,7 per cento di famiglie italiane segnala problemi relativi allinquinamento dellaria nella zona di residenblemi relativi allinquinamento dellaria nella zona di residenza e ilil22,1 lamenta la presenza di odori sgradevoli. za e 22,1 lamenta la presenza di odori sgradevoli.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

2005 2005 2002 2002

La percentuale di famiglie che dichiarano la presenza di proLa percentuale di famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli blemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli nella zona in cui abitano viene calcolata sui dati dallindagine nella zona in cui abitano viene calcolata sui dati dallindagine multiscopo effettuata dallIstat con cadenza annuale per rilemultiscopo effettuata dallIstat con cadenza annuale per rilevare aspetti fondamentali della vita quotidiana e dei comporvare aspetti fondamentali della vita quotidiana e dei comportamenti delle famiglie in Italia. Gli indicatori sono riferiti agli tamenti delle famiglie in Italia. Gli indicatori sono riferiti agli anni 2002 e 2005. anni 2002 e 2005.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

La quota di famiglie che dichiara la presenza di problemi La quota di famiglie che dichiara la presenza di problemi relativi alla qualit dellaria sistematicamente superiore a relativi alla qualit dellaria sistematicamente superiore a quella delle famiglie che lamentano la presenza di odori quella delle famiglie che lamentano la presenza di odori sgradevoli. sgradevoli. Per quanto riguarda la qualit dellaria, nel Nord problemi di Per quanto riguarda la qualit dellaria, nel Nord problemi di inquinamento atmosferico sono percepiti da una percentuale inquinamento atmosferico sono percepiti da una percentuale molto alta di famiglie (superiore al 40 per cento) in quasi molto alta di famiglie (superiore al 40 per cento) in quasi tutte le regioni (in Lombardia si raggiunge addirittura ilil57 per tutte le regioni (in Lombardia si raggiunge addirittura 57 per cento); solo in Valle dAosta ilil valore scende al di sotto del cento); solo in Valle dAosta valore scende al di sotto del 25 per cento. Al Centro la regione che presenta valori 25 per cento. Al Centro la regione che presenta valori dellindicatore pi elevati (circa 50 per cento) ilil Lazio (il dellindicatore pi elevati (circa 50 per cento) Lazio (il fenomeno particolarmente sentito nelle aree metropolitafenomeno particolarmente sentito nelle aree metropolitane), ma anche Toscana, Umbria e Marche presentano quote ne), ma anche Toscana, Umbria e Marche presentano quote piuttosto consistenti (tra ilil 28 e ilil 38 per cento delle famiglie piuttosto consistenti (tra 28 e 38 per cento delle famiglie segnala problemi di inquinamento atmosferico). Nel Mezzosegnala problemi di inquinamento atmosferico). Nel Mezzogiorno la situazione peggiore quella della Campania (dove giorno la situazione peggiore quella della Campania (dove la met delle famiglie segnala ilil problema), mentre i i valori la met delle famiglie segnala problema), mentre valori pi bassi si rilevano in Basilicata e Molise (inferiori al 17 per pi bassi si rilevano in Basilicata e Molise (inferiori al 17 per cento), e poco pi elevati in Sardegna e in Calabria (intorno cento), e poco pi elevati in Sardegna e in Calabria (intorno al 20 per cento). al 20 per cento). Per quanto riguarda la percezione di odori sgradevoli la siPer quanto riguarda la percezione di odori sgradevoli la situazione migliore e piuttosto uniforme su tutto ilil territorio tuazione migliore e piuttosto uniforme su tutto territorio Italiano. Nel 2005 la regione in cui si rileva la percentuale pi Italiano. Nel 2005 la regione in cui si rileva la percentuale pi alta di famiglie che percepiicono odori sgradevoli la Camalta di famiglie che percepiicono odori sgradevoli la Campania, con un valore che supera ilil 32 per cento; seguono, a pania, con un valore che supera 32 per cento; seguono, a distanza, la Lombardia (26,8 per cento) e ilil Lazio (23,7 per distanza, la Lombardia (26,8 per cento) e Lazio (23,7 per cento). Le regioni che presentano i i valori pi basso per quecento). Le regioni che presentano valori pi basso per questo indicatore sono invece la Basilicata (9,3 per cento), la sto indicatore sono invece la Basilicata (9,3 per cento), la Valle dAosta (11,0 per cento) e ililMolise (11,3 per cento). Valle dAosta (11,0 per cento) e Molise (11,3 per cento). IlIl confronto tra i i due anni a disposizione (2002-2005) segnaconfronto tra due anni a disposizione (2002-2005) segnala un peggioramento della situazione in gran parte delle rela un peggioramento della situazione in gran parte delle regioni sia per quanto riguarda la percezione dellinquinamento gioni sia per quanto riguarda la percezione dellinquinamento e della qualit dellaria, sia in riferimento alla presenza di e della qualit dellaria, sia in riferimento alla presenza di odori sgradevoli. odori sgradevoli.

00

10 10

20 20

30 30

40 40

50 50

60 60

ODOri SGRADEVOLI ODOri SGRADEVOLI


BB asilicata asilicata Valle d'A oo sta/Valle d'A o ste Valle d'A sta/Valle d'A o ste M oo lise M lise Trento Trento M arche M arche BB o lzano -B o zen o lzano -B o zen AA bruzzo bruzzo Sardegna Sardegna Umbria Umbria Calabria Calabria Emilia-Ro magna Emilia-Ro magna Sicilia Sicilia Liguria Liguria Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia PP iemo nte iemo nte PP uglia uglia To scana To scana Veneto Veneto Lazio Lazio Lo mbardia Lo mbardia Campania Campania

Fonte: Istat, Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Aspetti della vita quotidiana
2005 2005 2002 2002

Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli nella zona Famiglie che dichiarano la presenza di problemi relativi all'inquinamento dell'aria e agli odori sgradevoli nella zona in cui abitano, per regione Anni 2002 e 2005 (per 100 famiglie della stessa regione) in cui abitano, per regione Anni 2002 e 2005 (per 100 famiglie della stessa regione)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Qualit dell'aria Qualit dell'aria 2002 2002
42,4 42,4 20,7 20,7 51,0 51,0 38,7 38,7 28,6 28,6 32,5 32,5 25,2 25,2 43,3 43,3 32,6 32,6 46,0 46,0 36,8 36,8 27,9 27,9 26,9 26,9 52,0 52,0 25,2 25,2 19,6 19,6 49,8 49,8 35,5 35,5 18,5 18,5 17,8 17,8 33,2 33,2 20,2 20,2 46,7 46,7 40,1 40,1 40,0 40,0 42,3 42,3 33,5 33,5 40,0 40,0

Odori sgradevoli Odori sgradevoli Differenza 2002-2005 Differenza 2002-2005


0,5 0,5 3,6 3,6 5,6 5,6 -2,4 -2,4 9,0 9,0 7,6 7,6 10,1 10,1 3,1 3,1 -0,4 -0,4 -4,1 -4,1 0,9 0,9 1,6 1,6 0,9 0,9 -2,3 -2,3 -1,9 -1,9 -7,0 -7,0 0,2 0,2 3,2 3,2 -2,5 -2,5 1,4 1,4 -2,6 -2,6 -2,2 -2,2 3,5 3,5 2,1 2,1 1,5 1,5 3,1 3,1 0,4 0,4 1,7 1,7

2005 2005
42,9 42,9 24,3 24,3 56,6 56,6 36,3 36,3 37,6 37,6 40,1 40,1 35,3 35,3 46,4 46,4 32,2 32,2 41,9 41,9 37,7 37,7 29,5 29,5 27,8 27,8 49,7 49,7 23,3 23,3 12,6 12,6 50,0 50,0 38,7 38,7 16,0 16,0 19,2 19,2 30,6 30,6 18,0 18,0 50,2 50,2 42,2 42,2 41,5 41,5 45,4 45,4 33,9 33,9 41,7 41,7

2002 2002
19,0 19,0 10,0 10,0 28,0 28,0 20,4 20,4 13,2 13,2 15,7 15,7 11,0 11,0 27,5 27,5 16,5 16,5 23,1 23,1 17,9 17,9 18,7 18,7 13,3 13,3 32,0 32,0 15,4 15,4 14,2 14,2 35,4 35,4 21,7 21,7 11,5 11,5 15,9 15,9 20,7 20,7 24,6 24,6 22,6 22,6 22,6 22,6 21,1 21,1 22,1 22,1 20,4 20,4 21,7 21,7

2005 2005
20,3 20,3 11,0 11,0 26,8 26,8 19,4 19,4 14,2 14,2 15,1 15,1 13,3 13,3 22,7 22,7 19,9 19,9 19,0 19,0 22,3 22,3 17,3 17,3 13,3 13,3 23,7 23,7 15,2 15,2 11,3 11,3 32,4 32,4 21,1 21,1 9,3 9,3 19,0 19,0 19,2 19,2 17,0 17,0 24,0 24,0 20,2 20,2 21,4 21,4 22,2 22,2 22,2 22,2 22,1 22,1

Differenza 2002-2005 Differenza 2002-2005


1,3 1,3 1,0 1,0 -1,2 -1,2 -1,0 -1,0 1,0 1,0 -0,6 -0,6 2,3 2,3 -4,8 -4,8 3,4 3,4 -4,1 -4,1 4,4 4,4 -1,4 -1,4 0,0 0,0 -8,3 -8,3 -0,2 -0,2 -2,9 -2,9 -3,0 -3,0 -0,6 -0,6 -2,2 -2,2 3,1 3,1 -1,5 -1,5 -7,6 -7,6 1,4 1,4 -2,4 -2,4 0,3 0,3 0,1 0,1 1,8 1,8 0,4 0,4

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche

00

10 10

20 20

30 30

40 40

Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

Fonti Fonti

N Istat, Aspetti della vita quotidiana, Anni 2002-2005 N Istat, Aspetti della vita quotidiana, Anni 2002-2005

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Statistiche ambientali, 2007 N Istat, Statistiche ambientali, 2007 Siti internet Siti internet N www.istat.it/dati/catalogo/20070817_00/ N www.istat.it/dati/catalogo/20070817_00/

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

100 statistiche per il Paese

Consistente lutilizzo dei fertilizzanti in agricoltura, anche se in leggero calo

Ambiente Elementi fertilizzanti semplici distribuiti in agricoltura

Lutilizzo di fertilizzanti in agricoltura, finalizzato allaumento della produttivit agricola, ha importanti risvolti ambientali. I fertilizzanti immessi nellambiente, infatti, inquinano le falde acquifere sia superficiali sia sotterranee. Per questo, limpiego di fertilizzanti attentamente monitorato dalla politiche agricole e da quelle ambientali, sia nellUnione europea sia a livello nazionale. Nel 2006 in Italia sono distribuiti in agricoltura circa 1,5 quintali di fertilizzanti semplici, per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU). Per elementi fertilizzanti semplici si intendono quelli azotati, fosfatici e potassici. Lindicatore che definisce la quantit di fertilizzanti immessi al consumo da imprese operanti con il proprio marchio, viene adottato nelle politiche di monitoraggio sia nazionali sia comunitarie. I valori sono espressi in tonnellate di prodotto utilizzato, nellambito dei confronti tra paesi Ue, e in quintali per superficie agricola utilizzata (SAU) per i confronti regionali. Le normative comunitarie in merito alla gestione delle politiche agricole sono tutte articolate nellambito della PAC (Politica Agricola Comune). Per quanto riguarda lutilizzo di fertilizzanti in agricoltura le normative comunitarie tendono a imporre una graduale diminuzione, soprattutto dei fertilizzanti contenenti azoto (N2) che, tra tutti, risultano essere quelli che pi arrecano danni allambiente e contribuiscono allinquinamento delle falde acquifere. I dati confrontabili, relativi ai paesi Ue25, sono aggiornati al 2001. La Francia il paese europeo dove pi intenso lutilizzo di fertilizzanti in agricoltura (pi di 4 milioni di tonnellate in valore assoluto), seguita dalla Germania, dalla Spagna e dal Regno Unito. Subito dopo troviamo lItalia e la Polonia che hanno valori pressoch simili (circa 1,6 milioni di tonnellate). Gli altri Paesi europei presentano consumi di questo tipo di fertilizzanti decisamente molto pi contenuti. In Italia le regioni con pi elevato utilizzo di elementi fertilizzanti in agricoltura (per ettaro di superficie agricola utilizzata SAU) sono concentrate principalmente nel Nord. Quelle che registrano i valori pi consistenti nel 2006 (superiori ai 3 quintali per ettaro di SAU) sono Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, seguite dallEmilia-Romagna, tutte regioni ad agricoltura intensiva. Nel Mezzogiorno, valori di poco inferiori (quasi 2 quintali per ettaro di SAU) caratterizzano Puglia e Campania. I valori minori (meno di mezzo quintale) si rilevano in Basilicata e Sardegna e, al Nord in Liguria, nelle province autonome di Bolzano e Trento e in Valle dAosta. Dallandamento della serie storica del decennio 1997-2006
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

UNO SGUARDO DINSIEME

emerge che limpiego di elementi fertilizzanti distribuiti per uso agricolo andato crescendo fino al 2004, per poi segnare una flessione in tutte le ripartizioni (solo nel Mezzogiorno, dove limpiego rimasto sempre pi contenuto, tale inversione si concretizzata nel 2001). Nel periodo osservato il valore nazionale aumentato di circa 0,3 punti percentuali, mentre gli incrementi pi consistenti (0,6 punti) si rilevano nelle regioni del Nord-est. Elementi fertilizzanti semplici distribuiti per ettaro di SAU Anno 2006 (quintali)

Elementi fertilizzanti semplici distribuiti in agricoltura nei paesi Ue Anno 2001 (tonnellate) (a)
4.500.000

4.000.000

3.500.000

3.000.000

2.500.000

2.000.000

1.500.000 Ue25 1.000.000

500.000

ia Irl an da G r Pa ec es i a R ep iB ub as bl si ic a C ec a R om an ia U ng he D ria an im ar ca Fi nl an di a S ve Po zia rto ga llo Au st ria Li tu an i Bu a lg ar Sl ov ia ac ch ia S lo ve ni a Le tto ni a E st on ia

ag na

ni to

lia

Fr an ci

an ia

Ita

lo n

ip ro C

er m

Sp

Fonte: Eurostat, Database New Cronos (a) I dati di Belgio e Lussemburgo non sono disponibili.

Elementi fertilizzanti semplici distribuiti per ettaro di SAU (a) (b) Anni 1997-2006 (quintali)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia 1997 1,27 0,01 2,27 1,65 0,32 .... .... 2,63 2,31 1,86 1,11 1,35 1,23 0,92 0,83 0,67 1,35 1,11 0,59 0,78 0,73 0,18 1,69 1,92 1,11 1,57 0,76 1,19 1998 1,19 0,01 2,10 0,57 0,31 .... .... 2,29 1,92 1,38 1,06 1,38 1,19 0,92 0,87 0,78 1,28 0,87 0,41 0,59 0,64 0,32 1,55 1,55 1,09 1,39 0,68 1,06 1999 1,23 0,01 2,01 0,69 0,26 .... .... 2,54 2,34 1,42 0,95 1,27 1,22 0,88 0,76 0,58 1,18 0,83 0,34 0,57 0,63 0,48 1,53 1,69 1,03 1,42 0,67 1,07 2000 1,22 0,01 2,02 0,81 0,31 .... .... 2,51 2,57 1,52 1,01 1,32 1,42 1,08 0,97 0,54 1,42 0,92 0,39 0,58 0,90 0,41 1,54 1,74 1,16 1,49 0,78 1,18 2001 (c) 1,38 0,00 2,76 0,40 0,26 .... .... 2,91 4,24 2,58 1,18 1,69 1,67 1,13 1,09 0,78 2,43 1,69 0,63 0,76 1,01 0,36 1,95 2,46 1,35 1,93 1,11 1,57 2002 (c) 1,58 0,00 2,95 0,42 0,27 .... .... 3,20 4,01 2,53 1,11 1,64 1,79 1,13 1,06 0,98 2,43 1,66 0,69 0,80 0,84 0,41 2,13 2,50 1,34 2,00 1,09 1,59 2003 1,70 0,00 3,11 0,62 0,27 .... .... 3,16 4,23 2,42 1,05 1,73 1,72 0,98 1,02 0,91 2,10 1,92 0,53 0,79 0,86 0,40 2,27 2,46 1,27 2,00 1,09 1,58 2004 (c) 1,53 0,00 3,33 0,78 0,30 .... .... 3,65 4,09 2,76 1,07 1,78 1,94 1,07 0,85 0,74 1,93 1,81 0,54 0,65 0,64 0,39 2,29 2,76 1,36 2,14 0,97 1,61 2005 1,47 0,00 3,20 0,55 0,31 0,43 0,11 3,53 3,58 2,82 0,88 1,70 1,80 0,94 0,77 0,87 2,05 1,64 0,44 0,77 0,52 0,35 2,20 2,71 1,21 2,05 0,92 1,53 2006 (d) 1,62 0,00 3,01 0,41 0,29 0,39 0,11 3,44 3,16 2,63 0,87 1,52 1,63 0,99 0,81 1,03 1,89 1,90 0,43 0,77 0,63 0,35 2,18 2,56 1,16 1,97 0,99 1,52

Fonte: Istat, Statistiche ambientali

Fonti

N Istat, Statistiche ambientali, 2007 N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Statistiche ambientali, 2007 Siti internet N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page?_pageid=1996,453237 34&_dad=portal&_schema=PORTAL

Fonte: Istat, Statistiche ambientali (a) Quantit di fertilizzanti immessi al consumo da imprese operanti con il proprio marchio. Per elementi fertilizzanti semplici si intende: fertilizzanti azotati, fosfatici e potassici. (b) Riguardo alla Superficie agricola utilizzata l'universo formato da tutte le aziende che possiedono almeno un ettaro di SAU o la cui produzione abbia un valore superiore ai 2500 euro. (c) I dati relativi alla SAU sono stimati. (d) I dati relativi alla SAU si riferiscono all'anno 2005.

76

100 statistiche per il Paese

R eg

no

Po

al ta

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: i consumi culturali della famiglie; il lavoro impiegato nel settore della ricreazione e della cultura; le abitudini di lettura dei libri; la lettura dei quotidiani; lutilizzo del web per la fruizione di prodotti culturali; il web come canale per la fruizione di programmi televisivi e radiofonici; i visitatori dei musei; le dimensioni e la concentrazione del settore editoriale. Nel 2005 circa 330 mila unit di lavoro (l1,4 per cento del totale) sono impiegate in attivit di produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura, al netto del settore editoriale. Circa un italiano su due non legge alcun quotidiano o lo legge in modo assolutamente occasionale. In base ai dati aggiornati al 2007, soltanto un terzo degli italiani ha visitato almeno un sito museale o unesposizione temporanea nel corso degli ultimi 12 mesi valore che colloca il nostro Paese al diciannovesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi dellUnione europea. In Italia circa 5.900 imprese sono impegnate nellattivit di pubblicazione a stampa di libri, giornali, riviste e periodici. Con una dimensione dimpresa in media di poco inferiore ai sette addetti, il comparto impiega complessivamente poco pi di 40.500 addetti. In Italia, ogni anno vengono stampate in media 4,5 copie di opere librarie per ogni abitante, ma solo il 44,1 per cento degli italiani ha letto nel corso del 2006 almeno un libro nel tempo libero. Nel 2007 il 43 per cento degli italiani di 6 anni e pi che utilizzano Internet ha letto o scaricato on line libri e giornali e/o riviste. Pi di un quinto ha ascoltato la radio in linea e guardato programmi televisivi tramite web. Nel 2006 il 40 per cento delle famiglie italiane e il 49 per cento di quelle europee dispone di un proprio accesso alla rete web da casa.

Cultura

La dimensione culturale importante in tutte le economie avanzate. infatti associata positivamente alla crescita del reddito pro capite e assume nel nostro Paese una particolare rilevanza, sia con riferimento alla dotazione di beni storici artistici e culturali (in Italia sono localizzati 40 siti culturali definiti patrimonio dellumanit dallUNESCO), sia perch nelle attivit ricreative e culturali dei cittadini italiani emergono alcune significative peculiarit di atteggiamento e di comportamento.

Nel corso del 2005 le famiglie italiane hanno destinato in media ai consumi culturali (spese per ricreazione e cultura) il 6,9 per cento della spesa complessiva per consumi finali. La quota destinata ai consumi culturali gi inferiore a quella media europea diminuita rispetto allanno precedente e colloca lItalia al quintultimo posto nellUe.

77
Cultura Quota della spesa delle famiglie per consumi culturali

Cala linvestimento in cultura Cala linvestimento in cultura nelle spese delle famiglie nelle spese delle famiglie
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

La spesa delle famiglie per consumi culturali rappresenta uno La spesa delle famiglie per consumi culturali rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dallUnione europea per lala degli indicatori chiave individuati dallUnione europea per valutazione delle politiche per lolo sviluppo delle condizioni di valutazione delle politiche per sviluppo delle condizioni di vita e e del welfare nel lungo termine. vita del welfare nel lungo termine. Nel corso del 2005 inin media le famiglie italiane destinano alla Nel corso del 2005 media le famiglie italiane destinano alla spesa per ricreazione e e cultura il 6,9 per cento della spesa spesa per ricreazione cultura il 6,9 per cento della spesa complessiva per consumi finali (2,1 per cento inin meno rispetto complessiva per consumi finali (2,1 per cento meno rispetto allanno precedente). allanno precedente).
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Complessivamente, i valori registrati nelle regioni del CentroComplessivamente, i valori registrati nelle regioni del CentroNord sono superiori alla media nazionale, mentre lele regioni del Nord sono superiori alla media nazionale, mentre regioni del Mezzogiorno scontano uno svantaggio quantificabile ininun Mezzogiorno scontano uno svantaggio quantificabile un punto percentuale rispetto alla media nazionale. punto percentuale rispetto alla media nazionale. I valori pi bassi inin assoluto, inferiori al 6 per cento, si rilevano I valori pi bassi assoluto, inferiori al 6 per cento, si rilevano Calabria, Sicilia, Campania, Molise e Valle dAosta. Cominin Calabria, Sicilia, Campania, Molise e Valle dAosta. Complessivamente, landamento della spesa negli ultimi anni moplessivamente, landamento della spesa negli ultimi anni mostra come, dopo un periodo didi sostanziale stabilit, la spesa stra come, dopo un periodo sostanziale stabilit, la spesa culturale delle famiglie abbia registrato una flessione tra il 2004 culturale delle famiglie abbia registrato una flessione tra il 2004 e e il 2005, riassorbendo in parte gli incrementi relativi registrati il 2005, riassorbendo in parte gli incrementi relativi registrati nellanno precedente. nellanno precedente. Spesa delle famiglie per ricreazione e e cultura sul totale Spesa delle famiglie per ricreazione cultura sul totale della spesa per consumi finali per regione Anno 2005 della spesa per consumi finali per regione Anno 2005 (valori percentuali) (valori percentuali)

Spesa delle famiglie per ricreazione e e cultura sul totale della spesa per consumi finali nei paesi Ue (a) Anno 2005 Spesa delle famiglie per ricreazione cultura sul totale della spesa per consumi finali nei paesi Ue (a) Anno 2005 (valori percentuali) (valori percentuali)
14 14 12 12 10 10
88 66 44 22 00
Re Regn gno o Un Re Ui Repu S n to pubb Sve ito bblic vez ia lic a C z ia a e Cc Au ec a Aust a Fi s ria Finla tria nl n a nd i Da da Da ni Ma ia nima Malta Pamarca lta Paes rca (b esi B (b) i Ba ) S assi Slov ssi G love n Ger m e nia er a ia mn Fr ania Fra n ia a nci Be cia Belg a S lgio p i Sl Spagn o Slov agna ova c a a ch Escc hia Esto ia tonia n C ia Un Ciip ro Lu U g p r Lu ss n ghe o ss em heria emb ria burg u Irl rg o Irlan o anda Po d Polo a Le lonia Letto nia ttoni nia Po Porto Ita a rtoga Ita lia ga llo lia Li llo (b) L t u (b G ituan i ) Gre a a Ro re cia n ia Rom cia (b ma n (b) a nia ) ia (b (b) )
Ue27 Ue27

La quota della spesa delle famiglie per consumi culturali misuLa quota della spesa delle famiglie per consumi culturali misurara le spese per lacquisto di beni e servizi di carattere ricreativo le spese per lacquisto di beni e servizi di carattere ricreativo e e culturale sul totale della spesa per consumi finali delle famiculturale sul totale della spesa per consumi finali delle famiglie. Secondo lala classificazione Nace Rev.1 delle attivit ecoglie. Secondo classificazione Nace Rev.1 delle attivit economiche, il il settore "Ricreazione e cultura" comprende le senomiche, settore "Ricreazione e cultura" comprende le seguenti attivit (Sezione OA.92): produzioni e e distribuzioni ciguenti attivit (Sezione OA.92): produzioni distribuzioni cinematografiche e e di video; attivit radio televisive; altre attivit nematografiche di video; attivit radio televisive; altre attivit dello spettacolo (es. discoteche e esale giochi); attivit delle dello spettacolo (es. discoteche sale giochi); attivit delle agenzie didi stampa; attivit di biblioteche, archivi, musei ed altre agenzie stampa; attivit di biblioteche, archivi, musei ed altre attivit culturali; attivit sportive; altre attivit ricreative (es. attivit culturali; attivit sportive; altre attivit ricreative (es. giochi d'azzardo). giochi d'azzardo).
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Annual National Accounts, ESA 1995 Fonte: Eurostat, Annual National Accounts, ESA 1995 (a) Bulgaria: dato non disponibile. (a) Bulgaria: dato non disponibile. (b) Dati riferiti 2004. (b) Dati riferiti al al 2004.

Il Il confronto internazionale mette in luce come le spese sosteconfronto internazionale mette in luce come le spese sostenute dalle famiglie italiane per i consumi culturali siano decinute dalle famiglie italiane per i consumi culturali siano decisamente inferiori non solo alla media dei paesi Ue15 (9,6 per samente inferiori non solo alla media dei paesi Ue15 (9,6 per cento), ma anche alle spese dei paesi didi pi recente adesione cento), ma anche alle spese dei paesi pi recente adesione (media Ue27 pari a a 9,5 per cento). La quota dei consumi cultu(media Ue27 pari 9,5 per cento). La quota dei consumi culturali e e ricreativi delle famiglie italiane superiore solamente a rali ricreativi delle famiglie italiane superiore solamente a quelle rilevate inin Portogallo, Lituania, Grecia e Romania, paesi quelle rilevate Portogallo, Lituania, Grecia e Romania, paesi per i quali i dati sono, per altro, riferiti alal 2004. Nella graduatoper i quali i dati sono, per altro, riferiti 2004. Nella graduatoria europea lItalia si si posiziona solo al ventiduesimo posto, con ria europea lItalia posiziona solo al ventiduesimo posto, con un valore percentuale che risulta didi oltre 4 punti inferiore a un valore percentuale che risulta oltre 4 punti inferiore a quello didiRegno Unito, Svezia, Repubblica Ceca, Austria e e quello Regno Unito, Svezia, Repubblica Ceca, Austria Finlandia. Finlandia. Inoltre, il il gap rispetto ai paesi europei aumentato negli ultimi Inoltre, gap rispetto ai paesi europei aumentato negli ultimi anni. Infatti, lincidenza delle spese destinate a a scopi ricreativi anni. Infatti, lincidenza delle spese destinate scopi ricreativi e e culturali diminuita rispetto al 2000, passando in Italia dal culturali diminuita rispetto al 2000, passando in Italia dal 7,3 per cento alal 6,9 per cento, a fronte di un decremento per la 7,3 per cento 6,9 per cento, a fronte di un decremento per la media dei paesi Ue 27 dal 9,7 per cento alal 9,5 per cento. media dei paesi Ue 27 dal 9,7 per cento 9,5 per cento. InIn proporzione, la spesa maggiore per beni e servizi a caratproporzione, la spesa maggiore per beni e servizi a carattere culturale sostenuta nel Nord, dove rappresenta una tere culturale sostenuta nel Nord, dove rappresenta una quota pari alal 7,5 per cento della spesa complessiva per conquota pari 7,5 per cento della spesa complessiva per consumi finali. Nello specifico, lala regione nella quale si registra il sumi finali. Nello specifico, regione nella quale si registra il maggior investimento culturale delle famiglie lEmiliamaggior investimento culturale delle famiglie lEmiliaRomagna, dove lincidenza delle spese delle famiglie per Romagna, dove lincidenza delle spese delle famiglie per consumi ricreativi e e culturali raggiunge l8,1 per cento della consumi ricreativi culturali raggiunge l8,1 per cento della spesa totale per consumi finali, restando comunque inferiore spesa totale per consumi finali, restando comunque inferiore alla media europea. alla media europea.
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Spesa delle famiglie per ricreazione cultura sul totale della spesa per consumi finali (A) e variazioni annue (B) per Spesa delle famiglie per ricreazione e e cultura sul totale della spesa per consumi finali (A) e variazioni annue (B) per regione Anni 2001-2005 (valori percentuali e variazioni percentuali annue su valori concatenati - - anno riferimento 2000) regione Anni 2001-2005 (valori percentuali e variazioni percentuali annue su valori concatenati anno didi riferimento 2000)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2001 2001
AA BB

2002 2002
AA BB

2003 2003
AA BB

2004 2004
AA BB

2005 2005
AA BB

8,4 8,4 5,7 5,7 7,7 7,7 7,0 7,0 6,9 6,9 6,4 6,4 7,3 7,3 8,0 8,0 7,2 7,2 8,5 8,5 7,6 7,6 7,3 7,3 7,9 7,9 6,6 6,6 6,6 6,6 6,2 6,2 6,1 6,1 6,4 6,4 7,2 7,2 5,9 5,9 5,8 5,8 6,2 6,2 7,8 7,8 8,0 8,0 7,1 7,1 7,7 7,7 6,2 6,2 7,2 7,2

-0,8 -0,8 0,5 0,5 -0,4 -0,4 -1,2 -1,2 0,5 0,5 1,1 1,1 -0,1 -0,1 0,8 0,8 -0,7 -0,7 0,3 0,3 -0,1 -0,1 1,1 1,1 -0,3 -0,3 -1,4 -1,4 -1,6 -1,6 -1,0 -1,0 -2,3 -2,3 -0,7 -0,7 -0,7 -0,7 -1,3 -1,3 -1,6 -1,6 -1,0 -1,0 -0,6 -0,6 0,4 0,4 -0,6 -0,6 -0,3 -0,3 -1,5 -1,5 -0,6 -0,6

8,4 8,4 5,7 5,7 7,6 7,6 6,9 6,9 6,9 6,9 6,4 6,4 7,3 7,3 7,9 7,9 7,1 7,1 8,4 8,4 7,6 7,6 7,1 7,1 7,8 7,8 6,5 6,5 6,6 6,6 6,2 6,2 6,1 6,1 6,3 6,3 7,2 7,2 5,9 5,9 5,8 5,8 6,2 6,2 7,7 7,7 7,9 7,9 7,1 7,1 7,6 7,6 6,1 6,1 7,2 7,2

-0,1 -0,1 -0,4 -0,4 -1,8 -1,8 -1,3 -1,3 -1,4 -1,4 -1,2 -1,2 -1,5 -1,5 -1,3 -1,3 -1,3 -1,3 0,1 0,1 -0,7 -0,7 -1,2 -1,2 -0,4 -0,4 -0,5 -0,5 -0,5 -0,5 -0,2 -0,2 -0,8 -0,8 -0,8 -0,8 -0,1 -0,1 -0,6 -0,6 0,0 0,0 -0,8 -0,8 -1,3 -1,3 -0,7 -0,7 -0,6 -0,6 -0,9 -0,9 -0,5 -0,5 -0,8 -0,8

8,1 8,1 5,7 5,7 7,5 7,5 6,8 6,8 6,7 6,7 6,3 6,3 7,2 7,2 7,7 7,7 6,9 6,9 8,2 8,2 7,4 7,4 7,0 7,0 7,7 7,7 6,4 6,4 6,5 6,5 6,1 6,1 5,9 5,9 6,2 6,2 7,0 7,0 5,8 5,8 5,9 5,9 6,2 6,2 7,6 7,6 7,7 7,7 6,9 6,9 7,4 7,4 6,0 6,0 7,0 7,0

0,7 0,7 0,9 0,9 0,0 0,0 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 0,5 0,5 0,4 0,4 0,6 0,6 0,7 0,7 0,6 0,6 1,0 1,0 0,4 0,4 0,4 0,4 0,2 0,2 0,5 0,5 1,1 1,1 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 0,7 0,7 0,2 0,2 0,5 0,5 0,6 0,6 0,4 0,4 0,8 0,8 0,5 0,5

8,3 8,3 5,7 5,7 7,6 7,6 7,0 7,0 6,8 6,8 6,4 6,4 7,3 7,3 7,8 7,8 7,1 7,1 8,5 8,5 7,6 7,6 7,1 7,1 7,9 7,9 6,5 6,5 6,6 6,6 6,2 6,2 6,0 6,0 6,3 6,3 7,1 7,1 5,8 5,8 6,0 6,0 6,3 6,3 7,7 7,7 7,9 7,9 7,1 7,1 7,6 7,6 6,1 6,1 7,2 7,2

4,2 4,2 3,1 3,1 4,2 4,2 4,8 4,8 4,1 4,1 3,4 3,4 4,7 4,7 3,5 3,5 4,8 4,8 5,7 5,7 3,8 3,8 4,0 4,0 4,6 4,6 3,8 3,8 3,0 3,0 3,8 3,8 2,8 2,8 2,6 2,6 2,9 2,9 2,7 2,7 2,7 2,7 3,1 3,1 4,2 4,2 4,6 4,6 3,9 3,9 4,3 4,3 2,8 2,8 3,9 3,9

7,9 7,9 5,5 5,5 7,3 7,3 6,8 6,8 6,4 6,4 6,1 6,1 6,7 6,7 7,4 7,4 6,7 6,7 8,1 8,1 7,2 7,2 7,0 7,0 7,6 7,6 6,1 6,1 6,3 6,3 5,9 5,9 5,8 5,8 6,1 6,1 6,8 6,8 5,5 5,5 5,7 5,7 6,0 6,0 7,4 7,4 7,5 7,5 6,7 6,7 7,2 7,2 5,9 5,9 6,9 6,9

-2,8 -2,8 -3,0 -3,0 -2,0 -2,0 -0,9 -0,9 -4,1 -4,1 -2,0 -2,0 -5,9 -5,9 -2,5 -2,5 -2,9 -2,9 -2,1 -2,1 -2,6 -2,6 0,4 0,4 -2,2 -2,2 -3,4 -3,4 -2,5 -2,5 -0,3 -0,3 -1,2 -1,2 -0,6 -0,6 -1,9 -1,9 -1,9 -1,9 -1,0 -1,0 -2,5 -2,5 -2,1 -2,1 -2,5 -2,5 -2,7 -2,7 -2,4 -2,4 -1,3 -1,3 -2,1 -2,1

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

Fonti Fonti

NNEurostat, Annual National Accounts, ESA 1995 Eurostat, Annual National Accounts, ESA 1995 NNIstat, Conti economici regionali Istat, Conti economici regionali

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Conti economici regionali, 2000-2006 Istat, Conti economici regionali, 2000-2006 NNEurostat, Household Budget Survey Eurostat, Household Budget Survey Siti internet Siti internet NNhttp://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ NNhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

100 statistiche per il Paese

Basso, ma in crescita, il peso Basso, ma in crescita, il peso dei lavoratori dipendenti nel settore dei lavoratori dipendenti nel settore

Cultura Quota di lavoro impiegato nel settore ricreazione e cultura

UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

La quota di lavoro impiegata in Italia nelle attivit destinate alla La quota di lavoro impiegata in Italia nelle attivit destinate alla produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura quantificabile, nel 2005, all1,4 per cento del numero complesquantificabile, nel 2005, all1,4 per cento del numero complessivo di unit di lavoro. Questo valore rappresenta ilil volume di sivo di unit di lavoro. Questo valore rappresenta volume di lavoro del settore culturale, al netto del settore editoriale, e lavoro del settore culturale, al netto del settore editoriale, e risulta stabile nel tempo, senza variazioni significative nel corrisulta stabile nel tempo, senza variazioni significative nel corso degli ultimi anni. so degli ultimi anni.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

culturale in termini occupazionali (1,1 per cento) significativaculturale in termini occupazionali (1,1 per cento) significativamente inferiore alla media. In particolare in Puglia, Molise, mente inferiore alla media. In particolare in Puglia, Molise, Basilicata e Calabria la percentuale di unit di lavoro impiegate Basilicata e Calabria la percentuale di unit di lavoro impiegate nel settore inferiore allunit. In un quadro di sostanziale nel settore inferiore allunit. In un quadro di sostanziale staticit, ilil gap del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale staticit, gap del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale non solo non si andato riducendo nel corso del tempo, ma si non solo non si andato riducendo nel corso del tempo, ma si leggermente dilatato negli ultimi anni. leggermente dilatato negli ultimi anni. Unit di lavoro impiegate nel settore ricreazione e cultura Unit di lavoro impiegate nel settore ricreazione e cultura sul totale delle unit di lavoro per regione Anno 2005 sul totale delle unit di lavoro per regione Anno 2005 (valori percentuali) (valori percentuali)

Unit di lavoro dipendenti sul totale delle unit di lavoro in Italia, per il settore ricreazione e cultura Unit di lavoro dipendenti sul totale delle unit di lavoro in Italia, per il settore ricreazione e cultura e per il complesso delle attivit economiche Anni 2000-2005 (valori percentuali) e per il complesso delle attivit economiche Anni 2000-2005 (valori percentuali)
72 72 70 70 68 68 66 66
64 64 62 62 60 60 2000 2000 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 Attivit ricreative, Attivit ricreative, culturali e culturali e sportive sportive

Totale attivit Totale attivit economiche economiche

Lindicatore proposto quantifica la quota di unit di lavoro (Ula) Lindicatore proposto quantifica la quota di unit di lavoro (Ula) del settore Ricreazione e cultura rispetto alle Ula del totale del settore Ricreazione e cultura rispetto alle Ula del totale delle attivit economiche. delle attivit economiche. IlIl settore "Ricreazione e cultura" comprende, secondo la classettore "Ricreazione e cultura" comprende, secondo la classificazione Nace Rev.1 delle attivit economiche, le seguenti sificazione Nace Rev.1 delle attivit economiche, le seguenti attivit (Sezione OA.92): produzioni e distribuzioni cinematoattivit (Sezione OA.92): produzioni e distribuzioni cinematografiche e di video; attivit radio televisive; altre attivit dello grafiche e di video; attivit radio televisive; altre attivit dello spettacolo (es. discoteche e sale giochi); attivit delle agenzie spettacolo (es. discoteche e sale giochi); attivit delle agenzie di stampa; attivit di biblioteche, archivi, musei ed altre attivit di stampa; attivit di biblioteche, archivi, musei ed altre attivit culturali; attivit sportive; altre attivit ricreative (es. giochi culturali; attivit sportive; altre attivit ricreative (es. giochi d'azzardo). Non sono comprese le attivit del settore Editoria. d'azzardo). Non sono comprese le attivit del settore Editoria. Sono 334 mila gli occupati che partecipano al processo di Sono 334 mila gli occupati che partecipano al processo di produzione di beni e servizi a carattere culturale e ricreativo, produzione di beni e servizi a carattere culturale e ricreativo, corrispondenti a 329 mila unit di lavoro equivalente a tempo corrispondenti a 329 mila unit di lavoro equivalente a tempo pieno. pieno. Di queste unit di lavoro poco meno di due su tre (il 63,6 per Di queste unit di lavoro poco meno di due su tre (il 63,6 per cento) sono dipendenti. Tale composizione delle risorse rapcento) sono dipendenti. Tale composizione delle risorse rappresenta una specificit dellorganizzazione lavorativa del setpresenta una specificit dellorganizzazione lavorativa del settore culturale, poich ilil tasso di lavoro dipendente risulta di tore culturale, poich tasso di lavoro dipendente risulta di oltre 7 punti percentuali inferiore al valore medio registrato per oltre 7 punti percentuali inferiore al valore medio registrato per ililcomplesso delle attivit economiche (71,2 per cento). complesso delle attivit economiche (71,2 per cento). Osservando landamento del settore nel corso del tempo, tra ilil Osservando landamento del settore nel corso del tempo, tra 2000 e ilil 2005 la quota di lavoro dipendente cresciuta dal 2000 e 2005 la quota di lavoro dipendente cresciuta dal 60,8 per cento al 63,6 per cento del totale. Lincremento si 60,8 per cento al 63,6 per cento del totale. Lincremento si manifestato con un ritmo significativamente superiore rispetto manifestato con un ritmo significativamente superiore rispetto alla media: nello stesso periodo, infatti, ilillavoro dipendente del alla media: nello stesso periodo, infatti, lavoro dipendente del settore cresciuto di 2,8 punti, rispetto all1,6 che corrisponde settore cresciuto di 2,8 punti, rispetto all1,6 che corrisponde alla performance complessiva del sistema economico italiano. alla performance complessiva del sistema economico italiano. In termini occupazionali, ilil settore aumentato del 3,5 per In termini occupazionali, settore aumentato del 3,5 per cento tra ilil 2000 e ilil 2005, a fronte di un incremento complescento tra 2000 e 2005, a fronte di un incremento complessivo del numero totale di occupati del 5,9 per cento. sivo del numero totale di occupati del 5,9 per cento. Dal punto di vista territoriale, lincidenza del settore culturale in Dal punto di vista territoriale, lincidenza del settore culturale in termini di volume di lavoro impiegato appare sostanzialmente termini di volume di lavoro impiegato appare sostanzialmente uniforme nel Centro-Nord. Le sole regioni che si discostano uniforme nel Centro-Nord. Le sole regioni che si discostano sensibilmente dalla media nazionale e che mettono in luce una sensibilmente dalla media nazionale e che mettono in luce una maggiore presenza di lavoro culturale sono la Valle dAosta e maggiore presenza di lavoro culturale sono la Valle dAosta e ilil Lazio, dove le quote di unit di lavoro impiegate nel settore Lazio, dove le quote di unit di lavoro impiegate nel settore costituiscono rispettivamente ilil 2,7 per cento e ilil2,6 per cento costituiscono rispettivamente 2,7 per cento e 2,6 per cento del totale delle risorse impiegate. Sul versante opposto, le del totale delle risorse impiegate. Sul versante opposto, le regioni del Mezzogiorno mostrano un peso relativo del settore regioni del Mezzogiorno mostrano un peso relativo del settore
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Contabilit nazionale, Conti economici nazionali Fonte: Istat, Contabilit nazionale, Conti economici nazionali

Unit di lavoro impiegate nel settore ricreazione e cultura sul totale delle unit di lavoro per regione Unit di lavoro impiegate nel settore ricreazione e cultura sul totale delle unit di lavoro per regione Anni 2000-2005 (valori percentuali) Anni 2000-2005 (valori percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen
Trento Trento

2000 2000 1,2 1,2 3,1 3,1 1,3 1,3 1,6 1,6 1,3 1,3 1,4 1,4
1,2 1,2 1,0 1,0 1,2 1,2 1,5 1,5 1,6 1,6 1,5 1,5 1,1 1,1 2,5 2,5 1,5 1,5 0,9 0,9 1,2 1,2 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 1,5 1,2 1,2 1,3 1,3 1,3 1,3 1,9 1,9 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4

2001 2001 1,3 1,3 3,1 3,1 1,3 1,3 1,6 1,6 1,4 1,4 1,4 1,4
1,3 1,3 1,1 1,1 1,3 1,3 1,5 1,5 1,6 1,6 1,6 1,6 1,2 1,2 2,6 2,6 1,5 1,5 0,9 0,9 1,2 1,2 1,0 1,0 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 1,5 1,3 1,3 1,4 1,4 1,3 1,3 2,0 2,0 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4

2002 2002 1,3 1,3 2,9 2,9 1,3 1,3 1,6 1,6 1,3 1,3 1,4 1,4
1,3 1,3 1,1 1,1 1,3 1,3 1,5 1,5 1,6 1,6 1,5 1,5 1,2 1,2 2,6 2,6 1,5 1,5 0,9 0,9 1,2 1,2 1,0 1,0 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4 1,3 1,3 2,0 2,0 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4

2003 2003 1,3 1,3 2,9 2,9 1,3 1,3 1,6 1,6 1,4 1,4 1,4 1,4
1,4 1,4 1,1 1,1 1,3 1,3 1,5 1,5 1,6 1,6 1,4 1,4 1,1 1,1 2,6 2,6 1,5 1,5 0,9 0,9 1,2 1,2 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4 1,3 1,3 2,0 2,0 1,5 1,5 1,2 1,2 1,4 1,4

2004 2004 1,3 1,3 2,8 2,8 1,3 1,3 1,6 1,6 1,3 1,3 1,4 1,4
1,2 1,2 1,1 1,1 1,2 1,2 1,4 1,4 1,5 1,5 1,4 1,4 1,1 1,1 2,7 2,7 1,4 1,4 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 1,4 1,4 1,2 1,2 1,3 1,3 1,2 1,2 2,0 2,0 1,5 1,5 1,1 1,1 1,4 1,4

2005 2005 1,3 1,3 2,7 2,7 1,3 1,3 1,5 1,5 1,3 1,3 1,4 1,4
1,2 1,2 1,1 1,1 1,2 1,2 1,4 1,4 1,5 1,5 1,3 1,3 1,1 1,1 2,6 2,6 1,4 1,4 0,9 0,9 1,1 1,1 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 1,4 1,4 1,2 1,2 1,3 1,3 1,2 1,2 1,9 1,9 1,5 1,5 1,1 1,1 1,4 1,4

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania

Fonti Fonti

Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Istat, Conti economici regionali N Istat, Conti economici regionali

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, Contabilit nazionale. Conti economici nazionali, 1970-2005 N Istat, Contabilit nazionale. Conti economici nazionali, 1970-2005 N Istat, Conti economici regionali, 2000-2006 N Istat, Conti economici regionali, 2000-2006 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it

Fonte: Istat, Conti economici regionali Fonte: Istat, Conti economici regionali

78

100 statistiche per il Paese

79
Cultura Quota di lettori di libri

Molti libri e pochi lettori


UNO SGUARDO DINSIEME

In Italia ogni anno vengono stampate in media 4,5 copie di opere librarie per abitante, e in particolare: quasi 12 copie di libri scolastici per ogni alunno, oltre cinque copie di libri per ragazzi per ogni ragazzo tra i 6 e i 14 anni e meno di quattro copie del genere varia adulti per adulto. A fronte di tale produzione editoriale, nel 2006, solo il 44,1 per cento degli italiani ha letto nel corso dellanno almeno un libro nel tempo libero.
DEFINIZIONI UTILIZZATE

Nonostante il panorama fortemente disomogeneo, si riscontra una differenza di genere trasversale e rilevante: le donne leggono pi degli uomini. Lo scarto tra la quota di lettori dei due sessi , infatti, di quasi 10 punti percentuali (64,7 per cento di lettrici e 54,8 per cento di lettori tra la popolazione di almeno 15 anni); lo svantaggio dei maschi parzialmente attenuato solo dalle letture che questi svolgono per motivi strettamente professionali o scolastici. Persone di 6 anni e pi che hanno letto almeno un libro nel tempo libero durante gli ultimi 12 mesi per regione Anno 2006 (per 100 persone della stessa regione)

Persone di 15 anni e pi che hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi nei paesi Ue Anno 2007 (valori percentuali)
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
P a S ve es z i a iB a Re Da s s ni i pu m bb a lic rc a Re a C gn ec a o U G n it er o m S l an ov i a ac ch A u ia st r E s ia to ni Fi nl a an Un d i a gh er Irl ia an L da Lu e tt ss oni em a bu S l rg o ov en F r ia an cia Be lg Li i o tu an P o ia lo ni a Ita lia G re c S p ia ag Bu n a lg a Ro r i a m an ia C P o ip r rto o ga llo M al ta
Ue27

Per lettori si intendono in senso stretto coloro che dichiarano di aver letto libri nel tempo libero, per motivi non strettamente professionali e/o scolastici. Nei dati di Eurobarometro si considera la lettura di libri da parte della popolazione di 15 anni e pi anche per motivi professionali e/o scolastici. Nel confronto internazionale, la propensione alla lettura degli italiani risulta decisamente inferiore alla media europea. Nel 2007 la quota di persone di 15 anni e pi che hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi, compresi i testi scolastici e le letture per motivi professionali, non supera in Italia il 63 per cento, a fronte di un valore medio per i paesi dellUe27 pari al 71 per cento. LItalia risulta soltanto al ventesimo posto della graduatoria europea. Lo svantaggio nazionale ulteriormente evidente se si considera che sette paesi europei registrano una quota di lettori superiore all80 per cento. Nel nostro Paese, quindi, oltre un italiano su tre non ha mai letto un libro e solo in Grecia, Spagna, Bulgaria, Romania, Cipro, Portogallo e Malta si registra una minore confidenza con i libri. Se poi si fa riferimento allabitudine alla lettura, cio ai comportamenti svolti con una certa continuit, escludendo quelli occasionali, lo svantaggio dellItalia si accentua. La quota di persone che negli ultimi 12 mesi si sono dedicate alla lettura pi di cinque volte pari in Italia al 20 per cento, a fronte di un valore medio per i 27 paesi dellUnione del 37 per cento. In Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Estonia e Lettonia almeno la met della popolazione legge libri assiduamente. A fronte di una propensione alla lettura di libri da parte degli italiani complessivamente modesta rispetto a quella dei cittadini degli altri paesi europei, si riscontrano comportamenti significativamente diversi a livello territoriale. Nelle regioni del Centro-Nord circa la met delle persone di almeno 6 anni dichiara nel 2006 di aver letto almeno un libro nel tempo libero durante gli ultimi 12 mesi, e il tasso di lettori raggiunge valori massimi nella provincia autonoma di Bolzano (58,3 per cento), in quella di Trento (54,6) e in Lombardia (54,0). Nelle regioni del Mezzogiorno, invece, meno di una persona su tre (32,8 per cento) legge almeno un libro allanno nel tempo libero e, in particolare, Calabria, Sicilia e Campania sono le realt territoriali con la minore partecipazione alla lettura.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Eurobarometer, European Cultural Values

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

Persone di 15 anni e pi che leggono libri in Italia, per tipologia di lettore e sesso Anno 2006 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
TIPOLOGIE DI LETTORI Nel tempo libero di cui: Solo nel tempo libero Sia nel tempo libero sia per motivi professionali e/o scolastici Solo per motivi professionali e/o scolastici Lettori morbidi (a) Totale persone che leggono libri Maschi 37,3 25,7 11,6 4,4 13,2 54,8 Femmine 48,1 36,3 11,8 2,3 14,3 64,7 Totale 42,9 31,2 11,7 3,3 13,8 59,9

Fonti

N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 N Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie I cittadini e il tempo libero, 2006 N Eurostat, Eurobarometer 67.1, 2007

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, La lettura di libri in Italia, 2006, Statistiche in breve, 10 maggio 2007 N Istat, La vita quotidiana nel 2006. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 N Eurostat, European Cultural Values, 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie I cittadini e il tempo libero (a) Persone che si erano definite "non lettori", ma che, ulteriormente sollecitate, hanno dichiarato di aver letto alcuni tipi di libri che non consideravano tali.

100 statistiche per il Paese

Bassa la propensione alla lettura Bassa la propensione alla lettura dei quotidiani dei quotidiani
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Circa un italiano su due non legge alcun quotidiano oolo legge Circa un italiano su due non legge alcun quotidiano lo legge in modo assolutamente occasionale. Nel 2006, infatti, solo ilil in modo assolutamente occasionale. Nel 2006, infatti, solo 58,3 per cento della popolazione italiana di 66anni eepi ha 58,3 per cento della popolazione italiana di anni pi ha dichiarato di leggere ililgiornale almeno una volta alla settimadichiarato di leggere giornale almeno una volta alla settimana. La quota si riduce ulteriormente se si fa riferimento aachi ha na. La quota si riduce ulteriormente se si fa riferimento chi ha labitudine di leggere con una cadenza di almeno cinque volte labitudine di leggere con una cadenza di almeno cinque volte aa settimana, dal momento che i i lettori assidui di quotidiani settimana, dal momento che lettori assidui di quotidiani sono ilil40,2 per cento del numero complessivo dei lettori. sono 40,2 per cento del numero complessivo dei lettori.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

taggio cronico, al quale corrisponde un tasso che non supera ilil taggio cronico, al quale corrisponde un tasso che non supera 50,6 per cento nelle Isole. 46,2 per cento di lettori nel Sud eeilil50,6 per cento nelle Isole. 46,2 per cento di lettori nel Sud Inoltre, solo uno su tre di coloro che nel Mezzogiorno si dichiaInoltre, solo uno su tre di coloro che nel Mezzogiorno si dichiarano lettori, consulta i iquotidiani con una cadenza di almeno rano lettori, consulta quotidiani con una cadenza di almeno cinque volte aasettimana, dimostrandosi frequentatore abituale cinque volte settimana, dimostrandosi frequentatore abituale della carta stampata, mentre al Centro-Nord la quota supera ilil della carta stampata, mentre al Centro-Nord la quota supera 40 per cento. 40 per cento. Persone di 66anni eepi che hanno letto quotidiani almeno Persone di anni pi che hanno letto quotidiani almeno una volta aasettimana negli ultimi 12 mesi, per regione una volta settimana negli ultimi 12 mesi, per regione Anno 2006 (per 100 persone della stessa regione) Anno 2006 (per 100 persone della stessa regione)

Numero medio di copie di quotidiani distribuite per 1.000 abitanti nei paesi Ue (a) Anno 2004 Numero medio di copie di quotidiani distribuite per 1.000 abitanti nei paesi Ue (a) Anno 2004
500 500 450 450 400 400 350 350 300 300 250 250 200 200 150 150 100 100 50 50 00
Sv Sve z ezia F Fiinl ia nlan a Da nd a Da n d iia niim mar arca c Au a Aus Pa tr Pae striia a s esi iB Re Bass Re g assi i n gno oU Un t G n iito Ger o e Lu r ma Lu s mani a s sse nia m emb u burg o Un rg o Un g h ghe r er ia ia Re E Re p Esto u pub stoni b nia bb li c lica a aC e Cec ca Ir a Irllan and S da Sllov a ove n e nia F r ia Fra nc an a ciia Be Belg lgio Le io Le tt o tton nia Sp ia Spa g agn a na Ita Ita li S a Sllov lia ova c a cc h chia P o ia Polo loni na B u ia Bulg lgar ar ia Ro Ro m ia ma n a nia ia

IlIl numero di copie di quotidiani distribuite al giorno, sia numero di copie di quotidiani distribuite al giorno, sia allinterno di ciascun paese sia allestero, secono la definizione allinterno di ciascun paese sia allestero, secono la definizione di circolazione media (Unesco), comprende ililnumero di codi circolazione media (Unesco), comprende numero di copie vendute, in abbonamento oodistribuite gratuitamente. pie vendute, in abbonamento distribuite gratuitamente. Lindicatore prodotto per ililconfronto Ue rapporta la circolazioLindicatore prodotto per confronto Ue rapporta la circolazione media agli abitanti, mentre i i confronti regionali sono ene media agli abitanti, mentre confronti regionali sono espressi in numero di lettori di 66anni eepi rapportati alla popospressi in numero di lettori di anni pi rapportati alla popolazione residente con le stesse caratteristiche. lazione residente con le stesse caratteristiche. In base aauna rilevazione campionaria svolta nei paesi europei In base una rilevazione campionaria svolta nei paesi europei nel 2001 eepubblicata da Eurostat, in media oltre tre europei su nel 2001 pubblicata da Eurostat, in media oltre tre europei su quattro risultavano leggere ililgiornale almeno una volta aasetquattro risultavano leggere giornale almeno una volta settimana. In Italia la lettura di quotidiani con la stessa frequenza timana. In Italia la lettura di quotidiani con la stessa frequenza riguardava meno del 62 per cento della popolazione di 11 anni riguardava meno del 62 per cento della popolazione di 11 anni eepi, una quota per altro sostanzialmente stabile nel corso pi, una quota per altro sostanzialmente stabile nel corso degli anni. degli anni. La modesta diffusione dei quotidiani che caratterizza ililnostro La modesta diffusione dei quotidiani che caratterizza nostro paese nel confronto internazionale documentata anche dal paese nel confronto internazionale documentata anche dal ridotto numero di copie di quotidiani distribuito rispetto alla ridotto numero di copie di quotidiani distribuito rispetto alla popolazione di riferimento. In Italia, infatti, nel 2004, si calcolapopolazione di riferimento. In Italia, infatti, nel 2004, si calcolano in media 138 copie di quotidiani distribuite ogni giorno per no in media 138 copie di quotidiani distribuite ogni giorno per 1.000 abitanti, un valore che colloca ililnostro Paese in fondo 1.000 abitanti, un valore che colloca nostro Paese in fondo alla graduatoria internazionale proposta dallUnesco. Dei venalla graduatoria internazionale proposta dallUnesco. Dei ventidue paesi rappresentati, solo Slovacchia, Polonia, Bulgaria ee tidue paesi rappresentati, solo Slovacchia, Polonia, Bulgaria Romania presentano valori inferiori aaquello italiano, mentre aa Romania presentano valori inferiori quello italiano, mentre Svezia ee Finlandia corrispondono valori medi addirittura tre Svezia Finlandia corrispondono valori medi addirittura tre volte superiori aaquello del nostro Paese. volte superiori quello del nostro Paese. IlIlvalore medio pro capite di quotidiani distribuiti risulta per in valore medio pro capite di quotidiani distribuiti risulta per in tendenziale aumento in Italia, considerando che era pari aa tendenziale aumento in Italia, considerando che era pari poco pi di 123 copie per 1.000 abitanti nel 2000. poco pi di 123 copie per 1.000 abitanti nel 2000. Linteresse per i iquotidiani decisamente maggiore nel Nord, Linteresse per quotidiani decisamente maggiore nel Nord, dove oltre ilil 65 per cento della popolazione legge i i giornali dove oltre 65 per cento della popolazione legge giornali almeno una volta aa settimana. Nelle regioni dellItalia Nordalmeno una volta settimana. Nelle regioni dellItalia Nordoccidentale, tuttavia, la quota corrispondente di lettori ha subito occidentale, tuttavia, la quota corrispondente di lettori ha subito una progressiva flessione negli ultimi anni, passando dal 68,2 una progressiva flessione negli ultimi anni, passando dal 68,2 per cento del 2000 al 65,0 per cento del 2006. Anche ililCentroper cento del 2000 al 65,0 per cento del 2006. Anche CentroItalia presenta un tasso di lettori superiore alla media nazionale Italia presenta un tasso di lettori superiore alla media nazionale (60,7 per cento). IlIlMezzogiorno, al contrario sconta uno svan(60,7 per cento). Mezzogiorno, al contrario sconta uno svanLITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Unesco, su dati World Association of Newspaper, 2006 Fonte: Unesco, su dati World Association of Newspaper, 2006 (a) Slovenia: dato riferito al 2002. Cipro, Grecia, Lituania, Malta eePortogallo: dati non disponibili. (a) Slovenia: dato riferito al 2002. Cipro, Grecia, Lituania, Malta Portogallo: dati non disponibili.

Cultura Quota di lettori di quotidiani

Persone di 66anni eepi che hanno letto quotidiani almeno una volta aasettimana eenegli ultimi 12 mesi in Italia, Persone di anni pi che hanno letto quotidiani almeno una volta settimana negli ultimi 12 mesi in Italia, per sesso eeclasse di et Anno 2006 (valori per 100 persone dello stesso sesso eedella stessa classe di et) per sesso classe di et Anno 2006 (valori per 100 persone dello stesso sesso della stessa classe di et)
80 80
Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

70 70 60 60 50 50

Maschi Maschi Femmine Femmine

Totale Totale

Fonti Fonti

N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 quotidiana, 2006 N United nations educational, scientific and cultural organization N United nations educational, scientific and cultural organization (Unesco) Institute for Statistics, su dati World Association of (Unesco) Institute for Statistics, su dati World Association of Newspaper Newspaper

40 40 30 30 20 20 10 10 00 6-10 6-10 11-14 15-17 11-14 15-17 18-19 18-19 20-24 20-24 25-34 25-34 35-44 35-44 45-54 45-54 55-59 55-59 60-64 60-64 65-74 65-74 75 eepi 75 pi

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, La vita quotidiana nel 2006. Indagine multiscopo annuale N Istat, La vita quotidiana nel 2006. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://stats.uis.unesco.org N http://stats.uis.unesco.org

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

80

100 statistiche per il Paese

81
Cultura Quota di lettori di quotidiani e riviste su Internet

LItalia in media europea nellutilizzo LItalia in media europea nellutilizzo di Internet per la lettura di Internet per la lettura
IlIl livello di accesso a Internet delle famiglie costituisce uno livello di accesso a Internet delle famiglie costituisce uno degli indicatori strutturali per misurare i i progressi compiuti degli indicatori strutturali per misurare progressi compiuti nell'attuazione degli obiettivi previsti dalla strategia di Lisbona. nell'attuazione degli obiettivi previsti dalla strategia di Lisbona. Tra gli indicatori statistici supplementari proposti al Consiglio e Tra gli indicatori statistici supplementari proposti al Consiglio e al Parlamento europeo per lanalisi comparativa di eEurope al Parlamento europeo per lanalisi comparativa di eEurope 2005, la quota di individui che hanno usato Internet permette 2005, la quota di individui che hanno usato Internet permette di valutare come laccesso al web rappresenti un importante di valutare come laccesso al web rappresenti un importante strumento per la fruizione culturale. strumento per la fruizione culturale. Nel 2006 oltre un terzo degli utenti italiani legge o scarica giorNel 2006 oltre un terzo degli utenti italiani legge o scarica giornali, news o riviste direttamente dal web. La stessa quota si nali, news o riviste direttamente dal web. La stessa quota si registra in media per gli utenti dellUe27. registra in media per gli utenti dellUe27.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

cifico, le regioni nelle quali la frequentazione della rete a fini cifico, le regioni nelle quali la frequentazione della rete a fini culturali meno diffusa sono quelle delle Isole, alle quali corriculturali meno diffusa sono quelle delle Isole, alle quali corrispondono valori (37,9 per cento) superiori solo a quelli della spondono valori (37,9 per cento) superiori solo a quelli della Valle d'Aosta (34,8 per cento). Sul versante opposto, le regioni Valle d'Aosta (34,8 per cento). Sul versante opposto, le regioni nelle quali la consultazione di libri e giornali e/o riviste in formanelle quali la consultazione di libri e giornali e/o riviste in formato digitale maggiormente diffusa tra gli utenti di Internet, sono to digitale maggiormente diffusa tra gli utenti di Internet, sono quelle del Centro (45,4 per cento), grazie soprattutto quelle del Centro (45,4 per cento), grazie soprattutto allincidenza particolarmente elevata di tale tipologia di utenti allincidenza particolarmente elevata di tale tipologia di utenti interessati a contenuti culturali registrata nel Lazio (46,4 per interessati a contenuti culturali registrata nel Lazio (46,4 per cento). cento). Persone di 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet Persone di 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare giornali, negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare giornali, news o riviste per regione Anno 2007 (per 100 persone news o riviste per regione Anno 2007 (per 100 persone della stessa regione che hanno utilizzato Internet negli ultimi della stessa regione che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi) 3 mesi)

Persone tra ii16 e ii74 anni che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare on line libri Persone tra 16 e 74 anni che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare on line libri e giornali e/o riviste nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 100 persone che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi) e giornali e/o riviste nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 100 persone che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi)
90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0
Es E st o to L na Liitu niia t ua F na Fiin an iia nlla an d n d ia C ia Da Ciip Da n p ro niim ro ma Un arc Un rc a gh g he a Le e r a Le t r iia S on S llo tttoni a ova ia v a cc c c hi h G a Gre ia re c S v cia S ve ia B u ez a B u z iia g llg S ar a S llo ar iia Pa v P a ove es n es i e niia iB a P o B as P o as s ro rttog sii Re ga l a Re lo pu pu b M llo bb l M al a b iic a ltta a lc aC Ce A ca Lu A u e c a L u s us ss e sttri s em ria m a bu bu r P o rg o R e P ol o g o Re gn l n a gno oniia oU Un ni itto o IItta l Ro a a Ro liia m G ma n G e a ni a er m ia r ma an n B e ia B e ia g llgio Fr Fra io a nc n ci r a II rlla ia an d n da a

Ue27 Ue27

IlIl tasso di utilizzo del web per la lettura di giornali, riviste e tasso di utilizzo del web per la lettura di giornali, riviste e notizie calcolato come numero di persone di 6 anni e pi che notizie calcolato come numero di persone di 6 anni e pi che hanno usato Internet nei 3 mesi precedenti lintervista per leghanno usato Internet nei 3 mesi precedenti lintervista per leggere o scaricare giornali, news o riviste, per cento persone che gere o scaricare giornali, news o riviste, per cento persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi. IlIl confronto internahanno usato Internet negli ultimi 3 mesi. confronto internazionale si basa sulla popolazione di et compresa tra i i 16 e i i zionale si basa sulla popolazione di et compresa tra 16 e 74 anni che utilizza Internet. 74 anni che utilizza Internet.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Community survey on ICT usage in households and by individuals, 2006 Fonte: Eurostat, Community survey on ICT usage in households and by individuals, 2006 (a) Spagna: dato non disponibile. (a) Spagna: dato non disponibile.

Nel 2006 quasi la met (il 49 per cento) delle famiglie europee Nel 2006 quasi la met (il 49 per cento) delle famiglie europee dispone di un proprio accesso al web da casa. Per gli utenti dispone di un proprio accesso al web da casa. Per gli utenti della rete, oltre a rappresentare un media sociale, cio uno della rete, oltre a rappresentare un media sociale, cio uno strumento di comunicazione per promuovere e gestire relazioni strumento di comunicazione per promuovere e gestire relazioni e scambiare informazioni in Internet, tende a rappresentare e scambiare informazioni in Internet, tende a rappresentare sempre pi uno dei canali privilegiati per la fruizione culturale. sempre pi uno dei canali privilegiati per la fruizione culturale. Rispetto a questa forma di utilizzo della rete, lItalia allineata Rispetto a questa forma di utilizzo della rete, lItalia allineata con la media europea. Infatti, ilil 35 per cento degli italiani tra i i con la media europea. Infatti, 35 per cento degli italiani tra 16 e i i 74 anni che ha utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi, ha 16 e 74 anni che ha utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi, ha letto o scaricato on line libri e giornali e/o riviste; tale quota letto o scaricato on line libri e giornali e/o riviste; tale quota pari alla media registrata per i i cittadini dei 27 paesi pari alla media registrata per cittadini dei 27 paesi dellUnione. Complessivamente questi valori corrispondono dellUnione. Complessivamente questi valori corrispondono rispettivamente a una quota di persone che praticano la lettura rispettivamente a una quota di persone che praticano la lettura on line pari al 13 per cento del totale degli italiani e al 18 per on line pari al 13 per cento del totale degli italiani e al 18 per cento dei cittadini europei. Lincidenza di coloro che navigano cento dei cittadini europei. Lincidenza di coloro che navigano nella rete per fruire di servizi di interesse culturale, sul totale nella rete per fruire di servizi di interesse culturale, sul totale degli utenti di Internet, nel nostro paese maggiore rispetto a degli utenti di Internet, nel nostro paese maggiore rispetto a quella di Germania, Belgio, Francia e Irlanda. quella di Germania, Belgio, Francia e Irlanda.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Persone di 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare giornali, news, Persone di 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare giornali, news, riviste in Italia, per sesso e classe di et Anno 2007 (per 100 persone con le stesse caratteristiche che hanno utilizzato riviste in Italia, per sesso e classe di et Anno 2007 (per 100 persone con le stesse caratteristiche che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi) Internet negli ultimi 3 mesi)
CLASSI DI ET CLASSI DI ET Maschi Maschi Femmine Femmine Totale Totale

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

6-10 6-10 11-14 11-14 15-17 15-17

12,2 12,2 24,7 24,7 38,7 38,7 48,3 48,3 47,8 47,8 53,0 53,0 49,9 49,9 47,8 47,8 41,7 41,7 45,6 45,6 41,4 41,4 39,2 39,2 46,1 46,1

6,2 6,2 22,8 22,8 36,5 36,5 38,6 38,6 45,3 45,3 46,4 46,4 39,6 39,6 38,6 38,6 41,5 41,5 33,1 33,1 20,8 20,8 17,2 17,2 39,3 39,3

9,3 9,3 23,8 23,8 37,7 37,7 43,5 43,5 46,6 46,6 49,9 49,9 45,4 45,4 44,0 44,0 41,6 41,6 42,0 42,0 37,3 37,3 33,4 33,4 43,1 43,1

Fonti Fonti

NN Istat, La vita quotidiana nel 2007, Indagine multiscopo annuale Istat, La vita quotidiana nel 2007, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 NN Eurostat, Community survey on ICT usage in households and Eurostat, Community survey on ICT usage in households and by individuals, 2006 by individuals, 2006

18-19 18-19 20-24 20-24 25-34 25-34 35-44 35-44 45-54 45-54 55-59 55-59 60-64 60-64 65-74 65-74 75 e pi 75 e pi Totale Totale

La distribuzione dei dati sul livello di utilizzo di Internet per La distribuzione dei dati sul livello di utilizzo di Internet per finalit culturali, bench descriva una situazione sostanzialfinalit culturali, bench descriva una situazione sostanzialmente uniforme a livello territoriale, mostra un relativo svanmente uniforme a livello territoriale, mostra un relativo svantaggio del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale. Nel 2007 taggio del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale. Nel 2007 la quota delle persone di almeno 6 anni che usa Internet per la quota delle persone di almeno 6 anni che usa Internet per leggere o scaricare giornali, riviste o notizie dalla rete, sul totaleggere o scaricare giornali, riviste o notizie dalla rete, sul totale delle persone che utilizzano Internet nelle regioni del Mezle delle persone che utilizzano Internet nelle regioni del Mezzogiorno (meno del 39 per cento) di oltre 3 punti percentuali zogiorno (meno del 39 per cento) di oltre 3 punti percentuali inferiore al valore medio nazionale (43,1 per cento). Nello speinferiore al valore medio nazionale (43,1 per cento). Nello spe-

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Le tecnologie dellinformazione eedella comunicazione: Istat, Le tecnologie dellinformazione della comunicazione: disponibilit nelle famiglie eeutilizzo degli individui. Indagine multiscodisponibilit nelle famiglie utilizzo degli individui. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 po annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 NN Eurostat, European Cultural Values, 2007 Eurostat, European Cultural Values, 2007 Siti internet Siti internet NN http://www.istat.it http://www.istat.it NN http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

100 statistiche per il Paese

Nel Mezzogiorno le quote pi elevate Nel Mezzogiorno le quote pi elevate di utenti radio eeTV sul web di utenti radio TV sul web
Se lascolto e e lacquisizione di programmi televisivi e radiofoniSe lascolto lacquisizione di programmi televisivi e radiofonitramite il web direttamente legato alla diffusione di Internet cici tramite il web direttamente legato alla diffusione di Internet come strumento didiuso domestico, lalafruizione telematica dei come strumento uso domestico, fruizione telematica dei media e,e,pi iningenerale, lutilizzo della rete per consumi didi media pi generale, lutilizzo della rete per consumi carattere culturale e e ricreativo sembrano avere in Italia ancora carattere culturale ricreativo sembrano avere in Italia ancora ampi margini didisviluppo. Nel 2006, infatti, lindicatore relativo ampi margini sviluppo. Nel 2006, infatti, lindicatore relativo alla quota didi famiglie nelle quali almeno un componente tra 16 alla quota famiglie nelle quali almeno un componente tra i i 16 e e 64 anni dispone didi un accesso a Internet da casa colloca il i i 64 anni dispone un accesso a Internet da casa colloca il nostro Paese solo alal diciottesimo posto della graduatoria euronostro Paese solo diciottesimo posto della graduatoria europea, con unincidenza del 43 per cento, a a fronte di unincidenza pea, con unincidenza del 43 per cento, fronte di unincidenza media pari alal 54 per cento per 27 paesi dellUnione. media pari 54 per cento per i i 27 paesi dellUnione. Su 100 italiani fruitori didiInternet nel 2007 pi didiun quinto aSu 100 italiani fruitori Internet nel 2007 pi un quinto ascolta lala radio o guarda programmi televisivi sul web. scolta radio o guarda programmi televisivi sul web. Il Iltasso didiutilizzo del web per ascoltare lalaradio o oguardare tasso utilizzo del web per ascoltare radio guardare programmi televisivi calcolato come numero didipersone didi6 6 programmi televisivi calcolato come numero persone anni e e pi che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi per tale anni pi che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi per tale finalit, per cento persone che hanno usato Internet negli ultimi finalit, per cento persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 3 mesi. Il confronto internazionale si basa sulla popolazione tra mesi. Il confronto internazionale si basa sulla popolazione tra i 16 e e 74 anni che utilizza Internet. i 16 i i 74 anni che utilizza Internet.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

degli utilizzatori didiInternet e ei valori che indicano lalamaggiore degli utilizzatori Internet i valori che indicano maggiore diffusione didi tale forma di utilizzo delle tecnologie informatiche diffusione tale forma di utilizzo delle tecnologie informatiche sisi registra in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Campania. registra in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Campania. Nelle regioni del Nord, il il valore medio pari, invece, a circa il Nelle regioni del Nord, valore medio pari, invece, a circa il 20 per cento degli utenti. 20 per cento degli utenti. InInproporzione, lalafruizione telematica dei media tradizionali proporzione, fruizione telematica dei media tradizionali significativamente pi diffusa tra gli utenti didiInternet maschi significativamente pi diffusa tra gli utenti Internet maschi (23,9 per cento) rispetto alle femmine (18,3 per cento). Nello (23,9 per cento) rispetto alle femmine (18,3 per cento). Nello specifico, il iltarget prevalente rappresentato dai maschi tra i i specifico, target prevalente rappresentato dai maschi tra 15 e e 24, una fascia didi utenti per quali lala quota di giovani che 15 i i 24, una fascia utenti per i i quali quota di giovani che utilizza il il web per ascoltare o scaricare programmi radiofonici o utilizza web per ascoltare o scaricare programmi radiofonici o televisivi compreso tra il 34 e il 39 per cento. televisivi compreso tra il 34 e il 39 per cento. Persone di 6 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet negli Persone di anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 3 mesi per ascoltare la radio o guardare programmi ultimi mesi per ascoltare la radio o guardare programmi televisivi su web, per regione Anno 2007 (per 100 persone televisivi su web, per regione Anno 2007 (per 100 persone della stessa regione che hanno utilizzato Internet negli ultimi della stessa regione che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 3 mesi) mesi)

Persone tra i 16 e e 74 anni che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 3 mesi per ascoltare la radio o guardare proPersone tra i 16 i i 74 anni che hanno utilizzato Internet negli ultimi mesi per ascoltare la radio o guardare programmi televisivi su web nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 100 persone che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi) grammi televisivi su web nei paesi Ue (a) Anno 2006 (per 100 persone che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi)
45 45 40 40 35 35 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 55 00
Ue27 Ue27

Cultura Quota di fruitori di televisione e radio su Internet

Tra lele diverse forme di utilizzo del web, una delle attivit che si Tra diverse forme di utilizzo del web, una delle attivit che si sta diffondendo rapidamente tra gli utenti lafruizione didi prosta diffondendo rapidamente tra gli utenti la fruizione programmi televisivi e e radiofonici in formato digitale. Tra il 2004 e grammi televisivi radiofonici in formato digitale. Tra il 2004 e il il 2006 la quota di utenti europei di Internet che ascolta la radio 2006 la quota di utenti europei di Internet che ascolta la radio o oguarda programmi televisivi tramite web passa dal 15 per guarda programmi televisivi tramite web passa dal 15 per cento didicoloro che sisisono collegati alla rete nel corso degli cento coloro che sono collegati alla rete nel corso degli ultimi 3 3mesi, alal22 per cento. Rispetto alla media europea, ultimi mesi, 22 per cento. Rispetto alla media europea, lItalia sconta un significativo ritardo: nel 2006 lala quota di utenlItalia sconta un significativo ritardo: nel 2006 quota di utenti/ascoltatori risulta pari alal15 per cento didicoloro che hanno ti/ascoltatori risulta pari 15 per cento coloro che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 3mesi. Tuttavia il illivello dididiffuutilizzato Internet negli ultimi mesi. Tuttavia livello diffusione dellutilizzo delle nuove tecnologie dellinformazione per sione dellutilizzo delle nuove tecnologie dellinformazione per lala fruizione dei media tradizionali rappresenta un fenomeno gi fruizione dei media tradizionali rappresenta un fenomeno gi rilevante inintermini quantitativi, dal momento che complessirilevante termini quantitativi, dal momento che complessivamente interessa il il5 5per cento della popolazione italiana. vamente interessa per cento della popolazione italiana. Valori ancora modesti, se confrontati con quelli didi Svezia, PaeValori ancora modesti, se confrontati con quelli Svezia, PaesisiBassi e eDanimarca, dove lalapercentuale didicittadini che seBassi Danimarca, dove percentuale cittadini che segue programmi televisivi o oradiofonici tramite Internet corrigue programmi televisivi radiofonici tramite Internet corrisponde addirittura a a una quota superiore al 27 per cento della sponde addirittura una quota superiore al 27 per cento della popolazione complessiva. popolazione complessiva. Il Il grado di diffusione delle attivit di ascolto e acquisizione dei grado di diffusione delle attivit di ascolto e acquisizione dei programmi televisivi e e radiofonici tramite Internet da parte della programmi televisivi radiofonici tramite Internet da parte della popolazione con almeno 6 6anni didiet, che frequenta il ilweb popolazione con almeno anni et, che frequenta web almeno una volta a atrimestre, risulta maggiore nel Mezzogioralmeno una volta trimestre, risulta maggiore nel Mezzogiorno. InIn particolare, a fronte di un valore medio nazionale pari al no. particolare, a fronte di un valore medio nazionale pari al 21,4 per cento, lalaquota didiascoltatori multimediali didiradio e e 21,4 per cento, quota ascoltatori multimediali radio televisione nelle regioni del Sud ,, infatti, pari al 25,3 per cento televisione nelle regioni del Sud infatti, pari al 25,3 per cento
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Eurostat, Community survey on ICT usage inin households and by individuals, 2006 Fonte: Eurostat, Community survey on ICT usage households and by individuals, 2006 (a) Spagna e e Romania: dati non disponibili. (a) Spagna Romania: dati non disponibili.

Persone di 6 6 anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per ascoltare la radio o guardare programPersone di anni e pi che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per ascoltare la radio o guardare programmi televisivi su web in Italia, per sesso e e classe di et Anno 2007 (per 100 persone con le stesse caratteristiche che mi televisivi su web in Italia, per sesso classe di et Anno 2007 (per 100 persone con le stesse caratteristiche che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 3 mesi) hanno utilizzato Internet negli ultimi mesi)
CLASSI DI ET CLASSI DI ET Maschi Maschi Femmine Femmine Totale Totale

6-10 6-10

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

11-14 11-14 15-17 15-17 18-19 18-19 20-24 20-24 25-34 25-34 35-44 35-44 45-54 45-54 55-59 55-59 60-64 60-64 65-74 65-74 75 e e pi 75 pi Totale Totale

Fonti Fonti

NNIstat, La vita quotidiana nel 2007, Indagine multiscopo annuale Istat, La vita quotidiana nel 2007, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 NNEurostat, Community survey on ICT usage inin households and by Eurostat, Community survey on ICT usage households and by individuals, 2006 individuals, 2006

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Le tecnologie dellinformazione e e della comunicazione: Istat, Le tecnologie dellinformazione della comunicazione: disponibilit nelle famiglie e e utilizzo degli individui. Indagine multidisponibilit nelle famiglie utilizzo degli individui. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 scopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007 NNEurostat, European Cultural Values, 2007 Eurostat, European Cultural Values, 2007 Siti internet Siti internet NNhttp://www.istat.it http://www.istat.it http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ NNhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

82

100 statistiche per il Paese

Bu Bulg lga L ar ia Liitua r ia tu n L an ia Pa Le t o ia Pae e ttton s a esi B niia Da i B as Da n as si niim si mar a ca Lu S rc a Lu s Sve s e vez ss m z ia emb ia P burg Port urg o or o o toga S ga llo Slov llo lo e ve n nia Ci ia Cip r E po Esto ro s U tonia Un g nia n gh F her a Fiinl er iia nlan and d ia M ia Malt P aa R Po o lta Re g ollon e gn nia o no U i a Un o Fr n iitto Fra n a nc i G cia Gre a re ci cia Be a Be l g io Irl lgio a G Irland Ger nd a em S r man a Slov ania lo a ia va cc R cc hi Re p hia e pu a b ubb Ita b llica Ita lia ica C lia Cec Au ec a Aus a sttria ria
9,2 9,2 30,2 30,2 34,3 34,3 39,0 39,0 34,0 34,0 29,3 29,3 21,6 21,6 15,8 15,8 12,5 12,5 11,4 11,4 8,6 8,6 5,5 5,5 23,9 23,9 11,0 11,0 25,4 25,4 32,7 32,7 27,2 27,2 27,7 27,7 21,0 21,0 13,0 13,0 8,7 8,7 7,7 7,7 5,4 5,4 11,2 11,2 - 18,3 18,3 10,1 10,1 27,9 27,9 33,5 33,5 33,2 33,2 31,0 31,0 25,4 25,4 17,8 17,8 12,9 12,9 10,7 10,7 9,7 9,7 9,1 9,1 4,0 4,0 21,4 21,4

83
Cultura Quota di visitatori di musei e mostre

Meno di un italiano su tre frequenta Meno di un italiano su tre frequenta mostre o musei mostre o musei
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

In Italia sono presenti ben 40 siti culturali definiti patrimonio In Italia sono presenti ben 40 siti culturali definiti patrimonio dellumanit dallUnesco e, nel 2006, i iprimi cinque musei itadellumanit dallUnesco e, nel 2006, primi cinque musei italiani hanno registrato da soli oltre 10 milioni ee400 mila visitatoliani hanno registrato da soli oltre 10 milioni 400 mila visitatori. Nonostante ci, ilillivello di fruizione del patrimonio culturale ri. Nonostante ci, livello di fruizione del patrimonio culturale da parte dei cittadini italiani appare ancora modesto rispetto da parte dei cittadini italiani appare ancora modesto rispetto alle potenzialit eealle opportunit, se si pensa che nel 2007 alle potenzialit alle opportunit, se si pensa che nel 2007 circa due persone su tre non visitano nemmeno un museo circa due persone su tre non visitano nemmeno un museo allanno. allanno.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

di livello di fruizione dei siti museali addirittura la met rispetdi livello di fruizione dei siti museali addirittura la met rispetto alla media registrata nelle regioni del Nord. IlIlquadro nazioto alla media registrata nelle regioni del Nord. quadro nazionale appare, poi, ulteriormente critico se si considera che alla nale appare, poi, ulteriormente critico se si considera che alla frequentazione dei siti museali contribuisce in modo assolutafrequentazione dei siti museali contribuisce in modo assolutamente rilevante la popolazione in et scolare eeche ililgrado di mente rilevante la popolazione in et scolare che grado di partecipazione dopo i i 18 anni tende aa diminuire fortemente partecipazione dopo 18 anni tende diminuire fortemente allaumentare dellet. allaumentare dellet. Persone di 66anni eepi che hanno visitato almeno Persone di anni pi che hanno visitato almeno un museo oouna mostra negli ultimi 12 mesi, per regione un museo una mostra negli ultimi 12 mesi, per regione Anno 2006 (per 100 persone della stessa regione) Anno 2006 (per 100 persone della stessa regione)

Persone di 15 anni eepi che hanno visitato almeno un museo oouna mostra negli ultimi 12 mesi nei paesi Ue Persone di 15 anni pi che hanno visitato almeno un museo una mostra negli ultimi 12 mesi nei paesi Ue Anno 2007 (valori percentuali) Anno 2007 (valori percentuali)
70 70

60 60

50 50
Ue27 Ue27

40 40

Per visitatori di musei eemostre si intendono le persone di Per visitatori di musei mostre si intendono le persone di almeno 66anni di et che hanno visitato almeno un museo oo almeno anni di et che hanno visitato almeno un museo una mostra nel corso degli ultimi 12 mesi. Per ililconfronto inuna mostra nel corso degli ultimi 12 mesi. Per confronto internazionale, i idati Eurobarometro si riferiscono alla popolazioternazionale, dati Eurobarometro si riferiscono alla popolazione di 15 anni eepi. La difformit delle fonti non consente un ne di 15 anni pi. La difformit delle fonti non consente un confronto tra i idati dei paesi Ue eei idati sub-nazionali. confronto tra dati dei paesi Ue dati sub-nazionali. Nonostante la ricchezza del patrimonio museale del nostro Nonostante la ricchezza del patrimonio museale del nostro Paese, visitare musei eemostre non unattivit molto frequenPaese, visitare musei mostre non unattivit molto frequente per gli italiani, soprattutto in confronto agli altri paesi eurote per gli italiani, soprattutto in confronto agli altri paesi europei. In base ai dati aggiornati al 2007, solamente un terzo (34 pei. In base ai dati aggiornati al 2007, solamente un terzo (34 per cento) degli italiani di almeno 15 anni dichiara di aver visiper cento) degli italiani di almeno 15 anni dichiara di aver visitato almeno un sito museale oounesposizione temporanea nel tato almeno un sito museale unesposizione temporanea nel corso degli ultimi 12 mesi. Tale valore colloca ililnostro Paese corso degli ultimi 12 mesi. Tale valore colloca nostro Paese al diciannovesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi al diciannovesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi dellUnione europea rispetto alla frequentazione di siti culturali, dellUnione europea rispetto alla frequentazione di siti culturali, aapari merito con Malta. Soltanto Lituania, Polonia, Romania, pari merito con Malta. Soltanto Lituania, Polonia, Romania, Grecia, Cipro, Portogallo eeBulgaria hanno registrato un tasso Grecia, Cipro, Portogallo Bulgaria hanno registrato un tasso di visitatori inferiore aa quello dellItalia, mentre Danimarca, di visitatori inferiore quello dellItalia, mentre Danimarca, Paesi Bassi eeSvezia, presentano valori che indicano un livello Paesi Bassi Svezia, presentano valori che indicano un livello di frequentazione eedi partecipazione culturale da parte della di frequentazione di partecipazione culturale da parte della popolazione quasi doppio rispetto aaquello italiano. In media ilil popolazione quasi doppio rispetto quello italiano. In media 41 per cento degli europei dellUnione ha affermato di aver 41 per cento degli europei dellUnione ha affermato di aver visitato almeno un museo nel 2007 e, gi nel 2002, la frequenvisitato almeno un museo nel 2007 e, gi nel 2002, la frequenza con cui i icittadini europei dichiaravano di aver visitato un za con cui cittadini europei dichiaravano di aver visitato un museo oouna mostra era di 1,4 siti del proprio paese allanno. museo una mostra era di 1,4 siti del proprio paese allanno. Nonostante ililMezzogiorno non sia certamente svantaggiato in Nonostante Mezzogiorno non sia certamente svantaggiato in termini di dotazione di risorse culturali eedi ricchezza del patritermini di dotazione di risorse culturali di ricchezza del patrimonio museale rispetto alle altre aree del Paese, la propensiomonio museale rispetto alle altre aree del Paese, la propensione aafrequentare musei eemostre da parte della popolazione ne frequentare musei mostre da parte della popolazione risulta fortemente inferiore alla media nazionale nelle regioni risulta fortemente inferiore alla media nazionale nelle regioni del Sud eenelle Isole. In media, infatti, le persone del Mezzodel Sud nelle Isole. In media, infatti, le persone del Mezzogiorno di almeno 66anni eepi che, almeno una volta nel corso giorno di almeno anni pi che, almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi, hanno avuto occasione di visitare un mudegli ultimi 12 mesi, hanno avuto occasione di visitare un museo oouna strutture espositiva di antichit oodarte sono solo ilil seo una strutture espositiva di antichit darte sono solo 18,6 per cento del totale, aafronte di una media nazionale su18,6 per cento del totale, fronte di una media nazionale superiore di oltre nove punti (27,7 per cento). In Calabria, Sicilia periore di oltre nove punti (27,7 per cento). In Calabria, Sicilia eeMolise ililtasso di partecipazione culturale misurato in termini Molise tasso di partecipazione culturale misurato in termini
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

30 30

20 20

10 10

00

a a a a ia ito nia ia go io hia ria ria nia na da lia lta nia nia nia cia ro llo ria ca si ci ni oni Cec t e lg a ip a a ar as vez bur and Un ag rlan Ita Ma tua olo ma t re to ve C tog ulg an Be acc gh us l im i B o erm Es Let ica G S m I n A Slo Sp v Un P Ro Fr Li B e or l Fi egn G lo an aes P ss D P S bb R u Lu ep R

Fonte: Eurostat, Eurobarometer, European Cultural Values, 2007 Fonte: Eurostat, Eurobarometer, European Cultural Values, 2007

Persone che hanno visitato almeno un museo oouna mostra negli ultimi 12 mesi in Italia, per sesso eeclasse di et Persone che hanno visitato almeno un museo una mostra negli ultimi 12 mesi in Italia, per sesso classe di et Anno 2006 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) Anno 2006 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
60 60

D an P ima ae si rca B as s Lu S i ss ve em zia bu Fi rgo R nla eg nd no ia U n G er ito m an E ia st o R ep L nia ub et bl ton ic ia a C ec a Fr an ci a B S el lo gi va o cc U hia ng he r A ia us tri S lo a ve ni a S pa gn a Irl an da
Maschi Maschi Femmine Femmine

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

50 50

40 40

Fonti Fonti

N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 quotidiana, 2006 N Eurobarometer 67.1, 2007 N Eurobarometer 67.1, 2007

30 30

20 20

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, La vita quotidiana nel 2006. Indagine multiscopo annuale N Istat, La vita quotidiana nel 2006. Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2006 N Eurostat, European Cultural Values, 2007 N Eurostat, European Cultural Values, 2007 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

10 10

00 6-10 6-10 11-14 11-14 15-17 15-17 18-19 18-19 20-24 20-24 25-34 25-34 35-44 35-44 45-54 45-54 55-59 55-59 60-64 60-64 65-74 65-74 75 ee pi 75 pi

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

100 statistiche per il Paese

Ita lia M a Li lta tu an P ia ol o R nia om an i G a re ci a P Cip or to ro ga llo B ul ga ria


Totale Totale

Piccola lala dimensione media delle Piccola dimensione media delle imprese nazionali rispetto a a quella Ue imprese nazionali rispetto quella Ue
settore editoriale della carta stampata operano complessiNelNel settore editoriale della carta stampata operano complessiNel settore editoriale della carta stampata operano complessivamente in in Italia circa 5.900 imprese nel 2005, impegnate vamente Italia circa 5.900 imprese nelnel 2005, impegnate vamente in Italia circa 5.900 imprese 2005, impegnate nellattivit di pubblicazione di libri, giornali, riviste e periodici. nellattivit di pubblicazione di libri, giornali, riviste e periodici. nellattivit di pubblicazione di libri, giornali, riviste e periodici. Con una dimensione dimpresa pari in in media 7 addetti, il il Con una dimensione dimpresa pari media a a 7 addetti, il Con una dimensione dimpresa pari in media a 7 addetti, comparto impiega complessivamente poco pipi di 40.500 adcomparto impiega complessivamente poco pi 40.500 ad-adcomparto impiega complessivamente poco di di 40.500 detti e rappresenta, in termini occupazionali, una quota inferiodetti e rappresenta, in termini occupazionali, una quota inferiodetti e rappresenta, in termini occupazionali, una quota inferiore re all1 per cento del settore manifatturiero: meno della met all1 perper cento del settore manifatturiero: meno della met re all1 cento del settore manifatturiero: meno della met dellincidenza registrata in media perper ii paesi dellUe. dellincidenza registrata in media per paesi dellUe. dellincidenza registrata in media i paesi dellUe.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Cultura Quota di addetti del settore editoriale

LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Nellambito dellUnione europea, il settore editoriale, nelnel 2004, Nellambito dellUnione europea, il settore editoriale, nel 2004, Nellambito dellUnione europea, il settore editoriale, 2004, ha ha impiegato complessivamente quasi 750 mila addetti, pari al ha impiegato complessivamente quasi 750 mila addetti, pari al impiegato complessivamente quasi 750 mila addetti, pari al 2,12,1 per cento del numero complessivo addetti dellindustria 2,1 per cento del numero complessivo di addetti dellindustria per cento del numero complessivo di di addetti dellindustria manifatturiera. In valore assoluto lItalia tra tra ii paesi conmagmanifatturiera. In valore assoluto lItalia tra paesi con il magmanifatturiera. In valore assoluto lItalia i paesi con il il maggior numero di di risorse addette al settore editoriale (5,4 per gior numero risorse addette al settore editoriale (5,4 perper gior numero di risorse addette al settore editoriale (5,4 cento deldel totale addetti del settore nei paesi Ue), preceduta cento del totale addetti del settore nei paesi Ue), preceduta cento totale addetti del settore nei paesi Ue), preceduta solo da da Germania, Regno Unito, Francia, Spagna. Inoltre, il il solo da Germania, Regno Unito, Francia, e Spagna. Inoltre, il solo Germania, Regno Unito, Francia, e e Spagna. Inoltre, nostro Paese tra tramaggiori contributori deldel valore aggiunto nostro Paese tra ii maggiori contributori del valore aggiunto nostro Paese i maggiori contributori valore aggiunto prodotto daldal settore editoriale in Europa (10,4 per cento del prodotto dal settore editoriale Europa (10,4 perper cento del prodotto settore editoriale in in Europa (10,4 cento del totale Ue27, preceduto solo da da Regno Unito, Germania e totale Ue27, preceduto solo da Regno Unito, Germania e totale Ue27, preceduto solo Regno Unito, Germania e Francia). NelNel contesto europeo, dimensione deldel settore ediFrancia). Nel contesto europeo, la dimensione del settore ediFrancia). contesto europeo, la la dimensione settore editoriale deldel nostro Paese risulta per decisamente inferiore alla toriale del nostro Paese risulta per decisamente inferiore alla toriale nostro Paese risulta per decisamente inferiore alla media, non solo in in proporzione al volume complessivo del media, non solo proporzione al volume complessivo del del media, non solo in proporzione al volume complessivo lavoro deldel settore manifatturiero (0,9 per cento in Italia), ma lavoro del settore manifatturiero (0,9 per cento Italia), mama lavoro settore manifatturiero (0,9 per cento in in Italia), anche in termini di dimensione delle imprese; queste, infatti, in in anche in termini di dimensione delle imprese; queste, infatti, in anche in termini di dimensione delle imprese; queste, infatti, Italia sono composte in media da da addetti: quasi la met deldel Italia sono composte in media da 7 addetti: quasi la met del Italia sono composte in media 7 7 addetti: quasi la met numero medio di addetti delle imprese dellUe27 (13,6 unit). numero medio di addetti delle imprese dellUe27 (13,6 unit). numero medio di addetti delle imprese dellUe27 (13,6 unit). Nello specifico, la stampa di giornali, concon circa 21 addetti per Nello specifico, la stampa di giornali, con circa 21 addetti per Nello specifico, la stampa di giornali, circa 21 addetti per impresa, assorbe in in Italia 30,2 perper cento degli addetti del impresa, assorbe Italia il il 30,2 per cento degli addetti del impresa, assorbe in Italia il 30,2 cento degli addetti del settore editoriale, mentre in in Europa lo stesso comparto, con settore editoriale, mentre Europa lo stesso comparto, concon settore editoriale, mentre in Europa lo stesso comparto, circa 38 38 addetti per impresa, rappresenta41,7 perper cento del circa 38 addetti per impresa, rappresenta il 41,7 per cento del circa addetti per impresa, rappresenta il il 41,7 cento del settore editoriale in termini occupazionali. settore editoriale in termini occupazionali. settore editoriale in termini occupazionali.
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI

Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics (a) non disponibili per Bulgaria, Grecia, Cipro, Lussemburgo, Malta e Slovenia. (a) (a) Dati non disponibili per Bulgaria, Grecia, Cipro, Lussemburgo, Malta e Slovenia. DatiDati non disponibili per Bulgaria, Grecia, Cipro, Lussemburgo, Malta e Slovenia.

Addetti del settore editoriale in in Italia Anni 2000-2005 (valori assoluti, composizioni percentuali e dimensione Addetti (a)(a) del settore editoriale Italia Anni 2000-2005 (valori assoluti, composizioni percentuali e dimensione Addetti (a) del settore editoriale in Italia Anni 2000-2005 (valori assoluti, composizioni percentuali e dimensione media dimpresa) media dimpresa) media dimpresa)
Edizione di Edizione di librilibri Edizione di libri ANNI ANNI ANNI Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti 2000 2000 2000 % addetti % addetti % addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti 2001 2001 2001 % addetti % addetti % addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti 17.358 17.358 17.358 40,9 40,9 40,9 5,2 5,25,2 17.559 17.559 17.559 41,5 41,5 41,5 5,4 5,45,4 16.798 16.798 16.798 40,9 40,9 40,9 5,2 5,25,2 17.078 17.078 17.078 42,1 42,1 42,1 5,2 5,25,2 14.794 14.794 14.794 36,9 36,9 36,9 4,5 4,54,5 14.893 14.893 14.893 36,7 36,7 36,7 4,5 4,54,5 Edizione Edizione Edizione di di Edizione di Edizione di di Edizione di giornali riviste e periodici giornali riviste e periodici giornali riviste e periodici 12.853 12.853 12.853 30,3 30,3 30,3 29,1 29,1 29,1 13.203 13.203 13.203 31,2 31,2 31,2 26,0 26,0 26,0 12.553 12.553 12.553 30,6 30,6 30,6 24,7 24,7 24,7 11.910 11.910 11.910 29,4 29,4 29,4 22,4 22,4 22,4 12.464 12.464 12.464 31,1 31,1 31,1 23,1 23,1 23,1 12.227 12.227 12.227 30,2 30,2 30,2 21,5 21,5 21,5 12.257 12.257 12.257 28,9 28,9 28,9 6,2 6,26,2 11.555 11.555 11.555 27,3 27,3 27,3 5,9 5,95,9 11.715 11.715 11.715 28,5 28,5 28,5 6,2 6,26,2 11.534 11.534 11.534 28,5 28,5 28,5 6,0 6,06,0 12.878 12.878 12.878 32,1 32,1 32,1 6,6 6,66,6 13.433 13.433 13.433 33,1 33,1 33,1 6,8 6,86,8 Totale Totale Totale

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA)

2002 2002 2002

Fonti Fonti Fonti

N N Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), 2007 Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), 2007 N Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), 2007 N N Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics, 2007 Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics, 2007 N Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics, 2007

2003 2003 2003

Complessivamente l89,5 perper cento degli addetti afferiscono a SitiSiti internet Complessivamente l89,5 per cento degli addetti afferiscono a Complessivamente l89,5 cento degli addetti afferiscono a Siti internet internet http://www.istat.it N http://www.istat.it imprese deldel Centro-Nord nelle precedenti tre tre regioni conimprese del Centro-Nord e nelle precedenti tre regioni si con- N N http://www.istat.it imprese Centro-Nord e e nelle precedenti regioni si si conhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ centrano oltre i due terzi (68,2 perper cento) del volume occupa- N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ centrano oltre ii due terzi (68,2 per cento) del volume occupacentrano oltre due terzi (68,2 cento) del volume occupa-

Pubblicazioni Pubblicazioni NelNel 2005 Italia, deidei 40 mila553 addetti nelnel settore editoria- Pubblicazioni Nel 2005 in Italia, dei 40 mila e 553 addetti nel settore editoria2005 in in Italia, 40 mila e e 553 addetti settore editoriaIstat, Struttura e dimensione delle imprese, 2007 N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, 2007 le, le,40,8 perper cento sono impiegati imprese della Lombardia, il il 40,8 per cento sono impiegati in imprese della Lombardia, N N Istat, Struttura e dimensione delle imprese, 2007 le, il 40,8 cento sono impiegati in in imprese della Lombardia, N Eurostat, Cultural Statistics, 2007 Eurostat, Cultural Statistics, 2007 il 15,3 perper cento del Lazio ile 12,1 perper cento del Piemonte. N N Eurostat, Cultural Statistics, 2007 il 15,3 per cento del Lazio e il 12,1 per cento del Piemonte. il 15,3 cento del Lazio e il 12,1 cento del Piemonte.

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

2004 2004 2004

2005 2005 2005

Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) Fonte: Istat, Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) (a) (a) Addetti alle unit locali delle imprese attive. Addetti allealle unit locali delle imprese attive. (a) Addetti unit locali delle imprese attive.

84

100 statistiche per il Paese

D a D ni R an ma eg im rc R no a a e r P gn Unca a o P esi Unito ae B i si as to B s Le as i s Letton i Fi tto ia nl n Fi an ia nl d a ia S ndi v a G Svezia e G r mezia er an m Li ania t Li uan ia t E uania s E ton ia s i Fr ton a a i Fr nc a a ia Irl nci a a Irl nd S an a pa d S gn a pa a B gna e B lgi A elg o us io A tri u P str a o i P lon a U olo ia n U gh nia P ng eri or h a P togeri o a R Slorto allo ep S v ga R ub lo ac llo e p b v ch ub lic ac ia c bl a C h ic e ia a c C a ec Ita a R It lia o a R ma lia om n ania ia
42.468 42.468 42.468 100,0 100,0 100,0 7,4 7,47,4 42.317 42.317 42.317 100,0 100,0 100,0 7,4 7,47,4 41.066 41.066 41.066 100,0 100,0 100,0 7,3 7,37,3 40.522 40.522 40.522 100,0 100,0 100,0 7,1 7,17,1 40.136 40.136 40.136 100,0 100,0 100,0 7,0 7,07,0 40.553 40.553 40.553 100,0 100,0 100,0 6,9 6,96,9 % addetti % addetti % addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti % addetti % addetti % addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti % di addetti % di addetti % di addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa Numero di addetti Numero di addetti Numero di addetti % addetti % addetti % addetti Addetti impresa Addetti perper impresa Addetti per impresa

Ai Ai fini del calcolo dell'indicatore, nel settore "editoria" sono Ai fini del calcolo dell'indicatore, nel settore "editoria" sono fini del calcolo dell'indicatore, nel settore "editoria" sono inclusi gli gli addetti alle unit locali delle imprese attive impegnati inclusi addetti allealle unit locali delle imprese attive impegnati inclusi gli addetti unit locali delle imprese attive impegnati nell'edizione di dilibrilibri (Ateco2002:DE22.11), di digiornali nell'edizione di libri(Ateco2002: nell'edizione (Ateco2002: DE22.11), di giornali DE22.11), giornali (DE22.12) e di di riviste periodici (DE22.13); sono invece e- e(DE22.12) e riviste e e periodici (DE22.13); sono invece e(DE22.12) e di riviste e periodici (DE22.13); sono invece sclusi l"editoria di di registrazioni sonore" (DE22.14) le le "altre Addetti deldel settore editoriale sul totale degli addetti sclusi l"editoria registrazioni sonore" (DE22.14) e e "altre sclusi l"editoria di registrazioni sonore" (DE22.14) e le "altre Addetti del settore editoriale sul totale degli addetti Addetti settore editoriale sul totale degli addetti edizioni" (DE22.15). I settori considerati corrispondono, nelle edizioni" (DE22.15). II settori considerati corrispondono, nelle deldel settore manifatturiero per regioneAnno 2005 edizioni" (DE22.15). settori considerati corrispondono, nelle del settore manifatturiero per regione Anno 2005 settore manifatturiero per regione Anno 2005 statistiche internazionali, allealle omonime categorie della classifi- (valori percentuali) statistiche internazionali, alle omonime categorie della classifistatistiche internazionali, omonime categorie della classifi(valori percentuali) (valori percentuali) cazione Nace Rev1.1, mentre le "attivit manifatturiere" corricazione Nace Rev1.1, mentre le "attivit manifatturiere" corricazione Nace Rev1.1, mentre le "attivit manifatturiere" corrispondono allaalla Sezione di Ateco e Nace. spondono alla Sezione D di Ateco e Nace. spondono Sezione D D di Ateco e Nace.

Addetti del settore editoriale sul totale degli addetti dell'industria manifatturiera nei paesi Ue (a) Anno 2004 Addetti settore editoriale sul totale degli addetti dell'industria manifatturiera nei paesi Ue (a) Anno 2004 zionale deldel settore. Solo10,5 perper cento del volume comples- Addetti deldel settore editoriale sul totale degli addetti dell'industria manifatturiera nei paesi Ue (a)Anno 2004 zionale del settore. Solo il 10,5 per cento del volume compleszionale settore. Solo il il 10,5 cento del volume comples(valori percentuali) (valori percentuali) sivo di risorse lavorative impiegate in Italia risiede, invece, nelnel (valori percentuali) sivo di risorse lavorative impiegate in Italia risiede, invece, nel sivo di risorse lavorative impiegate in Italia risiede, invece, Mezzogiorno. NelNel Lazio gli addetti del settore editoriale rappreMezzogiorno. Nel Lazio addetti deldel settore editoriale rappreMezzogiorno. Lazio gli gli addetti settore editoriale rappre6 6 6 sentano il 3,23,2 per cento degli addetti del settore manifatturiero sentano il 3,2 per cento degli addetti del settore manifatturiero sentano il per cento degli addetti del settore manifatturiero nelnel complesso in Lombardia l1,4 perper cento, fronte di di un nel complesso e in Lombardia l1,4 per cento, a fronte un un complesso e e in Lombardia l1,4 cento, a a fronte di peso deldel settorelivello nazionale pari alloallo 0,9 per cento. peso del settore a livello nazionale pari allo 0,9 per cento. peso settore a a livello nazionale pari 0,9 per cento. 5 5 5 NelNel complesso, gli addetti del settore editoriale distribuiscoNel complesso, addetti del del settore editoriale si distribuiscocomplesso, gli gli addetti settore editoriale si si distribuiscono no omogeneamente tra ii comparti delleditoria libri, deidei giorno omogeneamente tra comparti delleditoria di libri, dei gioromogeneamente tra i comparti delleditoria di di libri, gior4 4 4 nalinalidelle riviste e periodici. Molto differente invece la di- dinali e delle riviste e periodici. Molto differente invece la die e delle riviste e periodici. Molto differente invece la mensione media delle imprese, daldal momento che nella produmensione media delle imprese, dal momento che nella produmensione media delle imprese, momento che nella produzione libraria e nella pubblicazione di periodici e riviste risultazione libraria e nella pubblicazione di periodici e riviste risultazione libraria e nella pubblicazione di periodici e riviste risulta3 3 3 no no impiegati rispettivamente 4,5 6,86,8 addetti per impresa, no impiegati rispettivamente 4,5 e 6,8 addetti per impresa, impiegati rispettivamente 4,5 e e addetti per impresa, Ue27 Ue27 Ue27 mentre sono 21,5 nelleditoria deidei quotidiani a stampa. mentre sono 21,5 nelleditoria dei quotidiani a stampa. mentre sono 21,5 nelleditoria quotidiani a stampa. Questultimo comparto ha ha per subito un significativo ridimenQuestultimo comparto ha per subito un significativo ridimenQuestultimo comparto per subito un significativo ridimen2 2 2 sionamento negli ultimi anni, daldal momento che dimensione sionamento negli ultimi anni, dal momento che la dimensione sionamento negli ultimi anni, momento che la la dimensione delle imprese eraera media di 29,1 addetti nelnel 2000 cheche da delle imprese era in media di 29,1 addetti nel 2000 e che da delle imprese in in media di 29,1 addetti 2000 e e da allora il numero complessivo di unit di lavoro diminuito deldel allora il numero complessivo di unit di lavoro diminuito del allora il numero complessivo di unit di lavoro diminuito 1 1 1 4,94,9 per cento. 4,9 per cento. per cento.
0 0 0

Qualit della vita

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: la speranza di vita libera da disabilit; il verde pubblico; la pratica sportiva; la povert relativa; le disuguaglianze nella distribuzione del reddito; le diffusione delle autovetture per 1.000 abitanti; lammontare dei depositi bancari per abitante. Nel 2005 la speranza di vita libera da disabilit, in Italia, calcolata per le persone di 15 anni pari a 63,5 anni per le donne e a 60,5 anni per gli uomini. Nel 2006, i metri quadrati di verde urbano per abitante, nei comuni capoluogo, sono pari a 48,3. In Italia, nel 2006, gli individui poveri sono 7 milioni 537 mila e corrispondono a quasi il 13 per cento del complesso della popolazione. Si tratta di 2 milioni 623 mila famiglie, l11 per cento del totale. In Italia le disuguaglianze nella distribuzione del reddito sono pi elevate che nella maggior parte dei paesi europei. A livello regionale, la distribuzione pi diseguale si rileva in Calabria, Sicilia e Campania, ma anche in Puglia e Lazio le disuguaglianze sono rilevanti. Il tasso di motorizzazione (autovetture circolanti ogni 1.000 abitanti), in Italia, uno dei pi alti del mondo ed passato da 501 autovetture ogni 1.000 abitanti nel 1991 a 598,4 nel 2006, con un incremento medio annuo pari all1,3 per cento. Alla fine del 2006, lammontare pro capite dei depositi bancari risulta pari a 12.345 euro.

Sotto il termine qualit della vita stata raccolta una pluralit di indicatori accomunati dal riferimento a dimensioni correlate alla realizzazione personale, ai rapporti familiari e interpersonali, al ciclo di vita degli individui. Osservate nel loro complesso, queste informazioni statistiche consentono di riassumere aspetti che vanno al di l della dimensione puramente economica, per coinvolgere elementi del benessere personale e della coesione sociale altrimenti difficili da cogliere e da misurare statisticamente.

Nel 2006, in Italia le persone di tre anni e pi che praticano sport sono oltre 17 milioni, poco pi del 30 per cento della popolazione nella stessa fascia di et: il 20 per cento si dedica allo sport in modo continuativo, il 10 per cento saltuariamente. Coloro che pur non praticando uno sport svolgono unattivit fisica sono 16 milioni, mentre i sedentari sono oltre 23 milioni, il 41 per cento della popolazione di interesse.

85
Qualit della vita Speranza di vita libera da disabilit

LItalia tra i paesi Ue con pi elevata speranza di vita libera da disabilit


Al fine di valutare la qualit degli anni vissuti e capire se vivere pi a lungo significhi anche vivere meglio e in buona salute, utile fare riferimento alla speranza di vita libera da disabilit, che combina i dati di mortalit alle informazioni sulle esperienze di morbilit di una popolazione. La presenza di disabilit, infatti, limitando in misura pi o meno grave lautonomia delle persone, rappresenta un fattore di rischio di esclusione sociale piuttosto rilevante. Nel 2005 in Italia la speranza di vita libera da disabilit calcolata per le persone di 15 anni pari a 63,5 anni per le donne e a 60,5 anni per gli uomini. La speranza di vita libera da disabilit esprime il numero medio di anni che una persona di una certa et pu aspettarsi di vivere senza essere colpita da disabilit, ossia senza subire la riduzione o la perdita delle proprie capacit funzionali. A livello europeo lindicatore viene calcolato alla nascita e in alcuni paesi mette in evidenza nel 2005 uno svantaggio del sesso femminile. Laspettativa di vita per le donne minore di circa 2 anni rispetto a quella maschile nei Paesi Bassi, in Portogallo e a Cipro, e di poco pi di 1 anno in Svezia. Le differenze si attenuano portando i sessi quasi alla parit in Danimarca, Spagna e Lussemburgo. Allopposto, in Polonia si registra il pi alto differenziale a vantaggio delle donne, che possono contare su una speranza di vita in buona salute superiore di circa 6 anni. I paesi con i valori pi alti per entrambi i sessi sono Malta (68,5 anni per i maschi e 70 per le femmine) e Danimarca (68,4 anni per i maschi e 68,2 per le femmine); lItalia si attesta su livelli leggermente inferiori (65,8 anni per i maschi e 67 per le femmine) e molto simili a quelli della Grecia (65,7 per i maschi e 67,2 per le femmine). Laspettativa di vita alla nascita libera da disabilit inferiore a 60 anni in quasi tutti i paesi dellest europeo cos come a Cipro, in Portogallo, Austria, Germania e Finlandia. In particolare, lEstonia si colloca in fondo alla graduatoria con 48 anni per i maschi e 52,2 anni per le femmine. Il rapporto tra i sessi per ci che riguarda la speranza di vita a 15 anni in assenza di disabilit, da una parte conferma il vantaggio delle donne, che vivono mediamente 3 anni pi degli uomini in buona salute, dallaltra mette in luce un avvicinamento dei sessi rispetto allaspettativa di vita totale, indipendentemente dallo stato di salute. Nel 2004-2005, a livello regionale la differenza sale a quasi 5 anni in Trentino-Alto Adige (5,4 a Bolzano) e si riduce a poco pi di un anno in Calabria. Il valore pi elevato dellindicatore si registra per gli uomini nelle Marche e nella provincia autonoma di Trento (61,7 anni), per le
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

donne nella provincia di Bolzano (66,5 anni) e, pi in generale, in Trentino-Alto Adige (66,3 anni). Fatta eccezione per la Calabria, per gli uomini lindicatore risulta sotto la media in tutte le altre regioni del Sud (con il valore minimo quasi 59 anni in Campania), nelle Isole, nel Lazio e in Piemonte. In relazione alle donne, si trovano sotto la media Molise, Umbria, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, e Sicilia, che registra il valore pi contenuto (60,8 anni). Tra il 1999-2000 e il 2004-2005, i guadagni in termini di numero medio di anni di vita in buona salute sono pi evidenti per gli uomini (a livello Italia, 1,6 anni contro 1,3 delle donne), e ci si verifica in tutte le regioni eccetto che nella provincia autonoma di Trento, in Toscana, Molise, Campania, Basilicata e nelle Isole, dove i miglioramenti sono pi significativi per le donne. Speranza di vita a 15 anni libera da disabilit, per sesso e regione Anni 1999-2000 e 2004-2005 (in anni di vita)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia 1999-2000 Uomini 58,76 57,70 58,66 59,37 59,43 58,85 59,99 59,18 58,73 59,56 59,92 59,93 60,32 58,68 58,78 59,63 57,64 58,81 59,20 58,67 57,96 57,59 58,78 59,31 59,39 59,19 58,19 58,83 Donne 62,28 63,23 63,27 63,63 64,50 65,05 64,08 63,80 63,49 63,33 62,54 63,01 63,01 62,88 62,89 61,77 60,50 60,69 61,20 59,95 59,06 61,38 63,03 63,62 62,78 63,25 60,38 62,26 2004-2005 Uomini 60,33 60,90 61,08 60,48 61,42 61,11 61,72 60,45 61,15 61,50 61,16 61,74 61,12 60,40 60,32 60,25 58,95 60,39 60,04 60,54 59,50 59,64 60,76 61,06 60,90 60,98 59,71 60,47 Donne 63,79 64,00 64,45 63,95 66,25 66,46 66,09 64,75 63,97 64,53 64,31 64,51 63,22 63,48 63,83 63,33 62,01 62,14 62,31 61,76 60,84 63,59 64,19 64,69 63,88 64,27 62,00 63,53

Speranza di vita alla nascita libera da disabilit per sesso nei paesi Ue25 Anno 2005 (in anni di vita)
80 70 60 50 40 30 20 10 0
Da Ma ni lta m ar c IT a AL IA Pa Gre es ci iB a as s Sv i ez S ia Re pa gn gn a o Un i Lu Ir to ss lan em d a bu rg Fr o an ci Be a lg P o io lo ni a Ci Re Po p pu rto ro bb ga lic l a lo Ce c Au a st Sl ria ov G en er ia m Sl an ov ia ac c Un hia gh Fi er ia nl an d Li ia tu an Le ia tto n E s ia to ni a

Uomini

Donne

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Database New Cronos

Speranza di vita a 15 anni libera da disabilit per sesso e regione Anno 2004-2005 (in anni di vita) UOMINI DONNE

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari

Fonti

N Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni
Siti internet N http:/www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu
Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari

100 statistiche per il Paese

Circa 50 i mmdidi verde urbano pro capite Circa 50 i 2 2 verde urbano pro capite nei capoluoghi didi provincia nei capoluoghi provincia
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

aree verdi nelle citt svolgono determinanti funzioni di di comLe Le aree verdi nelle citt svolgono determinanti funzioni compensazione riguardo a quelli che sono gli gli effetti pi negativi pensazione riguardo a quelli che sono effetti pi negativi della pressione antropica sullambiente urbano. Il verde contridella pressione antropica sullambiente urbano. Il verde contribuisce a regolare il microclima cittadino, mitigando i picchi di di buisce a regolare il microclima cittadino, mitigando i picchi temperatura, filtrando e purificando laria dalle polveri e dagli temperatura, filtrando e purificando laria dalle polveri e dagli inquinanti, Inoltre attenua i rumori e le vibrazioni, con unazione inquinanti, Inoltre attenua i rumori e le vibrazioni, con unazione positiva sullinquinamento acustico. Infine la presenza di verde positiva sullinquinamento acustico. Infine la presenza di verde soddisfa le le esigenze ricreative sociali della popolazione soddisfa esigenze ricreative e e sociali della popolazione contribuendo a migliorare la la qualit della vita nelle citt. Per contribuendo a migliorare qualit della vita nelle citt. Per tale motivo, risulta di di notevole importanza accelerare la Disponibilit di verde urbano neinei Comuni capoluogo tale motivo, risulta notevole importanza accelerare la Disponibilit di verde urbano Comuni capoluogo diffusione delle migliori pratiche di di pianificazione, progetta- di provincia Anno 2006 (m2 perper abitante) diffusione delle migliori pratiche pianificazione, progettadi provincia Anno 2006 (m2 abitante) zione, gestione e manutenzione degli spazi verdi urbani: in in zione, gestione e manutenzione degli spazi verdi urbani: questo senso, daldal 2000 al 2006 in Italia aumentata questo senso, 2000 al 2006 in Italia aumentata lattenzione degli amministratori comunali verso i problemi lattenzione degli amministratori comunali verso i problemi ecologici e stasta crescendo numero di di comuni capoluogo di ecologici e crescendo il il numero comuni capoluogo di provincia dotati di un un piano del verde urbano. provincia dotati di piano del verde urbano. Nel 2006, considerando linsieme deidei comuni capoluogo di Nel 2006, considerando linsieme comuni capoluogo di provincia, i metri quadrati di di verde urbano per abitante sono provincia, i metri quadrati verde urbano per abitante sono pari a 48,3; mentre la densit delle aree verdi raggiunge il 4,24,2 pari a 48,3; mentre la densit delle aree verdi raggiunge il perper cento della superficie complessiva dei comuni capoluogo. cento della superficie complessiva dei comuni capoluogo.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Disponibilit di verde urbano e densit complesso dei comuni capoluogo di di provincia Anni 2000-2006 riferito al complesso deidei comuni capoluogo provincia (48,3 riferito al complesso comuni capoluogo di di provincia (48,3 Disponibilit di verde urbano e densit nelnel complesso dei comuni capoluogo provincia Anni 2000-2006 per abitante). Allopposto, Vibo Valentia e e Taranto, rispetti- (variazioni percentuali rispetto all'anno precedente) (variazioni percentuali rispetto all'anno precedente) m2 m2 per abitante). Allopposto, Vibo Valentia Taranto, rispettivamente con 0,20,21,81,82 m2 per abitante, registrano una disponivamente con e e m per abitante, registrano una disponibilit di verde urbano inferiore alla media deidei comuni oltre il il bilit di verde urbano inferiore alla media comuni di di oltre Verde urbano per abitante Densit di verde urbano Verde urbano per abitante Densit di verde urbano 8 8 95 95 per cento. Dal 2000 2006, siasia disponibilit siasia densiper cento. Dal 2000 al al 2006, la la disponibilit la la densit t di verde urbano aumentano, in particolare nel 2002 (+7,5 di verde urbano aumentano, in particolare nel 2002 (+7,5 7 7 perper cento). Considerandocomuni di maggiore ampiezza de-decento). Considerando i i comuni di maggiore ampiezza mografica, Napoli si distingue perper la consistente crescita dei mografica, Napoli si distingue la consistente crescita dei metri quadrati di verde propro capite, da 5,2 nel 2000 28,5 nelnel metri quadrati di verde capite, da 5,2 nel 2000 a a 28,5 6 6 2006, e della percentuale di superficie adibita al verde urbano 2006, e della percentuale di superficie adibita al verde urbano rispetto alla superficie totale, daldal 4,4 per centoquasi il 24 24 per rispetto alla superficie totale, 4,4 per cento a a quasi il per 5 5 cento; le variazioni medie annue pipi contenute rilevano in- incento; le variazioni medie annue contenute si si rilevano vece a Verona, Genova, Bologna, Messina e Catania. vece a Verona, Genova, Bologna, Messina e Catania.
4 4 3 3 2 2 1 1 0 0 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2006

Qualit della vita m2 di verde urbano pro capite

Per verde urbano si si intende patrimonio di di aree verdi che Per verde urbano intende il il patrimonio aree verdi che insiste sulsul territorio dei comuni gestito, direttamente indiretinsiste territorio dei comuni gestito, direttamente o o indirettamente, da da enti pubblici quali i comuni, province, le regioni, tamente, enti pubblici quali i comuni, le le province, le regioni, lo lo Stato. In questo ambito sono compresi diversi tipi di aree Stato. In questo ambito sono compresi diversi tipi di aree verdi: verde attrezzato, parchi urbani, verde storico, aree di di verdi: verde attrezzato, parchi urbani, verde storico, aree arredo urbano e aree speciali, che comprendono giardini scoarredo urbano e aree speciali, che comprendono giardini scolastici, ortiorti botanici, vivai, giardini zoologici altre categorie lastici, botanici, vivai, giardini zoologici e e altre categorie residuali. residuali. La La disponibilit verde urbano espressa in termini di metri disponibilit di di verde urbano espressa in termini di metri quadrati perper abitante si ottiene daldal rapporto tra superficie quadrati abitante e e si ottiene rapporto tra la la superficie deidei comuni capoluogo provincia adibita al verde urbano e la la comuni capoluogo di di provincia adibita al verde urbano e popolazione media residente. La La densit verde urbano la la popolazione media residente. densit di di verde urbano percentuale di di territorio destinata alle aree verdi rispetto al percentuale territorio destinata alle aree verdi rispetto al Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt totale della superficie deidei comuni capoluogo provincia. totale della superficie comuni capoluogo di di provincia. Le Le diverse dotazioni naturali dei comuni capoluogo provincia diverse dotazioni naturali dei comuni capoluogo di di provincia e le differenti velocit di attuazione delle opere di progettazione e le differenti velocit di attuazione delle opere di progettazione urbanistica delle citt rendono la disponibilit di verde urbano urbanistica delle citt rendono la disponibilit di verde urbano fortemente variabile sulsul territorio nazionale. Nel 2006, i comuni fortemente variabile territorio nazionale. Nel 2006, i comuni di di Pisa (1.516 2 m2 per abitante), LAquila (693), Terni (421), Pisa (1.516 m per abitante), LAquila (693), Terni (421), Verona (363), Ancona (341), Avellino (288), Cagliari (282), Verona (363), Ancona (341), Avellino (288), Cagliari (282), Pesaro (191), Trapani (148) e Trento (112) si attestano tutti su su Pesaro (191), Trapani (148) e Trento (112) si attestano tutti livelli di disponibilit di aree verdi superiori a 100 metri quadrati livelli di disponibilit di aree verdi superiori a 100 metri quadrati perper abitante, con punte particolarmente alte dovute alla preabitante, con punte particolarmente alte dovute alla presenza sulsul territorio vasti parchi naturali, aree protette e bo-bosenza territorio di di vasti parchi naturali, aree protette e schi. Palermo (80(802m2 per abitante), Catania (712) e)Catanzaschi. Palermo m per abitante), Catania (71 m m2 e Catanzaro ro (53 2), 2purpur con una pi contenuta disponibilit di verde (53 m m ), con una pi contenuta disponibilit di verde urbano, si si collocano comunque al di sopra del dato medio urbano, collocano comunque al di sopra del dato medio
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI

Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt

Disponibilit e densit di verde urbano neinei comuni maggiore ampiezza demografica Anni 2000, 2003 e 2006 Disponibilit e densit di verde urbano comuni di di maggiore ampiezza demografica Anni 2000, 2003 e 2006 (m2 perper abitantepercentuale di superficie verde sulla superficie comunale) (m2 abitante e e percentuale di superficie verde sulla superficie comunale)
Disponibilit di verde urbano Disponibilit di verde urbano (metri quadrati perper abitante) (metri quadrati abitante) COMUNI COMUNI 2000 2000 Torino Torino Milano Milano Verona Verona Venezia Venezia Genova Genova Bologna Bologna Firenze Firenze Roma Roma Napoli Napoli Bari Bari Palermo Palermo Messina Messina Catania Catania Totale Italia Totale Italia 15,60 15,60 11,16 11,16 354,24 354,24 19,39 19,39 39,35 39,35 30,37 30,37 11,92 11,92 12,90 12,90 5,16 5,16 3,16 3,16 67,54 67,54 5,18 5,18 64,69 64,69 41,16 41,16 2003 2003 22,79 22,79 13,89 13,89 350,04 350,04 21,48 21,48 41,10 41,10 31,10 31,10 12,29 12,29 15,03 15,03 11,04 11,04 3,52 3,52 78,04 78,04 5,30 5,30 67,81 67,81 46,00 46,00 2006 2006 23,34 23,34 15,86 15,86 363,09 363,09 28,25 28,25 40,23 40,23 32,52 32,52 15,20 15,20 15,26 15,26 28,45 28,45 4,02 4,02 80,20 80,20 5,35 5,35 70,98 70,98 48,29 48,29 Densit di verde urbano Densit di verde urbano (percentuale di superficie di verde (percentuale di superficie di verde urbano sulla superficie comunale) urbano sulla superficie comunale) 2000 2000 10,64 10,64 7,85 7,85 43,55 43,55 1,29 1,29 10,11 10,11 8,12 8,12 4,28 4,28 2,61 2,61 4,42 4,42 0,88 0,88 29,19 29,19 0,62 0,62 11,67 11,67 3,59 3,59 2003 2003 15,14 15,14 9,61 9,61 43,54 43,54 1,40 1,40 10,18 10,18 8,25 8,25 4,32 4,32 2,92 2,92 9,45 9,45 0,95 0,95 33,47 33,47 0,62 0,62 11,55 11,55 3,97 3,97 2006 2006 16,15 16,15 11,40 11,40 45,57 45,57 1,83 1,83 10,25 10,25 8,64 8,64 5,45 5,45 2,97 2,97 23,88 23,88 1,13 1,13 33,86 33,86 0,62 0,62 11,93 11,93 4,23 4,23

Fonti Fonti

N N Istat, Dati ambientali sulle citt Istat, Dati ambientali sulle citt

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Istat, Annuario delle Statistiche ambientali. Anni 2005-2006 Istat, Annuario delle Statistiche ambientali. Anni 2005-2006 N N Istat, Statistichebreve. Indicatori ambientali urbani. Anno 2006 Istat, Statistiche in in breve. Indicatori ambientali urbani. Anno 2006 SitiSiti internet internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it

Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt Fonte: Istat, Dati ambientali sulle citt

86

100 statistiche per il Paese

87
Qualit della vita Persone di 3 anni e pi che praticano sport

Solo il 30 per cento della popolazione Solo il 30 per cento della popolazione pratica unattivit sportiva pratica unattivit sportiva
Lattivit fisica contribuisce aamigliorare la qualit della vita ed Lattivit fisica contribuisce migliorare la qualit della vita ed associata positivamente sia allo stato di salute sia al grado di associata positivamente sia allo stato di salute sia al grado di soddisfazione degli interessi personali, allo sviluppo delle posoddisfazione degli interessi personali, allo sviluppo delle potenzialit eedei rapporti sociali. tenzialit dei rapporti sociali. Nel 2006 in Italia le persone di 33anni eepi che praticano sport Nel 2006 in Italia le persone di anni pi che praticano sport sono circa 17 milioni 170 mila, pari aapoco pi del 30 per cento sono circa 17 milioni 170 mila, pari poco pi del 30 per cento della popolazione nella stessa fascia di et: ilil20 per cento si della popolazione nella stessa fascia di et: 20 per cento si dedica allo sport in modo continuativo, ilil10 per cento saltuadedica allo sport in modo continuativo, 10 per cento saltuariamente. Coloro che pur non praticando uno sport svolgono riamente. Coloro che pur non praticando uno sport svolgono unattivit fisica sono 16 milioni 120 mila (il 28,4 per cento della unattivit fisica sono 16 milioni 120 mila (il 28,4 per cento della popolazione nella fascia di et considerata), mentre i isedentari popolazione nella fascia di et considerata), mentre sedentari sono oltre 23 milioni ee300 mila, pari al 41 per cento della posono oltre 23 milioni 300 mila, pari al 41 per cento della popolazione di interesse. polazione di interesse. Lindicatore si basa sui risultati dellindagine multiscopo sulle Lindicatore si basa sui risultati dellindagine multiscopo sulle famiglie II cittadini ee ilil tempo libero, che rileva aa cadenza famiglie cittadini tempo libero, che rileva cadenza quinquennale gli atteggiamenti eei icomportamenti riconducibili quinquennale gli atteggiamenti comportamenti riconducibili al tempo libero della popolazione, al di fuori, quindi, dellorario al tempo libero della popolazione, al di fuori, quindi, dellorario di lavoro eedi studio. Riguardo allattivit sportiva, si considera di lavoro di studio. Riguardo allattivit sportiva, si considera quella svolta nel tempo libero con carattere di continuit oosalquella svolta nel tempo libero con carattere di continuit saltuariet dalla popolazione di 33anni eepi, presso strutture ortuariet dalla popolazione di anni pi, presso strutture organizzate eealla presenza di un allenatore, escludendo le perganizzate alla presenza di un allenatore, escludendo le persone che partecipano al mondo dello sport per ragioni professone che partecipano al mondo dello sport per ragioni professionali (atleti professionisti, insegnanti, allenatori). Tra coloro sionali (atleti professionisti, insegnanti, allenatori). Tra coloro che praticano solo qualche attivit fisica sono invece compresi che praticano solo qualche attivit fisica sono invece compresi quelli che si dedicano aa passatempi comunque movimentati quelli che si dedicano passatempi comunque movimentati ma in totale autonomia (gite, lunghe passeggiate, nuotate, uso ma in totale autonomia (gite, lunghe passeggiate, nuotate, uso della bicicletta), mentre i isedentari sono coloro che dichiarano della bicicletta), mentre sedentari sono coloro che dichiarano di non praticare sport n altre forme di attivit fisica. di non praticare sport n altre forme di attivit fisica. Nel 2006 le differenze territoriali rivelano una diminuzione della Nel 2006 le differenze territoriali rivelano una diminuzione della pratica sportiva dal Nord al Sud del Paese. IlIlNord-est la pratica sportiva dal Nord al Sud del Paese. Nord-est la ripartizione geografica con la quota pi elevata di persone di 33 ripartizione geografica con la quota pi elevata di persone di anni eepi che praticano sport nel tempo libero (36,5 per cento, anni pi che praticano sport nel tempo libero (36,5 per cento, eequasi ilil25 per cento in modo continuativo), con punte del quasi 25 per cento in modo continuativo), con punte del 58,2 per cento nella provincia di Bolzano eedel 44,1 per cento 58,2 per cento nella provincia di Bolzano del 44,1 per cento in quella di Trento. Veneto eeFriuli-Venezia Giulia seguono con in quella di Trento. Veneto Friuli-Venezia Giulia seguono con ilil35,5 per cento eeilil35,1 per cento rispettivamente, mentre 35,5 per cento 35,1 per cento rispettivamente, mentre lEmilia-Romagna si attesta sul 34,6 per cento, lo stesso livello lEmilia-Romagna si attesta sul 34,6 per cento, lo stesso livello della Lombardia nel Nord-ovest. Riguardo aaquesta ripartiziodella Lombardia nel Nord-ovest. Riguardo questa ripartizione, la Valle dAosta registra la percentuale pi alta di persone ne, la Valle dAosta registra la percentuale pi alta di persone dedite allo sport (40,8 per cento), ililvalore del Piemonte invededite allo sport (40,8 per cento), valore del Piemonte invece pari al 33,4 per cento eequello della Liguria inferiore alla ce pari al 33,4 per cento quello della Liguria inferiore alla media generale (28,4 per cento). Nel Centro, solo Lazio eeTomedia generale (28,4 per cento). Nel Centro, solo Lazio Toscana si collocano al di sopra del dato nazionale, con una scana si collocano al di sopra del dato nazionale, con una percentuale di persone sopra i i33anni che praticano sport nel percentuale di persone sopra anni che praticano sport nel tempo libero rispettivamente del 31,6 eedel 31,5 per cento. tempo libero rispettivamente del 31,6 del 31,5 per cento. IlIlSud eele Isole si caratterizzano per la quota maggiore di seSud le Isole si caratterizzano per la quota maggiore di sedentari, con oltre la met della popolazione di 33anni eepi che dentari, con oltre la met della popolazione di anni pi che
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

dichiara di non dedicarsi ad alcun tipo di sport ooattivit fisica dichiara di non dedicarsi ad alcun tipo di sport attivit fisica nel tempo libero: in Campania si registra la percentuale pi nel tempo libero: in Campania si registra la percentuale pi bassa di persone che praticano sport, appena ilil22,1 per cento, bassa di persone che praticano sport, appena 22,1 per cento, eepoco pi del 13 per cento in modo continuativo. Lo sport poco pi del 13 per cento in modo continuativo. Lo sport unattivit del tempo libero tipicamente giovanile: le quote pi unattivit del tempo libero tipicamente giovanile: le quote pi alte di sportivi si riscontrano nella fascia di et tra gli 11 eei i14 alte di sportivi si riscontrano nella fascia di et tra gli 11 14 anni per i i maschi, tra i i 66 ee i i 10 anni per le femmine. Con anni per maschi, tra 10 anni per le femmine. Con laumentare dellet diminuisce limpegno sportivo (sia contilaumentare dellet diminuisce limpegno sportivo (sia continuativo sia saltuario) ee aumenta quello nelle attivit fisiche nuativo sia saltuario) aumenta quello nelle attivit fisiche svolte in autonomia. IlIlconfronto tra i isessi mostra una dediziosvolte in autonomia. confronto tra sessi mostra una dedizione allo sport pi accentuata tra i imaschi (quasi ilil37 per cento ne allo sport pi accentuata tra maschi (quasi 37 per cento contro ilil24 per cento delle femmine), aaconferma di conceziocontro 24 per cento delle femmine), conferma di concezione ed estensione del tempo libero alquanto differenziate; ci si ne ed estensione del tempo libero alquanto differenziate; ci si riscontra in quasi tutte le et con la sola eccezione della classe riscontra in quasi tutte le et con la sola eccezione della classe 3-5 anni, quando sono le bambine aapraticare sport pi dei loro 3-5 anni, quando sono le bambine praticare sport pi dei loro coetanei (24,3 per cento contro 20,9 per cento). Le differenze coetanei (24,3 per cento contro 20,9 per cento). Le differenze di genere si attenuano al crescere dellet, con maggiore evidi genere si attenuano al crescere dellet, con maggiore evidenza aapartire dalla classe 45-54 anni. denza partire dalla classe 45-54 anni. Persone di 33anni eepi che praticano sport per regione Persone di anni pi che praticano sport per regione Anno 2006 (per 100 persone della stessa et eedella stessa Anno 2006 (per 100 persone della stessa et della stessa regione) regione)

Persone di 33anni eepi che praticano sport in Italia, per classe di et eesesso Anno 2006 (per 100 persone della Persone di anni pi che praticano sport in Italia, per classe di et sesso Anno 2006 (per 100 persone della stessa et eedello stesso sesso) stessa et dello stesso sesso)
Uomini Uomini Donne Donne

80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10
00

3-5 3-5

6-10 6-10

11-14 11-14

15-17 15-17

18-19 18-19

20-24 20-24

25-34 25-34

35-44 35-44

45-54 45-54

55-59 55-59

60-64 60-64

65-74 75 pi 65-74 75 eepi

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie cittadini il tempo libero" Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie "I"Icittadini ee il tempo libero"

Persone di anni pi che praticano sport, qualche attivit fisica persone sedentarie, per regione Anno 2006 Persone di 33anni eepi che praticano sport, qualche attivit fisica eepersone sedentarie, per regione Anno 2006 (dati in migliaia) (dati in migliaia)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Marche Marche Umbria Umbria Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Praticano Praticano sport sport 1.406 1.406 49 49 3.170 3.170 442 442 483 483 270 270 213 213 1.624 1.624 408 408 1.408 1.408 1.104 1.104 431 431 249 249 1.617 1.617 319 319 74 74 1.238 1.238 949 949 139 139 458 458 1.159 1.159 440 440 5.067 5.067 3.923 3.923 3.401 3.401 12.391 12.391 4.776 4.776 17.168 17.168
didi cui in modo: cui in modo:

continuativo continuativo 914 914 30 30 2.134 2.134 311 311 289 289 166 166 123 123 1.102 1.102 269 269 994 994 750 750 284 284 176 176 1.080 1.080 217 217 47 47 747 747 629 629 91 91 291 291 729 729 336 336 3.389 3.389 2.654 2.654 2.290 2.290 8.333 8.333 3.087 3.087 11.420 11.420

saltuario saltuario 491 491 19 19 1.037 1.037 131 131 194 194 104 104 90 90 522 522 139 139 414 414 354 354 147 147 73 73 537 537 103 103 28 28 491 491 320 320 48 48 167 167 429 429 103 103 1.677 1.677 1.269 1.269 1.111 1.111 4.057 4.057 1.690 1.690 5.747 5.747

Praticano Praticano solo qualche solo qualche attivit fisica attivit fisica 1.417 1.417 32 32 2.965 2.965 533 533 319 319 128 128 191 191 1.581 1.581 407 407 1.312 1.312 1.076 1.076 458 458 226 226 1.264 1.264 326 326 79 79 1.204 1.204 905 905 139 139 410 410 1.027 1.027 441 441 4.946 4.946 3.618 3.618 3.023 3.023 11.587 11.587 4.532 4.532 16.119 16.119

Non praticano Non praticano sport n sport n attivit fisica attivit fisica 1.368 1.368 37 37 2.988 2.988 573 573 141 141 63 63 78 78 1.357 1.357 339 339 1.339 1.339 1.322 1.322 593 593 361 361 2.220 2.220 613 613 159 159 3.128 3.128 2.078 2.078 294 294 1.056 1.056 2.621 2.621 719 719 4.967 4.967 3.176 3.176 4.497 4.497 12.640 12.640 10.667 10.667 23.307 23.307

Non Non indicato indicato 14 14 11 32 32 77 33 22 22 99 99 99 33 11 55 15 15 88 11 28 28 17 17 22 23 23 28 28 77 53 53 30 30 24 24 107 107 112 112 220 220

Totale Totale

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie IIcittadini eeil iltempo Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie cittadini tempo libero libero

Fonti Fonti

N Istat, Indagine Multiscopo sulle famiglie IIcittadini eeil iltempo libero. N Istat, Indagine Multiscopo sulle famiglie cittadini tempo libero. Anno 2006 Anno 2006

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Statistiche in breve. La pratica sportiva in Italia. Anno 2006 N Statistiche in breve. La pratica sportiva in Italia. Anno 2006 N Annuario statistico italiano, 2007 N Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it

4.205 4.205 120 120 9.155 9.155 1.554 1.554 948 948 464 464 483 483 4.571 4.571 1.162 1.162 4.067 4.067 3.505 3.505 1.483 1.483 840 840 5.117 5.117 1.267 1.267 313 313 5.599 5.599 3.949 3.949 573 573 1.947 1.947 4.834 4.834 1.606 1.606 15.033 15.033 10.748 10.748 10.945 10.945 36.726 36.726 20.089 20.089 56.814 56.814

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie cittadini il tempo libero" Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie "I"Icittadini ee il tempo libero"

100 statistiche per il Paese

PiPiuna famiglia su su dieci povera; Pi di una famiglia su dieci povera; di di una famiglia dieci povera; due terzi didi queste nel Mezzogiorno due terzi queste nelnel Mezzogiorno due terzi di queste Mezzogiorno

Famiglie povere per ripartizione geografica Anno 2006 (per 100 famiglie residenti) Famiglie povere per ripartizione geografica Anno (per (per 100 famiglie residenti) mentre al Centro Lazio e Umbria si attestano rispettivamente mentre al al Centro Lazio e Umbria si attestano rispettivamenteFamiglie povere per ripartizione geografica Anno 20062006 100 famiglie residenti) mentre Centro Lazio e Umbria si attestano rispettivamente sull8,4 perper cento,sull8sull8cento. sull8,4 cento, e e sull8 per cento. sull8,4 per cento, e per per cento. Lincidenza di povert con riferimento alle famiglie rispecchia la la la Lincidenza di di povert con riferimento alle famiglie rispecchia Lincidenza povert con riferimento alle famiglie rispecchia Italia Italia Italia situazione riscontrata perper gligli individui, percentuali pipi alte situazione riscontrata gli individui, con con percentualialte alte situazione riscontrata per individui, con percentuali pi UNO UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME SGUARDO DINSIEME nellenelle Isole (quasi 2626 cento di famiglie povere sulsul totale nelle Isole (quasi 26 ilperper cento di di famiglie poveretotale Isole (quasi il il per cento famiglie povere sul totale Lincidenza delledelle persone si trovano a vivere in in in famigliedelledelle famiglie residenti nella ripartizione) nel Sud (quasi21 2121 Lincidenza delle persone che si si trovano a vivere famiglie Lincidenza persone che che trovano a vivere famiglie delle famiglie residenti nella ripartizione)neleSud (quasi il il il famiglie residenti nella ripartizione) e e nel Sud (quasi povere rappresenta un unun indicatore significativola valutaziopovere rappresenta indicatore significativo perper la la valutazio-perper cento); nel complesso quota di famiglie povere residenti povere rappresenta indicatore significativo per valutaziocento); nel complesso la la la quota di famiglie povere residenti per cento); nel complesso quota di famiglie povere residenti Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest ne nene dellesclusione sociale.generale, infatti, la la la povert oltre oltre quattro volte superiore quella osservata nelle restanti dellesclusione sociale. In In In generale, infatti,povert dellesclusione sociale. generale, infatti, povert oltre quattro volte superiorequella osservata nellenelle restanti quattro volte superiore a a a quella osservata restanti fortemente associata alla struttura familiare, con riferimento siasia ripartizioni. Nel Centro-Nord, dovedove risiede 6868cento delledelle fortemente associata alla struttura familiare, con riferimento sia ripartizioni. Nel Centro-Nord, dove risiede68 il per cento delle fortemente associata alla struttura familiare, con riferimento ripartizioni. Nel Centro-Nord, risiede il il per per cento alla sua dimensione siasia alla sua composizione (ad esempio, la lafamiglie italiane, il 6il per6cento si trovatrova al di sotto della linea di alla sua dimensione alla sua composizione (ad esempio, la alla sua dimensione sia alla sua composizione (ad esempio, famiglie italiane, 6 per cento si si al di sotto della linea di di famiglie italiane, il per cento trova al di sotto della linea Nord-est Nord-est Nord-est presenza di componenti anziani), a scarsi livellilivelli di istruzione, a povert, con una concentrazione di famiglie povere rispetto al al al presenza di di componenti anziani), scarsi livelli istruzione, a a presenza componenti anziani), a a scarsi di di istruzione, povert, con una concentrazione di di famiglie povere rispetto povert, con una concentrazione famiglie povere rispetto bassibassi livelli professionali alla disoccupazione. bassi livelli professionalialla disoccupazione. livelli professionali e e e alla disoccupazione. totale nazionale pari al 35al 35cento. totale nazionale pari al 35 per cento. totale nazionale pari per per cento. In ItaliaItalia20062006 gli individui poveri sono 7 milioni mila mila e In In nelnel 2006 gli individui poveri sono milioni 537 537 e e Italia nel gli individui poveri sono 7 7 milioni 537 mila Centro Centro Centro corrispondono a quasi il 13 1313cento deldel complesso della po- Individui che vivono in famiglie povere Anno 20062006 corrispondono a quasi il il per cento complesso delladella po- Individui che vivono inin famiglie povere Anno 2006 corrispondono a quasi per per cento del complesso poIndividui che vivono famiglie povere Anno polazione. Si trattatratta milioni 623 mila mila famiglie, perper cento (per 100 individui residenti) polazione. SiSi di 2 di milioni 623 mila famiglie, l11 cento polazione. tratta di 2 2 milioni 623 famiglie, l11 l11 per cento (per 100 individui residenti) (per 100 individui residenti) deldel totale, con una spesa per consumi inferiore alla cosiddetta totale, con una spesa per consumi inferiore alla cosiddetta del totale, con una spesa per consumi inferiore alla cosiddetta Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno soglia o linealinea di povert. soglia o linea povert. soglia o di di povert.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Attraverso lIndagine suisui consumi delle famiglie viene calcolata Attraverso lIndagine consumi delledelle famiglie viene calcolata Attraverso lIndagine sui consumi famiglie viene calcolata la soglia o linealinea di povert, individua in modo convenziola la soglia o di povert, che che individua in modo convenziosoglia o linea di povert, che individua in modo convenzionale nale valore spesa perper consumi di al di sotto quale una una nale valore di di di spesa consumi al al sotto deldel quale una il il il valore spesa per consumi di sotto del quale famiglia viene definita povera in termini relativi. Considerando famiglia viene definita povera in in termini relativi. Considerando famiglia viene definita povera termini relativi. Considerando una famiglia di due componenti, nelnel 2006 questa spesa media una famiglia di di due componenti,20062006 questa spesa media una famiglia due componenti, nel questa spesa media mensile risultata pari a 970,34 euro.euro. Lindicatore di riferimenmensile risultata pari a 970,34 euro. Lindicatore riferimenmensile risultata pari a 970,34 Lindicatore di di riferimento, to,to, definito anche incidenza di povert relativa e calcolato con definito anche incidenza di povert relativa e calcolato con definito anche incidenza di povert relativa e calcolato con riferimento siasia agli individui sia alle famiglie, espresso attra-attrariferimento agli individui sia alle famiglie, espresso riferimento sia agli individui sia alle famiglie, espresso attraverso il pesopeso percentuale,totale delladella popolazione o delle verso il peso percentuale, sul totale della popolazione delle verso il percentuale, sul sul totale popolazione o o delle famiglie residenti, deldel numero individui o di famiglie con una una famiglie residenti, numero di di di individui di di famiglie con famiglie residenti, del numero individui o o famiglie con una spesa media mensile perper consumi parial di al di sotto della soglia spesa media mensile consumi pari o o al sotto della soglia spesa media mensile per consumi pari o di sotto della soglia di povert. di di povert. povert. Il panorama regionale mette in in in evidenza il forte svantaggio Il Il panorama regionale mette evidenza forte svantaggio panorama regionale mette evidenza il il forte svantaggio dellItalia meridionale e insulare, con con percentuali di individui dellItalia meridionale e e insulare, percentuali di di individui dellItalia meridionale insulare, con percentuali individui che vivono in famiglie povere pipi che doppie rispetto alla meche vivono in in famiglie povereche doppie rispetto alla me- meche vivono famiglie povere pi che doppie rispetto alla diadia nazionale incidenze pipi contenute solo Abruzzo (13,2(13,2 nazionale e e e incidenzecontenute solo solo in Abruzzo dia nazionale incidenze pi contenute in in Abruzzo (13,2 perper cento). SiciliaCalabria hanno consistenze similisimili di indivicento). Sicilia e e Calabria hanno consistenze simili indiviper cento). Sicilia e Calabria hanno consistenze di di individuidui famiglie povere (rispettivamente il 31,5 31,531,4 31,4cen- cenin in in famiglie povere (rispettivamente 31,5ile il 31,4 per cendui famiglie povere (rispettivamente il il e e il per per to deldel totale dei residenti quelle regioni). In aggiunta, la Sici- Sicito tototale dei residenti in in in quelle regioni). In aggiunta, la del totale dei residenti quelle regioni). In aggiunta, la Sicilia lialia al confronto tutte tutte le altre regioni registra laalta con- conal confronto con con le altre regioni registra la pipi alta conal confronto con tutte le altre regioni registra la pi alta Fonte: Istat, Istat, Indagine sui consumi famiglie Fonte: Istat, Indagine sui consumi delle famiglie Fonte: Indagine sui consumi delle delle famiglie centrazione di individui poveri (circa 1,61,6 milioni, pari quasi 21al 21 centrazione di di individui poveri (circamilioni, pari quasi al al 21 centrazione individui poveri (circa 1,6 milioni, pari quasi perper cento dellammontare dei poveri Italia). Tale Tale concentracento dellammontare dei poveri in in in Italia). concentraper cento dellammontare dei poveri Italia). Tale concentrazione interessa anche la Campania e la Puglia, dovedove si rilevazione interessa anche la la Campania la la Puglia, si rilevazione interessa anche Campania e e Puglia, dove si rilevano nono percentuali significative e rispettivamente al al al 18,5 per percentuali significative e rispettivamente pari pari 18,5 per percentuali significative e rispettivamente pari 18,5 per cento e al 12al 12cento. In queste due regioni, come deldel resto Fonti cento e al 12 per cento. In In queste due regioni, comerestoresto Fonti cento e per per cento. queste due regioni, come del Fonti in in in Basilicata e in Molise,individui poveri sonosono comunque N N N Istat, Indagine sui consumi famiglie Basilicata e in in Molise, gligli individui poveri comunque Basilicata e Molise, gli individui poveri sono comunque Istat, Indagine sui sui consumi delle famiglie Istat, Indagine consumi delle delle famiglie oltre oltre 2020cento delladella popolazione residente. oltre20 perper cento della popolazione residente. il il il per cento popolazione residente. Allopposto, nellenelle ripartizioni settentrionali e al centro si regi-AltreAltre informazioni Allopposto, nelle ripartizioni settentrionali al al centro regiAllopposto, ripartizioni settentrionali e e centro si si regiAltre informazioni informazioni Pubblicazioni Pubblicazioni strano incidenze di di di povert degli individui di gran lunga piPubblicazioni strano incidenze povert degli individui di di gran lunga pi strano incidenze povert degli individui gran lunga pi Istat, I I consumi delle famiglie, contenute (il 6,26,2 per cento poveri tra traresidenti deldel Centro- N N N Istat,consumi delle famiglie, 2005 contenute (il (ilper cento di di di poverii tra residenti Centrocontenute 6,2 per cento poveri i i residenti del Centro- Istat, I consumi delle famiglie, 2005 2005 Istat, La povert relativa in Italia Italia nel 2006, Statistica in breve, Istat, La povert relativa in Italia 2006, Statistica in in breve, Nord), con valori tra tra60 606070 7070cento al di al di sotto della me- N N N Istat, La povert relativa in nel nel 2006, Statisticabreve, Nord), con valori il tra il ile il il per cento al sotto della meNord), con valori il e e per per cento di sotto della me4 ottobre 2007 2007 4 ottobre 2007 4 ottobre diadia Veneto, Lombardia ed eded Emilia-Romagna. dato pi alto si si in in in Veneto, Lombardia Emilia-Romagna.dato datoalto si dia Veneto, Lombardia Emilia-Romagna. Il Il Il pi pi alto Siti internet osserva perper ValleValle dAosta, dovepoveri rappresentano qua- SitiSiti internet osserva la la la dAosta, dove i poveri rappresentano qua- qua- internet osserva per Valle dAosta, dove i i poveri rappresentano http://www.istat.it si il si ilperper cento della popolazione residente nella regione, N N N http://www.istat.it si 10 1010 cento delladella popolazione residente nella regione, http://www.istat.it il per cento popolazione residente nella regione,
LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA SUE REGIONI

0 00

5 55

1010 10

1515 15

2020 20

2525 25

Fonte: Istat, Istat, Indagine sui consumi famiglie Fonte: Istat, Indagine sui consumi delle famiglie Fonte: Indagine sui consumi delle delle famiglie

Individui che vivono in famiglie povere e famiglie povere per regione di residenza Anno 20062006 (valori assoluti Individui che vivono inin famiglie povere famiglie povere per regione didi residenza Anno 2006 (valori assoluti Individui che vivono famiglie povere e e famiglie povere per regione residenza Anno (valori assoluti e percentuali) e percentuali) e percentuali)
Individui poveri poveri Individui poveri Individui REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Valori Valori Valori assoluti assoluti assoluti 287.548 287.548 287.548 12.21112.211 12.211 466.823 466.823 466.823 117.579 117.579 117.579 69.64169.641 69.641 40.67540.675 40.675 28.96628.966 28.966 234.735 234.735 234.735 91.82791.827 91.827 166.732 166.732 166.732 276.481 276.481 276.481 102.103 102.103 102.103 68.21668.216 68.216 442.126 442.126 442.126 171.004 171.004 171.004 63.99763.997 63.997 1.395.261 1.395.261 1.395.261 905.815 905.815 905.815 145.161 145.161 145.161 625.887 625.887 625.887 1.573.804 1.573.804 1.573.804 320.402 320.402 320.402 884.160 884.160 884.160 562.934 562.934 562.934 888.926 888.926 888.926 2.336.020 2.336.020 2.336.020 5.201.330 5.201.330 5.201.330 7.537.351 7.537.351 7.537.351 Incidenza Incidenza Incidenza di povert di povert di povert per perper 100 individui 100100 individui individui 6,68 6,68 6,68 9,93 9,93 9,93 4,96 4,96 4,96 7,37 7,37 7,37 7,14 7,14 7,14 8,51 8,51 8,51 5,83 5,83 5,83 5,00 5,00 5,00 7,69 7,69 7,69 4,01 4,01 4,01 7,69 7,69 7,69 6,72 6,72 6,72 7,91 7,91 7,91 8,40 8,40 8,40 13,16 13,16 13,16 20,05 20,05 20,05 24,18 24,18 24,18 22,34 22,34 22,34 24,55 24,55 24,55 31,40 31,40 31,40 31,51 31,51 31,51 19,45 19,45 19,45 5,73 5,73 5,73 5,11 5,11 5,11 7,91 7,91 7,91 6,20 6,20 6,20 25,16 25,16 25,16 12,91 12,91 12,91 Famiglie poverepovere Famiglie povere Famiglie Valori Valori Valori assoluti assoluti assoluti 122.848 122.848 122.848 4.805 4.805 4.805 187.371 187.371 187.371 46.67046.670 46.670 24.61924.619 24.619 13.43813.438 13.438 11.18111.181 11.181 94.94494.944 94.944 43.39343.393 43.393 70.56270.562 70.562 103.579 103.579 103.579 35.36135.361 35.361 25.29525.295 25.295 150.853 150.853 150.853 61.35161.351 61.351 23.06923.069 23.069 425.800 425.800 425.800 287.972 287.972 287.972 50.75550.755 50.755 204.433 204.433 204.433 552.612 552.612 552.612 106.628 106.628 106.628 361.695 361.695 361.695 233.518 233.518 233.518 315.087 315.087 315.087 910.300 910.300 910.300 1.712.621 1.712.621 1.712.621 2.622.921 2.622.921 2.622.921 Incidenza Incidenza Incidenza di povert di povert di povert per perper 100 famiglie 100100 famiglie famiglie 6,41 6,41 6,41 8,45 8,45 8,45 4,67 4,67 4,67 6,06 6,06 6,06 6,19 6,19 6,19 7,12 7,12 7,12 5,34 5,34 5,34 5,05 5,05 5,05 8,20 8,20 8,20 3,89 3,89 3,89 6,84 6,84 6,84 5,94 5,94 5,94 7,30 7,30 7,30 7,04 7,04 7,04 12,15 12,15 12,15 18,63 18,63 18,63 21,17 21,17 21,17 19,83 19,83 19,83 22,99 22,99 22,99 27,76 27,76 27,76 28,94 28,94 28,94 16,85 16,85 16,85 5,35 5,35 5,35 5,05 5,05 5,05 6,85 6,85 6,85 5,70 5,70 5,70 22,56 22,56 22,56 11,13 11,13 11,13

Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia LiguriaLiguria Liguria Trentino-Alto Adige Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen TrentoTrento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Marche Marche Marche Umbria Umbria Umbria Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo MoliseMolise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est CentroCentro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

Qualit della vita Incidenza della povert

Fonte: Istat, Istat, Indagine sui consumi famiglie Fonte: Istat, Indagine sui consumi delle famiglie Fonte: Indagine sui consumi delle delle famiglie

88

100 statistiche per il Paese

89
Qualit della vita Disuguaglianza nella distribuzione del reddito

Disuguaglianze elevate; Disuguaglianze elevate; Disuguaglianze elevate; forti differenziali tra leleregioni forti differenziali tra leregioni forti differenziali tra regioni
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Nel 2005 la la maggioranza delle famiglie residenti in Italia (61 Nel 2005 lamaggioranza delle famiglie residenti in Italia (61 Nel 2005 maggioranza delle famiglie residenti in Italia (61 perper cento) ha conseguito un reddito netto inferiore allimporto percento) ha conseguito un reddito netto inferiore allimporto cento) ha conseguito un reddito netto inferiore allimporto medio annuo (27.736 euro, circa 2.311 euro al mese). Consimedio annuo (27.736 euro, circa 2.311 euro alal mese). Consimedio annuo (27.736 euro, circa 2.311 euro mese). Considerando anche ililvalore mediano, risulta che ilil50 50 per cento derando anche il valore mediano, risulta che il per cento derando anche valore mediano, risulta che 50 per cento delle famiglie ha ha percepito meno 22.460 euro e, quindi, circa delle famiglie hapercepito meno di di 22.460 euro e, quindi, circa delle famiglie percepito meno di 22.460 euro e, quindi, circa 1.872 euro mensili. 1.872 euro mensili. 1.872 euro mensili. Ci evidenzia una disuguaglianza nella distribuzione deidei redditi Ci evidenzia una disuguaglianza nella distribuzione deiredditi Ci evidenzia una disuguaglianza nella distribuzione redditi confermata dallindice di concentrazione di Gini che, escludenconfermata dallindice didi concentrazione di Gini che, escludenconfermata dallindice concentrazione di Gini che, escludendo do dal calcolofittiimputati, pari aa0,321. dodal calcolo i ifittifitti imputati, pari a 0,321. dal calcolo i imputati, pari 0,321. Lindice di diGini esprime una misura della concentrazione di di Lindice di Gini esprime una misura della concentrazione di Lindice Gini esprime una misura della concentrazione variabili quantitative trasferibili, quali ilil reddito, in inmodo da da variabili quantitative trasferibili, quali ilreddito, in modo da variabili quantitative trasferibili, quali reddito, modo valutare come si distribuiscano tra tra popolazione. Lindicatore valutare come si si distribuiscano la la popolazione. Lindicatore valutare come distribuiscano tra la popolazione. Lindicatore assume valori compresi tra tra 0, nel caso cuicui tutte famiglie assume valori compresi tra0, nel caso in in tutte le le famiglie assume valori compresi 0, nel caso in cui tutte le famiglie percepiscano lo stesso reddito eesi verifichi una perfetta equit percepiscano lolo stesso reddito e si verifichi una perfetta equit percepiscano stesso reddito si verifichi una perfetta equit nella distribuzione, ee1, nelnel caso totale disuguaglianza. Sulla nella distribuzione, e 1, caso di di totale disuguaglianza. Sulla nella distribuzione, 1, nel caso di totale disuguaglianza. Sulla base della definizione condivisa nellambito dellUe, ililreddito base della definizione condivisa nellambito dellUe, il reddito base della definizione condivisa nellambito dellUe, reddito netto familiare totale pari alla somma deidei redditi da lavoro netto familiare totale pari alla somma redditi da lavoro netto familiare totale pari alla somma dei redditi da lavoro dipendente eeautonomo, di di quelli da capitale reale, che non dipendente e autonomo, quelli da capitale reale, che non dipendente autonomo, di quelli da capitale reale, che non comprendono ililreddito figurativo delle abitazioni occupate daidai comprendono il reddito figurativo delle abitazioni occupate comprendono reddito figurativo delle abitazioni occupate dai proprietari (cio laffitto imputato) eefinanziario, delle pensioni ee e proprietari (cio laffitto imputato) e finanziario, delle pensioni proprietari (cio laffitto imputato) finanziario, delle pensioni degli altri trasferimenti pubblici eeprivati ricevuti dalle famiglie, degli altri trasferimenti pubblici e privati ricevuti dalle famiglie, degli altri trasferimenti pubblici privati ricevuti dalle famiglie, al netto deldel prelievo tributario contributivo eedi eventuali im-imalal netto prelievo tributario ee e contributivo e di eventuali netto del prelievo tributario contributivo di eventuali imposte patrimoniali. IlIlvalore mediano deldel reddito suddivide le poste patrimoniali. Il valore mediano reddito suddivide le poste patrimoniali. valore mediano del reddito suddivide le famiglie in due parti uguali: la prima met con redditi inferiori famiglie inin due parti uguali: la prima met con redditi inferiori famiglie due parti uguali: la prima met con redditi inferiori alla mediana, la seconda met con redditi uguali oosuperiori. alla mediana, lala seconda met con redditi uguali o superiori. alla mediana, seconda met con redditi uguali superiori.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Disuguaglianza deiredditi nei paesi Ue (Indice di di di Gini redditi netti familiari esclusi i ifittifitti imputati) Anno 2005 Disuguaglianza redditi nei paesi Ue (Indice di di Gini sui redditi netti familiari esclusi i imputati) Anno 2005 bria (0,348) eein Sicilia (0,346); questultima presenta anche ilil il Disuguaglianza deidei redditi nei paesi Ue (Indice di Gini suisui redditi netti familiari esclusifittiimputati) Anno 2005 bria (0,348) e in Sicilia (0,346); questultima presenta anche bria (0,348) in Sicilia (0,346); questultima presenta anche reddito medio annuo pipi basso (20.952 euro,24 24 per cento in reddito medio annuo pibasso (20.952 euro, ilil il per cento in reddito medio annuo basso (20.952 euro, 24 per cento in 0,45 0,45 0,45 meno deldel dato medio italiano) dove, in base al reddito memeno deldato medio italiano) ee e dove, in base al reddito memeno dato medio italiano) dove, in base al reddito mediano, ilil 50 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di diano, il per cento delle famiglie si colloca al di sotto di diano, 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 0,40 0,40 0,40 16.658 euro (circa 1.390 euro al mese). In Campania (0,343), 16.658 euro (circa 1.390 euro alal mese). In Campania (0,343), 16.658 euro (circa 1.390 euro mese). In Campania (0,343), 0,35 0,35 0,35 Puglia (0,328) eeLazio (0,326) i ivalori dellindice si mantengono Puglia (0,328) e Lazio (0,326) valori dellindice si si mantengono Puglia (0,328) Lazio (0,326) i valori dellindice mantengono Ue25 Ue25 (a) (a) Ue25 (a) al di sopra deldel dato nazionale. La maggiore equit nella distrialal di sopra dato nazionale. La maggiore equit nella distridi sopra del dato nazionale. La maggiore equit nella distri0,30 0,30 0,30 buzione deideiredditi si siosserva nella provincia autonoma di di buzione dei redditi si osserva nella provincia autonoma di buzione redditi osserva nella provincia autonoma 0,25 0,25 0,25 Trento, con ililvalore pipi contenuto dellindice (0,253), Valle Trento, con il valore contenuto dellindice (0,253), in in Valle Trento, con valore pi contenuto dellindice (0,253), in Valle dAosta (0,256) eein in Friuli-Venezia Giulia (0,262). Lombardia dAosta (0,256) e Friuli-Venezia Giulia (0,262). Lombardia dAosta (0,256) in Friuli-Venezia Giulia (0,262). Lombardia 0,20 0,20 0,20 ed ed Emilia-Romagna, con redditi medi annui superiori rispetto a edEmilia-Romagna, con redditi medi annui superiori rispetto aa Emilia-Romagna, con redditi medi annui superiori rispetto 0,15 0,15 0,15 tutte le altre regioni (31.555 ee31.445 euro), registrano indici di di tutte lele altre regioni (31.555 e 31.445 euro), registrano indici tutte altre regioni (31.555 31.445 euro), registrano indici di concentrazione comunque piuttosto elevati (entrambe 0,304). concentrazione comunque piuttosto elevati (entrambe 0,304). concentrazione comunque piuttosto elevati (entrambe 0,304).
0,10 0,10 0,10 0,05 0,05 0,05 0,00 0,00 0,00

Disuguaglianza deidei redditi per regione (indice Gini suisui Disuguaglianza deiredditi per regione (indice di di Gini Disuguaglianza redditi per regione (indice di Gini sui redditi netti familiari esclusi i ifittifitti imputati)Anno 2005 (a)(a) redditi netti familiari esclusi fittiimputati) Anno 2005 redditi netti familiari esclusi i imputati) Anno 2005 (a)

Fonte: Eurostat, EU-SILC Fonte: Eurostat, EU-SILC Fonte: Eurostat, EU-SILC (a) (a) Valore stimato che non comprende Romania Bulgaria entrate nell'Unione europea il 11 gennaio 2007. (a)Valore stimato che non comprende Romania eeBulgaria entrate nell'Unione europea il 1 gennaio 2007. Valore stimato che non comprende Romania e Bulgaria entrate nell'Unione europea il gennaio 2007. (b) (b) Dati provvisori. (b)Dati provvisori. Dati provvisori.

Reddito familiare netto (esclusi i imputati) indice di concentrazione di Gini, per regione Anno 2005 Reddito familiare netto (esclusi i ifittifitti imputati)indice di concentrazione di Gini, per regione Anno 2005 Reddito familiare netto (esclusi fittiimputati) ee e indice di concentrazione di Gini, per regione Anno 2005
Regioni Regioni Regioni Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Valle d'Aosta-Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Marche Marche Marche Umbria Umbria Umbria Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Italia Italia Italia Reddito medio Reddito medio Reddito medio (in (in euro) (in euro) euro) 29.008 29.008 29.008 28.502 28.502 28.502 31.555 31.555 31.555 25.109 25.109 25.109 31.159 31.159 31.159 32.008 32.008 32.008 30.389 30.389 30.389 29.421 29.421 29.421 28.424 28.424 28.424 31.449 31.449 31.449 29.920 29.920 29.920 29.552 29.552 29.552 28.674 28.674 28.674 29.307 29.307 29.307 26.861 26.861 26.861 23.717 23.717 23.717 23.579 23.579 23.579 22.932 22.932 22.932 21.868 21.868 21.868 22.773 22.773 22.773 20.952 20.952 20.952 25.515 25.515 25.515 27.736 27.736 27.736 Reddito mediano Reddito mediano Reddito mediano (in (in euro) (in euro) euro) 24.282 24.282 24.282 23.073 23.073 23.073 25.840 25.840 25.840 20.994 20.994 20.994 27.068 27.068 27.068 27.082 27.082 27.082 27.068 27.068 27.068 24.879 24.879 24.879 23.987 23.987 23.987 25.626 25.626 25.626 24.364 24.364 24.364 25.191 25.191 25.191 22.602 22.602 22.602 24.030 24.030 24.030 22.154 22.154 22.154 19.368 19.368 19.368 19.000 19.000 19.000 18.652 18.652 18.652 19.086 19.086 19.086 17.396 17.396 17.396 16.658 16.658 16.658 22.114 22.114 22.114 22.460 22.460 22.460 Indice Indice di di Indice di concentrazione concentrazione concentrazione 0,290 0,290 0,290 0,256 0,256 0,256 0,304 0,304 0,304 0,292 0,292 0,292 0,260 0,260 0,260 0,267 0,267 0,267 0,253 0,253 0,253 0,271 0,271 0,271 0,262 0,262 0,262 0,304 0,304 0,304 0,281 0,281 0,281 0,278 0,278 0,278 0,301 0,301 0,301 0,326 0,326 0,326 0,284 0,284 0,284 0,305 0,305 0,305 0,343 0,343 0,343 0,328 0,328 0,328 0,273 0,273 0,273 0,348 0,348 0,348 0,346 0,346 0,346 0,303 0,303 0,303 0,321 0,321 0,321

Attraverso i idati dellindagine sulsul reddito le condizioni di vita Attraverso dati dellindagine sulreddito ee e le condizioni di vita Attraverso i dati dellindagine reddito le condizioni di vita (EU-SILC), condotta in modo armonizzato in ambito europeo, (EU-SILC), condotta inin modo armonizzato in ambito europeo, (EU-SILC), condotta modo armonizzato in ambito europeo, perper lItalia rileva una disuguaglianza economica non trascuperlItalia si si rileva una disuguaglianza economica non trasculItalia si rileva una disuguaglianza economica non trascurabile al confronto con gli gli altri paesi dellUe. risultatirelativi ai ai rabile alal confronto con altri paesi dellUe. I Irisultati relativi ai rabile confronto con gli altri paesi dellUe. I risultati relativi redditi deldel 2005, infatti, mostrano un indice concentrazione redditi del2005, infatti, mostrano un indice di di concentrazione redditi 2005, infatti, mostrano un indice di concentrazione italiano (0,32) che colloca ililPaese tra tra quelli convalori pipi italiano (0,32) che colloca il Paese quelli con i i valori pi italiano (0,32) che colloca Paese tra quelli con i valori elevati: ilildato medio, che non comprende Romania eeBulgaria, elevati: dato medio, che non comprende Romania e Bulgaria, elevati: il dato medio, che non comprende Romania Bulgaria, pari aa 0,30. Sullo stesso livello si si trovano Regno Unito e pari a 0,30. Sullo stesso livello trovano Regno Unito ee pari 0,30. Sullo stesso livello si trovano Regno Unito Irlanda, mentre situazioni pipisvantaggiate sono aa carico di di Irlanda, mentre situazioni pi svantaggiate sono acarico di Irlanda, mentre situazioni svantaggiate sono carico Estonia, Ungheria, Polonia eeRomania, che registrano lo 0,33; Estonia, Ungheria, Polonia e Romania, che registrano lo 0,33; Estonia, Ungheria, Polonia Romania, che registrano lo 0,33; Grecia (0,34) eeLituania (0,35). Infine, Portogallo (0,38) eeLetGrecia (0,34) e Lituania (0,35). Infine, Portogallo (0,38) e LetGrecia (0,34) Lituania (0,35). Infine, Portogallo (0,38) Lettonia (0,39) con gli gli indici di concentrazione pi alti, fanno etonia (0,39) con gliindici di concentrazione pi alti, fanno etonia (0,39) con indici di concentrazione pi alti, fanno emergere le pipi elevate disparit nella distribuzione interna dei mergere lele elevate disparit nella distribuzione interna dei mergere pi elevate disparit nella distribuzione interna dei redditi. In InSvezia, Danimarca, Slovenia ee Bulgaria (0,24) le le redditi. In Svezia, Danimarca, Slovenia eBulgaria (0,24) le redditi. Svezia, Danimarca, Slovenia Bulgaria (0,24) disuguaglianze appaiano sensibilmente attenuate; nelnel gruppo disuguaglianze appaiano sensibilmente attenuate; nelgruppo disuguaglianze appaiano sensibilmente attenuate; gruppo deidei paesi che comprende Repubblica Ceca Austria (0,25) ee e deipaesi che comprende Repubblica Ceca ee e Austria (0,25) paesi che comprende Repubblica Ceca Austria (0,25) Finlandia ee Paesi Bassi (0,26) lindice di diconcentrazione si si Finlandia ePaesi Bassi (0,26) lindice di concentrazione si Finlandia Paesi Bassi (0,26) lindice concentrazione attesta comunque su su un livello contenuto. attesta comunque suun livello contenuto. attesta comunque un livello contenuto.
LITALIA EELELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di vitavita (EU-SILC) Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di di (EU-SILC) Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni vita (EU-SILC) (a) (a) Dati provvisori) (a)Dati provvisori) Dati provvisori)

Fonti Fonti Fonti

NN N Istat,Indagine sulle condizioni di vitavita (EU-SILC) Istat, Indagine sulle condizioni di di (EU-SILC) Istat, Indagine sulle condizioni vita (EU-SILC) NN N Eurostat Eurostat Eurostat

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni NN N Istat,Rapporto annuale. La situazione del del Paese nel 2006 Istat, Rapporto annuale. LaLa situazione Paese nel 2006 Istat, Rapporto annuale. situazione del Paese nel 2006 NN N Istat,Reddito ee condizioni economiche in in Italia, 2004-2005 Istat, Reddito condizioni economiche in Italia, 2004-2005 Istat, Reddito e condizioni economiche Italia, 2004-2005 SitiSiti internet Sitiinternet internet

http://www.istat.it http://www.istat.it Riguardo ai ai redditi del 2005, tra le regioni italiane lindice di NN N http://www.istat.it Riguardo airedditi del 2005, tra le regioni italiane lindice di Riguardo redditi del 2005, tra le regioni italiane lindice di http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu concentrazione fa registrare la pipi alta disuguaglianza Calaconcentrazione fafa registrare la alta disuguaglianza in in Cala- NN N http://epp.eurostat.ec.europa.eu concentrazione registrare la pi alta disuguaglianza in Cala-

Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni vita Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di vitavita Fonte: Istat, Indagine sulle condizioni di di (a) (a) Dati provvisori. (a)Dati provvisori. Dati provvisori.

100 statistiche per il Paese

Po Le t Por Le tto PorttoLe ttonia g n rtoga ltlonia oga l o ia l La llo ( b) Liituo ( b) ( Lituanb) tuan ia G an ia Gre ia r c EGre ciia Est e c a s o ia UEsttonia Un g onia n Un ghe ia n h Pgher iia Pol er a oor a RPoloniia Ro mlonia Ro mania o ma ni an a IIrllanniia r Irlanda and a a Re Re g IItad a Re gno Ita lliia gno Uta lia no Un a SpUn iitto Spa n o i Spagnto agn a Cg a Ciipn a C p ro Lu Lu s Beip ro s B gi o Lu ss e Bellgro ss embelgio embur io m ug burg o r o Sl M ag o Slo Malta SlovaMalta ov c l G va cc hta Gera cc hia c Ger mahia er mania Fmaniia r Pa Fra n a Pae F a ncia s Paes i ra nciia es i Bancia Bas a Re i Re p FinB s si u F Re pub Finlaas si pubb li inllandsi n bb lica and iia b l ca C d a ica Ce ia Cc Au ec a Ausec a t a BAustriia Bu str a DaBullgaria gar Da n ul i Da niimgar ia a n m a r ia Slimarca Slo arca rc v Slove n a ove a Sve niia Sve ni za Svez ia ez ia ia

Ai primi posti in Europa per la presenza di autovetture


UNO SGUARDO DINSIEME

Il numero di autovetture circolanti ogni 1.000 abitanti (tasso di motorizzazione) se da una parte rappresenta un indicatore positivamente associato allo standard di vita di un paese, dallaltra consente di misurare limpatto sulle condizioni ambientali del parco vetture circolanti che contribuisce in misura rilevante alle emissioni inquinanti a danno della qualit dellaria. Il tasso di motorizzazione in Italia passato da 501 autovetture ogni 1.000 abitanti nel 1991 a 598,4 nel 2006, con un incremento medio annuo pari all1,3 per cento. Si tratta di un tasso tra i pi alti del mondo.
DEFINIZIONI UTILIZZATE

fatta eccezione per il 1994, anno nel quale si registra una stasi dovuta agli effetti della crisi economica, e per il 2004, anno di revisione dellarchivio del PRA, quando sono stati cancellati i veicoli non in regola con le tasse automobilistiche da almeno tre anni. Dal 1991 la categoria che ha registrato laumento pi consistente quella dei motocicli (nel 2006 risultano pari a circa 5 milioni e 300 mila), che modificano il panorama della mobilit sul territorio italiano: le variazioni del loro numero ogni 1.000 abitanti, dopo iniziali diminuzioni, segnano aumenti costanti, attestandosi su un incremento medio di periodo del 5,1 per cento. Il tasso di motorizzazione che riguarda gli autobus destinati al trasporto pubblico presenta un andamento temporale pi oscillante, con decrementi fino al 1996 e una crescita successiva, per un aumento medio nei quindici anni considerati comunque positivo e pari all1,2 per cento. Autovetture circolanti Anno 2006 (per 1.000 abitanti)

Autovetture circolanti nei paesi Ue


Anno 2004 (per 1.000 abitanti)
700 600 500 400 300 200 100 0

Ue27

Il tasso di motorizzazione si ottiene dal rapporto tra il numero di autovetture presenti nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e la popolazione residente. In generale, il numero di autovetture, di altri autoveicoli e di motoveicoli iscritti al PRA rappresenta una stima sufficientemente accurata dellentit della circolazione veicolare nel Paese. Sono esclusi i veicoli per i quali stata annotata la perdita di possesso e quelli confiscati.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Qualit della vita Autovetture per 1.000 abitanti

Nellambito dellUnione europea, i dati disponibili al 2004 mettono in luce la posizione di preminenza dellItalia che, con 581 autovetture ogni 1.000 abitanti, seconda dopo il Lussemburgo (659), superando di quasi il 26 per cento il dato medio, pari a 463 autovetture ogni 1.000 abitanti. Di contro la Romania, si trova in ultima posizione con 149 autovetture ogni 1.000 abitanti, circa il 70 per cento in meno della media europea. Anche tutti gli altri paesi dellEuropa dellest registrano tassi pi bassi della media. NellEuropa del nord, Svezia (456 autovetture ogni 1.000 abitanti), Finlandia (448), Paesi Bassi (429), Irlanda (385) e Danimarca (354) si attestano su livelli del tasso di motorizzazione inferiori al valore medio, cos come Spagna (454 per 1.000) e Grecia (348 per 1.000) nellEuropa meridionale. Belgio e Regno Unito, che in questo caso non comprende lIrlanda del Nord, si collocano in una posizione intermedia, rispettivamente con 467 e 463 autovetture ogni 1.000 abitanti.
LITALIA E LE SUE REGIONI

Veicoli circolanti Anni 1992-2006 (variazioni percentuali rispetto all'anno precedente)


16
Autovetture Motocicli Autobus

Fonte: ACI

Nel 2006 in Valle dAosta il numero di veicoli circolanti superiore alla popolazione residente: vi circolano, infatti, 1.061 autovetture ogni 1.000 abitanti, quasi il doppio della media nazionale (598). Tutte le regioni dellItalia centrale assumono valori superiori a 600, insieme a Piemonte, Emilia-Romagna, FriuliVenezia Giulia e Abruzzo. Le restanti regioni italiane si collocano al di sotto del livello medio, con il tasso minimo in Liguria (513 autovetture ogni 1.000 abitanti). Dal 1991 al 2006, le variazioni annuali del numero delle autovetture per 1.000 abitanti fanno registrare una continua, anche se contenuta, crescita,

Fonti

N Automobile Club dItalia (ACI) N Eurostat., Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N Istat, Statistiche dei trasporti. Anno 2005 N Istat, Annuario Statistico italiano. Anno 2007 Siti internet N http://www.istat.it N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

19 92

19 93

19 94

19 95

19 96

19 97

20 02

20 03

19 99

20 00

19 98

20 01

20 04

Fonte: ACI

90

100 statistiche per il Paese

20 05

20 06

Lu ss em bu rg o Po Ita rto lia G ga er llo m an i M a al ta Au st Fr ria an ci Re Be a gn lgi o o U Sl nito ov en Sv ia ez Sp i a ag na Ci Fi pr Pa nla o es nd i B ia as I rl si an Re pu Li da bb tua lic nia a Da Ce ni ca m a Es rca to n G ia re Bu cia lg a P o ri a lo Le nia tt Un onia Sl ghe ov r i ac a Ro chia m an ia
14 12 10 8 6 4 2 0 -2 -4

91
Qualit della vita Ammontare dei depositi bancari pro capite

Cresce la quota di depositi bancari Cresce la quota di depositi bancari di istituzioni sociali private eefamiglie di istituzioni sociali private famiglie
Lammontare dei depositi bancari per abitante rappresenta una Lammontare dei depositi bancari per abitante rappresenta una misura indiretta del tenore didi vita economico, in quanto relamisura indiretta del tenore vita economico, in quanto relazionabile alalvolume didirisparmio disponibile, alla densit didi zionabile volume risparmio disponibile, alla densit sportelli bancari sul territorio nazionale, allefficacia dei depositi sportelli bancari sul territorio nazionale, allefficacia dei depositi bancari come mezzi didi intermediazione finanziaria. depositi bancari come mezzi intermediazione finanziaria. I I depositi sono uno degli strumenti utilizzati dalle banche per raccogliere sono uno degli strumenti utilizzati dalle banche per raccogliere il il risparmio dei diversi settori istituzionali da mettere a disposirisparmio dei diversi settori istituzionali da mettere a disposizione sia delle societ finanziarie e non finanziarie e Amzione sia delle societ finanziarie e non finanziarie e Amministrazioni pubbliche per lolosvolgimento della loro attivit ministrazioni pubbliche per svolgimento della loro attivit economica, sia delle famiglie consumatrici e edelle istituzioni economica, sia delle famiglie consumatrici delle istituzioni sociali private. sociali private. Alla fine del 2006 inin Italia lammontare pro capite dei depositi Alla fine del 2006 Italia lammontare pro capite dei depositi bancari risulta pari a a 12.345 euro. bancari risulta pari 12.345 euro. I depositi pro capite si si ottengono dal rapporto tra lammontare I depositi pro capite ottengono dal rapporto tra lammontare totale dei depositi bancari e e la popolazione media residente in totale dei depositi bancari la popolazione media residente in Italia. I depositi bancari comprendono i conti correnti, i depositi Italia. I depositi bancari comprendono i conti correnti, i depositi con durata prestabilita e e quelli rimborsabili con preavviso, le con durata prestabilita quelli rimborsabili con preavviso, le passivit subordinate stipulate con un forma tecnica diversa passivit subordinate stipulate con un forma tecnica diversa dalle obbligazioni, lele operazioni pronti contro termine passive. dalle obbligazioni, operazioni pronti contro termine passive. Alla fine del 2006 lammontare totale dei depositi del sistema Alla fine del 2006 lammontare totale dei depositi del sistema bancario inin Italia raggiunge 727.619 milioni didi euro, pari a bancario Italia raggiunge i i 727.619 milioni euro, pari a circa 12.345 euro per abitante. Questultimo valore decresce circa 12.345 euro per abitante. Questultimo valore decresce dalle regioni del Nord (16.631 pro capite nel Nord-ovest e e dalle regioni del Nord (16.631 pro capite nel Nord-ovest 13.704 nel Nord-est) alle regioni centrali (15.036 euro pro capi13.704 nel Nord-est) alle regioni centrali (15.036 euro pro capite), dove si si mantiene comunque al di sopra del livello medio te), dove mantiene comunque al di sopra del livello medio italiano, fino aiai 6.918 euro del Mezzogiorno (quasi il 45 per italiano, fino 6.918 euro del Mezzogiorno (quasi il 45 per cento inferiore alal dato nazionale). cento inferiore dato nazionale). Le regioni che fanno registrare lala consistenza pi elevata dei Le regioni che fanno registrare consistenza pi elevata dei depositi bancari inin rapporto alla popolazione residente sono depositi bancari rapporto alla popolazione residente sono quelle con un miglior tenore didi vita ma anche con un maggior quelle con un miglior tenore vita ma anche con un maggior numero didi sportelli bancari per abitante: la Lombardia (19.065 numero sportelli bancari per abitante: la Lombardia (19.065 euro) e e il il Lazio (oltre 18.655 euro). Il Il valore minimo euro) Lazio (oltre 18.655 euro). valore minimo dellindicatore pro capite, pari a a 5.080 euro, si registra invece dellindicatore pro capite, pari 5.080 euro, si registra invece inin Calabria. Calabria. InIn relazione alla composizione dei depositi bancari per settore relazione alla composizione dei depositi bancari per settore istituzionale, nel 2006 il il 67,4 per cento del totale appartiene a istituzionale, nel 2006 67,4 per cento del totale appartiene a famiglie e e istituzioni sociali private, il 21,1 per cento a societ famiglie istituzioni sociali private, il 21,1 per cento a societ non finanziarie, il 7,7 per cento a a societ finanziarie e 3,8 per non finanziarie, il 7,7 per cento societ finanziarie e il il 3,8 per cento ad amministrazioni pubbliche. InIn tutte le ripartizioni sono cento ad amministrazioni pubbliche. tutte le ripartizioni sono soprattutto lele famiglie consumatrici e le istituzioni sociali privasoprattutto famiglie consumatrici e le istituzioni sociali privatete a far ricorso ai depositi bancari. Il Nord caratterizzato dalla a far ricorso ai depositi bancari. Il Nord caratterizzato dalla quota pi alta didi depositi posseduti da societ finanziarie (10,6 quota pi alta depositi posseduti da societ finanziarie (10,6 per cento) e e non finanziarie (22,9 per cento), mentre valori per cento) non finanziarie (22,9 per cento), mentre i i valori relativi alle amministrazioni pubbliche (2,4 per cento), alle farelativi alle amministrazioni pubbliche (2,4 per cento), alle famiglie e e alle istituzioni sociali private (64,1 per cento) sonopi miglie alle istituzioni sociali private (64,1 per cento) sono i i pi bassi registrati sul territorio nazionale. Una situazione opposta bassi registrati sul territorio nazionale. Una situazione opposta emerge nel Mezzogiorno, dove sono soprattutto lele famiglie e le emerge nel Mezzogiorno, dove sono soprattutto famiglie e le
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

istituzioni sociali private a a concentrare la quota pi elevata dei istituzioni sociali private concentrare la quota pi elevata dei depositi, mentre lele societ finanziarie (0,7 per cento) e non depositi, mentre societ finanziarie (0,7 per cento) e non finanziarie (15,1 per cento) rivelano un ricorso alal deposito banfinanziarie (15,1 per cento) rivelano un ricorso deposito bancario nettamente inferiore alla media nazionale. Il Il Centro precario nettamente inferiore alla media nazionale. Centro presenta lala percentuale pi alta di depositi ad appannaggio delle senta percentuale pi alta di depositi ad appannaggio delle amministrazioni pubbliche (6,2 per cento del totale della ripartiamministrazioni pubbliche (6,2 per cento del totale della ripartizione). zione). Dal 2001 alal 2006, nella distribuzione dellammontare dei depoDal 2001 2006, nella distribuzione dellammontare dei depositi bancari per settore istituzionale aumenta lala quota relativa siti bancari per settore istituzionale aumenta quota relativa alle amministrazioni pubbliche e e alle famiglie e istituzioni sociaalle amministrazioni pubbliche alle famiglie e istituzioni sociali li private, mentre diminuisce il peso delle societ finanziarie e private, mentre diminuisce il peso delle societ finanziarie e non finanziarie. non finanziarie. Depositi bancari per regione Anno 2006 (valori pro capite Depositi bancari per regione Anno 2006 (valori pro capite inin euro) euro)

Depositi bancari per settore istituzionale inin Italia Anni 2001-2006 (composizioni percentuali) Depositi bancari per settore istituzionale Italia Anni 2001-2006 (composizioni percentuali)
Am ministrazione pubblica Am ministrazione pubblica Societ non finanziarie Societ non finanziarie Societ finanziarie (a) Societ finanziarie (a) Istituzioni sociali private e e famiglie consumatrici Istituzioni s ociali private famiglie consumatrici

100 100 90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 00 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2006

Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario (a) Includono: istituzioni finanziarie e monetarie, altri intermediari finanziari, ausiliari finanziari, imprese di di assicurazione fondi pensione. (a) Includono: istituzioni finanziarie e monetarie, altri intermediari finanziari, ausiliari finanziari, imprese assicurazione e e fondi pensione.

Depositi presso lele banche per localizzazione della clientela e settore istituzionale al 31 dicembre 2006 (in milioni di euro) Depositi presso banche per localizzazione della clientela e settore istituzionale al 31 dicembre 2006 (in milioni di euro)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano - Bozen Bolzano - Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Marche Marche Umbria Umbria Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Amministrazione Amministrazione pubblica pubblica 977 977 238 238 3.663 3.663 442 442 891 891 . . . . 1.366 1.366 1.053 1.053 1.181 1.181 1.129 1.129 219 219 181 181 9.045 9.045 379 379 350 350 1.819 1.819 604 604 191 191 515 515 2.046 2.046 1.143 1.143 5.320 5.320 4.491 4.491 10.574 10.574 20.385 20.385 7.047 7.047 27.432 27.432 Societ Societ finanziarie (a)(a) finanziarie 7.259 7.259 6262 26.341 26.341 425 425 335 335 . . . . 2.579 2.579 2.293 2.293 4.499 4.499 1.440 1.440 442 442 112 112 9.128 9.128 286 286 4040 224 224 165 165 2525 6161 118 118 9090 34.087 34.087 9.706 9.706 11.122 11.122 54.915 54.915 1.009 1.009 55.924 55.924 Societ non Societ non finanziarie finanziarie 11.707 11.707 347 347 45.580 45.580 2.998 2.998 2.607 2.607 . . . . 13.051 13.051 3.548 3.548 14.565 14.565 9.007 9.007 2.920 2.920 1.676 1.676 23.906 23.906 1.952 1.952 297 297 7.300 7.300 3.958 3.958 478 478 1.176 1.176 4.301 4.301 2.164 2.164 60.632 60.632 33.771 33.771 37.509 37.509 131.912 131.912 21.626 21.626 153.538 153.538 Istituzioni sociali Istituzioni sociali private e famiglie private e famiglie consumatrici consumatrici 37.644 37.644 1.140 1.140 105.730 105.730 14.743 14.743 11.510 11.510 . . . . 40.761 40.761 10.223 10.223 42.502 42.502 33.148 33.148 14.122 14.122 6.646 6.646 58.642 58.642 9.462 9.462 1.524 1.524 31.836 31.836 22.962 22.962 2.949 2.949 8.414 8.414 27.091 27.091 9.676 9.676 159.257 159.257 104.996 104.996 112.558 112.558 376.811 376.811 113.914 113.914 490.725 490.725 Totale Totale

57.587 57.587 1.787 1.787 181.314 181.314 18.608 18.608 15.343 15.343 7.832 7.832 7.511 7.511 57.757 57.757 17.117 17.117 62.747 62.747 44.724 44.724 17.703 17.703 8.615 8.615 100.721 100.721 12.079 12.079 2.211 2.211 41.179 41.179 27.689 27.689 3.643 3.643 10.166 10.166 33.556 33.556 13.073 13.073 259.296 259.296 152.964 152.964 171.763 171.763 584.023 584.023 143.596 143.596 727.619 727.619

Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario

Fonti Fonti

Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

NNBanche e mercato monetario e finanziario Banche e mercato monetario e finanziario

Altre informazioni Altre informazioni


Siti internet Siti internet NNhttp://www.istat.it http://www.istat.it

Pubblicazioni Pubblicazioni NNIstat, Annuario statistico italiano, 2007 Istat, Annuario statistico italiano, 2007

Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario Fonte: Banche e mercato monetario e finanziario (a) Includono: istituzioni finanziarie e monetarie, altri intermediari finanziari, ausiliari finanziari, imprese di di assicurazione fondi pensione. (a) Includono: istituzioni finanziarie e monetarie, altri intermediari finanziari, ausiliari finanziari, imprese assicurazione e e fondi pensione.

100 statistiche per il Paese

Sicurezza

Gli indicatori presentati in questa sezione sono: delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria per mille abitanti; il numero di omicidi volontari per milione di abitanti; la percezione dei problemi prioritari da parte dei cittadini. In Italia, nel 2005, sono stati denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria 44 delitti per mille abitanti.

La sicurezza dei cittadini, tanto nella sua componente oggettiva (comportamenti antisociali o delittuosi) quanto in quella soggettiva (percezione dellallarme sociale da parte degli individui), una dimensione essenziale della convivenza civile. In questo ambito, linformazione statistica necessaria per orientare e valutare le politiche di governo della sicurezza, con particolare riferimento alla coesione sociale, alla diffusione della legalit e al miglioramento permanente delle condizioni di convivenza civile. Nel 2006, la criminalit fonte di preoccupazione per pi della met degli italiani (58,7 per cento), con punte in Piemonte e Liguria, oltre che in Puglia, Campania e Sicilia.

Nel 2005 sono stati commessi in Italia circa 10 omicidi per milione di abitanti, un valore sensibilmente al di sotto della media europea. Il fenomeno in forte diminuzione (dai 13 omicidi del 2000).

92
Sicurezza Delitti per 1.000 abitanti

Aumentano i idelitti denunciati, pi Aumentano idelitti denunciati, pi Aumentano delitti denunciati, pi alalCentro-Nordche nel Mezzogiorno alCentro-Nord che nel Mezzogiorno Centro-Nord che nel Mezzogiorno
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Le Lepoliticheperperlalasicurezzaprevedono strategie complesse Lepolitiche perla sicurezza prevedono strategie complesse politiche sicurezza prevedono strategie complesse che agiscono ininin via preventiva per garantire permanentemente che agiscono via preventiva per garantire permanentemente che agiscono via preventiva per garantire permanentemente il ilmiglioramento delle condizioni dididi convivenza civilee e sicuilmiglioramento delle condizioni convivenza civile e dididisicumiglioramento delle condizioni convivenza civile sicurezza deidei cittadini. Si cerca inoltre favorire lalala collaborazione rezza dei cittadini. Si cerca inoltre didi favorire collaborazione rezza cittadini. Si cerca inoltre di favorire collaborazione nella lotta alla criminalit, stimolando lazione delle Ammininella lotta alla criminalit, stimolando lazione delle Ammininella lotta alla criminalit, stimolando lazione delle Amministrazioni locali su su politiche integrate governo della sicurezza strazioni locali su politiche integrate didi governo della sicurezza strazioni locali politiche integrate di governo della sicurezza con particolare riferimento alla coesione sociale e e e alla diffusiocon particolare riferimento alla coesione sociale alla diffusiocon particolare riferimento alla coesione sociale alla diffusione ne della legalit. ne della legalit. della legalit. InInInItalianelnel2005sono stati denunciati dalle forze dellordine Italia nel2005 sono stati denunciati dalle forze dellordine Italia 2005 sono stati denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria ininin media 44 delitti per 1.000 abitanti. allautorit giudiziaria media 44 delitti per 1.000 abitanti. allautorit giudiziaria media 44 delitti per 1.000 abitanti. Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria, per regione Anno 2005 (per 1.000 abitanti) giudiziaria, per regione Anno 2005 (per 1.000 abitanti) giudiziaria, per regione Anno 2005 (per 1.000 abitanti) DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100) (numero indice Italia=100) I Idelitti denunciati perper1.000abitanti costituiscono una misura Idelitti denunciati per1.000 abitanti costituiscono una misura delitti denunciati 1.000 abitanti costituiscono una misura generica deldellivellodidicriminalit, non entrando nello specifico generica dellivello dicriminalit, non entrando nello specifico generica livello criminalit, non entrando nello specifico della tipologia dididireato.La Lastatisticadella delittuosit ha haper della tipologia reato. Lastatistica della delittuosit haperper della tipologia reato. statistica della delittuosit oggetto tutte lelele denunce per fatti delittuosi presentate allautorioggetto tutte denunce per fatti delittuosi presentate allautorioggetto tutte denunce per fatti delittuosi presentate allautorittt giudiziaria dalle forze dellordine. giudiziaria dalle forze dellordine. giudiziaria dalle forze dellordine. I I I dati relativi delitti commessi nellanno 2004 non sono esatdati relativi a a a delitti commessi nellanno 2004 non sono esatdati relativi delitti commessi nellanno 2004 non sono esattamente confrontabili con quelli degli anni precedenti a a a seguito tamente confrontabili con quelli degli anni precedenti seguito tamente confrontabili con quelli degli anni precedenti seguito didiprofonde modificazioni avvenute nelnelsistemadidirilevazione. diprofonde modificazioni avvenute nelsistema dirilevazione. profonde modificazioni avvenute sistema rilevazione. InInInsostituzionedeldelprecedentemodello cartaceo, a apartire daldal sostituzione delprecedente modello cartaceo, apartire dal sostituzione precedente modello cartaceo, partire 2004 i idati vengono estratti daldalSistemainformativo SdiSdidella 2004 idati vengono estratti dalSistema informativo Sdidella 2004 dati vengono estratti Sistema informativo della Banca dati interforze, e e e comprendono, oltre delitti rilevati da da Banca dati interforze, comprendono, oltre aiaiai delitti rilevati Banca dati interforze, comprendono, oltre delitti rilevati da Polizia didiStato, Arma deideicarabinieri,Guardia didifinanza, an-anPolizia diStato, Arma deicarabinieri, Guardia difinanza, anPolizia Stato, Arma carabinieri, Guardia finanza, che quelli deldel Corpo forestale dello Stato, della Polizia penitenche quelli del Corpo forestale dello Stato, della Polizia penitenche quelli Corpo forestale dello Stato, della Polizia penitenziaria, della Direzione investigativa antimafia e edididialtriuffici. ziaria, della Direzione investigativa antimafia e altri uffici. ziaria, della Direzione investigativa antimafia altri uffici. Ulteriori differenze derivano da da una diversa definizione alcuUlteriori differenze derivano da una diversa definizione didi alcuUlteriori differenze derivano una diversa definizione di alcune netipologiedididelitto e eda daunapipi precisa determinazione del netipologie didelitto edauna pi precisa determinazione del tipologie delitto una precisa determinazione del periodo e e e del luogo del delitto commesso. periodo del luogo del delitto commesso. periodo del luogo del delitto commesso. Anche il il il confronto tra dati riferiti paesi UeUe nonattuabile ininin Anche confronto tra dati riferiti aiaiai paesi non attuabile Anche confronto tra dati riferiti paesi Ue non attuabile quanto i dati risentono delle differenze tra tra sistemi della giustiquanto i dati risentono delle differenze tra sistemi della giustiquanto i dati risentono delle differenze i i i sistemi della giustiziaziadelle diverse modalit dididi raccoltadididi classificazione. zia e e delle diverse modalit raccolta e e e classificazione. e delle diverse modalit raccolta classificazione. Le Lenotevolidifferenze esistenti tra traisistemi giudiziari deideipaesi Lenotevoli differenze esistenti trai isistemi giudiziari deipaesi notevoli differenze esistenti sistemi giudiziari paesi europei, e e e quindi tra definizioni stesse dididi delitto, non consentoeuropei, quindi tra lelele definizioni stesse delitto, non consentoeuropei, quindi tra definizioni stesse delitto, non consentono no una precisa analisi comparativa della delittuosit Europa. no una precisa analisi comparativa della delittuosit inin Europa. una precisa analisi comparativa della delittuosit in Europa. Con riferimento aiaiai soli valori assoluti, nel 2005 lItalia, con poco Con riferimento soli valori assoluti, nel 2005 lItalia, con poco Con riferimento soli valori assoluti, nel 2005 lItalia, con poco pipidi2,52,5milionididididenunce,sisicolloca alalquarto posto nella pidi di2,5milioni denunce, sicolloca alquarto posto nella milioni denunce, colloca quarto posto nella graduatoria europea, dopo Germania, Regno Unito e e e Francia. graduatoria europea, dopo Germania, Regno Unito Francia. graduatoria europea, dopo Germania, Regno Unito Francia. Il Il Il dato italianoininin incremento del 15,6 rispetto 2002. dato italiano incremento del 15,6 rispetto alalal 2002. dato italiano incremento del 15,6 rispetto 2002. I Ipaesi che presentano un undecrementodeideidelittidenunciati Ipaesi che presentano undecremento deidelitti denunciati paesi che presentano decremento delitti denunciati superiore alal5 5perpercentosono Belgio, Bulgaria, Regno Unito, superiore al 5percento sono Belgio, Bulgaria, Regno Unito, superiore cento sono Belgio, Bulgaria, Regno Unito, Finlandia, Repubblica Ceca, Francia, Paesi Bassi, Danimarca Finlandia, Repubblica Ceca, Francia, Paesi Bassi, Danimarca Finlandia, Repubblica Ceca, Francia, Paesi Bassi, Danimarca e eRomania (negli ultimi tre treilcontenimento deideidelittisupera il il il eRomania (negli ultimi treil ilcontenimento deidelitti supera Romania (negli ultimi contenimento delitti supera 10 10 per cento). 10 per cento). per cento).
LITALIA EEE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
Fonte: Elaborazioni su datidati Istat Fonte: Elaborazioni su dati Istat Fonte: Elaborazioni su Istat

Delitti denunciati nei paesi Ue Anno 2005 (valori assoluti) Delitti denunciati paesi Ue Anno 2005 (valori assoluti) tenendo conto dididici,emerge un unandamentocrescente deldel Delitti denunciati neinei paesi UeAnno 2005 (valori assoluti) tenendo conto ci, emerge unandamento crescente del tenendo conto ci, emerge andamento crescente periodo tempo considerato: infatti, idelitti tempo considerato: infatti, delitti fenomeno nelnelperiododididitempoconsiderato: infatti, i idelitti fenomeno nelperiodo fenomeno 6.500.000 6.500.000 6.500.000 denunciati passano da da 38,7 per 1.000 abitanti nel 200044,0 denunciati passano da 38,7 per 1.000 abitanti nel 2000 a a 44,0 denunciati passano 38,7 per 1.000 abitanti nel 2000 a 44,0 2005 2005 2005 5.500.000 5.500.000 5.500.000 nelnel2005.GliGliincrementinelnelperiodoconsiderato risultano su-sunel2005. Gliincrementi nelperiodo considerato risultano su2005. incrementi periodo considerato risultano periori aiaiai 10 punti percentuali Nord nella provincia autonoma periori 10 punti percentuali alalal Nord nella provincia autonoma periori 10 punti percentuali Nord nella provincia autonoma 4.500.000 4.500.000 4.500.000 didiTrento, ininValle dAosta, Lombardia ed edEmilia-Romagna;alalal diTrento, inValle dAosta, Lombardia edEmilia-Romagna; Trento, Valle dAosta, Lombardia Emilia-Romagna; 3.500.000 3.500.000 3.500.000 Centro ininin Toscana; nel Mezzogiorno Abruzzo. Nelle Isole lalala Centro Toscana; nel Mezzogiorno ininin Abruzzo. Nelle Isole Centro Toscana; nel Mezzogiorno Abruzzo. Nelle Isole variazione invece negativa (rispettivamente -3,7 punti pervariazione invece negativa (rispettivamente -3,7 punti pervariazione invece negativa (rispettivamente -3,7 punti per2.500.000 2.500.000 2.500.000 centuali ininin Sicilia-4,8 ininin Sardegna). centuali Sicilia e e e -4,8 Sardegna). centuali Sicilia -4,8 Sardegna). 1.500.000 1.500.000 1.500.000 Le Le regioni con una delittuosit superiorequella media nazioLe regioni con una delittuosit superiore a a quella media nazioregioni con una delittuosit superiore a quella media nazio500.000 500.000 500.000 nale nelnel2005sono il ilPiemonte, lalalaLombardia, lalalaLiguria, nale nel2005 sono ilPiemonte, Lombardia, nale 2005 sono Piemonte, Lombardia, Liguria, Liguria, lEmilia-Romagna, lalala Toscana ileLazio; lelele regioni con valori lEmilia-Romagna, Toscana e e il il Lazio; regioni con i valori lEmilia-Romagna, Toscana Lazio; regioni con i i valori -500.000 -500.000 -500.000 pipi bassi sono invece Basilicata (18,8) e e eMolise (23,4). pi bassi sono invece lala Basilicata (18,8)il il il Molise (23,4). bassi sono invece la Basilicata (18,8) Molise (23,4).
-1.500.000 -1.500.000 -1.500.000
-2.500.000 -2.500.000 -2.500.000 -3.500.000 -3.500.000 -3.500.000 -4.500.000 -4.500.000 -4.500.000 -5.500.000 -5.500.000 -5.500.000 -6.500.000 -6.500.000 -6.500.000

Variazione 2002-2005 Variazione %%% 2002-2005 Variazione 2002-2005

100 100 100


80 80 80 60 60 60 40 40 40 20 20 20 000 -20-20 -20 -40-40 -40 -60-60 -60 -80-80 -80

-100 -100 -100

Fonte: Elaborazioni su Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su datidati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos

Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria, per regione Anni 2001-2005 (per 1.000 abitanti) Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria, per regione Anni 2001-2005 (per 1.000 abitanti) Delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria, per regione Anni 2001-2005 (per 1.000 abitanti)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia 2000 2000 2000 48,0 48,0 48,0 24,8 24,8 24,8 39,4 39,4 39,4 58,3 58,3 58,3 24,4 24,4 24,4 26,1 26,1 26,1 22,6 22,6 22,6 34,6 34,6 34,6 32,6 32,6 32,6 45,7 45,7 45,7 36,9 36,9 36,9 29,8 29,8 29,8 28,2 28,2 28,2 52,6 52,6 52,6 27,3 27,3 27,3 18,0 18,0 18,0 34,7 34,7 34,7 34,3 34,3 34,3 16,7 16,7 16,7 28,7 28,7 28,7 37,5 37,5 37,5 37,1 37,1 37,1 43,7 43,7 43,7 37,6 37,6 37,6 42,6 42,6 42,6 41,6 41,6 41,6 33,7 33,7 33,7 38,7 38,7 38,7 2001 2001 2001 47,9 47,9 47,9 30,9 30,9 30,9 39,4 39,4 39,4 55,8 55,8 55,8 24,3 24,3 24,3 25,8 25,8 25,8 22,7 22,7 22,7 34,7 34,7 34,7 34,2 34,2 34,2 45,4 45,4 45,4 36,5 36,5 36,5 32,3 32,3 32,3 24,8 24,8 24,8 52,6 52,6 52,6 26,5 26,5 26,5 16,9 16,9 16,9 33,5 33,5 33,5 32,6 32,6 32,6 20,5 20,5 20,5 31,1 31,1 31,1 32,9 32,9 32,9 34,4 34,4 34,4 43,4 43,4 43,4 37,7 37,7 37,7 42,1 42,1 42,1 41,4 41,4 41,4 31,9 31,9 31,9 38,0 38,0 38,0 2002 2002 2002 48,6 48,6 48,6 33,4 33,4 33,4 40,0 40,0 40,0 48,8 48,8 48,8 26,6 26,6 26,6 29,5 29,5 29,5 23,9 23,9 23,9 36,0 36,0 36,0 32,4 32,4 32,4 45,3 45,3 45,3 45,0 45,0 45,0 34,0 34,0 34,0 28,8 28,8 28,8 54,6 54,6 54,6 28,7 28,7 28,7 16,9 16,9 16,9 36,5 36,5 36,5 32,0 32,0 32,0 20,1 20,1 20,1 31,2 31,2 31,2 31,4 31,4 31,4 33,5 33,5 33,5 43,3 43,3 43,3 38,3 38,3 38,3 46,5 46,5 46,5 42,8 42,8 42,8 32,4 32,4 32,4 39,0 39,0 39,0 2003 2003 2003 51,5 51,5 51,5 36,3 36,3 36,3 44,9 44,9 44,9 54,8 54,8 54,8 32,2 32,2 32,2 32,9 32,9 32,9 31,5 31,5 31,5 41,6 41,6 41,6 35,6 35,6 35,6 51,2 51,2 51,2 42,6 42,6 42,6 37,5 37,5 37,5 34,3 34,3 34,3 54,3 54,3 54,3 34,7 34,7 34,7 24,6 24,6 24,6 38,9 38,9 38,9 37,1 37,1 37,1 25,9 25,9 25,9 35,4 35,4 35,4 34,8 34,8 34,8 38,3 38,3 38,3 47,7 47,7 47,7 43,7 43,7 43,7 46,6 46,6 46,6 46,2 46,2 46,2 36,3 36,3 36,3 42,7 42,7 42,7 2004 2004 2004 49,6 49,6 49,6 36,4 36,4 36,4 48,0 48,0 48,0 57,0 57,0 57,0 31,4 31,4 31,4 30,2 30,2 30,2 32,5 32,5 32,5 41,2 41,2 41,2 34,3 34,3 34,3 52,8 52,8 52,8 44,4 44,4 44,4 34,2 34,2 34,2 32,9 32,9 32,9 49,0 49,0 49,0 35,6 35,6 35,6 25,2 25,2 25,2 34,3 34,3 34,3 34,4 34,4 34,4 17,9 17,9 17,9 32,1 32,1 32,1 32,9 32,9 32,9 33,2 33,2 33,2 49,3 49,3 49,3 43,9 43,9 43,9 44,2 44,2 44,2 46,2 46,2 46,2 33,1 33,1 33,1 41,6 41,6 41,6 2005 2005 2005 51,9 51,9 51,9 40,0 40,0 40,0 51,4 51,4 51,4 60,9 60,9 60,9 32,2 32,2 32,2 30,3 30,3 30,3 34,0 34,0 34,0 41,7 41,7 41,7 35,8 35,8 35,8 56,2 56,2 56,2 47,9 47,9 47,9 39,4 39,4 39,4 33,0 33,0 33,0 54,1 54,1 54,1 37,6 37,6 37,6 23,4 23,4 23,4 37,1 37,1 37,1 35,0 35,0 35,0 18,8 18,8 18,8 35,0 35,0 35,0 33,8 33,8 33,8 32,3 32,3 32,3 52,4 52,4 52,4 45,7 45,7 45,7 48,1 48,1 48,1 49,2 49,2 49,2 34,6 34,6 34,6 44,0 44,0 44,0

N N NIstat, Indagine sui sui delitti denunciati dalle forze dellordine Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine Istat, Indagine delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria allautorit giudiziaria allautorit giudiziaria N N NMinistero dellInterno, Indagine sul sul numero dei delitti denunciati Ministero dellInterno, Indagine sul numero dei delitti denunciati Ministero dellInterno, Indagine numero dei delitti denunciati allautorit giudiziaria dalle forze dididi polizia allautorit giudiziaria dalle forze polizia allautorit giudiziaria dalle forze polizia N N NIstat, Indagine multiscopo sulle famiglie Sicurezza dei dei cittadini Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Sicurezza dei cittadini Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Sicurezza cittadini N N NEurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti Fonti

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N N NIstat, Statistiche giudiziarie penali Istat, Statistiche giudiziarie penali Istat, Statistiche giudiziarie penali N N NIstat, La sicurezza dei dei cittadini. Reati, vittime, percezione Istat, La sicurezza dei cittadini. Reati, vittime, percezione Istat, La sicurezza cittadini. Reati, vittime, percezione della sicurezza e e e sistemiprotezione della sicurezza sistemi dididi protezione della sicurezza sistemi protezione

Landamento della delittuosit ininin Italia, osservato serie storiLandamento della delittuosit Italia, osservato ininin serie stori- SitiSiti internet Landamento della delittuosit Italia, osservato serie storiSiti internet internet www.istat.it/dati/catalogo/ www.istat.it/dati/catalogo/ ca,ca,appareanomalo, soprattutto perpereffettodelle innovazioni ca,appare anomalo, soprattutto pereffetto delle innovazioni N N Nwww.istat.it/dati/catalogo/ appare anomalo, soprattutto effetto delle innovazioni www.europa.eu.int/newcronos/ www.europa.eu.int/newcronos/ introdotte nelnelprocessodididirilevazionedeldeldato.Tuttavia, purpur N N Nwww.europa.eu.int/newcronos/ introdotte nelprocesso rilevazione deldato. Tuttavia, pur introdotte processo rilevazione dato. Tuttavia,

Fonte: Elaborazioni su Istat Fonte: Elaborazioni su datidati Istat Fonte: Elaborazioni su dati Istat

100 statistiche per il Paese

G e ReGerm ReGerman Re gnomania gnr a i gno Un ia n o a Fr Un iito Un Fra n ito Fra ncito a IT ncia ca ITAL ia SIp AL IA TA Spa L IA gnA Spa I Poagn a g Polo n a Poloni a l a Pa Svonia Pae Sveni PaesiSvezia s ez a esi Ba ziia B i Bassa as Be ssii Bel si Belgio Au g Auslgio o Austtriia G stria Gr r UnGre ciia e Un gre cia Da ghecia U Da n gh r a Da nimheria n Re P nimaeriia Re Po imarc a Re pub Porto arca pu r r a pubb lorttogaca b g bb liicaoga lllo lica Ca llo Fca Ceclo Fin Ceca Fiinllaneca Roland ia n a Ro a d a Ro mnd iia ma Bumania B n Sl Bullganiia S o u gar a a Sllovalc ariia v gr ova cchia c a Ialcchiia Ir a h a r SlIrllandia n S o and a a Sllove n a v d Liove nia e Litua nia Lituan ia Etsu n ia E t an ia Eston ia o Lu Lestoniia L Lu ss Le ttonia Lu ssemttonia e n t a ssemtbonia embur ia burg go Murg o Ma o Malltta Calta Cip a Ciip ro r p ro o

In calo gli omicidi, tranne quelli che In calo gli omicidi, tranne quelli che si consumano nella cerchia familiare si consumano nella cerchia familiare
In Italia dallinizio degli anni Novanta nel fenomeno dei delitti In Italia dallinizio degli anni Novanta nel fenomeno dei delitti contro la persona sono intervenute consistenti variazioni. Molte contro la persona sono intervenute consistenti variazioni. Molte tipologie di reato hanno avuto un andamento decrescente: gli tipologie di reato hanno avuto un andamento decrescente: gli scippi, i ifurti di veicoli eedi oggetti dai veicoli, i ifurti nelle abitascippi, furti di veicoli di oggetti dai veicoli, furti nelle abitazioni. Anche gli omicidi sono notevolmente diminuiti: tra questi zioni. Anche gli omicidi sono notevolmente diminuiti: tra questi lunica tipologia che ha visto un incremento nellultimo ventenlunica tipologia che ha visto un incremento nellultimo ventennio quella degli omicidi che si consumano in famiglia, un nio quella degli omicidi che si consumano in famiglia, un segmento molto specifico che prevede interventi di diversi segmento molto specifico che prevede interventi di diversi attori pubblici. attori pubblici. Nel 2005 in Italia sono stati commessi circa 10 omicidi per Nel 2005 in Italia sono stati commessi circa 10 omicidi per milione di abitanti. milione di abitanti.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

imputabile per lo pi ai quozienti decrescenti di Puglia eeCaimputabile per lo pi ai quozienti decrescenti di Puglia Calabria, nonostante in questa ultima regione si rilevino ancora labria, nonostante in questa ultima regione si rilevino ancora valori superiori aatutte le altre: insieme alla Campania (22,1) valori superiori tutte le altre: insieme alla Campania (22,1) rimane infatti la regione con i i valori dellindice pi elevati rimane infatti la regione con valori dellindice pi elevati (34,4). Ad oggi, dunque, queste due regioni sono anche quelle (34,4). Ad oggi, dunque, queste due regioni sono anche quelle definibili pi aarischio per la presenza di organizzazioni criminadefinibili pi rischio per la presenza di organizzazioni criminalili (camorra ee ndrangheta), che utilizzano ancora frequente(camorra ndrangheta), che utilizzano ancora frequentemente lo strumento dellomicidio. In particolare, la guerra di mente lo strumento dellomicidio. In particolare, la guerra di camorra che si consumata aaNapoli nel 2004, ha influenzato camorra che si consumata Napoli nel 2004, ha influenzato ilildato campano. Con qualche oscillazione, gli omicidi risultano dato campano. Con qualche oscillazione, gli omicidi risultano in diminuzione anche nel Centro-Nord. in diminuzione anche nel Centro-Nord. Omicidi volontari per regione Anno 2005 (per 1.000.000 Omicidi volontari per regione Anno 2005 (per 1.000.000 di abitanti) (numero indice Italia=100) di abitanti) (numero indice Italia=100)

Omicidi denunciati nei paesi Ue Anno 2005 (valori per 1.000.000 abitanti) Omicidi denunciati nei paesi Ue Anno 2005 (valori per 1.000.000 abitanti)
120 120 100 100 80 80 60 60 40 40 Ue27 Ue27 20 20 00
L Liitu tuan a a Es n iia Est toni on a L Le tt ia et o tn Bu oniia Bul a g Fi lgar ia Finl ar ia nlan and d ia C ia Ro Ciip ro pr R m o Sl o ma n Slo a nia v ova ia a cc cch hia B e ia B Un ellgio Un g gio ghe h F er ia r Re Fra ia Re g ra nc gno nciia no U a Un Po n iitto Pol o loni o Ir nia a Da Irllan Da n and a niim d a P ma Por arca orto rca P Pae toga aes ga llo sii B llo Bas a Sp ssii Spa s agn g G na Gre a Re re ci Re p cia a pub ubb IIta b llic ta lia a ica lia C Ce Sl ec a Slo c a ove ve n nia M ia a G Malt Ger lta er m a man a Lu S niia Lu s Sve a ss e vezi s em z a mbu ia burg Au rg o Aus o sttria ria

Sicurezza Omicidi volontari per milione di abitanti

Dal punto di vista del diritto penale, per omicidio sintende la Dal punto di vista del diritto penale, per omicidio sintende la morte di una persona fisica causata da unaltra persona fisica morte di una persona fisica causata da unaltra persona fisica con dolo, colpa oopreterintenzione. La definizione di Eurostat con dolo, colpa preterintenzione. La definizione di Eurostat comprende lomicidio (omicidio premeditato murder eeomicomprende lomicidio (omicidio premeditato murder omicidio volontario manslaughter che include forme pi attecidio volontario manslaughter che include forme pi attenuate di dolo quali lomicidio preterintenzionale, quello passionuate di dolo quali lomicidio preterintenzionale, quello passionale ooper reazione), leutanasia eelinfanticidio; sono esclusi nale per reazione), leutanasia linfanticidio; sono esclusi laborto eelaiuto al suicidio. Lomicidio, tra le tipologie di reato, laborto laiuto al suicidio. Lomicidio, tra le tipologie di reato, quella che presenta meno difficolt di comparazione perch quella che presenta meno difficolt di comparazione perch le definizioni tra i idiversi paesi europei sono pressoch omole definizioni tra diversi paesi europei sono pressoch omogenee. genee. Gli omicidi volontari in Italia sono rilevati dalle indagini sulla Gli omicidi volontari in Italia sono rilevati dalle indagini sulla delittuosit eenellindicatore proposto, sono rapportati alla podelittuosit nellindicatore proposto, sono rapportati alla popolazione residente. polazione residente. Nel contesto europeo lItalia, per numero di omicidi commessi, Nel contesto europeo lItalia, per numero di omicidi commessi, uno dei paesi pi sicuri. Si colloca infatti al di sotto della meuno dei paesi pi sicuri. Si colloca infatti al di sotto della media europea (pari aa14 omicidi per milione di abitanti), in ottava dia europea (pari 14 omicidi per milione di abitanti), in ottava posizione dopo Austria, Lussemburgo, Svezia, Germania, Malposizione dopo Austria, Lussemburgo, Svezia, Germania, Malta, Slovenia eeRepubblica Ceca. ta, Slovenia Repubblica Ceca. I Ipaesi con ililmaggior numero di omicidi sono le ex Repubblipaesi con maggior numero di omicidi sono le ex Repubbliche russe del baltico, Lituania, Estonia eeLettonia, che hanno che russe del baltico, Lituania, Estonia Lettonia, che hanno indici rispettivamente pari aa118,3, 83,9 ee55,2 per milione di indici rispettivamente pari 118,3, 83,9 55,2 per milione di abitanti. abitanti. In Italia dal 2000 ad oggi si assiste aauna progressiva riduzione In Italia dal 2000 ad oggi si assiste una progressiva riduzione del numero di omicidi, che passano da 13,1 aa10,3 per milione del numero di omicidi, che passano da 13,1 10,3 per milione di abitanti. La gran parte degli omicidi si registra nelle regioni di abitanti. La gran parte degli omicidi si registra nelle regioni del Mezzogiorno, in particolare Campania, Puglia, Calabria, del Mezzogiorno, in particolare Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e, in modo minore, Basilicata; anche queste Sicilia, Sardegna e, in modo minore, Basilicata; anche queste regioni presentano lo stesso andamento decrescente che si regioni presentano lo stesso andamento decrescente che si osserva aa livello nazionale. Si pu dunque supporre che la osserva livello nazionale. Si pu dunque supporre che la riduzione degli omicidi sia strettamente legata alla diminuzione riduzione degli omicidi sia strettamente legata alla diminuzione degli omicidi di criminalit organizzata registrata nelle regioni degli omicidi di criminalit organizzata registrata nelle regioni del Sud eenelle Isole. Su questa tipologia di reato , infatti, del Sud nelle Isole. Su questa tipologia di reato , infatti, netta la spaccatura tra ililNord eeililSud del paese. La riduzione netta la spaccatura tra Nord Sud del paese. La riduzione
LITALIA EELE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos

Omicidi volontari eeomicidi volontari commessi per motivi di mafia, camorra oondrangheta, per regione Omicidi volontari omicidi volontari commessi per motivi di mafia, camorra ndrangheta, per regione Anni 2001-2005 (quozienti per 1.000.000 abitanti eevalori percentuali) Anni 2001-2005 (quozienti per 1.000.000 abitanti valori percentuali)
Omicidi volontari Omicidi volontari REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2000 2000 7,8 7,8 -9,2 9,2 9,5 9,5 2,1 2,1 2,2 2,2 2,1 2,1 7,8 7,8 7,6 7,6 7,8 7,8 8,0 8,0 6,1 6,1 4,8 4,8 9,2 9,2 2,4 2,4 -28,5 28,5 20,8 20,8 10,0 10,0 41,5 41,5 17,2 17,2 15,3 15,3 8,8 8,8 7,3 7,3 8,0 8,0 8,1 8,1 21,9 21,9 13,1 13,1 2001 2001 9,5 9,5 -8,1 8,1 8,9 8,9 2,1 2,1 2,2 2,2 2,1 2,1 7,7 7,7 4,2 4,2 8,6 8,6 5,7 5,7 6,1 6,1 7,5 7,5 10,9 10,9 4,0 4,0 3,1 3,1 22,3 22,3 16,9 16,9 10,0 10,0 43,7 43,7 16,5 16,5 19,6 19,6 8,5 8,5 7,2 7,2 8,4 8,4 8,1 8,1 19,9 19,9 12,4 12,4 2002 2002 10,7 10,7 33,3 33,3 7,8 7,8 5,1 5,1 8,5 8,5 8,6 8,6 8,3 8,3 5,7 5,7 4,2 4,2 8,5 8,5 9,4 9,4 7,2 7,2 5,4 5,4 9,5 9,5 3,9 3,9 9,4 9,4 19,1 19,1 12,7 12,7 3,3 3,3 30,4 30,4 14,1 14,1 25,1 25,1 8,5 8,5 6,8 6,8 8,8 8,8 8,1 8,1 16,7 16,7 11,2 11,2 2003 2003 9,4 9,4 16,5 16,5 10,2 10,2 14,0 14,0 5,2 5,2 4,3 4,3 6,2 6,2 6,7 6,7 5,9 5,9 10,6 10,6 7,1 7,1 11,9 11,9 6,7 6,7 8,7 8,7 5,5 5,5 6,2 6,2 21,8 21,8 17,4 17,4 13,4 13,4 34,3 34,3 12,2 12,2 21,9 21,9 10,4 10,4 8,0 8,0 8,1 8,1 9,0 9,0 18,3 18,3 12,4 12,4 2004 2004 7,9 7,9 32,7 32,7 9,8 9,8 8,8 8,8 3,1 3,1 -6,1 6,1 6,6 6,6 10,0 10,0 7,5 7,5 8,1 8,1 7,0 7,0 4,0 4,0 8,2 8,2 3,9 3,9 9,3 9,3 30,8 30,8 11,8 11,8 11,7 11,7 37,8 37,8 13,0 13,0 17,0 17,0 9,3 9,3 7,0 7,0 7,5 7,5 8,1 8,1 19,8 19,8 12,3 12,3 2005 2005 6,7 6,7 -6,9 6,9 7,5 7,5 2,0 2,0 4,2 4,2 -7,0 7,0 5,0 5,0 6,5 6,5 6,9 6,9 5,8 5,8 3,3 3,3 8,7 8,7 7,7 7,7 15,6 15,6 22,1 22,1 8,6 8,6 8,4 8,4 34,4 34,4 14,0 14,0 14,5 14,5 6,8 6,8 6,1 6,1 7,2 7,2 6,7 6,7 16,7 16,7 10,3 10,3 didi cui: commessi per motivi di mafia, camorra o 'ndrangheta cui: commessi per motivi di mafia, camorra o 'ndrangheta (valori percentuali ) ) (valori percentuali 2000 2000 3,0 3,0 -1,2 1,2 ----------8,5 8,5 --44,8 44,8 25,0 25,0 -40,5 40,5 15,1 15,1 -1,5 1,5 -4,6 4,6 2,0 2,0 31,3 31,3 19,7 19,7 2001 2001 --1,4 1,4 ----2,9 2,9 --------44,9 44,9 13,2 13,2 -31,8 31,8 24,4 24,4 -0,8 0,8 1,3 1,3 -0,7 0,7 27,9 27,9 16,5 16,5 2002 2002 2,2 2,2 ------------2,0 2,0 --43,1 43,1 27,5 27,5 50,0 50,0 27,9 27,9 15,7 15,7 -0,8 0,8 -1,0 1,0 0,7 0,7 26,3 26,3 14,4 14,4 2003 2003 ----------4,0 4,0 -----56,0 56,0 25,7 25,7 12,5 12,5 37,7 37,7 16,4 16,4 ---1,1 1,1 0,3 0,3 33,1 33,1 17,7 17,7 2004 2004 2,9 2,9 -1,1 1,1 -------------55,6 55,6 18,8 18,8 28,6 28,6 23,7 23,7 12,3 12,3 -1,4 1,4 --0,7 0,7 33,2 33,2 19,3 19,3 2005 2005 --1,5 1,5 -------------52,3 52,3 20,0 20,0 -33,3 33,3 15,7 15,7 -0,9 0,9 --0,4 0,4 31,2 31,2 18,1 18,1

Fonte: Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine Fonte: Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria allautorit giudiziaria

NN Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria allautorit giudiziaria NN Ministero dellInterno, Indagine sul numero dei delitti denunciati Ministero dellInterno, Indagine sul numero dei delitti denunciati allautorit giudiziaria dalle forze di polizia allautorit giudiziaria dalle forze di polizia NN Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

Fonti Fonti

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni NN Istat, Statistiche giudiziarie penali Istat, Statistiche giudiziarie penali NN Eurostat, International criminal justice statistics, 2006 Eurostat, International criminal justice statistics, 2006 Siti internet Siti internet NN http://www.istat.it http://www.istat.it http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu NN http://www.epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria Fonte: Istat, Indagine sui delitti denunciati dalle forze dellordine allautorit giudiziaria

93

100 statistiche per il Paese

94
Sicurezza Problemi prioritari nella pecezione del cittadino

Criminalit e povert problemi prioritari dopo la disoccupazione


UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Per il 70,1 per cento dei cittadini italiani la disoccupazione il Per il 70,1 per cento dei cittadini italiani la disoccupazione il problema prioritario per il Paese nel 2006; tuttavia, rispetto al problema prioritario per il Paese nel 2006; tuttavia, rispetto al 2000, si registra una diminuzione di 5,4 punti percentuali. La 2000, si registra una diminuzione di 5,4 punti percentuali. La criminalit preoccupa pi della met degli italiani (58,7 per criminalit preoccupa pi della met degli italiani (58,7 per cento), mentre la povert il tema che negli ultimi anni ha cento), mentre la povert il tema che negli ultimi anni ha accresciuto la sua rilevanza come problema nella percezione accresciuto la sua rilevanza come problema nella percezione dei cittadini: dal 17,0 per cento nel 2000 al 29,4 per cento, con dei cittadini: dal 17,0 per cento nel 2000 al 29,4 per cento, con un incremento quindi di 12,4 punti percentuali. un incremento quindi di 12,4 punti percentuali. Lindagine multiscopo dellIstat Aspetti della vita quotidiana Lindagine multiscopo dellIstat Aspetti della vita quotidiana rileva ogni anno molteplici aspetti della vita degli individui e rileva ogni anno molteplici aspetti della vita degli individui e delle famiglie; dal 1993 viene condotta tutti gli anni e nel 2006 delle famiglie; dal 1993 viene condotta tutti gli anni e nel 2006 stata effettuata a febbraio su un campione di circa 19 mila stata effettuata a febbraio su un campione di circa 19 mila famiglie (pari a circa 49 mila individui). II dati per tutti ii paesi famiglie (pari a circa 49 mila individui). dati per tutti paesi europei provengono dallindagine periodica Eurobarometro, europei provengono dallindagine periodica Eurobarometro, promossa dalla Commissione europea. Sia per la dimensione promossa dalla Commissione europea. Sia per la dimensione del campione delle due indagini, sia per la diversa formulaziodel campione delle due indagini, sia per la diversa formulazione delle domande, ii dati relativi allItalia e altre sue regioni non ne delle domande, dati relativi allItalia e altre sue regioni non sono confrontabili con quelli dellindagine Ue. sono confrontabili con quelli dellindagine Ue.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

delle preoccupazioni legate allimmigrazione extracomunitaria: delle preoccupazioni legate allimmigrazione extracomunitaria: province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 43,6 province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 43,6 e 41,2 per cento), Veneto (39,3) e Lombardia (38,8). e 41,2 per cento), Veneto (39,3) e Lombardia (38,8). Il tema della povert preoccupa quasi il 30 per cento degli Il tema della povert preoccupa quasi il 30 per cento degli italiani, pi nel Mezzogiorno (37,5) che nel Centro-Nord (25,1); italiani, pi nel Mezzogiorno (37,5) che nel Centro-Nord (25,1); ii valori pi elevati si registrano in Basilicata (41,7 per cento) e valori pi elevati si registrano in Basilicata (41,7 per cento) e in Sicilia (39,3), mentre quelli pi bassi nella provincia autonoin Sicilia (39,3), mentre quelli pi bassi nella provincia autonoma di Treno (13,8 per cento) e in Veneto (20,9). Tra ii dieci temi ma di Treno (13,8 per cento) e in Veneto (20,9). Tra dieci temi trattati quello che segna lincremento maggiore rispetto al trattati quello che segna lincremento maggiore rispetto al 2000, in maniera quasi uniforme su tutto il territorio nazionale. 2000, in maniera quasi uniforme su tutto il territorio nazionale. La criminalit come problema prioritario per regione La criminalit come problema prioritario per regione Anno 2006 (per 100 persone di 14 anni e pi della stessa Anno 2006 (per 100 persone di 14 anni e pi della stessa regione) regione)

Popolazione di 15 anni e pi che indica criminalit e disoccupazione come ii due problemi pi importanti a cui far Popolazione di 15 anni e pi che indica criminalit e disoccupazione come due problemi pi importanti a cui far fronte nel proprio Paese, per ii paesi Ue Autunno 2007 (valori percentuali) fronte nel proprio Paese, per paesi Ue Autunno 2007 (valori percentuali)
60 60 55 55 50 50 45 45 40 40 35 35 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0
R Irla eg n no da D Un an ito im ar Li ca tu an ia C ip E ro st on ia P ITA ae L si IA B as R si ep ub Sv bl ez ic a ia C ec a B ul ga r R om ia a S lo nia va cc h S ia pa gn Fr a an ci a B el gi o G re Sl cia ov en A ia us Fi tria nl a G ndi er a m an Le ia tto n P ia ol on ia M a U lta Lu ng ss he em r ia b P urg or to o ga llo

Criminalit Criminalit

Disoccupazione Disoccupazione

Ue 27 Ue 27

Fonte: Elaborazioni Istat su Commissione Europea, Indagine Eurobarometro Fonte: Elaborazioni Istat su Commissione Europea, Indagine Eurobarometro

Problemi considerati prioritari nel Paese per regione Anno 2006 (per 100 persone di 14 anni e pi della stessa regione) Problemi considerati prioritari nel Paese per regione Anno 2006 (per 100 persone di 14 anni e pi della stessa regione)
Problemi prioritari Problemi prioritari REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Disoccupa- Criminalit Evasione Problemi Disoccupa- Criminalit Evasione Problemi zione fiscale ambientali zione fiscale ambientali Debito Inefficenza Inefficenza Debito Inefficenza Inefficenza pubblico del del pubblico del del sistema sistema sistema sistema sanitario scolastico sanitario scolastico 13,4 13,4 20,6 20,6 14,6 14,6 14,1 14,1 23,5 23,5 28,7 28,7 18,8 18,8 17,5 17,5 19,8 19,8 16,0 16,0 14,1 14,1 13,9 13,9 17,2 17,2 10,8 10,8 13,4 13,4 11,4 11,4 5,8 5,8 6,8 6,8 11,3 11,3 5,7 5,7 9,2 9,2 7,6 7,6 14,3 14,3 17,7 17,7 13,0 13,0 14,9 14,9 7,7 7,7 12,4 12,4 23,8 23,8 18,7 18,7 21,9 21,9 23,4 23,4 16,7 16,7 14,0 14,0 19,3 19,3 25,8 25,8 24,6 24,6 21,7 21,7 26,1 26,1 22,8 22,8 29,6 29,6 32,0 32,0 22,4 22,4 24,3 24,3 23,3 23,3 30,4 30,4 25,9 25,9 34,4 34,4 31,9 31,9 27,1 27,1 22,5 22,5 23,3 23,3 29,0 29,0 24,7 24,7 28,2 28,2 25,9 25,9 5,4 5,4 3,7 3,7 6,0 6,0 4,9 4,9 5,8 5,8 5,7 5,7 5,9 5,9 6,4 6,4 6,0 6,0 6,9 6,9 8,4 8,4 5,8 5,8 6,0 6,0 8,2 8,2 4,7 4,7 6,1 6,1 5,3 5,3 4,6 4,6 8,0 8,0 6,2 6,2 6,3 6,3 8,1 8,1 5,7 5,7 6,5 6,5 7,8 7,8 6,5 6,5 5,8 5,8 6,3 6,3 Inefficenza Immigrazione Inefficenza Immigrazione del extradel extrasistema comunitaria comunitaria sistema giudiziario giudiziario 9,3 9,3 12,1 12,1 11,4 11,4 10,5 10,5 14,8 14,8 13,5 13,5 16,2 16,2 14,2 14,2 16,7 16,7 12,3 12,3 12,4 12,4 9,6 9,6 9,7 9,7 11,7 11,7 7,1 7,1 10,4 10,4 8,5 8,5 7,5 7,5 7,8 7,8 8,3 8,3 8,0 8,0 9,2 9,2 10,7 10,7 13,8 13,8 11,5 11,5 11,9 11,9 8,1 8,1 10,6 10,6 33,2 33,2 32,7 32,7 38,8 38,8 31,5 31,5 42,4 42,4 43,6 43,6 41,2 41,2 39,3 39,3 29,5 29,5 37,8 37,8 29,3 29,3 37,6 37,6 31,4 31,4 23,2 23,2 19,1 19,1 16,8 16,8 14,5 14,5 13,4 13,4 15,8 15,8 17,4 17,4 14,9 14,9 8,7 8,7 36,4 36,4 37,9 37,9 27,4 27,4 34,2 34,2 14,6 14,6 27,3 27,3 Povert Povert

Nellordine, criminalit (33 per cento), inflazione (29 per cento) Nellordine, criminalit (33 per cento), inflazione (29 per cento) e disoccupazione (27 per cento) sono ii tre problemi pi rilevane disoccupazione (27 per cento) sono tre problemi pi rilevanti per gli italiani. Nel complesso dellUnione il problema pi ti per gli italiani. Nel complesso dellUnione il problema pi sentito dai cittadini la disoccupazione, con il 27 per cento sentito dai cittadini la disoccupazione, con il 27 per cento delle risposte, seguito a breve distanza dallinflazione (26 per delle risposte, seguito a breve distanza dallinflazione (26 per cento). cento). Dallesame della distribuzione territoriale della percezione dei Dallesame della distribuzione territoriale della percezione dei problemi considerati prioritari della popolazione di 14 anni e pi problemi considerati prioritari della popolazione di 14 anni e pi emerge una differente sensibilit tra nord e sud del Paese. In emerge una differente sensibilit tra nord e sud del Paese. In tutte le regioni del Mezzogiorno infatti la disoccupazione che tutte le regioni del Mezzogiorno infatti la disoccupazione che occupa il primo posto della graduatoria, mentre in molte regioni occupa il primo posto della graduatoria, mentre in molte regioni del Nord il tema della criminalit maggiormente sentito. Nel del Nord il tema della criminalit maggiormente sentito. Nel dettaglio, quasi l88 per cento dei residenti nel Mezzogiorno dettaglio, quasi l88 per cento dei residenti nel Mezzogiorno segnala il problema della disoccupazione, in leggero calo risegnala il problema della disoccupazione, in leggero calo rispetto al 2000 (90,3 per cento); la punta massima si registra in spetto al 2000 (90,3 per cento); la punta massima si registra in Calabria con il 90,5 per cento. Calabria con il 90,5 per cento. Meno drammatica la percezione del problema della disoccupaMeno drammatica la percezione del problema della disoccupazione al Centro-Nord (60,6 per cento) e in particolare nel Nordzione al Centro-Nord (60,6 per cento) e in particolare nel Nordest (50,8 per cento) dove il tema della criminalit ad essere est (50,8 per cento) dove il tema della criminalit ad essere relativamente il pi sentito (55,6 per cento). Nel Mezzogiorno relativamente il pi sentito (55,6 per cento). Nel Mezzogiorno la criminalit viene considerata problema prioritario dal 61,6 la criminalit viene considerata problema prioritario dal 61,6 per cento della popolazione; la regione dove appare pi rileper cento della popolazione; la regione dove appare pi rilevante la Campania, con il 72,3 per cento delle indicazioni, vante la Campania, con il 72,3 per cento delle indicazioni, mentre per le regioni del Centro-Nord lo in Liguria (62,7 per mentre per le regioni del Centro-Nord lo in Liguria (62,7 per cento) e in Piemonte (60,9 per cento). cento) e in Piemonte (60,9 per cento). In molte regioni del Nord, inoltre, la segnalazione del tema In molte regioni del Nord, inoltre, la segnalazione del tema della criminalit si accompagna anche a una elevata incidenza della criminalit si accompagna anche a una elevata incidenza
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI

Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna

65,9 65,9 54,2 54,2 58,2 58,2 69,4 69,4 44,6 44,6 40,1 40,1 48,7 48,7 49,8 49,8 53,8 53,8 52,4 52,4 67,8 67,8 64,7 64,7 63,1 63,1 72,5 72,5 81,6 81,6 86,8 86,8 88,3 88,3 87,8 87,8 87,9 87,9 90,5 90,5 88,7 88,7 86,2 86,2 61,5 61,5 50,8 50,8 69,1 69,1 60,6 60,6 87,9 87,9 70,1 70,1

60,9 60,9 55,1 55,1 59,4 59,4 62,7 62,7 45,9 45,9 40,4 40,4 51,1 51,1 56,9 56,9 53,4 53,4 57,0 57,0 53,7 53,7 58,2 58,2 58,8 58,8 53,2 53,2 56,4 56,4 50,0 50,0 72,3 72,3 62,6 62,6 50,7 50,7 51,1 51,1 61,3 61,3 47,3 47,3 60,2 60,2 55,6 55,6 54,5 54,5 57,1 57,1 61,6 61,6 58,7 58,7

20,0 20,0 22,4 22,4 19,8 19,8 25,3 25,3 23,9 23,9 27,2 27,2 20,7 20,7 19,3 19,3 22,3 22,3 24,0 24,0 22,8 22,8 21,4 21,4 19,3 19,3 19,0 19,0 17,9 17,9 16,8 16,8 11,8 11,8 13,5 13,5 12,7 12,7 9,6 9,6 9,9 9,9 17,0 17,0 20,5 20,5 21,8 21,8 20,5 20,5 20,9 20,9 12,4 12,4 17,9 17,9

16,7 16,7 17,8 17,8 22,9 22,9 13,6 13,6 25,7 25,7 30,2 30,2 21,6 21,6 18,5 18,5 11,6 11,6 20,0 20,0 15,3 15,3 11,8 11,8 12,1 12,1 13,9 13,9 11,3 11,3 13,6 13,6 15,9 15,9 13,4 13,4 13,5 13,5 12,3 12,3 10,6 10,6 9,9 9,9 20,1 20,1 18,9 18,9 14,0 14,0 17,9 17,9 12,9 12,9 16,2 16,2

24,9 24,9 26,2 26,2 23,2 23,2 22,0 22,0 21,0 21,0 22,2 22,2 19,8 19,8 20,9 20,9 25,6 25,6 26,1 26,1 28,3 28,3 29,3 29,3 24,8 24,8 30,4 30,4 35,1 35,1 37,9 37,9 34,1 34,1 35,3 35,3 41,7 41,7 37,2 37,2 39,3 39,3 49,5 49,5 23,6 23,6 23,4 23,4 28,9 28,9 25,1 25,1 37,5 37,5 29,4 29,4

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana

Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo

Fonti Fonti

Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia

N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita N Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana quotidiana N Commissione Europea, indagine Eurobarometro N Commissione Europea, indagine Eurobarometro

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N Istat, La vita quotidiana nel 2006 N Istat, La vita quotidiana nel 2006 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 N Istat, Annuario statistico italiano, 2007 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm N http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm

Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana

100 statistiche per il Paese

Obiettivo generale
Elevare le competenze degli studenti e la capacit di apprendimento della popolazione, come elemento fondamentale per accrescere la competitivit di unarea e raggiungere adeguati livelli di benessere e coesione sociale

Focus Servizi essenziali

Il Quadro strategico nazionale 2007-2013 fissa, per le regioni del Mezzogiorno, e con riferimento a un ristretto numero di servizi ritenuti essenziali, alcuni obiettivi di servizio (vedi schema sottostante) sul raggiungimento dei quali le amministrazioni scommettono per la credibilit della propria politica. Lintento quello di dare centralit a tali obiettivi, di mobilitare un numero maggiore di attori, in considerazione del fatto che il miglioramento dei servizi collettivi dipende fortemente anche dalle scelte della politica ordinaria, e di attribuire alle politiche di sviluppo un ruolo effettivamente aggiuntivo. Gli obiettivi della politica regionale cui si applicano indicatori e target vincolanti si distinguono dagli altri obiettivi della strategia di sviluppo per il fatto di essere esplicitamente espressi in termini di servizio reso; pertanto, la loro misurazione (espressa con il riferimento a indicatori statistici pertinenti e condivisi) non si limita a obiettivi intermedi dellazione di politica economica, quali ad esempio il rafforzamento dellefficienza della capacit amministrativa, ma si concentra sugli obiettivi finali delle politiche. Il meccanismo dincentivazione dunque legato allefficacia e allimpatto delle politiche, pi che allefficienza.

Il fine ultimo delle politiche di sviluppo regionale quello di contribuire a migliorare la disponibilit di beni e servizi nelle aree in cui la loro scarsit comporta disagio generalizzato, percezione di arretratezza ed effetti negativi sulla competitivit. Linefficienza nella produzione e nella qualit dei servizi collettivi assai pi grave nel Mezzogiorno, soprattutto per quei servizi che sono a valle di investimenti in infrastrutture. Anche ai servizi socio-assistenziali o di istruzione e formazione, che contribuiscono fortemente a connotare unarea pi o meno sviluppata, si applicano le stesse considerazioni.

Obiettivo specifico

Indicatore

Fonte

Diminuzione degli abbandoni scolastici precoci (early school leavers) e aumento del Percentuale di 18-24enni con al pi la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione profes- Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro tasso di scolarizzazione per la scuola secondaria superiore, misurato con lindicato- sionale riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni re relativo alla percentuale di giovani (et 18-24 anni), con titolo di studio inferiore al diploma secondario superiore e che non partecipa ad altre attivit formative Aumentare il livello delle competenze degli studenti 15enni riducendo la percentua- Percentuale di 15enni con al massimo il primo livello di competenza in lettura e in matematica, secondo la Ocse (con Ministero della pubblica istruzione le di quelli con scarse competenze in lettura e in matematica scala del test Programme for International Student Assessment (PISA) dellOCSE e INVALSI), Indagine PISA

Aumentare i servizi di cura alla persona, allegge- Aumentare i servizi di cura per linfanzia rendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Oltre a essere correlati in modo chiaro con le strategie di conciliazione, lobiettivo rilevante per creare condizioni favorevoli allo sviluppo, fare fronte a disparit territoriali non giustificate e incremenAumentare i servizi di cura per la popolazione anziana tare le opportunit delle persone

Diffusione del servizio di asilo nido, misurato con la percentuale di Comuni che hanno attivato il servizio di Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i asilo nido (sul totale dei comuni della Regione) servizi sociali dei Comuni Presa in carico degli utenti, misurata come percentuale di bambini fino al compimento dei 3 anni che hanno fruito del servizio di asilo nido, sul totale della popolazione nella stessa fascia di et Numero di anziani assistiti in assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della popolazione Ministero della salute, Sistema informativo anziana (superiore a 64 anni) Agenzia per la protezione dellambiente e per i servizi tecnici (APAT), Indicatori strutturali per il processo di Lisbona

Tutelare e migliorare la qualit dellambiente, in Ridurre il conferimento del rifiuto in discarica, senza intervenire sulle scelte impian- Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante allanno relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani tistiche e gestionali previste dalla pianificazione regionale di settore, e monitorare i Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti progressi nel conseguimento degli obiettivi di riciclaggio e recupero Quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio ex. D.lgs 217/06

Percentuale di acqua erogata sul totale dellacqua immessa nelle reti di distribuzione comunale Istat, Sistema informativo sulle acque Tutelare e migliorare la qualit dellambiente, in Migliorare lefficienza nella distribuzione di acqua potabile relazione al servizio idrico integrato Misurare direttamente i miglioramenti, in termini di servizio e di popolazione servi- Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani per regione ta, del segmento della depurazione e della capacit di servizio della rete fognaria

95
Servizi essenziali Quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi

Fenomeno inin calo, ma valori ancora Fenomeno calo, ma valori ancora lontani dagli obiettivi didi Lisbona lontani dagli obiettivi Lisbona
Labbandono prematuro degli studi uno deidei risultati del cattiLabbandono prematuro degli studi uno risultati del cattivo vo funzionamento del sistema scolasticoformativo. Per quefunzionamento del sistema scolastico e e formativo. Per questosto quota di giovani che abbandonano prematuramente gli gli la la quota di giovani che abbandonano prematuramente studi un un indicatore largamente utilizzato per misurare po-postudi indicatore largamente utilizzato per misurare le le licylicy attuate materia di istruzione e formazione. attuate in in materia di istruzione e formazione. Lindicatore fa anche parte deldel set utilizzato dalla Commissione Lindicatore fa anche parte set utilizzato dalla Commissione europea perper misurare i progressi della strategia Lisbona. Nel europea misurare i progressi della strategia di di Lisbona. Nel 2007 lItalia presenta, soprattutto nelnel Mezzogiorno, percentuali 2007 lItalia presenta, soprattutto Mezzogiorno, percentuali di abbandono tuttora elevate (poco meno deldel 20 per cento a di abbandono tuttora elevate (poco meno 20 per cento a livello nazionale), che collocano il nostro Paese molto lontano livello nazionale), che collocano il nostro Paese molto lontano daldal traguardo fissato dallUnione europea per 2010 (10(10 per traguardo fissato dallUnione europea per il il 2010 per cento) e agli ultimi posti della graduatoria dellUe27. cento) e agli ultimi posti della graduatoria dellUe27. Nel confronto europeo lindicatore individua la quota di popolaNel confronto europeo lindicatore individua la quota di popolazione in in et 18-24 anni che ha abbandonato gli studi senza zione et 18-24 anni che ha abbandonato gli studi senza aver conseguito un un titolo superiore livello 3c Short della clasaver conseguito titolo superiore al al livello 3c Short della classificazione internazionale suisui livelli istruzione (ISCED). Nei sificazione internazionale livelli di di istruzione (ISCED). Nei confronti regionali lindicatore definito come la la percentuale confronti regionali lindicatore definito come percentuale della popolazione in etet 18-24 anni con pipi licenza media, della popolazione in 18-24 anni con al al la la licenza media, che non ha ha concluso un corso di formazione professionale che non concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni e che riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni e che non frequenta corsi scolastici o svolge attivit formative. non frequenta corsi scolastici o svolge attivit formative. I due dati non risultano perfettamente confrontabili. I due dati non risultano perfettamente confrontabili.
LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Giovani che abbandonano prematuramente gli gli studi Giovani che abbandonano prematuramente studi per regione Anno 2007 (valori percentuali) per regione Anno 2007 (valori percentuali)

Fonte: Eurostat, Database New Cronos Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Giovani di 18-24 anni con la licenza media, che non hanno concluso unun corso formazione professionale ricoGiovani di 18-24 anni con la licenza media, che non hanno concluso corso di di formazione professionale riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni e che non frequentano corsi scolastici o svolgono attivit nosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni e che non frequentano corsi scolastici o svolgono attivit formative, per regione Anni 2004-2007 (a)(a) (valoridifferenze percentuali) formative, per regione Anni 2004-2007 (valori e e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2004 2004 22,3 22,3 22,3 22,3 21,8 21,8 16,3 16,3 21,6 21,6 30,7 30,7 11,9 11,9 18,2 18,2 13,7 13,7 20,0 20,0 21,0 21,0 13,3 13,3 16,7 16,7 15,6 15,6 16,6 16,6 15,2 15,2 28,6 28,6 30,3 30,3 17,0 17,0 21,9 21,9 30,7 30,7 30,1 30,1 21,5 21,5 18,7 18,7 17,1 17,1 19,3 19,3 27,7 27,7 22,9 22,9 2005 2005 20,7 20,7 22,3 22,3 21,6 21,6 17,0 17,0 19,7 19,7 26,6 26,6 12,2 12,2 18,4 18,4 15,9 15,9 19,4 19,4 17,2 17,2 15,5 15,5 19,2 19,2 14,8 14,8 16,1 16,1 15,6 15,6 27,9 27,9 29,3 29,3 18,3 18,3 18,3 18,3 30,2 30,2 33,2 33,2 21,0 21,0 18,7 18,7 16,2 16,2 18,8 18,8 27,1 27,1 22,4 22,4 2006 2006 20,0 20,0 21,9 21,9 18,5 18,5 16,1 16,1 17,3 17,3 23,6 23,6 10,5 10,5 15,0 15,0 19,8 19,8 17,7 17,7 16,3 16,3 14,8 14,8 18,0 18,0 12,3 12,3 14,7 14,7 16,2 16,2 27,1 27,1 27,0 27,0 15,2 15,2 19,6 19,6 28,1 28,1 28,3 28,3 18,7 18,7 16,7 16,7 14,5 14,5 16,8 16,8 25,5 25,5 20,6 20,6 2007 2007 17,3 17,3 24,2 24,2 18,3 18,3 16,5 16,5 17,2 17,2 23,3 23,3 10,6 10,6 13,1 13,1 12,6 12,6 17,4 17,4 18,0 18,0 12,7 12,7 16,4 16,4 10,9 10,9 15,0 15,0 16,4 16,4 29,0 29,0 25,1 25,1 14,1 14,1 21,3 21,3 26,1 26,1 21,8 21,8 17,9 17,9 15,0 15,0 13,8 13,8 15,8 15,8 24,9 24,9 19,7 19,7 Differenze Differenze percentuali percentuali 2004-2007 2004-2007 -5,0-5,0 1,9 1,9 -3,5-3,5 0,2 0,2 -4,4-4,4 -7,3-7,3 -1,4-1,4 -5,1-5,1 -1,1-1,1 -2,6-2,6 -3,0-3,0 -0,6-0,6 -0,4-0,4 -4,7-4,7 -1,6-1,6 1,1 1,1 0,4 0,4 -5,2-5,2 -2,9-2,9 -0,6-0,6 -4,6-4,6 -8,3-8,3 -3,5-3,5 -3,8-3,8 -3,4-3,4 -3,6-3,6 -2,8-2,8 -3,2-3,2

Una quota di di giovani che abbandonano prematuramente gli Una quota giovani che abbandonano prematuramente gli studi pari al 10 10 per cento:ilvalore obiettivo fissato perper2010 studi pari al per cento: il valore obiettivo fissato il il 2010 perper i paesi Ue nellambito della strategia Lisbona. Attraverso i paesi Ue nellambito della strategia di di Lisbona. Attraverso il contenimento degli abbandoni si intende perseguire la finalit il contenimento degli abbandoni si intende perseguire la finalit di di elevare le competenze degli studenti la la capacit di apelevare le competenze degli studenti e e capacit di apprendimento della popolazione. prendimento della popolazione. Nel 2006 il valore medio di Ue27 si attesta al 15,3 perper cento; la Nel 2006 il valore medio di Ue27 si attesta al 15,3 cento; la corrispondente media perper lItalia pari a 20,8 perper cento, dicorrispondente media lItalia pari a 20,8 cento, distante oltre 5 punti percentuali dalla media comunitaria e circa stante oltre 5 punti percentuali dalla media comunitaria e circa 10 10 punti dal traguardo Lisbona. punti dal traguardo di di Lisbona. Fonte: RCFL LItalia si colloca nelle posizioni pipi distanti dallobiettivo, dopo Fonte: RCFL LItalia si colloca nelle posizioni distanti dallobiettivo, dopo Spagna (29,9 perper cento), Portogallo (39,2 per cento) Malta Spagna (29,9 cento), Portogallo (39,2 per cento) e e Malta (41,7 perper cento). TraPaesi pipi virtuosi, con una bassa per(41,7 cento). Tra i i Paesi virtuosi, con una bassa percentuale di abbandono degli studi da da parte dei giovani, se-secentuale di abbandono degli studi parte dei giovani, si si Fonti gnalano invece la Slovenia (5,2 perper cento), Repubblica Ceca gnalano invece la Slovenia (5,2 cento), la la Repubblica Ceca Fonti N N Istat, Indagine continua sulle forzelavoro (RCFL) Istat, Indagine continua sulle forze di di lavoro (RCFL) (5,5 perper cento)la Polonia (5,6 perper cento). (5,5 cento) e e la Polonia (5,6 cento).
N N Eurostat, Database New Cronos Eurostat, Database New Cronos

La La centralit delle politiche per lapprendimento laumento centralit delle politiche per lapprendimento e e laumento delle conoscenze motiva la scelta di legare, al conseguimento delle conoscenze motiva la scelta di legare, al conseguimento deldel valore obiettivo livello regionale, risorse economiche valore obiettivo a a livello regionale, risorse economiche premiali nellambito di un un meccanismo incentivante nelle strapremiali nellambito di meccanismo incentivante nelle strategie della politica regionale (ciclo di di programmazione 2007tegie della politica regionale (ciclo programmazione 20072013). Per la maggior parte delle regioni si tratta di un un traguar2013). Per la maggior parte delle regioni si tratta di traguardo do molto ambizioso, anche tenendo conto dei consistenti promolto ambizioso, anche tenendo conto dei consistenti pro-

LITALIA E LELE SUE REGIONI LITALIA E SUE REGIONI

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Education atglance 2007, OECD Indicators Education at a a glance 2007, OECD Indicators SitiSiti internet internet N N http://www.istat.it http://www.istat.it N N http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu N N http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/

Fonte: Istat, RCFL Fonte: Istat, RCFL (a) (a) Analogamente alla metodologia utilizzata da Eurostat, sono esclusi i militarileva. Tuttavia la definizione utilizzata si discosta leggerAnalogamente alla metodologia utilizzata da Eurostat, sono esclusi i militari di di leva. Tuttavia la definizione utilizzata si discosta leggermente da quella utilizzata da Eurostat perper early school leaver" in quanto la soglia della durata dei dei corsiformazione professionale mente da quella utilizzata da Eurostat gli gli early school leaver" in quanto la soglia della durata corsi di di formazione professionale stata innalzata da 6 mesi a 2a 2 anni. stata innalzata da 6 mesi anni.

100 statistiche per il Paese

M Po a M lt a Portog a r o a lt a Stp g llo al Spagnlo ag a It ana Le It lia t t ali RLet onia omto a R a nia om n Lu Bu a ia ss B lgania L u e u ri ss mblga a em ur ria bu go Crgo ip C r G ip o re ro G G c i e e a G rmra c er n ia m ia Es a t n Es oniia t a R Fraon eg F n ia R nora cia Pegn Unc a n ia Paesio U ito es Banito i B ss a i Be ss i U B lgio ng e l U hegio ng ri Irlhe a a ri Irl nda Sanda D ve a a S z D nimve ia an a zi r a Liima ca t u rc Li an a t Auania u Fi A striia nl us a an tr SlFin d ia o la ia Sl vacnd ov chia R ep a i R ub Pocch a ep b P lo ia ub lic o nia lo bl a C n ic e ia Sa C ca lo e c Sl ven a ov ia en ia

gressi registrati nelnel Mezzogiorno negli anni pi recenti. Giovani di 18-24 anni che abbandonano gli gli studi senza aver conseguito un titolo superiore livello ISCED 3c 3c gressi registrati Mezzogiorno negli anni pi recenti. Giovani di 18-24 anni che abbandonano studi senza aver conseguito un titolo superiore al al livello ISCED Nellarco di quattro anni, tra tra2004 e ile2007, nelle regioni deldel Short neinei paesi UeAnno 2006 (valori percentuali) Nellarco di quattro anni, il il 2004 il 2007, nelle regioni Short paesi Ue Anno 2006 (valori percentuali) Mezzogiorno lincidenza deidei giovani che lasciano gli studi Mezzogiorno lincidenza giovani che lasciano gli studi 45 45 diminuita di 2,82,8 punti percentuali,fronte di una diminuzione di di diminuita di punti percentuali, a a fronte di una diminuzione 40 40 punti nelle regioni del Centro-Nord. 3,63,6 punti nelle regioni del Centro-Nord. Nel 2007 soltanto la provincia autonoma di Trento (10,6) e ile il Nel 2007 soltanto la provincia autonoma di Trento (10,6) 35 35 Lazio (10,9) presentano valori molto prossimi allobiettivo. Altre Lazio (10,9) presentano valori molto prossimi allobiettivo. Altre 30 30 regioni con valori contenuti sono il Friuli-Venezia Giulia (12,6 regioni con valori contenuti sono il Friuli-Venezia Giulia (12,6 25 25 perper cento)lUmbria (12,7). cento) e e lUmbria (12,7). Ue 27 27 Ue 20 20 Le Le regioni pi distanti dal conseguimento dellobiettivo conregioni pi distanti dal conseguimento dellobiettivo si si concentrano, come gigi detto, nel Mezzogiorno (Campania 29 per centrano, come detto, nel Mezzogiorno (Campania 29 per 15 15 cento con quote in crescita; Puglia, dove circa un un giovane su cento con quote in crescita; Puglia, dove circa giovane su 10 10 quattro abbandona gli gli studi prematuramente). fenomeno quattro abbandona studi prematuramente). Il Il fenomeno 5 5 risulta preoccupante anche in in alcune regioni del Nord tra le risulta preoccupante anche alcune regioni del Nord tra le quali spiccano le alte percentuali della provincia autonoma di di quali spiccano le alte percentuali della provincia autonoma 0 0 Bolzano e della Valle dAosta. Bolzano e della Valle dAosta.

Solo in quattro comuni su dieci attivo almeno uno dei servizi


La diffusione sul territorio degli asili nido e la loro utilizzazione rappresenta una componente essenziale nellattuazione delle politiche volte alla conciliazione degli impegni casa-lavoro. Per questo, le strategie di politica regionale (ciclo di programmazione 2007-2013) legano alla crescita di questi servizi un meccanismo di incentivazione di risorse premiali (obiettivi di servizio). Nel 2004 i Comuni italiani che hanno attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per linfanzia sono appena il 39 per cento del totale.
UNO SGUARDO DINSIEME

gna, Calabria e Molise, tutte con quote inferiori di oltre 10 punti percentuali. Pi vicine appaiono la Sicilia e la Campania che, nel 2004, presentano una diffusione sul territorio dei servizi per linfanzia rispettivamente pari al 33,1 e al 30,5 per cento. A livello di ripartizione si evidenzia meglio la differenza di tipologia di servizi attivati dai comuni italiani: in tutto il Paese prevale lattivazione per il servizio di asilo nido rispetto ai micronidi e altri servizi integrativi per linfanzia, anche se il Nord-est e il Centro presentano valori significativi sullattivazione di servizi integrativi o innovativi: superiori alla media Italia (13,2 per cento) e rispettivamente pari a 22,8 e 20,7 per cento. Comuni che hanno attivato servizi per linfanzia, per ripartizione geografica Anno 2004 (valori percentuali sul totale dei comuni della regione)
Comuni con asili nido Comuni con servizi integrativi/innovativi per l'infanzia

Comuni che hanno attivato il servizio di asilo nido, per regione Anno 2004 (valori percentuali sul totale dei comuni della regione)
100

80

60

40

v alore target per le regioni del Mezzogiorno al 2013 = 35 per cento

20

Servizi essenziali Diffusione di asili nido e servizi per linfanzia

DEFINIZIONI UTILIZZATE

Lindicatore definito come la percentuale di comuni che hanno attivato servizi per linfanzia (asilo nido, micronidi o servizi integrativi e innovativi) sul totale dei comuni della regione. Oltre al servizio di asilo nido sono incluse nel calcolo dellindicatore modalit pi flessibili di erogazione del servizio, particolarmente adatte nel caso di piccoli comuni dispersi sul territorio: i servizi integrati e innovativi di cui allarticolo 5 della legge 285 del 28 agosto 1997 e secondo le vigenti legislazioni regionali in materia. Il valore target al 2013 fissato per le regioni del Mezzogiorno del 35 per cento. Il ruolo chiave attribuito alla disponibilit di servizi in ambiti essenziali per la qualit della vita costituisce una delle novit della politica regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 (QSN). In questo caso lobiettivo quello di aumentare i servizi per linfanzia nelle regioni del Mezzogiorno al fine di favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, aumentando la percentuale di Comuni con servizi per linfanzia dallattuale 21 per cento al 35 per cento, valore target fissato per le regioni del Mezzogiorno, da raggiungere nel 2013, alla fine del periodo di programmazione. Il valore target ritenuto un livello accettabile da perseguire in modo da garantire ai cittadini un livello minimo di servizio relativo alla copertura sul territorio comunale di asili nido e servizi affini. Sono la Valle dAosta e la provincia autonoma di Bolzano ad offrire la piena diffusione dei servizi per linfanzia: tutti i comuni hanno attivato asili nido o servizi integrativi. In media nelle regioni del Centro-Nord risulta coperto il 47,6 per cento dei comuni, mentre nel Mezzogiorno solo il 21,1 per cento dei comuni ha attivato tali servizi. Particolarmente basso invece il livello raggiunto dalla provincia autonoma di Trento (poco meno del 10 per cento). Il target del 35 per cento appare molto ambizioso per alcune regioni del Mezzogiorno: Puglia, Abruzzo, Basilicata, SardeLITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

50

0
a a a e o n ia e a to ia ia ia ia te io te ia lia eto br ia gl ze ag n gu r can ard zz cat egn re n abr olis ch iu an os cil on Laz n l ar G b d Pu bru sili T Si mp em Bo Li M Um Ve os M m ia ar i Ca o/ Rom A Ba a T e n S P C ez Lo l lza ilia al en /V Bo Em i-V ta ul i os Fr d'A A d'

40

30

20

lle Va

10

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni
Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Italia

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

Comuni che hanno attivato servizi per linfanzia, per regione Anno 2004 (valori percentuali sul totale dei comuni della regione) ASILI NIDO SERVIZI INTEGRATIVI/INNOVATIVI

Fonti

SIstat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

Altre informazioni

Pubblicazioni S Education at a Glance 2007, OECD Indicators Siti internet S http://www.istat.it S http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

96

100 statistiche per il Paese

97
Servizi essenziali Bambini che fruiscono di asili nido e servizi per linfanzia

Fruisce dei servizi per linfanzia soltanto un bambino su dieci


Il numero di bambini che fruisce del servizio di asilo nido un indicatore utile per misurare le policy attuate in materia di servizi essenziali, previsti dal nuovo Quadro strategico nazionale (QSN) per il ciclo di programmazione 2007-2013. Questo indicatore appartiene infatti al set di indicatori per gli obiettivi di servizio previsti dal QSN. La percentuale di bambini in et 0-3 anni che in Italia fruiscono del servizio di asilo nido nel 2004 pari all11,3 per cento. Lindicatore definito come la percentuale di bambini in et 03 anni che hanno usufruito dei servizi per linfanzia (asili nido micronidi, servizi integrativi e innovativi), di cui almeno il 70 per cento in asilo nido, sul totale della popolazione in et 0-3 anni. La definizione di presa in carico ponderata dellutenza adottata vincola lindicatore a considerare che lutenza servita in asili nido deve esser pari ad almeno il 70 per cento del totale. Tale valore costituisce un riferimento per assicurare una base minima di servizio con standard omogenei sul territorio nazionale. Pertanto eventuale utenza servita da altre tipologie di servizio che superi la soglia del 30 per cento non viene considerata nel calcolo dellindicatore. La ponderazione utilizzata tiene conto quindi della definizione utilizzata per gli obiettivi di servizio nel QSN. Lobiettivo fissato di elevare la percentuale di bambini che usufruiscono di servizi di asilo nido, dallattuale 4 per cento al 12 per cento: (valore target) da raggiungere alla fine del periodo di programmazione (2013) nelle regioni del Mezzogiorno. Il ruolo chiave attribuito alla disponibilit di servizi in ambiti essenziali per la qualit della vita costituisce una delle novit della politica regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 (QSN). Anche in questo caso lobiettivo quello di aumentare nelle regioni del Mezzogiorno la fruizione dei servizi per linfanzia al fine di favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME

Veneto (intorno al 10 per cento) sono le regioni che devono ancora conseguire lobiettivo, mentre nelle rimanenti le percentuali nel 2004 sono gi tutte pi elevate del target fissato (nel caso di Toscana, Valle dAosta ed Emilia-Romagna di oltre 10 punti percentuali). Nel Mezzogiorno le regioni pi virtuose sono: Sardegna, con una percentuale del 10 per cento, molto vicina al valore target; Abruzzo, Sicilia e Basilicata (con quote comprese tra il 5 e il 10 per cento). Pi distanti dalla soglia risultano invece Puglia, Calabria e Molise (sotto il 5 per cento). A livello di ripartizione, si evidenziano meglio le differenze tra servizi fruiti dai bambini di 0-3 anni: in tutte prevale la scelta per il servizio di asilo nido rispetto ai micronidi e altri servizi integrativi per linfanzia, anche se il Nord-est e il Centro presentano valori significativi sulla fruizione di servizi integrativi o innovativi: i valori sono infatti sopra la media Italia (2,6 per cento) e rispettivamente pari a 3,9 e 4,1 per cento. Bambini di 0-3 anni che utilizzano servizi per linfanzia, per ripartizione geografica Anno 2004 (valori percentuali)
Utenti di asili nido
14 12 10 8 6 4 2 0
or no or d en tro zo gi -o It a lia ve st -e st

Presa in carico ponderata dellutenza 0-3 anni dei servizi di asilo nido e servizi integrativi/innovativi, per regione Anno 2004 (valori percentuali)
30 25 20 15 10 5 0
v alore target per le regioni del Mezzogiorno al 2013 = 12 per cento

Utenti di servizi integrativi e innovativi per l'infanzia

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

Bambini 0-3 anni che utilizzano servizi per linfanzia, per regione Anno 2004 (valori percentuali)

al le

ASILI NIDO
N C ez

or d

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

A livello nazionale il quadro relativo alla percentuale di bambini fino al compimento dei 3 anni di et che ha usufruito di servizi per linfanzia si presenta piuttosto disomogeneo. Molto ampia la distanza sulla presa in carico dellutenza per i servizi allinfanzia tra la regione che presenta la situazione migliore, lEmilia-Romagna, con una percentuale di bambini che usufruisce dei servizi pari al 27,5, e la Campania, la pi carente, dove solo l1,5 per ceno dei bambini ne fruisce. Il divario tra i territori ben sintetizzato dalla distanza tra i valori assunti dallindicatore al Centro-Nord (15,5 per cento) e nel Mezzogiorno (4,2 per cento). Al Centro-Nord la provincia autonoma di Bolzano (4,6 per cento), con Lazio, Friuli-Venezia Giulia e

Fonti

N Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

Altre informazioni

Pubblicazioni N Education at a Glance 2007, OECD Indicators Siti internet N http://www.istat.it N http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/

Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni

100 statistiche per il Paese

d' Em A os ilia ta - R /V al om l ag e d' na A o To ste sc a M na ar ch L e Lo igu m ria ba rd U ia m P br ie i a m on t Tr e en Fr V to en iu li e V Sar to en d eg ez ia na G iu lia La zi A br o uz z S o B icili as a ili ca B ta ol P za ug no li -B a oz e M n ol is C a e Ca labr m ia pa ni a

SERVIZI INTEGRATIVI/INNOVATIVI

Forti le differenze territoriali Forti le differenze territoriali tra Centro-Nord e Mezzogiorno tra Centro-Nord e Mezzogiorno
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Servizi essenziali Anziani che fruiscono di assistenza domiciliare integrata

Lindicatore definito come la percentuale di anziani trattati in Lindicatore definito come la percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della popolazione anziana (65 anni e pi). Per assistenza domiciliapopolazione anziana (65 anni e pi). Per assistenza domiciliare integrata si intende la possibilit di fornire al domicilio del re integrata si intende la possibilit di fornire al domicilio del paziente interventi socio-sanitari, che contribuiscono al mantepaziente interventi socio-sanitari, che contribuiscono al mantenimento del massimo livello di benessere, salute e funzione. nimento del massimo livello di benessere, salute e funzione. IlIlvalore target al 2013 fissato per le regioni del Mezzogiorno valore target al 2013 fissato per le regioni del Mezzogiorno del 3,5 per cento. del 3,5 per cento. IlIl ruolo chiave attribuito alla disponibilit di servizi in ambiti ruolo chiave attribuito alla disponibilit di servizi in ambiti essenziali per la qualit della vita costituisce una delle novit essenziali per la qualit della vita costituisce una delle novit della politica regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadella politica regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadro strategico nazionale 2007-2013. In questo caso lobiettivo dro strategico nazionale 2007-2013. In questo caso lobiettivo quello di aumentare i i servizi nelle regioni del Mezzogiorno quello di aumentare servizi nelle regioni del Mezzogiorno per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, incrementando la percentuale di anziani che beneficiano di incrementando la percentuale di anziani che beneficiano di assistenza domiciliare integrata (ADI) dall'attuale 1,6 per cento assistenza domiciliare integrata (ADI) dall'attuale 1,6 per cento al 3,5 (valore target da raggiungere nel 2013 alla fine del peal 3,5 (valore target da raggiungere nel 2013 alla fine del periodo di programmazione). IlIl valore target ritenuto un livello riodo di programmazione). valore target ritenuto un livello accettabile da perseguire, in modo da garantire ai cittadini un accettabile da perseguire, in modo da garantire ai cittadini un livello minimo di servizio relativo alla presa in carico sul territolivello minimo di servizio relativo alla presa in carico sul territorio degli anziani trattati in ADI. rio degli anziani trattati in ADI. IlIlvalore del 3,5 per cento (valore fissato dai livelli essenziali di valore del 3,5 per cento (valore fissato dai livelli essenziali di prestazioni civili e sociali), pari al valore del Centro-Nord nel prestazioni civili e sociali), pari al valore del Centro-Nord nel 2005, risulta molto ambizioso per diverse regioni italiane, ma 2005, risulta molto ambizioso per diverse regioni italiane, ma alcune del Mezzogiorno non sono molto distanti dal valore alcune del Mezzogiorno non sono molto distanti dal valore fissato per ilil2013 e due lhanno gi superato nel 2005: Basilifissato per 2013 e due lhanno gi superato nel 2005: Basilicata e Molise (rispettivamente 6,1 per cento e 3,9 per cento). cata e Molise (rispettivamente 6,1 per cento e 3,9 per cento). In generale lindicatore presenta una certa variabilit: tra le In generale lindicatore presenta una certa variabilit: tra le altre regioni del Mezzogiorno quasi tutte, tranne la Sardegna e altre regioni del Mezzogiorno quasi tutte, tranne la Sardegna e la Sicilia, presentano una distanza dal target di circa due punti la Sicilia, presentano una distanza dal target di circa due punti percentuali, denotando una condizione di partenza abbastanza percentuali, denotando una condizione di partenza abbastanza omogenea ma svantaggiata. La Sicilia mostra invece uno omogenea ma svantaggiata. La Sicilia mostra invece uno svantaggio maggiore poich la percentuale di presa in carico svantaggio maggiore poich la percentuale di presa in carico
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Fonte: Ministero della salute Fonte: Ministero della salute

Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anni 2001-2006 (valori e differenze percentuali) Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anni 2001-2006 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (a) Valle d'Aosta/Valle d'Aoste (a) Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Bolzano-Bozen Trento (a) Trento (a) Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2004 2004 2005 2005 Variazioni Variazioni percentuali percentuali 2001-2005 2001-2005 1,8 1,8 0,1 0,1 3,2 3,2 3,1 3,1 0,6 0,6 0,3 0,3 0,8 0,8 5,0 5,0 7,9 7,9 5,4 5,4 2,1 2,1 4,1 4,1 3,3 3,3 3,3 3,3 1,8 1,8 6,1 6,1 1,4 1,4 2,0 2,0 3,9 3,9 1,6 1,6 0,8 0,8 1,1 1,1 2,8 2,8 5,2 5,2 2,9 2,9 3,5 3,5 1,6 1,6 2,9 2,9 0,4 0,4 . . 0,8 0,8 -0,4 -0,4 0,4 0,4 0,2 0,2 0,5 0,5 2,0 2,0 0,3 0,3 3,5 3,5 0,2 0,2 2,7 2,7 -0,7 -0,7 1,6 1,6 0,8 0,8 0,3 0,3 0,6 0,6 1,0 1,0 1,3 1,3 1,0 1,0 0,2 0,2 0,6 0,6 0,2 0,2 2,3 2,3 0,9 0,9 1,0 1,0 0,6 0,6 0,9 0,9 2006 2006 (b) (b) 1,5 1,5 0,2 0,2 3,5 3,5 3,1 3,1 0,9 0,9 0,4 0,4 1,3 1,3 5,1 5,1 7,5 7,5 5,6 5,6 2,1 2,1 4,0 4,0 3,7 3,7 3,4 3,4 3,4 3,4 5,4 5,4 1,2 1,2 1,6 1,6 4,3 4,3 2,5 2,5 1,0 1,0 1,3 1,3 2,8 2,8 5,3 5,3 3,1 3,1 3,6 3,6 1,7 1,7 3,0 3,0

Fr Fri u iuli li-V V

DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Fonte: Ministero della salute Fonte: Ministero della salute

Fonti Fonti

N Ministero della Salute N Ministero della Salute

Altre informazioni Altre informazioni

N Health at aaGlance 2007, OECD Indicators N Health at Glance 2007, OECD Indicators N Istat, Indagine dei presidi residenziali socio-assistenziali, 2003 N Istat, Indagine dei presidi residenziali socio-assistenziali, 2003 Siti internet Siti internet N http://www.istat.it N http://www.istat.it N http://www.ministerosalute.it N http://www.ministerosalute.it N http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/ N http://www.dps.tesoro.it/obiettivi_servizio/

Fonte: Ministero della salute Fonte: Ministero della salute (a) I Ivalori pari aa00sono da considerarsi dati non disponibili. (a) valori pari sono da considerarsi dati non disponibili. (b) Dati provvisori. (b) Dati provvisori.

98

100 statistiche per il Paese

en en ez ezi a ia G Giu iuli Em Em l M a iillia M ia o ia- ol R - Ro liise s om e m ag ag na Ve na Ve ne net U to Um o Ba mbr Ba br ia s siilli ia c ic a a M ta Ma ta arc r c he h e L Lo La z Lo a zio m io mb ba ar d rd L ia Liig ia gu ur To a To riia sc s ca an na Pu a Pu P g Piie glliia em a m o on A ntte Ab e bru r uz C zzo Ca zo a lla Ca br Ca abria m mp ia Sa p an Sa aniia rd rd e a egn g na Va Va Tr a Tre lllle e en nt d'A B d'A Bo o to os z S ost ollza Siic a n ta /V a no ciilliia /Va o-B a alll Bo z le oze e d en d''A n Ao ost s e te
1,4 1,4 . . 2,4 2,4 3,6 3,6 0,2 0,2 0,1 0,1 0,3 0,3 3,0 3,0 7,6 7,6 1,9 1,9 1,9 1,9 1,5 1,5 4,0 4,0 1,7 1,7 0,9 0,9 5,8 5,8 0,8 0,8 1,1 1,1 2,6 2,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,5 0,5 2,6 2,6 2,9 2,9 2,1 2,1 2,5 2,5 0,9 0,9 2,0 2,0 1,6 1,6 . . 2,5 2,5 2,5 2,5 0,1 0,1 0,2 0,2 0,0 0,0 3,8 3,8 9,1 9,1 4,8 4,8 3,1 3,1 1,8 1,8 2,5 2,5 3,0 3,0 1,0 1,0 6,9 6,9 0,8 0,8 1,3 1,3 3,1 3,1 0,4 0,4 0,6 0,6 0,6 0,6 2,2 2,2 4,6 4,6 2,9 2,9 3,1 3,1 1,0 1,0 2,4 2,4 1,7 1,7 0,3 0,3 2,6 2,6 1,9 1,9 0,1 0,1 0,2 0,2 . . 3,7 3,7 7,8 7,8 4,6 4,6 3,0 3,0 2,4 2,4 2,8 2,8 1,9 1,9 1,8 1,8 8,9 8,9 0,9 0,9 1,2 1,2 4,1 4,1 0,6 0,6 0,7 0,7 0,6 0,6 2,2 2,2 4,3 4,3 2,5 2,5 2,9 2,9 1,2 1,2 2,4 2,4 1,8 1,8 0,2 0,2 3,5 3,5 1,2 1,2 0,1 0,1 0,2 0,2 . . 4,3 4,3 7,7 7,7 4,9 4,9 2,8 2,8 2,5 2,5 2,7 2,7 3,9 3,9 3,6 3,6 6,7 6,7 1,2 1,2 1,2 1,2 4,1 4,1 1,1 1,1 0,8 0,8 0,7 0,7 2,6 2,6 4,7 4,7 3,2 3,2 3,4 3,4 1,5 1,5 2,8 2,8

La diffusione sul territorio del servizio di assistenza domiciliare La diffusione sul territorio del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) agli anziani un indicatore utile per misurare le integrata (ADI) agli anziani un indicatore utile per misurare le policy attuate in materia di servizi essenziali, previsti dal nuovo policy attuate in materia di servizi essenziali, previsti dal nuovo Quadro strategico nazionale (QSN) per ilil ciclo di programmaQuadro strategico nazionale (QSN) per ciclo di programmazione 2007-2013. Lindicatore coglie in parte anche aspetti di zione 2007-2013. Lindicatore coglie in parte anche aspetti di accessibilit e qualit del servizio, essendo una modalit aaccessibilit e qualit del servizio, essendo una modalit avanzata ed efficiente di erogazione dei servizi di cura vanzata ed efficiente di erogazione dei servizi di cura allanziano rispetto a quelle tradizionali. allanziano rispetto a quelle tradizionali. In Italia la quota di anziani che fruisce dei servizi di ADI nel In Italia la quota di anziani che fruisce dei servizi di ADI nel 2005 pari al 2,9 per cento. IIdati provvisori 2006 confermano 2005 pari al 2,9 per cento. dati provvisori 2006 confermano la quota a livello nazionale (in leggera crescita al 3,0 per cenla quota a livello nazionale (in leggera crescita al 3,0 per cento), ma evidenziano andamenti difformi tra le regioni. to), ma evidenziano andamenti difformi tra le regioni.

degli anziani pari allo 0,8 per cento, pi bassa rispetto alle degli anziani pari allo 0,8 per cento, pi bassa rispetto alle altre, come pure la Sardegna (con 1,1 per cento). La distanza altre, come pure la Sardegna (con 1,1 per cento). La distanza dalla regione che presenta ilil valore pi alto, ampia: ilil Friulidalla regione che presenta valore pi alto, ampia: FriuliVenezia Giulia ha nel 2005 ilil7,9 per cento di anziani trattati in Venezia Giulia ha nel 2005 7,9 per cento di anziani trattati in ADI, pi del doppio rispetto al target fissato per 2013. ADI, pi del doppio rispetto al target fissato per 2013. interessante osservare la crescita nel tempo dellofferta del interessante osservare la crescita nel tempo dellofferta del servizio sul territorio: in Italia laumento dellutilizzo di questo servizio sul territorio: in Italia laumento dellutilizzo di questo servizio di quasi un punto percentuale tra ilil2001 e ilil2005 la servizio di quasi un punto percentuale tra 2001 e 2005 la sintesi di un maggiore incremento nel Centro-Nord (un punto sintesi di un maggiore incremento nel Centro-Nord (un punto percentuale) rispetto al Mezzogiorno (0,6 punti percentuali). Da percentuale) rispetto al Mezzogiorno (0,6 punti percentuali). Da segnalare ilil progresso del Nord-est di 2,3 punti percentuali, segnalare progresso del Nord-est di 2,3 punti percentuali, quasi interamente attribuibili allottimo risultato dellEmiliaquasi interamente attribuibili allottimo risultato dellEmiliaRomagna (3,5 punti percentuali). Romagna (3,5 punti percentuali). Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anni 2001-2005 (differenze percentuali) Anni 2001-2005 (differenze percentuali)

Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anno 2005 (valori percentuali) Anziani che usufruiscono del servizio ADI per regione Anno 2005 (valori percentuali)
9 9 8 8 7 7 6 6 5 5 4 4 3 3 2 2 1 1 0 0
Valore target per le regioni del Mezzogiorno al 2013 ==3,5 per cento Valore target per le regioni del Mezzogiorno al 2013 3,5 per cento

99
Servizi essenziali kg di rifiuti urbani pro capite smaltiti in discarica

313 kg di rifiuti smaltiti in discarica per ciascun abitante


UNO SGUARDO DINSIEME

Lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica rappresenta una modalit di gestione meno virtuosa rispetto, ad esempio, al riciclo e alla termovalorizzazione, resi possibili dalla raccolta differenziata. La legislazione corrente, europea e nazionale, prevede che lo smaltimento in discarica assuma una funzione residuale rispetto al ciclo integrato di gestione dei rifiuti; dalle norme in vigore deriva che il conferimento in discarica pu riguardare solo i rifiuti non recuperabili, inerti e/o pretrattati, non suscettibili di ulteriore valorizzazione. Anche se nel corso degli ultimi cinque anni lItalia ha ridotto il ricorso alla discarica a favore di altre modalit di gestione, con un valore di 313 kg di rifiuti per abitante smaltiti in discarica, si colloca nel 2006 ancora significativamente al di sopra della media europea. La quantit in chilogrammi di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante un indicatore ampiamente usato a livello nazionale ed internazionale. In sede comunitaria questo indicatore utilizzato per valutare i progressi in materia di sviluppo sostenibile ed compreso nel set degli indicatori della strategia di Lisbona. In sede nazionale, uno di quelli utilizzati per gli obiettivi di servizio nellambito del Quadro strategico nazionale per le politiche regionali (QSN 2007-2013). Il valore target al 2013 fissato per le regioni del Mezzogiorno di 230 Kg pro capite (pari alla media comunitaria al 2005). Lorientamento comunitario in materia di gestione dei rifiuti quello di prevenirne la produzione, promuovendone il riciclo e diminuendo lo smaltimento in discarica. In questa direzione va anche la promozione di sistemi di trattamento a basso impatto ambientale che permettono il riutilizzo del rifiuto trattato. LItalia si pone nel contesto europeo in una situazione intermedia. Il valore di circa 310 kg pro capite di rifiuto urbano smaltito in discarica, gi raggiunto nel 2005, decisamente peggiore dei valori di gran parte dei paesi dellUe15, e in particolar modo di quelli del nord Europa. Anche rispetto alla media Ue25 (230 kg pro capite) il valore Italia piuttosto elevato. Inoltre, alcuni dei paesi entrati recentemente nellUnione europea presentano valori dellindicatore inferiori al valore italiano. Tra i paesi europei che presentano una situazione decisamente peggiore della nostra vi sono Cipro, Malta e Bulgaria (oltre 400 kg pro capite) tra i paesi di nuova adesione, e Irlanda, Grecia e Regno Unito tra quelli Ue15. I paesi che presentano in assoluto i valori pi bassi sono Germania, Belgio, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi (meno di 100 kg pro capite).
LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE

Irl an d Bu a lg ar ia G Re re c ia gn o Un Un ito gh er Li ia tu an Sl ia ov en i Sp a ag na Ro m an ia

ro

Rifiuti urbani smaltiti in discarica per regione Anno 2006 (kg pro capite)

Fonte: Eurostat, Database New Cronos

Rifiuti urbani smaltiti in discarica (kg pro capite) per regione Anni 2002-2006 (valori assoluti e differenze)
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise 2002 369,9 465,8 127,5 520,7 242,7 94,6 386,2 224,0 176,8 352,6 271,5 368,6 427,6 543,9 381,8 321,1 358,9 416,0 311,5 383,4 466,9 370,8 239,8 268,6 427,6 304,3 399,0 338,3 2003 311,5 485,7 118,3 512,4 217,2 101,3 329,0 169,2 152,3 349,9 230,7 409,0 442,2 525,4 415,8 270,7 380,7 420,8 326,7 351,9 464,7 435,3 216,6 239,3 410,9 281,3 409,3 327,1 2004 293,0 457,3 100,5 492,8 215,6 89,8 336,4 171,5 259,7 273,1 312,4 304,6 418,0 535,2 406,2 292,1 338,1 449,6 298,3 350,7 484,8 384,4 197,9 223,2 430,4 274,7 402,7 320,3 2005 286,9 405,1 77,6 474,0 197,6 88,5 302,4 176,1 193,9 286,6 322,5 367,1 374,7 509,5 398,5 395,1 304,8 453,1 235,2 394,7 473,2 389,6 179,7 221,5 420,6 263,8 395,3 310,3 2006 266,1 393,6 85,8 546,9 194,9 114,6 272,0 178,3 184,5 260,0 354,5 386,0 371,8 528,8 432,2 373,8 293,0 464,9 238,0 317,2 507,4 339,0 186,1 211,2 441,5 269,9 393,0 313,3 Differenze 2002-2006 -103,8 -72,2 -41,8 26,2 -47,8 20,0 -114,2 -45,7 7,7 -92,6 83,0 17,4 -55,9 -15,1 50,4 52,7 -66,0 48,9 -73,5 -66,2 40,5 -31,8 -53,7 -57,4 13,9 -34,4 -6,0 -25,1

Fonte: APAT

Campania (a) Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia

Fonti

N Agenzia per la protezione dellambiente e i servizi tecnici (APAT), Rapporto rifiuti 2006 N Eurostat, Database New Cronos

Altre informazioni

Pubblicazioni N APAT, Annuario dei dati ambientali 2006 Siti internet N http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ N http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Si rileva un divario piuttosto accentuato tra i valori dellindicatore al Nord (Nord-ovest 186 e Nord-est 211 kg pro capite) e nel Mezzogiorno (393 kg pro capite). Per questo

Fonte: APAT (a) Nella regione Campania stata inserita anche la quota di rifiuti proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico che, in mancanza della disponibilit di impianti per il recupero, stata annualmente stoccata in attesa di essere avviata allo smaltimento (anche fuori regione).

100 statistiche per il Paese

Ita lia nl an P o d ia rto ga llo Es to ni Le a tto n Sl ov ia ac ch ia Re pu Pol on bb ia lic a Ce ca Fr Lu an ss c em ia bu rg o Au st ria G er m an ia Be Da lgio ni m ar ca Sv Pa ez ia es iB as si Fi

Ci p

al ta

nellambito del QSN lindicatore stato inserito tra gli obiettivi di servizio: previsto un meccanismo incentivante a favore delle regioni del Mezzogiorno che raggiungeranno nel 2013 il valore target di 230 kg per abitante di rifiuti urbani smaltiti in discarica. Tra le regioni del Nord, quattro si collocano gi al di sotto di tale soglia (Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano), mentre le restanti sono comunque vicine; fanno eccezione Valle dAosta e, in particolare, la Liguria (con quota in crescita che nel 2006 supera i 540 kg pro capite). Tutte le regioni del Centro presentano tuttora valori elevati dellindicatore. Nel Mezzogiorno la situazione non molto migliore di quella del Centro, con leccezione della Basilicata che, con 238 kg pro capite, prossima allobiettivo fissato al 2013; si deve tuttavia segnalare landamento decrescente di tale forma di smaltimento che nella ripartizione caratterizza in particolare, oltre alla Basilicata (73 kg pro capite in meno dal 2002 al 2006), anche la Calabria e la Campania (entrambe 66 kg pro capite in meno).

Rifiuti urbani smaltiti in discarica nei paesi Ue Anno 2005 (kg pro capite)
700

600

500

400

300

Ue27

200

100

Solo alalNordlalaraccoltadifferenziata Solo alNord laraccolta differenziata Solo Nord raccolta differenziata copre circa ilil40 per cento dei rifiuti copre circa il40 per cento dei rifiuti copre circa 40 per cento dei rifiuti
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Servizi essenziali Quota di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata

LaLaraccoltadifferenziata dei rifiuti urbani lalapre-condizione Laraccolta differenziata dei rifiuti urbani lapre-condizione raccolta differenziata dei rifiuti urbani pre-condizione per avviarli adadun corretto smaltimento. La raccolta differenziaper avviarli ad un corretto smaltimento. La raccolta differenziaper avviarli un corretto smaltimento. La raccolta differenziatata effettuata per lelediverse frazioni merceologiche che costita effettuata per lediverse frazioni merceologiche che costieffettuata per diverse frazioni merceologiche che costituiscono i rifiuti urbani rappresenta un elemento importante di tuiscono i irifiuti urbani rappresenta unun elemento importante di tuiscono rifiuti urbani rappresenta elemento importante di valutazione nella prospettiva del riciclo e edella valorizzazione valutazione nella prospettiva del riciclo edella valorizzazione valutazione nella prospettiva del riciclo della valorizzazione dei rifiuti. Nel 2006, ininItalia solo ununquartodei rifiuti solidi ur-urdei rifiuti. Nel 2006, inItalia solo unquarto dei rifiuti solidi urdei rifiuti. Nel 2006, Italia solo quarto dei rifiuti solidi bani prodotti viene avviato a aaraccolta differenziata. bani prodotti viene avviato raccolta differenziata. bani prodotti viene avviato raccolta differenziata.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (differenze percentuali) per cento appare particolarmente ambizioso Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (differenze percentuali) Lobiettivo del 4040percento appare particolarmente ambizioso Lobiettivo del 40per cento appare particolarmente ambizioso Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (differenze percentuali) Lobiettivo del per cento) Sicilia (6,6 soprattutto per il ililMolise (appena ilil55per cento) eela Sicilia (6,6 soprattutto per Molise (appena il 5 per cento) e la la Sicilia (6,6 soprattutto per Molise (appena 40 40 40 per cento). Di Di controprogressi significativi sono attribuibili per cento). Dicontro progressi significativi sono attribuibili per cento). contro progressi significativi sono attribuibili allAbruzzo (poco meno del 1717percento), e esoprattutto alla allAbruzzo (poco meno del 17per cento), esoprattutto alla allAbruzzo (poco meno del per cento), soprattutto alla 35 35 35 Sardegna che nel 2006 sisiattesta poco alaldidisotto del 2020per Sardegna che nel 2006 siattesta poco al disotto del 20per Sardegna che nel 2006 attesta poco sotto del per 30 30 30 cento. cento. cento. LaLasituazionenazionale, per, notevolmente migliorata tratrailil Lasituazione nazionale, per, notevolmente migliorata trail situazione nazionale, per, notevolmente migliorata 25 25 25 2006. regioni del Nord hanno fatto progressi so2000 e eil il2006. LeLeregionidel Nord hanno fatto progressi so2000 e il2006. Leregioni del Nord hanno fatto progressi so2000 stanziali, ininalcuni casi raddoppiando lala quotadel 2000, come stanziali, inalcuni casi raddoppiando la quotadel 2000, come stanziali, alcuni casi raddoppiando quota del 2000, come 20 ininPiemonte, ininValle dAosta e enella provincia autonoma didi in Piemonte, in Valle dAosta e nella provincia autonoma di 20 20 Piemonte, Valle dAosta nella provincia autonoma Trento. Anche leleregioni del Centro e edel Mezzogiorno hanno Trento. Anche leregioni del Centro edel Mezzogiorno hanno Trento. Anche regioni del Centro del Mezzogiorno hanno 15 comunque concretizzato ununmiglioramento notevole, in particocomunque concretizzato un miglioramento notevole, in partico- 15 15 comunque concretizzato miglioramento notevole, in particolare lUmbria, lAbruzzo e eela Sardegna. lare lUmbria, lAbruzzo la Sardegna. lare lUmbria, lAbruzzo la Sardegna.
10 10 10 5 55 0 00

Italia 2006 Italia 2006 Italia 2006

Il IlIlrapportotratramassa dei rifiuti urbani oggetto di raccolta diffe- Raccolta differenziata di dirifiuti urbani per regione Anno rapporto tramassa dei rifiuti urbani oggetto di di raccolta diffe- Raccolta differenziata di rifiuti urbani per regione Anno rapporto massa dei rifiuti urbani oggetto raccolta diffeRaccolta differenziata rifiuti urbani per regione Anno renziata e etotale dei rifiuti urbani ununindicatoreampiamente renziata etotale dei rifiuti urbani unindicatore ampiamente 2006 (valori percentuali) renziata totale dei rifiuti urbani indicatore ampiamente 2006 (valori percentuali) 2006 (valori percentuali) usato a alivello nazionale e efafaparte del set didiindicatori degli usato alivello nazionale e faparte del set diindicatori degli usato livello nazionale parte del set indicatori degli obiettivi didiservizio previsti nel Quadro strategico nazionale obiettivi di servizio previsti nel Quadro strategico nazionale obiettivi servizio previsti nel Quadro strategico nazionale (QSN) per lele politiche di sviluppo regionale 2007-2013. (QSN) per politiche di sviluppo regionale 2007-2013. (QSN) per le politiche di sviluppo regionale 2007-2013. Il Ilvalore obiettivo previsto dalle politiche didisviluppo regionale Ilvalore obiettivo previsto dalle politiche disviluppo regionale valore obiettivo previsto dalle politiche sviluppo regionale nellambito dellazione sugli obiettivi didiservizio per il il2013 nellambito dellazione sugli obiettivi di servizio per il 2013 nellambito dellazione sugli obiettivi servizio per 2013 fissa, per leleregioni del Mezzogiorno, alal4040percento lalaquota fissa, per leregioni del Mezzogiorno, al40per cento laquota fissa, per regioni del Mezzogiorno, per cento quota didi rifiuti oggetto di raccolta differenziata. rifiuti oggetto di raccolta differenziata. di rifiuti oggetto di raccolta differenziata. Lindicatore che misura lala quota di rifiuti urbani oggetto di racLindicatore che misura la quota di rifiuti urbani oggetto di racLindicatore che misura quota di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata ancora non viene utilizzato inin sede comunicolta differenziata ancora non viene utilizzato in sede comunicolta differenziata ancora non viene utilizzato sede comunitaria e eemancano, di conseguenza, dati comparabili. Le Direttive taria mancano, di conseguenza, dati comparabili. LeLe Direttive taria mancano, di conseguenza, dati comparabili. Direttive comunitarie invitano comunque gli gli statimembri adad adottare comunitarie invitano comunque glistati membri adadottare comunitarie invitano comunque stati membri adottare strategie nazionali mirate allaumento della raccolta differenziastrategie nazionali mirate allaumento della raccolta differenziastrategie nazionali mirate allaumento della raccolta differenziatatadei rifiuti biodegradabili, dadaavviareadadaltrotipo didismaltitadei rifiuti biodegradabili, daavviare adaltro tipo dismaltidei rifiuti biodegradabili, avviare altro tipo smaltimento che permetta il ilrecupero energetico o olalaproduzione didi mento che permetta ilrecupero energetico o laproduzione di mento che permetta recupero energetico produzione compost didi qualit. compost qualit. compost di qualit. Anche ininassenza didiuna comparazione completa, dai dati Anche in assenza di una comparazione completa, dai dati Anche assenza una comparazione completa, dai dati riferiti dadaalcunipaesi, sisiosserva che lalapratica della raccolta riferiti daalcuni paesi, siosserva che lapratica della raccolta riferiti alcuni paesi, osserva che pratica della raccolta differenziata comunque pi diffusa nellEuropa settentrionale differenziata comunque pi diffusa nellEuropa settentrionale differenziata comunque pi diffusa nellEuropa settentrionale (Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e eBelgio), dove (Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi eBelgio), dove (Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi Belgio), dove sono gi stati raggiunti gli gli obiettivifissati dagli orientamenti sono gi stati raggiunti gliobiettivi fissati dagli orientamenti sono gi stati raggiunti obiettivi fissati dagli orientamenti comunitari. comunitari. comunitari. LeLeregioni italiane presentano una situazione molto differenziaLe regioni italiane presentano una situazione molto differenziaregioni italiane presentano una situazione molto differenziata.ta.NellItalia settentrionale la pratica della raccolta differenziata ta. NellItalia settentrionale pratica della raccolta differenziata NellItalia settentrionale la la pratica della raccolta differenziata gi molto diffusa e eininalcune regioni (Piemonte, Lombardia, gi molto diffusa e inalcune regioni (Piemonte, Lombardia, gi molto diffusa alcune regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto e enelle province autonome didiTrento e eBolzano) gi Veneto enelle province autonome diTrento eBolzano) gi Veneto nelle province autonome Trento Bolzano) gi stato superato il iltraguardo fissato per il il2013. Nelle rimanenti stato superato iltraguardo fissato per il2013. Nelle rimanenti stato superato traguardo fissato per 2013. Nelle rimanenti regioni i valori sono comunque superiori a aaquello medio nazioregioni i ivalori sono comunque superiori quello medio nazioregioni valori sono comunque superiori quello medio nazionale, adadeccezionedella Liguria dove lalaraccolta differenziata nale, adeccezione della Liguria dove laraccolta differenziata nale, eccezione della Liguria dove raccolta differenziata coinvolge meno del 1717percento dei rifiuti urbani prodotti. LeLe coinvolge meno del 17per cento dei rifiuti urbani prodotti. Le coinvolge meno del per cento dei rifiuti urbani prodotti. regioni del Centro sono invece ancora piuttosto distanti dal regioni del Centro sono invece ancora piuttosto distanti dal regioni del Centro sono invece ancora piuttosto distanti dal raggiungimento dellobiettivo, fatta eccezione per lalaToscana raggiungimento dellobiettivo, fatta eccezione per laToscana raggiungimento dellobiettivo, fatta eccezione per Toscana che vivisisista lentamente avvicinando (31 per cento nel 2006). che vi sista lentamente avvicinando (31 per cento nel 2006). che sta lentamente avvicinando (31 per cento nel 2006). Tutte lele regioni del Mezzogiorno non sono vicine, in alcuni casi Tutte le regioni del Mezzogiorno non sono vicine, in alcuni casi Tutte regioni del Mezzogiorno non sono vicine, in alcuni casi inin maniera significativa, al target fissato; nel complesso la quoin maniera significativa, al target fissato; nel complesso la quomaniera significativa, al target fissato; nel complesso la quotata di rifiuto avviato aaraccolta differenziata di poco superiore ta di rifiuto avviato raccolta differenziata di di poco superiore di rifiuto avviato a raccolta differenziata poco superiore alal 10 per cento. 1010 per cento. al per cento.
LITALIA EEELE SUE REGIONI LITALIA LELE SUE REGIONI LITALIA SUE REGIONI ILIL CONTESTO EUROPEO IL CONTESTO EUROPEO CONTESTO EUROPEO

Fonte: APAT Fonte: APAT Fonte: APAT

Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (valori eedifferenze percentuali) Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (valori e differenze percentuali) Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per regione Anni 2000-2006 (valori differenze percentuali)
REGIONI REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Lombardia Liguria Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Trento Veneto Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Toscana Umbria Umbria Umbria 2000 2000 2000 17,2 17,2 17,2 14,9 14,9 14,9 32,0 32,0 32,0 11,7 11,7 11,7 23,3 23,3 23,3 33,8 33,8 33,8 14,2 14,2 14,2 26,6 26,6 26,6 18,4 18,4 18,4 21,7 21,7 21,7 21,5 21,5 21,5 6,96,9 6,9 9,79,7 9,7 4,64,6 4,6 6,16,1 6,1 2,32,3 2,3 1,81,8 1,8 3,73,7 3,7 3,43,4 3,4 1,11,1 1,1 1,91,9 1,9 1,71,7 1,7 25,3 25,3 25,3 23,3 23,3 23,3 11,4 11,4 11,4 20,3 20,3 20,3 2,42,4 2,4 14,4 14,4 14,4 2001 2001 2001 21,6 21,6 21,6 16,9 16,9 16,9 36,1 36,1 36,1 12,6 12,6 12,6 23,5 23,5 23,5 33,0 33,0 33,0 16,1 16,1 16,1 34,5 34,5 34,5 21,5 21,5 21,5 24,7 24,7 24,7 24,4 24,4 24,4 12,7 12,7 12,7 11,9 11,9 11,9 4,24,2 4,2 8,98,9 8,9 2,82,8 2,8 6,16,1 6,1 5,05,0 5,0 4,94,9 4,9 3,23,2 3,2 3,33,3 3,3 2,12,1 2,1 29,1 29,1 29,1 27,9 27,9 27,9 12,8 12,8 12,8 23,5 23,5 23,5 4,74,7 4,7 17,4 17,4 17,4 2002 2002 2002 24,6 24,6 24,6 20,7 20,7 20,7 36,4 36,4 36,4 14,3 14,3 14,3 27,7 27,7 27,7 37,3 37,3 37,3 20,9 20,9 20,9 39,1 39,1 39,1 24,1 24,1 24,1 26,5 26,5 26,5 25,9 25,9 25,9 15,6 15,6 15,6 14,9 14,9 14,9 5,5 5,5 5,5 10,8 10,8 10,8 3,5 3,5 3,5 7,3 7,3 7,3 7,6 7,6 7,6 5,0 5,0 5,0 7,0 7,0 7,0 4,3 4,3 4,3 2,8 2,8 2,8 30,3 30,3 30,3 31,0 31,0 31,0 14,6 14,6 14,6 25,4 25,4 25,4 6,3 6,3 6,3 19,2 19,2 19,2 2003 2003 2003 28,0 28,0 28,0 23,5 23,5 23,5 39,9 39,9 39,9 16,9 16,9 16,9 33,4 33,4 33,4 43,3 43,3 43,3 26,3 26,3 26,3 42,1 42,1 42,1 26,8 26,8 26,8 28,1 28,1 28,1 28,8 28,8 28,8 18,0 18,0 18,0 14,9 14,9 14,9 8,18,1 8,1 11,3 11,3 11,3 3,73,7 3,7 8,18,1 8,1 10,0 10,0 10,0 6,06,0 6,0 8,78,7 8,7 5,85,8 5,8 3,83,8 3,8 33,7 33,7 33,7 33,6 33,6 33,6 17,1 17,1 17,1 28,2 28,2 28,2 7,77,7 7,7 21,5 21,5 21,5 2004 2004 2004 32,8 32,8 32,8 25,5 25,5 25,5 40,9 40,9 40,9 16,6 16,6 16,6 37,8 37,8 37,8 40,5 40,5 40,5 35,9 35,9 35,9 43,9 43,9 43,9 25,8 25,8 25,8 29,7 29,7 29,7 30,9 30,9 30,9 20,2 20,2 20,2 16,2 16,2 16,2 8,6 8,6 8,6 14,1 14,1 14,1 3,6 3,6 3,6 10,6 10,6 10,6 7,3 7,3 7,3 5,7 5,7 5,7 9,0 9,0 9,0 5,4 5,4 5,4 5,3 5,3 5,3 35,7 35,7 35,7 35,2 35,2 35,2 18,3 18,3 18,3 29,8 29,8 29,8 8,1 8,1 8,1 22,7 22,7 22,7 2005 2005 2005 37,2 37,2 37,2 28,4 28,4 28,4 42,5 42,5 42,5 15,7 15,7 15,7 44,2 44,2 44,2 43,7 43,7 43,7 44,6 44,6 44,6 47,7 47,7 47,7 30,4 30,4 30,4 31,4 31,4 31,4 30,7 30,7 30,7 21,5 21,5 21,5 17,6 17,6 17,6 10,4 10,4 10,4 15,6 15,6 15,6 5,25,2 5,2 10,6 10,6 10,6 8,28,2 8,2 6,56,5 6,5 8,68,6 8,6 5,75,7 5,7 9,99,9 9,9 37,7 37,7 37,7 38,3 38,3 38,3 19,2 19,2 19,2 31,6 31,6 31,6 8,88,8 8,8 24,2 24,2 24,2 2006 2006 2006 40,8 40,8 40,8 31,3 31,3 31,3 43,6 43,6 43,6 16,7 16,7 16,7 49,1 49,1 49,1 46,3 46,3 46,3 51,4 51,4 51,4 48,7 48,7 48,7 33,3 33,3 33,3 33,4 33,4 33,4 30,9 30,9 30,9 24,5 24,5 24,5 19,5 19,5 19,5 11,1 11,1 11,1 16,9 16,9 16,9 5,05,0 5,0 11,3 11,3 11,3 8,88,8 8,8 7,87,8 7,8 8,08,0 8,0 6,66,6 6,6 19,8 19,8 19,8 39,5 39,5 39,5 40,4 40,4 40,4 20,0 20,0 20,0 33,2 33,2 33,2 10,2 10,2 10,2 25,8 25,8 25,8 Differenze Differenze Differenze percentuali percentuali percentuali 2000-2006 2000-2006 2000-2006 23,6 23,6 23,6 16,4 16,4 16,4 11,6 11,6 11,6 5,0 5,0 5,0 25,8 25,8 25,8 12,5 12,5 12,5 37,2 37,2 37,2 22,1 22,1 22,1 14,9 14,9 14,9 11,7 11,7 11,7 9,4 9,4 9,4 17,6 17,6 17,6 9,8 9,8 9,8 6,5 6,5 6,5 10,7 10,7 10,7 2,7 2,7 2,7 9,6 9,6 9,6 5,1 5,1 5,1 4,3 4,3 4,3 6,9 6,9 6,9 4,7 4,7 4,7 18,1 18,1 18,1 14,2 14,2 14,2 17,0 17,0 17,0 8,7 8,7 8,7 13,0 13,0 13,0 7,8 7,8 7,8 11,3 11,3 11,3

Fonte: APAT Fonte: APAT Fonte: APAT

Marche Marche Marche Lazio Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Abruzzo Molise Molise Molise Campania Campania Campania

Fonti Fonti Fonti

Puglia Puglia Puglia Basilicata Basilicata Basilicata Calabria Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Nord-est Centro Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia Italia

N NNAgenzia perperla protezione dellambiente eeper servizi tecnici Agenzia per protezione dellambiente e perperi servizi tecnici Agenzia la la protezione dellambiente i i servizi tecnici (APAT), Rapporto rifiuti 2006 (APAT), Rapporto rifiuti 2006 (APAT), Rapporto rifiuti 2006

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N NNAPAT, Annuario deideidati ambientali 2006 APAT, Annuario dei dati ambientali 2006 APAT, Annuario dati ambientali 2006 SitiSitiinternet Siti internet internet N NNhttp://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ N NNhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://epp.eurostat.ec.europa.eu

Fonte: APAT Fonte: APAT Fonte: APAT

100

100 statistiche per il Paese

Tr Te Tre nt n Pi re nto o Piem to Piemo emont n onte e Ve te Ve Veneto ne Sa neto Va to Sa Va Sard e rd Valllle d rd egna e lle d'A g egn a Ao d''Aos t Um na s os ta /V U a ta /Val Umbr b a Fr /Vallle mbr iia Friu l e d r a Friuli-V le d'Ao ia iuli- e d'A st li-Ven e 'Aos e Ven z oste n ezia te Bo eziia Gi G Bolz a Giuli Bolza n iul a l a no u ia Em za no/Bo lia Em o/Bo Emilia /Bo zen ze i an illiia- Ro zen R - Roma m omag n g Lo ag na Lo m na Lo mb a a mb ard b ardia Ab rdiia Abru a Abr zz u ru zz o zo M zo Ma Marc h rc Ca arc he he Ca Ca mp e m mp ani a p an a To niia Tos a Tosca c scan a na Ca an a Ca Ca llabr a labria bria i La a La z La zio o ziio Pu Pu Puglia gl g ia Li lia Lg Liigu ria u gu ri ra S i ia Sc Siiciilia Ba cilia B a li Basilic a s siillic ata ic at aa M ta Moli Mol se olise ise

101
Servizi essenziali Quota di frazione umida trattata in impianti di compostaggio

Lontana dagli obiettivi la quota trattata Lontana dagli obiettivi la quota trattata nel Mezzogiorno nel Mezzogiorno
La quantit didi frazione umida trattata in impianti di compostagLa quantit frazione umida trattata in impianti di compostaggio per lala produzione di compost di qualit una misura della gio per produzione di compost di qualit una misura della capacit didi recupero della materia proveniente dalla raccolta capacit recupero della materia proveniente dalla raccolta differenziata delle diverse frazioni merceologiche e,e, nella fattidifferenziata delle diverse frazioni merceologiche nella fattispecie, didi quelle organiche e biodegradabili. In Italia, nel 2006, specie, quelle organiche e biodegradabili. In Italia, nel 2006, questa frazione si si attesta intorno al 22 per cento. questa frazione attesta intorno al 22 per cento. Lindicatore esprime lala percentuale di frazione umida (frazione Lindicatore esprime percentuale di frazione umida (frazione organica e everde), proveniente dalla raccolta differenziata, organica verde), proveniente dalla raccolta differenziata, trattata inin impianti di compostaggio, in rapporto alla frazione di trattata impianti di compostaggio, in rapporto alla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per lala produzione di compost di umido nel rifiuto urbano totale per produzione di compost di qualit. un indicatore introdotto recentemente a livello nazioqualit. un indicatore introdotto recentemente a livello nazionale e e fa parte degli indicatori degli obiettivi di servizio previsti nale fa parte degli indicatori degli obiettivi di servizio previsti nel Quadro strategico nazionale per lelepolitiche didisviluppo nel Quadro strategico nazionale per politiche sviluppo regionale 2007-2013. regionale 2007-2013. Il Il valore target al 2013 previsto per le regioni del Mezzogiorno valore target al 2013 previsto per le regioni del Mezzogiorno nellambito dellazione sugli obiettivi didi servizio fissa al 20 per nellambito dellazione sugli obiettivi servizio fissa al 20 per cento lala frazione umida trattata in impianti di compostaggio. cento frazione umida trattata in impianti di compostaggio. Anche inin sede comunitaria questo indicatore utilizzato e riveAnche sede comunitaria questo indicatore utilizzato e rivestir importanza crescente inin futuro. Lorientamento comunitastir importanza crescente futuro. Lorientamento comunitario riguardo alal trattamento dei rifiuti biodegradabili quello di rio riguardo trattamento dei rifiuti biodegradabili quello di garantire attraverso il il ricorso al riciclo, al compostaggio e alla garantire attraverso ricorso al riciclo, al compostaggio e alla produzione didi biogas, un riutilizzo del rifiuto e la diminuzione, produzione biogas, un riutilizzo del rifiuto e la diminuzione, fino alla totale scomparsa, dello stoccaggio inin discarica di mafino alla totale scomparsa, dello stoccaggio discarica di materiale organico. teriale organico. Le differenze nelle normative nazionali, tuttavia, non rendono Le differenze nelle normative nazionali, tuttavia, non rendono ancora possibili confronti puntuali. ancora possibili confronti puntuali. Tra i 15 stati membri didi pi antica appartenenza allUnione, Tra i 15 stati membri pi antica appartenenza allUnione, alcuni soprattutto nel nord Europa si collocano in una posialcuni soprattutto nel nord Europa si collocano in una posizione piuttosto avanzata: ininAustria, Danimarca, Germania, zione piuttosto avanzata: Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e e Belgio rifiuti biodegradabili sono per legge racPaesi Bassi Belgio i i rifiuti biodegradabili sono per legge raccolti separatamente e e nelle discariche possono essere smaltiti colti separatamente nelle discariche possono essere smaltiti soltanto rifiuti che siano stati pre-trattati mediante incenerimensoltanto rifiuti che siano stati pre-trattati mediante incenerimento. to. Anche per questo indicatore lele differenze tra Nord e MezzoAnche per questo indicatore differenze tra Nord e Mezzogiorno sono rilevanti. Tutte lele regioni del Settentrione hanno giorno sono rilevanti. Tutte regioni del Settentrione hanno gi raggiunto il il traguardo, o sono prossime al raggiungimento, gi raggiunto traguardo, o sono prossime al raggiungimento, con lala rilevante eccezione della Liguria (4,4 per cento) e del con rilevante eccezione della Liguria (4,4 per cento) e del Friuli-Venezia Giulia, che si si attesta poco al di sotto (19,6 per Friuli-Venezia Giulia, che attesta poco al di sotto (19,6 per cento). Nel Centro, solo lala Toscana presenta una quota supecento). Nel Centro, solo Toscana presenta una quota superiore alal 20 per cento, mentre nel Lazio, appena 6,2 per cento riore 20 per cento, mentre nel Lazio, appena il il 6,2 per cento didi frazione umida viene trattata. Nel Mezzogiorno, la distanza frazione umida viene trattata. Nel Mezzogiorno, la distanza che separa dal raggiungimento del valore target ancora molche separa dal raggiungimento del valore target ancora moltoto elevata, se si considera che nel 2006 solo in Sardegna, elevata, se si considera che nel 2006 solo in Sardegna, Abruzzo e e Calabria si supera il 10 per cento di frazione umida Abruzzo Calabria si supera il 10 per cento di frazione umida trattata, mentre nelle rimanenti regioni non si si arriva al 2 per trattata, mentre nelle rimanenti regioni non arriva al 2 per
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI ILIL CONTESTO EUROPEO CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

cento, ad eccezione della Puglia (5(5 per cento della frazione cento, ad eccezione della Puglia per cento della frazione umida trattata). Il Ilconseguimento dellobiettivo comporta lala umida trattata). conseguimento dellobiettivo comporta messa inin funzione di nuovi impianti di compostaggio e biostabimessa funzione di nuovi impianti di compostaggio e biostabilizzazione, inin particolare inin Puglia e e Campania dove lizzazione, particolare Puglia Campania dove landamento dellindicatore presenta, oltre a avalori piuttosto landamento dellindicatore presenta, oltre valori piuttosto bassi, anche una dinamica fortemente negativa. bassi, anche una dinamica fortemente negativa. Quantit didi frazione umida trattata in impianti di Quantit frazione umida trattata in impianti di compostaggio per lala produzione di compost di qualit, compostaggio per produzione di compost di qualit, per regione Anno 2006 (valori percentuali) per regione Anno 2006 (valori percentuali)

Quantit didi frazione umida trattata in impianti di compostaggio per la produzione di compost di qualit, per regione Quantit frazione umida trattata in impianti di compostaggio per la produzione di compost di qualit, per regione Anni 2001-2006 (differenze percentuali) Anni 2001-2006 (differenze percentuali)
40 40 30 30 20 20 10 10
00

-10 -10 -20 -20


Va Valle Bo lle d' d'Ao Bolza Aost lz no a/ a n / st V o B a/ a / o Vall Bo ze lle d zen e 'A n d' o Fr Aost Friuli se iu -V Tr t e li- e Ven e Tre n n ezia e nto zia G to Giu Sa iulia Sard lia r e L d egn Em Lo m gna Emili o mb a a ilia- R b ardia a- o rd Rom ia mag ag na M na Marc ar h Ca c he Ca la e labr Ab briia Abru a ru zz o z Um z o Umb r To br iia Tos c a an s Pi can a Piem a emon onte t La e La zio z S i io Sicili cil a Li ia L gu Ba igu ria Basil ria silica ic ta a Ve ta Vene neto M to Molis ol e is Pu e P g Ca uglia Ca m lia mp an p a ia ni a

Fonte: APAT Fonte: APAT

Quanti di f frazione umid tr tr ta a i impianti i composta aggi per l produzione di compost di qualit it per r e one Quantitt dirazione umida a atatttatanin impiantdidi compostggio o perala produzione di compost di qual,, perergigione Anni 2001-2006 (valori e diffrenze percentuali) Anni 2001-2006 (valori e diffe erenze percentuali)
REGION REGIONI I RIPART ZNI G GEOGRAFICHE RIPARTIZIIOIONIEOGRAFICHE 2001 2001 25, 25,2 2 0 0,2 ,2 200 2002 2
2727,7 ,7

2003 2003 27, 27,2 2 0 0,2 ,2

2004 2004
36,8 36,8

2005 2005
38, 38,3 3

2006 2006 28, 28,2 2

DifDifrfenze e fe erenz pepercentuali rcentuali 2001-200 2001-2006 6


3 3,0 ,0

Piem te Piemononte
Vald' d' sta/ a/ ll all d'Aoste Valle leAoAostVaVee d'Aoste

0 0,2 ,2
2727,2 ,2
5 5,7 ,7

0, 0,1 1 35,2 35,2


4 4,3 ,3

15, 15,0 0 36, 36,2 2 4, 4,2 2 18, 18,4 4


30, 30,2 2

18, 18,7 7 39, 39,7 7 4 4,4 ,4 27, 27,4 4


38, 38,9 9

18, 18,5 5 14, 14,4 4


1 1,5 ,5

Lombardi Lombardia a Liguri Liguria a Trentino-A A ige Trentino-AltoltodAdige Bolzano/Boz Bolzano/Bozenen Tr to Trenento

25, 25,3 3
2, 2,9 9

31, 31,2 2
5, 5,6 6

12, 12,5 5
- -

1616,0 ,0 - - -

15, 15,3 3
34, 34,1 1

13,3 13,3
28, 28,2 2

14, 14,9 9
- -

- -

1 1,8 ,8 61, 61,8 8 4, 4,0 0 24, 24,7 7 22, 22,5 5


18, 18,4 4

2, 2,4 4 74,2 74,2 4 4,4 ,4 26,3 26,3 21,7 21,7


19,8 19,8

9 9,3 ,3 71, 71,4 4


19, 19,4 4

18, 18,1 1 71, 71,9 9


19, 19,6 6

- -0,-0,3 3
16, 16,0 0

Fonte: APAT Fonte: APAT

Vene Veneto to
FriFri-Vienezia ia ulia ia ul ul -VenezGi Giul

72, 72,2 2 3, 3,6 6 22, 22,2 2 20, 20,5 5


12, 12,6 6

6767,6 ,6

4 4,7 ,7
2323,9 ,9 2020,3 ,3
8 8,2 ,2

Emilia-Romagna Emilia-Romagna

26, 26,5 5 23, 23,4 4


22, 22,7 7 22, 22,1 1 3, 3,8 8 12, 12,1 1

29, 29,7 7 23, 23,8 8


16, 16,5 5 13, 13,1 1 6 6,2 ,2 10, 10,9 9 0, 0,8 8

7 7,4 ,4 3 3,3 ,3
4 4,0 ,0 5 5,9 ,9

ToToana sc scana

Um a Umbribria
Marc Marchehe Laz Lazio io Abruz Abruzzozo Moli Molisese

7, 7,2 2 3, 3,7 7 6 6,3 ,3


1 1,6 ,6 14, 14,6 6 16, 16,8 8

7 7,4 ,4 4 4,1 ,1
1111,0 ,0

9, 9,9 9 8, 8,3 3
13, 13,6 6 1 1,1 ,1 4, 4,4 4 12, 12,3 3 0 0,0 ,0 0, 0,9 9

8 8,9 ,9 4 4,2 ,2
12,7 12,7

2 2,5 ,5
4 4,6 ,6
-0,-0,7 7

2 2,5 ,5
3 3,8 ,8
1313,9 ,9

0, 0,0 0
2 2,3 ,3 1 1,0 ,0

1 1,1 ,1 2, 2,3 3 1, 1,8 8


0 0,1 ,1

Campan Campania ia

1 1,8 ,8 6 6,0 ,0 0 0,3 ,3 10, 10,1 1


1 1,5 ,5

-12 -12,7 ,7 -10 -10,9 ,9 0 0,3 ,3

Fonti Fonti

Pug Puglia lia


BaBasilicata silicata

N N Agenzia per la la protezione dellambiente per i servizi tecnici Agenzia per protezione dellambiente e e per i servizi tecnici (APAT), Rapporto rifiuti 2006 (APAT), Rapporto rifiuti 2006

0 0,0 ,0
4, 4,3 3

0, 0,0 0 4 4,7 ,7

1 1,2 ,2
5 5,7 ,7

Calabr Calabria ia Sa Siciliicilia


Sardegna Sardegna

0, 0,8 8
1 1,3 ,3

5 5,9 ,9 1 1,5 ,5 15, 15,0 0 9 9,8 ,8 6 6,3 ,3 3 3,3 ,3 6 6,5 ,5


2 -3,-3,2

0 0,0 ,0
0, 0,2 2

0, 0,5 5
0 0,3 ,3

1 1,9 ,9
0, 0,8 8

1 1,1 ,1
1 1,4 ,4

4, 4,5 5 32, 32,6 6 41, 41,8 8 14, 14,2 2 29, 29,1 1


2, 2,6 6

15, 15,2 2 32, 32,2 2 44, 44,4 4 14, 14,0 0 29, 29,6 6
4 4,9 ,9

Altre informazioni Altre informazioni

Nord-ovt Nord-ovesest Nord-t Nord-esest Cent Centro ro Cent Nord Centro-ro-Nord Mz zzogior Mezeogiornono
lia ItaItalia

22, 22,3 3 38, 38,2 2 10, 10,7 7 23, 23,1 1 8, 8,1 1 18, 18,3 3

2424,4 ,4 3737,4 ,4 1010,6 ,6 2323,7 ,7

26, 26,6 6 35, 35,5 5 14, 14,4 4 25, 25,2 2 5, 5,1 1 18, 18,6 6

31,7 31,7 40,6 40,6 12,1 12,1 27,7 27,7 2 2,6 ,6 19,5 19,5

Pubblicazioni Pubblicazioni N N APAT, Annuario dei dati ambientali 2006 APAT, Annuario dei dati ambientali 2006 Siti internet Siti internet N N http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://reports.eea.europa.eu/index_table?themeid=waste N N http://reports.eea.europa.eu/index_table?themeid=waste

5 5,0 ,0
1717,6 ,6

20, 20,5 5

21, 21,6 6

3 3,3 ,3

Fonte: APAT Fonte: APAT

100 statistiche per il Paese

Servizi essenziali Efficienza nella distribuzione dellacqua per il consumo umano

Persistono forti inefficienze nella rete Persistono forti inefficienze nella rete idrica, in particolare nel Mezzogiorno idrica, in particolare nel Mezzogiorno
UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

Lefficienza nella distribuzione dellacqua per il il consumo umaLefficienza nella distribuzione dellacqua per consumo umano permette didi valutare la funzionalit degli acquedotti e delle no permette valutare la funzionalit degli acquedotti e delle reti didi distribuzione che dai punti di raccolta portano lacqua reti distribuzione che dai punti di raccolta portano lacqua potabile alla popolazione residente nei comuni italiani; quindi potabile alla popolazione residente nei comuni italiani; quindi una misura del soddisfacimento didi un bisogno primario. Nel una misura del soddisfacimento un bisogno primario. Nel 2005, inin media solo il 70 per cento dellacqua immessa in rete 2005, media solo il 70 per cento dellacqua immessa in rete viene erogata agli utenti finali. viene erogata agli utenti finali. La percentuale didi acqua erogata sul totale dellacqua immessa La percentuale acqua erogata sul totale dellacqua immessa nelle reti didi distribuzione comunale quantifica lefficienza della nelle reti distribuzione comunale quantifica lefficienza della rete didi distribuzione in base ai flussi di acqua potabile destinata rete distribuzione in base ai flussi di acqua potabile destinata aiai consumi, anche se computa tra le perdite la componente consumi, anche se computa tra le perdite la componente destinata agli usi pubblici. un indicatore introdotto recentedestinata agli usi pubblici. un indicatore introdotto recentemente a a livello nazionale e fa parte del set di indicatori per gli mente livello nazionale e fa parte del set di indicatori per gli obiettivi didi servizio previsti nel QSN per le politiche di sviluppo obiettivi servizio previsti nel QSN per le politiche di sviluppo regionale 2007-2013. regionale 2007-2013. Il Il valore target che le regioni del Mezzogiorno dovranno ragvalore target che le regioni del Mezzogiorno dovranno raggiungere nel 2013 fissato al 75 per cento. giungere nel 2013 fissato al 75 per cento. Sebbene lItalia abbia un patrimonio idrico notevole grazie alla Sebbene lItalia abbia un patrimonio idrico notevole grazie alla presenza didi numerosi bacini di approvvigionamento sia sotterpresenza numerosi bacini di approvvigionamento sia sotterranei sia superficiali, inin alcune regioni si presenta ancora una ranei sia superficiali, alcune regioni si presenta ancora una carenza dacqua destinata alal consumo umano, molto spesso carenza dacqua destinata consumo umano, molto spesso imputabile anche alal cattivo funzionamento della rete di approvimputabile anche cattivo funzionamento della rete di approvvigionamento e e di distribuzione. vigionamento di distribuzione.
ILIL CONTESTO EUROPEO CONTESTO EUROPEO DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE

per cento) e e la Campania (63,2 per cento). Di contro le regioni per cento) la Campania (63,2 per cento). Di contro le regioni pi distanti dal raggiungimento dellobiettivo sono Abruzzo, pi distanti dal raggiungimento dellobiettivo sono Abruzzo, Puglia e e Sardegna; in assoluto la Puglia quella che presenta Puglia Sardegna; in assoluto la Puglia quella che presenta il valore pi basso (53,7 per cento nel 2005). il valore pi basso (53,7 per cento nel 2005). Va inoltre segnalato che il il confronto con livelli del 1999 moVa inoltre segnalato che confronto con i i livelli del 1999 mostra un generale peggioramento, ad eccezione didi poche realt stra un generale peggioramento, ad eccezione poche realt regionali (Valle dAosta, province autonome didi Trento e Bolzaregionali (Valle dAosta, province autonome Trento e Bolzano, Veneto, Puglia e e Sicilia). no, Veneto, Puglia Sicilia). Acqua erogata per il il consumo umano per regione Acqua erogata per consumo umano per regione Anno 2005 (valori percentuali) Anno 2005 (valori percentuali)

Acqua erogata per il il consumo umano per regione Anni 1999 e 2005 (valori percentuali sul) Acqua erogata per consumo umano per regione Anni 1999 e 2005 (valori percentuali sul)
90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 00
a a a a a a a a a a en en ri ri diadia he he ntonto etoeto g n n ntente bria ria n n steste iliailia r iar ia ziozio ulia lia ataata ni ni liseise zo zo gn gn glia lia u b o z o z iguigu ar ar arcarc Tre re en en mamag momo a laa la sca ca ' AoAo SicSic mbmb La La Gi Gi ilicilic p ap a MoMol ru zru z rd ed e PuPug s T V V o o ie ie r mm UU s s /B /B L L mbmb M M a C C ToTo e de d' AbAb SaSa ziezia BaBa CaCa o Lo R -R P P no no L n en l l l l lzalza iliailia VeVe VaVa BoBo li - li Em m E a/ a/ stost riu riu o F F d'Ad'A ll e ll e VaVa

1999 1999

2005 2005
Valore target per le le regioni del Mezzogiorno al 2013=75 per cento Valore target per regioni del Mezzogiorno al 2013=75 per cento

Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque

Acqua erogata per il il consumo umano per regione Anni 1999 e 2005 (valori e differenze percentuali) Acqua erogata per consumo umano per regione Anni 1999 e 2005 (valori e differenze percentuali)
REGIONI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Piemonte Piemonte Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Valle d'Aosta/Valle d'Aoste Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige Bolzano/Bozen Bolzano/Bozen Trento Trento Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Emilia-Romagna Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna Nord-ovest Nord-ovest Nord-est Nord-est Centro Centro Centro-Nord Centro-Nord Mezzogiorno Mezzogiorno Italia Italia 1999 1999 76,1 76,1 64,5 64,5 79,7 79,7 81,0 81,0 75,7 75,7 78,0 78,0 73,9 73,9 72,1 72,1 70,0 70,0 76,2 76,2 75,5 75,5 73,5 73,5 79,5 79,5 69,8 69,8 61,1 61,1 63,2 63,2 66,9 66,9 50,5 50,5 66,2 66,2 75,0 75,0 66,4 66,4 59,8 59,8 78,7 78,7 73,6 73,6 72,6 72,6 75,5 75,5 63,5 63,5 71,5 71,5 2005 2005 71,7 71,7 68,9 68,9 78,0 78,0 80,9 80,9 79,8 79,8 86,1 86,1 75,6 75,6 74,4 74,4 66,5 66,5 72,4 72,4 70,2 70,2 68,1 68,1 75,7 75,7 66,8 66,8 59,1 59,1 61,4 61,4 63,2 63,2 53,7 53,7 66,1 66,1 70,7 70,7 68,7 68,7 56,8 56,8 76,6 76,6 73,3 73,3 68,8 68,8 73,4 73,4 62,6 62,6 69,9 69,9 Differenze Differenze percentuali percentuali 1999-2005 1999-2005 -4,4 -4,4 4,5 4,5 -1,7 -1,7 -0,1 -0,1 4,0 4,0 8,1 8,1 1,7 1,7 2,3 2,3 -3,5 -3,5 -3,8 -3,8 -5,3 -5,3 -5,4 -5,4 -3,8 -3,8 -2,9 -2,9 -2,0 -2,0 -1,8 -1,8 -3,7 -3,7 3,2 3,2 -0,2 -0,2 -4,3 -4,3 2,3 2,3 -2,9 -2,9 -2,1 -2,1 -0,3 -0,3 -3,8 -3,8 -2,1 -2,1 -0,9 -0,9 -1,6 -1,6

La gestione del patrimonio idrico un tema molto importante e La gestione del patrimonio idrico un tema molto importante e ampiamente discusso ininsede comunitaria. Soprattutto per ampiamente discusso sede comunitaria. Soprattutto per quanto riguarda lele acque potabili destinate al consumo umano, quanto riguarda acque potabili destinate al consumo umano, lele politiche comunitarie vanno nella direzione di ridurre al mipolitiche comunitarie vanno nella direzione di ridurre al minimo lele perdite e garantire questo bene primario a tutta la ponimo perdite e garantire questo bene primario a tutta la popolazione. Le differenze nelle normative nazionali, tuttavia, non polazione. Le differenze nelle normative nazionali, tuttavia, non rendono ancora possibili confronti puntuali. rendono ancora possibili confronti puntuali. InIn Italia la distribuzione dei valori dellindicatore mette in luce Italia la distribuzione dei valori dellindicatore mette in luce una maggiore efficienza nella distribuzione dellacqua nelle una maggiore efficienza nella distribuzione dellacqua nelle regioni del Nord. Tutte, eccetto il il Friuli-Venezia Giulia, si colloregioni del Nord. Tutte, eccetto Friuli-Venezia Giulia, si collocano nelle classi pi alte, con valori percentuali che inin molti cano nelle classi pi alte, con valori percentuali che molti casi superano, gi nel 2005, il il valore target fissato per le recasi superano, gi nel 2005, valore target fissato per le regioni del Mezzogiorno. gioni del Mezzogiorno. Le regioni del Centro si si trovano anchesse in una situazione Le regioni del Centro trovano anchesse in una situazione abbastanza soddisfacente, eccetto il ilLazio (66,8 per cento abbastanza soddisfacente, eccetto Lazio (66,8 per cento dellacqua immessa viene erogata), anche se nel complesso lala dellacqua immessa viene erogata), anche se nel complesso ripartizione si si attesta poco al di sotto del 70 per cento. ripartizione attesta poco al di sotto del 70 per cento. Le regioni del Mezzogiorno, invece, si si discostano ancora senLe regioni del Mezzogiorno, invece, discostano ancora sensibilmente dal raggiungimento dellobiettivo: nel complesso si si sibilmente dal raggiungimento dellobiettivo: nel complesso attestano a a circa 63 per cento. Valori superiori alla media, ma attestano circa il il 63 per cento. Valori superiori alla media, ma ancora alal di sotto del valore target, caratterizzano la Calabria ancora di sotto del valore target, caratterizzano la Calabria (70,7 per cento), lala Sicilia (68,7 per cento), la Basilicata (66,1 (70,7 per cento), Sicilia (68,7 per cento), la Basilicata (66,1
LITALIA E E LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI

Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque

Fonti Fonti

N N Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 1999 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 1999 N N Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005

Altre informazioni Altre informazioni

Pubblicazioni Pubblicazioni N N Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Siti internet Siti internet N N http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ N N http://www.istat.it/dati/catalogo/20060612_00/ http://www.istat.it/dati/catalogo/20060612_00/

Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque

102

100 statistiche per il Paese

103
Servizi essenziali Quota di popolazione equivalente servita da depurazione

Meno di due terzi della popolazione Meno di due terzi della popolazione Meno di due terzi della popolazione servita da impianti di depurazione servita da impianti di depurazione servita da impianti di depurazione
LaLa quotadidipopolazione equivalente servita dada depurazione Laquota di popolazione equivalente servita dadepurazione quota popolazione equivalente servita depurazione misura i progressi inin termini di trattamento dei reflui urbani. Nel misura i iprogressi in termini di trattamento dei reflui urbani. Nel misura progressi termini di trattamento dei reflui urbani. Nel 2005 il ilil valoremedio dellindicatore, per lItalia, sisiattesta alal 2005 valore medio dellindicatore, per lItalia, si attesta al 2005 valore medio dellindicatore, per lItalia, attesta 63,5 per cento. 63,5 per cento. 63,5 per cento.
DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE DEFINIZIONI UTILIZZATE UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME UNO SGUARDO DINSIEME

cento; lalaLiguria, con appena il il37,4 per cento, risulta fortecento; la Liguria, con appena il 37,4 per cento, risulta fortecento; Liguria, con appena 37,4 per cento, risulta fortemente penalizzata. Tra leleregioni del Centro lalaToscana premente penalizzata. Tra le regioni del Centro la Toscana premente penalizzata. Tra regioni del Centro Toscana presenta il ilil livellopi elevato (82,8 per cento); Lazio e eUmbria senta livello pi elevato (82,8 per cento); Lazio e Umbria senta livello pi elevato (82,8 per cento); Lazio Umbria sono prossime alal7070 percento, mentre leleMarche presentano sono prossime al 70per cento, mentre le Marche presentano sono prossime per cento, mentre Marche presentano ancora valori molto bassi, alal di sotto del 45 per cento. ancora valori molto bassi, al di sotto del 45 per cento. ancora valori molto bassi, di sotto del 45 per cento. Nel Mezzogiorno, Molise, Campania e eSardegna hanno gi Nel Mezzogiorno, Molise, Campania e Sardegna hanno gi Nel Mezzogiorno, Molise, Campania Sardegna hanno gi superato il ilvalore target per il il2013, mentre Sicilia (33,1 per superato il valore target per il 2013, mentre Sicilia (33,1 per superato valore target per 2013, mentre Sicilia (33,1 per cento), Calabria (37,4 per cento) e eAbruzzo (44,3 per cento) cento), Calabria (37,4 per cento) e Abruzzo (44,3 per cento) cento), Calabria (37,4 per cento) Abruzzo (44,3 per cento) presentano quote didi popolazione servita da impianti di depurapresentano quote di popolazione servita da impianti di depurapresentano quote popolazione servita da impianti di depurazione ancora molto bassi. zione ancora molto bassi. zione ancora molto bassi.

Popolazione servita da depurazione dei reflui urbani (trattamento secondario e e terziario) in alcuni paesi Ue Popolazione servita da depurazione dei reflui urbani (trattamento secondario terziario) inin alcuni paesi Ue Popolazione servita da depurazione dei reflui urbani (trattamento secondario e terziario) alcuni paesi Ue Anno 2005 (valori percentuali sul totale della popolazione) Anno 2005 (valori percentuali sul totale della popolazione) Anno 2005 (valori percentuali sul totale della popolazione)
100 100 100 80 80 80 60 60 60 40 40 40 20 20 20 00 0

Per il ilconfronto tra paesi Ue sisi calcolatalalaquota didipopolaPer il confronto tra paesi Ue si calcolata la quota di popola- Popolazione equivalente servita da depurazione dei reflui Per confronto tra paesi Ue calcolata quota popolaPopolazione equivalente servita da depurazione dei reflui Popolazione equivalente servita da depurazione dei reflui zione servita dada impiantiurbani dididepurazione che praticano zione servita daimpianti urbani di depurazione che praticano urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES su AETU) zione servita impianti urbani depurazione che praticano urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES susu AETU) urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES AETU) trattamento secondario e e terziario sul totale della popolazione. trattamento secondario terziario sul totale della popolazione. trattamento secondario e terziario sul totale della popolazione. Lindicatore prescelto per i iconfronti regionali misura invece il ilil Lindicatore prescelto per i confronti regionali misura invece Lindicatore prescelto per confronti regionali misura invece rapporto tratragli abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di rapporto tra gli abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di rapporto gli abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondepurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondepurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondario e eterziario (AES) e egligli abitantiequivalenti totali urbani dario e terziario (AES) e gliabitanti equivalenti totali urbani dario terziario (AES) abitanti equivalenti totali urbani della regione (AETU). Nella stima degli AETU sono consideradella regione (AETU). Nella stima degli AETU sono consideradella regione (AETU). Nella stima degli AETU sono consideratete le acque reflue urbane recapitate nella rete fognaria, prodotte le acque reflue urbane recapitate nella rete fognaria, prodotle acque reflue urbane recapitate nella rete fognaria, prodottete da attivit domestiche o ad esse assimilabili per caratteristite da attivit domestiche adad esse assimilabili per caratteristida attivit domestiche o o esse assimilabili per caratteristiche qualitative (attivit alberghiere, turistiche, scolastiche e edidi che qualitative (attivit alberghiere, turistiche, scolastiche e di che qualitative (attivit alberghiere, turistiche, scolastiche micro-imprese generalmente operanti allinterno dei centri urmicro-imprese generalmente operanti allinterno dei centri urmicro-imprese generalmente operanti allinterno dei centri urbani). bani). bani). un indicatore introdotto da poco a livello nazionale e fa parte un indicatore introdotto da poco livello nazionale e fa fa parte un indicatore introdotto da poco a a livello nazionale e parte del set didi indicatori per gli obiettivi di servizio previsti nel Quadel set di indicatori per gli obiettivi di servizio previsti nel Quadel set indicatori per gli obiettivi di servizio previsti nel Quadro strategico nazionale per lelepolitiche didisviluppo regionale dro strategico nazionale per le politiche di sviluppo regionale dro strategico nazionale per politiche sviluppo regionale (QSN 2007-2013). Lobiettivo previsto dalle politiche didisvilup(QSN 2007-2013). Lobiettivo previsto dalle politiche di svilup(QSN 2007-2013). Lobiettivo previsto dalle politiche sviluppopo regionalenellambito dellazione sugli obiettivi didiservizio poregionale nellambito dellazione sugli obiettivi di servizio regionale nellambito dellazione sugli obiettivi servizio fissa, per leleregioni del Mezzogiorno, alal7070 percento lalaquota fissa, per le regioni del Mezzogiorno, al 70per cento la quota fissa, per regioni del Mezzogiorno, per cento quota didipopolazione servita dada impiantidididepurazione nel 2013, di popolazione servita daimpianti di depurazione nel 2013, popolazione servita impianti depurazione nel 2013, valore corrispondente allincirca a aquello osservato nel 2005 valore corrispondente allincirca a quello osservato nel 2005 valore corrispondente allincirca quello osservato nel 2005 per il ililcomplesso delle regioni del Centro-Nord. per complesso delle regioni del Centro-Nord. per complesso delle regioni del Centro-Nord. LaLa depurazionedelle acque reflue iningenere eded inparticolare Ladepurazione delle acque reflue in genere edin in particolare depurazione delle acque reflue genere particolare quelle urbane costituisce una componente importante delle quelle urbane costituisce una componente importante delle quelle urbane costituisce una componente importante delle politiche volte a a contenerelinquinamento ambientale. LeLe polipolitiche volte a contenere linquinamento ambientale. Lepolipolitiche volte contenere linquinamento ambientale. politiche comunitarie inintaltal sensoutilizzano spesso indicatori che tiche comunitarie in talsenso utilizzano spesso indicatori che tiche comunitarie senso utilizzano spesso indicatori che riguardano lalapopolazione allacciata alalsistema diditrattamento riguardano la popolazione allacciata al sistema di trattamento riguardano popolazione allacciata sistema trattamento delle acque reflue. I II dati Eurostat disponibili sono riferiti da un delle acque reflue. dati Eurostat disponibili sono riferiti dada un delle acque reflue. dati Eurostat disponibili sono riferiti un numero limitato didipaesi. Per rendere confrontabile il ildato nanumero limitato di paesi. Per rendere confrontabile il dato nanumero limitato paesi. Per rendere confrontabile dato nazionale, nel computo della popolazione equivalente totale urzionale, nel computo della popolazione equivalente totale urzionale, nel computo della popolazione equivalente totale urbana, sono state escluse lelequote didipopolazione servite solo bana, sono state escluse le quote di popolazione servite solo bana, sono state escluse quote popolazione servite solo dada trattamentoprimario e edada impiantidididepurazione indipendatrattamento primario e daimpianti di depurazione indipentrattamento primario impianti depurazione indipendenti. I IIvalori dellindicatore denotano una condizione piuttosto denti. valori dellindicatore denotano una condizione piuttosto denti. valori dellindicatore denotano una condizione piuttosto disomogenea tra i paesi per i quali sono confrontabili i dati: inin disomogenea tra i i paesi per i i quali sono confrontabili i i dati: in disomogenea tra paesi per quali sono confrontabili dati: Germania e eSpagna pi del 9090 percento della popolazione Germania e Spagna pi del 90per cento della popolazione Germania Spagna pi del per cento della popolazione risulta servita dada impiantidididepurazione, mentre ininLituania e e risulta servita daimpianti di depurazione, mentre in Lituania e risulta servita impianti depurazione, mentre Lituania Polonia lele quote non raggiungono ilil60 per cento. Polonia le quote non raggiungono 6060 per cento. Polonia quote non raggiungono il per cento. LaLa situazioneininItalia per questo indicatore piuttosto buona Lasituazione in Italia per questo indicatore piuttosto buona situazione Italia per questo indicatore piuttosto buona per leleregioni del Nord: Piemonte, Valle dAosta, provincia per le regioni del Nord: Piemonte, Valle dAosta, provincia per regioni del Nord: Piemonte, Valle dAosta, provincia autonoma didiBolzano (91,0 per cento, valore pi elevato a a autonoma di Bolzano (91,0 per cento, valore pi elevato a autonoma Bolzano (91,0 per cento, valore pi elevato livello nazionale) e eVeneto sisicollocano alaldidisopra del 7070 per livello nazionale) e Veneto si collocano al di sopra del 70per livello nazionale) Veneto collocano sopra del per
LITALIA EE LE SUE REGIONI LITALIA LE SUE REGIONI LITALIA E LE SUE REGIONI LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO LITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Sp Sp Spag ag agn a na na Au Au Aust s sttriia ra ria (a Re (a Re p (a ) Re u ) ) pu pubb bb lic bb ca lliica C a Ce Ceca ec ca a Es Es Esto on ttonia niia (a a( ) a (a ) )

G G Ger m er er ma mani ania n a ia (a) (a (a) )

IT TA IITAL AL IA LI A IA ( c (c ( c) ) )

Fonte: Elaborazioni susudati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, New Cronos Fonte: Elaborazioni dati Eurostat, New Cronos (a)(a)Austria, Estonia eeGermania anno 2004; (b) IlIldato della Romania riferito aasoli trattamenti secondari; (c) Popolazione equivalente (a) Austria, Estonia Germania anno 2004; (b)(b)dato della Romania riferito a soli trattamenti secondari; (c)(c) Popolazione equivalente Austria, Estonia e Germania anno 2004; Il dato della Romania riferito soli trattamenti secondari; Popolazione equivalente servita (AES) rapportata alla popolazione equivalente totale urbana (AETU) servita (AES) rapportata alla popolazione equivalente totale urbana (AETU) servita (AES) rapportata alla popolazione equivalente totale urbana (AETU)

Popolazione equivalente servita da depurazione dei reflui urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES Popolazione equivalente servita da depurazione dei reflui urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES Popolazione equivalente servita da depurazione dei reflui urbani per regione Anno 2005 (percentuale AES susuAETU) su AETU) AETU)
100 100 100 90 90 90 80 80 80 70 70 70 60 60 60 Valore target per lele regioni del Mezzogiorno al 2013=70 per Valore target per regioni deldel Mezzogiorno 2013=70 per Valore target per le regioni Mezzogiorno al al 2013=70 per

Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque

50 50 50 40 40 40 30 30 30

Fonti Fonti Fonti

N NNIstat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005

N NN Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 1999 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 1999 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 1999

20 20 20 10 10 10 0 00

Pubblicazioni Pubblicazioni Pubblicazioni N NNIstat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque, 2005 Siti Internet Siti Internet Siti Internet N NNhttp://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.dps.mef.gov.it/obiettivi_servizio/ http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070801_ N NNhttp://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070801_ http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070801_ 00/ 00/ 00/ http://www.istat.it/dati/catalogo/20060612_00/ N NNhttp://www.istat.it/dati/catalogo/20060612_00/ http://www.istat.it/dati/catalogo/20060612_00/

Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque Fonte: Istat, Sistema delle Indagini sulle Acque

100 statistiche per il Paese

Bo Bo Bollza za lza no no no//Bo B /Bo ze o zen z en M n Moli Mo se ollis Va To ise e Va To Vallle Tosca sc e llle d'A scan a d'Ao n Sa an a d'A s os S ostta /V Sard e a a rd ta /Val ard egn /Va l eg a n allle gna le d' e d Ao a d''A s os Ca Aostte e Ca Ca mp te m mp an p an a Pi aniia Pe Piiemo ia m em n on ontte e Ve t e Vene Ven t e neto o Um to Um Umbr bria bria Em T ia Em Tr Emilia Tre n e nto iilliia-Ro re nto aR -Rom to m omag ag n Ba ag na Bas na Basili a c siillicat Fr Lo ica a Fr u Lo ata Friiuli- Lo mb ta m Ve mb a iulili-V n b ard Ven e ardia e z r n ezia diia a e ziia Gi a Gu Giulia iulia l ia La La z La zio zio P u io Pug Puglia gllia M ia Ma March r arc e he Ab che Abr Abru z u ru zzo z zzo L o Lig Liigu ri u gu r a Ca riia Ca a Ca lab a llabria r bria S ia Siicil S ic ia ciillia ia

Altre informazioni Altre informazioni Altre informazioni

Bu Bu Bulg ga llgar ia ar i ( ra ia ( b) b ( b) )

Le Le Le tto ttttonia on niia a

Li L Liittua u tuan an ia ni a ia

Po Po Polo on llonia niia a

Referenti tematici Fabrizio Maria Arosio, Sara Basso, Claudia Brunini, Raffaella Chiocchini, Luigi De Iaco, Andrea De Panizza, Michele Ferrara, Emanuela Fidale, Daniela Fantozzi, Fabio Lipizzi, Antonino Messina, Nadia Mignolli, Pierpaolo Napolitano, Filippo Oropallo, Maria Rosaria Prisco, Stefania Rossetti Progetto grafico Sofia Barletta Realizzazione grafica delle schede Rita Penzavalli Referente per la cartografia Marco De Angelis Revisione e editing Roberta Roncati Stampa CSR - Maggio 2008

A cura di Giovanni Alfredo Barbieri, Sandro Cruciani, Alessandra Ferrara

Potrebbero piacerti anche