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Il metateatro di Plauto è un'importante caratteristica presente nelle sue commedie.

Plauto è considerato uno dei più grandi autori del teatro latino e visse nel II secolo a.C.
Le sue opere rappresentavano la vita e la società dell'epoca romana e spesso si
basavano su fonti greche, ma erano adattate al pubblico romano.

Il metateatro è una tecnica in cui il teatro stesso diventa soggetto di rappresentazione.


Plauto utilizzava questa tecnica per coinvolgere il pubblico nella trama e per far riflettere
sugli elementi teatrali stessi. Ad esempio, nei suoi giochi di parole e nei suoi scambi di
battute, Plauto spesso faceva riferimento alle strutture teatrali, come gli attori, i
personaggi, le scenografie e persino il pubblico.

In molte delle sue commedie, Plauto introduceva personaggi che si rivolgono


direttamente al pubblico e che commentano o giudicano il loro stesso ruolo nella messa
in scena. Questi personaggi rompevano la quarta parete e spesso facevano ironia sui
cliché teatrali o facevano scherzi sulle convenzioni dei generi teatrali.

Inoltre, il metateatro di Plauto veniva spesso usato per creare un senso di satira sociale o
politica. Attraverso i suoi personaggi e le sue trame, Plauto metteva in luce le
contraddizioni e gli ipocrisie della società romana e criticava i suoi difetti. Utilizzando la
commedia come strumento, Plauto era in grado di rendere socialmente accettabile la
critica al sistema esistente.

In sintesi, il metateatro di Plauto era un modo per coinvolgere il pubblico e riflettere


sugli elementi teatrali stessi. Questa tecnica era usata per creare situazioni comiche,
ironizzare sul teatro stesso e criticare la società romana. Il metateatro di Plauto ha avuto
una grande influenza sulla tradizione teatrale occidentale e ha contribuito a stabilire la
commedia come strumento di critica sociale.

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