Sei sulla pagina 1di 4

Giustizia & Impunità

Associazione camorristica, blitz a Caivano.


Anche 3 ex esponenti di Italia Viva tra i
fermati: “Partecipavano alle estorsioni del
clan”

di Vincenzo Iurillo | 10 Ottobre 2023

Associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione ed altro
aggravati dalla finalità mafiose. Sono i reati contestati a vario titolo nei confronti di 9 persone
colpite da un fermo di polizia giudiziaria emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di
Napoli nell’ambito di un’operazione a Caivano e in alcuni Comuni vicini. I 9 sono stati fermati in
quanto “gravemente indiziati“. Coinvolti anche alcuni esponenti della precedente amministrazione
del Comune di Caivano. Tra loro anche esponenti di Italia Viva, che era in maggioranza con il
precedente sindaco di Caivano. A essere fermati sono stati tra gli altri Armando Falco (ex
segretario cittadino del partito), Giovanbattista Alibrico (consigliere comunale), Carmine Peluso
(ex assessore), Martino Pezzella e Vincenzo Zampella (entrambi tecnici comunali). Gli altri
fermati sono Raffaele Bervicato (braccio destro del capoclan Antonio Angelino), Massimiliano
Volpicelli (incaricato di attuare le direttive di Angelino), Domenico Galdiero e Raffaele Lionelli
(entrambi accusati di aver messo in atto le estorsioni).

In una nota Ciro Buonajuto, coordinatore regionale e portavoce nazionale di Italia Viva, precisa
che Peluso e Alibricio “non sono mai stati iscritti” a Italia Viva, mentre Falco è stato iscritto
soltanto nel 2021 senza mai rinnovare l’adesione. Peluso e Alibrico, che facevano parte del gruppo
consiliare Orgoglio Campano, avevano aderito nel 2021 a quello di Italia Viva. Le spaccature
nella maggioranza del sindaco Enzo Falco portarono poi nel 2022 alle dimissioni di 13 consiglieri
su 24, determinando quindi lo scioglimento e la nomina di un commissario straordinario, tuttora in
carica.

Tra le accuse contestate ai tre politici locali la più grave è la partecipazione all’associazione
camorristica che faceva capo ad Antonio Angelino e che opera sul territorio di Caivano e nelle sue
vicinanze al fine di acquisire il controllo delle attività economiche anche attraverso estorsioni,
condizionare le gare di appalto del Comune di Caivano, a garantire l’impunità degli affiliati. Se
Peluso, secondo l’accusa, ha partecipato alle attività illegali in qualità di assessore (ai Lavori
pubblici prima e al Commercio poi), Alibrico e Falco stando agli atti dell’inchiesta per conto del
clan avvicinavano le vittime di estorsione – cioè coloro che si erano aggiudicati i lavori pubblici –
per riscuotere le somme estorte (una parte rimaneva a loro). Non solo informavano anche gli altri
componenti dell’associazione mafiosa sulle imprese che avrebbero vinto l’appalto e diventavano
intermediari tra il clan e le imprese. E – sempre secondo gli inquirenti – condizionavano anche le
gare d’appalto, con la collaborazione del funzionario comunale.

CAIVANO. Terremoto giudiziario ex


amministratori arrestati. I nomi. Perquisizioni
in una rivendita di materiali edili

10 Ottobre 2023 Mario Abenante

CAIVANO continua a far parlare di sé. Stavolta il terremoto giudiziario è avvenuto tra le mura di
via Don Minzoni quando stamattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di
Cisterna tra Caivano (NA), San Marcellino (CE), Aversa (CE) e altri luoghi hanno dato esecuzione
a un decreto di fermo (a carico di 9 soggetti), emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di
Napoli.

Tra i nove figurano tre amministratori dell’ex giunta Enzo Falco, un funzionario con incarico di
Responsabile di settore, un segretario di partito di maggioranza e altri soggetti legati un po’ alla
politica e un po’ al mondo dell’urbanistica e lavori pubblici.

Insomma un terremoto sperato da tempo anche e soprattutto attraverso le pagine della testata di cui
mi fregio esserne il Direttore. Rivendichiamo con forza quanto denunciato dagli editoriali presenti
su questo portale, dove si è sempre parlato di commistioni tra il mondo politico e la criminalità
organizzata sul territorio, attraverso i neanche non tanti velati incontri di alcuni esponenti politici
che si effettuavano fuori ai bar cittadini fatti con i boss egemoni del territorio e alle accuse partite da
altri consiglieri comunali – Pippo Ponticelli col suo audio whatsapp e le dichiarazioni in Consiglio
Comunale della ex consigliera Giovanna Palmiero – sulla connivenza tra consiglieri, assessori e
criminalità organizzata.

Le nove misure pre-cautelari effettuate dalla Polizia Giudiziaria, dove grazie alla Riforma Cartabia,
quando si coglie qualcuno in flagranza di reato o si ha il sentore di commissione prossima di reato,
la Polizia Giudiziaria, può effettuare l’arresto anche in assenza del consenso del Pubblico Ministero.
Infatti i nove adesso sono in attesa di convalida del fermo da parte del PM e poi del GIP ma
possono essere considerati a tutti gli effetti arrestati.

I nomi degli arrestati sono: Alibrico Giovanbattista, Bervicato Raffaele, Falco Armando,
Galdiero Domenico, Lionelli Raffaele, Peluso Carmine, Pezzella Martino e Zampella Vincenzo
e Massimiliano Volpicelli.

I reati vanno dall’associazione a delinquere di stampo camorristico al falso ideologico.

Per chi conosce i fatti e ha anche avuto il coraggio di descriverli, per alcuni soggetti si tratta del
segreto di Pulcinella. Se c’è una cosa da recriminare all’ex Sindaco – persona perbene, colma di
buon senso – è quella di non aver mai avuto il coraggio di prendere le distanze da certe persone e da
certi atteggiamenti. Non mi si venga a dire che non lo si sapeva perché sarebbe un’offesa
all’intelligenza della parte sana della città che da sempre conosceva i soggetti che, meglio precisare,
sono innocenti fino al terzo grado di giudizio.

Quelli che spiccano su tutti sono i nomi degli Amministratori Giovanbattista Alibrico, Carmine
Peluso con quello del Responsabile del Settore Manutenzioni Vincenzo Zampella. Non è escluso
che a monte di tutto l’iter giudiziario ci fossero i famosi due milioni di euro per manutenzioni
fantasma e visto il coinvolgimento della DDA e i reati di cui sono accusati non è escluso che gli
inquirenti posseggano anche prove delle frequentazioni con la criminalità organizzata.

Chi esce con le ossa rotta da questa storia è il partito di Italia Viva che vede un suo consigliere
(Giovanbattista Alibrico), un assessore (Carmine Peluso) e il proprio segretario di partito
(Armando Falco) coinvolti in una vicenda che molto probabilmente e per il bene della città,
soprattutto all’indomani delle vicende di cronaca nera che hanno interessato il territorio, sarà il
detonatore di un altro scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Agli amministratori pubblici di Caivano, la Procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere


fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto
elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino,
arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli
informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione
a imprenditori vicini al clan.

Erano questi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia
al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore
lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento.

I destinatari appartenenti alla criminalità organizzata, invece, sono Raffaele


Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino detto “Tubiuccio”), Raffaele Lionelli (che
recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico
Galdiero (che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, (incaricato di
attuare le direttive di Angelino).
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, le indagini proseguono e stamattina sono
scattate perquisizioni anche in una rinomata attività di vendita di materiale edile molto legata ad
alcuni fermati di questa mattina.

Potrebbero piacerti anche