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Motivazione

Motivazione-> condizione che determina la direzione e l’intensità del comportamento. È


sperimentata come un desiderio conscio. Le motivazioni base come la sete e la fame derivano in
larga parte dall’eredità biologica e rivelano principi generali si come la motivazione e la ricompensa
intervengono a guidare il comportamento.

È possibile distinguere:
- MOTIVAZIONE DA INCENTIVAZIONE: Tipicamente associata ad un affetto: si intende
l’intera gamma di esperienze cosce di piacere e dispiacere. Per guidare le azioni future, gli affetti
devono essere appresi, ricordati, e attribuiti a oggetti/eventi rilevanti, in modo che questi assumano
la salienza incentivante: cioè si associno a un effetto anticipato, che cattura l’attenzione e guida il
comportamento di ricerca.
Il sistema dopaminergico sembra essere alla base della motivazione da incentivazione: l’attivazione
di questi neuroni, tramite droghe o stimolazione cerebrale, provoca un aumento della motivazione
per incentivi sia naturali sia artificiali.
- MOTIVAZIONE DA RICOMPENSA: Il sistema di ricompensa è un gruppo di strutture neurali
responsabili della motivazione, dell'apprendimento associativo, e delle emozioni positive, in
particolare quelle che coinvolgono il piacere come componente fondamentale (ad esempio, gioia,
euforia ed estasi).

Livelli di motivazione
La motivazione prevede la presenza di livelli di complessità ordinati in modo gerarchico:
1. Riflessi: l sistema più semplice di risposta dell' organismo come reazione a stimoli esterni o
interni. Sono meccanismi innati, automatici e involontari, determinati e regolati da dispositivi
neurofisiologici a base genetica. Svolgono una funzione di difesa (bisogno di protezione) nei
riguardi di stimoli nocivi (es, riflesso di ritrazione), o una funzione di regolazione che ha lo scopo
di riportare l'organismo al suo equilibrio, quindi utili all’omeostasi: insieme dei processi funzionali
a conservare nel tempo uno stato di equilibrio interno, o a ripristinarlo in caso di squilibrio
momentaneo.

2. Istinti: sequenze congenite, fisse e stereotipate di comportamenti specie-specifici su base


genetica in relazione a date sollecitazioni ambientali. Gli studi etologici (Lorenz) categorizzarono
gli istinti come predisposizioni istintive in grado di attivare specifici programmi motori di attacco (o
di difesa) a seguito della comparsa di uno stimolo scatenante con funzione di segnalazione. Lorenz
coniò anche il termine imprinting, per segnalare e la predisposizione istintiva del neonato a seguire,
subito dopo la nascita, qualsiasi oggetto in movimento che emetta un richiamo definito
(comportamento di attaccamento). Nell'ambito dell'etologia, la nozione di istinto è un processo
articolato che, pur avendo una base genetica, può essere modulato dalle condizioni ambientali.

3. Bisogni e pulsioni: Il primo indica una condizione fisiologica di carenza e necessità (fame, sete,
sesso ecc.). Il secondo esprime uno stato di disagio e di tensione interna che l'individuo tende a
eliminare o, quanto meno, a ridurre, qualora i bisogni non siano soddisfatti.

4. Motivazioni primarie e secondarie: le prime sono connesse con i bisogni fisiologici, mentre le
seconde fanno prevalente riferimento ai processi di apprendimento e di influenzamento sociale. Tale
distinzione non va intesa in modo dicotomico, poiché le prime sono in buona parte influenzate
dall'esperienza personale e, per diversi aspetti, sono regolate da processi mentali. Parimenti, anche
nelle motivazioni secondarie assumono importanza specifici fattori biologici nei processi di
ricompensa o di rigetto di determinate situazioni. Per esempio, dall'attività del pescare associata
alla necessità di procacciarsi il cibo per soddisfare la fame (motivazione primaria) si è sviluppato
progressivamente nel tempo il piacere di pescare in sé, con lo sviluppo di tecniche sempre più
sofisticate (motivazione secondaria.
Gerarchia delle motivazioni
Maslow ha proposto una piramide motivazionale, costituita da una gerarchia
dei bisogni in base alla quale alcuni bisogni devono essere soddisfatti prima
che altri possano essere presi in considerazione. Vi sarebbe un ordine nella
sequenza dei bisogni, poiché la soddisfazione dei bisogni più elementari è la
condizione per l'emergere dei bisogni più evoluti.
Secondo Maslow, i bisogni dei primi gradini della piramide sono bisogni di
carenza, in quanto cessano soltanto con il loro appagamento; per contro, i
bisogni dei gradini successivi sono bisogni di crescita, che continuano a svilupparsi mano a mano
che sono soddisfatti.

Teoria sulla motivazione


Teorie pulsionali Teorie da incentivazione
Pongono l’accento sul ruolo di fattori Pongono l’accento sul ruolo di fattori esterni o degli oggetti
interni sulla motivazione: per motivazioni del desiderio: cibo, bevante, partner sessuali, sono incentivi
come il sesso o l’aggressività, i fattori -> gli incentivi possono essere:
pulsionali sembrano essere meno legati a - rinforzi primari: agiscono come ricompensa
bisogni strettamente fisiologici. indipendentemente dall’apprendimento precedente;
- rinforzi secondari: hanno ottenuto in parte il ruolo di
rinforzo tramite l’apprendimento della loro relazione tra gli
eventi (soldi, buon livello scolastico).

-> Teoria biologica: Gli aspetti biologici rappresentano condizioni necessarie ma non sufficienti
per spiegare condotte motivazionali dell'individuo: non si tratta solo di valori omeostatici da
mantenere.

-> Il comportamentismo propose un modello esplicativo dei bisogni degli individui fondato
sull'interazione fra pulsione e abitudine. La pulsione, che nasce da una condizione di carenza per
la comparsa di un bisogno, fornisce la spinta propulsiva e determina una condizione di attivazione
nell'organismo. Quest'ultima serve a mantenere un livello ottimale di stimolazione per rispondere in
modo efficiente agli stimoli. In particolare, serve a raggiungere una certa meta (oggetto del bisogno)
o a evitare una condizione frustrante (fonte di spiacevolezza). L'elaborazione delle pulsioni
secondarie avviene per apprendimento, grazie all'associazione, secondo i principi del
condizionamento classico e operante. L'associazione ripetuta fra pulsione e risposta crea
nell'individuo un'abitudine che serve a dare direzione al comportamento e rende prevedibile la
condotta opportuna per soddisfare o ridurre il bisogno in oggetto. Certe situazioni ambientali
diventano incentivi grazie all'associazione ricorrente con le proprie esperienze gratificanti
(piacevolezza) o di insoddisfazione (spiacevolezza).

-> La prospettiva cognitivista ribalta il punto di vista comportamentista sottolineando fin da subito
che le motivazioni e i bisogni cambiano in rapporto alla quantità e qualità delle informazioni
provenienti dall'ambiente che l'organismo è in grado di elaborare. l'attenzione è focalizzata sui
processi cognitivi sottesi all'individuazione e alla definizione delle mete da raggiungere, alla
valutazione delle probabilità di riuscita (successo) o di fallimento (insuccesso), alla modificazione
progressiva degli scopi in funzione delle informazioni a disposizione in quel momento, alla
valutazione degli esiti della propria condotta, nonché all'assunzione di una prospettiva temporale
ancorata al futuro piuttosto che al passato. Secondo il cognitivismo, gli individui tendono a
raggiungere il successo e a evitare l'insuccesso. Il successo è dato dall'interazione fra la
motivazione, l'incentivo rappresentato dal suo ottenimento e la probabilità di ottenerlo.
La prospettiva cognitivista, inoltre, fornisce elementi utili per spiegare l'induzione di bisogni nuovi
negli individui-> es, la tecnologia digitalizzata crea in continuazione nuovi bisogni per rispondere a
standard di vita sempre più elevati.

-> Secondo il punto di vista interazionista, le motivazioni sono suscitate, alimentate e regolate
dalle interazioni con gli altri. I rapporti interpersonali assumono un ruolo fondamentale
nell'orientare la manifestazione e il soddisfacimento delle motivazioni primarie. Parimenti, le
motivazioni secondarie (affiliazione e attaccamento, potere, competizione, successo ecc.) sono
sostenute e governate dai giochi relazionali che si creano all'interno di una data comunità. Nello
scambio continuo di mosse e contromosse fra gli individui, alcune condotte sono rafforzate e
valorizzate in quanto degne di interesse, mentre altre sono disincentivate o anche apertamente
respinte. Ogni individuo, quindi, è portato ad agire in un certo modo piuttosto che in un altro in
funzione della rete relazionale in cui è inserito.

-> Teoria dei bisogni di David McClelland: egli ha ha individuato tre grandi costellazioni di
motivazioni secondarie che caratterizzano la nostra esistenza:
1. Bisogno di affiliazione: consiste nel ricercare la presenza degli altri per la gratificazione
intrinseca che deriva dalla loro compagnia e dalla sensazione di far parte di un gruppo. Gli individui
motivati dall'affiliazione hanno un forte senso di appartenenza al gruppo e riservano una quota
rilevante di risorse per la cura delle relazioni sociali. Sono propensi a evitare le critiche e le
situazioni di conflitto. Vanno alla ricerca di legami profondi di intimità e di amicizia e, per
mantenere tali legami, sono disposti ad assumere posizioni stabili di accondiscendenza e
acquiescenza.
-> Bisogno di attaccamento: Come esito di un valido processo di attaccamento con la figura di
accudimento si hanno la sicurezza, l'autonomia, la capacità di stabilire e mantenere relazioni e
legami solidi con altri, nonché il senso di appartenenza al proprio gruppo.
-> Comportamento prosociale e altruismo: il comportamento prosociale è alla base della relazione
di aiuto, della cooperazione e della condivisione delle esperienze. Si manifesta nella capacità di
collaborazione, nella ricerca di compagnia, nella relazione di aiuto e di supporto verso altri, nello
stabilire e mantenere buoni rapporti di amicizia. Un comportamento prosociale è l’altruismo, che
può essere spontaneo: quando l'azione di un individuo genera un incremento significativo di
vantaggi per gli altri, compresi estranei e sconosciuti, anche a fronte di un costo personale; o
reciproco: quando un individuo presta aiuto a un altro a condizione di essere ricambiato.

2. Bisogno di successo: motivazione a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di


affermazione e di eccellenza. Chi ha un elevato bisogno di successo tende ad assegnarsi scopi
impegnativi ma realistici. Ha una buona conoscenza delle proprie risorse e dei propri limiti; nello
stesso tempo, ha l' esigenza di ottenere il massimo e di ottimizzare le potenzialità a sua
disposizione. Il bisogno di successo è collegata alla motivazione al lavoro e all’autorealizzazione.

3. Bisogno di potere: esigenza di esercitare (ovunque sia possibile) la propria influenza e il proprio
controllo sulla condotta di altre persone.

É possibile inoltre distinguere tra:


- Motivazione intrinseca: consiste nello svolgere un'attività perché è gratificante per se stessa;
risulta essere più duratura e più efficace di quella estrinseca ed è strettamente associata al senso di
autoefficacia.
- Motivazione estrinseca: consiste nel compiere la medesima attività per conseguire qualcos'altro
(ricevere un premio).

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