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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
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(L. 22.04.1941/n. 633)
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intercorre tra due o più individui. Queste relazioni si possono basare su sentimenti (come l'amore,
la simpatia, l'amicizia) come anche su passioni condivise e/o su impegni sociali e/o professionali.
Le relazioni sociali hanno luogo in ogni contesto umano: dai rapporti di amicizia,
e/o intimo tra due persone come ad esempio nella coppia di amanti, o nella coppia genitoriale o nel
rapporto genitore-figlio.
Non è irragionevole pensare che la domanda fondamentale della psicologia sia: perché la
Sembra chiaro che gran parte del comportamento umano sia guidato da scopi, vale a dire che
determinato risultato: mangiate perché avete fame, andate all’Università perché volete ottenere una
laurea. Rispetto a tutte queste motivazioni, c’è da aggiungere che le persone non siano del tutto
consapevoli delle ragioni che si trovano alla base delle proprie azioni. Pertanto è possibile credere
di stare facendo una cosa per una ragione, quando in realtà il motivo è un altro.
Come scrisse il filosofo greco Aristotele (IV sec. a. C.) nella sua Politica, “l’uomo è un
animale sociale”: tende per natura ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società. Già nel
Paleolitico infatti, quando l’uomo era ancora nomade, esso viveva in gruppi la cui prima
occupazione era la sopravvivenza. Tuttavia è nel Neolitico con la rivoluzione agricola che sorgono
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le prime comunità stabili, i primi villaggi. Il villaggio neolitico però non aveva un’organizzazione
politica e amministrativa e non si basava ancora su una vera specializzazione e divisione del lavoro.
Solo a partire dal VI millennio a. C., nella zona dell’attuale Afghanistan e poi in Mesopotamia,
inizia un lento processo che porta alla nascita delle prime città e alla rivoluzione urbana (una serie
di fenomeni collegati alla nascita delle città, come lo sviluppo della tecnica legata all’utilizzo del
fuoco, la divisione del lavoro, la scrittura) e si assiste alla formazione dei primi centri di potere
politico. Alcuni aspetti che caratterizzano la maggior parte delle organizzazioni sociali odierne,
come la proprietà privata, la divisione in gruppi sociali, la presenza di un centro di potere politico
emergono già proprio a partire dal Neolitico e con la rivoluzione urbana. Il primo aspetto citato è in
stretta relazione con un diverso utilizzo del tempo: nella pratica agricola il contadino non raccoglie
oggi il frutto del suo lavoro ma ha bisogno di tempi lunghi, vuole quindi disporre della terra nella
quale ha investito il proprio lavoro. Ha così origine la pretesa di possedere la terra e la trasmissione
di questa pretesa ai discendenti: nasce la proprietà privata. La tecnologia della lavorazione con il
nell’organizzazione sociale: la divisione del lavoro. Accanto a chi lavora la terra, il contadino, c’è
chi, per esempio, gli fornisce gli strumenti di lavoro: l’artigiano, produttore a tempo pieno di oggetti
che non servono direttamente al suo sostentamento. Con la divisione sociale del lavoro cambia
radicalmente il modo di produrre e si affermano mestieri e modi di vita diversi: il mondo del
contadino, basato sui ritmi stagionali, e quello dell’artigiano libero dal vincolo temporale sono
ormai separati. Ciò che collega questi due mondi è lo scambio, il mercato, regolato dapprima dal
baratto e in un secondo momento dal denaro. Nel contesto della rivoluzione urbana quindi si
produce una nuova divisione del lavoro, quella tra l’artigiano e il commerciante. Quest’ultimo non
si occupa della produzione ma della distribuzione dei prodotti. Dalla città inoltre dipendono le
grandi opere pubbliche come la costruzione dei canali per l’irrigazione dei campi o le strade; nelle
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città nascono i primi edifici pubblici di notevoli dimensioni: i templi. Essi servivano, oltre che per il
culto, anche come magazzini per la conservazione dei prodotti alimentari destinati alle varie
categorie sociali (artigiani, mercanti, funzionari) ma erano anche sedi di attività organizzative ed
amministrative, quindi centri di potere, inizialmente nelle mani dei sacerdoti. In questo contesto
venne determinata anche la sottomissione alla città della campagna, che versava tributi in natura
all’autorità cittadina in cambio della costruzione e manutenzione di canali ed altri servizi. Nella
città infine, intorno al 3000 a.C. con la nascita della scrittura, si attua anche la divisione tra lavoro
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oggettivamente un sistema vivente e come tale dovrebbe essere permeato, soprattutto, dalla
cooperazione e associazione.
Questo scienziato osserva che anche secondo la teoria sistemica, emersa negli anni Venti
e Trenta del XX secolo, tutti i sistemi viventi (organismo, ecosistema o sistema sociale)
certamente che “i tre tipi di sistemi viventi multicellulari (organismi, ecosistemi e società)
differiscono massimamente nei gradi di autonomia dei loro componenti: mentre negli organismi,
umane, gli individui, hanno un massimo grado di autonomia, godendo delle molte dimensioni di
un'esistenza indipendente; infine, le società animali e gli ecosistemi occupano degli spazi
Il nostro universo che cresce ed evolve, afferma lo scienziato Sheldrake, “è molto più simile a un
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Carattere generale dell’esistenza umana è che le persone trascorrono molto tempo con gli
altri.
socializzazione/affettività/intelligenza 1.
L’uomo è un essere sociale: studi scientifici dimostrano che, isolato e privato della presenza altrui,
l’essere umano non acquisisce i tratti caratteristici della natura umana (influenza che l’ambiente
umano esercita sullo viluppo psicologico degli individui; per es. bambini allevati dai lupi si
sopravvivenza stessa. Tra le specie animali, gli esseri umani sono tra quelli che per più tempo si
Le facoltà umane (di ordine intellettivo, affettivo, spirituale) non sono presenti dalla nascita,
se non virtualmente, per svilupparsi hanno bisogno non solo dei processi organici, ma soprattutto
dei rapporti con gli altri (ciò permette la costruzione della personalità). L’essere umano è immerso
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Piaget, Sigmund Freud
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fin dalla nascita in un ambiente sociale, non è un istinto sociale ereditario, ma lunga evoluzione che
L’educazione è il primo agente della socializzazione, il bambino non è passivo nei confronti
dell’ambiente, la socializzazione implica una partecipazione diretta e risposta attiva del soggetto.
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tempo per un esame, a soddisfare una fame improvvisa e a trascorrere altri cinque minuti
chiacchierando con una persona che vi piace. Al tempo stesso, un’automobile sta piombando su di
Dovrete perciò decidere quali di questi motivi di competizione richiede la vostra attenzione
Un rapido salto di lato sembra essere la migliore azione dalla quale cominciare; questo
Quello che va sottolineato, è che spesso siamo costretti ad ordinare i motivi in competizione
Lo psicologo Abraham Maslow [1970] spiegò questa necessità nei termini di una gerarchia
dei bisogni.
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I fondamenti sono i bisogni fisiologici (fame, sete, sesso etc.); vi sono poi i bisogni di
sicurezza, seguiti dai bisogni di appartenenza (amore, associazione), poi dai bisogni di
Benché si possa discutere il modo esatto in cui Maslow ordina e definisce questi bisogni e
motivi, è indubbio che alcuni bisogni umani siano prioritari rispetto ad altri.
Secondo la gerarchia dei bisogni, gli esseri umani dunque avrebbero bisogno di provare
Questa necessità è talmente radicata da essere abbastanza forte per superare i bisogni
fisiologici e di sicurezza.
Un esempio è dato dal fatto che sia comunque forte l’attaccamento di bambini nei confronti
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5 L’esperimento di harlow
Alla fine degli anni ‘50, psicologi e sociologi concordavano su un principio fondamentale:
alcuni dei bisogni primari (fame, sete, dolore) venivano soddisfatti dal legame con la madre e da
Questa spiegazione convince Harry Harlow solo in parte: perché questo legame rimane,
spesso profondo e intatto, anche quando la madre cessa di essere la risposta ai bisogni del piccolo?
Per analizzare un meccanismo così complesso, afferma Harlow, non è possibile testare un campione
di neonati, in quanto le loro capacità motorie si affinano molto tempo dopo la nascita, pertanto la
loro osservazione diventa complicata. Per questo motivo, Harlow sceglie di descrivere il
comportamento dei macachi, autonomi nel movimenti già a 2-10 giorni di vita e con segnali di
vicinanza affettiva simili a quelli della nostra specie (allattamento, ricerca del contatto, prossimità
fisica). Nel giro di tre anni, più di 60 piccoli di macaco vengono separati dalla madre a 6-12 ore
dalla nascita e allevati con latte artificiale contenente sostanze nutritive adeguate per essere
osservati e studiati.
attratti dai pezzi di stoffa messi nelle gabbie per renderle più confortevoli.
Quando i panni vengono rimossi per essere lavati, i macachi protestano, si arrabbiano e
diventano violenti. Inoltre, se nella gabbia viene riposto un oggetto, anche solo un cono di rete
metallica, questi cuccioli crescono meglio rispetto a quelli che vivono in una gabbia vuota.
Di fronte a questi dati, lo studioso opta per costruire una madre surrogato, con un’anima di
legno ricoperta da un panno caldo, riposta nella gabbia del piccolo 24 ore su 24.
Dal nostro punto di vista, abbiamo progettato mamme scimmia migliori, nonostante questa
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Questa mamma non è sola, ma nella gabbia viene riposta una sagoma del tutto identica, solo
non ricoperta con il panno. In alcuni casi, quest’ultima è dotata di un meccanismo per nutrire il
piccolo, in altri è la “mamma morbida” ad avere anche questa funzione. Ebbene, qualunque sia la
mamma capace di dare il latte, i piccoli tendono a stare con la “mamma morbida”, calda e
accogliente e, se necessario, si spostano verso l’altra figura solo il tempo necessario a nutrirsi.
Questa è per Harlow una scoperta sensazionale, che va oltre tutto ciò che è stato detto fino a quel
momento a proposito del legame madre – bambino. Non c’entra nulla il soddisfacimento della fame
e della sete. Sono altre le variabili in gioco. La vera funzione dell’allattamento, afferma Harlow, è
quello di assicurare un contatto continuo e intimo con la madre, allo scopo di garantire sicurezza in
momenti di paura o pericolo. Spaventando i piccoli macachi con un giocattolo, essi si rivolgono
sempre alla mamma ricoperta con il panno morbido, senza considerare la fonte di nutrimento.
Anche l’esplorazione subisce notevoli cambiamenti a seconda della presenza o meno della madre
surrogata nello spazio: quando c’è, i macachi si muovono liberamente tornando talvolta verso la
dondolare. Harlow sottopone ai macachi allevati con madri surrogate numerose altre prove, che
Conclusioni
L’esperimento ha una forte valenza all’interno degli studi sull’attaccamento e non solo. Se
da una parte mette in crisi le teorie ritenute valide all’epoca, dall’altra manifesta ricadute anche a
livello socioeconomico, che Harlow identifica e descrive in conclusione al suo lavoro. Non è più
verità assoluta che le madri, dopo aver partorito, debbano stare a casa dal lavoro a occuparsi dei
figli. Gli uomini hanno le stesse caratteristiche necessarie a creare il legame di cui ha bisogno il
neonato, perché non si tratta più di bisogno di allattamento. Addirittura potrebbe esistere un futuro,
afferma Harlow, in cui allattare diventa un lusso, destinato a chi può permettersi di non lavorare.
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Ma qualunque sia il corso della storia, è confortante sapere che siamo ora in contatto con la
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Bibliografia
F. Capra, La scienza della vita, Bur, 2001,
R. Sheldrake, Le illusioni della scienza. 10 dogmi della scienza moderna posti sotto
esame, Apogeo, 2013
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