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Lo stesso termine “marketing” genera ambiguità. Esso deriva dal verbo inglese
“to market” e si riferisce al processo con cui si “mette” nel mercato; il concetto
pone così implicitamente l’accento sulle attività “a valle” del processo di
marketing, vale a dire il marketing mix nella dimensione “azione”, mentre non
fa riferimento alle attività “a monte” che necessariamente precedono l’ingresso
nel mercato, vale a dire il confronto dei bisogni dei clienti con le capacità
creative e le competenze dell’impresa.
Anche il CEO di Procter & Gamble A.G. Lafley (2005), citato in Christensen et
al. (2005), probabilmente la persona con la migliore posizione al mondo per
lanciare questo appello, afferma: “Abbiamo bisogno di reinventare il nostro
modo di fare marketing nei confronti dei consumatori. Abbiamo bisogno di un
nuovo modello”.
gli strumenti del marketing operativo (le 4P) creano e/o sviluppano la
domanda di mercato per questi nuovi prodotti o servizi;
l’incremento della domanda genera una diminuzione di costi, che rende
possibili riduzioni di prezzo, aprendo in tal modo il mercato a nuovi
gruppi di clienti;
Gli eccessi del marketing selvaggio o manipolatorio hanno portato alla nascita
di un contropotere, sotto forma di: (a) organizzazioni di consumatori (il
movimento consumerista), promosse dai consumatori stessi (in particolare da
Ralph Nader, 1965); (b) leggi che rafforzano sempre più la protezione dei diritti
legali dei consumatori, promosse dalle pubbliche autorità e (c)
un’autodisciplina da parte delle imprese mediante l’adozione di norme morali,
che hanno contribuito allo sviluppo di un comportamento più etico. Oggi è
chiaro che il marketing manipolatorio è autodistruttivo per l’impresa o per la
marca e va contro i suoi interessi di lungo termine.
Si tratta di una realtà a volte difficile da accettare, ma che può anche spiegare
l’istintiva diffidenza nei confronti del marketing. Inoltre, i professionisti di
marketing sanno perfettamente che la sua natura scientifica è molto relativa e
che oggi sono poche le imprese in grado di misurare la redditività dei loro sforzi
di marketing o, più modestamente, di valutare l’efficacia dei propri investimenti
in marketing e pubblicità.
CAP 2 LAMBIN
Lo scopo del marketing è rendere superflua la vendita, portare un cliente pronto ad acquistare.
Marketing è un’attività attraverso la quale individui e gruppi ottengono ciò di cui hanno bisogno e
desiderano attraverso la creazione, l’offerta e il libero scambio di prodotti e servizi di valore con
altri.
La fornitura del valore: deve determinare caratteristiche, prezzi e distribuzione specifici del
prodotto.
Creazione di valore: come un’organizzazione crea in modo efficiente nuove offerte di valore
superiore
Catena del valore di Porter (prima degli anni 90) è un modello che rappresenta un’organizzazione
come un insieme interdipendente di attività generatrice di valore per i clienti.
(cap 11 LIBRO)
CATENA DI PORTER
Porter individua 9 categorie di attività generiche e anche datate che sono presenti in qualsiasi
tipologia di organizzazione, anche se la loro composizione variano a seconda del settore di
appartenenza, della storia e della strategia applicata.
Il MARGINE è il valore che si ottiene dalla differenza tra il ricavo totale ottenuto dalla vendita e i
costi che sono attribuiti per quota parte alle diverse attività.
La catena di valore compone delle catene del valore di tutte le aziende coinvolte nella filiera
produttiva creando un sistema di relazioni e di interconnessioni.
Trasversale: applicabile a tutte le organizzazioni che hanno una mission, un obiettivo, senza per
forza vedere una visione manageriale.
Pianificazione strategica: individuo il contributo in termini di costo e valore per ogni singola
attività.
Core business che evidenziano i processi centrali per la creazione del valore