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DIZIONARIO ENGIGLOPEDICO
DELLA TEOLOGIA
DIZIONARIO ENCICLOPEDICO
DELLA TEOLOGIA
,
DELI. ABBATE
VOLUME VI.
MILANO
PRESSO CARLO TURATI TIPOGRAFO-LIBRAIO
Corso Francesco, n. 621
E25
Av
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TACODRUGITI o TASCODRUGITI. V.
cup a far raccolta dobie1.ioni contro la
storia sacra vuol fosse impossibite che gli MoNTANIsTI.
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TALHUD. Voceebraica che val dottri
TA
cagione che gli Ebrei ne usino pochis pi in publico fuorch scortato da guar
simo; nondimeno, essendo stato composto die e soldati armati; e spinse Pempiet
ne secoli vicini al tempo di Cristo e scritto
nel linguaggio altora tuttavia partato nella
Giudea, Ligliort, dotto inglese, esercitatis
simo nellPidioma ebraico, ne trasse di mol
te osservazioni che ponno servire alPin
e che i Giudei caraiti tengono in sommo sono incredibiti e perci falsi, e che vi
dispregio. , per dirta col dottor Pri tutta ragion di credere avergli it clero im
deaux, it Corano degli Ebrei; quivi attin putato bestemmie per vendicarsi di lui.
gono essi tutto tor sapere, credenza e re Hist. eccles., sec. XIi, pari. n, c. 5, S o.
Nol avvisiamo ci sia ogni ragione di cre
ligione. Come Puno zeppo dimposture
da Maometto spacciata per cose venute dal der Popposto. l." Egli pi ovvio it cre
cieto, cos nelPaltro si contengono mitle dere che un setiario ignorante e fanatico,
sciocchezze a cui assegnano gli Ebrei uno ebro de suoi felici successi, sia divenuto
empio ed insensato, che giudicar senza
rigine sovrumana.
lllaimonide, dolto giudeo spagnuoto del prova che it clero tutto della citt di
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suoi abitanti sono i pi in opposizione col detto it Pretegianni, senza che si sapesse
cristianesimo; P avversione alla vita se
dentaria, alla fatica, alPagricoltura, Pamor
del saccheggiare, la crudelt, le libidini
contro natura son vizii antichi quanUessi.
Se non che G. C., commandando di pre
dicar PI-lvangelio alle nazioni tutte quante,
non eccettu questa; e se difcitissima fosse dato ad altri kan o principi tartari
impresa it condurta ad abbracciar quella che aveano abbracciato it cristianesimo,
dottrina, it fatto chiari pi duna volta che giacch se ne fa ricordo alla met ancora
non impossibite.
Facendo la storia del nestorianismo, ab
biamo osservato come i partigiani di quel
Peresia, posti al bando dagli imperatori
di Costantinopoli nel secoto V, si ritiras
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mori Pa. 1226, non fu mai cristiano, non bert di professare e predicare la propria
si sa tampoco se avesse religione; ma si
ha per cosa certa che Zagatai, uno de suoi
gliuoli che tenne it regno di Samarcanda,
professava it cristianesimo. La. i241 e i
susseguenti uno sciame di Tartari gitttossi
a desolar PUngheria, la Potonia e la Rus
sia e penetr n nella Slesia. Il che in
dusse papa Innocenzo IV a mandare nel
m45 missionarii in Tartaria per procac
ciar dammansare la ferocia di que popo
li; e scelse a tal opera domenicani e fran
cescani. Lo storico che trascriviamo vuole
che i primi, per difetto di prudenza, sor
tissero cattivo esito, i secondi fosser me
La. 1256, to stesso llIangu-kan mand lui un arcivescovado nella citt di Cam
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nella Chiesa pi santi che salirono in fama ed erudizione. Avea egli piena cognizione
per numero e splendor di prodigii. Tali dalPantichit pagana. Le molte opere da
furono s. Gregorio di Neocesarea nel prin lui composte andarono pressoch tutte per
cipio del secoto lll , s. Leone di Catania dute: non ci rimane che un Discorso con
che comparve nelPVIlI, i ss. Francesco tro i pagani, (adversus Grwcos), scritto
di Paola, Francesco Saverio, ec.
pertinacia vale it far toro vedere che i getio di Taziano o degli encratili e con
mezzi onde impugnano i miracoli servon altri nomi ancora, fu posta nel novero de
pure agli increduli per combattere la ve vangeli apocri. Non si accagiona per
rit di quelli di G. C. V. MIRACoLI.
Pautore daver in essa citato e trascritto
TAVOLA DELLA LEGGE. V. Lecca.
falsi evangelii; onde piacque agli ortodos
TAZIANO. Scrittore ecclesiastico del Il si del pari che agli eretici. Teodoreto, che
secoto, dorigine assiro e nato in Mesopo ne avea trovato pi di dugento esemplari
tamia. Ebbe a maestro s. Giustino, alla cui nella sua diocesi, li tolse di mano ai fe
scuola apprese in Roma per parecchi anni deli e vi sostitu i quattro evangelii, per
la dottrina di Cristo. Morto quel santo mar ch Taziano vi avea soppresso tutti i te
tire, torn in patria e , privo della sua sti comprovanti che it Figliuoto di Dio
guida, adott una parte degli errori de nato di Davide secondo la carne. Fu cre
valentiniani, degli altri gnostici e de mar dutolunga pezza che quesPopera non sus
cioniti. accusato da padri della Chiesa sistesse pi; quella inserta nella Biblio
d avere insegnato, come lllarcione, es
servi due principii di tutte le cose, Puno
sommamente buono, Paltro, ch creator
del mondo, cagione di tutti i mali. Que
sto diceva essere stato autore del vecchio
Testamento, it nuovo esser lavoro del Dio
buono. Condannava Puso del matrimonio
della carne e del vino, perocch aveali
per produzioni del principio malvagio. As
seriva, come i doceti, avere it Figliuol di
Dio assunto solamente le apparenze della
carne; negava la futura risurrezione e
che Adamo fosse salvo. Voleva si facesse
aspro governo del corpo e si passasse la
vita in perfetta continenza. Questa rigida
morale sedusse non pochi: i suoi disce
poli ebbero it nome di encratili o conti
nenti, idroparasti o acquariani perch so
lamente acqua offerivano ne santi miste
ri; lazianisti dal tor capo, apostolici,
apolattici, ec. V. tutte queste voci.
Tutti gli antichi consentono in dire Ta
ziano fornito di assai ingegno, etoquenza
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Mos ed Omero, e prova colla storia pro enim ex una face multi ignes accendun
fana che it primo precedette di lunga et tur, nec lamen prima: facis, ob plnres
it secondo. Chi ravvisar pu a cotali tratti accensas faces, lux imminuilunsic Ver
la tosoa degli orientali e de gnostici? bum cx Patris potentia prodiens genilo
2. Taziano, prosegue it Bruchero, in rem Verbi expertem non fecil. Nam et
segn it sistema delle emanazioni, val dire ego loquor, et vos audilis, nec propter
esser la materia e gli spiriti usciti da Dio transmissionem scrmonis ego qui alto
per emanazione e non per creazione; dom quor sermone vacuus o , sed, vocem
meam proferens, lnateriam in vobis inor
ma favorito degli orientali.
Si ha la prova del contrario nella profes nalam ornare instiluo. Et quemadmo
sion di fede fatta dalPautore, dicendo egli dum Verbum in principio genilnm vi
daver creduto ai libri barbari per la chia cissim mundum nostrum genuil, cum
rezza colla quale spiegano Porigine del ipsum sibi matcriam prodnxisset, sic ego
Puniverso: or gli scrittori sacri non in quoque, ad imilationem Verbi regene
segnano altrimenti le emanazioni, bens la ratus et verilatis illustratus cognilio
creazione; v. questa v. Pi, alPart. Gno ne, lnalcriw mihi cognalw confusionem
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che Giove.
A n di screditare ogni specie di reli
gione e di nozione della Divinit, gli in
creduli ne accusano quali imitatori delle
ridicolaggini de pagani. Dicono che sup
porre in Dio intelletto, cognizioni, vo
tont, disegni. attribuirgli la sapienza, la
causa n principio, giacch egli stesso dio credettero soggetto alle leggi del de
principio e causa degli esseri tutti, che stino e circoscritto nelle sue operazioni
non pu adunque esser circoscritto in ve dai difetti irretormabiti della materia. Han
runo de suoi attributi, perocch nessuno quindi attribuito a Dio soltanto una poten
ha conni senza una causa. Egli perci za limitatissima e no l credettero n li
eterno, immenso, innito, sommamente bero n independente; it qual errore ne
beato e perfetto in tutti i sensi e rispetti, trasse seco altri senza ne. V. CREAzioNE.
2." Nessun tosofo riconobbe espressa
esente da bisogni e debolezze, molto pi
da vizii e passioni. Duomo, per contrario, mente in Dio la prescienza o cognizione
ente creato, dipendente, che non ha nulla de futuri contingenti: non compreser tam
di suo, giacch ogni cosa ha ricevuto da poco chella potesse concitiarsi colla li
Dio, non possiede che qualit e facolt bert delle creature. Per la medesima ra
imperfettissime , perch fu in arbitrio di gione gli ebber negata la previdenza;
Dio il dargliele in quel grado che a lui lungi dal pensare che lddio soccupi a
piacque. Manifesto impertanto esser Dio governare it mondo, giudicarono che non
non pure un ente in innito superiore al si sia neppur preso la briga di fartto qual .
Puomo, ma duna natura altres da quella Giusta it pensar toro, questa doppia cura
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Appo i pagani non ci ebbero mai altri
catechismi clie le favole o i miti; presso
gli adoratori del vero lddio la storia san
ta, o scritta o tramandata a viva voce, fu
la lezione elementare di tutte le genera
zioni che voller darvi orecchio. Far dun
que non potea in verun modo che cades
sero nella teantropia de pagani quando
non avesser voluto deliberatamente acce
carsi.
ll dir che fanno i nostri avversarii es
sere it popoto presso gli Ebrei e i cristia
ni tuttavia rozzo e stupido qual presso gli
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TE
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sit la tinta delPindole di lui; Iddio gli fuvvi mai n pot esservi sulla terra re
parr buono o cattivo, giusto o ingiusto, ligion vera fuor della rivelata; che, senza
sapiente o capriccioso, secondo che sar rivelazione, nessun uomo avrebbe avuto
egli stesso allegro o melanconico, felice di Dio una vera e giusta idea; che, ove
od infelice, assennato o fanatico; la pre chiudansi gli occhi a questa luce, ciascun
tesa sua religione dee perci ben presto popoto, ciascun particolare formerassi in
tralignare in fanatismo e superstizione. fallibitmente della Divinit una nozione
2. ll teismo non pu a men di guastarsi; conforme al suo proprio carattere, a suoi
quinci provennero le pazze sette onde s costumi, alle passioni sue. Verit la que
infettato it genere umano. La religione dA sta confermata pur troppo dalla esperien
bramo era it puro teismo e fu corrotta da za; a riserva de patriarchi e degli Ebrei
Mos; Socrate fu teista, Platone suo di tor discendenti, le nazioni tutte della terra
scepoto mischi alle idee delmaestro quel furono politeiste edidolatre, e attribuirono
le degli Egizii e de Caldei, e i nuovi pla a toro dei i vizii delPumanitt. Ad anti
tonici furono veri fanatici. Da non pochi venire un tal traviamento, crasi lddio ma
fu G. C. tenuto qual semplice teista, mai nifestato a nostri genitori, avea tor fatto
dottori cristiani aggiunsero alla sua dot conoscere quel che , che avea fatto, che
trina le superstizioni giudaiche e it pla richiedeva da essi, it culto che prestar gli
tonismo. Maometto, combattendo it poli doveano. Se queste nozioni si cancellaro
teismo degli Arabi, volle ricondurti al tei no appo le pi delle antiche popolazioni,
smo dAbramo e dlsmaele; e Pistamismo non colpa di Dio, s degli uomini, i quali
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stare alla religione stabitita dalle leggi. sogni del corpo ed esercitare le facolt
un abuso di termini confondere it teismo
col politeismo. Abuso ancor maggiore chia
mar teismo la religione di G. (L, divin
maestro che, inviateci dal cieto per inse
gnare it culto di Dio in ispirito e verit,
formato a caso; alcuni avvisano la materia che sono di Cristo hanno crocissa la
esser omogenea, altri la vogliono etero loro carne co vizii e colle concupisecn
genea; in fatto di leggi, usanze, costumi ze. Gal. v, 24. Tal sorte aspettar si do
da questi si condanna ci che da quelli si veano, in mezzo a un mondo trascinato
approva. Il tiele, la malignit, la violen dalto sfrenato amor de piaceri, i discepoli
za, Podio che traspira datoro scritti dan dun Dio crocisso. Ma come non ascol
prova in toro di non molta toleranza: al lare un maestro che conferm le sue istru
torch arrivano a tanto di demenza da dire zioni col proprio esempio, ctie promisea
doversi a qualunque costo bandire dalPu discepoli dociti it sussidio della sua gra
niverso la funesta nozione di Dio ne fan zia e accertolli d un guiderdone eterno?
capire che cosa avremmo a temer da toro Con si fatti incoraggiamenti un Dio ha di
se fossero numerosi al segno di poterci ritto desiger dalPuomo virtudi che sem
dar legge.
brin vincere le forze delPumanit. Che in
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21
patamente disposti; falso, giacch it caso verit de fatti. llla falso che contendesse
unicamente li ebbe presentati.
Due rei sostenuti nel carcere, Pun dei
quali almeno era un tempiero apostata ,
furono i primi delatori, sperando d otte
22
TE
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u Sesto: se tanti furono i testimoni che Vienna che quanto prima dovea convo
deposero contro i tempieri, vebbe anco carsi. Qual conseguenza viene da tale d
non pochi testimoni stranieri in favor del fesa? Non altra se non che que settanta
iI
Pordine. n Abbiam gi notato che proba quattro templari erano innocenti, giacch
bitmente Pordine non era dapertuttto al
P egual maniera corrotto; ma le attesta
pevoli. Qual pi alla prova pu darsi, non verbale riferisce chegli confess formal
che dinnocenza, donoref n Non questa mente it primo articoto delle accuse, cio
altrimenti una prova; ch fur veduti pi it rtnegamento di G. C. interrogato di bel
d una volta rei a tutta evidenza convinti nuovo a Parigi i120 dicembre i500 e al
persistere in negare tor delitti no alla cuni giorni appresso, ritratt quella con
morte: una tale caparbiet non dee far fessione e accus i commissarii di falsi
maraviglia in persone empie ed incredule
dichiarate.
u Nono: settantaquattro tempieri non
accusati tentarono pigliar la difesa del
Vordine e non furono ascoltati. n Faisit
ria de tcmpieri, citata altrove dalPapo mi non poteano aver motivo di sorta; non
togista, riferisce che gli anzidetti difensori era intenzion del papa che si usasse su
delPordine furono uditi daeommissarii perchieria, nelle sue bolle di commissio
la prima volta it sabbato 14 marzo 15l0 ne raccommanda egli Pequit e Posser
e deputarono quattro di toro che partas vanza delle forme; n tampoco era inten
sero a nome di tutti. N solamente ven zione del re, eonciossiach consult egli it
nero ascoltati ma presentarono eziandio clero di Parigi, le universit, i partamenti
ricorsi e memoriali in iscritto, e si com e si condusse con tutte le possibiti precau
pitarono esattamente processi verbali di zioni: vedremo comegli non avesse duo
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neit processo. Queicommissarii furono tre dinato su tal particolare; non si oppose
cardinali, Parcivescovo di Sens, parecchi egli punto alla bolla colla quale it papa
vescovi e dottori, alla presenza de quali riservava a s it disporne. Quinci it Du
it gran maestro, it fratelto del Delno puys e it Baluzio deducono con ragione che
dAlvernia e gli altri due confessarono di gli storici che apposero a quel re Paver
bei nuovo i delitti onderano accusati; it tentato dappropriarsi i beni delempieri
perch, it i8 marzo i514, furono condan sono calunniatori. AlPultimo, Pautore stes
nati a perpetuo carcere. Fu rizzato un so costretto confessare che que beni fu
palco dinanzi alPatrio di Nostra Donna, ac ron dati ai cavalieri di Rodi, oggi cava
ciocch facessero tor confession publica, lieri di ltlalta,i quali aveano la medesima
e quiviidue primi la rittrattarono. Sapu destinazione de tempieri.
u lgnoro, prosegue egli, che vantaggio
tosi ci immantinenti dal re , raccolse it
suo consiglio, che condannolli ad essere ne venisse al papa... Non mi venne fatto
arsi vivi, e la sentenza venne eseguita la mai di sapere che cosa gli toccasse di quel
to spoglio. n La verit che non gli tocc
sera medesima.
in quella congiuntura, Fitippo it belto nulla e che nessuno scrittore degno di fede
non poteva operare per vendetta od al gli mosse accusa su questo punto. Le spese
tra passione: P ordine de templari era de processi tatti in cinque e sei anni in
stato soppresso e distrutto nel concitio diverse parti del regno contro i templari
generale di Vienna due anni prima; it re furono senza dubio immense; n potea av
TE
TE
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quella sanguinosa tragedia per appagare 7, a, ritevasi che Abramo eressc altari at
Pavarizia e it risentimento suo, Hist. eccl., Signore; to stesso avea fatto No alPuscir
sec. XIV, part. n, c. 5,8 lo, non reca delParca dopo it dituvio, vm, 2o: ci non
punto maraviglia; sibbene che un tosofo,
it quale dovea mostrarsi superiore ai pre
gindizii volgari, non abbia fatto altro che
trascrivere autori avversi e darsi per di
scepoto de protestanti. Ammise cgli stesso
che i tempieri viveano fastosamente come
sogliono i doviziosi e in mezzo alle sfre
nate lascivie consuete ai mititari; che Fi
lippo ebbe motivo di credere gli mancas
sero di fedelt e fomentassero sedizion
fra it popoto: non bastava questo ad au
torizzare quel regnante a chiedere e pro
cacciare fosse spento quelPordine, senza
che ci entrassero ragioni di vendetta e da
varizia ?
Egitto.
Nel c. iv del Genesi detto che Caino re di migliori, cosa gi fatta da altri dotti
primogenito dAdamo fabric una citt; prima di noi. Mm. (le Pacad. des in
poco dopo il dituvio partasi di Babittonia script., t. LXX, in i2..
Per prima prova reca egli in mezzo un
e dArach, dAchad, di Chalana, di Ninive
come di citt gi esistenti o non molto passo del Levitico, xxvi, 27 et seqq., nel
appresso fondate, x, 4o , u. Vi erano quale Iddio dice agli tsraeliti: Chc :8....
26
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TE
tempii. Oltrech, una minaccia la questa come dii le anime degli eroi, culto che non
di cosa che sarebbe avvenuta in processo antichissimo, e a rappresentarte con sta
di tempo, non un rimprovero di quel che tue che bisognava sottrarre agli insulti det
gi facevasi altora. Dicesi ivi stesso: Ri Paria. Mm. de Vacad. des lnscript.
Abbiam veduto sotto la v. TABERNACoLo
durr in soliludine le vostre cilt; ne
segue egli forse che gli Ebrei nei deserto come it profeta Amos rinfacciasse agli
Ebrei daver fatto nel deserto un taber
abitassero delle citt.
Per seconda prova dice che nel Deute nacoto ossia una tenda a Motoc dio degli
ronomio, xxxiiv, e, si fa menzione di Beth Ammoniti e de Moabiti; ma it tabernacoto
Peor o Beth-Phogor, la casa o it tempio consecrato al culto del vero Dio era gi
di Phogor. - Ma quando Giacobbe chiam costrutto. Non ci son prove che que due
Bethel o casa di Dio ii luogo dove avea popoli avessero altora tende simiti o tem
consecrato una pietra trattavasi egli dun pii per pratiearvi toro idolatria. La pre
tempio? Vero che nel i de Re, v, 2, varicazione degli lsraeliti poteva perci
pariasi del tempio di Dagone; ma erano consistere nelto aver fabricato per Motoc
altora trascorsi gi oltre quattrocenPanni
dalla costruzione dei tabernacoto. Nel me
desimo libro, i, 7 et e, it tabernacoto, che
ra un semplice padiglione,'e chiamato esso
pure la casa o it tempio del Signore.
La terza prova Passer1,ione degli scrit
tori profani che gli Egizii sieno stati i primi
TE
TE
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loro piacesse e non in un tempio destinato colla Scrittura. Questa maniera donorartto
al culto dei tor numi. Lo Spencero stesso torn accetta a Dio perch anatoga alla
fu costretto ad ammettere che moltissime vita errante e pastoreccia che menavasl
delle leggi cerimoniali di Mos avean per da que santi uomini. Ma se tal maniera
iscopo d interdire agli Ebrei le pratiche fosse stata la migliore e la pi conforme
usate appo i popoli adoratori degli idoli.
Nel mentre andava con tanta ditigenza in
vestigando neLibri Santi i luoghi che
sembrano favorire it suo sistema, ragion
volea che non intralasciasse quelli che gli
coloso e riprendevole? Cos vuote to Spen xxm, I et scqq., etc. Mm. de Vacad. Cre
cero; ed una delle ragioni che adduce derem noi che lddio volesse approvare
per provare che lddio non avea permesso una si fatta superstizione altorch com
gliene fosse eretto uno se non per indul mand ad Abramo di sacriticargli it tiglio
genza verso gli Ebrei, popoto tutto sensi. Isacco sur un monte e quando favell agli
La turba demoderni increduli gli le plau lsraeliti dalla vetta del Sinai? No certa
so e disse con lui che Puso di erger tem mente. Scelse lddio que luoghi di prefe
pi viene da uno stolto errore e aiuta ad renza perch non si potea vedere come in
alimentartto. u Gli uomini, dice un dei campagna aperta ci che vi accadeva. Ma
sta, hanno sbandito la Divinit din tra Mos proibi espressamente una tal prati
toro, ritegandola in un santuario: la vista ca agli lsraeliti, Levil.,xxvi, 5o, e ordin
della medesima circoscritta dalle pareti toro disttruggessero tutte quelle alture de
dun tempio, oltre it quale essa non esi gli idolatri, Num. xxxmi, 52; Deut. xn,
ste. lnsensati! distruggete cotesti recinti 2, etc. E quando in appresso gli Ebrei si
che impiccioliscono le vostre idee; allar fecer rei di quelPabnso ne furono biasi
gate lddio, vedeteto per tutto ovegli , mati dagli scrittori sacri. nn Reg. m, e, a,
ovvero dite che non . n Un altro vuole xn, 51, etc.
che it culto semplice che si presti a Dio
La pertanto cosa probabitissima che
iu faccia al cieto, sulPalto dun colle, riu una delle ragioni per le quali volle lddio si
scirebbe pi solenne che non entro un costruisse it tabernacoto fosse di convince
tempio, dove la possanza e grandezza sua re quel popoto non esser necessario anda
sembran chiuse fra quattro cotonne. Veg re in sulle montagne per avvicinarsi a Dio,
giamo quanta solidit si trovi in colali su e lui stesso degnarsi di venir vicino al suo
blimi pensieri.
popoto, rendendo la propria presenza sen
1." Cosa al sommo strana sarebbe che sibite nel tempio portatite eretto a suo
i popoli barbari i quali praticavano it cul onore. Onde quel che si piglia per sor
to divino sulle montagne o nelle pianure, gente derrore erane appunto un preser
al cospetto del cieto, avessero dato prova vativo. Falso adunque che gli uomini, fa
di pi senno che le nazioni incivitite, e bricando templi, abbian cacciato dal mez
che Pumana generazione si fosse mostrata zo di toro la Divinit; perocch, al con
fornita di pi sapere e tosoa nella sua trario, furon davviso fosse quelto un mez
infanzia che nelPet matura. Cotoro che zo dhvvicinarsete.
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TE
TE
quanti?
Pi: s. Paoto," 001'. vi, le, dice afe
deli che sono it tempio di Dio, ed applica
ronne, Paitare de profumi, le mense de toro quel che del tabernacoto e del tempio
pani di proposizione, Paltare su cui bru
ciavasi la carne delle vittime, nalmente
it candeliere doro, oggetti tutti che ram
mentavano agli Ebrei i miracoli e beneti
cii con che lddio avea favorito i padri to
ro; e le cerimonie del culto tendeano alto
stesso scopo: non poteva it popoto aver
gli adoratori del vero lddio. Mos, dopo pigliano a gridare contro ci che it com
fatto it tabernacoto, prosegue a dire agli
lsraeliti: Conosci..... e ripensa in cuor
tuo che il Signore medesimo egli Dio
lass in cielo e quaggi in terra, e non
ve n ha alcun altro. Deul. iv, 59. E Sa
tomone, terminato chebbe P edizio del
tempio, volse a Dio tra Paltre queste pa
role: E egli credibile che Dio abili vera
quanto meno quesla casa edicala da mc! messo si edicassero templi. Altra opi
m Reg. vni, 27. Noi sappiam benissimo nione delto Spencero questa. Quando si
che, non ostante si fatte lezioni, gli Ebrei, fosse ristretto a dire che lddio ha voluto
dalisi alPidolatria, pensarono soventi vol gli si ergessero templi a tin di provedere
te come i pagani e ne furon ripresi da ai bisogni degli uomini in generale, risve
Isaia, Lxvii, t, ma non ne consguita altri gliare e mantenere in toro sentimenti di
menti che tali false idee venisser toro sug religione ed anco rendere a medesimi pi
gerite dalP usare del tempio. Posciach gli agevole it suo culto, saremmo del suo pa
Ebrei, ignoranti non men depagani, abu rere. Ma che i tempii sien toro necessarii
savano egualmente del culto prestato a sol per la rozzezza e ignoranza toro in
Dio sulle montagne e di quelto tributato materia del vero culto, e sia quelto un ca
gli nel tempio, quale,domandiamo,di que priccio derivato dagli idolatri, non am
sti due culti tornava meglio eleggere?
melteremo giammai, perch cosa manife
s." lddio in Ezechiele cd altrove rim stamente falsa.
provera agli Ebrei schiavi in Babittonia le
Non ignoriamo che lddio non ha me
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sciach lddio quegli che cre Puomo con dee contenere, gliene addita it modelto
questo bisogno, s addiceva alla sapienza sul monte e gli commauda di conformarsi
e bont sua it provedervi dun modo con ad esso, ibid., ix, 4o. questa una mera
sentaneo alle diverse condizioni in cui tro permissione? Gli un commando for
vossi it genere umano. Ecco perch degni) male, ove pur non voglia dirsi quel rac
egli prescrivere pei patriarchi un culto do conto esser tutta invenzione di iltos. Sa
mestico e non sso a verun luogo; per gli iomone nella preghiera che volse a Dio
tsraeliti un culto nazionale e uniforme; nella dedicazione del tempio cosi sespri
pei cristiani, meglio istruiti, un culto uni me: 1l Signore disse a Davidde mio pa
versale e a popoli tutti commune. La , dre: Quando tu pensasti in cuor tuo di
senza dubio, una condeseeuiieuza per par edicare una. casa, al mio nome, ben fa.
gi che presso le nazioni ridotte a coltura il mio cuore saran ssi su questo luogo
oche i primi ne fabricasserc per toro com in ogni tempo, ix, s. Abbiam qui non una
modit pria davere mediante la spcrien permissioue,ma unapprovuzion manifesta
za conosciuto i comniodi della vita. A far se altra inni. Quando Satomone dice al Si
puntelto a un sogno cos incredibite , ci gnore: E egli adunque credibile che Dio
vorrebber prove dimostrative , e non ce abili veracemenle sopra la terra? gli
nha lampoeo di apparenti.
chiaro esser questa Pespressione dun sen
2." lfidea di fabricar lempii, di1-Degli, timento dammirazione, non una negazione
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in ridicoto i pagani che avvisavansi rin onde suol tributarsi ai re ed ai grandi della
chiudere la divina maest nel recinto dun terra. llcommun senso impertanto fu quel
edizio, quasi volessero sottrarta alle ln
giurie dellalmosfera o far credere chessa
non fosse dapertutto- Abbiamo gi rispo
sto che le pazze idee paganesche non han
uo a far nulla colla credenza degli Ebrei,
e che quindi la censura mossa ai primi
non pu ricader sui secondi. Se P error
de pagani fosse stato una conseguenza 1le
cessaria delPerezione de templi, lddio non
avrebbe commandato mai n permesso di
fabricarglienc uno. Daltro lato, se un tal
uso fosse prevenuto dalla ignoranza e roz
zezza degli uomini, gli Sciti, o Tartari che non vorrebbe ornamenti netempii
doggidi, avrebber dovuto avere maggior
copia di templi che veruna altra nazione.
Lo stesso dicasi de Germani e degli altri
popoli erranti.
6. Allegasi dalto Spencero un passo di
s. Gio. Crisostomo, nel quale it santo dice
avere lddio accordato un tempio agli Israe
come lui?
Amore ostinato di sistema trae questo pell it tempio, come gli Ebrei, la casa
critico a volgere in prova della sua opi di Dio. il luogo santo; dice Poro e gli al
nione la sontuosit del tabernacoto e del tri doni venir santicati dal tempio nel
tempio. A delta sua, era un abuso, n pu quale sono oferti, Mattth. xxiu, i7; non
imaginarsi altra ragione che it chiedesse condannava adunque la ricchezza di quel
dalPuso in fuori degli altri popoli e della Pedizio.
rozzezza degli Ebrei. E cosi la sentono i
s." Il divin maestro trov opportuna co
protestanti tutti, daccordo in questo co sa daccogliere gli stessi onori che rende
tosoti miscredenti: it che ne rimane ad vansi alle persone di pi ordine. Altorch
esaminare.
lllaria sorella di Lazaro versgli sul capo
V. Se la. magnicenza de templi sia un prezioso unguento, vebbe trasuoi di
un abuso. Sol Pirreligioso pu pensar di scepoli chi biasim quella profusione, di
tal guisa. Alla v. (Indro, abbiamo osser cendo meglio sarebbe stato it dispensare
vato che Puomo generalmente vuol essere it prezzo di quelPessenza a poveretti; ma
preso per la via de sensi , disposizione G. C. ne to sgrid, tod Patito di Maria ed
commune ai dotti e agli ignoranti, ai po afferm aver essa fatto unopera buona.
poli colti ed a selvaggi. Non si giugner Malth. xxvi, 7; Io. xu, 5. La impru
mai ad inspirare ul popoto un alto con denza it ripetere la poco ponderata cen
cetto della maest divina, ovei non vegga sura de discepoli del Salvatore, it biasimar
-; prestare omaggio a Dio con quella pompa quelliche usan di toro ricchezze in ador
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Itisp. Un fatto cessa desser verisimite leno conosciute nelle tenebre te tue mara
ove sia contradetto dalPautorit di pi viglie? dice Davide al Signore, ps. Lxxxvu,
scrittori ben informati e tra quali non pot l5. - s. Lignoranza: Gli uomini ama
aver luogo collusione. Gli Ebrei non aspet
tarono gi Pesito della guerra persiana per
metter mano ai lavori, e Giuliano non ne
avea fatta toro semplice promessa,giacch
avea incaricato Aiipio di badare a quelPim
presa, e it miracoto, come fu notato da Li
banio, avvenne prima che si sapesse la
morte di Giuliano. Non spetta a noi it giu
dicare in quali casi debba o no iddio iar
.',. Per la venuta dalcuno: Prope est ut ton le angosce, pi acuti i cordogli, pi
veniat tempus eius; cosi in Isaia. xiv, l.
4." Per la congiuntura ossia it momento
favorevole di fare alcuna cosa. Fino che
abbiam tempo, facciamo dei benea tutti.
Gai. vi, lo. - s." Guadagnar tempo, iu
Daniele, u, a, chieder ditazione, ma in
le it momento del suo castigo. 1. LApo del giovedi, venerdi e sabbato della setti
stoto chiama i tempi de seeoti andati que mana santa,-it quale suol cantarsi la vigitia
che precedettero la venuta di G. C.,Til. i, 2, di questi tre giorni sulla sera.
i quali son detti altresi da lui tempi di
TENEBRE IN MORTE Di G. C. V. Ec
cLIsse.
rizu.
vocaboto. l." A quella guisa che la luce tenlare nei libri del vecchio Testamento;
suole spesso indicare prosperit, le tene ma vuoi dire che egli mette tor virt alla
bre servono ad esprimere avversit ed ai
izione. Esth. vm, lo, xi, 8. - 2. Si
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merazione degli scolastici che credettero tro di essa tornare a maggior vantaggio e
potersi fare unopera moralmente buona merito della virt. Volle rassecurare le
senza la grazia, con un semplice concorso anime timide e scrupotose, che si credon
di Dio che d it movimento e Pazione alle ree perch tentate e si smarriscono dico
creature. n Anche questa sentenza non raggio nel cammino della virt,emostrare
veggiamo in che differenzisi dalle due pre con che armi si faccia fronte al tentatore,
cedenti; giacch non fu mai opinione de colP orazione cio, col digiuno, col medi
gli scolastici che un azione moralmente tare la parola di Dio. Egli (G. C.) dovette,
buona, fatta in tal modo, possa giovare dice s. Paoto, essere tolalmente simile ai
fratelli, afnch pontece divenisse mi
alla salute.
5. u Ce nha di quelli che hanno as sericordioso e fedele presso Dio, afnch
serito la necessit della grazia, vuoi per espiassc i peccati del popolo. Imperoceh
vincere le tentazioni tutte quante, vuoi dalVaver egli patila ed essere slato len
per evitare it peccato, vuoi per fare it lato egli pu altresi porger soccorso a
bene. , La lealt voleva si aggiugnesse coloro che sono tenlati... Non abbiam
esser questa la sentenza pi commune e noi un pontece it quale non possa aver
pressoch universale tra teotogi cattolici. compassione delle nostre inferinila, ma
Chiaro impertantto tutte queste opi similmente tenlato in tutto, tolto il pec
nioni risolversi in due, cio Pultima, che cato. Aecostiamoci adunque con ducia
quasi generale, e Paltra, adottata da al al trono di grazia, afn di ottenere mi
cuni scolastici, i quali credettero poter
Puomo colle sole sue forze naturali e con
certo aiuto di Dio, che riguardano sicco
me naturale, schivare alcune lievi tenta
zioni, osservare alcuni precetti faciti della
legge naturale, far qualche opere moral
mente buone ma che non ponno contri
lezze delPumanit, soggettarsi alle ingiurie, it soto che ne abbia partato, non fa
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tim le sue leggi. N tampoco siam noi ci delto Spencero sulla teocrazia degli
davviso che lddio in questo abbia avuto
riguardo alPuso degli altri popoli i quali
tenevano tor dei siccome re e adoravano
quai numi i proprii re trapassati: nessuno
di cotesti pretesi iddii era stato legistatore
della nazione che tributavagli omaggi n
avea fatto per essa quel che lddio a pro
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to, pot perci approvare la negativa dei S i5, dimostr come it pelagianesimo di
vescovo: l." perch era ingiusta cosa it Teodoro mopsuesteno sia manifesto, spe
fartto mallevadore deitPazione dun altro; cialmente nelPopera che dett contro un
2. perch i cristiani avrebber potuto ri certo Aram od Aramus, e che sotto un
manere scandalizati veggendoto rifar un tal nome, che signica siro, volesse in
tempio distrutto non per colpa sua, e dicar s. Girolamo, per aver questo padre
perch i nemici del cristianesimo ne avreb passato it pi di sua vita nella Palestina
ber menato trionfo. Una circostanza di pi e scritto tre diatogi contro Pelagio. Inol
o di meno basta a mutare onninamente la
natura dun fatto. A torto perci it Bayie
e la ciurma de miscredenti fecero tanto
scalpore su questo per far vedere a che
eccessi giugner soglia to zeto di religione
e per provare che i cristiani furono non
di rado gente sediziosa, degna di castigo,
e che i padri della Chiesa diedero talvol
ta di cattive lezioni di morale. Gli que
era stato condiscepoto ed amico di s. Gio. terale. Su ci ebbe di molte todi dal illo
Crisostomo e avea come lui abbracciata semio, Hist. eccles., sec. V, part. u, c. 5,
la vita monastica. Venutagli a uggia alcun S 5 e s, it quale d altretanto biasimo ai
tempo appresso, ripigli la cura degli af padri della Chiesa che si comportarono
fari del secoto e divis di accasarsi. il Cri diversamente. V. LLEGoRIA. Ma se della
sostomo, afitto di tale volubitit, gli scris bont dun metodo dee farsi giudizio dal
se due lettere commoventissime a lin di Pesito, quelto di Teodoro e degli imitatori
ricondurtto alla vita primiera. Son esse in suoi non fu sempre felice, perocch non
titolate Ad Theodorum lapsum e trovansi gli tolse di cadere in errori. Diede una
in principio del primo tomo delle opere del spiegazione del Cantico decantici al tutto
santo dottore. Non riuscirono infruttuose; profana, la quale scandaliz non poco i
ch Teodoro, arrendendosi alle calde ed suoi contemporanei; e interpretando i pro
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feti, torse it senso di parecchi testi che n geto, colui che avr bestemmiato contro
daltora erano stati applicati a G. C. e fa il gliuolo delfuolno otterr perdono;
voreggi P incredulit degli Ebrei. Tra i os, di pi, aggiugnere che avea rinegato
moderni fu mossa la stessa accusa al Gro
zio , e i sociniani in generale pur troppo
se la meritarono. ll dottor Lardner, che
diede una lista piuttosto lunga delle opere
di Teodoro mopsuesteno, ne riferisce un
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brano cavato dal costui Commenlario sul che, giusta i cronotogisti, tenne la sede ro
vangelo di s. Giovanni, brano non punto
favorevole alla divinit di G. C.: onde i
nesttoriani ammettevano questo domma sol
tanto in un senso al tutto improprio. V.NE
srom/misuo.
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sante verit.
apostoli insino a toro e spiegata dagli apo di Maometto: it perch i difensori del cri
stoli toro antecessori. Perch poi la pi stianesimo furono obligati entrare in tutte
parte di que santi uomini erau commen
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mandarti scontti.
Onde tratterebbesi l." di Dio in s stesso secoli Xl e Xll. Consisteva esso l. nel ri
e de suoi attributi, sia assoluti, sia rela
dri della Chiesa e volge in beffa it rispet vivere Pa. uon, tenuto it primo che
to che per essi noi abbiamo. insomma, abbia dato un sistema compiuto di teoto
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sainis pres, I, nni, c. 2o. Se questo fatto con arte in uno stite splendidoe seducente,
avesse duop0 di prova, potretitiesi confer
martto colPesempio di s. Gio. damasceno, it
quale compose un trattato di togica a n di
scaltrire i teotogi a discernere i soitsmi de
gli eretici e colPopinione del Barbeiracio, tro presumerst non aver fatto nulla pi
it qual fa s. Agostino padre della scolastica. che accozzar frasi. Se it lavoro impor
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ser questo uno stato facite da comprendere i protestanti riutano ogni altra prova, ci
e volersi averne fatto sperienza per for troviamo avere di che appagarti.
l.i G. C. dice nel Vangeto doversi con
marsene una giusta idea. Aggiugnesi non
doversi esso n cercare n desiderare n tinuamente pregare n stancarsene mai ,
compiacervisi, ch s fatta disposizione Luc. xvm, l. QuesPammonimento confer
condurrebbe a superbia e getterebbe nel m egli col proprio esempio, leggendosi
che passava le intere notti in orazione ,
Pitlusione.
Noi non dubitiam punto che lddio, per vi , l2. Quando dimor quaranta giorni e
rieompensare la virt e it fervore d cer quaranta notti nel deserto, presumiamo
te anime, la fedelt nel servirtto e la co impiegasse quel tempo principalmente nel
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notte antecedente alla sua passione, si ranno spiegazioni e sutterfugi per torcere
ritrasse, giusta suo costume, nelPorto e
sul monte degli ulivi, ricominciovvi insino
a tre volte la sua preghiera, sgrid gli
apostoli perch non potessero vegliar pur
un ora a pregare con lui. Matth. xxvi,
44; Luc. xxn, es. S. Paoto ripete ai fe
deli le lezioni del divin maestro, li esorta
a pregar dogni tempo, a moltiplicar toro
orazioni e dimande,a vegliare ed orare se
gnatamente con lo spirilo, Iiph. vi, 48, a
pregar senza intermissione, i Thess. v, t 7;
Rom. xn, H; ad aggiugnere atiPorazioni
le veglie e i ringraziamenti, Coloss. iv, a;
a, pregar giorno e notte, I Tim. v, s. E
quanto imponeva altrui praticava egli stes
so,i Thess. m, lo. N daltro modo favella
s. Pietro, l ep. iv, 7.
2. Quanto al modo di pregare, G. C.
ne insegna cercar la solitudine; a fartto ri
traevasi egli ne luoghi deserti,l.uc. v, lo,
andavasene sui monti, vi, ia,ix, 26; pre
xiv, i8.
4-" AlPorazione, secondo le Sacre Carte,
debbe andar compagno it digiuno; avver
timento del santo vecchio Tobia, xu, 8.
NelPEvangellio todasi Anna profetessa che
non usciva mai dal tempio e sesercitava
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na. Hist. christ., sec. ILS 55; Hist. eccles., cio che le tendenze della carne ci trasci
sec. Il, part. n, c. i, S i2. Tutte queste nano al peccato, e cita in tal proposito pi
imaginazioni abbiam confutato agli art.
ANAGoRETi, AsCETI, MoNACo, lltoaririe1ziouu,
PLAToNIsIIo, ec. Ridicoto assai it supporre
che it commun decristiani del ll e lll se
coto fossero dotti e toso imbevuti de
principii di Platone,dAmmonio e di Fittone,
e seguito abbian quelli a preferenza della
Scrittura: non rimaneva pi al Mosemio
che dire, come alcuni increduli, che G. C.
medesimo e it Battista suo precursore erano
preoccupati degli stessi errori e non avean
fatto altro che imitar gli esseni e i tera
peuti. Correndo it lll secoto vuoi che Ori
gene adottasse Popinione di quetoso
e la tenesse come la chiave di tutte le
verit rivelate e vi indagasse le ragioni
dogni dottrina; che imagiuasse, come Pla
tone, esser le anime state prodotte e aver
prevaricato prima dessere unite acorpi;
tale congiunzione essere stata per esse un
castigo; per farte ritornare e unirte a Dio,
volersi staccarte dalla carne e dalle incli
c. 2, S 15.
Nel secoto IV, stando alPopiniou sua ,
i fittoso eclettici o nuovi ptatonici della
scuola alessandrina coltivarono la teotogia
mistica sotto la denominazione di scienze
seerele. Un fanatico impostore, che prese
it nome di s. Dionigi areopagita, la ri
dusse in sistema e ne prescrisse le rego
le. Deptora qui it nostro critico nuovamen
te gli errori, le superstizioni, gli abusi che
questa pretesa scienza introdusse nel cri
stianesimo. Hist. eccl. , sec. IV, part. u,
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dAfrica, nelle Gallie e in Inghitterra. Ci per anco stati sedotti dalle itlusorio attrat
dire che nel secoto tX i latini non erano splendida luce della riforma, e ognun sa
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sec. I, part. i, c. 2, S i0, dice non trovar quel periodo e quanto rituttassero ad udir
nulla sia nella narrazion di Fittone sia nella
vita de terapeuti che vaglia indurtto a repu
tarti un ramo degli esseni,e poter eglino es
sere una setta particolare di Ebrei i pocon
driaci ed entusiasti. E probabite che non
abbia raffrontato ci che dice Fittone nel arti mecaniche e mestieri che facevasi
suo primo libro De vila contemplativa dagli esseni della Giudea, come attestano
con quanto scrisse nelPaltra sua opera che Fittone e Giuseppe; e it primo aggiugne
ha per titoto: Omnia probus liber; se che gli esseni, in generale, disdegnavauo
no, ci avrebbe visto come Pautore distin la tosoa, la togica, la sica e la meta
gua chiaramente gli esseni in due branche, sica, soltanto di Dio si occupavano e del
Puna di esseni pratici, Paltra desseni con Porigine di tutte le cose: ora la trovavan
templativi, chiamati terapeuti.
essi in Mos meglio che in qualsiasi altro
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tatori della terra, Gen. vi, ii; - 4. un
paese o una contrada in particolare, p. e.
Bettemme terra di Giuda; s. leggesi nel
PEsodo che le cavallette in Egitto divora
vano la terra, e si vuol dire i frulti,i pro
dotti di essa; o. it sepolcro, Iob x, 22;
- 7." la terra de viventi vale tatora la
Giudea, tal altra la sede o mansione de
beati; s. tutto la terra indica alcune vol
te la sola Giudea, come Luc. n, I, o it ro
mano impero unicamente, Act. xi, 28. Per
non aver posto mente a tali diverse signi
canze, i censori della Scrittura uscirono
spesso contro pi testi in obiezioni degne
di riso.
TERRA PROMESSA o SANTA. La Pa
lestina. Questo paese mut sovente di no
me, e Pestensione di esso vari in diversi
tempi secondo le rivoluzioni che vi ac
caddero. Venne da prima appellato terra.
o paese di Canaan per avervi posto toro
stanza i discendenti di quel nipote di No;
terra promessa o di promiasione, perch
lddio promise ad Abramo di darta alla di
scendenza di lui; terra dIsraele quando
fu posseduta dagli lsraeliti gliuoli di Gia
cobbe; terra sanla, perch Dio soto iu essa
adoravasi. Quando gli lsraeliti, dopo tor
nati dalla cattivit di Babittonia, presero it
nome di Giudei, Giudea fu chiamato it tor
paese. E sembra che it nome di Palestina
sia stato dato da Romani a questa contrada
per esser meno montuosa della Siria, di
cui reputavasi far parte. A buon dritto
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soso, sterite in ispecie nelle circostanze di fa degli orti : ma ella terra di nwntI
Gerusalemme; le son tavole i rivi di latte e di piani ed aspetla dal cielo Ie piogge;
c miele promessi agli Ebrei. Oltre ci nol e ilSignore Dio tuo la visila sempre, egli
possedettero essi mai per intero, secondo occhi di lui sono a lei rivolti dal prin
i conni assegnaligli ne libri di Mos. Un cipio dellanno sino alla ne. Se adun
famoso miscredente inglese contrapone al
racconto degli autori sacri quelto di Stra
bone, it qual dice, Geogr., l. xvi, nulla
trovarsi in quella regione che ad eccitar
valga Pambizione o Pinvidia, regione tutta
a sassi e dirupi, arida tutta quanta e sgra
devole; testimonianza che, secondo- lui,
dee prevalere a che che ne dicono gli
scrittori ebrei. Si aggiugne quella di s. Gi
to, nella. quale getlato che il seme, si ut decutiam supercilium Iudworam. Ep.
conducono acque ad inafarta, come si ad Dardanum.
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era sotto Giosu ed i giudici; e altora di na come la Giudea gemesse a quel tempo
fatto non estendevasi se non se da Dan no oppressa da tiranni; eran questi, a non
a Bersabea: eranvi per al di t del Gior dubitarne, i tetrarchi: non maravigliare
dano le trib di Ruben e di Gad e la met che in tul condizione la reputasse poco de
della trib di Manasse, n altora stavan ri gna deccitare ambiziose voglie.
cinte intorno dagli Arabi o Saraceni. Non
s." -l-utPaltro che frequenti furono le
essendo intento suo dimpugnare la verit carestie rammentate dalla Scrittura; di
della storia,non pretende it santo di negare cinque sole si ha notizia: la prima accad
che Davide e Satomone portassero tor con de sotto Abramo; la seconda cento sedici
quiste insino alPEufrate,oltre it mar morto anni dappoi, a tempi d Isacco; la terza
ed al torrente delPEgitto. La citt di Pal passati anni novantasei, nella vecchiaia di
mira, fabricala da Satomone a poca distan Giacobbe; la quarta pi di venticinque
za dalPEufrate, nera un documento tuttor anni appresso, sotto i giudici, della quale si
vivo. Il perch quando dice che non fu data fa ricordo nel libro di Rut; la quinta nal
agli Ebrei quelPestension di paese intende mente regnando Davide, scorso uno spazio
che questo non fu toro concesso alla prima di circa cento anni. Riducousi a cinque an
e che non to tennero lunga pezza, peroc ni di penuria in un decorso di oltre otto
ch it possesso dur sessanPanni soli; e cento anni. In qual paese del mondo non
cagione delPesserne eglino stati sposses se ne pali davantaggio in si lungo inter
sati fu Pidolatria toro e de tor re.
valto di tempo?
4. ll punto capitale sta nel sapere se la
o. A n di rispondere alPobiezion de
Giudea fosse buono o cattivo paese. Odasi gli increduli, in tor fatto presente non do
come ne parti it citato s. Girolamo nel suo versi giudicare delPantica fecondit della
Commenlario sopra Isaia, lib. n, c. e: Palestina dalto stato di steritezza e deso
Nihil terra repromissionis pinguius, si lazione in cui trovasi attualmente. Non pu
non monlana quwque atque deserla, sed un paese esser convenientemente coltivato
omnem illius latiludinem consideres a ove gli abitanti non fruiscano di libert, non
riva Egypti usque ad umen magnum sieno protetti da mite e savio governo e
Euphratem contra orienlem; et ad se sicuri di non venir privati del frutto di
plentrionalem plagam usque ad Tau tor fatiche: i popoli della Palestina non
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regioni it dar-m, specie di miglio onde si a confronto Pun clima colPaltro. La ferti
fa pane, rende almeno it cento per uno; lit delPEgltto passa ogni segno altorch
onde allorch, Gsn. xxvii, 1-1, si narra che Pinondamento del Nito succede intino al
isaccomiet it centtnpto, probabite avesse punto necessario; la coltivazione altora ri
seminato del durre. u Descripl. de VA ducesi a smovere un po it fango o limo
raiL, c. se, art. 4.
n
formato dal ume a n di gcttarvi le se
li Pags, che termin i suoi viaggi nel menti, e it popoto se ne sta lnoperoso ed
i778, dice che, dpo aver visitato quasi indolente: ma a qual pericoto trovasi espo
tutti i climtdelPuniverso, non rinvenne sta Plntera nazione se avvenga che per
postura pi favorevole di quella del sud qualche. anni consecutivi (e non cosa ra
della Siria, ch proprio la stessa della Pa ra) it Nitto o straripi soverchiamente o non
testina. Nella Siria, per detto suo, si trova
no i prodotti de climi caldi e quelli de
climi freddi; it frumento, Porzo, it cotone,
la vite, i chi, i gelsi, it pomo e gli altri
alberi dEuropa vi allignano communemen
te al par del giuggiole, del co dAdamo,
de melaranci, delimoni e delle canne di
zucchero. Vi si scontrano pure le produ
zioni communi ai due climi proprie de
giardini. Uindustria degli abitanti ha ren
dnto fertite it terreno delle montagne e
ne ha fatto un giardino se altro mai de
lizioso. Voyagc aulour du monde, t. l. peri a porti in serbo, e turba perno i son
Gli abitanti sono principalmente i Drusi e
iilfaroniti, i quali hanno scosso it giogo
de Turchi: non quindi maraviglia che
gli Ebrei abbian fatto anticamente to stes
so, perocch appo i Drusi si ravvisano ria. Nellialto Egitto it caldo nella state
tuttavia gli antichi costumie le usanze di intolerabite.
cui favellano le Scritture.
- La Palestina non va soggetta a questi in
it barone di Tott, che costeggi la Pa commodi; abonda di parecchi prodotti on
lestina quasi al tempo stesso, dice che to de PEgitto difetta onninamente. Una prova
spazio tra it mare e Gerusalemme un della diierenza di que climi la statura
paese piano di circa sei leghe di larghezza vantaggiosa de lliaroniti, a fronte dequali
domandano perch mai lddio non desse al primere a Parigi nel lo e lo4a in lol.
suo popoto le ricche ed ubertose contrade Aspro ed oscuro in generale to stite di
delPEgitto anzi che la Palestina. A volerne Tertulliano, ed duopo esserci avvezzo
conoscere la ragione, non si ha che a porre per giugnere a capirtto; ei s fatto, per dir
Baucina. Vol. VI.
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cos, un linguaggio suo particolare: onde m. Ingenio vero nonne lam gravi ac ve
in calce alle opere fu posto un dizionario hementi excelluil ut aibi nihil pene ad
delle parole che trovansi presso di lui so expugnandum proposuerilquod non aut
lamente o da lui prese in un signicato acuminc irruperil aut pondere eliseril?
insolito. Ne fa sapere egli stesso come lam porro orationts suw laudes quia ex
fosse nato e cresciuto nel paganesimo, e aequi valeat? quw lanla nescio qua ra
contessa i difetti e i vizii a cui era an tionum necessilate conserla est utad con
dato soggetto prima di convertirsi. De semum sui quoa suadere non potucrit
pamiL, c. 4 e i2. ltta abbracci la religion impellat; cuius quot pene verba tot sen
cristiana con piena cognizione di causa; tentilz sunt, quot sensus tot victoriw.
e, a render ragione delPessersi mutato, Sciunt hoc lllarciones, Apelles, Praxeie,
compose it suo Apologetica in difesa del Hermogenes, Iudwi, gentiles, gnostici
cristianesimo contro i rimproveri e le bu ceterique,quorum ille blasphemias mul
giarde accuse de pagani, e to indirizz tis ac magnis voluminum morum moli
ai magistrati di Cartagine e ai governatori bua velut quibusdam futminibus evertit.
delle provincie: present in appresso una Et lamen hic quoque, post hwc omnia,
memoria a Scapula governatore di quella hic , nquam , Tertuliianus, catholici
citt sulto stesso argomento. Trovasi Por dogmalis, idest universalis ac cctasta:
ditura e, per cosi dire, to sbozzo primo dei, parum tenax ac disertiur mut
di questi due scritti in quelto intitolato Adl to quam felicior , mulala deinoeps sen
nationes. LApologetica e it trattato della tentia, fccil ad extrcmum quod de eu
Prescrizione contro gli eretici son le beatus confessor [Iilarius quodam loco
principali e le pi reputate fra le sue scribil: Scquenti, inqail, errori detruxit
opererne abbiam tenuto discorso al ri scriptis prnhabitibus auctoritalem.
speltivo articoto.
ll perch Pertulliano ebbe acerbi cen
Uomo dindole naturalmente aspra ed sori tra i padri della Chiesa e tra gli autori
austera,si lasci sedurre sul u di sua vita moderni, presso i cattolici non meno che
dalle massime di severa morale e dalPe presso gli eretici e i miscredenti: lascian
sterior virtuoso che atiettavasi da mon do stare gli errori della setta da lui ab
tanisti; ne adott i sogni e gli errori: tri
sto esempio delle stranezze in cui pu dare vissimi in fatto si di domma che di mora
un grande ingegno quando non vuol pi le. Ma, se ci permesso dire it parer no
a sua guida le istruzioni della Chiesa e stro , ne sembra che spesso sia stato
troppo safda nel proprio sapere. Gli giudicato con eccessiva severit e non si
scritti da tui dettati dopo la sua caduta sia posto cura bastante a crre it vero
non sono eguali in autorit ai precedenti, senso del particolare linguaggio ch egli
e si riconoscono al fare eccessivamente se savea creato. Vero che non si pu scol
vero che in essi campeggia: ci non toglie partto su tutti i punti; ma non pochi as
pen a questo padre un seggio distinto fra sennati e moderati scrittori riuscirono a
testimonii della tradizione circatutti i dom dissipare in parte le accuse addossategli,
mi che non han relazione co suoi errori. e noi vorremmo essere di questo numero.
Di nessuno scrittore ecclesiastico fu Perch savr a pigliare in torto senso
detto tanto male e tanto bene come di lui, espressioni suscettive di signiticazione al
e si pot fartto senza offendere assoluta tutto ortodossa, segnatamente altorch uu
mente it giusto e it vero. S. Cipriano, che autore siasi altrove e non una volta sola
visse non guari dopo di lui,ne faceva tal pi chiaramente spiegato?
conto da chiamartto suo maestro. Nel se
l. Si appone a Tertulliano daver in
coto V Vincenzo di Lcrins nel suo Com segnato che Dio, gli angeli e Panime uma
mormorio ne fa it pi grande etogio. Sic ne sieno esseri corporei. it passo pi ga
ul Origenes apud Grwcus, ecco le sue gliardo che si obietta tolto dal suo libro
parole, ila Tertullianus apud Latinoa no Contro Prassea, it qual volea non essere
strorum omnium facile princeps iudi in Dio che una sola persona, cio it Pa
candus est. Quid enim hoc viro doctius, dre; questi aver preso carne e patito per
quid in divinis atquc humanis rebus noi, ed essere stato appellata Ges Cri
exercilatius I Nempe omnem philoso sto; onde fu autore delPeresia de patri
phiam et cunclas philosophorum seclas, passiani. V. questa v. Perci diceva it di
auctores, adsertoresque seclarum, amne vin Verbo nella Scrittura signicar pura
sque eorum dlsciplinas, omnem [listo mente la parola di Dio, non essere n so
riarum ac studiorum vurielatem mira stanza n persona punto pi che la parola
quodam mentis cupuuitale complessi/fa umana, la quale un mero suono ossia una
TE
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63
nihil faclum est?.... Vacua ci inanis res dunque impossibite abbia creduto lddio
est sermo Dci qui Filius dictus est, qui
ipse Deus cognominatus est: Et sermo
erat apud Deum, et Deus erat sermo?....
Quis enim negabil Deum corpus esse, et
si Deus spirilus est. Spirttus enim cor
TE
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64
suo partito.
:
ll nostro solenne critico ignorava di
certo-che sotto gli Antonini e Marco Au
relio, immediatamente dopo la nascita di
Tertulliano, it tatto da questo asserito era
gi noto e innegabite. Teneasi per cosa in
dubitata essere avvenuto sotto M. Aurelio
it prodigio della legion fulminante, com
posta principalmente di soldati cristiani;
prodigio da tcrtulliano affermato per cer
to. V. Laeluu PULIINANTE. Attesta egli che
nessun di toro ebbe mai parte nella sedi
zione avvenuta sotto Albino, Nigro e Cas
sio, ibid., s5; Ad Scap., c. u; non te
meva quindi dessere smentito. verisi
mite che que soldati avesser prestato giu
ramento senza essere stati obligati altecon
suete cerimonie; e non avean commesso
verun atto didolatria, perocch sotto i suc
cessivi imperatori non pochi preferirono
morir martiri al tarsi rei di tale prevari
cazione.
licenza.
TE
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AlPart. Eucunsrm fu da noi fatto vedere pudendum est. Et mortuus est Dei Fi
come Tertulliano abbia chiarissimamente
insegnata la presenza reale di G. C. in quel
sacramento, e che i protestanti male in
terpretano it senso de passi di questo pa
dre che sembran provare Popposto.
t1. Da alcuni increduli fugli apposto
aver ragionato stoltamente nel suo libro
De carne Christi, c. u, ove contro Mar
cione, che negava credere aver it Figliuol
di Dio preso vera carne e realmente pa
tito, argomenta di questo tenore: Crucif
xus est Dei Filius: non pudet, quia
pudendum est. Et mortuus est Dei Fi
tius : prorsus credibile est,quia ineptum
est. Et seputtus resurrexil: certum est,
quia impossibile est. Non si pu, dicono i
nostri censori, sragionar pi stranamente.
Per giudicarne sensatamente, non biso
gnava sopprimere ci che sta prima. Chiede
Tertulliano a Marcione: Tu hwc erube
scenda ilti facis quw redemil, et in
digna quw, nisi dilexisset , non rede
tia. Quwnam hwc stutla sunt? Corwersio trattavasi adunque de doveri della socie
hominis ad cultu-m veri Dei? reiectio t, ma della moda, delle costumanze, de
erroris? disciplina iustitiw, pudiciliw , gli usi inditierenti. Tertulliano si difende
patienliw , misericordia: , innocentiw? col riversare ei pure le beffe sulla mag
Omnia hwc quidem stulla non sunt. gior parte di cotali usanze: la quella una
Quwre ergo de quibus dimeril.... Quid satira pungente se altra mai, piena di spi
indignius Deo, quid mogis erubeseen rito e dun sale alquanto caustico. Nessuno
dam, nasci an mori? carnem gestare an quasi de nostri toso ci che non abbia
crucem ? circumcidi an suf/gi? educari fatto altretanto sopra i costumi ed usi no
an sepeliri? in prwsepe-deponi au in stri; e quando la censura parve ingegnosa
monumento recondi? Sapienlior eris si giov a rallegrare, e ne fu tor saputo gra
nee ista credideris. Sed non eris sapiens, do. Rispetto ai doveri della societ civi
nisi stultus in swculo fueris, Dei stulla le, Tertulliano attesta nellH-tpologetico che
credendo.... Falso ergo slatuil inter nos adempivansi questi da cristiani con tutta
scire Pauluslantum lesum crucixum... esattezza, e sdava i tor nemici a menoma
Parce unica, spei totius orbis: quid de mente appnntarti in questa materia.
struis neeessarium dedecus dei? Quod
Nel cap. 51 aveva citato le parole di
cumque Dea indignum est, mihi expe s. Paoto, it quale commando di pregare pei
66
TE
TE
ma non si discorre ivi altrimenti della ne abbiam fatto vedere esser possibite che i
del mondo, bens duna rivoluzione spa
ventosa che antivedeasi e che avvenne
di fatto nel principiare del secoto V per
Pirruzione de barbari nelPimpero. Gi in
sin dal lll, per le continue guerre civiti,
le frequenti uccisioni degli imperatori, le
discordie de grandi , P indisciplinatezza
della mitizia, si prevedeva che i barbari,
pronti sempre a gittarsi sulPimpero e mi
naccianti d ogni lato, sarebber venuti a
capo di rovesciartto; temevansi le sciagure
che avrebber di necessit tenuto dietro a
questa catastrofe; e que tristi presenti
menti sortirono pur troppo it toro effetto.
Non a torto quindi e Tertulliano ed altri
padri tennero un simit linguaggio; e ma
lamente si appon toro avere annunziata la
e in caldeo; fatto indubitato. Non cono delto stato in cui si trovano. Non fanno
scevano la propria istoria fuor ch per le voti; soltanto seguono una norma di vita
opere di Giuseppe, Fittone e Giusto di Ti prescritta toro da proprii direttori spiri
beriade, tutte dettate in greco. Forse che tuali, norma acconcia a promovere e man
i nostri dotti da poi che appreser Pebreo tenere in essi la divozione e la morige
convertirono pi Giudei che non i padri ratezza.
deprimi secoli? Due grandi vantaggi avean
La maggior parte degli ordini religiosi
questi: la memoria de fatti freschisstma e ebbero terzo ordine. Conciossiach tutti
i doni miracotosi che sussistevano tuttavia avesser cominciato col fervore e con una
nella Chiesa; vantaggi che non avvisiamo vita esemplare, a non pochi laici, edicati
trovino un compenso in una profonda co dalle toro virt, nacque vaghezza dimi
gnizione delPebraico idioma.
tarti e aggregarsi in tal qual guisa al toro
Non vero che Tertulliano non avesse consorzio. I pi conosciuti e famosi sono
notizia delle emanazioni; giacch nel suo i frati e le suore del terzordine di s. Fran
libro Contro Prassea, c. e, distingue la cesco. Quando parte de religiosi di quel
generazione del Figliuoto di Dio dalle ema Pordine ebber, ne secoli XItt e XIV, fatto
nazioni devalentiniani e ne addita la dif scissura da proprii fratelli sotto cotore di
lerenza. Negli art. EMANAzIoNE e Pmromsno voler darsi a una pi stretta osservanza
TE
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67
della regola del tor fondatore, si ribella parecchiando la tempesta che scoppi ad
rono a qualunque podest, negarono obe essi in sul capo di l a pochi anni.
dienza perno alla santa sede e caddero
I protestanti, fatti ciechi datP odio con
in errori e disordini: furono chiamati fra tro la chiesa romana, credettero in questa
ticelli. I terziarii laici che seran messi predizion delPApostoto ravvisare la ca
sotto tor guida fecer lega con essi e pro duta del romano impero , la dominazione
ruppero a medesimi eccessi; venner de de papi eretta sulle rovine di esso, Pan
nominati begardi o beghini. Fu forza pro ticristianesimo o Pidolatria cattolica fon
ceder contro gli uni e gli altri e distrug data su prestigii o falsi miracoli operati
gerti. V. BEGARDi, FRATlCE-LLI.
per Pintercessione e le reliquie desan
TESSALONICESI. Stando alla commune ti, ec., ec. Questa fantasia, sbucata da
opinione,alla quale nessuna opposizion so qualche teste fanatiche, trov, anco fra
lida si pu fare, le due lettere di s. Paoto a dotti, chi Papprovasse: it Beausobre non
que di Tessatonica sono le prime da lui in vergogn di aderirvi, non troppo palese
diritte a fedeli che avea convertiti. Si pon mente per, nelle sue Remarquel sur la
gono sotto gli anni se e sa delPera volga n pilre aux Thessaloniciens, c. n, il a.
re, i quali sembra PApostoto aver vissuti
A ritevarne la stoltezza, e basta notare
continuatamente a Corinto. Hanno esse per per t." che la caduta delllmperio romano
iscopo di confermare que novelli cristiani avvenne in occidente sol quattrocento an
nella fede, nella pratica delle opere buo ni dopo it se delPera nostra; 2. che, se
ne, nella pazienza fra le persecuzioni alle condo s. Paoto, il 5, dovea ad esa pre
quali trovavansi esposti. Nella seconda, cedere una ribellione (anca-roiaia, disces
c. n, si leggon pi cose relative alla se sio), e cosi Pintende it Beausobre stesso;
conda venuta di G. C.: in essa PApostolo ma essa caduta fu efetto non duna ribel
parta dun uomo del peccato,dun gliuo lione, bens delPinondazione de barbari.
lo di perdizione, il quale si oppone e si 5. il forte delPautorit de papi e it tor
nalza sopra tutto quello che dicesi Dio poter temporale ebbe principio solamente
e si adora, lalmente che aeder egli nel molti secoli dopo un tale rivolgimento di
tempio di Dio, spacciandosi per Dio; in cose. 4. S. Paoto dice a Tessatonicesi,
di prosegue: Egli gi lavora il mistero il c: Voi sapete che sia quello che lo rat
diniquil...,e sar, manifeslato quel tiene, afnch sia. manifeslato a suo tem
niquo, cui il Signore Ges uccider col po. Quando io era tutlavia presso di voi
ato della sua bocca e annichiler con vi diceva lali cose. Strana carit sarebbe
lo splendore di sua venula. Questo capo
diede a fare non poco a commentatori, e
ciascuno Pintese conformemente a proprii
pregiudizii. Molti credettero ravvisarvi
Panticristo, che dee venire alla ne del
mondo.
-
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TE
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time sue intenzioni: ma era piuttosto un prima non fosse slala manchevole, non
vaticinio di quel che dovea toro accadere si cercherebbe luogo ad una seconda.
e che Dio avea stabitito a rispetto di essi
Dssi egli forse iuferire da queste pa
che non una libera ed arbitraria disposi role che Pantico testamento fosse unal
zione di quel sanPuomo. Alle estreme pa leanza difettosa, imperfetta,agli Ebrei pre
role dette da Giuseppe, Mos, Giosu, Da giudizievole, un agelto anzi che un bene
vidde non pu darsi it nome di testamento cio? Un si fatto errore sostennero Simon
mago co suoi discepoli, e i marcioniti ci
fuor. che in un senso molto improprio.
Icorrispondenti vocaboli berilh in ebrai manichei, e dopo di essi i moderni miscre
co e diaLfixn in greco, valgono in generale denti. A confutare tor sosmi, fummo co
disposizione, instiluzione, tratlato, or stretti leitante volte far osservare che
dinan-iento, patto o atleanza, come anco buono, cattivo, bene, male, perfetto, im
dichiarazione dultima votont: onde i tra perfetto, ec., son vocaboli puramente re
duttori latini voltarono communemente lativi e veri sol per confronto. Lantica
que due termini con quelto di teslamen alleanza era , non ha dubfo, per ogni ri
to, quantunque indichino piuttosto alla let guardo meno perfetta e vantaggiosa della
tera immlleanza, un trattato solenne col nuova, e inquesto senso era difettosa; ma
quale lddio manifesta agli uomini i suoi tale difetto addicevasi al genio, atPindote,
voleri, le condizioni sotto le quali fa toro alle abitudini degli Ebrei, alla situazione
promesse e vuole concedere i suoi favori. e condizioii di cose in cui si trovavano.
Sotto la v. ALLEANzA fu per noi osser E detto di s. Paoto medesimo, Rom. nni, a.
vato come lddio siasi pi volte degnato chela rivelazione ad essi stata fatta era non
stringere di simiti trattati con gli uomini; picciol favore; ix, 4, che lddio avea toro
fece egli alleanza con Adamo, con No at largito it titoto di tigliuoli adottivi, la gto
Puscir dalParca, con Abramo: a tali atti ria, Palteanza, leggi, ordinamenti, promes
solenni per non dassi it nome di testa se; xi, es, che sono tuttavia cari a Dio
mento; questo riserbato alle due allean per cagione de padri toro, ec. lddio non
ze fatte dappoi, a quella cio stipulata con fa cosa per s men che retta; le sue am
gli Ebrei pel ministerio di Mos e alPaltra munizioni, le sue leggi, le impromesse sue,
conchiusa per la mediazione di G. C. colle i suoi castighi eziandio son sempre favori,
nazioni tutte quante della terra. La prima ma non li debbfegli conceder sempre agli
appellata alleanza antica o antico te uomini nella stessa misura; spesse ate
slamento; nuova alleanza o teslamento son essi incapaci di riceverti e trarne frut
to; con sapienza ei li dispensa, e la ri
nuovo la seconda.
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serva che vi appone non deroga per nulla sulla che bene e male son vocaboli pura
alla sua bont.
mente relativi, e che nelle opere del Crea
Daltro lato gli Ebrei caddero nelPec tore bene o male assoluto non si d. Con
cesso contrario, sostenendo che non po tra Cels., l. Iv, n. 7o. il secondo che i
teva lddio dare agli uomini una legge pi bisogni delPuomo, i quali si considerano
santa, un culto pi puro, una pi perfetta siccome mali, sono per lui fonte d indu
religione di quella che prescritto aveva a stria e di sapere e, per dir cosi, la mi
tor padri. Aveva egli forse lddio esaurito sura del suo intelletto; riessione da lul
in pro toro i tesori tutti quanti di sna po confermata con un testo delPEcclesiastico,
tenza e bont? V. Glunlusno.
xxxix, 2i, 2o. 1bid., n. 76. ll terzo prin
Il Beausobre, Hist. da manicln, l. l, cipio, che concerne le istruzioni, le leggi
c. 5 e 4, dopo riierite per sommi capi le it culto prescritto agli Israeliti, che a
obiezioni che moveansi da manichei con quella guisa che un accorto agricoltore
tro Fantico Testamento. vuoi che i padri ditfferenzia la coltura secondo it variar de
'70
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TE
quantunque la legge morale sia antica a." perch era opportuno che i premii del
quanto it mondo, fu forza che lddio la fa Paltra vita fosser proposti sotto una spe
cesse scrivere nel decatogo e munissela e, cic di veto, per rtserbare al Messia la cu
siccome legistatore,del sigitto di sua autori ra di pi chiaramente spiegarti; 4. per
t; che la storia sacra, nel riferire le colpe ch, essendo le leggi cerimoniali un peso
de patriarchi,non li riprova altrtmeuti,ec. gravissimo, era giusto Paffezionarvi gli
Origene, dal canto suo, conviene esser la Ebrei colPesca de beni temporali; s." per
legge morale scritta nel cuore di tutti gli ch, facendo lddio le funzioni di legistator
uomini, giusta Pespressione di s. Paoto , temporale, addicevasi alla sua sapienza
Bom- u, lo; nondimeno lddio averne dato imitare it procedere degli altri legistatori.
i precetti per iscritto a Mos. Contra, Cela, De leg. Hebr. riluat., I. i, c. s.
l. i, c. 4. Cosi rispondeva a Celso, it quale
Queste ragioni non parrchbero nitri
opponea nuova non essere la morale de menti denitive e senza replica a un in
cristiani e degli Ebrei e da tutti i fittoso creduto e ad un manicheo. ll perchaggiu
gne it Beausobre avere i giusti delPantica
conosciuta.
Circa le leggi di Mos, dice che parec legge sperato di certo una ricompensa
chie di esse, per verit, non poteano ai eterna di toro virt, e ne reca in prova
farsi agli altri popoli, ma cherano neces itl- detto di s. Paoto, Hebr. xi.
sarie agli Ebrei nel caso in cui si trova
Senza discendereatanti particolari, Ori
vano, e che, senza si fatte leggi, la repu gene si rtstrigne a sostenere che i beni
blica toro non avrebbe potuto durare , temporali promessi per Pantica legge non
l. vu, n. se. Asserisce e prova che, me eran di fatto che un ombra, una 1lgura,
diante esse leggi, Mos costitu una repu una scorza, sotto cui bisogna di necessit
blica pi saviamente governata che non intendere i beni spirituali ed eterni fattici
quelle fondate da toso, quella ben anco sperare da G. C. ll che dimostra egli i . per
imaginata da Platone; che questi n un ch parecchie delle promesse di lttos non
soto seguace ebbe di sue leggi, laddove
Mos si trasse dietro un popoto intero,
l. v, n. 42. Aggiugne che varii precetti
di Mos, intesi materialmente alla maniera
degli Ebrei, ponno parere assurdi e che
Ezechielto it dichiara, dicendo da parte di
Dio comegli avesse dato toro de precetti
non buoni, xx, 25, ma che quella legi
stazione, ben intesa che sia, santa, giu
TE
TE
7t
vezzi, sacricassero a falsi numi. Rispetto umano, ove non sia , secondo to sciocco
alla circoncisione, se vero chessa venis sistema de fanatici, la produzione degli
pote iis in Egypto assueti..., hwc sibi of nendo avere lui fatto alPuomo un comman
ferri permisil Deus ut eorum ad plures damento che non lard guart ad essere
deos colendos inordinate proclives ani
dezza di Dio.
e." Asserivano i manichei non iscon
trarsi neprofeti ebrei nessun vaticinio che
tur. Aveva egli gi confutato gli Ebrei, i riguardi propriamente e direttamente G. C.;
quali voteano che i cristiani dovesser sot la sua qualit di Figliuoto di Dio essere
toporsi alla circoncisione, e opposto toro la a sufcienza dimostrata da suoi miracoli
lettera formale de Libri Santi, che ad essa e dalla testimonianza formale del Padre
i soli discendenti dAbramo obligavano. suo: e, giusta it metodo degli Ebrei, tor
Qua. idcirco interim absque ullius al ceano ad altro it senso delle profezie. il
legoriw adieclione discussimus, nequa, Beausobre non si occup a confutar le co
al solet, his qui sunt ex circumcisione storo spiegazioni e si content di dire che
obstrependi adeersum verilatem reside i padri, colla toro smania di tutto volgere
ad allegorie, favorivano immensamente le
ret occasio.
Mostr adunque Origene maggior pru pretensioni de manichei.
denza del Beausobre, it quale ardi scrive
Ma, avendo egli citato Pestratto delPo
re, nulla di vergognoso essere nel corpo pera d0rigene che ha per titoto Philo
72
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catia, pot avvedersi come quel padre so si ricorra quando la lettera nulla presenta
stenga it senso letterale di assai profezie dassurdo, impossibite, indegno di Dio. Se
che risguardano direttamente G. C. e delle condariamente, vuole si sponga alla prima
quali gli Ebrei sadoperavano a dar false al pi semplici la lettera della Scrittura,
che n come a dire la corteccia , c ri
spiegazioni.
lnanzi censurare con tanta acerbit it serbisi la cognizione del senso pi pro
soverchio amor d0rigene perle allegorie, fondo ai meglio intendenti; e fondast su
sarebbe stato almen necessario esaminar Pautorit e P esempio delPApostoto. Per
le ragioni chegli adduce in prova della ne terzo, esige che qualunque spiegazione al
cessit di aver frequente ricorso al senso legorica torni a editicazion de costumi.
gurato. E tali ragioni sono: l. Pesempio Poste queste tre cautele, niente ci ha da
degli autori del nuovo Testamento; 2. Pa riprendere nel metodo d0rigene.
Ma it Beausobre mirava a condannartio
ver usato di tal metodo tutti gli antichi
sapienti e i toso; 5. Pavere Iddio vo a qualunque patto: to accusa dignoranza
luto lasciare a G. C. it pensiero di spie e presunzione per aver detto non trovarsi
gare che che trovavasi di nascosto e mi in natura i due animali appellati grypse
sterioso nella legge; 4. perch non sola tragelaphos. Quanto pu inferirsene che
mente nelPantico Testamento ma nel nuo di colesti animali non si avesse contezza a
vo eziandio avvi precetti ed espressioni tempi d0rigene, e che it Bochart, it quale
che non si ponno pigliare letteralmente ti conobbe, era pi valente naturalista di
senza dare in madornali assurdi; s." per lui. La scoperta delPAmerica, i viaggi al
ch , attenendosi di troppo al signicato nord, alle terre australi, alle indie, alla
grammaticale, gli Ebrei svolgono le conse Cina ci procacciarono la cognizione din
guenze di qualunque profezia, e gli eretici niti oggetti de quali gli antichi non po
vi trovano di che far puntelto a tutti i teano avere nessuna idea: ma non move
toro errori.Nessuna di queste ragioni pare egli giustamente a sdegno it vedere scrit
a noi assolutamente falsa od assurda.
tori moderni tassar dignoranti gli antichi
A ci si obietta l. che la licenza delto perch han su questi it vantaggio desser
allegorizare rende ancor pi agevole agli venuti al mondo quindici o diciotto secoli
Ebrei ed agli eretici it pervertire it senso pi tardi? Se i marcioniti e i manichei ,
delle Scritture. - Dlasi per ora; che ne se dice it Beausobre, avessero avuto a fare
gue egli? Che bisogna tener saviamente una co nostri dotti moderni, le eresie toro non
via di mezzo: ma chi la sser, se la Chie sarebbero ite tanPoltre, e Mos e i pro
sa su tal proposito non ha podest di sor feti avrebber trovato pi valenti difenso
la, come vuoisi da protestanti? 2." Che ri. Presunzionc e non altro la questa.
gli scrittori del nuovo Testamento avean
diritto di dare spiegazioni allegoriche, pe
rocch erano inspirati da Dio, it che non
accadeva de padri. - ll punto sta in sape
re se i padri avesser bisogno duna inspi
TE
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73
virt pi sublimi.
:!
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TE
TE
TE
TE
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viso fosse nota a Tertulliano; congettura rimente un cumuto di pietre in forma dal
anzi che s. Paoto ne citasse qualche pa tare per attestato che intendono mante
rola, ma il sospetto suo ha lieve fonda nere Puntt di religione e di culto colle
mento. Questo libro rimase lunga pezza trib poste alPoccidente. Ios. xxn, lo.
Tract. v.
76
TE
TE
chiamasi Ordinazione: ci dicono essi che rata opinione piacque toro adottare.
i pastori da tor preposti al regime della
E fu pertanto sempre mestieri duna
Chiesa furono messi dalto Spirito Santo; scorta, duna guarentigia, duna regola a
che G. C. stesso quegli che diede alla n di cogliere con certezza it vero senso
sua chiesa pastori e dottori, come apo di colai libri; n altra ve nebbe mai dalla
stoli e vangelisti, a n di serbare Punit testimonianza, dal magistero, dalla tradi
della fede; che fu da lui mandato to Spi zion de pastori. Come gli apostoli conse
rito Santo in perpetuo, ec. Il perchpa gnarono a pastori del primo secoto i pro
stori eletti dagli apostoli hanno essi pure prii scritti e it senso nel quale si denno
ricevuto to Spirito Santo per adempiere intendere, que pastori trasmisero e Puna
come si conviene it ministero a medesimi cosa e Paltra a que del terzo, e cosi via
imposto.
via no a noi. Gli un assurdo consen
Arrogi che, se fosse stato necessario, a tire per necessit a ricevere mediante tale
n di mantenere Punit della fede, cheltestimonianza la cognizione degli scritti
a pastori si conferisse to Spirito Santo autentici degli apostoli e negar di ricevere
colla medesima pienezza che agli aposto per la medesima via it senso che tor dee
li, G. C. non avrebbe per fermo lasciato darsi. Se i pastori della Chiesa si meritan
di fartto; perocch alla n ne non ebbe fede altorch attestano i tali e tali scritti
egli gi fondata la sua chiesa perch fosse esser veramente degli apostoli, perch
non guari dopo sgurata dalP errore, n non se la meritan pi quando dichiarano
rec la verit sulla terra per lasciarta to
sto spegnere da umani divisamenti; pro
mise per contrario ad essa chiesa Passi
stenza sua insino alla consummazione de
secoli.
N pi si vantaggerebbe dicendo avere
gli apostoli commessa alto scritto la dot
trina di Cristo, ne libri toro doversi ella
TE
TE
77
putazione fosse stata vera. Deut. xix, lo. prove in contrario. N punto meglio fon
Delitto gli questo, ognun vede, contra data Popinione di cotoro che avvisarono
rio alla legge naturale.
La falsa testimonianza venne dalle leg
<5 i, t. Vii.
dotte le versioni che ne abbiamo, e a quelle marono dabolire it giudaismo: i Libri San
fonti bisogna ricorrere per vedere se sieno ti per andarono salvi da costoro attenta
0 no fedeli. 2." Per la Scrittura stessa ori ti; ch un secoto prima erano stati tra
ginale, a ditfferenza delle chiose o spiega dotti in greco e deposti nella biblioteca
zioni fattene in qualsiasi lingua.
dAlessandria.
ll testo originale di tutti i libri del vec
Il maggior pericoto che corsero fu nella
chio Testamento compresi nel canone o cattivit di Babittonia: onde da alcuni Ebrei
catatogo degli Ebrei P ebraico; ma la male informati si volle fossero periti del
chiesa cristiana accoglie altresi come ca tutto. Lautore del quarto libro di Esdra,
nonici parecchi libri desso antico Testa opera apocrifa e favotosa, dice, c. xiv, ii 2
mento che si credono scritti in greco o
dequali Poriginale ebraico pi non sus
siste; come sono i libri della Sapienza,
delPEcclesiastico, di Tobia, di Giuditta ,
de Maccabei, parte del c. ui di Daniele
vero.
Troviamo in s. treneo, Adv. hwr., l. ni,
Quanto ai libri del Testamento nuovo, c. 2i, n. a, che essendo state guaste (61.0!
sono essi dettati originariamente in greco:
comech sia fuor di dubio che s. Matteo gno dArtaserse, inspir ad Esdra di ri
scrivesse it suo vangeto in ebraico, questo staurare, (avazraaiwaaz) i libri-de profeti
non Pabbiamo pi in essa lingua. Fu da e restituire al popoto la legge di Mos. Cletaluni creduto che it vangeto di s. Marco mente dhtlessandria sembra su questo
e la lettera di s. Paoto ai Romani fossero punto non aver fatto che trascrivere s. Ire
in origine latinamente scritti; ma ci ha neo: dicegli, Strom., I. i, che Esdra, tor
Beaoisn. Vol. VI.
10
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nato in patria, ristabiti it popoto, fe la re- a che fonte abbia egli attinto ci che dice
TE
tiq. iud., l. xi, c. s, vi si trovavan tutta
via al suo tempo. Questi Ebrei della Ba
bittonia e della Media continuarono a se
guir la propria religione e legge, manten
nero corrispondenza con que della Giu
TE
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TESTUARll. V. CAnAlTl.
edizione del testo greco del nuovo Testa
TETllADITl. Nome dato a parecchie set
mento con tutte le varianti, che somma te eretiche pel rispetto che affettavano al
vano, per suo detto, a trenta migliaia. Fu numero quattro, in greco r-rpa.
creduto alla prima che da quel punto it
Cos erano appeitati i sabbatarii dal ce
senso del testo sarebbe divenuto incerto lebrar che facevano la pasqua it di quat
n si sarebbe saputo omai pi a qual le tordicesimo della luna di marzo e digiu
zione attenersi. ll fatto ne ha convinti che nare it mercoledi, quarto giorno della set
quelPenorme quantit di varianti minu timana; i manichei ed altri che ammet
ziose non gitt dubio tampoco sur un sol tevano in Dio quattro persone in vece di
passo dimportanza. Noi siam gi fatti ac tre; per ultimo, i settatori di Pietro it Ful
corti come la bisogna vada alla medesima tone perch aggiugnevano al trisagio al
guisa circa le varianti del testo ebraico. cune parole colle quali facean credere non
Ci ha degli abbagli, non dubio, ne una sola delle Persone della ss. Trinit ,
manoscritti e quindi nelle edizioni ad essi ma la intera Divinit aver patito per noi.
conformi, far non potendo che libri si an V. Pnmmssnm, TRisAGio, ec.
tichi e di cui si moltiplicaron tanto le co
TETRAGBAMMATON. V. IBHovAB.
pie nelle varie parti del mondo ne andas
TETBAODION. Inno composto di
sero al tutto esenti; non sono per in gran quattro parti che cantasi da greci nel
dissimo numero n di molto ritievo e non sabbato.
toccano la sostanza delle cose. Trattasi di
TETRAPLI. V. EsAPLI.
qualche data, dalcuni nomi proprii di
TEURGIA. Arte di procacciarsi cogni
persone o di citt alterati o mutati, dal zioni sopranaturali ed operare prodigii col
cune congiunzioni aggiunte o soppresse, soccorso degli spiriti o genii, chiamati dei
di pronomi posti Pun per Paltro, di po dagli etnici e demonii da padri della
che mende grammaticali vere od apparen Chiesa.
Venne quesParte imaginaria investigata
ti, dalcuna diversit di pronunzia o dor
sempree praticata da buon numero di lo
tograa, ec., ec.
Simiglianti difetti slncontrano in qua so, ma ne furono in particolar modo in
lunque libro, ed facite emendarti col fatuati que del lll e IV secoto che pre
confronto de manoscritti e delle antiche sero it nome di eclettici o nuovi platoni
versioni. Se ci lecito dire liberamente it ci, come Porrio, Giuliano, Giamblico,
parer nostro, la pi parte degli errori che lllassimo, ec. Davausi costoro a credere
si creduto notare nel testo ebreo sono che, mediante certe formole dinvocazio
imaginarii. Traduttori, commentatori, cri ne e certe pratiche, si potesse giugnere a
tici, totogi han supposto errori come han trattar famitiarmente con gli spiriti, averti
creato ebraismi per non aver compreso i presti a proprii cenni, conoscere ed ope
diversi signicati dun vocaboto o la va rare colPaita toro cose superiori alle forze
ria pronunzia di esso, inventato regole ca della natura.
pricciose di grammatica, creduto che la lin
in sostanza non era altro che la magia:
gua ebraica fosse rimasa inalterabite perldue specie per ne distinguevano queto
pi di due mita anni, non ostante le di- so: la nera cio e maleca, che chiama
verse migrazioni degli Ebrei e le relazioni vano goetin e gli effetti della quale ascri
che ebbero co varii popoli. lnanzi pre- vevanio ai genii o demonii malvagi; e la
star fede a un tale miracoto si dovea re- beneca, da toro appellata teurgia, val
carne le prove. V. EBRAlsMo e Popera Ei- dire operazione divina, colla quale sin
mena primiiifs des langues, dissert. vi. vocavanoi genii buoni. Tale, e it dicem
Pargomentodel tor favellare e cui sogliono dolatria. V. PAGANEsIMo. it cieco volgo attri
premettere al discorso.
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a spiriti sparsi dapertutto i fenomeni ope
rati da Dio, soto autore e reggittore deitPu
TE
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indicare, far conoscere con un segno qua
lunque. Cotoro i quali affermarono essere
i leraphim uniuvenzione degli Egizii e
gure del dio Serapide, adorato in Egitto,
non possono recarne prova nessuna: La
bauo, che viveva nella Caldea, non era
per fermo itto a cercare i suoi teraphim
mordii del mondo degn prescrivere itcul serpente di bronzo fatto per ordine di Mo
to esteriore che gli sarebbe accetto. V. s. Per ultimo, it Jurien, it quale senten
zi che i teraphim di Labano fossero gli
CIIIIoNIE.
2. lddio stesso fu quegli che prescrisse
le cerimonie cristiane pel ministero di
G. C. , degli apostoli, della Chiesa, alla
quale G. C. promise it suo spirito, Paita e
Passistenza sua: ed essa Chiesa, ben lungi
dalPaver pensato mai ad imitare i pagani,
intese, per contrario, a stornare e guaren
tire i suoi gliuoli dagli abusi e dalle su
perstizioni paganesche. Un sacerdote per
ci nelle sue funzioni non pretende altri
menti commandare a Dio, bens obedirgli:
niente vlintramette del suo, si conforma
esattamente a quanto gli prescritto da
parte di Dio, ed convinto esser tale Por
dine di Dio da tutte le prove dimostranti
menti di morale e di virt. Non corre punto tiara iu segno della sua dignit. un alto
pi di somiglianza tra i riti e la teurgia di berretto avente alPintorno tre corone do
quella ve nabbia tra Pidolatria e it culto ro, sulla sommit un picciol gtobo con la
del Dio vero. Ben ponno it falso giudizio, croce, e atiPestremit posteriore due tenie
la malignit, Pempiet volgerti in deriso: simiti a quelle che pendono dalla mitra epi
non si pu egli far to stesso delle consue scopale. La tiara fu prima ricinta da una
tudini, delle formole e cerimonie pi ri sola corona; Bonifacio VIII ne aggiunse
spettabiti della vita civite? Lo scherzo e unaltra, una terza Benedetto XIi. Chiama
la satira non sono ragioni; piaceranno agli si anche triregno.
TIMORE. Dice it Salmista,ps. xvui, lo,
sciocchi, ma fan compassione a chi ha
it timor di Dio esser cosa santa,ps. cx, lo,
senno.
TERAPHIM. Voce ebraica che nelle principio di sapienza. Nel salmo cxvm ,
versioni scritturali vien tradotta per ido il, iao, prega it Signore a traggergli it
li, slatue, sculture, ma di cui diicite cuore colla tema desuoi giudizii. Lo stes
conoscere la vera signicazione gramma so ripete it Savio ne Proverbii, i, 7; ix,
ticale. Da quel che ne dice to Spencero, lo, etc. Torna in acconcio osservare come
De legib. Hebrwor. rilual. , l. nn , dis nel vecchio Testamento it timore di Dio
sert. 7, c. 5, poco possiamo imparare. i signichi una riverente sommessione a
rabbini, che pretendono fossero statue par Dio; mancando gli Ebrei di vocaboto adat
lanti e predicenti Pavvenire e insegnaro to ad esprimere ci che noi appelliamo
no it come ci accadesse, non si meritano rispetto. S. Paoto, u Cor. vn, I, esorta i
la pi picciola fede; non tutti gli idoli fedeli a condurre a ne la propria santi
consultati dai pagani per conoscer Pavve cazione nel timore di Dio.
nire perci favellavano: in ebreo, come in
it medesimo apostoto per ne insegna
altre lingue, {partare signica spesse volte che to spirito del cristianesimo non ,
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cotoro i quali gridarono pi alto contro lui raffreddata Pantica carit. Se Pammont
it timore, in generale siensi adoperati a zione era indiritta a Timoteo (it che in
tutP uomo per lnspirarceto, dipingendoci certo), questi ne fece suo pro certamente,
perpetuamente lddio qual padrone assai essendoci prove chegli sofferse it mar
pi tremendo che degno damore.
tirio. Titlemont, t. ll; Vies des pres et
Vantaggiosa, a non dubitarne, la tema dea martyrs, t. l.
per iscuotere peccatori sconoscenti e iu
TIMOTIANI. Cosi furon detti nel seco
durati, perocch lddio adopera di frequen to V que che parteggiavano per Timoteo
tele minacce ad atterrirti; dordinario per Eluro patriarca dbtlessandria, it quale in
i motivi di gratitudine e di ducia son pi uno scritto indirizzato aIPimperator Leone
atti a far impressione sulla maggior parte avea sostenuto Perrore degli eutichiaui o
degli uomini, i quali peccano piu per cf monolisili.
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chi perch perseveravano in confessare sarii? in quelli da noi allegati non vi pot
esser concertamento o collusione di sorta;
perocch quali di toro scrissero in Africa,
toch mutitati a quel modo, continuarono quali in Costantinopoli, quali altrove; n
a favellare chiaro e sciolto al pari di pri veruno pot giugnere a tanto dimpudenza
ma e si ritirarono a Costantinopoli, dove da addurre un tatto favotoso o malcerto
Pimperador Zenone e tutta la sua corte siccome publico e noto alPintera citt di
furono testimoni di quel prodigio. Di esso Costantinopoli e, siam per dire, a tutto
fan fede Vittore vescovo di Vita, nella sua Pimpero. Lautore della summentovata dis
Storia della persecuzione de Vandali, sertazione esamin partitamente ciascuna
l. v; Pimperator Giustiniano, terzo suc delle autorit da s riferite, e fece crc
cessor di Zenone, nel suo Codice, I. i, dere non ci essere argomento di critica
c. 27; Enea di Gaza nel diatogo intitolato che valga a scemarne it peso; esser tutte
Teofrasto; Procopio nella Storia della uniformi intorno la sostanza del fatto, quan
guerra vandalica, l. i, c. 8; it conte ltlar tunque variino alcun poco nelle circostan
cellino e Vittore vescovo di Tunona nelle ze; it modo semplice e positivo onde ses
toro cronache. Quattro di questi si dicono primono quegli scrittori non lasciar du
testimonii oculari e attestano quanto han bio di sorta sulla schiettezza toro e sul
veduto; le testimonianze toro son ripor Patienzione posta in esaminare it fatto in
tate in una dissertazione uscita su que discorso.
2." Quattro di questi testimoni, partico
sPargomento a Parigi nel i7eo.
A malgrado della ripugnanza de prote larmente Pimpcrator Giustiniano, aler
stanti a prestar fede a miracoli operati mano essersi eglino accertati delPavveni
nella chiesa cattolica, PAbadie, it Dodvel mento co tor medesimi occhi,avendo fatto
to, it traduttor del Mosemio e due altri in aprir la bocca a que martirizzati e veduto
glesi da questi citati hanno it presente sic tor la lingua strappata insino alla radice.
come incoutrastabite. Fu esso per impu Onde non si pu in questo caso sospettare
gnato da alcuni increduli dlnghitterra. Di che quella barbara operazione sia stata
questi taluni posero in dubio Pautentiei mal eseguita e che rimanesse toro ancor
t della testimonianza di chi to riferisce, parte delPorgano della parola.
e dissero che verisimitmente non fu strap
5. I due esempi tratti dalle Memorie
pata per intero la lingua a quepretesi delfacademia delle scienze e qualche al
iconfessori ma ne rimase toro tanto che ha tro che potrebbe recarsi non tolgono che
stasse a poter favellare. Addussero due it fatto chesaminiamo fosse sopranatura
esempi tratti dalle Memorie delVacade le. Fu vericato che in bocca a cotoro che
mio delle scienze di Parigi, dove fatta partavan senza lingua rimaneva almauco
menzione di due persone che quantunque una picciola porzione di questa o s era
prive di lingua non lasciarono tuttavia di formato unescrescenza che ne facea le ve
partare. Altri asserirono che it domma ci; e si dichiara come it favellar toro non
Jlegato dagli ariani non era di tale impor fosse distinto e libero al par di quelto di
tania che lddio avesse a confermartto per chi ha lingua, esol dopo lunghi sforzi fosse
via di miracoli, e che, a sapere it vero, ad essi riuscito di poter articolare de suo
bastava consultar la Scrittura. Obiezioni ni. i martiri tipaseni, alPopposto, inconta
frivole, le quali ci non ostante parvero al nente dopo sradicata tor crudelmente la
Mosemio di tal nerbo da iuferirne esser lingua proseguirono a partar come prima.
arduo it decidere se quel fatto sia stato Queste circostanze costituiscono it fatto a
naturale ovver prodigioso. Hist. eccles., chiare note miracotoso, n verun natura
la divinit di G. C. Sei autori contempo
ranei riferiscono che que confessori, tut
sec. V, part. n, c. s,
4, nota (h).
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ragioni debba o no lddio operar miraco
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dizio senza fondamento-Non ci ha prova, adempisse ci che era stato detto delPa
ragione, prodigio che possa sopra eretici gnelto pasquale, Exod. xn: Non rompa
feroci e brutali quali erano i Vandali. Dap rete nessuno delle sue ossa.
poich abbiamo udito i toso de nostri
ll terzo senso dassi altorch si applica
giorni dichiarar formalmente che la vista una profezia a quel che non ne n Pog
dun miracoto punto non li convertirebbe getto immediato n it tipo, ma, al quale si
e che pi che de toro occhi si tiderebber adatta cosi bene come se fosse stato fatto
del proprio giudizimuon vha eccesso din
credulitt che pi ne debba recar stupore. coscrivere it rimprovero che lddio fu agli
TIPO. Segno, simboto, gura, rappre Ebrei che Ponorano sol colle labra a que
sentazione duna cosa. Nella Scrittura st del suo tempo; ma G. C. to volge a cotoro
gnica tatora imagine, idoto, taP altra un cui favellava, perch ipocriti al pari de
Il
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della Chiesa daver abusato delP esempio te la lingua caldea. Dagli Ebrei e da cri
mento nuovo. Dc grat. Christi salvaL, alle nozze desse Tobia; nel qual viaggio
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4. Nel c. xn, il i2, to stesso angeto dice di sorta. Una s fatta toleranza, gli chia
al vecchio Tobia: Quando tu facevi ora ro, pu essere pi o meno estesa, giusta
zione con lagrime e sepelivi i morti...
io presenlai al Signore la tua orazione.
Ecco un eresia, a detta de protestanti;
a G. C. soto, dicon essi, appartenendo it
presentare le nostre preghiere a Dio. Alla
nunzia che it tempio del Signore, consunto verne qualcuna o non averne punto, la
cato: ma a quel tempo it tempio di Ge nostri e che verr da noi pi inanzi con
rusalemme non era ancora stato arso da fulata.
Caldei; it fatto avvenne qualche anni dopo
2. Tra le diverse communioni cristia
morto Tobia. - Ci vero ove stiasi a ne chiamasi toleranza ecclesiastica , reli
calcoli communi, ma noto che la crono giosa o teologica it professare che fa una
togia di quetempi non assolutamente setta di credere che i membri dunaltra
senza errori, che gli argomenti appoggiati ponno salvarsi senza rinunziare alla pro
a tal sorta di calcoli non sono dimostra pria credenza, che si pu senza pericoto
tivi, e che i cronotogisti ben di rado van atiratellarsi con toro e ammetterti alla me
avvenimento futuro.
Non senza ragione n gratuitamente it
Tridentino ebbe inserto tra libri canonici
la storia di Tobia. Venne questa citata sic
come Scrittura sacra da s. Policarpo, che
fu tra padri apostolici, da s. treneo, da
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di dette religioni.
5. Ove un sovrano trovi nel suo im
testa delle leggi tutte: nessuno traiasci pero una religione antica la quale gli paia
di fartto.
ie esostituirne di pi sagge.
4." Altorch inun regno siano in vigore
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carte? Non gli sar permesso it ritornar massima ch forza ammettano i nostri
le cose nel pristino stato? No, rispondon stessi avversarii, dicendo che ogni per
tutti ad una voce i nostri avversarii: se
la parola di chi regna non sacra, se in
violabiti non sono le leggi e gli editti, nes
sun cittadino pu mai esser sicuro della
propria condizione.
Una ben strana giurisprudenza la que
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podest secolare. Altro punir P errore, cipi ponno per polilica far leggi coattive
altro punir la professione e Pinsegnamen
to di esso: nch un uomo tiene in s
stesso i proprii errori non fa danno a per
sona; quando li produce al di fuori, altora
interessano la societ, ed egli colpevole
e degno di castigo a misura de tristi ef
gione. Per to che vedrem quanto primai te, disser toro apertamente la religione non
nostri ragionatori costretti a ritrattarsi e esser affare da entrarci essi.
4. La persecuzione in fatto di religio
contradire a s stessi.
5. Gli uomini, dice it Barbeiracio, non ne non itlumina punto le menti, altro non
sono uniti in societ per professare una re fa che ribellarte; isettarii crescono in
ligione, sibbene a n di procacciarsi it ben ostinazione e aderiscono alla religion pro
essere temporale; it soto scopo questo fessata in proporzione di quanto per essa
della podest civite, la quale non entra sopportano: la violenza desta compassione
perci in quel che religione n ha diritto verso i perseguitati ed odio contro chi
di vincolarta e lasciar dee a ciascheduno perseguita; non ad altro riesce fuor che
la libert di credere e professare quel che a produrre conversioni bugiarde, a molti
plicare i mentitori e gli ipocriti.
in materia di religione gli appar vero.
Risp. Diasi tutto questo per vero. Se
Risp. Fu da noi dimostrato non poter
gli uomini essere uniti in societ ove non un branco di sediziosi e malfattori sosti
abbiano qualche religione, e determinata, nino in tor ribellione e vieppi imperver
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plizio nulla giova a colui che n colpito, diti, perch perseguitarci? Cos favella
giova a incuter timore a chi fosse tentato
di seguir Pesempio di lui: in generale pe
r falso che la forza non produca affatto
conversioni sincere; la storia ne porge
mitle prove del contrario.
i1." Non importa, replican gli avversa
questi stessi mezzi vengono del pari postilvitegiata che le false; perocch una re
in opera per condurti atPerrore: bisogne
rebbe sopprimer le leggi, perch ve n'eb
be spesso di quelle che, invece di giovare
alla societ, le nocquero non poco; abolir
la pena di morte perch serve a toglier
dal mondo degli innocenti egualmente che
de colpevoli: bisognerebbe insomma di
struggere ogni sociale istituzione di cui
una; rfugis.
inutitmente ci si obielterebbe essere gli
stati protestanti, pel mutamento di reti
gioue,,vennti a maggior lloridezza di pri
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Falso, nalmente, che i dritti
scienza erronea sieno i medesimi
ti della retta: questa massima,
cemente sostenuta dal Bayle e
della co
che quel
pertina
adottata
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senz altro dal Barbeiracio , S 55, tende resta e didolatria la chiesa romana, eran
niente meno che a giusticare tutti i fa forse eglino stessi in errore; che Dio non
natici che commisero delitti sotto prete avea toro impartito n autorit n infalli
sto desservi dalla coscienza obligati; noi bitit per sentenziare dispoticamente in
Pabbiam confutata altrove. V. CosCIENzA e tante controversie, ec., ec. Forse avrebber
toro inspirato la toleranza, una maggior
Liaaivra m CosCIENzA.
6. Uintoleranza, dice Barbeiracio, non riserbatezza; P Europa non sarebbe stata
la diversit della religione, la causa per tutto funestata da rumori, da sedizio
delle turbolenze; la libert di coscienza,
anzi che moltiplicare le sette, impedisce
le nuove divisioni; nei paesi ov stabi
lita la toleranza non si veggon gi pi sette
che altrove.
Risp. Abbiamo la prova del contrario
nelPesempio delPlnghitterra e delP0lan
da: non ci ha paese del mondo ove sien
gue: i varii partiti,stanchi di scannarsi fra me forza ci sieno delitti, perch tra gli
toro, sacquetarono nalmente e consenti uomini ci ha inniti pazzi e malvagi; non
rono a sopportarsi Pun Paltro per non es ne consguita tuttavia che si convenga per
ser potuti riuscire a sterminarsi.
donare a tutti. lddio da queste due specie
7." Almeno tutte le sette cristiane do di mali sa trarre it bene; non lascer per
vrebber tolerarsi; perocch tutte profes di darne agli autori it meritato castigo.
Da ci pure inferiamo avere lddio sta
sau di credere alla Scrittura come a pa
rola di Dio. Dispulandto esse tra toro in bitito un tribunale e un giudice in materia
torno a parecchi punti di dottrina, v di fede da lui rivestiti dautoritt e infalli
ragion di presumere che sien questi stati bitit per condannar Peresie, a quella gui
rivelati dun modo oscuro e che Puno o sa che ha stabitito una podest civite con
Paltro partito possa esser del pari nelPer suprema autorit per punire i delitti. Que
rore. lddio, per certo, non volle che in sto giudice e tribunale , per dichiarazio
tali quistioni fosser le sentenze uniformi, ne di Dio, la Chiesa. indarno sarebber le
non essendosi spiegato pi chiaro. Per leggi, se ogni cittadino avesse diritto din
detto di s. Paoto, gli forza ci sieno ere terpretarte e applicarte a seconda depro
sie: se un male inevitabite, perch non prii interessi; indarno pure lddio avrebbe
sopportartto? Oltreci, i pregiudizii e le dato una rivelazione scritta onon scritta,
passioni sinsinuan per tutto: onde temer sea ciascun privato fosse libero intenderta
si dee sempre di perseguitare la verit ed e spiegarta come gli aggrada.
Falso che lddio non abbia voluto Puni
operar per falso zeto. lddio non ha stabi
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sibite autorit alla quale si debba piegar
la fronte in materia di religione; che uni
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ricorso al magistero della Chiesa ed alla it volerta inspirare colla violenza, ec. Non
tradizione per ispiegare la sacra Scrittura. furon essi per consentanei a quanto in
1o. Altro , dicono, escludere da una segnavano; perch imptorarono it braccio
societ chi tiene questa o quella opinione, secolare contro gli eretici. fecer plauso
altro it perseguitartto per astringerio ad alle leggi degli imperadori che ii puni
abbandonaria o per impedirgli che la pro vano, trovarono ben fatto si usasser mezzi
fessi. Se toierar non si debbono in una coattivi per ritornare gli sviali nel seno.
societ gli errori fondamentali, bisogna della Chiesa.
pur anche compassionare cotoro che li so
Risp. Caiunnia ancor questa. i padri
stengono e non trattar Perror toro come hanno costantemente insegnato quel che
fosse delitto. Barb., S al e 22.
sinsegna da noi tuttavia, non doversi per
Iisp. Bisogna compassionarii senza du seguitare, inacerbire, inquietar gli eretici
bio altorquando stian quieti e rispettino aittorch son tranquitli n turban la publica
le podest stabitite da Dio e non turbino quiete; doversi ammaestrarii con dolcezza
Paitrui tranquitlit. Ma gli forse questo e carit e procacciar di rimetterti sul buon
it contegno in cui si presentarono i pre sentiero colla persuasione soltanto. Que
tesi riformatori? Dipinsero eglino la re sta stessa ragione induceva i padri a la
ligion cattolica come unabominanda ido mentare,la persecuzione che da pagani
latria, la Chiesa quasi fosse la meretrice di moveasi a cristiani, tanto pi iniqua per
Babittonia, i pastori di essa quai lupi ra esser questi i sudditi pi obedienti ditutto
paci; esortarono i popoli a perseguitarti Pimpero e pi solleciti a rispettar Pordine
col ferro e col fuoco, a ribellarsi contro publico. ltfa aggiunsero, e noi pur conioro,le podest che tentassero sostenerii,ec.,ec. che nel caso che gli eretici movan turbe
Cotesti atti furiosi stan tuttora registrati e sedizioni e si gittino a violenze, debbon
neioro scritti,e ii appresero aproprii pro esser frenati dal braccio secolare; se no
seiiti, e questi, dovunque venne tor fatto, la societ andrebbe tutta in iscompigiio.
ne seguirono Pimpulso. V. CaLvitusno, Lu Perci commendarono gli imperatori che
rstmusno, ec. Poierarti era un porsi nella promulgarono leggi punitive contro gli
necessit dapostatare, cosa confessata da ariani e i donatisti , perch que settarti
non pochi de toro scrittori medesimi.
ricorrevano alla violenza per far adottare
Pi indulgenza meriterebbero idiscen i proprii errori. Ne cittno, se basta tor
denti ,toro se non fossero pi animati Panimo, i nostri avversarii un padre soto
dal medesimo spirito: ma essi ci dichia della Chiesa it quale abbia approvato, con
rano ampiamente che non saranno mai per sigliato o dimandato si usasse la forza con
softrirci; gli quanto dirci che ci stermi tro gli eretici che non porgesser motivo
nerebbero se navesser facolt. Il Bayle dinquietudine al governo, o una legge
rinfacciava ioro una si fatta frenesia ne sola fatta dagli imperadori ad istanza del
gli anni lese e i690; n la punto ces clero contro miscredenti di si fatta indole.
sata. Parecchi de tor catechismi ribocca lnn dai il secoto prescrivevasi da s. ire
no di calunnie a carico nostro. alto scopo neo questa regola contro gli eretici. Eos
di trasfondere sin dalla culla neitPanima (haareticos) quidem, ecco le sue parole,
de tor tigiiuoli Podio che han giurato alla qui sunt miliores eorum et humaniorcs
chiesa romana; veggasi particolarmente it avertes et confundes, ut non blasphement
calechismo dl--.idelberga, che fu tradotto suum condilorem et factorem et nutri
in tutte le lingue dEuropa e corre fra le torem et Dominum....: feroces autem et
mani della maggior parte de calvinisti. horribiles et irrationabiles c/ugabis a
N punto pi di moderazione si scontra le tonge, ne amplius sustineas verbosi
neiibri deior pi recenti scrittori; vi lates eorum. Adv. hwr., l. n, c. 5i, n. l.
troviam ripetute le accuse confutate fa
Il Le Clerc nelle sue osservazioni sulle
due secoli: come potrebbe non esserne opere di s. Agostino tent di provare che
ad essi?
l l." Da padri della Chiesa fu disappro
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ceano per zeto della religione di Zoroastro. e degli auguri, disciplina da lui riferita si
Pi ale i Persiani corsero PAsia minore no a tempi di Numa. Nella sua orazione
e la Grecia bruciando i templi e facendo
in pezzi le statue degli dei per to stesso
motivo: i Greci lasciaron sussistere quelle
rovine per mantener vivo neproprii di
scendenti to sdegno contro quebarbari;
Alessandro se ne ricord in perseguitare i
magi. Gli Antiochi tentarono distruggere la
religion gudaica per meglio riuscire a far
toro sudditi gli Ebrei, ed noto quanto
sangue altor si versasse.
Non meno ardente fu to zeto di religione
appo i Greci. Caronda nelle sue leggi pone
tra i pi gravi misfatti to sprezzo degli altri messi a morte per avere spregiati gli
auspizii e gli augurii; n la vittoria riportata
condo le leggi, alle divinit; in una citt pli dlside e di Serapide, divinit egizia
ben governata non doversi tolerare che
nessuno bestemii contro gli dei. Inanzi ve
nire ammessi alla classe de cittadini, a
giovaniateniesi era ingiunto di promettere
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gione?
Le prove de fatti per noi asseriti si
ponno rinvenire in parecchie opere mo
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n verso gli ariani n verso i donatisti n toro a rispondere che ci non avvenne
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protestanti argomento veruuo it quale chia
ad ammettere di buon grado la Scrittura, trovato insieme cogli altri apostoli quando
Cristo apparve toro la prima volta dopo ri
sorto,Tomaso non volle prestar fede alPat
lestazione di quelli edisse non avrebbe cre
duto se non quando avesse veduto e tocco
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nianza conservataci da Eusebio, Hist. ec
cles., l. iu, c. 1 , e confermata dalla tra
dizione del Ill e IV secoto, giusta la quale
it corpo di lui riposava nella citttdEdessa
in Mesopotamia. E noto come, a tempi
d0rigene, i Parti possedessero la Persia
e i vicini paesi conterminanti alP Indie;
dal che sinferi che s. Tomaso avesse fon
dato PEvangelio in tutte quelle contrade.
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pour, e quivi trovarsi it suo sepolcro. Tal minci ad insegnare lnno alla morte di
credenza per non sembra aver fondamen lui, sia riuscito a compier tanti lavori e su
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e venne ucciso nel u70, sotto it regno dio che nulla pi, soggetto a frequenti im
dEnrico Il dnghitterra. Comech questo peti dira, ne quali non sapea pi padro
santo non contisi fra gli scrittori ecclesia ueggiarsi di s, dimenticava le pi sacre
stici, reputiam ci non ostante rdevi it obligazioni n altra legge conosceva pi che
confutar le calunnie oggidi suscitate cou
tro la sua memoria,le quali vengono a ri
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404
ispezione sulle leggi civiti dlnghitterra e mo udire quelPempio fatto, giur e pro
che al re soto spettava it farte ad arbitrio
suo. Lasciando dentrare nella sostanza di
un tal diritto, ci contentiam d osservare
essere stoltezza it dar giudizio duna que
stione del secoto XIi coi principii del XV
odel XVill e non con quelli universal
mente a quel tempo ammessi e seguiti, e
pretendere che it Becquet si credesse in che gliela imponesse it papa, come data
obligo di soggettarsi alle capricciose vo
glie dEnrico il anzi che al giudizio del steso al sepolcro dei santo, pianse, ne im
sommo pontece e delPintera Chiesa. Che ptor la protezione ed alla intercessione
it diritto del secoto XIi non fosse assurdo di lui si tenne debitore duna vittoria che
quanto si spaccia, ne son prova it godersi riport a quel tempo sul re di Scozia. ll
tuttora dalParcivescovo di Cantorbery, a traduttor del Mosemio non cred ben fatto
malgrado della pretesa riforma,la maggior it riferir questa circostanza. Anche gli as
parte de privitegi reciamati da s. Tomaso sassini, divenuti segno alla publica ese
e it sussistere per anco in Inghitterra Pim orazione, si ravvidero e morirono peni
munit de cherici sotto it nome di bene tenti.
l tesori accumulati pel corso di quattro
zio di chericheria.
i1." In tutte le ambasciate e trattative secoli al sepolcro di s. Tomaso furon messi
chebber luogo a tal proposito in Francia a ruba dagli emissarit d Enrico Vlll e le
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taiiere di s. Tomaso di Vitlanova ebbero zione alla gtoria; la quale dalla votont
a fondatore in Bretagna nel i680 it p. An di Dio unicamente preceduta. Alcuni to
geto Le Proust, agostiniano riformato; e misti nondimeno avvisano causa della ri
la fondazione venne confermata con let provazion negativa essere it peccato du
tere patenti Panno appresso. Fanno voti
semplici, seguon la regola di s. Agostino
e si occupano non sol della cura de ma
iatt ma delP istruzione altres della gio
abbracciate da una povera, che mette toro c in lui tutta la sua discendenza; onde
in dito un annelto dicendo: u Bicordivi, tutto Puman genere divenne una massa
cara sorella, che diventate la serva de di perdizione. Avrebbe lddio potuto sen
poveri. n noto come s. Tomaso di Vit za veruna ingiustizia abbandonario tutto
lanova, arcivescovo di Valenza in lspagna, quanto, come fe degli angeli prevarica
pia ne impartisce.
mo ed agli angeli scaduti dal toro stato , assoluto e antecedente di targirgli la gra
zia efcace, e che la prescienza del pec
ma fu colpa toro se ne venner privati.
5." Anche nelto stato dinnocenza biso cato ha del pari a suo fondamento un de
gna ammettere in Dio decreti assoluti, ef creto di permissione col quale lddio ha
caci e antecedenti a qualunque libera de fermato di non concedergli cotesta mede
terminazione delle votont create, essen sima grazia necessaria a schivare it pec
do questi soli decreti it fondamento della cato.
prescienza di Dio. il perch, in questo
o. lddio vede, ne suoi decreti, chi per
stato, la predestinazione alla gtoria eterna severer nel bene e chi , per contrario, ni
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r nel male: perci accorda a primi la glo; pria ipotesi; parecchie ve nha che non si
ria eterna per guiderdone, gli altri condan
Egli forza convenire inanzi tratto non della grazia efcace per colpa loro. Oltre
contenersi in questo sistema verun er to sconcio dammettere una colpa nelto
rore n essere stato mai colpito da cen stato d innocenza, tal colpa o era grave
sura: iaonde al tutto lecito it sostenertto ovver leggiera: nel primo caso per essa
ed piuttosto commune nelle scuole teo and perduta P innocenza prima di cade
togiche. Cotoro i quali it voller confondere re; nel secondo non meritava un castigo
con quelto di Giansenio troppo male sap si tremendo qual la privazione della gra
posero o vollero far gabbo altrui. l tomi zia efcace a perseverar necessaria.
sti affermano esser G. C. morto per la sal
4. Non si comprende di qual modo un
vezza degli uomini tutti, e perci a tutti decreto antecedente e assoluto di ripro
darsi da lui grazie interne; resister Puo vazion negativa concitiar si possa col de
mo bene spesso a tali grazie, comech creto antecedente ed assoluto di saivar gli
gli conferiscano un vero potere di fare it uomini tutti e redimerti per opera di G. C.
bene; altorquando fa it male, non gli acca Tali due decreti paiono contradirsi. Lo
der ci per difetto di grazia ma per la re stesso dicasi della predestinazione assoluta
sistenza da lui fattavi; la grazia efcace dun piccol numero di anime dopo la pre
non imporgli veruna necessit doperare, varicazione dAdamo e in onta alla ge
perocch s fatta necessit sarebbe colla neral redenzione nel mentre che lddio la
Quando si obietta a tomisti che la tor colt ha faccia duna grave malattia. Sup
grazia pretesa sufciente tale soltanto di porre che Puomo con si fatta grazia abbia
nome, poich con essa Puomo non opera un poter reale, prossimo, pieno di fare
mai it bene, rispondono avvenir ci per it bene, e che tuttavia uol far mai senza
colpa di lui non della grazia, conciossiach Paiuto duna grazia efcace, gli ammet
gli conferisca essa tutto it poter necessario tere un potere senza prova di sorta e per
per operare; lddio nella grazia sufciente pretta necessit di sistema.
o." Un decreto di permissione col quale
oiIerirgli una grazia eicace, e se lddio
questa non gli impartisce, ci essere a lddio ha risoluto di non conceder la gra
motivo delPobice postovi da lui colla sua zia partare inintelligibite. Permettere
resistenza. Dottrina di s. Tomaso, in a, vale semplicemente non impedire: non
dist. 2a, qu. l, art. 4, l. nni, Contra gent., quindi un decreto positivo; Pintendertto
altrimenti gli un supporre che Dio vo
c. i68.
Non asseriscono tuttavia i tomisti it tor glia positivamente it peccato.
ch non poche tor ne oppongono cotoro versia che dura gi da pi secoli e che
probabitmente durer ancor buona pezza:
cui esso non garba.
l. Secondo Popinion toro, difcit opra nulla ce ne cale; vorremmo soltanto che,
sarebbe rinvenire in s. Tomaso tutte le trattandosi di sistemi arbitrarii su d un
parti onde i tomisti compongono la pro mistero incomprensibite qual si quelto
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della predestinazione, non si ponesse tan za, non a cagione della tonsura. Orig. ec
to fuoco e si facesse di meno delle parole cles., t. ll, l. vi, c. 4, s lo. .
aspre e delle temerarie accuse; un teotogo
ll Bingham avrebbe dovuto badare
volger a miglior pro it suo tempo e Pin l. che portar una tonsura non aver la
gegno e la fatica usandone a difender le testa rasa per intero n assolutamente
verit di nostra fede contro cotoro che le calva, sola maniera disapprovata da s. Gi
rolamo. 2." Questo padre vuole che i che
combattono.
TONSURA. Corona chericale che si fa rici sien distinti dai barbari, da soldati e
agli ecclesiastici nella parte posteriore del da laici leziosi nella capigliatura e nel ve
capo, radendoue i capelli in forma circo stire; disciplina da cui i protestanti si son
lare. ll vescovo, cui spetta it far questa dispensati. 5." Attesta che i ministri degli
cerimonia, taglia colle forbici un po di altari non indossavano nelle funzioni toro
capelli a colui che si presenta per essere i medesimi abiti che nella vita commune,
ammesso alto stato ecclesiastico; e que ma avean ornamenti particolari; altra ri
sti intanto recita le parole del salmo xv , spettabite costumanza ripudiata da prote
il s: Dominus pars hwredilatis mew et stanti. 4." La voce coronati diciam noi al
calicis mei; tu es qui restilues hwredi
latem meam mihi. Quindi it vescovo iu
dossa la cotta al tonsurato, pregando ld
dio a rivestirtto delPuomo nuovo. La ton
sura non un ordine, sibbene una prepa
razione agli ordini; uniniziativa al che
ricato, conferisce al soggetto la capacit
di possedere un benetizio semplice e to
assoggetta alle leggi risguardanti gli eccle
siastici.
Difcite assunto sarebbe indicare Pori
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form., c. 4, esige che it tonsurando abbia cattivil, quasi torrente al sofo delVau
ricevuto it sacramento della Cresima, sia stra, dicono gli Ebrei reduci dalla servit
istrutto delle principali verit della fede babittonese. lntendcano essi probabitmente
cristiana, sappia leggere e scrivere e dia
argomento di credere scegliersi da lui
quelto stato nella risoluzion ferma di ser
vire in esso fedelmente lddio. Parecchi
concitii posteriori condannarono la teme
rit de parenti che tan tonsurare i pro
prii gliuoli per la cupdigla unicamente
di alcun benetizio ecclesiastico,senza scan
dagliare se abbian vocazione e le doti ne
cessarie per adempiere i doveri delto stato
a cui vengono iniziati, tatora anche per
nella valle in cui scorre esso torrente. La bri Santi: i pi fermi li tennero quai vi
Scrittura d questo nome anco al Nitto e gliacchi e apposer toro la vergognosa ap
alPEufrate, tuttoch sien umi. Couciossia pellazione di traditori.
ch i torrenti della Palestina sien soggetti
Da questa sciagura unaltra ben presto
a spesso gonarsi, questo vocaboto serve ne nacque: non pochi vescovi della Nu
lalvolta a indicare abondanza, come nel midia ricusarono qualunque communica
salmo xxxv, torrente di delizie, in Isaia, zione con gPimputati di quella colpa; non
xxx, torrente di solfa; e perch altora son voller riconoscere per vescovo di Carta
cagione di disastri, pigliansi per simboto gine Cecitiano, sotto cotore che Felice ve
di sciagure, afizione, persecuzione. Tor scovo dAptonga, un de consacratori di
rentes Belial , cio torrenti di gente iui Cecitiano, era del numero de traditori;
qua, troviamo nel n de Re, c. xxu, il, e, accusa che non venne provata mai. Capo
dove Davide inalza a Dio un cantico di di questo partito era Donato vescovo delle
ringraziamento per avertto liberato da tutti Case Nere; donde ll nome di donatistia
tutti quegli scismatici. ll concitio dArtes,
i suoi nemici.
detto del Messia nel salmo cix che nel tenuto nel 514 per ordine di Costantino
suo viaggio ber al torrente; per questo a n di esaminare quella bisogna, senten
atzer la tesla: le quali parole sembrano zi che tutti cotoro che si trovassero ve
alludere al commando fatto da Dio a Ge ramente rei daver consegnato ai perse
deone, Iudic. vu, a, che non conducesse in cutori libri o vasi sacri sarebber degra
battaglia se non se quelli tra suoi soldati dati e deposti quatora fosser convinti per
i quali, vicino dun ruscelto, seran con atti publici, e non denunziati semplice
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Se la testimonianza diasi a viva voce che ruiu1 sACRA, ec. Conciossiach per sia que
trasmettasi da padri a tigliuoli e da que sto it punto capitale per cui dierenziansi
sti a tor discendenti, dicesi tradizione i cattolici dalle sette eterodosse c in par
orale; scrilla, se trovisi registrata nella ticolare da protestanti, importa it ripetere
storia o in altro libro: questa, general le principali tra esse prove, mostrarne it
mente partando, la pi sicura; ma non nesso e le conseguenze, aggiugnerne altre
noi. ll perch diciamo esser la tradizione ste in iscritto: le une congiunte colPaltre
la parola di Dio non scritta, averta gli apo
stoli ricevuta dalla bocca di Cristo e tras
messala di viva voce a proprii discepoli o
successori, esser quindi giunta a noi pel
magistero de pastori, i primi dequali fu
rono dagli apostoli ammaestrati; in altri
termini esser ella it magistero costante e
perpetuo della Chiesa universale,conosciu
to per la voce uniforme depastori, da essa
denominati padri, per le denizioni de
concitii, per le pratiche del culto publico,
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vano a voce; it punto sta a provare che sto. Ci son sette apostoli de quali non si
abbian raccommandato alto scritto tutte hanno scritti n prova che ne abbian la
senza eccezione le verit che predicarono. sciato: eppur fondarono chiese le quali
S. Paoto dichiara che la bisogna non co sussistettero dopo di essi e conservarono
si: impossibite che PApostoto abbia com tor fede lunga pezza inanzi potessero ave
preso in quattordici lettere quanto ebbe re la Scrittura nella propria lingua. Sul
insegnato pei corso di trentatr anni.
nire del il secoto s. Ireneo attestava esserci
2.- Prova. lddio conserv per to spazio appo i barbari chiese che non avean per
di duemita quattrocento anni la religione anco Scrittura, ma conservavano la dot
de patriarchi colla tradizion sola e per trina della salute scritta netor cuori dalto
mitle cinquecento quella degli Ebrei me Spirito Santo e custodivano getosamente
diante la tradizione non meno che la Scrit Pantica tradizione. Contra hwres., l. ni,
tura: perch avrebbegli mutato proce c. 4, n. 2. Nessuna versione fu fatta da
dere rispetto alla religion cristiana? Mos, gli apostoli n al tempo toro; la vantata
stando per morire, dice al suo popoto, antichit. della versione siriaca unas
Deut. xxxn, 7: Ricordati de giorni an serzion gratuita de protestanti.
tichi; rammenla ad una ad una le et;
Per commodo del proprio sistema, sup
interroga il padre tuo, e te ne dar no
vella; i tuoi avi, e le! diranno; non gi: Scrittura tradotta insin dal tempo degli
Leggi i miei libri, consulta la storia delle
prime et del mondo da me scritta e che a te
lascio. Dovevan gli Ebrei fartto indubitata
mente; ma senza it sussidio dellatradizione
de padri toro non sarebbero giunti a pie
namente intender que libri. Mos non era
stato pago di scrivere i prodigi da Dio ope
rati a pro del suo popoto, ne avea stabititi
monumenti, riti eommemorativi a,richia
rono da noi udile e intese , e a noi te niente serviva. Ci ebbe nazioni cristiane
narrarono i padri nostri... Le quali cose nella cui favella non furono mai voltate
commando egli (Dio) a padri che facesse le Scritture. E noto oltreci come poco
ro sapere a loro gliuoli, affinch la se coltivate fosser le lettere presso it pi de
guente generazione te sappia. E i gliuoli popoli al tempo onde discorriamo.
Vero dirsi da Teodoreto, Therapeut,
che nasceranno e verranno alla luce le
racconteranno a proprii gliuoli, afn I. v, che al suo tempo i libri degli Ebrei
ch questi in Diopongano la loro speran eran tradotti nelle lingue deltomani, de
zae non si scordino delle opere di Dio e gli Egizii, de Persiani, degli indiani , de
custodiscono i suoi commandamenti. A gli Armeni, degli Sciti e de Sarmati, bre
qual pro cotesti ammaestramenti de pa vemente in tutti gli idiomi che partavansi
dri se bastava it leggere i Libri Santi? altora dalle diverse nazioni. Se questo
inanzi it ritorno dalla cattivit non veg passo di Teodoreto impacciasse i prote
giamo istituite presso gli Ebrei publiche stanti, chiederebbero come abbia potuto
letture, ed eran gi a quelPepoca trascorsi egli aver tal notizia; un fatto arrischiato di
mitle anni dalla morte di Mos. N questo rebbero esser questo e certamente esagge
legistatore n alcun de profeti ebbe in rato; la Scrittura non contar traduzioni n
giunto agli Ebrei che apprendessero a in lingua punica partata a Malta e sulle co
ste dAfrica, n neliantico spaguuoto n in
leggere.
non colla lettura de Libri Santi. La fede ebraici tradotti nelle varie lingue mento
dalPudilo, scriveva s. Paoto a Romani, vate da Teodoreto; non si prover per
x, 17, Vudilo poi per la parola di Cri mai che savesse la traduzione di tutti, e
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chei tor discepoli avrebbero scritto; po
stamento nuovo. ,0ltreci facevano altora tean quindi lasciar toro tal cura cosi co
quasi quattrocento anni che era stato pre me quella dammaestrare i fedeli: or ci
dicato it cristianesimo; it secoto IV era che essi discepoli posero in iscritto non
stato tempo di cognizioni, di fatiche apo pi commesso alla sola memoria degli uo
stoliche, di scritti dogni maniera, lavoro mini, quantunque non sia nella Scrittura
de padri della Chiesa, laddove i tre pri sacra.
mi erano corsi tra patimenti e persecu
4. Prova. Se fosse stato volere di G. C.e
degli apostoli che la cristiana dottrina ve
zioni.
Ad onta di questi fatti, i nostri avver nisse sparsa e conservata mediante la sola
sarii asseriscono con tutta seriet che G. C. Scrittura, non sarebbe stato mestieri in
e gli apostoli non si sarebber comportati stituire una succession di pastori e dot
assennatamente se avesser commesso i tori a n di renderne perenne P insegna
dommi della fede alla labite e malsicura mento: gli apostoli sarebbersi acconten
memoria degli uomini, alPincertezza degli tati a porre in mano a fedeli la Scrittura e
avvenimenti, alle continue vicissitudini raccommandar toro la Ieggessero assidua
de secoli, e non raccommandato alto scrit mente. Ma essi fecer tutto alPopposto. Per
to tali divine verit sotto gli occhi degli detto di s. Paoto, Eph. iv, xn, L5, G. C.
uomini. Mosemio, Hist. ehrist., part. n, fu che altri costilu apostoli, altri pra
sez. m, c. 5, S 5. Cotesti temerarii critici feti, altri evangelisti, altripastori e dot
non savveggon punto come in realt ap tori, per lo perfezionamento de santi ,
pongan difetto di senno a G. C. e agli apo pel lavorio del ministero, per la edif
stoli. Perocch, nalmente, son fatti po cazione del corpo di Cristo, no a lanfo
sitivi, a distruggere i quali ci vuol altro che ci riuniamo tutti per Vunil della.
che presunzioni, non avere G. C. nulla fedee della cognizione del Figliuolo di
scritto n ingiunto agli apostoli di scrive Dio. Dichiara PApostoto nessuno dover
re; sette di questi nessuno scritto aver la predicare senza missione, Rom. x, n5. E
sciato; gli altri sol di qualche libro della questa si ha forse dal popoto? Non gi ,
Scrittura aver dato la versione; it pi sibbene dalto Spirito Santo, che ha posto
delle traduzioni esser lavoro di lunga po i vescovi a governo della chiesa di Dio ,
steriore ad essi, fatto man mano che crebbe Aci. xx, es. E la missione vien conferita
it numero delle chiese nelle diverse con mediante Pimposizion delle mani,i Timnv,
trade del mondo. La cosa singolare che 14; e un pastore, ricevuta che Pabbia, pu
cavitlatori i quali voglion tutto si provi darta ad altri, v, 22. Non a semplici fe
da noi per via di scritti inventino si di leg deli, ma a un pastore raccommanda PApo
gieri i fatti che ponno servir di puntelto stoto it leggere la Scrittura santa per es
al toro sistema. Gli un voler darta ad ser questa utile a, insegnare, a, redar
intendere troppo impudentemente Passe guire, a correggere, a formare alla giu
rire come fanno che i dommi della fede, stizia; afnch perfetto sia Duomo di
predicati publicalnente e ogni di insegnati Dio o it sacro ministro. n Tim. Iu, 16.
al commun de fedeli insin dalPinfanzia , Non dice chessa giova a tutti i fedeli per
esposti agli occhi delPuniversale merc le apprendere la propria religione. S. Pietro
pratiche del culto, ripetuti e inculcati colle li avverte, al contrario , che non a tutti
preghiere della liturgia, sieno afdati alla saddice Pinterpretarta , che gli ignoranti
malsiciira memoria degli uomini. l no e i poco stabiti la stravolgono per toro
stri costumi ed usi, i diritti nostri, i no perdizione, n ep. i, 20, m, l6. Ma dai pro
stri pi importanti doveri son raccomman testanti, meglio per certo itluminati dagli
dati alto stesso deposito, n avvene altro apostoli, pretendesi che ciascun fedele sia
pi incorruttibite. Fu egli dunque difetto tenuto leggere la Scrittura santa per ap
di sapienza in Dio Paver trascurato di far prendervi quanto dee credere e che tut
commettere alto scritto prima di Mos i ti son capaci iPintendertai
dommi da s insegnati a primi uomini
Lungi dal convenire che i pastori e dot
ventiquattro secoli avanti? assolutamen tori si travagliarono al perfezionamento
te necessario saper leggere per esser ca de santi ed al vantaggio della fede, sosten
pace di far atti di fede e conseguir Peterna gono esser eglino quelli che la guastarono
salute?
Si videro idioti, donne, schiavi operai
TR
verit che rimarrebbe sempre con essi,
Io. xiiv, IB; ma, se diam retta a prote
stanti, non attenne la parola. Aveva ezian
dio fatto promessa di concedere if fedeli
it dono de miracoli, Maro. xvi, i7; e i
nostri avversarii convengono averta egli
attenula aimanco ne tre primi secoli della
Chiesa: la prima promessa, che non era
men necessaria, rimase senza effetto; la
sola grazia da G. C. fatta alla sua chiesa
fu di conservar le Scritture intatte fra
le mani di depositarii sommamente so
spetti.
Ma,ove stata non fosse Passistenza delto
Spirito Santo,a che pot essa giovare que
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14
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tezza cosi de fatti che della dottrina. "Con di giudicar da noi stessi se un domma sia
fessione notevole. E aggiugne, in secondo
luogo, avere i padri potuto saper con cer
tezza qual fossero i libri consegnati alle
chiese dagli apostoli e dagli uomini apo
stolici intin da principio per esservi stata
TR
TR
Santi, per farne toro la spiegazione e porgerne it senso vero. Se non che questa
verit per altre ragioni posta in sodo.
1." Neprimi secoli della (iiiesa pochi
avean pratica di lettere, e Pignoranza si fe
ancor pi generale dopo Pinondamento de
popoli barbari. inanzi sinventassc la stam
pa, una Bibbia era libro costosissimo e ben
radi ne giravano gli esemplari. Gli chia
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venuto ciascuna testi a s favorevoli, non quando non scritta che quando alto
assurdit a cui con essi non si sia fatto scritto raccommandata. ll perch questa
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pute; perci non avete voi punto pi alluda alla superbia de farisei; maegli
prottato con due regole che noi con una condanna ancor pi palesemente quella
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degli eretici, i quali credono avanzare in tar la Scrittura per conoscere la vera fe
perspicacia e in sapere la chiesa univer
sale da cui han fatto scisma.
S. Clemente papa nella sua prima let
tera a que di Corinto li sgrida per le dis
cordie che ardon fra toro e per la poca
riverenza in che tengono it clero. Pon toro
sotfocchio, n. 42, esser gli apostoli que
che, guidati dalto spirito di Dio, hanno
stabitito i vescovi e i ministri inferiori e
regolatone le funzioni, tra le quali trovasi
certamente quella dinsegnure. Li esorta,
n. 57, a star sommessi a sacerdoti, a
guardarsi dalla superbia e dalParroganza.
Non avvisava quel santo pontece che un
laico, con la Bibbia in mano, avesse au
H4
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colPesempio delle chiese fondate pressoi chiese. Soto in mancanza delle Scritture
barbari, che non aveano per anco Scrit
tura sacra,ma sattenevano religiosamente
alla tradizione. In una lettera riferita da
Eusebio, l. v, c. 2o, palesa Pattenzione con
che ascoltava le istruzioni di s. Policarpo,
annuntialam omnibus dem per succes si fatte verit. Non questo per it con
siones-episcoporum pervenienlem usque
ad nos, iudicanles oonfundimus eos qui
quoquomodo prmterquam quod oportet
colligunt.... IIuc ordinationc et succes
TR
tradizione non pur Pautenticit e Plntegrit
della Scrittura. ma it signicato eziaudio e
le spiegazioni di essa; e ne cc. 52 e se ri
manda gli eretici alla tradizione delle chie
se apostoliche; sostiene che quelle che si
vengon formando quotidianamente non son
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bus nostris dictum est nos dicimus.... didi vobis. Item: ila doceo et ila tradidi
dum nomen contrahimus... Deciet ma servare alla maniera onde furono dagli an
dies si Ecclesial: mysteria cilro scriptum
tradila pergam recensere.
Quod si
gloricandi modum veluti scriptis non
tradilum reiiciunt, proferont nobis et
dei professionem et cwtcrorum quw
commemorovimus prwlationem e Scripturis... Sane contra id quod dicunt glo
rere strano Pudire it santo dottore dir che, Fepistola a Tessatonicesi, Ilaque, fra
rigettando la tradizione non scritta, sire tres, slate et tenete tradiliones, etc., ses
ca pregiudizio alto stesso Vangeto. Ma egli prime di questo tenore: Hinc cst per
da por mente che la tradizione inanzi spicuum quod non omnia tradiderunt
tratto la pi fedele interprete delPEvan per epistolom, sed multo eliom sine
gelio e poscia la sola Inallevadrice del. scriptis; et ea. sunt quoque de digno.
Paulenticit di esso, e quindi che it riget Quomobrem Ecclesiw quoque tradilio
TR
TR
M8
miss., I. m, c. 6. Nos, dice altrove, idest sacram pro ipsa sua. altiludine non uno
cathotica des, veniens de doctrina apo eodemque sensu universi accipiunl, sed
stolorum, pianlala in nobis, per scriem eiusdem eloquia aliler atque atiler alius
successionis acccpto, sana ad posteros atque atius interprelati"; ul penequal
TR
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sensionem quoque ilidemz si, in ipsa ve una langa serie di santi dottori deprimi e
tuslatei omnium vel certe pene omnium pi orenti secoli del cristianesimo e de
sacerdotum pariler et magistrorum de tempi ne quali i nostri avversarii confes
niliones sententiasque sectemur. Com sono fosse pura la nostra fede, che statui
scono in modo chiaro e decisivo Pautorit
monit., c. 1-5.
Nel concitiaboto volgarmente chiamato sacra della tradizione. Ove avessero anti
it latrocinio efesino, Dioscoro, capo delPe veduto Perrore de protestanti su questa
resia eutichiana, invoc a favor della sua materia, non avrebber potuto combatterta
causa Pautorit de santi padri. Tutto it con pi nerbo. - La Luzerne, ivi. miH
a.- Prova. l padri affermarono costan
concitio e i vescovi cattolici al par degli
altri riconobbero tale autorit,dissero ana temente non esser permesso a veruno it
tema a chiunque volesse fare innovazio discostarsi dalla tradizione o dalPinsegna
ne e dichiararono di conservare la fede mento publico e costante della Chiesa:
de santi padri. Era pertanto massima uni dunque n it fecero n potean fartto senza
versalmente confessata cosi dagli eretici suscitar contra s to sdegno de fedeli e
come dai cattolici esser la tradizione una sopratutto de proprii colleghi. A udire i
nostri avversarii, sembra che i padri della
regola di fede.
S. Leone riconosce e pone in sodo con Chiesa sieno stati maestri isolati e senza
molta etoquenza P autorit de ss. padri, relazione di sorta, che potessero imagi
dagli eretici soli contradetta. Ut pielas nare , scrivere , insegnare impunemente
tua, cos egli nella sua lettera cui a Pro quanto toro andava a grado, ovver furbi
terio vescovo dAlessandria, c. 2 e 5, ut che contradicessero ne tor libri ci che
pielas tua cum venerabilium patrum in publico predicavano. Eccesso gli que
prwdicationibus nos concordare cogno sto di preoccupazione e malignit.
u- Eran essi quasi tutti pastori, mae
scat aliquanlas eorum sententias huic
credidi subiiciendas esse sermoni; qui stri duna numerosa greggia: i primi fa.
bus si digneris attendere recensilis, non vellavano ad adunanze di fedeli che avea
aliud nos prwdicare reperies quam quod no avuto per istruttori gli apostoli stessi;
sancti patres nostri toto orbe docuerunt, itor successori eran circondati da un clero
nec quemquam ab illis. nisi solos im e da uomini provetti che avean daiP in
pios hwreticos. discrepare Plebem au fanzia apparato la dottrina cristiana e pa
lem et clerum omnemquc fraternilatem recchi de quali leggeano indubitatamentc
420
TR
TR
1. Abuso di termini chtamar fatto
posilivo, prova posiliva it preteso siten
rita a suo luogo Pantichit, ci starem qui Chiesa, pi libera e frequente divenne la
paghi di riessioni generali.
communicazione tra le diverse societ cri
TR
TR
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gli apostoli insino a noi; ei trapass da un nel piano tuttavia di tor religione, steso
secoto alPaltro senza che le sue acque sin
torbidassero; e se qualche insensati ten
tarono porvi obice, o li trascin nel suo
corso o to svolse per iscorrere altrove.
e.- Prova. l nostri avversarii avrebber
voluto far credere esseritrispelto perlatra
sino di seguire la dottrina depadri greci correre alla tradizione per cogliere it vero
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che gli vengon di continuo uditi. Aprendo no. Aitart. Fama, analizzando la fede dun
TR
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cattolico idiota o bambino, abbiam fatto ve di quella degli apostoli, della lnspiraztone
dere comabbia egli motivo saldissimo di de Libri Santi, fuor che per via della ra
credere alla chiesa cattolica.
gione: ad essa dunque pur spetta it gin
12. Prova. La serie degli errori pro dicare se vera sia o falsa la dottrina da
dotti dal metodo de protestanti to chia essi libri insegnata: non punto pi ar
risce falso; per esso non pur sorsero le dua impresa it dar questo giudizio che il
tante sette in cui son divisi, ma si va in vedere se divina oppure umana sia tor
via dritta al deismo e alla incredulit. E missione, se i detti libri sieno o no inspi
vaglia it vero, a ne di scemar credito alla rati. Il perch i deisti ebbero impugnato
tradizione, i protestanti si gittarono a ca la Scrittura sacra in generale con gli stessi
lunniare it peggio che tor venne fatto i argomenti fatti da protestanti contro al
padri della Chiesa, ne impugnarono la ca cuni libri che espunsero dal canone.
pacit, it sapere, la buona fede. Pure i
Alla voce Ennons abbiam fatto vedere
pi antichi depadri eran discepoli imme quanti ne sieno scaturiti Pun dalPaltro su
diati degli apostoli: come avere in alto ciascuna delle controversie dibattute trai
concetto maestri che formarono allievi di protestanti e noi: e tutti vennero dalla
tal fatta e se li elessero a successori? pertinacia in rigettar la tradizione. Da poi
Laonde i protestanti partarono degli uni che i protestanti ebber posto per princi
a un dipresso come degli altri. Se gli apo pio doversi da noi quelto soltanto credere
stoli stessi, dicono, andaron soggetti ad che troviamo espressamente e formalmen
errori e debolezze, che maraviglia ne po te rivelato nella Scrittura, e alla ragione
tessero avere i tor pi zelanti discepoli? spettare it determinarne it vero senso, l
Barbeyrae, Tratte de la morale des p sociniani tosto ne trassero questa itlazio
res, c. a, S so; Chitlingworth, La reli ne: - Dunque non dobbiam tenere per
4 24
TR
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cattiva versione, fatta su quella de Set detto toro, xv, le , e vi ho destinati che
andiate e facciate frutto, e il frutto vostro
tanta.
Altra scaturigine derrori furono certe
tradizioni ricevute a voce dagli apostoli,
come la credenza che G. C. sia vissuto ol
tre agli anni quaranta, it suo futuro regno
di mitle anni, it tempo della celebrazion
della pasqua, ec.
Affezionati comerano alla tosoa pla
tonica, tentavano di concitiarne i dommi
sincerit non altro che una maliziosa apostoli apparivan pi colpevoli agli oc
ipocrisia che si convien smascherare.
1. Questo ritratto de padri del ll se
coto ben diverso da quelto delineatoci
dal Beausobre col porre in giusta luce Pin
telligenza, Pabitit, la savia critica onde
procedettero essi padri a n di sceverare
dagli apocri i libri autentici della Scrit
tura sacra. V. pi sopra la s.- prova. Non
pose mente it Le Clero che, vitipendendo
le qualit e it carattere personale di que
sti testimonii, veniva a tor nerbo alla cer
tezza del giudizio toro sul canone de Libri
Santi. Ma it miscredente non ha quasi mai
altra guida che P interesse del momento.
TR
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425
teo, n ep. m, 1n, I 7: Attienti a quello che tre i quoranPanni , e appoggiava questa
hai apparato e a quello che ti slato af/i sua opinione sul Vangeto, Io. viII, 57; i
dato, sapendo da chi tu abbi imparato, mitlenarti iondavan la toro su PApocalisse,
e che dalla fanciullezza apprendesti le e i quartodecimani potean valersi del del
sacre lettere, le quali possono istruirti to di G. G., Luc. xxn, lo: Di quesla pa
a salute, mediante la fede che in Cri squa non ne manger pi /ino a lanto
sto Ges. Tutla la Scriltura divinamen civetla sia adempila nel regno di Dio.
le inspirala utile a insegnare, a re Ei Pav'ea mangiata it di quattordicesimo
darguire, a correggere, a formare alla della luna di marzo. Quando un protestan
giustizia, afnch perfetto sia Vuomo di te ci viene a dire: Or date fede alle tra
Dio, disposto ad ogni opera buona. Ma dizioni, un deista pu dir egualmente: Or
non si bada che Timoteo, nato in Licao datevi della Scrittura, della quale si
nia da padre gentite, allevato da madre e fatto sostegno a quanti dar si ponno errori.
da avola ebree, non avea potuto leggere la
7. Se i padri del Il secoto erano in
Scrittura se non se nella versione de Set generale ignoranti, creduli, cattivi ragio
tanta: pur ci bastava, secondo s. Paoto, natort, incapaci dintendere e interpretar
per procacciargli la scienza della salute , la Scrittura, ben malamente vennero in
per mettertto in grado dinsegnare, per iar spirati gli apostoli a scegiier uomini tali
di lui un pastore perfetto: e come ci non per tor successori: non ce navea forse
era pi bastevole ai padri del Il secoto? di meglio atti alPuopo? Ben altra idea
Altro mistero
altorch s. Girolamo saccinse a dare una di propagare una dottrina che gi sandava
nuova version latina condotta sulPebraico.
s.i Almeno i padri greci del li e del lll
secoto intendeano it testo greco del nuovo
Testamento, ed a presumere che di que
sto iacesser lettura pi che delPantico.
Come mai tal lettura non li ebbe scaltriti
su gli errori che attingeano nellatraduzion
fatta dai Settanta? Da parecchi protestanti
fu detto che, quando ci rimanesse non pi
che Pevangelio di s. Matteo, basterebbe
esso a fondamento di nostra fede: la ben
maraviglia che Pintero nuovo Testamento
non sia valso a preservar da ogni errore
i discepoli degli apostoli e tor successori.
6." Se stiamo a protestanti, s. Paoto ha
pel magistero della Chiesa. S. Ireneo fu it apostoli; prova della necessit iPaitenerci
soto a credere che G. C. fosse vissuto ol
Bsaelen. Vol. VI.
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qualche dottore, per antico che sia. Instil. quella che sentenzi tra le diverse inter
pretazioni quali fosser le vere, quali le
hist. christ., c. 5, S i7.
Avea egli it nostro critico fatta ries false. Studiansi di far gabbo dicendo dat
sione inanz scrivere? l. S egli intende tenersi alla Scrittura: la Scrittura, tornia
dir puramente che tra primitivi cristiani mo a dire, e Pinterprelazione di essa non
vebbe de privati che tennero delle opi son tutPuno.
nioni giudaiche o paganesche non opposte
s. Il Mosemio stesso, confutando it sl
a verun domma del cristianesimomon con stema erroneo dun autor moderno sul mi
trasterem punto: nulla ne cale di sapere stero della ss. Trinit, gli oppone il si
come la pensasse ciascun individuo con lenzio delVantichil. Dissert. in hist.
vertito dagli apostoli o dator successori. eccles., t. Il. Se la testimonianza degli an
Se vuole che tali opinioni indifferenti sie tichi non fa autorit, tanto meno it tor si
no state diffuse a segno di formar tradi lenzio. Ci ha di pi: questo critico, nel
zione ira dottori cristiani, neghiamo asso confutare Popera del Tolando intitolata
Nazarenus, condanna in generale la mala
lutamente it supposto.
2." Quando questo fosse vero e gli apo fede di cotoro i quali, a n di liberarsi del
stoli non si fosser applicati a confutar tali la testimonianza de padri, cominciano col
errori, ne sarebbero essi risponsabiti, a Pimputar toro errori, infedelt, ignoran
lor dovrebbesi darne colpa. Onde gli in za, ec.; dice che, seguendo un s fatto me
creduli ascrissero agli apostoli stessi gli todo, nulla pi rimane di certo nella"sto
errori tutti di cui it Mosemio vuol fare ag ria, ed appunto quelto da lui adottato in
gravio a primitivi cristiani, e pretesero tutte le sue opere. Vindiciw anliquw
trovarti negli scritti del Testamento nuo christianorum disciplinn}, elc., sez. i,
vo. Aflermarono la prossima ne del mon c. 5, S s.
do essere insegnata da G. C. Matth. xxiv,
4. Non si pu perdonare alto stesso cri
54, da s. Paoto I Thess. iv, l4, da s. Pie tico Pimpugnare che fa su di semplici pro
tro u ep. ui, o et seqqu- la venuta e it babitit quel che leggiam negli antichi in
regno delPanticristo predetti n Thess. n, torno alPinnocenza e itlibata vita de pri
s, i 10. u, I8; it regno mitlenario pro mitivi cristiani: la cosa confessata da
messo, Apoc. xx, 6 et seqq. , n Petr. ui, non pochi autori pagani, e it Le Clero la
15. Del fuoco puricante, part s. Pao pone tra le cause che concorsero alPallar
to, l Cor. Ini, H5, e s. Pietro," ep. iu, 7, gamento del cristianesimo nel secoto II.
1o. La distinzione tra i buoni e i cattivi Il Mosemio dice che, prestandovi fede, ci
angeli chiaramente insegnata ne libri esponiamo alle beffe demiscredenti. Egli
tanto dellhmtico che del nuovo Testamen si che fa segno la nostra religione a sar
to; delle tendenze degli angeli cattivi si fe casmi de nemici di essa, tentando mostra
giudizio per quel che se ne dice nel libro re che inn dalPorigine la fu un caos der
di Tobia, iv, 6, vi, a, etc. Si fa menzione rori derivati dagli Ebrei e da pagani.
TR
Cl si svela qui apertissimamente la scal
trezza delPeresia.
TR
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quelto che noi crediamo? Bossuet, Bpon stoli in poi la forma della nostra: i va
se un mmcire de Leibnilz touclumt rii concitii tenuti ne diversi secoli sol
le concile de Trenta; Espril de Leib
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-1 28
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dubli, verran di leggiert sedotfi dagli ere
tici. Catech. v.
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pio. 1 protestanti oggidi reputan toro a Che it Basnagio e suoi pari dian taccia di
colpa un si fatto zeto attento e preveg semipelagianesimo a Vincenzo di Lrins
gente; dicono che i padri eran uomini in non ci fa maraviglia; non trover questi
quieti, sospettosi, getosi, accattabrighe, mai appo toro perdono delPavere con sin
presti sempre a lassar deretieo chiunque golare chiarezza,nerbo e sagacia dimostra
dissentisse da toro. Tanto meglio, possiamo ta Pautorit della tradizione: ben reca stu
risponder toro: ci fa viepi certa la tradi pore e non lieve che teotogi i quali si van
zione, non avendo potuto insorger nessun tan cattolici rincalzino cotale accusa e non
ne scorgano le conseguenze. ll tin qui det
errore impunemente.
Quindi pure consguita non aver gli ere to ne par basti a chiarire come i nostri
tici potuto mai citar dottori i quali pen avversarii, impugnando la tradizione, non
sasser comessi senza che eccitasser ru abbian tampoco compreso it vero stato
more e venissero notati. Laver ciascun de della questione.
TRADUCIANI. Cosi da petagiani veni
dottori cattolici potuto cadere in inganno
non fa nulla alla questione; che non vi vano per beffa denominati i cattolici per
sien caduti ne accerta it non esser eglino [asserire che questi iaceano che it peccato
stati disapprovati e censurati. Qual tra"originale trapassa e si communica dapa
gliene oppose P autorit sul punto della avviene: posciach un domma aperta
predestinazione, rispose da prima che que mente rivelato per via della Scrittura e
santi uomini non avean avuto bisogno di della tradizione, la stoltezza Pesaminare
trattar quella questione, laddove a lui era se possa egli o no da noi esser compreso;
stato forza Pentrarvi per confutare i pe gli un supporre che lddio non valga a
lagiani, De priedest. sanctmx, c. 14, n. 27. tare pi di quelto a che giugne it nostro
Ma, ponderata meglio la cosa, diuostr concetto, e che la nostra mente, cosi circo
avere i padri antichi a suilicienza soste
nuto la predestinazion gratuita, insegnan
do gratuita essere qualunque grazia di Dio.
De dono perselz, c. 19 e 2o, n. 48-51. Da
ci stesso riteviamo di qual predestinazio
ne si trattasse. Per to che s. Agostino era
l 30
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s. Luca, c ix, che it Salvatore condusse i
suoi tre discepoli Pietro, Giacomo e Gio
vanni sur un alto monte, dove orando, it
volto di lui divenne raggiante al par del
sole e le vestimenta bianchissime; che ap
TR
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tora solennizzata da per tutto, non gi che tre primi secoli non sera mai creduto di
fosse da lui istituita,come da taluno venne dover por mano alle tombe de martiri,
creduto, V. Vies dea pres et dea mart., trarne le ossa, coltocarte nelle chiese o su
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gli altari; che un si fatto abuso soltanto ticolare dalcuni toro fittoso: ci ristrin
verso it cadere del IV secoto venne intro
dotto, per opera segnatamente degli aria
ni. Tal ridicola fantasia fu da noi confu
tata alla v. Sauro; e agli art. MARTIRI e Ite
LIQIJIB abbiam fatto vedere essere it culto
toro,antico quanto it cristianesimo e insin
da principio di questo una specie di pro
da protestanti, e maggior fu it bene che tori passino dal corpo dun uomo in quelto
non it male che ne provenne. Tanti e tan dun animale. Ne adduce in prova la te
ti peccatori furon tratti a compunzione per stimonianza dun anonimo in I-ozio, che
aver visitato i sepolcri desanti; Iddio ha accusa Origene daver credutoPanilna del
quivi sovente premiato la fede di chi vac Salvatore fosse quella dAdamo; e la te
correva, alleviandone i mali; it furore stimonianza anche di s. Girolamo, ep. xciv
stesso de barbari rispett pi volte que ad Avilum.
gli asiti della divozione. Che che se ne
Rispetto al primotestimonio,la uniui
dica, gli bene che i gliuoli della Chiesa postura del Beausobrc: Panonimo mento
conservino questi oggetti di consolazione vato da Fozio, Cod. cxvn, era un apotogi
e ducia, de quali i nemici di essa si sono sta, non gi un accusator d Origene, e
aveva assunto a purgartto da quindici capi
votontariamente privati.
TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME. Mol daccusa, it quarto de quali era daver as
ti degli antichi tittoso, come Empedocle, serito che Panime d alcuni passino dopo
Pitagora e Platone, aveano imaginato che morte nel corpo delle bestie, e it sesto
le anime, dopo morte, passassero dal cor che Panima di G. C. fosse quella dAda
po onde uscivano in un altro a tin di pu mo. Che quelPautore sia o no riuscito a
riticarvisi, inanzi giugnere alto stato di giusticar Origene non fa nulla al caso,
beatitudine. Alcuni avvisavano un tale soltanto ne risulta che gli antichi nemici
passaggio avvenire soltanto da un corpo di questo padre non intralasciarono ca
umano in un altro della medesima specie, lunnia per denigrartto.
S. Girolamo non accusa altrimenti Ori
altri asserivano che certe anime entras
sero nel corpo di qualche bruto ovvero in gene daver afermato che Panima de pec
quel duna pianta. Questo trapassamento catori in generale pu passare nel corpo
appellavasi da Greci metempsicosi e me de bruti, si bene d aver detto che alla
tensomatosi. Gli questo anche al pre ne del mondo un angeto, un anima, un
sente un de principali articoli della cre demonio pu tramutarsi in bruto e deside
rarlo in mezzo alla violenza de tormenti
denza degli Indiani.
Nessuna vaghezza ci muove ad indagar e delle amme che it divorano. Trattasi
Porigine di questo sogno n it come sia perci qui dun dannato e non dun altro
esso venuto in mente a tosofi; le con
getture degli eruditi su questo punto non
si accordano: ma ci troviamo obligati a far
vedere un tale errore non aver suo fon
damento su verun principio certo n su
verun domma della fede cristiana; esser
no adottato e che sia pi ragionevole che delle cose tutte non esser dommi, ma du
non it sentimento della chiesa cattolica bii e congetture arrischiate per non tacer
intorno al purgatorio o la puricazion nulla. Il Beausobrc conviene che i detti
delle anime dopo la morte. chiaro per passi addotti da s. Girolamo non si rin
ch alcuni protestanti abbian creduto ben vengono pi in Origene: su che fonda
mento adunque osa egli asserire esser cosa
fatto Passerire tutti questi paradossi.
, Poco eziandio ne cale it sapere se fra cerla e fuor dogni dubio che questo pa
gli Ebrei fosse da farisei creduta la tras dre ha ammessa la trasmigrazione delle
anime?
Ben certo it contrario, n pu perdo
narsi al Beausobrc davertto taciuto. in ot
TR
TR
433
to o dieci luoghi, infatti, delle sue opere per porre in sodo Pimmortalit deIPanima.
Finalmente cita Calcidio: ma noto dit del principio su cui fondasi it domma
chera costui un fittosofo eclettico del se del purgatorio nel mentre che i suoi pari
coto IV, infatuato del sistema di Platone, dettaron de libri per dimostrare essere uu
e it quale diede assai pi prova dattacca tal principio falso e contrario alla Scrit
mento al paganesimo che alla religione tura. Per non mostrarsi per infedele alla
cristiana: non degno perci desser posto propria setta, sostiene che it purgatorio
tra toso cristiani di gran merito ed ec de toso, it qual consisteva nella trasmi
celsa virt che, a detta del Bcausobre, eb grazion delle anime, la vince alPintinitto
bero insegnato it domma della trasmigra su quelto della chiesa romana e dal lato
zione. Abbiam gi qui tre o quattro infe della ragione e per Pantichit e per la piu
delt le quali non fanno onore alPaccusa ralit de suffragi, ch migliore per ogni
rispetto e non poteva produrre gli stessi
tor de padri.
2. A palliarne la turpitudine, vuole it abusi.
Beausobre che i principii su cui fondavasi
A tutti questi assurdi noi cominciamo
bopinione della metempsicosi non fosser a rispondere che in materia di dottrine ri
gran fatto irragionevoli; trasse ella Pori velate la ragione non ci ha a far nulla, non
gin sua dalPipotesi della preesistenza del speltando ad essa it giudicare se vere sie
le anime, come fu provato da monsignor no oppur false: tuttoci che chiaramen
te rivelato certamente vero, tutto quel
Uezio.
Che PUezio Pabbia detto verissimo , che in opposizion colla rivelazione per
neghiamo per che Pabbia provato e sdia necessit falso; it volerne giudicare con
tuo it suo copiatore a mostrarci la meno altro metodo gli stabitire it deismo. V.
ma connessione tra questi due errori; i pa Esami. Ora, it purgatorio cattolico inse
dri della Chiesa non ve ne scrsero mai. gnato nella Scrittura, Pabbiam dimostra a
Quando infatti fosse vero che Panima sia suo luogo, e la trasmigrazion delPanime
esistita prima del corpo, ne conseguitereb vi contradetta. Leggiamo in s. Luca, xvi,
434
Tll
TR
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435
han tor fondamento sulla Scrittura e sulla Anatome concilii tridentini; dal Basna
tradizione, sul sentimento de padri, sulle
decisioni de precedenti concitii, sulla co
stante e universale credenza della Chie
sa. Gli ordinamenti disciplinari eccitarono
da prima qualche riclami, poi vennero per
436
TR
TR
TR
duopo sentire non pure i luterani, ma gli
anabattisti eziandio, i zuingliani, i melan
toniani, i calvinisti, e via discorrendo,
lasciati gli anglicani, la cui religione non
era per anco srta. Che cosa si sarebbe
potuto denire in mezzo a quella turba di
cavitlatori che non riuscirono mai a inten
dersi n accordarsi quando si furon rac
colti insieme per confrontare tor dottrina?
it Tridentino nonne fond una nuova; soto
ebbe attestato ci che gi credeasi nella
Chiesa cattolica inanzi quelPepoca; e que
TR
437
perch non sieno stati n chiamati n dori, sia dalla confessione di fra Paoto e
del suo commentatore, che i vescovi di
ascoltati nei concitio?
Francia e Spagna opinarono sovente suille
s." Lopinare non era libero in quel con
citio, dove it papa dominava da despota
per mezzo desuoiilegati, c gli Italiani, ligi
al papa, soggiogavano gli altri: i vescovi
eran di solito ridotti a dire it proprio av
viso con un placet.Fu quelto, a partar giu
sto, un concitio del papa, non unadunan
za della Chiesa. Le dispute vi giunsero
spesse iiate alPindecenza e alla violenza;
era unaccozzaglia di gente nella quale non
cera verso a intendersi Pun Paltro.
Risp. La contradizione tra queste due
accuse si palesa da s: se tatora ci ebbe
troppo fuoco nelle controversie, ne con
protestanti eziandio; ondech male tor guidati erano nulla pi che meschini sco
saddice il farne aggravio a que del con lastici, ignoranti di Scrittura, di tradizione,
citio di Trento. Ma che, nelle congrega di morale cristiana.
438
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TR
va ii quale non sia appoggiato a chiari e per la moltitudine stessa degli errori de
precisi testi di Scrittura: tatora ne furono protestanti e per la temerit onde adotta
citati non pi duno o due, perch decisivi vano le sentenze men probabiti di alcuni
e irrefragabiti; non imitandosi Puso de troppo arditi teotogi. Fu pertanto sentita
protestanti di affastellar testi nulla prova la necessit dimpor ne ad esse dispute
no e spesso totalmente estranei alla que con una formale decisione. Alto stesso mo
stione. Il non avere per it concitio ad do si era fatto in tutti i precedenti con
essi dato it senso falso ed erroneo che vi citii, da quel di Nicea insino al orentino,
applicano iprotestantifa dire a questi ches chera Pultimo. Furon dunque essi i pro
so part in contrario alle Sacre Pagine. Al testanti la cagione de tanti decreti ed ana
torch queste si taciono intorno a un dom temi che ardiscono rinfacciare alla sinodo
ma o ad una consuetudine costantemente tridentina.
Questa non fece altrimenti parola degli
osservata nella Chiesa, o non si esprimono
con sufciente chiarezza, it concitio sen altri articoli di fede da noi creduti sia in
tenzi doversi cosi Puno che Paltra con forza de testi chiari e formali della Scrit
servare in virt della tradizione, cio del tura, sia perch deniti ne concitii ante
magistero perpetuo e generale di quella cedenti: a che proposito si sarebbe trat
santa communione. Alla v. Tu1mzione fu tato dei punti di dottrina altora non con
per noi dimostrato non potersi ci fare dal troversi? Ridicola querela si questa al
tra guisa, e un tal metodo aver suo fon par di quella de sociniani e de deisti, l
TR
quali se la pigliano col concitio niceno per
TR
439
recezione del concitio tridentino, e uno ponticie intorno le ultime contese sulla
scritto di Leibnilz di cui iarem parola fra grazia se cotoro che le suscitarono fossero
poco. Non possiam capire in che senso stati sinceramente sottomessi a decreti del
dommi gi creduti si possan dir nuovi ed Tridentino; ma noto come ne abbian tal
ignoti.
volta partato con non pi rispetto che i
7. [pi dedecreti di quel concitio sono protestanti, come sui passi scritturali e su
oscuri ed ambigui, suscettivi di sensi di que di s. Agostino i quali sembran favo
versi: tale oscurit pare anzi soventi vol rirti adottato abbiano it senso e le spie
te studiata per esimersi dal condannare gazioni de protestanti, e come accusinci di
certe opinioni deteotogi. Il quale sconcio semipelagianesimo a quel modo che ipro
fu si bene avvertito che it papa institui testanti ne accagionan it Tridentino. Assai
una congregazione di cardinali e dottori fuor di ragione perci si van gtoriando
per interpretare le denizioni del Tri questi ultimi di quel fermento di prote
dentino. Per tal guisa, anzi che termi stantismo che it concitio non riusc ad
nar le controversie, i suol decreti ne han estirpare; ove Pavesse potuto prevedere,
fatte nascere altre nuove, e, per supplire Pavrebbe anticipatamente proscritto.
alla insufcienza di quelli, i papi furono
u. Parecchi di s fatti decreti, concepiti
costretti a metter fuori parecchie bolle a in termini studiatissimi e che, presi alla
n di decidere ci che non era per anco lettera, son giudiziosi anzi che no, han
deciso, segnatamente sulle materia della tuttaltro senso nella pratica; tali sono
grazia, ec.
quelli risguardanti it purgatorio, Pinvoca
Risp. Se it concitio avesse condannate zione de santi, it culto delle imagini e
tutte le opinionidubie e disputabitl,e ver delle reliquie: i teotogi Ii piglian per av
rebbe ancor pi aspramente tacciato di se ventura nel senso del concitio, ma it po
vero. Che necessit vera egli dicondannar poto, in seguendoli, si abbandona manife
opinioni che non toccan la sostanza del dom stamente alP idolatria.
ma e i cui difensori professan di credere
Bisp. Troppo disdoro gli it ripetere
che che trovasi chiaramente denito? Esi una calunnia le cento volte confutata. l
gere che un concitio abbia a far cessare catechismi destinati ad ammaestrare it po
ogni controversia sarebbe volere da esso poto corron tra le mani di tutti; ci mo
un miracoto non operato dalla Scrittura strino i nostri avversarii in essi qualcosa
do obiettiam toro Pinsuicienza della Scrit zione o divozion falsa; e i vescovi it fan
tura a termlnar le contese in materia di
fede. Ma e corre grandissimo divario dal
le dispute che regnan fra toro rispetto a
diversi sensi della Scrittura e quelle che
si agitano fra teotogi cattolici sui punti di
dottrina non deniti. Questi non li fan dis
crepare intorno alla fede, non son cagione
di scismi tra toro, non di tenersi Pun PaI
tro quali eretici degni danatema: chiun
TR
4 40
abusi nch tor piace: non domandiam zioni di fede non ci ha paese cattolico in
cui si tenga lecito insegnare it contrario,
toro di pi.
o. Per quel che concerne la disciplina,
i legati del papa sopposero alla riforma
di molti abusi; que medesimi che furono
condannati continuarono come prima, e
non pochi durano tuttavia.
Ilisp. Egli da por mente che in ma di esso concitio, S27. Osserva eglgS ii,
teria di disciplina non era facite to sten
dere ordinamenti i quali potesser conci
liarsi colle leggi de varii principi e col
gius canonico seguito appo le diverse na
ritti di cui it sommo pontece godeva da vasi dalconcitio; e cos fece nelPordinan
tempo immemorabite. Sotto la v. PAPA ab za di Btois, promulgata Pa. i579. Altor
biam dimostrato come si fatti diritti non ch Padunanza del clero tenuta quelPanno
fossero n abusivi n pregiudizievoli al stesso a lllelun replic Pistanza, venne ri
ben generale della Chiesa al segno che sposto dal re che, rispetto alla riforma che
vuolsi da protestanti. Agevoie impresa volean trar dal concitio, non la reputava
levar la voce contro gli abusi: la difcolt cosa tanto necessaria quanto dicevasi,es
sta nel vedere se it rimedio che vi sin
tende porre non ne far nascere altri. Le
umane cupidigie, sole cagioni di tutti i
disordini, sanno spesso volgere a proprio
La stoltezza it sostenere daitPun canto sti Pa. tu. nel quale dichiar comlesll
che la Chiesa non ha verun dritto di far
sa,i protestanti fecer vista di porsi sotto non era considerato per tale in quel requella della potenza de principi; ma qua gno. noto che in quei tempo it goverlunque volta tor parve di troppo molesta no, smarrite al tutto le forze e ridott0
le si ribellarono. A sentir toro, non regna a tutto temere per parte degli USoPopi fra essi abuso di sorta: ma qual pi ti, era costretto ad usar toro di molti ri
re e far scisma qualunque volta un predi alla testa Enrico iV. Poteva ella effettuarsl
cante trovi it segreto di raccorsi intorno la riunion toro alla chiesa cattolica senza
TB
reiterate istanze del clero perch si ac
cettassero eziandio gli ordinamenti disci
plinari non altro provano se non che de
siderava la riforma di tutti gli abusi.
Tit
l 44
Cosi volea che fosse it Leibnilz in una Aser , Beniamino, Efraim e lllanasse. La
memoria da lni dettata sui mezzi atti a Palestina per fu scompartita soltanto fra
riunire i cattolici co protestanti: sarebbe dodici trib, non essendo nella partizione
stata sua intenzione che per preliminare stata compresa quella di Levi, siccome de
si riguardasse quel concitio siccome non dicata al servizio della religione; ma Mos
avvenuto. Il Bossuet confut la detta me avea proveduto alla sussistenza di essa,
moria col solito suo nerbo, ponendo inanzi assegnando alle diverse famiglie de leviti
TR
TR
442
sonalit.
Gli questo, fuor di dubio, tale mistero
mentale della fede cristiana: ma questa esso viene dato, e nondimeno verun ere
TB
tico neg mai essere it Padre una perso
na, un ente susdstente e intelligente. Ol
TR
443
venga da invotontaria omissione e non da damento su tutti i testi da noi citati in pro
infedelt premeditata, n prova it vedersi va della divinit del Flgliuoto di Dio e
in parecchi di essi aggiunto it il 7." in mar delto Spirito Santo. V; queste due voci.
gine di man propria dewamanuense. ln S. Paoto fa questo saluto ai fedeli, u
secondo luogo, avendo Vapostoto gi fatta Cor. xm, s: La grazia del Signor no
menzione nel il 8." delPacqua, del sangue stro G. C. e la caril di Dio- e la par
e delto spirito che rendono testimonianza tecipazione detlo Spirilo Santo sia con
a G. G., non verisimite che ripetcsse im tutti voi. S. Pietro, l ep. i, l, favella agli
mediatamente dopo nelPs. to stesso con eletti secondo la previsione di Dio Par
cetto. Ifordine e la chiarezza del discorso dre, alla santicazione della Spirilo, a
esigonoassolutamente che it 7." sia fra i due ubbidire a G. C. per essei aspersi col
coltocato. Per ultimo, cotoro che asseri sangue di lui. Operazioni son queste che
scono essere it 7. versetto un doppio, for soltanto a persone o ad esseri sussistenti
za sostengano che le parole delPs.", su si ponno attribuire.
la terra, sono esse pure state aggiunte al
Le spiegazioni forzate che i sociniani so
testo, pe1-ch rispondenti a quelle del ver glion dare a tutti questi passi e le sotti
Mll
TR
TR
gliezze onde cercan torccrti ad altro senso rono i sociniani da poi che Pehbrro im
TR
TR
445
tratto ci forza rimetterci a quella degli si dovea far uso; che i dottori cristiani
uomini?
tenean su questa materia differenti senten
La cosa dotorosa che i protestanti ab ze. Mosemio, Hist. ecctes., sec. IV, part. n,
biano aperto la porta al socinianismo, i c. s, S o; Hist. christ., sec. Ilt, S 51.
Temerarie asserzioni son queste pure.
cui principii guidano a si spaventevoli
conseguenze. E noto che Lutero e Calvino insin dal tempo degli apostoli la tede de
partarono della Trinit in guisa ben poco cristiani,come fu iuotato da s. Ilario, era
riverente; e, per sciagura, i tor seguaci prescritta dalle parole di G. C. che servono
tengono di frequente quas.i to stesso lin di forma delBattesimo, nelle quali si-nomi
nano it Padre, it Figliuoto, to Spirito San
guaggio.
Dicono che it vocaboto trinil non to; ogni fedele sapeva che Puno non era
nella Scrittura; che it primo ad usartto fu Paltro, che ciascuno de tre Dio e pur
Teoto antiocheno; che la chiesa cristia non sono tre dei: e noi al presente non
446
TR
TR
lui asserito che le tre Persone son tre enti Punit d origine della seconda e della
sussistenti, realmente distinti, e non gi terza Persona; it terzo Punit dazione
tre azioni o tre denominazioni. Origenian., tra tutte tre; it quarto Pesistenza intima
c. 2, q. l, n. 4. - 2.i E falso che i cri o la circumincessione. Non dssi dunque
stiani dEgittto sieno stati nelPopinioiie attri rolnper la serie del raziociuio de padri
buita toro da questo critico; ei non ce ne per procurarsi la compiacenza iYaccusarti
ha dato nessuna prova. Confutando la fal derrore. Alla v. EIIANAzioNE abbiam chia
sa sentenza dun autor moderno, ammette rita la falsit delPaltre accuse mosse dal
in Dio una sola sostanza assoluta e tre Beausobre ai santi padri su questo stesso
sostanze relative: non questo Pordinario argomento.
linguaggio degli ortodossi; avrebbe egli
Parecchi censori affettarono d apporre
trovato ben fatto che it suo avversario to a padri nel voler spiegare questo mistero
tassasse deretico? Altre ingiustizie senza Puso di paragoni che, presi alla lettera, in
ne furon commesse rispetto ad Origene. segnano errori. llla quesanti maestri eb
ll Beausobre nella sua Storia del ma ber cura davvertire come nessuna compa
nicheismo, l. nni, c. s, S 2, dice che i pa razione tratta da cose create risponder po
dri, per confutare gli ariani, i quali accu tesse alla sublimit di questo mistero n
savano i cattolici dammelter tre dei, as porgerne una chiara idea: it pigliarti alla
serirono l. la natura divina essere una lettera gli dunque un andar contro Pin
nelle tre Persone come una la natura lenzion toro. ll llosemio cit a questo pro
umana in tre uomini, la quale unit una posito s. llario, s. Agostino, s. Ciritto dA
mera astrazione, ununit di specie o so lessandria, s. Gio. damasceno, Cosmo in
miglianza, non una vera unit; 2." si falla dicopleule; se ne potrebbe aggiugnere al
unit esser nondimeno perfetta, perch it tri. Nola al Cudvorzio. Nel che i padri
Padre soto senza principio, laddove gli altro non fecero che imitar gli apostoli.
altri due traggon toro origine dal Padre e S. Giovanni paragona lddio Figliuoto alla
ricevono da lui la communicazione di tutti parola e alla luce; s. Paoto it chiama to
gli attributi della natura divina. E adduce splendor della gtoria e la gura della so
in prova di questo falto it Petavio, De stanza del Padre, ec. Comparazioni le qua
Trinit., l. iv, c. 9, 10 e la, e it Cudvor li non ponno per certo porgerci unidea
zio, Syst. inlellect., c. 4, S 2a.
chiara della natura del Fgliuoto di Dio.
Se cotesti critici protestanti fossero stati
Altri nalmente restarono scandalizati
di buona lede , avrebber confessato quel dalle seguenti parole di s. Agostino, De
che venne dimostrato dal Petavio, ibid., Trinit., l. v, c. a: Non audemus dicere
c. la e segg., cio che gli stessi padri da imam essentiam, tres subslantias , sed
lui citati si spiegarono poscia pi corret unam essentiam vel subslantiam , tres
tamente ed ammisero nella natura divina autem personali, quemadmodum multi
Punit numerica, la singolaril e la per Latini isla traclantes et digni auctori
fetta semplicit; 2. che di essa unit re late dixerutit, cum atium modum aptio
carono altre due ragioni essenziali, val rem non invenireni quo enuntiarent
dire la singolaril dazione e la circumin verbis quod sine verbis inteltigebant. Re
cessione ossia esistenza intima delle tre vera enim cum Pater non sil Filius,et
Persone, Puna nelPaltra, giusta it detto di Filius non sil Pater, etSpirilus Sanctus
G. C. 1o. x, 57, 58: Se non fa le opere ille qui etiam donum Dei vocatur neo
del Padre, non mi credete. Ma se le fo, Pater sil nec Fitius, tres utiqae sunt.
quando non vogliate credere a me, cre Ideoque pluraliler dictum est: Ego et
dete alle opere: onde conosciute e cre Pater unum sumus. Non enim dixil,
diate che il Padre in me, e io netPadre. unum est, quod sabelliani dicuut, sed
Siccome gli ariani puri asserivano essere unum sumus. Tamen cum quwrilur quid
it Figliuoto di Dio una creatura,non con tres, magna prorsus inopia humanvtm
fessavano chegli partecipi a tutti gli at laborat eluquiam. Dictum est lamcn
tributi della Divinit, segnatamente alPe tres personw, non ut illud diceretur,
ternit del Padre. Bisognava perci sta scd ne laceretur. Gli increduli ne infe
bitire contro essi che it Figliuoto e loSpi rirono che, stando al santo dottore, quan
rito Santo partecipano cosi realmente a to si dice della Trinit non signica nulla.
tutti gli attributi della natura divina come
Che nulla signichi di chiaro, no l ne
tre uomini alle propriet tulle della na gbiam punto; esprime per qualcosa du
tura umana: ci facevano per prima cosa snuro, come i vocaboli luce, colore, spec
i padri, ma non questo, per cosi dire, chio, prospettiva, ec., in bocca a un nato
che it primo grado delPunit; it secondo cieco, al quale non si la colpa Fusarti. Se,
TR
tavellando della ss. Trinit, vogliasi far
concetto della natura e Persona divina co
me si la duna natura e persona umana ,
non si mancher iPinferirne come gli in
creduli che una sola natura numerica in
tre Persone distinte la una contradizio
ne: si ragioner per altro malamente, co
me un cieco dalla nascita it quale, para
gonando la sensazion della vista con quella
del tatto, asserisse che una supercie pia
na, qual si uno specchio e una prospet
TR
4 47
tiva, non vale a produrre una sensazione Santo nulla pi che nomi, operazioni, mo
di profondit. V. Misreao.
di di considerare la Divinit; a tali false
Tra tutti gli articoli di nostra lede nes spiegazioni determini scritturali fu neces
suno venne cos tosto impugnato o cotanto sario contraporne di pi vere. Presso gli
ostinatamente e da tanti settarii siccome autori profani persona val sovente aspet
quelto della Trinit , Pabbiam gi osser to, gura, apparenza esteriore: ma noi
vato. Le diverse maniere onde ci fu fatto, abbiam mostrato come s. Paoto dato abbia
Pabuso di tutte le voci scritturali e del a quelle voci un signicato totalmente di
linguaggio commune, i sosmi da essi ac verso, cui i padri e iteotogi luronoobli
cumulati obligarono i teotogi si antichi che gati dadoltare. V. Psasona.
moderni a dare spiegazioni, a fermare it
5." Dicono che it Figliuoto di Dio trae
signicato dogni parola, a determinar le sua origine dal Padre per via di genera
espressioni dalle quali non lecito scostar zione, voce consacrata nelle Scritture,
si. il Beausobre medesimo, comech tut nel c. vnni, il 55, degli Atti apostolici e in
Paltro che giusto verso di essi, contessa tutti i testi ne quali it Figliuol di Dio
non avere i padri potuto lar di meno delto appellato Unigenilo. Questa generazione,
spiegare in che senso G. C. sia Figliuolo aggiungono, o nascita non una creazio
Scrittura ne insegna, qual verit capitale, t della quale detto unigenilo e colla
esservi un Dio soto. Egli fu uopo espri
mersi di questa guisa contro i pagani, i
marcioniti e i manichei, i triteisti e tutti
cotoro che accusarono i cattolici siccome
adoratori di tre dei. Fu dimostrato toro
4 48
TR
Tli
veder ne padri anteriori al niceno passi or, Pamore un atto della votont e dee
non ortodossi. V. Bolto, Defens. dei m avere un termine reale quanto Patto dellacenw, sez. m, c. 5, th. 2. AlPart. Verbo mente; e questo termine to Spirito San
si mostrer perch, prima del mentovato to, it qual procede quindi dalPamorescam
concitio, i padri ebber favellato moltissimo
della seconda generazione del Verbo, e i
posteriori ad esso insistito principalmente
sulla prima.
rarsi dal Padre it Figliuoto suo con un concorrendolli le- tre Persone egualmente;
atto della mente o per via di cognizione; non cosi le operazioni ad intra, per es
to Spirito Santo -proceder dal Padre e-dal ser queste relative.
Figliuoto mediante Pamore delPuno per Altorch noi facciam- distinzione tra la
Paltre. ossia merc dun atto della voton prima, laseconda e la terza persona, non
TR
TR
449
superiore, nia soto che s intende cosi da anticipatamente la divinit detto " Spirito
noi la loro origine. E niente di pi inte Santo, correndo la stessa ragione. I ma-
sero i padri quando ammisero tra esse una cedouiani non poteano opporre a questa
subordinazione e dissero esser it Padre se non se le stesse obiezioni allegate da
maggiore del Figtiuoto o ad esso superio gli ariani contro la prtmarperci i padri,
re, come fu dimostrato dal Butto, sez. iv, per confutarMacedonio, ebber costante
c. l e e. Usarono eziandio- le espressioni mente ricorso alla dottrina dal niceuo con
di 5. Paoto, it qualdice che lddio Figlluoto tro Ario professata.
sar soggetto al Padre Cor. xv, 2a, che
it Le Clerc, sociniano mascheratombiei
si fece obediente, Phitipp. 11,8 ec. Se vo ta equivoci esser tutti i termini usati dai
gliasi da ci dedurre che i padri andassero padri per dimostrare tor credenza circa
errati, forza accusar derrore anche PA la Trinitii, tali da iesprimereerrori net
letterale e commune signicato; quindi
postoto.
19
i 50
TR
TR
velate;gli eretici bens ebbero questa smania inn dal tempo degli apostoli. Non pri
ma furono questi usciti di vita che sorser
ragionatori, i quali, armati di tosoche
sottigliezze,st diedero a pervertire it senso
delle Scritture. I dottori della Chiesa, in
caricati dagli apostoli medesimi di conser
vare intatto it sacro deposito della dot
trina di G. C., furon quindi costretti ad op
porre spiegazioni vere a false interpreta
zioni, espressioni chiare e precise a termini
equivoci o subdoli , saldi raziocinii a cap
ziosi argomenti. La demenza it porre a
carico toro le dispute, gli errori,gli scismi,
le pazzie degli eretici, cui non cessarono
mai di deptorare e combattere. Se nesecoli
bassi gli scolastici si occuparono di que
stioni inutiti e di mera curiosit,non imi
TR
TR
l54
che la Divinit avea patito: onde i legati proposito; poich it clero dlnghitterra,as
del papa, ai quali i monaci di Scizia seran
vlti, reputarono cotal maniera di partare
siccome novit pericotosa. Sitrasferirono
i monaci a Roma per consultare to stesso
part. n, c. 5, S l2.
452
TR
Tlt
la tradizione, son costretti ricorrervi per lennit delPanno son consecrate alPonore
sostenere gli articoli pi sostanziali della e al culto della ss. Trinit. Nondimeno it
fede cristiana. Vengano essi a dirci ancora concitio dArtes tenuto Pa. i260 istitu la
che la Scrittura chiara su tutti i punti festa in discorso per la sua provincia. Si cre
necessarii alla salute,che it vero senso di de che papa Giovanni XXIl sia stato quegli
essa aperto alPintelligenza depi idio che la fece adottare nella chiesa di Roma
ti, che non fa mestieri daltra regola per correndo it secoto XIV e che la ss alla pri
sapere quelto che dobbiam credere. Nulla ma domenica dopo la Pentecoste: it qual
val meglio a porre in chiaro la falsit di uso per non venne seguito da per tutto;
coteste massime fondamentali della ri stantech nel i405 it cardinal Pietro dAit
forma che un tal caos di controversie ed ly instistette presso Benedetto Xlll,ricono
errori ognor rinascenti da oltre diciassette sciuto altora in Francia per papa legitimo,
secoli circa it vero senso della forma del perch la facesse osservare , e Gersone
Battesimo prescritta da G. C., quindi sul dice che al suo tempo tale istituzione era
affatto nuova.
mistero della ss. Trinit.
Egli a notare come, correndo it se
TRINITA. Festa che suol celebrarsi
nella chiesa romana la prima domenica coto Xl e iseguenti, PEuropa fosse inte
dopo la Pentecoste in onor del mistero stata da pi sette eretiche le quali inse
gnavano errori sul mistero delta ss. Tri
della ss. Trinit.
A partar propriamente, it culto decri nit. l manichei, mascherati sotto diversi
stiani sta tutto quanto nelPadorazione dun nomi, no l riconoscevan punto o Violen
soto lddio in tre Persone, Padre, Figliuoto deano in affatto torta guisa: Roscelino era
e Spirito Santo. Non pur tutte le feste de triteista; n punto pi ortodossi erano
misteri a questo scopo si riferiscono, con Abelardo e Gitberto porrettano: la maggior
ciossiach le opere tutte della creazione, parte delle sette tanatiche srte nel seco
della redenzione e della santicazione de to XIV nulla avean di fermo in toro opi
gli uomini sien communi alle tre Persone nioni. Non parr quindi strano che in que
divine, ma le feste eziandio degli angeli sciagurati tempi, dai vescovi e da altri uo
e de santi sono istituite unicamente per mini santi siasi veduta la necessit di con
onorare in essi i doni e le operazioni della fermare i popoli nella fede della ss. Tria
divina grazia e render gtoria a Dio che li de: perch un tal bisogno non fu sentito
fece santi e beati su in cieto. Eil santi egualmente dapertuttto, vebbe chi temette
catore e isanticati, dice P Apostoto, pericoto nelPistituirne la festa: essa per
Hebr. n, 11,(son) tutti da una cosa. Con non fu mai cosi necessaria come dopo sr
venientissima cosa nondimeno si fu to isti to it socinianismo. Abbiam veduto altrove
tuire una festa e lnfofciatura particola che motivi simiglianti occasionarono Pi
re nella quale si raccolsero tutti i passi stituzione della solennit del ss. Sacra
scritturali e gli estratti de padri che pi mento. V. Baitlet, Hist. des fiites mobiles;
adatti fossero a raffermare la fede della Thomassin, Tratte des fctes, I. n , c. i8.
Chiesa circa questo mistero e a porre i l greci celebran Pofficiatura della ss. Tri
ministri della religione in grado dammae nitit lunedi susseguente alla solennit
strare con solidit i fedeli su questo es della Pentecoste: da che tempo ci venga
da tor praticato non si sa.
senziale articoto del cristianesimo.
TRINITA. Confraternita o divoto con
Avvegnach non sia questa, per dire it
vero, instituzioneantica, non si merita per sorzio instituito in Roma da s. Fitippo Neri
minor venerazione. Verso Pa. 920 Stefano Pa. 1548 per aver cura de pellegrini che
vescovo di Liegi fe compitare un ofcio da ogni parte del mondo vengono a visi
della Trinit, it quale sintrodusse poco a tar it sepolcro de santi Pietro e Paoto.
poco in varie chiese : se ne diceva la messa Avvi a tale scopo un ospizio o casa ove
ne giorni feriali non aventi ofciatura pro son ricevuti e altoggiati per tre di non
pria, e in qualche luoghi ne fu istituita una solamente i pellegrini ma anche i poveri
festa. Alessandro ll, che mori nel i075 , convalescenti, usciti troppo presto dagli
neg d approvartn; Alessandro llt sul spedali. Sorse da prima questo istituto
nire del secoto XIl dichiar egli pure nella chiesa del ss. Salvatore in campo,
comessa non fosse riconosciuta dalla ro eran quindici persone senza pi che ogni
mana chiesa. Potone, monaco di Prum ne prima domenica radunavansi in quella
combatt Puso, altri Pebber disapprovata chiesa per praticare gli esercizii di piet
anche nel secoto XlIl. Temeano non que prescritti da s. Fitippo Neri e udirne le
sta festa facesse dimenticare Posservazio esortazioni. Nel l5ca Paoto IV diede a
ne da noi test fatta, cio che tutte le so quella divota unione la chiesa di s. Bene
TR
detto, la quale fu da confratelli denomi
nata della ss. Trinit. in appresso venne
eretto a lato di detta chiesa un vastissimo
spedale per altoggiarvi i pellegrini e i
convalescenti. Questinstituto venne in alta
TR
453
stri.
TRINITA CBEATA.- Cosi venne chia
mata la santa famiglia, composta di s. Giu
seppe, della ss. Vergine e del fanciulto
TR
TIl
454
tin iPammaestrare gli uomini, nulla pi fatto pi di prima. Altri vogliono essere
avessero insegnato che gli antichi toso, it secondo Pidea o Parchetipo del mondo;
che le istruzioni toro non fosser nuove, e , dicono , it Logos , produzione eterna
quindi che la verit fosse conosciuta nel della mente divina; it terzo it mondoI
paganesimo non meno che nella religion da Platone appeltato it Figliuoto unica
cristiana, onde non era punto necessario it di Dio, povoysvg: e questi lavorano sulto
rinunziare alP una per abbracciar Pattra. stesso fondamento de primi.
n30 si
VrEcLmlci. Ma non si accordavan tra
Non cintratteniamo a porre in chiaro
toro, e la dottrina da essi- professata non le assurdit e le incongruenze dei siste
pi quella di Platone: chi intende la ma di Platone , avendoto fatto altrove;
trinit dun modo, chi delPaltre. Questo cercheremo soltanto come vi si possa sco
fatto confessato anche dal Cudvorzio , prire una trinit che abbia alcuna somi
t. I, c. 4. ll perch, a n di dar aria dor glianza con quella da noi creduta.
todossa alla trinit platonica , s attenne
Noi ci veggiamo primamente tre cose
quella de cristiani.
Per sapere a che attenersi, gli uopo
inanzi tratto rammentarsi Pestratto per
noi dato della dottrina di Platone alPar
tic. Pmrorusno: poscia esaminare se una
ww
primo Ente): gli dunque mestieri che io qui per son divise le opinioni. Da non
te ne parti per via denimmi, a n che se pochi platonici e padri della Chiesa vuolsi
questa lettera venisse mai alle mani dal avere it nostro tosofo imaginato le idee
cuno, nulla ne possa capire. Ecco la ve eterne delle cose siccome esseri da s sus
rit. Tutte le cose stanno intorno al re del sistenti e dalla mente divina distinti. ll
tutto, e tutto per lui, ed egli la ca Mosemio dice esser questa unassurdit
gione di tutto che belto: le seconde di cui era incapace un tanto genio qual
stanno attorno al secondo, e le terze al era Platone; tali idee essere enti pura
terzo. Sforzasi Pumana mente di compren mente metasici e intellettuali, le espres
dere come ci avvenga, considerando le sioni del tittosofo tigurate e melaforiche.
cose a s note, ma indarno; ch nulla ci Syst. intellect. de Cudworth, c. 4, S es,
TR
TB
455
n. a. Vero che Platone per Logos non tiene essa Il mezzo tra la sostanza indivi
pare aver inteso Pidea archetipa del mon
ci che si vede colla mente. N pure ha fatte, e tutte tre un Dio soto; queste due
detto che le idee sieno ipostasi, sostanze, temerarie asserzioni vennero dal Mosemio
enti reali, distinti dalla mente divina; gli sodamente confutate, c. 4 , S se. Se Pto
questo un sogno messogli a carico da tino compose di tal maniera la sua trini
cristiana.
A n di stabitire una somiglianza opi
unico, ma unica produzione. Non it Lo parente tra Panima del mondoe to Spi
gos, ma it mondo da lui detto ente ani rito Santo, ci si fa osservare che l padri
mato, imagine di Dio intelligente, se della Chiesa tennero questo divino Spirito
siccome Panima del mondo e gli attribuira
condo lddio, Dio generato.
Ben altrimenti favella s. Giovanni del no le medesime funzioni che i platonioi ad
Logos o Verbo divino. Nel principio, cosi essa anima imaginaria. Ma e si vuote por
egli, era il Verbo, e il Verbo era appres mente che nessuno de padri anteriori al
so Dio, e il Verbo era Dio... Per mezzo concitio niceno part di tal maniera; che
di lui furon fatte le cose tutte... In lui quelli che venner dopo esso concitio, nel
era la vila, e la. vila era la luce degli quale era stata formata la fede cristiana ri
uominim. Vi fu un uomo mandato da|spettto al mistero della ss. Trinit, non
Dio che nomavasi Giovanni. Questi ven correan pi pericoto dintaccartto usando
ne qual testimone a n di render testi quel linguaggio; volean correggere quel
monianza alla luce... Venne nella sua de platonici e non conformarvisi; to pi
propria casa, e i suoi nol ricevettero... gliarono dalla Scritturae non altrove,come
E il Verbo si fatto carne e abil tra vedrem fra poco.
di noi; e abbiamo veduto la sua gloria,
Se quel cumuto dassurdi che fu messo
gloria come delP Unigenlo del Padre, insieme da Platone merita it nome di si
pieno di grazia e di veril. Bisogna aver stema, basta confrontartto colla dottrina
le traveggole agli occhi per trovare una cristiana sulla Trinit per andar convinti
si fatta dottrina e linguaggio in Platone. della nessuna anatogia che passa tra Puno
5. Probabitmente non ci si vorr dare c Paltro, e come a padri, istruiti di questo
per seconda persona della trinit platonica mistero dalla Scrittura sacra, non potesse
la materia informe, che Platone sembra mai venir vaghezza di nulla pigliare da
confondere colla necessit, quantunque da quel buio fittosofo, che cercava a tentoni la
lui questa si personichi e dicasi parteci verit, mancando della necessaria face per
parla materia dun modoinesplicabite alla ritrovarta. Lesempio suo sgonar dovreb
natura divina ed intelligente. Sar ella per be la superbia degli increduli, i quali si
avventura it mondo composto di corpo e vantano di conoscere la natura divina e
danima? Non ostante i pomposi nomictie Porigine delle cose senza aver bisogno di
gli d, Platone confessa esser desso da Dio rivelazione.
creato nel tempo o in un col tempo, tal
Eppur Platone avea prottato delle me
che Peternit in verun senso gli si addice. ditazioni di Talete, dAnassagora, di Pita
4. Giusta la pi parte de platonici, Pa gora, di Parmenide,di Timeo, ec. Mal pago
nima del mondo la terza persona. Ma delle costoro ipotesi, si prov a foggiarne
Platone dice formalmente avere lddio fatta egli unaltra,ma con tal modestia e riserbo
quesfanima non dopo ma si prima del che gli tornano ad onore. D egli princi
corpo; sia colla sua nascila, sia colla sua pio al suo Timeo confessando la necessit
forza aver essa preceduto it corpo: non dunassistenza sovrumana a n di spiegare
aggiugne che sia stata fatta ab eterno; anzi Porigine delle cose,e si fa ad imptorarta:
dichiara Peternit non convenir per nes avverte i suoi uditori che non {aspettino
sun modo a un ente croato. Secondo lui, da lui cose certe, ma congetture solamente,
TR
4 56
TR
probabiti quanto quelle degli altri fittoso; sto- tratto di luce sgombra tutte le tenebre.
savio cominciamento che avrebbe dovuto lddio non ebbe uopo n di meditazione n
tor gi i platonici dal troppo presumere. di deliberazione n di modelto: la crea
Che poteva egli idear di meglio di quelto zion della materia e quella degli spiriti fu
che ha detto? Non ammettendo, al par degli operata merc una sola parola. Giusta it
antichi,la creazione, gli era forza supporre Vangeto, questa parola onnipossente, que
o Peternit del mondo o Paternit della sto Verbo un essere che sussiste, una
materia e una mente eterna ordinatrice di persona coeterna e consostanziale al Pa
questa. Non consentivagll Paltissimo suo dre, era appresso Dio ed era Dio. Lo
ingegno di credere che un tale ordina Spirito Santo unaltra persona che non
mento fosse avvenuto per caso ovvero per solamente d anima e vita a tutta la na
necessit; onde ne giudic autore Iddio. tura, ma alla quale la Scrittura attribuisce
Non potendo per imaginarsi P operar tutte le operazioni della grazia. Dalla pa
di Dio altramente da quelto dun uomo,
suppose che lddio,inanzi operare, avesse
nella mente sua tracciato it disegno e it
modelto del suo lavoro e a questo si fosse
conformata nelPeseguirtto, che un tal mo
delto fosse stato sempre presente altamen
te deipartece e contenesse in idea tulle
le parti o la disposizion tutta quanta del
TR
TR
457
458
TR
TR
rit stessa.
TR
TR
459
la stessa dottrina, it sVHSO str-so, it me Asseriscc egli come le eresie tutte quante
desimo mistero che nella Scrittura; ba sien lavoro de fittoso, e it vien provando
stava por toro sotto gli occhi espressioni partitamente : non vuole cristianesimo
460
TR
TR
TR
malutino a mezzanotte, mangian di grasso
la sola domenica, ec.
Non bisogna confondere co trinitarii i
padri della Mercede o della Redenzion de
Tlt
464
462
TR
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forte, Dio immortale, C. C. nostro re, che imaginavasi la Divinit come un tutto di
hai patito per noi, abbi di noi piet; n gli cui ciascuna persona era parte soltanto.
altri che si ritenesse Pantica formola, ag Ebbe nondimeno settatori, chiamati da
sec. V, part. n, c. s, S i8
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nella Scrittura non venne tor fatto di tro
varne, e vane riescono le tor congetture.
in tutti i mesi la neomenia veniva annun
ziata col suono delle trombe, ma in quella
di settembre quel segnale davasi con mag
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selvaggi isolati e tontani da ogni commu quando entr in Egilto, senso manifesta
nicazione con gli altri popoli; onde non da mente richiesto dal seguito del discorso.
altri le presero ma sorsero fra essi per Dai che risulta che Giacobbee la sua po
naturale istinto. Ma nessuna cosa era pi sterit ebbero osservate le neomenie due
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suono delle trombe; onde forza che ci grandezza e maest. G. C., Mattth. v, 54,
proibisce di giurare pel cieto perch it
trono di Dio.
Esser coltocato sur un seggio elevato in
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fatto voce generica che signica puramen
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te luogo su cui si sale. Narra Eusebio, a dar esempio di carit su questo propo
Hist. eccles., l. vn, c. 5o, che una delle
accuse mosse a Paoto samosateno nel con
citio dAntiochia, Pa. 270, fu dessersi fatto
costruire un trono ovver tribunale assai
elevato, da lui appellato axnpuroigcomei
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credere chesso dapertutto, perch non to, e ci non vuol dir altro se non che
ci ha pi regola quando la natura delle vennero splendidamente trattati alla sua
cose sia distrutta, n ci ha pi nulla di mensa.
determinato qualunque volta si ricorre a
Nel libro de Proverbii, xi, alt, scontrasi
miracoli distruttivi della ragione.
questo detto, che chi ubriaca altrui sar
Se questo critico fosse stato men tenero ubriacato, cio a dire: Puomo liberale sar
desuoi pregiudizii, avrebbe capito che la con liberalit ricompensato. Avvene un
regola e misura di nostra fede la rive altro nel Deuteronomio, xxix, lo, che Puo
lazione, e che non spetta a noi it recare mo ubriaco distrugger quelto che ha se
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tri, Federico I, la. uon. Questo istituto questa morale e che Pumitt appunto si
gltt salde radici e si allarg in quel secoto fu quella che inspir toro it coraggio di
stesso, nel mitanese principalmente; creb tutti consecrarsi al bene spirituale e tem
be in tanta ricchezza che contava da 9o porale de proprii fratelli, avendo a mente
monasteri per i7o religiosi al pi. Face it detto del Salvatore: Chi vuol esser il
vano gli umitiati vita al sommo ritassata prima sar Vultimo di tutti e il servi
e tanto scandatosa che porsero giusti mo tore di tutti. E chi si umilia sar esal
tivi a papa Pio V di abolirti.
lato. Marc. lx, 54, Matth. xxm, l2. E che
Avendone s. Cartto Borromeo arcivesco sia cosi, troviamo che Paver ci praticato,
vo di Mitano tentata la riforma, quattro anzi che avvitirti, ebbe tor concitiato la
di essi cospirarono contro di lui ed uno venerazione di tutti i secoli. Non cos per
gli trasse unarchibugiala mentre stava fa fermo adopera un tosofo, it quale tiene s
cendo orazione nel suo palazzo. Il santo da troppo e fa troppo poco conto de pro
prelato, andatone itleso , domand grazia prii simiti per abbassarsi a render toro ser
pe rei a papa Pio V; ma questi, giusta vigto.
che fece it Verbo incarnato, ossia delle a commune vantaggio della societ, sono
sue umitiazioni. Annichil s stesso, presa. un deposito di cui dobbiam render ragione
la forma di servo... Umili s stesso , e che ne impone delle obligazioni: non
fatto ubbidienle sino alla morte, e mor dobbiam perci trarne materia di super
te di croce. Per la qual cosa Dio pur Pa bire. Virt cadevoli e imperfette quali
salt e gli don un nome sopra qualun sono le nostre , cui possiamo perdere
que nome : onde nel nome di Ges si pie quando che sia, debbono ancor meno in
ghi ogni ginocchio in cielo, in terra e spirarci vanit. Lumitt la custode delle
nelVinferno; e ogni lingua confessi ahe virt, siccome quella che ne inspira la
il Signore G. C. nella. gloria di Dio vigitanza e la difdenza di noi medesimi,
Padre. Cos s. Paoto, Philipp. n, 7-. it ne ritrae dalPesporci temerariamente al
Figliuol di Dio perci, facendosi uomo , pericoto di peccare , conciossiach agli
nulla ha perduto di sua grandezzaiiiente umiti abbia lddio promesso la grazia sua,
pi degno della maest divina, dicono Iac. iv, o. Onde PEvangelio non si sta con
ipadri, che operar la salute delle sue tento puramente a prescriverci P umitt
creature: si volea questo eccesso di umi ma ce ne addita i motivi, gli effetti, it
liazione nel Verbo incarnato per guarir guiderdone, il modelto in G. C.
Puomo dalPeccesso della superbia inspi
Vebbe chi disse che Fnmitt ci ammorza
ratagli da una falsa tosoa e per conso nel cuore la gratitudine e ci fa discono
lare la pi gran parte del genere umano scere in noi i doni di Dio e si oppone alla
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G. C.
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col ne desser veduti da loro; altrimem cliliorem viam quam ut, ubi nefarii er
ti non ne sarete rimunerali dal Padre roris subintroducilur fraudulentia, ibi
nostro che ne cieli. E al c. v, il 16, in divinorum verborum prwlendatur au
vece, Cosi risplenda, dice, la vostra luce ctorilas.
ll santo padre continua di questo teno
dinanzi agli uomini afnch veggano le
vostre opere e glorichino il vostro Pa re: His noa vere divinis monilis insttruf
dre che ne cieli. S. Paoto esorta dal cti, ubi primum non aine intima. cordis
Pun lato i fedeli ad andar in traccia delle nostri amariludine accepimus librum
umitiazioni e a gioirne; dalPaltro esce in quemdam gallico idiomale olim impres
queste parole, Rom. n, 1o: Gloria e ono sum et in plures tomos distributum sub
re e pace a chiunque opera il bene, al lilulo: Le noveau Testament en franeais,
Giudea prima, poi al Greco. Come tutto avec des rexions morales sur chaque
verset, etc., Paris, 1699; aliler vero.
ci si concitia?
Con tutta facitit e con gli esempli che Abreg de la morale de PEvangite , des
abbiamo addotto di G. C. e delPApostoto. Actes des aptres, des epitres de s. Paul,
Non si denno far le opere buone colla des epitres canoniques et de PApocalypse,
mira desser veduti dagli uomini, cercan ou Penses chrtiennes sur le texte de ees
done la stima e gli etogi siccome guider Livres Sacrs, etc., Paris, 1695-94, la
doue, ma uopo farte al cospetto toro meisi alias a nobis damnatum ac reve
senza punto arrossire quando necessario ra catholicis verilatibus pravarum do
per dar toro buon esempio e indurti a ctrinarum mendacio multifariam perrender gtoriaa Dio. Al tutto diversi sono miscentem, adhuc lamen lamquam ab
i due detti motivi; vizioso P uno, P altro omni errore immunem a pluribus ha
degno di tode. Non dssi mai paventare beri, christidelium manibus passim
Pumitiazione che gli uomini corrotti annet obtrudi ac, nonnullorufn nova semper
tono sovente alla pratica della virt, vuol lenlantium consilio et opera, studiosa
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natis, tum eliam nove adiuventis erro derc la dottrina di Giansenio sotto la ma
ribusmlane con/dimus, benedicenle Do schera della piet.
mino, fare ul omnes landem aperta: iam
Infatti it vescovo dlpri avea insegnato
manifestwque verilati cedere compet non resistersi giammai alla grazia inte
lantur.
riore; inoltre tassata di semipelagianesimo
Riferisce quindi cento una proposizioni e deresia la contraria sentenza. ll Que
estratte dal libro di Quesnelto e le con snelto insegna egli pure esser la grazia
danna lamquam falsas, captiosas, male so operazione delPonnipotenza di Dio, a cui
nantes, piarum aurium o/fensiva