Un procedimento compositivo che fu molto usato del periodo classico è la forma-sonata, un
principio compositivo fondato sulla organizzazione coerente e unitaria di elementi armonico-tonali e tematici, che si succedono nel tempo secondo una strategia fatta di tensioni e risoluzioni, di rapporti di contrasto o affinità. La forma-sonata è usata nei primi movimenti di una qualsiasi composizione strumentale, sia solistica che cameristica. Molto spesso la si applica anche ai movimenti finali e spesso ai movimenti intermedi. Risale al primo Ottocento la prima codificazione teorica di essa come struttura tipica dello stile classico. Lo scopo della definizione non era la comprensione migliore della musica attraverso l’analisi ma la creazione di un modello che servisse soprattutto come aiuto alla composizione di opere nuove. i principali responsabili della teorizzazione della forma- sonata furono tre autori. Il primo ad esporre lo schema di questa forma fu Reicha attivo a Vienna e in contatto con Haydn e Beethoven, Reicha fornì una serie di norme da seguire nella composizione del primo movimento di un brano strumentale: nella prima sezione, si passava da un primo tema alla tonica ad un secondo tema alla dominante attraverso un passo modulante, seguiva poi una parte di sviluppo che portava ad una seconda sezione, ora tutti alla tonica, e conclusa da una coda. Il carattere drammatico della contrapposizione dei due temi che Reicha chiama la grande forma binaria. Le regole di Reicha furono adottate ed ampliate da Czerny e da Marx nell’opera l’insegnamento della composizione musicale. Questo trattato influì su generazioni e generazioni di musicisti. Lo schema della forma sonata di Marx è ricavato dalle opere di Beethoven, soprattutto dalle sonate per pianoforte. La teorizzazione di Marx metti in risalto l’ordine e il carattere dei temi, mentre le questioni armoniche e strutturali sono poste in secondo piano. Il dogma ottocentesco che il contrasto dei temi fosse il contrassegno determinante dell’esposizione è stato sostituito negli ultimi decenni dall’idea che basilari siano anche la contrapposizione delle aree tonali per l’articolazione della forma. Non si può sottovalutare la struttura tematica e considerarla una semplice manifestazione superficiale di una struttura armonica: i temi e il loro ordine hanno un ruolo importante nell’articolazione della forma. Fattori costitutivi della forma-sonata sono le correlazioni tra elementi tematici ed elementi tonali. Nell'analizzare un movimento in forma-sonata sembra ancora indispensabile servirsi dello schema scolastico astratto formulato dai teorici ottocenteschi. Risulta a volte difficile applicare lo schema astratto a molte opere di Haydn. Sarebbe sbagliato pensare che per molti compositori del diciottesimo secolo esistessero dei modelli fissi di forma-sonata, dal momento che tutti gli schemi sui quali lavorano erano soltanto degli stereotipi che potevano essere impegnati o abbandonati. È molto dubbio che si possa definire un’unica forma sonata. Si praticavano delle forma- sonata che offrivano al compositore ampia libertà di scelta sui metodi da adottare. Sia dalla dialettica delle aree tonali sia dalla diversità di funzione dei materiali tematici. La forma- sonata non va intesa come modello su cui riferire al singolo brano. Nel momento in cui si individua che non si segua il modello non bisogna fornire come unica spiegazione l’ipotesi che il compositore volesse creare qualcosa di nuovo anche perché i compositori lavoravano all’interno di stili e tradizioni comuni e che non vi erano contrasti stilistici paragonabili a quelli che si riscontrano nella musica del Novecento. La foma-sonata si presenta come una macro-scrittura tonale bipartita, articolata in tre grandi sezioni (Esposizione-Sviluppo- Ripresa).