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Prof. Fortuna
1) Descrizione generale
- aspetto (postura, cura di sé, igiene personale, abbigliamento)
- comportamento e attività psicomotoria (gestualità, rallentamento psicomotorio, iperattività e
irrequietezza, movimenti ripetitivi o bizzarri)
- atteggiamento nei confronti della situazione e dell’interlocutore (collaborante, amichevole, ostile,
sospettoso, seduttivo)
4)Umore ed affettività
L’umore è uno stato emotivo prevalente in un soggetto che determina la percezione che il soggetto ha del
mondo. L’umore può essere:
- eutimico (sereno nel tollerare i dolori fisici e morali)
- maniacale
- depresso
- irritabile
- disforico (alterazione dell’umore in senso depressivo, accompagnata da irritabilità e nervosismo)
- labile (individuo psicologicamente debole)
L’affettività è l’attuale risposta emozionale del paziente e può essere:
- appropriata (quando si parla della perdita di una persona cara piangendo)
- inappropriata (quando si parla della perdita di una persona cara ridendo)
- appiattita (tipica degli psicotici)
5)Linguaggio
- quantità (logorrea, povertà di linguaggio, mutismo)
- velocità (accelerazione, rallentamento)
- qualità (balbuzie, farfugliamento)
6) Sensopercezione
La sensopercezione è un processo nel quale gli stimoli sensoriali sono portati a livello di coscienza cioè è la
funzione attraverso cui l’uomo ottiene informazioni dall’ambiente che lo circonda tramite gli organi di
senso ad essa preposti. I disturbi della percezione di distinguono in:
Quantitativi:
- iperestesie (eccessivo aumento della sensibilità a stimoli)
- iperacusia (fastidio per suoni anche di lieve entità)
- micropsia (gli oggetti appaiono più piccoli di quanto non lo siano realmente)
- megalopsia (gli oggetti appaiono più grandi di quanto non lo siano realmente)
- dismegalopsia (gli oggetti vengono avvertiti secondo dimensioni maggiori di quelle reali)
Qualitativi:
- illusioni (fenomeni in cui una percezione reale viene traformata per la combinazione di elementi non
reali)
- allucinazioni (percezione che avviene in assenza di oggetto)
- allucinosi (percezione che avviene in assenza di oggetto ma il pz è consapevole che è un’allucinazione
- pseudoallucinazioni (percezione di voci interne o immagini interne).
ALLUCINAZIONE è una falsa percezione sensoriale non associata a stimoli esterni reali. Esistono diversi tipi
di allucinazioni:
- auditiva (possono essere semplici (suono, rumore) o complesse (voci singole/multiple/buone/cattive)
- visiva (percezione di immagini strutturate come persone o non strutturate come lampi di luce)
- olfattiva (percezione di odori inesistenti emanati dal corpo del soggetto stesso o di altra persona)
- gustativa (percezione di un gusto inesistente)
- somatiche (il paziente allucina qualcosa nel suo corpo)
7) Pensiero e sensopercezione
Il pensiero è l’attività della mente, un processo che si esplica nella formazione delle idee, dei concetti, della
coscienza, dell’immaginazione, dei desideri, della critica, del giudizio e può essere coscio o inconscio.
Racchiude le facoltà più superiori e le capacità critiche per cui una persona è in grado di:
- relazionarsi con la realtà
- derivare concetti dal contatto con la realtà
- produrre giudizi sulla realtà
Del pensiero valutiamo la forma e il contenuto.
Disturbo della forma del pensiero:
- quantità e velocità (accelerazione, rallentamento)
- coerenza dei nessi associativi (deragliamento (le idee passano da un argomento ad un altro senza alcuna
connessione), tangenzialità (mancanza di associazioni dirette tra gli argomenti di una discussione) ,
disorganizzazione, circostanzailità (pensiero ricco di cose inutili a causa dell’incapacità di distinguere gli
elementi dello sfondo da quelli centrali).
- anomalie del linguaggio (neologismi (inventare parole a cui il pz da un significato specifico), ecolalia
(ripetizione di parole o frasi pronunciate da altre persone), ecoprassia (imitazione di movimenti osservati)
Disturbo del contenuto del pensiero:
- idea prevalente (alcuni contenuti prendono il sopravvento sugli altri occupando la maggior parte della
produzione ideativa. Idee o gruppi di idee che dominano la vita del soggetto per lungo tempo, sono
sostenute da un forte investimento emozionale o appaiono irragionevoli dall’esterno. Possono essere
soggette a critica)
- delirio (idea falsa ed immodificabile caratterizzata da straordinaria convinzione e certezza soggettiva, non
soggetta a critica e non derivabile dal contesto culturale di provenienza del soggetto).
Tipi di delirio:
- di persecuzione (il pz ritiene di essere oggetto di persecuzione, paranoico)
- di influenzamento (il pz ritiene che la propria vita sia influenzata da qualcun altro)
- di colpa, indignità, rovina (il pz ritiene di essere la causa di tutti i mali)
- di grandezza (il pz ritiene di essere estremamente importante o di avere poteri straordinari)
- erotomanico (il pz ritiene che una certa persona sia segretamente innamorata di lui)
9)Intelligenza
Insieme delle capacità operative che consentono di capire, ricordare, utilizzare ed integrare le conoscenze
precedenti e gli elementi del pensiero attuale al fine di affrontare e risolvere situazioni nuove. Tra i vari
disturbi dell’intelligenza abbiamo:
- ritardo mentale
- demenza
- intelligenza e disturbi psichiatrici
10) Insight
L’insight è l’intuizione e la consapevolezza dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e dei movimenti del
proprio comportamento. Può essere definito come un livello di consapevolezza rispetto al disturbo e alla
sua situazione.
Schizofrenia
Quattro A di Bleuler : Autismo, Ambivalenza, Anaffetività, Associazioni patologiche di pensiero
DMS-V classifica la schizofrenia come ‘disturbi dello spettro schizofrenico’ e ‘altri disturbi psicotici’
utilizzando il termine psicosi per per definire manifestazioni deliranti o allucinatorie in quadri clinici diversi
dalla schizofrenia propriamente detta.
La rivoluzione della psichiatria avviene con Basaglia nel 1978 con la legge 180 in quanto il pz psichiatrico
diviene un pz come tutti gli altri. La legge 180 è la prima ed unica legge quadro (che ha validità su tutto il
territorio statale) che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il TSO istituendo i servizi di igiene
mentale pubblici.
Il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) è una procedura sanitaria che viene applicata in caso di motivita
necessità e urgenza clinica (in caso di rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia
psichiatrica non altrimenti gestibile) a tutela della sua salute e sicurezza della salute pubblica. La legge
stabilisce che si può attuare il TSO solo nel caso in cui:
- la persona necessita di cure
- la persona rifiuta le cure
- non è possibile prendere misure extraospedaliere
Epidemiologia
- prevalenza life-time 1%
- incidenza annua 0.2 per 1000
- M:F = 1:1 (con esordio più precoce nelle donne)
- esordio prima dei 30 anni
Eziologia
Fattori genetici:
- 60-84% gemelli monozigotici
- 15% gemelli dizigotici
- 50% rischio nei figli con entrambi i genitori affetti da schizofrenia
- multipli geni di suscettibilità
Fattori ambientali:
- biologici (eventi perinatali e prenatali)
- psicosociali (povertà e bassa classe sociale)
Clinica
DSM-V identifica diversi criteri diagnostici per la schizofrenia:
A. due o più sintomi caratteristici (deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento
disorganizzato, sintomi negativi)
B. disabilità sociale/occupazionale (lavoro,scuola,self-care,tempo libero, indipendenza di vita)
C. durata > 6 mesi
D. non attribuibile a disturbo dell’umore
E. non attribuibile ad abuso di sostanze o condizione internistica
F. se presente disturbo del neurosviluppo, devono esserci sintomi positivi rilevanti
Sintomi positivi
I sintomi positivi sono rappresentati da comportamento psicotico non evidente in individui sani. Di solito gli
individui che presentano i sintomi positivi della schizofrenia perdono il contatto con la realtà.
1. Descrizione generale (comportamento bizzarro)
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione (allucinazioni)
5. Pensiero (disturbi della forma del pensiero, delirio)
6. Coscienza e capacità cognitive
Sintomi negativi
I sintomi negativi sono associati al disturbo delle normali emozioni e del comportamento.
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività (appiattimento, anaffettività, anedonia, apatia)
3. Linguaggio (alogia)
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
Sintomi psicotici
Sono sintomi subdoli, difficili da riconoscere come tipici della schizofrenia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive (compromissione cognitiva)
Fattori protettivi
- trattamento e riabilitazione
- capacità della famiglia di risolvere i problemi
- aiuto da parte dei servizi ad affrontare crisi e conflitti
- ambiente sociale tollerante
Mortalità e schizofrenia
- elevato rischio di suicidio
- mortalità per malattie fisiche (scarsa possibilità di accedere alle cure, abitudini di vita poco sane, scarsa
compliance alle terapie)
Famiglia e schizofrenia
La schizofrenia interrompe il processo di crescita ed autonomizzazione dell’individuo che regredisce a livelli
di funzionamenti precedenti. Il pz schizofrenico ha difficoltà di vita autonoma e di solito vive in famiglia.
Fattore chiave per il decorso della schizofrenia sono il clima e le relazioni familiari.
Trattamento
- farmacologico antipsicotici
- psicosociale
Trattamento farmacologico
Antipsicotici detti anche neurolettici o tranquillanti maggiori, sono usati per il trattamento della
schizofrenia, della fasi maniacali del disturbo bipolare e di quei disturbi in cui sono presenti sintomi
psicotici. Gli antipsicotici sono capaci di migliorare sensibilmente la sintomatologia (allucinazioni e deliri)
ma provocano anche effetti collaterali ma non creano dipendenza. I più utilizzato sono: Aloperidolo,
Clorpromazina, Risperidone, Olanzapina. Gli antipsicotici si dividono in AP di I generazione e AP di II
generazione. Gli antipsicotici in generale agiscono sulla funzione svolta dalla dopamina (neurotrasmettitore
coinvolto in numerosi sistemi). Gli AP di I generazione provocano però maggiori effetti collaterali rispetto a
quelli di II generazione poiché agiscono solo sulla dopamina bloccandone definitivamente la funzione che
essa svolge nei vari sistemi che regola. Gli AP di II generazione provocano effetti collaterali minori poiché
agiscono sia sulla dopamina che sulla serotonina ma quest’ultima ha una funzione indiretta sulla dopamina
in quanto ne produce una certa quantità che consente il funzionamento dei vari sistemi che essa regola.
Trattamento psicosociale
Cerca di migliorare il management della schizofrenia (gestire i sintomi, prevenire le ricadute) ed
incrementare e rafforzare il funzionamento (vivere in modo indipendente, lavoro, relazioni)
Disturbo delirante è una psicosi caratterizzata da una forma di delirio cronico basato su un sistema di
credenze illusorie che il pz crede vere e che ne alterano l’approccio con la realtà.
Criteri diagnostici:
A. idee deliranti preseti da almeno 1 mese (persecuzione, gelosia)
B. non raggiunto il criterio A per la schizofrenia
C. funzionamento integro, salvo le aeree coinvolte nel delirio
D. se presenti episodi depressivi o maniacali, essi debbono essere brevi rispetto alla durata del delirio
E. il disturbo non è attribuibile a effetti di sostanze, condizioni mediche e non è meglio spiegato da altri
disturbi mentali.
Disturbi d’ansia
Epidemiologia
- prevalenza life-time compresa tra l’8 e il 25%
- maggiormente nella popolazione femminile
- maggiormente frequente nei separati/divorziati e vedovi in confronto a soggetti sposati o single e mai
sposati, come pure tra i soggetti disoccupati e le casalinghe in confronto agli occupati.
Ansia è un processo psichico attraverso il quale l’individuo reagisce a stimoli esterni di pericolo,
attivando risposte somatiche e psichiche. Il corpo reagisce con reazioni fisiologiche deputate alla difesa:
aumento di corticosteroidi, tachicardia, pressione sanguigna e respirazione. La psiche reagisce elaborando
possibili strategie per sottrarsi al pericolo. L’ansia come risposta fisiologica è utile quando fa percepire il
pericolo e reagire aumentando le capacità di adattamento. L’ansia è invece patologica quando si perde il
controllo delle proprie emozioni, quando si percepiscono sentimenti di impotenza e incertezza, con
riduzione delle capacità operative e conseguenti elevati stati di sofferenza e disadattamento.
Eziopatogenesi dell’ansia:
- approccio psicoanalitico
- modello comportamentale
- approccio neurobiologico
Secondo l’approccio psicoanalitico l’ansia rappresenta un segnale di pericolo o minaccia, che può diventare
da un conflitto inconscio che le difese dell’Io non sono in grado di controllare. Secondo Freud si può parlare
di tre istanze:
- io (insieme delle capacità motorie, percettive, sensitive, cognitive che permettono all’individuo di
codificare e operare sulla realtà)
- es (forze istintive pre-costituite. È irrazionale e scarsamente organizzato)
- super io (rappresenta la componente normativa e sociale, è l’istanza morale introiettata e conduce
all’adeguamento sociale).
Nel modello comportamentale l’ansia è considerata una risposta condizionata da stimoli ambientali.
L’approccio neurobiologico ha approfondito i meccanismi neurofisiologici e neurobiochimici alla base di
questo disturbo, identificando le aree cerebrali e i neurotrasmettitori coinvolti.
Da un punto di vista anatomico l’ansia coinvolge circuiti neurali con base nell’amigdala. L’amigdala intreccia
fondamentali connessioni reciproche con l’ippocampo e la corteccia orbitofrontale mediale e laterale.
Attacco di panico periodo di intensa paura o sofferenza accompagnato da sintomi somatici e cognitivi.
Ha inizio improvviso, durata limitata con il massimo picco dopo 10 minuti. I sentimenti sperimentati sono di
pericolo imminente o catastrofe incombente, paura di morire o di impazzire. L’attacco di panico è un
sintomo che può manifestarsi in una varietà di disturbi d’ansia (disturbo di panico, fobia sociale, fobia
specifica, disturbo post – traumatico da stress, disturbo acuto da stress)
Sintomi somatici: tachicardia, sudorazione, brividi o vampate, tremori, dispnea, dolore al petto, nausea,
sensazione di svenimento.
Sintomi psichici: derealizzazione, depersonalizzazione, paura di impazzire o di perdere il controllo o di
morire.
Terapia: il trattamento più efficace per il DAP e l’agorafobia è la farmacoterapia a cui si può associare anche
la psicoterapia. I farmaci più indicati sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che
vengono utilizzati per almeno 8-12 mesi. All’esordio del disturbo possono essere utilizzate le
benzodiazepine per essere poi gradualmente sospese e riutilizzate in caso di necessità acuta.
Diagnosi differenziali: disturbi cardiovascolari, disfunzioni vestibolari, ipoglicemia, BPCO, epilessia
temporale, feocromocitoma
Disturbi fobici
La fobia è un timore eccessivo e immotivato di situazioni, oggetti o attività che determina la comparsa di
sintomi ansiosi o di condotte di evitamento, tali da compromettere il normale funzionamento sociale o
lavorativo della persona. I disturbi fobici si dividono in tre gruppi:
- agorafobia (è il timore di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante
allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di bisogno. Per esempio le strade o i
negozi affollati, spazi chiusi, ponti, mezzi di trasporto. La persona è portata ad evitare le situazioni e i luoghi
che gli provocano disagio, compromettendo la possibilità di viaggiare, lavorare, di avere una vita autonoma)
- fobia specifica (è caratterizzata da un timore eccessivo e inadeguato conseguente all’esposizione a uno
specifico oggetto o situazione. Il quadro clinico si caratterizza per la presenza di sentimenti di paura,
repulsione, disgusto e di condotte di evitamento sproporzionate alla reale pericolosità dello stimolo. Il
disagio è molto intenso e può essere evocato anche solo da un’immagine filmata o dall’attesa dello stimolo.
L’evitamento può essere molto invalidante. Le reazioni possono essere molto violente come la fuga o il
blocco. Esistono diversi sottotipi di fobie specifiche:
- fobia degli animali
- fobia del sangue
- fobia degli agenti atmosferici (tuoni,lampi,vento)
- fobia dell’altezza (vertigini, instabilità)
- fobia sociale (è un disturbo caratterizzato dalla paura marcata e persistente di situaizoni sociali o
prestazionali nelle quali la persona è esposta a individui non familiari e al possibile giudizio degli altri.
Pervasivo e irrazionale timore di apparire imbarazzato, ridicolo, o di agire in modo inopportuno e umiliante.
Disturbo grave che interferisce significativamente nel funzionamento sociale e lavorativo. Se non tratta può
assumere decorso cronico e progressivo. Può associarsi con un disturbo dell’umore e da abuso di sostanze
e alcol)
Sintomatologia
- sintomi fisiologici (tachicardia, sudorazione, dispnea, nausea, vertigini, debolezza muscolare, irrequietezza
psicomotoria)
- sintomi comportamentali (condotte di evitamento che possono diventare stabili nel tempo)
- sintomi soggettivi cognitivi ed emozionali (emozioni di vergogna, impotenza, paura o rabbia)
Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare comprende una serie di segni e sintomi la cui caratteristica principalmente è
rappresentata da oscillazioni del tono dell’umore in senso patologico. Oscillazioni fisiologiche del tono
dell’umore sono esperienze comuni in genere scatenate da eventi esterni. Tali oscillazioni rivestono un
ruolo di adattamento poiché consentono di modellare e adeguare le proprie esigenze alle condizioni
ambientali. Nei disturbi dell’umore i meccanismi fisiologici sono alterati e i cambiamenti dell’umore
diventano patologici quando:
- non sono prevedibili
- incontrollabili
- esterni
- eccessivi
- accompagnati da altri cambiamenti associati (pensieri, comportamento)
- sconvolgono il modo di vivere
Nei casi più gravi di depressione e mania il soggetto può perdere il contatto con la realtà e sviluppare
sintomi psicotici quali allucinazioni e deliri. Il contenuto dei deliri è influenzato dal tono dell’umore.
Contrariamente all’episodio depressivo, l’episodio maniacale è uno stato instabile e spesso è sufficiente
uno stimolo stressante esterno modesto perché subentrino rabbia, irritabilità, aggressività, profonda
tristezza con facile ritorno alla condizione di euforia o disforia.
Alle caratteristiche del tono dell’umore si associa:
- un incremento dell’attività motoria e dell’energia: il soggetto non riesce a star fermo a lungo, mimica e
gestualità appaiono vivaci, mutevoli, esagerate;
- l’abbigliamento è spesso vistoso, bizzarro dai colori accesi, nelle forme gravi prevalgono disordine e scarsa
igiene personale;
- il soggetto presenta logorrea, il tono della voce è alto, il linguaggio è prolisso e i concetti spesso perdono la
loro funzione di trasmissione delle informazioni.
- si associa un incremento delle attività lavorative e degli hobbies che però non è finalizzato: con il
progredire della malattia le attività diventano più intense fino ad apparire disorganizzate e confuse con
perdita della produttività.
- comportamenti rischiosi in conseguenza di una sensazione di onnipotenza per cui vengono a mancare
regole e vincoli: spese esagerate, guida spericolata, gioco d’azzardo, atti osceni
- eccitamento motorio grave: il soggetto può ballare e cantare in pubblico, denudarsi, oppure diventare
aggressivo o violento sia verbalmente che fisicamente, o altrimenti mettere in atto impulsivamente
tentativi di suicidio.
- deficit attenzione e concentrazione
- affollamento dei pensieri che spesso perdono la concentrazione
- il contenuto del pensiero è rappresentato nelle forme più lievi da idee di grandezza, con ipervalutazione
delle proprie capacità e risorse. Nelle forme più gravi si arriva a deliri congrui con l’umore: sono frequenti
anche i deliri a sfondo persecutorio, tematiche di influenzamento corporeo e del pensiero.
- disturbi psicosensoriali/funzioni fisiologiche (illusioni, allucinazioni tipo visivo e uditivo in genere
transitorio, diminuzione delle ore totali di sonno, aumento dell’appetito, aumento del desiderio sessuale)
Di solito gli episodi maniacali durano dai 4 ai 6 mesi con una risoluzione rapida o nel giro di qualche giorno
con il ritorno allo stato eutimico oppure con il passaggio ad un episodio depressivo o misto. Spesso manca
la coscienza di malattia e il soggetto è convinto di stare bene e può però reagire aggressivamente se
contraddetto.
Ipomania
L’episodio ipomaniacale rappresenta una condizione caratterizzata da una modesta elevazione dell’umore,
chiarezza e positività dei pensieri, incremento delle energie e dell’attività, in genere senza la
compromissione dell’attività lavorativa. Il pz appare allegro, vivace, assertivo, sicuro di sé, produttivo,
instancabile, con limitate necessità di riposo. A volte la sensazione di attenzione è così intensa che il pz
tende all’autocura con alcool e/o benzodiazepine.
Stati misti
Rappresentano un quadro clinico caratterizzato dalla presenza contemporanea nello stesso soggetto e nello
stesso periodo di entrambe le polarità della malattia maniaco-depressiva.
- mania depressiva o ansiosa
- depressione agitata
- mania improduttiva
- stupor maniacale
- depressione con fuga delle idee
- mania inibita
Trattamento
- Sali di litio (è il miglior stabilizzatore dell’umore ed è risultato efficace nel trattare casi di mania e ipomania
in fase acuta e di mantenimento)
- stabilizzanti del tono dell’umore
- antidepressivi
- antipsicotici
- benzodiazepine
- psicoeducazione
Depressione
Il disturbo depressivo è un disturbo dell’umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati
da una bassa autostima e perdita di interesse. È una malattia invadente che coinvolge sia la sfera affettiva
che cognitiva della persona influendo negativamente sulla vita familiare, lavorativa e sulla salute fisica.
Epidemiologia
Colpisce circa il 12% delle donne e l’8% degli uomini che vanno incontro ad almeno un episodio depressivo
maggiore nel corso della vita.
Sintomi:
- umore (sensazione di tristezza, preoccupazione, perdita di interesse e di piacere nelle cose, perdita di
energia, vitalità, speranza, progettualità, insensibilità a fattori positivi)
- processi cognitivi (pensieri negativi circa se stessi, il presente ed il futuro; pensieri pessimistici ricorrenti,
scarsa concentrazione, perdita di memoria, difficoltà a prendere decisioni, sensazione che possa accadere
qualcosa di pericoloso, disperazione, pensieri di morte e idee di suicidio, pensieri irreali di colpa, malattia o
povertà)
- area somato-vegetativa (disturbi del sonno o dell’appetito, faticabilità e diminuzione dell’energia, perdita
di interesse in numerose attività compreso il sesso, sintomi gastrointestinali come nausea o costipazione,
dolori inspiegabili, alterazioni neuroendocrine)
- psicomotricità (espressione triste, pianto, rallentamento dei movimenti e della parola, movimenti agitati
ed irrequieti)
Per quanto riguarda il decorso, di solito l’età media è di 25 anni con due picchi (15-19 anni e 25-29 anni). Un
episodio depressivo spesso guarisce entro alcuni mesi, soprattutto se adeguatamente curato ma non è
infrequente che ad un primo episodio depressivo ne seguano altri. In alcuni casi la depressione diviene
cronica o sub cronica.
Criteri diagnostici DSM-V disturbo depressivo dovuto ad una condizione medica generale:
A. il quadro è dominato da un’alterazione rilevante e persistente dell’umore caratterizzata da umore
depresso o riduzione marcata di interessi o del piacere per tutte le attività
B. vi è dimostrazione dalla storia, dall’esame fisico o dai reperti di laboratorio che il disturbo è la
conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale
C. il disturbo non è meglio giustificato da un altro disturbo mentale
D. il disturbo non si verifica esclusivamente durante il corso di un delirium
Disturbi di personalità
I tratti di personalità sono modi di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi
che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Quando i tratti di personalità sono
rigidi e causano una compromissione funzionale significativa o una sofferenza soggettiva essi costituiscono
disturbi di personalità.