Sei sulla pagina 1di 94

AR

settemBRe ‘07

CH
IT
ET PE
RO
TA
CU

RE
RE
Rivista dell’oRdine degli aRchitetti pianificatoRi paesaggisti

02
e conseRvatoRi della pRovincia di Reggio emilia
settemBRe ‘07
02
ARCHITETTARE
RECUPERO

02

pagina 32 42 44 64
ARCHITETTARE

poesia del riqualificazione mario botta/ la città europea,


restauro/ energetica riuso del rigenerazione
dialogo con degli edifici piazzale della urbana e
massimo storici pace a parma sviluppo
carmassi sostenibile

04/08/2007 17.06.15
02
recupero
SETTEMBRE ‘07

presentazione
Walter Baricchi
editoriale
rendere nuovamente buono
06 Andrea Rinaldi
osservatorio
08 building make-up
stefano c. manservisi
interviste
Reggio Emilia1.2.3.4.
16 Intervista a Monsignor Tiziano Ghirelli
Emilia Lampanti

riscritture di spazi
20 Giorgio Teggi

il recupero del moderno


26 alberto manfredini

la poesia del restauro


32 dialogo con massimo carmassi
Sergio zanichelli

criteri metodologici per la riqualificazione energetica


42 degli edifici storici
andrea boeri

elogio allo “spessore” nel recupero da... 1 litro


48 PIETROMARIA DAVOLI

il lungo percorso per il riuso di piazzale della pace a Parma


56 STEFANO STORCHI
la città europea, rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile
64 nel mercato globale
NICOLA MARZOT

architettura fabbrica città


72 andrea oliva
ri-qualificare, re-inventare, ri-significare paesaggi feriti
80 BARBARA MARANGONI

ri-design, il recupero del design nella produzione industriale


86 claudia fabbri
post-it il nastro Mobius, storia e norme d’uso per il simbolo
92 ideato per comunicare il processo del riciclaggio
elena farnè
prossimo
marzo ’08
numero 96 ABITARE

architettare02_05_DEF.indd 5 03/08/2007 11.50.48


editoriale
rendere
nuovamente buono

ANDREA RINALDI*

L’etimologia dl termine recupero deriva dal latino dialettico tra conservazione e innovazione, tra per-
Recuperãre, re (di nuovo), cãpere (prendere) , op- 1
manenza ed emergenza.
pure dal latino re (di nuovo), cuperãre, da cuprus La combinazione dei due fattori di permanenza ed
(buono), rendere nuovamente buono . 2
emergenza origina differenti approcci al progetto,
Trattando il tema del recupero, il pensiero va im- tali da poter interpretare il recupero in tre diversi
mediatamente al restauro. Nel contesto culturale modi:
italiano la tradizione del restauro dei beni culturali - un atteggiamento che privilegia la per-
(inteso come conservazione) è talmente radicata manenza conduce ad intendere il recu-
da far spesso confondere i contenuti dei due termi- pero come restauro, ovvero come con-
ni lessicali: contenuti in realtà differenti, che pos- servazione dei segni storici e culturali.
sono far concepire il recupero come restauro, ma Gli elementi d’innovazione divengono
non il contrario. Il restauro, infatti, si rivolge ai valo- elementi di disturbo e la complessità del
ri culturali e storici nell’ottica di una conservazione progetto riguarda la capacità di interpre-
assoluta o quanto meno come finalità prevalente, tare la storia. Neutralità e discrezione
mentre il recupero è interessato al funzionamento rappresentano le linee guida di un pro-
dell’oggetto (architettonico o di consumo che sia) getto di restauro: non si tratta di aggiun-
per rispondere alle mutate esigenze dell’utenza e gere forzatamente un ulteriore tassello
che, attraverso il recupero, può essere riportato in alla storia, ma di ristabilire l’equilibrio del
vita adeguandolo al regime di mercato. tempo per restituirlo con pochi segni alle
Il recupero rappresenta pertanto un ambito ben più nuove generazioni. Il restauro rappresen-
ampio del restauro, dalle molteplici sfaccettature e ta la condizione del passato, della con-
dai diversi risultati. La cultura del recupero, origi- servazione della memoria;
nata dalla confluenza di molteplici apporti discipli- - un approccio che sappia abilmente
nari (dai settori scientifici a quelli più umanistici), mescolare permanenza ed emergenza
ha acquisito nel corso degli anni un atteggiamento conduce direttamente al tema della ri-

*architetto, professore
aggregato in Composizione
Architettonica e Urbana, Facoltà
di Architettura dell’Università di
Ferrara

06 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 6 03/08/2007 11.50.48


qualificazione, o, ancor più, della rige- rappresenta la condizione ultima prima
nerazione, dove memoria e innovazione dell’annullamento totale della materia. Il
determinano diversi funzionamenti del- riciclo sarà la condizione del futuro, se
l’oggetto, dell’edificio o del luogo urbano. si modificherà rapidamente il modo di
è il campo più ampio per il progetto, ma concepire spazi, edifici e oggetti privi di
proprio per questo il più pericoloso. Non valori: non rimarrà nulla da cui attingere,
sempre il risultato finale è sensibilmen- se non la pura quantità materiale.
te migliore dell’esistente. La prevalenza Restauro, riqualificazione, riciclo sono i temi af-
dell’uno o dell’altro termine determina frontati nelle pagine a seguire, nelle loro possibi-
risultati sensibilmente differenti: recupe- li declinazioni, per interpretare il recupero come
riamo il pensiero, riscriviamo gli spazi, ci modo di pensare, come strumento di relazione tra
riappropriamo del territorio con l’obiettivo preesistenza e advenienza, come un’assunzione di
di migliorare la qualità della vita dell’uo- responsabilità verso un futuro non troppo lontano,
mo. La riqualificazione è la testimonianza dove la tutela delle risorse e della qualità che l’esi-
del presente, della capacità della società stente possiede divengono gli elementi di maggior
di innovare senza distruggere le radici su importanza. Recupero significa pertanto evitare di
cui si regge: è un atteggiamento di coe- consumare le poche risorse di cui ancora disponia-
renza e rispetto per un equilibrio sempre mo, significa conservare per tramandare alle nuove
più instabile; generazioni valori culturali sedimentati, significa ri-
- per ultimo, un atteggiamento totalmen- scrivere un racconto per migliorarne la lettura.
te emergente che distrugge un luogo od Rendere nuovamente buono.
oggetto privo di memoria, origina qualco-
NOTE
sa di completamente nuovo e porta ad
1 Cortellazzo M., Zolli P., DELI - Dizionario Etimologico della Lingua
intendere il recupero come riciclo. Spinti Italiana, Zanichelli, Bologna, 1999.
2 Pianigiani O., Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, F.lli Me-
incessantemente a consumare, il riciclo lita, La Spezia, 1998.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 07

architettare02_05_DEF.indd 7 03/08/2007 11.50.49


building make-up
recupero, trasformazione e mutazione
fotografie di Stefano C. Manservisi*

*architetto, per promuovere la


sostenibilità e “temporalità” del
fare architettura;
fotografo, per raccontare le
emozioni trasmesse da edifici
e luoghi vissuti e trasformati
dall’uomo e dal tempo.
Stefano C. Manservisi opera in
italia con Gruppozero: ambien-
tearchitettura (www.gruppozero.
it) e collabora con Solidarietà e
Cooperazione Senza Frontiere
o.n.g. in Tanzania (www.scsf.it).

08 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 8 03/08/2007 11.50.49


GHIN-GON
Il recupero architettonico
cancella, assieme agli strati
di polvere depositati dallo
smog, anche l’opera del
tempo. Modifica inevita-
bilmente anche la quarta
dimensione architettonica:
il tempo.
“Ghin gon” è la stupita ed
entusiasta trasposizione
onomatopeica del suono
dei campanili fatta da una
bimba di poco più di un
anno di età che ricono-
sce nella immagine dei
campanili gemelli della St.
Peter Dom di Regensburg
il campanile della chiesa
vicino a casa.
St Peter Dom, Regensburg
(Germania), 2004.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 09

architettare02_05_DEF.indd 9 03/08/2007 11.50.49


CRASI
Ho ritrovato in questo
riflesso la suggestione della
compenetrazione di due
sillabe appartenenti a frasi
architettoniche differenti
che pur separate dal tempo
si fondono qui nel medesi-
mo istante.
Deutsches Historisches
Museum, Berlin (Germania),
2003

10 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 10 03/08/2007 11.50.49


COFFEE BREAK
La comunicazione
commerciale trasforma la
trasformazione. Si crea un
suggestivo corto circuito di
linguaggi differenti.
Humboldt Univertitat, Berlin
(Germania), 2003.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 11

architettare02_05_DEF.indd 11 03/08/2007 11.50.49


485563
L’opera artistica che
rielabora aspetti tecnologici
della vita quotidiana
trasforma la percezione
dell’involucro architettonico.
Recupero? Mutazione?
Passeggiata sul Passirio,
Merano (Italia), 2004.

12 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 12 03/08/2007 11.50.49


BUILDING MAKE-UP
Marketing e recupero:
l’architettura diventa sfondo
neutro alla comunicazione
commerciale delle
compagnie telefoniche.
Recupero? Mutazione!
Dar Es Salaam (Tanzania),
2007.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 13

architettare02_05_DEF.indd 13 03/08/2007 11.50.50


FERRO E PIETRE
Recupero e suggestione,
trasformazione
tridimensionale della
quarta dimensione. Il
tempo medioevale evocato
da materiali ed oggetti
nuovi. Sovrapposizione
fisica e temporale.
Museo Storico-Culturale
della Provincia di Bolzano,
Castel Tirolo, Bolzano
(Italia) 2004.

14 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 14 03/08/2007 11.50.50


ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 15

architettare02_05_DEF.indd 15 03/08/2007 11.50.50


Negli spazi suggestivi del nuovo Museo Diocesano, il racconto dell’intensa attività di valorizzazione del patri-
monio artistico ed architettonico della Chiesa reggiana, una esperienza densa di valori e contenuti che si in-
trecciano con l’identità passata e futura della nostra città. Con MonsIGNOR Tiziano Ghirelli una conversazione
sull’Architettura e l’Arte che possono rendere visibile il mondo invisibile.

4.

Tiziano Ghirelli
sacerdote
classe: 1953
città: Reggio Emilia
studi: Teologia,
Specializzazioni in Beni
Culturali, Architettura
per la Liturgia e
Antichità Cristiane

Ordinato sacerdote nel in diversi master sui temi


1977, Studia Teologia del rapporto fra archi-
alla Pontificia Università tettura e liturgia. E’ mem-
Angelicum a Roma; qui bro del Comitato della
si specializza in Beni Conferenza episcopale
Culturali alla Pontificia italiana per la valutazione
Università Gregoriana, dei progetti di intervento
in Architettura per la Li- a favore dei beni culturali
turgia presso il Pontificio della chiesa finanziati
ateneo S.Anselmo–Isti- dalla stessa CEI. Ha coor-
tuto Liturgico, ed in dinato il progetto che ha
Antichità Cristiane presso portato all’allestimento
il Pontificio Istituto di del Museo Diocesano di
Archeologia Sacra. Si Reggio Emilia - Guastalla,
occupa da anni di tutela inaugurato di recente. E’
e valorizzazione dei beni Direttore dell’Ufficio Beni
ecclesiastici; è docente Culturali e Servizio della
presso lo Studio Teolo- Nuova Edilizia di Culto
gico Interdiocesano di della Diocesi di Reggio
Reggio Emilia e relatore Emilia – Guastalla.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 17

architettare02_05_DEF.indd 17 03/08/2007 11.50.51


…il Vescovado non è solo centro “storico”
di Reggio, ma soprattutto casa comune
dei reggiani, com’era già nell’antichità…

pre più avvertita la necessità di uscire dalla provvi- chiesa è un’occasione talmente importante da ri-
sorietà, dall’approssimazione. Bisogna ammettere chiedere studio, confronto e ….umiltà.
che dopo il Concilio, anche a seguito dell’impetuo- E.L.: Quindi lei sottolinea la necessità di una sen-
so e spesso disordinato sviluppo urbanistico delle sibilità, frutto di preparazione e di frequentazione
nostre città, incontriamo edifici di culto che per so- con i temi della teologia e della liturgia, nell’archi-
luzioni adottate e per collocazione, mortificano, in- tetto che affronta la costruzione di una chiesa?
vece di esaltarlo, il momento dell’incontro liturgico T.G.: Indubbiamente. Questo vale sia per le chiese di
e non possono essere annoverati tra i segni efficaci nuova costruzione sia per quelle che devono essere
del sacro. Non è un problema da inquadrare nell’an- restaurate o adeguate secondo la riforma liturgica,
titesi povertà/ricchezza; infatti, troviamo soluzioni tenendo conto in particolare del Concilio Vaticano
armoniche e significative, pur con risorse modeste, II: con alle spalle la grande tradizione, costruttiva,
perché espressione di attenzione teologica e pasto- pastorale e liturgica della Chiesa, ci dobbiamo porre
rale. In altri casi, invece, grandi possibilità hanno l’obiettivo di immaginare nuove strade -verrebbe da
prodotto contenitori muti, o peggio, incoerenti con il dire: nuovi muri-, che possano parlare e dialogare
messaggio che vorrebbero annunziare. con gli uomini e le donne del XXI secolo e con quan-
In questo momento mi pare opportuno moltiplicare ti verranno dopo. Con un bagaglio tanto importante
le occasioni di studio e di incontro tra progettisti e sulle spalle, è facile appiattirsi sul passato, assu-
la comunità ecclesiale per ripensare i luoghi di culto mendo la tradizione come appagante e alla quale
come occasioni di avvicinamento, già nelle strutture nulla aggiungere; però questo è un atteggiamento
fatte di mattoni, cemento, vetro, legno, ecc., al mi- rinunciatario e a lungo andare sclerotizzante.
stero di Dio; non é solo, dunque, una sfida “tecnica”, Ritengo che a nostro carico -parlo ovviamente a co-
fra esperti del settore, ma un’opportunità per coin- loro che sono impegnati su questi temi- vi sia l’ob-
volgere tutta la Chiesa, in quanto occasione educa- bligo di incrementare il depositum, teologico e ar-
tiva, diretta a far crescere il popolo di Dio e, per chi chitettonico, delle scelte costruttive a destinazione
non ne fa parte, per far comprendere il messaggio cultuale, anche attraverso una rilettura del passato
evangelico. Quella stessa moltitudine umana a cui i che faccia emergere quanto già vissuto dal popolo
grandi, e per lo più anonimi, costruttori di Cattedrali di Dio: sia nell’edificio, che nella sua forma e collo-
nel medioevo, si rivolgevano, pensando non solo al cazione parla ad extra, sia per ciò che dentro viene
monumento da innalzare ma anche alla realizzazio- celebrato.
ne di una vera e propria biblia pauperium. Spesso si pensa che realizzando un “bel conteni-
In questo senso particolarmente interessante è l’at- tore” si sia risolto il tema della costruzione di una
tenzione che a livello locale si sta manifestando in chiesa; non è così, o almeno non è solo così. L’edi-
molti professionisti su questi temi; progettare una fico di culto deve certo “parlare” anche al frettoloso

18 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 18 03/08/2007 11.50.51


…mi pare opportuno moltiplicare le
occasioni di studio e di incontro tra
progettisti e la comunità ecclesiale
per ripensare i luoghi di culto come
occasioni di avvicinamento, già nelle
strutture fatte di mattoni, cemento,
vetro, legno, ecc., al mistero di Dio…

viaggiatore, ma va considerato anche e soprattutto deve accadere e il lavoro dell’ufficio, come dicevo
per ciò che dentro vi si svolge. all’inizio, si indirizza anche verso la formazione e
Non è infatti possibile affrontare questo tema senza l’accompagnamento dei sacerdoti e della comunità
ragionare della chiesa come luogo della lode e del- parrocchiali. Siamo di frequente chiamati e siamo
la liturgia. Si pensi, per esempio, alla collocazione presenti quando ci viene chiesta collaborazione per
dell’assemblea, soggetto celebrante. L’attenzione a avviare un corretto approccio su questi temi e per
questo aspetto, frutto della lezione conciliare, pone favorire il dialogo fra committenza e professionista.
l’istanza di scelte che favoriscano una più intensa In questo l’ufficio è particolarmente aiutato dalla
partecipazione al mistero celebrato, da intendere Commissione per l’arte sacra, organismo consultivo
come coinvolgimento nella liturgia. Si consideri poi di nomina vescovile, al cui interno operano, insieme
il luogo della Parola, l’ambone, di cui conserviamo ad altri professionisti, a storici dell’arte e a sacerdo-
esempi significativi in molte antiche chiese e catte- ti, diversi architetti che offrono un supporto prezioso
drali d’Italia. E’ una struttura da riscoprire nella di- in questo interscambio, che non è solo fatto di nozio-
mensione liturgica, specie alla luce del Vaticano II ni tecniche o valutazioni estetiche, ma che si pone
che ha rivalutato la Parola di Dio, anche nella sua l’obiettivo del servizio alla divina liturgia e a coloro
veste fisica di libro, ma che in molti esiti ha sottova- che la frequentano.
lutato l’architettura ambonica come luogo liturgico. E.L.: Per concludere, che messaggio agli architetti
Con esso, secondo l’interpretazione di alcuni teolo- reggiani?
gi-liturgisti, si sottolinea la dimensione della Parola T.G.: Mi permetta di ricordare che tra i vari messaggi
nell’annuncio pasquale, richiamando la tomba vuo- del Concilio Vaticano II ve n’è uno particolare, ap-
ta da cui il Risorto continua a parlare. Altro esempio positamente rivolto agli artisti e agli architetti. Così
può essere la pavimentazione che diventa segno, i padri conciliari si esprimevano: “… Voi avete edifi-
non solo perché esteticamente gradevole, ma per cato ed ornato le chiese, arricchito la liturgia… reso
connotazione teologica: percorso guida che collega visibile il mondo invisibile. Oggi come ieri la Chiesa
i poli liturgici, simbolo del cammino dell’esistenza, ha bisogno di voi e si rivolge a voi…”. Sono convin-
della direzione per arrivare a Dio, dell’incontro con to che questo appello sia l’augurio migliore e possa
i fratelli. essere di sprone affinché il dialogo anche tra di noi
Diciamo che l’architetto impegnato su tali fronti deb- si incrementi.
ba essere paragonato ad un direttore d’orchestra…
E.L.: Queste sollecitazioni portano anche ad un modo
nuovo e diverso di essere committenza, non le pare?
T.G.: Sì, è vero! Spesso i tanti architetti che incon-
tro mi dicono: “Ci avete lasciati soli!”. Questo non

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 19

architettare02_05_DEF.indd 19 03/08/2007 11.50.51


riscritture di spazio

GIORGIO TEGGI*

La città urbanizzata ha ormai assunto le forme di ta fondiaria, dove si possono covare azioni ri-crea-
un insieme di tane metafisiche isolate o riunite a tive senza disturbare il silenzio frettoloso delle baite
gruppi nel paesaggio. suburbane.
E’ questo il prodotto della cultura amministrativa In questo spazio si può disegnare un’altra città de-
che considera il territorio come prodotto da vende- stinata all’inizio a restare invisibile.
re e che ha assegnato agli immobiliaristi, ora “eco- Nel black out si può riscrivere lo spazio fuor di uto-
palazzinari”, il compito di costruire la città. pia con attenzione al concreto dei gesti quotidiani
Il verde pubblico è spazio residuale, pura quota vecchi e nuovi:
urbanistica che resta dopo la lottizzazione delle passeggiare
aree. muoversi lentamente
Nella città diffusa il tessuto connettivo non esiste e
fermarsi a parlare
si formano una miriade di spazi senza qualità, aso-
leggere camminando
le, frangie, ritagli a cui né il pubblico né il privato
correre filosofeggiando
dedicano attenzioni.
spiare gemme in crescita
E’ in questa “terra di nessuno”, che si può tentare
lavorare con la mente
la riscrittura dei luoghi provando a modificare in
cambiare colore agli alberi
corsa la brutta, insopportabile città che vediamo
visitare il tempo
crescere sotto i nostri occhi.
campionato europeo di barchette
Riscrittura come azione dal basso, pratica minuta
raccolta di quadrifogli
che trova stimolo nel lindo, spensierato, tragico de-
decorare parcheggiando
grado delle nuove lottizzazioni.
produrre suoni e arcobaleni
Reazione disperata ma razionale, agguerrita, poe-
tica e ottimista. disegnare l’orizzonte

Con mezzi discreti e basso impatto materiale qui stesi sull’erba

sembra possibile praticare una strategia di azioni case capanne


semiclandestine, sottili, deboli ma diffuse. giochi-gioco-giocare, seriamente giocare.
Recupero-riscrittura che intende il vuoto come
qualità e si affida ad azioni minime ma di largo
respiro con carattere itinerante di attraversamento,
illimitatezza, rimando ai tanti microluoghi esistenti
ed inventabili nel territorio.
* ��������������������������
architetto, Professore di
“Discipline Geometriche” presso La lobotomia degli abitatori di tane ci lascia una
l’I.S.A. “G. Chierici” di Reggio
Emilia zona franca, libera da condizionamenti della rendi-

20 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 20 03/08/2007 11.50.51


1

L’Urbanistica dei vuoti ro di aree dequalificate come alla caratterizzazione 1. Cartelli da cantiere in Via
Settembrini, Reggio Emilia,
L’interesse per le relazioni che possono intercorrere del suburbio. aprile 2007.
fra gli spazi verdi della città, sia quelli esistenti che Lo spazio aperto variamente articolato assume il
quelli in via di formazione, porta a considerare un valore di identità frattale dei luoghi.
nuovo approccio fondante il disegno delle spaziali- La città moderna è frammentaria per definizione ed
tà insediative: l’Urbanistica dei vuoti. appare illusorio utilizzare gli strumenti classici della
Quest’ultima può rappresentare nella pratica un pianificazione per conferire ad essa qualità “stori-
modo di concepire la formazione del nuovo secon- che” da insediamento compatto ed unitario.
do logiche che si basino sullo spazio aperto come è possibile, allora, invertire il modo di operare im-
matrice per organizzare il costruito. maginando di strutturare ogni nuovo intervento ur-
La città che germina attorno ai propri vuoti che, banistico a partire dal vuoto degli spazi di cessione
come spine dorsali, si estendono nel corpo della a loro volta considerati in continuità con gli spazi
città, antepone il non costruito al costruito confe- pubblici esistenti.
rendo al primo valore di permanenza. Il processo di accrescimento della città risulterebbe
Gli spazi aperti non sono intervalli nell’edificato o guidato dalla continuità-contiguità degli spazi verdi
aree dal destino incerto ma primo e più importante così come l’architettura potrebbe essere influen-
nucleo nel complesso dei segni che compongono il zata dal rapporto con lo spazio aperto quale forma
paesaggio urbano. urbana stabile e in divenire.
Lo spazio aperto definito come entità spaziale ed La città dell”Urbanistica debole” può trovare una
umana è qui inteso come elemento qualitativo, sua geografia fondante superando il controllo qua-
come sistema forte di riferimento anche se non litativo su base normativa o regolamentare rivelatisi
dotato di una forma predefinita. inefficace.
Questo insieme non euclideo, mutevole nel tempo Un sistema meditato di spazi aperti che sovrinten-
ma che col tempo acquista senso, spessore fisico de la logica dei singoli Piani Particolareggiati inner-
e caratteristiche estende i propri effetti al recupe- va il territorio assumendo la funzione regolatrice

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 21

architettare02_05_DEF.indd 21 03/08/2007 11.50.51


3

3. Casa abbandonata, Prato pendenti azioni estetiche a luoghi reali per speri- ma vi resta immerso ricercando nella pittura quanto
di Correggio, marzo 2007.
mentare “nuovi mondi possibili” nel mondo presen- resta di insondato. Egli non opera distruzioni della
te, utili alla città. superficie né l’assalta con colate di colore, resta
Spiazzi, sottopassaggi, zone per la sosta, zone neu- pittore andando oltre la pittura: Lui, come Alberto
tre, ritagli, percorsi, campo nomadi, rotonde, Reg- Burri, allarga il parco mezzi a sua disposizione e in-
giane, Gigli e ospedali, stazioni e recinzioni si tra- venta nuove spazialità pittoriche.
sformano in potenziali luoghi di azione e relazione Il taglio non è gesto violento ma minuto e medita-
oltre il tempo dell’uso ed il dato estetico, diventano to così come il colore-luce del neon è pennellata
le occasioni per creare un marciapiede – mondo - concettuale luminescente con le quali espande lo
migliore. spazio architettonico restandovi dentro.
Riscrivere lo spazio senza cancellarlo, ipotizzare fre-
sche germinazioni in realtà consolidate, apparen- Le sabbiere di Aldo
temente immodificabili se non per azzeramento e “A partire dal 1947, circa 650 campi da gioco per
cancellazione. bambini sono stati sistemati secondo miei progetti
Riscritture di spazio laddove le categorie dell’urba- in luoghi abbandonati o trascurati. Tutti insieme for-
nistica e le semplificazioni strettissimamente mer- mano una nuova rete di punti focali che investe la
cantili rappresentano un arretramento culturale, città da un’estremità all’altra”1.
sociale e politico. “In contrasto con le più tradizionali sculture pubbli-
che del Dopoguerra a Rotterdam-di Picasso, Gabo,
I Tagli di Lucio Moore o Zadkine - concepite come monumenti da
Con i Concetti spaziali Lucio Fontana sonda le pro- guardare e isolati da ciò che stava loro intorno, il
fondità concettuali dello spazio bidimensionale sen- campo gioco apprende dal proprio contesto”2.
za spostarsi dallo spessore della tela. “L’attenzione ai piccoli gesti del comportamento
Fontana non è scultore quando realizza le “attese”, quotidiano non si traduce solo nella notazione spa-
nei buchi e nei tagli egli non sconfessa il mezzo ziale corrispondente ma pervade in modo diretto la

24 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 24 03/08/2007 11.50.55


sua architettura di un’affettuosa (e quindi insieme ca non si pone preoccupazioni estetiche ma ingloba
addolorata, favolosa, irata, felice) idea dell’umano il vissuto ed il situazionale, l’umano-urbano sponta-
come condizione che diviene reale attraverso la neo, vegetazionale, ludico.
cura che riesce a dedicare al caso specifico: il va- In queste architetture esiste l’idea di un inizio di pro-
lore dei passi” . 3
cesso basato su pochi elementi definiti a cui, nel
tempo, l’utente, sia esso l’abitante, il bambino che
La Fabbrica di Lina gioca o il curatore dell’esposizione, completa lo spa-
Nella Fàbrica Pompèia di Lina Bo Bardi “c’è acqua zio tenendo unita la forma non con la funzione ma
perché i bambini si bagnino i piedi e c’è fuoco per con l’emozione.
le persone che vogliono riunirsi attorno ad esso in
inverno”4. In questa fabbrica trasformata in centro
sportivo-culturale l’esistente è conservato nella sua NOTE
1 Cit. Gregotti V. “Un amico indisciplinato” in Casabella n° 517, ot-
nudità ed il nuovo ha volumi spartani dalle superfici tobre 1985, p. 7
2 Cit. Lefaivre L., “Puer Ludens” in Lotus n°124, giugno 2005, p.
scabre e poco rifinite. La nuova architettura non si 75
3 Cit. Gregotti V. “Un amico indisciplinato” in Casabella n° 517, ot-
giustappone alla vecchia mostrandosi diversamente tobre 1985, p. 6
liscia, vitrea o metallica ma recupera la scabrezza 4 Cit. Magnano Lampugnani V., “Centro sociale e sportivo “Fàbrica
Pompéia, San Paolo” in Domus n° 717, giugno 1990, p. 50
delle superfici e le ripropone: il nuovo è tale senza
bisogno di venire denunciato.
Il nuovo e il vecchio non si contrappongono in Lina
ma sono posti in continuità quasi a dire che non
c’è nessun bisogno di enfasi: l’”edificio città” è in
perenne crescita e mutazione, le persone passano,
si incontrano, non contemplano l’architettura ma la
abitano, vi lavorano, giocano.
L’architettura della Fàbrica che accoglie nuovi usi è
oggetto mutante e il progetto organizza azioni e ne
stimola altre senza determinismo nè forme-funzioni
ma suggerendo direzioni, usi e mettendo spazi a di-
sposizione.
I luoghi urbani di Lina Bo Bardi sono intrecciati con
la vita.
Se il cattivo gusto solidifica una realtà periurbana
carente, desertificata e muta l’architettuta rizomati-

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 25

architettare02_05_DEF.indd 25 03/08/2007 11.50.56


il recupero del “moderno”

ALBERTO MANFREDINI*

è certamente vero che oggi avvertiamo sempre di tura, l’insostenibile peso delle mode.
più la necessità di recuperare il senso, il significato,
la sensibilità, l’essenza e, forse, l’ideologia del “mo- il “contemporaneo” che cancella il “moderno”
derno”. Ciò avviene perché l’ultimo trentennio è sta- Un solo esempio da citare, che può valere per molti
to caratterizzato da un duplice ordine di fenomeni. altri, all’interno del nostro paese, è costituito dal
Al primo gruppo appartiene l’accentuazione delle caso di Firenze che, nell’ultimo periodo ha “aperto”
problematiche tipiche che hanno caratterizzato la le “porte” a esponenti dello star system internazio-
costruzione, spesso instabile, della teoria e della nale (Calatrava, Foster, Isozaki, Nouvel, Krier, Fuk-
pratica dell’architettura. Ci si intende riferire da un sas, ecc.) per potersi dotare di opere di autori con-
lato all’irrisolta tensione, all’interno dell’essenza temporanei. Come le opere a corredo della nuova
dell’architettura, tra quelle che Gregotti definisce linea per l’alta velocità che finiranno con l’impatta-
come “estetizzazione” e “tecnologizzazione”, e dal- re parte dei celebri manufatti di Angiolo Mazzoni,
l’altro alla relazione critica che vede sempre legato correlati alla stazione di Santa Maria Novella. O
il divenire architettonico alla organizzazione politica come la concessionaria Fiat di viale Belfiore, di cui
della società di appartenenza. Sempre a tale primo è prevista la sostituzione a seguito di un concorso
gruppo appartiene la discussione intorno alla sus- vinto da Jean Nouvel. Sostituzione di un edificio
sistenza o al declino del “moderno” che ha avuto il moderno con un’opera d’autore “contemporaneo”.
proprio apice intorno al confronto tra la tesi del pro- Ma il più delle volte si deve assistere, e non solo nel
getto moderno (Habermas) e la condizione postmo- nostro paese, a sostituzioni o mutilazioni di opere
derna (Lyotard), generando inevitabilmente una se- moderne non da parte di autori contemporanei ma
rie di malintesi proprio per l’equivocità insita nei due molto più semplicemente da parte di contempora-
termini diversi di “progetto” e di “condizione”. nei privi di qualsivoglia principio progettuale etica-
Che dire al riguardo, dopo oltre trent’anni di dibattito mente sostenibile. Quando dovrebbe essere dato
prima vivace, poi sommesso, ma in ogni caso sem- per acquisito che l’architetto deve, prima di tutto,
pre presente all’interno del disciplinare specifico? Si avere rispetto per l’architettura su cui interviene a
potrebbe tentare una prima risposta all’interrogativo prescindere dall’epoca storica di appartenenza. Di
soffermandoci più diffusamente sui fenomeni del qui al discorso sull’intervento moderno nei centri
secondo gruppo che pure hanno pesantemente se- antichi il passo è breve. Polemica dialetticamen-
gnato e caratterizzato, oltre il dibattito precedente- te feroce tra innovatori e conservatori, che ebbe il
mente citato, influenzandone sensibilità e atteggia- suo culmine alla metà degli anni ’70 ma che an-
mento, l’ultimo trentennio. Tali fenomeni possono cora non è sopita e che vede il vantaggio a favore
* ������������������������������
architetto, ingegnere, profes-
sore associato di Composizione essere sintetizzati in tre temi: il “contemporaneo” dei conservatori. Gli esempi rilevanti di inserimenti
architettonica e Urbana, Facoltà
di Architettura di Firenze. che cancella il “moderno”, le “fughe” dall’architet- contemporanei nell’antico sono troppo esigui per

26 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 26 03/08/2007 11.50.56


1. Da sinistra:
Ludovico Barbiano di Bel-
gioioso, Enea Manfredini,
Giovanni Romano, Gabriele
Mucchi, Anna Ferrieri, Giulio
Castelli (Milano, 21 aprile
1983).

sostenere la tesi degli innovatori. La pensilina de- architettonica di ogni epoca storica che si è parti-
gli Uffizi di Isozaki o le realizzazioni contemporanee colarmente accentuata negli ultimi trent’anni e in
nella fiorentina via del Proconsolo lo stanno a testi- particolare nell’Italia contemporanea. E’ una con-
moniare. Ma allora “è il contemporaneo il peggior dizione caratterizzata dal progressivo abbandono
nemico del moderno”? come sostengono taluni. La o allontanamento dalla “verità” architettonica per
risposta porterebbe lontano. Cerchiamo piuttosto perseguire vie più facili e comode per riscuotere
di operare per la salvaguardia delle opere moderne applausi e consensi. Situazione che peraltro fa da
tout-court. E nel nostro paese ce ne sono molte, contrappunto all’esistenza di momenti autorevoli
come molte ce ne sono nella nostra regione e nella (che fortunatamente permangono). Si tratta di vere
nostra provincia. Opere di chi, negli anni del dopo- e proprie “fughe” dai doveri etici e civili tipici del-
guerra, seppe fornire un contributo fondamentale la pratica architettonica più autentica che posso-
per l’individuazione di quella “via italiana” all’archi- no essere classificate a seconda di come vengono
tettura che poi finì per caratterizzarne l’identità in esplicitate.
epoca moderna.
La fuga formalista
Le “fughe” dall’architettura La fuga più clamorosa e più pericolosa, presente
Si tratta di una condizione tipica della progettazione in ogni epoca storica, è certamente la cosiddetta

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 27

architettare02_05_DEF.indd 27 03/08/2007 11.50.56


“fuga formalista”, quella cioè che vede erronea- normative siano sorte principalmente per garantire
mente nella ratio venustatis la sostanza dell’archi- un livello accettabile di talune prestazioni. Pur tut-
tettura. Così nel Rinascimento Sforzinda è la fuga tavia sono state spesso fraintese come strumenti
formalista dall’architettura (cioè dai temi della città in grado di assicurare un alto livello qualitativo sia
reale) mentre Pienza è l’opposto, appartenendo alla della progettazione sia della realizzazione. Tale con-
sostanza intima dell’architettura e della città sapen- fusione di ruoli è derivata dal fatto che non è stato
dosi assumere i rischi e le responsabilità connessi possibile recepire, nel modo dovuto, che tra nor-
con operazioni di tal genere. La fuga formalista può mativa e progettazione architettonica c’è una forte
essere strumentale per leggere tutta l’esperienza distanza metodologica, osservando la prima i prin-
post moderna da una particolare angolazione, così cìpi deduttivi e operando, la seconda, prevalente-
come per analizzare il contemporaneo decostrutti- mente per via induttiva. La normativa in senso lato,
vismo o Gehry o l’ultimo Eisenman di Cincinnati o cioè il corpus delle normative nel suo complesso,
di Santiago di Compostela, o le esperienze recenti può tutt’al più costituire condizione necessaria, ma
dell’architettura autoreferenziale illustrate nella pe- certamente non sufficiente, per garantire la qualità
nultima Biennale di Architettura, o l’opera di Forei- del progetto e della realizzazione. “Il progetto del-
gn-office, Mecanoo, Mateus+Mateus e di moltis- la città e delle sue parti non nasce dalle norme,
simi altri. né da loro è ucciso. Non dalle norme che cercano
di ridefinire l’identità e i comportamenti dei diversi
La fuga tecnologica soggetti, né da quelle che cercano di definire con-
C’è stata e c’è la fuga tecnologica, quando da par- sistenza e prestazioni degli oggetti. Nelle norme il
te di qualcuno si è addirittura cercato di conferire progetto trova una consistenza, un limite, un ter-
all’aspetto tecnologico il significato e il valore tipici mine di confronto non un impedimento. La storia
dell’ideologia, inducendo a una sopravvalutazione dell’architettura e della città è piena di esempi lu-
della normativa in termini e in modi che vale la minosi di questo confronto”1. E’ peraltro da rilevare
pena di precisare. Non si può non ricordare come le come il corpus di norme nel suo complesso esprima

28 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 28 03/08/2007 11.50.56


2. Da sinistra:
Enea Manfredini, Agnoldo-
menico Pica, Alberto Sar-
toris (Biennale di Venezia,
giugno 1976).

esclusivamente la visione e le esigenze “specialisti- dell’architettura spontanea (con matrici cultura-


che” di chi tali norme esprime, mentre le esigenze li lontane nel tempo come l’epopea della civiltà
dell’architettura sono decisamente “generaliste”. contadina rivalutata da Pagano nel ’36), approda
La gran quantità di norme presenti nel disciplinare alla rudowskiana architettura senza architetti nel-
applicato dell’architettura e dell’urbanistica è tale la metà degli ani ’60 e prosegue con la retorica
che non è possibile, per esempio, confrontarle tra della partecipazione originando anche un dibattito
loro. Per loro intima natura non lasciano spazio alla vivace ma con esiti scontati e contenuti sovente
critica perché la loro emissione non può essere che impalpabili. C’è stata in tempi recenti la fuga po-
perentoria. Impongono al progettista di attenervi- litica dove a una irrilevante preparazione discipli-
si punendolo quando egli non vi riesce. Non con- nare si è ritenuto di far fronte con la ricerca del
sentono di proporre alternative. E se il processo di potere o meglio con il suo possesso o dominio.
ingigantimento del corpus normativo per l’edilizia e Tale condizione ha forse riguardato maggiormente
l’urbanistica continuerà a perseverare lungo la via l’urbanistica sottolineando lo scarso valore cultu-
intrapresa si finirà per rendere quasi superflua la rale delle sue scelte; solo marginalmente ha inte-
progettazione architettonica. “I progettisti dovranno ressato l’architettura.
limitarsi a fornire una rappresentazione alle norme
e alle prescrizioni e cioè a materializzare il grande La fuga informatica
progetto burocratico (…). La decorazione tornerà a In verità di scarsa rilevanza la fuga informatica ha,
essere l’unico, solitario e ristretto, campo di evolu- almeno ai suoi inizi, generato una serie di problemi
zione dell’architettura”2. Se ciò avverrà sarà proprio dovuti alla confusione sul ruolo che avrebbe dovuto
per non avere sufficientemente compreso la diffe- assumere il computer. Da mero strumento di ausi-
renza metodologica tra normativa e progettazione lio nella progettazione (come è ed è giusto che sia)
o, almeno, per non avere compreso, in tempo, che a surrogato del progettista stesso.
la norma, per essere utile alla progettazione, do-
vrebbe potersi spogliare di ogni carattere dogmatico Le fughe artistiche
e coercitivo per assumere un significato squisita- Ci sono poi diverse fughe che si potrebbero deno-
mente didascalico e didattico. minare come artistiche, cui appartiene certamente
anche la prima citata, cioè la formalista. Sono ca-
La fuga sociologica e la fuga politica ratterizzate dalla quasi totale assenza di interessi
Forse una delle più antiche è stata la fuga socio- nei confronti delle problematiche autentiche dell’ar-
logica, con l’evidenziazione della sociologia delle chitettura. In esse le esibizioni estetiche degli archi-
comunità. Inizia negli anni ’50 con la riscoperta tetti finiscono per configurarsi come inessenziali atti
della cultura mediterranea, mira all’enfatizzazione di propaganda del proprio “capitale simbolico” per

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 29

architettare02_05_DEF.indd 29 03/08/2007 11.50.56


catturare il “cliente” e incrementare il “fatturato”. “estetica” che il nostro tempo si può permettere.
Ciò che è rilevante e grave è che tali esibizioni ven- Durabilità che molto semplicemente significa dura-
gono, dai più, scambiate per poetiche. ta da un punto di vista costruttivo, cioè capacità
del manufatto architettonico di saper “invecchiare
La fuga pubblicistica bene” con pochi, semplici ed economici interventi di
Nel nostro paese, in cui l’editoria specialistica di manutenzione. Ma soprattutto durata da un punto
settore è in costante e progressivo aumento per- 3
di vista culturale, quale necessità di porsi nel tem-
ché tutti scrivono e tutti vogliono pubblicare e pub- po, e oltre il tempo, per evitare le periodiche oscilla-
blicano, manca ancora, nonostante gli sforzi di ta- zioni del gusto ma soprattutto i corsi e i ricorsi della
luno, una rivista d’architettura che sappia essere “moda”. E’ proprio tale permanenza che trasforma
autentico portavoce di una linea culturale e critica il manufatto, “al di là del suo valore materiale, in
(ideologica o utopica poco importa), sappia essere istanza culturale. E che ne fa un baluardo contro
riferimento sicuro per chi crede nei valori autenti- il continuo cambiamento, la dilagante confusione
ci dell’architettura e veicolo pubblicitario per quei dei linguaggi e la crescente incertezza dei valori”5.
progetti e per quelle realizzazioni elaborati e co- Sempre più spesso, nell’ultimo trentennio, si è assi-
struite secondo quella particolare angolazione che stito a un triste processo di adeguamento, da parte
maggiormente interessa: la costruzione rigorosa del di molti architetti, del proprio repertorio linguistico a
progetto d’architettura coerente. una delle tante “mode” emergenti. Operazione che
si traduceva e ancora si traduce, oggi, per chi la
Se a questo si aggiunge “quel protagonismo che pratica, nell’adesione a una moda, peraltro decli-
in ogni campo creativo ha messo in primo piano nante perché l’adesione è necessariamente tardiva,
l’artista e in secondo piano l’opera” , con la con-
4
da parte di “un bravo architetto nel tentativo di non
seguente spettacolarizzazione dell’autore, irriveren- perdere il passo dei tempi”6. Situazione da evitare
te nei confronti dell’architettura, si può constatare a ogni costo per chi crede che il lavoro dell’archi-
come tra “fuga” e “moda” si venga a instaurare un tetto sarà giudicato anche per la “forma” intrinse-
rapporto strettissimo dai dubbi risvolti etici. ca con cui alla fine verrà contraddistinta l’opera,
ma soprattutto per chi crede che, a prescindere da
L’insostenibile peso delle mode questo, è fondamentale che il processo progettuale
E’ noto come l’architettura autentica e veritiera sia, non parta da dove invece deve arrivare, ma da ben
da sempre, distante dal fenomeno della “moda”. lungi. Vale a dire dagli aspetti sostanziali dell’archi-
Nel senso che ha sempre operato lontano dai pro- tettura, cioè dalla storia, dalla tecnica, dall’econo-
blemi di “stile” per perseguire, prima di tutto, quel mia, ecc. E non dagli aspetti epidermici quali, per
carattere di “durabilità” che pare essere l’unica esempio, la forma. Di qui la necessità di recuperare

30 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 30 03/08/2007 11.50.56


3. Da sinistra:
Ignazio Gardella ed Enea
Manfredini (Milano, 5
dicembre 1995).

NOTE l’eticità del “moderno” che significa prima di tutto proprio sull’uso quasi assoluto dell’appropriatezza,
1 B. Secchi, Nuove regole per la affermare che il progetto d’architettura coerente si dell’equilibrio, dell’ordine, della onestà costruttiva
città, Casabella n. 604, settem-
bre 1993, p. 2. è sempre mosso sulle tracce di Valery e Perret che e della sincerità sull’uso dei materiali, di quella che
2 G. De Carlo, Facciamo il pun-
to, Spazio e società, n. 68. pur da bande opposte e per motivi diversi finirono in sostanza Kahn definiva come balance. Bilancia-
3 P. Nicolin, Notizie sullo stato
dell’architettura in Italia, Torino, per sostenere che solo “chi senza tradire i materiali mento armonico ed equilibrato dei pesi, delle mas-
1994, pp. 56-57.
4 V. Gregotti, Piccole sfortune, e i programmi del proprio tempo riuscisse a pro- se e dei volumi, degli spazi e delle dimensioni che
Casabella n. 604, settembre
1993, p. 3. durre un’opera che sembri sempre esistita potrà regolano tali spazi, dei percorsi opportunamente
5 V. M. Lampugnani, Modernità
e durata: proposte per una teo- ritenersi soddisfatto”. Che vuol dire prima di tutto separati e gerarchizzati, delle giuste priorità e dei
ria del progetto, Milano, 1999,
p. 49. operare in maniera “classica”, cioè operare attra- reali valori all’interno dei comportamenti dell’archi-
6 J. M. Martin, Casabella n.
748, ottobre 2006, p. 57.
verso la sensibilità di un “classicismo perenne” per tettura. Ciò significa avvalersi di un principio etico
7 Ci si riferisce, per esempio, alle
esperienze del contemporaneo
pervenire a quel particolare tipo di architettura che progettuale, ossia configurarsi ed esprimersi attra-
“Razionalismo concettuale”. travalica sempre, e comunque, le mode . Solo così
7
verso una moralità complessiva anche attraverso
8 C. Baudelaire, Il pittore della
vita moderna, Parigi, 1863. si potrà essere in grado di raggiungere la propria l’uso dell’economia dei mezzi espressivi, secondo
9 Cfr.: A. e G. Manfredini, La
progettazione architettonica nel- identità non anticipando, posticipando, o aderendo l’accezione a questo termine conferita da Calvino
la riqualificazione urbana, Firen-
ze, 2006. a qualsivoglia tendenza, quanto piuttosto cercando in una sua lezione americana (che porta il titolo di
di porre l’operazione progettuale, attraverso un con- Rapidità).
trollo rigoroso e “classico” della medesima, quale Il significato “classico” della progettazione urbana
processo dal segno “perenne” e non “storico” (o significa, invece, non vincolare il progetto, in ma-
storicizzato o storicizzabile), necessariamente tra- niera esclusiva, alla comprensione facile, bensì
scendente la stagione temporale in cui è stato con- sottometterlo alle esigenze profonde del disegno
cepito. Si tratta dunque di operare sulla seconda urbano che sono quelle di creare spazi e luoghi per
metà dell’arte, così come definita da Baudelaire la vita di relazione quali, prima di tutto, insiemi di
(“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contin- strade e piazze pedonali per la gente, contro quel-
gente, la metà dell’arte di cui l’altra metà è l’eterno lo che Gregotti ha, in più di un’occasione, definito
e l’immutabile”8), cioè sull’eterno e sull’immutabi- come “caos atopico”.
le. Situazione perseguita non solo dall’architettura Condividere questo significa riandare, almeno con
del Movimento Moderno quanto dall’architettura la memoria, agli anni ’50 e ’60, anni molto parti-
moderna nella sua accezione meno nota, ma si- colari per la cultura architettonica europea ma so-
curamente nella sua accezione più “conforme” alle prattutto per quella italiana e per quella della nostra
istanze progettuali autentiche, sia nella progettazio- regione, per poi da lì ricominciare per riappropriarsi
ne architettonica sia nella progettazione urbana. Il di quel “senso” del “moderno” di cui si avverte, da
significato “classico” della progettazione architetto- più parti, la necessità e il bisogno.
nica, quale noi intendiamo debba essere , si basa
9

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 31

architettare02_05_DEF.indd 31 03/08/2007 11.50.57


dialogo con
Massimo Carmassi**

chitetto che ha contraddistinto i lavori di Carmassi SERGIO ZANICHELLI: Le “decisioni progettuali”


possa essere un’importante guida ed un efficace come le definisce Francesco Dal Co nel saggio in-
strumento operativo nel progetto d’architettura, va troduttivo dell’ultima Monografia sulle opere e pro-
il mio personale ringraziamento a Massimo per la getti di Massimo e Gabriella Carmassi curata da
sua disponibilità per questa breve “conversazione Marco Mulazzani2, sono determinate da una spe-
sull’architettura”. cifica “metodologia come lavoro sistematico di ri-
Un ringraziamento particolare anche a Gabriella lievo, sull’individualizzazione di modalità costruttive
che ne ha condiviso il percorso progettuale dello derivate dall’attenta analisi di quanto l’insieme dei
studio, contribuendo con la sua specifica ed impor- manufatti consente di conoscere”.
tante professionalità alla ricerca delle tematiche e Questa sua paziente ricerca sullo storicismo delle
del metodo di intervento in particolare nelle opere
strutture tipo-morfologiche e sulle tecniche costrut-
di restauro.
tive degli edifici, sembra determinare un preciso
metodo operativo e quindi, regole della composizio-
ne sul restauro che definiscono il “linguaggio car-
massiano”, costituito da precisi modelli e partiture
architettoniche quali ampie superfici murarie in re-
lazione con sofisticate ed esili pareti vetrate, il tutto
applicato in esclusive forme primarie: il quadrato, il
triangolo e il cerchio.
Ci vuole parlare dell’interazione fra l’archeologia dei
manufatti, l’istologia della memoria e la struttura
1. ���������������������
Massimo Carmassi con
Sergio Zanichelli. Attività figurativa dei suoi edifici, con la sua strategia per il
didattica e di laboratorio, restauro come contemporaneità del progetto?
Facoltà di Architettura di
Ferrara, 1999. MASIMO CARMASSI: Per quanto riguarda il restau-

** architetto, professore
straordinario di Composizione
architettonica allo IUAV, Istituto
Universitario di Architettura di
Venezia.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 33

architettare02_05_DEF.indd 33 03/08/2007 11.50.58


2

ro penso di avere un atteggiamento molto conser- S.Z.: Le sue opere e i suoi progetti sono intesi non
vativo. L’edificio restaurato corrisponde all’insieme solo come aspetto concettuale ma, come possibili-
delle molte stratificazioni che si sono sovrapposte tà di materializzazione e quindi di appartenenza ad
nel corso del tempo, alle quali si aggiunge l’ultimo un contesto atto ad accogliere specifiche funzioni
leggero strato contemporaneo progettato per asso- urbane; in controtendenza rispetto ad un’architet-
nanza e non per contrasto. Per quanto riguarda la tura di manierismo, che caratterizza gran parte del
nuova architettura cerco di adeguarmi al contesto vocabolario espressivo dell’attuale architettura.
con forme elementari dove una certa complessità è In un suo saggio3, lei sottolinea che “l’aspetto sin-
determinata dalla combinazione di volumi semplici golare di queste costruzioni (contemporanee) sia
e di trasparenze incrociate, capaci di generare in- una lenta indifferenza per il clima psicologico che
terni ricchi e piacevoli. Ma in altri casi l’impianto dei l’Architettura genera sugli abitanti, come se la loro
miei progetti non è affatto semplice. Nel cimitero di felicità e comodità fossero aspetti di secondaria im-
Arezzo ad esempio l’architettura è costituita da una portanza”.
trama complessa di murature spesse, leggermente Qual è quindi il suo pensiero, per evitare, come lei
deformate, anche se rispondenti con chiarezza alla ha enunciato, la “esplicita insofferenza degli abitan-
legge di gravità terrestre (2,3). ti e l’accentuazione ulteriore del clima di sfiducia

34 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 34 03/08/2007 11.51.03


2. ����������������������
Complesso scolastico,
Livorno�.
3. ���������������������
Ampliamento cimitero
urbano, Arezzo, 1993-2003.

nella capacità dell’architettura di risolvere i proble-


mi della nostra comunità?
M.C..: Bisognerebbe fare buona architettura nor-
male, corretta dal punto di vista sintattico, gram-
maticale e costruttivo, capace di non urtare troppo
il cattivo gusto medio della popolazione. Non sono
in grado di dire se questo viene prima o dopo il catti-
vo gusto della massa abnorme dei progettisti (4,5).
S.Z.: Nei suoi progetti, c’è sempre una particolare
attenzione alla “grande scala” per rendere ogni ar-
chitettura un “fatto urbano” come amava definirla
Giancarlo De Carlo.
Quindi, la costruzione intesa non solo come espres-
sione spaziale di un singolo edificio, ma la ricerca di
una simbiosi tra artificiale e naturale, tra architettu-
ra e paesaggio. Un evento, che possa sia dialogare

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 35

architettare02_05_DEF.indd 35 03/08/2007 11.51.03


4. ����������������������
Complesso scolastico,
Trevi, 2002.

con le preesistenze tipologiche, sia rispondere ai M.C.: Credo che questo atteggiamento possa esse-
bisogni dell’uomo contemporaneo. re utile per ritrovare una qualche forma di identità
Questo utilizzo di matrici architettoniche di grande nei luoghi che ne sono privi, come le periferie e i
impatto territoriale sembra essere la sua risposta margini delle città, avendo sempre presente la sca-
alla frammentazione degli attuali tessuti urbani. Il ri- la delle diverse situazioni territoriali. Tuttavia nella
mando, nelle sue proposte progettuali, a “icone ar- realtà italiana penso sia necessario attenersi a mo-
chitettoniche” così fortemente caratterizzanti e così delli elementari, non troppo distanti dalle capacità
storicizzate quali ad esempio la tipologia insediativa produttive delle imprese e dalle caratteristiche cul-
dell’edificio lungo (utilizzata per i progetti di Pisa e turali della società e delle sue disponibilità econo-
Parma), sembra riservare una sorta di “recupero miche (6,7).
storicistico” di modelli spaziali con forme compiute S.Z.: Alcuni principi di riferimento al progetto che
e compatte, al fine di evitare la molecolarità dell’at- lei individua in omogeneità, semplicità, neutralità e
tuale spazio suburbano. coerenza, sembrano essere il riflesso ed espressio-
Lei pensa che questa tematizzazione compositiva, ne di una forte contestualizzazione dell’architettura
possa risolvere i problemi dell’immagine e delle re- verso i luoghi della sua memoria e della sua storia
lazioni funzionali dei nuovi modelli urbani? come le città di Pisa, Siena, Firenze, Ferrara, Sab-

5. ����������������������
Progetto di riqualifi-
cazione di Piazza della
Repubblica (1°soluzione),
1993. Massimo Carmassi
e Gabriella Ioli con Sergio
Zanichelli�.

36 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 36 03/08/2007 11.51.06


6. ����������������������
Complesso scolastico,
Trevi, 2002.

7. ���������������������������
S. Michele in Borgo, Pisa,
10 1985-2000.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 37

architettare02_05_DEF.indd 37 03/08/2007 11.51.09


8
bioneta, Guastalla etc… esempi, tra i quali uno già stagionato come la ban-
La presenza in questi luoghi dei principi compositi- ca di Colle Val d’Elsa di Michelucci, caratterizzata
vi da lei sottolineati come espressione di una forte da squillanti strutture in ferro arancione, calata in
matericità, durata e disponibilità di trasformazione, un tranquillo ambiente paesano. Tanto meno credo
sembrano essere “temi concettuali” della sua pro- nel progetto in stile (8,9).
duzione architettonica. S.Z.: Grande importanza nella produzione del suo
Ci vuole indicare qual è per lei, il rapporto tra me- studio è l’attenzione all’architettura degli interni.
moria e progetto? Questa “disponibilità” per il progetto d’interni si col-
M.C.: Penso che un nuovo edificio in un ambiente loca nella tradizione della cultura architettonica ita-
storico debba ispirarsi a criteri di neutralità, proprio liana; penso all’opera di Gardella, Albini e Scarpa.
per non disturbare l’atmosfera del contesto general- Perché, secondo lei, si dà importanza alla texture,
mente stabile da lungo o lunghissimo tempo. Come all’involucro, alla superficie e non al rapporto tra
ottenere questi effetti non è cosa facile a dirsi. I cri- spazio esterno ed interno dell’opera architettonica?
teri possono essere diversi a seconda del valore del M.C.: Le buone architetture hanno buoni interni;
contesto. Non credo che il criterio giusto sia quello talvolta la bellezza degli esterni è superata da quel-
del forte contrasto quale si può osservare in infiniti la degli interni. Nelle architetture mediocri tutte le

38 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 38 03/08/2007 11.51.10


8. ������������������
Palazzo Gonzaga a
Guastalla, 2001.

energie vengono spese nell’apparire. Tuttavia biso- infatti che il nuovi progetti debbano essere ispirati
gna dire che in Italia è quasi impossibile fare degli profondamente all’atmosfera specifica di ogni luo-
interni, soprattutto nelle residenze collettive, perfino go. Tuttavia il tema che ho adottato per il corso di
in quelle più lussuose, per l’arretratezza del gusto Mendrisio è stato il museo dell’Ara Pacis a Roma,
medio delle persone e delle imprese immobiliari. quanto di più lontano si possa immaginare da quel-
S.Z.: Lei ha insegnato in importanti città storiche la città. Credo che sia molto importante la qualità
italiane come Pisa, Firenze, Ferrara e Venezia e, at- dell’ambiente dove si insegna; se la sede è bella
tualmente, in luoghi meno antropizzati dalla storici- o brutta, comoda o scomoda, è tale lo standard
tà del contesto come Mendrisio (CH). culturale degli studenti e dei professori che si in-
Qual è stata l’influenza del luogo nella sua ricerca e contrano nella scuola (10,11).
nella sua attività didattica? S.Z.: La sua passione per il rilievo sia metrico che
M.C.: La scelta di aree di progetto nelle città dove fotografico, per la classificazione e catalogazione
si trova la scuola come il Po di Volano a Ferrara o degli spazi pubblici, attraverso la sua importante
l’isola di Sacca Fisola a Venezia, è dettata dalla vi- raccolta di numerosissime immagini fotografiche, è
cinanza e dunque dalla facilità di averle sott’occhio chiara ed evidente.
e di poterle visitare più frequentemente. Ritengo Oltre al semplice aspetto di catalogazione; questa

9 9. �������������������������
Teatro Verdi, Pisa, 1985-
2002.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 39

architettare02_05_DEF.indd 39 03/08/2007 11.51.14


10

“ricerca impaziente”questa “indagine sul territorio”, folle che non è distante quanto irresponsabilità dal NOTE

che influenza ha avuto e ha tuttora nella sua forma- fenomeno dell’inquinamento e della distruzione 1 Polano, Sergio: “Massimo
Carmassi - Progetti per una cit-
zione di architetto? delle foreste. tà: Pisa 1975/1985”, Electa,
Firenze, 1986.
M.C.: Mi interessa fissare la suggestione delle mol- S.Z.: Questa riduzione di materiali nel progetto ex- 2 Mulazzani, Marco: “Opere e
progetti - Massimo e Gabriel-
te architetture che visito nei miei viaggi, per tra- novo come l’uso del mattone, dell’acciaio e del ve- la Carmassi”, Electa, Milano,
2004.
smetterla a ipotetici studenti, spinto da una sor- tro; come si coniuga con il tema del restauro di 3 Carmassi, Massimo: “Progetto
urbano e architettura”, Alinea
ta di istinto didattico. Sono animato da una una architetture? Editrice, Firenze, 1996.
attitudine ipercritica nei confronti delle cose, che E poi, questa sintesi compositiva di pochi “elemen-
mi spinge a rilevare i difetti compositivi e gli errori ti architettonici”, come viene trasferita nell’aspetto
costruttivi con immagini che possono risultare mol- esecutivo dell’opera in particolare nella specifica
to utili per l’insegnamento dell’architettura. Questo definizione dei dettagli costruttivi?
deposito quasi inesplorato di decine di migliaia di M.C.: Nel restauro l’uso dell’acciaio, del vetro, del
diapositive non ha influito troppo sul mio modo di legno e dell’ottone è limitato alle discrete protesi
lavorare. Nell’ultimo decennio è servito a convincer- necessarie per risolvere alcuni problemi funzionali,
mi sempre di più che l’architettura contemporanea quali disimpegni, servizi igienici, scale di sicurez-
dominante sta precipitando verso un consumismo za ecc., prevalentemente per realizzare diaframmi

12

40 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 40 03/08/2007 11.51.21


10. Ampliamento
��������������������
del cim-
itero di S.Pietro in Grado,
Pisa, 1987.
11. Restauro
����������������������
del convento
di S. Frediano, Lucca, 1998-
2002.
12. Parco
��������������������
della miniera
Ravi Marchi a Gavorrano,
Lucca, 1998-2002.

leggeri che non interferiscano eccessivamente con


gli spazi interni, cercando di ottenere la massima
precisione nei dettagli e nel raccordo tra esistente
e nuovo.
S.Z.: E per concludere il colloquio, quale pensa, sia-
no stati i progetti di restauro e di riuso degli edifici/
architetture che hanno maggiormente influenzato il
suo pensiero e il suo lavoro di architetto?
M.C.: Per quanto riguarda l’architettura due cose
molto lontane tra loro, le “court houses” di Mies
Van Der Rohe e il museo di Castelvecchio di Carlo
Scarpa. Per quanto riguarda il restauro non ho un
solo esempio ma una serie infinita di suggestioni
ricevute da una lunga pratica professionale in un
centinaio di cantieri e dalla ininterotta consuetudi-
ne con il rilievo e molte letture (12).

13

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 41

architettare02_05_DEF.indd 41 03/08/2007 11.51.22


criteri metodologici per la riqualificazione
energetica degli edifici storici

ANDREA BOERI*

1-4. Negli edifici Il tema della riqualificazione energetica degli edifici connettivo della città storica può consentire di pre-
storici la connotazione
materica delle superfici storici interessa ambiti di valenza molteplice e ne- disporre efficienti reti di servizio. La riqualificazione
costituisce un elemento di cessita di un preventivo inquadramento in una più morfologica delle pavimentazioni, per esempio, of-
caratterizzazione prioritario
da preservare e valorizzare. generale tendenza alla riqualificazione funzionale, fre la possibilità di riorganizzare gli impianti fogna-
Esempi in laterizio, con
e non solo morfologica, dei contesti circostanti. Le ri e di fornitura energetica, in genere carenti negli
struttura a graticcio
in legno e intonaco, in linee di indirizzo devono mirare a creare condizioni ambiti storici, estendendo le potenzialità connettive
pietra naturale e con
tamponamento ligneo. In migliori di fruizione degli ambiti urbani di valenza di sistemi di controllato impatto ambientale come il
caso di riqualificazione storica e del patrimonio edilizio in essi contenuto, teleriscaldamento. La disponibilità di moderni siste-
funzionale dell’edificio,
l’intervento di adeguamento incentivando le operazioni di riqualificazione che mi con produzione centralizzata a scala urbana può
energetico, se necessario,
consentano di perseguire al contempo maggiori li- favorire un’auspicabile politica di sostituzione delle
deve avvenire internamente.
velli di comfort e minori consumi energetici. obsolete e fortemente inquinanti fonti di produzio-
La situazione attuale è poco confortante: gli edi- ne autonoma delle singole unità immobiliari, contri-
fici storici presentano in genere consumi energe- buendo a limitare le emissioni e risolvendo proble-
tici molto elevati, superiori spesso a 200 kWh/m 2
mi relativi all’ingombrante e articolata presenza di
annui, offrendo livelli prestazionali spesso modesti canne fumarie.
tollerati a fronte della particolare valenza culturale A fronte di un chiaro indirizzo operativo dell’inter-
e ambientale degli organismi edilizi. Tale situazione, vento pubblico, teso a ridurre i fattori di incidenza
in relazione ai fattori di criticità legati all’inquina- negativa nel contesto di valenza storica, sarà più
mento urbano e al rapido incremento di costo dei facile indirizzare gli interventi privati verso la riqua-
combustibili fossili tradizionali, non sarà sostenibile lificazione prestazionale dei contenitori edilizi. Tali
indefinitamente. Se il problema riguarda marginal- interventi mirano a utilizzare le moderne tecnolo-
mente i monumenti di rilevanza primaria, in genere gie, nel rispetto dei vincoli di conservazione delle
non adibiti ad usi di fruizione continuativa, si pone connotazioni storiche e artistiche dei manufatti, per
invece con urgenza per la parte restante, numeri- soluzioni tese ad incrementare le prestazioni legate
camente di gran lunga maggioritaria, degli edifici di al benessere indoor che necessitino al contempo di
valenza storica destinati ad usi residenziale, ufficio, minori consumi energetici.
terziario. A breve per continuare ad abitare questi In termini normativi, il D.L. 192/05, attuazione della
edifici sarà necessario migliorarne sensibilmente le direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento ener-
prestazioni. getico in edilizia, esclude dall’applicazione solo gli
immobili ricadenti nell’ambito del codice dei beni
Migliorare le condizioni infrastrutturali culturali e del paesaggio. Le modifiche apportate
*Professore Associato di Tecno-
logia dell’Architettura, Facoltà La programmazione integrata degli interventi sugli dal D.L. 311/06 limitano l’esclusione ai casi in cui il
di Architettura di Cesena, DAPT,
Università di Bologna ambiti di pubblica fruizione costituenti il tessuto rispetto delle prescrizioni implicherebbe una altera-

42 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 42 03/08/2007 11.51.22


1 2 3

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 43

architettare02_05_DEF.indd 43 03/08/2007 11.51.23


5 6

5-6. Chiusure verticali di zione inaccettabile del loro carattere o aspetto con Per garantire l’efficacia della prestazione energeti-
tipo pesante, in materiale
lapideo, e leggero, con fini- particolare riferimento ai caratteri storici o artistici. ca è necessario che l’involucro termico sia privo di
tura intonacata su struttura In generale, fatta salva la prioritaria attenzione per discontinuità: in funzione delle specifiche situazioni
lignea tamponata.
gli aspetti vincolistici e di tutela, l’evoluzione norma- dovranno essere scelte soluzioni opportune e com-
tiva tenderà a indirizzare verso interventi di riqua- patibili con le esigenze di conservazione per perse-
lificazione energetica di non facile applicazione in guire tale risultato.
edifici di natura storica, vincolati o meno. La coibentazione delle chiusure con strato isolante
Le problematiche riguardano principalmente due e controparete interna, per quanto meno efficace,
serie di fattori, riconducibili in prima approssimazio- può essere una soluzione perseguibile valutando
ne a interventi inerenti l’involucro architettonico e con attenzione le possibile formazione di condensa
l’implementazione impiantistica. all’interno del pacchetto murario. A tal fine può es-
sere utile prevedere l’interposizione di uno strato in
Il sistema dell’involucro grado di assorbire umidità e contribuire naturalmen-
I principali elementi architettonici interessati dagli te al controllo igrotermico, come l’applicazione di
interventi di riqualificazione energetica sono costi- intonaco a base di argilla. In ogni caso gli interventi
tuiti dalla copertura, dalle chiusure verticali opache, di implementazione devono considerare la permea-
dal sistema delle aperture e dal solaio controterra o bilità al vapore degli elementi murari esistenti per
di separazione da parti di servizio non riscaldate. consentire l’evacuazione dell’umidità presente nei
La tutela dell’immagine consolidata dell’architettu- materiali costituenti.
ra storica impone la generale conservazione delle La buona consistenza materica e l’elevata massa
7-10. Per ottenere sufficien- caratteristiche morfologiche degli edifici limitando delle strutture contribuiscono all’inerzia termica del
ti prestazioni energetiche le di fatto gran parte degli interventi sulle superfici sistema, utile specie nel periodo estivo a mantene-
parti trasparenti dell’edifi-
cio devono garantire livelli esterne. I rivestimenti a cappotto, efficaci per incre- re un adeguato sfasamento temporale (almeno 9
di trasmittanza termica mentare in maniera uniforme le prestazioni termi- ore, meglio 12) e a ridurre gli effetti sul microclima
adeguatamente contenuti.
L’uso di vetri termoisolanti che delle chiusure esterne e diffusamente utilizzati interno della trasmissione della variazione termica
bassoemissivi e di telai nella riqualificazione dell’edilizia recente, non pos- esterna.
poco conduttivi è in genera-
le sufficiente. Per mante- sono quindi essere presi in considerazione se non Sono però insufficienti a limitare la conducibilità
nere i serramenti esistenti in casi specifici. D’altro canto, ogni tipo di interven- termica delle chiusure: a titolo esemplificativo per
è da valutare la possibilità,
come in molte soluzioni to interno, per quanto efficace, non potrà eliminare una parete in pietra naturale di 60 cm di spessore,
tradizionali, di introdurre i numerosi ponti termici presenti nelle strutture e intonacata sulle facce, si può presumere un coeffi-
un secondo elemento
interno a completamento di costituiti per esempio dalle superfici di contatto tra ciente di conduttività termica di 2,20 W/m2K, circa
quello esistente ottenendo solai, coperture e fondazioni e il sistema di chiusure sette volte superiore a quanto sarebbe necessario
sufficienti valori di coibenza
complessiva. perimetrali. per avere una prestazione discreta in termini ener-

44 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 44 03/08/2007 11.51.24


7 8 9

10

getici. Le prescrizioni del D.L. 311/06, peraltro non


particolarmente restrittive, consentono per le strut-
ture opache verticali, nella zona E comprendente
gran parte dell’Emilia-Romagna, un limite attuale
di 0,46 W/m2K che scenderà a 0,37 W/m2K dal
gennaio 2008. Se introduciamo nella citata parete
lapidea uno strato di isolante costituito da pannelli
di sughero (coefficiente di conducibilità λ=0,045
W/mK) di 6 cm il coefficiente di conduttività termica
della parete scende a 0,56 W/m2K; con 10 cm si
arriva a 0,37 W/m2K. Per limitare opportunamente
la trasmissione di calore è necessario quindi fare
ricorso ad adeguati strati di materiale isolante.
La copertura può essere integrata efficacemente in-
terponendo un sufficiente strato di isolamento ter-
mico e uno strato ventilante inferiormente al manto
di rivestimento, spesso costituito da elementi in
cotto o in lapidei naturali. La presenza dello stra-
to ventilante consente l’evacuazione di eventuale
condensa e contribuisce a limitare la trasmissione
di calore estivo. Quali materiali coibenti, specie in
sistemi leggeri come le coperture a struttura lignea,
sono indicati isolanti di buona capacità termica,
come i pannelli in fibra di legno (λ=0,045 W/mK,
densità 190 kg/m3) evitando materiali leggeri (po-
listirene, poliuretano) al fine di contribuire al mi-
glioramento del comportamento estivo limitando il
surriscaldamento dei locali sottostanti. Negli edifici
possono inoltre essere utilmente adottati accorgi-
menti tradizionali quali la ventilazione trasversale e
notturna.
Un problema specifico riguarda i serramenti. Fatti
salvi quelli di valenza storico-artistica, comunque

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 45

architettare02_05_DEF.indd 45 03/08/2007 11.51.25


11

da preservare, quasi tutti presentano caratteristiche parete o a soffitto possono inoltre essere utilizzati, 11. La specificità dei volumi
storici richiede partico-
prestazionali inadeguate. Un normale telaio ligneo ove le condizioni progettuali lo consentano, per il lare cura nella scelta dei
con doppio vetro ha trasmittanza termica di 2,8 raffrescamento estivo. Nei casi in cui non si possa componenti di integrazione
impiantistica. Sistemi di
W/m K, insufficiente rispetto agli standard in uso
2
intervenire sulle pavimentazioni ci si orienta verso tipo radiante inseriti negli
in altri paesi, attestati su valori di 1,3 W/m2K per soluzioni a battiscopa o comunque localizzate. elementi architettonici
favoriscono il riscaldamento
l’insieme costituito da vetro e telaio. E’ da tenere Caldaie a condensazione migliorano il rendimen- differenziato delle zone di
presente che l’evoluzione della tecnologia ha reso to energetico: resta il problema della regolarizza- maggiore fruizione: in caso
di altezze rilevanti degli
disponibili a costi accessibili vetrocamere di elevate zione delle condutture delle canne fumarie che di ambienti interni è efficace
prestazioni ed è ormai comunemente il telaio che frequente nei contenitori storici seguono tracciati riscaldarne in particolare la
zona inferiore.
costituisce la parte meno efficiente del serramento articolati e di non semplice gestione. Spesso inoltre 12-13. Soluzione di coper-
in termini energetici. La riproposizione di infissi a te- la suddivisione di unità residenziali di grandi dimen- tura isolata e coibentata in
edificio storico. Sulla strut-
laio ligneo, eventualmente coibentato internamen- sioni comporta l’incremento numerico delle utenze. tura in capriate lignee sono
posti in opera un doppio
te, e vetrate termoisolanti appare la soluzione più Il ricorso a forme di teleriscaldamento, oltre a costi-
tavolato incrociato, freno
semplice. In alternativa si possono abbinare doppi tuire un’opzione preferenziale in termini ambientali, vapore, isolamento termico
in pannelli di sughero,
infissi, mantenendo all’esterno quelli esistenti e in- contribuisce ad eliminare la presenza di elementi a
listellatura e strato di ven-
terponendone internamente altri morfologicamente combustione, sostituiti con scambiatori di calore, e tilazione, secondo tavolato,
manto di rivestimento in
compatibili. di condotte di evacuazione fumi.
coppi di riuso. Lattonerie in
Di grande attualità è il tema dell’applicazione delle rame sagomate consentono
l’aerazione del pacchetto
Il sistema impiantistico forme di captazione di energie rinnovabili nei tessu-
e proteggono le strutture
A fronte di una maggiore efficienza energetica del ti storici, che deve trovare definizione in collabora- sottostanti.
14. La soluzione costruttiva
sistema architettonico costituente l’edificio è op- zione con gli organi di tutela e le Soprintendenze. del rivestimento esterno
portuno rivedere la componente impiantistica al Sistemi fotovoltaici e, con maggiore efficacia, di so- con finitura ad intonaco può
consentire l’introduzione di
fine di perseguire al contempo sia una riduzione del lare termico costituiscono le opzioni da integrare. Il sistemi a cappotto termico,
consumo di combustibile sia un maggior grado di citato D.L. 311/06, allegato I, dispone l’obbligo, in più efficaci energetica-
mente per la pressoché
benessere ambientale. caso di nuova installazione o ristrutturazione degli completa eliminazione
Con un contenitore più efficiente è possibile con- impianti esistenti, di utilizzo di fonti rinnovabili per dei ponti termici. E’ da
valutarne specificamente la
templare una più vasta gamma di soluzioni in grado la produzione di energia termica ed elettrica. L’im- compatibilità morfologica
di contribuire a fornire in modo migliore la com- pianto dovrebbe essere progettato in modo da co- con il contesto.

ponente di energia necessaria. Soluzioni radian- prire almeno il 20% (corrispondente al limite ridotto
ti a bassa temperatura a pavimento consentono per i centri storici) del fabbisogno annuo di energia
un elevato comfort termico riscaldando, specie in primaria richiesta per la produzione di acqua calda
presenza di ambienti di altezza elevata, principal- sanitaria. Ne restano da definire le modalità di at-
mente la zona di fruizione degli utenti. Pannelli a tuazione.

46 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 46 03/08/2007 11.51.26


12 13

14

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 47

architettare02_05_DEF.indd 47 03/08/2007 11.51.27


elogio allo “spessore”
nel recupero da... 1 litro
Il linguaggio energetico dell’architettura
nella rifunzionalizzazione di un ex edificio postale
PIETROMARIA DAVOLI*

Che l’attenzione nei confronti della riqualificazione terà, si confida, alla realizzazione diffusa di archi-
sostenibile, in particolare dell’efficienza energeti- tetture ad elevatissime prestazioni, concetto che
ca, rappresenti una delle scommesse più entusia- scuote e sconvolge dinamiche progettuali e modi di
smanti e ricca di multiformi scenari di sviluppo è costruire fortemente sedimentati, che già l’interes-
affermazione ormai nota e condivisa. La forte spinta se della ricerca, del legislatore e degli enti locali si è
verso questa linea di intervento deriva da due sem- spostato, appunto, verso un ulteriore obiettivo. Una
plici constatazioni: in primo luogo la conferma del- finalità che fino a qualche anno fa sarebbe stata
le stupefacenti ricadute che si rivelano facilmente letta dai più come una vera e propria visione illu-
generabili attraverso appropriate azioni sistemiche, soria ed azzardata: far sì che anche i vecchi fabbri-
ricorrendo a soluzioni tecniche già disponibili, larga- cati, non solo quelli spesso periferici, indipendenti
mente ed immediatamente migliorative; parallela- e meno datati, ma pure l’edificato all’interno dei
mente, inoltre, i dati sulla mole del patrimonio che perimetri consolidati delle città, in tessuti densi e
invoca una qualificazione energeticamente compa- permeati da rilevanti contenuti di memoria storica,
tibile con l’ambiente. Il mercato ed i suoi operatori possano offrire quel valore aggiunto per il mercato * architetto, Ph.D., professore
associato di Tecnologia dell’ar-
hanno appena terminato di metabolizzare il primo e per la vita dell’uomo che si chiama Sostenibili- chitettura presso la Facoltà di
Architettura dell’Università di
step di un nuovo e dirompente processo che por- tà (ora, come primo passo, principalmente limitata Ferrara.

adattamento di un ex-edificio postale


premio sostenibilità
per la sistemazione di Uffici Provinciali, Via Renon, Bolzano
2006

PROGETTO PROGETTO STRUTTURALE Ditte costruttrici DIMENSIONI INTERVENTO PREMI


ArchitettoNICO ing. Karl Angerer, Bolzano Zimmerhofer s.r.l., Campo - 20.000 m3 di cui - Riconoscimento al 10°
dott. arch. Michael Tribus, Tures, (BZ) – impresa edile; 12.000 ristrutturati Premio di architettura città
Lana (BZ) Progetto sistema Wolf Artec, Naz-Sciaves, (BZ) 8.000 di sopraelevazione di Oderzo, Treviso, 2006;
energetico/istallazioni –serramentista; Schmi- - 100 posti di lavoro - Premiato al concorso ”Otti-
COLLABORATORI tecniche dhammer s.r.l., Brunico (BZ) su 5 piani di 700 m2 mizzazione energetica nelle
dipl. ing. Jan Steiger (D) p. ind. D. Parisi, Bressanone – impianto termo-sanitario e ciascuno ristrutturazioni 2006”, pro-
di ventilazione; Electro Obrist mosso dall’Ufficio risparmio
Direttore dei lavori Progetto imp. elettrici s.r.l., Felturno (BZ) – impianti Efficienza energetica: energetico della Provincia
Michael Tribus Architecture, p.ind. M. Brugger, Varna (BZ) elettrici classe CasaClima Oro Autonoma di Bolzano
Lana (BZ),
geom. Markus Sullmann Committente Esecuzione Costo per mC di volume Sito web
(BZ) Provincia Autonoma di Bolzano febbraio ‘05 - giugno ‘06 241 euro (al netto) www.expost.it

48 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 48 03/08/2007 11.51.28


1. Fronte lato ferrovia. In
primo piano il gruppo di
salita verticale che, oltre ad
ospitare i condotti di aspira-
zione dell’aria, accoglie 212
m2 di pannelli fotovoltaici
posti in verticale. Le condi-
zioni espositive non permet-
tono rese e quindi tempi di
ammortamento eclatanti,
ma talvolta, soprattutto nel
caso di un’amministrazione
pubblica, l’obiettivo priorita-
rio può essere quello della
visibilità finalizzata alla
diffusione e alla promozio-
ne dell’idea.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 49

architettare02_05_DEF.indd 49 03/08/2007 11.51.28


2 3

tuttavia al campo del risparmio energetico). termoisolante a base di calce o di silicato di calcio. 2. 3. e 4. Stato di fatto
(2004), modello virtuale e
Si dispone per il momento di un repertorio di esempi Il tutto coadiuvato da diversi livelli, centralizzati o di- realizzazione. Immagini, le
sul campo decisamente limitato e quindi immaturo, slocati1, di sistemi impiantistici. Nel secondo caso, ultime due, che, seppure
differenti nell’effetto di
che subirà però certamente a breve un processo di invece, il volto spesso stanco, desueto e dimesso profondità dei vani finestra
fra situazione prefigu-
ampliamento fisiologico, in virtù degli ultimi disposti dell’involucro architettonico richiede sovente, come
rata come ideogramma e
normativi e finanziari nazionali che si vanno ad ag- concept motore della rigenerazione, di arrivare a soluzione tecnica effettiva-
mente costruita, identifi-
giungere ai sistemi d’incentivazione locale. pensare ad una nuova interfaccia esterna per i fron- cano chiaramente la linea
Le strategie e le metodiche per l’adeguamento ti, modificando così anche fortemente l’immagine progettuale intrapresa ed il
sostanziale cambiamento
prestazionale del comportamento energetico de- originaria del fabbricato e restituendo un dialogo della capacità comunicativa
gli organismi edilizi differiscono sostanzialmente, convincente con l’intorno e con l’interno. dell’organismo edilizio.
Tutto ciò tenendo conto di
com’è risaputo, a seconda che si tratti di un’azio- una riduzione di circa il 90%
ne di recupero/restauro di edifici ad elevato valore dei consumi per il riscalda-
L’esempio dell’ex-edificio postale
mento ed un significativo
testimoniale, oppure di ristrutturazioni di fabbricati di VIA RENON A Bolzano
risparmio per il raffresca-
mento.
più modesti, generalmente post bellici (soprattutto L’intervento di recupero con nuova destinazione
anni 50-70). Nel primo caso, lo stile d’intervento d’uso per il collocamento di uffici provinciali, pres-
più fattibile, quando normativamente ammesso, so la stazione ferroviaria di Bolzano, appartiene alla
è rappresentato, si ritiene, dall’applicazione di un seconda delle tipologie sopra evidenziate.
rivestimento termoisolante sul lato interno delle pa- Il rinnovamento dell’edificio, una costruzione total-
reti esterne (con tutti i possibili problemi connessi mente priva di qualsiasi linguaggio espressivo, è
però alla discontinuità dell’isolante stesso, causa le stato perseguito con il semplice impiego del cap-
interruzioni arrecate dai nodi strutturali, e alla for- potto esterno, anziché con il seppure stimolante
mazione di condensa interstiziale), sempre che non e suggestivo metodo di giustapposizione di doppie
esistano decorazioni interne; oppure, in alternativa pelli continue o di intere nuove ed “indipendenti”
e in assenza di cornici e modanature di pregio, dal- facciate, che garantiscono sì la possibilità di ospi-
l’applicazione sull’esterno di un intonaco minerale tare spazi tecnici per l’integrazione impiantistica,

50 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 50 03/08/2007 11.51.29


4

logge aggiuntive, macro strutture per la protezione Linee guida iniziali per l’adeguamento pre-
dall’irraggiamento solare e via dicendo , ma che ri-
2 stazionale dell’involucro
chiedono di contro significativi avanzamenti dei fili La filosofia progettuale è stata condizionata da un
di facciata. vincolo imprescindibile: il contenuto budget previ-
La scelta del rivestimento parietale a forte spessore sto per il programma di riqualificazione che consi-
percorre la strada dell’“elogio allo spessore” che, se gliava l’adozione di soluzioni tecniche di tipo eco-
permette da un lato di superare l’empasse imbaraz- nomico ed elementare, sgombrando il campo da
zante che contraddistingue con sottilissime pareti, ogni eventuale tentazione di ricorrere a facciate con
dal dopoguerra alla metà degli anni 70, soprattutto prestazioni tecnologiche “spinte”. Come secondo
gli alloggi delle grandi periferie, dall’altro potrebbe aspetto fondante si potrebbe individuare quello del-
condurre, di fatto, all’eccesso opposto, con muri che l’”abbondanza”: proporre cioè soluzioni con surplus
diventano davvero importanti, quasi di difensivo-me- di performance (rispetto al pacchetto tipo per la
dievale memoria. Porre l’infisso in asse e quindi in “casa da 1 litro”) nella maggior parte dell’involucro
continuità con il cappotto esterno isolante, vale a (64% della facciata, con U=0,092 W/m2K), per po-
dire circa a metà del profondo vano finestra, diventa ter poi inserire, nelle parti residuali, soluzioni morfo-
la scelta più corretta, anche se si creano problemi di logiche sì meno prestanti, ma più interessanti per la
apertura interna delle ante a non più di 90°. qualificazione architettonica (le aperture, assieme
Così si comporta anche il progetto dell’”EXPOST”, agli sguinci, occupano una porzione nel complesso
aggiungendo la volontà di conformazione plasti- pari al 36%; l’U medio nella zona dello sguincio a
ca dell’involucro (sguinci esterni) per modificare i 120 cm è di 0,135 W/m2K).
possibili effetti negativi dello spessore in corrispon- La lunga pensilina esistente sul lato ferrovia viene
denza del vano finestra. Questo uso e questa con- conservata per una scelta di apertura verso il pia-
notazione specifica del cappotto diventano dunque no dei binari, nella speranza che col tempo questa
strumento di originalità e di riattualizzazione morfo- zona comunichi sempre di più con l’edificio e renda
logica dei fronti. luogo attrattivo lo spazio espositivo pubblico pre-

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 51

architettare02_05_DEF.indd 51 03/08/2007 11.51.29


5

A B C

7
5. Per stemperare il 7 Diverse tipologie di sguin-
linguaggio anonimo del cio a vari livelli. Il pericolo
fabbricato si è ricorso agli del surplus termico estivo,
sguinci esterni delle finestre in una fase iniziale di pro-
secondo tre tipologie mor- getto, era stato ridotto gra-
fologiche. Questa confor- zie all’impiego nelle finestre
mazione dell’apertura offre di triplo vetro a protezione
la possibilità di gestire in solare (Uw - valore comples-
modo differenziato la luce sivo del sistema vetro/te-
nei singoli piani. laio – pari a 0,85 W/m²K).
a) Sezione verticale. La particolare tipologia di
Ombreggiamento estivo dei vetrocamera garantisce
piani superiori sfruttando, inoltre un’elevata protezio-
di norma, la profondità ne acustica, assolutamente
dell’architrave superiore necessaria per lo specifico
senza strombatura. La contesto urbano in cui si
vista, anche verso il piano colloca l’organismo edilizio.
stradale, viene in ogni caso Per ragioni economiche, tut-
salvaguardata. tavia, in fase di cantiere si
b) Sezione orizzontale. Gli sono ridotte le performance
sguinci laterali aumentano dei vetri selettivi (elimina-
la penetrazione della luce zione delle pellicole interne)
naturale. e si è optato invece per un
c) Sezione verticale. La luce prototipo di tenda esterna
arriva più facilmente all’in- oscurante con avvolgibile a
terno dei locali dei piani in- rullo di soli 5 cm di spesso-
feriori grazie all’inclinazione re, che scompare all’altezza
dell’architrave superiore. dell’architrave.
6. I due schemi rendono
immediatamente evidente
la lettura della dicotomia
fra serialità e regolarità
ritmica dei vani finestra, da
una parte, ed irregolarità
dinamica dell’effetto
finale dovuto alla presenza
di sguinci diversificati
geometricamente,
dall’altra.

52 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 52 03/08/2007 11.51.31


8

sente al piano terra. L’importante aggetto è stato nomica, con lambda pari a 0,031 W/mK). Negli 8. Pianta del livello terreno
e di un livello tipo (4° pia-
controllato termicamente con uno strato isolante sguinci lo spessore medio non scende al di sotto di no). Si comprendono anche
che l’avvolge completamente per eliminare il forte 23 cm4. Il cappotto esterno con intonaco su rete è le consistenze, rispettiva-
mente, della preesistente
ponte termico. applicato sia sulla muratura esistente dei primi tre muratura di tamponamento
(con intercapedine) e della
livelli (struttura portante puntiforme in c.a. e dop-
nuova (monostrato), en-
pia placcatura - interna ed esterna - con cartella trambe poi completate dal
Il concetto energetico dei flussi termici e cappotto isolante esterno.
luminosi coincide con il nuovo volto del- di mattoni forati di 12 cm di spessore, senza iso- Al piano terra si trovano
l’edificio: centralità espressiva del sistema lamento nell’intercapedine), sia sulla muratura dei locali per conferenze e
mostre. I quattro piani supe-
integrato aperturA -“pelle” isolante due piani costruiti ex novo (laterizio con spessore riori sono riservati agli uffici
totale di 30 cm). Sul lato ferrovia (fronte sud-est, per i reparti di Urbanistica,
Il risanamento con sopraelevazione dell’edificio, per Natura e Paesaggio, l’Uffi-
una volumetria complessiva di 20.000 m3, é sta- opposto a quello principale su via Renon), lo spes- cio Legale dell’Urbanistica,
nonché il dipartimento
to condotto secondo il concetto di “casa passiva” sore della pelle isolante al piano terreno si riduce a all’Urbanistica, Ambiente ed
(equivalente per la Provincia Autonoma di Bolza- 15 cm, soddisfacendo le esigenze di rispetto delle Energia.
Al posto del cappello di
no ad una CasaClima Oro). Rappresenta il primo distanze dai binari ferroviari, senza però mettere in chiusura superiore costi-
esempio di edificio pubblico in Italia con standard crisi il bilancio energetico globale. tuito dalla superfetazione,
demolita, la nuova coper-
“passivhaus”3, con un consumo annuo che corri- La conservazione di un volume compatto e privo di tura è risolta con un tetto
giardino che gioca un ruolo
sponderebbe a meno di un litro di olio combustibile reiterati episodi edilizi ad elevata dispersione termi-
interessante e complemen-
per m² (7 kWh/m² per anno). Nella provincia di Bol- ca (logge, balconi, aggetti, ecc.) collabora effica- tare nell’economia generale
del controllo dei parametri
zano erano prescritti edifici pubblici con un consu- cemente, già in partenza, alla minimizzazione delle ambientali d’insieme. Que-
mo massimo di 7 litri (standard già interessante, risorse energetiche necessarie per il fabbisogno ter- sto “cappotto verde” è in
grado di trattenere le acque
pari ad una CasaClima C - 70 kWh/m²a). mico dell’edificio. piovane e le polveri. La
Il pacchetto tipo adottato in facciata permette di L’unitarietà del volume originario e la ripetitività del- massa significativa apporta-
ta da questa stratificazione
ricoprire senza soluzione di continuità tutti gli ap- le aperture vengono confermate anche nel progetto riduce in estate l’effetto
delle isole urbane di calore
parati strutturali. Questo prevede 35 cm di EPS di riqualificazione come griglia base compositiva, e gli sbalzi di temperatura
(polistirolo espanso, giudicata la soluzione più eco- estendendole pure ai piani superiori. Il disegno sulla struttura di copertura.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 53

architettare02_05_DEF.indd 53 03/08/2007 11.51.33


10

9 11

9. Particolare del fronte


dell’intero fronte si fonda però sulla dicotomia fra Dotazioni impiantistiche per l’ottimizzazione nord-ovest. La centralità del
ed il recupero in uscita del calore giudizio critico sull’opera
due strati, due layer di lettura: il primo mantiene la
verte forse sulla sottile se-
cadenza seriale delle bucature; il secondo si basa Qualora sia richiesto un edificio di classe A, secon- parazione e prevaricazione,
o viceversa sulla perfetta in-
sull’apparente casualità (con conseguente asimme- do i parametri CasaClima, è consigliabile il più delle tegrazione, fra ragione este-
tria) delle strombature esterne. La facciata acquista volte introdurre un sistema di ventilazione controlla- tico-morfologica e ragione
ambientale finalizzata ad
così plasticità e ricchezza, a fronte della sua essen- ta, che fornisce la quantità residua di riscaldamento un reale controllo dei flussi
zialità. L’effetto finale restituisce un prospetto con nonché di raffrescamento estivo5. Lo scambiatore energetici, in particolare
dei livelli d’illuminazione-
ampie cornici finestrate, pur essendo le effettive termico e gli altri apparati di trattamento dell’aria irraggiamento di ciascun
locale in base alla diversa
bucature solo il 16% dell’intero fronte. Si può forse sono collocati, nel progetto in questione, al livello
articolazione delle cornici
affermare che il tema ritmico dei prospetti assuma i interrato. Una pompa di calore a gas è posiziona- finestrate
10. Dettaglio della cornice
connotati di un’espressione per certi versi musicale: ta invece sulla sommità della torre del vano scala- di un vano finestra. La
mentre l’edificio resta immobile, la sensazione che ascensore. citazione progettuale at-
tinge dichiaratamente alla
si ha camminando ha i tratti di una dinamicità quasi Il calore risultante dal processo di raffrescamento massività delle architetture
danzante, nella sua morbidezza tridimensionale che serve per riscaldare l’acqua accumulata sempre medioevali locali, come
pure al campo fecondo
si percepisce al meglio solo con un’adeguata luce nel locale al piano interrato. L’energia recuperata dell’edilizia rurale, del maso
incidente capace di far emergere le rientranze e la mediante pompa di calore, viene utilizzata per im- di montagna in particolare,
che spesso non mostra solo
ruvida superficie intonacata. postare la temperatura dell’aria (distribuita su tutto sguinci interni, ma anche
pronunciati smussi esterni.
L’animazione linguistica dei fronti è resa possibile l’edificio a 16°C), garantendo le azioni di post riscal-
dall’utilizzo di un repertorio di pannelli isolanti pre- damento (utili anche per la riduzione dell’umidità
sagomati, di livello comunque economico, in corri- dell’aria) sia centralizzato, sia decentralizzato per il
spondenza delle finestre, che risultano così carat- controllo puntuale della temperatura di immissio-
terizzate da spalle laterali, bancali ed architravi sia ne in ogni ambiente. L’impianto caldaia, necessario
a 90°, sia con sguinci aperti a 60 o a 120 cm, in per il riscaldamento dell’aria nei mesi invernali, ha
grado di indirizzare in maniera differenziata i flussi dimensioni ridottissime.
energetici in entrata.

54 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 54 03/08/2007 11.51.34


il lungo percorso per il riuso
di piazzale della pace a Parma

StefanO STORCHI*

Forse qualcuno giudicò sopra le righe l’affermazione Questo fu l’inizio di un lungo dibattito che per oltre
di Giancarlo de Carlo, quando definì la riqualifica- mezzo secolo si sarebbe concentrato sulle modalità
zione di piazzale della Pace “uno dei principali pro- di intervento nel vuoto urbano prodotto dal bombar-
blemi urbani in Europa”. Ma certamente la mole di damento del maggio 1944.
progetti redatti e abbandonati a proposito di questo Negli anni Settanta vide la luce un secondo concor-
spazio urbano, offre la possibilità di sviluppare at- so per la sistemazione a verde del piazzale, con la
torno ad esso una riflessione che entra nelle pieghe partecipazione di altri progettisti quali Vittoriano Vi-
della storia dell’architettura italiana ed europea. ganò e Aurelio Cortesi, Marco Dezzi Bardeschi e Vit-
Dal piano di ricostruzione del 1954 al progetto per torio Savi. Concorso senza esito fu questo svoltosi
il rifacimento del Palazzo Ducale redatto da Franco fra il 1973 e il 1974, tanto che l’anno successivo il
Carpanelli nel 1963; fino al concorso per la rico- Consiglio Comunale fece propria una proposta del-
struzione del Teatro Paganini, coordinato da Bruno l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma,
Zevi fra il 1964 e il 1965, a cui presero parte Carlo firmata da Guido Canali e Carlo Arturo Quintavalle.
Aymonino, Luigi Caccia Dominioni, Roberto Gabetti Infine gli anni Ottanta, aperti dal progetto di Gian-
e Aimaro Isola, Vittorio Gandolfi, Luigi Pellegrin (che carlo de Carlo e conclusi dall’incarico a Mario Bot-
* architetto, dirigente del Comu-
ne risultò vincitore), Paolo Portoghesi e Aldo Rossi. ta, che avrebbe impegnato l’architetto ticinese per ne di Parma

rECUPERO DI PIAZZALE DELLA PACE


NEL centro STORICO DI PARMA (I)

PROGETTO PROGETTO DEL VERDE Esecuzione Gubbio 2000 all’intervento


ArchitettoNICO arch. Mario Botta 1998-2001 di riqualificazione di piazzale
arch. Mario Botta - Lugano della Pace, in quanto esso
Installazioni tecniche Superficie configura “una valida solu-
Direttore lavorI ing. Luciano Zanni - Castio- mq 20.300 zione ad un caso di progetta-
ing. Luca Melegari - Parma ne Baratti (PR) zione urbana aperto ormai
ing. Ubaldo Nocera - Parma Costi da decenni”, ritenendo che
Committente 3.873.430,00 Euro l’accurato disegno di proget-
Comune di Parma Ditte costruttrici to risulti esemplare al fine di
Foglia & C. s.r.l. - Parma PREMI determinare “un’atmosfera
COLLABORATORI L’Associazione Nazionale di rimembranze degli eventi
arch. Giorgio Orsini - Como Progettazione Centri Storico-Artistici (Anc- antichi e recenti della storia
arch. Stefano Storchi- Parma 1997 sa) ha assegnato il Premio parmense”.

56 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 56 03/08/2007 11.51.45


1. Scorcio della Pilotta,
attraverso le quinte verdi
della fontana
(foto Silvia Bossio)

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 57

architettare02_05_DEF.indd 57 03/08/2007 11.51.45


3

tava - e presenta - si lega al senso della memoria e 3. Plastico di lavoro dello


studio Mario Botta.
dell’identità urbana. Uno spazio fortemente vissuto
- ora come nel passato - diventa inevitabilmente un
luogo entro cui si sedimentano ricordi che in alcuni
momenti diventano simboli stessi della comunità
che nella città vive.
Così per alcuni - i più anziani - piazzale della Pace
era il luogo delle ferite belliche da risarcire; per altri
la memoria legata ai valori della Resistenza si ri-
fletteva nel monumento al Partigiano realizzato nel
1956 da Marino Mazzacurati; per altri ancora - i
melomani - il monumento a Verdi rappresentava un
vero e proprio luogo di culto.
In occasione del primo progetto di Mario Botta i
temi della traslazione dei due monumenti aprirono
un dibattito talmente carico di tensione ideologica
da sconsigliare qualunque minimo tentativo di ap-
proccio a queste presenze che ancor oggi connota-
no lo spazio della piazza.
Sul rapporto fra progetto e memoria urbana si po-
trebbe scrivere a lungo; ma forse, più di qualunque
disquisizione teorica, vale la pena di ricordare le
reazioni suscitate dall’intervento attuato da Mario
Botta. Il coro di critiche che si sollevò sulla stam-
pa locale all’indomani dell’apertura al pubblico del

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 59

architettare02_05_DEF.indd 59 03/08/2007 11.51.47


4

5
4. Il monumento al Parti-
giano e il sistema del verde
urbano (foto Silvia Bossio).
5. Il monumento a Giusep-
pe Verdi (foto Silvia Bossio).

60 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 60 03/08/2007 11.51.47


6. Il grande spazio verde
di piazzale della Pace (foto
Silvia Bossio).

grande spazio verde venne interrotto, dopo alcuni consegnatomi dal progettista che dal lungo dibatti-
giorni, da lettere inviate da giovani che per primi in- to aveva tratto la convinzione che quel progetto non
terpretavano in modo non ideologico il nuovo spazio avrebbe avuto futuro.
urbano, cogliendo le opportunità di socializzazione La seconda proposta di Mario Botta prevedeva il
che ad essi avrebbe offerto. Dunque chi si avvici- ridimensionamento del volume cilindrico, ma era
nava alla nuova realizzazione libero dai condiziona- caratterizzata dall’introduzione di una galleria in
menti del passato, sapeva leggere al meglio i con- mattoni pieni coperta da una volta in vetro che ri-
notati del nuovo intervento e le ricadute che esso spondeva all’esigenza del progettista di sottolineare
avrebbe avuto sulla vita della città. la separatezza del grande spazio aperto rispetto al-
l’antica strada Garibaldi, separata dal piazzale - fino
Nell’affrontare i contenuti del progetto di Mario Bot- al XVIII secolo - da una cortina edilizia che ne deli-
ta, credo corretto considerarlo non quale progetto mitava la spazialità.
di arredo urbano - come riduttivamente è stato da Il terzo progetto - alla metà degli anni Novanta -
molti interpretato - ma come progetto di architettu- si caratterizzava invece per il tentativo di rileggere
ra dello spazio urbano. l’antico volume del Palazzo Ducale, proponendo un
Le radici di questa realizzazione affondano nei tre ingresso ipogeo alla Pilotta e, in particolare alle sue
progetti precedentemente redatti dallo stesso archi- strutture museali.
tetto: il primo con la presenza del volume cilindrico E, da ultimo, il progetto finale che vide la luce in
destinato ad ospitare un nuovo auditorium, accom- modo singolare; direi quasi provocatorio. Fu l’ar-
pagnato dalla riproposizione virtuale della chiesa di chitetto a presentarsi, in una mattina del 1996,
San Pietro Martire tradotta in forma di fontana e ad uno dei periodici incontri con l’Amministrazione
dalla ricomposizione dell’ottocentesco giardino dei Comunale di Parma e a stupirci presentando una
platani; dell’auditorium cilindrico rimane il lacerto soluzione progettuale inaspettata, imperniata su un
del grande plastico realizzato in occasione della grande spazio trattato a verde. “Questo è quanto la
presentazione al Consiglio Comunale di Parma e cultura architettonica in questo momento può pro-

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 61

architettare02_05_DEF.indd 61 03/08/2007 11.51.48


7

7. Alle spalle della piazza,


le vestigia monumentali del
centro storico (foto Silvia
Bossio).
8. I gradoni di perimetro
dello spazio verde (foto
Silvia Bossio).
9. Particolare della pavi-
mentazione in porfido (foto:
Silvia Bossio).
10. L’effetto specchiante
della fontana (foto Silvia
Bossio).

8 9

62 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 62 03/08/2007 11.51.49


10
porre in questo spazio urbano”, disse, “lasciando circolare ed ellittica che ridisegnano gli ambiti per-
impregiudicata, per chi in futuro avrà più coraggio, tinenziali dei monumenti al Partigiano e a Giuseppe
la possibilità di realizzare una nuova architettura.” Verdi.
Diverso e per certi versi più sfumato è il gioco dei
Già da allora tuttavia le linee del progetto dello pieni e dei vuoti affidati ad elementi virtuali quali
spazio aperto evidenziavano come si trattasse di l’acqua e il verde. Se allo specchio d’acqua della
un progetto comunque forte, basato su una scelta fontana - profonda pochi centimetri e rivestita, sul
che tendeva a straniare la Pilotta dal suo contesto fondo, con ghiaietto nero che ne accentua la capa-
urbano. l’assoluta orizzontalità del prato antistan- cità specchiante - è affidato il compito di esaltare -
te l’avrebbe portata infatti a galleggiare in una di- raddoppiandone le dimensioni - le architetture che
mensione inedita, quasi metafisica e avrebbe dato circondano la piazza, le alberature inserite sul suo
l’estro di disegnare un raccordo monumentale con lato nord, ma soprattutto quelle presenti all’interno
la città: una gradinata che salisse al prato o che della fontana, hanno lo scopo di creare una fisicità,
da esso discendesse a seconda che le quote circo- un volume vegetale capace di suddividere e control-
stanti risultassero inferiori o superiori rispetto alla lare dimensionalmente lo spazio.
sua orizzontalità. Il grande spazio aggregativo che piazzale della Pace
Il disegno scarpiano della pavimentazione, dei bordi oggi rappresenta nel cuore della città viene vissu-
in pietra, degli elementi illuminanti, dei percorsi nel to con modalità talora del tutto diverse da quelle
verde, risente della formazione veneziana di Mario ipotizzate nella sua fase progettuale, ma sempre
Botta. Ma le scelte compiute in piazzale della Pace portatrici di quella vitalità che le linee progettuali di
manifestano anche un’esigenza, prettamente ar- Mario Botta tendevano a conseguire.
chitettonica, di controllo e di sottolineatura dei suoi E questo è in fondo è il vero successo di questo
aspetti volumetrici. intervento che ha riconsegnato a Parma e ai suoi
Il confronto con i molteplici allineamenti dei fronti abitanti un luogo da vivere e un’occasione per so-
che prospettano sul piazzale è affidata alle sedute cializzare.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 63

architettare02_05_DEF.indd 63 03/08/2007 11.51.50


la città europea,
rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile
nel mercato globale

NICOLA MARZOT*

A dispetto delle visione millenariste di fine secolo, me di parternariato pubblico/privato (basti pensare
che teorizzavano la dissoluzione dell’urbano quale all’importante esperienza delle SEM francesi) che
ineludibile effetto indotto dall’economia globale, le privilegiano i centri urbani maggiori a dispetto del-
città mostrano una inesauribile vitalità e continua- l’area vasta. Si collocano in tale scenario- a titolo
no a essere i motori dello sviluppo economico e esemplificativo- i programmi di ricostruzione di Pa-
culturale del territorio, consolidando il proprio ruolo rigi, Berlino, Barcellona e Londra. Le imprese di co-
attraverso l’aggiornamento dei modelli insediativi struzione, associandosi a importanti esponenti del-
e indirizzando gli investimenti verso settori ritenu- la cultura internazionale del progetto, riqualificano
ti strategici nel quadro della nuova competizione la città sfruttando consistenti rendite di posizione
mondiale. Questo contributo intende descrivere tale – ovvero “assolute” – concorrendo a consolidare il
fenomeno con riferimento alla condizione europea, ruolo delle aree economicamente e simbolicamen-
ripercorrendo le vicende attraverso cui si è progres- te trainanti, senza introdurre sostanziali innovazioni
sivamente pervenuti alla definizione di nuove confi- nella filiera edilizia, per quanto apprezzabili possa-
gurazioni e descrivendone i caratteri precipui attra- no risultare gli esiti raggiunti sul piano della qualità
verso un sistema di opposizioni, non più riducibili degli spazi.
a sintesi dialettica, che permettano di indagare i Nel corso degli anni Novanta l’attenzione degli
fattori trainanti del cambiamento in atto. amministratori e dei tecnici si sposta progressiva-
mente verso il paesaggio, alla ricerca degli effetti
Evoluzione dei modelli insediativi indotti dalle politiche di ridislocazione del terziario
Nel corso degli ultimi tre decenni, i fenomeni di tra- avanzato, promosse durante la fase precedente. Il
sformazione urbana hanno investito la città attra- concomitante consolidarsi del sistema della gran-
verso il coinvolgimento di soggetti attuatori molte- de distribuzione avvia un progressivo ridisegno del
plici- i cosiddetti stakeholders- portatori di interessi territorio, polarizzato dalle grandi piattaforme infra-
specifici in grado di alimentare dinamiche socio- strutturali – prevalentemente produttive, logistiche
economiche reciprocamente conflittuali e di orien- e commerciali. L’effetto indotto genera l’inarrestabi-
tare fortemente la scena politica. Nel corso degli le dilagare della “città diffusa”, per quanto ancora
anni Settanta e Ottanta, il processo di sistematica funzionalmente e morfologicamente dissociata dal-
dismissione di importanti comparti industriali, di- le forti concentrazioni specializzate. Emblematico,
stintivo del passaggio da una economia di prodotti di tale stagione, risulta essere il programma VINEX,
a quella di servizi, libera un numero rilevante di aree attraverso il quale il governo olandese intendeva
strategiche in prossimità del tessuto urbano con- rispondere alla persistente domanda di decentra-
*architetto, docente di Compo-
sizione Architettonica e Urbana solidato. In virtù dello slogan “la costruzione della mento insediativo nel quadro di una crescita stima-
presso la Facoltà di Architettura
di Ferrara città nella città” vengono sperimentate le prime for- ta in 1.100.000 nuovi alloggi entro il 2015. Le città

64 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 64 03/08/2007 11.51.55


1 1. Lo sviluppo del Channel
Tunnel Rail Link (fonte: Ove
Arup International).
2. Masterplan dell’area
di Stratford, forte
concentrazione insediativa
lungo la Channel Tunnel
Rail Link (fonte: Ove Arup
International).

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 65

architettare02_05_DEF.indd 65 03/08/2007 11.51.57


3

3. La stazione di Ebbsfleet, maggiori cominciano a perdere importanti risorse Vengono meno le rendite di posizione tradizionali,
nodo strategico del Channel
Tunnel Rail Link (fonte: Ove socio-economiche, in ragione degli incrementi di mentre si moltiplicano quelle connesse alla diver-
Arup International). valore del mercato immobiliare, ma non liberano sificazione delle opportunità garantite dal sistema
ancora servizi pregiati a vantaggio dei nuovi abi- intermodale e dalla qualità dei servizi offerti. Si
tanti, se non in misura del tutto marginale. In tale tratta di un processo spontaneo, non pianificato,
fase i centri minori dell’hinterland, all’interno di una sostanzialmente privo di una visione politica a esso
legittimata dimensione metropolitana, cominciano coerente.
a ripopolarsi, mentre gli interlocutori privilegiati dal
processo di trasformazione sono, sostanzialmente, Marketing territoriale versus pianificazione
soggetti altamente qualificati nella realizzazione dei Le dinamiche che stanno attraversando gli spazi del-
poli funzionali. la contemporaneità prefigurano, in tal modo, nuovi
All’approssimarsi del terzo millennio lo scenario orizzonti di senso all’interno dei quali ripensare cri-
muta considerevolmente. I fattori qualificanti l’ef- ticamente la questione della “grande dimensione”,
fetto urbano cominciano a svilupparsi attorno alle che nel corso degli anni Sessanta – a partire dal
polarità a forte specializzazione d’uso, che progres- VII Congresso Nazionale dell’INU, svoltosi a Lecce
sivamente assumono i caratteri di nuclei proto-ur- nel 1959 – si configurò chiaramente come obietti-
bani attraverso una offerta integrata. Gli insedia- vo “politico” e di “neoavanguardia” perseguito dalla
menti minori beneficiano, di riflesso, del processo cultura architettonico-urbanistica. Il tema, ritornato
di decentramento- residenziale, terziario, di servizio centrale nel dibattito contemporaneo, assume co-
e di attività per il tempo libero- entrando in compe- munque significati del tutto estranei ai condiziona-
tizione con realtà urbane di consolidata tradizione. menti originari. Infatti, se allora il concetto di po-
Si comincia a prefigurare un sistema “policentrico”, licentrismo urbano si caricò inequivocabilmente di
ma gerarchizzato, all’interno del quale ogni polarità una forte e appassionata tensione ideologica, nel
cerca di emergere sulla base di un evidente tratto tentativo di farsi interprete di una visione “utopica”
distintivo che la renda, in una certa misura, unica. della città, proposta come “democratico” ed “ega-
I nuovi soggetti attuatori rispondono a economie di litario” “prodotto di massa” – perseguita attraverso
scala essenzialmente riconducibili alla dimensione una strategia progettuale in grado di estenderne
dell’industria immobiliare, a fronte della comples- l’implicita ricchezza di opportunità relazionali al-
sità gestionale dei fenomeni indotti. La richiesta l’intero territorio, riverberandone l’azione secondo
di infrastrutture va, pertanto, nella direzione di un un processo teoricamente illimitato ( si pensi alla
consolidamento della “rete di città”, quale modello Walking-city di Archigram, 1964 o alla visione re-
coerente alle aspettative di una economia basata stituita nel Monumento continuo di Superstudio,
sulla programmatica mobilità di beni e persone. 1969) – oggi lo stesso modello è propagandato

66 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 66 03/08/2007 11.51.58


4

4. Vista del Masterplan del da una finalità prettamente “economica”. Questa dell’originaria carica utopica ed eversiva, si traduce
West Harbour, Malmö, ter-
minale svedese di Ǿresund affermazione, mutatis mutandis, trova un’indiretta in accattivante slogan attraverso il quale il mercato,
City (fonte: Municipalità di conferma attraverso la progressiva delegittimazione con la compiacente disponibilità delle Amministra-
Malmö).
che ha investito, per lo meno negli ultimi venti anni, zioni locali, promuove la disseminazione sul territo-
gli strumenti tradizionali della prassi urbanistica, per rio delle opportunità economiche quale ineludibile
effetto della quale il “Piano” e il suo estensore sono prerequisito di fattibilità delle strategie politiche,
stati rispettivamente surrogati dal “Marketing urba- sociali e culturali contemporanee, modificando il
no e territoriale” e dalla figura del City Manager. significato stesso dell’architettura, nel momento
Le responsabilità che competono alla gestione dei in cui essa viene assorbita dal circuito mediatico
processi di trasformazione territoriale non sembra- come sofisticato strumento di comunicazione che
no così più interpretabili nei termini lineari di una concorre a generare ritualità d’uso massificate. L’ar-
strategia di “redistribuzione“ della ricchezza genera- chitettura cessa pertanto di essere semplice “so-
ta dall’uso “privato” delle reti “pubbliche”, secondo vrastruttura”, ovvero modo singolare di espressione
principi di equità sociale e condivisione politica, ca- della “base reale”, coerente alle condizioni sociali
paci di compensare a posteriori i “conflitti di classe” e tecnico-materiali della produzione – così come
e correggere le distorsioni ravvisate nei modi della preconizzato dalla cultura del Movimento Moderno
produzione industriale. – per farsi essa stessa “struttura”, ovvero compo-
Al contrario, l’orientamento corrente nella condizio- nente essenziale del sistema economico che con-
ne postmoderna sembra incentivare una preventiva corre ad alimentare, nel rispetto di retoriche solo in
collaborazione reciproca affinché il territorio, nella apparenza paradossali che la cultura postindustria-
sua interezza e complessità di rapporti, venga ri- le condivide con quella pre-moderna.
conosciuto come “risorsa” in grado di suscitare
l’attenzione degli investitori, ovvero infrastruttura Mobilità versus condizione stanziale
“aperta” capace di agire come moltiplicatore di L’incremento esponenziale del sistema della mo-
quelle opportunità al “singolare” che sono in grado bilità, all’interno di una chiara logica intermodale,
di generare, almeno nelle dichiarazioni di principio, soddisfa a una duplice strategia. Da una parte ri-
ricadute virtuose in termini “collettivi”. Per queste sponde alle aspettative di una società sempre più
ragioni il meccanismo della competizione interindi- esigente e volatile, culturalmente deterritorializzata,
viduale, esteso alla sfera pubblica e finalizzato alla programmaticamente nomade e costantemente
massimizzazione delle possibilità, si è di fatto sosti- alla ricerca di opportunità d’uso e consumo inedi-
tuito a quello della condivisione politica delle scelte. te. Dall’altra concorre intenzionalmente a destabi-
In questo nuovo quadro epocale la nozione di “città lizzare l’identificazione della città con i suoi confini
infinita” e di “territorio urbanizzato”, privata oramai amministrativi, creando configurazioni fluttuanti che

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 67

architettare02_05_DEF.indd 67 03/08/2007 11.51.59


5
6

5. Ǿresund City vista dal


confine svedese (fonte:
Municipalità di Malmö).
6. L’Ǿresund Bridge defi-
nisce un sistema urbano
unitario che collega Malmö
e Copenhagen, definito
Ǿresund City (fonte: Munici-
palità di Malmö).

68 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 68 03/08/2007 11.52.00


7. Il circuito urbano della 7
Randstad (fonte: Mecanoo).

sfuggono agli strumenti tradizionali di governo del degli interessi degli investitori per la compresenza di
territorio e modificano, attraverso operazioni indotte due aeroporti internazionali, Kastrup e Sturup.
di “ingegneria sociale”, le dinamiche economiche
consolidate. Il sistema olandese della Randstadt Densità versus dispersione insediativa
costituisce un esempio emblematico del primo fe- Se le infrastrutture per la mobilità definiscono i
nomeno. Un efficiente sistema di trasporto pubblico vettori della contemporanea “rete di città”, crean-
ferroviario, affiancato da quello autostradale, col- do le condizioni per la produzione, distribuzione e
lega Amsterdam, L’Aia, Rotterdam e Utrecht all’in- consumo di valore aggiunto, al rispetto della loro
terno di un circuito urbano unitario che ne mette logica intrinseca è ormai subordinata la scelta del
in rete i tratti distintivi e le specifiche opportunità, modello insediativo, chiamato a concorrere al re-
traducendoli in un’offerta integrata e molteplice che lativo finanziamento sulla base di una program-
può essere sistematicamente esperita nella dimen- matica negoziazione pubblico/privato. La natura
sione quotidiana. discontinua delle moderne infrastrutture richiede
Oresund City, invece, rappresenta il caso più cla- pertanto un’elevata densità, concentrata nei punti
moroso di investimento infrastrutturale sovranazio- di scambio intermodale, che assurgono al ruolo di
nale- la realizzazione dell’Oresund Bridge- in grado nuove polarità territoriali e costituiscono gli hub di
di ridisegnare la geografia urbana di Svezia e Dani- accesso privilegiato alla rete. Euralille, in Francia,
marca, agendo programmaticamente sul differen- costituisce l’esperienza antesignana di tale strate-
ziale esistente tra i due paesi in termini di imponibi- gia, ma allo stesso modello interpretativo possono
le, costo della vita e opportunità economiche. In tal essere ricondotti il Masterplan in corso di sviluppo
senso il calo demografico e il conseguente restrin- attorno all’aereoporto di Schipol ad Amsterdam e
gimento della base fiscale di Malmö, unitamente quello di Stratford a Londra, connesso allo sviluppo
alla maggior offerta di infrastrutture per la ricerca del Channel Tunnel Railway Link, il sistema di alta
e a un minor potere d’acquisto delle retribuzioni, velocità ferroviaria destinato a collegare Londra e
ha innescato un processo apparentemente irrever- Parigi in 2 ore e 20 minuti e, più in generale, tutti i
sibile per effetto del quale la Scania- la regione più programmi di riconversione urbana delle aree ferro-
ricca della penisola svedese- si è progressivamente viarie dismesse. La conseguente densità insediativa
trasformata nella periferia di Copenhagen e dello indotta, combinata a una programmatica diversifi-
Jutland, venendo a costituire spontaneamente un cazione del brief funzionale, garantisce un miglior
nuovo territorio “interurbano”, parafrasando Saskia sfruttamento del capitale finanziario, all’interno di
Sassen, per quanto privo di riconoscimento politico, un mercato perennemente instabile; consente un
dove oramai risiede circa ¼ della popolazione dei effettivo risparmio di suolo, in opposizione al feno-
paesi di rispettiva provenienza, sempre più al centro meno della città diffusa, a favore delle generazioni

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 69

architettare02_05_DEF.indd 69 03/08/2007 11.52.00


8

8. Sezione lungo il sistema future, in una prospettiva di sostenibilità delle azioni aspetto patologico della contemporaneità, poiché
metropolitano in corrispon-
denza della nuova stazione trasformative; crea condizioni di multiculturalità e deprime la mobilità delle risorse, umane ed eco-
centrale di Amsterdam (fon- offre minor vulnerabilità dell’investimento alle im- nomiche, e costituisce un fattore d’inerzia al mu-
te: Benthem & Crouwel).
9. La nuova stazione Cen- prevedibili fluttuazioni del mercato del lavoro. tamento urbano, come dimostrano- relativamente
trale di Amsterdam (fonte:
al caso italiano- i processi di accorpamento immo-
Benthem & Crouwel).
Concentrazione immobiliare versus fram- biliare incentivati dalle Società di Trasformazione
mentazione del sistema proprietario
Urbana e dalle pratiche perequative. La concen-
Le più significative trasformazioni della città con- trazione, in aggiunta, stimola le capacità gestionali
temporanea sono il risultato di sofisticate strategie dell’industria immobiliare, sulla quale il nostro pae-
finanziarie promosse dalla cultura del Real Estate, se deve investire in ragione di un cronico ritardo,
i cui programmi di sviluppo si basano su incentiva- creando a livello europeo i presupposti per una po-
zione del capitalismo finaziario, economie di scala litica a favore dell’affitto attraverso la valorizzazione
e sostanziale identificazione tra mercato edilizio e dell’architettura come bene durevole.
azionario, attraverso l’apporto sistematico dei beni
prodotti a fondi immobiliari internazionali, distinti Concorsi versus fidelizzazione del rappor-
to committente/progettista
per classi funzionali a redditività variabile. Se tale
fenomeno concorre in termini irreversibili a deter- Il ricorso sistematico a gare internazionali per l’af-
ritorializzare le relazioni patrimoniali, attraverso fidamento di incarichi di progettazione si sta con-
l’estensione del meccanismo delle public company fermando quale strumento privilegiato per garantire
alla trasformazione urbana, esso crea le condizioni la qualità della trasformazione urbana, soprattutto
per una suscettività alla trasformazione sincroniz- nel settore dell’iniziativa privata. I developer hanno
zata con le esigenze di cambiamento della società infatti riconosciuto come lo strumento del concorso
contemporanea, implicita nel principio stesso di garantisca una più efficiente governance dei pro-
concentrazione gestionale. La cultura anglosas- cessi di sviluppo- resi oramai complessi dalla plu-
sone, attraverso la distinzione tra Freehold e Lea- ralità di attori che rivendicano un ruolo attivo nella
sehold, e quella olandese, che separa la proprie- configurazione dello spazio- contemperando traspa-
tà pubblica dei terreni dalla produzione di valore, renza degli atti, attraverso la partecipazione consa-
eminentemente privata, degli stessi, costituiscono pevole dei cittadini e delle associazioni di categoria,
i parametri di benchmark del processo di accorpa- e costruzione di un preventivo consenso allargato
mento in atto. attorno alle proposte, con l’obiettivo di ridurre dra-
La realizzabilità per parti compiute della città pre- sticamente i costi di esercizio imputabili all’allun-
senta indubbi vantaggi. Innanzi tutto contrasta il fe- gamento degli iter approvativi e alle conflittualità
nomeno della proprietà diffusa, riconosciuto quale insorgenti a valle del processo decisionale. La figu-

70 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 70 03/08/2007 11.52.04


architettura fabbrica città

ANDREA OLIVA*

Recuperare significa ripercorrere, per continuare, striale deve porsi non solo una propria dimensione
la storia dell’architettura. La ricerca del principio, temporale ma deve anche puntare al recupero di
dell’archè attraverso la combinazione della forma una espressione di regionalismo che nel caso spe-
e della tettonica dell’edificio, provato dall’uso e de- cifico italiano si traduce con innumerevoli varianti e
gradato dal tempo, evidenzia nella struttura disa- sfumature.
bitata la possibile vocazione a fronte di differenti Ma quale motivo di tanto interesse? L’industria e
necessità future. Se stringiamo il campo del “recu- i suoi sistemi derivati definiscono un fenomeno
perare” all’architettura del lavoro, occorre fare chia- complesso, non riducibile alla sola tecnologia o
rezza su quell’insieme di ricerche e studi che vanno a semplici problemi di organizzazione del lavoro e
sotto il nome, più o meno definitivo, di “archeologia capacità di produzione. Ogni tipo di insediamento
industriale”. industriale, anche minore, porta con se una trasfor-
Se ne inizia a parlare nell’Inghilterra dei primi anni mazione radicale di sistemi urbani complementari
Cinquanta dove, gli ormai stratificati processi di quali: strade, ferrovie, porti, oltre che luoghi per il
“urbanità industriale” iniziati a partire dalla metà tempo libero, centri culturali, residenze, etc.
del Settecento, hanno sensibilmente modificato il La dicotomia industria e artigianato, del grande e
territorio nazionale. Così, ad un primo movimento del piccolo, della quantità e della qualità, impone il
culturale orientato alla riscoperta romantica di ma- chiarimento di alcuni temi che sono necessari per
nufatti, si aggiunge successivamente una specifica trovare una chiave di lettura che rapporti l’architet-
azione scientifica interdisciplinare dove architettu- tura industriale all’identità urbana.
ra, ingegneria, archeologia, sociologia, storia ed Certamente l’evoluzione dell’architettura dell’edifi-
economia, oltre che a individuare i processi di mo- cio industriale che, da una prima forma propria svin-
dificazione del paesaggio urbano, contribuiscono a colata dagli stili accademici e con preoccupazioni
rilevare la trasformazione dell’identità dei luoghi, le puramente funzionali, passa ad identificarsi come
ripercussioni sulla collettività e le nuove strategie espressione della cultura moderna e tecnologica,
economiche che l’intero paese trasmette. Se da un trova una svolta negli intenti di Ottokar Schlombs
lato il compito di questa esperienza deve respingere che, in qualità di presidente della “Fagus AG” di
la tentazione di diventare il supporto archeologico Alfeld, presenta nel 1911 il piano per la realizza-
di una storia universale del lavoro umano, dall’al- zione della nuova sede del calzaturificio al Consiglio
tro non deve cadere nell’eccesso di ispirarsi a una d’Amministrazione indicando come progettisti Wal-
concezione riduttiva della “fabbrica”, che si rifà solo ter Gropius e Hannes Meyer.
ad alcuni aspetti tradizionali dell’industria manifat- Schlombs, spinto dalla necessità di adeguare gli
turiera per limitarsi a collezionare vecchie filande, spazi di lavoro a nuovi principi funzionali, ambisce
* architetto/ andrea@cittaarchi-
tettura.it ponti in ferro e villaggi operai. L’archeologia indu- soprattutto a rappresentare, attraverso la forma e

72 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 72 03/08/2007 11.52.10


LANDMARK
1. Carter torri di solleva-
mento mangimi. S. Croce,
Reggio Emilia.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 73

architettare02_05_DEF.indd 73 03/08/2007 11.52.10


2
LANDMARK
2-3. Fabbrica, muro, città:
Consorzio agrario. Reggio
Emilia.
4. Città nella città: Ex
officine Reggiane.
S. Croce, Reggio Emilia.

74 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 74 03/08/2007 11.52.11


3

la figura dell’architettura, l’efficienza degli impian- Ma proprio nel campo della costruzione per l’indu-
ti moderni. L’intuizione, travalica il contesto storico stria si sperimentano e adottano in larga scala le
del momento, e si deve a lui, se oggi riconosciamo idee di nuova espressione come elemento caratte-
tutti l’esempio delle officine Fagus come una sorta rizzante della creatività tecnica e produttiva. Antici-
di logotipo dell’architettura moderna non solo in- patrice come l’arte, l’architettura industriale di inizio
dustriale. Se pensiamo che tra il 1908 e il 1909 secolo, in un processo architettonico generaziona-
si incontrano Josef Hoffmann, Gustav Klimt, Tony le, si misura ancora una volta con l’uomo poi con
Garnier, Auguste e Gustave Perret, tanto per citar- la macchina individuando in quest’ultimi i sistemi
ne alcuni, si comprende come l’architettura indu- di misura dello spazio operativo e quindi tipologico
striale rappresenti il manifesto dei nuovi significati (Modulor). L’Italia, ancora una volta distillata dalle
della città come centro del lavoro che sta alla base Alpi, coglie la sollecitazione bivalente tra Arte e Ar-
della concezione unitaria di “Une Citè industrielle, chitettura attraverso quella committenza in grado di
ètudes pour la construction des villes” di Tony Gar- individuare nel fenomeno anticipatore della scultu-
nier (1901–1917), della fabbrica come caposaldo ra, della pittura, della fotografia, del cinema e della
sociale chiamata a stabilire nuovi sistemi urbani musica un’importante premessa degli scenari eco-
della città attraverso la ricerca di un ordine nuovo nomico–sociali del Paese. Questa contaminazione
come nell’AEG Turbinefabrik di Berlino ad opera di si percepisce nella lettura di alcuni caratteri e della
Behrens del 1909 e del mito della purezza geome- forma delle architetture industriali che tra le due
trica teorizzato da Le Corbusier in “Vers une Archi- guerre registra la forza dell’Espressionismo, l’ecci-
tecture” nel 1923. tazione del Futurismo, la percezione dimanica del
In questo straordinario periodo lo “spirito nuovo” Cubismo, la provocazione della Pop Art e la poetica
investe con le sue dinamiche propositive e morali del Simbolismo. In Italia, mai come in altri luoghi,
il pensiero architettonico portandolo a superare il il processo di seduzione tra regionalismo, cultura
pragmatismo accademico, promuovendo le funzio- locale, tradizione e innovazione sboccia in esempi
ni dell’epoca moderna e nuove regole del costruire architettonici singolari. L’esperienza del Lingotto di
attraverso nuove tecniche e materiali. Torino (1917–1923), ad esempio, è la chiave di

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 75

architettare02_05_DEF.indd 75 03/08/2007 11.52.12


5 6

LANDMARK volta di operazioni che negli anni del dopoguerra congrua con la funzionalità propria (la stazione, la
5. Accesso a corte
artigianale, discoteca stimolano un percorso dove non esiste introduzione scuola, il palazzo dei congressi, etc.) attraverso
Maffia. S.Croce, Reggio di innovazione tecnologica prima che questo non espressioni che ne specificano i contenuti. Il settore
Emilia.
6. Cittadella del consorzio sia stata sperimentata nella fabbrica. industriale ha trovato, nella componente più crea-
agrario. Reggio Emilia.
Mies Van der Rohe in veste di architetto di chiara tiva della disciplina, la disponibilità a fornire una
7. Galleria ex mercato del
bestiame. Reggio Emilia preparazione tecnologica e profondo conoscitore “oggettualità emblematica” in grado di rendere al-
dei problemi connessi con la produzione industria- l’esterno e al mondo clientelare la forza dell’espres-
le, viene nominato nel 1927 Presidente dell’Asso- sione e la sostanza della sua potenzialità.
ciazione Industriale di Germania e, in quanto tale, Come le basiliche extramurane le grandi fabbriche
incaricato di rappresentare la “qualità germanica” sono caposaldi, matrici di sviluppo urbano e pae-
nella produzione meccanica alla Esposizione In- saggistico ed è perciò evidente che percorrendo le
ternazionale di Barcellona del 1929. Imprevedibil- attuali periferie, o meglio gli spazi di una “seconda
mente non presenta, ingranaggi, turbine, elementi città” cresciuta oltre le città storica, i punti fondativi
di meccanica o strumenti di precisione ma realizza della morfologia non sono – come nella città antica
un padiglione, un’architettura assolutamente mo- – i palazzi nobiliari, le chiese, le sedi delle forze am-
derna e innovativa, ancora oggi riconosciuta come ministrative e di governo, ma i luoghi degli insedia-
punto di riferimento a tutto quanto di nuovo sarà menti industriali che animano l’anonimato costruito
ed è stato realizzato / pensato fino ad ora. Intuisce, con la forza viva delle loro strutture razionali, spesso
in maniera così evidente, che il “significato visivo” simboliche.
architettonico comunica più di ogni altro strumento Recuperare architettura industriale significa sta-
informativo i valori di perfezione, di sostanza con- bilire un rapporto con la conoscenza dei significa-
cettuale e di potenzialità intellettiva ad ogni livello ti. Ricerca e indagine diventano lo strumento per
della collettività. l’individuazione delle possibili trasformazioni future
E’ importante soffermarci su questo passaggio se interpretando la rovina come un cantiere, come un
si pensa che contemporaneamente, in altri cam- edifico che nel suo deterioramento rivela le proprie
pi dell’architettura, gli edifici assumono una forma regole compositive e costruttive.

76 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 76 03/08/2007 11.52.14


7

8 9
LANDMARK
8-9. Serbatoi pensili: Carico
dell’acqua a Budrio (BO),
Lombardini Motori
a Reggio Emilia.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 77

architettare02_05_DEF.indd 77 03/08/2007 11.52.15


10

11 12

78 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 78 03/08/2007 11.52.16


13

Intervenire. La teoria moderna e le Scuole di Architettura, scibilità e carattere di un luogo);


10-11. Parco tecnologico
scientifico, Zurigo CH. necessariamente grate alla rivoluzione dell’archi- 4. figura nel paesaggio (muri, ciminiere,
12. Parcheggio coperto tettura industriale, hanno via via diviso le proprie impiantistiche).
della città storica,
Winterthur CH. competenze in campi sempre più specialistici e Precludersi la possibilità di guardare oltre all’ambito
13. Recupero ex torri
frammentari determinando scuole di composizione, del manufatto può essere limitativo perché spesso
dell’acqua, Budrio (BO).
di restauro, di storia, di progetto e di tecnologia. Il la conoscenza di spazi e strutture architettoniche
patrimonio che la tradizione del sapere architetto- legate a momenti di non lavoro, o al tempo libe-
nico di inizio secolo ci ha consegnato come fatto ro, può completare e chiarire considerevolmente la
congiunto è diventato una distinzione. comprensione degli spazi di lavoro. L’ambiente ha
Se aggiungiamo, poi, la carenza di normative ade- influenza sul comportamento del singolo, secondo
guate in grado di interpretare il significato dei luoghi, regole ben note del campo dell’operatività e del-
la qualità architettonica e il valore di memoria col- l’ergonomia. Ma non basta. Non è solo l’ordine, il
lettiva che certi edifici/luoghi sintetizzano, si riesce minimalismo, il grado di luminosità e la negazione
a comprendere come alcuni interventi che si mani- dell’apatia seriale che risulta positiva alla resa ope-
festano attraverso sostituzioni, demolizioni, radicali rativa. Vi è un livello superiore, di micropaesaggio,
trasformazioni o peggio ancora con ricostruzioni in che è la “resa architettonica dell’insieme”. L’archi-
stile, sterilizzano un patrimonio necessario. E’ pre- tettura, come dimostrato da Mies, è strumento di
testuoso, dunque, formulare un elenco di temi che educazione e di aiuto al comportamento, può di-
permettano di intervenire – studiando i manufatti ventare il primo veicolo di comunicazione verso la
ancora in piedi – prima che di essi non rimanga più collettività. Il senso di appartenenza che si produce
traccia fisica significativa? nella filosofia comportamentale dell’architettura è
1. evento morfologico (cittadella indu- quello di favorire che ogni cosa recuperata manten-
striale, sistemi lineari, a padiglioni, ecc.); ga in se questa qualità misteriosa.
2. indotto infrastrutturale (strade, ferro-
vie, porti);
3. caposaldo urbano (elemento di ricono-

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 79

architettare02_05_DEF.indd 79 03/08/2007 11.52.17


ri-qualificare, re-inventare, ri-significare
paesaggi feriti

Barbara Marangoni*

Riflettere su ipotesi di trasformazione di luoghi inuti- è quella della pianificazione-programmazione. Una


lizzati, compromessi, degradati, al fine di migliorar- nuova sensibilità ambientale da un lato ed il ma-
ne le qualità fisico-formali, di reinserirli nel circuito turare di tecniche valutative degli effetti ambientali
delle attività e/o di riattribuire loro un “senso”, non esercitati sul territorio da parte di queste attività,
può prescindere da un allargamento dello sguardo hanno favorito la diffusione di normative e di stru-
al territorio, ai paesaggi feriti e consumati dall’età mentazioni atte a controllarle.
industriale come nel caso delle aree di cava. Dal 2000 si apre una nuova fase in cui alle esi-
genze di miglioramento della qualità ambientale si
Domenico Luciani della Fondazione Benetton, associano domande di innalzamento della qualità
in seguito ad uno studio intrapreso sulle attività della vita provenienti direttamente dalle popolazio-
estrattive del Veneto, individua una possibile pe-
1
ni. Del resto è la stessa Convenzione europea che
riodizzazione, valida anche per altri contesti, del allarga alla nozione di paesaggio tutto il territorio
modo in cui il tema è stato affrontato e attuato nel comprendendo anche i paesaggi ordinari, quelli da
territorio. Fino alla fine dell’800, ma anche fino alla riqualificare, paesaggi quindi che per le loro condi-
seconda metà degli anni ’50 del ‘900, è assente zioni necessitano di un interesse e di un’attenzione
ogni idea di tutela del patrimonio suolo anche nel pari ai paesaggi di eccellenza.
momento in cui sta per essere codificata una forma In questa direzione ad esempio sono state avviate
di salvaguardia per altri tipi di risorse quali le bellez- alcune iniziative quali quelle promosse dal l’Inter-
ze naturali e le emergenze monumentali. La lacuna nationale Bauaustellung Fürst-Pükler-Land 2001-
mostra la sua evidenza solo quando vengono modi- 2010 (IBA See) in Germania, nella Lusazia. In con-
ficati i ritmi dei processi estrattivi. Se fino agli anni tinuità con l’esperienza del decennio precedente
’50 prevale una relativa lentezza, con il dopoguerra, dell’Emscher Park, nel bacino carbonifero della
in seguito alla ricostruzione del paese e alla sua Rhur, l’IBA propone un intervento complessivo di
“modernizzazione”, aumenta progressivamente la riqualificazione di una regione dominata da miniere
domanda di materiali per la realizzazione di nuove a cielo aperto di lignite, ora dismesse, nelle quali
infrastrutture e nuovi insediamenti. Con l’andare del è ben visibile la devastazione prodotta dall’attività
tempo il fenomeno, soprattutto nelle regioni alta- estrattiva. A partire dal riconoscimento di ambiti
mente sviluppate, assume dimensioni significative paesaggistici, caratterizzati da specifiche caratteri-
ed è in questo momento che è possibile individuare stiche/problematiche, vengono individuati una serie
* architetto, libero professio-
nista, dottore di ricerca alla una seconda fase, secondo Luciani, variabile nel di interventi che modificano i luoghi non negando il
Facoltà di Architettura di Firen-
tempo a seconda dei vari contesti, nella quale si passato, ma assumendo la trasformazione avvenu-
ze. Svolge studi e ricerche sulla
Pianificazione del paesaggio prende coscienza del danno che si sta infliggendo ta come punto di partenza dal quale aprire nuove
e sui paesaggi regionali per la
Regione Emilia-Romagna. al paesaggio e all’ambiente. La soluzione proposta prospettive e opportunità. Il recupero di alcuni bor-

80 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 80 03/08/2007 11.52.19


1

Museo geologico
all’aperto
la Cava Monticino
a Brisighella (RAVENNA)

Materiali estratti
Gesso

Finalità
scientifico-didattica

Soggetti attuatori
Regione Emilia-Romagna
Comune di Brisighella

Attività estrattive
esaurite

Anno realizzazione
2005-2006

1. Inserimento della ex-cava


nel paesaggio circostante.
A sinistra il santuario di
Monticino.
2-5. Il fronte della cava dal
quale è visibile la stratigra-
fia del suolo.
3. Itinerario per la fruizione.
4. Cristalli di Gesso.

3 4

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 81

architettare02_05_DEF.indd 81 03/08/2007 11.52.21


6 7 8

Parco/
attrezzatura urbana
il Parco della Cava
a Poggio Berni (RIMINI)

Materiali estratti
Ghiaia e sabbia

Finalità
ricreativa
scientifico-didattica 9

Soggetti attuatori
Provincia di Rimini
Comune di Poggio Berni

Attività estrattive
ancora attive

Anno realizzazione
2000

ghi storici e delle garden cities operaie sorte in rela- attraverso i quali governare quantità e localizzazio-
zione alle attività minerarie, la salvaguardia di nuo- ne dell’escavazione, facendone materia di piani di
vi ecosistemi creatisi spontaneamente nelle cave settore di scala provinciale: i Piani Infraregionali per
abbandonate, a volte di grande rarità, la diffusione l’attività Estrattiva (PIAE). Il Piano contiene la defi-
della cultura e della storia dei luoghi, comprensiva nizione quantitativa dei fabbisogni, la localizzazione
anche dei luoghi del lavoro, mediante la ri-funziona- dei poli sovracomunali e le indicazioni per specifica-
lizzazione di contenitori quali le centrali elettriche, re le attività estrattive di scala locale nei Piani co-
la valorizzazione dei bacini e dei laghi formatisi a munali (PAE). Tra i contenuti più innovativi richiesti
seguito delle movimentazioni del suolo come luoghi dalla legge a questo strumento è l’introduzione, già
per il tempo libero e per l’abitare, sono le azioni di in fase di pianificazione, di criteri e metodologie per
una strategia che mette a sistema le risorse esi- sistemare sia le cave proposte, sia quelle abbando-
stenti anche grazie ad un processo di re-invenzione nate3. I PAE e gli strumenti attuativi devono precisa-
e ri-significazione. re le modalità attraverso le quali tale sistemazione
deve avvenire. Ancora l’autorizzazione all’apertura
La Regione Emilia-Romagna è da tempo attiva nel dell’attività è legata alla sottoscrizione di una Con-
controllo dell’andamento delle attività estrattive e venzione che impegna il soggetto richiedente alla
nella promozione del recupero e della riqualifica- realizzazione del progetto di sistemazione della zona
zione delle cave dismesse. Circa i 2/3 delle risorse durante e al termine dell’attività di coltivazione-pro-
sfruttate nel territorio regionale sono sabbie, ghiaie getto, che deve essere presentato contestualmente
e argille, materiali che provengono in gran parte dai alla domanda di autorizzazione. Se da un lato quin-
depositi dei fiumi appenninici, dai paleoalvei o dal di si hanno maggiori garanzie per la riqualificazione
corso del Po, contesti quindi particolarmente sen- del territorio, dall’altro, soprattutto quando questa
sibili dal punto di vista paesaggistico-ambientale . 2
avviene contestualmente alla coltivazione, si hanno
Con la L.r. n.17 del 1991, che disciplina tali attività maggiori possibilità di valutare l’efficacia dell’inter-
nell’ambito regionale, vengono definiti gli strumenti vento con eventuali richieste di azioni correttive e/o

82 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 82 03/08/2007 11.52.22


11

10

6-7. Depositi di ghiaia e integrative. condizioni ambientali5. Il manuale propone, infatti,


sabbia della cava di Poggio
Berni, ancora, in parte, in Questa pratica, diffusa ormai da tempo in molti altri un rovesciamento dell’approccio consueto alle at-
funzione (foto E. Farnè). contesti regionali ed europei, in Francia è stata de- tività estrattive considerando come prioritario, nel
8-9. Sistemazioni e installa-
zioni permanenti all’interno
������������ clinata in alcuni casi in maniera particolare. A fronte fissare tempi e modalità del processo di escavazio-
del parco della Cava (foto
������
dell’analoga richiesta di presentazione di un proget- ne, il risultato finale che si intende ottenere, sia tale
E. Farnè).
10. Portale
�����������������������
di ingresso al to di recupero preliminarmente all’autorizzazione risultato il ripristino dello status quo o la creazione
Parco della Cava e reperti
industriali degli impianti in
dell’attività di estrazione, per la cava di Moisson di nuovi paesaggi e attività6. Ciò avviene a partire da
disuso (foto
����������������
E. Farnè). Franeuse5 nella valle della Senna sono stati avviati una lettura dettagliata delle condizioni localmente
11. Impianti di cava lungo il���
fiume Marecchia, tra Poggio studi sulla qualità ecologica del territorio, predispo- esistenti.
Berni e Torriana (foto
���������
E. ste ricerche che hanno coinvolto attivamente un
Farnè).
équipe di paesaggisti e stipulati accordi tra la so- A titolo esemplificativo si riportano di seguito sin-
cietà di escavazione e l’Agence des Espaces Verts teticamente una descrizione di tre casi localizzati
della regione dell’Ile de France. L’obiettivo è quello in realtà geografiche diverse. Si tratta di attività
del potenziamento della vocazione forestale di que- estrattive ad un diverso stadio del processo di eser-
sta zona, reinterpretando un paesaggio, e non solo cizio e attuate seguendo iter differenziati. In tutte le
ripristinando un ambiente, tipico del bosco della esperienze descritte la riqualificazione del territorio
Moisson, anche quando tale paesaggio risultava, si associa ad un progetto complessivo di valorizza-
già prima dell’inizio delle attività di estrazione, or- zione delle risorse paesaggistiche presenti nell’area
mai degradato e perduto. vasta.
In coerenza con quanto affermato nella legge regio- La riqualificazione della Cava di Monticino si inseri-
nale, l’Emilia-Romagna ha elaborato un manuale sce nel panorama delle iniziative per la valorizzazio-
per il recupero ambientale delle cave, da utilizzare ne del Parco regionale della Vena dei Gessi roma-
come strumento operativo a supporto della proget- gnoli. Localizzata a monte di Brisighella, l’ex-cava
tazione per la sistemazione delle cave, progetti che di gesso costituisce, infatti, la porta orientale della
risultino efficaci soprattutto dal punto di vista delle formazione gessoso-solfifera. Visibile dal fondovalle

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 83

architettare02_05_DEF.indd 83 03/08/2007 11.52.22


12 13 14

Oasi ambientale
in ambito fluviale
l’Oasi dei Settepolesini
a Bondeno (FERRARA)

Materiali estratti
Sabbia

Finalità
ricreativa
naturalistica 15
storico-testimoniale

Soggetti attuatori
S.E.I. S.p.a.

Attività estrattive
ancora attive

Anno realizzazione
Contestuale allo scavo
inizi anni ’90

del Lamone come una ampia ferita inferta alle col- dei fossili e le relazioni tra il fiume e il paesaggio
line, costituisce uno spaccato delle trasformazioni circostante. Il parco è riconosciuto come parte inte-
avvenute tra la fine del Tortoniano e il Pliocene. Per grante del progetto di valorizzazione delle aree PAN
questo motivo verso la fine degli anni ’80 avanzano elaborato dalla Provincia di Rimini. A sud del parco
proposte per una sua trasformazione in museo geo- è ancora presente un’area di escavazione attiva.
logico all’aperto. Sono la Regione Emilia-Romagna L’Oasi dei Settepolesini è esito della trasformazio-
e il Comune di Brisighella che, nel biennio 2005- ne di un’area di escavazione di sabbia estratta da
2006, realizzano il progetto di valorizzazione per un antico palealveo del Po nel territorio ferrarese
il recupero turistico-ambientale dell’area. Si tratta di Bondeno. Il processo di riqualificazione è iniziato
quindi di un intervento promosso e finanziato dagli contestualmente all’attività estrattiva, attualmente
enti pubblici che ha il duplice vantaggio di diffonde- ancora attiva e in via di espansione. La parte orien-
re un sapere sulla storia geologica di un determi- tale della zona di cava è già stata trasformata lavo-
nato territorio e di recuperare a una nuova vita un rando soprattutto sulla creazione di una morfologia
luogo degradato ai margini di un centro urbano. del suolo che favorisca la rivegetazione spontanea
Anche il Parco della Cava, realizzato a Poggio Ber- e tipica delle zone umide e l’insediamento di specie
ni nel 2000, assume la storia geologica dei luoghi faunistiche. Il trattamento delle sponde, la creazio-
come tema sul quale focalizzare il progetto di ri- ne di penisole e isole, l’impianto di alcune specie
qualificazione. L’attività di escavazione di ghiaia e arboree hanno contribuito alla formazione di un
sabbia localizzata nell’ambito fluviale del Marecchia ambiente dai caratteri più naturali del territorio ru-
ha prodotto un notevole abbassamento dell’alveo rale che la circonda. La costituzione dell’oasi diven-
mettendo alla luce un rilevante giacimento fossili- ta per la ditta escavatrice un obbligo contrattuale
fero. La Convenzione prevedeva la cessione di una nei confronti del Comune. La presenza di una corte
parte dell’area al Comune, il quale, con il contributo colonica (“Zarda”), la realizzazione di una viabilità di
della Provincia di Rimini, realizza un parco attrezzato accesso, un tempo a servizio della cava, diventano
con la funzione di valorizzare la zona di ritrovamento le attrezzature attraverso le quali ipotizzare la frui-

84 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 84 03/08/2007 11.52.23


17

16

12,17. ����������������������
Paesaggio ricostruito zione turistica e ricreativa di questa zona. La realiz- 5 Il manuale è articolato in tre parti. Una prima parte nella quale si
sull’area della ex-cava (foto
������ analizzano i diversi fattori ambientali che limitano l’evolversi naturale
M. Ronconi). zazione dell’oasi è inserita in un disegno più ampio dell’ecosistema. Una seconda parte di natura più tecnica (il vero e
proprio manuale) che fornisce soluzioni progettuali. Una terza parte
13. ���������������������
Recupero della corte di valorizzazione paesaggistica delle aree circostanti infine dedicata ad illustrare alcuni casi concreti di recupero.
colonica “Zarda” (foto
���������
M. 6 Il manuale opera una netta distinzione tra gli interventi di ripristino
Ronconi). il Cavo Napoleonico. quando si intende ristabilire la situazione originaria, interventi di re-
14-15. �������������������������
Bacini artificiali (foto
������ stauro quando l’impatto ambientale esito dell’attività di escavazione
M. Ronconi). si può considerare limitato e interventi riqualificazione ambientale
quando invece si viene a modificare la destinazione d’uso e la confi-
16. �����������������������
Attività estrattive in È indubbio il beneficio, in particolare ambientale, gurazione originaria dell’area.
esercizio (foto
������������������
M. Ronconi). 7 Per un esame dei progetti vincitori si rimanda al sito della Biennale
per i territori interessati dalle attività estrattive. Oc- del Paesaggio di Reggio Emilia (www.biennaledelpaesaggio.it).
corre, tuttavia, proseguire nell’elaborare tecniche,
nell’avviare sperimentazioni che rimettano al centro RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Luciani Domenico, “Cave. Ricerche e proposte sulle cave del Vene-
il paesaggio e il benessere delle comunità locali che to”, intervento al convegno tenuto a Treviso del 10 marzo 2006
Muzzi Enrico, Rossi Graziano (a cura di), Il recupero e la riqualifica-
vi abitano. zione ambientale delle cave in Emilia-Romagna. Manuale teorico-
In questa direzione si muove la recente iniziativa pratico, Compositori Industrie Grafiche, Bologna, 2003
Regione Emilia-Romagna, Luoghi della geologia in Emilia-Romagna.
promossa dalla Biennale del Paesaggio di Reggio La Cava di Monticino, depliant informativo (www.regione.emilia-ro-
magna/geologia)
Emilia che con questa filosofia ha indetto un con- Regione Emilia-Romagna, Relazione dello stato dell’Ambiente della
Regione Emilia-Romagna. Gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.
corso di idee per la risistemazione dell’area delle Attività estrattive, 2004
Regione Emilia-Romagna, Disciplina delle attività estrattive, Legge
ex-cave nella Val d’Enza7. regionale n.17, 18 luglio 1991
UEPG, Award Ceremony of the 3rd European Restoration Awards, 29
maggio 2002
NOTE
1 La Fondazione Benetton nel 2006 organizza un convegno che con-
clude i lavori di ricerca condotti all’interno del Progetto INTERREG IIIB
REKULA, Restructuring Cultural Landscape (CADSES). Capofila del
progetto è l’Internationale Bauaustellung Fürst-Pükler-Land 2001-
2010 (IBA See).
2 Le informazioni sopra riportate sono desunte dal Rapporto sullo
stato dell’ambiente in tema di attività estrattive elaborato dalla Re-
gione Emilia-Romagna nel 2004.
3 Per le destinazioni finali la legge suggerisce il recupero naturalistico
o destinazioni legate ad usi pubblici e sociali (art. 6).
4 Questo intervento è stato premiato nel 2002 dall’Union Européen-
ne des Producteurs des Granulats come una delle migliori esperienze
di recupero effettuate.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 85

architettare02_05_DEF.indd 85 03/08/2007 11.52.24


ri-design, il recupero del design
nella produzione industriale

CLAUDIA FABBRI*

Qual è la differenza tra recupero più facile da far comprendere a qualsiasi livello di
e riciclo? produzione. E’ interessante verificare se esistono
Nella nostra condizione sociale vi è una coesistenza strutture e sistemi in grado di rendere economica-
di una cultura del recupero ed una dello sviluppo. mente conveniente e possibile recuperare gli og-
La cultura del recupero non può più essere limitata getti non solo in quanto potenziale nuova materia
solamente all’ambito dell’arte o dell’antico, ma si prima, ma in quanto portatori di uno sforzo formale
potrebbe estendere al design, che recentemente è e produttivo che può in parte essere riconvertito.
stato pervaso da formalismi hi-tech e dal tentativo Definiamo “produzione” l’insieme delle attività di ri-
di reinterpretare un’estetica anni ’70. cerca, progettazione, e realizzazione di un qualsiasi
Possiamo definire una differenza tra recupero e ri- prodotto sia materiale che immateriale; la produzio-
ciclo nella produzione industriale, benché tecnica- ne “industriale” è quella più strettamente attinente
mente si tratti in entrambi i casi di riciclo secondario a prodotti che possono essere standardizzati, di cui
(il primario riguarda gli sfridi o i pezzi qualitativamen- si possano controllare i livelli qualitativi e che siano
te inadeguati, il terziario la riconversione dei mate- realizzabili con tecniche e tempistiche tali da ren-
riali in energia tramite incenerimento). derne il costo facilmente accessibile.
Il riciclo è un processo che cerca di ricreare una Possiamo distinguere tre componenti della pro-
materia prima da materie già lavorate: gli esempi duzione: la materia, la progettualità o design, le
vanno dalla riuscita completa del vetro agli ibridi tecnologie della produzione. Ognuna di queste
plastici meno convincenti. componenti influisce sulla riciclabilità o correttezza
Il recupero o riuso è un’attitudine più vasta, che ecologica del prodotto, ed allo stesso modo quan-
prevede la possibilità di recuperare oggetti o parti di do si valuti il recupero del prodotto si può decidere
oggetti e non solo la materia che li compone. quali di queste componenti recuperare.
Nella cultura contemporanea iniziamo a percepire
la responsabilità imposta dai beni. Quindi le ragioni Il recupero dei materiali
che spingono al recupero o al riciclaggio possono Il corretto smaltimento delle materie prime può
essere etiche: sempre più spesso l’ utente si pone prendere la forma del riciclo o dell’uso di materie
davanti all’oggetto chiedendosi non solo se l’og- biodegradabili. Il riciclo consiste nel sottoporre tali
getto gli serve, ma se può accettare tutto ciò esso materie ad un nuovo ciclo produttivo. Questo com-
rappresenta in termini di consumo. Altre ragioni porta la perdita delle componenti ideative e pro-
*architetto, vincitrice del
Lucky Strike Junior Award sono di carattere economico, quali la mancanza di gettuali della produzione (che hanno un costo in
2004 e premiata nella Twining
Design Competition 2005, è
materie prime e la ricerca di ottimizzazione del ciclo termini energetici e produttivi), pur consentendo
uno dei fondatori dello studio produttivo recuperando gli scarti. La convenienza una maggior libertà. Il materiale diventa nuovamen-
Doppiospazio/
claudia@doppiospazio.com economica è il caso virtuoso del recupero, perché te massa da plasmare, con caratteristiche tecni-

86 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 86 03/08/2007 11.52.24


1 2 1-2. Skyyy, prototipo, design
di Doppiospazio, 2006.

Aneddoto
Come molti architetti ho una passione per i “robivecchi”, bella parola che definisce ancora i mercatini dell’usato. Pochi mesi
fa, ero in un robivecchi che cambiava magazzino e stava distruggendo una grande quantità di sci che giacevano lì da anni,
perché non riusciva a rivenderli ed anche solo trasportarli nella nuova sede era poco conveniente.
Io, che rimango colpita dagli oggetti più comuni quando sono fuori dal loro contesto e non sfuggo al fascino banale del
vecchio e della memoria, sono stata quindi facile bersaglio ed ho ricevuto un certo numero di questi sci difficilmente
smaltibili in regalo. Non ho potuto che notare quanto sforzo creativo si celi in questi oggetti e come diventino obsoleti ben
prima che la loro vita potenziale e tecnica sia conclusa. All’interno di Doppiospazio, io ed i miei colleghi, ci siamo chiesti
se da un materiale così tecnico si potesse ricreare un oggetto con nuove potenzialità d’uso e di produzione economica.
L’attaccapanni SKYYY, che abbiamo brevettato, nasce dall’ammirazione per l’aspetto formale di un oggetto tecnologicamente
avanzato, lo sci, che è facilmente obsolescente a causa del continuo rinnovamento tecnico e dall’apprezzamento dell’utente
per l’ultimo modello. I vecchi sci sono in tutti i garage e mercatini, nessuno sa come disfarsene, eppure hanno ancora
caratteristiche di flessibilità e resistenza che possono essere usate per produrre con accorgimenti tecnici minimi un oggetto
nuovo, dal risultato pratico e formale interessante, senza costi di riciclo. L’attaccapanni SKYYY ha una superficie lucida
che rende i diversi sci omogenei e ne esalta la curvatura; quando sono sovrapposti, gli elementi acquistano una sembianza
vegetale, una valenza scultorea. Ogni pezzo è necessariamente un prodotto unico, e questo lascia una libertà creativa nella
composizione all’utente, come se si trattasse di un’ikebana.
Questo progetto è nato da una riflessione ed una ricerca sul riuso che mi fa credere che la forte valenza formale e forza
produttiva investita in alcuni oggetti si possa recuperare, e che nell’ambito del design il recupero non si debba fermare al
solo riciclaggio della materia.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 87

architettare02_05_DEF.indd 87 03/08/2007 11.52.24


4

3 5

che spesso differenti o inferiori all’origine e risultati Nel 2000 si prevedevano 150 milioni di computer
estetici compromessi da una minore aspettativa sui gettati nelle discariche per il 2005; oggi si calcola
materiali. Spesso si ritiene bastevole la correttezza che solo l’11% dei 20,6 milioni di computer venga
ecologica senza il bisogno di una ricerca estetica o riciclato.
tecnica, anche se il materiale riciclato non è di per Sarebbe necessario quindi l’uso di materiali più fa-
sé scusa per un risultato formale scarso. Ci sono cilmente riciclabili almeno per la scocca di compu-
materiali riciclati, spesso definiti “poveri” e per lo ter e televisori, alternativa quest’ultima contrastata
più attinenti al campo dell’usa e getta (carta, vetro, dall’estetica corrente degli oggetti tecnologici. Uno
alluminio), per cui il riciclo è divenuto una pratica dei pochi tentativi effettuati in questo senso è la
efficiente. televisione Jim Nature (Saba, 1994) su design di
Un’altra scelta possibile in termini di materiali è la Philippe Starck (4), la cui caratterizzazione formale
biodegradabilità. Ne è un ottimo esempio Moscar- è un tentativo di creare un’alternativa all’estetica
dino (3): un utensile per alimenti disegnato da Iac- giapponese della “scatola tecnologica”. La scocca
chetti e Ragni per Pandora Design nel 2000, che esterna in truciolato ad alta densità contribuisce a
ha ricevuto il Compasso d’oro ADI (Associazione per dare alla tecnologia un aspetto diverso dallo stan-
il Disegno Industriale). E’ realizzato con un materia- dard hi-tech dei prodotti digitali ed è costituita da
le termoplastico biodegradabile a base di amido di materiale povero, proveniente da scarti di lavora-
mais, grano e patata, il “Mater-Bi”, e la sua forma zione, riciclabile con sistemi ovunque diffusi e non
gli consente di fungere da multiposata, limitando specifici.
anche il numero dei pezzi necessari per un pasto. Anche se il riciclo dei materiali è una metodologia
Il campo dell’usa e getta si estende a specie mer- che attiene soprattutto all’ambito industriale della
ceologiche sempre più vaste. Le tecnologie digitali produzione, nelle nazioni in via di sviluppo ci sono
sono espressione massima del nuovo usa e getta interessanti esempi di riciclo artigianale del ma-
e saranno un tema importante nel prossimo futu- teriale (5,6), senza una lavorazione per riportarlo
ro quando si arriverà all’applicazione all’elettronica a materia neutra: nel nascente design africano ci
delle normative e tecniche della riciclabilità. La vita sono molti esempi di borse e tappeti la cui materia
media di un computer è ormai piuttosto breve e tessile è costituita da strisce di plastica recuperate
si pone il problema del riciclo delle materie prime da prodotti e scarti di lavorazione, o di oggetti rica- 3. Utensile per alimenti Mo-
scardino, design di Iacchetti
che compongono la scocca esterna e l’hardware. vati lavorando la latta. e Ragni per Pandora Design,
I computer contengono materiale chimico tossico, 2000.
4. Televisore Jim Nature, de-
quali mercurio e cadmio e piombo. Nelle discariche Il recupero dEGLI oggetti sign di Philippe Starck per
le materie filtrerebbero nel suolo, danneggiando in E’ possibile recuperare parte del valore progettuale Saba, 1994.
5. Borse XL, Afritudine,
maniera grave l’ecosistema delle zone circostanti. e tecnico di un oggetto oltre alla materia che lo 2006.

88 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 88 03/08/2007 11.52.27


6 7 8

compone.
Il riuso di “oggetti finiti” è stato praticato quando si
intendeva recuperare il valore aggiunto del vecchio,
che possiede un fascino paragonabile alla patina
nella teoria del restauro, così come il nuovo possie-
de il fascino dell’intonso.
Ma la percezione del vecchio è ambivalente: spes-
so conserviamo l’idea che il passato sia meglio del
presente, che quello che abbiamo avuto sia meglio
di quello che abbiamo. Riteniamo che vecchio sia
un sinonimo di “antico” e che quindi denoti la ca-
pacità di accumulare esperienze. Per altri versi però
il vecchio è rimosso dal piano comunicativo, non
è ritenuto adatto per presentare il mondo patinato
9
dei prodotti e del consumo. Il vecchio è valutato
quando si tratti di un un oggetto raro e di un ap-
prezzamento ampiamente e palesemente condi- con pezzi usati, ma la contaminazione estetica ha
viso, come dimostra la moda recente del vintage. aperto nuove possibilità ai designer attuali.
Ma per quel che riguarda oggetti di produzione di Negli ultimi 15 anni tra i produttori che si sono
massa vecchi, quindi non rari, le loro caratteristiche impegnati nella linea di ricerca del recupero sono
non sono apprezzate. interessanti l’italiana Edra e l’olandese Droog desi-
Un periodo denso di sperimentazione e tentativi di gn (nome loquace: “design secco”). Edra produce
recupero nel design si è avuto nei primi anni 90, oggetti disegnati dai brasiliani fratelli Campana, che
quando una nuova moralità pervadeva il design: non svolgono una personale ricerca sui materiali poveri
era più sufficiente che i prodotti fossero attraenti ed ed hanno come fonti di ispirazione l’assemblage, 6. Libreria nomade e sedia,
latta riciclata e plastica, Af-
efficienti, ma dovevano essere anche sostenibili. il bricolage, l’ironia sull’eccesso di tecnologia. Si ritudine, 2006.
7. Lampada Tojo, design di
Molti designer riscoprirono l’ispirazione ready-made pongono in una situazione metropolitana, con tutti
Achille e Pier Giacomo Cas-
che aveva guidato all’inizio degli anni 60 i progetti i suoi residui e detriti, che porta all’uso di materiali tiglioni per Flos, 1962.
8. Attaccapanni Gradisca,
dei fratelli Castiglioni, quali lo sgabello Mezzadro (9) degradati, di reperti del quotidiano. I fratelli Cam- prototipo, sedia in ferro
per Zanotta (1957) o la lampada Tojo (7) per Flos pana hanno influenzato fortemente l’emergente battuto recuperata, di F.T.
Rimini, 1989.
(1962), che riusavano rispettivamente un sedile design brasiliano, tanto da creare in questo paese 9. Sgabello Mezzadro, de-
sign di Achille e Pier Giaco-
da trattore ed il fanale ed altre parti elettriche di una ricerca sul riuso. Hanno disegnato sedute la cui
mo Castiglioni per Zanotta,
un’automobile. Non che tali oggetti fossero prodotti struttura di metallo è avvolta da corda di cotone o 1957.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 89

architettare02_05_DEF.indd 89 03/08/2007 11.52.29


10 11

resa più morbida da tubi per giardinaggio, giocando il recupero del design 10. Cassettiera “Chest of
Drawers” design di Tejo
con i materiali disponibili nelle discariche e forte- Un recupero che viene proposto più frequentemen- Remy per Droog, 1991.
mente influenzati dalle favelas. te, quanto più il design si avvicina alle logiche del 11. Poltrona Sushi, design
di Humberto e Fernando
L’olandese Droog produce diversi oggetti vicini al mercato della moda, è quello del progetto. E’ la Campana per Edra, 2002.
12. Kokon Furniture, design
tema del riuso riuscendo ad integrare nella propria necessita’ del mercato più che l’effettiva qualita’
di Konings & Bey per Droog,
produzione oggetti realmente usati, quali i mobili ri- dell’esperienza da riscoprire a decidere i tempi e i 1997-99.

vestiti di PVC progettati da Konings e Bey nel 1997, modi di questo ritorno. Paradossalmente la grande
le sedie ricoperte di fiberglass di Bey del 2003, la disponibilita’ di vecchio finisce per minare l’integri-
cassettiera “Chest of Drawers” di Tejo Remy del ta’ del nuovo, che diviene “ vintage” o “riscoperta”.
1991 (10), che riutilizza vecchi cassetti assemblati La riproposizione di progetti è ambivalente: se da
tramite una fascia elastica a sottolineare la casua- un lato dimostra l’atemporalità del buon design,
lità della composizione. Sembra utile confrontare dall’altro mostra la scarsa volontà di investire sui
due prodotti di queste aziende, che hanno carat- designers. Le peggiori conseguenze di questo feno-
teristiche simili: meno stanno nelle numerose revisioni dei progetti
- la poltrona Rag Chair (13,14), design di Tejo Remy alla luce delle novità tecniche e legislative. Signifi-
per Droogdesign, 1993, è formata da pezze di stof- cativo il settore dell’illuminazione, tra i più sottopo-
fe diverse, pressate e tenute insieme da fettucce sti a queste logiche: lampade che avevano la loro
di plastica; peculiarità nella vetroresina opaca vengono ora pro-
- la Poltrona Sushi (11), prodotta dal 2002 da Edra dotte in plastiche trasparenti e coloratissime, oppu-
e disegnata dai fratelli Campana, è realizzata arroto- re ghiere per la regolazione dell’intensità della luce
lando tessuti e materie di differente natura e spes- appaiono dove non erano mai esistite.
sore stringendoli dentro un grande tubolare di tes-
suto e poliuretano elastico. La parte lasciata libera
si apre a corolla, formando una seduta variopinta.
Entrambe le poltrone hanno origine da una sugge-
stione di recupero di pezzaglie di tessuto, tuttavia
si tratta di prodotti costosi per l’utente e che non
effettuano un riuso reale in fase produttiva; in tal
senso la poltrona di Droogdesign è un progetto più
efficiente, perché è possibile per il cliente far as-
semblare la poltrona con i propri “stracci”, fatto che
apporta al progetto una interessante connotazione
emotiva ed una vera possibilità di riuso. 12

90 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 90 03/08/2007 11.52.30


13 14

oggetti progettati per essere recuperati recupero degli oggetti da riusare e possano avere 13-14. Poltrona Rag Chair,
funzionalmente design di Tejo Remy per
database e gestioni dell’usato che aiutino a portare Droog, 1993.
Un‘ultima categoria possibile è quella degli oggetti il recupero ad una scala di produzione industriale. 15. Bottiglia WOBO prodotta
da Heineken, 1960.
che sono progettati per essere recuperati funzio- Forse i mercatini delle cose vecchie, ora organizzati 16. Muro costruito con le
bottiglie WOBO prodotte da
nalmente. Nella progettazione occorre considera- in catene dotate di database e informatizzati (non
Heineken, 1960.
re l’intero ciclo di vita di un oggetto. Criteri quali più “robivecchi”) potrebbero diventare un sistema
la facilità nel disassemblaggio o l’uso di materiali in grado di passare dal livello del dettaglio a quello
sostenibili sono fondamentali. Inoltre alcuni desi- della raccolta di grandi quantità di oggetti da rein-
gners, ispirati da esempi di riuso spontanei, hanno serire nella produzione.
previsto funzioni successive alla prima. Un esempio
è la bottiglia in vetro Heineken WOBO, WOrd BOttle
(15,16), nata nel 1960 per fini sociali, per essere
usata come materiale da costruzione nella colonia
olandese di Curacao, e prodotta in 100.000 esem-
plari, che purtroppo 40 anni dopo giacciono in un
magazzino a Rotterdam. Questo progetto utopico
prendeva esempio dalle molte costruzioni sponta-
nee che usano le bottiglie come materiale. Il secon-
do uso degli oggetti è progettato in genere su esem-
pi spontanei e ben si adatta agli oggetti pervasivi ed
“ubiqui” che le multinazionali fanno arrivare in tutto
il pianeta: ne sono esempio le casse di plastica per
le bottiglie di birra usate da Shigeru Ban come plinti
per le case d’emergenza costruite dopo il terremoto
15 16
di Kobe, poiché erano il materiale più facilmente

reperibile anche in condizione di emergenza.


Tra le possibilità di recupero esposte, è interessante
valutare le possibilità di sviluppo del recupero degli
oggetti, perché questa via può dare un contributo
fondamentale a reagire alla logica del consumo che
rende la creazione di rifiuti non solo accettabile,
ma desiderabile. E’ importante capire se esisto-

no o possono esistere strutture che consentano il

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 91

architettare02_05_DEF.indd 91 03/08/2007 11.52.31


post-it il nastro di möbius,
storia e norme d’uso del simbolo ideato per
comunicare il processo del riciclaggio

ELENA FARNè*

Nella società contemporanea è sempre più diffu- torte che rappresentano il simbolo del processo del
sa una cultura legata al rispetto dell’ambiente, alla riciclaggio –disegnato da Gary Anderson ed ispirato
conservazione delle risorse primarie e al recupero al nastro di Möbius�������������������������������
�������������������������������������
–, si inseguono di continuo ed
dei materiali, tanto che, oggi, i consumatori sono una comincia dove finisce l’altra, infinitamente.
più attenti ad acquistare beni e servizi a basso im- Il concetto di infinito, appunto, è il trait d’union che
patto ambientale ed ottenuti con materiali riciclati. accomuna il simbolo al suo disegnatore, Gary An-
I produttori, i fornitori di servizi e le società pubbli- derson, e ad August Ferdinand Möbius,
�������������������
matematico
citarie sono ben consapevoli di questa tendenza, tedesco.
pertanto cercano di attirare i clienti mettendo in evi- Nel 1969, la CCA –Chicago-Based Container Cor-
denza i benefici ambientali dei loro prodotti. poration of America–, una delle principali aziende
Uno dei metodi utilizzati per informare i consuma- americane che produceva carta e cartone riciclato
tori circa le qualità ambientali dei beni e dei servizi negli Stati Uniti, bandì un concorso di idee per stu-
in commercio è il ricorso alle asserzioni ambientali denti per l’ideazione di un marchio che doveva rap-
auto-dichiarate, dichiarazioni sui prodotti riciclati o presentare il processo del riciclaggio e che sarebbe
riciclabili, che vengono applicate sia sotto forma di stato applicato ai prodotti riciclati per pubblicizzarne le
scritte sia di simboli grafici, con cui un produttore qualità ambientali. Gary ��������
Anderson, Ph. D. negli anni
auto-certifica le prestazioni e le caratteristiche di 80 in geografia e ingegneria ambientale alla Johns
qualità ambientale della propria produzione. Hopkins University della Baltimora, oggi urbanista
Il simbolo più comune che rappresenta il processo e pianificatore della STV Inc. –uno studio di pro-
del riciclaggio è il nastro di ������
Möbius; tale simbolo è ot- gettazione in architettura e ingegneria–, nel 1969
tenuto da����������������������������������������������
tre frecce ritorte che formano un triangolo, era studente in urban planning all’Università della
è stato disegnato negli anni 70 ed esiste in differenti California; fu allora che lo studente Anderson, sul-
versioni grafiche, apparentemente simili, ma con si- la scorta dei propri studi in geometria, partecipò al
gnificati diversi. Per orientare i consumatori al rico- concorso bandito dalla CCA e lo vinse, disegnando
noscimento del simbolo e i produttori al suo corretto un simbolo triangolare con tre frecce ritorte che si
impiego, a livello europeo sono state definite delle inseguono (1), ispirato all’infinito matematico me-
norme ISO con cui effettuare e valutare le asserzioni glio conosciuto come nastro di �������������������
Möbius, figura geo-
ambientali; vediamo quali attraverso una breve cro- metrica scoperta
�����������������������������������������
nel 1856 dall’omonimo e celebre
nistoria del simbolo. matematico tedesco.

*laureata in architettura,
Möbius, matematico, nato nel
August Ferdinand ������
si è occupata di comunicazione 1790 in Sassonia, professore all’Università di Lipsia,
visiva per la rappresentazione 1969, origini del simbolo: il NASTRO di mö-
���
dell’architettura, delle trasforma- bius per comunicare il riciclaggio fu �����������������������������������������������������
ricercatore nell’ambito della Topologia, la discipli-
zioni urbane e del paesaggio/
elenafarne@yahoo.it Come il cane che si morde la coda, le tre frecce ri- na che studia i rapporti tra le figure geometriche e

92 ARCHITETTARE 02 | RECUPERO

architettare02_05_DEF.indd 92 03/08/2007 11.52.31


post-it
9 10 11 9. Asserzione ambientale 12. International Design
sulla totale riciclabilità che, Congress di Glasgow del
tuttavia, non da indicazioni 1993, manifesto DESIGN
sulla materia. RENAISSANCE. Agenzia pub-
10. Asserzione ambientale blicitaria Pentagram, New
su una carta riciclabile al York, 1993.
50% post-consumo. 13. Copertina col simbolo
11. Portachiavi e fresbee in di ������������������������
Möbius;�����������������
composizione di
P.E.T. totalmente riciclabile, materiali di recupero (legno
come indicato dalle asser- e tela), dipinti con acrilico
zioni ambientali, simbolo e e colla vinilica, di E. Farnè.
scritte, stampati; Olympic Architettare n°2, Recupero,

100%
Beverage Distributor. Reggio Emilia, 2007.

12 13

NOTE
1 P. Jones, J. Powell, Gary Anderson has been found!, Resource Re-
cycling, North America’s Recycling and Composting Journal, Portland,
1999.
2 ISO 14021:1999 Environmental labels and declarations – Self-de-
clared environmental claims, Type II environmental labelling.
3 Juan R. Palerm, Linee guida per effettuare e valutare le asserzioni
ambientali, Commissione europea, Direzione generale per la Salute e
la Tutela dei consumatori, 2000.
4 Con riciclabilità si intende la caratteristica di un prodotto, imbal-
laggio o componente che può essere sottratto dal flusso dei rifiuti
attraverso processi disponibili e che può essere raccolto, trattato e
restituito all’utilizzo nella forma di materie prime e prodotti.
5 Contenuto riciclato è una proporzione, in massa, di materiale rici-
clato, in un prodotto o in un imballaggio.
6 Materiale riciclato è materiale che è stato rilavorato da materiale
recuperato [rigenerato] mediante un processo di lavorazione e tra-
sformato in un prodotto finale o in un componente di un prodotto.

ARCHITETTARE 02 | RECUPERO 95

architettare02_05_DEF.indd 95 03/08/2007 11.52.38


architettare
03

PROSSIMO
NUMERO>
MARZO 2008
ABITARE
Dalla qualità e ai modi dell’abitare
nella città contemporanea
al luogo della casa,
con documentazione di realizzazioni
e contributi critici.

architettare02_05_DEF.indd 96 03/08/2007 11.52.38

Potrebbero piacerti anche