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LA CONCEZIONE DELL’ETERE

DI
MARCO TODESCHINI
(sintesi divulgativa)

Fiorenzo Zampieri
LA CONCEZIONE DELL’ETERE DI MARCO TODESCHINI
(sintesi divulgativa)

PREMESSA

Marco Todeschini rappresenta lo scienziato fisico-matematico tipo degli anni ‘20 -


‘30 del secolo scorso, formatosi sui testi scientifici degli ultimi anni del 1800 e
primi del 1900 nei quali l’Etere, quale ente universale, era considerato essere il
mezzo necessario ed indispensabile, come l’aria per il suono, per la trasmissione
delle onde elettromagnetiche che in quegli anni si cominciavano a studiare per
scoprirne le leggi.
Tanto è vero che se andiamo a consultare una vecchia Enciclopedia, ad esempio
la Pomba, dell’anno 1926, addirittura sotto il lemma “Etere cosmico” si scrive:
mezzo straordinario, tenue ed elastico che pervade tutto lo spazio e si rende
veicolo delle azioni a distanza, le quali non si potrebbero altrimenti giustificare. La
prima idea dell’etere cosmico fu lanciata da Cartesio; sostenuta ed applicata nella
teoria ondulatoria della luce da Huyghens, prese salde basi nel campo delle
scienze fisiche per opera di Joung, Fresnel, Faraday, ecc. La densità dell’etere e
la sua elasticità variano penetrando nei corpi, qualunque sia il loro stato di
aggregazione.
E similmente nell’Enciclopedia Motta, primi anni ’50 del secolo scorso, si scrive
ancora: sostanza imponderabile e tenuissima che costituisce il mezzo di
propagazione delle vibrazioni che caratterizzano i fenomeni luminosi e della quale
dovrebbe essere pregno tutto l’Universo. Questo secondo le teorie di Cartesio e
Fresnel, abbandonate poi definitivamente da Maxwell che le sostituì con quelle
dell’etere elettromagnetico. Hertz e Lorentz stabilirono in modo assoluto la
funzione nei fenomeni elettro-dinamici ed ottici dell’etere elettromagnetico.
Nel mezzo, in ordine temporale, è venuta la Teoria della Relatività di Einstein che,
con l’appoggio dei famosi esperimenti di Michelson e Morley intesi a dimostrare
l’esistenza dell’etere, ma che ebbero esito apparentemente negativo, dichiara
l’inutilità e quindi la non esistenza del fluido cosmico ai fini delle dimostrazioni
scientifiche dei fenomeni fisici. E’ noto a tutti che con l’accoglimento entusiasta di

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gran parte del mondo accademico delle teorie einsteniane, l’ipotesi dell’esistenza
dell’etere cosmico è stata abbandonata.
Ma se analizziamo in maniera profonda sia la storia della filosofia che la storia
della ricerca scientifica ci appare una realtà profondamente diversa.
E questo è quanto ha fatto Todeschini all’inizio dei sui studi.

LO SPAZIO E’ VUOTO O PIENO?

Leggendo Todeschini si evince che questa domanda ha le sue radici in


quest’altra: il movimento dei corpi si provoca con l’urto o premendoli con altri
corpi, oppure applicando loro delle forze? La risposta sembra apparentemente
semplice perché è evidente che un corpo si può muovere urtandolo con un altro o
premendolo con una corrente liquida o aeriforme. Però è noto a tutti che vi sono
anche dei corpi che sembrano muoversi senza essere urtati o spinti da alcun
mezzo solido o fluido, come un pezzo di ferro attratto dalla calamita o un corpo
che cade a terra o un satellite che si muove attorno al suo pianeta o il pianeta che
rivoluisce attorno al sole o l’elettrone che rivoluisce attorno al nucleo dell’atomo,
ecc..
E’ certo che per spiegare questi fenomeni o si deve ammettere che una
particolare forma di materia invisibile ai nostri sensi ed agli strumenti d’indagine
scientifica investa questi corpi urtandoli, oppure che essi siano mossi da
misteriose forze emanate da corpi distanti fra di loro.
Da ciò risulta che per la spiegazione di uno stesso fenomeno dovremmo
ammettere due cause diverse. Ma questo non è accettabile. Bisogna quindi
chiarire quale delle due sia la vera causa del moto della materia.
Mentre siamo certi, sotto tutti i punti di vista per l’evidenza dei fatti, che il
movimento dei corpi materiali possa essere provocato dall’urto reciproco degli
stessi, non siamo altrettanto certi invece che tale movimento possa essere
provocato dalle cosiddette forze ( gravità, magnetica, nucleari, ecc.) che in
maniera invisibile sia ai sensi che agli strumenti agiscono sui corpi stessi.
Vediamo quindi, con un esempio di facile comprensione, di analizzare, con le
parole del Todeschini stesso, la questione.
Supponiamo di avere una sfera di massa  in movimento rettilineo che urtando
una seconda sfera immobile di massa  , subisca nell’urto una decelerazione
 imprimendo alla seconda sfera una accelerazione  , come nel gioco del
biliardo. Immaginiamo, per semplicità di calcolo, che nell’urto non vi sia alcuna
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dispersione in calore, suono, ecc. e che la sfera urtante dopo l’urto resti immobile
(trasferimento totale del movimento dall’una all’altra sfera).
Il fenomeno lo si può rappresentare con la seguente uguaglianza:

    

Per il principio d’inerzia di Newton (    ), sia il primo che il secondo membro


dell’equazione, sono equivalenti ad una forza  e cioè:

   

   

Ora si tratta di accertare se l’urto della massa  ha impresso sulla massa 


una forza o una accelerazione oppure se le ha impresso una forza ed anche una
accelerazione. Se quest’ultimo caso fosse vero, dopo l’urto nella massa 
dovremmo trovare sia la forza  sia l’accelerazione  , e cioè:

   

che sostituita nella precedente uguaglianza ci darà:

      

E quindi, essendo     :

       

Dalla quale essendo      risulta:

     

Che costituisce evidentemente oltre che un assurdo matematico anche un


assurdo fisico in quanto ci dice che la sfera urtata, dopo l’urto, possiede una forza
d’inerzia doppia di quella che le ha ceduto quella urtante.
Alla luce di quanto descritto, per non cadere nell’assurdo, si deve concludere che
la massa urtante può avere ceduto a quella urtante solamente una forza, oppure
solamente un’accelerazione.
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Poiché dopo l’urto nella sfera urtata troviamo realmente la sua massa  e
l’accelerazione  ne consegue che tra le due sfere non si è trasmessa forza ma
soltanto un’accelerazione di massa. L’unica realtà esistente nel mondo fisico,
dopo l’urto, è la massa materiale urtata che accelera e non possiamo sostituire
questa realtà fisica con una forza astratta. Infatti se dal punto di vista matematico
è lecito sostituire il prodotto della massa urtante per la sua accelerazione con la
forza equivalente, secondo la legge di Newton:     , dal punto di vista
fisico tale sostituzione appare ingiustificata perché senza la realtà oggettiva del
corpo che decelera contro il corpo urtato (urto) questo non si muove.
Non possiamo però nemmeno trascurare il fatto che in effetti esiste in noi la
sensazione di forza, prodotta, alla pari delle altre sensazioni, dai nostri organi di
senso. Infatti alla pari delle sensazioni di luce, suono, gusto, olfatto, anche la
forza è una sensazione che prodotta dagli organi di senso periferici del corpo
umano (il tatto in questo caso) trova la sua realtà nella nostra psiche. Per cui chi
ha veramente ragione?
Chi sostiene che l’universo è formato da una sostanza unica e primordiale che
attraverso i suoi moti genera la materia ed i suoi movimenti o che l’universo è
vuoto e che il movimento dei corpi in esso presenti è generato da forze
misteriose che ancor più misteriosamente vengono trasmesse da corpo a corpo?
Todeschini risolve la questione ragionando in questo modo.
Se con l’ipotesi del pieno, si riescono a sviluppare ed a dimostrare tutte le formule
e le leggi conosciute della fisica, della chimica, dell’astronomia, ecc., arrivando
alle stesse conclusioni, alle stesse dimostrazioni fisico-matematiche, ma con una
più chiara comprensione dei fenomeni, perché preferire l’ipotesi del vuoto, che,
come abbiamo dimostrato, ci porta a conferire al vuoto e cioè al nulla delle qualità
che davvero difficilmente si possono accettare e giustificare se non con un atto di
fede?
Todeschini ha fatto proprio questo; è riuscito attraverso la fluidodinamica, scienza
che studia il moto dei fluidi, a dimostrare scientificamente che tutte le leggi
universalmente conosciute che regolano i fenomeni fisici, chimici, atomici,
astronomici, ecc., si possono ricavare tali e quali e con la medesima valenza
scientifica anche nell’ipotesi che l’universo sia formato da quel fluido cosmico di
antiche origini che tutto riempie e tutto genera, da sempre chiamato ETERE.
L’ETERE SECONDO TODESCHINI

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Se, come dice Todeschini, tutti i fenomeni naturali sono riconducibili a movimenti
di spazio, è possibile trovare un sistema generale di equazioni matematiche che
contemplano e pongono in relazione tutti i possibili movimenti dello spazio con le
equivalenti forze in gioco, allo scopo di trarre da tali equazioni generali, le leggi
relative ad un particolare movimento di spazio nel quale si fosse eventualmente
identificato un determinato fenomeno.
Se poi lo spazio, nell’ipotesi dell’etere, possiede le caratteristiche di mobilità e
densità di un fluido si devono applicare ad esso le leggi generali della
fluidodinamica. Ma un fluido può essere liquido o gassoso e quindi quali possono
essere le leggi che segue lo spazio fluido? Quelle dei liquidi o quelle dei gas? La
risposta è immediata in quanto sappiamo che i gas hanno densità diversa a
seconda della pressione, mentre i liquidi a temperatura costante mantengono
volume e quindi densità costante. Quindi, poiché, secondo Todeschini, lo spazio
nei suoi movimenti, mantiene densità costante, ne consegue che ad esso si
adattano meglio le leggi dei liquidi anziché quelle dei gas.
Ecco qui di seguito le caratteristiche fondamentali dell’ETERE di Todeschini:
- Possiede un peso
- Possiede una massa
- Possiede densità costante di 9.1020 minore di quella dell’acqua
- È dotato di mobilità
- È dotato di attrito
- È vischioso
- È inerziale
- È incompressibile
- Ha natura granulosa ed è composto di particelle mobili (materioni)
- È suddivisibile
- È esteso ovunque e si identifica quindi con lo Spazio
Dalle caratteristiche succitate sorge immediata la difficoltà di comprensione di un
etere composto di particelle piccolissime e mobili le une rispetto alle altre in
quanto ci si chiede cosa può esserci nello spazio che divide una particella
dall’altra. Questa difficoltà deriva però dalla nostra abitudine di concepire lo
spazio come un ente immobile. Per cui se invece dell’avvicendamento di parti di
etere, pensiamo all’avvicendamento di parti di spazio, la mobilità di questo non
rimane più ostica al nostro intelletto. Infatti chi non riesca ad immaginare uno
spazio sferico che ruoti intorno ad un suo asse polare, rispetto allo spazio
immobile circostante? E chi non riesce ad immaginare una porzione di spazio
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prismatico o di altra qualsiasi forma, muoversi in linea retta, seguito dallo spazio
retrostante e preceduto da quello antistante? Si potrà obiettare che tra il volume di
spazio mosso e quello fermo circostante si crea una discontinuità di spazio e di
velocità, ma, sia la discontinuità di spazio, sia la discontinuità di velocità, secondo
Todeschini, sono eventi indispensabili per l’origine della materia e di tutti i
fenomeni.

LE PROVE SPERIMENTALI

Quali sono le prove sperimentali che dimostrano che lo spazio si può muovere
come un fluido?
Secondo Todeschini esse sono numerose e si possono dividere in due grandi
categorie: quelle comuni alla portata di tutti e quelle specialistiche.
Prove comuni:
1. La materia
2. Il peso
3. La massa,
4. L’inerzia
5. La gravità,
6. Il volume dei corpi
7. La forza centrifuga
8. Gli effetti giroscopici
9. L’effetto Magnus
10. La luce
11. L’elettricità
12. Il magnetismo
13. Il calore radiante,
14. Il moto astronomico
15. Il moto atomico
16. La caduta dei gravi
Fra le prove specialistiche si annoverano:
17. Il fenomeno Bradley
18. L’esperimento Michelson
19. L’esperimento Fizeau
20. L’effetto Doppler
21. L’esperimento Truton-Noble
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22. L’esperimento Rankine,
23. La rifrazione luminosa,
24. L’incurvamento dei raggi di luce vicino alle masse
25. L’esperimento Todeschini,
26. Il magnetismo terrestre
Le dimostrazioni scientifiche di tutte queste prove sperimentali si trovano
nell’opera principale di Todeschini dal titolo “La Teoria delle Apparenze” nella
quale vengono sviluppate ad una ad una con chiarezza di esposizione.
Il principio fondamentale che accomuna tutte queste prove sperimentali è quello
del movimento dello spazio fluido che genera tutti questi effetti ed altri ancora.

ETERE E PSICHE

Una volta accertata sperimentalmente l’esistenza dell’etere e che questi con i suoi
movimenti genera la materia e tutti i suoi fenomeni fisici relativi, sorge legittima la
domanda di come lo spazio fluido interagisca con il corpo umano e la sua psiche.
Todeschini in merito a questo ha formulato il Principio Unifenomenico che recita:
“l’Universo è costituito solamente da spazio fluido inerziale i cui moti rotanti
costituiscono i sistemi atomici ed astronomici che formano la materia ed i cui moti
ondosi, quando e solamente quando colpiscono i nostri organi di senso, suscitano
in noi le sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, odore, sapore, ecc..”
Per dare la dimostrazione della validità di questo enunciato bisogna dimostrare
che le sensazioni non fanno parte del mondo fisico. Già ne abbiamo parlato nel
paragrafo dedicato alla forza dove si evidenzia che la forza non è una entità fisica
reale.
A questo punto bisogna descrivere come Todeschini dimostra la genesi delle
sensazioni.
E’ noto a tutti, come conferma anche la scienza accademica odierna, che quando
i movimenti dello spazio fluido urtano contro i nostri organi di senso questi
trasformano gli urti in correnti bio-elettriche le quali mediante la rete nervosa del
corpo umano sono trasmesse ai centri cerebrali preposti a trasformarle in
sensazioni. Proprio studiando la fisiologia del corpo umano Todeschini ha
scoperto che gli organi di senso e di moto funzionano come apparati
elettrotrasmittenti a filo, elaborando così la concezione elettronica del sistema
nervoso.

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Infatti ha svelato che l’organo della vista funziona come un apparato televisivo a
filo che trasforma le vibrazioni elettromagnetiche buie in vibrazioni elettroniche
che trasmette mediante il nervo ottico al cervello.
Ha svelato che l’organo dell’udito funziona come un telefono poiché trasforma le
vibrazioni atmosferiche in vibrazioni elettroniche che trasmette mediante il nervo
acustico al cervello.
Allo stesso modo l’odorato, il gusto ed il tatto, funzionano come elettrosuscitatori
di vibrazioni elettroniche che anch’esse sono trasmesse mediante la rete nervosa
al cervello.
Le linee nervose sono costituite e funzionano come conduttori di elettricità.
La materia grigia del midollo spinale è la centrale di energia che alimenta tutti gli
organi e circuiti nervosi. I neuroni sono stazioni intermedie di rinforzo delle
correnti di linea. Il cervelletto è costituito e funziona come un complesso di
goniometri e telepuntatori automatici ed a comando.
Il cervello è la centrale suprema dove si trovano tutti gli apparecchi di ricezione
delle correnti provenienti dagli organi di senso periferici, tutti gli apparati
trasmittenti per teleazionare gli organi di moto periferici, gli apparecchi della
regolazione delle ghiandole secretive e del moto ritmico degli organi vegetativi
periferici, tutti i complessi di amplificazione, rivelazione, commutazione,
trasformazione delle correnti elettriche in arrivo ed in partenza, nonché i centri
psicofisici di percezione e di moto.
Se la trasformazione delle correnti elettriche trasmesse dagli organi di senso
fosse dovuta al cervello, quale organo materiale, questi non farebbe altro che
vibrare e trasmettere gli urti ricevuti (principio unifenomenico).
Poiché invece quelle correnti elettriche vengono trasformate in sensazioni
immateriali, l'organo che permette questa trasformazione non può che essere
immateriale identificandosi quindi con la Psiche.
La psiche, essendo immateriale, è perciò di natura spirituale e quindi si identifica
con l' ANIMA UMANA scoprendo così che le sensazioni costituiscono le prove
sperimentali incontrovertibili della sua esistenza.
Di enorme rilievo il fatto che l'azione della psiche (anima) è reversibile. Essa,
infatti, si esprime sia nell'elaborare le correnti bio-elettriche in arrivo dagli organi di
senso, sia nel generare le stesse correnti per comandare i movimenti e le funzioni
del corpo umano.

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Ma se le piccole forze della nostra anima non possono produrre che l'energia
elettrica sufficiente ad azionare i nostri organi, quali entità spirituali sono in grado
di generare le immani forze necessarie a muovere le masse dell'Universo?
Da ciò discende la certezza scientifica sperimentale dell'esistenza, oltre che
dell'anima umana, anche del mondo spirituale e di DIO.
DIO
Scoperta la realtà del mondo spirituale Todeschini si addentra quindi nel mondo
metafisico per spiegarne i fenomeni ed infatti nella sua Teoria delle Apparenze
elabora la base scientifica per spiegare i fenomeni metapsichici sinora avvolti nel
mistero, quali: telecinesi, apparizioni luminose, suoni misteriosi, telepatia,
rabdomanzia, ecc. oltre che fornire finalmente la spiegazione scientifica delle
medicine naturali quali la pranoterapia, l’agopuntura e agopressione, l’omeopatia,
ecc..

BIBLIOGRAFIA

•1931 - L'aberrazione cinetica dei raggi catodici

•1949 – 1984 - La Teoria delle Apparenze

•1953 – 1978 – Psicobiofisica

•1955 – Einstein o Todeschini. Qual'è la chiave dell'Universo?

•1957 – L'unificazione della materia e dei suoi campi di forza

•1960 – Le vie che portano alla scienza cosmica unitaria

•1961 – Esperimenti decisivi per la fisica moderna

•1961 – Scienza universale

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Marco Todeschini
nacque a Valsecca di Bergamo il 25 aprile 1899, da Carlo e Valentina Invernizzi, nei Càrevi Alti, nella casa
della Teori. Orfano della madre dalla nascita, fu preso a balia dalla zia materna Barbara. A 4 anni il padre lo
portò con sé a Cremona e lo collocò nel collegio Dante di Casalmaggiore di Cremona, dove vi rimase fino
all’età di 17 anni, anno in cui entrò nell’esercito come pilota aviatore. Fu proprio a Casalmaggiore, durante
una gita sul Po a 15 anni, che osservando un mulinello d’acqua e alcuni pezzi di sughero roteanti attorno ad
esso in cerchi concentrici, ebbe la prima ispirazione, all’origine di tutti i suoi studi.
Si laureò nel 1926 in ingegneria meccanica ed elettronica al Politecnico di Torino.
Nella sua vita di studioso si specializzò e si diplomò in vari rami della fisica e della fisioneurologia ed insegnò
come Professore Ordinario di meccanica razionale ed elettronica al biennio di Ingegneria Superiore STGM in
Roma oltre ad essere stato docente di Termodinamica all’Istituto Tecnico Industriale Paleocapa di Stato in
Bergamo.
Fu Colonnello pluridecorato del Servizio Studi ed Esperienze del Genio nella riserva.
Negli attrezzatissimi laboratori del Centro Studi suddetto, realizzò varie invenzioni e compì una classica serie
di ricerche teoriche e sperimentali giungendo a scoprire le modalità con le quali si svolgono e sono collegati
tra loro i fenomeni fisici, biologici e psichici, di cui determinò le precise relazioni matematiche reciproche e di
assieme coordinandoli tutti in una scienza universale denominata appunto perciò “PsicoBioFisica”.
Questa ha avuto un’eco mondiale, perché supera la relatività di Einstein, la meccanica ondulatoria di
Schrodinger, la quantistica di Heisemberg, la dualità complementare onda-corpuscolo di Bohr e la cibernetica
di Wiener; teorie che ammettendo solo realtà materiali oggettive vengono ad escludere le realtà biologiche e
spirituali soggettive che pur si manifestano, dominano e brillano per l’Universo intero.
Insomma, la fisica attuale contemplando solo fenomeni materiali oggettivi è del tutto unilaterale e non può
assurgere a scienza unitaria del Creato, perché questa deve comprendere tutte le discipline fondamentali che
in verità si manifestano nel Cosmo.
La Psicobiofisica di Todeschini infatti comprende in sé:

- una parte fisica che dimostra come tutti i fenomeni naturali si identificano in particolari movimenti di
spazio fluido, retti da una sola equazione matematica;
- una parte biologica che dimostra come tali movimenti allorquando si infrangono contro i nostri organi
di senso producono in questi delle correnti elettriche che vengono trasmesse dalle linee nervose al
cervello suscitando nella psiche, ed esclusivamente in essa, le sensazioni di luce, elettricità, calore,
suono, ecc. e svela la meravigliosa tecnologia elettronica di tutti gli organi del sistema nervoso;
- una parte psichica che dà le dimostrazioni scientifiche dell’esistenza dell’anima umana, del mondo
spirituale e di Dio.

Perciò il futuro Papa Giovanni XXIII nell’agosto del 1950 in una serie di colloqui avuti a Sotto il Monte col
Todeschini si propose di fargli tenere un ciclo di conferenze per diffondere la sua teoria in Parigi ed in altre
città della Francia, dove Monsignor Roncalli era allora Nunzio Apostolico. Ma la nomina di questi a Cardinale
di Venezia ritardò il progetto, che venne poi attuato per iniziativa del Presidente del Consiglio dei Ministri
francese Bidault e del Ministro della P.I. Petit, i quali vollero partecipare anche al pranzo dato in onore al
Todeschini dalle più alte autorità culturali.
Questi venne allora nominato Membro delle Accademie Scientifiche di S.Etienne, di Valence e di Parigi, e gli
venne offerta la lampada da minatore, simbolizzante la luce che egli ha portato sui misteri del Cosmo
cercando nel sottosuolo la radice dei fenomeni.
In vari congressi è stato riconosciuto che la Psicobiofisica spiega bene anche i fenomeni metapsichici
(telepatia, rabdomanzia, capacità terapeutiche dei guaritori, telecinesi, spiritismo, ecc.) e svela chiaramente

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le cause e gli effetti dell’ipnosi, dell’elettromagnetoterapia, dell’agopuntura, della dermatologia, della
psicoanalisi, della vertebroterapia, dell’omeopatia, dell’orgonomia, dell’auricoloterapia, dell’immunologia, ecc.
Notevole il fatto che questa scienza universale è confermata in pieno perché dall’unica equazione della
spaziodinamica su cui si basa, si ricavano tutte le leggi che riguardano le varie scienze sperimentali e perché
dai suoi principi sono state tratte molte applicazioni pratiche sia nel campo fisico che in quello medico, che la
confermano in ogni sua parte e nel suo chiaro disegno di sintesi cosmica.
Essa interessa in sommo grado: fisici, chimici, ingegneri, industriali, medici, filosofi, teologi, scienziati e
docenti di tutti i rami del sapere.
Perciò in Europa ed in America sono sorte cattedre di Psicobiofisica, ed i suoi principi sono stati introdotti in
alcuni testi in dotazione ad Università ed Istituti ed esposti da scienziati in migliaia di articoli su giornali,
riviste, libri, ed in conferenze radio e televisive.
Todeschini ha partecipato con importanti relazioni a vari Congressi Internazionali di Fisica e Medicina. E’
stato incoraggiato e sostenuto da illustri scienziati tra i quali ricordiamo l’On. Colonnetti, Presidente del
Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Prof. Levi-Civita che condivideva la fluidodinamica benchè avesse
fornito il calcolo tensoriale ad Einstein, il Prof. B. Finzi Preside del Politecnico di Milano, il Prof. G.
Castelfranchi docente di fisica moderna in varie Università, il celebre fisico Quirino Majorana, fu collaboratore
di Guglielmo Marconi, che lo incoraggiò a proseguire nei suoi studi, l’On. Prof. E. Medi, Presidente
dell’Euratom di Ginevra, l’insigne clinico G. Petroni, i premi Nobel E. Fermi, B. Chain, A. W. Heisemberg, W.
Pauli, P Blackett, D. C. Anderson, Dirac, ecc.. e molti altri celebri filosofi, teologi e scienziati.
E’ stato nominato Uff. e Comm. dell’Ord. “ Al Merito della Repubblica Italiana”; Cav., Uff. e Gr. Uff. della Cr.
D’Italia.
Fu Presidente dell’Accademia Internazionale di Psicobiofisica, Membro d’Onore del Consiglio Nazionale delle
Ricerche Scientifiche di Haiti e di 25 Accademie italiane ed estere, ed è stato proposto, nel 1974, per il
premio Nobel.
La sua vita e le sue opere sono state citate in varie enciclopedie, tra le quali: Who’s Who in Europe,
Dizionario delle personalità europee, Mayer, Ed Feniks 1966, Bruxelles – Grande Dizionario Enciclopedico
Fedele, ed. UTET 1961, Torino – Dizionario Generale di Cultura, Brunicci, Ed: SEI 1958, Torino – Storia di
Bergamo e dei Bergamaschi, Belotti, Ed: Bolis 1959, Bergamo – Miscellanea Francescana, Ed. Pontificia
Facoltà di Teologia F. M., 1951, Roma – Enciclopedia degli Italiani illustri: Lui chi è?, ed. E.T. 1971, Torino –
Dictionnary of International Biography, Ed. I.B.C. Cambridge CB2.3QP, England, 1975.
Marco Todeschini nei suoi studi, ebbe sempre vicino la moglie Lina Ghisi e la figlia Antonella.
Scomparve il 13 ottobre del 1988 e venne sepolto nella “sua“ Valsecca di Bergamo ove gli venne intitolata la
piazza principale del paese e posto un monumento in suo onore.

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