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Il tema della sepoltura in Antigone di Sofocle.

La figura di Antigone, allinterno delle tragedie che rappresentano il cosiddetto ciclo tebano, e rispetto a fonti pi antiche che trattarono comunque largomento , creazione originale di Sofocle. Un solo testo, cronologicamente anteriore allAntigone di Sofocle, introduce Antigone e Ismene a lamentare la sorte dei due fratelli uccisi in duello e accenna alla decisione presa da Antigone di violare il bando di Creonte seppellendo il fratello: si tratta del finale dei Sette a Tebe di Eschilo, che la maggior parte dei critici ritiene un brano spurio, che ha eliminato il finale originario di questa tragedia e che doveva servire solamente a saldare il finale dei Sette con lAntigone sofoclea in qualche tarda ripresa di queste tragedie. LAntigone di Sofocle fu rappresentata nel 442, a distanza di pochi anni dallAiace, la pi antica tragedia sofoclea rimastaci, e in un periodo nel quale il poeta, partito dalle conclusioni eschilee, andava maturando una sua originale visione religiosa. Infatti lAntigone riprende, ponendolo al centro dellazione, un problema gi posto nella parte finale dellAiace: la liceit morale di lasciare insepolto il cadavere d un nemico ucciso. Le due tragedie mostrano pi di unanalogia: anche nellAiace lordine di lasciare Aiace insepolto emanato dai due capi dellesercito, per desiderio di vendetta di fronte a un nemico che finalmente si vede alla propria merc (vv. 1068-9) o nel timore di apparire incapaci di punire con la dovuta energia chi ha osato ribellarsi (v. 1362). La situazione risolta dallintervento di Odisseo, il quale non rinnega la propria rivalit nei confronti delleroe morto, riconoscendo anzi che Aiace era per lui la persona pi ostile di tutto lesercito (v. 1336) e tuttavia afferma che dopo la morte tali sentimenti non hanno pi ragion dessere, e la stessa divisione fra bene e male assume contorni sfuggenti. Nel sottolineare il valore delleroe morto, Odisseo dissuade Agamennone dallo spingere la vendetta a un eccesso che farebbe calpestare la giustizia (v. 1335); lasciare insepolto Aiace non costituisce un affronto a questuomo, bens alle leggi degli di (v,. 1343-4). Il nucleo drammatico intorno a cui sincentra la vicenda dellAntigone semplice: il bando di Creonte allinizio della vicenda una discriminante, uno spartiacque che obbliga i diversi personaggi a regolare il proprio comportamento su di esso; nel procedere della vicenda il vero punto di divisione non sar pi il bando, bens Antigone stessa, e gli altri personaggi saranno giudicati in base al diverso comportamento nei confronti di lei. Ci che spinge Antigone a sfidare lautorit di Creonte la necessit di dare sepoltura alle spoglie del fratello. Nel mondo greco, gli onori dovuti ai morti erano un dovere fondamentale di piet religiosa, che spettava ai figli o ai parenti pi stretti. Si riteneva che la celebrazione del rituale propiziasse il viaggio del defunto verso l'Ade; si credeva infatti che l'anima di chi non avesse

ricevuto onori funebri fosse condannata a vagare senza pace, e perseguitasse quanti non avevano osservato l'obbligo dei funerali. Nel dramma sofocleo questa necessit assume le connotazioni di una legge divina, in contrapposizione ad una legge umana. Lappello alla Dike di Antigone, lurgenza di dar sepoltura a un proprio caro, si contrappongono allautorit umana di Creonte e rappresentano, a tuttoggi, un tema attualissimo, dato che il culto dei morti e una degna e rituale sepoltura delle spoglie vige pressocch in tutto il mondo. ..La sepoltura di un cadavere un rito voluto dagli dei, potenze molto superiori a Creonte, dice Antigone e in questa frase racchiusa tutta limportanza e la simbologia della sepoltura, che tradizione, rispetto delle volont divine, giustizia. Neppure pensavo-dice Antigone a Creonte- i tuoi decreti avere tanta forza che tu uomo potessi calpestare le leggi degli dei, quelle leggi non scritte e indistruttibili. Non soltanto da oggi n da ieri, ma da sempre esse vivono, da sempre: nessuno sa quando sono apparse. Di contro Creonte le oppone lubbidienza alle leggi scritte dagli uomini, dai capi. Il diritto alla sepoltura dei propri cari un diritto del ghenos che esige il compimento del rituale funebre per garantire la coesione della propria famiglia nel suo rapporto con le divinit dellOlimpo, dunque Antigone, nel rivendicare il diritto alla sepoltura, rivendica e difende la tradizione, quel corpus di leggi non scritte, il proprio retaggio ad una civilt antica, che sta per essere soppiantata da una nuova civilt di leggi scritte dagli uomini. La tragedia di Sofocle, non dimentichiamocelo, scritta in piena et periclea, nella quale Atene raggiunge la sua acme politica, artistica ed economica, congiuntamente alla nascita delle prime ambiguit e contraddizioni, che sono le stesse del suo personaggio pi rappresentativo. Accanto a un persistere di certezze e valori propri della generazione passata, ben rappresentate dalla difesa della tradizione ad opera di Antigone, prendono piede visioni del mondo diverse, che facendo delluomo la misura di tutte le cose vanificano la precedente esperienza religiosa in un razionalismo e relativismo quasi assoluto: Pericle stesso concede ampio spazio a queste nuove tendenze. Legato ai pi vivi intellettuali del tempo, Sofocle conosce profondamente le nuove dottrine e nello stesso tempo sente il pericolo che vi insito, e nellAntigone, pi che in ogni altra tragedia, ne mette in luce i rischi, proprio attraverso questa contrapposizione di opposti e contrari rappresentata da Antigone e Creonte: la difesa di leggi divine, non scritte, contro limposizione di leggi umane, scritte; le leggi della terra e la giustizia giurata degli dei contro la nuova visione antropocentrica e il relativismo morale che ne consegue. Antigone, nel difendere a costo della propria vita il diritto a seppellire Polinice, difende, in fondo, la legge della giustizia, che eterna: ogni uomo la trova scritta dentro di s, ed abbraccia ogni parte del cosmo, il mondo dei vivi come quello dei morti (vv. 450-1). La consistenza del suo vivere ora soltanto nel mettere in pratica queste leggi, fosse pure a rischio della propria vita (v. 72). Antigone dunque mossa dal desiderio di testimoniare e affermare le leggi della giustizia, anche a rischio della vita (vv. 96-7); dove la verit follia, anche la vita assume le fattezze della morte: La mia anima da tempo morta (vv. 559-560), afferma poco prima di affrontare lultimo viaggio, quando si rende conto della sua solitudine e, umanamente e tristemente, lamenta la giovinezza perduta e le gioie di amore mai godute. Antigone difende diritti familiari contro la difesa di diritti statali; la questione morale esiste in Sofocle ed fuori di dubbio che Antigone rappresenti Sofocle: lappello ad alcuni valori eterni, che luomo ritrova dentro di s e che sono estranei a qualsiasi limitazione di spazio e di tempo, ricorrente pi volte nelle opere di questo pota; laccenno alle leggi eccelse, a cui luomo deve ubbidienza e rispetto, rinvenibile anche in altre tragedie oltre lAntigone.

Nella lotta senza quartiere che si instaura tra Antigone e Creonte c molto di pi che non la mera disputa su unazione illecita ma necessaria: la lotta tra tradizione e innovazione, tra Il rispetto della legge divina e la tracotanza dellarroganza umana.Dunque difesa di diritti primigeni e conservatori di uno status ante, che, nel diritto alla sepoltura palesa una strenue lotta contro il nuovo ordine che avanza, quello antropocentrico che si macchia, inevitabilmente di hybris.

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