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Definizioni:

- Viroma, totalità di tutti i virus che colonizzano il nostro corpo (siamo costituiti da un 67,7% di
virus → dati relativi alle sequenze genetiche riscontrate nel nostro organismo); grazie a
tecniche di biologie molecolare
- Virone, particella virale;
- Core, insieme di acidi nucleici e proteine strettamente associate nel virone;
- Peplomero (o spike), struttura virale glicoproteica che protrudono all’esterno della particella
virale e si proiettano esternamente.

VIRUS: (No cell) Elementi subcellulari composti da acido nucleico e rivestimento proteico, pertanto
sono parassiti obbligati intracellulari diffusissimi in natura, incapaci di produrre energia e sintetizzare
proteine al di fuori dell’ospite.
Il loro genoma può essere costituito da DNA o RNA, non da entrambi, circondato da un involucro
proteico, detto capside, costituito da proteine, chiamate capsomeri, codificate da geni virali.
Alcuni virus hanno solo il capside nudo altri hanno un involucro esterno detto pericapside (o
envelope o inviluppo pericapsidico), costituito dalla membrana della cell in cui sono inserite proteine
virali; involucro che il virus acquisisce quando si replica all’interno della cell.
- I virus non si replicano per divisione, ma sintetizzando all’interno della cell che parassitano
tutti i componenti virali pre-formati per dare origine a nuove particelle virali.
- I virus per la loro struttura resistono in natura
- I virus devono essere in grado di utilizzare i meccanismi della cellula ospite per produrre i
propri componenti.
- I virus codificano proteine specifiche per ogni processo da loro richiesto e non effettuabile
dalla cellula. (ribosomi, reticolo endoplasmatico).
L’acido nucleico, se a DNA può essere a doppia elica, lineare o circolare, oppure a singola elica.
L’RNA può essere a singola elica, a polarità positiva, e che quindi, una volta dentro la cellula viene
legato dai ribosomi fungendo da mRNA, oppure a polarità negativa, che, una volta dentro la cellula
deve essere copiato in un RNA a polarità positiva fungendo poi, anch’esso, da mRNA.

Struttura virione (Virione = Particella virale): formato da DNA o RNA + proteine strutturali (del
capside) + (in alcuni casi) enzimi e proteine associati agli acidi nucleici che il virus deve portare con
sé dentro la cellula per poter completare il proprio ciclo replicativo.
L’insieme di questi tre elementi prende il nome di nucleocapside (virus a capside nudo).
Il nucleocapside è avvolto da un pericapside che è una membrana esterna di natura fosfolipidica in
cui sono inserite delle proteine virali, al cui interno giace il capside virale costituito da capsomeri e
acido nucleico.
- Virione: particella virale
- Core: acidi nucleici e proteine strettamente associate nel virione
- Capside: involucro proteico
- Capsomeri: subunità proteiche che formano il capside
- Nucleocapside: core e capside
- Envelope: membrana lipidica intorno virus, formata durante gemmazione dalla cell infettata
- Peplomeri/ spike: strutture glicoproteiche che proiettano sulla superficie virale

Origine del virus: si sono originati ed evoluti con l’inizio della vita sulla terra. Una delle ipotesi più
accreditate è che i virus possano essersi originati come forma di acido nucleico mobile che derivate
dalle cellule hanno sviluppato la capacità di potersi propagare da una cellula ad un’altra,
infettandola.
I popoli antichi conoscevano le malattie virali pur non conoscendo i virus perché si è iniziato a
studiare i virus a partire dalla seconda metà del 1900, dopo la seconda guerra mondiale, quando
era possibile coltivare le cell eucariotiche umane.
Ci sono due metodi classificativi dei virus:
1. ICTV (International Committe on Taxonomy of Viruses) che classifica i virus in:
- Ordine (-es)
- famiglia, (-viridae)
- sottofamiglia, (-virinae)
- genere, (-virus)
- specie (o quasi specie per i virus a RNA, in quanto variano molto rapidamente).
Ad oggi sono stati identificati 7 ordini, 90 famiglie, 20 sottofamiglie, 400 generi e 3000 specie.

I virus che hanno un genoma a singola


elica a polarità positiva significa che l’RNA
una volta entrato nella cell funge da mRNA
I virus che hanno un genoma a polarità
negativa è un genoma che per essere
espresso deve essere copiato in un RNA a
polarità positiva

La classificazione avviene in base alle


caratteristiche strutturali delle particelle
virali e sulla sequenza degli acidi
nucleici, oltre che alle caratteristiche
biochimiche, alle malattie, al tipo di
trasmissione, alla cellula ospite (spettro
d’ospite) e al tessuto o organo
bersaglio (tropismo).
Virus a DNA:

rivestiti
Con capside nudo

Pox: virus del


vaiolo, virus Hepadana: a DNA Adeno virus:
Herpes: es: herpes
del mollusco con l’envelope; Polioma o papilloma virus a DNA
simple di tipo 1 e 2; Parvo virus:
contagioso es: virus virus; sono virus a lineare a
virus di epstein var DNA a singola
dell’epatite b DNA circolare doppia elica
(mononucleosi elica; virus della
doppia elica
infettiva); virus quinta malattia
(verruche)
della varicella

NUDO ENVELOPE ENVELOPE ENVELOPE

(ascolta 30 minuti audio 3)


Classificazione di Baltimore ha scoperto l’enzima trascrittasi inversa presente nei retrovirus.
Il cuore di questa classificazione è l’espressione del genoma virale quando il virus entra nella
cellula. Sistema di classificazione diverso dall ICTV, si basa solo sulla strategia replicativa. I virus
sono classificati in 7 classi (in base alla tipologia dell’acido nucleico e come viene espresso).
- Virus della classe 1 e 7 sono a DNA a doppia elica e per essere espressi il DNA deve trascrivere
un mRNA;
- Virus della classe 2 sono a DNA a singola elica che per iniziare la trascrizione del proprio genoma
devono passare attraverso un intermedio di DNA a doppia elica, questo significa che il DNA di
questi virus non può trascrivere direttamente l’RNA, bensì deve essere copiato da una DNA-
polimerasi in un’elica complementare per dare origine a un DNA a doppia elica; solo in questa fase
questo DNA a doppia elica intermedio può trascrivere mRNA dando origine all’espressione dei geni
virali;
- Virus classe 3, hanno un genoma a RNA a doppia elica (come reo virus) e una volta entrati nella
cellula devono trascrivere l’RNA in mRNA;
- Virus classe 4, presentano RNA a singola elica a polarità positiva che, una volta dentro la cellula,
vengono utilizzati come mRNA senza bisogno della trascrizione;
- Virus classe 5, presentano RNA a singola elica a polarità negativa, una volta dentro la cellula,
affinchè inizi la trascrizione, l’RNA deve essere copiato in un RNA complementare a polarità
positiva, che fungerà da mRNA.
- Virus classe 6 (retrovirus), presentano RNA a singola elica a polarità positiva, questi non fungono
subito da mRNA come i virus della classe 4, ma, una volta dentro la cellula, viene copiato dall’
enzima trascrittasi inversa che si portano nella particella virale, in un DNA a doppia elica che si
integra poi nel genoma della cellula, potendo trascrivere l’mRNA messaggero e dare inizio al ciclo
replicativo.
Struttura del Virione=> consiste di un genoma di acido nucleico rinchiuso in un rivestimento proteico
(capside) o in un pericapside (envelope)
I virus di importanza clinica variano dai 18nm ai 300 nm.
Genoma virale:

 DNA:
- singolo filamento o doppio filamento
- Lineare o circolare
 RNA:
- RNA+ o RNA-
- Singolo filamento, doppio filamento o ambisenso
- Unica molecola o segmentato
Capside:
- Simmetria icosaedrica (12 lati di tipo triangolare)
- Simmetria elicoidale: le proteine formano strutture tubulari, virus del mosaico del tabacco,
ebola virus, stomatite vescicolare, rabbia
Le particelle virali acquisiscono l’envelope tramite un processo di gemmazione dalla membrana cell
in zone della membrana in cui le glicoproteine virali espresse si sono inserite e quindi i capsidi
fuoriescono gemmando e danno origine alle particelle virali.
Replicazione virale: (Quello che differenzia sono la strategia replicativa)
I virus aderiscono alla cellula attraverso il riconoscimento di recettori (proteina cell che riconosce le
proteine virali) ed entrano per endocitosi, se si tratta di virus a capsula nudo, se invece possiedono
l'envelope dopo l’adesione si ha una fusione dell’ envelope con la membrana cellulare e il capside
viene rilasciato nel citoplasma.
Il secondo passaggio comprende la scapsidazione, ovvero, l’acido nucleico, per essere espresso e
potersi duplicare deve essere messo a nudo, ad opera di proteasi, le proteine del capside vengono
degradate e l’acido nucleico viene messo a nudo.
Per i virus a DNA, l’acido nucleico va nel nucleo dove inizia a duplicarsi, trascrivono l’RNA che va
nel citoplasma, traduce le proteine e queste, successivamente, si assemblano dando origine alle
particelle virali.
Per i virus a RNA, la maggior parte del ciclo replicativo avviene nel citoplasma, in cui, se abbiamo
un RNA a polarità positiva, verrà immediatamente tradotto dalle proteine, se invece abbiamo un
RNA a polarità negativa viene convertito in RNA a polarità positiva e poi tradotto nelle proteine.
Dopo la scapsidazione abbiamo, quindi, l’espressione del genoma virale e quindi la sintesi delle
proteine capsidiche e a seguire la replicazione del genoma (differente a seconda che sia a DNA o
RNA) e successivamente l’ultima fase, ovvero, l’assemblaggio.
L’assemblaggio è reso possibile dal fatto che le proteine strutturali formano capsidi vuoti all’interno
del quale si inserisce l’acido nucleico di nuova sintesi, poi, se le particelle virali sono nude si
accumulano nella cellula e vengono rilasciate per lisi della cellula, se invece hanno l'envelope, lo
acquisiscono attraverso il processo di gemmazione della cellula.
CICLO REPLICATI VIRALE: il virus entra nella cell e viene scapsidato. Abbiamo un periodo di
latenza a cui segue un periodo in cui le particelle virali vengono espresse e assemblate, rilascio
delle cell e crescita esponenziale.
Riconoscimento sulla cell bersaglio avviene tramite riconoscimento di proteine virali nell’envelope o
nel capside con recettori cell per HIV (la molecola cd4), una volta che ce il legame le glicoproteine
cambiano conformazione e fanno avvicinare le 2 membrane (dell envelope e della cell) e abbiamo la
fusione delle membrane.
Quindi l’ingresso puo avvenire per fusione (HIV); mentre quelli che hanno l envelope entrano nella
cell si legano al recettore e vengono internalizzati per endocitosi, solo quando questi virus si trovano
nell endosoma che acidifica il pH e ciò causa un cambiamento conformazionale delle proteine
dell’envelope e quindi fusione e rilascio del capside nel nucleo.
Scapsidazione=> degradazione delle proteine ad opera di proteasi
Nei retrovirus la particella virale è associata all’enzima trascrittasi inversa e l’RNA viene copiato in
DNA formando una molecola ibrida di DNA poi viene degradato e poi la trascrittasi copia il DNA e
viene copiato in un DNA a doppia elica e entra nel nucleo e si integra in un cromosoma cellulare e
questa integrazione è resa possibile dall’enzima integrasi.
Il genoma una volta entrato deve essere trascritto in mRNA ad opera delle polimerasi cellulari;
mRNA escono dal nucleo vanno nel citoplasma e vengono tradotti.
I retrovirus codificano delle poliproteine che devono essere tagliate nelle singole proteine a opera
della proteasi virale.
Le proteine virali si assemblano a formare dei capsidi le proteine dell’envelope si inseriscono nella
membrana cell e le molecole di RNA trascritte fungono da genomi cell e incorporate nelle particelle
virali che vengono rilasciate tramite un processo di gemmazione.
Proprietà dei virus a DNA replicano nel nucleo della cell perché ce la DNA polimerasi, enzimi,
nucleotidi.
Replicazione del virus a DNA
Replicazione dei picornavirus: immediatamente tradotti nelle proteine perché l’RNA funge da mRNA
e le poliproteine sono tagliate da proteasi che si assemblano. L’RNA virale viene copiato in RNA a
polarità negativa e poi a polarità positiva e quindi abbiamo i genomi che si associano in particelle
virali e fuoriescono per un processo di lisi.
I Rhabdovirus=> genoma a polarità negativa deve essere copiato in RNA a polarità positiva che
funge da mRNA e serve anche da stampo per genomi di nuova sintesi
Quindi la replicazione causa l’EFFETTO CITOPATICO che si esplica con:
- Alterazioni morfologiche della cell (Morte della cell
- Alterazioni delle sintesi delle macromolecole cellulari
- Alterazione della composizione antigenica
- Alterazione del controllo della proliferazione cellulare
Per osservare gli effetti dei virus sulla cell si usano colture cell (dentro una cappa sterile).

Esito dell’infezione virale in un ospite: cosa succede dopo la trasmissione del virus ad un individuo
non infettato?
La trasmissione del virus dipende:
- Dose
- Capacità infettiva
- Virulenza
Deve trovare un sito di ingresso e cell che consentono di legarsi al recettore e moltiplicarsi. Poi puo
diffondere nelle cell vicine
La Diffusione del virus puo essere:
1. LOCALIZZATA: si propaga solo alle cell vicine
2. GENERALIZZATA: tramite sistema nervoso, linfatico, circolatorio raggiunge altri organi o
tessuti
Diffusione del virus in una infezione localizzata=> il virus viene trasmesso da un sogg a un altro, il
virus entra nella cell si replica e viene rilasciato per lisi o per gemmazione. Di solito il sito di ingresso
è anche il luogo della manifestazione (es: verruca infezione causata da cell epiteliali della cute e
delle mucose causata da un papilloma virus).
Diffusione da una cell a un’altra avviene per via extracell (la cell infettata scoppia libera virioni), via
intracellulare (fusione) oppure tramite cell che migrano localmente (come linfociti o macrofagi).
Quindi quando l’infezione è localizzata il sito d’ingresso coincide con l’organo bersaglio (es
rhinovirus, virus influenzali, rotavirus nel tratto gastroenterico)
LA diffusione sistemica: dal sito d’ingresso (da una infezione primaria si diffonde ad altri organi o
tessuti) attraverso il sangue (viremia) es. virus del morbillo
Oppure diffonde attraverso i nervi (es virus della rabbia).
Diffusione del virus Diffusione del virus
attraverso sangue durante attraverso i nervi durante
infezione generalizzata infezione generalizzata

Es: virus della rabbia che infetta i nervi e


poi arriva al SNC dove si replica; oppure
virus erpetici che infettano le cell epiteliali
della cute e delle mucose infettano le
terminazioni dei gangli periferici,
ripercorrono i nervi poi permangono nel
corpo cell del neurone in forma latente
(possono riattivarsi quindi si formano
particelle virali che ripercorrono i nervi e
infettano le cell epiteliali dando una lesione
recidivante oppure se la riattivazione è
elevata il virus puo arrivare al cervello e
dare encefalite.

Virus nell organo bersaglio ci possono essere lesioni:


- Organo-bersaglio dovute alla replicazione del virus nelle cell
- Sintomi generalizzati, infiammatori
- Sovrapposizione di infezioni batteriche
L’organo bersaglio puo essere raggiunto tardivamente (da quando entra a quando arriva all’
organo=>periodo di incubazione) e causa la malattia ed è variabile questo periodo (a seconda
dell’ospite…)
IL feto come organo bersaglio: viene raggiunto dalla via circolatoria trans-placentare che ha
un’infezione tipo CMV e rosolia presi durante la gravidanza.
Una volta che i virus si sono replicati nell’ospite (che ha un sistema immunitario) e prima che il
sistema immunitario porta alla guarigione dell’ospite il virus viene rilasciato nell’ambiente esterno e
trasmesso ad altri tramite via respiratoria o alimentare, sangue, latte materno, rapporti sessuali.
Il nostro sistema imm riconosce in maniera aspecifica attraverso barriere naturali, ed è deputato a
produrre risposte immunospecifiche per eliminare l’agente estraneo.
Il riconoscimento da parte delle cell del sistema immunitario avvengono tramite sequenze comuni
presenti sul DNA virale o batterico che innescano l’attivazione della risposta immune.
Le cell importanti sono le cell dendritiche che riconoscono e fagocitano una particella virale e
degradarla (soprattutto le componenti proteiche e presentare queste componenti proteiche a
effettori secondari del sistema immunitario. Quando la cell dendritica riconosce il virus si attiva
tramite i recettori e produce una serie di citochine infiammatorie che proteggono parzialmente le cell
bersaglio dall’infezione virale e richiamano in loco tutti gli altri fattori importanti per la prima fase
delle risposte immunitarie (es. macrofagi). Quindi attraverso questo rilascio di citochine
infiammatorie vengono richiamate delle cell deputate alla risposta anticorpale e cellulare virus
specifica. Le cell dendritiche migrano negli organi linfoidi e presentano sequenze peptidiche in
associazione con le molecole MHC di classe 2 ai linfociti cd4 che vengono attivati a proliferare e a
produrre una serie di citochine infiammatorie che da un lato potenziano l’attività dei linfociti B a
produrre anticorpi dall’altro richiamano altre cell del sistema immunitario e potenziano l’attività dei
linfociti Cd8 (cell che circolano nel sangue e che riconoscono le cell infettate perché queste cell
infettate esprimono sulla superficie delle sequenze peptidiche virali e questo riconoscimento attiva il
linfocita Cd8 che diventa citotossico ed elimina le cell infettate.
Dal momento dell’infezione virale abbiamo una risposta iniziale innata data dall’attivazione delle cell
infettate e a una risposta citochinica importante per controllare la replicazione nel sito di ingresso,
per attivare le cell effettrici del sistema immune (NK) e attiva la risposta citotossica e anticorpale.,
poi tenderà a spegnersi.
Alcune infezioni virali attivano dei meccanismi immunologici per riconoscere e eliminare il virus, però
se la risposa immune è eccessiva diventa dannosa e comporta la comparsa della sintomatologia.
L’esito dell’infezione dipende dalle caratteristiche del virus ma anche dalle capacità dell’ospite di
difendersi.
L’infezione puo essere:
- Abortiva=> virus entra ma non si replica
- Citolitica=> porta a lisi la cell (morte)
- Persistente=> che puo essere produttiva (virus continua a replicarsi Es. virus dell’epatite b-c)
latente (il virus non esprime i propri geni); trasformante (processo di oncogenesi cell e porta
alla immortalizzazione della cell)
La malattia puo essere causata da danni diretti del virus sulle cell dell’organo bersaglio oppure un
danno indiretto che è dovuto a un’eccessiva risposta immunitaria verso il virus.
Infezione acuta a risoluzione benigna (malattia che viene risolto dal sistema immunitario e
nell’ospite non ci sono piu tracce di virus)
Infezione acuta con risoluzione benigna Guarigione però puo essere che in alcune particelle virali
puo persistere nel SNC a distanza di anni da una complicanza
Infezioni latenti (come varicella che danno un’infezione acuta primaria con risoluzione benigna e
instaurano un’infezione latente nei neuroni e possono restare cosi o riattivarsi.
Infezioni persistenti con continua produzione virale come l’epatite b.
Infezioni causate da retrovirus (HTLV 1 ) la malattia grave avviene tardivamente
Infezioni lente l’infezione primaria è inapparente dopo anni abbiamo l’esordio delle malattie
Prioni: no virus, no batteri ma
proteine infettive

Patologie associate: malattie


neurodegeneraticve che
portano alla formazione di
questi vacuoli a livello del SNC.

La latenza puo essere la riattivazione dell’infezione erpetica o dovuta a un trauma o immuno


disregolazione, cambiamenti fisici, immunosoppressione.
Le infezioni erpetiche si possono riattivare e quindi i virus dal ganglio si riattiva e vengono prodotte
particelle virali, ripercorrono il nervo in senso centrifugo e vengono rilasciate a livello delle
terminazioni nervose e infettano le cell epiteliali.
Virus oncogeni=>associati all’insorgenza del tumore sono il 25%.
Ad oggi conosciamo un ruolo importante dei virus nello sviluppo dei tumori epatici e cervicali o ano-
genitali.
Le normali cell hanno poche mitosi, il controllo della proliferazione cell è regolato da fattori di
crescita e dai geni tumor suppressor genes
Mentre le cell tumorali hanno una crescita incontrollata delle cell e hanno una diversa morfologia.
Perdita di inibizione da contatto, aumento di fattori di crescita, aumento dei protoncogeni (che
favoriscono la proliferazione).
Virus oncogneni: i virus che instaurano infezioni persistenti (non controllata dal sistema immune),
queste infezioni possono portare attraverso l’espressione di alcune proteine virali alla disregolazione
cellulare e all’immortalizzazione della cell. Es alcuni papilloma virus, polioma virus.
Il virus rende la cell immortale (prolifera in maniera incontrollata).
La cell sta in fase quiescente o cresce in maniera equilibrata (p53, RB=> proteine che arrestano il
ciclo cell); i fattori di crescita sono le proteine che mandano la cell in mitosi. Durante un infezione
virale virus diversi agiscono con meccanismi comuni inattivano RB e p53 e prevale l’attività dei
fattori di crescita e quindi la cell cresce in maniera incontrollata.
Molti virus attivano i fattori di crescita e modulano la trascrizione cellulare e l’espressione genica, da
una parte bloccano l’attività degli oncosopressori dall’altra attivano molti geni importanti per la
proliferazione.
I meccanismi sono diversi: attraverso appaiamenti con RNA oppure modificazioni epigenetiche del
DNA; sinergizzando tra loro. Ciò determina:
- Inibizione dell apoptosi
- Disgregolazione del ciclo cell
- Blocco dell’invecchiamento cell
- Instabilità genetica
- Promozione della angiogenesi (formazione di vasi)
- Accumulo di mutazioni
Il virus quindi puo dare infezione litica che porta a morte della cell , oppure infezione persistente o
latente; persistente che porta a un tumore
La natura dell'infezione è determinata anche dalle caratteristiche della cellula infettata:
-Cellula non permissiva=> non permette la replicazione di un particolare ceppo virale (perche non
ha tutti i fattori trascrizionali, infezione latente.)
-Cellula permissiva= fornisce il complesso biosintetico per sostenere l'intero ciclo replicativo virale.
-Cellula semi permissiva= può essere in grado di sostenere alcune, ma non tutte, le fasi della
replicazione virale.
Trasmissione virale può avvenire tramite via: respiratoria, oro-fecale, per contatto diretto (lesioni,
saliva, oggetti, rapporti sessuali), parenterale(sangue), zoonosi (animali, insetti), trasmissione
materno-fetale, genetica, trapianti d'organo.

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