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Una “rassegna stampa” con la quale si riportano alcuni articoli comparsi in riviste e
quotidiani di varie epoche riguardanti la tragica fine della Nova Scotia e dei suoi
passeggeri.
ISOLA DELLA SCALA. Famiglia scopre la tragica fine del nonno dopo aver letto
l’articolo de L’Arena sul Nova Scotia
Traduzione
L'affondamento della Nova Scotia - da Allan Jackson
Il peggiore disastro accaduto nel mare del Sud Africa è stato l'affondamento
della Nova Scotia, a circa 48 chilometri al largo di Capo Santa Lucia causato da
un U-Boat, il 28 novembre 1942. La Nova Scotia era una piccola nave di linea
di 6.796 tonnellate, appartenente al Gruppo Withy Furness ed era stato
trasformata in trasporto truppe. Frequentava assiduamente il porto di Durban, in
quanto impiegata soprattutto nel traghettare truppe da Durban alla costa
orientale dell'Africa, a Suez, e viceversa portando i prigionieri di guerra italiani
durante il viaggio di ritorno in Sud Africa.
Era salpata il 15 novembre da Massaua, nell’ Africa Orientale Italiana, e aveva
a bordo circa765 prigionieri di guerra italiani, 134 guardie britanniche e del Sud
Africa, e 118 uomini dell’equipaggio quando fu silurata dall’ U-Boat 177. Il
comandante dell’ U-Boat era il tenente di vascello Robert Gysae, il quale dopo
aver avvistato il fumo dalla Nova Scotia alle 06:12 del 28 novembre ordinò
l’immersione alle 08:31 e, alle 09:15, sparò tre siluri a una distanza di 380 metri,
affondando la Nova Scotia, nel tempo di sette minuti. Una sola scialuppa di
salvataggio è stata lanciata con successo, lasciando il resto dei sopravvissuti
aggrappati alle zattere o a pezzi di rottami spersi in un’acqua oleosa e infestata
dagli.squali.
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Poi l'U-Boat riemerse per scoprire che tipo di nave aveva affondata, ma il
comandante non poteva avere risposta, perché i sopravvissuti urlavano e
gridavano tutti in una volta. L'equipaggio rimase sconvolto dalle scene che
vedevano in acqua e decise di prendere solo due sopravvissuti a bordo ai fini di
avere informazioni, essendo stato ordinato di non aiutare gli altri.
L'ordine ricevuto per l'incidente del Laconia del mese precedente che diceva di
non aiutare i superstiti ma di proseguire nelle azioni di guerra, non consentiva
al comandante dell’U-Boat di agire diversamente ma in questo frangente,
scoprendo che i naufraghi erano in gran parte italiani alleati, egli informò
comunque le vicine autorità portoghesi del naufragio della Nova Scotia. La nave
Alfonso de Albuquerque, salpata da Lourenco Marques (Mozambico) il giorno
successivo, raggiunse la scena del disastro riuscendo a salvare 190
sopravvissuti. Un altro è stato ripreso da un cacciatorpediniere, il terzo giorno e
un altro italiano, fortunosamente arrivò a terra presso Mtunzini, sulla costa
Zululand, galleggiando su una zattera ad una quindicina di giorni dopo
l'affondamento.
L'unica donna superstite fu Alda Ignisti [successivamente Lady Taylor], che era
in viaggio verso Durban con la figlia Valcheria, dopo che furono bloccate in
Eritrea per la morte di suo marito Gastone Ignisti. Un ufficiale dell'esercito
britannico di nome Robert Taylor aveva organizzato il passaggio sulla Nuova
Scozia per Durban perché temeva per la loro sicurezza. Ella ha poi raccontato
la confusione che regnava a bordo della Nova Scotia, dopo che i siluri la
colpirono, e ha raccontato di un ufficiale britannico che aveva preso Valcheria
gettandosi in mare con lei, poco prima che anche lei saltasse in acqua. Dopo la
caduta in mare e dopo aver nuotato per lungo tempo per sfuggire all’
aspirazione causata dalla nave che affondava, fu in grado di guardarsi intorno e
vide in lontananza Valcheria con la sua maglia rossa seduta su una scialuppa di
salvataggio alla deriva che una volta fuori di vista, non avrebbe mai più rivisto.
Un certo numero di vittime del naufragio furono trascinate a riva sulle spiagge
KZN e i resti di 120 persone, prigionieri di guerra italiani, sono state seppellite in
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una fossa comune in quello che più tardi divenne il cimitero militare italiano a
Hillary, al di fuori di Durban. Tre croci originariamente segnarono la tomba, ma
nel 1982, con una donazione dei sopravvissuti della Nova Scotia ancora in vita
in Mozambico, è stata eretta una tomba circolare sormontata da una stele
tagliata come se fosse stata rotta dalle onde. Su di essa è scritto: "Alla memoria
dei Figli d'Italia, che sono stati vinti dall'Oceano nel naufragio della S / S 'Nova
Scotia' XXVIII-XI-MCMXLII. I sopravvissuti al riparo in Mozambico".
Wolfpacks at War cita alcuni estratti del registro di Alfonso de Albuquerque, che
raccolse i superstiti della Nova Scotia. La nave è stata inviata in soccorso dalle
autorità di Lourenco Marques, cui era stato notificato l'affondamento dal
comando U-Boat.
Il giorno in cui la Nova Scotia fu affondata, il 28 novembre 1942, i i libri di bordo
della nave dichiarano che, alle 22h45, l’ Alfonso de Albuquerque avvistava una
nave da guerra britannica e ha dato loro la posizione in cui era avvenuta la
tragedia. La nave da guerra non ha mostrato alcun interesse continuando il suo
cammino.
Il 29 novembre, i sopravvissuti sono stati recuperati lavorando anche dopo il
tramonto. Cinque persone sono state recuperate dopo che queste sono riuscite
a sparare un razzo rosso che è stato visto dall’ Alfonso de Albuquerque.
Il 30 novembre, alle 05h45, i libri di bordo scrivono che la nave navigava tra
centinaia di cadaveri che galleggiavano sul mare. Osserva inoltre che i
superstiti erano in lotta tra loro per lo spazio sulle zattere di salvataggio e che
l'odio tra superstiti di nazionalità differente era forte e che è stata trovata solo
una zattera con a bordo persone di diverse nazionalità. Il giornale dice che è
stato addirittura necessario separare le diverse nazionalità una volta che erano
a bordo dell’ Alfonso de Albuquerque. E’ stato stimato che almeno un quarto di
coloro che sono sopravvissuti al naufragio iniziale della Nova Scotia siano stati
uccisi dagli squali.