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Microstrutture di non equilibrio degli acciai :

Curve TTT e Curve CCT

Riferimenti per testo e figure da


aggiornare

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INTRODUZIONE

Nella lezione precedente abbiamo visto


quali sono le microstrutture di equilibrio
degli acciai; cioè quelle che si ottengono
se un acciaio viene raffreddato in
condizioni di equilibrio ossia con
raffreddamenti estremamente lenti.
In questa lezione dobbiamo capire
quali sono le microstrutture che si
formano quando gli acciai non
vengono raffreddati in condizioni di
equilibrio (cioè praticamente sempre).

NB: trasformazioni dell’austenite al raffreddamento: parto sempre


da austenite ossia da T>Acm o T> A3
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Perché ci interessano queste trasformazioni di microstruttura di non
equilibrio?
Perché esse influenzano e determinano le proprietà meccaniche degli acciai e
quindi, sapendo in quali condizioni si formano (ossia da quali parametri dipendono)
noi siamo in grado di MANIPOLARE LE PROPRIETA’ MECCANICHE degli acciai
facendo TT opportuni che mi consentano di ottenere dall’acciaio
microstrutture tali da esaltarne alcune proprietà.
Le microstrutture che si ottengono in seguito a
raffreddamento completo dipendono dalla velocità
di raffreddamento dell’acciaio.
In particolare all’aumentare della velocità con cui
raffreddo un acciaio le temperature a cui iniziano
a formarsi le fasi (ferrite o cementite o anche i
costituenti quali la perlite) si abbassano rispetto
a quelle che leggo per ogni acciaio dal
diagramma di stato (esempio eutettoidico a lato).
Al ridursi della temperatura in cui si vengono a
formare le fasi la morfologia di queste stesse
fasi cambia, cosicché a raffreddamento ottenuto
cambiano le caratteristiche meccaniche.

Inoltre esiste una velocità detta Vi per la quale


l’austenite si trasforma solo in parte ad alte T, e la
austenite non trasformata si trasforma in martensite T*
al raggiungimento di una T* più bassa. Oltre Vs
l’austenite rimane inalterata fino a T*. 3
Come si è fatto a capire l’effetto della velocità di raffreddamento sulla
microstruttura?
Si sono austenitizzati una serie di provini dello stesso acciaio ( cioè si sono mantenuti nel proprio
campo di austenitizzazione per un certo tempo fino ad avere una struttura completamente
austenitica) e poi si sono raffreddati ciascuno con velocità di raffreddamento diverso ( es,un provino
l’ho raffreddato naturalmente in aria, uno l’ho raffreddato in forno lentamente, uno in forno più
velocemente, uno in olio, uno in acqua) e poi si sono analizzati al microscopio (ottico, a scansione in
trasmissione).

Cosa si è ottenuto?
Si sono ottenute strutture diverse in
relazione alla differente velocità di
raffreddamento. In prima
approssimazione diremo che si sono
ottenute strutture sempre più fini e
più indurenti all’aumentare della
velocità di raffreddamento.

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Le microstrutture di non equilibrio si ottengono anche mediante esperimenti isotermi.

N.B Definisco:
Cioè austenitizzo un campione e sottoraffreddamento= Taust-Tmantenimento isotermo
molto rapidamente lo porto e lo ( sottoraffreddamento aumenta se T mantenimento scende) es
sottoraffreddamento in d,c,b,a
mantengo a temperature T sottoraffreddamento=T mantenimento isotermo es T in a,b,c,d,
all’interno di un determinato
campo di stabilità (che leggo dal
diagramma di stato, per esempio il
campo di stabilità ustenite-ferrite o
austenite cementite o quello della
perlite) per un certo tempo (tale da
consentire che possano
intervenire i processi diffusivi e
quindi le trasformazioni
microstrutturali) poi lo raffreddo in
tempo nullo ( in genere acqua) e
ne osservo la microstruttura
NB tempo nullo significa che
raffreddo l’austenite a velocità
superiore a Vs e quindi rimane
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austenite fino alla temperatura Ms
(T* della slide 3).
La temperatura di mantenimento
influenzerà il tipo di
microstruttura che ottengo? (SI;
STRUTTURE SEMPRE PIU FINI
QUANTO MAGGIORE è IL
SOTTORAFFREDDAMENTO)
Dopo quanto tempo comincia a svilupparsi la
microstruttura e quando la trasformazione è
completa per ogni T? Il tempo al quale inizia la
nucleazione (ossia la velocità di nucleazione di nuove fasi)
dipende da due fattori: dalla riduzione di energia libera del
sistema indotta dalla trasformazione isoterma e dalla mobilità
atomica. La mobilità atomica aumenta con la T di
mantenimento isotermo, la riduzione di l’energia libera
associata alla trasformazione aumenta invece al ridursi della T
di mantenimento isotermo. Dal combinarsi di questi due fattori
ne viene che il tempo a cui inizia la trasformazione prima si
riduce all’aumentare del sottoraffreddamento (controlla i tempi
di trasformazione il fattore legato alla riduzione dell’energia
libera), a temperature molto basse poi il tempo al quale inizia
la trasformazione aumenta di nuovo perché sono molto ridotti i
fenomeni diffusivi ( controlla i tempi di trasformazione il fattore Non solo, esistono poi temperature
mobilità atomica). La velocità di crescita delle fasi che hanno talmente basse per le quali i fenomeni
nucleato dipende allo stesso modo dalla riduzione dell’energia diffusivi non possono intervenire o
libera del sistema e dalla mobilità atomica per cui la intervengono per tempi lunghissimi
trasformazione si completa su tempi lunghi sia a T alte che a (austenite residua in bainite). A quelle
basse T. CURVE TTT di inizio e fine trasformazione. temperature ottengo MARTENSITE
( soluzione solida sovrassatura di C nel
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ferro α).
TAust

TAust

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Diagramma T T T per un acciaio
ipoeutettoidico. Diagramma T T T per un acciaio
eutettoidico.

A3=A1=Acm
A3

A1

Acm

A1

Diagramma T T T per un acciaio


ipereutettoidico.
Diagramma T T T per un acciaio ipoeutettoidico.

A3

A1

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Diagramma T T T per un acciaio eutettoidico.

A3=A1=Acm

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1,2% C

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La precipitazione della Ferrite dall’Austenite
(analogia morfologica con la precipitazione isoterma della cementite
dall’austenite)
Consideriamo il caso in cui un acciaio ipoeutettoidico, dopo essere stato austenitizzato, sia
mantenuto a temperature inferiori al punto A3 per un certo tempo e poi temprato in acqua (in
tempo nullo V>Vs). La microstruttura risultante è riportata nelle micrografie. Le aree bianche
sono ferrite, quelle scure sono martensite formatasi dalla Austenite che non si è trasformata in
seguito a tempra. Caso a
T mantenimento
Taust ISOTERMO
(0.2%C) Taust
(0.32%C)

Caso b
c 13
A piccoli sottoraffreddamenti sotto A3 (caso a) la ferrite cresce secondo ampie aree sui bordi di
grano dell’austenite (si parla di allotriomorfi) con interfaccia incoerente o semicoerente .
All’aumentare del sottoraffreddamento la ferrite diviene più fine e lamellare (caso b). Al
sottoraffreddamento del punto C essa diviene lamellare fine e cresce secondo una struttura detta di
Widmanstatten caratterizzata da lamelle che crescono in una direzione comune e diventano sempre
più fini all’aumentare del sottoraffreddamento (interfaccia di tipo semicoerente).

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Trasformazioni eutettoidiche

Quando l’austenite contenente intorno allo 0.8% di C è raffreddata al di sotto di A1 si


decompone nell’eutettoide cementite-ferrite, costituito da lamelle di cementite racchiuse in
una struttura ferritica. Alla microstruttura eutettoidica si da il nome di PERLITE. Cementite e
ferrite si formano sui bordi di grano dell’austenite e crescono verso l’interno del grano.

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
A piccoli sottoraffreddamenti sotto A1 nucleano pochi nuclei. A più grandi sottoraffreddamenti
nucleano moltissimi nuclei a coprire interamente i bordi dei grani austenitici che crescono formando
dei layer.
Il primo stadio prevede la formazione di ferrite o cementite. Il carbonio espulso dalla struttura ferritica
va ad accrescere le lamelle di cementite. La crescita perlitica è cooperativa tra ferrite e
cementite e richiede tempo affinche il carbonio diffonda. Lo spazio interlamellare è
inversamente proporzionale al sottoraffreddamento.

A lato è riportato un diagramma TTT


schematico per un acciaio eutettoidico.Si
nota sempre la forma a C delle curve tipica
delle trasformazioni diffusionali. Al di sotto
di 500°C interviene più facilmente un altro
tipo di trasformazione, quella bainitica che
sostituisce quella perlitica.

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
La Bainite che si forma tra 350°C e 500°C è detta Upper Bainite ed è costituita da aghi
di ferrite circondata da precipitati di cementite. Gli aghi di ferrite crescono nell’austenite
lungo i bordi di grano, ispessendosi aumentano il contenuto di carbonio nell’austenite
che li circonda fino a che la cementite può nucleare.

Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06

A più alte temperature la distanza tra gli aghi aumenta mentre a più basse
temperature diminuisce per cui essi sono meno risolvibili.
Laddove upper bainite e perlite nucleano contemporaneamente può essere
difficile individuarle microstrutturalmente. Entrambi i prodotto appaiono costituiti
da layer di ferrite e cementite, e sebbene nella bainite il layer di cementite è
discontinuo esso lo può essere anche per la perlite. La differenza tra i due
prodotti è di natura cristallografica:la bainite si crea cercando di mantenere
l’orientazione cristallografica della austenite da cui deriva mentre la perlite
no.
La Lower Bainite si forma a basse temperature. Gli aghi di ferrite contengono i
carburi finemente dispersi (come nella trasformazione martensitica che tale
trasformazione anticipa). La temperatura di transizione tra upper e lower bainite
dipende dal contenuto di carbonio in maniera complessa.
Oltre lo 0,7% di Carbonio la T di transizione è costante e pari a 350°C

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Trasformazioni senza diffusione
Uno dei più importanti processi di indurimento degli acciai è la tempra. Se l’acciaio è
raffreddato in maniera rapidissima dal campo austenitico e al di sotto di Mf non c’e tempo
sufficiente affinchè avvengano processi diffusivi e l’acciaio si trasforma in martensite.
Il termine trasformazione martensitica descrive tutti quei prodotti che si ottengono senza che
ciascun atomo si sposti di una distanza atomica ( si può spostare all’interno di una distanza
interatomica). Quindi le trasformazioni martensitiche possono riguardare tutti i metalli e le
leghe che vengono raffreddate talmente velocemente da impedire l’intervento di fenomeni
diffusionali.
Nel caso degli acciai la trasformazione martensitica fa si che tutti gli atomi di carbonio che
erano in soluzione nel ferro γ, rimangano in soluzione nella fase α. Perciò la martensite è
semplicemente una soluzione solida sovrassatura di carbonio nel ferro α.
La prima struttura martensitica si crea alla temperatura detta Ms. Ms~ 500°C in acciai a
basso tenore di Carbonio (0,2%) e si riduce all’aumentare del contenuto di Carbonio.
Per ogni temperatura al di sotto di Ms si avranno quantitativi fissi e crescenti di
martensite. La temperatura Mf corrisponde a quella temperatura per la quale il contenuto di
martensite è massimo per l’acciaio considerato (in genere si arriva al 90-95% di martensite e il
resto è austenite ritenuta, cioè non trasfomata).
Al di sotto di Mf non si può più incrementare il contenuto di martensite.

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06

placchette
aghetti

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MS e Mf si riducono all’aumentare della % C perché il Carbonio è un elemento
che stabilizza l’austenite cioè ne rende più difficile la trasformazione.

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Trattamenti Termici
Con il termine di trattamenti termici si intende un’insieme di operazioni di riscaldamento e di
raffreddamento mediante le quali vengono conferite al materiale particolari caratteristiche
meccaniche e microstrutturali. I trattamenti termici fondamentali che possono essere eseguiti
sull’acciaio sono la ricottura, la normalizzazione, la tempra e il rinvenimento ( l’insieme di tempra
e rinvenimento si chiama bonifica).
Alla base di tutti i trattamenti termici stanno le trasformazioni microstrutturali del ferro e delle
soluzioni solide Fe-C. E’ necessario conoscere accuratamente il diagramma di stato per decidere
le temperature dei TT(trattamenti termici) ma è anche necessario conoscere quali sono le
microstrutture che si formano negli acciai quando essi solidificano in condizioni di non -
equilibrio e a quali temperature intervengono tali trasformazioni di non equilibrio in
funzione della velocità di raffreddamento o riscaldamento.

Punti Critici degli acciai:


A3 = temperatura dell’equilibrio austenite ↔ ferrite (sopra A3 solo austenite)
Acm = temperatura di equilibrio austenite ↔ cementite (sopra Acm solo austenite)
A1 = temperatura al di sotto della quale non esistere austenite.

Le temperature di questi punti critici sono funzione della composizione ( vedi diagramma di stato)
ma, fissata la composizione possono variare sia in funzione della direzione della trasformazione
( riscaldo o raffreddo) sia in funzione della velocità di raffreddamento o riscaldamento.
Perciò per indicare la dipendenza di questi punti critici dalle condizioni di riscaldamento si usa
dopo la lettera A il pedice “c“ per indicare il punto critico (ossia la temperatura del punto
critico) al riscaldamento e “r” per indicare la temperatura dei punti critici al
raffreddamento. 26
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Trasformazioni dell’austenite al raffreddamento
Cosa succede quando un acciaio viene raffreddato a partire da una temperatura
superiore al suo punto A3 in condizioni di non equilibrio ( a velocità di raffreddamento
superiori a quelle considerate per la costruzione del diagramma di equilibrio)?
Questo studio si inizia sempre per semplicità considerando un acciaio Eutettoidico. Per
esso i punti A1 e A3 di equilibrio coincidono.
Si porta l’acciaio a temperatura superiore al suo punto A3 e si austenitizza cioè si mantiene
per un certo tempo a tale temperatura al fine di ottenere una struttura completamente
AUSTENITICA.
Per ogni campione di acciaio austenitizzato si adottano poi differenti VELOCITA’ di
raffreddamento. Per raffreddamenti sufficientemente lenti raggiunti i 723°C (temperatura
eutettoidica), l’austenite si trasforma completamente in perlite, siamo in condizioni di quasi
equilibrio, quindi in accordo con il diagramma di stato.
Aumentando la velocità di raffreddamento si nota che tale trasformazione ha luogo a
temperature via via decrescenti ( A3 si sta riducendo). A temperatura ambiente ottengo
ancora perlite ma le lamelle di ferrite e cementite divengono sempre più sottili e ad un certo
punto non sono più distinguibili al microscopio ottico.
Aumentando ancora la velocità di raffreddamento e arrivati a una velocità caratteristica vi
(velocità critica inferiore di tempra) accade un fatto nuovo: una parte dell’austenite si
trasforma ancora in perlite a temperature alte (600°C circa) mentre la parte rimanente
rimane inalterata fino a temperature molto inferiori (200°C circa) alle quali da origine a una
nuova fase detta martensite che può essere considerata come una soluzione solida
FORZATA di carbonio nel ferro α.
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Si dice che si ha uno sdoppiamento del punto A1 in due temperature, alla temperatura più alta si
forma perlite sempre più fine (bainite), a quella più bassa si forma Martensite. La parte di austenite
che si trasforma si riduce sempre di più all’aumentare della velocità di raffreddamento e
conseguentemente aumenta la parte che si trasforma in martensite.
Aumentando ancora la velocità di raffreddamento si raggiunge un’altra temperatura critica che
chiameremo vs (velocità critica superiore di tempra) per la quale non si ha più formazione di
bainite ma l’austenite si trasforma in martensite a basse temperature

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Es: Alla v indicata dalla linea rossa l’acciaio ipo si comporta come un acciaio
eutettoidico cioè si trasforma completamente in perlite fine/bainite

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Vi bassa significa raffreddamento lento Vi alta significa raffreddamento veloce :

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Anche per raffreddamenti continui è possibile individuare i punti di inizio e di fine
trasformazione dell’austenite utilizzando le curve CCT ( continue nella figura in
basso). Rispetto alle curve TTT ( tratto e punto nella figura in basso), le curve CCT
(curve continue nella figura in basso) sono shiftate su tempi più lunghi e su
temperature più basse di trasformazione.

Perché?
• proprio per il fatto che sto raffreddando
sto riducendo via via i fenomeni diffusivi e
quindi avrò bisogno di tempi maggiore di
inizio trasformazione rispetto al caso
isotermo.

COME SI LEGGONO le CCT ( continuous cooling transformation) e le TTT


(time temperature trasformation)? Rispettivamente con traiettorie di
raffreddamento e con isoterme.
Curve di inizio e fine trasformazione.

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Inoltre le curve CCT presentano, rispetto alle TTT, una caratteristica essenziale che è quella
dell’interruzione delle trasformazioni. Parte dell’austenite si trasforma ad alte temperature
(segmento AB), rimane poi inalterata fino a Temperature più basse (segmento BC) dove si
trasforma nuovamente in Martensite (segmento CD).
Se si segue la traiettoria da I a
II’, si ottiene a T ambiente
martensite ( la II’ indica Vs,
velocità critica superiore ossia
la condizione di raffreddamento
meno severa che consente di
ottenere la sola formazione di
martensite). Le traiettorie da N
verso O indicano che una parte
sempre maggiore di
dell’austenite si sta
trasformando ad alte
temperature, l’ austenite non
trasformata rimane inalterata
fino alla temperatura Ms alla
quale si trasforma in
martensite.
Lu ng o la tra ie tto ria V l a
trasformazione dell’austenite è
completa alle alte temperature.

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Per i raffreddamenti continui inoltre si deve considerare anche la riduzione della temperatura Ms a
basse velocità di raffreddamento.
Il carbonio manifesta l’effetto più evidente su Ms ( al crescere del contenuto di C si riduce Ms) ma
in genere tutti i principali elementi di lega (ad eccezione del cobalto) abbassano Ms.

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Per un acciaio ipoeutettoidico Ms può decrescere in funzione della velocità di
raffreddamento. La formazione di ferrite proeutettoidica comporta un arricchimento
di Carbonio nell’austenite in misura tanto più importante quanto più se ne forma.
Se la %C nell’austenite aumenta, allora Ms scende. Ms dipende infatti dalla %C 37
nell’acciaio. L’opposto si verifica per un iper eutettoidico.
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Velocità di raffreddamento

Incremento V raffreddamento (o sottoraffreddamento) : dimensione delle lamelle


scende e numero lamelle aumenta ( spazio interlamellare scende) dimensione dei grani
ferritici decresce ( crescono lungo il bordo o in forma lamellare). Al ridursi dello spazio
interlamellare e al ridursi della dimensione dei grani ferritici si osserva un incremento di
durezza.

Grano austenitico

Grani austenitici grossolani riducono la velocità critica di tempra spostando a dx le


CCT ( da verificare per ogni composizione!) e abbassano le temperature di
trasformazione di ferrite e perlite che si formano con difficoltà favorendo la temprabilità
della lega. Mentre su raffreddamenti quasi statici grani austenitici grossolani inducono
una microstruttura più grossolana dopo raffreddamento e perciò meno dura (Rif.Tisza).

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Alliganti
Nelle TTT degli acciai al carbonio nell’intorno dei 500°C si possono formano
contemporaneamente bainite e perlite [Porter-Easterling pag.334] .Negli acciai legati invece
le due curve sono separate.

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Alliganti: spostano a destra le CCT e le TTT
Rendono l’acciaio più temprabile

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Temprabilità degli acciai
Un acciaio è tanto più facilmente induribile quanto più alta è la sua tendenza a dare una
struttura completamente martensitica a velocità di raffreddamento contenute. Quanto cioè più
è bassa la sua Vs. A migliorare la temprabilità degli acciai concorrono gli elementi di
lega ( ad eccezione del cobalto) che spostano a destra le curve TTT e CCT. Diminuire la
velocità di tempra comporta numerosi vantaggi tra cui l’opportunità di temprare “a cuore”
pezzi di dimensione rilevante. La temprabilità può essere misurata dalla profondità della
penetrazione di tempra che dipende da:
•Tipo di acciaio (quindi Vs)
•Mezzo temprante ( traiettoria di raffreddamento)
•Rapporto tra superficie e volume (dimensioni)
d d
u u
r r
e e
z z
d z z
d a a
u
u
r
r
e
e
z
z L’acciaio 1 è a forte penetrazione di tempra
z
z (durezza massima e costante lungo tutto il 43
a
a diametro)
Curva di temprabilità

Il campione di
acciaio di
dimensioni
indicate viene
austenitizzato per

[mm]
30 min e poi
[mm] montato in 5 s sul
supporto in figura
e investito da un
getto d’acqua.
Dopo almeno
10min si eseguono
le indentazioni.

Traiettorie di raffreddamento
corrispondente ai punti
indicati sul provino

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Ing.Leo Paola, Metall.1, aa.05-06
Acciai Bainitici:
A differenza dei perlitici in generale hanno alta resistenza accoppiata con buona tenacità.
Per ottenere un acciaio bainitico è necessario spostare a destra le regioni di trasformazione
ferritiche e perlitiche in modo che tali fasi si formino solo per raffreddamenti molto lenti. A tale
scopo si aggiungono Ni, Cr, Mo e Mn.

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