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Il romanzo dei Promessi Sposi si presenta a noi lettori come un assoluto capolavoro e segna la più alta e

significativa rivoluzione linguistica, con una saggia esperienza letteraria e stilistica, frutto di studi e
osservazioni, che hanno portato il Manzoni ad essere definito e considerato un critico, moderno e
soprattutto sempre molto attuale. Nel racconto, all’approfondimento religioso, storico, culturale ai tempi
degli avvenimenti, si aggiungono anche una perfetta struttura tecnica e una rappresentazione accurata
della psicologia del personaggio. Manzoni ha scavato nella natura umana e ci ha fornito una tanto vasta
gamma di elementi comportamentali e di reazioni scatenate dall’agire umano, da offrirci uno specchio in
cui riconoscere noi stessi, con i nostri vizi e le nostre virtù, i nostri pregi e i nostri difetti. È proprio l’attenta
descrizione fisica e mentale dei protagonisti del romanzo da parte dell’autore che mi ha spinto a provare
interesse e ad apprezzare le sfaccettature con cui essi sono stati presentati. In particolar modo i personaggi
che più mi hanno coinvolto sono stati i bravi, la cui psiche non appare chiaramente, ma viene dettata dal
Manzoni, in maniera un po’ nascosta quasi come se l’autore volesse lasciar trasparire la loro coscienza e
personalità attraverso i loro atteggiamenti. Manzoni fa dei bravi l’emblema del XVII secolo. Sono
delinquenti incalliti assoldati dai signorotti come guardie del corpo e come braccio esecutivo per
commettere, senza esporsi direttamente, soprusi e violenze. I bravi non hanno bisogno di nascondersi
perché godono della protezione del loro signore. Essi infatti hanno un atteggiamento spavaldo, un
atteggiamento che delinea la loro appartenenza alla malavita. I bravi di allora sono la regressione della
‘ndrangheta, della camorra, della mafia di oggi. Al servizio di un potente signorotto, i bravi se ne
infischiavano delle leggi come ai nostri giorni se ne infischiano i Rappresentanti della delinquenza
organizzata che, adesso come allora, è spesso collusa con la classe politica e i potenti di turno. Manzoni
raffigura i “pravi” come emblema della paura e dello sfarzo: essi incutono timore con l’ espressione
corrugata della fronte e le loro armi, mentre la reticella con nappa che racchiude il ciuffo, i baffi curati
indicano il desiderio di apparire e la ricerca dell’eleganza. Anche in questo i bravi sono simili ai ragazzi
assoldati dalla mafia, i quali molto spesso sono reclutati perché vogliosi di fare soldi e di ostentare la loro
ricchezza. Ragazzi piccoli e spesso indifesi, i cosiddetti “carusi” della splendida terra della Sicilia vengono
costretti o nella maggior parte dei casi adulati a diventare spie o tramiti della mafia. I picciotti si danno al
crimine per necessità di lavoro. Le “gride” seicentesche parlano dei “bravi” come uomini che “non hanno
esercizio alcuno od avendolo non lo fanno”. In ugual modo, ai nostri giorni, la mafia trova e ingaggia
persone costrette a vivere nella povertà, per cui l’ignoranza e la fame sono il pane quotidiano. Il “bravo” e il
“picciotto” presentano delle caratteristiche di ordine estetico che servono a riconoscerli come tali. Per i
bravi erano un particolare abbigliamento, mentre per i secondi sono dei tatuaggi che determinano
l’appartenenza ad una cosca. I ragazzetti hanno dai 10 ai 17 anni e sono spesso figli di chi, il carcere, lo
conosce bene. Educati a questa vita sin da quando erano in fasce, portati a credere che questo sia l’unico
modo di vivere e non indotti a frequentare la scuola, perché, l’istruzione non solo è una perdita di tempo
ma è anche un rischio, dato che potrebbe portarli a riflettere su cosa sia realmente la Mafia. Una delle armi
più potenti delle quali la mafia può avvalersi è l’omertà. L’arretratezza e sociale che ha contraddistinto
determinati paesi nel corso dei secoli, ha portato gli abitanti ad avere paura di affermare le proprie idee, a
rivendicare i propri diritti e ad affidare ad altri la risoluzione di situazioni che invece la riguardano da vicino.
Ne ‘I Promessi Sposi’ questa sfaccettatura dell’omertà, vera e propria piaga sociale, è rappresentata da Don
Abbondio che obbedisce senza opporre resistenza alla prepotenza a cui è sottoposto.

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