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New English File Digital - Pre-

Intermediate - DISPENSA -
INGLESE 1 & 2
Lingua Inglese
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
130 pag.

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DISPENSA
INGLESE I

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STUDENT’S BOOK
UNITA’ – 1A° - WORD ORDER IN QUESTION (ORDINE DELLE
PAROLE NELLE DOMANDE)
Per la formazione delle domande nella lingua inglese, si ricorre a due grandi strutture; QUASI –
ASI:
QUASI:
QU - (Question Word): Esempi di question word sono: Why, What, How much, How many, ecc.
ATTENZIONE; E’ possibile costruire anche delle question word PROPRIE; ad esempio “What music?
Quale musica?” Quindi attenzione quando riordinate le parole nella costruzione di una
domanda.
A – Rappresenta l’ausiliare, che nel PRESENT SIMPLE è DO, mentre nel PAST SIMPLE è DID.
Poniamoci una domanda; quindi ogni domanda deve contenere DO/DOES (Per present simple.
DOES SOLO PER TERZA PERSONA) o DID (Per past simple)? La risposta è NO. Do e Did sono due
ausiliari molto usati, ma è possibile trovare una domanda dove l’ausiliare sia ESSERE (verbo to be),
sia al present simple sia past simple. Poniamoci ora un’altra domanda; L’utilizzo dell’ausiliare to be
esclude l’utilizzo degli ausiliari DO/DOES/DID? Si, perché è concesso inserire un solo ausiliare,
anche se è possibile utilizzare quei termini con significato alternativo (DO non è solo un ausiliare,
ma vuol dire anche FARE).
S: È il soggetto (I, YOU, HE, SHE, IT, WE, YOU, THEY, MARCO, GENNARO, e via dicendo).
I: Verbo alla forma base (anche se, nei diversi tempi, come ad esempio il present continous, la “I”
non starà per la forma base del verbo, ma per il gerundio, e quindi l’aggiunta dell’ “ing”.
La forma ASI riprende gli stessi contenuti della forma QUASI, ad eccezione della mancanza della
QU. Le domande che rispondono alla forma QUASI richiedono risposte più specifiche, facciamo un
esempio.
“Where does your sister work?”  Dove lavora tua sorella?
QU A S I
“My sister work in the school as teacher”  Mia sorella lavora nella scuola come insegnante.
In questa domanda la Question Word “Where” indica il luogo dove lavora “nostra sorella”, ciò
implica che dobbiamo rispondere in maniera specifica. Se invece dicessimo;
Do you work? Tu lavori?
Yes, I do/ No, I don’t
Se la domanda è sprovvista di QU (come nel caso appena riportato), state sicuri che la risposta che
dovrete dare sarà di tipo breve, dove dovrete ripetere l’ausiliare. Do nella domanda, Do nella
risposta, e così via.

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DA RAMMENTARE – Non sono ammesse domande con due ausiliari, se in una domanda c’è sia
DO, che verbo ESSERE, RICORDATE che:
- Tra ESSERE e DO, è sempre ESSERE a “vincere”, ed è sempre lui ad essere ausiliare (sia al
presente che al passato, che in ogni tempo verbale).
- Il do quindi può fungere sia da ausiliare, sia da “normale verbo”, in quanto vuol dire “fare”.

Ricordate che;
- Do si usa per comporre domande (e non solo) al present simple.
- Does si usa per comporre domande al present simple, specificamente alla terza persona
(he, she, it). Nella forma IT sono compresi anche gli animali (oltre che gli oggetti)
- Il Did si usa per comporre domande al past simple.

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In questa figura (2) si può notare l’assenza del DO/DOES/DID, ma la presenza del verbo ESSERE (to
be), che funge da ausiliare in qualsiasi tempo lo ritroviamo (sia al presente con “am, is, are” sia al
passato con “was, were”). La forma interrogativa, nelle domande con AUSILIARE “ESSERE” si
forma con l’inversione tra soggetto (subject) e verbo (to be) proprio come nell’immagine.
ESEMPIO PRATICO; SHE IS A TEACHER  Lei è una maestra. Per creare la forma interrogativa
basta invertire PRONOME PERSONALE (SHE) e VERBO (IS). Quindi  IS SHE A TEACHER?
Ogni domanda incorpora SEMPRE le forme QUASI o ASI.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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UNITA’ – 1B° - PRESENT SIMPLE (PRESENTE SEMPLICE)

Partiamo dal concetto che il present simple si usa per:


- Le cose che si fanno abitualmente (di solito la frase è accompagnata da avverbi di
frequenza).
- Si usa anche per le cose che corrispondono al vero e accadono sempre.
Nelle frasi negative va utilizzato il “don’t” o il “doesn’t” (quest’ultimo solo per la terza persona).
Nelle frasi interrogative, l’ausiliare è DO (almeno che non ci sia essere – per il discorso fatto prima)
o DOES (solo terza persona).
TUTTI I VERBI, cambiano alla terza persona;
1) “I like movies”  mi piacciono i film” alla terza persona diventa “she likes movies”
2) “I don’t like movies”  non mi piacciono i film” alla terza persona (ma in negativo) diventa
“she doesn’t like movies”
3) “Do you like movies”  Ti piacciono i film?” alla terza persona diventa “ Does he like
movies?”
Si può notare che con la presenza di DOES (per le interrogative) e DOESN’T (negative) il verbo alla
terza persona NON VA MAI CONIUGATO (frase 2 e 3). Nella prima frase (1) il verbo LIKE viene
coniugato e diventa LIKES (E si può notare la mancanza di does e doesn’t).
Come si forma la terza persona dei verbi?

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Nella prima immagine dell’unità 1B, si può notare nella prima frase l’utilizzo di “usually”. Questo è
un avverbio di frequenza, e il suo posizionamento dipende dal tipo di verbo usato.
- “I usually work at home”  Se in una frase abbiamo un verbo che non sia essere (to be),
l’avverbio di frequenza va posizionato prima del verbo (in questo caso “usually” viene
messo prima di work (verbo).
- “She is always happy”  Lei è sempre felice  Se in una frase abbiamo il verbo essere (to
be), l’avverbio di frequenza va posizionato dopo il verbo “essere” (in questo caso “is” “è”
che è verbo essere, viene prima di “always” “sempre – avv. di frequenza”)
Gli avverbi di frequenza sono molto usati nel present simple, e di solito, è proprio grazie a
questi che riusciamo a distinguere il present simple dal present continuous.
Quali sono gli altri avverbi di frequenza?
Nevermai – Always sempre – Usually usualmente – Oftenspesso –
Sometimes Qualche volta – Hardly ever quasi mai

Gli avverbi di frequenza si distinguono dalle “espressioni di frequenza” in quanto i primi (gli
avverbi) sono formati da una sola parola, ad eccezione di Hardly ever, che va quindi trattato
come un avverbio di frequenza, e non invece come una “espressione di frequenza”. Le
espressioni di frequenza sono formate da più parole, e si collocano sempre alla fine della frase.
Esempi di ESPRESSIONI DI FREQUENZA; every day (tutti i giorni) – once a week (una volta a
settimana) – twice a week (due volte a settimana).
Ovviamente ne esistono tante altre.
RICORDATE CHE:
- In una frase con NEVER, non serve aggiungere altra negazione: “She’s never ill”  “non è
mai ammalata”

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- In una frase negativa, con la presenza di un avverbio di frequenza, la composizione è SOGG
+ DON’T/DOESN’T + AVV. DI FREQUENZA + VERBO

ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 1C° - PRESENT CONTINUOUS (PRESENTE


PROGRESSIVO)
Il Presente progressivo si utilizza in diversi casi:
1) Per descrivere azioni in progresso…
Matteo: What are you going? Simone: I am sending a message to Martina
Matteo: Che cosa stai fancendo? Simone: Sto mandando un messaggio a Martina
2) Per azioni in progresso di breve durata (dove la durata è indicata)
My brother is doing a two month course in the UK  Mio fratello sta facendo un corso di due
mesi nel Regno Unito.

3) Per descrivere un quadro


In this picture the woman is standing near the window  In questo quadro la donna è in piedi
vicino alla finestra

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Inutile inserire una immagine di traduzione. Traduciamo solo la prima frase della colonna a sinitra:
I’m working (I am working)  Io sto lavorando – una azione che sto compiendo ora, in questo
momento (non abituale come il present simple). Tendo solo a farvi notare, che nella forma
interrogativa, si contrappone SOGGETTO e VERBO-ING; ciò fa capire che al present continuous le
domande vengono fatte con l’ausiliare (A) ESSERE (niente DO o DID). Anche in questo caso, le
domande seguono la struttura QUASI e ASI, dove la “I” sta per “ING FORM”.
Come si forma la “ing form”?

Quindi la differenza plateale tra PRESENT SIMPLE e PRESENT CONTINUOUS è la seguente:


Il Present Simple tratta di eventi generali, facciamo un esempio:
“What do you do”  “Cosa fai”  è inteso come un “fare generico” (cioè, cosa fai nella vita).
Tengo a farvi notare la presenza del DOPPIO DO – Nessuno spavento, il primo DO è ausiliare, il
secondo è verbo (FARE).
Il Present continuous tratta invece di eventi che si stanno svolgendo in questo momento:
“What are you doing?”  “Cosa stai facendo?”  si riferisce a questo momento, ora.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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UNITA’ – 2A° - PAST SIMPLE AND IRREGULARS VERB (PASSATO
SEMPLICE E VERBI IRREGOLAR

I)

Si usa il past simple per parlare di “azioni passate”


Nel present simple, l’ausiliare è DO, tranne alla terza persona che è DOES.
Qui (nel past simple), esiste solo DID che vale per tutte le persone (per le domande), e nella
forma negativa si usa il DIDN’T. Ora da qui dobbiamo fare due precisazioni:
- Nelle domande, l’ausiliare è DID, ma può anche non esserlo; di fatti l’ausiliare, in alcune
frasi, può essere anche il verbo to be al passato (was/were). ESEMPIO: “Where were you
from?”. Le domande, anche al passato, e in ogni tempo, seguono la struttura QUASI ed ASI,
inoltre, la presenza dell’ausiliare (DID – WAS/WERE) impongono l’utilizzo del verbo alla
forma base, e non alla forma -ed, in quanto già l’ausiliare esprime il passato.
- Nelle frasi negative, il DIDN’T (DID NOT) impone l’utilizzo della forma base del verbo (in
quanto nel DIDN’T è compreso sia il PASSATO che la NEGAZIONE)

Come si forma il past simple?

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Non tutti i verbi…sono regolari; TABELLA
PRENDERE LA SECONDA COLONNA

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ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 2B° - PAST CONTINUOUS (PASSATO PROGRESSIVO)


Il past continuous viene utilizzato per la descrizione di azioni in progresso in uno specifico
momento del passato, oppure per raccontare una storia, o descrivere la situazione di un
racconto.

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Il past continuous quindi traduce una AZIONE CHE ERA IN CORSO nel passato (io stavo lavorando
– stava lui lavorando?). Tendo a far notare che le strutture sono sempre le stesse (ASI o QUASI), ed
inoltre, anche in questo caso, la forma interrogativa si costruisce con l’ausiliare to be al passato
(was/were). Il past continuous si costruisce nel seguente modo:
SOGG + WAS/WERE + ING.FORM
Past simple or Past continuous?
Il past simple ci parla di una azione finita nel passato, mentre il past continuous ci parla di una
azione “in progresso” nel passato. Qui molto importante è focalizzarsi sul contesto della frase.
Facciamo un esempio:
I took this photo when my wife was working in the garden
Ho scattato questa fotografia quando mia moglie stava lavorando nel giardino
Ho scattato  Past simple (took (irregolare) – vuol dire “prendere”, ma gli inglesi dicono cosi)
Stava lavorando  Past continuous (was working – azione in progresso nel passato).
Le regole per la formazione dell’ING sono uguali all’unità 1C.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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UNITA’ – 2C° - TIME SEQUENCERS (SEQUENZIATORI TEMPORALI)
Questi si utilizzano per dire “quando” o “in che ordine” sono accaduti i fatti.
Utilizziamo la parola WHEN (quando) per unire due azioni. Facciamo un esempio:
I was watching TV when the phone rang  Stavo guardando la tv QUANDO il telefono squillò
Oltre WHEN esistono anche altri sequenziatori, tra cui; AFTER THAT (dopo di che) – NEXT DAY (il
giorno dopo) – TWO MINUTES LATER (due minuti dopo) – THEN (poi). Vediamo anche questi in
qualche esempio:

Ricordate che “after that” va sempre utilizzato cosi, MAI UTILIZZARE SOLO “AFTER”, è errore.
In questa unità ritroviamo anche i CONNETTORI – Questi sono; SO (quindi) – BECAUSE (perché –
da utilizzare solo nelle risposte, mai nelle domande, perché in queste ultime si usa WHY) – BUT
(ma) – ALTHOUGH (sebbene);
“BECAUSE” va utilizzato per esprimere una motivazione:
She was driving fast because she was in a hurry.  Lei stava guidando veloce perché andava di
fretta.
“SO” va utilizzato per esprimere una conseguenza:
She was in a hurry, so she was driving fast  Lei andava di fredda, quindi guidava veloce
“ALTHOUGH” si può utilizzare sia a INIZIO FRASE che nel mezzo, dipende dal contesto:
Although she tried to stop the car, she hit the man  Sebbene lei tentò di fermare l’auto, lei colpi
l’uomo.

“BUT” si utilizza solo nel centro della frase;


She tried to stop the car, but she hit the man  Lei tentò di fermare l’auto, ma colpi l’uomo

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ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 3A° - BE GOING TO (PRIMA FORMA DI FUTURO)


Il “be going to” si struttura cosi;
BE (non l’infinito, bensi l’ausiliare ESSERE al presente)  AM – IS – ARE
GOING – Struttura fissa
TO – Dopo il TO, c’è SEMPRE l’infinito
Questa forma verbale si usa per due motivi:
1) Si usa per parlare di programmi futuri o intenzioni (non definitivi)  i programmi e le
intenzioni future non sono accompagnati/e dal tempo in cui avverrà l’azione. ESEMPIO:
“Un giorno andrò da Marco” – E’ una intenzione, non sto specificando il quando:
I am going to work for NGO  Io andrò a lavorare per una NGO
Da notare che il ”to” è seguito da “work”, ossia il verbo alla forma base. Inoltre non stiamo
specificando quando.
2) Si usa per fare una previsione futura, questa si basa su elementi che possiamo percepire e
vedere. ESEMPIO; “Guarda quelle nuvole nere! Pioverà” - La nostra previsione si basa sulla
“vista” delle nuvole nere.
Look at the car! It’s going to crash  Guarda quella macchina! Si schianterà

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Vorrei che deste una occhiata alla forma interrogativa:
Anche in questo caso, l’ausiliare utilizzato per fare le domande è TO BE al PRESENTE, quindi viene
scambiata la posizione di PRONOME PERSONALE e VERBO (to be - cioè ausiliare) per poi seguire
col resto della frase.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 3B° - PRESENT CONTINUOUS (VERSIONE FUTURO –


SECONDA FORMA DI FUTURO)
Il present continuous può avere un significato futuro, specialmente se ad esso vengono aggiunte
indicazioni riguardo al tempo in cui sarà effettuata l’azione:
“I am seeing a friend tonight”  “Vedrò un amico stanotte”

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Se avessimo omesso il “tonight” la frase sarebbe diventata  “sto vedendo un amico”
Da qui si capisce quanto sia importante l’indicazione temporale nel PRESENT CONTINUOUS
FUTURE. Altro esempio:
“She isn’t leaving until Friday”  “Lei non partirà fino a martedi”
UNTIL  FINO A – È un limite temporale
Per parlare del futuro non si usa il PRESENT SIMPLE, ma uno dei tre tipi di futuri (il terzo lo
vedremo più avanti).
Qual è la differenza tra present continuous (future) e be going to?
Il present continuous ci parla di accordi definitivi, con orario e luogo stabilito. Di solito le frasi
frasi, con questo tempo, sono accompagnate da espressioni come tonight, tomorrow, this
weekend, ecc accompagnate da espressioni come go – come – leave – arrive (significato di
viaggio). Il be going to invece, come detto prima, non sono accordi definitivi, ma intenzioni che
possono cambiare (queste non sono accompagnate da espressioni temporali).

ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 3C° - PROPOSIZIONI RELATIVE (WHO – WHICH -


WHERE)
In Inglese esistono 3 proposizioni relative;
WHO  Vuol dire “CHI” (Persone)
WHICH  Vuol dire “COSA” (Per oggetti e animali)
WHERE  Vuol dire “LUOGO” (ma anche “dove”)  è utilizzato per i luoghi

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Le proposizioni relative servono a capire di cosa parliamo all’interno della frase; in particolar modo
servono a spiegare “cosa è” o “cosa fa una persona, un luogo, una cosa”. Facciamo qualche
esempio:
A cook is a person who makes food.  Il cuoco è una persona che cucina il cibo.
A clock is something which tells the time.  l’orologio è qualcosa che ci dice l’ora.
That’s the restaurant where i had dinner last week  Questo è il ristorante dove ho pranzato la
scorsa settimana.
Piccolo JOLLY – Al posto di WHO e WHICH, potete utilizzare anche THAT, che vuol dire “che”.

ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 4A° - 4B° - PRESENT PERFECT (PRESENTE PERFETTO) VS


PAST SIMPLE
Questo (Present Perfect), si contrappone al Past Simple; Mentre quest’ultimo ci dice quando è
stata compiuta una esperienza, e ci parla dell’esperienza nello specifico, il PRESENT PERFECT ci
parla di una esperienza generale senza dire “quando è stata compiuta precisamente”.

QUANDO SI USA
Il present perfect si usa specialmente per dare notizie; ESEMPIO;
Mary’s had her baby  Mary ha avuto il suo bambino.

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In questo caso non stiamo dando nessuna indicazione temporale, ma si presuppone che sia un
qualcosa accaduto recentemente.
Quindi: Il present perfect si usa per azioni svolte nel passato (un passato moltorecente), ma il
tempo non è espresso (esempio di sopra).
Il tempo in alcuni casi può essere anche espresso, ma deve essere un tempo non preciso, bensi
deve essere un TEMPO GENERICO. Altro esempio;
I haven’t to been to the cinema in ages  Non vado al cinema da una vita.
Quindi: L’azione è svolta nel passato, il tempo è espresso, ma è generale.
Esiste un altro caso, in cui il tempo nel present perfect PUO’ ESSERE ESPRESSO; si tratta di una
azione passata, dove c’è il tempo, ma non è finito. Altro esempio;
I have seen that film this week  Ho visto quel film questa settimana
L’azione del “vedere il film” è contestualizzata in “questa settimana”, ma la settimana non è finita
Quindi; L’azione è passata, il tempo è espresso, ma non è finito.
Altro caso in cui si usa il PRESENT PERFECT, è quando l’azione è iniziata, ma non è ancora finita nel
momento in cui si parla. Altro esempio;
I have know him since 1995  Io ho conosciuto lui (lo conosco) dal 1995
L’atto del conoscere la persona, si protrae nel tempo, fino al momento in cui si parla.
Quindi; si usa il PRESENT PERFECT quando l’azione è iniziata, ma non è ancora finita nel momento
in cui si parla.
Se si notano espressioni come; Several times- for hours - for today – up to now – in the last few
days – in the last few weeks – just – already – ever – never – yet – recently – lately – now si usa il
PRESENT PERFECT.

Soprattutto il PRESENT PERFECT è utilizzato nelle INTERVISTE; le prime domande (quelle più
generali) si usa il present perfect, e poi, scendendo nello specifico, si usa il past simple. Quando si
utilizza WHEN - WHAT – WHERE – WHO – Ci si riferisce a qualcosa di specifico, e quindi va usato
il PAST SIMPLE

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Quindi oltre tutte le differenze dette; Il PAST SIMPLE, ricordiamo, è UNA
AZIONE FINITA NEL PASSATO, CON UN RIFERIMENTO TEMPORALE. A
QUESTO TEMPO CORRISPONDONO “DOMANDE PIU SPECIFICHE” E ITEM
SPECIFICI.

COME SI FORMA
SOGG + HAVE/HAS + PAST PARTICIPLE (FORMA AFFERMATIVA)
HAS  Per la TERZA PERSONA ------------- PAST PARTICIPLE (terza colonna irregolari
O aggiunta forma ED)
SOGG + HAVEN’T/HASN’T + PAST PARICIPLE (FORMA NEGATIVA)
HAVE/HAS + SOGG + PAST PARICIPLE (FORMA INTERROGATIVA)

Utilizzo di YET – JUST – ALREADY


I termini come JUST – ALREADY – EVER – ECC (ma non YET) si inseriscono tra l’ausiliare (have/has)
e il PAST PARTICIPLE.
FRASE AFFERMATIVA  SOGG + HAVE/HAS + (XXXX) + PAST PARTICIPLE
FRASE INTERROGATIVA  HAVE/HAS + SOGGETTO + (XXXX) + PAST PARTICIPLE

YET – ANCORA
Questo “termine” si inserisce sempre a fine frase, e viene utilizzato solo nelle DOMANDE, e nelle
FRASI NEGATIVE. Si usa per sapere se è successo qualcosa o no/ Se una persona ha fatto qualcosa
o no. Quindi si usa anche per dire che non è accaduto qualcosa.

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Have you done homework yet?  Non hai ancora fatto i compiti?
I haven’t finished yet  Non li ho ancora finiti
JUST – APPENA
Questo termine si utilizza per qualcosa che è accaduto molto recentemente, inoltre si utilizza solo
nelle frasi affermative. Questo termine si colloca tra il PAST PARTICIPLE e l’AUSILIARE HAVE/HAS
My sister’s just started a new job  Mia sorella ha appena cominciato un nuovo lavoro
ALREADY – GIA’
Questo termine si usa per dire che qualcosa è accaduto “prima di ora”ho già mangiato.
Si usa soprattutto per esprimere qualcosa che è accaduto in anticipo ho già finito i compiti.
Questo termine si colloca tra il PAST PARTICIPLE e l’AUSILIARE HAVE/HAS
I have already seen this film  Ho già visto questo film

Ricorda:
- EVER vuol dire MAI, ma va usato solo nelle domande.
- NEVER vuoi dire MAI, ma va usato solo nelle frasi negative.

BEEN – GONE
BEEN vuol dire STATO, ossia “il soggetto è stato in un luogo, ed è poi tornato al suo luogo di
origine” ESEMPIO:
Mike has been to Paris  Mike è stato a Parigi  E’ STATO ED E’ POI TORNATO.

GONE vuol dire ANDATO, ossia “il soggetto è andato in un luogo ma non è più tornato, o non è
tornato ancora” ESEMPIO:
Mike has gone to Paris  Mike è andato a Parigi  E’ ANDATO MA NON E’ ANCORA TORNATO.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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UNITA’ – 4C° - SOMETHING – ANYTHING - NOTHING
Questi termini vengono utilizzati per parlare di cose senza dare delle specificazioni.
SOMEBODY/SOMEONE  Qualcuno
SOMETHING  Qualcosa
SOMEWHERE  Qualche luogo
Questi termini si usano con verbi affermativi, di significato affermativo. ESEMPIO;
I saw something  Ho visto qualcosa

ANYBODY/ANYONE  Nessuno
ANYTHING  Niente
ANYWHERE  Nessun posto
Questi termini si usano con verbi negativi (isn’t, wasn’t, ecc) e frasi interrogative. I verbi negativi
escludono a priori i termini che iniziano col NO (NOWHERE, NO ONE, NOTHING). ESEMPIO;
I didn’t do anything last night  Io non ho fatto alcuna cosa ieri sera

NOBODY/ NO ONE  Nessuno


NOTHING  Niente
NOWHERE  Nessun luogo

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Questi termini si usano nelle risposte brevi, e nelle frasi affermative, di significato negativo.
ESEMPIO; I saw nothing  Non ho visto nulla

ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

UNITA’ – 5A° - COMPARATIVI


I comparativi si usano per comparare due persone, due luoghi, due cose, due azioni
Esistono due tipi di comparativi; i comparativi dell’avverbio, e i comparativi dell’aggettivo.

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COMPARATIVI DELL’AGGETTIVO
Si utilizzano quando all’interno della frase (prima del comparativo) c’è il verbo essere (to be).
1) My brother is older than me  Mio fratello è più vecchio di me.
2) It is more dangerous to cycle than to drive  E’ più pericoloso andare in bici che guidare.
Possiamo analizzare innanzitutto il la preposizione THAN  DI/CHE. E’ importante rammentare
che than va dopo aver utilizzato il comparativo (sia dell’aggettivo sia del comparativo)
COME SI FORMA IL COMPARATIVO DELL’AGGETTIVO
AGGETTIVO COMPARATIVO AGGETTIVO COSA SI FA/COME SI FORMA
Short ShortER Gli aggettivi con una sillaba aggiungono solo –ER
Big BiGGER xxx che terminano con voc+consraddoppio cons + er

Busy BusIER xxx che terminano con cons+y cade y IER

Relaxed more relaxed I plurisillabi aggiungono more/less + aggettivo

MORE  Più LESSMeno

Esistono però degli irregolari

COMPARATIVI DELL’AVVERBIO
Si utilizzano quando all’interno della frase (prima del comparativo) c’è un verbo che esprime
azione (quindi non il verbo to be)
- People walk more quickly than in the past  Le persone camminano più velocemente che
in passato
COME SI FORMA IL COMPARATIVO DELL’AVVERBIO
AGGETTIVO COMPARATIVO AVVERBIO
Quickly (velocemente) MORE quickly
Slowly (lentamente) MORE slowly

Quindi per questi si aggiunge o MORE o LESS.


Esistono però anche degli irregolari

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COMPARATIVO DI UGUAGLIANZA/NON UGUAGLIANZA  esprime un rapporto di uguaglianza o
differenza

(NOT) AS + AGGETTIVO/AVVERBIO/ AS
The service in this restaurant isn’t as good as it was  Il servizio in questo ristorante non è buono
come era.
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UNITA’ – 5B° - SUPERLATIVI
1) Davanti al superlativo, si utilizza sempre l’articolo “the”
It’s the dirtiest city in Europe  E’ la più sporca città in Europa.
2) Spesso usiamo il superlativo con il present perfect + ever
It’s the best film I’ve seen this year  E’ il miglior film che io abbia visto quest’anno

GLI ULTIMI TRE SONO IRREGOLARI


– I PRIMI 4 RAPPRESENTANO
COME SI COSTITUISCE IL
SUPERLATIVO PARTENDO
DALL’AGGETTIVO.

La differenza tra comparativo e superlativo è la seguente;


- Il comparativo compara SOLO due oggetti/cose/persone – Simone è più bello di Matteo
- Il superlativo mette in relazione una cosa, persona, oggetto, con una intera categoria –
Simone è il ragazzo più bello al mondo
RICORDATE INOLTRE CHE; AL COMPARATIVO SI USA “MORE” E AL SUPERLATIVO SI USA “THE
MOST”
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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UNITA’ – 5C° - QUANTIFICATORI
Too much – Vuol dire TROPPO/A, ed è applicato ai sostantivi non numerabili (troppa acqua); Too
much si utilizza:
- Too much + sostantivo non numerabile  I have too much work  Ho troppo lavoro
- Verb + too much  He talks too much  Egli parla troppo
Too many – vuol dire troppi/e, ed è applicato ai sostantivi numerabili (troppe patatine); too many
si utilizza;
- Too many + sostantivi numerabili (sia singolare che plurale)
I eat many cakes and sweets  Io mangio troppi dolci e caramelle
Too – vuol dire troppo, questo va affiancato ad un aggettivo;
I’m too tired
ENOUGH – ABBASTANZA
1) Si usa prima del sostantivo, per significare “quanto basta”
Do you eat enought vegetables?  Mangi abbastanza vegetali?
2) Si usa dopo un verbo, senza agg/sost.
She doesn’t sleep enough  Lei non dorme abbastanza
3) Si usa dopo un aggettivo/avverbio
My fridge isn’t big enought  il mio frigo non è pieno abbastanza
I don’t go to bed early enought 
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UNITA’ – 6A° - 6B° - WILL- TERZO FUTURO
Il “be going to” si contrappone allo “will” in quanto;
- Il be going to, nel fare delle previsioni, si basa su elementi visibili e percepibili.
- Il will, nel fare delle previsioni, non si basa sul elementi visibili, ma sul nostro pensiero.

ESEMPIO – WILL
“I think it will rain tomorrow”  “io penso che domani pioverà”
Questa previsione non si basa su nulla di oggettivo, bensì sul nostro pensiero e quindi si utilizza il
will. Ma se al posto di “I THINK” vi era “look at the clouds”, questo poteva essere un ELEMENTO
PERCEPIBILE, e quindi si doveva utilizzare il be going to.
ES – “Look at the clouds! It’s going to rain.  “Guarda le nuvole, pioverà”
La previsione in questo caso si basa su un elemento percepibile e oggettivo, “il guardare le
nuvole”, il che, in un normale contesto, ci fa capire che “le nuvole sono grigie e pioverà”.
Quando di mezzo vi sono queste espressioni, si utilizza sempre WILL

Col verbo “think”, si usa sempre WILL.


Da ricordare, che col verbo THINK non si può utilizzare il WON’T. Bisogna invece cambiare il senso
della frase, aggiungendo la negazione PRIMA di THINK
I think he will fall the exam  I don’t think he will pass the exam.
Dopo il WILL, va l’infinito senza TO (al contrario, nel “be going to” il to vuole sempre l’infinito)

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Il Will non si utilizza esclusivamente per fare delle previsioni (previsioni che abbiamo già visto, e
sono infondate, sono tirate ad indovinare). Di fatti vi sono altri 3 utilizzi;
DECISIONI – OFFERTE – PROMESSE
DECISIONI –
Hanno un carattere immediato. Mentre noi ITALIANI, nelle decisioni, utilizziamo il presente, gli
INGLESI, utilizzano il futuro.
I won’t stay for dinner  Io non rimango per la cena
Questa non è una “decisione presa da molto”, ma è immediata, negli esercizi che vi darà il docente
il contesto sarà molto più chiaro. Se volessimo tradurre la frase “nel senso inglese” diremo; “Non
rimarrò per la cena”, noi Italiani invece usiamo il presente.
OFFERTE
Anche queste hanno un carattere immediato, sono decisioni prese al momento. E anche in questo
caso gli Inglesi, nelle offerte, utilizzano il futuro, noi Italiani usiamo invece il presente.
I will help you with your homework  Ti aiuto io con i tuoi compiti
ATTENZIONE  Nelle offerte, la forma affermativa, si fa come ho costruito questo esempio
precedente, ma la forma interrogativa segue una ulteriore regola, SHALL.
Quando ci offriamo di “fare qualcosa” in forma interrogativa non possiamo dire cosi;
Will I Open the windows?  SBAGLIATO
Si utilizza lo SHALL (solo nelle offerte in forma interrogativa però);
SHALL I OPEN THE WINDOW?  Posso aprire la finestra?
Lo SHALL può essere utilizzato solo con “WE” e “I”, non altre persone.

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PROMESSE
Alla fine il WILL è utilizzato anche per fare promesse.
A; It’s a secret B: I’ won’t tell anyone, I promise
A; E’ un segreto B; Non lo dirò a nessuno, è una promessa

TABELLA RIASSUNTIVA FUTURI

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ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE

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WORKBOOK

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DISPENSA
INGLESE II

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STUDENT’S BOOK + WORKBOOK
7A – Uso dell’infinito con “to”
In inglese, proprio come in italiano, è possibile rintracciare frasi dove vi siano 2 o più verbi per
specificare meglio i connotati di una azione. Ma partiamo con un esempio per spiegarci;
“Ho bisogno di comprare dei vestiti nuovi” – “I need to buy new clothes”
Nella frase in italiano, possiamo notare che il verbo principale è “ho bisogno”, mentre il verbo
secondario (detto aggiuntivo) è “comprare”. “Ho bisogno” si viene a tradurre con “I need”, mentre
“comprare” si viene a tradurre con “to buy”.
In ambedue i casi, il verbo aggiuntivo, è posto alla forma base dell’infinito, preceduto da “to”. Da
qui comprendiamo che l’infinito è la forma base del verbo, ed è spesso utilizzato con “to”;
“TO + INFINITO”, o meglio, citando qualche esempio “to buy” “to meet” ecc.
La forma “to + infinito” può essere positiva (to be) o negativa (not to be); ci tengo a far notare, che
la negazione va inserita sempre prima del “to”, e mai dopo di esso o dopo il verbo.
La forma “to + infinito” si usa:

1) Dopo alcuni verbi (più avanti inserirò la tabella completa di suddetti verbi - *) tipo; want
(desiderare), need (bisogno), would like (piacerebbe). Tendo e tengo a specificare, che la forma “to
+ infinito” va sempre utilizzata in caso si intravedono questi verbi, ma chiariamo il tutto con qualche
esempio.
“Ho bisogno di comprare dei vestiti nuovi” – “I need to buy new clothes”
La parola “need” (bisogno) introduce la forma “to + infinito”, ossia “to buy”
Altro esempio che possiamo commentare è;
“Try not to talk about politics” – “Cercate di non parlare di politica”
Tendo a far notare che la parola/verbo “Try” la traduciamo con “Cercate”, mentre l’espressione
“not to talk” la traduciamo con “non parlare”. In secondo luogo la parola/verbo “Try” introduce
l’utilizzo della forma “to + infinito” (proprio come nell’esempio precedente), in linea specifica
introduce la forma “not to talk”. Si voglia notare che la forma “not to talk” è una forma negativa, e
che la negazione (come detto poco fa) va sempre inserita prima di “to”

2) Dopo aggettivi; facciamo qualche esempio;


“Sarà bello incontrare i tuoi genitori. Sarà meglio non essere in ritardo” – “It’ll be nice to meet your
parents. It’s important not to be late”.
Anche in questo caso, specifichiamo che la parola/aggettivo “bello” è tradotta con la
parola/aggettivo “nice”, e che l’espressione “incontrare” è tradotta con “to meet”. Nella seconda
frase, subordinata alla prima, ritroviamo che l’aggettivo “important” viene tradotto con l’aggettivo
“meglio” e che l’espressione “not to be” viene tradotta con l’espressione “non essere”. Dopo
l’aggettivo quindi, è possibile inserire la forma “to + infinito”

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3) Dopo le “Question Word” (Q.W – Pronomi interrogativi). Tra questi, i più utilizzati sono “what”
“where” “when” ecc. Ma facciamo anche qui qualche esempio
“Io non so dove andare o cosa fare” – “I don’t know where to go or what to do”
Mi raccomando di dare rilievo agli esempi, specie ai “colori” utilizzati, in modo da poter
comprendere meglio la struttura delle frasi, e le regole che ne derivano dai rispettivi casi.

4) Per spiegare “perché facciamo qualcosa”. Poniamo come esempio un dialogo tra due persone;
A: Why did you go to the party? B: To meet new people/ I want to the party to meet new people
A: Perché sei andato al party? B: Per incontrare nuove persone/ Io sono andato al party per
incontrare nuove persone

In questo caso, B si sta giustificando ad A, affermando PERCHE’ SIA ANDATO ALLA FESTA

ATTENZIONE;
Abbiamo appena detto, che per spiegare “perché facciamo qualcosa” si utilizza la forma “to +
infinito”. Non incappate mai nell’errore di sostituire la parola “to” con la parola “for” (che
grammaticalmente significa “per”), in quanto è errore. Posso immaginare che la tentazione sia
grande, e che la logica vi conduce spesso erroneamente ad utilizzare “for”, ma la forma corretta per
spiegare perché facciamo qualcosa, è “to + infinito”, e non esistono Santi che possano affermare il
contrario.

ES; I came to this school to/for learn english – Io sono andato in questa scuola per imparare l’inglese

ATTENZIONE (2);
L’infinito può essere utilizzato anche senza “to” nelle seguenti occasioni;

- Dopo i verbi ausiliari (Do – does – didn’t – to be) ES; “Do you live near here?” – “Vivi vicino qui?”

- Dopo i verbi modali (Can – could - would) ES; “Can you help me?” – “Puoi aiutarmi?”

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1) Noi abbiamo deciso di andare in Francia per le vacanze.
2) Non dimenticarti di spegnere tutte le luci.
3) Noi speriamo di vederti di nuovo presto.
4) Sto imparando a guidare. Il prossimo mese ho il test.
5) Ho bisogno di andare al supermarket. Non abbiamo più latte.
6) Mi sono offerto di aiutarli e ho dato il mio CV.
7) Essi stanno programmando di pagare presto.
8) Egli finge di essere malato, ma non lo è davvero.
9) Egli ha promesso di sposarmi quando tornerà e avrà un lavoro.
10) Ricordati di portare il dizionario in classe domani.
11) Era molto nuvoloso, e quando partì cominciò a piovere.
12) Egli ha provato a trovare un lavoro.
13) Egli desidera prendere il treno delle 6:00.
14) Mi piacerebbe comprare una nuova macchina il prossimo mese.

ESERCIZI STUDENT’S BOOK

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ESERCIZI WORKBOOK

RISPOSTE WORKBOOK

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7B – Uso del gerundio (ing form)

Nella precedente unità abbiamo trattato dell’utilizzo dei verbi aggiuntivi, posti nella forma
dell’infinito (preceduti da “to”). In questa unità parleremo sempre dell’utilizzo dei verbi aggiuntivi,
posti però al tempo gerundio.
Il gerundio in italiano è un modo indefinito utilizzato per indicare un processo considerato
subordinato ad un secondo avvenimento, e lo si usa per indicare anche;

- la contemporaneità o l'anteriorità,
- la causalità o la consequenzialità di un'azione rispetto ad un'altra.

Un esempio di gerundio può essere “Preferisco non parlare mangiando nello stesso momento.”

In inglese il gerundio lo si usa per indicare le medesime cose, ma la sua costituzione è diversa; di
fatti è opportuno prendere la forma base del verbo (senza “to”) e aggiungere la ing-form.

Il gerundio è la forma base del verbo, con l’aggiunta di “ING”, e può essere positivo (going) e
negativo (not going). Da notare che la negazione, va sempre posta prima del gerundio.

Il gerundio si usa:

1) Come soggetto o oggetto della frase; In merito a ciò possiamo muovere due esempi per chiarire
la faccenda;

PRIMO ESEMPIO - SOGGETTO

“Eating outside in the summer makes me feel good” – “Mangiare fuori in estate mi fa sentire bene”

Si voglia far notare l’utilizzo del gerundio all’inizio della frase con il verbo “Eating” che significa
“Mangiare”. In questo caso, il gerundio è utilizzato come soggetto, in quanto è inserito a inizio frase
(la prima parola della frase). Se all’interno di un esercizio vi si ritrova, che la prima parola è
mancante, e bisogna scegliere tra l’utilizzo del gerundio e “to + infinito”, non esistono “ne Santi ne
Madonne”, va utilizzato IL GERUNDIO (quindi la ing-form), in quanto “to + infinito” non può essere
posto a inizio frase, mentre il gerundio si, in quanto può ricoprire il ruolo di soggetto (proprio come
in questo caso illustrato).

SECONDO ESEMPIO - OGGETTO

“My idea of happiness is getting up late and not going to work” – “La mia idea di felicità è alzarsi
tardi e non andare a lavoro”

In questa frase possiamo notare l’utilizzo del gerundio come “oggetto” e non più come soggetto;
mentre nel primo caso (PRIMO ESEMPIO), il gerundio è posto all’inizio della frase (come soggetto),
in questo secondo esempio, è posto invece come oggetto; in questo secondo caso, il gerundio va
inserito nel mezzo della frase, precisamente dopo il verbo principale (che nella maggior parte dei

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casi è to be). Tengo e tendo a far notare anche che la negazione è posta sempre prima del gerundio
(di fatti nella frase è riportato “not going”) e che in caso si incontri un verbo composto da due parti
(come in questo caso abbiamo incontrato getting up), va trasformata solo la prima parola del verbo
(nella frase non abbiamo scritto “getting upping” perché sarebbe un errore colossale;
semplicemente abbiamo preso il verbo “get” e trasformato attraverso la ing-form in “getting”).

2) Dopo alcuni verbi che esprimono gusto, sentimento, piacere (più avanti inserirò la tabella
completa di suddetti verbi - *) come; like (piacere), love (amare), hate (odiare), enjoy (gradire).
Facciamo qualche esempio;

“I love reading in bed” – “Io amo leggere a letto”

In questa frase, si voglia notare che “love” è uno di quei verbi che introduce il gerundio, di fatti,
immediatamente dopo “amo” (love), ritroviamo “reading” (leggere, che è gerundio).

“I hate not getting to the airport early” – “Io odio non raggiungere l’aeroporto in anticipo”

In questo secondo esempio, il verbo che introduce il gerundio è “hate” ossia “odiare”. Da notare
anche la negazione (not) che è posta prima del gerundio (getting).

3) Dopo le proposizioni. Anche in questo caso, inserirò una lista delle proposizioni più comunemente
usate (*). Per ora limitiamoci a fare qualche esempio;

“I’m thinking of buying a new car” – “Sto pensando di comprare una nuova auto”

Si voglia notare che “of” (ossia “di”) è una proposizione che introduce l’utilizzo del gerundio
“buying” (ossia “comprare”).

“He left without saying goodbye” – “Egli è andato senza dire ciao”

Qui non vi faccio notare proprio nulla, se non “without” (senza) che è una proposizione, e che
introduce il gerundio.

Il gerundio in inglese, da come possiamo aver intuito, adotta la “ing-form” proprio come il present
continuous; di conseguenza, è opportuno rispolverare qualche fondamento teorico adottato per la
costruzione dei verbi nella forma progressiva;

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“Ing-form”  valevole sia per PRESENT CONTINUOUS sia per GERUNDIO

INFINITO ING FORM Cosa si fa

cook cookING si aggiunge “ING”

study studyING Si aggiunge “ING” in tutti i casi, senza togliere la Y

live livING si elimina la “e” e si aggiunge “ING”

run runNING (cons. + voc. + cons.) si raddoppia la consonante e si aggiunge ING

Per quanto concerne le preposizioni (*); prima ho promesso di inserire una lista di tutte le
preposizioni più utilizzate, ma è opportuno dire che le preposizioni sono piccole parole (per es. a,
per, in) che normalmente si collocano davanti ai nomi (nella forma del gerundio possono trovarsi
anche davanti al verbo). Vediamo la lista con qualche esempio.

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Abbiamo parlato di come si forma la “ing-form”, abbiamo inserito la lista delle preposizioni che
possono introdurre il gerundio, cosa manca ancora? Semplice. LA LISTA DEI VERBI CHE
INTRODUCONO IL GERUNDIO (*)

1) Io gradisco leggere a letto.


2) Hai finito di riordinare la tua camera?
3) Voglio continuare a lavorare fino a 60 anni.

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4) Io odio essere in ritardo quando devo incontrare qualcuno.
5) Mi piace fare colazione in un “caffe”.
6) Io amo svegliarmi in una mattinata di sole.
7) Non mi dispiace stirare, è abbastanza rilassante.
8) Lei spende ore parlando a telefono.
9) È iniziato a piovere alle 5:30 del mattino.
10) Per piacere smettetela di fare questi rumori. Non riesco a pensare.
11) Non me la sento di cucinare oggi. Andiamo a pranzare fuori.

ESERCIZI STUDENT’S BOOK

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ESERCIZI WORKBOOK

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d

RISPOSTE WORKBOOK

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TABELLA RIASSUNTIVA (non sostitutiva) delle unità 7A – 7B

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7C – HAVE TO; DON’T HAVE TO; MUST; MUSTN’T (MUST NOT)
Prima di intravedere i fondamenti teorici di questo argomento, è necessario fare alcune premesse
doverose;
(*) HAVE TO (*); Vuol dire “DEVI” ed indica un obbligo/necessità  ciò limita il nostro agire/le
nostre scelte. “Have to” si utilizza per obbligazioni generali/esterne; una regola sul lavoro, a scuola,
una legge. In questo caso è la società che impone qualcosa.
MUST; Vuol dire “DEVI” (proprio come “have to”) ed indica un obbligo/necessità ciò limita il
nostro agire/le nostre scelte. “Must” si utilizza per le obbligazioni personali/interiori/morali; ossia
una persona impone ad un’altra di fare qualcosa (“pulisci la tua stanza”) o “io” impongo a me stesso
di fare qualcosa (“devo studiare tutta la serata”). In questo caso non è la società che impone, ma
un individuo ad un altro o un individuo a sé stesso.

MUSTN’T; Rappresenta un “DIVIETO”; l’impossibilità di agire in un determinato modo. Il divieto non


ci prescrive cosa fare, bensì solo cosa non fare. “In un locale pubblico, non si può fumare, è un
divieto”. Ma facciamo un esempio per chiarire la cosa;
“You mustn’t go” – “Non devi andarci”
Questo “non devi…” rappresenta un divieto, una proibizione.

(*) DON’T HAVE TO (*); Questa forma verbale invece è diversa da “mustn’t” e la si traduce con
l’espressione “NON DEVI PER FORZA/NON C’E’ BISOGNO DI”; Si voglia dedurre che mentre
“mustn’t” ci vieta qualcosa, “don’t have to” ci indica che c’è possibilità di scelta. Questa forma la si
usa in particolar modo “quando non è necessario pagare qualcosa” o “quando qualcosa è gratis”
Facciamo qualche esempio;
“You don’t have to go” – “Non c’è bisogno di andare”
Il soggetto in questione della frase, può scegliere “se andare” o “non andare”, quindi c’è scelta.

* Inutile dire che dopo il “to” ci voglia sempre l’infinito.

* “Have to” alla terza persona (he, she, it) diventa “has to”
* “Don’t have to” alla terza persona (he, she, it) diventa “doesn’t have to”
* La terza persona negativa è “doesn’t have to” e non “doesn’t has to” in quanto il “doesn’t”
è già terza persona

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HAVE TO – DON’T HAVE TO
HAVE TO
Come abbiamo già detto, la forma “have to + verbo (infinito)” (ossia “devi”) va usata per parlare di
regole ed obblighi (non c’è possibilità di scelta); ma vediamo di fare qualche esempio, sia in prima
che terza persona, tanto per capirci;
ESEMPIO IN PRIMA PERSONA
“I have to get up at seven every day” – “Mi devo alzare alle 7:00 ogni giorno”
Il senso della frase è molto chiaro; Una persona che deve alzarsi tutti i giorni allo stesso orario; Mi
si può contestare in questo caso che “nessuna regola impone questo comportamento” ma è il
soggetto stesso a parlare/imporre qualcosa tra “se a sé”; eppure in questo caso viene utilizzato
“HAVE TO” (che rammentiamo si utilizza con obbligazioni provenienti dall’esterno), quando
logicamente, dovrebbe essere utilizzato “MUST” (obbligazioni provenienti dall’interno; o da se
stessi – come in questo caso – o da un altro soggetto). Perché? Per due ragioni principali;
1) Anche se “have to” e “must” hanno una minuziosa differenza (che è stata spiegata
precedentemente), possono essere utilizzati entrambi, in quanto non è errore mettere l’uno al
posto dell’altro o viceversa; di sicuro però esistono delle consuetudini nel modo di parlare, ma ciò
non vieta la possibilità di usare ambedue nella stessa frase (ovviamente non in maniera simultanea,
o si usa l’uno o l’altro).
2) Di ogni frase bisogna tenere bene a mente il “contesto”; nell’esempio fatto, una persona si alza
tutti i giorni allo stesso orario (e null’altro ci viene comunicato; ossia non ci viene detto perché si
alza sempre al medesimo orario); probabilmente viene utilizzato “have to” (obbligazione esterna)
perché questa persona deve andare a lavoro (e quindi rispettare il regolamento lavorativo che
prevede la puntualità). Un consiglio che mi sento di darvi, sia per esperienza, sia per studio, e di
provare ad “immettervi nelle situazioni”. Ma ripeto quanto detto al punto uno (1), usare “have to”
e non “must” o viceversa, non è errore.
Volendo ancora spiegare qualcosa di questo esempio; tengo e tendo a far notare che dopo “have
to” va sempre posto “l’infinito” (di fatti nella frase, dopo l’utilizzo di “have to” ritroviamo “get” che
è infinito”.

ESEMPIO IN TERZA PERSONA


“She has to speak English at work” – “Lei deve parlare inglese a lavoro”
Magari sono ripetitivo e noioso, magari già mi avete “odiato”, ma se il mio essere “ripetitivo” sarà
causa non solo del vostro odio nei miei confronti, ma anche del vostro successo in questo esame,
sarò pur felice di ricevere il primo, e esaltarvi per il secondo. Detto ciò;
Voglio farvi notare che “she” (ossia “lei”) è terza persona; quindi va utilizzato “has to” (“deve”) –
che è la forma coniugata di “have to”. Ricordo (ancora una volta) che dopo “to”, va inserito il verbo
all’infinito (in questo caso; “speak”, ossia, “parlare”). In questo esempio (diversamente da quello
precedente); Una donna deve parlare inglese a lavoro (at work). In questo caso l’utilizzo di “has to”

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è più giustificato rispetto all’esempio precedente; perché dire “Lei deve parlare inglese A LAVORO”,
vuol dire che il suo lavoro LE IMPONE DI PARLARE IN UN DETERMINATO MODO, IN QUANTO E’
PREVISTO COSI DA UN REGOLAMENTO, DA UNA OBBLIGAZIONE ESTERNA (Ed è per questo motivo
che si può usare “has to” rispetto a “must”).

DON’T HAVE TO
Come abbiamo già detto, la forma “don’t have to + verbo (infinito)” (ossia “non devi per forza”) va
usata per parlare di qualcosa che non è obbligatorio/necessario (c’è possibilità di scelta); ma
vediamo di fare qualche esempio, sia in prima che terza persona, tanto per capirci;
ESEMPIO IN PRIMA PERSONA PLURALE
“We don’t have to wear a uniform at this school” – “Noi non siamo obbligati di indossare l’uniforme
in questa scuola”
Valgono le stesse cose dette prima; “don’t have to” viene collocato dopo il soggetto, e a sua volta,
la forma “to”, indica la necessità di inserire un ulteriore verbo all’infinito. Dal punto di vista del
“significato”, in tale frase, si riscontra che “gli studenti” non hanno necessità, o meglio, non sono
obbligati a mettere la divisa; ciò non toglie che potrebbero anche indossarla, senza alcuna
conseguenza (di fatti “non siamo obbligati” vuol dire che “posso fare quella cosa” ma “posso anche
non farla”). Questo per dire (per l’ennesima volta) che la forma “don’t have to” permette al
soggetto, o ai soggetti, di scegliere se effettuare una azione o non effettuarla, senza alcuna
conseguenza.
ESEMPIO IN TERZA PERSONA
“He doesn’t have to work on Saturdays” – “Egli non ha necessità di lavorare i sabati”
Solite cose; Dopo il “to” va sempre posto l’infinito (in questo caso “work”, ossia “lavorare”). Qui è
molto importante notare che; “don’t have to” viene trasformato in TERZA PERSONA NEGATIVA,
ecco perché nella frase vi è scritto “doesn’t have to”. Tenere sempre di riferimento quanto scritto
nel riquadro sopra; in particolar modo gli elementi contrassegnati dall’*.

“Have”, in questo caso, non può fungere da ausiliare; affinché “have” possa essere utilizzato come
tale è necessaria la presenza di “tempi composti” all’interno della frase. Esempi: I have done
(present perfect), I had worked (past perfect), I have been walking (present perfect continuous). Nei
tempi semplici, l’ausiliare non può essere “have”, ma “DO/DOES”. Stessa cosa è la forma negativa;
“haven’t” va utilizzato solo nei tempi composti, mentre nei tempi semplici va usato il
“don’t/doesn’t”.

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Tutto questo per dire che;

- La forma “have to” o “has to” non può essere utilizzata come “ausiliare” all’interno delle
frasi, ma queste hanno necessità di “do/does” per comporre le domande.
- La forma “have to” o “has to” non possono essere cambiate in “haven’t to” e “ hasn’t
to”, ma solo in “don’t have to” e “doesn’t have to”

Quindi per fare domande o negazioni, bisogna usare DO e DOES; facciamo qualche esempio;

“Do I have to buy a grammar book?” – “Devo comprare un libro di grammatica?”


Voglio far notare che la struttura “Do I have to buy” corrisponde alla struttura ASI (Unità 1A);
DO = Ausiliare
I = Soggetto
Have to buy = Infinito

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Facciamo un altro esempio;
“What time does she have to get up in the morning?” – “A che ora lei deve alzarsi la mattina?”
Voglio far notare che la struttura “What time does she have to get up” corrisponde alla struttura
Q(W)UASI (Unità 1A);
What time = Q(W)U = Question Word
Does = Ausiliare
She = Soggetto
have to get up = Infinito

Inoltre in questo caso, non possono essere fatte abbreviazioni;


“I’ve to go”  “I have to go”

MUST – MUSTN’T (MUST NOT)


La prima cosa da dire su questi due verbi (modali), è che questi non cambiano durante la
coniugazione; mentre “have” ben sappiamo che diventa “has” alla terza persona, e che la negazione
“don’t” diventa “doesn’t” alla terza persona. “Must e mustn’t” invece sono invariabili.
Un'altra differenza tra must/mustn’t e have/has to è che, mentre i primi due non hanno bisogno del
“to” ma solo dell’infinito, il secondo necessità sia dell’uno che dell’altro (sia del “to” che dell’
“infinito”).
Un’ultima differenza tra “have to/has to”e “must/mustn’t” è che mentre i primi due, nelle domande,
hanno bisogno dell’ausiliare “do/does” (come visto poco fa), in “must” non va utilizzato nessun tipo
di ausiliare, perché è esso stesso un ausiliare (*) – Quindi, dire “Do you must” è errore; perché si
stanno utilizzando due ausiliari.

Si usa must + verbo (infinito senza “to”) per parlare di regole e obbligazioni (come “have to” –
anche se prima abbiamo visto come si differenziano).
Si usa mustn’t + verbo (infinito senza “to”) per parlare di qualcosa che è PROIBITO  DIVIETO
Facciamo qualche esempio;

+
“You must do your homework tonight” – “Devi fare i compiti a casa stasera”
“She must tidy her room before she goes out” – “Lei deve riordinare la sua stanza prima di uscire”

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“You mustn’t leave your bags here” – “Tu non devi lasciare i bagagli qui”
“I mustn’t forget to call her tonight” – “Io non devo dimenticare di chiamare lei stasera”

? (*)
A S I
“Must I buy a grammar book?” – “Devo comprare il libro di grammatica?”

QU A S I
“When must we register for the exam?” – “Quando dobbiamo registrare l’esame?”

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TABELLA RIEPILOGATIVA

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8A - SHOULD/ SHOULDN’T
Il verbo modale (*) “should/shouldn’t” sta a significare “dovresti/non dovresti” e lo si utilizza per
dare dei consigli.

Anche “Have to” è un modale, ma segue delle regole diverse, di fatti ha necessità dell’ausiliare
“do/does” per le domande. Dopo ciò, è opportuno dire che dopo l’utilizzo di “should/shouldn’t” ci
voglia “l’infinito senza to”. “Should” inoltre, essendo modale, funge da ausiliare; quindi non è
necessario inserire gli ausiliari “do/does” all’interno della frase. In ultimo, essendo modale, non varia
all’interno della coniugazione. Quindi, volendo riassumere in maniera concettuale:
- Usa “should/shouldn’t” + verbo (all’infinito senza “to”) per dare dei consigli o dire secondo noi qual
è la cosa giusta da fare.
- “Should/shouldn’t” vale per tutte le persone, e non cambia all’interno della coniugazione.
Spesso usiamo;
“I think you should” – “Io penso che tu dovresti”
Oppure usiamo;

“ I don’t think you should” – “Io non penso che dovresti” (*)
ATTENZIONE  Non utilizzate “mai” forme come “I think you shouldn’t”

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“Shouldn’t” non va mai utilizzato con “think”; bensì bisogna rendere negativo “think” (don’t think/
doesn’t think) e rendere positivo “shouldn’t” in “SHOULD”. (*)

Facciamo qualche esempio di questo verbo;


“You should wear a suit to the interview” – “Ti consiglio di indossare un abito elegante per
l’intervista”

“I think you should change your job” – “Io penso che dovresti cambiare il tuo lavoro”
“I don't think you should speak to her” (*) – “Io non penso che tu dovresti parlare con lei”
“He's very stressed. He shouldn't work so hard” – “Egli è molto stressato. Non dovrebbe lavorare
così duramente”

“You shouldn't drink coffee in the evening. It' ll keep you awake” – “Non si dovrebbe bere caffe la
sera. Ci terrà svegli”

“Should” sta a significare quindi; “dovresti” - “ti consiglio”

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8B – First conditional (Primo condizionale)
Il “first conditional” viene utilizzato per formulare ipotesi vero-simili rispetto ad una conseguenza
futura. Viene quindi utilizzato per parlare di “futuri probabili” (che possono realizzarsi). Facciamo
un esempio in italiano per capirci; “Se studio bene, prenderò un bel voto”.

È necessario quindi, fare delle premesse “veritiere e possibili” per ottenere delle “conseguenze
certe”. Ora, dopo aver analizzato la struttura, vediamo qualche nodo concettuale per comprendere
tale argomento;

1) Usa “if + soggetto + present simple” per parlare di una “ipotesi/possibile situazione”, e “soggetto
+ will/won’t + infinito” per parlare della “probabile conseguenza”. Facciamo qualche esempio;

- “If I miss the last bus, I will get a taxi” – “Se io perdo l’ultimo bus, io prenderò un taxi”

Ci tengo a sottolineare che “will/won’t” vengono utilizzati per il futuro, ciò vale a dire, che questi
due termini dichiarano la volontà di fare qualcosa (in questo caso, la volontà è quella di “prendere
un taxi” caso mai si perdi l’ultimo bus).
La “,” (virgola) “spezza” la frase in due parti; da una parte vi è l’ipotesi probabile (“If I miss the last
bus,”) e dall’altra la possibile conseguenza (“I will get a taxi”).

Dal punto di vista della traduzione “will get (…)” viene tradotto con “prenderò” in quanto;
“Prenderò” rappresenta di per sé una “volontà” (quella che in inglese si indica con “will/won’t”),
inoltre il verbo “get” (accanto a “will”) può avere molti significati, a seconda di ciò che gli viene dopo.
Dal punto di vista del significato, si può notare che ci si sta riferendo ad una situazione del tutto
“normale, probabile, e realizzabile”; per questa ragione viene utilizzato il “first conditional”.
Vediamo qualche altro esempio.

- “If you tell her the truth, she won’t believe you” – “Se tu racconti a lei la verità, lei non ti crederà”

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Tendo a far notare che mentre nella prima frase, il soggetto ragionava “tra se e se – I”, qui invece vi
è la presenza di due persone, dove una parla all’altra (you), e cerca di preavvisargli che una “terza
persona – “she” ” (al di fuori del dialogo) non gli crederà in caso gli venga detta la verità. In questo
caso viene utilizzato “won’t”, ma la struttura è la medesima, proprio come nell’esempio precedente.
Guardiamo un ultimo esempio.
- “What will you do if he doesn’t call you?” – “Cosa farai se non ti chiama?”
QU A S I RESTO DELLA FRASE (If + soggetto + presente semplice)
Questa è una domanda; partiamo dalla questione, che nel “first conditional”, l’ausiliare che deve
essere utilizzato è “will” in quanto è un modale, e quindi può/deve fungere da ausiliare.
Rammentiamo inoltre che la “struttura della domanda” è sempre la stessa (QUASI – ASI).

In ultima accezione, tengo e tendo a farvi notare, che se nelle prime due frasi (affermativa e
negativa) si comincia con “l’ipotesi” per poi concludere con “la conseguenza”, nelle domande
invece, è il contrario; si comincia con la “conseguenza” e si arriva fino all’ipotesi” (“Cosa farai –
conseguenza” --- “se non ti chiama? - ipotesi”).
Quindi, ricordiamoci che nelle domande;
- “Will” è ausiliare – Viene prima la conseguenza e poi l’ipotesi

2) Abbiamo da poco detto che nelle frasi affermative & negative viene prima l’ipotesi, e dopo la
conseguenza mentre nelle frasi interrogative (domande) viene prima la conseguenza e dopo
l’ipotesi. In realtà questa suddivisione non va presa in maniera rigida, in quanto, l’ipotesi può venire
sia prima che dopo;
- Se l’ipotesi viene prima, inseriamo una “,” (virgola), prima della conseguenza.
- Se l’ipotesi viene dopo, non si inserisce la “virgola”.

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Chiariamo il tutto con un esempio;

3) Alternativamente al futuro (will/won’t + infinito) possiare usare;

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Ci tengo a rammentare, che in questa unità, quando parliamo di “infinito” esso va inserito senza
“to”. Inoltre, quando si svolge un esercizio, fatevi furbi; se all’interno di una frase trovate “l’ipotesi
– if + soggetto + present simple” sarà necessario inserire “la conseguenza – soggetto + will/won’t +
infinito”, stessa cosa viceversa; in poche parole (se non vi è ancora chiaro) dovete essere logici, ossia,
in ogni frase vi deve essere una ipotesi e una conseguenza, e non due conseguenze o due ipotesi.
Altra cosa importante da chiarire, prima di inserire qualche esercizio, è che nella ipotesi (“if +
soggetto + present simple”), se il soggetto è in terza persona (he, she, it), anche il verbo (posto al
present simple) dovrà essere coniugato. Esistono dei verbi che non variano la loro forma alla terza
persona, altri si, quindi, di seguito, inserisco uno schema che ricorda come si trasforma un verbo in
caso debba essere coniugato alla terza persona.

Quindi ricordiamoci che;

Il primo condizionale (“first conditional”) differisce dal primo per “struttura” e “uso”; accenniamo
solo che mentre questo parla di “ipotesi verosimili” il successivo parlerà di “ipotesi inverosimili”.

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8C – Possessive Pronouns (Pronomi Possessivi)
Questi vengono utilizzati per indicare il possesso di qualcosa da parte nostra o altrui; di qui si
comprende che questi possono essere utilizzato solo se sappiamo di cosa parliamo (contatto
visivo). Vediamo qualche nodo concettuale con qualche esempio;

1) Usa i pronomi possessivi per parlare di “possesso”;


“Is it yours? – Yes, It’s mine” – “È tuo? – Si, è mio”

2) Utilizza “whose” (“di chi”) per domandare (quindi solo domande/frasi interrogative) cose
riguardo al possesso;
“Whose book is it?” – “Di chi è questo libro?”
“Whose is that bag?” – “Di chi è questa borsa?”

3) Se si usano i pronomi possessivi, non ci vuole il sostantivo;


“Whose book is it?” – “It’s mine book” – “It’s mine”
Il sostantivo “book=libro” (che è presente nella domanda) non va ripetuto nella risposta, ma va solo
usato il pronome possessivo.

4) Non usare mai “l’articolo determinativo” con i “pronomi possessivi”


“Is this the yours?” - “Is it yours?”

5) Il pronome possessivo (maschile “his” e femminile “hers”) non va scelto in base all’oggetto (Es;
SUA macchina, SUO elicottero), ma in base al possessore (*). Ad esempio “IL TELEFONO” è
“MASCHILE”, ma in inglese, se il telefono appartenesse ad una donna, si dovrebbe dire “HERS
TELEPHONE”. Questo perché gli inglesi danno più importanza al genere del possessore piuttosto che
dell’oggetto.
(*) “I didn’t know that was his mother” – “Non sapevo che fosse tua madre”
La madre…di LUI; È pur vero che “mother” è femminile, ma abbiamo detto che conta IL GENERE DEL
POSSESSORE e non IL GENERE DELL’OGGETTO/PERSONA POSSEDUTA

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Alleghiamo ora una tabella che può tornare utile:

mo

Facciamo ora qualche esempio di pronome possessivo e il suo utilizzo;


1) Whose coat is it? It’s my coat – It’s mine
Di chi è questo cappotto? È il mio cappotto – È mio
2) Whose jacket is it? It’s your jacket – It’s yours
Di chi è questa giacca? È la tua giacca – È tua
3) Whose phone is it? It’s his phone – It’s his
Di chi è questo telefono? È il suo telefono – È suo (di lui)
4) Whose bag is it? It’s her bag – It’s hers
Di chi è questa borsa? È la sua borsa – È sua (di lei)
5) Whose dog is it? It’s our dog – It’s ours
Di chi è questo cane? È il nostro cane – È nostro
6) Whose house is it? It’s their house – It’s theirs
Di chi è questa casa? È la loro casa – È loro

Da ricordare che;
Dopo aggettivo possessivo  sostantivo
Dopo pronome possessivo  non ci vuole nulla (la frase termina)
ENTRAMBI NON VOGLIONO L’ARTICOLO “THE”

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Aggiungiamo ora una tabella riepilogativa e più specifica dell’argomento;

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9A – Second conditional (Secondo condizionale)
Nell’unità 8B abbiamo intravisto l’utilizzo del “First conditional” (Primo condizionale), il quale può
essere definito come “doppio futuro”; Abbiamo già detto infatti, che questo “modo” è composto in
due parti; una premessa/ipotesi e una conseguenza (proprio come il “second conditional”). Ma quali
sono le differenze che distanziano il “first conditional” dal “second conditional”? La prima è di tipo
strutturale (ossia il “come si formano entrambi”) e la seconda di tipo concettuale che è la seguente:

- Il “first conditional” viene utilizzato per formulare ipotesi vero-simili rispetto ad una
conseguenza futura. Viene quindi utilizzato per parlare di “futuri probabili” (che
possono realizzarsi).
- Il “second conditional” viene utilizzato per formulare una ipotesi/situazione
immaginaria/inverosimile/improbabile

Dopo aver chiarito queste due differenze importanti, vediamo ora qualche nodo concettuale
riguardante il “second conditional”;

1) Usa la forma “if + past simple” per parlare di una situazione/ipotesi/premessa futura
immaginaria/improbabile & usa la forma “Would/wouldn’t + infinito” per parlare della
conseguenza. Facciamo qualche esempio;
- “If a bull attacked me, I’d run away” – “Se dovesse attaccarmi un toro, io scapperei via”
Notiamo innanzitutto che l’esempio esprime un concetto che difficilmente si potrà avverare (un
toro che ci attacca). In secondo luogo, dopo la “,” (virgola), ritroviamo la forma “ ’d ”; questa
rappresenta la forma contratta di “would”;

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Sempre in questo primo esempio notiamo che “attacked” grazie al legame con “if”, viene tradotto
in “dovesse attaccarmi”. La forma invece “I’d run” viene tradotta nel condizionale “scapperei”.
- “If you didn’t go to bed so late, you wouldn’t be so tired” – “Se non andassi a dormire cosi tardi,
non saresti cosi stanco al mattino”
All’interno di questo esempio viene utilizzato “didn’t go” dopo “if”; ricordiamo infatti, che nel
“past simple”, per volgere un verbo in forma negativa, basta aggiungere didn’t + verbo alla forma
base (e non al passato). L’espressione “wouldn’t be” (dove ricordiamo che “be” vuol dire
“essere”) si traduce con “non saresti”. Dal punto di vista del significato; questa è la classica frase
che un genitore pronuncia ad un figlio, ed è difficile, che quest’ultimo, gli dia ascolto. Per questo,
prima di scegliere quali verbi utilizzare, e quali forme (first or second conditional) assicuratevi di
aver compreso il contesto della frase; di solito, negli esami, ci sono esercizi dove si chiede di
inserire i verbi, e quindi di scegliere la giusta forma (first o second conditional); nella maggior parte
dei casi però, vi è sempre dato un verbo; ed è proprio da quello che dovete partire. Se il verbo
dato è al “presente/present simple”, ovviamente dovrete completare la parte successiva con
“will/won’t + infinito” (e quindi sarà “first conditional”). Invece se il verbo dato è al “past simple”
dovrete completare il restante della frase con “would/wouldn’t + infinito” (e quindi sarà “second
conditional”).

- “Would you take the manager’s job if the offered it to you?” – “Accetteresti il lavoro del dirigente
A S I se dovessero offrirtelo?”

Cosi come nel “first conditional”, nel fare le domande, si partiva dalla “conseguenza” (“will/won’t +
infinito”), cosi anche del “second conditional” si incomincia dalla “conseguenza”
(“would/wouldn’t + infinito”). Si voglia notare, che nel “first conditional” l’ausiliare per fare le
domande è “will”, mentre nel “second conditional” è “would”. Di conseguenza, è obbligatorio
rammentarvi, che le strutture delle domande sono sempre le stesse; Ausiliare (A – “Would”) –
Soggetto (S – “you”) – Infinito (I – “take”), e poi il restante della frase. Ovviamente, anche in
questo caso, dal punto di vista contenutistico della frase, la situazione è abbastanza
“ironica/impossibile”; magari mi potessero offrire il posto del dirigente….non sarei qui a perdere
tempo né con l’università né con i riassunti……

2) Nel “second conditional” (ma anche nel “first conditional”) possono essere invertiti “premessa”
& “conseguenza” (quanto l’ipotesi viene prima è necessaria la “virgola”, altrimenti “no”)

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3) Al posto di “Would + infinito” possiamo utilizzare “Could + infinito”
- “If we went by car, we could stop at places on the way” – “Se dovessimo andare in macchina,
potremo fermarci sui luoghi durante la strada”

“Be” nel “second conditional”


- Con il verbo “be” (al passato) al posto di “was” (I was – He/she/it was) (quindi PRIMA e TERZA
PERSONA) possiamo (non è obbligatorio) anche inserire “were” (I were – He/she/it were);
- “If Jack was/were here, he’d know what to do” – “Se Jack fosse qui, saprebbe cosa fare”

- Usa solo “were” (e non “was”) nell’espressione; “If I were you” – “Se fossi in te”
- “If I were you, I wouldn’t take that job” – “Se fossi in te, non accetterei questo lavoro”

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Il “past simple” o è “irregolare” o si forma con l’aggiunta di “-ed”. Vediamo qualche regola regressa;

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9B – Present perfect + “for” or “since”
Avete inteso, che fu detto; il PRESENT PERFECT ci parla di una esperienza generale senza dire
“quando è stata compiuta precisamente”. Questo volendo ricalcare quanto detto nell’unità “4A”
(Inglese I)

COME SI FORMA
SOGG + HAVE/HAS + PAST PARTICIPLE (FORMA AFFERMATIVA)
HAS  Per la TERZA PERSONA ------------- PAST PARTICIPLE (terza colonna irregolari O
aggiunta forma ED)
SOGG + HAVEN’T/HASN’T + PAST PARICIPLE (FORMA NEGATIVA)
HAVE/HAS + SOGG + PAST PARICIPLE (FORMA INTERROGATIVA)

Dopo questa piccola premessa, chiarifichiamo l’utilizzo del - “Present Perfect” + “for” or “since” -

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- Usa il “Present perfect + since or for” per parlare di azioni/stati che hanno avuto inizio nel passato
e corrispondono ancora a verità;
“I’ve lived in Manchester for 20 years” – “Vivo a Manchester da 20 anni”
Nell’esempio si esplica che “sono venuto a Manchester 20 anni fa, e ci vivo ancora”; quindi ci
vengono dette due cose;
1- Quanto è durata l’azione (nel caso in cui viene utilizzato “for” – se venisse utilizzato “since”
la frase ci suggerirebbe “quando è nata l’azione/stato”)
2- L’azione sta proseguendo ancora
“for” viene tradotto in “da” (analogamente “since” viene tradotto in “dal”). Altra cosa che voglio
farvi notare è che “I’ve (have) lived” (Present Perfect) viene tradotto in “Vivo” e non “ho vissuto”

- In questo tipo di frasi, non va usato il “Present simple”, ma solo il PRESENT PERFECT;
“I live in Manchester for 20 years”

- Usa l’espressione “How long…?” (“Da quanto tempo…?) per fare domande che concernono la
durata di una azione/attività/stato.

- Tendo a far notare che la forma interrogativa rimane la medesima; ricordiamoci solo che nel
“Present perfect” l’ausiliare corrisponde a “have/has” (“has” solo alla terza persona). Ricordiamo
inoltre che nella forma ASI/QUASI la “I” (infinito) viene sostituita dal “Past Participle” (irregolare –
terza colonna paradigmi - / -ed) – guarda regole nell’unità precedente

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9C – Present Perfect or Past Simple

Vediamo ora qualche nodo concettuale;

1) Usa il “Past Simple” per parlare di un periodo di tempo finito nel passato (in particolar modo per
i morti e delle loro gesta);

2) Usa il “Present Perfect” per parlare di un periodo di tempo che ha avuto inizio nel passato e che
ha accezione di verità ancora nel momento in cui se ne parla (è ancora vero – sta ancora accadendo
– si fa riferimento ai “vivi”)

In questo caso “How long” ha un valore del tutto diverso, in quanto è riferimento ad una persona
viva, che continua a produrre musica; ha un valore diverso anche in bare al tempo utilizzato (present
perfect).

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10A – Forma passiva; be + past participle
La forma passiva si utilizza per manifestare un interesse verso la persona o l'oggetto che subisce
l'azione piuttosto che verso la persona o l'oggetto che compie l'azione. In altre parole, la cosa o la
persona più importante diventa il soggetto della frase. In inglese la forma passiva si forma:

PRESENT SIMPLE; am/is/are + Past participle


+ “Kevlar is used to make bullet-proof vests” – “Il kevlar è usato per costruire giubbotti anti-
proiettili”
Di solito, le frasi che si vengono a costruire e pronunciare sono attive, in cui si dà una maggiore
importanza al soggetto che compie l’azione piuttosto che al soggetto che la subisce. Se volessimo
trasformare la frase citata in forma attiva dovremo attuare questo tipo di modifica (in cui il
“giubbotto anti-proiettile“ diviene il perno della frase, e il “kevlar” (materiale con il quale viene
prodotto il giubbotto) diviene un aspetto secondario;
“the bulletproof vests are made using Kevlar”-“I giubbotti antiproiettili sono costruiti usando il kevlar”

- “Tippex isn’t used very much today” – “Il tippex non è usato molto oggi”
Stessa identica situazione; solo da ricordare che quando si notano “nomi comuni di cose (tippex)” si
fa sempre riferimento ALLA TERZA PERSONA DEL VERBO.

? “Are disposable nappies used all over the world?” – “Sono i pannoloni usa e getta usati in tutto il
mondo?”
Questa è la forma interrogativa, e lo si costruisce tenendo in considerazione SEMPRE le scale ASI –
QUASI

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PAST; was/were + Past participle
+ “The dishwasher was invented by Josephine Cochrone” – “La lavastoviglie è stata inventata da
Josephine Cochrone”
Dal punto di vista della struttura non c’è nessuna differenza con le frasi precedenti, se non la
sostituzione del “present simple – am/is/are” con il “past simple – was/were”. Se volessimo volgere
la frase dalla forma passiva alla forma attiva, ricaveremo suddetto risultato;
“J.C invented the dishwasher” – “J.C inventò la lavastoviglie”

- “Windscreen wipers weren’t invented until 1903” – “I tergicristalli non sono stati inventati fino al
1903”
Ricordiamo che è facile trasformare un verbo in forma negativa;

? “When was the washing machine invented?” – “Quando è stata inventata la lavatrice”
Questa è la forma interrogativa, e lo si costruisce tenendo in considerazione SEMPRE le scale ASI –
QUASI

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Le frasi possono essere costruite o in forma attiva o in forma passiva;

È possibile utilizzare la “forma passiva” quando “non è noto” o “non è importante” chi ha
svolto/svolge l’azione;
“My car was stolen last week” – “La mia auto è stata rubata la settimana scorsa”
Non conosciamo l’entità del ladro.

Infine, è importante sottolineare che “by” (forma passiva) lo si utilizza per indicare chi ha compiuto
l’azione;
“The Lord of the Rings was written by Tolkien” – “Il Signore degli anelli è stato scritto da Tolkien”

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10B – “USED TO” / “DIDN’T USE TO”
In inglese si utilizza “used to” (che è preceduto dal soggetto/pronome personale, e susseguito dal
verbo alla forma base) per parlare di ciò che veniva attuato in passato (abitudini) e che ora non si
attua più. Il termine “used to” si rifà quindi al “past simple”; ne si denota quindi che, la presenza di
“-ed” in “used to” vieta la coniugazione del verbo ad esso successivo, ma ne implica il solo uso della
forma base (in poche parole, dopo “to” sussegue sempre un verbo, ma sempre alla forma base, e
non coniugata al “past simple” perché “used” è già coniugato.) Facciamo un esempio tanto per
chiarirci;
“I used to play tennis” – “In passato giocavo a tennis”
Tendo a farvi notare che dopo “to” abbiamo inserito un verbo alla forma base (“play”). Inoltre nella
traduzione della frase, non si può non notare una congettura; “in passato…” ciò vuol dire che quella
determinata azione (giocare a tennis) non è più eseguita, ma che in un passato (probabilmente
remoto) lo era (ed era una abitudine, che ora non c’è più).

Sempre in inglese, si viene ad utilizzare anche “Didn’t use to”; In questo caso tendo a farvi notare
che la “-d” di “used” cade, in quanto, il passato, è incarnato dall’ausiliare “did/didn’t” che ci servirà
sia nelle frasi negative che interrogative. Anche in questo caso, dopo “to” occorre inserire un verbo
alla forma base, non coniugato. “Didn’t use to” lo si utilizza per parlare di ciò che non si
attuava/faceva nel passato, ma che ora invece si fa. Anche in questo caso, è opportuno fare un
esempio;
“I didn’t use to drink beer” – “In passato non bevevo birra”
L’unica cosa che si vuole far notare, è che prima c’era un “qualcosa che non si attuava” (bere la
birra), mentre “ora invece” probabilmente “si”.

Fatte queste premesse, possiamo citare alcune regole fondamentali di questa struttura;
- Utilizza “used to” (cose che eravamo fare/cosa facevamo in passato) e “didn’t use to” (cose che
non eravamo fare/cose che non facevamo) per parlare di cose che si sono ripetute, o che
corrispondevano a verità nel passato, ma solitamente non sono vere adesso.
- “Used to/ didn’t use to” sono uguali per tutte le persone
- Possiamo usare al posto di “used to” (past simple), l’avverbio di frequenza “often” (spesso); se si
apporta questo cambiamento però, il verbo, che si viene a collocare dopo l’avverbio di frequenza
(often), dovrà essere coniugato al “past simple” (seconda colonna irregolare/ -ed form – Questo
perché “used” funge anche da passato - -ed form- e richiede il verbo alla forma base, mentre “often”
richiede un verbo coniugato al past simple in quanto da solo non connota nessun tipo di tempo).
Facciamo un esempio, tanto per chiarirci;
“When I was child, I often played in the street” – “Quando io ero bambino, spesso giocavo per la
strada”

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10C – Might/Might not
Cominciamo nel dire che il verbo “might” è un ausiliare/modale (quindi non cambia durante la
coniugazione, e funge da ausiliare, anche se difficilmente lo troveremo nelle domande), e che dopo
il suo uso, è necessario inserire un verbo all’infinito senza “to”.

Vediamo ora qualche nodo concettuale;


- Usa might/might not + verbo all’infinito senza “to” per:
1) Indicare una possibilità (remota/minore) che qualcosa si possa realizzare/non realizzare.
2) Indicare che forse faremo/non faremo qualcosa.
Facciamo un esempio, tanto per capirci;
“We might have a picnic tomorrow” – “Noi potremmo fare un picnic domani”
Voglio farvi notare che might/potremmo introducono un minimo grado di incertezza.

- Might/Might not non variano durante la coniugazione, e sono uguali in tutte le persone.
- Di “might not” non esiste la forma contratta

Facciamo degli esempi che possano esplicare meglio questa unità;

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May/May not – SCHEDA
May/May not sono modi “più formali” rispetto a might/might not, ma hanno grosso modo lo stesso
significato. Quindi in termini possono inter-scambiarsi tra loro, ma non inserire entrambi. Facciamo
un esempio; “We may have a picnic tomorrow” – “I may not go to the party”. Queste sono frasi già
tradotte prima, l’unica differenza è la sostituzione del termine “might” con “may”.

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11A – Espressioni di movimento - (da un luogo…a un altro)


Cominciamo col dire che si esprime il concetto di movimento attraverso verbi di movimento,
go (andare) – come (venire) – run (correre) – walk (camminare) - ecc
e preposizioni (o avverbi) di movimento,
up (su) – down (sotto) – away (lontano)

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11B – Ordine delle parole con verbi fraseologici
Quando parliamo di verbi fraseologici ci riferiamo a quei verbi che si formano attraverso l’unione di
due o più termini (es; verbo + preposizione) che non hanno un significato traducibile.
- Verbo fraseologico = verbo + particella (preposizione o avverbio) – esempio; get up (alzarsi), turn
on (accendere) look for (cercare).
1) Alcuni verbi fraseologici non hanno “l’oggetto”, ossia, nessun riferimento dopo (riferimento
inteso come oggetto, ma la frase può anche continuare). Esempi di questi verbi sono; get up, go out
(uscire). IN QUESTO CASO, VERBO E PARTICELLA NON VANNO SEPARATI. Vediamo qualche frase con
suddetti verbi;
“What time do you get up?” – “A che ora ti alzi?”
“I don’t usually go out during the week” – “Io di solito non esco durante la settimana”

2) Alcuni verbi fraseologici (verbo + particella) hanno un “oggetto”e sono separabili (e se vengono
separati, l’oggetto va al centro della frase, e si colloca tra il verbo e la particella). Inoltre, con questi
verbi fraseologici, la particella (on, off, etc) può essere inserita prima* o dopo** “l’oggetto”.

“Put on your coat”; *


Alcuni verbi fraseologici possono essere separati, ma non è detto che debbano essere forzatamente
separati, come in questo caso

“Put your coat on”;**


Alcuni verbi fraseologici possono essere separati, come in questo caso, in cui il verbo si trova
all’inizio, la particella alla fine, e l’oggetto (come già detto) si colloca nel mezzo.
“Put it on”
Quando “l’oggetto” è un “pronome” (me, it, him, etc – di qualunque genere e forma) esso va
collocato sempre tra il verbo e la particella (al centro della frase) – Di conseguenza sarebbe errore
se dicessimo “Put on it”, in quanto, il pronome va sempre al centro, tra la particella e il verbo.

3) Alcuni verbi fraseologici hanno un “oggetto” e sono inseparabili. Esempio classico è “look for –
cercare”. Con questi verbi fraseologici, il verbo e la particella non possono essere separati. Facciamo
un esempio, tanto per chiarirci;
“I’m looking for my glasses” – “Sto cercando i miei occhiali”
Di conseguenza sarebbe un errore dire “I’m looking my glasses for”, in quanto, in questa categoria,
il verbo fraseologico non può essere separato.

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11C – So, neither + verbo ausiliare
“So (anche)” e “Neither (neanche)” sono avverbi i quali vengono utilizzati per esplicitare se due
soggetti sono in accordo (so) o in disaccordo (neither).

1) Usa “So + ausiliare + I (Pronome personale)” per rispondere a delle frasi di tipo affermativo.

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2) Usa “Neither + ausiliare + I (Pronome personale)” per rispondere a delle frasi di tipo negativo.

L’ausiliare utilizzato nelle risposte dipende dal verbo utilizzato nella frase precedente
(ausiliare/modale o non ausiliare/modale), e il tempo in cui esso viene utilizzato (present simple,
past simple, ecc); spieghiamo meglio questa nozione:
C’è una bella differenza se nella frase principale (A) ritroviamo un verbo come (ad esempio) “love”
(amare – non ausiliare/modale) piuttosto che un verbo modale/ausiliare come “to be – am/is/are”.
La differenza sta che in caso sia utilizzato un verbo non modale/ausiliare, nella frase secondaria (B)
bisogna utilizzare l’ausiliare giusto di quel tempo verbale (“love” è presente, e quindi deve essere
utilizzato “do”, se invece era “loved” doveva essere utilizzato “did”, e se al posto di “love” ritroviamo
“went”, l’ausiliare della risposta sarà ancora “did” in quanto “went” è past simple). In caso,
all’interno della frase principale (A) sia utilizzato il verbo essere (modale/ausiliare – “am” o “was” o
altri modali), nella frase secondaria (B) va utilizzato il medesimo ausiliare/modale. Inoltre, l’ausiliare
nella risposta non deve essere mai posto al negativo (“don’t” nella frase principale A, diventa “do”
nella frase secondaria B).
Inseriamo ora una tabella che può risultare utile ai fini della comprensione di questa unità;

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È opportuno spiegare l’ultimo esempio (present perfect) a parte, e fare un discorso più specifico.
Cominciamo nel dire, che nell’esempio precedente, l’ausiliare è “have”, e di conseguenza sarà lui
stesso il modale inserito nella risposta. Sciolto questo dilemma, ci potrebbero essere delle
dissonanze tra “would” ed “have” in quanto ambedue due adottano l’abbreviazione “’d” (nel caso
di “have” solo al “present perfect”. Come distinguerli quindi? Né si evince, che se non si riesce ad
identificare il verbo principale/ausiliare, la risposta con “so” o “neither” potrebbe essere erronea
(identificare “have” invece di “would”).

AGGIUNTA: “Neither” può essere sostituito dal termine “nor”


A: I didn’t like the film – B: Nor/Neither did I.

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12A – Past perfect
Il past perfect definisce un tempo precedente a un altro tempo nel passato. Si usa per chiarire che
un evento si è verificato prima di un altro evento nel passato. Non è importante quale evento viene
riportato per primo nella frase: il tempo del verbo chiarisce cosa è successo prima. Il past perfect
definisce quindi una azione terminata (potrebbe essere paragonato al nostro passato remoto). Ma
come si forma suddetta forma verbale? E come si differenzia il Past perfect e il past simple?

- Usa il past perfect quando stiamo “già parlando del passato” (o meglio, il passato è già inserito in
altra forma, quasi sempre, il past simple). Quindi, all’interno delle frasi, vengono ad essere inseriti
due verbi passati, uno al past perfect, e l’altro al past simple. Non conta l’ordine sintattico della
frase, ma di grande importanza sono i verbi con i loro tempi, in quanto, il past perfect descrive
l’azione più vecchia, mentre il past simple descrive l’azione più recente.
- Di had è spesso utilizzata la forma contratta ‘d

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12B – Discorso diretto e indiretto
- Si usa il discorso indiretto per far rapporto/riportare a qualcuno ciò che ha detto un’altra persona.
Facciamo un esempio in Italiano, tanto per capirci:

- Nel “riportare” un qualcosa nel discorso indiretto, si fa quasi sempre uso dell’espressione “mi ha
raccontato” (o altre simili); in inglese, suddetta espressione, può essere tradotta in due modi diversi;

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- In ultimo luogo, bisogna considerare la gestione dei pronomi personali, sia nel discorso diretto che
in quello indiretto:

Nel discorso diretto “siamo noi a parlare in prima persona (Io – I)”, ma nel discorso indiretto,
“quell’IO” diventa, per forza di cose, un pronome personale di terza persona (Lei/Lui – He/she)

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12C – Domande senza ausiliare (Questions without auxiliaries)

- Quando la Question Word (pronome interrogativo) (Chi? Cosa? Quale? Quanti? ecc) – (Who?
What? Which? How many? ecc) è il soggetto del verbo (o meglio, quando il verbo della frase fa
direttamente riferimento alla question word) non bisogna utilizzare l’ausiliare (do/does/did). Se
invece il verbo non fa riferimento alla question word, ma ad un altro oggetto della frase, all’ora
l’ausiliare deve essere utilizzato forzatamente.
- Negli altri casi, non bisogna mai dimenticare che gli ausiliari più utilizzati sono do/does/did. Se poi,
all’interno della frase, vi è “essere – to be”, l’ausiliare sarà quest’ultimo.

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