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CARTESIO – RENE DESCARTES

1596 – 1650
Pur con presupposti meno scientifici, ma più metafisici, anche Cartesio si pone il problema di come
sia possibile conoscere la realtà e la natura, dove l’idea pre-illuminista tende a incentrarsi sul
ruolo preminente della ragione.
In Cartesio il modello di ragione particolarmente rilevante è quello della RAGIONE DEDUTTIVA.

Cartesio è uno scienziato e filosofo francese. Le sue considerazioni generali sono spesso
affiancate da note autobiografiche, e partono da una valutazione del modello pedagogico a cui lui
viene sottoposto nei numerosi collegi che esistono in Francia nel 1600. Questa valutazione è poco
lusinghiera. Il tema è legato al fatto che quel modello formativo, che ancora pone al centro le
scienze liberali del trivio e del quadrivio e lascia sullo sfondo le scienze meccaniche ––> viene
notato che dai maestri viene attribuito molto più spazio alle istanze sistematiche e allo stile con cui
gli insegnamenti vengono portati.
C’è un’idea secondo cui tutto il sistema delle conoscenze fa un SISTEMA ORGANICO e la teologia
influenza profondamente le concezioni filosofiche. Queste istanze sistematiche impediscono
spesso di guardare la realtà come appare, imponendo di ricostruirsene un’immagine che sia
coerente con dei presupposti di UNITÀ ORGANICA DEI SAPERI e con presupposti di TRADIZIONE
ebraico-cristiana. Tommaso d’Aquino, con i suoi dogmi cristiani, è ancora visto come un grande
modello (nonostante siano passati quasi 4 secoli). La realtà viene appresa più dai libri che
dall’osservazione stessa, inoltre vengono esposte le caratteristiche di quest’ultima a partire da
istanze COMUNICATIVE di tipo RETORICO ––> idea di AFFASCINARE il lettore, coinvolgendolo
emotivamente ––> non c’è l’intento di convincere razionalmente.

CARTESIO = RAZIONALISTA
Fatica a seguire questo esempio pedagogico ––> vengono date per vere delle nozioni che da un
punto di vista scientifico non sono accertabili.
Fin da giovane Cartesio (non è l’unico) si pone l’obiettivo di come si possa costruire un sistema
scientifico basato su FONDAMENTA CERTE e capace di offrire nozioni e conoscenze
INCONTESTABILI, non per autorità, ma perché esistano ARGOMENTI CHE SI SOSTENGONO a
vicenda per forza propria, senza dover ricorrere al dogma ––> in modo che fondino in se stessi la
propria validità.
MATHESIS (scienza generale / scienza universale)
Cartesio crede di poter dare vita ad una SCIENZA UNIVERSALE che possa fondarsi sul pieno
rispetto dei criteri razionali e che possa radicarsi in presupposti indiscutibili.
METAFORA: scienza fondata sulla roccia e non sulla sabbia
I presupposti della scienza devono avere basi forti, devono avere presupposti indiscutibili e che SI
SOSTENGANO DA SÉ.

Non è un caso che si conosca Cartesio grazie ai piani cartesiani (che formano una branca della
geometria) e non è un caso che uno dei momenti biograficamente e filosoficamente decisivi per
Cartesio sarà conosciuto come l’ILLUMINAZIONE DEL 19 (1619) ––> individuazione mediante
INTUIZIONE di un presupposto che starà sempre alla base della sua ricerca filosofica.

Cartesio si occupa di molti settori diversi:


- Natura della materia
- Teoria della conoscenza
- Fisica
- Astronomia
- Matematica
- Geometria
- Anima (psicologia)
- Fisionomia umana
Nel 1600 è ancora possibile di poter tenere all’interno del proprio quadro conoscitivo un SAPERE
UNIVERSALE.
Con la scienza moderna questo sarà sempre più difficile (molte più informazioni grazie alle
moderne tecnologie) ––> è probabile che un professionista in una branca di una scienza abbia
qualche nozione di ciò che attiene a quella scienza e quelle affini, ma non sia un esperto di altri tipi
di scienza.
DIFFICOLTÀ DELL’INTELLETTUALE DEL 1600
Nel 1600 per un intellettuale esistono GRANDI DIFFICOLTÀ
- CARENZA DI LIBRI: ora erano un po’ meno costosi (ma pur sempre molto costosi), ma non
c’erano biblioteche pubbliche, non ve ne erano in grande numero. I libri erano riservati a
coloro che studiavano e lavoravano nelle Università. Le biblioteche erano solamente un
privilegio dei ricchi (aristocratici). Un libro, inoltre, non era un qualcosa che si prestava con
facilità ––> rischio di perderlo o che si rovinasse.
- VIAGGIARE È UN COSTO: si viaggiava o aderendo a qualche ordine religioso, e quindi si
veniva pagati dalla chiesa, o facendo il soldato. Farsi prendere nell’esercito e in quanto
letterati riuscire ad avere delle posizioni non da prima linea significa avere qualche
possibilità di muoversi in Europa. Gli eserciti che si stabilizzano nel 1600 combattono, ma
hanno anche lunghi periodi di stazionamento, in cui non si combatte (ad esempio di
inverno non si combatteva mai). Cartesio utilizzerà l’esercito per girare l’Europa e per
ottenere un piccolo guadagno.
- CONFRONTO: non ci si può confrontare se gli unici intellettuali sono quelli del collegio nel
quale ci si è formati ––> si avranno obbligatoriamente le stesse idee. C’è una rete di
intellettuale (nella quale è difficile entrare), ma è una comunità che comunica per lettere,
qualche volta se qualcuno compie un viaggio. I tempi di attesa sono lunghissimi a causa
della spedizione delle lettere. Cartesio sarà abile a creare una rete di intellettuali. Spesso
egli ricorre ai monaci (abati) per l’interscambio di lettere e per i viaggi.
Cartesio avrà anche la fortuna di incontrare e mantenere rapporti con la principessa di
Baviera (Elisabetta di Baviera) e con Cristina (Regina di Svezia). Cartesio sarà anche OSPITE
di Cristina di Svezia, ma lei, come tutte le regine, è anche un PERICOLO per Cartesio ––>
Cristina gli impone di insegnarle l’astronomia ––> Cartesio durante l’inverno è costretto ad
uscire la notte per spiegare l’astronomia alla regina ––> CARTESIO MUORE DI POLMONITE.
- CONDIZIONI ECONOMICHE: gli scienziati non avevano grandi stipendi, anche coloro che
scrivevano libri non ricavavano grandi risorse economiche.
RICERCA DI CARTESIO
PUNTO DI PARTENZA: esigenza di identificare BASI SOLIDE al fine di cominciare a creare
una scienza universale (MATHESIS). Cartesio sa che per quanto un intelletto sia acuto e
costante, il tempo di una vita non basterà a compiere questa scienza ––> spiega che
sarebbe già soddisfatto di cercarne le basi solide, attraverso le quali i futuri scienziati
potranno creare la scienza universale.
Cartesio contesta il contesto pedagogico in cui è inserito perché i FONDAMENTI SONO LEGATI AL
DOGMA e quindi le basi non si appoggiano su ragionamenti a sé stanti.

DUBBIO CARTESIANO
Come si può distinguere ciò che è certo e fondato da ciò che non lo è?
Applicando ad ogni nozione e ad ogni elemento lo SCETTICISMO ––> esercitando il DUBBIO
UNIVERSALE, trattando tutto come se preliminarmente fosse necessario valutarne l’attendibilità.
Il suo non è uno scetticismo ontologico, finalizzato a dimostrare che non ci sia nulla di conoscibile,
ma uno SCETTICISMO METODOLOGICO, che serve a distinguere cosa è certo e cosa è no ––>
esiste quindi qualcosa su cui basare le proprie ricerche.

Il primo tipo di dubbio è il…


DUBBIO METODICO: Cartesio mette in discussione L’ATTENDIBILITÀ DEI SENSI, DELLA MENTE,
DELLA RAGIONE E DELLA GEOMETRIA ––> le nostre sensazioni non sempre sono oggettive.
Prima di dubitare delle nozioni stesse, è bene controllare la veridicità delle basi su cui si fondano
queste nozioni.
Strumenti della conoscenza sono:
- SENSI
Cartesio si chiede se siano certi o dubitabili. Cartesio spiega che dei sensi (come diceva
bacone negli idola tribus) è meglio dubitare. Quello che affermano i sensi, spesso si rivela
errato. La realtà in contesti diversi potrebbe apparire in modi diversi. La vista e l’udito, in
quanto sensi, ci impediscono di controllare con precisione l’intensità o la distanza di un
segnale. Per valutare la distanza di un corpo da un altro non ci basta vedere quel corpo ma
necessitiamo di altro ––> o di confrontare con qualcosa di noto o di riconoscerlo e
confrontarlo con una misura che già conosciamo. I sensi, quindi, sono spesso ingannevoli.
- MENTE
Non è facile fidarsi della mente quando già è difficile riconoscere ciò che si pensa durante
la veglia e ciò che si pensa durante il sogno. La mente, inoltre, può creare delle idee senza
che queste abbiano una corrispondenza nella realtà (ad esempio la creazione di esseri
mitologici). Qualcuno, inoltre, potrebbe credere a qualcosa che non esiste (ad esempio i
bambini credono nelle favole e nelle fiabe). Ognuno può anche avere idee differenti, ad
esempio nel caso delle religioni.
Le idee della nostra mente possono essere ad un certo punto smentite, anche dopo essere
state credute per anni.
Nulla nella mente è certo ––> bisogna capire quali idee sono certe e quali invece no.
- RAGIONE E GEOMETRIA
La ragione deduttiva è qualcosa di incontestabile in linea di principio. Ragionando per
assurdo, però, egli presenta il DUBBIO IPERBOLICO (secondo dubbio di Cartesio) ––> ci
potrebbe essere un genio maligno che ci convince costantemente della veridicità di un
qualcosa che in realtà non è vero. Allora però non ci sarebbe una corrispondenza tra
geometria e realtà. La geometria euclidea non rappresenta la realtà, ma è un modo di
rappresentarla. Anche la ragione, quindi, a qualche livello è dubitabile. Anche se
l’esperienza non ci ha mai fatto dubitare della ragione deduttiva, non possiamo dubitare la
presenza di un genio maligno che ci persuade della veridicità di affermazioni false.
Anche i frutti della ragione possono essere falsi ––> la geometria euclidea è una
rappresentazione semplificatoria del reale (non esiste piano e punto).
Ciononostante geometria e ragione non sono esperienze dirette dei sensi, pertanto hanno
un livello di ATTENDIBILITÀ MAGGIORE rispetto ai sensi.

Alla fine dei suoi ragionamenti egli spiega che non vi è nulla di realmente fondato e che sia
autonomo nella propria fondatezza.

Nel 1619 arriva l’ILLUMINAZIONE DEL 19 che porta a Cartesio a pensare che esiste qualcosa di
incontestabile.
L’ATTIVITÀ DEL DUBITARE È DI PER SÉ CERTEZZA DI ESISTERE.
“Cogito ergo sum” ––> “Penso dunque sono”
Dal dubbio si ha la certezza della propria esistenza.
Il fatto che un individuo dubiti sulla stessa propria esistenza è di per sé certezza di esistere. Il
fatto di dubitare rende sicura l’esistenza del dubitante.

RES COGITANS
Materia pensante ––> è priva di estensione ed è puro pensiero
Si è certi di esistere grazie alla res cogitans (si dubita e si pensa). La res cogitans è originariamente
connotata di IDEE INNATE (sono vere poiché provengono da Dio).

Cartesio parte dall’idea di Agostino:


Agostino: “pensare significa già affermare l’esistenza”. Ad esempio
L’”io” che pensa è INDISCUTIBILE
L’idea di Dio è INDISCUTIBILE ––> pensare alla figura di Dio, come pensiero, che ha tutti gli
esponenti al massimo grado, significa già attribuirgli anche l’esistenza al massimo grado
(attraverso l’INTUIZIONE IMMEDIATA ––> è certa)

Non ci sarà però quel GENIO MALIGNO ––> dio infatti non avrebbe la bontà al massimo grado se vi
fosse un genio maligno che influenza il nostro pensiero ––> CADE IL DUBBIO IPERBOLICO.

In qualche modo, però, si PLACA IL DUBBIO METODICO, senza però cadere completamente ––> i
sensi possono confondersi e sbagliarsi, ma con la ragione si possono distinguere le sensazioni
corrette e accertate da quelle non corrette e accertate.
RES EXTENSA
È la MATERIA, sono i corpi fisici, è tutto ciò che ha un’estensione.
Ragionamento se ammettiamo che i sensi sono scorretti:
- Attraverso i sensi noi riusciamo a fare esperienza con gli oggetti materiali.
- Ammettiamo che i sensi siano scorretti.
- È impensabile che dio accetti che l’umanità intera è ingannata da un genio maligno
- È impensabile che dio accetti che l’umanità venga ingannata dai propri stessi sensi.
Un mondo materiale esiste e i sensi degli uomini esistono.
Perché il mondo materiale non esista e i sensi non esistano dovrebbe esistere un dubbio cosmico.
I sensi possono essere oggetto di errore, però qualcosa di materiale sicuramente c’è e viene
colto dai sensi ––> è impensabile che l’umanità sia illusa sull’esistenza del proprio corpo, della
materia e dei nostri sensi.
A partire dal fatto che il dubbio accerta in modo chiaro e distinto che esisto ––> arrivo all’esistenza
sicura di dio, mentre all’inesistenza del genio maligno ––> cade il dubbio iperbolico (esistenza del
genio maligno) e questo mi fa prendere per vero l’esistenza della materia e dei sensi.
Comunque i sensi possono sbagliare e la mente può farsi idee di realtà non esistenti ––> ma quelle
cose rimarranno solamente nella nostra mente e non staranno mai nella realtà.

RIASSUNTINO
- Esiste l’io
- Esiste dio
- Non esiste il genio maligno ––> la ragione funziona e non è ingannata
- Esiste un mondo esterno (percepito dai sensi)
- Sono certo della RES COGITANS (tutto ciò che si basa sul pensiero e che quindi non ha
estensione ––> il pensiero è una cosa irreale)
- Sono certo della RES EXTENSA (mondo materiale)
3 TIPI DI IDEE
Esistono 3 TIPOLOGIE DI IDEE, di cui solo una è affidabile:
- IDEE AVVENTIZIE: provenienti dai sensi e dunque dal mondo esterno. I contenuti
pervengono a noi grazie ai sensi. Il loro grado di certezza è minimo ––> i sensi possono
sbagliare e quindi queste idee potrebbero essere non ben distinte.
Esempio del terzo suono: se si suonano due suoni con frequenze abbastanza distinte
(100Hz e 150Hz ad esempio), si sente anche un “terzo suono” che nella realtà non esiste,
per motivi di acustica (ai 250Hz = somma dei due suoni). Le due frequenze dei suoni base si
sommano e il mezzo viene messo in vibrazione anche alla frequenza della somma delle due
sorgenti.
- IDEE FATTIZIE: sono idee che la mente pensa ––> i loro contenuti sorgono nella sede della
mente. La mente però può anche porci dei concetti falsi ––> non sono idee certe.
I ragionamenti non bastano a se stessi per essere corretti, ma se si elimina la possibilità
dell’esistenza di un genio maligno (perché Dio è buono e non ci vuole ingannare) ––> cade
il dubbio iperbolico e di conseguenza i nostri ragionamenti possono essere considerati
come corretti.
- IDEE INNATE: sono idee che si fondano come vere, la mente non può fare altro che
definirle come vere. Si basano sull’evidenza e sulle intuizioni immediate. I loro contenuti
non vengono dai sensi, ma neanche dalla ragione (la mente non ha dovuto pensarli) ––>
nella mente, originariamente e in forma innata, si trovano nella res cogitans. Sono certe,
distinte e nascono con noi. Le idee innate sono le uniche che si possono utilizzare per la
scienza, poiché sono certe e sono disgiunte da ragionamento, dai sensi,
dall’immaginazione.
L’atto stesso di dubitare mi fa capire che l’IO esiste.

Cartesio spiega poi che il problema vero non sono i sensi, ma il


problema è il NOSTRO GIUDIZIO su ciò che i nostri sensi ci mostrano. I
sensi possono essere ingannevoli, ma è il nostro intelletto che non
riesce ad interpretare correttamente gli stimoli che i sensi ci
provocano.
ESEMPIO DELLA CERA
È utile per capire che l’errore non è dei sensi, ma è della mente.
La cera presa da un alveare è appiccicosa, sa di miele e di fiori. Quella non è cera. Se la mettiamo
vicino alla fiamma diventa liquida e perde odori, i sapori. Quella non è ancora cera.
Non è cera quella fredda e dura, e neanche quella molle che non ha odori.
La vera cera non è nessuna di queste due, ma è una cosa che sta nel mezzo. I nostri sensi
percepiscono una cosa, e il nostro intelletto rielabora, dandoci delle risposte affermative o
negative. Spesso il nostro intelletto dà l’assenso ad una percezione in maniera affrettata ed
errata.
Bisogna quindi essere sempre molto prudenti nell’analizzare gli stimoli provenienti dai nostri
sensi.

ESEMPIO DEI CAPPELLI E DEI MANTELLI


Vedo delle persone ––> in realtà vedo un cappello e un mantello.
Se vedo molti ombrelli io potrei affermare “vedo delle persone”.
In realtà io vedo degli ombrelli, non delle persone. Con questa approssimazione ci si può sbagliare.
REGOLE PER L’INGEGNO – REGULAE AD DIRETIONEM INGEGNII
Cartesio crea alcune regole per guidare l’ingegno verso il bene.
1. EVIDENZA: è il riconoscimento delle idee innate attraverso un’INTUIZIONE IMMEDIATA.
Queste idee sono chiare e distinte, non possono essere messe in dubbio. Non sono
ragionamenti da ridiscutere, non è una percezione dei sensi, non è un ragionamento della
mente. È un’idea innata, che proviene dalla mente di Dio (che ha tutte le perfezioni al
massimo grado, compresa l’esistenza ––> non si può mettere in discussione). Posso
dubitare di ciò che percepisco, ma non posso dubitare di percepire qualcosa (la materia,
res extensa, esiste perché Dio non vuole ingannarci, dio è buono al massimo grado). Il fatto
che i corpi abbiano un numero, un peso e un’estensione è indubitabile, ma è anche
indubitabile il fatto che siano cromaticamente determinabili (di colori diversi o trasparenti).
Si può sbagliare a quantificare l’estensione (non si capisce bene quanto è grande un
oggetto), ma non posso negare la sua estensione e la sua esistenza.

2. ANALISI: si basa sulla RAGIONE.


Si può rischiare di non individuare, in un problema complesso che ci sembra ovvio, che
qualche relazione tra gli elementi non è del tutto dimostrata. Non ci accorgiamo così del
nostro errore. Non ho quindi una giusta consapevolezza del grado di certezza di ciascun
elemento semplice che lo compone e della correttezza dimostrativa delle connessioni che
tengono saldo il ragionamento.
L’analisi consiste nel prendere in esame un problema complesso per poi ridurlo via via in
problemi più semplici. In tal modo si possono mettere in evidenza meglio i legami tra i vari
problemi, rendendoli veramente indiscutibili ––> si analizzano le parti in componenti
elementari.
Applicazione dell’analisi:
 Tutti i cocker sono cani ––> vero
 Tutti i cani sono animali domestici ––> FALSO (esistono anche cani randagi)
 Tutti i cocker sono animali domestici ––> di conseguenza è falso, perché c’è
stato un passaggio scorretto
L’analisi serve a prendere in esame una cosa che ci sembra apparentemente ovvia e controllare
che tutti i ragionamenti all’interno di questo ragionamento siano corretti.

3. SINTESI: si basa sulla RAGIONE.


È necessaria nella comunicazione. Quando comunichiamo tendiamo sempre a riassumere il
discorso, saltiamo molti passaggi che possono creare un grande fraintendimento
nell’ascoltatore. È necessaria nella comunicazione, ma anche nella scienza, per potere
esprimere i concetti più complessi attraverso un gruppo ristretto di parole, in modo che
siano di più semplice comprensione.
La sintesi permette però di maneggiare un problema complesso attraverso un discorso
semplice e poco articolato. Si potrà quindi utilizzare un problema complesso (ma
sintetizzato), per spiegare un altro problema complesso (ad esempio si utilizzano gli
assiomi in geometria). È quindi necessario, quando si effettua una sintesi, controllare che i
passaggi risultino chiari, anche se spesso omessi.

4. ENUMERAZIONE: si basa sulla RAGIONE.


È il controllo di aver fatto in maniera adeguata l’analisi e la sintesi. È una ricapitolazione.
Si svolge solo una volta e conferma il fatto che tutto il ragionamento sia stato concluso in
maniera corretta.
Ancora oggi è opportuno, durante le ricerche scientifiche, spiegare il metodo con cui si è
svolta una determinata ricerca. In questo modo, infatti, la ricerca può essere sintetizzata e
compresa adeguatamente, passaggio dopo passaggio.
REALTÀ DUALISTICA
La realtà secondo Cartesio si divide in
- RES COGITANS: materia pensante ––> è priva di estensione, è immateriale ed è puro
pensiero
- RES EXTENSA: materia esistente ––> è puro corpo, ha un’estensione e risponde al più
radicale meccanicismo. È costituita da particelle omogenee che si differiscono per forma,
dimensione e tipo di movimento, e che in linea teorica sono anche divisibili.
Diversamente dal meccanicismo di Democrito ed Epicuro (atomi indivisibili), queste
particelle sono omogenee, ma si possono dividere ––> ogni cosa estesa può dare luogo a
qualcosa di più piccolo. In questo periodo si sviluppano anche le lenti e diventerà a mano a
mano più semplice effettuare ricerche sulle particelle.

I corpi sono estesi, tutto ciò che è nel mondo dei corpi è determinato meccanicamente.
C’è una REALTÀ DUALISTICA. I due mondi (pensiero e materiale) sono due concetti collegati tra
loro.
Come fanno due realtà così ontologicamente distinte (res cogitans e res extensa) ad essere in
connessione tra loro?
Se il mondo del pensiero non ha estensione e non ha materia come fa ad essere in relazione col
mondo materiale stesso?
I nostri atti di volontà sono quelli che ci permettono di muovere il corpo e di compiere azioni. I
dolori e i piaceri producono dentro di noi delle reazioni di tipo immateriale.
Cartesio spiega che dentro al cranio, nel cervello, ci sono luoghi in cui i sangue si scompone in un
liquido meno denso e più leggero. Cartesio pensa che nell’area della GHIANDOLA PINEALE
(IPOFISI) il sangue sia così sottile da rendere possibile una sorta di “scambio di informazioni” tra
corpo e anima ––> tra res cogitans e res extensa che effettuano uno SCAMBIO.
L’idea di Cartesio, però, si dimostra incoerente con i suoi ragionamenti precedenti: le particelle
del mondo dell’estensioni e quelle della materia potevano essere divisibili all’infinito, rimanendo
SEMPRE MATERIALI ––> questa sarebbe un’eccezione, poiché il sangue, anche se sottile, sarebbe
pur sempre rimasto “res extensa”.

SCIENZA
Cartesio sottolinea che la biologia è un caso particolare della fisica ––> anche gli organismi, dal
punto di vista della loro corporeità, sono determinati dal meccanicismo.
Sottolinea poi, seguendo Bacone, che la scienza non è finalizzata solo alla conoscenza, ma anche
al miglioramento delle nostre vite (deve essere applicata).

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