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Lo stile è sempre stato l'anima della moda e non è un caso che nel flusso delle operation sia il primo della
catena. Tutto inizia qui e da questo dipendono molti aspetti importanti dell'attività aziendale, vediamoli:
Successo commerciale: uno stile innovativo e coerente alle tendenze in atto è fondamentale per le aziende
più legate alla moda, mentre un design più attento ai canoni classici è la base per l'abbigliamento più
formale;
Costi, prezzi e redditività: dalla scelta dei materiali e delle lavorazioni dipendono sia i costi di produzione
che i prezzi dei capi e quindi la vendibilità dei prodotti e i margini aziendali;
Qualità: dalla scelta dei materiali e dei fornitori nonché dalle modalità costruttive dipende in modo
sensibile la qualità finale del prodotto;
Timing generale delle attività: dato che lo stile è la prima fase del processo generale, ogni suo ritardo si
ripercuote su vendite e avvio di produzione;
Successo a lungo termine del brand: uno stile apprezzato e coerente nel tempo è la base del valore di un
brand.
Lo stile è nella moda ciò che la Ricerca e Sviluppo ( R&D) è nell'industria in generale. Le dottrine più attuali
sostengono che la chiave di successo nel business di oggi sia l’investimento nella R&D come base di
innovazione e quindi di successo commerciale. Le stesse dottrine lamentano come nel nostro paese questo
investimento sia troppo basso, soprattutto se confrontato con i paesi con cui dobbiamo competere. In molti
casi esso è inferiore al 5% dei costi totali d'impresa. Nella moda non è raro constatare che le aziende del
settore investono nello stile anche più del 10% di tali costi, quindi si potrebbe affermare che la moda
italiana è in linea con gli investimenti necessari per competere con successo. Lo stile non è univoco,
esistono tanti stili quanti sono i mercati di riferimento e in base a questi può variare la componente
essenziale che deve prevalere. Essa può essere il design puro come la ricerca di materiali o le lavorazioni più
o meno particolari e accurate, oppure il mix di questi. Lo stile è molto importante in molte aziende, tanto
da far sì che in alcune di esse la direzione stilistica ha un potere equivalente o superiore alla direzione
generale.
Stile e operation
Tra stile e operation il confronto e la collaborazione non sono sempre facili. Lo stile inventa e le operation
realizzano, ma il primo vede le frequenti obiezioni tecniche delle seconde come ostacoli alla creatività,
mentre le seconde considerano sovente il primo come una fonte di difficili problemi tecnici da risolvere. Nei
target dove l'abbigliamento e la moda perdono i loro connotati di immagine o di status symbol e si
avvicinano a essere percepiti quasi come commodity lo stile talvolta è meno dominante. Esso diventa qui
un anello della catena produttiva con gli stessi vincoli e obblighi delle altre funzioni aziendali. Per fare
esempi concreti, poche aziende possono permettersi oggi i prezzi proibitivi, lunghi tempi di consegna o
scarsa praticità del prodotto solo perché stilisticamente avanzate. La distribuzione e il mercato in molti casi
non lo accettano più. Limitatamente ai target suddetti lo stile sta progressivamente passando da uno status
di input imprescindibile, a cui il resto dell'azienda deve adeguarsi, a funzione aziendale che dialoga e media
le sue istanze con quelle degli altri facenti parte del processo. Si noti che questo non deve considerarsi un
successo dell'organizzazione aziendale sulla parte più emozionale dell'azienda. Se ciò avviene è perché la
moda ha perso parte della sua potenza emotiva ed evocativa che ne decretava il successo fino a qualche
tempo fa, e questo non è un bene. Il processo di transizione da fonte di soddisfazione a commodity che in
molti casi si sta svolgendo nel settore non può che impoverire quest'ultimo. Questa tendenza è ormai
1 studio delle tendenze di mercato e creatività nel rispetto dei canoni stilistici del marchio
Studio delle tendenze di mercato e creatività nel rispetto dei canoni stilistici del marchio
i mezzi con cui farsi un'opinione sulle tendenze sono molti e ogni stilista ha i suoi riferimenti. A parte la
frequentazione di località, persone e negozi leader nell'anticipare giusti, esistono canali più diretti per
capire come si muoverà il mercato. Uno dei primi è dato dai fornitori di materiali e tessuti. Essi si attivano
mesi in anticipo rispetto alle collezioni che useranno. Essi sono in grado di identificare molto prima cosa il
mercato dei confezionisti sta scegliendo, nonché su che stili, materiali e colori si sta orientando. Le fiere di
questi fornitori sono uno dei momenti principali di definizione dei fondi e colori che domineranno la
stagione a venire. Il design invece è lasciato all’inventiva dello stilista e alla verifica del venduto dei modelli
di maggiore successo nel passato. Questi vengono solitamente replicati con modifiche più o meno
sostanziali. È infatti da ricordare che ben pochi stilisti e aziende creano collezioni totalmente nuove. La
maggior parte ha sì una base di novità, ma viene accompagnata da una ripetizione dei modelli di successo
già sperimentati.
Una collezione dovrebbe avere un tema di base, questo dovrebbe essere un qualcosa che Lega la maggior
parte dei modelli presentati e ne fa una proposta con un suo carattere unitario. Esso può essere
un'impostazione stilistica come pure una funzione d'uso, oppure la scelta di stampe, colori e materiali
particolari che abbiano una base comune. Si ricordano collezioni ispirate al tema Africa, Egitto, altre basate
sul maculato ecc. Non si può definire il numero di articoli che un'azienda deve presentare, anche lo scopo
della collezione influenza la sua ampiezza; Per esempio una collezione fashion di alto livello da donna avrà
un numero di articoli più alto di una collezione di capi basici per uomo. Possiamo sostenere che molte
collezioni oggi sono più ridotte che in passato sia per limitare i costi, sia per soddisfare i buyer e i titolari di
negozi Che non amano dover esaminare camminare troppo vasti. I flash e le precollezioni sono di ridotte
dimensioni perché rappresentano integrazione all'offerta stagionale già prevista. Anche la struttura della
collezione dipende dall’azienda che la produce. Il numero di pantaloni o gonna o capispalla e accessori è
variabile, ma è chiaro che da ogni tipologia di collezione ci si attendono alcuni capi base. Per esempio, una
collezione di jeanswear deve presentare giubbotti e pantaloni a 5 tasche come una di maglieria tradizionale
deve averti in set, girocolli, scolli a V e lupetti. Oltre a questi capi fondamentali, il tipo di articoli da
presentare può essere individuato con l’esame delle vendite storiche dell’azienda, I modelli che hanno ha
avuto maggiore successo vengono ripresentati, magari aggiornandoli, mentre gli articoli che non hanno
Immaginiamo una collezione che presenta al suo interno tre tipologie di prodotto: il classico, il trendy e lo
sport. Se supponiamo che queste vengano declinate in 6 categorie di capi, per ognuno di questi devono
essere definiti il numero di articoli da presentare, i materiali che saranno scelti e ogni nota e informazione
di supporto. All’interno di questa impostazione si definiscono inoltre i coordinati, cioè gruppi di articoli che
hanno caratteristiche di stile o materiali simili e che presumono o permettono di essere indossati insieme.
Come già detto l’ufficio stile disegna modelli, sceglie materiali e gli associa. Esso crea i coordinati e studia le
migliori associazioni tra modello e materiale. Infine vengono decisi bottoni, le fibbie e gli altri materiali che
completano il capo. Dopodiché si realizzano I prototipi che verranno provati per trovare le misure e le
proporzioni ideali. La prototipia è una delle fasi più delicate sia per il suo costo che per la qualità finale del
prodotto. Essa dovrebbe essere condotta con l’assistenza della direzione di produzione e dei fornitori.
Prima di definire un articolo devono essere studiati gli aspetti che seguono. I principali temi da analizzare
sono 6
Tecniche di produzione necessarie per costruire il capo e possibili conseguenze sui materiali adottati
Durata prevista
A volte il mercato è sensibile ad aspetti come lucentezza, evidenza, tatto ecc che possono essere soddisfatti
con materiali e lavorazione economiche, quindi è molto importante capire quali sono gli aspetti che il
mercato predilige e saperli tradurre in caratteristiche tecniche.
La modellazione è il processo con cui si determina la vestibilità del capo, essa ha una particolare rilevanza in
certi prodotti come ad esempio nell’intimo dove il capo deve aderire perfettamente al corpo o nel
jeanswear. Riguardo i prodotti per il mercato più tradizionale del capo classico, la parola d’ordine nella
progettazione dovrebbero essere la durata e l’affidabilità, perché sono destinati a un uso prolungato.
Dopo queste fasi, l’ufficio stile presenta le sue proposte alle direzioni generali e commerciali dell’azienda.
In base agli usi e alle organizzazione dell’azienda, in certi casi le direzioni accettano totalmente la proposta
di capi presentata dallo stile, a volte invece la filtrano e decidono cosa immettere nella collezione definitiva.
Questo avviene in base a considerazioni di prezzo virgola di opportunità commerciali. Dopodiché vengono
prodotte le ricopie di campionario, e cioè capi che replicano fedelmente I prodotti creati. Normalmente per
ogni modello previsto si crea un’esemplare in un unico colore e taglia, a cui verrà associata la scala delle
taglie e la cartella dei colori in cui sarà possibile realizzarlo. Le ricopie servono per presentare la collezione
ai clienti e per agevolarne l’ordine, per la presentazione alle fiere, per la stampa e in ogni situazione in cui
sia necessario mostrare l’offerta aziendale. Nell’era di Internet è possibile mostrare ogni capo da tutte le
Dato che l’attività dello stile è la prima della catena produttiva, la sua attenta programmazione é
fondamentale affinché tutte le altre si svolgano correttamente.
Come detto, le collezioni sono diverse tra loro, ogni azienda ha i propri criteri sulle dimensioni e
articolazioni da dare ai campionari. Un metodo di lavoro generale è comunque opportuno; esso è basato
sulla schedulazione delle attività e sulle risorse necessarie. Le attività principali sono la ricerca e la scelta dei
materiali, lo schizzo dei modelli e la creazione dei prototipi. Normalmente la ricerca materiali e lo schizzo
procedono quasi in parallelo, mentre la costruzione dei prototipi avviene successivamente. Le risorse sono
gli stilisti, gli assistenti e le modelliste. È opportuno ribadire l’importanza dei fornitori e della direzione di
produzione che possono evitare errori costruttivi e indicare cosa è più o meno facilmente realizzabile.
Questa fase di lavoro è vincolata dalla data di presentazione della collezione, che non è flessibile perché è
dettata dal mercato, è pertanto importante programmare il lavoro. Uno schema di riferimento può essere
il seguente:
è opportuno definire il tempo disponibile tra la impostazione e la scelta finale, il numero di modelli da
sviluppare e le risorse disponibili. Dato che la scelta finale è un vincolo espresso dal mercato, e che la
durata del processo è funzione del numero di modelli da sviluppare e delle risorse disponibili, è possibile
procedere a ritroso e decidere quando iniziare lo studio della collezione
Fase di impostazione della collezione: vengono decise le tipologie e il numero di capi da inserire, il tema
stilistico di base, i materiali fondamentali da usare ;
Scelta materiali: si selezionano i materiali e i fornitori. A questo scopo è utile visitare le fiere di settore. In
questa fase è auspicabile una forte attenzione ai costi dei materiali introdotti, alla affidabilità dei fornitori e
alle date di consegna dei materiali scelti . Il prezzo finale, La qualità dei prodotti e la puntualità delle
consegne ai negozi dipendono molto da queste scelte ed è quindi opportuno che lo stile ne sia consapevole
e responsabilizzato
Design dei modelli: Vengono ideati gli schizzi dei nuovi capi e insieme alla direzione di produzione vengono
decise le lavorazioni più opportune. Ai modelli così delineati vengono associati i materiali scelti
Modellazione: si definiscono le misure dei capi per ottenere la migliore vestibilità, che in certi casi può
valere più del design del materiale utilizzato. La vestibilità è studiata dai modellisti/e ai fini di definire le
misure e proporzioni giuste
Prototipia e rettifiche: Vengono eseguite diverse prove perché raramente un modello viene approvata dal
primo prototipo, esso va rivisto e modificato fino alla versione definitiva
Scelta finale e definizione della collezione: a questo punto la rosa di possibili nuovi modelli è pronta e deve
essere deciso quali inserire nella collezione. Questa è una fase strategica che coinvolge lo stile, il
commerciale e la direzione. La fase successiva a questa sarà la definizione dei prezzi e la creazione del
materiale accessorio alla vendita (cartelle colori, moduli d’ordine, listini ecc)
Ai fini del rispetto dei tempi è necessario valutare programmare le risorse disponibili. Immaginiamo per
esempio una collezione con 80 modelli e 15 materiali principali punto per materiali si intendono I tessuti o
filati nella maglieria, le pelli nella pelletteria, le fodere, eccetera. Supponiamo che un materiale venga
scelto dopo aver valutato tre fornitori, devono quindi essere previsti 15 materiali x 3 fornitori = 45 incontri
Siccome lo stile segue sia il design che la scelta dei materiali, sarà è necessario avere risposte stilistiche
sufficienti per entrambe. Dato che nel caso proposto il tempo di scelta fornitori è minore del tempo di
design, si può pensare di ridurre il numero fornitori/ giorno per aumentare la capacità di design, riducendo
le risorse sulla prima attività a favore della seconda.
Se prevediamo di ottenere dallo stile 3/4 modelli al giorno, è necessario avere una capacità modellistica
equivalente. Se essa è inferiore si creeranno disegni in attesa di essere modellati e quindi perdite di tempo,
se essa è superiore risulta eccessiva perché non può essere alimentata a sufficienza del design. Per la
prototipia e rettifiche si procede ugualmente. È necessario avere la stessa capacità produttiva. A questo si
aggiunga che le rettifiche e la prototipia richiedono la presenza della modellista e dello stile, quindi ai
carichi di lavoro prima delineati deve aggiungersi il tempo per visionare, rettificare e approvare i prototipi.
Si noti che le fasi non sono conseguenti, ma in parte sovrapposte. Questo è logico perché non è necessario
che tutti i disegni siano pronti per avere avviare la modellazione, è necessario che solo alcu ni lo siano per
iniziare l’attività a monte. Solo la scelta dei fornitori e il design possono procedere in parallelo perché sono
in parte indipendenti. Quindi le fasi di ricerca materiali/disegno modelli/prototipia/rettifiche dipendono
dalle dimensioni della collezione e dalle risorse disponibili. Le fasi di impostazione del campionario e di
scelta finale dipendono invece dal tempo che l’azienda impiega in queste riunioni e studi. Pertanto, solo
quando queste considerazioni sono ultimate è possibile creare uno schema temporale che parta dalla data
di consegna della collezione e, dopo aver inserito le suddette attività con le loro durate, identifichi quando
deve iniziare lo studio della nuova collezione.
Industrializzazione è un’attività fondamentale per tutti beni industriali complessi. Questo perché influisce
sui costi e sulla qualità del prodotto, sulla capacità di quest’ultimo di rispondere ai desideri del mercato,
Sull’economia ed efficienza del processo produttivo e sulla corretta scelta di materiali e fornitori. Gli enti
aziendali che svolgono ruoli principali in questi briefing solo lo stile, il commerciale/marketing, gli acquisti e
la produzione. In alcuni casi anche il controllo di gestione.
Tabella: “ cosa vuole il mercato, come fare il prodotto, quali materiali usare”
La differenza la fa la capacità dell’azienda nel trovare metodi alternative per risolvere I problemi. È
importante sottolineare che dall’esito di questo lavoro dipenderanno aspettiFondamentali per l’azienda
quali:
Qualità e affidabilità: Un prodotto deve essere studiato sia nei suoi componenti che nel processo
produttivo. Esso deve essere certo e testato in ogni sua parte prima di essere approvato. Spesso si sono
avute basse rese qualitative di capi prodotti anche con materiali di alta qualità perché la loro associazione o
un processo produttivo non adeguato creavano inconvenienti.
Costo: le scelte dei materiali e delle lavorazioni devono essere coerenti con le reali volontà del mercato. A
volte alcune di esse possono risultare errate per il cliente finale. Aggravando inutilmente il prezzo finale.
Talvolta per esempio si è risparmiato su componenti del capo che il mercato desidera al massimo livello e
che avrebbe acquistato anche ad un prezzo maggiore
Velocità: ogni materiale, ogni lavorazione e ogni fornitore possono avere tempi di esecuzione molto diversi,
pertanto dalle loro scelte e dal loro operato dipende in parte la lunghezza del processo produttivo e il
servizio al cliente.
A volte sia per I tempi molto ristretti in cui una collezione viene creata, sia per il potere che lo stile ha in
certe aziende.
Documenti di industrializzazione
Dopo aver deciso di creare un prodotto devono essere realizzati una serie di prototipi, definiti in ogni parte
perché dovranno essere ricreati in modo standard dalla produzione. Chi li fabbricherà deve infatti disporre
delle informazioni su come operare al massimo livello di dettaglio.
Per esempio non è sufficiente determinare che un capo sia di cotone, ma deve essere definito il tipo di
cotone ecc
I codici servono a determinare univocamente ogni elemento del processo produttivo. Un’azienda può
gestire centinaia di capi e migliaia di materiali ed è necessario poterli riconoscere in modo veloce e certo;
per questo vengono usati I codici alfanumerici assistiti da Per questo vengono usati I codici alfanumerici
assistiti da bar code. Oltre che per poter replicare fedelmente il capo, la misurazione di ogni componente
del prodotto per ogni taglia è invece fondamentale per assicurare la vestibilità. L'identificazione di queste
misure è prerogativa delle modelliste. la vestibilità, oltre ad essere perfezionata per ogni taglia, dev'essere
talvolta ritoccata nell'ambito di ognuna di esse perché i corpi umani possono differire anche all'interno
delle stesse corporature. Per questo vengono studiati i DROP, che sono variazioni di alcune misure della
stessa taglia.
La scheda tecnica indica le misure di ogni parte del corpo. queste sono la base per determinare consumi di
tessuto del capo stesso; quindi, da essa si può passare al secondo documento fondamentale, che è la
distinta base. Essa contiene tutti i materiali necessari per la costruzione del capo e i loro fabbisogni per
taglia e colore. i consumi possono meno cambiare al variare delle taglie.
Per esempio, il consumo di tessuto è maggiore in una taglia 46 rispetto a una 38, mentre invece la quantità
di bottoni o etichette è la stessa. (la distinta base riporta anche il prezzo dei componenti, informazione
necessaria per costruire il costo finale e quindi il prezzo dell’articolo.
Le schede di produzione perfezionate contengono anche l’indicazione delle macchine e attrezzi necessari
alle operazioni e il tempo di ogni fase. Questo viene studiato dall’ufficio Tempi e Metodi di Produzione. Solo
le aziende più organizzate hanno questo servizio, talvolta sono le modelliste che stimano i tempi, questi
tempi produttivi sono importanti per diverse ragioni, su di essi si basano le trattative per fissare i prezzi di
manifattura con i produttori esterni, su di essi si pianifica inoltre il fabbisogno di produzione di un’azienda.
Es: questa tabella indica che l’azienda deve produrre tre articoli A,B,C che hanno tempi di taglio, cucito e
stiro indicati ed espressi in minuti. Nell’ultima riga sono riportate le vendite per articolo. La Colonna “totale
minuti” è la sommatoria dei minuti per fase di ogni articolo moltiplicati per le loro vendite
(pag 69)
Ultima ragione per cui è importante conoscere il tempo di produzione è il calcolo del costo totale di
produzione per articolo, fondamentale per il controllo di gestione e per definire il prezzo finale.
Immaginiamo infatti I dati della distinta base e della scheda di produzione di un ipotetico articolo Sunrise.
6. Le vendite
Organizzazione generale
Il processo di vendita è diverso in base al tipo di prodotto e al canale distributivo che utilizza.
nel programmato esso si svolge prima della produzione, tra l'azienda fornitrice e il negozio
distributore
Nel pronto moda esso avviene invece dopo la produzione, generalmente in punti vendita
all'ingrosso nei cui negozi clienti comprano il prodotto e contemporaneamente lo ritirano.
La vendita è tra azienda e negozio
Nel retail non si ha una vendita reale, bensì una decisione aziendale riguardante quali e
quanti capi immettere nei suoi negozi.
La vendita effettiva si avrà tra il negozio dell'azienda il consumatore finale.
Osservando la tabella vediamo che le aziende dotate di una rete retail normalmente decido nei
loro futuri assortimenti dei negozi a inizio campagna.
Al tempo T1 l'azienda conosce il proprio ordinativo retail più una parte ridotta degli ordini
wholesale ricevuti (questi ultimi identificati dalla linea nera inclinata)
Al tempo T2 gli ordini wholesale sono incrementati sensibilmente, infine al termine della
campagna raggiungo il loro totale.
La linea superiore indica il totale degli ordini wholesale e retail.
Non è detto che un'azienda gestisca contemporaneamente wholesale e retail, esistono realtà che
distribuiscono il prodotto solo su wholesale o solo su retail.
2. Il budget di vendita
Il processo di distribuzione di una collezione sia per il wholesale che per il retail è receduto dalla
determinazione di un budget di vendita.
Il budget commerciale è la previsione delle vendite aziendali.
Esso è normalmente espresso in capi, che moltiplicati per i prezzi medi danno una previsione di
fatturato.
Esso è prodotto dalla direzione commerciale wholesale per le vendite a clienti terzi e dalla
direzione retail per gli ordini ai negozi diretti.
È un dato di grande importanza per diverse ragioni e cioè:
- Come previsione di fatturato serve per la programmazione economico-finanziaria
- Costituisce l’obiettivo di vendita per agenti, rappresentanti, venditori, e negozi diretti
- È la base per prevdere la capacità produttiva necessaria e i volumi di ordine ai fornitori
principali
I dati richiesti per poterlo elaborare sono i seguenti:
- Presa visione della collezione, sull'impatto previsto sul mercato, prezzi medi dei capi.
6. I canali di vendita
Le strutture commerciali tramite cui l'abbigliamento giunge al cliente finale sono diverse.
Department store
Si tratta di grandi negozi multimarca come Harrod’s a Londra, Galeries Lafayette in Francia, El
Corte Ingles in Spagna. Essi sono una delle distribuzioni più efficaci e potenti, e in alcuni paesi sono
sostanzialmente l'unica organizzazione commerciale esistente che opera su volumi considerevoli.
Sono organizzazioni private multimarca, normalmente molto attente al livello di servizio, sia per
quanto riguarda le scadenze di consegna che per i volumi e la qualità pattuita.
Gli ordini avvengono tramite buyer professionali solitamente divisi per categoria merceologica.
Essendo organizzazioni di livello notevole, è opportuno avvicinarli e cercare il rapporto con loro
solo quando si è certi della propria capacità di gestire le operation e mantenere quanto promesso
in fase di ordine; anche perché le penali che si applicano sono spesso molto elevate.
Non è infrequente che si richiedono personalizzazioni nel prodotto come varianti diverse, etichette
col loro logo, packaging particolari ecc.
Spesso i volumi che acquistano giustificano queste lavorazioni aggiuntive anche se la riconoscibilità
della marca ne risente.
Boutique multimarca
In molti paesi europei questa è stata la madre di ogni organizzazione di vendita di abbigliamento.
Gli atelier francesi erano piccoli esercizi dove il prodotto veniva confezionato e venduto.
Con l'avvento del prét à porter essi sono divenuti negozi multimarca veri e propri, sebbene
specializzati in precise categorie merceologiche.
In Italia, Francia e molti altri paesi le boutique hanno a lungo dominato il mercato, ma oggi
soffrono di diversi problemi che ne stanno pregiudicando l'avvenire.
I principali sono:
diminuizione generale delle vendite e dei margini del settore, anche a causa della presenza
sempre crescente di outlet e dell’allungamento dei tempi di saldo
politiche delle aziende produttrici sempre più tese all'apertura di punti vendita monomarca
costo delle location che in molti casi è tale da poter essere ammortizzato solo da chi
gestisce grandi dimensioni e volumi di vendita
progressiva diminuzione dell'importanza dell'abbigliamento che per molto tempo ha
sorretto i commercianti molto qualificati
politiche restrittive dei grandi brand nei confronti dei multimarca con obbligo di minimi di
acquisto, di prezzi fissi, di posizionamento immagine dell'esposizione, di pagamento a
breve termine ecc
Se si osserva però ciò che avviene nelle grandi città si riscontra che grandi concentrazioni di negozi
monomarca sono ristrette in poche vie cittadine o in shopping center specifici.
Dal punto di vista del consumatore si tratta di singoli aggregati multimarca diversi dal passato solo
perché le dimensioni sono maggiori e le proprietà degli esercizi sono differenti.
Sarebbe opportuno che le tattiche e strategie normalmente utilizzate per migliorare il singolo
negozio in termini di redditività, comunicazioni, visual merchandising ecc venissero usate livello di
centro commerciale o di strada di shopping.
Riguarda l'allestimento e alla gestione generale dei monomarca è il caso di ricordare una nota
quasi filosofica, anche se non inerente alle operation. Quando molti imprenditori e manager
pensano alla loro azienda vedono il prodotto, la sede, le persone e l'organizzazione interna. Se
questi sono eccellenti essi ritengono che anche il mercato percepirà la stessa sensazione, non è
così perché per i clienti l'azienda non esiste, ma si identifica nei suoi negozi. Se uno di questi
risulta poco assortito, i visitatori percepiranno una sensazione sgradevole di quel marchio, non
di quel negozio. Pertanto, il monomarca è un'arma a doppio taglio; se è curato garantirà
immagine e positività, se è mal ridotto risulta controproducente.
Outlet
Si tratta dell'evoluzione dei vecchi spacci aziendali, che erano locali spesso nascosti riservati in
cui venivano svendute le rimanenze. Lo sviluppo degli outlet è collegato a quello dei
monomarca. E’ fisiologico che i punti vendita abbiano rimanenza a fine stagione ma quando gli
esercizi diventano centinaia l'invenduto assume volumi tali da rendere necessario un sistema
efficace per il suo smaltimento. Da qui la nascita dell’outlet, che però per funzionare non può
limitarsi a offrire l'invenduto dei negozi di prima linea.
Molte aziende quindi completano l’invenduto con i colori e le taglie mancanti, ma soprattutto
con altri articoli magari più semplici ed economici. Siccome gli articoli prodotti appositamente
per gli outlet di solito non sono particolarmente fashion o stagionali, possono essere fabbricati
senza scadenza, quando la produzione ha dei vuoti da riempire. Per essi vengono inoltre usate
spesso materie prime in rimanenza, che diversamente sarebbero solo un costo. Per molti
marchi oggi gli outlet sono una vera e propria distribuzione parallela che contribuisce ai bilanci.
I siti web
Questa è la vera novità distributiva dei giorni nostri ed è quella che sta mostrando i maggiori
incrementi. Qui le operation sono fondamentali; le basi del sistema sono alla capacità logistica
di controllare le scorte, di evadere velocemente molte piccole spedizioni, di ricevere, di
controllare e infine di rimettere in giacenza i resi dei clienti. Le aziende che gestiscono solo
ordini destinati ai negozi operano su grandi quantitativi e su un numero di destinazioni
abbastanza limitato. I resi sono poco frequenti e i tempi di spedizione si misurano in giorni o
settimane. Gli ordini web possono avere invece decine centinaia di migliaia di destinazioni; in
molti paesi, inoltre, si sta diffondendo l'uso di ordinare più articoli per poi effettuare una scelta
a domicilio e rispedire indietro i restanti. Le aziende che vendono via web, quindi, eseguono
invii di uno o pochi pezzi a moltissimi clienti, i cui resi sono altrettanto numerosi. I magazzini
devono quindi essere estremamente veloci nelle spedizioni.
Le diffusioni
Vengono così detti i centri di vendita gestiti dai prontisti e destinati ai negozianti. Qui si
trovano le proposte per i commercianti che hanno necessità di rifornirsi per le vendite in corso.
Per il prontista questi sono enti di assoluta importanza e attenzione.
La richiesta del prodotto moda è spesso imprevedibile. Quando un modello “parte”, cioè
mostra una repentina e forte domanda di mercato, le sue scorte nelle diffusioni si esauriscono
molto velocemente. Il prontista deve quindi recepire questi segnali al più presto possibile per
ricostituire immediatamente la disponibilità, dato che la durata di questi successi di vendita è
limitata ed è su questi che si fonde il risultato del suo business.
9. I riassortimenti
La seguente tabella descrive le previsioni possibili, per prodotto continuativo o stagionale per
tipo di negozio wholesale o retail. Nel caso del wholesale, si distingue se esso è un punto
vendita nuovo oppure uno con cui l'azienda lavora da tempo.
2. Previsioni e proiezioni
Ricordiamo che nell’abbigliamento i periodi di vendita delle collezioni programmate durano
mesi per lasciare ai negozi il tempo di visionare tutte le proposte, e alle aziende il tempo di
visitare tutti i clienti.
Quindi prima della fine delle vendite le aziende possiedono dati effettivi di venduto ma parziali.
Nel pronto moda questo non succede, perché non vi è tempo per presentare il prodotto e
raccogliere gli ordini. In questo caso i capi vengono prima fabbricati e poi venduti. Parliamo di
previsioni.
Nel programmato a volte si devono prevedere le vendite quando queste non sono ancora
iniziate, oppure sfruttare i venduti parziali disponibili per prevedere i risultati finali. Parliamo di
proiezioni.
7. Stagionalità
In molti settori esiste la stagionalità, cioè un fenomeno che presenta un andamento ripetitivo.
In questo caso i dati storici hanno notevole importanza, ma non devono essere considerati
come entità da riapplicare con gli stessi valori avuti in precedenza.
Per fare un esempio, se riaffiorasse il grunge come fenomeno culturale commerciale, non si
può pensare che ripeta esattamente i volumi di vendita avute al termine degli anni 80. Allo
stesso modo è ovvio che le vendite di costumi da bagno siano alte nei mesi estivi, ma ciò non è
sufficiente per prevedere le stesse vendite registrate l'anno precedente, perché altri fattori
esercitano influenze.
Un esempio di previsioni basate sulla stagionalità nella moda può essere l’ipotizzare le vendite
di un mese sulla base dello stesso mese negli anni precedenti, oppure il fatturato di un sabato
in un negozio, considerando le vendite dei sabati delle settimane precedenti.
9. Proiezioni
Le proiezioni sono diverse dalle previsioni. Esse partono da un dato reale che si sta evolvendo e
tramite procedimenti razionali ne prevedono la sua entità definitiva.
Per proiettare le vendite è necessario disporre di due dati:
1. una base di partenza da elaborare
2. un termine del fenomeno virgola che può essere espressa in più modi