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psicologia dello sviluppo
psicologia dello sviluppo
apprendere
conoscere i processi cognitivi sottesi all’apprendimento permette di capire le caratteristiche della persona
che si ha di fronte e di acquisire una maggiore consapevolezza circa le richieste fatte agli studenti in termini
di impegno cognitivo; ad esempio, come facilitare la comprensione di un testo, come organizzare la lezione
per ottenere attenzione, come lavorare sugli aspetti motivazionali.
i modelli _______________________________________________________________________
1. teorie associazioniste
Identi cano l’apprendimento come acquisizione di nuovi comportamenti ed abitudini, come risultato di una
nuova associazione tra stimoli o tra risposta e conseguenza. Sono:
- condizionamento classico,
- condizionamento operante,
2. teorie cognitive/evolutive
svolgono un ruolo fondamentale nell’apprendimento i processi cognitivi. Sono:
- apprendimento latente,
- apprendimento osservazionale,
- apprendimento per Insight,
- apprendimento cognitivista
le teorie cognitive propongono il modello S-O-R, o modello cognitivo, si a erma che tra lo stimolo della
risposta ci sia qualcos’altro, ovvero la rappresentazione cognitiva del mondo che caratterizza l’organismo
(O)
Tolman, grazie ad una serie di studi fatti sui ratti vide che questi, posti in un labirinto, agivano sulla base di
una rappresentazione mentale interna dello spazio, una mappa cognitiva che consultavano e favoriva un
comportamento senza errori. Questa è stata costruita vagando per il come labirinto, ma dapprima non si
notò che la conoscenza dei posti nei ratti.
Dunque, i singoli elementi vengono riorganizzati secondo una nuova con gurazione mentale,
fornendo una ristrutturazione cognitiva grazie ad un insight, ad un’intuizione.
Per capire ciò Kohler fece degli esperimenti con gli scimpanzé nel 1917. I tentativi degli animali non erano
casuali, ma intelligenti, secondo Kohler, infatti L’animale valutava la situazione, formulava un’ipotesi di
soluzione (processo di problem solving) e poi veri cava la soluzione.
Secondo Atkinson e Shi rin, vi è inizialmente un input ambientale, che passa dai registri sensoriali per poi
entrare nella memoria breve termine, o di lavoro, dove agiscono processi di controllo attivo di reiterazione,
decisione e strategie di recupero per decidere se sia importante l’informazione per poi passarla nel
magazzino permanente, o memoria a lungo termine.
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Dunque, a prescindere dalle teorie di riferimento, l’apprendimento può essere visto come:
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- accrescimento, codi cano le informazioni sulla base di schemi preesistenti che vengono così arricchiti
ed ampliati;
- sintonizzazione, lo schema progressivamente si a na in seguito ad una ripetuta applicazione in contesti
diversi e si modi ca per adattarsi meglio alle nuove esigenze, è sinonimo di adattamento a contesti e
tempi diversi;
- ristrutturazione, lo schema vecchio viene ristrutturato perché non adeguata a integrare un’informazione
e si rende quindi necessario la creazione di un nuovo schema.
l’apprendimento è.._____________________________________________________________
strategico
le strategie sono attività intenzionali e controllate che lo studente mette in atto per raggiungere un preciso
obiettivo, che è la metacognizione. Secondo Cornoldi la metacognizione è la consapevolezza che
l’individuo ha di utilizzare un determinato processo cognitivo; questo determina la riuscita scolastica.
facciamo un esempio. Prendiamo la lettura, un processo cognitivo che si può attuare per varie motivazioni, per svago,
per motivi di studio o per cercare speci che informazioni.. Rendersi conto di cosa si sta facendo è importante per
scegliere quale strategia adottare a nché sia idonea e funzionale ai di erenti scopi e in modo da facilitare
l’apprendimento, o il compito in generale. (strategia tartaruga (analitica)/lepre/rana)
interattivo
l’apprendimento è presente dal momento in cui c’è relazione, in particolare le relazioni tra una serie di
variabili:
- caratteristiche dello studente, ovvero speci che abilità cognitive e metacognitive, come conoscenze,
aspettative su di sé, convinzioni, attribuzioni e ducia;
- attività di apprendimento, processi cognitivi messi in atto dallo studente in quel particolare compito;
- caratteristiche del materiale da apprendere, testi più o meno complessi, modalità ed ordine di
esposizione, presenza di immagini, schemi e domande, elementi facilitatori;
- caratteristiche della qualità dell’istruzione legate alle scelte metodologiche dell’insegnante e alle
capacità di comunicare con gli adulti alunni;
- il compito criteriale usato per veri care l’apprendimento quanto in linea con ciò che è stato insegnato.
L’apprendimento dunque si basa sul rapporto dinamico e continuo tra ciò che di nuovo acquisiamo, ciò che
già sappiamo e le nostre caratteristiche.
A livello didattico possiamo dire che il primo passaggio da svolgere in una classe è l’analisi della
situazione di partenza, veri care dunque le conoscenze già in possesso degli studenti.
Il secondo passaggio è quello di valutare il livello di elaborazione degli studenti per veri care se è
necessario un parziale accrescimento oppure una ristrutturazione completa.
in ne, il terzo passaggio, delineare modalità di presentazione e aiuti necessari.
L’educazione ha il compito di potenziare gli interessi, favorire l’espressione dei talenti, sviluppare le
motivazioni e veicolare una cultura dell’impegno della responsabilità. Deve, però, essere in grado di
a rontare il senso di noia e fatica che ogni processo di crescita e formazione comporta.
Le motivazioni che sostengono l’insegnante possono rivelarsi non compatibili con quelle dell’allievo; la sua
personalità e le sue sollecitazioni formative vengono avvertite come estranee e non attraenti.
all’interno della relazione interagiscono visioni del mondo, opinioni, convincimenti e stati d’animo che
predispongono l’allievo a fornire determinate risposte piuttosto che altre. Molti degli eventi che hanno luogo
nella relazione hanno origine da un transfert che, in ambito terapeutico, fa riferimento a quei sentimenti che
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il paziente prova nei riguardi dell’analista e ai quali quest’ultimo reagisce con un controtransfert, che gli
consente di distinguere le proprie emozioni da quella del paziente.
all’interno della relazione educativa il transfert non parte dall’allievo bensì dall’educatore il quale trasferisce
nell’alunno un eccesso di aspettative. Questo è evidente soprattutto nelle scuole dove non è possibile
distinguere le emozioni degli insegnanti da quelli degli studenti, contesti in cui si urta l’emotività in risposta
ad atteggiamenti non funzionali.
Implica, inoltre, diverse abilità cognitive come attenzione, memoria, lettura, comprensione, eccetera..
Ogni studente utilizza strategie di erenti per leggere, capire, memorizzare, per cui studenti con le
medesime capacità cognitive utilizzando modalità strategiche di erenti potrebbero arrivare ad esiti di
apprendimento diversi, o fallimentari o molto positivi.
È importante allora la metacognizione: ciò che lo studente sa, o crede di sapere, relativamente a se stesso
come studente, alle sue abilità di studio, alle discipline, alla strategia da usare, agli scopi che si pone. Molte
sono delle convinzioni che ci facciamo rispetto alla nostra capacità di a rontare quella determinata materia
o compito.
Sulla base dell’uso di strategie di abilità di studio speci che possiamo distinguere:
studenti esperti, che utilizzano strategie appropriate in modo automatico e spontaneo, con risparmio di
fatica a mangiare soddisfazione personale.
studenti principianti, che presentano de cit strategici, non usano strategie in modo spontaneo,
necessitano di aiuti esterni e spendono più risorse cognitive senza trarre vantaggi; maggiore demotivazione.
stili di apprendimento
Ogni alunno utilizza una modalità con cui si a ronta, si studia o si elabora le informazioni, questi sono gli
stili di apprendimento a cui si dovrebbero, successivamente, adattare gli stili di insegnamento.
Uno stile di apprendimento è una modalità di elaborazione che il soggetto adotta in modo prevalente,
che permane nel tempo e che si generalizza compiti diversi. Non sono legati a livelli di intelligenza, ma
sono semplicemente delle preferenze nell’uso delle proprie abilità che possono variare a seconda del
compito, dell’età e si sviluppano in relazione all’ambiente culturale o scolastico di appartenenza.
1. lo stile globale/analitico______________________________________________________
Concerne la preferenza per la percezione del dettaglio dell’insieme.
- Lo studente dallo stile globale di fronte ad un testo tenderà a cogliere inizialmente l’aspetto generale.
- Lo studente analitico, al contrario, punterà inizialmente la sua attenzione sui particolari.
- Lo studente dallo stile convergente procede seguendo una linea logica e convenzionale e converge
verso una risposta unica e prevedibile.
- Lo studente divergente parte dall’informazione data per procedere in modo autonomo e creativo,
generando una quantità di risposte originali e essibili.
1. formatore ___________________________________________________________________
tale maestro ritiene che i propri studenti siano incompleti, che necessitino di una plasmazione e formazione,
proprio perché lui si ritiene la perfezione, incarnando il depositario esclusivo del giusto. Anche se può
essere in sintonia con i bisogni formativi dell’educando rischia di diventare poco interattivo e non dinamico,
portando al decadimento dell’interesse e della motivazione.
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2. terapeuta ___________________________________________________________________
In questo caso l’insegnante si propone di guarire e restaurare lo studente, volendolo salvare. Si considerano
indispensabili, nonostante i limiti del loro intervento e le ripetute scon tte a cui vanno incontro. Questo tipo
di modello si sperimenta soprattutto nelle scuole di situazioni a rischio.
3. maieuta ____________________________________________________________________
tale insegnante favorisce la piena espressione delle potenzialità inibite e represse dell’alunno, ha un
atteggiamento empatico e si propone di far emergere l’autonoma capacità dell’educando di risolvere i
problemi, dunque non si mette al posto dell’alunno, ma gli fa vedere come fare attraverso il
rispecchiamento. Il rischio, però, è quello di inibire i sentimenti di ambivalenza che l’educando potrebbe
sviluppare nei suoi confronti per polarizzare su se stesso.
4. analista, o interprete ________________________________________________________
L’insegnante esprime la tendenza a voler individuare delle cause cui attribuire i comportamenti di cui è
spettatore, ma questa attribuzione di signi cati può non essere condivisa da chi c’è li riceve, ne deriva un
vizio comunicativo in cui l’educatore si pone come depositario di un sapere da elargire.
5. militante ____________________________________________________________________
tale modello si trova in contesti scolastici arrischio: il docente scende in campo sicamente condividendo i
problemi degli alunni rischiando, però, di deresponsabilizzare l’educando.
6. trasgressore________________________________________________________________
L’insegnante trasgressore vuole favorire la presa di coscienza dei propri desideri nascosti e il superamento
di quei sentimenti di vergogna che ne ostacolano la piena realizzazione, però, pur di far raggiungere i suoi
alunni la piena espressione del proprio sé e della propria personalità, sarebbe disposto a trasgredire le
regole scolastiche.
7. riparatore ___________________________________________________________________
L’insegnante, in questo caso, tende a focalizzarsi eccessivamente sugli alunni problematici senza che
riesca a riparare la loro esclusione, c’è il rischio però che essi vengono percepiti come innocenti e che non
focalizza l’attenzione sulle cause sociali che concorrono ad essa. Il suo obiettivo è di riparare al male
soccorrere quelle persone.
8. distruttore __________________________________________________________________
esiste in molti educatori una struttura della personalità ossessiva in cui il desiderio di formare può essere
in ciato dal desiderio opposto, ovvero di deformare, di frantumare e spezzettare l’altro. È un modello
imprigionato in circuiti comunicativi a doppio legame, ovvero l’altro sbaglia sempre e comunque. tutto ciò è
attivato da una distorsione a livello della personalità.
9. tecnocrate __________________________________________________________________
Il seguente modello sarà inserito da Mottana nel 1992. In questo caso l’insegnante si propone di
trasformare l’altro senza ricorrere in alcun modo alla dimensione emozionale e a ettiva, in questo modo
però la relazione non potrà mai essere profonda e signi cativa.
10. animatore __________________________________________________________________
tale modello, invece, viene declamato da Fabbri nel 2012; l’insegnante fa leva sulla spontaneità dei soggetti
che partecipano alla situazione formativa, favorisce alti livelli di partecipazione diretta e coinvolgimento
attivo. Questo si veri ca maggiormente nelle classi di più piccoli. Le attività fanno uso di indicatori ludici,
esplorativi, operativi, manipolativi ed espressivi che favoriscono il usso di scambi di informazioni fra
conscio ed inconscio: riesce ad attivare i processi cognitivi e meccanismi di tipo emotivo alzando la
motivazione.
Tra gli stili del docente e quelli dell’alunno esiste una relazione che se è congruente va a vantaggio sia del
rapporto insegnante-studente, sia dell’apprendimento. Quindi, è necessario, da parte dei docenti, chiedersi
come rispondere alle caratteristiche individuali di tutti gli studenti e come impostare la propria attività
didattica, questo perché ogni alunno ha il proprio stile. Bisogna, dunque, da parte dell’insegnante:
1. Acquisire la consapevolezza che esistono diversi stili cognitivi e che questi non si identi cano con le
abilità, adattandosi, pena scarso rendimento degli alunni;
2. Veri care le proprie modalità di insegnamento-apprendimento per capire quale sia quello più funzionale.
Deve ristrutturare una modalità che vada bene per tutti anche per prove ed errori;
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3. Valorizzare lo stile e le strategie preferite dagli alunni, Variando il proprio repertorio di metodi di
insegnamento e fornendo una molteplicità di situazioni stimolo che permettano allo studente sia di
utilizzare il suo stile, ma anche di cimentarsi con stili e strategia diversi.
In particolare nel carico pertinente ha un ruolo decisivo l’automatizzazione degli schemi e delle strutture
mentali. Grazie a tale processo molti dei compiti nuovi vengono immagazzinati e resi automatici, dunque,
l’impegno cognitivo poi richiesto diventa minimo, un esempio può essere la guida.
Vediamo quali sono le strategie per la gestione del carico cognitivo degli allievi.
1. Curare la chiarezza degli obiettivi proposti e dei possibili modi per raggiungerli;
2. Portare l’attenzione degli allievi direttamente sui punti essenziali della trattazione, senza scaricare
risorse cognitive;
3. Evitare ridondanze le interferenze tra canale verbale e visuale nei materiali, questo potrebbe portare ad
un sovraccarico;
4. Rispettare la continuità spaziale e temporale delle informazioni;
5. Usare prodotti multimediali brevi;
6. Fornire in anticipo de nizioni della terminologia speci ca dei materiali proposti, per farsi che l’allievo
non debba interrompere la lettura del testo per cercare i signi cati;
7. Utilizzare organizzatori anticipati, come mappe geogra che, linea del tempo, sequenze, diagrammi di
usso eccetera, prima e durante la lezione. un esempio importante di organizzatori anticipati sono le
carte di studio, fornite prima di iniziare un modulo, che contengono gli argomenti della lezione, i criteri di
valutazione, esempi di buone prestazioni, consigli per mettere in atto un buon processo per ottenerne.
L’attivazione cognitiva può coinvolgere conoscenze pregresse, abilità, capacità, atteggiamenti e credenze
dello studente.
1. Proporre compiti s danti in grado di appassionare gli allievi, collocati ad un gradino poco più alto del
loro livello attuale di conoscenze e quindi in grado di appassionarli e fargli fare quel passo in più per
crescere;
2. Insegnare agli studenti delle strategie esplicite, questo solitamente si fa con i più piccoli mentre quelli
più esperti lo de niscono da soli;
3. Insegnare algoritmi, ossia procedure di soluzione, ed euristiche, ossia strategie per trovare soluzioni da
laddove non siano disponibili soluzioni standard tramite soluzioni creative;
4. Distribuire nel tempo gli apprendimenti;
5. Utilizzare sequenze istruttive strutturate;
6. Utilizzare interventi in outdoor, ovvero apprendimenti esterni, allo scopo di sviluppare capacità teoriche,
pratiche e di coordinamento tra pari.
1. interventi per migliorare il vocabolario degli studenti, utili per migliorare anche la loro capacità di
comprensione del testo;
2. Interventi di lettura ripetuta per migliorare le abilità di lettura;
3. Interventi tesi a sviluppare le capacità creative dei ragazzi che consentono loro di avere maggiori
strumenti nella rielaborazione dei contenuti oggetto di studio;
4. interventi mirati a migliorare la capacità di studio;
5. Interventi mirati a sviluppare l’uso di strategie metacognitive da parte dei ragazzi;
6. Per gli studenti con disabilità intellettiva possono essere utili interventi integrati che fanno uso di
istruzione diretta, pratica deliberata e potenziamento della metacognizione.
1. Reciprocal teaching, ogni studente a turno assume ruolo di insegnante ed illustra i signi cati associati
ad un materiale di studio;
2. Peer tutoring, uno studente assume il ruolo di docente di uno o più compagni, a ancando
l’insegnante;
3. Small group learning, il docente forma coppie o piccoli gruppi mirati e assegna loro un compito da
svolgere;
4. Jigsaw, il docente organizza gruppi di studenti incaricati di approfondire ciascuno un dato argomento e
successivamente ricompone gli studenti in nuovi gruppi in cui vi è almeno uno studente formatosi nei
gruppi di approfondimento originali, che possa esporre agli altri l’argomento in cui diventato esperto;
5. Peer explaining, Prevede l’insegnamento operato da uno studente nei confronti di un altro o dell’intera
classe.
1. microteaching, riguarda la ri essione sistematica e controllata del docente sulle proprie modalità di
esposizione, condotta con l’ausilio di videocamere che ne riprendono le attività in classe o in
simulazione di laboratorio;
2. Interventi formativi tese a migliorare la professionalità del docente, in termini di possibilità di apprendere
nuove strategie didattiche, collaborar e con aspetti esterni, frequentare percorsi di formazione;
3. Curare la chiarezza della propria esposizione, ossia anticipare i contenuti che verranno esposti gli e gli
obiettivi della lezione, organizzare le lezioni secondo una struttura precisa, spiegare utilizzando una
terminologia accessibile, far svolgere pratica guidata e prevedere momenti di valutazione con obiettivi
chiaramente de niti.
- valutare l’apprendimento -
La docimologia è la scienza che studia i problemi connessi alla valutazione, al ne di elaborarne delle
tecniche.
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Abbiamo diversi tipi di valutazione:
• valutazione di sistema, valutare la qualità dell’istituzione scolastica, di un ente;
• valutazione di processo, valutare l’andamento di un progetto didattico, rendersi conto di come sta
funzionando per poi eventualmente riadattarlo;
• valutazione di prodotto (o del pro tto), valutare gli apprendimenti degli studenti.
nalità:
• valutazione iniziale, prognostica: valutazione che viene messa in atto prima di iniziare un percorso
formativo per de nire il livello da cui iniziare;
• valutazione formativa, diagnostica: il cui obiettivo è individuare possibili lacune, avviene durante il
percorso formativo;
• valutazione sommativa, certi cativa: questo avviene al termine di un intervento formativo per certi care
il possesso di determinate competenze acquisite.
valutare implica un confronto tra una situazione attesa, ossia la condizione ottimale, ipotetica, in cui
un allievo ha raggiunto pienamente tutti gli obiettivi previsti dall’azione formativa, e una situazione
osservata, reale, in cui l’allievo in questione avrà probabilmente raggiunto alcuni obiettivi ed altri no.
La discrepanza fra le due situazioni è in grado di orientare la didattica successiva.
Una buona prova di valutazione in itinere deve svolgere una funzione diagnostica-formativa, deve
consentire di capire quali sono i punti di forza e punti di debolezza nella preparazione. In secondo luogo,
una buona valutazione in itinere deve assolvere ad una funzione proattiva, ossia fungere da stimolo e
guida per la promozione di nuovi apprendimenti.
il feedback _____________________________________________________________________
I Feedback, ovvero l’informazione di risposta dell’alunno, servono a rendere consapevoli studenti e
insegnanti del punto in cui ci si trova nel percorso di apprendimento, di quale sia l’obiettivo di
apprendimento successivo e di ciò che è necessario fare per raggiungerlo.
I criteri di valutazione devono essere chiari ed espliciti per tutti, dunque importante individuare a priori
parametri della lezione.
Importante è anche la capacità discriminatoria: una buona prova di valutazione deve permettere di far
emergere le di erenze tra gli studenti nel raggiungimento dei risultati di apprendimento, non può essere,
dunque, né troppo fragile e non troppo di cile.
Il possesso di conoscenze può essere rilevato attraverso semplici domande a risposta chiusa, inserito in un
test di pro tto. La risposta esatta è frutto di una semplice abilità mnemonica. Abbiamo dunque:
- item/Questionari a risposta multipla;
- item vero-falso;
- item di completamento singoli e multipli;
- item di corrispondenza;
Per veri care tali abilità è possibile chiedere di costruire elaborati (valutazione di performance) rispettando
degli standard prede niti, e il saggio breve Che comprende delle domande a risposta aperta.
Dunque vi sono delle prove che monitorano queste abilità, un esempio può essere quello di evidenziare
quali tra gli elaborati proposti dall’insegnante sembrino migliori sulla base di un insieme di criteri. Le abilità
di valutazione possono essere rilevate anche chiedendo lo studente di comporre un portfolio di propri
lavori.
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Anche se questi possono apparire dei cambiamenti positivi, in realtà nessuno lo è in se stesso:
- l’aumento di motivazione degli alunni potrebbe andare di pari passo con una banalizzazione delle attività,
perdendo il valore didattico;
- il ‘fare’ potrebbe ridurre la ri essività;
- la cooperazione potrebbe comportare un aumento di gregarismo e rinuncia al pensiero autonomo.
ciò che fa sì che questo cambiamento abbia più o meno valenze positive dipende da fattori di contesto, in
particolare dalle metodologie e dal clima didattico preesistente in cui esso viene a collocarsi.
innanzitutto è ingenuo pensare che e etti sui processi della mente si consolidano attraverso saltuarie e
brevi frequentazioni del mezzo: ogni attività di impatto mente-media, prima di dar luogo a qualche forma
mentis strutturata richiede lunga ripetute attività.
sinergia
riuscire a trasferire la capacità di risoluzione di un determinato calcolo anche qualcosa di più di cile cioè la
possibilità di fare i calcoli più so sticati può consentire anche di risolvere problemi complessi altrimenti
insolubili.
consolidamento
si tratta di situazioni in cui strutture cognitive o abilità esistenti trovano modo di essere esercitate,
perfezionate e ampliate attraverso le tecnologie. ad esempio, scrivere con un Word processor può
contribuire a consolidare abilità che non sono prettamente unite alla tecnologia.
a oramento
fa riferimento all’individuazione di nuove attitudini e processi cognitivi che si vengono a strutturare nella
mente grazie all’interazione con i nuovi ambienti tecnologici. Si pensi ad atteggiamenti cognitivi legati alla
navigazione ipertestuale, alla scoperta involontaria di in Internet..
Hanno un impatto consistente, ma selvaggio, se si supera la soglia critica rimanendo un corpo a sestante.
vi è un appiattimento e super cializzazione dell’attività educativa. È fondamentale che le tecnologie non
scalzino la didattica fondata sul rapporto diretto con lo studente, che forma la relazione educativa. infatti, la
didattica tradizionale mette in gioco aspetti non simulabili al pc, come lo sviluppo del pensiero critico
attraverso il confronto con la mente dell’altro, il carattere sociale, la sinergia tra dimensione cognitiva ed
emotiva. L’abilità di mentalizzazione che si acquisisce solo attraverso l’esperienza di essere capito da
un’altra persona predice il successo scolastico anche attraverso meccanismi speci ci quali la sensibilità alle
critiche del docente.
Hanno, invece un impatto consistente e curato quando vi è un’integrazione. In tal caso si arriva a possibili
sinergie per il cambiamento educativo.
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