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STORIA DELLA FILOSOFIA POLITICA ((GEUNA)

1 appello: lunedì 3/6 aula 104

2 appello: lunedì 1/7 aula 102

4 appello: venerdì 13/9 aula 102

Lezione 2 12/2

 Che cos’è il potere? Nella tradizione della filosofia politica si è risposto proponendo delle
contrapposizioni (oikos vs polis, temporale vs spirituale, potere economico vs politico vs ideologico)
basate sul mezzo di cui si serve il potere
 La filosofia politica non è soltanto un’indagine rispetto a ciò che è, ma anche di ciò che dovrebbe
essere (questioni strutturali e questioni normative)
 Nel 15esimo cap. del Principe, Machiavelli si discosta dalle opinioni degli altri proponendosi di
andare alla verità della cosa, di individuare le caratteristiche di fondo del potere
 Se il potere non fa riferimento a nessun valore, a nessuna interpretazione chiara della giustizia, non
riusciamo a distinguere tra il potere legittimo e quello illegittimo, tra il condottiero e il pirata (vd.
Agostino)
 Rousseau distingue tra forza e moralità: non appena il diritto si fonda sulla forza l’obbedienza si
realizza per forza e non per dovere
 Se non si è più forzati a obbedire non si è più obbligati a obbedire: rousseau dice che la forza non fa
il diritto e si è obbligati ad obbedire solo ai poteri legittimi
 La filosofia politica di r. è un’indagine sulla politica giusta, sulla legittimità del potere
 È necessario stabilire cosa sia il potere giusto e legittimo poiché ad esso si obbedisce, a quello
ingiusto si risponde (o almeno: è doveroso rispondere) con la resistenza e la disobbedienza civile
 La filosofia politica è dunque anche necessaria per sapere cosa fare quando il potere politico da
giusto si faccia ingiusto
 Essa è caratterizzata da una pluralità di risposte, che formano tradizioni politiche differenti che
entrano in competizione le une con le altre (es.: John Rawls afferma che la lotteria naturale e quella
sociale non devono contare in uno stato democratico e le sue tesi furono avversate da altri filosofi
tra cui Nozick)
 La filosofia politica occidentale ha almeno tre radici: Atene (da cui deriva il lemma polis ad
esempio), Roma (la differenza tra urbs e civitas, il lessico della res publica…), Gerusalemme (da cui
ci deriva una serie di grandi paradigmi politici: l’Esodo ad esempio è la storia di una liberazione e di
un patto)
 La filosofia politica è costituita da un dialogo e da un confronto le cui risposte non sono univoche
 Il potere politico ha assunto in occidente almeno tre forme: la città-stato (prima in grecia, poi nel
basso medioevo e in epoca moderna), gli imperi e infine sugli stati (infine ai moderni stati
territoriali-nazionali)
 Ci siamo chiesti cosa sia il potere, cosa sia il potere giusto: ci manca dunque indagare cosa sia la
politica
 Per rispondere a questa domanda si tenga presente la contrapposizione tra Schimtt e Arendt: per
Hanna Arendt la politica ha a che fare con l’azione e con una dimensione collettiva, plurale e
orizzontale (la politica è opposta alla guerra); per Schmitt invece si dà politica dove è presente la
contrapposizione al massimo grado tra amico e nemico e la politica è la capacità di distinguere tra
queste due categorie favorendo il primo e avversando il secondo (la politica ha un’ovvia continuità
con la guerra), in sintesi la politica ha sempre a che fare con il conflitto
 Utile è anche la contrapposizione platonica tra lo stratega e il tessitore: il primo differenzia tra amici
e nemici, il secondo tenta di tenere unite la fila della città; per il primo è l’arte del gestire la
divisione, per il secondo il tessere nella città

Lezione 3 13/2

 Nella tradizione occidentale è presente una riflessione focalizzata sulle discontinuità storiche
 Hegel critica l’approccio trascendentale dei problemi filosofici teorizzato da Kant: nella prefazione
di Lineamenti della filosofia del diritto esplica il modo di filosofare a suo dire corretto
 La filosofia, secondo Hegel, deve comprendere le strutture della storia e del presente: l’iniziale
contrapposizione tra essere e non-essere viene scelto dalla nozione di divenire
 Si tratta di comprendere la discontinuità, ossia le grandi svolte epocali che hanno creato il presente
 Tanto in Machiavelli quanto in Hegel vi è una polemica contro i filosofi del dover-essere: la filosofia
prima di tutto ha il compito di comprendere la struttura razionale nel presente
 Se nel mondo romano esisteva un politeismo grande e inclusivo e se vi era in Roma un continuo
intrecciarsi di religione e politica, la discontinuità fu data dall’affermarsi del cristianesimo e della
chiesa contrapposta al potere politico, creando la divisione tra potere temporale e spirituale
(assente nel mondo romano)
 E ancora: la scoperta del nuovo mondo aprì l’indagine antropologica sulle popolazioni
d’oltreoceano da parte dei filosofi europei, che dovettero riconsiderare l’essere umano; il passaggio
da economie basate su sistemi diversi ha determinato e determina grandi cambiamenti storici; lo
sgancio delle bombe atomiche ha fatto sorgere la riflessione sulla capacità da parte dell’essere
umano di autodistruggere se stesso; la nozione di antropocene [cfr McNeill, Engelke, La grande
accelerazione] si riferisce alla teoria che afferma che dal 1945 siamo entrati in una nuova era
geologica iniziata a causa dell’azione dell’uomo sull’ambiente capace di cambiare l’ecosfera
 Quelli appena citati sono tutti esempi di discontinuità: è necessario fare attenzione alle
discontinuità e al rapporto con la continuità
 Ogni storia è storia di continuità e discontinuità
 Il lessico della filosofia politica è costituito eminentemente da tre tipi di parole: le parole che hanno
mantenuto uno stesso significato nella storia della filosofia occidentale; parole nate in un preciso
periodo storico; infine parole che hanno cambiato nel corso del tempo il loro significato

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