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Sebastian P.

Brock

La spiritualità
nella tradizione siriaca

“È il tempo quando fiorisce il tiglio”

Lipa
INDICE

I. L’importanza e l’influsso
della spiritualità siriaca ................................................ 9
© 2006 Lipa Srl, Roma
© St Ephrem Ecumenical Research Institute (SEERI), Baker 1. Una tradizione cristiana
Hill, Kottayam-Kerala con una sua specifica fisionomia ......................... 9
prima edizione: settembre 2006 2. Le Chiese di tradizione siriaca ........................... 13
Edizione italiana accresciuta
II. Uno sguardo generale
Lipa Edizioni alla storia della spiritualità siriaca......................... 16
via Paolina, 25
00184 Roma 1. Il primo periodo, fino al 400 ca. ...................... 16
✆ 06 4747770 2. Il V e il VI secolo................................................ 21
fax 06 485876 3. Il VII e l’VIII secolo........................................... 26
e-mail: info.lipa@lipaonline.org
http: //www.lipaonline.org
4. Autori successivi................................................. 31

Autore: Sebastian P. Brock III. Gli autori principali e le loro opere ................. 33
Titolo: La spiritualità nella tradizione siriaca 1. Il primo periodo (fino alla fine del IV secolo)... 33
(titolo originale: Spirituality in the Syriac Tradition) Le Odi di Salomone, 33; Gli Atti di Tommaso, 34; Afraate,
Traduzione: Maria Campatelli e Sara Staffuzza 35; Efrem, 36; Il Liber graduum, 38
Collana: Pubblicazioni del Centro Aletti 2. Autori siriaci del V e del VI secolo .................... 39
Formato: 130x210 mm Giovanni il Solitario, 39; Filosseno, 41; Giacomo di Sarug,
Pagine: 228 42; Stefano bar Sudhaili, 42; Isacco di Antiochia, 44; Narsai,
In copertina: Barlaam battezza Giosafat, Storia di Barlaam e Giosafat, XIII sec., 44; Babai, 45; Abramo di Nethpar, Shubhalmaran, 46
Monastero di Notre-Dame di Balamand, Libano 3. Opere greche del V e del VI secolo ................... 46
Stampato nel settembre 2006 Le Omelie di Macario, 47; Scritti monastici provenienti
Impianti e stampa: Studio Lodoli Sud, Aprilia dall’Egitto, 47; Evagrio, 48; Marco l’Eremita, 49; Nilo, 49;
Proprietà letteraria riservata Printed in Italy Gli scritti dello Pseudo-Dionigi, 49; Isaia, 50
codice ISBN 88-89667-03-6

5
4. Gli autori siro-orientali del VII 3. La verginità interiore.......................................... 125
e dell’VIII secolo.................................................... 51 4. Il costato trafitto di Cristo.................................. 131
Babai il Grande, 51; Gregorio di Cipro, 51; Martyrios
(Sahdona), 52; Isacco di Ninive, 53; Dadisho‘, 55; Simone
5. L’offerta interiore della preghiera ...................... 135
di Taibuteh, 56; Giuseppe Hazzaya, 56; Giovanni di
Dalyatha, 57 VIII. Per ulteriori letture ........................................ 138
5. Autori siriaci successivi ...................................... 57
Giovanni bar Kaldun, 57; Barhebraeus, 58
IX. Piccola antologia di testi .................................. 147
6. Autori europei occidentali 1. Odi di Salomone ................................................. 147
le cui opere sono state tradotte in siriaco .............. 58 2. Afraate ................................................................ 151
3. Efrem.................................................................. 155
IV. Il primo periodo: alcuni temi importanti ......... 59
4. Liber graduum .................................................... 163
1. La discesa di Cristo nello Sheol ......................... 59 5. Giovanni il Solitario ........................................... 164
2. La riapertura del paradiso.................................. 60 6. Isacco di Antiochia............................................. 170
3. Cristo, lo Sposo celeste ...................................... 63 7. Giacomo di Sarug .............................................. 171
4. La salvezza come guarigione .............................. 64
8. Filosseno............................................................. 195
5. Il Fuoco divino................................................... 66
6. L’occhio luminoso .............................................. 69 9. Sergio di Resh‘aina ............................................. 200
7. La triplice chiesa ................................................ 71 10. Babai di Nisibi.................................................. 200
11. Abramo di Nethpar.......................................... 201
V. La tradizione proto-monastica ........................... 74 12. Gregorio di Cipro ............................................ 201
13. Martyrios (Sahdona) ........................................ 202
VI. La vita cristiana: battesimo ed eucaristia ........ 88
14. Isacco di Ninive................................................ 204
1. Il battesimo......................................................... 88 15. Dadisho‘ ........................................................... 210
La prospettiva giovannea: il battesimo come rinascita, 90;
16. Simone di Taibuteh .......................................... 211
La prospettiva paolina: il battesimo come morte e risur-
rezione, 96 17. Giovanni l’Anziano .......................................... 215
2. Eucaristia/qurbana ............................................. 111 18. Giuseppe il Visionario...................................... 218
19. Abramo di Dashandad..................................... 220
VII. Alcuni temi rilevanti........................................ 119 20. Barhebraeus...................................................... 221
1. L’amore divino.................................................... 119
2. Spoliazione e umiltà ........................................... 121

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La spiritualità nella tradizione siriaca/ S.P. Brock
IV. IL PRIMO PERIODO:
tali istruzioni seguono in generale la tradizione di Giuseppe
il Visionario. ALCUNI TEMI IMPORTANTI
Gregorio Abu’l Faraj, piú noto come Barhebraeus (Bar
’Ebroyo) fu uno dei piú dotti e prolifici di tutti gli autori
siriaci; finí la sua vita come mafriano d’oriente, un ufficio
secondo solo a quello del patriarca siro-giacobita. Dopo In questo capitolo esamineremo alcuni temi specifici
aver scritto ampiamente di filosofia, medicina, grammati- che sono di particolare rilievo.
ca e altri argomenti, verso la fine della sua vita (morí nel
1286) si volse a temi piú specificatamente spirituali (uno
dei libri in cui si imbatté fu il Libro di santo Ieroteo, che evi- 1. La discesa di Cristo nello Sheol (il mon-
dentemente lo colpí). Oltre a dare alcune direttive gene-
do dei morti)
rali per la vita cristiana (sia laica, che monastica) nel- Si tratta di un tema importante già nelle Odi di Salomo-
l’Ethicon, Barhebraeus scrisse anche un’influente piccola ne, e sant’Efrem dedica ad esso un notevole numero di
guida per i monaci intitolata Libro della Colomba. poemi. Il suo significato diventa chiaro se facciamo una di-
stinzione tra tempo ordinario (o storico) da una parte, e
(6) Autori europei occidentali le cui opere tempo sacro (o liturgico) dall’altra; il tempo ordinario ri-
sono state tradotte in siriaco guarda una sequenza lineare di eventi, mentre nel tempo
sacro non c’è un prima ed un dopo; ciò che importa nel
Dal XVII al XIX secolo, molti classici di spiritualità eu- tempo e nello spazio sacro è la qualità dell’evento salvifi-
ropei furono tradotti dai missionari, sia cattolici che pro- co, e non quando o dove esso ha avuto luogo. Ora, l’in-
testanti, in siriaco (o, nel XIX secolo, in siriaco moderno). carnazione è un evento che determina sia il tempo storico
Cosí la popolare Imitazione di Cristo, attribuita a Tommaso che quello sacro: all’incarnazione, Dio il Verbo nacque in
da Kempis, fu tradotta prima in siriaco classico da Giusep- un luogo particolare e in un tempo particolare; ma allo stes-
pe Guriel (Roma 1857), e poi in siriaco moderno da Paul so tempo l’incarnazione agisce anche in ogni luogo e in
Bedjan (Leipzig-Paris 1885). Analogamente, il missionario ogni tempo, sia passato che futuro. Dal momento che
presbiteriano americano D.T. Stoddard tradusse il Pilgrim’s quest’ultimo aspetto non poteva essere espresso secondo
Progress di John Bunyan in siriaco moderno (Urmi 1848). categorie di tempo storico o di spazio geografico, la chie-
sa primitiva lo doveva descrivere in termini di tempo non-
storico o di spazio non-geografico, in altre parole in termini
di tempo sacro e di spazio sacro; e a questo scopo usa la
frase “Egli discese allo Sheol”, la dimora senza tempo e
senza spazio dei morti dell’Antico Testamento.

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La spiritualità nella tradizione siriaca/ S.P. Brock IV. Il primo periodo: alcuni temi

In questa luce, la discesa nello Sheol e la vittoria di Cristo poté aprire la via al paradiso.
sulla morte assumono un grande significato per la vita del- (Inni sulla natività 8, 4)
la chiesa: radicate nel tempo sacro, sono efficaci in ogni mo- Con la lama della spada del cherubino
mento nel tempo storico – il che offre ampi motivi per i nu- la via all’Albero della Vita fu sbarrata,
merosi inni di sant’Efrem che celebrano questo evento. ma ora il Signore di quell’Albero
ha dato se stesso in cibo ai popoli.
Se gli altri alberi dell’Eden furono offerti al primo
2. La riapertura del paradiso Adamo per cibo,
Nel raccontare la storia della salvezza, i primi autori si- per noi il Giardiniere stesso è divenuto cibo per le no-
riaci fanno un grande uso dei temi dei capitoli 1-3 della stre anime.
Noi lasciammo il giardino con Adamo, quando lui se
Genesi: la creazione di Adamo ed Eva, il loro tempo nel
lo lasciò indietro,
paradiso, la loro disobbedienza e la loro cacciata dal pa- ma ora che una lancia è rimossa dall’altra
radiso. Adamo è compreso sia come l’individuo del rac- possiamo accingerci a tornarvi.
conto della Genesi che come il rappresentante dell’uma- (Inni conservati in armeno 49, 9-11)
nità in generale; allo stesso tempo è anche il rappresentante
Quando Adamo peccò e fu spogliato della gloria di
di ogni essere umano. Cosí si esprime sant’Efrem: “la-
cui era stato rivestito, egli coprí la sua nudità con foglie
sciammo il giardino con Adamo, quando lui se lo lasciò in- di fico (cf Gen 3,7). Il nostro Salvatore venne e subí la
dietro”. sofferenza per guarire le ferite di Adamo e offrire una
Cristo, il secondo Adamo, è descritto come aver “in- veste di gloria alla sua nudità. Egli seccò l’albero del fi-
dossato il corpo di Adamo”, che è anche “il nostro corpo”; co (cf Mt 21,20-21) per mostrare che non ci sarebbe sta-
cosí facendo, rovescia gli effetti della disobbedienza del pri- to piú a lungo bisogno di foglie di fico per servire co-
me vestito ad Adamo, dal momento che Adamo era ri-
mo Adamo e determina la possibilità per l’Adamo/uma-
tornato alla sua gloria antica, e non ci sarebbe stato bi-
nità di rientrare nel paradiso. In Efrem e negli autori suc- sogno piú a lungo di foglie o di “tuniche di pelle”
cessivi, tutto questo spesso è descritto usando i temi tipo- (Gen 3,21). (Commento al Diatessaron XVI, 10)
logici suggeriti dal ferimento del costato di Cristo sulla cro-
ce (Gv 19,34), come nel brano seguente: Nell’ultimo di questi testi, Efrem usa il primo Adamo co-
me un rappresentante della condizione attuale dell’umanità
Benedetto il Misericordioso! Vedendo la spada ferita, o caduta; e poi come un rappresentante del futuro sta-
fuori dal paradiso sbarrare la strada to dell’umanità ripristinato, reso possibile da Cristo, che,
all’Albero della Vita, venne e prese Lui stesso (cf
Gen 3,24) avendo “indossato il corpo di Adamo”, ha portato la guari-
un corpo che fu ferito gione ad esso e per mezzo di esso. Ma l’Adamo/umanità non
cosí che, per il suo fianco aperto (cf Gv 19,34), è solo riportato alla “gloria antica” del paradiso: come indi-

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La spiritualità nella tradizione siriaca/ S.P. Brock IV. Il primo periodo: alcuni temi

ca il secondo brano, all’umanità rinnovata non è piú proibito non di minor valore è la corona frutto del buon uso
l’Albero della Vita. Nella vita sacramentale della chiesa si può del libero arbitrio. (Inni sul paradiso 12, 18)
vedere anticipato il paradiso qui sulla terra, perché: Il risultato, tuttavia, fu che la loro disobbedienza pro-
Il pane spirituale dell’eucaristia vocò l’espulsione dal paradiso. Perciò, tutto lo scopo
rende leggeri e fa volare: dell’incarnazione non è solo riportare l’Adamo/umanità in
le nazioni si librarono paradiso, ma anche elevare l’umanità alla superiore con-
e presero dimora in paradiso. dizione di immortalità che Adamo ed Eva non riuscirono
Attraverso il secondo Adamo che entrò nel paradiso
a raggiungere, come risultato del loro cattivo uso del do-
tutti ci sono entrati,
perché attraverso il primo Adamo uscito
no del libero arbitrio.
tutti erano usciti […]. Nel brano tratto dal Commento al Diatessaron, Efrem
Grazie al pane spirituale introduce il tema della “veste di gloria” con cui Adamo ed
ciascuno diventa Eva erano stati rivestiti prima della caduta (il concetto è di
un’aquila che vola origine ebraica). Efrem ed altri autori siriaci usano questo
fino al paradiso.
tema come un mezzo per concatenare tutti i differenti
Chiunque mangia il pane di vita del Figlio
vola a incontrarlo sulle nubi. (Inni sugli azzimi 17, 9-12) momenti nel corso della storia della salvezza, a partire
dal racconto della creazione di Gen 1-3, per poi applicar-
Nel suo Commento alla Genesi, Efrem spiega come lo a sua volta a Cristo (“che venne a cercare Adamo che si
Dio creò Adamo ed Eva in uno stato intermedio, né mor- era perso, Egli venne per riportarlo nell’Eden nella veste
tali, né immortali; era stato dato loro il “piccolo coman- di luce”), al singolo cristiano (che indossa la veste di glo-
damento”, di modo che potessero esercitare il libero ar- ria con il battesimo) e ai santi nel giorno del giudizio (che
bitrio di cui erano stati dotati: se avessero obbedito alla di- hanno conservato la loro veste nuziale di gloria in uno sta-
sposizione di Dio, sarebbero stati ricompensati con il frut- to di purezza [cf Mt 22,1-14]). Questa immagine quoti-
to dell’Albero della Vita. diana dell’indossare e del togliere gli abiti serve agli auto-
ri siriaci antichi come uno strumento molto efficace per di-
Il Giusto non desiderava dare ad Adamo la corona per mostrare come nella storia della salvezza i differenti stadi
niente, siano intimamente connessi, e come ogni singolo cristiano
anche se è stato senza fatica che gli ha concesso di go-
sia direttamente coinvolto nella storia.
dere del paradiso.
Dio sapeva che, se Adamo voleva, poteva vincere il
premio: 3. Cristo, lo Sposo celeste
quello che il Giusto desiderava era di esaltarlo,
perché, se grande è per grazia il grado degli esseri spi- In Gv 3,29, Giovanni il Battista si identifica con “l’ami-
rituali, co dello Sposo”. Questo, e alcuni altri passi del Nuovo

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La spiritualità nella tradizione siriaca/ S.P. Brock IV. Il primo periodo: alcuni temi

Testamento (ad es. Mt 9,15), costituiscono il retroscena dei Quando Adamo peccò e fu spogliato della gloria
frequenti riferimenti a Cristo, lo Sposo celeste, nei primi di cui era stato rivestito, egli coprí la sua nudità con
autori siriaci. Il ruolo di Giovanni Battista al battesimo di foglie di fico. Il nostro Salvatore venne e subí la sof-
ferenza per guarire le ferite di Adamo e procurare un
Cristo è rivelare lo Sposo alla Sposa (la chiesa), e al mo- vestito di gloria alla sua nudità. (Commento al Diates-
mento del battesimo dei cristiani ogni singola anima è fi- saron XVI, 10)
danzata al Cristo Sposo; ancora, ad ogni celebrazione del
qurbana (in siriaco, “offerta”, cioè la messa) – essa stessa Questa sottolineatura di Cristo come il Guaritore è di
una festa nuziale – Efrem esclama (rivolgendosi a Cristo): particolare significato per l’antico significato siriaco della
penitenza. Invece dello schema concettuale giuridico, che
L’anima è la tua sposa, il corpo la tua stanza nuziale, tende a dominare la tradizione latina, gli autori siriaci pre-
i tuoi invitati sono i sensi e i pensieri. feriscono usare una tipologia medica, dove il peccato è vi-
E se un solo corpo è per te una festa di nozze,
sto piú come una ferita che ha bisogno di guarigione; il far-
quanto grande è il tuo banchetto per la chiesa intera!
(Inni sulla fede 14, 5) maco che può procurare questa guarigione è la penitenza.
Perciò Afraate:
In un modo simile, spesso troviamo il regno dei cieli de-
scritto come una “stanza nuziale” (gnona): a questo pro- Un uomo che è stato ferito in battaglia non ha ver-
posito, va notato un interessante cambiamento che molti gogna di mettersi nelle mani di un saggio medico, per-
autori siriaci fanno del testo di Mt 25,10, nella parabola del- ché la battaglia ha avuto ragione di lui ed è stato fe-
rito. E quando è guarito, il re non lo respinge, ma lo
le vergini sagge e delle vergini stolte: il testo greco ha le ver- annovera e lo include di nuovo nel suo esercito. Allo
gini sagge che entrano con lo sposo alla “festa di nozze”, stesso modo, chi è stato ferito da Satana non deve ver-
mentre negli autori siriaci esse sono spesso descritte entrare gognarsi di riconoscere la sua colpa e di allontanarsi
proprio nella camera nuziale. da essa, domandando la medicina della penitenza.
Chiunque ha vergogna di mostrare la sua piaga a un
Nei capitoli 5 e 7 vedremo quanto è importante questo
dottore, la troverà trasformata in cancrena, e la ma-
tema per un’esatta comprensione dell’ideale della verginità. lattia si estenderà al corpo intero. Chi non si vergo-
gna invece andrà [dal medico e] avrà guarito il suo
4. La salvezza come guarigione ascesso e di nuovo ritornerà a prender parte al com-
battimento. Mentre chi ha preso la cancrena non
Gli antichi autori siriaci parlano spesso del peccato può piú essere guarito, né indossare le armi che ave-
come di una ferita che ha bisogno di guarigione: Cristo è va deposto. Cosí è di chi è stato vinto nel nostro
“il bravo Medico” che viene a fasciare le ferite dell’Ada- combattimento con il peccato: ha i mezzi di essere
guarito, se si confessa dicendo “ho peccato”, e se
mo/umanità caduto. cerca la penitenza; ma chi si vergogna di fare questo
Efrem scrive pertanto: non può essere guarito, perché non vuole far cono-

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scere la sua ferita al medico [cioè al sacerdote]. Nell’Antico Testamento ci sono molti passi dove la di-
(Dimostrazione VII, 3) scesa del fuoco divino indica l’accettazione da parte di Dio
di un sacrificio (ved., ad es., 2Cr 7,1, la dedicazione del
Cristo, “il bravo Medico” ha trasmesso i suoi poteri cu-
tempio ad opera di Salomone). La primitiva tradizione cri-
rativi di perdono ai suoi apostoli e ai sacerdoti dopo di lo-
stiana e giudaica (specialmente tra gli autori siriaci) a vol-
ro. Ma Cristo non è solo il Medico, è anche il “Farmaco
te, per analogia, estende questa idea ad altri sacrifici che
di Vita” (il termine risale all’antica letteratura mesopota-
sappiamo essere stati accettati: cosí Afraate parla del fuo-
mica; “vita”, nei primi autori siriaci, ha anche la connota-
co che discende sul sacrificio di Abele, ma non su quello
zione di “salvezza”, come nel vangelo di san Giovanni):
di Caino (Gen 4) nella sua Dimostrazione IV.
Gioisca oggi Eva nello Sheol Nel Nuovo Testamento, l’immagine del fuoco divino si
perché il Figlio della sua figlia trova in At 2,3, nel racconto della pentecoste. La piú an-
come Farmaco di Vita tica tradizione siriaca parla di fuoco divino anche a pro-
è sceso per far rivivere posito di altri due luoghi, nel ventre della Vergine Maria
la madre di sua madre.
e nel fiume Giordano al battesimo di Cristo. Efrem si ri-
(Inni sulla natività 13, 2)
volge cosí a Cristo:
È all’Ultima Cena che “il Datore di vita di tutto bene-
Vedi, Fuoco e Spirito sono nel ventre di lei che ti ha
disse il cibo ed esso divenne Farmaco di Vita per tutti co- portato,
loro che ne mangiarono” (Inni sugli azzimi 14,16). Da Fuoco e spirito sono nel fiume in cui sei stato bat-
quel momento in poi, questo Farmaco di Vita che dà gua- tezzato. (Inni sulla fede 10, 17)
rigione è alla portata di tutti i cristiani ad ogni celebrazione
Il tema di Cristo come fuoco nel grembo di Maria è
del qurbana.
molto popolare nella poesia siriaca antica. In un lungo poe-
ma in forma di dialogo,2 dove l’angelo Gabriele e Maria
5. Il Fuoco divino1 parlano in strofe alternate, troviamo:
Il fuoco è un’immagine abituale dell’azione divina o del-
Maria: Mi hai inquietato moltissimo ora,
la Divinità stessa. L’immagine del fuoco divino ha un du- perché se, come dici, Egli è tutto fiamma,
plice aspetto: da una parte, questo fuoco può consumare come non succederà niente al mio grembo
e bruciare (il destino di molti peccatori nell’Antico Testa- al Fuoco che vi abiterà?
mento), o può purificare e santificare. Gabriele: Il tuo grembo sarà ricolmo di santità,

1 Vedi anche il cap. 6; “Qurbana”. 2 Traduzione inglese in Sogiatha (Syrian Churches Series 11, 1988).

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sigillato dalla Divinità nascosta: questo termine è assai frequentemente usato in riferi-
un luogo che è santo mento al qurbana consacrato. Il significato di questi pa-
è assai amato da Dio come un luogo dove apparire. ralleli diventerà chiaro al cap. 6.
Allo stesso modo, un anonimo inno su Maria inizia:
6. L’occhio luminoso
1. Ero pieno di meraviglia presso Maria mentre allatta-
va Nel cap. 2 si è accennato all’occhio interiore della fede
l’Approvvigionatore di tutte le razze diventato bam- che solo è capace di percepire i tipi e i simboli di Dio nascosti
bino. sia nella Scrittura che nel mondo naturale attorno a noi.
Egli, di cui tutti i mondi sono pieni Quest’occhio interiore dell’anima (o della mente, o del cuo-
ha abitato nel ventre di una giovane donna. re) ha due caratteristiche essenziali. Anzitutto, funziona
2. La figlia di poveri
con l’aiuto della fede, proprio come l’occhio fisico funzio-
è diventata madre del Ricco, e il suo amore l’ha im-
prigionato. na con l’aiuto della luce; e, in secondo luogo, è offuscato dal-
Egli era fuoco nel grembo della vergine, la presenza del peccato. Di conseguenza, se quest’occhio in-
ma lei non si è bruciata nelle fiamme! teriore deve funzionare bene, ha bisogno di essere tenuto ter-
3. Amorevolmente ha abbracciato il Carbone ardente, so, pulito, cioè puro dal peccato. Efrem descrive l’occhio in-
eppure non ha sofferto danno, perché lo ha tenuto in teriore quando è in questo stato come “l’occhio luminoso”
onore;
(in siriaco, shafitha), e la sua qualità come la “luminosità” (in
il Fuoco ardente si è incarnato
ed è stretto nelle mani di Maria. siriaco, shafyutha). Entrambi questi termini sono di grande
importanza nella successiva storia della spiritualità siriaca,
La presenza del Fuoco nel grembo di Maria e nel proprio come negli scritti di Efrem.
Giordano è paragonata alla presenza del Fuoco divino Solo quando quest’occhio interiore è luminoso, è ca-
nei sacramenti (in siriaco, “misteri”) del battesimo e del- pace di vedere i tipi e i simboli, gli indicatori verso Dio pre-
l’eucaristia. Pertanto, il decimo degli Inni sulla fede di senti ovunque, nella natura e nella Scrittura:
Efrem continua:
Le Scritture sono disposte come uno specchio,
Fuoco e Spirito sono nel nostro fonte battesimale, e colui il cui occhio è luminoso vede dentro l’imma-
e nel pane e nel calice ci sono Fuoco e Spirito santo. gine della Verità. (Inni sulla fede 67, 8)

Lo stesso legame tra Cristo come Fuoco nel grembo di Inoltre, questa facoltà interiore di visione cresce nella
Maria e Cristo come Fuoco nel qurbana è messo in evi- misura in cui cresce la fede; anzi si nutrono l’una l’altra, e
denza nel poema su Maria dall’uso dell’espressione del cosí si aiutano reciprocamente a crescere. E quanto piú
“Carbone ardente”, derivata da Is 6,6, dal momento che l’occhio interiore diventa luminoso, tanto piú vedrà della

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La spiritualità nella tradizione siriaca/ S.P. Brock IV. Il primo periodo: alcuni temi

realtà divina. Da una prospettiva diversa, si potrebbe di- di vetro, il che significa che dovevano essere tenuti molto
re che tante piú cose saranno rivelate a questo occhio in- puliti perché svolgessero la loro funzione. In un brano ci-
teriore nella misura in cui la sua capacità di visione spiri- tato sopra, Efrem parla della Scrittura come di uno spec-
tuale diverrà maggiore. Nessun essere mortale ha avuto un chio; questo specchio è naturalmente pulito. Ma, proprio
occhio piú luminoso di Maria. Efrem parla di Eva e di per vedere la “verità”, o la realtà spirituale, riflessa nella
Maria come dei due occhi interiori del mondo; uno è of- Scrittura, l’occhio interiore deve essere luminoso. Altrove
fuscato e non può vedere in modo chiaro, mentre l’altro parla dello specchio dell’Io, che va tenuto molto pulito se
è luminoso e cosí funziona perfettamente: deve riflettere l’immagine divina in cui è creata l’umanità
(Gen 1,26). Anche la nostra preghiera è uno specchio e, se
Maria ed Eva nei loro simboli è “luminosa”, rifletterà la bellezza di Cristo.
assomigliano ad un corpo, i cui occhi uno
è cieco e oscurato mentre l’altro
è chiaro e luminoso, 7. La triplice chiesa
e dà luce a tutto.
Il mondo, tu lo vedi, ha due occhi in sé: Nel paragrafo relativo al Liber graduum del cap. 3 si è
Eva era il suo occhio sinistro, cieco, fatto riferimento al singolare concetto di una triplice chie-
mentre l’occhio destro, sa: la chiesa celeste, la chiesa visibile sulla terra, con i suoi
luminoso, è Maria. sacramenti del battesimo e dell’eucaristia, e la chiesa in-
Attraverso l’occhio che fu oscurato teriore del cuore. La seconda è modellata sulla prima, e la
il mondo intero fu oscurato,
terza è modellata sulla seconda; l’ideale è che tutte e tre
e il popolo andava a tentoni
e pensava che ogni pietra funzionino in armonia. Ecco il brano in questione:
su cui inciampava fosse un dio,
chiamando una menzogna verità. Non è senza motivo che nostro Signore e i suoi pre-
Ma quando fu illuminato dall’altro occhio, dicatori, in tempi antichi e piú recenti, abbiano istituito
e dalla Luce celeste che risiedeva in esso, la chiesa, l’altare e il battesimo visibili agli occhi del
allora gli uomini furono riconciliati ancora una volta, corpo. Fu affinché, a condizione che i nostri corpi di-
e compresero che ciò in cui avevano inciampato ventino templi e i nostri cuori altari, per le cose visi-
distruggeva la loro vera vita. bili potessimo trovarci in quelle del cielo, invisibili agli
(Inni sulla chiesa 37, 4-7) occhi della carne, per migrare là ed entrarvi mentre sia-
mo ancora in questa chiesa visibile con il suo sacer-
Come è spesso nella letteratura siriaca, qui Maria offre dozio e il suo ministero, che agiscono come un buon
un modello per il cristiano. esempio per tutti coloro che imitano le veglie, i digiuni
e la pazienza di nostro Signore e di quelli che lo han-
Il termine “luminoso” è usato anche in riferimento no predicato. Osserviamo e insegniamo questo; poi,
agli specchi. Nell’antichità essi erano fatti di bronzo, non una volta raggiunta l’umiltà e dimostrato rispetto per

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tutti, grandi e piccoli, ci appariranno la chiesa celeste stenza la chiesa terrestre, con i suoi sacerdoti e il suo
e l’altare spirituale, sopra al quale offriremo un sacri- altare; secondo il tipo del suo ministero, il corpo ser-
ficio di ringraziamento nella preghiera dei nostri cuo- ve all’esterno, mentre il cuore agisce come il sacerdote
ri e nella supplica dei nostri corpi, credendo in que- all’interno. Coloro che sono assidui in questa chiesa
sto altare visibile, e certi del sacerdozio che l’ammi- visibile diventano come la chiesa celeste e la seguono.
nistra; perché ogni cosa che si trova in questa chiesa Perciò la chiesa visibile è di un’estrema importanza:
è stata stabilita a somiglianza della chiesa invisibile. perché è la madre di tutti i battezzati; ma in partico-
lare perché il volto di nostro Signore splende su di lei
Se, tuttavia, avessimo dubbi e disprezzassimo la
e la illumina.
chiesa visibile, con il suo altare visibile e il suo visibi-
le sacerdozio, e questo battesimo che procura il per- Questa chiesa, con il suo altare e il suo battesimo,
dono, allora il nostro corpo non diventerà un tempio, genera uomini e donne come figli, ed essi succhiano
né il nostro cuore sarà un altare o una fonte di lode. il suo latte finché non sono svezzati. Poi giungono al-
Né ci sarà rivelata quella chiesa in cielo con il suo al- la maturità e alla conoscenza che appartiene sia al cor-
tare, la sua luce e il suo sacerdozio, dove sono radu- po che al cuore, e fanno dei loro corpi dei templi e dei
nati tutti i santi puri di cuore che dimorano nella sua loro cuori degli altari; mangiano cibo solido, superiore
gloria, esultanti alla sua luce, perché non hanno di- al latte, finché non sono diventati perfetti e mangia-
sprezzato questa benedetta nutrice che ogni giorno dà no veramente il Signore stesso, come ha detto: “Chi
vita e fa crescere eccellenti figli che manda alla gran- mangia me vivrà per me” (Gv 6,58). Una volta che
de chiesa nel cielo. hanno mangiato il vero cibo … allora raggiungono
quella chiesa celeste in alto che li rende perfetti, ed en-
Questa chiesa visibile, il cui altare, battesimo e sa- trano nella città di Gesú, nostro Re. Là rendono cul-
cerdozio furono istituiti da nostro Signore, è visibile to nel palazzo grande e perfetto che è la madre di tut-
ad ognuno. Infatti in essa nostro Signore pregò, e i ti i viventi e dei perfetti.
suoi apostoli in essa sia furono battezzati che immo-
larono il suo corpo e il suo sangue, servendo fedel- Cosí non dobbiamo disprezzare la chiesa visibile
mente come sacerdoti. Essa è la vera chiesa, e la ma- che fa crescere tutti come figli; né disprezzare la chie-
dre benedetta che cresce tutti come figli. Allo stesso sa del cuore, che rafforza tutti coloro che sono mala-
modo, quel corpo e quel cuore nei quali dimora no- ti. Ma dobbiamo desiderare la chiesa in alto, perché
stro Signore – anche perché lo Spirito vi inabita – so- rende perfetti tutti i santi. (Liber graduum XII, 2-3)
no in verità un tempio ed un altare, dato che nostro
Signore vi risiede, come è scritto: “i vostri corpi sono
tempio del Signore e Cristo dimora nel vostro uomo
interiore” (1Cor 6,19).

Quanto alla chiesa in cielo, tutto ciò che è buono


prende inizio da lí, e da lí la luce splende su di noi in
tutte le direzioni. A sua immagine, è venuta all’esi-

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