Introduzione
L’Arte di amare è un poemetto didattico, composto di tre libri e scritto in distici elegiaci, che
ha come tema dominante l’arte della seduzione e delle concquiste amorose. L’arte di amare
si differenzia molto dall’opera precedente di Ovidio, Amores. Infatti, Ovidio, mentre negli
Amores, era al pari dei poeti elegiaci, un poeta innamorato; ora, invece, nell’Arte di amare è
un maestro d’amore (praeceptor Amoris), che impartisce i suoi precetti d’amore sia ai
giovani, sia alle fanciulle romane. Ovidio, in qualità di maestro d’amore e come esperto
nell’arte della seduzione, si mostra imparziale ed equo sia nei confronti dei giovani e sia nei
confronti delle giovani romane. L’unico fine di Ovidio è quello di insegnare loro, con i suoi
precetti, come divertirsi, come amare e sedurre i loro rispettivi partners.
Il primo libro si rivolge ai giovani a cui il poeta consiglia la conquista e la seduzione delle
giovani donne libere o liberte o cortigiane, che fossero. Il secondo libro si rivolge sempre ai
giovani, ma questa volta Ovidio, come maestro d’amore, spiega ad essi come trattenere
l’amore femminile conquistato. Ovidio, nel terzo libro, si rivolge, questa volta, alle giovani
donne romane e spiega loro come conquistare i giovani uomini con l’arte della seduzione e
come godersi la vita, sfruttando al massimo la gioventù e i giochi erotici. L’Arte di amare è,
dunque, un poemetto didascalico-erotico perché Ovidio, in qualità di maestro d’amore,
insegna ai giovani e alle fanciulle come usare l’amore e il sesso a loro vantaggio. L’amore
diventa un gioco raffinato di seduzioni reciproche tra i due sessi.
Io, Biagio Carrubba, guidico L’Arte di amare l’opera poetica più riuscita e più bella di Ovidio
per i seguenti motivi:
1. perché, mi pare, che Ovidio vuol essere un precettore d’amore molto democratico in
quanto tratta le donne al pari degli uomini. Ovidio dice ciò espressamente nell’incipit del
terzo libro, nei versi 1 – 6. Ovidio, inoltre, si dimostra equo e imparziale anche nella
descrizione dell’amplesso dove invita gli uomini ad avere un orgasmo congiunto e
contemporaneo con le donne, così come lo descrive nei versi 717 – 732 del secondo libro.
Ovidio si dimostra, anche, imparziale con i due sessi nel giustificare i tradimenti alla pari e gli
adulterii sia dei maschi che delle donne, così come spiega nei versi 749 – 754 del primo
libro.
2. perché Ovidio esalta l’età augustea senza farsi soggiogare dalla restaurazione etica e
morale di Cesare Augusto Ottaviano. Ovidio leva la sua voce contro la regressione e la
repressione della ideologia augustea. Infatti Ovidio lancia il suo messaggio sull’amore che
deve essere adeguato e all’altezza dei suoi tempi.
3. perché Ovidio illustra e descrive, con incisività e con chiarezza, il più bel carpe diem di
tutta la letteratura latina nei versi 59-98 del terzo libro;
4. perché Ovidio esprime, con chiarezza e con fermezza, anche il suo elogio alla bellezza e
alla opulenza dei suoi tempi: l’età dell’oro di Augusto. (Eulogia: nei versi 113 – 134 del terzo
libro).
5. Mi piace molto, anche, l’elogio che Ovidio fa del poeti nei versi 403 – 414 e nei versi 536 –
550 del terzo libro;
6. mi piace molto, anche, il senso critico e realistico che Ovidio mostra verso gli amori
adulterini e ingannevoli delle coppie romane. Ovidio, infatti, lancia il suo severo
ammonimento sia ai giovani e sia alle donne romane scrivendo il famoso monito: Fallite
fallentes (Ingannate chi vi inganna).
7. Mi piace molto, anche, la sicurezza e la spregiudicatezza di Ovidio nel lanciare il suo
messaggio di amore che poi consiste nell’incoraggiare gli amori furtivi e adulterini.
8. Credo, inoltre, che tutta il diletto dell’opera consista nella perfetta coscienza che Ovidio
aveva della società romana del suo tempo e nella perfetta conoscenza che Ovidio aveva
dell’ambiente galante e lascivo della Roma bene e del mondo demi – monde dei suoi tempi.
9. Credo, anche, che la bellezza e il fascino dell’Ars amatoria sia dovuta essenzialmente al
fatto che essa esprime, con sincerità e con raffinatezza, un inno alla vita, all’amore e alla
gioventù, come afferma nei versi 59 – 68 del terzo libro.
10. Credo, infine, che l’Ars amatoria susciti e crei, nel lettorte, come me, un bel e vivo
sentimento estetico e genera, soprattutto, ancora oggi, una grande cognizione estatica e
una vivace curiosità culturale.
[…]
Finale