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Giornata 2
In questa giornata si narrano le avventure di chi, colpito da molte avversità, sia riuscito a raggiungere un
lieto fine.
INTRODUZIONE
Dopo essersi svegliata, la compagnia si diletta sul prato. Dopo il pranzo e qualche ballo, si siedono, e
Filomena, regina della giornata, ordina a Neifile di incominciare.
fare il corsaro.Guadagnò molto di più così che con la precedente attività. Ma un giorno, trovato dai genovesi
in un’insenatura, fu derubato e fatto prigioniero; durante il viaggio, l’equipaggio colto alla sprovvista da una
tempesta fu scaraventato in mare assieme alle merci rubate.Landolfo riuscì a raggiungere terra aggrappato
ad una cassa. Una giovane donna vedutolo sul bagnasciuga, lo portò in casa e lo ristorò per alcuni giorni. Il
mercante, dopo aver scoperto che la cassa conteneva moltissime pietre preziose, lasciata la donna partì per
Ravello dove, non esercitò più come mercante ma visse di rendita fino all’ultimo.
per aver notizie di Scacciato e di Arrighetto. Quando arrivò a Genova, l’ambasciatore rivelò la vera identità di
Scacciato a Guasparin Doria, il quale, gli diede in moglie la figlia per scusarsi per averlo trattato come un
servo. Riunitisi tutti da Currado per festeggiare i ritrovati parenti e le nozze dei due fratelli, arrivò durante il
pasto, l’altro ambasciatore e raccontò che Arrighetto era vivo e che era stato liberato dai Siciliani una volta
scacciato Carlo d’Angiò. Dopo i festeggiamenti, partirono tutti per Palermo dove, accolti da Arrighetto fecero
una grande festa e vissero lì felici per anni.
assistevano agli allenamenti d’equitazione dei ragazzi. Un giorno il maresciallo, propose al conte di prender
con sé Perotto e farlo crescere come suo erede. Allora il conte si trasferì in Irlanda presso un cavaliere e lì
visse molto tempo servendolo come garzone. Nel frattempo Giacchetto, il figlio dei signori presso cui
Giannetta lavorava, si innamorò perdutamente della fanciulla. Ma quando Giannetta raggiunse l’età giusta
per sposarsi, la madre del ragazzo, non conoscendo i sentimenti del figlio, cominciò a darsi da fare per
trovare un buon marito alla ragazza, al ché il figlio si ammalò. Nessun medico riusciva a capire ciò che
causasse il malore del ragazzo, ma un giorno, mentre un medico tastava il polso dell’ammalato, Giannetta
entrò nella stanza e subito i battiti del ragazzo aumentarono. Il medico intuì ciò di cui soffriva il ragazzo e lo
raccontò alla madre, che, acconsentì alle nozze dei due ragazzi. Il che avvenne dopo poco tempo. In Galles,
invece si abbatté una pestilenza e fortunatamente Perotto riuscì a salvarsi insieme con una contadina, ma il
maresciallo e il resto della famiglia morì lasciando a lui tutti i possedimenti. Allora Perotto, innamoratosi
della contadina la sposò e ottenne dal re il titolo di maresciallo. Passati 18 anni da quando si era trasferito in
Irlanda, il conte decise di andare a vedere come stavano i figli. Andò prima in Galles dove, senza farsi
riconoscere, scoprì la felice situazione del figlio Luigi poi, si recò a Londra dalla figlia, anche lì non facendosi
riconoscere,dove scoprì che Violante aveva avuto dei bei bambini. Un giorno elemosinando davanti la loro
casa fu accolto dentro per riscaldarsi e subito i figli di Giannetta lo abbracciarono e lo coccolarono pur non
sapendo chi fosse veramente. Con la morte del vecchio re di Francia e l’ascesa del nuovo, la guerra tra le
due potenze si inasprì a tal punto che il monarca francese dovette chiedere aiuto al re d’Inghilterra, il quale
inviò in guerra i suoi marescialli. Dunque Perotto, Giacchetto e il conte che serviva il genero in qualità di
scudiero furono costretti a partire. Mentre la guerra infuriava, la regina di Francia si ammalò e in punto di
morte chiamò il vescovo per l’ultima confessione, al quale rivelò il crudele gesto che aveva compiuto contro
il conte d’Anversa. Questa notizia giunse rapidamente al nuovo re che proclamò una grida nella quale si
diceva che chiunque avesse riportato al cospetto del re il conte e i suoi figli, avrebbe avuto come
ricompensa una grande somma di denaro. Saputo ciò il conte subito rivelò a Giannetto e Perotto la sua
identità e disse a Giacchetto di portarlo dal re perché ricevesse la ricompensa come dote per la figlia. E così
fu: Giacchetto ricevette il denaro e al conte furono restituite le proprie terre insieme ad altri doni.
marinaio, facendosi chiamare Sicuran de Finale. Ben presto riuscì ad accattivarsi il capitano ed ad avere
incarichi più importanti. Un giorno la sua nave approdò ad Alessandria per consegnare un suo carico al
sultano, al quale, piacendogli molto le capacità di Silurano, convinse En Cararh a lasciarglielo ai suoi ordini.
Dopo poco tempo, a Silurano fu affidato il compito di vigilare durante i mercati tra cristiani e arabi in Acri;
mentre perlustrava i mercati, notò che un mercante (Ambruogiuolo da Piacenza) aveva dei vestiti che le
appartenevano, subito gli chiese come faceva ad averli; Ambruogiuolo rise e gli raccontò ciò che aveva già
raccontato a Bernabò. Allora Silurano, fingendo di apprezzare quella storia, portò Ambruogiuolo affinché la
raccontasse al sultano e fece anche convocare Bernabò, anch’egli lì per affari. Allora smascherò l’inganno
del mercante facendolo minacciare dal sultano e rivelando la sua vera identità al marito e agli altri. Il
sultano allora obbligò Ambruogiuolo a risarcire Bernabò e inoltre regalò alla coppia ritrovata ori, gioielli e
molti 10000 denari: la coppia poté così ritornare a Genova. Ambruogiuolo fu invece cosparso di miele,
legato ad un palo e lasciato nel deserto alla mercé degli insetti.
festività religiose le avrebbe rispettate quando fosse stata vecchia. Messer Ricciardo, scandalizzato da tanta
franchezza, provò a insistere ancora, ricordandole i doveri di moglie e le promise che, se fosse tornata a Pisa
con lui, avrebbe trovato un marito del tutto diverso, capace di farla contenta. Bartolomea rispose che il suo
onore era affar suo e si chiese anche come avrebbe potuto mai cambiare suo marito, visto che era un uomo
freddo, indifferente alla sua sposa e che, per quanto si fosse ingegnato, sarebbe stato sempre un disastro.
Lei se ne sarebbe stata col suo Paganino e, se poi fosse stata abbandonata, a Pisa non sarebbe tornata di
sicuro, perché, tanto, qualunque soluzione sarebbe stata sempre più vantaggiosa di quella di un ritorno al
talamo maritale; di conseguenza lo invitava a ripartirsene per Pisa da dove era venuto. Ricciardo se ne tornò
così a Pisa dove gli venne una specie di fissazione e, quando incontrava qualche conoscente, si lamentava
con lui, che una giovane donna non vuole mai rispettare le solennità religiose; questo stato d'animo lo fece
ammalare di un male che lo portò presto a morte. Paganino, saputa la cosa, fu così lieto di sposare
regolarmente la vedova e i due, finché poterono, non rispettarono mai le festività religiose.