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PREMESSA
- Hume faceva un passo in più: premesso che tutto ciò che si sa proviene dall’esperienza,
COME si fa a DIRE che un FENOMENO A è CAUSA di un FENOMENO B?
——> La MERA RAGIONE NON è IN GRADO di PARLARE della REALTÀ: pur fornendo
elementi validi (in quanto esito delle leggi della logica), le LEGGI della RAGIONE sono DI
PER SÉ VUOTE e ASTRATTE, mancando la connessione con l’esperienza (“un
sarchiapone è un sarchiapone”: non dice né cos’è un sarchiapone né se i sarchiaponi
esistono!)
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COME SUPERARE questo PROBLEMA?
——> Secondo Kant, non bisogna CHIEDERSI com’è la realtà, ma ENTRO QUALI
LIMITI i NOSTRI STRUMENTI COGNITIVI, che non corrispondono necessariamente alla
struttura oggettiva della realtà, POSSONO PRODURRE una CONOSCENZA
—> AGGIUNGENDO delle “FORME” alla mia ESPERIENZA SOGGETTIVA (es. io che
sbatto sulla porta), LA RENDO INTER-SOGGETTIVA, DANDO agli ALTRI la
POSSIBILITÀ di VERIFICARE CON un ESPERIMENTO, che è una forma di
interrogazione controllata della natura, il MIO RACCONTO
——> Una volta SOTTOPOSTA a CRITICA, DELLA METAFISICA non ci sono più le
strutture della realtà, ma RIMANGONO SOLTANTO le FORME a PRIORI, ovvero le
STRUTTURE della nostra MENTE che ci PERMETTONO di RENDERE INTER-
SOGGETTIVO QUALCOSA che NON LO È
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METAFISICA DEI COSTUMI (abitudini e prassi sociali), 1797
— — > U n a S E N S I B I L I Z Z A Z I O N E D I V U L G AT I VA l e O B B L I G H E R E B B E a
RIMESCOLARE QUANTO hanno DIVISO
——> Nel caso della loso a critica, PIÙ CHE sulla POPOLARITÀ si deve INSISTERE
sull’ACCURATEZZA SCOLASTICA, ossia sull’IMPIEGO di un LINGUAGGIO TECNICO
PRECISO
N.B.
- Per Kant, la FILOSOFIA, come la ragione umana, è UNA SOLA, ed è un qualcosa di
scienti co: DISCORSO UNITARIO, METODO UNITARIO, PROGRESSO CUMULATIVO
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INTRODUZIONE METAFISICA DEI COSTUMI
—> SENTIMENTO (stato soggettivo, che non dice assolutamente nulla sull’oggetto):
CAPACITÀ di PROVARE PIACERE O DISPIACERE PER QUALCOSA
> È SEMPRE VERO che SE DESIDERO una DETERMINATA COSA, allora MI PIACE
> MA NON è SEMPRE VERO che SE MI PIACE una DETERMINATA COSA, allora LA
DESIDERO (es. mi piace l’Orestea, ma non vorrei a atto vivere in una famiglia come
quella della tragedia!)
2 TIPI di PIACERE
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TASSONOMIA DESIDERIO
> PIACERE INTELLEGIBILE: sono contento di aver fatto una buona azione soltanto se
mi sono CONVINTO, CON ARGOMENTI NON EMPIRICI, che COMPORTARSI CON
BENEVOLENZA sia e ettivamente una BUONA AZIONE (es. regalo il mio cioccolato a
una persona povera)
> INCLINAZIONE LIBERA dai SENSI (propensio intellectualis): NON SOLO PROVO
PIACERE a FARE del BENE, MA LO FACCIO ABITUALMENTE, non una tantum (es. non
solo regalo il mio cioccolato all’uomo povero per strada, ma collaboro anche con la
Caritas per nutrire gli a amati)
N.B.
- FIN QUI Kant aveva de nito GENERICAMENTE la capacità di DESIDERARE come
CAPACITÀ di ESSERE CAUSA delle PROPRIE RAPPRESENTAZIONI
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CAPACITÀ di FARE O TRALASCIARE A PIACIMENTO è considerata sotto 3 ASPETTI
N.B.
- La RAGIONE nei confronti delle massime SVOLGE lo STESSO RUOLO della CORTE
COSTITUZIONALE nei confronti delle leggi del Parlamento
> FASE 1: ADOZIONE di una MASSIMA, vale a dire del principio soggettivo sulla base
del quale si intende agire (≡ LEGGE del PARLAMENTO)
N.B.
- QUANDO è DETERMINATO dalla RAGION PURA autonoma e DECIDE perciò IN
BASE a LEGGI che SI DÀ il SOGGETTO stesso, l’ARBITRIO è de nito LIBERO
—> REGALO il CIOCCOLATO a una PERSONA che MUORE di FAME PERCHÉ mi sono
RAZIONALMENTE CONVINTO, auto-determinandomi, che sia GIUSTO COMPIERE un
ATTO di BENEVOLENZA (valutando la massima di ingozzarmi di cioccolato, ho visto che
era ingiusta dal punto di vista razionale)
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Non potendo o rire la “materia della legge”, COME PUÒ la RAGION PURA (indipendente
dall’esperienza) ESSERE PRATICA (dettare cioè legge)?
- La CAPACITÀ PRATICA della RAGIONE non VIENE dalla materia e dai progetti
particolari, ma DAlla FORMA, ovvero DAll’ESIGENZA CRITICA della RAGIONE, che
OPERA ATTRAVERSO l’UNIVERSALITÀ
——> La MIA AZIONE può trovare GIUSTIFICAZIONE SOLO PER ME, Oppure sono IN
GRADO di LEGITTIMARLA razionalmente DI FRONTE a TUTTI gli ESSERI RAZIONALI?
- Hanno a che fare con l’IMPERATIVO IPOTETICO (“se mangi meno cioccolato,
dimagrisci”)
2) LEGGI ETICHE (ius quia iustum): si occupano, nel foro interno, dei MOTIVI che
DETERMINANO le mie AZIONI (MORALITÀ delle INTENZIONI)
—> DA GIUSNATURALISTA, infatti, PER DIRITTO egli INTENDE non il diritto positivo,
ma la NORMA COSTITUITA DAlla RAGIONE (diritto dei loso )
—> Kant è convinto che la STRUTTURA FONDAMENTALE del DIRITTO meriti di essere
de nita TALE SOLTANTO SE GIUSTA (ius quia iustum)
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La METAFISICA si divide in DUE SPECIE
—> Le LEGGI MORALI non possono avere parti empiriche perché NON DESCRIVONO
la NATURA e non elaborano dati, MA devono essere COMPATIBILI CON la NOSTRA
LIBERTÀ, INDIRIZZARE a DETERMINATE AZIONI e valere soltanto come LEGGI a
PRIORI e NECESSARIE
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FELICITÀ
—> QUANDO PARLIAMO di FELICITÀ non abbiamo in mente una serie di momenti lieti
(bere ca è, fare sport, andare in montagna…), ma STIAMO PENSANDO a TUTTA la
nostra VITA NEL SUO COMPLESSO
—> Mentre l’intelletto si limita a prendere ciò che arriva dall’esperienza e a catalogarlo, la
RAGIONE SI INTERROGA SUl SENSO COMPLESSIVO della VITA (tre idee della
ragione: Dio, anima, mondo)
——> La FELICITÀ è un’IDEA della RAGIONE, che tutti gli esseri razionali hanno, perché
ha la PRETESA di SPAZIARE SUlla NOSTRA ESISTENZA COME TOTALITÀ (TOTALITÀ
PENSABILE, MA NON ESPERIBILE, che non riusciremo cioè mai a riempire di materia
cognitiva tramite l’esperienza)
N.B.
- È vero che la felicità è un’idea della ragione, ma NON è POSSIBILE COSTRUIRE la
METAFISICA dei COSTUMI BASANDOSI SUll’idea della FELICITÀ
—> TUTT’AL PIÙ è POSSIBILE DARE dei CONSIGLI, BASATI sulla PRESUNZIONE che
la PERSONA consigliata CONDIVIDA un IDEALE GENERALE di FELICITÀ
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L’uomo POLITICO che COSTRINGE la GENTE IN BASE alla SUA IDEA di FELICITÀ
——> La FELICITÀ NON PUÒ FONDARE una GIUSTIFICAZIONE MORALE che sia
UNIVERSALE e NECESSARIA
——> Secondo Kant NON è POSSIBILE COSTRUIRE una DOTTRINA MORALE SU una
CONOSCENZA TEORETICA (descrittiva) dell’ESSERE UMANO (con un approccio
descrittivo possiamo tutt’al più produrre consigli)
N.B.
- È POSSIBILE anche immaginarsi un’ANTROPOLOGIA MORALE (disciplina empirica
che OSSERVA il MODO IN CUI le PERSONE SI COMPORTANO), MA deve essere
SEMPRE SUBORDINATA alla METAFISICA dei COSTUMI (se no si cade nell’errore dei
moralisti scozzesi)
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RAPPORTO FILOSOFIA PRATICA E TECNICA
—> Il MEDICO AGISCE SULLA BASE di conoscenze di tipo teoretico (LEGGI della
NATURA)
—> Anche le LEGGI che usa l’IMPERATIVO IPOTETICO sono LEGGI della NATURA
——> Nell’AMBITO della FILOSOFIA morale (o PRATICA) RIENTRA non ciò che ha a
che fare con la tecnica e gli imperativi ipotetici, ma CIÒ che ha A CHE VEDERE con le
LEGGI della LIBERTÀ (es. non come levare un parassita, ma COME COMPORTARSI IN
CASO di DILEMMI MORALI, come l’aborto spontaneo)
——> SE questa FILOSOFIA PRATICA fosse una TECNICA, un’arte, sarebbe l’ARTE
DIVINA di COSTRUIRE un MONDO SISTEMATICAMENTE REGOLATO DAlle LEGGI
della LIBERTÀ (arte che gli esseri razionali niti non sono in grado di praticare, ma che
possono solo immaginare)
—> CHI PUÒ FARLO? NON gli UOMINI in quanto ESSERI RAZIONALI FINITI (sono al
massimo in grado di controllare le proprie azioni personali), MA un IPOTETICO DIO, che
HA il PIENO CONTROLLO del MONDO ed è un ESSERE RAZIONALE NON FINITO
(tecnica divina)
—> Tutto ciò ha una CONSEGUENZA POLITICA IMMEDIATA: l’UOMO, in quanto essere
razionale nito, PUÒ AGIRE SOLTANTO SU delle PORZIONI di MONDO, MA NON può
RI-PROGETTARLO interamente. SE PRETENDE di FARLO, per forza di cosa LEDERÀ i
DIRITTI di QUALCUNO, strumentalizzandolo
—> I POSTULATI SERVONO a CREARE dei MODELLI (pattern) che possiamo applicare
PER DARE FORMA alla REALTÀ (vd. 6 postulati di Euclide e geometra che progetta una
villetta), ma anchE per DESCRIVERLA (vd. modelli matematici per le previsioni del
meteo)
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- PREMESSA: le TRE FORMULAZIONI dell’IMPERATIVO CATEGORICO ASPIRANO
all’UNIVERSALITÀ
2) AGISCI in MODO da TRATTARE l’UMANITÀ, sia nella tua persona sia in quella di ogni
altro, SEMPRE ANCHE COME FINE e MAI SEMPLICEMENTE COME MEZZO
3) AGISCI in MODO tale che la TUA VOLONTÀ POSSA ISTITUIRE una LEGGE
UNIVERSALE
1) IMMORTALITÀ dell’ANIMA
—> Nel MOMENTO IN CUI io, da essere razionale nito (poliziotto, magistrato, cittadino),
SCELGO di COMBATTERE la MAFIA, anche se rischio la vita, MI COMPORTO COME
SE QUELLO che FACCIO NON abbia un SENSO SOLTANTO QUI E ORA, MA abbia un
EFFETTO DURATURO SUL MONDO, migliorandolo PER l’ETERNITÀ
—> Dio serve per COMPLETAre CIÒ che NOI, esseri razionali niti, NON siamo IN
GRADO di FARE: nel momento in cui agiamo moralmente, il signore morale del mondo
GARANTISCE che la NOSTRA AZIONE MORALE non rimanga qui e ora, ma ABBIA un
SENSO GLOBALE, PER SEMPRE, contribuendo a creare un mondo migliore
——> Nel MOMENTO IN CUI LIBERO GRASSI HA AGITO COME SE, per un essere
razionale nito, FOSSE POSSIBILE RIBELLARSI alla ma a, HA RESO POSSIBILE
RIBELLARSI alla ma a: la sua azione ha avuto l’EFFETTO DURATURO di STIMOLARE
molti ALTRI a RIBELLARSI
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LEGISLAZIONE
> NORME che PRESCRIVONO AZIONI INTERNE (ciò che avviene nella nostra
coscienza)
> NORME PRESCRITTE a PRIORI DAlla RAGIONE (si ricavano facendo i test impliciti
dell’imperativo categorico)
1 ) L a L E G G E c h e T R A S F O R M A l ’ A Z I O N E d a c o m p i e re I N D O V E R E ,
RAPPRESENTANDOLA come OGGETTIVAMENTE NECESSARIA (DIRITTO POSITIVO:
studiando giurisprudenza in carcere, il Bassotto apprende che rapinare il deposito di
Paperone per il codice penale di Paperopoli è un reato)
—> Che COSA MI INDUCE A SEGUIRE la LEGGE (per il Bassotto, la paura della
SANZIONE: movente esterno)
N.B.
- PERCHÉ la MASSIMA del FURTO NON è UNIVERSALIZZABILE SENZA
CONTRADDIZIONE?
—> Il BASSOTTO, nel MOMENTO IN CUI RUBA, NEGA e AFFERMA allo STESSO
TEMPO la PROPRIETÀ PRIVATA
—> Il ladro PENSA che la PROPRIETÀ PRIVATA DEBBA ESISTERE, e che PERÒ
POSSA ESSERE VIOLATA quando gli fa comodo (“la proprietà privata è inviolabile,
tranne quando io mi incamero quella altrui”)
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Questa distinzione serve a Kant per distinguere tra:
——> NON ho BISOGNO della SANZIONE PER CAPIRE SE una determinata AZIONE è
GIUSTA oppure no, MA DEVO RAGIONARCI DA ME (potenziale rivoluzionario enorme!)
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CONCETTI PRELIMINARI METAFISICA COSTUMI
1) LIBERTÀ
- PREMESSA: trascendente ≠ TRASCENDENTALE: CIÒ che, pur NON DIPENDENDO
dall’ESPERIENZA, LE DÀ la FORMA RENDENDOLA INTELLEGIBILE
—> Un EVENTO è LIBERO quando è PRIVO di una CAUSA (interna o esterna) O quando
SI CAUSA DA SÉ (“CAUSA NON CAUSATA”)
—> Vd. episodio ROVETO ARDENTE nella BIBBIA: NON è POSSIBILE CONTROLLARE
SE MOSÈ HA e ettivamente INCONTRATO DIO in quanto si tratta di un’ESPERIENZA
NON RIPETIBILE: SE fosse RIPETIBILE NON sarebbe LIBERA, essendo ridotta a una
relazione causa-e etto
N.B.
- S E G U E N D O l ’ I M P O S TA Z I O N E C O P E R N I C A N A , S E u n O G G E T T O è
TEORETICAMENTE TRASCENDENTE (in quanto, dati gli strumenti della nostra
conoscenza, non è possibile renderlo oggetto di una conoscenza intersoggettiva), ciò
NON IMPLICA che questo oggetto NON ESISTA
—> Sulla base dell’esperienza di Mosè, NON POSSIAMO DIRE che DIO esista, ma
neanche che NON ESISTA
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ASPETTO PRATICO LIBERTÀ (Cosa devo fare? Come posso giusti care la mia azione?)
- Dal PUNTO di VISTA PRATICO, MI RENDO CONTO della LIBERTÀ nel MOMENTO IN
CUI MI CHIEDO COSA DEVO FARE
— > S O LTA N T O A C C E T TA N D O i l P O S T U L AT O d e l l a L I B E R T À C O M E
AUTODETERMINAZIONE, è POSSIBILE COSTRUIRE un DISCORSO MORALE e un
discorso GIURIDICO
——> QUANDO MI CHIEDO COSA devo FARE E CERCO di darmi una RISPOSTA
RAZIONALE, dal PUNTO di VISTA PRATICO, e non teoretico, DEVO PRESUPPORRE di
NON ESSERE INTERAMENTE DETERMINATO da STIMOLI SENSIBILI: SE LO FOSSI,
questa DOMANDA NON ESISTEREBBE!
—> Vd. CATEGORIE della QUALITÀ (dicono in che modo si può parlare di una cosa)
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—> AFFERMARE che la LIBERTÀ HA una sua REALTÀ SIGNIFICA che, NELLA
PROSPETTIVA PRATICA, è POSSIBILE AFFERMARE QUALCOSA di POSITIVO sulla
LIBERTÀ, ossia la CAPACITÀ di AUTODETERMINARSI
N.B.
- Ma allora PERCHÉ NON POSTULARE la LIBERTÀ anche TEORETICAMENTE?
SENTIMENTO MORALE
—> MA NON FACCIO un’AZIONE GIUSTA perché COSÌ poi SONO CONTENTO
(risponderei a un IMPERATIVO IPOTETICO)
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2) OBBLIGAZIONE
- Concetto COMUNE al DIRITTO E all’ETICA
—> De nita come “la NECESSITÀ (MORALE, deontologica, non dovuta alle leggi di
natura) di un’AZIONE LIBERA SOTTO un IMPERATIVO CATEGORICO della RAGIONE”
—> Questi ESSERI IPOTETICI essere HANNO una VOLONTÀ SANTA, che cioè non è
MAI ESPOSTA alla TENTAZIONE di NON SEGUIRE le LEGGI MORALI, e perciò non
hanno bisogno di essere obbligati
—> KANT ASSOCIA questa VOLONTÀ SANTA all’ipotetico DIO (MA questo non vuol
dire che Dio possa fare quello che vuole: egli infatti è SEMPRE SOGGETTO alla LEGGE
MORALE esattamente COME NOI, con la di erenza che noi siamo obbligati)
——> Una PERSONA non può essere SOTTOMESSA ad altra LEGGE, se non a quella
che SI DÀ DA SÉ da sola (legge morale) O INSIEME CON ALTRI (legge positiva)
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3) FACOLTÀ E DOVERE (vd. codi cazione diritto Federico II di Prussia)
4) ATTO E COSA
- L’ATTO è un’AZIONE in quanto SOTTOSTÀ alle LEGGI dell’OBBLIGAZIONE
—> Un’AZIONE è un ATTO QUANDO un AGENTE MORALE L’HA SCELTA COL suo
LIBERO ARBITRIO, e gli ESITI di questa SCELTA gli sono perciò IMPUTABILI (es.
aspetto che passa il mio nemico e gli lancio un vaso addosso)
- La COSA (res corporalis) è TUTTO CIÒ che, pur essendo oggetto del libero arbitrio,
NON è PASSIBILE di IMPUTAZIONE, IN QUANTO INCAPACE di DARSI LEGGI DA SÉ
(es. se lancio la sedia contro qualcuno, sarò io a essere imputato!)
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5) COLPA E DELITTO
- Come l’obbligazione, è un CONCETTO COMUNE al DIRITTO E all’ETICA
——> L’UNITÀ di MISURA di ciò che è veramente diritto è lo IUS QUIA IUSTUM
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6) CONFLITTO FRA DOVERI
- Condizione COMUNE ai PERSONAGGI delle TRAGEDIE
N.B.
- Dal PUNTO di VISTA SOGGETTIVO, può ESISTEre un CONFLITTO per quello che
riguarda non i doveri, ma le AZIONI SOGGETTIVE (moventi) che VINCOLANO all’UNA O
all’ALTRA MASSIMA (vincolo della pietà liale nei confronti della madre VS dovere, verso
il padre e verso la società, di assicurarla alla giustizia)
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7) LIBERTÀ ARBITRIO
- Premessa: la LIBERTÀ è un CONCETTO TEORETICAMENTE TRASCENDENTE, non
conoscibile empiricamente e DI CUI NON SI PUÒ DARE un ESEMPIO adeguato IN
NESSUNA ESPERIENZA possibile
1) La VOLONTÀ è la FACOLTÀ delle LEGGI (delibera sulle leggi delle azioni: FUNZIONE
RICOGNITIVA)
—> Non può essere detta NÉ LIBERA NÉ NON LIBERA: non ha a che fare con la prassi
e NON DECIDE COSA FARE
—> È ASSOLUTAMENTE NECESSARIA (es. non posso fare una promessa con
l’intenzione di non mantenerla: necessità di tipo logico) MA allo stesso tempo NON
IDONEA alla NECESSITAZIONE: NON può essere USATA PER COSTRINGERE gli altri
—> SOLTANTO quando ho a che fare CON la LEGGE MORALE, POSSO DIRE
QUALCOSA di “POSITIVO” della LIBERTÀ, facendo a ermazioni che non siano
puramente “negative”
—> TUTTE le VOLTE che MI CHIEDO COSA è GIUSTO FARE E CERCO una
GIUSTIFICAZIONE che valga per tutti gli esseri razionali possibili, DEVO POSTULARE la
LIBERTÀ COME CAPACITÀ di AUTODETERMINAZIONE
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N.B.
- L’ASPETTO “NEGATIVO” della LIBERTÀ è la CAPACITÀ dell’ARBITRIO di
DETERMINARSI SENZA l’INTERFERENZA di STIMOLI SENSIBILI
N.B.
- L’ARBITRIO NON si identi ca con la LIBERTAS INDIFFERENTIAE, ossia la LIBERTÀ
di fare indi erentemente A e non-A, di AGIRE PRO O CONTRO la LEGGE
—> Se si identi ca l’arbitrio con la libertas indi erentiae, il mio AMICO, CONVINTO che
sia GIUSTO MANTENERE le PROMESSE (es. presentarsi a un appuntamento), PER
DIMOSTRARE di ESSERE LIBERO DEVE qualche volta ANCHE NON MANTENERLE
—> Ma, NON MANTENENDOLE, adducendo come scusa per non essere venuto il
sonno, la pigrizia o la non voglia, SI COMPORTERÀ in MANIERA NON AUTONOMA in
quanto DETERMINATO da STIMOLI SENSIBILI, E NON dalla LEGGE MORALE
— — > E S I T O PA R A D O S S A L E : d o v re i d i re c h e l ’ A M I C O è C A PA C E d i
AUTODETERMINARSI PERCHÉ qualche volta NON SI AUTODETERMINA (“è un
centometrista perché qualche volta non arriva nemmeno al traguardo!”)
8) LEGISLATORE
- Colui che SCRIVE le LEGGI O è AUTORE dell’OBBLIGAZIONE DERIVANTE dalle
LEGGI
—> Secondo Kant è POSSIBILE PENSARE alle LEGGI della RAGIONE come
ESPRESSIONE della volontà di Dio, MA NON come OPERA della VOLONTÀ di DIO: non
SAREBBERO naturali, ma POSITIVE, ARBITRARIE e VOLONTARISTICHE!
—> Le LEGGI della RAGIONE sono TALI non perché le vuole Dio, ma PERCHÉ sono
SECONDO RAGIONE
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9) IMPUTAZIONE
- Sono IMPUTATO quando sono CONSIDERATO l’AUTORE di un ATTO
- 2 TIPI di imputazione
> Imputazione GIUDIZIARIA o VALIDA: dotata di VALORE LEGALE (es. amico che non
mantiene una promessa sancita in un contratto)
10) IMPUTABILITÀ
- QUALI CONSEGUENZE dell'ATTO possono essere oggettivamente IMPUTATE al
soggetto agente, QUANDO il suo COMPORTAMENTO è MERITORIO, DOVUTO o
COLPEVOLE?
> MODUS PONENS (attribuire meriti e colpe a chi ha scelto di fare azioni che non era
tenuto a compiere)
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> MODUS TOLLENS (discolpare chi ha omesso di fare un'azione che non era tenuto a
compiere, o perché proibita o perché non imposta dal diritto)
—> PERCHÉ IO NON sia IN TOSCANA NON BASTA che NON MI TROVI a PISA
——> Non basta togliere P perché il nostro studente sopravviva: NON ESSENDO
l’AZIONE della SEGRETERIA studenti una CONDIZIONE NECESSARIA PER la
SOPRAVVIVENZA dello STUDENTE, NON LE SI PUÒ IMPUTARE la COLPA
dell’eventuale SUICIDIO!
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N.B.
- UNICO CRITERIO possibile: COPERTURA O NO della LEGGE
—> Mi sono IMPUTABILI le CONSEGUENZE degli ATTI che compio OLTRE la LEGGE,
perché interamente riconducibili a scelte non obbligate, sia che superino sia che violino
quanto sarebbe dovuto (AZIONI MERITORIE e COLPEVOLI)
—> NON mi sono IMPUTABILI le CONSEGUENZE degli ATTI che rimangono NEI LIMITI
della LEGGE, sia quando faccio il dovuto, sia quando mi limito ad astenermi da quanto
non è dovuto (AZIONI DOVUTE e OMISSIONE AZIONI MERITORIE)
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INTRODUZIONE DOTTRINA DIRITTO
- COMPENDIO delle LEGGI PER CUI è POSSIBILE una LEGISLAZIONE ESTERNA, che
ha a che fare con AZIONI che possono essere VISTE DA un OSSERVATORE esterno
- Il diritto si divide in
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- Si pone un PROBLEMA GIURIDICO quando le AZIONI di un SOGGETTO
INFLUENZANO QUELLE di ALTRI soggetti: CONFLITTO tra PROGETTI di AZIONE
ESTERNI (es. respirare aria pulita VS fumare)
—> Si pone un PROBLEMA di RAPPORTO TRA gli ARBITRI: mio progetto d’azione di
respirare aria pulita VS progetto d’azione di un altro soggetto di fumare
——> È DIRITTO (Recht) OGNI AZIONE che, o direttamente o per la sua massima, può
FAr COESISTERE la LIBERTÀ dell'ARBITRIO di OGNUNO CON QUELLA di OGNI
ALTRO SECONDO una LEGGE UNIVERSALE della LIBERTÀ (RIGUARDA SOLO le
AZIONI o le situazioni ESTERNE, osservabili)
——> LEGGE UNIVERSALE della LIBERTÀ: legge che VALE allo STESSO MODO PER
TUTTI e che è COSTRUITA SUl POSTULATO che TUTTI hanno PARI LIBERTÀ
—> “AGISCI ESTERIORMENTE COSÌ che l'USO LIBERO del TUO ARBITRIO possa
COESISTEre CON la LIBERTÀ di CIASCUNO SECONDO una LEGGE UNIVERSALE”
N.B.
- NO BILANCIAMENTO di BENI (attribuire un peso a ciascun diritto: CONTROLLO
MATERIALE)
—> NEL PRODURRE NORME di diritto, NON bisogna BILANCIARE due CONCEZIONI
della FELICITÀ (respirare aria pulita VS fumare)
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—> Si produrrebbe una SCELTA PATERNALISTICA
N.B.
- La LEGGE UNIVERSALE impone un’obbligazione, ma RIGUARDA SOLO un’AZIONE
ESTERNA e SI ACCONTENTA perciò della CONFORMITÀ ESTERIORE
——> Il DIRITTO cerca di TROVAre una SOLUZIONE che sia COMPATIBILE CON la
LIBERTÀ di TUTTI, ASSOCIANDO gli ARBITRI IN MODO tale che POSSANO
COESISTERE SECONDO una LEGGE UNIVERSALE della LIBERTÀ
——> La SOLUZIONE del DIRITTO deve PERMETTEre sia al FUMATORE sia al NON
FUMATORE di POTER RESPIRARE LIBERAMENTE quello che vogliono (es. DIVIETO di
FUMARE in LOCALI CHIUSI e creazione AREE per FUMATORI)
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COSTRIZIONE
N.B.
- GIUDIZI SINTETICI: il PREDICATO AGGIUNGE QUALCOSA di NUOVO al
SOGGETTO
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DIRITTO IN SENSO STRETTO
——> Il DIRITTO NON CONSIDERA a atto la QUALITÀ ETICA delle PERSONE con cui
ha a che fare
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- ATTRAVERSO la COSTRIZIONE RECIPROCA PERVASIVA, il DIRITTO INTERVIENE
AFFINCHÉ sia GARANTITA A TUTTI una PARI LIBERTÀ
—> Se c’è l’OBBLIGAZIONE a PAGARE il DEBITO, questa obbligazione non può valere
solo per il “peggiore” nei confronti del “migliore”, ma DEVE VALERE
RECIPROCAMENTE
—> SOGGETTI di cui non si conosce la dimensione etica sono TRATTATI dal diritto
COME PORTATORI del MEDESIMO DIRITTO di LIBERTÀ, con il DIRITTO che
INTERVIENE A COSTRINGERE AFFINCHÉ questo MEDESIMO DIRITTO di LIBERTÀ
sia GARANTITO A TUTTI, nobili e non nobili, buoni e cattivi, ricchi e poveri
—> Come la geometria euclidea costruiva l’organizzazione dello spazio ponendo fra
parentesi l’esperienza, così il DIRITTO NON DEVE GUARDARE IN FACCIA NESSUNO,
poiché si nirebbe per giusti care le ingiustizie e le disuguaglianze: le PERSONE sono
punti, ENTITÀ PRIVE di DIMENSIONI ETICHE
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DIRITTO IN SENSO LATO (IUS AEQUIVUCUM)
- Due specie
1) EQUITÀ: DIRITTO SENZA COSTRIZIONE (“divinità muta che non può essere
ascoltata”)
> CHI LA RICHIEDE in un giudizio LA ESIGE COME suo DIRITTO (pretesa non etica)
CONTRO l'APPLICAZIONE RIGOROSA della LEGGE (summum ius, summa iniuria)
—> Anche se il domestico ha ragione, il GIUDICE non può far nulla, in quanto
DOVREBBE VOLONTARISTICAMENTE INVENTARSI una LEGGE che NON ESISTE,
introducendo una costrizione senza legge: il giudice NON PUÒ COSTRINGERE SULLA
BASE di una LEGGE che SI DEVE INVENTARE
> FACOLTÀ di SOPPRIMERE QUALCUNO (o, in generale, di violare una legge esistente)
PER SALVARSI IN una situazione di EMERGENZA (vd. storia Titanic)
> Il DIRITTO per funzionare ha bisogno di essere e cace, e PER ESSERE EFFICACE
deve essere IN GRADO di SPAVENTARE (condizione necessaria, ma non su ciente!)
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PARTIZIONE GENERALE DOVERI GIURIDICI
- Kant incomincia dai doveri perché le dichiarazioni altisonanti dei DIRITTI SENZA i
CORRELATIVI DOVERI rimangono LETTERA MORTA: soltanto i doveri danno contenuto
ai diritti!
- “NON FARE di TE un MERO MEZZO PER gli ALTRI, MA sii PER LORO allo STESSO
TEMPO un FINE” (LEX IUSTI ≡ seconda formulazione imperativo categorico)
——> Questa OBBLIGAZIONE, che abbiamo NEI CONFRONTI di NOI STESSI, DERIVA
dal DIRITTO dell’UMANITÀ nella NOSTRA PERSONA
- “NON FARE TORTO a NESSUNO, ANCHE SE DOVESSI SCIOGLIERE per ciò OGNI
RELAZIONE CON gli ALTRI ED EVITARE la SOCIETÀ” (LEX IURIDICA)
—> Kant sta pensando a tutte quelle SITUAZIONI IN CUI (es. stato di natura), SE
INSORGE una CONTROVERSIA, è INEVITABILE PRODURRE una LESIONE
GIURIDICA nei CONFRONTI degli ALTRI, tanto che è MEGLIO STARSENE da SOLI
—> STATO di NATURA, in cui MANCA un GIUDICE TERZO TRA le PARTI DOTATO di
POTERI COERCITIVI e in cui CIASCUNO è GIUDICE in CAUSA PROPRIA: le
CONTROVERSIE saranno RISOLTE SOLO CON la FORZA, passando DAlla LEGGE del
DIRITTO Alla LEGGE del PIÙ FORTE
——> Le SITUAZIONI in cui MANCA un GIUDICE TERZO TRA la PARTI dotato di poteri
coercitivi COMPORTANO uno STATO di GUERRA almeno POTENZIALE (indipendente
dalle intenzioni di ciascuno), in quanto la SOLUZIONE di ogni possibile CONTROVERSIA
è DEMANDATA alla FORZA (vd. Ateniesi e Melii)
——> L’UNICO MODO per EVITARE di commettere LESIONI nei CONFRONTI degli
ALTRI, è EVITARE la SOCIETÀ STESSA!
35
fi
3) SUUM CUIQUE TRIBUERE (“assegna a ciascuno il suo”)
- “ENTRA, SE NON PUOI EVITARLO, IN una SOCIETÀ CIVILE NELLA QUALE sia
RICONOSCIUTO a TUTTI il PROPRIO” (LEX IUSTITIAE: diritto applicato dalla sentenza
di un tribunale)
—> SITUAZIONE ASIMMETRICA: ESISTE una PARTE (il vicino) che PUÒ USARE la
FORZA, e una PARTE che invece NON PUÒ USARLA (gli individui della società)!
N.B.
- Principio INTERNO: IMPLICITO (NON ANCORA articolato e SVILUPPATO)
N.B.
- ULPIANO era uno STOICO
36
SILLOGISMO GIUDIZIARIO
—> DERIVA DOVERI ESTERNI (articolati) DAl PRINCIPIO dei DOVERI INTERNI (non
ancora articolati): funge da RACCORDO FRA il PARTICOLARE E il GENERALE
1) PREMESSA MAGGIORE: tutti i ladri devono essere puniti con n anni di carcere
(LEGGE)
37
PARTIZIONE GENERALE DIRITTO
38
——> Dalla libertà come oggetto di postulazione, si deduce anche l’uguaglianza: nel
MOMENTO IN CUI SI ATTRIBUISCE a priori, SECONDO una LEGGE UNIVERSALE, il
DIRITTO INNATO alla LIBERTÀ, SI STA anche RICONOSCENDO a priori il DIRITTO a
un’UGUALE LIBERTÀ
N.B.
- Il DIRITTO INNATO alla LIBERTÀ COMPORTA anche
—> IN CASO di DISPUTE relative a DIRITTI DUBBI (sui diritti acquisiti) O a FATTI
DUBBI (accertato il diritto), l’ONERE della PROVA è IN CAPO all’ACCUSATORE (onus
probandi incumbit actori)
> FACOLTÀ di FARE agli ALTRI TUTTO QUELLO che NON RIDUCE CIÒ che è LORO
PROPRIO in SENSO GIURIDICO
—> Non è la MENZOGNA del mitomane (cui si può credere o meno), ma del
TRUFFATORE, il quale OTTIENE DA un’ALTRA PERSONA QUALCOSA che NON gli
sarebbe DOVUTO FACENDOLE CREDERE con l’inganno di AVERE con lei un VINCOLO
CONTRATTUALE
2) DIRITTO ACQUISITO
39
PARTIZIONE METAFISICA COSTUMI IN GENERALE
- DOVERI di VIRTÙ
—> Doveri ETICI, che NON possono essere IMPOSTI DA una LEGISLAZIONE
ESTERNA, la quale INSISTE cioè SU COMPORTAMENTI OSSERVABILI
1) HOMO PHAENOMENON
—> Essere umano COSÌ COME APPARE alla nostra ESPERIENZA SENSIBILE,
SOGGETTO alle DETERMINAZIONI NATURALI e OGGETTO di una CONOSCENZA
TEORETICA
2) HOMO NOUMENON
—> Essere umano che noi PENSIAMO in quanto CAPACE di LIBERTÀ, e dunque
MERAMENTE SOVRASENSIBILE e INTELLEGIBILE
—> È MEGLIO NON FARE una BUONA AZIONE E NON CALPESTARE il DIRITTO
rispetto a fare una buona azione e calpestare il diritto
—> SENZA che la SITUAZIONE IMPONGA un AUT AUT (≠ dilemma del tram), SI
SCEGLIE di compiere un OMICIDIO PER MOTIVI UMANITARI, TRASFORMANDO 1
persona IN uno STRUMENTO per la FELICITÀ e il benessere DI altre 5, violando la
seconda formulazione dell’imperativo categorico!
—> RIGUARDANO solo QUELLO che FACCIAMO e NON i FINI o i motivi per cui
scegliamo di farlo
—> Esempio: SIGNORE che PRENDE del DENARO IN PRESTITO CON l’INTENZIONE
di NON mantenere la promessa di RESTITUIRLO
— > Q u e s t a M A S S I M A , s e U N I V E R S A L I Z Z ATA , P R O D U R R E B B E u n a
CONTRADDIZIONE: il SIGNORE VUOLE E allo stesso tempo NON VUOLE che CI
SIANO le PROMESSE (crede nelle promesse quando queste gli servono per ottenere il
denaro, e però smette di crederci quando deve mantenere il suo impegno!)
41
fi
DOVERI IMPERFETTI
—> POICHÉ uno STESSO FINE può essere PERSEGUITO con PIÙ AZIONI DIVERSE,
meritano il nome di "DOVERI IMPERFETTI" in quanto NON SI IDENTIFICANO CON
AZIONI univocamente DEFINITE
—> Vd. esempio PERSONA EGOISTA (Razzi legislatore universale della natura)
—> SE l’egoista fosse INVESTITO per strada, IN un MONDO che SEGUE la SUA
MASSIMA NESSUNO SI FERMEREBBE PER SOCCORRERLO!
42
N.B.
- SUICIDIO
—> NON è POSSIBILE PENSARE a un MONDO che ABBIA come UNICA VIA di
USCITA PER MANTENERE la LIBERTÀ la SOPPRESSIONE dello stesso SOGGETTO
LIBERO
N.B.
- SOGGETTI CON CUI è POSSIBILE ISTITUIRE una RELAZIONE GIURIDICA
3 —> PROFESSORESSA VS SERVO della GLEBA: ai soggetti che hanno solo doveri
viene negato in radice il diritto innato alla libertà
4 —> PROFESSORESSA VS DIO (ipotetico Dio, avendo una volontà santa, non è
soggetto all’obbligazione): un DOVERE GIURIDICO nei CONFRONTI di DIO sarebbe un
dovere TRASCENDENTE, cioè AL DI SOPRA delle nostre CAPACITÀ COGNITIVE (DIO
è qualcosa che la ragione pensa come un'IDEA, ma che NON può TROVAre NESSUNA
INCARNAZIONE EMPIRICA COME SOGGETTO ESTERNO che ci OBBLIGA
GIURIDICAMENTE)
43
fi
DIVISIONE MORALE COME SISTEMA DEI DOVERI IN GENERALE
1) DOVERI di VIRTÙ
2) DOVERI di DIRITTO
—> NON è de nito “diritto SOCIALE” PERCHÉ secondo Kant è PENSABILE una
SOCIETÀ allo STATO di NATURA
—> Nel MOMENTO IN CUI SI inizia a PARLAre di DIRITTO, bisogna POSTULARE gli
ESSERI UMANI come LIBERI e RAZIONALI, IN GRADO cioè di RAGIONARE SUl
GIUSTO E l’INGIUSTO, indipendentemente dalla presenza o meno di una Corte di
Cassazione o di un altro ente di diritto pubblico
—> Nello STATO di NATURA le SITUAZIONI GIURIDICHE che pure possono esistere
secondo il diritto di natura sono PROVVISORIE e NON PERENTORIE
——> SI PASSA allo STATO CIVILE PERCHÉ QUALORA insorga una CONTROVERSIA
non RISOLVIBILE se non CON la MINACCIA DA PARTE di una persona FORTE nei
CONFRONTI di una persona DEBOLE, il DIRITTO che pure PROVVISORIAMENTE
esiste nello STATO di NATURA SPARISCE immediatamente e SI PASSA alla LEGGE del
PIÙ FORTE
——> Nello STATO CIVILE esistono GARANZIE GIURIDICHE (es. TERZIETÀ del
GIUDICE) che nello STATO di NATURA NON ESISTONO
44
fi
fi
fl
- DOTTRINA del METODO (riguarda l’EDUCAZIONE E l’ABITUDINE alla PRATICA della
MORALE)
45
“MIO” GIURIDICO (meum iuris)
- Kant NON sta pensando SEMPLICEMENTE ai DIRITTI REALI (diritti sulle cose), MA a
TUTTO QUELLO che MI SPETTA DI DIRITTO e che posso rivendicare come tale in un
eventuale con itto tra arbitri
—> CIÒ CON CUI sono COSÌ CONNESSO CHE l’USO che un ALTRO POTREBBE
COMPIERNE mi lederebbe, cioè MI FAREBBE TORTO in SENSO GIURIDICO
—> L’OGGETTO è DISTINTO DA ME non in quanto si trova altrove nello spazio e nel
tempo, di cui ho il possesso soltanto quando ne faccio esperienza, ma solo IN QUANTO
è DIVERSO DA ME, DI CUI POSSO NON STARE attualmente FACENDO ESPERIENZA
46
fl
fi
PREMESSA
——> A KANT questo DISCORSO NON TORNA: COME può una RES NULLIUS
DIVENTAre oggetto di diritto, APPROPRIABILE?
—> SE si sostenesse che gli OGGETTI siano RES NULLIUS, ESSERI RAZIONALI ma
FINITI, prendendo alla lettera il concetto, NON POTREBBERO STABILIRE NESSUN
MODO GIURIDICO PER FAR USO delle COSE
——> Il POSTULATO giuridico della ragion pratica è una LEGGE PERMISSIVA della
RAGIONE, che ISTITUISCE cioè una FACOLTÀ, DANDO il PERMESSO a CHI ha preso
POSSESSO PER PRIMO di una RES NULLIUS (es. posto sul banco) di IMPORRE agli
ALTRI l’OBBLIGAZIONE di ASTENERSI dall’USO di quell’OGGETTO dell’arbitrio
N.B.
- POSSESSO COMUNE INNATO TERRA (communio fundi originaria)
—> CONDIZIONE di POSSIBILITÀ PER poter DISCUTERE giuridicamente del MIO e del
TUO ESTERNO (≠ comunismo primitivo: esito di una donazione da parte di Dio, e che
Kant tratta come un’invenzione)
N.B.
- KANT è CONTRO la PRORIETÀ INTELLETTUALE
—> Il concetto di PROPRIETÀ INTELLETTUALE si applica bene sugli oggetti sici (res
corporales), ma non ha NESSUN SENSO SUgli OGGETTI IMMATERIALI E
inde nitamente DIVISIBILI
48
fi
fi
ESPOSIZIONE CONCETTO MIO E TUO ESTERNO
—> Gli OGGETTI ESTERNI dell’ARBITRIO possono essere SOLTANTO di TRE TIPI, IN
CORRISPONDENZA con ciascuna delle CATEGORIE (strutture a priori dell’intelletto con
cui si organizza l’esperienza) della RELAZIONE
- 3 FAMIGLIE di DIRITTI
1) SOSTANZA (id quod substat: ciò che non cambia e funge da supporto di un molteplice
di mutamenti) -> COSA CORPOREA FUORI di ME
—> Alla categoria della sostanza corrispondono i DIRITTI REALI (proprietà, usufrutto,
a tto…)
—> Alla categoria della causalità corrisponde il DIRITTO PERSONALE, ossia il DIRITTO
a OTTENERE delle PRESTAZIONI DA una PERSONA E a CONTROLLARE una
PORZIONE del SUO ARBITRIO (non tutto, se no c’è schiavitù!)
49
ffi
ffi
3) RECIPROCITÀ (o comunanza) -> SITUAZIONE di un ALTRO IN RAPPORTO a ME
N.B.
- Una MOGLIE, un FIGLIO o un SERVO non sono MIEI perché li ho in casa e sotto il mio
controllo, ma SOLO IN QUANTO ho CON LORO un RAPPORTO GIURIDICO (ci deve
essere reciprocità!)
—> I RAPPORTI FAMILIARI NON vanno perciò trattati come rapporti naturali DI
SOTTOMISSIONE e di dominio, MA devono sempre essere CONSIDERATI nella
PROSPETTIVA del DIRITTO
50
fi
DEFINIZIONE CONCETTO MIO E TUO ESTERNO
—> CIÒ che sta FUORI di ME, a proposito del quale IMPEDIRMI di USARLO a
PIACIMENTO sarebbe una LESIONE in SENSO GIURIDICO
—> QUANTO NON mi si può IMPEDIRE di USARE senza ledermi ANCHE QUANDO
NON lo DETENGO FISICAMENTE, in virtù di un possesso intelligibile
51
fi
fi
fi
APPLICAZIONE PRINCIPIO MIO E TUO ESTERNO A OGGETTI ESPERIENZA
—> Il POSSESSO GIURIDICO non può essere DESCRITTO come un tenere in mano, qui
e ora, qualcosa che ci è contiguo nello spazio e nel tempo, ma COME un AVERE SOTTO
il PROPRIO CONTROLLO QUALCOSA di DISTINTO DA SÉ
- 3 ESEMPI:
1) DIRITTO REALE
2) DIRITTO PERSONALE
3) RAPPORTI di FAMIGLIA
N.B.
- DEDUZIONE TRASCENDENTALE
—> PER poter AVERE una CONOSCENZA NON è SUFFICIENTE avere una SERIE di
RAPPRESENTAZIONI SENSIBILI che passano attraverso la nostra mente, MA è
NECESSARIO l’"IO PENSO” (autocoscienza), che OPERA TRAMITE le CATEGORIE
52
ANTINOMIA POSSESSO
—> VERA SE per POSSESSO si intende il possesso IN SENSO SENSIBILE (un oggetto
è giuridicamente mio anche se non lo tengo, sensibilmente, in mano)
53
STATO CIVILE
—> AFFINCHÉ diventi PERENTORIO, OCCORRE passare alla società civile e che quindi
il DIRITTO SECONDO ME DIVENTI diritto SECONDO NOI
—> PASSARE alla società civile e al "DIRITTO SECONDO NOI" è infatti l'UNICO MODO
per RISOLVERE le CONTROVERSIE con il diritto e NON CON la FORZA
—> Tale volontà SI CREA CON il PACTUM UNIONIS CIVILIS, a un tempo SOCIETARIO
e COSTITUZIONALE
—> In questo senso, il PACTUM UNIONIS CIVILIS NON è un MERO MEZZO PER la
SOLUZIONE per CONTROVERSIE PARTICOLARI, come potrebbe essere un arbitrato di
diritto privato, MA la CONDIZIONE della RISOLVIBILITÀ di TUTTE le CONTROVERSIE
POSSIBILI E dunque della PERENTORIETÀ della LEGGE stessa
54
STATO GIURIDICO
—> Per essere PARTECIPI del PROPRIO DIRITTO NON BASTA FAR PARTE di
un’UNIONE CIVILE nella quale c’è QUALCUNO che COMANDA e QUALCUN ALTRO
che è SUDDITO (vd. Hobbes)
——> OCCORRE una VOLONTÀ LEGISLATRICE UNIVERSALE, TALE che TUTTI gli
ESSERI RAZIONALI, quando sono razionali e non impauriti dalla “spada”, POSSANO
RICONOSCERE come PROPRIA (non solo ius quia iussum, ma anche IUS QUIA
IUSTUM)
55
GIUSTIZIA PUBBLICA
—> GIUSTIZIA TUTELARE (iustitia tutatrix): SOTTO la SUA ALA sono presenti i
PRINCIPI GENERALISSIMI e FONDAMENTALI dell’ORDINAMENTO (es. pacta sunt
servanda)
—> COLUI che DÀ a CIASCUNO il PROPRIO è il GIUDICE TERZO tra le parti, che
DELIBERA NON IN CONFLITTO d’INTERESSI e FACENDO USO di un POTERE
COERCITIVO
56
fi
fi
POSTULATO DIRITTO PUBBLICO
- “QUANDO NON PUOI EVITARE di VIVERE FIANCO a anco con ALTRI, DEVI USCIRE
INSIEME a LORO DAllo STATO di NATURA PER PASSARE A uno STATO GIURIDICO,
cioè a uno stato di giustizia distributiva” (≡ lex iustitiae)
—> Se risolvere le controversie con il diritto signi ca evitare di risolverle con la forza, CHI
VUOLE e ettivamente EVITARE di RISOLVERE le CONTROVERSIE CON la FORZA
DEVE ENTRARE con gli altri IN una SOCIETÀ CIVILE
—> SE NON SI ELIMINA il DIRITTO all’USO della FORZA, non si avrà MAI uno STATO
GIURIDICO
N.B.
- SE SI UTILIZZA la LEGGE della RECIPROCITÀ NON SI ESCE dallo STATO di
NATURA
57
ff
fi
fi
DIRITTO PUBBLICO
3) DIRITTO dello STATO dei POPOLI O diritto COSMOPOLITICO (ius civitatis gentium)
58
fi
fi
PERCHÉ USCIRE STATO NATURA
—> Nello STATO di NATURA, e a maggior ragione nello stato di natura fra Stati, NON
ESISTE una CONDIZIONE GIURIDICA PUBBLICA (diritto secondo noi), MA SOLTANTO
il DIRITTO SECONDO ME, il quale COMPORTA che CIASCUNO sia GIUDICE in
CAUSA PROPRIA E possa USAre la FORZA PER FAR VALERE il SUO DIRITTO
——> TUTTI COLORO che HANNO o possono avere RAPPORTI di DIRITTO CON gli
ALTRI, poiché ri utano di farsi strumentalizzare (honeste vive) e strumentalizzare a loro
volta (neminem laede), DEVONO ENTRARE nella SOCIETÀ CIVILE,
INDIPENDENTEMENTE dai loro FINI PARTICOLARI (IMPERATIVO CATEGORICO)
N.B.
- La VIOLENZA e la MALVAGITÀ connesse alle GUERRE sono DERIVABILI a PRIORI,
INDIPENDENTEMENTE dall’ESPERIENZA
N.B.
- Il PACTUM UNIONIS CIVILIS è un’IDEA della RAGIONE che funge da modello, da
PIETRA di PARAGONE PER VALUTARE la LEGITTIMITÀ delle COSTITUZIONI
EFFETTUALI
60
fi
ff
TRE POTERI STATO (sussumono casi particolari da una legge generale)
—> I tre poteri sono PARTE della STRUTTURA COSTITUZIONALE e non si limitano a
svolgere funzioni burocratiche, ma DETERMINANO e DELIMITANO il RAPPORTO fra
CHI COMANDA (imperans) e CHI UBBIDISCE (subditus)
——> CHI COMANDA, IN una COSTITUZIONE FONDATA SUlle LEGGI della LIBERTÀ,
vale a dire sulla legge morale, è il POPOLO UNITO, che ESERCITA COLLETTIVAMENTE
il SUO POTERE SU SE STESSO in quanto moltitudine di individui, allo SCOPO di
GARANTIRE a TUTTI una PARI LIBERTÀ
——> La SALUTE dello STATO NON consiste nella sua CAPACITÀ di PROMUOVERE la
(presunta) FELICITÀ dei SUDDITI (dispotismo o stato di natura), MA nell'UNIONE dei
TRE POTERI, che GARANTISCE la sua CONFORMITÀ al DIRITTO IN QUANTO
COMPONENTE della LEGGE MORALE
61
- I POTERI dello STATO sono RECIPROCAMENTE COORDINATI e SUBORDINATI
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1) POTERE LEGISLATIVO
- Il PASSAGGIO alla SOCIETÀ CIVILE COMPORTA la PUBBLICAZIONE della LEGGE
—> PER EVITARE che questa pubblicazione PRODUCA un TORTO GIURIDICO nei
CONFRONTI di QUALCUNO, OCCORE che la PUBBLICAZIONE non sia DELIBERATA
da uno o da alcuni per qualcun altro, bensì DA TUTTI PER TUTTI (volenti non t iniuria)
- Chi è MEMBRO di uno Stato, vale a dire di una SOCIETÀ CIVILE UNITASI PER la
LEGISLAZIONE, si chiama CITTADINO (civis ≠ suddito) e come tale GODE dei
SEGUENTI ATTRIBUTI GIURIDICI
63
fi
- Per CITTADINO Kant intende CHI HA la CAPACITÀ di VOTARE
—> Il PASSAGGIO dall'uguaglianza liberale del 1793, soltanto davanti alla legge,
all'UGUAGLIANZA DEMOCRATICA nei DIRITTI POLITICI del 1795 era DOVUTO a
una NUOVA RAPPRESENTAZIONE della LIBERTÀ, basata sul suo lato positivo, ovvero
COME AUTODETERMINAZIONE POLITICA di CHI HA la FACOLTÀ di NON UBBIDIRE
a NESSUNA LEGGE ESTERNA SE NON a QUELLA CUI ha DATO il proprio ASSENSO
——> I cittadini passivi, IN QUANTO ESSERI UMANI, GODONO del DIRITTO INNATO
alla LIBERTÀ e all’UGUAGLIANZA NATURALE
——> Qualsiasi tipo di LEGGI POSITIVE i cittadini votino, queste non devono essere MAI
CONTRO a QUELLE NATURALI della LIBERTÀ e dell'UGUAGLIANZA
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ff
——> Il DIRITTO di FAMIGLIA NON deve CONTENERE NORME che IMPEDISCANO a
DONNE e MINORI di EMANCIPARSI
PROBLEMI
— > P E R C H É D A R E p e r S C O N TAT O c h e , c o m e c i t t a d i n o , P O S S A
AUTODETERMINARMI o aspirare ad autodeterminarmi POLITICAMENTE MA
nell'ECONOMIA, una volta DIVENUTA o riconosciuta come POLITICA, SI DEBBANO
MANTENERE le SERVITÙ dell'OIKOS?
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2) POTERE ESECUTIVO
- SPETTA a un’entità de nita “REGGENTE” (rex, princeps)
- COMPITI
—> Il LEGISLATORE A SUA VOLTA, che pure Kant chiama sovrano del popolo, NON
può essere allo STESSO TEMPO il suo REGGENTE, il quale è sottoposto alla legge e
tramite essa obbligato
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fi
a
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3) POTERE GIUDIZIARIO
- Il potere LEGISLATIVO E il potere ESECUTIVO POSSONO INSEDIARE GIUDICI in
quanto funzionari dello Stato, MA NON possono propriamente giudicare, nel senso di
STABILIRE la COLPEVOLEZZA O l'INNOCENZA di chi si presenta loro davanti
N.B.
- È FONDAMENTALE che la SUSSUNZIONE sia COMPIUTA DAlle GIURIE POPOLARI
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