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COPERNICANA
1
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, Einaudi, Torino, 1972, p. 3
agli albori della filosofia greca Anassimandro aveva elaborato il suo modello meccanico delluniverso, con il
cilindro terrestre che stava sospeso immobile nel suo centro; i pitagorici, pur ponendosi fuori dal coro (con la
loro idea del fuoco centrale e della Terra ruotante attorno ad esso) avevano introdotto lidea della sfericit
delluniverso e, per analogia, della stessa Terra.
Tutti questi modelli, ad eccezione di quello pitagorico, presupponevano e davano per scontato il
geocentrismo, una concezione derivante sia dallo spontaneo antropocentrismo delluomo che stava
compiendo i primi passi della conoscenza di s e delluniverso, sia dalla testimonianza dei sensi, ovvia per
luomo comune, ma anche per quegli studiosi che, scrutando il cielo ad occhio nudo, assistevano
quotidianamente allo spettacolo di un firmamento che sembrava ruotare attorno a loro ogni 23 ore e 56
minuti.
Al dogma geocentrico Platone, nel Timeo, aggiunge un secondo dogma, il moto circolare uniforme della
sfera delle stelle fisse e dei pianeti, che condizioner tutta lastronomia successiva fino a Copernico.
Nella mitica descrizione di come un divino artefice plasmasse la materia amorfa per formare il grande
organismo dellUniverso, cos si esprime Platone:
<<E tale fu il suo criterio [del Creatore]: prima, che il tutto fosse, per quanto possibile, un vivente perfetto, costituito di
parti perfette, inoltre che fosse uno, non essendo lasciata nessuna condizione da cui potesse nascere un altro essere
simile, s che fosse anche immune da vecchiezza e malattia
Ecco perch torn luniverso come una sfera, in forma circolare, ugualmente distante, in ogni parte, dal centro alle
estremit, che fra tutte le figure la pi perfetta e la pi simile a se medesima, ch Dio giudic il simile infinitamente
pi bello del dissimile. E la superficie esterna tutta, per molte ragioni, egli fece perfettamente liscia. Innanzi tutto perch
il mondo non aveva alcun bisogno di occhi, ch nulla, al di fuori, vera rimasto da vedere, n dorecchi, ch nulla era
rimasto da udire nulla gli si sarebbe potuto aggiungere donde che fosse, poich non vera nulla al di fuori di lui. S,
perch il mondo stato fatto ad arte in modo che da se medesimo si nutre (con la sua stessa corruzione) e tutto agisce e
patisce in s e per s Al mondo egli ha dato invece il movimento pi adeguato al suo corpo Ecco perch,
imprimendo al mondo una rotazione uniforme, nello stesso luogo, lo ha fatto muovere con moto circolare>> 2.
Una sfera perfetta, la sola superficie completamente simmetrica (immagine simbolica dellEssere
parmenideo), eterna e incorruttibile, diventa, agli occhi di Platone, la forma pi plausibile per pensare
lanimale cosmico di cui ci sta mostrando la genesi e, dovendosi muovere, si muover del moto pi vicino
allimmutabilit dellEssere, ovvero una rotazione eterna attorno a se stessa, che occupa esattamente la
medesima porzione di spazio in ogni istante del suo moto.
a) Variazioni di luminosit dei pianeti nel tempo, attestanti una inammissibile variazione di distanza dalla
Terra (derivante in realt dal moto della Terra e dai diversi tempi di rivoluzione dei pianeti intorno al Sole).
b) Variazioni di velocit, ovvero inammissibili accelerazioni e decelerazioni dei pianeti (derivanti in realt
dal moto dei pianeti su unorbita ellittica attorno al Sole, che ne occupa uno dei due fuochi, moto pi o meno
veloce a seconda che il pianeta si avvicini o si allontani dal fuoco).
c) Moti di retrocessione dei pianeti che, nel loro
graduale moto verso est, retrocedono periodicamente,
per un breve tratto, verso ovest (questo moto retrogrado
deriva, in realt, dai moti relativi dei vari pianeti visti dalla
Terra supposta immobile).
2
Opere politiche di Platone, a cura di F. Adorno, UTET, Torino, 1953, vol. I, p. 616
Per comprendere meglio le contraddizioni tra il modello teorico e le osservazioni empiriche delle stelle
erranti, si pu confrontare il modello platonico con il modello di Keplero, corrispondente ai reali moti dei
pianeti nel sistema solare:
3
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 72
Le sfere, che per Eudosso erano solo delle entit geometriche utili a descrivere il moto planetario, assunsero
per Aristotele una realt fisica. Innanzitutto, per motivi derivanti dal carattere di costruzione materiale che egli
attribuiva alla macchina celeste, introdusse per ogni pianeta altre tre sfere, dette reagenti, che dovevano
compensare i movimenti delle precedenti permettendo alla successiva (ovvero la prima sfera del pianeta
seguente) di mantenere i poli fissi sui poli celesti, garantendo cos lintero cinematismo planetario.
Considerando che Sole e Luna non hanno retrogradazioni, e nel sistema di Eudosso il loro moto dipende
da due sole sfere, il numero totale delle sfere necessarie a muovere 7 corpi celesti (5 pianeti pi Sole e
Luna) risultava essere 49: cominciamo ad avere unidea di cosa significhi complessit
dellastronomia aristotelico-tolemaica!
Inoltre, essendo la cosmologia aristotelica strettamente integrata nel suo pensiero filosofico complessivo, in
particolare nella teoria del moto, dovendo attribuire materialit alle sfere celesti, il filosofo dedusse che i cieli
dovessero essere costituiti da una quinta essenza rispetto ai quattro elementi della Terra (terra, acqua,
aria, fuoco), poich a questultimi compete solo il moto rettilineo, secondo la teoria dei luoghi naturali.
Questa sostanza celeste, che gli antichi chiamarono etere (<<derivando per esso questa denominazione dal
suo correre per sempre per leternit>>) doveva essere eterna, inalterabile e incorruttibile, il cui moto, cio il
moto di tutte le sfere astrali, doveva essere per natura circolare e uniforme.
Come osserva T. S. Kuhn: <<Nessunaltra teoria cosmologica completa come quella aristotelica incorpor
mai il sistema matematico di epicicli e deferenti che, nei secoli successivi alla morte di Aristotele, fu adottato
per spiegare il moto planetario. Il concetto che i pianeti siano posti in involucri sferici ruotanti, concentrici alla
Terra, rimase fino allinizio del secolo XVII una parte accettata del pensiero cosmologico Nel titolo della
grande opera di Copernico, De Revolutionibus Orbium Caelestium, le orbes o sfere non rappresentano i
pianeti stessi, ma piuttosto gli involucri sferici concentrici in cui sono posti i pianeti e le stelle>> 4.
4
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 77
Per perfezionare le previsioni sui moti planetari pi complicati, venne adottata anche lingegnosa
combinazione di epiciclo (minore) su epiciclo su deferente5:
In questo caso, se lepiciclo maggiore compie otto giri in direzione est e il minore ne compie uno in direzione
ovest per ogni rotazione del deferente, allora la traiettoria descritta dal pianeta entro la sfera delle stelle
quella illustrata in figura (b).
Gli sviluppi e le correzioni del sistema epiciclo-deferente culminarono, nel II sec. d. C., nellelaborato sistema
planetario di Tolomeo (100-178 d. C.): il pi completo sistema astronomico dellantichit.
5
Figura tratta da: Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 89
6
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 93
7
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 92
3 La rivoluzione di Copernico
a) Lincremento dei viaggi e delle esplorazioni successivi alla scoperta dellAmerica da parte di
Cristoforo Colombo (avvenuta nel 1492, quando Copernico aveva 19 anni).
La necessit di tecniche di navigazione e mappe sempre pi perfezionate port gli astronomi e i geografi
dellepoca ad accorgersi di quanto fossero sbagliate le antiche descrizioni della Terra; in particolare di quanto
avesse sbagliato Tolomeo che, oltre ad essere stato il pi grande astronomo dellantichit, fu anche il pi
grande geografo. Questa perdita di autorit in campo geografico port Copernico a ritenere che Tolomeo
avrebbe potuto errare anche nel campo ad esso strettamente collegato, ovvero quello astronomico.
Ricostruzione del planisfero di Tolomeo (150 d.C.) Mappamondo di Mercatore (1587) Londra, British Museum
Riforma del
Viaggi ed calendario Neoplatonismo
esplorazioni umanistico e
successivi alla semplicit
scoperta matematica
dellAmerica della natura
Neoplatonismo
Complessit del umanistico
sistema e
aristotelico- culto del Sole
tolemaico RIVOLUZIONE
COPERNICANA
9
Marsilio Ficino, Liber de Sole, in: Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 167
10
Copernico, De Revolutionibus Orbium Caelestium, cap. X, in: Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp.
167-168
Come si pu notare, fermo restando il merito indiscutibile di aver scardinato la tradizionale visione
geocentrica del cosmo in favore delleliocentrismo, la rivoluzione copernicana per molti altri aspetti fu
poco rivoluzionaria. Infatti, rispetto al progetto iniziale di semplificazione geometrica delluniverso, per
poter spiegare tutti i fenomeni celesti, mantenendo luniverso sferico, circolare uniforme e senza ricorrere ad
equanti, Copernico dovette introdurre nuove sfere eccentriche ed epicicli, in modo tale da ottenere alla fine
un sistema altamente complesso, paragonabile a quello tolemaico che voleva superare.
Altre difficolt nacquero dalla rotazione della Terra attorno al proprio asse.
Gli astronomi tolemaici, rifacendosi alla fisica aristotelica dei luoghi naturali e alle obiezioni dello stesso
Tolomeo contro il moto della Terra, fecero notare che, se la terra ruotasse, almeno con una rivoluzione
quotidiana, dovrebbe avere una grandissima velocit, tale da provocare la disintegrazione dello stesso
pianeta per la forza centrifuga che disperderebbe tutte le sue parti nello spazio; n potrebbero rimanere
ferme tutte le creature animate e inanimate presenti sulla superficie della Terra.
Inoltre tutti gli oggetti cadenti da una qualche altezza (per esempio dalla cima di una torre) non potrebbero
cadere al suolo nel punto che sta esattamente sulla verticale rispetto al punto di partenza (quindi ai piedi
della torre), poich nel frattempo quel punto, per la gran velocit della Terra, si sarebbe spostato verso
oriente. Infine, vedremmo le nubi, gli uccelli e tutte le cose sospese nel cielo spostarsi sempre verso
occidente.
A simili obiezioni il matematico Copernico rispondeva solo in modo aprioristico, attribuendo alla Terra un
moto naturale, evitando cos la vera spiegazione dei fenomeni che, in questo caso, pu essere solo di
tipo fisico e verr fornita pi avanti da Galileo Galilei, contestualmente alla fondazione della fisica moderna,
in particolare attraverso lelaborazione del cosiddetto principio della relativit galileiana.
Oltre alle contraddizioni di tipo fisico, il moto della Terra incontr difficolt (forse pi gravi per lopinione
pubblica) di tipo teologico, in un primo tempo da parte dei protestanti.
Proprio la fedelt alla lettera della Bibbia, considerata la sola fonte del sapere cristiano, al di l delle varie
sottigliezze interpretative tipiche della Chiesa cattolica, faceva del protestantesimo il primo baluardo contro
leresia copernicana.
A questo proposito utile ricordare che Andreas Osiander, il teologo luterano che si occup della stampa
del De Revolutionibus, nella sua Prefazione anonima (senza il benestare di Copernico) aveva incoraggiato i
lettori ad avvalersi della possibilit che il circolo rappresentante lorbita della Terra fosse solo un a finzione
matematica utile per i calcoli, come se la Terra si muovesse, ma senza nessuna pretesa di rispecchiare la
realt autentica del mondo.
Sembra che lo stesso Martin Lutero, gi prima della pubblicazione del De Revolutionibus, in uno dei suoi
Discorsi a tavola, tenuto nel 1539, affermasse:
<<La gente ha prestato orecchio ad un astrologo da quattro soldi, il quale s dato da fare per dimostrare che la Terra
che gira, e non i cieli e il firmamento, il Sole e la Luna... Questo insensato vuole sovvertire lintera scienza astronomica;
ma la Sacra Scrittura ci dice [Giosu 10.13] che Giosu ordin al Sole, e non alla Terra, di fermarsi>> 11.
Allo stesso modo, il primo discepolo di Lutero, Melantone, si incaric di raccogliere un certo numero di
citazioni bibliche anticopernicane: <<la Terra rimane sempre al suo posto... il Sole sorge e tramonta e torna al luogo
dal quale s levato>> [Ecclesiaste 1.4-5].
Anche Calvino, commentando la Genesi, cit il versetto iniziale del Salmo XCIII: <<resa stabile anche la
Terra, che non vaciller>>, domandandosi chi avrebbe avuto lardire di porre lautorit di Copernico al di sopra
di quella dello Spirito Santo.
Agli inizi del XVII secolo sempre pi frequentemente i copernicani venivano definiti infedeli e atei, fin
quando, dopo il 1610, anche la Chiesa cattolica si aggreg alla lotta contro il copernicanesimo, che divent
uneresia, arrivando, nel 1616, a porre allIndice il De Revolutionibus e tutti gli altri scritti che sostenevano il
moto della Terra.
11
Citazione di A. D. White, in Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp. 245-246
In questo sistema: <<La Terra di nuovo ferma nel centro geometrico di una sfera stellare, la cui rotazione
quotidiana spiega i circoli giornalieri delle stelle. Come nel sistema tolemaico, il Sole, la Luna e i pianeti sono
fatti quotidianamente ruotare con le stelle in direzione ovest dalla sfera esterna e possiedono inoltre un loro
proprio moto orbitale in direzione est I circoli della Luna e del Sole sono centrati sulla Terra: fino a questo
punto il sistema ancora tolemaico. Ma il centro delle altre cinque orbite planetarie trasferito dal centro
della Terra al Sole La caratteristica pi notevole e storicamente significativa del sistema ticonico la sua
funzionalit come soluzione di compromesso dei problemi sollevati dal De Revolutionibus.
Poich la Terra stazionaria e centrale, tutte le
argomentazioni pi importanti addotte contro la
proposta di Copernico perdono la loro validit.
La Scrittura, le leggi del moto, lassenza della
parallasse stellare, tutto viene rimesso daccordo
dal sistema proposto da Brahe e questa
riconciliazione effettuata senza sacrificare alcuna
delle principali armonie matematiche di Copernico.
Il sistema ticonico risulta in effetti, dal punto di vista
matematico, esattamente equivalente a quello
copernicano>>12.
Conservando i vantaggi matematici del sistema
copernicano, senza gli inconvenienti fisici e
teologici, il sistema ticonico costitu un
compromesso quasi perfetto, fortemente
avvertito tra gli astronomi della seconda met del
XVI secolo.
Brahe, pur essendo un conservatore, produsse,
con la sua opera, effetti non conservatori. Infatti,
con lequivalenza geometrica tra i due sistemi,
contribu a far conoscere agli astronomi i problemi
matematici dellastronomia copernicana, ma,
soprattutto,
Il sistema ticonico.
Nel disegno i moti orbitali sono rappresentati da circoli,
contribu allabbandono delle sfere cristalline
ma nel sistema ticonico completo si sono resi (orbium) di origine aristotelica, introducendo il
necessari anche epicicli minori, eccentrici ed equanti. concetto di orbita.
Se infatti guardiamo il sistema ticonico
rappresentato in figura, vediamo che la sfera di Marte interseca quella del Sole, cos come la sfera del Sole
interseca le sfere di Mercurio e Venere. Sia il Sole che i pianeti non possono quindi essere incorporati in
sfere materiali che li facciano ruotare, poich le sfere penetrerebbero le une nelle altre e si muoverebbero, in
ogni istante, le une attraverso le altre, il che impossibile.
Cos Brahe, per legittimare il suo sistema, ha dovuto sostituire il concetto fisico di orbe con quello
matematico di orbita, contribuendo involontariamente al superamento di un aspetto essenziale della
tradizione cosmologica aristotelico-tolemaica che costituiva uno dei principali ostacoli allaffermazione del
copernicanesimo.
12
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp. 259-260
discordanze stesse variavano con una legge matematica familiare e ricercando questa legge scopr che
teoria e osservazione potevano andare daccordo se i pianeti si muovevano in orbite ellittiche con velocit
variabili secondo una semplice legge che egli pure enunci>> 13.
Non dobbiamo per pensare che questi risultati eccezionali siano stati solo il frutto della grande disponibilit
di dati sperimentali e del convinto copernicanesimo di Kepler.
Di fondamentale importanza, se non decisiva, stata la sua convinta fede neoplatonica che, in termini
fisico-astronomici, si traduceva nella convinzione che tutti i fenomeni naturali fossero governati da leggi
matematicamente semplici e che il Sole fosse la causa di tutti i moti celesti.
Lorigine della seconda legge <<Fu
infatti dovuta pi che altro
allintuizione fisica di Kepler che i
pianeti siano spinti lungo le loro
orbite dai raggi di una forza motrice,
lanima motrix, che si sprigiona dal
Sole... Pertanto il numero di raggi
che arrivavano ad urtare un pianeta
e la loro forza corrispondente che
guidava il pianeta attorno al Sole
dovevano diminuire con il crescere
della distanza fra il pianeta e il
Sole... Ma la fede di Kepler nelle armonie matematiche e la funzione di questa fede nella sua opera sono
espresse pi vigorosamente in unaltra delle leggi che lastronomia moderna ha ereditate da lui>> 15.
Si tratta della cosiddetta terza legge di Kepler (annunciata nel 1619 nelle Armonie del mondo) che
stabilisce una relazione tra le velocit dei pianeti che si muovono in orbite differenti.
Secondo questa legge il rapporto tra i quadrati dei periodi orbitali di due pianeti (i tempi necessari ai due
pianeti per completare il circuito delle loro orbite) uguale al rapporto fra i cubi delle loro distanze medie dal
Sole. Ovvero, se indichiamo con T1 e T2 i periodi e con R1 e R2 le distanze medie dei pianeti dal Sole,
avremo: (T1/T2) = (R1/R2).
13
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp. 271-272
14
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 272
15
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp. 274 - 277
Sebbene nei primi decenni del 600 questa legge non ebbe unutilit pratica immediata, essa esercit un
grande fascino su Kepler, proprio perch stabiliva una regola mai prima dallora osservata nel sistema
planetario. Per il neoplatonico matematico o neopitagorico Kepler, convinto che tutto nella natura si
manifestasse secondo semplici regole matematiche (che gli scienziati dovevano scoprire), una regola
matematica semplice, come quella della terza legge, costituiva essa stessa una giustificazione.
<<Per lui la terza legge, in se stessa e di per se stessa, spiegava perch le orbite planetarie fossero state
tracciate da Dio in quel loro particolare modo, e tale tipo di spiegazione, derivato dallarmonia matematica,
quello che Kepler cerc continuamente nei cieli>> 16.
16
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 278
17
Dal titolo dellopera di A. Koyr, Dal mondo chiuso alluniverso infinito, Feltrinelli, MI, 1970
Cos Bruno, con la sola forza del pensiero (e prima che Galileo lo confermasse con il telescopio), ha avuto il
merito di sconvolgere completamente la cosmologia aristotelica, centrata e gerarchica, presentando alluomo
moderno limmagine vertiginosa di un cosmo senza pi centro n periferia, ovvero dove tutto centro e
periferia, applicando alluniverso quella coincidentia oppositorum che Cusano attribuiva soltanto a Dio.
Nellopera del 1584, De la causa, Principio e Uno, cos Bruno esprime questi concetti:
<<Alla proporzione, similitudine, unione ed identit de linfinito non pi ti accosti con essere uomo che formica, una
stella che un uomo; perch a quello essere non pi ti avvicini con essere sole, luna, che uomo o una formica; e per
nellinfinito queste cose sono indifferenti. E quello che dico di queste, intendo di tutte laltre cose di sussistenza
particulare...
Dunque, lindividuo [indivisibile] non differente dal dividuo [divisibile], il simplicissimo da linfinito, il centro da la
circonferenza. Perch dunque linfinito tutto quello che pu essere, inmobile; perch in lui tutto indifferente, uno;
e perch ha tutta la grandezza e perfezione che si possa oltre e oltre avere, massimo e ottimo immenso. Se il punto non
differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da linfinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo
affirmare che luniverso tutto centro o che il centro de luniverso per tutto, e che la circonferenza non in parte
alcuna per quanto differente dal centro, o pur che la circonferenza per tutto, ma il centro non si trova in quanto che
differente da quella... E coss non stato vanamente detto che Giove [Dio] empie tutte le cose, inabita tutte le parti
delluniverso, centro de ci che ha lessere, uno in tutto e per cui uno tutto. Il quale, essendo tutte le cose e
comprendendo tutto lessere in s, viene a fare che ogni cosa sia in ogni cosa>>18.
Bruno giunge cos ad una forma di naturalismo materialistico in cui lUno, o sostanza unica, una
materia universale intrinsecamente animata e gravida degli infiniti enti che incessantemente sgorgano dal
suo grembo. Luniverso bruniano appare cos come un infinito essere animato in cui ogni cosa finita, per
quanto insignificante possa apparire, percorsa dallo stesso spirito vitale immanente alla materia.
Si tratta di una ontologia che, anche se in forme diverse, avr grande fortuna nella filosofia dei secoli
successivi, in particolare nella metafisica di Spinoza (XVII sec.) e in quella di Schelling (XVIII-XIX sec.).
1) Infinit delluniverso.
E lidea fondamentale di Bruno che sta alla base di tutte le altre e Giordano Bruno: bronzo di Ettore Ferrari
(1889), Piazza Campo de' Fiori, Roma
che abbiamo argomentato nel Par. 4.1.
18
Giordano Bruno, De la causa, Principio e Uno, a cura di V. Spampanato, Principato, Messina, 1923, pp. 166-168
19
La definizione di A. Lovejoy, nellormai classica opera: La grande catena dellessere, Feltrinelli, MI, 1966
20
A. Lovejoy, La grande catena dellessere, Feltrinelli, MI, 1966, p.114
21
Abbagnano-Fornero, Itinerari di filosofia, Vol. 2A, Paravia Bruno Mondadori Editore, MI, 2003, p. 75
2) Abbattimento delle mura esterne delluniverso.
Se luniverso infinito non pu essere chiuso dalla sfera delle stelle fisse (l<<ultima sphaera mundi>> di cui
parla ancora lo stesso Copernico!) e queste ultime sono disperse in uno spazio illimitato. E la distruzione
della secolare idea, tanto cara anche a molti filosofi greci, che il mondo avrebbe dovuto avere dei confini,
perch solo ci che finito, delimitato, e quindi comprensibile, sarebbe perfetto.
3) Pluralit dei mondi e loro abitabilit.
Una volta aperta la volta celeste tutto possibile, soprattutto alla sfrenata immaginazione cosmologica di
Bruno, sempre sorretta per dal lume della ragione. Infatti, anche per meglio magnificare leccellenza di Dio,
linfinito spaziale si popola di una pluralit illimitata di sistemi solari che, statisticamente e probabilisticamente
parlando (come diremmo oggi) possono essere popolati da creature viventi, in alcuni casi con abitanti
razionalmente migliori dei terrestri (come si pu leggere nel 3 dialogo di De linfinito universo et mondi).
4) Identit di struttura tra cielo e Terra.
Questa tesi (che verr dimostrata scientificamente solo da Galileo con il telescopio) implica il superamento
del dualismo cosmologico aristotelico tra mondo lunare e mondo sublunare, ovvero tra una parte
qualitativamente nobile, incorruttibile, delluniverso e una parte meno nobile, corruttibile. Ancora una volta
Bruno si appella ad una giustificazione di ordine teologico: procedendo tutto da ununica mente e potenza
creatrice, non sono ammissibili discriminazioni gerarchiche tra diverse zone del creato.
5) Geometrizzazione dello spazio cosmico.
Eliminate le gerarchie e le qualit, non rimane che uno spazio di tipo euclideo, omogeneo e infinito (di cui
parla Koyr in Dal mondo chiuso alluniverso infinito); si tratta del vuoto infinito di Democrito e Lucrezio,
uno spazio acentrico senza pi punti di riferimento assoluti, poich ogni riferimento ormai solo relativo tra
astro e astro.
<<FULGENZIO... Sono riuscito a convincermi che il decreto stato saggio. E servito a rivelarmi quanto possa essere
rischiosa per lumanit unindagine libera da ogni freno: tanto, che ho preso la decisione di abbandonare lastronomia.
Ma ho pure sentito il bisogno di esporvi alcuni motivi che possono spingere anche un astronomo, qual ero io, a
interrompere lo studio delle scienze esatte.
GALILEO So benissimo quali sono questi motivi.
FULGENZIO Capisco la vostra amarezza. Alludete a certi poteri straordinari di cui dispone la Chiesa.
GALILEO Chiamateli pure strumenti di tortura.
FULGENZIO Ma non si tratta solo di questo. Permettete che vi parli di me? Sono cresciuto in campagna, figlio di
genitori contadini: gente semplice, che sa tutto della coltivazione dellulivo, ma del resto ben poco istruita. Quando
osservo le fasi di Venere, ho sempre loro dinanzi agli occhi. Li vedo seduti, insieme a mia sorella, sulla pietra del
focolare, mentre consumano il loro magro pasto. Sopra le loro teste stanno le travi del soffitto, annerite dal fumo dei
22
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., pp. 247- 248
secoli, e le loro mani spossate dal lavoro reggono un coltelluccio. Certo, non vivono bene; ma nella loro miseria esiste
una sorta di ordine riposto, una serie di scadenze: il pavimento della casa da lavare, le stagioni che variano nelluliveto,
le decime da pagare Le sventure piovono loro addosso con regolarit, quasi seguendo un ciclo. La schiena di mio
padre non s incurvata tutta in una volta, ma un
poco pi ogni primavera, lavorando nelluliveto: allo
stesso modo che i parti, succedendosi a intervalli
sempre uguali, sempre pi facevano di mia madre
una creatura senza sesso. Donde traggono la forza
necessaria per la loro faticosa esistenza? Per salire i
sentieri petrosi con le gerle colme sul dorso, per far
figli, per mangiare perfino? Dal senso di continuit,
di necessit, che infonde in loro lo spettacolo degli
alberi che rinverdiscono ogni anno, la vista del
campicello e della chiesetta, la spiegazione del
Vangelo che ascoltano la domenica. Si son sentiti
dire e ripetere che locchio di Dio su di loro,
indagatore e quasi ansioso; che intorno a loro stato
costruito il grande teatro del mondo perch vi
facciano buona prova recitando ciascuno la grande o
piccola parte che gli assegnata... come la
prenderebbero ora, se andassi a dirgli che vivono su
un frammento di roccia che rotola ininterrottamente
attraverso lo spazio vuoto e gira intorno a un astro,
uno fra tanti, e neppure molto importante? Quella
Sacra Scrittura, che tutto spiega e di tutto mostra la
necessit: il sudore, la pazienza, la fame,
loppressione, a che potrebbe ancora servire se
scoprissero che piena di errori? No: vedo i loro
sguardi velarsi di
sgomento, e il coltelluccio cadere sulla pietra del
Schema tratto dalla Divina Commedia di Ernesto Bignami focolare; vedo come si sentono traditi, ingannati.
Dunque, dicono, non c nessun occhio sopra di
noi? Siamo noi che dobbiamo provvedere a noi stessi, ignoranti, vecchi, logori come siamo? Non ci stata assegnata
altra parte che di vivere cos, da miserabili abitanti di un minuscolo astro, privo di ogni autonomia e niente affatto al
centro di tutte le cose? Dunque, la nostra miseria non ha alcun senso, la fame non una prova di forza, semplicemente
non aver mangiato! E la fatica piegare la schiena e trascinar pesi, non un merito! Cos direbbero; ed ecco perch nel
decreto del SantUffizio ho scorto una nobile misericordia materna, una grande bont danimo>> 23.
Bertolt Brecht, nelle parole di frate Fulgenzio, riesce ad esprimere mirabilmente il senso di vertigine,
angoscia, solitudine e piccolezza provato dalluomo moderno che sta assimilando pienamente la
rivoluzione copernicana, soprattutto nella versione rivoluzionaria di Giordano Bruno.
La rivoluzione astronomica, iniziata da Copernico come semplice rivoluzione geometrica dei cieli, ha
prodotto enormi effetti non-astronomici sulla visione che luomo aveva di stesso, dei suoi rapporti con
luniverso e con Dio. Ha prodotto un mutamento antropologico che verr rilevato pienamente solo
dallilluminismo, nel 700, e dalle filosofie atee dell800.
Il geocentrismo della cosmologia aristotelico-tolemaica implicava, per luomo antico e medievale, il
finalismo antropocentrico:
<<La Bibbia sosteneva ad esempio che i cieli erano stati creati per la Terra e la Terra per luomo... Sede
dellunico abitante razionale dellUniverso, la Terra era anche al centro degli avvenimenti pi importanti del
creato al punto che una sola naturale follia duna coppia ingenua, in Mesopotamia, poteva aver costretto
con le sue conseguenze una delle persone della divinit a d assumere corpo umano e a morire sulla terra
per la salvezza delluomo (Lovejoy, op. cit., pag. 109). Disputati dalle potenze celesti e da quelle infernali,
luomo e la sua sede costituivano dunque il senso stesso dellessere>>24.
Questa funzione consolatoria e auto-gratificante del geocentrismo/antropocentrismo stata messa in crisi,
per la prima volta, dalla rivoluzione copernicana. Essa ha costituito quella che Freud chiama la prima ferita
narcisistica delluomo moderno:
<<Il primo colpo quello che deriva dalla scoperta copernicana che, decentrando la terra, priva luomo della
sua collocazione sovrana nel quadro delluniverso, riducendolo ad una particella insignificante. E la prima
23
Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi, Torino, 1963, pp. 80-82
24
Massaro-Fornero, Fare filosofia, Vol. 2, Paravia, Torino, 1998, p.83
delle tre ferite narcisistiche che la scienza sembra riservare allumanit. La seconda, quella darwiniana,
colpisce al cuore limmagine stessa delluomo, la sua discendenza divina, con linserirlo nelle generazioni del
regno animale; la terza, infine, quella psicoanalitica, mette in crisi lultima presunzione delluomo, la residua
illusione, quella di una signoria della sua interiorit, dimostrando che lIo non padrone neppure in casa
propria>>25.
Il copernicanesimo, in quanto prima umiliazione inferta al narcisismo delluomo occidentale, rappresenta
anche linizio di ci che Max Weber chiama il disincantamento del mondo, ovvero quel processo di
progressiva intellettualizzazione e razionalizzazione del sapere, per cui non occorre pi ricorrere alla magia
o alla preghiera per ingraziarsi gli spiriti o la divinit, di fronte alle difficolt e ai drammi dellesistenza, poich
a ci sopperiscono, sempre pi tendenzialmente, la ragione e i mezzi tecnici 26.
Come si pu vedere, tutti questi effetti non-scientifici della rivoluzione scientifica, inaugurata da
Copernico, esigevano una profonda e radicale trasformazione della prospettiva con cui luomo occidentale
interpretava se stesso, il suo rapporto con Dio, i fondamenti della sua legge morale e il suo posto
nelluniverso.
<<Una tale trasformazione non poteva essere condotta a termine in un breve arco di tempo e non fu quasi
neppure iniziata finch le prove a sostegno della dottrina copernicana rimasero incerte come nel De
Revolutionibus. Finch non si giunse a questa trasformazione, gli osservatori sensibili poterono ben trovare i
valori tradizionali incompatibili con la nuova cosmologia, e la frequenza con cui laccusa di ateismo venne
lanciata contro i copernicani la prova della minaccia dellordine stabilito che, secondo molti osservatori, il
concetto di una Terra planetaria veniva a costituire>> 27.
La teoria copernicana si svilupp durante la Controriforma, proprio quando la Chiesa era maggiormente
sconvolta da riforme interne volte a far fronte alle critiche del protestantesimo. Questo fece s che
lanticopernicanesimo costituisse una di queste riforme, facendo la sua prima illustre vittima nel filosofo e
mistico Giordano Bruno, mandato al rogo a Roma il 17 febbraio del 1600.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
PAROLE CHIAVE
Deferente: circonferenza il cui centro coincide con il centro della Terra, che ruota con velocit uniforme,
trascinando con s lepiciclo sul quale di solito si trova il pianeta. Introdotto da Apollonio e Ipparco, tra III e II
secolo a.C., per risolvere il problema delle apparenti irregolarit nel moto dei pianeti.
<<Disincantamento del mondo>>: espressione coniata da Max Weber per indicare quel processo di
progressiva intellettualizzazione e razionalizzazione del sapere (inaugurato dalla rivoluzione copernicana),
per cui non occorre pi ricorrere alla magia o alla preghiera per ingraziarsi gli spiriti, o la divinit, di fronte alle
difficolt e ai drammi dellesistenza, poich a ci sopperisce la ragione e la tecnica.
Eliocentrismo: teoria astronomica (sostenuta per la prima volta, in et moderna, da Copernico) secondo
la quale il Sole il centro di rotazione di tutti gli altri corpi celesti, compresa la Terra e le stelle.
Epiciclo: piccolo cerchio che ruota con velocit uniforme attorno ad un punto della circonferenza di un
secondo cerchio rotante (di solito il deferente). Introdotto da Apollonio e Ipparco, tra III e II secolo a.C., per
risolvere il problema delle apparenti irregolarit nel moto dei pianeti.
Equante: nel sistema tolemaico il punto simmetrico alla Terra, rispetto al centro del deferente (che non
coincide pi con il centro della Terra), rispetto al quale uniforme il moto del centro dellepiciclo lungo il
deferente.
Etere: sostanza celeste, ipotizzata da Aristotele, di cui sarebbero costituiti tutti gli astri del mondo
sopralunare; chiamata anche quinta essenza, per distinguerla dai quattro elementi della Terra (terra, acqua,
aria, fuoco), corruttibili e dotati solo di moto rettilineo. Letere invece doveva essere eterno, inalterabile e
incorruttibile, il cui moto, cio il moto di tutte le sfere astrali, doveva essere per natura circolare e uniforme
(<<derivando per esso questa denominazione dal suo correre per sempre per leternit>>).
<<Ferita narcisistica>>: espressione coniata da Freud per indicare la crisi della funzione
consolatoria e auto-gratificante, per luomo, del geocentrismo/antropocentrismo; per la prima volta ad opera
della rivoluzione copernicana, in seguito ad opera anche di Darwin e dello stesso Freud.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA
Thomas S. Kuhn, La rivoluzione copernicana, Einaudi, Torino, 1972
Opere politiche di Platone, a cura di F. Adorno, UTET, Torino, 1953, vol. I
A. Koyr, Dal mondo chiuso alluniverso infinito, Feltrinelli, MI, 1970
Giordano Bruno, De la causa, Principio e Uno, a cura di V. Spampanato, Principato, Messina, 1923
A. Lovejoy, La grande catena dellessere, Feltrinelli, MI, 1966
Abbagnano-Fornero, Itinerari di filosofia, Vol. 2A, Paravia Bruno Mondadori Editore, MI, 2003
Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi, Torino, 1963
Massaro-Fornero, Fare filosofia, Vol. 2, Paravia, Torino, 1998
Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Arnoldo Mondadori Editore, MI, 1986
Max Weber, Il lavoro intellettuale come professione, Einaudi, Torino, 1977