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Europa centrale
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Voce principale: Europa.
Indice
Stati
Morfologia
Tra le Alpi e il Baltico
Bassopiano germanico, bassopiano
pannonico e monti Carpazi
Alpi Dinariche Stati e regioni del Vecchio Continente
Flora che fanno parte del Centro Europa.
Stati
L'estensione dell'Europa centrale è oggetto di
dibattito, ma vi sono due confini certi: uno a nord
segnato dal Mar Baltico e uno a sud, delineato dalle
Alpi, che separa questa zona del vecchio continente
dall'Europa meridionale. Secondo la maggior parte
delle fonti, la Mitteleuropa include:
Austria
Slovacchia
https://it.w ikipedia.org/w iki/Europa_centrale 2/16
15/04/24, 21:50 Europa centrale - Wikipedia
Slovenia
Svizzera
Ungheria
Liechtenstein
Alcune fonti vi aggiungono inoltre talune regioni di stati
circonvicini, per ragioni storiche e culturali, seppure con alcune
differenze climatiche e geografiche:
Morfologia
Stati dei monti Carpazi
Alpi Dinariche
Flora
La flora centro-europea occupa tutto il centro europa geografico e Il bassopiano pannonico, tra
comprende la foresta temperata latifoglie decidua. le Alpi, i Carpazi e la Sava-
Danubio
Belle Époque
Lo stesso argomento in dettaglio: Belle Époque.
Il concetto di Europa centrale era già conosciuto all'inizio del XIX
secolo[20], ma inizia a divenire oggetto di intenso interesse a partire dal
XX secolo. In principio l'idea di Europa centrale mescolava scienza, Regioni floristiche in Europa
politica ed economia ed era strettamente connessa all'aspirazione della
crescente economia tedesca di dominare una parte del
continente, detta Mitteleuropa. Tale termine tedesco divenne
talmente di moda da essere utilizzato anche in altre lingue per
indicare i territori dal Reno alla Vistola (talvolta al Dnepr) e dal
mar Baltico ai Balcani.[21][22]
Il concetto di Mitteleuropa è tornato in auge negli ultimi decenni come versione idealizzata della
convivenza tra popoli in Europa centro-orientale prima della grande guerra e della progressiva
balcanizzazione della regione. Secondo tale visione, la Mitteleuropa era uno spazio in cui cattolici,
apparentemente egualitaria. Tra i suoi membri sarebbero stati inclusi gli appena creati stati
cuscinetto ritagliati a ovest dell'Impero russo come la Polonia, che sarebbero rimasti sotto la
sovranità tedesca "per sempre".[33]
Gli stati fantoccio all'interno della Mitteleuropa sarebbero stati sotto controllo politico, economico e
militare del Reich germanico.[34] L'intera regione sarebbe dovuta servire come un cortile economico
della Germania, da porre sotto sfruttamento per poter competere con l'Impero britannico e gli altri
stati aspiranti al ruolo di potenza dominante del mondo.[34] L'organizzazione politica, militare ed
economica si sarebbe basata sulla dominazione tedesca,[35] con trattati commerciali imposti in paesi
come Polonia ed Ucraina. Si pensava che le classi lavoratrici tedesche sarebbero state placate dai
politici attraverso i benefici economici delle annessioni territoriali, delle colonizzazioni tedesche in
Europa centro-orientale e dello sfruttamento dei territori conquistati per il beneficio materiale della
Germania.[36]
Una parziale realizzazione di questi piani si è riflessa nel trattato di Brest-Litovsk, nel quale
vennero previste e disposte garanzie per la dominazione economica e politica della Germania
sull'Ucraina.[37] Sia l'Impero ottomano che l'Austria-Ungheria avrebbero fatto affidamento alla
Germania nell'Europa post-bellica, riducendosi al ruolo di vassalli.[38]
Il piano della Mitteleuropa veniva visto come una minaccia dall'Impero britannico, poiché avrebbe
distrutto il commercio continentale britannico e, di conseguenza, la fonte della sua potenza
militare.[28]
Secondo Magda Adam, "sappiamo oggi che la rovina dell'Europa centrale fu la Piccola Intesa,
alleanza militare di Cecoslovacchia, Romania e Regno Serbo-Croato-Sloveno, creata nel 1921
non per la cooperazione centro-europea né per combattere l'espansione tedesca, ma per la
malintesa nozione che un'Ungheria completamente impotente dovesse essere tenuta sotto
contenimento".[39]
Tuttavia i conflitti di interesse erano troppo forti e né la Piccola Intesa né l'idea di Międzymorze
sopravvissero.
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15/04/24, 21:50 Europa centrale - Wikipedia
Guerra fredda
Dopo la seconda guerra mondiale, una parte dell'Europa che era occidentale nella storia e nella
cultura divenne parte del Blocco orientale. Il termine "Europa centrale" venne applicato in maniera
crescente solo ai paesi più occidentali del Patto di Varsavia (Germania Est, Polonia, Cecoslovacchia,
Ungheria) per specificarli come stati socialisti dotati di forti legami culturali con l'Europa
Occidentale.[41] Tale uso continuò alla fine della Guerra fredda, quando questi paesi entrarono in un
processo di transizione democratica.
La Guerra fredda bloccò ogni ricerca sull'Europa centrale nei paesi del blocco orientale, poiché
avrebbe sottolineato una differenziazione tra Europa orientale e centrale all'interno del blocco dei
paesi socialisti, inaccettabile secondo la dottrina stalinista. Dall'altra parte, l'argomento divenne
popolare in Europa occidentale e Stati Uniti, soprattutto da parte di ricercatori emigrati dai paesi in
questione[42]. Le ricerche antropologiche e storiografiche sull'Europa centrale negli stessi paesi
ripresero vigore a partire dagli anni novanta[43].
Secondo il Mayers Enzyklopädisches Lexikon (1980)[44], l'Europa centrale era composta da Paesi
Bassi, Belgio, Lussemburgo, Germania (Est ed Ovest), Polonia, Svizzera, Austria, Cecoslovacchia,
Ungheria e Romania, più le regioni settentrionali di Italia e Jugoslavia (Slovenia, Posavina,
Voivodina) e la Francia nordorientale (Alsazia e Lorena).
Visioni contemporanee
Più che un'entità fisica, l'Europa centrale è un concetto che si basa su una comunanza storica che
contrasta con quella delle regioni circonvicine. La questione di come definire e che nome dare alla
regione centro-europea è oggetto di dibattito. Molto spesso la definizione scelta dipende dalla
nazionalità e dalla prospettiva storica dell'autore.
tradizione imperiale del Reich, ed un oriente che copre una varietà di nazioni, dalla Finlandia alla
Grecia, nell'area intermedia tra i domini di Scandinavia, Germania, Italia e Unione Sovietica;
l'Europa centrale come regione collegata alla civiltà occidentale per lungo tempo, includendo gli
stati tedeschi (Sacro Romano Impero, Impero Tedesco e monarchia asburgica), il Regno
d'Ungheria, la Boemia e la Confederazione polacco-lituana. L'Europa centrale così intesa
confinerebbe pertanto con la Russia e l'Europa sud-orientale, ma le sue esatte frontiere restano
difficili da determinare;
l'Europa centrale come area di eredità culturale dell'Impero asburgico - un concetto popolare nella
regione danubiana;
l'Europa centrale come area di eredità culturale della Confederazione polacco-lituana. Sono in
particolare gli storici ucraini, bielorussi e lituani, a partire dal 1990, a sottolineare l'importanza di
tale lascito;
un concetto che sottolinea le connessioni di Ucraina e Bielorussia con la Russia, trattando
pertanto l'Impero russo assieme all'intera popolazione slava ortodossa come una sola entità; una
posizione tenuta dalla storiografia russa;
un concetto che pone l'accento sui legami con l'Europa occidentale, specialmente a partire dal
XIX secolo e nel periodo di formazione degli stati-nazione; posizione sostenuta principalmente
negli stati dell'Europa sud-orientale.
Secondo Ronald Tiersky, il summit di Visegrád del 1991 tra i presidenti di Polonia, Ungheria e
Cecoslovacchia era stato salutato al tempo come un fondamentale passo avanti nella cooperazione
centro-europea, ma il gruppo di Visegrád divenne un mezzo di coordinamento per l'integrazione
degli stati centro-europei nell'UE, mentre lo sviluppo di maggiori legami all'interno della regione
andò a rilento[48].
Peter J. Katzenstein descrive l'Europa centrale come un momento di passaggio nel processo di
europeizzazione, che segna la transizione dei paesi del gruppo di Visegrád in maniere differenti ma
comparabili[49]. Secondo Katzenstein, nel discorso pubblico tedesco contemporaneo l'identità centro-
europea fa riferimento alla separazione culturale tra Cattolicesimo romano ed Ortodossia
orientale[49], e non esiste secondo lui una maniera non contestabile per definire se gli stati baltici e
balcanici facciano parte dell'Europa centrale oppure no[50].
Lonnie R. Johnson indica alcuni criteri per distinguere l'Europa centrale dalle altre regioni
europee:[51]
le frontiere degli imperi e regni medievali, che corrispondono in gran parte alle attuali frontiere
religiose tra Cattolicesimo e Ortodossia[52]. Le popolazioni pagane dell'Europa centrale vennero
convertite al cattolicesimo, mentre nell'Europa orientale e sud-orientale tale ruolo venne svolto
dall'Ortodossia[52];
gli imperi multinazionali come caratteristica dell'Europa centrale;[53] Polonia e Ungheria, oggi
piccoli stati etnicamente omogenei, furono degli imperi all'inizio della loro storia, ospitando
un'ampia varietà di popoli differenti;
in termini di auto-percezione, malgrado l'ampio dibattito, gli abitanti dell'Europa centrale
solitamente sono d'accordo su quali popoli siano esclusi dal gruppo: serbi, bulgari, romeni e
russi[54]
Johnson considera l'Europa centrale come un concetto storico dinamico, non secondo categorie
spaziali/geografiche statiche; ad esempio, sottolinea come la Lituania, una buona parte della
Bielorussia e l'Ucraina occidentale si trovino oggi in Europa orientale, mentre solo 250 anni fa erano
parte della Polonia[53]
Lo studio di Johnson sull'Europa centrale ha ricevuto un'accoglienza positiva nella comunità
scientifica.[55][56]
L'enciclopedia tedesca Meyers grosses Taschenlexikon (1999) definisce l'Europa centrale come la
parte centrale dell'Europa, senza precisi confini ad Est ed Ovest. Secondo tale fonte, il termine è
usato principalmente per definire il territorio tra la Schelda e la Vistola, e dal Danubio alle porte di
Moravia. Di solito le nazioni considerate centro-europee sono Germania, Svizzera, Austria, Polonia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, con l'aggiunta talvolta della Romania, e di Paesi Bassi, Belgio
e Lussemburgo, in caso di definizione ampia.
Dopo l'Allargamento dell'Unione Europea il 1º maggio 2004, il termine Europa centrale (meglio:
Europa Centro-Orientale, in inglese Central and Eastern Europe, CEE) a volte è usato per indicare i
nuovi membri dell'Unione Europea (dall'Estonia a Malta).
Per indicare i paesi di tale gruppo che si schierarono a fianco degli Stati Uniti durante la Seconda
guerra del Golfo, Donald Rumsfeld coniò infine il termine Nuova Europa
La Comunità di lavoro Alpe Adria, fondata a Venezia nel 1978, che comprende le regioni dei
seguenti stati:
Germania (con la Baviera);
Italia (con il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto);
Austria (con il Burgenland, la Carinzia, l'Alta Austria e la Stiria);
Ungheria (con le contee di Baranya, Somogy, Vas e Zala);
Slovenia (tutte le regioni);
Croazia (tutte le regioni).
L'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino che comprende:
Austria (con il Tirolo)
Italia (con le Province Autonome di Trento e di Bolzano)
Gruppo di Visegrád: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria.
Iniziativa Centro Europea: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Italia, Slovenia,
Austria, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord,
Romania, Bulgaria, Bielorussia, Ucraina, Moldova.
Europa danubiana
Si parla di Europa danubiana
intendendo i Paesi dell'Europa
attraversati dal Danubio e dai suoi
affluenti.
Germania
Austria
Slovacchia
Ungheria
Croazia Il corso del Danubio
Serbia
Bulgaria
Romania
Moldavia
Ucraina
Il bacino idrico del Danubio, invece, interessa anche Svizzera, Italia (dove nasce l'importante
affluente Drava), Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord sul lato
destro, e Repubblica Ceca e Polonia su quello sinistro. Pur essendo prevalentemente un concetto
geografico, fin dal XV secolo il termine è presente anche in ambito culturale ed artistico.
Risale almeno al XVIII secolo il progetto di una Confederazione danubiana, con la quale rafforzare i
legami politici, economici e cultura tra tutti i popoli e le nazioni di questa importante parte del
continente.
Vengono detti Principati danubiani le formazioni politiche sottoposte a partire dal XIV secolo
all'impero ottomano ma rivendicate dall'Ungheria già prima: Serbia, Bulgaria, Moldavia e Valacchia.
Tra i più importanti fautori dell'amicizia e della collaborazione tra i vari popoli danubiani meritano di
essere citati, tra gli altri, Miklós Wesselényi, István Széchenyi e Lajos Kossuth (almeno negli ultimi
anni di vita, passati in esilio a Torino).
In storia dell'arte si parla di Scuola danubiana per definire un gruppo di artisti rinascimentali attivi
tra Germania e Ungheria, tra i quali Albrecht Altdorfer.
In linguistica si parla di Latino danubiano, per il latino parlato nell´Europa danubiana da cui si
sarebbe sviluppato il rumeno.
Anche nel calcio si parla di Scuola danubiana per descrivere il gioco espresso dalla Nazionale di calcio
dell'Ungheria, dalla Nazionale di calcio dell'Austria e da quella della Cecoslovacchia a partire dagli
anni ´20 del XX secolo (caratterizzato da passaggi brevi, palla a terra, valorizzazione delle doti dei
singoli giocatori). Tale stile di gioco fu adottato anche in Italia negli anni trenta (vedi il "Metodo" di
Vittorio Pozzo).
Note
1. ^ Agh, 1998, pp. 2–8
2. ^ Central European Identity in Politics — Jiří Pehe, Pehe.cz. URL consultato il 31 gennaio 2010.
3. ^ Culturelink Network - International Conference, Culturelink.org, 24 novembre 1996. URL
consultato il 31 gennaio 2010.
4. Comparative Central European culture - Google Books, Books.google.com. URL consultato il 31
gennaio 2010.
5. ^ An Introduction to Central Europe: History, Culture, and Politics - Preparatory Course for
Study Abroad Undergraduate Students at CEU (PDF), Central European University, Budapest,
Fall 2006 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2010).
6. ^ Ben Koschalka - content, Monika Lasota - design and coding, To Be (or Not To Be) Central
European: 20th Century Central and Eastern European Literature - Centre for European
Studies, Jagiellonian University in Krakow, Ces.uj.edu.pl. URL consultato il 31 gennaio 2010 (archiviato
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7. ^ Ten Untaught Lessons about Central Europe-Charles Ingrao, H-net.org. URL consultato il 31
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11. ^ The Mice that Roared: Central Europe Is Reshaping Global Politics - SPIEGEL ONLINE -
News - International, Spiegel.de. URL consultato il 31 gennaio 2010.
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consultato il 31 gennaio 2010.
18. ^ Source: Geographisches Handbuch zu Andrees Handatlas, vierte Auflage, Bielefeld und Leipzig,
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46. ^ Jerzy Kłoczowski, Actualité des grandes traditions de la cohabitation et du dialogue des cultures
en Europe du Centre-Est, in: L'héritage historique de la Res Publica de Plusieurs Nations, Lublin
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47. ^ Oskar Halecki, The Limits and Divisions of European History, Sheed & Ward: London and New
York 1950, chapter VII
48. Tiersky, p. 472
49. Katzenstein, p. 6
50. Katzenstein, p. 4
51. ^ "Central Europe: enemies, neighbors, friends", by Lonnie R. Johnson, Oxford University Press,
1996
52. Johnson, p.4
53. Johnson, p. 4
54. ^ Johnson, p. 6
55. ^ Robert Legvold, Central Europe: Enemies, Neighbors, Friends, Foreign Affairs, Council on
Foreign Relations, maggio/giugno 1997. URL consultato il 20 maggio 2009.
56. ^ Selected as "Editor's Choice" of the History Book Club, Oxford University Press. URL consultato il
20 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2008).
57. Europe, in Columbia Encyclopedia, Columbia University Press, 2009.
58. The World Factbook: Field listing - Location, The World Factbook, Central Intelligence Agency,
2009. URL consultato il 3 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2011).
59. ^ Slovenia, Encarta. URL consultato il 1º maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2009).
60. ^ Johnson, p.11-12
61. ^ Larousse.fr : encyclopédie collaborative et dictionnaires gratuits en ligne.
Bibliografia
Jacques Le Rider, La Mitteleuropa, Presses Universitaires de France, Paris 1994
Massimo Libardi, Fernando Orlandi, Mitteleuropa. Mito, letteratura, filosofia, Silvy edizioni, 2011
Voci correlate
Europa centro-orientale
Regioni storiche dell'Europa centrale
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Collegamenti esterni
Roberto Almagià, EUROPA CENTRALE, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
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