Sei sulla pagina 1di 25

Guiraut Riquier, Suplicatio e Declaratio

Aiso es suplicatio que fe Guiraut Riquier al rey de Questa è la supplica che Guiraut Riquier fece al Re di
Castela per lo nom d[e] joglars l’an [MXX]LXXIIII. Castiglia per la denominazione dei giullari nell’anno 1274.

Pus Dieu m’a dat saber Poiché Dio mi ha concesso il


et entendemen ver associazione particolare sapere e l’intelligenza per
de trobar sertamens, comporre versi con arte certa,
a dig dels entendens, intendere = propensione per qlcs a detta di chi se ne intende, io
en ben lo deg despendre, 5 ho il dovere di ben dispensarle,
gen donan ad entendre incidentale facendo chiaramente intendere
nobilmente
razon ab veritatz, ragione e verità, perché si può
car de grans falsetatz dare sembianza di verità a
pot hom far semblar ver. grandi falsità.
Mas Dieus m’a dat saber 10 Ma Dio mi ha dato il sapere
Que, segon mon semblan, con cui faccio avanzare il vero,
trac lo ver ad enan metto la verità davanti secondo ciò che a me pare,
declaran so que dic. esponendo con chiarezza
Sabers fa home ric chiarire quanto affermo. Il sapere
d’amicx e de poder, 15 rende l’uomo ricco di amici e
qui ˙l sap jent ab dever di potere, se lo sa usare
menar adrechamen, debitamente, e possiede una
et a una valen proprietà certa e preziosa, che
serta proprïetat è unica: dispensandolo, si
ab singularitat 20 accresce.
que despenden acreis.
Assatz vertat apreis Di verità ne ho appreso tanta
principale
per totz sabers que son, quanto tutte le scienze del
e car m’a fach aon mondo. E poiché il mio sapere
causale
mos sabers tan onrat onrato - sincope 25 mi ha procurato molto onore
que del mielhs del mon grat consecutiva tanto che ho il gradimento dal
n’ai e˙n soi mentaugutz, migliore del mondo, e ne sono
que˙l noms es entendutz consecutiva reso famoso, poiché il nome di
luenh de Guiraut Riquier, riferimentio oersonale Guiraut Riquier è inteso
per que n’ai alegrier, consecutiva causale 30 lontano, conosciuto da molte
de mans pros conogutz, valenti persone, di ciò mi
(al punto che) que non fora saubutz rallegro, che altrimenti non
sol foras de Narbona, sarebbe noto fuori di Narbona,
am ne mais ma persona ho più stima di me stesso,
e˙n soi pus temeros 35 agisco sempre con prudenza e
consecutiva
e ˙n toz faitz vergonhos, pudore, per cui ne ho minor
per que n’ai mens d’aver. x beni materiali profitto.
Mais n’ai per mon saber Con il mio sapere ho
gazanhat d’onramen, guadagnato tanto onore che
que per lo rey valen 40
la consecutiva non finisce, arriva un'avversativa
grazie al re valente
[………………………….] […………………………...…]
mas sa nobleza vera ma la sua vera nobiltà, la sua
e sa gran conoisensa grande scienza, la sua fine
e sa pur’entendensa intelligenza mi hanno
m’an fag sieu per razo, 45 giustamente legato a lui, per la
per la devocïo grande devozione che gli ho
que tan y ai avuda mostrato (che egli ha ben
(qu’el l’a gen conoguda)-, riconosciuto),
e ma bon’esperansa; e per la mia giusta speranza;
per que n’ai alegransa 50 me ne rallegro e ne rendo lode
e ˙n fas lauzor a Dieu, a Dio,perché mi accoglie tra i
car el me ten per sieu suoi e tanto gli piace il mio
e ˙l plai tan mos sabers. funzione di soggetto sapere.
E si ˙m basta poders E se io ho abbastanza sapere e
de saber endreg cor, 55 animo retto, so bene che egli
be sai que a tot for sarà da me servito in ogni
er gent per mi servitz; er= futuro verbo essere modo; ma egli è così colmo di
mas el es tan complitz tante buone qualità che non
de totz bes que bastar potrei soddisfarlo, credo, se il
no ˙m poiria, so ˙m par, 60 mio sapere fosse due volte
ab dos tans de saber. tanto.
Mas far n’ai mon poder, Ma farò quanto è in mio
tot salvan sa onor, potere sempre di più, salvando
tostemps mai; car d’alhor il suo onore, perché non spero
non esper complimen 65 di trovare completa
endreg d’acabamen soddisfazione da altri per
de so que ˙m defalhia. quanto mi mancava.
Per que vuel tota via Perciò voglio sempre servirlo
ab humil cor servir, con umiltà e, se gli piace,
e si ˙l plai, el s’albir 70 giudichi egli stesso ciò che
que tanh a servidor. spetta a un servitore.
C’a mi non a sabor Poiché a me non piace
querres ni demandars, chiedere e questuare, ma
mas que totz mos afars migliorare la mia condizione
enans ab mo saber, 75 con il mio sapere, dato che da
car el me fa valer lui viene il mio merito, quale
so que valh, cant que sia. che sia.
E s’ar far se podia E se fosse possibile che il re
que ˙l bos reys volges far, valente si onorasse di fare ciò
si onran, so que ˙m par 80 che a me pare giusto (che
(que ˙l seria devers, sarebbe suo dovere, se al
car seus es le poders, mondo esiste un re che ha il
si es de reys del mon), potere di farlo), darebbe
faria gran aon grande vantaggio a questo
ad aquest saber nostre. 85 nostro sapere. Voglia dunque
Donc plassa ˙l que lo mostre mostrarne la volontà di farlo,
E, si sembla razos, se gli sembra giusto, perché
fassa o, qu’e totz bos vedo che porta miglioramento
faitz li vey melhurar. in tutte le buone azioni. E
E vuelh ab luy parlar, 90 voglio parlarne con lui, dato
pus ne soi aizinatz, che ne ho l’occasione, poiché
per o que me desplatz mi dispiace che nessun
cant tug li trobador trovatore abbia reclamato a
no ˙n an facha clamor. questo proposito.

E comens supplican, 95 E comincio la mia supplica,


humilmen merceyan pregando umilmente voi,
vos, rey, senher onratz, signore e re onorato, che vi
car sofrir m’o degnatz, degniate permettermelo,
franc reis, noble n’Anfos nobilissimo re Alfonso
castelas, cui Leos 100 di Castiglia, a cui appartiene il
es lauzables e pretz. nobile regno di León, degno di
Senher, car entendez lode e gloria. Signore, poiché
e conoissetz razon, intendete e discernete ciò che
vos prec que˙us sapcha bon ragionevole, vi prego che vi
so que ˙us vuelh dir d’entendre 105 piaccia ascoltare ciò che voglio
e, si ˙s pot, ses repenre proporre e, se possibile, far sì
far que s’acap per nos. complemento d'agente che si realizzi per nostro
Senher adreit e bos, merito, senza biasimo. Signore
vos sabetz que las gens giusto e nobile, voi sapete che
vivon diversamens 110 le genti vivono nel mondo in
el mon, e que totz jorns maniere diverse, e che sempre
es als valens sojorn atteggiamento merciologico/economico
piace ai valenti migliorare la
totz lur faitz melhurar. loro condizione.
E silh cui tanh a far E coloro a cui spetta di farlo
fan nous establimens, 115 istituiscono nuovi regolamenti,
car son pus primamens grazie ai quali il loro valore
valens faitz que no solun; aumenta rispetto a quello di
e a n’i motz que ˙s volun prima; d’altra parte ve ne sono
tener als uzes vielhs. molti che vogliono attenersi
E qui conois son mielhs, 120 alle vecchie usanze. Colui che
deu lo a son poder sa quale sia il proprio meglio
nueg e jorn mantener: lo deve sempre mantenere, per
su ˙s fan tug li senat. quanto può, e così fanno tutte
Per o adordenat per hoc = per il fatto che le persone avvedute. Per tale
vey lo pus gent e be 125 ragione considero molto bene
car, segon que hom ve, ordinata la maggior parte delle
clergues e cavaliers, genti: infatti, come è evidente,
borzes e mercadiers, il clero e i cavalieri, i borghesi
menestrals e pages, e i mercanti, gli artigiani e i
so son silh per qui es 130 contadini compongono la
lo mielhs del mon regitz. miglior parte della società.
A cascu establitz Per ciascuno di essi si sono
es, segon esser, noms stabiliti, secondo la loro
e diverses cognoms condizione, dei nomi generali,
c’om enten e ˙n respon, 135 e diversi nomi speciali con cui
per benessers que ˙y son si rivolge loro e si risponde, in
o per diversitatz; rapporto alle classi e alle
et es de totz vertatz condizioni diverse a cui
que ˙ls volon possezir. appartengono; ed è verità ben
Mas, qui s’en pren albir, 140 nota che li vogliono
en esser general possedere. Ma, se ben si
em tug home carnal; guarda, quanto al genere
mas benessers y a, siamo tutti uomini di carne; ci
que cascus d’aquels fa sono però le classi, e ciascuna
sa generalitat, 145 di queste classi, di cui vi ho
si com vos ai nomnat indicato sopra i nomi, fa parte
en aquest noms dessus. del genere.
Per qu’entenda cascus Affinché ciascuno intenda
so que dic sanamen, rettamente ciò che dico, per
per benesser s’enten, 150 classe s’intende, a parte il
part l’esser principal, genere, il clero, che tanto vale,
clersia, que tan val,
si ˙s fa cavalaria, così come la cavalleria, e tutte
e l’als que las gens tria, le altre che distinguono le
que ˙us ai desus nonmadas; 155 genti e che vi ho nominate
per o totas veguadas sopra; in quanto esse
an tug l’esser premier, conservano sempre la
pueis es assatz leugier condizione primaria, è molto
d’entendre las manieras. facile precisarne la specie.

De las gens las premeiras 160 In cima alla scala sociale sta il
sun clerc, pueis cavalier, clero, poi i cavalieri, i
borzes e mercadier borghesi e i mercanti, gli
e menestral aprop, artigiani e i contadini i quali,
e paies que fan trop benché siano al di sotto, sono
valen secors a totz, 165 utilissimi a tutti lavorando la
si ben son al dessotz, terra, perché se non fosse
la terra laboran, coltivata, non darebbe gran
car frug no fera gran frutto, e le persone non
si non fos laborada, vivrebbero a lungo se non
ni agra[n] durada 170 mangiassero.
las jens mens de manjar.
Per las jens governar I chierici esistono, per volontà
Espiritüalmens di Dio, in cui credo, per il
sun clerc per mandamens governo spirituale delle
de Dieu, o es ma fes. 175 persone.
Clergue: aquest noms es Chierici: questo nome è dato a
datz a totz generals, tutti in generale, ma vi sono
pero d’especïals tra loro altri nomi speciali, e si
n’a ja d’autres entr’els, distinguono nel mondo
e per ordes aquels 180 secondo gli ordini ai quali
o per sos personatz appartengono, o secondo le
o per las dignitatz loro prerogative ecclesiatiche o
el mon non son semblan: le loro dignità; tuttavia hanno
pero aquel nom an, tutti questo nome, perché tutti
que tug son clerc per ver. 185 sono chierici.
Mas us non a plazer, Ma uno che abbia preso gli
pus es adhordenatz ordini o abbia dei titoli o
o pus es personatz delle cariche, o provata
o pus a dignitat capacità di saper ben
o saber esproat 190 governare, non ha piacere di
que be sapcha regir, esser chiamato chierico
qui, can be li vol dir, senza più, quando ci si vuole
clergue sen pus l’apela, rivolgere a lui con proprietà;
ans, per o que capdela invece non gli dispiace
vol esser apelatz, 195 affatto che lo si nomini
per o ges no ˙l desplaz lodandolo.
qui lauzan l’on mentau.
Mas en pauc de locx vau Ed io vado in pochi luoghi in
on om clergues apel, cui ci si rivolga ai chierici
que non lurs noms revel 200 senza dire il loro nome di
qui a per bateiar, battesimo o senza aggiungere
ni clergues ses nomnar «maestro» o «monsignore».
«maistre» o «mecier».
Fraire son li claustrier, Si chiamano frati quelli che
selarier, sacrista, 205 vivono nei conventi: cellari,
maior, minor, meia; sacrestani, di grado maggiore,
l’autre: diaque, preire, inferiore, medio. Gli altri si
almornier, archipreire, chiamano diaconi, preti,
ardïaque, prebost. elemosinieri, arcipreti, arcidia-
De totz m’en passi tost, 210 coni, prevosti. Tralascio tutti
car mot son per luecx tug gli altri, perché ve ne sono
que non farian frug molti di rango diverso che non
a so que vau queren. sarebbero utili a ciò che vado
Prior son issamen cercando. Vi sono egualmente
et abat et avesque, 215 dei priori, degli abati, dei
e sobr’els arsiveque vescovi, e sopra di loro gli
e cardenal gran re; arcivescovi e molti cardinali;
apostolis es que c’è il papa, al di sopra del
sobr’el non es mas Dieus quale non c’è che Dio in
en aquest mon, car sieus 220 questo mondo, perché sua è la
es poders de perdo. facoltà del perdono.
De totz sabem que so Noi sappiamo che tutti questi
clergue generalmen, sono chierici per il genere, ma
mas especïalmen quanto alla specie ciascuno
ha nom per loc cascus, 225 prende nome a seconda del
tal que no vol negus rango, talché nessuno ammette
que hom l’apel estiers. che lo si chiami diversamente.
L’entendres es leugiers È facile capire che io parlo dei
que per los personatz «personati» o dei prelati od
o dic, o per prelatz 230 anche dei cappellani, ed è
o neis per capelas, giustissimo che li si chiami
et es dreitz mot sertas così, perché mai ho visto un
c’om los apel aisi, prelato che non fosse chierico;
car anc prelat no vi perciò mi sembra ragionevole
lunh temps que clercs no fos; 235 che ciascuno sia chiamato in
per que ˙m sembla razos base al rango che gli è
c’usquecx si’apelatz concesso nel governo della
per lo loc que l’es datz Chiesa.
per la glieiza regir. Dei chierici ora non dico più,
Dels clergues no vuelh dir 240 perché ne ho chiarito
adars plus, car pro n’ai abbastanza, e me ne
declarat, de que ˙m plai, compiaccio, in merito alla
ad obs d’aquest afar. questione.

De cavayers me par Quanto ai cavalieri, credo che


c’aurai tost declaratz 245 in breve avrò esposto i nomi
los noms, don apelatz con i quali ciascuno è a giusto
es cascus per dever, titolo nominato, oltre quello
part cavayer per ver di cavaliere, che è il loro
qu’es lur nom generals; nome generale; ma voglio
mas dels especïals 250 parlare brevemente delle
en que aquel s’enten denominazioni speciali nelle
o vuelh dir breumen. quali questo è compreso. A
Segon que m’es semblan, quanto mi risulta, i nobili
per locx an noms onrans, hanno nomi onorevoli
ainsi com son, li bar; 255 secondo il rango,
e vuelh m’en leu passar, e voglio sbrigarmene presto
sol mon entendemen purché possa correttamente
puesca dir salvamen. manifestare il mio pensiero.
Vescomte, marques son, Nel mondo esistono visconti,
duc, comte, per lo mon, 260 marchesi, duchi, conti, re e
rei et emperador: imperatori, e a ciascuno di
a cascus a sabor loro fa piacere esser chiamato
que hom l’apel aisi. così.
E sabem atressi E sappiamo altresì che sono
que tug son cavayer, 265 tutti cavalieri ed hanno piena
e n’an poder plenier potestà di esserlo quando
d’esser, can se volran. vorranno.
Mas aquel nom reman, Ma questo nome non
car entendutz y es, s’impiega, perché vi è
e seria ˙n repres 270 compreso, e ne sarebbe
qui cavalier dizia, biasimato chi dicesse cavaliere
si tot ver se dizia, parlando di una persona
de tota poestat, autorevole, benché ciò
si donc de fach onrat corrisponda a verità, a meno
no ˙l volia lauzar. 275 che avesse intenzione di
C’un rey pot hom nomnar lodarlo per qualche fatto
pernoble cavalier; onorevole. Così si può
mas qui per un semdier chiamare un re nobilissimo
ve passar mantas gens, cavaliere; ma se si vedono
o ve personalmens 280 passare per una via molte
aquel de qui seran, persone, o vede colui stesso di
et enquier demandan cui esse sono sudditi e se
de qui son o qui es, domanda di chi esse sono o
respon li dreg, so ˙m pes, chi egli è, io penso che quello
sel qu’o sap certamens, 285 che lo sa con certezza gli
si qu’enten planamens risponde giustamente, così che
de qui o que, so crey, si comprende con facilità di
del comte o del rey, chi esse sono o chi egli è, se
o ˙l coms o ˙l rey tertal, sono del conte o del re o se
e son esser cabal 290 egli stesso è conte o re, e il suo
e son luec tota via, stato e insieme il suo rango, e
pus que poestaz sia, lo onora più che può poiché è
si co pot, pus onran. un gran signore.
Pueys non cal c’om deman Quindi non gli importa
s’es cavayers o no, 295 chiedere se è cavaliere o no,
car entendut es pro, poiché è inteso a sufficienza,
co vos ai dig desus, come vi ho detto sopra, che
car per esser cascus ciascuno prende nome
es e per luecx nomnatz secondo il suo stato e rango,
si con es pus onratz. 300 nel modo per lui più onorevole.
E sabetz que vers es E sapete che è vero che un re
c’us reys es coms, marques, è conte e marchese, e il conte
e ˙l coms vescoms, qu’ie ˙n sai, visconte, se uno se ne
e per so que val mai intende, e ciascuno è
e per qu’es pus onratz 305 nominato per il titolo più alto
es cascus apelatz, che possiede, e ciò è giusto e
et es dreitz e razos; ragionevole;
e sabem ad estros e sappiamo con certezza che
que tug son cavayer. tutti sono cavalieri.
Mas entr’els de premier 310 Ma fin dal principio fu
s’aordenet ab sen, istituito tra loro un giusto
si que melhuramen ordinamento, per cui non c’è
non cal c’om y aponga bisogno di miglioramenti né
ni cal c’om ren y ionga, di aggiunte, tanto sono
tan son gent apelat 315 decorosamente chiamati tutti
tug silh de qui palat coloro di cui vi ho parlato fin
vos ai entro aisi. qui.
Laissat n’ai atressi Altri ne ho tralasciati per
per ma razon breviar, abbreviare il discorso, ché
c’a sso que vuelh mostrar 320 quanto ho detto basta a
me basta gent e be. sufficienza al mio proposito.

De borzes sabem que Quanto ai borghesi, sappiamo


no son estiers nomnatz, che non sono in altri modi
mas que son apelatz nominati, ma che sono
borzes tant solamen, 325 chiamati soltanto borghesi,
que nulh avansamen perché non esiste tra loro
de noms entr’els non an. alcuna gerarchia di nomi.
Poder an ben pus gran È vero che alcuni hanno
l’un que l’autre per ver, ricchezze più ingenti di altri,
mas tug devon lezer 330 ma tutti devono avere la
d’estar en plassa penre; possibilità di installarsi sulla
e podon ben entendre piazza; e possono occuparsi di
en armas et en cassas, tornei e di cacce e devono
e devon segre trassas mettersi in stato di compiere
de far faitz paratjos 335 nobili imprese, essere
et esser amoros, innamorati e vivere delle
e vieure de lors rendas proprie rendite senza altre
ses far autra fazendas occupazioni e senza
e ses mercadeyar. commerciare.
Tug devon essercar 340 Tutti devono cercare di
aital vida tener, condurre un tale tenore di vita,
car qui mais sap valer perché chi più sa valere, gode
mais a pretz e lauzor. di maggior pregio e lode.
E car yeu entre lor E poiché non trovo tra loro
non trobi pozestatz, 345 grandi signori né dignitari né
ni no ˙y vey personatz, alcuna promozione basata su
ni lunh avassamen fatti o parole, ma soltanto la
mas aver solamen, ricchezza, alla quale non
ni per far ni per dir, vedo che ciascuno non possa
que cascus avenir 350 arrivare se ne ha la
no ˙i puesca ab saber, possibilità, riconosco che
sol qu’en aia poder, non manca né occorre altro
non conosc que ˙y sofranha nome che quello di borghese,
autre nom ni s’i tanha poiché è a loro concesso un
mas solamen borzes, 355 solo obbligo e modo di
q’us sols devers lur es vivere.
et us captenh donatz.
Si lur es aizinatz Se a loro è data solo la
tan solamen poders, ricchezza,
no ·us pessetz que devers 360 non crediate che gliene dia un
de paratge o don, lignaggio illustre, perché molti
car mant son de luoc bon ve ne sono di alta nascita che
per paratje que fan fanno vili mestieri per
vil causas, car non an mancanza di mezzi per vivere.
pro per vieure poder. 365 In quanto tutti sono della
Car an tug un dever stessa condizione sociale, sono
son tug nomnat borzes; tutti chiamati borghesi; un
per o pus nobles es ricco borghese può essere più
ricx borzes per linhatje, nobile per lignaggio, ma non
mas de nom de avantatje 370 mi risulta che gliene derivi un
no ·m par que li aport. vantaggio di nome.
Ni ·m cal pus per cofort Non m’importa di addurre
razon al declarar, altro argomento a sostegno di
que d’als ai a parlar quanto già detto, poiché devo
que m’eu obs, leu a dire: 375 parlare di un altro, facile a dirsi:
de mercadiers m’albire, il mio pensiero sui mercanti,
c’aurai tost declarat. che in breve avrò trattato.

Mercadiers per mercat Il mercante è così chiamato da


es nomnatz enaisi, mercato, e mi sembra che
per qu’es semblans a mi 380 siano tutti mercanti quelli che
que tug son mercadier non fanno altro mestiere che
silh que no fan mestier comprare e vendere.
mas sol comprar e vendre. Tra questi ce ne sono molti
Motz n’i pot hom entendre che comprano e vendono, che
que compran e vendon. 385 di altro non si occupano, e che
qu’en alre non entendon, sono altrimenti nominati,
e son estiers nomnat; tuttavia i più ragguardevoli
pero li pus onrat sono chiamati mercanti, così
son nomnat mercadier, come i commercianti di stoffe
aisi co son drapier 390 che tengono panni di pregio, e
tenen draps de paratje, quelli che viaggiano oltremare
e silh que fan viatje o in Francia, e che vanno per il
otra mar o en Fransa, mondo nella speranza di
e van per esperansa guadagno, comprando e
de guazanh per lo mon, 395 vendendo laddove meglio
compran venden lai on possono fare il loro profitto.
mielhs podon lur pro far. Così si deve specificare, a
E si deu hom nomnar, parte il nome di mercante, di
part mercadier, de que: che: si vedono molti mercanti
hom motz mercadiers ve, 400 che viaggiano o sono fissi, che
que van o que estan, vendono e comprano nel
e mun venden compran mondo tutto ciò che si compra
tot cant hom compr’e ven, e si vende e che prendono
que an noms a prezen manifestamente il nome da ciò
per so que uzan pus, 405 che maggiormente trattano, e
e sabem que cascus sappiamo che ciascuno di loro
vieu compran e venden. vive comprando e vendendo.
E dir vo ·n ai breumen Ve ne parlerò brevemente
tant per que m’entendatz. affinché mi comprendiate
Aras vos albiratz 410 bene. Pensate ora all’attività
que fan cambiador, dei cambiatori di moneta
e silh que d’obrador e di quelli che sono proprietari
son don o parïer, o comproprietari di laboratori
on hom no fa mestier dove non si lavora
mas sol comprar e vendre. 415 manualmente, ma si compra e
E plassa ·us ad entendre si vende soltanto.
que fan canabacier, Pensate, se volete, a ciò che
mercier e mangonier, fanno i mercanti di tela, i
e silh que compran blat merciai e i rigattieri, e quelli
e vendon en mercat, 420 che comprano grano e lo
c’autras obras no fan; rivendono e non fanno altro;
e motz, c’a mon semblan e molti altri ve ne sono, a
vo ·n poiria nomnar, mio parere, che potrei
qui no fan mas comprar nominarvi, i quali non fanno
e vendre solamens, 425 altro che comprare e vendere,
que tug generalmens e che sono in generale tutti
son per ver mercadier, mercanti, ma la ragione vuole
mas que razos requier che ciascuno sia nominato
c’usquecx sia nomnatz perciò che preferisce
per so que pus li platz 430 commerciare; e ciascuno può
mercadan mantener; sapere che ciò che dico è
e pot cascus saber vero.
que so que dic es vers. Essi hanno dunque il diritto di
Doncx del[s] noms es devers poter avere nomi diversi,
qu’ilh aian las manieiras, 435 perché così ogni uomo,
car aisi per carrieiras intelligente o sciocco, nelle
e per los locx saubutz strade e in luoghi pubblici,
pot totz hom, perseubutz può domandando trovare da
o pecx, ab demandar, vendere ciò che vorrà, come
so que volra trobar 440 sapete.
a vendre, so sabetz. Sapete altresì che ciascuno è
Atressi entendetz nominato secondo il
que per so que en us commercio che pratica, e ciò è
es apelatz cascus, giusto e ragionevole; e noi
e es dreitz e razos; 445 sappiamo con certezza che
e sabem ad estros tutti sono mercanti perché
que tuch mercadier son, vivono commerciando nel
pus mercadan el mon mondo, comprando e
vivon, compran venden. vendendo. Ho detto
Assaz al mieu parven 450 abbastanza, mi pare, dei
ai dich de mercadiers. mercanti.

De sels dels menestiers Di quelli dei mestieri vi dico


vos dic que general che, quanto al genere, sono
son tug menestairal tutti chiamati artigiani, ma
apelat veramen, 455 nella specie, ciascuno è
mas especïalmen nominato per il mestiere che
cascus per sel que fa, fa, e ciascun mestiere ha un
car pel mestier que a nome particolare.
es cascus apelatz E poiché sono distinti di
e cadaus nomnatz 460 nome
dels menestiers per si.
E car son enaisi
de noms adordenat
co son devarïat come di fatto, se si vuole
et aisi, co deu, fach 465 trovare uno di loro, con
c’om ab pauc de maltrag poco disagio si può chiedere
pot passar demandan di lui indicando il suo
el, e ·l mestier nomnan mestiere, non è necessario
d’ome, si ·l vol trobar; specificare che è un
pueis ja no ·l cal nomnar 470 artigiano, poiché s’intende
que menestairal sia, sempre che il fabbro e il
c’om enten tota via carpentiere, il sarto e il
que ·l fabre o ·l fustier calzolaio, e i lavoratori
e ·l sartr’e ·l sabatier, manuali sono tutti in verità
[e] l’obrier manual 475 artigiani, e si comprende di
son tug menestairal che, se si menzionano i
per ver, segon ma fe, mestieri.
et enten hom de que, Che altrimenti non si
qui mentau los mestiers. sarebbe capito senza
Car no fora estiers 480 difficoltà, ed è ben noto a
ses afan entendut, tutti che ciascuno vuole
et es de tot saubut essere chiamato oltre che
c’usquecx se vol nomnar, con il nome di battesimo e il
part nom de bateiar cognome che ha, per il
e ·l sobrenom que a, 485 mestiere che fa, quando
per lo mestier que fa, vuole essere ben identificato.
can se vol far entendre. E non si deve obiettare, a
Et hom non deu contendre, mio parere, che non sia così,
so ·m pes, c’aisi no sia, tutti sono sempre artigiani.
e son tuch tota via 490 Non ho bisogno di spiegare
per ver menestairal. di più per trattare questa
Pus declarar no ·m cal questione.
D’aquestz ad est afar.

De pages vuelh parlar, Dei contadini voglio parlare,


que son pus bassas gens, 495 che sono il ceto più basso,
car son diversamens perché sono nominati in modi
apelatz per lor us: diversi secondo le loro
per laborar lo pus occupazioni abituali. La
cams e vinhas et ortz, maggior parte lavorando nei
cascus per son esfortz 500 campi, nelle vigne, negli orti,
d’aquestz es apelatz. ciascuno di essi è nominato
Li autre, de que ·m platz, secondo il suo lavoro. Gli altri,
son per lo bestiar e sono d’accordo, ricevono il
deforas governar loro nome speciale dal fatto
apelatz atressi, 505 che conducono il bestiame al
li un non enaisi pascolo; i nomi degli uni non
com l’autre, so sabem: sono come quelli degli altri, lo
assatz leu o podem sappiamo bene; lo possiamo
per lurs captenhs proar. bene dimostrare considerando
Ben auzetz apelar 510 le loro occupazioni. Udite
per tot laboradors, certo nominare dappertutto
boviers e fotjadors, lavoratori, bifolchi, sterratori,
podadors, ortolas, vignaioli, ortolani, i quali tutti
tug de cors e de mas in verità lavorano
laboran per vertat. 515 manualmente.
Atressi son nomnat Analogamente gli altri sono
li autre a prezen, nominati chiaramente secondo
segon lur regimen, la loro attività: pastori, o
o pastor o vaquier, guardiani di vacche o di cavalli
egatier o porquier, 520 o di porci; e ci sono ancora
e d’autres noms que ·i a: altri nomi che essi possono
cascus per so que fa portare. Ciascuno è nominato
es per dever nomnatz. giustamente per ciò che fa, ma
Atressi es vertatz è altresì vero che tutti sono
De totz que son pages; 525 contadini. Dunque sono
donc adordenat es regolati in modo semplice e
d’entendre ben e gen. chiaro.
E car diversamen E poiché odo chiamare i
aug pages apelar contadini in modi diversi a
si com sabon uzar 530 seconda dei loro lavori
per obras o per als; abituali o altre loro
e dels menestairals occupazioni, ed altrettanto
aug lo meteis semblan; accade per gli artigiani e per i
dels mercadiers que van mercanti, sia che viaggino o
o estan, atertal 535 che restino fissi (poiché dei
(mas dels borzes no ·m cal borghesi non m’interessa
aras parlar estiers), parlare oltre), e odo
et aug los cavaliers designare in modi diversi i
diversamen nomnar cavalieri e chiamare i chierici
e ·ls clergues apelar 540 con varie denominazioni,
com hom pot pus onran, come vi ho detto sopra,
los noms divarian, possibilmente le più
si vos ai dig desus, onorifiche, dico che il rango
dic que ·l devers e l’us e l’uso giustamente
son per dreg acorsat: 545 concorrono sì che nel genere
qu’en generalitat vi sono molte specie,
a trop d’especïals, cosicché ciascun genere, per
que cascus generals, qualche motivo (come nel
per alcuna razo caso di una regione si
(si com de regïo 550 distinguono le terre, le città,
terras, vilas e gens), e le genti) è opportunamente
e tot proprïamens distribuito mediante i nomi
es per dever nomnat. speciali.

Per que m’ai albirat Perciò ritengo che sarebbe


que fora covinen 555 conveniente
[…………………….] [………………..…………….]
de noms entre joglars: di nomi tra i giullari, perché
que non es benestars non è giusto che i migliori
car entr’els li melhor tra loro non abbiano nel
non an de nom honor 560 nome l’onore che hanno di
atressi com de fach. fatto.
Qu’ieu ne tenc a maltrag Ché mal sopporto che un
c’us homs senes saber uomo insipiente, di vile
ab sotil captener, condotta, purché conosca un
si de calqu’estrumen 565 poco uno strumento qualsiasi,
saub un pauc, a prezen se ne vada suonando
s’en ira el tocan chiedendo
per carrieiras, sercan
e queren c’om li do; in pubblico, per le strade, e
o autre, ses razo 570 mendicando doni; o che un
cantara per las plassas altro canti malamente per le
vilmen, et en gens bassas piazze e senza vergogna si
metra, queren, sa ponha, affatichi a elemosinare fra gente
en totas, ses vergonha, bassa di ogni specie, del paese o
privadas et estranhas; 575 straniere, per andarsene poi per
pueys ira ·s en tavernas, le taverne purché possa averne
ab sol qu’en puesc’aver, (di elemosine), e non osano
e non auzan parer comparire in nessuna corte di
en deguna cort bona. pregio.
Car hom aquels menssona 580 Sono chiamati giullari,
ses autre nom joglars, senz’altro nome, quelli di cui si
ni sels que trasgitars è detto, sia quelli che sogliono
es lor us, ses als far, fare giochi di prestigio, sia
ni cels que fan joglar quelli che esibiscono scimmie
cimis ni bavastels, 585 e marionette, ed altri ancora
ni d’autres, que capdels che non praticano attività
bos non lur es donatz. rispettabili.
Car per homes senatz, Perché la giulleria fu
sertz de calque saber, inventata per la prima volta
fon trobada per ver 590 da uomini intelligenti, forniti
de premier joglaria, di qualche talento, al fine di
per metre ·ls bos en via dare allegria e onore agli
d’alegrier e d’onor. uomini di valore.
L’estrumen an sabor Questi hanno piacere di
d’auzir d’aquel que sap, 595 ascoltare da colui che sa,
tocan, issir a cap, suonando perfettamente,
e donan alegrier; donare allegria; perciò quei
per que ·l pros de premier valenti vollero in origine avere
volgrom joglar aver, i giullari, e ancora ne hanno,
et enquer per dever 600 come è giusto, tutti i grandi
n’an tug li gran senhor. signori.
Pueis foron trobador In seguito vennero i trovatori
per bos faitz recontar per raccontare cantando le
chantan, e per lauzar belle imprese e lodare i prodi
los pros et enardir 605 ed incitarli a nobili azioni:
en bos faitz: car chauzir perché colui che non le
los sap tal que no ·ls fa, compie né è tenuto a
ni jes dever non a compierle, sa distinguerle e
del far, tal los ensenha; insegnarle, per cui io non
per qu’ieu, que qu’en avenha, 610 posso astenermi dal parlarne,
no ·m puesc tener del dir. checché succeda.
Aisi, a mon albir, Così, a mio parere, ebbe
comenset joglaria, inizio la giulleria, e ciascuno
e cadaus vivia viveva piacevolmente tra i
de plazer entre ·ls pros. 615 grandi.

Mas er es tal sazos, Ma al presente, e già da lungo


et es lonc temps avuda, tempo, si è fatta avanti una
c’una gens s’es moguda sorta di persone senza alcun
ses sen e ses saber talento né sapere
de far, de dir plazer 620
e senes conoisensa, né intelligenza per fare o dire
que prendo captenensa cose piacevoli, le quali
de cantar, de trobar s’impacciano di cantare, di
o d’esturmens tocar comporre versi, di suonare
o d’als, ses tot dever, 625 strumenti o altro, senza criterio,
ab que puesca[n] querer, purché possano chiedere (un
per enveia dels bos. compenso) ad emulazione dei
E son tantost gilos veri artisti. E subito sono
can vezo ·ls bos onrar invidiosi quando li vedono
als pros, e van afar 630 onorare dai prodi, ed
mantenen de maldir; alimentano la maldicenza;
e no ·s degra sofrir questo non si dovrebbe
per ren, a mon semblan, sopportare affatto, io credo,
e vey que hom los blan invece vedo che li si tiene in
e ·ls tem may que ·ls senatz. 635 considerazione e li si teme di
E pueis, cant es baisatz più dei poeti assennati. Inoltre,
lo noms de joglaria dal momento che il nome di
d’onor, que no ·y solia giulleria non è più onorato, ché
caber aquela gens, tal genere di genti prima non ne
es me greu dels sabens 640 faceva parte, mi rincresce che i
trobador[s], car clamat trovatori sapienti non abbiano
non an el temps passat reclamato nel tempo passato ciò
so qu’er m’aven a dir: che ora io propongo: fare
que fesson devezir ordinare da colui a cui questo
a cui que mielhs taisses 645 dovere spettasse, in modo che
que cascus nom n’ages ciascuno avesse un nome
per so que saupra far, corrispondente a ciò che sa fare,
e tuch fosson joglar e che tutti fossero giullari
en esser general quanto al genere, nel caso che
per sol un fag a far, 650 praticassero una sola attività e
si pus non y agues, non altro, come è il caso dei
si com es de borgues. borghesi.
Mas no ·s deu comparar, Ma tale comparazione non si
car borzes d’un fag far deve fare perché i borghesi
e d’una captenensa 655 sono tenuti ad avere
son tengut sen falhensa, sicuramente una sola attività e
sol qu’en aian poder, una sola condotta di vita,
(co vos ai dig per ver, purchè ne abbiano la possibilità
sie ·us soven, autra vez) (come in verità vi ho già detto,
e joglars trobaretz 660 se ve ne ricordate), mentre tra i
de tantas de manieiras giullari troverete molti tipi
bona[s] e meiansieras, diversi, i buoni, i mediocri, i vili
e vils e malestans, e disdicevoli, da cui deriva ai
que as melhors es dans migliori un danno ed una
et anta e vergonha 665 vergogna tali che ognuno si
tals que cascus se lonha, allontana, quando può, dalla
can pot, d’entr’els estar: loro compagnia. Poiché odo
car tantost apelar designare con il medesimo
aug joglar vil co bon, nome il giullare vile e il giullare
e no ·i es per razon 670 di valore, e ciò non è giusto, in
fag, car cascus non a quanto ciascuno di loro non ha
nom per aco que fa il nome per ciò che fa per
per vieur’entre las gens. vivere nel mondo.
Mas a mi es parvens Ma io ritengo che voi, re
que vos, senher reys bos, 675 valente, siete tanto ricco di
es tan ben tan poderos pregio, potere, intelligenza e
de pretz e de poder, sapienza, da poter compiere
de sen e de saber, quanto propongo.
qu’o podretz acabar.
Et a vos tanh a far, 680 E ciò spetta proprio a voi, se
si tanh a rey que sia, spetta a un re di questo
car tostemps joglaria mondo, poiché sempre
e sabers an trobat giulleria e sapienza hanno
en Castela, ab grat, trovato in Castiglia buona
captenh e noirimen, 685 accoglienza, protezione e
do et emendamen generoso profitto e potente
mais, e cosselh cabal, soccorso, più che in alcuna
qu’en lunha cort rial corte reale o altra esistente;
ni en autra que sia; voi, signore, ancora oggi ciò
e vos huey en est dia, 690 mantenete, per cui vi viene
senher, o mantenetz, fama così come tutte le
per que lauzor n’avetz vostre buone azioni, caro
co ·us avetz de totz bes. signore, poiché ve ne è dato
cars senhers, pus que·us n’es il potere (siete stato tanto
per ver [lo] poder datz, 695 bene battezzato!), per la
(es tan jent bateiatz) grande necessità che ce ne
per l’obs gran que ·y auria, sarebbe, perché poi si
car hom pueis entendria capirebbero subito le
de cascu so saber, capacità di ciascuno, purché
ab que ·us vengu’a plazer 700 ciò vi faccia piacere e lo
e ·us paresca de far. riteniate opportuno.
Qu’er no pot hom triar Perché ora non si può
per lo nom ni chauzir distinguere né separare i
de joglars, ses als dir giullari per mezzo del nome,
que sabon far, breumen, 705 senza dire brevemente ciò
car tug generalmen che sanno fare, perché tutti
son joglar apelat; in generale sono chiamati
e si es declarat giullari; e così come si è
com es del[s] menestiers spiegato riguardo agli
e dels autres, leugiers 710 artigiani e agli altri, è facile
es lurs captenh d’entendre. intendere la loro attività.
E sie ·us voletz deffendre E se volete obiettare che
que grans enueitz seria sarebbe grande fastidio se si
si de totz se fazia desse a tutti, separatamente,
per noms devizimens, 715 un nome, vi prego in
prec vos proprïamens particolare per coloro che
de sels que an saber conoscono l’arte certa e vera
de trobar sert e ver, della poesia, che fanno vers e
e fan vers e cansos canzoni ed altre belle poesie,
e d’autres trobars bos 720 che dureranno sempre per il
per profeitz e per sens profitto e per il sensato
e per ensenhamens insegnamento che da esse si
durables per tostemps, può trarre, affinché non
que non sia[n] essemps abbiano il nome in comune
ab los joglars nomnat: 725 con i giullari:
datz lur nom per vertat date loro un nome che vi
que ·us semble de dever. sembri veramente conveniente.
Car be podetz saber, Poiché ben sapete, nobile re di
nobles reys castelas, Castiglia, che la loro arte ha
que lurs faitz es sertas 730 più valore di quella di tutti gli
pus que dels autres totz, altri, che non vale una noce, se
que no val una notz, ben considerate, l’attività e
si be ·us o cociratz, l’intrattenimento di coloro che
lurs faitz ni lur solatz suonano gli strumenti o fanno
de sels dels esturmens, 735 imitazioni e di molti altri, e
dels contrafazemens soltanto quando li si vede e li
ni d’autres de granre si ode.
mas tant cant hom los ve Ma di quelli che fanno belle
e ·ls au tan solamen. poesie con arte e senno, si
Mas dels sabens ab sen 740 ricordano le belle canzoni ed
que fan los bos trobars altro di valido che fanno; e per
rete hom lurs cantars il piacere e l’insegnamento che
e als de ben que fan; danno, esse valgono
e val pueis atertan, altrettanto come se i poeti
per solatz e per sen, 745 fossero presenti, benché siano
co se ·i eran presen, morti.
ab tot que sian mort.

Donc aquilh prenon tort Dunque questi subiscono un


car autre nom non an, torto perché non hanno un
e car cabalmen van 750 nome diverso, mentre
ab joglars d’onramens frequentano dignitosamente
entre las bonas gens, l’alta società; e ciò non
que no ·s deuria far, dovrebbe essere, perché Dio li
car Dieus los vol onrar vuole onorare in questo
el mon de tal saber 755 mondo di tale sapienza che
c’om no ·l poiria aver non potrebbe avere da nessun
per ren d’ome carnal. uomo di carne.
Et en toz sabers val In tutti gli altri saperi vale
autres bona doctri[na], una solida istruzione, ma se
mas si Dieus non [..]na 760 Dio non predispone l’uomo
home en comensar dall’inizio all’arte della
al saber de trobar, poesia, questi mai più la
ja nulh temps no l’aura. possiederà.
Vers es ben que, pus a È certamente vero che l’uomo,
en si l’entendemen, 765 poiché ne ha in sé la capacità,
que pot melhuramen può migliorare con
hom, ensenhan, donar, l’insegnamento, ma non
mas per ren comensar potrebbe affatto cominciare da
per home no ·s poiria. sé.
E si gardatz clersia 770 E se guardate al sapere dei
e toz autres sabers, chierici e di tutte le altre
ad homes n’es poders scienze, agli uomini è data la
datz de tot ensenhar, possibilità di insegnarle
e ·ls vezem comensar compiutamente, e li vediamo
totz homs e ·ls aprendens 775 tutti iniziare e apprendere dai
per los homes sabens dotti che insegnano il proprio
dels sabers essenhan. sapere.
Donc avantatje gran Quindi il «saber de trobar» è
n’a sabers de trobar, un grande privilegio, per cui si
per c’om degra onrar 780 dovrebbero onorare coloro
cels que l’an fermamen, che la possiedono
vas que captenemen perfettamente, considerato il
saubran en cortz aver; contegno che sapranno tenere
qu’ie ·n vey ab gran saber nelle corti; perché io ve ne
c’an vil captenemen, 785 vedo di molto sapienti che
et a n’i que an sen hanno vile condotta, ed altri
ab petit de saber, ve ne sono bene educati ma di
e per bon captener scarsa sapienza, e sono graditi
son grazit et amat. ed amati per il loro buon
Mas silh c’an acabat 790 comportamento. Ma quelli che
saber e bon captenh hanno insieme perfetto sapere
e vivon ses mal genh, e dignitosa condotta e vivono
degra hom pus onrar; senza malvagità, dovrebbero
pero re non vey far, essere onorati di più; ma non
ans qui pus es arditz 795 vedo far niente, anzi chi è più
de querr’e pus formitz sfacciato nel chiedere vive più
vieu ara cortz seguen, ricco nelle corti, perché non si
c’om non a chauzimen ha riguardo per gli uomini
sol d’ome vergonhos. timidi.

Per qu’ieu vos prec, reys bos, 800 Perciò vi prego, re valente, di
c’aiso devezïatz provvedere al fine che il
si qu’en sia onratz sapere sia debitamente
sabers a son dever, onorato, che per questo
car per aquest saber sapere devono essere onorati
deu hom aver honor, 805 quelli che lo possiedono e più
cilh que l’an, e maior ancora chi meglio lo sa
qui mielhs [lo] sap uzar: impiegare: vogliate dunque
per que vulhatz triar scegliere per i migliori un
al mielhs nom per razo. nome conveniente.
Car mant trobador so 810 Esistono molti trovatori in
de diverses trobars vari generi poetici ai quali non
a qui non tanh onrars, spetta onore, perché ciò che
car lur fag no so sert, fanno non ha valore, in quanto
que l’un tenon apert gli uni impiegano la loro arte
lurs sabers en dir mal, 815 nella maldicenza, gli altri
l’autre fan senes sal compongono cobbole,
coblas, sirventes, dansas, sirventesi e danze insipidi, con
ab [que] cuian honransas cui pensano di procurare
penre per lur trobar. onore al loro poetare.
E no ·us devetz pessar 820 E non dovete assolutamente
a lunh for, reys onratz, pensare, re onorato, che io mi
qu’ie ·m sia esforsatz sia dato da fare per loro
per lor de so c’auzetz: quanto a ciò che udite:
solamen entendetz vogliate ritenere che ve lo dico
que ·us o dic dels sabens, 825 soltanto per quei sapienti in
un sabers es e sens, cui la scienza è unita al senno,
e vers e cansos fan e fanno vers e canzoni come si
de razo, e riman deve e begli insegnamenti in
fan bels ensenhamens. versi.
Car d’aquels solamens 830 Ché soltanto per quelli che
que an saber onrat possiedono onorata sapienza e
e fan d’actoritat compongono esemplarmente
lurs trobars fis e bos poesie raffinate e perfette, vi
vos prec, reys autoros, prego, potente re, quanto a ciò
de so que ·us ai preguat. 835 che vi ho esposto.
E s’ie ·us ai enuiat E se vi ho annoiato perché a
car tant o ai tengut, lungo ho insistito, avete ben
ben avetz entendut capito che la ragione mi ha
que forsat m’a razos, forzato, dunque perdonate, di
donc perdonatz me vos 840 grazia, questo fastidio.
est enueg per merce.
E si aiso ·s cove E se ciò ritenete di fare e vi
de far a vos e ·us plaz, piace, mai persona del mio
anc no fon tan onratz ceto sarà stata tanto onorata
le meu pars per senhor; 845 da un signore, e Dio vi dia
e Dieus don vos honor onore e vita piacevole, e vi
e vida ab plazer, accresca in potenza, senno e
e ·us cresca de poder, gratitudine, e vi dia la
de sen e de bon grat, volontà di fare ciò che vi ho
e ·us done voluntat 850 proposto.
de so que dig vos ai. Ché se questo non si fa,
Car si no ·s fai, jamai ritengo di non essere mai più
no cug esser joglars, un giullare, tanto il mondo mi
tan m’es le mons amars, è amaro, perché comprende
car y cap aitals gens 855 tali persone che nessun
que lunhs avansamens progresso è dato di avere nella
no ·I es datz a saber denominazione dell’arte
de trobar sert e ver perfetta di far poesia.
de nom, don ai pezansa, Ciò mi affligge e mi tormenta
e ·n sofri malenansa 864 tanto da tenermi lontano da
tal que d’onor m’esquiva: onore: penserò quindi di
donc pessarai co viva vivere in qualche modo
estiers en calque guiza. altrimenti.
Declaratio que ·l senher rei n’Anfos de Castela fe per la Dichiarazione che il signor re Don Alfonso di Castiglia
suplicatio que Guiraut Riquier fe per lo nom de joglar fece per la supplica che Guiraut Riquier fece per la
l’an MCCLXXV. denominazione dei giullari nell’anno 1275.

Si tot s’es grans afans Benché sia molto gravoso per


als homes malanans le persone preoccupate parlare
d’autrus afars parlar, di faccende altrui, colui a cui
qui honor ten en car preme l’onore e possiede
et a sen e saber 5 senno e sapere uniti a grande
ab esforsat poder, potere, deve portare avanti le
deu los seus enantir proprie e talvolta prendersi
e ·s deu penre albir cura di quelle degli altri,
dels autrus per sazos, specialmente di quelle di
e mielhs del[s]pus curos. 10 coloro che più ne hanno
E qui loc te maior, bisogno. E chi appartiene ad
si vol aver honor, un rango più alto, è ancor più
es ne de mais tengut, obbligato a farlo, se vuole
car non deu esperdutz essere onorato, perché non
estar per grans afars. 15 deve lasciarsi turbare dai
E nos, a qui pesars grandi affari. E noi, che tanti
de motz afars es datz, affari preoccupano, abbiamo
avem voler assatz forte volontà di fare quanto è
que al nostre dever in nostro potere nell’ambito
fassam nostre poder. 20 del nostro dovere.

El nom del ver Dieu paire La maior razo Nel nome del vero Dio padre
e del Fil, que de maire che nacque da madre sempre
verge nasc ses oblit, vergine, e dello Spirito Santo,
e del Sant Esperit, che sono una vera unità,
qu’es vers en unitat, 25 nell’anno 1275 della natività di
l’an la nativitat Cristo, alla fine del mese di
de Crist M e CC giugno, noi Alfonso, per la
LXXV correns, grazia di Dio e per sua volontà
el mes de junh issen, re regnante di Castiglia, e re da
per bon entendemen, 30 cui sono retti Toledo e Léon,
car non forsa razos, Galizia e il nobile regno di
requist dizem Amfos, Siviglia, di Cordova, di Murcia,
per gracia de Dieu d’Algarve e di Jaén; in risposta
e per lo plazer sieu alla supplica che ci presentò
reys regnans de Castela, 35 recentemente Guiraut Riquier,
e reys per que ·s capdela preoccupato per la
Toleta e Leos, denominazione dei giullari,
Gallisia e ·l bos bene appoggiando con molti
regne de Cibilia, argomenti il suo proposito,
de Cordoa, de Murcia, 40
d’Algarbe, de Geyan;
per so que soplecan
no mes denan l’autrier,
temens, Guiraut Riquier
per lo nom de joglars, 45
proan per mot[z] afars
ben son entendemen,
contra ·l defalhimen contro la deficienza di nomi
dels noms especïals, speciali, in quanto quello
car sols lo generals 50 generale è applicato a tutti e
es aprumatz a totz, così se ne appellano molti; ma
et hom apela ·n motz; non si dovrebbe, se si
que no ·s deuria far, comprende bene e
qui ben enten e clar chiaramente la sua supplica,
sa suplicatïon, 55 poiché egli ci mostra in modo
qu’el mostra per razon molto perspicuo e razionale,
tot clar so que ·y sofranh facile ad intendersi, così come
a nos, aisi co ·s tanh, conviene, ciò che in questo fa
gent e ben per entendre. difetto. Noi, benché crediamo
E nos, si tot repenre 60 che ce ne vorranno biasimare
crezem que no ·n volran molte persone che non sanno
mot que saber non an distinguere il bene dal male, e
per lonhar bes de mals, nonostante altri e più pressanti
et avem afars als affari di cui occuparsi,
de que ·m deu mais caler, 65 vogliamo dare disposizioni per
segon nostre saber alcuni di loro, secondo la
volem n’azordenar nostra competenza, perché la
d’alcus, car a nos par questione ci appare degna e
pro razos ab vertat. veritiera.

Guiraut nos a mostrat 70 Guiraut ci ha mostrato molto


d’aiso l’entendemen brevemente e in modo chiaro
pro breu e claramen il senso della questione, ed ha
et proat, don mais val, provato, il che più importa,
per tot lo general che nel mondo cristiano in
dels crestias del mon 75 generale vi sono sei classi:
VI manieiras ne son: chierici e cavalieri, borghesi e
clergue e cavayer, mercanti, artigiani e
borzes e mercadier, contadini.
menestral e pages. Di ciascuno di questi tutto è
De cascun d’aquestz es 80 reso chiaro, oltre il genere,
part generalitat, dai nomi speciali, così come
per cognoms declarat si conviene, e ai giullari
tot aisi co ·s cove; spetta bene qualche
et als joglats tanh be specificazione, perché trovo
calsque declaramens, 85 tra loro tipi diversi più che in
car pus qu’entr’autras gens altre classi.
truep entr’els de manieiras. E ve ne sono di futili, che
Et a n’i de leugieiras, non si devono designare con
que hom non deu nomnar il nome di giullari perché
per lo nom de joglar, 90 vivono molto bassamente,
car mot vivon vilmen; ma, egualmente, ve ne sono
et a n’i issamen altri che per la loro lodevole
que devon, per saber competenza dovrebbero
honrat que an, aver avere un altro nome, oltre
autre nom, part joglars: 95 quello di giullari: questo da
qu’en esser es pro clars un’indicazione molto chiara
a totz generalmens, del loro stato in genere, ma
mas especïalmens, nella specie noi riconosciamo
qui tal lezer n’avia, che, se fosse possibile,
conoissem c’om deuria 100 si dovrebbero precisare i tipi,
las manieiras nomnar, ciascuno con un nome tanto
cascun’ab nom tan clar chiaro da essere inteso senza
que s’entendes ses als, più, come succede per gli
com dels menestaira[l]s artigiani e le altre classi.
e de las autras gens. 105
Mas afars pus calens Però affari più urgenti ci
nos o faran breviar, faranno abbreviare questo
mas no tan que bastar discorso, ma non tanto che
non puesca per razo non sia sufficiente, secondo
a la entencïo 110 ragione, allo scopo per cui ci
de so per que ·n movem. muoviamo.
Pero assatz crezem Tuttavia crediamo che
que tart er costumat quanto da noi disposto
si com adordenat tarderà ad essere accettato da
per nos, per totas gens; 115 tutti, ma almeno quelli che
per aquilh al mens sono nostri sudditi e molte
que ·s destrenho per nos persone valenti e accorte
e granre d’omes bos, l’osserveranno, dopo che
discretz, o servaran, avranno compreso che la
pus entendut auran 120 ragione lo impone; ché noi
que razos o fa far: vogliamo parlare soltanto a
car per aquels parlar quelli ai quali piace il pregio
ne volem solamen ed ogni azione guidata dalla
a cuy pretz es plazen ragione.
et totz faitz ab razo. 125

Et si trobam que fo Troviamo infatti che è stato


autra vetz declarat, già dimostrato che, secondo
segon proprïetat il termine proprio latino, se
de lati, qui l’enten, lo si comprende, tutti gli
car tug li esturmen 130 strumenti sono chiamati
instrumenta dig so; instrumenta; e dunque, se si
et donc qui ·l nom espo vuole spiegare il nome dei
de joglars d’esturmens, giullari di strumenti, da
d’aqui es dissendens, quello questo deriva, e sono
e son istrïones; 135 chiamati istriones; e tutti i
e son inventores trovatori sono inventores.
dig tug li trobador.
E tug li tumbador E tutti quelli che fanno salti
en las cordas tirans sulle corde tese o su pietre
o en peiras sautans 140 mobili sono ioculatores: da
son ioculatores: questa denominazione è
d’aquest nom es l’engres venuto l’odioso nome di
noms vengutz de joglars giullari a coloro che amano
a sels cui plai anars andare per le corti e per il
per cortz e per lo mon; 145 mondo; ma gli uni come gli
mais aitan ben ne son altri sono chiamati con lo
l’un com l’autre nomnat, stesso nome, e ciò è una
et es mal costumat, deplorevole usanza, se si
qui la vertat enten. intende il vero.
D’autres noms a prezen 150 Esistono ora in lingua
n’i a segon romans, volgare altri nomi
que ·ls homes, paucx o grans, che tutti gli uomini, pochi o
los sabon dreg nomnar, molti, sanno usare con
ab tot son dig joglar: proprietà, benché si chiamino
so son tragitador 155 (in generale) giullari:
o contrafazedor prestigiatori, imitatori, ed
e d’autres autressi. altri.
E car o an aisi E poiché la gente è abituata a
las gens uzat de dir, dir così, sarà molto difficile, a
segon de nostr’ a[lbir] 160 nostro parere, revocarne
er mot greu revocat. l’uso.
Pero adhordenat Ma ciò è molto bene
es pro ben en Espanha, ordinato in Spagna, e non
e no volem que ·s franha, vogliamo che si cambi, ma
mas diga ·s com se ditz, 165 che si dica come si dice,
c’assatz es ben partitz perché le attività di ciascuno
per cognoms lurs afars: sono ben distinte da nomi
hom apela «joglars» speciali: si chiamano joglars
totz cels dels esturmens, tutti quelli che suonano
e als contrafazens 170 strumenti, gli imitatori si
ditz hom «remedadors», chiamano remedadors, mentre i
e ditz als trobadors trovatori sono chiamati
«segriers» per totas cortz; segriers in tutte le corti;
et homes secx e sortz mentre gli uomini ciechi e
endreg de captenh bo, 175 sordi quanto a decoroso
que dizon ses razo contegno, che cantano senza
o fan lur vil saber criterio, e presentano
vilmen, ses tot dever, malamente il loro basso
per vias e per plassas, repertorio per vie e per
e que menon vils rassas 180 piazze frequentando vili
a deshonor viven, compagnie e vivendo in
ditz hom per vilzimen modo disonorevole, sono
«cazuros» ab vertat. chiamati cazuros per il loro
Aisi es acorsat degrado.
per Espanha de dir, 185 Così è corrente dire in
per que pot hom chauzir Spagna e così si può capire
als noms que sabon far. dai nomi ciò che sanno fare.
Pero tug son joglar Invece in Provenza sono tutti
apelat en Proensa, chiamati giullari, e questo a
e sembla nos falhensa 190 noi appare una grande
grans de tot lo lenguatje, deficienza della lingua nella
don mais son d’agradatje quale sono più gradevoli le
chansos ab bos trobars: canzoni e le belle poesie: è
mot es grans malestars, molto sconveniente che
car vil gens de vil vida 195 gente bassa di vile condotta
non es del nom partida non sia distinta dal nome con
per c’om apela ·l bos. cui si designano i valenti.

Per que cocelham nos Decidiamo quindi e


e dizem per razon ragionatamente affermiamo
que tug, sabent o non, 200 che tutti gli indegni, sapienti o
aunit, vilmen viven, no, che vivono vilmente, non
qu’en lunha cort valen devono presentarsi in alcuna
no ·s devon prezentar: corte di pregio:
co sels que fan sautar così quelli che fanno saltare
simis o bocx o cas, 205 scimmie, o caproni o cani, o
o que fan lurs jocx vas, che fanno i loro giochi
si com de bavastels, frivoli, come quello dei
o contrafan aucels, burattini, o imitano il canto
o tocan esturmens degli uccelli o suonano
o cantan entre gens 210 strumenti, o cantano per
bassas per pauc d’aver, pochi soldi tra bassa gente,
que non devon caber non devono avere il nome di
el nom de joglaria; giullari; e quelli che, pur
ni cels que de folia frequentando le corti,
fan, cortz seguen, semblan, 215 simulano la follia e non si
que vergonha non an vergognano di alcuna
de lunha deshonor, abiezione e non apprezzano
ni non lur a sabor ciò che è piacevole e buono,
lunhs faitz plazens ni bos, si chiamino «buffoni», come
hom los apel «bufos», 220 in Italia.
co fa en Lombardia.
E silh c’ap cortezia E quelli che sanno
et ab azaut saber comportarsi con cortesia e
se sabon captener con adeguata sapienza tra i
entre las ricas gens, 225 grandi, suonando strumenti
per tocar esturmens, o recitando novas composte
o per novas comtar da altri, o cantando vers e
d’autrui, o per cantar canzoni altrui, o altre
autrus vers e cansos, composizioni altrui ben fatte
o per autres faitz bos 230 e piacevoli all’ascolto,
e plazens per auzir, possono ben aver diritto al
podon ben possezir nome di giullari.
aquel nom de joglar.
Atressi pot nomnar Egualmente, se si preferisce,
qui ·s vol, cascus per si; 235 li si può nominare ciascuno
mas car es enaisi per sé, ma poiché è d’uso
de dir acostumat, corrente nominarli così,
sian «joglar» nomnat siano chiamati giullari, in
aquist, car per dever quanto a buon diritto
devon en cort caber 240 devono stare in corte e
et esser ben anan, vivere agiatamente, perché
car mot gran mestier an c’è gran bisogno di tali
en las cortz aital gens, persone nelle corti, dove
car motz recreamens portano molti generi
aportan e plazers. 245 d’intrattenimento e piaceri.
E sels on es sabers E quelli che sanno comporre
de trobar motz e sos, ad arte versi e melodie, la
d’aquels mostra razos ragione stessa mostra come
com los deu hom nomnar: li si deve chiamare: perché
car qui sap dansas far 250 chi sa fare danze e cobbole e
e coblas e baladas ballate ben composte, albe e
d’azaut maistreiadas, sirventesi, è giusto e
albas e sirventes, ragionevole che lo si chiami
gent e be razos es trovatore; e deve essere
c’om l’apel «trobador»; 255 onorato
e deu aver honor
per dreg mais de joglar, più del giullare, poiché un altro
c’us autre se pot far può farsi giullare eseguendo le
joglars ab so saber. sue composizioni.
Atressi per dever 260 Altrettanto giustamente
devon aver honor devono essere onorati, se si
per trobar li melhor, vuole render loro giustizia,
qui razo vol gardar, perché chi sa comporre
car qui sap cansos far canzoni e vers magistrali e
e vers d’aucturitat 265 novas gradevoli e begli
e novas de bon grat, insegnamenti, mostrando
de bels essenhamens, come si può distinguere, sol
mostran temporalmens che si voglia, il bene dal male
o espiritüal nelle cose temporali e
per c’om pot ben de mal, 270 spirituali, deve ricevere
sol se vol, elegir, onore nel mondo più degli
honor deu possezir altri trovatori, perché Dio
el mon, car Dieus la ·i fa, stesso glielo fa, se tiene una
si aital captenh a condotta conforme al suo
co s’atanh al saber 275 sapere; perché egli mostra
segon lo sieu poder, con arte eccellente la via
pus [qu’]autre trobador: dell’onore, della cortesia e
car la via d’onor, del dovere, illuminando bene
de grat e de dever ciò che è oscuro, e
mostra per bel saber, 280 difficilmente farebbe il
gen l’escur declaran, proprio danno che si fidasse
e faria son dan del tutto di lui. Dunque
tart, qui tot o crezia. coloro che possiedono la
Donc silh c’an maistria maestria della suprema arte
del sobiran trobar, 285 della poesia, appaiono periti in
sembla saubesso far tutto ciò che i trovatori fanno;
tot cant trobador fan, e quando hanno un buon
e can bon captenh an, comportamento e desiderano
par que son acabat frequentare le corti, è chiaro
al fach a que son dat, 290 che possiedono l’arte a cui si
cant volon cortz seguir; sono dedicati; quindi, a nostro
donc, segon nostr’albir, giudizio, non vediamo
no ·i vezem nul empag impedimento alcuno a che
que de nom e de fag non spetti loro onore di nome
non lur tanha onors. 295 e di fatto.
E dizem que ·ls melhors, E noi dichiariamo che i
que sabon essenhar migliori i quali, in vers e in
com se deu capdelar canzoni e negli altri
cortz e faitz cabalos componimenti che abbiamo
en vers et en cansos 300 nominati sopra, sanno
et en autres dictatz insegnare come si devono
c’avem desus nomnatz, condurre corti e azioni insigni,
deu hom per dreg dever li si deve nominare secondo
nomnar, e per saber, giustizia e per il loro sapere
don «doctor de trobar». 305 signori «dottori in poesia».
Doctors: car doctrinar Dottori: perché sanno bene
sabon ben, qui ·ls enten, insegnare ai trovatori
los trobadors ab sen intelligenti, se li si ascolta, a
per aver captenh bon. tenere una buona condotta.
Et aisi per razon 310 E così potrebbero giusta-
poiran los apelar mente chiamarli quelli che
cilh c’o volran servar; vorranno osservare quanto
et crezem c’o faran detto; e crediamo che ciò
li cert que saber an faranno le persone
o lur es d’agradatje, 315 intelligenti e colte, o coloro
al mens per lo lengatje che gradiranno farlo, almeno
que val mais a trobar. per la lingua che più vale
E tug cilh que joglar nell’arte della poesia. E tutti
eran lai apelat quelli che erano là chiamati
en generalitat, 320 genericamente giullari, sono
aizi son devezit così distinti e separati con i
per cognoms e partit. nomi speciali.

Et enquer o podem E possiamo ancora esporre


per nos, com dig avem, con chiarezza ciò che abbiamo
autra vetz explicar. 325 detto.
Cilh que fan lur afar Quelli che esercitano il loro
e per tot van vilmen, mestiere in modo indegno,
desvergonhadamen frequentando svergogna-
lurs esturmen tocan, tamente tutti gli ambienti,
als fazen o cantan 330 suonando strumenti o
per plassas e per vias, facendo altro o cantando
e de nueitz e de dias, per vie e per piazze, che di
vivon a deshonor, notte e di giorno vivono
c’an dezir e sabor con disonore, che hanno
de percasses menutz, 335 brama e piacere di minuti
e non es conogutz guadagni, e in loro non si
en lor sens ni bos grat[z], riconosce né senno né
ab que sian assatz grazia, benché abili in
sertz en calque saber, qualche cosa, per la loro
per lor vil captener 340 indecorosa condotta siano
sian nomnat «bufon»: chiamati «buffoni»: poiché
car a ren no so bon, non sono buoni a nulla, non
bon nom non lur cove. spetta loro un buon nome.
Et tug silh que de re E tutti coloro che sanno
d’azaut sabon uzar 345 trattare decorosamente
o d’esturmens tocar qualcosa, o suonare strumenti,
o de cantar o d’als o cantare o altro, in modo da
on befag es ben sals, poter avere successo, che
gent noirit e cortes, sono bene educati e cortesi e
qu’entre bonas gens es 350 hanno desiderio di
d’estar lurs volontatz, frequentare persone valenti e
cortz seguen, es assatz le corti, è facile dimostrare
razos leus per proar che a ragione siano chiamati
que sian dig «joglar» «giullari», diversamente dai
estiers dels trobadors. 355 trovatori.
So son aquel que ·l cors Quest’ultimi sono quelli che
sabon de faire coblas conoscono l’arte di fare
e de far dansas doblas cobbole e danze doppie,
e sirventes valens, sirventesi pregevoli, albe e
albas e partimens, 360 partimens, e comporre versi e
e trobar motz e sos, melodie,
que d’als lunhas sazos che nelle corti non si
en cortz no s’entremeton occupano mai d’altro che di
mas c’als valens trameton trasmettere o di comunicare
o dizon lur saber: 365 agli uomini di valore la loro
aquist per dreg dever arte: questi a buon diritto
sian dig «trobador». siano chiamati «trovatori».
E sian dig «doctor E si chiamino «dottori in
de trobar» li valen poesia» tutti quei valorosi che
c’ab saber et ab sen 370 fanno vers e canzoni ed altre
fan verses e cansos belle poesie utili gradevoli per
e d’autres trobars bos, i begli insegnamenti che
profichans e plazens contengono; così la loro
per bels ensenhamens: attività sarà chiaramente
et er lur faitz pro clars. 375 indicata.
Pero d’autres afars Ma altri affari ci costringono
aiso breviar nos fan ad abbreviare un poco, non di
un pauc, mas non de tan tanto però che non basti (al
que pro bastan non sia, nostro proposito). Farà grande
e er grans cortezia 380 cortesia chi vorrà esprimersi
qui o vol aisi dir, così; chè noi non potremo
car non poirem punir punire, né non ci sarà
[…………………………] ricompensa
ni merit non aura [………………………….…],
del dir, mas benestar. 385 ma sarà decoroso.
E sels Dieus qu’endressar E quel Dio, che può
pot totz bes, qu’es totz bos, indirizzare ogni bene, che è
endres aiso e nos tutto buono, diriga ciò e noi
en tot cant entendem stessi nelle nostre intenzioni
de ben far, si podem, 390 di far bene, se ci è possibile,
si qu’el n’aya lauzor affinché venga lode a Lui e a
e nos pro et honor; noi il vantaggio e l’onore.
e plassa ·l c’aisi sia. Così sia.
Amen.

Potrebbero piacerti anche