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S E R I E O R I E N TALE R O MA

n.s. 34

Le forme della città


Iran, Gandhāra e Asia Centrale

Scritti offerti a Pierfrancesco Callieri


in occasione del suo 65° compleanno

a cura di Luca Colliva, Anna Filigenzi, Luca Maria Olivieri

con l’assistenza editoriale di Marco Baldi

ROMA
2023
ISMEO
ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE
DI STUDI SUL MEDITERRANEO E L’ORIENTE

SERIE ORIENTALE ROMA


FONDATA NEL 1950 DA GIUSEPPE TUCCI

DIRETTA DAL 1979 DA GHERARDO GNOLI

Scientific Board:
Timothy H. Barrett, East Asian History, School of Or. and African Studies, London
Alessandro Bausi, Äthiopistik, Asien-Afrika-Institut, Universität Hamburg
Peter Kornicki, East Asian Studies, Cambridge University
Daniel Potts, Ancient Near Eastern Archaeology and History, Inst. for the Study
of the Ancient World, New York University

Editor: Adriano V. Rossi

NUOVA SERIE
Vol. 34

ROMA
ISMEO
2023
Pierfrancesco Callieri
Questo volume è stato pubblicato con un contributo del Progetto MUR “Storia,
lingue e culture dei paesi asiatici e africani: ricerca scientifica, promozione e
divulgazione”.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

ISBN 978-88-6687-219-1 ISSN 0582-7906

© 2023 Scienze e Lettere S.r.l.


Via Alessandro Malladra, 33 – 00157 Roma
Tel. 0039/06/4817656 – Fax 0039/06/48912574
e-mail: info@scienzeelettere.com
www.scienzeelettere.com

© 2023 ISMEO Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente,


Roma
www.ismeo.eu
CONTENTS

Prefazione/Preface di Adriano V. Rossi .............................................. IX


Premessa/Foreword di Luca Colliva, Anna Filigenzi, Luca M. Olivieri XVII
Bibliografia/Bibliography di Pierfrancesco Callieri ........................... XXVII

IRAN

A. Askari Chaverdi, M. Hasan Talebian, An Analysis on the Function


of Kabah-Ye Zardosht in Naqsh-e Rostam in the Archaeological
Context of Shahr-E-Parseh ........................................................... 3
A. Askari Chaverdi, From Seminar to World Heritage List. Archaeo-
logical Landscape of Sasanian Fars: Firuzabad, Bishapur, and
Sarvestan ....................................................................................... 19
L. Colliva, Dal monumento alla città, una “via mediana” per l’ar-
cheologia ....................................................................................... 39
J. Cuny, Nouvelles « Épaves » de la vaisselle perse en pierre : deux
mortiers de Suse ............................................................................ 59
B. Genito, Remains of Domestic Buildings of Probable Achaemenid
Date in Eastern Iran ..................................................................... 73
S. Gondet, R. Boucharlat, The Firuzi Area within the Archaeological
Context of Persepolis: a Reappraisal, Based on Mapping and
Chronological Remarks ................................................................. 113
W.F.M. Henkelman, Pitch and “All Happiness.” Bitumen in the Perse-
polis Archives ................................................................................ 143
D. Huff, Remarks on the Development of Sasanian Fire Temples ....... 191
E. Matin, From Tol-e Takht to the Persian Gulf. Pierfrancesco Callieri
and the Landscapes of Ancient Fars ............................................. 195
D.T. Potts, Race and Racialism in Ancient Elam: some Observations
on the Archers Frieze at Susa ........................................................ 237
M. Rahbar, The Sasanian Tower of Silence at Bandian: a Refutation
of the Excarnation Theory ............................................................. 249
VI

E.W. Sauer, J. Nokandeh, H.O. Rekavandi, The Military Origins of


Cities on the Sasanian Empire’s Northern Frontiers .................... 263
J. Wiesehöfer, Iran: Remarks on the Importance of a Major Area be-
tween 550 BCE and 650 CE .......................................................... 279

ARMENIA, IRAQ E ASIA CENTRALE

M. Badalyan, Some Notes on the Statues of a Bull and a Cow with Its
Calf in the Haldi Temple of Musasir ............................................. 295
H.-P. Francort, Sur les traces de sphinx centrasiatiques en Bactriane,
dans l’Altaï, au Xinjiang, et du Martichoras en Bactriane et en
Inde (IVe Siècle BCE-I/IIe Siècle CE) ........................................... 301
A. Invernizzi, The Adiabenian Rider. A Note on the Parthian Rock Re-
lief at Khinis-Bavian ..................................................................... 313
A. Ivantchik, Iranians in the Bosporus: a New Inscription of the Ro-
man Period ...................................................................................... 345
B. Kaim, Stucco Decoration in the Fire Temple at Mele Hairam ....... 357
C. Lippolis, The Layout of Parthian Nisa: an Updated Overview ...... 371
C. Lo Muzio, The “Red Hall” Murals in the Varakhsha Palace
(Bukhara Oasis): Hints for a New Reading .................................. 383
P.B. Lurje, A Worship Scene on the Wall of Hisorak Palace ............... 399
B. Lyonnet, Questions on the Origin of the Iron Age Circular Fortresses
in Central Asia and of Monumental Architecture in Sogdiana ....... 417
V. Messina, Polis o Cosmopoli? Percezioni e realtà della città antico-
orientale di età ellenistica ............................................................. 435
C. Rapin, Sources antiques sur Maracanda-Zariaspa (La Sogdiane
entre Spitamène et Alexandre Le Grand) ...................................... 443
F. Sinisi, Cesura e innovazione nella glittica e nella numismatica del
Nord-Ovest indiano tra epoca saka-pahlava e kushana ............... 481
G. Vignato, Boundaries and Gates in Rock Monasteries Kucha as a
Case Study ..................................................................................... 493

PAKISTAN

M. Ashraf Khan, T. Saeed, The Contribution of the Italian Archaeolog-


ical Mission in Swat (Pakistan): a Tribute to Pierfrancesco Callieri 511
VII

S. Baums, The Dharmarājika Bowl and Slab from Butkara I ............. 519
P. Brancaccio, Between Storytelling and Performance. The Narrative
of the Buddha’s Life in Urbanized Gandhara ............................... 533
O. Coloru, Demetrio Rex Indorum, Menandro I e Barikot. Un’ipotesi
di lavoro ........................................................................................ 547
A. Filigenzi, Il Tempio Vishnuita di Barikot: nuovi dati archeologici
e qualche riflessione sul paesaggio identitario ............................. 555
Ghani-ur-Rahman, A Fitting Tribute to Pierfrancesco Callieri ........... 569
E. Iori, The Achaemenid “Mirage” in Gandhāra: a Study of the 5th-
4th Century BCE Pottery from Barikot .......................................... 573
L.M. Olivieri, M. Minardi, Scavare a Barikot. Le fasi tardo-antiche 601
C.A. Petrie, Regional Variations in the Ceramic Assemblages of the
Borderlands of Pakistan during the Hindu-Shahi and Early Islamic
Periods. Some Observations about Barikot and Akra, and the
Broader Patterns They Reveal ....................................................... 637
M. Vidale, R. Micheli, Out of Context, but Part of a Broader Picture.
A Hand-Axe from Late Bronze Age Barikot .................................. 651

Contributori/Contributors .................................................................... 665


DEMETRIO REX INDORUM, MENANDRO I E BARIKOT
UN’IPOTESI DI LAVORO

OMAR COLORU

Introduzione

Nel 1946 la rivista The Indian Historical Quarterly pubblicava un articolo


dell’eminente indologo Prabodh Chandra Bagchi (1898-1956) dal titolo
«Kṛmisa and Demetrius» (Bagchi 1946: 81-91). In questo lavoro, lo studioso
analizzava un passo tratto dal Mañjuśrīmūlakapa in cui si parla della persecu-
zione antibuddista di un re chiamato Gomimukhya, della sua invasione dei ter-
ritori del nord e della sua morte per mano di uno straniero presso le “porte del
Kashmir”. Questo evento avrebbe determinato l’ascesa di un sovrano campione
del Buddhismo che alla fine avrebbe lasciato il trono al figlio. Secondo Bagchi
questa storia sarebbe una versione ridotta e più tarda di un racconto più artico-
lato conservato nel Divyāvadāna. Questi due passi conserverebbero la memoria
di un conflitto avvenuto tra Puṣyamitra Śunga (c. 187-151 a.C.) e due sovrani
stranieri, che potrebbero essere identificati con un re di nome Demetrio e il fa-
moso sovrano indo-greco Menandro I Soter (c. 165-130 a.C.). La battaglia de-
cisiva, in cui Puṣyamitra avrebbe trovato la morte, si sarebbe svolta nell’area
di Barikot, la Bazira menzionata da Arriano (IV 27, 1-3) e Beira nella versione
di Curzio Rufo (VIII 10.22). In generale questo articolo ha ricevuto scarsa at-
tenzione da parte degli studiosi ed è stato quasi del tutto ignorato dagli specia-
listi dell’età ellenistica, incluso chi scrive. Durante la mia ricognizione in Swat
dell’agosto 2019, svolta nel quadro della campagna di scavo della Missione ar-
cheologica italiana a Barikot, il direttore Luca Maria Olivieri – a cui va la mia
gratitudine – mi segnalò l’articolo di Bagchi e il lavoro di Giovanni Verardi in
cui l’archeologo riprendeva in esame quello stesso articolo osservando come
“the Aśokāvadāna (absorbed into the Divyāvadāna), and more so the
Mañjuśrīmūlakapa (a later text), have not been given the credit they deserve”
(Verardi 2011: 101, poi ripreso in id. 2018: 146, n. 257). Nelle pagine che se-
guono vorrei imbastire un’ipotesi di lavoro partendo dal presupposto che i per-
548 Omar Coloru

sonaggi e i luoghi identificati da Bagchi siano effettivamente quelli a cui ho


accennato e vorrei confrontare queste informazioni con i dati storici e archeo-
logici che oggi abbiamo a disposizione grazie agli scavi della Missione archeo-
logica italiana a Barikot. È chiaro che l’apporto di un nuovo studio linguistico
potrebbe confermare o confutare in tutto o in parte la ricostruzione degli eventi,
ma chiedo l’indulgenza del lettore se per festeggiare Pierfrancesco Callieri ho
scelto di offrire un contributo che assomiglia di più a uno spunto di riflessione
di quelli che nascono durante una conversazione tra colleghi davanti a un caffè
piuttosto che a un vero e proprio articolo scientifico. I lettori più esigenti do-
vranno avere la pazienza di attendere un contributo più dettagliato che ho in-
tenzione di preparare nel prossimo futuro.

Dramatis personae

Puṣyamitra. Il passo del Mañjuśrīmūlakapa (da qui in poi Mjk) riferisce che il
re indiano fiero avversario del Buddhismo si chiamava Gomimukhya: sulla
scorta di quanto già ipotizzato da Jayaswal, Bagchi riteneva che questo perso-
naggio andasse identificato con Puṣyamitra, anche se non sapeva fornire una
spiegazione valida per questo nome. Tuttavia dato che il passo del Divyāvadāna
(da qui in avanti Dvv) si riferisce esplicitamente a Puṣyamitra sembrerebbe na-
turale concludere che Puṣyamitra e Gomimukhya sono la stessa persona.

Menandro. Nella versione di Mjk, il sovrano che ascende al trono dopo la


morte di Puṣyamitra è un grande re straniero di nome Buddhapakṣa, protettore
del Buddhismo e promotore della costruzione di monasteri, giardini, pozzi etc.
In Dvv il sovrano straniero si chiama Daṁṣṭrānivāsin, un nome che è a sua
volta in relazione con la sfera buddhista, perché indicherebbe che il re viveva
vicino al luogo in cui era conservata la reliquia del dente di Buddha o ne era
il protettore.

Demetrio. Secondo l’analisi linguistica di Bagchi, il nome Kṛmiśa menzionato


solo in Dvv corrisponde al nome greco Demetrio. Se questo è davvero il caso,
la documentazione epigrafica e numismatica ci ha trasmesso la memoria di tre
sovrani omonimi che in momenti diversi sarebbero stati attivi tra Battriana e
India tra la fine del III e la fine del II secolo a.C.

La campagna di Puṣyamitra

Dopo la fallita distruzione del monastero di Kukkuṭārāma a Pataliputra ad


opera di un intervento miracoloso, Dvv racconta che Puṣyamitra condusse una
spedizione verso nordovest nel corso della quale avrebbe massacrato monaci e
distrutto monasteri fino a giungere a Śākala (Sialkot) in cui il re si sarebbe reso
Demetrio rex Indorum, Menandro I e Barikot. Un’ipotesi di lavoro 549

Fig. 1 - La valle dello Swat dall’acropoli di Barikot. Foto O. Coloru.

responsabile di ulteriori massacri ai danni della comunità monastica locale. Da


qui, Puṣyamitra si sarebbe spinto ancora più a nordovest giungendo nel regno
di Koṣṭhaka, su cui regnava il re straniero Daṁṣṭrānivāsin. Secondo Bagchi,
questo regno aveva lo stesso nome della sua capitale e andrebbe localizzato
nella valle dello Swat (Fig. 1). Il significato del toponimo farebbe riferimento
a un abitato caratterizzato da una fiorente produzione agricola (in particolare
riso) e considerato come centro di stoccaggio di derrate alimentari (Spengler
III et al. 2020: 1-14). Koṣṭhaka sarebbe da identificare con Barikot, anche alla
luce di altre testimonianze buddhiste che riportano varianti di questo stesso to-
ponimo che sembrerebbero riferirsi a Barikot. Anche se così non fosse, queste
fonti suggeriscono che lo scontro ebbe luogo in un’area vicina a Barikot o in
ogni caso nello Swat (Olivieri, in stampa). D’altra parte, gli scavi della Mis-
sione archeologica italiana confermano che Barikot fu il centro di una colonia
agraria già a partire dal VI secolo a.C (Olivieri et al. 2019: 148-156; Olivieri
2020: 386-415). Il fatto che Mjk parli di una conquista della Porta del Kashmir
da parte di Puṣyamitra sembra essere in linea col racconto di Dvv dal momento
che Barikot, come osserva Bagchi, è il primo centro importante per chi entra
nella valle dello Swat e se si procede in direzione del Kashmir la città può es-
sere definita giustamente come porta di accesso di quella regione. Ricapito-
550 Omar Coloru

lando, la marcia di Puṣyamitra avrebbe avuto inizio dalla sua capitale Patali-
putra, avrebbe raggiunto Śākala per poi proseguire verso Barikot. A questo
punto Daṁṣṭrānivāsin si sarebbe trovato in seria difficoltà, perché, essendosi
convertito al Buddhismo, non poteva arrecare danno a nessun essere vivente e
tanto meno poteva andare in battaglia contro Puṣyamitra. Perciò decise di chie-
dere aiuto a Kṛmiśa, un altro sovrano non indiano. Costui in passato aveva chie-
sto a Daṁṣṭrānivāsin la mano della figlia, ma aveva ottenuto un rifiuto perché
non praticava il Buddhismo. Stavolta, però, il re di Koṣṭhaka non esitò a offrir-
gli sua figlia in sposa a patto che Kṛmiśa si impegnasse a proteggere la Legge
di Buddha. Raggiunto l’accordo, i due re adottarono questa strategia:
Daṁṣṭrānivāsin attirò le guardie di Puṣyamitra a sud sulle sponde del mare,
dove affogarono, mentre Kṛmiśa affrontò in battaglia l’esercito di Puṣyamitra,
che morì colpito da una roccia lanciata dallo stesso Kṛmiśa.

Una storia problematica

Non c’è bisogno di precisare che il racconto di Dvv e il suo riassunto in


Mjk non vanno presi alla lettera, in quanto il loro scopo non era quello di fornire
un’opera storiografica, ma un testo edificante. Ciò non toglie che alcuni degli
elementi di questi racconti possano aver tratto origine da eventi storici real-
mente accaduti che poi sono stati riplasmati per andare incontro alle esigenze
dell’autore e del suo pubblico. Di conseguenza possiamo porre questi elementi
a confronto con le fonti superstiti e cercare di verificare quanti di essi abbiano
un effettivo valore storico. Partiamo dalla figura di Kṛmiśa/Demetrio. Dei tre
omonimi sovrani noti, Demetrio I (c. 190-185 a.C.), a cui si deve la prima
espansione del regno di Battriana in India, andrà escluso per ovvi motivi cro-
nologici, in quanto Menandro I, presunto contemporaneo di Kṛmiśa/Demetrio,
ha iniziato a regnare intorno al 165. Demetrio II (c. 175-170 a.C.) avrebbe re-
gnato per brevissimo tempo a nord dell’Hindukush in un periodo immediata-
mente precedente a Eucratide I (c. 165-145 a.C.)1 e avrebbe battuto solo
monetazione monolingue greca e di peso attico. L’onomastica suggerisce una
parentela o comunque un richiamo ideologico alla dinastia di Eutidemo I
(c. 226-200) e non è escluso che Demetrio II abbia perso il trono in seguito al-
l’ascesa di Eucratide. Demetrio III, invece, è un sovrano effimero la cui esigua
monetazione è esclusivamente bilingue e di peso indiano. Il nome e il suo ri-
tratto alludono in modo inequivocabile a Demetrio I, modello di conquistatore
dell’India per i sovrani indo-greci. La cronologia fissata da Bopearachchi per
questo sovrano (c. 95 a.C.: Bopearachchi 1991, Démétrios III Anikétos) è po-

1
Sulla base di Assar, Wilson 2007: 24, il regno di Mitridate I è fissato al 165 a.C. Eucratide,
a detta di Giustino era un suo contemporaneo, per cui anche il suo regno andrebbe collocato in-
torno a questa data e non al 170 come si riteneva in passato.
Demetrio rex Indorum, Menandro I e Barikot. Un’ipotesi di lavoro 551

steriore di circa tre decenni rispetto alla data della presunta morte di Menandro,
quindi anche questo Demetrio andrebbe escluso dal computo. A questo punto,
però, entra in gioco il famoso passo dell’Epitome di Giustino (XLI.6.4) in cui
si dice che durante una sua campagna in India Eucratide venne assediato dal-
l’esercito di 60.000 uomini al comando di un Demetrio rex Indorum, ma che
dopo una serie di sortite riuscì a liberarsi e infine a riconquistare l’India. Questo
Demetrio, noto solo dal passo giustineo, non può essere identificato con De-
metrio I per le motivazioni già esposte sopra. Demetrio III, invece, sarebbe un
candidato ideale per l’identificazione col “re dell’India”, se non fosse per la
datazione tarda. Tuttavia, in uno studio recente Wilson ha suggerito sulla base
di un’analisi metrologica che Demetrio III sia in realtà un contemporaneo di
Menandro in una fase avanzata del regno di quest’ultimo (Wilson 2009: 5-9).
In tal caso ciò andrebbe a costituire un elemento a favore del racconto di Dvv.
Ma resta da chiedersi in che modo i due sarebbero entrati in relazione: la storia
del matrimonio per sancire l’alleanza può essere un elemento tanto favolistico
quanto reale, dato che nelle monarchie ellenistiche (e non solo) le alleanze ma-
trimoniali sono uno strumento consueto nella gestione delle relazioni tra dina-
stie regnanti. Viene da chiedersi se Demetrio II, concorrente di Eucratide, e
Demetrio III non siano in realtà la stessa persona in due fasi diverse della sua
storia: in un primo tempo Demetrio II avrebbe perso il controllo dei territori a
nord dell’Hindukush a causa dell’ascesa di Eucratide e sarebbe fuggito in India,
dove, facendo leva sulla memoria e sull’eventuale parentela con Demetrio I
sarebbe riuscito a raccogliere intorno a sé delle forze sufficienti per crearsi una
base di potere e allearsi con Menandro contro il comune nemico Eucratide. In
altra sede2 ho cercato di spiegare come il passo di Giustino XLI.6.3 testimoni
che Eucratide e Menandro si sono scontrati due volte a distanza di tempo: nel
primo scontro Eucratide ha occupato una parte dei possedimenti indiani di Me-
nandro costringendolo a ritirarsi nella parte orientale del suo regno. Alla luce
dei ritrovamenti monetari e del racconto di Dvv e Mkj potremmo ipotizzare che
il territorio superstite di Menandro era compreso tra Swat e Panjab. Il secondo
scontro tra i due è avvenuto verso la fine del regno di Eucratide, tra 150 e
145 a.C. È in questo momento che Menandro e Demetrio avrebbero agito in
coalizione contro Eucratide, senza tuttavia riuscire a vincere. Se il racconto di
Dvv e Mjk è affidabile su questo punto, Menandro e Demetrio avrebbero col-
laborato con successo nella guerra contro Puṣyamitra, anche se per il momento
tenderei a escludere l’ipotesi di Bagchi secondo cui il diversivo creato da Me-
nandro ai danni delle guardie di Puṣyamitra corrisponderebbe alla notizia di

2
Coloru 2009: 224-226 e più in generale 216-230 sulla ricostruzione delle battaglie di Eu-
cratide alla luce di Giustino XLI.6.4. Pur limitandosi al conflitto tra Eucratide e Menandro, anche
Wilson 2009 è giunto indipendentemente a ipotizzare che il racconto di Giustino faccia riferimento
a due differenti guerre di Eucratide in India.
552 Omar Coloru

Fig. 2 - Resti delle fortificazioni ellenistiche di Barikot. Foto O. Coloru.

Strabone (XI.11.1) della conquista di Gujarat e Saurasthra. In questo caso si


tratta del riassunto di eventi accaduti tra i regni di Demetrio I e Menandro. A
parte ciò, gli scavi di Barikot indicano che la città era stata oggetto delle atten-
zioni di Menandro, al quale si deve l’avvio dei grandi lavori di fortificazione
(Fig. 2) (Coloru et al. in stampa).3 Più in generale, già Alessandro aveva com-
preso l’importanza strategica dello Swat per via della quantità di risorse ali-
mentari, tanto che la stessa Barikot viene definita urbs opulenta da Curzio Rufo
(VIII.10.22) proprio per la sua ricchezza agraria. Si trattava dunque di un ter-
ritorio il cui controllo era di vitale importanza per chiunque volesse assicurarsi
il controllo del Gandhāra.
La presunta morte o ad ogni modo la pesante sconfitta militare di
Puṣyamitra avrebbe dato l’occasione a Menandro e Demetrio di organizzare
una spedizione che puntava al cuore del regno Śunga, Pataliputra. Strabone
(XI.11.1 e XV.1.27), basandosi sull’opera perduta di Apollodoro di Artemita,
accenna rapidamente a questa impresa, mentre maggiori dettagli sono forniti
nello Yugapurāṇa (47-48, 56-57), una sezione del Gārgīyajyotiṣa, che ci for-
nisce le tappe principali della marcia degli Yavana: Sāketa, Pañcāla, Mathurā

3
Per una descrizione generale del sito e della sua storia si veda Callieri 2007: 133-164.
Demetrio rex Indorum, Menandro I e Barikot. Un’ipotesi di lavoro 553

e infine Pataliputra, che fu distrutta.4 All’improvviso, però, gli Yavana furono


costretti a interrompere l’invasione a causa di una guerra civile scoppiata nel
loro stesso paese. Si può ipotizzare che la natura di questa “guerra civile” sia
da identificare con la seconda campagna indiana di Eucratide, che approfittando
dell’assenza dei rivali occupò i loro territori. Se Menandro si trovò costretto a
conservare solo il controllo di Śākala e della sua regione, Demetrio sarebbe
riuscito a mettere sotto scacco Eucratide per qualche tempo. L’abbondanza di
risorse economiche e militari accumulate da Demetrio nella campagna contro
Puṣyamitra gli avrebbe permesso di affrontare l’attacco di Eucratide e giusti-
ficherebbe il fatto che nel racconto giustineo egli venga rappresentato come re
dell’India. Possiamo riassumere schematicamente gli eventi in questo modo:
– c. 165, Eucratide e Menandro ascendono al trono, Demetrio (II/III) si rifugia a sud
dell’Hindukush;
– tra 165 e 155, primo scontro tra Eucratide e Menandro;
– c. 155-150 Puṣyamitra invade lo Swat, alleanza militare di Demetrio e Menandro,
battaglia di Barikot, campagna a Pataliputra;
– c. 150-145, seconda campagna di Eucratide a sud dell’Hindukush, Demetrio assedia
Eucratide.

Molti aspetti del racconto di Dvv e Mjk restano ancora da chiarire e da ve-
rificare, ma se l’intuizione di Bagchi si rivelasse corretta, potremmo disporre
di maggiori informazioni riguardo a questa fase storica dell’India e allo stesso
tempo potremmo ricostruire alcune sezioni perdute delle fonti classiche giunte
a noi in modo frammentario.

4
Edizione Mitchiner 1986. Si veda anche Patañjali, Mahābhāṣya, 3, 2, 111.
554 Omar Coloru

BIBLIOGRAFIA

Assar, G.R., L.M. Wilson (2007) ReDating Eukratides I relative to Mithradates I. Jour-
nal of the Oriental Numismatic Society, 191, p. 24.
Bagchi, P.C. (1946) Kṛmisa and Demetrius. The Indian Historical Quarterly, XXII/2,
pp. 81-91.
Bopearachchi, O. (1991) Monnaies Gréco-Bactriennes et Indo-Grecques. Paris.
Callieri, P. (2007) Barikot, an Indo-Greek Urban Center in Gandhāra. In D.M. Sriniva-
san, ed. On the Cusp of an Era. Art in the Pre-Kuṣāṇa World, pp. 133-164. Leiden-
Boston.
Coloru, O. (2009) Da Alessandro a Menandro. Il regno greco di Battriana. Pisa-Roma.
Coloru, O., L.M. Olivieri, E. Iori, F. Marzaioli, I. Passariello, F. Terrasi (in stampa) The
Indo-Greek fortified city of Barikot (Swat). The Beginning of the Mature Urban
Phase (~ 150 BCE). In A. Filigenzi, G. Forgione, C. Moscatelli (eds.) Proceedings
EASAA 24rd Biennial Conference (Naples, July 2-6, 2018).
Mitchiner, J.E. (1986) The Yuga Purāṇa. Calcutta.
Olivieri, L.M., F. Marzaioli, I. Passariello, E. Iori, R. Micheli, F. Terrasi, M. Vidale, A.
D’Onofrio (2019) A New Revised Chronology and Cultural Sequence of the Swat
Valley, Khyber Pakhtunkhwa (Pakistan) in the Light of Current Excavations at Bari-
kot (Bir-kot-ghwandai). Nuclear Instruments and Methods in Physics Research,
Section B, 456, pp. 148-156.
Olivieri, L.M. (2020) Gandhāra and North-Western India. In R. Mairs, ed. (2020) The
Graeco-Bactrian and Indo-Greek World, pp. 386-415. New York-London.
Olivieri, L.M. (in stampa) Double-crop Pocket Zones and the Empires. The Case of
Swat. BaSaR, Freiburg.
Spengler III, R.N., L. Tang, A. Nayak, N. Boivin, L.M. Olivieri (2020) The Southern
Central Asian Mountains as an Ancient Agricultural Mixing Zone: New Archaeo-
botanical Data from Barikot in the Swat Valley of Pakistan. Vegetation History and
Archaeobotany, 30, pp. 463-476.
Verardi, G. (2011) Hardships and Downfall of Buddhism in India. New Delhi.
Verardi, G. (2018) The Gods and the Heretics: Crisis and Ruin of Indian Buddhism.
New Delhi.
Wilson, L.M. (2009) From Demetrios I to Demetrios III, the ‘King of the Indians’.
Journal of the Oriental Numismatic Society, 201, pp. 5-9.

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