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F.

Bonollo Dispense del Corso di Materiali Metallici (Laurea in Ingegneria Meccanica, Nuovo Ordinamento)

Trattamenti termici

Introduzione Facendo riferimento alle norme UNI (3354/70), un trattamento termico pu essere definito, a rigore, come

operazione o successione di operazioni mediante le quali una lega o un metallo vengono assoggettati, al di sotto del punto o dellintervallo di fusione, in ambiente di natura determinata, ad uno o pi cicli termici, nellintento di impartire loro determinate propriet. Per trattamenti termici si intendono quindi le operazioni termiche cui vengono sottoposti i materiali metallici allo stato solido, allo scopo di ottenere una struttura con determinate propriet fisico-meccaniche. Tali operazioni si possono in sostanza ricondurre a: riscaldamento del materiale, mantenimento dello stesso ad una temperatura opportuna e definita, raffreddamento con velocit che segue leggi opportune. Nei prossimi paragrafi verranno precisati nel dettaglio i significati e le modalit delle suddette operazioni.

Curve di Bain (o curve TTT) per un acciaio di composizione eutettoidica Lo studio sistematico della cinetica delle trasformazioni a temperatura costante (trasformazioni isoterme)

dellaustenite e delle strutture da esse derivanti si deve a Bain. Si consideri un acciaio al carbonio di composizione eutettoidica (C = 0,8%), per il quale i punti critici A3 e A1 coincidono. Si eseguano, su provini di piccole dimensioni (assimilabili ad esempio a monetine), le seguenti operazioni: riscaldamento del campione ad una temperatura prefissata, T1, superiore a 723 C (= A3 = A1), per portare lacciaio ad una struttura completamente austenitica (fig. 2.1a); trasferimento praticamente istantaneo del campione in un bagno termostatico mantenuto a temperatura T2 costante e inferiore a 723 C, per esempio in un bagno di sali fusi (fig. 2.1.1b); mantenimento del campione alla temperatura T2 per un tempo prefissato t; prelievo del campione dal bagno e immediato raffreddamento a temperatura ambiente (per esempio mediante acqua, fig. 2.1.1c) e successiva indagine strutturale per stabilire la quantit di austenite che si trasformata.

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(a) Bagno di austenizzazione T > A c3

(b) Bagno di trattamento (c) Acqua di raffreddamento isotermico T < A r1

Fig. 2.1 - Rappresentazione schematica della metodologia sperimentale per studiare le trasformazioni isoterme di un acciaio.

Ripetendo questa serie di operazioni per tempi diversi alla medesima temperatura T2 e a temperature T2 via via decrescenti possibile individuare, per ogni valore di T2, il tempo ti di incubazione della trasformazione (cio il tempo in corrispondenza al quale inizia la trasformazione) e il tempo tf al quale la trasformazione si completata.
T (C)
Austenite stabile

A C1 = A C3
Austenite instabile 665C

Pi Pf f
Perlite HV 293 HR c 31

720C

700 Tm 600

Perlite grossolana HV 170 HR c 5

i
580C

P
Strutture perlitiche

Perlite fine HV 388 HR c 41

500 "i" 400

495C

Bainite superiore HV 401 HR c 42

"f"
400C

B
Strutture bainitiche Bainite superiore HV 415 HR c 44

Ai
Austenite instabile

fine trasformazione (

f)

300

inizio trasformazione (

i)

290C

Bainite inferiore HV 555 HR c 56

M s

Bi

Bf
230C Bainite inferiore HV 578 HR c 58 180C Martensite e Bainite inferiore HV 600 HR c 60

200
50% Martensite 90% Martensite

100
Martensite HV 682 HR c 66

0
1 10

1min 10 2 10 3

1ora 10 4

1giorno

1sett.

10 5 10 6 log t (s)

Fig. 2.2 - Andamento tipico del diagramma TTT di un acciaio eutettoidico al solo carbonio (zona P = trasformazione isotermica austenite-perlite, zona B = trasformazione isotermica austenitebainite, Ms = linea di inizio trasformazione austenite-martensite, Ai = campo di esistenza dellaustenite instabile).
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Riportando in un diagramma temperatura-tempo, con il tempo espresso in scala logaritmica, i tempi ti e tf di inizio e fine trasformazione dellaustenite in corrispondenza ad ogni temperatura T2, si ottengono le due curve i ed f (fig. 2.2), dette curve di Bain o curve TTT (Temperatura-Tempo-Trasformazione). Al di sotto dellorizzontale del punto A3 (e sopra Ms, che verr definita in seguito) si hanno pertanto tre campi: un primo campo a sinistra, nel quale lacciaio ha ancora struttura completamente austenitica, per instabile, indicato con Ai; un campo intermedio compreso tra le due linee i ed f, dove lacciaio ha in parte struttura austenitica e in parte strutture derivanti dalla trasformazione dellaustenite; un terzo campo a destra, costituito esclusivamente dalle strutture prodotte dalla trasformazione dellaustenite, strutture che, al variare della temperatura T2, possono essere perlite, bainite superiore, bainite inferiore. Le due linee di inizio e fine trasformazione terminano inferiormente, in corrispondenza alla comparsa di altre due linee ad andamento orizzontale, che corrispondono alla trasformazione, non pi isotermica, della austenite in martensite. Tali linee sono identificate come Ms (martensite start) e Mf (martensite finish). La trasformazione martensitica completamente diversa dalle trasformazioni isoterme, si ha per raffreddamenti veloci del campione dal campo di stabilit dellaustenite fino a temperature T2 inferiori al valore caratteristico della linea Ms. Con riferimento alla fig. 6.2.1, in cui Ms = 220 C, un raffreddamento rapido del campione a 150 C fa s che una parte ben determinata di austenite si trasformi istantaneamente in martensite, la cui quantit non varia pi con il tempo di permanenza a 150 C. In qualche caso la parte rimanente di austenite si trasforma nel tempo in bainite (le linee tratteggiate Bs e Bf indicano rispettivamente linizio e la fine della trasformazione). Si pu anche dire che la trasformazione dallaustenite in martensite procede solo quando la temperatura si abbassa tra le due linee Ms e Mf e la trasformazione si arresta se si interrompe il raffreddamento ad una temperatura intermedia. A rigore, tale trasformazione, non essendo isoterma, non dovrebbe essere riportata sul diagramma TTT; si usa tuttavia indicare le linee Ms e Mf nel diagramma in quanto esse chiudono inferiormente il campo delle possibili trasformazioni isotermiche (cio il campo dellaustenite instabile).

Curve di trasformazione dellaustenite con raffreddamento continuo (o curve CCC) Nei trattamenti termici pi diffusi e di maggior interesse applicativo, la trasformazione dellaustenite non av-

viene a temperatura costante, ma nel corso di un raffreddamento continuo. Pertanto, nel seguire o prevedere le trasformazioni di fase, necessario fare riferimento alle curve di trasformazione anisotermica dellaustenite, cio ai diagrammi continui o curve CCC (Continuous Cooling Curves). Tali curve si ottengono segnando su ogni traiettoria di raffreddamento i punti di inizio e di fine trasformazione dellaustenite. Con riferimento ad un acciaio di composizione eutettoidica, si considerino alcune curve corrispondenti a diverse velocit di raffreddamento continuo (fig. 3.1).

Trattamenti termici
T (C) 800 Temperatura eutettoidica 700 2 6s 1 a b c 600 650C 500 O N 400 d Fine della trasformazione perlitica Inizio della trasformazione perlitica

300

Ms

200 Vs M 90 100 4
-1

3 10 10
2

2 10
3

0 10 1

10

10

10

10

tempo (s)

Fig. 3.1 - Correlazione tra il diagramma TTT e CCC di un acciaio eutettoidico

Si prenda in esame la curva 1. Dopo circa 6 s, questa curva intersecherebbe la linea che rappresenta linizio della trasformazione perlitica (TTT) nel punto a. Questo tempo infatti quello richiesto per nucleare la perlite isotermicamente a 650 C (cio alla temperatura corrispondente al punto a). Un campione che segua la curva di raffreddamento 1 rimane per a temperature superiori ai 650 C per lintero intervallo dei 6 s. Poich il tempo richiesto per linizio della trasformazione perlitica a temperature superiori a 650 C pi lungo, il campione raffreddato in modo continuo non in grado di dare inizio alla trasformazione perlitica alla fine dei 6 s. Occorre quindi un tempo maggiore perch la trasformazione possa iniziare. Dal momento che nel raffreddamento continuo un aumento nel tempo associato con una diminuzione di temperatura, il punto in cui la trasformazione inizia si trova a destra e sotto il punto a ed indicato con b. Nello stesso modo, si pu dimostrare che il punto d di fine trasformazione perlitica abbassato e spostato verso destra rispetto al punto omologo c, relativo alle curve TTT. Nel diagramma CCC preso in esame, non compare la trasformazione bainitica: ci in relazione al fatto che le linee di inizio e di fine trasformazione perlitica si sovrappongono solo in parte alla zona di trasformazione bainitica del diagramma TTT (fig. 3.1). Perci con la moderata velocit di raffreddamento caratteristica della curva 1, laustenite si trasforma completamente in perlite prima di raggiungere il campo della eventuale trasformazione bainitica. In questo caso, poich laustenite gi completamente trasformata, non si pu pi formare bainite. Viceversa, durante un raffreddamento secondo la curva 2, il campione rimane nella regione della trasformazione bainitica per un tempo troppo breve per originare una quantit apprezzabile di bainite (si tenga presente anche il fatto che la velocit con la quale si forma la bainite decresce rapidamente al diminuire della temperatura). Per quanto riguarda la posizione e la forma delle curve anisoterme in funzione del contenuto di carbonio e
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della presenza di elementi di lega nellacciaio, valgono le considerazioni gi fatte a proposito delle curve isotermiche, cio tutte le curve vengono spostate verso destra e compaiono le curve relative alla formazione della ferrite per acciai ipoeutettoidici. A titolo di esempio, con riferimento a un acciaio al carbonio di composizione eutettoidica (fig. 3.2), si considerino alcune linee corrispondenti a velocit di raffreddamento crescenti e le relative microstrutture ottenibili. La curva 1, propria di una ricottura completa, rappresenta un raffreddamento molto lento, generalmente realizzato in forno, che porta lacciaio a temperatura ambiente in circa 24 h. La trasformazione dellaustenite inizia a temperatura vicina a quella eutettoidica e la struttura ottenuta perlite grossolana, similmente a come prodotta da una trasformazione eseguita in condizioni di equilibrio. La curva 2, propria di una normalizzazione, rappresenta un trattamento termico in cui lacciaio raffreddato allaria. Si ha una velocit media di raffreddamento pi elevata rispetto alla curva 1. La trasformazione dellacciaio avviene tra 600 C e 550 C e la struttura finale ancora perlite, pi fine in confronto al caso precedente.
T (C) 800 Temperatura eutettoidica 700 ricottura completa normalizzazione 500 O N 400 Tempra in acqua 300 Ms 200 M90 100 0 10
-1

600 Tempra in olio

raffreddamento critico

perlite fine martensite e perlite 10 10


2

perlite grossolana

martensite 1

10

10

10

10

10

tempo (s)

Fig. 3.2 - Modificazione delle strutture di un acciaio eutettoidico in relazione alla velocit di raffreddamento.

La curva 3, propria della tempra in olio, rappresenta un raffreddamento con una velocit ancora pi elevata ed ottenuta mediante immersione dellacciaio appunto in olio. La microstruttura ottenuta costituita da perlite e martensite. La curva 4, propria di una tempra in acqua, rappresenta un raffreddamento con velocit cos grande che la perlite non in grado di formarsi e la struttura interamente martensitica.

Trattamenti termici

Trattamenti termici di interesse applicativo I trattamenti termici possono essere suddivisi in:

trattamenti termici per i quali si esegue un riscaldamento dellacciaio a temperatura superiore allintervallo critico A1-A3: ricottura, normalizzazione, tempra; trattamenti termici nei quali si riscalda lacciaio a temperatura inferiore ad Ac1: ricottura di addolcimento o di miglioramento della lavorabilit, rinvenimento, ecc.; trattamenti termici eseguiti allo scopo di ottenere risultati particolari: ricottura di globulizzazione o di coalescenza, tempra superficiale, tempra degli acciai austenitici, ecc.; trattamenti termomeccanici nei quali si esegue, congiuntamente al riscaldamento a temperatura sopra e sotto lintervallo critico A1-A3, dellacciaio, una deformazione plastica; trattamenti termochimici di diffusione: cementazione, nitrurazione, ecc.; tempra di soluzione di alcune leghe di alluminio. Nella descrizione dei principali trattamenti termici che segue, verranno esaminati solo gli aspetti essenziali di carattere generale, rinviando per quelli di carattere pratico ai testi specifici.

Trattamenti termici con riscaldamento a temperatura superiore allintervallo dei punti critici. Rientrano in questo gruppo alcuni tra i trattamenti termici di maggiore importanza applicativa, quali la ricot-

tura, la normalizzazione e la tempra. Nellesame dei singoli trattamenti, la curva di raffreddamento caratteristica per ognuno di essi verr sovrapposta di volta in volta al generico diagramma isotermo o anisotermo in relazione alle modalit con cui il raffreddamento eseguito.

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Ricottura Con il termine ricottura si comprendono trattamenti termici eseguiti con cicli diversi, caratterizzati da un ri-

scaldamento a temperatura elevata, dalla permanenza prolungata a tale temperatura e da un successivo lento raffreddamento. Questa definizione di carattere generale pu essere adottata per tutti i materiali metallici quando si tenga presente che lo scopo del trattamento quello di addolcire il materiale metallico, per renderlo cio pi facilmente lavorabile alle macchine utensili o per consentirne lulteriore deformazione a freddo qualora sia stato incrudito da precedenti deformazioni. Scopo della ricottura anche quello di omogeneizzare la composizione dei materiali grezzi di colata, di ottenere una determinata microstruttura con specifiche propriet fisiche e meccaniche e, nel caso degli acciai temprati, di annullare gli effetti della tempra martensitica. In particolare per gli acciai la ricottura propriamente detta o ricottura completa viene condotta secondo le seguenti modalit: riscaldamento progressivo fino ad una temperatura superiore al punto Ac3, in modo da trasformare in austenite
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qualsiasi struttura preesistente nellacciaio; mantenimento a tale temperatura per un tempo sufficiente onde assicurare che tutte le parti del pezzo si siano trasformate completamente in austenite; raffreddamento lento (in forno) in modo che tutte le trasformazioni avvengano in condizioni prossime a quelle di equilibrio, per le quali vale il diagramma Fe-Fe3C. Occorre cio, con riferimento allo schema riportato in fig. 5.1, che la traiettoria di raffreddamento, a partire da una temperatura superiore di circa 50 C ad Ac3, intersechi la curva anisoterma alle alte temperature in modo da evitare la trasformazione dellaustenite in strutture che non sono di equilibrio. In particolare, nel caso rappresentato in fig. 5.1 (preso come riferimento un acciaio ipoeutettoidico), raggiunta le temperatura corrispondente al punto x, inizia la trasformazione dellaustenite in ferrite; al punto y la restante austenite comincia a decomporsi in perlite e questa trasformazione si completa alla temperatura e al tempo corrispondente al punto z. Quindi, la struttura non subisce ulteriori trasformazioni ed a temperatura ambiente risulta costituita da ferrite e perlite. Con il raffreddamento si ottiene perci: una struttura ferritico-perlitica per un acciaio ipoeutettoidico, una struttura perlitica per un acciaio eutettoidico, una struttura cementitico-perlitica per un acciaio ipereutettoidico. Tali strutture sono in genere caratterizzate da buone duttilit e lavorabilit a freddo, qualunque sia la struttura di partenza dellacciaio.
Temperatura As A r3 A r1 F Ai A A (F-C) A Ms A Mf M log tempo
Fig. 5.1 - Rappresentazione schematica sulle curve CCC della ricottura completa di un acciaio ipoeutettoidico.

x y P z P

B B

M F+R

Trattamenti termici

5.2

Normalizzazione La ricottura completa viene sostituita molto spesso con la normalizzazione, seguita per lo pi da un secondo

trattamento termico denominato ricottura di addolcimento (vedi rinvenimento), effettuato per attenuare leccessiva durezza che si ottiene con il primo. La normalizzazione si ottiene riscaldando lacciaio ad una temperatura di una settantina di gradi al di sopra di Ac3, mantenendolo a tale temperatura per un tempo sufficiente alla completa austenitizzazione, e quindi lasciandolo raffreddare liberamente allaria. In tal modo si ottiene un acciaio a grano molto fine e regolare e nello stesso tempo si realizza un vantaggio economico in quanto si termina lintero ciclo di operazioni pi rapidamente e senza un eccessivo immobilizzo del forno. I valori del carico di snervamento, di rottura e di durezza risultano sensibilmente superiori a quelli dello stesso acciaio allo stato ricotto, specialmente quando il tenore di carbonio elevato e quando le dimensioni dei pezzi sono piccole.

5.3

Tempra La tempra consiste nel riscaldamento dellacciaio sopra il punto Ac3, nel mantenimento a tale temperatura per

un tempo sufficiente da avere a cuore struttura austenitica, quindi nel raffreddamento con velocit superiore a vs (velocit critica superiore di tempra) cos da avere a temperatura ambiente la struttura martensitica, caratterizzata, come descritto in precedenza, da grande durezza e fragilit. Le condizioni fondamentali perch un acciaio possa assumere una struttura interamente martensitica sono: la temperatura alla quale si riscalda lacciaio e il tempo di permanenza a tale temperatura devono essere in grado di garantire la completa austenitizzazione dellacciaio stesso; la velocit di raffreddamento deve essere tanto elevata da impedire le trasformazioni ad alta temperatura; la temperatura Mf deve essere superiore alla temperatura ambiente. Per evitare i fenomeni di surriscaldamento, cio di ingrossamento del grano, la temperatura alla quale lacciaio va portato prima di essere temprato (la cosiddetta temperatura di tempra) deve essere indicativamente di circa 50-70 C superiore ad Ac3 che varia col tenore di carbonio e degli elementi di lega dellacciaio. Per gli acciai ipereutettoidici, la temperatura di tempra presa solo di circa 50 C superiore ad Ac1, rinunciando a far passare in soluzione tutta la cementite secondaria. Per tenori sufficientemente alti di carbonio, il punto Acm si avvicina rapidamente alla linea di solidus: come conseguenza si potrebbero avere fenomeni di surriscaldamento o addirittura (in caso di non perfetto controllo della temperatura del forno) parziale fusione dellacciaio al contorno dei grani (si parla in questo caso di acciaio bruciato, che non in alcun modo recuperabile e va pertanto riciclato tra i rottami per la rifusione). Il rapido raffreddamento necessario alla tempra dellacciaio si ottiene immergendo il pezzo in un bagno temprante che pu essere costituito da acqua, aria eventualmente soffiata, olio, soluzioni saline, metalli fusi, ecc.. Se lacciaio prende tempra allaria si dice autotemprante. La severit dei vari mezzi di tempra dipende, oltre che dal tipo e dalla forma del pezzo, dal calore latente di vaporizzazione, dal calore specifico, dalla conducibilit termica, dalla viscosit e dalla temperatura del bagno

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temprante. Il bagno di tempra scelto in base allattitudine alla tempra dellacciaio, attitudine che pu essere caratterizzata in termini di temprabilit o penetrazione di tempra, che dipende dalle variazioni di durezza dalla superficie al cuore dei pezzi ed influenzata dal tenore di carbonio e dagli eventuali elementi in lega. In base a questi ultimi possibile dividere gli acciai in: acciai che si temprano in acqua (con indurimento localizzato alle sole zone superficiali); tale mezzo , in generale, tipico per gli acciai al solo carbonio; acciai che si temprano in olio (con indurimento profondo); tale mezzo tipico in generale degli acciai legati (per esempio al nichel, cromo e molibdeno); acciai che si temprano in aria (a minima distorsione); tale mezzo tipico degli acciai con significative quantit di elementi in lega, i cosiddetti acciai autotempranti. Poich la trasformazione austenite-martensite avviene con aumento di volume (un acciaio al carbonio di composizione eutettoidica presenta un aumento intorno al 4%) ed in modo pressoch istantaneo, il trattamento di tempra induce negli acciai sforzi interni anche rilevanti che possono portare a deformazioni o addirittura alla rottura dei pezzi o alla formazione delle cosiddette cricche di tempra (un esempio illustrato in fig. 5.2).

Fig. 5.2 - Cricche di tempra in un acciaio al carbonio

Per ridurre al minimo i pericoli derivanti dalla presenza di sforzi interni o per evitare cricche di tempra sono stati messi a punto tre particolari trattamenti termici di tempra: la tempra martensitica differita, detta anche tempra scalare o in due tempi o martempering; la tempra bainitica che porta a completa struttura bainitica o austempering; la tempra bainitica parziale che porta a struttura bainitico-martensitica. La tempra martensitica differita si esegue riscaldando lacciaio alla temperatura di austenitizzazione (fig. 5.3) e raffreddandolo rapidamente in un bagno salino termostatato ad una temperatura appena superiore a Ms (fig. 5.3b) e quindi mantenendolo a tale temperatura per un tempo sufficiente affinch la superficie ed il cuore del pezzo raggiungano la stessa temperatura, ma evitando nel contempo di avere trasformazione bainitica.

Trattamenti termici
T Ar3 Ar1 cuore A Ai supf. A Ms Mf M log t T As A r3 A r1 A Ai F A P (F+C) A B B A Ms B Mf M log t B log t M+B B P Ai (F+C) A r1 F A A P P T M B B Ms Mf M log t M F A P P (F+C) Ai supf. A B B As T

(a)
A r3 A r1 cuore

As

(b)

F A A

(F+C)

(c)
A r3

As

(d)

Ms Mf

Fig. 5.3 - Confronto tra tempra: a) classica; b) scalare; c) bainitica completa; d) bainitica parziale.

Il pezzo viene allora tolto dal bagno salino e raffreddato rapidamente a temperatura ambiente; poich la temperatura dellacciaio allatto della trasformazione martensitica uniforme, questultima non induce uno stato di sforzi interni. Tale trattamento termico pu essere infine completato con un rinvenimento per ottenere la durezza e la tenacit pi adeguate alle applicazioni. La tempra bainitica, illustrata schematicamente in fig. 5.3c, consiste nella trasformazione isoterma dellaustenite in bainite. Le operazioni che si eseguono sono simili a quelle della tempra scalare con la differenza che lacciaio, raffreddato rapidamente ad una temperatura superiore a Ms, viene mantenuto a tale temperatura fino al completamento della trasformazione bainitica; successivamente lacciaio viene raffreddato a temperatura ambiente. Il trattamento di rinvenimento in questo caso non richiesto, dato che possibile ottenere la durezza voluta variando opportunamente la temperatura di trasformazione. Rispetto al diffuso, duplice trattamento di tempra e rinvenimento, noto come bonifica, che permette di ottenere una durezza analoga, ma con struttura martensitica rinvenuta, laustempering offre il vantaggio di ottenere, con una sola operazione, una struttura pi tenace.

Trattamenti termici con riscaldamento a temperatura inferiore allintervallo dei punti critici.

6.1

Rinvenimento La martensite caratterizzata da elevate durezza e resistenza meccanica, ma anche da notevole fragilit. Il

riscaldamento della martensite, detto rinvenimento, permette di ottenere strutture con una utile e vantaggiosa
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Trattamenti termici

combinazione della tenacit e della duttilit. Sebbene il principale scopo del rinvenimento sia quello della modificazione della struttura della martensite, esso ha pure un effetto sulla eventuale austenite residua che pu essere presente e sugli sforzi interni residui. Il rinvenimento consiste nel riscaldamento di un acciaio temprato ad una temperatura inferiore ad Ac1 (al massimo si arriva a 600-650 C), nel mantenimento a tale temperatura per un tempo opportuno e infine nel successivo raffreddamento generalmente allaria. Lentit degli effetti ottenuti (diminuzione della durezza e della fragilit e contemporaneo aumento della tenacit e della duttilit dellacciaio) funzione della temperatura di rinvenimento e della durata; i risultati sono comunque tanto pi marcati quanto pi alta la temperatura e lungo il tempo. In particolare, dopo un certo periodo di tempo (tanto maggiore quanto pi bassa la temperatura di rinvenimento) non si hanno pi variazioni delle caratteristiche meccaniche, in particolare della durezza.

Trattamenti superficiali

7.1

Tempra ad induzione La tempra ad induzione sfrutta le propriet delle correnti indotte di alta frequenza di distribuirsi solo nello

strato sottostante la superficie di un materiale metallico. Il pezzo di acciaio (tipicamente di forma cilindrica) viene fatto passare allinterno di una bobina induttrice opportunamente sagomata (si realizza in tal modo per effetto Joule un rapidissimo riscaldamento superficiale dellacciaio al di sopra del punto Ac3, mentre il cuore rimane freddo), per poi introdurlo immediatamente in un bagno di tempra (fig. 7.1).
Conduttori Movimento pezzo Linee di flusso

Bobina Pezzo da indurire in superficie Bobina circuito primario

Fig. 7.1 - Modalit di riscaldamento di un tondino in acciaio da indurire con tempra superficiale.
Tipo di macchina Frequenza (kHz) Dimensione media sezione del pezzo (mm) Profondit strato indurito a 2,4 kW/cm (mm) Tempo di riscaldamento (s)

Generatore Oscillatore a scintillio Tubo da vuoto

10 2060 200200 0

1651 651 651

0,133,80 0,382,50 0,252,50

24 210 210

Tav. 7.1 - Condizioni operative di massima e profondit dello strato superficiale indurito nella tempra superficiale a induzione

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Trattamenti termici

La profondit di indurimento dipende dalla potenza elettrica specifica usata e dal tempo. Lesperienza consiglia di adottare elevate potenze specifiche per tempi brevi, qualora si debbano realizzare profondit di penetrazione di tempra limitate; potenze inferiori, ma tempi pi lunghi, per profondit di penetrazione maggiori (Tab. 7.1).

7.2

Trattamenti termochimici di diffusione Due o pi metalli capaci di formare soluzioni solide possono dare una lega per fusione ma anche per diffu-

sione allo stato solido, se portati in intimo contatto. In questultimo caso si viene a realizzare una modificazione della composizione chimica dei metalli che interessa, almeno per tempi non eccessivamente lunghi, solo un piccolo spessore a partire dalla superficie di contatto. Il processo di diffusione di uno o pi elementi in un pezzo di materiale metallico di composizione chimica data serve pertanto ad impartire particolari propriet superficiali, quali per esempio durezza, resistenza allusura, resistenza allossidazione a caldo, aumento del limite di fatica, lasciando praticamente inalterate le propriet al cuore. Occorre tener presente che in un trattamento termochimico di diffusione si possono individuare due stadi successivi spesso parzialmente sovrapposti: il primo caratterizzato dalla deposizione a mezzo di reazioni chimiche sulla superficie della lega di uno o pi elementi diffondenti; il secondo caratterizzato dalla diffusione degli elementi depositati verso il cuore del pezzo, cos da modificarne la composizione chimica in uno strato pi o meno profondo a partire dalla superficie. Durante questo secondo stadio si possono formare dei composti chimici tra uno o pi elementi del materiale metallico e lelemento diffondente. Nella pratica si indica con cementazione il trattamento termochimico eseguito sugli acciai con sostanze carburanti per ottenere alla superficie dei pezzi un arricchimento del tenore di carbonio. Si tratta pi propriamente di una carbo-cementazione. Altri trattamenti termochimici di diffusione eseguiti sugli acciai e di notevole importanza applicativa sono la nitrurazione, nella quale si ha un arricchimento superficiale di azoto, la carbo-nitrurazione, nella quale si ha un arricchimento contemporaneo di carbonio e azoto, la solfonitrurazione nella quale si ha un arricchimento superficiale contemporaneo di zolfo e azoto, la calorizzazione, nella quale si ha un arricchimento di alluminio, la cromizzazione, nella quale si ha un arricchimento cromo, la sherardizzazione, nella quale si ha arricchimento di zinco. Tra quelli citati, i trattamenti termochimici di maggior importanza industriale sono costituiti dalla carbocementazione e dalla nitrurazione, le cui tipiche combinazioni durezza-profondit sono illustrate in fig. 7.2, mentre la fig. 7.3 presenta landamento della durezza in funzione della temperatura per acciai cementati e nitrurati. La Tab. 7.2 riporta il confronto tra i cicli di lavorazione di pezzi in acciaio cementato e nitrurato.

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Trattamenti termici

Durezza HV 1000 800 600 Cementazione 400 200 0 0 0,4 0,8 1,2 1,6 2,0 p (mm) Nitrurazione

Fig. 7.2 - Andamento schematico durezza-profondit negli acciai cementati e nitrurati.

Durezza HV 1200 Acciaio nitrurato 1000 800 600 400 Acciaio cementato 200 0 0 200 400 600 800 Temperatura di riscaldamento (C) (tempo 2h)
Fig. 7.3 - Andamento schematico durezza-temperatura di rinvenimento in acciai cementati e nitrurati. Tab. 7.2 - Confronto tra il ciclo di lavorazione di pezzi in acciaio cementato e nitrurato

Pezzi cementati Normalizzazione + ricottura di lavorabilit Sgrossatura (medio sovrametallo)

Pezzi nitrurati Normalizzazione + ricottura di lavorabilit Sgrossatura Bonifica Finitura

Cementazione Tempra + rinvenimento a circa 150 C Finitura e rettifica

Nitrurazione

Rettifica

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Trattamenti termici

Tempra di soluzione e indurimento per precipitazione Uno degli aspetti pi importanti di alcune leghe di alluminio, dal punto di vista applicativo, la capacit di

modificare le propriet fisiche e meccaniche nel tempo dopo un opportuno trattamento termico. Tale fenomeno non avviene peraltro solo nelle leghe di alluminio, ma anche in altre, ed reso possibile dalla presenza di una diminuzione della solubilit del soluto con la temperatura. Il fenomeno stato evidenziato fin dal 1906, quando stato notato laumento della durezza e del carico di rottura nel tempo di leghe di alluminio contenenti rame e piccoli tenori di magnesio e silicio, qualora venissero lasciate a temperatura ambiente dopo una tempra da circa 500 C. Questo tipo di comportamento fu chiamato indurimento per invecchiamento e la lega duralluminio; esso rientra nella pi generale e corretta definizione di indurimento per precipitazione. Il processo di indurimento per invecchiamento pu essere accelerato riscaldando la lega temprata a una temperatura superiore a quella ambiente, ad esempio fino a 180 C. Questo tipo di trattamento prende il nome di invecchiamento artificiale. Laumento della durezza e della resistenza in funzione del tempo da parte delle leghe Al-Cu temprate stato spiegato con la formazione di precipitati coerenti (che presentano cio una continuit, in termini di piani reticolari, con la matrice in cui si vengono a formare e che sono osservabili solo mediante microscopia elettronica) nella soluzione solida sovrassatura di partenza. Si consideri una lega di alluminio al 4% di rame: a temperature dellordine dei 500 C la lega costituita dalla soluzione solida (fig.8.1). Se la lega viene raffreddata molto lentamente, passando cio per successive

condizioni di equilibrio, si ottiene a temperatura ambiente una lega a struttura bifasica costituita da particelle incoerenti di CuAl2 (fase ), distribuite nella soluzione solida . Questa precipitazione inizia nel punto A (fig. 6.8.1) e continua fino a temperatura ambiente, dove solo lo 0,2% di rame rimane in soluzione nellalluminio (punto x). La struttura risultante ha scarsa resistenza meccanica, poich la matrice lane di CuAl2 che la rendono fragile.
Temperatura (C) 700 600 + Precipitazione a temperatura troppo alta d precipitazione c indurente 500 A 400 Tempra b Raffreddamento lento a 300 200 100 0 Al Sovrassaturo + "x" 2 4 6 8 % Cu 0,2 % 10 C +L B 0,7%

contiene poco rame e particelle grosso-

"+

'

Fig. 8.1 - Diagramma di fase Al-Cu e schematizzazione dei trattamenti di solubilizzazione, tempra e invecchiamento.

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Trattamenti termici

Se la lega viene nuovamente riscaldata, le particelle di CuAl2 sono gradualmente disciolte fino a quando a partire dal punto A si ha nuovamente la presenza della sola soluzione solida . Temprando la lega dalla temperatura corrispondente al punto B a temperatura ambiente, si costringe il rame a rimanere disciolto nella soluzione solida , che pertanto sovrassatura in rame (fig. 8.1b). In questa condizione, la lega pi dura e resistente che nel caso precedente, poich nella soluzione solida disciolto tutto il

rame inizialmente presente; ed anche pi duttile per lassenza delle particelle grossolane e incoerenti di .
Durezza HV 140 120 100 80 60 40 G P1 G P2 ( 4.5%Cu 4.0%Cu 3.0%Cu 80 4.0%Cu 60 40 3.0%Cu 2.0%Cu Durezza HV 140

a)
)

b)
120 100 4.5%Cu

2.0%Cu

10 -2

10 -1

10 1.0 tempo (giorni)

10 2

10 3

10 -2

10 -1

1.0

10

10 2

10 3

tempo (giorni)

Fig. 8.2 - Effetto dellinvecchiamento artificiale delle leghe Al-Cu a 130 C (a) e a 190 C (b) sui costituenti strutturali e sulla durezza.

A temperatura ambiente, la struttura cos ottenuta non in equilibrio (in quanto soluzione solida sovrassatura di rame nellalluminio) e tende a modificarsi nel tempo attraverso un rigetto di atomi di Cu, che porter come stadio intermedio alla formazione dei precipitati coerenti citati in precedenza (noti come GP1 e GP2) e come stadio finale alla formazione delle particelle di . Questo stadio finale e gli eventuali intermedi sono difficilmente raggiungibili a temperatura ambiente, data lestrema lentezza del processo diffusivo del rame nel reticolo dellalluminio. Se per la lega viene riscaldata a temperature moderate, tipicamente comprese tra 130 C e 190 C, il movimento degli atomi di rame facilitato e, di conseguenza, pu avvenire la sequenza di precipitazioni GP1, GP2, , che porta, se regolarmente condotta, allindurimento della lega (fig. 8.2).

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