A.sostiene che il vuoto non esiste, che lo spazio (la
posizione di un corpo fisico tra gli altri corpi) è completamente riempito dalla materia, che l’universo è sferico, con la Terra posta al centro di esso insieme agli altri tre elementi naturali: acqua, aria e fuoco. Esso risulta diviso in due zone qualitativamente diverse tra loro, quella sublunare, in cui si trova la Terra, situata appunto al di sotto della Luna, e quella translunare, al di là di essa, o celeste, costituita da un quinto elemento, l’etere. Ciascuno dei quattro elementi occupa un proprio spazio (A. lo chiama “luogo naturale”), dove se ne sta in quiete (la Terra è un pianeta immobile). Con l’espressione “luogo naturale” A. intende lo spazio nel quale un corpo permane in quiete e a cui ritorna naturalmente dopo essere stato colpito e spostato dal moto violento di un altro corpo. Intorno alla Terra si dispongono i luoghi naturali degli altri 3 elementi, in base al peso decrescente di ognuno di loro. Abbiamo quindi in ordine prima l’acqua, poi l’aria e in ultimo il fuoco. Proprio a causa del loro maggior peso, i corpi terrestri cadono spontaneamente verso il centro dell’Universo (il loro luogo naturale) così come l’acqua compie un movimento verso il basso; aria e fuoco invece si muovono verso l’alto rispetto al centro. Il moto dei corpi sublunari è di tipo rettilineo verticale (in linea retta), mentre quello dei corpi celesti è di tipo circolare. Proprio a causa della circolarità del loro movimento, i corpi celesti, a differenza di quelli sublunari, sono incorruttibili ed eterni, in quanto si riproducono ciclicamente alla stessa identica maniera. I corpi sublunari invece si generano, si corrompono e mutano. I movimenti circolari dei corpi celesti (astri e pianeti) descrivono secondo A. un sistema di sfere concentriche, ognuna delle quali compie un moto di rotazione attorno al proprio asse e di rivoluzione attorno al centro dell’universo e quindi della Terra. La sfera concentrica più esterna all’universo è detta “sfera stellare”. La cosmologia geocentrica di A. ha rappresentato il quadro di riferimento della concezione dell’universo per gli uomini di cultura (essa ha influenzato anche la letteratura fino al tardo Medioevo) e di scienza, anche grazie alla rielaborazione dell’astronomo alessandrino Claudio Tolomeo nel II secolo d.C. Essa sarà accolta e fatta propria anche dagli intellettuali della Chiesa, in quanto ritenuta in linea con i principi delle Sacre Scritture, per poi essere confutata dagli studi di Keplero, Copernico e Galileo. COME E’ NATO L’UNIVERSO? (dai libri della “Metafisica”)
Punto di partenza per la dimostrazione della
genesi dell’universo è la constatazione del moto regolare degli astri, che è causa della vita sulla Terra: il moto di avvicinamento e allontanamento del Sole al nostro pianeta determina infatti l’avvicendarsi delle stagioni e con esso il ciclo vitale degli esseri viventi. In quanto corpi, le sfere celesti non possono muoversi da soli, ma devono avere una causa motrice. Infatti secondo A. tutto ciò che si muove è mosso da un altro ente o motore, che a sua volta è mosso dall’azione di un altro motore e un altro ancora. Non potendo però risalire a ritroso nella catena dei motori, perché la risalita non avrebbe mai fine (l’universo invece ha un principio finito, immutabile ed eterno), A. teorizza l’esistenza di un “primo motore” immobile, da cui l’universo ha avuto origine Poiché il movimento è sempre un passaggio da uno stato in potenza ad un atto ne consegue che, essendo questo primo motore immobile, esso non esiste come potenza ma solo come atto, quindi come atto puro. A. chiama Dio questo puro motore primo. In quanto sostanza immateriale - il binomio potenza/atto corrisponde al binomio forma/materia – esso è anche forma pura, ingenerata, incorruttibile, perfetta, eterna, unica e infinita. Essa è causa del movimento geometrico e ordinato del cosmo, una causa non efficiente (in quanto non di natura meccanica e deterministica), ma finale: Dio “muove” i corpi non in maniera casuale, ma perché egli è il bene supremo e perfetto a cui essi tendono. L’essenza perfetta di Dio risiede secondo A. nell’attività perfetta in assoluto, che è quella del pensiero. La perfezione dell’universo è dovuta al fatto che Dio, nel creare il cosmo, non ha fatto altro che pensare a se stesso. Egli è dunque “pensiero di pensiero”. Il cosmo è perfetto in quanto il suo ordine costitutivo deriva direttamente dalla perfezione del pensiero divino.