Sei sulla pagina 1di 4

WILLIAM SHAKESPEARE – SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Sogno d'una notte di mezza estate è una commedia in cinque atti di William
Shakespeare, nato a Stratford-Upon-avon nel 1564 e considerato uno dei più grandi
poeti della letteratura inglese. Le sue opere includono poemi, commedie teatrali e
sonetti. Ebbe grande successo sulla letteratura di tutto il mondo tanto che le sue
opere sono ricordate ancora oggi e anche le sue citazioni. Anche Giuseppe Verdi lo
prese come punto di riferimento per scrivere alcuni brani musicali come Otello e
Macbeth.
Sogno d’una notte di mezza estate è stata composta tra il 1595/1956 e pubblicata
nel 1600. Questa opera, come molto altre, segna il ritorno di Shakespeare all’attività
teatrale dopo la riapertura dei teatri , che erano stati chiusi a causa della peste
dell’estate dal 1592 al 1594. quest’opera prende ispirazione dalle metamorfosi di
Ovidio entrambi ambientati nella grecia antica.
è una commedia che rispecchia le caratteristiche della commedia shakespeariana
perchè i personaggi sono nobiliari e poi perchè ci sono persone persone imparentate
tra loro e poi perchè ci sono corrispondenze simmetriche tra i personaggi (2 amanti,
due principi, due fratelli); le descrizioni dei personaggi vengono dati indirettamente
attraverso metafore.

Trama
Theseus, duca di Atene, sta per sposare Hyppolyta, regina delle Amazzoni. Per la
cerimonia è previsto un festeggiamento in pompa magna della durata di quattro
giorni. Per l’occasione giunge alla corte anche un nobiluomo ateniese, Egeus, con sua
figlia Hermia e due giovani uomini, Demetrius e Lysander. Egeus spera che Hermia
sposi Demetrius, che è già innamorato della giovane, ma Hermia è a sua volta
innamorata di Lysander e dunque rifiuta di sottostare al volere del padre. Egeus
minaccia di punire la figlia con la più severa pena prevista dalla legge se non
rispetterà il suo volere e le dà tempo fino al matrimonio per decidere della propria
sorte, chiarendole che opporsi al suo volere significherà essere chiusa in convento o
addirittura venire uccisa. Hermia e Lysander progettano quindi di fuggire da Atene la
notte successiva, per sposarsi nella casa dello zio di Lysander, poco distante dalla
città. Comunicano il piano a Helena, un’amica di Hermia, che era stata fidanzata di
Demetrius e lo ama ancora, sebbene lui si sia allontanato da lei dopo aver incontrato
Hermia. Nella speranza di riconquistare il suo amore, Helena svela a Demetrius la
fuga che Hermia e Lysander hanno pianificato e al momento convenuto Demetrius
segue di nascosto la coppia nei boschi, a sua volta seguito da Helena.

Nei boschi si trovano altri due gruppi di personaggi. Il primo è composto dalle fate,
inclusi Oberon e Titania, re e regina delle fate, che sono appena tornati dall’India per
benedire il matrimonio di Theseus e Hippolyta. Il secondo è un gruppo di artigiani
ateniesi che prova una commedia da inscenare davanti al duca e alla sua sposa.
Oberon e Titania sono in disaccordo a proposito delle sorti di un principe indiano che
è stato affidato a Titania. Il ragazzo è così bello che Oberon vorrebbe farne un
cavaliere, ma Titania non è d’accordo. Per punire la moglie Oberon manda il suo
servitore Puck a cogliere un fiore magico, il cui succo può essere applicato sulle
palpebre di una persona addormentata per farla innamorare della prima persona che
vedrà al risveglio. Puck trova il fiore e Oberon gli comunica i propri piani per
applicare il magico succo sulle palpebre di Titania dormiente. Avendo visto
Demetrius comportarsi crudelmente con Helena, egli ordina inoltre a Puck di
mettere un po’ di quella pozione anche sulle palpebre del giovane ateniese. Nel bosco
Puck incontra Lysander e Hermia e, credendo che Lysander sia l’ateniese di cui gli ha
parlato Oberon, gli applica la pozione sugli occhi. Quando questi si sveglia vede come
prima persona Helena, e si innamora perdutamente di lei, abbandonando Hermia.
Nel corso della notte Puck cerca di rimediare al proprio errore, finendo per far
innamorare sia Lysander che Demetrius di Helena, la quale crede che essi si stiano
prendendo gioco di lei. Hermia diventa tanto gelosa di Helena da sfidarla in una
lotta. Anche Demetrius e Lysander arrivano quasi a combattere per l’amore di
Helena, ma Puck li confonde mimando le loro voci e facendoli perdere nella foresta.

Quando Titania si risveglia, la prima creatura che vede è Bottom, il più ridicolo degli
artigiani ateniesi, al quale Puck, per uno scherzo, ha trasformato la testa in quella di
un asino. Titania, sotto l’effetto dell’incantamento del fiore magico, è perdutamente
innamorata di lui. Le cose, comunque, alla fine tornano alla normalità: Oberon riesce
a ottenere che il principe indiano sia fatto cavaliere e Puck riesce a versare la pozione
d’amore sugli occhi di Lysandro che torna al suo originario amore per Hermia.
Theseus e Hippolyta scoprono gli amanti addormentati nella foresta e li riportano ad
Atene affinché si sposino; Demetrius ora ama Helena e Lysander ama Hermia. Dopo
il matrimonio di gruppo, gli sposi assistono alla commedia preparata da Bottom e dai
suoi compagni: una versione comica e ilare della storia di Piramo e Tisbe. Quando la
rappresentazione è conclusa i quattro giovani si ritirano e le fate arrivano a benedire
le coppie dormienti con un incantesimo per poi scomparire. Solo Puck rimane, per
chiedere alla platea perdono e approvazione e ricordare che il tutto non è stato che
un sogno.

Temi

In questa commedia Shakespeare affronta fondamentalmente due tematiche: la


magia e il sogno. Per quanto riguarda la magia, essa altro non è che l'amore, che
con il suo potere riesce a risolvere ogni cosa. Precisamente l'amore è simboleggiato
dal succo del fiore magico che agisce proprio sugli occhi: è infatti con gli occhi che ci
si innamora per la prima volta scrutando l'oggetto del proprio amore.
Nel corso della commedia può sembrare che la magia crei un po' di pasticci ed
equivoci, ma in realtà è proprio grazie a questa che alla fine si risolve tutto. L'altra
tematica che ricorre spesso è il sogno: il termine è presente non solo nel titolo, ma
viene menzionato frequemtemente nel corso dell'opera per spiegare avvenimenti
che appaiono strani e difficili da comprendere.
Ma, in generale, tutto il racconto è pervaso dall'atmosfera del sogno, non solo grazie
alla presenza della magia e dei personaggi fantastici, ma anche grazie allo stile e
all'ambientazione suggestiva del bosco.

Personaggi stile e linguaggio


A rendere l'atmosfera ancora più sognante contribuiscono anche lo stile e il
linguaggio. Shakespeare utilizza molti parallelismi, giochi di parole e illusioni
classiche, e la maestria dell'autore sta proprio nel fatto di saper intrecciare tra di loro
tre mondi diversi caratterizzati da linguaggi diversi: il mondo delle fate, fatto di
formule magiche e filastrocche, il mondo degli amanti, caratterizzato dai versi
d'amore e il mondo degli artigiani ateniesi, dediti al linguaggio parodico.

Fonti e stile
In Sogno di una notte di mezza estate Shakespeare utilizza un’abbondanza di
modelli retorici, parallelismi, giochi di parole e allusioni classiche. Il genio di
Shakespeare intreccia tra loro tre mondi diversi, ciascuno caratterizzato da un suo
linguaggio caratteristico:

quello delle fate, dove predominano canzoni, filastrocche e formule magiche;


quello degli amanti, dove regnano le rime della lirica d’amore, usate soprattutto per
instancabili battibecchi;
quello degli artigiani, che parlano in una prosa spesso interrotta da una goffa parodia
dei versi più aulici.

Non esiste una fonte univoca per il Sogno ma si possono individuare vari elementi
che Shakespeare ha raccolto e fuso insieme immergendoli in un perfetto
bilanciamento tra fantasia e realtà. Un primo riferimento è la storia di Teseo, nota a
Shakespeare soprattutto tramite il Racconto del cavaliere (The Knight’s Tale) dei
Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, dove Teseo è duca di Atene e novello sposo
dell’amazzone Ippolita. Shakespeare attinse probabilmente anche alle Vite Parallele
di Plutarco, certamente nella versione di Sir Thomas North del 1579, un testo cui egli
fece costantemente ricorso sia per le commedie sia per le tragedie. La storia degli
amanti e degli incanti d’amore potrebbe invece derivare dalla Diana di Jorge de
Montemayor, romanzo pastorale del 1559.

Anche i nomi dei personaggi meritano un’analisi. Il nome della regina delle fate
Titania è tratto dal poeta preferito del Bardo, Ovidio, dal quale derivano i numerosi
accenni e richiami alle Metamorfosi presenti in tutta la commedia, come la storia di
Piramo e Tisbe o la metamorfosi di Bottom, a sua volta debitrice dell’Asino d’oro di
Apuleio. Puck poi, che è tanto nome proprio quanto nome comune 2, è un
personaggio del folklore inglese ed esprime la concezione britannica degli spiritelli,
che sono burloni e dispettosi ma sempre disponibili a dare una mano quando
occorre e a portare fortuna a chi la merita. Che Oberon fosse re delle fate e degli elfi
era già credenza nota e il suo personaggio era già comparso sulle scene
elisabettiane nel dramma di Robert Greene The Scottish History of James IV (1590
circa). La forma dei nomi degli ateniesi, che è un misto di greco e latino, è tipica
della letteratura romanzesca inglese dell’epoca, mentre gli artigiani, che non hanno
pretesa di appartenere al mondo classico, hanno nomi di strumenti e di mestieri
dell’epoca.

Sogno di una notte di mezza estate e l’età vittoriana


In epoca vittoriana sogno di una notte di mezza estate diventa famoso e amatissimo.
I motivi che lo riportano in auge sono molteplici, il primo è la rappresentazione del
1840, in cui Madame Vestris la commedia integrale andò in scena al Covent Garden,
con intermezzi musicali e balletti; la Vestris interpretò il ruolo di Oberon inaugurando
una tradizione che per una settantina ‘anni vide i personaggi di Oberon e Puck
interpretati da donne. Le scenografie per l’occasione furono mirabolanti e attirarono
l’attenzione del pubblico, decretando un successo senza precedenti della commedia.

Dopo il successo ottenuto dall’adattamento di Vestris, il teatro del XIX secolo


continuò a considerare il Sogno di una notte di mezza estate un’occasione per uno
spettacolo imponente recitato da un centinaio di attori. Le ambientazioni sceniche
raffiguranti il palazzo e la foresta furono curate nei minimi particolari, e le fate furono
impersonate da ballerine con le ali di finissima tela di garza.

Nel 1841 Federico Guglielmo II di Prussia chiamò a Berlino il compositore tedesco


Felix Mendelssohn, incaricandolo di comporre musiche per le rappresentazioni di
tragedie greche e drammi shakespeariani. Mendelssohn compose quelle per il
Sogno di una notte di mezza estate, nelle quali riutilizzò l’omonima ouverture (“Ein
Sommernachtstraum”, op. 21) scritta nel 1826.

L’epoca vittoriana, o meglio l’epoca romantica, con l’attenzione verso il passato e il


recupero della cultura popolare, vede in Sogno di una notte di mezza estate un
perfetto esempio di tale operazione culturale.

Il riconosciuto valore della mitologia greca nobilita la mitologia inglese, che esce così
dal concetto di “popolare” e diviene dotta.

Potrebbero piacerti anche