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COERENZA
La coerenza si manifesta nella connessione logico-semantica tra le parti di un testo e nella
conseguente possibilità per il ricevente di individuare in esso le caratteristiche
dell'UNITARIETA' e della NON CONTRADDITTORIETA'.
La coerenza è il prodotto di 3 fattori:
-Unitarietà
-Continuità
-Progressione
L'individuazione della continuità di senso è il risultato di un processo collaborativo che si
instaura tra emittente e destinataro e dipende solo in parte dalle caratteristiche formali del
testo.
L'analisi dei meccanismi che garantiscono la continutià di senso può essere condotta sul
doppio binario della produzione e della ricezione: sarebbe tuttavia sbagliato immaginare
che la ricezione e l'interpretazione di un testo consistano nel percorrere a ritroso il tragitto
della produzione. Per dare senso a un testo si compie in prima battuta un percorso che va
dal generale al particolare (top-down), aiutandosi con ipotesi globali sulle intenzioni
dell'emittente e sul significato del testo. Solo in un secondo momento si integra questa
prima battuta con un'altra, che procede dal particolare al generale (bottom-up) e che
consente di mettere al loro posto i mattoni più piccoli dell'edificio linguistico.
CORNICI E COPIONI
Quando interpretiamo un oggetto, un evento o una scena la percezione globale tende a
precedere l'analisi dei singoli componenti. La psicologia cognitiva sottolinea come tali
costruzioni sono elaboraye grazie a SCHEMI COGNITIVI GLOBALI.
Su tale base si è elaborata una semantica cognitiva, basata su presupposti differenti dalla
semantica logica.
Nella SEMANTICA LOGICA l'attribuzione di un elemento ad una categoria diversa
avviene in base al principio della presenza/assenza di tratti.
Nella SEMANTICA COGNITIVA l'appartenenza a una categoria di un elemento è
determinata dalla sua maggiore o minore distanza dall'elemento più rappresentativo della
stessa.
Le espressioni linguistiche contenute in un testo servono ad attivare schemi cognitivi
globali. Tra questi i più importanti sono:
-la CORNICE(in inglese frame) è lo schema cognitivo entro cui collochiamo un oggetto
o una situazione. Le cornici sono collegate tra di loro in una rete di concetti. Possiamo
distinguere le cornici di primo livello, basate sull'accumulo di conoscenze del mondo, e
cornici di secondo livello, che fanno riferimento alle conoscenze di specifici generi
testuali.
-I COPIONI (in inglese scripts) sono usati soprattutto nella conversazione e sono modelli
globali di avvenimenti codificati e collegati a situazioni ricorrenti.
Il DETTO E IL NON DETTO
Possiamo distiungere nell'ambito del non detto:
-PRESUPPOSIZIONI: Si hanno quando una persona, uno stato di cose o un fstto
vengono esplicitamente espressi nel testo, ma la loro esistenza è presupposta dalla
semantica del verbo o di un altro elemento della frase.
-IMPLICAZIONI: le informazioni implicate possono essere di diversa natura. Grice fa
una differenza tra IMPLICAZIONI CONVENZIONALI, cioè valide in assolute,
indipendentemente dal contesto e NON CONVENZIONALI, cioè valide solo all'interno
di particolari condizioni.
-INFERENZE: grazie all'inferenza possiamo ricavare da un enunciato delle conseguenze
non esplicitamente asserite. Tra le inferenze importanti sono le IMPLICATURE
CONVERSAZIONALI, le quali si attivano nel momento in cui percepiamo una
discrepanza tra il significato letterale di un enunciato e le intenzioni dell'emittente e
facciamo delle ipotesi.
INTERTESTUALITA'
Non è possibile interpretare nessun testo senza tener conto dei rapporti che esso ha
intrattenuto nel corso del tempo con tutti i testi che lo hanno preceduto e seguito al
momento della sua fruizione. Il termine INTERTESTUALITA' fu introdotto da Kristeva
nel 1966 ed è stato approfondito da autori come Bachtin, Genette, i quali hanno
evidenziato come mettere in luce i legami medianti i quali un testo A riprende, si riferisce
o allude a un testo B (detto IPOTESTO) non sia un'operazione facoltativa operata solo da
persone colte, ma è alla base dello stesso processo di interpretazione.
La trasformazione dell'IPOTESTO prevede una gamma ristretta di modalità:
-aggiunta o sostituzione di uno o più fonemi;
-sostituzione di uno o più elementi lessicali;
-ampliamento o accorciamento del testo base;
Le stesse modalità di riformulazione solo alla base della DEFORMAZIONE
PARONIMICA a fini scherzorsi di aforismi, frasi celebri. Maestro in quest'arte è Ennio
Flaiano.
IPERTESTUALITA'
Il termine IPERTESTO coniato da Nelson nel 1965 si riferisce a qualsiasi insieme
strutturato di unità di inforazione e di collegamenti tra essi realizzato su supporto digitale.
Le caratteristiche dell'ipertesto possono essere definite per contrasto rispetto al testo
tradizionale:
-multilinearità e apertura e non lineare e chiuso come un testo scritto
Diverse sono anche le modalità di fruizione:
-è fisicamente collegato ad algtri tesgti;
-è concepito per una lettura multisequenziale;
-non prevede un ordine di lettura prestabilito.
Possiamo distiungere tra ipertesti su supporto chiuso con LINK PREDETERMINATI
dall'autore e con un limite fisico all'ampliamento delle informazioni in esso contenute e
ipertesti ospitati in rete con LINK ATTIVABILI anche autonomamente dall'utente e
senza un limite fisico all'ampliamento delle informazioni contenute.
L'ipertesto comporta a superare la tradizionale separazione tra autore e lettore e il testo
perde la sua caratteristica di sistema chiuso.
Un esempio a tutti noto di scrittura collaborativa può essere offerto da wikipedia,
affermatasi come la più nota enciclopedia libera e gratuita presente in rete.
CAPITOLO 3
DEISSI
Con la DEISSI si realizza un rinvio dal testo alla realtà entralinguistica.
Io, qui e ora sono i 3 parametri fondamentali di riferimento deittico e costituiscono il
CAMPO INDICALE cioè definiscono le coordinate spazio-temporali del campo da gioco
in cui si realizza la comunicazione. Ogni campo indical si definisce attraverso l'ORIGO,
cioè il punto di osservazione del parlante.
Si definisce DEISSI INERENTE quella realizzata mediante espressioni per la cui
interpretazione è necessaria la conoscenza del contesto situazionale; DEISSI NON
INERENTE, quella in cui il locutore chiama il destinatario a trasferirsi idealmente in un
campo indicale diverso da quello dell'enunciazione.
DEISSI PERSONALE
Realizzano la deissi personale le espressioni linguistiche che servono a identifica i
partecipanti allo scambio comunicativo. In italiano svolgono tale funzione i pronomi
personali. I pronomi personali di 1 e 2 persona non sono interpretabiki senza il
riferimento all'origo. Si dice per questo che hanno un riferimento DEITTICO. I pronomi
di 3 persona possono essere sia DEITTICI che ANAFORICI.
DEISSI SPAZIALE
In italiano la deissi spazione funziona secondo uno schema bipartito, che individua un
luogo o la posizione di un referente in relazione alla vicinanza o alla lontananza del
parlante.
Gli avverbi che realizzano la deissi spaziali sono soprattutto QUI,QUA,Lì,LA'. I primi
due indicano vicinanza al parlante, gli altri due lontananza. Ovviamente vicinanza e
lontananza sono valutati soggettivamente dal parlante.
DEISSI TEMPORALE
La deissi temporale è affidata ad avverbi ed espressioni temporali, ad alcuni aggettivi, ai
dimostrativi quello e questo, ai tempi della flessione verbale. Nel caso della deissi
temporale il punto di riferimento per definire le relazioni deittiche è il MOMENTO
DELL'ENUNCIAZIONE (ME), cioè il momento in cui avviene lo scambio
comunicativo.
Gli avverbi ora (con la variante adesso) e allora indicano rispettivamente coincidenza col
ME o anteriorità rispetto ad essa.
I tempi deittici sono caratterizzati da un ANCORAGGIO TEMPORALE SEMPLICE: per
determinarlo è sufficiente collocarli rispetto al MOMENTO DELL'ENUNCIAZIONE
(ME), cioè al momento in cui si produce l'enunciato. Abbiamo tre possibilità: l'azione o
meglio il MOMENTO DELL'AVVENIMENTO (MA), cioè il momento in cui si realizza
l'evento o lo stato di cose descritto dal verbo, può essere coincidente, anteriore o
posteriore rispetto al ME.
I tempi deittico-anaforici richiedono un ANCORAGGIO TEMPORALE COMPLESSO:
compaiono sempre in relazione con un tempo deittico d, insieme ad opportune
determinazioni di tempo, costituiscono il MOMENTO DI RIFERIMENTO (MR), che
serve a precisare la collocazione dell'avvenimento espresso dal tempo deittico (MA).
DEISSI TESTUALE
La deissi testuale è caratterizzata dal fatto che il rinvio serve solo a istruire il destinatario
a cercare un punto di riferimento nel testo in relazione al punto in cui è arrivato: IL
TESTO DIVENTA IL CONTESTO. Per comprendere il senso occorre considerare che
abbiamo a che fare con un campo indicale particolare, che è costutuito dal testo stesso e
ha come origo il punto del testo in cui il lettore si trova.
IL DISCORSO RIPORTATO
Abbiamo 4 Dr:
Nel DI il parlante unifica i campi indicali, cioè riconduce al proprio campo indicale
quello di L2.
Ogni testo presenta una rete di segnali di collegamento tra le sue parti. L'insieme di questi
legami garantisce la COESIONE.
La coesione e la coerenza non sono collocabili sullo stesso piano: un testo può essere
perfettamente coeso dal punto di vista grammaticale, ma privo di senso; al contrario può
manifestare forti lacune nella coesione grammaticale, ma riuscire lo stesso comprensibile.
La coesione può intervenire a soccorso della coerenza, facilitando il compito
interpretativo del destinatario, la da sola non ha l'autonomia necessaria per far svolgere al
testo il suo compito comunicstivo.
RINVIO E RIFERIMENTO
Per comunciare occorre mettere in relazione il piano della realtà extralinguistica con
quello del testo. Purché ciò si realizzi è fondamentale che i partecipanti allo scambio
comunicativo condividano un codice, cioè un sistema di segni.
Gli attori dello scambio comunciativo condividono dei REFERENTI. Tali referenti sono
di per sé entità indefinite e dormienti.
Occorre che il referente sia attivato nella coscienza del destinatario, ossia cessi di essere
dormiente e passi dalla memoria a lungo termine a quella a breve termine. Attraverso
queste 2 operazioni, che chiameremo DEFINIZIONE e ATTIVAZIONE, un
REFERENTE EXTRATESTUALE diviene disponibile come REFERENTE TESTUALE
e può costituire il punto di partenza per successivi rinvii. La modalità più comune per
attivare un referente è quella di menzionarlo.
Tutti gli elementi di un testo che si riferiscono allo stesso referente sono
COREFERENTI.
-la RIPETIZIONE consiste nella replica totale o parziale del punto d'attacco,
-la SOSTITUZIONE può essere sia pronominale che lessicale (quest'ultima avviene
tramite sinonimi, iperonimi e perifrasi sinonimiche).
Le PRO-FORME sono termini dal signicato generale che possono essere sati come se
fossero pronomi.
Gli INCAOSULATORI ANAFORICI sono forme nominali che nello sviluppo tematico
del discorso inglobano sinteticamente porzioni più o meno estese del testo precedente.
CATAFORA
ELLISSI
Si distingue tra:
Si distingue tra:
Nel formulare un testo l'emittente fa delle supposizioni su ciò che il ricevente sa o non sa
a proposito di quanto sta per dire. Nella memoria a breve termine trova spazio solo un
numero limitato di informazioni: l'emittente nel codificare e il ricevente nel decodificare
un messaggio devono fare i conti con questo limite oggettibo. Ci sono due conseguenze:
La ricerca della continuità di senso è agevolata dalla presenza nel testo di un certo grado
di CONTINUITA' TEMATICA.
DATO E NUOVO
a) il referente è attivo se nel momento in cui viene evocato linguisticamente è ben vivo
nella sua coscienza,
Il tema esprime ciò di cui egli vuole parlare, mentre il rema dice qualcosa a proposito del
tema.. Si tratta di una ripartizione che rinvia per molti aspetti a quella tra soggetto e
predicato.
L'informazione data tende a coincidere col tema, quella nuova col rema.
In italiano non esistono mezzi morfologici per la codifica del tema e del rem; tale
funzione può essere svolta:
-RUOLO SINTATTICO (il tema è codificato come soggetto, il rema come predicato)
Non esistono frasi formate solo dal tema, mentre con rema sì e si chiamano
PRESENTATIVE.
IDENTIFICABILITA' E DEFINITEZZA
Gli elementi che determinano il nome testa contribuiscono a delimitare l'estensione del
SN. L'estensione di SN ne determina il tipo di RIFERIMENTO.
L'IDENTIFICABILITA' del referente è la maggiore o minore facilità con cui può essere
individuato dall'ascoltatore. In italiano tale funzione è affidata principalmente agli
articoli.
COSTRUZIONI MARCATE
Le frasi pseudoscisse hanno in comune con le scisse la struttura copulativa. Esse essere
collocano l'emento focalizzato sulla destra dell'enunciato, non sulla sinistra come nelle
frasi scisse.
CAPITOLO 6
COESIONE E CONNESSIONE
Bazzanella distingue:
Mentre i connettivi semantici esprimono una relazione tra fatti, i connettivi pragmatici
segnalano il punto di vista del parlante sull'enunciato o sull'atto dell'enunciazione.
I connettivi semantici sono di norma collegati tra i due segmenti del testo connessi,
mentre quelli pragmatici tendono ad essere collocati all'inizio.
I connettivi semantici cadono nel passaggio al discorso indiretto e non sono cumulabili.
a) presa di turno,
b) richiesta di attenzione,
c) modulazione,
d) feeback.
a) demarcativa,
c) esemplificazione.
COORDINAZIONE E SUBORDINAZIONE
a) coordinazione o paratassi: relazione paritaria tra i due elementi, infatti i due membri si
possono cambiare di posto senza influire sul significato della frase,
c) giustapposizione,
I connettivi svolgono una funzione sia sintattica che semantica, nel senso che possono
darci informazioni sulla natura del collegamento.
Il risultato è un testo costruito secondo una progressione dei contenuti non lineare; per
tale motivo questa modalità compositiva è stata deinifta STILE PERIODICO.
I DUE PUNTI possono avere sia una funzione demarcativa che quella sostitutiva di un
connettivo.
La possibilità di incasellare un testo in una categoria più generale costituisce una delle
componenti della COMPETENZA TESTUALE: ciascun parlante nativo che transiti in
una situazione è in grado di comprendere dopo poche battute se quello che stanno
trasmettendo gli altoparlanti è un annuncio ferroviario, un messaggio pubblicitario.
Nel momento in cui facciamo riferimento ad annunci ferroviari o proverbi stiamo già
utilizzando categorie astratte rispetto al testo nella sua realizzazione concreta: tali
categorie prendono il nome di GENERI o FORME TESTUALI.
TIPOLOGIE TESTUALI
Il problema della tipologia testuale è lontano dall'essere risolto in modo univoco da parte
degli studiosi ed esistono diverse tipologie a seconda dei parametri diversi messi in opera
per costituirle.
Un primo criterio è basato sul variare del mezzo, cosi da distiungere tra testi orali e scritti
in prima battuta.
A Werlich si deve la tipologia testuale più nota. Egli individua 5 tipi fondamentali sulla
base della funzione in essi dominante: narrativi, descrittivi, argomentativi, informativi e
regolativi.
Se classifichiamo i testi a partire dalla funzione, occorre chiarire che si deve intendere il
termine nel senso di FUNZIONE PREVALENTE. La correlazione tra un enunciato e
funzione è stata proposta dalla linguistica pragmatica nell'ambito della teoria degli ATTI
LINGUISTICI.
Il primo criterio è la COESIONE, che riguarda il modo in cui le componenti del TESTO
DI SUPERFICIE, ossia le parole che effettivamente udiamo e vediamo sono collegate fra
loro.
Il quinto criterio è l'INFORMATIVITA', con cui intendiamo la misura in cui gli elementi
testuali proposti sono attesi o inattesi oppure noti o ignoti/incerti.
Il PARALLELISMO designa quelle strutture che sono ripetute con elementi nuovi