Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Intermediate - DISPENSA -
INGLESE 1 & 2
Lingua Inglese
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
130 pag.
Ricordate che;
- Do si usa per comporre domande (e non solo) al present simple.
- Does si usa per comporre domande al present simple, specificamente alla terza persona
(he, she, it). Nella forma IT sono compresi anche gli animali (oltre che gli oggetti)
- Il Did si usa per comporre domande al past simple.
Gli avverbi di frequenza si distinguono dalle “espressioni di frequenza” in quanto i primi (gli
avverbi) sono formati da una sola parola, ad eccezione di Hardly ever, che va quindi trattato
come un avverbio di frequenza, e non invece come una “espressione di frequenza”. Le
espressioni di frequenza sono formate da più parole, e si collocano sempre alla fine della frase.
Esempi di ESPRESSIONI DI FREQUENZA; every day (tutti i giorni) – once a week (una volta a
settimana) – twice a week (due volte a settimana).
Ovviamente ne esistono tante altre.
RICORDATE CHE:
- In una frase con NEVER, non serve aggiungere altra negazione: “She’s never ill” “non è
mai ammalata”
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
I)
Ricordate che “after that” va sempre utilizzato cosi, MAI UTILIZZARE SOLO “AFTER”, è errore.
In questa unità ritroviamo anche i CONNETTORI – Questi sono; SO (quindi) – BECAUSE (perché –
da utilizzare solo nelle risposte, mai nelle domande, perché in queste ultime si usa WHY) – BUT
(ma) – ALTHOUGH (sebbene);
“BECAUSE” va utilizzato per esprimere una motivazione:
She was driving fast because she was in a hurry. Lei stava guidando veloce perché andava di
fretta.
“SO” va utilizzato per esprimere una conseguenza:
She was in a hurry, so she was driving fast Lei andava di fredda, quindi guidava veloce
“ALTHOUGH” si può utilizzare sia a INIZIO FRASE che nel mezzo, dipende dal contesto:
Although she tried to stop the car, she hit the man Sebbene lei tentò di fermare l’auto, lei colpi
l’uomo.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
QUANDO SI USA
Il present perfect si usa specialmente per dare notizie; ESEMPIO;
Mary’s had her baby Mary ha avuto il suo bambino.
Soprattutto il PRESENT PERFECT è utilizzato nelle INTERVISTE; le prime domande (quelle più
generali) si usa il present perfect, e poi, scendendo nello specifico, si usa il past simple. Quando si
utilizza WHEN - WHAT – WHERE – WHO – Ci si riferisce a qualcosa di specifico, e quindi va usato
il PAST SIMPLE
COME SI FORMA
SOGG + HAVE/HAS + PAST PARTICIPLE (FORMA AFFERMATIVA)
HAS Per la TERZA PERSONA ------------- PAST PARTICIPLE (terza colonna irregolari
O aggiunta forma ED)
SOGG + HAVEN’T/HASN’T + PAST PARICIPLE (FORMA NEGATIVA)
HAVE/HAS + SOGG + PAST PARICIPLE (FORMA INTERROGATIVA)
YET – ANCORA
Questo “termine” si inserisce sempre a fine frase, e viene utilizzato solo nelle DOMANDE, e nelle
FRASI NEGATIVE. Si usa per sapere se è successo qualcosa o no/ Se una persona ha fatto qualcosa
o no. Quindi si usa anche per dire che non è accaduto qualcosa.
Ricorda:
- EVER vuol dire MAI, ma va usato solo nelle domande.
- NEVER vuoi dire MAI, ma va usato solo nelle frasi negative.
BEEN – GONE
BEEN vuol dire STATO, ossia “il soggetto è stato in un luogo, ed è poi tornato al suo luogo di
origine” ESEMPIO:
Mike has been to Paris Mike è stato a Parigi E’ STATO ED E’ POI TORNATO.
GONE vuol dire ANDATO, ossia “il soggetto è andato in un luogo ma non è più tornato, o non è
tornato ancora” ESEMPIO:
Mike has gone to Paris Mike è andato a Parigi E’ ANDATO MA NON E’ ANCORA TORNATO.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
ANYBODY/ANYONE Nessuno
ANYTHING Niente
ANYWHERE Nessun posto
Questi termini si usano con verbi negativi (isn’t, wasn’t, ecc) e frasi interrogative. I verbi negativi
escludono a priori i termini che iniziano col NO (NOWHERE, NO ONE, NOTHING). ESEMPIO;
I didn’t do anything last night Io non ho fatto alcuna cosa ieri sera
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
COMPARATIVI DELL’AVVERBIO
Si utilizzano quando all’interno della frase (prima del comparativo) c’è un verbo che esprime
azione (quindi non il verbo to be)
- People walk more quickly than in the past Le persone camminano più velocemente che
in passato
COME SI FORMA IL COMPARATIVO DELL’AVVERBIO
AGGETTIVO COMPARATIVO AVVERBIO
Quickly (velocemente) MORE quickly
Slowly (lentamente) MORE slowly
(NOT) AS + AGGETTIVO/AVVERBIO/ AS
The service in this restaurant isn’t as good as it was Il servizio in questo ristorante non è buono
come era.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
ESEMPIO – WILL
“I think it will rain tomorrow” “io penso che domani pioverà”
Questa previsione non si basa su nulla di oggettivo, bensì sul nostro pensiero e quindi si utilizza il
will. Ma se al posto di “I THINK” vi era “look at the clouds”, questo poteva essere un ELEMENTO
PERCEPIBILE, e quindi si doveva utilizzare il be going to.
ES – “Look at the clouds! It’s going to rain. “Guarda le nuvole, pioverà”
La previsione in questo caso si basa su un elemento percepibile e oggettivo, “il guardare le
nuvole”, il che, in un normale contesto, ci fa capire che “le nuvole sono grigie e pioverà”.
Quando di mezzo vi sono queste espressioni, si utilizza sempre WILL
1) Dopo alcuni verbi (più avanti inserirò la tabella completa di suddetti verbi - *) tipo; want
(desiderare), need (bisogno), would like (piacerebbe). Tendo e tengo a specificare, che la forma “to
+ infinito” va sempre utilizzata in caso si intravedono questi verbi, ma chiariamo il tutto con qualche
esempio.
“Ho bisogno di comprare dei vestiti nuovi” – “I need to buy new clothes”
La parola “need” (bisogno) introduce la forma “to + infinito”, ossia “to buy”
Altro esempio che possiamo commentare è;
“Try not to talk about politics” – “Cercate di non parlare di politica”
Tendo a far notare che la parola/verbo “Try” la traduciamo con “Cercate”, mentre l’espressione
“not to talk” la traduciamo con “non parlare”. In secondo luogo la parola/verbo “Try” introduce
l’utilizzo della forma “to + infinito” (proprio come nell’esempio precedente), in linea specifica
introduce la forma “not to talk”. Si voglia notare che la forma “not to talk” è una forma negativa, e
che la negazione (come detto poco fa) va sempre inserita prima di “to”
4) Per spiegare “perché facciamo qualcosa”. Poniamo come esempio un dialogo tra due persone;
A: Why did you go to the party? B: To meet new people/ I want to the party to meet new people
A: Perché sei andato al party? B: Per incontrare nuove persone/ Io sono andato al party per
incontrare nuove persone
In questo caso, B si sta giustificando ad A, affermando PERCHE’ SIA ANDATO ALLA FESTA
ATTENZIONE;
Abbiamo appena detto, che per spiegare “perché facciamo qualcosa” si utilizza la forma “to +
infinito”. Non incappate mai nell’errore di sostituire la parola “to” con la parola “for” (che
grammaticalmente significa “per”), in quanto è errore. Posso immaginare che la tentazione sia
grande, e che la logica vi conduce spesso erroneamente ad utilizzare “for”, ma la forma corretta per
spiegare perché facciamo qualcosa, è “to + infinito”, e non esistono Santi che possano affermare il
contrario.
ES; I came to this school to/for learn english – Io sono andato in questa scuola per imparare l’inglese
ATTENZIONE (2);
L’infinito può essere utilizzato anche senza “to” nelle seguenti occasioni;
- Dopo i verbi ausiliari (Do – does – didn’t – to be) ES; “Do you live near here?” – “Vivi vicino qui?”
- Dopo i verbi modali (Can – could - would) ES; “Can you help me?” – “Puoi aiutarmi?”
RISPOSTE WORKBOOK
Nella precedente unità abbiamo trattato dell’utilizzo dei verbi aggiuntivi, posti nella forma
dell’infinito (preceduti da “to”). In questa unità parleremo sempre dell’utilizzo dei verbi aggiuntivi,
posti però al tempo gerundio.
Il gerundio in italiano è un modo indefinito utilizzato per indicare un processo considerato
subordinato ad un secondo avvenimento, e lo si usa per indicare anche;
- la contemporaneità o l'anteriorità,
- la causalità o la consequenzialità di un'azione rispetto ad un'altra.
Un esempio di gerundio può essere “Preferisco non parlare mangiando nello stesso momento.”
In inglese il gerundio lo si usa per indicare le medesime cose, ma la sua costituzione è diversa; di
fatti è opportuno prendere la forma base del verbo (senza “to”) e aggiungere la ing-form.
Il gerundio è la forma base del verbo, con l’aggiunta di “ING”, e può essere positivo (going) e
negativo (not going). Da notare che la negazione, va sempre posta prima del gerundio.
Il gerundio si usa:
1) Come soggetto o oggetto della frase; In merito a ciò possiamo muovere due esempi per chiarire
la faccenda;
“Eating outside in the summer makes me feel good” – “Mangiare fuori in estate mi fa sentire bene”
Si voglia far notare l’utilizzo del gerundio all’inizio della frase con il verbo “Eating” che significa
“Mangiare”. In questo caso, il gerundio è utilizzato come soggetto, in quanto è inserito a inizio frase
(la prima parola della frase). Se all’interno di un esercizio vi si ritrova, che la prima parola è
mancante, e bisogna scegliere tra l’utilizzo del gerundio e “to + infinito”, non esistono “ne Santi ne
Madonne”, va utilizzato IL GERUNDIO (quindi la ing-form), in quanto “to + infinito” non può essere
posto a inizio frase, mentre il gerundio si, in quanto può ricoprire il ruolo di soggetto (proprio come
in questo caso illustrato).
“My idea of happiness is getting up late and not going to work” – “La mia idea di felicità è alzarsi
tardi e non andare a lavoro”
In questa frase possiamo notare l’utilizzo del gerundio come “oggetto” e non più come soggetto;
mentre nel primo caso (PRIMO ESEMPIO), il gerundio è posto all’inizio della frase (come soggetto),
in questo secondo esempio, è posto invece come oggetto; in questo secondo caso, il gerundio va
inserito nel mezzo della frase, precisamente dopo il verbo principale (che nella maggior parte dei
2) Dopo alcuni verbi che esprimono gusto, sentimento, piacere (più avanti inserirò la tabella
completa di suddetti verbi - *) come; like (piacere), love (amare), hate (odiare), enjoy (gradire).
Facciamo qualche esempio;
In questa frase, si voglia notare che “love” è uno di quei verbi che introduce il gerundio, di fatti,
immediatamente dopo “amo” (love), ritroviamo “reading” (leggere, che è gerundio).
“I hate not getting to the airport early” – “Io odio non raggiungere l’aeroporto in anticipo”
In questo secondo esempio, il verbo che introduce il gerundio è “hate” ossia “odiare”. Da notare
anche la negazione (not) che è posta prima del gerundio (getting).
3) Dopo le proposizioni. Anche in questo caso, inserirò una lista delle proposizioni più comunemente
usate (*). Per ora limitiamoci a fare qualche esempio;
“I’m thinking of buying a new car” – “Sto pensando di comprare una nuova auto”
Si voglia notare che “of” (ossia “di”) è una proposizione che introduce l’utilizzo del gerundio
“buying” (ossia “comprare”).
“He left without saying goodbye” – “Egli è andato senza dire ciao”
Qui non vi faccio notare proprio nulla, se non “without” (senza) che è una proposizione, e che
introduce il gerundio.
Il gerundio in inglese, da come possiamo aver intuito, adotta la “ing-form” proprio come il present
continuous; di conseguenza, è opportuno rispolverare qualche fondamento teorico adottato per la
costruzione dei verbi nella forma progressiva;
Per quanto concerne le preposizioni (*); prima ho promesso di inserire una lista di tutte le
preposizioni più utilizzate, ma è opportuno dire che le preposizioni sono piccole parole (per es. a,
per, in) che normalmente si collocano davanti ai nomi (nella forma del gerundio possono trovarsi
anche davanti al verbo). Vediamo la lista con qualche esempio.
RISPOSTE WORKBOOK
(*) DON’T HAVE TO (*); Questa forma verbale invece è diversa da “mustn’t” e la si traduce con
l’espressione “NON DEVI PER FORZA/NON C’E’ BISOGNO DI”; Si voglia dedurre che mentre
“mustn’t” ci vieta qualcosa, “don’t have to” ci indica che c’è possibilità di scelta. Questa forma la si
usa in particolar modo “quando non è necessario pagare qualcosa” o “quando qualcosa è gratis”
Facciamo qualche esempio;
“You don’t have to go” – “Non c’è bisogno di andare”
Il soggetto in questione della frase, può scegliere “se andare” o “non andare”, quindi c’è scelta.
* “Have to” alla terza persona (he, she, it) diventa “has to”
* “Don’t have to” alla terza persona (he, she, it) diventa “doesn’t have to”
* La terza persona negativa è “doesn’t have to” e non “doesn’t has to” in quanto il “doesn’t”
è già terza persona
DON’T HAVE TO
Come abbiamo già detto, la forma “don’t have to + verbo (infinito)” (ossia “non devi per forza”) va
usata per parlare di qualcosa che non è obbligatorio/necessario (c’è possibilità di scelta); ma
vediamo di fare qualche esempio, sia in prima che terza persona, tanto per capirci;
ESEMPIO IN PRIMA PERSONA PLURALE
“We don’t have to wear a uniform at this school” – “Noi non siamo obbligati di indossare l’uniforme
in questa scuola”
Valgono le stesse cose dette prima; “don’t have to” viene collocato dopo il soggetto, e a sua volta,
la forma “to”, indica la necessità di inserire un ulteriore verbo all’infinito. Dal punto di vista del
“significato”, in tale frase, si riscontra che “gli studenti” non hanno necessità, o meglio, non sono
obbligati a mettere la divisa; ciò non toglie che potrebbero anche indossarla, senza alcuna
conseguenza (di fatti “non siamo obbligati” vuol dire che “posso fare quella cosa” ma “posso anche
non farla”). Questo per dire (per l’ennesima volta) che la forma “don’t have to” permette al
soggetto, o ai soggetti, di scegliere se effettuare una azione o non effettuarla, senza alcuna
conseguenza.
ESEMPIO IN TERZA PERSONA
“He doesn’t have to work on Saturdays” – “Egli non ha necessità di lavorare i sabati”
Solite cose; Dopo il “to” va sempre posto l’infinito (in questo caso “work”, ossia “lavorare”). Qui è
molto importante notare che; “don’t have to” viene trasformato in TERZA PERSONA NEGATIVA,
ecco perché nella frase vi è scritto “doesn’t have to”. Tenere sempre di riferimento quanto scritto
nel riquadro sopra; in particolar modo gli elementi contrassegnati dall’*.
“Have”, in questo caso, non può fungere da ausiliare; affinché “have” possa essere utilizzato come
tale è necessaria la presenza di “tempi composti” all’interno della frase. Esempi: I have done
(present perfect), I had worked (past perfect), I have been walking (present perfect continuous). Nei
tempi semplici, l’ausiliare non può essere “have”, ma “DO/DOES”. Stessa cosa è la forma negativa;
“haven’t” va utilizzato solo nei tempi composti, mentre nei tempi semplici va usato il
“don’t/doesn’t”.
- La forma “have to” o “has to” non può essere utilizzata come “ausiliare” all’interno delle
frasi, ma queste hanno necessità di “do/does” per comporre le domande.
- La forma “have to” o “has to” non possono essere cambiate in “haven’t to” e “ hasn’t
to”, ma solo in “don’t have to” e “doesn’t have to”
Quindi per fare domande o negazioni, bisogna usare DO e DOES; facciamo qualche esempio;
Si usa must + verbo (infinito senza “to”) per parlare di regole e obbligazioni (come “have to” –
anche se prima abbiamo visto come si differenziano).
Si usa mustn’t + verbo (infinito senza “to”) per parlare di qualcosa che è PROIBITO DIVIETO
Facciamo qualche esempio;
+
“You must do your homework tonight” – “Devi fare i compiti a casa stasera”
“She must tidy her room before she goes out” – “Lei deve riordinare la sua stanza prima di uscire”
? (*)
A S I
“Must I buy a grammar book?” – “Devo comprare il libro di grammatica?”
QU A S I
“When must we register for the exam?” – “Quando dobbiamo registrare l’esame?”
TABELLA RIEPILOGATIVA
Anche “Have to” è un modale, ma segue delle regole diverse, di fatti ha necessità dell’ausiliare
“do/does” per le domande. Dopo ciò, è opportuno dire che dopo l’utilizzo di “should/shouldn’t” ci
voglia “l’infinito senza to”. “Should” inoltre, essendo modale, funge da ausiliare; quindi non è
necessario inserire gli ausiliari “do/does” all’interno della frase. In ultimo, essendo modale, non varia
all’interno della coniugazione. Quindi, volendo riassumere in maniera concettuale:
- Usa “should/shouldn’t” + verbo (all’infinito senza “to”) per dare dei consigli o dire secondo noi qual
è la cosa giusta da fare.
- “Should/shouldn’t” vale per tutte le persone, e non cambia all’interno della coniugazione.
Spesso usiamo;
“I think you should” – “Io penso che tu dovresti”
Oppure usiamo;
“ I don’t think you should” – “Io non penso che dovresti” (*)
ATTENZIONE Non utilizzate “mai” forme come “I think you shouldn’t”
“I think you should change your job” – “Io penso che dovresti cambiare il tuo lavoro”
“I don't think you should speak to her” (*) – “Io non penso che tu dovresti parlare con lei”
“He's very stressed. He shouldn't work so hard” – “Egli è molto stressato. Non dovrebbe lavorare
così duramente”
“You shouldn't drink coffee in the evening. It' ll keep you awake” – “Non si dovrebbe bere caffe la
sera. Ci terrà svegli”
È necessario quindi, fare delle premesse “veritiere e possibili” per ottenere delle “conseguenze
certe”. Ora, dopo aver analizzato la struttura, vediamo qualche nodo concettuale per comprendere
tale argomento;
1) Usa “if + soggetto + present simple” per parlare di una “ipotesi/possibile situazione”, e “soggetto
+ will/won’t + infinito” per parlare della “probabile conseguenza”. Facciamo qualche esempio;
- “If I miss the last bus, I will get a taxi” – “Se io perdo l’ultimo bus, io prenderò un taxi”
Ci tengo a sottolineare che “will/won’t” vengono utilizzati per il futuro, ciò vale a dire, che questi
due termini dichiarano la volontà di fare qualcosa (in questo caso, la volontà è quella di “prendere
un taxi” caso mai si perdi l’ultimo bus).
La “,” (virgola) “spezza” la frase in due parti; da una parte vi è l’ipotesi probabile (“If I miss the last
bus,”) e dall’altra la possibile conseguenza (“I will get a taxi”).
Dal punto di vista della traduzione “will get (…)” viene tradotto con “prenderò” in quanto;
“Prenderò” rappresenta di per sé una “volontà” (quella che in inglese si indica con “will/won’t”),
inoltre il verbo “get” (accanto a “will”) può avere molti significati, a seconda di ciò che gli viene dopo.
Dal punto di vista del significato, si può notare che ci si sta riferendo ad una situazione del tutto
“normale, probabile, e realizzabile”; per questa ragione viene utilizzato il “first conditional”.
Vediamo qualche altro esempio.
- “If you tell her the truth, she won’t believe you” – “Se tu racconti a lei la verità, lei non ti crederà”
In ultima accezione, tengo e tendo a farvi notare, che se nelle prime due frasi (affermativa e
negativa) si comincia con “l’ipotesi” per poi concludere con “la conseguenza”, nelle domande
invece, è il contrario; si comincia con la “conseguenza” e si arriva fino all’ipotesi” (“Cosa farai –
conseguenza” --- “se non ti chiama? - ipotesi”).
Quindi, ricordiamoci che nelle domande;
- “Will” è ausiliare – Viene prima la conseguenza e poi l’ipotesi
2) Abbiamo da poco detto che nelle frasi affermative & negative viene prima l’ipotesi, e dopo la
conseguenza mentre nelle frasi interrogative (domande) viene prima la conseguenza e dopo
l’ipotesi. In realtà questa suddivisione non va presa in maniera rigida, in quanto, l’ipotesi può venire
sia prima che dopo;
- Se l’ipotesi viene prima, inseriamo una “,” (virgola), prima della conseguenza.
- Se l’ipotesi viene dopo, non si inserisce la “virgola”.
Il primo condizionale (“first conditional”) differisce dal primo per “struttura” e “uso”; accenniamo
solo che mentre questo parla di “ipotesi verosimili” il successivo parlerà di “ipotesi inverosimili”.
ESERCIZI WORKBOOK
2) Utilizza “whose” (“di chi”) per domandare (quindi solo domande/frasi interrogative) cose
riguardo al possesso;
“Whose book is it?” – “Di chi è questo libro?”
“Whose is that bag?” – “Di chi è questa borsa?”
5) Il pronome possessivo (maschile “his” e femminile “hers”) non va scelto in base all’oggetto (Es;
SUA macchina, SUO elicottero), ma in base al possessore (*). Ad esempio “IL TELEFONO” è
“MASCHILE”, ma in inglese, se il telefono appartenesse ad una donna, si dovrebbe dire “HERS
TELEPHONE”. Questo perché gli inglesi danno più importanza al genere del possessore piuttosto che
dell’oggetto.
(*) “I didn’t know that was his mother” – “Non sapevo che fosse tua madre”
La madre…di LUI; È pur vero che “mother” è femminile, ma abbiamo detto che conta IL GENERE DEL
POSSESSORE e non IL GENERE DELL’OGGETTO/PERSONA POSSEDUTA
mo
Da ricordare che;
Dopo aggettivo possessivo sostantivo
Dopo pronome possessivo non ci vuole nulla (la frase termina)
ENTRAMBI NON VOGLIONO L’ARTICOLO “THE”
ESERCIZI WORKBOOK
RISPOSTE WORKBOOK
- Il “first conditional” viene utilizzato per formulare ipotesi vero-simili rispetto ad una
conseguenza futura. Viene quindi utilizzato per parlare di “futuri probabili” (che
possono realizzarsi).
- Il “second conditional” viene utilizzato per formulare una ipotesi/situazione
immaginaria/inverosimile/improbabile
Dopo aver chiarito queste due differenze importanti, vediamo ora qualche nodo concettuale
riguardante il “second conditional”;
1) Usa la forma “if + past simple” per parlare di una situazione/ipotesi/premessa futura
immaginaria/improbabile & usa la forma “Would/wouldn’t + infinito” per parlare della
conseguenza. Facciamo qualche esempio;
- “If a bull attacked me, I’d run away” – “Se dovesse attaccarmi un toro, io scapperei via”
Notiamo innanzitutto che l’esempio esprime un concetto che difficilmente si potrà avverare (un
toro che ci attacca). In secondo luogo, dopo la “,” (virgola), ritroviamo la forma “ ’d ”; questa
rappresenta la forma contratta di “would”;
- “Would you take the manager’s job if the offered it to you?” – “Accetteresti il lavoro del dirigente
A S I se dovessero offrirtelo?”
Cosi come nel “first conditional”, nel fare le domande, si partiva dalla “conseguenza” (“will/won’t +
infinito”), cosi anche del “second conditional” si incomincia dalla “conseguenza”
(“would/wouldn’t + infinito”). Si voglia notare, che nel “first conditional” l’ausiliare per fare le
domande è “will”, mentre nel “second conditional” è “would”. Di conseguenza, è obbligatorio
rammentarvi, che le strutture delle domande sono sempre le stesse; Ausiliare (A – “Would”) –
Soggetto (S – “you”) – Infinito (I – “take”), e poi il restante della frase. Ovviamente, anche in
questo caso, dal punto di vista contenutistico della frase, la situazione è abbastanza
“ironica/impossibile”; magari mi potessero offrire il posto del dirigente….non sarei qui a perdere
tempo né con l’università né con i riassunti……
2) Nel “second conditional” (ma anche nel “first conditional”) possono essere invertiti “premessa”
& “conseguenza” (quanto l’ipotesi viene prima è necessaria la “virgola”, altrimenti “no”)
- Usa solo “were” (e non “was”) nell’espressione; “If I were you” – “Se fossi in te”
- “If I were you, I wouldn’t take that job” – “Se fossi in te, non accetterei questo lavoro”
RISPOSTE WORKBOOK
COME SI FORMA
SOGG + HAVE/HAS + PAST PARTICIPLE (FORMA AFFERMATIVA)
HAS Per la TERZA PERSONA ------------- PAST PARTICIPLE (terza colonna irregolari O
aggiunta forma ED)
SOGG + HAVEN’T/HASN’T + PAST PARICIPLE (FORMA NEGATIVA)
HAVE/HAS + SOGG + PAST PARICIPLE (FORMA INTERROGATIVA)
Dopo questa piccola premessa, chiarifichiamo l’utilizzo del - “Present Perfect” + “for” or “since” -
- In questo tipo di frasi, non va usato il “Present simple”, ma solo il PRESENT PERFECT;
“I live in Manchester for 20 years”
- Usa l’espressione “How long…?” (“Da quanto tempo…?) per fare domande che concernono la
durata di una azione/attività/stato.
- Tendo a far notare che la forma interrogativa rimane la medesima; ricordiamoci solo che nel
“Present perfect” l’ausiliare corrisponde a “have/has” (“has” solo alla terza persona). Ricordiamo
inoltre che nella forma ASI/QUASI la “I” (infinito) viene sostituita dal “Past Participle” (irregolare –
terza colonna paradigmi - / -ed) – guarda regole nell’unità precedente
RISPOSTE WORKBOOK
1) Usa il “Past Simple” per parlare di un periodo di tempo finito nel passato (in particolar modo per
i morti e delle loro gesta);
2) Usa il “Present Perfect” per parlare di un periodo di tempo che ha avuto inizio nel passato e che
ha accezione di verità ancora nel momento in cui se ne parla (è ancora vero – sta ancora accadendo
– si fa riferimento ai “vivi”)
In questo caso “How long” ha un valore del tutto diverso, in quanto è riferimento ad una persona
viva, che continua a produrre musica; ha un valore diverso anche in bare al tempo utilizzato (present
perfect).
ESERCIZI WORKBOOK
RISPOSTE WORKBOOK
- “Tippex isn’t used very much today” – “Il tippex non è usato molto oggi”
Stessa identica situazione; solo da ricordare che quando si notano “nomi comuni di cose (tippex)” si
fa sempre riferimento ALLA TERZA PERSONA DEL VERBO.
? “Are disposable nappies used all over the world?” – “Sono i pannoloni usa e getta usati in tutto il
mondo?”
Questa è la forma interrogativa, e lo si costruisce tenendo in considerazione SEMPRE le scale ASI –
QUASI
- “Windscreen wipers weren’t invented until 1903” – “I tergicristalli non sono stati inventati fino al
1903”
Ricordiamo che è facile trasformare un verbo in forma negativa;
? “When was the washing machine invented?” – “Quando è stata inventata la lavatrice”
Questa è la forma interrogativa, e lo si costruisce tenendo in considerazione SEMPRE le scale ASI –
QUASI
È possibile utilizzare la “forma passiva” quando “non è noto” o “non è importante” chi ha
svolto/svolge l’azione;
“My car was stolen last week” – “La mia auto è stata rubata la settimana scorsa”
Non conosciamo l’entità del ladro.
Infine, è importante sottolineare che “by” (forma passiva) lo si utilizza per indicare chi ha compiuto
l’azione;
“The Lord of the Rings was written by Tolkien” – “Il Signore degli anelli è stato scritto da Tolkien”
RISPOSTE WORKBOOK
Sempre in inglese, si viene ad utilizzare anche “Didn’t use to”; In questo caso tendo a farvi notare
che la “-d” di “used” cade, in quanto, il passato, è incarnato dall’ausiliare “did/didn’t” che ci servirà
sia nelle frasi negative che interrogative. Anche in questo caso, dopo “to” occorre inserire un verbo
alla forma base, non coniugato. “Didn’t use to” lo si utilizza per parlare di ciò che non si
attuava/faceva nel passato, ma che ora invece si fa. Anche in questo caso, è opportuno fare un
esempio;
“I didn’t use to drink beer” – “In passato non bevevo birra”
L’unica cosa che si vuole far notare, è che prima c’era un “qualcosa che non si attuava” (bere la
birra), mentre “ora invece” probabilmente “si”.
Fatte queste premesse, possiamo citare alcune regole fondamentali di questa struttura;
- Utilizza “used to” (cose che eravamo fare/cosa facevamo in passato) e “didn’t use to” (cose che
non eravamo fare/cose che non facevamo) per parlare di cose che si sono ripetute, o che
corrispondevano a verità nel passato, ma solitamente non sono vere adesso.
- “Used to/ didn’t use to” sono uguali per tutte le persone
- Possiamo usare al posto di “used to” (past simple), l’avverbio di frequenza “often” (spesso); se si
apporta questo cambiamento però, il verbo, che si viene a collocare dopo l’avverbio di frequenza
(often), dovrà essere coniugato al “past simple” (seconda colonna irregolare/ -ed form – Questo
perché “used” funge anche da passato - -ed form- e richiede il verbo alla forma base, mentre “often”
richiede un verbo coniugato al past simple in quanto da solo non connota nessun tipo di tempo).
Facciamo un esempio, tanto per chiarirci;
“When I was child, I often played in the street” – “Quando io ero bambino, spesso giocavo per la
strada”
ESERCIZI WORKBOOK
- Might/Might not non variano durante la coniugazione, e sono uguali in tutte le persone.
- Di “might not” non esiste la forma contratta
2) Alcuni verbi fraseologici (verbo + particella) hanno un “oggetto”e sono separabili (e se vengono
separati, l’oggetto va al centro della frase, e si colloca tra il verbo e la particella). Inoltre, con questi
verbi fraseologici, la particella (on, off, etc) può essere inserita prima* o dopo** “l’oggetto”.
3) Alcuni verbi fraseologici hanno un “oggetto” e sono inseparabili. Esempio classico è “look for –
cercare”. Con questi verbi fraseologici, il verbo e la particella non possono essere separati. Facciamo
un esempio, tanto per chiarirci;
“I’m looking for my glasses” – “Sto cercando i miei occhiali”
Di conseguenza sarebbe un errore dire “I’m looking my glasses for”, in quanto, in questa categoria,
il verbo fraseologico non può essere separato.
1) Usa “So + ausiliare + I (Pronome personale)” per rispondere a delle frasi di tipo affermativo.
L’ausiliare utilizzato nelle risposte dipende dal verbo utilizzato nella frase precedente
(ausiliare/modale o non ausiliare/modale), e il tempo in cui esso viene utilizzato (present simple,
past simple, ecc); spieghiamo meglio questa nozione:
C’è una bella differenza se nella frase principale (A) ritroviamo un verbo come (ad esempio) “love”
(amare – non ausiliare/modale) piuttosto che un verbo modale/ausiliare come “to be – am/is/are”.
La differenza sta che in caso sia utilizzato un verbo non modale/ausiliare, nella frase secondaria (B)
bisogna utilizzare l’ausiliare giusto di quel tempo verbale (“love” è presente, e quindi deve essere
utilizzato “do”, se invece era “loved” doveva essere utilizzato “did”, e se al posto di “love” ritroviamo
“went”, l’ausiliare della risposta sarà ancora “did” in quanto “went” è past simple). In caso,
all’interno della frase principale (A) sia utilizzato il verbo essere (modale/ausiliare – “am” o “was” o
altri modali), nella frase secondaria (B) va utilizzato il medesimo ausiliare/modale. Inoltre, l’ausiliare
nella risposta non deve essere mai posto al negativo (“don’t” nella frase principale A, diventa “do”
nella frase secondaria B).
Inseriamo ora una tabella che può risultare utile ai fini della comprensione di questa unità;
RISPOSTE WORKBOOK
- Usa il past perfect quando stiamo “già parlando del passato” (o meglio, il passato è già inserito in
altra forma, quasi sempre, il past simple). Quindi, all’interno delle frasi, vengono ad essere inseriti
due verbi passati, uno al past perfect, e l’altro al past simple. Non conta l’ordine sintattico della
frase, ma di grande importanza sono i verbi con i loro tempi, in quanto, il past perfect descrive
l’azione più vecchia, mentre il past simple descrive l’azione più recente.
- Di had è spesso utilizzata la forma contratta ‘d
- Nel “riportare” un qualcosa nel discorso indiretto, si fa quasi sempre uso dell’espressione “mi ha
raccontato” (o altre simili); in inglese, suddetta espressione, può essere tradotta in due modi diversi;
Nel discorso diretto “siamo noi a parlare in prima persona (Io – I)”, ma nel discorso indiretto,
“quell’IO” diventa, per forza di cose, un pronome personale di terza persona (Lei/Lui – He/she)
ESERCIZI WORKBOOK
- Quando la Question Word (pronome interrogativo) (Chi? Cosa? Quale? Quanti? ecc) – (Who?
What? Which? How many? ecc) è il soggetto del verbo (o meglio, quando il verbo della frase fa
direttamente riferimento alla question word) non bisogna utilizzare l’ausiliare (do/does/did). Se
invece il verbo non fa riferimento alla question word, ma ad un altro oggetto della frase, all’ora
l’ausiliare deve essere utilizzato forzatamente.
- Negli altri casi, non bisogna mai dimenticare che gli ausiliari più utilizzati sono do/does/did. Se poi,
all’interno della frase, vi è “essere – to be”, l’ausiliare sarà quest’ultimo.
RISPOSTE WORKBOOK