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LA SCUOLA DI CHICAGO

Chicago la citt che pi di tutte incarna il processo di urbanizzazione statunitense. Nata come piccola citt di frontiera, conosce nel giro di pochi decenni un'espansione straordinaria, configurandosi come un'interessante melting-pot (calderone) di gruppi, etnie, mondi e subculture differenti. Distrutta da un incendio nel 1871, viene ricostruita grazie alla collaborazione di molti sociologi, che cercano di porre in rilievo le regole della convivenza tra persone appartenenti a etnie diverse. La scuola di Chicago si sviluppa a partire dal 1890 con la fondazione del dipartimento di sociologia all'Universit da parte di Albion Small. Nell'ambito di questa scuola si affrontano studi di sociologia urbana e si presta molta attenzione al fenomeno della criminalit, alle organizzazioni, al lavoro e all'occupazione. Tre sono i punti che caratterizzano l'impostazione della scuola di Chicago: l'utilizzo di metodi di studio che danno un posto centrale all'osservazione e alla ricerca sul campo; l'analisi ecologica dei fenomeni urbani: cogliere i nessi che esistono tra i modi che gli individui e i gruppi utilizzano nell'occupare gli spazi urbani e un insieme di attitudini e comportamenti; il ruolo dell'azione collettiva: i fenomeni sociali sono il risultato sia delle azioni collettive che dei gruppi. Per la prima volta si sviluppa l'idea che l'ordine sociale non possa essere imposto dall'alto ma sia frutto delle interazioni tra individui e gruppi. Questa prospettiva stata definitainterazionismo simbolico da Herbert Blumer. Robert E. Park uno degli studiosi pi importanti della scuola di Chicago. Nel 1915scrive un saggio intitolato La citt: indicazioni per lo studio del comportamento umano nell'ambiente urbano, nel quale si interroga sulla direzione che il modo di vita urbano imprime ai comportamenti umani e alle relazioni tra gli individui. Park ritiene che l'urbanizzazione abbia creato nuove figure professionali e nuove istituzioni che sostituiscono le tradizionali reti di relazione tra le persone. L'ampiezza della popolazione urbana comporta una grande eterogeneit e l'affermarsi di condotteanticonformiste, che in altri contesti sarebbero scoraggiate dalla disapprovazione sociale.I diversi gruppi che vivono nella citt tendono a dare vita a tanti piccoli mondi sociali, culturalmente distanti tra loro. Questi diversi contesti tendono a rimanere ben distinti e sono dotati di autonome dinamiche sociali e relazionali. Ci crea negli individui la convinzione di poter passare facilmente dall'uno all'altro senza modificare la propria identit. Questa concezione viene dimostrata nel 1932 da uno studio di Paul G.Cressey, intitolato The Taxi-Dance Hall. Egli descrive la situazione di alcune ragazze che, in locali di dubbia reputazione, ballano dietro compenso con i clienti che lo richiedono, nella convinzione di riuscire a guadagnare del denaro sufficiente per poter uscire presto da quella condizione. Purtroppo, per, molte di queste ragazze si ritrovano poi coinvolte nel giro della prostituzione. George Simmel, infine, scrive Metropoli e personalitnel 1903, nel quale si interroga sul modo in cui la personalit si modifica nell'adattarsi alle forze esterne. Una di queste forze costituita proprio dalla metropoli, a cui la personalit degli individui risponde con una certa capacit di adattamento. L'uomo metropolitano sottoposto a un rapido susseguirsi di stimoli sensoriali e vive in un ambiente in cui i beni e le prestazioni sono monetizzati, cio sottostanno alle leggi del mercato. Colui che vive in citt impara a difendersi dalle continue stimolazioni sensoriali reagendo col cervello anzich col cuore, evitando cio di esserne coinvolto a livello affettivo ed emozionale. Egli adotta pertanto un atteggiamento razionale e pragmatico, abituandosi a ridurre la qualit delle cose al loro valore in denaro. Questo atteggiamento definito blas, cio indifferente e disincantato, refrattario a qualunque tipo di coinvolgimento psicologico e morale.

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