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La moda è l’insieme dei prodotti caratterizzati da cicli di rinnovo brevi, sottoposti alla stagionalità. Vi sono
diversi settori nella moda: haute couture, pret a porter, diffusion, bridge e mass. Il prodotto di lusso
dovrebbe avere caratteristiche qualitative e di stile senza tempo. Ma anche il lusso è investito di esigenze di
creatività, ciò avviene durante la sfilata haute couture, proponendo esagerazioni rafforzando l’immagine del
brand.
Innovazione e creatività sono alla base della moda.
L’innovazione varia a seconda :
• Delle attività coinvolte ( innovazione di processo vs innovazione di prodotto)
• Dell’entità del cambiamento (innovazioni incrementali e radicali)
• Del contenuto del cambiamento (innovazioni tecniche ≠ economiche ≠ estetiche ≠ simboliche)
L’innovazione può essere concepita come una competenza aziendale.
Negli ultimi anni la moda ha affrontato diverse innovazioni, come per esempio il fast fashion, ha costituito
un innovazione per quanto riguarda l’approccio al mercato. Sono stati sviluppati anche software nuovi per
gestire il prodotto in maniera globale.
Altre innovazioni riguardano lo STILE del prodotto. Nel linguaggio della moda lo stile si può riferire:
• Agli stili vestimentali
• A ciò che si chiama look del prodotto, cioè al suo impatto estetico
Gli stili vestimentari si agganciano alle epoche storiche: stile classico, tradizionale, moderno, avant garde.
Distinzione fra innovazioni radicali e incrementali, le prime si basano spesso sui nuovi filati o materiali
oppure su nuovi modelli. Le seconde invece sono quelle che si limitano a modificare i modelli esistenti o
introdurre varianti di colori, tessuti, fantasie e accessori.
Le aziende di moda variano nella misura in cui bilanciano la creatività e l’aderenza agli stili che si affermano
sul mercato. Si può contrapporre un approccio più artistico e uno scientifico.
Nel primo domina il creativo, come succede tipicamente nelle maison fondate da uno stilista. L’approccio
artistico riposa sulle scelte del creativo. Nell’approccio scientifico esiste un ufficio stile e si basa di più sugli
stimoli esterni e sull’elaborazione collettiva. L’approccio artistico produce i migliori risultati quando arriva a
definire una riconoscibile e inimitabile identità del brand. Quello scientifico ha il suo punto di forza nella
capacità di seguire o anticipare i trend.
Un altro trend importante è l’investimento dei produttori nella rete di negozi a proprietà o gestione diretta,
DOS directly owned o directly operated stores.
L’integrazione tra produzione e vendita al dettaglio, iniziata dai fashion retailer, si è generalizzata con due
implicazioni:
• Gli assortimenti proposti dall’azienda di moda devono essere adeguati alle necessità dei DOS
• L’azienda della moda deve imparare a fare un mestiere nuovo, quello del dettagliante.
Vi sono ancora molte innovazioni in fase di sperimentazione, come i virtual mirror ( permettono la prova di
abiti su avatar) possono trasformare la shopping experience e arricchire la conoscenza dei loro gusti. Le
nuove tecnologie possono facilitare anche la co-creation, i consumatori sono coinvolti in prima persona nella
messa a punto del prodotto, scegliendo da opzioni prestabilite.
• PROGRAMMATO modalità oggi tipica delle maison e delle marche di prestigio, presente una tempistica
lunga. I vantaggi sono che si produce sull’ordinato, i tempi per la produzione sono ampi, i flussi in cassa
sono prevedibili. Il principale svantaggio è che l’azienda non coglie le ultime tendenze del mercato
• PRONTO-CONSEGNA l’azienda decide di rischiare su alcuni capi, producendoli prima, il lead time è
quello tradizionale mentre il time to market si riduce, permettendo all’azienda di soddisfare una parte di
vendite con il magazzino
• PRONTO MODA il prontista vende in stagione, non produce sull’ordinato, ha lead time molto brevi.
Minore complessità dello sviluppo prodotto, ma occorre che la produzione sia rapida.
• RIASSORTIMENTO prevede la consegna in tempi brevi dei capi di collezione sub ordine del dettagliante.
Permette di spalmare la produzione su un arco di tempo più lungo
• PRONTO PROGRAMMATO modalità mista in cui si produce il pronto moda con alcune collezioni di
programmato (Patrizia Pepe)
I ruoli organizzativi
La maison integrata segue uno schema simele a quello dell’art directorship, in cui lo stilista ha alta seniority
e posizione gerarchica.
Nelle licenze sono necessari e importanti i ruoli di interfaccia tra lo stilista, il suo staff e l’azienda
licenziataria. I licenziatari che hanno più licenze attive spesso si organizzano con strutture dedicate per
ciascuna licenza, in modo da garantire la massima concentrazione per ciascuno stilista.
Tempi e attività
Il ciclo della collezione dura almeno 18 mesi, ciò ha diverse implicazioni:
• Si progetta, si vende e si produce la collezione molto in anticipo rispetto al momento in cui il cliente la
vedrà
• Il flusso dei costi e dei ricavi non si esaurisce nell’arco di un esercizio
• Le aziende della moda sono coinvolte contemporaneamente su più collezioni
Lo sviluppo esecutivo
LA PROTOTIPAZIONE E IL CAMPIONARIO
Le attività necessarie per predisporre il campionario di collezione si sostanziano nella ricerca stilistica e
modellistica, nella realizzazione dei prototipi e nella definizione della collezione. A valle della definizione
della collezione si realizza il campionario. I sistemi di progettazione computerizzata e la riduzione dei lead
time da parte dei fornitori sono d’aiuto in questo progresso
L’INDUSTRIALIZZAZIONE
Quando la collezione è definita i prototipi sono soggetti a calcoli e a verifiche tecniche per trasformarli in
capi producibili industrialmente. Questa fase consente inoltre di definire il preciso costo industriale di ogni
SKU. L’industrializzazione si compone di 4 fasi principali:
1. La realizzazione del capo testimone, del campione finale
2. Lo sviluppo taglie
3. Il piazzamento tessuti
4. Lo sviluppo delle attrezzature
4. I TREND DI MODA
Trend di moda e sviluppo delle collezioni
Nel mondo dell’abbigliamento l’innovazione è guidata dallo stile più che dalla tecnologia., è legata agli
aspetti estetici e simbolici del prodotto.
IL METROSEXUAL -> negli ultimi anni sono molti i tentativi di convertire gli uomini occidentali a stili di
consumo importanti a una maggiore consapevolezza del proprio aspetto fisico. I primi tentativi risalgono agli
anni 80, nasce l’idea del new man. Mark Simpson fu il primo a utilizzare il termine metrosexual, denuncia la
crisi d’identità dell’uomo occidentale contemporaneo. Vengono realizzati manuali, sono i designer italiani i
primi a usare questo trend. Giorgio Armani inserisce in una sua collezione la Beckham Jacket e a giugno
2003 anche DG fanno sfilare un modello in jeans e maglietta rossa con su scritto David.
Social media e nuovi ruoli dei consumatori nella diffusione dei trend
I social media rendono spesso visibile il passaparola e estendono l’opino leadership. Le opinioni dei
consumatori sono spesso percepite come le più autentiche, in quanto non motivate da interessi di parte, e
dunque risultano più persuasive rispetto a quelle dei media tradizionali, sui quali pesa il sospetto di ingerenze
indebite da parte degli inserzionisti pubblicitari. I consumatori dunque hanno un ruolo più attivo rispetto al
passato.
Grazie ai social media i consumatori possono diventare loro stessi celebrità e svolgere funzioni di
creazione/diffusione di tendenze di moda (blogger). Anche senza diventare celebrità i consumatori
influenzano oggi le case di moda in maniera forse meno evidente, ma non meno rilevante.
5. LE ANALISI DI MERCATO E LA FORMULAZIONE DELLE LINEE GUIDA
Alcune situazione che tendono a diventare critiche se non sono gestite con equilibrio:
- Alcune aziende investono riverso economiche inn attività di ricerca che mirano a portare elementi forti di
originalità nella collezione, anche a rischio di allontanarsi dai concetti emergenti più popolari
- A volte è necessario un lavoro di revisione dell’identità stilistica della marca, per un desiderio di
ringiovanire il target o l’adesione a valori nuovi, il ruolo del direttore esecutivo è dominante.
L’analisi ABC
L’analisi ABC è uno degli strumenti più utili e diffusi per studiare la distribuzione delle vendite rispetto alla
categorie di interesse. L’analisi si basa sulla legge di Pareto, secondo la quale, in un qualsiasi insieme di
fattori da sottoporre a controllo, si può in genere scoprire un piccolo numero di fattori che ha grande
influenza sugli effetti, la restante maggioranza ha un’influenza piccola.
L’analisi viene utilizzata nella gestione dei magazzini.
L’analisi richiede di individuare gli elementi che identificano la collezione e di valutarne l’impatto sui
risultati. Le unità di analisi saranno ordinate in base al risultato, partendo da quella che ha avuto il risultato
migliore fino a quella con il risultato peggiore. Le prime unità sono i bestseller.
6. L’EQUILIBRIO TRA CREATIVITÁ E RAZIONALITÁ NELLO SVILUPPO DELLE
COLLEZIONI
Il merchandising plan
Il merchandising plan è lo strumento di guida della messa a punto dell’offerta. Le principali caratteristiche
sono:
• Una lettura critica del passato
• La formulazione di ipotesi progettuali dell’offerta
• La definizione di parametri di costo e prezzo del prodotto
È un lavoro in cui il management arriva a definire e a formalizzare il progetto di offerta stagionale.
Quando va preparato
Il merchandising plan deve essere preparato e approvato prima dell’avvio del processo di creazione e
sviluppo del prodotto. La sua realizzazione va definita in relazione agli specifici cicli di presentazione,
vendita consegna delle collezioni in oggetto di pianificazione.
Questa tempistica suggerisce due elementi di metodo:
1. La necessità che il merchandising plan sia unico, indipendentemente dal numero di collezioni della
stagione. Il piano deve comprendere l’intera struttura di offerta del marchio per l’intero ciclo stagionale
affinché la sua funzione di guida e controllo dell’offerta possa essere svolta
2. La necessità di sottoporre il piano ad aggiornamenti durante il ciclo di sviluppo prodotto. Una necessità
imposta da un processo che vede arrivare in azienda informazioni su sell out e di sell in.