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CAPITOLO 2

COERENZA
La coerenza si manifesta nella connessione logico-semantica tra le parti di un testo e nella
conseguente possibilità per il ricevente di individuare in esso le caratteristiche
dell'UNITARIETA' e della NON CONTRADDITTORIETA'.
La coerenza è il prodotto di 3 fattori:
-Unitarietà
-Continuità
-Progressione
L'individuazione della continuità di senso è il risultato di un processo collaborativo che si
instaura tra emittente e destinataro e dipende solo in parte dalle caratteristiche formali del
testo.
L'analisi dei meccanismi che garantiscono la continutià di senso può essere condotta sul
doppio binario della produzione e della ricezione: sarebbe tuttavia sbagliato immaginare
che la ricezione e l'interpretazione di un testo consistano nel percorrere a ritroso il tragitto
della produzione. Per dare senso a un testo si compie in prima battuta un percorso che va
dal generale al particolare (top-down), aiutandosi con ipotesi globali sulle intenzioni
dell'emittente e sul significato del testo. Solo in un secondo momento si integra questa
prima battuta con un'altra, che procede dal particolare al generale (bottom-up) e che
consente di mettere al loro posto i mattoni più piccoli dell'edificio linguistico.

CORNICI E COPIONI
Quando interpretiamo un oggetto, un evento o una scena la percezione globale tende a
precedere l'analisi dei singoli componenti. La psicologia cognitiva sottolinea come tali
costruzioni sono elaboraye grazie a SCHEMI COGNITIVI GLOBALI.
Su tale base si è elaborata una semantica cognitiva, basata su presupposti differenti dalla
semantica logica.
Nella SEMANTICA LOGICA l'attribuzione di un elemento ad una categoria diversa
avviene in base al principio della presenza/assenza di tratti.
Nella SEMANTICA COGNITIVA l'appartenenza a una categoria di un elemento è
determinata dalla sua maggiore o minore distanza dall'elemento più rappresentativo della
stessa.
Le espressioni linguistiche contenute in un testo servono ad attivare schemi cognitivi
globali. Tra questi i più importanti sono:
-la CORNICE(in inglese frame) è lo schema cognitivo entro cui collochiamo un oggetto
o una situazione. Le cornici sono collegate tra di loro in una rete di concetti. Possiamo
distinguere le cornici di primo livello, basate sull'accumulo di conoscenze del mondo, e
cornici di secondo livello, che fanno riferimento alle conoscenze di specifici generi
testuali.
-I COPIONI (in inglese scripts) sono usati soprattutto nella conversazione e sono modelli
globali di avvenimenti codificati e collegati a situazioni ricorrenti.
Il DETTO E IL NON DETTO
Possiamo distiungere nell'ambito del non detto:
-PRESUPPOSIZIONI: Si hanno quando una persona, uno stato di cose o un fstto
vengono esplicitamente espressi nel testo, ma la loro esistenza è presupposta dalla
semantica del verbo o di un altro elemento della frase.
-IMPLICAZIONI: le informazioni implicate possono essere di diversa natura. Grice fa
una differenza tra IMPLICAZIONI CONVENZIONALI, cioè valide in assolute,
indipendentemente dal contesto e NON CONVENZIONALI, cioè valide solo all'interno
di particolari condizioni.
-INFERENZE: grazie all'inferenza possiamo ricavare da un enunciato delle conseguenze
non esplicitamente asserite. Tra le inferenze importanti sono le IMPLICATURE
CONVERSAZIONALI, le quali si attivano nel momento in cui percepiamo una
discrepanza tra il significato letterale di un enunciato e le intenzioni dell'emittente e
facciamo delle ipotesi.

DISCONTINUITA' DI SENSO E REINTERPRETAZIONE


La trasmissione delle informazioni è basata sul bilanciamento di due principi:
-PRINCIPIO DI EFFICIENZA: consiste nell'eliminare tutte le informazioni inutili.
-PRINCIPIO DI AFFIDABILITA':consiste nell'aggiunta di informazioni ridondandi per
ovviare fattori di disturbo e assicurare il buon esito della trasmissione,
Un primo ostacolo che mette alla prova il nostro compito di interpreti è la
DISCONTINUITA' TEMATICA. Il caso pià ricorrente di discontinuità tematica è il
differimento del tema, espediente di origine letteraria adatto a creare suspence.

RIVALUTAZIONE E SVALUTAZIONE SEMANTICA


La discontinuità informativa si verifica quando parti del testo risultano cosi inattese da
minare la continuità di senso; in questo caso si ferma il processo interpretativo e si giunge
a reinterpretare il testo.
La RIVALUTAZIONE SEMANTICA è il risultato di un processo di reinterpretazione
che determina un aumento del valore informativo di un'informazione apparentemente
troppo povera.
La SVALUTAZIONE SEMANTICA è il risultato di un processo di reinterpretazione che
determina una diminuzione del valore di un'informazione apparentemente troppo carica
di valore informativo.

INTERTESTUALITA'
Non è possibile interpretare nessun testo senza tener conto dei rapporti che esso ha
intrattenuto nel corso del tempo con tutti i testi che lo hanno preceduto e seguito al
momento della sua fruizione. Il termine INTERTESTUALITA' fu introdotto da Kristeva
nel 1966 ed è stato approfondito da autori come Bachtin, Genette, i quali hanno
evidenziato come mettere in luce i legami medianti i quali un testo A riprende, si riferisce
o allude a un testo B (detto IPOTESTO) non sia un'operazione facoltativa operata solo da
persone colte, ma è alla base dello stesso processo di interpretazione.
La trasformazione dell'IPOTESTO prevede una gamma ristretta di modalità:
-aggiunta o sostituzione di uno o più fonemi;
-sostituzione di uno o più elementi lessicali;
-ampliamento o accorciamento del testo base;
Le stesse modalità di riformulazione solo alla base della DEFORMAZIONE
PARONIMICA a fini scherzorsi di aforismi, frasi celebri. Maestro in quest'arte è Ennio
Flaiano.

LA CONTRAFFAZIONE: PARODIA, IMITAZIONE, FALSIFICAZIONE


L'analisi della parodia è stata al centro dell'interesse degli studi di semiotica strutturale.
Per Genette la parodia è da inquadrare come una delle possibili manifestazioni della
letteratura di secondo grado.
Etimologicamente la parola parodia deriva dal composto di parà 'presso, accanto', dunque
simile a, e odé (canto). Alla lettera abbiamo a che fare con un componimento musicale o
poetico che appare simile a un altro o lo accompagna.
Genette lo interpreta come canto stonato, deformato, implicando cosi la volotà dell'autore
di stravolgere il senso, lo stile o l'argomento delo modello. Da ciò la concezione della
parodia come genere letterari comico o caricaturale.
La parodia è basata sull'imitazione deformata o deformante delle caratteristiche formali di
un genere testuale o dello stile di un autore. Da un punto di vista storico può accadere che
la fioritura di un genere parodistico coincida con la crisi del corrispondente genre serio.
Per identificare una parodia sono sufficienti tre condizioni:
1. presenza di un testo sottostante;
2. identificazione di un modello;
3. misurare lo scarto cronologico, stiilistico e culturale tra testo e modello.
Nell'ambito della contraffazioni ha un ruolo importante la falsificazione, dovuta a diversi
motivi: trarre benefici personali dal plagio di opere altrui, costruire documenti d'appoggio
a presunte verità storiche.

IPERTESTUALITA'
Il termine IPERTESTO coniato da Nelson nel 1965 si riferisce a qualsiasi insieme
strutturato di unità di inforazione e di collegamenti tra essi realizzato su supporto digitale.
Le caratteristiche dell'ipertesto possono essere definite per contrasto rispetto al testo
tradizionale:
-multilinearità e apertura e non lineare e chiuso come un testo scritto
Diverse sono anche le modalità di fruizione:
-è fisicamente collegato ad algtri tesgti;
-è concepito per una lettura multisequenziale;
-non prevede un ordine di lettura prestabilito.
Possiamo distiungere tra ipertesti su supporto chiuso con LINK PREDETERMINATI
dall'autore e con un limite fisico all'ampliamento delle informazioni in esso contenute e
ipertesti ospitati in rete con LINK ATTIVABILI anche autonomamente dall'utente e
senza un limite fisico all'ampliamento delle informazioni contenute.
L'ipertesto comporta a superare la tradizionale separazione tra autore e lettore e il testo
perde la sua caratteristica di sistema chiuso.
Un esempio a tutti noto di scrittura collaborativa può essere offerto da wikipedia,
affermatasi come la più nota enciclopedia libera e gratuita presente in rete.
CAPITOLO 3

DEISSI
Con la DEISSI si realizza un rinvio dal testo alla realtà entralinguistica.
Io, qui e ora sono i 3 parametri fondamentali di riferimento deittico e costituiscono il
CAMPO INDICALE cioè definiscono le coordinate spazio-temporali del campo da gioco
in cui si realizza la comunicazione. Ogni campo indical si definisce attraverso l'ORIGO,
cioè il punto di osservazione del parlante.
Si definisce DEISSI INERENTE quella realizzata mediante espressioni per la cui
interpretazione è necessaria la conoscenza del contesto situazionale; DEISSI NON
INERENTE, quella in cui il locutore chiama il destinatario a trasferirsi idealmente in un
campo indicale diverso da quello dell'enunciazione.

DEISSI PERSONALE
Realizzano la deissi personale le espressioni linguistiche che servono a identifica i
partecipanti allo scambio comunicativo. In italiano svolgono tale funzione i pronomi
personali. I pronomi personali di 1 e 2 persona non sono interpretabiki senza il
riferimento all'origo. Si dice per questo che hanno un riferimento DEITTICO. I pronomi
di 3 persona possono essere sia DEITTICI che ANAFORICI.

DEISSI SPAZIALE
In italiano la deissi spazione funziona secondo uno schema bipartito, che individua un
luogo o la posizione di un referente in relazione alla vicinanza o alla lontananza del
parlante.
Gli avverbi che realizzano la deissi spaziali sono soprattutto QUI,QUA,Lì,LA'. I primi
due indicano vicinanza al parlante, gli altri due lontananza. Ovviamente vicinanza e
lontananza sono valutati soggettivamente dal parlante.

DEISSI TEMPORALE
La deissi temporale è affidata ad avverbi ed espressioni temporali, ad alcuni aggettivi, ai
dimostrativi quello e questo, ai tempi della flessione verbale. Nel caso della deissi
temporale il punto di riferimento per definire le relazioni deittiche è il MOMENTO
DELL'ENUNCIAZIONE (ME), cioè il momento in cui avviene lo scambio
comunicativo.
Gli avverbi ora (con la variante adesso) e allora indicano rispettivamente coincidenza col
ME o anteriorità rispetto ad essa.
I tempi deittici sono caratterizzati da un ANCORAGGIO TEMPORALE SEMPLICE: per
determinarlo è sufficiente collocarli rispetto al MOMENTO DELL'ENUNCIAZIONE
(ME), cioè al momento in cui si produce l'enunciato. Abbiamo tre possibilità: l'azione o
meglio il MOMENTO DELL'AVVENIMENTO (MA), cioè il momento in cui si realizza
l'evento o lo stato di cose descritto dal verbo, può essere coincidente, anteriore o
posteriore rispetto al ME.
I tempi deittico-anaforici richiedono un ANCORAGGIO TEMPORALE COMPLESSO:
compaiono sempre in relazione con un tempo deittico d, insieme ad opportune
determinazioni di tempo, costituiscono il MOMENTO DI RIFERIMENTO (MR), che
serve a precisare la collocazione dell'avvenimento espresso dal tempo deittico (MA).

DEISSI TESTUALE

La deissi testuale è caratterizzata dal fatto che il rinvio serve solo a istruire il destinatario
a cercare un punto di riferimento nel testo in relazione al punto in cui è arrivato: IL
TESTO DIVENTA IL CONTESTO. Per comprendere il senso occorre considerare che
abbiamo a che fare con un campo indicale particolare, che è costutuito dal testo stesso e
ha come origo il punto del testo in cui il lettore si trova.

IL DISCORSO RIPORTATO

Si ha il discorso riportato(DR) ogniqualvolta si introducono in un enunciato parole che


sono state pronunciate da altri. Dal punto di vista linguistico ciò che caratterizza il DR è
la compresenza di due situazioni enunciative: quella della produzione originaria e quella
della ri-produzione. Nel DR abbiamo a che fare con 2 campi indicali distinti e con 2
distinti locutori.

Abbiamo 4 Dr:

-discorso diretto (DD),

-discroso indiretto (DI),

-discorso diretto libero (DDI),

-discorso indiretto libero (DIL).

Il Dr è contrassegnato sia nel parlato sia nello scritto da diversi indicatori.

Il DI è segnalato prevalentemente da indicatori sintattici. Il DD è contrassegnato da


indicatori fonetici e grafici e i campi indicali L1 e L2 rimangono distinti, vengono cioè
mantenuti tutti i riferimenti temporali, spaziali e personali riferiti alla situazione
enunciativa della frase citata.

Nel DI il parlante unifica i campi indicali, cioè riconduce al proprio campo indicale
quello di L2.

Il DIL è caratterizzato dall'intersezione dei campi indicali L1 e L2 ed è espressione di un


paradosso enunciativo.
Il DDL è un discorso diretto completamente privo di introduttori sintattici e di consueti
indicatori grafici. E' utilizzato di solito in ambito letterario.
Capitolo 4
LA COESIONE

Ogni testo presenta una rete di segnali di collegamento tra le sue parti. L'insieme di questi
legami garantisce la COESIONE.

La coesione e la coerenza non sono collocabili sullo stesso piano: un testo può essere
perfettamente coeso dal punto di vista grammaticale, ma privo di senso; al contrario può
manifestare forti lacune nella coesione grammaticale, ma riuscire lo stesso comprensibile.
La coesione può intervenire a soccorso della coerenza, facilitando il compito
interpretativo del destinatario, la da sola non ha l'autonomia necessaria per far svolgere al
testo il suo compito comunicstivo.

RINVIO E RIFERIMENTO

Per comunciare occorre mettere in relazione il piano della realtà extralinguistica con
quello del testo. Purché ciò si realizzi è fondamentale che i partecipanti allo scambio
comunicativo condividano un codice, cioè un sistema di segni.

Gli attori dello scambio comunciativo condividono dei REFERENTI. Tali referenti sono
di per sé entità indefinite e dormienti.

Occorre che il referente sia attivato nella coscienza del destinatario, ossia cessi di essere
dormiente e passi dalla memoria a lungo termine a quella a breve termine. Attraverso
queste 2 operazioni, che chiameremo DEFINIZIONE e ATTIVAZIONE, un
REFERENTE EXTRATESTUALE diviene disponibile come REFERENTE TESTUALE
e può costituire il punto di partenza per successivi rinvii. La modalità più comune per
attivare un referente è quella di menzionarlo.

Tutti gli elementi di un testo che si riferiscono allo stesso referente sono
COREFERENTI.

Il RIFETIMENTO è il legame semantico che si instaura tra un elemento del testo e un


referente; il RINVIO è il legame semantico caratterizzato da ogni relazione di rimando
tra 2 elementi di uno stesso testo o tra un elemento del testo e uno del contesto.

Il RINVIO ANAFORICO è una forma di ripresa che si riferisce a un referente testuale


precedentemente menzionato; un RINVIO CATAFORICO è una forma di ripresa che si
riferisce a un referente testuale non ancora menzionato.

Il RINVIO DEITTICO si realizza dal testo a un elemento della realtà extralinguistica.


Esso funziona nella misura in cui parlante e ascoltatore condividono il medesimo
contesto ed è quindi utilizzato prevalentemente nella comunicazione orale.
ANAFORA

Per gestire le relazioni anaforiche si hanno a disposizione 2 modalità:

-la RIPETIZIONE consiste nella replica totale o parziale del punto d'attacco,

-la SOSTITUZIONE può essere sia pronominale che lessicale (quest'ultima avviene
tramite sinonimi, iperonimi e perifrasi sinonimiche).

Quando la forma di ripresa arricchisce l'antecedente sul piano connotativo si parla di


ANAFORA VALUTATIVA.

Le PRO-FORME sono termini dal signicato generale che possono essere sati come se
fossero pronomi.

Gli INCAOSULATORI ANAFORICI sono forme nominali che nello sviluppo tematico
del discorso inglobano sinteticamente porzioni più o meno estese del testo precedente.

CATAFORA

Da un punto di vista formale la catafora è un rinvio speculare a quello anaforico: il punto


d'attacco va ricercato nel co-testo successivo e quindi il sosituto precede il referente
testuale.

Il rinvio cataforico comporta per un intervallo più o meno lungo la SOSPENSIONE


DELL'INTERPRETAZIONE DEL TESTO.

Da un punto di vista funzionale anafora e catafora non sono intercambiabili: l'anafora è il


procedimento non marcato e universale di gestione della oesione del testo, la catafora si
configura come un procedimento marcato, utilizzato in particolari contesti per attirare
l'attenzione dell'interlocutore.

Quando la prima menzione è costituita da un'espressione connotativa (dialettale, ironica),


si realizzano delle CATAFORE VALUTATIVE.

ELLISSI

L'ellissi consiste nella soppressione di una parola o di un costituente, che rimangono


sottintesi.

Si distingue tra:

1) ELLISSI GRAMMATICALE : si ha quando il buco informativo riguarda un elemento


della scrittura della frase. Il ricevente percepisce in queste costruzioni la presenza di una
lacuna, ma al tempo stesso non ha problemi a colmarla.

2) ELLISSI RETORICA: ha un impiego prevalentemente letterario e si ha quando


l'autore lascia al lettore il compito di ricostruire il senso complessivo

Si distingue tra:

1) ELLISSI CO-TESTUALE: consiste nell'omissione di un termine recuperabile


perché precedentemente menzionato,

2) ELLISSI CONTESTUALE: consiste nell'omissione di un termine recuperabile


perché è affidato alla conoscenza di elementi.
CAPITOLO 5
CONTINUITA' DI SENSO E CONTINUITA' TEMATICA

Nel formulare un testo l'emittente fa delle supposizioni su ciò che il ricevente sa o non sa
a proposito di quanto sta per dire. Nella memoria a breve termine trova spazio solo un
numero limitato di informazioni: l'emittente nel codificare e il ricevente nel decodificare
un messaggio devono fare i conti con questo limite oggettibo. Ci sono due conseguenze:

1.nel costruire un messaggio si è costretti a utilizzare una RIDONDANZA


INFORMATIVA per facilitarne la decodifica.

2. lo sforzo collaborativo del ricevente indice l'emittente a non esplicitare utte le


informazioni.

Il lavoro di interpretazione di un testo consiste nella ricerca della CONTINUITA' DI


SENSO e nel fare ciò il ricevente integra l'informazione nuova con quella a lui già nota.

La ricerca della continuità di senso è agevolata dalla presenza nel testo di un certo grado
di CONTINUITA' TEMATICA.

DATO E NUOVO

Un enunciato è composto in parte da informazioni già note agli interlocutori e in parte da


informazioni nuove: questa prospettiva, che suddivide l'informazione in DATA e
NUOVA, prende il nome di ANLISI DELLA STRUTTURA DELLE CONOSCENZE.

Un'informazione è data se:

a) è presente nella situazione comunicativa dell'enunciazione: in questo caso


l'informazione è CONTESTUALMENTE DATA,

b) è stata precedentemente menzionata: in quresto caso l'informazione è


COTESTUALMENTE DATA,

c) fa parte delle conoscenze condivise tra i partecipanti all'atto comunicativo.

E' possibile individuare 3 stasti di attivazione:

a) il referente è attivo se nel momento in cui viene evocato linguisticamente è ben vivo
nella sua coscienza,

b) è accessibile o semiattivo se è presente alla sua coscienza ma si trova sullo sfondo,

c) è inattivo se in quel momento non è presente nella coscienza del ricevente.


TEMA E REMA

Il tema esprime ciò di cui egli vuole parlare, mentre il rema dice qualcosa a proposito del
tema.. Si tratta di una ripartizione che rinvia per molti aspetti a quella tra soggetto e
predicato.

L'informazione data tende a coincidere col tema, quella nuova col rema.

In italiano non esistono mezzi morfologici per la codifica del tema e del rem; tale
funzione può essere svolta:

-RUOLO SINTATTICO (il tema è codificato come soggetto, il rema come predicato)

-ORDINE DEI COSTITUENTI(parte tematica è a sinistra di quella rematica)

-INTONAZIONE(nel parlato il rema è la parte dell'enunciato su cui cade la prominenza


intonativa.

Le frasi articolate in tema e rema sono dette PREDICATIVE.

Non esistono frasi formate solo dal tema, mentre con rema sì e si chiamano
PRESENTATIVE.

IDENTIFICABILITA' E DEFINITEZZA

L'ESTENSIONE è l'ampiezza del riferimento.

Gli elementi che determinano il nome testa contribuiscono a delimitare l'estensione del
SN. L'estensione di SN ne determina il tipo di RIFERIMENTO.

Il RIFERIMENTO SPECIFICO, che a sua volta si divide in DEFINITO o NON


DEFINITO, viene distinto dal RIFERIMENTO NON SPECIFICO.

L'IDENTIFICABILITA' del referente è la maggiore o minore facilità con cui può essere
individuato dall'ascoltatore. In italiano tale funzione è affidata principalmente agli
articoli.

COSTRUZIONI MARCATE

Un enunciato tende a presentare un allineamento tra la struttura tematica (tema/rema),


quella delle conoscenze (dato/nuovo) e quella logico-sintattica(soggetto/predicato). Per
segnalare i casi in cui ciò non avviene ogni lingua usa dei meccanisci propri. In italiano si
ricorrono prevalentemente a costruzioni marcate sintatticamente e/o intonativamente.
Si ha MARCATEZZA SINTATTICA quando i costituenti si susseguono secondo un
ordine diverso da quello normale. Si ha MARCATEZZA FONOLOGICO-
INTONATIVA quando la frase presenta pause, interruzioni e picchi intonativi che non si
manifesterebbero nella corrispondente frase non marcata.

MARCATEZZA FONOLOGICO-INTONATIVA E SINTATTICA sono i principali


strumenti grammaticali a servizio della MARCATEZZA PRAGMATICA.

Una frase è pragmaticamente marcata quando:

a) ci dice qualcosa in più o di diverso dalla corrispondente frase non marcata

b) è utilizzabile solo in alcuni contesti.

COSTRUZIONI MARCATE TEMATIZZANTI evidenziano il tema. In italiano la più


nota per segnalare che un elemento della frase diverso dal soggetto svolge il ruolo di
tema è l DISLOCAZIONE A SINISTRA, la cui funzione principale è quella di marcare
un tema discontinuo o non immediatamente prevedibile. La DISLOCAZIONE A
DESTRA è formalmente speculare a quella sinistra e svolge due importanti funzioni:

a) messa in secondo piano del tema ed evidenziazione del rema,

b)discontinutà intonativa più marcata.

La COSTRUZIONE A TEMA SOSPESO ha la stessa funzione pragmatica della


dislocazione canonica, la differenzia solo che l'elemento dislocato non è preceduto dalla
preposizione.

COSTRUZIONI MARCATE FOCALIZZANTI: evidenziano il rema. In italiano per


mettere in evidenza un tema di un enunciato si ricorre all'ANTEPOSIZIONE
CONSTRASTIVA di un complemento e alla FRASE SCISSA.

L'anteposizione contrastiva presenta l'elemento anticipato a sinistra del verbo e


formalmente risulta simile alla dislocazione a sinistra.

La frase scissa presenta un processo di segmentazione in seguito al quale la frase non


marcata viene divisa in due proposizioni: la prima caratterizzata dal verbo essere +
l'elemento focalizzato, la seconda dal che + il resto della frase.

Le frasi pseudoscisse hanno in comune con le scisse la struttura copulativa. Esse essere
collocano l'emento focalizzato sulla destra dell'enunciato, non sulla sinistra come nelle
frasi scisse.
CAPITOLO 6
COESIONE E CONNESSIONE

La COESIONE si fonda su due pilastri:

1.le RELAZIONI DI RINVIO sono affidate alle forme sostituenti

2. le RELAZIONI DI CONNESSIONE sono affidate ai CONNETTIVI, cioè a tutti gli


elementi che collegano tra loro segmenti di testo.

Il CONNETTIVO ci dice qual è il rapporto logico-semantico o grammaticale che sussiste


tra i due segmenti connessi, ma non instaura necessariamente un rapporto di corefernza.

I CONNETTIVI sono elementi INDIRETTAMENTE COESIVI e contribuiscono a


garantire lo scambio comunicativo poiché:

1) fanno procedere in avanti il testo, dunque sono al servizio del DINAMISCO


COMUNICATIVO,

2) guidano il ricevente nell'interpretazione del testo, dunque sono al servizio della


COERENZA.

CONNETTIVI SEMANTICI e CONNETTIVI PRAGMATICI

Bazzanella distingue:

A) CONNETTIVI SEMANTICI si riferiscono al contenuto di segmenti collegati,

B) CONNETTIVI PRAGMATICI o DISCORSIVI svolgono la funzione interattiva e


metatestuale.

Mentre i connettivi semantici esprimono una relazione tra fatti, i connettivi pragmatici
segnalano il punto di vista del parlante sull'enunciato o sull'atto dell'enunciazione.

I connettivi semantici sono di norma collegati tra i due segmenti del testo connessi,
mentre quelli pragmatici tendono ad essere collocati all'inizio.

I connettivi semantici cadono nel passaggio al discorso indiretto e non sono cumulabili.

Le principali FUNZIONI INTERATTIVE dei connettivi pragmatici sono:

a) presa di turno,

b) richiesta di attenzione,

c) modulazione,
d) feeback.

Le principali FUNZIONI METATESTUALI dei connettivi pragmatici sono:

a) demarcativa,

b) parafrasi, correzione e riformulazione,

c) esemplificazione.

COORDINAZIONE E SUBORDINAZIONE

Le preposizioni e le congiunzioni sono le categorie morfologiche deputate a segnalare la


connesione all'interno delle proposizioni e fra le proposizioni. Nel fare ciò stabiliscono un
collegamento, che si puà realizzare attraverso:

a) coordinazione o paratassi: relazione paritaria tra i due elementi, infatti i due membri si
possono cambiare di posto senza influire sul significato della frase,

b) subordinazione o ipotassi: relazione gerarchica, poiché uno dei due elementi è


presentato come dipendente dall'altro,

Le preposizioni possono istituire solo rapporti di subordinazione, le congiunzioni sia di


coordinazione che subordinazione.

c) giustapposizione,

d) inciso: testi più o meno ampi che sono sintatticamente autonomi.

I connettivi svolgono una funzione sia sintattica che semantica, nel senso che possono
darci informazioni sulla natura del collegamento.

Esistono subordinate di diverso tipo: temporali, causali, consecutiv,ecc.

Le grammatiche individuano 5 tipi di coordinazione: copulativa( è la coordinazione


prototipica), avversativa, disgiuntiva, conclusiva e dichiarativa.

La mescolanza tra coordinazione e subordinazione caratterizza qualsiasi testo, orale e


scritto, e sarebbe semplicistico affermare che nello scritto prevalga l'ipotassi mentre il
parlato sia il regno della paratassi.

NOMINALIZZAZIONI: sono il risultato di un processo di derivazione grazie al quale si


crea un nome a partire da un elemento linguistico appartenente a una categoria diversa, di
solito un verbo. Possono essere incentrate su un predicato o su un nome. In quest'ultimo
caso corrispondono a una proposizione relativa. Con le nominalizzazioni parte del carico
informativo si sposta dal piano frasale a quello sintagmatico: esse consentono di sostituire
una proposizione con un sintagma, quindi riducono il tasso di ipotatticità del periodo.

ARCHITETTURA DEL PERIODO NELLA STORIA DELL'ITALIANO: Nel costuire


un testo l'emittente deve trasferire al ricevente un certo bagaglio di informazioni e nel
fare ciò può decidere se collocarli in un grande baule unico o in tante piccole scatole. Nel
disporre i costituenti si privilegia un ORDINE ARTIFICIALE, cioè non corrispondente
alle caratteristiche tipologiche dell'italiano. Queste variazioni dell'ordine naturale si
manifestano:

a)a livello di proposizione con inversione dell'ordine nome+ aggettivo

b) livello di periodo con la tendenza a porre la proposizione principale alla fine

Il risultato è un testo costruito secondo una progressione dei contenuti non lineare; per
tale motivo questa modalità compositiva è stata deinifta STILE PERIODICO.

PUNTEGGIATURA: aiuta il lettore a interpretare il testo e a individuarne le partizioni


interne. Segnala la DISCONTINUITA' TESTUALE, che può essere informativa,
tipologica ed enunciativa.

Il PUNTO è accompaganato dall'uso della maiuscola nella parola successiva

I DUE PUNTI possono avere sia una funzione demarcativa che quella sostitutiva di un
connettivo.

La VIRGOLA svolge numerosi funzioni, tra cui: SEGNALARE UN INCISO e


SEPARARE UNITA' DELLA STESSA NATURA.

Il PUNTO E LA VIRGOLA indica un confine di rango maggiore rispetto alla virgola e


svolge due funzioni particolari: SEPARARE PROPOSIZIONI COORDINATE
COMPLESSE e SEPARARE I COMPONENTI DI ENUMERAZIONI COMPLESSE.
CAPITOLO 7
LA COMPETENZA TESTUALE

La possibilità di incasellare un testo in una categoria più generale costituisce una delle
componenti della COMPETENZA TESTUALE: ciascun parlante nativo che transiti in
una situazione è in grado di comprendere dopo poche battute se quello che stanno
trasmettendo gli altoparlanti è un annuncio ferroviario, un messaggio pubblicitario.

Nel momento in cui facciamo riferimento ad annunci ferroviari o proverbi stiamo già
utilizzando categorie astratte rispetto al testo nella sua realizzazione concreta: tali
categorie prendono il nome di GENERI o FORME TESTUALI.

TIPOLOGIE TESTUALI

Il problema della tipologia testuale è lontano dall'essere risolto in modo univoco da parte
degli studiosi ed esistono diverse tipologie a seconda dei parametri diversi messi in opera
per costituirle.

Un primo criterio è basato sul variare del mezzo, cosi da distiungere tra testi orali e scritti
in prima battuta.

A Werlich si deve la tipologia testuale più nota. Egli individua 5 tipi fondamentali sulla
base della funzione in essi dominante: narrativi, descrittivi, argomentativi, informativi e
regolativi.

Se classifichiamo i testi a partire dalla funzione, occorre chiarire che si deve intendere il
termine nel senso di FUNZIONE PREVALENTE. La correlazione tra un enunciato e
funzione è stata proposta dalla linguistica pragmatica nell'ambito della teoria degli ATTI
LINGUISTICI.

Una proposta di classificazione fondata sul concetto di VINCOLO COMUNICATIVO è


stata avanzata da Sabatini. Essa muove dal presupposto che esiste un patto tra gli attori
della comunicazione.
INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA TESTUALE

Definiamo il TESTO come una OCCORENZA COMUNICATIVA che soddisfa 7


condizioni di TESTUALITA'.

Il primo criterio è la COESIONE, che riguarda il modo in cui le componenti del TESTO
DI SUPERFICIE, ossia le parole che effettivamente udiamo e vediamo sono collegate fra
loro.

Il secondo criterio è la COERENZA, che riguarda le funzioni in base a cui le componenti


del MONDO TESTUALE, ossia la configurazione di CONCETTI E RELAZIONE,
soggiacente al testo di superficie, sono RECIPROCAMENTE ACCESSIBILI E
RILEVANTI.

Il terzo criterio è l'INTENZIONALITA', che si riferisce all'atteggiamento del producente


testuale che vuole formare un testo coesivo e coerente capace di soddisfare le sue
intenzioni, ossia di divulgare conoscenze o di raggiungere il FINE specifico di un
PROGETTO.

Il quarto criterio è l'ACCETTABILITA', che riguarda l'atteggiamento del ricevente ad


attendersi un testo coesivo e coeso che sia utile o rilevante per acquisire conoscenze o per
avviare la cooperazione ad un progetto.

Il quinto criterio è l'INFORMATIVITA', con cui intendiamo la misura in cui gli elementi
testuali proposti sono attesi o inattesi oppure noti o ignoti/incerti.

Il sesto criterio è la SITUAZIONALITA'. Questa situazione riguarda quei fattori che


rendono un testo RILEVANTE per una SITUAZIONE comunicativa.

Il settimo criterio è l'INTERTESTUALITA', che riguarda quei fattori che fanno


dipendere l'utilizzazione di un testo dalla conoscenza di uno o più testi già accettati in
precedenza.

La RICORRENZA è la semplice ripetizione di elementi.

La RIPETIZIONE PARZIALE designa la ripetizione di componenti di parole con cambio


di classe

Il PARALLELISMO designa quelle strutture che sono ripetute con elementi nuovi

La PARAFRASI designa quelle strutture in cui un contenuto è riutilizzato mediante


espressioni nuove

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