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CORRISPONDENZA TRA IL NUNZIO DI NAPOLI E LA CORTE DI ROMA INTORNO A COSE DI

GIURISDIZIONE E DI AMMINISTRAZIONE ECONOMICA E CIVILE


Source: Archivio Storico Italiano, Vol. 9 (1846), pp. 433, 435-469
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/44458513
Accessed: 13-10-2019 13:08 UTC

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CORRISPONDENZA
TRA

IL NUNZIO DI NAPOLI E LA CORTE DI ROMA

INTORNO

A COSE DI GIUIIISDIZIONE

DI AMMINISTRAZIONE ECONOMICA E CIVILE

. Dall'ANNO 1592 SINO. AL 1605

Anca. ST. It. Vol. IX; s»

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I.°

COSE Dl GHJ1WSDÏZIONE

I. Istruzione sopra la nunziatura di Napoli , data in Roma


al Nunzio Monsignor Aldobrandini , ncW anno 1592. I. La
nunziatura del Regno di Napoił ha per principali obbietti
due negozii : uno, e il principale , ò la difcnsionc della jurisdi-
zione ecclesiastica; il secondo e la rccollczionc dclli emo-
lumenti spettanti alla Regia Camera Apostolica ; cosi per via
dclli spogli , composizioni falle per occasione dclli delti spogli
con capitoli e cleri ; e ultimamente, li frulli pendenti e inesatti
pro rata temporis , secondo la dichiarazione della S. M. di Papa
Sisto V ; frutti mal pcrcetti , per ragione do' titoli infetti ; ne-
goziazioni illecite , o altre cose , quali alla giornata possono
occorrere , e vengono nel nome di Collettoria.
II. Sotto al primo capo viene la protezione clic si lia da te-
nere delle giuste azioni dclli prelati , per i quali si deve fare
gli uilizii opportuni , e con il signor Viccrò , e col Reggente
più antico, al qual tocca la cura de* negozii spettanti alla
jurisdiziono ecclesiastica , e con gli altri signori Reggenti e tri-
bunali : ovviando quanto più si può clic non ài diano lettere
orlatone, elio chiamano, da S. E. e suo Collaterale consiglio;
ma procurando, mentre nasca alcuna difficolta fra li Prelati e
Tribunali Regii , che si rimedi a questo con l' autorità e lettere
del Nunzio diretto olii prelati; acciò restino capaci li signori
del Collaterale dolle giuste e sante azioni dclli Prelati ; e se ci
fosse alcuna cosa quale paresse ch'eccedesse, si riduca, con i
ricordi del Nunzio, al conveniente termine e dovere.
III. Si aggiungo ora quel clic si tratta circa le donazioni fatte
dalli padri, zii, e altri, alli clerici, acciò si promovino al cle-
ricato e alli altri ordini : nello quali pretende la Camera Regia

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436 (¡IUKISDIZIONK

pregiudicarsi rispcllo a' pagamenti fis


donazioni esser fatte in fraude del fis
e clic non debbino tali donazioni ecce
cioć , mentre clic il padre ha quattro
nare se non la quarta parte ; e clic
pagare come buonalencnli. La detta llcgia
sopra ciò : ma V 111. signor Cardinale
sua lettera, clic si facesse intendere a
dovessero permettere novità in tal caso,
della Summaria ; e si offerisse a' mini
alle fraudi , clic pretendevano farsi perc
regii. Dopo molti contrasti , si riso
l'ultima provvisione; volendo togliere
del Nunzio , sotto pretesto che non aves
e clic avesse ecceduto le sue facoltà. P
lati faranno quello li tocca, e gli ć st
per la delta lettera , poco imporla la
visione del Collaterale.
IV. E si deve stare sempre sopra questo fondamento: che
come Nunzio rappresentante la persona di S. S. gli compete
la soprintendenza di tutti i iicgozii ecclesiastici; e che subito
che e. ammesso e riconosciuto per uunzio, questo li tocchi.
Perchè se entriamo nelle facoltà , non averia il Nunzio dislri-
cliono personale , nò carcere , nè cose simili ; delle quali si at-
tende oggidì il possesso et il solito (i).

(1) In una lettera del Nunzio leggesi meglio dichiarato ciò. « l'cr-
chè la nunziatura di Napoli ò andata crescendo con la contradizionc
ciie hanno fallo II ministri regii, et II Nunzio ha aumentala l'autorità
sua con il medesimo mezzo; e per tal causa II Tribunale non Ò sem-
pro stalo nella medesima forma, non avendo potuto il Nunzio rego-
larsi e riferirsi alle facoltà , le quali concernono solo la collettoria ; non
e possibile d'Impinguarle, per la contradizione che si troverebbe nell'ot-
lenerc V exequatur. Si deve però, IS. P., siar mollo sopra di sé, e tener
conto delli accidenti clic qua alla giornata nascono. Onde ò necessario
mantenerne la giurisdizione di qua con lettere privale: nel l' esecuzione
delle quali, . acciò non nasca intoppo , si deve star saldi , che il Ministro
Apostolico, rappresentando la persona di V.S., Il compete la soprinten-
denza di lutti li ncgozil ecclesiastici, e clic nello stesso atto eli' ô am-
messo e riconosciuto per Nunzio , il resto II viene annesso e connesso.
K questo pure è df somma importanza : clic altrimenti la Nunziatura si
ridurrà a semplice collettoria ».

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(ìIUniSI)lZIONK 437

V. Ogni anno si scrive alti Prelati d


Sicilia o Sardigna per l'osservanza del
K circa alle donazioni che si fanno a
tale occasione replicare.
VI. Circa la recollezione dclli emolu
il più slabile assegnamento quale sia
le composizioni fatte con li clerici e
Ucgno ; quali hanno stabilito il pagam
avvertire non lassare conculcrc le co
coltà rimetterle a Roma : altrimenti
no di restare senza emolumenti dell
spogli. Et in questo bisogna far pout
ministri Camerali, quali sono facili
ricerca.
VII. Ci sono li spogli delle diocesi n
benefiziati hanno benefizii di maggio
Dalle composizioni dclli spogli fal
del Regno, se non hanno particolare
eccettuati li prelati , e quelli clic han
e sono soggetti allo spoglio come pri
Vili. Le facoltà sopra li titoli infetti ,
mal porcelli , si sono esercitate , c c
strepilo , per mantenere la jurisdizio
ò il tribunale. Nel pontificato di N.
coltà parcamente : il simile si e fatto
Si ò ancora esatta la rata o i termini decorsi dclli emolumenti
del grano a rotolo.
IX. La deputazione de' commissarii dipende dal Nunzio (1).
Non si ò voluto fare commissarii, nò auditori generali per il Re-

ti) Ecco ona delle palanti che dava II Nunzio al Commissario Apo-
stolico da esso eletto. - lacomo Aldobrandino Vescovo di Troja Nunzio ,
e Collettore Apostolico nel regno di Napoli.
Al Atollo Reverendo el Eccellentissimo Signore , il Signore Americo
Americo , Avvocalo Fiscale , e General Commissario Apostolico . DI Na-
poli, li Febbrajo 1508.
« Occorrendoci mandare la persona vostra per particolare interesse
della li. Camera Apostolica nella Provincia di Abruzzi; confldali nella
vostra esperienza, prudenza e destrezza, vi concediamo e trasferiamo con
la presente amplissima facoltà di poter procedere agl'infrascritti capl.

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m giurismzionk

gno c provincie di esso, per le ra


clic si sono fatti , sono stali a dioce
e sono slati approvati dalli prelat
curtà do' beni amministrandi di m
Li commissarii si deputano in ci
nome di commissario camerale m
detti et altri negozii camerali ; e
X. Essendo estenuali li emolum
clic il computista attenda diligen
frutti pendenti , et pro rata temp
clic li commissarii deputati faccino
però editti pubblici , siccome ha
cesi composte (il che altera assai
contrállalo con la camera) ; ma c
lestimonii privatamente. Acciò la
suo , si può provvedere alla inde
tenere conto particolare dello let
vigore del motuproprio di Pio IV
hendant possessionem beneficiorum
per la quale lettera se li ordini ,
importi la rata toccante alla Cam
XI. Il Nunzio ha un breve partic
del foro ecclesiastico clic commet

a Avendo occasione in qualsivoglia luo


scovi, di abati, di abbazie concistoriali
in diocesi non composta ; potrete an
che lasceranno, o stabile, o mobile, o
editti, formar processi, sequestrare, p
sero necessarie; invocare il braccio se
dere ogni cosa, o componcre, o trans
lunque si voglia somma.
« Vogliamo anco, clic possiate processare qualsivoglia clerico o prete,
in vita e dopo morto, che avesse negoziato llllcltamente, e comporlo
come vi parerà.
a Sarà Inoltro vostro uflìcio di pigliar tulli li frutti pendenti de'benc-
fìcii clic fossero stati vacanti , o vacassero per qualsivoglia tempo, e li
non esalti da' morti beneficiali ; e venderli, e trasferirli col miglior utile
clic potete per l'istessa Camera.
« Ci contentiamo clic vediate li conti a qualsivoglia nostro Succollcl-
lorc e Commessario, o vecchio o nuovo, e elio li astringiate allo sborso
di quello che avessero in mauo., con ogni esecuzione

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GIURISDIZIONE MO

il che tiene un commissario nell'Aquil


Spinelli e signor Mastrillo; bisognerà, e
rinnovare: et un altro super irrcgolari
crimìnalibus.

2. Accuse raccolte dalla Corte di Roma contro i Ministri


Regi , per alcune loro ordinazioni , giudicate inosservanze di canoni
del Concilio di Trento (an. 1592). I. Gli stampatori, avvegnac-
chò abbiano avuto permesso dai superiori ecclesiastici , non è
lecito loro di stampare, neppur cosa di materia spirituale, senza
l'approvazione del magistrato civile. Ed ò proibito a' librai di
tener in vendita copie della llolla Coena Domini; e per tal causa,
ne' mesi passati non pochi librai Turon messi io prigione.
IL Non si permette che i Vescovi Taccian le loro visite alle
chiese e agli ospedali, in qualunque modo esenti ; e però à proi-
bito loro di Tar novità di sorta contro a' laici per questa cagione.
III. Non e lecito a' Vescovi di esser esecutori di tutte le
disposizioni pie : e quando avesser voluto Tarlo , subitamente In
Cancelleria Regia ha spedito loro lettere ortatorie , o meglio
compulsorie .
IV. Ne i Vescovi esercitano il lor diritto nel Regno di visi-
tare ospedali, e collegi qualunque, e compagnie de* laici.
V. Nò possono i Vescovi disaminar la sufficienza de' notai,
nominali di regia o imperiale autorità. E volendo per questo
costringere i laici , il magistrato civile si oppone.
VI. Il Cappellano maggiore dà licenza a' clerici, non appro-
vali per idonei dagli ordinari, di confessar ne' castelli, Tortezze,
e in palazzo • ed esercitar jurisdizionc in siffatti luoghi ; usur-
pando cosi la jurisdizionc de1 Vescovi.
VU. I patroni, che non avrebbero a ingerirsi d' invigilar su-
gli arredi sagri delle lor chiese , o su' proventi di beni stabili ,
0 sulle Tabbriche (spettando ciò a' Vescovi) , vi s' ingeriscono ; e
se i Vescovi ci si oppongono, il consiglio Collaterale spedisce
ortatorie .
VIII. L' ¡stessa opposizione s'incontra ne' ministri regii , in
quel ch'ò disposto contro a' làici concubinari! , in materia di
caso misto.
IX. Il Cappellano maggiore e i ministri regii sostengono che
1 cappellani regii (i quali orcscon di giorno in giorno) abbiano

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440 GIDiUSDIZIONE

a essere esenti in ogni cosa, e liberi dall


dinarti : il che ò cagione di vita più ril
mali.

X. Gli amministratori degli ospedali non


da' Vescovi.
XI. Non permette il Consiglio Collaterale , ehe i laici debi-
tori delle decime ecclesiastiche possan esser citali innanzi a* giu-
dici ecclesiastici , ma vogliono sien convenuti innanzi a'giudici
secolari.
XII. Laddove il Concilio Tridentino viela a' magistrali seco-
lari, che si oppongano alle scomuniche del giudice ecclesiaslico;
il Collateral Consiglio manda lettere ortatorio o vero compul-
sorio a' Vescovi , acciocché revochino le scomuniche.
XIII. Voglion conoscere de' misfatti de1 laici appartenenti
alle famiglie de' Vescovi : e nelle lettere ortatorio clic spessis-
simo scrivono a' Vescovi 9 professano non potere i giudici ec-
clesiastici esercitare jurisdizionc alcuna su' laici , ad eccezione
solo del delitto di eresia.
XIV. Ma niuna cosa ô tanto perniciosa alla jurisdizionc
ecclesiastica , quanto ciò clic si e cominciato a fare da qualche
mese in qua : imperocché non vogliono nò permettono che i
laici testimonino nello cause ecclesiastiche , ad istanza de9 Ve-
scovi ; e gli minacciano , e puniscono , laddove il facciano.

3. Omissis aliis. (1) I due clerici carcerati alla Vicarialo con


la corda purgassero gl' indizii , o diversamente , ella cerchi di
averli nelle mani, e li mandi qua; poiché N. S. assolutamente
li vuole (2). Di liorna, 16 Maggio 1592.

(t) In questo o nel seguente carteggio, Intendasi replicato II mede-


simo avvertimento, messo a pag. 407, nota 1.
(2) Il tribunale dichiarò : a causam debere rimanere apud Viçariam *ě
H allora II Nunzio cercò dl fare aggiungere a questo decreto : a lanquam
causam assassinorum » : affinché la Vicaria « non si Tosso posla Iii pos-
sesso di procedere contro II Clerici , eziandio ne* casi elio non sono di as-
sassinio : dando loro II breve Apostolico solo facoltà di procedere contro
gli assassini! de' Clerici » ( Lettera de* 4 Luglio 1592 ).
Circa poi il mandar de* prigioni a liorna, questo accadeva frequente-
mente. E plnccml di riportare qui una lettera patente , con la quale II
Nunzio assicura la spedizione do' carcerati.

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GIURISDIZIONE Ml

h. Omissis aliis. S. S. lia tanto in odio i ladroni banditi


scellerati , che l' incarica di procedere rigorosamente contro
tutte quelle persone ecclesiastiche v tanto secolari quanto rego-
lari di qualsivoglia ordine, che dolosamente hanno dato, danno,
e daranno ricetto a simili uomini ; castigando ciascuno , non
ostante qualsivoglia privilegio in contrario. E perchó Ella non
può esser da perlutto nel medesimo tempo ; in virtù di questa
le dà facoltà di subdelegare una o più persone costituite in
dignità ecclesiastiche, o canonici delle cattedrali. Di Roma ,
27 Giugno 1592.

5. Omissis aliis. (1) Questa mia chiesa di Civita di Penne lia


per privilegi e consuetudini immemorabili la cognizione di cause
civili tra laici , nelle prime e seconde istanze; e questa giurisdi-
zione Than sempre esercitata li vescovi , o suoi vicarii generali.
Il Viceré mi molesta; e però prego V. B. perche interceda, ac-
cioccliò si accresca invece di diminuire la giurisdizione di que-
sta chiesa. Di Penne, 23 Luglio 1592.

6. Omissis aliis . N. S. vuole che V. S. R. faccia ogni opera


col Viccrò et altri ministri Rcgii , che il castello di Cilcrnino
sia restituito al Vescovo di Monopoli e alla sua chiesa, perchó
gli ó stato levato di fallo e senza causa alcuna. Di Roma ,
8 Agosto 1592.

ci Jacomo Aldobrandini Vescovo di Troja , e Nunzio Apostolico in questo


Regno di Napoli. - Occorrendoci mandare molli carcerali a Roma per
servizio di N. S., e servendoci noi ordinariamente di fregale e flluehc di
Padron Geronimo della Briola ; abbiamo voluto consegnarli la presente ,
con la quale preghiamo i ministri di S. Si. che siano contenti di prestare
ogni ajulo , quando ne venghino richiesti , per sicurtà de* prigioni ; e par-
ticolarmente dal presente Monsignor Guerra . E diciamo alti castellani , ci
aüi ufficiali in questa riviera dt S. S., che devono per la detta sicurtà, nette
occorrenze , mostrarsi pronti a quel che si avesse bisogno di loro , per ser-
vizio di S . J B. Prometiendo a quelli grata corrispondenza ; et assicurando
questi che faranno accetto servizio ; come in caso del contrario potrebbero
temere ogni rigoroso castigo. Tanto posso dire , che preme questo servizio
a NŠSĒ Di Napoli , li 18 Settembre 1003. Dio U conservi ».
(1) Lettera del Vescovo di Penne al Papa.
Ancn. St. It. Vol. IX. 5f>

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U 2 GIURISDIZIONE

7. Omissis aliis . L' arcivescovo di Nap


a provvedere contro un abuso: clic mol
ospedali di Roma cominunicano allo c
indulgenze e facultà eh' esse godono per co
da altri luoghi. E quelli di Napoli intend
a quelli che si fanno scrivere in un libro
Di Roma, 23 Agosto 1592.

8. Omissis a His. S. , stimando convenevole che chi ha


crediti civili con Religiosi regolari, o altri esenti, sappia a chi
ricorrere per conseguirli ; vuole clic V. S. III. abbia facoltà di
procedere contro di loro, per li solili termini della giustizia.
Di Roma, 28 Novembre 1592.

9. Omissis aliis . * Francesco di Uràida napoletano, persegui-


talo dalla giustizia, per aver ammazzato un Cesare Belvedere,
il quale aveva assaltato lui in viaggio per ammazzarlo ; il
Braida presentò una testa di un capo bandito dotto Pianello 3
ma perche questo fu ucciso nello Stato Romano, non valse.
Presentò una seconda testa di altro capo bandito famosissimo,
nominato Zaccagnino (per opera sua ucciso), il quale, fra le
altre cose , avea saccheggiato Lucera , e uccisovi il vescovo; e
supplica il Papa , che per queste due presentazioni , gli sia
spedita la causa. Di Napoli , 28 Novembre 1592.

10. Omissis aliis . * L'Arcivescovo di Napoli ricorre al Papa, che


molli preti esenti dalla sua diocesi , portano calzoni di seta e di
altri drappi, con trine d'oro, et anche calzo di colore, e zamarro
con bottoniere, et altri ornamenti scandolosi , invece di soltana.
Di Napoli , 13 Febbraio 1593.

11. Omissis aliis . Il Governatore della Casa detta dell'An-


nunziala supplicò il Papa , clic li faccia esenti dallo spoglio ,
come per il passalo ; avendo essi ceduto , per tale esenzione ,
l' allumiera di Pozzuoli , di grossa rendita. Di Roma , 19 Mar-
zo 1593.

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GIURISDIZIONE 443

12. Omissis aliis. Si corca costò in N


privilegio ab immemorabili , della fabbri
l'essecuzionc parata, quando ottiene du
favore da' giudici Regii ; e si fa ogni
messa la seconda appellazione. Di Rom

13. Omissis aliis . Si è inteso che un t


Genzano molesti il Conte Ottavio Tassoni nella sua abbadia di
Rango ; sotto pretesto di avere certa pretensione , di andare la
seconda festa di Pasqua a mettere uno stendardo nella delta
abbadia, odi tcnervclo, e darvi ragione tutto quel giorno.
Di Roma , 16 Aprile 1593.

14. Omissis aliis . V. S. e necessario che parli con codesti


ministri regii; acciocché si astengano di aggravii simili (1), che
oramai si veggono troppo frequentemente fare; e riprenda il
Cappellano maggiore severamente , come quello clic dovria es-
sere più circospetto. Di Roma , 29 Maggio 1593.

15. Omissis aliis . Essendo il Regno di Napoli feudo della


Chiesa, disconviene al Viceré più che ad ogni altro, P interporre
difficoltà, cosi aliene da ogni ragiono: massime non essendosi
trovali simili impedimenti nello Stalo di Milano , pur dominio
della Maestà Sua, e non sottoposto alla S. S. , per natura del
feudo y di dove si averanno le decime senza contradizione.
Di Roma , 18 Giuguo 1594.

16. Omissis aliis. S'intende clic il clerico Cesare, carcerato


in Vicaria, debba, per la potenza de' suoi favori, cscirnc li-
bero. Ella procurerà clic sia consegnato a lei, per mandarlo
a Roma , insieme co' suoi processi. Di Roma, 25 Giugno 1594.

17. Omissis aliis. La corto regia ha carcerato il Governa-


tore del principato di Melfi, sotto pretesto, che avendo il Viceré
mandato un commissario in Puglia a far descrizione de' grani
de' particolari , e pigliarli per la città di Napoli, egli desse

(I) Usurpazioni dette giurisdizionali.

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kkk GIURISDIZIONE

duc mila ducali ad un uflìzialc di dello C


non descrivesse nò pigliasse i suoi.
Egli lia allegalo il privilegio del foro,
del suo elencalo, e leslinionii sopra l'
presupponendo clic il Fisco Regio vuol es
validità del clericato, ordina S. S. che V. S. difenda i dirilli
della giurisdizione. Di Roma , ik Febbrajo 1S98.

18. Omissis aliis. Monsignor il Vescovo di Nicaslro ò avvi-


salo dalla sua chiesa , che molli ofliziali di quella cillà , che
già furono scommunicali per l' insulto che gli fecero , si van-
tano clic il Collaterale di Napoli abbia fallo fare diligenza, a
loro istanza, di sapere i nomi e cognomi de' suoi servitori, con
intenzione di fargli carcerare al suo ritorno ; et anco un de-
creto contro alla persona di esso Vescovo, molto disconvenevole ;
e cose altre simili. Di Roma, 16 Febbrajo 1598.

19. Omissis aliis . In quanto a Benevento , dice S. S. di ma-


ravigliarsi fra le altre cose , non pure che si pretenda che la
cognizione delle decime appartenga al Consiglio Regio , ma clic
sia caduto simil pensiero in alcuno , e che il Vicerò so ci lasci
persuadere. Di Roma, 9 Maggio 1598.

20. Omissis aliisê Aggravii da' ministri Regii non si com-


porteranno sicuramente : nò si comporterà in ¡specie clic met-
tano in esecuzione qualche loro pensiero non buono : che pur
troppo dichiarano le azioni loro, oltre le relazioni che se ne
hanno , d' introdurre nel Regno di Napoli la monarchia , così
chiamata da loro, di Sicilia , in pregiudizio della Sede Aposto-
lica. Di Roma, 27 Maggio 1598.

21. Omissis aliis. Vedrà V. S. dall'acetoso memoriale quel


che ha fatto esporre a N. S. il Vescovo di Lucera, sopra una
nuova esorbitanza fatta da' ministri Regii in quella cillà, nella
cattura di un clerico. Può Lei considerare per se stessa , con
qual disgusto abbia ciò sentito la S. S. : la quale mi ha ordi-
nato di significare a V. S., clic dica liberamente e vivamente al
Viceré, che ne fanno tante e tante, clic tireranno S. B. per

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GIURISDIZIONE m

i capelli a ,far quello che noo vorria


vano a cose insopportabili (1). Di Ro

(t) Notevole ò II seguente caso, a megli


giurisdizionali fossero continuamente cagio
« JVoíamenío delio fatto occorso con lo Ves
ction: detta gabella del vino , che si vende
Clerici, et anche per il Vescovo. - Avendo
gabella del vino, che si vende a minuto,
vino laici ; e che In substanzla, quando II c
pratori laici la venevano a pagare, e li cler
di co8clenzla , e contro Influito provlslon
l' Università ; occupando questo , che ó dl
gliendo le comodità di pagare II regil dirit
expedite provlslonl, diretto al Vescovo di d
cxcomunlche , e attendendo al proprio gu
l'cxazlone predella), exortandolo che desist
« E slmilmente, avendosi avuto ricorso p
a S.E., sono stato In conformità delle pred
lettere ortatorle al detto Vescovo.
« Et esseodo quelle presentato, Il Vescovo predetto mostrò di confor-
marsi con esse; e per una sua lettera do* 12 di Marzo 1584 scrisse a
S.E., pregandola, che ordinasse che si mirasse a quello che pretende-
vano Il Clerici circa a questo particolare.
et E stando 8. E. resolata , non obstante le tante provlslonl predette ,
ordinare che la Camera • conforme a giustizia , lo mirasse e provvedesse
come conviene; Il Vescovo predetto, non avendo considerazione alla sub-
stanzla del negozio, e all'ordine del procedere che tocca alla reale Jurl-
sdlzlone di 8. M., nò tampoco avendo considerazione a che alll 12 di
detto mese avea scritto a S. E., con la forma predetta; Co' alll 15 pub-
blicare In la ecclesia, et afligere due monltorll senza II regio exequatur ,
prejudlzlaltsslm! alla jurldlzlone de S. M. , espedltl sotto la data do' 27 de
Fobbrajo 1584: per uno delti quali se ordinava al Commissario Regio,
alll adulatori , alla Università , che sotto pena non presumessero exlgcrc
della gabolla da' laici elio comprano il vino; e per l'altro se ordina al
dotto Commissario Regio , et alll detti nflUlatorl , che sotto pene gravi
debbiano personalmente comparerò , per la causa di detta gabella , In
Roma.
« 8. E., mirando al notorio prejudizlo della reale Jurldlzlone do S.M. ,
et alla confusione che per l'exoroplarità del caso nascerla nel Regno, et
Impedimento all'exazlono delll derltll rcgll ; scrisse lettere ortatorle al
Vescovo, offerendoli di fare provvedere di giustizia , circa II negozio prin-
cipale dell' exazlone della gabella , et exortandolo caldamente, che man-
dasse Il monltorll a 8. E. , perchè sopra l' exequatur öl essi ( Il quale
nocossarlmente si doveva domandare ) avesse provvisto quel che con-
veniva.

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446 GIURISDIZIONE

22. Omissis aliis. * Passò poi a dire (1)


rici e de' regolari ; e che era bene scriv
ncssino miglior cura che fuss i no casti
deva che fusse seguito per altri tempi ,
i delitti ; della qual cosa avevo sentito a
ceré passali, quando scusavano la diffic
rimettere i clerici a' loro ordinarii. Soggiu
clie in questo Regno ci erano certi cler
salvalichi , i quali vivevano molto licen
vano altro di clerico che il nome. Mostrò aver avuto mollo scru-
polo , che sopra le galere si vedessino li sacerdoti , sottoposti
ad ogni vilipendio. Gli risposi la difficoltà che ci era di casti-
garli in altro modo ; e che il mandarli in galera era beno
spesso un campar loro la vita. Di Napoli, 16 Luglio 1599.

23. Omissis aliis . * V. S. HI. mi diede ordine che io scrivessi


a lutti gli ordinarii di questo Regno , che per sei mesi caccias-
sino fuori delle chiese e de' conventi tutti i banditi e mal vi-
venti ( per usar la medesima parola ) : e con implorar lv ajuto
del braccio secolare quando occorresse (1). Di Napoli , 12 No-
vembre 1599.

24. Omissis aliis . * E pur è vero, che in questo Regno non


è cosa che i Regolari non attentino , tanto sono rilassati I e però
par necessario supplire alla negligenza de' loro superiori per
qualche verso. Di Napoli , 15 Gcnnajo 1600.

« E standosi In questo, non avendo II Vescovo fln adesso risposto; a


di il del presente meso dl Luglio 1584, sono arrivate lettere del Com-
missario Regio che sta in Gravina , per lo quali so dice cho non se le
consente partecipare In divini* ; con dire che hanno nova ehe da Roma
sia venuto adviso che sta cxcomuuicato , per non aver comparso la ,
stante II mooilorii intimali senza II regli exequatur . Per il che ha biso-
gnato farsi provolone contro li Vescovo e I preti detti , come distur-
batori della Jurisdiziono di S. M. ; tanto più elio il tribunale della regia
Camera della Summaria, lia dcclarala Ingiusta la loro protonslouc: e
questo si vede chiaro; poiché in Regno da nessun altro prelato nò pr eie
si pretende simile cosa. £ non si ò fatto altro ehe chiamarlo qui , per
comunicargli cose, per servizio di Sua Maestà ».
(l) 11 Couto di Lemos, Viceré. Kra la prima volta elio parlava col
.Nunzio.

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GIURISDIZIONE 4V7

2&. Omissis aliis. * Scrìssi anche a V. S.


ordinaria di un omicidio seguilo in Foggi
di S. Agostino. Di Napoli , 16 Gcnnajo 1

26. Omissis aliis . Si è ricorso qua in n


vanni Spinola di Melfi , gravandosi , ch
d'illecita negoziazione abbia spedilo Comm
si perchó dice non far negozio alcuno , s
mente la prima tonsura, e non avendo m
nó pensioni, erede non essergli proibi
Roma , 25 Febbrajo 1600.

27. Omissis aliii . * Quanto alla raccetlaz


commercio che tengono con loro molti
giosi che stanno in certi conventi , dov
non si osserva regola alcuna; ó necessario
modo, acciò non segua cosi spesso, che l
sicno violate da questi ministri Regii , c
che queste chiese e conventi sicno ricetto d
come riscontro pur troppo vero. E al ri
gnato che mi provveda di chi mi assicuri
al Vicerò della provincia /il quale mi man
ma venne ancor lui sulla strada per abb
fece gran querela di quanto ho detto ; con
fra gli altri , certi monaci di Monte Verg
Guglielmo, luogo di quella campagna,
ma partecipano i loro furti , portano le
e sono mezzi alli ricatti. Di Napoli , 1.°

28. Omissis aliis . * Mi vengono nuove


del procedere di questi Regolari , che dop
prefisso agli ordinarli di poter cavar de' co
linquenti , gli accettano più che inai , co
io ci posso altro che far qualche romore
che poco serve. E tuttavia si sta in peric
ganza di questi ministri Regii che li cav
delti conventi. Di Napoli , 22 Settembre

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U8 GIURISDIZIONE

20. Omissis aliis. La Comunità di Sale


contro a9 Collettori delle spoglio, che abu
massime nel portare arme proibite. Di Rom

30. Omissis aliis . Sendo parso a N. S.


niente e di malissimo esempio, che le ch
pii di questo Regno , che devon essere s
religione , sieno fatti asilo e ricettacolo de
mi ha comandato che io faccia noliGcar
simili luoghi , che desistano di ricetta
dannati , banditi , ladri , e altre genti
debitori , sotto pena della privazione d
1.° Maggio 1601.

31. Omissis aliis. La rimessione de' pr


quando se ne mandi qui alcuno , si leve
nistri Rcgii di rendersi difficili a darli in
castigarli severamente. Di Roma , 13 A

32. Omissis aliis . * Alcune confraternite


Sorrento , ricusano di pagar le decimo a
pretesto che sieno governati da' laici.
bre 1603.

33. È stala scritta a N. S. la lettera qui inclusa (2), dove


si notificano a S. S. diversi abusi e disordini , la maggior parte

(1) Staurltc, da oraupoc, stauros , croce. Solevano In antico , il di delle


Palme , Tarsi in Napoli delle processioni In ogni parrocchia ; le quali , fer-
mandosi In qualche luogo , su di un altare preparato ponean la croce,
circondata di ramoscelli d' olivo t e innanzi all' altare lutti gli abitanti
della parrocchia , nobili e popolani, detti stauri listi, depositavano otTer te
di danaro: le quali, raccolte da una deputazione di cittadini, si dispen-
savano In opere di carila, senza Intervento de* prell. In processo di tempo
crebber tanto sltTatle elemosine , che furono investite In acquisti di beni
stabili; e cosi fabbricaronsl delle chiese ne' luoghi degli altari mobili; e
le chiese e le rendite erano amministrate da' secolari: I quali, essendo
nobili, o popolani, o misti; tre specie di staurltc costituivano, appunto
secondo questa distinzione.
(2) Lettera . « Son io d'opinione, che il maggior bisogno oggi che ab-
bino li principi del mondo , sia il trovare chi loro dica la verità : poiché
il inondo é molto mal governalo da chi pur dovrla far giusto governo, e

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GIURISDIZIONE hk 9

dc' quali si riferiscono alla mala qualità d


deputano per la Camera nel Regno. A let
hanno autori, non è solila S. tí. di presta
perchó parla di persone delle quali porta
e ha avuto querele gravi in diversi tempi
laro: e mi ha commesso però di dire a V

tener pari la bilancia della SS. Giustizia : et cum capul dolet , caetera
membra tanguent. Non dico già questo por Y. D. ; e lo dirci quando
fusse In dolo ; ma so è Ingannato, quid agendum ? se non castiga II col-
pevoli. V. D. ò por florentino , I quali, per Dio grazia, non hanno biso-
gno d'occhiali , per discernera II vero dal falso. Orsù, rclinquam verbi i,
et veniam ad facto. Y. D. manda fuora , mi paro , un commissario
delle spoglie. In qualsivoglia provincia del mondo, e fa bene; ma, D. P.,
questa ò una delle maggiori crudeltà che usano questi traditori, elio non
ne fia una slmile In Turchia : perchè morirà un povero sacerdote , il
quale avrà sempro mangiato radici d'orbe, per avanzar un pane nlli
suol parenti; e gli sarà levato da un Commissario, che sarà peggio assai
o di più Infami costumi di detto sacerdote : e per parerò di arricchire la
Camera Apostolica, mostrerà di Tare più che Carlo In Francia , e Intanto
vorrà di cattura 80 e 100 soudl ; poi , ragione o no, soo danno; senza
utile della Camera; ma solo suo, o de'suol Nolarl ; perchè un povero uomo,
per non far peggio, contribuirà una mangia. Sarla bene pubblico clic
ogni prete beneficialo pagasse un tanto per bolla alla Camera , secondo
Il valore , e Infine esser sicuro che non gli fosse molestato II suo dopo
morto; siccome si fa In molti luoghi. Perchè, D. P., questo è lo scorno e
vilipendio di tutto II sacerdozio, e la d marnazione de' poveri preti; poiché
detto Commissario vuol ricercare e sapere, se hanno figli bastardi , so
hanno concubine, se sono apostati, se sono mercanti, et hanno altri di-
fetti: cose che non si sono scoperte In vita, e si scuoprono dopo morto ».
( 5*nxa data e nome ).
Altre accuse slmili andavano continuamente a Roma : a Un Commis-
sario venne nella elltà dl Chletl e Diocesi, per rivedere I titoli Infetti,
Incompatibilità di bcneflcll , e lettere delle ordinazioni v con facoltà di
transigere sopra I frutti mal percoltl , e dispensare sopra l'Irregolarità
e Incompatibilità: e la maggior parte del clero, pagando una certa som-
ma di danaro , fece transizione. Ora è di nuovo comparso un altro , con
semplice commissione sopra le spoglio ; In vigor della quale ha citato di
nuovo tutti II clerici a esibire le bollo do' beneflcil e le lettere dell' or-
dine , e pretende che si venga seco a nuova composizione ».
Sicché faceva scrivere II Papa : « Perchè la moltitudine do' commis-
sari! è cagiono di molte estorsioni e ruberie ; si riducano tutti a poco nu-
mero , uno per Diocesi: e siano gente di buona vita , non Inquisiti. Poiché,
por godere l' Impunità , è solilo cho molli Inquisiti cerchino di essere
commissari! ». '

Ancn. St. It. Vol. IX. :»7

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USO GIURISDIZIONE

Kila pensi a rimediare in ogni modo a'm


presuppongono, e si repulan da S. B. per t
2 Gennaio 1(304.

34. (1) * Avendo N. S. avuto notizia, elio molli ' banditi ili
questo Regno vanno comincllcndo diversi eccessi , e poi bend
spesso si ritirano ucllo chiese ci altri luoghi sacri , facendo in
essi ogni sorte di delitti e di sporcizie nefande ; e che parten-
dosi da detti luoghi, vanno con sicurezza del salvo ritorno a
commettere omicidio, e assassinamenti , latrocini!, e ogni sorte
di male ; e particolarmente alcuni , che hanno ammazzato un
fratello di Giulio d'Anselmo della città di Malera, e dato il ca-
davere a magnare a' cani, salvandosi poi dentro il convento
di delta città di Matera; per reprimere come conviene l' ardire
e l'insolenza di simili uomini, ha S. B. datomi facoltà (da po-
terla trasferire a' vescovi di mano in mano y secondo i bisogni e
le occasioni) di poterli fare cstrarrc da detti luoghi: ed io mi son
risoluto trasferire a V. S. R. l'autorità che tengo /che ò di poter
dar licenza al Magistrato o Corte secolare de' luoghi , di poter
cslrarre, con l'intervento però di qualche prete, li sopradetti
e altri simili uomini fuoroscili , senza osservare interamente la
holla di Gregorio XIV (2). E questa facoltà finisce aoio a' 4 di
Agosto prossimo , e conseguentemente anche a lei. Di Napoli ,
9 Giugno 1604.

35. Omissis aliis. V. S. e di parerti che quel frate Marcello,


che ricorse qui per esser restituito alla cura de' poveri dispersi,
non si restituisca di alcuna maniera in quel luogo, stante le
informazioni che V. S. ha avute costi di lui (3). Di Roma ,
12 Giugno 1604.
(1) Circolare del Nunzio a molli vescovi del Regno.
(2) 11 Reggente Costanzo, Proiettore della Kegla Giurisdizione, scrisso
una dottissima e franca supplicazione a Papa Paolo V, acciocché avesse
abolito o moderata la costituzione di Gregorio XIV , con la quale abrogò
questo Pontefice un'altra costituzione di Sisto V, elio restringeva a pochi
casi la immunità do' rifugiati in chiesa : « Morrei animus (dico II Co-
stanzo) cum ea rccenscl mala quae posi hujus Gregorianae bullae promut-
yaltonem in hoc Itcgnu acciderunt » MSS.
(3) Questo Fra Marcello, laico di S. Francese«), aveva eretto in
Napoli l'opera dc'povcrt dispersi di Gesù Cristo, provvedendo di casa

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GIURISDIZIONE 451

36. Omissis aliis. * Sono più settima


della morie di un ser Fedele Delfico,
Abruzzo , e che aveva lascialo molli b
sopra a' quali gli credi sļioi mostravan
fino alla somma di 18,000 ducali , no
acquistati confuse e con negoziazioni ille
sua concubina e de' suoi figli bastard
missario sul luogo, per veder quaulo
lasciali che detta faculta ; poiché tene
devano delta facoltà, oche egli aveva p
incompatibili per tanto tempo , clic i fr
tavano qualche migliaia di ducati. È t
sario , e mi ragguaglia , ehe i beni im
ducali più di detta facoltà di testare ,
pcrcctti; e di, tutto ho fallo process
la parte, come ha ottenuto una facolt
due. mila ducati, cosi si promette di
cosa ; ho voluto di questo negozio d
ragguaglio, acciò non permetta clic c
in pregiudizio di esso, e di questa nu
31 Settembre 1604.

37. Omissis aliis . Moltiplicano ogni giorno gl* inconvenienti in


materia di giurisdizione: e l'aver sempre a contrastare quello
eli' e chiarissimo per noi, apporta molli travagli a N. S. (2). Di
Itoina, 23 Settembre 1605.

(comprala da lai ) , di villo, e di o»ni altro occorrente , a circa dugeu-


cinquanla poveri; e tutto con elemosine: e dopo nove anni, fu rimosso do
questa amministrazione.
(I) «e SI è Introdotto da poco In qua a Tare la transazione in Roma
degli spogli clic succedono nel Regno di Napoli, e dell! frutti clic vacano :
coiqe è occorso nello spoglio dell'Arciprete di Giulia Rocca. Il quale, se-
condo Il processo fatto dal Commissario del Nunzio , Importava da ducali
00 mila, delll quali .10,000 ne apparivano In compero; e nondimeno ě
stalo transatto Iii soli ducali 15,000. Cosi lo spoglio di Monsignor Celso
Vescovo di Molli , è sialo transado ducati 850 , et Importava ducali
11,000. La qual cosa , oltre al danno dell'Interesse , fa che, non avendo
Il Nunzio autorità Immediata sopra I laici che per II spogli , mancando
questi, manca II suo tribunale » [Lettera del Nunzio).
(2) E qui l'Incarica di formare un nolaracnto degli aggravi e abus .
clic riceve la giurisdizione nel Regno : il quale si legge nel numero se
gucntc.

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m GIURISDIZIONI!

38. Omissis alii s. * Si manda una noia messa insieme da ine


di tulli gli nggravii clic qua ordinariamente si fanno alla giu-
risdizione ecclesiastica , sopra i quali vieno introdotta consuetu-
dine , per non dir abuso ; sicché è difficile all' occasione difen-
dersene ; perché , sebbene se no spùnta qualcheduno qualche
volta, non riesce sempre. Di Napoli , 7 Ottobre 1605.

39. Accuse raccolte dal Nunzio contro i ministri Regii , per


giurisdizione detta usurpata. I. Questi ministri et offiziali del foro
secolare, quanto alla giurisdizione, non vogliono che nei casi
misti liabbia luogo la prevenzione ; ma pretendono che tocchino
interamente a loro : però impediscono talora la cognizione dei
concubinati, adullcrii , usure, et simili, agli ordiuari contro
laici; né però ne conoscono loro: sì clic rimangono impuniti ;
perché dicono esser in questa quasi possessione ab immemora-
bili. Si ben io la trovo interrotta molte volte et in molli casi ;
come si mostrò già in quello della poligamia : che distinguono ,
se il caso é seguito in disprezzo del santo sacramento del ma-
trimonio, allora la causa sia del foro ecclesiastico ; ma quando
per lascivia, o per troppa concupiscenza , vogliono che sia loro :
quasi che questo si possa conoscere e distinguere, avanti che si
conosca della causa, o in ciò si possa introdurre consuetudine.
II. Le decime che devono i popoli allo chiese , vogliono clic,
se son solilo, si possino seguitar di esigere; ma se si vogliono
riassumere come per molto tempo tralasciale, o imponcre di
nuovo , questo non possa farsi se non con l'autorità del lor foro.
III. Non permettono clic gli ordinari possino procedere contro
li rendenti delle loro entrate sendo laici , se non per mezzo dei
loro tribunali: et quando possono, impediscono anche loro le
censure; anzi dopo clic l' hanno promulgalo fanno le orlatone:
la forma delle quali é assai ben nota , che ha un bel nome et
un pessimo ciïclto , che é finalmente di sequestrare i fruiti
de' beni ecclesiastici , et altre simili esecuzioni ; o procedere con-
tro i parenti di Vescovi o di Vicarii clic le promulgassino, per
indurli a dar l'assoluzione; senza considerare quel che possa
valere così forzala; et quel clic è peggio, vogliono che gli
nfiiziali si bene scomunicali, seguitino di fare il loro uffizio; e
talora anco lo comandano sotto gravi pene: d'onde ne segue
hi sprezzo delle censuro, con tanti pregiudizi della giurisdizione
ecclesiastica . quanto può ciascuno considerare.

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GIURISDIZIONE 453

IV. L' exequatur inveníalo da9 princ


detto, acciò nel pigliare il possesso de9 b
segua scandolo , si estende ad ogni ordin
cosi contro clerici , come contro laici , e
di cause per giustizia : e se non si fusse
l'avrcbbono introdotto anche sopra le l
costà sigillate, che commettono le cause
cidenti di esse, o altri ordini concernen
clesiastica : ma se n9 A sino adesso pre
è successo. Vogliono far il medesimo
indulgenze , che non permettono si poss
licenza ; come nA alcun9 altra cosa cliam
vala da chi n9 avesse la cura. E con l'occasione del domandare
tal exequatur , bene spesso si fa una lite sopra la validità o in-
validità del titolo sopra il giuspadronato , se vi si pretende , e
sopra ogni altra cosa che potesse venir opposta ; et alle parti
A permesso l'impedir tal exequatur 9 e conscguentemente l'ese-
cuzione delle bolle apostoliche : e durano talora queste dispute
i mesi e gli anni : e li giudici lnici con tal mezzo s' ingeriscono
in cosa che non tocca loro : et ancho quanto a quello che ap-
partiene a9 provvisionati , se n9 hanno indizio di propria autorità,
sequestrano i frutti , e dopo che i provisti ne sono in possesso.
V. Non permettono che gli ordinari possino nelle cause oc-
correnti esaminare tcslimonii laici, senza l'autorità dei lor foro;
si che quando un clerico fa qualche misfatto, se i laici rccu-
sano di testificarlo, non possono forzarli, ctiam con le censure,
perchA procedono come si A detto di sopra ; contullociò in
questo procedono gli oedinari in ogni modo: ma se ne viene
notizia alli offiziell' laici , carcerano e castigano chi si fusse esa-
minato senza l'autorità loro.
VI. Vogliono conoscere del Cioncalo privative ad ogn'altro
giudice ; e però quando A preso un clerico in fragranti 9 eliam in
abito e tonsura, vogliono che giustifichi il clericato, non solo
con la fede dell' ordinazione , ma anche col giustificare di essere
stali addetti a qualche chiesa , et a quella haver di continuo
servito; altrimenti si ritengono la causa: e se l'ordinario farà
instanza della remissione , vogliono che faccia parte in giudizio
avanti a loro, e elio giustifichino il Clericato, et il servizio
avanti lo rimcllino; e questo per vigore di certi riti inlcrpc-
Irali a modo loro.

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454 GIURISDIZIONE

VII. So l'ordinario farà qualche esecuzio


pria chiesa contro pretenso ragioni di qua
sita, como sarebbe di sepulture, ď altari ,
se il laico ricorre con memoriali a loro
moriali che il Vescovo ha fatto e detto
mettono una universale monizione contro
si vedo che va .de diretto contro il Ves
risce alcuno , restituiscono quel tale al
tro, che pretendesse: e questo dicono p
sliluzioni antiche.
VIII. Nelle cause criminali, cliam con sacerdoti o altro per-
sone ecclesiastiche , se si può considerare in esse qualità di as-
sassini, vogliono che la cognizione di tal qualità appartenga a
loro ; e se trovano che vi abbia luogo , fanno lo esecuzioni
cliam dell' ultimo supplicio.
IX. Non permettono che le causo do' clerici congiunti con
laici sieno tirati. dal clericato al foro ecclesiastico; ma o le
vogliono conoscer loro interamente , o elio ciascuno conosca la
sua parte ; cosa di molta confusione et impedimento all'ammi-
nistrazione della giustizia.
X. Non permettono che gli ordinari, so nella loro famiglia
hanno laici, possino procedere contro di loro col castigarli dei
loro misfatti : e se i medesimi hanno sentenziato qualche loro
clerico, impediscono l'esecuzione di tal sentenza, col far di
nuovo cattura del clerico , e mettergli in compromesso il cle-
ricato, et ogn' altra cosa , cliam di già giudicala. Come anco se
ucl foro ecclesiastico sarà altra volta stalo giudicato qualcuno
come clerico, e rimosso da loro, se il medesimo clerico con
nuova occasione sarà preso , non vorranno rimetterlo senza far
nuovo giudizio sopra il clericato, ancorché sia notorio clic non
abbia mutato stato.
XI. Quei che appaltano le entrate delle comunità , li dazii
del vino, o altro, impediscono quanto possono la libertà eccle-
siastica ne' clerici, col voler che chi compra da loro paghino il
dazio come gli altri , che va in diminuzione della vendita (1).
Molestano talora i clerici, a1 quali fusse stato falta donazione
dai loro padri c fratelli , ad elTctlo di potersi ordinare ad li-

li) Vedi il Caso riferito nella nota del u.° 21 di questo Carteggio .

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GIURISDIZIONE 455

tulum pàtrimonii, con dit che tal cont


giustificarne altro.
XII. Hanno qua per lüngo tempo usat
cano li vescovati regii , deputare un eco
mentre che il vescovato sta vacante, per s
ti quello che, nominato da S. M.f sarà p
et in questo vogliono farsi le ragioni a l
anche i subcollcllori hanno csatlo que
Camera Apostolica o per rata, o in altr
duto alla carcerazione dei loro parenti
a liberarli; oltre che erano solili dar tal facoltà a delti eco-
nomi, che s'ingerivano anco nelle cose spirituali, et impedi-
vano al Vicario Capitolare l'esercitare il suo ofBzio ; ma già
ci si provvedde con far riformar delta facoltà, non permettendo
che si estenda ad altro, che all'esigerci frutti dc'beni temporali.
È stalo tentato di far il medesimo de' frutti de' benefizii pre-
tensi di padronato Regio, o Baronali, che si fa di quei de' ve-
scovati come di sopra ò detto ; ma sin adesso questo non è
riuscito , perchè se n* è presa ogni difesa.
XIII. Ci sono molti luoghi pii governati da' laici, i quali
non permettono che li ordinarli n' abbino quella parte , che ordi-
nano i Canoni et il sacro Concilio.
XIV. Pretendono di poter cacciar di qua i Vescovi , tuttavia
che per ragioni di stalo il lor governo non piaccia, senza par-
teciparlo con Sua Santità.
XV. L'immunità ecclesiastica nel far cattura de' laici nelle
chiese viene violata ; e la Bolla di Gregorio XIV in tal propo-
sito non è attesa ; perchè dicono non ha l' exequatur : come
non sono attese anco le altre Bolle; e particolarmente quella
in Cocna Domini , la quale non permettono clic i librari ten-
ghino venale, ma solo la tengono i confessori , e si trova talora
affissa in qualche sacristia.
XVI. Pretendono che i privilegii già concessi loro non pos-
siuo 'esser revocati ne alterati, cliam con l'autorità di chi li
ha concessi.
XVII. 11 Cappellano Maggiore esercita in diversi luoghi di '
fortezze molle facoltà in pregiudizio degli ordinarli: le quali
furono moderate per un nuovo Breve ; il quale resta sospeso
a tempo , come è di presente.

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450 GIURISDIZIONE

XVIII. La visita delle chiese et altri lu


ò senza conlradizione ; come anco l' esecu
che vogliono intromettersi contro i dec
che qua si osservano meno di quel che
per quanto intendo, fu a suo tempo pu
XIX. Se si revoca in dubbio la volontà
circa il maritarsi , vogliono esser loro g
loutà , ctiam che vi l'ussero intervenuti
XX. L'esecuzione del nuovo Ceremoni
a .più d' uno de' Vescovi : et a qualcuno
tone , quando hanno levato qualche abns
de* laici ; come ¿ il baciar dell' Evange
che fussino contro i riti di Santa Chiesa.
Delle soprascritte cose se ne sono spuntale alcuno, secondo
l' occasione e la qualità delle persone con chi si ò avuto a
trattare ; nondimeno, tornata di esse nuova occasione , si è ri-
tornato nelle medesime difficoltà ; ondo par necessario fermarli
come meglio si- potesse.
Ci sono molte altre coso che possono esser avvertile dagli
ordinarli, come quei che le trattano tutto giorno; d'onde ne
seguono molti abusi, che talora si sono avvertiti, in particolare
quando si sono scoperti. E questo ¿ quanto di presente , per
obbedire a quel che vione comandalo, è sovvenuto da poter
metter insieme , e darne notizia costà ; oltre a quello che gior-
nalmente è stato avvisato, secondo l'occasione e le querele delti
interessati.

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II.0

COSE DI AMMINISTRAZIONE

ECONOMICA. E CIVILE

1. Omissis aliis. La §. di N. S. ringrazia il Viceré per la


comodità che gli lia dalo di cavare 300 Albanesi dal Regno di
Napoli, per servirsene contro i banditi, i quali abbiamo molto
vicini, e in grosso numero. Di Doma. A Aprile 1592.

2. Omissis aliis. Scrivo al signor Viceré per aver la solila


tratta di 250 botti di vino, per servizio di questo Castello (1). Di
Roma, 11 Aprile 1592.

(1) Castel Santangelo ; e la lettera ò di Pietro Aldobrandino. Ripor-


tiamo a questo proposito una cambiale , com' eran sollte Tarsi In qnel tem-
po ; la qnaie non poò esser Inutile alla storia del commercio : « Piacciavi
pagare a suo piacere all' Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Nunzio
Apostolico ducati mille correnti, di carlini dieci per ducalo, con pigliare
ricevuta. Che sono per la valuta del molto Illustrissimo signor Cardinal
Glannozzo Cepparelll : quale II fa pagare , acciocché S. 9. Illustrissima li
Taccia pagare a Glo. Leonardo di Auricmrae, mercante di vini napoletano:
ogni volta però che da esso Glo. Leonardo sia data sicurtà Idonea, elio
prometta restituirli o Tarli buoni in scudi 040, 00, moneta di gioii dicci
per scudo, noi prezzo delle cento botti di vino greco di Somma, clic
deve condurre per tutto Agosto prossimo , per servizio del castello di
Sant'Angelo di Roma, secondo all'obbligo Tatto per gli atti del Graziani ;
e datene debito , come si avvisa. Addio.
Ducali 1,000 correnti p.
Filippo Guicciardini.

« Pagale per noi II soprascritti ducali mille di questa moneta al so.


pradetlo Gio. Leonardo Auricmmc , mercante di vini napoletano , ogni
volta però che da esso Glo. Leonardo siu data Idonea sicurtà ; e , se vi
Ancn. St. It. Vol. IX. :>s

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.V58 AMMINISTRAZIONE

3. Omissis aliis. N. S. ha avuto informazione,


avendo compre dimoile tratte di vino dagli Agen
Cardinali e da altri, le rivende a mercanti fore
se ne vagliono per altri paesi, e non per questa c
pregiudizio di essa ; V. S. l'accia chiamare a s
l'avvertisca che si astenga in ogni modo da simili
Di Roma, 22 Novembre 1592.

k. Omisris aliis. Circa il particolare del grano di Levante,


V. S. potrà ofTrire tredici ducali il rubbio, da consegnare a
Civitavecchia per li 15 di Febbraio prossimo. E si offra, clic
ussendovi persona che voglia condurre grauo a Civitavecchia
da venderlo a spese proprie , sarà data licenza di venderlo a
chi vorrà comprarlo in beuciìzio di quella città , e donato di
più uno scudo per ogni rubbio. Di Roma, 16 Gennaio 1593.

5. Omissis aliis . * Molti della Terra di Campi , del Duca di


l'arma in Abruzzo , hanno ricusato di alloggiar soldati nelle
loro case; e cosi pretendono di poter fare, in virtù di un'esen-
zione; e piuttosto clic consentirlo, sono usciti in campagna.
Di Napoli, 2& Maggio 1593.

ti. Omissis aliis . La comunità di l'ontccorvo dà ragguaglio


a N. S. di essere rimasta priva di ogni commercio, e senza
modo di vivere; aveudo codesti ministri Regii levato da quella
Terra li officiali che vi solevano stare, e per pubblici baudi
ordinato, che non si osservino più li privilegi in altri tempi

piace , Carlo Campagna mercante ili panni napoletano , che prometta di


restituirli e farli buoni In scudi 34 G , nel prezzo delle cento botti di vino,
come di sopra ec. E questa girata , tuttavia elio sia eseguito quanto ć
dello , vogliamo abbia vigore, e serva anche per ricevuta, sendo soscrilla
di nostra propria mano. Di Napoli, 25 Febbraio 1600 ».
il Nunzio Apostolico .
(I) I Cardinali e Camerali avean tratte di vino per 6,500 botti ranno,
da servire alle loro famiglie. Col mercanteggiar le tratte, i vini eran
i'.i esciuli di prezzo ; e si portavano a Genova e in altri paesi : sicché non
uilroducendosi in Koma silTalti vini, il doganiere di Roma si credeva
irodalo della gabella, che avrebbe esatto, laddove ci fossero stati con-
doli! ; e pretendeva pero , clic si riineuassero a Ruma tulli i vini delle
halte vendute, a spesa e danno de' compratori.

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AMMINISTRAZIONE *59

conceduti da' Ile di Napoli a quella Terra , e


osservavano; solo perchó il governatore di Ca
voluto tollerare che l'ultimo officiale esercitasse t
che fuor d'ogni dovere, e contro le convenzio
pretendeva di usurparsi (1). Di Itoma, 17 Giug

7. Omissis aliis. Del nuovo accidente nato fra' Beneventani


e i ministri Rcgii, si aspetta d'intendere quel più clic sarà suc-
cesso. Di Roma, 2 Agosto 1593.

8. Omissis aliis . È stato commendato il zelo di V. S. in di-


chiarare di non voler tollerare clic si faccia alcun pregiudizio
alla giurisdizione ecclesiastica , per la commissione data dal
Viceré all'avvocato Mastrillo di cercare ne' monasteri, se vi fos-
sero grani occulti. Net successo di Capua eh' ella scrive , non
dice precisamente se con violenza o come sia slato cavato il
grano, clic si era nascosto net monastero de' Celestini di Capua.
Da Roma , 21 Agosto 1593.

9. Omissis aliis . È stalo riferito a N. S., che un frate dell'Or-


dine dcl S. Salvatore, il quale portava da Coropoli di Abruzzi
in Roma in moneto papale , per la fabbrica di questo lor moni-
stero, scudi 800, è stato spogliato da'ministri Rcgii, con pretesto
clic non avesse licenza di-cstrarre. Di Roma, 18 Febbraio 159*.

(I) Dalla supplica si rileva, clic per le pene capitali del Regno, non
potean aver II lor bisogno de' viveri dagli Stati Romani , grani, né mer-
canzie , bestio , e slmile : dio In antico essendo considerati Romani, I Re-
gnicoli non potevano contrallar con essi slmili vendite, finché da Fer-
rante 1 ottenner privilegio dlcsscr trattati come Regnicoli: « tenendo il
Re duo ofllzlall In detta Terra, con la cassa da riscuoter li regli diritti , e
guardar II passi per l' estrazione di grascia dell' ultima exilura ; I quali
umzlali sono stali sempre cittadini di Pontecorvo ».
Un giorno uno di questi nfllzfall tolse , come contrabbando, una giu-
menta a un forestiere che volea estrarla : Il govcrnator della provincia lo
accusò di turbata giurisdizione , e lo carcerò. « E da Napoli , sotto pre-
testo d' Innovazione e Inosservanza delle condizioni , hanno levato In
cassa e II regll ofllzlall da Pontecorvo , e messili a Rocca Guglielma , e
hanno ordinato per bandi, che I privilegi non sleno osservati f e che qun
di ' Pontecorvo , si trattino come forestieri , e uomini di Campagna : slcrlir
privi dell' umano consorzio ».

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4G0 AMMINISTRAZIONE

10. Omissis al ii s. Scrivo al sig. Viceré per un


desidererei di eslrarrc diecimila porci di codesto
grascia di Roma. Di Roma , 23 Aprile 1594.

11. Omissis aliis . Quando altra ragione non


pensar solo che S. E., mostrandosi favorire a' ba
stato, mette S. B. nella necessità di continuare nell
che si sono fatte sin adesso nella persecuzione l
13 Agosto 1534.

12. Omissis aliis. Due anni sono, due mercan


in Ocra di Fuligno, pigliorno a credenza da varii al
di della ßcra robe sino al valore di scudi 12,000
Napoli , parte ne venderono, facendo cantare gl' ¡st
dilo di amici loro, e parte ne confidarno a' loro pr
il clic fatto, si dichiararono subilo falliti; e ora
giustizia con danaro. Di Roma , 11 Settembre 15

13. Omissis aliss . Si fa fedo per infrascritto Pr


crcdenziero dello Regie Strade Nuove del Regno di
neir anno 1564, fu per l' illustrissimo signor Du
ceré comandalo che si accomodassero le strade
nlli confini di Benevento , che vi sono da 30 m
si é atteso et attende (1). Di Roma, 16 Ottobre

(1) Cioè, In trontaelnque anni non era sialo flnllo qu


mento ! Riportiamo qui una domanda scritta al Vlcerò
o Comunità, nel 1603 , facendo istanza, acciocché si
strada da Napoli In Puglia. Documento di non poca Imp
ria economica ed amministrativa del Regno.
« Illustrissimo et Eccellentissimo Signore. LI soscrlttl B
versità, esponeno a V. E. come so trovano oppressi di c
mento delle strade si fanno per II Regno; e come che que
mento fu imposta , perchè le strado del Regno in ogni
dassero , acciò tutti sentissero il peso et il beneficio ;
V. E. si degni farli grazia (poi clic per tanti anni han p
tir commodo alcuno) , che ancora nclli suscrltti lochi s' a
acciò ancor essi possano nelll bisogni con comodità ven
vendere le robbo loro , e comprare : certificando V. E
non solo nascerà la giustizia cho V. E. loro farà, ma
città di Napoli grossa sumina dl danari l' anno , per lo co
vaglie e farine, e sarà ancora servizio alla Maestà de

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AMMINISTRAZIONE 461

14. Omissis aliis. Circa all'estrazione delle vaccine clic si


desiderava fare da cotesto Regno; poiché il Viceré non inchina

gnore; poi che In tempo di necessità s'avanzano due giornate nel soc-
correre lo marine f como dall' Infrascritte ragioni V.E. loccnrà con mani :
oltre elio, dotta strada sempre passa per terrò abitale ogni quattro e
cinque miglia, o tutta la strada che s' arA da Taro , importa solo vinti-
quattro miglia.
« Da Pietra Pulcina sin alla Terra di Pago sono duo miglia ; sotto la
qual Terra passa II flume detto Tammaro , nel qual anticamente ci pas-
sava la strada, et Iii detto flume la natura ha prodotto II pllierl di pie-
tra tanto nel letto, come dall'una parte e l'altra del flume, che con
poca spesa so Tarla detto ponto d' ogni perfezione t essendoci II pelleri
antichi , Talli dl fábrica ancora.
« Dal detto ponte sino a Santo Marco di Ghvotl sono tre miglia , e
sempro si camina per campagne aperte senza boschi , et abitale da di-
verse massarle, e strada ferma , comoda di breccia, tuli et arena vi-
cino, per Tare detta strada con minor spesa.
« Da delta terra di Santo Marcosln a Basellcc son cinque miglia , et
Il bosco, che v'era primo per mezzo miglio di larghezza, ò tutto sbo-
scalo, e si fará dl nuovo come compagna aperta; e cos'i será sicura
da delinquenti con comodità slmilmente di breccle , arena , acqua ci
ogni altro necessario , vicino.
« Da Baselice sin* a Castel Manno sono due miglia.
« Da Castel Manno se lira al trattura Regio delle pecore della Doana
alla Yollorora, ebe sono miglia quattro di plano, e per tutta la strada
ò comodità slmilmente d' arena , e pietre vicino per tal effetto : e dal
detto trattura se tira alla Motta, et alla Taverna di Ynltorlno In plano ;
strada slmilmente brecclosa , e comoda delle cose necessarie.
« In modo che per questa strada, dalle porte di Napoli sin a Lucera
dl Puglia , sempre si cammina per terre e luochl abitati ; e la spesa che
ci vorrà a farsi per queste miglia ventiquattro rimaste , sarà molto poco ,
per essere II territori predetti tutti comodi d' acque , breccle , arena , e
Ugnami ; e sempre se caminerà per campagna aperta come di sopra, né
si passano altri fluml, che II detto di Tammaro, e quello di San Darlo-
lommeo, et alla Yoltorara, che è poco vallone , e vuol pochissima spesa.
LI ponti da farsi necessarissimi, polche d'estate non corre l'acqua, et
han comodità di qualsivoglia cosa per Tarli , tanto più che l' Inverno, che
sono le continue ploggle e le nevi, detti torrenti e valloni pigliano
grandissime acque eh' Impediscono II passeggeri , negozianti e viatican
a dui , e tre , e più giorni allo volte ; e quando sono stati questi tempi ,
che non hanno possuto passare, gli anni passali sono molte povere gente
suffogate nell'acque, per non esservi ponti; e così per l' avvenire sem-
pre se corrono questi pericoli, non fatulos! delta strada e ponti. Al che
si supplica Y. E. si degni provedere al lutto , non solo per il pubblico
beneficio, ma principalmente per evitare la perdita di tanto povere animo
ogn' onno: Il che, come giusto Principe, resti servito cosi comandare so

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462 AMMINISTRAZIONE

a concederne licenza , insisterà V. S. per qu

facci, essendone questi casi degni di consideraziono


dalla mano dl V.E. si spera : olire che, da ciò nascer
utili , se , com' anco se dice a V.E., che conducendo
Il grano viene ben condizionato , et In farina rende
cinque rotola In circa il tumulo, secondo le qualità de
per mare riesce molto meno ; Il che porta tanto plu
a II camino predetto, come s' ò riferito, non imporla
tro miglia ; e tanto meno, quanto che facendosi del
lasciavano lo tante volte e girl della strada vecchia, che s'abbrevia II
camino alcuno altro miglio: di modo che da Napoli e Lucera so può
facilmente con due giornate e mezze giungere, essendovi sessantaquat-
tro miglia; con farsi venire per servizio della Città tutta la quantità del
grani che vuole, non solo da Vallcforlore, e Vallo Beneventana che è
mezza Puglia , ma da Lucera , Foggia , Sanso v loro , Torrcmaggloro,
Serra Capriola, la Pietra, Castelnuovo, e tutta la marina di Tremiti;
per lo che s'avanza di camino due buono giornale, e più all'andar e
ritornar , per dove al presente si conducono , eh' Importa II terzo meno
di pagamento da farsi per conduttura ; atteso pagandosi al presente sei o
sette carlini per tumulo di conduttura ; fatta questa strada, se pagará un
tari meno , il che può Importar alla Città più di trenta mila scudi l'anno.
a De più, facendosi detta strada, oltre l'assicurarsi d'aver più presto
il vitto , bisognando in tempo di pessimi templ o di pericoli de' nemici,
che per mare non si può navigare , s' assicura la città di Napoli
d'averlo per cosi breve camino; dalle quali terre so condurranno tanto
li grani forti, quanto li dolci.
« Averà un altro avanzo ancora: ch'essendo In detti luochl gran-
dissima quantità di mollnl, in un medesimo tempo II viaticall condur-
ranno non solo li grani , ma le farine ; e la città avanzará tanto più ,
eirnverà chi le porla le farine1, per esser cosi breve camino, per como-
dità di tanti mollnl, che può importare decine di mlgllara do doca ti alla
Città , oltre la comodità predetta , e massime d' Inverno.
« De più, da questo nascerà notabilissimo servizio di Sua maestà ,
atteso, bisognando far andar In detta marina fanterie o cavallerie, giun-
geranno con facilità e prestezza allo necessità, con avanzar duo giorni di
cammino; e quanto questo possa importar, V.1S. lo può considerare.
a In detti luochl di Valle Beneventana, Valle Fortore et altri, so fanno
quasi tutti li grani dolci clic so ne fa pane bianco in questa Città , et alle
volle si pate per colpa della strada ; anzi, Indetti luochl, per non esserci
questa strada quando durano le pioggio d' Inverno , se soleno al spesso
perdere grandissime quantità de grani, che poi, passato l' Inverno, non si
trovano a smaltire, e si guastano per essere grani dolci , e si danno a
magnare ad animali , per non poterli smaltire : e però facendosi questa
strada, se faria tant' utile alla Cillà, allí prezzi do' grani , e li viaticall si
condurriano con più facili la e prestezza per questo camino, giacchò an-
deria sempre per lochi aperti et abilati , e con meno spesa.

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AMMINISTRAZIONE m

ne farà viva istanza per averla ; e ottenu

« £ di più, ogni mese passa II Carruggio da L


volte per lo cattive strade non può passare; si co
Incatena do' carcerati , medesimamente per I
passi, se nv aflugano e periscono , e le povere Ter
eh* alloggiano con tant' Interesse : e questo ò la
# £ per corroborazione dell' esposto della ma
prndelli , si potrà Y. £. Informare da' mercanti
alla dera dl Lucera, anzi dalli Doanleri Regi li
per II rendimento di ditta doana della città di
scudi l'anno.

« Et aftinché V.E. tocchi con mano quest' esser vero , che s'avanzano
duo giorni di caramiqo , per venire da delti lochi ; si dico che al pre-
sente per questo cammino da Napoli per Avellino , -ibi altri luochi sina
Lucera , sono miglia 00 ; eh' csscndono In questa non più che 04 , veda
V. E. elio s'avanzano miglia 20, le quali Importano duo buono giornate,
una d'andaro, l'altra di ritorno.
« Do più, so dice a V.E. che di continuo In Yalle Fortore, e lochi con-
vlclnl, si commettono estrazioni di villovaglle ogn'anno; poi che quando
si guastano le strade per li mail tempi , Il lochi predetti non si ponno
praltlcare, e II padroni di vlltovagllc non le trovane? a vendere, e però
le cacciano verso Schiavonfa, con pericolo della vita, oltre II danno che
si fa : che facendosi della strada, sarla il trafico per tutto, e non si Tarlano
questi errori. Esponendo ancora a Y.E., come se detta strada non si fini-
sce, non solo vi scranno li danni predetti, ma vi n'à uno Inevitabile, at-
teso per esser la strada fatta sino a Rcncvenlo. LI homlnl di Benevento ,
sapendo che dal mese di Novembre sin ad Aprile la strada predetta è
Impraticabile , cosi come lo sanno li citatinl di dette Terre supplicanti ;
attendono a vendere II grani In questi mesi d'estate, e II danno per bo-
níssimo mercato, acciò poi ad Inverno non si guastino; e quelli di Be-
nevento che li comprano, Il revendono a tanto maggior prezzo. Il che
non succederla se la strada si farà , atteso II padroni dell! grani come
hanno comodità di condurli a Napoli, o In grano o In farina, non le ven-
derne a recat llerl; ma per esservi bona strada, lo guadagno che volono
far quelli , lo faranno essi padroni : tanto più che per ordine del Papa
In Benevento sta concluso che alll passagierl con grani , o altre mer-
canzie, non se possi dar Impedimento alcuno ; né che si alterino gabelle,
o passi ; e che In detta città 11 homlui del Regno non si possino coslrc-
gner per II contratti delitti , o cause fatte o principiate In Regno ; et
anco che per quanto leue il territorio di Benevento , la strada si Aniseti!
a spese della Città di Benevento. Pertanto supplicano Y. E. che si degni
far grazia ordinare, eh' a tanto benefizio si dia fine di farsi detta strada
già cominciata, con mandarsi un Ingegnerò , che di tulio facci relazione
a Y.E.; acciò, Informata, possi dar ordine a quanto II parerà necessario ;
supplicandola elio se alcuno vorrà coutradlro, che scrivi quollo vuol dire ,
perchè si farà toccare con mani a Y. E. tutto l' esposto esser vero ».

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kúk AMMINISTRAZIONE

di farne parlilo con qualche mercante, di quella


tità che sarà possibile (1). Di liorna , 4 (ìcnnaio 1

Le Terre ehe supplicano V. E. per la sopradella stra

Vico della Montagna, Ischltclla , Peschici, Vesti, Crapl


lllgnano, Santo Marnicelo , Santo Giovanne, Monte San
fredonia , Santo Nicandro , la Porcina , San Sevlero , S
maggiore, Serra Capriola, Chlousl , Campo Marino, Santo Martino,
Termoli , Gogllonisl , Colenza de Valle Fortore , San Marco della Casóla,
la Pietra, Casalnovo, Casnlvoccliio t Caslelnuovo , Portlclilo, Lucera,
Ulccarl, Alberone , Rosilo, Volturino, Voi lora ra , la Motta, San Bar-
tolo in Galdo, Castelvetere , Toiara, Barelice, Fulano, Monlefolconc.

Terre da Napoli a Benevento.

Castelfranco , la Mollnara , San Giorgio , Gasalberl , Buonalbergo ,


San Marco de Cavoli , Pesco , Pago , Pietra Polclna , Ccrciello , Colle ,
Regino , Gcnestra do Scavoni, Arenzo e casali, Arpalo e casali, Aeróla
c casali , Cervenara e casali, Monlcsarchlo e casali, Santo Blarllno ,
Terranova , la Rocca , Pannerano , Somonte, l' Ospltaletlo , la Pietra
Sturmina, Ccppalunl e casali, Altavilla , Ch lanca , Chlanchitella , Pc-
truzzo, Vltulano e casali, casali di Montcfuscolo dalla parto di Beni-
vento; el altro terre, che sono al sicuro altrettante.
(1) Oltre all'estrazione dello derrate e degli animali da macello, si
estraevano ancho cavalli : e spesso I Baroni che avean razze cavalline ,
ne donavano a' cardinali. Reco qui sotto un curioso documento di slmili
donazioni : e più curioso , per non dir lagrimevolo , a cagiono della vanità,
la quale I baroni del Regno avean presa dagli Spagnoli ; e che non
potendo In diverso modo , cercavano di esercitarla sugli stallieri e sopra
I cavalli.
« Silvio di Florio% nostro cava/larizzo. Havendo noi domto un cavallo
della nostra razza all' illustrissimo signore Cardinal Aldobrandino , e de-
siderando che rimanghi di ciò interamente soddisfatto , non mancate di
consegnare subilo uno de' meglio che sia netta stalla a chi in piede di que-
sto vi ordinerà il suddetto signor Cardinale ; eseguendo il. tutto con ogni
diligenza , per far cosa conforme alla volontà nostra > e per non darmi oc-
castone di dolermi di voi. Con che N. S . d'ogni male vi guardi . Di Sabbio-
ncla, U Maggio 1598 ».
(Luogo del bollo , con l'arme)
Grcgorius Pinlus , pro-Segrelario.
Il Principe di Stillano.
« L' illustrissimo signor Cardinale Aldobrandino mio signore , ordina
che il suddetto cavallo sia cotisignalo a Monsignor Itcvercndissimo Vescovo
di Troja , Nunzio della Santità di N. S. a Napoli. Ed in fede te. Ferrar a,
Ili Maggio itt'JO ».
¡acronimo Azocchi , Maggiordomo .

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AMMINISTRAZIONE 405

15. .Omissis aliis. V. S. deve sapere le dili


costà il Magalotti» l'rovvcdilor delle galere d
zione di una buona partita di armi. Le qual
sento sono cagione che il medesimo venga t
nistri Kegii ; imputalo che abbia estratto le ar
li bandi : et intendo clic sono per venire a
zione in contumacia contro di lui. Di Iloma

IG. Omissis aliis . S' intende che li ministri R


di travagliare la città di Benevento, ne' su
persone de' suoi cittadini; de' qual i hanno Tatt
nel territorio di Benevento» ma in luogo non
città stessa. Di Roma, 24 Giugno 1598.

17. Omissis aliis . Venendosene a Roma da Manfredonia


l'Arcivescovo Sipontino , condusse seco per uso suo un pajo di
cavalli da cocchio; ma non polendo staccarli per li passi di Na-
poli» Tu astretto a dar securtà di rimetterli in Regno, in termine
di quattro mesi. Di Roma, 1.° Agosto 1598.

18. Omissis aliis . (1) S. S», se ben spera e desidera che l'ac-
cidente di essa morte non sia per partorire alcuna alterazione
nella città e Regno di Napoli , ha voluto nondimeno commettere
allí suoi ministri, che le milizie e soldati sticno alla disposizione
del Viccrò; e se no spedisce a S. E. il breve. Di Roma, 1.° Ot-
tobre 1598.

19. Omissis aliis . Scrivo al signor Viccrò, che la legge di


maro vuole , che quei Turchi clic , avendo oaccia , danno in
terra , sendo presi , si devono restituire a quei vascelli clic
ve li han Tatti dare. Di Roma , 21 Ottobre 1598.

20. Omissis a/it's. Dal Governatore di Benevento sono avvi-


sato , che alcuni ministri Regii hanno Tatto rappresaglia di più
di quindici muli carichi di mercanzie, di diversi particolari di
questa città. Di che sendosi doluto esso Governatore col signor
Viccrò della provincia, si à lasciato intendere, che ciò sia stato

(I) All'avviso della morto del Ile Cattolico.


Anco. St. It. Vol. IX. .vi

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466 AMMINISTRAZIONE

per reintegrare il barone di Castclpolo di alcuni


aver liquidali nella Regia audienzia (1). I)i Rom
bre 1598.

21. Omissis aliis . Mi vien detto, elio ogni nove anni codesti
ministri Regii sogliono fare la descrittiva de9 fuochi di tiltlo il
Regno , per li quali si pagano dalle Università li carichi fiscali;
e così essere avvenuto li mesi passati , per il novennio da ve-
nire : dove resta gravata ť Università di Misurace in Calabria
in più di 800 fuochi di quelli che souo in effetto ; di dove ne
causerà la partenza di molti abitanti , come si vede in molli
altri luoghi, che sono stati gravali più del dovere. Di Roma,
13 Giugno 1599.

22. Omissis aliis . La città di Benevento ha fatto presentare


una memoria, ove narra ehe i ministri Regii non avendo ri-
guardo ali* interesse de' vicini , nò al vincolo antico , con che
sono legati al Re di Napoli , di non far cosa diretta ò indiret-
tamente contraria o pregiudiziale ad essa città ; intendono di
aprire una nuova strada , per la quale abbiauo da passare tutti
li grani e le mercanzie che già passavano per Benevento , con
gran danno ancora della Camera Apostolica e di quella dogana.
Di Roma , 4 Settembre 1599.

23. Omissis aliis . Sģ S. vedendo la speranza data da V. S., elio


la cosa debba non passar più innanzi (2), ne ha preso gran
contento. Di Roma , 17 Settembre 1599.

24. Omissis aliis. * A di 12 di Novembre 1568, Gio. Ca-


millo Mormilc conveuno con la camera Apostolica di tener ser-
rala r allumiera di Agnano per venticinque anui, e ricever cia-
scun anno ducati mille, di undici giuli romani per ducalo, lì!
poi sotto di 3 di Aprile 1582 , i figli di D. Piero di Stefano ,
clic già era morto, retrocedono per dodicimila ducali al dello

(1) .11 Papa ne scrivo un Breve risen lito ul Viceré : o con altra lettera
:lcl 30 dello, si dice al Nunzio : « Abbiamo avviso, elio I ministri ne
abbian fatto delle altre rappresaglie ne' bestiami do1 medesimi cittadini >'.
(2) Cioè , la costruzione della nuova strada.

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AMMINISTRAZIONE 467

Mormilc tutte le regioni dì dolin allumi


medesimo Mormile a di 28 di Maggio del m
venne di nuovo con la camera Apostolica , di t
chiusa detta allumiera, con ricever ciascun
di giuli undici per scudo. La quale presta
14 Maggio 1584 cstinsc con ricevere dalla m
Apostolica 23,500 scudi di giuli undici a scu
desima Camera tutte le ragioni di della allumie
poterla tenere chiusa e aperta. Di Napoli , 1

25. Omissis aliis . Intendo che S. E. ha con


Cardinali che furono creati l' anno pass
100 botti di vino dal 1598. Di Roma , 12 G

26. Omissis aliis . Dovendosi pagare alle g


scadi 10,500, io di presente non tengo in ba
positario della compagnia, calcúlalo ogni
di 2,000 de' quali farò subilo mandalo, per
dèlie galere. Il restante, non posso sperare
mi sia fatto comodo alcuno ; perchó essend
l' autorità regia ; è proibito a quelli minist
intaccare di qualsivoglia minima somma. E
cimentato il credito, ma fallo sempre con i
che , so non mi riuscirebbe ; atteso quant
canti cauti con i preti. Di Napoli, 13 Magg

27. Omissis aliis . Un Cola Ciampclla dell


di pecore, alligando certo privilegio conce
di Napoli, ricusa di pagare all'abbazia di Bo
dovuta all' abate da tutti li massai di pecore, i
senza contrasto. Di Roma, 13 Ottobre 1600

28. Omissis aliis . Ê un gran pezzo clic rit


uomo di Ronlccorvo da llri a casa sua, li f
capitano della grascia dal Regno settanta s
con un somaro con alcune robe, sotto pretes
rbollclta. S. S. domanda clic si restituisca; e ch
libero commercio, che hanno sempre avuto qu
Di Roma, 13 Ottobre 1600.

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m AMMINISTRAZIONE

29. Omissis aliis. Dcl negozio della nuov


in animo di faře i ministri Regii , in preg
Benevento, N. S. sta con particolarissimo
scriverne al Viceré un breve. Di Rouia ,

30. Omissis aliis . Fa intendere la città di B


opera di persone mosse da loro privalo in
discano in nome pubblico, si procuri di p
moderno, quello che si propose in tempo d
Conte di Lemos (1). Di Roma , 5 Dicembr

31. Omissis aliis . Vengono ritenute da1


città di Lecce diverse mcrcauzic, clic esse
bertone, clic si affondò in quei mari, fur
partengono ad alcuni mercanti di Ancona
curate , e sono astretti a pagarle; ed é il p
zione , che fra gli stessi mercanti sicn
rispetto e per l' interesse de* quali si deb
fiscati. N. S., al quale é ricorsa I* università
Anconitani , perché favorisca la ricuperazion
canzie , comanda che V. S. faccia ogni cili
sicno cITcltivamcntc liberate. E quanto ag
muovere ogni difficoltà clic ci fosse per
ragioni che si deducono dal memoriale ,

tí) Nella supplica de' Bcncvcnlihl si leggo fra le altre coso: « il


Ucggunle da Ponte , padrone delia Terra di Storcono, e Ferrante Moli-
sellino , regio doganiere di Puglia , dicendo non esser bene dare il pas-
saggio d' una gran parte del Regno per territorio di diversa giurisdi-
zione , fanno ogni opera clic si debba lasciare la slrada di Benevento , e
die si pigli da Monte Sarchio vorso la Valle di Vltolano , alla vojta di
Bovino ; acciò passi per lo loro Terre e Castelli , nello quali presuppon-
gono far le dogano do' grani , e tirarvi tutto il concorso die al presento
è a Benevento. - £ questo non ó fondalo che nel loro proprio interesse,
ed è contrario all' Interesse universale, e alla Maestà Cattolica : al primo,
.perché la slrada passando per Benevento, si- slunga più di sci miglia ; al
Ite , perché volendoci molti ponti , per la nuova strada , esigerebbero
la metà della spesa , necessaria ad accomodare la strada che di presente
é per Benevento ».

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AMMINISTRAZIONE M»

sario di sostenere , che non sostenendosi , si d


demente il fondamento del commercio di A
10 Dicembre IGOfc.

32. Omissis aliis . Sono ricorsi a N. S. gli appaltatori delle


allumiere , supplicando S. S. a provvedere , che nel Regno di
Napoli non si vendano altri allumi che i loro , conforme ad
una consuetudine antica: perchè s'intende clic certi mcrcanii
ve ne abbiano fatto venire da altre parli , e pretendono conti-
nuare. Di Roma, 24 Settembre 1605.

(1) « GII Ebrei per speziale privilegio dl Y. n. sono vissuti e vivono


In Ancona, sotto protczlon della Sede Apostolica di godere II libero com-
mercio , negozio e Iranico mercantile , e particolarmente hanno sempre
assicuralo , e Tatto assicurare sopra ogni sorte di mercanzie . con molto
utile al negozio mercantile del porto e città di Ancona e Stato Ecclesia-
stico. - Come l' anno-passato assicurarono !! grano navigato per Napoli
dal porto di Ancona » (/Item oriole).

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ERRATA CORRIGE

Pag. xxv lin. 21 eenon non


propria proprio
» xxxvii » 2 la terza Tavola. . . la quarta la quarta Tavola. . . la quinta
» 16 » no.(l) promesso permesso
» 26 no. (1) (2) alla chiamata (1) del testo deve
corrispondere la nota (2) , e
alla nota (2) la chiamala (1)
u 28 » no. (1) prnclpli principi!
u 104 » 13 dcl Conio del Conto
» 107 » 10 commissione. Per certa commissione per certa quan-
quantità tità
u 108 » 24 300 ducali 30O mila ducati
w 160 » 31 di Gcgglo di Seggio
» 231 » 14 carlino grano
» 240 »29 Sci un locco, un zanncttaro Sei un locco tu , zannettaro
» 246 » 26 anderanno adderanno
u 260 » 31 1607 1617
» 267 » 8 1607 1617. NB. Questo documento
come si vede9 íúor di luo-
go 9 e devf esser letlOy con la
sua nota corrispondente , do-
po il §. 76, pag . 276.
a 296 » 33 cbe disse : Chi che disse Chi
» 315 » nota (2). Monterez Monterey
» 321 » 9 pare parve
» 327 » 21 800,000 600,000
» 330 » 3 S. E. S. A.

» 336 » 4 Qua l' Qual'


u 428 » 1 ribellione sollevazione
u 429 » 1 suddetti súddetl
» » » 23 queste questo
» 446 » nota (1) (¿ soverchio)
» 460 » 8 1634 1594
» 482 » 4 essere stale tante l' os- essere stata tanta l'osservanza
servanza

m 482 » 21 comlnclr cominciar


u 664 » 1 Pag. 431 Pag. 435

NB. Fino a pag . 139, le note che si trovano con gli asterischi soprapposli ,
e colle leiten F. P. sottoposte , appartengono al signor Filippo Polldorl.

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