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DIZIONARIO ENGIGLOPEDICO

DELLA TEOLOGIA

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO

DELLA TEOLOGIA
,

DELLA STORIA DELLA CHIESA,


DEGLI AUTORI CHE HANNO SCRITTO INTORNO ALLA RELIGIONE,
DEI CONCILII, ERESIE, ORDINI RELIGIOSI, Ec. EC.

DELI. ABBATE

NICOLA. SILVESTRO BERGIER


NUOVAMENTE TRADOTTO SULUULTIMA EDIZIONE FRANCESE
CORRETTA ED ACCRESCIUTA

PRIMA EDIzIoNE MILANEsE

VOLUME VI.

MILANO
PRESSO CARLO TURATI TIPOGRAFO-LIBRAIO
Corso Francesco, n. 621

E25

TABERNACOLI (FESTA DE). Una delle


tre grandi solennit degli Ebrei. lddio avea
ordinato la celebrassero in memoria del
Pavere i padri toro dimorato pel corso
di quaranPanni sotto tende nel deserto.
Levil. xxm, 54, 45. Scopo delle feste giu
daiche era in generale di rammentare a
quel popoto i principali fatti della sua sto
ria e la protezione e i benezii a lui da
Dio in ogni tempo largiti.
La festa de tabernacoli avea principio

della festa ad attinger acqua alla fontana


di Sittoe per farne libazioni, ec. E pare che
quesfuttima usanza fosse gi introdotta
al tempo di G. C. e ch egli vi attudesse
altorch, trovandosi quel giorno in Geru
salemme, disse ad alta voce a Giudei: Chi
ha sete venga a, me e beva. A chi crede

scaturiranno (come dice la Scriltura)


dal seno di lui umidi acqua viva. Io.vn,
57, 58. V. Osanna. Reland, Antiq. sacr.
vett. Hebr., pari. iv, c. u; Lami, lntrud.

it di quindicesimo del settimo mese, detto Ptude de PEcrilurc sainte, c. 12.


tisri, it qual giorno corrisponde alP ulti
TABERNACOLO. Padiglione o tempio
mo di settembre, dopo it ricolto defrutti mobite nel quale gli lsraeliti , mentre di
della terra; e durava sette giorni: nel qual moravan nel deserto, facevano tor atti di
tempo gli Ebrei soggiornavano sotto ca religione, offerivan sacrilizii e adoravano
panne iormale di rami d alberi; e perch it Signore. Quesfeditizio si poteva met
era tor commandato di passartto in alle tere insieme, disfare, trasportare ove pia
gria, banchettavano lietamente colle pro cesse.
prie famiglie, convitando i leviti, i fore
Era composto di assi, pelli e veli; lungo
stieri, le vedove e gli orfani, secondo che trenta cubiti,alto dieci, largo altretanti. Di
era prescritto dalla legge.
videvasi in due parti. Quella in cui entra
NelPEvangelio la festa detabernacoli vasi prima sappellava it santo; e quivi
appellata scenopegia, da due voci greche stavano it candeliere doro, la mensa coi
signiticanti costruir tende. ll di primo e pani di proposizione o dofferta e Paltare
Pultimo erano i pi solenni, e non era su cui siardevano i profumio incensi. Que
lecito it darsi a nessun lavoro. Gli Ebrei sta prima parte era separata mediante un
doveano presentarsi al tempio, larvi ot veto dalla seconda, chiamata it santuario
ferte, ringraziare lddio de ricevuti favo- o it santo de santi, nella quale trovavasi
ri. Dal farsi questo immediatamente dopo Parca delPalleanza o del patto. L0 spazio
la vendemmia, i pagani, al veder tali ceri intorno al tabernacoto era detto Patrio;
monie, delle quali non conoscevano to sco in questo, rimpetto atPingresso del taber
po, ne trasser motivo di dire che gli Ebrei nacoto medesimo, era P altare degli oto
causti, sul quale bruciavasi la carne delle
prestasser culto aBacco.
Col tratto successivo altre cerimonie si vittime, ed un gran bacino pien dacqua,
aggiunser dagli Ebrei alle prescritte dalla chiamato it mare di bronzo , dove lava
legge, come portar palme nelle mani gri vansi i sacerdoti prima di far le funzioni
dando Osanna, andare P ultimo giorno del tor ministero. Questo spazio, che con.
Bsncnm. Vol. VI.

Av

TA

TA

tava cento cubiti di lunghezza sopra ciu


quanta di larghezza era chiuso alPintorno
da un cortinaggio sorretto da cotonne di
legno vestite di lamine d argento con
capitelto delto stesso metalto e base di
bronzo. ll tabernacoto era tutto coperto
di stoffe preziose, sopravi altre fatte di
peli di capra per difenderte dalle piogge
e dalP ingiurie delParia. Reland, Antiq.
sacrw vett. Hebr., part. 1, c. 5 e segg.;

lsraeliti in mezzo a un deserto, dove man


cavan di vestimenta e delle cose neces
sarie alla vita, avesser tanta ricchezza da
concorrere alla costruttura dun magnico
padiglione e di mobiti preziosi quali son
quelli descritti da Mos; e ne inferisce es
sere stato it tabernacoto ordinato e pro
gettato nel deserto, ma eseguito soltanto
dopo la conquista della Palestina.

c. lo; Walton, Proleg., c. 5, ec.


Gli Ebrei riguardavano it tabernacoto co
me Pabitazione del Dio iHsracle, perch
quivi dava egli contrasegni sensibiti di
sua presenza: quivi porger gli si doveano
le orazioni, i voti, le offerte del popoto e

chi delle spoglie de toro ospiti e che que


sti avean dato toro quanto possedean di

Al nostro critico non risovvenne pi


Lami, Jntrod. Ptude de liEcril. sainie, che gli lsraeliti eran usciti dEgitto cari

pi pregevole. Exod. xn, so. Oltrech me


ramente arbitrario ed errato it vatore
chegli d de metalli, ignorandosi quanto
valesse precisamente it talento a que tem

i sacrizii; e Dio avea interdetto it fartto pi e avendo questo variato presso i di


altrove. Per questa ragione it tabernacoto versi popoli.
Lo stesso scrittore asserisce non avere
fu coltocato in mezzo al campo , circon
dato dalle tende de leviti e pi tontano gli Israeliti prestato verun culto a Dio nel
da quelle delle diverse trib, secondo Por deserto; onde se costrussero un taberna
coto, fu non per lui ma per qualche falsa
dine toro segnato.
ll tabernacoto fu cominciato a inalzare divinit. E pretende provartto colle parole
a pi del monte Sinai, it giorno primo del del profeta Amos, v, 25: Mi o/feriste voi
primo mese del secondo anno dalPuscita forse per quaranfanni ostie e sacrizii
dgittogz514del mondo. Feceesso le veci nel deserto, o casa dsraelc? E voi por
di tempio per gli lsraeliti nch Satomo lavate il labernacolo del vostro Motoc
ne non n"ebbe edicato una che divenne e le gure de vostri idoli e la stella del
it centro del culto divino e che fu costrut vostro Dio, cose fatte da voi.
Linterrogazione , rispondiamo, nel le
to sntPegual disegno del tabernacoto. V.
Tenno. Nella volgata vien questo appel sto ebraico val tatora negazione, e biso
lato labernaculum testimonii, la tenda gna tradurre: Non mi o/feriste voi for
della testimonianza; ma la voce ebraica se, ec. Del qual modo parecchi esempi si
indica piuttosto tenda delvadunanza, potrebbero addurre. Tanto dicasi delPin
signicato che meglio si addice alla de terrogativo p.91 nei Settanta e negli scrit
stinazione di quelPedizio. Dopo la con tori greci. Quel che precede e quel che
quista della Palestina Parca delPalleanza vien dopo esigono assolutamente un tal
non sempre si tenne chiusa nel taberna senso. Iddio dice agli Ebrei cifegli sapeva
coto, essendone stata pi volte tratta fuori le toro iniquit e quindi non accetterebbe
e deposta altrove; n si vede che Dio punto tor sacrizii; paragona it proce
facesse di ci rimprovero agli Ebrei. Re der toro a quel de tor padri, i quali nel
deserto mischiarono it suo culto a quelto
land, ibid.
Lo Spencero, De lcg. Hebr. rilual, degli iddit bugiardi, mischianza abomine
l. nni, pari. n, c. 5, avvis che it taberna vole, da Dio detestala. Traducendo altri
coto fosse stato costrutto da Mos ad imi menti si farebbe sragionare it profeta. Mo
tazione de popoli ondera attorniato: con s non tacque cotesta idolatria degli Israe
gettura priva di fondamento; non ci es liti nel deserto, posciach rinfaccia toro
sendo prova positiva che, alPepoca onde daver sacricato ai demonii, a nuove di
partiamo, gli Egizii, i Cananei e le nazioni vintt che i padri toro non avean cono
poste a levante della Palestina avessero sciute. Deut. xxx", le et seqq.
TABERNACOLO. Chiamasi con questo
tempii portatiti per adorarvi tor dei; aven
do essi gi sede ferma e citt eabitazioni nome nelle nostre chiese un piccoto ar
sse: fu anzi una delle principali cure madio ove suol chiudersi la ss. Eucaristia
di Mos quella di fuggire qualunque somi e donde si trae per esporta alPadorazio
glianza tra it culto del vero Iddio e quelto ne del popoto o recarti agli infermi. V.
Cmoiuo.
delle false divinit.
TABORITI. V. Ussm.
Un increduto denostri giorni che si oc

TACODRUGITI o TASCODRUGITI. V.
cup a far raccolta dobie1.ioni contro la
storia sacra vuol fosse impossibite che gli MoNTANIsTI.

TA
TALHUD. Voceebraica che val dottri

TA

secoto XIl, fece un estratto di colesto Tal


na. Cosi chiamasi dagli Ebrei moderni mudde, in cui, lasciando da un lato le con
unenorme raccolta delle tradizioni de tor tese e le ridicolaggini, porge soltanto le
dottori compresa in 19. volumi in fol. Que decisioni de oasi de quali vi si tratta.
sto lavoro gode daltissima autorit appo Diede a quesPopera it titoto di Iad Ha
toro: la credono la legge orale data da Dio chazacha, mano forte. , dicesi, un dige
a Mos e la dichiarazione della legge scrit sto di leggi compiuto se altro mai, pre
ta; che Mos Pabbia fatta apprendere a giabite non per la sostanza ma per la chia
memoria dai seniori, e sia essa venuta da rezza delto stite, it metodo e Pordine delle
toro per tradizione d et in et pel corso materie. Prideaux, Hist. dea Iuifs, l. v.
di circa mitle seicento anni insino al rab
TANCHELINO o TANCHELMO. Eretico
bino Giuda Haccadosch o it santo, che che men gran romore nel Brabante, nelle
nalmente la commise alto scritto, regnan Fiandre e sopratutto in Anversa al prin
do Hmperador Adriano, Pa. nso alto iu cipio del secoto XII. insegnava i sacra
circa di G. C. V. Lacca oRALE.
menti della chiesa cattolica essere abomi
Due parti contiene it Talmudde, cio la nazioni; isacerdoti, i vescovi, it papa non
Mischna o seconda legge, che it testo, esser nulla pi de laici; non doversi toro
e la Gemara o compimento, che forma it le decime; la Chiesa esser composta de
commentario. Ma due Talmuddi ci sono: suoi discepoli soltanto. Seduceva le donne
quelto di Gerusalemme, del quale or ora e abusavane a sodisfacimentto della pro
dicemmo, e in cui it testo di Giuda Hac pria libidine, ed estorse di molto danaro
cadosch, it commentario di varii rabbini a cotoro che aveva affascinali. Superbo
di vedersi capo di grosso partito e daver
che venner dopo.
Non fu questo condotto a termine che communicato it suo fanatismo a una mol
"elm1. 500 di nostro Signore ed compreso titudine ignorante, affelt Pesteriore e la
in un tomo in fol. La sua somma oscurit magnicenza dun sovrano; non comparve

cagione che gli Ebrei ne usino pochis pi in publico fuorch scortato da guar
simo; nondimeno, essendo stato composto die e soldati armati; e spinse Pempiet
ne secoli vicini al tempo di Cristo e scritto
nel linguaggio altora tuttavia partato nella
Giudea, Ligliort, dotto inglese, esercitatis
simo nellPidioma ebraico, ne trasse di mol
te osservazioni che ponno servire alPin

telligenza del nuovo Testamento.


il secondo Talmud quelto di Babitto
nia, compitato circa ducento anni dopo
Pantecedente, verso it nire del secoto V

0 alPentrante del VI, per opera di pi rab


bini, i quali, dopo la dispersione degli
Ebrei, sotto it regno dAdriano, si ritira
rono nella Babittonia e vi tennero scuole
per alcuni secoli, verisimitmente no alle
incursioni e conquiste de maomettani. E

questo it Talmudde di cui gli Ebrei fanno


grandissimo conto e che studiano colla

maggior sollecitudine ed hanno pel manco


in egual riverenza che i Libri Santi.
Non esso per altro che un ammasso
di favole, sogni e pueritit sotto it quale

gli Ebrei han soffocato la legge e i profeti

insino a pretendere che a quella guisa che

G. C. adorato qual Dio perch ebbe to


Spirito Santo, cosi alui si dovesse pre
stare to stesso culto per aver egli pure
ricevuto la pienezza del Santo Spirito. Ci
scrisse it clero dUtrecht alParcivescovo
di Cotonia, che avea tatto arrestare quel
pazzo imposttore. Ma Tanchelmo, fuggito
dal carcere, ricominci le sue empie e se
diziose predicazioni; nalmente,in un di
que tumulti chera solito suscitare, venne
ucciso da un prete Pa. l : le. La sua setta,
che gli sopravisse, fu dispersa merc le
istruzioni e gli esempi di s. Norberto e de
suoi canonici regolari. Hist. de Vgl. gul
lic., l. xx, a. una.
Siccome, a giudizio de protestanti, un
eretico it qual gridi contro del clero non
pu mai aver torto, it lltosemio dice che
se i delitti imputati a Tanchelino eran ve
ri, sarebbe egli stato un mostro iPimpo
stura o un pazzo da catena; ma ch essi

e che i Giudei caraiti tengono in sommo sono incredibiti e perci falsi, e che vi
dispregio. , per dirta col dottor Pri tutta ragion di credere avergli it clero im
deaux, it Corano degli Ebrei; quivi attin putato bestemmie per vendicarsi di lui.
gono essi tutto tor sapere, credenza e re Hist. eccles., sec. XIi, pari. n, c. 5, S o.
Nol avvisiamo ci sia ogni ragione di cre
ligione. Come Puno zeppo dimposture
da Maometto spacciata per cose venute dal der Popposto. l." Egli pi ovvio it cre
cieto, cos nelPaltro si contengono mitle dere che un setiario ignorante e fanatico,
sciocchezze a cui assegnano gli Ebrei uno ebro de suoi felici successi, sia divenuto
empio ed insensato, che giudicar senza
rigine sovrumana.

lllaimonide, dolto giudeo spagnuoto del prova che it clero tutto della citt di

TA

TA

Utrecht fossc una massa di calunniatori.


2." Gli scrittori della vita di s.l\orberto,te
stimoni contemporanei, attestarono la stes
sa cosa che Panzidetto clero. 5 ." l tanti
impostori della stessa specie che sorsero
nel secoto XIl, come i catari, detti anche
patareni e albanesi, specie di manichei ,
Pietro ed Enrico di Bruis, Arnaldo da Bre
scia, Pietro Valdo e i valdesi suol disce
poli, i passaginiani o circoncisi, i capucia
ti, gli apostolici, Eone, ec., de quali it Ilto
semio riferi gli errori e le empiezze, quan
tunque ne abbia taciute non poche, fan
prova pur troppo che in quel secoto di

sero nella Mesopotamia e nella Persia e si


stendessero dalla parte doriente; come ,
nel VI, recassero la propria dottrina agli
Indiani sulle coste del Malabar, sulle rive
del mar caspio e in una porzione della
gran Tartaria; come, nel VII, penetrassero
nella Cina e vi ottenesser vantaggi. Quan
tunque non si sappia precisamente no
a qual punto si spingessero nel nord della

corre tutte le vitlanie e frasi da bisca, i


tratti di pazzia sparsi ne libri di Lutero
scritti in tedesco, verrebbe voglia di dire
ch egli si meritava per to meno desser
chiuso in un manicomio quanto di venire
condannato siccome eretico. Ma le non si

to IV partarono del cristianesimo stabitito


presso i Seri, che sono o i Cinesi o i Tar
tari orientali; ma non si sa positivamente
da chi n in qual modo fossero stati con
vertiti. Nel secoto VIl gli Arabi maomet
tani sinsignorirono della Persia e vi po
sero stanza; dopo questo mutamento i ne
storiani furono spesso sturbati nelPeser
cizio di tor religione e nelle missioni toro
e maltrattati da quenemicidel nome cri
stiano.
Da una Storia ecclesiastica de Tar
lari, dettata sotto gli occhi del dotto Mo
semio da un suo allievo e stampata in
Helmstadt nel l741,veniamo a sapere che,
sul cader del secoto VIll e al principiare
del IX, Pimoteo patriarca de nestoriani,
che dimorava nel monastero di Beth-Aba
nelPAssiria, mand successivamente pa
recchi de suoi monaci a predicare it Van
geto pressoiTartari vicini al mar caspio,
che furono ascoltati e fondarono parecchie
chiese non pur in quella contrada nra nel
Catai, nella Cina e nelP india. Ne reca in
prova documenti tratti dalla Biblioteca
orienlale delPAssemani, t. lll e IV.

Partaria, dimostrato da catatoghi avere i


nestoriani eretto -vescovadi soggetti al tor
patriarca ed esservene parecchi posti nel
la Tartaria.

Egli certo che, prima di quelPepoca,


vertigine nulla incredibite per parte de in quella parte del mondo ci erano gi stati
falsi itluminati. 4. Se si avessero a rac de cristiani, perocch scrittori del seco

sanno; nessuno pi le legge, n tampoco


i luterani: e ci vale a salvar la riputa
zione del patriarca della riforma. Ne se
gue egli forse che non sieno opera sua e
che le abbia inventate it clero cattolico
per ira delle declamazioni di lui?
TARGUDI. V. PABAFRAsI CALDAICHE.
TARTABI. Partiamo di questi popoli

soto per esporre i varii tentativi fatti per


convertirti e condurti al conoscimento del
la religion cristiana.
Erranti sempre, sempre ladri e saccar
di, i Tartari eran conosciuti dagli antichi
sotto it nome generale di Sciti, e fa due
mitle anni ci vengon dipinti a un dipresso
quali sono ancor di presente. Nessunattra
nazione occupa una s ampia estensione
di territorio sul gtobo: la gran Tartaria

conna al nord colla Siberia, al mezzodi


con Plndia e la Persia, a levante col mare
del Kamischatka e colla Cina, a ponente

Al principiare del secoto XI, son per


col ume Volga e col mar caspio; pel tutta Europa it grido della conversione al
manco it doppio delPEuropa. I costumi de cristianesimo d un celebre personaggio

suoi abitanti sono i pi in opposizione col detto it Pretegianni, senza che si sapesse
cristianesimo; P avversione alla vita se
dentaria, alla fatica, alPagricoltura, Pamor
del saccheggiare, la crudelt, le libidini
contro natura son vizii antichi quanUessi.
Se non che G. C., commandando di pre
dicar PI-lvangelio alle nazioni tutte quante,

positivamente in qual parte del mondo si


trovasse. E dimostrato chera un principe
tartaro che signoreggiava la parte orien

tale della Tartaria pi presso alla China e


chiamata oggi it regno di Tanguth. E ve
risimite ancora che it nome di Pretegianni

non eccettu questa; e se difcitissima fosse dato ad altri kan o principi tartari
impresa it condurta ad abbracciar quella che aveano abbracciato it cristianesimo,

dottrina, it fatto chiari pi duna volta che giacch se ne fa ricordo alla met ancora
non impossibite.
Facendo la storia del nestorianismo, ab
biamo osservato come i partigiani di quel
Peresia, posti al bando dagli imperatori
di Costantinopoli nel secoto V, si ritiras

del secoto XIl. Lultimo di tali principi,


per nome Ung-kan fu vinto e spogliato
del trono da Gengis o Zengis-kan Pa. 1205.
Vuolsi che papa Alessandro lll gli scri
vesse Pa. 1i77 per indurtto a unirsi alla

TA

TA

chiesa romana e che la posterit di que


sP ultimo Pretegianni sussistesse lunga
pezza ancora dopo di lui e continuasse a
mantenere la fede cristiana.
Gengis-kan, devastatore delPAsia, che

Halack, un de suoi generali, con poderoso


esercitoa n di sottrarre la Persia al giogo
de maomettani. Halack li sconsse, prese

Bagdad e simpadroni della Persia: tratt


i cristiani con dolcezza e rese toro la li

mori Pa. 1226, non fu mai cristiano, non bert di professare e predicare la propria
si sa tampoco se avesse religione; ma si
ha per cosa certa che Zagatai, uno de suoi
gliuoli che tenne it regno di Samarcanda,
professava it cristianesimo. La. i241 e i
susseguenti uno sciame di Tartari gitttossi
a desolar PUngheria, la Potonia e la Rus
sia e penetr n nella Slesia. Il che in
dusse papa Innocenzo IV a mandare nel
m45 missionarii in Tartaria per procac
ciar dammansare la ferocia di que popo
li; e scelse a tal opera domenicani e fran
cescani. Lo storico che trascriviamo vuole
che i primi, per difetto di prudenza, sor
tissero cattivo esito, i secondi fosser me

glio accolti, ma non facessero gran frutto.


C per ragion di credere it contrario ,

giacch, nel 1246, Gajuch-kan ed altri

religione. Nel i2so i Tartari, guidati da


un altro capo, irruppero di nuovo nella Un
gheria, Potonia e Russia, intanto che Ha
lack continuava a inseguire i Saraceni nel
la Mesopotamia e nella Siria. A questo ca
pitano dovuto to sterminio della nazione
degli assassini nel 1262 e del tor capo detto

it vecchio della 1nonlagna. QuelPorda di


malandrini aveasi recati in mano parecchi
castelli della Fenicia, donde colle ruberie
ed ammazzamenti faceva tremare tutti i
dintorni. Egli certo quindi che la spedi
zione di s. Luigi nella Palestina era con
certata coi Tartari, e chegli era sicuro
del toro sussidio, circostanza a che gli sto
rici non posero mente a bastanza.
Nel 1274, Abaka, successo ad Halack
nel governo della Persia , spedi un suo
ambascladore insieme con quelli del re
dArmenia a Gregorio X ed al concitio di
Lione a n di chiedere aiuto contro i Sa
racini. Ne mand altri, due anni dappoi,
a papa Giovanni XXI e ai re di Francia

capi de Tartari aveano abbracciato it cri


stianesimo e menate in mogli donne cri
stiane. Assemani, Biblioth. orient., t. IV.
In fatto, un di que domenicani, Andrea
di Lonjumel , tornando quelP anno stesso
dal suo viaggio, trov nelPisola di Cipro
it re s. Luigi in cammino per Terra San e dnghitterra per rinovare la stessa do
ta; it quale, udito quanto riferivano quel manda, accertando che Coplai gran kan di
religioso e un ambasciador tartaro giunto Tartaria avea abbracciato it cristianesimo
nel tempo medesimo, li rimand in Tar e chiedeva missionarii; it qual fatto non
laria con presenti pel gran kan. Se i do tuttavia si veric. Da quelPepoca insino
menicani fossero stati mal ricevuti in quel al i504 i cristiani nella Persia si trova
paese , non probabite che it Lonjumel rono ora tranquitli, or maltrattati, secondo
volesse tornarvi s presto; e se nulla ci che pi o meno vi poterono i maomet
fosse stato da sperare per la religione, tani. Ma i papi non cessarono di mandar
s. Luigi non avrebbe arrischiato quellPam vi a mano a mano missionarii, a quali
hasciata. Ma ai Tartari, altora nemici aper riusc spesse ale di riconcitiar de nesto
ti de Saraceni o maomettani, era nota e riani colla romana chiesa.
gradita la spedizione de principi crocest
Il Mosemio, Hist. eccles., sec. XIII e
gnati, e sapeano che it miglior mezzo dan XIV, parte I, c. i, S 2, confess che gli
dar di buona intelligenza con toro era di andati in Tartaria sul nir del secoto XIII
permettere in Tartaria la predicazion del e ,sul cominciare del XIV vi fecero gran
Vangeto.
dissimi progressi, convertirono alla fede
Il perch nelPa. 1249, Mangu-kan, po cristiana inniti Tartari, ricondussero nel
lente sovrano fraTartari, e un altro prin sen della Chiesa gran numero di nesto
cipe chiamato Sartack, ad istanza dun re riani ed eressero chiese in varie parti
dArmenia, si fecero cristiani. Saputosi ci della Tartaria e della China, della quale
da s. Luigi in Palestina, esort di bel nuo i Tartari mongoli seran fatti padroni. Un
vo Innocenzo IV a spedire missionarii in di que missionarii francescani, per nome
Tartaria e fece partir con toro Guglielmo Giovanni da Monte Corvino, esercit in
di Bubruquis, religioso francescano, che quel paese per quarantadue anni le fun
scrisse la relazione del suo viaggio. La zioni dapostoto. Percorse egli non pure
missione non riusc senza frutto; perocch la maggior parte della 'Iartaria, ma entr
Sartack-kan scrisse lettere ossequiose al nelle Indie e tradusse in lingua tartara it
papa ed al re di Francia colle quali pro nuovo Testamento e i salmi di Davide.
La. 1507 Clemente V eresse a favore di
fessavasi cristiano.

La. 1256, to stesso llIangu-kan mand lui un arcivescovado nella citt di Cam

40

TA

TA

balu,che credesi esser la stessa che Pechi

migliava quella degli apostoli e li rendeva


no. Finch la Cina fu in potere de Tartari venerabiti ai Tartari. Non adoperarono es
mongoli, la religion cristiana vi si man si n a procacciarsi dovizie n a recarsi
tenne in ore.
in mano autorit n ad allargare la podest
Ma Pa. i569 i Cinesi riuscirono a cac del pontece romano: la dignit episco
ciare i Tartari e a ripor sul trono un prin pale, onde assai d essi vennero rivestiti,
cipe di tor nazione: e altora la religion non indusse verun mutamento nel tor mo
cristiana fu sbandita dalla China con quelli do di vivere. Non si vede che attraver
che ve Paveano recata. A questa medesi sassero le fatiche denestoriani e che dis
ma epoca la Tartaria venne turbata da putasser contressi, e questi eran monaci
guerre intestine; i varii lian adoperarono non meno de cattolici. Pure, a riserva di
a spogliarsi vicendevolmente,e queste dis Giovanni da Monte Corvino,al quale i pro
cordie porsero facitit a Timurbec o Ta testanti non han potuto negar tode per
mertano di soggiogarti tutti. Sulcadere del aver voltato in lingua tartara it nuovo
secoto XIV quel feroce conquistatore mise Testamento, degli altri non disser verbo.

a ferro e fuoco presso che tutta PAsia;

Ma it lavoro di quel francescano un

devast la Persia, PArmenia, la Georgia acerbo rimproccio alla negligenza de ne


e PAsia minore, e Pa. i592 rec in suo po storiani: pel corso di settecenP anni che
tere Bagdad: da lui ebbe principio it re questi predicarono nella Tartaria, nes
gno de Turcomanni o Turchi; egli fond sun di toro pens a tradurre la Bibbia;
da per tutto Pistamismo sulle rovine della un cattolico e un frate fu quegli che do
religion cristiana.
vette addossarsi questa fatica. Ci ne sem
Dopo quesP epoca funesta non fu pos bra dimostrare che i nestoriani non cre
sibite ristabitirta pi nella gran Tartaria; deano, al pari de protestanti, essere la
cionondimeno it zeto de missionarit, spe Scrittura Punica regola di nostra fede, e
cialmente de capuccini, punto non si raf non esser vero cristiano chi non legge
fredd; non risteltero si pu dir mai la Bibbia. Altorch denestoriani vennero
dal tentar di rientrare in quella vasta re al seno della chiesa romana, non si esiget
gione: nel i708 due di que religiosi fe te da toro che abiurassero la propria cre
cer prova ancora di penetrarvi dalla parte denza su nessuno de punti di dottrina
della China, altri vi andarono dalla banda dibattuti trai protestanti e noi; it qual
della Persia;non pare per che i toro sfor fatto ne sembra provare che i nestoriani
zi sortissero esito felice. Oltreci, la sco non ebber mai la medesima fede che i pro
perta delPAmerica avvenuta al tinire del testanti.
secoto XV e la navigazione degli Europei
Volendo guardar le cose anche sol dal
alle Indie fecer volgere ad altra parte le lato politico e in quanto al vantaggio tem
corse apostoliche. Al presente la Tartaria porale delPumanit, P estinzione del cri
partita in due false religioni: i Tartari stianesimo nella Tartaria grandissima
occidentali, presso al mar caspio e alla sventura.
Da queste fatali contrade sbucarono la
Persia, seguono it maomettismo: quelli
che connan colla Cina e stendonsi verso pi parte delle orde barbariche che de
it nord sono idolatri; i tor sacerdoti, detti solarono PEuropa e PAsia: Unni, Alani ,
lama, han per capo supremo it dalai-la Vandali, gli eserciti di Gengis-kan , Mau
ma, da tutti i Tartari onorato qual dio. gu-kan , Tamertano, ec. Se la nostra reli
Quando si pon mente alla perseveranza gione avesse piantato le radici in quella
onde per pi dun secoto i missionarit cat parte del mondo, vavrebbe senza dubio
tolici si travagliarono per la conversione prodotti i medesimi effetti che presso gli
de Tartari, alle fatiche da tor tolerate, alle altri barbari settentrionali, conducendoli
crudelt cui furono esposti, alla moltitu a civitt, a vita stabite, laboriosa, ragio
dine di cotoro che vi morirono, non si pu nevole.Quando i papi altra intenzione non
non lodarne altamente it coraggio. l pro avessero avuto nel mandar missionarit
testanti per ne partano con freddezza , presso i Tartari, si dovrebbe tuttavia be
non si sa se Papprovino o sgradiscauo; nedire it tor zeto e riconoscere per que
ne vitipendono i successi per vantar quelli sto rispetto Putitit della toro giurisdizio
de nestoriani. Nondimeno ai missionarit ne. Ma quando si discorre di papiedi chie
cattolici, sopratutto ai capuccini, non si pu sa romana,i protestanti non intendono pi
movere nessuna delle accuse che i prote ragione. V. MIssioNI
TAUMATURGO. Operator di miracoli:
stanti e tor copiatori han fatto alla mag
gior parte degli altri missionarii. La vita dalle voci greche Sana, meraviglia, ed
povera o stentata di que religiosi rasso Zpyov, opera. Cosi vennero denominati

TA

TA

t4

nella Chiesa pi santi che salirono in fama ed erudizione. Avea egli piena cognizione
per numero e splendor di prodigii. Tali dalPantichit pagana. Le molte opere da
furono s. Gregorio di Neocesarea nel prin lui composte andarono pressoch tutte per
cipio del secoto lll , s. Leone di Catania dute: non ci rimane che un Discorso con

che comparve nelPVIlI, i ss. Francesco tro i pagani, (adversus Grwcos), scritto
di Paola, Francesco Saverio, ec.

senzordine n metodo, ditffuso e di fre

Si obiett soventi volte a protestanti quente oscuro, ma ricco derudizione pro


che se la chiesa di G. C. fosse caduta in gra
vi errori contro la fede n dal lll o dal IV
secoto, come vuolsi da toro , lddio non
avrebbe in essa conservato it dono de mi
racoli; che, attesa Pimpressione che fanno
su tutti gli uomini tali maraviglie sopra
natura, avrebbe con ci teso a fedeli un
laccio a trarti in errore. Come infatti farsi
capace che un uomo it quale opera pro
digii insegni una falsa dottrina, mentre ld
dio di questo mezzo principalmente si gio
v per convertire i popoli alla fede cri

fana. Dimostra in esso Pautore come i Gre


ci non sieno altrimenti gli inventori delle
scienze, come non poco togliessero dagli
Ebrei e ne abusassero. E sparso di ries

sioni saliriche sulla ridicola teotogia paga


nesca, sui tor dommi contradittorii, sulle
infamie de ior dei, sulla scostumatezza de
toso. NelPedizione maurina quesPopera
tien dietro a quelle di s. Giustino. Se ne
fece altresi una bellissima edizione a 0x
ford nel l 700, in e.", con note, per cura di
Worth arcidiacono di Worcester.

stiana? I protestanti sappigliarono al par

Taziano avea pur composto una con

tito di negare quanti sono miracoli e as


serire non essercene nessuno vero e a suf

cordia o armonia dequattro evangetii in

titolata Diatessaron, cio secondo i quat


cienza provato; n a torti gi da tal tro: quesPopera, chiamataovente Evan

pertinacia vale it far toro vedere che i getio di Taziano o degli encratili e con
mezzi onde impugnano i miracoli servon altri nomi ancora, fu posta nel novero de
pure agli increduli per combattere la ve vangeli apocri. Non si accagiona per
rit di quelli di G. C. V. MIRACoLI.
Pautore daver in essa citato e trascritto
TAVOLA DELLA LEGGE. V. Lecca.
falsi evangelii; onde piacque agli ortodos
TAZIANO. Scrittore ecclesiastico del Il si del pari che agli eretici. Teodoreto, che
secoto, dorigine assiro e nato in Mesopo ne avea trovato pi di dugento esemplari
tamia. Ebbe a maestro s. Giustino, alla cui nella sua diocesi, li tolse di mano ai fe
scuola apprese in Roma per parecchi anni deli e vi sostitu i quattro evangelii, per
la dottrina di Cristo. Morto quel santo mar ch Taziano vi avea soppresso tutti i te
tire, torn in patria e , privo della sua sti comprovanti che it Figliuoto di Dio
guida, adott una parte degli errori de nato di Davide secondo la carne. Fu cre
valentiniani, degli altri gnostici e de mar dutolunga pezza che quesPopera non sus

cioniti. accusato da padri della Chiesa sistesse pi; quella inserta nella Biblio
d avere insegnato, come lllarcione, es
servi due principii di tutte le cose, Puno
sommamente buono, Paltro, ch creator
del mondo, cagione di tutti i mali. Que
sto diceva essere stato autore del vecchio
Testamento, it nuovo esser lavoro del Dio
buono. Condannava Puso del matrimonio
della carne e del vino, perocch aveali
per produzioni del principio malvagio. As
seriva, come i doceti, avere it Figliuol di
Dio assunto solamente le apparenze della
carne; negava la futura risurrezione e
che Adamo fosse salvo. Voleva si facesse
aspro governo del corpo e si passasse la
vita in perfetta continenza. Questa rigida
morale sedusse non pochi: i suoi disce
poli ebbero it nome di encratili o conti
nenti, idroparasti o acquariani perch so
lamente acqua offerivano ne santi miste
ri; lazianisti dal tor capo, apostolici,
apolattici, ec. V. tutte queste voci.
Tutti gli antichi consentono in dire Ta
ziano fornito di assai ingegno, etoquenza

teca de padri sotto it nome di Taziano


lavoro dautor latino posteriore dassai al
secoto ll, ma Perudito Assemani scoperse
in oriente una traduzione araba del Dia
tessaron e la port a Roma, Biblioth.
orient., t. I, in ne. Si potrebbe vericare

se it libro consuoni a ci che gli antichi


dissero di quel di Taziano.
Fino ad ora da pi valenti critici era
stato creduto che it suo Discorso conlro
i pagani fosse stato scritto verso Pa. 168
e prima chegli cadesse nelP eresia; non
ci vedean traccia degli errori sia degli
encratiti , sia de gnostici , ma piuttosto
la contraria dottrina. ll Le Clerc, che
Pesamin con occhio critico, Hist. ec

cles., a. i72, S 1; Peditore di Oxford,


che ne ponder ogni espressione; ibene
dettini, che ne fecero Panalisi; Bulto, Bos
suet, it p. Le Nourry, ec., ne recarono
egual giudizio. llla it Bruchero nella sua

Storia crilica della losoa, t. lll, so


stiene che tutti presero abbaglio; che esso

TA

TA

discorso contiene tutto it veleno della fitto

srici, abbiam fatto vedere che quegli ere


tici ammettevano nonPemanazione, ma si

42

soa orientale, egiziana e cabalistica, ou


de Taziano era imbevuto; che insegna in
esso palesemente it sistema delle emana
zioni, base e chiave di tutta quella to
soa; che gli apotogisti di questo scrittore
gittarono tor fatica tentando dare alle
espressioni di lui un senso ortodosso.
Per far contro a uomini cui non si pu
negare it titoto di dotti, ci vogliono ga
gliardi argomenti: vediamo un po se ce
ne abbia.
1." Taziano, dice it Bruchero, fa sapere
aver s rinunziato alla tosoa dei Greci
per abbracciar quella de barbari, la quale
era evidentemente la tosoa degli orien
tali.
Se it Bruchero non avesse cominciato

col supporre ci che in questione,avreb

Peternit della materia. (Iredean essi, per


fermo, che i due primi eoni o spiriti fos
sero usciti dalla natura divina per ema
nazione: ma Pun0 era maschio, Paltro fe
mina, e dal tor matrimonio discesa la
famiglia degli eoni. Falso adunque che Pi
potesi delle emanazioni sia la chiave di

tutto il sistema teotogico de guostici e de


gli orientali.
Ma mestieri udir partareTaziauo me
desimo e vederci luoghi abusati dal Bru
chero e da tanPaltri. Deus noster, cosi egli,
non esse cwpil in tempore, cum, solus si
ne principio, ipse omnium sil princi
pium. Spirilns Deus, non lamen mate
riam permcans spirilus, sed materia
lium spiriluum et gurarum quw in

be veduto che per la tosoa de barbari materia sunt opifex (amanziroior); et


Taziano intendeva la tosoa di Mos e visu et lactu indeprehensus, quippe cum
decristiani, conciossiach i Greci dicesser
barbaro tutto ci che non era greco. Spie
gossi su questo punto chiaramente. Hwc
cum vidissem, ac prwterea, mysterio
rum particeps factus, varias nbique re

ligioncs, quw quidem ab effemiriatis et


androgynisprocurantur explorassemm.
cumque animum per optima qdwque
versarem, forte in quosdam barbaricos
tibros incidi, antiquiores quam ut cum
Grwcorum disciplinis, diviniores quam

ut cum corum erroribus conferri pos


sint. Usu mihi evenil ut his dem ha
berem propter dicendi genus minime
arrogans, scriptorum ingenium arti
cii expers, universi crcationis (emerso)

explicationem captu facilennfuturorum


prwcognilionem,prwceplorum excellen
tiam ac singularem universorum prin
cipatum.... Nunc autem convenire ar
bilror nt philosophiam nostram Grw
cornm disciptinis antiqniorem esse de
monstrem. Piglia per termini di paragone

ipse sensibilium et invisibiliuln eieti


teril parens.... Apertius autem nostra
exponam. Deus erat in principio; prin
cipium autem Verbi potentiam esse ac
cepimus. Universornm enim Dominus,
quatenus quidem mundus nondum erat
creatus , solus erat; quatenus autem
ipse polentia omnis et eornm quw vi
dentur et non videntur hyposlasis si
ve sustenlatio eral, omnia cum eo per
rationalem potentiam sustenlabat ipsum
etiam iltud Verbum quod erat in eo.
Votunlate autem simplicilatis eius pro
silil Verbum : Verbum autem non in va
cuum progressum /il opus primogeni
tum Patris. Hoc scimus esse mundiprin
cipium. Natum est antcm per communi
cationem, non per abscissionem. Nam
quod abscissum est, a primo separatur :
quod autem per communicationem pro
gredilur , volunlariam administratio
nem suscipiensjdeum non imminuil ex
quo desumptum est. Quemadmodum

Mos ed Omero, e prova colla storia pro enim ex una face multi ignes accendun
fana che it primo precedette di lunga et tur, nec lamen prima: facis, ob plnres
it secondo. Chi ravvisar pu a cotali tratti accensas faces, lux imminuilunsic Ver
la tosoa degli orientali e de gnostici? bum cx Patris potentia prodiens genilo
2. Taziano, prosegue it Bruchero, in rem Verbi expertem non fecil. Nam et
segn it sistema delle emanazioni, val dire ego loquor, et vos audilis, nec propter
esser la materia e gli spiriti usciti da Dio transmissionem scrmonis ego qui alto
per emanazione e non per creazione; dom quor sermone vacuus o , sed, vocem
meam proferens, lnateriam in vobis inor
ma favorito degli orientali.
Si ha la prova del contrario nella profes nalam ornare instiluo. Et quemadmo
sion di fede fatta dalPautore, dicendo egli dum Verbum in principio genilnm vi
daver creduto ai libri barbari per la chia cissim mundum nostrum genuil, cum
rezza colla quale spiegano Porigine del ipsum sibi matcriam prodnxisset, sic ego
Puniverso: or gli scrittori sacri non in quoque, ad imilationem Verbi regene
segnano altrimenti le emanazioni, bens la ratus et verilatis illustratus cognilio
creazione; v. questa v. Pi, alPart. Gno ne, lnalcriw mihi cognalw confusionem

TA

TA

mendo. Non enim caret inilio materia,


quemadmodum Deus; nec Dea, ut prin
cipii expers, parem Ilabet poteslatem,
verum creala est ncc ab alio factmsed
a solo universorum apice producla....
Verbum iltud cwteste, Spirilus a Patre
genilus, et Verbu m ecc rutionati potentia,
ad imilattonem Patria, a quo genilum
est, imagiuem tmmorlatilatis Iwminem
fecil, ut quemadmodum immorlalilas
est apud Dcum, sic homo, Dei portioni
particeps factus, immortatilatem etiam

se non rivestiti duna specie di corpo sot

l3

titto. Questo errore non n stolto n pe


ricolcso. Ma Pipotesi delle emanazioni
dessa compatibite colla nozion di spirito
puro, di natura semptice, da Taziano at

tribuita a Dio? V. AnozLo, Srnmo, ec.

4. Se nel suo testo si discorre dune


manazione, quella del Verbo prima della
creazione del mondo o piuttosto mediante
la creazione del mondo. Dicegli di fatto
essere it Verbo elnanato, uscilo , nato,
provenuto dal Padre. Ma fu provato le
habeal. Verbum quidem ante homines cento volte contro gli ariani ci sociniani
creatoa angelorum t opifex.
che, nelto stite degli antichi dottori della
Osserviam prima di ogni altra cosa che Chiesa, partandosi del diviu Verbo, ema
Taziano non d ci che dice del Verbo e nare, uscire, nascere, procedere e simiti
delle operazioni di lui come unopinion non altro signillcano che prodursi al di
tosoca, ma come dottrina appresa per luori, mostrarsi, rendersi sensibite merc
rivelazione: Principium Verbi poten le opere della creazione.
tiam esse aacepimusm. Hoc scimus esse
Che che ne dica it Bruchero cotoro che
mundi principimn. chiaro chegli avea asserirono aver Taziano insegnato P eter
dinanzi alla mente i primi versetti delPe nit e la divinit del Verbo, non sogan
vangelio di s. Giovanni e si giova delle narono certo. E valga it vero, Tazlano di
stesse espressioni.

ce che lddio non aveva principio , che


5. Dii-assi che in tutto quel brano quan it Verbo. prima di emanare da lui per
P lungo non si scontra vocaboto it quale creare it mondo, era in lui e con lui, non
indichi propriamente e rigorosamente la in potenza, come it mondo che ancor non
creazione; ma neppure in s. Giovanni esisteva, ma-con potenza sua propria,
se ne trova, perocch la lingua greca, quindi sussistente in persona. Dice it Ver
al par delle altre, non avea parola che bo esser emanato da Dio per partecipa
presentasse quelPidea. V. CREAzioNE. Nes zione: a che partecip egli se non alla
suno tuttavia savvisi di credere che quel potenza ed agli attributi di Dio? Dice che,
Pevangelista ammellesse le emanazioni. uscendo dal Padre, non se ne separ pun
Cotoro che le ammisero non dissero mai to, perocch lddio non ha potuto esser
aver la materia un principio, essere stata mai senza it suo Verbo, senza la sua ra
fatta o prodotta, esser Popera di lui che gione ossia la sua intelligenza eterna. Se
ha tatto le cose tutte, come sesprime Ta questo linguaggio non esprime la divinit
ziano. l gnostici, ripetiamoto, supposero, del Verbo, nessuna profession di lede
come Platone, la materia eterna. A far che tale che basti; ma ben diverso da quel
questa fosse venuta da Dio per via dema de tittosoti orientali, dei gnostici, dei ca
nazione, sarebbe stato forza chella si tosse balistici , degli ariani.
trovata in Dio ab eterno: ma Taziano ne
a. it Le Clere,Hist. eccles., a.,t72i, dice
avverte che Iddio non fu mai commisto alla tutta questa dottrina di Taziano oscuris
materia. insegna egli che la produzione sima; che i pagani non potean dedurne
della materia fu un atto-della potenza del altro se non che i cristiani ammettessero
Verbo; giusta la sentenza de tittoso, le due dei, uno superiore e per eccellenza,
emanazioni avvenivano per necessit di Paltro generato da lui e chiamato it Ver
natura, avvisando essi che lddio non fosse bo, creatore di tutte cose; che miglior
esistito mai senza nulla produrre. Taziano consiglio sarebbe stato attenersi alle pa
insegna il contrario. V. EMANAzioNE.
role degli apostoli e non tentar di spie
Dice esser it Verbo quegli che ha tatto gare cose inesplicabiti.
o prodotto gli angeli e Panime umane, e
Ci sarebbe stato ben fatto, se i pagani
questo ancora fu atto di potenza; tali es avesservoluto accontentarsene; ma essi
seri adunque non sono usciti da lui per non cessavan di ripetere che la dottrina
via demanazione. L accusa it Bruchero de cristiani era un ammasso di favole ,
daver chiamati materiali cotesti spiriti; di storielle da vecchia, buone tutlal pi
in che senso? Taziano ed altri padri cre a divertire fanciulli. Taziano voiea mo
detiero lddio soto essere puro spirito, strar toro chessa era una dottrina pro
sempre separato da qualsiasi materia, lad fonda e ragionata, una tosoa pi vera c
dove gli spiriti creati non sussister mai salda che tutti i sogni depretesi sapienti

BERGIBB. Vol. VI.

114

TE

TA

del paganesimo.La maniera ondegli spone


Yemanazion del Verbo al momento della
creazione non somiglia per nulla alle ri
dicole geneatogie degli dei ammesse dagli
etnici n alle emanazioni degli eoni in
ventate dai gnostici.
6. Origene e Clemente alessandrino ac
cusan Taziano daver detto che le parole

della Genesi - Sia la luce - esprimono


un desiderio anzi che un commando, e
daver partato da ateo, supponendo che
lddio fosse nelle tenebre. Questo, dice
Bruchero, era un domma della tosoa
orientale, egiziana e cabalistica.
Taziano non part di tal guisa nel Dis
corso contro i gentili; e poco a noi cale
it sapere ci che egli abbia sognato altor

ch divenne eretico ed adott la pi parte


dei delirii de gnostici.
7. Non dinterteniamo a provare che
in questo discorso non fu da Taziano in

segnala n la materialit n la mortalit


delPanima. Su questo punto venne scol
pato dagli editori di s. Giustino, Prefaz.,
pari. nni, c. u, n. s. Se non altro, ei di
chiar P anima umana essere immortale

per grazia; e ci ne basta.


e." Vuolsi dalP editore di Oxford che
Taziano abbia nel pi volte citato discorso
condannate le nozze,dicendo: Quid cau
sa, esi cur mulierem trigin-la pueros
enixam, proptcr Periclymem1m, veluti
admirandum quidpiam, intuear et con
(cmpler? Nam cum muitw intemperan
liw fructus tulisset, prwclarum erat il
lud deleslari. Ma altro condannar Puso
moderato del matrimonio, altro biasimar
fintemperanza nel detto uso.

spiegazioni che d. Alla v. GNosTIGI ab


biam fatto vedere come it piano della fitto
soa orientale inventato da critici prote
stanti non che un sistema puramente
congetturale a n di travisare la dottrina
de padri della Chiesa. V. FILos0FIA, PLA
ToNIsMo.
TAZZA. Vaso da bere usato ne conviti
e nesacrifizii. Nelto stit scritturale, la laz
za o coppa di benedizione quella che
benedicevasi nei banchetti di cerimonia
e mandavasi in giro per bere. Bere ad
una medesima tazza era segno di fratel
lanza.
La tazza della salute era quella che si
beveva benedicendo it Signore pe ricevuti
favori. Cos nel terzo de Maccabei detto
avere fatto gli Ebrei rPEgittto dopo la tor
liberazione.
Vale anche la parte o porzione che ri
cade ad alcuno. V. CALICE.
Nelle dispute de cattolici co protestanti
la tazza signica la communione sotto la
specie del vino. V. CoMMUNioNE sono LE DUE
sPECIE.

TEANDRICO. Voce usata dateotogi gre


ci a qualicare le operazioni divine ed
umane di G. C. uomo-Dio, e dal latini tra
dotta per deiviriie. V. iNCARNAzioNE. Igno
rasi chi fosse it primo tra padri della Chie
sa a servirsi di questa parola.
in appresso gli eutichiani o monositi,
che in G. C. ammettevano una sola na

tura composta della divinit e delPum-a


nit, asserirono ancora esservi in lui una
sola operazione e la dissero teandrica,
annettendo a questo termine it senso con

forme alPerror toro. Ma, a partare esat


9." AlPultimo, vuole it Bruchero che tamente, giusta la toro opinione, la natura

Taziano abbia derivato da Zoroastro e da


gli orientali it sistema delle emanazioni e
Popinione che la carne sia per s stessa
cattiva. Pur noi riteviamo dal Zend-Ave
sta non aver Zoroastro insegnato n Puna
n Paltra cosa; non si conosce nessun al
tro tosofo orientale di cui si possan pro
vare le sentenze per via degli scritti.

Inutite sarebbe it difender pi oltre it


discorso di Taziano: non vogliam gi dire
che sia assolutamente irreprensibite, ma
la ingiustizia it ricercarvi errori che in
esso non sono. ll Bruchero cominci a sup
por senza prova, anzi malgrado ogni pro
va, che quelto scrittore fosse gi a quel
tempo imbevuto delle opinioni della tito
soa orientale; poi part da tal falsa sup
posizione per ispiegarne tutte le frasi nel
senso de gnostici. Se non che, peccando

it suo principio di falsit, itlusorie sono

di G. C. non era pi la natura divina n


Pumana, bens una terza natura composta
o mista delPuna e delPaltra. Per la me
desima ragione Poperazion sua non era n
divina n umana, e solamente in senso
abusivo ed erroneo poteva esser detta
ieandrica.
Ma non in tal senso aveano intesa la
bisogna i padri della Chiesa. S. Atanasio,
a tin di dare una nozion giusta delle azioni
del Salvatore, citava ad esempio la gua
rigione del cieco nato e la risurrezione di

Lazaro; to stropicciare che fe G. C. colla


propria saliva gli occhi del cieco era uno
perazione umana; it miracoto del render
gli la vista operazione divina: alto stesso
modo, risuscitando Lazaro, chiamolto ad
alta voce siccome uomo, e come Dio lo

restitui alla vita.

ll nome e it domma delle operazioni


tutte le conseguenze che ne deduce cle teandriche furono accuratamente esamina

TE

TE

ti dal concitio lateranese Pa. G49 a propo


sito delPerrore de monoteliti. Papa lllar
tino I, che vi presiedette, spieg chiara
mente in che senso i padri greci avesser
adoperato la voce leandrico, senso assai
diverso da quelto che vi appltcavano i
monositi ei monoteliti; it perch Perror
di questi ultimi venne condannato. Labuso

delPuomo al tutto diversa. Onde ne siegue


che quando la Scrittura ne dice avere Id
dio fatto Puomo a sua imagine, vuol farci
intendere avergli lddio largite facolt in
tal qual modo anatoghe alle perfezioni che
egli da s stesso possiede in grado innito.
V. ANTRoPoLoGIA, ANTIIoPoPATIA.

pedire a teotogi di giovarsene quando sia


suscettivo dun signicato ortodosso.
TEANTROPIA. Error di cotoro che at
tribuiscono a Dio qualit umane; era quel
tode pagani.Non soto parecchi avvisavano
che gli dei altro non fossero che i primi
uomini vissuti gi sulla terra e le cui ani
me erano state trasferite in cieto, ma
quelli stessi che li pigliavano per ispiriti,
per genii duna natura superiore alPuma
na, non lasciavano di attribuir toro tutti
ibisogni, le passioni e i vizii delPumanit.
A ragione i dottori cristiani rinfacciarono
ad essi che i tor dei eran gente pi vi
ziosa e spregevole degli uomini e che Pla

dato a noi di creare a bella posta un lin


guaggio per designar tutte le perfezioni
divine,siamo costretti di valerci deglistes
si vocaboli per esprimere e denominare

45

Siccome per la nostra mente limitata


per fatto di un vocaboto non dovette im non pu nulla concepir d innito, n

le qualit delPuomo: non ci ha in ci pi


pericoto derrore, data che da noi siasi di
Dio Pidea di Ente necessario, idea subli
me che to caratterizza e distingue emi
nentemente da tutte le creature.
Questo non basta, replicano gli incre
duli: i pagani han potuto giovarsi delto
stesso spediente per iscusar le turpitudini
che attribuivano a tor numi. Se it popoto
non fu sagace a tal punto , i sapienti al

meno e i tittoso non andarono in ci er


tone si meritava altari a pi buon dritto rati, rigettato avendo le favole create dai

che Giove.
A n di screditare ogni specie di reli
gione e di nozione della Divinit, gli in
creduli ne accusano quali imitatori delle
ridicolaggini de pagani. Dicono che sup
porre in Dio intelletto, cognizioni, vo
tont, disegni. attribuirgli la sapienza, la

bont, la giustizia, ec., un rivestirtto di


facolt umane e fare di Dio un uomo al
quanto pi perfetto di noi. Oltreci i Li
bri Santi gli danno le passioni proprie del
Pumanit, Pamore, Podio, la collera, la
vendetta, Pinvidia,la dimenticanza, il pen
timento: qual differenza ci ha tra queste

poeti e credute dal popoto. llla presso gli

Ebrei ed i cristiani it popoto non men


zotico n meno stupido che presso i pa
gani; ei prese sempre letteralmente it lin
guaggio desuoi libri, non mai riusc a for
marsi della divinit una nozione spiritua
le, metasica, differente da quella che ha
della sua propria natura: Ferrore quin
di it medesimo da per tutto.
Mere ciance son queste. l. Provochia
mo gli increduli a citare un sol tosofo it
quale abbia designato lddio sotto la no
zione dente necessario, esistente da s,
e non abbiano dedotto le conseguenze che
evidentemente ne derivano: ci far non
poteano, posciach supponevano la materia

idee e quelle de pagani?


La diferenza c tutta e palpabite. Noi
cominciamo a dimostrare che Dio PEnte eterna al par di Dio: nessuno perci ri

necessario, esistente da s , che non ha conobbe in Dio la potenza creatrice; ld

causa n principio, giacch egli stesso dio credettero soggetto alle leggi del de
principio e causa degli esseri tutti, che stino e circoscritto nelle sue operazioni
non pu adunque esser circoscritto in ve dai difetti irretormabiti della materia. Han
runo de suoi attributi, perocch nessuno quindi attribuito a Dio soltanto una poten
ha conni senza una causa. Egli perci za limitatissima e no l credettero n li
eterno, immenso, innito, sommamente bero n independente; it qual errore ne
beato e perfetto in tutti i sensi e rispetti, trasse seco altri senza ne. V. CREAzioNE.
2." Nessun tosofo riconobbe espressa
esente da bisogni e debolezze, molto pi
da vizii e passioni. Duomo, per contrario, mente in Dio la prescienza o cognizione
ente creato, dipendente, che non ha nulla de futuri contingenti: non compreser tam
di suo, giacch ogni cosa ha ricevuto da poco chella potesse concitiarsi colla li
Dio, non possiede che qualit e facolt bert delle creature. Per la medesima ra
imperfettissime , perch fu in arbitrio di gione gli ebber negata la previdenza;
Dio il dargliele in quel grado che a lui lungi dal pensare che lddio soccupi a
piacque. Manifesto impertanto esser Dio governare it mondo, giudicarono che non
non pure un ente in innito superiore al si sia neppur preso la briga di fartto qual .
Puomo, ma duna natura altres da quella Giusta it pensar toro, questa doppia cura

46

TE

avrebbe turbato la sua quiete e felicit:


ci ne commise quindi P incarico a spiriti

inferiori usciti da lui: it perch i difetti


delPuniverso son venuti sia dalle imper
fezioni della materia, sia dalPimpotenza o
dalPincapacitt di quegli inettiartetiei.Ecco
la teantropia. Ma, come ben fu osservato
da Cicerone, un Dio senza providenza

nulto ed per noi come se non fosse. Per


ci gli etnici non conobbero per dei clie
tali genii secondarii, facitori e reggitori
del mondo. E come si sarebbe potuto at

TE
Appo i pagani non ci ebbero mai altri
catechismi clie le favole o i miti; presso
gli adoratori del vero lddio la storia san
ta, o scritta o tramandata a viva voce, fu
la lezione elementare di tutte le genera
zioni che voller darvi orecchio. Far dun
que non potea in verun modo che cades
sero nella teantropia de pagani quando
non avesser voluto deliberatamente acce
carsi.
ll dir che fanno i nostri avversarii es
sere it popoto presso gli Ebrei e i cristia
ni tuttavia rozzo e stupido qual presso gli

tribuir toro altre qualit e facolt che


quelle delPuomo?
etnici, la pretta malignit. ll pi zotieo
s." Quando pure i fittoso avessero avu

cristiano apprese insin dalle fasce esser


Dio puro spirito, esser da per tutto, tutto
bero elleno state di nessun utite pel po conoscere e aver fatto dal nulla le cose
poto; que pretesi saggi eran di parere la tutte quante.
TEATINE. Ordine di religiose dirette
verit non esser fatta per esso, incapace
di comprenderta e affezionarvisi; favole da teatini. Formano due congregazioni
volersi per soggiogartto e tenertto nel do chebbero a fondatrice la ven. Orsola Be
vere. Perci senteuziarono non doversi nincasa,mortain odore di santit nel 1tH8.
por mano alla religion popolare, stabitita Le religiose spettanti alla prima fauno sol
chella sia dalle leggi. Cos, riutando le tanto voli semplici; furono istituitea Na
favole per s stessi, le sancirono inviola poli nel l5a/i e chiamansi tealine della
bitmente pel popoto, siccome avvisava Pa congregazione. Le altre, delle teatine del
cademico Cotta, riferito da Cicerone, De romilaggio, fan voti solenni, dedicansi a
una vita austera, a continua solitudine ,
nat. deoi, l. m, n. 4.
Tale non fu la dottrina de depositarii alla preghiera e ad altri esercizii della vita
della rivelazione: la prima verit profes religiosa. I beni toro vengono amministrati
sata da Mos al principio de suoi libri e dalle religiose della prima congregazione;
che Dio ha creato it cieto e la terra, che onde le tor case sono attigue e commu
gli opera col soto potere, che tutto ha fatto nican tra esse per via duna sala interme
con una parola, con sapienzauintelligenza dia. Le costituzioni ne furon dettate dalla
e libert suprema. Non soto cinsegna che istitutrice e confermate da Gregorio XV.
Dio Punico autore delPordin sico della Helyot, Hist. des ordr. monast.
natura e it mantiene qual , ma che vi de
TEATINI. Ordine religioso o congrega
roga quando glipiace,come fece col dituvio zione di preti regolari instituita a Roma
universale. Ci fa avvertire la previdenza nel i524. Lor principale fondatore fu Gio.
divina uelPordine morale, narrando it mo Pietro Caraffa arcivescovo di Teate, ora
do onde lddio castig la colpa dAdamo , (lhieti, nel regno di Napoli, che sali poscia
it misfattto di Caino, le dissolutezze de al sommo ponticato col nome di Paoto IV.
primi uomini, e ricompens Enos, No, l-u in quesPopera secondato da Gaetano
Abramo: tutta la storia difpatriarchi Tiene gentituomo vicentino, che per le sue
virt venne posto nel novero de santi,
unattestazione di questa gran verit.
Questa dottrina non n un segreto n da Paoto Consigliari e Bonifacio Colle, no
un mistero chiuso nel recinto duua scuola biti mitanesi.
e riserbato a discepoli dati; lltos parta
Le prime tor costituzioni furono stese
pel popoto del pari che pei sacerdoti, in dalto stesso Caraffa, primo superior gene
dirige i suoi ammonimenti alPintera na rale di essa congregazione, poscia accre
zion sua: Ascolla, o Israele. lddio stesso sciute dai capitoli generali e approvate
dalla vetta del Sinai promulga le sue leggi nel i608 da Clemente VIll.
Fu scritto da parecchi autori che i tea
a tutti gli Ebrei in uno raccolti con tale
apparato da inspirar toro rispetto e som tini faccan voto di non possedere n terre
messione. Come i patriarchi furono fedeli n entrate, nemmeno in commune, di non
a trasmettere alle tor famiglie le verit es mendicare ma vivere unicamente delle
senziali della rivelazione primitiva, cosi largizioui delle persone pie: fatto sta che,
lddio commanda agli lsracliti dmpprender nel primo secoto della toro istituzione, non
sollecitamente a proprii gliuoli ci che ebbero possesso alcuno; ma le tor costi
tuzioni dicono essersi ci fatto votontaria
hanno appreso eglino stessi.

to idee pi sane della Divinitinnon sareb

TE

TE

mente e senza contrarre obllgo alcuno in


tal proposito, ed dimostro pei fatti che
colesti religiosi diedero prova di gran dis
interesse dovunque si sono stabititi. Ve
stono sottana e mantelto nero con calze
bianche , chera Pabito consueto degli ec

sioni bollenti, che spesse nate spengono in

clesiastici atempi che principi it toro


ordine.
Si proposero essi distruire it popoto ,
assistere gli infermi, combatter gli errori
contro la fede, eccitare i laici alla divo
zione, ravvivar nel clero col proprio esem
pio to spirito di disinteresse e di fervore,
to studio della religione e it rispetto per
le cose sante: e tutto ci adoperarono con
costanza e coraggio. Il perch diedero alla
Chiesa buon numero di vescovi, parecchi
cardinali e non pochi personaggi commen
devoti per santit del pari che per talenti.

Gi nel secondo secoto di toro istituzione


cbbero missionarii nelPArmenia, lllingre
lia, Georgia, Persia ed Arabia, nellPisole
di Borneo e di Sumatra ed altrove. lliotti
sacerdoti indiani, ricevuti a professare tra
teatini di Goa, formarono una congregazio
ne di missionarii. Helyot, Hist. des ordr.
monast., t. IV; Vies des pres etdes
mart., t. VIl.

TEISMO. Sistema di cotoro che ammet


tono Fesistenza di Dio: it contrario del
Pateismo. Come noi chiamiamo deisti co
toro che dichlaran dammettere un Dio e
una pretesa religion naturale, rigettando

qualunque rivelazione,eddimostrato che


it tor sistema guida direttamente alPatei
smo, eglino amaron meglio prendere it

nome di teisti, da essi reputato pi ono


revole perch vegnente dal greco. Alla
v. DEIsIo ne abbiamo smascherata Pipo
crisia.
Non gran fatto malagevole it provare
che it teimo da anteporsi per ogni ri
spetto alPateismo; che torna a maggior
utite della societ, de principi e de pri
vati it credere un Dio che it non ammet
terne veruno: sol chi spinga Postinazione

e Pempiet alPcstremo pu negare una si


patente verit.
l." Bagionatori si fatti, che ridisser le
cento volte it detlame della ragione, it de
siderio della gtoria e duna buona fama, it
timor delle pene initte dalle leggi civiti
esser tre motivi sufcienti a reprimer le
cupidigie, regolare la publica costumatez
za, mantener Pordine e la pace della so
ciet intesero a ingannare solennemente.
AlPart. TEIsMD abbiam fatto vedere Pin
sufcienza o piuttosto la nullit di questi
motivi rispetto alla maggior parte degli
uomini. il pi di questi nacquero con pas-

47

toro it lume della ragione; altri non fan


caso veruno delPestimazionc de toro si
miti, e tal estimazione non pu tatora con
seguirsi che a dispendio della virt; le
leggi civiti non posson punire che i de
litti publici , e ci ha spesso de scelerati
valenti a coprir le proprie nequizie dun
veto impenetrabite. La sperienza vien qui
in conferma della teoria: non fu veduta mai
n vedrassi una societ composta di atei.
In tutto Puniverso e ne secoli tutti Pordi
ne sociale ebbe sempre per base la creden

za duna Divinit; nessun legistatore pot


daltra guisa giugnere al suo scopo: che
provano esse mai le osservazioni e le con
getture contro un fatto antico ed esteso
al pari delPuman genere? Quandanche si
potesse citar Pesempio di alcuni atei ri
conosciuti per buoni cittadini, niente pro
verebbe: costoro sarebber vissuti in mez
zo duna societ assodata dalla religione,
costretti a seguirne i costumi e le leggi e
a conttradir perpetuamente colla tor vita
i proprii principii.
Quator fosse vero che la tema dun Dio
punitore e it freno della religione non sie
no assolutamente neccssarii per tener gli
uomini stretti alla regola de costumi, non
pu negarsi almeno che un tal vincoto non
torni vantaggioso e non sia it pi gagliardo
sul maggior numero degli individui: per
ci sarebbe ancor demenza it volere spez
zartto. Invece di trre alcuno de motivi ca
paci dindurre Puomo alla virt, conver
rebbe, se possibit fosse, imaginarne di
nuovi.

2. A principi c capi della societ im


porta pi che a chiunque altro di mau
tenere fraproprii sudditi la credenza du
na Divinit suprema che detta leggi, vuol
Pordinc sociale, premia la virt, punisce
it delitto: gli atei medesimi sono di tal
verit s convinti che questa credenza di
cono opera de politici, i quali vollero con
essa render sacra Pobedienza dovuta ai
principi; che i re strinsero lega co preti
perch tornava a reciproco tor vantaggio
it mettere i popoli sotto it giogo della re
ligione per renderti pi pieghevoli e obe
dienti, ec.
Ma la cosa evidente non importar me
no ai popoli Pavere per capi e sovrani
uomini religiosi e timorati di Dio; senza
questo freno salutare, i regnanti vorrebber
dominare colla forza unicamente e, per
esser pi assoluti, adoprerebbero assidua
mente a rendere schiavi i popoli, terreb
berti qual greggia di bruti da essere gui
dati sol col timore.

48

TE

TE

si parti in scttlantadue sette. 5." I teisti


non furono mai daccordo tra toro; gli uni
ammisero uu Dio soltanto per la fabrica
del mondo e liberarontto dal pensiero di
governartto; gli altri to supposero gover
natore , legistatore, rimuneratore e pu
nitore. Di questi, quali ammisero la vita
futura, altri la negarono. Da molti si volle
vero che patisce e manca di soccorso , fosse prestato a Dio un dato culto par
Puom virtuoso calunniato e perseguitato ticolare, altri lasciarono un tal culto alla
dagli iniqui, it buon cittadino punito per discrezione di ciascun individuo. A forza
non aver voluto tradire it proprio dove di ragionare sulla natura di Dio, fu duo
re? Non altro rimarrebbe toro che una tri po soscrivere poco a poco a tutti i sogni
sta disperazione. La morte, istante terri de teotogi. Riusci pertanto impossibit cosa
bite cui la natura riguarda soto con ispa it fermare un preciso conne tra it teismo
vento, per Puom giusto e religioso it e la superstizione. 4. Egli manifesto che
principio della felicit e insieme insieme la it teismo dewesser soggetto a scismi ed
ne delle sue pene. Quale speranza ha egli eresie del pari che qualunque altra reli
un ateo in quel punto? quella dun assoluto gione e inspirare le stesse passioni e la
annichitamento; ma ei non ne certo, e stessa intoleranza. Ad esempio de prote
it soto dubio altora la pi straziante an stanti, che, rigettando la religion romana,
goscia. Se si ingannato, qual pro gliene non trovavano punto sso al quale arre
torna? Nessuno, poich it passato non starsi, non ebber formato che un tessuto
pi; non gli riman pel futuro che una su dincoerenze, han veduto moltiplicarsi le
prema infelicit. Ove it giusto andasse de sette e son divenuti intoleranti, i deisti
luso nella sua speranza, niente ha perdu colla tor pretesa religion naturale non san
to, perocch non istette in sua mano Pes no quel che debbano credere o no. Onde,
ser felice. Ci ne fa capaci che se Patei in fatto di religione, tutto o niente, se
smo it retaggio di qualche felici insen vuolsi esser consentaneo a s in ragiona
sati, it teismo o la religione debb esser re. lyst. de la nat., t. ll, c. 7.
quella del maggior numero degli uomini,
Toccherebbe a deisti far risposta a que
poich tale maggior numero non pu fruire ste obiezioni, ma essi son pi periti agli
felicit nella vita presente. V. Ramcions. attacchi che non alle difese: nessuno di
Se non che lada uom di senno it vo toro si pigli la briga di confutar gli atei
ler stare al puro teismo? Altra questione. perch, in generale, sono eglino assai meno
A sentir gli atei, impossibit cosa, e ne avversi alPateismo che alla religione.
recan le prove. l.iSiccome la Divinit, di
Quanto a noi, gli argomenti degli atei
cono, non esiste se non nelPimaginazione non ci dan guari impaccio. Perocch t . pro
dun teista, quesP idea piglier di neces vano essi it nostro assorto, cio che non
s. N meno evidente si che Puomo,
esposto a tanti mali e palimenti in questo
mondo, ha bisogno di consolazione, e che
per la maggior parte non avvene altra fuor
la credenza dun Dio giusto, rimuneratore
della pazienza e della virt. Senza la spe
ranza duna vita futura e dun avvenir
migliore, a che mai si ridurrebbero it po

sit la tinta delPindole di lui; Iddio gli fuvvi mai n pot esservi sulla terra re
parr buono o cattivo, giusto o ingiusto, ligion vera fuor della rivelata; che, senza
sapiente o capriccioso, secondo che sar rivelazione, nessun uomo avrebbe avuto
egli stesso allegro o melanconico, felice di Dio una vera e giusta idea; che, ove
od infelice, assennato o fanatico; la pre chiudansi gli occhi a questa luce, ciascun
tesa sua religione dee perci ben presto popoto, ciascun particolare formerassi in
tralignare in fanatismo e superstizione. fallibitmente della Divinit una nozione
2. ll teismo non pu a men di guastarsi; conforme al suo proprio carattere, a suoi
quinci provennero le pazze sette onde s costumi, alle passioni sue. Verit la que
infettato it genere umano. La religione dA sta confermata pur troppo dalla esperien
bramo era it puro teismo e fu corrotta da za; a riserva de patriarchi e degli Ebrei
Mos; Socrate fu teista, Platone suo di tor discendenti, le nazioni tutte della terra
scepoto mischi alle idee delmaestro quel furono politeiste edidolatre, e attribuirono
le degli Egizii e de Caldei, e i nuovi pla a toro dei i vizii delPumanitt. Ad anti
tonici furono veri fanatici. Da non pochi venire un tal traviamento, crasi lddio ma
fu G. C. tenuto qual semplice teista, mai nifestato a nostri genitori, avea tor fatto
dottori cristiani aggiunsero alla sua dot conoscere quel che , che avea fatto, che
trina le superstizioni giudaiche e it pla richiedeva da essi, it culto che prestar gli
tonismo. Maometto, combattendo it poli doveano. Se queste nozioni si cancellaro
teismo degli Arabi, volle ricondurti al tei no appo le pi delle antiche popolazioni,
smo dAbramo e dlsmaele; e Pistamismo non colpa di Dio, s degli uomini, i quali

TE

TE

49

furon tratti fuor del cammino dalle proprie


4." Noi pure diciamo ai protestanti ed
passioni. V. PAGANEsIMo, RivELAzioNE, ec. agli altri eretici: in fatto di religione ri

2." Falso perci che la religione dA


bramo sia stata it puro teismo: le idee
chegli ebbe di Dio e del culto da tribu
targlisi non gli venner da natura, bens
da espressa rivelazione. E credette a Dio,
dice s. Paoto, e fagli impulato a giusti

zia. Falso del pari che Mos abbia guasto


it teismo dAbramo; ch non altro Dio fa
egli conoscere agli Ebrei fuor quelto de
padri toro. Ma Iddio ammaestrolto a viva
voce; gli dett le leggi che bisognava pre
scrivere a quella nazione; la religione che
gli diede era pura, sapiente, conforme al
Pindole di quel popoto, al tempo, al luogo,
alla condizione di cose in cui trovavasi,
come dimostrammo sotto la v. GIUDAIsMo.
Certa cosa che e Socrate e Platone fu
rono politeisti; Puno e P altro adorarono
gli dei dAtene e sentenziarono doversi

velata, o tutto o niente; o tuttoci che


Dio ha insegnato, sia per iscritto, sia altri
menti, o incredulit assoluta: non ci ha
veruna via di mezzo, chi non voglia sra
gionara Questo assioma provato non
pure dalla moltitudine delle pazze sette
originate dal protestantismo, ma dal nu
mero eziaudio di cotoro che, partendo da
Iali principii, caddero nel deismo e nella
irreligione. V. Eauoau, PRoTEsTANTIsIo.

TEMPERANZA. Virt morale e cristia


na che consiste nelPastenersi da piaceri
soverchii, vietati o pericotosi. Fu essa en

comiata e raccouimandala da pi sapienti


toso pagani al pari che dagli autori sa

cri. Malamente per vuolsi da censori del


la morale cristiana chessa tutti ne inter
dica senza eccezione i piaceri. Provasi ne
cessariamente piacere nel satisfare ai bi

stare alla religione stabitita dalle leggi. sogni del corpo ed esercitare le facolt
un abuso di termini confondere it teismo
col politeismo. Abuso ancor maggiore chia
mar teismo la religione di G. (L, divin
maestro che, inviateci dal cieto per inse
gnare it culto di Dio in ispirito e verit,

delPanima: volle Iddio con tale attrattiva


obligar Puomo a conservarsi e a riguar
dare la vita siccome un benecio; it per

ch non gliePappone a colpa. Ma Pespe


rienza chiarisce come Puso smoderato de

ci fe conoscere nella Divinit it Padre it piaceri cagioni la nostra distruzione e ce


Figliuoto e to Spirito Santo, it mistero del li renda bentosto insipidi, e come Pabuso
Pincarnazione e della redenzione delPu de piaceri innocenti ne conduca in trac
man genere, ec. Si vanterebber forse gli cia di quelli colpevoli.
atei di conoscer meglio degli apostoli la
Ottrech, la cosa si ovvia alPuomo it
dottrina di G. C.? Per ultimo, ben altro che cercar it piacere per s stesso ed abusar
vero teista fu Maometto: non ebbe egli di ne, era Pepicureismo al tempo di G. C. si
Dio che idee al sommo materiali e false, generalmente diffuso nel mondo, parec
e queste pure tolte dagli Ebrei e da alcu chi titoso aveano insegnato massime s
ni eretici. V. MAoMETTlsMo.
scandatose e dato si tristi esempi che it
5. In quanto alla diversit di sentenze divin maestro non poteva mostrarsi trop
che rcgnarono sempre e regnan tuttora po severo a voler riformare le idee degli
fradeisti, agli scismi,alPeresie,alle dispu uomini e it ritassamento decostumi.
te, alPintoleranza onde ponno essere ac
Quinci le austere massime delPEvan
cagionati, spetta a toro it giusticarsi. Noi gelio: Beati i poveri di spirilo... beati co
per confessiamo che possono usar di re loro che piangono; beati quei che sof
criminazione contro gli atei. Non si vede frono persecuzione per amore della giu
infatti fra costoro un concerto gran che stizia. Matth. v. Se alcuno vuote tener
pi perfetto che presso i deisti: gli uni mi dietro, rineghi s stesso e prenda di
credono it mondo eterno, gli altri it dicono per di la sua croce. Luc. ix, 25. Quei

formato a caso; alcuni avvisano la materia che sono di Cristo hanno crocissa la
esser omogenea, altri la vogliono etero loro carne co vizii e colle concupisecn
genea; in fatto di leggi, usanze, costumi ze. Gal. v, 24. Tal sorte aspettar si do
da questi si condanna ci che da quelli si veano, in mezzo a un mondo trascinato
approva. Il tiele, la malignit, la violen dalto sfrenato amor de piaceri, i discepoli
za, Podio che traspira datoro scritti dan dun Dio crocisso. Ma come non ascol
prova in toro di non molta toleranza: al lare un maestro che conferm le sue istru
torch arrivano a tanto di demenza da dire zioni col proprio esempio, ctie promisea
doversi a qualunque costo bandire dalPu discepoli dociti it sussidio della sua gra
niverso la funesta nozione di Dio ne fan zia e accertolli d un guiderdone eterno?
capire che cosa avremmo a temer da toro Con si fatti incoraggiamenti un Dio ha di
se fossero numerosi al segno di poterci ritto desiger dalPuomo virtudi che sem
dar legge.
brin vincere le forze delPumanit. Che in

20

TE

TE

ci non diasi eccesso, n prova Pavertto


praticato e praticartto tuttavia i santi, i
quali, ben lungi dal reputarsi infelici, so
gliono dir colPApostoto: u C01. vn, 4,
Son ripieno di consolazione, sono inon
dato datVaHegreZZa in mezzo a tutte le
nostre iriboluzioni.
Ove questa morale avesse mestieri da
potogia, la troverebbe nel quadro de no
stri costumi: e basta osservare ci che
accade fra noi e vedere gli sconci prodotti
in tutti gli ordini della societ dalPecces
sivo amor depiaceri. Le pazze profusioni
de grandi che dan fondo alle proprie so
stanze, un ambizione insatollabite, i pro
dotti de due emisferi chiamati a sodisfare
la tor sensualit, la negligenza depi essen
ziali doveri per parte di cotoro che occu
pano i primi posti, la rapacit de ricchi,
la smania daccumulare mediante le vie

aggiunsero un quarto con cui obligavan


si a difendere i pellegrini e a tener libere
le strade per cotoro che faceano it viag
gio di Terra Santa. Solamente nel ila8
per aggregarono a s altri compagni. Si
tenne altora un concitio a 'Proyes nella
Sciampagna, presieduto dal cardinal llIat
teo vescovo dAlba e legato di papa Ono
rio ll. Ugo de Pagani, ch era venuto in
Francia con sei cavalieri per imptorare
aiuto a favore di Terra Santa, presentossi
a quel concitio cosuoi fratelli chiedendo
una regola, e fu commesso a s. Bernardo

Pincarico di stenderta: fu ordinato vestis


ser bianco, ed Eugenio lll Pa. u46 vag

giunse una croce sul mantelto.


Principali articoli di tor regola erano
Pobligo dassister tutti i giorni alPufcio
divino, supplendovi con un dato numero
di paternostri ogni qualvolta ne fossero
pi basse e inoneste per tinir poi con do impediti dal servizio mititare; di mangiar
tosi fallimenti, i talenti frivoli onorati e di magro quattro giorni la settimana ,
arricchiti a dispendio delle arti utiti, la esclusi nel venerdi le ova e i latticlnii;
neghittosit e it fasto introdotti in tutte le ciascun cavaliere potrebbe avere tre ca
condizioni, la buona fede sbandita da ogni valli e uno scudiero; era toro vietata qua
stato, Pimpudenza del libertinaggio eret lunque caccia.
tain virt, la giovent pervertita insin
ln picciol tempo moltiplicossi quesPor
dalPinfanzia, ec., ec., son questi ifunesti dine non poco e fe prodigii di vatore in
effetti duno sfrenato amore alla volutt. servigio della religione c della Terra San
Non quindi a stupire che con tal guasto ta. Caduto it regno di Gerusalemme nel
di mente e di cuore torni insoffribite la Pa. use, la mitizia de templari si sparse
morale del Vangeto e che gli antichi to per tutti gli stati d Europa, crebbe in
so partigiani delto sttoicismo vengan te modo straordinario e venne in gran do
nuti per ipocondriaci visionarii. V. ilto vizia merc le largizioni de sovrani e
naLe GRlsTlANA, MoRTlFICIlzIoNE, PIACERE, ec. degrandi. Ne accerta Matteo Paris che
TEMPIERE. Cavaliere della mitizia del nel i512, epoca delP estinzione di quel
tempio. Fu questo it primo di tutti gli or Pordine, quindi in meno di dugento anni,
dini mititari e religiosi, ed ebbe suo co i tempieri contavano in Europa da nove
minciamento verso Pa. u lo in Gerusalem mita conventi o signorie.
me. Fondatori ne furono Ugo de Pagani e
Tanta ricchezza non poteva non esser
Goffredo di santAdemaro, i quali si uni fonte di corruttela: cominciarono i cava
rono con sei o sette altri uomini darme lieri a vivere col fasto delropulenza e ad
per la difesa del santo sepolcro contro gli abbandonarsi a tutti i piaceriche suol farsi
infedeli e per proteggere i pellegrini che leciti la gente da guerra quando non la trat
vi accorrevano dogni parte. Baldovino ll, tenga it freno della religione.ltelta Pale
re di Gerusalemme, prest toro una casa stina pi uon vollero viver soggetti ai pa
situata presso la chiesa che credeasi fa triarchi di Gerusalemme ch erano stati i
bricata sul luogo stesso ove sorgeva it tor padri; usurparono i beni delle chiese,
tempio di Satomone: di qui pigliarono it si collegarono con gli infedeli a danno de
nome di tempieri o templari; di qui pur principi cristiani ed esercitarono le ladro
venne la denominazione di tempio data in naie contro quemedesimi cui erano inca
appresso a tutte le toro case. Da principio ricati di difendere. ln Francia a cagione del
furon detti eziandio i poveri della cilt toro insolentc e sedizioso procedere cad
sanla: e perch viveano di sole elemosi dero in disgrazia di Fitippo it Belto e ven
ne,it re diGerusalemme,i prelati e i gran nero accusati avesser ammutinato it po
di fecero a gara in donar toro di beni con poto e fornito denaro aBonifacio VIlI men
trera in contesa con quel re. ll perch
siderevoli.
l primi otto o nove cavalieri fecero nel determin questi di distruggerti e ci ven
le mani del patriarca di Gerusalemme l ne a capo, di concerto con papa Clemen
tre voti solenni di religione, ai quali ne te V, che teneva sua sede iti Francia.

TE

TE

21

Chi amasse vedere la serie e i partico

presso della carcerazione de tempieri, it


lari del processo istituito contro i tem re fece adunare Il clero di Parigi, e it n1
pieri pu consultare la Storia della chiesa convocare it popoto, c fu reso conto in
gallicana, t. Xll, Lxxxiv, sotto ta. ISH, pnblico delle accuse formate contro que
dove tutto riferito con fedelt e accom cavalieri. La passione non suol condursi
pagnato dalPestratto degli atti originali e, con tanta regolarit.
per quanto pare , colla maggior impar
Erano accusati 1." di rinegar G. C. alPat
zialit.
to che venivano ammessi nelPordine e di
Il pi famoso miscredente de tempi no sputar sulla croce. 2. di commetter tra
stri, che tent giusticare i tempieri, non toro abominevoli laidezze. s." dadorare
adoper con eguale cautela, contentandosi ne tor capitoli generali un idoto col capo
di copiare it orentino Vitlani, aperto ne dorato e con quattro piedi. 4. di pralicar
mico di ClementeV e di tutti i papi fran la magia. a. che si ohligassero a secreto
cesi e non meno adirato con Fitippo it impenetrabite co pi tremendi giuramenti.
Belto per le sue discordie con Bonifa Gli storici ne accertano che i primi due
zio VIll. Cominci egli quindi dal fare la punti furono confessati da cento quaranta
pi trista pittura che mai di quel regnan accusati, a riserva di tre, iquali uegaro
te, chiamandoto vendicativo , superbo, no ogni cosa.
avaro, dissipatore e che usava ogni mez
Perocch Clemente V in tutta questa bi
zo per estorcer denaro, tratto quindi da sogna oper di concerto con Fitippo, it
vendetta e da brama di riporre nel suo difensor de tempieri fa osservare che quel
tesoro parte delle ricchezze de templari. papa era creatura del detto re, e ci
Fatto sta che Fitippo non trasse veruu vero: nondimeno it pontece si oppose da
protto dalle toro spoglie, come farem ve principio alle ricerche istituite contro que
dere con testimonianze irrefragabiti: la religiosi mititari e scrisse al re lettere
lentezza e le cautele usate nel processare energiche in tale argomento, n consent
quecavalieri dimostrano che quel re non alla eontinuazion de processi se non dopo
oper altrimenti per passione. Lapoto avere interrogato ei medesimo a Poitiers
gista de tempieri vorrebbe far credere seltantadue cavalieri accusati, e sol dopo
che i toro accusatori fossero stati antici la tor confessione rimase convinto della

patamente disposti; falso, giacch it caso verit de fatti. llla falso che contendesse
unicamente li ebbe presentati.
Due rei sostenuti nel carcere, Pun dei
quali almeno era un tempiero apostata ,
furono i primi delatori, sperando d otte

ner grazia: falso per che su quelPunica

al re, come dice Papotogista, it diritto di

punirei suoi sudditi. Lasci it giudizio e


it castigo de privati a commissarii e ri
servossi di stabitire della sorte delPordine
intero, perch era questo un diritto della
santa sede. Fin qui non troviam nulla dir
regolare.
Vennero quindi nominati commissarii e
assunte informazioni non pure a Parigi, ma
a Troyes, a Bayeux, a Caen, a Roano , a
Pont-de-Parche,a Carcassona, a Cabors, ec.,
e furono uditi oltre a dugento testimoni

accusa it re abbia dato Pordine segreto


darrestare i tempieri ln tutto it suo re
gno: narra un autor contemporaneo che
Fitippo fece da prima sostenere e interro
gare parecchi tempieri, i quali conferma
rono la deposizione degli anzidetti due ac
cusatori, e che consult poi alcuni teotogi.
lintenzion sua non era pi occulta, giac di diversi stati. Le bolle ponticie furono
ch prima del 24 agosto del i507 it gran spedite ai varii sovrani dEuropa per esor
maestro e non pochi de principalicavalieri tarti a far neproprii dominii quel che fa
ne avean fatto lamento col papa e chiesto cevasi in Francia.
Prima desaminar le ragioni allegate dal
che fossero processati ne modi regolari.
Uordine di arrestare tutti i tempieri ven campion de templari a farsi qualche con
ne posto ad effetto solamente it 15 del siderazione.
i. impossibite che le tante persone
Pottobre susseguente. Agevol cosa gli
to snaturare tutti i fatti col sopprimere chebber parte in quelPoffare, cardinali,
circostanze essenziali e falsicare le date. vescovi, inquisitori, offlciall del re, magi
Il re non poteva dispensarsi dalPusare strati, dottori, testimoni, ec., fossero tutte
quella precauzione; cli i tempieri avreb gente scelerata e viti stromentt delle pas
ber potuto suscitare una sedizione, i pi sioni di Fitippo: quando bene ci avesse

colpevoli si sarebber sottratil,n sarchbon


si conosciuti i veri motivi che lnducevano
it re a distruggere unordine non pi sot
tomesso al sovrano n religioso. Il di ap
BERGIER. Vol. Vi.

potuto accadere in Francia , un si fatto


spirito di vertigine non pot darsi' egual
mente in Inghitterra, in lspagna, in Sici
lia ed altrove. 2." Sembra che it maggior
5

22

TE

TE

numero de tempieri rei delle abominazio


nt ondcrano accagionati si trovasse in
Francia e segnatamente a Parigi, citt che
fu sempre it centro della corruttela del
regno; nessuno stupore perci che it mag

quel fatto detestabite: ch gli oltraggi con

gran maestro e i principali cavalieri po


terono non aver parte alcuna al disordi
ne, ignorare anzi n a che eccesso fosse
spinto: e questa poteva essere una ragio
ne dusar toro de riguardi, ma non Pera
di conservare un ordine radicalmente gua
sto e che non serviva pi a nulla, giacch
non tornava dalcun utite fuori della Terra
Santa. 4. l tempieri appartenevano alle
pi cospicue famiglie del regno: se si pro
cedeva ingiustamente contr essi , come
mai it corpo della nobitt, cui doveva star
sommamente a cuore la conservazione di
quelPordine, non fece verun richiamo? La

avesser mostrato tator del disprezzo per


gli abusi duna religione tanto disonorata
in Asia e in Europae partatone troppo li
beramente un trascorso giovanite di cui
per certo P ordine non mattevadore. n
Si che to era, perocch i capi avean la
potest di punire i cavalieri. Lupotogista
avrebbe ragionato ben diversamente ove
si fosse trattato di qualunque altro ordine
religioso. inoltre i tempieri non luron gi
condannati per discorsi contro la religio

tro G. C. e le taidezze furono i fatti pi


generalmente ammessi e comprovati.
u Per terzo: che molti tra di toro, te

stimoni e complici de disordini de prin


gior numero fosse ivi giustiziato. S." ll cipi e degli ecclesiastici di quel tempo,

ne, bens per fatti abominevoli. Per ulti

mo, non si conveniva acomplici del dis


ordine it biasimartto; si sarebbe potuto dir
cosa inconcepibite.
toro: Castigat turpia turpis. Ognun vede
Concede Papotogista che i supplizii sotto come alPapotogista premeva di scusare
cui nirono tanti cittadini per altro ri qualunque specie di trascorrimento con
spettabiti, la quantit de testimonii a tor tro la religione.
u In quarto luogo: la testa dorata che
carico, le confessioni di non pochi accu
sati (bisognava aggiugnere una serie di vuolsi adorassero e che conservavasi a
processi continuata per sei interi anni in Marsiglia dovea esser toro presentata; non
diverse parti e avanti diversi commissa si pens tampoco a cercarta.n Non altro
rii) sembrano argomenti comprovanti la segue da ci se non che quelPaccusa non
tor reit e la giustizia del toro castigo. pare bastantemente provata e che non si
Ma quante ragioni, dic egli, ci ha pure cercava di moltiplicare i delitti imputati
a tor favore! Veggiamole.
ai tempieri.
u Per quinto: la maniera infame onde
u in primo luog : it pi de testimoni
che depongono contro itempieri si ridu accagionavansi fosser ricevuti nclPordine
to non
pudubito
esser passata
punto che
in legge
parecchi
appo toro
giova
cono a vaghe accuse. n Ci pu darsi ri non
spetto a molti che non erano mai stati
in condizione di saper con certezza quel ni tempieri si lasciassero andare ad ec
che succedeva in quelPordine. Mait pro cessi consueti dogni tempo alla giovent,
cesso non fondavasi altrimenti su tali va vizii passeggeri ch meglio ignorar che
ghe imputazioui, bens sulla confessione punire. n Qui Pautore confonde malamen
formale di centoquaranta cavalieri, inter te due specie di recezione. E a presume
rogati prima a Parigi dalriuquisitore alla re che quella fatta in publico dal gran
presenza di parecchi gentituomini; con maestro o da altri fosse decente; ma
fessione ripetuta da settantadue di toro a un altra ce ne aveva imaginata dai liber
Poitiers al cospetto del papa. Le deposi tini delPordine, alla quale assoggettav ano
ziont degli altri testimoni, comech vaghe, l nuovi cavalieri e in cui commettevansi
le accennate abominazioni e profanazioni:
potean servire di conferma.
a Secondariamente: pochissimi son quel cosa tanto pi verisimite perch molti di
li i quali dicono chei templari negassero essi dichiararono d esservi stati costretti
G. C. Qual pro, infatti, ne sarebbe tor ve colla prigione e co tormenti. E noto pur
nuto dal maledire una religione che li man troppo essere ambizione de scelerati aver
teneva e per la quale combattevano? n Si de complici della propria nequizia. Dicasi
potrebbe dimandar del pari che vantag to stesso degli statuti segreti fatti per obli
gio traggan gli empii dal bestemiar Cristo gare i colpevoli al sitenzio. La maggior
e la religione nella quale furou cresciuti. parte de giustiziati non eran giovani; i
Nondimeno-it fanno, e Papotogista it do tor disordini non erano pi quindi vizii
vea saper meglio daltri. t tempieri poi passaggeri. Rimane poi a sapere se torni
a quel tempo non combattevano pi per meglio ignorare che punire un misfatto
la religione, almeno in Francia. E falso detestabite quando grandissimo it nu
che pochissimi sieno stati i testimonii di mero de rei.

TE

TE

23

u Sesto: se tanti furono i testimoni che Vienna che quanto prima dovea convo
deposero contro i tempieri, vebbe anco carsi. Qual conseguenza viene da tale d
non pochi testimoni stranieri in favor del fesa? Non altra se non che que settanta

iI

Pordine. n Abbiam gi notato che proba quattro templari erano innocenti, giacch
bitmente Pordine non era dapertuttto al
P egual maniera corrotto; ma le attesta

zioni a favore defcavallert stranieri non


potean valere a giusticazione di que di
Francia.

u Settimo: se gli accusati, vinti dai tor


menti, i quai fan dire tanto la menzogna
come la verit, eonfessarono tanti delitti,
forse tali confessioni tornano a egual ver
gogna degiudici che de cavalieri. Si pro
metteva di far toro grazia per estorcerne
la confessione. n Ai tutto calunniosamente
si asserisce che cotoro i quali confessa
rono delitti vi furono costretti per via di
tormenti. l centoquaranta cavalieri interrogaii a Parigi dalPinquisitore in presenza
di alcuni gentituomini non furon gi posti
alia tortura come n manco i settantadue
iuchiesti da Clemente V a Poitiers. Non si
ha prova che sia stata a tutti promessa
grazia per indurti a confessare, come nep
pure che sia stato mandato alPestremo
supplizio verun di cotoro a cui si era pro
messo grazia.
'
a Ottavo: cinquantanove bruciati vivi
chiamavano Dio in testimonio della pro
pria innocenza e ricusarono la vita che
toro offrivasi a patto si confessassero col

non erano stati accusati, aveano n altora


ignorato le sceleraggini commesse da tor
confratelli e mal sinduceano a crederte;
ma era quella una Prova meramente ne
gativa: Pignoranza non fa prova di sorta,
n essi arrecarono alcun fatto positivo che
valesse a distruggere la confessione degli
accusati.

u Decimo: aittorch si lesse al gran mae

stro Giacomo di Molay la sua confessione,


stesa al cospetto di tre cardinali, it vec
chio guerriero, che non sapea n leggere
n scrivere, grid che Paveano ingannato,
che si era scritta una deposizione lullfal
tra dalla sua, che i cardinali, ministri di
I quella perdia, meritavano desser casti
gati come si costumava dai Franchi i falsa
rii, col fender toro in due la testa e la per

sona. n Anche qui che ne consguita? Che


it gran maestro era malissimo informato
di quel che avveniva nel suo ordine; che
quando fu interrogato a Chinon in Tu
rena, it lo e 2o agosto 1508, dai tre car
dinali commissarii nominati dal papa, ri
mase maravigliato e stordito dalla depo
sizione di tanti cavalieri che avean con

fessato tor misfatti a Parigi ed a Poitiers,


e non os negare tal prova. ll processo

pevoli. Qual pi alla prova pu darsi, non verbale riferisce chegli confess formal
che dinnocenza, donoref n Non questa mente it primo articoto delle accuse, cio
altrimenti una prova; ch fur veduti pi it rtnegamento di G. C. interrogato di bel
d una volta rei a tutta evidenza convinti nuovo a Parigi i120 dicembre i500 e al
persistere in negare tor delitti no alla cuni giorni appresso, ritratt quella con

morte: una tale caparbiet non dee far fessione e accus i commissarii di falsi
maraviglia in persone empie ed incredule
dichiarate.
u Nono: settantaquattro tempieri non
accusati tentarono pigliar la difesa del
Vordine e non furono ascoltati. n Faisit

manifesta. Pietro Dupuys nella sua Sto

cazione, non disse a difesa del proprio or

dine che cose vaghe e impertinential fatto,


e dimand desser giudicato dal papa.
Da qual lato dobbiam noi sospettare sia

la falsit? da quel de tre cardinali commis


sarii o da quelto del gran maestro? I pri

ria de tcmpieri, citata altrove dalPapo mi non poteano aver motivo di sorta; non
togista, riferisce che gli anzidetti difensori era intenzion del papa che si usasse su
delPordine furono uditi daeommissarii perchieria, nelle sue bolle di commissio
la prima volta it sabbato 14 marzo 15l0 ne raccommanda egli Pequit e Posser
e deputarono quattro di toro che partas vanza delle forme; n tampoco era inten
sero a nome di tutti. N solamente ven zione del re, eonciossiach consult egli it
nero ascoltati ma presentarono eziandio clero di Parigi, le universit, i partamenti
ricorsi e memoriali in iscritto, e si com e si condusse con tutte le possibiti precau
pitarono esattamente processi verbali di zioni: vedremo comegli non avesse duo

quanto dissero; Pautore della Storia della po di falsicazioni n di supplizii per ot


chiesa gallicana. ne trasse copia. Dichiara tener Pestinzione delPordine de templari.
rono essi false le confessioni fatte dagli Due di que cardinali gli reser conto per
accusati, le dissero, come Papotogista, lettera delPesito di tor commissione; gli
estorte con promesse o minacce od opera signicarono come avesser conceduto al
di ribaldi, dissero aver domandato des Molay e ad altri cinque cavalieri ravve
ser giudicati dal papa e dal concitio di duti Passoluzione dalle censure; suppli

24

TE

TE

carono it re a trattartl con riguardo. Non

Lapotoglstaaggiugne che it papa sop


son questi gi segni di perdia. ll gran presse Pordine di sua autorit unicamen
maestro poi non it soto colpevole che te, in un concistoro secreto , durante il
abbia variato negli interrogatorii e ritrat concitio di Vienna. Altra falsit. La bolla
tato le antecedenti confessioni.
fu stesa it 2a marzo 15i2 in un concisto
u Uudecimo: si sarebbe fatto grazia ro segreto, ma venne promulgata in ple
della vita al detto gran maestro e a Guido no concitio it 5 aprite in presenza di Fi
fratelto del delno dAlvernia quando aves lippo e de suoi tre gli: it papa dichiar
ser voluto dichiararsi colpevoli publica in esso, sacro approbante concilio, pro
mente; n per altro furon bruciati se non scritto ed abolito Pistituto de tempieri e
perch, chiamati al cospetto del popoto sur riserv alla santa sede la destinazione del
un palco perch contessassero i delitti del le persone e de beni. in secondo luogo,
proprio ordine, giurarono questo essere da quel tempo in poi vurii istituti reli
innocente. Una tal dichiarazione, che mos giosi venner soppressi con un semplice
se a sdegno it re, trasse su di toro Pestre breve del sommo pontece, n alcuno mai
mo supplizio, a cui soggiacquero invocan vi fe opposizione o pretese che a tal ef
do inutitmente la vendetta del cieto con fetto si richiedesse un decreto concitiare.
tro i tor persecutori. Abbiam gi fatto
Altra impostura del medesimo critico
osservare come una tal dichiarazione non Passerire essersi Fitippo fatto dare du
provi altro se non che que due capi del gentomita lire, e Luigi gliuoto di lui al
P0rdine aveano insino altora ignorato le tre sessantamita sui beni detempieri: di.
sceleraggini che vi si commetteano e non questo fatto non arreca autorit o docu
potean persuadersene: temerarii eran mento, e ci son prove in contrario. Fin
quindi tor giuramenti siccome di cosa che dalPa. i507, it re avea dichiarato al papa
non sapeano. Tali pretesti, torniamo a in una lettera del 24 dicembre come aves
dire, non eran valenti a distruggere le se posto le mani sui beni de templari e
prove positive dedotte dalla confession de li facesse custodire per esser adoperati to
colpevoli e dalla deposizione de testi talmente a pro di Terra Santa, al che
erano stati originariamente destinati. Tal
monii.
Pi: it papa avea riserbato a s it giu dichiarazione venne da lui rinovata in al
dizio de mentovati due personaggi e di tralettera di maggio i511, nella quale pre
due altri capi delPordine; solamente dopo gava it papa a far che tali beni venissero
it concitio viennese e la promulgazione trasferiti a un altro ordine mititare de
della bolla di soppression de templari no stinato per Terra Santa, promettendo di
min egli nuovi comlnissarii per terminar far porre ad effetto quanto si sarebbe or

neit processo. Queicommissarii furono tre dinato su tal particolare; non si oppose
cardinali, Parcivescovo di Sens, parecchi egli punto alla bolla colla quale it papa
vescovi e dottori, alla presenza de quali riservava a s it disporne. Quinci it Du
it gran maestro, it fratelto del Delno puys e it Baluzio deducono con ragione che
dAlvernia e gli altri due confessarono di gli storici che apposero a quel re Paver
bei nuovo i delitti onderano accusati; it tentato dappropriarsi i beni delempieri
perch, it i8 marzo i514, furono condan sono calunniatori. AlPultimo, Pautore stes
nati a perpetuo carcere. Fu rizzato un so costretto confessare che que beni fu
palco dinanzi alPatrio di Nostra Donna, ac ron dati ai cavalieri di Rodi, oggi cava
ciocch facessero tor confession publica, lieri di ltlalta,i quali aveano la medesima
e quiviidue primi la rittrattarono. Sapu destinazione de tempieri.
u lgnoro, prosegue egli, che vantaggio
tosi ci immantinenti dal re , raccolse it
suo consiglio, che condannolli ad essere ne venisse al papa... Non mi venne fatto
arsi vivi, e la sentenza venne eseguita la mai di sapere che cosa gli toccasse di quel
to spoglio. n La verit che non gli tocc
sera medesima.
in quella congiuntura, Fitippo it belto nulla e che nessuno scrittore degno di fede
non poteva operare per vendetta od al gli mosse accusa su questo punto. Le spese
tra passione: P ordine de templari era de processi tatti in cinque e sei anni in
stato soppresso e distrutto nel concitio diverse parti del regno contro i templari
generale di Vienna due anni prima; it re furono senza dubio immense; n potea av

era quindi sodisfatto, n it supplizio del venir altrimenti.


Che un prolestante,comera it Mosemio,
gran maestro n quel di Guido potean re
cargli alcun nuovo vantaggio: ma to mosse abbia dipinto Clemente V qual pontece
a sdegno it tor procedere, e fu questa la avaro, vendicativo, turbolento; che abbia
causa per cui fe condannarti e punirti.
detto aver Fitippo it belto rappresentata

TE

TE

25

quella sanguinosa tragedia per appagare 7, a, ritevasi che Abramo eressc altari at
Pavarizia e it risentimento suo, Hist. eccl., Signore; to stesso avea fatto No alPuscir

sec. XIV, part. n, c. 5,8 lo, non reca delParca dopo it dituvio, vm, 2o: ci non
punto maraviglia; sibbene che un tosofo,
it quale dovea mostrarsi superiore ai pre
gindizii volgari, non abbia fatto altro che
trascrivere autori avversi e darsi per di
scepoto de protestanti. Ammise cgli stesso
che i tempieri viveano fastosamente come
sogliono i doviziosi e in mezzo alle sfre
nate lascivie consuete ai mititari; che Fi
lippo ebbe motivo di credere gli mancas
sero di fedelt e fomentassero sedizion
fra it popoto: non bastava questo ad au
torizzare quel regnante a chiedere e pro
cacciare fosse spento quelPordine, senza
che ci entrassero ragioni di vendetta e da

prova per che inalzassero edizii per con

tinuarvi Pesercizio del culto religioso.


detto, xxv, 22, che Rebecca , sposa d I
sacco, and a consultar it Signore; non
sappiamo dove n in che modo. ll costei
gliuoto Giacobbe denomin Bethel, casa
di Dio, it luogo ovebbe un sogno prote
tico e consacr una pietra con certa un
zione, xxvm, l7, e2. Al suo ritorno. dalla

Mesopotamia, inalz un altare e vi offerse


un sacritizio insieme con tutta la sua fa
miglia e chiam di bel nuovo quel luogo
casa o piuttosto soggiorno del Signore,
xxxv, o, 7. Ma un altare non un tempio.

varizia ?

Lo stesso pratic dovunque fece sosta, e


TEMPIO. Edizio nel quale gli uomini continu a menar vita nomade e da pa
sogliono raccorsi per tributare toro omag store tinch and a unirsi con Giuseppe in

gi alla Divinit. La censura fatta di que

Egitto.

sta costumanza dagli increduli ed altri cri


Egli par certo adunque che inanzi Pan
tici temerarii ci porge occasione di esa data di Giacobbe e della famiglia sua in
minare parecchie questioni. l." Se ci sieno quel regno non ci fosse stato ancora tem
stati templi appo i pagani prima che ne pio consacrato al Signore da patriarchi.
sorgesse alcuno destinato al culto del vero Ma non si pu provare che gli Egizii ne
Dio; 2." se Puso detempii sia riprovevole avesser gi a quel tempo n che gli lsrae
o pericotoso; 5." se Dio abbia permesso liti ne abbian avuto mentre vi dimora,
agli Ebrei dinalzargliene uno per conde rono. Avvi perci ragione di credere che
scendenza soltanto alla sensualit e roz it tabernacoto costrutto da Mos nel de
zezza toro; a." se la sontuosit in si fatti serto sia stato non pur it primo tempio sa
cro al vero Dio, ma anco it primo edizio
edizii sia abuso.
l. Se i pagani abbian costrutto templi di questa specie del quale siasi mai udito
prima degli adoratori del vero Dio. lnan partare. Nelle prime et la voce tempio
ziPerezione del tabernacoto fatta da Mos, non altro sonava che recinto o terreno
la storia sacra non fa menzione di verun consecrato.
Di quest opinione non fu to Spencero:
edizio destinato al culto del Signore. Gli
chiaro che le prime popolazioni non pen it quale adoper ogni sforzo per far cre
sarono a fabricar templi n tanto che fu dere che, prima delPerezione dettP an
rono erranti e date soto alla vita pasto zidetto tabernacoto, gli Egizii, i Cananei
reccia; non ne siegue per che non nab e gli altri popoli vicini alla Palestina aves
biano avuti dappoich ebbero posto fer ser gia templi destinati al culto di tor falsi
ma stanza. I critici che si lasciarono an iddii e che Mos li prendesse a modelto.
dare alle congetture imaginarono avere i De legib. Hebr. riluat., l. m, dissert. c,
popoli voluto un si fatto commodo pel c. l. Per porre in sodo un fatto s ritevan
culto religioso come prima ebbero abitato te, a malgrado delPassoluto e costante si
case solide e fabricato citt; per verisi lenzio degli scrittori sacri, ci vorrebber di
mite nondimeno che sia una tale opinio buoni argomenti positivi; to Spencero ne
ne, ne pare venga distrutta dal racconto adduce sol di tali che non han nerbo, e
noi ci afdiamo di potergliene contrapor
de Libri Santi.

Nel c. iv del Genesi detto che Caino re di migliori, cosa gi fatta da altri dotti
primogenito dAdamo fabric una citt; prima di noi. Mm. (le Pacad. des in
poco dopo il dituvio partasi di Babittonia script., t. LXX, in i2..
Per prima prova reca egli in mezzo un
e dArach, dAchad, di Chalana, di Ninive
come di citt gi esistenti o non molto passo del Levitico, xxvi, 27 et seqq., nel
appresso fondate, x, 4o , u. Vi erano quale Iddio dice agli tsraeliti: Chc :8....

citt nella Palestina altorch vi giunse farete a me guerra... io sterminer gli


Abramo verso Pa. 2100 del mondo; ma eccelsi luoghi vostri.., desoler i vostri
non partavasi per anco di luoghi chiusi e santuarii. - Resta a sapere, diciam noi,
coperti destinati al culto di Dio. Dal c. xn, se tai luoghi eccclsi e santuarii fossero

26

TE

TE

tempii. Oltrech, una minaccia la questa come dii le anime degli eroi, culto che non
di cosa che sarebbe avvenuta in processo antichissimo, e a rappresentarte con sta
di tempo, non un rimprovero di quel che tue che bisognava sottrarre agli insulti det

gi facevasi altora. Dicesi ivi stesso: Ri Paria. Mm. de Vacad. des lnscript.
Abbiam veduto sotto la v. TABERNACoLo
durr in soliludine le vostre cilt; ne
segue egli forse che gli Ebrei nei deserto come it profeta Amos rinfacciasse agli
Ebrei daver fatto nel deserto un taber
abitassero delle citt.
Per seconda prova dice che nel Deute nacoto ossia una tenda a Motoc dio degli
ronomio, xxxiiv, e, si fa menzione di Beth Ammoniti e de Moabiti; ma it tabernacoto
Peor o Beth-Phogor, la casa o it tempio consecrato al culto del vero Dio era gi
di Phogor. - Ma quando Giacobbe chiam costrutto. Non ci son prove che que due
Bethel o casa di Dio ii luogo dove avea popoli avessero altora tende simiti o tem
consecrato una pietra trattavasi egli dun pii per pratiearvi toro idolatria. La pre

tempio? Vero che nel i de Re, v, 2, varicazione degli lsraeliti poteva perci
pariasi del tempio di Dagone; ma erano consistere nelto aver fabricato per Motoc
altora trascorsi gi oltre quattrocenPanni
dalla costruzione dei tabernacoto. Nel me
desimo libro, i, 7 et e, it tabernacoto, che
ra un semplice padiglione,'e chiamato esso
pure la casa o it tempio del Signore.
La terza prova Passer1,ione degli scrit
tori profani che gli Egizii sieno stati i primi

un padiglione simite a quelto inalzato da

Mos al vero lddio.


N questa gi una congettura arri
schiata al par de sogni delto Spencero :
abbiamo dal canto nostro prove positive.

l. Nel Deuteronomio, iv, 7, 8 , Mos

dice agli lsraeliti: Non v ha certo altra.


a fabricar tempii. - Sgraziatamente per nazione, per grande ch'ella sia, la quale
cotesti scrittori son troppo moderni e co lanto vicini a s abbia i suoi dei come
noscon troppo poco gli Ebrei per aver po il Dio nostro presente a tulle le no
tuto sapere che cosa si facesse al tempo stre preghiere. Impcrocch qual altra
onde iaveliiamo: it pi antico di tutti nazione e ha egli colanto illustre che
Erodoto, che visse dieci secoli dopo Mos. abbia e cerimonie c regole di giustizia
Delle antichit dEgitto sapeva soto quel e tutla la legge, quale quella che io
tanto che gliene avean detto i sacerdoti, esporr oggi dinanzi agli occhi vostri?
e la costoro testimonianza non era gran Sarebbe Mos stato imprudente al segno
fatto degna di fede, perocch pretendea di fare un tale confronto, se gli Egizii, i
no che gli Egizii fossero stati i primi ad Cananei, i Madianiti, ec., avessero altora
inalzare agli deiallari,simolacrie tem avuto tende o tempii ove eredessero abi
pli, fatto contradetto dalla Scrittura, dalla tare tor divinit e praticato per esse le
quale sappiamo che No, uscito appena medesime cerimonie che Mos prescriveva
dalParca dopo it dituvio, eresse un altare agli lsraeliti?
2. Nelto stesso libro, xn, 5o, 51: Guar
al Signore.
Quando pur fosse provato che gli ido dati, dice ancora Mos al suo popoto ,
Iatri ebbero tabernacoli o tempii presso a gurdali dalPimilarte (le altre nazioni),
poco al medesimo tempo che gli lsraeliti, dopo che alla tua venula saranno slate
rimarrebbe ancora a sapere quali di essi distrutte, c dallo andare investigando le
abbian servito di modelto agli altri. Ci ha loro cerimonie dicendo: Io pure prati
pel manco tanta probabitit dasserire ave cher quella maniera di culto colla qua
re i Cananei e gli altri popoli vicini imi le hanno onorato i toro dii queste genli.
iato gli Ebrei quanto di credere che Mos Non renderai simii culto al Signore Dio
abbia ritratto dalle costumanze di quelle tuo. Ove Mos non avesse falto che imi
nazioni idoiatre. In tutte cose la religion tare nelle sue leggi cerimoniaii ci che co
vera and inanzi alle bugiarda. Falsa con stumavasi appo le nazioni idolatre, con
gettura e nulla pi si quella degli scrit che faccia si sarebbe ardito di fare un tale
tori che avvisarono essere i tempii antichi divieto? Gli lsraeliti, popoto lndocite sem
quanto Pidoiatria. E valga it vero, egli pre e ribelle, non si sarebbe tenuto dal
certo che la pi vetusta idolatria fu it culto movergliene accusa.
degli astri (v. questa v.). Ora non venne
a!- Ivi stesso, 15, 14, proibisce ai po
per fermo in pensiero agli uomini che it poto doiferire suoi sacritizli,gli incensi, le
sole e la luna da essi scorte nel cieto ne primize in qual sia luogo indistintamente
potesser scendere per porsi a dimorare in ma vuole it faccia in quelto soltanto desti
un tempio. La cosa probabitissima che i nato dal Signore, quindi nel tabernacolo.
pagani non abbian cominciato a fabricarne Era dunque costume degli idolatri di fare
che altorquando si volsero ad adorare sic tor sacriiizit, otierte e cerimonie ovunque

TE

TE

27

loro piacesse e non in un tempio destinato colla Scrittura. Questa maniera donorartto
al culto dei tor numi. Lo Spencero stesso torn accetta a Dio perch anatoga alla
fu costretto ad ammettere che moltissime vita errante e pastoreccia che menavasl

delle leggi cerimoniali di Mos avean per da que santi uomini. Ma se tal maniera
iscopo d interdire agli Ebrei le pratiche fosse stata la migliore e la pi conforme
usate appo i popoli adoratori degli idoli.
Nel mentre andava con tanta ditigenza in
vestigando neLibri Santi i luoghi che
sembrano favorire it suo sistema, ragion
volea che non intralasciasse quelli che gli

alle idee del vero culto, noi sosteniamo


che lddio non avrebbe consentito giam

mai a suoi adoratori di mutarta, n agli

lsraeliti iPinalzargli prima un tabernacoto


e poscia un tempio. lddio, sapienza inti
danno alla radice. Ci noto esso sistema nita e verit per essenza, non pu trar
essere stato adottato da autoristintif-in Duomo in errore.

2. fatto innegabite e provato da non


una questione di fatto per non alle cou
getture stare si debba, ma alle autorit. Or pochi dotti la pi antica idolatria essere
nessuna autorit pu andare inanzi a quel stato it culto degli astri: Mos divietolla
la d uno storico cosi bene informato co agli lsraeliti, Deut. iv, 19, ed la sola di
mera Mos. Per frugare che si faccia nel cui si faccia ricordo nel libro di Giobbe,
Pantichit tutta quanta, non verr fatto mai xxxi, es. Per questa ragione la fu una
di provare esservi stati tabernacoli pi delle pi vetuste superstizioni it praticare
antichi di quelto eretto dal condottiero del it culto religioso in sulle montagne, dette
popoto ebreo o templi solidi anteriori a nelle Sacre Carte luoghi eccelsi: creden
no con ci i pagani di accostarsi al cieto
quelto di Satomone.
ll. Luso dei lempii egli per s peri 0d alla dimora degli iddii. Num. xxn, ,

coloso e riprendevole? Cos vuote to Spen xxm, I et scqq., etc. Mm. de Vacad. Cre
cero; ed una delle ragioni che adduce derem noi che lddio volesse approvare
per provare che lddio non avea permesso una si fatta superstizione altorch com
gliene fosse eretto uno se non per indul mand ad Abramo di sacriticargli it tiglio
genza verso gli Ebrei, popoto tutto sensi. Isacco sur un monte e quando favell agli
La turba demoderni increduli gli le plau lsraeliti dalla vetta del Sinai? No certa
so e disse con lui che Puso di erger tem mente. Scelse lddio que luoghi di prefe
pi viene da uno stolto errore e aiuta ad renza perch non si potea vedere come in
alimentartto. u Gli uomini, dice un dei campagna aperta ci che vi accadeva. Ma
sta, hanno sbandito la Divinit din tra Mos proibi espressamente una tal prati
toro, ritegandola in un santuario: la vista ca agli lsraeliti, Levil.,xxvi, 5o, e ordin
della medesima circoscritta dalle pareti toro disttruggessero tutte quelle alture de
dun tempio, oltre it quale essa non esi gli idolatri, Num. xxxmi, 52; Deut. xn,
ste. lnsensati! distruggete cotesti recinti 2, etc. E quando in appresso gli Ebrei si
che impiccioliscono le vostre idee; allar fecer rei di quelPabnso ne furono biasi

gate lddio, vedeteto per tutto ovegli , mati dagli scrittori sacri. nn Reg. m, e, a,
ovvero dite che non . n Un altro vuole xn, 51, etc.
che it culto semplice che si presti a Dio
La pertanto cosa probabitissima che
iu faccia al cieto, sulPalto dun colle, riu una delle ragioni per le quali volle lddio si
scirebbe pi solenne che non entro un costruisse it tabernacoto fosse di convince
tempio, dove la possanza e grandezza sua re quel popoto non esser necessario anda
sembran chiuse fra quattro cotonne. Veg re in sulle montagne per avvicinarsi a Dio,
giamo quanta solidit si trovi in colali su e lui stesso degnarsi di venir vicino al suo
blimi pensieri.
popoto, rendendo la propria presenza sen
1." Cosa al sommo strana sarebbe che sibite nel tempio portatite eretto a suo
i popoli barbari i quali praticavano it cul onore. Onde quel che si piglia per sor
to divino sulle montagne o nelle pianure, gente derrore erane appunto un preser
al cospetto del cieto, avessero dato prova vativo. Falso adunque che gli uomini, fa
di pi senno che le nazioni incivitite, e bricando templi, abbian cacciato dal mez
che Pumana generazione si fosse mostrata zo di toro la Divinit; perocch, al con
fornita di pi sapere e tosoa nella sua trario, furon davviso fosse quelto un mez
infanzia che nelPet matura. Cotoro che zo dhvvicinarsete.

ammettono un si fatto fenomeno ce l sa


prebbero, in grazia, spiegare? Ben. sap
piamo noi avere i patriarchi prestato in
questa guisa tor culto al vero Dio nelle pri
me et del mondo, e Fabbiam dimostro

5. Con quale intenzione infatti furono


edicati i tempii? Primieramente davere
pi commodit di adempiere i doveri del
divin culto; ci si conveniva agli lsraeliti
raccolthin un sul campo, nel mezzo del

28

TE

TE

quale fu posto it tabernacoto. in secondo prevaricazioni tutte de padri toro, segna


luogo, dassembrare in un soto recinto i
simboli della presenza di Dio per far pi
profonda impressione nella fantasia degli
uomini. N Puna n Paltra di queste due

tamente la smania d imitare le supersti


zioni delPEgitto; ma promette toro di pu ricarti e preservarneli come prima tor
nati li abbia nella terra di promissione.

intenzioni biasimevole,c perci lddio de

Ve li riconduce di fatto e li esorta in altora

gn darvi mano, ed amendue ebbero tor


compimento colla costruzione del tabema
coto e del tempio di Satomone. Contenevasi
in questi Parca del patto, nella quale eran
le tavole della legge; sul coperchio di essa
arca o propiziatorio stavau due cherubini
che colPali tese formavano una specie di
trono, simboto della maest divina. Eravi
un vaso pieno della manna onde lddio ave
va prodigiosamente alimentati gli Ebrei
pei corso di quarantanni, la verga dA

per bocca desuoi profeti a rifabricare it


tempio. Ove questo fosse stato per s stes
so pietra di scandato ed occasione derro

re, Pavrebbe egli lddio fatto riedtticare


dopo la cattivit? Predice che i popoli tut
ti verranno in esso ad adorar Dio, lo. Lvii,
7; Ierem. xxx, n. Direm noi che stasi
proposto dindurre in errore i popoli tutti

quanti?
Pi: s. Paoto," 001'. vi, le, dice afe
deli che sono it tempio di Dio, ed applica

ronne, Paitare de profumi, le mense de toro quel che del tabernacoto e del tempio
pani di proposizione, Paltare su cui bru
ciavasi la carne delle vittime, nalmente
it candeliere doro, oggetti tutti che ram
mentavano agli Ebrei i miracoli e beneti
cii con che lddio avea favorito i padri to
ro; e le cerimonie del culto tendeano alto
stesso scopo: non poteva it popoto aver

fu detto. Direm noi per questo che lddio


sta soto nelPanima dun fedele e non al

trove e che non presente dapertutto?

o." Un culto che si prestasse a Dio al


cospetto del cieto sulPalto dun colle po
trebbe per avventura aver pi maest agli
occhi dun titosoio saputo, avvezzo a con
sotto gli occhi troppo di sovente si fatti templare Ie bellezze della natura; ma tal
simboli commemorativi, e soto in un tem non parrebbe agli occhi del popoto, abi
pio poteano questi venire raccolti.
tuato alto spettacoto delP universo: que
4. Falso che una tale condotta abbia sto vede egli senza punto commoversi, ma
dato motivo agli uomini di credere che la un tempio decentemente e riccamente
Divinit stia chiusa tra le mura dun editi adorno to riempie di maraviglia. Ma non
zio e non esista fuori di questa. Se ci av it piacer de iittosoti quel che dee servir
visarono gli etnici quando si formarono id di regola ai culto divino. Non dee darsi
dii simiglianti a s, nulla ne siegue contro retta a cotesti capricciosi censori quando

gli adoratori del vero lddio. Mos, dopo pigliano a gridare contro ci che it com
fatto it tabernacoto, prosegue a dire agli
lsraeliti: Conosci..... e ripensa in cuor
tuo che il Signore medesimo egli Dio
lass in cielo e quaggi in terra, e non
ve n ha alcun altro. Deul. iv, 59. E Sa
tomone, terminato chebbe P edizio del
tempio, volse a Dio tra Paltre queste pa
role: E egli credibile che Dio abili vera

mun senso suol dettare a qualunque de


gli uomini. Chi vieta toro dadorar Dio sot
to la volta del cieto dopo avergli reso toro
omaggi netempii? Se non che nessuno
omaggio gli tributan costoro; vorrebber
tolto qualunque publico esercizio di reli
gione, ben savvedendo che senza culto
religioso, ella andrebbe a terra.
mente sopra la terra ? Perocch se il cie
lll. Se sol per condescendere alla roz
lo e glialtissimicieli non posson capirti, zezza del suo popolo abbia lddio per

quanto meno quesla casa edicala da mc! messo si edicassero templi. Altra opi
m Reg. vni, 27. Noi sappiam benissimo nione delto Spencero questa. Quando si
che, non ostante si fatte lezioni, gli Ebrei, fosse ristretto a dire che lddio ha voluto
dalisi alPidolatria, pensarono soventi vol gli si ergessero templi a tin di provedere
te come i pagani e ne furon ripresi da ai bisogni degli uomini in generale, risve
Isaia, Lxvii, t, ma non ne consguita altri gliare e mantenere in toro sentimenti di
menti che tali false idee venisser toro sug religione ed anco rendere a medesimi pi
gerite dalP usare del tempio. Posciach gli agevole it suo culto, saremmo del suo pa
Ebrei, ignoranti non men depagani, abu rere. Ma che i tempii sien toro necessarii
savano egualmente del culto prestato a sol per la rozzezza e ignoranza toro in
Dio sulle montagne e di quelto tributato materia del vero culto, e sia quelto un ca
gli nel tempio, quale,domandiamo,di que priccio derivato dagli idolatri, non am
sti due culti tornava meglio eleggere?
melteremo giammai, perch cosa manife
s." lddio in Ezechiele cd altrove rim stamente falsa.
provera agli Ebrei schiavi in Babittonia le
Non ignoriamo che lddio non ha me

TE

TE

stieri de nostri omaggi esteriori; noi per


abbiam bisogno di renderglieli non pure
in cuor nostro ma in publico altresi e in
commune, perocch la religione un vin

a dire che it nostro critico non stasi preso


la briga di leggere la Scrittura. Mi fabri

coto di societ, e senza di essa i popoli ca


drebber ben presto nelPabbrulimento. Po

29

cheranno (gli lsraeliti), dice Dio a Mos.


un santuario, ed io abiler in mezzo ad

essi. Eicod. xxv, 8. E gli prescrive it di


segno delPeditizio e partitumente che che

sciach lddio quegli che cre Puomo con dee contenere, gliene addita it modelto
questo bisogno, s addiceva alla sapienza sul monte e gli commauda di conformarsi
e bont sua it provedervi dun modo con ad esso, ibid., ix, 4o. questa una mera
sentaneo alle diverse condizioni in cui tro permissione? Gli un commando for
vossi it genere umano. Ecco perch degni) male, ove pur non voglia dirsi quel rac
egli prescrivere pei patriarchi un culto do conto esser tutta invenzione di iltos. Sa
mestico e non sso a verun luogo; per gli iomone nella preghiera che volse a Dio
tsraeliti un culto nazionale e uniforme; nella dedicazione del tempio cosi sespri
pei cristiani, meglio istruiti, un culto uni me: 1l Signore disse a Davidde mio pa
versale e a popoli tutti commune. La , dre: Quando tu pensasti in cuor tuo di
senza dubio, una condeseeuiieuza per par edicare una. casa, al mio nome, ben fa.

te di Dio, ma non rozzezza n prova di


gnoranza u tendenza altidolatria dal can
to degli uomini. lllesciiiuissimi argomenti
addusse quindi to Spencero a sosteutare
quel suo paradosso.
Suppone egli l.- che i popoli abbian
cominciato a fabricar lempii quando era
no tuttora in istato di rozzezza e stupidi

cesti lu formando -nella tua mente lal


disegno. Tu per non edicherai a me
quesla casa, ma si il tuo gliuolo gene

rato da le, egli edicher1 una casa al


nome mio. Il Signore ha condotla ad
e/felto la parola che avea pronunziala.
nn Reg- viu, le, 2o. lddio, di fatto, appar

sogli,cosi gli favell: lo ho esaudita la tua


t. Noi abbiam fatto vedere it contrario orazione e le suppliche che tu hai falle
nel S i; la sarebbe demenza it voler so dinanzi a me; ho sanlieala quesla casa
stenere che i templi sieno stati pi fre edicala da le, af/lnch ella porti in sem
quenti appo le nazioni barbare e i selvag

pilerno il mio nome, e gli occhi miei e

gi che presso le nazioni ridotte a coltura il mio cuore saran ssi su questo luogo
oche i primi ne fabricasserc per toro com in ogni tempo, ix, s. Abbiam qui non una
modit pria davere mediante la spcrien permissioue,ma unapprovuzion manifesta
za conosciuto i comniodi della vita. A far se altra inni. Quando Satomone dice al Si
puntelto a un sogno cos incredibite , ci gnore: E egli adunque credibile che Dio
vorrebber prove dimostrative , e non ce abili veracemenle sopra la terra? gli
nha lampoeo di apparenti.
chiaro esser questa Pespressione dun sen
2." lfidea di fabricar lempii, di1-Degli, timento dammirazione, non una negazione

venne dalPessersi gli uomini con ci av di quella verit.


visati di accostarsi alla Divinit ed aver
4." S ostina to Spencero sostenere it
un pi facite accesso aior dii; error ma tabernacoto e it tempio essere stati fatti
dornale se altro mai vi ebbe. Noi per di a imitazione di quedegli Egizii. Due cose
ciamo, in primo luogo , che una si fatta
idea, ben intesa che sia, non errore, e
che Dio stesso P ha institlata negli uomini,
come vedrem poco stante; in secondo luo
go, che questi vollero moltiplicare intorno

importantissime egli dimentica: la prima,


che Dio stesso area tracciato it piano e
dato it modeitto del tabernacoto: che bi
sogno avea di copiar dagli Egizii? La se
conda, di provare che gli lsraeliti avesser
a s i simboli della presenza divina e sde veduto templi in Egitto; it sitenzio asso
bitarsi in pi commoda guisa del culto, luto degli scrittori sacri su questo punto
due motivi che non han nulla di ripren per to meno una prova negativa, ma
sibite, come abbiam gi notato. Non son gagiiardissima, del contrario, e ne abbiam
da confondere, ripetiamo, le idee assurde di positive anche negli scrittori profani.
degli etnici con quelle degli adoratori del Mm. de Pacad. des inscript. , t. cit.
La stoltezza it contraporre Pautorit di
vero Dio.
s." lddio, continua to Spencero, non avea Diodoro sicuto, che visse sotto Augusto ,
gi commandato, ma solamente permesso i5oo anni dopo Perezione del tabernacoto.
ti. Zenone , Seneca , Luciano ed altri
agli lsraeliti dinalzargli un tempio. Se
detto frequentemente che it tempio la disapprovarono Pusanza di fabricar templi
casa di Dio e che lddio vi fa sua stanza, agli dei. Sappiam da Erodoto che i Per
detto altresi che lddio non abita sulla siani e gli Sciti non ue avean punto. S. Pao
terra. ui Rag. vin, 27; Is. Lxvii, l. - E to e gli apotoglsti del cristianesimo misero
BERGIER. Voi. Vi.

30

TE

TE

I
I

in ridicoto i pagani che avvisavansi rin onde suol tributarsi ai re ed ai grandi della
chiudere la divina maest nel recinto dun terra. llcommun senso impertanto fu quel
edizio, quasi volessero sottrarta alle ln
giurie dellalmosfera o far credere chessa
non fosse dapertutto- Abbiamo gi rispo
sto che le pazze idee paganesche non han
uo a far nulla colla credenza degli Ebrei,
e che quindi la censura mossa ai primi
non pu ricader sui secondi. Se P error
de pagani fosse stato una conseguenza 1le
cessaria delPerezione de templi, lddio non
avrebbe commandato mai n permesso di
fabricarglienc uno. Daltro lato, se un tal
uso fosse prevenuto dalla ignoranza e roz

to che inspir alle nazioni la vaghezza della


sontuosit nel culto religioso. La si chia
mi tal vaghezza una debolezza, una gros
solanit, vien ella dalPessere noi composti
dun corpo e dunanima e dal dipender
che questa fa non poco nelle sue opera
zioni dagli organi corporei. Vorrassi egli
far di noi tanti puri spiriti studiandosi di

spegnere le nostre naturali tendenze?


lndarno alcuni toso per vanit sire
putano esenti da cotale debolezza; spesse

ate son pi uomini che non gli altri. Tal

zezza degli uomini, gli Sciti, o Tartari che non vorrebbe ornamenti netempii
doggidi, avrebber dovuto avere maggior
copia di templi che veruna altra nazione.
Lo stesso dicasi de Germani e degli altri
popoli erranti.
6. Allegasi dalto Spencero un passo di
s. Gio. Crisostomo, nel quale it santo dice
avere lddio accordato un tempio agli Israe

liti percli eran abituati ad averne in Egit


to. ltispondiamo che una semplice conget

tura dun autore tnttoch rispettabite non


pu prevalere alle provc per noi date del

contrario; pot egli essere stato indotto in


errore dalPautoriti dErodoto e di Diodo
ro di Sicitia, come fu to Spencero stesso.
Davide certamente non era un uom roz
zo; noto con quale entusiasmo parti ne
suoi salmi del tabernacoto, del santuario,
della casa del Signore, del santo monte su
cui ella sorge, ec. Quante volte sallegra
seco medesimo di poter ivi tributare a Dio
i suoi omaggi e invita alto stesso etieltoi
popoli tutti quanti della terra! Come con
citiare questa devozione dun re profeta
colle idee delto Spencero e di chi pensa

come lui?

n pompa nelle cerimonie religiose, trova


ottimo consiglio che se ne profonda negli
spettacoli profani, nelle publiche feste, ne
convegni di passatempo; onde davviso
tornar meglio it versare a piene mani le
ricchezze per guastar gli uomini che non

per indurti alla virt, per farne degli epi

curei che non per renderti religiosi.


Se non che a un protestante qual lo
Spencero altri argomenti abbiamo in pron
to da contraporre.
1. lddio stesso prescrive gli ornamenti
e la magnicenza del tabernacoto. Ecco,
dicegli a Mos ed a sacerdoti, ecco quali
cose dovete accetlare: oro e argento e ra
me, iacinto e porpora e cocco tinto due
volle e bisso , ec. Era quanto conosce
vasi a que tempi di pi prezioso. Diremo
noi che con tal procedere lddio fomen

tasse nel suo popoto la sensualit, la pas


sion del lusso , P amore alle ricchezze?
2. G. (L, disceso quaggi per appren

derci ad adorare lddio in ispirito e verit,


non disapprov mai la magnicenza del
tempio n Papparato delle cerimonie; ap

Amore ostinato di sistema trae questo pell it tempio, come gli Ebrei, la casa
critico a volgere in prova della sua opi di Dio. il luogo santo; dice Poro e gli al
nione la sontuosit del tabernacoto e del tri doni venir santicati dal tempio nel
tempio. A delta sua, era un abuso, n pu quale sono oferti, Mattth. xxiu, i7; non
imaginarsi altra ragione che it chiedesse condannava adunque la ricchezza di quel
dalPuso in fuori degli altri popoli e della Pedizio.
rozzezza degli Ebrei. E cosi la sentono i
s." Il divin maestro trov opportuna co
protestanti tutti, daccordo in questo co sa daccogliere gli stessi onori che rende
tosoti miscredenti: it che ne rimane ad vansi alle persone di pi ordine. Altorch
esaminare.
lllaria sorella di Lazaro versgli sul capo
V. Se la. magnicenza de templi sia un prezioso unguento, vebbe trasuoi di
un abuso. Sol Pirreligioso pu pensar di scepoli chi biasim quella profusione, di
tal guisa. Alla v. (Indro, abbiamo osser cendo meglio sarebbe stato it dispensare
vato che Puomo generalmente vuol essere it prezzo di quelPessenza a poveretti; ma
preso per la via de sensi , disposizione G. C. ne to sgrid, tod Patito di Maria ed
commune ai dotti e agli ignoranti, ai po afferm aver essa fatto unopera buona.
poli colti ed a selvaggi. Non si giugner Malth. xxvi, 7; Io. xu, 5. La impru
mai ad inspirare ul popoto un alto con denza it ripetere la poco ponderata cen
cetto della maest divina, ovei non vegga sura de discepoli del Salvatore, it biasimar
-; prestare omaggio a Dio con quella pompa quelliche usan di toro ricchezze in ador

TE

TE

namento de templi nequali lddio degna


abitar personalmente. Forsech si merita
egli meno dessere onorato che non fosse
in sua vita mortale? Non ci reca stupore
che i protestanti, i quali non credono pun
to alla presenza reale di Cristo nelPEuca
ristia argomentino fondandosi sul toro er
rore: la magnicenza per delle chiese
cristiane, antica quanto it cristianesimo, fa
prova contro di essi.
4." Infatti nelPApocalisse, dove la litur
gia cristiana vien rappresentata sotto Pi
magine della gtoria eterna, partasi di can
delieri e cinture e corone e incensieri de
ro, ec. A questo modelto tracciato da un
apostoto si conformarono i primi fedeli
nel culto religioso.

fatto opposto, qual quelto che piacque a


protestanti dimaginare. In terzo luogo, la
cosa singolare che cotesti riformatori si
tengano pi sapienti di Dio: a parer toro,
per guarire gli Ebrei dalla smania per Pi
dolatria, Iddio trov opportuno far simi

lt. Altorch Costantino , abbracciata la


religion cristiana, fece edicar delle chie
se, sarebbe egli stata cosa conveniente
che avesse risparmiata la spesa delle ca
panne nel mentre abitava un palagio? Non

v ha dubio chegli non dicesse, come gi


Davide, u Reg. vn,2: lo abilo in una casa
di cedro; e Varca di Dio collocala sotto

le pelli? E ragionava giusto.


6. Lo Spencero svel egli stesso it mo
tiro di tal sua opinione: non per altro

studiasi di esagerare la sensualit degli


Ebrei e paragonare it tor eultoa quel de

pagani che per sempre pi vitipendere


quel decattolici. Odasi come conchiuda la
sua dissertazione sulPorigine de templi:
a Quanto ho detto chiarisce evidentemen
te come imprudente, per non dire pagana,
sia la divozion de papisti, i quali, a n
di abbellire i templi,segnalamente quelli
desanti, sprecano oro, argento, pietre pre
ziose, donativi dogni maniera, a n di al
lucinare il popoto. n Quando gli si obiet
ta la sontuosit del tabernacoto e del tem
pio di Satomone, ei risponde con Ospi
niano che lddio avea cos ordinato per la
tendenza degli Ebrei alPidolatria e per im
petlir gli effetti delPammirazione susci
tata in toro dal pomposa culto degli idoli
0nderano stati spettatori in Egitto; che,
cessata quella causa, non dovea pi darsi
Pefletto.

Ma se falso it suo sistema, in che ri


solvesrla conclusione che ne trae? Pri
mieramente mala fede it supporre che
noi consacriam templi ai santi; a Dio noi
li dedichiamo sotto Yinvocazione desau

3/1

tasse it culto idolatrico; ma quando fu


duopo condurre al cristianesimo gli Ebrei
e de pagani avvezzi a un culto pomposo,
la chiesa cristiana adoper non saviamente
usando magnicenza nel proprio culto. A
n di distruggere questo nuovo pagane
simo, l riformatori avvisarono dover fare
man bassa su tutto quelPapparato: profa
nar chiese ed altari, incendiarte, conver
tirte in stalle danimali, ec. Per quarto ,
it provochiamo a provare che gli Ebrei
avesser visto in Egitto le stesse cose isti
tuite da Mos. Per istabitire un tal fatto,
fu forza contradire la storia sacra, con
fonder le epoche, arrischiar congetture:
su questi sogni fece fondamento to Spen
cero a ragionare contro di noi.
El fu nondimeno costretto confessare do
versi in questa materia osservare una stra
da di mezzo, ch non si converrebbe che
le chiese de cristiani rendessero imagine
della stalla in cui nacque G. C. Questa via
di mezzo Phanno essi trovatai protestanti?
Un d essi confessa non essere agevol co
sa. Gli anglicani si lusingano d esservi
giunti, condannando del pari la splendi

dezza delle chiese cattoliche e la nudit


de templi de calvinisti. Replican questi
che le chiese degli anglicani di troppo ri
traggono da quelle de cattolici, che gli

Inglesi sono tuttavia per met papisti, che


s. Paoto di Londra fu fabricato per emu
lare s. Paoto di Roma. Prima di assaltr
noi, comincino ad accordarsi tra toro. Pon
no rallegrarsi quanto tor piace davere in
ventata la religione degli angeli; noi ci
accontentiamo daver ricevuto da Cristo e
dagli apostoli la religion degli uomini.

E si voleva tanto pi confutare to Spen


cero perch Popera sua ripulala classica

da protestanti, e perch gli increduli si


valsero della maggior parte degli argo
menti di lui per svituperare it culto in

generale. Venne egli confutato da Natale

Alessandro nelle sue dissertazioni sulla


storia ecclesiastica, t. l.
TEMPIO DE CRISTIANI. V. BAsILICA ,
CHIEsA.
ti, ben gli noto. In secondo luogo, Pimi
TEMPIO DE PAGANI. Solto la v. Tsu
tare per gli Ebrei it culto de pagani sa rio in generale abbiam fatto vedere che
rebbe stato it pi sicuro spediente di au i pagani soto altora cominciarono a fabri
torizzare ed alimentare la toro inclinazio car templi stabiti e coperti quando piglia
ne alfidolatria: sarebbe stato mestieri rono a rappresentare tor dei per via di

piuttosto it prescriver toro un culto af

simolacri od idoli. l pi di questi essendo

32

TE

TE

fatti di terra, gesso o legno, fu duopo, a

Quando successe la conversione degli


tin di conservarti, si sottraessero alle in Angto-Sassoni. s. Gregorio it grande scris
giurie delParin. Couciossiach poi i pa se al re Etelberto esortandoto a distrug
gani andassero persnasi che si fatte sta gere i tempii degli idoli. L. xi, ep. c6.
tue fossero animate dal dio per esse rap Mn in una lettera che scrisse dappoi a
presentato, it quale entrasse ad abitarvi s. Mellito permise si cangiassero in chiese.
come prima fosser consecrate, gli apotogisti Gi 1in dal 607 papa Bonifacio IV avea
cristiani e i padri della Chiesa ebbcr ra fatto purilieare in Roma it Panteon e de
gione di dire ai pagani che i tor dei ab dicatoto sotto P invocazione della Vergi
bisognavauo di casa e coperchio per ischer ne ss. e di tutti i martiri; ed anco di
mirsi dalle intemperie delle stagioni. * V. presente un de pi sontuosi edizii di
le note agli art. lnoLnaul, PAGANEsIMo. * quella metropoli. Lo stesso avvenne de
Questi tempii, lungi dalPesser acconci a templi di Minerva, della Fortuna virite e
inspirare la virt, la divozione, it rispetto di alcuni altri.
verso la Divinit, non ad altro parean de
Correndo i tre primi secoli della Chiesa,
stinali che ad istigar Puomo alla colpa. Il i pagani opposero spesso a cristiani che

pi degli idoli esibivano nudit scandato

non avesser n tempii n altari n sacri

se; gli dei eran rappresentati coi simboli


delle avventure e de vizii toro attribuiti
dalle favole de poeti: Giove colPaquita
rapitrieediGanitnede; Giunone col pavone
tipo della superbia; Venere con tutte le

itzii n feste: i nostri apoiogisti rispondean


toro che tutte cotali cose materiali non

attrattive della lubricit; Mercurio colla


borsa che facea gola ai ladri, c via discor
rendo. Sappiam da Ateneo come gli artisti
greci, a ritrar le dee, pigliassero i linea

menti delle pi famose meretrici. In pa


recchi templi praticavansi in onor degli dei
la prostituzione e la libidine contro natu
ra; vi si esercitavano le varie maniere di
divinazione, vi si offerivauo spesso cru
deli ed abominandi sacriiizii. Fatti tutti at

testati, non che dagli scrittori sacri e da


padri della Chiesa, anco dagli autori pro
fani. Mem. de Vacad. des inscripl.,t. LXX,
in ia.", V. Mlsreai ne rscsm, PAGANEslIo,
SACRIFIzn , ec.
Costantino imperatore,convertito al cri
stianesimo,fece abbattere i principali lem
pii ne quali commettevansi tali uequizie

e lasci sussister gli altri. Teodosio it gio


vine, pervenuto alPimpero Pa. 408, li fece
demolir tutti nelP oriente: Onorio suo zio

si content di farti chiudere in occidente,


avvisando tornasse bene conservarti qual
monumenti della romana magnicenza. in

pi luoghi si fatti edizii furono puriticati


e convertiti in chiese; e al culto impuro
degli idoli vi fu surrogato it culto del vero

eran degne della divina maest; che it


verotempio della Divinit era Pauima dun
uomo cristianamente virtuoso; che i eri
stiani olferivano dogni tempo e in tutti i
luoghi sacrizii di tode sugli altari de pro
prii cuori ardenti del fuoco della carit;
che i veri cristiani erano sempre in festa
per la pace che godeano della buona co
scienza e per la gioia diiinsa in toro dalla
speranza della gtoria celeste. Clemente
alessandrino. Slrom, l. vn, c. a e 7.
Non dee quinci dedursi che i cristiani
non avesser per anco chiese o luoghi das
sembramento, ma tali chiese per nulla so
migliavano ai tempii paganeschi: aveano
altari, faveltandone s. Paoto, che li chiama

anche mensa dei Signore; offerivano un


sacrilizio, val dire Ptlucaristia; celebra
vano feste, quella segnatamente della Pa
squa, tutte le domeniche e it giorno della
morte de martiri. Ma it discendere a co
testi particolari co pagani, che nulla ne
avrebber compreso, sarebbe stata opera
inutite ed imprudente: soto nel secoto lV
si le palese appieno ogni cosa, altorch
Costantino ebbe data la pace alla Chiesa
e autorizzata la prolession publica del cri
stianesimo. V. ALTARE, Cmass, EUCAIHsTIA,
Fas-ra, ec.
TEMPIO DI SALOMONE o Dl GERUSA

Dio. Cos fecero Teodosio it grandecol tem

LEMME. Abbiam veduto pi sopra nel

pio di Eliopoli Pa. 57a; Valente, verso to


stesso tempo, con quelto dnn isola i cui
abitanti seran tutti convertiti. La. 59a,
sotto Pimpcro d0uorio, Aurelio vescovo
di Cartagine rivolse alto stesso uso it tem
pio dUrania, e nel 408 it medesimo im
peratore prolbi si distruggessero i templi
nelle citt perch servir poteano a pu

Part. TEMPio come lddio approvasse la co


struzione di questi ediiizii alla stessa guisa
che avea ordinato quella del tabernacoto.
Davide ne adnn i materiali, e Satomone
suo iigliuoto fece fabricartto in sul monte

di Sion, chera it luogo pi eminente della

citt di Gerusalemme, a n che potesse es


ser veduto da lungi, e it condusse a ter
blici usi. Bi ngham, Orig. ccclea, l. vm, mine in due anni con prodigioso dispendio.
c. a, S 4.
Tutto quelPeditizio, compresovi soltanto

TE

TE

ll tempio propriamente detto, che chiama


vasi il santo, ed it santuario, appellato it
sanlo de santi o it luogo santo per ec
cellenza, contava cencinquanta piedi di
lunghezza ed altrettanti di larghezza, spa
zio minore di quelto di parecchie chiese
moderne. Non si capisce come un edizio
di tal mole, certo non ampia, tenesse oc
cupati per due anni centosessantamita ope
rai, secondo che narrasi da alcuni auto
ri: egli si convien badare per che i due
cortiti o atrii che giravano attorno al tem
pio n erano considerati come parte; che
it cortite esteriore, nel quale era compreso
it tutto, era un quadrato di 17150 piedi da
ciascun lato; che nelP interno di esso cor
reva un portico sorretto da tre ordini di
cotonne in tre bande e da quattro nella
quarta, e quivi erano le stanze destinate
per Paltoggio desacerdoti e deleviti nel
tempo che esercitavano toro utlicii e per
riporvi i vasi, gli arredi e le provisioni
necessarie al culto.
Lo scrittore de Paralipomeni, l. i, c. m,
riferisce come la sola spesa delle decora
zioni del santuario, che occupava trenta
piedi ln quadrato sopra trenta daltezza,
sommasse a seicento talenti doro. Ma e
si dee por mente discorrersi qui del ta
lento di calcoto , non di peso: it perch
tutti i computi fatti per valutare le in
genti ricchezze raccolte da Davide cim
piegate da Satomone per la fabrica del
tempio ponno andar soggetti a grossi er
rori. Gli increduli, i quali ne inferirono
non si poter credere n dare una tanta
ricchezza, ragtonarono sur un falso sup
posto. Soltanto dalla Scrittura riteviamo
che Poro era versato in quel tempio a
mani piene.
ll santo de santi occupava la parte
orientale del tempio propriamente detto:
nel mezzo di esso stava Paiica del patto
o delPalleanza, sopra della quale posava
no due cherubini di quindici piedi dal
tetia, che colPali tese tenevano tutto it
luogo del santuario. Dicendosi di frequen

per to stupore, non ardivano porvi piede.


Era stato desiderio di Satomone che quel
tempio non avesse Peguale in tutto it mon
do: bettto oltre misura in detto da assai
scrittori profani,i quali per altro non avean
veduto che it secondo tempio, labricato

te nella Scrittura che lddio siede sul che

38

dopo la schiavit babittonese, che, quan


tunque ricostruito sulle stesse fondamenta,
non pareggiava in magnicenza quelto di
Satomone.
Varii scrittori si volsero a descriverci
questo famoso edizio: it Reland, Anliq.
sacr. oett. Hebricorz, part. I, c. c e 7;
Prideaux, Hist. dea Juifs, t. l, a. 85s

avanti G. CI, it p. Lumi, Introd. Veta


de de Vcrit. sainte; it Calmet, Disscrt.
sui tempii degli antichi, nel t. 1v della
Bibbia dAvignone: ma sopra tutto Vitlal
pando nel suo Commenlario su Ezechie
le, opera inserta per estratto nei Prolego
meni della poliglotla di Walton; e que

sti servi di scorta agli altri. A quel che ne


dissero i rabbini, essendo tratto dal Tal
mud, che fu composto lunga pezza dopo
la rovina del tempio, non si pu prestar
lede. Non , del resto, a far maraviglia che
i mentovati diversi scrittori non saccor
dino su tutti i particolari, essendovi assai

cose non potute indovinare che per via


di congettura.

Questa superba mole per, da che venne


fondata, fu segno a molti disastri. Sesac re

dEgitto saccheggi it tempio sotto it regno


di Roboamo tiglio di Satomone: Pempio
Acaz re di Giuda it fece chiudere; it costui
gliuoto Manasse to converse in luogo di
dolatria; linalmente, P a. 598 av. G. 0.,
regnando Sedecia, Nabucodonosor re di
Babittonia, presa Gerusalemme, distrusse
interamente it tempio satomonico e ue

port scco tutti i tesori. Questa distru


zione era stata predetta agli Ebrei da Ge
remia; ma quel popoto insensato avvisa
va che lddio mai non consentirebbe aves
se a cadere un edizio sacro al suo culto,
e a quante minacce faceansi da profeti al
tra risposta non dava se non se: Il lem
pio di Dio, il tempio del Signore, Ie
rcm. vn, A, quasi quel tempio sottrar to
dovesse a qualunque castigo.
Giacque esso tempio sepolto sotto le sue
rovine per cinquantadue anni, intiuo at
Panno primo del regno di Ciro in Babitto
nia, che nel 5so avanti Cristo permise
agli Ebrei captivi ne suoi stati di tornar

rubini, si presume formasser questi una


specie di trono; se non che Pebreo che
rubino non signica in ogni caso i che
rubini delParca. V. Caaaumm.
Abbiam detto nettPart. Termo che cosa
si contenesse nel santo ossia nel restante
spazio del tempio interiore. Lo scrittor
de Paralipomeni, ad esprimere to splen sene a Gerusalemme erifabricare it tem
dore e la sontuosit di quelPedizio, dice pio, e fe render toro i tolti tesori. La
che la maest del Signore riempiva il ricostruzione fu cominciata da Zorobabele,
suo tempio e che alPatto.della dedicazio poscia sospesa; it tempio cionondimeno

ne di esso i sacerdoti medesimi, fuor di s fu compiuto e se ne le la dedicazione

34

TE

TE

Pa. 5i8 prima di nostro Signore, settimo


Giuliano medesimo contessa it fatto in
del regno di Dario tigliuoto dlstaspe. Que un frammento dun suo discorso, raccolto
sto secondo tempio venne, Pa. u1 prima dalto Spanemio,dove Pimperatore cosi se
delPera nostra, posto a sacco e profanato sprime discorrendo degli Ebrei: u Che di
da Antioco re di Siria, che ne port via ranno eglino del tor tempio, it quale, dopo
per iaoo talenti doro: tre anni appresso essere stato tre volte distrutto, non fu re
Giuda Maccabeo puriiicolto e vi ristabiti staurato ancora? to non vo per altro far
it divin culto. Pompeo, essendosi recata ne toro accusa; perocch io stesso ho ten
in mano Gerusalemme 65 anni innanzi la tato rifabriear quel tempio, da si lunga
nascita di G. C., entr nel tempio, ne vide et abbattuto, in onore del Dio che vi si
tutte le ricchezze, ma ben si guard dal invocava. n Non far certo maraviglia it
porvi mano. Nove anni dappoi, Crasso, men sitenzio di Giuliano sulPavvenimento on
religioso, spogliolto per cinquanta mitioni de in attraversato quel suo disegno.
Gli Ebrei to confessarono pi aperta
di nostra moneta. Erode, divenuto re della
Giudea, ripar quelPeditizio che da cin mente. it Wagenseit, Tela ignea Salame,
que secoli avea patito non poco, sia per riferisce la testimonianza di due famosi
le depredazioni de nemici, sia per le in rabbini. Luno David Ganz-Zemach, che
giurie del tempo. AlPultimo fu ridotto in dice: u L imperator Giuliano ordin si ri
cenere e raso al suoto nella presa di Ge tacesse it tempio santo con magnicenza
rusalemme fatta da Tito. Per tal maniera. e ne procacciava le spese. Ma un ostacoto
si adempi la predizione di G. C., che non celeste fe cessare it lavoro, essendo quel
rimarrebbe pietra sopra pietra, Mail/t. cesare morto nella guerra contro i Per
xxviu, 58, e quella di Daniele, ix, a7.
siani. n QuesP Ebreo non fa parola del
Gli Ebrei tentarono riediticartto sotto it miracoto, ma un altro, Gedaliab-Schalsche
regno di Adriano Pa. 154 di (L; ma quel let-I-lakkabala, si mostr di pi buona fe
Pimperatore si oppose e viet toro dav de. u Sotto it rabbino Chanan e suoi col
vicinarsi a Gerusalemme e alla Giudea. leghi, cos egli, verso Pa. 4357 del mon
Avendo rimesso mano alP opera verso do, riferiscono i nostri annali come av
Pa. 250, sotto Costantino, questi fe tagliar venne un gran terremoto it qual ieca
toro le orecchie e segnarti del marchio dere it tempio che gli Ebrei avean fabrica
di ribelli, e rinov contressi la legge dA to con gran dispendio a Gerusalemme per
driano. Per ultimo, vi furono eccitati dat commando di Giuliano apostata imperato
Pimperator Giuliano Pa. 565, ma costretti re.Venne in copia fuoco dal cieto, che fuse
a desistere dalP impresa da gtobi di fuoco it ferrame di quelPediiizio ed arse non
usciti di sotterra che guastavano ogni tor pochi Ebrei. n Narrazione che consuona
lavoro; it qual prodigio vien riferito del a quella di Ammiano sopra riferita. ll
tenor seguente da Ammiano Marcellino, p. lliorino delP0ratorio , Exercil. bibt.,
uiiiziale nelle mitizie di Giuliano stesso, reca un terzo passo degli Ebrei, tratto dal
contemporaneo al fatto e non cristiano, it Beresith rabba o gran commentario sul
cui racconto perci non pu essere per Genesi.
veruna guisa sospetto.u Desiderando(Giu
Tre padri della Chiesa contemporanei
liano) di propagar la memoria del proprio delPimperator Giuliano narrano quel mi
imperio con grandi ediiizii, meditava di racoto avvenuto iu Gerusalemme come
riiabricare con immenso dispendio it gran fatto publico, noto a tutti e indubitato.
dioso tempio di Gerusalemme, che appena S. Gio. Crisostomo nelle sue Omelie contro
dopo molti e mortali combattimenti, nel gli Ebrei, da lui recitate in Antiochia
Passedio fatto da Vespasiano e poscia da Pa. 287, ventiquattresimo dopo Pavveni
Tito, sera potuto espugnare; e delPadem mento, chiama in testimonio della verit i
pimento di questo consiglio aveva inca suoi uditori e invita chi volesse dubitarne
ricato Alipio antiochesc, che una volta a trasferirsi avederne le vestigia sul luogo
avea governata la Britannia in qualit di medesimo. Non era possibite fosse ignoto
viceprefetto. Mentre pertanto costui for in Antiochia un fatto accaduto 24 anni pri
temente attendeva alPimpresa, e la favo ma a Gerusalemme. S. Ambrogio, nel 588
riva anche it governatore della provincia, to rammenta a Pimperador Teodosio a n
spaventevoli gtobi di amme, tratto tratto che sastenesse dalPobligare i cristiani a
erompendo dalle fondamenta, fecero inac rifabricare un tempio de pagani. Epist. xL.
cessibite quel luogo agli operai, de quali S. Gregorio di Nazianzo, Oral. iv, fa la
alcuni rimasero abbruciati: e cosi quel narrativa del detto prodigio con tutte le
Pimpresa cess, impedita ostinatamente sue circostanze: egli viveva in oriente e
dal fuoco. Hist., i. xxin.
avea potuto saperte da testimonii di ve

TE

TE

35

duta; e it suo sermone su quesPargomento te. importava a Dio si vericassero esse


pu essere stato scritto prima di quelli del
Crisostomo. Runo , Socrate , Sozomeno,
Teodoreto, che vissero nel secoto appres
so, ne discorrono come dun fatto non mai
da veruno messo in forse: altri storici sen
za numero pi recenti non hanno fatto
che trascrivere gli antichi.
Tra i moderni, parecchi si occuparono a
provare it detto miracoto e far vedere che
la testimonianza deeontemporanei da noi
citati non ha a temere i dardi della cri

tica; nessuno per it fece con tanta esat

appieno, si confondessero gli sforzi dun


regnante apostata che voleva smentirte, si
confermasse per talmauiera lafede decri
stiani e si frustrassero le pazze speranze
degli Ebrei. Narra Socrate, Hist. ecct.,
l. m, c. 20, che s. Ciritto vescovo di Ge
rusalemme, veggendo por mano a quelPim
presa, accertasse i cristiani sulla parola
di Daniele profeta che ilprogetto sarebbe
caduto a vuoto, e la predizione del santo

il

si avver la notte susseguente.

Ob. 2. Ammiano lllarcellino era un sol


tezza e maestria come it Warburthon nella dato di poco sapere e creduto al sommo:
sua Disserlazione sui terremoti e sulle altri fatti assai narra egli manifestamente

eruzioni di fuoco per le quali and fat

tilo il divisamer1to di Giuliano di rifa


bricare il tempio di Gerusalemme. Lau
tore esamina partitamente ciascuna delle

autorit per noi allegate e risponde alle


obiezioni del Basnagio, che tent sparger
dubii su quesPimportante avvenimento.

Egli avrebbe con egual facitit sciolte


quelle mosse ultimamente sulto stesso su
bietto dal dottor Lardner.
Non dee recar stupore che un tal fatto
sia stato da nostri increduli impugnato;
non opposero per altro che congetture e
dubiezze. Se mai facesse maraviglia che

que due protestanti abbian prte toro si


deboli armi, da por mente che it mira

favotosi; inoltre ci che disse del mira


coto di Gerusalemme potrebbessere unin
terpolazione de cristiani.
Risp. Non ci volea gran cognizioni per
riferir un fatto strepitoso, publico, sensi
bite, palmare come quelto: le favole nar
rate dal medesimo storico non apparten
gono a questa specie n son tatti cosi age
voli a dimostrare. Se i cristiani hanno inter
polato it racconto di Ammiano, forza ab
bian alterato anche it frammento di Giu
liano, la narrazion di Libanio e quella de
due scrittori ebrei, e che s. Gio. Crisosto
mo avesse perduto ogni pudore per ardir
iPassumere i suoi uditori a testimoni del
fatto e dinvitar cotoro che ne dubitassero
a vederne le vestigia.
Ob. 5.- S. Girolamo, Prudenzio, to sto
rico Orosio non ne fan motto; a quel tem
po ci ebber terremoti in altri luoghi e non
eran miracoli.

coto accaduto sotto Giuliano riesce del pa


ri molesto agli uni che agli altri. infatti,
se fosse vero che nel secoto lV it cristiane
simo avesse non poco tralignato,che i suc
cessori degli apostoli ne avessero alterata
la dottrina e it culto, che questo fosse gi
Risp. Il sitenzio di tre scrittori non fa
infetto Pidolatria per gli onori prestati ai prova contro la testimonianza positiva di
santi, alle imagini ed alle reliquie, come altri dieci o dodici ben informati, ad as
vuolsi da protestanti, avrebbegli lddio sai de quali importava it tacerne, come
fatto un miracoto strepitoso in favore di|Giuliano e i rabbini citati. Giusta la re
lal religione cos guasta, miracoto che raf lazione dismmiano, gli altri terremoti ac
lermava i cristiani nella credenza dalla caddero soltanto quindici o diciotto mesi
Chiesa a quel tempo professata? Non com dopo quelto di Gerusalemme, non furono
prendiamo come gli scrittori protestanti accompagnati da amme scoppiate dal sen
che asserirono la realt di quel prodigio della terra n da altre circostanze che si
non abbian fatta veruna riessione sulle notano in questo, e provano che quelto
non fu altrimenti fatto naturale n caso
conseguenze di esso.
Non ci fermerem guari a confutar le op fortuito.
Ob. 4.i E verisimite che Giuliano, it qua
posizioni de miscredenti e de cavitlatori,
ch le pi non meritano vi si badi.
le avea bisogno di denaro per far la guer
Ob. l.- La Scrittura non dice che it ra ai Persiani, ne ricevesse dagli Ebrei a
tempio non sarebbe pi riedicato; G. C. n di permetter toro di rifabricare it tem
no l viet: che importava a Dio che ve pio, e promettesse amedesimi di farvi la
vorare dopo it suo ritorno da quella spe
nisse o no rifabricato?
Bisp. G. C. avea predetto che non ne dizione, quel progetto dovea naturalmen
rimarrebbe pietra sopra pietra, e Daniele te cadere con lui; onde non fu a ci me
ch la desolazione o la rovina di quel san stieri dun miracoto: questo poi non giov
tuario durcrebbe insino alla ne: queste a nulla, perocch non converti n gli Ebrei
due predizioni non debbono andar disgiun n i pagani.

86

TE

TE

Itisp. Un fatto cessa desser verisimite leno conosciute nelle tenebre te tue mara
ove sia contradetto dalPautorit di pi viglie? dice Davide al Signore, ps. Lxxxvu,
scrittori ben informati e tra quali non pot l5. - s. Lignoranza: Gli uomini ama
aver luogo collusione. Gli Ebrei non aspet
tarono gi Pesito della guerra persiana per
metter mano ai lavori, e Giuliano non ne
avea fatta toro semplice promessa,giacch
avea incaricato Aiipio di badare a quelPim
presa, e it miracoto, come fu notato da Li
banio, avvenne prima che si sapesse la
morte di Giuliano. Non spetta a noi it giu
dicare in quali casi debba o no iddio iar

ron meglio le tenebre che la luce. lo. iu,


lo. - 4." S. Paoto chiama l peccati opere
delle tenebre, sia perch le tante volte
commessi per ignoranza , sia percii in
commetterti si cerca ove ceiarsi. Onde lo

mentare i progressi delcristtanesimo dopo


la morte di Giuliano.
inutitmente si va dicendo averi cri
stiani inzeppato quei fatto di circostanze
favotose. ll Warburthon ha dimostrato che
le circostanze riferite dagli scrittori eccle
siastici erano etietti ordinarii della caduta
del fulmine e deitPeruzione di fuochi sot
terranei.

che iddio luce e che in lui tenebre non


sono, perch da lui procede ogni nostro

stesso apostoto d it nome di tenebre alPi


dolatria, in opposizione alla luce del cri
stianesimo e del Vangeto, Eph. v, s: Una

volla eravate tenebre, ma adesso luce


miracoli, n vero sieno inutiti perch nel Signore. s." Vale secreto. Mailh. x,
non giovano a convertire increduli osti 27: Quod dico vobis in tenebris, dicle
nati. Gli certo che questo serv ad au in lamine. 7. S. Giovanni,i ep. i, 5, dice

sapere n mal egli causa deitPignoranza,


degli errori e delPaccecamento degli uo
mini. G. C. dice di s, Io. vui, I2 : 1o sono
la luce del mondo; chi mi segue non

cam miner al buio (in tenebris) ma avr

luce di vila. 7." Come vien gurata la bea


titudine eterna sotto Pimagine dun con
TEMPO. Questo vocaboto signica di vito che tassi in una sala ben rischiarata,
via ordinaria nelle Sacre Pagine durata cos la dannazione detta tenebre este
da un termine alPaltro; pigliasi per in riori ove regna pianto e stridore di den
altri sensi ancora. l. Per le stagioni: ti, segni di rammarico e disperazione.
detto nel Genesi, i, 14, che lddio cre
S fatte metafore o trastazioni non sono
gli astri perchsegnassero i tempi, i gior ignote a profani scrittori, sopratutto a
ni e gli anni. 2. Pel corso dun anno: poeti. Nella Teogonia d Esiodo, le par
Daniele, vu, s5, predice che i santi sa che, it destino, la morte, le sciagure, gli
ranno perseguitati per un tempo, due tem atianni, i dotori, i delitti son gli della
pi e la met ifun tempo; sono i tre an notte e delle tenebre. Nella notte o men
ni e mezzo della persecuzione dAntioco. tre regnan le tenebre, pi crudeli si sen

.',. Per la venuta dalcuno: Prope est ut ton le angosce, pi acuti i cordogli, pi
veniat tempus eius; cosi in Isaia. xiv, l.
4." Per la congiuntura ossia it momento
favorevole di fare alcuna cosa. Fino che
abbiam tempo, facciamo dei benea tutti.
Gai. vi, lo. - s." Guadagnar tempo, iu
Daniele, u, a, chieder ditazione, ma in

tristi le idee; onde la notte dovette esser


riguardata tortamente e designar ci che

Ezechiele, xxn, 5, verr il suo tempo va

Cosi volgarmente chiamato it matutino

vha di pi orribite.i manietiei, che am

metteano un doppio principio delle cose


tutte, un buono, Paltro malvagio, colto
cavano it primo nella regione della luce,
s. Paoto, Eph. v, le, pazientare aspet nella sede delle tenebre it secondo.
tando tempo od occasione migliore. 6." In
TENEBRE DELLA SETTIMANA SANTA.

le it momento del suo castigo. 1. LApo del giovedi, venerdi e sabbato della setti
stoto chiama i tempi de seeoti andati que mana santa,-it quale suol cantarsi la vigitia
che precedettero la venuta di G. C.,Til. i, 2, di questi tre giorni sulla sera.
i quali son detti altresi da lui tempi di
TENEBRE IN MORTE Di G. C. V. Ec

gnoranza. Act. xvu, so. V. GioRNo.

cLIsse.

TEDIPORALE DE BENEFIZII. V. BENE

TENTAZIONE. Prova. Quando nella


Scrittura detto che Dio tenla gli uomini,
questa parola non signica gi cifei li se
TEMPORALE DEi RE. V. Re.
TENEBRE. Varia di molto presso gli duca e tenda tor lacci per farti cadere in
scrittori sacri la signicanza di questo peccato, ch un tal senso non ha la voce

rizu.

vocaboto. l." A quella guisa che la luce tenlare nei libri del vecchio Testamento;
suole spesso indicare prosperit, le tene ma vuoi dire che egli mette tor virt alla
bre servono ad esprimere avversit ed ai
izione. Esth. vm, lo, xi, 8. - 2. Si

gravi traversie. Tenlare Iddio non gi

gnica la morte e it sepolcro- Saramfet

voler indurtto al male ma porre alla prova

prova, sia con precetti difciti, sia con

TE

TE

37

la sua onnipotenza e bont, aspettando da cose male, ed ei non tenla nessuno, ma


lui un miracoto senza bisogno od espo ciascuno tenlato dalla propria concu
nendosi lemerariamenie a un pericoto da piscenza, che lo tragge e lo allctla.
cui non si possa uscire senza soccorso
Tra padri della Chiesa e i pelagiani agi
miracotoso, che lddio non deve n ha tossi la questione se Puomo possa tener
promesso a veruno. Cotal pazza presun forte contro alle tentazioni senza it sussi
zione fu da lui severamente interdetta, dio della grazia divina; quegli eretici as
Deut. vi, t8: Non tenterai il Signore serivan che si, e Perror toro venne dalla
Chiesa ad una voce condannato, ultima
Dio tuo.
Il perch altorquando detto, GGVLxxini, mente anche dal Tridentino, sess. vi De
iusticat.,
neiseguenti termini : Si quis di
l, che lddio tent Abramo, sintende che
mise alla prova Pobedienza di lui ordinan xeril ad hoc solum divinam gratiam per
dog-li di sacriticargli it proprio gliuoto. Christum Iesum dari ut facilius homo
S. Paoto, Hebr. xii, l8, dice che Abramo iuste vivere ac vilam wternam prome
obedi perch credette che lddio potente reri possil,quasi per liberum arbilrium
a ridonar la vita a un estinto: non era sine gratla utrumque, sed wgre lameri
quelto del patriarca un tentar Dio, poscia et difculter, ziossil, anathema sil. Si
ch aveagli it Signore formalmente pro quis hominem.... dimcril passe, in tola
messo che Isacco sarebbe it ceppo di sua vila, peccato omnimeliam venialia, vila
discendenza, Gen. xx:, i2, come osserva re, nisi ex speciali Dei privilegio, quem
PApostoto nel luogo medesimo. Perch tu admodum de b. Virgine tenct Eccle
eri caro u Dio, disse Pangeto a Tobia, fu sia, anathema sii. Con. e et es. Con tutto
necessario che la tenlazione ti provasse. ci it Basnagio non si rimase dal calun
Lo scritttor sacro, partando della cecit so niare su questo punto i teotogi cattolici.
pragiunta a quel giusto, cos sesprime: Hist. de PEgl., I. xii, c. e, Se. Vuol egli
Il Signore permise che quesla tenlazio che questi dividansi in cinque di\ erse sen
ne gli venisse, afnch avessero iposteri lenze. l." a Gli uni dissero potersi senza
un esempio di pazienza simile a quello la grazia schivare tutte le tentazioni con
del santo Giobbe. Tob. xn, i5, n, l2. Ve trarie aldritto naturale ed osservare Pin
ro che Iddio non ha mestieri di esperi tera legge di natura non pure per alcun
mentarci per sapere quel che faremo, ch tempo ma pel corso intero della vita. ,
bene it sa; ma noi siamo quelli che abbiam Essendo questo it pretto pelagianesimo,
bisogno desser messi alla prova l. per formalmente condannato dal Tridentino ,
apprendere mediante la sperienza di che it Basnagio, per Ponor suo, avrebbe do
siamocapaei; efacciocch porgiamo esem vuto citare almeno un teotogo cattolico
pio di virt eroiche, esempio troppo ne it quale abbia insegnata siatta dottrina;
cessario al mondo; 5. a n dincorag e noi diciam francamente non essercene
girci per la nostra fedelt a Dio o umi veruno.
2." u Gli altri, continua it Basnagio,av
liarci per le nostre cadute e farci sen
tire it bisogno della grazia. Perci lddio visarono potersi vincere qualche tenla
ebbe premiato in maniera lumiosa la fede zione particolore e schivare alcune col

dAbramo, la sommession di Tobia, la pa


zienza di Giobbe.
Nel nuovo Testamento tentare signica
tatora eccitare o spingere al male; ma ten
tazione vale ancor prova, come nel vec

I
|
I

pe, ma non potersi superar tutte, n tutti


osservare i precetti senza it sussidio della
grazia. 5. Ci ebbe di quelli che accorda
rono alP uomo la grazia solamente di su
perar alcune lievi tentazioni, ma non quel
la di resistere alle gagliarde e dosservare

chio, perch ogniqualvolta noi siamo ec


citati o spinti a peccare uno sperimento i precetti difciti. n
che fassi della nostra virt. il pregar che
La cosa ridicola, per primo, it distin
facciamo a Dio nelPorazion dominicale a guer queste due opinioni, perocch una
non cindurre in tentazione non un dir entra nelPaltra: i partigiani della prima
gli che non ci tenda alcun laccio per farci
cadere in peccato, giacch soggiugniam to
sto che ci liberi dal male; ma un chie
dergli di non mettere la acchezza no
stra a troppo gagliarde prove e di darci
la grazia necessaria per preservarci dal
male. Nessuno, dice s. Giacomo, i, 15, 14,

non sostennero mai che senza la grazia


P uomo potesse vincere qualche tenla
zion particolare gagliarda od osservare al
cun commandamento difcite. Era da no

tare eziandio che n gli uni n gli altri in

segnarono giammai che la resistenza a una


tentazione qualunque e Posservanza dal
quanif tenlato, dica che tenlato da cun precetto praticati: senza la grazia pos
Dio; imperocch Dio non tentatore di sano contribuire alla salute n meritare
5
BERGIEIL Vol. VI.

TE

TE

la grazia, nel che si discostarono dal pe


lagianesimo.
4. a Si potrebbe fare una lunga enu

al patimenti, alla crocltissttone. Volle egli


insegnarci non esser la tentazione per s

38

medesima una colpa; it tener fermo con

merazione degli scolastici che credettero tro di essa tornare a maggior vantaggio e
potersi fare unopera moralmente buona merito della virt. Volle rassecurare le
senza la grazia, con un semplice concorso anime timide e scrupotose, che si credon
di Dio che d it movimento e Pazione alle ree perch tentate e si smarriscono dico
creature. n Anche questa sentenza non raggio nel cammino della virt,emostrare
veggiamo in che differenzisi dalle due pre con che armi si faccia fronte al tentatore,
cedenti; giacch non fu mai opinione de colP orazione cio, col digiuno, col medi
gli scolastici che un azione moralmente tare la parola di Dio. Egli (G. C.) dovette,
buona, fatta in tal modo, possa giovare dice s. Paoto, essere tolalmente simile ai
fratelli, afnch pontece divenisse mi
alla salute.
5. u Ce nha di quelli che hanno as sericordioso e fedele presso Dio, afnch
serito la necessit della grazia, vuoi per espiassc i peccati del popolo. Imperoceh
vincere le tentazioni tutte quante, vuoi dalVaver egli patila ed essere slato len
per evitare it peccato, vuoi per fare it lato egli pu altresi porger soccorso a
bene. , La lealt voleva si aggiugnesse coloro che sono tenlati... Non abbiam
esser questa la sentenza pi commune e noi un pontece it quale non possa aver
pressoch universale tra teotogi cattolici. compassione delle nostre inferinila, ma
Chiaro impertantto tutte queste opi similmente tenlato in tutto, tolto il pec

nioni risolversi in due, cio Pultima, che cato. Aecostiamoci adunque con ducia
quasi generale, e Paltra, adottata da al al trono di grazia, afn di ottenere mi
cuni scolastici, i quali credettero poter
Puomo colle sole sue forze naturali e con
certo aiuto di Dio, che riguardano sicco
me naturale, schivare alcune lievi tenta
zioni, osservare alcuni precetti faciti della
legge naturale, far qualche opere moral
mente buone ma che non ponno contri

sericordia, e grazia trovare per oppor


tuno sovvenimento. Hebr. n, iv. l censori
delPEvangelio imaginarono che it demonio

trasportasse G. C. sulla sommit del tem


pio, quindi sur unalla montagna, Matth.

iv, s, e; ma it greco 7rapalapovai e it la

tino assumsil non signicano sempre tra,s


buire alla salute n meritare la grazia, e porlare, valgono frequentemente pren
cui pu lddio ci non ostante rimunerare der seco, condurre. Leggiamo, xm, 1, che
con qualche favor temporale. Opinione del G. C. prese con s (assumsil) tre de suoi
tutto indifferente alla dottrina del Tri discepoli e li condusse su d un monte;
dentino, e non pelagianesimo, che che ne xx, i7, fe to stesso co suoi dodici apo
dicano it Basnagio ed altri; ma opinione stoli (assumsil) per andare a Gerusalem
al tutto superua, perocch lddio agli in me. ll trasferirsi dalcuno a qualche luogo
fedeli ed agli uomini tutti largisce grazie non richiede gi che si faccia per aria.
per far it bene, come abbiam provato al
Aggiugnc Pevangelista che dalla vetta
Part. iNFEDELI. Questo e tanPaltri esempi dalto monte it demonio mostr a G. C.
ne chiariscono quanto poco sia da darsi tutti i regni del mondo e la gtoria toro,
iv, a; ma it mostrarti non gi porti ma
delle asserzioni de protestanti.
Non si mostr pi equo it Basnagio ver terialmente sotto gli occhi, bens indicarne
so i padri della Chiesa; perciocch vuol la postura, Pestensione, le dovizie, ec.,
che variassero su questa controversia ap al qual ellettto non bisogno di vedere
punto come i teotogi. Chi consulti it Pe tutta la supercie del gtobo. Chi avvis la
tavio, De incarnat., l. lx, c. 2 e 5, potr tentazione di Cristo nel deserto non esser
convincersi del contrario: Puniforme toro avvenuta realmente, ma soltanto in sogno
linguaggio dimostra chebber tutti le mede o visione, si pose in brutto impaccio; ch
sime idee del libero arbitrio e delle forze it racconto evangelico non ammette una
o, direm meglio, della acchezza di esso. si fatta spiegazione.
TENTAZIONE Dl G. C. lliove a scandato
TEOCATAGNOSTI. Cos furon denomi
gli increduli Paver it Salvatore permesso nati da s. Gio. damasceno certi eretici o
al demonio di tentartto: fu questo, dicono, piuttosto bestemiatori che biasimavano pa
un dare al nemico della salute un potere role o azioni di Dio e varie cose riferite
ingiurioso alla dignit di Figliuoto di Dio. I nella Scrittura. E voce greca da sg,Dio,
padri della Chiesa risposero come non era e xa-rayivdiaxsiv, giudicare, condannare.
punto pi sconvenevole al Redentor del
Alcuni autori ascrissero cotesti miscre
mondo Pesser tentato che it vestir le debo denti al secoto VIl: ma it citato santo, che

lezze delPumanit, soggettarsi alle ingiurie, it soto che ne abbia partato, non fa

TE

TE

cenno del tempo in cui si mostrarono. Ol

39

troppo distratti dalla cura delle cose po


litiche e da quella di amministrare essi
ma egli di frequente eretici degli uomini medesimi giustizia ai popoli, si disgrava
empii e perversi, quali se ne videro dogni rono di quesPultimo uicio sopra de ma
et e che non formarono mai setta.
gistrati. Vorremo noi credere che questi
TEOCRAZIA. Governo in cui Dio soto sien giunti a pigliar parte in tal guisa al
sovrano e legistatore.
Pautorit sovrana per ambizione, per via
Si volle da alcuni scrittori che, in ori dartizii, per impostura, seducendo e in
gine, tutte le nazioni che si volsero a ci gannando ipopoli ed i re? Ove consul
vitt sieno state sotto it governo teocra tar si voglia it buon senso e non la pas
tico; che appo gli Egizii, i Siri, i Caldei, sione, scorgerassi come la necessit, Pu
i Persiani, gli Indiani, i Giaponesi, i Gre tiie, it commodo, it publico interesse be
ci e i Romani siasi principiato con un tale ne o mate inteso fossero i motivi di qua
governo, perch presso quevarii popoli si tutte le instituzioni sociali. Ma a quella
i sacerdoti ebbero gran parte alPautorit; guisa che sarebbe partare abusivo it dir
ma a noi pare che questi scrittori non ab governo aristocratico quelto nel quale un
biano scorto la vera ragione di questo fe corpo di magistrati esercita una parte del
nomeno, e confuso insieme cose che an Pautorit del principe, abuso di termini
davan distinte.
pur sarebbe it credere teocratico qualun
ll regime paterno , a non dubitarne, que regime in cui i sacerdoti godono di
it pi antico: qual altra podest esser ci molto credito e potere negli affari.
potea quando le famiglie erano ancora iso
Pongasi adunque per principio, la vera
late ed erranti? Ed essendo it padre tut teocrazia essere quel governo nel quale ld
P insieme it ministro della religione, it sa dio d egli stesso immediatamente le leggi
cerdozio e la podest civite si trovarono civiti e politiche non meno che le religiose,
naturalmente riuniti. Altorch pi famiglie e degnasi aitresi reggere una nazione nel
si raccolsero in una citt o in un medesi caso in cui le leggi non abbian provedu
mo distretto e si collegarono tra toro per to. Giusta un tale concetto, non si pu ne
farsi pi forti, ebbero esse bisogno d un gare che it governo degli lsraeliti fosse
capo, e it poter di questo fu ordinato sul teocratico.
tipo di quelto che avean prima esercitato
Lo Spencero, De legib. Hebr. riluat.,
ipadri di famiglia: onde la podest civite l. i, dett una dissertazione per provartto;
e la religiosa continuarono ad esser nelle ma e sembra non aver posto mente alla
mani del medesimo capo. Tali ci vengono ragion principale, che la legistazione mo
gurati nelle Scritture Melchisedecco e saica cio veniva immediatamente da Dio,
e tetro, Anio da Virgitio, ei primi re ed esser andato oltre it segno nel para
da Diodoro di Sicitia. Il crescere d una gone che fece tra la condotta di Dio ri
nazione moitiplic le funzionidella dignit spetto agli lsraeliti e quella che suol te
regale e del sacerdozio, e si conobbe es nere un re verso i proprii sudditi.
ser necessario di separarte. Principale in
l. Osserva egli al tutto acconciamente
carico del re fu Pamministrare la giusti come lddio governasse gli Ebrei non so
zia civite e porsi alla testa degli eserciti, lamente colle sue leggi, ma con gli ora
quelto del sacerdote di presedere al di coii eziandio onde aprivasi al gran sa
vin culto. Ma perocch di consueto sce cerdote e coi giudici da lui medesimo sta
glievansi a sacerdoti gli uomini di mag bititi; doveasi aggiugnere e coi profeti
gior sapere e probit della nazione, di che, giusta la sua promessa, veniva duno
vennero essi i consiglieri dere ed ebber in altro tempo suscitando. Deut. xvm, s.
sempre gran parte nel governo. Per ima lddio detto re d Israele, ma n chia
ginar le ragioni di questi diversi stati di mato altresi padre, pastore, redentore,
cose, la stoltezza attribuirte alPambi salvatore; i quai titoli tutti saddicevano
zione e allimpostura de sacerdoti, alto egualmente a Dio: it perch tornava inu
studio toro di far intervenire da per tutto tite ii notare che la sua qualit di re ri
Pautorit divina: siccome i re non eserci spetto agli lsraeliti era stata formata e san
tavano alla prima le funzioni del culto re cita per via dun trattato solenne pel quale
ligioso in virt della toro podest civite, serano obligati a mantenersi obedienti e
cosi i sacerdoti non furono messi a parte fedeli a lui: quando non ci fosse stato
de civiti incarichi in qualit di ministri verun trattato, quel popoto non avrebbe
della religione, sibbene per un riguardo avuto meno obligo dessere obediente e
alla toro personale capacit.
sommesso: un tal trattato non era stato
ColPandar de secoli i re, trovandosi di per anco fermato altorch lddio gli in

treci nel suo Tratlato delle eresie chia

i
I

40

TE

TE

tim le sue leggi. N tampoco siam noi ci delto Spencero sulla teocrazia degli
davviso che lddio in questo abbia avuto
riguardo alPuso degli altri popoli i quali
tenevano tor dei siccome re e adoravano
quai numi i proprii re trapassati: nessuno
di cotesti pretesi iddii era stato legistatore
della nazione che tributavagli omaggi n
avea fatto per essa quel che lddio a pro

degli lsracliti. Le pazze fantasie degli ido


latri non erano un modelto a cui confor
marsi.
5." Facciam plauso alto Spencero altor

ch dice che un tal paterno reggimento


di Dio era mite, pacico, vantaggioso per
ogni rispetto agli Ebrei, e che ne varii
casi in cui si trovarono, segnatamente
nel deserto, sarebbe stata impossibit cosa
ad un uomo it governarti, perocch sol
per prodigio potevan sussistere. it per
ch vissero eglino in prospera condizione
sol nch stettero soggetti a quel governo
soprumano; ogniqualvolta mancarono di

fedelt a Dio ne pagarono it o con ila


gelli; e quando entr toro in capo di avere
un re come Paltre nazioni, ebber ben pre
sto cagion di pentirsene, e tal funesto can
- giamentto, osserva to Spencero, fu la sor
gente delle sciagure che incolser toro, anzi
della totale toro rovina. Non veggiamo
per su che fondamento egli avvisi che,
aitPelezione che si fece dun re, cessasse
per quel popoto it governo teocratico, pe

Ebrei, comech dia prova di dottrina e

d ingegno, non sopra tutti i punti giu


diziosa.

Un denostri moderni tittosoii, che part


di tutto a caso e pazzamente, skirgoment
di far vedere esser la teocrazia un tristo
governo, per avere gli Ebrei sotto un tal
regime commesso innite sceleraggini e
provato una serie presso che continua di
sventure. llia che strana maniera dinferire
la tristizia delle leggi dalPesser queste mal
osservate e dalla costante punizione de
violatori? lddio non avea nascosto agli
Ebrei le disgrazie onde sarebbero stati
certamente percossi tuttavolta che fos
sero infedeli a Dio. Mos le avea tor pre
dette con tutti i particolari, Deul. xxviu,
n5 el seqq., e le predizioni sue ebber pie
no effetto. A dimostrare che it governo
teocratico era per s vizioso, bisognava
far vedere che gli Ebrei fossero stati in
felici anche altora che obedivano alle pro
prio leggi; al che it nostro ragionatore ben

si guard dal provarsi. E perch gli co


stume del tosofo irreligioso to sragiona
re, termina costui la sua diatriba dicendo
che la teocrazia dovrebbe trovarsi daper
tutto, perocch ogni uomo,di qual che siasi

condizione, tenuto obedire alle leggi na

turali ed eterne da Dio impostegli: or si


fatte leggi eterne e naturali son le prime
rocch continu egli a seguire it codice che Dio aveva intimate agli Ebrei; tro
di leggi datogli da Dio. A nessuno desuoi vansi esse nel codice di Mos in capo a
re, ch pur molti nebbe di viziosi ed tutte Paltre, e Paltre tutte tendeano a pro
empii, si appone daver tentato abrogartto. cacciar Pesatta osservanza di quelle: non
lnfransero non di rado gli statuti religiosi, potea quindi un tal codice esser cattivo.
dandosi alPidolatria e trascinandovi i po V. Eunei.
poli, ma le leggi civiti e politiche si man
TEODORETO. Vescovo di Ciro nella
tennero in tutto it vigore, e si le une che provincia delPEufrate, nato in Antiochia,
gli altri furono rimessi in osservanza dopo secondo alcuni nel 58a, secondo altri nel
595, e morto nel 458. Fu un depi dotti
la schiavit babittonica.
ingegnoso, ma poco esatto paragone e famosi padri della Ctiiesa,che alla cogni
quelto delto Spencero che ravvisa nel ta zione delle lingue greca, ebraica e siriaca
bernacoto la reggia del monarca dlsraele, accoppiava ampia supellettite di sacra e
ne sacerdoti gli ufziali, ne sacrizii la profana erudizione e molta etoquenza.
mensa, nelP arca it trono, ec., ec. lddio
La stima e Pamicizia che legavantto a
non si rimase dal regger gli lsraeliti quan Nestorio feebe per lungo tempo ripu
do fu distrutto it tempio da Nabucodono gnasse a credertto colpevole deresia; av
sor e interrotti i sacrizii. Dice che sotto vis fosse di pi retto pensare che non
esso governo teocratico P idolatria dovea mostrasse in parole, ed esortolto pi vol
punirsi di morte, siccome delitto di lesa te a spiegarsi, ma senza frutto. Essendo
maest. llla, lasciando stare la legge po gli inoltre entrata certa animosit contro
sitiva, Pidolatria era un attentato contro s. Ciritto alessandrino, antagonista di Ne
la legge naturale: di quantaltro scelerag storio, parvegli intravedere nelle opere di
gini fosse sorgente, troppo noto; it per quel padre gli errori dtpollinare e quindi

ch meritava essa per s la pi grave pu

dett contro di lui scritti assai risentiti;

nizione. La violazione del sabbato era an


chessa punita colla morte, pur non era de
litto di lesa maest. La dissertazione per

ma, tolto poscia derrore, riconcitiossi col


santo e ne riconobbe per cattolica la dot

trina. Assalito egli pure dagli eutichiani

TE

TE

qual partigiano di Nestorio e chiamato al


concitio generale di Calcedonia ,- present
nella sessione vn, tenutasi it 2o ottobre
del 45i, una domanda che fossero esami
nati i suoi scritti e la sua fede: gli fu ri
sposto che bastava dicesse anatema a Ne
storio; it che avendo fatto, sinceramente
fuor di dubio,venne dichiarato ortodosso.
Ma gli scritti di Teodoreto contro s. Cl
ritto sussistevan tuttavia ,ed egli, in dettan
doli, nel primo cator della disputa non si
era sempre espresso con molta esattezza.
Il perch Pa. i555, quantunque-fosse morto
nella pace della Chiesa ed assolto dal con
citio di Calcedonia, furono quegli scritti
chiamati a rigoroso esame nel secondo con
citio di Costantinopoli e condannati in uno
con quelli dlba e di Teodoro mopsueste

essere state interpolate, e scontrarvist ab


hagli indegni dun uomo del sapere di
Teodoreto e fatti che non si concitian pun
to con ci che riferisce nella sua Storia
ecclesiastica. Ma questi critici avrebber
dovuto por mente che a un dotto laborio
sissimo e che scrivea molto pot accadere
di scordarsi nelle ultime sue opere cose
dette nelle prime e di correggere errori
sfuggitigli- senza darsi la briga di emen
darti negli scritti precedenti. Per giudi
carne con certezza, e si vorrebbe sapere
esattamente i tempi in che Teodoreto scris
se le diverse sue opere e anche aver quel
le che ci mancano; senza di che si pu
sempre andar errati colle congetture.

44

Ne Discorsi sulla previdenza d a ve

der questo padre una cognizione di sica


no; e son questi i cos detti tre capitoli. e storia naturale assai pi estesa che non
V. CosTANTINoPoLI.
sembrasse comportare it secoto a cui ap
Oltre la Storia ecclesiastica, che fa se parteneva. Dopo aver mostrato la sapien
guito a quella dEusebio, si hanno di lui za e le cure della providenza nelPordine
de Commenlarii sulla. sacra Scriltura, si della natura che della societ, fa ve
la Storia delle eresie, le Vile di trenla dere la stessa sapienza nelPordine della
solilarii, la Terapeutica in dodici discor grazia e porge la pi alla idea del bene
si,ordinati a sanare i prcgiudiziidepagani ticio della redenzione. La Terapeutica
contro it cristianesimo, dieci sermoni o uneccellente apotogia del cristianesimo ed
discorsi sulla providenza, alcuni diatogi una compiuta dimostrazione degli errori,
contro gli eutichiaui , poche lettere, ec. assurdi e disordini che regnavano nel pa
Tutte queste opere furono date in luce ganesimo: scorgesi in essi che Teodoreto
dal p. Sirmond a Parigi nel i642 in quat era appieno istruito desistemi tutti della
tro volumi in foglio. Il p. Garnier ne ag tosoa pagana, e pare mirasse a confu
giunse un quinto nel i684. it nuovo edi tare le calunnie e i sosmi delPimperador
tore nelle sue dissertazioni tratt con ec Giuliano.
cessiva severit Teodoreto, imputandogli
Nel render ragione di questo lavoro, it
errori dei quali agevole scolpartto. Glu Lardner, dopo aver tributato di ampie to
gne insino a sospettare, senza fondamento, di ai talenti e alPetoquenza delrautore, si
che Teodoreto abbia scritto la sua Storia dichiara scontento delPapotogia che fa, nel
delle eresie per avere it destro di gittar libro vm, del culto prestato ai martiri e
dubii sulla fede di s. Ciritto e degli orto Paccusa daver detto a pagani che lddio
dossi, facendo Papotogia della propria cre ebbe sostituiti i martiri alle toro divinit.
denza e di quella di Nestorio. Condannan La Scrittura, dice it Lardner, non cinse
dosi da Teodoreto, nel I. iv, c. i1, assolu gn mai un tal culto; i martiri de primi
tamente il nestorianismo, it p. Garnier so tempi della Chiesa mai non ambivano un
spetta altresi che quel capitoto sia unag si fatto onore, conciossiach abbian eglino
giunta daltra mano: ma gli questo un detestata ogni maniera didolatriu e dato
andar oltre ogni segno. I pp. Sirmond e it sangue piuttosto che tributar le proprie
Natale Alessandro, it Titlemont, Plttigio, adorazioni ad altri che a Dio e al suo
it Graveson ed altri critici si mostrarono Cristo.
pi giusti e giusticarono Teodoreto.
QuesPaccusa didolatria, tante volte da
Nella Biblioteca germanica, t. XLVIII, protestanti rifritta, abbiamo dimostrato in
trovasi una dissertazione del signor Bara giusta sotto Part. PAGANEsIMo. Qui diciam
tier,dotto prematuramente rapito da morte l." esser falso che Teodoreto dica che i
che non contava ancora venPanni. nella martiri sieno stati surrogati ai numi pa
quale prese a provare i Dialoghi contro ganeschi: dice anzi apertamente non es
gli eutichiani e le Vile de solilarii non sere i martiri n genii n dmoni, quali
esser lavoro di Teodoreto. il Lardner gli etnici reputavano tor dei; e fa vedere
davviso che i Dialoghi sullncarnazione in che diterisca it culto prestato dacri
sieno realmente supposti; quanto alle vite stiani ai martiri da quelto che tributavano
desolitarii, intitolate Filotemcrede possan i pagani a toro eroi. 2. a presumere

TE

TE

che Teodoreto, versatissimo nette Sacre


Carte e nella storia de primi tempi della
Chiesa, fosse in grado pel manco al pari
dun protestante del secoto XVIII di giu
dicare se un culto savesse a dire o no
idolatrico e fosse stato o no praticato n
da primordii del cristianesimo.
li Barbeiracio, Tratte de la morale des

amorevoli esortazioni delPamico, rinunzi

aver approvato it riuto che fece un ve


scovo di Persia di rifabricare un tempio
dedicato al fuoco, da lui arso, e averne
addotto per ragione che in quelPincontro
it riediticare un tempio al iuoco sarebbe
stato delitto eguale a quel dadorartto, co
me costumavasi da Persiani. Hist. eccles.,
l. v, c. se. Alla v. MARTIRE fu da noi gi
mostrato non aver Teodoreto riferito esat
tamente it fatto in discorso. LAssemani,
Biblioth. orient., t. ili, ha provato colla
testimonianza degli autori siriani come a
quel tempio non fosse stato altrimenti po
sto fuoco da quel vescovo, ma da un prete
del costui clero. Teodoreto, dopo aver dis
approvato quella dimostranza di falso ze

spinto di sovente quel suo zeto oltre i con


ni ed usato tatora della violenza contro
gli eterodossi.
Ma non seppe preservare s stesso dal
vizio che intendeva a reprimere in altrui.
imbevuto della dottrina di Diodoro di Tar
so suo maestro, la mise in sapore a Ne
storio e sparse i primi semi del pelagia
nesimo. Viene infatti accusato insegnasse
esser due Persone in G. C., tra la Persona
divina e Pumana trovarsi solamente unu
nione morale; asserisse to Spirito Santo
proceder dal Padre e non dal Figliuoto;
negasse, come Pelagio, la trasfusione e le
conseguenze dei peccato dorigine in tutti
gli uomini. il dotto litigio. Dissert. vii,

42

di bel nuovo alla vita secolaresca, venne


poscia promosso al sacerdozio in Antio
chia e per ultimo al vescovado di lliop

suestia nella Citicia. Non gli si pu ne


gare assai ingegno, grauderudizione e ze
to operoso se altro mai contro gli eretici;

ch scrisse contro gli ariani, gli apolli


pres, c. i7, S a, condanna Teodoreto per naristi e gli eunomiani: vuolsianco abbia

to, pot perci approvare la negativa dei S i5, dimostr come it pelagianesimo di
vescovo: l." perch era ingiusta cosa it Teodoro mopsuesteno sia manifesto, spe
fartto mallevadore deitPazione dun altro; cialmente nelPopera che dett contro un
2. perch i cristiani avrebber potuto ri certo Aram od Aramus, e che sotto un
manere scandalizati veggendoto rifar un tal nome, che signica siro, volesse in
tempio distrutto non per colpa sua, e dicar s. Girolamo, per aver questo padre

perch i nemici del cristianesimo ne avreb passato it pi di sua vita nella Palestina
ber menato trionfo. Una circostanza di pi e scritto tre diatogi contro Pelagio. Inol
o di meno basta a mutare onninamente la
natura dun fatto. A torto perci it Bayie
e la ciurma de miscredenti fecero tanto
scalpore su questo per far vedere a che
eccessi giugner soglia to zeto di religione
e per provare che i cristiani furono non
di rado gente sediziosa, degna di castigo,
e che i padri della Chiesa diedero talvol
ta di cattive lezioni di morale. Gli que

sto quasi Punico esempio di falso zeto che


sia tor venuto fatto di allegare in tutta
Pantichit ecclesiastica.

TEODORO Di MOPSUESTIA. Scrittor fa


moso vissuto sul nire del secoto IV della
Chiesa e al cominciare del V. Da giovine

tre PAssemani, Biblioth. orient., t. IV,

c. 7, S a, appone a Teodoro daver ne


gata Paternit delle pene delP inferno ,
espuntto dal canone parecchi Libri Sacri
e dettato un nuovo simboto e una litur
gia di cui inestoriani si servono tuttora.
lmpugn Teodoro la penna contro Ori
gene e contro tutti cotoro che, come que
sti, spiegavano ia Scrittura santa in senso
allegorico. Ebediesu nel suo Calalogo de
gli scriltori nestoriani gli attribuisce
unopera in cinque libri Contra. allego
ricos. Ne suoi Commenlarii sulla. Scril
tura, da lui spiegata, dicesi, per intero,
sattenne costantemente al soto senso let

era stato condiscepoto ed amico di s. Gio. terale. Su ci ebbe di molte todi dal illo
Crisostomo e avea come lui abbracciata semio, Hist. eccles., sec. V, part. u, c. 5,
la vita monastica. Venutagli a uggia alcun S 5 e s, it quale d altretanto biasimo ai
tempo appresso, ripigli la cura degli af padri della Chiesa che si comportarono
fari del secoto e divis di accasarsi. il Cri diversamente. V. LLEGoRIA. Ma se della
sostomo, afitto di tale volubitit, gli scris bont dun metodo dee farsi giudizio dal
se due lettere commoventissime a lin di Pesito, quelto di Teodoro e degli imitatori
ricondurtto alla vita primiera. Son esse in suoi non fu sempre felice, perocch non
titolate Ad Theodorum lapsum e trovansi gli tolse di cadere in errori. Diede una
in principio del primo tomo delle opere del spiegazione del Cantico decantici al tutto

santo dottore. Non riuscirono infruttuose; profana, la quale scandaliz non poco i
ch Teodoro, arrendendosi alle calde ed suoi contemporanei; e interpretando i pro

TE

TE

43

feti, torse it senso di parecchi testi che n geto, colui che avr bestemmiato contro
daltora erano stati applicati a G. C. e fa il gliuolo delfuolno otterr perdono;

voreggi P incredulit degli Ebrei. Tra i os, di pi, aggiugnere che avea rinegato
moderni fu mossa la stessa accusa al Gro
zio , e i sociniani in generale pur troppo
se la meritarono. ll dottor Lardner, che
diede una lista piuttosto lunga delle opere
di Teodoro mopsuesteno, ne riferisce un

Ii

un uomo e non un Dio, che in G. C. non


era al disopra degli altri mortali che una
nascita miracotosinpi copiosi doni di gra

zie e virt pi perfette. Teodoto fu con


dannato e scommunicato da papa Vittore,

brano cavato dal costui Commenlario sul che, giusta i cronotogisti, tenne la sede ro
vangelo di s. Giovanni, brano non punto
favorevole alla divinit di G. C.: onde i
nesttoriani ammettevano questo domma sol
tanto in un senso al tutto improprio. V.NE
srom/misuo.

mana dal i8s al 197.


Circa to stesso tempo anche un certo
Artemao Artemone dissemin in ltoma una
simite dottrina e trov pur discepoli, che
furon detti artemonili. Diceva che G. C.
Sciocchissima nzione la importante solamente al suo nascere avea ricevuta la
quella de protestanti, di dubitare se Teo divinit. Per divinit, come scorgesi, in
doro abbia veracemente insegnato Perror tendeva costui qualit divine, e a parer
di Nestorio, se non sia stato calunniato suo non poteva G. C. esser appellato Dio
dagli allegoristi, contro i quali avea scrit che in senso improprio. difcite it sa
to. Non occorre altra prova della eresia pere con precisione in che concordasse o
di Teodoro che la riverenza serbata per I discordasse la dottrina di questi due ere
la memoria di lui damestoriani; i quali tici, non additandoceto con sufciente chia
Phanno per un de tor principali dottori, rezza gli antichi. Egli solamente proba
Ponorano qual santo, ne tengono in altis bite che i partigiani dentrambi si unis
simo concetto gli scritti, ne celebrano la sero e formassero una setta sola che non
liturgia. Vero che questo vescovo mori fu gran fatto numerosa n dur a lungo.
Infatti un autore antico, credesi fosse
nella communion della Chiesa senza es
sere stato colpito da veruna censura, ma Caio prete di Roma, it quale avea scritto
it concitio costantinopolitano, nel 555, con contro Artemone e di cui Eusebio riferi le
dann Popere di lui siccome infette di ne parole, Htst. ecclcs., l. v, c. 27, sembra
storianismo.
confondere in uno i teodoziani e gli ar
Le pi di esse andarono perdute e ne temoniti, giacch fa toro le stesse accuse.
rimangono soltanto de frammenti in Gro Asseriscono, dicegli, questi setiarii la dot
zio e altrove; ma si crede che buona par trina toro non esser nuova, ma insegnata
te de suoi commentarii sulla Scrittura si dagli apostoli e stata seguita nella Chiesa
trovino tuttora fra le mani denestoriani. insino al ponticato di Vittore e di Ze
Aggiugnesi che it suo Commenlario sui rino suo successore, a quel tempo per es
dodici profeti minori si conserva nella sersi alterala la verit: se non che vengon
biblioteca imperiale, e monsignor duca costoro confutati non pur colle Sacre Carte
d0rtans, morto a S. Genovefa nel i752, alla mano ma con gli scritti ben anco de
dimostr in una dotta dissertazione che it nostri fratelli che vissero prima di Vitto
commentario sui salmi it quale nella Ca re, con gli inni e i cantici de primi fe
tena del p. Cordier porta it nome di Teo deli, che attribuiscono a G. C. la divinit,
doro dK-lntiochia lavoro di Teodoro mop nalmente colla condanna da Vittore con
suesteno.
tro Teodoto fulminata. Lo stesso autore
TEODOZIANI. Seguaci di Teodoto di Bi appon toro che non solamente pervertis
sanzio, sopranomato dal suo mestiere cuo sero it senso delle Scritture con togiche
iaio o conciapelli, eretico che fe partito sottigliezze ma ne guastassero eziandio it
sul nire del ll secoto. Gli scrittori eccle testo (e prova Passerzion sua merc it
siastici che ne partarono saccordano nel confronto delle copie toro con gli esem
riferire che, durante la persecuzione patita plari ad essi anteriori e la diversit di tor
da cristiani sotto M. Aurelio, Teodoto, ar pretese correzioni) e rigettassero altresi
restato con altri assai,non ebbe it coraggio la legge e i profeti sotto pretesto che ba

d incontrare it martirio e rineg G. C. per stava toro la grazia delPEvangelio.


sottrarsi al supplizio. Savvis egli di fug

Se fosse certo che gli estratti di Teo


doto che trovansi in calce alle opere di
vandosi a Roma, ma vi fu riconosciuto Clemente alessandrino sien lavoro di Teo
e avuto in odio da cristiani quanto nella doto it cuoiaio, bisognerebbe addossargli
sua patria. A n di palliare la vite sua altri errori: ma vi ebbe un altro Teodoto
prevaricazione, disse che, secondo it Van sopranominato it cambiatore o banchie

gir la vergogna per tal fatto incorsa, sal

TE

TE

re, discepoto delP antecedente e che fu


capo della setta de melchisedechiani; e
se ne conosce un terzo delto stesso nome,
chera discepoto di Valentino. Ora, P au
tore di quegli estratti insegna che it Fi
gliuoto di Dio, gli angeli,le anime umane e
i demonii sono esseri corporei, che tra gli
angeli vha differenza di sesso, che G. C.
avea mestieri desser redento e ci ot
tenne altorch, dopo battezzato, scese so

mente apparizione o manifeslazione di


Dio. V. EPIFANIA.
Correva tra pagani la persuasione che
i toro iddii si mostrassero o in sogno o
nel celebrarsi i misteri; e questo favore
appellavano teopsia o vista degli dei.
Vebbe de dotti i quali credettero che i
Greci e gli Egizii ammettessero teofanie
in altro senso; che un detoro dei mag
giori, Giove p. e., si fosse in tal qual mo
do incarnato in uu re di Creta, che assun
se quel nome, volle averne tutti gli onori
e dalla credulit de popoli li consegu.
Per via di s fatta superstizione si con
eitiano senza difcolt le azioni di Giove
re di Creta con quelle di Giove dio. Su
questo argomento trovansi due dotte me
morie nella raccolta delPAcad. des in
script., t. LXVI, in t2.". Se tale opinione
abbia o no buon fondamento, non da noi
it giudicare, essendo questione estranea

44

pra lui una cotomba; che lddio Padre avea


patito in G. C. ed aveva due anime, ma
teriale Puna, Paltra spirituale e divina, la
quale separossi da lui prima chei patisse;
che le cose di questo mondo ed anche le
azioni umane son determinate dal corso
degli astri, ec. Sogni tutti che sembran
consonare agli errori de valentiniani me
glio che non a quelli de seguaci di Teo
doto.
Che che ne sia, su queste antiche ere
sie si ponno fare dimportanti considera
zioni. l." Teodoto, tratto dal proprio si
stema ad avvitir G. C., ammetteva non
dimeno la nascita miracotosae Palla san

affatto alla teotogia. Ne sorge per in ani

mentale del cristianesimo; ove ci non


fosse, Papostasia non sarebbe stata consi

mo la tema non, contro Pintendimento


delPautore, gli increduli ne traggano appi
glio per dire uulPaltro esser P incarnazio
ne del Figliuoto di Dio che unantica fan
tasia degli etnici. Daltra banda, se i paga
ni ebber creduto realmente alle teofanie,
fu questa per avventura una delle ragioni
per le quali lddio sastenne dal rivelare
formalmente e in chiara guisa agli antichi
Ebrei it mistero della futura incarnazione.

derata per delitto si enorme. 5. Si teneva

TEOFILO (S.) Un de pi dotti padri del

tit di lui; onde teneva per irrefragabite


la narrazione de vangelisti. 2. Ne siegue

che nel secoto ll la divinit di G. C. era


un domma universalmente creduto nella

Chiesa e riguardato quale articoto fonda

per certo che un tal domma fosse chiara


mente insegnato nella Scrittura, nelle pro
fezie ancora: davasi perci altora a queste
il medesimo signicato che da noi; peroe
ch, a n di sostenere i proprii errori,i teo
doziani eran costretti alterar Puna e ripu
diar le altre. 4. Si andava persuaso, come
attualmente, che s. Giustino, Taziano, Mit
ziade, s. Ireneo, Clemente dAlessandria,
Melitone,ec., avessero professata formal

secoto ll. Tenne la sede episcopale dAn


tiochia dalPa. i8a no alla morte sua, av
venuta verso it i8o. Non altro ci rimane
di lui che i Tre libri ad Autolico,i quali
contengono unapotogia della religion cri
stiana e una eonfutazione del paganesimo.
In essi Pautore si giova assai de poeti e
defittoso pagani e mette in chiaro la stol
tezza di tor dottrina e la verit, sapienza
e santit di quella delPEvaugelio. Trovasi
mente la divinit di G. C.; posciach con quesPopera nelPedizion maurina in se
tro chi negavala adducevasi la toro testi guito a quelle di s. Giustino. Altri scritti
monianza: oseran forse i sociniani asse parecchi aveva dettato s. Teofitto, de quali
rire Popposto? 6. Chi confutava gli ere non ci restano che pochi frammenti, e si
tici, non si stava pago a citar toro la sola ha ragione di lamentarne la perdita. Egli
Scrittura, ma allegava eziandio la tradi fu it primo a servirsi del vocaboto Tri
zione, la dottrina de padri, i cantici della nil per indicare le tre Persone divine.
Chiesa, la predicazion publica e generale, A torto gli si appose d aver adoperate
come fassi tuttavia da noi. Pensino gli ete espressioni favorevoli alParianesimo: it
rodossi quali conseguenze abbiam noi ra Bulto, it Nourry , it Marand editore di
gione di trarre contro di toro ila tutti que s. Giustino ed altri han fatto vedere che
sti fatti. V. Tillemont, t. lll ; Pluquet, Dici. la dottrina sua ortodossa se altra mai.
des hra, ec.
V. Titlem., t. lll, Ceitlier, t. ll, Vies dcs
TEODOZlONE. V. SETTANTA, Veusions. pres, etc., t. Xl.

TEOFAN IA. Cosi fu chiamata anticamen

TEOLOGALI (VIRTW). Quelle che haii

le PEpifania o festa dei re; la dissero an


che Teopsia: i qual nomi signicano egual

per oggetto lddio e per motivo alcuna delle

perfezioni di lui. La fede , mediante la

TE

TE

quale crediamo a Dio colle sue parole, per


esser lui la stessa verit, incapace d in
gaunarsi o dindur noi in errore; la spe
ranza, per la quale condiamo nelle sue
promesse siccome quegli ch fedele ad
attenerte; la carit, colla quale amiamo ld
dio a cagione della sua bont innita, son

feti, itlustrati dalla accola della rivela


zione, furono di lunga migliori teotogi che
tutti i saggi e toso del paganesimo.
Avendo noi a discorrere unicamente
della teotogia cristiana , intendiam sotto
questo nome la scienza o cognizione di Dio
e delle cose divine dalaci da G. C. , da
suoi apostoli, dai profeti e dagli altri per
sonaggi da Dio incaricati della nostra istru
zione. E dessa quindi una scienza che
avendo per sua base verit rivelate, ne trae
delle conclusioni intorno a Dio, alla na
tura, agli attributi, voleri e disegni di lui,
a tutto ci che a Dio si riferisce. Donde
consguita che la teotogia accoppia nel suo
andamento Puso della ragione alla certez
za della rivelazione e fondasi in parte sui
lumi della fede, in parte su quelli della
natura e della tosoa.

le tre virt teotogali. A suo luogo abbiam


fatto parola di ciascuna in particolare. Del

le virt teotogali nessuna idea ebbero i


pagani, siccome quelle che presuppongono
la rivelazione e una cognizione sovrana

turale degli attributi di Dio. V. VIRT.


Di molta precisione mestieri per ca

45

pire che la religione una virt morale


e non teotogale. Stando Patto essenziale
della religione nelPadorazione interiore,
che ha per oggetto lddio e la suprema sua
grandezza per motivo,sembra a tutta pri
ma non passar differenza veruna tra que
Vebbe de critici di si poco senno da
sta virt e le altre amidette. Ma dalbiasimare questo mescolamento. ln ma
por mente che la religione pu essere una teria di religione, dicon costoro, star do
virt naturale, comech imperfettissima vrebbesi precisamente alle verit rivelate,
e sempre abusiva ove non abbia per ac quali ci vengono palesate nella parola di
cola e guida la rivelazioneaddove la fede, Dio; it voler ragionarne apre una fonte
la speranza e la carit suppongono di ne inesauribite di falsi sistemi, contese e dis
cessit una eognizion sopranatnrale diDio. cordie. Questa smania de teotogi non val
TEOLOGIA. La scienzache tratta di Dio se ad altro che a disgurare la dottrina di
e delle cose divine; quindi la pi neces G. C. e degli apostoli, a far nascere sci
smi ed eresie, a mettere in guerra tutte
saria tra tutte le cognizioni.
Si suol dividerte in teotogia naturale e le sette cristiane, cc.
sopranaturale: e intendesi per la prima
Bellissimo progetto speculativamente
la cognizione della Divinit quale conse to stare alla pura parola di Dio; it punto

guir si pu col soli lumi della ragione. che sia possibite.

Tal distinzione sembra aver suo fonda


l. l tittoso pagani assalirono it cristia
mento sulle parole di s. Paoto, Rom. i, nesimo n da suoi primordii: bastava egli
2o, al: Le invisibili cose di lui, dopo forse Popporre it testo de Libri Santi ad
crealo il mondo, per le cose falle com avversariiche non li riconoscevan punto
prendendosi, si veggono; anche la eter per divini, che la dottrina dessi libri di
na potenza e il divino essere di lui: on cevano opposta al commun senso e ai pi
dc siano inescusabili (gli uomini), per puri lumi della ragione? 0 doveasi lasciar
ch avendo conosciuto Dio, no l glori li dommatizzar liberamente, sedurre i fe
ftcarono came Dio. Cl avverte per it me deli, distruggere inne it cristianesimo ,
desimo apostoto, l Cor. n, u, che come ovver correva obligo di dimostrar loro
tra gli uomini non altri conosce le cose che la dottrina de medesimi libri era pi
delfuomo fuorch lo spirilo delPuomo ragionevole che non la toro: era perci
c/V in lui, cosi mire le cose di Dio niuna forza assolutamente usare contro di essi
le conosce fuor che to spirilo di Dio. Per del raziocinio e della tosoa. Che gli apo
lo spirilo di Dio intende di fermo s. Paoto stoli , i quali provavano la verit di tor
la luce sopranaturale acquistata per via di predicazione per via di miracoli, non ab
rivelazione. Colche ne fa comprendere che bisognassero d altri argomenti, ben si
la cognizione di Dio e de disegni suoi ve comprende; ma lddio non avea gi pro
gnente dai soli lumi naturali sempre al messa la stessa aita a tor successori: per
sommo circoscritta e difettosa. Della qual ci furon questi costretti a battere i to
verit siamo convinti dai gravi errori in so colle toro stesse armi, it che fu fatto
che caddero circa questamateria gli et da nostri antichi apotogisti.
2." l primi eretici tennero la stessa
nici toso, che pur erano le migliori le
ste delPantichit. it perch da primi dot via defittoso: tutti cotoro che presero it
tori cristiani fu asserito contro i pagani nome di gnostici impugnavano i nostri
che gli scrittori ebrei, segnatamente i pro misteri con tosoci argomenti; dichiara
Benoisn. Vol. VI.

46

TE

TE

vano di saperne pi degli apostoli e di dentemente scorta tra la rivelazione e la


tutti gli scrittori sacri. E bisognava im conseguente conclusion teotogica it mo
pertanto provare per mezzo di raziocinii tivo che ne fa accogliere quesUultima. Di
Passurdit de tor principii, la tor dottri qui facite inferire l. una verit di fede
na contradittoria, Popposizion di toro sen esser pi certa che non sia una con
tenze a quelle demigli0ri toso, e far ve clusion teotogica; conciossiach la prima
dere aver questi insegnato di molte verit abbia per fondamento la rivelazione im
confermate dalla rivelazione. lmarcioniti mediata di Dio e Piufallibitit della Chiesa
e i manichei ammettevano due principii, che cc Pattesta, dove la seconda reggesi
Puno del bene, Paltro del male; rigetta sur un legame conosciuto per via del lu
vano Pantico Testamentoe la storia della me naturale, it quale non infallibite al
creazione: nulla perci giovava Paddurta pari della veracit di Dio e del testimonio
contro toro; confutar non si poteano se della Chiesa.
non se per argomenti dimostranti Punit
s. Le conclusioni teotogiche aver cer
di Dio e la sapienza del Creatore.
tezza maggiore che quelle delPaltre scien
s." Lo stesso accadde in tutti i secoli, ze in generale, per esser queste di spesso
e noi ci troviamo al presente nelto stesso fondate su semplici congetture e non ave
stessissimo caso de dottori cristiani de re la connession toro coi primi principii
primi due secoli. Non solamente gli incre tanta evidenza quanta la connessione delle
duli vengon ripetendo tutte le obiezioni conclusioni teotogiche colta immediata ri
degli antichi eretici e sostengono che la velazione di Dio.
dottrina de nostri Libri Santi combatte di
s." Per asserzione di non pochi antichi
fronte i lumi della ragione, ma i prote teotogi,queste medesime conclusioni esser
stanti impugnano it mistero della Eucari pi certe che i primi principii delle n0
stia con argomenti tratti dalla tosoa; i stre cognizioni, perch questi non sono
sociniant, sulPesempio degli ariani, gio intfallibiti al par della rivelazione di Dio.
vansi delle stesse armi per far contro al Il pi de moderni per son di contrario
domma della Trinit e agli altri misteri avviso: e recano per prima ragione che
tutti quanti. Se tor si contraponga it testo noi ci arrendiamo con egual prontezza e
delle Scritture, ne eludono con arbitrarie fermezza ai seguenti assiomi: a il tutto
interpretazioni qualunque itlazione. l del maggiore della parte; due cose eguali a
sti negano ammettere qual si sia rivela una terza sono eguali fra toro, ec. n che
zione. Come mandar vinti tutti questi mis a questo: u lddio la stessa verit. n
credenti senza ragionare con essi e mi Dicono, per secondo, che lddio autore
schiar la tosoa alla teotogia? Queglino egualmente della ragione e della rivela
stessi che condannano questo metodo son zione, e che quella ci necessaria per
costretti a giovarsene.
conoscere le verit naturali quanto Paltra
Diranno per avventura chesso, per dir per la cognizione delle sopranaturali. Per
vero, assolutamente necessario, ma che terzo, che la ragione quella che ciscorge
dee esser contenuto entro giusti conni : alla fede: noi crediamo fermamente le ve
nol neghiam punto; riman soto a sapere rit rivelate perch la ragion ne insegna
chi porr cotali giusti connioltre cui non che lddio non pu n errare egli stesso
a lecito andare. V. FILosoFIA e Msrsrisi n trar noi nelP errore altorch si degna
ca. Questionasi communemente fra teo favellarci; noi siam fatti certi chegli ne
togi a qual grado di certezza giungano le ha partato dai motivi di credibititonde ha
conclusioni teologiche. Vengono cosi ap rivestito la sua parola ossia la rivelazio
pellate le conseguenze evidentemente de ne, e spetta pure alla ragione ponderar il
dotte da due premesse entrambe rivelate vatore di tali motivi. Dunque , dicono,
o Puna rivelata e Paltra chiaramente co impossibite che it giudizio pel quale noi
nosciuta per via del lume naturale; e di vi assentiamo sia pi infallibite di quelto
mandasi l. se s fatte conclusioni sien pel quale ci rimettiamo ai primi principii
certe quanto le proposizioni di fede; 2.se del raziocinio. Holden, De resolut. dei,
avanzino o no in certezza le conclusioni l. i, c. 5.
delPaltre scienze; 5! se in certezza pa
Le verit che la teotogia propensi de
reggino i principii di geometria, di toso saminare essendo tutte 0 speculative 0v
ver pratiche, dividesi ella per questo ri
a, ec.
Si ammette generalmente la rivelazio spetto in teotogia speculativa e in teolo
ne immediata di Dio proposta dalla Chiesa gia morale. Oggetto della prima la spo
essere it motivo che ne induce a credere sizione e la dimostrazione de dommi da
alle verit della fede, e la connessione evi credersi, e la difesa toro contro chi li im

TE

TE

pugni. Tra questi dommi gli antichi pa


dri greci appellavano specialmente teo
togia quelli che riguardano Dio in s stes
so, la natura sua, i suoi attributi; onde
alPevangetista s. Giovanni davano it nome
di teologo per eccellenza, siccome quegli
che avea insegnata la divinit del Verbo
pi chiaramente che non gli altri apostoli
e da questa prese le mosse del suo van
geto. Per la stessa ragione s. Gregorio na
zianzeno fu detto egli pure it teotogo per

dizione, non pretermisero di far uso den


trambe e si giovarono delle umane lettere
e delle scienze profaue a difesa delle nostre

47

sante verit.

Al presente i nemici della chiesa cat


tolica non si mostrau meno periti atravi
sar la dottrina de padri che a torcere it
senso della Scrittura: onde che i teotogi
si veggon costretti a riutracciar egualmen
te in queste due sorgenti la vera intelli
genza dedommi rivelati. Dopo diciotto
aver difeso gagliardamente la divinit del secoli di battaglie contro avversarii d0
Verbo contro gli ariani. in questo sensoi gni maniera, deesi comprendere quanto
Greci distinguevano la teotogia da quella immensamente estesa sia la carriera che
che chiamarono economia, cio la parte forza percorrere a quelli che si dedicano
della cristiana dottrina che tratta del mi alto studio della teotogia.
l documenti della rivelazione sono scrit
stero delP incarnazione, della redenzione
ti in due lingue, P una delle quali cess
del mondo, ec., ec.
La teotogia morale o pratica quella desser viva gi da oltrc duemita cinque
che si occupa in determinare i doveri im cento anni, Paltra non fu mai generale nelle
postici da Dio e in mostrare it vero senso nostre contrade. ln tutte le controversie gli
deprecetti delPEvangelio,tratta delle vir eterodossi, posti sovente in impaecio dalle
t e de vizii, addita quel che giusto o versioni, appellano agli originali, e noi
ingiusto, lecito o vietato, ammaestra i fe ci troviamo obligati a consultarti; n ci
deli intorno gli oblighi devarii toro stati, lagneremmo se stesser contenti ad esigere
ufcii o condizioni. l teotogi morali ap cotesta precauzione. Ma altorch, per tor
pellansi anche casisti. V. questa v.
cere ad altro senso un passo ed eluderne
Alcuni nemici della religione non ver le conseguenze, ricorrono a sottigliezze di
gognarono datiermare aver la teotogia grammatica e di critica, a caugiamenti di
snaturate le scienze e ritardatone i pro punteggiatura, alle varianti de manoscrit
gressi. Agli art. LETTERE e SCiENlE UMANE ti,alPambiguit duna voce greca od ebrai
ca, alla differenza delle antiche versio
abbiam fatto vedere it contrario.
Riguardo alla maniera di trattaria, dis ni, ec., dan prova pur troppo di non vo
tinguesi la teotogia in posiliva, scolastica ter mai mostrarsi convinti: sarebbe per
e mistica. Gli bene it dir di ciascuna in vergogna ad un teotogo it non esser adde
strato a difendere la verit quanto son essi
particolare.

Teologia posiliva. E it metodo di pro a patrocinar Perrore.


Da circa un secoto un nuovo genere di
vare la verit della religione per via della
Scrittura sacra e della tradizione: sup lavoro ci si apprestato. Per impugnare
pone quindi si conosca la maniera onde la verit della storia sacra, gli increduli
idommi rivelati vennero impugnati dagli sono andati frugando negli annali di ogni
eretici e difesi dai padri della Chiesa; n popoto e negli scritti di tutti gli autori
si pu possederta perfettamente senza es profani: fu quindi duopo vericare tutte
ser versato nella storia ecclesiastica, aver coteste autorit, pouderarne it vatore, pa
qualche idea delle varie eresie che man ragonarte a quelle degli scrittori sacri; e
mano insorsero, essersi fatti famigliari gli cotoro che se nc preser la briga vi trova
scritti de padri. Posciach la dottrina cri rono spesso vantaggi che punto non sa
stiana dottrina rivelata da Dio, la teoto spettavano. A n di gettare a terra la cro
gia non scienza inventata, ma di tradi notogia della Scrittura, si ebbe ricorso ai
zione: onde la sola vera teotogia la po calcoli astronomici; ma questo nuovo ten
sitiva. Cosi la trattarono i padri, nostri tativo non riusc agli increduli meglio del
maestri dopo gli scrittori sacri. Non si ri precedente. Si tent di giustilicare tutte le
strinsero eglino a provare colla Scrittura false religioni a spese della nostra: con
sacra i dommi combattuti, ma it vero sen ingiurioso paragone ci si contraposero i
so di quella fondarono sul modo ond era libri de Cinesi, it Zend-Avesta di Zoroa
stata intesa nella Chiesa dal tempo degli stro, i Schasters degli indiani, it Corano

apostoli insino a toro e spiegata dagli apo di Maometto: it perch i difensori del cri
stoli toro antecessori. Perch poi la pi stianesimo furono obligati entrare in tutte
parte di que santi uomini erau commen

devoli per etoquenza del pari che per eru

queste discussioni, n nora pare sieno


rimasti al di sotto nella prova.

TE

TE

Al presente si chiama in aiuto la sica,


la storia naturale , la cosmograa: dopo
avere interrogati i cieli, si discende nelle
viscere della terra, nel fondo de mari, ne
crateri dei vulcani per rinvenirvi prove

stando alle sue dissertazioni, e bisognereb


be che un teotogo fosse un angeto esente
da qualunque umano difetto. Se di si fatti
nebbe mai fra luterani, del che ci pi
che lecito dubitare, non dovean somigliar
molto a fondatori della riforma. Non una
volta sola fu costretto it Mosemio di con
venire degli eccessi in cui diedero, e i
difetti da lui additati pur troppo giusta
mente si debbon toro apporre. Sembra
egli non per altro aver composto it suo
discorso sulPobligo dimitar G. C., unico
perfetto teotogo, se non per provare che
non shan punto a imitare i padri. G. C.
per fermo non gli porse n tul lezione n
tale esempio: onde non mostra che la pre
ghiera colla quale gli chiede la grazia di
lnitartto sia stata esaudita.

48

delPantichit del mondo e della falsit


della cosmograa deLibri Santi. Sin\en
tarono in quesPargomento sistemi e con
getture dogni fatta: per buona ventura

sici dotati di pi senno c valentia che


non gli increduli gittarono a terra tutti
colesti frivoti editizii e iccer vedere che
tinora it racconto degli scrittori sacri sta
tuttavia inconcusso. Per tal modo, la per
tinacia degli increduli fece s, che nessuna
scienza oramai rimane estrania ai teotogi,
i quali, senzobligo di gratitudine, ebbero

da toro avversarii medesimi arme per

Non ella disdicevol cosa e ridicola il


Da che la teotogia andata si oltre, pu predicare a teotogi la mansuetudine, la

mandarti scontti.

esser lecito it proporre, senza pretensio


ne, un piano per avventura pi acconcio e
pi regolare di quelto nora seguito, per
formare un corso compiuto di teotogia. Es
sendo Punico oggetto di questa scienza ld
dio e gli attributi, i disegni e le operazioni
sue nelPordine della natura e della grazia,
sarebbe a desiderare che it nome di Dio si
trovasse in capo a tutti i trattati teotogici.

moderazione , la pazienza , la pacatezza


nel disputare mentre si cerca di attizzarne
P indignazione con impostare, calunnie,
atroci sarcasmi? Ci fanno quotidianamen
te i protestanti, seguiti retigiosamente da
gli increduli.
Teologia scolastica. Metodo dinsegnar

la teotogia o di trattar le materie di reti


gione introdottosi nella Chiesa correndo i

Onde tratterebbesi l." di Dio in s stesso secoli Xl e Xll. Consisteva esso l. nel ri
e de suoi attributi, sia assoluti, sia rela

durre in un sol corpo Pintera teotogia, nel

tivi; 2. di Dio creatore e conservatore, distribuir per ordine le questioni dimodo


quindi delle sue diverse opere; 5. di Dio che Puna potesse contribuire a schiarir
legistatore, rimuneratore e vendicatore Paltra, nel far cosi del tutto un sistema
delle varie sue leggi, vuoi naturali, vuoi connesso, ordinato e compiuto; 2." nelPos
positive; 4." di Dio redentore e salvato servar ragionando le regole della togica ,
re, nel qual titoto si comprenderebbe la giovarsi delle idee della metasica e con
missione di G. C., i divini contrasegni di citiar per tal guisa, quanP possibite, la
essa e Peconomia generale del cristiane fede colta ragione e la religione colla to
simo; 5." di Dio santiticatore e dei mezzi sotia. Fin qui cotesta maniera di proce
usati dalla bont sua nel compiere questa dere non ha niente di riprensibite, n si
grandopera; 6." di Dio ne ultimo di tutte pu dire che nel secoto XI tali due me
le cose. Pare a noi si potrebbero agevol todi tossero assolutamente nuovi.
mente ridurre sotto questi varii titoli tutti
Infatti, nel secoto VIl,stando a quel che
gli oggetti di cui i teotogi sogliouo occu dice it Mosemio, Tayo di Saragozza ave
va tentato di ridurre la teotogia in un sol
parsi.
in una raccolta di dissertazioni teoto corpo: s. Gio. damasceno riusc meglio
giche data in luce dal Mosemio nel i755 alla prova nelPVIll cosuoi quattro libri
leggonsene tre De theologo non conten De de orthodoma, giovandosi, nelto spie
tioso, con un discorso De Iesu Christo gare i nostri dommi, della tosoa aristo
unica theologo imilando. Scontranvisi di telica. Lunga pezza inanzi di lui i nostri
buone considerazioni e di savissimi av antichi apotogisti seran vlti a far vede
vertimenti, ma che Pautore non segui ei re che parecchie verit rivelate erano sta
medesimo esattamente. Svela ei quivi tutti te almeno ineonfuso intravedute daio
ipregiudizii di sua setta, rimette in cam so di maggior grido.
po accuse contro i teotogi cattolici chia
Siccome per un tal esempio non era
rite ingiuste le cento volle, lascia traspa stato seguito dateotogi latini, s. Anselmo
rire unavversione insanabite contro i pa arcivescovo di Cantorbery, che cess di

dri della Chiesa e volge in beffa it rispet vivere Pa. uon, tenuto it primo che
to che per essi noi abbiamo. insomma, abbia dato un sistema compiuto di teoto

TE

TE

49

gia. ll suo maestro Lanfranco, nelle con

l-in dal secoto XIl, varii teotogi di som


mo giudizio, quali un s. Bernardo, un Pie
tro Cantore, Gualtiero da s. Vittore e qual
che altri sopposero dogni tor possa ai
progressi del nuovo metodo c rupper
guerra ai teotogi toso; ma non valsero
a far argine al torrente. Nel secoto susse
guentei seguaci di Pier Lombardo aveano
avuto it sopravento: que che aderivano
alla Scrittura e alla tradizione furon detti
dottori biblici, gli altri assunsero it no
primi autori caduti in veruno de difetti me di dottori senlenzia,rii; questi godea
onde furono giustamente aceagionati quel no di tutta la rinomanza e trassero a s la
li che venner dopo di toro. Provarono essi moltitudine, laddove i primi videro di fre
le verit della fede con passi tratti dalla quente le proprie sruole deserte. ll disor
Scrittura e dai padri della Chiesa, e alle dine giunse a tale che ai sommi ponteci
obiezioni che mover si poteano contro le ne prese spavento: Gregorio IX scrisse
verit stesse risposero con argomenti fon su ci amari rimprocci a dottori delP u
dati sulla ragione sulla tosoa. Hist. ec niversit parigina e command toro se
cles., sec. Xl, parti. n, c. 5, S 5 e e.
veramente tornassero al metodo degli an
Sventuratamente quesP esempio non lichi. Du Bolay, Hist. acad. paris.,t. lll.
venne seguito. Pietro Lombardo, dottor
Non ci dee pertanto recar maraviglia it
di Parigi e vescovo quivistesso, che mori gridare che si fece contro iteotogi scola
Pa. u64, compose egli pure un corpo di stici non pure da protestanti, che ingran
teoiogia, nel quale distribui le questioni dirono manifestamente it male, ma da pa
con metodo e raccolse sopra ciascuna sen recchi scrittori cattolici eziandio. lliolti
tenze o passi di Scrittura e de padri; confusero malamente i vizii, i difetti, le
onde fu sopranomato it Maestro delle sen bizzarrie particolari di alcuni teotogi col
tenze. Se vero che abbia copiato it la metodo stesso, che era suscettivo demen
troversie che ebbe con Berengario intor
no alPEucaristia, avea additato it metodo
di concitiare i nostri misteri coprincipii
della tosoavuols che it lavoro di s. An
selmo sia stato vinto da quelto dlldeber
to arcivescovo di Tonrs, morto Pa. u52,
it quale, sul nire del secoto Xl, diede
un corpo completo ed universale di teo
togia.
Contessa it Mosemio non esser questi

voro dldeberto, non mostr egual cri

dazione. perocch fu eifettivamente emen

terio. Viene accusato davere trattato mol


te questioni inutiti e tratasciatone di es
senziali, fondato i proprii raztocinii sopra
sensi gurati o allegorici della Scrittura,
che non fanno prova di sorta, e mischia
tovi senza necessit una tosoa al tutto
cattiva. La sua raccolta dividesi in quat

dato. Non concederemo per mai a pro


testanti un si fatto mutamento essere stato
opera toro;ch avea esso cominciato lunga
pezza inanzi al nascere della pretesa ri

forma. Nel secoto XIIV, Nicol di Lira, it

card. Pietro Daitly,Gregorio di ltimini,ec.,


nel XV Gersone, Tostato, it card. Bessa
tro libri, e ciascun libro in pi paragra. rione ed altri non rassomigliavano pi agli
Essendo le scuole teotogiche di Parigi tra scolastici del XIll. Dove seran essi for
le pi famose, le Sentenze di Pier Lom matt Viclefo e Lutero,che ci vengono van
bardo divennero un libro classico e fecero tati siccome uomini dalto merito e dotti
andare in dimenticanza Popera dlldeber di primo ordine, se non nelle scuote teo
to. Per lungo tempo i teotogi non fecero togiclie quali erano al tor tempo? Lulti
altro che commentare it Maesttrodellesen mo trov antagonisti che ne sapeano pel
lenze; per to che fu riguardato siccome manco quanto lul e che poteano contender
seco in ogni maniera derudizione.
it padre della teotogia scolastica.
Perci parecchi scrittori, valentissimi a
Vero pur troppo che, colPandar del
tempo, i discepoli di Lombardo aggiunsero darne giudizio, fecero Papotogia della sco
non poco ai difetti del maestro. Non pur lastica teotogia. u Negli scolastici e in
si perdeltero in quistioni frivole e spesso s. Tomaso, dice Bossuet, a considerare
ridicole, ma spinsero oltre ogni conne le o la sostanza o it metodo. La sostanza, che
togiche e metasiche sottigliezze, e ama sono i decreti, i dommi, le massime co
ron meglio provare i domini della fede stanti della scuola, non altro sono che la
colle massime dAristotele che mediante la quintessenza, per cos partare, della tra
Scrittura e la tradizione: inventarono ter dizione de padri; it metodo, che sta nella
mini barbari e inintelligiblli ad esprimer maniera contenziosa e dialettica di trattar
le proprie idee; molti si occuparono a ren le questioni, avr la propria utitit, pur
der problematiche le questioni tutte quan ch si porga non come scopo della scienza
te, a sostenere it pro e il contro per far ma come mezzo per progredirvi i princi
pianti: questo pure it divisamento di
mostra d acutezza tfingegno, ec., ec.

TE

TE

s. Tomaso n dal cominciamento della sua


Somma e devesser quelto di chiunque se
gue it metodo di lui. Anco la esperienza ne
fa accorti che cotoro i quali non presero le
mosse di t e si diedertutti alla critica van
no sottoposti a traviare non leggermente
altorch si gittano sulle materie teotogiche.

50

ma mentre da un lato condannano gli scrit

tori ecclesiastici perch difettano dordine,

di metodo, di precisione, censuran dalPal


tro gli scolastici perch ne han di troppo
a tor grado; ll accusano daver negletta la
Scrittura e la tradizione; e quando noi op
poniam toro Puna e Paltra, torcono ad al
I padri greci e latini, lungi dalPaver dis tri sensi la prima, della seconda non vo
prezzata la dialettica, si gtovarono spesso glion saperne. Che fare per mandarti pa
e con pro delle sue denizioni, divisioni, ghi? ln questo caso un po di togica scola
sittogismi, a dirtutto in una parola del suo stica nou farebbe male.
metodo, ch in sostanza non altro che la
Nondimanco, ove si voglia giudicare del
scolastica. nDfense de la tradilion et des merito dun discorso o dun trattato scritto

sainis pres, I, nni, c. 2o. Se questo fatto con arte in uno stite splendidoe seducente,
avesse duop0 di prova, potretitiesi confer
martto colPesempio di s. Gio. damasceno, it
quale compose un trattato di togica a n di
scaltrire i teotogi a discernere i soitsmi de

bisogna di necessit farne Panalisi; e que


stanalisi si risolve lu sostanza nella for
ma scolastica. Se, inanzl comporti, lautore
non ne abbia steso it disegno, pu senzal

gli eretici e colPopinione del Barbeiracio, tro presumerst non aver fatto nulla pi
it qual fa s. Agostino padre della scolastica. che accozzar frasi. Se it lavoro impor

ll Leibnilz, protestante pi moderato che tante, noi richiediamo o unesatta analisi


gli altri, non si lasci trarre nella stessa de libri e capitoli o una tavola ragionata
preoccupazione contro gli scolastici. Odasi
come ue parti: u Ardisco dire che i pi
antichi scolastici vincono di gran lunga al
cuni moderni in acume, solidit e mode
stia, e trattano assai meno questioni inu
titi. n Adduce per esempio la setta de

nominali. a Gli scolastici si studiarono da

delle materie che ci metta in istato di


scorgerne a prima vista it contenuto; an
che questo un ridurtto alla forma scola
stica. Dicasi, se piace, esser questo it puro
scheletro delPopera,e quindi che la sco
lastica non altro era che Possatura della
teotogia; potrem concedertto,ma senza, di
rem cosi, quellkirmatura, it complesso non

doperar con vantaggio a pro del cristia


nesimo quel che ci avea di tolerabite nella pu avere n corpo n solidit.
A Paoto Sarpi, protestante in cocolla,
tosoa de pagani. Ho detto pi volte nel
fango della barbarie scolastica star nasco e al suo commentatore, apostata anches
sto delPoro, e bramerei che qualche va so, parve mai fatto che it concitio di Tren
lentuomo versato in tal tosoa avesse va to, prima degli eretici, non abbia condan
ghezza e capacit di trarne quel che vi nato gli scolastici, che avean messo per
ha di buono; son certo che troverebbe un fondamento della religion cristiana la to
compenso alla propria fatica nelto scopri soa dAristtotite, neglettto la Scrittura, mes
mento di belle e importanti verit. h so ogni cosa in problema, no a chiamar
Espril de Leibnilz, t. ll.
in dubio se stavi un Dio e a quistionar
Ove riesca di giudicarne spassiouala del pari pel pro e pel contro. Storia del
mente, non pu negarsi averci la scola conc. di Trento, l. n, S ut, n. 98. La
stica prestato grandissimo serviglo: ad es questa una pretta calunnia. E basta aprire
sa siam uoi debitori delPordine e delme la Somma di s. Tomaso per vedere che,
todo che regnano nelle nostre moderne altorquando trattasi dun domma, it santo
composizioni e che non ci viene falto di dottore, prima di usar raziocinii tosoci,
scontrar nelle antiche. Denire e spiegare nou lascia mai di addurre in prova testi di
i termini, porre deprincipii intorno a Scrittura e di padri. Ora, noto quale sia
quali tutti saccordano a trarne le conse stata sempre Pautorit di un tanto teotogo
guenze, provare una proposizione, scio appo gli scolastici, dal pi dequali venne
glier le obiezioni, it proceder de geome seguito siccome tor maestro e modelto.
Altorch proposeroatrattare se slavi un
tri, proceder lento ma sicuro: se ammor
tisce it catore della fantasia, ne antiviene Dio, no l fecero gi perch ne dubitassero
anco gli aberramenti; spiacer ad un fer n per volgere cotesta questione iu proble
vido ingegno, ma satista a una mente ag ma, ma si per provarta e sciorre le obie
giustata. Gli eretici c gli increduli Pab zioni degli alei; e it riportare si fatte obie
borrono perch intento toro sragionar zioni non lu altrimenti un disputar pro e
senza freno, sedurre e nou persuadere.
contro. Questo metodo seguito anche al
Fossero almeno daccordo con s stessi; presente nelle scuole, e it biasimartto de
ch si potrebbe scusare Pavversion toro: menza del pari che malignit. Se nella tur

TE

TE

54

ba degli scolastici vebbe qualcuni che


spinsero oltre it segno la smania per Ari
stotite e per la sua dialettica, come Abe
lardo e i suoi discepoli, furono essi con

stanza nellmccuparsi di lui unicamente,


sollevar non le possa a quesPalto grado di
contemplazione e non abbia di fatto lar
gita una tal grazia a non pochi santi. Ma
dannati. Abbiam veduto come un si fatto a confessare eziandito che la disposizione
disordine fosse censurato da Gregorio IX del temperamento, it catore delPimagiua
nel XIII secoto; esso per non regnava zione, un segreto movimento di superbia,
pi a tempi del concitio di Trento: it per anco certe infermit, han potuto far cre
ch non cera motivo di nuovamente pro dere erroneamente a molli desser giunti
scrivertto. Quella sacra adunanza non Pau a tale sublime stato, e che i pi valenti
torit dAristotite ma la Scrittura e la tra direttori di spirito pouno tatora essere su
dizione poneva a fondamento delle proprie ci tratti in inganno. V. CoNTEMPLAzioNE,
denizioni.
EsTAsi, OIIAzioNE MENTALE.
Pel corso di pi secoli diedesi it nome
Lasciam dunque dalPun delati le ope
di scolastico a un dottore, a chi era in razioni maravigliose della grazia, concios
caricato delP istruzione: quesP incarico siach sieno esse superiori a acchi nostri
nella maggior parte de capitoli pass al concetti; e limitiamoci a giusticare la vi
teotogo.
ta contemplativa in s stessa, la condotta
Teologia mistica. Cotoro che trattarono di quelli che ad essa si danno, i priucipii
della teotogia mistica la dicono non una e le massime toro, it tor linguaggio, che
bitudine o una scienza acquistata, come la la teotogia mistica: it che ben pu farsi
teotogia speculativa, ma una cognizione senza porger motivo a verun errore ed
sperimentale, una vaghezza che si ha di abuso.
Dio la quale non si conseguisce n si pu
Ognuno di leggieri s avvede che cotesta
ottener per s stessa ma vien da Dio com teotogia non pu andare a verso ai pro
municata a unanima nelPorazione e nella testanti. importando toro it far credere che
contemplazione. Egli , dicono, uno stato la dottrina di G. C. o it vero cristianesimo
sopranaturale di preghiera passiva, nella cominci a tralignare n dal secoto II e
quale unanima che abbia spento in s che it male and sempre peggiorando in
qualunque affetto terreno,si sia sciolta dal sino al sorgere della riformazione da essi
le cose visibiti e ausata a conversare nel operata , avvisarono rinvenire una delle
cieto, vien da Dio sollevata di maniera cause di tal corruttela ne sogni della mi
che le sue potenze son sse sopra di lui stica teotogia e si sfrenarono a porta in
senza chetta ragioni punto n abbia di ridicoto. Il Mosemio in particolare, nella
nanzi a s imagini corporee presentate sua Storia cristiana e nelPecclesiastica,
niente ebbe ommesso per riuscire in que
dalla fantasia.
In questo stato, mediante un orazione stPintento.Non ci ha quasi secoto nel quale
quieta ma fervida se mai e una vista in non abbia inveito contro la vita de con
teriore delto spirito,riguarda ellalddio sic templativi; le d i nomi di melanconia,
come una luce immensa, eterna; e, rapita demenza, fanatismo, stravaganza, deli
in estasi, ne contempla la bont innita, rio delfimaginazione, ec. Quasi quasi
Pimmenso amore e Paltre adorabiti per verrebbe voglia di dubitare non forse sia
fezioni. La merc di quesP operazione, stato clto egli stesso dalla malattia onde
tutti gli afetti e le potenze sue sembran sargoment guarire gli altri.
trasformate in Dio dalPamor puro: o Pa
Prima di chiamar ad esame la mordace
nima si ferma tranquitlamente nella pre storia da lui presentatane, veggiamo se i
ghiera della fede o adoperasi cosuoi affetti principii e i motivigiusta i quali si condus
a produrre ardenti atti di laude, dadora sero i contemplativi sieno chiuierici e mal
fondati, come da lui si pretende. Noi cre
zione, ec.

Tal descrizione ne fa accorti non es

diamo rinvenirti nella Scrittura; e poich

ser questo uno stato facite da comprendere i protestanti riutano ogni altra prova, ci
e volersi averne fatto sperienza per for troviamo avere di che appagarti.
l.i G. C. dice nel Vangeto doversi con
marsene una giusta idea. Aggiugnesi non
doversi esso n cercare n desiderare n tinuamente pregare n stancarsene mai ,
compiacervisi, ch s fatta disposizione Luc. xvm, l. QuesPammonimento confer
condurrebbe a superbia e getterebbe nel m egli col proprio esempio, leggendosi
che passava le intere notti in orazione ,
Pitlusione.
Noi non dubitiam punto che lddio, per vi , l2. Quando dimor quaranta giorni e
rieompensare la virt e it fervore d cer quaranta notti nel deserto, presumiamo
te anime, la fedelt nel servirtto e la co impiegasse quel tempo principalmente nel

52

TE

TE

la preghiera e nella contemplazione. Nella

Non chiederemo se i protestanti trove

notte antecedente alla sua passione, si ranno spiegazioni e sutterfugi per torcere
ritrasse, giusta suo costume, nelPorto e
sul monte degli ulivi, ricominciovvi insino
a tre volte la sua preghiera, sgrid gli
apostoli perch non potessero vegliar pur
un ora a pregare con lui. Matth. xxvi,
44; Luc. xxn, es. S. Paoto ripete ai fe
deli le lezioni del divin maestro, li esorta
a pregar dogni tempo, a moltiplicar toro
orazioni e dimande,a vegliare ed orare se
gnatamente con lo spirilo, Iiph. vi, 48, a
pregar senza intermissione, i Thess. v, t 7;
Rom. xn, H; ad aggiugnere atiPorazioni
le veglie e i ringraziamenti, Coloss. iv, a;
a, pregar giorno e notte, I Tim. v, s. E
quanto imponeva altrui praticava egli stes
so,i Thess. m, lo. N daltro modo favella
s. Pietro, l ep. iv, 7.
2. Quanto al modo di pregare, G. C.
ne insegna cercar la solitudine; a fartto ri
traevasi egli ne luoghi deserti,l.uc. v, lo,
andavasene sui monti, vi, ia,ix, 26; pre

ad altro senso tutti gli addotti testi ed elu


derne le conseguenzewh non ne hanno mai
peuuriato: bens chiederemo se i cristiani
del Il e lll secoto, che non erano saputi
al par di toro, atorto abbiun preso la Scrit
tura alla lettera ed inferitone l." che una
vita per gran parte consecrata alrerazione
torni accetta a Dio; 2." che la miglior pre
ghiera la mentale, la meditazione o con
templazione; 5." che, essendo presso che
impossibite Pattendervi assiduamente nel

mondo, miglior partito it ritirarsi nella


solitudine a n di darvi opera pi libera
mente; l. che alPorazione duopo ac
coppiare una vita austera e mortiticata.
Ove si sien male apposti, da G. C. e dagli
altri scrittori sacri furono indotti in erro
re, come sostengono gli increduli. Se eb
ber ragione, la empiet it gridare senza
ritegno contro asceti, anacoreti, claustrali
e dogni maniera contemplativi.

gava nel sitenzio della notte. Quando fai

ll Leibnilz, pi giudizioso che non la

orazione, egli dice, entra nella tua ca


mera. e, chiusa la porla , preqa in se
greto il liio Padre. Matth. vi, 6.
s." Ne fa intendere la miglior preghiera
esser Pinterna e fatta colla mente: Non
vogliate nelle vostre orazioni usare mol
te parole. Anche s. Paoto ci d to stesso
ammaestramento. Con ogni sorla di pre
ghiere e di suppliche orando continua

turba de protestanti, non biasima punto

xiv, i8.
4-" AlPorazione, secondo le Sacre Carte,
debbe andar compagno it digiuno; avver
timento del santo vecchio Tobia, xu, 8.
NelPEvangellio todasi Anna profetessa che
non usciva mai dal tempio e sesercitava

gersi al ridicoto, agli scherzi, asarcasmi,


e opporre sognati inconvenienti. Se tutti,

la teotogia mistica: a Fa questa, cosi egli,


alla teotogia ordinaria presso a poco ci
che la poesia alP etoquenza, cio com
move vivamente; ma ei vuolsi un conne
e moderazione in tutto. n Espril de Leib
nilz, t. ll. Quanto agli altri che temettero
senza dubio una soverchia commozione dal

linguaggio della piet e delPamor di Dio,


mente ln ispirilo, Eph. vi, I8. Orer non portarono tanPoltre le proprie consi
colto spirilo, orer colla. mente. l Cor. derazioni e trovarono pi facit opra it vol

cosi eglino, abbracciassero la vita solitaria


e contemplaliva, che sarebbe della socie

t? - Abbiam gi risposto e non una vol

nella preghiera e nel digiuno it di e la not


te, Luc. n, 57. Non ridarem qui i molti te

sti gi da noi allegati sotto Part. Monriri


CAzioNE, ne quali G. C. e gli apostoli fanno
Petogio della vita ritirata, austera , peni
lente, morticata.

e. Se fosse mestieri consultar di bel


nuovo it vecchio Testamento, vedremmo
nesalmi di Davide ogni tratto esortarsi
alla preghiera, non alla vocale soltanto ma
alla mentale, alla preghiera delto spirito e
del cnore,alla meditazione ed alla contem
plazione; vedremmo questi divini ammae
strameuti avvatorati dalPesempio di Da
vide stesso, di Tobia, di Giuditta, di Da
niele e degli altri profeti, come pur di
s. Giovanni Battista, di Anna profetessa,
degli apostoli nel cenacoto, di Cornelio
centurione, ec.

la, che la previdenza ci ha pensato; lddio


ha per tal modo variati i talenti, le incli
nazioni, le vocazioni degli uomini da non
lasciar temere che da troppi si abbracci
un genere di vita straordinario.
Ma it punto sta sempre nel sapere se
lddio non abbia potuto dare a un certo
numero di persone tendenza e attrattiva
per la vita di contemplazione, u premiar
con grazie particolari chi ebbe seguito fe
delmente cotesta divina vocazione e si
occupato costantemente in meditare le per

fezioni di lui, a eccitare in s it fuoco del


suo amore, a soffocar tutti gli affetti che
avrebber potuto afevolire questo sublime
sentimento, cotanto encomiato dalPapo
sttoto delle genti. Sdiamo i nostri avver
sarii a recarne le prove.
Posti questi preliminari, possiamo esa
minare con securt i sogni del Mosemio.

TE

TE

Riferisce egli Porigine della teotogia mi


stica al secoto Il ed ai principii della fitto
soa dAmmonio, che sono i medesimi con
que di Pitagora e Platone. Essendo que
sti vissuti lunga pezza inanzi G. C. , ne

dentur aspicere,discutialapud se qui le


gil diligentius et pertractet: a nobis la,
men non pulenlur velut dogmala esse
prolata, sed traclandi more ac requiren
di esse discussa. La stessa cosa ripete, al
n. seg. 2. Origene ammise apertamente
it peccato originale, hom. vm in Levit.,
n. 4; hom. xu, u. 4; Contra Cels., l. iv,
n. 4o; hom. xiv in Levit.; Comment. in
ep. ad Bom., l- v. Ei fu davviso it detto
peccato colla sua pena esser passato in
tutti gli uomini perch le anime tutte eran
contenute in quella dAdamo; opinione in
compatibite con quella di Platone. 5." Sta

risulta gi che la teotogia in discorso


pi antica del cristianesimo. Perci it ilto

53

semio suppone che gli esseni e i terapeuti


ne fosser gi imbevuti e che Fittone ebreo
contribuisse non liewmente a diffonderta.
Affacevasi essa inoltre, dicegli, al clima
delP Egitto,ove Paria cocente e secca incli
na naturalmente alla melanconia, alPamor
della solitudine, alla scioperaggine, alla
quiete e alla contemplazione. Deptoru le bitisce la necessit di mortiiicar la carne
perniciose conseguenze prodotte da questa non sulla ragione che ne arrecarono i pla
disposizion danimo nella religion cristia tonici, ma su quella addotta da s. Paoto,

na. Hist. christ., sec. ILS 55; Hist. eccles., cio che le tendenze della carne ci trasci
sec. Il, part. n, c. i, S i2. Tutte queste nano al peccato, e cita in tal proposito pi
imaginazioni abbiam confutato agli art.
ANAGoRETi, AsCETI, MoNACo, lltoaririe1ziouu,
PLAToNIsIIo, ec. Ridicoto assai it supporre
che it commun decristiani del ll e lll se
coto fossero dotti e toso imbevuti de
principii di Platone,dAmmonio e di Fittone,
e seguito abbian quelli a preferenza della
Scrittura: non rimaneva pi al Mosemio
che dire, come alcuni increduli, che G. C.
medesimo e it Battista suo precursore erano
preoccupati degli stessi errori e non avean
fatto altro che imitar gli esseni e i tera
peuti. Correndo it lll secoto vuoi che Ori
gene adottasse Popinione di quetoso
e la tenesse come la chiave di tutte le
verit rivelate e vi indagasse le ragioni
dogni dottrina; che imagiuasse, come Pla
tone, esser le anime state prodotte e aver
prevaricato prima dessere unite acorpi;
tale congiunzione essere stata per esse un
castigo; per farte ritornare e unirte a Dio,
volersi staccarte dalla carne e dalle incli

nazioni di essa, purtllcarte con austerit,


col sitenzio, colla preghiera e colla con
templazione. Su questa falsa ipotesi it illo
semio fa Origene autore dun piano di teo
togia da lui stesso inventato e assurdo se
altro mai. Hist. christ., sec. llbSao; Hist.

eccles, sec. Ill, part. u, c. 5i, S l. Se essa

testi del detto apostoto, Comment. in ep.


ad Rom, l. vi, n. l. - 4." E in vita e dopo
morte ebbe Origene partigiani ed avver
sarii, accusatori ed apotogisti, ma n gli
uni n gli altri to tennero mai per autore
e propagatore della teotogia mistica; forse
che it Mosemio to sa meglio di cotoro?
t1." Altri critici ne fecero inventore Cle
mente alessandrino, senza attribuirgli per
altro tutti i sogni che it Mosemio vuol met
tere a conto a Origene. Falso perci sotto
ogni aspetto it preteso piano di teotogia
da lui apposto a questo padre. V. Omessa.

e. Finalmente ei si confuta da s stesso,


dicendo che gli esseni e i terapeuti avean
attinto tor principii nella tosoa orien
tale e che i solitarii ed i monaci non le
cero che imitarti. Hist. christ., proleg. ,

c. 2, S 15.
Nel secoto IV, stando alPopiniou sua ,
i fittoso eclettici o nuovi ptatonici della
scuola alessandrina coltivarono la teotogia
mistica sotto la denominazione di scienze
seerele. Un fanatico impostore, che prese
it nome di s. Dionigi areopagita, la ri
dusse in sistema e ne prescrisse le rego
le. Deptora qui it nostro critico nuovamen
te gli errori, le superstizioni, gli abusi che
questa pretesa scienza introdusse nel cri
stianesimo. Hist. eccl. , sec. IV, part. u,

fosse veramente lavoro d0rigene, con


verrebbe riguardartto non pure qual pazzo c. e, S i2.
visionario, ma quale apostata dal cristia
Noi rispondiamo che la scienza secreta
nesimo.
degli eclettici, fondata sopra un paganesimo
- Per buona sorte la bisogna non sta cos. tutto sensuale, non avea a far nulla colla
E falso che Origene abbia riguardato it si teotogia mistica de dottori cristiani, se non
stema di Platone come la chiave di tutte per certe voci od espressioni che i primi
le verit rivelate. Dopo aver proposta Po pigliarono dal cristianesimo per far gabbo
pinione di questo tosofo sulla preesisten agli ignoranti. A quelPepoca la religion
za delle anime, De princip, l. n, c. a , cristiana era stabitita non solamente presso
n. 4, Quod diximus (prosegue) mentem in gli Arabi, i Siri, gli Armeni e i Persi, ma
animam verti, vet si qua alia in hoc vi in Italia ancora, in lspagna, sulle coste
Bencisn. Voi. VI.
7

54

TE

TE

dAfrica, nelle Gallie e in Inghitterra. Ci per anco stati sedotti dalle itlusorio attrat

si vorr forse dar ad intendere che i piu


tonici dhtlessandria mandassero emissarii
in quelle diverse regioni, delle quali igno
ravan la lingua, per diffondervi toro prin
cipii e tor segreta scienza, per inttrodurvi
le superstizioni e gli abusi de quali it

tive della divozion mistica, ma che ci ac

cadde toro quando, nel su, Pimperator


greco Michele balbo mand a Lodovico it
pio una copia delle opere diDionigi Pare0

pagita. tuttavia indubitato che ne se

coli VI e VIl i monaci delle Gallie e dIn


Mosemio pretende sia stata sorgente? Ci ghitterra occupavansi nella vita contem
si far credere che Lattanzio, Giulio Fir plativa per to meno quanto quelli dei se
mico lllaterno, Eusebio ed Arnobio, che in coli lX e X.
Uno degli abusi fatti osservare dallav
esso secoto scrissero contro i toso paga
ni, ne combatterono i principii e le con versario ne teotogi del secoto XII la
seguenze, ne chiarirono gli assurdi, le su smania che aveano dindagar nella Scrit
perstizioni, gli abusi a cui la dottrina di tura sensi mistici ed alterare per tal guisa
que visionarii avea prto motivo, e non la semplicit della parola di Dio. Ma le
trattarono meglio Platone che gli altri, ab lettere di s. Barnaba e di s. Clemente son
bian veduto con tutta indifferenza intro esse pure tutte piene di spiegazioni mi
durre nel cristianesimo questi stessi abusi, stiche ed allegoriche della Scrittura, cosa
senza mostrarne rammarico n stupore di dal lltosemio stesso toro apposta a difetto,
sorta? Un si fatto pazzo fenomeno tenta cd csortano i fedeli alla meditazione ed alla
rono di provare i protestanti. Alla v. ECLET- morticazione. Eran essi forse platonici ?
TIsMo e PLAToNlsMo ne abbiam gi dimo Confessa che i mistici di quelto stesso se
strato la falsit, e confutato la dotta dis coto insegnavan la morale meglio degli
sertazione del Mosemio sulle pretese tur scolastici; che tenero persuasivo, commo
be suscitate nella Chiesa dai nuovi pla vente era it discorrer toro; che han so
tonici.
vente di belli e sublimi sentimenti, ma
cosa molto incerta se le opere del falso scrivevan senza metodo e mischiavano di
Dionigi areopagita sieno state dettate nel frequente colle celesti verit la feccia del
secoto IV, perocch sol ducento anni dap platonismo. Accusa non vera. Un eccel
poi se nebbe cognizione. A quelto scrittore lente maestro di teotogia mistica nel se
non si pu appor taccia dimpostura,quan coto XIl fu innegabitmente s. Bernardo;
do non abbia preso egli stesso it soprano ma nella Scrittura attingeva le sue istru
me dareopagita e non siasi spacciato di zioni e non in Platone: questo tosofo era
scepoto immediato di s. Paoto. Vuolsi Pab altora ito al tutto in dimenticanza, e gli
bia fatto in una lettera che trovasi di se scolastici stessi non conoscevan che Ari
guito asuoi trattati sulla teotogia misti stotele.
ca; ma cotesta lettera potrebbessere sup
Nel secoto XIII it nostro storico diviene
posta o interpolata. Non delP interesse un po pi benigno verso i mistici: aven
de protestanti it tener quesPautore per do detto assai male degli scolastici, seppe
molto antico, giacch ne suoi libri De hie buon grado a primi daver dichiarato toro
rarchia ecclesiastica esibisce la disciplina la guerra, faticato ad inspirare al popoto
e le usanze della Chiesa presso a poco una divozion sensibite e affettuosa,desser'
giunti a piacer talmente da indurre gli sco
quali sono al presente.
Il lltosemio rinova, al secoto V, part. n, lastici a far pace con toro. Ma s. Tomaso

c. 5, S H , le sue lamentele e invettive dAquino non si trov mai in s fatto ca


contro la moltitudine de religiosi contem
plativi che fuggivano la compagnia degli
uomini ed estenuavansi it corpo con ismo
date macerazioni: cotal peste, dic egli,
si diffuse per tutto. Cagionc di questo con
tagio non era dunque pi Parta cocente
iPEgitto: era esso gi penetrato presso i

so: per tutta sua vita seppe accoppiare a

un continuo studio la pi pura e tenera


divozione e possed nel pi alto grado Pa

e professor di retorica ad Artes, scrisse


un trattato De vila, contempliztiva; e ben
presto s introdusse ne paesi del setten
trione. V. MoITIFICAzioNE, STlLlTA.
Per certo non rammentavasi it nostro

bitit dinspirarta altrui. it Mosemio par


la a un dipresso nelPegual modo de mi
stici al secoto XIV; sembra conceder toro
la palma nel XV e al principio del susse
guente, perch altora la barbarie e it to
sosmo degli scolastici eran scemati di
molto, come abbiam notato partando di lo
ro; ma it maligno censore non tralascia
mai di vibrar contro i primi alcun tratto
davversione e disprezzo.

rigido censore questi fatti altorch ebbe a

A quesP epoca, nalmente, spunt la

latini, perocch Giuliano Pomerio, abbate

dire che nel secoto tX i latini non erano splendida luce della riforma, e ognun sa

TE

TE

55

gli effetti chella produsse, spegnendo la navano un genere di vita particolare: ri


piet insino alle radici con to screditare nunziando costoro agli averi, alla famiglia,
tutte le pratiche atte ad alimentarta,coi a qdalsia negozio temporale, viveano nella
Poccupar tutte le menti di controversie solitudine, ciascuno in separata abitazione,
teotogiche, colPallumar in tutti i cuori le a qualche distanza Puno datiPaltro; la qual
amme delPodio c della contesa. A tutti solitudine appellavano semnea o mona
venne vaghezza di leggere la Scrittura, non stero.
per attingervi lezioni di morale e di virt,
Quivi, prosiegue Fittone, davansi total
ma per trovarvi armi da mover guerra mente alPesercizio della preghiera, della
alla chiesa cattolica e mezzo di sostenere contemplazione, del tenersi alla presenza
ogni guisa derrori. lndarno, dopo tutte di Dio; facevan toro oraztoni in commune
queste procelle, alcuni protestanti, vergo sera e mattina; pigliavano cibo solamente
gnando fosse appo toro distrutta ogni di dopo it tramontar del sole, alcuni anche
vozione, tentarono ristorarta; furono co se nasteneano per pi giorni, n daltro
stretti far schiera a parte: ma,adoperando .si cibavano che di pane e sale, conditi ta
senza norma veruna e navigando senza iora dun po dissopo. Leggevano nelle
bussola, dieder tutti nel fanatismo; cos tor semnee i libri di Mos, de profeti de
avvenne a quacheri, ai pietisti, ai meto salmi, nei quali cercavano sensi mistici ed
disti, agli ernuti, ec., gente tutta avuta allegorici, persuasi che le Sacre Pagine
dagli altri protestanti siccome dissennata. I sotto la scorza della lettera ascondessero
Affettan credere, assolutamente contro occulti e profondi sensi. Aveanoaltresi
it vero, essersi i solitarii, iclaustr-ali de qualche libro de toro antichi, compone
gni sesso dati unicamente alla contempla vano inni e cantici per eccitarsi a todar
zione, ad una vita tutta ozio e disntitit. Dio: uomini e donne serbavan la conti
Egli certo per che gli antichi solitarii, nenza; tutti i sabbati si congrcgavano per
tranne ben pochi, accoppiavano alla pre conferire insieme e attendere agli eser
ghiera e alla meditazione it lavoro delle cizii di religione, ec.
mani: s occupavano in coltivar lande e
Il racconto di Fittone porse ampia ma
uscivano dal proprio ritiro ogniqualvolta teria alle congetture e controversie de
it chiedessero i bisogni e la salute del pros dotti: fu domandato se i terapeuti fosser
simo. Sadoperavano alla conversione delle cristiani o ebrei; quando cristiani, se re
nazioni barbare, e cosi ridussero a uma ligiosi ov-ver laici; quatora ebrei, se un
nit e coltura i popoli del settentrione. ramo degli esseni o una setta diversa.
Ne secoli dgnoranza collivarono le let
l." Eusebio, Hist. ecelesz, l. n, c. i7,
tere e le scienze, e ad essi dovuto se s. Girolamo, Sozomeno, Cassiano, Niceforo
elleno si conservarono in Europa. Tutti fra gli antichi, fra moderni it Baronio, it
gli instituli eretti da cinque secoli in qua Petavio, it Godean, it p. lltonfaucon, Na
ebbero per principale scopo it bene del tale Alessandro, Helyot, ec., alcuni autori
prossimo; ma i fondatori compresero che anglicani eziandio credettero essere i te
ra impossibit cosa it mantenere la costan rapeuti ebrei convertiti al cristianesimo
za, it coraggio, le virt necessarie per non da s. Marco o da altri predicatori del Van
venir mai meno a penosi e spesso nausean geto. Fozio, al contrario, it Valesio nelle
ti doveri, senza occuparsi assai di Dio e note ad Eusebio, it presidente Boubier, it
ottenerne grazie colla preghiera, colla me p. Orsi domenicano, it Calmet e la turba
ditazione, col frequente riettere sopra s de critici protestanti sostengono che i te
medesimo, ec. Si proposero quindi di riu rapeuti fossero ebrei e non gi cristiani.
nirta vita contemplativa a una vita quanto Recherem qui le principali ragioni da toro
si potesse attiva e laboriosa. Il farti scopo contraposte a quelle addotte da Eusebio
a biasimo, a calunnie, a beffe, torniamo a in prova della sua opinione.
dirtto, vera demenza. V. Monaco, ec.
Primieramente, se iterapeuti fossero
TEOPASCHITI. V. PATRIPAssIANI.
stati i primi cristiani della chiesa dAles
TERAPEUTI (dal gr. Sspimuziv, gua sandria, sarebbe strana cosa che nessun
rire ed anche servire). Cosi venner deno autore ecclesiastico ne avesse partato pri
minati cotoro che adoperavano a guarir s ma del secoto IV e che Eusebio li avesse
stessi dalle malattie delPanima e it cui conosciuti solamente pel racconto di Fi
esempio servire poteva a guarire altrui.Fi Ione. Origene e Clemente d Alessandria ,
Ione, nel suo primo libro Della vila con che avean passato parte di tor vita nelle
lcmplaiiva, narra come nelriigitto, segna scuole di quella citt avrebber dovuto
tamente ne dintorni dutlessandria, ci fos averne contezza; e dal secondo sarebbero
sero moltissimi uomini e donne che me stati posti indubitalamentc nel novero di

TE

TE

cotoro che appella veri gnostici. Forse pa


recchi di essi nbbracciarono it cristiane
simo sul nire del primo secoto; ma non
ci ha veruna prova positiva.
ln secondo luogo, raccogllest da Fittone
che questa setta era gi antica ed avea
libri de suoi fondatori; chera sparsa per
tutto, quantunque it maggior numero fos

56

ne delPEucaristia, come davasi a credere


Eusebio; consisteva esso in cibarsi di pa
ne, sale ed issopo, ed era seguito da una
danza, in cui entravano persone dambi i
sessi: nelle adunanze de primi cristiani

se in Egitto, it che non pu intendersi


duna setta cristiana. La. 40 di G. (L,

altorch Fittone fu spedito in ambasciata


a Roma, la chiesa di questa citt non era

niente facevasi di tutto questo. N giusto


pertanto n esatto it confronto voluto
fare da Eusebio tra questi e i terapeuti.
2." Assai meno pu sostenersi che que
sti fossero monaci. La vita solitaria e mo
nastica ebbe principio in Egitto solamente
Pa. ano, sotto la persecuzione di Decio, al
torch s. Paoto primo eremita si ritir nel
deserto della Tebaide: la vita cenobitica

per anco fondata; nessun altro libro an


cora correva in publico, fuor Pevangelio
di s. lllatteo: la londazion della chiesa fu introdotta da s. Pacomio pi dun mezzo
dhtlessandria non pu assegnarsi prima secoto dopo; era gi gran pezza che non

delPa. so, e forse ebbe luogo assai pi tar


di. Ove Fittone fosse vissuto ancor quaran
Panni dopo la sua ambasciata, non potea
dtre che i terapeuti cristiani fossero una
setta antica n che avessero libri de toro
antichi.

si partava pi n di esseni n di terapeuti.

Questi contavan tra toro delle femine, i


monaci non ne ebbero mai; i primi non
osservavano tutti la continenza, gli altri
la serbarono tutti costantemente: la voce
monastero, usata da Fittone, nulla prova,
certo oltreci che it cristianesimo, it signicando meramente dimora solilaria.
quale avea avuto principio in Gerusalem
Affatto privo perci di fondamento it
me, sidiffuse da prima nella Giudea e nella sogno de protestanti, da monaci princi
Siria, in Antiochia e nedintorni; quivi e palmente essere stata accreditata Popinione
non nelPEgitto trovavansi in maggior nu del cristianesimo e monachismo de tera
mero i cristiani. Si moltiplicarono essi nel peuti, e ci per interesse, a ne cio din
PAsia minore, nella Grecia, nella Mace durre la persuasione delPalla antichit del
donia e in Italia, merc le fatiche di s. Pie toro statoaEusebio, s. Girolamo, it Buro
tro e di s. Paoto; in nessun luogo del nuo nio, gli anglicani non erano monaci, n,
vo Testamento troviam fatta menzione de dicendo che i terapeuti eran cristiani, ce
cristiani dEgitto.
li diedero per gente che menasser vita mo
Lamore della solitudine, la vita auste nastica. Nessuno impugn pi gagliarda
ra, it distacco da tutte cose, la contempla mente quelPopinione che it domenicano
zione, la continenza stessa de terapeuti Orsi e it Calmet benedettino. I pp. Mont
non sono prove infallibiti che fosser cri faucon e Natale Alessandro poi eran uomini
stiani: gli esseni della Giudea praticavano di troppo sapere perch importasse toro
quasi la stessa maniera di vita, pur nes delPantichit del proprio stato, n ebber
suno li tien per cristiani. E assai verisi bisogno di supposizioni false o dubiose per
mite che la tondazion della nostra religione provarne la santit e vendicarta dalle ca
abbia conferito non poco alPestinzione di lunnie de protestanti.
quelle due sette dl--.brei.
N meglio sappser questi dicendo che
Daltra parte, i terapeuti aveano alcune i cenobiti ebbero imitato la vita che me
osservanze gludaiche dalle quali i cristiani navasi dagli esseni nella Palestina, e che
dovettero astenersi: faceano it sabbato , gli anacoreti corsero sutPesempio de te
non usavan vino n carni, celebravano le rapeuti. Gi da lunga pezza, it ripetiamo,
feste giudaiche, particolarmente la pente queste due sette giudaiche erano andate
coste, praticavano frequenti abluzioni..ec. in oblivione altorch comparvero s. Paoto
l cristiani, per to contrario, n da prin e s. Pacomio: si potrebbe metter pegno
cipio osservarono la domenica; s. Paoto cento contro uno che nessun di toro ne
ordinava toro di mangiare indistintamente avea mai udito partare n letto mai le
che che sia,e riprende severamente i Ga opere di Giuseppe o di Fittone. Abbiam
lati perch voleano giudaizare; gli apo fatto vedere altrove che la lettura sola del
stoli avean condannato un tal procedere PEvangelio bast toro perch concepissero
nel concitio di Gerusalemme, non quindi alta stima della vita che abbracciarono. V.
probabite che s. Marco volesse tolerartto TEoLoGIA (Teologia mistica).
nella chiesa dAlessandria.
5." Non meno varie furono le opinioni
Finalmente, it convito religioso dete decritici sulla questione se i terapeuti fos
rapeoti non era altrimenti la celebrazio sero un ramo degli esseniovvero tuWaltra

TE

TE

57

setta, conciossiach su questo punto siam


Pi ale ci accadde di far notare la sma
ridotti a nulla pi che congetture. il Pri nia del Mosemio e del Bruchero di tutto
deaux, che riferi e confront quanto disse riferire al tor preditetto sistema circa it
Giuseppe degli esseni della Palestina con
quel che ne scrisse Fittone e che narra de
terapeuti dEgitto, fa vedere come que
due autori sien daccordo circa le opinio
ni, i costumi, it modo di vivere degli es
seni, vuoi nella Giudea, vuoi nelPEgitto,
dove pur se ne trovava; come i terapeuti
soto ne differissero perch rinunziavano ad
ogni cosa per dedicarsi alla contemplazio
ne. Onde a primi d it nome desseni pra
tici,agli altri desseni contemplativi. Hist.

des Juifs, I. xmi, a. 107.


Ci pi che bastante per confutare al
cuni pochi autori i quali avvisarono i te
rapeuti fossero pagani giudaizanti, ed it
Jabtonski, che li disse sacerdoti eglzii che
attendevano alla medicina del par che le

tor mogli. Lopinioncommune perci de


critici che i terapeuti sieno un ramo del
la setta degli esseni.
4. In che tempo sorse cotesta setta e
donde aveva essa attinto sua dottrina ei

motivi del suo modo di vivere? Nuova


materia di congetture. Il Bruchero, Hist.
cril. de la philosophie, t. ll, crede che,
circa treceuPanni inanzi G. C., parecchi
Ebrei, per sottrarsi ai torbidi e ai disastri
della propria patria, si ritirassero quali nei
luoghi remoti della Giudea, quali nellE
gitto, ed abbracciasser, ciascuno per parte
sua, un genere particolare di vita, adottas
ser quivi le opinioni de toso pitagorici,
ctferano altora maestri in quelle contrade,
e attignessero in quella tosoa Pamore
della solitudine, del distacco da tutte le
cose, delle austerit, della contemplazione
e delle spiegazioni allegoriche della Scrit
tura. Aggiugne , t. Vi, che quegli Ebrei
adottavano le opinioni decabalistici e de
loso orientali, anatoghe a quelle di Pi
tagora. Della stessa sentenza it Mosemio,
Hist. christ., proleg., c. a, S i5 e segg.
Tuttavia nella sua Storia ecclesiastica,

miscuglio, operatosi nella scuola alessan


drina, della tosoa di Pitagora e di Pla
tone con quella degli orientali e con la ca
bala degli Ebrei; sistema col quale si lu
singarouo di tutto chiarire e dar la chiave

di tutti i toro errori. Noi per abbiam di


mostrato come un tal sistema, non che
puramente congelturate e nudo dogni pro
va, sia assolutamente falso e con fonda tut
te le epoche e, in luogo di recar luce, non
faccia che tutto ingarbugliare. V. CABALA,
EMANAzioNE, FiLosoris oRIENTALE, ec.
Sulla questione poi particolarmente di
che trattiamo fa contro ogni verisimiglian
za. E cosa assai incerta se, alPepoca del
ritirarsi degliesseni nelPEgitto, fosser qui
vi pitagorici, se vi tenessero scuola e vi
diffondessero la propria dottrina. (lisi vor
r per avventura far credere che sotto gli
indegni successori di Totomeo Fitadelfo,
principe per dissolutezza , rapacit, bar
barie, tirannia famigerato, le scienze fos
sero molto coltivate nelPEgitto e si avesse

la commoditt di dedicarsi alla fittosoa?


Solamente sotto it governo de Romani si

ricominci a darvi opera. La scuola dA


lessandria non vide rinascere la sua ri
putazione che al tempo dammonio e, al

pi presto, sul nire del il secoto, cen


anni pel manco dopo Fittone: dalPessere
questi stato tosofo non ne siegue che ci
avesse altora scuole publiche di tosoa;
nessunaltra tosoa mai conobbe Fittone
che quella de Greci.
Ci si vorr anco far credere che, ne tre
cenPanni che precedeltero la nascita di
G. C., gli Ebrei di Palestina, successiva
mente spogliati e vessati dagli eserciti de
re dEgitto o di Siria, poscia dai llomani

e dagli Erodi, abbiano avuto la libert di


vacare alto studio della tosoa, sia degli

orientali, sia deGreci? nota Pavversio


ne che avean concetta pei pagani in tutto

sec. I, part. i, c. 2, S i0, dice non trovar quel periodo e quanto rituttassero ad udir
nulla sia nella narrazion di Fittone sia nella
vita de terapeuti che vaglia indurtto a repu
tarti un ramo degli esseni,e poter eglino es
sere una setta particolare di Ebrei i pocon
driaci ed entusiasti. E probabite che non

ne gli ammaestramenti. In secondo luogo,


it Bruchero ammette che gli Ebrei che si
ritrassero o nei deserti della Giudea o nel

PEgitto erano di famiglie volgari, del che


prova it coltivare la terra, P esercitar

abbia raffrontato ci che dice Fittone nel arti mecaniche e mestieri che facevasi
suo primo libro De vila contemplativa dagli esseni della Giudea, come attestano
con quanto scrisse nelPaltra sua opera che Fittone e Giuseppe; e it primo aggiugne
ha per titoto: Omnia probus liber; se che gli esseni, in generale, disdegnavauo
no, ci avrebbe visto come Pautore distin la tosoa, la togica, la sica e la meta
gua chiaramente gli esseni in due branche, sica, soltanto di Dio si occupavano e del
Puna di esseni pratici, Paltra desseni con Porigine di tutte le cose: ora la trovavan
templativi, chiamati terapeuti.
essi in Mos meglio che in qualsiasi altro

58

TE

luogo. Dice nalmente che gli esseni fa


cevano toro studio la morale unicamente;
donde ne viene che i sensi mistici ed al
legorici da essi indagati nelle Scritture
eran lezioni di morale.
Per ultimo, abbiam fatto vedere che, a
concepire stima ed amore per la vita so
litaria, povera,austera, contemplativa, ba
sta conoscere le istruzioni c gli esempi de
profeti e de giusti delPantica legge; che
i tor libri su questo argomento spiegansi
non men chiaro che quelli della nuova,e
che s. Paoto li ha proposti per modelto
ai cristiani. Non fu quindi mestieri che i
terapeuti consnttassero toso pagani per
abbracciare quel tor genere di vita. Ab

biamo pertanto pi che non bisogna per


conchiudere che Popinion del Mosemio, del

Bruchero e degli altri protestanti non


che un sogno di sistema senza prove n sal
dezza di sorta. V. EsssNi.

lERltlINlS'Pl. Cos furono denominati


certi calvinisti che impongon termine o
conne alla misericordia di Dio. Insegna"
costoro l." esservi non pochi nella Chiesa
e fuori di questa ai quali lddio ha pre
scritto un dato termine prima di tor mor
te dopo it quale non vuol pi salvarti per
lungamente che seguan tuttavia a vivere
sulla terra; 2." avere egli cosi risoluto con
imperscrutabite ed irrevocabit decreto;
s. nito un tal termine, lddio non dar toro

pi i mezzi di pentirsi e andar salvi, to

TE
tatori della terra, Gen. vi, ii; - 4. un
paese o una contrada in particolare, p. e.
Bettemme terra di Giuda; s. leggesi nel
PEsodo che le cavallette in Egitto divora
vano la terra, e si vuol dire i frulti,i pro
dotti di essa; o. it sepolcro, Iob x, 22;
- 7." la terra de viventi vale tatora la
Giudea, tal altra la sede o mansione de
beati; s. tutto la terra indica alcune vol
te la sola Giudea, come Luc. n, I, o it ro
mano impero unicamente, Act. xi, 28. Per
non aver posto mente a tali diverse signi
canze, i censori della Scrittura uscirono
spesso contro pi testi in obiezioni degne
di riso.
TERRA PROMESSA o SANTA. La Pa
lestina. Questo paese mut sovente di no
me, e Pestensione di esso vari in diversi
tempi secondo le rivoluzioni che vi ac
caddero. Venne da prima appellato terra.
o paese di Canaan per avervi posto toro
stanza i discendenti di quel nipote di No;
terra promessa o di promiasione, perch
lddio promise ad Abramo di darta alla di
scendenza di lui; terra dIsraele quando
fu posseduta dagli lsraeliti gliuoli di Gia
cobbe; terra sanla, perch Dio soto iu essa
adoravasi. Quando gli lsraeliti, dopo tor
nati dalla cattivit di Babittonia, presero it
nome di Giudei, Giudea fu chiamato it tor
paese. E sembra che it nome di Palestina
sia stato dato da Romani a questa contrada
per esser meno montuosa della Siria, di
cui reputavasi far parte. A buon dritto

glier lui anco alla sua parola ogni potere


di condurti a ravvedimento; 4. in questo per venne dacristiani denominata terra
numero doversi porre Faraone, Saulle, sanla, posciach fu essa santicato dalla
Giuda, i pi degli Ebrei, moltissimi gen nascita di G. C. e damisteri di nostra re
titt; ti." lddio tolerare anche al presente denzione.
assai riprovati di questa specie; e se av
Mos, favetiando di questo paese agli
venga che toro conceda ancor qualche gra lsraeliti nel deserto, ne fa una pomposa
zia dopo it termine da s presso, non es pittura, Deut. vm, 7, dicendole terra buo
ser altrimenti colPintento d indurti a re na, terra di rivi e di laghi e fonlane,
sipiscenza.
dove e ne piani e ne colli zampitlano
Gli altri protestanti, i luterani sopra sorgenti perenni; terra da grano, da.

tutto, rigettano con ragione si fatti senti

orzo e da vili, dove nascono c chi e me

menti, i quali son tante conseguenze de


decreti assoluti di predestinazione assertti
da Calvino e da gomaristi: a dir giusto, son
essi bestemie oltraggiose alPinnita bont
di Dio e alla grazia della redenzione, di
struggenti la speranza cristiana, formal
mente contrarie alla sacra Scrittura. V. lu
DURAMENTo, Riruovszioua, SALUTE, ec.
TERRA. ln varii sensi assumesi nelle
Sacre Carte questo vocaboto. Signica l. it
gtobo tuttora informe e commisto alPacque,
qual fu creato alla prima, Gen. i, 1; 2. questo gtobo medesimo qual venne or
dinato in appresso con tutto che in esso

ligranati e uliveti; terra di olio e di


miele, dove senza risparmio mangereb
bero il lor paiie e godrebbero abondanza
dogni bene; terra dl cui le pietre son
E va ripetendo continuamente esser quelto
un paese dove scorrono latte e miele. Al
to stesso modo {esprimono gli altri scrit
tori sacri.
Parecchi increduli trattarono da menzo
gna un si vantaggioso quadro. Non eravi ra
gione, dicono, di vantar cotanto quel pae
se e promettertto cosi enfaticamente alla di
scendenza dAbramo: un paese di venticin

si contiene, ps. xxinn, i; - s. gli abi

que leghe al pi destensione, arido, sas

ferro, e da. mont1 si scavan melalli, ec.

TE

TE

59

soso, sterite in ispecie nelle circostanze di fa degli orti : ma ella terra di nwntI
Gerusalemme; le son tavole i rivi di latte e di piani ed aspetla dal cielo Ie piogge;
c miele promessi agli Ebrei. Oltre ci nol e ilSignore Dio tuo la visila sempre, egli
possedettero essi mai per intero, secondo occhi di lui sono a lei rivolti dal prin

i conni assegnaligli ne libri di Mos. Un cipio dellanno sino alla ne. Se adun
famoso miscredente inglese contrapone al
racconto degli autori sacri quelto di Stra
bone, it qual dice, Geogr., l. xvi, nulla
trovarsi in quella regione che ad eccitar
valga Pambizione o Pinvidia, regione tutta
a sassi e dirupi, arida tutta quanta e sgra
devole; testimonianza che, secondo- lui,
dee prevalere a che che ne dicono gli
scrittori ebrei. Si aggiugne quella di s. Gi

que voi obedirete a miei commandameri

ti, ch'io oggi Vintimo, e amerete il Si


gnore Dio vostro e to serrirete con tutto
il cuor vostro e con tutla Vanima vo

stra, dara egli alla vostra terra le pri


me piogge e le ultime, afnch abbiate
raccolla di frumento e di vino e di olio,
ed erba ne campi per nudrirei bestia

mi, afnch abbiate voi da mangiare e

rolamo, che vi abit e la percorse; scri

da satollarvi. Badate che, per disgrazia,


vendo egli a Dardano parta in modo svan non sia sedotto il cuor vostro, e vi al
taggioso che nulla pi della Palestina e la lonlaniale dal Signore e serviate agli dei
riduce a ben angusti conni. Finalmente, stranieri e li adoriate: af/lnch irato il
la Scrittura medesima attesta come quel Signore non chiuda il cielo, onde non
paese fosse di sovente alitto dalla scar cadan le piogge, e non produca la terra
i suoi germi, ec. Deut. xii, 10-1 1. ll segui
sezza de viveri e dalla carestia.
Tutto questo merita desser esaminato. to della storia attesta come tali promesse
l." Secondo la topograa di Mos, la terra e minacce ebbero tor pieno compimento.
promessa doveva avere per conni ad
5." A cogliere ll vero senso del passo
oriente PEufrate, a occidente it mediter di s. Girolamo, necessario rilerirtto per
raneo, a settentrione it monte Libano, a intero. Voleva egli provare che le pom
mezzodi it torrente dEgitt0 o di Binoco pose todi date alla terra promessa altro
ruro, it che costituisce un estensione di non erano che Pemblema della eterna bea
ottanta teglie di lunghezza su trentacinque titudine promessa ai cristiani, ed ecco di
di larghezza, come riterasi dalle carte. qual tenore si esprime. Respondeant mihi
Ora, pel u libro de Ile, c. s, pel m,c. 4, qui hanc terram... possessam pulant a
e pel n de Paralipoment , c. 8 e 9 , di populo Iudworum postquam reversus
mostrato che questo paese fu da Davide est ex Egypto, quantum possederil; uti
e da Satomone per intero posseduto. Non que a Dan usque Bersabee, quw vix cen
era punto necessario chegli lsraeliti ne tum sexaginla millium in tongum spa
avesser la signoria pi presto, non es tio tendilur.... Pudet dicere latiludinem
sendo per anco bastantemente moltiplicati lerrw repromissionis, ne ethnicis occa
sionem blasphemandi dedisse videamur.
per occopartto.
2. Al parere di Strabone potremmo op Ab Ioppe usque ad viculum nostrum
porre quelto degli autori greci e romani, Bethleem quadraginla sex millia sunt,
come dun Ecateo, dnn Diodoro sicuto, cui succedil vastissima soliludo, plena
dun Plinio, dun Solino, dun Tacito, dun ferocium barbarorum (i Saraceni, oggidi
Ammiano lllarcellino; ma non vi ha neces Arabi beduini)... Quod si obieceris ter
sit. ll citato geograio non avea veduto it ram repromissianis dici quw in Nume

paese onde parta, e d in contradizione, rorum volumine continetur (c. xx1v)...,


et ego fatebor /ure tibi repramissa, non
gala, svdpov. Dice che la 'Praconitide, tradila: si obseroasses mandala Dei et in
chera la parte pi sassosa e piena di roc prwceplis illius ambulasses, si non pro
ce, talch ne avea tratto it nome, contava omnipolente Deo coluisses Beelphegor et
giacch chiama quella contrada ben irri

tuttavia di pingui e fertiti montagne. E


noto oltreci come andassero famosi appo
gli antichi i vini di Gaza e di Sarepla.
Che la Giudea fosse irrigala naturalmen
teoper via delParte, torna alto stesso; Mo
s non avea nascosto agli lsraeliti che it
paese abbisognava di assidua cultura. La
terra di cui tu- entrerai al possesso non
come la terra dEgilto,donde tu se usci

Baatim et Chamos; quos quia prwtulisti

Deo, omnia quw tibi promissa fuerant


perdidisti.... Lege librum Iosue et ludi
cum, et quantis possessionum angustiis
sis coarclatus intelliges.... Nec hoc dico
in sugillationem lerrw Iudmw, ut tue
retieus sycophanla mentilur, aut quo

auferam historiw verilatem, quw fu-nda


mentum est iiitclligentiw spirilalis, sed

to, nella. quale getlato che il seme, si ut decutiam supercilium Iudworam. Ep.
conducono acque ad inafarta, come si ad Dardanum.

60

TE

TE

Notiam, per primo, che s. Girolamo di quistatori dtnstgnorttrsene. Strabone, it


scorre del possedimento degli Ebrei qual quale scriveva imperando Augusto, accen

era sotto Giosu ed i giudici; e altora di na come la Giudea gemesse a quel tempo
fatto non estendevasi se non se da Dan no oppressa da tiranni; eran questi, a non
a Bersabea: eranvi per al di t del Gior dubitarne, i tetrarchi: non maravigliare
dano le trib di Ruben e di Gad e la met che in tul condizione la reputasse poco de
della trib di Manasse, n altora stavan ri gna deccitare ambiziose voglie.
cinte intorno dagli Arabi o Saraceni. Non
s." -l-utPaltro che frequenti furono le
essendo intento suo dimpugnare la verit carestie rammentate dalla Scrittura; di
della storia,non pretende it santo di negare cinque sole si ha notizia: la prima accad
che Davide e Satomone portassero tor con de sotto Abramo; la seconda cento sedici
quiste insino alPEufrate,oltre it mar morto anni dappoi, a tempi d Isacco; la terza
ed al torrente delPEgitto. La citt di Pal passati anni novantasei, nella vecchiaia di
mira, fabricala da Satomone a poca distan Giacobbe; la quarta pi di venticinque
za dalPEufrate, nera un documento tuttor anni appresso, sotto i giudici, della quale si
vivo. Il perch quando dice che non fu data fa ricordo nel libro di Rut; la quinta nal
agli Ebrei quelPestension di paese intende mente regnando Davide, scorso uno spazio
che questo non fu toro concesso alla prima di circa cento anni. Riducousi a cinque an
e che non to tennero lunga pezza, peroc ni di penuria in un decorso di oltre otto
ch it possesso dur sessanPanni soli; e cento anni. In qual paese del mondo non
cagione delPesserne eglino stati sposses se ne pali davantaggio in si lungo inter
sati fu Pidolatria toro e de tor re.
valto di tempo?
4. ll punto capitale sta nel sapere se la
o. A n di rispondere alPobiezion de
Giudea fosse buono o cattivo paese. Odasi gli increduli, in tor fatto presente non do
come ne parti it citato s. Girolamo nel suo versi giudicare delPantica fecondit della
Commenlario sopra Isaia, lib. n, c. e: Palestina dalto stato di steritezza e deso
Nihil terra repromissionis pinguius, si lazione in cui trovasi attualmente. Non pu
non monlana quwque atque deserla, sed un paese esser convenientemente coltivato
omnem illius latiludinem consideres a ove gli abitanti non fruiscano di libert, non
riva Egypti usque ad umen magnum sieno protetti da mite e savio governo e
Euphratem contra orienlem; et ad se sicuri di non venir privati del frutto di
plentrionalem plagam usque ad Tau tor fatiche: i popoli della Palestina non

rum montem et Zephyrium Ciliciw, godono per isventura pi nessuno di que


quod mari imminet. E nel c. xxxvi , sti vantaggi, oppressi come sono dal giogo
Transferam vos (fa dire dal re dAssiria de musulmani.
agli Ebrei) in terram quw similis est
l. Anche senza quesfosservazione chia
terrw vestrw, frumenti, vini et otearum. rtssima,i viaggiatori moderni attestano co
Nec dicil nomen regionis (prosegne),quiu me la Palestina mostri ancora le prove
wqualem terne repromissionis inveiiire delPantica sua fertitit. Non addurremo
non poterat; sed simililuilinem pollice quelli che scrissero prima del nostro se
tur. E nel Commenlario sopraEzechiele, coto, come it Titlelnont, Pietro della Valle,
l. vi, sul c. xx: Iuxla lilteram vero, in Eugenio Rogero, it monaco Brocardo, San
clylam esse terram Iudww el cunctis dis, Maundrell, Thvenot, Shaw, lltorison,
terris fertiliorem dubilare non poteril Gemelli-Carreri, Pocock, Hasselquist, ec.;
qui a Itinocorura usque ad Taurum ci ristringeremo alPautorit di quelli che
montem el Euphratem uvium cunclam scrissero pi recentemente. ll Niebubr,che
consideraveril terram, etc. 0r la pi fe viaggi PIgitto e PArabia negli a. usa-e5,
race non era altrimenti la parte pi vicina pone tra le pi ubertose contrade delPo
al monte Tauro e alPEufrate, giacch vi riente i dintorni dAlessandria in Egitto ,
sorgono le pi alle montagne del Libano. una parte delPYemen nelPArabia, parec
Egli da osservare eziandio che s. Gi chi distretti della Palestina , le terre vi
rolamo scriveva alPentrare del secoto V: cine al monte Libano e quelle della Me
ma inanzi quel tempo la Giudea era stata sopotamia. u Eppure, dice, in Egitto, a
successivamente devastata dagli Assirii, Babittonia, nella Mesopotamia, nella Siria
dai re- di Siria, da Romani sotto Pompeo, e nella Palestina non si attende gran fatto
datetrarchi da esso stabititivi, dagli eser alPagricoltura; s scarsa la popolazione
citi di Tito e d Adriano. Un paese men in quelle provincie che molle buone terre
buono non avrebbe potuto sussistere dopo rimangono inculte. Gli attrezzi da lavoro
tanti disastri; ed ove fosse stato cattivo, sono col al tutto rozzi come nelPArabia
non sarebbe venuta vaghezza a tanti con e nelle Indie. n Egli aggiugne che in quelle

TE

TE

61

regioni it dar-m, specie di miglio onde si a confronto Pun clima colPaltro. La ferti
fa pane, rende almeno it cento per uno; lit delPEgltto passa ogni segno altorch
onde allorch, Gsn. xxvii, 1-1, si narra che Pinondamento del Nito succede intino al
isaccomiet it centtnpto, probabite avesse punto necessario; la coltivazione altora ri
seminato del durre. u Descripl. de VA ducesi a smovere un po it fango o limo
raiL, c. se, art. 4.
n
formato dal ume a n di gcttarvi le se
li Pags, che termin i suoi viaggi nel menti, e it popoto se ne sta lnoperoso ed
i778, dice che, dpo aver visitato quasi indolente: ma a qual pericoto trovasi espo
tutti i climtdelPuniverso, non rinvenne sta Plntera nazione se avvenga che per

postura pi favorevole di quella del sud qualche. anni consecutivi (e non cosa ra
della Siria, ch proprio la stessa della Pa ra) it Nitto o straripi soverchiamente o non
testina. Nella Siria, per detto suo, si trova
no i prodotti de climi caldi e quelli de
climi freddi; it frumento, Porzo, it cotone,
la vite, i chi, i gelsi, it pomo e gli altri
alberi dEuropa vi allignano communemen
te al par del giuggiole, del co dAdamo,
de melaranci, delimoni e delle canne di
zucchero. Vi si scontrano pure le produ
zioni communi ai due climi proprie de
giardini. Uindustria degli abitanti ha ren
dnto fertite it terreno delle montagne e
ne ha fatto un giardino se altro mai de

cresca a sufcienza! Uinondazionc di quel


ume,tantto necessaria alPEgitto, per que

sto una scaturigine di morbi pestitenziali se

accada che Pacque stagnino in terreni bas


si. Quindi quel nembo dinsetti che tor
menta senza posa di e notte e uomini e
bestie. La sabbia stessa carena deposta dal
Nitto e messa poi in moto dal vento di
levante abbrucia gli occhi e li spegne;
nessun paese della terra abouda di ciechi

al par delPEgitto. La delta sabbia infetta


gli alimenti , per qualunque cura si ado

lizioso. Voyagc aulour du monde, t. l. peri a porti in serbo, e turba perno i son
Gli abitanti sono principalmente i Drusi e
iilfaroniti, i quali hanno scosso it giogo
de Turchi: non quindi maraviglia che
gli Ebrei abbian fatto anticamente to stes

ni la notte, perocch, nonostante ogni pre


cauzione, si caccia essa n nelle camere e
ne letti. LEgitto non produce vini, e le
ulivesono dassai inferiori a quelle di Si

so, perocch appo i Drusi si ravvisano ria. Nellialto Egitto it caldo nella state
tuttavia gli antichi costumie le usanze di intolerabite.
cui favellano le Scritture.
- La Palestina non va soggetta a questi in
it barone di Tott, che costeggi la Pa commodi; abonda di parecchi prodotti on
lestina quasi al tempo stesso, dice che to de PEgitto difetta onninamente. Una prova
spazio tra it mare e Gerusalemme un della diierenza di que climi la statura
paese piano di circa sei leghe di larghezza vantaggiosa de lliaroniti, a fronte dequali

gli Egiziani sono nulla pi che brutti pl


e al sommo ferace. Mm., t. IV.
Volney,che esamin con particolare stu gmei. Tacito chiama que degli Ebrei cor
dio quel paese dal i7as al i785, confer pora salubria et fereniia laborum. Ad
ma quanto dice it Pagse va persuaso che, onta delle pompose descrizioni che del
se non fosse it governo tirannico e insen PEgitto si fanno da alcuni moderni scrit
8Il0 de Turchi, la Siria sarebbe la pi de tori, unicamente per contradire a coloro
liziosa stanza del mondo. Voyage en Sy che scrissero prima, it Volney, scrittore
di maggior senno, dipinge quel paese sic
ric et cn gypte, t. l.
Se, in onta a tanti ostacoli che sattra come lnsalubre, spiacevole, incommodo
versano al suo coltivamento, la Terra pro sotto ogni aspetto, nel quale i viaggiatori
messa serba tuttavia delle tracce del non per altro alnan penetrare che per vi
Pantica sua fecondit, che sar ella stata sitarne le rovine.
TERTULLIANO. Prete diCartagine e ce
quando abitava la Giudea un popoto in
numerevole, libero e laborioso? Doveanvi lebre dottor della Chiesa. Credesi commu
per fermo scorrere it latte e it miele, giu nemente nascesse verso Pa. I60 e cessasse
sta Pespressione delle Sacre Pagine, atte di vivere verso it ne: le quali date come
so le numerose greggie, le tante api e la ch non sieno assolutamente certe , tutti
moltitudine delle piante odoritere ondera per convengono aver egli scritto in sul
Puscire del il secoto e alPentrare del lll.
coperta.
l miscredenti, che ragionan soto a ca Lasci moltissime opere: Pedizion pi ac
saccio e senza aver esaminato mai nulla, curata di esse quella dal itigaud fatta im

domandano perch mai lddio non desse al primere a Parigi nel lo e lo4a in lol.
suo popoto le ricche ed ubertose contrade Aspro ed oscuro in generale to stite di
delPEgitto anzi che la Palestina. A volerne Tertulliano, ed duopo esserci avvezzo
conoscere la ragione, non si ha che a porre per giugnere a capirtto; ei s fatto, per dir
Baucina. Vol. VI.

69

TE

TE

cos, un linguaggio suo particolare: onde m. Ingenio vero nonne lam gravi ac ve
in calce alle opere fu posto un dizionario hementi excelluil ut aibi nihil pene ad
delle parole che trovansi presso di lui so expugnandum proposuerilquod non aut
lamente o da lui prese in un signicato acuminc irruperil aut pondere eliseril?
insolito. Ne fa sapere egli stesso come lam porro orationts suw laudes quia ex
fosse nato e cresciuto nel paganesimo, e aequi valeat? quw lanla nescio qua ra
contessa i difetti e i vizii a cui era an tionum necessilate conserla est utad con
dato soggetto prima di convertirsi. De semum sui quoa suadere non potucrit
pamiL, c. 4 e i2. ltta abbracci la religion impellat; cuius quot pene verba tot sen
cristiana con piena cognizione di causa; tentilz sunt, quot sensus tot victoriw.
e, a render ragione delPessersi mutato, Sciunt hoc lllarciones, Apelles, Praxeie,
compose it suo Apologetica in difesa del Hermogenes, Iudwi, gentiles, gnostici
cristianesimo contro i rimproveri e le bu ceterique,quorum ille blasphemias mul
giarde accuse de pagani, e to indirizz tis ac magnis voluminum morum moli
ai magistrati di Cartagine e ai governatori bua velut quibusdam futminibus evertit.
delle provincie: present in appresso una Et lamen hic quoque, post hwc omnia,
memoria a Scapula governatore di quella hic , nquam , Tertuliianus, catholici
citt sulto stesso argomento. Trovasi Por dogmalis, idest universalis ac cctasta:
ditura e, per cosi dire, to sbozzo primo dei, parum tenax ac disertiur mut
di questi due scritti in quelto intitolato Adl to quam felicior , mulala deinoeps sen
nationes. LApologetica e it trattato della tentia, fccil ad extrcmum quod de eu
Prescrizione contro gli eretici son le beatus confessor [Iilarius quodam loco
principali e le pi reputate fra le sue scribil: Scquenti, inqail, errori detruxit
opererne abbiam tenuto discorso al ri scriptis prnhabitibus auctoritalem.
speltivo articoto.
ll perch Pertulliano ebbe acerbi cen
Uomo dindole naturalmente aspra ed sori tra i padri della Chiesa e tra gli autori
austera,si lasci sedurre sul u di sua vita moderni, presso i cattolici non meno che
dalle massime di severa morale e dalPe presso gli eretici e i miscredenti: lascian
sterior virtuoso che atiettavasi da mon do stare gli errori della setta da lui ab
tanisti; ne adott i sogni e gli errori: tri

bracciata, gliene furono imputati di gra

sto esempio delle stranezze in cui pu dare vissimi in fatto si di domma che di mora
un grande ingegno quando non vuol pi le. Ma, se ci permesso dire it parer no
a sua guida le istruzioni della Chiesa e stro , ne sembra che spesso sia stato
troppo safda nel proprio sapere. Gli giudicato con eccessiva severit e non si
scritti da tui dettati dopo la sua caduta sia posto cura bastante a crre it vero
non sono eguali in autorit ai precedenti, senso del particolare linguaggio ch egli
e si riconoscono al fare eccessivamente se savea creato. Vero che non si pu scol
vero che in essi campeggia: ci non toglie partto su tutti i punti; ma non pochi as
pen a questo padre un seggio distinto fra sennati e moderati scrittori riuscirono a
testimonii della tradizione circatutti i dom dissipare in parte le accuse addossategli,
mi che non han relazione co suoi errori. e noi vorremmo essere di questo numero.
Di nessuno scrittore ecclesiastico fu Perch savr a pigliare in torto senso
detto tanto male e tanto bene come di lui, espressioni suscettive di signiticazione al
e si pot fartto senza offendere assoluta tutto ortodossa, segnatamente altorch uu
mente it giusto e it vero. S. Cipriano, che autore siasi altrove e non una volta sola
visse non guari dopo di lui,ne faceva tal pi chiaramente spiegato?
conto da chiamartto suo maestro. Nel se
l. Si appone a Tertulliano daver in
coto V Vincenzo di Lcrins nel suo Com segnato che Dio, gli angeli e Panime uma
mormorio ne fa it pi grande etogio. Sic ne sieno esseri corporei. it passo pi ga
ul Origenes apud Grwcus, ecco le sue gliardo che si obietta tolto dal suo libro
parole, ila Tertullianus apud Latinoa no Contro Prassea, it qual volea non essere
strorum omnium facile princeps iudi in Dio che una sola persona, cio it Pa
candus est. Quid enim hoc viro doctius, dre; questi aver preso carne e patito per
quid in divinis atquc humanis rebus noi, ed essere stato appellata Ges Cri
exercilatius I Nempe omnem philoso sto; onde fu autore delPeresia de patri
phiam et cunclas philosophorum seclas, passiani. V. questa v. Perci diceva it di
auctores, adsertoresque seclarum, amne vin Verbo nella Scrittura signicar pura
sque eorum dlsciplinas, omnem [listo mente la parola di Dio, non essere n so
riarum ac studiorum vurielatem mira stanza n persona punto pi che la parola
quodam mentis cupuuitale complessi/fa umana, la quale un mero suono ossia una

TE

TE

ripercussitme delParia. Odasi come Ter


tulliano argomenti contro it detto ere
tico, c. 7: Ego nihil dico de Deo ina
ne et vacuum predire poiuisse ut non
de inani et vacuo prolatum; nec ca
rere subslanlia quod de lanla subslan
tia processil et lanlas substantias fecil,

dinario subslanlia volea dir tuttaltro che

63

un ente sussistente, essendo questo vo


caboto metaforico. Quando noi diciamo it
corpo d un pensiero per distinguere it

principale dalPaccessorio non intendiam

gi dire che un pensiero sia corporeo ov


ver materiale.
fecil enim et ipse quw facla sunt per il
Tertulliano sostenne contro Ermogene
lum. Quale est ul nihil sil ipse sine quo avere lddio creato la materia e i corpi :

nihil faclum est?.... Vacua ci inanis res dunque impossibite abbia creduto lddio
est sermo Dci qui Filius dictus est, qui
ipse Deus cognominatus est: Et sermo
erat apud Deum, et Deus erat sermo?....
Quis enim negabil Deum corpus esse, et
si Deus spirilus est. Spirttus enim cor

pus sui generis in sua efgie. Sed et in


cisibilia illa, quaecumque sunt, habenl
apud Deum et suum corpus et suam for
mam, per qua, soli Deo visibilia, sunt:
quanto magia quod cx ipsius subslantia
missum est sine subslanlia non eril?

Qtuecumquc ergo subslantia sermonis


fail, illam dico personam,el illi nomen
Filii vin1lico; et dum Filium agnosco,

secundum a Patre defendo.


Ne par chiaro aver Tertulliano confuso
it vocaboto corpo con quelto di soslanza,

poich oppone Puno e Paltro al vuoto e


al nulla; e per forma, ef/igie intendersi

un ente corporeo. Net libro stesso Contro


Prassea, c. 5 , dice: Ipse (Deus) sibi et

mundus et locus et omnia. Come conci


liare un idea cotanto sublime colPopinione

dun Dio corporeo?


Finalmente, nel secoto IV, s. Febado ve
scovo dAgeni, uomo di dottrina ben nota,
chiam egli pure corpo, come Tertulliano.

tutto ci che sussiste. V. Hi:t. lillcr. de


France, t. i, part. n.
Di queste medesime osservazioni valere
ci potremmo a giustiticar quanto dice de
gli angeli e delPanima umana; ma la sa
rebbe troppo lunga discussione. A noi pa
re aver lui solamente creduto uno spirito
creato esser rivestito sempre dun corpo
sottite a n di potere operare esterior
mente: opinione che non intacca per nulla
affatto la fede. Da ci non segue gi che
Tertulliano non avesse nessuna nozione

da lui non altro che it modo di essere de


gli spiriti. Di questo avviso non it dotto della perfetta spiritualit.
Uezio, il qual dice che Tertulliano non
2. Vuolsi non sentisse da ortodosso in
era n si ignaro di latinit n si povero torno al mistero della ss. Trinit: ma su
di parole da non saper esprimere un ente questo particolare venne discagionato dal
sussistente se non colla voce corpo. Ori Bultoedal Bossuet. Nel libro Conlro Pras
gen. quwxt., l. n, qu. 1,5 8. Di quesPos sea, c. a , trovasi una profession di fede
servazione si giovarono it Beausobre ed su questo mistero la quale sembra a noi
altri.
e
irreprensibite, comech concetta in modi
Salva la riverenza dovuta a un uomo al presente fuorduso: noto come gli

di tal sapere, P osservazione tutPaltro scolastici, a n di spiegarta con pi esat


che giusta. Tertulliano partava it latino tezza, furono obligati servirsi di voci bar
bare, ignote agli antichi autori latini.
garsi aver lui dato a innite dizioni latine
5. Gli errori pi gravi imputati a Ter
un signicato diversissimo da quelto degli tulliano son quelli che versano sulla mo
scrittori del secoto augusto. Anche Cice rale. ll Barbeiracio, Tratte de la. ma
rone, pel bisogno desprimere nella pro rale des pres, c. o, to accusa davere con
pria lingua materie tosoche trattate in dannato senzaltro to stato di mitizia e la
sino altora solamente in greca favella fu profession di soldato," far sentinella da
costretto giovarsi di termini greci o dare vanti a un tempio didoli, it costume di
a latini "ocaboli una signicanza diierente accender lampade e accole in giorno di
al tutto da quella che avean nelPuso com esultanza, Puso delle corone, P ufcio di
mune. Tertulliano si trov nel medesimo giudice e di magistrato, la frequenza agli
caso al suo tempo riguardo alle materie spettacoli, segnatamente alla comedia , la
teologiche: nessuno prima di lui le avea dignit dlmperaiore, le seconde nozze, la
trattate neIPldioma del Lazio; ondech fuga nelle persecuzioni, la giusta difesa di
it linguaggio da lui usato non pot riuscir s stesso, ec., ec.
In varii articoli di questo Dizionario fu
cosi esatto e netto come fu in appresso.
Oltreci PUezio non ignorava che Lu per noi fatta vedere Pingiustizia della mag
crezio avea detto corpus aquw per la gior parte di tali imputazioni. Tertulliano
soslanza deWacqua, perch nelP uso or consider it mestier delle armi siccome

dtfrica, non quelto di Roma; n pu ne

TE

TE

interdetto a un cristiano a cagion non sola


mente delle ladronaie a cui si gittaronoi
soldati romani nette sedizioni scoppiate
sotto Nigro ed Albino, ma eziandio del
giuramento mititare che difsoldati pre
stavasi dinanzi alle insegne cariche di ial
si dei e pel culto idolatrico che a queste

64

dopo Tertulliano, it quale parlava cos


unicamente per far creder formidabite it

soleasi prestare. Egli si spieg su questo


punto chiaramente nel suo Apoiogetico ed
altrove. Leccessiva superstizione che al
tora dominava rendea impossibite it far
sentinella dinanzi a un tempio didoli
senza in tal qual guisa prender parte al
culto che vi si praticava. Lo stesso di
casi delle corone che distribuivansi ai

soldati. Le feste e i di d esultanza veni


van celebrati in onore delle divinit pa,
ganesche: si conveniva egli a un cristiano
it parteciparvi? Tertulliano dubit se gli
imperatori potessero esser cristiani o se
un cristiano potesse essere imperatore in
un tempo nel quale era un de punti prin
cipali della politica romana perseguitare
it cristianesimo: t-u del medesimo avviso
sulla magistratura quando a giudici e a
magistrati tutti quanti era forza giornal
mente condannar cristiani alPestremo sup
plizio: non avea egli ragione? E Pavea
pur anco di condannar gli spettacoli quan
do la scena veniva insanguinata pe com
battimenti de gladiatori e spesso per la
uccisione de cristiani, e nelle comedie

suo partito.
:
ll nostro solenne critico ignorava di
certo-che sotto gli Antonini e Marco Au
relio, immediatamente dopo la nascita di
Tertulliano, it tatto da questo asserito era
gi noto e innegabite. Teneasi per cosa in
dubitata essere avvenuto sotto M. Aurelio
it prodigio della legion fulminante, com
posta principalmente di soldati cristiani;
prodigio da tcrtulliano affermato per cer
to. V. Laeluu PULIINANTE. Attesta egli che
nessun di toro ebbe mai parte nella sedi
zione avvenuta sotto Albino, Nigro e Cas
sio, ibid., s5; Ad Scap., c. u; non te
meva quindi dessere smentito. verisi
mite che que soldati avesser prestato giu
ramento senza essere stati obligati altecon
suete cerimonie; e non avean commesso
verun atto didolatria, perocch sotto i suc
cessivi imperatori non pochi preferirono
morir martiri al tarsi rei di tale prevari
cazione.

4." Parecchi protestanti asserirono che


Tertulliano nessuna autorit attribuisse al
vescovo di Roma e non credesse la pre
senza reale di G. C. nelP Eucaristia: onde,
per riconoscenza pariarono di questo pa
dre con pi moderazione che non gli al

tri. inutitmente per si lusingarono del


voto di lui; ch nel suo trattato Dette

sfoggiavasi di via ordinaria la pi alta prescrizioni contro gli eretici, Latuil,


domanda, aliquid Petrum wdica1zdw Ec
Biastm la difesa di s per causa di re clesiw petram dictum, claves regni coe

licenza.

tigione in casi ne quali bisognava andare lorum consecutum et sotvendi et alli


al martirio, e le seconde nozze,ache per gcmdi in cwlis et in lerris potcslatemH-lal
to pi passavasi merc dun divorzio che c. 56: Si Ilalia- adiaces, Imbes Romam, un
i cristiani non avrebber dovuto mai ap de riobis quoqueauclorilas prwstto est. Ista
provare. A voler sapere se certe lezioni quam fettx ecclesia! cui tolam doctri
di morale sien vere o false, giuste o ri nam apostoli cum sanguina suo profu
prendevoli, bisogna da prima conoscere derunt.... Videamus quid didiceril, quid
Pandazzo decostumi e gli abusi daltora: docueril, cum africanis quoque ecclesiis
questa cautela non usarono giammai i pro conIesserariL... Si hwc ila se habent, ut ve
testanti inanzi di farsi a biasimare i padri. rilos nobis adiudicetur, quicumque in ca
Riguardo alla fuga nelle persecuzioni, requla incedimus quom Ecctesia ab apo
G. C. Pha chiaramente permessa, Matth. stotis, apostoli a Christo, Christus a Deo
x, 25; e Tertulliano la condann solamen tradidil, conslat ratio proposili nostri,
te dopo essersi lasciato allucinare dalla denientis non esse admiltendos hwreli
troppo rigida morale de montanisti. ll suo cos ad ineundam de Scripturis provo
libro De fuga in persecutione una delle cationem, quos sine Scripluris proba
ultime opere che scrisse.
mus ad Suripturas non pertinere. Pen
Se non che avvi una difcolt circa to sino e partino i protestanti come Tertul
stato mititare; Tertulliano sembra assolu liano, attribuiscano alla sola chiesa apo
tamente condannartto, De idotolat., c. le: stolica che sussiste presentemente la stes
e nondimeno egli dice nel suo Apologeti sa podest che quel padre atttribuivagli,
co, c. 57 e u che i romani eserciti ri e sarem paghi appieno. Ma essi tevarono
boccavano di cristiani. Giusta Popinione la voce contro quel trattato, e noi abbia
dun increduto moderno,ci avverossi sol mo risposto alle toro lagnanze. V. Pmcnl
tanto sotto Costanzo Ctoro, sessanP anni zioNI.

TE

TE

65

AlPart. Eucunsrm fu da noi fatto vedere pudendum est. Et mortuus est Dei Fi
come Tertulliano abbia chiarissimamente
insegnata la presenza reale di G. C. in quel
sacramento, e che i protestanti male in
terpretano it senso de passi di questo pa
dre che sembran provare Popposto.
t1. Da alcuni increduli fugli apposto
aver ragionato stoltamente nel suo libro
De carne Christi, c. u, ove contro Mar
cione, che negava credere aver it Figliuol
di Dio preso vera carne e realmente pa
tito, argomenta di questo tenore: Crucif
xus est Dei Filius: non pudet, quia
pudendum est. Et mortuus est Dei Fi
tius : prorsus credibile est,quia ineptum
est. Et seputtus resurrexil: certum est,
quia impossibile est. Non si pu, dicono i
nostri censori, sragionar pi stranamente.
Per giudicarne sensatamente, non biso
gnava sopprimere ci che sta prima. Chiede
Tertulliano a Marcione: Tu hwc erube
scenda ilti facis quw redemil, et in
digna quw, nisi dilexisset , non rede

misset? Nativilatem reformat a morte,


regeneratione cwlesti carnem ab omni
vexatione restiluil, leprosam emaculat,
ctecam pertumiriat, paralyticam redin
legrat, dwmoniacam caplat, mortuam
resuscilat; et nasci in illa erubescil?....
Turpe hoc Deo, et indignum hoc Dei
Fiiio et stultum: propterea quia ila
credat. Sil piane stultum, de nostro
sensu iudicemus Deum. Sed circumspi
ce, Marcion, si lamen non delisti: Stul
la mundi elegit Deusut confundat sapien

tius: prorsus credibile est, quia ineptum

est. Et sepultus resurrexil: certum est,


quia impossibile est. Impossibite secondo
Marcione e it mondo, non gi secondo t
lumi della fede. Ognun vede che it ragio
nardi Tertulliano altro non che un com

mentario delle parole di s. Paoto: Qua,


stulla sunl mundi elegil Deus ut con
fundat sapientes, etc. l Cor. i, 27; it per
ch gli increduli ne.fecero un capo iPac
cusa a s. Paoto non meno che a Tertul
liano.
"i
o. Un di tali critici malaccorti dice che

questo padre nel suo libro De patlio spac


cia una morale che dispensavato dai do

veri della societ, e che questo era to spi


rito del cristianesimo. Un altro si scanda
lizza in leggendo it seguente squarcio :
Est et alia maior necessilaa nobis oran
di pro imperatoribus, etiam pro omni
slata imperii, rebusque romanis , qui
vim maximum universo orbi imminen
tem, ipsamqae clausulam swculi, acer
bilates horrendas comminantem, roma
ni imperii commeatu scimus relardari.
Dalle quali parole deduce it censore che
i cristiani non avrebber pregato pei pro
prii dominatori ove non fosse stata la tema
del nimondo.

Cosi ragionasi da chi punto non riette.


Rispondeva Tertulliano nel libro De pallio
a cotoro che it melteano in ridicoto per

ch aftettasse di portare it mantelto de


toso invece delPabito commune: non

tia. Quwnam hwc stutla sunt? Corwersio trattavasi adunque de doveri della socie
hominis ad cultu-m veri Dei? reiectio t, ma della moda, delle costumanze, de
erroris? disciplina iustitiw, pudiciliw , gli usi inditierenti. Tertulliano si difende
patienliw , misericordia: , innocentiw? col riversare ei pure le beffe sulla mag
Omnia hwc quidem stulla non sunt. gior parte di cotali usanze: la quella una
Quwre ergo de quibus dimeril.... Quid satira pungente se altra mai, piena di spi
indignius Deo, quid mogis erubeseen rito e dun sale alquanto caustico. Nessuno
dam, nasci an mori? carnem gestare an quasi de nostri toso ci che non abbia
crucem ? circumcidi an suf/gi? educari fatto altretanto sopra i costumi ed usi no
an sepeliri? in prwsepe-deponi au in stri; e quando la censura parve ingegnosa
monumento recondi? Sapienlior eris si giov a rallegrare, e ne fu tor saputo gra
nee ista credideris. Sed non eris sapiens, do. Rispetto ai doveri della societ civi
nisi stultus in swculo fueris, Dei stulla le, Tertulliano attesta nellH-tpologetico che
credendo.... Falso ergo slatuil inter nos adempivansi questi da cristiani con tutta
scire Pauluslantum lesum crucixum... esattezza, e sdava i tor nemici a menoma
Parce unica, spei totius orbis: quid de mente appnntarti in questa materia.
struis neeessarium dedecus dei? Quod
Nel cap. 51 aveva citato le parole di
cumque Dea indignum est, mihi expe s. Paoto, it quale commando di pregare pei

dil. Satvus sum si non confundar de Do


mino meo. Qui mei, inquil, confusus fue
rit, confundar et ego eius. Alias non in

oenio materias confusionis quw me per


contemptum ruboris probent bene im
prudentem et feticiler stultum. Cruci
xlts est Dei Filiu-s: non pudet , quia

re, pei principi, pei grandi, afnch la


societ sia tranquitla e pacica. Cum con
cutilur imperium, concussis etiam cie
teris membris eius, utique et nos, ti
cet extranei a turbis, in aliquo loco ca
sus invenimur. Nel c. 5a aggiugne it pas
so rimprovcratogli da nostri avversarii

66

TE

TE

ma non si discorre ivi altrimenti della ne abbiam fatto vedere esser possibite che i
del mondo, bens duna rivoluzione spa
ventosa che antivedeasi e che avvenne
di fatto nel principiare del secoto V per
Pirruzione de barbari nelPimpero. Gi in
sin dal lll, per le continue guerre civiti,
le frequenti uccisioni degli imperatori, le
discordie de grandi , P indisciplinatezza
della mitizia, si prevedeva che i barbari,
pronti sempre a gittarsi sulPimpero e mi
naccianti d ogni lato, sarebber venuti a
capo di rovesciartto; temevansi le sciagure
che avrebber di necessit tenuto dietro a
questa catastrofe; e que tristi presenti
menti sortirono pur troppo it toro effetto.
Non a torto quindi e Tertulliano ed altri
padri tennero un simit linguaggio; e ma
lamente si appon toro avere annunziata la

gnostici derivassero it tor sistema dalla


tosoa di Platone del pari che da quella
degli orientali, e che su nessuna base si
regge la preoccupazione de critici prote
stanti in favore di quesP ultima.

una guarentigia contro it tinimondo?

che non esprime. Non modelto da se

Noi non pretendiamo gi, ne giova ridir


to, giusticare tutto che cadde dalla pen
na di Tertulliano: ci ha degli errori nel

P opere sue; assai meno per di quel v0

gliasi da certi critici passionati e cavittost


che si copiano Pun Paltro a occhi chiusi.
Duriam nelPavviso che venne egli spesse
volte giudicato e condannato con sover
chio rigore da tali che non si pigliaron la
pena di studiarne to stite riciso, sentenzio
so, pieno delissi e reticenze, e la maniera
di ragionare subitanea, impetuosa che tra
ne del mondo. Come mai la prosperit passa rapidamente duno in altro pensiero
del romano impero avrebbe potuto essere e lascia al lettore la cura di supplire a ci
7. Tra i protestanti taluno dice che Ter guire, gli vero, ma scritttor tale che
tulliano e s. Giustino non poteano uscir ad d molto a pensare e merita desser letto
onore nella controversia che aveano cogli pi duna ala.
Ebrei perch ne ignoravano la lingua, la
TERZA. V. Ons GANoNICBE.
storia, la letteratura, e scrivevano con ine
TERZELINO, A. V. FBANCIsCANo, A.
TERZIARlO. Persona, delPuno e delPat
scusabite supercialit e inesattezza; tal
altro, che it primo err sconciamente,ascri tro sesso, appartenente a un terzordine di
vendo le eresie tutte quante alla tosoa religiosi. Perocch la pi parte degli ordini
de Greci, e che non conobbe punto it si monastici subirono riforma, i riformati ven
stema delle emanazioni e la tosoa degli nero reputati altri dagli antichi. Furon poi
orientali,donde i gnostici derivato aveano detti terz ordine quelli che in appresso
per alcuna nuova ragione costituirono una
ogni toro errore.
Non sarebber anzi eglinoi nostri critici terza congregazione. Si diede nondimeno
un po troppo superciali? Non richiede la stessa denominazione a un aggregamen
vasi cognizione delPebraico per disputare to di devoti laici o di coniugati che con
contro Giudei ellenisti, i quali neppur essi traggono con alcun ordine religioso una
pi it capivano e leggevano la Scrittura sol specie di afgliazione per partecipare alle
nelle versioni greche de Settanta o di preghiere ed alle opere buone solite farsi
Aquita. Nel secoto IX soltanto ripigliarono in esso ordine e imitarne le pratiche di
gli Ebrei Puso generale di non pi leggere piet per quanto toro it posson consen
nelle torsinagoghe la Bibbia che in ebraico tire le proprie occupazioni e gli oblighi

e in caldeo; fatto indubitato. Non cono delto stato in cui si trovano. Non fanno
scevano la propria istoria fuor ch per le voti; soltanto seguono una norma di vita
opere di Giuseppe, Fittone e Giusto di Ti prescritta toro da proprii direttori spiri
beriade, tutte dettate in greco. Forse che tuali, norma acconcia a promovere e man
i nostri dotti da poi che appreser Pebreo tenere in essi la divozione e la morige
convertirono pi Giudei che non i padri ratezza.
deprimi secoli? Due grandi vantaggi avean
La maggior parte degli ordini religiosi
questi: la memoria de fatti freschisstma e ebbero terzo ordine. Conciossiach tutti
i doni miracotosi che sussistevano tuttavia avesser cominciato col fervore e con una
nella Chiesa; vantaggi che non avvisiamo vita esemplare, a non pochi laici, edicati
trovino un compenso in una profonda co dalle toro virt, nacque vaghezza dimi
gnizione delPebraico idioma.
tarti e aggregarsi in tal qual guisa al toro
Non vero che Tertulliano non avesse consorzio. I pi conosciuti e famosi sono
notizia delle emanazioni; giacch nel suo i frati e le suore del terzordine di s. Fran
libro Contro Prassea, c. e, distingue la cesco. Quando parte de religiosi di quel
generazione del Figliuoto di Dio dalle ema Pordine ebber, ne secoli XItt e XIV, fatto
nazioni devalentiniani e ne addita la dif scissura da proprii fratelli sotto cotore di
lerenza. Negli art. EMANAzIoNE e Pmromsno voler darsi a una pi stretta osservanza

TE

TE

67

della regola del tor fondatore, si ribella parecchiando la tempesta che scoppi ad
rono a qualunque podest, negarono obe essi in sul capo di l a pochi anni.
dienza perno alla santa sede e caddero
I protestanti, fatti ciechi datP odio con
in errori e disordini: furono chiamati fra tro la chiesa romana, credettero in questa
ticelli. I terziarii laici che seran messi predizion delPApostoto ravvisare la ca
sotto tor guida fecer lega con essi e pro duta del romano impero , la dominazione
ruppero a medesimi eccessi; venner de de papi eretta sulle rovine di esso, Pan
nominati begardi o beghini. Fu forza pro ticristianesimo o Pidolatria cattolica fon
ceder contro gli uni e gli altri e distrug data su prestigii o falsi miracoli operati
gerti. V. BEGARDi, FRATlCE-LLI.
per Pintercessione e le reliquie desan
TESSALONICESI. Stando alla commune ti, ec., ec. Questa fantasia, sbucata da
opinione,alla quale nessuna opposizion so qualche teste fanatiche, trov, anco fra
lida si pu fare, le due lettere di s. Paoto a dotti, chi Papprovasse: it Beausobre non
que di Tessatonica sono le prime da lui in vergogn di aderirvi, non troppo palese
diritte a fedeli che avea convertiti. Si pon mente per, nelle sue Remarquel sur la
gono sotto gli anni se e sa delPera volga n pilre aux Thessaloniciens, c. n, il a.
re, i quali sembra PApostoto aver vissuti
A ritevarne la stoltezza, e basta notare
continuatamente a Corinto. Hanno esse per per t." che la caduta delllmperio romano
iscopo di confermare que novelli cristiani avvenne in occidente sol quattrocento an
nella fede, nella pratica delle opere buo ni dopo it se delPera nostra; 2. che, se
ne, nella pazienza fra le persecuzioni alle condo s. Paoto, il 5, dovea ad esa pre
quali trovavansi esposti. Nella seconda, cedere una ribellione (anca-roiaia, disces
c. n, si leggon pi cose relative alla se sio), e cosi Pintende it Beausobre stesso;
conda venuta di G. C.: in essa PApostolo ma essa caduta fu efetto non duna ribel
parta dun uomo del peccato,dun gliuo lione, bens delPinondazione de barbari.
lo di perdizione, il quale si oppone e si 5. il forte delPautorit de papi e it tor
nalza sopra tutto quello che dicesi Dio poter temporale ebbe principio solamente
e si adora, lalmente che aeder egli nel molti secoli dopo un tale rivolgimento di
tempio di Dio, spacciandosi per Dio; in cose. 4. S. Paoto dice a Tessatonicesi,
di prosegue: Egli gi lavora il mistero il c: Voi sapete che sia quello che lo rat

diniquil...,e sar, manifeslato quel tiene, afnch sia. manifeslato a suo tem
niquo, cui il Signore Ges uccider col po. Quando io era tutlavia presso di voi
ato della sua bocca e annichiler con vi diceva lali cose. Strana carit sarebbe
lo splendore di sua venula. Questo capo
diede a fare non poco a commentatori, e
ciascuno Pintese conformemente a proprii
pregiudizii. Molti credettero ravvisarvi
Panticristo, che dee venire alla ne del
mondo.
-

stata questa delPApostoto davvertirti dun


avvenimento onde non poteano essere
spettatori e di non dare verun segnale che
valesse a premunire cotoro che dovean
esserne testimoni e lasciarsi trarre in er

rore. s.- S. Paoto aggiugtie, il, to, che


Da cotoro che non vanno in traccia di gli mander toro Poperazione delPerrore

misteri senza bisogno fu osservato che in


tutto quel capitoto , anzi in tutta quanta
la lettera non si tratta per niente della
ne del mondo, bens del cessare della re
ligione e della republica degli Ebrei; che
per Puomo del peccato, gliuolo di per
dizione, ec., intende PApostoto gli Ebrei
increduli, nemici giurati del cristianesimo,
ostinati in perseguitare i fedeli e da cui
i Tessatonicesi avean patito oltraggi non
pochi. La qual semplice spiegazione acqui
sta it maggior grado di probabitit quan

ain che credano alla menzogna, per aver

negato dar fede alla verit: i fedeli del se


coto V eran forse pertinaci i quali ricu
sasser credere in G. (L? Il mistero dini

quit gi si operava, i 7: forza dunque


che Pidolatria della romana chiesa,it culto
de santi, delle lmagini, delle reliquie ab
bian cominciato al tempo di s. Paoto; ma

questo non si vuole da protestanti. 7." A

compier la pittura, dovea it Beausobre ap


prenderci in che tempo dee arrivar G. C.
per uccider quelPiniquo col ato della sua
do si raffronti it mistero tfiniquil che bocca e annichitartto con to splendore di
gi operavasi, giusta s. Paoto, con ci che sua venuta; altora avremmo posta la sua
avveniva di quel tempo nella Giudea, nella profezia a mazzo con quella di Giuseppe
quale varii impostori spacciavansi pel mes Medo, del Sanchio, del Jurieu e defana
sia, sedncevano it popoto con prestigii e tici delle Cevenne. V. Au-ricaisro.
nivano colP esser distruttihinsteme co
manifesto che le parole- Iddio man
toro aderenti, e gli Ebrei con quel toro der ad essi Foperazion delPerrore,ec.
spirito torbido e sedizioso andavano ap non signicano altrimenti che lddio ingan

68

TE

TE

ncr gli increduli, li accecher, ti indu

S. Paoto, Hcbr. ix, 15 et leqtL, d al


rer positivamente nelP errore, ma che Puno e alPaltro it nome di testamento nel

lascer s mgannino e accechino da s pi stretto signicato e li presenta sicco


stessi: predizione che pur troppo sorti it me atti dultima votont. G. (L. cosi egli,
pieno suo diletto per riguardo agli Ebrei, mediatore del nuovo teslamento; af/in
perocch nrla rovina di tor citt e del ch, interposla la morte (di lui), la. re
tempio n la stragee dispersione della denzione di quelle prevaricazioni che
tor nazione xalscro a far che aprissero gli sussistevano sottto il primo teslamento, ri
cevano i chiamati la promessa delPeter
occhi.
Nella I-Iist. de Vacad. des inscript., na eredil. Imperocch dove teslamento
t. XVIII, in ta.", trovasi una succinta ma la morte fa duopo che intervenga del
curiosa storia di -Pessatonica, in cui partasi teslatore. Perocch il teslamento pemla
della fondazione della chiesa di essa citt morte raticato; ch del resto non e
fatta da s. Paoto, de suoi mutamenti, de ancora, valido mentre vive chi ha tesla
granduomini che la-ressero o vi sortirono to. Per la qual cosa neppure il prima
fu celebrato senza sangue. G. C. nelto
i natali.
instituire PEucaristia disse pure: Questo
TESTA. V. Caro.
TESTAMENTO. In latino e in altre lin il sangue mio del nuovo teslamento, il
gue questa voce signica propriamente quale sar sparso per molti per la re
Patto con cui un uomo vicino a morte di missione de peccati. Matth. xxvi, a8. E
chiara Pultima sua votont: gli scrittori it citato Apostoto sera gi espresso del te
ebrei per non [adoperano in tal senso. nore seguente net c. vm, il o delPanzidetta
Lunico esempio che scontrasi presso de epistola: G. C. miglior ministero ha avu
patriarchi dun testamento propriamente to in sorte,quanto di migliore alleanza
detto quelto di Giacobbe che, stando per mediatore, la quale su migliori pro

morire, dichiar a proprii gliuoti le ul

messe fu slabilila. Imperocch se quella

time sue intenzioni: ma era piuttosto un prima non fosse slala manchevole, non
vaticinio di quel che dovea toro accadere si cercherebbe luogo ad una seconda.
e che Dio avea stabitito a rispetto di essi
Dssi egli forse iuferire da queste pa
che non una libera ed arbitraria disposi role che Pantico testamento fosse unal
zione di quel sanPuomo. Alle estreme pa leanza difettosa, imperfetta,agli Ebrei pre
role dette da Giuseppe, Mos, Giosu, Da giudizievole, un agelto anzi che un bene
vidde non pu darsi it nome di testamento cio? Un si fatto errore sostennero Simon
mago co suoi discepoli, e i marcioniti ci
fuor. che in un senso molto improprio.
Icorrispondenti vocaboli berilh in ebrai manichei, e dopo di essi i moderni miscre
co e diaLfixn in greco, valgono in generale denti. A confutare tor sosmi, fummo co
disposizione, instiluzione, tratlato, or stretti leitante volte far osservare che
dinan-iento, patto o atleanza, come anco buono, cattivo, bene, male, perfetto, im
dichiarazione dultima votont: onde i tra perfetto, ec., son vocaboli puramente re
duttori latini voltarono communemente lativi e veri sol per confronto. Lantica
que due termini con quelto di teslamen alleanza era , non ha dubfo, per ogni ri
to, quantunque indichino piuttosto alla let guardo meno perfetta e vantaggiosa della
tera immlleanza, un trattato solenne col nuova, e inquesto senso era difettosa; ma
quale lddio manifesta agli uomini i suoi tale difetto addicevasi al genio, atPindote,
voleri, le condizioni sotto le quali fa toro alle abitudini degli Ebrei, alla situazione
promesse e vuole concedere i suoi favori. e condizioii di cose in cui si trovavano.
Sotto la v. ALLEANzA fu per noi osser E detto di s. Paoto medesimo, Rom. nni, a.
vato come lddio siasi pi volte degnato chela rivelazione ad essi stata fatta era non
stringere di simiti trattati con gli uomini; picciol favore; ix, 4, che lddio avea toro
fece egli alleanza con Adamo, con No at largito it titoto di tigliuoli adottivi, la gto
Puscir dalParca, con Abramo: a tali atti ria, Palteanza, leggi, ordinamenti, promes
solenni per non dassi it nome di testa se; xi, es, che sono tuttavia cari a Dio
mento; questo riserbato alle due allean per cagione de padri toro, ec. lddio non
ze fatte dappoi, a quella cio stipulata con fa cosa per s men che retta; le sue am
gli Ebrei pel ministerio di Mos e alPaltra munizioni, le sue leggi, le impromesse sue,
conchiusa per la mediazione di G. C. colle i suoi castighi eziandio son sempre favori,
nazioni tutte quante della terra. La prima ma non li debbfegli conceder sempre agli
appellata alleanza antica o antico te uomini nella stessa misura; spesse ate
slamento; nuova alleanza o teslamento son essi incapaci di riceverti e trarne frut
to; con sapienza ei li dispensa, e la ri
nuovo la seconda.

TE

TE

69

serva che vi appone non deroga per nulla sulla che bene e male son vocaboli pura
alla sua bont.
mente relativi, e che nelle opere del Crea
Daltro lato gli Ebrei caddero nelPec tore bene o male assoluto non si d. Con
cesso contrario, sostenendo che non po tra Cels., l. Iv, n. 7o. il secondo che i
teva lddio dare agli uomini una legge pi bisogni delPuomo, i quali si considerano
santa, un culto pi puro, una pi perfetta siccome mali, sono per lui fonte d indu
religione di quella che prescritto aveva a stria e di sapere e, per dir cosi, la mi
tor padri. Aveva egli forse lddio esaurito sura del suo intelletto; riessione da lul
in pro toro i tesori tutti quanti di sna po confermata con un testo delPEcclesiastico,
tenza e bont? V. Glunlusno.
xxxix, 2i, 2o. 1bid., n. 76. ll terzo prin
Il Beausobre, Hist. da manicln, l. l, cipio, che concerne le istruzioni, le leggi
c. 5 e 4, dopo riierite per sommi capi le it culto prescritto agli Israeliti, che a
obiezioni che moveansi da manichei con quella guisa che un accorto agricoltore
tro Fantico Testamento. vuoi che i padri ditfferenzia la coltura secondo it variar de

della Chiesa abbianvi fatta molto disac


concia risposta e siensi salvati con alle
gorie, delle quali quegli eretici non do
vean fare verun conto; adduce in esem
pio Origene e s. Agostino, e saltida di ri

spondere ad esse difficolt meglio che tatto


non abbiano gli anzidetti padri. Non im
pugneremo le sue risposte, quantunque
taluna di esse abbia mestieri di corretti
v0; bens piglieremo la difesa de padri:
e diciamo senzaltro essere assolutamente
falso che sfensi ristretti a spiegazioni al
iegoriche a n di rispondere alle accuse
de manichei.
S. Agostino, it quale ne avea fatto gran
duso nel suo libro De Genesi contra ma
nicha:os, e ben sera accorto che non ba
stava, ne scrisse un altro De Genesi ad
lilleram, nel quale sattenne principal
mente al senso letterale. Partando del ma

nichesmo, S c, abbiam fatto vedere aver

terreni e delle stagioni, cos lddio diede


agli uomini gli ammaestramenti e le leggi
che, nediversi secoli, meglio skiiiacevano
al ben generale delPuniverso, ibid., 69.
Questi tre principii, adottati da s. Ago
stino, e che non sono per fermo allegorie,
bastano da s a risolvere buona parte del
le obiezioni de manichei. Ma veniamo al
particolare.
l. Dicevasi da manichei i libri del vec- chio Testamento porgere idee false della
Divinit, attribuendole membra corporee
e passioni umane, come la colera, Pinvi
dia, ec. ll Beausobre risponde che gli scrit
tori sacri usano dun linguaggio popolare,
e cos far doveano, ch le idee metasiche

della divinit avanzano la capacit del po


poto: altorquando essi scrittori attribuisco
no a Dio passioni umane, non attribuirglie
ne in sostanza che i legitimi effetti. Or la
questa appuntino la risposta data a Celso
da Origene stesso, l. IV, n. 71 e 72. Cum
pueros parvulos alloquimur, nostram
dicendi vim non adhibemus, sed dammi
mus nos ad inrmum illorum captum,

quel padre clto aggiustatamente che nulla


pi i principii che risolvono la gran que
stione deirorigine del male, e ne sarebbe
agevole it mostrare come in diversi luoghi
abbia egli dato a manichei le medesime ri dicenles facientesque quad ad illos eru
sposte che it Beausobre; ma troppo lungi diendos ememlandosque conducero vide

ne condurrebbe una si fatta discussione. tur. .. Quod igilur Scriptura lnore ho


Pi necessario ne sembra it giustilicar minum loquilur, ea re hominum utili
Origene, conciossiach dicasi dal nostro lati consulil. Neque enim in rem vulgi
fuissel, si quw ilti dicendo erant Deus
stino che porre it piede nelPorme di quel pro sua maiestale dixisset... Iram Dei
Fantico dottore. Veggiamo se sia vero che nominamus quidem, sed eam illius af
Origene abbia mai difeso it vecchio Te fectum esse non dicimulLEst potius aspe
stamento e non disciolte le difcolt fuor rior quwdam agendi ratio qua Deus ad
erudiendos lantorum, laliumque crimi
che collaiuto di allegorie.
Celso avea fatto controi libri degli Ebrei num reos homines utilur. Di queste con
presso a poco le stesse obiezioni che fu siderazioni reca egli in prova testi scrit
ron poscia ripetute dai marcioniti,dai gno turali.
2. Obietiavasi da manichei che i pre
stici, da manichei. Origene, per rispon
dervi, stabitisce tre principii che non si cetti morali eran gi prima di Mos e chei
denno perder di vista giammai. .Il primo li avea disgurati con altre leggi e con
, che nelle opere della creazione quel promesse e minacce seonvenienti al vero
che un male per gli individui pu tor lddio; che la vita di non pochi patriarchi
nar utite al ben generale delPuniverso: era scandatosa e fonte di mato esempio.
ci ammetteva Celso medesimo; onde ri Nola it Beausobre, e a buon dritto, che

dotto critico non altro aver fattto s. Ago

BERGIER. Vol. VI.

'70

TE

TE

quantunque la legge morale sia antica a." perch era opportuno che i premii del
quanto it mondo, fu forza che lddio la fa Paltra vita fosser proposti sotto una spe
cesse scrivere nel decatogo e munissela e, cic di veto, per rtserbare al Messia la cu
siccome legistatore,del sigitto di sua autori ra di pi chiaramente spiegarti; 4. per
t; che la storia sacra, nel riferire le colpe ch, essendo le leggi cerimoniali un peso
de patriarchi,non li riprova altrtmeuti,ec. gravissimo, era giusto Paffezionarvi gli
Origene, dal canto suo, conviene esser la Ebrei colPesca de beni temporali; s." per
legge morale scritta nel cuore di tutti gli ch, facendo lddio le funzioni di legistator
uomini, giusta Pespressione di s. Paoto , temporale, addicevasi alla sua sapienza
Bom- u, lo; nondimeno lddio averne dato imitare it procedere degli altri legistatori.
i precetti per iscritto a Mos. Contra, Cela, De leg. Hebr. riluat., I. i, c. s.
l. i, c. 4. Cosi rispondeva a Celso, it quale
Queste ragioni non parrchbero nitri
opponea nuova non essere la morale de menti denitive e senza replica a un in
cristiani e degli Ebrei e da tutti i fittoso creduto e ad un manicheo. ll perchaggiu
gne it Beausobre avere i giusti delPantica
conosciuta.
Circa le leggi di Mos, dice che parec legge sperato di certo una ricompensa
chie di esse, per verit, non poteano ai eterna di toro virt, e ne reca in prova
farsi agli altri popoli, ma cherano neces itl- detto di s. Paoto, Hebr. xi.
sarie agli Ebrei nel caso in cui si trova
Senza discendereatanti particolari, Ori
vano, e che, senza si fatte leggi, la repu gene si rtstrigne a sostenere che i beni
blica toro non avrebbe potuto durare , temporali promessi per Pantica legge non
l. vu, n. se. Asserisce e prova che, me eran di fatto che un ombra, una 1lgura,
diante esse leggi, Mos costitu una repu una scorza, sotto cui bisogna di necessit

blica pi saviamente governata che non intendere i beni spirituali ed eterni fattici
quelle fondate da toso, quella ben anco sperare da G. C. ll che dimostra egli i . per
imaginata da Platone; che questi n un ch parecchie delle promesse di lttos non
soto seguace ebbe di sue leggi, laddove
Mos si trasse dietro un popoto intero,
l. v, n. 42. Aggiugne che varii precetti
di Mos, intesi materialmente alla maniera
degli Ebrei, ponno parere assurdi e che
Ezechielto it dichiara, dicendo da parte di
Dio comegli avesse dato toro de precetti
non buoni, xx, 25, ma che quella legi
stazione, ben intesa che sia, santa, giu

poteano vericarsi alla lettera, e ne d

esempio: 2. perch it pi de giusti del


Pantico Testamento, anzi che avere spe
rimentato verun effetto di tali promes
se, furon segno alle traversie ed alle per
secuzioni, come vien fatto notare delPApo
sttoto: 8. perch quegiusti medesimi non
fecero verun caso de beni temporali e an

teposer toro it futuro guiderdone della


sta e buona, come insegna P Apostoto, virt; it che fa vedere Urigene con varii
Rom. n, t2.

passi di Davide e Satomone, segnatamente

Riguardo alle azioni riprensibiti depa


triarchi, come Pincesto di Lot colle pro

col salmo xxxvi. Se cosi non fosse, qual

prie iigliuole, ec., osserva, al pari del


Beausobre, non venir elleno punto ap
provate dagli scrittori sacri, l. iv, n. 4a.
5. l manichei erano scandalizati per
ch Mos nelP antica legge facesse agli
Ebrei soltanto promesse temporali, con
dotta opposta a quella di G. C., it quale
non altro che beni eterni impromette

ai giusti. QuesPobiezione non era sfuggita


a Celso. Per ginstitcare le promesse tem
porali della legge mosaica, it Beausobre
ci manda alto Spencero, it quale dimo

stra con salde ragioni che lddio cos do

tentazione non sarebbe stata per gli Ebrei


ad abbandonare la propria legge it veder

cadere indarno le sue promesse? 4. Per


ch s. Paoto dice chiaramente che la legge
era Pombra de beni avvenire, che i fedeli
sono i veri gliuoll dE-tbramo, eredi delle
promesse fatte a quel patriarca, Gal. m,
a9. Sarebbe ci vero se tali promesse si
fosser ristrette a soli beni temporali ? Que
ste ragiont, fondate sopra fatti e sulPau
torit delle Sacre Lettere, ben paregglano,
per nostro avviso, le dotte congetture del
Beausobre e delto Spencero.
4. ll culto cerimoniale prescritto agli
Ebrei rassembrava a manichei materiale,
stolto, indegno di Dio: biasimavan essi in
ispecle I sacrtlizii cruenti e la circonci
sione. Il Beausobre fa toro osservare sulla
scorta di s. Agostino come si fatti sacritizii
fossero stati da Dio commandati non qual

vea condursi l. per la carnalitt o sen


sualit degli Ebrei, i quali si lasciarono
andar sovente al culto delle divinit false
colla speranza dottenerne abondanza di
beni temporali; 2. perch non si conve
niva annettere una ricompensa eterna al
Posservanza della legge cerimoniale del culto di per s a lui accetto, bens a tin
pari che a quella della legge morale; dimpedire non gli Ebrei, a un tal culto av

TE

TE

7t

vezzi, sacricassero a falsi numi. Rispetto umano, ove non sia , secondo to sciocco
alla circoncisione, se vero chessa venis sistema de fanatici, la produzione degli

se praticata presso gli Egiziani, pot lddio uomini. Hiat. da manie/L, l. i, c. 5, S 7.


averta prescritta agli Ebrei affinch agli Dovea rammentarsi che la parte del corpo
Egiziani meno sgradissero.
Che replicherebbe egli it Beausobre se
gli additassimo amendue queste risposte
verbo a verbo in Origene? Trovansi esse
non nedetti libri Contro Celso, ma ne

suoi estratti dei Levitico, c. i, il c. Quo


niam sacriciis deleclabantur Iudwi, ut

ove praticavasi la circoncisione indicata


neLibri Santi colle voci verenda, pu
denda, turpiludo.
s." La storia della creazione e della suc
cessiva caduta delPnomo porgeva a ma
nichei ampia materia di critica: diceano

trsi da lltos a Dio la prescienza, suppo

pote iis in Egypto assueti..., hwc sibi of nendo avere lui fatto alPuomo un comman

ferri permisil Deus ut eorum ad plures damento che non lard guart ad essere
deos colendos inordinate proclives ani

mos refrenaret et a sacricando dwmo


niis averterel. E aggiugne sul cap. vi,
il l8: Dicimus sacricio sacerdotibus ma

gis fuisse alimentorum materiam et um


bram pielatis. Duplex orilur lucrum
e sacri/iciis: primum, quod inde Deus

honoretur; secundum, quod, quw guis


piam immolaril, ea non facile adorabil

neque Deum esse pulabil.


Sulla circoncisione, da Celso non ap
provata, Origene rimanda a quel che na
veva detto nel suo Commenlario sulPe
pistola a Romani; nel n libro del quale
risponde ai marcioniti, agli altri eretici
ed afittoso, i quali reputavano la circon
cisione siccome un rito sconcio e vergo
gnoso, che in Egitto era segno donore, e
non solamente da sacerdoti riceveasi ma
da chiunque professasse scienza. Origene
dovea sapertto,avendo studiato e insegnato
nella scuola dAlessandrio. Aggiugne come
quel rito fosse praticato egualmente appo
gli Arabi, gli Etiopi, iFenicii; onde nulla
di turpe n dindecente per s conteneva.
Dice agli eretici che, prima che fosse spar
so it sangue di G. C. per nostra reden
zione, era giusto che ogni uomo che na
sce sozzo di peccato, versasse nel venire
al mondo qualche gocce di sangue per es
serne mandato e ricevere una specie di
presagio della futura redenzione. Si quis
melius, aggiugne, et rationabilius disce
ril, illa magis quam hwc nostra tenean

trasgredito; avere chiamato Adamo nel pa


radiso e poscia cacciatoto per timore non
mangiasse del frutto delPalbero della vita.
ll Beausobre risponde dover it legistatore
ordinar quel che giusto altora eziandio
che prevede sar violato it suo ordine;
soto potersi a lui richiedere che nulla cem
mandi d ingiusto e d impossibite. Osserva
che lddio chiama Adamo per fartto avver
tito come indarno si nascondesse e per
inigergli it meritato castigo; non esser

possibite che Mos, it quale part in si


degna guisa della maest divina, gli at
tribuisse due s basse passioni qualila
tema e Pinvidia.
Celso avea mosso quasi le stesse accuse
che i manichei. Contra Cela, I. iv, n. 56.
Origene vi risponde soto alla sfuggita, ri
mandando al commentario da s composto
sui primi capi della Genesi, opera di cui
dobbiam piangere la perdita. Chegli non
si fosse contentato di pure spiegazioni atte
goriche, n prova it farsi da lui la stessa
riessione che dal Beausobre sulla con
dotta del legistatore, n. 4o; dice la caduta

delPuom primo essere stato un fatto rea.


le se altro mai, ma it peccato suo esser.
passato e trasmettersi a tutta la discen

denza di lui; e fe notare di frequente, al


pari del Beausobre, la dignit, Fenergia,
i modi sublimi onde Mos dipinge la gran

dezza di Dio.
e." Asserivano i manichei non iscon
trarsi neprofeti ebrei nessun vaticinio che
tur. Aveva egli gi confutato gli Ebrei, i riguardi propriamente e direttamente G. C.;
quali voteano che i cristiani dovesser sot la sua qualit di Figliuoto di Dio essere
toporsi alla circoncisione, e opposto toro la a sufcienza dimostrata da suoi miracoli
lettera formale de Libri Santi, che ad essa e dalla testimonianza formale del Padre
i soli discendenti dAbramo obligavano. suo: e, giusta it metodo degli Ebrei, tor
Qua. idcirco interim absque ullius al ceano ad altro it senso delle profezie. il
legoriw adieclione discussimus, nequa, Beausobre non si occup a confutar le co
al solet, his qui sunt ex circumcisione storo spiegazioni e si content di dire che
obstrependi adeersum verilatem reside i padri, colla toro smania di tutto volgere
ad allegorie, favorivano immensamente le
ret occasio.
Mostr adunque Origene maggior pru pretensioni de manichei.
denza del Beausobre, it quale ardi scrive
Ma, avendo egli citato Pestratto delPo
re, nulla di vergognoso essere nel corpo pera d0rigene che ha per titoto Philo

72

TE

TE

catia, pot avvedersi come quel padre so si ricorra quando la lettera nulla presenta
stenga it senso letterale di assai profezie dassurdo, impossibite, indegno di Dio. Se
che risguardano direttamente G. C. e delle condariamente, vuole si sponga alla prima
quali gli Ebrei sadoperavano a dar false al pi semplici la lettera della Scrittura,
che n come a dire la corteccia , c ri
spiegazioni.
lnanzi censurare con tanta acerbit it serbisi la cognizione del senso pi pro
soverchio amor d0rigene perle allegorie, fondo ai meglio intendenti; e fondast su
sarebbe stato almen necessario esaminar Pautorit e P esempio delPApostoto. Per
le ragioni chegli adduce in prova della ne terzo, esige che qualunque spiegazione al
cessit di aver frequente ricorso al senso legorica torni a editicazion de costumi.
gurato. E tali ragioni sono: l. Pesempio Poste queste tre cautele, niente ci ha da
degli autori del nuovo Testamento; 2. Pa riprendere nel metodo d0rigene.
Ma it Beausobre mirava a condannartio
ver usato di tal metodo tutti gli antichi
sapienti e i toso; 5. Pavere Iddio vo a qualunque patto: to accusa dignoranza
luto lasciare a G. C. it pensiero di spie e presunzione per aver detto non trovarsi
gare che che trovavasi di nascosto e mi in natura i due animali appellati grypse
sterioso nella legge; 4. perch non sola tragelaphos. Quanto pu inferirsene che
mente nelPantico Testamento ma nel nuo di colesti animali non si avesse contezza a
vo eziandio avvi precetti ed espressioni tempi d0rigene, e che it Bochart, it quale
che non si ponno pigliare letteralmente ti conobbe, era pi valente naturalista di
senza dare in madornali assurdi; s." per lui. La scoperta delPAmerica, i viaggi al
ch , attenendosi di troppo al signicato nord, alle terre australi, alle indie, alla
grammaticale, gli Ebrei svolgono le conse Cina ci procacciarono la cognizione din
guenze di qualunque profezia, e gli eretici niti oggetti de quali gli antichi non po
vi trovano di che far puntelto a tutti i teano avere nessuna idea: ma non move
toro errori.Nessuna di queste ragioni pare egli giustamente a sdegno it vedere scrit
a noi assolutamente falsa od assurda.
tori moderni tassar dignoranti gli antichi
A ci si obietta l. che la licenza delto perch han su questi it vantaggio desser
allegorizare rende ancor pi agevole agli venuti al mondo quindici o diciotto secoli
Ebrei ed agli eretici it pervertire it senso pi tardi? Se i marcioniti e i manichei ,
delle Scritture. - Dlasi per ora; che ne se dice it Beausobre, avessero avuto a fare
gue egli? Che bisogna tener saviamente una co nostri dotti moderni, le eresie toro non
via di mezzo: ma chi la sser, se la Chie sarebbero ite tanPoltre, e Mos e i pro

sa su tal proposito non ha podest di sor feti avrebber trovato pi valenti difenso
la, come vuoisi da protestanti? 2." Che ri. Presunzionc e non altro la questa.
gli scrittori del nuovo Testamento avean
diritto di dare spiegazioni allegoriche, pe
rocch erano inspirati da Dio, it che non
accadeva de padri. - ll punto sta in sape
re se i padri avesser bisogno duna inspi

raztone per giudicare che ci fosse tor le


cito, che anzi meritasse tode Pimitare it
modo distruire degli apostoli e de van
gelisti: dimostrisi da protestanti un tale

bisogno. 5. Che col sussidio di forzate al


legorie veniva fatto atoso di dare un
signicato ragionevole a qualunque pi as
surda favola. A quesPobiezione diede Ori
gene una soda risposta, facendo vedere che
le favole paganesche, anco volte in allego
rie, non cessavan desser lezioni scanda
tose e pregiudizievoli al costume, laddove
le allegorie trattedalla Scrittura son sem
pre editicanti e dirette a condurre Puomo

a virt. Contra Cela l. iv, n. 48. Egli


medesimo non ne fece mai se non di que
sta specie.
Origene fu ben lungi dalP approvare

giammai la soverchia libert in materia


iPallegorie. in primo luogo, non vuole vi

l nostri moderni han essi per avventura

convertito pi eretici che i padri della


Chiesa? Un uomo da sistema, un eretico
ignorante, un cavitlatore ostinato non ce
dono in faccia a ragione di sorta, non von
no esser disingannati n convinti; ne ab
biam Pesempio ne protestanti.
Vllipendano pure costoro quantotor pia
ce i padri della Chiesa: le opere di que
sti sommi inspireranno sempre a un gin
dizioso e spassionato leggitore ammira
zione pe tor talenti, gratitudine pei ser
vigi che prestarono alla religione e ve
nerazione per le virt onderan forniti.

Conciossiach ne disegni di Dio Pantico


Testamento fosse un preliminare e un pre
parattvo al nuovo, fu cosa convenientis
sima che lddio ne facesse porre in iscritto
le disposizioni, le condizioni, le promesse,
e ci venissero trasmesse da Mos stesso
e dagli altri uomini da lui trascelti per an
nunziare i suoi voleri. lddio to fece, e a
quarantacinque sommano i libri toro, val
dire: quelli dagli Ebrei appellati la legge,
e sono la Genesi, PEaod0, it Levilico, i

TE

TE

73

Numeri, it Deuleronomio, dequali au


TESTAMENTO (NUOVO). Cosi chiamasi
tore Ilios, come dimostrammo alPart. PEN it nuovo ordine di cose che piacque a Dio
rAri-i1ico; i libri storici: Giosu,i Giudici, di stabitire per mezzo di G. C. suo Figliuo
Rut, i quattro libri de Re, i due de Pa
ralipomeni, que di Esdra, Tobia, Giu
dilla, Ester, e idue de Maccabei; i ti
bri morali o sapienziali, GiobbeJSalmi,
i Proverbii, PEcclesiaste, it Cantico de
cantici, la Sapienza, PEcclesiastico; i
quattro profeti maggiori: Isaia, Geremia
con Barue, Ezechiele, Daniele, e i dodici
minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Gio
na, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia,
Aggeo, Zaccaria e Malachia. Di ciascuna
di queste opere abbiam discorso sotto i
rispettivi nomi.
Gli Ebrei ammettono siccome autentiche
e tengono per parola di Dio quelle sole
che scritte furono iu ebraico; pregiudizio
privo alatto di fondamento, perocch ld
dio pot indubitalamentc inspirare chi scri
vesse in greco o in qualunque altra favel

la. Essendo che per gli Ebrei anco di pre


sente avvisano avere Iddio partato a toro
e per toro unicamente, vogliou ricevere
per libri sacri qucsoli che dettati furono
nella lingua de padri toro. Se tale stata
fosse Pintenzione di Dio, avrebbe egli per
termo conservata essa lingua sempre viva

e in uso fra toro; ma la cosa and altri


menti: era stato predetto dai profeti che
le nazioni tutte sarebbero condotte alla co
noseenza del Dio vero merc gli ammae
sttramenti del Messia, ma non fu toro ii1i
posto mai dapparare Pebreo.
Ci reca tanto pi stupore it veder con
fermato da protestanti quel pregiudizio
degli Ebrei perch, quando trattasi di sa
pere di qual guisa, a che tempo e da chi
sia stato compitato it canone o catatogo de
libri ricevuti dagli Ebrei siccome divini,
non si trova nulla dassolulameute certo.
V. Canone.
.
Essendo che nelibri del vecchio Testa
mento si contengono le sole vere origini
del genere umano e innite particolarit

storiche sulle prime et del mondo, inte

to, ossia la nuova alleanza che contrar vol


le con gli uomini per la mediazione di esso

divin Salvatore. Nuovo non tal Testa


mento nel senso che lddio nabbia formato
di fresco it disegno senzavertto aununziato
ne secoli addietro, n avvertita prima e
ad esso preparata Pumana generazione:
abbam dimostrato it contrario in pi ar
ticoli di quesPopera, e it couvaliderem
pocostantecolPautoritt degli apostoli. Quel
Testamento era nuovo nel senso che lddio

ci diede pel ministero di G. C. lezioni pi


chiare, leggi pi perfette, pi vantaggiose
promesse, una pi salda speranza, mo
tivi damore pi teneri, maggior copia di
grazie che non agli Ebrei; ed esige da noi

virt pi sublimi.

:!

E valga it vero, questa nuova alleanza


viene da s. Paoto chiamata Pevangelio o
la buona nuova, da Dio promessa gi pri
ma per bocca desuoi profeti nelle Scrit
ture, Rom. i, 5; dice esser la rivelazione
del mistero della sapienza di Dio tenuta
nascosta ma predestinata inauzi i secoli
tutti per nostra gtoria,i Cor. n, 7; che
nella pienezza detempi lddio fece noto
it mistero della sua votont, che aveva
egli seco stabitito di riunire nelPordinata
pienezza detempi in Cristo tutte le cose,
e quelle che sono ne cieli e quelle che
sono in terra, Ephes. i, o, lo; che i fedeli
sono i veri ligliuoli dAbramo e gli eredi
delle promesse a lui fatte, Gal. ui, 2o.
Non altrimenti sesprime s. Pietro,iep. i,
lo, 20. LAposttoto aggiugne che la legge
o it vecchio Testamento fu it nostro peda

gogo per condurci a Cristo, afnch fos


simo giusticati per la fede, Gal. iu, 24.
Di qual modo ci avvenne? Primamente

perch le profezie designanti G. C. ci dis


poneano a credere inlui, scorgendo noi
nel medesimo realmente i caratteri sotto

cui era stato aimunziato; poi perch ci

additava negli antichi giusti un modelto


della fede onde esser debbo animata ogni
nostra azione. Hebr. xi, xu.
Quindi ci si fa manifesto it vero senso
della dottrina di s. Paoto altorch mette a
confronto i due Testamenti e Puno alPat
tro contrapone, Gal. iv, 22 et seqq. Dice
che noi ne veggiam la gura ne due iigliuo
li dAbramo, P un de quali era nato di
gue, i diversi stati della societ civite e schiava, Paltro di donna libera; che it pri
delle umane scienze, ec. Fuor dessi non mo era nato secondo la carne, it secondo
sincontra che buio, favole, frivoli sistemi, iu virt duna promessa. Dice che it Te
tanto faciti a distruggersi come fu a fa stamento dato sul monte Sinai generava,
siccome Agar, degli schiavi; che it nuovo,
hiigliairti. V. SToRIA sACRA.
ressano essi capitalmente i popoli tutti
quanti. Ove si volesse anco dimenticare
esser detti libri i soli che ci fan conoscere
con certezza, la nascita, i progressi, i varii
periodi della vera religione, sarebbe tut
tavia forza leggerti per risalire alPori
gine delle antiche nazioni, conoscerne i
costumi, le usanze, la derivazion delle lin

74

TE

TE

bandito in Gerusalemme, d la vitaa ligliuo

nostra. AlPart. Gnmuslo fu da noi dimo


li liberi ed eredi delle divine promesse; strato che s. Agostino non di toro [esem
che noi non siamo pi schiavi da che fum pio dun tal modo di procedere.
mo da G. C. liberati, ec. Ove tutte queste
Posciach lddio avea fatto stendere in
espressioni prender vogliansi lelteralmen- iscritto la storia, le promesse, le condizio
te e in senso assoluto, si fa lbtpostoto con ni,i privitegi del vecchio Testamento, an
tradicente alle Scritture ed a s stesso. cor pi saddiceva che cosi si facesse per

In fatti, lsacco, comech tiglio a libera rispetto al nuovo, conciossiach alla ve


moglie, era nato dhlbramo secondo la car
ne al par dlsmaele, e questi era venuto
al mondo in vigore d una promessa non
men che quegli. lnanzi uscisse alla luce it
primo, aveva lddio detto ad Abramo che
it farebbe padre di un gran popoto, che
le nazioni tutte sarebbero in lui benedetta,

nuta di G. C. le lettere e le cognizioni


umane avean progredito di lunga pi che

nel secoto di Mos. Nondimeno itdivin mae

petiamo questa riessione perch , non


ostante Pevidenza della cosa, avvi tutta

stro niente scrisse ei medesimo, e lasci


di questo la cura a suoi apostoli e disce
poli; non vegglam tampoco chegli abbia
commandato toro di nulla scrivere. ll per
ch questi messi del Salvatore non ci la
sciarono tante opere quante gli scrittori
delPantico Testamento. A ventisette som
mano le opere dichiarate canoniche dal
Tridentino, cio: i quattro evangelii de
ss. Matteo, lllarco, Luca e Giovanni; gli
Atti degli apostoli; quattordici epistole o
lettere di s. Paoto, indiritte una ai Roma
ni, due a Corintii, una ai Galali, agli Efe
sini, ai Fitippesi, ai Cotossesi, due a que
di Tessatonica, due a Timoteo, una a Tito,
a Fitemone, agli Ebrei; le epistole dette
canoniche, val dire una di s. Giacopo, due
di s. Pietro, tre di s. Giovanni ed una di
s. Giuda o Tadeo; per ultimo PApocalisse
di s. Giovanni. Di ciascuno di questi scritti
abbiam partato particolarmente; sotto le
v. Arocinro ed, EvauoeLIo abbiam toccato
de libri si delPantico che del nuovo Te
stamentto non canonici ossia dalla Chiesa
non riconosciuti per sacri.
,
TESTAMENTO DE DODICI PATRIA
Cttl. Opera apocrifa, dettata in greco da
un ebreo convertito alla religion cristiana
sul. nire del l od al principio del Il se
coto della Chiesa. Lautore introduce in
esso a partare successivamente i dodici
gli di Giacobbe, ngendo che, ad esempio del padre toro, volgcssero alla pro
pria tigliuolanza i vaticinii e gli ammae
stramenti che riferisce. Nulla di condan
nevole in questa nzione, n ci ha ra
gion di credere che to scrittore intendesse
di persuadere alettort che i dodici pa
triarchi abbian realmente tenuto i dis
corsi chegli mette toro in bocca. Altri
scrittori ci diedero di simiti lavori, m-;

via de teotogi e decommentatori che so

alcuno fu tratto in errore n fu tentato

stinano a vilipendere Pantico Testamento


a n di dar risalto a vantaggi del nuovo,
quasi non fosse lddio autore delP uno
al par,che delPaltro, e G. C. it grande
scopo dentrambi , quasi che it secondo
avesse bisogno di venire a contrasto col

daccagionar iHmpostura chi li ebbe com


posti.

Gen. xinn 2 et 15. E digli di fatto, per


mezzo dlsmaele, una discendenza nume
rosa e che non fu schiava giammai ma si

it pi indipendente di quanti v ebbe po


poli. Vero che la seconda parte della
promessa non riferivasi ad Ismaele , ch
non da lui, si ben da Isacco dovea discen
dere it Messia, autor delle benedizioni che
lddio destinava alle nazioni tutte. S. Paoto
medesimo dice, Rom. ix, 4, aver gli Ebrei

ricevuto Pedazione de gltuoli ossia it


titoto di gliuoli adottivi. Terrem noi per
ischiavi Mos, Giosu, Gedeone , Baruc ,
Sansone, leffe, David, Samuele e i profeti,
i quali per la fede debellarono i regni,
operarono la giustizia, conseguirono le
promesse, turarono le gole ai leoni, ec.?
Hebr. xi, 55. Afferma s. Paoto nel luogo
citato aver costoro conseguito le promesse,

e pi sotto, 59, non averte conseguite:


la forse questa una contradizione? Non

gi: le conseguirono perch vi credettero,


ne sperarono e bramarono Padempimen
to; non ne conseguirono per interamente

gli efetti, ch sotto PEvangelio soltanto


doveauo appieno vericarsi.
Chiaro impertanto non doversi pi
gliare a rigor di termini quanto dice s. Pao
to a discapito del vecchio Testamento e
doversi ragguagliare con ci che dice al
trove a favore di questa medesima allean
za, tra le grazie cio della nuova e quelle
delPantica non esservi, a partar giusto,di.f

ferenza che dal pi al meno, procedendo


si Pune che Paltre dai meriti di G. C. Ri

DelPantichit del Testamento dedodici


patriarchi non si pu dubitare: Origene

nella sua prima omelia sul libro di Gio


su dichiara daver veduta quelPopera e

primo per eccitare la fede e gratitudine trovatala giudiziosa: anche it Grabedav

TE

TE

75

viso fosse nota a Tertulliano; congettura rimente un cumuto di pietre in forma dal
anzi che s. Paoto ne citasse qualche pa tare per attestato che intendono mante
rola, ma il sospetto suo ha lieve fonda nere Puntt di religione e di culto colle
mento. Questo libro rimase lunga pezza trib poste alPoccidente. Ios. xxn, lo.

ignoto ai dotti dEuropa e no ai Greci;


ci fu esso procurato dagli inglesi. Roberto
Grossa-Testa, vescovo di Lincoln, avutone
contezza per opera di Gio. di Basingesta
kes arcidiacono di Lgies,che era stato agli
studii in Atene, ne fece venire un esem
plare in Inghitterra e to tradusse in latino

colPaiuto di Nicol, greco dorigine e scrit


tore delrabbate di s. Albano, P a. i252.
Fu poscia publicato in greco insiem colla
traduzione da Grabe nel suo Spicilegio
de padri, Pa. lese, poi da Fabricio ne
suoi Apocripha veteris Teslamenii.
Lauiore del libro in discorso riferisce
varie particolarit intorno alla vita e alla
morte de patriarchi da lui introdotti a
partare, delle quali per non poteva avere
certezza; parta delPeccidio di Gerusalem
me, delPavvenimento del Messia, di varii

fatti di lui, della divinit e della morte


del medesimo, delPoiierta delPEucaristia,
della punizione degli Ebrei, degli scritti
de vangelisti in modo sol conveniente a
cristiano. Ci ha tre o quattro luoghi ne
quali non sesprime con bastante aggiusta
tezza circa la nascita e la morte del Mes

sia e sulla voce uditasi dal cieto altorch


fu battezzato; a noi paiono tuttavia su
scettivi di senso ortodosso. Non pu ne
garsi per fosse per anco imbevuto delle
opinioni e de pregiudizii che regnavano
al suo tempo fra gli Ebrei ellenisti. V. Spi
cilegium patrum l swcuti.
Molti altri testamenti apocri ci ha, ci
tati dagli orientali, come quelto de tre
patriarchi, quelli dAdamo, No, Abramo,
Giobbe, Mos, Satomone, composti per la
maggior parte da eretici a ne di diilon
dere i proprii errori.

TESTIMONI (TRE). V. Gio. EvANGELI


m (s.).

2." indica la legge del Signore; peroc


ch lddio colla sua legge attesta o dichiara
agli uomini it suo volere.
s. in origine testtomentoe testimonian
za son voci sinonimo, essendo it testa
mento dun mortale la testimonianza del

P ultima sua votont; val cosi anche in


ebraico: e perch urfalleanza si stringe
sempre la merc di testimonianze esteriori

di reciproca fedelt,Parca nella quale con


teneansi le tavole della legge detta in
differentemente Varca. del teslamento ,
del testimonio,delValteanza. il taberna

coto appellato pur esso la tenda della


testimonianza per esser quelto it luogo
ove di consueto manifestava lddio i suoi

voleri a Mos ed al popoto.


4. Per la stessa ragione signica tatora
una profezia. Bipiega la testimonianza,
dice Dio ad lsaia,vui, l e.acuiavea inspira
ta una predizione da annunziare agliEbrei.
TESTIMONIO. Questa parola non ha me
stieri di spiegazione. La legge mosaica
proibiva itcondannar veruno a morte sulla
deposizione duna sola persona; ma it de
litio teneasi per provato dallattestazione
di due o tre. Deut. xvu, e. Altorch un
uomo era condannato a morte, i testimo
nii dovean essere i primi a colpirtto, e,
sera lapidato, a gettargli contro la prima
pietra.
Nella Scritturatestimonio appellasi que
gli pure che publica una verit. In questo
senso dice G. C. agli apostoli, Aci. i, 8:

Voi sarete a me testimoni, perch la tor


predicazione stava nel render testimo
nianza di quanto avean veduto e udito.
Eglino stessi offronsi per testimonidel ri
sorgimento di Cristo, Act. n, s2. E detto
che s. Gio. Battista avea reso anchegli te
stimonianza al Salvatore, conciossiach
avea visto discendere su lui to Spirito
Santo nelPatto delP esser battezzato. 10. i,
ns, la, 52. NelPegual signicato martiri
o testlmonii venner chiamati cotoro che
diedero la vita per attestare la verit di
nostra religione.

TESTIMONIANZA. Questo vocaboto si


gnica in senso proprio Pattestare che fa
un uomo in giudizio cosa veduta o udita;
onde solamente quando trattisi di fatti ha
esso luogo. Ma nella Scrittura ha altri sensi.
l. Vale monumento: Labanoe Giacobbe,
Posciach la dottrina di G. C. cominci
giuratasi reciprocamente amicizia, ergono
a monumento di tale alleanza un mucchio ad essere annunziato per via di testimo
di pietre qual muto testimonio di tor giu ni, ne deduciamo aver esso dovuto tras
ramento; da Labano detto it monticetio mettersi nelPegual maniera alle posterio
del testimone (tumulus testis), da Gia ri generazioni: n daltra guisa pu o deb
cobbe it monlicetto della lestimonianza be perpetuarsi una dottrina rivelata da

(a,cervum testimoni). Dopo la partizione Dio. Il che danostri controversisti fu det


della Terra promessa, le trib dlsraele to: Probatio dei per testes. Wallembourg,
poste a levante del Giordano inalzano pa

Tract. v.

76

TE

TE

E valga it vero, a quel modo che gli


apostoli furon capaci di far testimonianza
certa e irrefragabite di quel che aveano
udito dal labro di G. C. e vedutoto ope
rare, alto stesso modo i discepoli imme
(liali degli apostoli, che ricevettero da tor
la missione o Pincarico dnseguare a fe
iteli, furono atti essi pure a testicar cou
certezza quel che udirono dire e videro
farsi dagli apostoli. Ove questi non ne li
avessero giudicati capaci, si sarebber ri
masi dal commetter toro una si ritevante
funzione. Questi secondi testimonii per
tanto meritan fede altorch attestano da
ver ricevuto dagli apostoli la dottrina
chessi stessi apprendono a fedeli. Con
ciossiach parecchi di questi avessero
udito predicare gli apostoli, non fu possi
bite a tor pastori ingannare intorno a tal
fatto publico e solenne.
Nulla gioverebbe it dire aver gli apo
stoli ricevuto la pienezza de doni del San

meno si afferma senza darne prova, e noi


alla v. TRADIzioNE facciamo vedere it con
trario. 5. La maggior parte degli apo
stoli niente scrissero, o almeno non si
conobbero mai toro scritti; e nondimonco
tutti fondarono chiese e lasciaron dopo di
s pastori che ammaestrassero i fedeli.
4. Gli apostoli dettarono toro scritti in un
soto idioma, che usavasi soto nelPimperiO
romano,estabitirono it cristianesimo pres
so popoli che punto non to intendevano:
non troviamo gi chessi abbian toro in
giunto dapparartto o fatto tradurre i pro
prii scritti in tutte le lingue: avvisarono

non concesso. Dagli scritti stessi degli apo


stoli noi siamo fatti certi chegliuo confe
rivano to Spirito Santo mediante Pimpo
sizion delle mani, cerimonia che da noi

sorsero e tutti gli errori che pullularono

quindi che la dottrina da s insegnata si


potesse conoscere, professare e conser
vare iPaltra guisa. s." Parecchi popoli si
mantennero lunga pezza cristiani senza
avere nella lingua propria una versione
de Libri Santi; e quando Pavessero avu
ta, non avrebbe! dovuto riposarvi sopra.

quando non fossero stati certi della fedelt


to Spirito, favore a tor discepoli punto di essa. 6." Tutte le controversie che in
in materia di fede versano sul senso di
questi stessi libri: pi e pi sette diverse
sepper trovarvi appuntino qualunque er

chiamasi Ordinazione: ci dicono essi che rata opinione piacque toro adottare.
i pastori da tor preposti al regime della
E fu pertanto sempre mestieri duna
Chiesa furono messi dalto Spirito Santo; scorta, duna guarentigia, duna regola a
che G. C. stesso quegli che diede alla n di cogliere con certezza it vero senso
sua chiesa pastori e dottori, come apo di colai libri; n altra ve nebbe mai dalla
stoli e vangelisti, a n di serbare Punit testimonianza, dal magistero, dalla tradi
della fede; che fu da lui mandato to Spi zion de pastori. Come gli apostoli conse
rito Santo in perpetuo, ec. Il perchpa gnarono a pastori del primo secoto i pro
stori eletti dagli apostoli hanno essi pure prii scritti e it senso nel quale si denno
ricevuto to Spirito Santo per adempiere intendere, que pastori trasmisero e Puna
come si conviene it ministero a medesimi cosa e Paltra a que del terzo, e cosi via
imposto.
via no a noi. Gli un assurdo consen
Arrogi che, se fosse stato necessario, a tire per necessit a ricevere mediante tale
n di mantenere Punit della fede, cheltestimonianza la cognizione degli scritti
a pastori si conferisse to Spirito Santo autentici degli apostoli e negar di ricevere
colla medesima pienezza che agli aposto per la medesima via it senso che tor dee
li, G. C. non avrebbe per fermo lasciato darsi. Se i pastori della Chiesa si meritan
di fartto; perocch alla n ne non ebbe fede altorch attestano i tali e tali scritti
egli gi fondata la sua chiesa perch fosse esser veramente degli apostoli, perch

non guari dopo sgurata dalP errore, n non se la meritan pi quando dichiarano
rec la verit sulla terra per lasciarta to
sto spegnere da umani divisamenti; pro
mise per contrario ad essa chiesa Passi
stenza sua insino alla consummazione de
secoli.
N pi si vantaggerebbe dicendo avere
gli apostoli commessa alto scritto la dot
trina di Cristo, ne libri toro doversi ella

quindi cercare. Perocch l. i libri a nulla


servono per gli idioti, e le verit della
fede son fatte per tutto it mondo. 2. Non
vero che gli apostoli abbian posto tutta
quanta in iscritto la dottrina di G.C;al

avere gli apostoli insegnato toro ad appli

carvi un dato senso? E vano il cercare ne


libri de nostri avversarii una soda rispo
sta a questo raziocinio.
TESTIMONlO FALSO. Peccato condan
nato non pure dal secondo precetto del
decatogo, pel quale si proibisce di assu
mere it nome di Dio iuvano, ma dal nono
eziandio ne seguenti termini: Non dire
il falso testimonio contro il tuo prossi
mo. La legge condannava it falso testimo
nio alla pena del taglione, ossia alla pena
che sarebbesi initta alPaccusato ove Pim

TE

TE

77

putazione fosse stata vera. Deut. xix, lo. prove in contrario. N punto meglio fon
Delitto gli questo, ognun vede, contra data Popinione di cotoro che avvisarono
rio alla legge naturale.
La falsa testimonianza venne dalle leg

gi civiti sempre condannata. N men rigo


rose furono per questo rispetto le leggi
ecclesiastiche: dal canone 74 del concitio
dElvira al convinto di testimonio falso ove
non si trattasse di causa di morte era in
terdetta per cinque anni la communione;
nel caso contrario veniva reputato omici
da e come tale privato della communione
insino a morte. l concitii dAgde nel soo,
e di Vannes nel 4on, to sottopongono alla

Pepistola agli Ebrei essere stata a questi


indiritta nella toro favella e lApocalisse
di s. Giovanni composta in siriaco. Il p. Ar

dnino, che asseri la lingua originale del


nuovo Testamento esser la latina, e it gre

co mera versione, non trov seguaci.


Non possibite disconoscere un sin
golar tratto della divina providenza nella
conservazione del testo ebreo delPantico
Testamento, non ostante i terribiti rivol
gimenti avvenuti appo gli Ebrei. Dappoi

che furono divisi in due regni, molti de


stessa pena n che non abbia satisfatto al tor re, datisi alPidolatria , parea avesser

prossimo con la penitenza; disciplina con


fermata dal primo e secondo concitio are
latense, P ultimo de quali nondimeno la
scia la durata dessa penitenza alParbitrio
del vescovo. Bingham, Orig.eccles., l. xvi,

congiurato alla rovina della propria reli


gione; pur nessun dessi venne imputato
davertentato distruggerne i libri: gli ado
ratori del vero Dio e i profeti che vissero

<5 i, t. Vii.

pre fedelmente custoditi e fattone regola

TESTO DELLA SACRA SCRITTURA. In


varii sensi pigliasi questa denominazione.
l.i Per la lingua in cui vennero dettati i
Libri Santi, in opposizione alle tor tradu
zioni o versioni. Cosi it testo ebraico del
Pantico Testamento e it testo greco del

di tor vita. Nabucodonosor incendi it tem


pio e la citt di Gerusalemme; ma i Li
bri Santi furono da Geremia conservati

nuovo son gli originali su cui furon con

Dopo ripatriati gli Ebrei, ire di Siria fer

sotto Puno o Paltro dominio li ebber sem

nella Giudea e trasportati seco dai santi

uomini condotti in ischiavit; Ezechiele


e Daniele non li perdettero mai di vista.

dotte le versioni che ne abbiamo, e a quelle marono dabolire it giudaismo: i Libri San
fonti bisogna ricorrere per vedere se sieno ti per andarono salvi da costoro attenta
0 no fedeli. 2." Per la Scrittura stessa ori ti; ch un secoto prima erano stati tra
ginale, a ditfferenza delle chiose o spiega dotti in greco e deposti nella biblioteca
zioni fattene in qualsiasi lingua.
dAlessandria.
ll testo originale di tutti i libri del vec
Il maggior pericoto che corsero fu nella
chio Testamento compresi nel canone o cattivit di Babittonia: onde da alcuni Ebrei

catatogo degli Ebrei P ebraico; ma la male informati si volle fossero periti del
chiesa cristiana accoglie altresi come ca tutto. Lautore del quarto libro di Esdra,
nonici parecchi libri desso antico Testa opera apocrifa e favotosa, dice, c. xiv, ii 2
mento che si credono scritti in greco o
dequali Poriginale ebraico pi non sus
siste; come sono i libri della Sapienza,
delPEcclesiastico, di Tobia, di Giuditta ,
de Maccabei, parte del c. ui di Daniele

dal il 24 al 91, i cc. xm e xiv delto stesso


profeta e le aggiunte in ne del libro di

Ester. E par certo che i libri di Tobia e


Giuditta, flcelesiastico e it primo de Mac
cabei fossero scritti originariamente nel
Pebraico idioma quale partavasi altora fra

gli Ebrei, non cosi it libro della Sapienza


e it secondo de Maccabei. Veggansi i ri
spettivi articoli.

e segg., che i Libri Santi erano stati con


sunti dal fuoco e che Esdra li ebbe scritti
di bel nuovo per inspirazione di Dio; so
gno assurdo, da noi confutato alPart. Pian
msuco. E nondimeno si accagionano i pa
dri della Chiesa dessersi lasciati trarre in
inganno da quel Giudeo visionario , d a
vere aggiunto fede alle cose dette da lui
e ripetutele: it Prideaux cita a questo pro
posito s. treneo , Clemente alessandrino,
Tertulliano, i ss. Basitio, Giangrisostomo,
Girolamo ed Agostino. Veggiamo se sia

vero.
Troviamo in s. treneo, Adv. hwr., l. ni,

Quanto ai libri del Testamento nuovo, c. 2i, n. a, che essendo state guaste (61.0!
sono essi dettati originariamente in greco:

qaoapeiaov) le Scritture, lddio, sotto it re

comech sia fuor di dubio che s. Matteo gno dArtaserse, inspir ad Esdra di ri
scrivesse it suo vangeto in ebraico, questo staurare, (avazraaiwaaz) i libri-de profeti
non Pabbiamo pi in essa lingua. Fu da e restituire al popoto la legge di Mos. Cletaluni creduto che it vangeto di s. Marco mente dhtlessandria sembra su questo
e la lettera di s. Paoto ai Romani fossero punto non aver fatto che trascrivere s. Ire
in origine latinamente scritti; ma ci ha neo: dicegli, Strom., I. i, che Esdra, tor
Beaoisn. Vol. VI.

10

78

TE

TE

nato in patria, ristabiti it popoto, fe la re- a che fonte abbia egli attinto ci che dice

censione o ricognizione, (awavyvopia-pog) e de lavori di Esdra sulla Scrittura. Vuol


it restauramento delle Scritture divina egli che quesEbreo raccogliesse it pi
mente inspirate; che essendo state guaste che gli venne fatto de Libri Sacri, li col
(Biaqaaapsia-av) le Scritture nel tempo lazionasse, ne emendasse gli errori, li po
della cattivit, furono da Esdra, sacerdote nesse in ordine, ne compitasse it canone
e levita, per iuspirazion rinovate. illa li e ne desse unedizion correttissima. Cos
bri guasti per abbagli di amanuensi o dal gli Ebrei come i cristiani gli dau di cou
tro modo son tutt altro che libri arsi o di certto questa tode. Or questi cristiani, di
strutti; per ripristinarti, duopo correg ciam noi, non ponno esser che i padri te
gerti, non rifarti di nuovo. Ove fossero sta st rammemorati, ed egli ne ha guasta
ti annichitali, non era pi luogo a veriti Pautoritt; riman quella degli Ebrei sola
cazione o ricognizione di sorta.
mente, della quale altro fondamento non
S. Basitio,ep. xLn ad Chilonemm. s, Hic adduce ,che it quarto libro di Esdra, do
campus, dice, in quem cum Esdras re gui autorit destituito. Tornava meglio
cessisset, omnes libros divinilus inspira perci confessare non sapersi da noi quel
tos, Deo iubenle,eruclavil (EwipeuEafro). che Esdra abbia o 110 fatto, conciossiach
ll qual vocaboto, comech energico, po per nessun autentico documento possia
trebbe pur signicare trar dalla polvere mo averne contezza: nulla ne dice egli
o dalPoscurit. Una parola sola non basta stesso nel suo libro, come n pure Giu

a farci conoscere Popinione dun padre seppe ebreo, che to cop.


della Chiesa.
Aggiugne it Prideaux che ammettere it
"Crisostomo, hom. vm, in ep. ad Hebr., miracoto supposto dai padri gli un mezzo
n. 4, sesprime del modo che segue: 1n conducente se altro mai a pregiudicar la
gruil bellum; omnes sustulerunt, con fede; ch i pirrontsti non mancherebber
sciderunt; exusti fuerunt libri: alium di dire che Esdra, preteso inspirato, non
rursus virum inspiravil (Deus) admi fu altro che un imposttore it quale diede
rabilem, ut illos exponeret , Esdram , agli Ebrei come divini de libri da s in
inquam, et fecil ut componerentur ex ventati. il dicono gi di fatto: ma domanda
reliquiis. Cosi favellarono i padri greci. no ancora qual certezza pu aversi del
Tertulliano, De cultu femm, l. i, c. 5, Pinspiramento di Esdra a sceverare i libri
narra come, dopo caduta Gerusalemme che dovettero esser posti nel canone da
per opera de Babittonesi , Esdra ristaur quelli che non era dritto ventrassero,
i documenti tutti della letteratura degli a scerre tra le varianti delle copie quelle
Ebrei. Odasi s. Girolamo, Contra Helviii: che meritavan preferenza e attestare agli
Sive Moysen diccre volueris auctorem Ebrei che tai libri e non altri eran parola
Penlaleuchi, sive Ezram eiusdem inslau di Dio. A questa difcolt it Prideaux non
ratorem uperis, non recuso.
risponde.
il Prideaux doveva astenersi dal citare
Porge egli inoltre armi agli increduli,
it libro De mirabilibus sacrw Scripturw, supponendo che sotto it regno di Giosia
dove detto che, essendo stati arsi iLi rimanesse it soto esemplare de libri di
bri Santi, venner rifatti da Esdra con to Mos custodito nel tempio e non visto mai
stesso spirito onderano stati scritti; pe n dal re n dal sommo sacerdote Elcia.
rocch i dotti edittori delle opere di s. Ago Questa falsa ipotesi abbiam coufutata sot
stino dimostrarono non esser quel libro to Part. Pswmsuco.
uscito dalla penna di s. Agostino , bens
Pi ovvio ne sembra it credere che i
dun Inglese od irtandese che scrisse nel Libri Santi non sieno mai stati dimenti
secoto VIl.
cati n trascurati fra gli Ebrei, siccome
Tutto ci non ne par che basti a pro quelli che racchiudevano la storia, le leg
vare che i padri siensi lasciati trarre in gi, i documenti di possesso, le geneatogie,
errore dal quarto libro di Esdra e vab non meno che la credenza e la religione
biano aggiunto fede: nessun dessi Palleg della nazion tutta quanta; che i sudditi del
mai,e nessuno per avventura Pavea letto; regno disraele tradotti in ischiavit da
ne sembra pi simite al vero che si sien Salmanasare ne avesser recati seco esem
copiati Pun P altro ed abbian partato in plari nelPAssiria, come fecero que del re
conformit alPopinione degli Ebrei.
gno di Giuda tramutati in Babittonia da
llla suppongasi pure ci che vuole it Nabucodonosore. I primi non rivennero
Prtdeaux: ne consguita che, sul fatto in nella Giudea sotto Ciro , conservarono al
discorso, la testimonianza de padri non fa di t delPEufrate gli stabitimenti che avean
prova; e in questo caso gli domandiamo formato, e, per attestato di Giuseppe, An

TE
tiq. iud., l. xi, c. s, vi si trovavan tutta
via al suo tempo. Questi Ebrei della Ba
bittonia e della Media continuarono a se
guir la propria religione e legge, manten
nero corrispondenza con que della Giu

dea, n vebbe mai tra toro motivo di


nimist. Dopo la presa di Gerusalemme
sottoVespasiano e la dispersione degli
Ebrei sotto Adriano, queche si ritirarono
nella Persia ben sapeano come non andas
sero in paese ignoto ed eran certi di tro

varvi i toro fratelli. Se ci permesso ar


rischiare alcuna congettura, quegli Ebrei
divenuti caldei furono i primi ad adottare
i caratteri caldaici, a communicarti a que
venuti di fresco e poco a poco alP intera
nazion giudaica. Ma i moderni Ebrei si
ostinarono ad attribuire ad Esdra che che

fu fatto appo toro dalla cattivit in poi;


e la maggior parte de toro sogni furono
adottati da protestanti.
Altra questione si se, dopo la venuta
di G. C., gli Ebrei abbian guasto per ma
lizia it testo ebreo delPantico Testamento,
a n di sottrarsi alle prove che i dottori
cristiani ne cavavano contro di toro. Al
cuni de padri antichi, s. Giustino p. e.,
Tertulliano, Origene, s. Gio. Crisostomo,
mosser toro una si fatta accusa, ma it so
spetto non fu provato mai. Que padri, che
la sola versione de Settanta conoscevano
per autentica e credeanta inspirata, ima
ginarono che tutti i luoghi del testo ebreo
non conformi alla detta versione fossero

stati alterati; nella quale opinione eran


condotti dalle false spiegazioni date dagli
Ebrei alle profezie, spiegazioni che questi
preiendeano fondare sul testo. Ma,un tale

errore venne dissipato altorchs.Girolamo,


avendo appreso Pebraico, fece vedere che
i Settanta non sempre avean dato it vero
senso del testo. Giuseppe Flavio, Contra
Appion, l. i, dichiara come nessun Ebreo
sia stato mai temerario a segno di por ma
no menomamente nella lettera de Libri
Santi, per esser tutti persuasi insin dalle
fasce esser quelli parola di Dio. S. Gi
rolamo imputolli sovente che traviassero

TE

'79

titolato PAnlichif de tempi ripristina,


la, nel quale sostenne che,dopo Peccidio
di Gerusalemme, gli Ebrei accorciarono a
belto studio la cronotogia del testo ebraico
doltre i8oo anni a n di difendersi con
tro de cristiani, i quali provavan toro con
la Scrittura e le tradizioni giudaiche do
vere Il Messia venire nel sesto mitlenario
del mondo ed esser di fatto in essa epoca
venuto. u A distrigarsi da questo argo
mento, dice it Pezron,gli Ebrei abbrevia
rono le date del testo ebraico e diedero
al mondo quasi due mita anni di meno che
i Settanta, per poter asserire che it Mes
sia non era per anco venuto, giacch si
era appena nito it quarto mitlenario sol
tanto dalla creazione. n Quinci inferiva
quesPautore esser da seguire la cronoto
gia deSeltanta, non quella del testo ebreo,

ch pur la stessa della Volgala; e addu


cevane prove che fecer colpo in parecchi

dotti. Una delle principali si che con tal


mezzo la cronotogia della Scrittura s ac
corda di leggieri con quella de popoli

orientali, de Caldei, degli Egiziani, de


Cinesi.
L opera del Pezron fu impugnata dal
benedettino Martianay e dal p. Le Quien
domenicano, i quali difesero Pintegrit del
testo ebraico e Pesattezza della cronoto
gia di esso. Ci ebbe repliche da una parte
e dalP altra, e la controversia venne so
stenuta con gran corredo derudizione. A
giudicar dal falto, rimase essa pendente.
Si continu dappoi a seguire la cronoto
gia delP ebreo e della Volgata, come per
addietro, quantunque ci sien tuttavia de
dotti che preferiscono quella de Settanta.
AlPart. CRoNoLoGIA abbiam fatto vedere
che si fatta contesa non intacca per niente

la verit della storia, quindi non interessa


punto la fede o la religione.

Rimane per ultimo a sapere se it testo


ebreo, qual Pabbiamo al presente, sia aba
stanza puro da potervi far sopra fonda
mento, oppur considerabitmente alterato
dagli abbagli decopisti. Chi vegga le di
chiarazioni dei rabbini, le frequenti emen
it signicato delle profezie, non mai per dazioni cercate farvi dal p. Houbigant
che abbian tocco it testo. La osservazio delP0raforio e le dissertazioni publicate
ne di s. Agostino, De civ. Dei, l. xvm , su questo argomento del dottor Kennicott
c. 4e, avere lddio dispersogli Ebrei a n negli anni i757 e so tentato a cre
che rendessero dapertutto testimonianza der esso testo assai assai errato. Perci
delPautenticit delle profezie, la cui lettera it Kennicott anzidetto diede poscia in due
tor condanna e valse pi duna volta a volumi in fol. Pedizione del testo ebraico
convertirti; per to che it santo dottore li pi corretta che pof, con tutte le varianti
suppon fedeli in conservarta.
che gli riusc di trovare nella farragine
Questa controversia ridestossi tra dotti de mss. collazionati.
del secoto XVII. ll famoso Pezron, ber
Che ne avvenne? quel medesimo che

nardino, di fuori net 1087 un libro in

accadde sul principiare delto scorso secoto

80

TE

TE

altorch it dottor Mitl annunzi una nuova

TESTUARll. V. CAnAlTl.
edizione del testo greco del nuovo Testa
TETllADITl. Nome dato a parecchie set
mento con tutte le varianti, che somma te eretiche pel rispetto che affettavano al
vano, per suo detto, a trenta migliaia. Fu numero quattro, in greco r-rpa.
creduto alla prima che da quel punto it
Cos erano appeitati i sabbatarii dal ce
senso del testo sarebbe divenuto incerto lebrar che facevano la pasqua it di quat
n si sarebbe saputo omai pi a qual le tordicesimo della luna di marzo e digiu
zione attenersi. ll fatto ne ha convinti che nare it mercoledi, quarto giorno della set
quelPenorme quantit di varianti minu timana; i manichei ed altri che ammet
ziose non gitt dubio tampoco sur un sol tevano in Dio quattro persone in vece di
passo dimportanza. Noi siam gi fatti ac tre; per ultimo, i settatori di Pietro it Ful
corti come la bisogna vada alla medesima tone perch aggiugnevano al trisagio al
guisa circa le varianti del testo ebraico. cune parole colle quali facean credere non
Ci ha degli abbagli, non dubio, ne una sola delle Persone della ss. Trinit ,
manoscritti e quindi nelle edizioni ad essi ma la intera Divinit aver patito per noi.
conformi, far non potendo che libri si an V. Pnmmssnm, TRisAGio, ec.
tichi e di cui si moltiplicaron tanto le co
TETRAGBAMMATON. V. IBHovAB.
pie nelle varie parti del mondo ne andas
TETBAODION. Inno composto di
sero al tutto esenti; non sono per in gran quattro parti che cantasi da greci nel
dissimo numero n di molto ritievo e non sabbato.
toccano la sostanza delle cose. Trattasi di
TETRAPLI. V. EsAPLI.
qualche data, dalcuni nomi proprii di
TEURGIA. Arte di procacciarsi cogni
persone o di citt alterati o mutati, dal zioni sopranaturali ed operare prodigii col
cune congiunzioni aggiunte o soppresse, soccorso degli spiriti o genii, chiamati dei
di pronomi posti Pun per Paltro, di po dagli etnici e demonii da padri della
che mende grammaticali vere od apparen Chiesa.
Venne quesParte imaginaria investigata
ti, dalcuna diversit di pronunzia o dor
sempree praticata da buon numero di lo
tograa, ec., ec.
Simiglianti difetti slncontrano in qua so, ma ne furono in particolar modo in
lunque libro, ed facite emendarti col fatuati que del lll e IV secoto che pre
confronto de manoscritti e delle antiche sero it nome di eclettici o nuovi platoni
versioni. Se ci lecito dire liberamente it ci, come Porrio, Giuliano, Giamblico,
parer nostro, la pi parte degli errori che lllassimo, ec. Davausi costoro a credere
si creduto notare nel testo ebreo sono che, mediante certe formole dinvocazio
imaginarii. Traduttori, commentatori, cri ne e certe pratiche, si potesse giugnere a
tici, totogi han supposto errori come han trattar famitiarmente con gli spiriti, averti
creato ebraismi per non aver compreso i presti a proprii cenni, conoscere ed ope
diversi signicati dun vocaboto o la va rare colPaita toro cose superiori alle forze
ria pronunzia di esso, inventato regole ca della natura.
pricciose di grammatica, creduto che la lin
in sostanza non era altro che la magia:
gua ebraica fosse rimasa inalterabite perldue specie per ne distinguevano queto
pi di due mita anni, non ostante le di- so: la nera cio e maleca, che chiama
verse migrazioni degli Ebrei e le relazioni vano goetin e gli effetti della quale ascri
che ebbero co varii popoli. lnanzi pre- vevanio ai genii o demonii malvagi; e la
star fede a un tale miracoto si dovea re- beneca, da toro appellata teurgia, val
carne le prove. V. EBRAlsMo e Popera Ei- dire operazione divina, colla quale sin
mena primiiifs des langues, dissert. vi. vocavanoi genii buoni. Tale, e it dicem

Delle pi antiche copie e reputate edi


zioni del testo greco, come pure delle Bib

bie greche, sidiscorre agli afLBlBBlEEBBAl


cae a GBECEE.

mo gi alPart. MAGIA , tale Pitlusione e


Pempiet di quesParte detestabite da non
poter essere dimostrata.
l." Lesistenza desognati genti, motori
della natura, che le parti tutte ne anima

Testo chiamasi pure nelle scuole teo


togiche un passo scritturale qualunque re vano, era un errore; non ci avea sodo ra
cato vuoi a dimostrazione dun domma o ziocinio n fatto certo che la dimostrasse;
dunopinione, vuoi a sciogliere una dif la era una preita fantasia, procedente dal
Pignoranza delle cause siche e del meca
colt.
l sermonntori appeitan testo egualmen nismo della natura: era questo nondimeno
te le parole di Scrittura donde traggono tutto it fondamento del politeismo e delP i

Pargomentodel tor favellare e cui sogliono dolatria. V. PAGANEsIMo. it cieco volgo attri
premettere al discorso.

buiva falsamente a particolari intelligenze,

TE
a spiriti sparsi dapertutto i fenomeni ope
rati da Dio, soto autore e reggittore deitPu

TE

84

cristianesimo: miravano con ossa i pagani


fittoso a distruggere Pimpressione fatta
niverso, o da s stesso o merc le leggi sugli animi tutti da miracoli di G. C., de
generali del moto da lui stabitite e con gli apostoli e de primi cristiani.
s." Non poche pratiche de teurgisti eran
servate; e sclaguratamente i toso un tal
pregiudizio, in vece di combattertto, eb delitti; i sacrizli, per addurne un esem
bero adottato e reso pi incurabite. Ma pio, di sangue umano: n pu dubitarsi
come sapeasi da toro non essere it Crea che que visionarii ne offerissero, facen
tore del mondo quegli che to governa ed done fede la storia e la confessione per
averne lui lasciata la cura a spiriti infe no de moderni increduli. Molti di essi
riori? Una s fatta opinione deroga mani ebber la temerit di consultare i fantastici
festamente alla potenza, sapienza , bont tor numi intorno la vita e i destini degli
di Dio. Que che avean pi senno conve imperatori; curiosit riguardato a buon
nivano avere lddio fatto it mondo per len dritto qual delitto di stato, tale da susci
denza a ben fare; e davano in contradi tar sommosse ne popoli e alterarne la fe
zione supponendo ne avesse commesso it delt versoi principi: it perch alcuni.
regime a spiriti che sapeva capacisstmi di colpevoli di tale attentato, furon puniti nel
far male o per impotenza o per cattiva capo. La teurgia era in generale un de
votont. Di qui provenne it prestar che litto, siccome atto didolatria e politeismo;
si fece a tali spiriti it culto supremo, it pazzi impertantto erano ad un tempo e im
culto dadorazione e ducia che a Dio uni postori e ribaldi cotoro che vi si dedica
camente tribular si dovea; abuso rasso vano.
dato ancor pi da toso col sentenziare
Non trovando modo di giusticarti, al
che di nessun culto si dovesse onorare it cuni increduli moderni dissero it pi delle
Dio supremo, si solamente gli spiriti. Por cerimonie cristiane non differire nella so
rio, De abstin, l. n, n. e4. Celso non ri stanza dalla teurgia; mediante i sacramen
iina di tassar dempii i cristiani perch ne ti, le benedizioni, gli esorcismi, ec., un sa
gavano adorare i genii dispensatori de be cerdote poter commandarc alla Divinit,
come i teurgisti davansi a credere di com
nezii della natura.
Di qual modo sapevasi che certe parole mandare agli spiriti. Primi a spacciare
o pratiche avesser virt di soggiogare e questa calunnia furono i protestanti: it Mo
rendere obedienti colali pretesi spiriti? l semio e it Bruchero asserirono moltissime
teurgisti supponevano avere questi mede tra le cerimonie della chiesa cattolica aver
simi spiriti rivelato agli uomini un tal se avuto origine dalle idee platoniche adot
greto: ma che prova aveasi di questa ni tate dagli eclettici; it Beausobre ci accusa
velazione? Alcuni ciurmadort, cui parve siccome quelli che attribuiamo una specie
bene it credertto, furono anche arditi daf di virt soprumana a cerimonie e a certi
fermartto per darsi importanza e procac composti, quali, ad esempio, it crisma. Il
ciarsi rispetto; allucinarono gli idioti con La Croze vuole che it myron de greci e
aggiramenti o gherminelle o con secreti it crisma de latini sieno una imitazione
naturali che parvero prodigiosi; si prest e non altro del Kyphi di cui facevan uso
toro fede senzaltro, e Perrore si perpetu i Caldei e gli Egizii nelle iniziazioni a tor
per via di tradizione. Si pot sapere che misteri.
certuni avean operato miracoli, ma ope
Ove la malignit non avesse tolto affatto
rali ti aveano con Vinvocazione e Paita di it senno a cotesti critici, avrebber vedu
Dio, non per intramessa de genii. Non si to come porgevano appiglio ad un incre
ebbe alcun dubio che G. C. mentre vivea duto di rinfacciar toro che it Battesimo e
quaggi facesse miracoli, e ne operasser la Cena, che ammettono come due sacra
pure isuoi discepoli; gli Ebrei per, fatti menti, e it segno della croce e le formole
ciechi dalPodio, i pagani, affascinati dalle di preghiera da essi conservate sien ceri
proprie credenze, avvisarono tali prodigii monie di teurgia: ma, purch trovino onde
operarsi colPintervenio degli spiriti. Celso sfogar Podio ondardono contro la chiesa ro
apponeva a cristiani ne facessero merc mana, poco ad essi cale delle conseguenze.
Plnvocazion de demonii; e, contradicen Risponderem dunque noi agli increduli.

dosi manifestamente, giudic che s fatti


spiriti, buoni o tristi, obedisscro a gente
che negava toro ogni culto e faceva ogni
possa per distornei pagani. Nessuno stu
pore pertanto dee farci it vedere la teur
gia diiiusa cotanto dopo la fondazione del

l. Colle cerimonie cristiane un sacer


dote non si volge n agli spiriti n ad al
tri enti imaginarii: lddio soto invoca, e

lui soto crede egli operare: or, lddio


padrone per fermo di legar le sue grazie

e i suoi doni spirituali a que riti e formo

89

TE

le che gli aggradano. Conciossiach Puo

TI
indicare, far conoscere con un segno qua
lunque. Cotoro i quali affermarono essere
i leraphim uniuvenzione degli Egizii e
gure del dio Serapide, adorato in Egitto,
non possono recarne prova nessuna: La
bauo, che viveva nella Caldea, non era
per fermo itto a cercare i suoi teraphim

mo abbia bisogno di segni esteriori per


eccitare la sua attenzione , esprimere i
sentimenti delPanima sua e trasfonderti in
altrui, addicevasi alla sapienza e bont di
vina it prescrivere le cerimonie che po
tean gradirte a n di preservartto dagli
abusi, dalle assurdit , dalle profanazioni in quel paese. N con pi fondamento av
nelle quali caddero tutti cotoro che non visossi da altri che questo vocaboto sia
ebbero a scorta gli ammaestramenti della identico a quelto di seraphim, serpenti
rivelazione. ll perch lddio insin da pri alati, e questi fossero talismani, quali it

mordii del mondo degn prescrivere itcul serpente di bronzo fatto per ordine di Mo
to esteriore che gli sarebbe accetto. V. s. Per ultimo, it Jurien, it quale senten
zi che i teraphim di Labano fossero gli
CIIIIoNIE.
2. lddio stesso fu quegli che prescrisse
le cerimonie cristiane pel ministero di
G. C. , degli apostoli, della Chiesa, alla
quale G. C. promise it suo spirito, Paita e
Passistenza sua: ed essa Chiesa, ben lungi
dalPaver pensato mai ad imitare i pagani,
intese, per contrario, a stornare e guaren
tire i suoi gliuoli dagli abusi e dalle su
perstizioni paganesche. Un sacerdote per
ci nelle sue funzioni non pretende altri
menti commandare a Dio, bens obedirgli:
niente vlintramette del suo, si conforma
esattamente a quanto gli prescritto da
parte di Dio, ed convinto esser tale Por
dine di Dio da tutte le prove dimostranti

dei penali e le imagini degli antenati di


quel patriarca, si piacque indovinare alla
ventura. Al tempo di Labano Pidolatria
nasceva appena presso i Caldei n giu
gneva ancora al segno di divinizzare per
sone trapassate.

it perch torna meglio confessare la no

stra ignoranza che non perderci in frivole


congetture: it nome generico d idoli ba
sta per intendere qualunque testo in cui
scontrasi la voce in discorso.
TIIARA. Ornamento del capo de sacer
doti ebrei. Era una specie di diadema fatto
di tela di bisso o lino ne. Exod. xxvm,
4o, xxxix, se. ll gran sacerdote o ponte
ce usavane altra diversa, di giacinto cio,
la divinit del cristianesimo.
s." Nessuna cerimonia cristiana de con triplice corona doro e una lamina pur
litto o profanazione o indecenza: da tutte doro sul davanti nella quale era scolpito
spira divozione, riverenza, ducia in Dio; it nome di Dio.
Anche it sommo pontece o gerarca
per chi sa coglierne to spirito e compren
derne la signicanza son tutte ammaestra della chiesa cristiana ornasi it capo della

menti di morale e di virt. Non corre punto tiara iu segno della sua dignit. un alto
pi di somiglianza tra i riti e la teurgia di berretto avente alPintorno tre corone do
quella ve nabbia tra Pidolatria e it culto ro, sulla sommit un picciol gtobo con la
del Dio vero. Ben ponno it falso giudizio, croce, e atiPestremit posteriore due tenie
la malignit, Pempiet volgerti in deriso: simiti a quelle che pendono dalla mitra epi
non si pu egli far to stesso delle consue scopale. La tiara fu prima ricinta da una
tudini, delle formole e cerimonie pi ri sola corona; Bonifacio VIII ne aggiunse
spettabiti della vita civite? Lo scherzo e unaltra, una terza Benedetto XIi. Chiama
la satira non sono ragioni; piaceranno agli si anche triregno.
TIMORE. Dice it Salmista,ps. xvui, lo,
sciocchi, ma fan compassione a chi ha
it timor di Dio esser cosa santa,ps. cx, lo,
senno.
TERAPHIM. Voce ebraica che nelle principio di sapienza. Nel salmo cxvm ,
versioni scritturali vien tradotta per ido il, iao, prega it Signore a traggergli it
li, slatue, sculture, ma di cui diicite cuore colla tema desuoi giudizii. Lo stes
conoscere la vera signicazione gramma so ripete it Savio ne Proverbii, i, 7; ix,
ticale. Da quel che ne dice to Spencero, lo, etc. Torna in acconcio osservare come
De legib. Hebrwor. rilual. , l. nn , dis nel vecchio Testamento it timore di Dio
sert. 7, c. 5, poco possiamo imparare. i signichi una riverente sommessione a
rabbini, che pretendono fossero statue par Dio; mancando gli Ebrei di vocaboto adat
lanti e predicenti Pavvenire e insegnaro to ad esprimere ci che noi appelliamo
no it come ci accadesse, non si meritano rispetto. S. Paoto, u Cor. vn, I, esorta i
la pi picciola fede; non tutti gli idoli fedeli a condurre a ne la propria santi
consultati dai pagani per conoscer Pavve cazione nel timore di Dio.
nire perci favellavano: in ebreo, come in
it medesimo apostoto per ne insegna
altre lingue, {partare signica spesse volte che to spirito del cristianesimo non ,

TI

TI

come sotto Pantica legge, il timore, clf


it marchio degli schiavi, sibbene Pamore,
che il conttrasegno de tigliuoli di Dio.
Rom. viu, i6. Giusta it detto di s. Giovan
ni, I ep. iv, lo, la perfetta carit esclude it
timore, it quale sentimento penoso. Dassi
impertanto un timore utite e degno di to
de, ed uno vizioso e riprovevole.

fetto di ffacchezza che di malizia. Per un

83

testo delle Sacre Pagine capace di spaven


tarci ne ha dieci destinati ad eccitarci a
condare nella bont di Dio, a sperare
nella sua misericordia, ad amare un padre
che appunto ne minaccia perch desidera
di non venire acastighi.
Tante e tante anime virtuose, ma timi
Distinguesi perci dai teotogi it timor de, vennero turbate, scoraggiate, tratte
lervilmenle servile, pel quale Puomo fug a disperanza dalla lettura di libri i cui au-
ge esteriormente it peccato a cagion del tori ipocondriaci non altro che materia di
castigo annessovi, colla tendenza tuttavia spavento additavano nella religione; onde
nel cuor suo a commeltertto ove al castigo forza sovente il vietar si fatte letture a
sottrar si potesse; it timorpuramenleser persone di fantasia viva. Ma non si potr
vile, che caccia it peccato e qualunque af citare esempio di chi abbia rinunziato alla
fetto ad esso, per ischivarne la pena; it virt per soverchio condare nella mise
timor gliale, che fa si ci guardiam dal ricordia e bont di Dio. V. Fmucu IN Dio.
Alla v. ReLicioua dimostriam falsa Pas
peccato per amor verso lddio. Quel che
chiamano timor riverenziale non altro serzione degli atei e dematerialisti, i quali
che it rispetto per la maest divina.
vogliono la nozion di Dio e la religione,
Vizioso it primo timore, perocch non in generale, avere avuto origine dal ti
toglie dal cuore Fanelto alla colpa. Di que more.
sto favella s. Paoto altorch dice ch esso
TIMOTEO. Discepoto e compagno di
it marchio degli schiavi; e dominava viaggio di s. Paoto, particolarmente caro
presso gli Ebrei,i pi de quali sastenean a questo apostoto, dal quale fu consacrato
dal peccare unicamente per cagion de vescovo e posto al governo della chiesa
temporali castighi annessi alla violazion d Efeso prima che Pevangelista s. Gio
della legge. Utite e todevole it secondo: vanni avesse in quella citt fermato sua
per denizione del concitio di Trento, it stanza. Le due lettere di s. Paoto a Ti
timor che esclude la votont di peccare moteo son prezioso monumento delto spi
congiunto colla speranza del perdono non rito apostolico, contenendo in brevi pa

solamente non fa P uomo ipocrita e pi role i doveri dun pastore , le virt on


reo, come asseriva Lutero, ma un dono desser deefornito, i difetti da cui ha da
di Dio e un movimento del Santo Spirito
che dispone it peccatore alla giustica
zione. Sess. xiv, c. 4 et can. s. V. Ar
TRIzioNE. it terzo inseparabite dalPamore
di Dio. Molto male ragionarono cotoro che

guardarsi, gli ammaestramenti ctf tenuto


dare a fedeli ne.varii stati della vita. Pa
re sieno state scritte negli anni 64 e su,
poco inanzi it martirio delPApostoto, it
quale si riferisce communemente alPa. ce.
queste differenti specie di timori confu l padri della Chiesa raccommandano ad
ogni ministro delPaltare la lettura assidua
sero insieme.
A buon dritto perci venner condannati di queste due lettere non men che di quel
queteotogi iquali insegnarono, senza re la a Tito.
strizione n distinzione di sorta, it timore
NelPApocalisse, n, l, commandato a
esser freno solamente della mano, ma la s. Giovanni di scrivere al vescovo dEfe
sciar nel cuore Paltacco al peccato, non so, todarne le fatiche, la pazienza, it zeto
valer altro che a far disperare, ec., ec.; contro i cattivi, la vigitanza a scoprire
dottrina apertamente contraria a quella i falsi apostoli, it coraggio a patire pel
del Tridentino. La cosa ben singolare che nome di Cristo, ma davvertirtto essersi in

cotoro i quali gridarono pi alto contro lui raffreddata Pantica carit. Se Pammont
it timore, in generale siensi adoperati a zione era indiritta a Timoteo (it che in
tutP uomo per lnspirarceto, dipingendoci certo), questi ne fece suo pro certamente,
perpetuamente lddio qual padrone assai essendoci prove chegli sofferse it mar
pi tremendo che degno damore.
tirio. Titlemont, t. ll; Vies des pres et
Vantaggiosa, a non dubitarne, la tema dea martyrs, t. l.
per iscuotere peccatori sconoscenti e iu
TIMOTIANI. Cosi furon detti nel seco
durati, perocch lddio adopera di frequen to V que che parteggiavano per Timoteo
tele minacce ad atterrirti; dordinario per Eluro patriarca dbtlessandria, it quale in
i motivi di gratitudine e di ducia son pi uno scritto indirizzato aIPimperator Leone
atti a far impressione sulla maggior parte avea sostenuto Perrore degli eutichiaui o
degli uomini, i quali peccano piu per cf monolisili.

84

Ti

Tl

PIPASA. Citt dAfrica venuta in rino

teresse a impugnarti, e basta che un soto


manza nella storia ecclesiastica a causa dun increduto abbia mosso alcun dubio o dif
miracoto avvenutovi Pa. 484. Unerieo re colt perch tutti gli altri credano aver
de Vandali, ariano dichiarato, tiranno se ragion di negarti. Vha egli criterio in si
altro mai crudele, e signore a quel tempo fatto procedere?
l. Se sei testimoni informati e pel gra
delle coste dAfrica, mosse unatroce per
secuzione a cattolici che non voleano abiu do toro rispettabiti non bastano a dar per
rare la propria fede e giunse a tanto di certo un fatto storico, quanti ce ne vorr
barbarie da far tagliarla lingua a non po a vincere it pirronismo de nostri avver

chi perch perseveravano in confessare sarii? in quelli da noi allegati non vi pot
esser concertamento o collusione di sorta;
perocch quali di toro scrissero in Africa,
toch mutitati a quel modo, continuarono quali in Costantinopoli, quali altrove; n
a favellare chiaro e sciolto al pari di pri veruno pot giugnere a tanto dimpudenza
ma e si ritirarono a Costantinopoli, dove da addurre un tatto favotoso o malcerto
Pimperador Zenone e tutta la sua corte siccome publico e noto alPintera citt di
furono testimoni di quel prodigio. Di esso Costantinopoli e, siam per dire, a tutto
fan fede Vittore vescovo di Vita, nella sua Pimpero. Lautore della summentovata dis
Storia della persecuzione de Vandali, sertazione esamin partitamente ciascuna
l. v; Pimperator Giustiniano, terzo suc delle autorit da s riferite, e fece crc
cessor di Zenone, nel suo Codice, I. i, dere non ci essere argomento di critica
c. 27; Enea di Gaza nel diatogo intitolato che valga a scemarne it peso; esser tutte
Teofrasto; Procopio nella Storia della uniformi intorno la sostanza del fatto, quan
guerra vandalica, l. i, c. 8; it conte ltlar tunque variino alcun poco nelle circostan
cellino e Vittore vescovo di Tunona nelle ze; it modo semplice e positivo onde ses
toro cronache. Quattro di questi si dicono primono quegli scrittori non lasciar du
testimonii oculari e attestano quanto han bio di sorta sulla schiettezza toro e sul
veduto; le testimonianze toro son ripor Patienzione posta in esaminare it fatto in
tate in una dissertazione uscita su que discorso.
2." Quattro di questi testimoni, partico
sPargomento a Parigi nel i7eo.
A malgrado della ripugnanza de prote larmente Pimpcrator Giustiniano, aler
stanti a prestar fede a miracoli operati mano essersi eglino accertati delPavveni
nella chiesa cattolica, PAbadie, it Dodvel mento co tor medesimi occhi,avendo fatto
to, it traduttor del Mosemio e due altri in aprir la bocca a que martirizzati e veduto
glesi da questi citati hanno it presente sic tor la lingua strappata insino alla radice.
come incoutrastabite. Fu esso per impu Onde non si pu in questo caso sospettare
gnato da alcuni increduli dlnghitterra. Di che quella barbara operazione sia stata
questi taluni posero in dubio Pautentiei mal eseguita e che rimanesse toro ancor
t della testimonianza di chi to riferisce, parte delPorgano della parola.
e dissero che verisimitmente non fu strap
5. I due esempi tratti dalle Memorie
pata per intero la lingua a quepretesi delfacademia delle scienze e qualche al
iconfessori ma ne rimase toro tanto che ha tro che potrebbe recarsi non tolgono che
stasse a poter favellare. Addussero due it fatto chesaminiamo fosse sopranatura
esempi tratti dalle Memorie delVacade le. Fu vericato che in bocca a cotoro che
mio delle scienze di Parigi, dove fatta partavan senza lingua rimaneva almauco
menzione di due persone che quantunque una picciola porzione di questa o s era
prive di lingua non lasciarono tuttavia di formato unescrescenza che ne facea le ve
partare. Altri asserirono che it domma ci; e si dichiara come it favellar toro non
Jlegato dagli ariani non era di tale impor fosse distinto e libero al par di quelto di
tania che lddio avesse a confermartto per chi ha lingua, esol dopo lunghi sforzi fosse
via di miracoli, e che, a sapere it vero, ad essi riuscito di poter articolare de suo
bastava consultar la Scrittura. Obiezioni ni. i martiri tipaseni, alPopposto, inconta
frivole, le quali ci non ostante parvero al nente dopo sradicata tor crudelmente la
Mosemio di tal nerbo da iuferirne esser lingua proseguirono a partar come prima.
arduo it decidere se quel fatto sia stato Queste circostanze costituiscono it fatto a
naturale ovver prodigioso. Hist. eccles., chiare note miracotoso, n verun natura
la divinit di G. C. Sei autori contempo
ranei riferiscono che que confessori, tut

sec. V, part. n, c. s,

4, nota (h).

lista che abbia senno oserebbe disconve

Ma non altro da ci risulta se non che, nirue.


trattandosi di miracoli, nessuna prova
4." N a nostri avversarii n a noi
valevole a convincere chi ha qualche io spetta it decidere in qual caso e per quali

TI
ragioni debba o no lddio operar miraco

TI

85

ra del nuovo; che l fatti, le leggi, le ce

li: a lui soto sta it giudicarne, ed stol

rimonie, le profezie avessero per iscopo


tezza it pretendere che abbia dovuto farne di rappresentare anticipatamente imiste
solamente per convertire Ebrei o pagani ri di G. C. e della sua chiesa. Alla v. Fi
e non per raffermar la fede de credenti cuna fu per noi dimostrata la poca soli
o confondere Pincredulit degli eretici. dit e gli sconcl di questo sistema. I so
Falso poi che it domma impugnato da stenitori di esso vollero farsi forti delPe
gli ariani non fosse di tal ritievo da me sempio degli apostoli e de vangetisti, i
ritare d esser da Dio confermato con un quali applicarono spesso ai fatti del nuovo
atto sopranaturale di sua possanza. Agli Testamento profezie che pareauo aver per
art. Amaursnio e Tamrra abbiam dimo obietto avvenimenti e personaggi del vec
strato che questa verit Particoto fon chio. Savissime osservazioni ci diede su
damentale del cristianesimo e che i soci questo argomento it dotto Maldonato. Al
niani, per aver negato ammettertto, furono torch gli apostoli, egli dice, notano che
costretti, con una serie d inevitabiti con una profezia delP antico Testamento tro
seguenze, a ridurre tor religione a un puro. vasi adempiuta in un fatto da essi riferito,
deismo. Stoltezza altres it dire che, per non Vintendono essi sempre della stessa
conoscere la verit o la falsit di questo maniera. in quattro differenti sensi pu
domma, bisogna ristringersi a consultar le pigliarsi quesP espressione. l." Signica
Sacre Carte, perocch appunto sul senso spesso che una cosa si avvera esattamente
di queste si contendeva e tuttavia si con alla lettera secondo la predizion fattane.
tende dagli ariani e da sociniani contro i Per esempio, quando s. ltlatteo osserva,
cattolici: trattavasi dunque di sapere qual i, 22, 25, che it vaticinio dlsaia, vn, 14:
de due partiti ne porgesse la vera spie Una vergine concepir e partorir un
gazione. I protestanti, che sostengono es gliuolo, ec., si compi in Maria Vergine,
ser la Scrittura unica regola di nostra fede deesi ci intendere dun compimento let
e partarsi in essa chiaramente su tutti gli terale, perocch quella predizione appli
articoli fondamentali del cristianesimo, care non si pu a verunaltra persona.
debbon sentir ripugnanza a convenire che V. EumnusLa.
lddio abbia fatto miracoli a conferma delle
2. Vuoi dir tatora che una predizione
spiegazioni dei cattolici e a confusion di gi avveratast in alcuno ha un pi esatto
quelle degli ariani; ma la caparbiet de compimento rispetto ad un altro di cui it
protestanti in difendere un falso sistema primo era tipo o gura. Le parole, n Beg.
non fa prova contro fatti inconcussamente vn, 7.: 1o xarogli padre, ed ci sarammi
gliuolo, che riferivansi direttamente a
dimostrati.
s. Si rimetter forse in campo la so Satomone, vengono da s. Paoto applicate
lita obiezione degli increduli contro tutti a G. C., Hebr. I, e, perch si vericano
imiracolLche, cio, se quel diTipasa fosse pi perfettamente in lui che in quel re,
stato innegabile, avrebbe per fermo con tipo o gura del Messia. E s. Giovanni,
vertiti quanti vera ariani, s che neppur c. xix, nota non essere state spezzate le
uno in Africa ne sarebbe rimasto. Pregiu gambe a Cristo in sulla croce, a n che si

dizio senza fondamento-Non ci ha prova, adempisse ci che era stato detto delPa
ragione, prodigio che possa sopra eretici gnelto pasquale, Exod. xn: Non rompa

feroci e brutali quali erano i Vandali. Dap rete nessuno delle sue ossa.
poich abbiamo udito i toso de nostri
ll terzo senso dassi altorch si applica
giorni dichiarar formalmente che la vista una profezia a quel che non ne n Pog
dun miracoto punto non li convertirebbe getto immediato n it tipo, ma, al quale si

e che pi che de toro occhi si tiderebber adatta cosi bene come se fosse stato fatto
del proprio giudizimuon vha eccesso din

per esso. Isaia, p. e., c. xxix, sembra cir

credulitt che pi ne debba recar stupore. coscrivere it rimprovero che lddio fu agli
TIPO. Segno, simboto, gura, rappre Ebrei che Ponorano sol colle labra a que
sentazione duna cosa. Nella Scrittura st del suo tempo; ma G. C. to volge a cotoro
gnica tatora imagine, idoto, taP altra un cui favellava, perch ipocriti al pari de

avvenimento futuro. Vale anche modelto padri toro, Malth. xv, 7, 8.


La quarta maniera onde si avvera una
o esempio che dee servire a nostro am
maestramento, per da non imitarsi; in profezia quando un avvenimento pre
quesP ultimo senso it troviamo presso detto, succeduto gi in parte, viene ad ave
re P intero suo compimento. In questo sen
s. Paoto, 1 Cor. x, a, u.
Vuolsi da alcuni autori che Pontico Te so G. C. , dopo aver letto nella sinagoga di
stamento fosse tutto quanto tipo o gu Nazaret le seguenti parole d1saia,1.xi, l :
BERGIEB. Vol. VI.

Il

86

TI

T0

Lo spirilo del Signore sopra di me; per t. m, c. e. E pare che si volgano al gu


la qual cosa mi ha unto per evangeli rismo per dimostrare che quel novatore
zarc lfpoveri, ec., dice a queche Pascol avea ragione.
lavano: Oggi di quesla scriltura avete
TIPO. Editto di Costante imperatore a
udilo voi Vadempimento,Luc. iv; perch proposito de monoteliti. V. MoNoTELIsMo.
it profeta soltanto in parte avea adempito
TITO. Discepoto di s. Paoto e suo com
to scopo della sua missione, laddove it Sal pagno in una parte de viaggi apostolici.
vatore era venuto per darte it pieno e per Avendo PApostoto dimorato sol di passag
felto compimento. V. it llialdonato in gio in Creta e sparsovi l semi della fede,
vi lasci Tito, da lui ordinato vescovo di
Malth. n, 15.
Degli accennati quattro diversi sensi sol quella chiesa nascente, acciocch la tor
tanto it primo fa prova a rigore contro gli masse del tutto, e gli raccommand creas
Ebrei, i pagani e gli increduli, perch non se pastori nelle citt, additandogli le doti
riconoscono Pautorit n di G. C. n de onde esser dovean torniti. Queste istru
gli apostoli: ma gli altri tre giovano a raf zioni si contengono nella lettera a lui da
fermare la fede de cristiani, i quali son s. Paoto scritta Pa. 64, simite in tutto alle
convinti per altre ragioni che it divin altre dal medesimo indirizzate a Timoteo
Salvatore e i discepoli suoi erano inviati ed egualmente prottevole.
ed inspirati da Dio al par deprofeti. Era
TNETOPSICHICI. Eretici che sosteneano
altresi un argomento, come dicono, ad Iw Panima esser mortale. V. ARANCI.
minem contro gli Ebrei, accostumali a si
TOBIA. Ebreo della trib di Neffali tra
fatte applicazioni della Scrittura: que dotto in servit con gli altri lsraeliti da
doggidi a tortto pur to rigettano, poscia Salmanasare re dAssttria settecento anni
ch fu esso it metodo usato da toro anti e pi avanti G. C. ll libro che porta il no
chi dottori, a quali prestan fede, tuttoch me di questo sanPuomo fu dichiarato ca
nabbian questi pi volte abusato. Non ci nonico dal concitio di Trento, ma reputato
ha quasi spiegazione delle profezie dateci apocrifo da protestanti per non esser com
nelPEvangelio la quale non sia approvata preso nel catatogo o canone degli Ebrei.
dagli antichi rabbint. V. Galatino, De ar Fu esso scritto In caldeo; s. Girolamo ne

canis cathol. verilalis.

fece la version latina che entra nella no

Al tntto perci contro it vero pretesero


alcuni increduli non avere it cristianesi
mo per s altra prova che spiegazioni ar
bitrarie o sensi tipici, gurati, allegorici,
e profezie delPantico Testamento. AlPar
ticoto Pnorezls abbiam fatto vedere mol
tissime di queste predizioni riguardar di
rettamente , letteralmente ed in modo
esclusivo G. C., tal che a nessun altro si

stra volgata. Avvene per una traduzion


greca assai pi antica, della quale si ser
virono i padri n dal il secoto. Loriginale
caldaico non sussiste pi ; le versioni ebrai
che che se ne fecero sono moderne; la tra

duzion siriaca condotta sul greco. Quella


latina differisce in parecchi punti dalla
greca: la quale vien preferita dai dotti

per aver s. Girolamo confessato comegli


possono adattare senza far forza ad ogni avesse condotto a termine la sua in bre
parola. N meno a torto daprotestanti si vissimo tempo colP aiuto d un Ebreo e
va continuamente dando carico ai padri mentre non possedeva ancor perfettamen

della Chiesa daver abusato delP esempio te la lingua caldea. Dagli Ebrei e da cri

di G. C., degli apostoli e de vangelisti, e stiani it libro di Tobia liensi generalmente


recato oltre ogni conne la vaghezza delle
allegorie e spiegazioni gurate della Scrit
tura: li abbiam giusticati alPart. ALLEGoRIA.
Ma i tiguristi moderni, i quali preten

dono esser questa la maniera pi acconcia

siccome storia vera; ma i protestanti af

fermano trovarvisi varii incidenti favotosi


e cose non potute deltarsi da uno scrittore
supernamente inspirato. Certo Raynold,
teologo di Oxford, autore di due grossi vo
lumi contro i libri apocri del vecchio Te
stamento in confutazione del Beltarmino,
accozz cinque o sei obiezioni contro quel
to di Tobia.
l." Osserva esser detto nel c. m, i 7,
che Sara, glia di Raguele, abitava in Ra
ges citt della Media, e nel lx, il 5, che To
bia it giovine, dopo fattala sua sposa, manda

di spiegar cotesti libri divini, nessun van


taggio trar possono da tale esempio, con
ciossiach la maggior parte de motivi che
aveano i padri di cos fare pi non sussi
sta. Oltre gli inconvenienti che trae seco,
it tor sistema divenuto sospetto al som
mo da poi che Giansenio ebbe la temerit
di dire esser cosa evidente che Pantico
Testamento non fu che una gran comedia, a Bages citt della Media presso Cabe
rappresentata men per s che pel Testa to Pangeto sua scorta da cui condotto

mento nuovo. Dc grat. Christi salvaL, alle nozze desse Tobia; nel qual viaggio

T0

T0

si consumarono parecchi giorni. - La co


sa, rispondiamo, non ci pare impossibite
a concitiare. Pu darsi che Sara e it padre
suo fossero in Rages altorch avvenne ci
che si narra nel c. m, e che poscia siensi
trasferiti ad abitare in altra citt presso it
Tigri dove furono trovati da Tobia, c. ix.

s. Clemente alessandrino, da Origene, da


ss. Cipriano, Basitio, Ambrogio, Ilario, Gi
rolamo, Agostino, ec. E nel secoto IV un
concitio d Ippona e it terzo cartagincse
Pannoverarono tra i Libri Sacri.
TOLEMAITI. Settatori dicerto Totomeo,
un de capi dei gnostici, it quale alla co
storo dottrina avea aggiunto altre bizzar
rie. Distingueva nella legge mosaica alcune
cose di tre specie; altre delle quali,secondo
lui, venivan da Dio, altre da Mos, altre
riduceansi a mere tradizioni degli antichi
dottori. S. Epifanio, Hwr. xxxiu.
TOLERANZA a INTOLERANZA IN MA
TERIA DI RELIGIONE. Da oltre un secoto
non ci ha vocaboli di cui si sia fatto tanto

2. vangeto scontrato da Puno e da Pai


tro Tobia dice toro comegli fosse israelita,
di nome Azaria, gliuoto del grande Ana

nia, v, 7, lo. La questa una menzogna.


- No, perocch P angeto avea preso la
gura di quel giovine. Oltreci, P errore
de due Tobia, che lddio volea rivolgere

a tor vantaggio, non dur a lungo, e Pan

87

geto scoperse la verit, xn, 6.


5.- Nel c. vi, Vangeto attribuisce alle in abuso come di questi o che abbian prto
teriora dun pesce una virt medicinale e occasione a pi acerbe declamazioni. E
prodigiosa, dicendo che it fumo del cuore duopo pertanto inanzi tratto fermarne, se

di esso mette in fuga ogni specie di de

si pu, it vario signicato.

monii, e che it fegato fa cadere le scaglie


dagli occhi: cosa impossibite. - Non al
tro ne segue, diciamo noi, se non che
piacque a Dio (Pannettere a que due se
gni esteriori i due miracoli che voleva
operare in pro delPuno e delPaltro Tobia.
to stesso caso daltora che G. C. giovossi
del fango per restituir la vista a un cieco.

l." In uno stato ove domina una reli


gione che sia reputata far parte delle leggi,
chiamasi toleranza civile e polilica la per
missione che it governo accorda ai seguaci
duna religione diversa desercitarta pi
o men publicamente, avere adunanze pri
vate e pastori per reggerti, fare ordina
menti disciplinari, senza incorrere pena

4. Nel c. xn, il i2, to stesso angeto dice di sorta. Una s fatta toleranza, gli chia
al vecchio Tobia: Quando tu facevi ora ro, pu essere pi o meno estesa, giusta
zione con lagrime e sepelivi i morti...
io presenlai al Signore la tua orazione.
Ecco un eresia, a detta de protestanti;
a G. C. soto, dicon essi, appartenendo it
presentare le nostre preghiere a Dio. Alla

icasi, secondo chessa par pi o meno


compatibite colP ordine publico, con la
quiete e prosperit delto stato c Pinteresse
generale de sudditi. Asserire che presso

una nazione incivitita debba essere indi


v. ANGELO abbiam dimostrato it contrario stintamente permessa qualsisia religione,
nessuna predominare o aver favore pi
con altri testi, oltre it qui allegato.
6." Net c. xiv, il 7, Tobia it padre pre dunaltra, ad ogni privato darsi balia da

nunzia che it tempio del Signore, consunto verne qualcuna o non averne punto, la

dalle amme, verr di bel nuovo edi

uxfassurdit che si ardi sostenere a di

cato: ma a quel tempo it tempio di Ge nostri e che verr da noi pi inanzi con
rusalemme non era ancora stato arso da fulata.
Caldei; it fatto avvenne qualche anni dopo
2. Tra le diverse communioni cristia
morto Tobia. - Ci vero ove stiasi a ne chiamasi toleranza ecclesiastica , reli
calcoli communi, ma noto che la crono giosa o teologica it professare che fa una
togia di quetempi non assolutamente setta di credere che i membri dunaltra
senza errori, che gli argomenti appoggiati ponno salvarsi senza rinunziare alla pro
a tal sorta di calcoli non sono dimostra pria credenza, che si pu senza pericoto
tivi, e che i cronotogisti ben di rado van atiratellarsi con toro e ammetterti alla me

tfaccordo tra toro. Di s fatte difcolt se desima religione. I calvinisti p. e. offer


ne incontrano in varii altri libri scrittura
li, n perci questi si espongono dal ca
none. Del resto, la version greca parta del
Parsione del tempio puramente come dun

avvenimento futuro.
Non senza ragione n gratuitamente it
Tridentino ebbe inserto tra libri canonici
la storia di Tobia. Venne questa citata sic
come Scrittura sacra da s. Policarpo, che
fu tra padri apostolici, da s. treneo, da

sero pi duna volta la toleranza teotogi

ca ai luterani, da quali per non fu ac


cettata: e gli uni e gli altri la negarono
sempre a sociniani, con cui non vollero
entrar mai in communione. Da alcuni pro
testanti moderati fu ammesso potersi nella
religion cattolica operar la propria salute;
la maggior parte sostiene it contrario. Fu
tor dimostrato non aver essi principio sso
n ragion solida per alermare o negare

88

T0

T0

la possibitit di salvarsi piuttosto in una sadoperano con tal mezzo a disunire la


che in altra communion cristiana, che ra
gionan su ci secondo it grado di preoc
cupazione ed avversione concepita contro
questa o quella communion particolare e
secondo Pinteresse del momento, poscia
ch non ebbero mai su questo punto lin
guaggio n condotta uniformi.

societ civile. Che che se ne dica, questi

diversi obllghi son tutt altro che incom

patibiti; i principi veramente cristiani li


seppero ottimamente fra tor concitiare.
Nelto stite degli increduli la toleranza
Pindifferenza per qualunque religione.
Senza pigliarsi la briga di sapere se tutte
5." Per toleranza in generale sintende sieno egualmente vere oppnr false, se Pu

spesso la carit fraterna e Pumanit che na torni pi vantaggiosa delPaltra alla so


regnar debbono fra gli uomini tutti quanti, ciet- civite, dicono aversi a reputare tut
in ispecie fra tutti i cristiani, a qualunque Pal pi quai mere leggi nazionali, obli
nazione o communione appartengano. Co ganti sol tinch piaccia al governo di pro
testa toleranza to spirito medesimo del teggerie ed a sudditi di starvi sommessi;
cristianesimo; nessunattra religione com it miglior partito essere it non lasciarne
manda con tanto rigore la pace, la scam dominare nessuna e ridurte tutte a per
bievole sopportazione,la carit universa fetta eguaglianza. Altri, pi arditi, asse
le. G. C. la predic agli Ebrei rispetto a rirono che nessuna necessaria; che tutte
Samaritani, n rispetto a gentiti o paga son false e pregiudizievoli; che, a far fe
ni, e nc porse toro Pesempio. Ordin egli lice e perfetta la societ, duopo sban
a suoi discepoli di sopportar paziente dire qualunque specie di culto e qualun
mente la persecuzione e non esercitarta que idea della divinit; che, nel caso si
contro chi che sia. Questi ammaestramenti permetta al popoto di credere ed adorare
furono dagli apostoli ripetuti, e da primi un Dio, bisogna almeno che i governanti
cristiani messi in pratica fedelmente, cosa ben si guardino dal favorire un culto a
confessata da toro stessi nemici: a forza danno delP altro; che ad ogni individuo

di mansuetudine, pazienza e carit giun

dee lasciarsi la facolt davere una reli

sero quelli nalmente a vincere i proprii


persecutori.
Ma dalPessere un tal procedere stretta
mente ingiunto a privati non stegue gi
che sia fatto to stesso commando a capi
delle communioni, a pastori, a magistrati,
ai sovrani, a tutti cotoro i quali son rive
stiti di civite ed ecclesiastica podest. A
principi e toro ofciali corre obligo per
diritto naturale di mantener P ordine, la
tranquitlit,Punione, la pace,la subordina
zione fra proprii sudditi; di altontanare,
reprimere, castigare chiunque, sotto cotor

gione o non averne punto.

Perci, nel chiedere ad alle grida la


toleranza per s, fu toro intenzione dave

re la libert di declamare e scrivere con


tro qualsiasi religione, di professare alla
mente it deismo, Pateismo, it materialismo,
to scetticismo, secondo che toro talenta,
daffastellar impostare, calunnie, viti in
giurie a n di crear odio al cristianesimo,
a chi to professa, a chi it difende o pro
tegge. Per dimostrare come un tal privi
legio appartenga toro per natural legge,
presero senzaltro ad arrogarseto e non

di religione, tenti perturbare la societ. ebbero un riguardo n a clero n a magi


G. C. impose a pastori di vegliare sul strati n a ministri n a regnanti. AlPulti
proprio gregge, di tenerne lungi i lupi e mo (vedi colmo di senno !),sostennero con
i falsi profeti, di conservar Punioue nella
fede, non lasciare che si mischii la zizania
col buon frumento, ec., ec. Gli apostoli
seguirono appuntino gli ordini del toro

tutta seriet che chiunque venga da toro

assalito in dovere per diritto divino di


sotirirti, e persecutori dissero tutti-cotoro

che si opposero a toro attentati. Se ci si


movesse accusa di caricar troppo le tinte
portar le ingiurie fatte alla toro persona, di questo quadro, siamo pronti a farne ve
la violenza, gli oltraggi e i supplizii onde der le pennellate tutte quante netor li
si procedeva contressi per publlca auto bri, segnatamente nella vecchia Enciclo
rit, altrettanto stetter sulPavviso a sma pedia, alle v. Intoleranza, Per-secrezione,
scherarei falsi dottori, ad escluderti dalla Toleranza, ec.

societ de fedeli, a impedir qualunque


Di tal guisa progredirono iprincipii, le
communicazione religiosa con essi. Nessu conseguenze, i raziociuii de predicatori
na massima o principio o regola statui della toleranzafi protestanti li ebber pian.
rono da cui si possa dedurre che i prin tati, i miscredenti non fecer altro che ri
cipi, abbracciando it cristianesimo, si sien peterti e seguinneii to, onde furon con
tolto it diritto di frenare e punire i sedi dotti alPeccesso che veggiamo. it Bayle ii
ziosi, che, turbando la pace della Chiesa, spacci con molParte nel suo Commen

divin maestro: quanto fur pazienti in sop

T0

TO

89

torio losoco sulle parole del Vangeto: toposta a un frmulario di dottrina e di


Compelie intrare. ll Barbeiracio ne fe culto, la religione vogliam dire depatriar
una disgraziata compitazione nelsuo Trot

chi: e tutti cotoro che sefne discostarono

laio della morate de padri, c. i2, S i; caddero nelPeguale stato de selvaggi. Do


e segg. I nostri tittosoli plagiarii li trascris vean essi i fondatori della societ ricac
ciarvela?
2. Chiunque di questi sapienti, ben con
ciarti: tutti si diedero it vanto d aver vinto della necessit duna religion partico
chiuso per sempre t bocca agli inttole lare, e valente a formarne it piano e intro
ranti.
durtto, sarebbe stato un pazzo o un malvagio
Prima desaminare se it costoro trionfo quando non avesse scelto it formolartto a
sia reale ovvero imaginario, son da porre giudizio suo pi vero, pi ragionevole, pi
alcune verit e da risolvere certe que adatto a procurar la pace, Pordtne, it bene
stioni.

della societ; non preso ogni cautela per


l . Agli art. Auroiurs, LEGGE (Legge mo rendere inviolabite una religione si fatta;
mle), RELIGioNE, Socierii, ec., abbiam di non statuito pene contro chiunque sat
mostrato esser la religione assolutamente tentasse assalirta. Stolto consiglio sarebbe
necessaria per dare una base alla societ stato non scegliere la miglior religione
civite, n ci potersi far d altro modo. che si potesse quanto it non preferir le
Questa verit confermata dal fatto; pe leggi pi acconce, e non renderta sacra
sero dalPuno o dalPaltro; Pautor del Trul

lato sulla toleranza non fece che ristac

rocch non ci ebbe mai per tutto it mon

al pari di queste. Il perch la necessit

do popoto alcuno unito in societ senza d una religione particolare, dominante,


una religione, o vera o falsa chella si sostenuta dal governo, ingiunta sotto certe
fosse. Disse Plutarco esser pi, facite ,it pene, non altro che una natural conse
fabricare una citt nelParia che una repu guenza della necessit duna religione in
blica senza religione. Cos fu concorde generale.
mente sentito-da quanti vebbe legistatori,
V ebbe de miscredenti dissennati al
sapienti, toso, toltone gli epicurei; it punto dasserire qualunque particolar re
perch nessun di questi trovossi in grado ligione essere indifferente; it paganesimo,
di dettar leggi. Se non che i popoli non it giudaismo, it maomettismo, it cristiane
aspettarono le istruzioni della tosoa per simo vaier del pari a far la societ tran
avere una religione, perocch una reli quitla, orente, felice. A cessare per tale
gione hanno essi pure i selvaggi. Non al inganno, e basta un confronto tra to stato
tro perci rimase a fare a fondatori o pri delle nazioni seguaci delPena o delPaltra

mi capi della societ che confermar la re


ligione colle leggi o piuttosto porta alla

di dette religioni.
5. Ove un sovrano trovi nel suo im

testa delle leggi tutte: nessuno traiasci pero una religione antica la quale gli paia
di fartto.

bugiarda e dannosa, fonte di disordini e


Si dir senza dubio che, per istabllire sventure per to stato, e unaltra ne vegga
la societ, per vero necessaria una reli che sembrigli aver tutti i caratteri di ve
gione in generale, cio la credenza dun rit, santit, divinit che bramare si pos
Dio, della sua providenza, della sua glu sano-, non dev egli lasciare a tutti i suoi
stizia retributrice di premio alla virt e sudditi la libert trabbracctarta, non po
di pena al malfare, ma non si richiede al
trimenti una religion particolare, assog
gettata a undato formulario di dottrina e
di culto; che a ciascun cittadino deve ia

sciarsi facolt di ordinartto a suo talento,


che in ci anzi sia la toleranza. Una re
ligione di tal conio rispondim 1iotnon'ad
altro ridursi che a una vera in-eligtone
La nozione dun Dio abbandonata per tal
modo ai capriccio degli uomini degener

tr forse adottarta ei medesimoe favorir


ne it propagamento, purch rispetto a se
guaci delPanticaosservi tutti i doveri di

giustizia, umanit e moderazione dal di


ritto naturale prescritti? negar ci gli
quanto dire che,quator gli accada di trovar
vecchie leggi abusive e perniciose, non gli
sia lecito usare dei poter suo per abrogar

ie esostituirne di pi sagge.
4." Altorch inun regno siano in vigore

in politeismo e iddlatritndivenrremncaos varie rllgioni,dovr egli it principe, se


derrori, di superstizioni,
disordini i vogiiagovernar savfamente, non profes
pi opposti al bene delP umanit eper sarne veruna e viver quindi nelPateismo e
certi rispetti peggiore delPatelsmo. Ad an nellit-rellgtone, ovvero non antepor quel
tivenire una tanta sciagura, avevalddio, la che gli lsembrila pi vera? Segua quel
insin difprimordii del mondo-, datouna la che pi gli aggrada, ditrannosenza du
rivelazione, una religion determinata, sot bto i-predicatori della toleranza, purch

90

T0

T0

non le dia favore a spese delle altre; la

vano sola religion delto stato la cattolica


e proscrivean qualunque altra; leggi por
tate, accettate e giurate nelle generali as
semblee della nazione e sancite da una con
suetudine di otto o nove secoli pel man
co; e stanno esse tuttavia necapitolari di
delt, capacit dimpieghi importanti, do que re. Enrico IV ha potuto ci nondimeno
vr egli a questi preferire i meno idonei? legitimamente derogarvi con un editto che
Quatora fossegli ateo e miscredente, ci accordava it publico esercizio duna reli
sarebbe egual pericoto nel suo non predi gion nuova, perch it ben generale delto
ligere que del suo stesso pensare sopra stato pareva Pcsigesse. E cenP anni dopo
cotoro i quali credessero in Dio.
non pot Luigi XIV legitimamente rivo
u." Fingasi vi sia in uno stato una reli car quelPeditto e rimetter le cose nelPan
gion sola antica che fa parte delle leggi, ttco stato, comech gli sembrasse volersi
sotto la quale la monarchia vive da pa ci dal ben generale del regno, perch la
recchi secoli e della cui verit e santit parola de re debbesser sacra e intangi
tutti vanno intimamente persuasi: se in biti itoro editti? lndarno cerchiam la ra
sorgan predicanti colla mira di fondarne gione per la quale dovesse la legge dEn
un altra che abbia viso di falsa, perni rico IV esser pi sacra che quelle di Cartto
ciosa, capace di metter sossopra gli ani magno o di Lodovico it pio.
mi e ribellarti a qualunque autorit, dac
llla forse ci verr fatto di rinvenirta ne
cender le faci della guerra tra i varii gli argomenti de nostri avversarii. E bi
membri delto stato, e che non possa sta sogna chiamarti ad esame.
bitirsi fuorch sulle rovine delPantica, a
l. La libert di pensare, dicono, cosa
qual partito avr da applgliarsi it princi di natural dritto; in materia di religione,
pe? Dovr egli lasciare a novelli dottori come in altra cosa qualsiasi, nessuna uma
la libert di far proseliti, esporre i proprii na autorit pu obligarmi a credere ci
sudditi al pericoto desser sedotti, rischiare che punto non credo n a volere quel che
egli medesimo di ricever quando che sia la non voglio; diritto alcuno essa non ha sulla
legge da settarii, desser condotto ad eleg mia coscienza: a Dio soto spettando it pre
gere tra la perdita del trono e Papostasia? scriverci una religione, a lui soto ne dob
Nessuno degli apostoli della toleranza s biam noi render ragione.
per anco pigliata la briga desaminare e
Risp. Se la libert di pensare e quella
prescrivere it miglior partito da seguire di partare, insegnare, scrivere ed operare
in si fatto caso. Agevol cosa riusc toro it fosser tutPuno, niente avremmo noi a re
disapprovare che che fu fatto: era da sug plicare a si fatta dottrina: ma come si
ponno in buona fede confonder due cose
gerire ci che far si dovea.
6." Per ultimo, quatora un partito di tanto diverse? Finch un cittadino pensi
settarii sia venuto a tanto di potere da ot bene o male intorno le leggi, e nel suo s
tenere armata mano la libert di coscien le approvi ovver le condanni, non pu far
za, cio a dire Pesercizio publico d una danno a veruno: ma segli facciasi a le
nuova religione,e al governo sia stato forza var la voce, se scriva, se operi contra le
cedere alla necessit, se poi. venga un so leggi, merita certamente castigo. Tanto va
vrano pi potente de suoi predecessori ler dee della religione, legge essa pure
it quale abbia cotesti settarii per sudditi e la pi necessaria di tutte. La religione
pericotosi, presti sempre a ribellarsi e ri prescrittaci da Dio non sta puramente
novare le antiche turbolenze, sar egli ne pensieri ma vuol esser manifestata per
si fattamente legato dalle concessioni tor via di atti: or, la podest umana ha un
fatte che non possa legitimamente rivo diritto incontrastabite sulle nostre azioni,
sci a tutti i sudditi suoi piena libert di
coscienza; non mostri maggiore affetto a
suol correligionarii che agli altri. llia se
avvenga che i seguaci della sua religione
gli paian migliori per sommessione, fe

carte? Non gli sar permesso it ritornar massima ch forza ammettano i nostri
le cose nel pristino stato? No, rispondon stessi avversarii, dicendo che ogni per
tutti ad una voce i nostri avversarii: se
la parola di chi regna non sacra, se in
violabiti non sono le leggi e gli editti, nes
sun cittadino pu mai esser sicuro della
propria condizione.
Una ben strana giurisprudenza la que

turbatore della publica quiete merita pu


nizione, qualunque sia la sua coscienza,
come vedrem poco stante.

2. Ciascun uomo getoso della propria

libert e delle proprie opinioni, in materia


specialmente di religione: la unatroce in
sta: dove trovarne i fondamenti? Inn giustizia it punir gli errori come fosser de

da primordii della monarchia francese o litti: Pintoleranza ancor pi stolta ove


in quel torno ci eran leggi che dichiara trattasi di religione che in fatto di scienze.

T0

T0

Hisp. Ci ha, verissimo, tanti e tanti a


cotal punto getosi di tor libert da voler
essere impunemente deisti, atei, materia
listi, increduli; che, mai paghi di pensare
per s medesimi, voglion professare pu
blicamente, insegnare, diffondere toro opi
nioni e farte adottare altrui. Forse che ld

salisce. Verit onde, suo malgrado, sav


vide it Barbeiracio; esigendo egli che la

94

podest civite lasci a ciascuno la libert,


aggiugne: quando ci non torni a pregiu

dizio della publica quiete. Tratte de la

mar. des pres, c. xn, S 27. Dice non do


versi in una societ tolerare errori fon
dio ha tor concesso una si fatta libert? damentali, S 22; merilar castigo cotoro
Appunto per porre un freno a tal funesta i quali oltraggiano i seguaci duna religio
libert o, direm meglio, licenza di mente, ne diversa, S s2. Ha egli veduto le conse
di cuore e di condotta, ha lddio prescritto guenze che ituiscono da queste restrizioni?
it Bayle conviene egli pure che i prin
una religione e posto la spada in mano alla

podest secolare. Altro punir P errore, cipi ponno per polilica far leggi coattive
altro punir la professione e Pinsegnamen
to di esso: nch un uomo tiene in s
stesso i proprii errori non fa danno a per
sona; quando li produce al di fuori, altora
interessano la societ, ed egli colpevole
e degno di castigo a misura de tristi ef

in fatto di religione, Comment. philos.,


part. i, c. 6; che i faziosi van tenuti a fre
no, part. u, c. 6; che sha a punire chiun
que turbi la publica quiete, con qualsiasi

coscienza it faccia, c. 8. Con ci vanno

da s medesime a terra le stupende mas


fetti che la sua temerit pu causare. Ove sime de partigiani della toleranza.
dal professar errori in fatto di scienza na
Per venire alto scopo che si han pro
scer potesse tanto male quanto dal profes posto, oseranno essi forse asserire i tor
sarne in materia di religione, correrebbe predicanti non essere stati faziosi,non aver
obligo di venir parimente acastighi.
insultato i seguaci delPantica religione,
Se ci si replichi gran differenza passa re non turbato la publica tranquitlit? l toro

tra la profession publica dateismo o din

storici medesimi fan fede del contrario.

creduiit e la professione duna religion


cristiana diversa dalla cattolica, noi affer
miamo che non se ne darebbe nessuna ove
fosser vere le massime generali denostri

Daltro lato, segli vero che alla pode


st civite non sappartien punto Pingerirsi
nella religione, la pretesa riforma venne
operata contro ogni ragione e giustizia;
avversarii, cio che la libert di pensare perocch dapertutto fu essa stabitita coi
sia di legge naturale, che nessuna podest Pautorit della podest civite o con Par
umana abbia dritto di vincolare le opi mi, fatto innegabite anche questo. I pro
nioni, ec., ec. Non colpa nostra se, per testanti per non si fecer mai carico di
provare la necessit di tolerare una setta verun principio; quando si tratt di pian
cristiana, si fan forti sugli stessi assiomi tarsi, diedero ai principi e magistrati in
adoperati dagli atei a dimostrare la ne materia di religione poter dispotico; come

cessit di tolerare Pincredulit e Pirreli

si sentirono forti a segno di potere far fron

gione. Per to che vedrem quanto primai te, disser toro apertamente la religione non
nostri ragionatori costretti a ritrattarsi e esser affare da entrarci essi.
4. La persecuzione in fatto di religio
contradire a s stessi.
5. Gli uomini, dice it Barbeiracio, non ne non itlumina punto le menti, altro non
sono uniti in societ per professare una re fa che ribellarte; isettarii crescono in
ligione, sibbene a n di procacciarsi it ben ostinazione e aderiscono alla religion pro
essere temporale; it soto scopo questo fessata in proporzione di quanto per essa
della podest civite, la quale non entra sopportano: la violenza desta compassione
perci in quel che religione n ha diritto verso i perseguitati ed odio contro chi
di vincolarta e lasciar dee a ciascheduno perseguita; non ad altro riesce fuor che
la libert di credere e professare quel che a produrre conversioni bugiarde, a molti
plicare i mentitori e gli ipocriti.
in materia di religione gli appar vero.
Risp. Diasi tutto questo per vero. Se
Risp. Fu da noi dimostrato non poter
gli uomini essere uniti in societ ove non un branco di sediziosi e malfattori sosti
abbiano qualche religione, e determinata, nino in tor ribellione e vieppi imperver

soggetta a un formolario di dottrina e di sino rimpeito a castighi e a supplizii, ds


culto: dunque cotesta religione assolu si egli lasciarti fare e rimaner dal punir
tamente necessaria al ben temporale della ti? Lostinazionesempre vizio, e un vizio

societ; e la podest civite, cui spetta it di pi non d diritto alPimpunit. La com


procurarne esso ben temporale, di na passione che si prova per que che in si
tura sua obligata a protegger la religione, mit caso si veggon patire un moto ma

, difenderta, frenar gli attentati di chi Pas

chinale che nulla prova; anche it pi

92

T0

T0

solenne ribaldo che patisca pu produrre ligione stessa attingono le massime di pa


quella sensazione negli spettatori. Si usa ce, sommessione, obedienza alle vostre
della forza non a ne di far persuase le leggi, fedelt inviolabite: non fosse altro,
menti, bens per frenarne Paudacia, im Putit vostro dovrebbe consigliarvi a pro
pedir che disseminino tor dottrine , che teggerci. Se noi mauchamo contro P or
si riscaldino reciprocamente e trasfondan dine publico, castigateciima poich sia
si Puna colPaltra it fanatismo. Se it sup mo i pi quieti e innocenti tra vostri sud

plizio nulla giova a colui che n colpito, diti, perch perseguitarci? Cos favella
giova a incuter timore a chi fosse tentato
di seguir Pesempio di lui: in generale pe
r falso che la forza non produca affatto
conversioni sincere; la storia ne porge
mitle prove del contrario.
i1." Non importa, replican gli avversa

vano un s. Giustino, un Clemente dAles


saiudria, un Tertulliano, un Minuzio Fe
lice, ec.

valere tanto a stabitir Perrore quanto a far


trionfare la verit. Essendo che ciascuno si
crede ortodosso,ciascuno sarroga it diritto
di perseguitare; onde sar in facolt dun
sovrano di costringer colla forza ad ab
bracciare una religion falsa cosi come una

noso alla societ che il paganesimo non

Vero che qualche increduli ebber Pau


dacia di pareggiare gli apostoli e tor suc

cessori a predicanti del protestantismo e


rii; gli questo un mezzo odioso, che pu sostenere che it cristianesimo pi dan
fosse, ec. Ma noi presumiamo che it Bayle
e it Barbeiracio, i quali professavano la
religion cristiana, non sieno giunti a tal se
gno di demenza. Che che ne sia, nessuno

ebbe pi interesse in tal questione n fu pi


vera. Con ci verr giusticato it proce in grado di giudicarne che Costantino: non
dere degli imperadori pagani verso del essendo egli n preoccupato n cieco n

cristianesimo, e it supplizio demartiri non superstizioso, ben comprese come il cri


sar pi delitto. Qui la religion vera non stianesimo fosse pi vantaggioso al sovra
ha verun privitegio sulle false; i diritti no ed asudditiche it paganesimo, e quindi
della coscienza erronea sono gli stessi che Pabbracci e it protesse. Gli increduli stes
si, cui spiace la sua conversione, to tac
que della retta.
Risp. Secondo questa bella dottrina, ciano si comportasse in ci per politica
non savrebbe ad usar delle ragioni, de anzi che per ispirito di religione.
Gli impertanto assolutamente falso che
gli ammaestramenti, delPesortazioni, per
insegnare agli uomini la verit; perocch| la religion vera non sia punto pi pri

questi stessi mezzi vengono del pari postilvitegiata che le false; perocch una re
in opera per condurti atPerrore: bisogne
rebbe sopprimer le leggi, perch ve n'eb
be spesso di quelle che, invece di giovare
alla societ, le nocquero non poco; abolir
la pena di morte perch serve a toglier
dal mondo degli innocenti egualmente che
de colpevoli: bisognerebbe insomma di
struggere ogni sociale istituzione di cui

ligion falsa non torner mai tanto utite


al ben temporale della societ quanto la
religion vera. Quatora s avesse a fare il
confronto tra la religione cattolica e it pro
testantismo, non ci troveremmo guari im
pacciati. Francesco I, uomo tuttattro che
superstizioso, non fu tardo a conoscere co

a trre qualunque religione, perch ,da1ta


religione si porse frequentemente it de
stro di commetter delitti. , ,
Se it cristianesimo fosse stato da s ca

mostrarono pur troppo ch egli ben sap


poneva. il Bayle particolarmente fe tor
vedere che sol per via di ribellioni e ci
viti guerre si stabitirono c che in meno di

me i settarii fosser nemici dichiarati do


possa farsi abuso. Da ci gli increduli de gni autorit temporale non meno che spi
dussero per vittoriosa conclusione, aversi rituale. ll dichiar altamente, e i fatti

due secoli gittarono dal trono pi reiche

pace di turbar la quiete della societ o di


nuocere atemporali interessi di questa;
se cotoro che it promulgavano adoperato
avessero i mezzi stessi che i predicanti
della pretesa riforma, potremmo concedere
che i pagani imperatori ebber ragione din
crudelire contro i primi. Ma i nostri apoto
gisti non andarono gi dire a queprincipi:
Voi non ci entrate per nulla a badare alla
religione de vostri sudditi, la libert di

non ne abbiano scommunicato i papi, ec.


Rponsetfun nouveau converti, et Avis

una; rfugis.
inutitmente ci si obielterebbe essere gli
stati protestanti, pel mutamento di reti
gioue,,vennti a maggior lloridezza di pri

ma. Lasciando desaminar le cause di un


tale rivolgimento, egli certo chei regni
che perseverarono nel cattolicismo son

coscienza un diritto naturale; bens essi pure salitia un grado di potenza di


disser toro: A torto voi tormentate per gran mano superiore a quelto inlcui trova
causa di religione sudditi che nella tor re vansi nel secoto XVl.

T0

T0
Falso, nalmente, che i dritti
scienza erronea sieno i medesimi
ti della retta: questa massima,
cemente sostenuta dal Bayle e

della co
che quel
pertina
adottata

93

corti che quanto credeano vedere nella


Scrittura non vi sta molto chiaro, peroc
ch in quindici secoli nessuno ve P avea
visto prima di toro; che, accusando d e

senz altro dal Barbeiracio , S 55, tende resta e didolatria la chiesa romana, eran
niente meno che a giusticare tutti i fa forse eglino stessi in errore; che Dio non
natici che commisero delitti sotto prete avea toro impartito n autorit n infalli
sto desservi dalla coscienza obligati; noi bitit per sentenziare dispoticamente in
Pabbiam confutata altrove. V. CosCIENzA e tante controversie, ec., ec. Forse avrebber
toro inspirato la toleranza, una maggior
Liaaivra m CosCIENzA.
6. Uintoleranza, dice Barbeiracio, non riserbatezza; P Europa non sarebbe stata
la diversit della religione, la causa per tutto funestata da rumori, da sedizio
delle turbolenze; la libert di coscienza,
anzi che moltiplicare le sette, impedisce
le nuove divisioni; nei paesi ov stabi
lita la toleranza non si veggon gi pi sette
che altrove.
Risp. Abbiamo la prova del contrario
nelPesempio delPlnghitterra e delP0lan
da: non ci ha paese del mondo ove sien

ni, da sventure. Ne reca stupore che i no


stri due sapienti predicatori non abbian
fatto meglio pro di tor propria morale: so
stinano essi a condannare la romana chiesa
colla medesima alterigia di Lutero e Cal

tante sette; non soto vi si ricover la pi

S. Paoto dice si esser necessario che

vino: forza quindi abbia lddio largita


toro la podest e Pinfallibitit che quedue
autori della riforma non aveano.

parte de miscredenti delPEuropa intera ci abbiano eresie, ma aggiugne altres che


ma it fanatismo vi prese ogni forma fra un eretico riman condannato per suo pro
nativi del paese. Ci non accadde punto prio giudizio; e ne abbiam la prova sotto
in lscozia; dove it calvinismo predominan gli occhi, giacch i nostri avversarii pro
te esercita unintoleranza dispotica pi nunziano essi medesimi la propria con
che qualsiasi altra delle sette cristiane. danna. G. C. avea detto parimente esser
Egli noto, del resto, a qual prezzo si sia duopo ci sieno scandali, ma aveva anche
stabitita la toleranza nelle due contrade soggiunto: Guai a colui per cui lo scan
onde ci si vien vantando it orido stato; dalo avviene!

a prezzo di sangue cio e di tiumi di san

E forza impertanto ci sieno eresie, co

gue: i varii partiti,stanchi di scannarsi fra me forza ci sieno delitti, perch tra gli
toro, sacquetarono nalmente e consenti uomini ci ha inniti pazzi e malvagi; non
rono a sopportarsi Pun Paltro per non es ne consguita tuttavia che si convenga per
ser potuti riuscire a sterminarsi.
donare a tutti. lddio da queste due specie
7." Almeno tutte le sette cristiane do di mali sa trarre it bene; non lascer per
vrebber tolerarsi; perocch tutte profes di darne agli autori it meritato castigo.
Da ci pure inferiamo avere lddio sta
sau di credere alla Scrittura come a pa
rola di Dio. Dispulandto esse tra toro in bitito un tribunale e un giudice in materia
torno a parecchi punti di dottrina, v di fede da lui rivestiti dautoritt e infalli
ragion di presumere che sien questi stati bitit per condannar Peresie, a quella gui
rivelati dun modo oscuro e che Puno o sa che ha stabitito una podest civite con
Paltro partito possa esser del pari nelPer suprema autorit per punire i delitti. Que
rore. lddio, per certo, non volle che in sto giudice e tribunale , per dichiarazio
tali quistioni fosser le sentenze uniformi, ne di Dio, la Chiesa. indarno sarebber le
non essendosi spiegato pi chiaro. Per leggi, se ogni cittadino avesse diritto din
detto di s. Paoto, gli forza ci sieno ere terpretarte e applicarte a seconda depro
sie: se un male inevitabite, perch non prii interessi; indarno pure lddio avrebbe
sopportartto? Oltreci, i pregiudizii e le dato una rivelazione scritta onon scritta,
passioni sinsinuan per tutto: onde temer sea ciascun privato fosse libero intenderta
si dee sempre di perseguitare la verit ed e spiegarta come gli aggrada.
Falso che lddio non abbia voluto Puni
operar per falso zeto. lddio non ha stabi

lito n tribunale n giudice visibite, ri formit de sentimenti tra fedeli. S. Paoto


vestito dautorit assoluta e dinfallibitit, dice, alllopposto, avere lddio costituiti
per dar denitiva sentenza in ogni con
tesa e porre daccordo i disputanti.
Risp. Peccato che it Bayle, it Barbeira
cio e tor copiatori non si sien trovati nel
Popportunit di dar quesPavvertimento a

apostoli, profeti, evangelisti,pastori e dot


tori, a tin che tutti ci riuniamo per Punit

pretesi riformatori! Li avrebber fatti ac

gli aposttoli, de vangelisti, fu voler di Dio

BsuciuR. Vol. VI.

della fede n siam portati qua e f da ogni


vento di dottrina, Ephes. iv. Onde, se ci

ha cosc oscure negli scritti de profeti, de


12

94

T0

che si fatta oscurit venisse diraitata pel


magistero perenne de pastori e dottori.
Se non che, in questa come in ogni al
tra controversta,i prolestantidicono e dis
dcono giusta Pinteresse del momento. Al
torch voglion provare che it magistero
della Chiesa non necessario, affermano
la Scrittura esser chiara, lucida, senza dif
colt di sorta su tutti quanti i dommi

della fede; quando trattisi di sostenere


che vengon condannati senza ragione,
mettono in campo che molte cose ci hanno
soto oscuramente rivelate. Se dispulan
contro di noi, la Scrittura sempre chiara
per essi; se ci hau liti fra toro, le nascono
dal non esser quella a bastanza chiara: e
con questo sulterfugio non si trovan mai
impacciati.

e." Veggasi unaltra prova detPatto sen


no de nostri avversarii.Ci van predicando
la toleranza e nel medesimo tempo ci fanno

capire ctfessa impossibite, che non avr


luogo giammai tra le varie sette cristiane.
Confessano non essere i protestanti punto

pi toleranti che i cattolici, e it Bayle di


mostr come siano assai meno. Conven
gono che le ditIerenti tor sette non sac
cordan guari meglio tra toro che con noi,
che Pantipatia e Podio sono a un dipresso
eguali da tutte le parti. Ma sostengono

meritare i protestanti pi scusa che noi


perch Pintoleranza in toro contraria a
tutti i principii, laddove appo noi una

T0
sibite autorit alla quale si debba piegar
la fronte in materia di religione; che uni

ca regola della fede la Scrittura santa,


intesa giusta it grado di cognizione e ca
pacit di ciascun individuo. Domanda toro
con che ragione osino condannare un uo
mo it qual giura e protesta di pigliare la
Scrittura nel senso che pargli pi vero:

e non gli seppero mai dar risposta.


o. Ma it Barbeiracio non vuol dare ad

dietro: nessuna societ, a udir lui, ha


meno diritto di perseguitar le altre sette
che quella dei cattolici, giacch non per al
tro questi le condannano se non perch
niegano di rinunziare alla Scrittura per
attenersi a pretese tradizioni.

Iisp. Qui P assurdit va a paro colla


calunnia. Noi non abbiam detto mai alle
sette eterodosse di rinunziare alla sacra
Scrittura, ma s alle spiegazioni erronee,
abusive, capricciose chesse danno a que
libri divini. Noi pure prendiamo al par di
toro per regola di nostra fede la Scrittura,
la opponiam toro alla stessa guisa che
glino Fadducono contro di noi ; ma quando
la torcono ad altro senso dal vero, dichia
riamo che n it toro n it nostro giudizio
dee dar sentenza, ma s quelto della chie
sa o de pastori clrebbero da Dio mandato
distruire. Ove la Scrittura si tace sur una
questione o non mostra spiegarsi troppo
chiaro, diciamo essere stoltezza Popporci
un tale sitenzio siccome regola 0 legge;
che Dio in nessun luogo ci ha inibito di
credere qualcosa di pi di ci che sia
scritto; al contrario ci ha commandato da
scoltare la chiesa, alla quale ha promesso
to Spirito Santo per maestro dogni veri
t, ec., ec. V. CHIEsA, SCRITTURA sacca
TRADIzioNE, ec.

conseguenza necessaria del cattolicismo.


Laonde, a voler dar retta a toro, non si do
vrebbe tolerarci in nessun luogo, perch
da noi non si pu sperar mai la stessa
condescendenza.
Bisp. Se questi autorevoli maestri ne
dicessero almeno: Siate toleranti verso di
noi, e noi vi renderem la pariglia, potrem
Noi andiam pi oltre: rechiamo i testi
mo adattarvici; ma, a quella vece, vengo scritturali che cimpongono di tener qual
no a dirci con burbanza: - Sopportateci, etnico e publicano chiunque non ascolti la
ch questo dover di coscienza; ma non Chiesa, Mattth. xvi", 17; di scuoter la
sperate che noi vabbiamo a sopportare polvere da nostri piedi a condanna dico
giammai. La nostra tolerauzamerita scusa, toro che negano dar retta agli inviati di Cri
perch, esercitandolamoi facciam contro a sto, Luc. x, 16; di dire anatema a chi ci
tutte le nostre massime; la vostra non annunzii un tultaltro vangeto, Gal. i, lo;
perdonabite, per essere una conseguenza di schivare i falsi dottori, l Tim. m; di
necessaria del vostro sistema e perch su fuggire un eretico dopo una o due aln
ci vi mostrate consentanei in ragionare. monizioni, Til. m, 10; di stare in guar
- Non si pu andar pi in t colto spi dia contro i falsi profeti e i seduttori,
rito di vertigine. Come riusciremmo noi n Petr. m, 5, i7; di non accogliere n
ad accordarci con settarii i quali non pos tampoco salutare chi non stia fermo nella
sono andar daccordo n tra toro n seco dottrina di G. C., n Io. ix, 10. Ma a che
stessi? Perci un famoso deista rinfacci serve allegare la Scrittura ifprotestanti?
toro acerbamente questa perenne contra A forza di sottigliezze e chiose e interpre
dizione tra it tor procedere intolerante e tazioni arbitrarie riescono a volgerne it
la massima fondamentale della riforma, senso in favor toro, e confermano per si
cio che non ci ha sulla terra nessuna vi fatta maniera la necessit assoluta di aver

T0

T0

95

ricorso al magistero della Chiesa ed alla it volerta inspirare colla violenza, ec. Non
tradizione per ispiegare la sacra Scrittura. furon essi per consentanei a quanto in
1o. Altro , dicono, escludere da una segnavano; perch imptorarono it braccio
societ chi tiene questa o quella opinione, secolare contro gli eretici. fecer plauso
altro it perseguitartto per astringerio ad alle leggi degli imperadori che ii puni
abbandonaria o per impedirgli che la pro vano, trovarono ben fatto si usasser mezzi
fessi. Se toierar non si debbono in una coattivi per ritornare gli sviali nel seno.
societ gli errori fondamentali, bisogna della Chiesa.
pur anche compassionare cotoro che li so
Risp. Caiunnia ancor questa. i padri
stengono e non trattar Perror toro come hanno costantemente insegnato quel che
fosse delitto. Barb., S al e 22.
sinsegna da noi tuttavia, non doversi per
Iisp. Bisogna compassionarii senza du seguitare, inacerbire, inquietar gli eretici
bio altorquando stian quieti e rispettino aittorch son tranquitli n turban la publica
le podest stabitite da Dio e non turbino quiete; doversi ammaestrarii con dolcezza
Paitrui tranquitlit. Ma gli forse questo e carit e procacciar di rimetterti sul buon
it contegno in cui si presentarono i pre sentiero colla persuasione soltanto. Que
tesi riformatori? Dipinsero eglino la re sta stessa ragione induceva i padri a la
ligion cattolica come unabominanda ido mentare,la persecuzione che da pagani
latria, la Chiesa quasi fosse la meretrice di moveasi a cristiani, tanto pi iniqua per
Babittonia, i pastori di essa quai lupi ra esser questi i sudditi pi obedienti ditutto
paci; esortarono i popoli a perseguitarti Pimpero e pi solleciti a rispettar Pordine
col ferro e col fuoco, a ribellarsi contro publico. ltfa aggiunsero, e noi pur conioro,le podest che tentassero sostenerii,ec.,ec. che nel caso che gli eretici movan turbe
Cotesti atti furiosi stan tuttora registrati e sedizioni e si gittino a violenze, debbon
neioro scritti,e ii appresero aproprii pro esser frenati dal braccio secolare; se no
seiiti, e questi, dovunque venne tor fatto, la societ andrebbe tutta in iscompigiio.
ne seguirono Pimpulso. V. CaLvitusno, Lu Perci commendarono gli imperatori che
rstmusno, ec. Poierarti era un porsi nella promulgarono leggi punitive contro gli
necessit dapostatare, cosa confessata da ariani e i donatisti , perch que settarti
non pochi de toro scrittori medesimi.
ricorrevano alla violenza per far adottare
Pi indulgenza meriterebbero idiscen i proprii errori. Ne cittno, se basta tor
denti ,toro se non fossero pi animati Panimo, i nostri avversarii un padre soto
dal medesimo spirito: ma essi ci dichia della Chiesa it quale abbia approvato, con
rano ampiamente che non saranno mai per sigliato o dimandato si usasse la forza con
softrirci; gli quanto dirci che ci stermi tro gli eretici che non porgesser motivo
nerebbero se navesser facolt. Il Bayle dinquietudine al governo, o una legge
rinfacciava ioro una si fatta frenesia ne sola fatta dagli imperadori ad istanza del
gli anni lese e i690; n la punto ces clero contro miscredenti di si fatta indole.
sata. Parecchi de tor catechismi ribocca lnn dai il secoto prescrivevasi da s. ire
no di calunnie a carico nostro. alto scopo neo questa regola contro gli eretici. Eos
di trasfondere sin dalla culla neitPanima (haareticos) quidem, ecco le sue parole,
de tor tigiiuoli Podio che han giurato alla qui sunt miliores eorum et humaniorcs
chiesa romana; veggasi particolarmente it avertes et confundes, ut non blasphement
calechismo dl--.idelberga, che fu tradotto suum condilorem et factorem et nutri
in tutte le lingue dEuropa e corre fra le torem et Dominum....: feroces autem et
mani della maggior parte de calvinisti. horribiles et irrationabiles c/ugabis a
N punto pi di moderazione si scontra le tonge, ne amplius sustineas verbosi
neiibri deior pi recenti scrittori; vi lates eorum. Adv. hwr., l. n, c. 5i, n. l.
troviam ripetute le accuse confutate fa
Il Le Clerc nelle sue osservazioni sulle
due secoli: come potrebbe non esserne opere di s. Agostino tent di provare che

zeppa la mente de protestanti? E ci si punissero in Africa i donatisti unica


mente pei loro errori e non pei delitti

quanto essi pretendono dovremmo permet


ter toro di professare appo noi. Forse che
noi spingiamo inno a questo segno Pan
tipatia, Pavversione, Pinttoleranza rispetto

che commetteano. Alla v. Dorums Pab


biam confutato e fatto vedere it contrario

cos colle leggi degli imperatori come per

gli scritti di s. Agostino e de testimonii


di veduta. AlPart. Emme: si trover que
vata qualunque persecuzione per motivo sto medesimo fatto vericato mediante un
di religione, e detto che libera e voton cenno particolareggiato di tutte le eresie

ad essi?
l l." Da padri della Chiesa fu disappro

taria debifesser la fede e che empiet proscritte dalle leggi.

96

T0

T0

l2." Finalmente, si ha it coraggio di dire con giuramento seguirebbero la religione


che gli antichi popoli erano toleranti, non della tor patria e diienderebbonta a rischio
impiegavan leggi penali n persecuzioni della vita stessa. La condanna di Socrate
n guerre n supplizii per far ricevere o accusato dempiet, it pericoto corso da
mantenere la propria religione, e che in Anassagora e Stipone per aver detto it
ci mostrarono pi senno e umanit de sole e Minerva non esser dei, it decreto
di morte fatto contro Alcibiade che avea
cristiani.
Risp. Cotoro che ciasserirono a dire nelto stato debriei bestemiato i misteri
credessero che i tor lettori non avessero di Cerere, it supplizio di parecchi giovani
la menoma cognizione di storia: mettiamo che avean mutitato le statue di Mercurio,
ai nudo la toro temerit. E facciamoci dal la testa di Diagora messa a taglia per atei
testimonio degli scrittori sacri. Al c. xxx, smo, Teodoro dannato a morte dalPareo
il lo, 15, dlizechiele, lddio predice che pago per la stessa cagione, Protagora co
Nabucodonosor soggiogher P Egitto e vi stretto a fuggire per sottrarsi alPegual de
distrugger gli idoli e i simulacri; e ci stino son prove manifeste che gli Ateniesi
avverossi. Quel monarca, Don. m, 22, te non erano in materia di religione gran che
gettare in unardente fornace tre giovanet toleranti. Aspasia accusata fit-religione
li ebrei perch riutavansi dadorare la dovette la sua salvezza alle preghiere e
statua doro da lui fatta inalzare. Sotto alle lagrime di Pericle. Fu sentenziata nel
Dario it medo, ibid., vii, le, Daniele fu capo una sacerdotessa imputata daver ono
messo nel lago de leoni per aver, giusta rato di culto lddii stranieri. La stessa pena
it suo costume, fatto orazione a Dio. Nel minacciavasi a chiunque avesse tentato in
c. Indi Giuditta, Nabucodonosor commanda trodurre alcuna nuova credenza. La guer
al generale de suoi eserciti desterminare ra sacra, intrapresa in vendetta duna pro
tutti gli dei delle nazioni a n di farsi ado fanazione,dur ben dieci anni e cagioni
rare egli stesso da tutti i suoi sudditi qual disastri tutti delle guerre civiti.
E presso i Romani troviam noi maggior
soto iddio. Zoroastro, per fondar la pro
pria religione, corse la Persia e P India toleranza? Una legge delle dodici tavole
alla testa dun esercito e inaf di torrenti vietava Pintroduzione di numi o riti fore
di sangue quelto chei chiamava albero stieri senza la permissione de magistrati.
della. legge. Cambise e Dario Oco, che disa Un egual divieto fa Cicerone in certo suo
sttrarono PEgittto, demolirono i tempii e di progetto di legge; tiene per delitto capi
strussero quanti veran monumenti, it fa tale it disobedire ai decreti dei ponteci

ceano per zeto della religione di Zoroastro. e degli auguri, disciplina da lui riferita si
Pi ale i Persiani corsero PAsia minore no a tempi di Numa. Nella sua orazione
e la Grecia bruciando i templi e facendo
in pezzi le statue degli dei per to stesso
motivo: i Greci lasciaron sussistere quelle
rovine per mantener vivo neproprii di
scendenti to sdegno contro quebarbari;
Alessandro se ne ricord in perseguitare i
magi. Gli Antiochi tentarono distruggere la
religion gudaica per meglio riuscire a far
toro sudditi gli Ebrei, ed noto quanto
sangue altor si versasse.
Non meno ardente fu to zeto di religione
appo i Greci. Caronda nelle sue leggi pone

a favor di Sestio novera la religione, le


cerimonie, gli auspizii, le antiche usanze
tra le cose da mantener in vigore ed os
servanza anche sotto pena capitale. In
Dtone Cassio, Mecenate consiglia Augusto
a reprimere qualunque innovazione in ma
teria religiosa non solamente per riveren
za verso gli dei, ma pel rischio che una
tale lemerit possa esser fonte di torbidi
e sedizioni nel regno.
E queste massime eran sostenute colla
pratica. Parecchi consoli venner puniti,

tra i pi gravi misfatti to sprezzo degli altri messi a morte per avere spregiati gli
auspizii e gli augurii; n la vittoria riportata

dei e vuole se ne denunzino i rei ama


gistrati. Zaleuco nel protogo delle sue esi
ge che ciascun cittadino onori gli dei giu
sta it ritto di sua patria, e tali riti ha
pei migliori. Platone, nel x libro delle sue
Leggi, dice esser dovere delle leggi e de
magistrati it punire chi niega credere, se

valeva a scamparti dal supplizio. La. 626


di Roma fu agli editi commesso di vegliare
perch non si onorassero altri dei fuor gli
antichi n alcun nuovo rito sintroducesse;

decreto fatto rinovare nel ma dal console


Postumia. Nel con furono abbattuti item

condo le leggi, alle divinit; in una citt pli dlside e di Serapide, divinit egizia
ben governata non doversi tolerare che
nessuno bestemii contro gli dei. Inanzi ve
nire ammessi alla classe de cittadini, a
giovaniateniesi era ingiunto di promettere

ne, cominciando Popera un console di sua


mano; e si cacciarono dalla citt cotoro

che voleano introdurvi it culto di Giove


Sabazio. Con egual rigore si procedette

T0

T0

nel 70l. Sotto Tiberio vennero sbaudeg


giati dalPltalia gli Ebrei, condannati a la
sciar la propria religione o darsi schiavi,
e sinterdissero i riti egiziani. Gli editti
emanati contro de cristiani sotto Nerone
e i successori di lui erano una continua
zione delle antiche leggi e delPuso costan
temente osservato in Roma : noto quanto
sangue fu versato dagli imperatori nel cor
so di trecenUanni a ne desterminar it
cristianesimo. La stessa politica fu cagione
si distruggesse nelle Gallie la religione de
druidi.
Dopo scorsi dieci secoli Pantica intole
ranza de Persi era ancor quella: impe
rando Eraclio, it toro re Cosroe Il giur di
perseguitare i Romani insino a che li aves
se forzati a rinunziare a G. C. e adorare
it sole: irrompendo nella Palestina, sfog
it suo furore contro tutti i monumenti di
nostra religione. Sotto it regno de costui
predecessori a migliaia erano stati marti
rizzati i cristiani nella Persia. E i mao
mettani che percorsero le tre parti del
mondo altor conosciuto con la scimitarra
nelPuna mano e it Corano nelPaltra non
eran forse invasati dal fanatismo di reli

contro gli ussiti, n trattandosi decalvi

gione?
Le prove de fatti per noi asseriti si
ponno rinvenire in parecchie opere mo

derne. Hist. de Vacad. dea inscripl. ,

97

nisti medesimi, ogni qualvolta questi con


sentirono a starsene in pace; che noi non
abbiam mai spinto contr essi Podio e la
crudelt quanPeglino a nostro danno; che
di presente eziandio ci dorrebbe al som
mo di nutrire verso toro que sentimenti

dastio ed ira di cui essi fanno mostra con


tro di noi in ogni occorrenze. Il Bayle di
mostr vittoriosamente che le leggi por
tate contro i cattolici nella maggior parte
de paesi protestanti superano in durezza
e rigore qualunque legge promulgata da
principi cattolici contro de protestanti.

Avis aux rfugis, ec.


in terzo luogo, egli certo i ministri
della religion cattolica non avere mai cre
duto fosse tor permesso di odiare o per
seguitare chi trovasi nelPerrore: la ma

lignit it chiamar odio e persecuzione gli


spedienti a cui sappigliarono per premu
nirsi contro gli attentati degli eretici. Ma
poich vien essa spinta al segno di deni
grare i motivi della toro carit e zeto per
la conversione de barbari e degli infede
li, si pu ben fare altretanto della toro in
tenzione quando sforzinsi di far to stesso
inverso i miscredenti ribelli alla Chiesa.
Non punto dicevole a gente dominata
sempre da passione it predicar la toleran
zn: it mezzo migliore dinspirarta agli altri
sarebbe precedere colP esempio; ma n
adesso non mostra che i nostri avversarii
abbian compreso una tal verit; al modo

t. XVI , in 12."; Letttres de quelques


Juifs, eta, t. I, lett. 5; Tratte histtor. et
dogmat. de la vraie relig., t. IV e X, ec.
Che giudicare impertantto della perti onde si contengono si direbbe che han pi
nacia de nostri avversarii? N lealt n voglia di provocarci che di farci persuasi.
senno troviamo ne toro scritti. L intole V. Paasscuroaa.
Pongono essi per massima, empio essere
ranza dicono essere una passion feroce
che trae ad odiare e perseguitar chi si ogni mezzo che ecciti odio, indignazione,
crede viver nelPerrore; questa passione disprezzo: se ci vero, empii sono egli
vogliou sia pi violenta presso icristiani|no stessi, siccome quelli che fan di tutto
che non appo i pagani, nei cattolici che a n dinspirare a noi tali passioni c0ntr0

in cotoro cui si d it nome d eretici, di toro; ma la una falsit. Ben sovente


appo i ministri della religione che presso dalto zeto pi puro, dalla pi benigna ca
rit un eretico furioso e violento trasse
i laici.
Noi dimostriamo, alPopposto, che una1cagione d animosit e corruccio; i pi
si fatta passione fu in tutte quante le iPessi sadontano tin del bene che toro si
nazioni pagane, che queste si perseguita cerca fare. Empio appellano ogni mezzo
rono vicendevolmente non per altro mo che allenta i legami della natural bene
tivo che per diversit di religione; che la volenza, che aliena i padri da tigliuoli,
nostra invece ne impone di stare in pace separa i fratelli da fratelli, che mette la
con tutti gli uomini, Malth. v, e, Bomnm, discordia tra le famiglie. Falsit anche
m, Hebr. xn, l8; difar del bene a cotoro questa. G. C. predisse che it suo vangeto
che ci odiano, Malth. v, 44, etc; n verr produrrebbe un tale funesto effetto non
lnai fatto di provare che una nazion cri per s ma per la pervicacia degli incre
stiana abbiane assalita unaltra per titoto duli, e di fatto si avver; ne segue forse
che it predicar it Vangeto sia atto empio!
unicamente di religione.
in secondo luogo, possiam far vedere La empiet, prosieguono, it castigar Per
chei cattolici non usarono rappresaglia rore quasi fosse delitto; e noi torniam

n verso gli ariani n verso i donatisti n toro a rispondere che ci non avvenne

98

T0

mai, n ponno addurne un soto esempio


per parte de cattolici. Empio dicono chiun
que vuol sentenziare della salute o della
dannazione da1cuno; e noi replichiamo

non essere empiet it ripetere it detto di


G. C., Mare. xvi, le, che chiunque non

creder al Vangeto sar condannato.


Non faremmo mai ne se avessimo a
confutar parte a parte ogni tor falso prin
cipio: abbiam fatto vedere comessi ad
altro non riescano che ad autorizzare la
publica professione delPateismo e della

irreligione; e ci fu da altri prima di noi


dimostrato. Fu fatto vedere che i predica
tori della toleranza non han massima cer
ta n regola di sorta per determinare it n
dove essa debba giugnere; che la toleran
za, ove non sia generale ed assoluta,
unincongruenza, chessa si debbe atutti
senza eccezione i miscredenti ovvero a
nessuna persona. Se ci ha obligo di usarta
a tutti cotoro che pigliano la Scrittura per
norma della fede, ingiustizia it non to
lerare i sociniani, che professano datte
nervisi. Se si dice non aversi a tolerare
chi nega articoli fondamentali, i sociniani
sostengono che nessuno degli articoli da

T0
protestanti argomento veruuo it quale chia

risca ingiusta una si fatta ritorsione. Non


ci reca quindi maraviglia it tanto vantare
che han fatto i nostri increduli le diatribe
del Bayle e del Barbeyrac sulla toleranza,
perocch vi rinvennero la propria apotogia.
llla it primo convenne altrove non esser
ci questione che fornisca tante ragioni pel
pro e pel contro: ben savvedeva egli che
le sue uon eran punto decisive, e confessa
che, a voler mantenere i popoli nella re
ligione, ci vuol altro che ragioni; una po
dest quindi, leggi coallive e pene. Diclion.
crit., Lubieniciski, note E e G. l nostri
avversarii, anzi che averci, come si van
tano, chiusa la bocca, ci han prte nuove
armi per confutare tutti i toro sotismi. V.
Aurouira ECGLEslAsTlCA, RELIGioNE, Scou
MUNlCA.

TOMASO APOSTOLO (S.). Sappiam dal


Vangeto come quesPapostoto, sopranomi
nato anche Didimo, amasse con singolar

tenerezza it suo divin maestro. Altorch

gli altri apostoli, temendo non venisse uc


ciso dagli Ebrei, cercavan ritrar G. C. dal
Pandare in Betania a risuscitar Lazaro ,
s. Tomaso, Andiamo anche noi, disse, e
essi rigettati tale e che non si pu di muoiamo con lu1. 10. xi, lo. NelPullima
mostrar toro it contrario colla Scrittura. cena, avendo detto it Salvatore chei facea
ll perch a moltissimi de protestanti par ritorno al Padre suo, quesP apostoto gli
vero si sode queste ragioni che son dive fece la seguente domanda: Signore, non
sappiamo dove tu vada, e come possiamo
nuti essi pure sociniani.
Accordala che siasi la toleranza a so saper la via? E Ges gli rispose: lo sono
ciniani, con che dritto ne escluderemo i via, veril e vila; nessuno va al Padre
deisti? I pi di questi dichiaransi pronti se non per me, xiv, s, a. Non essendosi

ad ammettere di buon grado la Scrittura, trovato insieme cogli altri apostoli quando
Cristo apparve toro la prima volta dopo ri
sorto,Tomaso non volle prestar fede alPat
lestazione di quelli edisse non avrebbe cre
duto se non quando avesse veduto e tocco

purch sia toro permesso dintenderta con


formemente al dettame della ragione, co
me fassi dasociniani, e non si astringano
a scorgervi entro misteri che alla ragione
contrastano: aggiungono che, paghi a cre
dere quanto capiscono, lasceranno da un
lato ci che non capiscon punto; ch tale iu

le piaghe del divin maestro. Il Salvatore fu


s condescendente di contentar Pincredu
to, it quale, convinto, selam: Mio Signo
re e mio Dio! xx, no. Notevole profes

sostanza it sistema di moltissimi fra pro


testanti. Gli atei sostengono pur essi non
poler lddio punir cotoro i quali seguono
la scorta della retta ragione; perocch,
secondo la massima de toro avversarii
stessi, Perrore non va punito come colpa.
Giusta unaltra massima, non dee vietarsi
a chi che sia it professar ci che tiene per
vero: ed eccoci ridotti a tolerare la pro
fession delPateismo, a non osar tampoco
di sentenziare se possa Pateo o no andar
salvo, per tema di farci rei dempiet.
Per tal maniera i deisti e gli atei han
ritorto contro de protestanti le ragioni
tutte per le quali esigon questi la tole
ranza per s senza volerta concedere al

sion di fede. S. Pietro in altra occorrenze


avea detto semplicemente: Tu sei il Cri

sto gliuolo di Dio vivo, Mattth. xvi, le;

ma G. C. volle che la sua Divinit fosse


da s. Tomaso apertissimamente dichiarata.
Onde ebbe a dire s. Gregorio magno ,

hom. xxvi in evang, essere stati n0i me


glio assodati nella fede dal dubilar di T0
maso che non dal pronto credere degli
altri apostoli.
Delle fatiche apostoliche di s. Tomaso

it pi certo documento che abbiasi la

testimonianza d0rigene, it quale scrive,


nel l. iu del suo Commenlario sul Ge
nesi, esser quelPapostoto passato a pre
trui; u ci venne trovato negli scritti de dicare it Vangeto presso i Parti; testimo

T0
nianza conservataci da Eusebio, Hist. ec
cles., l. iu, c. 1 , e confermata dalla tra
dizione del Ill e IV secoto, giusta la quale
it corpo di lui riposava nella citttdEdessa
in Mesopotamia. E noto come, a tempi
d0rigene, i Parti possedessero la Persia
e i vicini paesi conterminanti alP Indie;
dal che sinferi che s. Tomaso avesse fon
dato PEvangelio in tutte quelle contrade.

T0

99

tol. Contiene essa i." le opere tosoche


del santo dottore, nelle quali si commenta
tutta la tosoa dAristotite; e? commen
tarii sui quattro libri del Maestro delle
Sentenze; s." un volume delle questioni

controverse in teotogia; 4. la Somma


contro i gentili, divisa in quattro libri;
e. la Somma teologica, che vuolsi da
lui composta nelto spazio di tre anni;

Ci tanto pi verisimite per esservi stati e." spiegazioni o commentarii di pi libri


in quelle bande delPAsia ben presto de
cristiani, i quali altra origine non cono
sceano di tor religione che la predicazione
di s. Tomaso o de suoi discepoli.
Vero essere invalsa una tradizion pi
recente, la quale atierma aver quelPapo
stoto stesa la sua missione insino alla pe
nisola delle Indie al di qua del Gange e

sofferto it martirio nella citt di Calami


na, detta poi s. Tomaso ed oggidi Melia

del vecchio e del nuovo Testamento; 7." un


volume dopuscoli e miscellanee di vario
argomento, in numero di 75, alcuni de

quali per, a giudizio de critici, potreb


bero esser luvoro daltra mano.
Lo scrittore meglio informato della vita
di s. Tomaso e che avea vissuto con esso
lui dice a ragione non potersi compren
dere come, in uno spazio di venPanni che
corsero dal punto che it santo dottore co

pour, e quivi trovarsi it suo sepolcro. Tal minci ad insegnare lnno alla morte di
credenza per non sembra aver fondamen lui, sia riuscito a compier tanti lavori e su

to si saldo da porta inanzi alPopinione materie s svariate. E maggiore si fa la


de primi secoli. Le cotonie di cristiani tro
vate da Portoghesi sulla costa del Mala
bar al ioro giugner nelle Indie verso Pan
no 1soo e chiamate cristiani di s. To
maso, eranvi state fondate damestoriani,
dequali aveano abbracciato gli errori. V.

maraviglia ove si ponga mente che la met


quasi del suo tempo dovette essere assor
bita dalla orazione e meditazione, dal pre

dicare la parola di Dio, dagli affari com


messigli, da viaggi che fece. Perci soleva

dire pi che ne libri aver s imparato

NEsToBIANIsMo. Titlemont, 1lIm., t. l; Vies a piedi del crocisso.


des pres, elc., t. XIl.
TOMASO DUAQUINO
Celebre dottor
della Chiesa e religioso delPordine di s.l)o
menico, nato Pa. 1226 e morto nel i274. E
sventura che vivesse soli quarantotto anni

un uomo itlustre per virt non meno che


per talenti e la cui vita intera fu dedicata
alto studio e a servigi della Chiesa. Gli si

d it nome di dottore angelico o dlmgclo


delle scuole per aver tutti vinto in trat

tar con chiarezza, ordine c solidit la teo


togia.

ll perch nessun altro sali in fama al

Da che fu negletto to studio della sco


tastica per volgersi precipuamente alla teo
togia positiva, le opere di s. Tomaso tro
vano assai meno lettori che pel passato:
a un teotogo per it quale ami procacciarsi
un solido sapere non increscer mai del
tempo da s speso in consultare la Somma
teotogica: trover egli in questa sopra
ogni quistione le prove e le risposte a
qualunque obiezione che cavare si ponno
dal raziocinio.
I protestanti, che dispregiano altamente
gli scolastici e ne disser quanto male po
teano,non ebbero pi riverenza per s. To
maso che per gli altri: gli dan tode,
vero, di pi ingegno e acume di mente,ma
dicono che, invece dadoperarsi a correg
gere it cattivo metodo e it rispetto super
stizioso verso Aristotite che rcgnavano al
suo tempo nelle scuole, rendette pi incu
rabite un si fatto abuso colPammir-azione

par di lui, sia in vita, sia dopo morte: un


granduomo sarebbegli stato in qualsia se
coto gli fosse accaduto di vivere. i detrat
tori stessi del merito e della gtoria di lui
furon costretti confessare che, quatora
avesse potuto accoppiare alPampiezza ed
acume delPingegno i sussidii che abbiamo
presentemente per erudirci, sarebbe riu
scito uom superiore ad ogni etogio. La sua da s destata nel suo secoto; e che molto
Somma teologica, che it compendio del ci ha da diffalcare dagli etogi tributati a
le opere da lui composte in tal materia, talenti di lui. Alcuni taccianQ le sue deli
vien reputato ancora oggidi giustamente nizioni siccome vaghe non di rado ed oscu
qual capolavoro di metodo e di raziocinio. re; ne disegni e nelle denizioni trovano
Altre non poche per n ebbe dettate, grand arte ma difetto sovente di chia
che furono tutte raccolte e date alla pu rezza e aggiustatezza; it suo metodo di
hlica luce: Pedizion pi stimata quella cono non giovar di frequente che a gittar
fattane in Roma la. i87o in i7 volumi in buio anzi che luce nelle controversie. Al

4 00

T0

T0

tri studiaronsi rimettere in campo le ac


cuse gi mosse contro it santo dottore da
nemici invidiosi nelle discordie onde fu
agitata Puniversit di Parigi. Nessuna fede
aggiungono a quanto si narra da suoi bio

stretto a rifuggirsi in Francia, fu quivi ac


colto dal re Luigi e da papa Alessandro Itt,
che trovavasi altora in quel regno. Dopo
varii tentativi e lunghi negoziati, it mo
narca francese e it pontece vennero a
grati intorno alle virt ed amiracolidi lui. capo di rappattumartto col proprio re e ri
Gli questo un decasi in cui Pavver tornartto sulla sua sede. Ma it continuare
sion de protestanti si palesa nel maggior che faceva nelPopporsi adominanti abusi e
grado. Con che ragione si pu egli dar in domandare fosser restituiti i beni tolti
colpa a s. Tomaso per non avere tentato alla sua chiesa ridest la colera del re; a
di cangiare affatto it metodo adottato al cui quattro cortigiani credettero far cosa
suo tempo in tutte le scuole della cri accetta assassinando it virtuoso prelato a
stianit? Confessano i nostri avversarii pi degli altari. Tre anni dopo la sua morte
che cotoro i quali si atteneano principal fu ascritto nel novero de santi.
mente alla Scrittura sacra colla tradizio
Prima che Plnghitterra facesse scisma
ne, chiamati perci dottori biblici, non dalla chiesa cattolica e vi s introducesse
godeano verun credito e vedean deserte it protestantismo, s. Tomaso Becquet era
le proprie scuole: qualunque assennato da tutti gli inglesi onorato di culto reli
istruttore era quindi costretto adattarsi al gioso e tenuto siccome uno de grandi uo
costume generale e dominante. S. Tomaso mini di tor nazione. Ma, col mutar reli
per non trascur to studio della Scrittu gione, mutarono anco idee, e molti de
ra; perocch ne spieg e comment pa toro scrittori si lasciarono andare ad in
recchi libri, e giovossi pi che niun altro vettive contro di lui. Giudicando del pro
della tradizione. Chi non sia ben versato cedere del santo prelato come se al seco
nel linguaggio scolastico altora in uso non to Xti it tor re si fosse gi dichiarato capo
maraviglia che trovi oscure le pi delle supremo della chiesa anglicana, altro pi
denizioni di questo gran teotogo; ma e non iscorgono nel primo che un fanatico
basta soto dare unocchiata alPindice de ambizioso, un mestatore, un sedizioso, un
libri e de capitoli della sua Somma per pazzo caparbio, ribelle al proprio re e
convincersi delPordine strettissimo che vi benefattore. Tale ci dipinto dal tradut
regna nella distribuzione delle materie: tore inglese della Storia ecclesiastica del
non se ne trova tanto per fermo nella mag tllosemio, sec. XIl, part. n, c. a , S 12 ,
gior parte deteotogi protestanti. Ben sac nota, it qual ne avea partato in termini
crsero costoro come la precisione onde urbani e moderati. Vebbe degli increduli
questo dotto scolastico tratta le controver francesi che sorpassarono nelle ingiurie it
sie nelle quali dissentono da noi sia per traduttore anzidetto.
toro unanticipata condanna. Lincredulit
A giudicare delPinnocenza o reit det
toro poi circa le virt eroiche ed i mi Parcivescoiro cantuariense e segli sime
racoti del santo non prevarr giammai al riti tode ovver biasimo, mestieri cono
Pattestazione de testimonii oculari di sua scere parecchi fatti storici riferiti da scrit
vita e alle informazioni giuridiche che ne tori contemporanei e su cui non cade dubio
furono assunte.
di sorta.
TOMASO BECQUET (S.) Arcivescovo di
l. Enrico Il era un re non pur dispo
Cantorbery o Cantuaria. Nacque Pa. tu7 tico al maggior segno ma violento ezian

e venne ucciso nel u70, sotto it regno dio che nulla pi, soggetto a frequenti im
dEnrico Il dnghitterra. Comech questo peti dira, ne quali non sapea pi padro
santo non contisi fra gli scrittori ecclesia ueggiarsi di s, dimenticava le pi sacre
stici, reputiam ci non ostante rdevi it obligazioni n altra legge conosceva pi che
confutar le calunnie oggidi suscitate cou
tro la sua memoria,le quali vengono a ri

it proprio volere. Avvezzo a disporre di


qualsia benezio ecclesiastico contro it di
cadere sulla chiesa cattolica, che it giudic ritto commune universalmente, ricevuto,
appropriavasene le rendite quanderan va
degno desser coltocato fra santi.
lnalzato prima alla carica di cancelliere canti n per gran pezza pigliavasi cura di
dlnghitterra,rendelte al re ed alla nazione nominar successori, a n di goderte pi a
i pi ritevanti servigi; poi, fatto arcive lungo: ad esempio di lui, i signori inva
scovo di Cantorbery Pa. ueo,incorse la deano ibeni ecclesiastici e collegavansi
disgrazia del proprio sovrano e de grandi a spogliare it clero; disordine che avea
del regno per la sua fermezza in difendere regnato per varii secoli anche in Francia.
i dritti della Chiesa contro gli attentati e
2. Quando Enricovolle porre Tomaso
le usurpazioni delPuno e degli altri. Co sulla catedra episcopale di Cantorbery,

T0

T0

questi dichiar come, rivestito che fosse


di quella dignit, non avrebbe potuto pi
tolerare s fatta angheria, che it dover suo
costringerebbeto ad opporvisi, per to che
sarebbe immancabitmente venuto in dis
grazia del re: onde suppiicavato it dispen
sasse daiPaccettare tal carica. ltta Enrico

narono ad onore. Nella calma dellanimo


prometteva egli e concedeva che che gli
veniva richiesto, ma ne primi moti delPira

404

ritrattava ogni cosa e non voleva udir pi


ragione. Non una volta fu l li per venir
colla Chiesa alto scisma consummato po
scia nel 1558 da Enrico VIll.

insistette: it perch a torto poscia si ma


e. Gli apotogisti di costui vogliono it
ravigli della resistenza delParcivescovo, re di Francia Luigi VIl favorisse it Becquet
la quale ben dovea aspettarsi.
s." Gli abusi a cui opponevasi Tomaso
non erano leggi; it re medesimo chiamava
le usanze o consuetudini. Le fe ridurre
a leggi in uifadunanza tenuta a Clarendon
Pa. u64, e diessi a credere per tal modo
di spogliar it clero, non che de beni, della
giurisdizione eziandio. La maggior parte
dei vescovi obedirono: P arcivescovo di
Cantorbery, per non concitarsi odio, con
sent a soscrivere con gli altri; ma, dopo

sol per odio contro Enrico il, nemico suo,


padrone altora delle provincie occidentali
della FranciaMa un fatto innegabite dimo
stra falso un tal sospetto,ed Pessersi Luigi
dichiarato aperto e fermo protettore dei
Parcivescovo di Cantuaria soltanto dopo
un lungo coltoquio con Enrico, presso
llionlmirail nel Perche, Pa. ues, e dopo
udite le accuse di questo re e le risposte
del prelato, chera stato dal monarca fran
cese condotto seco per rimetterglieto in

pi mature considerazioni, se ne penti, grazia. E si fu dopo tornato che it re di


chiese perdono al papa e ne ottenne as
soluzione: donde it nuovo scontento del
re e Porigine della rottura.
4." Le dette costituzioni di Clarendon
vennero esaminate in Francia dal ponte

ce in unadunanza tenuta a Sens od al


trove: di sedici articoli in esse contenuti,
sette soli si giudic potersene toierare, gli
altri tutti esser conttrarii al diritto general
mente ricevuto nella Chiesa e a decreti

de concitii, e si biasim la debolezza mo

Francia diede a un inviato di quel din

ghitterra la seguente famosa risposta:


u Dite al signor vostro chio non voglio

rinunziare alPantico diritto di mia corona;


la Francia stata dogni tempo padrona
di proteggere gli innocenti oppressi e dar
ricovero a chiunque sia sbandito per la
causa della giustizia. n Prima di lasciar
tornare Tomaso Becquet in Inghitterra,
Enrico il non volle da lui promessa che ri
nunzierebbe alla difesa delle ragioni della

strata da principio dallfarcivescovo can propria chiesa e dignit.


tuariense e dagli altri vescovi inglesi nel
7. Noi non accusiam gi questo re sic
sottoscriverie. Gli anglicani rispondono come consenziente alPassassinio delParci
che n it papa n la Chiesa aveano alcuna vescovo. Preso da terrore e dotore al pri

ispezione sulle leggi civiti dlnghitterra e mo udire quelPempio fatto, giur e pro
che al re soto spettava it farte ad arbitrio
suo. Lasciando dentrare nella sostanza di
un tal diritto, ci contentiam d osservare
essere stoltezza it dar giudizio duna que
stione del secoto XIi coi principii del XV
odel XVill e non con quelli universal
mente a quel tempo ammessi e seguiti, e

test come nessuna parte ci avesse egli


avuto; che, lagnandosi imprudentemente
non si trovasse veruno che it iiberasse da
queiPuomo, non aveva avuto mai inten
zione dinspirare agli uccisori di lui it di

segno dattentarne alla vita. Fece del falto


suo penitenza esemplare, senza aspettare

pretendere che it Becquet si credesse in che gliela imponesse it papa, come data
obligo di soggettarsi alle capricciose vo

luni si crede. Pochi anni appresso, pro

glie dEnrico il anzi che al giudizio del steso al sepolcro dei santo, pianse, ne im
sommo pontece e delPintera Chiesa. Che ptor la protezione ed alla intercessione
it diritto del secoto XIi non fosse assurdo di lui si tenne debitore duna vittoria che
quanto si spaccia, ne son prova it godersi riport a quel tempo sul re di Scozia. ll
tuttora dalParcivescovo di Cantorbery, a traduttor del Mosemio non cred ben fatto
malgrado della pretesa riforma,la maggior it riferir questa circostanza. Anche gli as
parte de privitegi reciamati da s. Tomaso sassini, divenuti segno alla publica ese
e it sussistere per anco in Inghitterra Pim orazione, si ravvidero e morirono peni
munit de cherici sotto it nome di bene tenti.
l tesori accumulati pel corso di quattro
zio di chericheria.
i1." In tutte le ambasciate e trattative secoli al sepolcro di s. Tomaso furon messi
chebber luogo a tal proposito in Francia a ruba dagli emissarit d Enrico Vlll e le

e a Roma, Enrico proced con tale inco


stanza, doppiezza e stealt che non gli tor
BERGlER. Voi. Vi.

ossa del santo bruciate. Ilist. de Ve'gl.


yalt., t. lX,l. xxvn,a. ue; e segg.; Viea
L5

4 02

T0

T0

des pres et dea mart., t. XIl, dove si tro

fu antecedente alla previsione de meriti.

vano le citazioni degli autori originali.


TOMASO DA VILLANOVA
Le ospi

Per conseguente, accadde to stesso della


riprovazion negativa ossia della non ele

taiiere di s. Tomaso di Vitlanova ebbero zione alla gtoria; la quale dalla votont
a fondatore in Bretagna nel i680 it p. An di Dio unicamente preceduta. Alcuni to
geto Le Proust, agostiniano riformato; e misti nondimeno avvisano causa della ri
la fondazione venne confermata con let provazion negativa essere it peccato du
tere patenti Panno appresso. Fanno voti
semplici, seguon la regola di s. Agostino
e si occupano non sol della cura de ma
iatt ma delP istruzione altres della gio

rigine. Quanto alla positiva o alla destina


zione alle pene eterne, fu essa posteriore
alla previsione del futuro demerito de ri
provati.
vent. AlPatto della professione vengono
4." Peccando it nostro progenitore, pec

abbracciate da una povera, che mette toro c in lui tutta la sua discendenza; onde
in dito un annelto dicendo: u Bicordivi, tutto Puman genere divenne una massa
cara sorella, che diventate la serva de di perdizione. Avrebbe lddio potuto sen
poveri. n noto come s. Tomaso di Vit za veruna ingiustizia abbandonario tutto
lanova, arcivescovo di Valenza in lspagna, quanto, come fe degli angeli prevarica

che mori P a. nna, si rend in ispecial tori; ma per un decreto antecedente e


modo commendevole per la sua carit ver gratuito gli piacque riscaltartto. Conseguen
temente G. C. morto per tutti gli uomini,
so i miserabiti.
TOMISMO, 'l0MIS'Pl. Tomismo appel e in virt della morte di lui Iddio ha ap
last la dottrina di s. Tomaso dAquino in
torno la grazia e la predestinazione, e to

di tutti e a tutti, in maggior o minor co

misti i seguaci di essa dottrina, partico

pia ne impartisce.

larmente i domentcani. Sogliono esporta


di questo tenore:
Causa prima, dicono, primo motore
di ogni sua creatura Dio: siccome causa
prima, dee inuire sulle azioni tutte quan

te, non saddicendo alla sua dignit Pa


spettare la determinazione della causa se
conda ossia della creatura. Come primo
motore, dee imprimere it moto alle facolt
o potenze tutte che ne son suscettive. Da
questa base di tutto it sistema i tomisti
traggono le seguenti itlazioni.
I." in qual sia stato suppongasi Puomo,
vuoi prima o dopo it peccato originale, e
per qualunque azione necessaria la pre
mozione di Dio. Tal premozione da essi

parecchiato grazie sufcienti per la salute

s." Con nuovo tratto dantecedente e


gratuita misericordia Iddio ha elettoe pre

destinato efcacemente alla gtoria eterna


un certo numero danime e a preferenza
di tutto it rimanente: una tal scelta
da tomisti appellata decreto tfinlenzione,
in conseguenza. del quale concede lddio

agli eletti grazie efcaci, it dono della


perseveranza e la gtoria nel tempo, lad
dove agli altri tutti d soltanto grazie suf

cienti a n di operare it bene e perse


verare in esso.

6. Nelto stato di natura caduta, la gra

zia efcace necessaria ad ogni creatura


ragionevole per due motivi: a titoto pri
mieramente didipendenza, per esser crea
chiamata predelerm inazione sica rispet tura; poi, attesa la liacchezza di lei. Come
to alle azioni naturali, e grazia per s ch la grazia sufciente guarisca la voton
efcace ove trattisi di opere sopranatu t e la risani, Puomo ci nullameno prova
rali ed utiti alPeterna salvezza. Onde , una somma difcolt a far it bene sopra
proseguono, della grazia per s efcace nalurale; e avvegnach abbia con questa
ebber duopo gli angeli e i nostri proge grazia un poter vero, prossimo e compiuto
nitori a n di far opere sopranaturali e di operartto, non gli verr mai fatto senza
perseverar nelto stato dinnocenza. In que una grazia efcace.
sto punto i tomisti sentono oppostamente
7." Da tutto ci che precede consguita
agli agostiniani.
che la prescienza delle buone opere del

2." La grazia efcace fu negata ad Ada

Puomo fondasi sur un decreto efcace ,

mo ed agli angeli scaduti dal toro stato , assoluto e antecedente di targirgli la gra
zia efcace, e che la prescienza del pec
ma fu colpa toro se ne venner privati.
5." Anche nelto stato dinnocenza biso cato ha del pari a suo fondamento un de
gna ammettere in Dio decreti assoluti, ef creto di permissione col quale lddio ha
caci e antecedenti a qualunque libera de fermato di non concedergli cotesta mede
terminazione delle votont create, essen sima grazia necessaria a schivare it pec
do questi soli decreti it fondamento della cato.
prescienza di Dio. il perch, in questo
o. lddio vede, ne suoi decreti, chi per

stato, la predestinazione alla gtoria eterna severer nel bene e chi , per contrario, ni

T0

T0

403

r nel male: perci accorda a primi la glo; pria ipotesi; parecchie ve nha che non si
ria eterna per guiderdone, gli altri condan

na asupplizii delPinferno; e questo appel


lano i tomisti decreto d'esecuzione.
Quando si appon toro che questo si
stema non ben si concitia colPumana li

bert, sostengono it contrario, dicendo


t. colla premozione non ledersi da Dio

nessuna delle facolt delPuomo, concios


siach ei voglia che Puomo operi libera
mente; la premozione, anzi che un osta
coto alPelezione od alPazione, essere un
compimento richiesto per operare: 2." non
ci essendo oggetto creato it quale offra al
Puomo unattrattiva insuperabite,ia ragio

ponno cavare dalle espressioni del santo


dottore se non se mediante itlazioni ton

tane e per avventura forzate.


2. Giusta it principio su cui fan fonda
mento, ne vocaboli causa prima, primo
motore, aspellar la determinazione delle
cause seconde, imprimere il moto ci ha
equivocanza e pigliansi essi da tomisti in
senso alPintutto diverso che dagli altri
teotogi: lddio non dee imprimere it moto
ad esseri essenzialmente attivi n a fa
colt attive quasi fosser cose meramente
passive.

5. Sembra toro che poco si comenga


ne additargli diversi oggetti tra quali pu it dire, nelto stato iPinnocenza parte degli
far scelta, e ci bastare per esser libero. angeli e Puom primo essere stati privati

Egli forza convenire inanzi tratto non della grazia efcace per colpa loro. Oltre
contenersi in questo sistema verun er to sconcio dammettere una colpa nelto
rore n essere stato mai colpito da cen stato d innocenza, tal colpa o era grave
sura: iaonde al tutto lecito it sostenertto ovver leggiera: nel primo caso per essa
ed piuttosto commune nelle scuole teo and perduta P innocenza prima di cade
togiche. Cotoro i quali it voller confondere re; nel secondo non meritava un castigo
con quelto di Giansenio troppo male sap si tremendo qual la privazione della gra
posero o vollero far gabbo altrui. l tomi zia efcace a perseverar necessaria.
sti affermano esser G. C. morto per la sal
4. Non si comprende di qual modo un
vezza degli uomini tutti, e perci a tutti decreto antecedente e assoluto di ripro
darsi da lui grazie interne; resister Puo vazion negativa concitiar si possa col de
mo bene spesso a tali grazie, comech creto antecedente ed assoluto di saivar gli
gli conferiscano un vero potere di fare it uomini tutti e redimerti per opera di G. C.
bene; altorquando fa it male, non gli acca Tali due decreti paiono contradirsi. Lo
der ci per difetto di grazia ma per la re stesso dicasi della predestinazione assoluta
sistenza da lui fattavi; la grazia efcace dun piccol numero di anime dopo la pre
non imporgli veruna necessit doperare, varicazione dAdamo e in onta alla ge
perocch s fatta necessit sarebbe colla neral redenzione nel mentre che lddio la

libert incompatibite. Verit tutte diame


tralmente contrarie agli errori condannati

scia da una banda i pi.


s." Ancor meno si riesce a capire co

in Giansenio, i quali tanto ingiusta cosa me la grazia sufciente corregga e risani


attribuir toro quanto dar carico di semi
pelagianesimo. a congruisti.

la votont e insiem insieme le lasci una


gran difcolt ad operare it bene; tale dif

Quando si obietta a tomisti che la tor colt ha faccia duna grave malattia. Sup
grazia pretesa sufciente tale soltanto di porre che Puomo con si fatta grazia abbia
nome, poich con essa Puomo non opera un poter reale, prossimo, pieno di fare
mai it bene, rispondono avvenir ci per it bene, e che tuttavia uol far mai senza

colpa di lui non della grazia, conciossiach Paiuto duna grazia efcace, gli ammet
gli conferisca essa tutto it poter necessario tere un potere senza prova di sorta e per
per operare; lddio nella grazia sufciente pretta necessit di sistema.
o." Un decreto di permissione col quale
oiIerirgli una grazia eicace, e se lddio
questa non gli impartisce, ci essere a lddio ha risoluto di non conceder la gra
motivo delPobice postovi da lui colla sua zia partare inintelligibite. Permettere
resistenza. Dottrina di s. Tomaso, in a, vale semplicemente non impedire: non
dist. 2a, qu. l, art. 4, l. nni, Contra gent., quindi un decreto positivo; Pintendertto
altrimenti gli un supporre che Dio vo
c. i68.
Non asseriscono tuttavia i tomisti it tor glia positivamente it peccato.

sistema andar esente affatto da difcolt;

Non da noi it denir questa contro

ch non poche tor ne oppongono cotoro versia che dura gi da pi secoli e che
probabitmente durer ancor buona pezza:
cui esso non garba.
l. Secondo Popinion toro, difcit opra nulla ce ne cale; vorremmo soltanto che,
sarebbe rinvenire in s. Tomaso tutte le trattandosi di sistemi arbitrarii su d un
parti onde i tomisti compongono la pro mistero incomprensibite qual si quelto

404

T0

T0

della predestinazione, non si ponesse tan za, non a cagione della tonsura. Orig. ec
to fuoco e si facesse di meno delle parole cles., t. ll, l. vi, c. 4, s lo. .
aspre e delle temerarie accuse; un teotogo
ll Bingham avrebbe dovuto badare
volger a miglior pro it suo tempo e Pin l. che portar una tonsura non aver la
gegno e la fatica usandone a difender le testa rasa per intero n assolutamente
verit di nostra fede contro cotoro che le calva, sola maniera disapprovata da s. Gi
rolamo. 2." Questo padre vuole che i che
combattono.
TONSURA. Corona chericale che si fa rici sien distinti dai barbari, da soldati e
agli ecclesiastici nella parte posteriore del da laici leziosi nella capigliatura e nel ve
capo, radendoue i capelli in forma circo stire; disciplina da cui i protestanti si son
lare. ll vescovo, cui spetta it far questa dispensati. 5." Attesta che i ministri degli
cerimonia, taglia colle forbici un po di altari non indossavano nelle funzioni toro
capelli a colui che si presenta per essere i medesimi abiti che nella vita commune,
ammesso alto stato ecclesiastico; e que ma avean ornamenti particolari; altra ri
sti intanto recita le parole del salmo xv , spettabite costumanza ripudiata da prote

il s: Dominus pars hwredilatis mew et stanti. 4." La voce coronati diciam noi al
calicis mei; tu es qui restilues hwredi
latem meam mihi. Quindi it vescovo iu
dossa la cotta al tonsurato, pregando ld
dio a rivestirtto delPuomo nuovo. La ton
sura non un ordine, sibbene una prepa
razione agli ordini; uniniziativa al che
ricato, conferisce al soggetto la capacit
di possedere un benetizio semplice e to
assoggetta alle leggi risguardanti gli eccle
siastici.
Difcite assunto sarebbe indicare Pori

ludere a quel che narrasi nelPApocalisse,


iv, 4, de ventiquattro sentori o sacerdoti
che stavano intorno a un pontece e cin
geano al capo corone doro. Abbiam no
tato altrove che s. Giovanni in quel ca
pitoto e negli appresso descrive it modo
onde celebravasi altora la liturgia cristia
na. V. LITURGIA. Nessuna maraviglia per
ci che ne secoli susseguenti siasi trovato
opportuno it rappresentar talicorone colla
tonsura.
gin prima della tonsura. E noto come, innn
Che che ne sia, s. Girolamo ce ne ad
zi la fondazion del cristianesimo, i Greci dita a un dipresso Porigine, dicendo che
e i Romani nsassero la capigliatura cor i cherici hanno adiffereuziarsi da barba
tissima: a questo costume alludea s. Paoto ri. noto infatti come i barbari del set
altorch scriveva a que di Corinto esser tentrione, che al principiare del secoto V
cosa vituperevole in un uomo it portar si sparsero per tutto Poccidente, avesser
lunga chioma; era Pornamento delle don lunga chioma e vesti corte alla mititare,
ne. Ne primi tre secoli della Chiesa, i che i Romani imece portassero abito lungo e
rici non avean distintivo da laici n nel corti capelli. 1 cherici, cresciuti sotto la
vestire n nella capellatnra per non su dominazione romana, conservarono tor an
scitar contro s le persecuzioni. Nel quarto tica usanza e trovarousi per tal modo dis
non si vede per auco un mutamento ben tinti dai barbari. Quando taluno di questi
determinato nelPesteriore.0sserva itFleu veniva ammesso fracherici gli si taglia
ry nella sua Istiluzione al dirilto eccle vano i capelli e vestiva lunga veste: a
siastico, che pur nel secoto V , Pa. 428, quel tempo verisimitmente fu introdotta
papa s. Celestino attestava che i vescovi la tonsura.
-

alPabitto per nulla ditfferenziavansi dal po


poto; fatto che sembra confermato da s. Gi
rolamo nella sua lettera a Nepoziano. V.
Vssri ECCLEsIAsTICHE.

ll citato padre, in Ezcch, l. xin, e, 44,


non vuole clie i cherici si radano it capo
come nsavasi da sacerdoti e dagli adora

tori dlside e di Serapide, s bene che ab

E vaglia it vero, Gregorio di Tours ed


altri scrittori del VI secoto partano di co
testo uso come gi in vigore nelV. ll quar
to concitio toletano, Va. osa, ordina, c. 41,
che ogni eherico e sacerdote abbia a portar
rasa la parte superiore della testa, lascian
rtovi soto un giro di capelli simigliante a
corona- V. le note del p. lllnard al Sa
cramentario di s. Gregorio. Dal camxxxin
del concitio trullano,tenuto Pa. 690 o 692,
consta che si fatto uso era gi tin daltora
invalso nella chiesa greca. Ma gli scrittori
di quel secoto e degli appresso che vol
lero riferir Porigine della chierica o ton
sura inno alPapostoto s. Pietro o ad un
decreto di papa Aniceto delPa. 198, nes

biano i capelli corti, per non rassomigliare


ai laici fastosi, ai barbari ed a soldati, i
quali portavan lunga capellatura. Da ci
trasse motivo it Bingham di biasimare it
niodo onde gli ecclesiastici della chiesa ro
mana sono tonsurati, siccome contrario al
Pantico costume e vanamente fondato so
pra ragioni mistiche; e aggiugne che i
cherici chiamavansi coronati per onoran suna prova si ebbero di tal toro opinione.

T0

TR

In materia di disciplina ecclesiastica non


punto da biasimare unusanza nuova ove
sia fondata su buone ragioni, rispondenti
a costumi, alle circostanze, a bisogni del
tempo nel quale viene introdotta,e si corre
sempre pericoto in sopprimerta quator la
riforma non valgaa produrre utite alcuno.
Il concitio di Trento, sess. xxiu de re

tentati di dissetarsi nel cavo della mano,


e rimandasse tutti cotoro che serano but
tati a terra o ginocchioni per bere con

405

pi agio. ll salmista rappresenta it Salva


tore siccome un di que soldati animosi che
bevvero soto in passando e quindi con fron
te alta e intrepidi marciarono alla pugua.
Biconduci, o Signore, i nostri dalla

form., c. 4, esige che it tonsurando abbia cattivil, quasi torrente al sofo delVau
ricevuto it sacramento della Cresima, sia stra, dicono gli Ebrei reduci dalla servit

istrutto delle principali verit della fede babittonese. lntendcano essi probabitmente
cristiana, sappia leggere e scrivere e dia
argomento di credere scegliersi da lui
quelto stato nella risoluzion ferma di ser
vire in esso fedelmente lddio. Parecchi
concitii posteriori condannarono la teme
rit de parenti che tan tonsurare i pro
prii gliuoli per la cupdigla unicamente
di alcun benetizio ecclesiastico,senza scan
dagliare se abbian vocazione e le doti ne
cessarie per adempiere i doveri delto stato
a cui vengono iniziati, tatora anche per

ch son difettosi della persona e dsadatti


a far buona riuscita nel mondo. Altri con

citii stabitirono Pet nella quale pu ri


ceversi la tonsura; nelle diocesi ben go
vernale non suol essa conferirs prima de
quattordici anni.
TORRENTE. Un sol ume trovasi nella

Palestina, it Giordano; ma ci ha di molti


torrenti che versano copia dacque nelle
valli dopo le piogge e to scioglimento delle
nevi del Libano e che nel caldo della sta
te inaridiscono. Gli scrittori sacri ne par
lan frequentemente e sostituiscono tatora
la voce di torrente a quella di valle.

Nel xxvi, il i7, del Genesi detto che


Isacco venne al torrente di Gerara, cio

partare del Cedron,torrente che scorre a


mezzodi di Gerusalemme e tornando verso
oriente si scarica nel mar morto.

TRADITORI. Cos nei secoli lll e IV


della Chiesa venner denominati i cristiani
che, nella persecuzione di Diocleziano,
avean consegnato a pagani le sacre Scrit
ture da ardere, a n di sottrarsi per tal
modo ai tormenti e alla morte 0nd eran
minacciati.
Non era quella la prima volta che i pa
gani avean fatto ogni tentativo per anni
chitare i Libri Santi. Nella feroce perse
cuzione suscitata contro i Giudei da An
tioco, si fe ricerca de libri della tor fede
e furono lacerati e dati alle amme, e que
che negarono darti vennero messi a mor
te, come leggesi nel: deMaccabei, i, so.
Diocleziano rinov la stessa empiet con
un editto che fe promulgare in Nicome
dia Pa. 505, col quale ordinava che tutti
i libri de cristiani si abbruciassero, se ne
distruggessero le chiese, ed essi venissero
privati dogni diritto o impiego. Molti cri
stiani per debolezza, anche qualche ve
scovi e sacerdoti,cedendo al timor desup
plizii, abbandonarono a persecutori i Ll

nella valle in cui scorre esso torrente. La bri Santi: i pi fermi li tennero quai vi
Scrittura d questo nome anco al Nitto e gliacchi e apposer toro la vergognosa ap
alPEufrate, tuttoch sien umi. Couciossia pellazione di traditori.
ch i torrenti della Palestina sien soggetti
Da questa sciagura unaltra ben presto
a spesso gonarsi, questo vocaboto serve ne nacque: non pochi vescovi della Nu
lalvolta a indicare abondanza, come nel midia ricusarono qualunque communica
salmo xxxv, torrente di delizie, in Isaia, zione con gPimputati di quella colpa; non
xxx, torrente di solfa; e perch altora son voller riconoscere per vescovo di Carta
cagione di disastri, pigliansi per simboto gine Cecitiano, sotto cotore che Felice ve
di sciagure, afizione, persecuzione. Tor scovo dAptonga, un de consacratori di
rentes Belial , cio torrenti di gente iui Cecitiano, era del numero de traditori;
qua, troviamo nel n de Re, c. xxu, il, e, accusa che non venne provata mai. Capo
dove Davide inalza a Dio un cantico di di questo partito era Donato vescovo delle
ringraziamento per avertto liberato da tutti Case Nere; donde ll nome di donatistia
tutti quegli scismatici. ll concitio dArtes,
i suoi nemici.
detto del Messia nel salmo cix che nel tenuto nel 514 per ordine di Costantino
suo viaggio ber al torrente; per questo a n di esaminare quella bisogna, senten
atzer la tesla: le quali parole sembrano zi che tutti cotoro che si trovassero ve
alludere al commando fatto da Dio a Ge ramente rei daver consegnato ai perse
deone, Iudic. vu, a, che non conducesse in cutori libri o vasi sacri sarebber degra
battaglia se non se quelli tra suoi soldati dati e deposti quatora fosser convinti per
i quali, vicino dun ruscelto, seran con atti publici, e non denunziati semplice

TR

TR

mente a voce. Per tal modo venner da essol


concitio condannati i donatisti che non po
tean metter fuori nessuna prova del de
litto onde imputavano Felice dE.iptonga e
alcuni altri.
TRADIZIONE. Nel signicato teotogico
documento pel quale ci viene attestata

l06

turgia, per la testimonianza medesima di


alcuni autori profani e degli eretici.
cessit della tradizione, rimangono queste
provate colle stesse ragioni onde abbiam
dimostrato non poter la Scrittura esser
Punica norma di nostra fede. V. Canisa,

la verit dalcun fatto o domma o usanza.

DEPosITo, DoTTRINA CRIsTIANA, PADRi, SCRIT

Posto un tale concetto delPautorit e ne

Se la testimonianza diasi a viva voce che ruiu1 sACRA, ec. Conciossiach per sia que
trasmettasi da padri a tigliuoli e da que sto it punto capitale per cui dierenziansi
sti a tor discendenti, dicesi tradizione i cattolici dalle sette eterodosse c in par
orale; scrilla, se trovisi registrata nella ticolare da protestanti, importa it ripetere
storia o in altro libro: questa, general le principali tra esse prove, mostrarne it
mente partando, la pi sicura; ma non nesso e le conseguenze, aggiugnerne altre

pu inferirsi per che la prima sia sem

e risolvere alcune difcolt alle quali non

pre incerta ed erronea, perocch, oltre i fu da noi per anche risposto.


l.a Prova. La Scrittura. Slate coslanti,
libri, altri documenti ci ha coi quali tra
mandare alla posterit la memoria defatti scrive s. Paoto a fedeli di Tessatonica,
e rilenete le tradizioni che avete appa
andati.
Rispetto alPorigine, pu la tradizione ve rate o per le nostre parole o per la no
nire da Dio ovvero dagli uomini: in que stra lettera. n Thess. n, la. A que di
sPultimo caso viene essa o dagli apostoli Corinto: Vi do lode... perch in ogni co
o da pastori della Chiesa: onde la diffe sa. vi ricordate di me c, quali ve li ho
renza tra le tradizioni divine, le aposto dati, rilenete i mici documenti, I Cor. ix,
liche e le ecclesiastiche. Le seconde ponno a; dove it greco, in luogo di documenti
a buon dritto chiamarsi divine esse pure, (prwcepla), ha tradizioni. A Timoteo ,
per non avere gli apostoli insegnato altro i ep. vi, 2o: Custodisci il deposilo, aven
da quanto avean appreso da G. C. stesso do in avversione le profana novil di pa
0 per inspirazione delto Spirito Santo; e role, ec.; u ep. i, 15: Tieni la forma
tradizioni apostoliche si denno dir quelle delle sane parole che hai udite da. me...
trasmesseci dai discepoli immediati degli Custodisci il buon deposilo per mezzo
apostoli, perch eglino pure dichiarano s dello Spirilo Santo; u, 2: Le cose che
non insegnare che quelto avean ricevuto hai udile da mc con molti testimoni con
da tor maestri. Le tradizioni meramente date ad uomini fedeli, iquali saranno
umane son quelle che han per autori uo idonei ad insegnartc anche ad altri.
mini senza mandato n carattere di sorta. E agli Ebrei, vi, 1 , dice com egli inter
Quanto alP oggetto, una tradizione ri metta di discorrer toro della penitenza ,
guarda o la dottrina o la disciplinao fatti delle opere morte, della fede in Dio,delle
storici: tal divario per, come farem ve varie specie di Battesimo, delPimposizion
dere, non ne induce nessuno nel tor gra delle mani, della risurrezione demorti e
del giudizio eterno, ma to far, se pur Dio
do di certezza.
La gran controversia agitata fra prote to permetta.

stanti e i cattolici se si dian tradizioni


divine o apostoliche circa it domma non
comprese nella Scrittura e costituenti cio
nultostante regola di fede. Stanno i pro
testanti per la negativa, per Paffermativa

Non veggiam punto che s. Paoto abbia


trattato tutte queste materie nelle sue let

tere: dunque ne ha istruito i fedeli a vo


ce. Ora, egli pareggia le verit da s inse
gnate ne suoi discorsi a quelle che ha po

noi. ll perch diciamo esser la tradizione ste in iscritto: le une congiunte colPaltre
la parola di Dio non scritta, averta gli apo
stoli ricevuta dalla bocca di Cristo e tras
messala di viva voce a proprii discepoli o
successori, esser quindi giunta a noi pel
magistero de pastori, i primi dequali fu
rono dagli apostoli ammaestrati; in altri
termini esser ella it magistero costante e
perpetuo della Chiesa universale,conosciu
to per la voce uniforme depastori, da essa
denominati padri, per le denizioni de
concitii, per le pratiche del culto publico,

per le cerimonie e le preghiere della li

costituivano it deposito che afdava a Ti


moteo, ordinandogli di trasmettertto a chi
sarebbe in grado d insegnare altrui. Se
avesse voluto partar solamente delle ve
rit scritte, detto avrebbe a Timoteo rac
cogliesse le sue lettere e ne desse copia

a chi tosse idoneo ad insegnare. S. Paoto


non appell mai la Scrittura una forma di
veril. Rispondesi da protestanti che gli
apostoli metteano in iscritto le stesse co
se che predicavano. Certamente che non
iscrissero it contrario di ci che insegna

TR

TR

407

vano a voce; it punto sta a provare che sto. Ci son sette apostoli de quali non si
abbian raccommandato alto scritto tutte hanno scritti n prova che ne abbian la
senza eccezione le verit che predicarono. sciato: eppur fondarono chiese le quali
S. Paoto dichiara che la bisogna non co sussistettero dopo di essi e conservarono
si: impossibite che PApostoto abbia com tor fede lunga pezza inanzi potessero ave
preso in quattordici lettere quanto ebbe re la Scrittura nella propria lingua. Sul
insegnato pei corso di trentatr anni.
nire del il secoto s. Ireneo attestava esserci
2.- Prova. lddio conserv per to spazio appo i barbari chiese che non avean per
di duemita quattrocento anni la religione anco Scrittura, ma conservavano la dot
de patriarchi colla tradizion sola e per trina della salute scritta netor cuori dalto
mitle cinquecento quella degli Ebrei me Spirito Santo e custodivano getosamente
diante la tradizione non meno che la Scrit Pantica tradizione. Contra hwres., l. ni,
tura: perch avrebbegli mutato proce c. 4, n. 2. Nessuna versione fu fatta da
dere rispetto alla religion cristiana? Mos, gli apostoli n al tempo toro; la vantata
stando per morire, dice al suo popoto, antichit. della versione siriaca unas
Deut. xxxn, 7: Ricordati de giorni an serzion gratuita de protestanti.
tichi; rammenla ad una ad una le et;
Per commodo del proprio sistema, sup
interroga il padre tuo, e te ne dar no

pongono essi ed aiiermano essere stata la

vella; i tuoi avi, e le! diranno; non gi: Scrittura tradotta insin dal tempo degli
Leggi i miei libri, consulta la storia delle
prime et del mondo da me scritta e che a te
lascio. Dovevan gli Ebrei fartto indubitata
mente; ma senza it sussidio dellatradizione
de padri toro non sarebbero giunti a pie
namente intender que libri. Mos non era
stato pago di scrivere i prodigi da Dio ope
rati a pro del suo popoto, ne avea stabititi
monumenti, riti eommemorativi a,richia

apostoli nelle lingue di tutti i popoli che

aveano abbracciato it cristianesimo: nol


possiam negartto francamente. A riserva

della version greca de Settanta, di nes


sunaltra delle antiche ci nola P epoca
precisa. l protestanti non cessan di ripe
tere quella de Settanta riboccar di errori,
esser la cagione del pi degli abbagli da
toro imputati a padri della Chiesa; non

marne la ricordanza, e commandato agli dimeno su di essa furon condotte le pi


Ebrei ne spiegassero it senso aproprii delPaltre versioni. Dicono che it greco era
gliuoli a fin di scolpirti toro nella memoria, inteso dapertutto: Non vero; ch nel
Deut. vi, 2o. A che queste cautele, se ba la maggior parte delle provincie romane
it popoto si conosceva di greco punto pi
stava ia Scrittura?
Dir cose rccondile de primi tempi, di quel si conosca di latino appo noi, e

cosi Davide nel salmo Lxxvini, le quali fu

fuor de conni delPimpero esso idioma a

rono da noi udile e intese , e a noi te niente serviva. Ci ebbe nazioni cristiane
narrarono i padri nostri... Le quali cose nella cui favella non furono mai voltate

commando egli (Dio) a padri che facesse le Scritture. E noto oltreci come poco
ro sapere a loro gliuoli, affinch la se coltivate fosser le lettere presso it pi de
guente generazione te sappia. E i gliuoli popoli al tempo onde discorriamo.
Vero dirsi da Teodoreto, Therapeut,
che nasceranno e verranno alla luce le
racconteranno a proprii gliuoli, afn I. v, che al suo tempo i libri degli Ebrei
ch questi in Diopongano la loro speran eran tradotti nelle lingue deltomani, de
zae non si scordino delle opere di Dio e gli Egizii, de Persiani, degli indiani , de
custodiscono i suoi commandamenti. A gli Armeni, degli Sciti e de Sarmati, bre
qual pro cotesti ammaestramenti de pa vemente in tutti gli idiomi che partavansi
dri se bastava it leggere i Libri Santi? altora dalle diverse nazioni. Se questo
inanzi it ritorno dalla cattivit non veg passo di Teodoreto impacciasse i prote
giamo istituite presso gli Ebrei publiche stanti, chiederebbero come abbia potuto
letture, ed eran gi a quelPepoca trascorsi egli aver tal notizia; un fatto arrischiato di
mitle anni dalla morte di Mos. N questo rebbero esser questo e certamente esagge
legistatore n alcun de profeti ebbe in rato; la Scrittura non contar traduzioni n
giunto agli Ebrei che apprendessero a in lingua punica partata a Malta e sulle co
ste dAfrica, n neliantico spaguuoto n in
leggere.

5.- Prova. il cristianesimo fu da Dio celtico n in bretone, comech questi po


fondato principalmente col mezzo della poli fosser gi cristiani. Noi non dnbitiamo
predicazione, delle istruzioni fatte a voce, che nel secoto V ci fosser qualche libri

non colla lettura de Libri Santi. La fede ebraici tradotti nelle varie lingue mento
dalPudilo, scriveva s. Paoto a Romani, vate da Teodoreto; non si prover per
x, 17, Vudilo poi per la parola di Cri mai che savesse la traduzione di tutti, e

4 08

TR

it citato padre poi non dice nulla del Te

TR
chei tor discepoli avrebbero scritto; po

stamento nuovo. ,0ltreci facevano altora tean quindi lasciar toro tal cura cosi co
quasi quattrocento anni che era stato pre me quella dammaestrare i fedeli: or ci
dicato it cristianesimo; it secoto IV era che essi discepoli posero in iscritto non
stato tempo di cognizioni, di fatiche apo pi commesso alla sola memoria degli uo
stoliche, di scritti dogni maniera, lavoro mini, quantunque non sia nella Scrittura
de padri della Chiesa, laddove i tre pri sacra.
mi erano corsi tra patimenti e persecu
4. Prova. Se fosse stato volere di G. C.e
degli apostoli che la cristiana dottrina ve
zioni.
Ad onta di questi fatti, i nostri avver nisse sparsa e conservata mediante la sola
sarii asseriscono con tutta seriet che G. C. Scrittura, non sarebbe stato mestieri in
e gli apostoli non si sarebber comportati stituire una succession di pastori e dot
assennatamente se avesser commesso i tori a n di renderne perenne P insegna
dommi della fede alla labite e malsicura mento: gli apostoli sarebbersi acconten
memoria degli uomini, alPincertezza degli tati a porre in mano a fedeli la Scrittura e
avvenimenti, alle continue vicissitudini raccommandar toro la Ieggessero assidua
de secoli, e non raccommandato alto scrit mente. Ma essi fecer tutto alPopposto. Per
to tali divine verit sotto gli occhi degli detto di s. Paoto, Eph. iv, xn, L5, G. C.
uomini. Mosemio, Hist. ehrist., part. n, fu che altri costilu apostoli, altri pra
sez. m, c. 5, S 5. Cotesti temerarii critici feti, altri evangelisti, altripastori e dot
non savveggon punto come in realt ap tori, per lo perfezionamento de santi ,
pongan difetto di senno a G. C. e agli apo pel lavorio del ministero, per la edif
stoli. Perocch, nalmente, son fatti po cazione del corpo di Cristo, no a lanfo
sitivi, a distruggere i quali ci vuol altro che ci riuniamo tutti per Vunil della.
che presunzioni, non avere G. C. nulla fedee della cognizione del Figliuolo di
scritto n ingiunto agli apostoli di scrive Dio. Dichiara PApostoto nessuno dover
re; sette di questi nessuno scritto aver la predicare senza missione, Rom. x, n5. E
sciato; gli altri sol di qualche libro della questa si ha forse dal popoto? Non gi ,
Scrittura aver dato la versione; it pi sibbene dalto Spirito Santo, che ha posto
delle traduzioni esser lavoro di lunga po i vescovi a governo della chiesa di Dio ,
steriore ad essi, fatto man mano che crebbe Aci. xx, es. E la missione vien conferita
it numero delle chiese nelle diverse con mediante Pimposizion delle mani,i Timnv,
trade del mondo. La cosa singolare che 14; e un pastore, ricevuta che Pabbia, pu
cavitlatori i quali voglion tutto si provi darta ad altri, v, 22. Non a semplici fe
da noi per via di scritti inventino si di leg deli, ma a un pastore raccommanda PApo
gieri i fatti che ponno servir di puntelto stoto it leggere la Scrittura santa per es
al toro sistema. Gli un voler darta ad ser questa utile a, insegnare, a, redar
intendere troppo impudentemente Passe guire, a correggere, a formare alla giu
rire come fanno che i dommi della fede, stizia; afnch perfetto sia Duomo di
predicati publicalnente e ogni di insegnati Dio o it sacro ministro. n Tim. Iu, 16.
al commun de fedeli insin dalPinfanzia , Non dice chessa giova a tutti i fedeli per
esposti agli occhi delPuniversale merc le apprendere la propria religione. S. Pietro
pratiche del culto, ripetuti e inculcati colle li avverte, al contrario , che non a tutti
preghiere della liturgia, sieno afdati alla saddice Pinterpretarta , che gli ignoranti
malsiciira memoria degli uomini. l no e i poco stabiti la stravolgono per toro
stri costumi ed usi, i diritti nostri, i no perdizione, n ep. i, 20, m, l6. Ma dai pro
stri pi importanti doveri son raccomman testanti, meglio per certo itluminati dagli
dati alto stesso deposito, n avvene altro apostoli, pretendesi che ciascun fedele sia
pi incorruttibite. Fu egli dunque difetto tenuto leggere la Scrittura santa per ap
di sapienza in Dio Paver trascurato di far prendervi quanto dee credere e che tut
commettere alto scritto prima di Mos i ti son capaci iPintendertai
dommi da s insegnati a primi uomini
Lungi dal convenire che i pastori e dot
ventiquattro secoli avanti? assolutamen tori si travagliarono al perfezionamento
te necessario saper leggere per esser ca de santi ed al vantaggio della fede, sosten
pace di far atti di fede e conseguir Peterna gono esser eglino quelli che la guastarono

salute?
Si videro idioti, donne, schiavi operai

e che a ci attesero dalla morte degli apo

stoli inn al secoto XVI. Eppur G. C. avea


promesso di esser co suoi apostoli insino
alla conslnumazione de secoli, Malih
tito it mondo. Oltreei sapevan gli apostoli xxvm, 2o; di mandar toro to Spirito d

conversioni. Illerc delle virt e de mi


racoli, non co libri soli, lddio ha conver

TR
verit che rimarrebbe sempre con essi,
Io. xiiv, IB; ma, se diam retta a prote
stanti, non attenne la parola. Aveva ezian
dio fatto promessa di concedere if fedeli
it dono de miracoli, Maro. xvi, i7; e i
nostri avversarii convengono averta egli
attenula aimanco ne tre primi secoli della
Chiesa: la prima promessa, che non era
men necessaria, rimase senza effetto; la
sola grazia da G. C. fatta alla sua chiesa
fu di conservar le Scritture intatte fra
le mani di depositarii sommamente so
spetti.
Ma,ove stata non fosse Passistenza delto
Spirito Santo,a che pot essa giovare que

sta grazia? Gli sul senso della Scrittura


che accaddero nella Chiesa le pi delle
dispute, de scismi, delPeresie. Se G. C.

ha in essa mantenuto to spirito di verit

TR

409

na certezza del fatto su cui depongono.


Maggior fede poi si meritano quando sien
persone rivestite del carattere voluto a
render testimonianza del fatto onde trat
tasi e ben persuase non essere tor lecito
it travisartto o Pingannare intorno ad esso
e di non potertto fare senza esporsi a ve
nire smentiti, svergognati, halzati di tor
grado. Or bene, i pastori della Chiesa sono
appunto altretanti testimonii rivestiti di
tutte le accennate condizioni per far le
stimonianza di quel che venne insegnato
dagli apostoli, creduto, professato e pre
dicato publicamente in tutte le chiese da
essi fondate.
Se ci ha nella Chiesa un punto essen
ziale, quelto si di sapere quali sieno i
libri che denno da noi riguardarsi come
Scrittura sacra e parola di Dio: i prote
stanti son forzati confessare non poter noi
averne contezza fuor che per la testimo
nianza degli antichi padri, pastori della
Chiesa, depositarii ed organi della tradi
zione. Ma se questi padri furon gente idio
ta, credula, tratta sovente in errore da li
bri apocri, quale ce la dipingono i pro
testanti, che certezza mai derivar ne pu
dalla tor testimonianza? A dar fondamento
alla nostra fede, duopo aver la certezza
che essi libri siano stati conservati nella
toro integrit e non alterati e falsicati:

a n di determinare e fermare esso sen


so, ogni contesa nita, conseguitandone
aver ia Chiesa conservato nella sua pu
rezza la dottrina del suo divin maestro e
condannato con ragione gli eretici. ln caso
contrario, la Scrittura it pomo della dis
cordia che ha diviso gli animi; per di
fetto di consuitarta o intenderta a dovere,
i pastori della Chiesa corruppero la dot
trina di Cristo, gli eretici ben fecero a
sprezzar gli anatemi di essa, un egual
presunzione mitita a favor della toro dot
trina che a pro di quella della Chiesa. Pur chi ne far certi di ci, se i padri furon
G. C. ha distrutto le tante eresie e serbata capaci di usar pie frodi? Si dir che non
la Chiesa: dov Pequit o la sapienza di era tor possibite Palterare i Libri Santi,
cotesto divino legistatore? Lasceremo a perocch di questi facevasi publica e quo
protestanti to spiegarci questo fenomeno. tidiana lettura nelle adunanze de fedeli, e
s.- Prova. Per universal consentimento it confronto degli esemplari avrebbe sco
la certezza morale, fondata sul testimonio perta la frode. it concediamo; ma gli altri
degli uomini , la base della societ ci articoli della cristiana dottrina non eran
vite, e io pure. per rispetto a una reli forse del pari pubiicamente e assiduamen
gion rivelata, avendo questa suo fonda te predicati? Ove in alcuna parte si fosse
mento sul fatto della rivelazione; nel qual data alterazione, it raffronto di tale dot
falto generale inniti altri son compresi, trina con quelle dalPaltre chiese prodotto
tutti provali per via di testimonianze, e avrebbe it medesimo effetto che la colla
dimostrasi a deisti che la certezza che ne zione delle diverse copie de Libri Santi.
risulta escluder debbe qualunque dubio
Fu ci compreso da un famoso prote
ragionevole e prevalere a qualsisia specu stante,avverso se altro mai alla tradizione.
lativo argomento. E valga it vero, aliorch Il Beausobre, nel suo Discorso sui- libri
un fatto sensibite venga attestato da una apocri, Hst. du manie/L, t. I, dice che,
moltitudine di testimoni che non possi a discernere se un libro fosse apocrifo ov
bite operassero per collusione,diversi de veramente autentico, i padri ne raggua
t , di paese, di lingua, dindole, dinteres gliarono la dottrina a quella degli apostoli
si, di passioni, di pregiudizii, far non pu predicata in tutte le chiese e che trova
assolutamente che Pattestazion toro con vasi uniforme. Confessa egli adunque che
corde su un fatto vada soggetta ad errore. la tradizione di tali chiese costituiva una
N serve it dire che ciascun testimonio in testimonianza irrefragabite e chei padri
particolare pot ingannarsi o voler trarre Phan potuta porgere senza pericoto iPer
in inganno altrui, che nessuno infalli rore. u La tradizione, son sue parole, os
bite: la cosa del pari evidente che Pu sia la testimonianza della Chiesa, quando
niformit della toro attestazione ci d pie sia ben avverata, salda prova della cer
Bencizn. Vol. VI.

14

M0

TR

TR

tezza cosi de fatti che della dottrina. "Con di giudicar da noi stessi se un domma sia
fessione notevole. E aggiugne, in secondo
luogo, avere i padri potuto saper con cer
tezza qual fossero i libri consegnati alle
chiese dagli apostoli e dagli uomini apo
stolici intin da principio per esservi stata

nella Chiesa una successione non interrot


ta di vescovi, sacerdoti, scrittori ecclesia
stici, i quali, dopo gli apostoli, ammaestru
rono le chiese, e la cui testimonianza ri
ulare non poteasi. Dice per ultimo che
i padri ebber messo a confronto i libri ve
nuti certamente dagli apostoli con gli altri
a u di sapere se questi fosser simiti ai
primi; regola e massima di tutti icritici.
Ecco impertanto gli antichi padri rico
nosciuti idonei a puragonar la dottrina
delle chiese con quella de Libri Santi, a
render testimonianza irrecusabite sulla
conformit delPuna colPaltra,ad usar della
critica per confrontar la maniera, to stite,
it fnr degli scritti incontrastabitmente apo
stolici colla maniera di quelli la cui au
tenticit non era per anco universalmente
riconosciuta. Se it Beausobre e gli altri
protestanti fossero stati sempre cosi giu
sti copadri della Chiesa, noi ne saprem
mo toro obligo. llla posciach i padri si
meritan fede altorch dicono: - Son que
sti i libri lasciatici dagli apostoli siccome
divini -, non se la meritan meno quan

vero o falso , conforme o contrario alla


ragione, utite o pernicioso, non pi it
caso di consultar testimonii; ma altorch
si tratta unicamente di sapere se questo
o quel domma sia stato a fedeli imparato
dagli apostoli,se predicato e professato co
stantemente nelle chiese, siamo a un fatto
sensibite, publico,strepitoso, del quale sol

tanto per testimonianze si pu far fede.


Ora, quator sia certo essere stato dagli apo
stoli insegnato, ogni altra questione torna
superua.

Ne tribunali de magistrati sinterrogauo


egualmente i testimonii su quanto han vi

sto e udito, e la deposizion toro fa fede


sulPun punto e sulPaltro. Di questo me
todo ci diedero Pesempio gli apostoli stes
si. Non possiam non parlare di quelle
cose che abbiamo vedute e udile, dico
no s. Pietro e s. Giovanni, Act. iv, 2o.

Quello che udimmo, cos it secondo,


iep. i, i , s, quello che vedemmo cogli
occhi nostri e conlemplammo e colle no
stre mani patpammo di quel Verbo di
vila... e attestiamo e annunziamo a voi.
immediatamente dopo la morte degli apo
stoli, Cerinto, Ebione, Saturnino, Basitide

ed altri negarono la creazione, la divinit


di G. C., la realt della sua carne, della

morte e risurrezion sua e it domma del


futuro risorgimento. E che cosa conttrapo
gli apostoli alle nostre chiese insegnata e ser toro i ss. Barnaba, Clemente, Policar
tale it senso da essi dato a questo o quel po, Ignazio? La predicazion degli apostoli,
stati toro maestri. Alto scopo di preser
passo. ll perch, altorquando Pa. su, nel con vare i fedeli dalPerrore , raccommandan
citio di Nicea, pi di trecento vescovi, ivi toro di attenersi alla tradizione degli apo
concorsi non pur dalle varie parti delPim stoli ed alla dottrina ad essi insegnata da
perio romano ma da altre contrade ezian proprii pastori; ne recheremo pi inanzi
dio, atlestarono uniformemente che it dom le parole. Perci nel secoto ll e lll, sopra
ma della divinit del Verbo era stato in venuti essendo altri eretici, i padri dovet
segnato dagli apostoli e sempre creduto e tero far toro la stessa risposta: La vostra
professato nelle chiese onde tali vescovi dottrina non quella appresaci da sUOeran pastori, che per le parole delPEvan eessori immediati degli apostoli. S. treueo,
gelio - lo e il Padre siamo una cosa presso Eusebio, Hist. ecctee, l. v, c. 20
sola-erasi sempre inteso essere it Fi
Se si pretende che questa prova abbia
gliuoto consostanziale al Padre, che man perduto di nerbo pel succedersi de le!!!
cava egli a s fatta attestazione per dare pi, converr sostenere eziandio esserne
una piena e compiuta morale certezza di scemala per rispetto agli altri falli su cui
que fatti? Ove la stessa testimonianza fos sappoggia it cristianesimo , e particolar
se stata prta dal vescovi sparsi per le mente circa it punto quali sieno i libri da
toro sedi e registrata ne toro scritti, non tici dagli apostoli per Scrittura sacra.
sarebbe stata di minor peso n meno irre
6.- Prova. Dalle considerazioni per noi
fragabite. Nessuna risposta a questo argo fatte ne consguita gi a quesPora chela
mento ci venne nora veduta nelle opere Scrittura sola non seria potuta essere un
de nostri avversarii.
mezzo sufciente a difIondere e conservare
Se per avventura dicessero in fatto di la dottrina di Cristo, se non ci fosse stato
dommi e dottrina la prova di testimonii un ministero, un mandato, un insegna
non essere ammissibite, non ci verrebbero mento publico per attestare a fedeli Pau
inanzi che con un equivoco. Quando trattasi tenticit, Pintegrit, la divinit deLibri

do affermano: - Tale la dottrina de

TR

TR

Santi, per farne toro la spiegazione e porgerne it senso vero. Se non che questa
verit per altre ragioni posta in sodo.
1." Neprimi secoli della (iiiesa pochi
avean pratica di lettere, e Pignoranza si fe
ancor pi generale dopo Pinondamento de
popoli barbari. inanzi sinventassc la stam
pa, una Bibbia era libro costosissimo e ben
radi ne giravano gli esemplari. Gli chia

, puntelto; abuso nato col cristianesimo e

ro che, pel corso di quattordici secoli, I tre


quarti e mezzo decristiant eran ridotti a
contentarsi delle sole istruzioni de pasto
ri; non crediamo per che per tal motivo
it salvarsi fosse toro pi malagevole di

quelto sia a noi. lddio, fa notare Mos agli


Ebrei, Deut. xxx, u , non leg la salvezza
a mezzi rari, dispenditosi, presso che im
praticabiti; e non ci ha ragion di credere
che siasi comportato con minore bont

verso de cristiani. Noi abbiam fatto ve


dere in altro luogo come nella cattolica
chiesa la fede de semplici e degli igno
ranti, fondata su la mission de pastori tor
maestri e su la tradizione, sia ragionevole
e salda se altra mai. Esaminerem poco ap
presso se pi certa e meglio fondata sia
quella del commune de protestanti.

2." Moltissime verit della fede, quali


la ss. Trinit, Pincarnazione, la redenzio
ne del mondo, la risurrezione futura, la
natura della beatitudine eterna, le pene
delPinferno, la trasfusione del peccato do
rigine, Petettto de sacramenti, quelto in
ispecie delPEucaristia, la predestinazione,
Pefcacia della grazia, ec., ec.,sono misteri
incomprensibiti. Di qualunque guisa sien
registrati per iscritto, ci rimarran sempre
de dubii circa it senso delle parole, non

potendocene Pumano linguaggio fornir di

444

vivo tuttavia. Ci avr egli Dio, qual unico


mezzo dapprendere ci che creder dob
biamo, prta la pietra dinciampo contro

la quale urtarono gli scredenti tutti?


Ma queste riessioni, per evidenti che
sieno, a protestanti le paiono tante beste
mie: ci accusano essi che vitipendiamo la
parola di Dio, che la dipingiamo qual li
bro inutite e pericotoso a leggersi, che la
tradizione, la quale parola puramente
degli uomini, mettiamo aldisopra di quella
di Dio, quasi che lddio non sapesse partar
meglio degli uomini, e via discorrendo.
Prette calunnie, le cento volte confutate.

Non altrimenti un vitiiicar la Scrittura


it rappresentarta quale ci fu data da Dio:
dettandola a uomini inspirati, non ha egli
gi mutato la natura del linguaggio uma
no n Pessenza delle cose. Si ammette da
protestanti medesimi che, per intenderta,
necessaria Passistenza delto Spirito San
to e dicono non negarsi questa da Dio a
un fedele docite che vada sinceramente in
traccia della verit, Noi dal canto nostro
asseriamo non avere lddio promesso una
si fatta assistenza a ciascun fedele,sibbene
alla sua chiesa, agli apostoli, a successori
di questi, ai pastori incaricati d insegnare;
chiunque ricusa ascoltarti non esser pi fe

dele n docite n sincero, perocch fa con


tro al commando di Dio e con pazza su
perbia si reputa meglio inspirato delPin
tera Chiesa; fanatismo essere it chiamar
parola diDio it senso che a ciascun privato
piaccia di dare alla Scrittura col pretesto
che Dio sia quegli che glieto fa aperto.
Ben lungi dal rigettare la Scrittura,noi la
mettiam sempre per prima in ogni nostra
dimostrazion teotogica; e quando gli etero
dossi la torcono ad altri signicati, quando
van dicendo che i testi da noi recati sono
oscurie che ne caviamo conseguenze false,
replichiam toro non spettare n ad essi n a
noi it sentenziar denitivamente in que

adeguatamente chiare. Loblivione della


lingua originale, la variet delle versio
ni, Pinesattezza delle copie, le voci equi
voche, it mutamento decostumi e delle
usanze, la bizzarria degli intelletti, le
grammaticali sottigliezze,i sosmi degli
eretici lasceran sempre delP incertezza sta lite, bens alla Chiesa, al capo de pa
nella generalit de lettori. Quando ci fos stori, a quali lddio ha conferito mandato
ser molti capaci di superare tutti questi e autorit dinsegnare, quindi di spiegare
ostacoli, se privi sieno di carattere, di it vero senso della Scrittura. Noi aggiu
mandato, dautorit proveniente dalPalto, gniamo che, ove la Scrittura si taccia on
con che ragione potremo noi toro aggiu ninamente sur un punto di dottrina e non
dimeno venga esso insegnato dalla Chiesa
star fede?
a) I protestanti han bel ripetere chiara ossia dal corpo de pastori, ci corre obligo
esser la Scrittura su tutti gli articoli es di creder toro, perch professarono essi
senziali del cristianesimo; non ne ha pur sempre dinsegnare sol quelto che avean
uno che stato non sia colla Scrittura stessa ricevuto per tradizione dagli apostoli e
dagli eretici impugnato. Non troverete due perch la parola di questi, che quella
sette fra toro opposte che non abbian rin di Dio, non degna di minor riverenza

venuto ciascuna testi a s favorevoli, non quando non scritta che quando alto
assurdit a cui con essi non si sia fatto scritto raccommandata. ll perch questa

H2

TR

TR

divina parola da noi rispettata pi sin

sola. - Nessun errore, rispondiamo, pu


nascere fra noi nch ogni teotogo sat
tenga del pari alla Scrittura e alla tradi
zione: chi si scosta dalPuna o dalPaltra

ceramente che non da protestanti.


A concitarne odio, ci accusano essi co
me favoreggiatori del deismo e del pirro
nismo. l delsti, infatti, di tal guisa ragio
narono: dalPun de lati i cattolici provano
che la Scrittura sola non vale a porgere
a cristiani un intera certezza di toro cre
denza; dalPaltro i protestanti sostengono
assai meno potersi produrre un tale ef
fetto dalla tradizione: nessuna prova han
no adunque i cristiani di tor fede.
.,Si potrebbe di leggieri voltar Pargo
mento e dire: Da una parte i cattolici
provano darsi ftoro dalla tradizione una
piena certezza della vera dottrina di G. G.;
dalPaltra i protestanti asseriscono che la
Scrittura sola atta ad operar quesPef
fetto: dunque la Scrittura e la tradizione

insiem congiunte porgono una ancor pi


compiuta certezza. Che risposta potrebber
dare i deisti? invece di confutarti a que
sta maniera, i protestanti giurarono tornar
meglio it far cadere quel sosma su di noi
soli. Noi dimostriamo ad evidenza, dicon

essi, chela tradizione spesso falsa ed

cadr certo nelPerrore, ma sar colpa sua


e non della regola. Quanto alle controver
sie de teotogi cattolici, non intaccano que

ste n la fede n i costumi: tutti accol


gono la stessa profession di credenza n
ci ha tra essi scissura. Tra gli eretici, per
contrario, non ostante tor apparente ri
spetto alla Scrittura, non pochi se ne rin
vennero i quali ncgarono articoli sostan
ziali del cristianesimo e, raccolto che seb
bero intorno un certo numero di partigia
ni , fecero schiera da s. Vuoti sempre
andarono i varii tor tentativi per compi
lare una confessione di fede che mettesse
daccordo almeno due sette.
Ci si addimander per avventura se la
necessit della tradizione, da noi riguar
data quale articoto fondamentale, trovisi
registrata nel simboto. _ Si, nelle parole:
Credo la sanla chiesa cattolica; it quale
articoto, sotto le v. CATTDLICIsIo e Carro
LIco abbiam dimostro valere quanto: lo
credo la santa e vera chiesa esser quella
che prende a regola della fede la cattolici

erronea; dunque se voi riuscite a far ve


dere che la Scrittura non basta, venite a
trre ogni fondamento alle verit della a, cio la tradizione, la credenza, it ma
fede e con ci date vinta la causa agli in gistero costante ed uniforme di tutte le
creduli.
- chiese ond composta. Al bisogno trove
Lasciando stare esser ridicoto per part remmo to stesso signicato anche nelle pa
toro Parrogarsi la vittoria mentre dura role: Credo la communion desunti. Tra
tuttavia it combattimento, noi dimandiam sette non aventi la stessa credenza non
toro: se la certezza di nostra fede poggia dassi pi communione.
u Le parole: - Credo lo chiesa catto
su due, prove, la Scrittura cio e la tra
dizione, qual de due partiti le reca mag lica -, dice Bossuet, non siguican sol
gior detrimento? quelto che vuole si con tanto: credo cirella , ma eziandio: credo
giungano insieme e si faccia sostegno del chella crede; altrimenti non pi credere
Puna allaltra, ovver quelto che ripudia al chella sia, perocch la sostanza del suo
tutto Puna delle due? I nostri avversarii essere sta nella sua fede, da essa dichia
pertidiano a suppor sempre che da noi ri rata a tutto P universo. n V. Espril de
gettisi la Scrittura come da essi-la tradi Leibnilz, t. il.
7.i Prova. Di qual guisa acquistar si
zione; falsit manifesta. La Scrittura sa
cra , it ripetiamo, dichiarata e sussidiala convengae mantenere la fede nessuno Pha
dalla tradizione, regola sicura, divina. potuto meglio conoscere di cotoro che eb
infallibite, alla quale ogni cristiano te ber dagli apostoli Pincarico dinsegnarta.
nuto obedire senza esitanza; ma scompa Or bene essi raccommandano Pattenersi
gnata dalla tradizione e lasciata alla inter alla tradizione e non to studiar la Scrit
pretazione arbitraria di ciascun privato tura.
sorgente immancabite derrore: non la
Non separalim debelis seducere eos
Scrittura per s quindi rigettiam noi, sib-. lamquam iusticatialice s. Barnaba a fe
bene it metodo protestante di servirsi di deli, ep., n. s, sed, in umim co1wenienles,
essa.
inquirile quod eommuniler dilectis can
Ad onta delPefcacia, insistono, ad-onta veniat et prosit. Dicil enim Scriptura:
delPefcacia da voi attribuita alla vostra Vaa itlis qui sibi solis intelligunt et apud
doppia regola,,non tolse questa che tra voi se docli videnturl il Le Clerc in una
insorgessero errori e si eontinuasser dis notaa questo passo pensa che P autore

pute; perci non avete voi punto pi alluda alla superbia de farisei; maegli
prottato con due regole che noi con una condanna ancor pi palesemente quella

TR

TR

443

degli eretici, i quali credono avanzare in tar la Scrittura per conoscere la vera fe
perspicacia e in sapere la chiesa univer
sale da cui han fatto scisma.
S. Clemente papa nella sua prima let
tera a que di Corinto li sgrida per le dis
cordie che ardon fra toro e per la poca
riverenza in che tengono it clero. Pon toro
sotfocchio, n. 42, esser gli apostoli que
che, guidati dalto spirito di Dio, hanno
stabitito i vescovi e i ministri inferiori e
regolatone le funzioni, tra le quali trovasi
certamente quella dinsegnure. Li esorta,
n. 57, a star sommessi a sacerdoti, a
guardarsi dalla superbia e dalParroganza.
Non avvisava quel santo pontece che un
laico, con la Bibbia in mano, avesse au

torit di dar lezione a proprii pastori.

de? Nel medesimo secoto leggevansi nelle


adunanze cristiane le lettere dei santi ve
scovi non meno che quelle degli apostoli,

ibid. n. s5; cosa al tutto inutite, stando


alPopinione de nostri avversarii.
S. Giustino nella sua lettera a Diogneto,

n. u, dice che it Figliuoto di Dio largo


di lumi a cotoro che gliene dimandano

e non oltrepassano i conni della fede n


quelli posti dai padri; pel qual modo fu
fondato Ptvangelio, vien custodita la tra
dizione degli apostoli e la Chiesa ricolma
di grazie.
* u Lo stesso santo riferisce it precetto
di celebrar la domenica , raccogliendost
nella chiesa, a una tradizione lasciata da

Nota Eusebio, Hist. eccles., l. m, c. 58, G. C. aproprii apostoli. e discepoli in una


come s. Ignazio esortasse i fedeli in tutte delle sue apparizioni. Apolog. l, c. 67.
le citt per le quali passavaa porsi in guar Direm noi che it santo ignorasse la cosa
dia contro gli errori degli eretici e atte di che partava? che G. C. non avesse dato
nersi strettamente alle tradizioni degli apo in realt quel commandamento? ch esso
stoli; ed era questa la morale insegnata fa parte della tradizione scritta? Di que
dal santo martire in tutte le sue lettere. ste asserzioni stolte eleggano i nostri av
Scrivendo a quedi Magnesia, li consiglia a versarii quella che tor meglio piace. n star concordi, sommessi al proprio vesco I)e la Luzerne, Dissert.sur les glises ca
vo, che tiene it luogo di Dio, ai sacerdoti, llwl. et protest., t. ll. *
che rappresentano it senato apostolico,
Da s. Teoto vescovo dAntiocliia , Ad
ai diaconi , incaricati del ministero di Aulot., I. ni, n. 14, sassimigliano le sante
G. (L; a serbar daccordo con toro una dot chiese nelle qualiconservasi la dottrina de
trina inviolabite. Lo stesso ripete ai Tral gli apostoli a de porti ne quali i naviganti
liani, aggiugnendo comesenza di quelli stanno al sicuro, gli eretici a pirati, i toro
non ci ha Chiesa. Ai Fitadeltiesi dice, n. 2 errori a scogli contro de quali le navi van
e 5: Filii lucis et verilalis fugile divi no a rompere. Se diam retta a protestanti,
sionea et pravas doctrinas. Ubi aulem soto altora sono in securt i fedeli quando
pasttor est, eodem et oves sequamini. Mul han ricorso alle Scritture.
ti enim lupi, de digni habili, eos qui
Ma altramente da toro pensava s. tre
in sladio Dei currunl, perniciosis volu neo: Non oportet qumrere, cosi egli, Con
plalibus illectos, caplivos ducunt... Quot tra hwr., l. ni,c. 4,n. l,apud alias verila
quot Dei et Iesu Christisunt, hi sunt cum lem quam facile est ab Ecclesia sumere,
episcopom. Si quis schisma focientem se-l cum apostoli, quasi in deposilorium di
clatur, regni Dei hwredilalem non con vesmlenissime in eam contulerinl omnia
sequilur. Si quis in aliena sentenlia um quw sin! verilatis, uti omnis quicumque
bulat, iste passioni non consenlil.
veltt sumat ex ea potum vilw. Hwc est
S. Policarpo nella sua nFitippesi, n. lo, enim vilw introilus; omnes autem reli
li esorta ad esser fermi e costanti nella qui fures sunt et latrones. Propter quod
fede, nelPamor paterno, nella pace, nella oportel lievilare quidem illos; quw au
professione delle medesime verit. Questo lem sunt Ecclesioc cum summadiligentia
non pu avvenire altorquando ciascun pri diligere, et apprehendere verilatis tradi
rato vuol foggiar da s la propria fede e tionem. Quid enim? Et si de aliqua mo
intender la Scrittura come gli garba; e n dica quwstione disceplatio esset, non ne
prova P esempio delle sette eterodosse. oporteret in onliquissitnas recurrere ec
Tal fu Pavviso dediscepoli immediati de clesias, in quibus apostoli conversali sunt
gli apostoli.
et ab eis da prwsenti quwstione sumere
Nel secoto ll, Egesippo, a quanto narra quod certum et re liquidum est? Quid
Eusebio, I. iv, c. 2a, trasferitosi a Roma autem si neque apostoli quidem scriptu
e consultati moltissimi vescovi, in tut ras reliquissenl nobili? Nonne oportebat
tele chiese delle citt per le quali passava ordinem sequi tradilionis quam tradide
gli venne trovata la stessa fede e dottrina. runt iis quibus commillebant ccclesias?
A che questo indagini, se bastava consul La qual necessit viene dal santo mostrata

H4

TR

TR

colPesempio delle chiese fondate pressoi chiese. Soto in mancanza delle Scritture
barbari, che non aveano per anco Scrit
tura sacra,ma sattenevano religiosamente
alla tradizione. In una lettera riferita da
Eusebio, l. v, c. 2o, palesa Pattenzione con
che ascoltava le istruzioni di s. Policarpo,

discepoto immediato delPapostoto s. Gio


vanni.

Hu in pi luoghi it citato santo vescovo


pone in saldo Pautorit della tradizione.
Per non addurne che uno, Cum, dice
egli nel c. 2 del lll libro, op. cit., ad eam
ilerum tradilionem quw est ab apostolis,

quw per successinnes presbyterorum in

afferma doversi ricorrere alla tradizio


ne. Basnagio, Hist. de FgL, l. ix, c. 5
e segg.
Ma che anatogia ci ha egli tra le pre
tese tradizioni occulte degli eretici, delle
quali non si avea testimoni, e Pinsegna
mento publico, costante, uniforme de pa
stori a cui gli apostoli avean commesso le
chiese, insegnamento chiamato da s. Ire
neo tradizione? A questa regola vuol egli
si debba ricorrere in caso di disputa sulla
pi plcciola questione: ma quando la Scrit
tura si tace non forse tutPuno che non
aver Scrittura per conoscere quel che ci
ha di vero e di certo? Con ragione as

ecclesiis custtodilur, provocamus eos, ad


versantur tradilioni... Tradilionem ila
que apostotorum, in toto munda manife serisce che se ci fossero state verit oc
slalam, in omni ecclesia adest respicere culte, le avrebber gli apostoli insegnate di

omnibus qui vera velint videre.... eam preferenza a pastori, siccome ai pi ca


quam habel ab apostolis tradilionem et paci tra fedeli di comprendere e custodire

annuntialam omnibus dem per succes si fatte verit. Non questo per it con
siones-episcoporum pervenienlem usque
ad nos, iudicanles oonfundimus eos qui
quoquomodo prmterquam quod oportet
colligunt.... IIuc ordinationc et succes

sione ea quw est ab apostolis in Ecclesia


tradilio et verilatis prwconizatio perve

nil usque ad nos. Et est plenissima hwc


ostensio unam et erindem vivicatricem

dem esse qua? in ecclesiis ab apostolis


usque nunc sil canservala et tradila in
veri/ate. Contra hwn, I. ni, c. 2. Due cose
abbiam qui che son fuor di dubio: la pri
ma, che s. treneo combatte gli eretici per
via della tradizione e la d siccome rego
la di fede; la seconda, che la tradizione di

cui parta la orale e non la registrata


nella Scrittura sacra; la tradizione che
vien dagli apostoli mediante la successio
ne de vescovi, quella val dire trasmes
sasi di bocca in bocca e per tal guisa con
servatasi nelle varie sedi. Ove avesse avu
to di mira la Scrittura, it santo sarebbesi
espresso daltra maniera e Pavrebbe chia
ramente indicato. n- De la Luzerne,ivi.**
Ad onta di ci, un famoso protestante
vuol che questo padre non facesse verun
conto della tradizione. A sua detta, Car
pocrate, Valentino, i gnostici, i marcioniti
su pretese tradizioni fondavano i proprii
errori, diceano G. C. non aver bandito pu
blicamente tutta la sua dottrina ma con

cetto che l protestanti ci porgono di que


gli uomini apostolici: ce li ritraggono quai
uomini semplici, igiforanti, corrivi a cre
dere, senza discernimento n capacit.
lliguardo amarcioniti it caso era al tut
to diverso: come questi asserivano it vec
chio Testamento e it nuovo non esser ope
ra del medesimo lddio, s. treneo, per pr0
vare it contrario, Legile, dice toro, dili
gentius id quod ab apostolis est Evan
gelium nobis datum, et legile diligentius
prophelas; et invenictis universam aclia
nem et omnem doctrinam etomnem pas
sionem Domini nostri priediclam in
ipsis, l. iv, c. 54, n. l. Ne segue forse che,
in ogni question dottrinale, basti, come in
quella, confrontar gli evangelisti copro

feti? Il santo vuol che su ci stiasi alla tra


dizione.
Nel secoto lll erano in vigore le stesse
massime. Tertulliano, De prwscript.,c. n;
e segg., non volea si ammettesser gli ere

tici a disputare giovandosi della Scrittura,

dicendoto uninulite e mal tocata conde


scendenza, per essere la Scrittura stata
data non agli eretici, ma si alla Chiesa e a
pro di lei solamente, perch quelli ne ripu
diavano ci che tor non andava a versi, ne
troncavano e guastavano i testi, ne travol
geano it senso. Ordo rerum desiderabal
illud potius proponi quod nunc solum
dato parecchie verit a lalun de suoi dispulandum est: quibus compclat des
discepoli a condizione che a que soli le ipsa; cuius sint Scripturw; a quo et per
rivelerebbero i quali fosser capaci d in quos et quando et quibus sil tradila. disci
tenderte e farne conserva. A buon dritto plina qua unt christiani: ubi cnim ap
rigetta s. treneo si fatte tradizioni; dice parueril esse dei verilatem, illic eril ve
che se gli apostoli appreso avesser da Cri rilas Scripturarum et exposilionum,
sto verit occulte, le avrebber trasmesse et omnium tradilionum christianarum,
acotoro che preponevano al governo delle c. l o. Perci vuol si dimostrino per via della

TR
tradizione non pur Pautenticit e Plntegrit
della Scrittura. ma it signicato eziaudio e
le spiegazioni di essa; e ne cc. 52 e se ri
manda gli eretici alla tradizione delle chie
se apostoliche; sostiene che quelle che si
vengon formando quotidianamente non son

meno apostoliche delle pi antiche, perch


serbano la stessa dottrina e son tra toro
in communione.
*** Quod autem prwdicaverivit aposto
li, id est quod illis Christus ravelaveril,
et hic prwscribam non aliler probari de
bere nisi per easdem ecclesias quas ipsi
apostoli condtderunt, ipsi eis prwdican
do lam vira quod aiunt voce quam per
epistolas postea. Si hwc ila sunt, conslat
proinde omnem doctrinam quw cum il
lis eccicsiis matricibus et originalibus
dei conspiret verilati depulandam esse.
- De la Luzerne, ivi. c. 21. ***
Pure i nostri avversarii ci obiettan Ter
tulliano. Vuol egli, De resurrect. carnis,
c. a, che si tolgano agli eretici le opinioni
paganesche, che provin le toro colle Scrit
ture sole; altora,dice, non potran pi so
stenersi. Aggiugne per che Pamlnaestra
mento divino non consiste nella supercie
ma nel midollo e chesso pare talvolta

opporsi alP evidenza. E it ripete nel c. o


De prwscript.: Hic expedil sensu cerlare
cum interprelalionis gubernaculo. Nul

la vox divina ila, dissolula est et iii/fusa

ut verbo lantum defendantur, et ratio


verborum non constiluatur. Nel l. Adv.
Hermog.,c. 22,dopo citate le parole -1n
principio creavil Deus cmlum et terrom,
soggiunge: Adoro Scripturw pieniludi

nem, qua mihi et factorem manifesla! et

facto... An autem de aliqua subiacenti


materia facto sint omnia, nusquam ad
huc legi. Scriptum esse doceat Hermo

genis of/cina. Si non est scriptum, ti


meat va, illud adiicientibusaut detrahen

tibus destinatum. Gli chiaro che Tertnt


liano disputava contro gli eretici, altri de
quali negavan la creazione, altri la risur
rezion della carne, e opponevano a quedue

dommi i raziocinii e Pautorit de tittosoti


pagani. Ei vuole che abbiano a rinunziare
a tali principii del paganesimo e a dimo
strare le proprie sentenze per via della
Scrittura, ma, per cavarne it midolto e co
glierne it vero senso, vuoi che abbiansi a
guida una inlerprelazion sicura. E que
sta dove trovarta fuor che nella Chiesa o
nella tradizione? Nelle massime di questo

padre non ci ha n oscurit n contra


dizione.
Clemente alessandrino, Strom., I. vn,
c. ts, rinfaccia agli eretici to stesso abuso

TR

445

della Scrittura: dichiara, l. i, c. 1, come


i maestri da quali era stato istruito cu
stodivano fedelmente la dottrina ricevuta
dagli apostoli per tradizione, e la pone in
iscritto a ne di conservarne la memoria.
A conoscere se una dottrina sia vera op
pur falsa,ortodossa od eretica, vuole se ne
faccia giudizio col sussidio non solamente
della Scrittura ma della tradizion della
Chiesa-altres. Fa vedere, I. vn.c. l7, esser
la chiesa cattolica anteriore alPeresie tutte
quante, una nella dottrina e fededa lei
professate e chessa trae dal Testamen
to che a lei sola appartiene; come la dot
trina degli apostoli fu una, una pur essere
la tradizione da essi lasciata. li Potter e
it Beausobre sadoperarono a travisare il
senso della parola tradizione in questo
passo e in quel di s. Paoto, n Thess. li, il,
ma non vi riuscirono.
**** sc Dopo aver discorso di varii perso

naggi da s visti che eran tenuti in alla


stima e considerazione, specialmente duno

da s rintracciato in Egitto e chiamato vera


ape sicitiana suggente i tiori del prato pro
fetico e apostolico, aggiugne: Hi veram
beatw doctrinw servabant tradilionem
slatim o Petra et Iacobo et Ioanne et
Paulo aanctis apostolis, ila. ut lius ac
ciperet a patrem. ad nos quoque, Deo vo
lente pervenerunl, illa a maioribus dala
et apostolica deposiluri semina. Strom.,
l. i, c. l. Non pu aver luogo adubio che
it santo dottore favelli qui della tradizione
non scritta, come riievasi dal contesto del
discorso, dal chiamarta chei fa tradizione
passata come da padre a glio e venuta
dagli apostoli, parecchi de quali nessuno
scritto lasciarono che fosse registrato fra
libri canonici. n--De la Luzerne, ivi. H
La stessa regola prescrive Origene nella
prefazione de suoi libri De principiis,
n. 2. Cum multi sint qui se pulant sen
tire quo; Christi sunt, et nonnulli eo
rum diversa a prioribus sentiant, ser
vetur vero ecclesiastica prwdicutio per
succcssionis ordinem ab apostolis tradila
et usque ad prwsens in ecclesiis perma
nens, ilia sola, credendo est verilos qua:
in nullo ab ecclesiastica et apostolica dis
cordat tradilione. Questa profession di
fede talmente chiara da render inutite
ogni altra citazione.
l ss. Atanasio e Basitio citano Dionisio
alessandrino che era della stessa opinione
del suo maestro Origene.
Nei secoto lll in occasione della contro
versia agitatasi intorno la validit del bat
tesimo conferito dagli eretici,it papas. Ste
fano oppose a vescovi dAfrica non altro

TR

TR

che queste parole: Nihil innovetur, ntsi


quod tradilum est. S. Cipriano non ne
gava gi questa massima esser salda, ma
credeva che la tradizione a s opposta dal
pontece non fosse n certa u antica n
universale e facesse contro alla Scrittura;
nel che ingannavasi. Onde la tradizione
prevalse a tutti gli argomenti messi in
campo da quel padre.
A tutte queste autorit rtspoudesi da
protestanti che si potea con sicurezza se
guire la tradizione deprimi tre secoli per
chessa era tuttora recente n avea avuto
per anche tempo dllterarsi, e la credenza
cristiana ristriugevasi a pochi dommi, ma

446

Rispetto al secoto IV, abbian gi veduto


che cosa pensasse Eusebio a proposito di
s. Ignazio martire e ddlgesippo; ed mira
bite nella sua Storia ecclesiastica Pesat
tezza onde riferisce i sentimenti de padri
de tre secoli precedenti e trascrive le
tor medesime parole. Nelle contese che
sopravennero tra gli ariani e i cattolici si
contrapose costantemente ai primi la tra
dizione, it sentimento de dottori vissuti
dopo gli apostoli. Era questo Pargomento
che adducevan contro Ario e i fautori di lui
it vescovo Alessandro e que del patriar
cato da lui convocati per giudicare que
gli eretici, accusandoli si reputasser pi
saputi di quanti dottori della Chiesa eran
venuti prima di toro. Teodoreto, Hist. ec
clea, l. i, c. 4. Alla stessa guisa fu proce
duto nel concitio niceno, come pure da
vescovi di quel di Rimini, sia prima sia
dopo essere stati sedoiti dagli ariani. Veg
gansi i Frammenti di s. Ilario di Poi

che la bisogna non and alPeguai modo

ne secoli susseguenti, per essersi poco a


poco alterata la tradizione e moitiplicatii
dommi. Aggiungono che gli antichi parta
vano di tradizione in materia di consue
tudini o pratiche, non di dommi e inse
gnamento.
Risposta falsa per ogni rispetto. l. E liers. Vero che gli ariani stessi tenta
basta leggere l passi da noi recati per co rono coprirsi del manto della tradizione
noscere trattarvisi di tradizione in mate per ripudiare, partando dei Figliuoto di
ria di dottrina e non di usi. 2. Altorch Dio, le voci soslanza e consostanziale
noi proviamo colla pratica del Il secoto it delle quali pretendeano non si fosse mai
culto prestato ai martiri e alle toro reli fatto uso inno altora. Per tal modo chia
quie, ia gerarchia, la presenza reale di mavano essi tradizione it sitenzio de se
G. C. nella Eucaristia, ec., i nostri avver coli precedenti, laddove i cattolici inten
sarii non fan pi conto di questa tradi dean per essa la testimonianza formale e
zione che di quelle de secoli posteriori. positiva de dottori della Chiesa: it qual
Dicono anzi la dottrina di Cristo aver co sosma vien tratto in campo ancor di pre
minciato a guastarsi immediatamente dopo sente dai protestanti.
la morte degli apostoli. A quel tempo me
La. 505 nel quinto concitio di Costan
desimo riferiscono le cause depretesi er tinopoli gli ariani ricusarono di bel nuovo
rori da toro attribuiti a padri della Chiesa, desser giudicati col sentimento de padri
ci sono Pignoranza, it difetto di critica, antichi. Socrate, Hist. ecclea, t. v, c. lo.
Peccessiva ducia nella version de Set
S. Atanasio li rimandava continuamente
tanta, ta soverchia condescendenza verso a si fatta tradizione, sempre venerata e
gli Ebrei e i pagani per trarti alla fede, seguita nella Chiesa. Orat. m contra
it troppo attaccamento alla tosoa paga ariara, n. le; epist. l ad Serap, n. es,
na, ec., ec. 5. falso che, in que primi 55; De synodis, n. s; ep. ad Ima, n. e, ec.
tempi, la credenza cristiana si riducesse a S. Basitio se ne vale contro i mentovati
pochi dommi; ch non crebbe essa n smi eretici e i macedoniani o pneumatomachi,
noi giammai: proverem pi inanzi come De Spirilo Sancto, c. 8 e a, rinfacciando
non solamente nessun nuovo articoto vi toro Paffeltar che faceano di ricorrere alla
venne introdotto ma eziandio che fu im Scrittura, quasi che i padri de tre secoli
possibite introdurvene. 4. Abbam gi fat precedenti non Pavessero consultata quan
to vedere che, supponendo possa la tra to essi: prova con s. Paoto la necessit
dizione colPandare de secoli perder vi daderire alla tradizione, e asserisce che,
gore, si combatte la certezza de fatti fon senza questa salvaguardia, andrebbe tosto
damentali dei cristianesimo. Finalmente , sossopra tutta quanta la cristiana dottrina,
la necessit e Pautorit della tradizione zbid., c. lo.
in materia di fede ola una verit od un
Potremmo citare s. Gregorio nazianzeno,
errore: nel primo caso it protestantismo s. Ambrogio, s. Giangrisostomo, s. Girola

rovesciato insin dalle fondamenta; nei mo e s. Agostino, comech i tre ultimi ab


Paltro Perrore verrebbe dai discepoli im bian cessato di vivere soltanto ai princi
mediati degli apostoli, e dalPesempio toro pio dei secoto V; ma i protestanti fan poco
sarebbero stati traviati i secoli appresso. caso del parere di questi padri, lagnandosi

TR

TB

447

che da quelPepoca in poi i commentatori curo di conoscerne it vero lenso e del


della Scrittura non altro abbian fatto che Punica via daccertarsl essere it Vangeto
compitar le spiegazioni de padri, e che opera veramente de sacri scrittori onde
alla testimonianza toro si stesse per pro porta it nome.
Chiarissime sono in questo proposito
vare i dommi della lede, e dicendo nel
secoto IV principalmente essersi latte le le parole di s. Epifania, Hwr. un, c. o:
pretese innovazioni onde movon lamento. Sed cl tradilione quoque opus est. Ne
Vediamo se ci sia possibite.
que enim ex Scripturis peti possunt
***** Odasi come s. Basitio metta in omnia. Ideo olio scripta, alia tradilione
sodo coi pi positivi argomenti P auto sanctissimi apostoli reliquerunt. Quod

rit della tradizione. Quod a maiori

ilo Poutus ofrmat: Quemadmodum tra

bus nostris dictum est nos dicimus.... didi vobis. Item: ila doceo et ila tradidi

Dogmoto et instiluto quo in ecclesiis in Ecclesia. Necessario iltud facere Ec


prwdicantur quwdom rursus 81 traditio clesiam dico, quw tradilum sibi rilum a
ne opostoloru1u, in mysterio, idelt in oc
culto, tradila occcpimus. Quorum utra
que porem vim habentud pietatem; nec
his quisquam contradicil, quisquis sane
vel tenuiler expertus est quw sunt iure
ecclesiastica. Nam si consuetudines quo:
scripta prodilw non sunt , lamquam
houd multum habentes momenti, conamur reiicere, imprudentes gravissimum

maioribus acceperil. Polest vero quie


quam malernom sanctionem out legem

patris evertcre? Quemadmodum a Sa


lomone scriptum est: Audi, li, sermo
nes patris tui, et ne dimillas legem matris
tuaa.
Apertamente ne parta pure s. Girolamo
in pi luoghi. Rispondendo alle dimande

iattegli, d per avviso generale doversi le


Evangelio detriment1im inferimus: imo tradizioni ecclesiastiche, quelle sopratutto

potius ipsam deiprwdicationem ad nu

che non recan pregiudizio alla lede, os

dum nomen contrahimus... Deciet ma servare alla maniera onde furono dagli an
dies si Ecclesial: mysteria cilro scriptum
tradila pergam recensere.
Quod si
gloricandi modum veluti scriptis non
tradilum reiiciunt, proferont nobis et
dei professionem et cwtcrorum quw
commemorovimus prwlationem e Scripturis... Sane contra id quod dicunt glo

tichi trasmesse, e la consuetudine duu


paese non perder sua forza per P usanza
I contraria dattro paese. in una lettera dice
it digiuno quaresimale e daltri giorni pel
corso delPanno praticarsi da noi secondo
la tradizione degli apostoli. Ai luciferiani
risponde che, quando pur non cl fosse Pau
ricationem cum Spirilu carere testi torit della Scrittura, it consenso del mon
monio nec in Scripturis extore, illud do intero avrebbe lorza di precetto: pe
dicimus: si nihil aliud receptum est rocchassaicose che osservansinellechle

absque Scripturis, mio hwc quidem re


cipiatur. Sin plurimo arcano cilra
Scripturam recepto sunt nobis , cum
oliis pluribus et hoc recipiamus. Arbi
tror oulem apostolicum esse etiam non
wriplis trodilionibus inhwrere. Luudo
enim, inquil, vos quod omnia mea me
ministis et, quemadmodum tradidi vobis,
fraditionem tenetis. Et illud: Tenete tra
ditiones quas aecepistis sive per sermo
nem sive per epistolam; quorum uno est
Iuec de qua agimus, quom qui ab inilio
prwscripserunt tradideruntqite posteris,
usu semper cum tempore progrediente,
ipsa longo consuetudine in ecclesiis ra

dicarunt. De Spir. S., c. 7. Potrebbe pa

se per tradizione acquistarono autorit di


legge scritta.

N con minor nerbo degli antecedenti

padri sesprime it Crisostomo. Non modo


per lilteras, cosi egli, sed ctiom verbis

discipulo quw esseni agenda dectorovil:


quod plurimis et otiis in locis osten
dil, dicens: Sive per verbum, sive per
epistolam, quasi per nos missam. Hoc et
hwc multo mogis fecil. Ne igilur minus

aliquid doctrinam habere putemushnlu


rima illi absque scripta trodidil; quw
ilti modo ad memoriam revocans, dicil:
Formam habe sanorum verborum quw a
me audisti. Holn. nn in n Tim., n. t.

spiegando in altra omelia it testo del

rere strano Pudire it santo dottore dir che, Fepistola a Tessatonicesi, Ilaque, fra
rigettando la tradizione non scritta, sire tres, slate et tenete tradiliones, etc., ses
ca pregiudizio alto stesso Vangeto. Ma egli prime di questo tenore: Hinc cst per
da por mente che la tradizione inanzi spicuum quod non omnia tradiderunt
tratto la pi fedele interprete delPEvan per epistolom, sed multo eliom sine
gelio e poscia la sola Inallevadrice del. scriptis; et ea. sunt quoque de digno.
Paulenticit di esso, e quindi che it riget Quomobrem Ecclesiw quoque tradilio

tarta gli un privarsi del mezzo pi si


BIIGIEB. Vol VI.

ncm censeomus esse de dignam. Est


Il;

TR

TR

trodilio ,- riihil quwros amplius. Hom. iv


in n Thess., n. 2.
Troppo lungo sarebbe Paddur tutto quel
che si legge nellc opere di s. Agostino sul

transmillenda. Tract.xxxvn in 1o. In pi


luoghi svolge it santo dottore le massime
sulPorigine delle tradizioni non scritte, su
Pobligo dosservare come provegnenti da
gli apostoli quelle che sono universalmen
te ricevute, sulla convenienza di praticare
le usanze vigenti nel paese ove ci troviamo.
Un sol passo ne recheremo che fa ai no
stro scopo. Itla quw non scripla sed tra
dila custodimus, quw quidem toto ter
rarum orbe servanlur, danlur inlelligi
vel ab ipsis apostotis vet plenariis con
ciliis, quorum est in Ecclesia saluber
rima auctorilas, commendala alque sta
lula relineri. Ep. Liv ad inquis. Ianuarn,
l. i, c. t, n. l.
Se ipsam facite corriget, odasi s. Ci

M8

Pautorit della tradizione non scritta. Op


pone egli a Giuliano pelagiano P autorit
de padri che scrissero prima del suo tem

po e le d per fondamento gli stessi mo


tivi che noi: Quod invenerunt in Eccle
sia lenuerunt; quod didicerunt docue
runt; quod o patribus acceperunt, hoc
liis tradiderunt. Contra Iulian., l. n,
c. 54. Nella stessa opera, discorrendo del
peccato doriginc, Sed etsi, dice, nulla
ralione indugctu r, nullo scrmone expii
cetur, verum lamen est quod anliquilus

veraci de catholica prwdicalur et cre

dunt per tolum ecclesiam. L. v, c. 5. ritto alessandrino, si labores scrulala fuc


Traltando delPunita del Battesimo , Hoc ril sanctorum patrum qui ab omnibus
facimus, dice, hoc a maioribus tradilum de rectiludine et certiludine dogmalum
accepimus, hoc in catholica ecclesia, quw celebrantur, tum suam recle dem ca:
toto orbe di/fundilur, contra omnes fat plica,bil. Omnes enim quibus inlegrum
silatis nebulas custodimus. De ienil. Bapl. cor est iltorum sentenlias sequi conten
contra Petil., c. 9. Notilc mihi auctori dunt; quia cl ipsi apostolica et evange
tatem obiicere Cypriani ad Baptismi re lica tradilione suam mentem cum im
petilionem, sed tenete nobiscum erem plevissent et ex sacria Scripturis sermo
plum Cypriaui ad unilatis conservatio nem dei recte et cilra reprehensionem
nem. Nondum enim erat diligenter illa traclassent, mundi fuere luminarie,
Baplismi quicstio pertraclala, sed la sermonem vilw continentes, sicut scri
men saluberrimam consueludinem le ptum est. Adv. orient., sive Liber apolo
nebat Ecctcsia ut in ipsis quoque schis get., anath. vm.
malicis cl hrcrclicis corrigere quod pro
Vincenzo di Lrins dimostra nel modo
vum est, non ilcrare quod datum est, pi formale la necessit daccoppiare Pau
sanare quod vulneratum est, non cu torit della tradizione a quella della Scrit
rare quod sanum est. Quam consuetu tura, se conoscer vogliasi la vera fede.
dinem credo ecc apostolica tradilione Swpe magno studio et summa altenlio
venienlem; sicut multo quw non in nc perquirens a quamplurimis sancit
oeniuiitur in litleris eorum neque in late et doctrina prwslantibus viris quo
conciliis posteriorum, et lumen, quia nam modo passim certo quadam et qua
per universam custodiuntur Ecctesiam, si generati ac rcgulari via cathoticw
non nisi ab ipsis tradila et commendata, dei verilalem ab hwreticw pravilalis
credunlur. De Baptismo contra. donat., faisilate discernere, huiusmodi scmper
l. n, c. l. E sul battesimo de bambini: responsum ab omnibus fere relu li, quod
Consueludo matris Ecclesiw in bapti sive ego, sive quis alius vellel ezcsurgen
zandis parvulis nequaquam spernenda tiuin hwrelicorum fraudes deprehende
est neque utlo modo superua depulan re, laqueosque vilarc et in de sana sa
da; nec omnino credendo, nisi apostoli nus atque integer permanere, duplici
ca esset tradilio. De Gen. ad lill., l. x, modo munire dem suam Domino adiu
c. 25, n. 59. Hunc doctisstmum virnm cante deberet: primum scilicet divinae
(HieronymunUsi facile interrogare pos tegis auctorilale, tum deinde ecclesiw
semus, quam multos iitriusque linguw cr1tholicw tradilione. Hic forsilan re
divinarum Scripluraru-m traclatorcs et quirat aliquis: Cum sil perfectiis Scri
christianarum dispulationum scripta pturarum canon, sibiquc ad omnia sa
res commemororet qui non aliud a ma tis superque suf/ciat , quid opus est ut
ioribus acceperunl, non aliud posteris ei ecclesiastica, intettigentiw iungalur

rctiquerunt. De peccat. merilis ct re

auctorilas? Quia, videlicet Scripturam

miss., I. m, c. 6. Nos, dice altrove, idest sacram pro ipsa sua. altiludine non uno
cathotica des, veniens de doctrina apo eodemque sensu universi accipiunl, sed
stolorum, pianlala in nobis, per scriem eiusdem eloquia aliler atque atiler alius
successionis acccpto, sana ad posteros atque atius interprelati"; ul penequal

TR

TR

homines sunl, tot illinc sententiw erui


posse videanturz Aliler namqueillam No
vatianus, aliler Photinus, aliler Sabet
lius.aliler bonatusexponilatiler/lrius,
Eunomtus, Macedonius; aliler Apolli
naris, Priscilliatius, aliler lovinianus
Pelagius, Cwlestius; atiler postremo Ne
storius. Atque idcirco multum necesse
est, propter lantos lam varii erroris an
fractus, ut propheticw et apostolicw in
terprelationis linea secundum ecclesi
stici et catholici sensus normam diriga
tur. ln ipsa ilem catholica ecclesia ma
gnopere curandum est ut id teneamus

ila debes diligentia tua ad profectum

449

dei exhorlari ut nihil te novum docere


demonstres, sed ea omnium insinuare
pectoribus quw venerandw memoriw pa
tres consona prwdicatione docueruntj
cum quibus in omnibus nostra consonat
epistola His autem non solum tuis ver
bis, sed et ipsa prwcedentium exposilio
ne et recitatione monstrandum est, ut
plebs Dei noveril ea sibi prwsenti do
ctrina insinuari quw patres et accepe
runt a prwcedentibus et posteris tradi
derunl. Unde, tectis primiliis prwdicto
rum sacerdotum asscrtionibusi tum de
quod ubique, quod semper, quod ab omni- mum mea scripla recilenturz ut aures
bus credilum est. Hoc est etenim vere delium probant non aliud nos quam
propriaque catholicam quod ipsa vis no quod a maioribus accepimus prwdica
minis ratioque declarat , quw omnia re.... Per omnia igilur et in dei regula
fere universaliler comprehendit. Sed hoc et disciplinw observantia vetuslatis nor
ila demum et, si sequamur universi ma servetur.
Successorea divinorum apostolorum ,
latem, antiquilatem, consensionem. Se
quemur autem universilatem hoc mo ascoltisi Teodoreto, viri hi /uerunhquo
do, si hanc unam dem veram esse fa rum aliqui sacram illorum vocem au
teamur quam tola per orbem terrarum dierunt et admirabili eorum consuetu
con/iletur Ecclesia. Antiquilalem vero dine usi sunt. Plurimi etiam martyrii
ila, si ab his sensibus nullatenus rece coronis ornati sunt. Fas ne ergo tibi vi
damus quos sanctos maiores ac patres detur blasphemam contra eos linguam

nostros celebrasse manifestum est. Con

movereP Diat. l lmmulabilis.Abbiam qui

sensionem quoque ilidemz si, in ipsa ve una langa serie di santi dottori deprimi e
tuslatei omnium vel certe pene omnium pi orenti secoli del cristianesimo e de
sacerdotum pariler et magistrorum de tempi ne quali i nostri avversarii confes
niliones sententiasque sectemur. Com sono fosse pura la nostra fede, che statui
scono in modo chiaro e decisivo Pautorit
monit., c. 1-5.
Nel concitiaboto volgarmente chiamato sacra della tradizione. Ove avessero anti
it latrocinio efesino, Dioscoro, capo delPe veduto Perrore de protestanti su questa
resia eutichiana, invoc a favor della sua materia, non avrebber potuto combatterta

causa Pautorit de santi padri. Tutto it con pi nerbo. - La Luzerne, ivi. miH
a.- Prova. l padri affermarono costan
concitio e i vescovi cattolici al par degli
altri riconobbero tale autorit,dissero ana temente non esser permesso a veruno it
tema a chiunque volesse fare innovazio discostarsi dalla tradizione o dalPinsegna
ne e dichiararono di conservare la fede mento publico e costante della Chiesa:
de santi padri. Era pertanto massima uni dunque n it fecero n potean fartto senza
versalmente confessata cosi dagli eretici suscitar contra s to sdegno de fedeli e
come dai cattolici esser la tradizione una sopratutto de proprii colleghi. A udire i
nostri avversarii, sembra che i padri della
regola di fede.
S. Leone riconosce e pone in sodo con Chiesa sieno stati maestri isolati e senza
molta etoquenza P autorit de ss. padri, relazione di sorta, che potessero imagi
dagli eretici soli contradetta. Ut pielas nare , scrivere , insegnare impunemente
tua, cos egli nella sua lettera cui a Pro quanto toro andava a grado, ovver furbi
terio vescovo dAlessandria, c. 2 e 5, ut che contradicessero ne tor libri ci che
pielas tua cum venerabilium patrum in publico predicavano. Eccesso gli que
prwdicationibus nos concordare cogno sto di preoccupazione e malignit.
u- Eran essi quasi tutti pastori, mae
scat aliquanlas eorum sententias huic
credidi subiiciendas esse sermoni; qui stri duna numerosa greggia: i primi fa.
bus si digneris attendere recensilis, non vellavano ad adunanze di fedeli che avea
aliud nos prwdicare reperies quam quod no avuto per istruttori gli apostoli stessi;
sancti patres nostri toto orbe docuerunt, itor successori eran circondati da un clero
nec quemquam ab illis. nisi solos im e da uomini provetti che avean daiP in
pios hwreticos. discrepare Plebem au fanzia apparato la dottrina cristiana e pa
lem et clerum omnemquc fraternilatem recchi de quali leggeano indubitatamentc

420

TR

la Scrittura. Crederemo noi che nessun di


costoro, alPudir proporsi dal proprio ve
scovo una nuova dottrina, contraria a
quella degli apostoli, si sarebbe levato a
reclamare? Vedremo quanto prima prove
del contrario.
2. Molti tra essi padri combattevano
eretici e opponevan toro la tradizione: se
fosse stata tor favorevole, Pavrebber que
sti pure invocata. Ma nol fecero punto,
e dagli scritti de padri ben veggiamo in
qual maniera que caparbii si difendesse
ro: gli uni dichiaravano di tener gli apo
stoli per idioti, gli altri pretendeano che
i padri ne intendessero tortamente la dot

TR
1. Abuso di termini chtamar fatto
posilivo, prova posiliva it preteso siten

zio de tre primi secoli; la meramente


una prova negativa donde nulla si pu
dedurre. Pochissimi monumenti ci riman
gono di que tempi; non la decima parte
sussiste degli scritti dettati dagli autori
cristiani per quanto durarono le persecu
zioni, come ne fa fede it catatogo degli
scrittori ecclesiastici edelle opere toro. Chi

avrebbe faccia dasserire che in tal mol


titudine di libri ora perduti non siasi mai
fatto ricordo de dommi e degli usi cre

duti e praticati nel IV secoto? Una prova

positiva che se ne partasse Pabbiamo nella


protesta fatta dai padri di quel secoto, i
vanta e traevan fuori libri apocri; quasi quali avean tali scritti fra mano, che non
tutti fondavanoi proprii errori su toso era tor lecito it dipartirsi da ci chera
ci raziocinii. Con tanti nemici alPint0rno, stato insegnato netre secoli addietro. A
sarebbe egli stata agevol cosa Pintrodur petto di tal testimonianza universale e
uniforme qual nerbo pu aver mai una
nuovi dommi insino altora sconosciuti?
s." noto che cosa avvenisse qualun prova meramente negativa?

trina; i pi allegando la Scrittura falsa

que volta alcun vescovo ebbe una si fatta


temerit; non ostante i suoi talenti, it suo
credito, it grado che tenea nella Chiesa,
venne condannato e cacciato dalla propria
sede. Se mai ci ebbe uomini capaci di
mutar la credenza communemente rice
vuta, furon essi un Paoto samosateno, un

2. Nel secoto IV vi eran chiese gi fon


date non pure in tutte le provincie del
Pimpero romano, ma fuori eziandio dei
conni di esso, in Africa lungi dalle coste,
nelPinterno delPArabia, nella Mesopota
mia e nella Persia, presso gli Iberi e gli
Sciti della picciola Tartaria, appo i Goti

Teodoro di Mopsuesta vescovo dH-tntiochia, ed i Sarmati. Ci attestato dagli scrittori


un Nestorio patriarca di Costantinopoli, di quel secoto e dai vescovi di quasi tutte
uomini valenti se altri mai per sapere, per quelle contrade convenuti al concitio di
rtputazione, per autorit; pur, quando sat Nicea nel 525. Or, quelle chiese eran srte
tentarono di dommatizzare, vennero senza ne due secoli precedenti, ed alcune per
un riguardo al mondo condannati. Paoto opera degli apostoli medesimi. Potea forse
fu accusato dal proprio gregge, Nestorio aver luogo collusione tra vescovi di sedi
dal suo clero medesimo; Teodoro avreb cos Pune dalPaltre tontane e diversi co
be incontrata la stessa sorte se non avesse tanto di costumi e di lingua? Qual com
saputo mascherare le proprie opinioni. mune interesse potea indurti ad accogliere
Ove si fossero attenuti fedelmente alla tra dommi opposti a quelli appresi toro da
dizione, si conterebbero forse tra padri fondatori di esse? Ci si dir senza dubio
della Chiesa. Come mai questi, con gli oc esser ci avvenuto insensibitmente e senza
chi sempre de fedeli, de tor colleghi, de addarsene. Ma, oltre che sarebbe assurdo
gli eretici sopra di s, avrebber potuto al it supporre un assonnar generale dal
Pun capo alPaltro del mondo, un muta
terare Pantica credenza?
Lhan fatto, dicono i protestanti, dun mento positivo avvenuto nella dottrina
que it poteano fare; di qual guisa , non predicata publicamente dovea esser sen
monta. Nel secoto IV noi troviam dom sibite, maravigliare le menti, destar Pat
mi universalmente creduti de quali ne tenzione. Dove ebbegli principio? Dove
tre secoli anteriori non sera fatto motto, ne sono i testimonii? ll fatto positivo e
anzi sera insegnato it contrario. Contro certo che qualunque innovazione fece ru
un tal fatto positivo e dimostrato stol more, eccit riclami e censure. Sogno per
tezza allegare di sognate impossibitit. _ ci e stoltezza it fatto contrario dai pro
Quando noi chiediam toro quai sieno co testanti asserito.
testi dommi, ne citano alcuni a caso, senza
5. Tra tuttii secoli non ce nha veruno
accordarsi mai su Pepoca in cui compar in cui pi difcitmente accader potesse un
vero. E posciach, partando di ciascuno di cambiamento nella credenza che nel IV.
tali dommi voluti nuovi, ne abbiam chia Da poi che nel 5l5 fu data la pace alla

rita a suo luogo Pantichit, ci starem qui Chiesa, pi libera e frequente divenne la
paghi di riessioni generali.
communicazione tra le diverse societ cri

TR

TR

stiane disperse; e altora pi agevole riu

deprimi quattro secoli,e ne abbian voltate


parecchie opere in tor lingua. l nestoria
ni rigettano it concitio efesino per essere
stati da esso condannati e sotto pretesto
che it detto concitio introducesse un domma
nuovo quando Nestorio sosteneva Pantica
dottrina; hanno in gran riverenza i libri
di Teodoro mopsuesteno, di Diodoro di
Tarso e di Teodoreto, e questi tre perso
naggi siccome i pi santi padri della Chiesa.
l giacobiti, per contrario, ricevono it con
citio dEfeso e ripudian quelto di Calce
donia, pretendendo aver questo fatto con
tro la dottrina del precedente,eaderiscono

sci it sapere che cosa in quelle differenti


chiese sinsegnasse, e pi manifestamente

si mostr la tradizione. Non mai altres la


cristiana fede ebbe un maggior numero di
nemici che in quei tempo: marcioniti, ma
nichei, novaziani , donatisti , ariani di tre
maniere, montanisti, ec.; i quali nulla per
donavano ai cattolici in fatto sia di dom
mi, sia di culto, sia di disciplina. Era forse
quelto il momento dintrodurre impune

mente alcun che di nuovo? La cosa ol

421

treci ridicola it credere che un domma al


tora solamente abbia avuto principio quan
do ci furono eretici che Pimpugnarono. Ma fortemente agli scritti di s. Ciritto alessan
ci ha un fatto singolare, ed che in nes drino. lfaggravio principale che fanno i
sun tempo si fatic con pi zeto che nese greci scismalici alla chiesa latina si Pa
coli lll e IV a tradurre i Libri Santi, a ver essa aggiunto al concitio di Costanti
ridurti alla intelligenza de fedeli, a spie nopoli la parola Fitioque senza esservi
garti; n mai ci ebbe un maggior numero stata autorizzata da altro concitio genera
derrori: fenomeno rinovatosi, grazie a le. Tutte queste sette orientali hanno rac
protestanti, nel secoto XVI.
colte di canoni de primi concitii intorno
4. ll cominciare dun secoto non can la disciplina e li seguono; la credenza e
cella la memoria del precedente: it IV era pratica toro nulla ritraggono da quelle de
composto duna gran parte della genera protestanti. Perpt. de la foi, t. V, I. vu,
zione srta nel volgere del lll. Veran cos c. z e 2.
tra vescovi come tra fedeli de vecchi i
10.- Prova. Lesempio di questi bastar
quali Pavean visto trapassare pi della potrebbe a dimostrare che la dottrina non
met , assistito a parecchi concitii,n quin pu perpetuarsi in una communione qual
di ignorar potevano ci che insino altora siasi senza it sussidio della tradizione.
era stato insegnato. Molti di toro avean
l. Dicevasi da luterant nella Confes
confessato G. C. nella persecuzione di Dio sione auguslana, art. 21:u Noi non dis
cleziano: avrebber essi tolerato si mutasse prezziamo it consenso della chiesa catto
la dottrina per la quale serano esposti al lica; non abbiamo intenzione dintrodurre
martirio? l vescovi del IV eran toro di in essa santa chiesa verun domma nuovo
scepoli, ed facite it giudicare quanto es e sconosciuto n di sostenere Pempie e se
ser dovesse Paltaccamento di questi alle diziose sentenze dalla cattolica chiesa con
istruzioni di cotanto venerabiti maestri. dannate. n E noto quanto abbian durato in

A dir giusto, perci, era it lll secoto che si fatto linguaggio.


partava, insegnava e scriveva al IV, e cosi
2. Sebben gli anglicani nellatoro con
via via. La demenza it separare la tra fession di fede, c. 2o e 21, rigettino for
dizione di que due secoli. ll magistero malmente la tradizione o P autorit della
della Chiesa un ume maestoso che scor
se e va scorrendo senza interruzione da

Chiesa e dichiarino non poter essa denire

se non ci che insegnasi nella Scrittura ,

gli apostoli insino a noi; ei trapass da un nel piano tuttavia di tor religione, steso
secoto alPaltro senza che le sue acque sin
torbidassero; e se qualche insensati ten
tarono porvi obice, o li trascin nel suo
corso o to svolse per iscorrere altrove.
e.- Prova. l nostri avversarii avrebber
voluto far credere esseritrispelto perlatra

dizione un pregiudizio particolare alla chie


sa romana; dalle sette dewristiant orienta
li , da greci scismatici, da copti, da siri
giacobiti o eutichiani e danestoriani altra
regola di fede non riconoscersi fuor la

Scrittura. una-falsit. Fu dimostrato co


me tutte coteste sette ammettano i decreti

de primi tre concitii ecumenici e profes

Pa. i719, part. i, c. l, professano di rice


ver siccome autentici ossia facenti autorit
i quattro primi concitii e le sentenze de
padri de cinque primi secoli. Gli facite
it trovar la causa di si fatta contradizione.
Nel l5ce, altorch venne compitata la tor
confession di fede, non era stato per anco
predicato it socinianismo in Inghitterra,
ma nel "lo ed anche nel secoto antece
dente vi avea fatto non lieve progresso.
l teotogi anglicani, nelle tor controversie
con que settarii, aveano sperimentato es
sere impossibite it convincerti colla Scrit
tura; conobbero quindi la necessit di ri

sino di seguire la dottrina depadri greci correre alla tradizione per cogliere it vero

422

TR

TR

senso de Libri Santi,quindi si giovarono la prima volta la Scrittura, non pu non


moltissimo delPautorit de padri a spie trovare in ciascun lesto it senso applicatovi
gare i testi onde abusavano i sociniani.
Noi dimandiam toro per che cagione icon
citii e i padri posteriori al secoto V non
sieno pi egualmente autorevoli che i pre
cedenti e perch non ammettansi da toro
tutti i dommi e le consuetudini provate
dalla tradizione de cinque primi secoli.
Onde i lulerani e caivinisti non lasciano di
buttare in viso agli anglicani cotesta in

coerenza, chiamando la religion di questi


ultimi semtpapismo.

5. Se non che n essi pure han potuto

communemente nella sua setta; le opinio


ni onde fu precedentemente imbevuto ten
gono in lui vece deitPinspiraztone delto
Spirito Santo. Ove gli accadesse dinten
derta altramente e di sostenere la pro
pria privata interpretazione, verrebbe egli
scommunicato , proscritto , trattato qua
le eretico. a Cotoro che ci consigliano a
fare indagini, dicea Tertulliano, mirano a
trarci al toro partito. Quando ci sia tor
venuto fatto, erigono in domma e ci pre
scrivono superbamente di credere ci che
alla prima avean nto di sottoporre al
nostro esame. n Direbbesi aver questo pa
dre inteso ritrarre i predicanti della rifor
ma tredici secoli prima che sorgessero.
Unaltra prova della credenza meramente
tradizionale deprotestanti it ripeter che
fanno pur al presente gli argomenti, le
impostare, le calunnie de pretesi riforma

cansarsi da un si fatto impaccio: ogni qual


volta si trovarono alle prese cosociniani,
conobbero come niente si vantaggiassero
col citare la Scrittura a proprii avversa
rii, a cui aveano imparata Parte di beffarsi
di qualunque siasi testo. Quando vollero
allegare it signicato datovi dai padri nel
disputar con gli ariani, fu dimandato toro
se, dopo aver riutato la tradizione, piglia tori, comech le cento volte confutate, e
vanta di bel nuovo per regola di tor fede. Paggiustarvi fede come fosser Vangeto.
u.- Prova. Ammettono al par di noi
Socino istesso conveniva che, sera du0po
consultar la tradizione, bisognava dar vin esser tenuto un ignorante far atti di fede,
ta la causa a cattolici. Ep. ad Radecium. un fanciulto esso pure, tocco che abbia gli
perci dimostrato che, senza cotesta sal anni della ragione: i sociniani non confe
vaguardia, gli eretici abbatterebber ben riscono it battesimo prima di tale et, te
tosto i pi essenziali articoli del cristia nendo essi la fede attuale qual disposizion
nesimo. u Confessiamo, dice it Bayle, non necessaria a quel sacramento. Or, noi non
averci lddio fornito mezzi infallibiti a far sappiamo farci capaci come mai Puno e
nite le controversie che insorgono.... E Paltro fermar possa la sua fede sulla Scrit
forza, secondo il detto di s. Paoto, ci sieno tura. La legga egli o ascolti leggere, ode
eresie, e per la stessa ragione bisogna che sempre una versione, non mai la lingua
tali eresie sussistano. n Hist. de PEgl. , propria degli scrittori sacri: come sa egli
che una tal versione sia esatta? Nessutfal
l. xxn, c. s, S i7.
4." A por ne alle contese srte in Olan tra prova ne ha dalla testimonianza in
da tra gli arminiani e i gomaristi, venne fuori della sua setta; la sempre la tra
da calvinisti convocato nel i8le un sino dizione, ma non quella della chiesa uni
do a Dordrecht, composto di tutte le chiese versale, anzi -la contraria ad essa. Gli
riformate, alto scopo di denire a pluralit questo it caso nondimeno in cui si sono
di voci qual dottrina si avesse a seguire trovati i sette ottavi di cotoro che abbrac
e che senso dare ai testi scritturali che da ciarono da principio it protestantismo;
ciascun partito adduceansi a proprio fa erano una turba dignoranti condotti alla
vore: fu questo un aperto confessare la cieca da predicanti della riforma.
il Bossuet nella sua conferenza col mi
necessit della tradizione per ben inten
nistro Claudio dimostr che un protestante
dere la sacra Scrittura.
5. Per tal maniera, dopo avere alta non intende pur s stesso altorch dice re
mente spregiata la tradizione della chiesa citando it simboto: Credo la. sanla chiesa
universale, i protestanti si posero sotto it cattolica. Se intende per essa la setta par
giogo della tradizion particolare di tor set ticolare in cui nato, errae vi crede senza
ta; a partar propriamente, la questa Pu motivo ragionevole. Se, come la maggior
nica toro scorta. Infatti, prima di leggere parte, intende Punione di tutti cotoro che
la Scrittura, un protestante, vuoi luterano credono in Dio e in G. C., si contradice al
o anglicano o calvinista, ha gi la propria torquando proferisce le parole: Credo la
credenza belPe formata dal catechismo po communione de santi, perciocch, it ri
stogli in mano da fanciulto, dalle istruzioni peliamo, non pu darsi communione tra
de proprii genitori e ministri, dai discorsi cotoro che la medesima credenza non han

che gli vengon di continuo uditi. Aprendo no. Aitart. Fama, analizzando la fede dun

TR

TR

423

cattolico idiota o bambino, abbiam fatto ve di quella degli apostoli, della lnspiraztone
dere comabbia egli motivo saldissimo di de Libri Santi, fuor che per via della ra
credere alla chiesa cattolica.
gione: ad essa dunque pur spetta it gin
12. Prova. La serie degli errori pro dicare se vera sia o falsa la dottrina da
dotti dal metodo de protestanti to chia essi libri insegnata: non punto pi ar
risce falso; per esso non pur sorsero le dua impresa it dar questo giudizio che il
tante sette in cui son divisi, ma si va in vedere se divina oppure umana sia tor
via dritta al deismo e alla incredulit. E missione, se i detti libri sieno o no inspi
vaglia it vero, a ne di scemar credito alla rati. Il perch i deisti ebbero impugnato
tradizione, i protestanti si gittarono a ca la Scrittura sacra in generale con gli stessi
lunniare it peggio che tor venne fatto i argomenti fatti da protestanti contro al
padri della Chiesa, ne impugnarono la ca cuni libri che espunsero dal canone.
pacit, it sapere, la buona fede. Pure i
Alla voce Ennons abbiam fatto vedere
pi antichi depadri eran discepoli imme quanti ne sieno scaturiti Pun dalPaltro su
diati degli apostoli: come avere in alto ciascuna delle controversie dibattute trai
concetto maestri che formarono allievi di protestanti e noi: e tutti vennero dalla
tal fatta e se li elessero a successori? pertinacia in rigettar la tradizione. Da poi
Laonde i protestanti partarono degli uni che i protestanti ebber posto per princi
a un dipresso come degli altri. Se gli apo pio doversi da noi quelto soltanto credere
stoli stessi, dicono, andaron soggetti ad che troviamo espressamente e formalmen
errori e debolezze, che maraviglia ne po te rivelato nella Scrittura, e alla ragione
tessero avere i tor pi zelanti discepoli? spettare it determinarne it vero senso, l
Barbeyrae, Tratte de la morale des p sociniani tosto ne trassero questa itlazio
res, c. a, S so; Chitlingworth, La reli ne: - Dunque non dobbiam tenere per

gion prateslante, voie assure du sa rivelato se non ci che conforme alla


lut, ec. egli oltreci credibite che G. C. ragione -; ei deisti : -- Dunque basta la
abbia vegliato sulla propria chiesa mentre ragione per conoscere la verit, n ci bi
lasciolla cadere in man di pastori tali da sogno di rivelazione. l nostri avversarii ci risponderan senza
traviarta?
Ognun vede quali armi abbian dato in dubio non ci esser principio si inconcusso
di cui non si possa abusare e cavar false
conseguenze. Sia: doveasi adunque comin
ciare dalPesaminare se it principio toro era
inconcusso: ma eglino Pebber posto senza
n and guari che osarono assalirne G. C. prevedere ove li condurrebbe. Or, noi ab
medesimo. Altorch domandavano se sia biam dimostrato comesso sia non pur sog
possibite che uomini quai furono Lutero, getto pi che mai a disputazione ma as
Calvino ed altri si fatti, trascinati dalle solutamente falso e distruttivo del cristia
pi violente passioni e usciti in errori on nesimo.
de i tor seguaci al presente arrossiscono,
Nediversi articoli relativi alla presente
fossero suscitati da Dio a riformare la Chie questione abbiam risposto alle principali
sa, i protestanti, anzi che starsene muti, difcolt mosse dai protestanti; la maniera
risposero gli stessi fondatori e propaga per con che si contennero per iscredi
tori del cristianesimo non essere andati tare i testimonii della tradizione degna
di esser particolarmente esaminata.
esenti da errori e debolezze.
Il Le Clere, Hist. eccles., sec. ll, a. 10i,
Quando noi diciamo dovere un fedele
usar della propria ragione a conoscere qual comincia dalPosservare che alPepoca della
sia la vera chiesa e ponderar le prove del morte degli apostoli si entra in tempi ne
Pinfallibitit di essa, ma, conosciuta che quali non si pu tutto approvare quel che
Pabbia, sottomettersi a quelPautorit, stol fu detto e fatto; che ci nonostante lddio
to procedere rispondono esser questo, e ha vegliato sulla sua Chiesa e impedito ve
arrogarci noi it diritto dinsegnare ogni nisse mutata la sostanza del cristianesimo.
maniera derrori senza che ci sia permesso Gli apostoli, dicegli, a tre sorgenti avea
Pesaminare se ammetter si debbano ovver no attinto tor cognizioni: nelibri originali
rigettare; non esser pi malagevole alla delPantico Testamento, nelle istruzioni di
ragione it giudicare qual sia la vera dot G. C., in rivelazioni immediate: to Spirito
trina che it discernere qual sia la vera Santo era ad essi maestro dogni verit,
chiesa. Altro argomento di trionfo pei dei e i doni miracotosi di lui ne eran la pro
sti; Stando a voi, dissero questi, non pos va; vantaggi che non ebberoi tor suc
siam noi giudicare della missione di G. C., cessori. Questi erano Giudei ellenisti o
mano ai deisti cotalitemerarie accuse; non
omisero questi di volgere a danno degli apo
stoli le obiezioni stesse daprotestanti mos
se contro la persona e gli scritti depadri,

4 24

TR

TR

2.i Posclach i miracoli operati dagli


spesso in abbagli. Credettero che i Settan apostoli chiarivanti inspirati dalto Spirito
ta fossero stati inspirati da Dio e non co Santo, dimandiamo perch i miracoli fatti

Greci: nonintendendo Yebralco, diedero

nobbero che quegli interpreti malissimo


sovente tradussero it sacro testo. Non per
altro gli apostoli citarono quella versione
se non per adattarsial bisogno de Giudei
ellenisti, i quali ignoravano Pebraica lin
gua. Dal che ritevasi i padri greci essere
stati cattivi interpreti della Scrittura, e
pi i latini, i quali non aveano che una

nel Il e lll secoto da alcuni fedeli e dai


pastori non provassero esser eglino pure
pieni del Santo Spirito, quantunque non
Pavessero ricevuto colla stessa pienezza
che gli apostoli. G. C. non avea promesso

a questi to Spirilo di veril per tor soli


n per un dato tempo, ma per sempre.
lo. xiv, IB, i7, 25. Io ho eletto voi, avea

cattiva versione, fatta su quella de Set detto toro, xv, le , e vi ho destinati che
andiate e facciate frutto, e il frutto vostro
tanta.
Altra scaturigine derrori furono certe
tradizioni ricevute a voce dagli apostoli,
come la credenza che G. C. sia vissuto ol
tre agli anni quaranta, it suo futuro regno
di mitle anni, it tempo della celebrazion
della pasqua, ec.
Affezionati comerano alla tosoa pla
tonica, tentavano di concitiarne i dommi

sia. durevole. Questo frutto per, a parer


del nostro ragionatore, fu sol passaggero,
prese tosto a venir meno dopo la morte
degli apostoli.

5. Se quanto egli dice vero, vero non


altrimenti che lddio abbia mantenuto sana
e salva la sostanza del cristianesimo. Non
ammettendosi dal Le Clere, sociniano ma

con quelli del cristianesimo: perci adat scherato, n la creazione n la Trinit n


tarono la Trinit cristiana a quella di Pla
tone, credettero lddio e gli angioli aves
ser corpo. lgnari della dialettica e delParte
critica, uscirono spesso in falsi raziocinii,
ammisero per veri parecchi scritti suppo
sti. Per la smania di condurre i pagani alla
fede cristiana, saccostarono non di rado
alle opinioni del volgo, pigliarono nel sen

Pincarnazione ne. la redenzione nel senso


proprio n la trasmissione del peccato ori

ginale n Peternit delle pene delPinfer

no, ec., a niente quasi si riduce la so


stanza del suo cristianesimo: Punit di Dio,
Pimmortalit delPanima, la futura beati
tudine de giusti, la missione di G. C., la
sufcienza della Scrittura interpretata a
so pi commune vocaboli che negli scritti modo suo, ecco tutto it suo simboto. Ora,
degli apostoli avean senso al tutto diver lddio non ne ha serbati puri tutti gli ar
so, come quelto di misteri partando de ticoli nel secoto ll; perocch si cominci
sacramenti e quelto Po/feriti od ablazio in esso ad insegnare la trinit delle Per
ne per indicare PEucaristia.
sone in Dio, la necessit della tradizione,
Di qui molti e molti dommi che non son it culto de martiri, ec., ec., errori tutti
nel nuovo Testamento: ma perch le eran distruttivi del cristianesimo sociniano.
Non contenderemo noi gi alPipercrilico
sottigliezze dal popoto non intese, ci ebber
costumi pi puri e una religion pi sana aver gli apostoli ricevuto in un col dono
che non eran quelli di cotoro chavean delle lingue la facolt di capire e partare
P incarico dinsegnarta.
Pantico ebraico. Una tal cognizione era tor
Chiude it Le Clero questa perda spo necessaria a n di convincere l dottori
sizione, tra sociniana e calvinistica, di ebrei, i quali avrebbero potuto contrapor
cendo che la sincerit voluta nelto storico toro gli oracoli della Scrittura secondo il
it costringe a s latte dichiarazioni. Ma tale testo originale. Se non che in tal caso gli

sincerit non altro che una maliziosa apostoli apparivan pi colpevoli agli oc
ipocrisia che si convien smascherare.
1. Questo ritratto de padri del ll se
coto ben diverso da quelto delineatoci
dal Beausobre col porre in giusta luce Pin
telligenza, Pabitit, la savia critica onde
procedettero essi padri a n di sceverare
dagli apocri i libri autentici della Scrit
tura sacra. V. pi sopra la s.- prova. Non
pose mente it Le Clero che, vitipendendo
le qualit e it carattere personale di que
sti testimonii, veniva a tor nerbo alla cer
tezza del giudizio toro sul canone de Libri
Santi. Ma it miscredente non ha quasi mai
altra guida che P interesse del momento.

chi del Le Clerc e suoi pari. Convinti della

necessit di conoscer Pidioma ebraico, gli


apostoli non ingiunsero a nessuno iTimpa
rartto; e sapendo quanto imperfetta fosse
la version de Settanta, non commisero a

persona it farne una migliore; col giovarsi


di essa vennero a concitiarte una rive
renza che altramente non le si sarebbe
avuto. Se han fatto bene ad acconciarsi in

tal guisa al bisogno degli ellenisti, perch


mai i discepoli degli apostoli fecero male
nel secoto il a seguir Pesempio di questi?
4. Ci si adducono enfaticamente le se
guenti parole dalPapostoto s. Paoto a Timo

TR

TR

425

teo, n ep. m, 1n, I 7: Attienti a quello che tre i quoranPanni , e appoggiava questa
hai apparato e a quello che ti slato af/i sua opinione sul Vangeto, Io. viII, 57; i
dato, sapendo da chi tu abbi imparato, mitlenarti iondavan la toro su PApocalisse,
e che dalla fanciullezza apprendesti le e i quartodecimani potean valersi del del
sacre lettere, le quali possono istruirti to di G. G., Luc. xxn, lo: Di quesla pa
a salute, mediante la fede che in Cri squa non ne manger pi /ino a lanto
sto Ges. Tutla la Scriltura divinamen civetla sia adempila nel regno di Dio.
le inspirala utile a insegnare, a re Ei Pav'ea mangiata it di quattordicesimo
darguire, a correggere, a formare alla della luna di marzo. Quando un protestan

giustizia, afnch perfetto sia Vuomo di te ci viene a dire: Or date fede alle tra
Dio, disposto ad ogni opera buona. Ma dizioni, un deista pu dir egualmente: Or
non si bada che Timoteo, nato in Licao datevi della Scrittura, della quale si
nia da padre gentite, allevato da madre e fatto sostegno a quanti dar si ponno errori.
da avola ebree, non avea potuto leggere la
7. Se i padri del Il secoto erano in
Scrittura se non se nella versione de Set generale ignoranti, creduli, cattivi ragio
tanta: pur ci bastava, secondo s. Paoto, natort, incapaci dintendere e interpretar
per procacciargli la scienza della salute , la Scrittura, ben malamente vennero in
per mettertto in grado dinsegnare, per iar spirati gli apostoli a scegiier uomini tali
di lui un pastore perfetto: e come ci non per tor successori: non ce navea forse

era pi bastevole ai padri del Il secoto? di meglio atti alPuopo? Ben altra idea
Altro mistero

ce ne porge s. Ireneo, Contra han, l. m,

Diciamoto francamente: se altora fosse c. 5, n. 1, che dovea pur conoscerti, aven


uscita una nuova version greca del vec do fatto vita con essi. Conviene per it
chio Testamento, i Giudei ellenisti Pavreb
ber rigettata per la riputazione in che te
neano quella de Settanta e per essere av
vezzi a legger questa; sarebbe stata so
spetta amedesimi gentiti convertiti quan
do avesser saputo esservene altra pi an
tica. Ci appunto avvenne nel secoto IV,

Le Clere, n. aa, avere it cristianesimo pro


gredito non poco in quel secoto per pro
digii tuttora operati da discepoli degli apo

stoli, per la confutazione degli errori pa


ganeschi, per la fermezza de martiri, per

la vita itlibata de cristiani. Ma come? Si


giov lddio di tali mezzi sovrumani a ne

altorch s. Girolamo saccinse a dare una di propagare una dottrina che gi sandava
nuova version latina condotta sulPebraico.
s.i Almeno i padri greci del li e del lll
secoto intendeano it testo greco del nuovo
Testamento, ed a presumere che di que
sto iacesser lettura pi che delPantico.
Come mai tal lettura non li ebbe scaltriti
su gli errori che attingeano nellatraduzion
fatta dai Settanta? Da parecchi protestanti
fu detto che, quando ci rimanesse non pi
che Pevangelio di s. Matteo, basterebbe
esso a fondamento di nostra fede: la ben
maraviglia che Pintero nuovo Testamento
non sia valso a preservar da ogni errore
i discepoli degli apostoli e tor successori.
6." Se stiamo a protestanti, s. Paoto ha

commesso altresi grave errore col raccom


mandare a fedeli di custodir la tradizio
ne; dovea per opposto proibir toro di far
ne conto per essere stata una fonte ine

sauribite derrori. Quale per delle false


tradizioni accennate dal Le Clerc pass in
dottrina della Chiesa e venne generalmen

teadottata? Perocch qui sta it punto della


questione.
tradizione
due padri
mento dei

Non si credette mai dappeitar


Popiuion particolare duno o
della Chiesa, sibbene it senti
pi, confermato e reso perenne

guastando e i cui errori sarebbersi au

mentati pel corso di quindici interi secoli?


Stolta del pari che empia supposizione.
Finalmente ci dica di grazia it Le Clerc
dove i fedeli del secoto Il, ammaestrati
da pastori di quel tempo, avessero attinto
costumi pi puri e una religione pi santa
che que di cotoro cherano incaricati dii
struirti: forse nel testo ebraico della Scrit

tura? Staremmo per credere che it Le Clerc


delirasse quando scriveva si fatte inezie.

N di pi senno diede segno it lliosemio as


serendo che i cristiani fossero imbevuli di
non pochi errori, provegnenti altri dagli
Ebrei, altri da pagani; dal che inferisee
non doversi credere che unopinione ap
partenga alla dottrina cristiana per aver
dominato insin dal primo secoto e al tem
po degli apostoli. Novera egli tra gli er
rori giudaici la credenza della prossima
ne del mondo. A pagani attribuisce ci
che credeasi intorno ai genti buoni o cat
tivi, agli spettri e fantasmi, alto stato de
gli estinti, alPefitcacia del digiuno per al
tontanare gli spiriti maligni, al numero
de cieli, ec., ec. Di tutte queste cose, di
cegli, non ci ha verbo negli scritti degli

pel magistero della Chiesa. S. Ireneo fu it apostoli; prova della necessit iPaitenerci
soto a credere che G. C. fosse vissuto ol
Bsaelen. Vol. VI.

alla Scrittura anzi che alle istruzioni di


16

426

TR

TR

qualche dottore, per antico che sia. Instil. quella che sentenzi tra le diverse inter
pretazioni quali fosser le vere, quali le
hist. christ., c. 5, S i7.
Avea egli it nostro critico fatta ries false. Studiansi di far gabbo dicendo dat
sione inanz scrivere? l. S egli intende tenersi alla Scrittura: la Scrittura, tornia
dir puramente che tra primitivi cristiani mo a dire, e Pinterprelazione di essa non
vebbe de privati che tennero delle opi son tutPuno.
nioni giudaiche o paganesche non opposte
s. Il Mosemio stesso, confutando it sl
a verun domma del cristianesimomon con stema erroneo dun autor moderno sul mi
trasterem punto: nulla ne cale di sapere stero della ss. Trinit, gli oppone il si
come la pensasse ciascun individuo con lenzio delVantichil. Dissert. in hist.
vertito dagli apostoli o dator successori. eccles., t. Il. Se la testimonianza degli an
Se vuole che tali opinioni indifferenti sie tichi non fa autorit, tanto meno it tor si
no state diffuse a segno di formar tradi lenzio. Ci ha di pi: questo critico, nel
zione ira dottori cristiani, neghiamo asso confutare Popera del Tolando intitolata
Nazarenus, condanna in generale la mala
lutamente it supposto.
2." Quando questo fosse vero e gli apo fede di cotoro i quali, a n di liberarsi del
stoli non si fosser applicati a confutar tali la testimonianza de padri, cominciano col
errori, ne sarebbero essi risponsabiti, a Pimputar toro errori, infedelt, ignoran
lor dovrebbesi darne colpa. Onde gli in za, ec.; dice che, seguendo un s fatto me
creduli ascrissero agli apostoli stessi gli todo, nulla pi rimane di certo nella"sto
errori tutti di cui it Mosemio vuol fare ag ria, ed appunto quelto da lui adottato in
gravio a primitivi cristiani, e pretesero tutte le sue opere. Vindiciw anliquw
trovarti negli scritti del Testamento nuo christianorum disciplinn}, elc., sez. i,
vo. Aflermarono la prossima ne del mon c. 5, S s.
do essere insegnata da G. C. Matth. xxiv,
4. Non si pu perdonare alto stesso cri
54, da s. Paoto I Thess. iv, l4, da s. Pie tico Pimpugnare che fa su di semplici pro
tro u ep. ui, o et seqqu- la venuta e it babitit quel che leggiam negli antichi in
regno delPanticristo predetti n Thess. n, torno alPinnocenza e itlibata vita de pri
s, i 10. u, I8; it regno mitlenario pro mitivi cristiani: la cosa confessata da
messo, Apoc. xx, 6 et seqq. , n Petr. ui, non pochi autori pagani, e it Le Clero la
15. Del fuoco puricante, part s. Pao pone tra le cause che concorsero alPallar
to, l Cor. Ini, H5, e s. Pietro," ep. iu, 7, gamento del cristianesimo nel secoto II.
1o. La distinzione tra i buoni e i cattivi Il Mosemio dice che, prestandovi fede, ci
angeli chiaramente insegnata ne libri esponiamo alle beffe demiscredenti. Egli
tanto dellhmtico che del nuovo Testamen si che fa segno la nostra religione a sar
to; delle tendenze degli angeli cattivi si fe casmi de nemici di essa, tentando mostra
giudizio per quel che se ne dice nel libro re che inn dalPorigine la fu un caos der
di Tobia, iv, 6, vi, a, etc. Si fa menzione rori derivati dagli Ebrei e da pagani.

de fantasmi in s. Matteo, xiv, 2a, e in


Di poca sincerit diede egli prova par
5. Luca, xxiv, 57. Si ragion sulla storia lando della regola di fede della romana
detrapassati per la parabola del ricco
malvagio, Luc. xvi, 22, per un passo di
s. Pietro, i ep. ui, lo, e per quel che dice
s. Paoto della risurrezione avvenire. Lef

chiesa. I dottori di questa, dic egli , pre


tendono unanimemente trovarsi essa nella
parola di Dio scritta e non scritta o, in
altri termini, nella Scrittura e nella tra
acia del digiuno fondata sulPesempio dizione; ma non saccordan tra toro per
di G. C., del Battista, degli apostoli e de sapere chi abbia dritto dinterpretare Pun
profeti; del terzo cieto fatto parola nella oracoto e Paltro. Chi pretende spetti al
u a Corintii, xu, a, 4.
papa, chi al concitio generale; intanto i

Comech in queste opinioni ce nabbia vescovi e i dottori hanno facolt di consul


di vere, di false e dubie, sdiamo i pro
testanti a confutarte colla Scrittura sola.
Laverte gli antichi padri, che seguirono
queste o quelle, attinte alla Scrittura e
non altrove n prova it citar che fanno
questa e non altri libri. La smania che

tare le sacre sorgenti della Scrittura e della


tradizione e trarne regole di fede e costu
mi per s e pel proprio gregge. Siccome

per non verr forse mai un giudice che

concitii le due sentenze, sperar non pos


siamo di conoscere al vero le dottrine della
hanno i nostri avversarii si dattribuire chiesa romana n di veder quella religione
tutti gli errori alle false tradizioni; noi pigliare una forma stabite e permanente.
sosteniamo che, quando ve nebbe, pro Hist. eccles., sec. XVI, sez. m , part. i ,
vennero essi dalle false interpretazioni c. t, S 22. Theses de oalid. ordinat. an

della Scrittura e che la sola tradizione fu glic., c. 5, S 5 e segg.

TR
Cl si svela qui apertissimamente la scal
trezza delPeresia.

TR

427

costumi delta quale possa sorger dubio se

sia stata o no accettata?

I . Nessun cattolico neg mai che la de

u Noi piuttosto siam ridotti ormai a


nizione dun concitio generale circa it non sapere qual sia la credenza di ciascu
senso della Scrittura e della tradizione in na setta protestante: ogni privato in esse
fatto di dottrina e costume sia una regola ha dritto diutenderc la Scrittura come gli
di fede inviolabite: it perch le denizio aggrada; purch non meni rumore, nes
ni tutte quante del Tridentino su questi suno tenuto conformarsi alla confession
due capi son ricevute senza contrasto da di fede della propria setta; tutte cangia
ogni cattolico , e chiunque osasse impu rono pi duna ata di confessione e pos
gnarte incorrerebbe condanna deretico. Su sono pur cangiare tultavia.i\oi perci pos
tutti questi punti adunque possono i pro siamo a ragione affermare che la religion
testanti andar certi di conoscere al vero toro non avr mai forma stabite e per
la dottrina della chiesa romana. V. Pesaro manente: elleno sussistono unicamente per
(CoNCILIo m). Nel simboto che trovasi inan la rivalit che regna fra toro e per Podio
zi a quel sinodo, qual domma ci ha egli che tutte quante han giurato alla chiesa
sul quale un protestante possa ignorare romana. Stabite e permanente dagli apo

quelto che noi crediamo? Bossuet, Bpon stoli in poi la forma della nostra: i va
se un mmcire de Leibnilz touclumt rii concitii tenuti ne diversi secoli sol
le concile de Trenta; Espril de Leib

quelto denirono che gi prima si crede


va; non istabitirono nuovi dommi, giacch
a) Ogni teotogo cattolico confessa che tutti professano di starsene alla tradizio
una denizione del sommo pontece in fat ne, regola invariabite che assecura la per
to di fede e di costume, indiritta alPintera petuit e stabitit della nostra religione
Chiesa, ricevuta da tutti i vescovi o dai insino alla consummazione de secoli.
pi, sia per accettazion formale, sia con
ll Basnagio nella sua Storia della Chie
assoluto sitenzio, ha la stessa autorit che sa, l. ix, c. 5-7, fe una specie di trattato
se fosse recata in un concitio generale; diffuso e intralciato al sommo contro Fau
perch it consenso de pastori della Chiesa torit della tradizione; pretende egli che
sparsi nelle tor sedi non ha men forza che la Chiesa ammettesse tradizioni soltanto
se fossero in un congregati e costituisce in materia di fatti, consuetudini e prati
del pari tradizione, n altra differenza ci che: noi abbiam provato it contrario e
passa se non che nel primo caso un tale fatto vedere che anco in materia di dot
consenso men solenne e men pronta trina la tradizione si riduce a un fatto sen
mente conosciuto che nel secondo. in vir sibite, strepitoso e publico.
t del suo carattere e del giuramento da
Ci viene opponendo non pochi padri
s fatto dlnsegnare e difender la fede cat della Chiesa, particolarmente s. Ireneo e
tolica, ogni vescovo obligato in solido Tertulliano; noi abbiam dimostrato come
riclamare contro una denizion ponticia gli non nabbia clto it senso. Ne allega al
che gli paresse erronea. Semiprotestanti tri i quali dicono, come s. Ciritto gerosoli
furono que teotogi che negarono questi mitano, Catech. iv, partando delto Spirito
principii e vengono dalla Chiesa riguar Santo, nulla doversi spiegare circa i nostri
dati siccome eretici. Ci compresero si divini misteri senza provartto colPautorit
bene i protestanti che, dopo le ultime de della Scrittura. Quel padre diceva anzi
nizioni de papi sulle materie della gra non volersi creder tampoco quel che di
zia, non cessarono di dire che la chiesa ceva egli stesso ove nol provasse colle
nilz, t. Il.

romana professa altamente il pelagianesi

Scritture alla mano; ci diceva a ragione,

mo: pur quelle denizioni non furono al


trimenti date in un concitio generale.
s. Nulla monta it sapere se ci sian dot

e noi pure siam dei suo avviso. Favellan


do egli a fedeli dociti, era certo che non
avrebbero impugnato it senso da s dato
alle parole scritturali. Ma aveva avuto a
uditori de seguaci di Macedonia, che ne
gavano la divinit delto Spirito Santo, i
quali avrebber quistionato sul senso di
tutti i passi, gliene avrebbero opposti de
gli altri, cc.; e come navrebbe chiarito it
vero senso fuor che colla tradizione? Egli
stesso raccommanda ai fedeli di custodir
getosamente la dottrina ricevuta per tra
dizione; li avverte che quatora sentan de

tori cattolici che portin pi oltre la po


dest del pontece e sostengano la deni
zion sua aver forza di legge, ancorch non
accettata: cotesti dottori sono egualmente
sommessi a una decisione accettata e a
quella dun concitio generale, non van me
no persuasi della necessit di consultar la
Scrittura e la tradizione de secoli andati.

Vha egli al presente denizione alcuna


de papi in materia vuoi di fede vuoi. di

TR

-1 28
TB
dubli, verran di leggiert sedotfi dagli ere

dizione supplito sempre al sitenzio o al

tici. Catech. v.

Poscurit della Scrittura.

Lattanzio, Divin. instiL, I. vi, c. 21 ,


argomenta contro i pagani che non facean
verun conto delle nostre Scritture perch
non vi trovavano Parte e Petoquenza de
tor poeti ed oratori. Num igitur Deus,
eccone le parole, et menti; et vocia et

Piglia a confutare la regola data da Vin


cenzo Iirinese, doversi cio tener per vero
quelto che fu sempre creduto dapertutto;
esser duopo consultare Pantichlt, Puni

lingua artifex, diserle loqui non po


test? Imo vero summa providentia ca
rere fuco voluil ea quw divina sunl, u!
omnes intelligerent qum ipse omnibus

loquebalur. l protestanti menan trionfo


di questo passo. Ma la semplicit delto
stit scritturale rende ella intelligibiti a

chi che sia le verit nelle Sacre Pagine


insegnate? Se ci vero, a che tanto

versalit e it consentimento di tutti i dot


tori: Quod ubique, quod semper, quod
ab omnibus credilum est.m Sequamur
universilalem, antiquilatem, consensio
nem. Commonit., c. 2. Il Basnagio vi op
pone l. che se shanno a noverar fradot
tori gli apostoli e i toro discepoli, bisogna
inn tornare a consultarne gli scritti. Chi
ne dubita? il punto sta se, quando taciono
o non si spiegano bastuntemente chiaro,
non sabbia a seguire it sentimento dico
toro che ad essi son succeduti e non altro
dichiarano dnsegnare da quelto che han
no appreso da que primi fondatori del
cristianesimo. Noi con Vincenzo Iirinese

contendere sui passi anche pi chiari? A


che tauti commentarii e note e spiegazio
ni presso i protestanti stessi? Il primo ver
setto del Genesi porse materia esso soto
a interi volumi; eppure i sociniani ne im asseriamo che si, e Pabbiam dimostrato.
2. Dice non potersi mai conoscere il
pugnano tuttavia it senso. Queste poche

parole di G. C. - Questo il mio corpo, sentimento delP universalit de dottori ;


questo il mio sangue - vengono intesa perocch quelli che scrissero non son la
da protestanti in tre signicati diversi. mitlesima parte di que che avrebber po
Lattanzio non dovea far altro che giusti tuto scrivere e i quali signora come la
care la semplicit delto stit scritturale; sentissero. Rispondiamo in primo luogo
non entr nella questione se tutti potes che, quando un concitio generale ha par
sero saper Pebraico, accertarsi dalla fe lato, non pu pi aversi dubio che la cre
delt della versione, cogliere it vero sen denza non sia universale. In secondo luo
so di tutti l passi sostanziali senza correr go, che cotoro i quali non iscrissero pen
rischio derrare. lndarno ci si verr ripe savano come quelli che lasciarono scritti,

tendo: Non pu forse lddio partare? Pu certamente, perocch ha partato; ma,


torniamo a dire, non ha egli cangiato n
Pindole del linguaggio umano n la capric
ciosit della mente delP uomo: agli uni
part in ebraico, agli altri in greco; dun
que ha voluto ci fossero interpreti pei po

giacch non fecer riclamo di sorta. Ogni


qual volta un vescovo o un dottore si fu
scostato dalla sentenza generale de pro
prit colleghi venne accusato e condannato
o tuttor vivo o dopo morte: la storia ec
clesiastica ne somministra esempi a cen
tinaia.

poli che non intendono n Puno n Paltro

s. obietta, tra cotoro i quali scrissero,

idioma. Soto interprete infallibite la Chie


sa, qualunque altro sospetto e sottopo
sto ad errare.
Osserva it Basnagio che i padri valeansi
contro gli eretici delPargomento negativo
e apponevan toro it sitenzio della Scrittu
ra nelle dispute, ma che questi ritorce
vanto contro i padri. Pone da nove o dieci
regole per discernere i casi ne quali it
detto argomento fa forza oppure nulto.
Non servendo cotali pretese regole fuor
che a imbrogliar la questione, ci conten
tiam di osservare che esso argomento avea

due o tre soli spesso esserci stati che ab


bian trattato una questione,ed averne par
lato eziandio in modi oscuri; ove avesser

fatto autorit, gli eretici ne avrebber p0

tuto citare essi pure; alla n ne que


pochi esser possibite siensi ingannati. Re
plichiamo che, quando tre o quattro dot
tori accreditati, tontani tatora le centinaia
di miglia Pun datPaltro, si sieno espressi
identicamente intorno a un domma senza
destar riclami da nessun lato, si ha la
certezza che gli altri tutti consentisser con
toro. Ciascun vescovo, ciascun pastore si
forza contro gli eretici i quali appellavan tenne sempre solidamente obligato a ve
sempre alla Scrittura, come fanno tutta gliare sul deposito della fede, a levar la
via i protestanti, n potean citare nessuna voce contro chiunque sattentasse porvi
tradizione certa in favor toro, ma non fa mano, ad altontanar dal proprio gregge
prova di sorta contro i padri n contro i qualsia pericoto d errore; di ci avean
cattolici, per aver presso di questi la tra espresso commando dagli apostoli ed esem

TR

TR

429

pio. 1 protestanti oggidi reputan toro a Che it Basnagio e suoi pari dian taccia di
colpa un si fatto zeto attento e preveg semipelagianesimo a Vincenzo di Lrins
gente; dicono che i padri eran uomini in non ci fa maraviglia; non trover questi
quieti, sospettosi, getosi, accattabrighe, mai appo toro perdono delPavere con sin
presti sempre a lassar deretieo chiunque golare chiarezza,nerbo e sagacia dimostra
dissentisse da toro. Tanto meglio, possiamo ta Pautorit della tradizione: ben reca stu
risponder toro: ci fa viepi certa la tradi pore e non lieve che teotogi i quali si van
zione, non avendo potuto insorger nessun tan cattolici rincalzino cotale accusa e non
ne scorgano le conseguenze. ll tin qui det
errore impunemente.
Quindi pure consguita non aver gli ere to ne par basti a chiarire come i nostri
tici potuto mai citar dottori i quali pen avversarii, impugnando la tradizione, non
sasser comessi senza che eccitasser ru abbian tampoco compreso it vero stato
more e venissero notati. Laver ciascun de della questione.
TRADUCIANI. Cosi da petagiani veni
dottori cattolici potuto cadere in inganno
non fa nulla alla questione; che non vi vano per beffa denominati i cattolici per
sien caduti ne accerta it non esser eglino [asserire che questi iaceano che it peccato
stati disapprovati e censurati. Qual tra"originale trapassa e si communica dapa

dottori meritava pi riguardo di Origene? dri agliuoli, traducilur, e perch molti,


Pur, non che passargli verun errore, neppure de suoi dubii gli venne fatto grazia,
Chiunque di toro perci avesse partato in
termini oscuri sarebbe stato costretto a
spiegarsi.
Falsissimo che s. Agostino,come ne vien
dicendo it Basnagio, desse la stessa rispo
sta che lui a semipelagiani che adduceano

a n di capire di qual modo avvenisse co


tale communicazione, aveano creduto che
Panima dun iigliuoto emani da quella del
padre e nasca cx traduce. S. Agostino

pend lungo tempo per s fatta opinione,


come quella che pareagli la pi commoda
a spiegare la trasmissione o trasfusione

della colpa dorigine; non Pabbracci per


in proprio favore it sentimento de padri mai positivamente, sembra anzi averta ab
antichi. Il santo dottore dichiar costan bandonata nella sua ultima opera contro

temente comegli seguisse la dottrina de i pelagiani.


Ognun vede come atorto esigessero que
padri che Pavean preceduto e to prova
citandone le opere. Altorch s. Prospero sti eretici si spiegasse it modo onde ci

gliene oppose P autorit sul punto della avviene: posciach un domma aperta
predestinazione, rispose da prima che que mente rivelato per via della Scrittura e
santi uomini non avean avuto bisogno di della tradizione, la stoltezza Pesaminare
trattar quella questione, laddove a lui era se possa egli o no da noi esser compreso;
stato forza Pentrarvi per confutare i pe gli un supporre che lddio non valga a
lagiani, De priedest. sanctmx, c. 14, n. 27. tare pi di quelto a che giugne it nostro

Ma, ponderata meglio la cosa, diuostr concetto, e che la nostra mente, cosi circo
avere i padri antichi a suilicienza soste
nuto la predestinazion gratuita, insegnan
do gratuita essere qualunque grazia di Dio.
De dono perselz, c. 19 e 2o, n. 48-51. Da
ci stesso riteviamo di qual predestinazio
ne si trattasse. Per to che s. Agostino era

scritta qual , sia la misura della potenza,


sapienza e giustizia di lui. Non son per
altro da biasimare i padri della Chiesa del
Paver tentato spiegare sinoa un certo pun
to i nostri misteri e concitiarti colle nozio
ni della tosoa per rispondere alle accuse
ben lungi dal sentir altramente da toro; e ed alle obiezioni degli eretici e de miserequando pur se ne fosse scostato nel modo denti. V. PELAGIANi, Pscca-ro oRIGINALE.
wesprimersi, avremmo tuttavia ragione
Quantunque la Scrittura non insegni po
di asserire aver lui sentito comessi. Con sitivamente crearsi da Dio le anime man
tra Iulian, l. n, n. 54. V. PREDEsTINAzioNE mano che si formano nuovi corpi, gli
questa tuttavia Popinion pi probabite.
SEHIPELAGIANEslMo.
Altorch certi teotogi dichiarano datte Non ci ha intatti ragione alcuna di credere
uersi alla sentenza del soto s. Agostino nel che lddio al prodursi del mondo abbia po
la materia della grazia e della predestina sta in alto tutta quanta la sua potenza crea
zione meriterebber si domandasse toro se trice e stabitito di non pi farne uso. Nes
sien salariati da protestanti per annien suna maraviglia perci che Popinione in
tare la tradizione de primi quattro secoli discorso sia divenuta credenza generale
della Chiesa e per far credere che it santo della Chiesa. Assai tortamente ragion il
dottore ne abbia creata una nuova la quale Beausobre quando disse che Pipotesi della
abbia sottomesso la Chiesa tutta quanta: preesistenza delPanime fa onore a Dio,
era quel che voleasi da Lutero e lalvino. perocch suppone la divina potenza e bon

l 30

TR

TR

t non essersi rimasta giammai dalPope

cora. La pace, la serenit, la dolcezza, la

rare e dal communicarsi alle sue creature.


Hm. du maniclL, l. vi, c. i , S i8. Ap
punto per questo ci ha ragion di credere
che lddio continui ad operare dando Pes
sere a nuove anime.
TRADUZIONE. V. Vsusions.
TRANSOSTANZIAZIONE V. EUCARIsTIA.
TRAPPA. Famosa abbazia della stretta
osservanza di Cistercio, posta nel Perche
sui contini della Normandia,a quattro le

carit che regnano fra que cenobiti non


sono altrimenti segni dipocondria odin
dole non trattabite.
Son gente, seguono a dire, che hanno
di Dio idee spaventevoli, se Pimaginan
vago di veder patire le sue creature, non
pensano alla sua misericordia e sembran
difdare de meriti di G. C. -- Quando
avesser si fatte idee, rispondiamo, si da
rebbero alla disperazione come i malfat
tori. Appunto anzi perch contano su la
misericordia di Dio e sui meriti di G. C.,
abbracciano una vita penitente; giacch
senza tali meriti a nulla essa gioverebbe:
ma eglino hanno in mente che, per parte
cipare alla sua gtoria, bisogna patire con
lui, Rom. vm, i7; Il Cor. i, 7; Phitipp. nn,
lo; l Petr. iv, i5 etc. Hanno un gran con
cetto della misericordia di Dio; posciach
Pimptorano non per s solamente, ma pei
peccatori tutti, e pregano per cotoro ezian
dio che li oltraggiano e calunniano. Tro
van nelle pratiche dana continua morti
cazione e solitudine la pace che goder

ghe da Mortagne, verso settentrione. Fu


essa fondata Pa. u40, sedendo pontece
Innocenzo Il, da Rotrudo conte del Perche

e appartenne da principio alPordine di


Savigny. La. u48, ad istanza di s. Ber
nardo, quesPordine si un a quelto di Ci
stercio. Quella casa divenne tostojllustre
per la santit de suoi religiosi: quantun

que sia essa stata pi volte saccheggiata


dagli Inglesi nelle guerre chebbero altora
colla Francia, que monaci ebbero it corag
gio di dimorarvi ancora per alcun tempo;

ma Passiduit del pericoto a cui erano


esposti li ebbe poi astrelti ad abbando
narta. Cessata la guerra vi tornarono tut
ti; ma avean avuto tempo di ritassarsi nel
mondo e perdere it primiero fervore.
Nel 1526 la Trappa ebbe abbati commen
datarii: nel ieoa Pabbate Armando Gio

non possono fra it tumulto e i piaceri del


mondo.
Si appon per ultimo ai trappiti it pra

ticare austerit tali che accorcian la vita

e fanno ingiuria alla Divinit. Pur in que


"anni Le Bouthitlier de Ranc, che nera chiostri ci ha vecchi non pochi, meno ma
investito, ne imprese la riforma e la ri lati che altrove; e in proporzione ne muor
dusse ad effetto: vi ripristin la stretta os meno tra essi per P eccessive austerit
servanza della regola di s. Bernardo, che che nel secoto per Pintemperanza, gli
abbracci egli pure, e da quel punto in stravizii e un regime assurdo e contrario
poi essa vi si mantenne costantemente. Nel alla natura. Non gi la penitenza quella
t. lll delle Vile d1fpadri e de martiri, che fa ingiuria a Dio, giacch essa it tien
in quella di s. Roberto abbate di Molesme per misericordioso; gli piuttosto P epi
trovasi una compendiosa ed edicantis cureismo speculativo e pratico de toso,
sima relazione della vita che menasi da i quali si avvisano che lddio non badi ne
punto n poco alla vita delle sue creature
trappiti.
La somma austerit della costor regola e miri degual occhio it vizio e la virtu.
indusse gliepicurei del nostro secoto, cam Intanto che costoro si adoperano a gua
minanti sulPorme de protestanti, a fare star tutto it mondo, gli bene ci sieno an
ogni tor possa per denigrare i motivi di cor degli asiti ove Pumana fragitit possa
essa e suscitar de timori sugli effetti. Dis trovar ricovero e uomini i quali chiari
sero la Trappa essere it ritiro degrandi scano col proprio esempio che la natura
scelerati, straziati dai rimorsi o tormentati di poco si appaga e chele virt degli an
da vapori melanconici e religiosi. Quando tichi solitarii non le son fole.
Bisogna che questo genere di vita non
ci fosse vero,se ne dovrebbe toro dar tode
tuttavia: non egli miglior partito espiare sia poi si terribite come vien dipinto; giac
le colpe che it durarvi pertinacemente? ch i monasteri della Trappa e di Sette
chi fu vittima de pericoli del mondo ben fonti contan sempre buon numero dindi
fa ad altontanarsene; non necessario vidui, e vi son pur delle donzelle che han
che i melanconici rattristino la societ. Se no it coraggio di abbracciare la medesima
non che la una pretta calunnia. il pi regola, come scorgesi nelle religiose de
di cotoro che ritiransi alla Trappa son uo Claretti, le quali vivono sotto la direzione
mini che condussero nel mondo vita pi dellPabbate della Trappa.
TRASFIGURAZIONE DI G. C. Leggest
che regolare e che si sentono chiamati da
Dio ad abbracciarne una pi perfetta an in s. Matteo, c. xvn, in s. Marco, c. ix, e in

TR
s. Luca, c ix, che it Salvatore condusse i
suoi tre discepoli Pietro, Giacomo e Gio
vanni sur un alto monte, dove orando, it
volto di lui divenne raggiante al par del
sole e le vestimenta bianchissime; che ap

TR

434

t. VIll; Thomassin, Trail des ftes, i. n,


(Llthsilent.
.

diletto, ascollatelo; che a quella vista


s. Pietro sclam: Signore, buona cosa

TRASLAZIONE DELLE RELiQUlE. Lu


so di trasferire duno ad altro luogo le re
liquie dun martire o daltro santo di cui
si avea cara la memoria venne da un sen
timento naturalissimo e al tutto religio
so. Quatora un vescovo fosse morto per
G. C. in luogo tontano dalla propria sede,
non maraviglia che le sue pecorelle de
siderassero di possederne le spoglie mor
tali e chiedessero venisser portate dal tuo

per noi lo slar qui: facciamo tre padi

go dei martirio alla sua chiesa. Perci

glioni, uno per le, uno per Mos, uno


per Elia,non sapendo quel che si dicesse;
che i tre discepoli. atterriti, caddero boc
coni a terra; che G. C., rialzatitl e rasse

Pa. tor, gli avanzi delle ossa di s. igna


zio, martirizzato a Roma, furono traspor
tate nella citt episcopale dhtntiochia e

parvero Mos ed Elia e sintertennerocon


versando con lui di ci che patito avrebbe

in Gerusalemme; che furono avvolti da


una nuvola risplendente, donde usc una

voce che disse: Questi c il mio Figliuolo

accolte da fedeli qual tesoro inestimabi


curatiti, viei toro facesser motto di quei le, come dicesi negli atti del suo martirim

prodigio prima della sua risurrezioneCon


getturasi avvenisse ci due anni circa inan
zi la sua morte.
Per porre in dubio it fatto, fu detto da
alcuni increduli che i tre discepoli dor
mivano, s. Luca anzi to nota apertamente,
e che quindi fu quelto un sogno. Ma tre
uomini non fanno to stesso sogno; quando
i tre discepoli caddero al suoto e G. C. li

Ora a quelPepoca vera certamente an

cora in quella chiesa buon numero di cri


stiani cherano stati ammaestrati nella fe
de degli apostoli stessi. Ove un laico aves
se ottenuto la stessa corona, it rispetto e
Pamore suscitavano P egual sollecitudine
ne suoi concittadini; e che che possa dir
sene, un effetto naturale della venera

zione inspirala dalla virt.

rialz e favell toro nelto scender dal mon

Questo zeto si fe maggiore al vedere


te non sognavan punto. Perch vietar toro operarsi de prodigi a sepolcri de marti
di far noto altora quel che avean visto se ri: le tor reliquie venner riguardate qual
avesse voluto tenerti nelPingannof Da pegno sicuro decelesti favori, e ogni chie
tutte le circostanze si chiarisce che G. C. sa fu sollecita di procacciarsene. Nel pro
non cercava la sua gtoria n Pinganno de cesso de tempi, altorch i barbari nelle
proprii discepoli; che volea con prodigii toro scorrerie bruciavan le chiese e le re
dogni maniera tarti appien convinti della liquie de santi, fu posto cura a sottrarre
sua missione e premunirti contro to scan al tor furore quepreziost depositi, e por
dato de suoi patimenti e della sua morte. tarti ove si credeva que saccardi non po
Che gli apostoli non pensasser punto a tesser giugnere, specialmente ne mona
moltiplicare i miracoli del tor divin mae steri. Alcuni poi furono riportati alle pri
stro n prova it non aver s. Giovanni, mitive sedi.
che pur nera stato testimone, fatto parola
Ove si esamini spassionatamente que
di questo; e s. Pietro it rammenta appena, sPuso, nulla vi si scorge che non sia lo
n ep. i, 17.
devole: per tale per no i riguardarono
Antica nella Chiesa la festa della tras iprotestanbi. Ostinati in tenere it culto
gurazione, perocch s. Leone nel seco delle reliquie de santi qual superstizione
to V recit un sermone su questo argo derivata da pagani, reputarono bella im
mento. S. Ildefonso, vescovo spagnuoto presa, quandebber Parmi in mano, Pimi
nel 845, ne parta come duna delle grandi tare i barbari frugando ne sepolcri de
solennit delPanno: it Baronio ne ha tro santi, rubandone gli ornamenti, profanan
vato fatta menzione in un martirotogio done,gittandone al fuoco le reliquie: i toro
del oso. Onde male informato era Potone -scrittori poi lfecer pompa d etoquenza e
sacerdote di Prum quando Pa. 1152 tene a giusticare si fatti eccessi e a spargere
vala qual festa nuova, introdotta da mo it ridicoto su tutte le pratiche decattolici
naci.Nel i457 papa Calisto ilI ordin fosse in tal materia.
celebrata con officiatura propria e colle
il Basnagio, Hist. de Pgt., l. xvm ,
medesime indulgenze che quella del ss. Sa c. 14, si diffuse assai su questo argomento

eramento; it che prova chessa non era al

e fe ogni sforzo a tin di provare che ne

tora solennizzata da per tutto, non gi che tre primi secoli non sera mai creduto di
fosse da lui istituita,come da taluno venne dover por mano alle tombe de martiri,
creduto, V. Vies dea pres et dea mart., trarne le ossa, coltocarte nelle chiese o su

4 32

TR

TR

gli altari; che un si fatto abuso soltanto ticolare dalcuni toro fittoso: ci ristrin
verso it cadere del IV secoto venne intro
dotto, per opera segnatamente degli aria
ni. Tal ridicola fantasia fu da noi confu
tata alla v. Sauro; e agli art. MARTIRI e Ite
LIQIJIB abbiam fatto vedere essere it culto
toro,antico quanto it cristianesimo e insin
da principio di questo una specie di pro

giamo ad esaminare se essa sia potuta


venir tratta da qualche verit contenuta
nella rivelazione e concorrere alcun che ad

fession di fede della risurrezione avveni

sto argomento si fu it Beausobrc. Hist. du

alterare la purezza della fede nella chie


sa cristiana, come da alcuni critici si pre
tende.

Il pi temerario fra protestanti su que

re. Se ne secoli dignoranza vi sintro manie/L, l. vn, c. 5, S s. Sostiene egli


dusser degli abusi, non furon questi mai l. aver Origene creduta la metempsicosi
n si gravi n si frequenti come si vuole e dubitato soltanto se le anime depecca

da protestanti, e maggior fu it bene che tori passino dal corpo dun uomo in quelto
non it male che ne provenne. Tanti e tan dun animale. Ne adduce in prova la te
ti peccatori furon tratti a compunzione per stimonianza dun anonimo in I-ozio, che
aver visitato i sepolcri desanti; Iddio ha accusa Origene daver credutoPanilna del
quivi sovente premiato la fede di chi vac Salvatore fosse quella dAdamo; e la te
correva, alleviandone i mali; it furore stimonianza anche di s. Girolamo, ep. xciv
stesso de barbari rispett pi volte que ad Avilum.
gli asiti della divozione. Che che se ne
Rispetto al primotestimonio,la uniui
dica, gli bene che i gliuoli della Chiesa postura del Beausobrc: Panonimo mento
conservino questi oggetti di consolazione vato da Fozio, Cod. cxvn, era un apotogi
e ducia, de quali i nemici di essa si sono sta, non gi un accusator d Origene, e
aveva assunto a purgartto da quindici capi
votontariamente privati.
TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME. Mol daccusa, it quarto de quali era daver as
ti degli antichi tittoso, come Empedocle, serito che Panime d alcuni passino dopo
Pitagora e Platone, aveano imaginato che morte nel corpo delle bestie, e it sesto
le anime, dopo morte, passassero dal cor che Panima di G. C. fosse quella dAda
po onde uscivano in un altro a tin di pu mo. Che quelPautore sia o no riuscito a
riticarvisi, inanzi giugnere alto stato di giusticar Origene non fa nulla al caso,
beatitudine. Alcuni avvisavano un tale soltanto ne risulta che gli antichi nemici
passaggio avvenire soltanto da un corpo di questo padre non intralasciarono ca
umano in un altro della medesima specie, lunnia per denigrartto.
S. Girolamo non accusa altrimenti Ori
altri asserivano che certe anime entras
sero nel corpo di qualche bruto ovvero in gene daver afermato che Panima de pec
quel duna pianta. Questo trapassamento catori in generale pu passare nel corpo
appellavasi da Greci metempsicosi e me de bruti, si bene d aver detto che alla
tensomatosi. Gli questo anche al pre ne del mondo un angeto, un anima, un
sente un de principali articoli della cre demonio pu tramutarsi in bruto e deside
rarlo in mezzo alla violenza de tormenti
denza degli Indiani.
Nessuna vaghezza ci muove ad indagar e delle amme che it divorano. Trattasi

Porigine di questo sogno n it come sia perci qui dun dannato e non dun altro
esso venuto in mente a tosofi; le con
getture degli eruditi su questo punto non
si accordano: ma ci troviamo obligati a far
vedere un tale errore non aver suo fon
damento su verun principio certo n su
verun domma della fede cristiana; esser

peccatore, ed a credersi che Origene


avesse detto soltanto che un dannato pn0
invidiar la sorte dun bruto e non che pos
sa ottenerta. E noto come s. Girolamo non
sempre si pigliasse la pena di veriticarei

passi citati dai nemici di Origene. Oltrech


falso che parecchi dottori cristiani Pabbia confessa che da Origene aggiugnevasi le

no adottato e che sia pi ragionevole che delle cose tutte non esser dommi, ma du
non it sentimento della chiesa cattolica bii e congetture arrischiate per non tacer
intorno al purgatorio o la puricazion nulla. Il Beausobrc conviene che i detti
delle anime dopo la morte. chiaro per passi addotti da s. Girolamo non si rin
ch alcuni protestanti abbian creduto ben vengono pi in Origene: su che fonda
mento adunque osa egli asserire esser cosa
fatto Passerire tutti questi paradossi.
, Poco eziandio ne cale it sapere se fra cerla e fuor dogni dubio che questo pa
gli Ebrei fosse da farisei creduta la tras dre ha ammessa la trasmigrazione delle

migrazione delle anime, se sia esso tut


tavia un dedommi decabalisti, se fu opi
nion commune degli Egizii o solamente par

anime?
Ben certo it contrario, n pu perdo
narsi al Beausobrc davertto taciuto. in ot

TR

TR

433

to o dieci luoghi, infatti, delle sue opere per porre in sodo Pimmortalit deIPanima.

Origene ha formalmente confutato non pu

- Falsit anche questa; ch nessuno depa

re i toso iquali pretendeano che Pani


ma dun uomo possa trapassare nel corpo
duna bestia, ma quelli ancora che suppo
neano possa entrar nel corpo dun altruo
mo. QuesPultima opinione dice esser con
traria alla fede della Chiesa, non inse
gnata dagli apostoli n rivelata nelle Scrit
ture, anzi trovarsi in opposizione con pa
recchi testi del Vangeto, i quali vengono
da lui citati,in Malth., n. l; ne vedremo
alcuni fra poco. Falso impertanto che Ori
gene non abbia creduto che it domma della
metempsicosi non guastasse per verun
modo i fondamenti della fede, come piace
daffermare al Beausobre, it quale copian
do dalPUezio quanto questi dice in pre
giudizio di questo padre,lasci da un canto
quel che serve a giusticartto. Origeniun"
l. ni, q. 6, n. 19 e 20.
ingiusta del pari la stessa accusa in
tentata contro Sinesio. Tu aulem illustra,

dri ebbe riconosciuto una tale necessit.

o rex, (animam) ad supra cwlos lumina


annue, pater, corpore u! elapsa, non
post ac mergatur in terrw nome, dice
questo vescovo in un suo inno. ll Beau
sobre, per mutarne it senso, volta come
fosse scritto: ileruln mergatur.

Convinti delPimmortalit delPanima col


mezzo della rivelazionemon ebber uopo n
di due errori n duna falsa togica a sostegno
di questo domma. Apprendendoci la Scrit
tura avere lddio creata Panima immortale,
che importa se abbiale dato Pessere inan
zi formare it corpo o contemporaneamente
ad esso, se dopo la separazion sua dal cor
po passi in altro corpo oppur vada incon
tanente a ricevere it premio o it castigo
meritato? Ove un tosofo negasse tutPin
sieme Pimmortalit, la preesistenza e la
trasmigrazione delPanima, noi amcremmo
sapere qual di questi tre punti si conver
rebbe provar prima per iuferirne gli al
tri due.
4. il Beausobre aggiugne la necessit
della puriticazion delle anime prima di
venire accolte nel cieto essere opinione
che non fa disonore alla ragione, esser pa
ruta conforme alle Sacre Carte, abbracciata
da parecchi padri, ma aver prto prete
sto alla superstizione dhnventare it pur
gatorio.
La cosa ben singolare vedere un caldo
protestante confessar la giustezza e soli

Finalmente cita Calcidio: ma noto dit del principio su cui fondasi it domma
chera costui un fittosofo eclettico del se del purgatorio nel mentre che i suoi pari
coto IV, infatuato del sistema di Platone, dettaron de libri per dimostrare essere uu
e it quale diede assai pi prova dattacca tal principio falso e contrario alla Scrit
mento al paganesimo che alla religione tura. Per non mostrarsi per infedele alla
cristiana: non degno perci desser posto propria setta, sostiene che it purgatorio
tra toso cristiani di gran merito ed ec de toso, it qual consisteva nella trasmi
celsa virt che, a detta del Bcausobre, eb grazion delle anime, la vince alPintinitto
bero insegnato it domma della trasmigra su quelto della chiesa romana e dal lato
zione. Abbiam gi qui tre o quattro infe della ragione e per Pantichit e per la piu
delt le quali non fanno onore alPaccusa ralit de suffragi, ch migliore per ogni
rispetto e non poteva produrre gli stessi
tor de padri.
2. A palliarne la turpitudine, vuole it abusi.
Beausobre che i principii su cui fondavasi
A tutti questi assurdi noi cominciamo
bopinione della metempsicosi non fosser a rispondere che in materia di dottrine ri
gran fatto irragionevoli; trasse ella Pori velate la ragione non ci ha a far nulla, non
gin sua dalPipotesi della preesistenza del speltando ad essa it giudicare se vere sie
le anime, come fu provato da monsignor no oppur false: tuttoci che chiaramen
te rivelato certamente vero, tutto quel
Uezio.
Che PUezio Pabbia detto verissimo , che in opposizion colla rivelazione per
neghiamo per che Pabbia provato e sdia necessit falso; it volerne giudicare con
tuo it suo copiatore a mostrarci la meno altro metodo gli stabitire it deismo. V.
ma connessione tra questi due errori; i pa Esami. Ora, it purgatorio cattolico inse
dri della Chiesa non ve ne scrsero mai. gnato nella Scrittura, Pabbiam dimostra a
Quando infatti fosse vero che Panima sia suo luogo, e la trasmigrazion delPanime
esistita prima del corpo, ne conseguitereb vi contradetta. Leggiamo in s. Luca, xvi,

be soltanto ch ella pu senza di esso esi

se, che it mendico Lazaro mori e fu por

stere dopo la morte , non gi che debba


entrare in un altro corpo.
E Puna e Paltra di queste opinioni, pro
segue it nostro critico, parvero necessarie

tato dagli angeli nei seno dE-tbramo, che


it ricco malvagio fu dopo morte sepolto
nelto inferno, luogo di tormenti; queste

Bzneum. Voi VI.

due anime non passarono in altri corpi.


Q7

434

Tll

TR

Su questo fecero fondamento i decreti del

Se chieggasi con che mira it Beausobrc


abbia ammassate tante impostare e assur

secondo concitio di Lione e di quel di Fi


renze, pei quali denito la ricompensa
de giusti e it castigo deriprovati non ve
nir ritardato insino al giudizio nale. Li
polesi della trasmigrazione fa controa quel
che dicesi e nelPantico Testamento e nel
nuovo intorno alle rtsurrezioni miracoto
se; ch, per rtsuscitar un uomo, sarebbe
stato necessario farne morire un altro. Ne
conseguiterebbe ancora che nessun pecca

dit, ei to di a bastanza a conoscere, e


fu di giusticare, a spese de padri della
Chiesa e de cattolici, i manichei e gli al
tri eretici che insegnavano la trasmigra
zione delle anime.

Gli falso che gli Ebrei abbian fatto

della trasmigrazion delle anime la base


di tor religione, come alcuni semitoso
malissimo informati dissero alla ventura
tore andrebbe dannato, perciocch tutti nelle ultime relazioni, discorrendo degli
sarebber puniti colle trasmigrazioni; ma Indiani.
G. C. dice che i malvagi andranno nesup
TRATTO DELLA MESSA. Serie di pi
plizii eterni e i giusti saliranno alPeterna versetti che si cantano nella messa e ven
vita. Matth. xxv, 4o. Questa conseguenza gon dopo it graduale. ln antico essi ver
setti si cantavano ora senza interruzione,
la vide benissimo Origene.
In secondo luogo, P antichit non val traclim,da un soto cantore,ed ora da molli
punto a dar credito alPerrorc, ben con alternativamente. Perch un salmo avea
citia maggior riverenza alla verit: or la qualcosa di pi melanconico ove fosse con
fede de patriarchi che desideravano e spe tinuato da un soto che non alternato da
ravano dormire co padri toro, Gen. xLvii, pi cantori, sintrodusse Puso netempidi
5o, di lunga mano pi antica de sogni penitenza o in memoria della passione del
de fittoso trapiantatori delle anime. Dopo Salvatore e nelle messe pedefunti, di iar
molte trasmigrazioni niente di meglio ri cantare i versetti in tratto da un s010 0
maneva a sperare a questi che di venire due cantori, senza che it coro vi rispon
assorti nelPessenza divina, dove non sen da. Ne giorni di festa, sacri alla gioia, l"
vece del tratto cantasi Palleluia, che vien
tirebber pi nulla.
Ancor meno fa prova la pluralit de ripetuto dal coro. Le Brun, Explicat.des
suffragii ed qui falsamente supposta: la cerem. dc la, messe, t. l.
TREGUA DI DIO. Correndo it secoto Xi,
mctempsicosi ha per s i suffragii unica
mente de toso etnici e degli indiani, it mentre i signori guerreggiavausi di conti
purgatorio conta quelto degli scrittori sa nuo tra toro n altra via conoscevano dal
cri, degli Ebrei, de padri e delP intera Parmi in fuori per vendicare le otiese 0
vere o imaginarie, fu da vescovi tentati)
chiesa cattolica.
Falso, per ultimo, che questo domma uno spediente per frenare un disordine
sia stato cagione di tanti cattivi effetti che rendeva i popoli infelici. Venne perclll
quanto it precedente errore. La trasmigra ordinato in parecchi concitii, sotto pene dl
zione delle anime, ammessa dagli Indiani, scommunica, a tutti i signori e cavalle
fa che considerino i mali di questa vita it cessar qualunque atto ostite dal merco
non qual prova utite alla virt, ma come ledi sera di ciascuna settimana insino al
castigo demisfatti commessi in altro cor lunedi appresso e per tutto Pavvento e la
po; e non serbandoveruna memoria di tali quaresima. Per tal maniera fu ottenuto al
misfatti, la credenza toro non giova per cun tempo di quiete e securt pei DoPOnulla a far che se ne guardino. Condanna li. Questa istituzione pu riferirsi per Pe
essa le vedove a perpetuo celibato; inspi poca pi rimota alPa. i052 o i054. Venne
ra orrore per la casta de paria, perocch essa man mano adottata in Francia 9 In
son creduti uomini fattisi rei di gravi sce Inghitterra, non senza resistenza pero da
leraggini nella vita precedente; rende gli parte de Normanni, e confermata da P3Pa
Egiziani pi caritatevoli verso gli anima Urbano ll al concitio di ClermontPa.10o5
li, anche nocevoli, che non verso gli uo I motivi di religione operarono Per tal
mini, e invincibitmente avversi agli Euro modo sopra animi feroci Petfetto che pro'
pei perch ammazzano le bestie e ne man dur doveva la ragione e le massime della
gian la carne. La moltitudine delle trasmi giustizia.
Sappartiene agli storici it ricordare le
grazioni opera altres che si reputi it
premio della virt cos tontano da smar epoche di questa istituzione in questa?
rire it coraggio di meritarseto, ec. AlPar quella contrada, le variazioni introdqltevf
tic. Puacnoaio abbiam fatto vedere che da le violazioni fattene, ec. Quanto pi" 151
questo domma non derivarono mai i tristi gnori cercavano di ristringerta, tanto Plu

effetti che i protestanti gli attribuiscono. travagliavasi it clero alPallargamento ed

TR

TR

435

aumento di essa. l molti concitii raunati re in discredito il procedere e le decisioni


a questo proposito nellAquitania, nelle
Callie, in Germania, Spagna ed Inghitterra
a n di confermare tal salutevole insti
tuzione fan prova degravi mait onderano
afitti i popoli e degli ostacoli chesaveano
a superare per introdurre in Europa una
specie diremmo di polizia. l pi zelanti
banditori della tregua di Dio furono s. Odi
ione abbate di Cluny e it b. Ricardo ab
bate di Vannes, coi quali si unirono i pi
santi personaggi di quel tempo, sia delete
ro sia de laici; e Passiduit con che pa
recchi virtuosi principi soccuparono in
questa buonopera contribu non poco a
procacciar toro un culto dopo morti. Le
crociate imprese sul nire delto stesso se
coto concorsero ancor pi eicacemente a
spegnere it fuoco delle guerre private.
V. Ducange alla v. Treva Dei.

TRENTO (CONCILIO Dl). Il concitio ce


lebrato in questa citt dltalia it diciot
tesimo ed ultimo degli ecumenici o gene
rali: ebbe principio Pa. IlHiS sotto it pon
ticato di Paoto lll , continuossi sotto

Giulio Il e Paoto IV, e fu chiuso, sedendo


papa Pio iV, Pa. 1se5.
Non mai venne congregato concitio per
motivo pi ritevante: trattavasi non sola
mente di condannare una o due eresie ma
di proscrivere eziandio i tanti errori disse
minati da protestanti in gran parte del
PEuropa, di dichiarar la credenza della
chiesa cattolica sui varii punti di dottrina
combattuti, di giustiearne it culto, dagli
eretici trattato qual superstizione ed ido
latria, nalmente di riformare gli abusi
introdottisi nella disciplina neseeoli pre
cedenti. Il perch nessunaltra ecclesia
stica adunanza fu di questa pi celebre,
alla quale intervennero. oltre a ducento
cinquanta vescovi o prelati delle varie na

zioni cattoliche, i pi dotti teotogi, i pi


valenti giureconsulti e gli ambasciadori di
diversi principi.
Ove si osservino spassionatamente i de

creti di questo concitio, si vedr come sie


no stati dettati con tutta la chiarezza, pre
cisione e saviezza, dopo le discussioni e

i pi serupotosi esami praticati da teotogi


e canonisti. l decreti spettanti al domma

dun concitio da cui vennero condannati:


ma P operar toro in questa parte svela

apertamente to spirito onde furon sempre


guidati. Quando Lutero fu nel tuo per
cosso dalle censure di Leon X,appeltossi
da questa sentenza al concitio generale.
Nel 1550 i principi luterani di Germania
presentarono alla dieta dtugusta tor con
fessione di fede, nella quale appellavansi
di bel nuovo alla decision del concitio, e
continuarono no al nno gridando con

tro it pontece perch non sarettava co


me doveasi a convocartto. Ma non prima

usci nel 1542 la bolla d indizione, che


Lutero mise fuori diversi scritti per dar
ne avviso a suoi partigiani e farti anticipa
tamente avversi ache che potrebbe in esso
venir deciso. Nel is47, dopo le prime set
te sessioni, Calvino compose it suo Anti
doto contro il concilio tridentina, nel
quale grid con tutta Pimpetuosit e in
decenza che avrebbe potuto usar Lutero
se fosse stato ancor vivo. Due anni ap
presso , in una seconda dieta tenuta in
Augusta, essendo stato dimandato ai prin
cipi luterani se si sottometterebbero a
decreti del concitio, Maurizio elettor di
Sassonia promise dobedire sotto tre con
dizioni soltanto, cio 1. che si tornasse a

discutere i punti di dottrina gi deniti;


2. che i teotogi luterani fossero ammessi
a quelPadunanza, vi avesser voce delibe
rativa e i tor voti si contassero con que
de vescovi; 5. che it papa non vi presie

desse pi n in persona n pesuoi le


gati. Questa risposta fu interpretata a ra
gione per un aperto riliuto.
Infatti, Pa. 1560, quando Pio IV ebbe
data fuori la bolla con che veniva ordinato
si ripigliassero e proseguissero le sessioni
del concitio, i principi luterani di Germa
nia publicarono i toro reclami contro i de
creti del concitio stesso e le ragioni per le
qualiit rigettavano. Trovansi queste rac
colte in unopera uscita altora In Germa
nia e tradotta poi latinamente col titoto:
Concilii tridentini opposila gravamina.
Da quel tempo in poi cotali riclami stessi
furono rigettati da non pochi autori prote
stanti e dai toro pedissequi, Heidegger,

han tor fondamento sulla Scrittura e sulla Anatome concilii tridentini; dal Basna
tradizione, sul sentimento de padri, sulle
decisioni de precedenti concitii, sulla co
stante e universale credenza della Chie
sa. Gli ordinamenti disciplinari eccitarono
da prima qualche riclami, poi vennero per

gio. Hist. de Vgt., I. vn, c. e; dal Mo

facite imaginarsi che i protestanti

E noto che fra Paoto, servita, protestan


te nel cuore e nemico personale della cor

semio, Hist. eccles., sec. XVI, sez. mi,


part. i, c. 1, S 23; dal traduttore di questo
e da altri inglesi; da fra Paoto Sarpi nella

sua Storia del concilio di Trento e nelle


la pi parte adottati dai principi cattolici. note ad essa fatte dal Le Courayer, ec.
niente ebber tralasciato che valesse a por

436

TR

TR

te di Itoma, sfogando la propria bite con che penetrarono in Inghitterra e in Olan


tro it concitio di Trento, savvis di far la da. Ove Pimperatorc avesse convocato un
corte al senato veneziano, in discordia al
tora con Paoto V. Terminata la contesa per
mediazione dEnrtco IV, Pautore non osan
do far stampare it suo libro in Italia, man
dolto a Marco Antonio De Dominis, altro
apostata, it quale to fe imprimere in In
ghitterra. A confutar questa Istoria, unal

concitio in Germania, come si sarebbe p0


tuto indurre i vescovi e i teotogi delPal
tre contrade dEuropa ad assistervi? I prin

cipi vi si sarebbero con ragione opposti.

Leone X avea fatto it dover suo condan


nando e scommunicando Lutero con tutti
gli aderenti di lui; Lutero stesso erasi ap
tra ne fu dettata dal card. Pallavicino pi pellato da quel giudizio, e la Chiesa tutta
sincera e giusticata con gli atti originali quanta avea fatto plauso alla sentenza del
del concitio, la quale usci verso it ieoe. pontece: ma i protestanti, gi superbi
II Le Courayer, gi canonico regolare di del numero e delle forze toro, credeano
a. Genovefa,rtparatosi egli pure in Inghit aver ragione di tener fronte alla cattolica
terra, fe ristampare in idioma francese la chiesa.
storia del Sarpi con note poco ortodosse
e. Il tridentina non fu concitio gene
al pari del testo; era egli gi noto per al rale od ecumenico, essendo stato sempre
tri lavori che gli avean tratto addosso con composto dun picciol numero di vescovi
danna per parte del clero di Francia. Cos soltanio,quast tutti italiani e devoti al pa
la storia come le note vennero confutate pa; i protestanti non vi furono ascoltati,
in unopera intitolata: Lonore della chic anzi non potean tampoco andarvi con si
sa cattolica e del sommo pontece difeso curezza , non ostante i salvocondotti toro
contro lo storia del concilio tridentina concessi, per essere denito nella chiesa
scrilla da fra Paolo e le note del p. Le romana che non corre obligo di mantener
Courayezye vol. in iefgstampataalancy la parola agli eretici.
nel 1742 e attribuita a Gervaise antico ab
ltisp. Quel concitio fu veramente ecu
bate della Trappa. Pi apprezzato sareb menico per essere state le bolle dindizio
be questo libro se fosse scritto in istit mi ne e continuazione indiritte a tutti i ve
gliore, con meno dira e pi precisione; scovi, a tutti i principi, in una parola,
la sostanza per buona. Una parte delle alPintera Chiesa. I pi de vescovi avean
querele de protestanti venne pur confu procura de tor confratelli, perocch non
tata nella Storia della chiesdgallicana, trattavasi di creare una nuova dottrina,
I. LIn e Liv, a. i545 e segg. E a dolersi si solamente di attestare ci che gi si
che questa storia non sia stata condotta credevae professava nelle chiese delle va
no al termine del concitio.
rie nazioni. Chi oser dire che it cardinal
Che che ne sia, ecco i gravami allegati di Lorena, it cardinal Poto, i pi celebri
da protestanti, quali abbiam potuto rac vescovi spagnuoli, ec., non fossero capaci
corti dai libri or ora menttovati.
dattesiare quel che veniva creduto, pre
l. Che it papa non ha diritto alcuno di dicato e professato in Francia, in Inghit
convocare i concitii n di presiedervi; chei terra c in Ispagna inanzi che nascesse Lu
sera renduto sospetto condannando anti tero? Quando non Favesser saputo, non
cipatamente i protestanti; che sapparte Pignoravano almeno i pi valenti teotogi
neva alPimperatore Passembrare it conci che avean condotti seco. A conoscer le
lio di cui savea bisogno; chesso dovea te opinioni, le prove, le obiezioni deprote
nersi in Germania, dove principalmente stanti, non cera pi bisogno di udirti;
ardeano le controversie.
ch se navean sotPocchio i libri, de quali
Risp. Sotto la v. CoNCILio abbiam fatto aveano lnondata PEuropa tutta, e da pa
vedere che, dopo la fondazion dei cristia recchi principi di Germania era stata
nestmo appo diverse nazioni e regni, it mandata al concitio la propria professione
papa, siccome capo e pastore della chiesa di fede, stesa da tor teotogi. Non si fece
universale, pu legitimamente e convene giudizio sulla persona n di Lutero n di
volmente convocare un concitio ecumeni Zuinglio n di Calvino n daltro settario
co; diritto inutitmente contesogli dapro qualsiasi; si preferi sentenza sugli errori
iestanti, posciach gliel concede la chiesa contenuti nelle toro opere, i quali vi si
cattolica, e che nessun sovrano pu arro Ieggon tuttora: cotesti titoli sussistono pur
garsi. La causa de protestanti riguarda di presente e giusticano la condanna
va non la sola Germania ma la Chiesa tutta fulminala dal concitio; se dopo daltora i
quanta; i toro errori suscitavano di gran protestanti mutarono credenza, i padri di
rumori in Francia; avean tentato intro Trento non erano gi obligati prevederio.
durti in Ispagna ed in Italia, n and guari Standojalla tor pretensione, sarebbe.stato

TR
duopo sentire non pure i luterani, ma gli
anabattisti eziandio, i zuingliani, i melan
toniani, i calvinisti, e via discorrendo,
lasciati gli anglicani, la cui religione non
era per anco srta. Che cosa si sarebbe
potuto denire in mezzo a quella turba di
cavitlatori che non riuscirono mai a inten
dersi n accordarsi quando si furon rac
colti insieme per confrontare tor dottrina?
it Tridentino nonne fond una nuova; soto
ebbe attestato ci che gi credeasi nella
Chiesa cattolica inanzi quelPepoca; e que

sta fede ancora la stessa n a mai che


si cangi. Alla v. UssITI confutiamo la ca
lunnia de protestanti a proposito de sal
vocondotti e della parola data agli ere
tici. Dopo aver dichiarato le cento volte
in faccia a tutta Europa non ci esser altra
regola di fede che la Scrittura , nessun
concitio aver dritto di decidere intorno la
dottrina, a nessuno correr obligo di sot
iomeltersi a decreti di esso; dopo aver
protestato anticipatamente contro tutti

quelli che si farebbero a Trento, i nostri


avversarii han forse ragione di lagnarsi

TR

437

zioni in cui trattavasi di formar le deni


zioni, i vescovi non osasser dire ci che
pensavano, che fossero frenati dal timore

di spiacere al papa o a legati di lui,


supposizione, non che falsa, assurda. Che

importava egli alla podest del ponte


ce che un domma qualunque venisse
denito in tale piuttosto che in tal altra
guisa? it papa, i legati, i vescovi eran
tutti cattolici indnbitatamente: avean dun
que tutti la medesima premura o, a dir
meglio, Pegual obligazione di vegliare ac
ciocch la credenza cattolica non fosse
dun menomo punto alterata, e it domma
venisse conservato ed espresso nelPesser
suo. Perci, se Pinteresse del pontece era
capace d indur timidezza ne vescovi, non
potea ci avvenire che sulle materie di
sciplinari, nelle quali it papa volea man
tenere to stesso grado dautorit onde avea
goduto insino altora, it potere di dispor de
benetizii,di circoscrivere la giurisdizione
de vescovi, di dispensare dai canoni, ec.
E nondimeno consta, sia dagli atti del con
citio, sia dalle relazioni degli ambascia

perch non sieno stati n chiamati n dori, sia dalla confessione di fra Paoto e
del suo commentatore, che i vescovi di
ascoltati nei concitio?
Francia e Spagna opinarono sovente suille
s." Lopinare non era libero in quel con
citio, dove it papa dominava da despota
per mezzo desuoiilegati, c gli Italiani, ligi
al papa, soggiogavano gli altri: i vescovi
eran di solito ridotti a dire it proprio av
viso con un placet.Fu quelto, a partar giu
sto, un concitio del papa, non unadunan
za della Chiesa. Le dispute vi giunsero
spesse iiate alPindecenza e alla violenza;
era unaccozzaglia di gente nella quale non
cera verso a intendersi Pun Paltro.
Risp. La contradizione tra queste due
accuse si palesa da s: se tatora ci ebbe
troppo fuoco nelle controversie, ne con

sguita che a tutti era libero dire it pro


prio parere; ma i protestanti e tor fau
tori, che tutto vollero imbrogliare, han
confuso insieme le discussioni nelle quali
si udiva it parere de teotogi e si permet
leva toro di disputare, le congregazioni
dove i legati raccoglievano i suffragi de
vescovi e dove si compitavano i decreti a

delle materie con tal fermezza che dovea


sgradire non poco alla corte romana ed

agli oltramontani. Quando fossero stati pi


condescendenti o pi timidi su questo pun
to, it papa non ci avrebbe nulla guada

gnato; giacch gli ordinamenti disciplinari


che parvero troppo favorevoli alPautorit
di lui non furono ricevuti in Francia e in
qualche altri regni, come vedrem poco
stante.
Nelle sessioni in cui i legati chiedevan
lavviso de padri colle parole placetnc

vobis? non trattavasi n di domma n di


disciplina, ma si di stabitire it giorno della
session ventura, dlnterrompere o conti
nuar le sessioni, ec. Ne additino, se pon
no, i detrattori del concitio un soto arti
coto di dottrina intorno al quale i vescovi
abbiano opinato sur un semplice placet,
o i teotogi abbian proseguito a disputare

dopo che fosse stato esaminato , denito


pluralit di voci, e le sessioni in cui essi a pluralit di voci, steso per iscritto e pro
mulgato mediante una sessione.
4. La massima parte de vescovi erano
non pur ignoranti ma viziosi, rei di si
monia, dabuso nel possesso e nelPammi
nistrazione de beneiizii, di tasse ed esa
manifest anche troppo frequentemente zioni verso i fedeli e daliri disordini, pei
nelle dispute non pur de cattolici ma de quali seran fatti odiosi. l teotogi onderan

decreti venivan letti e promulgati. Che


spesso per parte di certi teotogi ci sia sta
to soverchio fuoco nel modo di sostenere
la propria sentenza, la cosa pi che ve
risimite: gli questo un difetto it qual si

protestanti eziandio; ondech male tor guidati erano nulla pi che meschini sco
saddice il farne aggravio a que del con lastici, ignoranti di Scrittura, di tradizione,
citio di Trento. Ma che, nelle congrega di morale cristiana.

438

TR

TR

Risp. La usanza de litiganti condan


nati da un tribunale qualsiasi dicalunniare
i proprii giudici. Non ci ha dubio che mol
tissimi de padri del Tridentino fosser uo
mini per ingegno, virt,abitit nelle scien
ze ecclesiastiche commendevoli. il cardi
nal Poto, arcivescovo di Cantorbery, it
cardinal Osio, vescovo di Varmia in Po
tonia, Antonio Agostino, vescovo di Leri
da, poi arcivescovo di Tarragona, Barto
tomeo De Martiri arcivescovo di Praga ,
Bartotomeo' Carranza arcivescovo di To
ledo, Tomaso Campeggio vescovo di Fel
tre, Luigi Lippomano vescovo di Verona,
Gio. Francesco Commendone vescovo dei
Zante, poi cardinale, ec., son uomini che
fecero onore al proprio secoto e lascia
rono opere testimoni del tor merito. l pre
lati francesi intervenuti a Trento non era

damento nella Scrittura medesima e se


guirsi da protestanti nel mentre stesso che

affettano di condannartto. Rispetto alla di


sciplina, non potea questa meglio ordi.
narsi che giusta gli antichi canoni; ma
menzogna che it concitio siasi menoma
mente giovato delle false decretali.

o." Vennero prte come articoli di fede


parecchie opinioni scolastiche, sulle qua
li erasi insino altora disputato libera
mente; ecco nuovi dommi, per addietro
ignoti, a proposito dequali it concitio con
tro ogni giustizia fe scialacquo danatemi.
Daltro lato si omise la denizione di non
pochi punti che pur son creduti e profes
sati nella romana chiesa.
ul:
Risp. I nostri avversarii dunque fan la

mento che it concitio abbia denito troppi


e nel tempo stesso troppo pochi articoli di

no n ignoranti n viziosi, e i legati in pi fede: ma e Puna e Paltra accusa manca


occasioni dimostrarono qual conto faces

egualmente di fondamento. Nessun teotogo


prima d altora avea esaminato con tanta
Dei centocinquanta teotogi che si tro accuratezza e attenzione la Scritturaela
varono successivamente al concitio pochi tradizione con quanta fu fatto nel Triden
ne ha che non godessero altora grandissi tino; a nessuno era mai riuscito cosi age
mo nome e che non abbian dettato dotte vole di confrontare it sentir de dottori
opere; molti di essi avean avuto dispute delle varie scuole cattoliche e delle diver
co protestanti, i quali non n erano usciti se nazioni e numerarne le voci; nessuno
vittoriosi.
avea potuto antivedere le false conseguen
s. Nel Tridentino le questioni contro ze che gli eretici avrebber tratte da que
verse non vennero denite colla Scrittura, sta o quella spiegazione della Scrittura,
ma piuttosto contro it testo chiarissimo di da tale o tal altra opinione in apparenza
questo libro divino: vescovi e teotogi non innocente: era stata dunque lasciata fa
altro fondamento posarono che pretese colt insino altora di disputare su questo
tradizioni, i canoni e spesso le false de per difetto di sufciente cognizione. Ma
nel concitio ogni cosa fu posta pienamente
cretali de papi.
Bisp. E basta leggerei decreti del con in chiaro: si discusse, si esamin, si con
citio per rimanere chiariti del contrario. frontarono tutte le ragioni, i pareri tutti,
Ne capitoli che vanno inanzi ai canoni o si vide da qual cauto fosse la tradizione

sero della dottrina e capacit toro.

regole dottrinali n pur un domma si tro

pi costante, si scrsero le conseguenze

va ii quale non sia appoggiato a chiari e per la moltitudine stessa degli errori de
precisi testi di Scrittura: tatora ne furono protestanti e per la temerit onde adotta
citati non pi duno o due, perch decisivi vano le sentenze men probabiti di alcuni
e irrefragabiti; non imitandosi Puso de troppo arditi teotogi. Fu pertanto sentita
protestanti di affastellar testi nulla prova la necessit dimpor ne ad esse dispute
no e spesso totalmente estranei alla que con una formale decisione. Alto stesso mo

stione. Il non avere per it concitio ad do si era fatto in tutti i precedenti con
essi dato it senso falso ed erroneo che vi citii, da quel di Nicea insino al orentino,
applicano iprotestantifa dire a questi ches chera Pultimo. Furon dunque essi i pro
so part in contrario alle Sacre Pagine. Al testanti la cagione de tanti decreti ed ana
torch queste si taciono intorno a un dom temi che ardiscono rinfacciare alla sinodo
ma o ad una consuetudine costantemente tridentina.
Questa non fece altrimenti parola degli
osservata nella Chiesa, o non si esprimono
con sufciente chiarezza, it concitio sen altri articoli di fede da noi creduti sia in
tenzi doversi cosi Puno che Paltra con forza de testi chiari e formali della Scrit

servare in virt della tradizione, cio del tura, sia perch deniti ne concitii ante
magistero perpetuo e generale di quella cedenti: a che proposito si sarebbe trat
santa communione. Alla v. Tu1mzione fu tato dei punti di dottrina altora non con
per noi dimostrato non potersi ci fare dal troversi? Ridicola querela si questa al
tra guisa, e un tal metodo aver suo fon par di quella de sociniani e de deisti, l

TR
quali se la pigliano col concitio niceno per

TR

439

que sinceramente cattolico sarebbe pron

ch non avesse denito la divinit e la to a rinunziare alla propria sentenza ove


intervenisse una decision della Chiesa che
la condannasse. Appo i primi, alPopposito,
ci ha scisma e separazione assoluta tra le
diverse sette, non avendo elleno n la
stessa credenza su gli articoli che pur ten
gono per necessarii n to stesso culto
esteriore n la disciplina stessa, e ognun
sa come covino tanP odio le une contro
rit di esso, ma perch eran creduti gi Paltre quanto contro la cattolica chiesa.

processione delto Spirito Santo, che furo


no impugnate soltanttosessanPanni dappoi.
Apponendo a quel di Trento daver in
ventato articoli di fede nuovi e insino al
tora sconosciuti, procaccian di scolpartto
e stabitire it fatto contrario, perocch di
cono credersi da noi i dommi deniti da
quel concitio non per riverenza alPauto

prima. V. it discorso di Le Courayer sulla

Non vi sarebbe stato mestieri di bolle

recezione del concitio tridentino, e uno ponticie intorno le ultime contese sulla
scritto di Leibnilz di cui iarem parola fra grazia se cotoro che le suscitarono fossero
poco. Non possiam capire in che senso stati sinceramente sottomessi a decreti del

dommi gi creduti si possan dir nuovi ed Tridentino; ma noto come ne abbian tal
ignoti.
volta partato con non pi rispetto che i
7. [pi dedecreti di quel concitio sono protestanti, come sui passi scritturali e su
oscuri ed ambigui, suscettivi di sensi di que di s. Agostino i quali sembran favo
versi: tale oscurit pare anzi soventi vol rirti adottato abbiano it senso e le spie
te studiata per esimersi dal condannare gazioni de protestanti, e come accusinci di
certe opinioni deteotogi. Il quale sconcio semipelagianesimo a quel modo che ipro
fu si bene avvertito che it papa institui testanti ne accagionan it Tridentino. Assai
una congregazione di cardinali e dottori fuor di ragione perci si van gtoriando
per interpretare le denizioni del Tri questi ultimi di quel fermento di prote
dentino. Per tal guisa, anzi che termi stantismo che it concitio non riusc ad
nar le controversie, i suol decreti ne han estirpare; ove Pavesse potuto prevedere,
fatte nascere altre nuove, e, per supplire Pavrebbe anticipatamente proscritto.
alla insufcienza di quelli, i papi furono
u. Parecchi di s fatti decreti, concepiti
costretti a metter fuori parecchie bolle a in termini studiatissimi e che, presi alla
n di decidere ci che non era per anco lettera, son giudiziosi anzi che no, han
deciso, segnatamente sulle materia della tuttaltro senso nella pratica; tali sono
grazia, ec.
quelli risguardanti it purgatorio, Pinvoca
Risp. Se it concitio avesse condannate zione de santi, it culto delle imagini e
tutte le opinionidubie e disputabitl,e ver delle reliquie: i teotogi Ii piglian per av
rebbe ancor pi aspramente tacciato di se ventura nel senso del concitio, ma it po
vero. Che necessit vera egli dicondannar poto, in seguendoli, si abbandona manife
opinioni che non toccan la sostanza del dom stamente alP idolatria.
ma e i cui difensori professan di credere
Bisp. Troppo disdoro gli it ripetere
che che trovasi chiaramente denito? Esi una calunnia le cento volte confutata. l
gere che un concitio abbia a far cessare catechismi destinati ad ammaestrare it po
ogni controversia sarebbe volere da esso poto corron tra le mani di tutti; ci mo
un miracoto non operato dalla Scrittura strino i nostri avversarii in essi qualcosa

in diciotto secoli. Per chiaro che possa es


sere un libro o una decisione, si troveran
sempre ingegni sottiti e bizzarri, i quali
per via d interpretazioni forzate giugne
lanno ad oscurarne il senso e a cansarne

di pi o di meno di quel che nel con


citio di Trento. Il popoto perci appo

noi istruito alto stesso modo e ne mede


simi termini che i teotogi. ll concitio in
giunse espressamente ai vescovi di ve
le conseguenze. La questa la risposta gliarea n che non sinsinui nelle pratiche
che ci danno essi stessi i protestanti quan onde partiamo verun abuso o supersti

do obiettiam toro Pinsuicienza della Scrit zione o divozion falsa; e i vescovi it fan
tura a termlnar le contese in materia di
fede. Ma e corre grandissimo divario dal
le dispute che regnan fra toro rispetto a
diversi sensi della Scrittura e quelle che
si agitano fra teotogi cattolici sui punti di
dottrina non deniti. Questi non li fan dis
crepare intorno alla fede, non son cagione
di scismi tra toro, non di tenersi Pun PaI
tro quali eretici degni danatema: chiun

realmente, perocch son essi che danno i


catechismi ai proprii diocesani. Se, a mal
grado di queste precauzioni, it popoto, per

stupidit, ostinazione, indocitit verso i


pastori, cadesse nella colpa che i prole
stanti non cessan di apporci, chi si p0

trebbe accagionarne? Ardirebber essi ri


sponderci che it popoto pressotoro intende

cosi sottitmente come i tor teotogi le dot

TR

trine della fede giustieante, delPlnamis


sibitit della giustizia, della nullit deme

4 40

privitegio di tener sinodi, fecero delle leggi


disciplinari: avrebber fronte di dire che

riti e delle buone opere, della predesti


nazione assoluta, ec., e che non ne trae
mai di false itlazioni? Ove fosser tanto te
merarii, li manderemmo confusi colle di
chiarazioni de tor medesimi dottori.
Posciach i decreti del concitio intorno
le pratiche in discorso sembran toro anzi
che no giudiziosi, li adottino dunque e
insegnino quali stanno, condannando gli

nessuna di esse sia stata mai trasgredita?


lo. il concitio di Trento non fu rice

vuto n in Francia n in Ungheria; in


lspagna ne Paesi Bassi con restrizioni sol
tanto: Pautorit di esso venne perci re
putata per nulla da cattolici medesimi.
Risp. Non vi fu ricevuto in quanto alla

disciplina per le ragioni test addotte: ma


rispetto a decreti dottrinali e alle deni

abusi nch tor piace: non domandiam zioni di fede non ci ha paese cattolico in
cui si tenga lecito insegnare it contrario,
toro di pi.
o. Per quel che concerne la disciplina,
i legati del papa sopposero alla riforma
di molti abusi; que medesimi che furono
condannati continuarono come prima, e
non pochi durano tuttavia.

e chi ardisse fartto verrebbe reputato ere


tico. Di ci fu costretto convenire it Cou
rayer nel suo Discorso su la recezione
del concilio di Trento, particolarmente
in Francia, che vien dopo la sua storia

Ilisp. Egli da por mente che in ma di esso concitio, S27. Osserva eglgS ii,
teria di disciplina non era facite to sten
dere ordinamenti i quali potesser conci
liarsi colle leggi de varii principi e col
gius canonico seguito appo le diverse na

che quando it nunzio di Gregorio Xitldi

mand al re Enrico lii la publicazion del

concitio,quei monarca rispose non esserbi


sogno di publicazione per quelto che spet
zioni. Se i toro ambasciadori stavano at tava alle fede, cosa custodila nelsuo re
tentissimi a protestare contro che che po gno; che per riguardo ad alcuni altri ar
tesse intaccarte,n0n a far maraviglia che ticoli particolari avrebbe fatto eseguire per
i legati si riutassero al restringere i di via di suoi ordinamenti ci cheingiuuge

ritti di cui it sommo pontece godeva da vasi dalconcitio; e cos fece nelPordinan
tempo immemorabite. Sotto la v. PAPA ab za di Btois, promulgata Pa. i579. Altor
biam dimostrato come si fatti diritti non ch Padunanza del clero tenuta quelPanno
fossero n abusivi n pregiudizievoli al stesso a lllelun replic Pistanza, venne ri

ben generale della Chiesa al segno che sposto dal re che, rispetto alla riforma che
vuolsi da protestanti. Agevoie impresa volean trar dal concitio, non la reputava

levar la voce contro gli abusi: la difcolt cosa tanto necessaria quanto dicevasi,es
sta nel vedere se it rimedio che vi sin
tende porre non ne far nascere altri. Le
umane cupidigie, sole cagioni di tutti i
disordini, sanno spesso volgere a proprio

utite it freno stesso onde si cerc imbri


gliarte. Non pu negarsi che i regolamenti
fatti dal Tridentino non sieno stati savis
simi e non abbian tolto di mezzo di molti
abusi; gli altri si sarebbero meglio segui
ti, ove non ci fossero stati uomini po
tenti cui premeva impedirne Pesecuzione.

sendo stato avvertito esserci in altri con

eitii di molti canoni e decreti a quali po-I


ter conformarsi e donde erano stati liresl
gli statuti stessi del concitio. ivi, S i2
Nei ventitr articoli trovati dai giurecon
sulti in opposizione alle massime ed alle

libert della chiesa gallicana n Pur no

se ne conta che riferiscasi al domma, S 2B


Male a proposito perci it Courayer ln-

siste sul preamboto delPeditto di Patlqcazione da Enrico lii accordato a calvinlj

La stoltezza it sostenere daitPun canto sti Pa. tu. nel quale dichiar comlesll
che la Chiesa non ha verun dritto di far

it desse fuori n tanto che fosse iliacul"o

leggi, ch questo unusurpazione delPau

a Dio di fargli la grazia, mediante un btl0-

torit de principi,e dalPaltro riufacciarte no , libero e legitimo concitio, di riwme


che non abbia il potere di farte eseguire. tutti i suoi sudditi alla cattolica chiesa;

Scuotendo it giogo delPautorit della Chie

e ne inferisce che it concitio tridentnnl)

sa,i protestanti fecer vista di porsi sotto non era considerato per tale in quel requella della potenza de principi; ma qua gno. noto che in quei tempo it goverlunque volta tor parve di troppo molesta no, smarrite al tutto le forze e ridott0
le si ribellarono. A sentir toro, non regna a tutto temere per parte degli USoPopi fra essi abuso di sorta: ma qual pi ti, era costretto ad usar toro di molti ri

grave abuso che la libert di dommatizza

guardi pel motivo in ispecie che avea"?

re e far scisma qualunque volta un predi alla testa Enrico iV. Poteva ella effettuarsl
cante trovi it segreto di raccorsi intorno la riunion toro alla chiesa cattolica senza

partito? Quando in Francia ottennero it accettar la dottrina del Pridentinot Le

TB
reiterate istanze del clero perch si ac
cettassero eziandio gli ordinamenti disci
plinari non altro provano se non che de
siderava la riforma di tutti gli abusi.

Tit

l 44

llbite delle sue denizioni in materia di


fede; sul qual punto non meno in Fran
cia che altrove nessun dubio ci ebbe mai.
E conchiude che it porre in questione se

N vale it dire quanto alla dottrina, es smbblu a ricevere o no un tal concitio


sere stata questa ricevuta lacilamente e un voler porre in deliberazione se si vo
implicilamente soltanto, e non solenne glia esser cattolico ovvero eretico. V.
mente e nelle consuete forme. ll nostro cri Espril de Leibnilz, t. II.
tico si confuta da s stesso, confessando che
Poste queste verit innegabiti , poco
in tutte le dispute srte in Francia furon monta it saper la maniera onde itconcitio
sempre pigliate per norma le denizioni fu accolto negli altri paesi cattolici. Si con
del Tridentino; che la profession di fede tessa danosttri avversarii esser desso stato
di Pio IV vi iu adottata da tutti i vescovi; accolto senza riserva in Italia, Germania
che i prelati di quel regno, sia netor con e Potonia, negli stati del re di Spagna
citii provinciali o diocesani, sia nelle as senza, pregiudizio de dirilti e delle pre
semblee del clero dichiararon dogni tempo rogative di quel monarca : ma tra diritti
di sottomettersi alla dottrina di esso conci di S. lll. Cattolica non trovasi per fermo
lio,e che nelle opposizioni stesse fatte dagli quelto di rigettar le definizionidi fede dun
stati o partamenti del regno alPaccettazio concitio generale. noto come it clero un
ne del concitio disser sempre apertamente gherese tenga i medesimi principii e segua
che abbracciavdn la fede contenuta ne le stesse massime che quel diFrancia: nes
decreti del medesimo. Ivi, S 27. La que suna maraviglia quindi che abbia usato Pe
sta forse unaccettazion tacita? Ameremmo guai procedere. Da tutto ci risulta nessun
sapere qual sia la forma ordinaria con la concitio generale essere stato pi auten
quale vennero accettati gli articoli di fede ticamente e pi solennemente accettato,
deniti negli altri concitii ecumenici cele quanto alla dottrina, in tutta la cattolica
brati dopo la fondazione della monarchia chiesa che it Trtdentino; nessuna obiezio
e sebber duopo di lettere patenti del re, ne mossero i protestanti rispetto ad esso
che non si possa volgere contro qualun
registrate nelle corti sovrane.
Dancor pi grande tcmerit d prova que altro concitii. Quando nel mlo gli
it Courayer quando aggiugne che it con arminiani le misero in campo contro it si
citio avea per avventura egual bisogno di nodo di Dordrecht che ll avea condanna
modicazione rispetto alla dottrina che ai ti, i calvinisti non ne fecero caso e trat
decreti disciplinari. Egli partava da pro tarono quelI settarii da ribelli.
testante, e perci fu it suo discorso citato
TRIBU. Famiglia. Gli lsraeliti forma
con tode dal Mosemio e dal costui tradutto rono tra toro dodici trib,quanti erano ap
re, Hist. eccles., sec. XVI, sez. m, pari. i, punto i gliuoli di Giacobbe; ma avendo
c. I, S 25: e generalmente da protestanti questo patriarca nelPatto di morire adot
si vorrebbe far credere non essere stato lato i due iigliuoli di Giuseppe, cio Efrai
it Tridentino ricevuto in Francia n ri mo e lllanasse, ci furon quindi tredici capi

spetto al domma n in ci che concerne di trib, val dire: RubemSimeone, Levi,


la disciplina.

Giuda, Issacar, Zabuton, Dan, NeftalLGad,

Cosi volea che fosse it Leibnilz in una Aser , Beniamino, Efraim e lllanasse. La
memoria da lni dettata sui mezzi atti a Palestina per fu scompartita soltanto fra
riunire i cattolici co protestanti: sarebbe dodici trib, non essendo nella partizione
stata sua intenzione che per preliminare stata compresa quella di Levi, siccome de
si riguardasse quel concitio siccome non dicata al servizio della religione; ma Mos
avvenuto. Il Bossuet confut la detta me avea proveduto alla sussistenza di essa,
moria col solito suo nerbo, ponendo inanzi assegnando alle diverse famiglie de leviti

tratto i principii fondamentali della cre


denza cattolica sntllnfallibititt della Chie
sa in materiadi fede e facendo vedere co
mella dichiari la propria fede per mezzo
de pastori e come.it toro unanime consenso
nella dottrina non abbia men peso altorch
sono sparsi che quando si trovano insie
me raecolti. Prova quindi che un tal con
sentimento de vescovi unanime in tutta
la cattolica chiesa intorno allaecumenicit

del tridentino concitio e alPautorit infal


BERGIEB. Vol VI.

la dimora nelle citt delPaltre dodici tri

b, con non piccola porzione di territorio,


e la decima de frutti , le primizie e le
oblazioni del popoto. Giacobbe, in moren

do, avea predetto a questa trib chella


sarebbe stata sparsa per Israele. Gen.
xLIx, 1. Onde la condizion sua non poteva
destar Pinvidia delPaltre.
Dopo la morte di Saule, tor primo re,

dieci trib rimasero fedeli al gliuoto di


lui lsbosettotDavtde, successore di Saul,
I8

TR

TR

regn da prima sulle sole due trib di Giu

fede stessa ne insegna che Punit di Dio


feconda; che la natura divina, senza ces
sare desser una, si communica pel Padre
al Figliuoto e per entrambi alto Spirito
Santo, senza veruna divisione o diminu
zione de suoi attributi o perfezioni. Onde
pel vocaboto Trinil vien signicata Pu
nit delle tre Persone divine in quanto
alla toro natura od essenza, e la reale dis
tinzione delle medesime rispetto alla per

442

da e Beniamino; ma, morto lsbosetto, si


riunirono tutte sotto Pobedienza di Davide.
Per quanto pu congetturarsi, causa di tal
prima separazione fu Pinvidia delPaltre

trib contro quella di Giuda, chera la pi


numerosa e a cui nel testamento di Gia
cobbe era stato promesso to scettro regale;
promessa che quelle tardarono a compiere

tinch fu tor possibite. Fu anche it prin


cipio della scissura avvenuta tra toro sotto
it regno di Roboamo glio di Satomone:
dieci trib in altora si ribellarono, crea
ronsi un re tor proprio e venner chiamate
it regno dsraele, che avea per sua ca

sonalit.
Gli questo, fuor di dubio, tale mistero

pitale Samaria; le due sole trib di Giuda

Nostro debito impertanto l. addurue

che vince ogni umano comprendimento,


ma it troviamo formalmente rivelato nelle
Sacre Pagine e nella tradizione.

e Beniamino tennero fede a Roboaino ed le prove; 2." veder le opposizioni degli


a successori di lui, e furono denominate it eretici; 5.0 giusticare it linguaggio de
regno di Giuda, it cui capoluogo era Ge padri e de teotogi.
l.i Prove del domma della se. Trinil.
rusalemme. Tra i re de due regni veb
ber discordie e guerre quasi continue: i I." Andate, disse G. C. a suoi apostoli,
re dlsraele caddero presso che tutti nel istruile tutte le genli,battezzandole nel
Pidolatria e vi trascinarono i proprii sud nome del Padre e del Figliuolo edelto
diti; que di Giuda mantennero per to pi Spirilo Santo. Matth. xxvui, lo. Non tu
i toronelPosservanza della legge del Sl mai per fermo intenzione del Salvator no
gnore. Questa divisione dur insino alla stro che venisser battezzati i fedeli in al
cattivit di Babittonia.
tro nome che in quelto di Dio n conse
Pare a noi che, ove si ragguardi al soto crati ad altri esseri che a Dio: e nondi
interesse politico, to scompartimento del meno veggiam qui tre persone in nome
Pintera nazione in diverse trib con pos delle quali vuol egli sia conferito it Bat
sedimenti separati e non formanti allean tesimo: forza dunque che ciascuno de
za di sorta fra toro produr dovesse otti tre sia veramente Dio, senza per ne con
mi etfetti. Con ci ciascheduna trib saf sguiti esservi tre dei, e quindi che Pes
fezionava al terreno toccogli in sorte, ed senza divina sia a tutte tre commune,
ogni capo di famiglia trovavasi nella ne senza divisione di sorta. ll perch dapa
cessit di mettere a protto la propria dri della Chiesa e dai teotogi osservasi
porzione e conservar per tal guisa it re aver G. C. detto nel nome, non ser
taggio de suoi maggiori. lmpedivasi anco vendosi del numero del pi, a n di ad
Pingrandimento delle famiglie ambiziose, ditare Punit della natura divina, e sog
quindi le usurpazioni a cui avrian potuto giunto del Padre e del Figliuoto e delto
lasciarsi andare, e mantenevasi Peguaglian Spirito Santo, ripetendo la copulativa per
za tra tutti i membri delto stato. N potea far sentire la perfetta eguaglianza di esse
nascervi to sconcio che suol recare fra gli tre Persone distinte.
Non son qui pertanto tre denominazioni
Indiani la distinzione delle caste: la se
parazione di queste avendo per base idee puramente,tre maniere di considerare una
false e una stolta credenza, cagiona Podio, sola e medesima persona, tre attributi re
it disprezzo, Pavversione delle caste su lativi alle differenti operazioni di essa, co
periori contro le altre: la distinzione, de me vuolsi da alcuni sociniani: che signi
gli Ebrei in ditierenti famiglie tra toro cherebbe egli it Battesimo conferito in no
eguali tutte quante rammentava ad essi me di tre attributi o di tre operazioni della
come tutti fosser usciti del sangue di Gia Divinit? E detto altrove chesso vien dato
cobbe e obligati a riguardarsi quai fratelli. in nome di G. C.: a dir dunque che it
TRINITA. ll mistero della ss. Trinit divin Salvatore sia una delle tre Persone
quesPesso: lddio sussistente in tre Per da essolui indicate, e Paltre due sieno es
sone, Padre, Figliuoto e Spirito Santo, Pun seri in realt sussistenti al pari di lui. V.
dalPaltro realmente distinti e aventi tutti Psnsoiu.
tre numericamente e individualmente la
Ci si obietta non darsi nella Scrittura it
medesima natura divina.
nome di persona n al Figliuoto n alto

Che ci sia un soto lddio verit fonda

Spirito Santo. - Ma n tampoco al Padre

mentale della fede cristiana: ma questa esso viene dato, e nondimeno verun ere

TB
tico neg mai essere it Padre una perso
na, un ente susdstente e intelligente. Ol

TR

443

setto precedente, in cielo. Le son conget


ture affatto temerarie.

treci, quando s. Paoto, Philipp. n, 6,


Quel che certo si che nel secoto lll,
dice di G. C.: Qui eum informo Dei es quasi cento anni prima del concitio di Ni
set, etc., noi sosteniamo doversi tradurre: cea, le parole del il 7.", hi tres unum sunl,
itquale essendo persona divina; perocch
quelle parole non ponno altrimenti signi
care chegli avesse la gura, Pesterno,
le apparenze della Divinit. E quando to
stesso apostoto dice, n Cor. n , so: Ego
quod donavi...., propter vos in persona
Chrisli, quesPespressione vale evidente

furono citate da Tertulliano nel libro Ad


versus Praxeam, c. 2, e da s. Cipriano
nel libro De unilate Ecelesiw. Manoscritti

cosi antichi non abbiamo. Ondoi pi va


lenti critici,vuoi cattolici,vuoi protestanti,
citati dal Calmet in una dissertazione su

questo argomento, nel t. XVI della Bibbia


mente da parte, per autoril di Cristo, dZ-tvignone, asseriscono quel testo essere
n
come suo rappresenlante; it che tut autentico.
Paltro che mera denominazione.
Ove ci si dimandi perch esso testo non
2. Leggiamo in s. Giovanni, l ep. v, fu addotto dai padri del IV secoto nelle
7, s: Tre sono che rendono testimonian
za in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spi
rilo Santo,- e questi tre sono una sola
cosa. E tre sono che rendono testimo
nianza in terra: lo spirilo , Vacqua e

dispute che ebbero con gli ariani e nelor

trattati sulla Trinit, rispondiam l." con

s. Ilario che la fede decristiani trovavasi


bastantemente fondata sulla forma del Bat
tesimo, De Trinit., l. n, n. t; it qual pa
il sangue; e questi tre sono una sola eo dre aggiugne, l. vi, n. u , non doversi dar
Sa. Lo spirilo, Vacqua e il sangue sono colpa domissione ove ci ha copia da poter.
idoni miracotosi del Santo Spirito, del scegliere. 2. Contro gli ariani non tratta
Battesimo e del martirio. Se i tre testi vasi di provare la divinit delle tre Per
moni di cui nel il 7." fossero della stessa sone , ma soltanto quella del Figliuoto.
specie, non renderebber gi testimonian s. Questi eretici,sostici e cavittosi quan.
za in cieto, sibben sulla terra, come quelli to i moderni, confrontando it il 1. col
del versetto che segue. Or, nel tempo in Ps. navrebbero inferito che le tre Per
che favellava Papostoto, it Padre, it Verbo sone divine avean tra toro soltanto unu
e to Spirito Santo eran di certo nel cieto. nit di testimonianza, come to spirito,

Ci noto Pautenticit del il 7." venir im


pugnata non pur dasociniani ma da dotti
cattolici altresi, col dire non trovarsi nel
pi degli antichi mss., esser quindi ne
gli altri stato aggiunto da temerarii ama
nuensi. Ma leggesi esso in mss. non meno
antichi. La somiglianza tra le prime e le

Pacqua e it sangue. 4." Pu darsi che pa


recchi de padri avessero esemplari ne
quali esso i, 7. fosse stato omesso. Al pos
tutto poi, che obligo abbiam noi di render

ragione di che che fu detto o non detto

dai padri? Mai per nessumaltra questione


di critica meglio che per la presente fu
ultime parole del 7." e quelle delle" pot dimostrata la necessit di attenerci alla
di leggieri esser causa a copisti men che tradizione ossia al commune e costante in
attenti di saltare it settimo verso: ma chi segnamento della Chiesa intorno al nume
sarebbe stato cotanto ardito da inserire ro, alPantenticit, alP integrit delibrt
nel testo di s. Gio. un versetto che non scritturali e di qualunque parte di essi.

vera punto? Che la diversit demss. pro

5." Il domma della Trinit ha suo fon

venga da invotontaria omissione e non da damento su tutti i testi da noi citati in pro
infedelt premeditata, n prova it vedersi va della divinit del Flgliuoto di Dio e
in parecchi di essi aggiunto it il 7." in mar delto Spirito Santo. V; queste due voci.
gine di man propria dewamanuense. ln S. Paoto fa questo saluto ai fedeli, u
secondo luogo, avendo Vapostoto gi fatta Cor. xm, s: La grazia del Signor no

menzione nel il 8." delPacqua, del sangue stro G. C. e la caril di Dio- e la par
e delto spirito che rendono testimonianza tecipazione detlo Spirilo Santo sia con
a G. G., non verisimite che ripetcsse im tutti voi. S. Pietro, l ep. i, l, favella agli
mediatamente dopo nelPs. to stesso con eletti secondo la previsione di Dio Par
cetto. Ifordine e la chiarezza del discorso dre, alla santicazione della Spirilo, a
esigonoassolutamente che it 7." sia fra i due ubbidire a G. C. per essei aspersi col
coltocato. Per ultimo, cotoro che asseri sangue di lui. Operazioni son queste che
scono essere it 7. versetto un doppio, for soltanto a persone o ad esseri sussistenti
za sostengano che le parole delPs.", su si ponno attribuire.
la terra, sono esse pure state aggiunte al
Le spiegazioni forzate che i sociniani so
testo, pe1-ch rispondenti a quelle del ver glion dare a tutti questi passi e le sotti

Mll

TR

TR

gliezze onde cercan torccrti ad altro senso rono i sociniani da poi che Pehbrro im

chiariscono come vadano errati; ch in

pugnato, errori derivanti Pun dalPaltro.

tcrpretazioni cotanto strane non possi


bite corressero mai alla mente de primi
tivi fedeli. Ove gli apostoli avessero usato
it linguaggio di cotesti eretici, avrebber
tratto inevitabitmente in errore i toro pro
seliti. Pur se ci ha questione capitale pel
cristianesimo, quella di sapere se un Dio
soto vi sia oppur tre. Come mai si pu da

Da quel punto furono essi costretti negare


Pincarnazione del Verbo e la divinit di
G. C., la redenzione del mondo nel pro

un lato sostenere che la Scrittura chiara


e affatto intelligibite su tutti gli articoli
fondamentali o necessarii alla salute, e
dalPaltro attribuire agli scrittori sacri uno

stite tanto enigmatico?


4. La pratica costante della chiesa cri
stiana dagli apostoli insino a noi dimostra
con eguale evidenza che la Scrittura la

verit di sua credenza. Egli certo che


ne tre primi secoli, dagli apostoli in poi,

venne alle tre Persone della ss. Trinit ed


a ciascuna in particolare prestato it culto
idi latria , it culto supremo, Padorazione
presa in rigido senso: dunque fu creduto
essere ciascuna veramente Dio. Potremmo
ci dimostrare eollatestimonianza di s. Giu
stino, s. treneo, Atenagora, s. Teotito an
tiocheno, vissuti tutti nel secoto il; ma i
nostri avversarii anteporranno per avven
tura quella de nostri nemici. Or bene,
egli certo essere stati gli ortodossi da
Prassea e da Sabellio per si fatta adora
zione imputati di triteismo. Tertulliano,
Ade. Praxeam, c. e, 5 e 15. Uautore del
diatogo intitolato Phitopatris, scritto im
perando Traiano,al principio del II secoto,
mette in ridicoto i cristiani a proposito di
esso culto. u Giurami , eccone le parole,
pel Dio del cieto, eterno e supremo Si
gnore, pel Figliuoto del Padre, per to Spi
rito che dal Padre procede, uno in tre, e

tre in uno; egli it vero Giove e it Dio


vero. n E a dire che la credenza decri
stiani fosse gi ben nota, se un pagano
esprimevala in si fatta guisa. Cotesta fede
veniva inoltre attestata dalla forma del
Battesimo: dal canone cinquantesimo de
gli apostoli viene ordinato si amministri
facendo tre immersioni e con le parole di
G. (L; tradizione degli apostoli, secondo
i padri, e rito istituito per additare la dis
tinzione delle tre Persone divine. Veg
gansi le note del Beveridge sul citato ca
none. Si aggiunse in appresso la dossoto.
gia, it trisagio, it Kyrie ripetuto tre volte
in onore di ciascheduna Persona, ec., per
inculcar sempre la stessa verit.
s. Prova non meno solenne della ve
rit della dottrina cattolica circa questo

mistero it caos derrori in cui si gitta

prio signicato, i meriti inniti del divin


Salvatore, la sodisfazione da lui data alla
divina giustizia per li peccati di tutti gli
uomini; e parecchi di toro insegnarono
non doversi onorario di culto supremo o
delPadorazione propriamente della. Fu
forza negare it peccato dorigine o almeno
la sua trasfusione a tutti i gliuoli dbtda
mo, it bisogno per toro duna riparazione
e duna grazia santitcante a n desser
ripristinati nella giustizia , la validit del
Battesimo de bambini. Pefficacia de sa
cramenti, la necessit dun aiuto soprana
turale per far opere meritorie, ec., ec. Ag
giugnendo a tutti questi errori que de
protestanti, i sociniani ebber ridotto it tor
cristianesimo a un pretto deismo e molti
non si arrestarono a questo punto. V. So
CINlANIsRIo.

Dopo un tal progresso dempiet, dai


teotogi preveduto, hanno essi ragione gli
increduli di domandarci a che giovi it
domma inintelligihite e incomprensibite

della Trinit? Giova, ripondiamo, a man


tenere nella sua integrit it cristianesimo,
quale fu predicato da G. C. e dasuoi apo
stoli, e ad impedire la serie derrori po
co dianzi accennata; a sottomettere alla
parola di Dio la nostra ragione e P intel

letto, che it pi alto e schietto omaggio


che una creatura possa tributare al su
premo suo padrone; ad inspirarci gratitu
dine, amore, ducia per un Dio la cui es
senza , a cosi dire, tutta rivolta alla no
stra eterna salvezza. Giova per ultimo a
farci comprendere che la nostra religione
non altrimenti opera delPuomo: peroc
ch Pidea da essa prtaci della Divinit
non ha mai potuto toro presentarsi na
turalmente alPintelletto; nessun di essi
era capace di formare un sistema di cre

denza si ben connesso che non se ne pu


negare un soto articoto senza mandare sos
sopra gli altri tutti quanti, se pure andar
non si voglia in contradizione. La cosa
dimostrata che se it sistema de sociniani

fosse vero, it cristianesimo, qual viene da


noi professato, sarebbe una religione pi
falsa e pi stolta del maomettismo; che,a
giudicare dal fatto, la venuta di G. C. in

terra sarebbe stata cagione ad essa pi di


mal che di bene. V. Abadie, Tratte de la
divinile de J. C.
ll. Obiezioni degli elerodossi. Ci si di
manda se la ragione e it buon senso COn

TR

TR

445

sentano di credere ci che non si com


prende punto; e noi rispondiamo che si
mancherebbe delPuno e delPnttra, ove di
credere si ricusasse. Noi imitiamo it fan
ciulto, che, ammaestrato dal proprio pa
dre, crede agli insegnamenti di lui tutto
ch non giunga a capirti, peroccti ei ri
posa sul sapere, sulla rettitudine, sull,a
more del genitor suo: facciam come it
cieco dalla nascita, it qual presta fede a

tii nostri misferi. Le dispute e Peresie


eranperci cominciate lunga pezza inan
zi it ritrovamento del vocaboto trinil,
quelle che susseguirono di Prassea, Noeto,
Sabeitio, Paoto samosateno, Arto, ec., non
erano che una propagazione delle prime.
Oltreci s. Teoiitto non fa altro che espri
mere con una sola parola ci chera stato
detto da s. Giovanni nel famoso testo di
cui abbiam provato Pautenticit. Non fuci che gli vien detto intorno alla luce ed adunque it vocaboto che porse occasione
ai cotori, de quali non ha veruna idea, alle dispute e turb la quiete, ma si la so
perch sente che chi ha occhi non ha in stanza stessa del mistero, che pertinaci ca
teresse alcuno dingannartto e che non vitlatori non poterono mai risolversi a
possibite che tutti si accordino per trartto credere.
in errore: siam simiti a un viaggiatore che,
Altri dicono che, correndo i primi tre
costretto camminare in paese sconosciuto, secoli, nulla era stato prescritto alla fede
pigliasi una scorta e safda ad essa, per de cristiani circa questo mistero, almeno
suaso della sperienza e probit della-me sulla maniera onde it Padre, it l-igliuoto
desima, ec. Ci comportiam noi male cre e to Spirito Santo sono Pun dalPaltro dis
itendo alla parola di Dio mentre ad ogni tinti, n determinate le espressioni di cui

tratto ci forza rimetterci a quella degli si dovea far uso; che i dottori cristiani
uomini?
tenean su questa materia differenti senten
La cosa dotorosa che i protestanti ab ze. Mosemio, Hist. ecctes., sec. IV, part. n,
biano aperto la porta al socinianismo, i c. s, S o; Hist. christ., sec. Ilt, S 51.
Temerarie asserzioni son queste pure.
cui principii guidano a si spaventevoli
conseguenze. E noto che Lutero e Calvino insin dal tempo degli apostoli la tede de
partarono della Trinit in guisa ben poco cristiani,come fu iuotato da s. Ilario, era
riverente; e, per sciagura, i tor seguaci prescritta dalle parole di G. C. che servono
tengono di frequente quas.i to stesso lin di forma delBattesimo, nelle quali si-nomi
nano it Padre, it Figliuoto, to Spirito San
guaggio.
Dicono che it vocaboto trinil non to; ogni fedele sapeva che Puno non era
nella Scrittura; che it primo ad usartto fu Paltro, che ciascuno de tre Dio e pur
Teoto antiocheno; che la chiesa cristia non sono tre dei: e noi al presente non

na pochissimo gli debbe per s fatta in ne sappiam punto di pi.


Non prima vebbe de cavitlatori che voi
venzione; che Puso di questa parola e di
altre non poche, ignote agli scrittori sacri lero intender la cosa daltro modo, venner
0 a cui gli uomini non annettono veruna reputati eretici. I dottori cristiani perci
idea o soltanto falsa, ha nociuto alla ca eran tutti della medesima sentenza, anche
rit e alla pace senza renderti pi dotti quando le toro espressioni differenziavan
e porse occasione ad eresie dannosissime. si. il Mosemio stesso not che presso i
QuesPultimo fatto assolutamente tal padri antichi le voci soslanza, natura,

so. S. Teoto visse in sul cadere del se


coto Il; e, gi n dal primo e al tempo de

forma, cosa, persona, suonan tutP uno.

Dissert. in hist. eccles., t. il. Di presente


gli apostoli, Simon mago, Cerinto e i gno non accade pi it medesimo, per avere
stici avean dommatizzato contro it mistero gli equivoci e i soiismi degli eretici co
della Trinit, Pincarnazione, la divinit di stretto i padri a far distinzione tra esse
G. C., e furono confutati da s. Giovanni voci. ingiusta cosa pertanto it giudcar
tanto nelle sue lettere che nel suo vange di ci che sentissero sopra espressioni che
to: questi misteri non saccordavan punto non son pi conformi al linguaggio attuale
con gli eoni de valentiniani e colle tor della teotogia.
Ancor pi grave falto commise it Mose
geneatogie, di cui part s. Paoto: al prin
cipiar del il secoto gli ebioniti, i car mio, dicendo che i cristiani dEgitto pensa

pocraziani, i basitidiani, i menandriani, i vano come 0rigene,cio che it Figlio fosse


varii rami di gnostici non credevano la rispetto a Dio ci che la ragione nelPuo
Trinit e Pincarnazione punto pi detor mo, e che to Spirito Santo non altro fosse
predecessori: s. Ignazio, che cess di vi che la forza attivao Penergia divina. l. Sa
vere Pa. 107, li combatte nelle sue let rebbe stato necessario citare it passo in
tere; it costoro sistema, trovato nella scuo cui Origene si espresse di tal modo. Dagli
la duessandria, era incompatibite con tut editori delle sue opere fu dimostrato aver

446

TR

TR

lui asserito che le tre Persone son tre enti Punit d origine della seconda e della
sussistenti, realmente distinti, e non gi terza Persona; it terzo Punit dazione
tre azioni o tre denominazioni. Origenian., tra tutte tre; it quarto Pesistenza intima
c. 2, q. l, n. 4. - 2.i E falso che i cri o la circumincessione. Non dssi dunque
stiani dEgittto sieno stati nelPopinioiie attri rolnper la serie del raziociuio de padri
buita toro da questo critico; ei non ce ne per procurarsi la compiacenza iYaccusarti
ha dato nessuna prova. Confutando la fal derrore. Alla v. EIIANAzioNE abbiam chia
sa sentenza dun autor moderno, ammette rita la falsit delPaltre accuse mosse dal
in Dio una sola sostanza assoluta e tre Beausobre ai santi padri su questo stesso
sostanze relative: non questo Pordinario argomento.
linguaggio degli ortodossi; avrebbe egli
Parecchi censori affettarono d apporre
trovato ben fatto che it suo avversario to a padri nel voler spiegare questo mistero
tassasse deretico? Altre ingiustizie senza Puso di paragoni che, presi alla lettera, in
ne furon commesse rispetto ad Origene. segnano errori. llla quesanti maestri eb
ll Beausobre nella sua Storia del ma ber cura davvertire come nessuna compa
nicheismo, l. nni, c. s, S 2, dice che i pa razione tratta da cose create risponder po
dri, per confutare gli ariani, i quali accu tesse alla sublimit di questo mistero n
savano i cattolici dammelter tre dei, as porgerne una chiara idea: it pigliarti alla
serirono l. la natura divina essere una lettera gli dunque un andar contro Pin
nelle tre Persone come una la natura lenzion toro. ll llosemio cit a questo pro
umana in tre uomini, la quale unit una posito s. llario, s. Agostino, s. Ciritto dA
mera astrazione, ununit di specie o so lessandria, s. Gio. damasceno, Cosmo in
miglianza, non una vera unit; 2." si falla dicopleule; se ne potrebbe aggiugnere al
unit esser nondimeno perfetta, perch it tri. Nola al Cudvorzio. Nel che i padri
Padre soto senza principio, laddove gli altro non fecero che imitar gli apostoli.
altri due traggon toro origine dal Padre e S. Giovanni paragona lddio Figliuoto alla
ricevono da lui la communicazione di tutti parola e alla luce; s. Paoto it chiama to
gli attributi della natura divina. E adduce splendor della gtoria e la gura della so
in prova di questo falto it Petavio, De stanza del Padre, ec. Comparazioni le qua
Trinit., l. iv, c. 9, 10 e la, e it Cudvor li non ponno per certo porgerci unidea
zio, Syst. inlellect., c. 4, S 2a.
chiara della natura del Fgliuoto di Dio.
Se cotesti critici protestanti fossero stati
Altri nalmente restarono scandalizati
di buona lede , avrebber confessato quel dalle seguenti parole di s. Agostino, De
che venne dimostrato dal Petavio, ibid., Trinit., l. v, c. a: Non audemus dicere
c. la e segg., cio che gli stessi padri da imam essentiam, tres subslantias , sed
lui citati si spiegarono poscia pi corret unam essentiam vel subslantiam , tres
tamente ed ammisero nella natura divina autem personali, quemadmodum multi
Punit numerica, la singolaril e la per Latini isla traclantes et digni auctori
fetta semplicit; 2. che di essa unit re late dixerutit, cum atium modum aptio
carono altre due ragioni essenziali, val rem non invenireni quo enuntiarent
dire la singolaril dazione e la circumin verbis quod sine verbis inteltigebant. Re
cessione ossia esistenza intima delle tre vera enim cum Pater non sil Filius,et
Persone, Puna nelPaltra, giusta it detto di Filius non sil Pater, etSpirilus Sanctus
G. C. 1o. x, 57, 58: Se non fa le opere ille qui etiam donum Dei vocatur neo
del Padre, non mi credete. Ma se le fo, Pater sil nec Fitius, tres utiqae sunt.
quando non vogliate credere a me, cre Ideoque pluraliler dictum est: Ego et
dete alle opere: onde conosciute e cre Pater unum sumus. Non enim dixil,
diate che il Padre in me, e io netPadre. unum est, quod sabelliani dicuut, sed
Siccome gli ariani puri asserivano essere unum sumus. Tamen cum quwrilur quid
it Figliuoto di Dio una creatura,non con tres, magna prorsus inopia humanvtm
fessavano chegli partecipi a tutti gli at laborat eluquiam. Dictum est lamcn
tributi della Divinit, segnatamente alPe tres personw, non ut illud diceretur,
ternit del Padre. Bisognava perci sta scd ne laceretur. Gli increduli ne infe
bitire contro essi che it Figliuoto e loSpi rirono che, stando al santo dottore, quan

rito Santo partecipano cosi realmente a to si dice della Trinit non signica nulla.
tutti gli attributi della natura divina come
Che nulla signichi di chiaro, no l ne
tre uomini alle propriet tulle della na gbiam punto; esprime per qualcosa du
tura umana: ci facevano per prima cosa snuro, come i vocaboli luce, colore, spec
i padri, ma non questo, per cosi dire, chio, prospettiva, ec., in bocca a un nato

che it primo grado delPunit; it secondo cieco, al quale non si la colpa Fusarti. Se,

TR
tavellando della ss. Trinit, vogliasi far
concetto della natura e Persona divina co
me si la duna natura e persona umana ,
non si mancher iPinferirne come gli in
creduli che una sola natura numerica in
tre Persone distinte la una contradizio
ne: si ragioner per altro malamente, co
me un cieco dalla nascita it quale, para
gonando la sensazion della vista con quella
del tatto, asserisse che una supercie pia
na, qual si uno specchio e una prospet

TR

4 47

non sono altrimenti tre dci perocch han


no una sola e identica natura o essenza
numerica e posseggono tutti e tre indivi
samente tutti gli attributi esenziali alla di
vinit.
2. Appelliamo it Padre, it Figliuoto e
to Spirito Santo tre persone, val dire tre
esseri individuali, in s stessi realmente
sussistenti. Ci era necessario a confutar
chiunque e in antico e di presente ancora
pretende essere it Figliuoto e to Spirito

tiva, non vale a produrre una sensazione Santo nulla pi che nomi, operazioni, mo
di profondit. V. Misreao.
di di considerare la Divinit; a tali false
Tra tutti gli articoli di nostra lede nes spiegazioni determini scritturali fu neces
suno venne cos tosto impugnato o cotanto sario contraporne di pi vere. Presso gli
ostinatamente e da tanti settarii siccome autori profani persona val sovente aspet
quelto della Trinit , Pabbiam gi osser to, gura, apparenza esteriore: ma noi

vato. Le diverse maniere onde ci fu fatto, abbiam mostrato come s. Paoto dato abbia
Pabuso di tutte le voci scritturali e del a quelle voci un signicato totalmente di
linguaggio commune, i sosmi da essi ac verso, cui i padri e iteotogi luronoobli
cumulati obligarono i teotogi si antichi che gati dadoltare. V. Psasona.
moderni a dare spiegazioni, a fermare it
5." Dicono che it Figliuoto di Dio trae
signicato dogni parola, a determinar le sua origine dal Padre per via di genera
espressioni dalle quali non lecito scostar zione, voce consacrata nelle Scritture,
si. il Beausobre medesimo, comech tut nel c. vnni, il 55, degli Atti apostolici e in
Paltro che giusto verso di essi, contessa tutti i testi ne quali it Figliuol di Dio
non avere i padri potuto lar di meno delto appellato Unigenilo. Questa generazione,
spiegare in che senso G. C. sia Figliuolo aggiungono, o nascita non una creazio

di Dio. Hist. du manich.,l.1n, c. 0,51. ne, perocch se it Figliuol di Dio fosse


Nondimeno gli unitarii e chi parteggia creatura, non sarebbe Dio; n pure uno
per toro non rinano di chiedere perch manazione nel senso che intendevanta i
si voglia spiegare ci ch inesplicabite e fittoso, i quali, dicendo gli spiriti esser
inventar di nuovi vocaboli i quali non ci nati dal Padre di tutte le cose,supponeauo
porgono veruna idea chiara e soto servono tal produzione essere un atto libero della
a moltiplicar le contese; perch non stiasi votont del Padre, laddove lddio Padre
alle semplici e precise parole della Scrittu ebbe generato it Figliuol suo con un atto
ra. - Perch, rispondiamo, gli eretici non necessario della mente divina, ragione per
ristettero mai dalPabusarnc e ne abusan cui it Figliuoto coeterno al Padre. Oltre
tuttavia; perch alPombra delPespressioni ci da litoso concepivasi Pemanazion de
scritturali trovano to spediente di credere gli spiriti come un disgiungimento o una
e insegnare che che toro talenta. Ben stra divisione dalla natura divina: or gli ma
na cosa sarebbe che avessero it privitegio nifesto la natura od essenza di Dio, sicco
di spiegar la Scrittura a tor senno e che me di puro spirito,essere indivisibite. Per
alla chiesa cattolica non fosse fatta facolt ci se i padri della Chiesa, a tin di espri
di opporsi alle toro spiegazioni e darne di mere la generazione del i-igliuoto di Dio,
pi ortodosse. Veggiam pertanto se quelle si valsero de vocaboli emanazione, pro
de teotogi cattolici siano men solide che bole o prolazione, produzione, ec., non
le toro e non iondinsi meglio sulle Sacre vi legarono Pidentico signicato de tito
soti. V. EMANAzioNE
Lettere.

lll. Difendesi il linguaggio de padri

a notare che assai padri anteriori al

e de teologi. Noi diciamo per l. essere concitio niceno attribuirono a G. C. due


in Dio una sola natura od essenza, eterna, generazioni o nascite inanzi quella cheb
esistente da s, innita, ec.; perocch la be da Maria vergine: Puna eterna, in vir

Scrittura ne insegna, qual verit capitale, t della quale detto unigenilo e colla
esservi un Dio soto. Egli fu uopo espri
mersi di questa guisa contro i pagani, i
marcioniti e i manichei, i triteisti e tutti
cotoro che accusarono i cattolici siccome
adoratori di tre dei. Fu dimostrato toro

quale rimase nel seno del Padre, Paltra


temporale e precedente alla creazione.
Unito a unanima spirituale assai pi per

tetta di tutti gli altri spiriti, it Verbo usc


in tal qual modo dal seno del Padre e gli

che it Padre, it Figliuoto e to Spirito Santo serv di ministro e come d instrumento

4 48

TR

Tli

per creare it mondo. Gli sotto questa


forma che vien dalP Apostoto chiamato
primogenilo di tutte le creature, pel
quale sono slate fatte tutte le cose...., le
visibili e le invisibili. Coloss., xii, l5, lo.
Soltanto questa seconda nascita del Verbo
ammettean gli ariani e negavano la prima,

cessariamente e da tutta Peternit, produ


ce un termine dital cognizione, un ente
egualea s medesimo, come -iui sussistente

e cosi pur fassi da sociniani: ipadri per


asserivano si Puna che Pultra. Applicava
no alla seconda il- detto di s. Paoto, Hebr. i,

9, 5, che Dio pel Figliuoto cre anche i


secoli, laddove per la prima it Verbo

ed innito , perch un atto necessario e


coeterno alla divinit non pu essere
atto passeggero n circoscritto. Onde que
sPoggettto della cognizione del Padre
chiamato nella Scrittura it suo Verbo, il
Figliuol suo, la sua sapienza, Vimagi
ne della sua soslanza; i Libri Santi at
tribuiscono a questo le operazioni proprie
della Divinit, to nominan Dio, ec. Tutto

coeterno e consostanziale al Padre; ma ci indica non pure un atto della mente


avvisuvano aver s. Giovanni partato den divina, ma
trambe quando disse: Nel principio era ligente.
il, Vorbope il Verbo era appresso Dio,
it Padre
e il Verbo era Dio. Per non aver posto riguarda it
mente a ci, it Petavio ed altri credettero de ne vien

un essere sussistente e intel


vede it FigliuoPsuo, e questi
Padre come suo principio; on
che samino necessariamente:

veder ne padri anteriori al niceno passi or, Pamore un atto della votont e dee
non ortodossi. V. Bolto, Defens. dei m avere un termine reale quanto Patto dellacenw, sez. m, c. 5, th. 2. AlPart. Verbo mente; e questo termine to Spirito San

si mostrer perch, prima del mentovato to, it qual procede quindi dalPamorescam
concitio, i padri ebber favellato moltissimo
della seconda generazione del Verbo, e i
posteriori ad esso insistito principalmente
sulla prima.

bievole del Padreqe del Figliuoto. E que


sta la ragione per cui la Scrittura alto
Spirito Santo principalmente attribuisce

le effusioni delPamor divino; detto che


- A. Dottrina de padri e de teotogi che la caril di Dio slata. ili/fusa ne no
to Spirito Santo deriva dal Padre e dal stri cuori per mezzo dello Spirilo Santo
Figliuoto non per generazione, bens per il quale slato a noi dato. Rom. v, u.
processione, altra voce trattadalla Scrit Vi scongiuro... per la caril della Spi
tura, Io. xv, 26. Nelle dispute contro gli rilo Santo. v, 5o. Diportiamociw come
ariani trattavasi principalmente della Di ministri di Dio.... con lo Spirilo Santo,
vinit del Figliuoto di Dio, e poco fu dis con la caril non silnulatu, n Cor. iv,
corso delto Spirito Santo: ma, circa ses 4o, etc.

sanPanni dappoi, lllacedonio patriarca di


Di qui i termini di paternil, glia
Costantinopoli, avendo avuto.la temerit zione , spiruzione attiva e passiva, idee
di negare la divinit di questa terza Per e relazioni che servono a caratterizzare le
tre Persone e distinguer P una delPaltre.
Di qui it principio de teotogi, non darsi
distinzione tra le persone quando non si
zioni de macedoniani. Onde se que venera d opposizion di relazione; e perci che
biti personaggi suscitarono alcuna questio che concerne Pessenza, la natura, le per
ne, non fu per vana curiosit o per va iezioni divine essere alle medesime com
ghezza di contendere, ma per pura neces mune e parteciparvi -tutte e tre egualmen
sit e giusta Pattual bisogno della Chiesa. te. Onde sebbene nelle Sacre Carte asse
. s! A n di appagare i cavitlatori, met gnisi principalmente la potenza al Padre,
terne al nudo le sottigliezze, impedire al Figliuoto la sapienza, alto Spirito Santo
Pabuso e la confusion de vocaboli, fu ne la-bont, non consguita altrimenti che s
cessario porre una differenza tra la gene fatte perfezioni non spettino in pari modo
razione del Verbo e la processione delto alle. tre Persone, perocchnon son gi
Spirito Santo, e si avvis potertto fare in perfezioni relative. Di qui ,. nalmente,
sino a un certo segno, mediante un para Paltre principio, che le operazioni della

sona della Triade ss. , i padri furono co


stretti discutere tutti i testi scritturali con
cementi quel domma e confutar le obie

gone tratto da noi stessi. Si detto gene

Trinit ad extra son communi ed indivise,

rarsi dal Padre it Figliuoto suo con un concorrendolli le- tre Persone egualmente;
atto della mente o per via di cognizione; non cosi le operazioni ad intra, per es
to Spirito Santo -proceder dal Padre e-dal ser queste relative.
Figliuoto mediante Pamore delPuno per Altorch noi facciam- distinzione tra la
Paltre. ossia merc dun atto della voton prima, laseconda e la terza persona, non

t; e ci pure fu fatto appoggiandosi alla vogliam con, ci direche Puna sia pi an


Scrittura. lddio conoscendo s stesso ne tica o pi perfetta delPaltra n alPaltra

TR

TR

449

superiore, nia soto che s intende cosi da anticipatamente la divinit detto " Spirito
noi la loro origine. E niente di pi inte Santo, correndo la stessa ragione. I ma-
sero i padri quando ammisero tra esse una cedouiani non poteano opporre a questa
subordinazione e dissero esser it Padre se non se le stesse obiezioni allegate da
maggiore del Figtiuoto o ad esso superio gli ariani contro la prtmarperci i padri,
re, come fu dimostrato dal Butto, sez. iv, per confutarMacedonio, ebber costante
c. l e e. Usarono eziandio- le espressioni mente ricorso alla dottrina dal niceuo con
di 5. Paoto, it qualdice che lddio Figlluoto tro Ario professata.
sar soggetto al Padre Cor. xv, 2a, che
it Le Clerc, sociniano mascheratombiei
si fece obediente, Phitipp. 11,8 ec. Se vo ta equivoci esser tutti i termini usati dai
gliasi da ci dedurre che i padri andassero padri per dimostrare tor credenza circa
errati, forza accusar derrore anche PA la Trinitii, tali da iesprimereerrori net
letterale e commune signicato; quindi
postoto.

Lesperienza ebbe pur troppo chiarito colPintenzione di condannar delPeresie es


it pericoto delle equlvocazioni e it biso sersene create delPaltre. A sua detta, it vo
gno di usar la massima precisione ne vo caboto persona signica una sostanza aven
caboli partando di questo mistero. Ne se te unesistenza propria e individuale; it
coli lV e V assai fu conteso se savesse ad perch ammettere tre persone in Dio gli
ammettere in Dio tre ipostasi o una sola; ammettere tre esistenze individuali 0
e di tale controversia fu cagione P inten tre dei. Invece di correggertto, si conferma
dersi dagli uni per ipostasi la sostanza, Perrore dicendo esser le tre Personetra'
la natura, Pessenza , dagli altri la perso toro eguali; ch nulla eguale a s stesso,
na: i dispareri cessarono sol quando si Pidentit di natura escludendo qualunque
convenne di pigliare it vocaboto nel se comparazione. Non pi esattamente si
condo senso, e altora pi non si esit a con espresse it concitio niceno col denire it
fessare nella ss. Trinit una sola natura e Figliuoto di Dio esser Dio da Dio e con
soslanziale al Padre, voci non altro si
tre ipostasi. V. questa v.
6." Finalmente, ad esprimere con una gnilicanti fuor che esser egiino dueindi
sola parola it detto di G. C4 Io. x, 58: vidui della medesima specie. La cireum

Il Padre in me, ed io nel Padre, incessione delle tre Persone un altro


venne si fatta unione da padri denomi

euimma, salvo che con ci intendasi espri

nata vrspzxwprlaig, circumincessione, ed mere la scambievole toro coscienza.u Quan


vui-rapiig, inesistenza o esistenza inti
ma delle tre Persone Puna nellPaltra, ben

ch tra toro distinte. Ci troviamo espres

to a noi, didegli , riconosciamo una sola


essenza divina in cui ci son tre cose dis
tinte, senza poter dire in che consista co

so dal medesimo s. Giovanni in quelle pa tal distinzione. n Hist. cccles. proleg.,


role, i, la: LUnigenilo Figliuolo, che sez. m, c. 1, S u.
nel seno del Padre, egli ce Pha rive
Risp. lt Le Clerc doveva almen dire che
lato (Dio). Non dice che it Figliuoto slato sieno queste tre cose,se esseri reali ovver
ma che nel seno del Padre, a n di ap metasiche astrazioni. Ove fosse stato di
prenderci esser la sussistenza delP uno buona fede, avrebbe confessato dintender
inseparabite da quella delPaltro, it che fu per esse, al par de socintani, nulla pi che
espresso dal concitio di Nicea col voca tre denominazioni relative alle operazioni
boto di cososlanziale, a cui gli ariani vo di Dio. Appunto per antivenir questi er

lean sostituire quelto di opeiaiioieg che rori di Sabellio, fu denito essere ii Pa


dre, it Figliuoto e to Spirito Santo tre ipo
stasi, tre esseri realmente sussistenti, in
una parola tre persone. yerissimo che,
turali: ondei padri stettero fermi su quel partando di creature intelligenti, persona.
to di opooaiogcousostanziale, esprimente vate sostanza avente unesistenza propria
Punit numerica della sostanza del Padre e individuale, e quindi che tre persone
e del Figliuotowl identit della natura. umane sono tre uomini. Ma questo voca
boto non torna alto stesso altorch trattasi
V. CoNsosTANzIALE.
Gli chiaro che la voce surrogala da della ss. Trinit, insegnandoci la fede che
gli ariani esprimeva due sostanze ovvero tre Persone sussistono in unil o identil
due nature: donde seguiva o esserci due di natura; spiegazioneche toglie ogni
dei o it Figiiuoto non esser Dio: it perch equivocanza sul vocaboto generico di pe1
a buon dritto venne da padri rigettata. sona: tale pure Pidea della voce conso
Per tal maniera, it concitio niceno, col de slanziale: onde non ci ha pi pericoto
nire la divinit del Figliuoto, dimostrava dandar errato.
"-

signica eguale o simigliante nellasostan


za; vocaboto che, com chiaro, non por
geva per intero la forza delle parole scrit

BEBGIER. Vol. VI.

19

i 50

TR

TR

llla forse che it Le Clere, in voler cor


reggere it linguaggio della Chiesa, si me
glio espresso? Dicegli non poter la cir
cumincessione delle Persone divine altro
signicare che la scambievole toro coscien

questioni o dispute intorno le verit ri

za. llla segli vero che Pidenlil, di na


Iura esclude qualunque paragone, esclu
de essa del pari qualsiasi relazione scam
bievole, conciossiach questa voce importi

di necessit almeno due persone. Oltreci


la coscienza un sentimento personale,
incommunicabite da uno ad altro indivi
duo: onde reciproca coscienza non pu
darsi tra it Padre, it Figliuoto e to Spirito
Santo, se non son tre persone e se non
sussistono in identit di natura. Falsissi

mo, come fu dimostrato dal Butto, quel

velate;gli eretici bens ebbero questa smania inn dal tempo degli apostoli. Non pri
ma furono questi usciti di vita che sorser
ragionatori, i quali, armati di tosoche
sottigliezze,st diedero a pervertire it senso
delle Scritture. I dottori della Chiesa, in
caricati dagli apostoli medesimi di conser
vare intatto it sacro deposito della dot
trina di G. C., furon quindi costretti ad op
porre spiegazioni vere a false interpreta
zioni, espressioni chiare e precise a termini
equivoci o subdoli , saldi raziocinii a cap
ziosi argomenti. La demenza it porre a
carico toro le dispute, gli errori,gli scismi,
le pazzie degli eretici, cui non cessarono
mai di deptorare e combattere. Se nesecoli
bassi gli scolastici si occuparono di que
stioni inutiti e di mera curiosit,non imi

che dice it Le Clerc, che gli antichi per


tre persone intendessero tre soslanze di
vine eguali od ineguali; it dubitar che si tarono gi in ci i padri della Chiesa e
fece se tre ipostasi od una soltanto saves non savvisarono di voler erigere toro opi

se ad ammettere nella Trinit unaltra nioni in domma di fede: non si fa pi caso


prova in contrario: non furono gli antichi
mai cotanto stupidi da non vedere che tre
sostanze divine sarebbero tre dei: per
questo venner condannati i triteisti.
Verissimo eziandio che, disputando con

di toro speculazioni e dispute.


Ma di che modo mandar paghi censori
capricciosi come quelli con cui abbiamo a
fare? Gli uni condannano i padri quasi ab
bian tentato spiegare un mistero essenzial
tro gli eretici, solisti sempre di mala fe mente inesplicabite; gli altri accusan quelli
de, sia impossibite trovar termini di cui de tre primi secoli dessersi ristretti a con
non possano travolgere it signicato. ltta, dannar gli errori degli eretici, senza de
perch Pumano linguaggio di necessit nire quel che bisognava credere intorno
imperfetto, sha egli a tralasciar di par a Dio e G. C., senza preseriver le formole
lare di Dio e dinsegnare ci chei si de e Pespressioni colle quali enunziar do
gnato rivelarci? Da sabelliani, dagli ariani veasi it domma delle tre Persone in Dio.
c da sociniani fur renduti equivoci i no Con ci, dicono, lasciavasi dai padri a ca
mi di Padre, Figliuolo e Spirilo Santo vitlatori la libert dintendertto come tor
colPusarti soto in senso abusivo: neppure talentava, din\entare e spacciare di con
la parola Dio ebber rispettata;dicono G. C. tinuo nuove opinioni. Mosemio , Hist.
non esser Dio nel medesimo senso che it christ., sec. m,
2l. Ecco adunque tutti
Padre, poi ci vengon dicendo con tutta i padri dichiarati colpevoli,gli uni per non
seriet doversi stare ai termini scritturali, aver preveduto e confutato anticipatamen
perocch riserbansi it privitegio dinten te tutte le pazze fantasie degli eretici, gli
dcrti a tor senno: prova volersi Pauto altri per averte condannate o corrette
ritt della Chiesa per statuire it linguag quando pullularono. Noi presumiamo di
gio con cui esprimere gli articoli di nostra fatto che, se lddio impartito avesse to spi
fede e determinare it vero signicato de rito di profezia ai dottori della Chiesa,
vocaboli della Scrittura.
questi si sarebbero studiati dimpedir it
Ci si dice che la Chiesa adottandola voce male anzi che nascesse. ltla n manco ai
izoociog e riutando Paltra, poiouciog, riformatori fu egli largo di tale suo spi
ha messo sossopra it mondo per una pa rito, posciach i toro oracoli diedero oc
rola, anzi per una lettera pi o meno. - casione a venti sette diverse.
Non gi la parola che abbia fatto strepito,
Verso Pa. 520 nacque contesa se fosse
sibbene it domma espresso con quel vo o no ortodossa la seguente proposizione:
caboto perentorio; o, a dir meglio, fu la Unus de Trinilale passus est. I monaci
pertinacia degli eretici incapati a corrom di Seizia, altri dicon dEgitto, sosteneanta
pere it domma con termini equivoci, al contro inestoriani: negando questi che la
[ombra de quali avean securt di poter persona di G. C. fosse sostanzialmente unita
introdurre i proprii errori. Torniamo a alla Divinit, ben si guardavano dal con
dirtto, n i padri della Chiesa n i teotogi fessare esser G. C. una delle Persone della
non furono mai vaghi di suscitar nuove Triade santissima. Altri pretendeano chei

TR

TR

l54

teopaschiti o patripassiani potessero abu ci ha ragion di credere che it dottor Clarke


sare di questa proposizione per insegnare non si sia a sufcienza spiegato su questo

che la Divinit avea patito: onde i legati proposito; poich it clero dlnghitterra,as
del papa, ai quali i monaci di Scizia seran
vlti, reputarono cotal maniera di partare
siccome novit pericotosa. Sitrasferirono
i monaci a Roma per consultare to stesso

papa Ormisda; it quale per, avvertito da


un de suoi legati e da altri che aveanti
in conto di sediziosi e mestatori , poco
obedienti al concitio di Calcedonia e favo
reggiatori delPeutichianismo , non diede

sembratosi a tale scopo, non reput orto


dossa la dottrina di lui, esseudogli selu
brata nulla pi che un palliativo atto a

introdurre pi facitmente it socinianismo.


Ciononostante it traduttor del Mosemio
disapprova altamente un tal procedere e

la temerit di cotoro che impresero a con


futare it Clarke: vuole egli che, favel
lando della Trinit, si debba stare alla

toro decisione di sorta e determin di ri

semplicit del linguaggio scritturale anzi

metter la questione al patriarca di Costan


tinopoli. Ci non tolse al traduttor del ilio
semio di dire aver quel pontece condan
nata la proposizione de monacidi Scizia
e confermata Poplnione de toro avversa

che tentar iPesprimereun tale mistero co


termini improprii ed ambigui delPumano
linguaggio. Ma le espressioni scritturali
non son elleno linguaggio umano? Pur non

ce nha altro di cui siasi fatto maggiore


rii. Essendo stato da papa Giovanni il e abuso. Ove gli eretici di tutti i secoli aves
dal quinto concitio generale approvata la
proposizione de monaci, it detto tradut
tore aggiugne che una si fatta contradi
zione fe segno Poracoto ponticio alle risa
delle persone di senno. Hist. ecctes.,sec. Vi,

ser voluto attenervisi, nulla vi si sarebbe

aggiunto: i sociniani non stan contenti ad


esso soltanto, perocch pervertono cotale
sacra favella con assurdi commentarii. La

fede nel mistero della Trinit s talmente

part. n, c. 5, S l2.

svlgorita in Inghitterra che, nel i720, una

Ma onninamente falso che papa Or


misda abbia condannato la proposizione
de monaci; non volle tampoco esaminar la
qulstionc, e lnostrossi scontento non per

dama di col fond con testamento otto

la toro dottrina ma pel procedere che te


neano da uomini turbolenti In realt e se
diziosi. V. Fleury, Hist. ecclea, l. xxx: ,

S46 e 4o. Abbiamo a prova di questi tatti


le lettere cosi d0rmisda come de suoi
legati.
ln sulPentrare del secoto andato, dal
Pa. 1712 al i7510 si rinovarono con assai
catore le dispute sulla Trinit. V. Mose

mio, Hist. eccles., sec. XVitl, S a7. Un


Guglielmo Wiston, professore di matema

tiche, asseri avere it l-igliuoto di Dio co


minciato ad esistere in realt soltanto poco
prima della creazione del mondo; it Logoa
o la sapienza divina aver preso in lui it
luogo detPanima ragionevole; non altra

eternit essere stata dal concitio ntceno


a G. C. attribuita; nalmente, la dottrina
di Ario esser quella stessa del divin mae
stro, degli apostoli e de primi cristiani.
Non fu difcit cosa, ognun vede, it confutare
un tale sistema e provare che Pautor di

sermoni Panno per sostenerta. Ne giova


sperare che la chiesa cattolica non sar
mai per aver bisogno d una somigliante
fondazione.
Nel i729 un ministro della chiesa val
tona in Olanda insegn esser nel Figliuoto
e nelto Spirito Santo due nature, divina
e innita Puna, Paltra nita e dependente,
alla quale it Padre di Pessere inanzi la
creazione del mondo. ll Figliuoto e to Spi
rito Santo, a detta sua, considerati giusta
la tor natura divina, sono eguali al Padre;
ma ove si ragguardino come due intelli
genze nite, sono per questo rispetto in
feriori al Padre e da lui dipendenti. Lu
singavasi egli con questa ipotesi di satis
fare a tutte le difficolt. Vuolsi chella fosse
stata gi proposta in Inghitterra nei 1720
dal dottor Tomaso Burnet. Il lltosemio Pha
confutata in una delle sue dissertazioni sul
la storia ecclesiastica. Egli vi oppone l. che
le parole di G. (L, Matth. xxvin, lo, in no
me del Padre e del Figliuolo, ec., non
posson designare una natura innita e due
nature nite; che to stesso vale de tre
testimonii onde parta s. Gio., l ep. v, 7.

esso era un fanatico. Samuele Ctarke, pi


circospetto, insegn che it Padre, it Fi -- 2. Che it sistema in discorso non pu
gliuoto e to Spirito Santo son tutti e tre in
stretto senso increati ed eterni, che ognu
no de tre Dio, ma non sono per tre dei
per esserci tra toro una subordinazion di
natura e di derivazione. it punto sta in
sapere se questa derivazione non importi
uweguaglianza di natura e di perfezioni:

accordarsi col mistero della incarnazione.


s. Vi oppone, cosa notabite, it sitenzio
delPantichit. Se un tal sitenzio prova
qualcosa, tanto pi prova per fermo la

testimonianza positiva delPantichit, che


noi chiamiam tradizione. ll perchi pro
testanti, che non ritinano di gridare contro

452

TR

Tlt

la tradizione, son costretti ricorrervi per lennit delPanno son consecrate alPonore
sostenere gli articoli pi sostanziali della e al culto della ss. Trinit. Nondimeno it
fede cristiana. Vengano essi a dirci ancora concitio dArtes tenuto Pa. i260 istitu la
che la Scrittura chiara su tutti i punti festa in discorso per la sua provincia. Si cre
necessarii alla salute,che it vero senso di de che papa Giovanni XXIl sia stato quegli
essa aperto alPintelligenza depi idio che la fece adottare nella chiesa di Roma
ti, che non fa mestieri daltra regola per correndo it secoto XIV e che la ss alla pri
sapere quelto che dobbiam credere. Nulla ma domenica dopo la Pentecoste: it qual
val meglio a porre in chiaro la falsit di uso per non venne seguito da per tutto;
coteste massime fondamentali della ri stantech nel i405 it cardinal Pietro dAit
forma che un tal caos di controversie ed ly instistette presso Benedetto Xlll,ricono
errori ognor rinascenti da oltre diciassette sciuto altora in Francia per papa legitimo,
secoli circa it vero senso della forma del perch la facesse osservare , e Gersone
Battesimo prescritta da G. C., quindi sul dice che al suo tempo tale istituzione era
affatto nuova.
mistero della ss. Trinit.
Egli a notare come, correndo it se
TRINITA. Festa che suol celebrarsi
nella chiesa romana la prima domenica coto Xl e iseguenti, PEuropa fosse inte
dopo la Pentecoste in onor del mistero stata da pi sette eretiche le quali inse
gnavano errori sul mistero delta ss. Tri
della ss. Trinit.
A partar propriamente, it culto decri nit. l manichei, mascherati sotto diversi
stiani sta tutto quanto nelPadorazione dun nomi, no l riconoscevan punto o Violen
soto lddio in tre Persone, Padre, Figliuoto deano in affatto torta guisa: Roscelino era
e Spirito Santo. Non pur tutte le feste de triteista; n punto pi ortodossi erano
misteri a questo scopo si riferiscono, con Abelardo e Gitberto porrettano: la maggior
ciossiach le opere tutte della creazione, parte delle sette tanatiche srte nel seco
della redenzione e della santicazione de to XIV nulla avean di fermo in toro opi
gli uomini sien communi alle tre Persone nioni. Non parr quindi strano che in que
divine, ma le feste eziandio degli angeli sciagurati tempi, dai vescovi e da altri uo
e de santi sono istituite unicamente per mini santi siasi veduta la necessit di con
onorare in essi i doni e le operazioni della fermare i popoli nella fede della ss. Tria
divina grazia e render gtoria a Dio che li de: perch un tal bisogno non fu sentito
fece santi e beati su in cieto. Eil santi egualmente dapertuttto, vebbe chi temette
catore e isanticati, dice P Apostoto, pericoto nelPistituirne la festa: essa per
Hebr. n, 11,(son) tutti da una cosa. Con non fu mai cosi necessaria come dopo sr
venientissima cosa nondimeno si fu to isti to it socinianismo. Abbiam veduto altrove
tuire una festa e lnfofciatura particola che motivi simiglianti occasionarono Pi
re nella quale si raccolsero tutti i passi stituzione della solennit del ss. Sacra
scritturali e gli estratti de padri che pi mento. V. Baitlet, Hist. des fiites mobiles;
adatti fossero a raffermare la fede della Thomassin, Tratte des fctes, I. n , c. i8.
Chiesa circa questo mistero e a porre i l greci celebran Pofficiatura della ss. Tri
ministri della religione in grado dammae nitit lunedi susseguente alla solennit
strare con solidit i fedeli su questo es della Pentecoste: da che tempo ci venga
da tor praticato non si sa.
senziale articoto del cristianesimo.
TRINITA. Confraternita o divoto con
Avvegnach non sia questa, per dire it
vero, instituzioneantica, non si merita per sorzio instituito in Roma da s. Fitippo Neri
minor venerazione. Verso Pa. 920 Stefano Pa. 1548 per aver cura de pellegrini che
vescovo di Liegi fe compitare un ofcio da ogni parte del mondo vengono a visi
della Trinit, it quale sintrodusse poco a tar it sepolcro de santi Pietro e Paoto.
poco in varie chiese : se ne diceva la messa Avvi a tale scopo un ospizio o casa ove
ne giorni feriali non aventi ofciatura pro son ricevuti e altoggiati per tre di non
pria, e in qualche luoghi ne fu istituita una solamente i pellegrini ma anche i poveri
festa. Alessandro ll, che mori nel i075 , convalescenti, usciti troppo presto dagli
neg d approvartn; Alessandro llt sul spedali. Sorse da prima questo istituto
nire del secoto XIl dichiar egli pure nella chiesa del ss. Salvatore in campo,
comessa non fosse riconosciuta dalla ro eran quindici persone senza pi che ogni
mana chiesa. Potone, monaco di Prum ne prima domenica radunavansi in quella
combatt Puso, altri Pebber disapprovata chiesa per praticare gli esercizii di piet
anche nel secoto XlIl. Temeano non que prescritti da s. Fitippo Neri e udirne le
sta festa facesse dimenticare Posservazio esortazioni. Nel l5ca Paoto IV diede a
ne da noi test fatta, cio che tutte le so quella divota unione la chiesa di s. Bene

TR
detto, la quale fu da confratelli denomi
nata della ss. Trinit. in appresso venne
eretto a lato di detta chiesa un vastissimo
spedale per altoggiarvi i pellegrini e i
convalescenti. Questinstituto venne in alta

TR

453

Cudvorzio nel suo Sistema intellettuale,


c. 4, S se, si volse a provartto e giunse

a tanto di temerit di dire che que pla


tonici si spiegarono sulla Trinit in modo
pi ortodosso che non i padri del concitio

estimazione a causa della sua utitit: i pi niceno.


denobiti di Roma dambi i sessi recansi
Daltro canto i sociniani e non pochi
ad onore Pesservi ascritti.
protestanti dan carico ai padri di sover
Necessitando degli ecclesiastici pei ser chio affetto alla dottrina di Platone e de
vigio deiPospizio, per P istruzione di chi platonici, dessersene giovati con poco sen
vi dimora e per Famministrazione de sa no per ispiegar ci che ne viene insegnato
cramenti, fu istituita una congregazione dalPEvangelio intorno alle tre Persone di
di dodici sacerdoti che vi hanno stanza e vine e avere cosi svisato questo mistero,

fan vita commune siccome usasi nechio

tentando penetrare ci che a Dio non

stri.
TRINITA CBEATA.- Cosi venne chia
mata la santa famiglia, composta di s. Giu
seppe, della ss. Vergine e del fanciulto

piacque farci sapere: ad altro non riusci


rono i vani toro sforzi, dicono, che a far
nascere errori e dispute senza ne; la
Trinit quale vien creduta al presente
nella chiesa cristiana la un trovato di
Platone e de suoi discepoli, ciecamente
adottato dai padri e privo di qualunque
fondamento nelle Scritture.
Come venir a capo di sbrogliare questo
vituppo dopinioni e scoprire it vero in

Ges. La. leso, nella citt della itocceita,

alcune virtuose zitelle, raccoltesi in una


casa per occuparsi delPeducazione delle
orfanclle, non guari dopo s invogliarono
di darsi alla vita regolare e legarsi con
voti. Vennero stese per toro delle regole
e costituzioni, che si stamparono a Parigi mezzo a tante preoccupazioni?
nel 1664, sotto it titoto di Regole delle
l." Non provato che i pagani in ge
zitella della Trinil creala, dette reli nerale e gli antichi sapienti vantatici ab
giosc della congregazione di s. Giuseppe. bian avuto conoscenza veruna del mistero
TiINlTA PLATONICA. Non pochi dot della Trinit: alcuna leggiera anatogia che
ti, vuoi antichi, vuoi moderni, avvisarono si crede scorgere tra quel che eglino dis
che i pagani in generale, sopratutto i to sero e quel che ci viene insegnato dalla
so, abbiano avuto alcuna idea del mistero fede non bastano a porre in sodo un fatto
dellass. Trinit, e procurarono dimostrare di tanta ritevanza. Letto che siasi quanto
Popinion toro con grande apparato deru han raccolto Steuco Eugubino, De pe
dizione. Stando a toro, Zoroastro e i magi renni philosophia, it dotto Uezio, Quwst.
di Persia, i Caldei, gli Egizii, seguaci della aluet., l. n, c. 5, ed altri, si riman tut
dottrina d0rfeo; tra i fittoso greci, Pita laltro che convinti. il Mosemio nelle sue
gora e Parmenide insegnarono cotesto dom note sul Sistema intellettuale del Cud
ma, in guisa oscura se non altro. A n di vorzio, c. 4, S le, fa veder distesamente
spiegare un tal fenomeno , fu imaginato come cotoro i quali credettero trovare una
aver que fittoso probabitmente attinta trinit in Zoroastro e pressoi magi, nella
una tale notizia negli scritti di Mos o ri poesie d0rfeo, nella dottrina degli Egizii
cevutala da alcuni dottori ebrei. inanzi la e di Pitagora, diedero manifestamente in
sciarsi andare a si fatta congettura sareb abbaglio. Potean quindi risparmiarsi la fa
be stata acconcia cosa si additassero negli tica dindovinare per qual via una si fatta
scritti di Mos testi talmente chiari da po cognizione abbia potuto ditiondersi appo
ter porgere a pagani unidea qualsiasi del gli etnici; perocch la questa nulla pi
mistero della Trinit, o si facesse vedere che una fantasticheria. llBruchermHiet.
esser quelto un articoto della credenza philos., t. l, del medesimo avviso; e,
dopo aver ben esaminato it sistema di Pla
commune degli antichi Ebrei.
Ma nessuno, giusta questi stessi critici, tone,conchiude risolversi esso in un in
ebbe insegnato la trinit delle Persone in intelligibite ed assurda diceria. Vedrem pi
Dio in maniera pi formale e distinta di sotto com egli mai non si apponga.
2." A n di sapere quel che Platone
Platone; segli fosse vissuto pi tardi, sa
rebbesi creduto avesse letto it Vangeto. I volle dire, non vogliono gli anzidetti due
toso della scuola alessandrina, che fu critici che sabbia a stare a commentarii
rono suoi discepoli e commentatori, spie de platonici dAlessandria. Egli certo che
garono perfettamente la sua dottrina, la questi toso, i quali vissero dopo srto it
quale conformasi alPintulto a quella della cristianesimo e gli erano avversi e studia
Scrittura e de padri de primi secoli. ll vansi di sostenere it paganesimo crollan

TR

TIl

te, fecero ogni tor possa per mettere certa


somiglianza, almeno apparente, tra i dom
ml di Platone e quei del Vangeto e alet
tarono di usare le medesime espressioni
de dottori cristiani. Era toro intento di far
credere che G. C. e gli apostoli , i quali
pretendeasi essere stati mandati da Dio a

ha di somigliante nel re e negli altri di

454

cui ho detto. , A buon dritto Platone chia

m questa diceria un enimma; se non che


tra suoi interpreti gli uni presunsero che
pel re egli abbia inteso lddio, pel secondo
it mondo, pel terzo Panima del mondo:
quando cosi fosse, non ne sapremmo gran

tin iPammaestrare gli uomini, nulla pi fatto pi di prima. Altri vogliono essere
avessero insegnato che gli antichi toso, it secondo Pidea o Parchetipo del mondo;
che le istruzioni toro non fosser nuove, e , dicono , it Logos , produzione eterna
quindi che la verit fosse conosciuta nel della mente divina; it terzo it mondoI
paganesimo non meno che nella religion da Platone appeltato it Figliuoto unica
cristiana, onde non era punto necessario it di Dio, povoysvg: e questi lavorano sulto
rinunziare alP una per abbracciar Pattra. stesso fondamento de primi.
n30 si
VrEcLmlci. Ma non si accordavan tra
Non cintratteniamo a porre in chiaro
toro, e la dottrina da essi- professata non le assurdit e le incongruenze dei siste
pi quella di Platone: chi intende la ma di Platone , avendoto fatto altrove;
trinit dun modo, chi delPaltre. Questo cercheremo soltanto come vi si possa sco
fatto confessato anche dal Cudvorzio , prire una trinit che abbia alcuna somi
t. I, c. 4. ll perch, a n di dar aria dor glianza con quella da noi creduta.
todossa alla trinit platonica , s attenne
Noi ci veggiamo primamente tre cose

principalmente ai commentarii di Ptotino; eterne: lddio mente (aag),padre del mon


ma Porlirio, Giamblico, Numenio, Amelio,
Calcidio, ec., non seguivano la stessa sen
tenza, e quella delPuno demeutovati itto
so non vinceva di peso quella delPaltre.
Il Mosemio dimostra che la trinit di Pto

tino non ha a far pi niente con quella di


Platone o di Pitagora e molto meno con

quella de cristiani.
Per sapere a che attenersi, gli uopo
inanzi tratto rammentarsi Pestratto per
noi dato della dottrina di Platone alPar
tic. Pmrorusno: poscia esaminare se una

do; Pidea o Parchetipo giusta it quale ld

dio ha fatto it mondo e che da Platone

si fatta dottrina abbia alcuna somiglianza


con ci che ne insegna it Vangeto circa la
Trinit; da ci potrem giudicare se i pa
dri della Chiesa nabbian pigliato qualco
sa: in terzo luogo, investigare quel che
dissero di Platone e della sua pretesa tri
nit e se abbian seguito Pesempio o la|
dottrina de nuovi platonici.
t. Dottrina di Platone. Oltre Pestratto
da noi prtone alla v. PLAToNIsMo, che ab
biam tratto dal Timeo colla possibite le
delt, allegasi eziandio la seconda lettera

detto un ente animato ed eternoJ- la ma


teria informe, che, secondo lui, partecipa
duna maniera inesplicabite alla natura di
vina ed intelligente. In secondo luogo due
cose che non sono eterne, ma comincia
rono ad esistere, val dire Panima del mon
do, da Dio fatta prima del mondo , una
sostanza per detto suo mista di spirito e
di materia; alP ultimo , it mondo stesso.
Ora, in qualunque guisa si concepiscano
questecinque cose, non si potr mai cavar

ne una trinit che abbia anatogia col mi


stero da G. C. rivelato.

ww

l. La prima persona di cotesta trinit

platonica indubitalamente lddio: chia


mato Platone it padre del mondo, ma non
Pebbe egli detto mai padre del Logos n
delle idee eterne o delParchetipo ossia mo
delto primo del mondo, it padre della ma
teria. Giusta it Vangeto, per contrario, ld
dio itPadre del Verbo eterno, e per esso
Verbo ogni cosa fu fatta.
di Platone a Dionisio, nella quale leggiam
s! Piglierem noi per seconda persona
quanto segue: if Tu dici non averti io a Pidea archetipa del mondo? Platone la
sufcienza chiarito sulla prima natura (sul dice un ente eterno e dotato di anima:

primo Ente): gli dunque mestieri che io qui per son divise le opinioni. Da non
te ne parti per via denimmi, a n che se pochi platonici e padri della Chiesa vuolsi
questa lettera venisse mai alle mani dal avere it nostro tosofo imaginato le idee
cuno, nulla ne possa capire. Ecco la ve eterne delle cose siccome esseri da s sus
rit. Tutte le cose stanno intorno al re del sistenti e dalla mente divina distinti. ll
tutto, e tutto per lui, ed egli la ca Mosemio dice esser questa unassurdit
gione di tutto che belto: le seconde di cui era incapace un tanto genio qual
stanno attorno al secondo, e le terze al era Platone; tali idee essere enti pura
terzo. Sforzasi Pumana mente di compren mente metasici e intellettuali, le espres
dere come ci avvenga, considerando le sioni del tittosofo tigurate e melaforiche.
cose a s note, ma indarno; ch nulla ci Syst. intellect. de Cudworth, c. 4, S es,

TR

TB

455

n. a. Vero che Platone per Logos non tiene essa Il mezzo tra la sostanza indivi
pare aver inteso Pidea archetipa del mon

sibite e immutabite e quella soggetta a di

do, bens la ragione, la facolt di pensare, visione e mutamento, e partecipa delPuna


di ragionare, di ravvisare la differenza e delPaltra. QuesPanima non perci nata
delle cose ed esprimere i proprii concetti da Dio per via demanazione, ove dir non
per via della parola; cosi to spiega egli si voglia essere ad un tempo uscita da Dio
nel Teeteto. Nelto stite del tosofo voig e dalla natura.

la sostanza stessa della mente; loyog it


Si le gabbo daltrui adunque it Cudvor
complesso della facolt e delle operazioni zio altorch disse le tre ipostasi o persone
di essa sostanza; Pidea ne Poggelto o della trinit platonica eterne, increate, non

ci che si vede colla mente. N pure ha fatte, e tutte tre un Dio soto; queste due
detto che le idee sieno ipostasi, sostanze, temerarie asserzioni vennero dal Mosemio
enti reali, distinti dalla mente divina; gli sodamente confutate, c. 4 , S se. Se Pto
questo un sogno messogli a carico da tino compose di tal maniera la sua trini

nuovi platonici. Non chiam Figliuolo di t, non pi quella di Platone, ma una


Dio n it Logoa n P idea archetipa del bugiarda e maliziosa copia della Trinit

mondo n it mondo stesso; la voce uovo

cristiana.
A n di stabitire una somiglianza opi
unico, ma unica produzione. Non it Lo parente tra Panima del mondoe to Spi
gos, ma it mondo da lui detto ente ani rito Santo, ci si fa osservare che l padri
mato, imagine di Dio intelligente, se della Chiesa tennero questo divino Spirito
siccome Panima del mondo e gli attribuira
condo lddio, Dio generato.
Ben altrimenti favella s. Giovanni del no le medesime funzioni che i platonioi ad
Logos o Verbo divino. Nel principio, cosi essa anima imaginaria. Ma e si vuote por
egli, era il Verbo, e il Verbo era appres mente che nessuno de padri anteriori al
so Dio, e il Verbo era Dio... Per mezzo concitio niceno part di tal maniera; che
di lui furon fatte le cose tutte... In lui quelli che venner dopo esso concitio, nel
era la vila, e la. vila era la luce degli quale era stata formata la fede cristiana ri
uominim. Vi fu un uomo mandato da|spettto al mistero della ss. Trinit, non
Dio che nomavasi Giovanni. Questi ven correan pi pericoto dintaccartto usando
ne qual testimone a n di render testi quel linguaggio; volean correggere quel
monianza alla luce... Venne nella sua de platonici e non conformarvisi; to pi
propria casa, e i suoi nol ricevettero... gliarono dalla Scritturae non altrove,come
E il Verbo si fatto carne e abil tra vedrem fra poco.
di noi; e abbiamo veduto la sua gloria,
Se quel cumuto dassurdi che fu messo
gloria come delP Unigenlo del Padre, insieme da Platone merita it nome di si
pieno di grazia e di veril. Bisogna aver stema, basta confrontartto colla dottrina
le traveggole agli occhi per trovare una cristiana sulla Trinit per andar convinti
si fatta dottrina e linguaggio in Platone. della nessuna anatogia che passa tra Puno
5. Probabitmente non ci si vorr dare c Paltro, e come a padri, istruiti di questo
per seconda persona della trinit platonica mistero dalla Scrittura sacra, non potesse
la materia informe, che Platone sembra mai venir vaghezza di nulla pigliare da
confondere colla necessit, quantunque da quel buio fittosofo, che cercava a tentoni la
lui questa si personichi e dicasi parteci verit, mancando della necessaria face per
parla materia dun modoinesplicabite alla ritrovarta. Lesempio suo sgonar dovreb
natura divina ed intelligente. Sar ella per be la superbia degli increduli, i quali si
avventura it mondo composto di corpo e vantano di conoscere la natura divina e
danima? Non ostante i pomposi nomictie Porigine delle cose senza aver bisogno di
gli d, Platone confessa esser desso da Dio rivelazione.
creato nel tempo o in un col tempo, tal
Eppur Platone avea prottato delle me
che Peternit in verun senso gli si addice. ditazioni di Talete, dAnassagora, di Pita
4. Giusta la pi parte de platonici, Pa gora, di Parmenide,di Timeo, ec. Mal pago
nima del mondo la terza persona. Ma delle costoro ipotesi, si prov a foggiarne
Platone dice formalmente avere lddio fatta egli unaltra,ma con tal modestia e riserbo
quesfanima non dopo ma si prima del che gli tornano ad onore. D egli princi
corpo; sia colla sua nascila, sia colla sua pio al suo Timeo confessando la necessit
forza aver essa preceduto it corpo: non dunassistenza sovrumana a n di spiegare
aggiugne che sia stata fatta ab eterno; anzi Porigine delle cose,e si fa ad imptorarta:
dichiara Peternit non convenir per nes avverte i suoi uditori che non {aspettino
sun modo a un ente croato. Secondo lui, da lui cose certe, ma congetture solamente,

,ysvg onde to appella non val gi glio

TR

4 56

TR

probabiti quanto quelle degli altri fittoso; sto- tratto di luce sgombra tutte le tenebre.
savio cominciamento che avrebbe dovuto lddio non ebbe uopo n di meditazione n
tor gi i platonici dal troppo presumere. di deliberazione n di modelto: la crea
Che poteva egli idear di meglio di quelto zion della materia e quella degli spiriti fu

che ha detto? Non ammettendo, al par degli operata merc una sola parola. Giusta it
antichi,la creazione, gli era forza supporre Vangeto, questa parola onnipossente, que
o Peternit del mondo o Paternit della sto Verbo un essere che sussiste, una
materia e una mente eterna ordinatrice di persona coeterna e consostanziale al Pa
questa. Non consentivagll Paltissimo suo dre, era appresso Dio ed era Dio. Lo

ingegno di credere che un tale ordina Spirito Santo unaltra persona che non
mento fosse avvenuto per caso ovvero per solamente d anima e vita a tutta la na
necessit; onde ne giudic autore Iddio. tura, ma alla quale la Scrittura attribuisce
Non potendo per imaginarsi P operar tutte le operazioni della grazia. Dalla pa
di Dio altramente da quelto dun uomo,
suppose che lddio,inanzi operare, avesse
nella mente sua tracciato it disegno e it
modelto del suo lavoro e a questo si fosse
conformata nelPeseguirtto, che un tal mo
delto fosse stato sempre presente altamen
te deipartece e contenesse in idea tulle
le parti o la disposizion tutta quanta del

Puniverso. Animato e vivo era perci un


s fatto modelto, perocch tale it mondo,
alpensar di Platone, ma idealmente sol
tanto e secondo it nostro concetto: cer
tarnente Platone non ebbe sognato mai

che un idea formata dalPuomo nella pro


pria mente sia un ente reale o una so
stanza da essa mente distinta.
La maraviglia destata in questo tosofo
dal movimento misurato, regolare, costan
te che regna tra le parti tutte delPuni
verso fewomprendergii che non poteva
esso conservarsi quando non venisse retto
e sostenuto da una 0 pi intelligenze: ima
gin quindi una grandHlnima diffusa per
tuttala massa, da Dio poscia divisa in tutte
le partidi essa; e perchun puro spirito non
va soggetto a divisione di sorta, fu detto
da Platone essser quesPanima composta
della sostanza indivisibite o delto spirito
e di quella che pu farsi in parti o della
materia. Ove ha egli presa lddio quesPa
nima? Platone ebbe Pavvedutezza di non
decidertto: n manco disse ch essa sia
coeterna a Dio: suppone avere iddio ri
ettuto, deliberato e disposto it proprio

disegno inanzi nulla fare; imagin, tor


niamo a dire, Iddio operante alla maniera

dun uomo: gli attribuisce senza pi un


poter circoscritto, giacch dice aver lui
renduta Papera sua, per quanto gli slato
possibile, conforme al modelto.
ll. Dottrina de padri. Nessuna mente
ragionevole, istruita che fosse della cri
stiana dottrina, avrebbe potuto colla pro
pria credenza concitiare alcuna delle ipo
tesi di Platone. La Scrittura ne insegna
esser Dio creatura ed operare colla sola

votont: Ei disse, e il tutto fu fatto; que

rola dei Signore, dioe il Salmista, i cieli


ebbero sussistenza e dallo Spirilo della
sua bocca tulle le loro virtudi. Ps. xxxn, o.

E it Savio: Lo spirilo del Signore riem


pie il mondo tutto, e questo che il tutto

conliene ha cognizione n ifuna voce.


NelPart. Tamm furono per noi citati gli
altri testi delle Sacre Pagine che pongono
in sodo la fede di questo mistero. Questo
linguaggio han ripetuto i padri della Chiesa
n mai da esso si dipartirono, e non
quelto per fermo di Platone.
d1r.
Non si ebbe it coraggio di dire che i
padri si fosser dimentichi di queste lezio
ni divine per aderire unicamente a quelle
del tosofo greco; ma si detto che, im
bevuli del platonismo prima della tor con
versione, non vi rinunziaron punto facen
dosi cristiani; che, ad esempio de platonici
dAlessandria, raccostarono quanto fu tor
possibite la dottrina cristiana circa la Tri

nit a quella di Platone, a n di rendere


i pagani men repugnanti al credere un
tal mistero. in questa ipotesi trovasi dei
vero e del falso, e riteva to sceverar Puno
dalPaltro.
- anni
l. Ptotino, principale autore della tri
nit platonica, non pot inventarta che ver
so la met del secoto llI, avendo nel 245
impreso it viaggio nella Persia e nel

Plndie per nir distruirsi. I padri apo


stolici , poi s. Giustino, Taziauo, Ate
nagora, Ermia, s. treneo, s. Teoto an
tiocheno, s. Ippolito di Porto, Clemente
alessandrino, Origene, Tertulliano ed altri
di cui non abbiam pi le opere, aveano
scritto anteriormente a quelPepoca n po
terono aver contezza della dottrina di Pio
tino. Quando pur si supponesse che it co
stui maestro Ammonio avesse gi iabricato

una trinit platonica, fatto che non si pu


dimostrare, Clemente alessandrino ed Ori
gene sarebbero ancora i soli che avrtan
potuto conoscerta, ch nessun altro de
dottori della Chiesa frequent quella scuo
la e pot essersi imbevuto del nuovo pla
tonismo.

TR

TR

457

2." Non si nega che it motivo onde i


platonici dhslessandria furon condotti a
travestire la dottrina di Platone e racco
starta a quella de dottori cristiani fu la
getosia e Paffetto al paganesimo. Sbigot
titi de rapidi progressi che faceva it Van
geto, tentarono arrestarti facendo vedere
come G. 6., gli apostoli e i toro discepoli
non avessero insegnato niente pi di Pla
tone. 0ra,i principali banditori delPEvan
gelio per tutto it secoto Il erano stati i
padri medesimi pocanzi mentovati. La fe

sten tratte dalla Scrittura e non altronde;

prima che i ragionatori dAlessandria aves


ser tentato dacconciarvile opinioni di Pla

creatore,ma fabricatore degli dei; e fa sen


tire la differenza che passa tra queste due
cose. Conchlude da profeti doversi ap
prendere la verit, non da toso. Nella
prima Apologia, n. se e so, afferma di
bel nuovo aver Platone preso da lttos ci
che disse nel Timeo circa la formazione
del mondo e it divin Verbo come pure
quel che disse nella sua seconda lettera a
Dionigi a proposito del terzo o delto Spi
rito Santo, o non averlo compreso, lad

e bisogna avertto sempre presente.


S. Giustino nella sua Esorlazione ai
gentili, n. 4-6, si occupa a mostrare a
parte a parte che quanto di vero disse Pla
tone intorno alla natura divina non era
concetto suo e Pavea preso dalla dottrina

di Mos diffusa in Egitto, ma che Povea inte


sa male o non aveva ardito spiegarsi chia
ramente per tema di non incorrere la sor
te di Socrate. Aggiugne che Platone spesse

atesi contradice n sta fermo in veruna


de della Trinit era gi ben posta in sodo delle sue opinioni, che chiam Dio non

tone. I detti padri avean convertito Ebrei


e pagani con miracoli e virt senza aver
bisogno di tosoa, della quale usarono
soltanto contro chi nera infatuato.
5. A tin di riuscire nel toro intento, i
nuovi platonici adottarono le espressioni
degli scrittori sacri e de dottori della Chie
sa: prova che le avvisavan pi chiare e

pi corrette che Pinintelligibit gergo di


Platone. Non ebber perci distigurata la dove fra cristiani i pi idioti son capaci
Trinit cristiana con le iogge platoniche, dammaesttrarne gli altri. Nel suo Dialogo
ma emendarono la tor pretesa trinit sul con Trifone, n. 8, dichiara che , dopo
modelto di quella. lnfattt fecero soventi avere studiato assai assai in Platone, al
volle dire a Platone ci chegli non ebbe tra tosoa non gli venne trovata che sia
detto mai, cio Pidea archetipa del mon utite e sicura da quella di G. C. in fuori.
do esser persona, essere it Logos e it Fi Che s. Giustino siasi o no male apposto
gliuoto di Dio; questi essere uscito da credendo che quel tosofo abbia avuto co
Dio per emanazione o per generazione; gnizione della dottrina di Mos, non fa
Panima del mondo esser eterna, essere nulla alla questione; avendo egli detto che
to spirito di Dio, ec., ec. Di tutto questo Platone non ha inteso ovvero inteso male
non trovi ato in Platone, ma tutto vo quel che ha preso, ne risulta sempre non
leasi per inventare una trinit che valesse essere stato it santo tentato mai dadottar
a imporre agli ignoranti. Assai strano sa nessuna delle idee di quel fittosofo.
rebbe che i padri avesser fatto it contra
Taziano nel suo Discorso ai Greci, n. t1,
rio, che avesser voluto spiegare la Trinit espone la generazion del Verbo creatore di
cristiana con nozioni platoniche, mentre tutte cose, ma dichiara davere apparata
i platonici rubavano it linguaggio a cri questa dottrina in scritture pi antiche di
stiani per dissipar le tenebre del sistema tutte quante le scienze deGreci, e troppo
di Platone. Ma icensori de? padri, renduti al di sopra delPumano perch queste pos
ciechi dalla passione, li fan rei dun atten sano starvi a fronte co toro errori, n. so.
tato pi odioso che non sia quelto de ne
Atenagora nella sua Apotogia de cri
mici del cristianesimo sotto pretesto che stiani, n. 7, dice che i toso nulla sep
i primi Phan commesso con buona inten pero se non per via di congetture, per
non essere stati ammaestrati da Dio, lad
zione.
A chi per darem noi fede per sapere dovei cristiani dai profeti divinamente
che cosa abbian pensato i padri di Platone inspirati ricevettero la tor dottrina; n. lo,
e della pretesa sua trinit? Forse a certi spiega in maniera al tutto ortodossa ci
moderni critici che professan di sprezzare che da noi credesi intorno la Trinit. Seb
cotesti venerabiti personaggi oppure ai bene adduca egli alcune delle verit da
padri stessi? Ne pare non ci sia da esitar Platone solamente intravedule,ci in ispe
cie che disse nella sua seconda lettera a
sulla scelta.
lll. Come sentissero i padri circa la Dionisio, fa vedere la ridicolaggine diquel
dottrina di Platone. Gi dimostrammo fittosofo nel volere che, in quanto agenti
nelPart. Tninm come le espressioni usa o dei, savesse a stare alla testimonianza
le dai padri in partar di questo iuistero degli antichi, n. 25.
BIRGIER. Vol. Vl.
20

458

TR

TR

S. Teoto antioobeno, Ad AutoL, l. n, Grecia abbian fatto allusione senza inten


n. 4, biasima Platone e i platonici per non derti. Nel medesimo capo dice che Pla

avere ammesso la creazione della mate

tone in una sua lettera part chiaramente

ria; n. ti, dice soli i profeti inspirati da


Dio aver conosciuto la verit e posseduto
la sapienza; n. lo, eglino averci fatto co
noscere lddio e it suo Verbo creatore del
mondo; n. n1, i tre giorni che precessero
la creazione degli astri aver gurata la
Trinit, Dio, it suo Verbo, la sua sapien
za; n. 55 , nessuno de pretesi sapienti,
de poeti, degli storici aver potuto nulla
sapere sulPorigine delle cose, per esser
troppo moderni.
Ermia, nella sua satira contro de to
so, non la perdona a Platone punto pi
che agli altri, venendo a dire in conclu
sione non altro essere la tosoa che un
caos di questioni, errori e contradizioni.
S. Ireneo, Adv. hter., l. n, c. 1l, n. e
e s, disse che i gnostici han preso i toro
errori da tutti cotoro che non conoscono ld
dio e sono chiamati toso,da Platone par
ticolarmente, it quale ammette tre princi
pii delle cose: la materia, it tipo o model
to e Dio. Li confuta it santo vescovo non
pure per via di ragionamenti tosoci ma
colla Scrittura eziandio. Bulto, Le Nourry,
Marand nella sua terza dissertazione sulle
opere di questo padre dimostrarono esser
la fede di lui sulla ss. Trinit, se altra mai,
ortodossa; ed essa non ha nessuna anato
gia con gli errori di Platone.
Se a qualcuno de padri antichi si po
tesse dar taccia di platonismo, sarebber
questi, fuor di dubio, Clemente alessan
drino ed Origene, stati alla scuola dAm
monio, capo degli eclettici, it quale pre
feriva la dottrina di Platone a quella di
quanti ci avea toso. Anco non volendo
negare it fatto, diciamo esser cosa assai
strana che Clemente non nominLmai Am

del Padre e del Figliuoto, e tali notizie


ebbe cavate, non si sa come, dalle Scrit
ture ebraiche. Dopo recato quel che Pla
tone, nella sua lettera a Dionisio, disse in
torno al primo principio, al secondo, al

monio nelle sue opere n mostri la me


noma stima per un maestro di tanto gri
do. Non sembra n manco abbia adottato
Patto concetto che s aveano gli eclettici

del merito di Platone. Dice, gli vero ,


nel suo Pedagogo, l. n, c. 1, che Platone,
indagando la verit,fe splendere una scin

tilla della ebraica tosoa; e negli Stro

terzo , aggiugne s intender ci della


ss. Trinit e credere che il secondo it
Figliuoto di Dio, it quale ha fatto le cose
tutte merc la votont del Padre, e ii

terzo to Spirito Santo. E termina di


cendo non conoscersi daGreci n come
lddio sia Signore n come sia padre e
creatore, n Veconomia delValtre veril,
salvo che appreso non Pabbiano dalla ve

rit stessa.

a notarsi l." come non al soto Platone


attribuisca Clemente alessandrino cogni
gnizioni attinte presso gli Ebrei, ma a Pi
tagora eziandio, ad Eraclito, a Zenone, ec.,
ed anco a poeti. 2. Non pretende punto
che tutti queGreci abbian letto i libri de

gli Ebrei, ma si che abbian da questi ri


cevutn per tradizione parecchie verit sen
za inlenderte. s." Sostiene che, se voglia
si averne esatta conoscenza, bisogna ap
prenderte da G. C. o dalle persone da esso
ammaestrate. 4." Non dice molto de pla
tonici dAlessandria, cui avea veduto na
scere e aquali meglio a lui saddiceva es
ser maestro che discepoto. Scorgesi che
Clemente aveva di Platone la medesima

opinione di s. Giustino ma che n Pun n


Paltro pot esser tentato a pigliartto per
scorta nella spiegazione de passi scrittu
rali che avea uditi citare senza intenderti.
Ad onta di ci, it Mosemio non si tenne
dalPaffermare che que dottori cristiani
u spiegavano quel che dicesi da nostri
Sacri Libri del Padre,del Figliuoto e delto
Spirito Santo in guisa che saccordano
colle tre nature in Dio ovver colle tre ipo
stasi di Platone , Parmenide ed altri. n
Hist. ehrist., sec. Il, S 54. Perda ma,
niera desprimersi, siccome quella la qual
fa credere che i padri, a n di guadagnarsi
I toso, travestissero la dottrina de Li
bri Santi perch quadrasse a quella de
toso stessi. La una calunnia. i . Come
potean esser tentati a fartto, mentre con
fessavano che i toso avean alluso a pa
role scritturali senza capirte n conosce

mati, I. i, c. 1 , it chiama losofo slato


atlaseuola degli Ebrei: ma nel l. v,c. 15,
afferma esser necessario che tutti appren
dano la verit da G. C. ane dandar sal
vi, quandanche tutta conoscessero a fon re Veconomia di quelle veril? s." falso
do la tosoa de Greci. Nel c. 14 si-pro che sia Platone sia Parmenide abbian am
pone di far vedere le verit dai Greci at messo in Dio tre ipostasi o tre persone sus
tinte alla tittosoa de barbari, cio degli sistenti; e fu da noi dimostrato. s." Non
Ebrei. it perch reca varii testi della Scrit era necessario, it ripetiamo, per maravi
tura, a quali crede i tittoso e i poeti di gliare i pagani, di mostrar toro in Platone

TR

TR

459

la stessa dottrina, it sVHSO str-so, it me Asseriscc egli come le eresie tutte quante
desimo mistero che nella Scrittura; ba sien lavoro de fittoso, e it vien provando
stava por toro sotto gli occhi espressioni partitamente : non vuole cristianesimo

quasi somiglianti. Ondech it Mosemio sup stoico n platonica n dialettico. De pror


pone che i padri siensi fatti rei duna in
fedelt senza bisogno, disacconeia e a di
spetto de riclami della propria coscienza.
Gli questo un denigrar troppo sfronta
tamente quegli uomini santi.
Ancor men propenso mostrasi Origene
per la platonica dottrina. Omnes quidem,

cos egli, qui quoquo modo prooidentiam


esse sentiimi, Deum esse ingenilum, qui
universi: creavil atque disposuil , con
tentur, eumquc parenlem universilaiis

agnoscunt. Huic lamen esse tium non

script., c. 7; Adv. Marcio, l. l, c. lii ,


l. v, c. le, ec. S. Cipriano, che tenea Ter
tulliano per suo maestro, non la pensava
di certo altramente da lui.
Ecco quel che dissero -i padri de tre
primi secoli e precedenti al concitio nice
no: anzi che segni del platonismo aperto
che tor si appone, non ci veggiamo che
prove delPopposto. In quel concitio me
desimo e ne tempi posteriori venne accu
sato Ario davere attinto la sua eresia in
Platone, e vebbe chi disse questo fittosofo
meno erupio del prete dAlessandria, Syst.
intetl. de Cudworth, c. 4, 36. Che Pac
cusa fosse vera o no, poco riteva: ne
siegue sempre che i padri niceni e chiun
que senti con toro eran ben lungi dal cer

noa soti pronunciamus; quamvis satis


hoc et mirum et incredulum videatur iis
qui apud Grwcos et barbaros philoso
phari videntur, [amen a nonnullis etiam
ipsorum habila eius videlur opinio cum
verbo Dei vet ratione creala es:e omnia car in Platone le idee della ss. Trinit. La
con/itentur. Nos vero secundum dem fu quindi una calunnia quella del Cuuvor
doctrinw eiua, quam divinilax aspira zio it qual disse la toro dottrinae segua
lam pro certo habemus, eminentiorem lamente quella di s. Atanasio pi platonica
divinioremque rationem de Filio Dei, che quella di Ario: abbiam chiarita la fai
nullius atterius possibililatis esse cre sit di questo fatto col testo medesimo di
dimus exponere aiquc in hominum co Platone.
gnilionem proferreiisi eius sotius scri
Pi che leggiamo gli antichi e pi ne
pturw quo: a Spirilu Sonato inspirala reca stupore la temerit de sociniante de
est, idest evangelica alque apostolicw, tor fautori, i quali ardiscono movere ao
nec non legis ac prophelarum, sicut ipse cusa ai padri davere fabricato it mistero
Christus asseruil. De suosistentla vero della ss. Trinit sopra idee platoniche. Per
Spirilus Sancti ne suspicionem quidem far vedere che malamente da pagani e se
utiam habere quis potuti prwter eos qui gnatamente dai toso rigettavasi questo
in lege et prophetis versati sunt, vel eos domma siccome impossibite e assurdo,1no
qui se Christo credere con/ilentur, De strarono come Platone avesse detto qual
princip., l. 1 c. 5.
cosa di quasi simite: ne segue egli perci
Destan maraviglia queste ultime paro che abbian pigliato a modelto e per nor
le, quando si rammenta che Clemente ma le vaghe, oscure, inintelligibiti idee di
dbllessandria e i platonici avvisavansi di quel tosofo? Lo fecero forse interprete
vedere una Trinit nella lettera di Platone de passi della Scrittura nel mentre Paccu
a Dionisio; la una prova che Origene sano di non averti tampoco intesi pur
non era delto stesso parere e non conce quando vi allude? Gli questo un cre
deva a Platone pi sublimi cognizioni che derti mentecatti a un segno che non pu
agli altri fittoso pagani. Ne risulta ezian ammettersi.
dio che quel padre non avea contratto
Il Beausobre pretende ci fosser gi trac
nella scuola dhxmmonio la smania de nuo ce della Trinit nella teotogia orientale
vi platonici. Non si vede su che fonda e che Platone da questo avesse derivate
mento it dotto Uezio abbia potuto dire che le idee che se ne scontrano nella sua to
it platonismo prese si salde radici nella soa; e ne adduce per tutta prova it verso
mente dOrigeneda spegnervi i fruttidella degli oracoli di Zoroastro: u ln tutto it
cristiana dottrina. Origenian. , l. l, c. l, mondo risplende la trinil, che ha Punit
S s. Questo padre attesta egli medesimo per principio. n llla egli non poteva igno
che, prima di accostarsi alla tosoa, se rare essere quifpretesi oracoli invenzion
ra dato interamente alto studio de Libri de nuovi platonici n meritare verun con
to. Oltreci, la cosa chiara che nel ci
Santi.
Tertulliano, che vivea al tempo mede tato passo la voce rpiazg siguiiica it numero
simo, nessuna cognizione aveva di quel tre, non una trinit qual vuolsi ad ogni
che insegnavasi dalla scuola alessandrina. modo rinvenire in Platone.

460

TR

TR

a dolersi che i protestanti, nel con

sotto it ponticato dlnnocenzo lll,ed eb

fulare i sociniant , sieno concorsi a man


tenere la costoro preoccupazione,dichia
rando al tutto fuor di proposito avere i
padri pigliale di molte cose da Platone e
da platonici senza poter dire quali esse
sieno. ll Mosemio,che caddein questo scon
cio nelle sue note al Cudvorzio ed altro
ve, to condanna ei stesso quando si tratta
delle eresie e degli eretici. ia Non posso
approvare, son sue parole, it proceder di
toro che vanno troppo sottitmente inda
gando Porigine degli errori. Non appena
avvien toro di scorgere alcuna somiglianza

be a fondatori i ss. Giovanni di lllatha e


Felice di Vatois. Era it primo nativo di
Faucon in Provenza; it secondo probabit
mente originario della piccola provincia
di Vatois nella Brie, e non della famiglia
reale di Vatois, la quale ebbe principio
soltanto un secoto appresso. Gualtiero di
Chatitton di toro nelle sue terre un luogo
detto Cer-froid , nella Brie , diocesi di
Meaux, per fabricarvi un convento, che
divenne it capoluogo delPintero ordine.
Questa denominazione sembra una corru

zione delle parole celtiche sarla frela,


tra due opinioni, - Questa, son li tosto a terreno dissodato. V. it Dizionario del l)u
dire, questa tolta da Platone, quella da cange. Onorio lll conferm la tor regola,
Aristotite, quelPattra da Hobbes o da Car
tesio. -Non ella forse la mente delPuo
mo gi n troppo guasta e traviata a crear
errori mal ragionando, senza che abbia bi

sogno di maestri e modelli? n Se giusta


questa censura, non sono essi tanto pi
da condannarsi cotoro che sulla menoma
anatogia despressione appongono ai pa
dri daver presa una data cosa da Platone
o dai platonici, quando chiaro averta
essi attinta nella Scritturae nella tradizion

della Chiesa? V. EMANAzioNE, Fnosoris,


PLATONIsMo, ec.
TBINITARII. Diverse signicazioni ar
bitrarie ebbe questa voce. Valse assai vol
te ad indicare tutte le sette eretiche in
segnatrici derrori sul mistero della ss. Tri
nit, particolarmente isociniani; molto
meglio per sarebbe it chiamarti unilarif
come di presente si fa. Sogliono essi dare
it nome di trinilarii e lfalanasian ai
cattolici ed a protestanti che riconoscono
un Dio soto in tre Persone e professano
it simboto di s. Atanasio. V. Socmmu.
TRINITARII. Ordine religioso, istituito

ad onore della ss. Trinit pel riscatto de


cristiani schiavi presso gli infedeli. In
Francia li chiaman maturini, perch la
prima chiesa chebbero a Parigi,data toro
dal capitoto della catedrale, era dedicata
a s. ltlaturino. Vestono di bianco con sul
petto una croce distinta di rosso e cite
strioo. Nel professare si obligano dado
pararsi per la redenzion de fedeli tenuti
in servaggio nelle republiche dAlgeri ,
Tripoli, Tunisi, e ne regni di Fez e Ma
rocco: in questa sanPopera impiegano la
terza parte della rendita di tor case e le
elemosine che tor vien fatto di raccogliere
nelle varie provincie. Hanno una regola
tor particolare, quantunque da molti au
tori si sia creduto vivessero sotto quella
di s. Agostino.
Nacque quesPordine in Francia nel l ias,

che in origine era austerissima: era a que


religiosi vietato it mangiar carne e pesce,
tranne i giorni solenni; cibavansi dova,
latticinii, erbaggi conditi con olio; viag
giando, non era toro permesso usar caval
catura. Ma nel 1267 Clemente IV ben vide
esser mioralmente impossibite che religiosi
obligati a viaggiar di frequente e dimorare
in mezzo agli infedeli osservassero costan
temente una vita cotanto austera; onde
Pebbe temperata permettendo toro di ser
virsi di cavalcature e di mangiar pesce e
carne.
fufto
Negli anni nna e tuo, in due capitoli
generali tenuti altora, ebbervi de religiosi

di tanto fervore da desiderare si ripiglias


se Posservanza della regola in tutto itri

gor primitivo. Ne fu toro lasciata facolt


e assegnate case ove ridurre potessero ad
effetto it proprio intento: quella riforma
fu approvata da ponteci Gregorio Xlll e
Paoto V.
una
Un Girolamo Hallies, francese, la intro
dusse nel convento di Roma e tre anni
appresso in quelto dAix in Provenza. Alle
antiche austerit aggiunse la nudit de
piedi: quinci Porigine de trinitarii scalzi.
ll nuovo instituto fu introdotto in Ispa
gna nel 1594 dal p. Giovanni Battista della

Concezione, morto in odore di santit


Pa. 1615. La riforma sallarg poco a poco
in Italia, Francia, Germania e Potonia.
Nel i655, Urbano VIll, incaric, me
diante un breve, it cardinale de la Roche
foucauld a stabitire pi regolarit nelle
case de trinitarii ove era seguito ritassa
mento. Di fuori perci quel cardinale un
decreto col quale venne ordinata a reti
giosi Posservanza della regola primitiva
quaPera stata mitigata da Clemente IV.
ll che fu ridotto ad effetto nella maggior
parte deconventi, in particolare a Cer
froid, capoluogo delPordine. Quelli che vi
si confermano non portan camicia, dicon

TR
malutino a mezzanotte, mangian di grasso
la sola domenica, ec.
Non bisogna confondere co trinitarii i
padri della Mercede o della Redenzion de

prigionieri. V. Meacsna (oanms DELLA).


Un famoso miscredente del secol nostro
non pottenersidalPencomiare questo isti
tuto. Dopo discorso di parecchie congre
gazioni dedicate al servigio del prossimo,
viene a partare pur delPordine de trini
tarii, la cui destinazione chiama eroica.
Essai sur Vhist. gen., c. ma.
TRlNITARlE. S. Giovannidi Matha avea
da principio fondato in lspagna una con

gregazione di zitelle della ss. Trinit che


rano oblate solamente e non facean voti:
nel i201 , Pinfanta Costanza, gliuola di
Pietro ll re dAragona, te toro edicare
un monastero, le indusse col suo esempio
a farvi la profession religiosa e fu essa
ivi la prima superiora. Verso Pa. toia
Francesca di Romero, gliuola dun luogo
tenente generale degli eserciti di Spagna,
volendo consecrarsi a Dio, raccolse alcune
compagne; si posero esse sotto la guida del
p. Giambattista della Concezione, fondato
re de trinitarii scalzi, presero Pabito ed
abbracciarono P istituto di quelPordine.
Avendo i religiosi ricusato dincaricarsi
del regime di esse zitelle, si volsero que
ste alParcivescovo di Toledo, it quale per
mise toro di vivere secondo la regola che

avean scelta. Non ci detto a quale spe

Tlt

464

nedetto colui che viene nel nome del Si

gnore; Osanna nel pi alto decieli, son


tratte dal Vangeto, Matth. xxi, 8. Nelle
Costiluzioni apostoliche vi son sostituite
queste: Beuedetto per tuttiisecolLAmen.
ln questa maniera furon pi volte ripetute
da s. Gio. Crisostomo. S. Ciritto gerosoli
mitano, dopo recate le parole dlsaia, sog
giunge, Catech. myslag. , v: Propterea
tradilam nobis ab seraphinis hanc theo
logiam (seu. Dei celebrationem) recila
mus ut communi laudum modulatione
cum superioribus munda exercilibus
coniungamur. S. Ambrogio dice cantarsi
it trisagio in oriente e in occidente a n
donorare Punit e la trinit di Dio. De

Spir. 8., c. i2.


in appresso fu adoperata unaltra for
mola, cosi espressa: Santo Dio , santo

forte, santo immorlale, abbi piet di noi.


La chiesa latina se ne serve una sola volta

Panno, cio nel venerdi santo, prima del


Padorazion della croce, e la vien ripetuta
tre volle in greco e in latino; ma nella
chiesa greca se ne fa uso quotidianamente.
S. Giovanni damasceno, Cedreno, Balsa

mone, papa Felice lll , Niceforo ed altri


la dicono introdotta da s. Procto, patriarca
di Costantinopoli, Pa. 44a, sotto it regno
di Teodosio iuniore, in occasione d un
orribite terremoto. Aggiungono che it po

poto cant quel nuovo trisagio con tanto

maggior ardore peroh attribuiva quella


cie di opera buona si dedicassero.
calamit alle bestemie vomitate dalla det
Per ultimo, avvieziandio un terzordine la citt contro it Figliuoto di Dio, e che
incontanente dopo cess quel agelto. ll
di trinitarie.
TRISACRAMENTARII. Cos venner de concitio di Calcedonia, celebrato Pa. 4st,
nominati alcuni settarii fra protestanti per Padott. S. Gio. damasceno dice che gli
ch ainmettevano tre sacramenti: it Batte ortodossi se ne valevano per esprimere
simo, la Cena o PEucaristia e PAssoluzio tor fede rispetto alla ss. Trinit; che
ne, laddove gli altri soltanto i due primi Dio santo designava it Padre, Dio for
riconoscono. Da alcuni autori fu creduto te it Figliuoto, Dio immorlale to Spirito
che gli anglicani anche P0rdiuazione te Santo.
nessero qual sacramento; da altri la Con
Verso Pa. 48i, Pietro Gnafeo o Fultone,
fermazione: ma si Puno che Paltro fatto monaco usurpatore della sede dAntiochia,
son contradetti dalPartic. 5 della confes nemico dichiarato del concitio calcedonese
sione anglicana.

e protetto dalPimperador Zenone , com


TIUSAGIO. Vocegrecamomposta da rpg mand si aggiungessero al trisagio le pa
tre volte, e ciuy1og santo: una formota di role, che fosti crocisso per noi, a n di far
laude addirizzata a Dio : Santo, santo, san credere che tutta la Trinit avesse patito
to il Signore lddio degli esercili; tut in G. C., e fondar cos Peresia de teopa
la la terra piena della gloria di lui, schiti o patripassiani. V. questa v. La era
e vien ripetuta nelPApocalisse, iv, 8, do una conseguenza di quella dEutichete, it
ve veggiamo la liturgia cristiana rappre quale asseriva che in G. C. non ci avea pi
sentata sotto Pimagine della gtoria eterna. duna natura, e che P umanit in lui era
Perci fu essa conservata dalla Chiesa nel assorbita dalla Divinit, errore a cui Pie
santo sacrizio della messa e posta in ne tro aderiva ostinatamente. Il perch papa
del prefazio, immediatamente prima del ca Felice lll e gli ortodossi rigettarono quel
none. Vien essaindubitatamente dagli apo Paggiunta e, ad emendarue it senso, gli
stoli. Le parole che tengon dietro: Be uni opinarono si dicesse: a Dio santo, Dio

462

TR

TR

forte, Dio immortale, C. C. nostro re, che imaginavasi la Divinit come un tutto di
hai patito per noi, abbi di noi piet; n gli cui ciascuna persona era parte soltanto.
altri che si ritenesse Pantica formola, ag Ebbe nondimeno settatori, chiamati da

giugnendo soltanto: u Santa Trinit abbi mianisti.

piet di noi. n Tutti questi mutamenti fu


Gli ariani, che negavano la divinit del
ron cagione di turbazioni, di cui i prole
stanti non mancarono di riversare tutta
Podiosit sui cattolici, quasi a questi cor
resse obligo dabiurar la propria credenza
per impedire a forsennati eretici di ecci
tar sedizioni. V. Mosemio, Hist. ecclea,
AlPultimo, in onta a tutti gli sforzi di
Pietro Fultone e suoi aderenti, it trisagio
di s. Procto rimase senza aggiunta e tro
vasi ancor tale nelle lingue latina, greca,
etiopica, copia, siriaca, mozarabica, ec. V.
Bingham, Orig. eccles., t. Vi, l. 14, c. la,

Verbo, e i macedontani, che non ricono


scevan quella delto Spirito Santo, non
mancarono daccagionare di triteismo i
cattolici i quali asserivano Puna e Paltra.
Oggidi gli unitarii o sociniani ci movono
tuttavia la stessa accusa indebitamente ,
conciossiach da noi sostengasi Pidentit
numerica di natura od essenza nelle tre
Persone divine.
in una disputa avvenuta in Inghitterra
su questo argomento tra i dottori Sherttock
e South, vuoisi che questi cadesse nel sa
bellianismo sostenendo con soverchio ri

S a; e le note del p. Mnard al Sacramen

gore Punit della natura divina, e Paltro

tario di s. Gregorio. Di qui risulta essere


stato dogni tempo interesse della Chie
sa che le sue publiche preghiere fosser
Pespressione della sua fede.
TRITElSMO. Eresia che pone in Dio
non solamente tre Persone, ma tre essen
ze altres, tre sostanze divine, quindi
tre dei.
Que ragionatori che vollero spiegare it
mistero della ss. Trinit senza consultare
la tradizione e it magistero della Chiesa
dieder quasi sempre nelPuno o nelPaltro
dedue eccessi; gli uni, per non sembrare
credessero tre dei, caddero nel sabellia
nismo, asserendo esserci in Dio una sola
Persona, val dire it Padre, Paltre due non
esser che denominazioni o diversi aspetti

nel triteismo spiegando la trinit delle Per


sone dun modo troppo assoluto. Chi ser
bar voglia un giusto mezzo a schivar ogni
errore favetiando di questo incomprensi
bilmistero non ha che a star scrupotosa
mente al linguaggio ed alle espressioni ap
provate dalla Chiesa.
TROMBE (FESTA DELLE). Solennit
che celebravasi dagli Ebrei it primo gior
no della luna del mese tisri o di settem
bre, nel qual giorno cominciavan P anno
civite. a notarsi che gli Ebrei celebravan
tor feste quasi tutte nel tempo che decorre
dalPequinozio di primavera a quel d au
tunno: prova ben manifesta chesse avean
relazione ai lavori delPagricoltura non
meno che agli avvenimenti particolari che
vi avean dato occasione. V. Fesrs GIU
mncas.
La festa delle trombe era toro prescritta
nelLeviticonm, 24, e ne Numerixxix, l.
Il settimo mese, il primo giorno del me
se sar giorno di fesla per voi, memo
rabite pei suono delle trombe, e chia
merassi santo. In esso nonfarete alcu1fo

sec. V, part. n, c. s, S i8

della Divinit. Gli altri, per cansar questo


errore, partarono delle tre Persone come
fossero tre essenze o tre nature distinte,

e cosi diventarono triteisti.


La cosa singolare che quesP eresia
ebbe origine fra gli eutichiani o mono

siti, i quali una sola natnra senza pi am


mettevano in G. C. Vuolsene primo autore
un Giovanni Acusnagio, fittosofo siro; che
ebbe a principali seguaci Conone vescovo
di Tarso e Giovanni Fittopono grammatico
alessandrino. Essendo questi dissenzienti
su altri punti di dottrina, venner distinti

pera servile. Cosi disse toro Mos. Oltre


isacritizii che si oferivano in ciascuna
neomeniaoluna nuova, eranvene altri per

quel giorno prescritti. ll di decimo delto

stesso mese era destinato per la festa delle


i triteisti cononili dai triteisti loponi espiazioni e it quindicesimo a quella de
sti. Damiano vescovo dhtlessandria di Tabernacoli. Ibid. Erasi altor terminato il
stinse egli pure Pessenza divina delle tre raccolto di tutti i frutti della terra; on
Persone, negando che ciascuna di esse, dera it punto che cominciavano i sei mesi
particolarmente e in astratto dalPaltre due di riposo, durante i quali era concesso
considerata, fosse Dio. Confessava nondi Poccuparsi con pi libert de civiti ne
meno esser tra toro una natura divina ov gozii.
vero sia una divinit commune, per la
Per aver trasanilata quesPosservazione,
partecipazion della quale ciascuna Per furono dai critici inutitmente investigato
sona era Dio. Da questo viluppo di parole le ragioni di questa solennit e i fatti della
non altro si riteva se non che Damiano storia ebrea a cui essa poteva alludere ;
p

TR
nella Scrittura non venne tor fatto di tro
varne, e vane riescono le tor congetture.
in tutti i mesi la neomenia veniva annun
ziata col suono delle trombe, ma in quella
di settembre quel segnale davasi con mag

TR

463

ovvia per gli orientali ancor nomadi, che


passavan le notti a guardia di tor greggie,
del veder con piacere it rinovarsi della
luna, la cui luce veniva toro cotanto ne
cessaria, e delPannunziare un tal fenomeno
gior solennit per la ragion sopradetta. con dimostrazioni di gioia e col suono de
V. NEoBIENIA.
tor musicali strumenti. Fin qui la festa non
Opra inutite sarebbe it discorrere sulle contenea nulla di condannevole ed era con
varie specie di trombe usate dagli Ebrei forme altintenzione del Creatore, Gen. i,
nelle diverse occasioni; i critici che si 14. Altora soltanto ci entr la superstilio
diedero a questa indagine non ci han detto ne quando que medesimi popoli comin
nulla che appagasse gran fatto. Forse sa ciarono a farsi tor dei gli astri. i patriar
rebber riusciti meglio se avesser avuto chi per non adoravan punto gli astri,
cognizione delle diverse specie di corni Iob xxxi, no, e Mos aveva severamente
onde servivansi i pastori in questo o quel inibito un si fatto culto agli Ebrei, Daut. iv,
paese del mondo per chiamare c raccorre lo; xvn, 5. Ove avesse reputate le neo
tor greggi. Nella vita pastorale da rin menie siccome feste in origine paganesche
tracciare Porigine delle usanze degli an e pratiche idolatriche, non le avrebbe di
tichi orientali. N ci fermeremo tampoco fermo conservate.
es Peggio ancora si ragiona dicendo:
a dir partitamente de riti surrogati da
moderni Ebrei a que de toro avi n delle Mos prese le pi grandi cautele a n che
fantasie che mischiarono a racconti de le neomenie degli Ebrei fosser consacrate
Libri Santi. (Zoteste nuove usanze, fondale al soto vero lddio e n andasse sbandita
unicamente sulle pretese tradizioni del qualunque pratica idolatrica e supersti
Talmud e de rabbini, di nessun giova ziosa: dunque imit in sostanza le feste
mento esser ponno per Pintelligenza della degli etnici e soto ne tolse gli abusi. A vo
ler che questa conseguenza sia ben de
Scrittura.
Pi necessario avvisiamo essere it chia dotta, converrebbe mostrare con solide
mar ad esame la sentenza delto Spencero, prove essere state le neomenie celebrate
it qual vuole che it sonar delle trombe prima da pagani che dagli adoratori del
nelle neomenie , segnatamente in quella vero lddio: it che to Spencero n ha fatto
di settembre, per annunziare it principio n gli sarebbe stato possibite it fartto. N
delPanno civite, sia un rito preso dai pa manco ha provato che n dal tempo di
gani e fosse in uso appo tutte le nazioni Mos le nazioni idolatre annunziavan le
idolatre da cui eran circondati gli Ebrei, neomenie col suono delle trombe: sola
e che tutto it divario che ci corre stia in mente autori profani venuti mitPanni do
questo che da prima celebravansi esse fe po quel legislatore ha egli potuto addur
ste in onore delle false divinit, laddove re; eran questi in grado dnipprenderci
Mos Pebbe consecrate al culto del Dio quel che avvenne in laldecorso di tempo
vero. Questo sistema venne da noi gi presso le nazioni onde favellavano?
5. Noi abbiam testimonianze positive
confutato alPart. Lacca (Legge cerimonia
per far vedere che gli lsraeliti osservarono
le); ma giova it tornarci sopra.
1. Razioeinio al tutto falso gli que le neomenie e le annunziavano al suon
sto: it tal rito fu in uso appo i pagani, pi delle trombe lunga pezza prima di Mos.
antichi degli lsraeliti: dunque questi to Davide, anteriore iPoltre cinque secoli u
preser da quelli e it praticarono per imi tulti gli storici profani, cos parta agli
tazione. Fu da noi dimostrato come it pi Ebrei, ps. Lxxx, 5-5: Date ato alla buc
degli usi, vuoi civiti, vuoi religiosi, guasti cina nel novilnnio , nel giorno insigne
dai pagani, stati sieno praticati dapatriar di vostra solennil. Imperoech late il
chi lunga pezza inanzi sorgesse it paganesi commando dato ad Israele e il rilo isti
mo: pi facite perci che Mos e gli Ebrei tuilo dal Dio di Giacobbe. Egli lo ha.
ii abbian ricevuti da patriarchi toro ante ordinato per memoria a Giuseppe quan
nati che dagli stranieri, da essi riguardati do usc dalla terra dEgilto, quando ud
quai nemici anzich quai fratelli. Oltreci, una lingua che a lui era ignola, ec. Nel
si fatte usanze stesse furon trovate anco qual passo, dove la Volgala traduce quan
nelP ultime contrade del mondo, appo do usc dalla terra. dEgitto, Pebraico ha

l
I
I

selvaggi isolati e tontani da ogni commu quando entr in Egilto, senso manifesta
nicazione con gli altri popoli; onde non da mente richiesto dal seguito del discorso.
altri le presero ma sorsero fra essi per Dai che risulta che Giacobbee la sua po
naturale istinto. Ma nessuna cosa era pi sterit ebbero osservate le neomenie due

4 64

TR

TR

cento anni prima che Mos ne imponesse

A voler conoscere it vero spirito delle


o rinovasse la legge.
leggi e de costumi degli Ebrei, nulla gio
4.i Asserisce lo Spencero che agli lsrae va it paragonarte con quelle de Greci, de
liti, oppressi dalle fatiche nelPEgitto, non Romani e delPaltre nazioni che ligurarono
fu possibite mantenervi i costumi e le nel mondo dieci o dodici secoli dopo Mo
usanze detoro avi, ed ebbero tutto it tem s: c bisogna salir pi alto ed aver co
po di smenticarsene. Ei va errato; ch gnizione de costumi, degli usi, delle abi
la Scrittura attesta aver eglino conserva tudini de popoli nomadi, sopratutto de
toin Egitto la vita pastoreccia, ragione per gli orientali; e in questa indagine miglior
-cui abitavano la terra di Gessen, luogo di guida non si pu seguire delibri di quel
pascoli, e ne uscirono con numerose greg legistatore. Ma it pi de nostri critici non
gie. Exod. xn, 58. Quel popoto, che con si pigliarono questa briga, contentandosi
tava un seicentomita uomini fatti, non di fare gran pompa derudizion profana, di
poteva esser tutto quanto e a un tempo citare Erodoto, Diodoro sicuto, Maneto
stesso impiegato ne publici lavori, bens ne, ec., e n de rabbini, senza badare co
per bande succedentisi. 0nd certo aver me tutti costoro fossero troppo moderni
lui conservato nella terra di Gessen le per poter sapere quel che accaduto nelle
consuetudini, i costumi, la lingua desuoi prime et del mondo. Gli questo it di
antenati. Non ci ha inoltre nessuna prova fetto che domina per tutta Popera delto
che appo gli Egiziani i novitunii venis Spencero.
sero annunziali a suono di trombe.
TRONO. Seggio elevato sopra gli altri.
t1." Contro ragione altresi dice questo l profeti nelle toro estasi videro spesse
critico che presso gli Ebrei raccolti in ate it Signore assiso sur un trono riful
corpo di nazione sarebbe stato pi con gente di luce, circondato da angeli pronti
veniente annunziare per via di alssi it co a cenni di lui: con tali visioni degnava
minciamento delP anno civite che non col lddio dar toro una smorta idea della sua

suono delle trombe; onde forza che ci grandezza e maest. G. C., Mattth. v, 54,
proibisce di giurare pel cieto perch it

siasi fatto ad imitazione degli altri popoli.


Falsa Posservazione e la conseguenza
ancora. Gli lsraeliti, dopo usciti dEgitto,
dimorarono nel deserto pel corso di qua
ranPanni, ove continuarono la vita da pa

trono di Dio.
Esser coltocato sur un seggio elevato in

unadunanza segno di dignit e autorit:

quinci it tronodivent it simboto della di


stori, comech saccampassero gli uni vi gnit regale, e nella Scrittura serve spes
cino agli altri. Eglino conservarono tutto so a signilicarta. Nel nn de Re, x, so, avvi
it tor bestiame, facendoci sapere it Sal una magnitica descrizione del trono di Sa
mista, ps. cvi, 58, come esso non fosse tomone. Dal cingere che,-secondo i pro
punto scemato. AlPuscir dalPEgitto le tri feti, fanno gli angeli it trono di Dio de
b di Ruben e di Gad, ricchi di greggi, do riv a questi la denominazione di troni,
mandarono di porre toro stanza a levante che, secondo i padri, costituiscono it pri
del Giordano, paese abondante di pascoli, mo degli ordini angelici.
Num. xxn, l, e tale anco di presente, a
TRONO EPlSCOPALE. Nella. rigenera
quanto riferiscono i viaggiatori. ln secon zione, cos G. C. a suoi apostoli, Malth.
do luogo i popoli in passare alto stato di xilx, se, allorch il Figliuolo delVuomo
civitt non lascian punto le toro antiche seder sul trono della sua maest, se
consuetudini, fuorch non vi siano astrettl derele anche voisopra dodici troni e giu
da gravi ragioni, e ancor pi fortemente dicherete le dodici trib dsraele. Nel
che alle altre stanno attaccati alle prati c. iv e segg. delPApocalisse, in cui s. Gio
che di religione. Gi da lunga pezza erano vanni gur le adunanze cristiane sotto
i Romani incivititi; pur andavano ancora Pemblema della gtoria sempiterna, colui
con solennit a piantare un chiodoin Cam che presiede assiso sur un trono, e in
pidoglio al principiare delPanno: usanza torno a lui seggono ventiquattro seniori o
antica ereditata da toro avi, ben pi ridi sacerdoti, essi pure su troni. Di qui Puso
cola che non quella dannunziare it prin generale di por nelle chiese una sedia al
cipio delPanno a suono di trombe. In ter di sopra delPaltre per sedervi it vescovo.
zo luogo Mos volle che gli lsraeliti fos
Osserva it Binghami, Orig. eccles., t. lll,
sero istruiti di ci che aveano a fare non l. vnni, c. e, S l, che la voce greca lino:
per via di allissi, bens pel magistero de signicava ora Paltare, ora Pambone o it
sacerdoti e per la lettura delle leggi da s pulpito, talvolta it trono episcopale, spes
promulgato, metodo di lunga pi sicuro se ate it coro intero, entro it quale tutte
e pi conveniente di qualsiasi altro.
queste parti si trovavan raccolte; di

TR
fatto voce generica che signica puramen

TU

465

venuta in tor soccorso la religione. Primi

te luogo su cui si sale. Narra Eusebio, a dar esempio di carit su questo propo
Hist. eccles., l. vn, c. 5o, che una delle
accuse mosse a Paoto samosateno nel con
citio dAntiochia, Pa. 270, fu dessersi fatto
costruire un trono ovver tribunale assai
elevato, da lui appellato axnpuroigcomei

magistrati secolari: gli certo per che


in n da primordiidella Chiesa it vesco
vo ebbe nel coro un seggio distinto, emi
nente sopra quelli de semplici preti in

segno di sua dignit. Leggest in un antico


autore che Pietro successore di Teona sul

la catedra dAlessandria, nel pigliarne it


possesso, ricus per modestia di assidersi
in sul trono di s. Marco, custodito getosa
mente in quella chiesa.
Ne primi secoli in detto prototrono it
vescovo duna provincia che occupava la

sito furono it vescovo e it capitoto di Pa


rigi, destinando una casa posta in vici
nanza della cattedrale per ricevere que

bambini, che furono da principio denomi


nati i poveri trovatelli dl nostra Signo
ra. Cartto Vi commend cotale opera santa
c vi applic un legato nel suo testamento
Pa. i556: un ordine del partamento del
i5 agosto i554 condann i signori a con
tribuirvi.
Lo zeto di s. Vincenzo di Paola fe che
pigliasser sopra di s la cura de trova

telli le sorelle della carit, da lui di fresco


istituite. Dopo essere stati tramutati in va
rii luoghi,i trovatelli ebbero stanza in

faccia alPHtel-Dien, e fu conservata nella

chiesa di Nostra Donna la specie di letto


sede pi antica.
sul quale imptorano le largizioni de fede
TROPICI. S. Alanasio nella sua lettera li. V. Jaittot, Recherches sur Poris, t. l.
a Seraplone d questo nome agli eretici
ln varie citt del regno ci ha di questi
macedoniani per to spiegare che faceano ospitali per accogliere colali meschini, e
con de tropi ossia in senso gurato i testi religiose delto Spirito Santo che si dedi
scritturali ne quali si parta delto Spirito cano al toro allevamento, come porta Pi
Santo, a n di provare ch era non una siituzione.
persona ma unoperazion divina soltanto.
Di questo zeto non si trova esempio
Cos pur fanno i sociniani tuttavia e ripe fuori del cristianesimo e vien troppo de
tono le forzate interpretazioni di quegli bolmente imitato nelle communioni sepa
antichi settarii.
rate dalla chiesa romana; prova evidente
Anche da alcuni controvcrsisti cattolici che la politica e Pumanit non giugneran
fu dato it nome di tropicio tropisti ai sa no mai a fare ci che viene inspirato dalla
cramentarii che spiegano in senso trastato religione. Ella sola ne la sentire it pregio
le parole della istituzione delPEucaristia. duna creatura viva, consecrata a Dio me
TROPITI. Eretici di cui parta s. Fita diante it Battesimo, in mentre che alla China
strio, Han. Lxx, i quali asserivano che it si lascian perire ogni anno da trentamita
Verbo divino, mediante P incarnazione , bambini esposti.
fosse stato cangiato in carne o in uomo e
Si suole obiettare che s fatti asiti di ca
avesse cessato desser una Persona divina. rit somministrano a poveri un mezzo e
In questo senso intendevano le parole di una tentazione di liberarsi della propria
s. Giovanni: Il Verbo si fatto carne. prole e dispensarsi per tal modo da do
Non ponevan mente, dice it prefato santo, veri di natura. Ci pu essere; ma in tanta
che it Verbo divino immutabite, per es depravazion di costumi, in tanto liberti
ser Dio e Figliuoto di Dio, onde non pu naggio sia di scapoli sia di coniugati, quante
cessar dessere quelto che . Egli stesso migliaia di creature perirebbero ogni anno
ha formato colla potenza sua la carne o ove non ci fosse un asitto per ricoverarte
Pumanitt onde si rivestito a n di ren e mani caritatevoli che le raccogliessero!
dersi visibite agli uomini, ammaestrarti, Quandanche sopra mitle ne avesse un cen
operarne la salvezza. Questo errore, gi tinaio di legitime, abbandonate da geni
coufutato da Tertulliano, De carne Christi, tori miserabiti o snaturati, ancora men
c. lo e segna, fu riprodotto nel secoto V male che it lasciar esposti i nove decimi
da alcuni eutichiani.
a perire. Sventuralamenie siamo condotti
TROVATELLI. La sorte di queste sven a tale che non trattasi pi di scegliere tra
turate vittime delPincontinenza era anti it bene e it meglio, ma si di preferire it
camente abbandonata alla discrezion de minor male. Lo sperare istituzioni di cui
signori ne cui feudi fossero state esposte; Pumana malizia non abbia ad abusare
ma Pinteresse, che prevale quasi sempre nn bel sogno e nulla pi.
ai sentimenti Pomanit, le che si trascu
TRULLO (CONClLIO IN). V. CosTANTI
rasse di provedere alla tor conservazione: noroLI.
it pi desse sarebber perite ove non tosse
TUNICA. V. VEsTI sacca.
Baucin8. Vol. VI.

TU

UB

TUBIFERARIO. Cherico che porta Pin

che al costume? Consta dai documentistes

f 58

eenslere ed incaricato dincensare in si citatt dal lliosemio che nessuno di tali


fanatici venne condannato al supplizio
coro.
unicamente per la dottrina, ma tutti per
TUBIFICATI. V. Lapso.
TURLUPINI. Setta deretici o piuttosto Pinfame e scandatosa tor vita.
A nessuno degli autori che partarono
di llbertiniche nesecoli XIIIe XIV si spar
sero per la Francia, la Germania e i Paesi de turtupini riusc di trovare un etimo
Bassi. Facean costoro profession publica togia sodisfacente di questa appellazione
dimpudenza, affermando non doversi ar ad essi data in Francia: in altri luoghi
rossire di tuttoci ch naturale, concios eran chiamati begardi, piccardi, beghini,
siach sia opera di Dio: it perch anda fratelli e sorelle dalla mente libera , po
vano ignudi per le vie e parecchi abban veri fralelli adamiti. V. it Ducange alla
mm;
donavansi publicamente alle turpitudini v. Turtupini.
gi rinfacciate agli antichi cinici. Sotto
www

it veto duna falsa spiritualit sedussero


innite persone dambi i sessi, sprezza
rono le censure e condanne contro di essi
recate da varii concitii e osarono dom
inatizzare in Parigi stessa.
La. i575, regnando Cartto V, molti ven
ner quivi bruciati insiem co tor libri, tra
quali un Giovanni dtbantonne, tor capo.

Gi no dal mlo una Iliargherita Paretta,


che avea nome fra essi, era stata condan
nata alto stesso supplizio con un de suoi
confratelli. Avea ella scritto un libro nel
quale sforzavasi di provare che Panima ,
assorta che sia nelPamor di Dio, non
pi soggetta a veruna legge e puo, senza
farsi rea di colpa al mondo, sodisfare
qualunque natural brama. Il pudore e la
modestia eran da tutti costoro tenuti qual
contrasegno di corruzione interiore, qual
carattere dunanima schiava delto spirito
sensuale e antmalesco, ec.
Il lllosemio nella sua Storia ecclesia

"W
mfnorari
h; al

UBIQUISTI o UBIQUITARII. Fu dato

questo nome a quelli tra luterani che as


serivano it corpo di G. C. esser presente
nella Eucaristia in virt della sua divinit
da per tutto presente, ubtque. Questa
sentenza aveano abbracciato per non es
ser costretti ad ammettere la transostan
ziazione. Vuolsi che Lutero la sostenesse
per due anni.
6th
Vebbe chi scrisse una tale opinione es
ser trovato di Giovanni di Vestfalia, detto
volgarmente Vestfato, ministro dAmburgo
nel i552, che acquistossi nome pe suoi
libri contro Lutero e Calvino; altri ne
fanno autore Brenzio, discepoto di Lutero,
it quale per non pensava sempre come
it suo maestro, e invent quesPopinione
nel i560. Ebbe a seguaci Flaccio lllirico,
Osiandro ed altri. Sei di questi dottori,
assembratisi nel monastero di Berg Pan
no 1577, denirono quale articoto di fede

stica, sec. XIII, parte n, c. s. S e e segg.;


sec. XIV, parte m, c. s, S 5 e segg., di
mostr che questi fanatici e odiosi setta it domma dellilbiquil di G. C.

Non prima comparve questa dottrina


rii eran tutPuno co begardi e professavan
la stessa dottrina, come fa vedere con de che Melantone si lev contro di essa ed
gli estratti di tor libri; confessa,sec. XIll, asseri chera un introdurre, sulPesempio
parte n, c. s, S Il , nota (y), non esser degli eutichiani, una specie di confusione
punto favotose le accuse mosse dagli in tra le due nature di G. C., attribuendo al
quisitori contro tali eretici; dice che molti Puna le propriet delPaltra, e in questo

di essi, per verit, non seguivano in pra


tica le odiose massime tratte da tor prin
cipii, ma che non pochi per, dopo co
minciato colla seduzione duna falsa spi
ritualit, terminavano col darsi alla vita
libertina.
Dopo tutte queste confessioni, non pos
siam comprendere come mai it detto sto

rico abbia potuto levar si aspramente la


voce contro it crudele trattamento che
pretende sia stato fatto a cotesti settarii,
contro i processi de papi, le sentenze de
gli inquisitori, e via discorrendo. Doveasi
egli lasciare si propagasse uneresia di
tanto pregiudizio alla religione del pari

pensamento dur nch visse. inutitmente


le universit di Vittemberga e di Lipsia
si misero dalla parte di Melantone; il nu
mero degli ubiquisti and crescendo, e it
sistema toro prevalse lunga pezza fra lu
terani. Quelli di Svezia, che it sosteneva
no, si divisero di sentenza, intantoch
dagli uni voleasi che it corpo del Salva
tore fosse dapertuttodurante sua vita mor
tale, dagli altri che avesse avuto un tal
privitegio dopo la sua ascensione soltanto.
Esembra che attualmente quesPopinio
ne non abbia pi seguaci tra luterani: si
sono accostati ai calvinisti e credono com
munemente essere it corpo di Cristo pre

UB

UM

467

sente in un col pane nella communionetne essa riversata da un angeto. Matth.


e solamente alPatto del ricevertto. Non sap xxvnn2. I suoidiscepoti non Pebber punto
piamo se insegnino che esso corpo pre veduto dappoich fu uscito dal sepolcro,
sente in virt detPazione stessa del com e nondimeno egli apparve alla Maddalena.
municarsi o delle parole di G. G.- Que 10. xx, 14. Egli sparidagli occhi dedue di
sto il mio corpo - proferite prima. scepoli in Emmaus appena ebbe mangiato
V. EUCARIsTIA.
con toro. Luc. xxiiv, M. La stessa sera si
E anzi che no da maravigliare che teo trov in mezzo a proprii discepoli, sebben
togi i quali sforzavansi di persuadere es fosser chiuse le porte; e perch credeano
sere la Scrittura sacra chiara, inteltiglbi vedere un fantasma, per rassecurarti, fe
le, adatta alla capacit di tutti circa i dom tor toccare la sua persona, ibid., se :
mi di fede, non abbian potuto mai riuscire questo prodigio fu da lui ripetuto a favor
ad accordarsi su dun articoto essenziale di s. Tomaso, Io. xx, so. Ricuseremo noi
com quelto delPEucaristta; che, dopo tun di credervi col pretesto che un corpo non
te controversie e sistemi e volumi det pu penetrare gli altri corpi, trovarsi in
tati da una parte e dalPaltra, siavi sem un luogo senza esserci venuto n sparire
pre stata e duri tuttavia su questo punto incontanente dagli occhi di tutti? che in
diversit di credenza tra le due principali tutti questi casi verrebbe a distruggersi la
sette de protestanti. La prima cosa che natura delle cose? La massima del Basna
sarebbe stato uopo provare colla Scrittura gio tende nientemeno che a gittar a terra
era it dritto che sarrogavano di far de quanti sono miracoli, e tale la conse
nizione in materia di fede mentre it dine guenza che emerge da tutti gli argomenti
gavano alla chiesa universale.
messi in campo da protestanti contro it
Il Basnagio, Hist. de Pgl. , l. xxvi , mistero della Eucaristia. Direbbesi essere
c. o, S 2, sostiene esser P opinione degli stata toro intenzione di armar gli incre
ubiquitarii una conseguenza naturale del duli contro tutti gli articoli di nostra fede.
domma della presenza reale, e perci non
UBRIACHEZZA. Questa voce nella Scrit
poter la romana chiesa combattere essa tura non signica sempre to stato d un
opinione con vantaggio. E valga it vero, uomo che siasi avviuazzato alPeccesso,
egli dice, se io imagino che un corpo it ma quelto di chi abbia bevuto asaziet e
qual naturalmente non pu essere che in sino ad esser britto in un convito damici.
un luogo, trovisi ciononostante in cento Nella Genesi, xLm, 54, narrasi che i fra
mita luoghi ove si fa la communione e si telli di Giuseppe sinebriarono con lui la
custodisce Ptucaristia, posso egualmente seconda volta che lebber veduto in Egit

credere chesso dapertutto, perch non to, e ci non vuol dir altro se non che
ci ha pi regola quando la natura delle vennero splendidamente trattati alla sua
cose sia distrutta, n ci ha pi nulla di mensa.
determinato qualunque volta si ricorre a
Nel libro de Proverbii, xi, alt, scontrasi
miracoli distruttivi della ragione.
questo detto, che chi ubriaca altrui sar
Se questo critico fosse stato men tenero ubriacato, cio a dire: Puomo liberale sar
desuoi pregiudizii, avrebbe capito che la con liberalit ricompensato. Avvene un
regola e misura di nostra fede la rive altro nel Deuteronomio, xxix, lo, che Puo
lazione, e che non spetta a noi it recare mo ubriaco distrugger quelto che ha se

i miracoli e i misteri pi in t di quelto te, e signica che it ricco opprimer it po


ci ha rivelato lddio. Or, la Scritturae la vero. Quando s. Paoto dice a Corintii ,
tradizione, che son gli organi della rive l ep. xi, al , che ne tor banchetti Puno
lazione ne insegnano essere it corpo di avea fame e Paltro era ebro, intende che
Cristo nelP Eucaristia senza dirci che sia Puno mancava di alimenti mentre P altro
anche altrove: a ci dunque dobbiam noi era appieno satolto. Nelto stite degli Ebrei
circoscrivere la nostra fede. Ci basta a inebriare alcuno colmartto di beni. Davide
confutare gli ubiquitarii, i quali non pos dice a Dio partando degiusti, ps. xxxv, 8:
sono alla tor sentenza porre per base n Saranno inebriati dalla opulenza della
la Scrittura sacra n la tradizione. Non si tua casa, ec. llla quando s. Paoto dice a
tratta di sapere dove possa essere o non que di Efeso, v, lo: Non vi ubriaeale col
essere it corpo di Cristo, ma di saper do vino, chiaro che trattasi ivi delPubria
ve sia. Del resto, onninamente falso it chezza propriamente della.
UllllLIATI. Ordine religioso chebbe a
principio sul quale si fond it Basnagio.
Secondo che narra it Vangeto, G. C., risor fondatori alcuni gentituomini mitanesi, re
gendo, usci dal sepolcro senza si spostasse duci dalla prigionia in cui erano stati te
la lapida che ne chiudeva Pingresso; ven nuti dalPimperator Corrado o, secondo al

l 68

UM

UM

tri, Federico I, la. uon. Questo istituto questa morale e che Pumitt appunto si
gltt salde radici e si allarg in quel secoto fu quella che inspir toro it coraggio di
stesso, nel mitanese principalmente; creb tutti consecrarsi al bene spirituale e tem
be in tanta ricchezza che contava da 9o porale de proprii fratelli, avendo a mente
monasteri per i7o religiosi al pi. Face it detto del Salvatore: Chi vuol esser il
vano gli umitiati vita al sommo ritassata prima sar Vultimo di tutti e il servi
e tanto scandatosa che porsero giusti mo tore di tutti. E chi si umilia sar esal
tivi a papa Pio V di abolirti.
lato. Marc. lx, 54, Matth. xxm, l2. E che
Avendone s. Cartto Borromeo arcivesco sia cosi, troviamo che Paver ci praticato,
vo di Mitano tentata la riforma, quattro anzi che avvitirti, ebbe tor concitiato la
di essi cospirarono contro di lui ed uno venerazione di tutti i secoli. Non cos per
gli trasse unarchibugiala mentre stava fa fermo adopera un tosofo, it quale tiene s
cendo orazione nel suo palazzo. Il santo da troppo e fa troppo poco conto de pro
prelato, andatone itleso , domand grazia prii simiti per abbassarsi a render toro ser
pe rei a papa Pio V; ma questi, giusta vigto.

mente sdegnato, li pun colPestremo sup


plizio nel i570, e abolijPordine intero,dan

Anche quando un uomo savvisa esser


fornito di talento e di qualche virt non

done le case a domenicant e francescani.


il p. Belyot dice le religiose umitiate,
ch vi eran conventi anche di queste,
non essere state comprese nella bolla di
soppressione. Hist. dea 0rd. relig., t. V].
UMILIAZIONE. Ilibri nel nuovo Testa

gli riesce impossibite it giudicare che ld


dio pu averne impartito agli altri quanto

o pi che a lui, quantunque non li cono


sca. Quante virt oscure e talenti sepolti
a cui la coltura unicamente e Poccasione

venne meno per far mostra di sl Poscia


mento ci partano pi volte delPabbassarsi ch i talenti son doni di Dio e conceduti

che fece it Verbo incarnato, ossia delle a commune vantaggio della societ, sono

sue umitiazioni. Annichil s stesso, presa. un deposito di cui dobbiam render ragione
la forma di servo... Umili s stesso , e che ne impone delle obligazioni: non
fatto ubbidienle sino alla morte, e mor dobbiam perci trarne materia di super
te di croce. Per la qual cosa Dio pur Pa bire. Virt cadevoli e imperfette quali
salt e gli don un nome sopra qualun sono le nostre , cui possiamo perdere
que nome : onde nel nome di Ges si pie quando che sia, debbono ancor meno in
ghi ogni ginocchio in cielo, in terra e spirarci vanit. Lumitt la custode delle

nelVinferno; e ogni lingua confessi ahe virt, siccome quella che ne inspira la
il Signore G. C. nella. gloria di Dio vigitanza e la difdenza di noi medesimi,
Padre. Cos s. Paoto, Philipp. n, 7-. it ne ritrae dalPesporci temerariamente al
Figliuol di Dio perci, facendosi uomo , pericoto di peccare , conciossiach agli
nulla ha perduto di sua grandezzaiiiente umiti abbia lddio promesso la grazia sua,
pi degno della maest divina, dicono Iac. iv, o. Onde PEvangelio non si sta con
ipadri, che operar la salute delle sue tento puramente a prescriverci P umitt
creature: si volea questo eccesso di umi ma ce ne addita i motivi, gli effetti, it
liazione nel Verbo incarnato per guarir guiderdone, il modelto in G. C.
Puomo dalPeccesso della superbia inspi
Vebbe chi disse che Fnmitt ci ammorza
ratagli da una falsa tosoa e per conso nel cuore la gratitudine e ci fa discono
lare la pi gran parte del genere umano scere in noi i doni di Dio e si oppone alla

nelPavvitimento a cui ridotto.


UMILTA. Virt frequentemente rac
commandata nelPEvangelio. Imparate da
me, dice G. C., che son mansueto ed am1
le di cuore, e troverete riposo allanime
vostre. Matth. xi, 29. E s. Paoto a que

sincerit propria del cristiano. Errore gli


questo. La virt onde partiamo non sta

gi nelPignorare quel che noi siamo e ci

che lddio ci ha dato, sibbene in ricono


scere che it bene non vien da noi e che
noi possiam caderne quando che sia. G. C.,
di Fitippi, n, s: Nulla fate per picca o it qual porse s stesso per esemplare du
per vanagloria; ma per umilt P uno mitt, ignorar non poteva iproprii divini

creda Valtro a s superiore. Da assai attributi n sempre li celava, perocch di


tosoti fu detto un tale ammaestramento ceva a Giudei che nessuno poteva appor
impraticabite, Pumitt non far altro che gli colpa di sorta. Ma era veramente umite
avvitir Puomo e spegnere in essolui ogni nel confessar che facea aver s tutto rice
energia, ogni desiderio di giovare a pro vuto dal Padre suo e nel riportar tutto a
prii simiti.
gtoria di lui, standogli sottomesso, tole
Se non che ne fa convinti del contrario rando con pazienza i disprezzi e gli ob
it vedere che i santi han posto in pratica ,brobrii per la salvezza degli uomini.

UM

UN

S. Paoto, formato su questo divin mo


delto, era sinceramente umite, pur non dis
conosceva in s stesso i divini favori. Si
tiene egli siccome it riuto del mondo,con
sente ad essere anatema,cio oggetto dor
rore, pe suoi fratelli, ma sa far risaltare

zi; ma e non lecito mai Poperare it male

G. C.

sua chiesa, ul allenderemus a falsis pro

4 69

per esserne umitiato, ch sarebbe questo


uno scandato pe nostri fratelli.
UNIGENITUS. Bolla o costituzione
di papa Clemente XI . data it settembre
del i71., , la quale comincia colle parole
la dignit del proprio ministero qualun Unigenilus Dei Filius e condanna cento
que volta si tenti avvitirtto. Non sono io una proposizioni tratte dal libro di Pasca
forse apostolo? dicegli. Non ho io veduto sio Quesnel prete delP0ratorio: Le nou
nostro Signor G. 0.? ec. Fa sapere des veau Testament traduil en francais, avec
v
sere stato rapito al terzo cieto, ma dichiara des rexioiis morales.
che non ne trae perci materia dinsuper
* Nel preamboto della costituzione, papa
birsi e che non daltro si gtoria se non se Clemente XI parta inanzi tratto delPav
nella propria acchezza e nella croce di vertimento dato dal Figliuol di Dio alla
Questo appunto raccommanda egli a phelis, qui veniunt ad nos in vestimen
fedeli e commanda toro non di nascondere lis ovium, quorum nomine potissimum
a s stessi e agli altri le grazie ad essi demonsttranlur magisttri illi mendaees
impartite da Dio, ma si di attribuirne a et in deceptione illusores qui, splendida
lui tutta la gtoria, di farte conoscere sol pielatis specie, prova. dogmala lalenler
quando ci servir possa dediticazione al insinuanles, introducunl seclas perdi
trui, di non porsi al di sopra degli altri, tionis sub imagine sanetilalis, utque fa
ma di presumere che stanci ne tor fra cilius incauto; obrepanl, quasi depo
telli virt e grazie non conosciute. Vuoi nentes lupinam pellem cl se se divinw le
che ciascuno senta la propria acchezza e gis senlenliis, velut quibusdam ovium
paventi non farsi cieco sui proprii ditetti, velleribus, obvolvenles, sanclarum Scri
che consenta ad esser disprezzato quator pturaram adeoque etiam ipsius novi Te

ci giovi alP altrui salute.


Si potrebbe obiettare darsi contradizio

stamenti verbis, quw mullipliciler in

suam aliorumque perdilionem depra


ne, almeno apparente, traalcuni testi evan vanl, nequiler abulunlur; anliqui sci
gelici a proposito delPumitt. Badate, dice licet, a quo progenili sunt, mendacii po
G. C., Malth. v, 1, di non fare le vostre renlis exemplo ac magisterio edocti ,
buone opere alla presenza degli uomini nulla. omnino esse ad fallendum expe

col ne desser veduti da loro; altrimem cliliorem viam quam ut, ubi nefarii er
ti non ne sarete rimunerali dal Padre roris subintroducilur fraudulentia, ibi
nostro che ne cieli. E al c. v, il 16, in divinorum verborum prwlendatur au
vece, Cosi risplenda, dice, la vostra luce ctorilas.
ll santo padre continua di questo teno
dinanzi agli uomini afnch veggano le
vostre opere e glorichino il vostro Pa re: His noa vere divinis monilis insttruf
dre che ne cieli. S. Paoto esorta dal cti, ubi primum non aine intima. cordis
Pun lato i fedeli ad andar in traccia delle nostri amariludine accepimus librum
umitiazioni e a gioirne; dalPaltro esce in quemdam gallico idiomale olim impres
queste parole, Rom. n, 1o: Gloria e ono sum et in plures tomos distributum sub
re e pace a chiunque opera il bene, al lilulo: Le noveau Testament en franeais,
Giudea prima, poi al Greco. Come tutto avec des rexions morales sur chaque
verset, etc., Paris, 1699; aliler vero.
ci si concitia?
Con tutta facitit e con gli esempli che Abreg de la morale de PEvangite , des
abbiamo addotto di G. C. e delPApostoto. Actes des aptres, des epitres de s. Paul,
Non si denno far le opere buone colla des epitres canoniques et de PApocalypse,
mira desser veduti dagli uomini, cercan ou Penses chrtiennes sur le texte de ees
done la stima e gli etogi siccome guider Livres Sacrs, etc., Paris, 1695-94, la
doue, ma uopo farte al cospetto toro meisi alias a nobis damnatum ac reve
senza punto arrossire quando necessario ra catholicis verilatibus pravarum do
per dar toro buon esempio e indurti a ctrinarum mendacio multifariam perrender gtoriaa Dio. Al tutto diversi sono miscentem, adhuc lamen lamquam ab
i due detti motivi; vizioso P uno, P altro omni errore immunem a pluribus ha
degno di tode. Non dssi mai paventare beri, christidelium manibus passim
Pumitiazione che gli uomini corrotti annet obtrudi ac, nonnullorufn nova semper
tono sovente alla pratica della virt, vuol lenlantium consilio et opera, studiosa

si in si fatte occasioni sdare i tor disprez

nimis quaquaversum disseminariliam

UN

UN

latine reddilum, ut perniciosw instilu


tionis conlagium, si eri possil, per
transeatde gente in genlem et de regno ad
populum alterum, versalis huiusmodi

l'70

relicaa, variasque Iiwreses et polissimum


illas quw in famosis Iansenii proposi
lionibus, et quidem in eo sensu in quo
hw damnatw fuerunt acceptis, continen

seductionibus alque fallaciis credilum tur, munifeste innovantes.


nobis dominicum gregem in viam per
dilionis sensim abduci summopere do
luimus, adeoque pasttoralis non minus
cura: nosttrw stimulis quam frequenti
bus ortthodoxw dei zelalorum querelis,
minimevero compluririm non. fratrum,
prwsertim Galliw episcoporum lileris
ac precibus excilati , gliscenli morbo ,
qui eliam aliquando possel in deleriora
quwque proruerc, validiori aliquo re
medio obviam ire decrevimzls, El qui
dem ad ipsam ingruenlis mali causam
providcc nosttrw considerationis inluitum
convertenles, perspicue novimus sum
mam huiusmodi libri perniciem ideo
polissimum progredi et invalescerequod
eadem inlus laleat et, velul improba sa
nies, non nisi secto ulcere forus erum
pat, cum liber ipse prima aspectu legen
tes specie quadam pielatis illiciagmollili
eniln sunt sermones eius super oleum,
sed ipsi sunt iacula et quidem intento
areu ila ad nocendum parala ut sagil
tenl in obseuro rectos corde. Nihil pro
pterea opportunius aut salubrius pree
slari a nobis possearbittratisumus quam

ll perch proibisce a chiunque defe


deli it tenere, insegnare dette proposizioni
oit partarne in altro senso dal riferito nella
sua bolla; ila ul quicumque illas vel il
larum aliquam coniunctim vel divisim

docueril, defenderil, edideril, aut de eis


eliam dispulalivemublice aut privalim

traclaveril, nisi forsan impugnando, ec


clesiusticis censuris aliisque contra si
milia perpetranles a iure stalutis pw
nis ipso faclo,absque alia declaratione,
subiaceal.
Cwterum , prosiegue, per expressam
prwfalarum proposilionum reprobatio
nem, alia in eodem libro contenla nulla
lenus approbare intendimus; cum pro,
sertim in dccursu emaminis complures
alias in eo deprehenderimus proposiliv

nes illis quw ut supra damnalw fuerunt


corisilnilcs et afnes, iisdemque errori

bus imbulas, nec sane paucas, sub ima


ginario quodam velati grassantis hodie
persecutionis oblenln, inobedienliam et
pervicaciam nutrientes, easque falso chri
stianw palienliw nomine prwdicantes;
quas propterea singulatim recensere et

si fallacem libri doctrinam, generatim nimis longum esse duximus et minime


solummodo a nobis hactenus iudicalam, necessariuvn. V. Latean, Histoire de la
pluribus singillalim ecc co excerptis pro constilulion Unigenitus, e Pluquet, Di
posilionibus, distinctius et apertius ed ction. dea hrsies. *
Queste proposizionisiriduconoacinque
plicaremus atque universis christide
libus noxia zizaniorum semina, e me o sei capi di dottrina che sono altretanti
dio trilici quo legebalur educla, velut errori gi condannati negli scritti di Baio
ob oculos exponeremus. Ila nimirum e di Giansenio. Come questi avea compo
denudatis et quasi in popatulo posilis sto it suo libro intitolato Augustinus uni
non uno quideln aut altero sed pluri camente per giusticare le opinioni di Baio,

mis gravissimisque lum pridern dam

cos it Quesnelto fece it suo a n di ditffon

natis, tum eliam nove adiuventis erro derc la dottrina di Giansenio sotto la ma
ribusmlane con/dimus, benedicenle Do schera della piet.
mino, fare ul omnes landem aperta: iam
Infatti it vescovo dlpri avea insegnato
manifestwque verilati cedere compet non resistersi giammai alla grazia inte
lantur.
riore; inoltre tassata di semipelagianesimo
Riferisce quindi cento una proposizioni e deresia la contraria sentenza. ll Que
estratte dal libro di Quesnelto e le con snelto insegna egli pure esser la grazia
danna lamquam falsas, captiosas, male so operazione delPonnipotenza di Dio, a cui
nantes, piarum aurium o/fensivas, scan niente resister pu: rassomiglia Pazion
dalosas, perniciosas, lemerarias, Eccle della grazia a quella con cui lddio ebbe
siw et eius praxi iniuriosas, neque in creato it mondo, operato it mistero della
Ecclesiam salum sed etiam in polestales incarnazione e risuscitato G. C. (prop. 1o
swculi contumeliosas, sediliosas, im e seg.). Dal che inferisce venir unanima
pias, blasphemas, suspeclas de hwresi ac infallibitmente salvata quatora lddio sal
hwresim ipsam sapienles, nec non hw var la voglia (prop. 1l! e seg.). Donde
relicis et hwresibus ac cliam schismati consguita 1. che quandella non va sal
favcntes, erroneas , hwresi proximas , va, Dio che non vuole; conseguenza
pluries damnalas ac demum eliam hw ch in diritta opposizione col detto di

UN
s. Paoto: Dio vuole che tutti gli uomini
si salvino. 2. Che se un uomo pecca,
ci accade perch gli vien meno la gra
zia, altro errore proscritto nella Scrittura
e in s. Agostino. V. Gnazla. 5." Che per

UN

474

ostina a disconoscere questa verit con

solante fondasi sulPessere Pumana natura


infetta dal peccato dAdamo una massa di
perdizione e dannazione, oggetto eterno
delPira di Dio, immeritevole d ogni gra
peccare o far alcuna opera buona, per zia, incapace di altro fare che it male.
meritare o demeritare, non richiedesi che Ma chi cristiano pu egli dimenticarsi
Puolno sia libero ed esente da necessit, che G. C., mediante it benezio della re
ma gli basta esser esente da violenza; pe denzione, ha riscattata, liberata, fatta sal
rocch quandegli ha la grazia, obedisce va, riparata Pumana natura, riconcitiato
ad essa necessariamente, e quando n pri lddio col mondo e mutato a cos dire to
vo trovasi nelP impossibitit di operare. sdegno di Dio in misericordia? che la gra
Dottrina questa proscritta nella terza zia ci viene impartita in considerazione
proposizione di Giansenio.
de meriti di G. C. e non denostri, e chel
La ragione sulla quale si fonda Quesnel la quindi al tutto gratuita , ma nondi
to, cio che la grazia sia Poperazione on meno data a tutti non per giustizia sib
nipotente di Dio, la in sostanza unine bene permera bont? Chiunque non crede
zia: perocch, alla n ne, la grazia che tutte queste verit non crede in G. C. re
Adamo si ebbe da Dio per poter durare dentore del mondo.
nelPinnocenza era quella stessa onnipos
Vero che Giansenio di taccia di se
sente operazione di Dio per la qual fu con mipelagiani a cotoro i quai dicono G. C.
vertito s. Paoto. Si dir forse essere stato esser morto per gli uomini tutti quanti e
mestieri che lddio facesse uno sforzo mag avere sparso per tutti it sangue suo: cosi
giore di potenza per mutar Sauto da per sta espressa la sua quinta proposizion con
secutore in apostoto di quelto sarebbe sta dannata. Onde Quesnel , fedele a questa
to bisogno per far perseverare Adamo? dottrina, si ristringe a dire esser G. C.
Stolti perci sono tutti i paragoni usati morto per gli eletti, n vuole che ciascun
dal Quesnelto per esaltare Pelcacia della degli uomini possa dir colPApostoto: G. C.
grazia.
mi am e diede s stesso per me (prop. 52
Giansenio avea detto alcuni commanda e sa).
menti di Dio essere impossibiti ai giusti
Agli art. Rennnronz, SALUTE, SALvAToRE
e mancar toro la grazia che li renda pos abbiam fatto vedere Pempiezza di cotesti
sibiti: e sosteneva del pari che in si fatto errori. Lo stesso Quesnel dovette confes
caso cotali giusti pecchino e meritan ca sarta e, come accade a tutti gli eretici,
stighi: la prima sua proposizione. ll contradirsie condannarsi da s. A propo
Quesnelto va pi inanzi, volendo che agli sito delle seguenti parole di s. Paoto,
infedeli sia negata qualunque grazia, che 1 Tim. n, 4: Il Salvatore Dio nostro
la prima grazia sia la fede, che chiunque vuole che tutti gli uomini si salvino ed
privo di questa non riceve grazia di sorta arrivino al conoscimeiito della veril,
(prop. 26 e seg.). Asserisce che la grazia u Guardiamei, dice, dal voler porre con
veniva negata agli Ebrei e che lddio im ni alla grazia e misericordia di Dio... La
poneva toro de precetti, lasciandoli poi verit si incarnata per tutti. n Come

nelPimpotenza di praticarti (prop. 6 e 7); dunque non si per tutti sacricata? Ma


inoltre che anco a peccatori si niega la
grazia, e chi non troyasi nelto stato di
grazia non pu far nessuna opera buona,
nemmeno pregar lddio,e non pu che pec

it Quesnel voleva ad ogni costo causare


una tal conseguenza. Sul il lo del c. iv:
Abbiamo speranza in Dio vivo, il quale
salvatore di tutti gli noniini, massima

care (prop. l, 58 e seg.); pel qual pec

mente de fedeli,ben si guard dal far sen

care, che assolutamente evitar non pu tire Penergia di questo testo che annichita
senza Paiuto della grazia, sar tuttavia it suo sistema. Nella n ai Corintii, v, 14,
La caril di Cristo, dice PApostoto, ci
condannato.
QuesPempiadottrina venne da noi confu stringe..- considerando noi questo, che se
tata alPart. GRAzIA, dove abbiam dimostra una morto per tutti, adunque tutti

to coi passi pi formali della Scrittura e di sono morti. noto con che gagliardia
s. Agostino ch,e lddio d a tutti gli uomini s. Agostino abbia fatto valere queste pa
senza eccezione le grazie attuali di cui ab role a provare contro de pelagiani Puni
bisognano per ischivarc it male ed ope versalit della morte di G. C. per tutti gli
rare it bene; che nessun uomo ne fu mai uomini. ll nostro steale commentatore pe

assolutamente privo, comech pi a que

r si contenta di dire aver G. C. ricom

sto che a quelto ne largisca lddio. Chi si perata la vita di noi tutti, ben compren

472

UN

UN

dendo che quel noi tutti poteva intendersi


de soli cristiani; ci appunto voleva egli.
S. Giovanni, I ep. n, 2, disse che G. C. ,
propiziazione pe nostri peccati; n
solamente pei nostri, ma anche per quel
li di tutto il mondo. ll Quesnet si con
tenta di dire che G. C. ha pienamente so
disfalto per noi, che perora la nostra cau
sa su in cieto, che ba portato i nostri
peccati sulla croce. Perch non quelli di
tutto it mondo, giusta it detto del citato

dal fare it nostro dovere (prop. 9l e seg.).


Ma chi ha diritto di giudicare se giusta sia

oppure ingiusta una censura qualunque?


Cotoro contro i quali fu recata, o quelli
che hanno la facolt di pronunziarta? ll
Quesnelto, come chiaro, intende che i
primi e quindi che ai rei condannati ap
partenga it giudicare i proprii giudici. ll

perch i quesnellisti, ridendosi delle scom


muniche ed interdetti contro di s pro

nunziati dal papa e da proprii vescovi,


continuarono a dommatizzare, predicare,
Sostiene questo dottore nessunopera celebrar la messa, amministrare i sacra
buona potersi fare senza la carit (prop. 44 menti, sotto it pretesto cfera loro dovere.

apostoto?

e seg.); e intende per la carit Pamor di Cos avean pur fatto i preti e i monaci
Dio. Pur gli certo che quando s. Paoto spostati che divennero ugonotti.
part a un di presso nella stessa guisa
La condanna di Quesnelto, al par di
trattavasi delP amor del prossimo, e quan quella delvescovo dlpri,non incontr con
do ripet la medesima cosa, intese spes tradizione di sorta nella maggior parte
so per caril ogni affetto buono e tode della cattolica chiesa. Tutti i teotogi non
vole del cuore. V. Canna. Ma la age accecati da passione riconobbero tosto la
vol cosa con equivoci it trarre in errore falsit ed empiet della dottrina censurata
i semplici. insegna che chi si astien dal colla bolla Unigenilus e la perfetta somi
peccato puramente per timore ha gi pec glianza di essa dottrina con quella gi pro
cato in cuor suo (prop. 60 e seg.); dottrina scritta da Innocenzo X nel m5s. Ma in
condannata dal concitio di Trento negli Francia, dove gli animi ribollivano e
scritti di Lutero e di Calvino. Scorgesi in Perrore sera assai propagato, la detta
oltre come it sistema di Quesnelto e de bolla eccit non poche turbolenze. Vesco
suoi aderenti sia di tutti it pi acconcio a vi, corpi ecclesiastici, scuole teotogiche
spegnere la carit in tutti icuori e ad ag appellarono dalla sentenza ponticia al fu
ghiacciarti colla tema. Non altri che i giu turo concitio, che si avea certezza non sa
sti riconosce egli per membri della Chiesa rebbe convocato. Nessun mezzo venne in
(prop. 7a e seg.). Questo errore, sostenuto tralasciato per giusticare la dannata dot
dai donatisti, venne formalmente confutate trina, insino a falsi miracoli si ebbe ri
da s. Agostino, i cui argomenti abbiam ri corso a n di canonizzarta. Un tale epi
petuto alPart. CHIEsA.
demico fanatismo dur insino adi nostri;
Pretende che la lettura della Scrittura per buona fortuna se ne calmarono al
sacra sia necessaria a tutti i fedeli e non quanto gli accessi: avvi per tuttavia de
debba inibirsi a persona; al qual pro gli spiriti caparbii che perdiano nelPade
posito rinova le querele de protestanti rire, in tutto o in parte, alla dottrina del
(prop. 80 e seg.). Era un astuzia per in Quesnelto e tenere it costui libro qual
vogliare del suo libro; cos si contennero capolavoro di sana teotogia c divozione.
tutti gli eretici, e Tertulliano ne faceva
Ci sarebbe da fare un volume se savesse
gi lamento insin dal secoto lll. Ma fu a riferire quanto fu detto per creare odio
ron veduti dogni tempo i frutti che pro e disprezzo contro la bolla Unigenilus.
venir possono da si fatta lettura sopra
l." Si e detto e replicato le centinaia
menti cupide di opinioni nuove, segnata di volte che le proposizioni condannate in
mente quandessa sia preparata da tradut Giansenio e Quesnelto son la pretta dot
tori e commentatori infedeli come it Que trina di s. Agostino. Ci stesso affermarono
snel e suoi pari: gli stessi protestanti fu nel secoto V i predestinaziani, nel IX Go
rono costretti confessare com essa inspirar tesealco e suoi difensori, nel XVI Lutero

soglia alle donne e agli idioti Pindocitit e Calvino; i protestanti doggidi continua
e it fanatismo.
Finalmente it Quesnel grida contro le
censure, le scommuniche, le vessazioni a
cui erano esposti i partigiani della sua
dottrina, contro le abiure , le soscrizioni

no ad asserirtto, e non pochi increduli mo


derni Pebber ripetuto senza capir nulla.
Non ostante un tanto gridare, it fatto on
ninamente falso. Valenti teotogi dogni na
zione dEuropa dimostrarono it contrario
de formolarii, i giuramenti che si esige scrivendo contro gli uni o gli altri, e cre
van da toro; e dichiara che uningiusta diamo davertto noi pure provato in va
escommunicazione non dee punto ritrarci rii articoli di questo dizionario.

UN

UN

473

Non negheremo noi gi che si possan na de gesuiti, aperti nemici degli agosti
trovare in s. Agostino e in altri padri pro
posizioni che, a primo aspetto e staccate
dal testo, sembran esser tutPune con quel
le di Lutero, Calvino, Baio, Giansenio e

Quesnelto. Ma ove si esamini ne padrici


che precede e vien dietro, quel che essi
dicono in altri luoghi, i casi in cui par
lavano, la dottrina degli avversarii che
impugnavano, le questioni che bisognava
denire, si rimane chiarito che quesanti
maestri non erano per niente delPavviso
che ad essi oppongono i tor pretesi inter
preti; l quali vediam di frequente muti
larne i passi, abusar di voci equivoche,
muiar to stato della questione, e via dis
correndo. Atteriendosi a questo metodo,
gli eretici trovano anco ne Libri Santi qua
lunque errore tor piaciuto inventare.

2. Fu obiettato che, avendo la costitu

niani e che, pel credito che aveano in


Roma, giunsero a far prescrivere la slot-i
trina de toro avvcrsarii. Ma nulla a noi
cale iFesaminare se vere o false fossero
le opinioni de gesuiti, se conformi od op
poste a quelle di s. Agostino; se poca o
molta parte abbiano essi avuto in una
condanna pronunziata, rtnovata e confer
mata da quattro o cinque ponteci conse
cutivamente. Non furono, per to manco,
i gesuiti queche perseguitarono i prede

stinaziani nel V secoto e Gotescaieo nellK.


Per essere poi quella compagnia ne pri
mordii affatto di sua istituzione, avvenuta

Pa. i84o, non pot guari inuire mitocon


danna di Lutero e Calvino preferita dal
concilio di Trento sette anni ciappoi. Or,
poco tempo dopo la censura del libro di
Giansenio, it p. Deschamps gesuita dimo

zione Unigenitua condannate le cento una str come la dottrina di quei vescovo fosse
proposizioni di Quesnelto soltanto com perfettamente conforme a quella di Calvi
plessivamente o, come dicesi, in globo, no, e a quella di s. Agostino formalmente
non insegna ai fedeli nessuna verit n contraria. Noi abbiamo daltra parte fattopu quindi servir di norma alla tor fede. vedere la dottrina del Quesnelto esser tut
Ma i quesnellisti non avean avuto punto Puna con quella di Giansenios-oiideloon

pi di rispetto per la bolla dlnnocenzo X, fu mestieri di brighe o mene od odioif


che pure censur e qualliic particolar
mente ciascuna delle proposizioni di Gian

parte per farta condannare. La via da se

guirsi era stata a Clemente XI segnata


sento. Nel i8so Pio V condann in globo da suoi predecessori. Se non che ogni
settantasei proposizioni di Baio: n questi qualvolta i settarii si trovarono percossi
per n i suoi difensori credettero altora di da anatema, non mancarono giammai di
chiamare insuffleiente la condannmsapen darne cagione a prctesi nemici personali:
do cotal forma esser da gran pezza in uso Lutero e Calvino sfogarono in questa guisa
nella Chiesa. Or, gli certo che moltissi la toro stizza sul teotogi scolastici.
Quella dequesnellisti condannati po
me tra le proposizioni di Quesnelto son
parola per parola le stesse che quelle di trebbe meritare scusa intino a certo segno,
Baio. li perch la bolla Unigenttus lasa ove si fosser contentati di porre in cam
pere a fedeli questa verit generale, che po argomenti teotogici; ma ebber ricorso
non ci ha nessuna delle cento una propo a mezzi pi faciti e potenti sugli animi dei
sizioni la qual non meriti alcuna delle popoto. Fu adoperata la satira, la derisio
note in essa indicate, che cio non sia em ne, i sarcasmi, le oltraggiose appeilaziotii
pia o blasfema od eretica o falsa, ec., ec.; a n di screditare it papa, f vescovi, l
che quindi non lecito a persona it ri dottori e i difensori tutti della bolla; le
guardarte o sostenerie siccome vere, cat donne segnatamente gridarono con pi
toliche, insegnate da s. Agostino, ec.; che fuoco; tutta Parigi pareva cotta da frene
chiunque it facesse, incorrerebbe la pon sia, e it male si diiluse bcn presto nelle
ticia escommunicazione. Tocca ateotogi provincie. l miscredenti seppero trarne
instruiti in si fatta materia tapplicare a protto per suscltar odio contro la teotogia
ciascuna proposizione in particolare la me e to zeto di religione: per buona sorte la
ritata qualicazione. Nessun fedele ha bi necessit didifendersi contro costoro ebbe
sogno di sapertto in particolare, non es rivolta tutta Pattenzionc de teotogi verso
sendo a lui permesso ii sostenere una pro quesPoggetto: la dottrina di Baio, di Gian
posizione scandatosa o temeraria, ricono senio, di Quesneito non ha oggimal altri
-\ l
sciuta come tale, punto pi che una ere difensori che i protestanti.
AlP art. Gutnszatsao abbiam veduto di
tica. E sarebbe, se vuolsi, minor delitto,
qual guisa itl- Mosemio-ci diede la storia di
ma delitto pur sempre.
s." Si va continuamente ridicendo che questa disputa teotogica , Hial. oculaa,
tutta la bisogna della condanna di Baio , sec. XVIl, sez. i, part. i, S401! seg. Eflu
Giansenio e Quesnelto non fu che una me prosegue sul medesimo andare, partando
Baaola8. Vol. VI.

22

UN

UN

del libro di Quesnelto: suppone sempre


la dottrina di Baio, Giansenio e Quesnelto
esser indubitatamente quella di s. Agosti
no, e la bolla lavoro de gesuiti, quindi
pinge i toro avversarii co pi strani co
tori. Dopo magnicatone itatenti e le pro
duzioni letterarie, dice,
4o, che, ove si
esaminino parte a parte le tor massime
generali, le conseguenze che ne cavano e
Papplicazione che ne fanno nella pratica,

nel Delnato. ll virtuoso ecclesiastico ebbe

l'74

a cooperatrice una suor Renata di Tordes,


che avea istituite a Melz le sorelle della
Propagazion della fede, e una suor An
na de Crose, la quale fe dono d una sua
casa in Charonne per coltocarvi quella
communit nascente. Le glie delPunion
cristiana, dette anche zitelle di Saint-Chan
mont, ricevettero nel 1668, e nel watt
vennero trasferite a Parigi. Altre auste

scorgesi nella tor divozione una gran dose rit non praticano che it digiuno del ve
di superstizione e di fanatismo, ctfessa fa nerdi. Tengono piccole scuole. Dopo due
vorisce Fentusiasmo demistici, e che non anni di prova si legano, temporaneamente

a torto si d toro it nome di rigoristi. soltanto, coi consueti tre voti e pi con uno
Mette in ridicoto le penitenzedvsolitarii dunione. Portano tor abito particolare.
di Porto-Reale, i quali, a parer suo, quanto
UNIONE (LA PICCOLA) o 1L PlCCOLO
appaiongrandi nelle toro opere tanto pi SAINT-CHAUMONT. Altra fondazione fatla
spregevoli si mostrano nella condotta; e ne dal prete Le Vachet mentovato nellarti
deduce che i pi di toro non aveano it cer coto precedente e dalle madamigelle La
velto troppo sano. A proposito de pretesi moignon e lllallet nel i679. Lo scopo di
miracoli che presero a difendere, v ha essa di ricoverar le fanciulle che dalle
tutta ragion di credere, a della sua, che provincie vengono a Parigi per porsi al
reputasser le pie-frodi siccome lecite per Paltrui servigio e di addestrarte agli uf

istabitire una dottrina ch eran persuasi cii di cameriera e fantesca e insieme


mente alle pratiche di religione e alla co
fosse vera.
.
.
Quanto a mi, amiam piuttosto credere stumatezm.
UNITAW DELLA CHlESA. F. CHIEsA.
che, infatuati della dottrina, abbian te
nuto per veri certi de fatti falsi, inven
UNITA DI Dl0. V. Dio.
tatio esaggernti, e come miracotose delle
UNlTARll. V. SoCINIANI.
UNIVERSALISTI. Con tal nome sOII
gaarigioni operate per mezzi affatto na
turali. Una si fatta debolezza delPuma chiamati tra protestanti cotoro i quali as

nit di tutti i tempi e iuoghn commune seriscono darsi da Dio grazie agli uomini
a chi crede ed alPincreduto; questo suole tutti perch possan giugnere a salvamen
aggiustar fede, senza esame di sorta , a to. Cosi pensano attualmente tutti gli ar
qualunque fatto torni in suo favore. l que miniani, e appellano i toro avversarii par

snellisti perci versavano in errore cosi ticolaristi.


,
A voler conoscere la differenza che In:
sui fatti che sulla dottrina: ma Perrore,
tanto pi se ostinato, la preoccupazione,
it fanatismo non sono altrimenti pie fro
di; se no, it Mosemio sarebbe reo egli
stesso di tal colpa.
Se isolitarii di Porto-Reale non aves
sero ecceduto che nella divozione, noi li
vorremmo scusar di buon grado: ma it
pertinace tor ricalcitrare contro la Chiesa,
le cscandescenze contro i pastori, la ma
lignit verso chiunque non la pensava ai

lercede tra le opinioni degli uni e degli


altri , e-eonvien rammentarsi che n08"

a. lelo-1o it sinodo tenuto dai calvinis a


Dordrechl. o Dort in Olanda adott solenne

mente la sentenza di Calvino, insegnante


avere lddio con eterno eirrevocabitfie
creto predestinati alcuni tra gli uomimad

andar salvi, altri alla dannazione, sinlza


riguardar per nulla a futuri toro meritio
demeriti; darsi quindi da lui a predesti

tor modo, Pinfedelt nelle citazioni,ec. son nati grazie irresistibiti, mediante le Qua"
vizii che per nessun modo si posson con
citiare colla vera divozione.

pervengono necessariamente aIPGWITU

beatitudine , grazie negate a reprobl 1

UNlONF. CRISTIANA. Communit di zi quali per manco di esse vanno di neces


telle istituita in Parigi per l, istruzione e sit perduti. Per to che, secondo Cali/mo
conversione delle femmine allevate nel pei soli predestinati ha G. C. subita la
Peresia, per accoglier le povere e prive di morte e offerto it suo sangue a Dio. Dllllf1
mezzi di sussistenza, per educar le fan stessa sinodo venner condannati S ml
ciulle nella piet e ne tavorii. Il progetto niani, i quali negavano si fatta predestnnadi quesPistituzione, formato dalla signora zione e riprovazione assoluta ed asseriva
di Palaittonfondatrice delle zitelle della n0 aver G. C. versato it sangue suo p?
Previdenza, venne posto in esecuzione tutti gli uomini e per ciascuno ilrpam-

lia. icoi da Le Vachet prete di Romane colare; in virt del quale riscatto "Ulm"

UN

UN

475

tirsi da Dio a tutti quanti grazie capaci di stiani venir sussidiato dalla grazia. S. Ago
condurti a salvezza,ove fedelmente ad esse stino, De grat. Christi, c. 5i, n. 55. Ci
corrispondano. Sotto la v. Asnmmu ab
biam veduto come i decreti di Dordrecht
fosser ricevuti senza opposizione dai cal
vinisti di Francia in una sinodo nazionale
raccoltasi in Charenton nel 1655.
Perch era questa orribite e nauseante
dottrina, e perch it recar denizioni in
materia di fede fa contro apertamente alla
massima fondamentale della riforma, che
altra regola di fede non diasi dalla Scrit
tura in fuori, ebbevi tosto , in Francia
stessa, teotogi calvinisti che scossero it

non si pu in veruna guisa negare quando


altra grazia non siavi fuor la legge e la
conoscenza della dottrina di G. C., come
asserivasi da Pelagio; ma s. Agostino di

mostr contro di lui avere Iddio largite


grazie interiori a infedeli che non credet
tero mai in G. C. , e it desiderio stesso

della grazia e della fede esser gi effetto

duna grazia prevegnente. E perch it con


cedersi o it negarsi di cotal grazia non
avviene di certo che in forza dun decreto
pel quale lddio ha determinato o di darta
giogo di si fatti empii decreti. Giovanni o di riensarta, falso che nessuno sia
Camerone, professore di teotogia nelPaca escluso dal benezii di G. C. in virt dun
demia di Saumur, e Mos Amyrant, suo decreto divino, come atierma PAmyraut
successore,abbracciarono intorno alla gra nella sua prima proposizione.
zia e alla predestinazione la sentenza degli
s. Ancor pi in opposizione si trova
arminiani. Stando a quanto narra it Mose Pultima delle dette proposizioni. Che in
mio , Hist. eccles. , sec. XVlll , sez. n, tende egli, infatti, questo teotogo per il

part. n, c. a, S 14, PAmyraut, nel i654, potere e la facolt di credere? Se un po


insegnava 1. che lddio vuol salvi gli no
mini tutti senveccezione, e nessun dessi
per decreto divino escluso da benetizii
di lui; 2: che nessuno pu aver parte alla
salute ed a benecii di G. C., ove in lui
non creda; 5. che Dio, per sua bont, a

ter naturale, siamo ancora al pelagiantsmo


puro. Giusta s. Agostino it vero, nulto
un si fatto potere ove non precedagli la
predicazione della dottrina di G. C. e una
grazia da cui la votont sia inclinata -a
credere. Quante migliaia dinfedeli non
nessun uomo toglie il potere e la facolt udirono mai favellare di G. C.l qunntinl
di credere, ma non a tutti concede i ne trt a quali venne predicato non credette
cessarii aiuti per usar saviamente desso ro punto! Questi perci non ebber da Dio
potere, donde Pandar perduti che tanti la grazia interiore ed efcace della fede
fanno per colpa toro, non di Dio.
ossia Paiuto necessario per usar savia
Ma o it sistema delPAmyraut non fe mente del lor potere. Ora, torniamo adi
delmente esposto o quel calvinista spie re, impossibite che Iddio conceda o ne
gavasi molto male. Egli dovea dir 1." se ghi alcuna grazia, sia esteriore, sia inte
tra i benezii di G. C. comprendesse le riore, senza avertto voluto e risoluto me
grazie attuali interiori e prevegnenti, ne diante un decreto: falso adunque che
cessarie vuoi per credere in G. C., vuoi gli infedeli non siano stati esclusi da un
per fare unopera buona qualsiasi. Se am grandissimo benecio di G. C. in forza dun
metteva tale necessit, la sua prima pro decreto divino. Non consguita per da
posizione nulla contiene di riprensibite; questo che sieno stati privati di qualun
se no, era pelagiano, e it Mosemio ha ra que benetizio. Perci it-sistemalddlully
gion di chiamare la dottrina di lui pelagia raut non che un tessnto-dequivociedi
nesimo mascherato. Partando di quesP e contradizioni.

resia, abbiam fatto vedere come Pelagio


Fu ci osservato dal traduttor del lito

non abbia ammesso giammai Pidea duna semio in una sua nota. Egli confessa ol
grazia interiore e prevegnente, che con treci la dottrina di Calvino intorno la pre
siste in una sopranatural luce diffusa nella
mente e in un movimentooimpulso della
votont, e sostenesse un tale impulso es
ser distruttivo del libero arbitrio, it che
sostiensi pure dagli . attuali arminiani.
2. La seconda proposizione delPAmy
raut, colPalermar che nessuno pu parte
cipare alla salvezza ed a benezli di G. C.
se in lui non creda, conferma Paccusa del

destinazione assoluta esser dura, spaven


tevole, fondata sopra idee alfatto indegne
delPEnte Supremo. u Che rimane a fare,
dicegli, al vero cristiano per trovar quel
conforto che nessun sistema pu infonder

gli? Distorr it suo sguardo dai decreti oc


culti di Dio, da cui n norma per vivere

n consolazione quaggi possiamo aspetta


re, e to fermer nella misericordia di Dio
Mosemio. La dottrina anche questa di fatta palese da G. C, sulle promesse del

Pelagio, it qual diceva essere si il libero PEvangellio, su Pequit delPattual gover


arbitrio negli uomini tutti, ma ne soli cri

no di Dio e del suo giudizio avvenire. n

i 7o

UN

UN

N pi giusto n pi solido di quelto verso o di conoscere i motivi della prodi


delPAmyraut questo linguaggio. Peroc giosa diseguaglianza da lui posta tra i doni
ch l. ne siegue i riformatori essere sta

naturali che comparte alle sue creature.

li tutP altro che veri cristiani; giacch, S. Paoto nella sua lettera ai Romani non
invece di ritrar to sguardo de fedeli dai
decreti arcani di Dio, li hanno esposti
sotto un orrendo aspetto, tale da far ge
lare dalto spavento i pi audaci. 2. E stol
tezza it supporre che i decreti occulti di
Dio possano venire a conitto co disegni
di misericordia manifestatici per G. C.; or
questi sono apertamente destinati a con
solarci e incoraggirci su questa terra.
5." Non in nostra mano it riguardare
alle promesse dei Vangeto senza badar
punto alle minacce di esso e a quel che
disse lll Paoto su la prerlcstinazione e la
riprovazione. 4. La ignoranza o mala
fede it supporre non darsi via di mezzo
tra it sistema pelagiano degli arminiani
dAmyraut, ec., e Porribite dottrina di Cai
vino. Noi diciamo essercene una, la senten

za cio de pi moderati teotogi cattolici;


i quali, appoggiati alla Scrittura e alla tra
dizione universale della Chiesa, insegnano
che Dio vuol sinceramente la salvezza di
tutti quanti gli uomini e per tal motivo ha
preordinato G. C. propiziatore in virt

del suo sangue per mezzo della fede, af


ne di far conoscere la. sua giustizia
nella remissione de precedenti delilti,
Rom. m, 25 , e conseguentemente che
G. C. morto per tutti gli uomini e per
ciascun d essi, e Dio impartisce a tutti
grazie interiori di salute non nella stessa
misura o in copia eguale, ma sufficiente

mente perch tutti cotoro i quali vi cor


rispondono pervengano alla fede e si sal
vino. E lddio a tutti le dispensa non a
riguardo delle tor buone disposizioni na
turali, de buoni desiderii da essi formali
o dalle tor buone azioni fatte colle forze
naturali del proprio libero arbitrio, ma

in virt de meriti di G. C. redentore di


tutti e vittimaper tutti di propiziazione.
l Tim. n, 2-6. E sconcio errore di Pelagio,
Arminio, Amyraut, de protestanti, gian
senisti, ec., it credere che nessuna grazia
diG. C. venga accordata sea non quelli che
to conoscono e credono in lui: abbiam
provato it contrario alle v. GRAzIA e in
rsnaus.
Vero non esser noi in grado di veri
care a parte a parte it modo onde lddio
rende capaci di fede e di salvezza i La
poni, i Negri, i Cinesi ci selvaggi, e di
conoscere la quantit e la natura delle
grazie che toro largisce; ma non abbiam

fa gi consistere la predestinazione nel


largirsi da Dio di molte grazie di salute
agli uni nel mentre nessuna affatto agli
altri ne d, ma nelFaccordar che fa agli
uni la grazia attuale della fede senza ac
cordarta parimente agli altri. Non vedia
mo in che mai questo decreto di prede
stinazione turbar possa la nostra quiete e
la ducia nostra in Dio: convinti come
siamo per esperienza propria e della mi
sericordia e della bont innita di Dio a
riguardo nostro , a che andarci tormen
tando colla pazza curiosit di sapere co
megli adoperi verso tutti gli altri no
mini?
na
ln terzo luogo, un importante osser
vazione si convien fare sui progressi della
presente controversia appo i protestanti.
Partando dei decreti di Dordrecht, fu no
tato dal Mosemio che quattro provincie
delP Olanda ricusarono di sottoscrivervi,
che in Inghitterra furono rigettati con dis
prezzo e che nelle chiese di Brandebur
go, di Brema e di Ginevra stessa prevalse
Parminianismo; aggiugne che i cinque ar
ticoli di dottrina condannati da quel sino
do son sentenza commune de luterani e
de teotogi anglicani. Parimenti, partando
delPAmyraut, dice le costui sentenze es
sere state ricevute non pur da tutte le
universit ugonotte di Francia ma essersi
diffuse a Ginevra e in tutte le chiese ri
formate dEuropa per mezzo de rifuggiti

francesi. Avendo egli giudicate s fatte sen


tenze puro pelagianesimo, fuor di dubio
che questa eresia costituisce attualmente
la credenza di tutti i caivinisti e che dal
predestinazianismo stretto del tor primo
maestro son caduti nelPeccesso contrario.
Daltra parte, confessandosi da lui che i
luterani e gli anglicani seguono le opinioni
dArminio e che dopo la costui condanna
i partigiani di esso ne portarono assai pi
lungi it sistema, abbiamo ragion di con
chiudere essere i protestanti in generale
divenuti peiagiani.
il qual sospetto acquista forza dalla ma
niera onde it Mosemio ebbe partato di Pe
lagio e della dottrina di lui, Hist. cccles.,

sec. V, part. n, c. 5, S 25 e segg. , non

disapprovandola per niuna forma. Per col


mo di ridicoto, i protestanti non cessarono
mai daccusar di pelagianesimo la chiesa
romana. Curioso anzi che no si questo
punto pi bisogno di saper ci che di fenomeno teotogico: it vedrem noi acca
scoprire it come lddio muova quesPuni dere tra quelli de nostri teotogi ai quali

UN

UN

477

si pu giustamente apporreiche sentano alle quali si volea mostrare rispetto. Quinci


co predestinaziani -l:
- g:
Punzione fatta con olio profumato venne
UNIVERSITA, Scuola ocollegio ove iu
segnansi tutte le scienze. La prima osser
vazione che ci accade di lare su questo
vocabolo che la fondazione delle univer

reputato-un segnale di consecrazione , e


servi aconsacrare i sacerdoti, iprofeti,i
re, i luoghi e gli stromenti destinati al
culto del Signore. Ne Libri Santi la voce
sit ne secoli Xlll e XIV un monumento anziane sinonima a quella di consecra
autentico delto zeto onde furon dogni tem zione; Punto del Signore un uomo da
po animati gli ecclesiastici per Peducazio Dio rivestito duna dignit particolare e
ne della giovent, per la conservazione e destinato ad alcun rispettabite ministero.
it progresso degli studii. Furono le uni Tale it signicato della parola ebraica
versit insin dalPorigine istituite sotto Pau Messiah, da Greci tradotta per Kpiarog
toritt de sommi ponteci non meno che (Christus), che suona to stesso.
del governo; perocch venne una tale isti
Giacobbe nelPandare in Mesopotamia
tuzione riguardata qual atto di religione. unse dolio la pietra su cui avea posato it
e to studio- di questa siccome uno de pi capo e Dio gli avea mostrata certa vi
importanti. Le catedre delle diverse fa sione, Gen. xxwu, io, a2. Destinolla egli

colt furon da principio occupate da che

con ci a far da altare e la chiam Bethel,

rici. o da monaci, perch i soli che a


que tempi avesser conservato Pamor delle
scienze- V. Liirrzas, Sciuuzs.
[critici, sia cattolici, sia protestanti, che
esaminaronoto stato delle scienze ne se
coli bassi, dalPXI in poi, ne pare abbian
censurato con soverchio rigore i difetti
che credettero ravvisare nel publico in
segnamento. Nel condannar gli abusi e
bisognava non perder di mira la sostanza
degli studii e Pulite che ne provenne. Egli

casa o soggiorno di Dio.


Aronne e i suoi gliuoli ricevettero
Funzione del sacerdozio: tutta la sua di
scendenza venne per tal modo consecrata
e dedicata al culto del Signore. Exod.
xxix, 7. La qual cerimonia trovasi descrit
ta nel c. viu del Levitico. Mos pratic
un unzione anche su gli altari e su gli
arredi del tabernacoto.
Nella Scrittura discorresi eziandio del

Punzion de profeti; ma non certo che


certo che netempi pi oscuri to studio sieno stati realmente consecrati con ver
della Scrittura sacra e della tradizione , sar olio. Ungerai profela in tua vece
vere sorgenti della teotogia , non venne Eliseo, disse Dio ad Elia, ni Reg. xix, 17,
mai intermesso e ravvivossi dopo la fon e nel fartto dicesi che questi gli ponesse
dazione delle universitiLForse la genera it proprio manto sulle spalle. Perci la
lit degli studenti e de maestri si ristrin parola ungerai non altro qui signica per
gevano alla scolastica, che era in voga; ma avventura chela destinazione al ministe
non gi dal grado di capacit deteotogi ro di profeta.
del commune che dssi far giudizio del
DelPunzione de re per fatta menzio
merito degli uomini di genio che sortiro ne in modo chiaro. Saul viene consecrato
no in nascendo la vocazione alto studio di da Samuele col versargli olio sul capo,
questa scienza. Tra quelli stessi ch'avean i Reg. xi, l. La stessa cerimonia pratic
P incarico dinsegnarta ed eran costretti questi con Davide, xvi, m. Satomone fu
sottoporsi al metodo che regnava avvene unto da Sadoc gran sacerdote e dal pro
non pochi che ne scossero it giogo in ope feta Nalan, nn Rag. i, 58. ll dirsi, u Beg. u,4,

re diverse e dieder segno duna capacit che la trib di Giuda .unse Davide per suo
e di un sapere pi che ordinarii; e se re signica puramente chella Pebbe scelto
e riconosciuto per tale. Qui ungis ragea
ne potrebbero additare in ogni secoto.
ad pwnilentiam, dice Hicclesiastico fa
UNIVERSO. V. Mouno.

UNTI. Se vogliasi dar fede alla cronaca vellando a Elia profeta, val dire: tu che

di Genebrardo (in Pio V), vennero cos

inspiri ai re to spirito e it sentimento della


appellati nel secoto XVI certi eretici in penitenza.
Non dee indur maraviglia it veder darsi
glesi i quali diceano it soto peccato che
commetter potevasi era it non abbracciare it nome di unto, messia o cristo, a un re
la tor dottrina: in che poi essa consistesse pagano qual fu Ciro, Is. xLv, l. Qui Pun

non ci fatto sapere.

zione non indica n una cerimonia n una

UNTO.-V. Part. seg.


UNZIONE. Ne paesi orientali, ove abon
dano gli olii odorosi e gli aromi, fu sempre
fatto granduso di essenze e profumi, non
mancando mai di versarne sulle persone

grazia sopranaturale, bens una semplice


destinazione a rappresentare una parte lu
minosa e celebre nel mondo; lddio stesso
to spiega, facendo sapere come Punzione

o la qualit di cristo rispettoa Ciro stava

478

UN

nelPessere gran conquistatore e it libera


tor de Giudei.
Nel nuovo Testamento signica un dono
di Dio, una grazia particolare che ci sol

UN
ca e che di esse non si parta n nel nuovo
Testamento n negli autori de primi tre
secoli della Chiesa. Se valesse la prima
ragione, si dovrebbe tralasciare eziandio

leva a un eminente dignit e cimpone di di conferire it Battesimo, perch it batte


gravi doveri. Dio quegli che ci ha un simo o le abluzioni erano in uso presso gli
ti, dice s. Paoto, u Cor. i, 2i, 22. Il quale Ebrei. DelPunzi0n de malati ha pur par

ci ha eziandio sigillati ed ha infuso ne lato s. Giacomo, v, 4; e tuttavia i pro


mostri cuori la caparra dello Spirilo.
E s. Giovanni, l ep. n, so, 27: Voi avete
Vunzione dal santo e sapete ogni cosa...
Resti in voi Vunzione che avete da lui
ricevuto. N avete bisogno che alcuno
i/ammaesttri; ma siccome P unzione di
lui insegna a voi tulle le cose, ed ve
race e non bilgiarda, ec.
La chiesa cristiana ha ritenuto savia
mente Puso delle unzioni nelle sue ceri
monie, simboto efcacissimo per chiunque
conosce gli antichi costumi orientali. Nelto
amministrare it Battesimo si fa ununzio
ne sulla fronte, sul petto e sulle scapole
del battezzando a dinotare esser lui da
quel punto consecrato al Signore ed inal
zato al grado di tigliuoto adottivo di Dio.
Nella Confermazioue si unge la fronte per
avvertire it cristiano non dover egli ar
rossire di professar la propria religione

testanti non omisero dabolirta. Quator


fosse vero che s. Ciritto gerosolimitanolu
it primo a partar delle unzioni del Bat
tesimo e che, inanzi Tertulliano, nessuno

fece ricordo di quella della Confermazio


ne, nessuna conseguenza trar se ne po

trebbe. Tertulliano, che scriveva nel se


coto lll, chiama si fatta unzione unantica
disciplina, De Bapt., c. 7. Nessuno de
padri ci ha dato un rituale compiuto di
quanto praticavasi nella chiesa primitiva,
e nel secoto lV si professava di seguirla
pratica de secoli precedenti. Le sette che
si separarono dalla Chiesa nel V e VI non
furono ardite al par de protestanti, pe
rocch conservarono Puso delle unzioni.
ll vantaggio che recan gli olii e le es
senze aromatiche nelle malattie fe che ve
nisser riguardati qual simboto di guarigio
ne. ln s. Marco, vi, i5, si narra che gli apo
ma s rendersi venerevole con la santit stoli ungevano gli infermi e li guarivano;
della vita. Nella Ordinazione it vescovo ci avveniva non gi per naturale efca
consacra mediante ununzione it pollice e cia di detta unzione, si bene per la podest
Pindice de promossi al sacerdozio a n talnuaturga da G. C. tor conferita. S. Gia
di ricordar toro con quanta purezza del como esorta i fedeli ammalati a chiamare
Panima accostar si debbano alPaltar del i sacerdoti che, ungendoli, preghino su di
Signore. Nel consecrare una chiesa fansi toro, e dichiara che tal preghiera varr a
dal vescovo unzioni sulle pareti delP e sanarti e a rimetter toro i peccati se ne aves
dizio e sulle mense degli altari che servir ser sulPanima. ignoriamo se cotal pratica
debbono a celebrarvi la santa messa.
fosse in uso appo gli Ebrei, veggiam per
La consecrazione de re non cerimo nella Scrittura signicata tatora dalPun
nia antica quanto it cristianesimo, non zione Patto di consolar un afitto e alle
conoscendosi re o imperatore che prima viarne i patimenti. Ps. xxn, s; Is. i, 6, etc.
di Costantino abbia abbracciato la nostra
Per ultimo, era costume degli anttchiit

religione. Al dir di Onofrio, nessun roma

profumarsi in occasione di grandi ceri

110 imperadore inanzi Giustino ll venne monie: Davide, dopo scorsi parecchi gior
mai unto e consecrato; altri riferiscono ni digiunando e facendo opere di peniten
questa cerimonia ai tempi di Teodosio it za, lavossi nel bagno e si sparse di odori
giovine. Gli imperatori di Germania la per trasferirsi al tempio del Signore,
preser da que doriente, e, secondo alcuni u Heg. xn, 2o. Lo stesso fece Giuditta, do
scrittori, Pipino fu it primo re di Francia vendo venire al cospetto di Otoferne. An
che ricevesse P unzione. Parimenti, non che ne conviti usavasi de profumi; era
gi la cerimonia della consecrazione un contrasegno d onore ai convitali to
che conferisca ai re la podest o che im sparger toro it capo di fragranti essenze.
ponga ai sudditi Pobligazione dobedire; Malth. xxvi, 7; Pecm, H5, etc. Tali essen
serve ella soltantoa renderne pi rispet ze appellate sono nelle Sacre Pagine Po
tabite la persona e rammentar toro come lio o Punguento delluzllegrezza; espres
da Dio debbon riconoscere it potere onde sione che, nel senso gurato, vale Pabon
danza ditutti i doni. Ps.xLIv, e; Is. Lxns.
son rivestiti.
NelPunzione che la Scrittura dice aver
I protestanti tolsero via tutte le unzioni
si dal Battesimo che dagli altri sacramenti G. C. ricevuto da Dio son riunite tutte le

sotto cotore che sieno una cerimonia ebrai- i precedenti signicazioni, esprimendosi con

U0

U0

479

quel vocaboto it carattere di re, sacerdote, iine, e, non che gli uomini tutti, i demo
profeta, la pienezza de doni delto Spirito nii ancora andarne salvi. Vuolsi che questa
Santo, la destinazione al pi augusto di setta fosse. un ramo di quella de begardi,
tutti iministeri. Aci. iv, 27, x, 58. S. Pao che avean fatto romore alcun tempo prima.
lo, Ilebr. i, o, applicaa lui queste parole ll Mosemio, che ne discorre, Hist. eccles.,
del salmo xLIv: Il tuo trono, o Dio, per sec. XV, part. u, c. s, S 4, sa grado a
tutti t secoli; io scettro del tuo regno cotesti pretesi intelligenti perch abbiano
scettro di equil... Per questo ti anse, o insegnato l.cI che non si possa conseguire
Dio, il tuo Dio dhmguento di letizia la vita eterna se non pe meriti di G. C. e.
sopra ti tuoi consorti. ll che signica non che le sole opere buone non bastino per
solamente aver G. C. ricevuto i doni del salvarsi; 2.i che G. C. unicamente, noni
Santo Spirito in maggior copia che gli al sacerdoti abbiano la podest dassolver
tri uomini, ma posseder lui tutti gli altri peccati; 5." che le penitenze e le morti
huti della Divinit, ai quali gli uomini non licazioni votontarie non sien punto richie
possono aver parte che in affatto impro ste per ottener la salute delPanima. E tro
pria signicazione. Vero dirsi dalPApo va assai strano che Pietro dAitly vescovo
sioto delle genti esser noi divenuti con di Cambrai abbia condannato s fatte pro
sorti di Cristo, Hebr. ni,: H, e da s. Pie posizioni come eretiche.
tro dover noi un di partecipare alla na
Ma it Mosemio, protestante , giusta to
tura divina, u ep. i, 4; ma nessun con stite de suoi colleghi, ci fa gabbo con de
fronto dar si pu tra cotesta partecipazione gli equivoci. N Pietro dAllly n veruu
che avviene mediante la grazia e quella dottore cattolico insegn mai che le buone
che saddice al Figliuol di Dio rispetto alla opere sole e indipendentemente da meriti
sua natura. inutitmente quindi i sociuiani di G. C. sien bastevoti per condurci a sal
tentarono ragionare sui detti testi per can vamento. Da tutti fu sempre insegnato ,
sare la prova che ne emerge avantaggio contro i pelagiani, che nessunopera buo
della Divinit di G. C.
na pu esser meritoria in ordine alla eter
UOMINI-BUONI o BUON UOMINI. Re na salvezza ove non sia fatta col sussidio
ligiosi istituiti nel tu5o in Inghitterra dal della grazia, e che la grazia frutto de
principe Edmondo: professavano la re meriti di G. C.; in secondo luogo che la
gola di s. Agostino e vestivano abito cite podest di assolvere i peccati la pode

siro. Lo Spondo crede seguissero Pistituto st di G. C. e che da lui medesimo viene


del h. Giovanni Buono, che viveva in quel
secoto. ln Francia venner cos chiamati i
ininini dal nome di buon uomo che Lui
gi Xl era uso dare al tor fondatore s. Fran
cesco da Paola. Anche gli albigesi affettava
no di cosi denominarsi. V. Polidoro VirgiL,

esercitata pel ministero de sacerdoti; on


de la stoltezza it voler separare la co

storo podest da quella di G. C. Quanto

al terzo capo, condannato da Pietro al


liacense, sosteniamo noi pure contro de
protestanti essere it medesimo eresia ma
Hist. angt., 1. xvi; Spondo, a. i259, n. o. niiesta. V. Panminzi, SATIsFAzioNE- E ha
U0ltllNl INTELLIGENTI. Denominazio sta raffrontare le anzidette proposizioni
ile presa da certi eretici srtt in l-iandra e intorno le penitenze votontarie e le ope
specialmente a Brusselles nel 141 1, cheb re buone con ci che dicevasi da pretesi
bero per capi Guglielmo dHitdernissen intelligenti , P uomo interiore cio non
carmeliia tedesco e un secolare ignorante contrar macchia dagli esterni atti, quai che
chiamato Gitles il Cantore. Questi due set si sieno, per comprendere a che eccesso
tarii vantavansi onorati da Dio di visioni di depravazione trascinar poteva i suoi
celesti e di particolare aiuto per capirla seguaci una si fatta morale. E poich nel
Scrittura, e annunziavano una nuova ri secoto XV vebber uomini talmente guasti
velazione pi piena e perfetta che non fu da insegnarta, non dee parere strano che
Quella di G. C. Dicevano la legge antica siansene trovati anche ne primi secoli e

essere stato it regno del Padre, it Vangeto che i padri abbiano accagiouato di somi
cluel dei Figliuoto, una nuova legge dover glianti massime i gnostici. A vergogna de
essere Popera e it regno delto Spirito San protestanti, coial perniciosa dottrina tut
0, sotto it quale agli uomini sar dato go tavia sostenuta da una delle sette uscite
fiere della libert. Asserivano la risurre dal tor seno. Mosemio, sec. XVII, sez. n,
zioae essersi compiuta nella persona di part. n, c. e, S 25.

ti. C. n avercene ad esser altra; Puomo

ll carmelitano Guglielmo fu obligato

Interiore non patir sozzura dalle proprie ritrattarsi a Bruxelles , a Cambrai e a


esteriori azioni, quali che si sieno; le S. Quintino, dove avea disseminatoi suoi
Pene dellinferno dovere un giorno aver errori; e questa setta si dissip.

480

UO

UOMINI DELLA QUINTA MONARCHIA.


Sotto la dominazione di Cromwel in in
gliilterra, fu veduta sorgere in quel regno
una setta di fanatici turbotenti i quali

U0
fragite e transitorio al pari di un tiom, che

it sofo ondjaniniato, uscito che sia una

volta, pi non ritorna. liquerelarsi e it ge


mer di Giobbe sulla sventurata condizio
pretendeano che G. C. stesse per discen ne delPuomo , nn, 5, eia, non valgono
der sulla terra a tin di fondarvi un nuovo gran fatto a persuaderci esser noi nella

natura enti di alto pregio. al


Se non chela non la maggiore omi
ogni cosa in confusione. Facean costoro fon norc durata delPuomo sulla terra quella
damento sulla profezia di Daniele, annun che costituisce la dignit di sua natura: po

regno; e, a motivo di tal sogno, adopera

vansi a rovesciare it governo e mandare

ziante che dopo la distruzione delle quat


tro monarchie avrebbe luogo it regno del

sciach qual pro gliene verrebbe dal vive

re quaggi pi lunga pezza, se non la


PAltissimo e de suoi santi. Questo it terra it dove pu egli trovare la vera feli
motivo per cui que pazzi venner deno cit? Duna pi perfetta e durevole felicit
minati Uomini della quinla monarchia. gli mestieri: egli creato per Dio e per
Mosemio, Hist. eccles., sec. XVII, sez. n, Paternit. La miseria stessa delPuomo per

part. n, c. a, S 22.

ci, come dice Pascal, la prova della

UOMINICOLI. Nome dato anticamente grandezza di lui: sente egli cotesta mise
dagli apollinaristi agli ortodossi, accusan ria, la conosce, spera che sia per nire
doli quali adoratori dun uomo perch as e che una vita migliore abbia a succedere
serivano esser G. C. uomo-Dio, laddove alla presente; egli it soto tra tutti gli es
que settarii pretendeano non avere it di seri che sia avvisato del suo destino av
vin Verbo assunto un corpo e un anima venire. Era questa la consolazione del san
somiglianti ai nostri. V. APoLLINARIsTI.
to Giobbe, che aspettava it di suo estre
UOMO. Natura umana. A tosoti s ap mo come it lavoratore la mercede della
partiene it descriverci P uomo qual pu giornaliera fatica, xiv, 6.
W
conoscersi da s mediante Pintimo senso
Privi di- questa cognizionei titosoti an
e la riessione: dover del teotogo con tichi vitipesero Puomo; n i moderni mis
siderartto secondo le idee che-ce ne porge credenti nebbero un pi favorevol con
la rivelazione; la quale it rappresenta non cetto: confessar non vogliono n che Puo

pur-come it pi perfetto tra gli esseri do mo sia creato ad imagin di Dio n che gli
tati di anima ma ben anco siccome re della
natura, a pro del quale furono fatte le cose
tutte quante.
Tratto chebbe Dio dal nulla it cieto, gli
astri, la terra, le piante e gli animali,
Facciam, disse, Vuomo a nostra imagi
ne e simiglianza, ed es presiede apesci
del mare e a volatili del cielo, ec. E
formato un uomo e una donna, benedisse
toro, dicendo: Crescele e moltiplicate, e
riempile la terra e assoggellalela , ec.

Cos Mos nella Genesi. N altramente fa

altri essertsien fatti per lui n chegli ab


biast una natura a quella de bruti supe
riore; anzi vebbe chi giunse ad asserire
la natura essere stata verso questi ultimi

pi che con lui cortese.


344
Quanto al primo punto, adire che co
testi ragionatori non siensi mai accorti
davere unanima; noi, che sentiamo d n
verta, siam di tuttaltro avviso. E valga
it vero, Vimpero che Panima nostra eser
cita sulla porzion di materia che le va
unita ci dipinge in tal qual modo Pazione
onnipotente del motore dettuniverso. La

vellarono gli altri scrittori sacri. it Sal


mista, trasportato da maraviglia e gratitu moltitudine , la variet, la rapidit delle
dine inverso del Creatore, Che Puomo, idee che ha Panima nostra, la sua memo
esclama, che tu di lui li ricordi? o il ria fedele, i suoi presentimenti delPav

gliuol delVuomo perch tu lo visili? venire sembrano avvicinarta alla mente in


Lo hai falto per alcun poco inferiore nita che abbraccia dun sol tratto i tempi
tutti, tutti i luoghi, i rivolgimenti quanti

agli angeli, lo hai coronato di gloria


e foriare, e lo hai costiluilo sopra le
opere delle tue mani. Tulle quante le
cose hai soggcllale ai piedi di lui, le pe

nostra possede di reggere le proprie v0


glie, frenare i desiderii, acehetare it tu

core e i bovi tutti e le ere della cam

multo delle passioni, imita se non altro de

sono delle creature. La forza che Panima

pagna. Gli uccelli delVaria e i pesci del bolmente Pimpero che lddio esercita su
gli esseri tutti quanti. Il riguardar ches
mare, ec. Ps. vinn.
Si dir per avventura nelle Sacre Pa sa fa continuamente alPavvenire, Pesten
gine partarsi spesse ale delPuomo in tut sione di sue speranze, P alto sentimento
Paltra guisa, it Salmista medesimo dir al l immortalit onde non pu spogliarsi, so
trove che Puomo un pugno di polvere, n o i segni pei quali Iddio Pavverte co

UO

U0

mella partecipar debba per grazia alPe


ternit che a lui per natura unicamente
appartiene. ll perch non cinganna punto
la Scrittura nel dirci esser noi creati ad

arbitrario, superuo e sregolato. Avr egli


lddio creato gli animali per satollare la
voracit delPuomo quande potrebbe nu

imagine di Dio.

a portartto perch non vuole andarsene a


piedi? I lupi manglan le pecore al par
delPuomo; ne segue egli perci che lddio

Vebbe tra pagani chi inalzossi a credere


essere Puomo stato fatto ad imagine degli
dei: mentre che i bruti, diceauo, hanno la
testa curva al suoto, Puomo porta it viso
levato al cieto e riguardar sembra antici
patamente la mansione a lui destinata.
Sublime era un si falto pensiero, ma de

484

trirsi di vegetabiti? o i cavalli da servire

abbia fatte le pecore pel lupo? Dacapricci


e dalla sensualit delP uomo mal si trae
prova della sapienza e bont di Dio.

E bisogna distinguere, rispondiamo, le


necessit reali ed indispensabiti delPuomo
gradato dalPidea che gli etnici aveano de da suoi bisogni fattizii e capricciosa vo
toro iddii; nessuna certezza aveansi della glie. Avendoto Iddio creato con assoluto
iutura condizione delP uomo , n sepper bisogno f" alimenti, sarebbe stoltezza it
tampoco trarre dalla tor propria conside credere che non gliene abbia destinato
raiione le morali itlazioni che spontanea nessuno: e poich gli ha data la facolt di
mente ne derivavano. La sola rivelazione nutrirsi di varie specie di cibi, ne segue
consolid la nostra fede e nebbe svolte le averglieli esso destinati, salvo it caso in
cui vi abbia apposto qualche eccezione.
conseguenze.
(Pinsegna ella, a dir vero, essere stata Avvi de climi ove it suoto affattto ste
Pimagine di Dio in noi stigurata per to rite e dove perci non si pu vivere di
peccato, ma ne fa sapere al tempo stesso vegelabiti.Enondimeno lddio non ha proi
che lddio degn ristaurarta e aggiugnervi bito alPuomo Pabitare in essi climi; nep

nuova bellezza. Per Pincarnazione del Fi pur quindi gli ha interdetto di cot ali
mentarsi di carni danimali e di pesci.
slanzialmente unita alla Divinit; Puomo Anzi it non esserci nessuna parte del gto
gliuoto di Dio, Pumana natura venne so

redento divenuto per favore tiglio di Dio, bo in cui non possa P uomo rinvenire al
meglio che nol fosse in virt della crea cuna specie di cibo prova essere stato
iione. Osservate, dice s. Giovanni, qual voler di Dio che in qualunque parte di
caril ha dato il Padre a noi, che siamo esso Puomo avesse a porre stanza. Pro
chiamati esiamo gliuoli di Dio... Sap ducendo animali voraci che non ponno vi
piamo che, quanifegli apparir, sarem vere di vegetabiti, fu sua intenzione fuor
simiti a lui; perch lo vedremo qual di dubio che avessero a sostentarsi della
egli . E chiunque ha quesla speranza carne delPaltre specie.
in lui si sanlica, comegli pure san
Essendo poi Puomo un ente libero, su
seeltivo di voglie arbitrarie e bisogni fat
to. l ep. nni, l et aeq.
Laonde i padri della Chiesa fecero a gara tizii, pu, oltre it necessario, procacciarsi
in esaltare la nuova dignit a cui lddio ha it superuo, abusare eziandio de bene
sollevato Puomo mediante Pincarnazione zii della natura. Un tale abuso, da Dio
e in suscitare perci in esso un nobite or preveduto, non gli tolse di provedere in
80glio. Agnosce, o christiane, dice s. Leo copia a tutti i bisogni reali. DalP averci
ne, dignilatem luam; el, divinw consors lddio largito oltre ci che ci era di ne
feclus nalurm, noli invelerem vilitalem cessit non ne siegue gi che questo non
degeneri conversalione redire. Memento siaci destinato. La liberalit di Dio a pro
cuius capilis et cuius corporis sia mem delPuomo, eccessiva se vogliasi, non ra
bruln. Beminiscere quia, erulus de po gione per porre in dubio la sua sapienza
lestate tenebrarum, transtalus cs in Dei e bont. Egli ha bastantemente proveduto
lumen et regnum. Per Baptismatis sa alPordine; Pabuso, ove accada, alP uomo

Cramenlum , Spirilus Sancli faclus es soto da imputarsi. Onde a ragione it


lemplam: noli lantum habitatorempra

Salmista diceva al Signore aver lui messo

vis de te aclibus eugare et diaboli le in balia delPuomo gli animali tutti dome
iterum subiiccre sei-vilali; quia pretium stici e selvaggi, gli uccelli delP aria e i
tuum aanguis est Christi; quia in veri pesci del mare. Ps. vm.
tale le iudicabil qui in misericordia le
Sotto la v. Amuan abbiam risposto al
redemit. Serm. l de natia. Dom.
Pobiezion degli increduli tratta dalPesser

in secondo luogo, dicou gli increduli, vi animali feroci e alPuomo formidabiti.


falso che lddio abbia destinato le altre
Ma in quali aberramenti non and ella
creature pei bisogni delPuomo, concios

smarrita la tosoa? Plinio , it qual non

siach Pus0 che questi ne fa spesse ale credeva esserci n Dio n previdenza,
BERGIER. Vol. VI.

25

482

U0

US

tent dimostrare Puomo appena nato esser ca e mula su tutte coteste domande si
it pi debole, stupido e sventurato tra ritevanti la tosoa, non ci ha per uoi
tutti gli animali, e dipinse con mano mae pi savio partito che attenerci alla rivela
stra it quadro delle nostre miserie. llla zione.
URIM E THUIWMIM. V. OIIAcoLo.
che se ne pu dedurre? Quattro grandi
USI ECCLESIASTICI 0 RELIGIOSI. V.
verit che quel valente naturalista non
seppe inferirne. l. Che Puomo non de Ossenvanza.
USSITI. Settaiori di Giovanni iiusedi
stinato a viver soto, ma in societ: ha bi
sogno di tutto imparare, ma cotoro che Girolamo da Praga, eretici entrambi, arsi
Phan messo al mondo son dispostiaistruir vivi nel i415, al tempo del concitio di Co
to di tutto: soto, debolissimo, colPaita stanza. ll primo, addottrinato dai libri di
per de suoi simiti si fa padrone della na Wielefo, insegnava la Chiesa esser lacon
tura: comincia la vita co patimenti, ma gregazione degiustl e de predestinati,
la compassione che desta negli altri gliene dalla quale sono esclusi i reprobieipec
procaccia i soccorsi. Abbiam qui tre vin catori. Da ci inferiva che un papa vizioso

coli di societ. Nulla di tutto ci scorgia

non pi it vicario di G. C.,che vescovi

mo presso i bruti.

e sacerdoti se vivano in istato di colpa

2." Ne segue che Puomo non opera per mortale scadono da qualunque podest.
soto istinto, come i bruti, ma per ragione,
riessione, esperienza: questa cognizio
ne e Pindustria sua possono di coutinuo
aumentare , quelle de bruti rimangono
presso a poco al punto in cui erano al tor

iiascere. AlPuom soto dato gustar della


satisfazione di perfezionar la propria ra
gione.

Stese egli questa dottrina anco ai principi


e regnanti, i quali, per sentenza sua, se
vziosi sieno e mal reggano i popoli,han

perduta ogni autorit. Ebbe discepoli as


sai nella Boemia e nella Moravia.
Egli agevol cosa to scorgere le con
seguenze di cotesta dottrina e di che possa
esser capace un popoto infatuato di mas

5. Che Puomo dotato di libert; e sime si fatte. Eretto che siasi giudice della
per ci stesso pu egli abusare delle pro vita de proprii superiori spirituali e tem
prie facolt e volgerte a sua rovina e porali, ove questa gli sembri cattiva, non
disastro. Ei va soggetto a passioni; ma, es
sendo signor di s stesso, sta in mano sua
it frenarte, e prova altora le dolcezze della
virt, vantaggio che goder non concesso
agli animali.
4." Ne vien di conseguenza che la feli
cit nostra non altrimenti su questa terra
e che noi sperar dobbiamo unaltra vita.
Onde quella da Plinio appellata supersti
zione, it pensier del sepolcro e la brama
desistere ancora oltre di esso, che quel
tosofo ragguarda come una pazzia pro
pria soto della natura umana, sono appun

gli resta che ribellarsi e correre alParmi


per esterminarti.
Giovanni Hus non avea da principio re
cato i suoi errori tanPoltre, ma, siccome
accade a tutte le menti riscaldate, dopo

aver attaccato abusi veri od apparenli,


venne a combattere i dommi coquali sem
brava a lui tali abusi avesser connessio

ne. Laonde,sotto cotore dimpor freno agli


eccessi a cui porgeano occasione Pautorita
de ponteci, le indulgenze, le scommuni:
che, insorse contro Pessenza stessa dogm

to ci che ne additano i futuri nostri de

ecclesiastica podest. Insegn quindi es


sere i fedeli tenuti obedire a vescovi ne

stini e ci chiariscono non aver noi a pe


rire interamente, al par delle bestie.

casi puramente in cui i costoro ordina


menti appaian giusti; i pastori non avere

Ecco di qual modo la tosoa sragion facolt di separare un giusto dalla com
munion della Chiesa, e Passoluzion toro
esser puramente dichiarativa; doversl
consultare la Scrittura e attenersi ad 8552
senza pi per sapere che che abbiamo a
credere o rigettare. Venne poscia a soste
nere la necessit della communione sotto
amendue le specie. Tutta la riferita dot
nuto Puomo'1 fu egli sempre? fu prodotto trina venne ripetuta dai protestanti.
Scommuuicato dalParcivescovo di Ifra
nel tempo? si cambi e si cambier an
cora? cotesti gran genti son costretti con ga e dal papa , Giovanni tius appello n
fessare di non ne saper nulla, non esser concitio di Costanza altora sedente. Il i
dato alPuomo it conoscer la propria ori di Boemia volle chei vi si presentasse pi|.
gine, penetrare nelPessenza delle cose e dar conto di sua dottrina, e ottenne pi

intorno alPumana natura quando non ven


ne rischiarata dalla face della rivelazione;
e al modo stesso pur continuano a sogna
re i moderni toso ogniqualvolta a si
fatta luce chiudou gli occhi, pi colpevoli
degli antichi, che uonla conoscevan punto.
Quando tor si dimanda: Donde ve

risalire a primi principii. Posciach cie

lui un salvocondotto dalP imperator Si

US

US

483

glsmondo a n che potesse sicuramente questi n it concitio disse esser giudici in


passare per la Germania e trasferirsi a Co
slanza. Giovanni Bus, dal canto suo, pu
blic che, quatora it concitio fosse giunto
a convincertto derrore, non riliulavasi a
subir la pena dovuta agli eretici; col fatto

per die a vedere che quella sua dichia


razione era tuttaltro che sincera. Tutto
che percosse di scommunica, non ristette
dal dommatizzare lungo it suo viaggio e
dal celebrar la messa: alto stesso modo

si contenne in Costanza e cerc sottrarsi


colla fuga; onde fu forza arrcstartto.
Convinto davere insegnato gli errori
impntatigli, neg ostinatamente di ritrat
larsi. ll concitio pronunz la sua degra
dazione e to consegn alla podest seco
lare. Uimperatore , ch era presente, to
mise nelle mani del magistrato di Costan
ia, da cui venne condannato ad esser arso
vivo, e la sentenza fu eseguita. Girolamo
da Praga aveva da principio abiurati gli
errori del proprio maestro ed era stato
lasciato in libert, ma avendo disdetta Pa

competenti.
e." Dicono isuoi apotogisti it concitio
costanziese, con decreto formale e col suo
procedere,aver denito che non corre obli
go di serbar fede agli eretici. Allegazion fal
sa la questa, non ritrovandosi negli atti
del concitio un cotale decreto; e se alcuno
ne fu addotto, la ulnvenzione del tem
po ovver posteriore. Qual ragione avreb
be potuto indurre it concitio a fare un tal
decreto, essendo dimostrato non avere es
so violata la publica fede rispetto a Gio
vanni llus? ll concitio si ristrinse a giu
dicar la dottrina, a degradare un eretico
pertinace, a consegnartto alla giustizia se
colare: per to che non ha altrimenti var

cato i conni della sua podest.


a." Dicono PHus per sentenza del con
citio essere stato condannato alle amme.
Altra impostura: ch it concitio ne cen

sur si la dottrina, ne dann ilibri al


fuoco, to degrad e to rimise alPimpera
tore, itquale consegnolto al magistrato di

biura, venne egli pure condannato alle am

Costanza. Fu egli fatto morire non perch


la dottrina sua fosse eretica, ma perch

me. Gli ussiti, entrati in furore pel suppli

zio de tor capi e prese le armi (eran da sediziosa e contraria alla publica tranquit
quarantamita), corsero la Boemia e le pro lit, e quindi da non tolerarsi da nessun
vincie vicine, mettendo ogni cosa a ferro sovrano: importava e alPimperatore e al
e fuoco: sedici anni di guerra non inter re di Boemia it castigarne Pautore.
rotta ci vollero per sotttometterti.
4. Si va ridicendo che la strage me
lfattiche riferimmo son cavati tnttidalla nata dagli ussiti fu una rappresaglia della
storia del concitio di Costanza scritta dal crudelt de padri di Costanza. Calunnia
ministro Lenfant, apotogista dichiarato di questa pure. Non tosse anche PHus stato
Giovanni Hus.
giustiziato, i discepoli suoi non si sarebber
lprotestanti, a cui fecero eco gli in rimasti dalPopere crudeli; le depredazioni
creduli, sostengono l. aver Pimperatore e le violenze le avean gi cominciate inan
eit concitio violato itsalvocondotto; it qual zi la condanna del tor maestroJanatico au
salvocondotto, riferito testualmente dal dace, turbolento, orgoglioso de tanti suoi
Lenfant, portava che FHus avrebbe potuto proseliti e incorreggibite. Se fosse riuscito
andarsene a Costanza sicuro senza essere a tornare in Boemia, sarebbesi rimesso a
arrestato n maltrattato lungo it cammino. predicare con pi fuoco che mai, avrebbe
Polevaciaccadergli per vendetta,per aver continuato a sommuovere i popoli e in
lui fatto rivocare iprivitegi accordati agli coraggiatitiallaladronaia: questo temevasi
Alemanni nelPuniversit di Praga. Di nul dalPimperatore. ll furor degli ussiti non al
laltro pi afdavato Pimperatore. Gli tro se non una prova del fanatismo a che
assurdo it credere che quel salvocondotto erano stati spintidalle massime del proprio
avesse a sottrarre PHus dalla condanna maestro. I capi degli anabattisti non erano
del concitio, al quale aveva appellato ei gi stati giustiziati altorch questi, grossi
medesimo e da cui it re di Boemia volea al par degli ussiti, rinovarono in Alema
fosse giudicato, e pretender che Pimpe gna, nel secoto appresso, le stesse atrocit.
ratore non avesse diritto di punirtto delle
Ma i nemici della chiesa cattolica non
sedizioni da lui suscitate. it re di Boemia si fan carico n della verit de fatti n
I10u lenne quella punizione per un atten delle circostanze n della certezza de do
lato contro la propria autorit.
Giovanni Hus aveva abusato del salvo
condotto concessogli predicando e cele
hrando messa tra via e in Costanza: non
addusse it salvocondotto per titoto di esi
mersi dalla sentenza de magistrati, n

I
l

cumenti: ad onta delle pi evidenti pro


ve, non si rimarranno dal ripetere avere
i padri di Costanza violato it salvocondotto
imperiale, condannato al fuoco Gio. Hus

e Girolamo da Praga e cagionato i furort


e it fanatismo degli ussiti.

484

US

La questa Pidea che volle darcene it scer punto Pautortt della chiesa cattolica,
lltosemio, Hist. eccles., sec. XV, part. n, dovea, stando al modo di pensare daltora,
c. 2,55 e segg. Fortunatamente egliesce in esser dichiarato eretico. Resta a vedere
parecchie confessioni che bastano a disin se la chiesa cattolica, per poter mandare
ganno de lettori. l." Confessa che Gio. ttus, assolto un eretico, dovesse mutar credenza.
Pa. i/loe, tent di sottrarre Puniversit di
Concede pur anche it Mosemio, ibid.,
Praga alla giurisdizione di Gregorio Xll, c. 5, S 5, che gli ussiti di Boemia si ri
it qual disegno gli irrit contro it clero: bellarono alPimperator Sigismondo, dive
con che dritto imprendeva egli ci? 2." Con nuto tor sovrano, e presero le armi per
cede che quel dottore, tenendo ostinata ch si volea che si sottomettessero ai de
mente pei realistnperseguit in guisa acca creti del concitio di Costanza. Quantunqnc
nita i nominali,che moltissimi erano nel ammettessero che gli eretici meritavano

Puniversit di Praga; 5. che suscit con

la morte, asserivano per Gio. llus non es

tro di s Pintera nazion tedesca facendole


trre due delle tre voci chessa avea avuto
insino altora in quelPuniversit, col che
le ritirarsene it rettore con pi di due
mita Alemanni,che se nandarono a Lipsia;
4." che sostenne publicamente le opinioni

sere eretico ed ingiustamente essere stato


fatto morire. spettava forse ad un esercito
dgnoranti it dar sentenza su una dottrina
fosse ortodossa oppnr eretica?
Gli ussiti, cresciuti di numero, non an
darono lunga pezza iPaccordo e si divisero
di Viclefo e grid furiosamente contro it in due partiti. Gli uni furon detti calisti
clero; 5." che mostr un sommo disprezzo ni perch voleano si concedesse al popoto
della scommunica inittagli da papa Gio la communione del calice. Esigevano al

vanni XXIII; 6. che it suo zeto fu per tresi che si predicasse la parola di Dio
avventura troppo ardente e spesso scom
pagnato dalla prudenza. Dopo tutte queste
dichiarazioni it Mosemio non ebbe dilli
colt a chiamar questo sedizioso fanatico

un gramhiomo di fervida e schietla di


vozione!!! Oltreci, tace egli de fatti in
negabiti. L Che Gio. Hus avesse appel
lato al concitio dalPescommunicazione con
tro lui pronunziata dal papa e si fosse
sottomesso al giudizio del concitio. es Che
avesse dichiarato publicamente che, nel
caso si fosse riuscito a convincertto dere
sia, non ricusava di soggiacere alla pena
initta agli eretici. 5. Che si fosse abusato
del salvocondottto, seguitando a predicare
e celebrar la messa, non ostante la scom
munica. 4." Che nelle varie dispute so
stenute in Costanza contro i teotogi cat
tolici fosse stato convinto davere inse

senza superstizione, che it clero imitasse


nel vivere gli apostoli,che i peccati mor
tali fosser puniti dun modo proporzionato
alla toro enormezza. Un di essi, certo Gia
cobelto, volea si amministrasse la com
munione sotto amendue le specie, anco ai
bambini. Agli altri fu dato it nome di ta
boriti a causa dun monte nelle vicinanze
di Praga sul quale serano afforticati e
cui appellavano it Tabor. Superavan co
storo in ardenza i calistini e avean pi
alle pretensioni, volendo si riducesse it
cristianesimo alla primitiva sua semplici
t, si abolisse la podest papale, si mu

tasse la forma del culto divino, altro capo


non ci fosse nella Chiesa da G. C. in fuo
ri. Andavano tanPoltre nella stoltezza da

spargere intorno che G. C. verrebbe in


persona sulla terra con una accola nel

gnato gli errori di Viclefo, gi dalla Chiesa Puna mano e una spada nelPaltra a n di
prescritti, e si fossero confutate tutte le
sue ragioni ed obiezioni. Aveva egli im
pertanto anticipatamente proferita la sen
tenza di sua condanna.

estirpar Peresia e puricare la Chiesa.


Soto a questa classe dussiti dice it Mo
semio doversi attribuire le crudelt com
messe in Boemia in sedici anni di guerra,

Come mai Papotogista di Gio. Hus pu esser per difcit cosa it decidere qual de
volere che questi sia stato vittima delPo
dio de nominali e degli Alemanni contro
di lui, che la condanna del medesimo nem
men Papparenza abbia avuto della giusti
zia e debba dirsi una violazione della pu

due partiti, Pussita o it cattolico, siasi la


sciato andare a pi gravi eccessi.
Concedasi per ora: gli ussiti, se non
altro, eran gli assalitori; non avean aspet
tato it supplizio di Giovanni tius per eser
blica fede?Non fece un simit giudizio quel citare atti violenti contro de cattolici;
Peretico egli stesso, non ricus Pautorit quando ci fossero stati degli errori e de
del concitio, non riclam it proprio salvo gli abusi nella Chiesa, non toccava a una
condotto, ma dichiar voler esser arso turba di sediziosi ignoranti it riformarti.
vivo anzi che ritrattare le proprie opi Come mai si sarebbe potuto andar d ac
nioni. ll Mosemio stesso confessa che, pel cordo con essi mentre neppur tra di toro
dichiarar che faceva Pltus di non ricono siccordavanio? Il lltosemio non niega che

US

US

485

abominevoli fosser le massime da tor pro in forza del mutuo. Per capitale lntendesi
fessate; che voleano si adoperasse it fer una somma di denaro od altre cose con
ro e it fuoco contro i nemici di G. C. , suntibiti che son materia dei mutuo. Sotto
cio contro i tor nemici; che da si fatta nome di lucro del mutuo viene non pur
gente non altro aspettar si poteano che it denaro ma tutto che pu esser prezzato
a denaro, derrate, mercanzie, la\0ri0, ec.,
atti barbari e ingiusti.
La. 1455 i padri del concitio di Basitea in breve, qualunque peso o legame impo
vennero a capo di riconcitiar colla Chiesa sto al mutuatario. Est... usura quid
i calistini, accordando toro Puso della taz quid prwler sortem et caput illud quod
za o coppa nella communione; ma i tabo datum est accipilur, sive pecunia sil,
riti durarono intrattabiti. Altora soltanto sive quidvis aliud quod emi aut (estima
cominciarono a esaminare la propria re ri possil pecunia; sic enim apud Eze
ligione e a darte, dice it Mosemio, unaria chielem scriptum est: Uuram et super
ragionevole; ed era pur tempo, dopo sedi abundantiam non acceperit; et Dominus
ci anni che si andava versando sangue. i apud Lucam: lllutunm date, nihii inde
taboriti riiormati son tutPuno co fratelli sperantes. Cos it catechismo romano, in
boemi, detti anche picardi o piuttosto sepl. Decal. priva, tit. Usura quid sil.*
Vuolsi consultare it Dizionario di giu
begardi, i quali si coitegarono con Lutero
risprudenza, chi ami avere unidea delle
al tempo della riforma.
Di qui venne la protezione che i prote diverse specie d usura praticate presso i
stanti degnarono accordare agli ussiti: furo popoli antichi, per poter cogliere it vero
no questii precursori equindi i discepoli senso de canoni della Chiesa, che Pebbero
di Lutero; successione per che non ci sem condannata di concerto colle leggi impe
bra gran fatto onoriiica ai iuterani. l." Dai riali.
fatti per toro ammessi risulta essere stati
Non imprenderemo a denire la famosa
gli ussiti guidati non da zeto di religione, controversia, tuttavia agitata fra teotogi,
sibbene da cieco furore, giacch sol dopo se Pusura legale ossia Pinteresse che trae
sedici o diciotto anni da che era morto si dal mutuo mercantite sia iegitimo op
Gio. Bus cominciarono a stendere un pia pure un ingiustizia che induca sempre
no di religione. 2. it Mosemio non ne fa Pobligo di restituire. Conciossiach abbia
sapere in che consistesse cotesta pretesa essa relazione al diritto naturale ed alla
religion ragionevole che si assorcll si di politica del pari che alla teotogia morale,
leggieri alla protestante. Una religion ra e non sia possibite sceverar gli argomenti
gionevole, opera di fanatici mentecatti e fu pro o contro dagli altri, lasciamo a cui
riosi, un prodigio affatto nuovo. 5." Egli spetta cotai parte to schiarire cotesia im
chiaro che Lutero aveva attinto agli scritti
di Viclefo e di Gio. Hus non pur le dot
trine da s predicate, ma le massime san
guinarie eziandio che troviam nelle sue
opere e che furon causa si rinovassero in
Germania dagli anabattisti parte delle san
guinose scene date gi dagli ussiti nella
Boemia.
USURA. interesse o utite che si trae
dal denaro dato in prestito ossia dal mutuo.
ii Due sorta si noverano dinteresse, it
compensatorio e it lucrative. Il primo
quelio che si percepisce a risarcimento
della perdita provegnente dal prestito, a
compenso delPutite che it prestatore avreb
be cavato dal proprio denaro 0 da altra
cosa qualunque data in presto ove na
vesse serbato Puso per s. Linteresse lu
crativo quel che si esige come ricom
pensa, come prezzo del mutuo; e questo
quelto che, secondo i concitii e i dottori
della Chiesa, appellasi propriamente usu

ra: la quale perci pu denirsi quel qua

poriante questione. Tutto quelto che dir

possiamo egli che, dopo aver letto pa


recchi trattati su questa materia dettati da
uomini dottissimi, non ne rimanemmo ap
pagati, e nessuno degli argomenti addotti
da cotoro che condannano it mutuo com
merciale ci parve tale da non ammetter
replica.
u La maggior parte delle ragioni sulle
quali si appoggiano sembraci provar tanto
contro gli interessi duna rendita perpetua
quanto contro quelli che si percepiscono
da un prestito passeggero che ha sso it
termine. E noto con qual rigore i casisti
gridarono alla prima contro i contratti di
costituzione di rendita: quando it debitore
restituva di pien volere in capo a ven
Panni, sembrava cosa al sommo ingiusta
che it creditore avesse a ricevere it suo
capitale intero eserbasse inoltre una egual
somma ricevuta p ei irutti; eppur nessuno

pi tentato di riguardare un tale au

mento siccome usurario ed itlegitimo.


lunque interesse o lucro che si esige, ol
2. Non veggiamo che si possa trarre
tre it capitale, dal mutuatario precisamente gran vantaggio dal testo evangelico, Luc.

4 86

US

US

vi, se. Fate del bene e date ad imprestilo, e son tutti congiuntamente gliuoll di Dio,
senza nulla sperare. Gli questo indu pu egli un cristiano avvisarsi che la giu
bitatamente un precetto di carit a favor
di chi trovasi nel bisogno e piglia in pre
sto per provedervi; ma non pi it caso
del negoziante che pigliaa mutuo una som
ma per cavarne protto. Ove si voglia in
tendere altrimenti, si durer fatica a con
citiare le riferite parole con quelle che se
guono, 7} es: Date, e vi sar dato; colla
parabola de talenti, Matth. xxv, 27 ,
Luc. xix, 25; nalmente colla legge del
Deuteronomio, xxm, lo: Non imprcste

rai ad usura... al tuo fratello, ma allo


straniero. Se ogni usura fosse peccato,

lddio non Pavrebbe fatta lecita agli Ebrei


verso gli stranieri punto pi che rispetto
a toro fratelli.
* Qual vantaggio trarre si possa dal testo
di s. Luca contro del prestito a interesse
sarebbe stato meglio sentito dalPa., ove
avesse posto mente alPinterpretazione data

stizia sua sia superiore a quella de fari


sei, reputando lecita a s Pusura mentre
vede it fariseo interdirsela affatto verso

it proprio fratelto? n Tratte de Vusure,


prop. 4. I padri, i concitii e i ponteci
convengono tutti in darci Pantica legge
sulla materia delPusura siccome obliga
toria fra cristiani , qual era appo gli
Ebrei. Tertulliano, s. Clemente alessan
drino, s. Cipriano, Origene, Eusebio di (le
sarea , s. Atanasio , s. ttario, s. Basitio,
s. Gregorio nisseno, s. Ambrogio. s. Gio.
Crisostomo, s. Girolamo, s. Agostino, s. Pao
lino, s. Ciritto dhtlessandria, Teodoreto,
s. Gio. damasceno, tutti, nel condannar

che fanno Pusura, sappoggano a testi del

la legge o de profeti. Il concitio ecume


nico niceno primo, un concitio di Carta
gine della tua, uno di Tours del 4ot,i
capitolari di Cartto magno, i concitii dA
di esso testo dai santi padri, dai concitii quisgrana del alo, di Parigi del aaa, di
Pavia del oso, it secondo e terzo ecume
e dai papi.
ll divieto detPusura fatto nella legge nici di Laterano, it concitio avignonese
vecchia non venne punto rivocato nel Van tenuto nel i209, quel dAlbi del 1254,
geto e induce pur obligazione pei cristiani di Sens del i269, di Ravenna delPa. 1517,
riguardo a chichesia. Audistis, fwnerato it remense del i585, it totosano del 1sso,
res, dice s. Ambrogio, quid tex dicat, de come pure isommi ponteci Alessandro lll,
qua dixil Dominus: Non veni legem sol Urbano lll, Innocenzo lll, Benedetto XIV,
procedono appuntino come i santi padri.
vere sed adimplcre.
Per non allungarci di soverchio,citerem
La legge vietante P usura, nelPantico
Testamento, non era gi una legge di cir soltanto quesPullimo papa. Essendo ve
costanza, un ordinamento civite, bens una nuto a cognizione di lui diffondersi in pa
legge morale fondata sulla giustizia. Tale rccchie citt dltalia certe pratiche usu
ce la rappresentano i profeti; e Davide, rarie e certe opinioni tendenti a giusti
come osserva Teodoreto, pareggia Pusura carte, di fuori sulPusura unencic1ica che
alla menzogna, alla frode, alPopere inique comincia Vtx pervenil, indiritta ai patriar
che escludono dfftabernacoli eterni; Eze chi,arcivescovi, vescovi ed ordinarii dl
chielto la novera tra le cose detestabiti, de talia e contenente le seguenti disposizioni:
l. Peccati genus illud quod usura v0
lcslanda, quali Padulterio, la rapina, Pu
catur, quodque in contractu mutuipro
micidio , Pidolatria.
Or to spirito delPEvangelio si di con priam suam sedem et locum habel , in
fermare e perfezionare la legge in che che eo est reposilum quod quis ex ipsomel
spetta alla morale, sia estendendo la fra mutuo, quocl suapte natura lanlumdem
tellanza a tutti gli uomini, sia togliendo dumlaxat reddt postulat quantum T8

ci che Mos conceduto aveva a causa ceplum est, plus sibi reddi oelilquam es!
della durezza del cuore. a Nostro Signo
re, dice Bossuet, mette per fondamento
che, ove la giustizia nostra non avanzi
quella degli scribi e de farisei, noi non
entreremo altrimenti nel regno de cieli

receptum, ideoque ultra sortem lucrum


aliquod, ipsius ratione mutui, sibilll0'
bert conlerulat. Omne propterea huiut
modi lucrum quod sortem superet illi
cilum et usurarium est.

(Matth. v, 2o). it perch, se la proibizion

ll. Neque vero ad istam labem pur

delbusura, per tradizion commune degli


ebrei e decristiani, riguarda la perfezion
defcostnmi, se riguarda la perfezione della
giustizia, vietando si riceva pi di quelto
chessa d, se riguarda la fratellanza o vi
cendevole carit ch esser dee tra quelli

gandam ullum arcessiri substdium P0


leril vel ca eo quod id lucrum non 827
cedens et nimium sed moderatum, "o"

magnum sed eaeiguum sii; vel ex eo quali


is a quo id lucrum solius eaussa mutui

deposcilur non pauper sed diees eaifll,


che partecipano della medesima religione nec dalam sibi mutuo summam relictu

US

US

487

rus otiosam, sed ad fortunas suas am so etiam mutuo, contractus alias iustos,
quorum vel tilulorum velcontractltum

pli/icandas vel novis cwmendisprwdiis


vel quaestuosis agilandis negotiis utilis
sime sit impensurus. Contra mutui si
quidcm legem, quw necessario in dati

prwsidio, quotiescumque pecunia, fru


mentumaliudveidgencrisaltericuicum
que crcdilur, toties semper liceat aucla
alquc reddili iequalilate versatur, agerc rium moderalum ultra sortem inlegram
itle convincilur quisquis, eadem iequa salvamque recipcre. Ila si quis scnseril
litate semel posila, plus aliquid a quo non modo divinis dacumentis et catho
libetm mutui ipsius cui per wquale iam licw ccclcsiw dc usura iudicio, scd ipsi
sutis est factum, erigere adhuc non verc eliam humano communi sensui ac na
tur: proindeque, si acceperil, restiluen turali rationi procul dubio adoersabi
do eril obnoxius ex eius obligatione iu tur. Neminem enim id sattem latere po
stilirc quam commulativam appellant et tcst, quod multis in casibus tenetur ho
cuius est in humanis contractibus acqua mo simplici ac nudo mutuo alteri suc
lilalem cuiusque propriam et sancte ser currere, ipso prwsertim Christto Domino
vare et non servalam eatacte reparare. cdocente - Volenti mutuari a te ne aver
lll. Per hwc aulem nequaquam nega laris, - Matth. v, 42, et quod simililer
tur passe quandoque una cum mutui multis in circumstantiis, prwler unum
contractu quosdam alios, ut aiunt , ti mutuum, alteri nulli vero iustoque can
lutos cosdemque ipsimet universim na tractui locus esse possil. Quisquis igilur
time mutui minime innatos et intrinse sum conscientiw consultum velil inqui
cos forte concurrere, ca quibus iusla rat prius diligenler oportet vere ne cum
omnino legilimaquc causa consurgat mutuo iustus alius tilulus, vere ne iu
quiddam amplius supra sortem ex mu stus alter a mutuo contractus occurrat,
tuo debilam rile erigendi. lVeque ilem quorum benecio quod quwril lucrum
negalur posse multoties pecuniam ab omnis labis expers et immune reddatur.
unoquoquesuammer alios diversw pror
His verbis complectuntur et explicanl.sils nalurw a mutui natura contractus, sententias suas cardinales ac theologi et
rectc collocari et impendi, sive ad pro viri canonum pcrilissimi quorum con
ventus sibi annuos conquirendos, sive sitium in hoc gravissimo negotio postu
etiam ad licilam mercaturam et nego lavimus: nos quoquc privatum studium
tialionem exercendam, honeslaque indi nostrum conferre in eandem caussam
dem lucra percipienda.
non prwtermisimus, anlequam congre
lv. Quemadmodum vero in tot eius gationes haberentur et quo tempora ha
modi diversis contractuum generibus, bebantur et ipsis eliam peractis; nam
si sua cuiusque non servatir wqualilas, prwstantium virorum su/fragia , qua?
quidquid plus iusto recipilur, si minus modo commemorauimus, diligentissime
ad usuram (eoquod omne mutuum lam percurrimus. Cum hwc adprobamus et
apertum quam palliatum absil), at certe conrmamus quwcumque in sententiis
ad aliam veram iniustiliam, restiluen supcrius exposilis continentur; cum scri
ili onus pariler afferentem , speclare ptores plana omnes, theologiw et cano
comperlum est; ila, si rile omnia per num professores, plura Sacrarum Lilte
anlur et ad iustiliw libram exigan rarum testimonia, ponticum decesso
tur, dubilandifm non est quin multi ru-m nostrorum decrela, conciliorum et
plex in iisdem contractibus licilus mo patrum auctorilas ad easdem sententiaa
dus et ratio suppelat humana commer comprobandas pene conspirare videan
cia et fructuosam ipsam negotiationem tur. Insuper apertissime cognovimus
0d publicum commodum consercandi ac auctores quibiis contraria.I senlentiw re

frequenlandi. Absil enim a christiano ferri debent, et eos parilerqui itlas fovenl
rum animis ut per usuras aut similes ac tuenlur aut illis ansaln seu occasio
alieuas iniurias orerc passe lucrosa nem prmbere videntir; neque ignoramus
fommercio existiment; cum contra ecc quanla sapientia et gravilate defensio
iPSO oraculo divino discamus quod Iu nem vcritatis susceperint thcologi ni
stitia elevat gentem, miseros aulem facit timi illis regionibus ubi controvcrsiw

lwvutos peccatum. Prov. xiiv, 54.


V. Sed illud ditigenter animadver

eiusmodi principium habueruril. Quare


has lilteras dedimus unicersis Ilaliw ar

lcndum est, falso sibi quemquam et non chicpiscopis, episcopis et ordinariis ut


nisi temere persuasurum reperiri sem hwc.... omnibus innotescerent, ct quolies
lW dc prwsto ubique cssc vel una cum synodas celebrare, ad populum verba

mutuo tilulos alios lcgililnos nel, seclu

facere eumquc sanis doctrinis instruere

i 88

US

US

contigeril, nihil omnino alienum pro

la verit in questa materia egli da pro


feralur ab iis sententiis quas superius cedere in tal guisa. Bisogna, inanzi tutto,
recensuimus. Admonemus eliam vehe intender bene quelto che lddio proibisce
menter, omnem solliciludinem impen e di qual modo la sua santa legge sia stata
dere ne quis... audeat, lileris aut sermo intesa dasanti padri; perocch la la re
nibus, contrarium docere: si quis uu gola di fede. Poscia uopo dire che tutto
tem parere detreclaveril, illum abno quelto che in sostanza produrr tutto Pef
xium et subiectum declaramus pwnis fetto della cosa proibita da Dio, sar del
per sacros canones in eos proposilis qui par proibito, comunque to si denomini.
mandala apostolica conlemserint ac vio
inutitmente cotoro i quali pretendono
che la detta legge di Mos non fosse legge
loverint.
Monsig. Davian arcivescovo di Vienna morale ma di circostanza e affatto particola
avendo consultato papa Pio VI a propo re al popoto ebreo ci oppongono la permis
sito del mutuo mercantite autorizzato dalle sione fatta dal Signore al suo popoto di
leggi civiti, Sua Santit, udito it parere esigere interesse dal forastiero. Perocch,
duna congregazione scelta fra suoi cardi a risolvere questa difcolt, basta ,al dir
nali, fece rispondere per mezzo del car di Benedetto XIV, rispondere o con s. Am
dinai Zelada, it 12 agosto l795,esser uo brogio chera fatto lecito agli Ebrei Pesige
po su questa controversia conformarsi al re Interesse soltanto dagli Amorrei, dagli
S m, n. s, delPenciclica di Benedetto XIV Amalecitt e dagli altri popoli vicini, i quali

test in parte riferita. Ora neiPindicato S lddio avea privati della propriet di tutti
si condanna espressamente e come contra i beni che possedeano per trasferirta nel
rio al diritto naturale qualunque interesse suo popoto, o, con s. Tomaso e buon nu
del mutuo, eccessivo o moderato che sia, mero dinterpreti, che Pusura rispetto agli
anche trattandosi de ricchi e negozianti. stranieri non fu mai permessa agli Ebrei
Il 17 settembre non, Pio VII, interro ma sol tolerata come un mal minore, alla
gato dai vicarii generali di Poitiers sul guisa stessa che it divorzio, per cagione
mutuo mercantite a frutto, diede la me della durezza del cuore.
desima riposta per mezzo del card. Pac
u A qualunque spiegazione ne piaccia at
ca, rimeltendoii alla detta circolare di Be tenerci,manifesta cosa proibirsi mai sem
nedetto XIV ed alla famosa opera delto pre Pusura. S inteuzion del Vangeto di
stesso pontece De synodo diwcesana, ag vietare si speri prestito per prestifo,quan
giugnendo come in questa u si rinvengano to pi che si abbia a sperare qualcosa al
tutti i principii coi quali denire con si di t di quel che siasi prestato! S pur
curezza tutti i casi della natura di quelli mira delPEvangelio di porre i cristia
ni al di sopra de peccatori che ricevono
da toro proposti. n
Termineremo con queste parole del gi quanto han dato a mutuo, quanto pi di
citato Bossuetuc Da cotoro solamente che metterti al di sopra di cotoro che preten
ebbero in dispregio la tradizione eidecreti dono oltre it mutuol... Dire che nelPad
della Chiesa venne combattuta questa dot dotto testo la proibizion deiPusura inten
trina. Bucero, chio sappia, fu it primo a der si debba qual consiglio, non qual pre
scrivere non esser P usura proibita dalla cetto o almeno come un precetto che a
legge nuova; a lui tenne dietro Calvino. circoscriver si abbia a certi casi, esempi
poi Saimasio: it Dumoulin, che si confor grazia a quelto delPelemosina, la natura
m al costoro avviso, fu iodubitatamente e perfezione della legge evangelica noi
"eretico e mischi tante cose ne suoi scritti consentono; conciossiach non sia massi
da non poter essere tenuto per uomo di ma di essa it ridurre a semplice consiglio

I
l

gran peso in fatto di teotogia. Che se fra ci che nella legge mosaico fu precetto:
teologi che accolgono con gli altri questa e se quel che obligatorio in qualunque
dottrina siccome denita dalla Chiesa av caso in essa legge, com a non dubitame
Pusura da fratelto a fratelto, non oblig

vene taluni che suggeriscono spedienti per


eluder Pusura,le sottigliezze toro non sha
a reputare valgano a scemar nerbo alla tra
dizione, bensi da aversi questa come una
condanna di quel che insegnanom. Alcuni
di cotoro i quali ammettono esser Pusura,
secondo la nozione per noi datane, vie
tata dalla legge divina, studiano spedienti

che, per intendere la perfezione della leg


ge evangelica, le parole nihil inde speran
le: debbonsi estender per primo a tuttii
casi in cui si estendeva nella legge mosaica,

perch i mutuanti trovino guadagni di na

cio generalmente e in tutto verso i fra

pi sotto it Vangeto che in certi casi, it


Vangeto diventa la legge mosaica, val dire

pi imperfetto. Conchiudasi pertanto

tura eguale. Ci mal fatto. Per conoscere telli, ed anco al di t, allargando, giusta

US

US

to spirito del Vangeto, la fratellanza agli


uomini tutti quanti: e a questo modo apertamente Pintesero i sommi ponteci e i
concitii o spiegandoto formalmente in tal
senso 0 avendo Pusnra per interdetta e
dalPuno e daIPaltro Testamento, concios
siach non altro testo si scontri nelPEvan
gelio che a questa materia si riferisca. n
Bossuet, Tratte de Pusnra, prop. 4. *
Altorch Davide mette fra i giusti colui
che non inganna it suo prossimo con falsi
giuramenti,che non presta it proprio dena
ro ad usura, che non riceve presenti per
soverchiar un innocente, per prossimo in
tende manifestamente un Ebreo. Daltra
parte to scrittoredelPEcclesiastico condanna cotoro i quali negano di pagarei frutti

maritimo e la banca, e sottomessi a molti


plici ordinamenti, it denaro ba un vatore
che non aveva in antico; non pi un
mero segno de vatori, ma divenuto una
merce. Se a ricco negoziante si facesse la
proposizione di regalargli una somma di

489

cento scudi ovver di prestargli ventimita


lire a frutto, gli certo che preferirebbe
it secondo partito. Ditlicit cosa sarebbe it
trovare ingiustizia per parte del mutuuiite
nel ricevere interessi che it mutuatario
consente di pagargli.
,
* Col dire che i passi de santi padri non

son pi applicabiti a tempi attuali, it Ber

gier sembra esser costretto convenire


chessi non son punto favorevoli al mu
tuo con interesse e che to condannano an
ai proprii creditori. Molti, dice, il denaro che trattandosi di commercio. Ma noi ab
impreslato (fwnus) tennero per denaro biam fatto osservare che i padri han con
trovato e diedero delle molestie a chi ti dannata Pusnra siccome contraria alla legge
di Dio, alla naturale equit, la quale di
aveva aiulati.
* Fa maraviglia che Pa. abbia inteso tutti i tempi e-pei popoli tutti.
questo testo in un senso favorevole al
E falso poi chei padri abbian condannato
P usura. Lo scrittor sacro non condanna it commercio con egual severit che Pu
gi, confegli dice, cotoro che ricusano di snra. Fu dimostrato dal Tomassino nel suo
pagar interessi a proprii creditori, ma so trattato De negotiatione che i padri che
lamente chi niega restituire quel che ha si crede essersi dichiarati pi avversi al
preso in presto. La voce fwnus val qui commercio Phan considerato soltanto co
apertamente mero prestito; se no,conver me in generale pericotoso, non come it
rebbe dire che Dio commandasse o pel lecito o proibito dalla legge divina.
ll consenso del mutuatario non basta per
manco permettesse nella legge antica it
prestare con interesse anche a chi trova fermo a giusticar Pusnra; ch Nemo in ne
vasi in necessit, giacch nel secondo ver cessilatibus liberalis existil. L. vm , H. De
setto del medesimo capo Pcclesiastico adimpl. legat. ll Crisostomo rigetta la scusa
usa del verbo fwnerari, dicendo che si di si fatto consenso addotta dalPusuraio:
dee prestare al prossimo che versa in bi Ne mihi dixeris illum lalem lubenler
sogno: Fwnerare proximo tuo in tem accipere et de fwnore gratiam habere.
pore necessilalis. Ora n it Bergier n Illud enim per inhumanilatem luam
qualunque pi caldo partigiano delPusura evenil. Hom. Lvn in Matth. E col Criso
ha mai preteso fosse fatto lecito nella leg stomo consentono i teotogi.
AlPultimo, ove si persista in sostenere
gc vecchia esigere interessi dalPindigen
te. Scorgesi oltreci chiaramente che it che tal preteso consentimento basta per
Signore parta unicamente del debitore che giusticare Pusnra, bisogner in pari tem
ricusa di restituire, reddere, quel che ha! po sostenere che Dio o non proibisce Pu
ricevuto, di rimborsare it capitale, soli sura o la proibisce ind,arno. Perocch,
dum, o la somma prestata: Siaulem po in ogni tempo, la cupidigia avria potuto
tueril reddere, adversabilur; solidi vix giovarsi dun si fatto pretesto. llla nessuno
tra partigiani delPusura ci ha it qual non
reddet dimidium. *
5. l passi de padri che si ponno ci condanni cheche eccede Pinteresse lega
tare in gran numero non sembrano pi le: it consenso perci del mutuatario non
applicabiti al tempo presente n alto stato valevole, in generale, a giusticare Pu
attuale de popoli. Molti di cotesti santi sura.*
4. ln tre casi, per commune sentenza,
dottori ebber condannato it commercio in
generale col medesimo rigor che Pusnra, legitima Pusnra, val dire quando it pre
perch al tor tempo it commercio non pra stito priva dun protto reale chi presta,
ticavasi con tanta fedelt, regolarit e buon quando gli reca pregiudizio, quando it ca
ordine come al presente. Il Barbeiracio si pitale corre pericoto; che quel che di
scaten contressi su questa materia af cesi lucrum cessans, danmum emer
fatto male a proposito. Dappoich venne gens, periculum sortis. Or, attesa Pinsta
ro istituiti in tutta Europa it commercio bitit delle ricchezze, le vicende commer
Baucin8. Vol. Vl.

24

US

US

ciali, Pincertezza del vero stato degli affari

La commune deweotogi saceorda in ri

490

di chi piglia a imprestito, raro it caso gettare it preteso titoto della legge civite.
in cui it capitale non corra alcun rischio; Basti per tutti s. Tomaso: Leges humano:
le costituzioni stesse di rendita perpetua dimiltunt aliqua pescala impimila pro
non ne vanno immuni: e questa ragione pter condiliones hominum imperfecto
per avventura, chiarita dalPesperienza, rum... et ideo usuras i812 humana, con
quella che riconciti i teotogi con questo cessil, non quasi wstimans eas esse secun
dum iustiliam, 22 , quwst. 7a, art. i,
contratto.
5." In materia di giustizia, ci voglion ad 5. E di concordia co teotogi pensavano
di gagliarde ragioni per condannare nel su questa materia i pi reputati giure
foro della coscienza una consuetudine consulti antichi. *
dalle leggi civiti permessa o tolerata. Avve
Queste considerazioni ci paiono di tal
gnach si reputin queste stabitite pel bene peso da non dover condannare assolula
generale della societ, non si tratta pi di mente e senza riserva it mutuo mercan
decidere una questione sui soli principii tite: e basta questo soto esempio a chiarir
del gius naturale di ciascun privato, far la futitit defittosoti che asserirono la leg
non potendo che un tal gius non venga in ge naturale, it natural dritto esser chiari,
pi casi circoscritto dal vantaggio gene evidenti, sensibiti a qualunque degli uo
rale della societ. Dappoich it legistator mini che usar voglia della sua ragione.
civite ha la podest di mettere imposte Chiederanno per avventura onde sia che
sui beni de particolari, non si scorge per it Vangeto non ha deciso formalmente la
ch debbaglisi negar quella di determinare questione. Perch, rispondiamo, P autor
it vator degli interessi del denaro dato a del Vangeto sapea benissimo che to stato,
prestito al par di quelto di qualunque al gli interessi, i diritti della civit societ
tra mercanzia. Il perch, seal presente it non potean rimaner sempre nella condi
legistatore statuisse che, per mantenere zione in cui trovavansi al suo tempo e
it commercio nazionale, it denaro prestato presso la nazione a cui favellava. Egli per
in commercio dee fruttare interesse, chi ci ha lasciato precetti di carit che ci
ardirebbe levarsi contro tal legge e dichia potessero servire di guida in ogni tempoe
rarta ingiustafNiente giova impertanto ra luogo e che supplissero al lume naturale
gionar meramente sulla giustizia commu anco rispetto alle pi complicate ed oscu
tativa o sul diritto de privati astrattamen re questioni di giustizia.
te considerati fuor della civite societ.
Su di quelle in discorso non altro par
* E assioma del gius civite , non tutto tito ne pare si convenga prendere fuor
ci ch permesso esser anche lecito. At quelto del dubio e delP incertezza: non
cuni teotogi avvisano si possa concitiar osiam consigliare a veruno it mutuo ad in
la legge civite permettente Pinteresse del teresse, conciossiach sia esso disappro
mutuo con la legge di Dio la qual proi vato da dottissimi autori; ma ove a taluno
bisce esso interesse cosi generalmente co fosse accaduto di praticartto e cavarne lu
me it codice civite to fa lecito. Porgendo cro, non ardiremmo gi obligarttoa resti
si fatta permissione qual titoto estrinseco tuzione, per timore di commettere verso
al mutuo, pretendono che Pinteresse che di lui uningiustizia.
se ne trae percepiscasi in virt della leg
Non bisogna dimenticarsi che da que
ge civite, vi legis, non del mutuo, non medesimi decreti dei concitii da cui fu
vi mutui; donde inferiscono che un tale condannata Pusura de laici venne ancor
interesse cessi, pel soto intervenir deJla pi severamente interdetta agli ecclesia
legge, dappartenere alla natura delPusu
ra, cui riguardano siccome in opposizione
alla legge naturale e divina.
Rispetto a cotesto sistema facciamo os
servare essere esso stato rigettato dai pi
celebri partigiani del mutuo ad interesse.
Nullum est dubium, dice Salmasio, si
conslaret usuras esse illicilas iure divi
no, quin magistratus non possil eas li

stici, essendosi contro questi pronunziata


la pena di deposizione, e di scommunica

eziandio. Cosi fu decretato dal canone tren

tottesimo o quarantesimo terzo degli apo


stoli, dai concitii niceno, con. cxvn, itli
beritano, can. xx, arelatense, can. xnl,
cartaginese, can. xm,laodiceno,ean. iv,ec.
Queste sante adunanze, che interdissero a
cherici qualunque sorta di negoziazione 0
cilas facere. De fwn. trapez., l.n. N altro commercio, molto pi rigorosamente usar
Pavviso del Grozio, De iure betti, etc., dovettero contro quelli tra ioro che pre
l. n, c. i2, e del card. La Luzerne, Dis stassero ad interesse: maniera sempre
sert. sur le prt de commerce, t. I,c. pre odiosa darricchire per parte di persone
lim., art. 5.
dal proprio stato in pecutiar modo obli

VA
gate al disinteresse ed alla carit e che,
alPatto di dedicarsi alservigio della Chiesa,
dichiarano di elegger per propria eredit
it Signore.

VA

494

gnore Dio nostro sacricheremmo quel


lo che tra gli Egiziani sacrilegio Vuc
cidere; e se noi immoleremo al cospetto

degli Egiziani quelle cose che essi ado

rano, ci lapideranno. Exod. vm, 26.


Anzi che imitare i riti egiziani, quel le
gistatore mirava a contrariarti.
Gli certo che Mos, senza bisogno di
VACCA ROSSA. il sacrizio duna vac imitar nessuno, giunse comprendere che le
ca o giovenca rossa era ingiuntto agli israe stesse cose che giovano a lavare e im
liti, Num. xix, 2, per formare con le ce biancare le vestimenta polean servire alla
neri di essa unacqua despiazione colla moudezza decorpi: ora la cenere, Pissopo,
quale puricare cotoro che avesser con le piante olezzanti vennero dogni tempo

tratto impurit legale toccando un cada impiegati al primo di tali usi. Avvis egli
che una tal cura verso Pesteriore fosse un
simboto convenientissimo della purezza
delPanima con che gli Ebrei praticar do
veano it divin culto.
VAL-DBS-CHOUX. Priorato posto nella
nel sangue della vittima, ne faceva sette diocesi di Langres a quattro leghe da Ch
volte aspersione verso la porta del taberna titton-sur-Seine, in una spaventosa solitu
coto; inne si struggeva Panimale per in dine. un capo dordine, poco conside
tero col fuoco, nel quale dal gran sacerdote rabite per, di benedettini, che vestono
gittavasi legno di cedro, issopo e cocco a cocoiia bianca. Credesi probabitmente sia
due tinte. Raccolte poscia le ceneri della stato fondato sul nire del XIi secoto da
giovenca , venivan recate in un luogo un Guido, religioso della certosa di Lugny.
VAL-DES-COLiERS-Abbazia nella dio
mondo fuori del campo, dove serbavansi
a n che gli Israeliii potessero mischiar cesi di Langres, vicino a Chaumont nel
ne alPacqua che serviva alla mentovata Bassigny e anticamente capo dordine du
puricazione legale. Soto it gran sacer na congregazione di canonici regolari sot
dote poteva offerire quel sacrizio; ma to la regola di s. Agostino. Verso Pa. i2i2,
a qualunque degli israeliti, purch mon Guglielmo, Riccardo e alcuni altri dottori
do iosse, era concesso far Paspersione del di Parigi, disingannati del mondo, si ri
Pacqua mescolata con essa cenere sopra trassero in questa solitudine colla permis
sione del vescovo diocesano, e furon tosto
chi avea mestieri di quella espiazione.
Male informati erano que censori delle seguiti da buon numero di scolari della
cerimonie giudaiche che asserirono essere stessa universit, donde a quelPistituto
stata questa derivata dagli Egiziani. Sap venne la denominazione di Valle degli
piamo da Erodoto, l. n, c. 41 , e da Por scolari. E crebbe esso si rapidamente che,
rio, De abstin, l. x, c. 27, che gli Egi stando alla cronica dAlberico, in men di
zii immolavano bovi rossi, ma onorava venPanni si eressero da sedici case. Il
no le vacche siccome sacre ad Iside; ci prior generale di essa congregazione ot
vien confermato dal profeta Osea, x, l; , tenue da papa Paoto lll la dignit dabbate
it qual narra che i vitelli doro iualzati per s e pe suoi successori. Dalla 1655
da Geroboamo e adorati dal popoto di Sa questo istituto venne unito alla congre
maria eran giovenche. Le cerimonie pra gazione de canonici regolari di s. Ge
ticate dagli Egizii ne tor sacrizii, stando novefa. Le prime costituzioni di questo
ad Erodoto, ibid., c. 58 e 59, non aveauo monastero, istruttive non meno che edi
a far nulla con quelle degli Ebrei test ri canti, furono stampate per opera de be
ferite. Manetone, in Giuseppe, Contra Ap nedettini Martenne eDurand. V. Voyages
pian, l. i, accusa gli Ebrei che usassero lilteraires, t. I, part. i.
VALDESI. Setta deretici che men gran
alPopposto degli Egizii nelto sceglier le
vittime, e Tacito, Hist., i. v, c. 4, osserva rumore in Francia ne secoli Xii e Xlll.
in generale i riti giudaici esser contrarii a Non haccene altra per avventura la cui
quelli di ogni altra nazione. E quando non origine sia stata soggetto di pi quistioni e
avessimo queste autorit, basterebbe quel che abbia prto argomento a piu opposti

vere. Pigliata una vacca di mautel rosso,


senza difetti enon per anco avvezza ai gio
go, veniva condotta al gran sacerdote, che
immolavala fuor degli altoggiamenti alla
presenza del popoto; quindi intinto it dito

la di Mos, che, prima duscir delPEgitto, racconti e a pi calunnie contro la chiesa


a Faraone, it qual volea gli Ebrei sacri
cassero al Dio toro in quel paese, ebbe ri

romana. Il perch dobbiamo studiarci quan

P da noi di sgombrare it buio ond av


sposto: Ci non pu farsi : perocch alSi volto questo argomento.

1192

VA

VA

ll Bossuet nella sua Storia delle varia


zioni delle chiese proteslanti, I. xi, S 7
c segg., ci fa conoscere i valdesi non so
lamente con quel che ne dissero gli scrit

contro ivaldesi verso Pa. stesso, ne dis


corre Porigine e la credenza al modo me
desimo di Rainero: e aggiugne che riget
tavano la messa come istituzione umana
tori contemporanei, ma colla testimonian e le cerimonie della Chiesa, a riserva de
za altres di cotoro che li interrogarono , sacramenti; che, dopo lunga pezza, si
che sadoperarono a istruirti e tatora riu mischiarono, quantunque laici, di udir le
scirono a convertirti. Sappiamo da lui co confessioni ed assolvere; che un tra essi
me questi settarii, detti anche poveri di credette consecrare it corpo di nostro Si
Lione, lionisti, inciaballati dal portar che gnore e si communic da s. Per tal ma
faceano ciabatte o sandali, ebbero origine niera it fanatismo de valdesi and cre
Pa. uoo da un Pietro Valdo mercatante scendo col tempo e traendoli da errore in
di Lione. Si di costui a credere esser la errore. Vedrem poco stante le cagioni di
povert evangelica assolutamente neces un si fatto progresso.
saria per salvarsi, ne porse Pesempio col
Il Basnagio, che dett la sua Storia
dispensare ogni aver suo a poveri, e gli della Chiesa per confutare it BossueLso
venne fatto di persuadere di tal sua opi stiene, l. iv, c. Io, S a , vero padre di
nione altri idioti; i quali perci inferirono questi eretici essere stato Claudio di To
e si diedero a promulgare che i sacerdoti rino, it quale si separ dalla chiesa ro
e ministri della Chiesa, perocch non pra mana nel secoto IX, e i cui seguaci si per
ticavano la povert propria degli apostoli, petuarono nelle valli del Piemonte insino
non eran pi veri ministri di G. C., e al XII, donde verisimitmente venne toro
quindi perduta aveano la podest di ri it nome di valdesi. AlPart. Cuumo m To
mettere i peccati, consacrare it corpo di mo abbiam fatto vedere che questo ere
G. C., amministrare i sacramenti; che qua tico, discepoto di Felice di Urgl, era come
lunque laico praticasse la povert voton it maestro suo nelPerrore degli adoziani
taria avea un poter pi reale e legitimo e che Popinion sua intorno Pincarnazione
di compiere le dette funzioni e predicare stava tra Parianesimo e it nestorianismo,
it Vangeto che non savessero i sacerdoti. errore condannato nel secoto VIll in tre
tsserivano eziandio che, stando alPEvan concitii di sguito. Segli avesse lasciato
gelio, non era lecito giurare in giudizio, seguaci nelle valli del Piemonte, sarebbe
cercar risarcimento dingiurie, far la guer impossibite che dalPa. 825 nel quale Clau
ra, punir di morte i malfattori. Son que dio scriveva, lino al ues, nessuno scrit
sti gli errori pei quali i valdesi venner tore ne avesse fatto motto, che per 580
da principio condannati da papa Lucio lll anni i vescovi di Torino non si fosser
verso Pa. una; altri toro non ne attri punto adoperati a purgar la propria dio
buiscono gli autori sincroni. Per generale cesi dagli errori da colui insegnati, che
opinione, eran que primi valdesi gente di papa Lucio, condannando i valdesi, non
miti costumi e di vita innocente e itliba avesse tor dato carico di nessuna di dette
ta; donde venne it gran numero di pro false opinioni. ll perch affatto inverisi
seliti che fecero trait popoto ed it rapido|mite la geneatogia di questi settarii in
ventata dal Basnagio e da altri protestanti.
allargarsi di tor setta.

Un Rainerio o Banieri Sacho, gi mi


nistro degli albigesi, poi, abiuratine gli
crrori,enttrato Pa. leso ne domenicani, nel
trattato che scrisse contro i valdesi, oltre
le opinioni pocanzi accennate, imputa toro
di rigettare it purgatorio e la preghiera
pei defunti, le indulgenze, le feste e Pin
vocazione de santi, it culto della croce,
delle imagini e delle reliquie,iriti della
Chiesa, it battesimo de bambini, la cre
sima, FEstrema-Unzione e it Illatrimonio.
Dicevano nelPEucaristia la transostanzia
zione non farsi nelle mani di chi consecrava
indegnamente ma nella bocca di chi de
gnamente ricevevala: onde ammetteano
succeder la transostanziazione ogniqual
volta PEucaristia venga degnamente con

Una delle principali questioni se i


valdesi negassero, come i calvinisti, la
presenza reale di G. C. nelPEucaristia e la
transostanziazione. it Bossuet dice che n

Puna n Paltra rigellavano, e to prova colla


testimonianza degli scrittori che partare

no della credenza di questi settarii; e si


veduto pi sopra che n Rainero n
Poliedorf ne fan toro accusa, anzi suppon
gono it contrario. it Basnagio tuttavia pre

tende che i valdesi impugnassero i detti due

dommi, senza per sia riuscito a distrug


gere nessuna delle prove positive recate

dal Bossuet. Dicegli primieramente, S3,


che, giusta it decreto di papa Lucio, i
valdesi teneano sentenze opposte a quelle
della chiesa romana sul sacramento del

sacrata. Pietro Poliedorf, altro che scrisse corpo e del sangue di G. C., sulla remis

VA
sion de peccati, sul matrimonio e gli al
tri sacramenti. Gli chiaro chera di fatto
impugnar la fede della romana chiesa Pin
segnare che un sacerdote ricco e vizioso
non consacrasse it corpo e it sangue di
Cristo, non rimettesse mediante Passolu
zione i peccati, i sacramenti validamente

non pi amministrasse. Cos avvisavano


i valdesi; non negavano per che G. C.
fosse presente nelPEucaristia quand ella
venisse consacrata da un sacerdote povero
e dabbene e che questi non fosse capace
di validamente operare gli altri sacra
menti. Stando a quel che dice Rainerio ,
credeano che nel primo caso la transo
stanziazione avvenisse nella bocca di chi
degnamente si communicasse.
Obietta in secondo luogo it Basnagio
che, a quanto narrano it Poliedorf ed al
tri, i valdesi ripudiavano it sacrizio della
messa , quale istituzione affatto umana;
onde non la credeano. Ma questo storico si
spiega con bastante chiarezza dicendo che
la rigettavano colle cerimonie della chiesa,
trattine i soli sacramenti. Ammettevan essi
quindi almeno la sostanza desacramenti.
in particolare quelto deiPEucaristia, che
consiste nella consecraztone. Lutero an
chesso tolse la pi parte delle cerimonie
della messa, senza per negare it domma
della presenza reale.
it detto critico oppone per terzo al suo

VA

493

Afferma cionondimeno it Basnagio, S l I ,


ns, 18,che Pa. 12i" si movea toro aperta
persecuzione, che avean patite guerre e
stragi, e cos pure negli anni 1595, 1475
e so. Di tutti questi fatti noi abbiam
inutitmente cercato prove positive. lian
no iam non ci ebbe in Francia altro pro
cedimento contro gli eretici chei decreti
del concitio dAlbi, cherano una ripeti
zione di quei del concitio di Totosa eriguar
davano gli albigesi enon i valdesi.La.i8ott
non si pens ad altro nel regno che a trovar
modo di por ne al grande scisma doc
cidente riguardante it papato. Nessun ve
stigio di persecuzioni veggiamo nel 1475.
Nel 1487, regnando Cartto VIlt, it papa

mand Alberto di Cataneo, arcldiacono di


Cremona, con de missionarii perch sad
operassero alla conversion de valdesi.
Ma questi tentativi non faceano che sem

pre pi invipertrti, a tal che trattarono in


guisa brutale i missionarii nelle valli se
gnatamente di Fenestrelles e delPArgen
tiere. ll marchese di Salmes fece marciarvi
soldatesche, e in quelPoccasione ci ebbero
di fatto scontri sanguinosi tra queste e i
valdesi, che si difendevano con vator di
sperato: ma alla tine furon costretti dar
rendersi, abbassar Parmi e imptorare la
clemenza del re-. Da quel punto cess ogni

rigore contressi. Hist. de Vgl. gallica,


t. XVII, l. L, a. 1487. Ma gli costume

avversario, S l8, la relazione dun inqui degli eretici chiamar persecuzione i ten
sitore, della quale slguora la data, e due tativi pi moderati posti in opera a tin
altri documenti iYautenticit piuttosto du
bia; da essa per non gli riusc di trarre
che conseguenze forzate e per nulla com
provanti. Per ultimo, ei confonde i valdesi
con gli albigesi, i quali di fatto non ammet
tevano n la presenza reale n la transt
stanziuzione: ma it Bossuet fe vedere Pe
norme differenza che era tra it sentire di
queste due sette nelPorigin toro; it per

distruirti.

Come mai it Basnagio pot ostinarsi a


confondere i valdesi con gli albigesi? Eran
questi, come venne mostrato dal Bossuet,
veri manichei. Giusta it Basnagio,i valdesi
eran seguaci di Claudio di Torino; it qual

eretico non fe mai professione di mani

cheismn. Questo critico alleg Pautorit


di Guglielmo di Puylauriens, it quale no
ch nessuna itlazione si pu fare dalPuna verava tre diverse sette nelle vicinanze
dAlbi, manichei, ariani e valdesi; capar
aiPaltra. V. ALBIGEsI.
Altro punto controverso di qual modo biaggine la perci it voler atbbiare ai
sieno stati trattati i valdesi inn dal toro Puna quelto che soto alle altre pu affar
sorgere. il Bossuet vuole che nessuna per si, e mal si lusing it Basnagio daver
secuzione sia stata tor mossa; gli contra messo a terra it suo avversario.
Perci it Mosemio , che meglio ebbe esa
dice it Basnagio, afermando che, giusta it
tenore del decreto di Lucio lll, cotoro che minato la questione e raflrontato gli au
ricusavano dabiurare i proprii errori do tori tutti che ne portarono, si scost dal
vean esser messi in mano rgiudici seco parere di lul, sponendo alto stesso modo
lari per sostenere il castigo dovuto al lo del Bossnet Poriglne e la credenza de
ro delilto. Contessa per colate sentenza valdesi. Hist. eccles. , sec. XIl ; part. n,
non essere stata mandata ad effetto per c. s, S u e i2. Fu toro scopo, dice

ch i papi avean altre facende a cui ha

gli, non gi introdurre nuove dottrine

dare. Quali che si fossero le ragioni del nella Chiesa n proporre nuovi articoli di
Paver dimenticato cotali settarii, it fatto fede a cristiani, si solamente riformare it
regime ecclesiastico, ricondurre it clero e
certo.

494

VA

VA

it popoto alla semplicit e purezza pri

devaldesi,non fosser troppo informati de

mitiva de tempi apostolici. Vien poscia


sponendo le opinioni toro al modo stesso
di Rainerio e di Poliedorf. Dice,S l5,che
i valdesi commettevano it governo di tor
chiese ai vescovi, sacerdoti e diaconi, i
quali tre ordini riguardavano come istitu
zione di G. C., ma voleano che chiunque
vi apparteneva facesse ritratto dagli apo
stoli e fosse, come questi, itletterato, po
vero, senza beni temporali e procaccian
lesi la vita col lavoro delle mani. l laici
eran partiti in due classi: Puna decri
stiani perfetti, che spogliavansi dogni
cosa, vestivano poveramente e menavano
dura vita; Paltra dimperfetti, che vivea
no come it rimanente degli uomini, ma
fuggivano ogni lusso e superuit, come

delitti commessi nelle crociate n gran


fatto commossi delle dissensioni tra i papi
e gli imperadori: n dovea toro molto im
portare degli abusi a cui potessero lasciar
si andare i vescovi nelPuso di tor pode

st temporale. Volevano che i pastori della


Chiesa fosser poveri e senza lettere come
gli apostoli, e, come questi, badassero a
lavori manuali e calzassero i sandali; ar
ticoli per toro avviso importanti che nulla

pi, giacch li trovavano prescritti nel


PEvangelio. Mare. vi, 9, etc.
Altro grosso abbaglio del nostro tosofo
si fu it mettere in mazzo i valdesi con
gli albigesi o buon-uomini. Questi erano
manichei, come fece vedere monsig. Bos

suet; i veri valdesi no l furono mai. Gli


fecero dappoi gli anabattisti. Del resto, it albigesi eran conosciuti in Francia n
Mosemio non fu tanto ardito daccagionarti
negassero la presenza reale e la transo
stanziazione.
Unimportante osservazione per egli
fa, cio che i valdesi dltalia non la pen
savano come quedi Francia e degli altri
paesi dEuropa. l primi teneano la chiesa
romana per la vera chiesa di G. C., tut

dal i6al sottoit regno diRoberto; Pa. I 147,


venPanni prima che comparisse Pietro
Valdo, s. Bernardo erasi trasferito nelle
provincie meridionali di essa per istruirti
e convertirti: Pesterior dimesso del santo
abbate non valea certo a dare un alto con
cetto della opulenza de monasteri, e gli

altri missionartl del suo ordine non si sco


toch guasta e sgurata; ammettevano i staron punto dalPesempio di lui. Hist. de
sette sacramenti, aveano per Iegitimo it Vgl. galt., t. X, l. xxix.
possedimento de beni temporali e pro
opinion generale che semplici, man
metteano di non far mai scissura da essa sueti e di santa vita fossero i valdesi; fe
chiesa, purch non fosser molestati nella nomeno non punto strano, trovandosi di
toro credenza. l secondi, pi fanatici, non consueto ne popoli abitanti le gole de
volean posseder cosa al mondo; asserivano monti. Lontani dalle citt e dalla corrut
la chiesa romana avere apostatato e ri tela di queste, intenti a pascer greggi e
nunziato a G. C., non esser pi retta dalto coltivar terreni, ridotti it verno alla sola
Spirito Santo, esser la meretrice di Babi societ domestica,non altri adunamenti co
tonia ricordata nelPApocalisse. La qual dis noscono da quelli di religione in fuori;
tinzione del Mosemio, confermata dalPau non fanno uso di vino, ma sol di latticinii:
torit di parecchi antichi autori e sfuggita non cosa tanto facite che sinfettino per
al pi degli storici, ne sembra di gran malizia i tor costumi. Tali per non erano
dissima ritevanza e opportuna a concitiare gli eretici che nel XIi secoto disastravano
le contradizioni che sincontrano ne di la Linguadoca e le vicine provincie sotto
versi racconti che abbiamo intorno ai it nome dalbigesi. La. u" Pietro it ve
valdesi.
nerabite, abbate di Cluny, scriveva a ve
Un de nostri storici toso o, a dir me scovi dEmbrun, di Die e di Gap come si
glio, romanzieri ci dipinse questa setta in vedessero con inaudito misfatto, appo i cri
modo fantastico, giovandosi della propria stiani, ribattezzati i popoli , profanate le
imaginativa e degli scritti de caivinisti. chiese, rinversati gli altari, arse le croci,
Ne ascrive egli Porigine alPorrore destato frustati i sacerdoti, avvelenati imonacie
da misfatti che si eran commessi nelle costretti con minacce e supplizii a prender
crociate, dalle discordie de ponteci e de moglie, ec. Fleury, Hist. eccles. , l. Lxix,
gli imperatori, dalla soverchia ricchezza n. 24. Come mai it nostro tosofo abbia
de monasteri, dalPabuso del poter tempo potuto confondere con questi forsennati i
rale per parte de vescovi. Pur que set valdesi, di cui ci vien vantando la man
tarii nessuno mai di tali motivi addussero suetudinee Pinnocenza, non sappiam com
per giusticare Pinveir che faceano con prendere.
tro it clero. Avvi ragion di presumere che
Contro degli albigesi turbolenti, sedi
i tessitori, icalzolai, gli operai, gli idioti. ziosi, sanguinarii, non gi contro de val
onde componevasi principalmente la setta desi, spedi papa Innocenzo lll inquisitori

VA

VA

nel use e promulg una crociata dieci


anni appresso. Ebbe questa luogo nella
Linguadoca soltanto: le scene pi orribiti
avvennero in Beziers, Carcassona, Lavaur,
Albi, Totosa, nessuna nelle valli delle alpi
sia di Provenza sia del Deliinato,ove si pre
tende si fosser ricoverati i valdesi. Soto a

chera la setta principale, pullulata alPen


trare del secoto precedente; 2." begardi,
srti quasi al medesimo tempo; 5. petro
brusiani, discepoli di Pietro ed Enrico
Bruys; 4." seguaci di Tanchelino e dAr
naldo da Brescia; i1." incapucciati; 6. nal
mente i valdesi onde partiamo. Questi fa
natici moltiformi, zotici tutti e feccia del
popoto, non iscrupoleggiavano gran fatto
in materia di dommi e davansi gli uni gli
altri la mano per sostenere it commune
interesse. Come presso i protestanti buon
cristiano chiunque si dichiara avverso al
papa e alla chiesa romana, cosi tra settarii
del Xll secoto si avea per bastantemente
ortodosso chi levasse la voce contro it go
verno ecclesiastico.
Noi non dubitiam punto che buon nu
mero di cotali valdesi non si sieno me
scolati con tutti quedeclamatori e non
abbian fatto causa commune con essi e
adottatene in parte le opinioni. ll perch
papa Gregorio X,scrivendo nel i575 ai
vescovi del Dellinato a tin di eccitar il
toro zeto contro gli eretici, mette insieme
i patarini, i poveri di Lione, gli arnaldi

creduli ignoranti potr it nostro storico

4 95

romanziere dar ad intendere che sul nire


del secoto XII la Linguadoca riboccasse
di valdesi, i quali fosservi perseguitati col
ferro e col fuoco.
Che i superstiti tra toro rimasi ignorati
nelle incolte valli che stendeansi tra la Pro
venza e it Delnato dissodassero que terre
ni steriti e con incredibiti fatiche li rendes
sero atti al sementare ed ai pascoli e cos
ne arricchisseroi signori, pretta favola.
Le valli delPalpi, vogliasi dalla parte di
Francia ovver del Piemonte, non furono
mai disabiiate, neppure al tempo del pas
saggio dnnibale; le alpi cozzie , oggidi
ltoncenisio, tra it Delnato e it Piemonte,
eran dette da Romani Cottii regnum ,
onde non eran punto pi deserte di quelto
sieno al presente. Il terreno di esse valli
fu sempre opportunissimo ai pascoli dopo sti e i fraticelli. Hist. de Pe'gl. galt.,
to scioglimento delle nevi, e fertitissimi t. XIV, l. 41.
sono i tratti di terra che vi si scontrano.
Non ci dee impertanto far maraviglia
La popolazione visi aumenta perch gli che Rainerio e Poliedorf, i quali cono
abitanti non espatrian punto, non sono scevan meglio i valdesi di Francia che non
esposti ai disastri della guerra, godono quei dltalia e scrissero un secoto soltanto
dopo la tor comparsa , abbian attribuito
dunaria pura, ed ben costumata.
Da tutte queste osservazioni emerge che, toro errori di cui in origine erano in
a voler formarsi una esatta idea de val fetti. ln secondo luogo, non dee parere
desi, mestieri distinguere le diverse epo strano che gli scrittori contemporanei non
che della toro eresia e le varie contrade abbian sempre saputo distinguere ci che
ove ne furon trovati. Che Pietro Valdo e ciascuna di cotali sette avea di particolare,
i suoi emissarii abbian di leggieri sedotto che parecchi li abbian confusi sotto it no
gli abitanti delle alpi, poveri, ignoranti, me generico dalbigesi o quel di valdesi.
tontani dalle chiese, da pastori e dasus Per terzo, pu darsi che alcuni valdesi,
sidii della religione cosa naturale; come avendo preso parte agli eccessi degli altri
pure che i suoi errori abbian varcato i eretici con cui andavan misti, sieno stati
monti e sien giunti tin nelle valli pie compresi nella condanna pronunziala con
montesi, non punto strano. Dovettero tro tutti e perseguitati indistintamente sic
questi rimanere i medesimi nch que come rei degli stessi misfatti.
valdesi non communicarono con altri ere
Egli certo che i cosi detti coterelli, ro
tici. Perci nel lo" Claudio di Seyssel tieri, triaverdini, corrieri, mainadi eran
arcivescovo di Torino attribuiva tuttavia seelerati della razza de circoncellioni de
ai valdesi della propria diocesi la stessa donatisti, demasnadieri nel secoto XIll
dottrina per la quale erano stati condan appellati ribaldi e degli anabattisti chia
nati Pa. una e che fu fedelmente sposta mati pastoricidi in Inghitterra. Nessun de
litto facea toro spavento, vendevano it
dal Bossuet e dal Mosemio.
Ma la quasi impossibit cosa che quelli proprio braccio a chiunque li pagasse, e
al di qua de monti non abbiano ben pre sotto it cotore di religione si ieneano sicuri
sto aggiunto di nuovi errori: di ci age della impunit. E appunto per frenare i
volmente potr farsi capace chi ponga guasti che menavano indisse papa Inno
mente alle tante sette ondera infestata la cenzo lll nel 1208 una crociata. Non poca
Francia nel XII secoto, contandovisi l." al mala fede perci avvi per parte de pro
bigesi, detti anche calari o buon-uotnini, testanti e degli increduli a voler lar cre

496

VA

VA

dere chei valdesi siano stati perseguitati


Sciagura volle che insieme colla nuova
col ferro e col fuoco, non ostante la toro dottrina adottassero to spirito sedizioso
innocenza e mansuetudine. Altorch se ne e violento de calvinisti. Fin dalPa. i650,
stetter cheti si and forse a guerreggiarti dopo tor conferenze co protestanti, avean

nelle valli del Piemonte?


prese le armi e seran difesi contro le
Quando fossero stati in generale quali pratiche de vescovi e del partamento
atfettarono di pingerti i calvinisti, non dAix, perch si era fatto toro sperare sa
veggiamo qual pro tor ne venga dalto an
noverarti tra toro antenati n che lustro
una tal setta conferir possa alla toro. I vat
desi eran gente idiota e avrchber deside
rato l sacerdoti non pi scienziati di toro.

rebbero quanto prima aiutati. Nel i555

e giacch questi non tenner mai gli ana

Gurtn inacerbirono P animo del re e gli

Francesco I accord ad essi unamnistia a

patto che abiurassero i toro errori.La.nsla


o it successivo, smttrupparono, presero le
armi, gittarono a terra altari, posero a
Eran fanatici, perocch la dottrina toro sul sacco chiese e commisero altre enormezze.
la povert votontaria, sui giuramenti in giu Per questi fatti, che i toro apotoglsti si
dizio e sul castigo de malfattori era dot guardarono datP ammettere, it partamen
trina distruggitrice d ogni societ. Eran to dAix eman una sentenza contro di
caparbii tali da non poter riuscire in tre essi. Se non che it card. Sadoleto, vescovo
cenPanni di missioni e istruzioni a trarti di Carpentrasso, si fe lntercessore per
da tor pregiudizii. La credenza toro ri toro appo Francesco I, e Pesecuzione della
traeva assai pi da quella degli anabatti sentenza venne sospesa. Ma it primo pre
sli che da quella de settatori di Calvino; sidente d0ppede e Pavvocato generale
battisti per toro fratelli, vera ridicolag fecer credere che sedicimita valdesi ml
gine it darci i valdesi per tor padri. Ma ravano a farsi padroni di Marsiglia. Il per

it procedere di questi settarii ne fa vedere ch fu dato ordine di sterminarti; i vit


laggi di Merindol e di Cabrires furono

gli effetti che produr suole sopra igno


ranti indociti la lettura delle Sacre Carte:
essa li rende fanatici e incorreggibiti; ve
demmo accadere to stesso al sorgere della
pretesa riforma in Germania, Francia ed
Inghitterra. Il Basnagio volle darci ad in
tendere che Pietro Valdo fosse uomo di
lettere, che avesse tradotto gli evangelii
ed altri libri della Scrittura: la una men
zogna: li fece tradurre da un prete Ste
fano dEvisa e la fatica non riusc a buon

ridotti in cenere e quasi quattromita per


sone trucidate.
I nostri scrittori moderni tevarono tut
quanti a gara la voce contro un tal crudele
procedimento; ne esaggerarono le circo
stanze n si rimangono dal citartto qual
esempio degli effetti dun mal regolato ze

to di religione. Ma gli un farsi gabbo

de lettori ignoranti Pattribuire quella san


guinosa spedizione alto zeto di religione
anzi che alto sdegno suscitato dal sedi
frutto.
Al sorgere della pretesa riforma venne zioso procedere de valdesi. Mal fecero,
a valdesi udito cos in confuso come nella per fermo, due magistrati ad esaggerare la
Svizzera e nella Germania ci fosser uo cotoro colpa nel mentre che un vescovo
mini che gridavano al par di toro contro dimandava grazia pe rei; ma cotoro da

de pastori cattolici. Il perch nel i8so vi tutPaltro che da zeto di religione furon
spedirono deputatt,i quali conferirono con condotti a fartto. Lavvocato Gurin fu ac
Bucero ed Ecolampadio: dal racconto cusato davarizia e daver tentato appro
stesso degli storici protestanti ritevasi che priarsi parte de beni conscati; e it pre
la credenza de valdesi era altor diversa sidente d0ppede daver proceduto per
da quella decalvinisti. Il Basnagio non os vendetta contro varii privati. Il fatto sta
mover contesa circa questo punto. Ma, sei che it vitlaggio d0ppede, da cui pigliava
anni appresso, Favel ministro di Ginevra it nome, venne distrutto n pi n meno
venne a capo di far toro abbracciare ll degli altri, e dieci o dodici famiglie cat
calvinismo. La confession di fede che pre toliche di llierindol furono avvolte nella
sentarono al re verso it H0 era lavoro strage generale: ne sarebbero di certo
de ministri ugonotti che aveano accolti state preservate, se la religione ci fosse
presso di s. Negavano in essa la presen punto entrata in quella carniiicina.
za reale e la transostanziazione, it culto
Il nostro storico tosofo volle a tal pf0
della croce e de santi, it pregare pei mor posito farci credere che it motivo della
ti, Passoluzion sacramentale; altri sacra sentenza pronunziata dal partamento di
menti non ammetteano fuor che it Batte Provenza contro i valdesi fu la tor con
simo e la Cena, ec. Non eran pi quelle fession di fede del 1540 e Pintenzione di
le opinioni de tor padri.
punire eretici ostinati. Ma non si dovea

VA

VA

497

dimenticare la tor ribellione del nssse ranza e una cieca avversione al clero cat
Pamnistia ad essi accordata dal re: unam
nistia suppone ben altro che semplici er
rori. E perch quella grazia recava per
condizione che i valdesi abiurassero la to
ro dottrina, ei dice che non si abiura una
religione succhiata in un col latte e a cui si
sacricano i beni tutti di questo mondo.
Ma quegli eretici non avean altrimenti suc
chiata col latte la retigion calvintsttca, da

tolico; gli questo tutto it frutto tra essi


prodotto dalla lettura della Scrittura sacra,
che non erano capaci dintendere. Pochis
simo scrupotosi in materia di dommi, li
cangiavauo ogni qualvolta Pinteresse toro
parve richiedertto, saccompagnarono in
differentemente quante furono sette ne
secoli XII e Xlll, senza impacciarsi di
quel chesse si credessero o non credes
toro appena dianzi abbracciata, n sap sero. Arrendevoli, timidi, ipocriti quando
piamo di quai beni insino altora avesser si sentivan acchi, studiavan soto a ce
fatto sacrizio.
larsi sotto un esteriore cattolico: mentre
Dice che quegP infelici non pensavan sosteneano non esser lecito it giurare in
punto a ribellarsi, perocch non fecero giudizio, non avean difcolt di spergin
nessuna difesa e fuggirono da tutte parti rare a n di dissimular la propria creden
demandando misericordia. - Qual mai di za; condannando la guerra in generale,
fesa avrebber potuto fare nel 1548 con pigliarono Parmi contro i proprii princi
tro un esercito spedito a n di eslermi pi; quando si volle impedir toro Peserci
narti? Nel i545 nondimeno gli abitanti zio della propria religione, si gittarono ai
di Cabrires, vitlaggio del Comitato, spal tumulti in un cogli altri eretici e si tinser
leggiati da proprii fratelli di Provenza, pi volle le mani del sangue degli inqui
avean per ben due volte respinte le sol sitoci e de missionarii che avean tentato
datesche ponticie insino alle porte dAvi distruirti. Tali furono e saranno dogni
gnone e di Cavaglione: it papa aveva im tempo le sette eretiche.
VALENTINIANI. Antica setta di gnosti
ptorata Paita del re per ridurre al dovere
que rivoltosi, e Francesco I, con lettere ci, srla al principio del ll secoto della
del u dicembre di quelP anno, avea dato Chiesa, poco dopo la morte delfultimo de
ordine al governator di Provenza che pre gli apostoli. Valentino, capo di quelPere
stasse mano forte al legato: alP a. nna sia, era dorigine egiziano, ed opinion
eran dunque avvenute gi due rivoluzioni commune che avesse cominciato a dom
di valdesi quando venner perseguitati col matizzare nella propria patria: ma avendo
ferro e col fuoco, e la distruzione di Me tentato di spargere i suoi errori in Roma,
rindol era stata particolarmente comman ne fu cacciato e ritirossi nelPisola di Ci

data perch que settarii vi si affortica

pro, ove gitt le fondamenta della sua

rono. Nel 1su aveano chiesta la prote


zione de principi luterani di Germania
raccolti in Ratisbona e naveano ottenuta
una calda raccommandaztone presso Fran
cesco l il quale non potea veder di buon

setta; e di t si diffuse essa in una por

occhio una si fatta pratica. Hist. de Vgl.


gallie, l. LIn, a. su.
AlPultimo, si pretende dal nostro fittosofo

che quelPatto crudele contro de valdesi

zione delPEuropa, delPAsia e delPAfrica.


Le opinioni di Valentino ci son fatte
note dai padri antichi che le confutarono
e da qualche frammenti delPopere di lui
o de suoi discepoli conservatici da me
desimi padri. ammetteva un soggiorno
eterno di luce, da lui chiamato pleromu o
pienezza, nel quale abitava la Divinit: in
esso coltocava una oltitudine di eoni o
intelligenze immortali; erano trenta quai
maschii, quali femine: distribuivali in
tre ordini e supponevali nati gli uni da

sia stato cagione di nuovi progressi al cal


vinismo, avendone un terzo della Francia
abbracciate le opinioni. Non vero. Sol
tanto nel 1558, sotto it regno dEnrico li,
dieci anni dopo morto Francesco I, comin gli altri, dava toro l nomi e ne iacea la ge
ci in Francia a progredir rapidamente it neatogia. ll primo, a detta sua, era Bythos,
calvinismo: altre cause pi potenti vi con la profondit, da lui appellato eziandio
tribuirono, e poco manc non venisse to Propater, it primo padre; davagli per mo
sto abbracciato da un terzo del regno. Ma glie Ennoia, Pintelligenza, altrimenti Si
nulla costano le menzogne al nostro scrit ge, it sitenzio: dalPunion toro eran nati to
tor di romanzi. In altra sua opera invent spirito e la verit, i quali aveano essi pure
calunnie ancor pi atroci sul rigore onde prolicato , ec. G. C. e to Spirito Santo
si procedette contro i valdesi.
eran gli ultimi di tali eoni e non avevano
Per poco che si rietta sulla condotta di avuto discendenza. lnutit opera sarebbe
questi settarii,scorgesi non altro appo toro it venirci allungando su tali personaggi
avervi di certo se non se una crassa igno fantastici, parto di cervelto dissestato. Egli
25
Benoien. Vol VI.

498

VA

VA

i per commune avviso de dotti che Va poetico delle favole non era acconcio a
lentino non fu it primo autore di cotesto spiegare un sistema di teotogia e sei po
mostruoso sistema, chesso era stato gi tea servire a gabbare it popoto e trartto al
inanzi insegnato da altri gnostici e chegli politeismo, come fecero i bramini e ipoe.
Chi si ostinasse a credere it contrario,
Pavea soltanto ordinato a modo suo.
S. treneo, che visse poco dopo quelPe non troverebbe tuttavia nella geneatogia
resiarca e avea conversato con parecchi degli eoni n esattezza u ragionevolezza.
discepoli di lui, si occup a confutar quella Quale stranezza maggiore del chiamai Dio
dottrina nel suo libro contro le eresie, fa o it primo essere it vuotoo la profondil
cendo vedere esser la medesima un tessuto e dargli per abitacoto la pienezza, idee
di sogni, assurdit, contradizioni ed errori che son tra toro in opposizione? Sia pure
grossolani, insomma un vero politeismo. E che cliiamisi it prima Padre ed abbia
nondimeno ebbevi nel secoto andato de avuto a compagna Pinlelligenza; ma che
critici che tentarono rimettere in onore la questa intelligenza sia al tempo medesimo

memoria di Valentino e suoi pari, e fecero it silenzio, goffo errore. lddio, mente o
ogni possa a n di trovar ragionevolezza
e criterio in un caos di sogni, riguardati
dai padri della Chiesa come aberramenti
di teste uscite di senno. il Beausobrc par
ticolarmente, nella sua Storia del mani
cheismo, l. m, c. 7, S e, e c. mS o e segg.,
tent Pimpresa, sostenendo non essere poi
it sistema di Valentino tanto ridicoto quan
to a prima faccia appare; essere un me
todo mistico ed allegorico di spiegar gli
attributi e le operazioni di Dio; averti
quelPerelico personicali giusta, Pusanza
de toso di quel tempo; ridursi alle stes
se stessissime idee di Pitagora e Platone,
i quali le avean derivate per avventura
da Caldei. Vuole che i padri non abbian

intelligenza eterna, non fu mai senza pen


sare, non fu dunque mai senza it suo
Verbo ossia senza la sua parola interiore,
equesto Verbo al pari di luieterno: que

sta la ragione per cui dai padri pi an


tichi fu detto non essere it Verbo emanato
dal silenzio, s. Ignal. ep. ad Magnes,
n. o; perocch, secondo s. Giovanni, era
presso Dio ed era Dio. N pi senno ci
ha in far nascere dal primo Padre e dalla

mente to spirilo e la veril. Se to spirito


la sostanza intelligente, egli Dio stesso
e non quindi it suo l-igliuoto; se la la
colt di pensare, Pintelligenza stessa, si
che Puna non itgliuola delPaltra: sendo

la verit un puro termine astratto, la


clto it vero senso di quel che dicevasi stoltezza assegnarte padre e madre. Non
da valentiniani e a torto siensi adoperati meno ridicoto it rimanente della genea
a crear odio a quella dottrina.

togia, come fu dimostrato da s. treneo.


2." La inescusabite affettazione quella
dopo averta esaminata. NelPHist.christ., di rigettare come fa Valentino it senso

Non entr in questavviso it Mosemio,

l. n, S s5 , e nelPHist. eccies. , sec. il, letterale pi chiaro de testi scritlurali,


part. n, c. s, S le e i7, convenne che, del voler tutto intendere in signicato mi
sotto qualunque aspetto si guardi cotesta
dottrina, non verr mai fatto di scorgervi
apparenza di buon senso e dortodossia ,
e che tutti quelli che vi si misero attorno
ebber gittata la fatica. Siamo noi pure del

stico, allegorico e cabalistico. Pretendeva


egli scorgere i suoi trenta eoni netren
P anni passati da G. C. sulla terra, nelle
diverse ore in cui it padre di famiglia
manda operai a lavorare la sua vigna,

suo parere, n ci far mestieri di lungo Malth. xx. Si fatte arbitrarie e forzate al
esame per dimostrartto.
l." lndarno si vorrebbero pigliar gli
eoni di Valentino per idee metasiche ed
astratte degli attributi e delle operazioni
della Divinit: dal modo ondei partavane,
dalle azioni e caratteri che toro attribuiva
appar chiaro com egli li desse per enti
realmente sussistenti; it nome stesso deo
ne, che signica essere vivente, intelligen
te e immortale, n la prova: in che senso
pu esso darsi a qualit astratte? Ove si
cccettuino i bramini indiani e i mitotogi
greci, nessuno spinse mai tanPoltre tali

bert di persouicare gli esseri: n Pita


gora n Platone non vi pensarono mai. Do

lusioni indicano un furbo che, non cre


dendo al cristianesimo, voleva dar ad in
tendere acristiani davere attinta la pro

pria dottrina a tor libri. it perch i com


mentarii de suoi discepoli sul vangelo
di s. Giovanni, dequali i padri ci diedero
qualche frammenti, sono un caos di sogni
inintelligibiti, non ad altro destinati che
a crear stupore negli idioti.
5." Non poteasi da Valentino negare es
ser la sua dottrina dirittamente contraria
alPEvangelio quale veniva inteso da cri
stiani , e perci alla credenza universale
de fedeli. Aveva egli bel sostenere daver
la appresa per via distruzioni secrete da

veauo i valentiniani avvedersi che to stite G. C. date ad alcuni desuoi apostoli,e da

VA
questi essere stato commessa a discepoli
dati: se gli ammaestramenti doveano star
segreti, ei faceva male a propalarti. Per
nuovo trattodimpostura vantavasi daver
li cavati da un libro scritto da s. Mattia ed
esserne stato indettato da un Teodoto di
scepoto di s. Paoto, personaggio niente pi
reale del preteso libro di s. Mattia. G. C.
non avea avuto mai, come i toso, due
dottrine, Puna pel popoto, Paltra per di
scepoli prudenti, ma sera occupato prin
cipalmente ad ammacstrare it popoto rozzo
e avea ordinato aproprii apostoli di pre
dicar Plivangelio agli uomini tutti quanti,
Mare. xvi, i8, di dire sopra i tetti, cio in
publico, quel chegli avea detto toro al
Porecchio, Matth. x, 27, e ringraziava it

VA

499

Per tal maniera venne a smarrirsi intera


mente fra gli uomini la conoscenza del

Dio vero, e la corruttela si fe tra tor ge


nerale. ll perch i valentiniani tenean

Pantico Testamento non come opera di


Dio ma qual produzione d un nemico di
lui; errore seguito poscia da marcioniti e
da manichei. Essendo per certo che dalla
creazione del mondo insino al tempo di
Valentino due religioni soltanto ci ebbero
sulla terra, quella vogliam dire degli ado
ratori del creatore e quella degli etnici
che prestavan tor culto ai genii o spiriti
motori della natura , ne conseguiterebbe
che pel corso di quattromita anni it pre
teso vero Dio de vatentiniani non fu co
nosciuto da persona n da nessuna crea
Padre suo che la verit venisse rivelata tura in nessun tempo onorato di culto.
ai semplici ed agli idioti, e nascosta ai sa Per tutti que secoli dormi di fermo pla
pienti e ai dotti, Luc. x, 21 : col che avea cidamente nel pleroma, senza darsi un
anticipatamente condannato le orgogliose pensiero di che che avvenisse in sulla
pretensioni degnostici e di tutti i pretesi terra. Perch mai doveva egli impacclarsi
dun mondo fabricato senza it suo assen
itluminati.
4. Valentino unidea affatto trta for timento o della razza umana, di cui non
mavasidella natura divinaial primo Padre era padre? c con che titoto avean questi
non attribuiva n la cognizione di tutte le a indursi a prestargli omaggio?

cose n Ponnipotenza n la presenza fuor


del pteroma n la providenza universale
n Pabitit di mantenere la pace e it buon
ordine negli eoni componenti la sua fami
glia. Giusta it sistema de valentiniani, gli
eoni eran soggetti alle passioni ed ai vi

6.Ma nalmente, destatosi da un si lungo


sonno, lddio concepi it disegno di riparare
a mali cagionati dalPeone formatore del

mondo: fe nascere due altri eoni pi per

fetti degli altri, cio it Cristo e to Spirito


Santo. A tin di mandare it Cristo sulla ter
zii delPumanit, alPinvidia, alla curiosit ra, vi fe comparir Ges sotto le apparenze
vana, alP ambizione, alP orgoglio, al ri duomo, ma avente soltanto un corpo
beltarsi contro it volere di Dio. Quel tra sottite ed aereo, che pass puramente pel
toro che avea fabricato it mondo Pavea seno di Maria come Pacqua per un con
fatto senza saputa di Dio e contro it bene dotto, del resto due anime come gli al
ptacito di lui. ll modo stolto onde Valen tri uomini, animale P una , Paltra spi
tino spiegava la nascita delP universo fa rituale. Altorch fu battezzato nel Gior
ceva piet. Credeva , al par di Platone , dano, discese in lui it Cristo sotto la
che gli astri fossero animati, che Puomo forma di cotomba e gli communic una
avesse due anime, Puna animale e sensi virt sopranaturate, merc di cui oper
tiva, spirituale Paltra ed immortale; ma prodigli. Egli apprese agli uomini che ,
non diceva donde tali anime procedesse per gradire al Dio vero e giugnere alla
ro, se fossero altrettanti eoni; n meglio suprema beatitudine, non s'avea pi ad
de pagani toso comprendeva la natura adorare it Dio degli Ebrei n que de pa
delle sostanze spirituali. ll Beausobrc con gani, ma si it Padre in tspiriloe veril.
fessa ei pure che i valentiniani non rico Per la qual cosa Ges venne in odio a
noscevano veruna sostanza del tutto in que varii eoni o genti, i quali, per ven
detta, istigarono gli Ebrei a dargli morte.
corporea.
s." Secondo tal favotoso sistema, Peone Ma egli fu crocisso e morto solamente in
artece del mondo sali in tanta superbia apparenza, conciossiach patir non potes

per Popera da s fatta che tent di farsi se n morire in realt perch sottite e
riconoscere per unico Dio: nel che riusc dimpassibite corpo rivestito.
riguardo agli Ebrei mandando tor de proLaonde i valentiniani non ammetteano

feti,i quali fecero ad essi credere non dar- n la generazione eterna del Verbo n la
si altro Dio che it creatore del cieto edella
terra. Gli altri spiriti, coltocati negli astri
c nelle varie partideiPuniverso, seguirono
Pesempio suo e si fecero adorar dai pagani.

sua incarnazione n la divinit di G. C.


n la redenzione del genere umano nel
proprio senso, facendo consistere tal re
denzione nelPesser G. C. venuto a sottrar

200

VA

VA

re gli uomini alPimpero degli eoni, nelto tor setta, i diversi errori da ciascuna adot
aver dato toro ammaestramenti ed esem tati. Quanto egli ne riferisce vien confer
pli di virt e additato it vero mezzo di mato da Clemente alessandrino, Tertullia
arrivare alPeterna felicit. ltla se credean no, Origene, s. Epifania, e dagli estratti per
veramente esser G. C. P inviato di Dio , questi datici di non poche opere de va
doveano mostrarsi pi riverenti e dociti lentiniani; it perch non pu it racconto
alla parola di lui. Siccome la formazione suo essere sospetto.
della carne delPuomo attribuivano non a
Nel secondo libro.c. t,comincia col di
Dio ma al fabricator del mondo, riguar mostrare che, essendo lddio PEnte primo
davanta qual sostanza essenzialmente cat o PEnte eterno, necessariamente it Dio
tiva n ammettevano chella avesse un soto; che la sua essenza, potenza, cogni
giorno a risorgere.
zione e gli altri attributi non han potuto
Abbiam gi notato che Valentino non esser da che che sia circoscritti; ch as
fu Pautor primo di tutti questierrori; ven surda cosa it crederte chiuse nel pleuro
nero essi, o prima o dopo di lui, insegnati ma e trgli la conoscenza di ci che era
da altri entusiasti, i quali li aggiustarono oltre quelto; che non ci ha maggior ra
ciascuno secondo it proprio capriccio Di gione di ammettere due, tre o trenta eoni
cesi fosser suoi discepoli Totomeo, Secon che mitle; che la costor geneatogia involge
do, Eracleone, Marco, Colarbasio, Bardesa contradizioni non poche. Soltanto da que
ne, ec.: di ciascuno di questi abbiam fatto sto si fa aperto come s. treneo abbia otti
parola sotto i nomi delle sette onde furono mamente saputo cogliere le conseguenze
fondatori. Gli oti, i doceti , i severiani, delPidea dEnte necessario , esistente da
gli apostolici, gli adamiti, i cainiti, i se s, conseguenze cui nessun antico eretico
tiani, ec., furono tanti rami usciti dal me o tosofo seppe mai vedere e che scalza
desimo tronco; non si pu cionondimeno no dalle fondamenta i tor sistemi quanti
segnar precisamente n Pepoca di toro sono. Le dette conseguenze furono del
origine n le contrade ove dommatizza pari svolte da Tertulliano nel suo libro
vano, n in che differissero le toro opi Contro Ermogene. ll Beausobre, per
ispirito di contradizione, tent giusti
uioni.
S. treneo li ebbe confutati tutti quanti, care due o tre articoli della geneatogia de
dimostrando contro demedesimi Pnnit di gli eoni, ma non si volle provare ac0n
Dio, unico creatore e reggitore della ma futar le conttradizioni mostratevi da s. fre
teria e del mondo, la stoltezza della ge neo, n impugn it principio fondamen
neatogia degli eoni , la nullit delle pre tale posto dal santo dottore , dal quale
tese tradizioni secrete contrarie alla tra risulta che se ci ebbero eoni o esseri sus
dizion publica e costante delle chiese ton sistenti da Dio distinti, le son creature e
date dagli apostoli, la generazione eterna non gi esseri necessarii ed eterni, e che
del Verbo e la sua incarnazione, la reden in mano dlddio per conseguente stette it
zione del mondo per G. C. operata, ec., ec. circoscriverne come a lui piacque la scien
Non sarebbe necessario it ripeter gli ar za, potenza e natura.
gomenti dal santo vescovo addotti, se i
Nel c. a." s. treneo fa vedere che lddio,

protestanti si fosser mostrati pi equi. Ma, onnipossente com, non ebbe uopo n di
perciocch parecchi di toro sostengono cooperatori n di strumento n di materia
avere i padri in questa controversia spes preesistente per fare it mondo, che tutto
so tortamente ragionato e mal clto it sen ha fatto mediante it suo Verbo o la sola
so delPespressioni de toro avversarii o sua votont: Dixil, et facto sunt, e per
sguratene a belto studio le opinioni a tin tal maniera cre gli spiriti e i corpi, gli
di renderte pi odiose e pi facitmente angeli, gli uomini e gli animali, initium
confutarte, prezzo delropera it giusti creatiotiis donons, espressione notevole.
care que santi dottori. I nostri avversarii La stessa cosa ripete al c. 9 e lo. Tale
se la pigliano principalmente con s. treneo, si fu, dice, la credenza del genere umano,
perch le massime da lui stabitite han pari fondata sulla tradizione del nostro primo
nerbo a danno degli eretici moderni che padre; e tale tuttavia quella della Chiesa,
degli antichi. A chiarire Pingiustizia di tor ammaestrata dagli apostoli. Fa stupore co
censura baster una succinta analisi del me i nostri avversarii mai non abbian de
Popera del santo contro le eresie.
gnato osservare quanto cotesta sublime
il santo dottore spone nel libro primo metasica degli antichi padri della Chiesa
quel che i valentiniani dicevano degli eoni vinca di lunga mano quella de tosoti tut
e della tor geneatogia, i testi scritturali ti: donde la derivarono essi mai fuor che

onde abusavano, le varie ramicazioni di dalle Sacre Pagine? E poi si vuole che

VA

VA

204

abbian avuto a maestri i toso! Lungi


dalto ammettere it sistema delle emana
zioni come faceasi da valentiniani, s. Ire
neo to vien confutando, c. lo, i6, l7,
sotto qualunque aspetto ravvisare si pos
sa; perch, essendo lddio un ente sempli
ce, puro spirito, sempre it medesimo ,
nulla fu potuto staccare dalla sostanza sua.
E si avr ancora coraggio di dire che gli
antichi padri non ebbero la nozione della

quali pretendeano aver ricevuta tor dot


trina da G. C. medesimo per via di tradi
zioni secrete e distruzioni da lui date soto

pot mai concepirsi senza Paltra.

stro dogni verit. N men ridicoto it

a taluni de suoi discepoli di mente pi


aperta. Assurda cosa ella , dice it santo,
c. i-5, it credere che G. C. abbia conti

dala la sua dottrina ad altri fuor degli

apostoli da lui incaricati di predicare it


suo vangeto e fondar chiese: or questi non
cominciarono a predicare e porre in iscritto
perfetta spiritualit? La trasser eglino dal it Vangeto se non dopo chebber ricevuto
domma stesso della creazione: Puno non to Spirito Santo,chedovea toro esser mae
Nel c. 14 sostiene avere i valentiniani supporre che gli apostoli abbian commessa
preso i toro eoni e le favole toro dagli au l'a dottrina di G. C. ad altri che ai pastori
tori greci, dai poeti e toso, segnatamen da essi istituiti per ammaestraree regger
te da Platone e dagli stoici n altro aver le chiese dopo di s. Nella tradizion quin
fatto che mutarei nomi de personaggi atin di e nel costante magistero di si fatte chie
desserne creduti gli inventori, e it vien se rintracciar bisogna la verit, e ad esse
parte a parte mostrando. Inutitisstmamen savrebbe pure a ricorrere e stare quator
te perci it Beausobre si volse a provare gli apostoli nulla ci avesser lasciato di
nientaltro essere un tal sistema fuor che scritto. Ma questa tradizione in nessun al
una teotogia tosoca e un mero plato tro luogo conservata ed annunziata con
nismo. Hist. du mandata, t. ll, l. v,c. t, pi certezza e solennit che nella romana
S Il e 12. Ci fu visto e chiarito, prima chiesa, chebbe a fondatori l santi apo
che da lui, da s, Ireneo. Or, Platone non sttoli Pietro e Paoto, e nella quale la suc
rappresenta gi gli spiriti, i genii o gli cession de vescovi si mantenne dagli apo
dei che altogava negli astri ed altrove sic stoli insino al presente non mai inter
come esseri astratti e metasici, bens co rotta.
l protestanti, che posero per massima
me personaggi veri: onde it Beausobre
costretto ammettere non essere stati i va fondamentale di tor setta doversi nella
lentiniani delto stesso avviso. Del resto , sola Scrittura cercar la vera dottrina di
sia che questi ereticiabbian preso tor vi G. C., senza far conto nessuno della tra
sioni da Platone, come vuole it Beausobre, dizione e del magistero della chiesa, ed as
sia che abbiante ricevute dai toso orien seriscono avere quella di Roma inti odotto
tali, come sostiensi dal Bruchero e dal fra cristiani, colPandar de secoli, nuovi
Mosemio, gli argomenti contro di toro ado dommi senza numero, perdonar non pos
perati da s. Ireneo non sono perci men sono a s. freneo davere statuito una re
saldi. Ne consguita sempre che questo gola onninamente opposta; da ci venne
padre fu lutPattro che platonico; peroc it vitipendio da essi fatto delto ingegno e

ch confutando i valentintani avvis di degli scritti del santo vescovo. Ma n i


tor gridori n le imputazioni toro var
Nel c. 2o e seg. fa sentire Pinezia delle ranno mai ad infermare la saldezza delle

combatter direttamente it platonismo.

allusioni con cui questieretici voleauo trar riessioni e de raziocinii di lui. A che
toro eoni e favole da alcuni passi scrittu giovato avrebbe citar la Scrittura sola ad
rali, e mostra la ridicolaggine del tor me eretici che travolgevano it senso dogni
todo di argomentare sul vator numerico testo e che, per poterta intendere a pro
delle lettere alfabetiche, come fu fatto in prio talento, arrogavansi cognizioni supe
appresso dagli Ebrei cabalisti. Nei capi 27 riori a quelle di qualunque dottor della
e 2a dice doversi indagare la verit nelle Chlesa,n degli stessi apostoli? Come man
parti pi chiare della Scrittura e non gi darti confusi fuor che dimostrando sapien
nelle parabole, alle quali pu darsi quella tissimo e inconcusso it piano seguito da
spiegazione che aggrada. E non fu dunque G. C. a n di render perpetuo nella pro
tanto appassionato s. Ireneo quanto pre pria chiesa Pinsegnamento della sua .dot
tendesi per le spiegazioni allegoriche e trina? Un tal piano da diciotto secoli
mistiche della Scrittura: se tatora se ne tuttora it medesimo e varr sempre egual
giov, it fece per trarne alcuna moralit, mente a confutar gli eretici di qualsisia
non per convalidare dedommi.
setta.
Nei c. e e seg. s. Ireneo fa vedere co
Nel terzo libro it santo dottore si fa a
confutare it sutterfugio de valentiniani, i lme ne nostri quattro evangelii, soli au

202

VA

VA

Dentici, e negli altri scritti degli apostoli essere affogato in un mare di accessorii.
si contiene una dottrina del tutto opposta Sia pure. Ma si potea egli fare altramente,
a quella de valentiniani, e vi sinsegna a avendo a scrivere contro cinque o sei sette
conoscere un Dio soto che crea ogni cosa eretiche le quali solnella sostanza del siste
merc del suo Verbo; un soto G. C. Fi ma saccordavano ma negli accessorii dis
gliuoto unigenito di Dio, vero Dio e vero ferenziavansi alPinnito? Il santo dottore
uomo, nato da Maria Vergine; un soto in tutta la sua opera non perde mai di
Spirito Santo, Dio e Signore come it Pa mira Passunto che inteudea provare, Pu
dre e it Figliuoto. Fa vedere come la stes nitt di Dio, cio. la sua potenza creatri
sa fede e dottrina sia stata insegnata da ce, la sua previdenza generale sempre
profeti delPantico Testamento; dal che in saggia e beneca nella dispensazione de
ferisce esser eglino stati mandati ed in lumi della rivelazione, nelPopera della re
spirati da quel medesimo lddio che mand denzione e della salute degli uomini. Tor
poscia it suo unico Figliuoto a n distruir neranno essi per avventura al consueto
ci, e non gi da uno spirito avverso a Dio, tor sotterfugio, dicendo non avere questo
come osavan dire i valentiniani. Confuta padre ben compreso le opinioni de va
di tratto in tratto le obiezioni desuoi av lentiniani. Ma ne accerta egli stesso da
versarii e le false interpretazioni da essi vere avuto pi duna disputa con toro ,
date alle profezie.
I. n, c. i7, o. Que settarii eran dunque
Nel libro quarto continua a dimostrare presenti per ispiegarsi e contradirgli, caso
trovarsi una perfetta conformit tra Pan che avesse apposto toro falsamente alcun
tico Testamento e it nuovo; donde risulta errore: Tertulliano. Clemente alessandri
che un medesimo lddio autor delPuno no, s. Epifanio attribuiscon toro le stesse
e delPaltre: concitia tra toro varii luoghi opinioni che s. Ireneo. Questi scriveva
che gli eretici volean fossero in opposi nelle Gallie, Tertulliano in Africa, Cle
zione: confuta le accuse che moreano ai mente in Egitto quasi nel tempo stesso:
santi uomini della legge vecchia, accuse forse che sindettarono per ingannare o
ancora al presente dagli increduli ripetu sitlusero tutti del pari sulto stesso sub
te. Mette per suo precipuo fondamento it ietto? Clemente avea letto i libri di Va
procedere di G. C.: it divin Salvatore chia lentino; perocch li cita e riferisce un
m costantemente suo Padre it Creatore lungo frammento di Teodoto , un de di
e to fe conoscere agli uomini come it soto scepoli di lui. Origene diede parecchi
lddio, per quel medesimo che fu adorato estratti del commentario d Eracleone sul
da patriarchi e chebbe inspirato i pro vangeto di s. Giovanni. Grabe, Spicil.
feti, e dichiar i toro oracoli aver avuto hwret., sez. n. Sarebbe stato impossibite
compimento nella sua persona. Lungi dal a s. lreneo entrare in si minuto ragguaglio
distruggere la legge e i profeti, venuto delle varie opinioni de gnostici ove non
per mostrarne la verit ed ha confermato avesse veduto i toro scritti.
la legge morale del decatogo in tutti i suoi
Pur tutto ci non vale a far capacii no
punti. Tuttoch questa discussione sia stri avversarii. u Non so indurmi a cre
lunga anzi che no, s. Ireneo non ebbe in dere, dice it Beausobre, che Valentino sia
essa ricorso mai a spiegazioni mistiche, o stato cos pazzo da supporre che passio
allegoriche o meramente arbitrarie, sic ni, le quali son pure modicazioni duna
come eran quelle de valentiniani; it senso sostanza, fosser vere sostanze.... Non mi
letterale e naturale del sacro testo fa egli persuader giammai che toso e dotti
suo unico fondamento.
tittoso abbian pensato d un modo si as
ll quinto libro una continuazione del surdo e contradittorio. iHist. du manie/n,
precedente, proseguendovisi a provare l. v, c. I, S u. Poteva it nostro critico
per via di testi del nuovo Testamento i creder tuttoci che piacevagli e chiamar

I
l

varii articoli di nostra fede dagli eretici toso valenti una turba di mentecatti.
impugnati e contradetti.
A detta sua,gli eretici furonoincapaci din
Dopo questa rapida analisi, non abbiam segnare assurdit: ma nessun padre della
pi timore di chiedere ai critici se gli ar Chiesa fu capace dafbbiarne toro, a mal
gomenti da s. Ireneo messi in campo con grado della publica notoriet, per difetto
tro i valentiniani sieno frivoli, inesatti e sia dintelligenza, sia di buona fede. Que
senza solidit; se quegli eretici fossero in sto fanatismo del Beausobre ritrae non
grado di distruggerti; se cotoro i quali si poco da quelto de valentiniani.
credono oggidi avanzar in sapere i padri
ll Iliosemio, pi moderato, si ristrinse
sien capaci di fornirne di migliori. Diran a dire che gli antichi dottori, indotti in
senza dubio quel picciol numero di verit errore dalla variet de nomi, divisero di

VA

VA

203

sovente male a proposito una setta in pi servazioni critiche de protestanti; e vuolsi


rami; e che si pu dubitare se ci abbian perdonarci daverte pi d una volta ri
sempre informati secondo verit circa la petute.
natura e it senso delle opinioni onde dis
l. Queste eresie son, per cos dire, coeve
corrono. Hist. eccles., sec. ll, part. n, at cristianesimo, rimontando al tempo de
c. t1, S lo. Non colpa de padri, tor gli apostoli: i tor capi non aveano in nes
niamo a dire, se in una turba di ragiona suna riverenza i discepoli di G, C., peroc
tori, de quali altri dommatizzavano in chi riguardavanti siccome idioti, che non
Asia, altri in Europa, e che tutti spaccia avessero la menoma tintura di tosoa n
vansi per itlnminati,non ce ne avesse due saputo crre it vero senso della dottrina
che pensassero assolutamente to stesso o del tor maestro. Ma se cotali itluminati ne
che abbian durato lunga pezza nelle me gavan Pintelligenza agli apostoli, non ne
desime opinioni. I padri non han potuto negavano per la buona fede n riuta
sapere se non ci che dicevano que set van la toro testimonianza circa i fatti del
tarii ne toro scritti e nelle controversie la nascita, della predicazione, de miraco
avute con essi; a questi perci dee dar li, della morte, risurrezione ed ascensione
sene carico se non si spiegarono cosi chia di G. C. Ammettevano tutto ci essere av
ramente come vorrebbesi da critici mo venuto in apparenza e non pi , non da
derni.
vano quindi tutte queste cose per false

Ci si dimander inoltre come mai i va

n per ciurmadori gli apostoli n per fa

lentiniani e gli altri gnostici sien riusciti votosa la storia da essi scrittane. Ove ci
a far de proseliti insegnando s solenni fosse stato alcuna prova o testimonianza
stoltezze. Ce l dicono s. Ireneo e Tertul contraria, alcun mezzo dimpugnare it rac
liano: col dipingere cio i pastori della conto dei vangelisti , que seltarii non
Chiesa come uomini ignoranti e di mente avrebbero mancato di giovarsene per Pin
debole, incapaci iPinteudere la vera dot teresse di tor sistema. Non avendoto fatto,
trina;col vantar le cognizioni eminenti de gli forza che dire gli avvenimenti publi
maetri dai quali pretendeano dessere cati dagli apostoli fossero incontrastabit
stati istruiti; colPatIettar sulle prime un far mente conosciuti. E se son veri, la divi
misterioso a n di eccitare la curiosit; nit del cristianesimo rimane provata.
promettendo spiegarsi quindi pi chia
2. Ne segue ancora che Pautenticit de
ro, facendo sperare aproprii proseliti che nostri quattro evangelii era universalmen

ben presto ne saprebber pi de toro mae te riconosciuta; perocch i gnostici non


stri e raccommandando ad essi un secreto negavan punto fosser lavoro de quattro

inviolabite. Citavan cos a caso alcun testo autori di cui portano it nome. Attesta
scritturale, che volgeano a torto senso, ec. s. Ireneo comei valentiniani ammettes

Gli questo Faccorgimento usato dal pi sero in particolare quelto di s. Giovanni,


degli eretici , n riusci male ai fondatori e ci dimostrato dai commentarii dEra
del protestantismo. Non ciha cosa che men
sintenda de commentarii de valentiniani
sugli evangelii; quanto pi eran oscuri, in
tanta maggiore ammirazione rapivano le
menti superciali. Di ci meno ci stupi
remmo ove considerassimo sino a qual
punto la pagana tosoa avesse abbaci

nate e pervertite le pi delle menti.


Della morale dewalentiniani non acca
de far molto, che era la medesima con
quella degli altri gnostici: noi Pabbiamo
sposta a suo luogo e additatene le perni
ciose conseguenze. S. Ireneo ne accerta
come parecchi ne insegnassero una abo
minevole, n puossi aver dubio che mol
tissimi non la seguissero praticamente. Ma
gli antichi non ci dicono in che stesse la
dierenza tra it culto esteriore di cotali
eretici e quelto degli ortodossi. Che che
ne sia, le opinioni e la condotta di tali an

cleone su esso vangeto. Da\ angll la prefe


renza probabitmente per essere stato scrit

to per Pultimo di tutti e perch in esso


si riferiscono pi stesamente che non ne

gli altri evangelii idiscorsi del Salvatore;


non pretendean per che gli altri tre fos
sero opere supposte. Disputavasi sul sen
so di cotali libri , ciascun partito voleva
ci fosse la sua dottrina; non erano quindi

scritti o apocri o sconosciuti. Altorch


in appresso gli eretici ardirono inventar
ne altri, i dottori cristiani non si lasciaron
punto gabbare dalla impostura. Se ne ri
portarono alla testimonianza delle chiese
fondate dagli apostoli, le quali da questi
e non da altri avean ricevuto i nostri
evangelii siccome autentici e da Dio in
spirati. La questa la regola onde si fece

uso a provare la canonicit di tutti gli


scritti delPantico Testamento.

tiche sette ne porge materia a riessioni


5. Quando gli increduli dissero it cri
di maggior importare che non sieno le os stianesimo ne tre primi secoli esser srto

204

VA

fral e tenebre, senza che it govemo roma


no e i magistrati se n addassero , si die
dero a divedere ignari affatto di quanto
accadde di que tempi. Questionavasi sulla
cristiana dottrina a Roma, in Africa, in
Egitto e in tutte le provincie d oriente;
ci viene acristiani rinfacciato da Celso,
e ne fan fede i documenti della storia ec

VA
testanti. l primi, in virt de lumi supe

riori che sattribuivano, vantaronsi di me


glio intendere e spiegare la Scrittura santa
che non i pastori della chiesa cattolica;
i secondi pretendono aver to stesso pri
vitegio col soccorso duna grazia delto Spi
rito Santo la quale non vien mai meno a
nessun privato delle tor sette. I valenti
clesiastica. E non pu essere che tali con niani citavano in appoggio di tor commen
tese noo abbian fatto rumore ed eccitata tarii una tradizione nascosta e custodita
spesse ale Pattenzion del governo. Anzi presso pochi itluminati; i protestanti as
che rimanere scandalizzati da si fatti dibat serirono esservi stato in tutti i secoli nel
timenti , noi ringraziamo la previdenza seno della Chiesa un certo numero di par
perch abbiali permessi, conciossiach sie tigiani secreti della verit , i quali per
no prova che it cristianesimo insin dalla non ardivano dichiararsi n publicamente
sua culla venne esaminato con occhio cri professare tor credenza: chiamarono poscia
ticoe maligno, che se ne discussero i dom in toro aiuto e manichei e albigesi e vai
mi, la morale, it culto. i titoli, i monu desi e ussiti e vicletiti , ribellatisi al par
menti, che nessuno pot abbracciartto per di essi al magistero della cattolica chiesa.
ignoranza e senza piena cognizione.
Il gnostici andavano orgogliosi di tor sa
4." t solenni errori delle varie sette de pere tittosoco, anteponevano Pautorit de
gnostici ne mostrano i ritevantiservigi ren tosoti a quella degli apostoli e de toro di
duti dalla tosoa al genere umano e le am scepoli: i pretesi riformatori fecero fasto
mirabiti cognizioni da essa a suoi seguaci samente pompa delP erudizione acquistata
communicate. Da ci giudicar possiamo se merc to studio delle lingue, della critica,
s. Paoto abbia avuto torto di vitipenderta e della storia, della bella letteratura; furono
chiamarta folliae di fare accorti i fedeli a tenuti da pi anche in teotogia non pur del
non darsene. Gli fatto certo che it cri clero daltora ma dedottori cattolici dogni
stianesimo non ebbe nemici pi accaniti secoto. Pur Pinsegnamento publico, costan
detoso: per pi di tre secoli fecer guer te, uniforme della Chiesa prevalse a tutti
ra costoro a questa santa religione, ne gli sforzi degli antichi eretici; invano una
gando aprir gli occhi alla luce: molti di turba di sette pi recenti Passalsero da
cotoro che avean fatto vista dabbracciarta quel tempo in poi, ch sta essa sempre e
tentarono cangiarne la dottrina e sosti persevera qual era al ll secoto: e ci
tuirte i sogni sistematici onderano infa basta per additarci ove si trovi la vera
tuati; altorch videro cadere a vuoto toro dottrina di G. C.
astuzie, sosmi e dettati, si volsero a su
VALESIANI. Antica setta deretici, Pu
scitar it fuoco della persecuzione contro rigine e gli errori della quale poco si co
de fedeli. Fortunatamente alcuni ebber pi noscono. S. Epifania , che la ricorda,
senno e buona fede, divennero sinceramen hwr. Lvm, dice ne fossero nella Palestina,
te cristiani, furono i difensori e i predi sul territorio della citt di Fiiadela al
catori della dottrina di G. C. e dimostra di t del Giordano. Professavano qualcuna
rono come fosse questa una tosoa ben delle opinioni de gnostici, ma ne avean
pi saggia e pi vera che non quella inse altre diverse. Ci che se ne sa cheran
gnata dai pi alti ingegni del paganesimo; tutti eunuchi ed escludevano ogni altruo
tali furono s. Giustino, Atenagora, Taziano, mo dal toro consorzio. Se per avventura
Ermia, s. freneo, s. Teoto antiocheno, alcuno ne ammetteano, gli proibivano Pu
Origene, Clemente alessandrino , ec. La so della carne nch non fosse evirato;
maggior parte desistemi tosoci son co dopo di che consentivangli qualunque spe
nosciuti unicamente per le confutazioni da cie di cibo, reputandoto esente dai movi
essi fattene. Oggidi alcuni bizzarri censori menti sregolati del senso. Avendo s. Epi
si dolgono perch abbian battuto i toso fanio posta quesferesia tra quella denoe
colte toro armi stesse.
tiani e quella de novaziani , si presume
s. Lo studio de protestanti in voler ch ella fosse srta verso Pa. 240, non
giusticare gli eretici tutti a spese de pot per estendersi n durare gran fat
padri della Chiesa dimostra P indole del to. Titlem., Mm. pour Vhisi. eccies. ,
Peresia esser sempre stata la medesima da t. lll.
diciotto secoli in poi. Ove ci si osservi da
VALLOMBROSA. l. ordine de monaci
vicino, non si scorger gran differenza tra di Valtombrosa una riforma di quelto di
it proceder de gnostici e quelto de pro sltenedetto fatta per opera di s. Giovanni

VA
Gualberto ed approvata da papa Alessan

VA

205

no a riscontro del testo, si vide che le pi

dro il Pa. i070. Pigli essa it nome da son minuzie, cose indifferenti che non alte
una valle amenissima della Toscana, nella
diocesi di Fiesole, a una mezza giornata
di cammino da Firenze. S. Gio. Gualberto,
monaco delPabbazia di s. Miniato, si ri
trasse in quella solitudine con alcuni ere
miti, vi fond un monastero sotto la re
gola di s. Benedetto in tutta la primiera

ran per nulla it senso e soltanto it varia


no in cose di pochissimo ritievo, non ove
trattasi di dommi. Fu osservato che in

que casi stessi la lezion commune pu


aversi tuttavia per la pi sicura, ed anzi
cotali varianze, lungi dal suscitar dubii

sulPautenticit o Pintegrit del testo, ser

austerit, a cui aggiunse alcune costitu

vono a provarta invittamente.


zioni. Prese co suoi religiosi un abito a
Lo stesso avvenne delle varianti del te
cotor cinericcio e raccommand toro for sto ebreo raccolte colla maggior cura ed
temente la ritiratezza, it sitenzio e la p0 esattezza possibite del dottor Kennicot.
vert: prima della sua morte , accaduta Aveane egli annunciate alcune importan
nel 1075, ebbe it conforto di veder dodici tissime; dopo che furono impresseppena
case regolate secondo it suo istituto. Vuol se ne trovasser talune le quali cangino
si fosse it primo a ricevere fratelli laici o notabitmente it senso e si meritino Pat
conversi, costume seguito ben presto da tenzione de teotogi. Nel prospetto di quel
gli altri ordini, ma donde poi nacquero Pimmenso lavoro Pautore ha fatto una os
servazione da non trasandarsi, cio che
degli abusi.
quanto pi antichi sono i mss. ebraici
VAN-HATTEM. V. ARs1isri.
VARIANTI. Diversit di lezione tra va tanto meglio s accordano colle antiche
rii esemplari o stampati o manoscritti, vuoi versioni e col nuovo Testamento. Abbiam
del testo, vuoi delle versioni della Scrit perci ogni argomento a presumere daver
nalmente it testo ebreo alatto genuino
tura.
In un libro antichissimo e innite volte e che non si debba dar orecchio a que
copiato ella impossibit cosa che non diasi critici audaci che to tennero per errato.
nelle copie alcuna differenza: Pattenzione E con pi ragione ancora da biasimarsi
degli amanuensi o copisti non mai tanto la temerit di alcuni protestanti i quali
oculata da giugnere ad evitare affatto ogni sospettan sempre varianti, addizioni, in
bench minimo abbaglio; ondech tanto terpolazioni nel testo degli autori ogni
pi varianti trovar si denno quanto mag qualvolta non consenta nelle toro opinio
giore it numero delle copie. E ci ac ni. Se valer dovesse un tal metodo, non
caduto cosi negli scritti profani come in potremmo pi aver fede in nessun antico
quelli degli autori sacri.Avvi pure certi documento; se venisse ammesso netribu
errori fatti a belto studio, ma senza cat nati, a niente pi servirebbero i titoli di
tiva intenzione, come it mutare un no possesso. Qualunque uso se ne faccia, riu
me di luogo antico in altro nome moder scire non pu che a stabitire it pirroni
no pi noto, P introdur nel testo alcuna smo istorico. V. Cnirtci.
nota o spiegazione che stava in margine,
VARIAZlONE. il mutar della dottrina.
il correggere un creduto error di scrit Non ci ha chi non conosca la storia delle
tura nelPesemplare preso a trascrivere, e variazioni avvenute nella dottrina de pro
via discorrendo. Le molte varianti scon testanti, lavoro di monsig. Bossuet, ap
trate framss. di parecchi autori greci e plaudito dai cattolici tutti quanti eche
latini non toglie che si possa tener conto sar sempre in alta riputazione per la so
delle edizioni assai accurate; ma quanti lidit onde condotto. Non si pu leggere
pi sono i mss. collazionati e le mende quesPopera senza maravigliare delPinco
corrette, pi siamo certi daver nalmente stanza mostrata dai protestanti nella pro
it testo delPautore genuino e intatto. Non pria credenza: scorgesi insin da toro pri
veggiamo it perch certi critici sospettosi mordii come i pretesi riformatori comin
abbian voluto ragiouar daltro modo trat ciassero a far scissura dalla chiesa cattolica
senza sapere con certezza se vera o falsa
tandosi de Libri Sacri.
Altorch it dott. Mitl, teotogo inglese, fosse la dottrina sua, a qual sentenza do
merc it confronto di moltissimi esemplari vessero appigliarsi , che cosa bisognasse
greci del nuovo Testamento, ebbe raccolte credere o non credere. Sola massima in
tutte le varianti ed annunciatene da trenta variabite pcr parte toro si fu che si do
mita e pi, fu creduto alla prima che Pau vesse a qualunque costo far contro alla ro
tenticit del testo ne sarebbe lesa, e vebbe mana chiesa.
degli increduli che ne menarono trionfo an
Da protestanti furono sentite appieno e
ticipatamente. Stampate per chesse furo la forza di quesPobiezione e la necessit di
Bslicisn. Vol VI.

26


206

VA

rispondervi. Sa-rvisarono essi di fartto sfor


zandosi di dimostrare la dottrina depadri
non essere stata sempre la stessa, aver
egllno mutata sentenza circa varie questio
ni,non essere stati sovente d uno stesso

parere su certi punti di credenza e di pra


tica. A provar ci it Basnagio compose la
sua storia della Chiesa in due vol. in fol.
ll Beausobre ed altri sostennero to stesso
fatto e si lusingarono davertto chiarito ad
evidenza.
Ma cotesta apotogia non pot itludere
che menti superciali e che aveano smar
rito di vista it punto della controversia. A
dimostrare che i protestanti variarono nel
la tor fede, non addusse gi Bossuet it sen
timento di qualche dottori delle varie tor

VA
Fu detto toro le cento volte che it pri
vato parere di due o tre padri della Chiesa

non altrimenti una denizione n una


tradizione n un domma di fede, sopra
tutto quator si opponga a quelto di parec
chi altri dottori egualmente rispettabiti;
che la chiesa cattolica non si ha mai fatla
una legge di scguirtto;che tradizioneo arti
coto di fede, come osservava Vincenzo di
Lrins nel secoto V, quelto che venne in

segnato dal pi de padri in tutti i luoghi

e tempi: Quod ab omnibus, quod ubique,


quod semper. Non importa: tornando a
conto a protestanti it credere Popposto
per ingannare i semplici, non sar mai
che recedano.
Se confessioni di fede stese con tutto
sette, s bene le tor confessioni di fede, le Papparato, se decisioni sinodali a cui tutti
denizioni de toro sinodi. Non si occup di i tor dottori han obligo di soscrivere, se
questioni che poteano parer indifferenti formolarii di dottrina divenuti di fede e
alla fede ma ad articoli rtgnardati da pro ordinati sotto pene afittive non bastano
testanti per essenziali se altri mai, arti ad apprenderci quel che essi credono 0
coli che, a toro avviso, eran motivi suf no, come sapere se hanno una fede onon
cienti di separarsi dalla chiesa romana ne han punto?
e che furono in appresso fonte di scismi,
VASI SACRI. Quelli che servono acou
discordie e rottura dogni fratellanza tra secrare e contener PEucaristia, come ca
lici, patene, ciborii, pissidi, ec.; pel qual
toro.
Per recarne un soto esempio, quandoi uso vengono benedetti e consecrati dal
luterani ebbero presentata la toro confes vescovo con preci ed unzioni. Antica
sion di fede alla dieta iPAugusta, o cre questa pratica , prescritta trovandosi dal
deano che la dottrina ivi contenuta fosse Sacramentario di s. Gregorio magno, che
la vera dottrina di G. C. o no: nel secondo to tolse da quel di Gelasio, dettato nel seco
caso erano impostori, porgendo tale dot to V; e. le preghiere in esso contenute scri
trina qual giusto motivo di separarsi dalla veva s. Celestino papa, alto entrare dei
romana chiesa; nel primo tutti i cangia detto secoto esser di tradizione aposto
menti introdotti in detta confessione fu lica ed uniformi per tutta la cattolica
rono tante variazioni nella fede. Tanto di chiesa.
i vasi consecrati in servigio de nostri
casi di tutti gli altri formolarii di dottrina
stesi vuoi da luterani, vuoi dacalvinisti. santi misteri non debbono adoperarsi in
Perci, a voler convincere la chiesa ro usi profani; non fatto lecito it toccarti
mana daver variato nella sua fede, era ai laici, anzi nemmeno al semplici che
uopo allegare denizioni contraditttorie rici se non di consentimento del ve-ScoVO,
sur un identico domma di fede date da it quale ne concede la permissione a sa
concitii ecumenici o da particolari sinodi cristani ed eziandio alle sacristane dem0da cattolici generalmente rispettati; mo nasteri: col che la Chiesa dimostra la sua
strare che l padri che tenner sentenze al riverenza pel corpo e sanguc di G. C.,
tre da quelle seguite di presente le ab chella crede in realt presenti sotto gli
bian proposte siccome dottrina di fede da eucaristici simboli. V. CoIsECRAzIoNS.
VASO. Voce di signicato alfatto gene
cui non fosse lecito discostarsi; far vedere
che quando i padri non furono del mede rico nelle Sacre Pagine, designando cose
simo avviso ebbero in conto derelici co molto diverse. l." Partando del taberna
toro che da essi dissentivano, e sonsene coto e del tempio signica quanto in essi
divisi per non mettere a repentaglio la si conteneva sia per ornamento, sia per
propria spirituale salvezza; provare esser servizio del divin culto. 2." Vasa psatmi,

ci depunti di dottrina tenuti oggidi nella casa cantus sono ogni fatta di strumenti
chiesa cattolica siccome articoli di fede i musicali. 5. S. Paoto chiama vaso it no
quali trovansi in opposizione al quasi una stro corpo, n Cor. lv, 7; iv, 4. - 4." Gia
nime sentire de padri. Ma nessuno de cobbe, per dire che i suoi due gliuoli

protestanti, non che riuscirvi, si a ci Simeone e Levi eran guerrieri feroci ed


ingiusti, li appella vasa iniquilatis bel
tampoco provato.

VE
lanlia. Gen. xLIx, s. - s." Nel salmo vn,
il H, vasa mortis son dette frecce mor
tali. o." Vale persona onde Dio si giova
quasi di strumento per compiere ci che
ha divisato: onde vas eleclionis detto
da Dio s. Paoto , Acl. ix, n5, ossia stru
mento da s scelto per portare it suo no
me alle genti, ec. E it nominato apostoto
vasi di misericordia, di gtoria appella
cotoro che lddio degna chiamare alla fede,
e vasi dira, dgnominin que che lascia
nella infedelt.
VEDOVA. Fin daprimordii della Chiesa
fu costume che fanciulle cristiane si obli
gassero con solenne promessa a serbare

verginit e menare una vita pi regolare


che non it commune de fedeli, e furono
esse da vescovi riguardate qual porzione
del toro gregge bisognosa di particolar
cura. Fu giudicato che anche le vedove
dun sol marito dovessero essere ammesse
alla medesima professione ove ne faces
sero domanda e rinunciassero alle se
conde nozze. Queste, atteso Pet, la spe
rienza, la gravit della vita, eran le meglio
acconce ad ammaestrare le persone del
tor sesso, vegliar sulle vergini, aver cura
de poveri e de fanciulli derelitti, adem
pier Pufcio di diaconesse. Perqueste con
siderazioni furon esse, al paro delle ver
gini, poste sotto la tutela speciale della
Chiesa. E noto come llios avesse nelle sue
leggi ingiunto con particolar sollecitudine
di confortare, proteggere, assister le ve
dove.
Di molte cautele per si metteva nel
farne la scelta, giusta la raccommanda
zion delPApostoto. Onora le vedove, scri
veva egli al suo -Iimoteo,i ep. v,5 etseqq.,
che sono veramente vedove. Che se una
vedova ha. de gliuoli o de nipoti, im
pari in primo luogo agovernar la sua.
casa e a. rendere il contracambio ai ge
nilori; imperocch questo accetto di

nunzia Dio. Quella poi che veramente


vedova e abbandonala in Dio condi e
perseveri nel supplicare e arare di e

notte. Imperocch quella che sla in de


lizie, vivendo morla. E lali cose intima
loro af/inch siano irreprensibili. La ve
dova. si scelga di non meno di sessanfan
ni, che sia slala moglie di un solo ma
rilo, provedula della testimonianza. del

VE

207

Chiesa; afnch regga a sostenere quelle


che sono veramente vedove.
Quelle sole pertanto furono ascritte alla
classe delle vedove adottate dalla Chiesa

che fossero gi da pi anni in istato ve


dovite e di nota esemplarit di vita. Non
fu per altro voluta sempre Pet di sessan
tanni; furono pi volte ammesse alla pro
fessione di vedovanza a quaranta, ma non
prima; e per diaconesse trasceglievansi le

pi provette. S. Paoto voleva avessero


avuto un sol marito; onde le bigame era
no escluse, che che ne dicano i prote
stanti, i quali cercarono di torcere adat
tro senso le parole delPApostoto. Da prin
cipio non pare si osservassero, come fu
fatto dappoi, per la toro consecrazione le
stesse cerimonie che per le vergini. Il
Itingham censur male a proposito cote
sta innovazione, Orig. eccles., l. vii,c. 4,

S 9. Si trovano presso it p. Mnard le


preghiere solite farsi dal vescovo in tale
occorrenza, e sono le stesse che servono
per la vestizione e professione delle reli
giose. Labito delle vedove era eguale a

quelto delle vergini e benedicevasi al mo


do stesso.
Le vedove soccupavano in visitare e
confortare gli infermi e i carcerati, parti
colarmente i martiri ei confessori, ali
mentare i poveri, ricevere e servire i fo
restieri, sepelire i morti e generalmente

nelle opere tutte di carit.


VELO. Vuole mpostoto che le donne
intervengano velate alla chiesa , men
tre agli uomini permette it pregare a
viso scoperto. I Cor. xi, Io. In Africa, al
tempo di Tertulliano, le donne andavano
alla chiesa coperte it capo del veto, e fu
permesso alle fanciulle it farne senza : que
sta distinzione tor piacque, ma Tertullia
no la disse un abuso e scrisse su queltar
gomento it suo libro De virginibus velan
dis. I difensori di quel costume voleano
fosse un onore dovuto alla verginit, un
marchio della santit di esso stato, un ec
citativo per altre ad imitarne Fesempio.
Queste ragioni non andavano a versi a
Tertulliano; it qual diceva esservi in quel
costume o vanagtoria o interesse odebo
lezza o qual cosa di forzato. Clemente ales
sandrino era di parere che, a cansare ogni
scandato, dovessero le donzelle in chiesa
andar velate al pari delPaltre donne.
Prendere it veto appo noi val quanto
farsi religiosa, essendo it veto un distin

le buone opere, se ha allevati i gliuo


li, se ha. praticala Vospilalil, se ha la
vati i piedi ai santi, se ha dato sovverii
mento ai tribolali, se slala intenla ad tivo di questo stato; Pus0 n antico, dal
ogni opera buona... Ma ricusa la vedove uire del secoto IV almeno. Nella Hist.
pi giovani... Se un fedele ha delle ve de l/tcad. des inscripl, t. V, in 12.", tro
dore, le soccorra, e non faggravi la vasi una memoria nella quale si dimostra

208

VE

VE

stigo: it punire dovere ed ufzio di per


giunta dalla prolession religiosa, chesso sona rivestita di potere ed operante pel
che la recezione del veto non era mai dis

davast solamente nelPatto del pronunziare publico vantaggio, per la tranquitlit eit
i voti e che la cerimonia si faceva dal ve buon ordine della societ; la vendetta, al
scovo.
Popposto, viene esercitata da chi non ha
Uet in cui le zitelle erano ammesse autorit nessuna, puramente per appagare
a pigliare it veto fu varia ne diversi se it proprio privato risentimento, senza ve
coli. Verso Pa. ueo s. Ugone abbate di runa mira al ben generale. E vuolsi ezian
Cluny , raccommandando a suol succes dio distinguere la vendetta dalla difesa
sori Pabbazia di lllartigny da s fondata personale: questa ha per iscopo di pre
per religiose, li esorta a non riceverne nes servarci dal male che ci si vuol cagionare
suna prima delPet di venPanni. Dugentto da un nemico; quella si propone di ren
anni dappoi, sotto Fitippo it lungo, si cita dergli male pel male che ne ha fatto. llia
una carta del 1517 , dalla quale appare se la pena da lui soferta non vale n ad
che si desse talvolta it veto a giovinette alleviare n a riparar quella da noi pro
di soli otto anni, senza per la benedizio vaia, qual motivo legitimo abbiam noi di
ne solenne, dalla quale si reputava fosser procurargliela?
per sempre vincolate alla vita religiosa.
Fu insegnato nella vecchia Eziciclope
Anche al presente la sola cerimonia della dia esser la vendetta alto naturale; esser
vestizione e del veto bianco che si d alle lecito it respingere una vera ingiuria e
novizie non porta verun legame, la sola cos guarentirsi dagli insulti, it conservare
professione od emlssion solenne de voti i proprii dritti,it rintuzzar le oflese quando
essendo quella che obliga per tutta la le leggi non vi pongon riparo; doversi dir
vita.
quindi la vendetta una specie di giustizia.
VELO DEL TEMPIO. Era nel tempio di _ Questa falsa e scandatosa morale ha
Gerusalemme un veto di stoffa preziosa suo fondamento unicamente sur un abuso
sospeso a due cotonne che separava it di vocaboli. Cosa naturale la veudetta,se
santuario o sancla sanclorum, o\e sta sintenda venirci ella inspirata dalla natu
va Parca delPalleanza, dal rimanente del ral ripugnanza che noi abbiamo al patire;
recinto appellato it santo; onde era posto ma direbbe falso chi la volesse un dritto,
tra Parca e Ialtare detimiami o delPin una legge naturale. Chi ne ha conferito un
censo. Questo veto squarciossi da sommo tal diritto oimposta si fatta legge? lecito
ad imo alP atto della morte di Cristo , respingere uningiuria, guarentirci da un
Matth. xxvu, 51 : circostanza notevole , insulto, vale a dire preservarcene eantive
secondo i padri della Chiesa, i quali di nirti quando per noi si possa; ma usar rap
cono avere lddio con ci dimostrato come presaglia dopo averti sofferti un mezzo di
it tempio di Gerusalemme non fosse ormai trarcene addosso di nuovi, non servendo
pi it santuario in cui gli piacesse abitare ci che ad inasprire sempre pi it nemico.
e come quelredizio sarebbe di lia poco Forse che i vendicativi son fatti segno me
distrutto, e al culto a lui n altora prestato no agevolmente che gli uomini miti e mo

succederebbe un culto pi puro ed a suoi derati alPodio, alle ingiurie, agli oltraggi?
occhi acceltevole, come aveva annunzia
to G.C. alla Samaritana. Io. iv, 2l. S. Gio.
Crisost. , hom. de cwmet. et Cruce, n. 2;
s. Leone, serm. n et vinn de pass. Dom.
Nelle chiese cristiane diverse specie di
veli furono in uso. Veto dicevasi it tapeto
onde coprivasi Paltare fuor del tempo della
celebrazione de santi misteri e quelto che
sovraponevasi alle reliquie de santi. Tra
it coro e la navata stava disteso un veto

Falso ancora che sia permesso it ven


dicare le offese a cui le leggi non mettan
riparo: la vendetta non pu essere un ri
medio in verun senso, non portando ri
paro n compenso di sorta: vale essa per
avventura ad appagar pel momento Podio
e it corruccio; ma qual necessit avvi di

ci, e chi ne d it dritto? Non s addice


punto a un uomo agitato dalPira it sup
plire al difetto delle leggi, it farsi giudice

durante i divini ufzii, it quale veniva in causa propria, it proporzionare it ca


aperto dai diaconi dopo it prefazio,altor stigo alla colpa. Quante volte si veggono
chit celebrante dava principio al canone scontare con atroci vendette ingiurie leg

della messa. V. le note del p. Mnard al gerissime e affronti imaginarii!


Sacramentario di s. Gregorio.
VENDETTA. Pena initta alPoffensore
per sodisfazione personale delPot-eso.Non
bisogna confondere, come fassi frequente
mente, la vendetta con la punizione o it ca

Lautore di quelParticoto scandatoso non


appose un sufciente correttivo col con
fessare che, per giudizio desavii, bella
cosa it perdonare , che ai falli leggieri
vuolsi usar indulgenza e risponder col dis

VE

VE

prezzo a chi ci abbia realmente offcsi. La


voce de savii non fa legge; ma lddio una
ne ba latta la qual proibisce la vendetta
e commanda it perdono: non pure belPa

dio in pi luoghi chiamato it Dio delle

zione questa, ma stretto dovere. Il dis


prezzo per un nemico pu essere un con
torto al nostro orgoglio, ma non un rifa
cimento n un compenso.
Migliori avvertimenti su questo subiet
to uscirono dalla bocca di parecchi paga
ni. Sol le anime tiacche, picciole e viti
godono nel vendicarsi, lasci scritto Gio
venale, sat. xm. E Cicerone condanna
chiunque castighi un delitto con altro de
litto e uningluria con altra ingiuria, in
Verrem , aet. nn. Era la morale di Socra
te, di Platone, di Plutarco, cc.
Ma per un cristiano una pi sicura nor
ma ci ha, la legge di Dio vogliam dire, la
quale, prima di scriversi, era gi sculta nel
cuore de giusti. Severamente Giacobbe

condann Patroce vendetta desuoi tigliuo


li per la violenza usata alla propria so
rella da Sichimiti, Gen. xxxiv, 5o; anco
al letto di morte la rinfacci toro, xLIx, s.
l patriarchi rimeltevano a Dio la vendetta
degli oltraggi ricevuti. Per la legge di Mos
non pure vietavasi a qualunque lsraelita
it vendicarsi e covare odio contro it pro
prio nemico, Levil. xix, l'1, I8, ma era
ordinato di beneticartto, rendergli servigio,
assistertto nelle sue necessit, Emod. xxiu,
4, s, Prov. xxv, at, etc. Non in pertanto
legge nuova quella impostaci da G. C. di
amare i nostri nemici, far del bene a chi
ci odia, pregar Dio pei nostri persecutori

209

vendette, Deut. xxxn, s5; Eccli xn, 4,


Bom. xn, 19 etc. In tutti questi passi per
vendicare non altro signica che punire;
diritto inalienabite ed ufcio essenziale
della giustizia divina. lddio, it quale non

pu esser offeso da nessuna ingiuria n


andar soggetto a passione di sorta , e la
cui suprema beatitudine aumentar non pu

n scemare, non pu certo compiacersi a


render male per male; se punisce, it la
pel ben generale delP universo, non mai
per appagare s stesso.
Chi vuol vendicarsi, dice to scrittore
delPEcclesiastico, xxvu, l-o, prover, le
vendette del Signore, il quale terr esat
to conto de suoi peccati. Perdona at

prossimo tuo che ti ha fatto lorto;eal


lora. pregando tu, ti saran rimessi i
peccati tuoi. Un uomo cova lo sdegno
contro di un uomo, e domanda a Dio
guarigione? Egli non usa misericordia
verso di un uomo simile a s, e chiede

perdono desuoi peccati ? Egli, che car


ne, cova Vira e chiede che Dio gli sia
propizio? Chi espier i suoi peccati? Ri

crdati delle ultime cose e deponi le m

micizie. Questa morale, certo non da me


no di quella de iittosoti, fu da G. C. com
pendiata in due parole nelPorazione da
lui stesso insegnataci: Rimetti, si dice in
essa a Dio, rimetti a noi i nostri debili,
siccome noi ti rimettiamo ai nostri de
bilori.
Le pompose massime degli stoici, esser
proprio delle anime grandi e generose it
e calunniatori, Matth. v, 44. E confut perdonare, chi oblia uninguria inalzarsi
egli altresi le false interpretazioni date dai sopra chi Pha recata, it piacere che pro
dottori ebrei alla legge antica. alla legge vasi in far grazia esser pi dolce che non
naturale, ingiunta agli uomini tutti quanti quelto del satisfar la vendetta, ec., queste
sin dalla creazione. And stranamente er massime faran breccia nelle anime nobiti
rato chi quel precetto evangelico tenne ed ollerran toro effetto; ma essendo que
qual legge soprerogatoria o qual consiglio ste si poche, di qual pro sar alle altre co
di perfezione; e chi ardi asserirta legge tsta morale? Vuolsene per una per tut
contraria al diritto di natura pecc ancor ti; e lddio soto seppe a tutti adattarta,
pi enormemente contro la verit e Pidee pigliandoli dal lato del tor vantaggio e im
del giusto.
ponendo ad essi la legge del tagltone.
Egli permesso, non ha dubio, dal drit
Per diritto di natura, la vendetta e la
to naturale it chiedere sia punito chi ci rappresaglia son fatte lecite unicamente a
abbia offesi ingiustamente , e ci perch una nazione offesa da altra nazione, non
Pordine publico it domanda; ma voler tar ci essendo in,tal caso trtbunal superiore
ci giustizia da noi medesimi un usur n giudice a cui aver ricorso per ottener
pare Pautorit delle leggi o, a meglio di risarcimento, spettando a ciascuna in par
re, di Dio stesso.
ticolare la cura della propria conservazio
Non neghiamo cos nelle Sacre Pagine ne, n altro freno sciaguratamente essen
come nel partar ordinario pigliarsi spesso dovi dalla tema in fuori it qual valga a
promiscuamente i vocaboli vendetla e pu serbar la pace tra due ambiziosi vicini.
In un sol caso la legge mosaica facca
nizione. S. Paoto, Rom. xiu, 4, chiama la
podest civite ministra di Dio, vendica lecito anzi ordinava la vendetta privata.

trice per punire chiunque mal fa. E ld

Se un uomo avesse morto un altro voton

240

VE

tariamente per odio od ira, it parente pi


prossimo delPestinto e suo erede univer
sale avea diritto damm:izzar P uccisore
dove che sia, Num. xxxv, t9, 21; perla
qual ragione era denominato il redentore
o vendicatore del sangue. Scopo d una

tal legge, che iu in vigore ed tuttavia

VE
vertita in spetonca di ladri. Io. u. H. Gli
increduli, risoluti di tutte censurare le
azioni del Salvatore, domandano con che

dritto usasse quelPalto di podest. Nessu


na colpa commetteast da mercadanti, che
soto per commodo del publico facean quel
trafco; esempio scandatoso fu quelto dato
da Cristo di colera e risentimento. E alcuni
aggiunsero anche avessegti posto a sacco
it denaro e le merci.
A G. C., rispondiamo, che avea provato
la propria missione e Pesser suo di Mes
sia con non pochi miracoli, competevasi

presso varii popoli, era quelto dantivenire


gli omicidii, frequentissimi sempre nelle
societ mancanti di esatti e rigorosi rego
lamenti. AlP omicida votontario non era
guari dato sperare di sottrarsi ad un tempo
alla giustizia publica ed alla vendetta de
congiunti delPucciso. lddio avea gi detto tutta Pautorit di legistatore e 1ii profela,
gran pezza prima a No ed a gliuoli di eguale a Mos, quindi it dritto di punire
lui: Chiunque sparger il sangue del e reprimere ogni disordine dovunque gli
Puomo, il sangue di lui sar sparso; pe accadesse scontrarne. llla disordine era per
rocch Vuomo fatto ad imagine di Dio. fermo la profanazione del tempio fatta da
cambiatort e mercanti, conciossiach po
Gen. ix, 6.
Per cotoro a quali invotontariamente e tessero ottimamente, per commodit del
per mero caso e senza premeditazione publico, starsene anco fuori del tempio
fosse accaduto di dar morte ad alcuno senza fare nelPinterno quel mercato, ca
aveva lddio fatte destinare delle citt di gione di strepiti e d indecenze che tur
rifugio od asitto dove ricoverarsi e star bavano la divozione di chi pregava; e it
sene sicuri intanto che si esaminasse la trattarti che G. C. fece da ladri mostra co
bisogna, se ci avesse colpa o no. Chi in megli ben sapesse i monopolii e Pusura
tal tempo, uscito dalPasitto, si tosse avve che vi praticavano. Falso per che in
nuto nel vendicatore del sangue, poteva quelPincontro desse a divedere ira ed
da questo a buon dritto essere ucciso. Lo escandescenza; nulla avrebber giovato so
stesso omicida invotontario non rimaneva pra quegli uomini avari le semplici esor
libero e sicuro fuor che alla morte del tazioni, un castigo ci volea per incuter
gran sacerdote. Num. xxxv, es; Ios. xx, 2. toro spavento: falso pure che mettesse al
Comech Pomicidio casuale non fosse de saccheggio le mercalanzie.
Icapi degli Ebrei cheran presenti a
litto ma pura disgrazia, volle lddio non
dimeno che Pautor di esso venisse casti quelPatto di severit non osarono opporvi
si, perocch ben to scorgeano giusto e ne
gato con una specie desitio.
Fu detto da alcuni autori che it vendi cessario; sol si contentarono di chiedere
cator del sangue it quale avesse ucciso al Salvatore qual segno o miracoto recas
P omicida invotontario uscito dalP asitto se egli in prova delP autorit sua. Dil
non fosse innocente nel tribunale della co fate questo tempio, rispose egli, e io in
scienza, dinanzi a Dio e secondo it dritto tre giorni lo rimetter in piedi. E veri
naturale, comech andasse esente da ci simite che in dicendo queste parole toc
vite condanna: ma non ci par questa al casse it proprio corpo per dar a capire
trimenti sentenza giusta nel caso; peroc che partava della sua risurrezione. lo. u,
ch it vendicator del sangue reputavasi lo. Un altro evangelista aggiugne comei
investito di publica autorit in forza della entrato nel tempio, si desse a sanar ciechi
legge: it perch le parole absque noxa eril, e sciancati; onde it popoto grid: Osan

sar senza coipa, van prese a rigore, ch na, benedizione al gliuolo di Davide!
non era pi quella una vendetta, sibbene lndarno gli increduli adoperarono a dis
un castigo; non si dovea dalPomicida in gurare tutte queste circostanze per ispar
votontario trasgredir la legge vietantegli gervi ridicoto.
it lasciar la citt di rifugio inanzi la morte
VENIALE (esCono). V. PRccno.
del sommo sacerdote.
VENUTA. V. Avvsniusuro.
,
VERACITA DI DIO. Attributo in virttl
VENDITDRI NEL TEMPIO. Narrasi nel

Vangeto che entrato un di G. C. nel tem

del quale lddio non pu n ingannarsine

pio di Gerusalemme e vedutovi i merca


lanti danimali pe sacrilizii, e i cambiatorl
di monete, fatta con funicelle una manie
,ra di agelto, ne li cacci rimproverandoli
perch la casa del Padre suo avesser con

ingannare ogniqualvolta degni partarci;


Questa perfezion divina conosciam noicost
pel lume naturale come per la rivelazio

ne. Dominatore, dice Mosa Dio, Signo


re Dio misericordioso e clemente , pa

VE

VE

2M

ziente e d1 molto misericordia c verace. sclaron troppo di frequente andarele che


lddio stesso costringe un falso profeta a sarebbe stato debito fuggire per non iscan
rendergli un tale omaggio, Num. xxiu, il): dalizzare l pusitli.
Vebbe pure chi mosse dubio se possa
Dio non come Puomo, che pu menti
re, n come il gliuol delPuomo, che pu lddio mentire e ingannarci per nostro uti
mularsi. Egli ha detto una cosa, erion le, come fa tatora un padre coproprii

la far, ha, partato e non manterr la. pa


rola ? -- Dio verace, per detto delPapo
stoto Paoto, gli uomini poi tutti menzo
gneri. Rom. iu, 4. Gli angusti conni del
toro intelletto e Pinteresse che ponno
avere dimporre a proprii simiti fanno si
che negli uomini darsi possan false opi
nioni; ma in Dio , sapienza innita, che
tutte vede le cose quali esse sono, non

gtiuoli e un medico con gli infermi. a


dir che costoro non abbian posto mente u

a testi scritturali da noi riferiti n alle


perfezioni divine. A Dio, potenza e sa
pienza innita, mancano forse spedienti ,
senza ricorrere alla menzogna ed alPitlu

sioue, per farci persuasi e volenti di ci


che a lui piace? S. Paoto non vuol si dica
bugia per far meglio risplendere la vera

pu cader errore n pu egli da necessit cit di Dio n si faccia del male perch ne
veruna o passione essere indotto a ingan
nar le sue creature.
E questa perfezion divina it fondamento
su cui stanno la certezza di nostra fede ,
la solidit di nostra speranza, Pumlle obe
dienza nostra: per to che siam tenuti cre
dere sulla parola di Dio le cose altres che
non comprendiam punto. Una dottrina da
lui insegnutaci non pu esser falsa; non
pu egli venir meno ad una sua promes

provenga bene, Rom. in, 7, ti; tanto pi

ne incapace lddio. Quel paragone del


padre e del medico riprovato dalla Scrit
tura, nella quale sta detto che Dio non
come Vuomo, capace di mentire. lddio, in
creando Puomo, gPiuspir Pamore della
verit del pari che quelto della virt e
gPimpose si Puno che Paltro per dovere:

onde non pu egli dar Pesempio della


menzogna come neppure del vizio. Ove

sa; unazione da lui commaudataci non pu in noi potesse sorgere it menomo dubio
esser peccato. Il perch la fede, conside sulla infallibite veracit di Dio, niente
rata in tutta la sua estensione, contiene pi creder potremmo di fede divina, te
la credenza di tutto che egli ci ha rive mendo sempre non Dio ci apprendesse un
iato, la ducia in quanto ci ha promesso, errore per alcuna mira a noi ignota. Anzi
Pobedienza a qualunque cosa ci da lui saremmo tentati a difdare pur anco del
ordinata. La. questa la fede giustifi lume naturale e della ragione da lui im
cante, dalPApostoto si altamente commen partitici, e un assoluto pirronismo sareb
be la vera tosoa.
data.
Per la medesima ragione non pu lddio
Come intender si debbano i testi scrit
permettere che gli inviati da luiperistruir turali in cui detto che Dio induce in er
ci cadano essi o facciano cader noi in er rore, acceca, seduce, fuorvia i peccatori,
rore; perocch egli altora sarebbe che ne veggasi agli art. ABBANDoNo, ACCECAMENTD ,
trae in inganno e ci tende un laccio ine Causs, lunun1i1auro, ec.
vitabite. Quegli che vien di lass so
VERBO DIVINO. Espressione consacra
pra tutti, dice it Salvatore... Chiun ta nella Scrittura santa e fra teotogi a si
que ha aderilo a ci clfegli attesla, de gnicare la Sapienza eterna, it Figliuoto
pone che Dio verace. Io. nn, 5l. Chi di Dio, la seconda Persona della ss. '1ri
crede in me crede non in me ma in co nit, eguale e consostanziale al Padre.
lui che mi ha mandato, xn, 44. Credete
E si conviene osservare che in tutte le
in Dio, credete anche in me, xiv, 1. Ove lingue i vocaboli designanti la parola han
Iddio rivestito abbia un uomo di tutti i no estesissima signicanza: cosi in greco
caratteri di missione dalPalto, dobbiamo 1670g, discorso, in latino rea dal gr. psi,
dar fede alla parola di lui come a quella io parto, nelle lingue orientali emer e de
di Dio stesso. V. MIssioNE.
ber, la parola, son termini atfatto generi
Si move accusa a qualche teotogi sco ci, esprimenti non pur la voce articolata,
lastici davere insegnato potere lddio men ma eziandio la favella o parola interiore,
tire e trarre in errore; ma furono intese le operazioni della mente, it pensiero, la
tortamente le toro espressioni, avendo ragione, la votont, la riessione, un dise
essi detto che potrebbe lddio dir menzo gno, un affare, unazione, ec., perch tutte
gna e ingannare ove il volesse, ma che vo queste cose vengono esternate col sussi
lere no l pu per esser la stessa sapienza dio della parola e nulla si fa tra gli uo
e santit. La una di quelle false sotti mini senza it pensare e it favellare. Non
gliezze di togica a cui gli scolastici si la potendosi da noi concepire n esprimere

242

VE

VE

gli attributi e le operazioni di Dio fuor

Vedremo perci l." se it divin Verbo

che per anatogia coi nostri, non dee re


car maraviglia che i vocaboli emer e de

sia Persona ab eterno sussistente; 2. se


sia Dio in tutta la forza e propriet del
vocaboto; 5. se i padri de tre primi se
coli sieno stati ortodossi su questo dom
ma di fede; 4." se Pidea del Verbo divino
sia derivata da Platone o da qualche al
tra scuola tosoca.
I. Secondo la Scriltura, il divin Ver
bo Persona sussistente, non semplice

ber nel testo ebraico, lfyog nelle versioni


greche e nel nuovo Testamento, Verbum
nella Volgata, sieno usati a signicare non
solamente la divina sapienza e Fatto del
Pintelletto divino, ma Poggetto altresi ed
it termine sussistente di tale operazione.
I teotogi dovettero modellare it proprio
linguaggio, per quanto era tor possibite su
quelto della Scrittura dopo averne raffron
tati fra toro i testi. Il perch dicono che
Iddio, conoscendo necessariamente e da

tuttaVeternit s stesso, produce un ogget

denominazione. Questa verit aperta


mente insegnata nel vangeto di s. Giovan
ni, i, i et seqq.: Nel principio era il Ver
bo, e il Verbo era appresso Dio, e il Ver
bo era- Dio. Questo era nel principio ap

to od un termine di tal cognizione, un Es presso Dio. Per mezzo di lui furon fatte
sere eguale a s medesimo, al par di s le cose tulle; e senza di lui nulla fu fallo
sussistente e intinito , conciossiach non di tuttoci che slato fatto; in lui era
possa un atto necessario, continuo e coe la, vila, e la vila era la luce degli uo

terno alla Divinit assomigliarsi a un alto I mini: e la luce splende tra le tenebre ,
transitorimcircoscritto e sterite come sono e le tenebre non Phanno ammessa... Que
i nostri. Perci nella Scrittura quesPobiet gli era la luce vera che illumina ogni
to della cognizione di Dio Padre chiamasi
it suo Verbo, la Sapienza sua, il suo
Figliuolo, Vimagine della sua soslanza,
lo splendor della sua gtoria, ec. Gli scrit
tori sacri gli attribuiscono le operazioni
della Divinit, ne favellano come duna
persona distinta dal Padre, to chiaman Dio
al par del Padre, ec.; e Patto della mente
divina merc it quale lddio produce it
suo Verbo detto da teotogi generazione,
parola nelle Sacre Pagine ad esprimere
esso atto destinata, Prov. vm, 26; Hebr.
i, 5, etc.
Non ci dee punto far stupore che un
mistero di tanto superiore alPumana in

uomo che viene in questo mondo; e il

mondo per lui fu fatto, e il mondo nol


conobbe. Venne nella sua propria casa,
e i suoi nol ricevettero... E il Verbo

si falto carne e abil tra dirmi; eab


biamo veduto la sua gloria, gloria co

me deWUnigentto del Padre, pieno di


grazia e di veril... Nessuno ha mai ve
duto Dio : Vunigenilo Figliuolo ch' nel
seno del Padre, egli ce lo ha rivelato.
Ed ecco la testimonianza che rendette
Giovanni, ec. intatti s. Giovanni, il 51, at

testa Ges esser it Figliuoto di Dio.


Lassurdo ed empio commentario onde

Socino sadoper a travestire it senso del


telligenza e che concepir non si pu n Pintero passo addotto da s. Giovanni un

spiegare per verun paragone sia stato da esempio notabite della sfrontatezza onde
s gran numero deretici combattuto. I ce gli eretici si piglian giuoco della Scrittura
rintiani e gli ebioniti mentre vivea ancora sacra. Ecco la sua parafrasi: Al principio
Papostoto s. Giovanni, poscia i gnostici della predicazione di Gio. Battista era. il
partiti in varie sette, indi Carpocrate, Ba Verbo o la parola, cio G. C. destinato ad
sitide, Menandro, Prassea, Noeto,sabellio, annunziare agli uomini la parola e i vo
Paoto samosateno, che tutti lasciarono di Ieri di Dio. Questo Verbo era in Dio,
scepoli, per ultimo gli ariani etor discen non era per anche conosciuto che da Dio,
denti P ebbero impugnato in differenti ed era Dio per le divine qualit di cui
andava dotato. Le cose tutte che risguar
guise.
Ne secoli XVII e XVIII i sociniani e dauo it mondo spirituale furon fatte per
toro aderenti fecero ogni possa per di lui, e nulla di ci che concerne tal nuo
struggere colesto domma essenziale e fon va creazione senza di lui fu fatto. In lui
damentale del cristianesimo. Quantunque era la vila e la luce sopranaturale degli
negli art. FIGLIUoLo m Dio e Tamrra siansi uomini, egli n Punico autore; ma quesla
da noi trattate gi pareccchie questioni luce splende nelle tenebre, pochi la cer
che al presente si riferiscono, non possiam cano e procaccian di conoscerta. Il Verbo
dispensarci dalPesaminar di bel nuovo fu carne; quantunque sia chiamato Dio
quanto e nella Scrittura e nelle opere de e Figliuolo di Dio, fu nondimeno sotto
padri detto del divin Verbo e la maniera posto alle debolezze delP umanit, alle
onde gli eretici de nostri tempi han tra umitiazioni, ai patimenti, alla morte.
A chi mai che letto avesse le cento vol
vestita questa dottrina.

VE

VE

te it Vangeto cadrebbe in mente di appli

cargli un s fatto senso? E noto, per le


testimonianze del ll secoto, di cinquanta o

sessanPanni al pi dopo la morte di s.Gio


Vanni, aver questo apostoto dettato it suo
vangeto per confular Cerinto e i gnostici,

M3

s. Tale pur la intese s. Giovanni, di


cendo che nel principio o alPistante della
creazione il Verbo era appresso Dio o
con Dio ed era Dio. Era egli adunque pri
ma detempi, perocch questi sol colla
creazione ebbero cominciamento. Or ci

i quali'non pur negavano la divinit di che era avanti it tempo eterno.


G. C. ma asserivano non essere it mondo
opera di Dio, sibben produzione d uno
spirito a lui di lunga inferiore, e it Verbo
o Figliuoto di Dio non aver realmente pre
so umana carne. S. Ireneo , Adv. hwr.,
l. ni, c. u , n. l. Se it senso delPapostoto
era qual vuolsi dasociniani . quanto egli
dice per nulla avrebbe giovato a confutare
gli eretici, anzi raffermati li avrebbe nel
terror toro. Ma si analizzi parte a parte
it sociniano commento.
l. Non si tratta punto in s. Giovanni
del principio della predicazion del Van

s." ll Verbo non signica qui altrimenti


la parola esteriore, ma ci ch era nella
mente divina, giacch era in Dio o con

Dio. G. C. perci non tutto it Verbo per


ch fosse destinato ad annunziare agli uo
mini Ia parola e it \olere di Dio; un tal
ministero adempirono prima di lui i pro

feti e it Battista, dopo di lui gli apostoli


e tor successori, n per questo son essi
chiamati i verbi o le parole di Dio. Quan
do Pevangelista aggiugne cliera appresso
Dio non vuol ci signicare che fosse co
nosciuto da Dio soto: prima della predi

geto, ma s del principio delPuniverso; cazione di Giovanni Battista Ges era stato
n della origine del mondo spirituale, ma riconosciuto per Messia e Salvatore dai
della creazion prima. Levangelista usa la pastori di Bettemme, a cui Faveano come
stessa parola di Mos nel descriver la tale annunziata gli angeli; dai magi che
creazione: Nel principio cre lddio, ec. ran venuti adorartto; da Simeone e dalla
Cos Pebbe inteso s. Paoto, Hebr. l, lo, proletessa Anna; c Zaccaria ed Elisabetta
che addirizza al Figliuol di Dio questo pa gli avean prestato i toro omaggi mentera
role del salmo ci: Tn, Signore, in prin per anco nel seno di Maria.
cipio gettasti i fondamenti della ter
4. Il Verbo era Dio. Agli scrittori in
ro; e opere delle mani tue sono i cieli. spirati, non a novelli dottori, dobbiamo at
E Coloss. i, le, dice che per G. C. sono teuerci per sapere in che senso PAposto
slate fatte tutte le cose ne cieli e in terra, to dice abitare in G. C. tutta la pienezza
le visibili e le invisibili...., tutto per lui della Divinit, Coloss. n, o; chegli to
e o riesso di lui fu creato.
splendore della gtoria e P imagine della
Contermasi ci col notissimo testo del sostanza di Dio, Hebr. 1.. 5; che lddio ha
libro de Proverbii, vini, 22 et seqq.. dove commandato agli angeli dadorartto , i) e;
la sapienza dice secondo it testo ebreo: che sopra tutte le cose benedetto Dio ne
Il Signore mi ebbe con seco nel comin secoli, Rom. ix, 5; che it Verbo di Dio,
eiamento delle opere sue, da principio, Apoc. xix, la, ch it Dio vero e la vita
prima che alcuna cosa creasse. DalVe eterna, l lo. v, e2. Nessun di questi titoli
lernit ebbi io principato ab antico, pri ponno aflarsi a una creatura per adorna
ma che fosse fatla la terra. Non erano che sia di sopreccellenti prerogative. Note
ancora gli abissi, ed io era gi conce ci sono tulle le sottititil grammaticali, i
pila, non iscaturivano ancora i fonti traspouimenti, it punteggiar capriccioso
delle acque; non posavano ancora imon onde i sociniani sogliono alterare it senso
ti sulla grauilante lor mole; prima del di tutti questi passi: ma chi di toro la

le colline era io partorila... Quandegli balia sul testo de Libri Santi? Credereb
dava ordine ai cieli io era presente, bersi eglino di leggertto meglio che i di
quando con cerla legge e ne loro conni scepoli degli apostoli?

chiudeva gli abissi; quanifegli lass sta


biiiva Facre e sospendeva le sorgenti del

s." Se le parole: Tutte le cose furono


fatte per lui, il mondo per lui slato

Pacque....; quantfei getlava i fondamen falto, pigliar si debbono del mondo spiri
ti dello terra. con lui era io disponendo luale, composto degli adoratori del vero
tutte le cose, cd era ogni di mio ditetto Dio. La stoltezza il dire che il Verbo ero
lo scherzare dinanzi a lui continuamen
te, lo scherzare netfuniverso, e mia de
lizia lo slare cdgliuoli degli uomini.
Giusta i Libri Santi, it Verbo la divina
sapienza; onde si vede qui chiaramente

nel mondo, e il mondo non Pha cono


sciuto,- ch non poteva esser nel mondo
spirituale inanzi davertto formato, essen

do un tal mondo composto di que soli


che to riconoscono e adorano pel Figliuoto

espressa da Satomone la sua origine eterna. di Dio. Abbiamo oltrect or ora dimo
Banana. Vol. VI.

B7

214

VE

VE

strato trattarsi qui della creazion prima to, ma operer tutto quello clfio voglio
delPuniverso.
e felicemente adempier quelle cose per
o." Il Verbo si fatto carne o si fatto le quali Vho mandala.
uomo. Ben s avvide Soclno che questo
I sociniani non mancheranno di dire
senso non concitiavasi colla sua opinione; ebraismi esser questi, metafore, espressio
onde tradusse. ll Verbo fu carne, cio ni ardite, famigliari agli orientali: ma gli
soggetto alle umitiazioni , alle infermit , scrittori del nuovo Testamento norravean
ai patimenti delPumanit. llla primiera uopo di servirsi di pretesi trastati per in
mente s. Paoto Pintende daltra guisa, segnarci gli articoli fondamentali di nostra
Rom. i, 5, dicendo che G. C. Figliuoto di fede; era it caso di partar con chiarezza
Dio fu fatto del seme di Davide secondo e semplicit; it commun de fedeli non
la carne. Per secondo, in alcuni testi del obligato ad avere tanta sagacit quanta ne
vecchio Testamento la carne signica, hanno l sociniant per raggiugnere it senso
vero, le infermit umane, la fragitit della del favellar orientale.
vita, ma in nessun luogo del nuovo ha un
ll. Il nome di Dio non in senso impro
tal signicato, indicando piuttosto le uma prio ed abusivo dato al divin Verbo
ne debolezze in senso morale, le viziose ma a tutto rigore e propriet di termi
inclinazioni, le sregolate tendenze della ne. Questa verit rimane gi saldamente
natura. Ma a queste it Verbo incarnato non provata sia dai testi scritturali test al
soggiacque altrimenti, essendo stato simi legati, sia da quelli che raccogliemmo nel
le in tutto a noi, giusta it detto delPApo Part. FIGLIUoLo ni Dio; se non chela per
stoto, toltone it peccato, Hebr. iv, in. In tinacia de nostri avversarii ne obliga a
terzo luogo, Pevangelista aggiugne imme moltiplicare le prove.
diatamente: E abbiam veduto la sua glo
In primo luogo non agevol cosa it ca
ria, gloria quasi delPUnigenito del Pa pire in che senso i sociniani appellino
dre; questa gtoria non istava per certo G. C. Dio e Figliuoto di Dio. Egli Dio,
nelle umitiazioni e ne pattmenti.
dicon essi, perch regna nel cieto, ma,
Noi teniam dietro esattamente alla re stando a s. Gio., era gi Dio prima di crea
gola prescrittaci danostri avversarii,quel rc it mondo, inanzi che esistessero it cieto
la di spiegar la Scrittura colla Scrittura: e la terra. Un ente che non sia Dio per ori

oveglino facesserofcosi, non ne stravolge


rebbero si di frequente it senso.

gine non pu divenir tale. Non diranno gi


chegli Dio perch creatore, giacch

Da tutte queste osservazioni emerge che non ammettono essi la creazione. Giusta
nel testo di s. Giovanni it Verbo non una la toro dottrina, Ges, Verbo divino,
mera denominazione od un titolo donore, Figliuoto di Dio per avergli Dio largila
n un incarico dato da Dio a G. C., ma si unanima pi perfetta di quanti sono spi
una persona sussistente, chera con Dio riti a Dio inferiori e formatone it corpo
Padre , che operava seco nel creare it nel sen di Maria senza intervento duo
monrto,clie esisteva quindi prima del mon mo. Ma anche Adamo chiamato glio di
do e da tutta Peternit. Questa dottrina Dio, Luc. iu, se, perch lddio ebbe for
di s. Giovanni e di s. Paoto non punto mato it corpo di questo primo uomo colle
nuova; perocch Pautore del libro della proprie mani e datagli unanima fatta ad
Sapienza dice al par di toro che cotesta imagine e somiglianza sua. Eppure G. C.
divina sapienza splendore di luce eter appell s stesso Figliuolo unico di Dio,

na e specchio senza macchia della mae

{Lovoysvg Io. in, le. Che ella mai co

st di Dio e imagine di sua bont; al testa singolar gliazione che egli a s at

c. ix, il i: Signore di misericordia, il tribuisce e clie si addice a lui soto? Egli


quale tutte le cose facesti per mezzo di forza che Panima di G. C. sia uscita da
tua Parola, e di tua sapienza ornasti Dio o per creazione o per emanazione ov
Vuomo; e al il o aggiugne che cotesta sa vero che sia eterna al pari di Dio: i no
pienza era presente altorch lddio formava stri avversarii tengono la creazione per
it mondo. Davide non si ristrtnge a dire impossibite; le emanazioni sono una stol
che la parola di Dio (ebr. deber, gr. 1670;) tezza; lddio, puro spirito, ente semplice
ha fatto i cieli e la mitizia degli astri, ed ed immutabite nulla distaccar pu dalla
ammassate le acque nel mare, ec., ps. xxxn, propria sostanza. Oltreci unemanazion
ma rappresenta essa parola qual messo divina sarebbe avvenuta necessariamente,
spedito da Dio a compiere i suol cenni, quindi ab eterno: ma i sociniani preten
ps. cvi, 2o, CxLvI, le. La mia parola , dono che Panima di G. C. cominci ad est
dice Dio per Isaia, i.v, H, uscila dalla stere soltanto prima della creazione del
mia. bocca, non torner a mc senza frut mondo, ben savvedendo che, ove ella fos

VE

VE

215

se coeterna a Dio, sarebbe a lui cousostan


In terzo luogo, se it nome di Dio da
ziale e un Dio soto col Padre. Per ultimo, vasi a G. C. in senso improprio ed abusivo
s. Giovanni dice che it Figliuoto unigenito, soltanto, s. Paoto non avrebbe ardito mai
che nel seno del Padre, ci ha rivelato dire, Colon. ii, 9, che in lni abita corpo

lddio: ma come pu egli starvi ancora se ralmeute la pienezza tutta della Divinit;
ne uscito per via demanazione? A to Rom. ix, 5, che e sopra tutte le cose be
so che imaginavano eotal guisa di na
scere degli spiriti non cadde mai in mente
che, uscendo dal seno di Dio, vi fossero
tuttavia entro rimasi. Per quanto faccia

nedetto Dio ne secoli; n s. Gio., i ep. v,


ao, ch it Dio vero e la vita eterna. Una
creatura non pu essere it vero Dio. Egli
stesso it Salvatore osato non avrebbe pre
no i sociniaui, non potran mai cansare i tendere al culto supremo, a Dio unica
misteri rivelati nelle Sacre Carte se non mente dovuto. 0r,egli ha detto: Il Padre...
inventandone altri pi inintelligibiti a ceu ha rimesso interamente nel Figliuolo il
far giudizio, afnch tutti onorino ilFi
to doppii.

Secondariamente, la Scrittura attribui gliuolo come onorario il Padre, 10. v, 2a;


sce al divin Verbo, al Figliuoto di Dio, a Io e il Padre siamo una cosa sola, x, 5o,
G. C. non solamente qualit divine ma le Gli angeli dicono di lui, Apoc. v, le: E
perfezioni proprie della Divinit, incom degno Vagnello che slato scannato di
municabiti a una creatura. l. ljelernit, ricevere la virt e la divinil e la sa
giusta it testo per noi citato de Prover pienza e la fortezza e Fonore e la gloria
bii, v, ali; e fu ripetuto dal profeta Mi e la, benedizione. E pur Dio affermava
chea, v, a, predicendo come uscirebbc di nella sua legge ad israelto: Non avrai
Bettemme un dominator dlsraelto la cui altri dii dinanzi a me... Io sono il Si
generazione da principio, dai giorni gnore Dio tuo... Exod. xi1. E in Isaia:
delPeternild. Lebreo holam signica Pe xLni, s, xLvinn, H: 1o il Signore; questo

ternit di Dio, Gen. xxii, a5; ps. Lxxxvii, e; il nome mio. Ad altri non dar la mia
Is. x1., 28, etc; trattandosi del passato gtoria. Il Savio dichiara it nome di Dio
non esprime giammai una durata circo essere iucomiuunicabite, Sap. xiv, a1. Con
scritta. V. la Sinapsi difcrilici su questo citiiuo i sociniaui se d tor Panimo, tutti
passo. 2." La potenza creatrice, ossia la questi testi nel toro sistema.
potenza doperar col soto volere, giusta le
Per quarto,stando alPopiniou toro, biso
parole di s. Giovanni, tutte le cose per lai gnerchbe interire aver G. C. tratto inevita
sono slate fatte, e secondo Pespression del bitmente in errore gli Ebrei e fatto quanto
Salmista: Ei disse e il tutto fu creato, si dovea per impedire che credessero in lui.
it carattere essenziale e denitivo della noto in quanto orrore avesser eglino it
Divinit. 5." Iimmensit: leggiamo in politeismo dopo ritornati dalla cattivit
s. Gio. , m, 15: Nessuno ascese in cielo babittonese e dopo le persecuzioni patite
fuori che colui che disceso dal ciclo, il per parte de re di Siria, i quali volean co
Figliuol delP uomo, che sla nel ciclo. stringerli a farsi pagani. Arrogarsi it no
Egli era quindi tulPinsieme nel cieto e me di Dio fra toro in senso abusivo senza
sulla terra. 4." Il dominio supremo di tutte far vedere che tale appellazione non di
quante le cose: dice egli medesimo, Io.xvi, struggeva Punit di Dio era un voler pas
ni: Tutto quel che ha il Padre mio; sare per falso profeta e per bestemiato
xvu, 1, a, lo: Padre,... glorica il tuo re. Onde gli Ebrei per ben tre volte ten
l"igliuolo,-... siccome hai dala a lui po tarono iapidare it Salvatore perch face
test sopra tutti gli uomini... Tutte le vasi uguale a Dio e Dio pur anco: fu
cose mie sono tue, e te tue mie. S. Paoto questa la cagione per la quale venne dal
ne accerta che lddio it Figliuolo costilu sinedrio condannato a morte. Matth. xxiv,
erede di tutte quante le cose , il quale 65-66; e Padiiucon pure al presente per
tutte le sostenla con la possente parola negar di credere iu G. C. V. La. confe
sua, Hebr; i, a, a; che Dio le cose tutte renza del giudeo Orobio con Limbor
ha soggettate ai piedi di lui, u, 8; che per chic, it Chizzoak Emmonac delP ebreo
lui e per opera di lui sono tutte le cose; Isacco, ec.
In quinto luogo, giusta to stesso siste
onde G. C. dice uelPApocalisse, xu, la:
Io sono Palfa e Vomega, il primo e Pal ma, G. C. e gli apostoli rischiarono dicon
timo, il principio e il ne. lddio mede fermare i pagani nel toro errore. Era un de
simo, a n di porgere agli uomini unidea gli articoli della credenza pagana chc certi
di sua grandezza e sovrana maest, disse dei avesser frequenti ale vestito uma
egli mai nulla di pi espressivo in tutte na forma e fossero scesi ad abitar fra gli
uomini; le quali visite od apparizioni di
le Sacre Carte?

246

VE

delt appellavano leofanie. Ce ne porgono


un esempio gli Atti degli apostoli,xiv lo,
dove leggiamo che gli abitanti di Listri in
Licaonia, rapiti da maraviglla per un pro
digio veduto operar da s- Paoto. sciama
rono che due dei sotto gura duomini eran
discesi fra toro, pigliando s. Barnaba per
Giove e s. Paoto per lllercurio, perch era
quegli che avea la parola, e volendo of
ferir toro un sacritizio. Se (l. C. non era
Dio in tutta la forza del vocaboto, i pa
gani, a cui veniva annunziato come Dio o
Figliuoto di Dio, doveano scambiartto per
una di quelle beneche divinit che assu

mevano umane forme per venire a con


versare con gli uomini, istruirti, alleviar
ne i travagli. Cosa al tutto assurda sareb

VE
Non piaccia a Dio che da noi si ammetta

giammai un sistema dal quale cosi empie


conseguenze derivano; non sappiam farci
capaci come uomini di tanta perspicacia
come i sociniani non giungano a cono
scerte.
Forse che venner toro trovati nella Scrit
tura testi chiari e perentorii asegno du
ver ragione di torcere ad altro senso
quelli da noi toro opposti? Due ne hanno

pei quali cantan vittoria. Al c. xiv, il 2B


di s. Gio., G. C. dice agli apostoli: Il Pa
dre maggiore di me. Come concitiare,
ci domandano, queste parole col domma

della divinit del Figliuoto e della coegua


lit,sua col Padre?
Con tutta facitit, chi vi sadoperi spas

be stata it predicar toro Punit di Dio. e sionalamente: non si ha che a leggere it


dare ad un tempo a G. C. it qualirativo
di Dio in improprio signicato; ch i pa
gani per fermo non sarebber riusciti a
comprendertto. Quator fosse vero che ap
po gli Ebrei P espressione Figliuolu di
Dio sonasse puramente lllessia o mandato
da Dio, non poteva fra gli etnici esser ln
tesa in lal senso.
,
e." Finalmente, durando sempre nelto
stesso supposto, G. C. e gli apostoli, iu

passo per intero. Faveitando C. C. asuoi


apostoli , doleuli perch quanto prima
li avrebbe lasciati, Se mi aiiiaste, dice
toro, vi rallegrereste cerlamente, perch
ho detto: V0 al Padre; conciossiach il

Padre maggiore di mc Egli chiaro


signicar ci essere it Padre in uno stato
di gtoria, di maest, di splendore di tun

ga superiore a quelto in cui era G. C. sulla


terra. Cosi intesero i padri della Chiesa

viali per imparare agli uomini la verit, quel testo altorch gli ariani non cessa
li avrebbero spinti in un caos d errori.
Non avrebber fatto altro che dare una nuo
va forma al politeismo, che apprendere a
tor proseliti ad adorar tre dei invece di tutta
la turba degli dei paganeschi. inutitmente
direbbesi non essere tor colpa se le pa
role toro furono prese in torto senso: quel

van di recartto in mezzo per farsene forti.


V. s. llario, De Triliit., l. ix, n. tu. E
questo senso confermato dalla preghiera
fatta da G. C. qualche giorni inanzi la sua
passione: Adesso glorica me, o Padre,
presso a te tesso con quella gloria che
ebbi presso di te prima che il mondo faa
to dato da sociniani non di certo it pi se. lo. xvn, s. Non poco impacciati si tro
ovvio. Dicono essi, di concerto co pro vano i sociniani a dire in che consistesse
testanti , che i discepoli immediati degli questa gtoria di cui G. C. avea goduto ap
apostoli eran uomini semplici, di corto iu po it Padre suo prima della creazione del
tellettto anzi che no, nulla intendenti di mondo.
nezze grammaticali, di fittosoche sottiti
Al c. xx, il l7,di s. Giovanni, G. C. ri
l , di critiche discussioni. Pure ad essi sorto impone alle sante donne di dir queste
gli apostoli dieder Pincarico dinsegnare parole a suoi apostoli: A:cendo al Padre
a fedeli la dottrina di Cristo: bisognava mio e Padre vostro, Dio mioe Dio vostro.
adunque spiegar chiaro tutti gli articoli Di qual guisa mai, dicono i sociniani, pu
da credersi, schivare ogni vocaboto oscuro it Padre essere it Dio del proprio Figliuoto
od ambiguo, ogni equivoca espressione per se sono eguali in natura? Ma non pongon
trre di mezzo qualunque pericoto der essi mai mente che G. C. era Dio ed no
rore. Ci tanto pi richiedevasi perch, mo e che in questo secondo essere pen
giusta la dottrina de nostri avversarii, gli sardovea e partare come tutti gli uomini
apostoli non lasciavano a fedeli altra re senza che ci valesse a derogar punto alla
gola di fede che i proprii scritti. Pure, se divinit sua. Per la stessa ragione fu detto
le interpretazioni de sociniani son vere, da s. Paoto, l Cor. xv , es: Allorch....
it nuovo Testamento it libro pi capzioso saranno slate soggettale a lui tutte le
che siasi mai dato. Chi vietava a s. Gio cose, allora anche lo stesso Figlio sar
vanni di spiegar la propria dottrina cos soggetto a lui, che gli ha assoggetlala
chiaramente come fece Socino? a nessun ogni cosa, onde Dio sia il tutto in tutte
dubio altora, a nessuno abbaglio avrebbe le cose. Conciossiach it Figliuot di Dio
prto occasione.
conservi nel cieto la propria umanit n

VE
cesser mai desser uomo, non mai pure,
come tale, cesser desser sottomesso al
Padre suo.
Riguardo al testo di s. Marco, xiu, se,
ove it Salvatore dice che it giorno e Pora
del nale giudizio non son noti al Figliuo

to ma al Padre solamente, abbiam gi ri


sposto sotto la voce Aonosri, come pure
a qualche altra difcolt nelPart. FiaLIuo1.
m Dio.
Nella disputa del Limborchio colPebreo
Orobio, questi sostiene non avere gli Ebrei

dovuto riconoscere Ges pel Messia per


ch si fece tener per Dio e render gli ono

VE

247

ll soto mezzo efcace di confutare gli


Ebrei si di sostenere non esser G. C. altro
Dio dal Padre; nelle Parafrasi caldaiche
it nome Iehovah venir sovente espresso
pel Verbo di Dio e rappresentato siccome
persona; lddio essersi pi ale dato a ve
dere ne patriarchi sotto la gura di an
geto e in tali occasioni chiamato col nome
di Iehovah; avere Iddio potuto mostrarsi
sotto la natura duomo come sotto quella
iPangeto e doversi adorare sotto qualun
que forma degni vestire; nalmente, i dot
tori ebrei aver riconosciuto che it Messia
doveva esser Dio egli pure. V. Galatino,
De arcanis, etc., l. iu.

ri dovuti alla Divinit, attentato da Dio


severamente proibito nella sua legge. ll
lll. I pi antichi padri della Chiesa
Limborchio, come sociniano, risponde che insegnarono aperlamente e coslantemen
G. C. non si spacci mai pel Dio supremo, le la divinil del Verbo. l protestanti, col
ma per suo messo; che in nessun luogo legati co sociniani pel commune interesse
del nuovo Testamento ci imposto di cre di screditar la tradizione, sostengono che
dere che G. C. sia Dio esso pure, ma si it linguaggio de padri anteriori al concitio
clfegli it Figliuol di Dio, val dire it Cristo niceno, tenqto nel 525, non fu n unifor
o it Messia; che Ponore e la gtoria a lui me n sempre ortodosso; che ne tre pri
tributati non niscono in lui ma ritornano mi secoli la dottrina della Chiesa circa le
al Padre suo. Per ci, dicegli, che spetta Persone della ss. Trinit non trovavasi
alPunione delle due nature in G. C., la fermata e quindi era fatta facolt a cia
questione estranea alla fede prescrittaci scuno dintendere a modo suo i testi scrit
da Libri Santi, unica norma di nostra cre turali che a questo mistero si riferiscono.
denza. Amica collatio, etc.
Dobbiam per da questo numero eccet
Falsa manifestamente questa risposta; tuare i teotogi anglicani; i quali, perch
non sarebbe stato difcite alltlbreo it con ammetton communemente la tradizione
futarta. -Anessuno,avrebbe detto, anes de primi secoli, anzi che adottar la sen
suno poteva esser noto in che senso Ges tenza degli altri protestanti, adoperarono
dichiarossi per Dio meglio che a suoi disce con pari zeto che i cattolici a scolpare i
poli: ma questi dicono esser lui alle cose padri antichi.
tutte superiore, it Dio benedetto per tutti
lndarno dimostriam noi agli altri es
i secoli, it vero Dio e la vita eterna, Dio sere empiet it supporre che G. C., it qua
prima che fosse creato it monito, it mondo le avea promesso 1Passister la sua Chiesa
esser opera sua, ec. Non forse questo it insino alla consummazione desecoti e man
Dio supremo? Or la legge ne vieta diri dar a suoi apostoli to spirito di verit per
conoscere altro Dio fuor che it Creatore, sempre, sia venuto meno alla sua parola;
it quale pi e pi volte ebbe detto: to so che immediatamente dopo la morte degli
no it Dio soto, n altro avvene fuor di me. apostoli abbia lasciato la sua Chiesa nelPin
Ci quindi proibito Pammettere un Dio certezza segli fosse o no veramente Dio.

supremo e un altro inferiore. falso che Noi diciam toro: 0 la divinit del Verbo
ne nostri libri le espressioni Figliuolo di
Dio,Figliuolo delVAltissimo signichino
solamente Cristo o Messia perch vi si scon
trano accoppiate a tutti gli attributi della

Divinit ed applicano a Ges detesti che


nelle nostre Scritture designano Iehovah
o it Dio supremo. Voi distruggete i nostri

principii, dicendo che it culto prestato a


Ges si riferisce al Padre suo; voi i quali

chiaramente rivelata nel nuovo Testa


mento o no. Se chiara, formale, manife
sta tal rivelazione, come mai i pastori
della Chiesa pi vicini agli apostoli han
potuto ignorarta, trattandosi dun domma
da credersi e sapersi da ogni cristiano?
Sessa oscura, equivoca, ambigua, pu
egli credersi che lddio Pabbia data per
unica scorta a fedeli, come da voi si as

asserite ai cattolici che Ponore renduto agli serisce?


angeli e asanti non pu rapportarsi a Dio,
inanzi esaminare se i primi padri sieno
che qualunque culto onde si onori un altro stati o no ortodossi, ci ha qualche osser

essere da Dio in fuori profanazione e ido

vazioni da fare. l." Altorch trattasi dun

Istria. - Sapremmo volentieri che cosa it domma incomprensibite, qual si quelto


Limborchio avrebbe potuto replicare.
della generazione del Verbo, Pumano lin

24 8

VE

guaggio somministrar non vale espres


sionf chiare ed esatte a seguo da porgere
la medesima idea a tutte le menti e an
tivenir tutte le false interpretazioni. Gli
stessi scrittori inspirati non ne usarono di

si fatte perch non ce ne ha punto. Quan


do fu mestieri tradurre i toro scritti non
si rinvennero nelle varie lingue vocaboli
esattamente equivalenti e perfettamente
sinonimi; it traduttore del libro delPEc
clesiastico ne mosse lagnanza nel suo pro
togo. Se impertanto agli antichi padri, che
non tutti vissero nelto stesso paese e tem

po, fosse avvenuto di non esprimersi al


modo medesimo, non si dovrebbe altri
menti inferirne che non intendessero alla
maniera identica it domma rivelato nella
Scrittura: altro aver unidea chiara nella
mente, altro esibirta chiaramente nella lin
gua onde si costretto far uso. Che tutti
i padri abbian creduta la divinit e quindi

Peternit del Verbo n pr va Pessersi

VE
a creare it mondo. E fu necessario perci
altora esaminar pi da presso tutti itesti
scritturali in cui si parta del divin Verbo,
e far vedere comessi provino non pur una
generazione temporale anteriore alla crea
zione del mondo ma una generazione eter

na eziandio, in virt della quale it Verbo


eterno e consostanziale al Padre.
QuesPosservazione non isfuggi al Leib

nitz, pi assennato e moderato che non it


rimanente de protestanti. u E sembra, co
si egli, che taluni de padri, i platonici se
gnatamente, due gliazioui del Messia ab
bian imaginato prima chei nascesse dalla
vergine Maria: quella che it costituisce li
gliuoto unico in quanto eterno nella Divi
nit, e quella che to fa primogenito delle
creature, merc della quale venne rivestito
duna natura creata, sopra tutte nobitis
sima, che it rendea to stromeuto della Di
vinit nella produzione e nel governo del
Paltre nature. Gli ariani questa seconda
natura solamente serbarono, e trasaudaron
la prima; e alcuni de padri parve li fa
vorissero, opponendo it Figliuolo alPE
terno in quanto consideravano il Figliuo
to rispettivamente a questa primogenitura
fra le creature, della quale ebbe partato
s. Paoto, Colo:e. i, es. Non gli negavano

tutti levati contro gli eretici che osarono


impugnarta. Si dice che sarebbe stato uo
po attenersi alle parole della Scrittura
senza nulla aggiugnervi: ci i padri avreb
ber fatto per fermo, ove gli eretici aves
ser avuto tanto senno da contentarsene.
2." A voler giudicare equamente del pro
cedere e del linguaggio de padri, e si con per per tal cagione ci che egli aveva
vien tener dietro al to delle dispute e gi siccome Figliuoto unico e consostau
controversie al toro tempo insorte. Gi sul ziale al Padre. n Dal che it Leibnitz infe
nire del secoto Ii cerintiani,i valentiniani risce non altro aver fatto it concitio di Ni
e i pi degnostici prelesero it mondo non cea che fermare colle sue denizioni una
esser opera del Dio supremo, si ben dun dottrina gi invalsa nella Chiesa. Espril
eone o spirito a Dio inferiore e nemico. de Leibnilz, t. Il.
A confutar costoro, i padri si volsero a
Se it p. Petavio, PUezio, it Dupin ed
dimostrare colla Scrittura che la creazio altri avessero fatto questa considerazione,

ne Popera del Verbo di Dio, uscito in sarebbero andati pi canti in favellare de


tal qual modo dal seno del Padre per ser
virgli di ministro e stromento nel produr
re le cose tutte. Applicarono essi a que
sta specie di nascita temporale del Verbo
alcuni passi che, presi in tutto tor rigore
esprimono la sua generazione eterna. Al
tutto malamente perci se ne deduce che
i padri questa non ammettessero: altora
non se ne discorreva n era necessario
il provarta per confutare gli eretici a quel
tempo domlnatizanti.

Non and pi cos la bisogna quando


nel secoto IV sorse Parianesimo. Sostene
va Ario avere it divin Verbo incominciato
ad esistere soltanto immediatamente avan
ti la creazione del mondo; essere una crea

tura pi perfetta si delle altre , ma non


eguale n coeterna a Dio Padre: si pre
valse egli della maniera onde i dottori
della Chiesa de tre primi secoli avean
partato della nascita del Verbo destinato

padri de tre primi secoli: non avrebber


toro attribuito errori che mai ad essi non

caddero in mente n fornito arme ai pro


testanti per impugnar la tradizione e mo
tivi dbstinarsi nella propria preoccupa
zione contro f pi venerabiti padri della
Chiesa. Il Petavio, Dogm. theot., t. II,
l. i, De Trinit., c. 5-5, ha raccolto de
passi di s. Giustino, Atenagora, Taziano,
s. Teofitto antiocheno, s. Clemente romano,
Clemente e Dionigi dhxlessandria, Orige
ne, s. Gregorio taumaturgo, Tertulliano,
Lattanzio, ne quali questi padri sembra
non conoscano la generazione eterna del
Verbo, ma soltanto la sua nascita inanzi
la creazione di tutte cose: ne partano
quindi come duna persona di grandissi
mo tratto inferiore al Padre, duna crea
tura ministra ed esecutrice di tutti i suoi
disegni. Nondimeno it detto teotogo fu co
stretto ammettere che questi stessi dot

VE

VE

249

tori in altri luoghi delle opere toro hanno dri non sieno stati del medesimo avviso
chiaramente professata la coeternit, coe per non averne eglino detto nulla nelle
gualit e consostanzialit del Figliuoto col lettere morali ed edicanti che scrissero

Padre. ll Bulto, Defens. d. nic., it Bos

a fedeli?

suet, vi Avertiss. a,ux protesa, it Le Nour


ry, Apparat. ad Biblioth. pp. ne addus

AlPentrar del ll secoto, altro scopo eb


bero s. Giustino e i posteriori padri. E
bisognava fare Papotogia del cristianesi
sero ancor pi salde prove.
Si son essi dunque contradetti cotesti mo contro i pagani-che it combattevano e
santi maestri o versarono nel dubio circa difenderne le dottrine contro gli attentati
it domma rivelato e it senso de passi scrit de gnostici. Ma n nelPun caso n nelPal
turali ov espresso, siccome vuolsi da tro diciam noi fosse necessario o conve
protestanti? Non gi; bens partarono re niente it trattar la questione della gene
lativamente alle questioni che avean per razione eterna del Verbo.
l. Un tal mistero era di troppo supe
le mani, alle persone con cui aveano a
fare, ai casi ne quali si trovavano. La riore al concetto de pagani, ePavrebber
stoltezza it credere aver essi negato un pigliato in trto senso; n sarebbe stato
domma o dubitatone o non conosciutoto affar tanto agevole it mostrartto in termini
perch non ne lecer parola quando non espressi e formali ne nostri Libri Santi:
era necessario. Si vorrebbe che tutti t pa anche attualmente da sociniani sostiensi
dri antichi avesser dato una prolession di chesso non vi si trova altrimenti; a pro
lede compiuta di tutti gli articoli della cri vare it contrario sarebbe stato mestieri
stiana dottrina o piuttosto un catechismo duna discussione nella quale non si con
di dottrina e morale in cui tutto venisse veniva entrar co pagani. Tornava perci
insegnato e spiegato parte a parte: com meglio ristringersi a dimostrar toro colle
modissima cosa sarebbe questa per noi in nostre Scritture che it Verbo era prima
dubitatamente,e meglio ancora se Paves di tutte cose, chegli it creatore del mon
ser fatto gli apostoli stessi; ma poich nol do, quindi che Dio; che in tal domma
fecero, ne deduciamo che non erano in do niente si contiene di assurdo, posciach
Platone , discorrendo della nascita del
vere di fartto.
Semplicissima la dottrina de padri mondo, ha supposto un Logos, un Verbo,
apostolici sul domma in discorso. S. Bar unidea archetipa di ci che lddio voleva
naba, nella sua lettera, n. la,dice che la fare e a cui si conform nelPesecuzio
gtoria di Ges sta nelPesser le cose tutte ne; aggiugnendo tuttavia avertto Platone
in lui e per lui, alludendo, manifestamen malamente concepito, giacch non ebbe
te, alle sopracitato parole di s. Paoto, Co ammessa la creazione e suppose la mate
loss. i, i6, Hebr. i, 5, comprovanti la di ria eterna. Ecco quel che precisamente han
vinit di G. C. S. Clemente romano, ep. i, fatto i padri, n era punto necessario, dis
n. 56, to chiama, come PApostoto, lo putando contro gli Ebrei, it recar pi oltre

splendore della divina maest c gli ap Pesame.


2. Rispetto agli eretici, abbiamo osser
plica con lui le parole dal salmo n, 7: Tu
se mio gliuolo; io oggi Vho generato, vato comeglino pretendessero che arte
e nella epistola n, n. l , dice dover noi ce del mondo non tosse Dio stesso, sib
tener G. C. siccome Dio e giudice de vivi bene uno spirito dordine inferiore e a lul
e de morti e non pensar bassamente della ribelle: la questione perci riducevasi a
nostra salute. S. Ignazio, ep. ad Magnea, dimostrar loro per mezzo della Scrittura
n, 7 e s, dice G. C. venir dal Padre soto, che it Creatore era it Verbo di Dio, ema
in lui soto esistere e ritornare a lui soto, nato dal seno della Divinit inanzi tutte
essere it suo Verbo eterno, non emanato le cose, it quale era stato it ministro di
dal silenzio. In tutti gli indirizzi delle sue Dio e Pesecutore de disegni di lui. Con
lettere pone G. C. eguale a Dio Padre , seguentemente i padri opponeano agli
rende ad amendue i medesimi onori, gli eretici i testi da noi citati: Dio mebbe
stessi favori attribuisce. ll suo condisce seco al principio delle sue vie. - Nel

poto e amico s. Policarpo us it mede

principio era il Verbo; lutte le cose fu

simo stite scrivendo a que di Fitlppi, e ad ron fatte per lui.-Il Figliuolo di Dio
esso si conform la chiesa di Smirne ne il primogenilo di tutte le creature. Se
gli atti del martirio di lui. S. Ignazio per male adoperarono i padri a non fermare
ci fu it soto a professare P eternit del in quella controversia la generazione eter
Verbo; it Butto dimostr esser questo un na del Verbo, converr ci apporre a col
tratto da lui lanciato contro i cerintiani. pa eziandio a s. Giovanni, it quale, scri
E perch sospetterem noi che gli altri pa vendo it suo evangelio per confutar Ce

220

VE

VE

riuto, invece di dire: Da tutto Pelernit


5. I padri de tre primi secoli Phan ri
era. il Verbo, si ristrinse a porre: Nel petuto, dicendo che it Verbo era non so
principio era il Verbo. Perch condan lamente in Dio ma con Dio, che it Padre
narei padri se stettero alle parole iden non fu mai senza di lui, chera a cos dire
tiche del santo evangelista? Condannar si it senno del Padre. A Iuiapplicarono ite
dovrebbe anco it concitio di Nicea, che, sti del libro della Sapienza da noi sopra
volendo porre in sodo contro gli ariaui la riferiti. Veggasi it Butto, Defem. d. nic.
cotnsostanzialit del Verbo e perci la sua
4." Pi. Quando taluno de padri avesse
coeternit col Padre, si content di dirtto detto che it Verbo nel seno del Padre non
nato dal Padre prima di tutti i secoli era una persona, nessuna conseguenza
quando avrebbe potuto dire che nato potrebbe trarsene: in tutte le lingue per
sona vale aspetto, gura, apparenza. Pes
ab eterno.
Noi deduciamo che se le tocuzioni nel teriore, ci che cade sotto gli occhi: or,
principio, prima di tutti isecoli, inan gli chiaro che prima della creazione di
zi che il mondo fosse, ec., non signicano verun essere dotato di cognizione, it Ver
espressamente Peternit, pel manco la bo non era persona in tal senso; ma avvi
suppongono; giacch, torniamo a dire, pri forse alcuno de padri it quale abbia detto
ma di tutti i tempi o secoli non cera che che prima di quelP istante it Verbo non
tosse un essere sussistente?
Peternit.
Ci non basta a mandar contenti i no
stri avversarii, i quali dicono che se i det
ti padri hanno ammessa Pesistenza eterna
del Verbo nel seno del Padre , non cre
dettero per altro iosse una persona, uni
postasi, un ente sussistente, ma soltanto
unidea, un pensiero, un atto delPintel

s." Poich i padri ragguardarono la crea


zione siccome una specie demanazione o
piuttosto iPapparizione del Verbo fuor del
seno del Padre suo, que santi dottori han
potuto dir senza errore che prima di quel
Pistante it Padre non era Padre, it Figliuoto
non era Figliuoto iPuma maniera sensibile

letto divino; che non cominci ad avere come furono dappw Si pot dire che, in
unesistenza propria fuor quando usci dal quel nuovo stato, it Verbo era interiore sub
seno del Padre a n di creare it mondo. ordinato, sottomesso al Padre suo , che

lmaginazione al tutto falsa anche que


sta. t." Provochiamo questi critici teme

ra suo ministro, ec. llla ci esser non po

teva ove si ragguardasse alla sua genera


zione eterna, conciosstach in virt di
questa al Padre consostanziale. Sarebbe
unassurdit che i padri avesser detto ad
un tempo stesso che it Verbo non era un
essere sussistente e nondimeno era it mi
propria. Non pu loro attribuirsi un si nistro del Padre suo, ec. Queste due ac
fatto errore che per via di conseguenza, cuse si distruggono a vicenda.
aggiugnendo a ci che dissero e pigliando
6. ll soto a dire che Dio non era Pa
i vocaboli in falso signicato; metodo stea dre inanzi aver prodotto it Figlio suo per
le, di cui i nostri avversarii non vonno si creare it mondo iu Tertulliano; to disse
faccia uso neppur con gli eretici.
per egli nel senso unicamente da noi or
2. Que padri avean letto s. Giovanni, ora accennato, posciach aggiugne del pari
dichiaravano di seguirnela dottrina, edeb che Dio non era it Signore prima che ci
besi credere avesser sufciente capacit fosser creature sulle quali esercitare it suo
da capir la forza delle parole. Or, s. Gio dominio e non era giudice inanzi che ci
vanni dice che, nel principio e inanzi avesse colpe. Non era egliSignore in modo
chesistesse it mondo, it Verbo era in Dio sensibite, ma ben to era per essenza e da
o piuttosto con Dio, 1rpog ()-.v, ed era tutta Paternit. Fu tatto vedere dal Bulto
Dio: pu egli ci dirsi dun pensiero,duni con altri passi chiari e formali di Tertul
dea qual si trova in noi? Fossero anche liano aver questi insegnato essere il Verbo
stati tutti que padri tinti di platonismo , eterno al pari del Padre ed essere stato
Platone non disse mai d un idea che la da tutta Paternit nel seno del Padre non
fosse Dio. S. Giovanni, xvn, s, riferisce le solamente quale attributo metasico, ma
seguenti parole di G. C.: Glorica me, o come ente sussistente e persona; it Pa
Padre, presso a le stesso con quella glo dre non essere stato mai senza di lui, es
ria. che ebbi presso di te (ape o-o) pri ser Dio da Dio, la sapienza, la ragione, it
ma che it mondo fosse. Linguaggio inin consiglio del Padre, onde it Padre non era
rarii a citare pur un de padri it quale ab
bia detto formalmente e in termini aperti
che it Verbo nel seno del Padre suo non
fosse una persona, unipostasi, un essere
sussistente, e non avesse unesistenza sua

telligibite gli questo, se it Verbo era un soto, ec.; e to prova col testo da noi ci
ente sussistente nel seno del Padre suo. tato de Proverbii e colle parole di s. Gio. :

VE
Egli era appresso Dio ed era Dio. De
fercs. d. mc, sez. m, c. 1o, S a e segg.
E certo oltreci che Tertulliano si for
m uno stite e un metodo tutto suo pro

VE

221

tici dovean rammentarsi che la locuzione


ebraica deber Iehovah, la parola del Si
gnore, in cento e pi luoghi della version

de Settanta viene tradotta per i670g 1-06

prio, chei piglia spessissime volte i voca Kplou; che in tanti di que testi un tal
boli in senso assai diverso dal commune; vocaboto ci vien rappresentato siccome un
onde ne viene la tanta sua oscurit. Ma essere sussistente ed operante, come per
quando un autore siasi pi ate spiegato sona, angeto , messo che eseguisce i vo

in modo ortodosso e consentaneo alle Sa leri di Dio: nessun bisogno quindi che n
cre Lettere, la ingiustizia it pigliare in Fittone n s. Giovanni andassero in traccia
mal senso espressioni inesatte sfuggitegli
nel cator del disputare in argomento oscu
rissimo. Con tal metodo si proverebbe che
Tertulliano si contradice ad ogni pagina
delle sue opere, che non solamente it

di questa idea negli scritti di Platone.


Negli art. PLATONIsMo e Talmn PLAToNICA
abbiam confutato la chimera del preteso
platonismo de padri; ma vuolsi far ve
dere altresi che Pidea da essi concetta del
pi empio fra quanti sono eretici, ma it divin Verbo somiglia al Logos di Platone
pi stolido altresi di tutti i ragionatori; quanto it di alla notte.
.
aggravio che non gli si pu fare in conto
l." Che egli cotesto Logos del tosofo
veruno.
greco? Noi troviam subito al primo passo
IV. Dalla Scriltura, non da Platone un intoppo. Stando a parecchi platonici ,
o da nuovi platonici o da. veruna altra la ragione, P intelligenza, la facolt di
scuola losoca, han tratto i padri quel pensare, di ragionare, di discerner cosa da
che dissero del divin Verbo.
cosa, desprimere i proprii pensalnenti
Non rec gran maraviglia it vedere i merc della parola: questa la spiegazione
sociniani sostenere che i padri detre pri datane da Platone stesso nel Teeteto. Se
mi secoli della Chiesa avessero attinta in condo altri, Pidea, it piano o disegno, Par
Platone la tor dottrina sul Logos o Verbo chetipo ovvero it modelto che lddio avea

divino; perocch la sfacciataggine di cotali si in mente altorch delerminossi a creare


eretici non conobbe mai conni. Ma non si
pot udir senza scandato i protestanti con
sentire in quella strana opinione, rinfac
ciando costantemente a padri un soverchio

it mondo e al quale sattenne nelPesecuzio


ne; tale , dicesi, la nozione formatasene
da Fittone ebreo. I padri, per contrario, di
cono esser la cognizione che lddio ha di

affetto alla tosoa platonica. A ci sap

s stesso e di tutti i suoi divini attributi,

poggiarono alcuni increduli per asserire it quindi della sua innita possanza, di tutto
principio del vangeto di s. Giovanni essere ci che pu fare e che far pel corso de
stato dettato da un tosofo platonico. Se secoli, o piuttosto ch it termine di essa

valesse la pena di confutar seriamente una cognizione. Unidea si sublime non pot
si fatta inezia, diremmo che, giusta to per fermo cader nella mente di verun lito
stesso vangeto, G. C. elesse a suoi apo
stoli semplici pescatori della Galitea; che,
secondo gli Atti apostolici, iv, l5, gli Ebrei
savvidero come Pietro e Giovanni fosser
uomini senza studio n lettere; che gli
apostoli , itluminati dalto Spirito Santo, non
avean punto pi bisogno delle istruzioni
di Platone che di quelle de tittoso cinesi.

ll Sandio e it Le Clerc avvisarono cr


re meglio nel segno col dire che s. Gio
vanni potrebbe avere attinta Pidea del di
vin Verbo nelPebreo Fittone, gran parti
giano della tosoa platonica. Ma le opere
di Fittone eran diffuse in Egitto principal
mente, dove non ci prova di sorta che
s. Giovanni abbia messo piede; scrisse egli
it suo vangeto in Efeso, tontana pel manco
cencinquanta leghe da conni delPEgitto.
Sarebbe stata cosa pi ovvia Pimagiuare
che it detto evangelista avesse tratto la
nozione del Logos dai cerintiani, che sera
proposto di confutare. l nostri valenti cri
Bsacisu. Vol. VI.

solo privo della luce della rivelazione.

Ove si confronti ci che dice Platone del


Logos con quel che detto della divina
sapienza ne Proverbii, si parr quanto a
petto a quelle delto scrittor sacro sieu
acche, basse ed oscure le nozioni del
greco tosofo.
2." Platone ha egli riguardato it Logos
qual ente sussistente e distinto dalla mente

divina? Altro argomento di controversia


fra suoi interpreti. Chi sta per Pafferma
tiva, per aver lui detto che it modelto del

mondo un ente eterno ed animato: chi


sostiene essere quella una stoltezza, inde
gna dun tanto pensatore; aver lui con
cette le idee di Dio simiti a quelle d un
uomo, enti esser quelli puramente meta
sici ed intellettuali. Aggiungono che qua

tora it Logos fosse Pidea archetipa del


mondo, soto in via metaforica sarebbe ani
mato, in quanto cio modelto dun ente do
tato di anima. Che che ne sia, Platone non
28

222

VE

attribuisce veruna azione a questo prete


so ente: i padri, per opposto, dicono con
s. Giovanni che it Verbo divino era presso
Dio, era Dio, ha fatto it mondo, si in
carnato, ec., ec.
5.- Platone non disse mai che it Logos
sia it Figlio di Dio n PUnigenito di lui; it

mondo quelto da lui chiamato povoysvg,


produzione unica, unica opera di Dio. Non
disse che Dio sia it padre del Logos, ma

che padre del mondo; it mondo e non it

VE
gasi su veruna salda prova e venga con
tradetto da fatti certi: reputiamo tuttavia
opportuno it raccorre in breve quanto ab
biam detto.
l." Tra tutti i padri imputati di plato
nismo antico o nuovo, s. Clemente ed Ori
gene sono i soli che abbian di certo stu
diata tosoa nella scuola alessandrina;
ed probabitissimo che nessun degli altri
Webbe mai posto piede n pigliato con
tezza di ci che vi sinsegnava. Questi pa
dri citan Platone, senza mai far motto de
gli Alessandrini n delle opinioni toro; si
lenzio da far maraviglia se avessero par
teggiato per queste. Le scuole tosoche
dtlene furono frequentate da cristiani
insino al secoto V, e in esse avean fatto
toro studii i ss. Basitio e Gregorio di Na
zianzo, Pimperator Giuliano, ec. A udire i
nostri critici, e pare che Alessandria sia

Logos chiama egli Pimagine degli dei


eterni. Non insegna esser it Logoa uscito
dal seno del Padre n essere stato Parte
tice di questo mondo n tale artece es
ser la divina sapienza. Pur son queste le
espressioni prese dai padri negli scrittori
sacri. Non altro adunque ha di commune
la tor dottrina con quella di Platone che
la parola Logos; ma ove trattasi del senso
stata per tre secoli la sola citt ove ap
una parola non fa prova.
4." lddio disse: Sia la luce, e la luce prender tosoa; un errore gli questo.
2." Abbiam giusto motivo di porre in
fu. Ecco it Verbo creatore rivelato dagli
scrittori sacri, dai padri adorato, ma da dubio it preteso miscuglio della tosoa
Platone non conosciuto, per non aver egli orientale con quella di Platone in della
ammesso la creazione e avere supposto la scuola inanzi P a. 250; perocch gli
materia eterna. Osservazione perentoria, nel 245 che Ptotino, dopo avervi passati
che toglie qualsiasi anatogia tra la tosoa dieci anni, and a bella posta in oriente
de padri e quella di Platone, e della quale per conoscere qual fosse la dottrina degli
orientali. llla a quelPepoca n Clemente
poco stante ci gioveremo.
ll Beausobrc, it Mosemio, it Bruchero n Origene non eran pi in Egitto: it pri
ed altri, pi accorti dei tor predecessori, mo era gi morto inanzi it 2i7; it secon
una nuova ipotesi imaginarono, ammet do, che cess di vivere Pa. 258, avea la
tendo non avere,per verit, i padri copiato sciato Alessandria Prima di Ptolino.
s." Per confessione de nostri dotti cri
servitmente gli scritti e le idee di Platone,
aver per abbracciato it sistema denuo tici, la base del nuovo platonismo e della
vi platonici. Nei primi tre secoli, dicono tosoa orientale era it sistema delle ema
essi, it pi de padri aveano atteso alla nazioni, e i toso non per altro Paveano
tosoa nella scuola dAlessandria: it nuovo abbracciato se non perch negavano am
platonismo che in essa scuola insegnavasi mettere la creazione. 01', di tutti i padri
era un miscuglio della dottrina di Platone accusati non ce ne ha un soto che non
e di quella detoso orientali; i padri, abbia altamente professato it domma della
imbevuti di cotesta novella tosoa, ri creazione e condannato i toso che ri
masero ad essa costantemente affezionati cusavano ammettertto. Sotto la v. Euma
e si giovarono del linguaggio de nuovi zioNE abbiam citato le testimonianze aper
platonici ad ispiegarci idommi del cristia te di s. Giustino, Atenagora, Teoto an
nesimo e in tal guisa guastarono la pu tiocheno, s. treneo ed Origene; quella di
rezza della cristiana dottrina e furono ca Taziano pu leggersi al suo artic. Rechiam
gione dinniti mali nella Chiesa. Cotoro qui quella di Clemente alessandrino, E1:
che tentarono giusticare l padri fecero hort. ad gent., n. 4: Quanla est Dei po
mala prova, siccome quelli che non cono tentia, cuius sola volunlas est creatio!
scevano quel nuovo sistema n le opinioni Solus enim Deus mundum creavil, ut
degli orientali. A sostentar questa nuova qui solus sil vere Deus; is aulem opera
ipotesi, i critici protestanti fecero sfoggio sua volendo concil, eiusque vette acqui
derudizione, dindagini, di congetture, e tur eri. Strom., c. 14: Deum stoici na
si credettero avere alla perne rinvenuta iuram omnem permeare volunl, quem
la chiave di tutte le antiche controversie. nos Eectorem solum, et quidem Verbo
Questo dotto sogno fu da noi gi con E/ectoremesse dicimus. Altrove cerca
futato alle v. EMANAzioNE, PLAToNIsMo, Tai persuadere aver Platone insegnato che Id
NITA PLAT0NICA, mostrando come non reg dio ha fatto it mondo dal nulla o da ci

VE
che non era: Pythagoras quidem, Sacra

VE

223

elaboravil ci conservat perpetuo , con


lcmplantur, illud omnino Mosis audie
re: Dixit, et factum est, quo Dei vocem
opus ipsum esse declaral. E al l. iv, c. 15
della stessa opera, combatte i gnostici, i
quai diceano esservi un Dio pi grande

mio e dal Bruchero, non ha pur Pombra


della verisimlglianza.
Noi sosteniamo che i padri de tre pri
mi secoli ammisero sempre una sola ema
nazione o probole, quella del divin Ver
bo, uscito in qualche maniera dal seno
del Padre suo a n di creare it mondo;
ma quesPemanazione, it ripetiamo, non ha
nulla di commune colla generazione eter

e pi possente del Creatore.

na del Verbo, della quale i padri non fa

les olque Plato... dum fabricam huius


universi quam divina manus ci perfecte

Dopo tutto questo non sappiam com

vellarono tanto frequentemente perch al


tora non se ne disputava punto. Alcuni
stanti osino accagionare i padri de tre anzi de padri, Tertulliano in ispecie, ri
primi secoli siccome costantemente attac gettarono la voce probole per timore non
cati alla tosoa de nuovi platonici in la si avesse a intendere nel senso che da
mentre che tutti professarono patente valentiniani Pemanazione de toro eoni, i
mente it domma opposto al principio fon quali uscivan da Dio e nerimanean sepa
damentale di quella nuova setta di to rati, n considerar poleansi se non se co
sotia.
me una porzione staccata della sostanza
4." Non ben accertato che le emana divina, laddove it Verbo, nel manifestarsi
zioni sieno state it sistema commune de al di fuori mediante la creazione, rimase
gli orientali. Primo e principai fondatore intimamente unito al Padre suo, giusta it
della tosoa deCaldei e de Persi am seguente partare: Io sono nel Padre, e il
mette it Bruchero essere stato Zoroastro: Padre in me. Il Figliuolo unigenilo
or questi non insegna formalmente le ema che nel seno del Padre, ec. Hanno essi
nazioni." sig. Anquetit,editore delle opere forse i dottori della Chiesa pigliato it senso
di quel celebre legislatore, soccup a di di coteste parole nel nuovo platonismo op
mostrare chegli ammette la creazione. E pure nella tosoa orientale?
quando pure da altri toso orientali ios
Nessuna specie impertanto far ci dee
sero state sostenute le emanazioni, e biso una certa somiglianza che passi tra le
gnerebbe tuttavia provare che i padri li espressioni di questi padri e quelle de
abbiano seguiti anzich essersi attenuti al nuovi platonici; stantech la era unaffet
domma della creazione formalmente inse tazioue dal canto di questi ultimi. Per con
gnato nelle Scritture. Ma essi han fatto fessione denosttri avversarii, erano i nuo
appunto it contrario: oltre it professare vi platonici gente furba che sgurava la
questo domma, dimostrarono esser desso dottrina di Platone e prestavagli opinioni
Punico vero e condannarono i tosoti tutti chegli non ebbe mai, per far credere che
che ammetter nol volevano.
quella dottrina fosse tutP una con quella
Ad onta di ci, it Mosemio e it Bruchero del cristianesimo e che Platone avesse co
non ebber difcolt a pingerci Origene e nosciuto la veriliral par di G. C. Alcuni
Clemente alessandrino siccome due setta spinsero Pimpostura no a voler che quel
tori entusiasti del nuovo platonismo, ad fittosofo avesse ammessa la creazione, tut
affihbiar toroPipotesi delle emanazioni con toch consti evidentemente it contrario.
tutte le assurde conseguenze che ne de Non i padri adunque furon quelli che adot
rivano e piantare su questa chimerica base tarono it linguaggio de nuovi platonici ,
it preteso sistema tosoco degli anzidetti bens questi che copiarono ad arte quelto
due padri. E it Bruchero giunse no a dire de padri. S. Clemente romano, s. Ignazio,
avere il parafraste caldeo ricevuta dagli s. Policarpo, s. Giustino, Taziano, Atena
orientali Pidea del Logos. Hist. cril. phi gora, s. Ireneo, s. Teoto antiocheno, ec.,
los., t. lV. Non rimaneagli pi che a dire erano anteriori ad Ammonio, che ci vien
aver s. Gio. tolta questidea dal parafraste dato per autore del nuovo platonismo. La
caldeo e quindi,in ultima analisi, esserne soperchieria desuoi discepoli posteriore
creatori i Caldei. Fatto sta che in tutto quel al tempo in cui Clemente dktlessandria e
che ci resta della tittosotia caldea non si Origene furono maestri in quella scuola:
parta punto pi del Logos che del mistero se fosse stata gi al tempo toro, amendue
della incarnazione e che non nemmen pos Pavrebber senza meno smascherata e con
sibite averne unidea quale ce la porgono fusa. A quel modo che confut Celso ogni
i Libri Santi, ove non si ammetta la crea qualvolta questi pareggiar volle la dottrina
zione. lt perch tutta questa geneatogia di Platone con quella degli scrittori inspi
dopinioni tosoche, inventata dal Mose rali, avrebbe Origene confutato pur anche

prendere con che faccia i critici prote

224

VE

VE

Ammonio, ove si fosse fatto reo della infe

to, xxi, o, che Fitippo, un de sette dia


coni, avea quattro gliuole vergini le quali

delt commessa poscia dadiscepoli di lui.


Una se altra mai patente ne commetto profeteggiavano; non certo per chesse
no i critici protestanti confondendo, sic avesser consacrata a Dio la propria ver
come fanno, le epoche e supponendo sen ginit.
za prova di sorta che la tosoa degli
Gi sin dal Il secoto la chiesa cristiana
Alessandrini sotto Clemente ed Origene vantava non pochi delPuno e delPaltro
fosse la medesima che in appresso nelle sesso che professavano continenza, e gli
mani di Ptotino, Porrio, Giamblico, ec., apotogisti del cristianesimo faceantto nota
pagani tutti ostinati e ciurmadori , la cui re apagani. S. Giustino, Apolog. i, n. 152
testimonianza non si merita veruna fede. Multi quidem et mulla? annos sexaginla
V. ECLETTICI.
et septiiaginla nati, qui a. pueris Chri
VERGA. varii signicati assume questo sti disciplina imbuti sunt, incorrupti
vocaboto nelle Scritture, i quali si rite perseverant; lalesque in omni hominum
vano dalle circostanze. Vale esso p. e. ra genere monstraturum me pro/ileor. Fe
mo dalbero, Gen. xL, si; bastone da deli che al tempo del santo contavano
viandante, Luc. 4x; vincastro da pastore, sessanP anni ed erano allevati nel cri
ps. xxn, 4; uno strumento qualunque con stianesimo dalP infanzia non poteano aver
cui Dio castiga gli uomini, pLLxxxvini, 52; avuto a maestri che gli apostoli o i costoro
scettro, simboto della podest, Esih. v, 2; discepoli immediati; e vuole egli che i fe
rampolto, Pultimo gliuoto duna famiglia, deli si determinassero a serbar continenza
ls. xi, 2; gli ultimi avanzi o discendenti pel detto di G. C.: Vi son degli eunuchi
duna nazione, ps. Lxxm, 2, ec.
che si son fatti eimuchi da toro stessi
VERGINE, VERGINITA. Solevano gli per Vamore del regno decieli; detto che
Ebrei indicare una vergine col vocaboto esamineremo pi sotto.
hal1na,feminanascosta o velata e chiusa,
Atenagora, suo contemporaneo, sespri
perch fu sempre uso degli orientali di me al modo medesimo, Legat. pro christ.
i
tener le fanciulle in stanza separata dalin. 5: Muitos apud nos reperire est, tum
resto della casa, non permetter toro du viros, tum mulieres, qui cwlibes conse
scire fuorch velate n mostrarsi a faccia nescunt, spe arctius se cum Deo coniun
scoperta se non se a prossimi parenti. Di clum iri... ut quisquc vel qualis natus
Rebecca detto clPella non era conosciuta est maneat vel unicis in nuptiis.
da nessun uomo, Gen. xxiv, le, e che si
Erma, pi antico, avea detto nel Pasto
copri dun veto altorch gli venne ve re, l. n, mand. 4, n. 4: Qui nubil non
duto da tontano it suo futuro sposo Isac peccat; sed si quis per se manseril, ma
co, ibid. , si 65. Questa costumanza era gnum sibi conquiril honorem opud Do
opposta a quella dbccidente, dove le fan minum. Serva ergo castilatem et pudi
ciulle comparivano a viso scoperto men ciliam, et vives Deo. Per attestazione di
tre le maritate usavan velarsi: appo i Ro s. Epifanio e s. Girolamo, s. Clemente
mani nubere, velarsi, signicava prender romano sulla ne della sua seconda let
marito. A ragione Paustero Tertulliano tera insegnava la verginit. V. PP. apo
condannava quelPusanza, dicendo le ver stolic., t. l.
gini, anzi che le coniugale, dovere andar
Potremmo citare nel secoto Ili s. Cle
coperte del veto. De velandis virgin.
mente alessandrino, Tertulliano, Origene
Non troviamo presso gli Ebrei esempio e s. Cipriano; ma i protestanti e tor pe
di professione di perpetua verginit, ma dissequi non contrastano it fatto da noi
si solamente di continenza per parte delle provato, cio che inn da primordii della
vedove, e ci viene toro ascritto a meri chiesa cristiana la verginit fosse da non po
to. Si d tode a Giuditta per la ritiratez chi singolarmente apprezzata, raccomman
za, it digiuno, le morticazioni da essa data e praticata. sostengono per cosi i
praticate nella sua vedovanza, vinn, 5; it primi cristiani come i padri tor maestri
sacerdote Ozia e i seniori del popoto chia essersi in ci ingannati; un tal pregiudi
manta donna sanla e timoratc di Dio; zio non aver fondamento su verun testo
e it gran sacerdote la dice invigorita dalla chiaro e formale della Scrittura santa ed
man del Signore e le promette eterne be essere stato fonte nel cristianesimo assai
nedizioni per avere amata la castit e pi di male che non di bene. AlPart. Cs
fuggite le seconde nozze, xv, 1 l. Un egua LIBATo in da noi gi dimostrato it contra
le encomio pressa poco fa it Vangeto della rio; ma perch trattavasi cot sol di giu
profetessa Anna, vedova pi che provet sticare it celibato degli ecclesiastici e de
la, Luc. n, so. Negli Atti apostolici det religiosi, ne resta a far vedere non pur

VE

VE

225

Pinnocenza ma la santit eziandio della na conto di ammogliarsi. Ed egli a to


verginit fra laici e che la persuasione ro: Non tutti capiscono quesla parola,
de primi cristiani circa it merito di que

sta virt non era n pregiudizio n su


perstizione ma salda credenza, appoggiata
alle istruzioni di G. C. e degli apostoli.
1. Il Figliuol di Dio nascer volle da
donna vergine,e in istato di verginit tras
corse sua vita mortale. Tutti cotoro che
credevano in lui dovetter naturalmente

da ci dedurre che un tale stato gli fosse


accetto, che P imitartto per questo rispet
to, quanto era possibite, sarebbe tornato
a merito. in si fatto pensamento venivan
confermati dalle esortazioni di s. Paoto:
Siate miei imilatori, come io di Cri

sto. Siate imilatori di Dio.i Cor. lv, Itt,

ma quegli a quali slato coneeduto. 1m


perocch vi son degli eunuchim. che si

sono fatti eunuchi da loro stessi per


amore del regno de cieli. Chi pu ca
pire capisca. 0 si voglia intendere pel
regno de cieli la beatitudine eterna ov
ver la profession della dottrina di Cristo,
tutPuno; ne consguita sempre che ve
ran gi de discepolii quali avean rinun
ziato al matrimonio per farsi meglio atti
ad annunziare it regno de cieli o it Van
geto, e chera quelto un dono ricevuto da
Dio. E di vero s. Pietro dice al divin mae
stro: Ecco che noi abbiamo abbandonato
tutte le cose e ti abbiam seguilato: che

xi, t; Ephes. v, l. La grazia con tutti sar adunque di noi? E it Salvatore:


coloro i quali incorrotti amano il Si Chiunque avr abbandonato la casa oi

gnor nostro G. C. , vl, 24. S. Giovanni, fratelli o le sorelle o il padre o la ma


nel suo vangeto, chiama s it discepoto dre o la moglie o i gliuoli o i poderi per
preditetto da G. ll.: intln dal Il secoto cor amor del mio nome ricever il centu
reva la credenza che tal preditezione del plo e posseder la vila eterna. Or, sera
Salvatore procedesse dalPesser quelPe un merito lasciar moglie e gli, nol do
vangelista vergine, qual fu tutta sua vita, vea esser pure it risolvere di non averne
e questa fosse la ragione per cui it Sal punto e vivere in istato di verginit?
vatore in morendo avea a lui raccomman
Diranno per fermo i nemici di questa
data la madre sua santissima; credenza virt esser quelto un caso particolare per
tenuta da manichei stessi. Vuole it Beau gli apostoli. Era to stesso, rispondiam noi,
sobre si fondasse questa puramente su li per tutti cotoro che dovean comessi an
bri apocri; ma in tempo che viveano pa nunziare it Vangeto e adempiere imede
recchi discepoli di quelPapostoto vera egli simi incarichi tra fedeli, ed proprio per
bisogno di ricorrere a libri apocri per rispetto a toro che i nostri avversarii bia
sapere in che stato fosse vissuto?
simano altamente it professare verginit e
2." Beati coloro che hanno il cuor puro, continenza. Posciach, giusta Pammaestra

perch questi vedranno Dio, dice it divin mento di G. C., questa la pi utite dis
posizione a faticare per la salute altrui,
sta purezza del cuore sta nelPesser esente n sembra che mal si apponessero i fe
maestro nelPEvangelio, Matth. v, s. Que

da qualunque sozzo pensiero e desiderio.


Or noi dimandiamo se piu agevolmente
cansar li possano cotoro che mirano alto
stato coniugale, ovver quelli che vi ri

deli tenendola siccome la meglio condu

cente alla santiticazion di s stesso. Non si


dimenticarono essi gi esser questo un

dono di Dio, presunsero per avere lddio

nunziano per sempre e si staccano dagli degnato toro concedertto quando si senti
oggetti capaci di eccitarti.
l nostri avversarii, per caparbiet, so

sterran certamente potersi ci fare pi di


leggieri da primi: ma avranno contro di

s la testimonianza di tum i santi, i qua


li, dopo vissuti nelto stato coniugale, ama
rono di serbarsi continenti, 11 Salvatore

rono fortemente inclinati a vivere di quel


modo.
4. Pienamente consentanea a quella di
G. C. la dottrina di s. Paoto. Dopo aver
questo apostoto sconsigliati i fedeli da
qualsiasi itlegitimo commercio , Non sa
pete voi, soggiugne, che le nostre mem
bra son tempio dello Spirilo Santo, il

aggiuge, xxii, 59, che dopo la risurrezione


non ci saran pi maritaggi, che i risorti quale in voi ed stato a voi dato da
saranno simiti agli angeli di Dio: chi po Dio, e che non siete di voi stessi? Impe

tr credere non esserci merito veruno in rocch siete stati comperali a caro prez
procurare dessere nel corpo mortale quel zo. Gloricale e porlate Dio nel vostro
corpo. Intorno poi alle cose delle quali
che saremo dopo la risurrezione?
5." Altorch G. C. ebbe dichiarato it ma m avete scrilto: buona cosa per Vuo
trimonio essere indissolubite, Se lale la mo il non toccar donna... Bramo che

condizion detVuomo riguardo alla mo

voi tutti siate qual son io,- ma ciascuno

glie, gli dissero i suoi discepoli, non tor

ha da Dio il suo dono, uno in un mo

226

VE

do, uno in un altro. A que che non


hanno moglie e alle vedove io dico che
bene per loro che se ne stiano cosi, co
me anclfio. Che se non si contengono,
conlraggan matrimonio; conciossiach

meglio contrar matrimonio che arde


re... Ognuno adunque... qual fu chia

VE
vita, come si pretende dai protestanti;
Ptpostoto ne adduce tre altre ragioni: la
prima Pessere i nostri corpi tempio delto
Spirito Santo; la seconda it non pensarsi
nelto stato di verginit e di continenza che
a piacere a Dio e ad esser santo di corpo
e di spirito; la terza Paversi in esso stato

mato si resti davanti a Dio. Intorno poi pi libert di vacarc alPorazione.


s." Parecchi commentatori moderni, in
alle vergini io non ho commandamenlo
dal Signore, ma do per consiglio, come ispecie i protestanti, traducono le parole
avendo ottenuto dal Signore misericor propter instanlem vieccssilalem per a

dia, perch io sia, fedele. Credo adunque motivo de presenti travagli, cio a ca
che ci sia un bene, attesa la urgente gione delle persecuzioni a cui i cristiani
necessil, perch buona cosa per Puo sarebbero quanto prima stati esposti. ln
mo slarsene cosi.m Se una vergine pren terpretazion falsa. Dicendo PApostoto che

de marilo, non ha peccato, ma avranno il tempo breve, fa vedere trattarsi qui


costoro tribolazion della carne. Ma io
ho riguardo a voi. Io dico adunque , o
fratelli: il lempo breve; resla che quei
che hanno moglie siano come que che
non Phanno.... lo bramo che voi siate
senza inquielezza... E la donna non ma
rilala e la vergine ha pensiero delle cose

della cortezza della vita e della prossima


necessil di morire. Per questo esorta egli
i fedeli, Ephes. v, lo, a guadagnar tempo.
AlPart. lltonoo abbiam confutato it sogno
di cotoro che avvisarono partasse qui
s. Paoto della ne del mondo.

e di spirilo. La maritala poi ha pensie


ro delle cose del mondo, del come pia
cere al marilo. Or questo io dico per vo
stro vanlaggio... per quello che onesto

barta anzich unirta ad uomo per la dif


colt cheravi altora di trovare uno sposo
cristiano, atteso it picciol numero decri
stiani al tempo di s. Paoto. Ma PApostoto
non parta di si fatto inconveniente. lllalis
simo avrebbe egli proveduto alla istruzion
de fedeli, se gli avvertimenti che toro por
geva non fossero stati giusti ne utiti n
acconci per tutti i tempi avvenire. l pa
dri de primi tre secoli intesero quelle pa
role come le intendiam noi, e le hanno
prima di noi recate in prova.
s." Altra prova del merito della conti
nenza edella verginit si trae dalle se
guenti parole delPApocalisse, xiv, 4: Que
sti son quelli che non si sono macchiati
con donne, perch sono vergini. Questi
seguon PAqnello dovunque vada. Questi
furono comperati di tra gli uomini, pri
mizie a Dio ed alPAgnello. Ne pare

4." Dicono chera meglio per una ver


del Signore, a ne desscr sanla di corpo gine it rimanersi talee ad un padre cosi ser

e che dia facolt di servire al Signore


senza impedimento... Chi poi... ha de
terminato in cuor suo di serbar vergine

la sua (gliuola), ben fa. Chi adunque


la marila fa bene; e chi non la lnarila
fa meglio... Sar pi beala se rester
cosi, secondo it mio consiglio: or io mi

penso davere io pure lo spirilo di Dio.


l Cor. vi et vn.
ll riferito brano va letto per intero a n
di antivenire e confutare le false inter
pretazioni de protestanti.
L" Ciascuno ha da Dio il suo dono .
lddio adunque chiama gli uni alto stato
di verginit gli altri a quelto del coniugio:
forse che a primi corre meno obligo o si
deve minor tode che a secondi dobedire fosse ambizione pi che todevole questa
alla vocazion di Dio? Lapostoto, Gal. v, de primi fedeli di voler esser tra tali pri
25,annovera fra i doni delto Spirito Santo mizie consecrate a Dio e a G. C. e tra que
non pure la castit, che conviene a tutti beati cotanto inalzati sopra gli altri nella
gli stati, ma anco la continenza: Quei che gtoria celeste.
6." Finalmente, P eccellenza di questa
sono di Cristo, soggiugne, hanno croci
sso la loro carne covizii e con le con virt chiarita dalle tante vergini cri
cupiscenze. Ma son esse le persone coniu stiane che sostennero it martirio. E non
gate oppur le vergini che pi si occupano ci ha dubio che it modo onde vivean co
tali sante fanciulle, la ritiratezza, Palton
a crocitigere la concupiscenza?
2." ll dirsi da s. Paoto che buona cosa tanamento dal mondo, la fuga dogni pro
alPuomo it non toccar donna, ai celibi ed fano solazzo, it digiuno, le mortiticazioni,
alle vedove it rimanere nello stato in cui it lavoro, Porazione erano le migliori dis
sono, alle vergini it perseverar tali, non posizioni per oltenere da Dio it coraggio
signica gi che sia quelto it partito pi dincontrar la morte per G. 0.: era quelto,
commodo e pi vantaggioso per questa giusta Pespression di Tertulliano, un con

VE

VE

227

tinuo tirocinio del martirio. noto come

cdi saggezza. E s. Pietro,iep. v,s et seqq.,


i pagani non sapesser mezzo pi acconcio esorta i fedeli a tener forte contro le ten
per costringere quelle coraggiose vergini tazioni del demonio merc la fermezza
ad apostatare che togliere ad esse la pu della fede, promettendo toro che riceve
dicizia n credessero far minaccia pi ter ran vigore e saldezza da Dio , ec. Come
ribite che quella di rapir toro un or si mai si pot scrivere senza arrossire che
una religione benigna e compassionevole
caro.
Non insisterem punto sul concetto che quaP it cristianesimo non potea vietarci
nebbero gli etnici stessi. Appo i Greci la di condescendere ad una delle pi gagliar
sacerdotessa dApolto voleasi vergine, e si de tendenze della natura? Tanto faceva
crede le sibitle fossero state tali;iRomani it dire chella non potea del pari inter
lenean le vestali in quella riverenza che dirci la lussuria, per esser it pi degli uo
iPernviani le vergini del sole. Ma i cri mini a questa violentemente trascinati. Si
stiani a ben pi pura sorgente aveano at fatta la scandatosa morale denostri op
tinta la toro credenza su questo proposito. positori!
Non ostante le prove per noi cavate
2." Non veggiamo ove si potesse dar
dalla Scrittura ed allegate dai padri del ambizione di distinguersi o conseguir ono
secoto lI e III, i nostri avversarii non ver re in un tempo nel quale tutti i cristiani
gognarono chiamare falsa preoccupazione, eran costretti nascondersi e fatti segno al
fanatismo al tutto funesto, errore prodotto publico odio e disprezzo. La vita ascetica
da altri errori it zeto e la stima in che si e ritirata delle vergini fu quella che me
ebber dogni tempo la continenza e la ver navasi da presso che tutti i primitivi cri
ginit. La dicon preoccupazione venuta da stiani: soto altorquando le chiese si tro
una stolida ammirazione per tutto che esige varono consolidate, e le adunanze cristia
da noi qualche sforzo, dalPambizione di ne divenner publiche, pot esserci distin
distinguersi e ricevere onori, dalla rivalit zione tra fedeli. Un degli ammonimenti
delle sette in che partivasi altora it cristia da pastori pi di frequente inculcati alle
nesimo, quelle sopratutto che ammettean vergini era quelto dessere umiti, senza
due principii, lun buono, Paltro malva di che la virt toro mal si sarebbe retta.

gio , da melanconia di clima, da vaghezza

s. Quando gli increduli discorrono di

di confutare le false imputazioni degli et


nici, dal sistema della preesistenza delle
anime , ma principalmente dalla opinione
denuovi platonici, i quali accordavansi
co toso orientali in asserire la necessit
della continenza e delle morticazioni per
unirsi a Dio.

rivalit tra le sette che divideano it cri


stianesimo al Il secoto non daltro dan pro

Ma la cosa assai singolare che i pri


mitivi cristiani abbian amato meglio dar
retta agli ammaestramenti di quanti furono
sognatori al mondo che non aquelli tanto
chiari e persuasivi delPEvangelio: altro pi
non rimane a nostri avversarii se non se
dire che G. C. e s. Paoto abbian tratta tor
dottrina da tutti gli errori onde ci si po
canzi discorso. Per e conviene aver la
pazienza di partitamente esaminarti.
l.- La grave indecenza it chiamare sto

lido ammirazione it sentimento inspira


toci da una qualunque virt. Conciossia

ch, alla perline, la virt in generale sia


la forza delPanima, e si richiede uno sfor
zo per praticarta e infrenar qualsivoglia
passione ad essa contraria. Di non picciol
coraggio facea mestieri per esser cristiano

ne primi tre secoli ed esereitar la virt


nel tempo che it mondo tutto era una
ctoaca di vizii. Non ha dato a noi lddio,
dice s. Paoto, n Tim. i, 7, uno spirilo di

timidil, ma di fortezza e di dilezione

va che d ignoranza. Egli certo che tali


prime sette furon quelle de gnostici, a cui
ben presto tenner dietro quelle de mar
cioniti e de manichei. Or, massima com
mune a tutte era: la carne esser per s
stessa impura e non gi opera del Dio

buono e supremo, bens dun genio male


co; doversi quindi reprimerne e com
batterne le tendenze tutte. forse credi

bite che i primi cristiani abbian voluto fa


vorire un tal errore col professare vergi
nit e continenza, e praticare la vita asce

tica? Era tanto lungi che cadessero in s


fatto abuso che it canone iv degli apostoli
fulmina di scommunica ogni ecclesiastico
e laico it qual si astenesse dal matrimonio,
dal vino, dalle carne per orrore, in odio
della creazione e non per iscopo di mor
ticarsi. Per tal modo la Chiesa tenne sa
viamente una via mezzana tra i due ec
cessi; condannando del pari e chi disap
provava le nozze e chi biasimava la pro
fessione della verginit e continenza e la
pratica delle morticazioni.
4. Non si rina di partarci della me
lanconia inspirata dal clima dEgitto, della
Palestina e daltre regioni delPAsia; da
questa malattia, a detta de nostri avver

VE

VE

sarii, provennero tutte le usanze che non


vanno toro a versi. Ma tra it clima de
monti della Siria, ove ci ha sei mesi din
verno, e quelto delPEgitto, in cui si pati
sce un caldo intolerabite, non ci deves
sere molta anatogia. noto, oltreci, che
Pamor della continenza e della vita asce
tica si diffuse nella Persia, nelP Asia mi
nore, nelPltalia. nelle Gallie, in Inghitter
ra e per tutto it settentrione, man mano
che vi sintrodusse it cristianesimo: un
tale amore adunque pot pi di qualun
que clima.
s. Non negbiamo aver dovuto i cri
stiani confutar le calunnie de pagani che
toro apponevano commettessero laidezze
ne toro adunamenti: tali ingiuriose impu
tazioni per soto nel corso del Il e lll se
coto vennero arrisicate; non se ne trova
motto negli scritti di Celso, che pur nes
suna delle accuse tralasci che addur si po
tessero a danno de cristiani, ed era altor

pi. Onde, a giudizio de nostri avversarii,


i cristiani dedussero delle conseguenze da
un errore condannato in appresso dalla
Chiesa e contrario alla Scrittura, e non
seppero trarne una pi che ovvia da un
domma insegnato toro dalla propria reli
gione.
7. Colpirono forse meglio nel segno col
dire Pinclinazione, it pregiudizio, it fa
natismo de primitivi cristiani esser deri
vati dal sistema de nuovi platonici, i
quali mischiavano la dottrina di Platone

228

con quella detoso orientali? Il Bru


chero, seguendo it Mosemio, s ostin in
questa opinione e nulla trascur per met
terta in credito: dice esser la chiave di
tutti gli antichi errori che dominarono
vuoi presso gli eretici, vuoi nella Chiesa.
Hist. cril. de la philoa, t. lll.

La temerit e falsita di questa dotta con


gettura fu da noi gi chiarita alle v. Em
NAzioNE, PLAToNlsMo, Vanno mivmo; e ab

gi andato un secoto intero da che G. C. biamo sdato i difensori di essa a recare


e gli apostoli avean todata la continenza
e la verginit. Suppongasi, se piace, che
it motivo in discorso abbia potuto sulla
condotta de fedeli del secoto li e lll: per
la stessa ragione forza attribuire ad esso

in mezzo alcuna prova positiva delP ori

gine di tal mista tosoa nelPEgitto prima


delPa. oso; pi dun secoto inanzi quel

rito avesse regnato in tutte le sette ere


ticlie! Meno delitti vi avremmo veduto e

P epoca s. Giustino, Atenagora ed altri


avean vantato la moltitudine di vergini,
di celibatarii religiosi e dasceti prodotta
dal cristianesimo in ogni condizione della
societ. Supposto ancora che tutti ipadrt
greci avessero studiato tosoa nella scuo
la dtlessandria, cosa non punto verisi
mite, varrebbe forse ci a provare che
Erma, it qual credesi fosse fratelto di papa
Sisto l e scrisse in Roma, che Tertulliano
e s. Cipriano, vissuti in Africa, avesser
succhiato i principii del nuovo platoni

pi virtudi. Che direbbero i nostri avver

smo? Tutti tre nondimanco ebbero in

anco la mansuetudine, la carit, la pa


zienza, la sommessione alle podest , la

fedelt, la temperanza, la giustizia, it ri


spetto pel buon ordine publico e Paltre

virt tutte da cristiani professato: e co


me biasimar si pu un motivo a toro pro
posto ed ordinato da medesimi apostoli?
l Petr. n, I2, le etc. Cosi to stesso spi

sarii se noi affermassimo che gli uomini grande stima la continenza e la vergini
virtuosi che ci ebbe tra protestanti fu t: s. Clemente romano, per attestato de
rono tali sol per far onore alla propria ss. Girolamo ed Epifanio, era del mede
setta e sventare le accuse de cattolici? simo avviso. La cosa alquanto malage
e." Se cotesti ragionatori, che indovi vole a credersi che tutti cotesti padri fos

nano i motivi e le intenzioni pi occulte sero allievi della scuola atessandrina: fon
degli uomini,avesser ragionato alcun poco, darono essi la toro dottrina sulle Sacre
avrebber detto che i cristiani compresero Pagine unicamente. Il perch conchiudia
it vantaggio della verginit, della conti mo francamente pretto sogno esser P i
nenza, delle morticazioni, perch credea potesi accarezzata dal Mosemio e da Bru
no, come crediam noi anco al presente , chero.
il ripetiamo, la stoltezza it credere che
essere stata Pumana natura guasta dal pec
cato del nostro primo padre e portar noi i primi cristiani attignessero a una fonte
in noi medesimi un fomite continuo di infetta derrori un sentimento apertamen
peccato; e in ci consentirebbero alla dot te fondato sulla Scrittura; e quando pur
trina di s. Paoto. Ma tor parve pi belto si sostenesse chegllno Pavesser malamen
it ricorrere al pazzo sistema della pree te intesa, it che non , non ne seguireb
sistenza delle anime e supporre che i cri be ancora che sieno andati cercartto al
stianicredessero, come alcuni eretici, aver trove.
le anime prevaricato in una vita antece
A voler sapere se la pratica della ver
dente, prima che fossero congiunte a cor ginit, della continenza e della vita ascetica

VE
fosse un bene od un mate nella Chiesa, bi
sogna conoscere it tenor di vita che mena
vasi da chi vi si era dedicato. Essa ci viene
descritta dal Fleury colla scorta de docu
menti della storia ecclesiastica. u Nessun

VE

229

so alla sorgente che non i cavitlatori de

secoli XVI e XVIII. V. Gli art. CELIBAT0,


Mowriric1zioua, PENITENzA, VoTi, ec.

Altri dissero che chi si d alla vita asce

tica ripone tutta la divozione nelP este


conto, dicegli, faceasidella verginit quan riori pratiche, quandella consiste invece
do non fosse avvatorata dalla mortica ne sentimenti del cuore: falsa e calun
zione, dal sitenzio, dalla ritiratezza,.dalla niosa imputazione. E impossibit cosa che
povert, dal lavoro, dal digiuno, dalle ve taluno perseveri lunga pezza negli eser
glie, dalPassidua preghiera. N vere ver cizii della divozione senza averne i sen
gini venivan reputate quelle che conti timenti nel cuore: a chi ne fosse privo
nuasser tuttavia a partecipare a passa verrebber tosto in uggia le pratiche este
tempi del secoto, fosser anco innocentissi riori; Pipocrisia non pu da qualche lato
mi, a conversar lungamente, partar con non trapelare. Daltra parte far non pu
brio, affettar belPingegno; meno ancora che si mantenga buona pezza una vera
quelle che amavan far mostra di belt, divozione nel cuore ove non sia sostenuta
adornarsi, profumarsi, vestttr gonne con da verun esteriore esercizio; dandosi a
istrascico, movere con istudiato portamen divedere questa virt nelle azioni, come la
to. S. Cipriano non cessa di raccomman carit o Pamore del prossimo.
dare alle vergini cristiane la rinunzia ai
Fu asserito dal Bingham e da altri pro
vani ornamenti e a lenocinii tutti della testanti che ne primi tempi le vergini cri
belt. Sapeva egli quanto amore abbiano stiane non facean voto di sorta e rima
le fanciulle a cotali inezie e le perniciose neano libere di maritarsi; e recano in
conseguenze che ne derivano. Ne primi prova di ci le seguenti parole di s. Ci-
tivi tempi le vergini consacrate a Dio sta priano, ep. Lxin ad Pomponium: Si ex
vano per la pi parte presso i proprii pa de se Chrlo dicdverunt, pudicw cl ca
renti o viveano privatamente due o tre in xlw sine alla fabula perseverent, el ila.
sieme, uscendo soto per andare alla chie forles-el slabilea prwmium virgiuilalis
sa, dove avean tor posto separatamente eccpcclenl. Si aulem perseverare nolunt
dalPaltre donne. Se avveniva che taluna nel non possunl, 1nelius est ul nubanl
violasse it santo suo proposito per mari quam in ignem deliclis suis cadant.
tarsi, la sottomettevano a penitenza. Le ve
Il punto sta nel cogliere it vero senso
dove che rinunziavano alle seconde nozze di questo passo. l." Noi sosteniamo che
facean vita quasi eguale a quella delle ver s. Cipriano per des intende un obligo ,
gini. n Mneurs des C/ifh, n. se.
una promessa, un voto, come s. Paoto,
Il Mosemio, Hist. eccles., sec. ll,part. n, di cui citeremo poco stante le parole;
c. s, S u e segg. , non neg questi fatti, posciach aggiugne: Se Christo dicave
solamente caric alquanto la pittura per rulli e considera Pinfedelt duna vergi
far comparir soverchio it fervore de pri ne siccome un adulterio commesso contro

mitivi cristiani: noi per chiederem sem

di G. C. Ci si conferma da parecchie

pre che male e sconcerto abbia potuto re espressioni di Tertulliano, che le vergini
care nel cristianesimo un si fatto preteso appella spose del Signore, consacrala al
eccesso. u Tale fn, cos egli, Porigine de secoto futuro e che han posto un sugelto
voti, delle morticazioni cenobitiche, del alla propria carne, ec. 2." Quando s. Ci
celibato ecclesiastico, delle inutiti peni priano dice tornar meglio per esse it pren
tenze e delPaltre superstizioni che gua der marito, intende prima di professare
starono la bellezza e semplicit delcri verginit e non dopo, come vuolsi da pro
stianesimo. n Ma se le vergini e gli asceli testanti; dottrina questa pure dellktpo
non fecero che seguire alla lettera gli am stoto, da noi pi sopra veduta.
Che tate sia it senso dimostrasi dalla di
maestramenti, i consigli, gli esempi di
G. C. e degli apostoli, come fu da noi mo sciplina introdotta poco dopo s. Cipriano.
strato alla v. Ascirri , ne segue natural Il concitio ancirano , tenuto P a. 5i5,
mente che it cristianesimo cotanto belto cari. xix, dichiara che le vergini le quali
e semplice inventato dal protestanti non violassero la professione di verginit sa
pi che it cadavere o to scheletro di rano sottomesso, come le bigame, a uno o
quelto fondato da G. C. e dagli apostoli; due anni di scommunica. Quelto di Va
e altora non i primi cristiani, si bene i lenza nel Delnato, del 574, vuole che a
protestanti son quelli che male si appose quelle che si fosser votate a Dio e poscia
ro. Il pregiudizio, pel manco, sta in favor passate a nozze si differisca la penitenza
de primi,siccome quelli cheran pi pres nch abbiano pienamente sodisfatto a
BERGIER. Vol. VI.

29

230

VE

VE

Dto. ingiustamente si sarebbe toro initta


pena, quatora non si fossero legate con
voto.
Malamente gli stessi critici adducono
una legge degli imperatori Leone e Mag
gioriano, meno severa, la quale dichiara
va non doversi giudicar rea di sacrilegio
colei che col desiderare onesto coltoca

VERGINE (Ss.). V. Manu.

VERITA. Questo vocaboto adoperato


nella Scrittura favellandosi di Dio signi
tica non pure la sua veracit, perfezione

in virt della quale non pu n ingan

narsi n indur gli uomini in errore, ma la


fedelt eziandio e Pesattezza infallibite on
degli attiene le sue promesse. In questo
mento dimostrasse non aver s prima v0 senso ci vien ella si sovente ripetendo
luto o potuto mantenere la sua promessa; essere eterna la misericordia e la verit
conciossiach, giusta le regole e la dot di Dio, dover noi su di essa riposare in
trina cristiana, meglio contrar matrimo questa e nelPattra vita ancora: questi due
nio che violare con impure amme la pro attributi di solito vanno uniti. Verit vuoi
fessata castit. Osserva it Bingham stesso dire anche giustizia: altorch it salmista
che ivi trattavast di vergini costrette a dice a Dio che la sua legge verit, che
forza da proprii genitori a prendere it tutti i precetti, le vie, l giudizii di lui sono
veto, it cui voto era quindi legalmente la verit, intende tutti i commandamenti
nulto. Ma sarebbesi potuto tenerte siccome di Dio esser giusti e vantaggiosi alPuomo,
sacriteghe, ove non si fossero strette con e tornargli ad onore Posservanza toro.
voto? Orig. ecclem, l. vn, c. I, S 1 e seg. Ifespressioni di s. Giovanni che it Verbo
Falso impertanto che Pattual disciplina pieno di grazia e di verit, che la grazia
della romana chiesa rispetto alle vergini e la verit fur fatte per G. C., signicano
differenzisi non poco dalPantica. Dogni chegli venuto non solamente ad appren
tempo it voto di verginit e continenza fu dere agli uomini le verit da essi ignorate,
reputato nulto ove non sia spontaneo e li ma eziandio a compiere le promesse fatte
bero: altro divario non ci ha se non che da Dio e diffonder le sue grazie da pro
al presente Pinfrangere un tal voto costi feti annunziate. Cosi pure le parole - Io

tuisce un impedimento dirimente it ma

sono la via, la veril e la vila - voglion

trimonio ed permesso alle giovani it dire esser lui quegli che addita agli uo
legarsene inanzi Pet prescritta dagli an mini it cammino della salute, che insegna
tichi canoni.
toro le verit che han bisogno di sapere,
Egli ancora pi certo che le vedove che d toro la vita delPanima e ii conduce
le quali abbracciavano to stato di conti alla vita eterna.
nenza vi si obligavano con voto. S. Paoto
Ove si parti degli uomini la verit de
it dice chiaro: Ricusa, cosi egli a Timo signa tatora la fedelt nelPosservar la leg

teo, la vedove pi giovani; imperocch, ge di Dio, gli atti di sincera virt, digiu
divenute insolenti contro di Cristo, vo stizia sopratutto, di carit, di misericor
gliono merilarsi e hanno la dannazio dia, ec. Chi opera. secondo la veril,
ne perch han rendula vana la prima. detto in s. Giovanni, m, ai, {accosla atla

fede. I Tim. v, u, t2. Le parole primam luce ec.


dem non possono intendersi se non du
Ne Libri Santi e si conviene distingue
na promessa solenne di continenza da tor re la verit de fatti in essi contenuti dal
fatta a tin dessere ascritte tra le vedove Pautenticit del racconto. Il vangeto di
mantenute dalla Chiesa.
s. Matteo p. e. potrebbe esser veridico in
Era staluita una cerimonia per la con tutto ci che riferisce e tuttavia non essere
secrazione delle vergini. in occidente so autentico, cio non esser lavoro di quel
leano esse porre it capo sulPaltare per Papostoto; bastando al primo effetto che
farne offerta a Dio e portavano per tutta fosse stato dettato da altro testimonio ben
la vita capelli lunghi e abito modestissi informato delle azioni e della dottrina di
mo e disadorno. In Egitto e in Siria fa G. C.: ma non pu essere autentico se non
ceansi tagliar le chiome alla presenza di sia anche vero; perocch un testimonio
un sacerdote, usanza adottata poscia anco qual era quelPapostoto non ha potuto cader
dagli occidentali , sia perch s. Paoto, in abbaglio circa i fatti che riferisce, n
i Cor. xii, c, d la capigliatura per prin aver oltreci veruno interesse d ingan
cipale ornamento delle donne, e le ver nare; e quatora avesse voluto fartto, sareb
gini volean rinunziare a qualunque or be stato immancabitmente contradetto da
namento, sia perch sotto la dominazione altri testimonii quanto lui bene informati.
de barbari la lunga chioma era segno di
VERONlCA. Voce formata da vera icon,
libert, della quale le vergini facean sa vera efgie. Rappresentazione del volto
critizio per darsi a Dio.
di nostro Signore impressa sur un pan

VE
nolino che conservasi in s. Pietro di Ro
ma. Quel pannolino credesi da taluno
fosse it sudario onde venne coperta la
faccia di G. C. nel sepolcro e del quale
latta menzione in s. Gio, xx. 7; da altri,
senza per prova di sorta, it fazzoletto con
cui una santa donna di Gerusalemme asciu
go it viso al Salvatore intanto che saliva
it Calvario colla croce sulle spalle. Tale
popolare credenza venne per avventura
dalPuso de pittori di rappresentare la ve
ronica sostenuta per mano dun angeto
ovver duua femiua.
Che che ne sia, it primo documento nel

VE

234

cosa accaduta a tutte le lingue per la me


scolanza depopolie pel cangiarsidella pro
nunzia. Sarebbe stata necessaria al tra
duttore una perfetta cognizione non sol
delle due lingue, Puna delle quali servir
dovea dinterprele alPaltra, ma della let
teratura orientale eziandio: difticitmente,
vogliasi presso gli Ebrei, vogliasi in altra
nazione, si sarebbe trovato un dotto di tal

fatta.
s." Ne libri di Mos discorresi dintinite

VERSCHOIIISTI. V. Ansulsrl.

materie tra toro svariate: teotogia, geo


graa, sica, storia naturale e civite; av
vi notizie particolareggiate di costumi,
darti, di leggi, di cerimonie, osservazioni
sui popoli vicini alla Palestina, allusioni
alle toro usanze, descrizioni di luoghi mu
tati daspetto, di popoli che non sussistea
no pi o uon eran pi riconoscibiti. Mos
avea veduto le cose che narrava o sape
vale da testimonii ben informati: sarebbe
stato mestieri esser dotato di cognizioni
estese al par delle sue per rendere con
esattezza le sue idee iu una lingua di
versa.
4." Ne secoli onde partiamo le scienze
non eran coltivate come di presente, u si
larghe sorgenti aveansi derudizione, n to
studio delle lingue era ridotto a metodo;

VERSETTO DELLA SACRA SCRITTU

non ci avea n dizionarii n grammatiche

quale si discorre di cotale imagine un


cerimoniale steso Pa. u45 da Benedetto
canonico di s. Pietro iu Roma e dedicato
a papa Celestino ll, che fu publicato dal
lllabitton nel t. il del suo Muswum ila
licum; ma se ne fa ricordo nelle lettere
o bolle di parecchi papi posteriori. igno
rasi di qual tempo siasi cominciato ad
averta in venerazione.
La pretesa santa donna di Gerusalem
me, denominata Veronica non fu mai dalla

Chiesa riconosciuta; vebbe per in lliita


no nel sec. XV una santa religiosa di tal

nome. V. Vies dea pres et dermart., t. l.

n concordanza, non si eran fatti paral


RA. V. CoNCoRDANzA.
VERSIONE DELLA SCRITTURA. la leli tra le lingue, e rara cosa era it tro
traduzione del sacro testo in altra lingua. vare chi ne avesse apparato pi duna.l
Difcitissima impresa fu sempre it dare popoli si conoscean meno, meno badavasi
del testo ebraico del vecchio Testamento alle idee, ai costumi, alle opinioni delle
una versione perfetta che non st disco varie nazioni. Gli Ebrei erano andati sog
stasse mai dal senso delPoriginale e ren getti a terribiti rivolgimenti e cangiati non
desse esattamente it vator delle parole poco da que cherano stati sotto Mos, i
tutte. Fu ci notato dal qtradultor greco giudici, i re. S. Girolamo avea sentita la
del libro delPEcclesiastico nel suo proto necessit di trovarsi sulla faccia deluo
go; osservazione confermata dalla imper ghi, di conoscer la Palestina e le circo
fezione della version dei Settanta, lavoro stanze di essa a tin di poter tradurre fe
de pi dotti Ebrei di quel tempo: e ponno delmente i Libri Santi: onde pose in ci

ad(lursene pi ragioni.
ogni sua cura ed forza sia riuscito alla
t." Uidioma ebraico, it pi antico di prova meglio di tanPaltri.Ma it santo avea
cui sabbiau documenti, povero in con

fronto delle lingue partate dai popoli in

uopo di Ebrei per apprender la favella


ebraica; i suoi maestri in essa non avean

civititi, istruiti, esercitati nelle scienze e n ingegno n sapere eguale al suo: e non
nelle arti, come abbiamo notato a suo luo savvis davere raggiunta la perfezione,
go. Frequentissimi perci ricorrono iu fece per quanto far si potea nel suo se
esso i trastati, n riesce sempre agevole coto. I critici protestanti che affettarono di
it conoscere se una espressione sia sem censurartto e vitipendere le sue fatiche non
plice ovvero enffatica, se in senso lette eran dotti abastanza da poterte valutare e
rale ovver gurato intender la si debba. tentarono da sconoscenti dissimular gli
2-" Quando si prese a tradurre i libri oblighi che gli aveano: la version sua

ebraici, la lingua di questi non era pi vi

incoutrastabitmeute la migliore di quante

va da varii secoli n partata dagli Ebrei comparvero. V. VoLGATA.


neltantica sua purezza; vi si erano intro
Anche it testo greco del nuovo Testa
dotte voci caldaiche e siriache; assai pa mento non manca delle sue difcolt;
role poteano aver mutato signicazione , un misto di ellenismi e debraismi , ma

232

VE

VE

non ve nha tanti per quanti fu preteso lato it veleno de proprii errori, essa fe
da certi semidotti. V. ELLENIsTICA.
uso a buon dritto della propria Podest
N it greco n Pebreo o siro qual parta ad impedire cotale abuso e altontanare
vasi nella Giudea al tempo degli apostoli ogni pericoto di seduzione.
eran puri; ne toro scritti parecchie voci
Alcuni protestanti, tuttoch ad essa al
greche non hanno P identico signicato tamente avversi, furono costretti appro
che appo gli scrittori profani. E bisogna vare it suo procedere. Convennero che la
va esprimere idee non mai corse alla lettura del Cantico di Satomone, di varii
mente degli uomini prima di G. C., impa capitoli dEzechielto, di parecchi brani di
rar toro una dottrina e delle verit iniino storia troppo schietti secondo i nostri co
altora ignote: gli apostoli giovar non po stulni, delle lettere di s. Paoto ove dis
teansi daltre parole fuor di quelle adope corre della predestinazione e della gra
rate nel commun favellare.
zia potea riuscir pericotosa a non po
Dovrem noi conchiudere da queste con chi; e a convincersene, basta aprir le ver
siderazioni che it testo della Scrittura sia sioni francesi date fuori in principio da
inintelligibite e che sperar non se ne pos protestanti. Dopo srta in Inghitterra la
sa per verun conto una buona versione? pretesa riforma, fu forza,per alcun tempo
Ci accaderebbe per fermo se nessun al tor di mano al popoto le traduzioni della
tro sussidio avessimo, da esso testo in Scrittura in lingua volgare a cagion delle
fuori. Ma, trattandosi di dommi, gli Ebrei contese e del fanatismo da tal lettura pro
avean conservato it senso de tor libri dotti, iiume, Storia della casa di Tador,
per via della tradizione. La chiesa cri t. ll. E non quella la sola contrada dEu
stiana trovasi anche in condizione pi fa ropa in cui sia accaduto un tal fenomeno.
vorevole. Gli apostoli istruirono i fedeli ll Mosemio compose una dissertazione per
tanto a viva voce che in iscritto; non pur far vedere gli eccessi in cui diedero tra
de discepoli e una scuola ebber formato dottori e commentatori protestanti senza
ma numerose societ le quali non si ri numero sotto cotore di spiegar la Scrit
masero giammai dal leggere i toro scritti tura. Synlagma dissert. ad anctiores di
e che in materia di credenza o di morale sciptinas pertinenliitm. Altri misero in
furon sempre daccordo sul senso da dar beffa i bibliumani, i quali con una bib
si a questi: un tal senso , fermato dalla bia alla lnano pretendeano provar tutti i
credenza uniforme di esse chiese spesso sogni tor caduti in mente; alcuni, per ul
Puna dalPaltra tontanissime , dal publico timo, confessarono che la libert concessa
magistero in esse dominante, dalla testi agli idioti di leggere it sacro testo in tor
monianza de padri che nerano i pastori, lingua era stato uno de principali lacci
tatora dalle denizioni de concitii , dalle tesi da riformatori per trarre it popoto
pratiche del culto ad esso relative, ha tut nel proprio partito. Lelt. di R. Steelc a
Valtra certezza che non sia quella fondata papa Clemente XI. QuesPastuzia avea
meramente sulPopinion de grammatici e gi appuntata Tertulliano negli eretici del
decritici, alla qualei protestanti reputan secoto lll. Dc prmscript., c. i5
ben fatto acquietarsi.
Non ostante questi fatti, tutte le sette
Alla Chiesa pertanto spetta it guarentir protestanti periidiano costantemente in
ci la fedelt duna versione che ci mette sostenere esser la Scrittura Punica regola
fra mano e interdire if suoi gli la let di nostra fede; a ciascun fedele correr
tura di quelle che ne potrebber guastare obligo di leggerta a n desser sodamente
la fede. Ad essa pure saddice it giudicare istrutto della cristiana dottrina; ingiusti
dei casi in cui permetter dee ovvero vie zia e crudelt esser quella della chiesa
tare a semplici fedeli Puso delle versioni cattolica di non permettere a tutti indis
in lingua volgare. Ella non proibi giam tintamente it leggerla Bibbia tradotta in
mai a chi sa di latino it leggere la Vol lingua volgare. Vediamo quanto senno ci
gata o version latina usitata in tutto Poc sia in questa pretensione.
cidente, ma condann le versioni fatte in
l. Stando ai tor principio, spetta ad
detta lingua da scrittori senza fede o giu essi it provarci con testi chiari e formali
stamente sospetti deterodossia. Non tro della Scrittura questo preteso dovere im

v mai fatto che fedeli dociti a suoi am

posto ai fedeli tutti quanti e la legge che

monimenti, pronti a ricever da lei Pintel


ligenza della Scrittura, la leggessero in
volgare; ma ogniqualvolta falsi dottori al
la Chiesa ribelli tentarono infettare iligli
di lei con versioni nelle quali aveano stit

ingiunge a pastori di procacciar toro i


mezzi per adempirtto. Furon tante volte
provocati a citarne alcuno, ma non venne
toro mai fatto di rinvenirue, perch non

ce ne ha punto. Quelli che allegano non

VE

VE

233

hanno it senso che da tor si pretende e la potrebbe sulPoriginale, cui punto non
Intende. Ancor meno pu andar convinte
non pochi fan prova in contrario.
s. Agli art. Scnlrruaa sACRA e Tium di crne it vero senso, ad onta de ricla
nolu: abbiam fatto vedere che la lettura de mi delPaltre communioni protestanti che
Libri Santi non altrimenti it mezzo onde to splegau diversamente. l fratelli Wallem
si giovarono gli apostoli e tor successori bourg recano da venti o trenta esempi di
per fondare it cristianesimo. Ci ebber chie passi o diversamente scritti nel testo, o
se londate e che sussistettero lunga pezza tradotti diversamente, o manifestamente
inanzi che potessero avere alcuna parte alterati nelle tante versioni fattene da
della Scrittura voltata in tor lingua, inau protestanti in lingue volgari. Uu cristiano
zi ancora che fosser publicati tutti gli del popoto non preferisce Puna alPaltra
scritti del Testamento nuovo; o ci furono se non perch cos vuolsi nella setta a cui
varie nazioni cristiane le quali non si pu appartiene. egli forse questo un fonda
provare abbiano avuto alcuna version vol mento di fede ben saldo?
Ci si risponde gravemente che queste
gare di essi libri. Sulto scorcio del lise
coto, s. Ireneo attestava esservi appo i communioni s accordano tutte su gli ar
barbariparecchie chiese le quali non avea ticoli fondamentali. Primieramenle ci
no per anco avuto Scrittura, ma pure con falso; perocch da sociniani, per confes
servavano fedelmente la cristiana dottrina siou de protestanti, ne vengou negati pa
e custodivano con ditigenza la tradizione recchi: eppure i tor principii e metodi
dagli apostoli ricevuta: al secoto tlt Ter sono gli stessi. in secondo luogo, un sem
tulliano non volea tampoco si ammettes plice privato non capace di discernere
ser gli eretici a provar la propria dottrina e sapere se un articoto sia o no fonda
col sussidio della Scrittura. Prima del se mentale. Per terzo, ogni verit rivelata da
coto V non troviam vestigio di versioni Dio fondamentale in questo senso che
della Bibbia, neppur del nuovo Testamen non lecito dubitarne o negarta ogniqual
to, nelle lingue punica o africana , spa volta sufcientemeute si conosca la rive
gnuola, cella, itlirica, scitica o tartara, ec. lazione. Ci si dir forse non esser tale per
Nondimeno noi siam certi per positive te ch se ne quistiona? in tal caso sarebbe
stimonianze che nel secoto tV le dette Postinaziou degli eretici quella che sen
nazioni aveano chiese. Pochi a que tempi teuzia se una verit siaono fondamentale.
4." certo che nel fatto e praticamente
sapeau di lettere, rari e dispendiosi era
noi libri; altro mezzo distruzione i po nessun protestante mette per base di sua
poli non aveano che le lezioni de proprii credenza P autorit sola della Scrittura.
pastori; n perci eran meno affezionati Prima di leggerta, egli fu gi preoccupato
alla tor credenza e di vita men regolata. dalle istruzioni deproprii genitori, dai ca
G. C. avea commandato di predicare it techismi, dai sermoni desuoi pastori, dal
Vangeto alle nazioni tutte quante; s. Pao linguaggio uniforme della communione on
to reputavasi del pari obligato ad istruire d membro, n vede altra versione fuor

iGrecl ei barbari; dovea dunque procac

quella di cui vi si fa uso. il perch un

ciare a tutti versioni della Bibbia, se era


cosa necessaria.
5." Perch un cristiano fondar possa la
propria credenza sulla Scrittura sola, bi
sogna abbia certezza che un libro datogli
come sacro ed inspirato sia autentico e
non supposto o interpolato; che la ver
sione che ha di esso fedele e ne rende
il vero senso: ora, impossibite che un
protestante del volgo sia certo di veruna
di queste tre cose. Ei non in grado di
dar sentenza sulle contese che fervono tra
le diverse communioni cristiane circa it
numero de Libri Santi; non sa se in at
cun de libri rigettati dalla propria setta
non sianvi per avventura de testi con
trarii a quelli su cui egli posa la sua cre
denza. Non pu andar certo della fedelt
della versione, mentre molte altre sette

calvinista, un luterano, un anglicano, un


anabattista, un sociniano son gi predis
posti a scorgere nella Scrittura it senso
appreso insin da fanciulli, e i tor pre
giudizii fanno in essi le veci delto Spirito
Santo. Ogni versione porta P impronta
della setta per la quale fu fatta. Ove ta
luno si scostasse da colate tradizione, sa
rebbe considerato qual eretico. Cotoro i
quali seguirono it proprio spirito privato

ed ebbero capacit da far proseliti dieder


origine alle tante fanatiche sette che la

cerarono it seno del protestantismo e son


la vergogna della pretesa riforma. Noudi
meno altro non fecero per questo rispetto
che conformarsi al principio fondamentale,
che la Scrittura sola, val dire, la regola
di fede dun cristiano e chei dee credere
tuttoci che gli sembra in essa chiaramen
Pafferman falsa in pi luoghi; n vericar te rivelato.

234

VE

Della falsit e delle perntciose conse


guenze di questo metodo abbiam recate

in altro luogo pi prove.


Inne della raccolta di tor confessioni
di fede raccolsero i protestanti almeno
sessanta testi scritturali per sostentarta;
ma non riuscirono con vantaggio nella

scelta, ch n pur uno ve n ha nel quale


si prescriva dattenersi alla Scrittura uni
camente, e nondimeno era questo it punto

da provarsi; e ve ne trovi non pochi i

quali insegnan Popposto.


La. fede dalPudilo, dice s. Paoto, Rom.
x, l7, ia, Pudito poi per la parola di

Cristo. Ma dico io: forse che non han

VE
render ragione della nostra speranza cot
la Scriltura sola; l protestanti vi fanno
quesPaggiunta di tor cervelto. A che gio
vato avrebbero prove cavate dalla Scrit
tura contro gentiti che ad essa non cre
dean punto. Di pi acconce ne aveano i
cristiani alPuopo, i caratteri cio sopra
naturali della missione divina di G. C. e
degli apostoli. Ma i protestanti non von
no saperne di missione; senza modestia
n un rispetto al mondo per cotoro che ,
nerano rivestiti, si tennero pi valenti
di toro ed ebber tanta scarsit di buona
coscienza da travestire e sgurare tutta
la dottrina cattolica a n di trovare un

no sentilo? Anzi per tutla la terra si e mezzo pi agevole a confutarta.


sparso il suono di essi, e le loro parole
Pur ci ha due otre testi che non cessano
no alle estremil della terra. Se si fosse di rimetterln campo cantando vittoria. Nei
trattato della parola scritta, avrebbe detto c. v di s. Gio. il so, dicono, G. C. cosi favel
la fede venir dalla lettura: ma no , ch la agli Ebrei: Voi andate investigando le
era cosa certa che a quel tempo la Scrit Scrilture perch credete di avere in esse la
tura non era stata recata agli ultimi con vila eterna; queste sono quelle che par
ni del mondo; la met almeno del nuovo lano a favor mio. Nel xvu degli Atti si
Testamento non era per anco stata rac narra che i principali Ebrei di Berea esa
commandata alto scritto. llla i protestanti minavano ogni di nelle Scritture se le cose
stessero come toro erano state annunziate.
non guardan tanto per sottite.
Nella I a Corintii to stesso apostoto ri A sapere perci se una dottrina sia vera
prende que fedeli perch salfezionassero o falsa, e si conviene consultar la Scrit
di preferenza a questo o quelto detor tura e niente pi. Veggiamo se questa it
dottori, e aggiugne: Queste cose le ho in lazionc sia giusta. l. l due passi allegati
gura trasporlate sopra di me e di risguardano i dottori ebrei e non it po
Apollo per riguardo a voi; afnch per poto; it testo parta chiaro. Appo gli Ebrei
mezzo di noi impariute onde di t da. non meno che presso i protestanti it po
quel che si scrilto non si levi in su poto non era capace di esaminare o scru
perbia Vuno sopra delV altro per ca tar le Scritture. G. C. partava al popoto
gion di un altro. Dalle parole di t da in tutPaltro tenore: Sulla catedra di
quel che si scrilto inferiscono i prote Mos si assisero gli scribi e i farisei.
stanti non doversi cercare di saperne ol Tutto quello perlanto che vi diranno
tre quelto che viene insegnato nella Scrit osservatelo e fatelo; ma non vogliate far
tura. llla basta leggere i capitoli antece quel che essi fanno, conciosstach dico no
denti per convincersi voler s. Paoto colle e non fanno. Matth. xxm, e, 5. NelPad
dette parole indicare sette od otto passi dotto testo di s. Giovanni it Salvatore se
delPantico Testamento da s citati e tutti ne richiama altres alla testimonianza delle
tendenti ad umitiare la superbia delPuo sue opereo miracoli: egli manifesto che,
mo. Non si tratta qui di curiosit temera paragonando esso testo colle predizioni de
ria in fatto di dottrina, bens dal voler profeti, si dovea andar convinto esser lui
trarre argomento di vanit dal merito veramente it messia o it Figliuoto di Dio,
de proprii maestri. Se i protestanti ci cirera la sola cosa di cui discorrevasi al
ponessero un po mente, vedrebbero des tora; dalla divinit delle sue opere e della
sersi fatti rei delto stesso peccato deCo sua missione ne veniva di conseguenza
rintii e it rimprovero di s. Paolo cader esser vera la sua dottrina. 5. L. esame
dirittamente sopra di s.
delle Scritture non produsse buon effetto
S. Pietro , 1 ep. iu, lo: Benedile ne su gli Ebrei, riuscendo anzi a far che dis
vostri cuori Cristo Signore, pronti sem conoscessero G. C., giacch diceano a Ni
pre a dar satisfazione a, chiunque vi do codemo esaminasse le Scritture e vedreb
mandi ragione della speranza che avete be dalla Galitea non essere uscito mai pro
dentro di voi, ma con modestia e rispet feta. Io. vn, e2. - -t. l protestanti si
to, conservando buona coscienza. Altro condussero come gli Ebrei, e noi ripetiam
ammaestramento troppo mal seguito dai toro francamente Pammonizione del Sal

protestanti. S. Pietro non dice gi doversi vatore, dapprofondire cio le Scritture,

VE

VE

235

autori inspirati e come ardiscano la pro


sti cos alla ventura, di esaminare ci che pria parola a quella di Dio sostituire?

di non istarsene paghi al citarne de te

precede e ci che vien dopo, le circostan


ze e it subiettto onde si tratta; e vedran
no come tortamente li intendano.
G. C., dicono, ha di sovente rinfacciato
agli Ebrei it trascurare, violare, distrug
ger che faceano colle tor tradizioni la leg
ge di Dio. - E vero; non altro rimane
toro che provare aver la chiesa cattolica
fatto to stesso, e it magistero suo costante,
publico, uniforme, essere una tradizione
priva di fondamento quanto quella degli
Ebrei. Noi dal lato nostro dimosttriamo
che,a n di travolgere it senso della Scrit
tura e della legge di Dio, i protestanti non
ad altro smppoggiano che alla particolar
tradizione di tor setta e la seguono ben

pi ciecamente che non tassi da noi la tra


dizione costante e universale della Chiesa.
Iddio, continuano, avea fatto divieto di
nulla aggiugnere n levare alla sua legge.
- Verissimo ci pure: ne segue forse che
G. C., gli apostoli, i pastori rivestiti di le

gitima autorit non abbian potuto nulla


aggiugnere al giudaismo? Ben ci vuolsi
dagli Ebrei, ed una delle principali ra
gioni da essi allegate per non credere in
G. C. Abbiam fatto vedere altrove che i
protestanti statuirono nuove leggi disci
plinari che vogliono strettamente osser
vate, pratican consuetudini non punto or
dinate nel nuovo Testamento ed altre ne
ammettono che sembrano in esso pre
scritte.
N meglio ragionano altorch citano i
testi ne quali s. Paoto raccommanda a
Tito e a Timoteo to studio delle sante
Scritture. Da tutti si ammette esser que
sto un dover capitale pei vescovi, pei
sacerdoti, per tutti cotoro cui commesso

Posciach muovono quesfaccusa ai pa


stori cattolici, comincino dal purgarsene
eglino stessi.
Per ultimo, nulla giova it venir rimet
tendo in campo i testi ne quali lddio com
manda agli Ebrei di meditar continuamen
te la sua legge, daverta per sempre pre
sente al pensiero e sotto gli occhi. Gli
Ebrei apprender non la poteano se non
se ne libri di Mos, ch altri altora non
ne aveano. Ma dove fu toro ordinato di
legger tutti i libri delPantico Testamento

scritti in appresso? La cosa strana che


i protestanti, i quali ridussero le verit
della fede quasi al niente, esigano da cri
stiani tanta lettura a n di appararte.
Sotto le v. BIBBIA, Gneci, PABAFRAsi, SA
IMBITANo, SETTANTA, VoLGATA fu da noi dis
corso delle traduzioni della Scrittura fat
te nelle lingue antiche: ne rimane a dar
breve notizia delle volgari o scritte ne
moderni idiomi. Lutero fu it primo a dare
una versione della Bibbia in tedesco, con
dotta sul testo ebreo; ma parecchi suoi
amici gli dieder taccia dimperito in lin

gua ebraica e giudicarono la sua versione


zeppa derrori. Munstero, Leone di Giu
da, Castalione, Luca ed Andrea Osiandro,
Giunto, Tremellio, ec., pretesero capir
meglio Pebraico che non avesse fatto Lu
tero. Nondimeno in tutte le toro versioni,
vuoi latine,vuoi in altra favella,furon tro
vate di grosse mende, che in appresso si
dovetter correggere: dicasi to stesso delle
traduzioni latine del nuovo Testamento

lavorate da Erasmo e da Beza. Oltreci


troppo male si apporrebbe chi savvisasse

che tutti cotesti vantati ebraizanti non si


fosser punto punto giovati delle fatiche

Puicio dammaestrare; ma gli ridicoto d0rigene e di s. Girolamo n delle note


it voler imporre to stesso obligo ai sem e commentarii de dottori cattolici. Se ne
plici fedeli. Con tanti libri d istruzione, di
morale, di divozione,nequali it testo della
Scrittura viene spiegato e recato alPintel
ligenza di chi che sia , nessun cristiano
pu avere assoluto bisogno di leggere esso
testo. Ove si ostinasse a fartto, potrebbe
glisi dimandare come gi s. Fitippo alPeu
nuco della regina Candace, Act. vm, 5o :
Intendi tu, quello che leggi? Volendo ado
perare con ischiettezza, risponder dovreb
be come quel buon proselito: Come lo
posso io,se qualcheduno non minsegna?
Da protestanti compongonsi al par che da
noi libri di morale e divozione, sermoni,
commentarii sulla Scrittura: noi possiam

vantarono forse e screditarono quanto pi


han potuto i lavori onde traevan prot
to; ciartalaneria degli scrittori troppo co
nosciuta, da cui le persone di senno non
si lascian pi uccellare. Gaspare Ulem
berg mise in luce una nuova versione in
lingua alemanna pei cattolici nel i650.
Gli Inglesi possedeano una traduzione
della Scrittura in angto-sassone inn dal
principio del secoto VIll. Non sembra essa

lavorata n sul greco n sulPebreo,bensi


assai pi probabitmente sulla volgata. Ne

fu fatta una seconda da Viclefo, poi unal


tra da Tindal e Cowerdal negli a. 1526
e i8so. Daltora in poi gli Inglesi non ri
dunque chieder toro con che titoto preten stettero mai dal far emendazioni alla Bib
dano spiegar la parola di Dio meglio degli bia inglese.

236

VE

La pi antica traduzion francese quel


la del canonico Guiars-des-Moulins, fatta
nel 1294 e impressa nel 1498. Altre ne
furon date da Paoto di Prestes e da va
rii anonimi; erano esse in rozza e barbara
favella, ma non le troviamo punto censu

rate. N gran fatto pi eleganti eran quelle


uscite ne primordii della riforma; al pre
sente non se ne pu pi tolerar la lettu
ra. Gli questo to sconcio annesso a tutte
le versioni fatte in lingua volgare; e bi
sogna porvi mano continuamente, giusta it
mutar della favella, laddove la volgata

VE
in nov. Teslamu- iProlegomeni di Wal
ton; Hodius, De textib. Biblion, ec.
In capo al tomo xviu della Storia della

chiesa gallicana trovasi un discorso sul


Puso della Sacra Scrittura, nel quale si
additano i perniciosi effetti cagionati nel
secoto XVI dalle versioni in lingua vol
gare lavorate da eretici o da scrittori so
spetti deterodossia, e i savii spedienti che
si adottarono altora per arrestare i pro
gressi del fanatismo dalla lettura di tali
versioni nelle menti tutte suscitato. Non
per altro studiavansi i protestanti di an

latina la medesima gi da oltre dodici darte diffondendo se non perch reputa


secoli n altro lavoro le fu fatto intorno van questo un depi efcaci mezzi a se
dalla correzione in fuori degli abbagli de
copisti.
Di qual utite tornar possa appo i cal
vinisti alPintelligenza de salmi la versio
ne di questi data da Marni. c divenuta
omai barbara, non veggiamo.
Abramo Usque, ebreo portoghese, ese
gui sul testo ebraico una versione spa
gnuola, che venne stampata a Ferrara
nel 1555; versione quasi inintelligibite ,
come quella che sta parola per parola al

durre gli ignari.


VESCOVADO. Sede dun vescovo, esten
sione della sua giurisdizione. E pare fosse
intenzione degli apostoli che i vescovadi
non avesser molta ampiezza. S. Paoto scri
veva a Tito davertto lasciato in Creta a
n che, tra Paltre cose, stabitisse sacer
doti nelle citt, i, s. E noto che la voce
sacerdote pi volte adoperossi a signi
car vescovo. Insin daprimi secoli infatti,
veggiam de vescovi posti in tutte quelle
Pebreo ed scritta in vecchio spagnuoto, citt che o nel toro recinto o nelle di
che si partava soltanto nelle sinagoghe; ipendenze comprendessero un popoto ba
la viene inoltre accagionata di frequenti stantemente numeroso da formare una
chiesa e tener occupato un clero. Venne
e gravi infedelt.
La prima versione italiana opera di deciso da pi concitii che non se ne met

Nicol Malermi, eseguita su la volgata e tesse nelle citt piccole n nevitltaggi,


messa in luce nel 1471.
I Danesi ebbero una traduzione della
Scrittura in tor lingua nel 1524, fatica di
un luterano per nome Giovanni Iliichelsen
borgomastro di Malmae ed un de mezzi
onde giovossi Cristierno II per introdurre
it luteranismo ne proprii stati. La ver
sione degli Svedesi ha per autore Lorenzo
Petri arcivescovo dUpsal e fu publicata
in Holm nel 1647. Della Bibbia de Russi
o Moscoviti abbiam detto alPart. BinRis.
Chi amasse procacciarsi ampie notizie
su tutto che risguarda le versioni della

per non avvitire la tor dignit, e che non


ve ne fosser due in una stessa citt, per

popolata che fosse. Nondimeno talvolta,

Levita; s. Epifanio, De ponderibus et


mensuris; s. Girolamo ne suoi Commen
tarti; Ant. Caraffa nella prefazione alla
Bibbia greca di Roma; Korthol, De variia
Biblior. edilion; Lamberto Bos, nei pro
Iegomeni della sua edizione de Settanta:
tra i Francesi,it p. lliorino, Exercil. biblu

per ragioni particolari, fu forza dipartirsi


da questa savia disciplina.
VESCOVO. Pastore duna chiesa cristia
na: voce derivata dai gr. a1ria-xoirog,
ispettore, sopravegliante. S. Pietro diede
questo titoto a G. C.,iep. n, 25, chiaman
doto it pastore e it vescovo delle anime
nostre. Nel c. i degli Atti Puicio dapo
stoto vien designato sotto P appellazione
di episcopato. In questo senso scrivea
s. Paoto a Timoteo che chi desidera Vepi
scopato, desidera un bel lavoro, i ep. iu, l.
Ai seniori della Chiesa dl-lfeso e di Miteto,
Badate a voi stessi, diceva, e a tutto il
gregge di cui lo Spirilo Santo vi ha co
stiluili vescovi per pascere la chiesa di
Dio acquislala da lui col proprio san
gue. Act. xx, 2o. E a Tito pure dichiara

Dupin, Biblioth. dea auteurs eccts.; Ri

va, i, 5, avertto lasciato in Creta perch

Scrittura pu consultare Il rabbino Elia

cardo Simon, Hist. cril. da vieux et du stabitisse dei preti per le citt, conforme
nouveau Testarrc; it p. Le Long. , Bi gli avea prescritto.
* Un increduto, autore dunopera inti
blioth. sacr.; Calmet, Diction. de la
Bibl., ec.: appo gli inglesi, Usserio, Po tolata Epistola ai Romani, dice non es
cock, Pearson, I-irideaux, Grabe, Wower, servi stati vescovi nella Chiesa inanzi it
De grwc. et lat. Biblior. inter/m; Iititt, secoto Il.

VE

VE

23,7

a dire, risponde it Bullet, che costui ius Lini Pouius in hisqure sunl ad Ti
uon avesse letto mai le due lettere di motheum epistolis meminil. Succedil
autem eiAnacletus: post eum tertio loco
duto che questo caro discepoto era dal ab apostolis apostolatum sorlilur Cle
lblpostoto coltocato sul seggio episcopale mms, qui et vidi ipsos apostotos et con
di Efeso: avrebbe letto tra le regole che tulil cum eis et cumadhuc insonantem
gli prescrive it divieto di ricevere accusa prwdicationem apostolorutn et tradilio
contro un prete non convalidata dalla te nem ante oculos haberet non solus.....
stimonianza di due o tre persone; le quali Huic autem Clementi succedil Evari
parole mostrano ad evidenza come un ve stus, et Evaristo Alexander, ac deinceps
scovo non pur fosse it primo per grado ira sextus ab apostolis constitutus estSixtus,
i preti o sacerdoti, conforme si volle da al et ab hoc Telesphorus, qui etiam glo
cuni protestanti, ma avesse autorit e giu riosissime mortyrium fecit; ac deincepa
risdizione su di essi. Erauvi impertanto Hyginus, post Pius, post quem Anicetus.
intin dal primo secoto nella chiesa cristia Cum autem successissct Anicelo Soter ,
nunc duodecimo loco episcopatum ab
na vescovi costituiti dagli apostoli.
Questa verit ci attestata dai pi an apostoiis habet Eleutherius. Hoc ordi
tichi scrittori ecclesiastici. S. Ireneo, com natione et successione ea quw est ab apo

s. Paoto a Timoteo: perocch avrebbe ve

battendo gli eretici colla tradizione, prova stolis in Ecclcsia tradilio et verilatis
essa tradizione per via della successione prwconatio pervenil usquc ad nos. Ada.
de vescovi dagli apostoli insino al suo
tempo continuata. Tradilionem apostolo
rum, in toto munda manifeslalam, in
omni ecclesiaodest respicere omnibus
qui vera vclint videro: et habemus enu
merare eos qui ab apostolis instiluti
sunt episcopi in ecclesiis cl successores
eorum usque ad nos, qui nihil lale do
cuerunl neque agnoverunt, quale ab his
deliratur. Etenim si recondila myste
ria scissent apostoli qum searsim et la

tenter ab reliquis perfectos docebant ,


his vet maxime traderent ea quibus
etiam ipsas ecctesias commiltebant. Val

de enim perfectos et irreprehensibiles in


omnibus eos volebant esse quos et succes
sores retinquebant suum ipsorum lo
cum magisterii tradentes.... Sed quo
niam vatde longum est... omnium eccle

siorum enumerare successiones, maxi


mw et antiquissimw etomnibus cognilw,
a gloriosissimis duobus apostolis Petra

et Paulo Romw fundatw et constilutw


ecclesiw eam quam habet ab apostolis

hwrt, l. m, c. s.
Testimonianza la questa di tal nerbo
che nulla pi. Era s. Ireneo stato discepolo
di s. Policarpo, che avea avuto a maestro

Pevangetista s. Giovanni; onde ben noti


gli dovean essere gli ordinamenti e la di
sciplina dagli apostoli stabititi nella Chiesa.
Or, combattendo egli eretici astuti, che
cercavano ogni via di sottrarsi a suoi ar
gomenti, d per verit indubitate l. aver
gli apostoli costituiti devescovi nelle chie
se da s fondate; e. questi vescovi essersi
perpetuati per non interrotta successione
insino al suo tempo; 5." potersene pro
durre un elenco esatto; 4." esempio di
tutto questo aversi nella succession de
vescovi della chiesa di Roma, la qual sola
viene da lui recata per cagione di bre
vit; s. s. Lino ei suoi successori essere
in uno stesso ordine senza la minima dif
ferenza tra toro, onde tutti possedettero
Pepiscopato co medesimi diritti e prero
gative: it perch come non pu dubitarsi
chEleuterio non pure fu it primo per

tradilionem et annuntialam homini grado nel clero di Roma, ma ebbe altresi


bus dem per successiones episcoporum la primazia donore e di giurisdizione,
pervenientem usque ad nos indican
tes, confundimus omnes eos qui quo
quo modo, vel per sibiplacentia velva
nam gloriam velper cwcilatem et ma
lom scientiam, prwterquam oportel col
ligunt. Ad hanc enim ecclesiam, pro
pter potiorem principalilatem, necesse
est omnem convenire ecclesiam, hoc est
eos qui sunt undiqite ftdetes , in qua

cos forza si creda la stessa cosa di


s. Lino e suoi successori tino ad Eleuterio.
Tertulliano giovasi contro i novatori del

le stesse armi di s. Ireneo: Si quw (hwre


ses), cosi egli, audent interserere se wlati
apostolicw, ut ideo videantur ab apo

stolis tradilat, quia sub apostolis fue

runt, possumus dicare: Edant ergo ori


gines ecclesiarum suarum; evolvant or
Semper ab his qui sunl undique conser dinem episcoporum suorum ila per sua
vato, est ea, quw est ab apostolis tradilio. cessiones ab inilio decurrentem ut pri
Fundantes igilur et instruentes beati mus ille episcopus aliquem ex apostolia
apostoli ecclesiam, Lino episcopatum ad vet apostolicis viris, qui lamen cum apo

ministrandie Ecclesiw tradiderunl. Hu


BEIIGIER. Vol, VI.

stolia perseveraverit, habueril auctorsm


50

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et antecessorem. Hoc enim modo eccle


Il Le Clero nella sua Storia ecclesia
siw apostolicw census suos deferunt: stica, a. oc, n. c-a, ammette che iusin dal
sicul Smyrnworum ecclesia Polycarpum principio del secoto Il ebbevi un vescovo
ab Ioanne collocalum refert, sicul lio in capo a ciascuna chiesa, ma dice non
manorum Clementcm a Petra ordina sapere in che stesse Pautorit di lui, stan
lum ilidem. Perinde ulique cl cwlerw tech nessun motto se ne fa nel nuovo
exhibeanl quos ab upostolis in episcopa Testamento, n G. C. prescrisse veruna
tum constilutos apostolici seminis tra forma di governo a cui corresse obligo di
duces habeant. De prwscript., c. 52. * conformarsi sotto pena di dannazione. Il
Dai sopra recati testi delle Sacre Pagine nostro critico, per fermo, fu cieco a non
consguita che i vescovi, per istituzione vedere quel che s. Paoto iugiunge a Tito
di G. C., sono i successori degli apostoli, e a Timoteo, e it grado dautorit che toro
I primi pastori della Chiesa; che hanno ere attribuisce: forse che questo apostoto eb
ditato i poteri, le funzioni, i privitegi del be mal seguite le intenzioni di G. C.t Ag
corpo apostolico; che posseggono la pie giugnendo poi it Le Clerc che in appresso
nezza del sacerdozio; che per diritto di fu mestieri, a cagion della quantit delle
vino hanno un grado di preminenza e chiese e della moltitudine de fedeli, sta
iPautorit sui semplici sacerdoti. Cosi fu bitire, pel buon ordine, una disciplina
denito dal concitio tridentino, sess. xiun, che non bisogna sprezzare, viene pale
semente a fare it processo de pretesi ri
can. o e 7.
Questo articoto di domma e di disci formatori; i quali non tanto che abbiano
plina venue dottamente trattato vuoi da tolta in dispregio quesPantica disciplina
teotogi cattolici, vuoi dagli anglicani, con Phanno distrutta ovunque furono padroni.
tro le pretensioni de caivinisti, in ispe
* La suprema podest nelPordine del
cie dal Beveridge, dal Pearson e dal Bin governo spirituale in cotor soli risiede

I
i

gham. Fu da essi dimostrato colle lettere che sono incaricati di regger la Chiesa
di s. Ignazio, coi canoni apostolici stesi
sul nire del Il secoto, coi padri di quel
secoto stesso e de successivi che iusin
dal tempo degli apostoli furono i vesco
vi distinti dai semplici sacerdoti, insi

gniti duna podest superiore e dun ca


rattere particolare, e che quesPistituzione
di G. C. venne costantemente osservata

n and mai soggetta a interrompimento.


Vcggansi le osservazioni del Beveridge sui
canoni apostolici, le Vindiciw ignulianw
del Pearson nel t. II PP. apostol. , le
Orig. eccles. del Bingham, l. n, c. i, ec.
Qnesfultimo fa vedere come insiu dalPo

e giudicare gli altri ministri della religio


ne. Ora nostro Signore incaric gli apo
stoli e i vescovi tor successori del gover
no della Chiesa e del giudizio difsem
plici sacerdoti. S. Paoto scriveva a Tito
come Pavesse lasciato in 0reta per darvi it
necessario sesto alle cose, e avvertiva Ti
moteo a non ammettere accusa contro un
sacerdote se non sulla deposizione di due
o tre testimonii. Colle parole delPaposttoto
dimostrava s. Epifanio contro di Aerio la
superiorit devescovi sui sacerdoti: Epi
scoporum ordo ad gignendos patres pr1a
cipue pertinet; huius enim est patrum

rigine i sacerdoti fosser subordinati ai in Ecclesia propogalio. Alter.... lios


vescovi nelP amministrazione de sacra
menti e nella predicazion del Vangeto;
come la podest di conferire gli ordini
fosse a soli vescovi riserbata, e i preti
avesser obligo di render toro ragione della

propria condotta e delPesercizio del pro


prio ministero. V. anche Drouin, De re
sacramenlaria, t. VIII.
Questa superiorit de vescovi veniva
oltreci bastantemente attestata dalla for
ma della liturgia: it vescovo , circondato
dal suo clero, era sempre it preside e it
ministro principale di questa; sedeva
su di un trono mentre i sacerdoti occu
pavan seggi inferiori; e un tal piano del
divin culto troviam delineato nel c. iv
e segg. delPApocalisse. Nei primi secoli
PEucaristiu, presente it vescovo, non soleva mai consecrarsi dal sacerdote.

Ecclesiw regenerationis latione produ

cil.... Quid aulem attinebat episcopo ve


lare ut ne presbyterum obiurgaretmisi
maiorem ipso poteslatem oblinerct?
Badate a. voi e a tutto il gregge sul
quale lo Spirilo Santo vi ha slabititive
scavi per reggere le chiese di Dio, dice
va ancora s. Paoto a primi pastori da s
convocati in ltliteto. Queste parole ram
mentava Lucifero di Cagliari alPimpera
dor Costanzo perch pensasse che i ve
scovi, essendo da G. C. preposti al governo
della Chiesa, debbono da essa altontanare
i lupi. I santi ponteci Celestino e Martino
applicano ai vescovi it detto detthipostoto:
Respiciamus illa nostri vcrba doctoris,
quibas proprie apud episcopos utilur, ista
priedicans: Attendite, inquil, vobis ci
universigregi, etc. - Et maxime prwce

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239

plum habentcs aposttolicum, attendere del vescovo. I capittolari de re franchi ri


i10: ipsos et gregi in quo nos Spiritus
Sanctus posuit episcopos, etc. T. lll et VI
Concil. Labbe.
La stessa dottrina insegnano i padri del
la Chiesa, raccommandando ai sacerdoti la
riverenza e Pobedienza verso i principali
pastori. Obedire al vescovo sinceramente,
dice s. Ignazio, gtoriiicar Dio che it com
manda; ingannare it vescovo visibite gli
un insultare al vescovo invisibite. Sine
episcopo, cos to stesso santo, nemo quid

piam faciat eorum quw ad Ecclesiam

cordano le stesse massime. Il Tridentino


suppone apertamente una si fatta legge,
insegnando che i vescovi succedono agli
apostoli e furono istituiti dalto Spirito
Santo per regger la Chiesa e sono supe
riori ai sacerdoti.
Per ultimo i padri non fanno distinzione
tra la giurisdizione spirituale e la episco
pale. Delle bisogne concernenti la fede o
P ordine ecclesiastico dice s. Ambrogio
spettare ai vescovi it giudizio. Leonzio
rimprovera Costanzo imperatore perch
volesse metter ordine a materie spettanti
ai vescovi soli. Ai ponteci diceano i papi
Nicolao l e Simmaco aver Dio afdata
Pamministrazione delle cose sante.
Arrogi che questa superiorit de ve
scovi al governo ecclesiastico necessa

spectant. Epist. ad Magnea, n. 8. Secon


do Tertulliano, non debbono i diaconi,
propter Ecclesiw honorem, amministrare
it Battesimo che colla licenza del vescovo.
De Bapt., c. i7. E il can. 5o apostolico:
Preabyteri el diaconi, sine aenlentia epi
scopi, nihil perciant. Ipse enim cuius ria. Perocch in ogni particolar chiesa
dei populus est credilus et a quo pro vuolsi un capo con autorit di commando,
a n di riunir tutto it clero e dirigertto
animabus exigelur.
S. Cipriano ci fa sapere aver Plivangelio secondo le stesse mire: rotta la quale uni
sottoposto i sacerdoti al vescovo nelPec t non si ha pi ordine di sorta, ma, giu
ctesiastico regime; si lagna di cotoro che sta i ss. Cipriano e Girolamo , scisma e
communicano co publici peccatori prima confusione soltanto,per non darsi pi sub
che sieno stati dal vescovo ricoucitiati; ordinazione. Non appena la riforma ebbe
ed ai diaconi ricorda come i vescovi sieno scosso it giogo delPepiscopato che in un
isuccessori degli apostoli dal Signore pre colla independenza sorse la discordia tra
messi a governare la Chiesa.
i nuovi settarii. La mente umana non ha
ll concitio dAntiochia, tenuto nel su pi freno di sorta, tolta che sia a vescovi
insegna che quanto concerne la Chiesa dee la giurisdizione. llielantone se ne lamenta,
essere amministrato giusta it parere e la I. i, ep. 17. in uno de dodici articoli da
podest del vescovo, cui commessa la lui presentati a Francesco I confessa che
salute di tutto it suo popoto. Secondo it i ministri della Chiesa son surbordinati ai
concitio sardicense del 547,i ministri in vescovi; che questi son tenuti vegliare
feriori debbono al vescovo una sincera sulla dottrina e vita toro; e che, se gi
obedienza, come questi tenuto amarti non vi fossero, converrebbe instituirti.
veracemente; e venir meno a cotale obe Vero chegli ne attribuisce Pistituzione
dienza, per detto di s. Ambrogio, super puramente alla legge ecclesiastica; ma, ri
bia e un far contro alla verit.
conosciuta che stasi necessaria una supe
S. Ciritto alessandrino vuote la sommes riorit di giurisdizione, dice monsig. Bos
sione de sacerdoti al proprio vescovo pari suet, Hist. des variat., l. v, n. 27, si pu
aquelta de gliuoli rispetto al padre, se egli negare che venga da Dio medesimo?
condo s. Celestino, a quella di discepoli G. C., nel fondar la sua chiesa , avrebbe
verso it tor maestro. Innocenzo lll rac potuto lasciar distituirvi Pordine neces
commanda al clero di Costantinopoli di sario al regime di essa?
prestare al tor patriarca onore ed obe
La podest dinsegnare ossia it diritto
dienza secondo i canoni come a padre e di sentenzlare intorno alla dottrina merc
vescovo.
di un giudizio legale a primi pastori so
Il concitio calcedonese dice chiaramen lamente appartiene. l sacerdoti ricevono,
te dovereicheriei preposti agli ospitali e mediante Pordinazione, la podest di ri
quelli ordinati pei monasteri e le basiti mettere i peccati, offerire it santo sacri
Che de martiri esser subordinati al ve tizio, benedire, presiedere al servizio di
stlovo tocale, conformemente alla tradi vino, predicare, battezzare; i vescovi it
dlzione de padri, e decreta pene canoni dritto di giudicare, interpretare, conse
che contro i violatori di questo ordina crare. Ponticale rom. I padri della Chie
mento. ll concitio di Coignac e it latera sa altro tribunale mai non opposero alPer
nese primo vietano a sacerdoti Pammini rore da quelto delPepiscopato in fuori. Il
strare le cose sante senza la permissione venerabite Serapione produsse contro i

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catafrigi una lettera rmata da moltissimi so, Calcedonia, sia nei particolari dA
vescovi. Euseb., Hist., l. v, c. le. S. Ales sia, dAfrica, delle Gallie, di Spagna, di
sandro (Theodoret., t. i, c. 4), s. Atana talia, ec. Abbiam le costituzioni stese da
sio (ep. ad Afros, n. l, s), s. Basitio Teodoto d Orteans , lticolfo di Soissons,
(ep. N), s. Agostino (passim Contra do lncmaro di Reims ne secoli che venner
mltiat. etpelagian, l. m; Contra Crescom, dopo. l vescovi mantennero sempre it di
c. 47, n. s; Contra Iuliarc, c. t, n. u), ritto di far ordinanze e statuti sinodali
s. Leone (ep. lit) e papa Simplicio (Con per la disciplina delle proprie diocesi. ll
cil. Labbe, t. IV) fanno to stesso contro gli concitio tridentino, ultimo fra gli ecume
eretici del tempo toro. l padri dun con nici , e i particolari sinodi tenuti dappoi
citio dAlessandria scriveano a Nestortto formarono de canoni sulla stessa materia,
credesse e insegnasse ci che credeano senza che mai stasi ardito impugnare la

tutti i vescovi del mondo sparsi per Po

validit di si fatti decreti per difetto di

riente e per Poccidente, siccome queche consenso da parte de sacerdoti. Ora, una
sono maestri e guide de popoli. Sul suf potest costantemente esercitata, da che
fragio delPepiscopato fondano P autorit fu fondata la Chiesa, dai soli vescovi e
di toro adunanza i padri del concitio efe senza contradizione , fuor che dal canto
sino. it settimo concitio generale d per degli eretici, altra sorgente aver non pu
prova dillegitimit dei concitiaboto degli che Pistituzione divina.
iconoclasti Pessere stato esso riprovato dal
In conseguenza di questa stessa pode
corpo episcopale. Hard, Concil. , t. VIl. st legistativa, i vescovi furon sempre soli
Papa Vigitio rimprovera Teodoro di Cap in possesso dinterpretare le leggi cano
padocia perch avesse indotto P impera niche a n di giudicare le cause spiri
tore a condannare i tre capiloli contro it tuali e decretar le pene portale da ca
diritto dei vescovi, a quali unicamente noni medesimi : nessun ministro interiore
spettava, per detto suo, it sentenziare su ebbe mai esercitato una tal potest fuor
tali materie. Bona. desiderio nostra... ila che in virt duna missione ricevuta da
animus tuus quielis impatiens dissipa vescovi o per instituzione canonica oper
vil ut illa quw fraterna collatione el delegazione.
Si. dir per avventura essere i sacer
tranquilla episcoporum fueranl reser
vanda iudicio, subilo, contra ecclesia doti concorsi ne concitii insiem cove
sticum morem et contra palernas tro scovi a sancire i decreti dottrinali e di
diliones clmtraque omnem auclorila sciplinari. - llla i primi concitii di soli ve
tem evangelicw apostolicwque doctrinw, scovi furon composti. Si cominci per la
ediclis proposilis, secundum tuum dam prima volta a veder sacerdoti nel conci
narent arbitrium. Concit., t. lll. S. Ber lio assembrato da Demetrio vescovo dA
nardo dichiara, a vescovi appartenere e lessandria per giudicar Origene. PhoL,
non ai sacerdoti it proferire sentenza in Cod. cxvm. Gli atti del concitio di Carta
torno al domma. ColPegual massima scri gine fan menzione di soli vescovi e dia
veva Gregorio lll alPimperatore Leone coni. llard., Cane, t. l. In nessuno de do
isaurico. Ibid. Su questa dottrina non ci cumenti inserti nel codice della chiesa
dAfrica appare che i preti abbian seduto
ha dissenso presso i cattolici.
N meno innegabite nei vescovi it di mai in quelle adunanze. A due di toro sol
ritto di tar canoni disciplinari. Nella mol tanto fu concesso quesPonore nel concitio
titudine degli ordinamenti onde si compo cartaginese delPa. no. perche vi assistea
ne it codice ecclesiastico non avvene pur no quali deputati della santa sede. Gli
uno it quale non sia stato formato ed adot otto primi concitii generali, it secondo di
tato dalPautorit episcopale. E ci consta Siviglia, quelto dt-1tvira, it secondo eterzo
dalla pratica della Chiesa. Abbiamo, nepri di Braga furono sottoscritti da soli vesco
mi secoli, la lettera canonica di s. Gregorio vi, tuttto che vi fosser presenti desacer
taumaturgo; quella di s. Dionisio alessandri doti. Hard., Concit., t. IV. Questi soscri
no indiritta ad altri vescovi perch la fa vendo ne concitii usano termini diversi.
cessero osservare nelle toro diocesi; quella ln un concitio tenuto a Costantinopoli per
di s. Basitio con parecchi altri regolamenti la deposizione dEutiche, i vescovi soscris
delto stesso padre sul matrimonio, sulPor sero di questo tenore: Ego iudicans sub
dinazione e sulP ecclesiastica disciplina. scripsi; i sacerdoti: Snbscripsi in depo
Abbiamo, al secoto IV, i regolamenti di silione Eutichetis. Nel concitio efesinoi
Pietro dtlessandria. Da vescovi furon vescovi dEgitt.o chieggono sian falli uscire
fatti canoni disciplinari sia nei concitii cotoro che non sono insigniti del carattere
ecumenici di Nicea, Costantinopoli, Ete episcopale, allegando per motivo essere

VE

VE

it concitio adunanza di vescovi, non di


ecclesiastici o cherici: Petimus , super
uos foras miltileSynodus epilcoporum
est, non clericorum. Labbe , Concil. ,
t. IV. N tal massima vien punto contra
delta, nonostante Pinteresse de ministri
inferiori assistenti a quel concitio. La let
tera di s. Avito vescovo di Vienna per la
convocazione ai concitii dEpaona nel 517
dichiara espressamente che gli ecclesia
stici vi si trasferiranno per quanto sar
spediente; che vi potranno intervenire
anco i laici, ma gliordinamenti vi saran
fatti da vescovi soli. Ubi clericos, prout
expedil, compellimus; laicos permilti
mus interesse , ut eo quw u sotis pon
ticibus ordinala sunt et poputus po:si!
ognoscere. Hard., Concil. , I. II. Quei di
Lione del u" esclude dalPadunanza tutti
I procuratori de capitoli, gli abbati, i prio
ri e gli altri prelati inferiori, ad eccezione
di quelli ad essa espressamente chiamati:
e questi regolamenti non tolsero altrimen
te it vigore agli atti de mentovati due con

contro ai fatti. Vcggonsi de sacerdoti as


sistere a concitii e in gran numero, nessu
no per ha in essi diritto di suffragio fuor
ch per privitegio. Or la sarebbe stata cosa
contraria alla giustizia, alla saviezza, al
Puso ricevuto in qualunque tribunale, alla
decenza, al rispetto che merita it carat
tere sacerdotale e la persona de ministri,

244

i pi si degni di riverenza pel sapere e le


virt toro, che, essendo per istituzione
propria investiti della qualit di giudici e
assistendo a un tribunale ove avean giu
risdizione e davan toro parere , fossero
stati esclusi dal diritto di suffragio.
In quarto luogo, una tal supposizione
farebbe contro la natura delle cose. E in

vero si pu egli mai credere che i sacer


doti, i quali, almen ne secoli posteriori ,
furon sempre di gran lunga pi numerosi
de vescovi,si fosser lasciati spogliare, con
si patente e sostenuta affettazione, delPe

sercizio dun potere conferito toro da G.C.?


che in tutta questa serie di secoli fossero

stati si poco getosi di conservare intatti


citii. A nessun concitio si trovarono pre tor dritti?
senti pi dottori e sacerdoti che al tri
Finalmente, la supposizione sarebbe in
dentino; nessuno per vi ebbe diritto di contrasto con la dottrina di questi mede
suffragio o voto fuor che per privitegio. simi concitii, I quali dichiarano espressa

Or se i sacerdoti fossero stati rivestiti di mente i sacerdoti privi del diritto di suf
giurisdizione e duna giurisdizione sopra fragio, come neconcitii efesino, Iugdu
tutto eguale a quella devescovi o per giu nense e tridentino.
dicare della dottrina o per fare ordina
I padri e gli storici saccordano colla
menti, tutti questi concitii, che risalgono pratica costante de concitii a ragguardare
inno alPorigine della tradizione, avreb in tali sante adunanze it numero e Pau

bero ignorato i diritti de sacerdoti e com

torit de soli vescovi.

messo nnaperta ingiuria, privandoli del


Posta una tradizione cosi concorde, so
diritto di voto che tor si competeva in lenne, antica, conchiudasi non pure it ve
tali venerande assemblee.
scovo aver sui sacerdoti una superiorit
Si dir che i sacerdoti abbian consen di giurisdizione, ma tale superiorit ezian
tito, almen tacitamente, ad essere esclusi, dio esser distituzione divina; perocch
aderendo ad essi concitii? llla primieramen cominciata con gli apostoli, esercitata da
te tali concitii avrebber prevaricato pri vescovi quai successori degli apostoli, de
vando de tor dritti i ministri inferiori; e rivata, per insegnamento de padri e del
questi pure, lasciandosi spogliare d una Tridentino particolarmente, dalla podest
potest di cui doveano usare, segnatamen di G. C. agli apostoli conferita e dalla mis
te in queconcitii ove scorgeano prevaler sione che i vescovi ebbero da lui per reg
Perrore e le brighe: pur la toro esclusione gere la Chiesa; perocch, nalmente, insin
non fu mai addotte siccome un motivo di dai primi secoli, i padri, i canoni, i con

nullit.

citii danno sempre tal superiorit siccome

certa, generalmente riconosciuta, senza


che rinvengasi traccia di sua istituzione
altrove che ne Libri Santi.- Lbdutoril
des deux puiiisances, part. ui, c. l. *
Dai varii testi per noi recati in questo
articoto deduciam l. che le parole da
proprio, altrimenti la pratica pi costante Cristo indirizzate asuoi apostoli: Am mae
e pi antica de secoli ancora in cui la di strale tutte te genti. 1o sono con voi in
sciplina era nel primo suo vigore pi nulla sino alla consummazione de secoli, ri
guardan parimente i vescovi successori
proverebbe.
Per terzo, questo supposto andrebbe degli apostoli. Se la costoro divina mis

In secondo luogo, per poter supporre


un tacito consentimento ad esser privati
delPacquistato diritto, vuolsi almanco un
titoto su cui tal diritto sia fondato; vuolsi
alcun esempio nel quale veggasi chiaro
essersi it medesimo esercitato qual diritto

242

VE

VE

sione passar non doveva a tor successo- i gltar per norma di sua fede it testimonio
ri, sarebbe stata impossibit cosa che la
dottrina di G. C. si perpetuasse in tutti i
secoli; ella sarebbesi trovata in continuo
rischio di perire a cagione della telneritt

costante ed uniforme de pastori iletla

Chiesa, sia uniti, sia sparsi, Punico che


fornir possa al semplice fedele una cer

tezza infallibite della divinit di sua fede.

degli eretici, i quali fecero i pi grandi

lleca stupore che i teotogi inglesi,i


quali sostennero con tanta energia e buon
successo Pistituzion divina de vescovi, la
preminenza deltor carattere, la santit
della missione e delle funzioni toro, non
apostoli, nel dar testimonianza di ci che abbian dedotte le conseguenze che natu
fu sempre creduto e insegnato nella com ralmente emergono a pro della certezza del
munion de fedeli alle tor cure commessa; magistero cattolico, conseguenze che a noi
chessi non son gli arbitri ma i custodi paiono costituire una compiuta dimostra
del deposito della fede; che a toro spetta zione.
Altro errore de protestanti Passerire
it giudicare se la tale o tal altra dottrina
sia conforme o no alPinegnamento da essi che i vescovi originariamente non aves
medesimi ricevuto e cui sono incaricati di sero autorit veruna sul proprio gregge,
mantener perenne. 0vessi rendano si fatta nulla decider potessero, nulla ordinare nel
uniforme testimonianza,sia in concitio rac governo della Chiesa senza udire it parere
colti,sia ciascuno separatamente nella pro de seniori e it voto del popoto; che essi
pria diocesi, non pu fare, anche umana medesimi si tenessero quai semplici de
mente partando, che vadano errati, con putati, rappresentanti o mandatarii de
ciossiach depongono intorno a un fatto fedeli.
E non ci vengono per fermo indicali
publico, sensibite, manifesto, sul quale ci
ha tanti testimoni quanti son fedeli nel siccome tali ne sacri testi che abbiamo al
mondo cristiano. Ma ponendo mente che legato, n questa Pidea che del carattere
it tor mandato e carattere vengono da episcopale avea s. Ignazio, discepoto de
G. C., che it divin maestro ha toro pro gli apostoli. Voi che mi avete seguilo,
messo Passistenza sua perch adempier avea detto G. C. a questi, nella rigene
valgano la funzion dinsegnare, sentiamo razione, altorch il Figliuolo deifuo

sforzi per sostituirvi la toro, e spesso riu


scirono a pervertire non pochi fedeli.
2. Che Pufficio dinsegnare onde i ve
scovi sono incaricati sta, come quel degli

che alPinfallibitit umana della tor testi

mo seder sul trono della sua maest,

monianza saggiugne una infallibitit so


vrumana e che G. C. altien la promessa
onde li ha affidati.
Oltre al render la della testimonianza,
sappartiene a vescovi it condannar gli
errori opposti alla cristiana dottrina; con
danna per la quale esercitano it proprio
ufcio di giudici, pastori e dottori defe
deli.
s." La dottrina per tal modo attestata e
fermata da pastori della Chiesa sostenia
mo esser veramente cattolica o univer
sale, la stessa cio in tutta la chiesa di
Dio; esser una, quindi immutabite; esser
indubitatamente apostolica ossia quale ven

sederete anche voi sopra dodici ironie

giudicherele le dodici trib, d Israele.


Matth. xix, 28. Ora, se questa podest di
giudici era necessaria agli apostoli per
governare la Chiesa, non men necessaria
era essa a pastori che dovean toro suc
cedere: da G. C., non dai fedeli, ricevuta
Paveano gli apostoli; dalla stessa mano
Phan dunque i tor successori. ll perche
s. Paoto dice lddio esser quegli che co

stitu nella Chiesa gli apostoli, i pastori,


i dottori, Eph. iv, u. E a Timoteo or
dina dinsegnare, commandare, riprende
re, scongiurare, sgridare, ec. E a Tito si
mitmente scrive ammaestri , esorti , ri

ne dagli apostoli insegnata, posciach nes prenda con autorit, stabitisca preti nelle
sun vescmo pu reputarsi in facolt din citt, ec.; e vuol che nessuno it disprezli.
segnarne una nuova. Aggiugniamo che it Atti son tutti questi chiarissimi di potest,
semplice fedele, guidato da tal magistero, e non punto dai vescovi usurpata, come

ha invincibit certezza della verit e divi osan dire i protestanti.


Gli anglicani sostengono al pari di noi
nit di sua credenza. Egli impossibite che
una dottrina s fattamente custodita e con

esservi stati de vescovi istituiti dagliapo

frontata da migliaia di sorveglianti, tutti stoli; i preshiteriani o calvinisti preten


del pari obligati per giuramento e condi dono Pepiscopato aver avuto principio
zione a mantenerta pura, abbia a soggia soltanto nel secoto appresso. ll lltosemi0
cere a mutamento od alterazione di sorta. rimprovera a lutcrani che adottino troppo
4." Finalmente, questo metodo della cat alla cieca le opinioni e i pregiudizii dl
tolica chiesa, da essa sola seguito, di pi questi ultimi; dimostra colPepisttola di

VE

VE

243

s. Paoto e colPApocaHsse esservi di certo della ordinazione episcopale. Parecchie es


stati devescovi al tempo medesimo de sendo le cerimonie usate nella consecra
gli apostoli, ma in origine non aver essi zione dun vescovo, cio Pimposizion del
avuto n i diritti n le facolt che si ar le mani, una unzione al capo e sulle palme,
rogarono dappoi; alPultimo costretto con Papplicazione del libro de Vangeli sul
venire che, quando pure gli apostoli non colto e sugli omeri delPeletto, Patto del
li avessero istituiti, sarebbe stato forza it consegnargli esso libro, la ferula o pasto
iartto altorch le chiese divenner molle di ralee Pannelto, domandasi se in tutte que
numero ed ebber formata una assai este ste cerimonie stia Pessenza di quelPordi
sa communione. Instil. hist. christ. , nazione. La sentenza commune che it
part. n, c. 2, S a5 e 14. Da ci consguita soto rito essenziale sia Pimposizion delle
che i nostri avversarii sol ci che favo mani, conciossiach la Scrittura ne parti
risce Putite delle tor sette scorgono nella come del segno sensibite pel quale si con
ferisce la grazia; e per tale Pebbero sem
I Scrittura.
Su questo , come su ogni altro punto, pre considerata i padri, i concitii, i teo
disvelasi la stranezza di cotesti censori. A togi della chiesa cosi greca come latina.
n di provare che it sommo pontece non Conseguentemente la forma di questo sa
ha veruna giurisdizione su gli altri ve cramento sta nelle parole Accipe Spiri
scovi, pretendono che ne primi secoli nes tum Sanclum, elc.,che Pimposizion delle
sun vescovo fosse sottoposto alla giuris mani accompagnano.
dizione di altro suo collega; che ciascun
E incontrastabitmente provato che le
dessi avesse Pautoritt di stabitire per la communioni de cristiani orientali separa
propria chiesa quella forma di culto e te da oltre dodici secoli dalla chiesa roma
quella disciplina che meglio acconcia glu na han conservato it rito essenziale del
dicasse. E cosi, per togliere al sommo pon Pordinazione de vescovi e la succession
telice ogni autorit, fanno i vescovi inte di questi dopo Pepoca che fecero scisma.
ramente indipendenti; fuor di questo caso Nessuna di tali sette eterodosse credette
li pongono sotto la tutela del popoto. For mai si potesse formare una chiesa senza
sech di tal modo si contennero i patriar vescovo, o a chi che sia fosse lecito eserci
chi della riforma? Lutero a Vittemberga lar le funzioni di pastore senza che avesse
e Calvino a Ginevra arrogavansi pi au ricevuto Pordiuazione,o venir ordinato ve
torit non soto di qualunque siasi vesco scovo da semplici sacerdoti e molto me
vo ma de papi cziandio. E ci vorrebbero no da laici. Su tutti questi articoli i pro
dara credere it Basnagio e il lllosemio si testanti si son discostati dalla credenza e
facesse da quelli per impulso del Santo dalla pratica di ogni chiesa cristiana. Per
Spirito, dove i successori degli apostoli pl. de la fai, t. V, l. v, c. n).
per ambizione unicamente adoperavauo!
Secondo gli antichicanoni, per ordinare
Fra i teotogi cattolici sentenza general un vescovo se ne richiedeano almanco tre;
ente concorde aver tutti i vescovi, in cosi era stato disposto da varii concitii:
virt del carattere episcopale, una pari trovansi tuttavia nella storia ecclesiastica
podest di ordine. In questo senso fu delto pi esempi di vescovi ordinati da un so
da s. Cipriano, De unil. Ecclein, esservi to, Pordinazion de quali si ebbe soltanto
un solo episcopato, da ciascun de vescovi per itlegitima, non per nulla. Biugham ,
in particolare solidamente posseduto.
Orig. eccles., l. n, c. u, S 4 e c.
llla dagli scolastici suole agitarsi la que
Si domanda in terzo luogo se un laico
stione se Pordinazione episcopale sia un od un cherico non sacerdote possa essere
sacramento distinto dal semplice sacerdo ordinato vescovo, e se valida sarebbe una
zio od una cerimonia indiritta puramente si fatta ordinazione. Per sentenza di tutti
ad estendere la podest del sacerdozio i teotogi, ella sarebbe itlegitima eoontra
medesimo. La prima sentenzala pi pro ria ai canoni, dai quali fu prescritto che
babite e quella che vanta pi seguaci. un cherico non possa salire allepiscopatu
S. Paoto intatti insegna conferirsi la gra se non se gradatamente e ricevuti prima
lia merc Pimposizione delle mani, e per gli ordini inferiori. Cosi fu decretato dal
universale consenso un tal rito nelPordi concitio sardicense P a. 547.

nazione dun vescovo gli d poteri tali che


non avea punto siccome semplice sacer

Oltreci, ai soli vescovi s appartiene

Pordinare sacerdoti, conferir loro la no


dote. Ma tal virt non avrebbe una ceri dest di consecrar PEucaristia e di rimet
monia la qual non fosse sacramento.
tere i peccati: di qual modo communi
Altra controversia che pende tuttora cherchbero questa duplice podest ove ri

clual sia proprio la materia e la forma cevuta non Pavessero formalmente eglino

244

VE

-VE

stessi f Or nclPordinazione episcopale non rivestiti i vescovi: se si fosser dati la bri


si la punto menzione di tal doppio potere. ga di risalire alPorigine, sarebbe toro stato

Vero che it Bingham, ibid., l. n, c. Io, forza confessare nulla in essa trovarsi
S lt e segg., riferisce pi esempi di ve dodioso e dillegale. Gi tin sotto it re
scovi ed anche di santi uomini che sem
bra fossero soltanto diaconi o semplici laici
altorch vennero inalzati alPepiscopato;
ma se non si pu provare che tutti ab
bian ricevuta P ordinazione sacerdotale
prima desser consecrati vescovi, non si
ha nemmen prova che non sia stata tor
conferita. Abbiam qui dunque una prova
meramente negativa, la quale non pu aver
forza sopra quella di titoli e documenti
positivi. llla ben ne abbiamo di positive
del contrario.
Il concitio di Sardica, nella sua lettera
sinodale, dichiara nulla Pordinazione epi
scopale dun certo lschira perch non era
sacerdote. Teodoreto, Hist. ecclea, I. n,
c. s. S. Alanasio, Apolog. n, parta duna
egual decisione fatta in un concitio ge
rosolimitano. il concitio di Calcedonia re
put come invalidamente ordinato Timo
teo Eluro falso patriarca dhtlessandria;
e papa s. Leone approv la lettera da
vescovi dEgitto a questo proposito indi
ritta a Leone imperatore. Il perch la fa

colt teotogica di Parigi nel mlo condan


n Popinion contraria insegnata da Marco
Antonio de Dominis.

Pi volte non fu presa nel giusto senso


quella che chiamasi ordinatio per sal
tum: non essa gi Pomissione dalcun
ordine inferiore, sibbene it passar da un
ad altro ordine rapidamente e senza inter
stizii. Perci papa Nicolao l disse di Fo
zio essere stato fatto vescovo per saltum
perch ricevette in sei giorni successivi

gno de romani imperatori nelle Gaie,


godeano i vescovi non poca autorit nelle
civiti bisogno, non come pastori, ma come
cittadini di primordine,e furon tenuti per
tali da che ebbero in possesso ampli ter
ritorii.
Per Pegoal ragione furono investiti del
titoto di difensori della cilt, incaricati
di sostenere gli interessi del popoto presso
i magistrati,i grandi e i sovrani. Nel farsi
le elezioni, it popoto anteponeva per Pe
piscopato cotoro che, a cagion della na
scita, de talenti, del credito toro,tro\ati sl
fossero meglio in grado di tutelare isuoi
diritti e appoggiare le sue dimande. Altor
ch i principi disposero devescovadi, die
dero essi pure la preferenza ai grandi ed
a nobiti per tali ritevanti cariche.Era per
ci impossibite che, non ostante tuttiiri
volgimenti, i vescovi non riuscisscr sem
pre persone dalto importare nelPordine
civite.
AIPepoca delle irruzioni dei barbari
nelle Gattie, i popoli furon costretti pre
stare obedienza a nuovi padroni: fu forza
eleggere tra la dominazione dun principe
idolatra e quella de Goti e de Borgogno
ni, che erano ariaui: i vescovi, che spe
ravano miglior condizione sotto la prima,
favorirono le conquiste di Ctodoveo, it
quale era troppo accorto politico per non
conservare a vescovi unautorit che tor
nava a suo utite e donde abbisognava per
assodare la propria signoria. Questo mo
tivo, accoppiato alla riverenza che la vir

gli ordini inferiori alPepiscopato. Comech t suole dogni tempo nspirare, mantenne
dagli storici si racconti di pi cardinali la stima in che erano i vescovi, e Pin
usso toro negli affari, anzi che scemare,
tece senza far menzione della toro ordina saccrebbe sotto la prima dinastia de re
zione sacerdotale, non ne segue perci che franchi.
non Pabbiano ricevuta. Confrontandosi
Regnando la seconda, altorch ebbe
Pordinazion de sacerdoti con quella de principio it governo feudale, i vescovi, al
vescovi, scorgest la prima essere un pre par degli altri grandi vassalli della coro
liminare assolutamente necessario alla se na, tennero tor possedimenti a titoto di
conda.
feudo, godendo di tutti i feudali diritti:
Se non pu tassarsi derrore la senten era tra questi Pamministrazione della giu
za contraria, per non avere la Chiesa for stizia ai vassalli dependenti. Carttomagno
malmente denita la quistione, si debbe non trovando difetto in si fatto ordinedi
per to meno reputar siccome temeraria. cose, non vi fece mutamento veruno. Vi
Ma al Bingham e agli altri anglicani im veva egli ancora Pa. 8i5 quando fu te
portava it sostenerta perch, dopo la toro nuto it sesto concitio arelatense nel cui
scissura colla chiesa romana, sembra non canone diciassettesimo si legge doverei
siasi appo toro avuto scrupoto di sollevare vescovi rammentarsi esserioro commessa
semplici laici alPepiscopato.
la cura de popoli e de poveri affinch ne
l nemici del clero levarono spesso le piglino protezione e difesa: ove percio

diaconi inalzati alla dignit di sommo pon

grida contro tautorit civile onde furono accada tor di vedere i magistrati ei grandi

VE
opprimere gli infelici, li ammoniscano ca
ritatevolmente; che se gliavvisi toro sieno
sprezzati, ne faccian laguanza al re accioc
ch colla suprema autorit ponga freno a
cotoro che non curano le rimostranze de
propri i pastori. DelPegual tenore si espres
sero Panno medesimo un concitio cele

brato in Tours e un altro in Chtons-sur


Sane.
Al cadere della stirpe carotingia igrandi
del regno si resero iudependenti, e i ve
scovi ne seguiron Pesempio; se in ci pec
carono, ebber commune la colpa co no
biti iutti. Ma quando i re di Francia ri
presero la propria autorit, i vescovi vi
concorsero non leggermente, armando i
communi e obligandoli a combattere sotto

i vessitli del re. Quindi it nuovo grado di


considerazione da essi conseguito e tin al
presente conservato; it quale, in qualun
que epoca si ragguardi, non si scorge in
che abbia potuto riuscir pregiudizievole
a popoli.
Son noti i mezzi onde giovossi la pro
videnza divina a tin di formare, nel se
coto lV, i tanti ragguardevoli pastori icui
latenti, virt, fatiche e scritti ridondarono
a si grandonore della Chiesa. Il cristiane
simo era stato poco prima bersaglio alle
persecuzioni degli imperatori e agli as
salti degli eretici e de toso. Il pericoto
risveglia le scotte dlsraelto, e in mezzo
alle pugne si formano gli eroi. Vha quin
di fondamento a sperare che la guerra
rotta da moderni increduli alla religione
sia per produrre gli stessi elTelti che ne
secoli trascorsi e far sentire a principali
pastori quel che possono e debbono.
VESPERIA. I. GRADo.
VESPERO. V. ORE CANoNICIIE.

VE

245

A un semplice lsraeltta non era permesso


Pentrare in quesPultilno, fuor che nel caso
offerisse un sacrizio in cui dovesse porre
la mano sul capo della vittima.
Su questo modelto, inanzi pure alPen
trata delPautiche basitiche o chiese cri
stiane stava un ampio cortite circondato
da portici , nel quale fermavansi i peni
tenti ai quali era vietato P ingresso nella
chiesa; e perch trovavasi alto scoperto,
era detto locus hiemanlium. Bingham ,
Orig. eccles., I. viu, c. 8, S t1.
VESTI DE CRISTIANI. La modestia e
la mortitcazione commandata nelPEvan
getto non consentivano a primitivi cri
stiani studiar lusso e magnicenza nel ve
stire. G. C. dice che coloro che vestono
delicalamente slanno ne palagi dei re,
Matth. xi, s. S. Pietro, i ep. iu, 5,e s. Pao
to, i Tim. i, o, condannano la ricerca
tezza delto abbigliarsi anche nel minor
sesso. Gli abiti oriti dicono i padri do
versi lasciare agli iniziati ne misteri di
Bacco e i ricami doro e dargento agli at
tori da scena. S. Clemente alessandrino
fa lecito a una donna Padornarsi alcun che

pi dIelPUoino, purch non offeuda le leggi


del pudore n dia indizio di mollezza. Da
Tertulliano e s. Cipriano furono severa
mente condannale le femine che nelle
chiese facessero sfoggio di pompa scon
venevole o d immodesti adornamenti. lt1a
troppo debole schermo sono le ammoni
zioni del Vangeto e de padri contro la

vanit e Pabitudine del lusso.


Circa al mutar dabiti o travestirsi, cio
alPandar in maschera,avea Mos gi proi

bito nella vecchia legge alPun sesso Pin


dossare le vesti delPaltro. Gli antichi ca
noni concitiari fecero altrettanto, e i padri
VESTIBOLO (ebr. hader o hazer, lat. mostrarono i disordini che immancabit

atrium). Signica nelle Sacre Pagine l." it mente derivano da si fatta licenza.
cortite duna casa; nel c. xvi di s. Matteo
si narra clie s. Pietro, la notte in che
venne catturato G. C. e tradotto dinanzi
al gran sacerdote, sedeva nel cortite della
costui casa, in atrio: 2. la sala d in
gresso o anticamera dun palazzo, Esth.
vi, s: s." Pentrata dun luogo qualunque,
Ierem. xxu, s, i2; Luc. xi, 2L Di via

Lodevolissimo costume si quelto del


basso popoto, nella campagna segnata
mente, di vestir pi pulito ne di festivi
per assistere alla messa ed alle sacre

funzioni; ch disdicevol cosa sarebbe it

portar ne templi del Signore gli abiti


che {indossano in lavorare e far le pi
abiette facende, e con cui non si oserebbe
Ordinaria per inteudonsi per esso i tre entrare in una casa di riguardo. Se tale
grandi cortiti o recinti del tempio di Ge esteriore mondezza non conferisce quella
rusalemme. ll primo era Patria degentili, delPanima, serve per ad avvertire i fe
perch a questi concedevasi Pentrare in deli di domandarta a Dio e adoperarsi per
esso e farvi le toro preghiere; it secondo conseguirta. Leggiamo nelle Sacre Carte
Patria iflsraete, destinato a soli lsrae che Giacobbe, accingendosi ad oifrire un
liti, i quali per inanzi porvi piede dovean sacrizio, ordin alla sua famiglia di cun
puricarsi; it terzo Patria de sacerdoti, giar dabito, Gen. xxxv, a; che mentre ld
dovera Faltare degli otocausti, e isacer dio stava per promulgar la sua legge al
doti e i leviti esercitavano it tor ministero. popoto ebreo, imposegli tavassc le proprie
s1
Beucieu. Vol. VI.

246

VI

vesti, Exod. xix, 1o; e che Davide, com


piuto un tempo di duoto o corruccio, sas
terse it corpo, si profum e mut vestimenta per entrar nel tempio del Signore,
n Heg. xn, 20. Per mischiarvisi che fac
cia talvolta to spirito di vanit, non cessa
dessere quesPuso in sostanza un contra
segno di riverenza e divozione.
VESTIZIONE. Cerimonia colla quale da
chi delPuno o delPaltre sesso abbia fatto
sua prova in un monastero si prende Pa
bito religioso per dar principio al novi
ziato. Le preci che accompagnano questa
cerimonia variano secondo i diversi ordini
o Congregazioni, ma son tutte peristrutti
ve ed edicanti, pel rammentare che fanno

a que che indossano Pabito claustrale gli


obllghi che incontrano e le virt onde son
tenuti onorario. Delle formalit richieste
a rendere autentico un cotal atto trattano
i canonisti.
VIATICO. Provisione di viveri per far
viaggio. Con tal nome suol chiamarsi appo

i cattolici it sacramento delP Eucaristia


ministrato agli infermi in pericoto di mor
te, a n di disporti al passaggio da questo
mondo alPaltro; conciossiach in nessun
tempo pi che in quelto ci sia necessario
it ricevere un sacramento che principio
ed arra per noi della vita eterna.
I protestanti, che sostengono doversi le
parole di G. C. relative al sacramento del
PEucaristia prendere in senso gurato, e
it corpo e sangue suo non trovarsi in que
sta realmente e riceversi essi soltanto me
diante la communione, mediante cio un
atto commune a pi persone, ne dedus
sero che it riceversi da un soto individuo
non altrimenti communione , e quindi
abolirono Puso di portar esso sacramento
ai malati; in tal guisa, per una falsa in
terprelazione della Scrittura, si privarono

Vi
confessar G. C. in mezzo a tormenti. Si
tenea quindi per certo altora it corpoeit
sangue del divin Salvatore esser presenti
in questo mistero non in modo passeggero
e in virt delPatto di parteciparvi in com
mune,sibbene duna maniera permanente,
e la particolar recezione fattane in caso
di bisogno esser communione quanto se
fatta fosse in un con gli altri fedeli. Ora
ne mentovati due secoli,cotanto vicini agli
apostoli, era massima altamente professala
di nulla mutare alle usanze e consuetu
dini toro.
Alcuni padri e concitii diedero it nome
di viatico a tre sacramenti che ammini
sttravansi a moribondi per assicurarne la
salute: al Battesimo dato a catecumeni;
alla Penitenza o assoluzione impartila a
cotoro che venivan riconcitiati colla Chie
sa in punto di morte; alPEucaristia am
ministrata a fedeli od ai penitenti che
avesser ricevuta Passoluzione: prevalse
per Puso di riserbare la denominazione
di viatico soltanto a quesPultimo sacra
mento.
VIATORE. Si d questo nome a fedeli
che vivono sulla terra per opposizione a
santi che gi godono Peterna beatitudine.
La vita di questo mondo viene assimi
gliata a un viaggio o pellegrinaggio, it cui

termine la felicit eterna. [santi consi


derano it cieto come tor vera patria ed
ogni atto che fanno quast altretanti passi
che ad essa conducono.
Alcuni toso miscredenti, presti sem

pre a crre it senso pi inviso duna pa


rola, ebbero a dire un tal modo di const
derar la vita presente esser pregiudizie
vole, siccome quelto che ci disaffeziona ai
doveri della vita socievole e civite, e ci fa
indifferenti rispetto a nostri simiti. Un er
rore gli questo confutato dalla esperien

del pi valido conforto che un cristiano za. E pi che lecito a chi fa cammino Pac
procacciare si possa al pnnto del morire.
Ma it costume, nella Chiesa antichissi
mo, di ricevere PEUcaristia per viatico
unaperta condanna di tal toro opinione.

commodarsi in un albergo: per breve


chesser debba la dimora che intende fare
in esso, non si terr egli certo per dispen
sato dai doveridumanit verso cotoro che
Sappiamo da s. Giustino, Apolog. l, n. es, vi hanno stanza con lui; non creder poterti
che al secoto Il, consacrata che si fosse inquietare n negar toro i proprii servigii
P Eucaristia nelle adunanze cristiane e dis col pretesto di avere a lasciartto it di dopo.
tribuitatzi agli astanti, i diaconi la reca Gli epicurei, che pregiavano soltanto la
vano agli assenti, perci agli infermi. Sap- vita presente, non furono di certo buoni
piamo per testimonianza di Tertulliano, cittadini quanto gli stoici, che questa vita
Ad uxor. , I. n, c. 5 , e di s. Cipriano, appellavano un viaggio; senza aver consul
ep. LIv ad Cornet., De lapsis, De bono pa tato i nostri Sacri Libri, rinfacciarono essi
tient., De speclau, che al secoto lll i fe di sovente aseguaci dEpicuro la toro di
deli, esposti continuamente al martirio , sutitit e inditfferenza pei doveri della vita
portavan seco lucaristia e serbavantaa civite. Un cristiano, per opposto, va per
n di pigliarta per viatico e trarre da quel suaso nou essergli lecito it porre in non
divino cibo le forze onde avean bisogno per cale i doveri della presente vita, doveri

V1

VI

da nessuna legge prescritti mai con tanta


esattezza come dal Vangeto.
VICARIO. Chi sostiene le veci oadem
pie Pufcio dun altro.l vescovi hanno de
vicarii detti generali, a cui conferiscono
it potere di esercitar tutte le funzioni di
toro giurisdizione, ma non gi quelle an
nesse alPordine e carattere episcopale ,
come damministrar POrdine, la Cresima,
consacrar le chiese, ec. Anche i parochi
o curati hanno devicarii che li coadiu
vano neltadempiere le proprie funzioni.
E vuolsi distinguere it vicario dal de
legato; it quale ha la facolt soltanto di
far legitimamente la funzione per la quale

sedere beni temporali di sorta; colla ma

247

la vita perder eglino qualunque spirituale


podest; a principi e signori correr obli
go di spogliarti dogni avere; non doversi
tolerare che operassero in via di giustizia e

dautorit contro decristiani, speltando


un tal diritto a principi e magistrati. Que

sto novatore era ben sicuro con si fatte

massime di trovar protettori.


infatti, Pa. i577, Gregorio XI, informa
to di queste bisogne, scrisse a Simone di
Subdury arcivescovo di Cantorbery ed a
colleghi di lui proeedessero giuridicamen
te contro Viclefo. Baccolsero perci un
concitio, at quale venne citato, e vi com
fu specialmente deputato n pu surro parve accompagnato dal duca di Lanca
gare altri per farta in sua vece. Un vica stro, reggente del regno, e da molti altri
rio incaricato non d una funzion sola , signori. A forza di sottigliezze scolastiche,
ma di tutte, ad omnes causas, come di di distinzioni, di spiegazionLdi restrizio

cono i canoni; pu quindi delegare al

ni e daltri palliativi riusc egli a far pa

tro sacerdote per amministrare it sacra


mento del lllatrimonio, ec.
VICLEFITI. Sella deretici srta in in
ghitterra nel secoto XIV, la quale ebbe per
autore Giovanni Vielefo professore nelPu
niversit d Oxford e paroco di Lutter
worth nella diocesi di Lincoln.
Nelle dissensioni scoppiate Pa. 1560 in
detta universit tra l frati mendicanti e
i preti secolari, Viclefo prese a sostenere
i privitegi deproprii confratelli; ma, obli
gaio a cedere alPautorit del papa e de
vescovi, che proteggeano i frati, deter

rer tolerabite la sua dottrina. l vescovi,


messi in timore dalla presenza e dalle mi

min di farne vendetta. Con tale intento


mise fuori parecchie proposizioni contra
rie al diritto che han gli ecclesiastici di
posseder beni temporali,desercitare giu
risdizione sui laici e proferir censure: con

ci guadagnosst Paffetto decapi del go


verno, la cui autorit trovavasi spesso in
frenata da quella del clero, e it favore

degrandi, i quali avendosi usurpato i beni

nacce de signori, non ardirono andar pi


oltre col processo n proferire alcuna sen
tenza, e Viclefo ne usc senza condanna.

Quesmpunit gli crebbe Pardire; ou


de si diede bentosto a disseminar nuovi

errori. attacc le cerimonie del culto ri


cevuto nelle chiese, gli ordini religiosi, i

voti monastici, it culto desanti, la libert


delPuomo, le denizioni deconcitii, Pau

toritt de padri della Chiesa, e via discor


rendo. Gregorio XI avendo condannato di
cianove proposizioni a lui sottoposte, le
indirizz insieme colla censura a vescovi
dInghitterra; i quali tennero su tal pro
posito un sinodo a Lambeth, dove Viclefo
venne scortato e armato come la prima
volta e ne usc con eguale successo, anzi
ebbe it coraggio di mandare a Urbano Vi,
successore di Gregorio, le condannate pro
posizioni e si esibi a sostenerne Portodos
sia. Lo scisma avvenuto tra i due preten
denti al papato sospese per pi anni la
procedura di quelPaffare e diede tempo a
Viclefo d accrescere it numero de suoi

della Chiesa, si rideano delle censure con


tressi fulminate.
A punire Viclefo di quel suo procedere,
Simone Langlam arcivescovo di Cantor
bery privottto nel i567 del posto che oc partigiani, gi oltremodo considerabite.
cupava nella universit e to conferi ad un
llla nel i582 Guglielmo di Courtenais
religioso; e papa Urbano approv quel arcivescovo di Cantorbery assembr un
fatto. Viclefmaditrato, non serb pi modo, terzo concitio a Londra contro Viclefo, e
assali pi acerbamente che mai it sommo vi furono condannate ventitr o, secondo
pontece, i vescovi,itclero in generale e i altri, ventiquattro delle proposizioni di lui,
frati. La vecchiaiae caducit di Edoardoltt cio dieci come eretiche e quattordici co
in un colla minorit di lticardoll olferivano me erronee e contrarie alle denizioni
buon destro a dommatizzare impunemente, e alla pratica della Chiesa. Nelle prime
e Viclefo ne trasse protto. Ei si diede a combattevasi Pl-Iucaristia, la presenza rea
insegnare apertamente la chiesa romana le di G. C. in esso sacramento, it sacri
non soprastare alPaltre chiese, n i ve zio della messa, la necessit della confes
scovi ai sacerdoti; secondo la legge di sione; uelle seconde la scommunica, it
Dio, it clero e i religiosi non poter pos diritto di predicar la parola di Dto, le de

248

VI

cime, it pregare pe trapassati, la vita re

VI
impossibite che it Figliuoto di Dio non

ligiosa ed altre pratiche della Chiesa. ll s incarnasse, non sodisfacesse, non mo


re lticardo sostenne colta sua autorit le risse; potere lddio per verit fare altri
decisioni di quel sinodo, ordin alPuni menti se avesse voluto, ma non poter vo
versit d0xford di cacciare dal suo cor lere altrimenti; nulla essere possibite a
po Giovanni Viclefo e tutti i discepoli di Dio se non quelto che attualmente succe
lui, it che fu eseguito. Fu scritto da qual de; lddio nulla poter produrre dentro di
che autori essere stato Viclefo sbandito e s che necessariamente non to produca,
fatto uscir del regno; cosa inverisimite -. n fuori di s che non to produca pure
giacchqoelPeresiarca moriPa. i587 nella necessariamente a suo tempo; non poter
sua cura di Lutterworth, gi per due anni egli negar Pessere a tutto ci che averto
affetto da paralisi, cinque appena dopo pu e quindi non poter annichitar cosa
essere stato condannato. Altri dubitarono alcuna; chegli non lascia di essere libe
se si fosse ritrattato nel concitio di Lon ro, ma come libero a produrre it suo Fi
dra: ma ove non Pavesse fatto,Ricardo Il, gliuoto, cui tuttavia necessariamente pro
risoluto di estirpar gli errori di lui, non duce; la libert che chiamasi di contra
avrebbe tolerato si rimanesse in Inghit dizione, colta quale si pu fare e non fa
terra e molto meno tornasse alla propria re, essere un termine erroneo introdotto
dai dottori; e it concetto che noi abbiamo
parochia dopo condannato.
Noi confesseremo, se vuolsi, la sua ri della propria libert essere una perpe
trattazione non essere stata gran fatto tua itlusione; avere lddio tutto determi
sincera; perocch, morendo, lasci varii nato; essere egli che necessita tanto i pre
scritti infetti de suoi errori. Citasi di lui destinati quanto i reprobi a tutto ci che
una versione in inglese di tutta la Scrit fanno, ed ogni creatura particolare ad
tura, due grossi volumi intitolati: Della ognuna delle sue azioni; da ci succedere
veril, un terzo sotto it nome di Tria che vi sieno de predestinati e de repro
logo, un quarto di Dialoghi in quattro bi; non essere quindi in potest di Dio it
libri, che furono stampati a Lipsia e a salvare pur uno de reprobi; ridersi egli
Francoforte nel "552 altre opere ci sono (Viclefo) di quanto si dice deseusi com
non peranco publicate; nessuna per me posti e divisi, perch Iddio non pu sal
ritar pot attPautore la fama di perito teo vare se non quelli che sono attualmente
togo o valente scrittore: it dottor Vide salvati. n
Viclefo confessava come i cattivi po
fort, incaricato di confutartto nel 1596, era
pi dotto e migliore scrittore di lui. Nelto tessero pigliar occasione da questa dottri
stesso anno o, secondo altri, nel tuo , na a commettere di gravi del-itti,e, poten
Tomaso dArundel, primate dlngbitlerra, doto, it farebbero; u ma , aggiugneva, se
fece condannar di bel nuovo gli errori di non mi si rechino ragioni migliori di quelle
Viclefo in un concitio di Londra; e perch che si suole, io rimarr fermo nella mia
la pi parte erano stati adottati e soste

sentenza n gitter parole. H Veggiamo qui

nuti da Gio. Hus, it concitio di Costanza


nel 14l5, sess. vm, proscrisse Pintera dot
trina di que due settarii, raccolta in qua
rantacinque articoli,e ordin che it corpo
di Viclefo venisse disepelito e dato alle
amme.
l protestanti, cui piacque di porre co
testi due personaggi tra i patriarchi della
riforma , fecero ogni poter toro per pal
liare i torti di Viclefo, contradire quanto
ne vien riferito dagli scrittori cattolici e
porre in dubio i pi madornali errori ad
esso attribuiti : ma non verr toro mai fatto
di distruggere it sunto datone dal Bossuet,
Hist. des variat., ctc., l. xi, u. i155, tratto
dalle opere stesse di Victefo,segnatamente
dal suo trialogo. Eccone i principali capi:

tutta Pempiet dun bestemiatore e la sce

leraggine d un ateo. Ei vaggiugnea l"


pocrisia de valdesi, dicendo, comessi, che

Peffetto de sacramenti dipendeva dalla


virt e dai meriti di cotoro che li ammi
nistravano; che chi non imitava G. C. non
poteva esser rivestito della podest di lui;

che i laici di buoni costumi eran pi de


gni ministri de sacramenti che non i sa
cerdoti, ec. Ma in che ponno mai consi

stere la virt, la santit, it merito, se tutto


procede da un destino immutabite da cui

lddio medesimo trascinato? Gli a que


sto modo che, dogni tempo, i partigiani
del fatatismo si gittarono in un caos di

contradizioni e avvisarono di palliarte


abusando di qualunque vocaboto.
u Tutto succedere per necessit; lddio
Il concitio di Costanza nel condannare
non aver potuto impedire it peccato del Victefo to disse reo daltre empiet chei
primo uomo n perdonartto senza la sod protestanti negan dammettere; ma la con
disfazione di G. C., ma essere eziandio danna non perci meno giusta. 0 tali er

VI

VI

rori si trovavano in altri libri di quelPe

vato dalla Scrittura, nella quale detto

249

resiarca od eran nuove assurdit dai tot


tardi o da vicleti aggiunte a quelle del
toro maestro.
Pur di questo personaggio imprese it
Basnagio a far Papotogia contro del Bos
suet, l. xxiv. c. u. La sua grande ambizio
ne era di far vedere esser la dottrina di
Viclefo e de discepoli di lui perfetta
mente conforme a quella abbracciata da
protestanti nel secoto XVl e quindi quel
teotogo esser uno de principali testimo
nii della verit concorso a continuar la ca
tena della tradizione che collega it pro
testantismo alle principali sette che me
naron romore nella Chiesa; e duolsi che
it Bossuet abbia ardito mettere in dubio

avere Iddio amato a segno it mondo da


dargli Punigenito suo Figliuoto; se it diede
per amore, dunque non per necessit: e
lsaia profeta dice del Messia chegli si

offerto perch ha voluto.


Altra infedelt del Basnagio si quella
dasserire che Viclefo, lungi dalPaffermare
che Dio non potesse impedire it peccato
delPuom primo,disse in chiari terminiche
Iddio poteva conservare Adamo nelto stato
dlnnocenza, se avesse voluto, non si do
vean sopprimere le parole aggiunte da

Viclefo che lddio non ha potuto volerto.


ColPaffastellar cosi Pimposture it Basnagio

confut it Bossuet.
Poco cimporta che Viclefo abbia riget

una s importante verit.


tato, come i protestanti, P autorit della
Il domma della fatalit assoluta, domma tradizione, la presenza reale, it culto de
distruggitore di qualunque religione, di santi e delle imagini, la confessione, ec.;

ogni morale e virt, era un articoto che possiamo lasciar toro senza rincrescimento
dava molestia. ll Basnagio se ne sbrig con la eredit devaldesi, detollardi, devicle
disinvoltura, confessando che it modo on liti, degli ussiti, ec., che furon solleciti di

de Viclefo tent daccordare la libert del

raccorre. Una eredit derrori, dodio con

Puomo colla presenza e col concorso di tro la Chiesa, di sedizioni, e di furori san
Dio to ha gittato in non lieve impaccio. guinarii non ecciter mai Pinvidia d una
ma che tantaltri furono spaventati dalla societ veramente cristiana.
profondit ed oscurit di tal questione;
Per assicurar toro ancor meglio cotesti
tratto manifesto di mala fede. Viclefo si titoli dantichit e nobitt, consentiamo a
prese cos poco pensiero di concitiare la pareggiar la condotta di Viclefo a quella
libert delPuomo col concorso di Dio da di Lutero, essendone palmare la rasso
non riconoscere pi libert in questo che miglianza. l." Fu questi indotto a dom
in quelto. Segli conobbe Poscurit di tal matizzare da una contesa di getosia tra
quistione, come mai savvis di denirta gli agostiniani suoi confratelli e i dome
con un assurdo, dicendo che ci che li nicani a proposito delle indulgenze; Vi
beramente si fa, si fa necessariamente e clefo vi fu trascinato da risentimento con
quindi che liberte necessit son tuwuno? tro i religiosi mendicanti, che gli avean
Il Basnagio pretende che i discepoli di Vi fatto perdere it suo posto, contro it papa
clefo abbian saviamente cansato questo ed i vescovi toro sostenitori. Motivi si Pun

scoglio; ebbero quindi pi senno di Cal


vino, it quale vi ruppe di bel nuovo co
suoi decreti assoluti di predestinazione,
de quali la maggior parte de suoi seguaci
al presente arrossiscono.
Lo stesso critico asserisce non aver Vi
clefo insegnato unempiet col dire che
lddio non ha potuto impedire it peccato
del primo uomo n perdonartto senza la
sodisfazione di G. C. e ch era impossibit
cosa che it Figliuol di Dio non sincarnas
se. La pi sana teotogia, dicegli, insegna
chera necessario che G. C. morisse afn
ch fossero espiate le nostre colpe; altro
tratto di mala fede. La sana teotogia in
segn sempre che, supposto che lddio vo
lesse esigere una satisfazione del peccato
eguale alPoffesa,richiedeasi it sangue dun
Dio per Pespiazione di esso, ma non neg

mai che lddio potesse perdonare it pec


cato per pura misericordia. Ci pro

che Paltro veramente apostolici! Ed og


gidi si dipingono cotesti due predicanti
quali uomini inammati del pi puro zeto
della gtoria di Dio e che, dopo aver sentita
Passoluta necessit d una riforma nella
Chiesa, concepirono it generoso disegno
dadoperarvisi con tutte tor forze.

2. Lutero da principio si di a com


battere solamente gli abusi che commet
teansi nella concessione e distribuzione
delle indulgenze; ma da tali veri o pre
tesi abusi pass tosto alla sostanza della
cosa , alla natura della penitenza, della
giusticazione, ec. Cosi pure Viclefo parve
da prima volesse prendersela unicamente
colPeccessiva ricchezza e potest tempora
le del clero e colPabuso che questo ne face

va, ma non tard guari ad andar pi oltre,


a negare la sostanza stessa del dirittto,del

Pautoritt spirituale e della gerarchia. Gli


estratti che si stesero della sua dottrina

250

VI

negli anni 15773158 i587, i596, 14n;


divennero copiosi Pun pi delP altro e
contengono alP ultimo uauseose empiet:
in fatto derrori la tcmerit e Postinazione
van sempre aumentando, e i discepoli non
mancano mai di sorpassare it proprio mac
stro. Donde noi conchiudiamo che n Pun

VI
i spirazione non ebbero che disordinato cu
pidigie, altra missione che Pimpetuoso tor
naturale, altra regola di fede che la sma
nia di contradire alla romana chiesa.

E it sommo della malignit deprote

stanti it voler gittare su questa chiesa tutta


Podiosit delle sanguinose scene cagionate
n Paltro di questi due pretesi riforma dalPeresia. Lamentano essi la moltitudine
tori, quando cominciarono a dommatizzare, devicleli o de toltardi condannati al
videro it termine a cui pretendean riu Pestremo supplizio in Inghitterra per que
scire n le conseguenze alle quali i tor sta cagione; quasi che, dicono, Perrore
principii ben presto li avrebber condotti. fosse delitto meritevole del rigor delle
Erano perci ben lungi dalPaver mente ag leggi.
Noi abbiam gi pi ate risposto che
giustata e profonda teotogica scienza.
5. Non appena Lutero ebbe impreso a errori intorno a domml puramente spe
predicar sua dottrina che it popoto di Ger culativi ponno tatora niente ritevare alla
mania, posto in sollevazione dalle sedi civit societ, ma errori in fatto di morale
ziose sue massime, di di piglio alParmi e di publico dritto, tendenti a spogliare
e corse mettendo a fuoco e sangue intere de proprii beni chi legitimamente li pos
provincie. Tanto era accaduto in tnghii sede, ad abbattere una giurisprudenza da
terra P a. i8ei: gli abitanti de vitlaggi, pi secoli stabitita, a spingere al saccheg
eccitati da Giovanni Bali o Valleo, disce gio e alle uccisioni una turba avida sem
poto di Viclefo, accozzatisi in numero di pre di bottino, non sono pi errori senza
dugentomita, entrarono in Londra, truci conseguenza ma vert attentati contro bor
darono Simone di Sudbury arcivescovo di dine publico. Or tale era la dottrina di Vi
Cantorbery, it gran priore di Bhodes ed clefo. E chessa fosse principalmente rag
un signore per nome Roberto Hales, e al guardata sotto quesP aspetto n prova
P ultimo costrinsero it re a venir seco it non esservi stato per anco nessun tol
a patti. Eglino ribellaronsi di bel nuovo lardo n vicleta multato con pene af
Pa. 1414 sotto it regno dlnrico V. Il Ba ittive prima della sanguinario spedizio
snagio ha bel dire la cagione di tali tu ne da essi intrapresa nel i581. Quantuu

multt non essere stata la religione n la que corressero gi da venPanni che Gio.
credenza, sibbene to scontento del popoto
oppresso dai signori; fu detto to stesso
della guerra deluterani e di quella degli
anabattisti. Ma it popoto non era malcon
tento n si reputava angariato inanzi che
le massime erronee di Viclefo e di Lutero

Vatteo predicava it viclesmo nelle cam


pagne, non avea sofferto che qualche mesi
di carcere; ma quando fu veduto it tre
mendo effetto prodotto da suoi discorsi
sediziosi, venne condannato, siccome col
pevole dalta tradigione, ad essere appic

cato e sub infatti questa morte insieme


con alcuni de suoi complici, e in forza
torit siccome una tirannia. G. C. avea non gi duna sentenza ecclesiastica, sib

avesser riscaldate le menti e fatto tor ri


guardare ogni spirituale e temporale au

mandato i suoi apostoli qual pecorelle fra


lupi; gli uomini onde partiamo furono
lupi in mezzo a pecore n ristettero dal
Paizzarti co toro urti a rivollarsi contro
i proprii pastori spirituali e temporali.
4." A quella guisa che Lutero fu addot
trinato dai libri di Gio. Hus, questi avea
imparato sugli scritti di Viclefo, it quale
non fe da prima che rinovare gli antichi
clamori dun avanzo di valdesi che susi
stevano ancora in Inghitterra sotto it uo
me di tollardi. Se vogliam dar fede ai
protestanti, Viclefo, Hus e Lutero erano

bene di criminale processo costrutto per


ordine del re. Viclefo, che era ancor vi

vo, comech primo autore del male, non


fu punto inquietato dopo la sua condanna
preferita nel i582.
Con che fronte adunque it Basnagio ar
di scrivere che la chiesa romana, sitibon

da di sangue, non si limit a denizioni


concitiari contro t vicleti, i quali imila
rono la piet del toro maestro, conferma

rono la verit di tor dottrina colPitliba


tezza della vita, sostennero con costanza

raddoppiati supplizii, fecer sacrizio della


tre gran genti che a forza di studiare e vita alPamore del vero, ec., ec.? Basla
approfondir la Scrittura sacra vi scoper
sero che la chiesa cattolica era guasta
nella fede, nel culto, nella disciplina ,
e che un altra chiesa bisognava creare.
Fatto sta che questi tre itluminati altra in

egli, per esser martire, ribellarsi alla

Chiesa? Si, secondo i protestanti, i qua"


credono che questo delitto cancelli gli al
tri e han posto nel numero de li:stimon,I

della verit quanti furono malfattoridl

VI
tor setta giustiziati per sacctieggi, omici
dii, arsioni , crudelt dogni fatta eserci
tate contro i cattolici.

VI

254

per dir vero, che i mutamenti voluti intro


dur nella religione da quel novatore fossero

Ma appena quivi giunto, Vigitanzio ri


mise in campo le sue accuse contro it ve
nerabite solitario di Bettemme e venne
spargendo libetii per diffamartto. il santo
dottore avvertito di questatto dingrati
tudine e malignit scrissegli a rimprove
rarneto una lettera acerba e beffarda. Non
guari dappoi Vigitanzio, altora sacerdote,
diessi a dommatizzare per ambizione di

per pi dun rispetto savii, utiti e salu

menar rumore; i suoi errori ci son noti

Il Mosemio , pi giudizioso su questo


punto che it Basnagio, confessa che la
dottrina di Viclefo non andava scevra der

rorinla vita sua da macchie Egli crede,

tari, Hist. eccles., sec. XIV, pari. u. c. e, per la confutazione fattane da s. Girolamo.
S 19: ma sappou male; ch it voler di
Disapprovava egli it culto religioso pre
spogliare it clero de suoi beni era tuttal stato ai martiri e alle toro reliquie qual atto
tro che savio divisamenio n poteva mau idolatrieo; ciurmerie o prestigii diabolici
darsi ad eiTettto senza rumori e forse sen appellava i miracoli che operavansi n tor
za spargimento di sangue. Tutti i laici as sepolcri; condannava le veglie ivi solite
soldati dal ctero e traenti da esso la pro celebrarsi, Puso daccendervi ceri e lam
pria sussistenza vi si sarebbero di certo pade it giorno; negava che i santi potes
opposti: ogniqualvolta quel corpo venne sero interceder per noi e che lddio esau
spogliata, it popoto non vi guadagn mai disse le tor preghiere. Gridava contro i
un oboto, e ben sa che pi gli profitta to digiuni, it celibato de cherici, la vita ce
star cogli ecclesiastici che non cosignori nobitica, la povert votontaria, le elemo
laici. Le altre innovazioni non potean tor sine che inviavausi a Gerusalemme; non
nar utiti n salutari; del che siam con voleva si cauiasse Patleluia fuor del tem
vinti dagli effetti che ne vedemmo presso po pasquale.
i protestanti. Inoltre, quando pure fosser
Alcuni vescovi furono accusati dessersi
tali, spetta forse a semplici privati senza lasciati sedurre da questo novatore, quan
veste n autorit Iegitima it riformare la tunque le proprie opinioni sostenesse a fu
Chiesa? I presbiteriani, i puritani, gli in ria soto di grida e di sarcasmi; non par
dependenti ed altre sette sentono come tuttavia abbia avuto a seguaci che pochi
Viclefo intorno la gerarchia ecclesiastica ecclesiastici di vita scorretta, stanchi del
e la podest de principi: ma tanto gitan celibato. Uinondazione de barbari, avve
glicani che i luterani non reputan gi it nuta di quettPepoca nelle Gallie fu cagione
governo toro per savio, utite e caritate daltre sciagure pi potenti ad occupar gli
vole. Unicamente adunque da interesse di animi tutti che non i traviamenti dun set
sistema e da consonanza di principii ven tario. noto oltreci come Vigitanzio si
ne indotto it Basnagio ad assumere con ritirasse nella diocesi di Barceltona e qui
vi fosse investito della cura duua chie
tanto catore it patrocinio de vicleti.
VIGILANZIO. Eretico del IV secoto della sa; dai che si presume che la confutazio
Chiesa, nativo di Saint-Bertrand-de-Com ne de suoi scritti fatta da s. Girolamo Pa
minges, anticamente Lugdimum Conve vesse recato a ravvedersi e arrestatoi
narum, capitale del paese di Comminges. progressi della sua dottrina.
Tal dottrina, abbracciata da protestanti
ln giovinezza progredi alcun poco nelPu
mane lettere, ma non sembra avesse stu ne secoli a noi vicini, le s che riponesser
diato molto addentro nella Scrittura sa Vigitanzto tra i toro eroi; un uomo to di
cra e nella tradizione; ci non ostante cono essi per sapere ed etoquenza distin
acquistossi la stima di Sutpizio Severo e to, un ecclesiastico animato dal todevole
di s. Paolino di Nola. In un viaggio che spirito della riforma, un uom dabbene de
fece in Palestina per visitare i luoghi santi sideroso di sradicare gli abusi, gli errori,
venne da quesP ultimo raccommandato a la falsa divozione da cui Pignorante e cre
s. Girolamo. Sciaguratamente ebbe Pim duta turba lasciavasi sedurre: ma i par
prudenza di mischiarsi nella contesa che tigiani della superstizione, pi forti di lui,
agitavasi altora da s. Girolamo con Gio aver arrestato gli effetti del suo zeto, co
vanni di Gerusalemme e Rufno,i quali stretto lui a tacere. cacciatoto nel no
accusavan quel padre dorigenismo, e di vero degli eretici. DalPattro lato dipinsero
parteggiare per questi. Avendo Vigitanzio s. Girolamo qual dottore impetuoso e fa
qualche tempo dappoi riconosciuto it suo natico, non da altro animato che da tre
falto, it santo vecchio gli perdon e scrisse private, che tratt P avversario suo con
in favor di lui a s. Paolino quandei se ne iscandatose escandescenze, gli contrapose
sole invettive, ne travis le opinioni per
torn nelle Gallie.

252

VI

renderte odiose n valse a combatterte


sia colla Scrittura sia con alcun sodo ar

VI
A questa ragione di necessit saggiun
sero motivi di religione: insin dalPorigi

gomento. ll Barbeiracio vers contro it ne la principale tra le solennit fu la Pa


santo dottore un torrente di bite. Trail
de la morale des pres, c. i5, S i6 e ss.
E sarebbe per fermo a desiderarsi che
s. Girolamo avesse scritto contro Vigitan
zio con men fuoco e pi ponderatamente;
ma sappiamo da lui essere stato costret

to a fartto in una notte; e perch P av

squa; i fedeli passavano la notte che pre

cede la domenica in celebrare i santi mi


steri e prendervi parte, cantar salmi, udir
letture e istruzioni divote, e stavan rac
colti insieme insino al levar del sole, ora
nella quale era risorto G. C. Poco a poco
questa maniera di celebrar le vigilie seste
se alle altre feste demisteri ed anco agli

versartto suo avea impugnato le consue


tudini non con altro che colla satira e in anniversarii de martiri. Vi si accoppi it
aria di sprezzo, it santo dottore non sav digiuno come in quella di Pasqua, ed
vis meritasse risposta pi grave: si con opinion generale che tal fosse anco Pori
tent di opporgli la pratica costante e gine delPufciatura notturna. Di quinci
universale della Chiesa, contro la quale nalmente venne la consuetudine di co
nessun privato ebbe mai diritto di levar minciare it giorno ecclesiastico dai vespe
si. Ma poich it Barbeiracio volle combat ri ossia dalla sera insino alPora medesima
ter direttamente s. Girolamo, non biso delPindomani; e diessi it nome di vigitia
gnava cadesse neldifetto stesso che gli rin o veglia a tutto it di che precede una so
faccia: quel padre aveva giustissime ragio lennit nel quale si osservi Pastinenza o
ni dessere scontento di Vigitanzio; it suo it digiuno.
censore altra non ne ha fuorch la fana
Non pu negarsi che cotal pratica non
tica preoccupazione di sua setta contro i fosse divota ed edicante al sommo, sic
padri della Chiesa.
come quella chera destinata a ricordare
in pi luoghi di questopera fu da noi a fedeli la memoria de misterii di nostra
fatto vedere come i varii punti di credenza redenzione, a inspirar toro una viva gra
e di pratica biasimati e condannati da Vi titudine verso G. C. operatore di essi, e a
gitanzio e da protestanti, anzi che contra rinovar la memoria delle persecuzioni e
rii alla Scrittura, fondinsi sopra testi chiari de combattimenti merc di cui si rassod
e formali di quel divin libro, n sieno gi la religion nostra. Vi si mischi, non ha
superstizioni inventate nel secoto IV, co dubio, colPandar del tempo qualche abuso
messi sfacciatamente affermano, sibbene quando ne costumi de cristiani entr la
sentenze ed usi antichi quanto it cristia ritassatezza; vebbe de divoti, donne prin
nesimo ed autorizzati dagli apostoli stessi. cipalmente, che savvisarono di praticar
Della vita e dagli errori di Vigitanzio per divozione vigitie particolari, di pas
hassi un eccellente ragguaglio nella Hist. sar la notte orando ne cimiteri: it conci
liltr. de la France, t. ll. Veggasi anche lio itliberitano, tenuto verso Pa. 5oo, vie

PHist. de Vglise galtic, t. l, l. ui, a. loc; t col suo can. xxxv un tale abuso. ll per
Titlemont, Fleury, Pluquet, ec.
ch un concitio d Auxerre delPa. 578,
VIGlLIA o VEGLIA. Voce del calenda can. iu, proibisce di celebrar le vigitie in
rio ecclesiastico dinotante it giorno che altro luogo fuor delle chiese.
precede alcuna festa. Lorigine di si fatta
ln sul cadere del secoto IV, Peretico Vi
appellazione non malagevole a discoprir gitanzio biasim altamente le vigitie solite
si. Lallargarsi del cristianesimo eccit Po praticarsi ai sepolcri de martiri, perch
dio degli Ebrei e de pagani, i quali fecero non approvava n it culto renduto a que
un punto di tor religione la distruzione di sti n la riverenza in che teneansi le
esso e diedersi a perseguitar cotoro che it toro reliquie; si fatte veglie, a detta sua,
professavauo.
erano occasioni di dissolutezze e di ne
I cristiani furon quindi obligati a nas fandit. S. Girolamo scrisse contro di lui
condere it tor culto, a congregarsi di difendendo tali pratiche e dimostr la san
notte soltanto o in luoghi che non fossero tit delle veglie colPesempio di Davide, it
a notizia de tor nemici. Questa condotta qual levavasi di mezza notte a todar Dio,
stessa diede appiglio a calunniose impu ps. cxvm, ca , colPesempio di Cristo che
tazioni contro i cristiani; venner rinfaccia passava spesso la notte in orazione, Luc. vi,
te toro cotali notturne assembranze come i2, col rimprovero chei fece asuoi apo
scelerati convegni, ed essi chiamati nazion stoli perch n manco unora avesser potuto
tenebrosa, nemica della luce del gior vegliar seco, Matth. xxvi, 4o ; colla condot
no, ec. Minuzio Felice, c. s; Plinio, epist. ta degli apostoli e deprimi fedeli, Act. xn,
ad Traianu- Tertull., Apolog., c. e, ec. la, xvi, es; con gli avvertimenti e gli

VI

VI

253

esempi di s. Paoto, n Cor. vii, s, anela. l. lx, c. 4. A questa guisa sogliono ipro
Quanto ai disordini che ne potean deriva testanti travisare i documenti della storia
re,dice it santo non esserci cosa di cui non ecclesiastica.
si abusi,e non doversi per ci abolire Puso
llecano in mezzo, per secondo, it se
duna cosa per s buona.
guente passo di Tertulliano, Ad uxorem,
l protestanti, che tolsero dal cristiane l. n, c. 4: Quis coniugem tuam noclur
simo tuttoci che toro molesto, Pastinen m; convocationibus, si ila oportuerila
za p. e., it digiuno. le vigitie, ec., e adot latere suo adimi libenter ferei? Quis de
tarono la dottrina di Vigitanzio, tentarono nique solemnibus Paschm abnoclantem
di confutar s. Girolamo. ll Barbeiracio securus susiinebii? Ma essi non ignoran
principalmente, Tratte de la morale des punto che Tertulliano partava dun marito
pres, c. n5, S 2t , scrisse su questo ar pagano che avesse sposata una donna cri
gomento con tutto it sussiego e to sprezzo stiana; ora un tal marito non avrebbe po
che i suoi pari sogliono affettare verso i tuto sapere ove nandasse la moglie sua
dottori della Chiesa. Non risponde nulla quando it lasciava per assistere a una vi
sulle parole di Davide; dice da G. C. rac gitia, sia alla Pasqua,sia in altro tempo; era
commandarsila vigitanza delP anima non quindi natural cosa che ne fosse inquieto.

quella del corpo. Non vero; i testi per Egli certo che Tertulliano scrisse isuoi
noi recati e Pesempio del Salvatore dimo
strano raccommandarsi da lui Puna e Pal
tra: tanto dicasi delle lezioni e del modo
onde conteneansi gli apostoli. A dar retta
a lui, s. Paoto predica puramente Passi

due libri alla propria moglie a n di dis


torta, s egli venisse a morire, dal mari
tarsi a un pagano; ma i nostri maliziosi
censori fan nta di credere chei partasse

vi accoppia it digiuno e le veglie, ed esor

tali veglie o, trovandovisi insiem con essa,

dun marito cristiano che non volesse ac


duit alPorazione: altra falsit; perocch compagnare la propria moglie ad una di
la i fedeli a pregare cosi di notte come di non le consentisse it dipartirsi dal suo
giorno.
i profeti e gli apostoli, prosegue itBeau
sobre , vegliavano o per particolari eser
cizii di divozione,ovvero per necessit. -

Noi asseriamo che le vigitie erano di per


s stesse un esercizio particolare di divo
zione e non praticavansi quotidianamente,
ma soltanto nel di anniversario della mor
te de martiri e nelle feste consecrate a
principali misteri. Non s. Girolamo perci
ma it suo censore abusa orrendamente del
la Scrittura, pervertendone it signicato.

Non siegue da ci, continua egli, esser


ben fatto che uomini e donne vadano alla

anco. Ove a Tertulliano, uomo tanto se


vero, fosse nato sospetto del minimo peri
coto in tali notturne adunanze, non avreb
be detto, come fa, poter esser costretti a
intervenirci, avrebbe levata la voce con-.
tro tal costume.
Pretendono, in terzo luogo, s. Girolamo
stesso esser convenuto che in tali veglie
si commettessero frequentemente de de
litti. Error et culpa iuvenum vilissima
rumque mulierum qui per noctem swpe
deprehendilur non est religiosis homi
nibus impuiandus; quia, et in vigiliis
Paschw late quid eri pleri1mque con
vinciiur, ci lamen paucorum culpa non
prwiudicat religioni qui et absque vi
giliis pessimi errare vel in suia vel in
alienia domibus. Adv. Vigilant. Cos it

rinfusa a vegliare alle tombe de martiri,


con pericoto di mitle vituperii, come cou
sta dalPesperienza. - Noi neghiamo que
sta pretesa esperienza e vedrem poco
stante esser malissimo provata. Si comin santo dottore. Consguita forse da ci che
cia dalPaddurre it canone xxxv itliheritano cotali veglie porgessero alibertini damen
per noi test accennato: ma che cosa proi due i sessi unoccasione di pi per pec
bisce esso? Le veglie particolari fatte di care, come si asserisce dal Barbeiracio?
proprio capo da alcune temine le quali an
Lo stesso s. Girolamo proibisce a una
davano a passar la notte ne cimiteri sotto vergine fanciulla dandar alla chiesa scom
pretesto di divozione. La mala fede it con pagnata dalla madre sua e di scostarsi da
fondere tali veglie capricciose con quelle essa. Ci suol farsi anco attualmente dalle
solenni che faceansi ai sepolcri de martiri madri veramente cristiane. La per altro
dai fedeli ivi raccolti per celebrare i sacro ridicolaggine Paddurre a prova dun dis
santi misteri, far orazione, todar Dio. Per ordine le precauzioni prese a iin dim
certo non di queste intese partare it con pedirtto.
citio. Non fu schiettezza quella del Beau
citasi in quarto luogo una lettera scritta
sobre di voler provare colto stesso canone da s. Agostino verso Pa. 522, nella quale
che le femine erano escluse da tali not si lagna che in Africa si faccia lecito it
turni convegni. Hist. da manie/L, t. ll,1banchettare e Pubriacarsi non pur nelle
Bsacle8. Vol. VI.

52

254

Vi

VI

feste de martiri ma quotidianamenteein


onor toro. Epist. xxn, n. 5 e 4. Nella me
desima lettera s. Agostino attesta come un
tale sconcio non avvenisse in Italia n in
altre chiese oltremare n vi abbia domi
nato mai, o sia stato represso dalla solleci
tudine e vigitanza de vescovi. Forse che,
se state mai non vi fossero feste di mar
tiri, gli Africani sarebbersi meno abban
donati agli stravizii della mensa? ll non
avere nessun de padri che discorsero

na colezione di cibi grassi e, tornati, seg


gono di nuovo a mensa: a chi fece le ma
raviglie per questo fu risposto, secondo
it Vangeto, non contaminarsi Panima del
Puomo da ci che gli entra in bocca. A
questo modo, abusando delle divine Scrit
ture, i protestanti trovano onde giusti
care qualunque siasi abuso. Quando s. Gi
rolamo rispondea Vigitanzio non doversi
abolire Fuso duna cosa buona per Pabuso

regn giammai ne primi quattro secoli,


almeno fuori delPAfrica.
A n di frenare questo disordine vuole
it Barbeiracio che sia stato ingiunto it di

e dindispensabite necessit. n Ci provi egli


adunque che i pretesi digiuni della sua

che da taluni se ne faccia, u Ottimamente,


delle vigitie rinfacciato mai un s fatto vi replica it nostro censore; ma bisogna che
zio a cristiani una prova ch esso non la cosa di cui si tratta sia buona davvero

setta sono in s migliori e pi neeessarii

che le vigitie de cristiani del secoto V.


Finalmente e sostina al par del Beau
gno; ch it digiuno insin dalPorigine fece sobre in sostenere che esse vigitie erano
parte sostanziale delle vigitie. N i pro un imitazione di quelle de pagani, una
testanti posson negartto; perocch hanno pratica venuta dal paganesimo e tale da
fatto Posservazione le vigitie de martiri e dovere ad esso naturalmente trascinare. E
delPaltre feste essere state instituite sul mo cita a dimostrazione Arnobio, Contra gen
delto di quella della Pasqua, nel qual gior tes, l.v; it quale per non ne dice verbo.
no certamente digiunavasi. ln lllinuzio Fe Eccoci adunque ridotti a credere G. C. e
lice, c. 8 , P accusatore de cristiani ap i suoi apostoli fatti pedissequi depagani,
pone toro insiememente le notturne con quando passavan le notti vegliando ed
venticole e i digiuni solenni; Pautor del orando, o che i primitivi cristiani siensi
diatogo intitolato Philopatris gli and die proposti di seguir P esempio de pagani
tro. egli credibite oltreci che i primi piuttosto che quelto di Cristo e degli apo
cristian,i quali digiunavano regolarmente stoli. Egli almeno ben certo che, nelle
due volte la settimana e cui Tertulliano veglie di Bacco, Cerere e Venere, gli ado
chiama geme disseccala dal digiuno, no l ratori di questi numi non passavano la
praticassero a n di disporsi alla celebra notte a digiunare, pregare , legger libri
zion duna festa? S. Paoto, n Cor. vi, s, santi, e che le occupazioni de cristiani
nelle vigitie non ritraevan guari da quel
accoppia colle vigitie it digiuno.
Da questa circostanza appunto nacque le de toro nemici e persecutori.
Noi avremmo ben pi ragione di dire
Pabuso da protestanti lamentato e a s
gran torto esagerato. Natural cosa era che che i nostri censori son quelli che imila
i fedeli i quali avean digiunato la vigitia no it procedere de pagani, che ne vengon
e passato la notte in orazione, tornati a ripetendo le calunniose imputazioni fatte
casa, facessero banchetto; e perch cor ai primitivi fedeli, che recano la malignit
reva un giorno di festa, ci metteano un assai pi in t di Cecitio in Minuzio Fe
po pi di splendidezza che non negli al lice, di Celso, Porrio e Giuliano netoro
tri di. Chi era per indole intemperante si scritti contro la nostra religione e fomi
lasciava andare alto stravizio: ci lamen scono di continuo a miscredenti arme n
tava s. Agostino; ma dal suo lagnarsi non danno di questa.
VIGlLlE DE MORTI. Cos son chiamati
ne siegue gi che it pi decristiani si fa
cesser rei di un tale disordine. Bisogna it matutino e le laudi delPofcio de morti
rammentare la massima di s. Girolamo, che soglion cantarsi o nelPesequie d un
che it vizio di pochi non dee vergere a trapassato o nella messa che si celebra
in suffragio del medesimo. Da uno sta
scapito della religione.
Che cosa avrebbe potuto replicare it tuto steso Pa. son; dalPuniverstt diPa
Barbeiracio se gli si fosse asserito che it rigi ritevasi che tali vigitie cantavansi al;
digiuno solenne osservato da protestanti tora di nottetempo. V. Tomassino, Tratte
due volte Panno una ridicolaggine e un du jene, part. i, c. o.

giuno nelle vigitie delle feste. un so

abuso? Egli certo che in que giorni le zi

VINCENZO LlRlNESE. Fu francese di

telle vanno al sermone con pi eleganza nascita e monaco nel famoso convento di
vestite che non di consueto; che, prima Lrins presso Marsiglia; cess di vivere,
dandarvi, parecchi premettono una buo signora di quale et, Pa. 480. Nel 454.

VI

VI

255

tre anni dopo it concitio generale cele sposto da s. Prospero col libro: Besponsio
brato in Efeso, compose uneccellente ope ad obiectiones vincentianas. 5. Che fosse
retta intitolata Traclatus peregrint pro sentenza desemipelagiani che Puomo pu
catholicw dei antiquilate, etc., assai pi colle forze proprie desiderare, cercare,
conosciuta sotto it nome di Commonilo domandar la grazia; e ci trovarsi negli
rium adversus Itwreses; nella quale di stessi termini nel Commonilorio, c. 57,
mostra la regola della vera fede esser la dove Vincenzo mette in ridicoto quelli i
Scrittura Sacra e doversi it senso di que quali asseriscono darsi una grazia perso
sto divin libro determinare e fermare col nale,che pu aversi senza picchiare, senza

la tradizion della Chiesa: perci la vera cercarta n domandarta. 4." Che si appel
dottrina di G. C. trovarsi in ci che fu cre lasse su ci alPantichit come tutti i se
duto, insegnato e professato in tutti i tem
pi, in tutti i luoghi e da tutti i fedeli:
quod ubique, quod semper, quod ab om
nibus; per averne la cognizione, esser da
stare alP autorit, universalit, unifor
mit delPinsegnamento e della credenza:
in omnibus sequamur amiquilatem ,
universilatem, consensionem. La miglior
edizione di questo trattato quella pro
curata dal Baluzio.
Dogni tempo venne riconosciuto it me
ritto di quesPopera, anco da protestanti,

comech per amor di sistema trovino nti


le it contradirvi. ll Mosemio, Hist. eccles.,
sec. v, parte n, c. 2, S ll, confessa fama
immortale essersi procacciata Vincenzo di
Lrins con quel suo breve ma egregio trat
tato contro le sette. AlPeguat modo ne
partarono it Cave, it Keves ed altri in
glesi; altri critici per non si mostrarono
egualmente giusti. A detta del traduttore
del Mosemio, quel libro non merita gli en
comii che gli venner tributali: non altro
vi trovi, egli dice, che una cieca vene
razione per le antiche opinioni, pregiu

dizio tatale al progresso della verit , e


Fintenzione di provare che, a fermare it
senso della Scrittura, e conviene riferirsi
alla tradizione. Tale di fatto fu I intento

delPautore, e dimostr questa verit con


ragioni a cui i protestanti nulla nor di
sodo son riusciti a contraporre. V. Tua
mzions. ll metodo contrario a cui siat
tengono, anzi che favorire Pavanzamento
della verit, non altro fe sorgere tra essi

che errori; e ne son prova i tanti che


pullularono appo toro e che li partirono
nl innite sette.
,
ll Basnagio, Hist. de PEgl., l. xx, c. o,
S 7, si di a vedere ancor pi avverso
alroperetta onde discorriamo: vuol egli
non per altro it Lirinese avere dettato it
-sll0 Commonilorio che per porre in voga
it semipelagianesimo, di cui era imbevuto,
e ne reca le seguenti prove. l." Che do
minasse quelPerrore altora nel monastero

mipelaglani e trattasse al par di essi per


nuova la dottrina di s. Agostino. u." Che,
ngendo todar la lettera di papa Celestino
ai vescovi delle Gallie, ne travisasseit sen
so per volgerta a suo favore. o. Che pa
recchi autori cattolici e di molto sapere
ebbero confessato e provato it semipela
gianesimo di Vincenzo.
Non difcite impresa it chiarir tutte
queste accuse per falsit o per mal fondati
sospetti. Primieramente, Cassiano, che vien
riputato it primo autore del semipelagia
nesimo, era abbate di s. Vittore di Mar

siglia e non monaco di Lrins; Fausto di


Riez, altro difensore del medesimo errore
scrisse intorno alla grazia solamente venti
anni dopo morto Vincenzo. N Cassiano
n Fausto fecer mistero di toro opinioni;
perch avrebbe Vincenzo dissimulate le
sue? Vedrem poco avanti comegli tenea
tutPaltro linguaggio da quelto de mento
vati scrittori; prova chei pensava diver
samente da toro.
Per secondo, cotoro che ascrivono le
obiezioni diVincenzo alLirinese si fondano
puramente sulla somiglianza del nome e
peccano dinverisimiglianza. Quandos. Pro
spero avesse avuto i medesimi toro sospet
ti, si sarebbe contenuto con pi riguardi
nel suo scrivere. Dice egli nella sua pre
fazione come gli autori di quelle obie
zioni adoperin soto per vaghezza di nuo
cere, inventino menzogne e bestemie , le
vengano spacciando in publico ed in pri
vato, ne stendano una lista diabolica, tor
diano risalto per creargli odio; gli inven
tori di cotali calunnie meritare castigo.
Disdicevol cosa sarebbe stata per un laico
qual era s. Prospero it trattare in cotal
guisa Vincenzo di Lrins sacerdote e mo

naco per talenti e virt rispettabite. Dal

tra parte, se Vincenzo avesse sentito as


salirsi personalmente con si fatte invet
tive, non avrebbe partato con tanta mo
derazione degli accusatori desemipela
giani nel menzionare la lettera scritta da
di Lrins, ove vivea Vincenzo; 2. che papa Celestino ai vescovi delle Gallie, ad
questi fosse autore delle obiezioni contro istanza de ss. Prospero ed Ilario. Final
la dottrina di s. Agostino, alle quali fu ri mente, Vincenzo era uomo troppo equo

256

VI

VI

perch avesse a travestir la dottrina di mente che faceano i semipelagiani a favor


s. Agostino in modo cotanto indegno quan proprio Pantichit non consguita che Vin
cenzo abbia malamente provata la neces
to quelto delPautore delle obiezioni.
ln terzo luogo, falso che Perror de sit di avervi ricorso in materia di fede.
semipelagiani trovisi in precisi termini nel
ln quinto luogo, altra impostura Pal
Commonilorio. Rechiamone le parole te fermare aver egli messo in deriso la let
stualmente. Audent (i semipelagiani) polli tera di Celestino a vescovi delle Galliee
ceri et docerequod in ecctesia sua, idest in travisatone it senso; ch anzi ne favell
communionis suw conventiculo, magna colla riverenza che se le conveniva, Com
et specialis ac piane personalis quwdain monit., cap. ult. Dopo recati gli esempi
sil Dei gratla, adeo ut, sine ullo labore, recenti di s. Ciritto alessandrino e di papa
sino utto studio, sine u-tla industria, Sistto,Sanctus papa Celestinus, dice, pari
etiamsi nec pelant nec quwrunt nec pul modo eademque sententia. Ail enim in
sent, quicumque illi ad numerum suum eplstola quam Gallorum sacerdotibusmi
pertinent, lamen ila. divinilus dispen sil, arguens eoru-m conniventiam quod,
sentur ut, aiigelicis erecli manibus, idest antiquam {idem silenlio destiluenles,
angelica protectione scrvati, nunquam profanas novilutes exsurgere palerentur.
possint o/feiidere ad lapidem pedem Desinat incessere novitas vetustatem. Per
suum, idest nunquam scandatizari. Egli le quali profane novit Celestino intendeva
forza avere smarrito ogni pudore per cre manifestamente gli errori de semipela
der l. che Vincenzo avesse ardito, in que giani. Qutbus opostolicis cathoticisque
sto passo, appellar conventicola la chiesa decretis, aggiugne Vincenzo, quisquis re
cattolica, trattar da eretici s. Agostino e i fragatur insullet primum omnium ne
discepoli di lui, dirti discepoli del diavoto, cesse est memoriw sancti Cwlestinim,
falsi apostoli, falsi profeti, maestri di men deinde irrideat denila sancti Sixli... ,
zogna, ec.; e." che fosse dissennato al pun sed et beati Cyrilli slatuto contemnat.
to di accusarti ammettessero una grazia Con che coraggio si pu egli credere che
speciale data a tutti senzavcercarta n di questo linguaggio fosse una beffa, che nel
mandarta, mentre i pi dessi asserirono Popinion di Vincenzo la novil fosse la
espressamente la grazia non a tutti impar dottrina di s. Agostino, chegli sperasse di
tirsi. 5. E chiaro che Vincenzo non parta persuaderta asuoi lettori e spregiasse in
qui della grazia attuale a tutti necessaria cuor suo quedecreti simulando di tenerti
per fare unopera buona, anzi pure per in riverenza?
concepir buoni desiderii, sibbene duna
Per ultimo, non ignoriamo che i parti
grazia speciale conceduta a tutti gli eretici tanti sviscerati di questa dottrina, cui
per non cader in errore. Prometteano, co spesso distigurano, ebber tacciato di se
me i protestanti, a tor proseliti una par mipelagianesimo tutti quelli che non la in
ticolare inspirazione delto Spirito Santo tesero al modo toro. Ma it card. Noris,
per non traviare giammai nelto intender Vossio, Frassen, Lupo, Tomassino, Natale
le Scritture. Vincenzo la deride a buon Alessandro, Rob. Simon, ec., non son no
dritto , it che i nostri pretesi itluminati mi tali da fare che ci diam vinti mentre
non gli possono perdonare. Nel capo iv del abbiamo sotto gli occhi prove positive del
Commonilorio domanda: Quis, ante pro la temerit de toro sospetti. Hanno essi
fanum illum Pelagium, lantum virtu camminato sulPorme di Calvino e desuoi
tem libero prwsumsil arbilrio ut ad hoc discepoli, di Giansenio e suoi aderenti,
in bonis rebus per actus singulos adiu modelli certo da non imitare. Pietro Pi
vandum necessariam De1 gratiam non thou , Baluzio, Strumelio, Papebrochio,
pularet. Chi dir che i desiderii della fede, Perudito lllaffei ed altri han vendicata la
della conversione,della giusticazione non memoria di Vincenzo lirinese.
sieno cose buone?
ll Basnagio risponde Popinion di que
Per quarto, a torto i semipelagiani ci sti ultimi non far prova in verun conto,
tavno a pro toro Pantichit, essendo di avendo eglinointeresse di giusticare Vin
mostrato che, prima di s. Agostino, gli cenzo per esser egli onorato qual santo,
antichi padri aveano al par di lui inse per aver sostenute le massime della chiesa
gnato qualunque grazia esser gratuita, e romana sulla necessit della tradizione,
ne rec parecchi, De dono persein, c. i81perch essi vollero sosteutare it tor pela
e so, n. 48-51. Vincenzo di Lrins non gianismo col suffragio di questo scrittore,
poteva ci ignorare; it perch non ebbe laddove i suoi accusatori ebbero it corag
mai la temerit di tassar come nuova tale gio di tener forte contro questi tre motivi.
Conclusione la questa degna di tulle
antica dottrina. Ma dalto addurre falsa

VI

VI

le premesse che abbiam veduto. Non sep


pe dunque it Basnagio che Cassiano, pri
mo campione del pelagianesimo, contut
toei onorato di culto religioso a s. Vittore
di Marsiglia in forza dun decreto di papa
Urbano V. Lerrore dun uomo di altissima
virt inoltre non pu nuocer punto alla

fondazion del Vangeto. NclPuomo la virt


la forza o it vigor delPanima; di forza
mestieri per operare it bene, a motivo
delle passioni che ne padroneggiano e ci
spingon di continuo al male: ogni azion
commendevole che esige uno sforzo per

santit del medesimo, salvo che it detto

Abbiamo dimostrato altrove che, ove


non tosse una legge naturale impostaci dal
Creatore, parola vuota di senso sarebbe

errore non sia stato dalla Chiesa proscritto


e quegli siavisi pertinacemente attenuto
ad onta della condannazione. Or quelto de
semipelagiani venne condannato solamen
te Pa. seo dal secondo concitio d0range,
quasi un secoto dopo morti Cassiano e

257

parte nostra un atto di virt.

quella di virt. Nessun motivo saldo e


costante pi si darebbe it qual potesse

obligarci a fare it bene contro Pimpntso


delle nostre male inclinazioni. Non uo
Vincenzo. Non neghiamo per che se Pin po di forza per tare unazione utite a no
tenzione di quesPultimo fosse stata quella stri simiti pel motivo delPattual nostro
che gli appongono i suoi avversarii, sa pro o dalcun temporale vantaggio con
rebbe egli un furbo degno danatema: ma certezza preveduto; ci nulla pi che
cessi lddio che giammai sorga in noi un un calcoto. l toso che niegan ricono
tale sospetto.
scere un Dio legistatore, rimuneratore e
23 Quando Vincenzo di Lrins si tosse punitore, e discorrono assiduamente di
male apposto sul tatto delPantichit odella virt, sono o tristi ragionatori che non in

novit del semipelagianesimo, n men veri tendon s stessi o ipocriti che mirano a
n men saldi sarebbero i principii da lui
stabititi circa la necessit della tradizione.
Lesser Tertulliano caduto in gravi errori
non la che noi teniamo in minor conto it
suo trattato Della prescrizione contro gli
eretici; i suoi principii sono in sostanza
i medesimi che quelli del monaco lirine
se. l protestanti stessi non cessarono di
reputar uomini sommi Lutero e Calvino,
tutttoch, per conlession toro, n Pun n
Paltro siano andati esenti da errori.
5. Non ne fa punto maraviglia che it Ba
snagio muova accusa di semipelagianesi
mo a tutti gli apotogisti del Lirinese; pe

gabbare gli ignari. Non assegnare altro


motivo desser uomo dabbene fuor de
vantaggi annessi alla virt nella vita pre
sente un vitipenderta e contonderta col
Pamor proprio.
Non cosi cammina la bisogna quando a
lui si propongono le ricompense eterne del
Paltra vita: forza danimo si richiede per
porte inanzi ai vantaggi di questo mondo
transitorii e malcerti, e tuttavia adeseanti
la cupidigia umana; vuolsi creder terma
mente alla parola e alle promesse di Dio,
it cui adempimento pare a noi sempre ton
tano dassai; spesso vuolsi sprezzar le
rocch i protestanti ne fan rei i cattolici censure e i diteggi de nostri simiti, tatora
tutti quanti, a malgrado della condanna anco i tormenti e la morte. Anzi che de
fulminala dal Tridentino contro quelPere gradarsi, pi nobitt acquista Puomo aspi
sia, sess. vI De iusti, c. s e e eean. 5. rando alla felicit per la quale venne da
Soltanto ne spiace che it detto critico sem Dio formato; sinalza egli per tal modo
bri altresi apporre ai detrattori della lede al disopra de motivi, de timori, delle de
di Vincenzo daver tradito i veri interessi bolezze onde son signoreggiati gli altri
della chiesa cattolica: ma non tocca a noi uomini.
Que che sentenziarono dover la virt
to scolparti.
Alla v. TRADIzioNE, in tine, furono da noi essere amata ed abbracciata per riguardo
conintati gli argomenti onde vennero dal di s sola, senza ragione alcuna di timore
Basnagio direttamente impugnati i prin n di speranza per unaltra vita erano
cipii da Vincenzo lirinese stabititi nel suo ciurmadori che miravano ad itluderci con
parole vuote di senso e supponeano po
Commonilorio.
tesse Puomo operare senza motivo o ra
VIOLENZA. V. Psasacuzioue.
VIRTU. Questo vocaboto nel suo lette gione. G. C. soto fu quegli che pose alla
ral senso signica forza: perci la Scrit virt il suo vero fondamento, proponendo
tura, in partando di Dio, chiama virt gli ad essa per motivo it desiderio di piacere
atti della potenza, i miracoli. S. Paoto, a un Dio giusto, che premia le opere vir
Rom. i, lo, dice it Vangeto esser la virt tuose, e le viziose punisce.
Anche la sola nozione della virt basta
di Dio per salvezza di chiunque crede ,
conciossiach lddio non abbia mai fatto a chiarir Perrore de toso i quali pre
mostra cotanto di sua possanzn come nella tesero non darsi altre azioni virtuose da

258

VI

V1

quelle in fuori che tendano al ben gene


rale della societ e alPutite de nostri si
miti. Noi abbiamo bisogno certamente di
forze per render costantemente a Dio it
culto dovutogli, altora in ispecie che la re
ligione vien fatta segno ai diteggiamenti
ed agli assalti duna turba di perversi; ne
abbiam bisogno per resistere agli alletta
tivi delle sensuali volutt, che volgereb
bero in ne a nostra rovina.
Nella vecchia Enciclopedia , sotto la
v. Societ fu dimostrato che ci ha de vi
zii, come Pubriachezza, Pincontinenza, it
soverchio amor depiaceri dogni fatta, che
tendono o direttamente o indirettamente
a perturbare la societ. Ci ha dunque del
le virt le quali si riferiscono direttamen
te a Dio, ed altre che riguardano imme
diatamente noi stessi, senza contar quelle
che hanno per principale scopo Putitit
del prossimo.
Fra le prime ne sono che han per diret
to e immediato obietto lddio e taluna delle

perfezioni divine per motivo; it perch


virt teotogali si chiamano, quali son la

fede, la speranza e la carit: le altre tutte


virt morali vengono denominate. E di
vero , merc della fede noi crediamo in

Dio perch egli la stessa verit; per la

quante essa le ingiunga, n atto veruno


di virt si dia it quale far non si possa

pel motivo delPamor di Dio, e sia questo


it motivo che alle nostre azioni tutte con
ferisce it merito e la perfezione. Perci
Pobedienza a tutti i precetti di Dio viene
a buon dritto riguardata come Pelfetto e
la prova duna carit sincera, secondo it
detto di G. C.: Chi riliene i miei com
mandamenti e li osserva, questi che mi
ama. lo. xiv, 2l.
Lungo sarebbe it noverare tutte le mo

rali virt: gli antichi toso le riduce


vano aquattro principali, che perci vir

t cardinali furono appellate,cio la pru


denza , la giustizia , la fortezza e la tem
peranza ossia moderazione; sotto questi
quattro capi raccoglievano i doveri tutti
delPuomo. Ma i doveri del cristiano sono
assai pi estesi; perocch it Vangelo ci
apprese virt delle quali gli antichi mo
ralisti non aveano idea veruna e cui le
neano anzi per debolezze: P umitt, Pan
negamento di noi stessi, la ditezion de
nemici, it desiderio di patire, ec., non fu
rono ma posti da toso tra i doveri del
Puomo. Non conoscevan essi i motivi so
pranaturali dalla rivelazione a noi pro
posti, it desiderio di piacere a Dio, soto

estimator giusto della virt, di meritare

speranza ci afdiamo in lui siccome fe


dele alle sue promesse; mediante la ca
rit Pamiamo per esser buono innita
mente. Obietto immediato di queste tre

un guiderdone senza ne, di partecipare

ai meriti dun Dio salvatore e simiti; n

sentivano la necessit d un aiuto sopru


virt quindi lddio medesimo, e motivo mano a n di poter praticare it bene.
qualcuno degli attributi di lui.
Con ragione perci s. Agostino, nesuoi
E sembra a primo aspetto anche la re libri contro i pelagiani, ebbe dimostrata

ligione e Pobedienza doversi dire virt Pimperfezione delle virt insegnate epra
teotogiche; ma ove pi da presso le si ticate da toso e fatto vedere come le
considerino, scorgesi come a buona ragione pi andassero infette da vanagtoria, nes
i teotogi noverate le abbiano tra le virt suna si riferisse a Dio e quindi merilar
morali. La religione, infatti, ne induce a non potesse uneterna mercede. Ma, che
tutti gli atti, vuoi interiori, vuoi esteriori, che ne dicano certi teotogi, non insegn
che tendono ad onorar Dio , e questo egli mai tutte le azioni degli infedeli es

l
I

Pimmediato suo scopo; it motivo Fone ser peccati, e eizii le virt tutte de
st o la giustizia che avvi nel prestargli loso; proposizione giustamente condan
le nostre adorazioni, gli ossequi ed omag nata dalla Chiesa. ll santo dottore, per
gi nostri. Ci porta essa non solamente a opposto, disse pi volte, consentaneamen
onorar Dio,maa render onore per amor di te alla Scrittura, avere lddio non di rado
lui a tutti quelli ancora chei degn arric inspirate a pagani buone azioni e rime
chire di sue grazie. Simitmente Pobedien ritatele poi con temporali favori. Exod. i,
za ha per immediato obietto qualunque i7, 2o; Ios. n, u, i2; Rulh. i,o; Ezech.
interna od esterna azione ordinataci da xxix, le et seqq.; Esth. xiv, i5, xiu, il;
Dio, e per motivo la giustizia che trovasi Esdr. i, z, vi, se, vii, a7, etc.
nelPesser sottomessi al supremo padrone
Fu osservato da alcuni moralisti mo
da cui abbiam tutto ricevuto e tutto aspet derni le pi eccelse virt esser negative,

tiamo: per ci stesso noi sentiamo esser cio star esse piuttosto nel non far male
giusta cosa Pobedire non pure a Dio ma a persona che nel far del bene a tutti;
a chiunque sia rivestito della podest sua. esser desse anco le pi malagevoli a pra
La carit o Pamor di Dio chiamasi la ticarsi perch si tengon lungi dalPosten
regina delle virt, conciossiach tutte tazione n ci procacciano la sodisfazione

V1

V1

259

tanto dolce al cuor delPuomo di riman- i precedenti in pazzo eccesso, dedu


dare altrui contento di noi. Son esse di cendo non v essere stata mai morale
fatto cotali virt quelle a cui meno si bada pi ragionevole di quella dEpicuro, que
nella societ. QuesP osservazione con sti aver fondata la virt sulla vera sua
fermata dal ritratto fattoci da Davide del base dandole per unico movente Pinte
giusto ossia dettPuom virtuoso , ps. xiiv , resse o Putitit personale. Se non che gi
che colui, per suo detto, che vive esente da quasi due mita anni Cicerone, Plutar
da ogni macchia e fa opere di giusti co, gli stoici e gli academici hanno chia
zia, che dice la veril che ha in cuor rite la perversit e le perniciose conse
suo e non ha ordilo fraude culla sua guenze di tal pretesa morale, meglio a
lingua, non ha fatto danno al prossimo bruti addicentesi che ad uomini, e dimo
suo e non ha dato ricetta alla maldi strato non aver essa mai prodotto un sol
cenza contro i suoi prossimi... , onora uomo virtuoso n un buon cittadino.
quelli che temono Dio, fa giuramento
Finalmente vebbe de deisti di bastante
al suo prossimo e non Vinganna, non lealt da assentire alla nostra proposizio
d il suo denaro ad usura e non riceve ne, val dire che i predicatori di virt che
regali contro Vilmocente. forza contut non ammettono n Dio n legge naturale
toci confessare che, se questo grado di n altra vita dopo la presente son meri
virt sufciente pel commune de cri ipocriti e clurmadori. Possiam quindi stare
stiani, lddio esige qualcosa di pi da ca a questa confessione.
toro che per ragione del proprio stato son
NelPargomento che abbiam fra mano
tenuti dar buon esempio ed a quali lar dobbiamo a ragione accusare i protestanti
gisce egli grazie in copia maggiore.
duna imperdonabite imprudenza. Furon
S. Tomaso quegli fra teotogi che ha essi molto solleciti di notare che i pi de
con pi esattezza distinto e denito le padri antichi della Chiesa credeano le mo
virt morali e meglio particolareggiatone rali e cristiane virt ci venissero inspi
i doveri nella seconda parte della Somma rate dagli angeli buoni e per contrario i
teologica: ne ragiou egli pi assenuala vizit e le azioni ree dai demonii; opinio
mente che tutti gli antichi fittoso, perch ne, dicono i censori de padri, derivata
conosceva meglio di toro la virt, ne par dal platonismo, al quale i padri non avean
lava in conformit al Vangeto e n era punto rinunziato passando al cristianesi
egli stesso un perfetto modelto.
mo. Mosemio note al Cudvorzio, n. 4,
Alla v. MoRALE nlfrlaosori abbiamo mes S 55, n. (r).
lnanzi decidere a qual fonte i padri
so in aperto it ridicoto e la mala fede de
gli increduli che ci regalano una pomposa avessero attinto tor sentenza, e bisognava
raccolta di morale tratta dagli scritti de esaminare se non abbia essa fondamento
gli antichi savii dogni nazione a n di veruno nelle Sacre Carte. Ma in queste
farci credere aver questi dato ammae fatta spesse volte parola del ministero de
stramenti di virt pi giusti, pi solidi, gli angeli buoni, delPassistenza da tor pre
pi ragionevoli che quelli degli scrittori stata agli uomini, pel quale scopo si re
divinamente inspirati. Potr quesParte sero frequentemente visibiti. Abramo ,
per avventura imporre ai meno esperti, Giacobbe, Mos, Giosu, it giovine Tobia,
non a cotoro che Iessero nelle opere de Daniele, ec., furono ammaestrati, guidati,
gli antichi e sanno no a qual segno ln soccorsi da angeli sotto gura umana e
esse it buono vada mescolato col cattivo. contarono su questa assistenza anche al
Noi siam venuti a conoscere tutto it torquando essa non era sensibite. La qual
merito di cotesti predicatori di morale to credenza vien confermata per pi luoghi
soca dappoich alcuni di toro ebber ten del nuovo Testamento, Matth. xvin, lo ,
tato di provare che it vizio assai pi che 10. v, 4, Act. xn, 15,25, Hebfnxn, amcta,
la virt contribuisce alPutite della societ i quai sono ad esuberanza per farne per
ed alla prosperit degli imperi. Nel me suasi i padri.

desimo articoto abbiam risposto alle pi

N minor convincimento trassero egli

no dalle Scritture circa it tristo inusso


de demonii non solamente sui corpi, in
vasandoll, ma sulPanime eziandito. G. C.
Luc. viu, lll, al demonio attribuisce la
steritit della parola di Dio in molti udi
nevole, conseguentemente virt fondate tori; alla stessa causa, la. vnni, 44, riferi
delle obiezioni da tor mosse contro la mo
rate cristiana.
Altri, dopo esaminati i sistemi tutti di
morale delle varie sette de toso, fecer
vedere nessuno avervene sodo e ragio

sur una base si fragite non altro essere sce Pincredulit degli Ebrei. Nel c. xni
che itlusioni; ma diedero non meno che delto stesso vangelista detto che it dia

260

VI

VI

voto avea messo in cuore a Giuda it dise


gno di tradire it proprio maestro. S. Pao
la, n Cor. iv, 4, ci d it dio di questo
secoto quale autore della cecit de paga
ni; esorta i fedeli, Ephes. iv, 27, a non la

e ci ha rivelato che non da quanto fece


nelPordine della natura.
q;

resistere alle insidie di lui. S. Pietro


i ep. v, s, li ammonisce che eotesto ne
mico della salute, simite a lion ruggente,
va tor girando alP intorno per divorar
li, ec., ec.
Si dir per avventura che questi testi

porse un idea s. Paoto quando disse,


I Cor. xm, i2: Vcggiamo adesso a tra
verso di uno specchio, per enimma; al

conformaronsi in ci alle opinioni popo

ei soto pu vedere e conoscere s stesso

La seconda maniera di veder Dio im


mediatamente e in lui stesso, e appellasi

visione inluilioao beati/tea; quella di


sciar libero Paccesso al demonio e, vi, i5, che godono i beati nel cieto. Di essa ci

lora poi faccia, a faccia. Ora. conosco in

parte; allora poi conoscer in quel mo


do stesso omfio son pur conosciuto. An
van presi in senso trastato; che era co che G. C. disse, Malth. xvni, lo: Glian
stume degli scrittori sacri di personicare gioli ne cicli vedono perpeluamente it
tutti gli esseri astratti e metasici; che ap volto del Padre mio, ch mfcieli.
pellarono angeli le virt e le todevoli in
La terza , che chiamasi visione com
clinazioni degli uomini, e demonii le ma prensiva, saddice a Dio soto, innito nel
lattie tormentose, i peccati e i vizii; che la sua natura e in tutti gli attributi suoi;
lari e al linguaggio usitato appo tutte le na qual .
zioni. Questa temeraria spiegazione, pre
Non ci ha del pari nessuna prova che
sa dasadducei e dagli epicurei, venne da Iddio abbia mai concesso ad nomo,nella
noi confutata alla v. Deuone, facendo ve presente vita, la visione intuitiva di s.

dere che n G. C., it quale chiam s la Mos, Elia, s. Paoto, parecchi profeti
verit per eccellenza, n gli apostoli han ebber rapimenti ed estasi in cui detto
potuto autorizzare nessun errore per ac che videro Iddio; ci per signica sola
creditato chei fosse; 2. che i padri non
avrebber potuto dare un s fatto senso al
testo senza violentare la lettera e contra
dire a fatti di cui eran testimonii oculari.
Nessun bisogno ebbero adunque di con

mente che toro venner veduti della mae

sultare i toso per sapere che cosa pen

molto fra gli Armeni e i greci scismatici


it credere che i giusti e i santi usciti di
questo mondo non abbiano a fruire della
visione intuitiva di Dio se non se dopo la
general risurrezione e it nale gindizio,e
intanto riposino aspettando la perfetta
beatitudine. Venne quesP opinione con
dannata nel concitio orentino celebrato
Pa. 1459, nel quale fu denito che le
anime de giusti a cui non rimane colpa
da espiare godono della vision beatica
immediatamente dopo tor morte; deni
zione confermata poscia dal Tridentino.
Questa stessa controversia era stata agi
tata con assai rumore in Francia nel se
coto XIV. Papa Giovanni XXII, di nazion
francese e residente in Avignone, propen
deva per Popinione de greci, conciossia
ch la gli paresse fondata su varii passi
de padri antichi; anzi in qualche sermo
ne asseri e mostr desiderio che tale opi
nione venisse riguardata quale problema:

sar dovessero circa it potere e P opera


zione degli spiriti sia buoni sia malvagi.
Quando ne fossero gi stati persuasi dalla
tosoa inanzi abbracciare it cristianesi
mo, non potea fare che rinunziassero alla
propria opinione veggendola si aperta
mente confermata dalla Scrittura sacra.
Ma una prova che i padri pi safdarono
alla luce di questa che non a quella della
tosoa sta nelPaver essi trattando questa
controversia citato gli autori sacri e noni

toso. Invece di censurare i padri, me

st divina gure e simboli pi angusti,


pi solenni, pi ammirabiti di quelli sotto
cui ella si manifest agli altri uomini.

Gli error commune e gi antico di

glio farebbero i protestanti a seguirne


l'esempio: ma, nel mentre si vantano di
attenersi esclusivamente alla parola di
Dio , ci porgon motivo a giudicare che
non si curino sovente di consultarta.
VISIBILITA DELLA CHIESA. V.Cn1esA.
VISIONE BEATIFICA. Tre maniere dis
tinguonsi dai teotogi di vedere o cono
scere Iddio. La prima, che chiamano vi
sione astrolliva, sta nel conoscere la na ma non diede per mai su questa mate
tura e le perfezioni di Dio merc la con ria giudizio di sorta come capo della Chie
siderazione delle sue opere; ed questa sa n fece alcun decreto, anzi , vicino a

la sola maniera onde si pu da noi ve

morte, ritratt quanto avea potuto dire o

dere o conoscere iddio in questa vita. pensare di poco esatto su tal questione.
Ma noi to conosciamo ancor meglio per Tutti questi fatti trovansisodamente pro
quel che ha fatto nelPordine della grazia vati nella Storia della chiesa gatlicana,

VI

VI

t. Xlll, l. se, a. 1555-31, colle memorie


contemporanee e co documenti originali
della disputa stessa.
Ma i protestanti, pertidiando sempre in
calnnniare i ponteci, continuano tuttavia
ad asserire che Giovanni XXII con quella
sua dottrina ebbe incorso la censura di
quasi tutta la cattolica chiesa; che Popl
nione di lui venne unantmamente condan
nata Pa. 1555 da tutti i teotogi di Parigi;

piuttosto la profession di fede che fece,

che se in sul morire si ritratt, non ri

lare delle ultime votont di lui, gli ren


dette pi giustizia, publicandole in una

nunzi per interamente alla propria opi


nione, e che si sottomise al giudizio della
Chiesa, indotto puramente dal timore di
passar per eretico dopo morte. Cos it Mo

261"

presentii cardinali, interamente con


forme a quella de dottori parigini e con

cepita ne termini pi chiarii onde non


pur temerit ma eziandio malignit it
supporre che non fosse sincera, che quel
papa non rinunciasse interamente alla
propria opinione e operasse per mera te
ma di comparire eretico dopo morte. Be
nedetto XIl, successore e testimonioocu

bolla del 17 marzo i555. Le calunnie


sparse a carico di Giovanni, sia in Fran
cia sia in Germania, dai partigiani di Lo
semio, Hist. ecclea, sec. XIV, part. n, S o. dovico it bavaro, suo nemico, o dai fra
Anzi Calvino os persino apporgli daver ticelli, settarii a lui ribellatisi, non fanno

negata Pimmortalit delPanima.

prova n son degne vi si ponga mente.

A distruggere tutte queste imputazioni Per ultimo, fossanche vero che quel pon
c basta addurre due o tre fatti incontrasta tece aderisse a lnfopinione falsa e Pa
biti. l.i certo che,dal es dicembre 1555 vesse ritrattata unicamente per timore di
al 2 gennaio delta. susseguente, it detto suscitare scandato nella Chiesa, sarebbe a
papa tenne in Avignone un concistoro desiderarsi che gli cresiarchi e i settarii
nel quale protest solennemente u sulla tutti quanti avessero imitato it suo esem
questione del differirsi la visione beatitica pio, ch avrebber risparmiato le scissure
aver s trattato sempre in via di discor e i mali di che furon cagione.
so, non mai con intenzione di nulla de
VISIONE Dl COSTANTINO. V. CosTAN
nire, e gran servigio esser per rendergli rino.
chi gli communicasse autorit favorevoli
VISIONE PROFETICA. Ne Libri Santi
alla sentenza contraria: del resto, ove mai e presso gli scrittori ecclesiastici signi
gli fosse sfuggito alcun che fuor di pro ca una rivelazione vegnente da Dio, nella
posito, esser pronto a disdirsi. n il diap quale non pu aver parte n P imagina
presso, 5 gennaio, dett questa stessa di zione n altra natural causa, accada essa
chiarazione alla presenza di notai; n al alPuomo in sogno od altrimenti. Perci la
tora ave\a per anco ricevuto it decreto conoscenza da Dio impartita a suoi pro

dedottori parigini.

feti degli eventi futuri appellata visione

2." Nella costoro adunanza, tenuta a per avere lddio fatto toro veder Pavve
Vincennes al cospetto del re e di varii nire, e con tal nome intitolarono parec
prelati, sul nir del dicembre del 1555 , chi di essi le proprie profezie.
fu decisa ad una voce la credenza catto
Ma non ogni visione profezia. lddio
toiica quale anco di presente da noi se rivel spesse ate a suoi santi cose pas
guita: la qual decisione fu confermata in sate o presenti da essi ignorate, o verit
una seconda adunanza chebbe luogo pres che conoscer non poteano per le vie na
so i maturini in Parigi it 2o dicembre , turali, e command toro azioni che da s
registrata per iscritto e poscia it 2 gen non si sarebber mai indotti a fare. Cosi ld
naio del i554 rmata e suggellata. I dot dio feda un angeto rivelare a s. Giuseppe
tori, dopo aver dichiarato it proprio ri nel sonno la purit di Maria, it concepi
spetto e attaccamento al sommo pontece, meiito di Ges in essa avvenuto per ope
dicono s aver saputo da testimonii fede ra delto Spirito Santo, la vicina reden
degni che quanto it santo padre avea detto zione del mondo da compiersi dal divin
su quella quistione non era stato enunziato Figliuoto; gli command pure con to stesso
assertivamente n in forma d opinione , mezzo di trasferirtto in Egitto colla madre
ma di narrativa puramente. Ne scrissero per sottrartto alla crudeltddrode e di tor
quindi al papa stesso ne medesimi termi narsene poscia nella Giudea. Non sappia
ni, pregandoto a confermare colPautorit:l mo se a s. Paoto, altorch venne rapito al
sua it parer toro, siccome quelto di tutto terzo cieto, sieno stati aperti avvenimenti
it popoto cristiano.
futuri. NelPApocalisse Iddio fe conoscere
s, La dichiarazione data da Giovan a s. Giovanni verit occulte e rivolgimenti
ni XXII it 5 dicembre appresso, quando che sarebbero colPandar del tempo ac
faccrse d esser giunto agli estremi, o caduti.
BlllGnRl. Vol. VI.
35

262

V1

VI

Fu creduto da alcuni critici it fatto del gli autori protestanti vengono reputate so
la tentazione di G. C. nel deserto, riferito gni dun fanatico. V. Esm- S. Clemente
da s. Matteo, iv, l, essere avvenuto in vi romano nella sua prima lettera ai Corin
sione durante it sonno anzi che in realt, tii, num. 4a: Sil aliquis detis, dice, sil
e tale essere stato Pintendimento delFe potens in enurranda cognilione, sil sa
vangelista nel dire che Ges fu condotto piens in sermonum diiudicalioneil in
nel deserto dalto spirito per esser tentato operibus purus; lanto enim humilior
dal diavoto. QuesP opinione nondimeno esse debet quo maior esse videtur. Sostie

mal si accorda ial testo delP Evungelio : ne it Dodvelto che nel citato passo per la
e non furon gi sogno n visione it digiu fede sabbia ad intender quella operatrice
nare di Cristo per quaranta giorni, la fa de miracoli,per la cognizione Pintelligen
me che senti, la discesa degli angeli a za de misteri, pel giudiear deiiscorsi
recargli di che cibarsi, ec., ec.
it discernimento degli spiriti, come fu spie
Dicam, cos Urigene, l. i, Contra Cet gato da s. Paoto, 1 Cor.xni,2, doni tutti
sum, num. 4o, multos ad retigionem sopranaturali di cui non voleva che i fe
christianam aceessisse velut invilos: Spi deli inorgoglissero.
u'.
rilu quodam repeiite sive per oisum sive
S. Ignazio scrivendo a que di Fitadela,
per somninm in illoruni animos agente n. 7, sesprime di questo tenore: Testi!
atque iltos immulante ut quod in illam mihi in quo vinctus sum quia a carne
conceperant odium deponerent et pro humana non cognovi. Spirilus autem
illa. mortem appelere slatuerent. Mulla prwdicavil dicens hwe: Sine episcopo ni
eiusmodi novimus, quw si scriberemus, hit faciatis. Nell-nciclica scritta dalla chie.
lameisi illorum oeulati tcstes fuerimus, sa di Smirne a proposito del martirio di
benignam risus materiam prwberemus s. Policarpo narrasi come it santo martire
incredulis, qui nos ex eorum ingeniis avesse in dormendo una visione che lav

quos lalia /tnxisse norunt iudicantes, vert sarebbe arso vivo, ed entrando lui
Iuec etiam o nobis concla esse existi nelto stadio, una voce del cieto gli dicesse:
marent. Testis (amen est Deus, cui m
cana conscientiw 1iostrw patenl, noa di

Coraggio, Policarpo, sii fermo. Eusebio,


Hixt. ecetea l. nni, c. 57,riferisce che, in
vinam Iesu doctrinam non fatsis nar- quel tempo stesso, Quadrato e le gliuole
ratiunculis, sed variis iisque evidenti di Fitippo eran forniti del dono di profe
bus argumentis conrmare vette.
teggiare e i predicatori del Vangeto di quel
Ma nostro scopo principalmente it fa d operare prodigi.
vellare delle visioni profetiche. Ora, dubi
S. Giustino, Dial. cum Trip/L, n. s!
tar non si pu chei doni miracotosi delSan e 82, fa osservare che dopo la venuta di
to Spirito e segnatamente quelto della pro G. C. non ci son pi profeti presso gli

fezia non fosser communi fracristiani al Ebrei e che to spirito profetico pass ne
tempo degli aposttoli,attestandoceto s. Pao

cristiani. Attesta s. treneo, Contra har.,

to, I Cor. xn, a et seqq.,' it quale d regole I. n, c. a2, n. 4, che al suo tempo lddio
circa Puso chei cristiani far debbono di spargeva sui fedeli in copia i doni del
cotali varii doni, prescrive le necessarie
cautele acciocch simiti favori non inspirin
toro superbia n sieno causa di discordia
tra essi, c. xin, xiv. Il puntto sta in sapere
se lddio abbia continuato la stessa assi
stenza alla sua chiesa nesecoli posteriori
e per quanto tempo sia essa durata
il Dodvelto nella sua quarta disserta
zione su s. Cipriano soccup a dimostrare
le rivelazioni profetiche non esser cessate
nel cristianesimo alla morte degli apostoli
ma aver continuato insino atempi di C0
stantino e alla pace da lui data alla Chie
sa, ma dopo quelPepoca non trovarsene
pi traccia per non essere un si fatto aiu
to pi tanto necessario come per addie
tro alla propagazion del Vangeto. Prova
egli Passerzion sua colPesempio di Erma,

Santo Spirito, che gli uni cacciavano i de


monii od aveano to spirito di profezia, gli
altri guarivano i malati o risuscitavan
gli estinti; i quali prodigi aggiugue egli
che non leggermente contribuivano alla
conversion de gentiti.

Questi documenti si riferiscono tutti alla


ne del secoto I e al principio del Il.
Quegli scrittori temerarii che affermarono
altre visioni protetiche non esserci state
fracristiani da quelle di Montano in fuori
e de suoi discepoli non consultarono le
date. QuelPeresiarca sorse soltanto verso
la met del secoto ll, e molle autorit da

noi test addotte riguardano personaggi


vissuti lunga pezza prima di lui. Cotesti

settarii non fecero che attribuirsi parte


de doni miracotosi che vedeano sparsi
it cui libro intitolato Il pastore pieno tra fedeli: non prima per ebber propa
di visioni protetiche, le quali dal pi de lato tor pretensioui ed errori che vennero

Vi

VI

263

tosto confulati dagli scrittori ecclesiasti

destatasi sotto Galto e Volusiano, ebbe pa

ci; e furono tra questi lllelittone, Mitziade,


Serapione vescovo dAntttochla, Apolto
nio, Asterio, Urbano, Apollinare di Gera
poli, Caio prete di Roma , ec., delle cul
opere ci conservarono i titoli e ne diedero
estratti to storico Eusebioe Fozio. Questi

rtmenti avviso e certezza della prossima


sua morte. Cosi operava lddio a tin di pre
parare i fedeli alle prove cui sarebbero fra
breve esposti; e la pubiicit che tosto da
vasi a si fatte rivelazioni, Puniformit toro
e it consecutivo avvenimento concorreva
a dimostrare che non ci entrava in nes

scrittori posero in chiaro la diversit so


stanziale che passava tra le vere rivela
zioni commuuicate a fedeli e le false vi
sioni mitlantate dagli eretici.
Nel ll secoto it Dodvelto non vuol ci

suna guisa n itlusione n impostura.


Si procedeva oltreci colle pi grandi

cautele per non esser tralti in errore:


s. Paoto le avea prescritte, l Cor. xxi el
tare Pautorit di Tertulliano per essersi scqq. - l." Non si badava alle visioni pro
questi lasciato sedurre dal montanisti: fetiche se non se quando venissero da

aveva egli per dettato it suo Apologetica persone di vita, piet e virt gi note e
inanzi che abbracciasse i costoro errori.
Ora al c. 25 e altrove ei dice che i cristiani
con gli esorcismi costringevano i delnonii
aconfessare, per bocca degli invasati, di
non essere altrimente divinit, sibbene spi
riti maligni, e a rendere per tal modo le
stimonianza alla fede de cristiani. Aggiu
gue che una s fatta specie di rivelazione
non poteva esser puntto sospetta a pagani.
Del resto, it Dodvelto allega con franchezza
Pautore degli Attidel martirio delle sante
Perpelua e Felicila, it quale scrisse nel
Pa. 202 e riferisce le toro visioni profe
liche ed, anzi che favoreggiare i monta
nisti, sembra ragionare contro di essi.
Non guari dappoi Origene, Contra Cela,
l. i, n. 46, attestava come al suo tempo
vedevansi tuttora presso icristiani mani
festi segni de doni delto Spirito Santo ,
perocch fugavauo i demonii, sanavan gli
infermi, predicevano gli eventi futuri per
volere del divin Verbo. Narra egli aver
ne veduti non pochi esempi e chiama ld

che avessero tutti i caratteri da s. Paoto

assegnati alla carit, ibid. xui, 4, etc. 2." Essendo piuttosto in gran numero i

fedeli dotati del medesimo spirito, chi


tra toro avesse tratta fuori alcuna rive
lazion falsa o dubia, sarebbe stato con
vinto derrore da cotoro che avean ri

cevuto da Dio it discernimento degli spi


riti,xn, lo. - s." Quelle soltanto accoglie
vansi per vere profezie le quali annun
ziassero eventi contingenti e dipendenti
dal libero arbitrio degli uomini: quando
cera oscurit poteano essere spiegate da
quelli che aveano it dono dinterpretarte,
xiv, se, ed altendevasi che it fatto ne con
fermasse la verit. - A. Le rivelazioni che
non potean servire alPeditcazione della
Chiesa, ma solamente a sodisfare una, va
na curiosit nou furon mai reputate per
divine, xiv, s. - s." Venuer dogni tempo
rigettato quelle che aveano degli eretici
per autori, siccome mancanti delle note

richieste da s. Paoto e perch G. C., che


dio a testimonio della verit di quanto ri promise to Spirito Santo alla sua chiesa,
ferisce. Ne paria anche nel l. vin, n. s. non pu impartirtto allc communioni ad
Il suo condiscepoio s. Dionigi alessandrino essa ribelli. lddio, dice it pi volte ci
in una lettera, riportata da Eusebio, Hist. tato Apostoto, non il Dio del disordi
ne, ma, della pace, xiv, 5:5. - 6. Vole
vasi che qualunque predizione fosse stata
proferita tranquitlamente e non in accesso
di furore, al par degli oracoli paganeschi.
S. Paoto dice che gli spirili de profeti
son sottoposti ai profeti, e volea che le
cose tutte si facessero convenientemente
e con ordine.
A buon dritto quindi conchiude it Dod
velto che visioni profetiche coutradistinte
da tutti i segni per noi or ora indicati
non ponno dare appiglio sia al disprezzo,
wlas, quw in exlasi viilel oculis cl audil sia alle bet'le de miscredenti. Ma egli non

eccles., l. vi, c. 4o, protesta davanti a Dio


dessersi sottratto alla persecuzione di De
cio unicamente per inspirazione ed espres
so commando di Dio.
Di simiti esempi ne occorrono pel man
co un dieci in s. Cipriano: ma basta cl
tare la sua lettera nona al clero. Castiga.
re, cos egli, ep. ix ad clerum, nos ila.
que divina censura nec noclibus desi
nil nec ltiebus. Prwler noclurnas enim
oisiones, per dies quoque implelur apud
nos Spirilu Sancto puerorum innocens

et loquilur ea. quibus nos Domimis mo

ascolt che I pregiudizii del protestanti

nere et insttruere dignalur. Et audielis snl0 quando senteuzi essere un tal dono
omnia quando ad vos reducem me Do durato nella chiesa cristiana soltanto tin

minus feceril,qui ut secederem iussil. il al tempo di Costantino, u dopo queiPe


poca trovarsene pi vesttgio. Iralsamente

santo martire prima della persecuzione ri

264

VI

VI

crede egli che Eusebio abbia ci insinuato, sociniani contro i padri della Chiesa pi
Hist.eccles., l. vu, c. 52. Se, nel narrare antichi. (Finsegnino impertanto gli angli
de talenti e delle virt de santi vescovi cani per qual ragione le stesse regole di
del suo tempo, nulla ci disse quelto sto critica non debbau valere tanto per gli
rico delle rivelazioni toro n de miracoli uni che per gli altri. Gli questo un de
che operarono, un tal sitenzio non fa punti sui quali altri protestanti vengono
prova, ch neppure della maggior parte accagionati di non esser consentanei a s
de fatti da noi addotti de due secoli an in ragionarue.
tecedenti fe egli motto. Falso pariment1:
5." Egli certo che nel secoto IV ed
che i dottori del secoto IV rimanessero anco nel V rimaneanci tuttavia non po
maravigliati di questa pretesa cessazione chi pagarii da convertire nelle Gallie e
delto spirito profetico e ne indagassero le che le virt e i miracoli di s. Martino e
ragioni. Di questa sua asserzione it Dod d altri santi vescovi innitamente gio
velto, DisserL, S 22, non reca in mezzo varono a questo effelto. Gli Angto-Sassoui
veruna prova: ben noi ne addurrcmo del al secoto VI solamente ricevettero la fede
cristiana,e gli altri popoli del settentrio
contrario.
1." Alla v. lllinacoLo abbiam fatto ve ne pi tardi ancora. Con che ragione si pu
dere come siensene operati nella Chiesa supporre che lddio abbia operate si fatte
correndo it IV, it V e i successivi secoli: conversioni per tuwaltri mezzi da quelli

perch non vi dovean esser pi rivela onde si giov ne primordii del cristia
zioni? L un di questi doni viene dalto nesimo? E non men certo che tra co
Spirito Sauto non men delPaltre. G.
che non appose restrizione di sorta
promettere it primo a chi credesse in
Mare. xvi, i7; Io. xiv, 12, neppur ne

C.,
nel
lui,
ap

pose alla promessa da s latta delto Spi


rito di verit, 1o. xvi, 15, la fece anzi a
perpetuit, in wlernum, xiv, l6. E se
Puno de doni giovar potea non poco alla
conversion de pagani, come si prover
che Peltro non servisse per nulla al me

desimo efetto?
2." Posciach si voglion fatti e testimo
nianze, Teodoreto, Hist. eccles. , l. ui ,
c. 25 e 24, riferisce come la morte del
Pimperator Giuliano fosse stata positiva
mente annunziata da alcuni cristiani pi
giorni prima che se ne potesse saper la
notizia. La rivelazione latta a s. Ambro
gio delle reliquie de santi martiri Ger
vaso e Protaso e i prodigii avvenuti in
quelPoccasione ci sono attestati da s. Ago
stino testimonio di veduta e da altri. Le
predizioni e i miracoli di s. Martino fu
rono scritti da Sulpizio Severo suo disce
poto, che aveane veduto la maggior parte
co proprii occhi. lfelezione de santi ve
scovi di quel medesimo secoto avvenne
spesse ate in virt duna rivelazione ce
leste, e molti tra essi predssero appun
tino it giorno e Pora di tor morte. Ci noto
che i pi audaci tra i protestanti trattarono
da favole, pie frodi, imposture e ciurme
rie gli avvenimenti tutti di questo genere

toro che in ci faticarouo vebbe uomini


tali che imitarono it disinteresse, la po
vert, it coraggio e la costanza degliapo
stoli: su che fondamento si vorr soste
nere non avere lddio cooperato al tor zeto
con mezzi sopranaturali, siccome fece a
quelto de primi predicatori del Vangeto.
Uno zeto che produsse i medesimi etietti
forza abbia avuto le medesime cause.
Que santi uomini obedirono alPordine di
G. C. , contarono sulle promesse da lui
fatte, diedero la vita per lui o per lasa
lute de tor fratelli: chi li accusa de vi

zii pi odiosi vien meno tutPinsieme alle


regole della sana critica ed alla gratitu
dine dovuta a Dio per la conversione de
suoi antenati. V. MIssioNI
In tutti i secoli pot esserci troppa cre

dulit da una parte e falso zeto dalPaltra;


ma ci accadde pure al tempo degli apo
sttoli, giacch s. Giovanni ordinava afe
deli di non prestar fede a qualsisia spi
rito, ma di farne prova se venisse da Dio,
i ep. iv , 1; e s. Paoto prescriveva delle
cautele per non prendere abbagli in tal
proposito. Se parecchi increduli volgeano
in ridicoto le rivelazioni di cui partava
s. Cipriano, ne segue forse che lddio non
sia autore di nessuna rivelazione, di nes
sun miracoto? Non secondo le mire di

sistema perci da giudicarne, ina se

condo le regole di saviezzae circospezio


ne dagli apostoli prescritte. Noi, i quali
accaduti ne secoli IV e V; ma non ebbero non abbiam due pesi n due misure, cre
essi maggior rispetto per quelli de due diamo che la man del Signore non si
secoli antecedenti. li Dodvelio e gli an punto abbreviata, chegli ha sempre v0
glicani non ponno movere accusa a testi luto la conversione de popoli u cessato
mouii posteriori che non sia stata messa mai di cooperarvi, chei non veglia me

in campo da luterani, da calvinisti, dal no sulla sua chiesa in un secoto che in

VI

Vi

265

un altro; che un autore degno di fede it 0nd ella seppe per rivelazione quanto
quale attesta un fatto sopranaturale deb
bessere creduto, in qualunque paese e se
coto vissuto sia.

Pangeto del Signore avea detto a Maria


e comprese it mistero della incarnazione.

dividui i quali abbian falsamente creduto


dessere stati favoriti di visioni profeti
che o di rivelazioni. Spesso non si pens
punto ad esaminarte, perch i fatti non
avean nessuna relazione col domma n in
uenza sulta dottrina della Chiesa; onde
colPandar del tempo alcun credito acqui
starono. l protestanti furon molto solle
citi di farne incetta, dimpugnarne Pau
tenticit e sopratutto di spargervi sopra
it ridicoto; e ne inferttrono i dommi e le
consuetudini della chiesa cattolica che tor
non vanno a versi altro fondamento non
avere che favole ed imposture. Un s fatto
ragionare tutPuno col seguente: vebbe

vanni Battista fu nel seno della madre


sua itlustrato da superna luce e santi
cato dalla presenza del Verbo incarnato
nel seno di Maria Vergine. Questa dal canto
suo toda it Signore nel linguaggio pi ele
vato de profeti e d segno della pi pro
fonda umitt : rammenta le grandi cose da
Dio operate in pro del suo popoto e ri
conosce in s stessa vericate le promesse

Ella aggiugne che it bambino suo trasal di


Egli impossibite che in uno spazio di gioia; onde non fu quelto un movimento
diciotto secoli non siensi dati inniti in naturale. Da ci siuferisce che s. Gto

dal medesimo fatte ad Abramo ed alla di


scendenza di lui.
l commentatori protestanti non sem
brano gran fatto mossi da queste circo
stanze n tratti a scorgervi nulla di so

pranaturale: gli un vero scandato aleg


dogni tempo falsi monetarii e moneta tal gere le osservazioni al tutto profane del
sa; dunque va sbandita dal commercio Beausobre su questo capitoto di s. Luca;
qualunque specie di moneta.
VISITAZIONELFesta che cclebrasi nella
romana chiesa in ricordanza della visita
fatta dalla ss. Vergine alla propria cugina
Elisabetta. Narrasi nel Vangeto che Pan
geto Gabrielto, nelPannunziare a Maria it
mistero delPincarnazione, le fece sapere
come s. Elisabetta, intino altora sterite ,
si trovasse incinta da sei mesi, e che
la ss. Vergine altora satirett a trasferirsi
presso quella sua parente, abitante con

perocch si occupa a porre a confronto


varie espressioni della Vergine con altre
dautori pagani.
Per ci che spetta alP istituzione della

festa, it primo che pens a introdurta fu


s. Bonaventura generale delPordine fran
cescano, con un decreto fattone per tutte
le chiese del suo ordine in un capitoto ge
nerale tenuto a Pisa Pa. 1265. Nel secoto
appresso venne estesa da papa Urbano

alPintera Chiesa; la bolla per di questo


Zaccaria suo marito in una citt della trib pontece dettata Pa. i579 fu promulgata

di Giuda, che sembra fosse Ebron, posta


a venticinque o trenta leghe da Nazaret
te. Credesi che la b. Vergine partisse di
casa it se di marzo e giugnesse ad Ebron
it 5o. Come prima Elisabetta ebbe udita

soltanto Panno susseguente dal successor


suo Bonifazio IX. Net i451 it concitio di
Basitea la prescrisse parimenti a tutta la

Chiesa e ne stabiti it giorno ai 2 di luglio.


Comech quesP istituzione non sia au

la voce di lei, sent balzarsi nel seno it tica , pi che conforme alto spirito del
bambino e le disse: Benedetla la fra le cristianesimo, che di richiamarci spesso
dorme, e benedetto il frutto del tuo ven
tre. Fu altora che Maria proruppe in quel
sublime cantico che la Chiesa suol ripe
tere quotidianamente ne vesperi. Dopo
aver dimorato circa tre mesi presso la
cugina, Maria toruossene a Nazaret.
E a notare come nelle due sante donne
si scorgessero in quella congiuntura co
gnizioni e lumichesse aver non poteano
naturalmente. E detto che Lisabetta altora

fu riempiuta di Spirito Santo e sclam: E


fonde a me questo, che la madre del

Signor mio venga da me? Imperocch


ecco che, appena il suono del tuo saluto
giunse alle mie orecchie , sallell per
giubilo nel mio seno il bambino. E beala

le che hai creduto; perch si adempi


ranno le cose delle a le dal Signore.

alla mente le principali circostanze de


misteri della nostra redenzione. La ss. Ver
gine stessa ce ne porse Pesempio, cele
brando nel suo cantico ibenellzii da Dio

largiti al suo popoto; i quali per non ag


guagliano in pregio quelli onde fummo
colmati per Pincarnazione del divin Fi
gliuoto.
VISITAZIONE (RELlGIOSE DELLA
Ordine fondato Pa. i6lo ad Annecy nella
Savoia da s. Francesco di Sales e da
s. Giovanna Francesca Fremiot baronessa
di Chantal. in origine era una semplice
congregazione di zitelle e vedove desti
nate a visitare, consolare ed assistere i
malati e i poveri, pigliaudo a modelto la
ss. Vergine che visit la propria cugina
Elisabetta; e da prima non faceano che

266

VI

voti semplici: ma poscia s. Francesco di


Sales, per consiglio del cardinale di illor
quemont arcivescovo di Lione, consent,
contro la prima sua intenzione, ad eri
gere la delta congregazione in ordine re
ligioso afn di darte maggior consistenza.

fatto principalmente per femmine i"

'

VI
In trattando la questione qual sia it
principio della vita ne corpi animati, i
moderni toso non altro ci vennero scio
rinando che futitit e parole da tor mede
simi non punto intese. imbevuti altamente
quai sono di materialismo, non ci fu via
che lasciassero intentata per provare es

temperamento gracite e incapaci di soste


nere un regime austero. Sogliono queste
religiose tener fanciulle in pensione a n
dallevarte nel timor di Dio e formarte alla
divozione. Listituto venne confermato da
papa Paoto V.
VITA. Nelle Sacre Scritture questo vo
caboto serve a dinotare non solamente la

ser nella materia un principio di mo

ticamente have, vivi. Il grido: Viva. il re!

Mos, miglior tosofo di tutti cotesti

vimento e di vita. Ma, a dispetto di tutti


l sogni fittosoci, non ci ha uomo sulla
terra it quale non vada convinto dalPin
timo senso, dalla propria coscienza, esser
vi manifestamente nella natura due so
stanze , Puna morta, inerte, passiva, da
noi appellata materia, Paltra attiva, prin
vita temporale del corpo ma quella altresi cipio della vita, del moto, del sentimento,
spirituale delPanima; la vita transitoria del pensiero, che si chiama spirilo: ve
che meniamo qui in terra e Peterna che der questo nella materia gli come
speriamo nel cieto. Signica tatora it vit gurarsi che la vita possa provenir dalla
to, i mezzi di sussistenza: trre al pove morte, it moto dalla quiete e dalPinerzla,
relto la sua vita privartto del necessario it pensiero da ci che adatto inetto a
sussidio a conservarta. Pi spesso espri pensare. Da duemita anni che una setta di
me la sanit, la prosperit, la gioia, la fe mentecatti vi sadopera, non ha raccolto
licit; metafore che scontransi nella mag nora che disprezzo; n, per continuar
gior parte delle lingue. A salutare qual visi che faccia, le riuscir mai di spegnere
cuno i Latini usavano la parola ave, an it senso commune.

augurio di salute e prosperit a principi. visionarti, scrisse in un linguaggioatutli


Per Io che ne Libri Santi vivicare di intelligibite, Gen. i, 24 et 26; n, 7: Disse
cesi di frequente per consolare, guarire, ancora Dio: Produca la terra animali
render la pace e la gioia, ed anche per viventi secondo la loro specie; animali
restituire nel pristino stato una cosa ina domestici erettili c bestie salvaliche della
nimata. Onde Abacuc profeta, nella sua terra. secondo la loro specie. Aveva egli
orazione a Dio pel ristauramento degli gi detto to stesso per riguardo alle pian
Ebrei, Signore , dice, a quelPopera tua te, ai pesci ed agli uccelli. Edisse (Dio):
d esistenza nel mezzo degli anni, cio Facciamo Vuomo a nostra imagine e so
ritornata alPantica prosperit. Ma in Eze miglianza; ed ei presieda ai pesci del
chiele, xinni, lo, it detto che i falsi profeti mare e a volatili del cielo ed alle be
uccidevan le anime che non erano morte e stie e a tutto la terra..... Il Signore Dio
vivicavano le non vive colle menzogne orm P uomo di fango della. terra e
che cercavano far credere al popoto signi gfinspir in faccia un sofo di vila; e
ca che minacciavan di morte quelli che Puomo fu fatto anima vivente. Giusla it
Pavrebbero schlvata rigettando le toro bu medesimo testo, la riproduzione di tutte
gie e promettevano la vitaacotoroche non coteste creature Peretto della benedi
zione impartita toro da Dio; la fecondit
potean non perire dando toro orecchio.
Iddio chiamato it Dio vivo per dis toro non pu passare oltre i limiti n tras
tinguertto da falsi dei, che non esistevano, gredire le leggi da lui prescritte, nessu
o dai toro idoli, oggetti senza vita. Era na si pu perpetuare se non se nella pro
una formola di giuramento appo gli Ebrei: pria specie. Lo stesso ordine statuito pei
Vive il Signore, val dire, vivoe presente vegetabiti: Iddio vi mise it germe immor
per punirmi se mentisco. La terra devi tale che dee conservarne la specie, senza
venti vale talvolta la terra ove viviamo, it quai germe nessuna riproduzione pos
tal altra it cieto, ove pi non pu la mor sibiie, n avverr mai che si arrivi afrar
te. Le acque vive son quelle pure e cor la vita da una molecola di materia a cui

renti, ma G. C. nelPEvangelio chiama fon

Dio non Pabbia largita.

Tutte queste verit si fanno ancor piu


le lfasqua viva la sua dottrina, che con
ferisce alPanima nostra la vita spirituale aperte altorch trattasi della vita dePu0e la conduce alP eterna. Nel medesimo mo: la quale la serie non solamente de.
senso disse s esser la via, la veril e la movimenti od impulsi che riceve per dl
fuori e di cui ha it sentimento o la co
vila. Io. xn, 14.

VI

VI

scienza e di quelli spontanei da lui stesso


prodotti, ma de pensieri eziandio e de
voleri suoi, de quali ha egualmente la co
scienza e it sentimento. l fittoso che vol
lero rintracciare nella materia it princi
pio della vita sensibite od animale prete
sero trovarvi quella pur del pensiero e
della votont; se meglio sien riusciti ri
spelto al secondo punto che al primo,
ognuno it sa. V. ANIIA.
VlTA ETERNA. V. BEATITUDINE.
VIITA FUTURA. V. ln11oursLira DIL
canina.
VITA DE SANTI. V. LEGGENDA, SANTL
VITELLO. Diferenti sensi ha questo
vocaboto nella Scrittura sacra. l." Vale
nemici infuriati, ps. xxi, i5: Circumde
derzmt me vilali multi. 2." In Isaia, per
opposto, indica uomini mansueti e pacici,
dicendovisi che Porso e it vitelto pasco
leranno insieme, cio che i acchi e i sem
plici non avran pi tema di quelli che
parean toro terribiti. s." ll profeta Mala
chia, iv, 2, assomiglia un popoto giulivo
a un branco di vitelli saltellanti in un

e, armati i leviti, commandasse toro di


mettere a morte i pi rei. Si voleva un

267

tal esempio di severit a n datterrire gli


altri e antivenir le ricadute. Quasi cin
que secoli dappoi una tale insensatezza
venne emulata dai toro discendenti, i quali
adorarono i vitelli doro fatti fare da Ge
roboamo per distorre i proprii sudditi dal
recarsi a prestare i toro omaggi al vero
lddio nel tempio di Gerusalemme. nn Beg.
xu, es.
Il pi famoso increduto delto scorso se

coto sattent di provare non essere it


racconto delPadorazione del vitelto doro
n verisimite n possibite: se non che,

giusta it suo costume, ne falsitic parec


chie circostanze; it perch gli fu dimo
strato come nelle sue riessioni trovinsi

quasi tante falsit ed abbagli, quante pa


role. Rfutution de la Bible explique,
l. vi, c. 8 , art. 7; Letttres de quelques

Juifs, etc., part. i, lelt. s.

Obietta egli per l. chera impossibite


che gli lsraeliti formassero un vitelto do
ro nel deserto. Non avean essi avuto,
prato. 4." Nel salmo L, il ai, esprime le dice, a quel che pare, fonditori doro, i
varie specie di vittime: lmponent super quali si trovano solamente nelle grandi
atlare tuum vilulos. Ma in Osea, xiv, 5, citt: impossibite it fare in una notte un
per vilulos labiorum sintendon todi, vo vitel doro di getto e polirtto; ci sarebber
ti, ringraziamenti, quelle che s. Pietro , voluti pel manco tre mesi a un tal lavoro.
l ep. ii, 5i, chiama spiriluales hostias.
Se it nostro critico avesse letto con pi
VITELLO D0R0. idoto fattosi fabricare attenzione la storia da s impugnata, avreb
dagli Israeliti alle falde del Sinai e da essi be veduto che circa un anno dopo Pado
onorato di culto ad imitazione di quelto razion del vitelto doro ci ebbe nel de
che avean veduto praticare in Egitto ver serto e fra gli lsraeliti due fonditori va
so it bue Api. ll fatto vien raccontato nel lenti ad eseguire in oro. argento e bronzo
c. xxxn delPEsodo e dimostra la rozzezza tutti gli ornamenti e vasi del tabernacoto,
di quel popoto e Paperta sua tendenza al Exod. xxxi : avean costoro indubitatamen
Pidolatria. Quaranta giorni prima quegli te apparata in Egitto quelP arte , a que

stessi Israeliti erano stati clti da spaven

tempi gi conosciuta e praticata. Per te

to alto scorgere it terribite apparato con


cui lddio avea toro intimato le sue leggi;
egli avea a medesimi severamente inter
detto Padorare altri dii fuori di s, ed
essi aveangli fatto solenne promessa di
sommissione e fedelt e immolato vitti
me: ma parendo toro Mos indugiasse so
verchiamente a calare dal monte dove ld
dio gli dava i suoi ordini, vollero avere un
Dio visibite, un idoto a cui potere otfrir
sacritzio. Nella pazza festa che celebra
vano in onore di questo, giunsero a tanta

stimonianza degli artisti, bastan due o tre

giorni a fare la forma e it getto dunopera


qualunque, segnatamente se non sia dun
peso considerevole e non vi si richiegga
gran nitezza di lavoro. La narrazione non
dice che it vitelto doro sia stato fatto in
unanolte e lavorato a ceselto,anzi dichiara
che rimase grezzo quale usci dalla forma,
xxxu,24. Gli Israeliti volevano un idoto da

poter trasportare con facitit, ed noto

come anche di presente le nazioni idolatre


si contentino di gure anco lavorate alla
empiet da sclamare: Questi, o Israele, grossa.

sono i tuoi dei che ti han tratto dalla


terra. dEgilto.

Non quindi a stupire che Mos, sde


gnato per si fatta prevaricazione, spez
zasse le tavole della legge, facesse ton
dere e ridurre in cenere quelPidoto e git
tartto nel torrente a cui beveva it popoto,

2. Non credibite, segue it nostro to


sofo, che tre mitioni di Ebrei che aveano
appena visto e udito lddio in mezzo alle
trombe ed a tuoni sarrischiasser si su
bito e in presenza di lui a lasciarne it culto
per tributario a un vitelto.

ancora Epi incrediliit cosa, rispon

268

VI

VI

diamo, vedere gli antichi pagani e i to

legge vietata Pidolatria sotto pena di mor


te, e gli lsraeliti si erano a cotal legge
sottomessi: non potean essi sussistere nel
deserto se non se per sopranatural pro
viilenza; ogniquaholta si ribellassero alla
legge, lddio, abbandonandoli, poteva farll
gidi degli atei ciechi e pertinaci ancor pi; tutti perttre e ne facea toro minaccia. Mos
veder, nalmente, uomini che paion ragio pertanto era obligato a dare un esempio
nevoli, dopo le pi belle risoluzioni fatte in a spese de pi colpevoli, a ne d inti
qualche grave infermit, rimmergersi to morire gli altri, ottener grazia per essie
sto negli stessi disordiniche li trassero sul salvare in tal modo la sua nazione. Che
Portto del sepolcro: eppure si fatte stra trovasi egli in si fatto procedere che me
nezze della mente e del cuore umano ac riti biasimo?
Laccusa mossa da altri critici ad Aron
cadono realmente.
5." Non si pu ridur Poro in polvere ne perla colpa chebbe in quelPoccasione
gettandoto nel fuoco; sol con processi Pabbiam confutata al suo articoto. Alpre
chimici si giugne a sciogliertto , processi sente son gli Ebrei tanto persuasi dette
di cui Mos per fermo non avea conoscen normit della colpa commessa da padri
za di sorta. - Quandp pur fosse uopo at toro che credono lddio ne faccia tuttor
tribuire a Mos cognizioni non communi vendetta, dicendo che in tutte le calamit
in fatto di chimica, non ci avremmo al che toro accadono centra pel manco unon
cuna difcolt, essendo detto che quel le cia della prevaricazione del vitelto dor0;
gistatore era stato ammaesttrato nelParti e ma non pongono mente che quindici se
nelle scienze degli Egizii; ed innega coli dappoi i padri toro si fecer rei dun
bite che quella onde partiamo dagli Egizii delitto ben pi grave e degno della di
non ignoravasi. Ma qui non c bisogno vina vendetta col mettere a morte it
veruno di supporre per congetture, come Messia.
suol fare ad ogni tratto it censore della
VITTIMA. Creatura viva offerta insa
sacra storia. ln questa non altro si dice critizio alla Divinit. Questo vocaboto e
se non che Mos, dopo aver buttato nel Paltro di hostia, che suona to stesso,de
fuoco it vitelto doro, to fece fare in pezzi rivano manifestamente dal latino hoftis
e macinare in polvere e questa gettar nel victus, nemico vinto, e ci danno a cono
Pacqua che bevevasi dagli lsraeliti.
scere la barbara usanza de Romani dim
4." lttos, ultima obiezione, alla testa molare atoro iddii i prigionieri di guerra,
della trib di Levi, uccide ventitremlla usanza che si mantenne appo toro almeno
uomini di sua nazione, che si suppongono instn agli ultimi tempi della republica e
tutti ben armati, perciocch aveano com che pi ormai non sussiste fuor che presso
battuto pocanzi gli Amaleciti: un popoto le nazioni selvagge n mai fu praticala
intero non si lasci mai scannare in tal fra gli adoratori del vero Dio.
modo senza far difesa. Oltreci, un tal fat
La legge mosaica prescriveva si sce
to, se fosse vero, sarebbe stato una bar gliessero animali senza macchia n difet

so stessi pertidiare nelP idolatria , mal


grado to spettacoto deltuntverso che tor
predicava un Dio soto, e in onta alle istru
zioni dedottori cristiani che dimostravan
toro una tale verit; vedere tuttavia og

barie inudita da parte di Mos.


Risp. Veroche la Volgala traduce ven

to per essere offerti al Signore. lddio avea

pur proibito it sacricare animali di carni


tittremita uomini; ma ci ha errore, per-l malsane, perch in parecchi sacritizii una
ch it testo ebraico e it samaritano, i Set parte della vittima dovea servir di cibo
tanta. la parafrasi caldaica, le versioni di ai sacerdoti ed a chi Pofferiva. proba
Aquita, Simmaco e Teodozione. la siriaca bitissimo altresi che, oltre questo motivo
e Paraba mettono soltanto treniilo uo sanitario, Mos avesse interdetto Potierta
mini atto incirca. Cos leggevano nel di certi animali perch preferiti dagli ido
Pautica volgata latina Tertulliano, s. Am latri ne sacritizii alle toro divinit.
brogio, Oltato, lsidoro di Siviglia, s. Gi
E detto nel nuovo Testamento che G. C.
rolamo ed altri padri; prova evidente che fu nostra vittima per essersi offerto Bi
la parola ventilr errore delPamanuen medesimo in sacritizio a Dio suo Padre in
se intrusovi posteriormente. Oltrech poi redenzione del genere umano. Come gli
ridicoto it suppor ben armatiuomini che Ebrei riscattavano i proprii primogeniti
sabbandonavano alle danze ed ai disordi offrendo in sacritizio una vittima, COsI
ni, la storia dice formalmente che quegli G. C. ha riscattato noi col dar s stesso a
morte e versare it sangue suo per preiln
idolatri erano spogliati delle toro vesti.
Quanto alla carniticina, non fu essa n di nostra redenzione.

ingiusta n crudele. Aveva lddio colla sua

Gli increduli, che han Pabitit di ttftito

VI

VI

269

calunniare,dicono questo domma aver stio linguaggio inintelligibite, e gli Ebrei, a


fondamento unicamente sulla falsa idea cui favellava, non ci potean capir nulla.
chcbbero tutti i popoli che a placar in
Sappiamo chei pagani, al sopravenire
collera del cieto si richiedesse umano san- dalcuna publica calamit che riguardas
gue: e non videro per opDosIo, la 1110110 sero siccome eietto delto sdegno del cieto,

da G. C. subita per tutti gli uomini esser facean voto agli dei duua vittima despia
quella che distrusse per sempre tal fu zione. Si cercava per tutta la citt o con
nesto errore diffuso dal paganesimo fra trada Puomo pi brutto e destinavasi al
i popoli tutti. G. C., col far cessare ogni sacrizio, traducendoto al luogo ove es
ser dovea fatto morire quale spettacoto al
gnore, sbandi per sempre da gran parte popoto. Postigli in mano un pezzo di ca
cio
e di pasta e deI chi, to battean sette
del mondo it barbaro costume di sacri

spargimento di sangue sugli altari del Si

car gli uomini; ed anche in questo senso volte con un fascio di verghe composto di
fu egli salvatore duu numero grandissimo certi arbusti e alPultimo bruciavantto in
un fuoco dalberi selvatici, pronunziando
di tali sciagurate vittime.
S. Paoto nella sua lettera agli Ebrei, la seguente formola: u Questa vittima
c. ix, ci ha prte di questo mistero idee espiatrice sia propiziazione per noi. n

pi vere e di Dio pi degne. Osserva egli Chiamavantto xaaoippa, puricazione, od


come fosse uso di ratermar le alleanze me espiazione, e irepiilmpa, lordura, spaz
diante un sacrizio; col che altestavasi la zatura, feccia del mondo. Non ci fer

presenza della Divinit, conciossiach non meremo a far vedere Passurdit e de


si offerisse mai sacrizio che a un essere menza di si fatto sacrizio; dimanderemo
tenuto per Dio. ll perch fa notare che Pai per agli increduli se ci possa esser con
leanza di Dio con gli lsraeliti fu cimentata fronto tra quella sciagurata vittima e G. C.
coweffusione del sangue delle vittime, la messo a morte per Pinvidia suscitata ne
quale effusione sotto Pantica legge era it se gli Ebrei dasuoi ammaestramenti, dalle
gnale e Parra della remision de peccati. sue virt, da suoi benezii e prodigii.
Onde conchiude che conventvasi la nuova
Per giudizio dun commentator prote
alleanza, cotanto pi nobite della prima, stante, a quesPusanza paganesca alludea
fosse anco rassodata col sangue duua vit s. Paoto altorch diceva, l Cor. iv, 9
tima pi pregiata, colla morte cio delto et 15: la mi penso che Dio ha esposti
stesso Figliuol di Dio. Lungi dalPingerirci noi ultimi apostoli come destinati alla
su questo verunaidea dicrudelt per parte morte; conciossiach siamo fatti spet
di Dio, lApostoto ne fa concepire Pecces lacolo al mondo, agli angeli ed agli uo
siva bont e clrmenza di lui. lddio que mini.... Fino a questo punta... siamo
gli che le, per cos dire, le spese tutte divenuti come la spazzatura del mondo
del sacriiizio: ei diede agli uomini Punico (nspixaiaippa-raa) la feccia di tutti (aspi
suo Figliuoto per vittima e prezzo della gbnpo). Se giusta questa congettura, un
tor redenzione. Ma non volle ei gi che protestante non avea interesse dadot
una tal vittima perisse per sempre; ri tarta. S. Ignazio, stando per subire it mar
suscit it Figliuol suo tre giorni appresso tirio scriveva a quei dEfeso chei sarebbe
e per tal modo to mise al possesso di tutti stato tor vittima despiazione (pitimlua)

gli onori e diritti della Divinit e fe ces e una puricazione (cigno-lita) per la tor
sare ogni ragione di sparger sangue su gli gchiesa. ll confronto di questi due passi
ne sembra dimostrare poter i patimenti
altari.
Daltra parte i sociniani , pigliando la de santi giovarci quali espiazioni, per via
parola di ostia, viltima. sacrizio, reden almeno d intercessione.
VITTORINI. Canonici regolari di s. Vit
zione in senso metaforico, abbalterono tut
ta quanta la teotogia di s. Paoto. Se G. C. tore, it cui capoluogo Pabbazia che porta
si immolato a pro degli uomini in que- questo nome , fondata a Parigi da Lodo
sto senso soltanto che sia morto per con vico IV o it grosso, Pa. u15. Quanto sap
fermare la verit di sua dottrina,dar toro piamo di certo intorno alla sua origine,
Pesempio d una sommession perfetta a dice P autore delle Ricerche intorno a
Dio. insptrar coraggio ai martiri, ec., qual Parigi, che al principiare del secoto Xii
ra-somiglianza ci ha tra Poggetto e imo eravi nel medesimo luogo una capella di
tivi di tal morte e quelli delPimmolazione s. Vittore, ove serbavansi alcune reliquie

delle vittime? Gli ammaestramenti e gli di quel santo martire. Guglielmo di Cham
esempi non sono n un prezzo n un ri peaux arcidiacono di Parigi, maestro del
scatto n un cambio n unespiazione. in famoso Abelardo, vi si ritir con alcuni
questa ipotesi s. Paoto avrebbe partato un suoi discepoli ed amici, vesti Pabito e
Bustin1. Vol. Vl.

54

270

V0

Vi

abbracci la vita di canonico regolare. Ben passi ne quali s. Paoto chiama peccato la

presto le toro virt e i talenti del capo concupiscenza o la natural tendenza al


di quella cotonia acquistarono fama alla male colla quale veniamo al mondo. Una

toro casa; onde parecchi di essi furon tale tendenza vizio, gravissimo difetto
chiamati per formare altrove congrega di nostra natura scaduta dalla primtiva in
zioni sul modelto di quella di s. Vittore. nocenza per la colpa dAdamo, ma non
Forni essa alla Chiesa uomini dalto meri peccato propriamente detto o cattiva quali
to: Ugo e Ricardo di S. Vittore, Pietro t libera, imputabite e degna di pena, ch
Lombardo, it poeta Santeuit, ec., apparte tale per nessun modo ce la dipinge Pa
neano a quellistituto. lia. i in ne furono postoto.
QuesP equivoco venne ottimamente
tratti dodici canonici per riformar quelto
di s. Genovefa. it p. Gourdan, un de toro schiarite da s. Agostino. La concupiscenia
canonici, lia dato in sette volumi in fol. la dicegli essersi appellata peccato in altro
storia degli uomini grandi di quel mona senso, perch Pacconsentirvi peccaree

stero. V. Vie dea pres et dea martyrl, t. VI. perch essa in noi destasi malgrado no'
VIZl0. Signica questa parola in ori stro, De perf. iustilia, c. 21, n. 44; e
gine difetto, mancamento, e dicesi cosi nel l. i Contra duas ep. pelag., c. 15,
nel senso sico come nel morale. In questo n. 27, e la concupiscenza chiamarsi pec
esprime una naturale tendenza ad una cato non perch sia peccato in s, ma
bitudine contratta di far ci che vietato perch effetto del peccato, intendasi di
dalla legge di Dio. A quel modo che un quelto dAdamo; e lietract. l. i, c. lll,
certo numero di buone azioni fatte da un n. 2, altorquando PApostoto dice: Quelto
uomo non prova-chei sia nato virtuoso, che non voglio io fo, chiamarlui questa dis
alto stesso modo parecchi mancamenti dal posizione peccato per esser effetto e pena
medesimo commessi non provano esser del peccato. La stessa cosa ripete De con
lui vizioso: Pabitudine quella che costi tinentia, c. 5, n. o; De mzpt. etconculm,

tuisce la virt od it vizio. Pu un uomo c. 25, n. 25; Op. imper/, l. n, n. 71 etc.


esser nato con una gagliarda inclinazione
al vizio e tuttavia acquistar P abito della
virt mediante la perseveranza nel com
battere tal prava inclinazione, giusta la
massima che Pabitudine una seconda
natura: in tal caso la virt ha maggior

merito perch costa sforzi maggiori.

l
l
|

Onde se nel corso del disputare copela


giani e sembra tatora considerar la conca
piscenza come peccato abituale, imputa
bite e da condannarsi, intende per essa
certamente un vizio, un difetto, una qua

lit n todevole n affatto innocente, co


me voleasi da pelagiani.

Egli oltreci evidente pel testo ine


A torto alcuni toso moderni, pessi
mi moralisti, asserirono che dun vizio o desimo averta s. Paoto intesa nel senso
difetto dio1iole non si pu mai appieno che vi applichiam noi, e che la nostra ver
correggersi: Pesempio di non pochi santi sione sarebbe assai pi chiara se la voce
nomini dimostra come, colla grazia di Dio lzap-ria si fosse tradotta per vilium anzl
e colla perseveranza a frenare mediante che per peccatum. Rom. vu, 7; signi
atti contrarii una malvagia tendenza o cando spesse (late it vocaboto greco e it
un abito fortissimo, pu Puomo giugner latino ne varii autori non altro che difet
to , unimperfezione qualsiasi o votonta
benissimo alla intera riforma di s.
in varie lingue it vocaboto vizio tradu ria 0 invotontaria: e to stesso vale della
cesi sovente con quel di peccato, come parola peccare nella nostra lingua.
ch non abbiano esattamente la stessa signi
VOCALI. V. Euuuo.
VOCAZIONE. Nel nuovo Testamento
canza. Peccato, nella accezion pi com
questa
voce signica di via ordinaria Il
mune, unazion votontaria, libera, pon
derata in opposizione alla legge di Dio, favore che lddio si degnato impartire
e quindi imputabite a chi la commetta: agli Ebrei ed a gentiti col chiamarti a cre
un vizio naturale non n votontario n dere in G. C. mediante la predicazion del
quindi imputabite , sopratutto se P uomo Vangeto. Da s. Paoto vengono i fedeli a0
adoperi a combatterta ed emendarsene. stantemente appeitati prediletti da Dt0i
Quator sia stato contratto per abitudine chiamati atla santitJiom. i, 7. S. Ple
o per atti reiterati, libero e votontario tro, i ep. i, lo, li esorta ad accertare Per
in sua causa; pu nondimeno aver acqui mezzo di opere buone la propria voca
stato tanta forza da scemare non poco la zione ed elezione.
In secondo luogo, vocazione vale an(the
libert dogni atto che ne provenga.
Col fare esatta distinzione di queste due la destinazione d alcuno a un particolar
cose si sarebbe schivato d abusare de ministero; onde s. Paoto dice s chiamati)

V0
allapostolato,vocalus apostolus, Rom. i, l .
Dichiara che nessuno arrogar si dee Po
nore del ponticato se non siavi chia
mato da Dio come Aronne, Hebr. v, 4,
Per terzo, esprime to stato dun uomo
nelPatto desser chiamato alla fede. Con
siderate la vostra vocazione, dice PApo
stoto, I Cor. l, no, come non molti sa
pienti secondo la carne, non molti po
tenti, non molli nobili, ec. E vu, 2o:
Ognuno resti in quella vocazione in cui

fu chiamato.
Avvi per detesti delto stesso aposto
to in cui la parola vocazione merita vi
si badi particolarmente. Noi sappiamo,
dicegli, Rom. vm, 28, che le cose tulle
tornano a bene per coloro che amano
Dio, per coloro i quali secondo il pro

v0

274

non il disegno gratuito e misericordioso


di Dio, ma it buon disegno o le buone dis
posizioni delPuomo; Ignoranles , dice a
tal proposito it santo dottore, idea diclum
esse quid secundum proposilum vocali
sunl ut Dci, non hominis, propositum
inlelligalur, quo eos quos prwscivil el

prwdestinavil conformes imaginis Filii


sui elegil ante mundi constilutionem.
Non enim omnes vocati xecundum pro
posilum sunl vocati; quoniam multi vo
cati, pauci electi. Ipsi ergo secundum
proposilum vocali qui elecli ante conati
tu-lionem mundi.
l partigiani della predestinazione asso
luta trovarono ben fatto it supporre che,
per gli elelli,s. Agostino abbia inteso i beati
e pel disegno di Dio la predestinazioue alla

ponimento (di lui) sono slati chiamati gtoria eterna. TutPaltro. l. In quel luogo
santi. Imperocch coloro clregli ha pre si trattava solamente di provare contro i
veduti li ha anche predestinati ad es

pelagiani esser la predestinazione alla

ser conformi alfimagine del Figliuol grazia e alla fede puramente gratuita, in
suo. E Rom. lv, s: A chi.... crede in dependente da qualunque merito e buona
disposizione dal canto delPuomo; s. Ago
pulala la fede a giustizia , secondo il stino non ebbe mai contesa co pelagiani
proponimento della grazia di Dio. Al circa la predestinazione alla gtoria eterna:
c. lx, il H , dopo aver partato di Giacob onde se it santo dottore sembra tator con

colui che giustica P empia gli im

be e dEsa, osserva come, non essendo fondere coteste due predestinazioni, que

ancor nati e non avendo fallo n bene sto non pu n punto n poco render
n male (afnch fermo stesse il propo oscuro it senso delle parole di s. Paoto.
nimento di Dio che secondo Pelezione), 2.i Gli chiaro che in tutti lpassi recati
non per riguardo alle opere ma a colui PApostoto si proposto unicamente di
che chiam, fu delto (a Rebecca): Il mag provare che la grazia della fede conce
giore sar servo del minore. Al c. mi5, duta vuoi agli Ebrei, vuoi a gentiti, non
Ephes.: Dio ci predestin alVadozione fu altrimenti Il guiderdone di toro opere
de figliuoli per G. C. a gloria sua, se o virt, bens un favore, un dono gratuito
condo il beneplacilo della sua volont, della divina misericordia. A che scopo
e ci vien ripetuto al il u. Finalmente , s. Agostino avrebbe lrto un si fatto sen
n Tim. i, 5: Dio ci ha liberali e ci ho so? 5. Quando s. Paoto e s. Agostino di
chiamati con la vocazione sua sanla non cono che i fedeli son da Dio predestinati
per le opere nostre, ma secondo il suo ad esser conformi alPimagine del Figliuol
proponimento e secondo la grazia la suo, non trattasi gi duna conformit nella
quale a noi slala dala in Cristo Ges gtoria eterna, ma si nella santit e nella
prima che cominciassero i secoli. In tutti virt. Siccome abbiam porlato Pimagi
gli addotti testi it disegno di Dio viene ne dell uom terreno , dice PApostoto ,
l Cor. xv, 4o, portiamo anche Vimagine
espresso colla voce proposilum.
Dal confronto di essi ne pare evidente del celeste. E Il Cor. ni, 18, dopo favellato
avere s. Paoto colta della voce inteso la della cecit degli Ebrei, Noi tutti per,
mira o it disegno che ebbe lddio nel chia soggiunge, a faccia svelala mirando quasi
mare alla fede cotoro che gli piacque non in uno specchio la gloria del Signore ,

a cagione de tor meriti presenti o futu


ri, sibbene per liberissima e alfatto gra

nella stessa imagine siam trasformati

risoluto non abbia da tutta Peternit. Per

ginc di colui che lo cre. Neppur qui

ci s. Agostino, Contra duas epist. pe

conformit nella gtoria. 4." Finalmente ,

lagiarL, l. n, c. lx, n. 22,cit questi me

altorch s. Agostino dice che non tutti

di gloria in gloria come dallo spirilo


tuita elezione; disegno ed elezione che del Signore. E Coloss. nn, lo: Ilivestiti
sono una vera predestinazione, concios delvuomo nuovo, di quello il quale si
stach lddio nulla faccia nel tempo che rinovella a conoscimento, secondo Vimo

desimi testi e cosi spiegolli contro de pe sono stati chiamati secondo il disegno di
lagiani,i quali per proposilum intendeano Dio intende chiaramente di dire che non

272

V0

V0

tutti hanno cOITisPosIo ad esso disegno;


e citando le parole Multi sunt vocati ,
pauci vero etecti, ha inteso, al pari del
Pttvangelio e di s. Paoto, pochi esser quelli
che corrispondono alla tor vocazione alla

non si praticasse 10 stesso in Roma e nei.


Paltre chiese d Italia dove it greco non
partavasi volgarmente; onde fu mestieri
duna traduzion latina perch potesse dal
popoto farsi essa lettura. S ignora per
fede, posclach VApostoto chiama costan chi ne fosse Pautore e in che tempo venisse
temente i fedeli gli eletti di Dio. V. Plus fatta; soltanto noto che per Pantico Te
stamento venne condotta sul greco de
DEsTINAzioNE.
commune avviso che, per abbraccia Settanta, non sulloriginal ebraico. Fu det
re to stato ecclesiastico o religioso, vuoisi ta ilalica, ilalo vetus, perch avea corso
esservi chiamato con vocazione speciale principalmente in Italia, e votgala ossia
di Dio. imponendo P uno e P altro stato version commune.
doveri particolari e spesso difciti a chi
Acciocch sappiast che cosa debba pen
vi entrato, sperare non si pu dadem sarsene, riferirem per l. le prove del
,pierti ove non si abbian da Dio le grazie Pantichit ed autorit della Volgata; per
necessarie, e sarebbe temerit Paspet 2.- risponderemo alle obiezioni de prote

tarte, chi avesse disposto di s contro la stanti; per 5. esporremo ci che abbia
votont di Dio. Vero non rivelarsi da fatto s. Girolamo per ridurre questa ver
lui a ciascun individuo la condizione che
gli prepara; ci son per de segni pei quali
si pu far prudente giudizio dessere chia
mato a questo piuttosto che a quelto stato.
Una ferma, costante e sperimentata in
clinazione a consecrarvisi, un amor di
chiarato per le pratiche e i doveri da esso

sione alto stato attuale; esamineremo


per 4." it decreto del Tridentino che tha
dichiarata autentica; s. nalmente toc
cheremo delle emendazioni e delPedizioni
che ne furon fatte.

greco idioma. Posciach, per testimonian

si sarebbe potuto indovinare di quale fa

I. Prove detVantichtt ed autoril

della Votgala. I criticl protestanti non fi


imposti, un diuturno esercizio delle virt pigliarono tampoco la briga di riferirle e
che esige, un assoluto distacco da ogni in confutarte; noi ci conterremo pi leal
teresse e mira temporale son segnali non mente con toro. l.- Non ostante le molte
equivoci di salda vocazione. E a n di ac versioni greche delP antico Testamento,
certarsene, vennero istituiti i diversi gra quelle cio dAquita , di Teodozione, di
di del chericato e i seminarii per gli ec Simmaeo, e due altre raccolte da Origene
clesiastici, la probazione e it noviziato ne suoi Otlapti, le chiese greche segui
per to stato religioso. Chi prova difcolt rono costantemente la version de Settanla
a sottomettervisi difdar dee non poco n per tali nuove versioni scemarono pun
della propria vocazione e paventare non to it credito e Pautoritt di che godevaii
i voti che pronunzier abbiano a riuscir protestanti pi ate dieder carico a pa
gli fonte di sciagure per questo mondo e dri di tal prevenzione. Gli questo it mo
per Paltro. Queste considerazioni ci mo tivo per cui la version de Settanta venne
strano quanto grave colpa commettasi da detta da s. Girolamo xoiim, cio commune,
genitori che non han riguardo a violen epist. ad Suniam et Fretetum, e nel
tare la vocazione deproprii gliuoli e da commentario del c. Lxv dlsaia edilio toto
cotoro che seducono questi ultimi facendo orbe vulgala. Perci, Pesservi anco state
tor credere falsamente che un dato stato insin dalP origine parecchie versioni la
toro convenga e rappresentandone ad essi tine della Scrittura non toglie ve ne tosse
i vantaggi senza rammentarne anche i do una pi commune, pi rispettata, pi ge
neralmente seguita delPaltre nelle chiese
veri e gli inconvenienti.
VOLGATA. Versione latina de Libri latine; e per questo motivo da s. Girolamo
Santi della quale si fa uso nella chiesa chiamata viilgala edilto, latina edilto,
cattolica. Non ci ha punto di dubio in latinus iuterpres, lattnus transtator, e
questa chiesa che, insin dal cadere del se da s. Agostino ilala. interprelatio, lati
coto I o al principiar del II, anzi prima nus interpres; espressioni che designano
che morisse Pultimo degli apostoli, o im manifestamente una versione pi cono
mediatamente dopo, non ci sia stata una sciuta, pi popolare pi communemente
version latina si delPantico che del nuovo seguita di qualsiasi altra. Ove ne fossero
Testamento per uso de fedeli ignari del state parecchie egualmente in uso, 11011
za di s. Giustino, Apol. i, n. 67, soleansi vellassero quedue padri, n si sarebbero
leggere nelle cristiane adunanze gli scritti essi intesi nelle lettere che si scrissero
deprofeti e le memorie degli apostoli, su questo argomento.
s. 8. Girolamo, esortato da papa Da
dubitar non si pu che n da primordii

V0

V0

273

maso a dare una nuova edizione del Te


stamento nuovo conformemente al testo
greco, gli obietta it pericoto che si corre
a riformar una versione alla quale tutti
sono gi avvezzi,i riclami e le censure a
cui trovasi esposto un traduttor nuovo.
Ma se le diverse chiese fossero state as
suefatte a varie versioni, se stata non ci
fosse tra toro nessuna uniformit, i timori
di s. Girolamo non avrebbero avuto verun
fondamento. Con che ragione sarebbesi a
lui conteso nel secoto V it privitegio onde
avean goduto altri per trecento anni di
tradur la Scrittura come Pintendevano?
Pure it fatto chiari che it santo dottore
non sapponeva a torto; ne racconta egli
stesso le aspre grida che si levarono per
aver lui osato dare sul testo ebreo una
versione latina del vecchio Testamento la
quale discostavasi in parecchie cose da

4. Infatti sin dal cadere del ll attesta


Tertulliano che ci era una version latina
della Scrittura , universalmente ricevuta
in tutte le chiese cattoliche. Nel c. 17 De
prwscript. rinfaccia agli eretici Paudacia
toro riguardo alla Scrittura. I:la hwresis,
dice, non recipil quusdam Scripturas;
et si quas recipil, non recipil integraii,
adiectionibus et detractionibus ad dispo
silionem instiluti sui inlervertil; et si
aliqualenus integras prwslat, nihilomi
nua diversas exposiliones commenlala
convertil. Tantum veriluti obstrepil
adulter sensus quantum et corruptor
styluLNei c. lo e 2o asserisce non altrove
che nella cattolica chiesa potersi rinvenire
la verit delle Scritture, la vera interpre
tazione delle medesime e le vere cristiane
tradizioni. Come gli sarebbe bastato Pani
mo di partare in tal guisa se ci fosse stata
quella dei settanta interpreti. Ci conserv in essa chiesa variet di versioni, inter
le invettive di Runo , che accusavatoa pretazioni e tradizioni? Gli eretici gli
tal proposito qual bestemiatore e sacrite avrebber dato mentita.
s. Tra tanti traduttori latini quanti
go. Apolog. contra Buf. , l. nn. Reca non
lieve stupore che, per difendersi, non ab suppongono ce ne avesse i protestanti co
bia allegato mai la variet delle versioni me mai non se ne trovarono alcuni che
seguite dalle diverse chiese latine. S. Ago ottenessero per s it maggior numero de
stino scrivevagli che in certa chiesa dA voti e salissero in fama per Peccellenza
frica dovera stata letta la sua nuova tra di toro versioni? Prima di s. Girolamo gli
duzione it popoto sera mosso a tumulto scrittori ecclesiastici n pur uno ne ricor
perch nella profezia di Giona, iv, o, in ve dano: s. Agostino, it quale ne parta soto
ce di cucurbila leggevasi hedera. Ep. Lxxi in generale, sembra fare pochissimo conto
ad Hieron, c. 5, u. u; epist. Lxxxn, c. s, de tor lavori, come vedremo recando pi
n. es. E ci si vuol far credere che quelle abbasso le sue parole. Fra tanti settarii
chiese africane le quali s erano impen che suscitaron turbe nella chiesa latina,
nate pel mutamento d una parola appe montanisti , manichei , novaziani, dona
ua, al tutto indifferente, si permettessero tisti, ariani, ec.,eche gridarono si alto con
le une alPaltre di servirsi abitualmente di tro di essa, come non se ne scontr nes
quella versione che tor meglio andasse a suno che le abbia rimproverata Pincer

grado!
5. Per tutta la lettera di s. Girolamo
a Sunia e Fretela scorgesi tino a che se
gno giunga la riverenza sua per la volgata
latina de Salmi; a malgrado delle molte
mende che vi addita, vuol che si conti
nui a cantarti nelle chiese, per non esser
tali mende ritevanti al punto di richiede
re la riforma dun uso cos vetusto. Nes
suna di esse infatti attacca it domma n
pu trarre it popoto in errore. ll santo
dottore aggiugue le sue correzioni esser

fatte pe dotti e non gi pel popoto. So


lamente adunque alla ne del secoto IV
cominci nella Chiesa cotesta ostinata af
fezione del popoto alla Volgata? Esembra

tezza che produr dovea nella sua fede e


dottrina la variet delle versioni bibliche
ondella faceva uso? Due fenomeni son
questi assai strani.

e." Ci riesce tanto pi incredibite per


aver noi veduto avvenire it

contrario

presso i protestanti. La variet delle tra


duzioni della sacra Scrittura , la libert
dintenderta e di spiegarta come ciascuno
crede a proposito, fece sorgere tra toro
quella moltitudine di sette che si detestano
e spesse ate si tormentarono le une le al
tre, senza che nessuna conferenza, nessu
na amichevole discussione de testi scrit
turali sien giunte mai a rappattumarte fra
toro. Noi non esitamo ad affermare che, se
fosse esistita la stessa causa nella chiesa la
tina pel corso di tre secoli, avrebbe prodotto
imedesimi effetti. Ma niente di simite vi

per opposto che le chiese, getose di tor


libert, dovessero antivenire una nuova
versione, come fecero i protestanti al se
coto XVI: ma tal pretesa libert ne primi accaduto. Comech le chiese d Italia ,
dA.frica, di Spagna, delle Gallie, ec., sieno
secoli empiet sarebbesi reputate.

274

V0

state spesso perturbate da novatori, ri


masero esse per unite nella professione
della medesima fede, fedeli nel seguire la
medesima regola, neiPatienersi a uno stes
so centro dunit, e cosi Phanno attestato
col nome di cattoliche, al quale non rinun
ziarono giammai. 0ndesse perseverarono
nelP attaccamento che aveano alP antica

V0
quando son provati daltra parte. V. Eu
seb., Hist. ecclem, l. n, c. s, e le note.
Ecco qua una buona porzione degli
scritti del nuovo Testamento che han po
tuto e dovuto esser noti a Roma innanzi
Pa. a7, epoca del martirio di s. Pietro: e
perch non sarebbero stati tradotti in la

tino n da quel tempo stesso? Se i pro


Volgata, come vedremo pi avanti. it Le testanti suppongono che i due prefati apo
Clero, che sent questa verit, procacci stoli, che i ss. ltiarco e Luca e gli altri
di cansarta. A detta sua, le dissensioni che compagni di s. Paoto non si dessero nes
son di presente tra le sette protestanti sun pensiero di render la lettura depro
non procedono gi dalla differenza delle prii scritti agevole a semplici fedeli, it
versioni onde fanno uso, ma dal diverso Basnagio, it Le Clere, it Mosemio a torto
signicato che applicano agli stessi voca affermano infgenerale avere gli apostoli ei
boli. Animadv. in ep. Lxxi s. Aug.,
4. primi pastori della Chiesa avuto gran cura
Frivoto sutterfugio. La differenza delle ver di porre tosto le Scritture in mano de toro
sioni non sta ella dunque nel diverso sen proseliti, di farte voltare in tutti gliidiomi,
so che si d alle medesime parole? lino di raccommandarne la lettura, ec.; essere

stro critico confessa la verit mentre si stato questo un de mezzi che pi efca
studia negarta.
Pu vedersi ne fratelli Wallembourg ,
De instrum. probandw dei , part. nn,
sez. n e seg., no a che segno da prote
testanti sia stato guasto it domma colPin
fedelt delle versioni.
Trattasi ora di vedere se gli scrittori

cemente concorsero alla fondazione del

cristianesimo: non bisogna distruggere del


Puna mano ci che si costruisce colPaltra.
Ma noi non abbiam bisogno del parer
toro per formare it nostro. L apostoto

s. Paoto, n Cor. xn, 2a, xiv, 26, d per


communi nella Chiesa it dono delle lingue

cattolici abbian sognato altorch avvisa

e quelto dinterpretarte; vuole, a1,

rono che questa prima versione fosse stata


fatta principalmente a Roma e di t passata
alle altre chiese latino, di cui la romana fu
madre ernaestra. A sapere che cosa pen
sar ne dobbiamo, noi non faremo gran caso
della testimonianza di Ruilno, it quale,
nella sua seconda invettiva contro s. Gl
rolamo, sostiene da s. Pietro aver la ro
mana chiesa ricevuto i libri di cui fa uso.
Quei critico, comunque dotto , era teme
rario e partava per stizza, n per altro
fu iodato da protestanti che per essere
stato nemico dichiarato di s. Girolamo:
noi abbiam bisogno daltre prove.
Stando aliopinion commune , adottata

che quando un fedele paria una lingua


straniera, un altro gli faccia da interpre
te, commando certamente non men ne

desima citt gli Atti apostolici. Finalmen

perch ha essa potuto aver pi presto

cessario in Roma che altrove cosi per gli


scritti come pei discorsi fatti a viva voce.

Noi presumiamo altres che ogni cristiano


si facesse sollecito di iegger gli scritti de
gli apostoli e che una tal lettura eccilas
se in toro it desiderio di conoscere i libri

del vecchio Testamento in quelli spessi


volte citati. E ne lnferiamo che la ver

sion latina tanto degli uni che degli altri

fu intrapresa per tempo e successivamen


te proseguita da varii autori. Sosteniamo
eziandio che tal versione trasmessa che
anche dai pi valenti tra protestanti , fu alle chiese latine man mano che si
s. Pietro era in Roma Pa. 45, di t scrisse formarono, vi godette della medesima au
la sua prima lettera ai fedeli dellPAsia mi torit di quella deSettanta fra i Greci, e
nore, e ivi compose s. Marco it suo van che nessuna communtton cristiana fu ten
geto conformemente a quanto predicava tata di cangiarta, it che sar dimostra per
quelPapostoio. La. se s. Paoto mandava quanto diremo in appresso. Egli certo
da Corinto la sua lettera a Romani, e ve oltreci che la chiesa di Roma ebbe sem
nuto in persona a Roma Pa. o1, vi si ferm pre maggior corrispondenza dalcunaitra
due anni e di t spedi Paltre sue a Fite con tutte le chiese del mondo, siccome at
mone, a que di Fitippi, ai Cotossesi, agli testava s. Ireneo prima dei cadere del se
Ebrei; e Pa. a5 s. Luca stese nella me coto ii, Adv. hwr., l. ni, c. 5, n. a; it
te, Pa. ca, s. Paoto, incarcerato a Roma dogni altra una compiuta collezione e tra
insieme con s. Pietro, indirizz la sua agli duzione de Libri Santi. Per pura capar

Efesini e la seconda a Timoteo. Un po biet negan di ci ammettere i protestanti!


pi o meno di precisione in queste date ascoltiam ci nonostante le difcolt che
non nuoce per niente alla verit dei fatti, essi movono.

V0
Il. Si risponde alle obiezioni de pro
teslanli. ll Mosemio, Hist. christ., sec. ll,
Se, noia, cita s. Girolamo, it quale nella
sua prefazione sugli evangelii dice aver
trovata una diversit immensa tra le va
rie interprelazioni della Scrittura ed es

V0

'725

che chiarisce vera la nostra sentenza e

falsa quella de protestanti. Ma ad essi non


verr fatto mai di provare che, dopo quel
Pepoca, vi fossero ancora in occidente al
tre versioni, da quelle due in fuori, se
guite in una chiesa qualsiasi.
sere it numero delle versioni prcssoch
s.- obiezione. Tra i quattro esemplari
eguale a quel delle copie. - Ma it santo della versione italica de vangeli publi
dottore si spiega e Cur non, domanda, cati in Roma nel 1749 dal p. Bianchini,
ad grwcam originem revertentes , ea che che ne dica Pedittore, avvi delle dif
quiz vel a. viliosis interpretibus male ferenze le quali non ponno essere mere
reddilo, vet a prwsumtoribus imperi varianti de copisti; son esse quindi inter
tis emendala perversius, vel a librariis pretazioni diverse del testo date da di
dormilanlibus aut addila sunt aut mu versi traduttori.
lala corrigimus? Ecco tre cagioni sufli
Risp. Fiuch non ci vengan mostrate si
cienti a far che si considerassero i diversi falle essenziali differenze, noi ci atierre
esemplari duua stessa versione per al mo piuttosto alPavviso delP editore che
tretante interpretazioni diverse. Lo stesso non alPopinione decriiici protestanti,
avveniva degli enormi sbagli corsi ne trascinati sempre da amor di sistema a
manoscritti della Voigata moderna inanzi giudicar sinistramente. La , in generale,
sinventasse la stampa, e della versione falsa regola di critica it decidere che le
de Settanta prima che Origene, Luciano, diverse lezioni de mss. non possano pro
Esichio , Eusebio e s. Girolamo avesser cedere unicamente dalla ignoranza, disat
posta la pi scrupotosa ditigenza ad emen tenzione o temerit degli amanuensi, i
darne le varie copie. Walton, Proleg. o, quali, come not s. Girolamo , ardivan
n. 2l. Il perch s. Girolamo, partando correggere quel che non giugnevano a ca
della sua nuova traduzione degli evange pire. in quante occasioni it mutare, Pag
iii, soggiugne: Qme (evangelici), ne mut giugnere o Pomettere una sitlaba ponno
tum a, lectionis latinw consuetudine alterare assolutamente it senso dun passo
discrepfzrenl, ila calamo temperavimus e porger Perrore invece della verit! E
ut, his lantum quw sensum videbantur quanti gravi abbagli si son rinvenuti in pa
mulare correctis, reliqua manere pate recchi manoscritti degii autori profani! Ori
remur ut fuerant. Le parole lectionis gene, hom. xv in 1erem., n. s, hom. xvi,

latinw consuetudo non signican gi pi n. lo,e s. Girolamo, Prwf. in iib. Para


versioni fatte in diversi tempi e da au lip., notarono fra i diversi esemplari del
tori diversi. S. Agostino nella sua let greco de Settanta ditierenze pel manco
tera Li a s. Girolamo, c. 4, n. s, sespri tanto considerabiti quanto quelle che tro
me al modo stesso circa Penorme divario vavansi nelle copie della Volgata latina:
degli esemplari della Scrittura, in di da ci per non ne viene che i primi pro
versia codicibus; n se ne pu altro de cedessero dai diversi traduttori e che le
chiese greche avessero adottato versioni
durre.
2.- Obiezione. Non poche chiese dlta differenti. Quando i padri altribuirono a
lia , quelle , ad esempio, di Mitano e di malizia degli Ebrei le differenze sostanzia
Ravenna, fecero uso di pi versioni di li che corrono tra it testo ebreo e la ver
verse prima e dopo quella di s. Girolamo, sion de Settanta, i critici protestanti gri
cosa che da nessun dotto si pu negare. darono contro quesP accusa e sostennero
Risp. Se per versioni diverse intendansi che tuttoci derivar potea unicamente
diversi esemplari pi o men corretti del dalla poca cura ed abitit de copisti; ora,
Pantica Volgata, stiamo co ss. Girolamo e essendosi cungiaio it toro interesse, li u
Agostino, n la cosa poteva andar daltro diam ragionare tutPaltrimente.
4. Obiezione. Le varie parti del nuovo
modo: ma se vuol partarsi delle diverse
traduzioni fatte da diversi autori e infe Testamento non han potuto esser raccolte
rirne esser quella una libert propria del insieme avanti it principiare del secoto Il;
le dette chiese, to neghiamo assolutamen e perci fu impossibite it farne inanzi quel
te, sendoci le prove del contrario. Noi Pepoca una traduzion latina.
Hisp. Una traduzione compiuta e inte
confessiamo eziandio che, quando compar
ve la nuova versione di s. Girolamo , ra, ognuno it vede; ma perch non si sa
molte chiese ricusarono dadottarta e con rebber tradotte le varie parti man mano
servarono nelPofcio divino la vecchia che uscivano e che se ne avea cognizione 'f
Volgata per riverenza aiPantichit sua; it Nessuno ardi afermare che questa tradu

276

V0

V0

zione sia stata fatta da uno stesso autore a tale coraggiosi da imprendere una com
n ssarne la data precisa: a noi basta pinta versione della Scrittura dal greco
aver dimostrato che in nessun luogo tor

in latino? Presso i greci vi erano almanco

nava pi agevole che in Roma it raccorre sei versioni delP antico Testamento ben
insieme tutti quegli scritti e trastalarii; conosciute, giacch Origene le avea rac

non ci volle pi che leggere it vangeto di colte ne suoi Otlapli; ci tuttavia non
s. Matteo per invogliarsidi voltare in latino scem Paffelto delle chiese greche perla
Pantico Testamento dei settanta interpreti.
l protestanti, torniamo a dire, non si ricor
dan pi di quelto che scrissero della pre
mura avuta da primi predicatori delPE
vangelio di far leggere la sacra Scrittura
a fedeli e sulla necessit delle bibbie in
lingua volgare: ma quando mai stetter
fermi in alcuna toro asserzione?

s. obiezione. Qui Scripluras ex he

version de Settanta. Tanto avvenne nelle


chiese latine rispetto alPantica Volgata.

La caparbiet it sostenere che ilala


inlerprelalio non sia tuttuno con lali
mia interpreii, come la chiama altrove
s. Agostino. Poco monta che Pabbia cosi
appellata anzi che romana, africana, vol
gare , ec., da che certo che le chiese
nessunaltra ne seguivano per Puso: it

brwa lingua in grwcam verterunl nu dirta chei fa preferibile un segno dap


merari possunl, latini outem interpre provazione delPuso invalso, non un desi
tes nullo modo. Ut enim cuique primix derio di ci che ancora non era. Poich

dei lemporibus in manua venil codez- s. Agostino, epi:i. Lxxi ad Hieron.,c.4,


grwcus, el atiquanlulum facullalis sibi n. e, dichiara a s. Girolamo daver colla
utriusque linguw habere videbatur , zionato la sua recente traduzione latina
ausua est inlerprelari, cosi s. Agostino, del nuovo Testamento col testo greco, non
De doetrin. christ., l. n, c. u, n. l8. E al veggiamo perch non abbia potuto alme
c. lo, n. 22:1" ipsis inlerprelationibus no consultar persone che intendessero it

Ilala cwteris prwferalur; nam est ver

greco meglio di s e darsi delP autorit

borum lenacior eum perspicuitate sen


tenliw. lndarno,a detta del lttosemio,si vor
rebbe trar partito da quesPultime parole
del santo dottore. l." Esse signicano sola
mente che tra le diferenti versioni latine
usate in Africa ce navea una chiamata
italica, o perch erasi ricevuta dltalia, o

toro. Nelle sue dispute contro i manichei,


ariani, donatisti, pelagiani non trattossi
mai della differenza delle versioni bibli
che: non accade cosi delle quistioni che
si agitano fra noi e i protestanti.
E dove erasene andato it solito buon
giudizio del hlosemio quando fecesi a de
perch italiano nera Pautore , o perch ridere le cure adoperate da dotti cattoli
in pi chiese dltalia veniva essa adope ci, quali it Nobitio, it p. lllorino, it Mar
rata; cose tulle incerte: 2." questa stessa tianay, it Sabalier, it Bianchini ed altri, a
denominazione attesta che la detta ver far ricerca e raccolta degli avanzi delPan
sione non era quella di Roma, altrimenti tica Volgata qual era prima di s. Giro
s. Agostino Pavrebbe appellata la version lamo e darne una compiuta edizione? Ei
romana: 5. poich questo padre deside non doveva ignorare che tutti i monu
rava si preferisse, non la si preferiva dun menti antichi son preziosi per la chiesa
que ancora alle altre; ovessa fosse stata cattolica, perocch ella vi scopre di con
communemente in uso, egli avrebbe detto tinuo novelle prove della verit di sua

la nostra versione, la versione volgare, fede e della falsit di quella de prote


la. version publica: 4. dal repularta
chei faceva per la migliore non ne segue
chessa fosse tale, conciossiach non si
trovasse egli in grado di raffrontarla col
greco, cui non aveva appreso.
Risp. Non si tratta di sapere se in Africa
0 altrove ci fosser pi versioni latine fatte
da diversi autori, ma se fossero adoperate
nelle chiese. ll Mosemio to suppone senza
prove, s. Agostino nol dice punto, e noi
abbiam dimostrato it contrario. Contessa
ei medesimo it nostro critico, it passo in
discorso essere un esaggerazioue e non
doversi pigliare alla lettera. Potremmo

stanti.
6.- Obiezione. Ponendo mente alle di
verse maniere onde s. Cipriano cita la
Scrittura, si scorge comegli avesse sot
Pocchi differenti versioni e seguitasse or
Puna or Paltra. Osservazione del Basnagio,
Hist. de Vgt., l. lx, c. 1 e a.

secoto Il, ci avesse nella Chiesa di molti

1.i obiezione. S. Gregorio magno, che

liisp. Si vede piuttosto che non ne trascriveva nessuna , che citava la Scrittura

cosi a memoria e badava meno alla lettera

che al senso. Gli altri padri latini fecero di


sovente to stesso; n altramente si com
portarono i padri greci rispetto alla ver
sion de Settanta, fatto confessato da tutti
noi credere che, n dal principiare del quanti gli eruditi.

V0

V0

viveva in sul nire del secoto VI , nella


sua lettera sul libro di Giobbe, dichiara
comegli si valesse ora delPantica versione
or della nuova, e come tale fosse pur Fuso
della chiesa di Roma; to stesso accadde
di molle altre chiese insino al lX o al X
secoto: prova chiarissima che tutte le
chiese godettero n altora della maggiore
libert che mai fosse circa la scelta delle
versioni della Scrittura.
Risp. Sarebbe stata lealt it confessare
eziandio che s. Gregorio ne suoi litorali
su Giobbe, l. xx, c. 25, dichiara di trovar
la nuova versione di s. Girolamo gene

tina. Ma dichiara di essersi scostato delPan


lica Volgata in ci soltanto che gli pareva

ralmente pi fedele e pi chiara che Pan


tica Volgata, e tale la giudicarono tutti i

dotti: onde fu da pi chiese immediata


mente adottata. Altre conservarono Puso
delPantica, e non fu toro apposto a colpa:
i papi non fecero opposizione; s. Girolamo
non se ne lagn, anzi la reput cosa ben
fatta, specialmente rispetto ai salmi; nes
sun concitio fece decreti su questo propo
sito. Ma una tale costante affezione di

ruolte chiese alPantica Volgata forse pro

277

mutasse it senso. Prwf. in evang. Che un


tal lavoro chiamisi version nuova o sem
plice emendazioue, non importa alP og
getto.
Essendo credenza generale che i Settan
ta fossero stati supernamente inspirati, ed
oltreci essendo le varie chiese latine av
vezze e attaccatissime alP antica Volgata,
la version nuova di s. Girolamo, eseguita
sul testo ebreo, vennea bella prima aspra
mente censurata; fu imputato alPautore
avesse anteposto i sogni degli Ebrei alle
sopranaturali itlustrazionideSettanta: ma
trov ben presto un maggior numero dap
provatori, in particolare i sommi ponteci.
S. Agostino, che da principio avea disap
provato it disegno di lui,n col far plauso
al lavoro. Non poche chiese in ispecie
quella delle Gallie adottarono la nuova
traduzione, parecchi dotti, anco presso t
greci, la encomiarono. Ci nonostante it
santo dottore, colla mira di appagar tut
ti, delt un terzo trastatamenttodella Scrit

va che prima di quelPepoca le dette chie tura, nel quale si avvicin quanto pi gli
se non avessero preditezione alcuna per fu possibite ai Settanta e quindi alPanttca
questa versione, chequi una se ne se Volgala. Questultima versione cosi ritoc
guisse, col unaltra? E stollezza, ripetia cata quella che venne poco a poco adot
mo, it credere che le chiese dioccidente, tata da tutte le chiese doccidente e de
libere insino altora a scegliere quella tra nominata per tal motivo la Volgala mo
duzione che tor piacesse, siensi attaccate dernu. V. i Prolegomeni della bibliot.
tutPa un trattto alla Volgata antica di pre sacra di x. Girolamo. Vi furon conser
ferenza a una version nuova, accertata vate le profezie di Baruc , la Sapienza ,
tuttavia siccome migliore delPaltra. Ci PEcclesiastico, i due libri de Maccabei e
non fu veduto mai; ma come Pamore della segnatamente i Salmi quali si trovavano
novit it carattere distintivo delPeresia, nelPantica Volgata. Abbiam veduto essere
la costanza e Pattaccamento alPantichitt stato di quesPavviso to stesso s. Girola
anco nelle cose indifferenti fu sempre it mo, a n di risparmiare ai popoli it dis
segno indubitabite della vera chiesa.
piacere dudir cantare i salmi in diversa
lll. Lavori di s. Girolamo sulla sacra maniera da quella cui era accostumato n
Scriltura. Egli assai pi necessario it dalla fanciullezza; non visi fecero che le
ben distinguerti che it fermarne precisa correzioni assolutamente necessarie.
mente la dala. l." Convinto quel padre
Questo procedere onora per fermo it
delPimperfezione della version greca dei senno de pastori e it disinteresse di s. Gi
Settanta, quindi della Volgata latina con rolamo; esso dimostra come quel santo
dotta su di quella, ne imprese una nuova vecchio, che meritossi a buon dritto, quan
sul testo ebraico, dopo avere studiato in to Origene, it nome dbidamanzio o infa
tensamente quelpidioma e adunati esem ticabite, non lavorasse n per la propria
plari con grave dispendio , come narra fama n per ambizione di deltar legge al
egli stesso. 2." Conciossiach it greco de trui , ed altro scopo non avesse che la
Settanta fosse pi corretto negli Esapli purezza della fede, it perfezionamento
d0rigene che altrove , lawr. egli una della piet, Pediticazion de fedeli e la
nuova version latina de Settanta su esso gtoria della Chiesa. La maniera ben di
greco cosi emendato, Prwfat. in Paralip., versa onde adoperarono tutti lnovatori
al che Pavea esortato s. Agostino. 5." Ad dimostra ad evidenza cheglino erano spin
istanza di papa Damaso, dopo aver col ti da tuttPaltri motivi.
lazionato molli esemplari del nuovo Te
Ci non impedi punto che parecchi cri
stamento per trasceglierne la lezion mi tici moderni non si volgessero a vitipen
gliore, ne fece una nuova traduzione la dere,quanto fu in poter toro,itmerito del
Bsrloinn. Vol VI.

55

278

V0

le fatiche del santo dottore: a sentir co


storo, ei non sapeva cos a fondo Pebreo
da poter dare una buona traduzione. E
recarono in prova moltissime elimotogie
di vocaboli ebraici da lui date, le quali
paiono tor false. Ma it dotto editore delle
opere di quel padre fe vedere come co
testi censori, nel tacciar lui d ignoranza,
non ad altro riuscirono che a mettere in
aperto la propria. Proleg. nn in n tom.,
n. 5. Ci che \"ha di certo si che s. Gi
rolamo sembra aver afferrato la vera chia
ve delPetimotogie ebraiche rintracciando
it signicato delle parole composte nelle
radici monositlabe. Se tutti gli ebraizanti
avesser fatto to stesso, non si sarebbero

per avventura si spesso mato apposti.


Arrogi che, per dare una buona vrr
sione, non gli manc nessun degli aiuti
che abbiam noi, e nchbe molti che a noi
pi non rimangono. Egli aveva sotto gli
occhi le sei versioni greche raccolte e
coltazionate negli Otlapti d0rigene e una
settima publicala dal martire Luciano:
difficitmente pu credersi che di sette
traduttori nessuno avesse clto it vero
senso del testo. Oltre Pebraica,s. Girola
mo avea apparato anche la lingua caldea,
la sira, P egiziana; n pu fare che, es
sendo vissuto tanto tempo nella Palesti
na, non abbia avuto qualche idea detta
lingua araba; sapea poi perfettamente it

greco; era, a cos dire, una poligtotta vi


vente. Era in grado di paragona! la pro
nunzia degli Ebrei del suo tempo con
quella scritta da Origene ne suoi Ollapli
con lettere greche. Avea visitato PEgitto
e percorso la Palestina a n di osservare
la postura e distanza de luoghi menzio
nati nel sacro testo. Qual ebraizante a di

nostri pu lusingarsi di saperne altre


tanto? Non vi erano altora, ben vero,
n graunnatiche n dizionarii ebraici, ma
questi non son altro che it risultato delle
osservazioni di cotoro che aveano appreso

Pebraico senza un tale sussidio; fu s. Gi


rolamo che diede it primo modelto d un
dizionario di voci ebraiche. La perci
sconoscenza tutPinsieme e temerit it non
saperglisi grado da cotesti critici di quan
to egli ha fatto per isgombrar toro la via.
IV. Decreto del Tridentino circa la

Volgala. Esso del tenor seguente: Sa


crosanela synodns, cousiderans non pa
rum utililatis accedere passe ecctesiw
Dei, si ex omnibus latinis edilionibus

quw circumferuntur Sacrorum Libro


rum quwnam pro authentica habenda
sil innoteseat, slatuil et declarat ut hwe
ipsa, vetus el vulgala edilto quw longo

V0
tot swculorum usu in Ecelesia probala
est, in publicis lectionibus , dispulatto
nibus , prwdicationibus et exposilioni
bus, pro aulhentica habeatur, et nemo
illam reiicere quovis prwtextu audeut
vel prwsulnat.
Falsa al tutto e maliziosa la maniera
onde fu da protestanti travestito it senso
del riferito decreto. Il Mosemio, Hist. ec
cleen, sec. XVI, sez. Ini, parLi, c 1, S 25,
ne discorre cos: u Il romano pontece
appose quanti pot impedimenti alla co
gnizione ed esatta interpretazione de Li
bri Santi, che gli tornavano di tanto pre
giudizio. Fu data licenza ai disputatori di
far le riessioni pi ingiuriose alla digni
t del sacro testo, di porne Pautorit al
disotto di quella del papa e della tradi
zione. Poi, per un decreto del concitio di
Trento, Pantica version latina o Volgata,
tuttochi piena zeppa di grossolani errori,
scritta in istit barbaro e dunoscurit in
pi luoghi impenetrabite, venne dichia

rata autentica, che quanto dire fedele,


esatta, irreprensibite e immune da qualunque censura. llen si scorge come una
tal dichiarazione fosse opportuna per na
scondere al popoto it genuino senso del
sacro testo. n

Mettiamo al nudo la falsit e stoltezza


di cotali accuse. l. Se riessione ingiuriosa alla dignit del sacro lesto Passerire
che spesse ale non esso talmente chiaro

da poter essere inteso dalla generalit de


fedeli, e che perci tor fa lnestieri di spie
gazioni, i protestanti han commune la col

pa con noi: son due secoli e pi che non


rinano di darne fuori versioni. commen
tarii, interpretazioni, sopra pi punti le
une alle altre contrarie. Essi piuttosto
son que che insultano alla parola di Dio
chiamando sacro testo le tor versioni er
ronee, capziose e contradittorie. Hanno it
coraggio persin di dire che s. Girolamo,
dopo sessantkinni di studio, non ha inteso
bene it sacro testo, quando appo toro gli
idioti e le femminette it comprendono alla
semplice lettura della toro bibbia!
2." Nessun teotogo cattolico pose mai
Pautorit del sacro testo al disotto di
quella del papa e della tradizione; tutti
sempre fondarono le due ultime sulPau
torit stessa del sacro testo, cosa chei
nostri avversarii non possono ignorare.
Ma noi li abbiam soventi volte provocati
e li provochiamo ancora a provar saldamente Pautorit divina desso sacro lesto
altramente che per la tradizione, cio per
la costante credenza della chiesa giudaica
e della chiesa cristiana; abbiam fatto tor

V0

V0

vedere comessi, fuor di questa via, ca


dano nel fanatismo delPinspirazionc pri
vata. V. SCRITTURA, TRADIzioNE.
s. Falso che una versione autentica sia
una version perfetta, esatta e per ogni ri
spetto senza mende; autentica, secondo

derudizionc; che i protestanti aifatto fuor


di proposito si mitlantarono davertto falto

la forza del vocaboto, signica facente au


toril. ll concitio stesso ne d questa spie
gazione, vietando it rigettarta sotto qua
lunque pretesto. E noto che nelle contro
versie tra cattolici e protestanti ripudia

279

risorgere; che le prime poligtotte, le pri


me concordanze, i libri pi-necessarii in
questo genere non liabbiamo da toro. La
poligtotta di Ximenes, stampata trentan
ni prima che saprisse it concitio triden
tino, fu forse in questo condannata, o si
esortarono i cattolici a non leggerta? Da
quelPepoca to studio degli originali della
Scrittura, anzi che rallentare fra noi, pi

vano questi con ispregio Pautorit della gli nuovo vigore ed ebbe nuovo in
Volgata, vi opponevano le proprie ragio coraggiamento dal sommi ponteci; basta
ni e torcevano a grado toro it senso de it sapere quanto fece su questa materia
testi: a quesPaudacia intese di por freno Clemente XI per essere sttomacati della
it concitio. Ma cotesti si orgogliosi dottori calunnia de protestanti.
avean pi dritto di condannar la nostra
ll cardinal Bellarmino prov in una dis
versione che non ne avevam noi di sprez scrtazione che, in forza del decreto del
zare le toro? La Volgata contava per s t Tridentino, assolutamente denito non
la riverenza costante di dieci interi se-Itrovarsi nella Volgata nessun errore sia
coli, come nota it concitio; le toro nasce circa la fede che circa la morale; chessa
vano appena altora e ne uschano ogni debbe conservarsi per Puso publico delle
giorno di nuove: a chi spettava it sen chiese e delle scuole come ne secoli pre

tenziare quali fossero le migliori? ll signi

cedenti: da ci non ne segue , dic egli ,

cato dato dal Mosemio al wcaboto au

chessa abbia maggiore autorit degli ori

tentica si apertamente falso che it suo ginali n che vada scevra di mende. Al
traduttore inglese Pha confutato in nota.
4. Sarebbe stato uopo mostrare in che
Pautenticit dichiarata duna versione val
ga a nascondere al popoto it vero senso
del sacro testo. Se la cosa sta cosi, la
traduzion di Lutero dovette produr que

qual proposito reca la testimonianza de


teotogi pi riputati, molti dequali aveano
assistito al concitio, e adduce anco altre
ragioni. Raccolse pure parecchi passi pi
chiari ne testi originali che non nella Vol
gata e che venner poscia corretti in questa

sPeffetto n pi n meno della Volgala; versi0ne;non ci ha pontece n teotogo


giacch alla n line quel riformatore so che gliene abbia dato biasimo. Subito dopo
steneva la sua version tedesca esser la chiuso it concitio, Payva dAndrada, dottor
pi fedele , la miglior di tutte; ei volle portoghese, che vera intervenuto,sosten
che facesse autorit nella sua setta n al ne la stessa cosa contro Chemnizlo: a che
tra ve ne avrebbe tolerata, se fosse stato rinovare oggidi accuse gi da due secoli
in poter suo. La dichiarava dunque au confutato? V. la Bibbia if/lvignone, t. l.
e." Falso che la Volgata sia difettosa al
tentica appunto come it Tridentino la Vol
gata. Calvino si contenne alto stesso mo segno che pretende it Mosemio; altri pro
do; ed ora i costoro seguaci trovan mal testanti di pi senno Pebbero apprezzata

fatto che it concitio si sia attribuita unau quanto essa merita. Beza ne part con
torit pari a quella de toro maestrii
moderazione; Luigi di Dio, Grozio, Dru
5.Qnei concitio, dicono, conferi col suo sio, Paoto Fagio, ltlitl, Welton, Luigi Ca

decreto pi autorit alla Volgata che non pel, ec., prolessarono di rispettarta; da,
agli originali su cui fu fatta, a n di storre
chi che sia dal leggere questi ultimi. Nuo
va calunnia, contradetta dalle parole stes
se del decreto. Dichiarasi in questo ex
omnibus latinis edilionibusquw circum

non pochi fu confessato esser la migliore


di tutte la versioni. Tale la dichiarazione

fattane dalPuniversit di Oxford quando


nel leve diede una nuova edizione del
testo greco del nuovo Testamento. llla il

feruntur Sacrorum Librorum quwnam Mosemio aveva studiato pi la storia ec


pro authentica habenda sii. Queste edi clesiastica che non la critica sacra; avreb
zioni che avean corso eran forse gli ori

ginali? Sotto le v. EBIMIzANTE ed Erano ab


biam fatto vedere che inanzi it sorgere
della pretesa riforma to studio delle lin
gue antiche tioriva assaissimo in Europa;
che i concitii, i papi, i sovrani nulla avean
trascurato per rianimare questo genere

be dovuto risovvenirgli del disprezzo con


cui dalla maggior parte de riformatori fu
accolta la traduzion tedesca della Scrittura
fatta da Lutero, cui molti lassarono dim
perizia nelPebraica lingua.
7." llla, dicono i nostri avversarii, poi
ch la Volgala avea mestieri desser cor

280

V0

V0

retta, it concitio di Trento avrebbe dovuto del Tridentino, it quale non pur professa
aspettare che ci fosse fatto, prima di di la riverenza in che tiene i Libri Sacri,
chiararta autentica. - Gli come dire che ma ci ordina eziandio iPinterpretarti giu
prima dapprovare un libro bisognerebbe sta la tradizione e non giusta la nostra
attendere che se ne facesse lwrrala. Tra opinione privata.Se questa legge par dura
le mende corrette nella Volgata sotto Si a protestanti, e fu dunque per meglio ac
sto V e Clemente VIl nessuna ve nha che commodarsi che presero per sola, regola
si riferisca o alla fede o ai costumi: onde di fede la Scrittura, ben convinti chessa
non poterono impedire che it concitio sen non li porrebbe mai in impaccio nch
tenziasse quella versione siccome esente fosser padroni dintenderta come toro ta
da errore cosi sulPun punto che suitPai tenta.
tro; e perci elPera autentica o facente
in terzo luogo, per rappresaglia noi ab
autorit. inanzi mettere in mano di nuove biamo apposto pi d una volta ai nostri
versioni a fedeli e darte toro per parola avversarii che seguissero praticamente la
di Dio, i novatori non aspetiarono che stessa nostra regola. affettando disappro
fosser scevre derrori, giacch dal punto varta. Un luterano, un anglicano, un cal
chesse comparvero non si cess mai di vinista, un sociniano non reputato or
venirte emendando. Ma tutto era lecito a todosso nella propria setta se non in quan
novelli inspirati; nessuna cosa innocente to intende la Scrittura nel senso commu
da parte de pastori cattolici.
nemente in essa societ ricevuto; ovegli
s." Fu eziandio proibito dal concitio a professi publicamente dinierprelarta dal
qualunque interprete della Scrittura it tro modo, avuto in conto di falso fratelto,
dare ad essa in materia di fede e di mo di falso dottore, di pastore indegno, ec., e
rale un senso contrario a quel che tiene gli vien detto anaiema; testimonio ne sie
la Chiesa od al sentimento concorde de no it sinodo di Dordrecht, le conferenze
padri. Legge dura, grida it Mosemio; pro tra i luterani e i caivinisti, tra questi ci
cedere ingiusto e tirannico, aggiugne it sociniani.
suo traduttore. Legge giusta, diciam noi
Pi: it concitio di Trento aggiugne spet
al contrario, savia, ragionata, indispensa tare alla Chiesa it giudicare del vero senso
bite nella chiesa cattolica; e it proviamo e della interpretazione delle Scritture;
senz altro.
altra conseguenza necessaria del principio
Primieramente," concitio dichiara inan-Ida s statuito. it Mosemio travisa anche
zi tratto di ricevere colPegual rispetto e questa denizione e dice che la Chiesa
devozione si i libri tutti delPantico e del guarentisce a s soia od al capo suo,
nuovo Testamento , s le tradizioni ri il romano pontece, it diritto di giudi
sguardanti la fede e i costumi venute dalla care del vero senso della Scrittura. Ci
bocca di G. C. o degli apostoli e inno a non pu venir da ignoranza, essendo cosa
noi nella chiesa cattolica conservate. Or, a tutti nota che la congregazione intera
per qual canale ci giunsero elieno coteste de cattolici per la chiesa ha sempre in
tradizioni se non se per Porgano de pa teso non it capo n i membri soli, ma i
dri, che furono dogni tempo l pastori e membri uniti ai toro capo e it pastore
i dottori della Chiesa? Ammessa dunque unito al gregge. i1ia non monta; it tifose
la tradizione, non poteva it concitio far di mio era gi prima sicuro che pi nera e
meno del vietare sinterpretasse la Scrit siolta una calunnia contro di noi , me
tura in un senso contrario alla tradizione glio viene accolta da protestanti.
o al sentimento unanime de padri. Non
Finalmente. per colmo di malignit, egli
si dee dimenticare esser questa regola it afferma che la chiesa romana continu a
distintivo essenziale del caitolicismo dal sostenere pi o meno apertamente i Libri
protestantismo; anzi la legge stabitita dal Sacri non essere fatti pel popoto, sibbene

concitio non altro che la legge del cat

pei dottori, e chessa ordin simpedisse,

ovunque fosse possibite, al popoto di leg


gerta. inutitmente chiederemmo ci si trag
ga fuori alcuna bolla ponticia, alcun de
creto di concitio particolare , un manda
mento di vescovo, uno statuto sinodale,
la sentenza almanco dun teotogo di grido,
protestanti: cento volte ci accusarono essi in cui favellisi di tale ordinamento; nes
che avessimo scosso it giogo della Scrit suna risposta ci si darebbe, e i protestanti
tura santa per attenerci soto alla tradizio seguiteranno a credere alPimpostore Ilto
ne, e son convinti dimpostura dal decreto semio. Ei confessa nondimeno in una nota

tolicismo.
in secondo luogo,questa stessa legge era
gi stata portala pi di mitle anni prima
dal sesto concitio ecumenico; non era essa
pertanto un nuovo giogo che simponesse
ai cattolici. Ma riettasi alla bizzarria de

V0

V0

284

che in Francia e in qualche altri paesi i gaia. Avvi perci ragion di sperare che,
laici leggono la Scrittura senza che se ne raccogliendo e collazionando tutti questi
faccia riclamc di sorta; ma ci avviene , monumenti, verr fatto di dare in appres
dicegli, a malgrado de partigiani dei papa. so una Bibbia latina compiuta, quale usa
- Ma ci ha egli in Francia od altrove un vasi ne primi quattro secoli della Chiesa.
cattolico it quale non stia pel papa?
QuesPopera vivamente a desiderarsi:
Non si giugnerebbe a capire questo la conformit de tanti mss. scoperti in di
tratto satirico, ove non si sapesse daltra verse contrade dEuropa nir di chiarir
parte che it Mosemio era avverso alla co falsa P opinione de protestanti, i quali
stituzione Unigenilus. Il Quesnelto, ani sostengono che negli antichi tempi non
mato dal medesimo spirito che i prote ci avesse versione generalmente adottata
stanti per diffondere fra it popoto gli er e che alle diverse chiese fosse lasciata fa
rori siemperati nelle sue riessioni morali colt di scegliere quella che meglio pia
sul nuovo Testamento, insegn in esse la ceva.
lettura della iScrittura sacra essere non
VOLONTA, VOLONTARIO. La voce v0
pur vantaggiosa ma necessaria del pari in lont signica ad un tempo la facolt e
ogni tempo, in ogni luogo, a chi che sia; Patto di volere: questo doppio senso fu
Poscurit di quel sacro codice non essere e sar sempre la fonte dinniti sofismi ed
pei laici una ragion di dispensarsi dal leg errori; a voler evitarti, necessario dis
gerta; correre obligo di fartto, segnata tinguere in noi differenti specie di atti.
mente i di festivi; i pastori non avere po
l." Gli atti forzati da violenza esteriore:
test veruna dinierdir la lettura del Te tale sarebbe P omicidio commesso da un

stamento nuovo, giacch la sarebbe come uomo a cui un altro pi gagliardo di lui
una specie di scommunica, ec. Propos. avesse condotto it braccio e fattogli im
79-85. Queste proposizioni furono con mergere it ferro nel petto delP ucciso;
dannate da Clemente XI siccome false. quesPazione, come ognun vede, non pu
Falso, infatti , che la lettura delle ver attribuirsi a colui che pali violenza, sib
sioni della Scrittura sia necessaria in ogni bene albaltro che Pha fatta.
tempo, giacch vi ebbe de tempi vertigi
2." Gli atti meramente spontanei pro
nosi ne quali cotal lettura tornava di peri cedenti da noi ma senza avvedercene, co
coto e di danno a menti avide derrore ed me i moti dun uomo immerso nel sonno
ebre di fanatismo; onde fu essa vietata in o delirante,i quali, anzi che alla votont,
Inghitterra al principiar della riforma , si attribuiscono al mecanismo animale.
come in Francia a certe persone quando
s. Gli atti volonlarii ossia quelli che
sorse it giansenismo. Il Mosemio stesso partono da un principio interiore o da

cit parecchi esempi de tristi effelti ca


gionati da tal lettura in certi tempi. In

noi stessi con cognizione di ci che fac


ciamo: tale la voglia o it desiderio di

giustto poi al tutto it censurar che fa mangiare quando siamo stimolati dalla
qui la savia condotta de pastori cattolici. fame, dormire altora che ci sentiamo stan
V. Delle varie edizioni ed emenda chi, fnggire per la paura: questi atti da
zioni della VolgalaNe abbiam tenuto dis noi si fanno perch sappiamo esser mezzi
corso sotto la v.Blam/l LATINA; ma cisiam per liberarci dalto stato molesto in cui ci
male apposti dicendo non rimanere libri troviamo. Credere a una verit, amare it
interi delPantica Volgata o version latina nostro bene in generale sono alti voton
italica, fuor de Salmi, del libro della Sa tarii e non liberi, quindi n di tode me
pienza e delPEcclesiastico, giacch vi sono ritevoli n di ricompensa.
ancora i due libri de lllaccabei. Oltreci
4." Finalmente, gli atti liberiovver quelli
non sapevamo i seguenti fatti. Nel i710 it che facciamo con badare e riettere, per
benedettino Martianay di fuori di questa elezione e con un motivo, con vera po
versione i libri di Giobbe, di Giuditta e dest di resistere ad esso motivo e fare
Pevangelio di s. Matteo; nel 1784 it oppostamente. Se un uomo fosse spinto
p. Bianchini delP Oratorio di s. Fitippo dalla fame o dal brama di mangiare cos
Neri public in Roma quattro esemplari violenta da non vi poter resistere, non
de quattro evangelii; Luca di Bruges, che sarebbe libero di mangiare od astener
mori nel l6l9, attest daver veduto nel sene; opererebbe meno per motivo pon
Pabbazia di Malmdy, diocesi di Liegi, un derato che per machinale impulso; non si
mss. contenente tutte le epistole di s. Pao csiterebbe a dire aver lui ci fatto invo
to; nalmente it p. Buriel gesuita, pochi tontariamente, comech quelPazione pro
anni sono, annunz come avesse scoperto cedesse dalla sua votont. Strano abuso
a Toledo due mss. gotici delPantica Vol

di termini impertanto it confondere

282

V0

V0

unazlone semplicemente votontaria con Pinffusso della grazia. Gli in questo


senso che Iitdio opera in noi le nostre vo
una azion libera.
La votont, ove la si consideri come fa

tont o volizioni e le conseguenti buone

cott, certamente attiva ed operante per azioni; le quali azioni perci son tutPin
s stessa; edi ci siam convinti dalP in sieme opera di Dio e nostra. Credere che
timo senso, ch la invincibite tra tutte sotto Pimpulso della grazia la nostra vo
le prove. Non essa adunque la facolt tont sia meramente passiva un sup
di ricever daltronde inclinazioni, voleri, porre che Dio disfaccia in noi quel che ha
come si pretende dai materialisti, ma si fatto increandoci,e che la grazia distrugga
la potenza di produrti; Pinterior senti la natura.
Quando nella Scrittura si dice che ld
mento ci fa chiarissimamente distinguere
i casi in cui operiamo da quelli in cui sia dio tiene in sua mano it cuore delP uo
mo puramente passivi.
mo e to volge a suo grado, ch ei to can
Non solamente noi sentiamo che questa gia , che vi mette un disegno o una vo

facolt attiva, causa efciente e propria


mente della delle nostre volizioni, ma pos
siamo attestare a noi stessi chessa libe
ra, arbitra della propria scelta e delle pro
prie determinazioni in tutti i suoi atti ri
essi e deliberati: P abbiam fatto vedere

tont, che crea in noi uno spirito e un

cuor nuovo, che opera in noi it volere e


Poperare, ec., non son modi da prendere
a tutto rigore; signiticando essi soltanto
che Dio, it qual conosce la mente ed it
cuore delPuomo meglio che Puomo stesso,
sotto la v. Liasnrs. Questa verit di co pu suggerirgli motivi possenti a tale da
scienza non pu essere impugnata se non determinare la mente di lui e aiutartto con
se da sosmi di metasica, che in una grazie alle quali la votont del medesimo
mente assennato non la vinceranno mai non resister, quantunque cionondimeno
sultintimo senso. Vero che la votont e la mente e it cuore di lui liberissima
non opera senza motivo o ragion dope mente si determinino. Non sogliam noi
rare, ma da nessun motivo viene trascina dire dnn uomo che ha assai potere sopra
ta questa facolt di guisa che non possa ella un altro chei fa fargli che che vuole? Ep
resistervi per un altro motivo. Assurda pure non pu operare su di lui che per
cosa sarebbe it riguardare un motivo, ch via di persuasione, di consigli, d istru
meramente unidea o una riessione, sicco zione, desempi, ec.
me la causa sica delle nostre volizioni e
Lumano linguaggio non vale a porgerci
attribuire Pattivitt ad essa piuttosto che espressioni adequate per ispiegar perfet
alla facolt che opera In noi incessante tamente le operazioni di Dio punto pi che
mente e della quale la coscienza ci rende quelle della nostranima. Si dice dun uomo
che opera contro la propria inclinazione,
testimonianza continua.
Egli altres manifesto che la nostra che fa violenza a s stesso: chi mai pren
votont non pu esser costretta, forzata, der queste frasi a tutto rigore?
violentata da nessuna esterna causa. Pos
Non men vero it detto di s. Agostino,
siamo venir forzati a dire o far cosa che essere lddio pi padrone de nostri vo
non vogliam punto, ma non ci ha umana teri che non siamo noi stessi. E di fatto
potenza che valga a costringerci a vole noi non siam padroni di darci idee, sen
re. Le minacce, la paura, i tormenti, i timenti, inclinazioni, motivi che non ab
supplizii non posson metterci nettPanima biamo; lddio pu impartircene quando gli
un pensiero, una credenza, una votizione aggrada, ma it fa senza derogare attPat
che non abbiamo; tutti questi moventi non tivit n alla libert della nostrinima.
operano che sulle nostre azioni esterne:
Reca stupore che it concitio di Trent
la facolt di volere o non volere rimane sia stato obligato a denire una tal verit
invitta fra mezzo alle pi atroci torture, contro i protestanti. 8i quis dixeril li
e ne veggiam Pesempio ne martiri. Gli berum hominia arbilrium a Deo mo
un assurdo it dir che le volizioni nostre lum et excilalum nihil eooperari assen
son libere quando non trovinsi sottoposte tienclo Deo excilanli atquc vacanti quo ad
a costringimento o violenza.
oblinendam iusticationis gratiam se
lddio soto impertanto operar pu imme di-sponal ac prwparet, nequc posse dis
diatamente sulla nostra votont; non gi sentire, si velil sed, velut inanime quad
facendole violenza, perocch sarebbe ci dam, nihil omnino agere, mereqiie pas
assurdit, ma dandoci dee che non aveva sive se habere, anathema sii. Sess. iv ,
mo punto, motivi a quali non ponevam can. 4. S. Agostino sera gi espresso net
mente, una forza che ci mancava, unal medesimo tenore del concitio: Deus ila in
trattiva che prima non provavamo: tale nobis operalur ul el nos quoque opere

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mur. Serm. xln in ps., c. a, n. s. Cre

283

malgrado nostro e quando siam meno at

dere et vellc Dei est, quia ipse prwparal tivi che passivi? S. Agostino nesuoi li
volunlatem; et utrumquc nosttrum, quia bri De libero arbilrio tratt questa ma
non /il nisi volentibus uobis. Retract., teria da sommo tosofo e teotogo pro
l. i, c. 25, n. 5.
fondo. Quid lam in volunlale quam ipsa
Al modo stesso perci dee intendersi volunlas sita est? L. i, c. i2, n. so. Non
quel che disse PApostoto della concupi aut peccalum csset aut recle faclum quod
scenza, Rom. vn, ts elseqq.: Il volere non /ieret colunlate. Ac per hoc et pwna
io ho dappresso, ma di fare il bene in iniusla esset, et prwmium, si homo vo
teramente non trovo via. Conciossiac/ic luututem non haberet liberam. L. n, c. 4,
non fo il bene che voglio, ma. quel male n. 4. Qui defectus (it peccato), quoniam
che non voglio, quello io fa. Che se io est volunlarius , in nostra est posiius
fo quel che non voglio, non son gi io polcstate...,- si autem nolis , non eril.
che lo fa , ma il peccato che abila in C. 2o , n. 54. Conseguentemente alPidea

me. 1o trovo adunque nel voler io fare di votont contrapone la natura e la ne


il bene esservi quesla legge, che il mate cessit. Neque ulla culpa deprehendi po
mi sta da presso. Imperocch mi diletto test, dice, ubi natura necessilasque do
nella legge di Dio secondo Vuomu inte minatur. L. m,c. l, n. l. Motus quo huc
riore. Ma veggo u1altra legge nelle aut illuc volunlas convertilur, uisi es
mie membra che si oppone alla legge set volunlarius alque in nostra posilus
della, mia mente e mi fa schiavo della poteslale, neque laudaudus... iiequc cul
legge del peccato la quale nelle mie paudus. N. 5. Non voluulate sencscimus,
membram. Con la carne servo alla legge scd necessilate; aut non volunlatc mori
mur,sed neccssilate. C nni, n. 7: Nec aliud
del peccato.
Gli chiaro. l." che la concupiscenza, quidquam est in poleslate uisi quod eo
val dire Pinclinazione al male e la dif lentibus udest. Votuulas igilur nostra
colt doperare it bene chiamata pec uec voluulas esset, nisi esset in nostra
cato e mule, cio vizio e difetto, dal trarci ymtestatc. Porro, quia est in potestate, li
chessa fa al peccato e perch viene dal bera est. N. o: Neminem natura sua co
peccato dorigine, come spiega s. Agostino. git ut peccet; sed nec aliena. Non enim
2." Che un tal vizio in noi contro no quisquis,du1r1 id quod non vult palttur,
stra voglia e quindi non ci imputabite peccal. C. to, n. 4o. Nec est cui recte
a peccato, ma che ogniqualvolta vi con imputetur peccalum uisi peccanti; non
sentiamo e vi ci lasciam trascinare, it vo est ergo cui recte imputetur nisi volen
gliamo, operiamo e pecchiamo. Altra spie ti. C. i7, n. 4o. Quwcumque isla caussa
gazione la questa di s. Agostino , De est voluulatis, si non ei polest resisti,
perf. iust. hom., c. u, n. so,e to dimo sine peccato ei cedilur; si aulem polest,
stra colle parole di s. Paolo: Se io fo quel non ei cedatur, ct non peccabilur... Quis

che non voglio, non son gi io che lo enim peccat in eo quod nullo modo ca
fa, ec. 5." Che, quando proviamo i moti ceri polest? Peccatur autem. Caveri igi
lur potest. C. i8, n. so. Non nisi calun
lale peccatur. De duab. auimab, c. 10,
n. 14. Si liberum non sil, non est vo
tunlas... Nemiuem viluperalione, sup
pliciove dignum qui aul id vetil quod
iustilia velle non prohibel aut id non

indeliberati della concupiscenza, siamo pu


ramente passivi, e la nostra votont non
ci ha parte fuor nel caso che vi consentia
mo; onde tali movimenti invotontarii anzi
che votontarti dir si debbono. Chiamarti

votontarti perch venuti dalla votont di


Adamo gli giuocare sur un equivoco e faciat quod facere non palesi. Nonne isla
una falsit: quando Adamo pecc non sa canlant et in montibus pastorcs, et in
peva lampoco che cosa fosse la concupi theatris poetw, et indocti in circulis,
scenza n aveane provato i moti giammai;

una tal pena perci da lui incorsa non gli

et docli in bibliothecis, et magistri in


schotis, et antistiles in sacratis locis,el
iri orbe terraruin genus humanum ?

era votontaria.
Il perch fu da noi gi osservato avere C. u, n. 15. Dicere animas et esse ma
ipadri della Chiesa ed anco s. Agostino las et nihil peccare plenum est itemen
appellata votontario soltanto ci ch li tiw; dicere autem peccare sine calun
bero, e inteso per votont la libert; tale late magnum deliramenlum est, et pec
si fu Pusanza degli scrittori sacri,usanza cati reum tenere quemquam quia non
da noi pure seguita nel commun favel fecil quod facerc non potuil, summa,
lare. Infatti pu egli chiamarsi propria iniquilalis est et insaniw. Quamobrem

mente votontario ci che accade in noi, illw animw qiiidquid faciuul, idcst si

284

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V0

libero arbilrio et ad faciendum et ad venti anni inanzi come falsa, ingiusta, as


non faciendum motu animi carent, si surda, distruttiva della legge cristiana e
dogni morale religiosa, e alla quale avea
conttrapostto principii dettati dal commun
rum tenere non possumus C. i8, n. i7. senso; che, per contender con pi van
Usque adeo peccatum volunlarium est taggio contro i pelagiani, desse causa vinta
malum ut nullo modo sil peccatum si ai manichei e gettasse a terra it pi degli
non sit volunlarium: et hoc quidem ila argomenti da s contra tor messi in campo.
niariifestum est ut nulla hine doclorum Il pelagianestmo non avrebbe mai potuto
poucilas, nulla. indoctorum turba dis fare alla Chiesa tanto male quanto gliene
sentiat. Quare aut negandum est pecca fece it manicheismo; la prima di tali ere
tum commilti, aul fatendum est volun sie sopravisse appena a s. Agostino , la
late commilli..... Si non volunlale male seconda ebbe sedotto innita gente e du
facimus, nemo obiurgandus est o-mnino rato insino al secoto XIV, non ostante le
aut monendus; quibus sublatis, christia empiet di cui era maestra.
ma tex et disciplina. omnis religionis
a. Erano pel manco dieci anni che s. Ago
aufcratur necesse est. Volunlale ergo stino scriveva contro ipelagiani quando
peccatur. Et quoniam peccari non du confut un manicheo colla sua opera Con
bium est , ne hoc quidem dubilandum tra adversarios legis et prophelarum;
video, habere animaa liberum volunlatis lungi dal disapprovare o ritraltare in essa
arbitriuin. Tales enim servos suos mc verun de principii da s stabititi contro
liores esse Deus iudicavil si ci seruirent quegli eretici,rimanda i suoi lettori alla ne
liberaliter: quod nullo modo eri pos del secondo libro della medesima , senza
set, si non volunlate sed necessilale ser avvertirti che isuoi primi scritti contenes
sero paradossi od errori o che avesse mu
virent. De vera relig., c. 14, n. 27.
Tale ta dottrina da s. Agostino co tato sentenza. Eppure sarebbe stato it caso
stantementc sostenuta pel corso quasi di di renderti avvisati quando avesse temuto
ventanni che non si ristette dalto scri accusa d incostunza e di contradizione.
vere contro i manichei. Ma dalPun latoi
5." Vba di pi: due anni inanzi la mor
sociniani, ane di screditar questo padre, te it santo dottore scrisse i suoi due li
dalPaltro i protestanti rigidi, per distrug bri Delle rilrallazioni, nei quali rivide
ger la credenza del libero arbitrio,e alcuni le sue opere contro i manichei, partico
teotogi anche cattolici, alto scopo di esalta larmente le tre dalle quali abbiam tratto i
re it poter della grazia, mettono per fatto passi sopracitati; e riferisce in essi que
aver s. Agostino mutato opinione in ap sti passi medesimi. Veggiamo se li abbia
presso; disputando contro i semipelagiani, ritrattati. Nel l. nn De lib. arb.,c. 18, n. 5o,
aver contradetto e rovesciato le massime aveva detto: Quis peccat in eo quod nullo

denique his Gbstitieiidi ab opere suo po


teslas nulla concedilur , peccatum eo

da lui stesso stabitite contro i manichei; modo caveri polest ? Nelle Bilratlazioni,
non potersi attingere isuoi veri sentimenti
che nelle ultime sue opere.
Se cotesti ragionatori si stesser contenti
al dire che negli scritti contro de pela

I. i, c. 9, n. 5, fa osservare davere ag
giunto, n. si : Et Iamen etiam facla. quw
dam improbanlur et corrigenda iudi

canlur... Sunt eliam necessilate facto


giani it santo dottore non si spieg cos improbanda, ubi vult quis rccte facere

chiaramente come in quelli contro i ma ct non potest... Sed hzec omnia homi
nichei , che nel cator della disputa gli num sunt es: illa mortis damnalione
sfuggirono espressioni che sembrano es venienlium; e cita s. Paoto. Ecco nel
sere in opposizione co suoi antichi prin Puomo due vizii, due difetti da condan
cipii,ne converremmo di leggieri. llla sup narsi e da correggersi , Pignoranza col
porre che abbia alPintutto mutato sistema, Pistruirsi, la concupiscenza col resister
che sia caduto da uno in altro eccesso o vi, improbanda, corrigenda. S. Agostino
seniaddarsene, o deliberatamente e senza non dice che questi difetti sieno votonta
farne avvertiti i proprii lettori, la im rii, che sien peccati, mancamenti condan
putazione di troppo oltraggiosa a un pa nabiti e degni di pena; dice P opposto,
dre della Chiesa cotanto rispettabite. Noi aggiugnendo che, quatora Pignoranza e la
Pabbiam gi confutata sotto Particoto Aoo difcolt a fare it bene fossero la natura
srmo (s.), ma non possiam dir di sover primitiva delPuomo , non ci sarebbe ra
chio per distruggerta.
gione di biasimare, si piuttosto di todar

I." Non si giugner mai a farne capaci Dio. Sarebbe egli ci argomento di tode,
che questo padre abbiaobbracciato sulndi ove ci avesse creati con difetti riprensi

sua vita una dottrina che avea condannata biti e degni di castigo?

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285

Nel libro De duabus animabus, c. lo, S. Paoto, Rom. vm, c, dimanda se la legge
n. u, avea detto non darsi peccato fuor sia un peccato, cio se sia difettosa, vi
ch nella votont, ec. Nelle Rilratlazioni, ziosa o pregiudizievole e cagion del pec
I. i, c. n1, n. a, dice che i pelagiani po cato.
tean farsi forti di quelle parole a negare
4." Si ha gran cura di farci osservare
it peccato originale ne bambini; ma un aver la Chiesa solennemente approvato
tal peccato fu certamente nella votont la dottrina da s. Agostino sostenuta con
dAdamo. S. Paoto chiama la concupi tro i pelagiani. llla se questa dottrina
scenza peccato perch vien dal peccato una palinodia, sessa in opposizione con
ed pena di esso e trovasi nella votont quella dal detto padre stabitita contro i
qualunque volta vi si consente. E ripete manichei, la Chiesa ha dovuto condannar
pure solennemente quesPultima; altrimen
la stessa cosa al n. s.
Nel libro De vera religione, c. H, n. 1 7, ti essa avrebbe lasciato nelle mani de suoi
abbiam letto essere it peccato si fatta gli it pro e it contro, quindi un laccio
mente un mal votontario che , ove non inevitabit derrore. Or, ci si additi la cen
fosse tale, non sarebbe pi peccato , ec. sura da lei pronunziata contro i libri del
Ora, nel i delle Rilratlaziont-. c. ti, n. s, santo dottore ne quali si combattono gli
s. Agostino sostiene che questa denizio errori de manichei. Cotoro che in tutti i
ne giusta l. perch quivi non trattasi secoli fecer Petogio delPoperc di lui non
del peccato che anche la pena dun pec ne eccettuaron nessuna.
cato; a. perch colui che vinto dalla
u. Ben gratuitamente e senza utite di
concupiscenza vi consente per sua voton sorta avrebbe it detto padre abbandona
t, e chi opera per ignoranza opera tut to i suoi antichi principii per confutarei
tavia per votont propria; 5. perch non pelagiani; ci non era punto necessario.
unhassurditt chiamar votontario it pec A che serviva a Pelagio P argomentare
cato originale,posciach venuto dalla vo sulla nozion del peccato in generale data
tont di Adamo. Sia; ma se non assur da s. Agostino, per negare it peccato do
dit, almeno abuso della parola volon rigine? Aveva it santo dottore denito it
lario. Ora, non gi su dun si falto abuso, peccato attuale e personale, quando in
adoperato solamente per chiuder la bocca vece traltavasi dun vizio abituale ed ere
ai pelagiani, dssi giudicare de sentimenti ditario: la denizion delPuno non pu con
di s. Agostino; non basta per prestargli venire alPaltro. La difcolt pertanto reg
un sistema da lui giudicato assurdo, in gevasi tutta sul doppio senso della voce
giusto, distruttivo del cristianesimo e do peccato. Pelagio non vantaggiava d un
gni religione. l principii da lul statuiti passo insistendo sulla nozione del libero
sulla natura del peccato e della libert arbitrio qual se Pideava s. Agostino. in
delPuomo, principii dettati dal commun tendeva questi per esso la podest di eleg
senso e confermati dalla nostra propria gere tra it bene e ll male: Pelagio voleva
coscienza, rimangono egualmente intatti. fosse una tendenza eguale, una specie
Se i pelagiani, i quali riconoscer non dequlibrio della votont tra Puno e Paltro,
voleano ne gliuoli dAdamo un peccato una pari facitit di volgersi a questo o a
dorigine, vi avessero ammesso un vizio quelto indifferentemente; donde inferiva
originale,un difetto sico, morale, non vo che se la grazia imprimeva alla votont
tontario, ma ereditario, un degradamento un movimento verso it bene, si verrebbe
e una depravazione della natura quale ld adistruggere it libero arbitrio. S. Agostino
dio Pavea creata in Adamo, s. Agostino cer sostenne a buon dritto che cotesto pre
tamente non avrebbe tor mosso difcolt teso equitibrio erast trovato nel soto Ada
sulla parola peccato, ed ogni controver mo; che it libero arbitrio inteso in tal gui

sia sarebbe stata nita. Egli certo che sa non davast pi ne discendenti di lui,
nella Scrittura questo vocaboto non signi
ca soltanto un peccato propriamente det
to, ma un vizio, un difetto naturale o ac
cidentale, vuoi sico, vuoi morale. Nel
PEccIesiastico, iu, lo, peccato matria si
gnica le infermit duna madre vecchia
e caduca. Daniele, vm, 12, chiama pecca
tum desolationis it tristo stato di Geru

conciossiach la coucupiscenza li tragga


al male e non al bene; e quindi che una
grazia interiore e prevegnente necessa
ria per controbitanciare essa malvagia ten

denza e ristabitir cosi it libero arbitrio

quale concepivasi da Pelagio. Non ragio


nava questi pertanto se non se sopra
unidea falsa, contraria a quel che ne in
salemme e del tempio. Nel c. ix, ii 54 di segna la Scrittura intorno alla corruzione
s. Gio., gli Ebrei dicono al cieco guarito delPuomo.
ll santo dottore sostenne parimente che
da Cristo: In peccatis natus es tottis.
BnRaiu1. Vol. VI.

286

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it libero arbitrio o it poter di eleggere it


Ne troviamo esempi nella Scrittura sa
bene o it male rimaneva tuttavia nelPuo- cra. lddio commanda al patriarca Abramo
mo , perocch uon vien egli necessaria- di sacricargli it proprio gliuoto Isacco;
mente trascinato n dalla grazia n dalla eppure lddio non voleva che questi fosse

concupiscenzmed ha la facolt di resistere di fatto sacricato, giacch impedi al


alPuna ed alPaltra: si tenne perci co- padre di compiere quel sacritizio; volea
stantemente attaccato al principio che unicamente da lui quella prova dobe
avea posto contro de manichei, cio non dienza. Altor che it demonio propose

avervi pi n votont n libert ove do- dandare ad ingannare Acabbo co libri


mini la natura e la necessit , ec. Al de falsi profeti, lddio gli risponde: Va e
presente da pretesi discepoli di questo fa. nn Reg. xxn, 22; ci esprime una sem
padre insegnasi che, giusta it suo sistema, plice permissione. Lo stesso fu quando

la votont, posta come in una bitancia tra it G. C. disse a Giuda: Quello che fai ftto
bene ed it male, vien tratta quando verso presto, lo. xm, 27; non era certamente in
Puno da una grazia irresistibite, quando tenzione n voler del Salvatore di con
vr Paltro da una insuperabite concupi- fermar quel traditore nel suo misfatto.

scenza , e quesPalternativa di necessit Ei d per consiglio a un giovine di ven


osano appellare libero arbilrio.
dere i suoi beni e seguirtto, Matth. xix ,
Si ha bel dire chessi non negano per 51; non pretendeva con ci di obligartto

questo P attivit della votont, che non assolutamente. Mos domanda a Dio per
pretendono gi fare di noi de puri automi, che sostengono tuttavia esser noi responsabiti delle nostre azioni, ec. Una
mente che ha senno non si appaga di contradizioni; distrugger con Puna mano ci

ch avesse afitto quel popoto, Exod. v,


22. Non era gi disegno di Dio di render
la condizione del suo popoto pi trista,
chiedendo la liberazion di esso a Faraone,
ma erano i fatti accaduti.

che si fabrica con Paltra, urtar di fronte

La votont di beneplacilo quella che

le idee tutte del buon senso , affastellar in Dio veramente ein forza della quale

sotismi per attribuire degli assurdi a eglioperaosilddio vuolechenoi facciamo


s. Agostino non pi it procedere d un it bene perch ei to commanda,ci eccita a
teotogo cattolico, si ben quelto d un ere- fartto colla sua grazia , ne premia quando it

tico pertinace.

facciamo, ne castiga altorch lasciam di far

VOLONTA Dl DIO. Non potendosi da


noi comprendere la natura e le operazi0ni di Dio fuor che per anatogia con quelle
delle creature intelligenti, ci troviam costretti a distinguere in quesfessere intiiiitamente semplice P intelletto dalla votont e attribuirgli volizioni alle nostre
simigllanti. Comech questa votont sia in

to; nessun di questi segni equivoco. Pu


re it Bayle ed altri sostengono essere stol
tezza Pammetiere in Dio votont opposte
od avvenimenti contrarii alla votont sua.
La votont di segno, dicono, supporreb
be un Dio astuto e mentitore: una sem
plice permissione dal canto suo sarebbe
ridicola cosa; rispetto a Dio permettere e

Dio, al par del suo intelletto, un atto sem- volere positivamente tutPuno, ec. Rp.
plicissimo, nondimeno, per soccorrere al au Prum, part. n, c. 95; Entret. de

nostro modo di concepire, siamo altresilMaaz, part. n, c. 26. Farem vedere pi


obligali a distinguere in Dio diverse spe- sotto la falsit di tutti questi principii.
cie di votont o volizioni rispetto ai di-l
2." La votont di beneplacito si divide
versi oggetti; distinzion necessaria a nn antecedente e in conseguente. Per la
di concitiare un gran numero di passi prima intendesi quella che considera un
vuoi della Scrittura, vuoi de padri della oggetto in s stesso e in generale, astrat
Chiesa.
tivamente dalle dimostrazioni particolari
a. Distinguono i teotogi in Dio la vo- e personali, e chiamasi pure votont di

tont di segno e quella di beneplacilo; e bont e di misericordia. lddio vuol ge


intendono per la prima qualunque segno
esterno it qual sembri annunziarci volersi
da Dio it tale avvenimento, comech non
sempre ei to voglia: questi segni sono it
commandamento, la proibizione, la permissione, it consiglio e Poperazione, compresi nel seguente verso:

neralmente che gli uomini tutti quanti si


salvino, poich d a tutti de mezzi per
ci conseguire, ma astrazion fatta dal buo
no o cattivo uso che ciascun individuo
far di tali mezzi. La votont conseguente
quella che concerne it suo oggetto ri
vestito di tutte le circostanze sue tanto
generali che particolari, e vien detta al

. Prazcipilet prohibet, permiltil, consulti, tresi votont di giustizia. quantunque


implet. lddio voglia in generale che tutti gli uo

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mini giungano a salute, altorch vede che quod etiam contra eius t volunlatem.
questi o quelli abusano demezzi a quel Nel libro De eorrept. et grat. , c. 14 ,
ne impartiti, vuol per giustizia che va n. 45: Deo valenti satvum facerc nut
dan reprobi e condannati.
5." Si distingue ancora in Dio una vo

tum hominum resistil arbilrtum. Sic


enim vette se notte in cotentis aut no

tont assolula ed una condizionala. La tentis est poteslate ut divinam volunla


prima indipendente da qualsiasi condi tem non impedlat nec superat poteste
zione e non ne contiene veruna, e accade tem. Etiam de his enim qui faciunt qua:
in tutte le cose che lddio fa da s soto , non vutt facil ipse quw vutt. E nelPEn
senza it concorso di nessuna votont uma chiriiL, c. es e oc, conchiude niente av
na; tale fu la votont chebbe Dio di crea venire se lddio nol voglia, o permettendo
re it mondo, di dare alPuomo un libero o facendo egli stesso; e Puna e Paltra cosa
arbitrio e queste o quelle facolt, ec. Nella essere a lui del pari agevole.
seconda racchiudesi una condizione: cos
lddio vuoi salvare tutti gli uomini sotto
condizione che vogliano essi pure, cio
che cooperino liberamente alla grazia che
tor sar data ed osservino cosi i comman
damenti di Dio. Questa votont , in so
stanza, identica colla votont antecedente.

Ove in questi diversi luoghi la votont


di Dio fosse presa in un medesimo senso,
avremmo un tessuto di contradiztoni; ma

relativamente alla salute delP uomo e si

convien distinguere in Dio almanco quat


tro votont. s." La votont creatrice, le
gistativa ed assoluta, per la quale lddio
4. Chiamasi votont ef/icace in Dio ha voluto e vuole che Puomo sia libero
quella che sortisce sempre it suo effetto, d'obedire o resistere alla legge, di fare
it caso della votont assoluta; ed ineff it bene o it male , che venga ricompen
cace quella che manca dei suo etieito per sato quando fa it bene, quando opera it
la resistenza delPuomo, it che accade spes male, punito: nessun umano potere vale
so alla votont condizionale.
far contro a questa votont. 2. La vo
i teotogi, torniamo a dire , furon co tont daffetto generale e paterna, me
stretti a far tutte queste distinzioni a n diante la quale lddio, in considerazione
di concitiare fra toro parecchi testi scrit della redenzione e de meriti di G. C., vuol
turali od intendere it linguaggio de padri far salvi gli uomini tutti, a tutti dare, e

della Chiesa. S. Paoto in certo luogo delle it d effettivamente, mezzi di salute, non
sue lettere dice che lddio vuol salvare eguali e nella medesima quantit ma pi
tutti gli uomini, ed altrove ch egli usa o meno, secondo che gli aggrada, si che
misericordia a chi vuole e chi vuole in arrivar possano a salvamentto ove prot
dura. In un altro luogo domanda: Chi tino di cotali mezzi. La si chiami talvo

resiste alla volont di Dio? Altrove ac tont antecedente , condizionale , provi


cusa gli Ebrei perch vi reststano. Come denza morale, ec., gli tutPuno, purch
concitiar tutto questo?
si ammetta chessa reale, sincera e da
A spiegare le parole delP Apostoto , gli effetti dimostrata. 5. La votont di
s. Agostino, De spir. et tilt., c. 53, n. so, elezione, preditezione, preferenza, prede
dice: VuIt Deus omnes homines salvoa sttnazione, per la quale lddio vuoi pi ef
eri ct in agniltonem verilatis venire, cacemente salvare ccrtuni anzi che al
non sic lamen ut eis adimat liberum tri , e quindi largisce toro grazie efficaci
arbilrium, quo vel bene vel male uten che li conducono infallibitmente a salva
tes iustissime iudicentur. Quod cum t, zione. A questa votont Puomo non resi
indeles quidem contra votunlateln Dei ste giammai, tutto che nabbia it potere.
faciunt cum eius evangetio non credunt; I." La semplice permissione, per la quale
nec idea lamen eam vincunt, verum se iddio lascia che Puomo usi della propria
ipsos fraudant magno et summa bono, libert e resista alla grazia, sebben po
malisque pmnalibus implicant, exper trebbe impedrneto: assurda cosa sarebbe
turi in suppticiis poteslatem eius cuius che lddio avendo voluto crear Puomo ll
in donis misericordiam contemserunt. bero, non volesse poi che facesse uso della

NelPEnchir ad Laurent, c. 100: Quan

propria libert. lfuna di queste votont

tum ad peccutores attinet , quod Deus da noi mentovate non viene mai in con
notuil fecerunt; quantum vero ad omni itto con Paltra, n veruna di esse deroga
potentiam Dei, nullo modo id ef/icere menomamente allonnipotenza di Dio od
vatuerunt. Hoc quippe ipso quod contra alla libert delu0mo.
votunlatem fecerunt eius, de ipsis facta,
Tultavolta che it peccatore resiste alla
est eolunlas eiusm. ut miro et ine/fabili grazia, si fa reo di colpa, incorre la dan

modo non fmt prwtcr eius volunlatem nazione, non fa contro n alla prima n

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alla terza n alla quarta delle dette vo

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delezione, alle grazie efticaci che lddio d
a chi gli aggrada, quantunque ogni uomo

tont, ma fa contro certamente alla se


conda. Sarebbe assurdo it supporre che abbia vera potest di resistervi , perch
quando lddio imparte alPuomo la grazia, lddio nel darte prevede con infallibit cer
non voglia che Puomo vi corrisponda, e tezza che Puomo tor non resister. Ma ,
che quando questi vi ritutta, avvenga ci secondo s. Paoto, gli increduli resistono
perch Dio non ha voluto che vi consen alla \otont che ha Dio di salvarti colle
tisse; lddio Pita permesso, non P ha vo grazie di che tor largo, giusta le se
luto posiiivamente. S. Paoto e s. Agostino guenti parole dlsaia: Tutto il di stesi
non intesero mai questo puntto daltra ma le mani mie al popolo incredulo e con
niera.
trudiltore.

Quanto fu detto si dalPuno che dalPal

S. Agostino non disse niente pi del

tro si fa chiaro e si concitia ottimamente PApostoto; onde devessere inteso al mo


merc delle distinzioni per noi fatte, e do stesso.
col cominciare da ci si sarebbero rispar
Pur ci ha de teotogi che fan contro, di
miate ben molte quistioni. S. Paoto dice cendo non avere it citato padre ammesso
che lddio vuole che tutti gli uomini si la votont daffetto generale , la pretesa
salvino e pervengano al conoscimento votont antecedente condizionata, ec., di
della verit perch G. C. diede s stesso salvar tutti gli uomini, che si suppone in
per la redenzione di tutti, l Tim. n, 4. Dio e in forza della quale ci largisce la
Posciach lddio stesso quegli che ci diede grazia agli uomini tutti quanti. Quando i
questa preziosa vittima, perch ha amato pelagiani gli obiettarono it detto di s. Pao
it mondo, 1o. m, lo, di tal sincera vo le: Dio vuole che tutti gli uomini va

tont non pu aversi miglior prova. llla dan salvi, cc. , to spieg dicendo signi
questa general votont non deroga puntto carsi con ci che Dio vuol salvarne al
alla votont particolare per la quale lddio
vuol concedere la grazia efcace della fe
de a un dato numero duomini mentre la
sciane altri nelPinduramento e nella in
fedelt; in questo senso usa egli miseri
cordia a cui vuole, Rom. ix, m, I8. Que
sta misericordia particolare per non lede
per niente la misericordia generale , in
forza della quale impartisce a tutti de
mezzi di salute coi quali giugner potreb
bero alla grazia della fede se non vi fa

cuni di tutte le nazioni, di tutte le con


dizioni, di tutti i secoli, e che nessun uo
mo va aalvo se non in quanto to vuole
lddio. Epist. ccxvn ad Vilot., c. 6, n. un;
De corrept. et grat. , c. 14, n. 44; En
chir. ad Laurz, c. 105, etc.

Egli consider la votont generale e

condizionale siccome una nzione de pe


lagiani e confutolla a tutto potere. Ripe
tiamo non potersi giugner mai a crre
it vero sentimento di s. Agostino ove pri
cessero resisienza. Quel che lddio d di ma non si sappia che cosa insegnassero
pi alPuno non scema menomameute la i pelagiani. lntendevan costoro le parole
misura di quel che riserva alPaltro
di s. Paoto nel senso che lddio voglia sal
Nessuno, indubitatamente resiste a quel var gli uomini tutti egualmente e indif
la votont di elezione e preditezione da ferentemente, senza preditezione di sorta
s. Paoto appellata misericordia ; peroc per gli uni piuttosto che per gli altri; on
ch chi pu vietare a Dio di beneiicar pi de rigettavano qualunque votont d ele
questo individuo o questo popoto che zione e di predestinazione: e to stesso fa
quelto? 0 chi sia a tu per tu con Dio? cevasi dfsemipelagiani, Epist. s. Prosp.
E sarebbe come contendere a un va ad Aug., n. 4; Carmen de ingratis, c. 8;
saio la liberta di fare un vaso pi belto s. Fulgenzio, De incarn. et de grat., c. no;
o pi prezioso d un altro. Chi riceve Fausto di ltiez, De lib. arb., l. l, c. i7.
maggior copia di grazie non ha perci Ne deducevano che lddio perci offre la
donde insuperbirsi, e chi ne riceve meno sua grazia del pari a tutti e la d di fatto
non ha motivo di farne lamento, concios a tutti cotoro che vi si dispongono col
siach lddio gliene largisca sempre tanto proprio libero arbitrio n vi mettono osta
che basti per torgli qualunque scusa ove coto. S. Agost., Ep. exvn ad VilaL, c. e,
pecchi. S. Paoto d per esempio di que n. H); De grat. Clar., c. 5i, n. s5 e u;
sto procedere di Dio la scelta che fece Contra 1ulian., c. s; Ep. Pelagii ad
della discendenza di Giacobbe a preferen lnnoc. i, ec. E noto inoltre quali grazie
za di quella dEsa per farne it suo po ammettessero i pelagiani, la legge di Cri

poto. questa la predestinazione alla sto cio, la sua dottrina, i suoi esempi e
grazia.
promesse, e la remission de peccati o la
Nessuno parimenti resiste alle grazie giusticazione; mai non ammisero grazia

V0

V0

289

attuale interiore, cosa rinfacciata toro da specie di votont condizionali e sostengo


s. Agostino nelPultima sua opera. Ed ecco no essere amendue contrarie alla dottrina
di qual modo essi ragionavano: secondo di s. Agostino sono ilnpostori.
s. Paoto, lddio vuol salvi tutti gli uomi
it santo dottore mette per principio

ni; dunque ha dato a tutti forze naturali l. che la grazia pelagiana, cio la cono
che bastino per disporsi alla salute; dun
que egli accorda le grazie o i mezzi di
salute, quali sono la cognizione di G. C.,
della sua legge e dottrina , la remission
de peccati e la giusticazione, a tutti che
vi si dispongano usando in bene del tor
libero arbitrio o almanco non pouendovi
obice.
S. Agostino rigetta a buon dritto la vo
tontgenerale di Dio intesa a questo modo,
perocch escluderebbe la predestinazion
degli eletti insegnata da s. Paoto. Egli so

stien l." che la votont efcace dimpar


tir la fede e la giusticazione si d sol
tanto rispetto a quelli che Dio ha prede
stinati. quindi a un certo numero duomini
dogni nazione, condizione e secoto; e ci
esattamente vero. 2." Lo dimostra nel
suo libro De prwdestinalione sanctorum
ed altrove colP esempio di tanti bam
bini ai quali Dio non concede it Battesimo,
quantunque sieno incapaci di mettervi
ostacoto o di disporvisi. Ne inferisce che
la votont di Dio , giusta it concetto de

scenza della leggeo della dottrina di G. C.,


la remission depeccati o la giusticazione,
non viene a tutti concessa; e io prova col
Pesempio de bambini, de quali alcuni ri
cevon la grazia del Battesimo mentre al

tri ne son privati; onde la votont in Dio


di dare questa grazia non generale e
indifferente a riguardo di tutti: a. che

Dio la d per un decreto di predestina


zione libero e gratuito onninamente, non
in considerazione de meriti o delle buone
disposizioni di cotoro che la ricevono,
poich i bambini sono egualmente inca
paci di disporvisi e di mettervi ostacoto.

Ci sosteniamo pur noi.


Ne segue forse da ci che lddio non
largisca a tutti gli adulti grazie attuali in
teriori meramente gratuite le quali pre
vengono tutte le buone disposizioni della
votont e le producono, son pi o meno
prossime, potenti e abondanti , secondo

che piace a Dio, ma da vicino o da ton


tano posson condurti a salvamento? Se

lddio it fa, come fu da noi provato alla


pelagiani, non n generale n indiffe v. GRAzIA, verissimo che in Dio la vo

rente n eguale in favor di tutti; e que

sto ancora chiaro. 5. Perocch i pela

tont di salvar tutti gli uomini genera


le, poich non eccettua veruno; ch sin

giani intendevano per votont condiziona

cera, perch porge de mezzi; ch ante


le la votont di dare a tutti la fede e la cedente o anteriore alla previsione del
giusticazione, se vi si dispongano colle
naturali tor forze e se non vi mettano im
pedimento, s. Agostino nega anche questa
pretesa condizione, e sostiene che la vo

buono o cattivo uso che Puomo far della

grazia; ch condizionale, poich se Puo


mo resiste alla grazia, non andr salvo.
Negare questa votont e queste grazie gli

cazione alla fede ed alla giustiticazione un asserir che Dio non vuole che la
una scelta relazion di Dio gratuita, inde salvezza sia possibite a tutti, chei non
pendente da qualsiasi disposizione e me it padre e benefattore di tutti, che G. C.
rito delP uomo; domma cattolico da noi non ha meritato e ottenuto grazie per tut

tuttavia professato.

ti, che non di tutti salvatore e reden

Due maniere pertanto vi sono di con


cepire la votont condizionale: Puna falsa
ed erronea, vera Paitra ed ortodossa. La
prima consiste nel dire, come i pelagiani

tore. Lattribuire una tal dottrina a s. Ago


stino supporre che, invece di confutare

compiutamente i pelagiani, abbia favorito


un de toro errori: e non fu mai che que

e i semipelagiani, che lddio vuol salvi sti eretici sinducessero a confessare la


tutti gli uomini, fessi vogliano , cio se necessit n Pesistenza della grazia inte
antivengono la grazia, se la desiderano , riore; onderan ben lungi dal volere che
se vi si dispongono colle naturali tor for lddio la largisca a tutti.
ze; ci quelto che confut s. Agostino.
Dal non aver fatto tutte queste osser
Laltra per le parole se vogliano inten vazioni ne venne che i teotogi cattolici da
de se corrispondano alla grazia, che sem un lato, gli eretici dalPaltro discrepassero
pre li previene e che toro concessa gra sulla maniera d intendere e spiegare la
tuitamente in riguardo della redenzione e votont generale di Dio di far salvi gli uo
de meriti di G. C. Questo it punto da mini tutti.
Tra i primi, alcuni, come Ugo da s. Vit
s. Agostino costantemente sostenuto e in
segnato. Cotoro che maliziosamente con tore, Roberto Pulto, ec., dicono che la
fondono questi due sensi o queste due votont di Dio di salvare tutti gli uomini

290

V0

puramente una votont di segno, per

V0adottata questa sentenza, Dfense de la

ch altra votont vera e reale in Dio non tradil. et des ss. pres, l. ix, c. 22.
ammettono da quella efcace in fuori o

Quando si pon mente che i bambini

che si adempie; ma, dicono, la votont morti senza Battesimo nediversi paesi
onde partiamo non si adempie, perocch del mondo sono pel manco it quarto del
moltissimi degli uomini non si salvan pun genere umano, torna ben duro Pescludere
to: pur confessano che in virt di tale dalla misericordia di Dio e dalla general
votont lddio d a tutti gli uomini mezzi redenzione una parte s considerevole della
sufcienti per salvarsi. Ma gli un abu nostra specie, non ostante la generalit
so di termini chiamar votont di segno o de termini onde partano su questo su
soltanto apparente quella che produce due bietto gli scrittori inspirati. Per verit,
grandissimi effetti, it primo di dare a tutti non veggiamo come si adempia rispetto
de mezzi bastevoli per andar salvi, it se a toro la votont di Dio di salvargli uo
condo di salvare di fatto un numero gran mini tutti e Puniversalit della grazia
dissimo di uomini. Ci inoltre non si ac della redenzione: ma non la scorgiamo
corda colla ragione che d s. Paoto di que gran fatto pi chiara riguardo a popoli
sta votont di Dio, cio che G. C. diede barbari e selvaggi che non udirono mai
s stesso per la redenzione di tutti. Ben favellare di G. C. Dobbiam per questo
pi ovvio st it chiamar questa votont far contro alla Scrittura o darte spiega
condizionale, stante che in essa contiensi zioni forzate e smarrirci in sistemi inin
una condizione; ma non per questo men telligibiti? Non questo it soto mistero
vera o meno sincera.
della condotta sopranaturale della provi
Altri, come s. Bonaventura e Scoto, di denza.
cono questa votont esser di fatto vera ,
Il perch la massima parte de moder
reale e di beneplacito, ma aver per iscopo ni teotogi non esitano a sostenere volersi
unicamente i mezzi o le grazie che pre da Dio con votont accidentale, reale, sin
cedono la salute e non la salute stessa; cera e formale, ma condizionata, la salute
e per questa ragione la chiamano votont di tutti quanti gli uomini, senza eccet
antecedente. Non riman pi che a farci tuare i riprovati n i bambini morti senza
comprendere come mai Dio che vuole i Battesimo; G. C. esser morto per tutti,e
mezzi non voglia punto it ne: secondo tutti pi o meno partecipare al benezio
it nostro ordinario modo di concepire, un della redenzione, quantunque non si possa
ente intelligente vuole i mezzi pel ne o assegnare di qual modo e no a che pun
it ne prima de mezzi.
to. Convengono tuttavia che lddio vuole
Sitvio, Estio, Bannez ed altri preten di votont conseguente la salute de soli
dono che la votont in discorso non sia eletti; che riguardo ad essi lddio ha una
propriamente e formalmente in Dio ma votont di preditezione , in conseguenza
soltanto virtualmente ed eminentemente; della quale ha toro largito mezzi pi po

perch lddio, fonte inesauribite di bont tenti e grazie pi efcaci che agli altri.
e misericordia, offre a tutti gli uomini Dottrina questa del Tridentino. it qual
mezzi generali e sufcienti di salute. Noi dice , sess. vi , c. 5: Elsi Christus pro
diciamo che non solamente lddio offre tali omnibus mortuus est , non omnes to
mezzi, ma li d; e perch egli vuol real men mortis eius benecium recipiunt,
mente, propriamente e formalmente tutto cio la salute eterna, e di s. Paoto che,
che fa, non ci ha dubio che vuol darti; 1 Tim. iv, lo, insegna lddio esser salva
e no l vorrebbe, ove non volesse real tore di tutti, principalmente de fedeli.
mente e formalmente it ne pel quale li
Fra gli eterodossi abbiam veduto che
d. Le ciance del Sitvio, ec. non vagliono da pelagiani e semipelagiani ammettevasi
che a gittar tenebre sul linguaggio chia in Dio una votont eguale e indifferente
ro, preciso e al tutto intelligibite della di salvare gli uomini tutti, senza distin
Scrittura.
zione o preditezione di sorta per questi
ll Vasquez ed alcuni altri fanno distin piuttosto che per quelli: it perch riget
zione tra gli adulti e i bambini: preten tavasi da toro qualunque predestinaztone;
dono che lddio voglia realmente e since e cosi sentivano anche i sociniani. l pre
ramente, ma sotto condizione, la salvezza destinaziani diedero nelPeccesso opposto,
degli adulti, e in conseguenza largisca a pretendendo che Dio non volesse realmen
tuttii mezzi di giugnervi; non potersi per te salvare che i predestinati; che G. C.
dir to stesso de bambini morti nel sen fosse morto per essi unicamente; che Dio,
della madre, ai quali non siasi potuto con per decreto antecedente ed assoluto aves
ferire it Battesimo. Il Bossuet sembra aver se destinato gli altri tutti alla dannazione.

V0

V0

Calvino insegn questo stesso errore con


tutta la possibite pertinacia, e Giansenio
non te altro che palliartto. Da tutti si pre
tese essere la sentenza di s. Agostino; ma
noi abbiam fatto vedere esser questa una
calunnia; tutti aver dato un senso falso
ed erroneo ai passi tratti da quel celebre
dottor della Chiesa.
Dopo aver letto le diverse opere di lui
colla maggior possibite attenzione e spas
sionatezza, ne sembrato che se i teoto
gi avessero esaminato pi da vicino i di
versi rami delPeresia pelagiana, sarebber
riusciti a cogliere pi aggiustatamente it
signicato delPespressiont del santo dot
tore e avrebbero implicata assai meno la
presente questione. Non ci resta che a ri

conciossiach lddio sia innito, e non ab

294

bia conni la potenza sua.

Altorch dice essere assurda cosa Pam


mettere avvenimenti contrarii alla voton
t di Dio, torna sulto stesso equivoco e
cade nel medesimo inconveniente. Nulla

pu farsi contro Passoluta votont di Dio,


posciach per la sua potenza innita ei pu
disporre degli avvenimenti come gli ag
grada; ma relativamente alla salvezza del

Puomo vera assurdit it volere che ld


dio Popcri con una votont assoluta nel
mentre che vi richiede la libera coope
razione delPuomo: in questo caso si ci
sarebbero in Dio due votont opposte e
contradittorie.

N punto pi vero che rispettivamen


spondere ai sosmi con cui dal Bayle e te a Dio volere e permettere sieno la

da miscredenti della sua scuola fu impu stessa cosa. lddio vuole sinceramente e
gnata la maniera onde noi concepiamo le positivamente Chn: Puomo faccia it bene ,

diverse votont di Dio.

poich glieto impone, gliene d le forze

Dicono supporsi da noi in Dio due vo


tont opposte. E falso: abbiam fatto ve
dere non darsi opposizione alcuna tra que
ste due cose, cio che Dio voglia sincera
mente la salvezza delPuomo e forniscagli
quindi i mezzidi pervenirvi, e nondimeno
lascigli la facolt di resistere ad essi mez
zi e dabusarne,conciossiach sia suo vo
lere che Puomo rimanga libero e P obe
dienza sua gli torni a merito.

colla grazia, to premia per avertto fatto ,


to minaccia e castiga altorch commette
it male: non pu una votont sincera es

ser provata con pi positivi effetti. lddio


nondimeno permette che Puomo faccia ii
male, cio non ne Pimpedisce punto, non
usa del suo potere assoluto per preservar

neto. Ci non signica gi che diagli per


mission positiva o licenza; ch altora non
potrebbe giustamente punirtto. La anche

Alla replica del Bayle, che lddio pu, questa unequivocazione sulla parola per
senza nuocere alla libert delPuomo, con metlere, equivocazione da cui non bisogna
durtto infallibitmente a salvazione con una
serie di grazie efcaci, rispondiamo po
tertto lddio indubitatamente, ma se it fa
cesse, non vi sarebbe pi differenza tra
ci che noi opereremmo per impulso della
grazia e quel che speriamo per istinto, i
cui effetti non sono altrimenti liberi. Lu
nico segno che abbiam noi per distinguere
la necessit dalla contingenza o dalla li

lasciarsi trarre in errore.

Falso, per ultimo, che la votont chia


mata di segno supponga un Dio che ingan
na e mentisce: non fu mai menzogna il
mettere a prova la virt e la sommessione

delPuomo. Altorch lddio command ad


Abramo dimmolargli it gliuoto, sapeva
gi indublalamente che quel patriarca re

puterebbe dover suo Pobedire, ed ci


bert che la prima sempre uniforme, che Dio voleva di fatto. Ma Abramo, lungi

variabite la seconda. Sdiamo it Bayle e dal temere inganno per parte di Dio, cre
quanti sono toso ad additarci altra dif dette fermamente che, avendogli lddio
dato quel gliuoto con un miracoto, ne fa
ferenza tra questa e quella.
La votont di salvare in Dio, secondo rebbe un secondo per restituirtto alla vita
lui, non sincera. Un re, dicegli, un ma anzi che venir meno alle sue promesse ,.
gistrato, un legistatore non si reputan vo come gliene d tode s. Paoto, Hebr. xi, lo.
lere Posservanza delle leggi ove non fac Tanto dicasi degli altri esempi della vo

ciano quanto lor possibite per antive

tont di segno per noi addotti dalla Scrit

nirne e vietarne la violazione: egualmente tura. V. Paova, TENTAzioNE.

dobbiam giudicare avvenga di Dio. - Ab

VOLUTTA. Epicuro poneva la felicit

biam dimostrato le tante volte la stoltezza suprema delPuomo nella volutt o nel pia
di un tal paragone. Un re, un legistato cere. Non entrerem punto a disputare se
re, ec., sono agenti limitati; onde non sotto questo nome s intendessero da lui i

c sconcio di sorta a esiger da toro che piaceri sensuali anzich la beata tranquil
facciano quanto ponno per riuscire in un lit dunanima virtuosa: la maggior gra
disegno e chiarir la sincera tor votont: zia che gli si possa fare si it credere

ma rispetto a Dio gli questo un assurdo, che non escludesse dalPidea della felicit

292

V0

V0

veruna specie di contentezza e di ben es' Puossi egli nel mondo intero addurre un
sere. Non ammettendo egli altra vita da
questa in fuori , non poteva guari adot
tare altro sistema: onde i toso seguaci
delPuna delle dette sentenze non manca
rono giammai dadottar Paltra, essendo fra
toro necessariamente connesse.
G. C., venuto per rivelare agli uomini
la vita futura e Pimmortalit, n Tim. i,
10, insegna toro it sommo bene esser ri

uomo it quale sia riuscito di trovar nella

volutt la desiderata beatitudine? Sato


mone, che nessuna a s n avea negata,
dichiara non altro avervi rinvenuto che
vanit ed afizione di spirito, Eccles. n,
l l. Daltra parte chi vebbe mai che siasi
pentito dessere stato virtuoso o, dopo es
ser passato da una vita volultuosa ad una
cristiana, abbia rimpianto it suo primiero

posto nella virt, conciossiach sia questa stato e le antiche sue abitudini?
AlPultimo, falso che lddio ci abbia in
la sola che vale, a fartto degno della bea
titudine eterna. ll perch la vita presente terdetto Puso de piaceri moderati e in
non altro essendo clie una preparazione nocenti: soltanto P eccesso e P abuso ne

e uno sperimento dhirt per la vita av


venire, non dssi quaggi cercare la feli

proibisce, e non vuole che noi cerchiamo


in essi la nostra felicit perch non la vi

cit. Perci G. C. beati chiama cotoro che si trova e perch saremmo sempre espo
han to spirito e it cuore staccato dalle ric
chezze , cotoro che praticano la mansue
tudine, la misericordia, che son mondi di
cuore, che procurano la pace, che soffro
no con pazienza le persecuzioni demal
vagi e le atizioni che lddio ci manda.

sti al risico di perdere fra essi la virt.

acquistare la felicit eterna merc di con

Voler godere la felicit in questo mondo


mediante la volutt e nelPaltro merc la
pratica della virt son desiderii tra toro

Non in poter delPuomo Paver pia

cere quando gli aggrada; ma da lui soto


dipende ove voglia Pesser virtuoso: per
confessionedi tutti cotoro che ne fecero
sperimento, la costante satisfazione pro
Condanna egli adunque la volutt, sicco cacciatane dalla virt val meglio per ogni
me quella che toglie it vigore alPuomo rispetto della passeggera ebrezza in cui
e to rende incapace di virt; predice guai ne gitta la volutt.
a cotoro che si tengon beati perch pos
Soto a chi mai non Pabbia praticata ap
seggono ricchezze, fruiscono de piaceri de par triste la virt conversa al piacere.
sensi, accolgono gli etogi e it plauso de Gustale e fate sperienza come soave sia
gli uomini, ngono d esser virtuosi per il Signore, diceva un sapiente monarca;
cattivarsi Paltrui ammirazione.
bea/o Puomo che spera in tui,ps. xxxngs.
Agli epicurei, che saran sempre in nu E G. C. invita s gli uomini con queste
mero non piccioto su questa terra, non pu parole: Venile da me, tutti voi che siete
andare a versi questa morale, e cercan a/faticati e aggravati, ed io vi ristorer.
quindi renderta invisa. impossibite, di Prendete sopra di voi il mio giogo e im
cono, che un Dio buono abbia messo al parate da me che sono mansueto ed umite
mondo delle creature per tarte infelici, di cuore, e troverete riposo allonime vo
che abbia dato toro it bisogno del piacere stre; imperocch soave il mio giogo e
elinterdettone Puso, che le costringa ad lcggiero il mio peso. Matth. xi, 28-50.
tinue privazioni e patimenti.
Stando a toro perci, un Dio buono al
Panimalit doveva annettere la beatitu

dine piuttosto che alla virt; ai piaceri


de sensi, che Puomo ha communi con gli
altri animali, anzi che alla forza delPani
ma che Pinalza al di sopra de bruti- In
questo case mal tece lddio a dare unani
ma aiPuomo; crear dovea degli esseri me
ramente sensittvi; la ragione, Pintelletto,
it senso morale onde fu toro cortese son
doni al tutto perniciosi. Cotesti sublimi
toso ci permetteranno di sentir altra

in guerra.
VOTI DEL BATTESIMO. Cos chiama
vasi le promesse che suol fare un catecu
meno altorch, prima d esser battezzato
rinunzia a Satanasso e alle pompe ed ope
re di lui. Questo preliminare venne in
giunto rigorosamente agli adulti che ri
nunziavano alPidolatria o al culto dede
monti per abbracciare la religion cristia
na. Nel battezzarsi dun bambino tali pro
messe son fatte a nome di lui dal padrino

mente da toro e di giudicare che un Dio e dalla madrina e riguardano altora Pav
qual si vorrebbe da essi non sarebbe gi venire non it passato.
un ente buono, si bene un insensato e tri
Fra gli eretici degli ultimi secoli vebbe
sto artece.

chi insegn che i voti del Battesimo ren


dessero nulto qualunque altro voto; e chi
no retta, dovrebbero almanco riferirsi alla al battezzato non correr obligo per essi di
sperienza, antica di quasi sessanta secoli. osservar tutta la legge cristiana ma sola

in mancanza della ragione, cui non dan

V0

V0

293

mente di crederein G. 6.: c gli uni e gli in Samuele, nel Battista. V. NAMIEATo ,
altri furono condannati dal Tridentino, RECABITI. Abbiamo partato a suo luogo
sess. vn de Bapt., can. 7 e 9.
della tigliu di lette. L obligo per di so
Voto -del Battesimo viene eziandio ap disfare ai voli chiaramente statuito
pellato da teotogi la votont o it desiderio Deut. xxm, al; Iob. xxn, a7; ps. Lxv ,
che hassi di questo sacramento altorch 15; Ecct. v, 5, etc.
Quantunque da protestanti siasi gridato
non pu riceversi di fatto: in tal senso
dicono essere it Battesimo assolutamente non poco contro i voti in generale, i coln
necessario vel in re vel in voto per sal mentatori inglesi della Bibbia di Chais
nelle note sul Levitico e sul Numeri han
varsi.
VOTO. Promessa che si fa a Dio duna no egregiamente spiegato la natura de
cosa reputata a lui accetta, alla quale per voli ivi menzionati e riconosciuta la sau
altro non si obligato: ci intendesida tit e Pobligazione di adempirti.
teotogi col dire che it voto promissio
Da alcuni increduli fu preteso,contutto
ci, un voto condizionale, qual fu quelto
de meliori bono.
Se sia lecita e commendevol cosa it far di Giacobbe, essere indecente; gli , di
voli e se, fatti chesiensi, corra obligo da cono una specie di mercato fatto colla Di
dempirii, da cotoro soltanto pu re\ ocarsi vinit mediante it quale P uomo sembra
in dubio i quali ammetter non vogliono dar a lei impor leggi e prescriver condizio
si opere buone surerogatorte, averci G. C. ni,procedere interessato e mercenario che
dati eonsigli di perfezione ed esservi me lddio non pu in veruna guisa approva
rito nel praticarti. Errore gli questo de re. Erronea sentenza questa. it dirsi da
protestanti, da noi altrove confutata. V. Giacobbe che, ove lddio degnato si fosse
CosstcLI svltucsLlci, Opsaa. Quatora it buon di proteggertto c ricondurtto sano e salvo
senso non bastasse a farne persuasi del e largirgli i suoi favori, ci gli avrebbe
contrario, ne convincerebbe la sacra sto dato la decima di quanto possedeva non
ria. lddio infatti non isdegn-i voli fatti altrimenti un mercato n un segno iPam
gli da patriarchi: egli gradisce it voto c bizionc. ma una promessa di gratitudine;
la promessa che gli fa Giacobbe dofferir Giacobbe prescrive una legge a s stesso e
gli la decima parte di tutti i beni che la non a Dio, legge inoltre alla quale non era
previdenza sua si degnerebbe largirgli. punto obligato. Se non avesse ricevuto da
Gen. xxvm, 22; xxxi, l5. Cos avea gi Dio nessun bene temporale, non gli sareb
fatto Abramo, dando a Melchisedecco la be stato possibite pagargliene la decima:
decima delle spoglie prese sui re da s se Anna madre di Samuele non avesse
debellati, xiv, 2o. Davide fa voto di fa ottenuto da Dio un liglluoto in conseguen
bricare un tempio al Signore, e questi gli za del proprio voto, non si sarebbe tropromette che un lal voto sar compiuto dal vata nel caso di consecrartto ai Signore:
gliuoto di lni, n Beg. vn, l'5; ps. cxxxi, 2. se l compagni di Giona non fossero stati
l principali lsraeliti concorrono alle spese scampati dal naufragio, non avrebber avu
di quelPediiizio, al che si erano obligati to Pobligo di sodisfare al voto fatto nel
forte della burrasca. Posciach todevol
con voto, l Parat. xxix, 6.
Ne libri di Mos parecchie leggi si scon cosa it mostrar gratitudine a Dio, Iodevol
trano sui varii voti che far si potessero e cosa pure it promettergliela.
Essendo piaciuto al Signore di gradire
su Pobligo e it modo di ademplcrti. Leg
giam nel Levitico, xxvn, t, come un uo i voli degli uomini sotto la legge naturale
mo od una donna potesse dedicarsi con c la mosaica, per che ragioni crederem noi
voto al servigio del Signore nel taberna chel pi non ne accetti sotto quella del
coto, un padre consccrarvi alcuno desuoi Vangeto? Rechinte in mezzo i biasimatori
gli o schiavi. Questi ultimi vennero po de voti. Non posson questi riguardarsi
scia denominati natinet, cio offerti a Dio. quali pratiche della legge cerimoniale, con
V. questa v. Ove non avessero sciolto un ciossiachsieno ad essa anteriori e gli apo
tal voto, dovean esser riscaltati mediante stoli stessi ne abbian fatto. posteriormente
un prezzo stabitito dalla legge. Troviam al concitio di Gerusalemme, nel quale era
pure ne Numeri, vi, t, che sia un uomo stato deiinito che le cerimonie giudaiobe
sia una donna poteva far it voto del na pi niente conferivuno alPeterna salvezza,
zareato temporariamente o in perpetuo , Aet. xv, s. Paoto fece ancora it voto del
e che in forza di questo voto erano te nazarcato e it compi in Gerusalemme

nuti a certe astinenze: al v e detto un stessa, ibid. t8; xKi, le. Alla v. CELIBATo
nazareno esser consecrato a Dio, sanctus fu da noi riferito it detto di G. C. a pro

Domino; nabbiamo esempi in Sansone, posito di cotoro che Paveano abbracciato


BERinEn. Vol

Vi.

57

294

V0

V0

pel regno dewieli; Pabbian essi fatto peri levar cotanto sconciamente la voce con
voto o per ferma e irrevocabite risolu tro de voti in generale, sopratutto contro
zione, e torna alto stesso. Posciach G. C. i voli solennidi religione, rispettato avreb
ha dato consigli di perfezione, ed avvi bero i monasteri n fornite agli increduli
merito nel praticarti, avvenc pure in pro le invettive che vanno alla nausea ripe
metter ci con voto, e tale Pobligazione tendo. Dicono essere un attentato ai dritti
di Dio it privarci della natural libert da
indotta dai voti solenni di religione.
I sostenitori del contrario vollero co lui impartitaci; temerit Pimporci da noi
tali voti fossero sconosciuti nella Chiesa medesimi un obllgo perpetuo senza sa
insino al secoto IV, che s. Basitio sia stato pere se ci baster la forza e la costanza
quegli che li introdusse o almeno che ne dadempirtto; i voti esser di via ordinaria
le menzione pel primo. llla vanno errati; effetto di leggerezza giovenite, di melan
perocch I." s. Paoto, l Tim. v, u et la, conia passeggera, di seduzione o dispoti
favellando delle giovani vedove che cercan smo per parte de genitori, e tenere tor
rimaritarsi,dice chelleno hanno infranta dietro quasi sempre amari pentimenti;
tor prima promessa, primam dem ir anzi che tornar di vantaggio alla societ,
rilam fecerunl. Ci affermiam noi doversi privarta de servigi che le si potrebber
intendere dun voto o duna promessa so prestare da persone dambi i sessi che a
tenne fatta da esse femine di vivere nella quella vece si chiudono fra quattro mura
continenza; cos Pintendono gli interpreti a passar disutitmente la vita. Pazza accusa
cattolici e i protestanti di miglior senno. la questa se mai ve nebbe , e gi ne
Non si pu provare che le fanciulle duna fu per noi mostrata la stoltezza alle v. Ce
certa et non fossero n daltora ammesse mnrro, ltiouaco, ltisLIcioss; ma non dobbia
a far it medesimo; ch s. Ignazio le mette mo stancarci mai di rispondere a rimpro
al paro, epist. ad Smyrn., n. II.
veri di continuo e in variato aspetto ri
2." Al secoto lll, Tertulliano chiama le prodotti. Chi li rimette in campo dovrebbe
vergini spose del Signore, donne conse inanzi tratto provare che Puomo nato
crate al secolo futuro e che han posto un con una libert naturale incircoscritta,che
suggello alla propria corrie, e fa espres questa un bene per lui e quindi che
so ricordo del voto di continenza, De virg. qualsiasi legge un attentato contro que
vet., c. i l. S. Cipriano partando delle ver sto dono della natura. Noi sosteniam per
ginidice, epist. Lxn ad pompon, che sel opposito che una s fatta libert sarebbe
leno, con promessa di fedelt (cx de), si per lui sotto ogni rispetto la maggiore delle
son consacrate a Cristo, debbon perseve sventure. Essendo che la pi parte de no
rarvi col viver pure e caste. Egli consi stri simiti son nati pi al vizio che alla
dera P infedelt d una vergine come un virt inchinevoli, tornerebbe al maggior

adulterio commesso contro di G. C. ; it che utite del clero e della societ ch e fossero
suppone promessao voto per parte toro.
s." ll concitio dAncira, tenuto Pa. 5l5,
prima che fosse vescovo s. Basitio, decide,
can. il), che qualunque violasse la pro
fessione fatta di verginit verrebbe sot
toposta del pari che i bigami a unoo due
anni descommunicazione. Quelto di Va
lenza nel Deltinato, Pa. 574, vuole che si
differisca toro la penitenza insin che ab

biano pienamente satisfatto a Dio. Non sa

tosto messi fra ceppi: sentenza questa


di Dio, it qual disse buona cosa essere al

Puomo portare it giogo insin dallainfanzia,


Thren. nni, 27. Taluno divenne malvagio e

guasto che sarebbe stato modelto di virt,


se vissuto fosse sotto Pimpero duna legge
che guarentitto Pavesse dagli incentivi del

vizio. AlPultimo, se la libert un dono


cotanto prezioso, uopo lasciare a cia

scuno la libert di eleggere quelto stato

rebbe stata giusta cosa Piniger toro una e abbracciar quel genere di vita che gli
pena quatora non fossero state legate da talenta.
nessun voto. Tal disciplina fu confermata
Posciach la religione ha it potere di
dal concitio generale di Calcedonia e da renderci amabiti le leggi imposteci dagli

pi altri tenuti in occidente; era quindi uomini e perch non varr essa a farci
la stessa appo i greci ed appo i latini. Il amar quelle che ci abbiam prescritte noi

perch la pratica de voti monastici si stessi per nostra libera e ponderata ele
mantenne costantemente e si mantiene
tuttora presso i nestoriani, gli eutichiani,
i giacobiti, i maroniti siri e i greci sci
smatici.
Se i pretesi riformatori ne avesser sa
puto un po pi, si sarebbero astenuti dal

zione? Prendete sopra di voi il mio


giogo, dice Cristo, e troverete riposo al

Vanime vostre. Imperocch soave il mio


giogo e leggiero il mio peso. Mailh. xi,
so. Chiunque da costante inclinazione si
senta chiamato a porsi in colto it giogo

V0v
V0

295

de consigli evangelici pu forse difdare tura riesce incommoda. L astinenza de


di questo partar del Salvatore?
liquori potenti
agli orientali pi dif
Quando fosse vero che non pochi se ne cite che a noi. E probabite inoltre che i
pentor dappoi, potrebbe dedursene sol nazarei venisser sottoposti ad altre osser
tanto che e son per indole incostanti e vanze dalla Scrittura non ricordate. V. Na
ohe non sarebbersi trovati pi felici in zAREATo.
altro stato. l pi di cotoro che si legano
Vi sono, prosegue Io stesso censore ,
in matrimonio se ne pentono egualmente; dei voti legitimi e de lemerarii: troppo
i nostri fittoso ne inferttrono che savreb instabite la nostra votont per poter to
be a permettere it divorzio, e sragiona lerare perpetue catene. Ci ha pure , ri
rono dei pari su Pun argomento che su spondiam noi, de maritaggi ittegitimi , e
Paltro. Non torna, per fermo, a vantaggio ce n ha moltissimi di temerarii; e tutta
della societ it favorir Pumana incostan via, ove non sten nulli , sono indissolu

za; ch nulla pi ci sarebbe altora di sal

biti. Non pu farsi obiezione contro i voti

do o stabite nella vita civite. Veggiam tut

perpetui che volger non si possa contro

todi gente annoiata di sua libert come Pindissolubitit del matrimonio. Un voto
altra de vincoli contratti; ma non essa temerario pu esser commutato, tatora
dispensato; ad un religioso malcontento
del proprio ordine si d frequentemente5
servato che cotal pretesa lnoltitudine di licenza di passare in un altro. ec. lconiu
persone cui venne ad uggia it toro stato, gati non hanno si fatti vantaggi, perocch
pentite e infelici ne chiostri, un sogno a ci sta contro Pinteresse della societ.
degli increduli.
Un tristo spediente, continua, per fer
Non dee recar maraviglia it vedere scrit mare la nostra incostanza gli quelto di
tori senza religione condannar che che si far servo it corpo, lasciando la libert ai
fa per n di religione; ma ben vha ra desiderii, e metter in contrasto le inclina
gion di stupire alto scontrarsi in tali che zioni nostre co nostri doveri. Ma it voto
si spaccian per cristiani e pur gridano di castit, p. e., non lascia punto pi ti
contro i voti in modo pi scandatoso de beri i desiderii impudichi di quel che it
gli stessi miscredenti. Cos adoper P au matrimonio i desiderii di commetter adul
tore del libro intitolato: Inconvenienti del terio; ed ogni desiderio acconsentito di
celibato de preti, al c. le. Costui non ha cosa vietata dalla legge per s pecca
fatto che compitare le obiezioni tutte de minoso. Qualunque legge vincolante pone
gPincreduliAiggiugnendovi del suo assur in contrasto i nostri doveri colle nostre
dit e contradizioni. Comincia a dire: it tendenze; e, per lasciar libero it corso
consacrare a Dio parte di quelto che ne alla nostra instabitit, sarebbe necessario
appartiene esser cosa giusta e degna di sopprimere quante son leggi e dbligazioni.
tode, ma superua, stantech egli non ne Non neghiam punto che un uomo nato
ha punto bisogno e ci ridonda unica con violenta inclinazione alla lascivia ope.
mente a pro de suoi ministri.
rerebbe da temerario facendo voto di ca
Non arriviamo a capire in che senso stit; ma da ci non si pu trarre con
offerte superue possano esser giuste e seguenza di sorta: non tutti gli uomini si
lodevoli. Ancorch lddio non abbisogni trovano in questo caso; avvene tanti e
di nulla , aver ci non ostante ordinato tanti ai quali la continenza non riesce per
oblazioni nelPantico Testamento, e G. C. nulla difcite.
le command nel Vangeto, Matth. v, a4;
A udir lui,tutti i voti possibiti non val
Luc. xxi, 5 et 4, etc. Tu se il mio Dio, gono a produrre nessuna nuova virt: le
c de miei beni non hai bisogno, diceva regole monastiche non altro ingiungono
gi Davide al Signore, pur nessuno mai che pueritit, ad altro non tendono che
gli fece pi larghe offerte di lui. Lo stesso ad esercitare it dispotismo decapi e a
linguaggio partava Satomone e seguiva stancare inutitmente la pazienza di chi
pur P esempio del padre. Almen gli oto obedisce.
Si crederebbe udir partare un deista,
causti non andavano a protto de sacer

gi quella che rende pi servigi al publi


co. Del resto, fu da noi gi pi volte os

doti, giacch la vittima veniva per intero it qual sostiene quante son leggi positive
consunta dal fuoco; n veggiam punto
pi in che si vantaggiassero de doni di
Davide e Satomone. V. OFFERTA.
Vuole it nostro critico che it nazareato
non imponesse niente di molesto; ma va
errato. Neclimi caldi una lunga capiglia

non poter prescriverci una sola virt che

non sia gi commandata dalla legge na


turale; tutto it resto niente contribuire
alla perfezione vuoi delP uomo, vuoi del

cittadino. Non c bisogno di crear virt


nuove, s solamente di praticare le anti

296

V0

che: or la castit, la povert votontaria,


Pobedienza, la piet, la carit fraterna, la
modicazione, ec., sono virt. La stol
tezza it credere che un superiore di reti
giosi. commandi a suoi inferiori pel soto
piacere di farta da despota c stancare le
toro pazienza; non andrebbe guari che

V0
a Si pu egli promettere di non aver
mai verun desiderio? A chi ne sente
dice PAposttoto tornar meglio it maritarsi

che ardere. n - Si pu e si dee pro


mettere di non aver mai desiderii voton

tarii, deliberati, conosciuti, perch pecca


minosi; i desiderii indeliberali, invoton

dovrebbe pentirsi di aver cos abusato tarii, non consentiti non sono peccati, ma
sperimenta della virt. Non a cotoro che
della- propria autorit.
Almen per decenza o per vergogna
avrebbe dovuto Pautore astenersi dal ripe
tere le invettive degPincreduli; dalto scri
vere che it voto d obedienza un rine
gar la ragiom: e diventar bruto o automa.
ll dire che it voto di povert voto it
lusorio , perocch conduce a non man
care di nulla, anch esso sragionare;
conciossiach non veggiamo come stiano
insieme it non mancare di nulla con Pindi
genza. it divin maestro nelto inviare i pro
pri discepoli a predicare it Vangeto proi
bisce toro di portar seco denaro e pro
vigioni , Matt/a. , x, o , e poi domanda:

han desiderio, ma agli incontinenti com


manda o consiglia s. Paoto it matrimonio,

l Cor. vn, s. Perci Pardere intendesi


dalPApostoto non gi Paver desiderii in
votontarii ma it consentire e cedere ad
essi.
Niente giova it ricordare le prevarica
zioni di qualche vergini infedeli a tor
voti delle quali fa menzione s. Girolamo
nella sua diciottesima lettera ad Busto

chio; non riferi egli parimente tutte le


turpitudini delle fanciulle non maritate e

delle mogli adultere, ch troppo lunga ne


sarebbe stata la lista. Le vergini men

Quando vi ho mandato, avete voi mai caste caddero nelPincontinenza non per
mancato di nulla? - No, risposero egli
no. Luc. xxn, 55. Ne vien forse di con
seguenza che it commando di Cristo fosse
itlusorio? Alle v. MENDICANTI e Povewra ab
hiam giusticato cotoro che imitano la con
dotta degli apostoli.
Appena ci basta it coraggio di riferire

ch avessero fatto voti;vi sarebber cadute

pi di leggieri quando non ne avessero


fatto. Assurda cosa Pattribuire un de
litto alle cautele stesse adoperate a pre
servarsene. Chi -vi ponga mente vedr

come chi ha fatto voto di castit non sia

tenuto a nulla pi che chi costretto vi


ci che questo critico libertino os dire vere nel mondo senza poter coltocarsi.
contro it voto di castit. u Non lecito ,
Let in cui le leggi ecclesiastiche e civiti

cosi egli, it far voto di ci che non in permettono i voti bastantemente matura
nostro potere: la Scrittura ne accerta che perch i giovani possano sapere a che si
la continenza un dono di Dio; la da oblighino e di che sian capaci; e it tempo
temerario it giudicare chei ce Pabbia im delle prove e del noviziato di tal lunghez
partita o ce Pimpartir evolertto obligare za da poter conoscere per esperienza gli
a fartto. n Morale scandatosa questa. oblighi, le fatiche, gli inconvenienti delto
Dono di Dio pure qualunque altra vir stato religioso. Considerando le commu-t; ne dedurremo noi che nessuna sia in nit nelle quali si fanno solamente voti
nostra facolt? it Salvatore a suoi disce semplici, non veggiamo uscirne un mag
poli, che gli fecero quesPohiezione relati gior numero di soggetti che dal noviziato
vamente alla povert, rispose chera im de monasteriove si pronunziano voti per
possibite secondo gli uomini, ma possibite petui. Non vero perci che questi sien
a Dio. Mattth. xix, se. Ei ne fa certi che carceri abitate dal pentimento, dal rim
noi otterremo dal Padre suo che che gli pianto, dalla disperazione. in generale,
chiederem con ducia, xvm, 19; xxii, 2o; quanto pi severa ed inviolabite la

onde non ha eccettuato la castit. Non clausura, pi regolari, quiete e felici sono
impertanto temerit it far fondamento su le communit; se vi accadon disordini,
tale promessa; ed assurdo. it credere n sempre cagion prima la frequenza de
sia un voler usare violenza a Dio it pre secolari.
gar con duciae perseveranza. A questa
Non si rina di dire che i voti mona
specie dmportunit che sembra volere stici sottraggono alla societ inniti indi
far forza a Dio, vetiiamo esortati da G. C. vidui che potrebber giovarte. TutP al
stesso, Luc. xi, melo. Altorch s. Paoto Popposto cotali voti le assecurano ser
commandava a tutti i fedeli di mantenersi vigi che non le potrebbero venir prestati
casti,avvisava indubitatamente che it fartto altramente in maniera pi efcace. Non
stesse in tor mano, o che potessero alme sarebbe si facite it trovar molti che vo
no ottenertto da Dio mediante Porazione. lessero dedicarsi al servigio degli spedali,

Y0

ZA

297

alla cura de malati poveri e insanablll , chia. Oltrcch egli certo per la storia che,
degli orfani e de bambini derelitti , alPi dopo la morte di questo sacerdote, gli Ebrei
struzione degli ignoranti e ad altre opere uccisero eziandio altri profeti; non era dun
di carit a cui it clero secolare bastar que Pultimoit cui sangue dovesse ricader

non pu, se non ci fosser tantt delP uno sopra toro. N manco pu trattarsi del pro
e delPaltro sesso che it fanno per voto e feta Zaccaria gliuoto di Barachia, di cui
per motivo di religione. Senza de voli, abbiam le predizioni, giacch in nessun
nessun istituto destinato a sussidio del luogo troviam detto ch egli perisse di
P umanit soffrente avrebbe stabitit e morte violenta. Ancor meno pu inten
dersi del padre di s. Giovanni Battista,
saldezza.
Della valldit o nullit delle dispense, non potendosi in guisa alcuna accertare
della interpretazione o commutazione de che sia gliuoto di Barachia n che sia
stato morto degli Ebrei. Forza dunque
voti spetta a canonisti it trattare.
che s. Matteo abbia volutoindicare it quar
to Zaccaria, gliuoto di Barue, ucciso dai
zelanti nelPassedio di Gerusalemme; dal
che consguita it Vangeto di lui non essere
stato dettato che dopo quelPepoca e com
YON (S.) V.Scuo1.e CRIsTIANE.
mettersi da s. Matteo un anacronismo,sup
ponendo che G. C. abbia additato per tras
corso un avvenimento chc accadde sol tren
Panni dappoi. S. Luca commise it mede
ZACCARIA. Del molti personaggi cosi simo errore, xi, iH.
ln secondo luogo, sarebbe stata ingiu
denominati onde partasi nella Scrittura
quattro son da distlguerst. ll primo un stizia it far ricadere sugli Ebrei contem
sacerdote, gliuoto del pontece Giolada, poranei di G. C. it castigo di tutto it san
fatto Iapidare dal re Gioas per mano del gue innocente versato da tor padri insin
popoto netPatrio del tempio; delitto tanto dal principio del mondo. Tal vendetta sa
pi grave perch quel re andava debitore rebbe stata contraria alla legge del Deu
a Gioiada del trono, n Pural. xxiv, 2o teronomio, xxiv, le: Non saran messia

.Z

et seqq. ll secondo it penultimo deidodici morte i padri pe loro gliuoli, n i


profeti minori, chera tigliuoto di Barachia gliuoli pei padri5 ma ciascuno per lo pec
e nipote di Addo, e della cui morte la cato proprio morr. Il perch, quando
storia nulla ci fa sapere. it terzo it sa gli Ebrei schiavi in Babittonia pretesero che
cerdote Zaccaria, padre di s.Gio. Battista, lddio li punisse delle colpe de padri toro,
di cui detto nel Vangeto, Luc. i, 5. Per Geremia, xxxi, 29, ed Ezechiele, xvm, l,
ultimo, Giuseppe nella sua Storia giu li accertarono quel castigo averti clti pei
daicaJ. iv, c. lo, fa menzione dun quarto tor proprii peccati, non per quelli degli
Zaccaria gliuoto di Baruc, ucciso dalla antenati toro.
,
fazion de zelanti nel tempo delP assedio
In terzo luogo nei medesimi c. xxm di
s. Matteo, il se, e x di s. Luca, il 47, it
di Gerusalemme.
Trattasi di sapere qual di tutti questi Salvatore par ragioni molto mate, dicendo:
si volesse da G. C. indicare altorch disse Guai a voi, scribi e farisei ipocrili, che
agli scribi ed a farisei, Matth. xxin, 54: fabricale sepolcri ai profeti c abbellilei

Ecco che io mando a voi de profeti e dei monumenti de giusti i: dile: -- Se fos
saggi e degli scribi; e di questi ne uc simo slati u tempi de nostri padri, non
cidercte, ne crocigcrele e ne ugellerelc saremmo slati complici con essi dei san
nette vostre sinagoghe, e ti perseguilerete gue de profeti. -- Cosi provate contro

di cilt in cilt; onde cada sopra di voi voi medesimi che siete gliuoti di coloro
tutto il sangue giusto sparso sopra la che uccisero i profeti. Cotmate pur voi
terra, dal sangue del giusto Abele no la misura de [ladri vostri. Era forse atto
at sangue di Zaccaria, gliuolo di Bu ipocrito o malvagio it fabricare odahbel
rachia, che voi ucctdeste tra it tempio e lire le tombe de profeti?
Per rispondere a tutte queste difcolt
Vollare.
l censori delPEvangelio, ebrei e incre
duli, ragionarono contro it riferito testo, di
cendo non poter G. C. aver designato con
quelle parole it sacerdote Zaccaria messo a
morte per commando di Gioas, conciossia

ch fosse gliuoto di Gioiada non di Bara

necessario entrare in qualche esame.


Primieramente noi sosteniamo, it Zaccaria,
menzionato da G. C. essere it profeta di
tal nome, gliuoto di Barachia, del quale
ci rimangon gli scritti; giacch i contra
segni pei quali viene indicato non possono

298

ZE

ZA

convenire a nessuno degli altri tre. t." ll gue da ci che gli Ebrei abbiano portato la
nome de costor genitori diverso. a." ll pena del sangue sparso da tor padri.
Per terzo, non gi G. C. quegli che
tigliuoto di Gioiada, it padre del Battista e
it tiglio di Baruc non erano profeti, poi ragiona mate; sono gPincreduli che male
ch it Salvatore dice: Gerusalemme, Ge Pintendono. ll delitto degli scribi e defa
rusatemmiache uccidi iprofeti, ec. S. Ste riset non consisteva nel fabricar sepolcri

fano, Act. vn, sa, domanda agli Ebrei: ai profeti, si bene nelto imitare Pincre
Qual de profeti non perseguilarono i dulit, la pertinacia, la tristizia di co
padri vostri? E ucciser coloro che pre toro che li avean messi a morte, e nel
dicevano la venula del Giusto. Or Zac pretender tuttavia che non sarebbero stafi
caria un di quelli che annunziarono nel complici di quelPuccisione ove fosser vis
modo pi chiaro Pavvenimento del Messia. suti a que tempi. ln tatti gli Ebrei, lungi
s." ll tiglio di Gioiada fu ucciso nel tem dal credere in (l. C., cercavantto avida
pio; dove gli Ebrei desser morte al glluoto mente a morte; gi pi tiate avean vo
di Barue non detto; Zaccaria gliuoto luto lapidario; non si rimanevano dal ten
di Barachia fu trucidato fra it tempio e dergli lacci, fargli domande capziose, ec.
Paltare. Per convincersene, a sapere che Ei to rinfaccla toro ne due capitoli stessi
it tempio fu riedicato e condotto a ter che stiamo esaminando. Chiarivauo essi
mine Panno sesto del regno di Dario e che perci col toro procedere come fossero
Zaccaria profetava nelPanno quarto. Ora, ligli e imitatori di cotoro che avean uc
Giuseppe ne fa sapere, Antiq., l. xi, c. 4, ciso i profeti, come ben presto avrebber
che, inanzi accingersi alla fabricazione del colma la misura de tor padri mettendo a
tempio, gli Ebrei eressero un altare a tin morte it Messia e gli apostoli di lui. Ipo
di otierirvi sacrizii; eravi quindi tra crista era pertanto quella toro di eriger
questo altare e it tempio uno spazio nel sepolcri ai profeti a tine di far credere
quale, secondo che narra it Salvatore, ven che avessero ln orrore Passassinio com
ne ucciso Zaccaria, circostanza che pot messo sopra que santi uomini e fossero
vericarsi rispetto a lui soto. 4." E proba incapaci di farsene rei. Se questo senso
bitissimo che la cagione della colera degli pare che impacci nella version latina ,
Ebrei contro quel profeta sia stata la terri di lunga pi chiaro nel testo greco, segna
bite predizione da lui ad essi fatta,c. xi. ll tamente se si rettichi la punteggiatura.
sitenzio degli storici su questo punto non
ln quattordici capitoli compresa la
fa prova di sorta; G. C. non avrebbe as profezia di Zaccaria, principale scopo della
serito it fatto se non fosse stato ben certo. quale Panimare gli Ebrei alla riedica
Per secondo, la predizione del Salva zione del tempio e prometter toro in ap
tore non contiene ingiustizia nessuna. in presso i pi copiosi benezii di Dio. An
vece di leggere in s. Matteo, xxm, 55: nuoziandoli it profeta in termini pomposi
Onde cada sopra di voi tutto il sangue e sotto magnitiei simboli, gli Ebrei ne abu
giusto, pu benissimo leggersi, secondo it sano pigliando it tutto alla lettera e so
testo greco: Si che tutto il sangue giusto stenendo che tutto debba compiersi sotto
verr o non cesser di scorrere insino lit regno del Messia, da essi tuttora aspet
avoi. Cosi pure in s. Luca, xii, 50, dove tato, stante che gliavvenimentinon vi cor
la nostra versione dice: Af/ncha quesla risposero esattamente dopo it ritorno dalla
generazione si domandi conto del san cattivit babittonese. Ma non sar mai per
gue di tutti i profeti, it greco sembra certo che lddio faccia prodigii assurdi a

signicar piuttosto: Di maniera che il n di appagare le stolta ambizione degli


sangue de profeti sar cercato e sparso Ebrei. Per confessione di s. Girolamo nella
da quesla generazione. Qui dunque trat sua prefazione al commentario sopra Zac
tasi del delitto, non della vendetta. La caria, questi it pi oscuro de profeti
quale spiegazione trovasi egregiamente
provata nelle Risposte criliche alle obie
zioni degli increduli, t. IV.
llla piglinsi pur anco que due passi
nel senso che toro suol darsi couunnne
mente; le parole di Cristo signitcheranno
puramente che la generazione presente si
render colpevole delto stesso delitto de

suoi antenati, chella si meriter it me

minori.
Zaccaria padre del Battista autore del
cantico che leggiamo in s. Luca,i, 6o, can

tico notevole per vera sublimit ed energia


di sentimenti.

ZELANTI. Cos venner denominati certi


Ebrei che suscitarono gran tumulti nella
Giudea verso Pa. eo delPera nostra, quat
tro o cinque anni inanzi la presa di Ge

rusalemme fatta dai Romani. Si diedero


sta. cose si verillcarono di fatto. Non ne se- essi stessi un tal nome a cagione del zeto
desimo castigo e it subir; tutte due que

ZE

ZE

eccessivo e malinteso che mostrarono per


la libert di tor patria. Furon detti anche
sicarii od assassini per le frequenti ucci
sioni onde si reser colpevoli ,credendosi au
torizzati a sterminare chiunque negasse di
secondare it tor fanatismo. Alcuni scrittori
avvisarono fosser gli stessi settarii nelPE
vangelio chiamati erodioni, Malth. xxn,
1o;Marc.xni,15; congettura priva dogni
verisimiglianza. AlPavvicinarsi delPasse
dio di Gerusalemme, i zelanti si ritrassero

nuto a portare sulla terra e voler si ac


cendesse, Luc. xn, 49, era certamente to
zeto onde ardeva per la gtoria del Padre
suo e per la salvezza degli uomini, zeto
da lui spinto insino a versare it proprio
sangue a n di procacciare Punae Paltr:|.

chiaro non potere un uomo esser vera

procacciando ad essi una pi felice con

299

Quali effetti non oper egli nel mondo

un sentimento cos sublime? Dodici apo


stoli,deboli, ignoranti, paurosi, ma inam
mati di zeto per la gtoria del tor maestro,
partittosi fra di toro Puniverso, it nome e
in questa citt, ove commisero crudelt la dottrina di lui recarono nno agli ul
inaudite, le quali ci vengono minulamente timi conni di esso. Egli avea imposto
narrate dalto storico Giuseppe.
toro ammaestrassero le genti tutte quante;
ZELO. in pi sensi pigliasi nelle Sacre vi si accinsero e compirono Pimpresa. in
Carte questa parola. Signica spesso Pin un mezzo secoto furon gettati i fondamenti
dignazione o la colera: Accendetur velut della Chiesa n daltora in poi umana po
ignis zelus tuus, dice Davide al Signo lenza mai valse a crollarti. Dopo aver fa
re, ps. Lxxvnni, s. Zeto detto nel\ume ticato insin che bast toro la vita, gli apo
ri, xxv, 15. to sdegno di Finees contro stoli lasciarono per eredit ad altri it tor
gli empii violatori della legge di Dio. Vale zeto e coraggio, it toro mandato. G. C., che
anche invidia o getosia, Act. xinn, 45; avea promesso sarebbe con toro insino al
ps. xxxvii, l; Prov. xxxiiv, o; Sap. i, lo. la consummazione de secoli non venne
Nel profeta Ezechiele Pidolo del zelo pu meno alla sua parola: it fuoco da lui ac
signicare o la statua di Baal o quella dA ceso non s altrimenti spento, ch vivo
done o qualsiasi altro idoto it cui culto si mantiene nella sua chiesa e serve a
provocasse it Signore a sdegno.
sceverarta da tutte le societ formate sen
in alcuni luoghi per serve questo vo za Papprovazione del divin Salvatore.
Il volger de secoli non scem punto
caboto ad esprimere un gagliardo affetito
od attaccamento a persona o cosa. Lo zelo Poperosit di esso zeto: intrepidi missio
della vostra casa. mi ha divorato, dice narii non furono scoraggiati n da barba
Davide a Dio, ps. Lxxinni, n0. il profeta Elia: rie di popoli n da distanza di luoghi n
Ardo di zelo pel Signore degli esercili, da diversit di climi n da pericoli di ma
mRegJux, n0 et 14. E Zaccaria: Ho avuto re n da stranezza di linguaggio; sda
grande zelo per Gerusalemme e Ston rono del pari i ghiacci del settentrione e
le vampc del mezzodi , P orgoglio delle
ne, l, H.
In quesPultimo senso chiamiam noi zelo nazioni incivitite e la stupidit de selvag
di religione Pamor che ne scalda pel gi. Questi, infelici non meno che corrotti,
culto di Dio che ci sembra it pi vero, it e pi a bruti simiglianti che a uomini ,
desiderio che mostriamo destendertto e istruiti che furono, mutaron quasi natura;
condurvi i nostri simiti, it dotore che per la societ, it governo, le leggi, la coltura,
noi si prova al vedertto disconosciuto, Pindustria, le arti, Pabondanza succedet
sprezzato, combattuto degli increduli. Gli tero fra toro alla vita tutta animalesca;
mente religioso ove non sia zelante, non dizion sulla terra, it Vangeto infuse pur
essendo to zeto in sostanza che unardente toro la speranza duna beatitudine eterna
carit; ch non possibite amar verace dopo morte. Non tittoso n legistatori, si
mente lddio, essergli grato del favore lar bene zelanti missionarii furon quelli che
gitoci nel manifestarsi a noi, senza bramar successivamente ammansarono e Mori e
che tutti i nostri simiti godano della stessa Libii ed Etiopi ed Arabi e Persiani e Parti
e Sciti e Sarmati e Danesi e Normanni e
ventura.
Gli questo it sentimento volutoci in Pitti e Bretoni e Germani e Galli. Non alla
spirare da G. C. quando ne apprese a dire tosoa ma al Vangeto si debbe P aver
nella nostra quotidiana orazione a Dio: doma la ferocia degli Unni e de Vandali,
Sia santicato il nome tuo, venga il tuo de Goti e dellorgognoni, de Longobardi

regno, sia fatla la tua volont cosi in e de Franchi. Lo zeto fu pi coraggioso


terra come in cielo. ll qual desiderio non che Pambizione de conquistatori, Pavidit
sarebbe sincero, se risoluti non fossimo a de negozianti, la curiosit e P inquietu
concorrervi con tutte nostre forze. Quel dine connaturali ai popoli; e se imissio
fuoco che it Salvatore diceva desser ve narii non avessero i primi additato it cam

300

ZE

mino ai navigatori, la met del gtobo sa

che it cristianesimo ha prodotto nel mondo.

rebbe tuttora per avventura ai toso sco


nosciuta.
E qual serie immensa di delitti e disor
dini e sventure non feegli scomparire to
zeto del cristianesimo ovunque penetr?
Rifugge Panimo al leggere la pittura de
costumi paganeschi, che dalla religion no
stra furon mutati, n pi orma rimar

Colpevole egli indubitatamente, ove ne


sentimenti suoi entri dispetto, odio, ma
lignit, e faccia uso di mezzi itlegitimi
per pregiudicar chichesia; e va errato se
crede che la purezza del moli\o valga a

santiticarti. La una delle massime del

cristianesimo, non doversi far male per


ch ne derivi del bene, Rom. nn , 8. llla
rebbe di essi,ove questa fosse meglio co nnaccozzaglia di pretesi toso che con
giuri alla ruina del cristianesimo, e metta
nosciuta e praticata.
Se non che gli increduli, lungi dal con fuori volumi a migliaia riboccanti dinvet
fessare esser to zeto religioso una virt, live, calunnie, imposture a danno di que
celdipingono qual vizio odioso ecome ter sta religione santissima e di chi la segue,
ribit agelto delPumanit.- Tante passio e predichi it deismo, Pateismo , it male
ni, dicon essi, nascondonsi sotto questa rialismoit pirronismo,da qual motivo tode
maschera, di tante sciagure sorgente da vole pu mai esser guidata? e qual salu-,
far desiderare non fosse mal stato anno tare effetto sperarne? Cotal zeto inferna
verato fra le cristiane virt. Per una tode le ad altro riuscir non pu se non se a
che si meriti, it troverem cento volle col ricacciare i popoli nettP ignoranza , nella
pevole, siccrme quelto che opera con egual corruzione, nelPabbrutimento, donde li
violenza nelle vere religioni che nelle trasse it cristianesimo. Ci chiarito dal
Pesempio di quelli che, per aver rinun
false. Alcuni per altro degnarono convenire ziato a questa religione, ricaddero nella
che un zeto mansneto, caritatevole, che barbarie. Pazzo procedere si quelto di
tolera e sa compalire , qual fu quelto di todare in apparenza to zeto di G. C. e
G. C. e degli apostoli, sarebbe virt; ma, degli apostoli nel mentre si adopera adi
per toro avviso, di tal zeto non ci ha pi struggere tutto it bene da esso recato.
a! Forsech i mezzi onde si valser gli
ombra sulla terra: i pretesi zelanti, gui
dati da superbia, da ambizione di dominar increduli a stabitire, se fosse tor riuscito,
sulle menti ed esercitar Pimpero delPopi Pirreligione in tutta Europa son pi one
nione, sinalberano al menomo contrasto, sti e legitimi di quelli che rinfacciano ai
tengon qual empio chiunque non pensa credenti animati da falso zeto? Cento vol
eomessi; ogni errore agli occhi toro de te li abbiam convinti di menzogna, dim
litto, attentato qualsiasi resistenza ai toro postura, di citazioni e traduzioni false, di
voleri. Se stesse in tor mano, in un gior calunnie inventate contro i pi venerabiti
no avrebbero sterminati quanti son mis personaggi d ogni secoto; usarono essi
credenti. La menzogna, Pimpostura, la delle pi violenti invettive a n di ecci
calunnia, fingiustizia, la crudelt hanno tare negli animi de popoli it fanatismo
per lecite ogni qualvolta si tratti della anticristiane, la fecero da profeti annun
causa di Dio, n ci ha nequizia che non ziando la vicina caduta delPimpero di
venga dalto zeto di religione santicata. G. C. , alcuni spinsero la demenza al
La troppa rulenza di quesinvettiva punto desortare i sudditi a ribellarsi ai
ne mostra inanzi tratto Pingiustizia: gli proprii principi e gli schiavi a scannare
increduli nel voler fare it ritratto de toro i toro padroni. Prima di essi, i predicanti
avversarii han dato it proprio e chiari del secoto XVI serano giovati delle stesse
rono to zeto antireligioso esser pi spa armi a far abbracciar Peresin; it non ave
ventevole che non quelto di religione; del re que dei di nostri spinto, come i set
che potr convincersi chi appena raifronti tarii, to zeto al segno di trucidare i proprii
le cause, i sintomi, gli effetti di queste nemici venne da impotenza piuttosto che
da moderazione. noto che it pi famoso
due malattie.
l." Un cristiano non si appon male in de tor corifei fece impiccare in efgic
credendo tornare a pro delPintera societ cotoro che avean preso la penna contro
it mantenervisi la purezza della fede e di lui; abbiamo non lieve fondamento di
de costumi e to sbandirne ogni errore ed credere che, se fosse stato in sua balia,
empiezza. Quando procura di concorrere avrebbe alla gura sostituito la realt.
s. ignoriamo se it zeto degli increduli
a tale scopo e brama che sia tolto ad ogni
miscredenteit poter nuocere, todevole per siasi spinto no a santicare agli occhi toro
fermo Pintenzion sua, siccome quella tutti questi eccessi: essi ebber sempre
che ha per ne la conservazione del bene Paudacia dasserirc commeudevoli essere

ZE

ZU

304

i motivi onderan guidati,irreprensibiteit


ll Barbelracio addusse P esempio di
toro procedere, legitimi i furori; anzi che Marco dAretusa, che, imperando Giuliano,
di castighi esser degni di statue. S addi ricus di rifabbricare un tempio di pagani
ce egli forse a tal genia it predicar la man che avea fatto demolire sotto it regno di
suetudiue, la carit, la toleranza e appor Costanzo. Siccome questo vescovo era sta
delitti alto zeto di religione?
to a ci autorizzato dalPimperadore, inan
E si conviene, dicono, rendere omaggio zi condannartto, bisogna dimostrare come
alla Divinit, non mai pensare a vendi Giuliano avesse pi dritto di far riedi
carta. - Se con ci intendon dire do care pel tempio che non ne avesse avuto
versi far lecito a qualunque increduto it Costanzo di fartto gittare a terra. E fu quel
bestemiare impunemente lddio e per tal di Giuliano, dabbandonare Marco al furor
modo insultare a tutti cotoro che P ado de pagani di Aretusa, atto tanto pi con
rano, dimanderemo in prima qual utite dannevole perch quel vescovo gli avea
tornar ne pu al genere umano; ma si da fanciulto salva la vita.
spieghino i termini. A partar giusto, non
Ma fossero anco simiti fatti pi gravi e
pu la Divinit essere oltraggiata n ven in maggior numero, basterebber eglinoa
dicata; beata com per natura e inde provare esser to zeto di religione una pas
pendente, padrona suprema di tutte le sion funestissima al genere umano? Para
creature, inaccessibite a qualsiasi bisognot gonino i nostri imprudenti declamatori i
e passione umana, nulla pu perdere delldelitti di qualche privati co felici efetti
proprio stato n acquistare; essa ingiun operati dalto zeto de cristiani pel mondo
ge agli uomini di rispettaria , adorarta , intero che da diciotto secoli duran tutta
prestarte sommessione non per proprio via, to stato attuale delle nazioni cristiane
ma per toro bene. La cosa dimostrata non con quel de popoli infedeli che negarono
poter durare societ senza religione; it daccogliere it Vangeto o vi rinunziarono ,
perch chiunque a questa fa guerra d , nalmente tre secoli di atroci persecuzio
per quanto da lui , alle fondamenta ni in cui i cristiani si lasciarono scan
della societ. Nel punirtto per le sue be nare senza contrasto con passeggeri mo
stemie si vendica la societ, non la Divi menti di falso zeto da cui pochi furon clti,
nit, la quale sa, quando le piace, far co e poi abbiano ancora it coraggio di esag
me le conviene le proprie vendette.
gerare i mali da esso cagionati.
Tante passioni, proseguono, celansi sot
ZUiNGLIANl. Setta di protestanti che
to la maschera delto zeto! Sia: si celan derivarono it nome dal tor capo Utrico
esse del pari sotto la maschera dei ben Zuinglio, svizzero, nativo di Zurigo.
publico, delPinteresse sociale, del patrio
Ottenuto a Basitea it berretto dottorale
tismo, del diritto, delPequit, ec.
nel i505 e distintosi poscia pe suoi ta
Cotesto zeto, dicon per ultimo, opera lenti in predicare, fu proveduto d una
medesimamente in tutte religioni, siano parochia nel cantone di Glaris e in ap
vere, siano false. Che monta egli ci? presso della prima parochia della sua pa
Tuttii sentimenti naturali delP umanit tria. Nel tempo stesso o in quel torno che
trovansi pur gli stessi appo le nazioni Lutero cominci a diffondere i suoi errori
tutte quante, culte o barbare che sieno, per la Germania, Zuinglio si di a inse
itluminate o ignoranti, bene o mal colto gnare le medesime opinioni contro le in
cate sul gtobo. Ma posciach Io zeto per dulgenze, it purgatorio, P intercessione e
una religion falsa in realt zeto falso,a Vinvocazione de santi, it sacrizio della
settatori di essa si vorrebbe predicare la messa, it digiuno, it celibato de preti, ec.,
toleranza e non a quelli che seguono una senza per toccare it culto esteriore.
E questione agitata tra i luterani e i
religion vera.
Quanto alle guerre di religione che ci calvinisti se it primo a formare it disegno
obiettano, abbiam fatto vedere a suo luogo della riforma fosse Lutero o Zuinglio. Poco
come su questo punto ragionino male dei importando a noi di tale controversia, ne
pari che su ogni altro. Non contenti di basta osservare che a quella guisa che
vaghe declamazioni, trassero fuori de fat Lutero avea tratte le proprie opinioni da

ti; veggiamo se sien tali da meritare che libri di Viclefo e degli ussiti. non a ma
se ne faccia tanto scalpore.
Quanto al fatto riferito da Teodoreto ,
Hist. eccles., l. v, c. se, di quelPAbdaa
vescovo di Susa in Persia che fe atter

rare Pa. 4 l 4 un tempio sacro al fuoco ab


biam risposto altrove.
ila-amen. Voi Vi.

ravigliare che Zuinglio abbia attinte le


sue alla stessa fonte e siasi fatto forte sui
medesimi argomenti. Che Puno abbia co
minciato a metterte fuori nelPa. mlo e
Paltro nel susseguente, non fa nulla alla

verit o alla falsit di toro dottrina. La


Sii

ZU

ZU

atfettazion puerite de protestanti quella


di voler persuadere che questa turba di
protesi riformatori surti ad un tratto in
varie contrade dEuropa nel secoto XVI
fossero o tanti ispirati da D10 itluminati,
o menti sopra Pordinario che, merc uno
studio profondo e costante delle Scritture,
savvidero quasi al tempo stesso degli er
rori, abusi e disordini nequali era caduta
la chiesa romana.
llla a chi appena conosca la storia dal
secoto XIl al XVI, aperto come, in quel
corso di tempo, Pturopa fosse stata di
continuo infestata da settarii i quali ora
su dun articoto ora su dun altro avean
tratto fuori contro la chiesa cattolica le
stesse obiezioni, to stesso abuso delle iSa
cre Carte, le stesse calunnie. l vantati ri
formatori non altro fecero che raccorte, e

302

solutamente necessaria. Egli credeva per


ci che i tosoti potessero aver avuto
qualche conoscenza di G. C., come ltlet
chisedecco, i magi ed altri giusti cheran
fuori delPantica alleanza, e quindi aver
ricevuto una grazia inferiore per metter
fuori gli eccellenti precettidi morale onde
furon maestri. in questo, continua it Ba
snagio, Zuinglio era delPavviso de ss. Giu
stino, Clemente dAlessandria e Giovanni

Crisostomo. Hist. de Vgt., l. xxv, c. 4,


S o.
Due madornali infedelt vi sono in que
sta apotogia. l. Per evitare it pelagiane
simo , non basta ammettere la necessit
duna luce interiore a consegnir la salu

te; egli uopo altres confessare la ne

cessit duna mozione sopranaturale nella


votont che P ecciti a fare it bene ed a
di tai brani qua e t accattati crearono i corrispondere alla coguizion delP intel
letto. la dottrina sostenuta da s. Ago
toro sistemi.
A farcene convinti basta P attestazion stino contro i pelagiani e denita dalla
sola de protestanti. Per provare la tor Chiesa. Poteva egli Zuinglio, senza empie
dottrina non esser nuova , si danno per t, asserir che i pagani morti nella pro
autenati gli albigesi, i valdesi, i tollardi, fesstton delP idolatria fossero stati mossi
i vicleti, gli ussiti, ec. Con che fronte dalto Spirito Santo e favoriti della grazia

daltro lato osano dipingerci i tor fouda- giusticante?


tori siccome iugegni sublimi che colla tor
2. Vero parecchi padri aver creduto
propria perspicacia han discoverto qua- che Socrate e alcuni altri etnici abbiano
lunque verit nella Scrittura n altro mae- avuto qualche cognizione del divin Verbo,
sttro ebbero fuor che la parola di Dio? lu che la ragion suprema, e per questo ri
realt meri copisti e plagiarii furon essi. spetto sieno stati in tal qual modo cristia
Non si pu veder senza indignazione gli ni; ma non sognarono mai, come Zuin
scrittori protestanti prodigare it nome di glio,che tal cognizione sia stata sufciente
uomini grandi a una folla di venturieri, per condurti a salvamento, che abbiano
per la pi parte preti o monaci apostati avuto la grazia giusticante e trovinsi ac
che aveano scosso it giogo d ogni legge colti in cieto. Ove citassimo le toro paro
per darsi impunemente al libertinaggio.
le, come di teggieri potremmo, si vedreb
Se almeno fossero andati daceordo tra be che it Basnagio volle far gabbo a let
toro, si poteva esser allucinati dalle tor tori poco istruiti.
pretensioni; ma non ebbero appena messo
il secondo articoto su cui Zuinglio non
insieme qualche proseliticheciascundessi accordavasi con Lutero era P Eucaristia-.
volle far corpo da s. Comech Zuinglio Voleva it primo che in questo sacramento
consentisse sopra pi punti con Lutero , it pane e it vino fosser nulla pi che una
eran per tra toro in opposizione circa gura, una mera rappresentazione dei
due o tre articoli principali di dottrina. corpo e del sangue di G. C.; Paltro a quel
Lutero era predestinatore stretto , dava la vece ammetteva la presenza reale, co
tutto alla grazia nelPatfar della salute, ne- mech negasse la transostanziazione. Zuin
gava alPuomo la libert. Zuinglio, alcon- glio diceva it senso gurato delle parole
trario, pareva adottare Perrore de pela- - Questo il mio corpo - essergli
giani e tutto concedere al libero arbitrio e stato rivelato da un genio, bianco o nero,
alle forze della natura: secondo lui, Catone, l e confermava si fatta spiegazione con que
Socrate, Scipione, Seneca, Ercole stesso sPaltre parole: L agnello la pasqua,
e Teseo e gli altri eroi o sapienti del pa- I nelle quali it verbo equivale a signica.
ganesimo avean conseguito it cieto me- Cotesto genio bianco o nero di Zuinglio, a
diante tor virt morali. il Basnagio tut- quel che sembra, non doveva essere un
tavia cerc giustiticartto, volendo che, se- gran dottore. ll vero senso di quelP ulti
condo la dottrina formale di lui, nessuno me parole non gi che Pagnelto sia it
possa andare a l)io se non per mezzo di segno o la gura della pasqua ovvero del
G. C. e che la grazia giustiticante sia as- passaggio, ma s la viltima della pasqua

ZU

ZU

303

o del passaggio del Signore; e tale spic gregazioni di santi, rassembravano le chie
gazione ce la porge it testo medesimo , se per essi fondate. ll perch ne avvenne

Exod. xu, 27. Oltreci, la congiuntura in appuntino ci che s. Paoto voleva si evi
cui G. C. pronunzia quelle parole: Questo tasse: tutti si lasciavano trasportare da
ii mio corpo esclude apertamente it ogni vento di dottrina, it caso soto decise
quale alPultimo si seguirebbe. In Germa
senso gurato. V. EUCARIsTIA.
inutitmente Pa. i529 Lutero e Melan nia Lutero avea da prima insegnato de
tone dalPuna banda, Ecolampadio e Zuin creti assoluti di predestinazione e it totale
glio dalPaltra convennero a Marpurgo per annichitamento delPumana libert: Zuin
conferire intorno alle toro opinioni e pro glio professava in lsvizzera la dottrina del
curar 1Pavvicinarsi; non poterono accor tutto opposta; it primo stava pel senso
darsi su nessun punto e si separarono dis letterale delle parole - Questo il mio
conclusi e assai scontenti Pun delPaltro. corpo, it secondo pel senso trastato: Lu
La scissura compiuta tra i due partiti av tero e Melantone avrebber vtinto conser
venne nel i544 e dura tuttavia, e iudar vare alcune cerimonie; Zuiuglio e Calvino
no riuscirono tutti i tentativi fatti da poi negarono tolerarne veruna e le sentenzia
per riconcitiarti.
rono tutte quante per superstiziose. Dopo
Questo spirito di discordia non somi la morte di Lutero, Melantone ed altri
glia gran fatto a quel degli apostoli. Nes temperarono la dottrina di lui circa it li
suno di questi inviati di G. C. stese un bero arbitrio e la predestiuaztone, ammi
simboto particolare di fede n stabit un sero la cooperazione della votont delPuo
culto esteriore diverso da quel degli al mo alla grazia, ben presto si cess din
tri o un piano particolare di governo, n segnare fra luterani i decreti assoluti.
venne a scisma co proprii colleghi: ci Morto Zuinglio, per opposto, Calvino pro
che avea prescritto s. Paoto fu osservato fess essi decreti in modo ancor pi nau
in tutte le chiese apostoliche. Egli ripren seante che tatto non avesse Peresiarca di
de fortemente i Corintii per una lieve con Vittemherga. l zuingliani, che alla prima
tesa insorta fra toro; volea avessero un avean mostrato orrore a colate dottrina ,
cuore e unanima sola. Iddio, dice, non in ultimo Pebbero abbracciata. e domin
Dio dei disordine ma della pace, con essa nelle chiese riiormate della Svizzera
forme io insegno in tutte le chiese de quasi insino a di nostri, perocch queste
santi. i Cor. xiv, 55. Il regno di Dio... adottarono generalmente varii decreti del
giustizia epace e gaudio nello Spirilo sinodo di Dordrecht. Finalmente, insinua
Santo... Attenghiamoci adunque a ci tovisi it socinianismo, rimise in onore it
che giova alla pace. Rom. xiv, i7, lo. pelagianesimo di Zuinglio.

Egli (Dio).... costilu... pastori e dotto

N giova it dire che tali variazioni, in

ri... n a lanto che ci riuniamo tutti certezze, contese circa la dottrina non si
per Vunil della fede...., onde non pi aggiravano su articoli fondamentali. Pe
siamo fanciulli vacillanli e porlati qua rocche, primieramente, s. Paoto non le
e t da ogni vento di dottrina. Ephes. iv, distinzione tra gli articoli di fede quando
u et seqq. LApostoto annovera tra P o richiese tra fedeli Punit della fede e
pere della carne le nimicizie, le contese, condann senza eccezione le dispute, le
Pemulazioni, le ire, le invidie, le discor discordie e le sette. Per secondo , i de
die, le sette, Gal. v, 1o, 2o. Dai che dee creti assoluti di predestinazione insegnati
conchiudersi i fondatori delle sette essere da Calvino diciamo essere un error fon
stati tutPaltro che dottori e pastori posti damentale , conseguitnmto apertamente
da Dio, e, pi che to spirito, aver essi da tali decreti che Dio causa diretta
e formale del peccato, che vi spinge po
avuto a guida la carne.
E valga it vero: si faceva tra essi a chi sitivamente gli uomini colla mira di po
potrebbe vincerta sui proprii colleghi, scia mandarti dannati; bcstemia orrenda
metter al disopra le proprie opinioni, farsi se altro mai. lu terzo luogo, i calvinisti
pi grosso partito, prescrivere pi impe non cessarono mai di ripetere la credenza
riosamente che cosa savesse a credere, de cattolici rispetto alPEucaristia essere
praticare o rigettare. Quando non riusci error fondamentale, trascinarti esso alPi
vano a signoreggiare colla persuasione ta dolatria, quelParticoto anche soto essere
cevan tutto ordinare da magistrati. Cos stato giusto motivo di scisma e separa
si contenne particolarmente Zuinglio; e zione dalla romana chiesa. D altra parte
to stesso fece Calvino, mentre Lutero af sostennero costantemente co luterani che,
forzavasi del patrocinio de principi del ammessa la presenza reale, forza am
Pimpero. Sinagoghe di Satana, non con mettere eziandio la transostanziazione e

304

ZU

ZU

tutte le conseguenze che i cattolici ne Pur non lascia di chiamartto un gramfuo


traggono. l caivinisti avrebber ci non mo, un uomo di rette intenzioni e di mire
ostante consentito a tolerar tal preteso er todevoli.
rore appo i luterani, se questi avesser vo
Ma noi dimandiamo se sia rettitudine
luto affratellarsi con toro; lanto Pincon dintenzioni quella dun settario che nel
gruenza tra it sistema e it proceder toro. suo partito si arroga pi autorit che non
Da alcuni autori fu scritto, tra tutti i ebbe mai appo i cattolici it sommo pon
protestanti i zuingliani essere i pi tole tece od altro pastore; che sentenzia da
ranti, giacch si sono uniti co caivinisti despola sulla credenza, sul culto religioso
a Ginevra e co luterani in Potonia Pa. 1577. e sulla disciplina; che d tutta la podest
Osservazione la questa tutP altro che ecclesiastica al magistrato civite perch
giusta. Egli certo prima di tutto non certo di regolarta a suo senno; che pone
aver questi settarii ricevuto dal tor ion in opera la violenza per far adottare le
datore to spirito di toleranza. Altorch proprie opinioni e muore colParmi alla
Zulnglto cominci a dommatizzare non mano in battaglia ordinata contro icattolici.
l trattati dunione tra i zuingliani ei
tocc punto it culto esteriore; ma, qual
che anni appresso, quando si senti baste luterani non ebber saldezza n lunga du
volmente forte, ebbe co cattolici, presente rata, essendo sussistiti sol nch it richie
it senato di Zurigo , una conferenza che se Pinteresse politico dedue partiti. Pi
fu seguita da un editto nel quale si sop duna volta abbiam fatto parola de mezzi
presse parte delle cerimonie della Chiesa, violenti posti in opera da non pochi princi
si distrusser poscia le imagini, nalmente pi luterani per isbandire daproprii stati
venne abolita la messa e Pesercizio della i sacramentarii e tor dottrina. Pietro Mar
religion cattolica assolutamente prescrit tire, zuingliano dichiarato , chiamato in
to. Per tal modo , prima di sapere qual Inghitterra dal duca di Sommerset sotto
dottrina si seguirebbe tra zuingliani, fu it regno di Edoardo VI, non seppe stabi
preso a distruggere Pantica religione.
lir la pace tra i varii partigiani della ri
il Mosemio , tultoch ammirator di forma: i suoi discepoli, detti attualmente
Zuinglio, confessa nella sua Storia della presbileriani,purilani,non-conformisti,
riforma, sez. n, c. e, S 12, aver questo sono avversi agli anglicani del pari che ai
novatore usato pi volle di mezzi vio cattolici. Dicasi pur tutto che vogliasi a
lenti contro chi resisteva alla sua dottri scusare coteste spirito di discordia inse
na , nelle altre materie attribuito ai ma parabite del prolestantismo; ch esso non

gistrali unautorit del tutto incompatibite torner mai ad onore di nessuna delle
con Pessenza e it genio della religione. sette che to professano.

JXPPENDIGE '

dote e de leviti, le quali sante o sacre son

dette , Exod. xxvin, 4. llliravasi con ci

ad inspirare al popoto riverenza per le


ABITI SACRI. Vestimenti e adornamen cerimonie del divin culto ed a sacerdoti
ti soliti indossarsi dagli ecclesiastici nelle stessi la gravit e la divozione nelle toro
funzioni del servizio divino. Abili pon funzioni. Conciossiach un tale scopo sia
ticali appellansi quelli usati da vesco it medesimo per tutti i tempi,debbe tro
vi, quelli dei sacerdoti abili sacerdolali. varsi nella legge nuova non meno che nel
ll costume di mettersi vesti particolari Pantica; e quando pur ci mancassero pro
per la celebrazione della liturgia ne pare ve positive a convincerci che gli apostoli
antico quanto it cristianesimo. 0 s. Gio se ne curarono, dovremmo tuttavia pre
vanni nella sua Apocalisse tigur la gtoria sumertto.
Egli pu essere, per dir vero, che a
eterna sotto Pimagine delle adunanze cri
stiane, o i primi cristiani ebber modellate tempi delle persecuzioni, altorquando era
le toro adunanze sul tipo esibito da quel forza celarsi ne sotterranei e fra le tene
Papostoto. Narra egli come fosse rapito in bre a n di celebrare it santo sacrizio ,
ispirito in giorno di domenica e gli venisse non si avesser sempre abiti sacri o sacer
veduto nel mezzo di sette candelabri dor0 dotali. Ma dapoi che fu dato alla Chiesa
un personaggio venerando vestito dabito di esercitar securamente in publico it pro
laiare e cinto it petto con fascia doro; ed prio culto, vintrodusse ella la pompa e
altra volta un trono alzato nel cieto, e so decenza che si conveniva. Costantino pre
pra esso trono un che stava a sedere ri sent it vescovo di Gerusalemme d una
fulgente nelPaspelto, e intorno al trono se veste tessuta in oro per amministrare it
duti ventiquattro sentori in bianche vesti, Battesimo, Teodoreto, Hist. eccles., l. n,
con corone doro sul capo, ec. Veggiam c. 27 , e mand ornamenti alle chiese ,
Oltato mitev., l. n, c. 2. Eusebio, nelPal
qui abiti e ornamenti sacerdotali.
Nelfantica legge aveva lddio prescritto tocuzione che tenne in occasione che fu
la forma delle vestimenta del gran sacer dedicata la chiesa di Tiro, volse la pa
rola a vescovi rivestito della sanla tuni
(l) L asterisco semplice indica gli articoli ca. Hist. eccles., l. x, c. 4.
Parecchie altre prove cavate da autori
nuovi; it doppio le aggiunte ad articoli che
stanno gi nel Dizionario: e si gli uni chele del secoto IV si ponno vedere nel Bin
altre son tratti da una nuova edizione desso gham, Orig. eccles., I. xinni, c. s, S l e a;
Dizionario posteriore a quella che servi di it quale per osserva mal a proposito non
testo alla presente traduzione. l pochissimi rinvenirsene traccia ne tre secoli prece
articoli che si scontreranno senza it detto se
denti. Oltre che abbiamo it testo sopraci
gno appartengono al Bergier e furono posti
qui per essere inavvedutamente sfuggiti nel tato delPApocalisse, nel secoto IV non si
fe altro che seguire gli usi e la pratica
compitar Pindice alfabetico.

AB

AB

de tre secoli precedenti; nel III, diceva it


papa s. Stefano a vescovi ditfrica: Nihil
innovetur, nisi quod tradltum est; nel Il,
s. treneo teneva to stesso linguaggio.
lnsino da primi tempi della Chiesa, al
dir del Fleury, u it vescovo vestiva una
roba magnica, e cos pure i sacerdoti e
gli altri ministri; e n daltora si aveano

306

gli ornamenti, le quali ricordangli le sante


disposizioni con cui compier dee le pro
prie funzioni. Dagli antichi ponticali e
sacramentarii ritevasi esser questo costu
me universalmente osservato almeno da
otto secoli in poi. Bona, Rer. lilurg., l. i,
c. 24; Grancolas, Anliq. sacramenlar.,

era Pabito ordinario ai tempi di s. Ago


stino; la dalmatica usavasi insin da quelli
delrimperator Valentiniano; la stola era un
mantelto, commune anco alle donne; nal
mente it manipoto non era altro se non
se un pannolino solito portarsi in mano
dai ministri alP altare per servigio della
sacra mensa. ll camice stesso, cio la ve
ste bianca di lana o lino, non era da prin
cipio un adobbo particolare ai cherici, pe

it come ne partassero gli antichi, ec. pu


consultare la citata opera del p. Le Brun.
I protestanti, vlti a tutto distruggere,
sbandirono gli ornamenti sacerdotali col
pretesto sieno adobbi singolari e ridicoli
a cui la vanit pretesca ha appiccato sensi
mistici e capricciosi per accrescersi im
portanza. I tor ministri tuttavia han con
servato degli abiti che gli idioti potrebber
anco trovar degni di riso, toghe dotto
rati, gorgiere alPantica, un mantelto so
pra it vestito; it clero anglicano e svedese
usa la cotta con tcca alla scozzese , ec.;
ornamenti detestati da calvinisti, i quali
dicono esser distintivi della bestia delPA
pocalisse o delPidolatria romana, un avan
zo di papismo, ec. llla ben sentono essi
Papparato esteriore usato d ogni tempo
nel celebrare i santi misteri essere una
prova che se n ebbe sempre un concetto
al tutto diverso dal toro.
ABITO CHERICALE o ECCLESIASTI

part. l; Le Brun, Eccplic. des crm., t. l.


abiti peculiari per Pofciatura... N cotali
Chi saper voglia Porigine de diversi
abiti eran gi di forma strana: la pianeta abiti sacerdotali,i mutamenti introdottivi,

rocch P imperatore Aureliano regal di


si fatte tuniche it popoto romano. llla dopo
che i cherici si furono ausati a portar di
continuo it camice, venne raccommandato
a sacerdoti di tenerne pel soto servigio
delPaltare afnch si conservassero can
didi. Onde a credersi che, al tempo in
che portavano sempre la pianeta o la dai
matica, ne avesser pure di riservate per
Paltare, della forma si delle consuete ma

di stoffe pi ricche e di pi spiccanti co


tori. , Mwurs des chrt. , n. n. Erano
sovente adorne doro e ricami o pietre
preziose,a ne dingerir rispetto al popoto
con maestevole apparato.
Varii autori ci diedero spiegazioni mi
stiche della forma e del cotore delle ve
stimenta sacre. S. Gregorio di Nazianzo
ci rappresenta it clero vestito di bianco,
emulante gli angeli nel suo splendore. Da
s. Gio. Crisostomo la stola di lino ne che
portavasi da diaconi sulPomero sinistro

vien paragonata alPali degli angioli. ln si


fatte allusioni assai soleva diffondersi, nel
secoto VIll, s. Germano patriarca di C0
stantinopoli. La stola, secondo lui, rap

presenta P umanit di G. C. tinta del

C0. Egli certo che ne primi secoli della


Chiesa i cherici vestivano indistintamente
da laici: importava toro it tenersi celati,
perocch contressi principalmente solean
pigliarsela i persecutori del cristianesimo;
quindi ponean cura di non darsi a cono
scere con un abito particolare. ll perch
non agevol cosa it determinare Pepoca
prima del divieto fatto agli ecclesiastici
di vestir come i laici. S. Girolamo scri
vendo a Nepoziano gli raccommanda sol
tanto di non istudiar nel suo vestire co
tori o troppo scuri o troppo appariscenti;
n dice parola da cui si possa dedurre che
i cherici fosser gi distinti, al principiare
del V secoto, con abito particolare.
Sopravenne a quel tempo Pinondazione
de barbari,che vestivano unicamente abi
to corto e mititare, pel quale ed insieme
per la lunga capeltatura differenziavansi
dai Romani. E probabite che alcuni eccle
siastici avesser la debolezza di vestire al
modo medesimo; poich un concitio dAgde

proprio sangue; la tunica mostra Pinno


cenza della vita che menar si dee dagli
ecclesiastici; i cordoni della tunica son
gura delle corde onde fu avvinto it Sal
vatore; la pianeta rammenta la clamide
di porpora postagli indosso nella pas
sione, ec.
Non si fa uso degli abiti sacerdotali
nella celebrazione de santi misteri se pri delPa. coc proibi a cherici di portar abiti

ma non sieno stati benedetti; e questa sconvenienti al toro stato. Forza per
benedizione riservata ai vescovi. Vi sono che, non ostante tal divieto, la licenza
inoltre orazioni particolari da recitarsi dal degli ecclesiastici si facesse maggiore;
sacerdote nelP indossare ciascuno di que stantech Pa. 598 it concitio di Narbona

AB

AB

307

fu costretto interdir toro it vestire abiti religiosi delPuno e delPaltro sesso, la qual
di cotor rosso, e parecchi concitii poste- serve a indicar Pordine in cui professa
riori statuirono una pena contro i viola- rono. I fondatori degli ordini monastici,
tori di quelle leggi. ln occidente venne che da principio abitarono i deserti, die
ordinato che chi vi contravenisse sarebbe dero a tor religiosi it vestimento che por
chiuso in carcere per un mese in pane ed lavano essi medesimi, che di via ordina
acqua; in oriente, it concitio trullano, ria era quelto de poveri. S. Atanasio,
Pa. 692, can. xxvn , proferi sentenza di partando degli abiti di s. Antonio, dice che
sospensione per una settimana contro chi riducevansi a un citicio di pelle di pe
non portasse Pabito clericale. Sappiamo cora e ad un semplice mantelto. Scrive
altresi da Socrate che Eustazio vescovo s. Girolamo come s. llarione non si cc
di Sebaste nelPArmenia fu deposto per prisse (laltro che dun citizio, dun saio
aver indossato vesti a sacerdote poco di- da contadino e d un mantelto di pelle ,
cevoli. Il Tridentino, confermandosi agli abito commune altora a pastori e monta
antichi canoni, si sufcientemente spie- nari: quelto di s. Gio. Battista era presso
gato su questa materia e dimostr come a poco eguale.
sia necessario it conservare cotesta rispet noto che it citicio era un grossolano
labite disciplina. Giusta Panalisi dei con- lessuto di peto di capra. Anche attual
citii dataci dal p. Richard, t. IV, si con- mente in Egitto e sulle coste dAfrica i
tan no a tredici concitii generali, diciotto giovani dambo i sessi fan senza vesti in
papi, cencinquanta concitii provinciali e sino alla pubert; e it primo abito che
pi di trecento sinodi, cosi di Francia co- indossano consiste in un pezzo quadrato di
me daltrove, che ingiunsero acherici di tela onde si avvolgono la persona e cui
portar veste lunga ovverosia ialare.
cingonsi alle reni con una corda.
E molto probabite che it bianco fosse
S. Benedetto adott pe suoi religiosi
per pi secoli it cotore ordinario delPa- Pabito ordinario degli operai e delle per
bito ecclesiastico: anche attualmente it sone volgari; la veste lunga che metteano
cotore consueto al sommo pontece, e fu sopra era Pabito del coro. S. Francesco
conservato da parecchi canonici regolari . e it pi degli eremiti si ristrinsero pari
e da qualche ordini religiosi. ll cardinal mente al vestito usato a tor tempi dalla
Baronio vuol fosse it brunoe pavonazzo gente di campagna meno agiata, vestito
o violaceo; discussione non necessaria ognor semplice e grossolano. Gli ordini
questa, bastando it sapere che da gran religiosi fondati pi recentemente e nelle
pezza it nero Panico cotore tolerato pel citt ritennero communemente Pabito de
vestire degli ecclesiastici; quanto alla for- gli ecclesiastici del tor tempo, e le reli
ma, debb esso scendere inno alle scar- giose pigliarono quel di lutto delle ve
pe, essendo la sottana ne canoni appel- dove. La differenza che vi si scrse in

lata vestis lalaris.

appresso procede dal non avere voluto i

inutitmente un dottor della Sorbona in religiosi tener dietro alle nuove mode sur
un trattato impresso ad Amsterdam Fan- te col tempo. Nulla perci eravi di strano

no 1704, col titoto: De re vestiario ho- e capriccioso in origine nel vestir religio
minis sacri, sairgoment di provare nelPabito ecclesiastico esser da badare piuttosto alla semplicit che alla lunghezza e
al cotore; perch, oltre che sotto it nome
di semplicit pu intendersi che che aggrada, le speculazioni nulla provano contro leggi formali e positive. Non pu negarsi che, secondo Pusanza nostra, Pabito
lungo non sia pi decente e dignitoso che
it corto: appo i Romani la toga o veste
lunga indicava le funzioni della vita civite, per opposizione it saio o veste corta
era proprio de soldati.
Un sacerdote che si reca ad onore it
proprio stato non isdegner mai di portar
Pabito che gli si addice; e chi se ne dispensa raro che it faccia per todevol

motivo.

so; e se tal sembra al presente, nasce ci


dal trapiantarsi di esso da unoin altro pae
seedal perpetuo mutare di quelto delaici.
Fu scherzato non poco a proposito della
contesa durata lunga pezza tra france
scani circa la forma del tor capuccio; ci
ebbe per avventura del ridicoto nel modo
onde fu agitata la questione. In sostanza
per i religiosi ben fanno a volere con
servar fedelmente Pabito povero e sem
plice a medesimi dato da tor fondatori.
Qualunque cangiamento vi si faccia non
torna mai a vantaggio della regolarit; sol
dopo aver perduto to spirito del proprio
stato cercarono.i religiosi daccostarsi alle
mode secolaresche.
Non possiamo astenerci dal trascrivere

su questa materia le osservazioni del

ABITO RELIGIOSO. Veste uniforme de Pabb. Fleury, Maeurs des chrL, n. a4.

AB

AB

u Se i monaci, si dir, non altro voleano


che vivere da buoni cristiani, a che af
fettare un esteriore s diverso da quel de
gli altri uomini? A qual pro vo,ler tanto

308

varono in uso. Il non portar camicia sem

bra al presente grande austerit, ma Puso

di essa non si fece commune che lunga


pezza dopo s. Benedetto. Anche prima si
distinguersi in cose indifferenti! Perch usasse la tela, si soleva dormir nudi; on
quelPabito, quella faccia, quelle singola d che la regola commanda ai monaci di
rit nel cibo, nelle ore del sonno , nel coricarsi vestito senza neppur scingere la
Paltoggiare? Brevemente a che serve egli cintura.
tutttoci che d tor Parla di popoli diversi
llledesimamente, riguardo al cibo, al
sparsi tra i popoli cristiani? Perch inol Pora del mangiare e del sonno, alle asti
tre tanta differenza tra i varii ordini re nenze e al digiuno , al modo daltoggia
ligiosi in tutte queste cose n commandate re, ec., i santi che diedero regole a mo
n proibite dalla legge di Dio? Non direb naci non cercarono gi dintrodurre nuove
besi egli che abbian voluto colpir gli oc usanze n di distinguersi con un modo sin
chi del popoto per attirarsene rispetto e golare di vita. Ci che fa sembrare oggidi

favori? - Ci si pensa da non pochi e da assai strano quelto de monaci il muta


alcuni suol dirsi, giudicando temeraria
mente per non aver cognizione delPanti
chit; posciach, ove esaminar si voglia
un colate esteriore de monaci e de reli

giosi, vedrassi non altro essere it medesi

mento avvenuto nelle costumanze degli


altri uomini. Perci i fedeli, se veder vo
gliono vivi esempi della morale cristiana,
osservar debbono ditigentemente quelto
che suol praticarsi ne monasteri ove la

mo che Pavanzo degli antichi costumi da regola pi esattamente mantenuta. n

essi con fedelt conservati per pi secoli

* ABRAlllITl. Nuova setta fondata a

nel mentre che it resto del mondo ha ma


ravigliosamente cangiato.
n E per cominciare dalPabito, s. Bene
detto dice doversi i monaci star contenti
a una tunica con la cocolla e ad uno scapo
lare pel lavoro. La tunica senza mantelto
fu lunga pezza it vestire del volgo, e la co
colla era un cappotto a ferraiuoto che so
levan portare i vitlici e i poveri. Questa
copertura del capo divenne commune a
tutti ne secoli dappoi, e tornando commo
do contro it freddo nella nostra Europa, fu
smesso non saran dugento anni. Non pure

Pardubilz in Boemia, ai membri della qua


le, avanzo degli antichi ussiti, fu dato quel
nome a cagion della dottrina che profes
sano, e P altro dadamiti per la vita che
menano o son creduti menare.
Dicevansi costoro della religione pro
fessata da Abramo prima della circonci
sione; perocch rigettavano questa prati
ca, tutto che non pochi fra toro fosser cir
concisi, per esser di nascita ebrei; gli altri
erano stati protestanti e qualcuno per av
ventura cattolil). La tor profession di fede
non era che una variazione del deismo.
Credevano in Dio, Pimmortalit delPani
ma, le pene e i premii della vita avvenire,
ma negavano it mandato divino di Mos,
della Scrittura nulla pi ammetteano che
it decatogo e Porazion dominicale,ripudia
vano la dottrina del peccato d origine ,
della redenzione , del Battesimo, la Tri

da cherici e da letterati ma dai nobiti pur


anco e dai cortigiani si portavano capucci
di varie fogge. La cocolla accennata dalla
regola di s. Benedetto facea le veci di
mantelto ed quella stessa de monaci di

Cestelto; e la medesima origine ha it ca


puccio de benedettini. Lo scapolare era
destinato a coprir le spalle durante it
lavoro e quando si portava alcun peso.
n S. Benedetto adunque avea dato a
suoi religiosi non pi che le vestimenta
communi depoveri del suo paese, le quali

concedendo a G. C. Pomanit sola e it ca


rattere d uomo sapiente. Quando usc it
decreto di toleranza di Giuseppe ll fu toro
ingiunto dincorporarsi ad alcuna delle

distinguevansi per [intera uniformit, ne

religioni tolerate nelPimpero sotto pena

nit, Pincarnazione del Figliuoto di Dio ,

cessaria perch gli stessi abiti servir p0 di deportazione. Sulla negativa ebbero it
tessero indifferentemente a tutti i monaci bando, e fu accordato it ritorno in Boe
del medesimo chiostro. Non deesi perci mia a que soli che, abiurando o davvero
far le maraviglie se dopo quasi mitle e o simulatamente, seran fatti cattolici.
dugento anni siasi introdotta qualche di
Quanto alla costumatezza toro, tieusi
versit nel cotore e nella forma del vestire per certo che non facessero verun conto
tra i monaci che seguono la regola di s. Be n del pudore n del vincoto coniugale.
nedelto, secondo it paese e le varie ri Dal promiscuo commercio ne veniva una
forme avvenute; quanto poi agli ordini prole che gli abbrutiti genitori allevavano
religiosi fondati da cinquecento anni in non come sua ma come individui alla cui

qua, conservarono essi it vestire che tro debolezza si voleva soccorrere.

AM

AM

309

* AINOS. Popoli di certe isole al nord


** AMERICA. lldotto russo Kracheninni
del Gapone che adorano it sole, la luna, kow, professore nelPacademia di Pietro
it mare, un Dio del cieto, e credono es burgo, prottando delle cognizioni da s
servi it diavoto. Non venne mai fatto a acquistate mediante una lunga stanza nel
Giaponesi dintrodurre presso costoro it Kamischatka e delle osservazioni di Stel
buddismo.
Ier, dimoratovi egli pure parecchi anni,
* AMERICANO. Tre parti del mondo co fu davviso che quella penisola delPAsia
nosciuto sono una prova ben manifesta fosse anticamente contigua alPAmerica,
della grandezza di Dio: la scoperta dun da cui venisse disgiunta per qualche gran
nuovo mondo avrebbe dovuto far mag terremoto, e recavane le prove seguenti:
giore Pammirazion nostra per P autore
l. ll continente americano si stende
delPuntverso; nondimeno, insin dal prin da sud-ovest a nord-est quasi da per tutto
cipio, PAmerica e le sue cotonie furono a distanza eguale dalle coste del Kamt
materia a non poche discussioni anticri schatka, e le due coste sembrano parat
stiane. Lo stato selvaggio degli indigeni lele, in ispecie dalla punta dei Kowrites
di quel continente somministr obiezioni sino al capo Tchoukoisa.
senza ne contro la Scrittura sacra e i
2." DalPaspetto delle due coste si scor
principali fatti in essa narrati.
ge esser elleno state separate con violen
In quella popolazione non per anco ri zu; e le isole che son di mezzo alPunii e
dotta a civitt si volle vedere uomini dal alPaltra formano una specie di catena co
tra razza da quelli del primo mondo co me le Maldive. Frequentissimi sono nel
nosciuto. Si dedussc tosto la partizione Kamischatka i terremoti.
della terra tra i tigliuoli di No esser nulla
5." Avvi moltissimi capi che sporgono
pi che una favola come quelle deGrect e in mare no alto spazio di quindici leghe.

le tradizioni pi o men guaste di tutti i po

4." Gli abitanti delPAmerica corrispon

poli pagant. Grazie agli immensi mari che


separano i mondi, si ebbe speranza di po
ter dimostrare con tutta evidenza essere
stata impossibite, prima di Cristoforo Co
tombo, qualunque communicazione colle

dente alPestremit orientale delPAsta che


trovasi rimpeito al Kamischatka rassomi
gliano a quelli di questo paese; grossi, tar
chiati e robusti,di larghe spalle,di statura
mezzana, con capelli neri e pendenti che
portano sparsi, viso piatto e abbronzato,
naso schiacciato n molto largo, occhi neri
al par del carbone, labra tumide, scarsa
barba e colto breve. Vivon di pesce di be
stie marine e derba dolce che condizio
nano come i Kamischatkadesi.m Repu
tano belPornamento Paver fori nelle guan
ce ne quali inseriscono pietruzze a varii .
cotori o pezzi davorio; alcuni si pongono
nelle narici canne dardesia lunghe circa
due verchoks, altri ossa di pari grandezza
sotto it labro inferiore; e avvene chi ne
reca sul fronte: gli indigeni delPisole che
sono intorno al capo Tchoukoisa e com
municano coi Tchouktchi hanno verisi
mitmente la stessa origine di que popoli
d America , perocch tengono essi pure
qual ornamento it mettersi ossa sul viso.
t1." Gli Americani han le stesse fattezze
di volto che que del Kamischatka.
o. Conservano e preparano Perba dolce
alto stesso modo; cosa non mai osservata
altrove.

altre parti della terra. Ci ammesso. si do


vea venire a stabitire it fatto: che gli abi
tanti delPAmerica fossero una generazione
duomini particolare,non discendenti dalla
grande famiglia onde fu padre Adamo, e
quindi che alPistoria delPantico Testamen

to non si avesse pi a dar fede.


Se non che le scoperte de dotti ame
ricani riescon tutte quante a favore del
cristianesimo, e tre punti principali ri
mangono dimostrati nella mente di chi
legga le toro memorie.
l. Che to stato in cui trovavansi le co

tonie d America altorch venne scoperto


quel continente era uno stato degenerato

e non gi primitivo; pi, che,per divenire


a questo stato, scadendo dalP incivitimen
to, non era bisognato che it volgere di
qualche secoli. 2. Che in tempi pi o men

tontani vi ebbe in America una civitt pi

perfetta, e pass in quelle contrade, ora


deserte, un popoto appo it quale erano in
onore le arti ed anco le scienze. 5. Fi
nalmente, che quella civitt e quel popoto
7." Si gli uni che gli altri si servono
procedeano dalPoccidente. Gli Americani dun medesimo strumento di legno per
aveano unorigin commune e una vera pa accendere it fuoco.
rentela co popoli delPAsia vicini al tor
e. Hanno le accette di pietra o dosso;
continente. Dal che rimane provato che donde a ragione argomenta to Steller che
to stato di societ e di coltura to stato gli Americani anticamente communicasse
naturale e primitivo delPuomo.
ro coi Kamischatkadesi.
BciicisR. Vol. VI.

59

AM

AN

a." Le vestimenta e i cappelli son fatti


alto stesso modo presso Puua popolazione
e Paltra.
i0." Tingonsi egualmente la pelle colla
scorza dalno.
Le quali prove tutte complessivamente
prese sembra non lascin dubio che it
Kamischatka in antico non fosse unito al
PAmeriea e che gli Americani che stanno
rimpetto ad esso non sieno altrimenti una
cotonia di Kamischatkadesi , supposto
eziandio che it continente dAmeriea non
sia stato mai congiunto con iluclto dAsia.
Queste due parti del mondo son tra toro
talmente vicine che nessuno negher es
ser possibitissimo che gli abitanti delPA
sia sien passati in America per istanziar
visi; cosa tanto pi verisimite perch nel
breve spazio che divide i due continenti
trovasi una assai grande quantit disole,
le quali han potuto favorire colate tras
migrazione.
Molte parti dEuropa andaron soggette
a mutazioni simiti a quelle del Kamt
schatka ; la Sicitia, ad esempio, fu disgiun
ta dalPltalia, la Spagna dattPAfrica,ta Gran
Bretagna dalla Francia, Pisola di Fintan
dia dal Groentand.
c Giustamente si noverarono tra i mezzi
di popolamento del nuovo mondo le bur
rasche o tempeste. Arrogi che non sola
mente i vascelli ponno essere gittati dai
venti dalle coste dAfrica sino in Ameri
ca , come avvennevalla otta di Cabral,
nnia ancora le semplici barche; e n pro
va quella di cui narra la storia it p. Cu
mitla, Storia detV0renoeo, t. n, e. 5l.
u Trovandomi Pa. 175i, in dicembre,
nella citt di S. Giuseppe d0runa capi
tale del governo della Trinit di Barto
vento, posta a dodici leghe dalla imboc
eatura itelP0renoeo, seppi dagli abitanti
esser giunto nel toro porto un batelto da
Teneritia carico di vino condotto da ciu
que o sei uomini dimagrati e scarni, i qua
li, provedutisi di pane e carne per quat
tro giorni, passarono da Teneriffa in unal
tra delPisote Canarie. Sorpresi dalla tem
pesta, furono costretti ad abbandonarsi per

tanti che accorsero tutti per essere spel


tatori di quel prodigio.
i Che un tal passaggio fosse effetto

340

del caso anzi che della votont di que po


veri isolani n prova la tor dichiara
zione, to stato miserabite a cui eran ri
dotti e it passaporto della dogana di Te
neriffa che indicava esser eglino destinati
per Pisola di Palma o per quella di Come
ra, che una delle Canarie. Posto questo
fatto indubitato, chi pu negare che quel
che accadde a di nostri non possa essere
avvenuto ne" secoli andati, guarentendo
ceto la testimonianza di classici autori? *

i ANIMA. Agg. alS lll. Secondo monsi


gnor Frayssinous, luminose che nulla pi

son le prove della spiritualit delPanima


tratte dalle facolt di sentire, pensare,
giudicare clie sono nelPuomo. E prima
mente ragguardisi nelPanima la capacit
di provar sensazioni.
u Tutte le impressioni ricevute pei di

versi organi (cosi Panzidetto scrittore, di

cui tratto tratto verrem recando testual


mente le parole), sono trasmesse ad un
principio unico, che ne ha it sentimento,
le confronta, le apprezza, le giudica; e ci
appunto ne conduce ad una rigorosa di
mostrazione della spiritualit delPanima.
n Non solamente noi conosciamo le no
stre sensazioni, non pure riettiamo su
ci chesse ci presentano, ma sovente pa
ragoniamo le une alPaltre. to provo tutte
in una volta diverse sensazioni, e qual
Iclie volta it medesimo oggetto che me
le procura; come per esempio, io veggo,
gusto, apprezzo una viranda squisita; io
tocco ed ascolto insieme un istrumento so
noro. Altra volta sono differentioggetti che
colpiscono i diversi miei sensi. to ascolto
un concerto di musica nel medesimo tem
po che veggo degli uomini, sento it catore
del fuoco, la soavit di un profumo ed it
sapore di un frutto che mangio; e nel
punto istesso io diseerno perfettamente
queste diverse sensazioni, le paragono fra
toro e giudico quale pi vivamente e pi
piacevolmente mi solletichi; preferisco
Puna alPaltra e scelgo. Or, questo io che
pi di alla furia de venti e detiotti, tal paragona le diverse sensazioni indubi
che, consumati que pochi viveri, si tro tatamente un essere semplice; poich, se
varono, per sussistere, costretti a bere del fosse composto, egli riceverebbe per le
vino. E gi stavano aspettando ad ogni sue parti diverse le diverse sensazioni
istante la morte, quando per speciale fa che ciascun senso gli trasmette. l nervi
vor del cieto venne toro scoperta Pisota delP occhio porterebbero ad una parte
della Trinit, giacente in faccia alPOre le impressioni della vista, quelli delPo
noco. Ringraziando lddio di quel non spe recchio farebbero passare in unfaltra le
rato avvenimento, vennero a riva e die impressioni dettPudito, e cosi dicasi del
der fondo nel porto di Spagna,con grande resto. Ma se fossero le diverse parti di un
maraviglia della guarnigione e degli abi yorgano sico, per esempio del cervelto,

AN

AN

34 4

quelle che ricevono la sensazione, cia vi fu giammai maniera pi barbara di


scuna dal relativo lato, come potrebbe partare e di pensare? Voi aggiungete
farsene it ravvicinamento ed it confronto? che proprio del cervelto digerir le im
La comparazione esige necessariamente pressioni, come delto stomaco le sostanze
un comparatore, ed it giudizio suppone nutritive; ma state consentaneo in ragio
un giudice unico. Queste operazioni non nare e terminate it paragone. Che fa Pa
possono effettuarsi senza che le differenti zione delto stomaco? trasforma gli ali
sensazioni si riuniscano tutte in un es menti che questo riceve; ma le qualit
sere semplice. Uno scrittore che non do che ad essi communica non sono incom
vrebbe al certo esser sospetto agP incre patibiti con un essere materiale e non
duli, riportando questo raziocinio, cosi si tolgono clrfessi non restino nella natura
esprime: Si pu dire, senziperbole, che delle sostanze materiali. Dunque conver
quesla una dimostrazione lanto cerla rebbe dire, per Pesattezza del paragone,
quanto quelle della geometria. n
che Pazione del cervelto, nel czmgiare e
Si consideri in secondo luogo nelPani modicare i movimenti che ad esso per
ma Pattitudine a produrre idee. Ci che vengono, ti lasci sempre nel toro stato di
non ha estensione n divisibitit, come it movimento; dunque altro giammai non ne
pensiero, non pu identicarsi con ci che risulterebbe che movimenti: ma si abba
esteso, gurato, divisibite, al par della stanza dimostrato che it moto non pen
materia. Curioso it vedere i trovati de siero. Voi insistete,dicendo che it cervelto
moderni ideotogi per [spiegare mecaui tramanda le impressioni convertite in idee.
camente it pensiero. Odansi cotesti dot Mato domando: dove sono poi ricevute que
tori del materialismo. Cabanis p. e. vi dir ste supposte idee? convien pure assegnar
- essere it cervelto Porgano particolare toro un qualche luogo: e siccome it movi
destinato a produrre it pensiero, siccome mento non esiste che nel mobite, cosi it
to stomaco o ventricoto e gli intestini fatti pensiero non pu sussistere che in un
sono ad operar la digestione. Vanno nelto soggetto pensante; ed ecco ritornar sem
stomaco cibi colle tor qualit proprie e pre da capo la medesima questione. Di
lescono con qualit nuove; to stomaco qual natura questa sostanza che possie
digerisce. Alto stesso modo le impressio da tutte queste idee? Se voi Patfermate
ni giungono al cervelto per Pintramessa materiale, io torno ad opporvi le mie pro
de nervi; questo viscere entra in azio ve, che restano sempre inconcusse, sulla
ne, opera su di esse, e tosto ti rimanda incompatibitit del pensiere colla materia.
trasformate in idee: dal che possiamo de Ed ecco come, analizzando la vostra mec
durre con eguale certezza che it cervelto canica spiegazione del pensiero. non vi si
digerisca in tal qual guisa le impressioni trova che parole insignicanti o palpabiti
e faccia organicamente la secrezion del pen assurdit. n
siero. - Rapporis dii phys. et du mar.
Si esamini alPuttimo nelPanima la ca
de Hlomme, t. l. u In questo linguaggio vi pacit di formare giudizii. to suppongo
sono tanti errori e tanti equivoci quante che voi possediate un fondo di svariate
parole, e qui dove si ravvisa special cognizioni: ma di questa massa di sensa
mente tutta la debolezza della menzogna, zioni da voi provate, didee concetta, di
che, combattuta e respinta da tutte par riessioni fatte un soto principio n de
ti, si rifugge in ultimo asitto tra le an-l positario.

botogie e le pi vaghe oscurezze. Finch

-a Non vi dentro di voi un principio per

mi si dicesse che, in vigor delPunioue le sensazioni, un altro per le idee, un al


dettPanima col corpo, Panima ha bisogno tro pei giudizii; non esistono in noi pi
del cervelto per far le sue operazioni, io io; non ve n che uno soltanto, ed to
potrei comprendere un tal linguaggio: stesso io che vede questo mondo, che ne
ma far del cervelto una macchina a pen conosce la bont, che giudica esserne
sieri, vi pu esser cosa pi stravagan P autore un ente d intelligenza innita.
te? Infatti voi mi dite che it cervelto di Questultimo atto della vostra mente, per
gerisce le impressioni che gli sono tra cui slnalza no alla Divinit, a contem
mandate dai nervi; ma queste impressio plarne le supreme perfezioni, ai doveri
ni fatte sugli organi non possono essere che ne derivano, supporr di molte sen
che impressioni, ditatazioni, vibrazioni, sazioni, di molte idee preliminari, di mol
trastocamenti di parti materiali, in una ti parziali giudizii, ed in questo senso it
parola movimenti; sicch it dire che it vostro giudizio interiore sar composto;
cervelto digerisce le impressioni quan ma Patto in s stesso per cui la mente
to dire che digerisce i movimenti; ma giudica e pronuncia it suo giudizioe uno,

34 2

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AN

mezzo della scrittura; risplende in quelto


bite; ed ecco di qual modo tutte le pi in spirito di cui i Libri Santi ci danno uni
time funzioni della nostra intelligenza ci dea si magnica, esprimendoto modellato
ad imagine di Dio. Si: col suo impero
conducono alla sua immalerialit. n
Lo stesso autore mostra la vanit degli su questa porzione di materia che gli sta
argomenti onde si combatte la spiritualit unita, e chessa regola c governa, Pani
delPanima , argomenti che i materialisti ma in qualche cosa imita Pazione possente

quesP operazione intellettuale indivisi

pretendono cavare dalPautorit, dalPin

del motore delP universo; colla rapidit

de pensieri, con la memoria del passato ,


colla coscienza del presente, colla previ
denza del futuro, si ravvicina essa in certo
qual modo alPintelligenza innita che ab
torit, affermano afittosoti antichi ed apa braccia dun soto tratto tutti i tempi e
dri stessi della chiesa cristiana essere sta luoghi. Limpeto desuoi insaziabiti desi
to Ignoto it domma della spiritualit del derii, Pestensione delPitlimitatc sue spe
Panima. Quesobiezione confutata sotto ranze Pavvertono che egli deve posseder
per grazia quelPeternit che lddio pos
la v. Smnrro.
MSecondariamente, dalla perpetua rela siede per natura. n
Agg. al S IV. lltonsig. Frayssinous ne at
zione che passa tra it morale e it sico
nelPuomo inferiscono i materialisti essere tinge le prove nella cognizione profonda
quelli una stessa ed unica cosa variamente e combinata delPuomo e di Dio. E inanzi
modicata, quasi che ci che serve a pro tratto nella cognizion delP uomo, fondata
vare la corrispondenza delPanima col cor sulla considerazione I." della natura del
po valesse a prova della toro identit. Non Panima di lui, 2." de sentimenti, a de
gi dalPaccordo e dalla dependenza delle desiderii, 4." delle credenze del medesimo.
Appunto per essere la nosttr anima un
due sostanze dssi giudicare esser elleno
duna natura istessa, sibbene dalle toro ente semplice, la morte del corpo , ente
idee, propriet ed effetti: regola ferma , composto, non trae seco quella delPanima;
e tutto ne induce a credere non venir essa
sola infallibite a ne di ben giudicare.
Per terzo, si concede ai bruti it senti per voler positivo del Creatore annichi
mento e it pensiero, e tuttavia si niega lata. i Men perfetto , senza dubio, it cor
toro unanima spirituale, e se ne inferisce po che Panima: or, dopo che la morte ha
possa esser to stesso delPanima umana. Ri rotto i legami onde Puno alPaltra era con
spondiamoaimaterialistiche atttora,invece giunto, it corpo sussiste ancora in tutte
duna ipotesi, ce ne rimangon due. Volete le sue particelle; cangia esso gura, su
voi, come Cartesio, che gli animali sien bisce non poche metamorfosi, ma non
mere machine, privi di pensieri e di sen viene gi annientato: e volete che Pani
timenti? nessuna maraviglia in tal caso ma, la porzion pi nobite di noi stessi, di
che sieno altres senzanima, n accade tanto al corpo superiore per le sue facol
pi paragone tra toro e noi, che, per fer t, ricada nel nulla? to, per fermo, ho ra
mo, sentiamo e pensiamo. Li volete, per gione di credere che P anima delP uomo
Contrario, dotati di sentimento e pensiero? non sia di peggior condizione dun atomo
Vi sdiamo altora a provarci che non ab di materia; e se non ci ha esempio nel
biano anima; non dir gi unanima qual Puniverso dalla creazione in poi che it pi
quella delPuomo, cosi perfetta nette sue piccioto atomo sia stato annichitato, non
facolt, ma lnfanima circoscritta nella sua ho in buon fondamento di credere che
esistenza dalPesistenza delPanimale e le Panima eziandio non corra rischio di pe
cui funzioni si ristringano alla conserva rire? - Un pregiudizio gli questo, dice
zione ed a bisogni sici di esso. Se non Fnton, Lcttres sur la relig., l. u, e. 2,

usso che ha it corpo sulPanima, dalla


simiglianza che tra Puomo e gli ani
mali.
In primo luogo, facendosi forti delPau

che, a dispetto desosmi, la sovranit n. e, it pi ragionevole, it pi costante,


it pi decisivo; a nostri avversarii spetta
delPuomo non perir giammai.
a La sua preminenza appar luminosa per it far di spogliarcene la merc di prove
ogni parte; essa si conosce alla maest del chiare e perentorie. - n
N solamente la spiritualit delPanima
Pincesso alla dignit della fronte, alla su
blimitt delto sguardo, nella posizione delle ne porge una prova del suo sopravivere
braccia che tiene sollevate e distese sopra alla morte del corpo, ma ce ne chiarisce
it suo impero: ma la grandezza soprattutto it presentimento d una vita avvenire,
del suo grado risplende in quei pensieri presentimento agli uomini tutti commune.
che diffonde a s dintorno pel ministero Iamor della gtoria onde ardono gli uo
della parola e indirizza in ogni luogo per mini celebri ha sua radice nella segreta

AN

AN

speranza d una vita che deve aver suo


principio al punto del morire.
Duomo, dotato com di sensibitit, de
sidera la felicit e ad essa tende siccome
a sua meta estrema. Se non gli vien fatto
di trovarta sulla terra, non egli forza

vel maiore vilio conlaminala,quoniam,


propria volunlate assiduaque consuetu
dine vehemenlius pcrmulala, divina: vir

la rinvenga in una vita migliore? 1 de

facla est, in locum et sanctiorem et me

siderii suoi quindi sono un nuovo argo

liorem commigrat; quum autem con

84 3

tuti adhwsil fortius, ex qua arctiori con


suetudine singularem quemdam habi
tum iuduxil et similis ci cui adwrebat

mento a favor delPimmortalitt delPunima trario modo affecla est, in contrarium


sua.
locum prociscilur et contrariam ibi
Altro argomento di non minor nerbo ne
fornisce la credenza universale del genere
umano. u La dottrina delPimmortalitt del
Panima e dun futuro stato di premio e
di castigo, contessa to stesso Bolingbroke,
sembra smarrttrsi nel buio delPantichit ,
essendo anteriore a che che abbiamo di
certo. Da che cominciamo a veder qual
che luce nel caos delle antiche storie, tro

vilam vivil. Hoc nimirum est iudicium


deorum qui cwlesti solio resident, ut qui
deteriores sunt ad deteriores animas ,
qui mcliores ad meliores concedant, in
eilw et mortis genere quolibet. Neque....
quisquam. adeo precibus valere arbi
tretur ut se ab hoc iudicio eximat, hoc

que deorum tribuna! declina. Qui enim


sanxerunt, summa hoc rmitute edi

viamo questa credenza fondata in modo xerunt, ne quisquam morlatium elabi


solidissimo nella mente de primi popoli a
noi noti. ,
u Non pochi fittoso, dice Leland, Nouv.
dmonstr. vang, t. lV, insegnarono Pim
mortalit dellPanima e uno stato avvenire
di ricompense e di pene; it qual domma
non insegnarono essi gi qual opinione da
toro inventata, qual parto della tor ragio
ne, come scoperta del tor tosoco genio,
sibbene come unantica tradizione da s

possil. Socrate professava esservi due


diverse vie per cui s incamminavan le
anime alPuscire de corpi. u Quelle che,
trascinate e fatte cieche delle cupidigie,

si macchiarono con occulti o manifesti

vizii, prendono un cammino che li con


duce iontano dal consorzio degli dei; ma
quelle che .. serbandosi immacolate e ca
ste, si mantennero intatte dal contagio del
vizio e che in mortal corpo vissero una
adottata e a cui facean puntelto depi vita affatto celeste, ritornano ai numi
saldi argomenti tor somministrati dalla donde sono partite. n Tale, al riferir di
Cicerone, la dottrina degli antichi e
tosoa.
Qual fosse cotesta tradizione ce to fa de Greci; it qual pure, De amicilia,
sapere Platone, De leqibus, l. x: Bex ille n. 4, pone in bocca a Lelio queste paro
nostcr acliones hominum omnes anima le: Neque assentior iis qui han: super
tas esse perspexil mullamque in se vir disserere cwpemnt, cum corporibus si
tutem, mutlam etiam ziravilatem com mul animos inlcrire atque omnia mor
pleclz..; idcirco excogilavil ubi purs te deleri. Plus apud me antiquorum
quaaque mauzime collocala, optime facil auctorilas valct vel nostrorum maio
limeque virtuti victoriom, vilto vero, ut rum, qui mortuis lam religiosa tura
vincatur atque dometur, rationem cer tribuerunt, quod non fecissent profecto,
lam facilemque exhiberet. Ad hovc igi si nihil ad nos pertinere arbilrarentilr;
tur omnia priestanda rationes oplime vel eorum qui in hac terra fuerunt,
subornavil, ut quale quid semper eret, Magnamque Grwciam instiliitis et pne
tatem sedem et lalia loca sortiri et le ceptis suis erudierunl; vel eius qui
nere oporteret. Causas autem multipli Apollinis oraculo sapientissimiis est iu
cium generationiim volunlatibus nostris dicatus, qui... diaconi semper: Animox
permisil... Quwcumque igltur animam hominum esse divinos, iisque, oum e
habent commulontur, quum in se ipsis corpore excessissent, redilum in cwlum
. habcant mulationis causam; commu patere, optimoque et iustissima cuique
tari autem videntur iumla fati ordinem expedilissimum.
et tegem. Et ew quidem animw quw mi
osservazione di Seneca , ep. cxvin,
nus pravos habent mores , in profunda non poco potere aver sulla nostra mento
loca delapsm, quw Orci similibusque it consentimento universale degli uomini
vocabulis designantur, valde exterrentur quando trattasi della immortalit delle
et somniis divexantur, utroque tempo anime.
re, et quum corpori copulantur et quum
Sappiamo da Cesare, De bello goti. ,
corporis vinculis salutw sunt. Anima l. vi, come i druidi solessero incoraggiare

vero quw vel maiore virtute ornala est i guerrieri ed eccitarti a stidare i pericoli

34 4

AN

AN

colla speranza della immortalit. 0nde che fossero gli organi corporei. Di qual
guisa potean essi levarsi alle sublimi e
Lucano cantava di essi:
difciti speculazioni della natura e delle
qualit delPanima che posero appresso in
. . . . Inde ruendi
In ferrum meus prona viris, animwquc impaccio i tosoti, i pi grandi ingegnLne
capaces bei tempi del sapere? Le cognizioni de
Jtlortis, et ignavum redilurw parcere gli uomini riduceansi tutte a quel che ap
vilw. prender poteano mediante Posservazione
e Pesperienza o per la via detFinsegna
Diceva Celso, Orig. Contra Cels.,l. vinni, mento. Vedeano i tor simiti morire dopo
che a ragione i cristiani avvisavano dover aver vissuto un certo numero d anni; a
cotoro che vivono santamente conseguir ci riducevasi Pesperienza intorno la ne
premio dopo morte,e i malvagi subire eter delruomo, esperienza che non valeva gua
ni supplizii; credenza ad essi commune ri a porger toro Pidea d una vita avve
con tutto it mondo. Questa credenza de nire, nella quale ciascuno avrebbe castigo
popoli, di fatto, si rende manifesta perno o ricompensa secondo che fosse vissuto
nelle toro superstizioni e nelle pi ridi bene omale nella presente. N per scien
cole pratiche. Ad essa accennano le apoteo tico raziocinio perci, di cui non eran
si, i sogni della metempsicosi, Pabisso e punto capaci, n per esperienza cd osser
it tartaro della mitotogia, it giudizio di llli vazione giunsero gli uomini a discoprire
nosse e Radamanto, Pevocazione delPum P immortalit delPanima e uno stato fu
turo. Non rimane quindi pi che un mez
bre, la sciocca paura demorti.

i
i

La fede delPimmortalit era sparsa gi zo, quelto cio delPammaestramento di


in America inanzi che vapprodasse Cri
stoforo Cotombo. u Noi la troviamo stabi
lita dalPuna alPaltra estremit delPAme
rica, scrive Roberison, Hist. de l/Amr.,

l. iv; in certe regioni pi vaga e pi


oscura, pi chiara e perfetta in altre, ma
in nessun luogo sconosciuta. Riferisce Pie
ftro Martire nel suo Sommario come un
vecchio indiano dicesse a Cotombo: - Tu
ci hai spaventato col tuo ardimento; ma
.ti sovvenga le anime nostre aver due vie,
dappoich elleno sieno uscite de corpi:
oscura Puna e tenebrosa, ed quella per
-la quale vanno le anime di cotoro che re
carono molestia altrui; Paltra chiara e lu
minosa, destinata alPanime di quelli che
procurarono la pace e la quiete. -

Conchiudasi col Leland , Nouv. de

vino o della rivelazione. Alla rivelazione


forza riferire P origine di questa uni
versal tradizione. Parecchi etnici scrittori
gi citati le assegnano inforigine celeste,
e le Sacre Lettere non ci consentono di
dubitarne in conto veruno.
it culto religioso de trapassati , cono
sciuto da tutta quanta la terra, in antico
siccome al presente non ha egli unaper

to legame colla dottrina della vita futura?


u Qui , dice Chteaubriand, Genie du,
christian, l. vii, c. 5, dove la natura umana
si dimostra superiore al resto della crea
zione e manifesta P alto suo destino. Il
bruto ha forsegli alcuna idea della morte

o saffanna egli punto delle sue ceneri?


Che importa al bruto delPossa di suo pa

dre? o piuttosto sa egli chi sia suo pa

monstr. vang, c. 2, u non potersicavare dre, passati che sieno per esso i bisogni

ittazion pi legitima delPantichit di que

delPet infantite? Donde procede adun

sta dottrina che la seguente, chessa cio


faceva parte della religion primitiva, com
municata per rivelazione espressa di Dio
ai primi padri delPuman genere accioc
ch a tor discendenti la trasmettessero.

que la profonda idea che noi abbiam della

Gli questo Pavviso del Grozio: Quw an


tiquissima tradilio , eccone le parole ,

a primis (unde enim alioqrii?) paren


tibus ad populos moratiores pene omnes
manavil. Difcitmente, infatti, possiam
farci capaci che in quelle prime et, in
cui gli uomini, siccome rozzi e ignoranti,
affatto erano inetti a sottiti ed astratti ra
gionamenti, fosser giunti di per s afor
marsi idee della natura dun ente imma
teriale che sopraviver dovesse alla morte
del corpo e conttnuar a pensare, distrutti

morte? Se tutto andasse a nire in pochi


grani di polvere, meriterebbono questi i
nostri omaggi? No senza dubio. Noi vene
riamo le ceneri denostri antenati perch
una voce ne grida che tutto in toro non
spento; ed questa voce che consacra i
riti funebri appo tutti i popoli della terra,
i quali tutti sono del pari persuasi che it
sonno, neppure quel della tomba, non
durevole, che la morte altro non fuor

ch una gtoriosa trasgurazione. n


Se non che le prove tratte dalla co
gnizione delPuomo sono ancor meno pe
rentorie di quelle che cavansi dalla co

gnizione di Dio, it quale, se Pimmortalit


delPanima non fosse , n giusto sarebbe

AN
m-: sapiente. u Se non ci ha sanzione in
un altra vita, dice egregiamente De la Lu
zerne, Dissert. sur la loi nalurelle, c. 5,
non ci ha virt sulla terra, non ci ha Dio
in cieto. ll trre alla virt i motivi pei
quali operare gli uno sbandirta affatto;
un annichitar Dio it privartto de suoi
attributi. n
Odasi Giangiacomo Rousseau: u Quanto
pi maddentro in me stesso e mi vo in

AN

345

Ripetiamo le parole del Savio, Eccl. m,


lo: Vidi sotto del sole nel luogo del
giudizio Pempiel e nel luogo della giu

stizia Viniquil. E dissi in cuor mio:


Dio far giudizio del giusto e delfem
pio; e quello sar il tempo di tratlare
ogni cosa.

ll domma delP immortalit delP anima


adunque sopra salda base fondato. Soto
aggiugneremo come queglino stessi che

terrogando, pi leggo scolpite nelPanima non adottavano la dottrina duna vita av


mia queste parole: Sii giusto,e consegui
rai la felicit. Ma nulla scorgo, se iommi
a considerare to stato presente delle cose.
Al malvagio ogni cosa prosperamente suc
cede, e it giusto rimane oppresso. Osser
vate eziandio di quale sdegno si accende
Panimo nostro quando riesce vana questa
aspettazione. La coscienza insorge e mor
mora contro it proprio autore e gli grida
gemendo: Tu mi hai ingannato. _ Io ti

venire confessarono tornare essa di non


lieve vantaggio alla societ.
Deos, dice Plinio, Hisi. nat.,l. n, agere
curam rerum humonarum credi ex usu
vilw est, pwnasque maleciis aliquando
seras occupato Deo in lanla mole, num
quam aulem irritos esse, nec idea pro
ximum illi genilum hominem ul vili
lule iuxia, belluas esset.

La tua anima forse annichitata? Hai tu


cessato desistere? 0 Bruto, o gliuol mio,
non contaminar la tua gtoriosa vita nel
chiuderta; non lasciar la tua speranza e

perati da nulla bramare che non sia con


forme a ragione, certo che, per viver iu
sieme, non avrebber uopo di leggi, e ba
sterebbe ammaestrarti di buona morale...
Ma ben tontana Pumane natura da cos
fatta moderazione; ch tutti son vlti al
proprio utite... e corron ciechi ove Pappe
tito li trae. Di qui nasce che Pautorit e la
violenza son le conservatrici delle societ:
voglians assolutamente leggi che tengano
in freno la sbrigliata licenza degli uomini e
P insolenza ne reprimano. n E dopo dimo
strato essere la tema un giogo cui Puomo
continuamente tentato di scuoter da s,
u la questa, prosegue, la ragione che co

u Se gli uomini tutti,cosiSpinosa, Traci.


ho ingannato, temerario? e chi tel disse? theol. polit., c. s, fosser di talmodo attem

la tua gtoria ai campi di Fitippl. E perch


dici niente esser la virt nel mentre vai
a godere it premio della tua? Tu credi
star per morire; no tu sei per vivere;

nella nuova vita io ti scioglier le mie


promesse.

n Se Panima immateriale , pu essa


al corpo sopravivere; e se ci avvie
ne, la providenza appieno giusticata.
Quando pure altre prove io non mavessi

della immortalit delPanima che it trion

f0 dei malvagio e Poppressione del giusto strinse Mos, divinamente inspirato, a in


in questo mondo, ci soto me ne trrebbe trodurre nella sua republica la religione,
ogni dubio. Una si manifesta dissonanza acciocch it popoto facesse it dover suo
nelParmonia universale mi costringerebbe pi dalla divozione che non dal timore so
a cercare to scioglimento della difcolt. spinto. n
u Fu riconosciuto d ogni tempo, dice
lo direi a me stesso:Non nisce gi tutto
per noi colla vita; tutto, alla morte, rien Bayle, Penses sur la comete, S los e i5i,
esser la religione un de vincoli della so
tra nelP ordine.

,, Altorch sia rotto it legame tra it corpo ciet,n miglior mezzo darsi a mantenere l
e Panima, io concepisco poter disciorsi Pu
no, Paltra conservarsi. E perch la distru
zione del corpo avrebbe a trar seco quella
delPanima? Per contrario, la tor natura
cotanto diversa faceva che per Punione si
trovassero in uno stato di violenza; e ces
sando quesP unione , rientrano amendue
nel toro stato naturale. La sostanza attiva

sudditi obedienti che Popportuna interven

to-del ministero degli iddii... Una societ di


atei, siccome incapace di giovarsi de mo
tivi della religione per prender corag

gio, verrebbe pi di leggieri dissipata che

una di gente che serve gli dei; e quan


tunque abbiasi qualche ragion di dire che
la credenza delPimmortalit delPanima sia
ricupera tutta la forza onde facea movere stata sorgente di gravi disordini nel mon
la sostanza passiva e morta. 0h! pur trop do per le guerre di religione da essa in
po me ne avvisano i miei vizii: P uomo ogni tempo suscitate, falso, anche os
vive soto per met qui sulla terra, e la servando le cose sol dal lato politico, che
vita delPanima altor comincia veramente abbia recato pi male che bene, come si
vorrebbe iar credere. n Lo stesso scritto
quando it corpo si muore. n

346

AN

AN

re fa osservare, Diction. critSaddueens , stimonioegiudice di ci che avviene nel


Contin. des pens. divnS lsrgche togliere mondo; e gravemente pecca Pateismo nel

il domma detPimmortalit delPanima gli togliere un si fatto motivo... Credere che


un scemare la religione di tutta la sua le cattive azioni alle quali siam trascinati

forza rispetto alla pratica della virt; it da violente passioni vengan punite dalla
che vien dimostrando con due osserva giustizia divina it miglior rimedio contro
zioni: Puna, che u non quasi possibite di it vizio e it pi gagliardo stimoto alla vir

persuadere agli uomini che vivendo bene t. n Reeherehes sur le mrile de la ver
avranno prosperit sulla terra e vivendo tu, I. l. Con pi energia ancora sesprime
male incontreranno avversa sorte, perche David ume: u Cotoro che si adoperano
Pesperienza sembra stare in contrario; a dtsingannare Puman genere di questa

laltra, che gli ortodossi ponno nutrir que- sorte di pregiudizii (di religione) saranno
sta speranza al pari desadducei, e, aven
do inoltre alla mano it motivo delPeternit,
si troveranno pi in grado di fare operar
la religione sulla morale pratica. n Dice
altrove, Dici. criL, Brutus: u Se alPe
sercizio delle virt non si annettessero i
beni avvenire dalla Scrittura promessi ai
fedeli, s potrebbe rimandare la virt e
Pinnocenza tra le cose sulle quali fu da
Satomone pronunciata quella sentenza :

per avventura eccellenti ragionatori, ma


io non saprei tenerti per buoni cittadini
n per valenti politici, conciossiach sciol
gan eglino gli uomini da un freno alle tor

passioni e faccian pi agevole e pi si


cura la violazion delle leggi delPequit e
della societ. n
Lautor della Lettera di Trasibuto a
Leucippo, dopo avere asserito che Popi
nione delPesistenza di Dio nulla giova a
render gli uomini migliori, cosi viene a

Vanil delle vanil, e tutto vanil. Ap


poggiarsi alla propria innocenza sarebbe dire: u La generalit degli uomini trop

fare suo sostegno deitacanua fessa, che tra po grossa e insensata perch non abbia
gge la mano di chi vuol valersene. n Con bisogno desser condotta alla pratica delle
fessa che Plutarco dimostr solidamente azioni virtuose, val dire alla societ, dalla
agli epicurei come la dottrina che combat speranza del premio e altontanata dal de
te la previdenza diDio e Pimmortalit det litto pel timor de castighi. Di qui ebbero
Pauima priva Puomo di conforto in questa origine le leggi; ma, perch queste non
vitae to riduce a disperazione in morte. puniscono n guiderdonano le azioni se
Meritan desser notate le seguenti paro grete, e nelle societ meglio ordinate i col
le del Bolingbroke, OEuvres, t. IV: u Lu pevoli potenti e stimati trovano it modo
tite che torna dal mantener la religione, e 'deluderte, fu mestieri imaginare un tri
it pericoto dei trascurarta apparvero chia bunale pi formidabite che quelto non sia
ramente che nulla pi nella durata in de magistrati. Fu supposto che, morendo,
tera del romano governo... Comech stolta noi entriamo in unaltra vita, ec.... Una
fosse la religione stabitita da Numa, it ti tate opinione indubitatamente la pi
more nondimanco del potere supremo, la salda base delle societ; per essa vengono
fede duna providenza regolatrice di tutte gli uomini spinti alla virt e distolti dal
cose produssero i maravigliosi effetti toro mai fare. n
attribuiti da Polibio, Cicerone, Plutarco e
Lautore delle Nouvetles ltberts de
lllachiavelto.... La dimenticanza e to sprez pensar, oppuguatore delPesistenza di Dio
zo della religione furono la cagion prin e di quella delranima, d Pamor proprio
cipale de mali che alisser Roma in ap per fondamento della morale; e contut
presso; it decadimento delto stato and di toci conchiude: u Non gi che questa
pari passo con quelto della religione. n morale non sia, generalmente partando,
li Shaitesbury,che asserisce poter Pa pericotosa; pu essa utitmente predicarsi

teo provare i vantaggi della virt, aggiun

alle sole persone oneste, n it sentimento

ge: a Nondimanco e si convien confessare delicato delPamor proprio sarebbe punto


diversa affatto esser la tendenza delPatei di ritegno al volgo; ma ci colpa della
smo, inchinando esso a soffocare ogni af morale? i Le quali ultime parole contra
fetto a che che avvi di pi amabite e pi stano in singolar modo colla dichiarazion
degno delP uomo. Come esser tratto ad che precede.
amare od ammirare alcuna cosa siccome
AlPultimo, it dHolbach fa osservare co
spettante alPordine delPuniverso, chi ri me u in una societ numerosa , ferma e
guardi questo qual caos di disordine
ineivitita venendo a moltiplicarsi i biso
Nulla ci ha che meglio valga ad inco gni e ad intersecarsi gli interessi, for
raggiare alla virt e stornare dal vizio za avere ricorso a reggimento, a leggi,
quanto la presenza dun Dio supremo, te- a publico culto, a sistemi uniformi di

AN

AN

347

religione, a n di mantener la concordia recchi altresi annunziarono come suppli


e cosi la morale e la politica trovansi in rebbero alPinsulcienza del suo titoto sen
sensibitmente collegate al sistema religio za abbandonare la giurisdizione.
so. I, Syst. de la nal., t. ll, c. I2.
Giunsero da Londra a Roma rappre
Di qual modo uomini che confessavano sentanze rmate, in pi citt dEuropa, da
la somma pratica utitit della credenza queprelati e dettate sotto ito aprite i805,
d un altra vita abbiano osato negare it col titoto di Espostulazioni canoniche, ec. ,
domma delP immortalit delPanima, non sopra diversi atti risguardanli la chiesa
sappiam comprendere.
di Francia. Si faceva in esse opposizione
* ANNUALI (OFFERTE). Quelle che so al concordato del la luglio i8o1 , alla
lcano farsi anticamente da congiunti delle bolla Ecclesia Christi del l5 agosto, al
persone defunte it di anniversario della breve Tam mulla del giorno stesso, alla
morte di queste. Un tal giorno, detto gior bolla Qui ChristiDomini del 29 novem
no annuale, si celebrava la messa con bre che stabitisce una nuova circoscri
gran solennit. In alcuni luoghi chiamasi zione, alle lettere Quoniam favente che
annuale la fondazione duna messa quoti conferivano al cardinal Caprara la podest
diana secondo Pintenzione del trapassato. distituire nuovi vescovi, ed ai due de
V. Grancolas,Sacramentrir. anliq.,part. 1. creti Quw prwcipuc e Cum sanclissi
* ANTICONCORDATARIO. Essendosi mus dati fuori da quel legato a Parigi
conchiuso tra la santa sede e it governo nel o aprite i802; riserbandosi Pesporre
francese un concordato, Pio VII indirizz ulteriormente altri riclami a cui porgean
it 15 agosto i6o: ai vescovi di Francia it motivo le stipulazioni del concordato.
breve Tam mulla, nel quale dichiarava
Di fatto da tredici vescovi non dimis
ad essi come, a conservazione ed a ristau sionarii residenti in Inghitterra rmarono
ramento della religione cattolica nella tor nel 1804 due scritti ancor pi caldi delle
patria, si richiedesse cheglino si dimet Espostulazioni, cio P8 aprite una Di
chiarazione sui dirilti del re, e it i5 det
tessero dalle proprie sedi.
Alcuni di toro diedero al papa una ri to Nuovi riclami canionici concernenti
sposta ditatoria anzi che negativa; molti l." varii articoli del concordato relativi al
riconoscimento del nuovo governo ed ai
ricusarono di dimettersi.
Fu latta pervenire al sommo pontece beni ecclesiastici, 2. gli Articoli detti or
una lettera del so marzo delPanno sus ganici, 5. parecchie disposizioni del nuo
seguente, dettata da mgr Asseline vesco vo codice civite. Ma Pio VII reclamava
vo di Boutogne, nella quale insistevasi di anch egli contro gli Articoli organici
nuovo sulla necessit dudire i vescovi in (v. questa voce) e contro diversi regola
una causa per toro di tanto importare, menti disfavorevoli alla religione.
lettera che pu considerarsi come una di
Oltre gli anzidetti tredici vescovi, ri
chiarazion commune deprelali non di masero in Inghitterra di tutto it clero emi
missionarii. u Se non che, fa osservare it grato o deportato da quattrocento preti
sig. Picot, la proposizione di consultare e alto incirca che non furon tentati a pren
sentir tutti i vescovi era ella facite a ese der parte al nuovo ordine di cose, e molti
guirsi in un tempo di rivoluzioni e din dei quali levarono apertamente to sten
certezze che non dava luogo alla quiete dardo delto scisma. V-BIANCIARDIsMo. Iprc
richiesta per Punion dun concitio? E it lati rifuggiti non censurarono i costoro
bisogno urgente di spegnere un lungo sci scritti con un atto publico, supponendo
sma e cessare una persecuzion dichiarata che la violenza di tali trasportikue togliesse
(v. CosTITUzioN CivILI! risuonano), la neces it pericoto, ma li disapprovarono.
sit di rialzar la religione dalle sue ro
Dopo la ristorazione, Luigi XVIII, che
vine e richiamarta nel cuor de fedeli , occupavasi dun trattato colla santa sede,
che, in mezzo alle tempeste ed agli osta scrisse ai vescovi non dimissionarii , it
coli in cui gemea da oltre dieci anni, la ve novembre lsls, eccitandoli a trre Posta
nivan di di in di obliando, non davan for coto che it tor riuto di dimettersi pare
se facolt al sommo gerarca di discostarsi va ponesse al buon esito de negoziali. Co
dalle regole consuete e spiegare una po toro tra essi prelati che erano in Parigi

test proporzionata alla gravezza de mali gli indirissero di fatto una iormola di di

0ndera afitta la Chiesa? n


missione,nelta quale cra indicato che quel
Del resto, la maggior parte de prelati Patto dovesse rimanere nelle mani del re
non dimissionarii dichiar che, a ne di insino al risultamento delle trattative.
non suscitar discordie, consentivano alPe Quelli che trovavansi tuttora in Inghit
sercizio de poteri del nuovo vescovo. Pa terra concertarono tra toro una formola la
Banmen. Vol. VI.

40

AN

AR

qual diceva insostanza che i vescovi,u de


siderando entrare per quanto era possibite
nelle pie intenzioni di S. lll., rimettevan
nelle mani di essa, qual deposito, atti por
tanti it tittoto di dimissione, ma che non
potessero sortii-ne realmente Petetto che
quando avesser veduto e giudicato le mas
sime in securt. n Nel tempo medesimo
scrissero al re che le tor dimissioni,cui da
van puramente per deferenza, sarebbero
indubitatamente disapprovate a Roma,
conciossiach in tal forma fossero stese
da far prevedere con certezza che non
verrebbero ammesse.
I vescovi non dimissionarii, posti nella
necessit di dimettersi, suggerirono al re
dimandasse agli arcivescovi e ai vescovi
che governavano le diocesi in forza del
concordato del 1804 dessero eglino pure
la dimissione, adducendo per ragione di

348

22 agosto , sottoscrissero Patto d obe


dienza.
Lesempio di questa sommessione non
ritrasse mgr di Thmincs dalPuscire con
nuovi reclami. Avendo Luigi XVIII, in
un discorso tenuto alle camere, partato
della sua consacrazione, gli scrisse quegli
una lettera colla soscrizione Alessandro
vescovo di Blois, e dicevagli in essa:

tal richiesta che u dopo tante e s vio

c Troppo vieto it secoto per dargli nulla


pi che una cerimonia e uno spettacoto
senza preparativi n seguito. Il Dio di

Ctodoveo, di Cartto magno e di s. Luigi


it Dio di s. Remigio, di tutti gli apostoli
delle Gallie e de tor legitimi successori.
Perci it gran santo diceva nel battczzar
Ctodoveo: Curva it capo, orgoglioso Si
cambro, adora quelto che abbruciasti e ab
brucia quelto che gi adorasti. E si convie
ne che s. Luigi possa dire a V. lll. parole
ben pi gtoriose: Leva la fronte, o glio di
s. Luigi; tu hai inalzato quel chera ca
duto a terra, e gittato a terra quel chie

lenti scosse che aveano spostato gli an


tichi conni, dopo una si estrema neces
sit che avea indotto ad andar sopra le rasi inalzato. Senza di ci, sire, it Dio di
regole communi , era dovere de sovrani s. Remigio, degli apostoli delle Gallie c
dusare circospezione e vigitanza a n de tor legitimi successori, it Dio di Cto
dimpedire non ci che erasi tolerato ne doveo, di Cartto magno e di s. Luigi non
tempi scabrosi potesse alla ne passar in sar presente alla vostra consacrazione.
legge e diventare un esempio pericotoso Nondimeno anche mgr di Tbmines ni
col ripigliare it suo posto tra vescovi
per la posterit. n
Questi prelati, che consigliavano si ot uniti al centro delrunit. Questo prelato,
tenesse dagli attuali titolari it sacrizio chera it bandieraio della piaciula chiesa
delle proprie sedi, rimanevan sempre de (v. BIANCIARDIsMo), dichiarossi nelPottobre
bitori al pontece dun atto dobedienza, del 1829 daderir sinceramente e desser
e Pio VII contava assai sopra una lettera sottomesso a Pio VIII siccome a capo della
sodisfacente da essi indirittagli. Ci che Chiesa e di voler essere in communione
avvenne in quelPincontro ritrae alquanto con tutti cotoro cherano a lui uniti. In
da ci chera succedute sotto Innocenzo XII tal guisa ebbe ne un traviamento che
rispetto a vescovi nominati che aveano procedeva soltanto da eccessivo zeto per
assistito alP adunanza del i682. In una la conservazione delle antiche e costanti
prima lettera del l8l6, mgr di Prigord leggi della Chiesa, innitamente veneran
c sei altri di essi prelati gridarono for de per certo, ma tali per che, giusta Pav
temente contro P abuso che si era fatto viso dInnocenzo1, pu talora esser ne
de reclami e contro i racconti dmomini cessario it derogarvi per riparare allc
inquieti, senza mandato n autoril; al sventure de tempi.
lusione chiarissima al bianciardislno o
AFTARTODOCI-ITI. V. iNCoRRUTTIBILI.
* APOSTOLI (FALSI). Ebrei che, v0
alla picciola, chiesa. Questa lettera non
torn gradita a Roma. II 15 ottobre , lendo ristringere la misericordia di Dioe
mgr di Prigord, raccolti i suoi colleghi, annichitare la salvezza cui G. C. era ve
lesse toro una dichiarazione de proprii nuto annunziare a tutte le nazioni, asse
sentimenti, nella quale esponevai motivi rivano esser lui morto per la toro sol
che inducevantto a facititare con ogni po tanto.
ter suo un aggiustamento trovato impor
* ARCICONFRATERNITA DEL SS.CUO
tante e necessario: la sola sua soscrizione RE IMMACOLATO DI MARIA. Pio con
annunziava qual fosse Pestensione del par sorzio che it sig. Desgenettes paroco di
tito da lui preso; ei visi qualicava non Nostra Donna delle Vittorie in Parigi fu
pi che per antico arcivescovo di Reims. inspirato nel dicembre del i856 distituire
Gli altri prelati aderirono a q.uclPatto. Fi in detta chiesa, a n dottenere, pel pa
nalmente, P8 novembre, i vescovi non di trocinio del ss. immacolate cuor di Maria,
missionarii, autori della prima lettera del grazia e conversione a peccatori.

AR

AR

349

I prodigii su questo riguardo operati zia, la libert e la predestinazione; in


cos in Parigi che fuori trassero a s Pat quelle sul mondo gli errori delPastroto
tenzione di papa Gregorio XVI, it quale gia giudiziaria e la mania di conoscer Pav
eresse nel 1858 it consorzio di Nostra venire con tanti mezzi ridicoli; nalmente
Donnadelle Vittorie in arciconfraternita e in quelle sulla tosoa e la teotogia le
concedette in perpetuo ai parochi di quel cause della opposizione che si pretese di
la parochia la facolt di aggregarvi tutti scorgere ancora tra la natura e la grazia,
iconsorzii e confraternite istituite o da la ragione e la fede, la legge naturale e
istituirsi in appresso sotto to stesso titoto la rivelata, la tosoa e la teotogia.
e col medesimo scopo, e communicar toro
Fatte queste indagini, converrebbe
tutte le grazie, favori e indulgenze onde esaminare eziandio se per avventura non
venne arricchita Parciconfraternita madre. ci fossero qualche avanzi di tali errori ari
Crebbe di tal modo it consorzio di Nostra stotelici ne nostri libri d insegnamento
Signora delle Vittorie dal giorno etfebbe elementare; perocch a notarsi come
quella facolt che, ne registri del capo Pautorit dAristotite sia stata rigettata in
luogo, nel gennaio del i845 gli ascritti sica, in medicina e in astronomia e nella
sommavano circa a 250,000, e nella mag maggior parte delle altre scienze, sol nel
gior parte delle diocesi di Francia e del Pinsegnamento fittosoco ne rimane ancor
Pestero vi hanno confraternite affigliate traccia.
alla principale. In tutte le classi della so
n Reputiamo importi P esaminare una
ciet contansi infermi risanati, increduli si fatta questione; giacch quantunque
e titosofanti ricondotti alla fede de padri volte Perrore sta negPintelletti, dssi cu
toro, giovani ravveduti de proprii errori, rarne la causa netPinsegnamento. ,
femmine che lasciano la mala vita, sol
* AIlTEMONITI. Artema o Artemone
dati che dichiaransi debitori di tor salute insegnava presso a poco la medesima dot
a Maria , malfattori indurati che si dan trina che Teodoto. V. TEoDozIANI. Voleva
vinti e ravveduti. I vantaggi recati da costui che G. C. avesse ricevuto Yessere
quesPopera benedetta, come dalPaltra divino solamente alla sua nascita, e it Sal
della Propagazion della fede, ci porgono vatore non si potesse appellar Dio se non
fondato motivo di augurar bene per Pav se in improprio senso. Ebbe egli qualche
partigiano anche in Roma.
venire.
* ARISTOTELICI. Cosi furon denominati
* ARTICOLI ORGANICI. Con questa
cotoro che nelle massime e dottrine dA denominazione suol communemente indi
ristotite aveano attinto degli errori cen carsi la legge del i8 germinale, anno X,
surati it 7 marzo 1277 da Stefano Tem it cui vero scopo era, per contrario, di
pier vescovo di Parigi. Le proposizioni tutta disorganizzare P economia del con
colpite da tale censura danno a divedere cordato del i5 luglio 1801. NelPatttocu
quanto P introduzione de metodi pagane zione recitata in concistoro it 24 mal,
schi nelrinsegnamento cristiano avesse ot gio looa, Pio VII annunzi comei diman
tenebrata Pammirabit luce ditffusa dalP E dasse venisser soppressi o modicati co
vangelio sopra lddio, Panima, la votont, it tali articoli cos derisoriamente appellati
mondo, la sapienza, la morale. Cotesti er organici, perch compitati senza parte
rori contengono it germe e sono Porigine cipazion sua e in opposizione alPecclesia
e la principat causa di quanti nc insor stica disciplina. Il reclamo della santa se
sero- ne secoli susseguenti; perocch it de fu fatto in forma di lettera indiritta
risultamento della sentenza di condanna dal cardinal legato Caprara a mgr Talley
proferita dal vescovo di Parigi non fu gi rand ministro delle relazioni estere. Essa
quelto di sbandire le opere dAristotite di tate importanza che merita dessere
dalle publiche e private scuole.
testualmente riferita.
u Utit cosa sarebbe , dice it sig. Bon
u Monsignore ,
netty, it raccommandare a clii vuol cono
scer le cause e tener dietro alla genera
zione degli errori che lacerarono la Chie
n Sono incaricato di riclamare contro
sa studiasse se nelle proposizioni sopra quella parte della legge del 18 germinale
Dio, Panima e Pumano intelletto non tro che fu designata col nome di articoli or
vinsi gi nascoste le obiezioni de toso ganici. Un tal dovere adempio con tanto
sulla Trinit, la prescienza di Dio e la spi maggior ducia quanto pi conto sulla be
ritualit delP anima; nelle proposizioni nevolenza del governo e sul sincero at
sulla votont le opinioni di Lutero e le taccamento del medesimo ai veri principii
sottigliezze de giansenisti intorno la gra della religione.

AB

AB

n La qualicazione data a questi arti


coli farebbe credere a primo aspetto non
essere i medesimi che la natural conse
guenza e la spiegazione del concordato re
ligioso. Nondimeno cosa di fatto chessi
non furono punto stesi di concerto colla
santa sede e che sallargano assai pi del
concordato e stabitiscono in Francia un co
dice ecclesiastico senza it concorso della
santa sede medesima. Or come mai po
trebbe Sua Santit ammettertto, mentre
non fu tampoco invitata ad esaminartto?
Questo codice riguarda la dottrina, i co
stumi, la disciplina del clero, i diritti ei
doveri devescovi e deministri inferiori,
le relazioni toro colla santa sede e it modo
desercitare la tor giurisdizione. Ora tutto
questo si riferisce ai diritti imperscrttti
biti della Chiesa, la quale da Dio soto ha
ricevuto la facolt di decider le contro

clesiastico? Non sottomette la promulga


zione delle verit cristiane a formalit re
strittive? Non pone le denizioni risguar
danti la fede e la disciplina sotto Passoluta

320

dependenza della podest temporale? Non


porge essa alla podest, che potrebbe es
sere indotta ad abusarne, it dritto e la fa
citit di arrestare, sorprendere, soffocare

eziandio it linguaggio della verit che un


pontece esatto nel proprio dovere ad
dirizzar volesse ai popoli alla sua cura

afdati?
n Non fu mai tale la dipendenza della

Chiesa n meno ne primi secoli del cri


stianesimo. Nessuna podest esigeva altora
la veriticazione o revisione dei decreti di
essa. Non ba ella nondimeno perduto le
sue prerogative accogliendo i cesari nel
proprio grembo; dovere chella continui
a godere della medesima giurisdizione on
versie dottrinali circa la fede e la morale, de godeva sotio gli imperadori pagani;
e di far canoni o regolamenti disciplinari. n mai lecito it porvi mano, conciossia

n il sig. (Plricourt (Lois ecclesiast., ch da G. C. Pabbia ricevuta. Non debbe


part. i, c. 19), to storico Fleury, i pi adunque la santa sede vedere se non con
celebri avvocati generati e to stesso sig. di dispiacenza che si vogliano inceppare i
Castitton (Rquisiloire contre les actes de suoi dritti.
Vassemble da clerg en 1765), ammet
n it clero di Francia riconosce esso pu
teano queste verit; e Pultimo riconosce re i giudizii emanati dalla santa sede, e
nella Chiesa la potest chessa ha da Dio ai quali aderisce il corpo episcopale, es
ricevuto di conservare, coiPautorit della sere irrefragabiti. Qual bisogno hanno essi
predicazione, delle leggi e de giudizii, la adunque delPautorizzazion del governo ,

regola della fede e de costumi, la disci

giacch, giusta le massime gallicane, trag

plina necessaria alPeconomia del suo go gono tutto tor vigore dalPautorit che ii
verno, la successione e perpetuit del suo pronunzia e da quella che li ammette?
il successore di Pietrodee, giusta it detto
ministero.
o Non ha potuto perci la Santit Sua scritturale, confermar nella fede i pro
veder senza estremo dotore che, messi in prii fratelli: e come potr egli ci fare, se
non cale questi principii, la podest civi sopra ciascun articoto che insegni pu
le siasi fatta a regolare, decidere, trasfor essere ad ogni tratto impedito dal riuto
mar in leggi articoli che spettano essen o dal difetto di vericazione per parte del
zialmente a costumi, alla disciplina , ai governo temporale? Da tali disposizioni
dritti, al magistero e alla giurisdizione consguita apertamente che alla Chiesa
della Chiesa. Non ci ha egli ragion di te non sar pi dato di sapere e di credere
mere non s fatta innovazione sia per in fuor quelto che piacer al governo di la
generar difdenze e far credere che la sciar promulgare.

chiesa di Francia sia ligia, anco negli og


n Questo articoto otiende la delicatezza
getti meramente spirituali, alla temporale e it segreto costantemente osservati a
podest e ad altontanare dalPaccettar le Roma negli affari della Penitenzieria. Ogni
cariche non pochi ecclesiastici che ne sa privato pu ad essa ricorrere con ducia
rebbero degni?
e senza temere si abbiano a scoprire le
, Ma osserviamo ciascuno di tali arti proprie mancanze. Pur quesfarticoto, non
coli partitamente.
facendo eccezione di sorta, vuole che i
n Vuolsi nel primo che nessuna bolla, brevi, anche personali, usciti dalla Peni
breve, rescritto, ec., emanati dalla santa tenzieria,vadan sottoposti a vericazione.
sede, possan ridursi ad effetto e n man Sar quindi forza it metter in palese i se
co publicare se non sieno dal governo au greti di famiglia e le disgraziate conse
torizzati.
guenze delPumane debolezze a n di ot
n Una tal disposizione, cos estesamen tenere la permissione di usar di essi bre
te presa, non intacca essa forse manife vi: vincoto intolerabite, non ammesso dal
stamente la libert delPinsegnameuto ec partamento medesimo, it quale eccettuava

AB

AR

32l

le previsioni, i brevi della Penitenzieria cader in errore. l pi sapienti legistatori


ed altre spedizioni concernenti le bisogne ne fornirono la prova. Perch dunque por
re a confronto le decisioni dunautoril
de privati.

n Il secondo articoto dichiara che nes irrefragabile con quelle d una potest
che pu errare, e nel paragone far pro

sun legato, nunzio o delegato della santa


sede potr esercitare i suoi poteri in Fran
cia senza la stessa autorizzazione. -- Io
non posso che ripeter qui le giuste os
senvazioni pocanzi fatte sul primo arti

pendere la bitancia a favore di questa?


Ciascuna potenza, oltreei, ha gli stessi
dritti. Quel che comanda la Francia pos
sou richiedertto la Spagna e Plmpero; ed
coto. Luno colpisce la libert del magi essendo le leggi dapertutto diverse, ne se
stero nella sua fonte, Paltro ne suoi agen guir che it magistero della Chiesa variar
ti. ll primo inceppa la publicazione della debbe secondo i popoli a n di trovarsi
verit , Paltro la mission di cotoro che daccordo colle tor leggi.
; Si dir che in tal guisa comportavasi
sono incaricati dannunziarta. Pur G. C.

ha voluto che la sua divina parola fosse it partamento francese. S, ma egli, se


libera mai sempre e la si potesse predi
care sui tetti, nelle nazioni tutte e appo
tutti igoverni. Come combinare questo
domma cattolico colla indispensabite for
malit duna vericazionc di poteri e du
na permission civite per esercitartAvrch
bero essi potuto gli apostoli e i primi pa
stori della Chiesa nascente predicare it
Vangeto, se i governi avessero esercitato

condo che ebbe dichiarato it 24 mag


gio "so, esaminava soto ci che nella pu
blicazion de canoni e delle bolle potesse
per avventura alterare o riguardare la

su di toro un simigllante diritto?

dine,e it governo ne vedea si bene gPin

publica quiete, non gi la conformit toro


con leggi che mutar poteano dalPoggi al
dimani.
,

n Un si fatto abuso, aggiungasi, non


potrebbe venir legitimato dalla consuetu

n ll terzo articoto estende questo re convenienti che diceva al partamento di


golamento ai canoni anco de concitii ge Parigi it a aprite 1757 per bocca del si
nerali. In nessun paese queste si famose gnor dtguessau: - E pare si tenti daf

adunanze furono rispettate e venerate pi tievolire la potest che ha la Chiesa di


che in Francia. Donde avviene egli mai far decreti, pouendola in tal dependenza
che trovino esse tanti ostacoli presso la dalla autorit civite e dal suo concorso
medesima nazione e che una formalit ci che senza di questo non possano i pi
vite dia la facolt di eluderne ed anco ri santi decreti della Chiesa obligare i sud
pudiarne le decisioni? Si vuole, dicesi, diti di S. M. n AlPultimo, un tale esame non facevasi
esaminarte: ma la via desame in mate
ria religiosa condannata nel seno della ne partamenti, giusta la dichiarazione
cattolica chiesa; le sole communioni pro del i766, se non afnch i decreti della
testanti lammettono, e quinci deriv la Chiesa diventasser leggi delto stato e per
strana variet che regna nelle toro cre ordinarne [esecuzione col divieto, sotto
pene temporali, di contravenirvi. Non son
denze.
n A che ne, inoltre, savrebbe a fare pi questi i motivi da cui guidato pre
un tale esame? Forse per riconoscere se sentemente it governo; poich la religio
icanonici concitiari sieno conformi alle ne cattolica non pi la religion dello
leggi francesi? Ma se parecchie di queste slato ma quella unicamente del maggior
leggi, quella ad esempio sul divorzio, sono numero de Francesi.
n Larticoto sesto dice che si ricorrer
in opposizione colla dottrina cattolica, si
avranno a rigettare icanoni e anteporre le al consiglio di stato per qualunque caso
leggi, tuttoch ingiustoed erroneo ne sia dabus0. Ma qual son essi cotesti casi? Nel
to scopo? E chi potrebbe adottare una si Particoto vengono specicati soltanto in
fatta itlazione? Non sarebbe egli questo un modo generico e indeterminato.
n Si dice p. e. un de casi dabuso es
sacricare la religione, che opera di Dio,
alle opere, sempre imperfette e spesso ini sere Pusurpazione o Pecccsso del potere.
Ma in materia di giurisdizione spirituale
que, degli uomini?
, to so che Pobedienza nostra deves la Chiesa sola giudice; ad essa sola ap
ser ragionevole; ma ohedire unicamente partiene it dichiarare in che siasi ecce
per sufcienti motivi non gi aver dritto duto o abusato de poteri ch essa sola
non pur di esaminare ma di rigettare ar pu conferire. La podest temporale non
pu sentenziare delPabuso duna cosa da
bitrariamente che che ci dispiace.

n Alla sola sua chiesa lddio ha promes


so Pinfallibitit: le societ umane possono

s non impartita.
n Un secondo caso d abuso la con.
o

322

AB

AR

travenzione alle leggi ed a regolamen esercitato sotto la direzione degli arcive


ti della republica. llla se cotali leggi e scovi, i vescovi e curati. Ma la parola di
regolamenti sieno in opposizione colla dot rezione non esprime qui i diritti degli ar

trina cristiana, dovr egli it ministro di civescovi e de vescovi; hanno questi per
Dio osservarte di preferenza alla legge dirilto divino la facolt non pur di di
di G. (L? Non fu questa mai Pintenzione rigere ma quella eziandio di denire, or
dinare e giudicare. l poteri de parochi
del governo.
n Sannovera pur tra gli abusi la vio nelle parochie non son gli stessi che quelli
lazione delle regole sancile in Francia de vescovi nelle diocesi. Non si dovevan
dai sacri canoni. Ma coteste regole do perci rappresentare colle stesse espres
vettero emanar dalla Chiesa. Alla Chiesa sioni e negli stessi articoli per non far
sola quindi spetta it sentenziare sulla tor supporre una identit che non esiste.
violazione, siccome la sola cui to spirito
, Perch inoltre non far qui menzione
de diritti del santo padre, capo degli ar
e le disposizioni di esse sien note.
a Si dice per ultimo farsi luogoa Pap civescovi o de vescovi? S intese forse
pello come dabuso per qualunque ten privartto dun diritto generale che essen
tativo tendente a compromettere Ponore zialmente gli spetta?
n Larticoto decimo, con abolire qua
de cittadini, a turbarne la coscienza , o
che degeneri contro di essi in oppressio lunque esenzione od attribuzione della
giurisdizione episcopale sentenzia mani
ne, ingiuria o publico scandato.
n Ma se uno che abbia fatto divorzio, festamente su una materia meramente spi
se un eretico, publieamente conosciuto, rituale. Perocch se i territorii esenti sono
si presenti per ricevere i sacramenti, e oggidi sottoposti alPordinario, ci accade
gli sieno negati, pretender gli sia stata unicamente in virt dunordinanza della
fatta ingiuria, grider alto scandato, pro santa sede, la qual sola conferisce alPordi
durr la sua querela, che sar ammessa nario una giurisdizione che punto non
a tener della legge; e tuttavia it sacer aveva. Onde, in ultima analisi, la pode
dote accusato avr fatto niente pi che it st temporale, avr conferito poteri che
dover suo, conciossiach i, sacramenti am alla sola Chiesa appartengono. Aggiungasi
ministrar mai non si debbano a persone che le esenzioni non son poi cos abusive
notoriamente indegne.
come fu creduto. S. Gregorio stesso le
n inutitmente si addurrebbe a proprio aveva ammesse , e le podest temporali
favore Puso costante degli appelli come ebber mestieri spesse tiate di ricorrervi.
n Per Particoto undecimo si sopprimono
rfabuso. QuesPuso non pi antico dei
regno di Fitippo di Vatois, morto nel i550; tutU gli stabitimenti religiosi, ad eccezione
n fu esso mai costante e uniforme, aven de seminarii ecclesiastici e de capitoli.
do variato secondo i tempi; i partamenti Una tal soppressione fu essa ben ponde
ci aveano it toro particolar vantaggio ad rata? Non pochi di tali istituti tornavano
accreditartto, perch venivano per tal mo duna utitit manifesta; it popoto vi si era
do ad aumentare i tor poteri e attribu affezionato perch ne traeva aiuto nesuoi
zioni: non sempre per ci che si usa bisogni: erano stati fondati dalla divozio
conforme a giustizia. Il perch Luigi XIV ne, e dalla Chiesa solennemente approvati
colPeditto del i695, art. 54-57, attribuiva sulla domanda anco de sovrani; ad essa
ai magistrati secolari non pi che Pesame sola pertanto spettava it sentenziarne la
delle forme, prescrivendo toro rimettes soppressione.
sero la soslanza alsuperiore ecclesiastico.
n Larticoto quattordicesimo ordina agli
Questa restrizione non si trova punto ne arcivescovi di vegliare alla conscrvazion
gli articoli organici, stantech assegnano della fede e delladisciplina nelle diocesi
essi indistintamente al consiglio di stato it de tor suffraganei. Non ci ha dovere pi
giudizio cos della forma come della so indispensabite e pi sacro di questo, ma
stanza.
dovere altresi della santa sede rispetto
n Inoltre i magistrati che sentenziavano alPintera Chiesa. E perch dunque non far
altora su questi casi dabuso eran neces motto di questa sorveglianza generale? La
sariamente cattolici e obligati di affermar dimenticanza, ovvero esclusione?
to sotto la fede del giuramento, laddove
n ll quindicesimo autorizza gli arcive
oggidi possono appartenere a sette sepa scovi a informarsi dericlami e querele
rate dalla cattolica chiesa e avere a dar che si portassero contro la condotta e le
sentenza sopra oggetti che ad essa spet decisioni de vescovi suffraganei. Ma che
tano essenzialmente....
faranno essi i vescovi se i metropolitani

n Larticoto nono vuole che it culto sia non rendan toro giustizia? A chi si vot

AB

AR

geranno per ottenerta? A qual tribunale


la dato toro appellare dal procedere de
gli arcivescovi rispetto a s? La questa
una difcolt di non lieve importanza e

che riteva a prezzo di tanti sacrizii consa


cri de principii che approvare non pu.

323

rer egli che Porganizzazione duna chiesa

Non forse miglior consiglio che i direttori


della quale non si dice verbo. Perch non dei seminarii soblighino a insegnare una
aggiugnere che it sommo pontece pu morale sana, anzi che una dichiarazione

altora pigliar cognizione di tali litigi in


via dappellazi0ne e recar sentenza de
nitiva, secondo quel che insegnano i sa
cri canoni?
.
Il diciassettesimo sembra fare it go
verno giudice della fede, della vita e della

che fu e sar perenne sorgente di discor

dia tra la Francia e la santa sede?


n Vuolsi nelP articoto vigesimoquinto
che i vescovi mandino ogni anno to stato
degli ecclesiastici che studiano ne tor se

minarii. Nuovo vincoto questo, ignoto e


capacit de menttovati vescovi. Egli che inusitato in tutti i secoli andati.

li fa esaminare e che sentenzia secondo


n Il ventesimosesto articoto richiede
it risultamento delPesame. E noudimeno non si possano ordinare che uomini giunti
it soto romano pontece ha it dritto di alPanno venticinquesimo di et: ma la
fare, per s o pe suoi delegati, un tale esa Chiesa ha ssato i ventun anno pel sud
me, perch a lui soto spetta Pistituzion diaconato e i ventiquattro compiuti pel
canonica, e questa suppone evidentemente sacerdozio. Chi altri fuor della Chiesa po
in colui che la concede la cognizione trebbe abolire una tale costumanza? Vuol
acquistata della capacit del soggetto che si forse vengano ordinati anche i sud
la riceve. Ha egli preteso it governo n0 diaconi a soli venticinque anni? Sarebbe
minare tuttlinsieme e costituirsi giudice ci un pronunziare Pestinzione della chie
delPidoneit, cosa contraria a qualunque sa di Francia per mancanza di ministri,

consuetudine e diritto ricevuti? 0 vuol essendo cuto che quanto pi si ditaziona


egli soltanto accertarsi mediante un tale it tempo di ricevere gli ordini sacri tanto
esame che la sua scelta non caduta su meno se ne conferisce. Nondimeno tutte
pra un soggetto non degno delPepiscopa le diocesi lamentano scarsit di sacerdoti.
Pu eglisperarsi che ne ottengano quando
lo ? Ci importa spiegare.
, to so che P ordinanza di Blois pre si esiga per gli ordinandi un titoto che
scriveva un simite esame; ma it governo ricale di 5000 franchi di reddito? Questa
stesso consent a derogarvi. Venne con clausula far indubitatamente dapertutto
segreta. convenzione staluito che lali in deserte le ordinazioni e i seminarii. L0
formazioni si farebbero dai soli nunzii stesso accader della clausula che obliga
di Sua Santil. E dunque presentemente it vescovo a domandar la permissione del
da tenersi questa via, volendosi dalPar governo per ordinare, clausula aperta
ticoto quarto del concordato che Pistilu mente opposta alla libert del culto, gua
zion canonica, venga conferila, ifvcscovi rentita alla Francia cattolica dal primo ar

nelle forme slabilile prima del cambia

ticoto delP ultimo concordato. La Santit

Sua desidera e it bene della religione esi


mento di governo.
, Larticoto ventesimosecondo ordina ge che it governo rattempri it rigore di
ai vescovi di visitare tor diocesi entro to tali disposizioni sui tre accennati obietti.
n Larticoto trentesimoquinto esige che
spazio di cinque anni. La disciplina ec
clesiastica riduceva a pi stretto termino i vescovi abbiano ad ottenere dal governo
it tempo di si fatte visite; ecosi avea or Pautorizzazione per istituire capelle: que
dinato la Chiesa per gravi e sode ragioni. sPautorizzazione, per altro, era toro con
Sembra perci che a lei sola si addicesse cessa dalPart. u del concordato. E per
ch richiederne una nuova quando una
it cambiare quel regolamento.
n ColParticoto ventesimoquarto si esi convenzione solenne ha gi permesso si
ge che i direttori de seminarii sottoscri fatte istituzioni? Il medesimo obligo sim
vano la dichiarazione del i682 e inse pone dalParticoto ventesimoterzo pei se
gnino la dottrina in essa contenuta. Per minarii, comech sieno stati, al par de
ch gittar di bel nuovo in mezzo ai fran capitoli, specialmente dal governo auto

cesi it germe della discordia? ignorasi per rizzati. Non senza dotore vede Sua Santit
avventura che tal dichiarazione venne da moltiplicarsi in tal guisa gli impacci c le
suoi medesimi autori disapprovata? E pu difcolt pei vescovi. L editto del mag
egli it santo padre ammettere ci che i gio i7os esentava formalmente i semina
suoi predecessori pi immediati hanno rii dal prender lettere patenti, e la di
anchessi rigettato? non dovr starsene a chiarazione del lo giugno lese, che pa
quel chessi sentenziarono? Perch tole reva assoggettarveli, venne registrata col

324

AB

la clausula - senza pregiudizio de semi

Alt
conformit alt insegnamento ed a princi

narii che sarebber eretti dai vescovi per pii stabititi per POlanda da un desuoi pre
Pammaestramentodepreti soltanto.- Cosi decessori, non potrebbe vedere fuor che

prescriveva puranco Pordiuanza di Btois, con pena un cotal ordine di cose. Ella ha
alPart. 24., e Peditto di Melun , art. l.
Perch non adottare questi principii? A
chi spetta egli it dar ordine alP ammae
stramento dommatico c morale ed agli
esercizii dun seminario se non al vesco

vo? Di simiti materie che mai caler pu


al governo temporale?
n La massima che it vicario generale
e it vescovo sono una sola persona e che
per la morte di questo cessano i poteri
delPaltre. Pur, con disprezzo di questa
massima, P articoto trentesimosesto pro

roga ai vicarii generali i tor poteri dopo

tutta la ducia che le cose torneranno in


Francia sulP andare di prima e come si
praticano negli altri paesi cattolici: in
ogni caso, i fedeli saran tenuti osservare
le leggi della Chiesa; e a pastori deves
ser libero it pigliarte per norma del pro
prio procedere, senza che si possa, trat
tandosi dun oggetto di tanta importanza,
far forza alle toro coscienze. Il culto pu
blico della religione cattolica, che quella
professata dal console e dalPimmensa mag
gioranza della nazione, aspetta dalla sa
viezza del governo quesPatto di giustizia.
, Duole eziandio a Sua Beatitudine il
vedere che i registri delto stato civite sien
tolti agli ecclesiastici e non abbiano, a

it decesso del vescovo. Una tal proroga


zione non ella unaperta concessione di
poteri spirituali fatta dal governo senza
Padesione ed anche contro la consuetu cosi dire, altro scopo che di vietare Pin
dine invalsa nella Chiesa?
tervento della religione nei tre momenti
, Si vuole nelto stesso articoto che le pi rilevanti della vita, la nascita, it ma
diocesi,durante la vacanza della sede, sien trimonio, la morte. Ella nutre speranza che
governate dal metropolitano odal vescovo it governo sia per restituire ai registri te
pi anziano. llla consistendo questo go nuti dagli ecclesiastici la forza legale di cui
verno in una giurisdizione meramente spi godevano antecedentemente. Il ben delto
rituale, come pu questa concedersi dalla stato richiede ci quasi tanto imperiosa
podest temporale? Icapitoli soli la pos mente che quelto della religione.
seggono: perch privarneli, da poi che
n Articoto sessantesimoprimo. Non mi
Particoto u del concordato d a vescovi nor afizione cagiona it vedere i vescovi
la facolt di stabitirti?
costretti a concertar co prefetti per Pe
n I pastori chiamati dagli sposi per be rezione delle chiese succursali. A vescovi
nedire la toro unione non posson fartto, soli spetta it giudicare debisogni spiritua
secondo Particoto cinquantesimoquarto,se li de fedeli. impossibite che un lavoro
non dopo adempite le formalit dinanzi cosi combinato da due persone troppo
alPofcial civite : clausula restrittiva e spesso discordanti di massime offra un
vincolante questa, nor sconosciuta nel buon risultamento: i progetti de vescovi
la Chiesa. Due specie di sconci ne deri troveranno opposizione , e il bene spi
varono: Puno tocca i contraenti, Paltre rituale de fedeli verr a patirne.
offende Pautorit della Chiesa e vincolai
n Per Iarticoto settantesimoquarto, gli
suoi pastori. Egli pu accadere che i con immobiti, diversi dagli edizii destinati
traenti si contentino di compiere le for alPabitazione e dagli annessi giardini, non
malit civiti e , trascurando d osservare potranno essere applicati a titoli ecclesia
le leggi della Chiesa, si credano legitima stici n posseduti daministri del culto per
mente sposati non solamente agli occhi ragione delle toro funzioni. QuesParticoto
della legge quanto agli effetti puramente viene in aperto contrasto col settimo, che
civiti, ma ancora al cospetto di Dio e della risguarda i ministri protestanti. Non pur
Chiesa. Laltro inconveniente lede la po questi godono dun trattamento che viene
dest della Chiesa e vincola i pastori in tor garantito, ma conservano tutPinsieme
questo, che i contraenti, dopo adempiute e i beni posseduti dalla tor chiesa e le
le formalit legali, credono aver acqui oblazioni che ad essi vengono fatte. Che
stato it diritto di obligare i parochi a con crepacuore per la Chiesa alto scorgere co
validare colla propria presenza it tor ma tale enorme differenzal Ad essa sola non
trimonio altora ben anco che le leggi della dato possedere beni stabiti; le societ
Chiesa vi si opporrebbero.
separate da essa ponno Iruirne liberamen
n Si fatta pretensione fa contro mani te, e vengono alle medesime conservati,
festamente alPautorit da C. C. impartita quantunque la religion toro sia professata
alla sua chiesa e violenta pericotosamente da ben pochi, nel mentre che un numero

la coscienza de fedeli. Sua Santit, in in immenso maggiore di Francesi e icon

BA

AT

325

soli stessi prolessan la religione che vien smo. Negavano essi la differenza tra it
legalmente privata del dritto di posse bene e it male e la corruzione delPumana
natura; d0nde inferivano che agli uomini
dere beni stabiti.
i Tali sono le considerazioni che ho non corre obligo nessuno di far forza a s
dovuto far presenti per mezzo vostro al stessi per corregger le proprie malvage in
governo francese. Tutto to maspetto dalla clinazioni e obedire alla legge di Dio; che

capacit, dal discernimento e dal senti


mento di religione ond animato it primo
console. A lui va debitrice la Francia des
sere ritornata alla fede: ci non lascer
imperfetta Popera sua e tutto quelto ne
torr che non si concitii colle massime e
consuetudini adottate dalla Chiesa. Voi se
conderete col vostro zeto le sue benevole
intenzioni e gli sforzi suoi. La Francia

la religione sta nel patire, non gi nelPo


perare; che tutta la morale di G. C. si
riduce a sopportar con pazienza che che

ne accade, senza perder mai la tranquitlit


delPanimo.
Gli altemisti pretendevauo altresi non

avere G. C. punto sodisfatto alla divina

giustizia n espiato i peccati degli uomini


co suoi patimenti , ma colla sua media
avr a benedir di bel nuovo it primo con zione aver solamente voluto farci inten
sole; e cotoro i quali calunnieranoo it ri dere come nessuna azion nostra giunga ad
stauramento della religion cattolica in offendere la Divinit. In questo modo, per
Francia o mormoreranno contro gli spe tor detto, giustica G. C. i suoi servi e li
dienti adottati per Pesecuzione saranno presenta puriticati al tribunale di Dio. Co
teste opinioni, com manifesto, tendono
per sempre condannati al sitenzio.
nientemeno che a spegnere qualunque
n Parigi, lo agosto 1805.
sentimento di virt e annichitare ogni
n G. B. card. Caprara. n
morale obligazione. Era dottrina de due
Il decreto del 2a febbraio ialo,che tem novatori punirsi da Dio gli uomini non a
per alcune disposizioni degli articoli detti cagione s bene per mezzo delle tor col
organici, ben tontano dalPaver fatto ra pe: it che sembra signicare dover it pec
gione a tutti i reclami che si leggono nel cato per inevitabitc necessit, non per de
riferito prezioso documento, it quale la creto di Dto, formar la sciagura delPuo
miglior coniutazione delle usurpatorie pre mo, vuoi in questo, vuol nelPaltro mondo.
tese e de falsi sistemi che vennero in Non sappiamo per in che faccian consi
Francia accreditati dalle tradizioni parta stere cotesta sventura. Aggiugne it Mose
mio che queste due sette sussistono an
mentarie.
ATTEMISTI. Il Mosemio nella sua Sto cora, ma non portan pi it nome de tor
ria ecclesiastica, sec. XVII, sez. n, part. n, fondatori. Reca stupore come, a veder le
c. e, S so, ci parta de verschoristi e de tante pazze ed empie sette prodotte dal
gli atlcmisti, due sette fanatiche delP0 principii del protestantismo, i seguaci di
landa. Traeva la prima it proprio nome questo non sieno per anco riusciti ad
da Giacobbe Verschoor , nativo di Fles aprir gli occhi.
singa, it quale nel 1680 con un tristo mi
scuglio de principii di Cocceio e di Spi
nosa form una nuova religione, notevole
per istranezza ad un tempo e per empie
* BAPHOMET. Tra le accuse mosse a
t. I suoi seguaci vennero denominati
ebrei per Passiduit onde tutti indistin tempieri vebbe quella che adorassero non
tamente studiavano it testo ebraico della so che idoli chiamati teste di Baphomet.
Scrittura. Gli attemisti poi derivarono tor Il signor De Hammer ne ha scoperto una
nome da Ponziano van-Hattem, ministro dozzina nel gabinetto imperiale delle anti
nella provincia di Zelanda, esso pure at chit a Vienna. Erano stati scambiati per
taccato alle opinioni delto Spinosa e che fu idoli delTibet: it prefato archeotogo diede
per questa ragione degradato. Le due sette la spiegazione delle iscrizioni arabe, gre
differiscono sopra alcuni punti di dottri che o latine chessi portano, come pure de
na: onde it van-Hattem non pot ottenere simboli onde van carichi. Il nome delP i
dal Verschoor di far societ insieme, quan doto Mete, che in greco vuol dir la ra
tunque si 1 uno che P altro si professas gione, la sapienza, vi si trova dapertutto,
accompagnato dalle dottrine gnostiche e
sero affezionati alla religion riformata;
Incocciati della dottrina di questa intor dalle abiure della fede cristiana. Dalle
no a decreti assoluti di Dio, ne dedussero voci mete e baphe si form quella di
it sistema duna necessit fatale e insor Baphomet, che signica battesimo dello
montabite, e vennero cos a dare nelPatei spirilo e accenna al battesimo di fuoco

BeRclzR. Vol. VI.

41

326

BA

degli antichi gnostici. La mete vien rap


presentata sui detti idoli conformemente
alle idee de gnostici e particolarmente a
quelle degli oti, sotto gura umana aven_.

BA

dote o mollah, che recita alcune parole


del Corano e fa di frequenti aspersioni di
saliva su gli occhi e it viso del paziente:
tali orazioni e acqua chiara sono i soli
te le propriet dambi i sessi; accom mezzi posti in opera a guarire it malato.
pagnata dalla croce .trouca ossia dalla Frequentissimo presso i Baschiri P uso
chiave della vita e del Nitto degli antichi de ltri. Questa sciocca superstizione si
Egizii, simite a un T, dal serpente tanto va dissipando da che fu eretta ad 0rem
famoso in tutte le mitotogie , dalla rap burgo una scuola chiamata lnstituto di
presentazione del battesimo di fuoco e da Naplinje.
tutti inoltre i simboli massonici, come it
* BATAKS. Cotonia delPisola di Suma
sole, la luna, la stella segnata, it polve tra. Credono esservi un Ente supremo, da
rino, la catena, it candeliere con sette ra tor chiamato Debola-Hasi asi, e vogliono
mi, ec. Ora questi idoli, geroglici, sim che, dopo creato it mondo, ne abbia com
boli, iscrizioni si trovano sui castelli, sul messo it regime a suoi tre gliuoli Bat
le chiese, sui sepolcri de templari; don lara Guru. (dio della clemenza), Sori
de si ha ragion di dedurre che i capi, i Pada (dio della giustizia) e Mangano Bu
membri pi istruiti delPordine fosser real lan (Pautore del male, it tentatore eter
mente apostati, s abaudonassero in se no), i quali governantto per mezzo de tor
greto a cerimonie superstiziose e proba luogotenenti o vakils. Questi son divisi in
bitmente anco alle pratiche licenziose ed tre classi diverse, ciascuna delle quali ha
oscene degli eretici con cui avean com le sue particolari funzioni. 1 Bataks pre
muni le opinioni. ll perch la soppression stano oltreci una specie di culto al ser
di quelPordine non fu atto ingiusto. V. pente Naga, Padoha, che serve di soste
gno alla terra. Venerano eziandio una
Tsurlssl.
* BASCHIRI. Questi popoli ignoranti quantit daltri dei,dangeli tutelari, di d
pretendono possedere certi libri neri , it moni buoni e tristi, i quali essi temono si
cui testo, a detta toro , fu lavorato nel fattamente da viver continuo in uno stato
Pinferno. Secondo essi, gli interpreti di di superstizioso spavento. Ogni vitlaggio
tali libri conoscono it passato, it presente ha it suo sacerdote, le cui funzioni con
e Pavvenire, e sono in intima relazione sistono nelto spiegare i libri sacri, deter
coi demonii , a quali ponno commandare minare le oferte con cui placasi la colera
doperare i pi alti prodigii. Grande che delle divinit maleche e far conoscere i
nulla pi la venerazione in che i ba giorni fortunati, sia consultando le tavo
schiri hanno i toro schailan-kuriazi o lette astrotogiche, sia esaminando le in
veggenti-it-demonio; e ad essi fanno ri teriora di qualche animale, cane, porco o
corso nelle publiche e nelle private ca uccelto. Soto altorquando vuole far guer
lamit. Questi popoli, che non hanno ve ra o imprendere alcun che dimportante
runa cognizione della struttura del gtobo, od abbia provato qualche sinistro ricor
credono le stelle sospese nelParia ed at re it Batak al suo Datu o sacerdote per
taccate al rmamento con grandi catene sapere da lui qual demone placar gli con
di ferro; simaginano la terra posare so venga o qual vittima immolare. In tale
pra tre enormi pesci, un de quali gi occasione invita i proprii amici a una
morto, prova manifesta della prossima festa che dura tre giorni e tre notti;
ne del mondo; affermano che, al nascere questo tempo si passa in mangiare, bere
di ciascun individuo , scrivonsi sul libro e danzare. Il terzo giorno, in mezzo alla
del destino it numero de giorni che ha danza, uno deconvitati, che sostien la
da passar sulla terra e la quantit di cibo parte di compare del sacerdote, cade im
che dee consumare. Presso toro una testi provisamente a terra e nge aver per
monianza giurata ha forza soltanto se fatta duto i sensi. Poco stante si leva e pre
sul terreno dun cimitero. Non lungi dal tende dessere it demonio che si vuol pla
borgo di Bitiarsk trovasi un cimitero mao care e che viene a prender parte al ban
mettano, appellato Balyn-gruss, assai ri chetto. Risponde alle domande che gli
verito appo i Tartari e i Baschiri, i quali vengon fatte dal padrone del convito in
Phanno per luogo sacro e credono che i modo da dare alle sue parole unaria pro
devoti musulmani, le cui spoglie ivi ripo fetica e gli promette di farsi intercessore
sano, operino quotidianamente alcun mi per lui appo divinit superiori; poi la
racoto: nella state divien quelto un luogo sciasi di bel nuovo cadere a terra e to
di pellegrinaggio. Accadendo che alcuno sto si rialza come uscisse da profondo
infermi, i parenti fanno venire it sacer sonno, e la comedia nisce. I libri dei Ba

BI

BI

taks trattano principalmente della guer


ra, della religione, de sacrizii, delle ce
rimonie e delle formole di preghiera, per
ultimo delle malattie e del come guarir
le; non sono per che un tessuto di fa
vole e assurdit senza alcun morale inse
gnamento. I Bataks credono la vita futura,
nella quale Panima andr esente da ogni
dotore, ma non pare abbiano veruna idea
de premli e decastighi avvenire.
* BIANCIARDISMO. Alcuni tra preti
francesi rifuggiti in Inghitterra , andando
pi oltre che i vescovi non dimissionarii

lato in quanto alla giurisdizione, e dai soli


vescovi rifuggiti in Inghitterra riconoscere
i suoi poteri; nuova dottrina e contraria .
a tutti i principii risguardanti la giurisdi
zione. Alcuni preli francesi, suoi aderenti,
venner castigati colla privazione di po
teri spirituali.

327

Conciossiach Blanchard si fosse pre


valuto del suffragio de vescovi dtrianda,
diciassette fra questi rmarono, it 5 Iu
glio 1 809,una dichiarazion commune nella
quale confessavano che Pio VIll era it su

premo pastore della cattolica chiesa e ade

(v. ANTIC0ICoRDATARn) e ponendo in non ca

rivano ai partiti da lui presi per salvare


le la riverenza dovuta al vicario di Cristo, la chiesa di Francia dalla rovina, quindi
proposero e ruppero la guerra contro it condannavano dieci proposizioni del Blan
sommo pontece in occasione del concor chard segnatamente come eretiche e dif
fondenti Io scisma. La qual decisione, ap
dato del 15 luglio t80l.
Blanchard, antico professore di teoto provata in appresso da altri dodici ve
gia e curato della diocesi di Lisieux, di scovi, divent per tal guisa quella del
fuori successivamente in Londra parecchi Pintero corpo episcopale dIrtanda. Anche
scritti ne quali pretendeva dimostrare i preti cattolici dlnghitterra fecero testa
Pitlegalit, ingiustiziae nullit della con alPallargarsi deitP errore nel febraio del
venzione e degli spedienti adottati dalla i6lo, decretando che non si concedereb
santa sede. Metteva in opposizione Pio VII bero poteri ai preti francesi, quatora non
con Pio VI, i cui decreti diceva infranti avessero dichiarato che it papa non era
dal successore, it quale avea istituita una n eretico n scismatico n autore e fa
chiesa eretica e scismatica; dottrina che voreggiatore delPeresia o delto scisma.
Labbate Gaschet, pi ardito di Blan
tendeva essa pure a introdurre to scisma
nella Chiesa e ad ammutinare i fedeli con chard, pretendeva , al- tempo stesso, es
sere stato da questo consigliato a denun.
tro it primo pastore.

Mitner, vescovo di Castabala , vicario zlare it papa siccome eretico e scismati


co; dichiarava che Pemuto suo non era

apostolico del distretto di mezzo, le co


- noscere in un mandamento del 1 giu
gno 1soo le aberrazioni di uomini riscal
dati che provocavano una scissura, e con
dann in una lettera pastorale del 1o ago
sto sedici proposizioni degli scritti di Blan

chard, al quale viet si lasciasse eserci

consentaneo alle proprie massime, negan


do confessarc altamente conclusioni a cui

gli scritti suoi in via retta conducevano.


Siccome la maggior parte de preti emi

grati in Inghitterra appartenevano a paesi

del nord, delP0vest e del sud-ovest della


tare veruna funzione sacerdotale nel di Francia, Je opinioni de fautori della scis
stretto di mezzo, se accadeva che vi si fa sura s insinuarono in esse contrade per
cesse vedere. Blanchard in nuovi scritti mezzo duna non interrotta corrisponden
aggrav i proprii errori. u to insegno, za e della spedizione di scritti scismatici
diceva egli, i vescovi non dimissionarii continuata dal i801 ai 1814.
A quesPutiima epoca e negli anni sus
essere i soli vescovi legitimi di Francia;
a. la chiesa concordataria essere eretica, seguenti non pochi bianciardisti passarono
scismatica e soggettatasi a giogo terreno; to stretto per visitare la Francia e vinal
5." procedere ci dal concordato e dagli zarono altare contro altare. Tra cotoro che
spedienti usati da Pio VIl; 4. rispetto a a quel tempo si mostrarono con ardor par
questo pontece dico solamente doversi ticolare avversi al concordato del 1801
esso denunzlare alla chiesa cattolica, an da ricordarsi Pabbate Vimon, antico vi
cor senza specicare se come eretico e cario di Santa Opportuna a Poitiers, e
scismatico o unicamente per aver violato Pabbate Fleury, gi paroco nella dioccsi
le regole sante, e non mincarico di fare del Mans, i quali, pei toro scritti, ven
una denunzia della quale accenno la ne nero tradotti alla polizia correzionale e
condannati nel l8l6 alla pena del carcere.
cessit. n
interdetto da Douglas, vescovo di Cen
I bianciardisti fecero di molti proseliti
turia, vicario apostolico del distretto di nei dipartimenti della Loire et-Cher, In
Londra , nel quale Blanchard risedeva , dre-et-Loire, Sorthe, Deux-Svres, Vanpretese non esser dipendente da quel pre dea, Vienna, Charento-inferieure, Dordo

328

BI

BI

gne, Arrige, Haute-Garonnc, ec. L im


possibitit di sostenersi mediante P ordi

pia e successiva opposizione it titoto di


anticoncordatarii.
nazione fa essa sola presumere essersi
Cos in Francia come in Inghitterra i
estinto to scandato della picciole chiesa, vescovi nulla trascuravano per aprir gli
che pare avesse it suo centro a Poitiers. occhi a queribelti. Monsignore di Bouitt
La piccola chiesa, cos appellata per vescovo di Poitiers avendo sottomesso al
to scarso numero de suoi aderenti ha papa le regole da s tenute tanto per ri
inoltre partorito degli scismi di secondor spetto a preti dissidenti che ai fedeli del
dine. Non solamente gli uni professano toro partito, it suo procedere venne di
dessere sottomessi al papa mentre gli al chiarato giusto e canonico con un breve
tri negano di riconoscertto, ma ci ha, se del 26 settembre i820.
Nel i822 gli scismatici si rivolsero ai
condo Pabb. Flcury, quattro suddivisioni
di picciole chiese, la quarta delle quali, padri del concitio nazionale d Ungheria,
pi numerosa, disseminata in varii dipar colla speranza che quelPassemblea avesse
timenti, avea a presidente un laico che a prendere le toro parti; ma essa serb
diceva s essere it profeta Elia, santicato, sulla cotor lettera uno sprezzante siten
al pari di s. Giovanni Battista, inn nel zio. Scrissero eziandio al vescovo di
seno di sua madre. A Fougres e nedin Beardstown negli Stati-Uniti, dal quale
torni i membri della picciola chiesa ven altra risposta non ebbero che caldi ecci
gono anche denominati luigelti, certa lamenti a sottomettersi al romano ponte
mente per non aver voluto riconoscere ce. Tuttoch riutati dalPepiscopato del
nessuna legge dopo i mutamenti operati le diverse parti del mondo, pur tenean
nel clero sotto Luigi XVI. Nondimeno la fronte alla voce delPautorit, quando un
dissidenza pi rara nella Bretagna che rescritto del l'7 gennaio i824, indiritto al
nel Bosco della Vandea, dove ha invaso vescovo dltalia, ordin si facesse sotto
interi communi. Essa pienamente or scrivere ai preti francesi residenti in in
ganizzata dapertuttto ed ha suoi capi. Le ghitterra quella formola, modicata, a ca
donne dedue culti sono non poco av gione delPavvenimento dun nuovo pon
verse ad imparentarsi per via di matri tece al soglio, in questi termini: u Con
monii. ln certe contrade e, p. e., nel cir fesso e dichiaro di star sottomesso a papa
condario di Bressuire (Deux Svres), co Leone XIl come a capo della Chiesa e di
testi dissidenti, inammati da straordina communicare siccome con membri della
rio zeto, fanno lungo cammino per udire, Chiesa con tutti cotoro i quali furono in
nelle chiese od anche nelle semplici ca communione con Pio VII insino alla sua
panne, istruzioni dator sacerdoti,scarsi di morte e si trovano al presente uniti in com
troppo al bisogno.
munione col sommo pontece Leone XIl;
ll bianciardismo, trapiantato in Francia, e confesso Pio VIl essere stato capo della
sostenevasi in Inghitterra. La congrega Chiesa tutto it tempo che visse nel papato. n
zione di propaganda approv che Poyn
il qual rescritto esprime nel pi chiaro
ter, vescovo dltalia, vicario apostolico e preciso modo it giudizio recato da Leo
del distretto del sud, ingiuguesse a tutti ne XIl sul funesto scisma suscitato da co
isuoi ecclesiastici francesi di sottoscri toro che avean ricusato di dichiararsi in
vere una formola brevissima e semplicis communione sia con Pio VIl, sia colPat
sima merc la quale riconoscevano dicom tuale chiesa di Francia, e ne suggerisce
municare con Pio VIl capo supremo della due gravissime considerazioni.
Chiesa e con quelli cherano in commu
La prima, che, alPepoca della morte di
nione con lui quali membri della Chiesa. Pio VIl, la chiesa cattolica tutta quanta,
Speditasi in giro questa formola it i5 mar da un capo alPaltrodel mondo, diede una
zo 1818, fu da alcuni segnata; altri la prova solenne e irrefragabite d essere
rmarono ma con qualche restrizioni; al stata sempre in communione con quel
tri, alla cui testa Blanchard, vi si riuta pontece, poich in tutte le parti della
rono del tutto. in un breve del 16 suc terra venne offerto spontaneamente it sa

cessivo settembre, Pio VII approv egli critizio della messa pel riposo delPanima
pure la formola e la rese obligatoria per di lui.
tutti i preti francesi dimoranti in Inghit
La seconda, che, altorquando fu propo
terra.
sta la soscrizione della prima formola,
A quelPepoca Blanchard e i suoi ade cio nel loi8, manifesto e publicamente
renti, avversi al concordato del i8oi, im notorio che i vescovi tutti della chiesa
pugnavano con nuovo vigore quelto del cattolica, di questa chiesa sparsa per tutte
l8l7, giusticando per tal guisa con dop le nazioni, trovavansi in communione colla

BI

BI

329

chiesa di Francia, la qual chiesa era pur tutto cieco od almeno abbagliartto con ec
essa a quel tempo in communione con cessiva luce; gli quanto ministrar cibi
sodi a un bambino in fasce, it cui stomaco
Pio VII.
Or, questi medesimi vescovi della cat vale appena a smaltire it latte men sostan
tolica chiesa, dispersi fra tutti i popoli zioso. Dar principio nelPopera del proseli
della terra son di fatto in communione tismo collhidditare ai pagani di qualunque
collPaltuale chiesa di Francia,che trovasi nazione it nudo testo de nostri Sacri Li
anchessa di presente in communione con bri gli un cominciare it lavoro dove sa
Gregorio XVI , successore legitimo di rebbe a nirsi e voler costruire un edi
Pio VIII e per mezzo di lul di Leone XII zio prima d averne gettato le fonda
menta. Non s itlumina un popoto colPan
e per Leon XII di Pio VII.
Quinci necessariamente consguita dar di fronte contro isuoi pregiudizii, e
l. che tutti cotoro che nel i8lo ricusa mal to sinduce ad abbandonar Ierrore
vano communicare con Pio VII, ricusavan con presentargli la verit ignuda senza
la communione dun pontece dalPintera spiegazione n temperamento di sorta. La
chiesa cattolica riconosciuto Per suo capo Scrittura sacra , non ha dubio, la pri
mitiva sorgente onde deriva la nostra fede
visibite e per vicario di G. C. in terra.
s." Che tutti quelli che ripudiavano la e la base sulla quale posa Peditizio di que
communione della chiesa di Francia ripu sta: ma Plnterpretazione vince talmente
diavano la communione duna chiesa che la capacit d un idiota che sarebbe cosa
Il papa e tutti i vescovi cattolici del mon irragionevole da parte nostra Paspettare
do riconosceano siccome parte della chiesa che la mente preoccupata, esaltata, mal
disposta dun pagano fosse in grado di co
universale.
5. Che tutti quelli i quali attualmente struire, senzaltro sussidio,la propria fede
non vogliono essere in communione colla su di un tal fondamento. Quindi pu gi
chiesa di Francia si separano positiva inferirsi le societ bibliche, ovverosia le
mente e di fatto da una parte della Chiesa compagnie od associazioni che si propon
riconosciuta ortodossa e cattolica non pur gono di operar la conversione degli infe
da Gregorio XVI, ma da tutti ancora in deli mediante la semplice distribuzione
no ad uno i vescovi cattolici del mondo. della Bibbia, non altro essere che uno
Ora, it separarsi da una chiesa qual spediente dindusttria posto in opera dal
quella di Francia , da una chiesa che fa Pavidit di far danaro.
parte della chiesa universale, non egli
Invece di narrare i deboli vantaggi con
far scisma sgraziatamente dalla chiesa fon seguiti da missionarii protestanti sulla le
data da G. C., che una, santa, cattolica, stimonianza de missionarii cattolici che
apostolica? Non un rompere Punit dal meglio sono in grado di conoscere Pin
divin Salvatore dimandato pesuol disce utitit de cotoro sforzi, lascerem che par
poli al Padre it di inanzi che andasse a lino i nostri medesimi fratelli divisi, la
morire?
cui dichiarazione non sar punto sospet
Non altro rimane pertanto ai dissidenti tata di parzialit.
che far ritorno a questa preziosa unit ,
u Le societ bibliche e le associazioni
fuor della quale non v salute. Lor non demissionarii protestanti,diceva nel i855
rimane che professare e dichiarare des la Monthly Bevicw, han cominciato gi
sere in communione con Gregorio XVI , da oltre trenPanni le toro fatiche: hanno
capo visibite della Chiesae vicario di G C. amlnassato e speso rendite principesche,
in terra; che proclamare Pio VIII per hanno agenti in tutte le parti del gtobo.
tutto it suo ponticato essere stato it ca Le isole pi remote de mari del sud.del
po visibite della Chiesa; che dichiarare P0ceano pacico e de mari delrlndia fu
inoltre e professare dessere in commu rono visitate da toro messi. Noi li abbia
nione con tutti cotoro i quali, come mem mo uditi proclamare pi volte non sola
bri della Chiesa, furono in communione mente distrutta P idolatria nelle picciole
con Pio VII e sono attualmente con Gre isole, ma la Tartaria stessa, la Persia e
gorio XVI. V. CLEMENTINI.
Plndia star per cedere agli sforzi demis
BIBLICHE (SOCIETN) Aprire ad un sionarii britannici e adottare la religion
tratto it tesoro delle Sacre Scritture ai della croce....
gentiti prima daverneli disposti con un
I Corrono gi pi di trenPanni che sus
conveniente apparecchio gli un tentar siste la Societ biblica di Londra, la quale

di guarire chi abbia gli occhi infermi col

ha nella sola Inghitterra da eco societ

Pobligartto ad affisarti nel sole raggiante a ausitiari che lavorano sotto la sun dire
pien meriggio, con pericoto di renderttoal zione. Moltissime societ protestanti della

BI

BI

stessa specie si fondarono a Parigi, a Lio


ne, a Totosa, a Mompellieri, a Nimes, a
Strasburgo, a Nantes, a Montalbano e in
altre parti della Francia, ne Paesi Bassi,
nella Svizzera, nella Prussia, in tutta la
Germania, nella Svezia e Danimarca, ec.
La Societ biblica di Londra riceve essa
sola annualmente soscrizioni rare volte
minori di 00,000 lire stertine (e mitioni
di franchi); in alcuni anni sorpassarono

stema,debbon0 di necessit fallire ne pro

330

le 90,000 (e mitioni 250,000). Essa ha

prii tentativi di convertir gli Indiani: Pe


ducazione, i costumi e i pregiudizii di que
sti popoll son tali che la semplice lettura
della Bibbia, senza premettervi un lungo
ammaesttramento per aiutarti a interpre
tarta, anzi che attirarti alla religion del
Vangeto, ne li altontana. Inoltre le tradu
zioni della Bibbia nedialetti indiani sono
cos inesatte e altamente ridicole che anco
i pochi Indiani che si fanno a leggere con
mente imparziale e spoglia di pregiudizii
ne rimangono a bella prima nauseati. E
si pu quindi affermare che, non ostante
tutto ci che leggiamo nelle pompose re

fatto stampare dodici mitioni di bibbie in


145 lingue. Ma, oltre le societ stabitite
per la distribuzione della Bibbia, ci ha
numerosissime compagnie di missionarii
che raccolgono soscrizioni essi pure. Nella lazioni della Societ biblica e in quelle
sola Inghitterra ne son dieci di diverse de missionarii britannici, i vantaggi da
sette; negli Stati-Uniti cinque di sette dif essi cavati son s lievi da non francare
ferenti; trovansene pure in Germania, in per nessun modo Penormi spese che im
Francia, ec.; e tutte fornite di grosse ren portano. n
dite. Nel mlo una sola di tali associazioni
In un opuscoto intitolato: Ragioni per
ricevette per sua parte 50,000 lire ster le quati io non son membro della So

line (7ao,o00 franchi), e le raccolte annue ciet biblica, it sig. Arturo Fitippo Perce
val, capellano ordinario del re dlnghit
montano a 25,000 lire stert. (oas,o0o fr.) terra, passava alPepoca medesima in rivi

di altre nove , un anno per Paltre, am

per ciascuna, in Inghitterra soltanto. Giu


sta le relazioni publicate da esse associa
zioni, i missionarii mantenuti da essi ne
due mondi sommano a 2,800, senza con
tare le toro mogli, delle quali eziandio si

sta le traduzioni della Bibbia fatte in Eu


ropa e in Asia, e dichiarava contenersi in
esse errori si grossolani ed eresie cotanto
mostruose da mettere to sgomento nelle co
scienze appena appena timorate. NelPin
vantano le efcaci fatiche nella medesima dignazion sua contro i tristi autori di tali
carriera. Il pi di questi missionarii non traduzioni che avean gi costato alla So
dimeno son gente duna educazione assai ciet biblica un mitione e 00,000 lire ster
g ristretta. La vocazion toro it pi spesso line (40,000,000 di franchi), u Sappiano
deriva da desiderio di avere ricche pro ormai, gridava, i poveri uccellati in Inghit
visioni di due a trecento lire stertine al terra, sappiano in che viene impiegato it
Panno pel soto incarico di leggere e porre tor soldo per settimana. La cosa per fer
in giro la Bibbia fra i popoli idolatri; e mo da agghiacciare it sangue nelle vene
a tal prezzo egli un sacrizio, per uo dun cristiano it pensare alla sacritega pre
mini appena capaci di procacciarsi nel sunzione duna societ che osa in tal modo
proprio paese i mezzi di vivere, Pimbar pigliarsi giuoco della rivelazione delP0n
carsi per paesi tontani, segnatamente po nipotente ed ha Paudacia di presentare
tendo condur seco le mogli e i gliuoli? alle nazioni pagane e imporre alla cre
Giunti che sieno alla tor destinazione, che dulit di chi la sostiene cotesti esercizii
sforzi fanno essi 0 possono fare? Prima da secolare per parola sacra di Dio. Ep
tor cura di procacciarsi it pi commodo pure s fatte traduzioni pi d una volta,
altoggio che tor venga fatto e mantenersi nelle adunanze di essa Societ, furono
sempre, per quanto tor possibite, sotto con vera bestemia paragonate al dono mi
la protezione del cannone britannico. Rare racotoso delle lingue; e cotal sistema vie
volte assai accade che sinternino ne popo ne incoraggiato, e cotali paragoni applau
li barbari, timorosi come sono della peste diti da non pochi di tali che, in altre oc
e del colera, alle quali malattie non pu casioni, si potrebber reputare a tutta ra
ragionevolmente aspettarsi che vogliano gione gente pla e itluminata.
esporre le proprie famiglie 0 che queste
Le societ bibliche impertanto son di
consentan toro chespongano s stessi; e chiarate, non che inutiti, dannose da pro
d altro lato, per la stessa ragione, non testanti medesimi.
hanno gran voglia dinc0ntrare it martirio.
I sommi ponteci Pio VII, Leone XII,
n Abbiam prove pi che bastevoli onde Pio VIII e Gregorio XVI ne additarono it
argomentare che, per quanto a lungo con pericoto alla chiesa cattolica e severamen
tinuar possano i missionarii Pattual toro si te le condannarouo.

CA

CH

* BUDDISMO. it buddismo e it bra


manismo sono le religioni sparse nelPln
dia, nelPisola di Ceylan e nei regni dAra
e di Siam. V. INDIA
Budda, adorato sotto it nome di Fo nel
regno di mezzo, sotto quelto di Sommo
nokodom appo i Siamesi, sempre it me
desimo bench con tanti diversi nomi ap

del mese in tre decadi cio parti di dieci

334

giorni ciascuna, Pultimo de quali era sa


cro al riposo, fece scomparire la dome

nica. Il governo, pi ridicoto ancora che


ostinato nella sua mania anticristiana, pa
tir non sapea che it popoto festeggiasse le

domeniche e le solennit della Chiesa e


non si curasse delle decadi: e inutitmente

pellato; e it Dolci-Lama (v. questa voce), si prov ad attirare la folla per via di
suo rappresentante, esercita la propria au spettacoli (V. FEsTA osL1. Eivrs Sneueno ,
torit sacerdotale sopra un quarto forse Fssn DELLA RAGioNI-I) e di novit. Furono
istituite per es. le Sanculottidi, cherano
del genere umano.
il buddismo di molti anni anteriore icinque ultimi giorni del nuovo anno;
alPera nostra: scontrasi it suo nome e consecravasene uno a festeggiar Popinio
quelto de suoi discepoli, i Samanei , ne ne, un aitro a celebrare non so che altre
gli scrittori delPantichit; onde vanno a divinit, ec.: feste sciocche, degne di co
terra le teorie che alP inuenza de ne toro che avean tentato erigere in virt
storiani e de manichei attribuivano una it Saneulottismo.
* CHIESA CATTOLICA FRANCESE. Cosi
parte de dommi componenti quella dot
venne denominato it partito scismatico di
trina.
LIndia, voluttuosa contrada, madre di cui si fece capo Pabb. Chalet , nativo di
tanti e si strani sistemi, sembra essere stata Gannat.
Ordinato sacerdote a Clermont quando
pur quella del sistema di Budda. Dal pae
se d0Ennmttkmk, cio delPlndia, ebbero la diocesi di Moulins non era per anco
iCalmucchi per avventura la tor creden ristabitita, divenne capellano dun reggi
za. Gravi congetture istoriche e la grande mento di carabinieri della guardia reale.
consonanza che trovasi tra le dottrine de Nelle varie dimore di guarnigione che fece
bramini e quelle di Budda confermano a Versaitles e a Meaux, si pot pressen
tire le disposizioni del futuro primate del
quesPasserzione.
Le nostre congetture hanno per fonda la chiesa francese. Predicando nel 1826
mento Palta vetust attribuita alle idee la stazione della quaresima nella catedra
bramaniche degli scrittori indiani e stra le di Meaux, it sig. Try superiore del
nieri, P esister eglino da oltre duemita seminario, richiesto dal vescovo che cosa
anni, cio n dal tempo dAlessandro re pensasse delPoratore, u Non so bene it per
di Macedonia, nalmente Pentusiasmo in ch, rispose, ma quel labro mi par men
spirato in Asia e in Europa dalla sapienza tire in predicar la verit. n Fu detto che it
delP India a segno tale da poter facitmente colpo di fucite del i850 fosse stato sparato
da Chtel. Quel che si sa pi di certo
parteciparvi anche i Mongoli.
La manifesta consonanza tra le due dot chegli, alto scoppiar della insurrezione,
trine appare da un lato nelle idee cosmo si prov a stendere un giornale, e Parigi
goniche che servon toro di base, dalPaltro vide le sue muraglie tapezzate dal pro
ne principali dommi, quali la caduta de spetto sul quale sera fatto disegnare in
gli spiriti e delPuomo, la migrazion delle veste talare e mantelto lungo, dando la
anime, le pene e la gtoriticazione avve mano a un patriota, al quale dirigeva que
nire, per ultimo in non poche pratiche ste parole: i Io son prete, ma tolerante. n
religiose diffuse presso gli Indiani, i Ti E Paltro rispondevagli: a to cercava di
betani e i lllongoli, le quali niente quasi voi. Altora Chtel pens di esibirsi gra
tuilamente ad alcuni capi di commune
tra tor differiscono.

(maires) che avean qualche contesa col

proprio vescovo e curato: anche questo


tentativo, sebbene annunziata in tutti i

giornali, non sorti alcun esito. Lantico ca


CALENDARIO REPUBLICANO. Un de pellano di reggimento voleva introdurre,
creto del e ottobre i795 surrog questo a Parigi, strada S. Avoye, una specie di
stravagante e meschino concetto alP uso
seguito da tutti i popoli dd-Iuropa; e la
nuova era, cominclante col 22 settem
bre 1 792, prese it luogo di quella adottata
da tutti i cristiani. Venne mutato it nome
ai giorni, ai mesi, agli anni. La divisione

culto, attirando it popoto con promesse di

cerimonie e preghiere gratis e in francese.


Egli dopo avere ottenuto, dal sig. Odi
tone Barrot, altora prefetto della Senna,
la seguente risposta: u Fate pure, signor

abbate, voi avete la legge che vi favori

332

CH

CH

sce n, che it pazzo prete public come la gli fosse assecurata la sua pensione. Chalet,
domenica e5 gennaio l85l avrebbe inau
gurato una capella, da lui chiamata cat

Auzou e Blachre si obligarouo con tanto

maggior ardire in quanto che non aveano


verun mezzo di provedimento e n tam

Iolico-francese, quasi che la denomina


zione limitaiiva di francese non rendesse poco, per avventura, veruna ducia nella
falso Pepiteto di cattolica o universale.
Questa capella era una camera al secondo
piano, strada della Sourdire , vicino a
S. Rocco. Cotoro che cot seguirono quel
sacritego parodista non aveano n entu

propria impresa. UIfsso perci e alcuni


giornali annunziarouo unadorazione nella
chiesa delPabb. Chtel, strada della Sour
dire. il sabbato antecedente alla dome

nica di Passione del 1854, Poulard si rec


siasmo n fede n cosa che ritraesse al a conferire it suddiaconato e it diaconato
men da tontano it fanatismo che pro a Blachre e ad Auzou. Otto giorni ap
prio delle eresie e degli scisml. Un Auzou, presso, vigitia della domenica delle Pal
cacciato da Versaitles, dove la polizia ave me, dopo fatta la cerimonia degli olii

va avuto ad occuparsi di lui, attor comico santi, conferi toro it presbiterato. E chie
da provincia, che viveva piuttosto me dendo egli si adempisser gli oblighi con
schinamente nelle vicinanze della Scuola tratti a proposito della sua pensione,gli fu
mititare di Parigi, era venuto servire al detto che ci non si farebbe se non dopo

Papostaia in qualit d acolito. Blachre , avesse consecrato vescovo Pabbate Ch


il quale non sapeva anch egli dove dare
it capo. dopo la fallita sua vocazione ec
clesiastica a Viviers, alcollegio Stanistao e
a Meaux, entr anchegli socio di questa
sciagurata impresa de culti. Chtei diede
vitto e ricovero ad amendue. Tutti tre
compitarono e sottoscrissero una profes
sion di fede la qual fece dire che se i fon

tel. Avvedutosi altora dessere preso a


gabbo, si tenne in guardia contro le ulte
riori sollecitazioni e i lacci che tendevansi

alla sua dabbenaggine. Chtel con tutto


ci, poco inquietaudost delrorigine della

dignit da s agognata, andava per tutto


mendicando un titoto di vescovo, fosse co

stituzionale o giovannila. Fabr-Palaprat,

datori della chiesa francese non eran pi antico prete cotituzionale della diocesi
forti in teotogia di quelto fossero nella dAlby, poi medico e curatore di mai di
propria lingua, non ci avea donde prouo piedi, era stato eletto gran maestro della
sticare gran riuscita. Conseguirono, se non compagnia secreta de tempieri, e col fa
altro, to scandato. Luso della lingua vol vore della rivoluzione del i850 contava
gare neiPuffiziatura riducevasi per partelstabitire in Francia it culto giovannita.
de novatori a un ridicoto plagio. Prima di Anzi, sognando gi accettata la sua supre
essi una porzione de costituzionali (v. Co mazia religiosa e mititare,aveadivisoit re
sTITUzioNE CivILE DEL CLERo) seran dichiarati gno in provincie e designato vescovi tem

per un si fatto uso. La chiesa costituziona

pieri a governarte. Chtel ebbe nalmente

ie,di cui Chtel copiavala liturgia, gli pro


cacci nella persona di Tomaso Giusto Pou
lard antico vescovo della Saona e Loira it
mezzo di far recluta. Bimandato gi ver
gognosamente dalle case di Gregoire e di
monsig. di Pradt, che rimasero umitiati
dalla sua dimanda, Clilel avrebbe voluto
si riclamasse it ministero del vecchio ve
scovo costituzionale per la sua stessa con
secrazione; ma Auzou e Biachre, i quali
pensavan prima dogni cosa a conseguire
it carattere di sacerdote, gli fecer capire
come bisogna-se primieramente indurre it
vecchio a conferir toro gli ordini, poi si
sarebbe ottenuta per lui la consecrazione
episcopale. Foulard, allucinato dal titoto
di patriarca costiluzionale e dalla sup

ottenuto di ricevere dalla mano di lui una


pretesa consecrazione episcopale, obli
gandosi dal canto proprio a proclamar im
mediatamente it culto giovannita e la giu
risdizione spirituale del gran maestro.
Perci venne decorata a spese de tem
pieri nnantica sala di concerti, strada
Clry, dove avea trasportato il suo culto.

posta adesione di trenta e pi dipartimen


ti, ma compreso nel numero de costitu
zionali a cui era stata concessa alPaito dei
concordato una pensione,a patto che saste
nesscro nalmente dal conferire gli ordini
e praticare Paltre funzioni sacre, dimand

Al tutto curiosa fu la cerimonia della con


secrazione, chera it preliminare e la con
dizione della fusione delle due sette. Una

sera, verso le nove, Chtel, Auzou e Bia


chre si trasferirono alla casa di i-abr
Palaprat. li gran maestro, che trovavasi
nel suo gabinetto di sica con parecchi di
gnitarii delPordine detempieri, salutoiti,

al toro entrare, col nome di fratelli e it


present a cavalieri che gli facean coro
na; esposte quindi le vicendevoli obliga

zioni si pass alla toro ammissione. Un


de cavalieri trasse altora dalP indice di
ciascun dessi un po di sangue, col quale
sottoscrissero in un grosso registro la pro

CH
messa di serbar it secreto sopra misteri
ai quali non venner punto iniziati. Dopo
Pabbracciamento ebbe luogo la famosa con
secrazionc di Chtel. Rappresentisi it let
tore icinque o sei personaggi raccolti in
quel gabinetto tra mezzo agli apparecchi
e strumenti di sica, le strane gure di

Fabr-Palaprat assistito da un sig. di Jut


land, che era in sostanza it calderaio Mar
chand, e di Chtel cobaf arricciati e
in pastrano; si rappresenti Auzou da un
teto della caminiera colle insegne del gran

maestro in mano, e Blachre porgente a


questo it libro delle cerimonie giovanni
tiche. Marchand teneva Pampolla delPolio,
e Fabr-Palaprat dirigevagli la mano nel
far delle unzioni pronunziando di strane
parole. Pareva si prendesser giuoco Puno
delPaltro; perocch, nelPuscire, Chtel
ebbe a dir con istizza asuoi acoliti : u Que

CH

333

tenza e ritrattazione del suo autore; del

la ritrattazione di Blachre e della sua


deptorabite ricaduta. inutitmente, it gior
no delP Assunzione lesa , monsignor di
Quelen arcivescovo di Parigi scrisse a

lI

Chtel: Papostata non seppe capire la let

tera del primo pastore; la comment co


suoi sarcasmi e colle solite bestemie dal
la sua catedra del sobborgo di S. Marti
no, ultimo ricovero della chiesa cattolica
raneese. Ma quelto che per tanti anni ne
g daccordare agli inviti del suo arcive
scovo, it preteso primate si vide costretto

nalmente a cedertto alla publica forza.

Per Pimprudente toleranza della podest,


eragli riuscito di continuare nelle sue scan
datose parodie sino al nire del iam. it
prefetto di polizia altora fece apporre i

sigitli a quella scuola dempiet e di de


pravazione. Nelle diocesi di Langres, di

sta una comedia. n E Fabr-Palaprat Limoges e di Nantes i prefetti fecer chiu


neg poscia davere avuto parte diretta dere le succursali della primaziale di Pari
nella consecrazion del primate, provata gi, e tali provedimenti si eseguirono senza
nondimanco dalla confessione di Blachre altri reclami per parte del fondatore della
in modo pi che positivo. il di susse chiesa cattolica francese che una petizione
guente , ch era domenica, Chtel com indiritta alle due camere legistative. Cotal
parve in abiti ponticali nella sua chiesa ne ebbe quel pazzo tentativo , novella
della contrada di Clry. Tutti i tempieri prova delPimpotenza del nemico infernale
consenzienti erano sparsi fra Puditorio e contro la religione di G. C.
stavano aspettando che it primate, giusta
* CHIESA EVANGELICO-CRISTIANA.
le sue promesse, si dichiarasse aperta Condotto it protestantismo a non aver pi
mentc tor delegato. Ma la bisogna and al profession di fede commune, nemmeno in
trimenti; it preteso vescovo dichiar sol ciascuna setta particolarmente presa, it
tanto, e sfrontatamente, daver ricevuto suo nome non esprimeva pi ci che esso
di fresco la consecrazione episcopale da credeva, ma si quelto che non credeva.
un vescovo francese. Adirati per questo, Bench dicesse di non esser cattolico,
i tempieri, la stessa mattina del lunedi, fe negava per di dire che cosa fosse,a tale
cero sequestrar dalPusciere Paltare, i can che non presentava pi nessuna idea po
delieri e tutti gli arredi di quel culto, da sitiva.
toro somministrati; e la chiesa francese,
ln tale stato di decomposizione, i calcoli
venendo a solenne rottura col tempio, della politica mirarono a dare al prote
sintitol Primazia delle Gallie. Oltre it stantismo un sembiante di vita, e Pindif
titoto di vicario primaziale, Auzou avea ferenza essa pure venne qui in aiuto della
quelto di paroco di Clichy per elezione politica. Infatti chiunque non crede non ha
del popolo. Alcuni ribaldi di quel com nessuna repugnanza ad unirsi apparente
mune, cacciato it vero paroco, avean di mente a chi non crede punto pi. Trat
fatto eletto questo mimo della chiesa fran
lasi altora soltanto della forma, non della
cese, it cui culto, grazie al tumultuare, st sostanza. Lungi dal cercar di rischiarare le
mantenne a Clichy nch it buon senso controversie, si reputan tutte quante per
del maggior numero, secondato dalPau inutiti ed oziose. Le credenze non son pi
toritt, ebbe ricondotto Pordine e riman che gradazioni o diremmo sfumature do
dato it vicario di Chtel alla primaziale pinioni in s stesse inditfferenti. Le con
della contrada di Clry. Non faremo parola fessioni di fede riduconsi anulla pi che
de varii individui che cooperarono suc
formole vuote di senso o mutanti questo a
cessivamente agli scandali delPabb. Cha piacer di chi che sia. Obligar uomini giun
tel; della separazione dAuzou dal prima ti a questo segno ad unirsi nelPesercizio
te; della ridicola non men che sacritega dun medesimo culto gli un dir toro:
istituzione della sua chiesa presbileriana u La bisogna non di tale importanza da
francese sul baluardo Saint-Denis; della dovere star in discordia: in materia daf
ne di quelPimpresa, seguita dalla peni fari temporali si vedrebbe non voler voi
Baucin8. Vol. VI.

42

334

CH

CH

porre a repentaglio i vostri diritti; ma degli ipocriti. -- Non pi una commu


qui trattasi di cose meramente speculati
ve, di dottrine che nessuno piglia alla let
tera,di credenze indierenti, di religione
insomma. n
Avendo due ministri nel ducato di Nas
sau suggerito al principe it concetto di
questo simulacro di unione, fu convocato
un sinodo generale de ministri del duca
to, i quali alla presenza de commlssarii
della corte deliberarono, partendo dal pun
to delPesser daccordo intorno agli arti
coli capitali, quasi che tra luterani e cal
vinisti non ci avesser differenze di ben
grave importare; ma non si votle scor
gervi che sottigliezzc di scuola, e quella
materia non venne tampoco dibattuta:
quel che ritevava pei negoziatori era Pes
teriore del culto e la manutenzione de
beni, che fu it punto esclusivamente trat
tato. ll e agosto ioi7 fu convenuto che le

nione, avrebber detto toro, quesPaggre


gato di persone che non hanno la mede
sima credenza e che si riuniscono appun
to perch non ne hanno nessuna; che
prendon parte alla cena senza annettervi
idea di sorta; che oggi seguono un rito, do
mani un altro; che passano senza tante ce
rimonie da una ad altra confessione di te
de, e i quali it tempio, i ministri, it culto,
Pistruzione,ogni cosa pongono sulla stessa

lance. - La religione non pi nulla ove


non sia la credenza del cuore e si accon

tenti a vane e steriti dimostrazioni. ll pi


degno sentimento delP uomo e it pi fe

condo di virt quando sia it frutto dunin


tima persuasione e rechi Puomo a prestar
puro e verace omaggio alPautor dogni

bene si risolve in una ridicola esteriorit


altorch non va pi in t di formole senza
fondo e di pratiche insignicanti.

due communttoni riunite assumerebbero it


Quanto era accaduto nel paese di Nassau
titoto di chiesa evangelico-cristiana, colla dest it pi vivo senso in Germania, i cui
permissionea ciascuno dintendere it Van sovrani dieder favore a si fatti raccosta
geto come gli piacesse; i beni sarebbero menti, ne quali si facea toro intravedere
raccolti in un sol fondo o corpo; i pa it vantaggio deproprii stati. ll re di Prus
stori de diversi culti resterebbero insie sia, in una lettera indirizzata it 27 settem
me dove se ne trovasser due e darebbero bre i811 ai concistori ed ai sinodi del suo
la communione al medesimo altare giusta regno, annunzi che avrebbe celebrato la
it rito della liturgia patatina, che veniva festa secolare della riforma per la riunione
adottata femporariamenle; i vecchi non delle due communioni, riformata e tute
dimeno, attaccati alPantica maniera, rice-Irana, della corte e della guarnigione di
verebbero la communione a parte. Tale Postdam, in una sola chiesa evangelica,
era la sostanza di quel patto, pel quale colla quale parteciperebbe alla cena, e
inoltre venne chiesta la sanzione del duca invit i proprii sudditi a seguire it suo
di Nassan, come se spettasse alla podest esempio. Andando pi al fondo che non
temporale confermar le deliberazioni fatte facessero i pastori delP una e delP altra
in materia spirituale. Decretata la riunio communione, che non si eran messi in
ne, fu fatta la cena insieme, senza pigliar pena pi che tanto dei domml, diceva non
si pensiero pi che tanto se G. C. fosse in poter la riunione meritar tode se non in
essa realmente presente, come vuolsi da quanto procedesse non datP indifferenza
luterani, o solamente in gura, secondo religiosa ma si da libero convincimento,
che asseriscono i caivinisti; cosa che non e non fosse solamente esteriore ma attin
parve di tale importanza da fermare ap gesse sua forza e avesse sua radice nel
pena Pattenzione di que pastori evan Punione de cuori. Or questo era appunto
quel che mancava a tali unioni, nelle quali
gelici.
Da ci ben si scorge come i riformatori niente sera fatto per operare it convin
non ragionasser punto. Con che forza tuo cimento. Perci it movimento, determi
nava egli Lutero contro i sacramentarii, e nato dalla politica, sacquet ben presto,
quanto tontani eran questi dal sottoscri c in pi luoghi la riunione venne respinta
vere a tutti gli articoli della confessione da pastori o dal gregge. In generale, co
augustanal Dopo tre secoli di scissura e tali cerimonie non furon vedute cos di
di contese, era forse conveniente cosa it buon occhio in Russia e sopratutto in
proclamare che non ci avea differenze? Francia come in Germania; o che i lute
Se cos stava la cosa, a che tanta discor rani francesi fosser men saldi nelPindif
dia, tante guerre, tanto sangue versato? ferenza sistematica che i tor fratelli al di
i protestanti del secoto XIX non potean t del Reno, o che avessero avuto bisogno
manifestamente collegarsi senza rinegare comessi di eccitamenti che toro manca
tor padri, e questi, dal canto toro , non rono.
avrebbero scorto ne proprii gliuoli che
La liturgia della chiesa evangelico-cri

CH

CH

3335

stiana fu composta e publicala negli an pi ad abbandonarta. I cattolici ignoranti,


ni 1821 e i822 dal re di Prussia, it quale e son molti in un paese ove un dispoti
sollev per tal falto Pindignazione de ra smo persecutore inceppa e ialsa Pinsegna
zionalisti puri, che credettero scorgervi mento religioso (v. EMIEsIANIsMo), ponno
Pintenzione di un tenlativo contro la li venir di leggieri ingannati e sedotii da tale
bert protestante e i dritti della ragione apparente esterna somiglianza tra idue
individuale, quando in sostanza altro non riti e poco a poco lasciarsi trarre a non
era che un laccio teso acattolici poco av far pi differenza tra it tempio ldelPer
veduti, per far credere ad essi, merc la rore e la Chiesa depositaria della verit.
parodia di alcune parti delle cerimonie
Segli vero che Puniiormit di culto
del tor culto, che it divario tra la religio sia it carattere principale delPidentit du
ne da essi professata e la pretesa riforma na chiesa in tutti i tempi, la recente li
non era poi cos enorme come amavan turgia prussiana non che una nuova vio
dire i tor preti, e che quindi poteano senza lazione di questa regola generale; e quan
sconcio n scrupoto di sorta frequentare do si considera da s stesso questo preteso
i templi protestanti, ne quali onoravasi tentativo di ritorno ad ununit qualun
lddio presso a poco nel modo stesso che que, non vi si scorge che una variazione
nelle chiese cattoliche.
della riforma, da aggiugnersi a tante altre,
Secondo cotesta nuova liturgia, it ser e una prova di pi della sua impotenza
vizio divino, circoscritto a mere cerimo a nulla stabitire di razionale, uniforme ed
nie, riducesi tutPal pi a quella che nella identico. E valga it vero, prima della ri
primitiva chiesa appellavasi messa de ca forma, la Prussia cattolica aveva una li
tecumeni, alla quale fu aggiunto it sim turgia, altra dalla presente. Gioachimo il
boto degli apostoli, un prefazio col San di Brandeburgo abbracci it protestanti
ctus, it Memento dei vivi ed it Pater. Non smo e introdusse pel primo una diversa
vi si trova n oilertorio n consecrazione liturgia. Posteriormente, Giovanni Sigi

n communione, perci n ombra di sa

smondo abbandono la dottrina di Lutero,

crizio.
Tutto quelto che
taggi si davere
quanto men freddo
non rimane egli per

avvisandosi davere trovata la vera reli


gione nel calvinismo , e introdusse egli
pure una liturgia nuova; in dala unaltra
signiiicazione a quella che avea trovato
praticarsi prima di lui, lal che la diver
sic interamente da quella che era, so
pratutto nella parte che risguarda la ce
na. Finalmente, come si veduto pi so
pra, nel 18i7 , alla domanda del re di
Prussia,i luterani e i calvinisti si unirono in apparenza per formare una sedicente
chiesa evangelico-cristiana: dai che risulta
che, essendo abbandonati dalP una parte
e dalPaltra i punti di dottrina che potean
esser dostacoto al raccostamento, ciascu
na delle due communioni rinunzi alla

it protestante vi van
un culto esteriore al
e nudo che prima; ma
ci men separato dalla

vera chiesa fondata dagli apostoli e che du


rar debbe eternamente; non ha progredito
dun passo nella fede e trovasi ognor privo
di parecchi sacramenti e dal sacrizio della
messa qual fu offerto nella Chiesa dal tem
po degli apostoli insino a noi; dura negli
errori spacciati da Lutero e Calvino o, a

dir pi giusto, si trova ancor pi lungi


dalla verit mediante quesPunione delle
due sette in una sedicente chiesa evan
gelico-protestante.

Rispetto al cattolico, che pu egli ve

fede da s no altora professata, cio

dere in quel rituale se non se una sacri dal i8i7 in poi it calvinista non rigett
lega derisione del suo culto, senza un pi quel che nella religion luterana si tro
compenso di sorta? Perocch, non ostan vava di opposto alla sua, e it luterano dal
te quanto fu detto sul vantaggio che vi canto suo sastenne dal condannare verun
ha davvezzare per tal maniera poco a puntto della dottrina calvinistica. E di qui
poco i protestanti alle cerimonie e pre procede che it luterano riceve la commu
ghiere della chiesa romana, e cos dav nione dalla mano del ministro calvinista,
vicinarveli insensibitmente, la nuova li come it calvinista dal luterano. Ora, gli
turgia dee produrre un effetto assoluta per fermo un nuovo articoto di fede quel
mente oppostto , cio impedir la conver di credere questo prodigio inconcepibite,
sione di que protestanti che, nauseati che lo stesso ministro possa nel medesi
delParidit e nudit del tor culto, sen mo istante distribuire PEucaristia in due
tivansi tratti dalle commoventi pompe maniere differenti e contradiltorie, o che
della romana chiesa, e trovando ora un dipenda dalla fede esplicita di cotor che
simulacro di esse pompe nella chiesa prus ricevono piuttosto che dalla podest di
siana, ne staranno contenti n penseranno colui che amministra it ricevere nel me

336

C0

C0

desimo pane Pun0 it corpo di G. C.,Pal


tro soltanto it simboto che to rappresenta.
La questa una nuova fede, non fondata
certamente per nessun modo nella Bibbia,
ed alla quale Lutero,che sacriteghiappella
i calvinisti, fa contro a tutPuomo nella sua
lettera agli abitanti di Francoforte. La li

zera, dove ne fu caldissimo apostoto Weit


ling. Avendo it governo di Zurigo nomi
nata una commissione a ne desaminare
le tendenze de communisti, fu dal consi
gliere di stato Blunisichli stesa una re

Il communismo si diffuse nella Sviz

lazione (di 150 pag. in 8.-) in cui si con


turgia prussiana impertanto ben lungi tengono i pi curiosi indizii e che fu to

dal somigliare alPantica liturgia e dal mo sto dal governo indirizzata agli stati con
strarci nulla didentico tra it presente ed federali ed ai ministri delle potenze estere.
it passato della chiesa pretesa riformata.
In un primo capitoto, intitolato: Prin
* CHIESA (PICCOLA). V. Anrlconcon cipii decommunisti, la commissione con
giunge it communismo alle massime du
DATARni, BIANCIARDIsMo.
* CHOLERA. Scontrasi questa voce in guaglianza di Bobespierre e Babeuf. Si
due passi delPEcclesiastico ne qualisi rac estraggono poscia parecchie pagine dun0
commanda la sobriet e lalemperanza,che pera di Weitting, ove seorgesi che, levan
sono anche attualmente i migliori preserva dosi contra Pistituzione della propriet e
tivi contro it morbo designato con quel no contra it denaro, come fonti delPegoismo
me. Quam su-f/ciens est homini erudilo nel mondo e de pattmenti delle masse,
vinum exiguuml et in dormiendo non vuole , distrutto Pattual ordine sociale ,
laoorabis ab illo, non senties dolorem; fondare una communit nella quale re

vigitia, cholera, et tortura viro infruni

gner Peguaglianza del lavoro e de godi

to, xxxii, 22, 25. Noli avidus esse in omni menti fra gli uomini; non saravvi pi
epulalione, et non te effundas super stato n chiesa n possesso individuale n
omnem escam; in multis enim escis erit grado n nazionalit n patria.
inrmilas, et auidilas appropinquubil
Un secondo capitoto inscrivesi: Mezzi
usqne ad choteram. Propter crapulam desecuzione. Nella prima sezione alcuni
multi obierunt; qui aulem abstinens est estratti della corrispondenza che fu se
odiiciet uilam. xxxvn, 52, 54.
questrata presso Weitting espongono quel
* CLEMENTINI. Tra gli anticoncorda che si riferisce alla fondazione delle Asso
tarii vebbe di tali ciechi e fanatici al se ciazioni come mezzi di propagare it com
gno di porre in dubio la legitimit de munismo. Tra le altre cose si vede che
papi posteriori a s. Clemente, al quale fu cercato di porre a protto le compa
pretendeano dunirsi per rientrare nel gnie doperai tedeschi che gi esistevano
P ordine legitimo della successione aposto pel canto e per Pistruzione, ma che i com
lica. Da ci venne toro it nome di preti munisti incontrarono formidabiti avver
- clemer1tini.
sarii nella giovine Alemagna, la cui atti
* COMMUNISMO. Nuova setta, le cui vit, essenzialmente politica, ha per suo
dottrine sembrano riassunte nel Credo scopo la diffusione deprincipii republi
communistico publicato dal sig. Cabet nel cani. Lunga, ostinata fu la totta fra i due
lo, la cui sostanza la seguente:
partiti e tenuta in bitico da reciproche
l." Non ci ha altro Dio che la natura. vittorie e scontte. Davasi it nome di vec
2. Conciossiach tutti i mali proven chia nobilt agli operai estranei a tali
gano dalla ineguaglianza sociale, altro ri discordie; di girondini a cotoro che par
medio da opporvi non ci ha fuor che una teggiavano per la giovine Alemagna, e
generale e assoluta eguaglianza.
di monlanari ai communisti. Questi tro
5." La natura non ha fatto gli uni per varono opposizione anche nelle Associa
esser padroni, ricchi, oziosi, e gli altri per zioni di Grtti, composte esclusivamente
gemere schiavi, poveri e oppressi dalla di Svizzeri, i quali, giusta un rapporto
fatica: tutto per tutti.
fatto da Weitiing, tendono alPunit poli

4." Listituzione della propriet stato tica delP Elvezia. Rispetto alla giovine
it pi funesto di tutti gli errori: per met Alemagna, che mira alla unit politica
ter ne alle sciagure delPumanit, bisogna
ristabitire la communanza de beni. La
qual teoria va a nire, al par di tutte
Paltre inventate in quesPultimi tempi da
una presuntuosa fittosoa, a distruggere
Pidea di Dio, a sostituirvi un assurdo pan
teismo, ad abbattere sin da fondamenti la
morale, a gettar dapertntto la confusione.

delPAlemagna con la republica, compo


nevasi ella di Alemanni e di Svizzeri. Le
Associazioni communistiche, che consta
no esse pure di Alemanni e di alcuni Sviz
zeri, hanno viste assai pi ampie , sicco
me quelle che mirano alPaffrancamento di
tutta Pumanit, alPabolizione de possessi,
delle eredit, del denaro, de salarii, delle

C0

C0

leggi e delle pene, a un eguale scompar


timento di godimenti secondo le relazioni
naturali.
ll rapporto discende poscia alle parti
colarit intorno Porganizzazione delle as
sociazioni communiste, che hanno per in
tento e per mezzo la fraternit, la coltura
sociale, la propaganda e la temperanza;
intorno alle condizioni e alle forme del
Pammissione nelPassociazione, alPordine
de lavori nelle sedute, alle contribuzioni
nanziarie ed alle assistenze. Tali societ
sono segrete, e si promette in esse di nulla
rivelare di che che vi succede. Si han tutti
gli indizii che it comitato dirigente tro
vasi a Parigi. Principalmente ne cantoni

a detta della commissione, dovean essere


in relazione i communisti. Primo viene it
poeta Herwegh; Becker, che it condusse
nella union communistica a Ginevra, scri

337

veva a Weitting come si avesse assai spe


ranza di mettere a contribuzione una parte
decolui ducati. Si discorre poi molto del
professore Follen e del dottor Frobel,
amendue a Zurigo.
La terza sezione del secondo capitoto
si riferisce alla stampa. A communisti

riusc pi o meno di trovare accesso in


qualche giornali della Svizzera tedesca e
della Germania. Anche Weitting mise in
piedi un giornale prima col titoto: Il gri

do ffangoscia della giovent alemanno.


di Ginevra, Vaud, Neufehlel (al Locle ed poi colPaltro di Giovine generazione, che
alla Chaux-de-Fonds), Berna, Argovia e usci successivamente a Ginevra, a Berna,
Zurigo furon notate associazioni commu a Vevey e a Langenthal. Iiopera sua prin
cipale intitolasi: Guarenligie delfarmo
nistiche.
La seconda sezione di questo capitoto, nia. e della libert, e la cagione del suo
quella che tratta delle Amicizie personali, arresto e della visita delle sue carte fu
non la men curiosa. l principali corri Paver tentato di far stampare PEvangeIiO
spondenti di Weitting sono un corpo sta del povero peccatore, nel quale studiasi
bitito a Parigi in communicazione con Ca di rappresentare G. C. qual communista
bet, Sebastiano Seiter, it quale dimor in che nascondeva le proprie massime sotto
varie parti della Svizzera, a Becker, a it veto delle parabole, e vuole che la sa
Ginevra, e Simone Schmidt a Losanna , cra Cena sia un convito damore nelquale,
tutti communisti e Tedeschi, come it pro invece di ricevere un ostia o piccol pezzo
feta Albrecht, che, dopo essere stato cac di pane, i poveri assider si possano alato
ciato da parecchi cantoni, trov un rico de ricchi a ne di celebrar la pasqua man
vero a Basitea-Campagna. Le altre per giando e bevendo insieme pane , vino ,
sone che, senza esser membri delP asso carne, latte, pomi di terra e pesce. Stra
ciazione, erano in relazione pi o meno vaganze le son queste che non hanno bi
prossima o tontana con essa sono per la sogno desser confutate.
maggior parte Tedeschi, alcuni de quali
* CONl-UCIANl. Derivan costoro it pro
muniti di atti recenti di naturalizzazione. prio nome da Confucio tosofo chinese, la
Quanto agli Svizzeri, ecco quel che si cui dottrina per non altrimenti la pi
legge alle pag. es, se e se del rapporto: diffusa nella China. La maggior parte de
u Gli Svizzeri distinti per nascita od edu Chinesi hanno adottato it bramanismo ,
cazione si mantennero liberi quasi tutti. modicato sotto it nome di religione di
Vero che fu data la caccia con molto Fo. La religione professala dagli impera
ardore a un uomo di stato dimportanza dori quella del Dalai-Lama. V. BUDDI
nel cantone di Vaud, come raccogliesi dai sMo, Cnuu, DALAl-LAMA.
docunenti; ma non pare siasi lasciato ac
*CONGREGAZIONALISTI ORTODOSSS
calappiare in nessuna guisa. l communisti Formano questi una delle pi potenti e
ebbero miglior fortuna quanto alle per numerose sette religiose degli Stati-Uniti.
sone ne cantoni di Berna e dArgovia , Quasi i,50o,o0o individui successero nelle
dove per to meno acquistarono alcune credenze degli antichi puritani inglesiche,
amicizie svizzere non del tutto senza im cacciati dalla propria patria, vennero a fon
portanza. - A Berna contavan pure sul dare la pi parte degli stabitimenti della
Pappoggio dun membro del governo; non nuova Inghitterra. Ad eccezione di Rho
decideremo per quanto fondamento aves de-lstand, tutti gli stati centrali, it New
sero. - In Argovia it communismo giunse Hampshire, Massachusseis, Connecticut,
a guadagnare alcuni Svizzeri; molta atti prolessarono gli errori calvinisti, riutan
vit fu spiegata a Zoffinga. n it rapporto do per la disciplina sinodale di Calvino.
publica di fatto non poche lettere indirit Questi seltarii republicani adottarono it
te a Weitting da un G. Sigfried di Zof principio, che ciascuna chiesa ha in s
stessa quanto gli mestieri per reggersi,
nga.
llla eoletterati tedeschi principalmente, che nessuna di esse dee dipendere da

338

C0

CO

ulfadunanza qualsiasi, che nalmente cia

stituzionale e tutti gli altri sta nella mas


scuna, salvo un vincoto generale tutto di sima che servivagli di fondamento, mas

carit e benevolenza, debbessere in senso sima stabitita dalla riforma e svolta dalla
stretto sovrano e independente. A cotesta tosoa nelle sue pi rimote conseguen
forma disciplinare o, per dir meglio, abo ze. G. C. o it Verbo , it pensiero di Dio
lizione dogni autorit ecclesiastica si d fattosi palese, era venuto a rivelare agli
it nome di forma congregazionatistica o uomini ogni verit, le verit sociali o po
independente.
litiche del pari che le religiose, posciach

ii COSTA DORO. Sulla costa della Gui


nea i sacerdoti son furbi ipocriti per ec
cellenza; attendouo tutti quanti alla ma
gia, ed cosa facitissima it corromperti.
Son essi quelli che mantengono gli indi

nelle parole - Ogni podest da Dio, e in esse soltanto, sta la ragion del potere

e delPobedienza, senza de quali societ


non pu darsi. La tosoa o it pensiero
delPuomo, sorgente dogni errore, ripu

geni nella pi goffa superstizione. Ciascuna diando con superbo disprezzo questa mas
famiglia ha it suo feticcio particolare in
dependentemente dal gran feticcio, specie
di dio publico al quale si prestano ogni
anno publici onori. Gli abitanti della Co
sta doro sepeliscono i morti nelle proprie

sima del cristianesimo, mette per princi

pio che ogni potest viene dalt uomo,


dal che consguita che dove sieno pi uo

mini stavi anche poter maggiore, o, in al


tri termini, che nel popoto risieda la su
case.
prema podest: e ne consguita eziandio
* COSTiTUZIONE CIVILE DEL CLERO esser la votont del popoto Punica sua
e COSTITUZIONALI. Da che Passemblea legge; perocch, se altra legge ci avesse
nazionale ebbe intavolato la rigenerazione fuori di lui alla quale fosse tenuto obedi
della Francia, le riforme si tenner dietro re, non sarebbe egli pi independente n
con incredibite rapidit. Fino dal 20 ago sovrano. Ma se ogni podest viene dal po
sto i789 Passemblea aveva formato nel poto, dunque anche la podest spirituale,
proprio seno un comilato detto ecclesia dice iassemblea costituente; e it popoto,
stico, incaricato di presentare progetti di a tenor di questo assioma , ebbe istituito
legge sulle materie spettanti la religione pastori per frenare le proprie viziose ten
ed it clero. Questo comitato, nel quale gli denze e rei pensieri, come nominava ma
ecclesiastici erano it minor numero, con gistrati i quai punissero le sue opere mal
lava, tra gli altri, i quattro avvocati gian vage. Lassemblea sentenzi che i vescovi
senisti Lanjuinais, Martiuean, Treithard e sarebbero nominati, come tutti gli altri
Durand di Malhane. Al 7 febraio i790, funzionarii e magistrati, a pluralit di suf
trovandosi it comitato discorde, vi fu ag fragi. iddio era, per cosi dire, creato
giunto un rinforzo di quindici nuovi mem nella societ dalla potest delPuomo: mo
bri, scelti fra i deputati pi ben affetti al struoso rovesciamento dogni ordine reli
nuovo ordine di cose, nel qual numero gioso e politico, che dovea di necessit e
erano parecchi parochi, Massien, Pabbate ben presto riuscire ad aperto ateismo e a
Expitly, Thlbault, it certosino Gerte, Du manifesta anarchia
pont de Nemours, Pavvocato Chasset, ec.
Gi da gran pezza, per P andamento
Da quel punto prevalse ii sistema delle delle deliberazioni delPassemblea, preve
innovazioni nel comitato, it quale inoltr deasi che si verrebbe ad aperta scissura
it suo lavoro sulle progettate riforme. cui centro deltunit. Un deputato, a n
Quattro rapporti su questa materia furo di porre la costituzione ecclesiastica dei
no fatti da Chasset. Martineau , Expitly regno in armonia colla costituzione ammi
e Durand de Malhane. Dal a9 maggio al nistrativa, avea chiesto si supplicasse it
15 luglio i790 venne discussa la nuova re a ricorrere, secondo i sacri canoni,
Costiluzione del clero; seisma tanto pi alla podest spirituale , si che fosse pro
mostruoso perch chiudeva nel proprio veduto alPesecuzione di questo piano giu
seno it germe di tutte le eresie.
sta le forme ecclesiastiche. La parte sini
il titoto l. trattava degli ufzii eccle stra, con maggioranza di voti, dichiar
siastici, it es della nomina ai benezii, it che la proposizione non poteva dar luogo

s. e 4." degli assegni pei ministri della a nessuna deliberazione; perch, aggiun
religione e della legge di residenza; ne
due primi contenevansi i principali arti
coli di questa costituzione che assaliva
la gerarchia ecclesiastica e ne distruggeva

Punit.
il distintivo precipuo tra to scisma co

sero Pabb. Gregoire e Lanjuinais, Pinten


zione delPassemblea era di ridurre P au

torit del papa entro giusti conni, e it


comitato non avea creduto necessario di
fare un articoto addizionale per ricono

scere la podest del vescovo di Roma. Si

CO
consentiva bens, ipocritamente, a riguar

C0

3339

pendenza assoluta dalla podest civile

dartto siccome capo visibite della Chiesa; nelle cose meramente spirituali; it dritto
si eccitavano i vescovi a scrivergli, a man
tenersi seco in relazione in materie reli
giose, per segno della communanza e uni

t della fede che stringe tutti insieme i


cristiani: ma negavasi al tor primo pa
store qualunque specie dautorit per re

golare la propria chiesa. Anche ai pi affa


scinati si parve altora manifestamente che
it colpo era indirizzato meno al poter del
pontece che alla religione cattolica, e co
me, col mutare la disciplina della Chiesa,
si nutrisse speranza nulla meno che di
annichitar la dottrina.
Dopo aver distrutto con una nuova co
stituzione Pantica costituzion francese,
capo-lavoro della religione e del tempo,
si passava ad assalire la religione mede
sima , introducendo it presbiterianismo
nella Chiesa, come si era messa, almeno
in principio, la democrazia nelto stato. La

che a lei solamente compete, siccome ad


unico e supremo giudice della fede, di fer
marne la formola di professione e di pre
scriverta asuoi ministri appena eletti; it
primato di giurisdizione di che it papa ,
vicario di G. C. sulla terra e pastor de
pastori, gode per diritto divino in tutta la
Chiesa e che nelPipotesi della costituzion
civite del clero si riduce a un vano titoto
e a un pretto fantasma di preminenza; la

superiorit non meno reale del vescovo


sui semplici sacerdoti, cui tuttavia la detta
costituzione volea inalzare no a lui, fa
cendoneli eguali e spesso anche giudici;
alPultimo la necessit indispensabite duna
mission canonica e duna giurisdizione or
dinaria o delegata per lecitamente e va
lidamente esercitare le auguste funzioni
dei santo ministero.

2. manifestamente scismntica questa

dignit regale non era pi che un fanta

costituzione perch mette a soqquadro i


sma; e si volle ridurre a un nome vano titoli, i territorii, i gradi tutti e i poteri
anche Pepiscopato. Ciascun vescovo, obli della gerarchia; in vigore dun autorit
gato ad obedire ai voleri del proprio con meramente secolare e quindi incompleta,
siglio, non era in sostanza che un capo di toglie la missione e la giurisdizione ai
concistoro, it primo tra i suoi pari; e nella veri pastori della Chiesa per conferirte
giurisdizion sua, circoscritta per ogni lato, ad altri cui la Chiesa punto non conosce,
come la podest regale, unombra appena e inalza in tal guisa altare contro altare,
scorgevasi dautorit. E nel mentre veni rompendo quella preziosa e venerabit ca
vano abbassati i vescovi insino a farti non tena che risale insino agli apostoli, e se
pi che parochi, sollevavansi semplici sa parando con violenza i fedeli da tor legi
cerdoti tino alPepiscopato; perocch la timi pastori e Pintera chiesa gallicanadal
voce toro in consiglio, dove tutto decide centro della cattolicit.
vasi a pluralit, pareggiava nel peso quella
Monsignor de la Luzerne ha vittoriosa
de vescovi. Non pu fare che non si rav mente confutato cotesta pretensione de
visino qui le massime della setta gianse costituzionali, che la podest politica sia
nistica, che da lunga pezza sollecitava co competente per ordinar nella Chiesa una
suoi desiderii e preparava mediante i suoi nuova distribuzion di metropoli, di dio
intrighi it rovesciamento della disciplina; cesi e di parochie. V. la nota * alPart.
e gli attentati delP assemblea costituente Diocesi.
non altro erano che la conseguenza e Pef
5." visibitmente in opposizione colto
fetto de tentativi de partamenti. Questi, spirito del cristianesimo quella costituzio
erigendosi a giudici nelPordine spiritua ne che condanna i voti monastici, cotanto
le, inceppavano i pastori nella serie delle conformi aconsigli del Vangeto, onorati
proprie funzioni; Passemblea costituente, sempre altamente nella Chiesa, e che tut
in virt della delegazione del popoto, sav tavia si vorrebbe fosser tenutisiccome con
vis poter essa stessa creare e istituir trarii al dritto naturale; che, sotto pre
testo di far rivivere con una salutare rifor
de pastori.
l." Essa apertamente eretica cotesta ma Pantica disciplina, non altro ha intro
costituzione civite del clero la quale gitta dotto che it disordine e iagrimevoli novi
a terra non pochi dommi fondamentali di t; che, senza rispetto alle instituzioni
nostra fede, quali sono indubitatamente pi venerabiti anche pel vantaggioso toro
Pautorit divina da G. C. impartita alla scopo, le sopprime arbitrariamente tutte
Chiesa per governare s stessa, autorit quante, con disprezzo delle forme canoni
chessa ha necessariamente come societ che; che nalmente, colto statuire per le
e senza la quale non pu neconservare elezioni un modo nuovo e affatto inudi
le proprie essenziali prerogative n adem to, le d in balia indiferentemente a qua

pire isuoi gtoriosi destini; la sua inde

lunque cittadino, fedele od eretico, ebreo

340

C0,

C0

o idolatra , senza che ventri menoma i fedeli delle proprie diocesi o parochie,
mente it clero stesso, contro Pesempio di obedirebbero fedelmente alla nazione, alla
tutti isecoli cristiani e di tutte le nazioni legge e al re, osserverebbero a tutto tor
potere la costituzione decretata dalPas
o incivitite o barbare.
Luigi XVI, comech sapesse di qual oc semblea nazionale e accettata da S. M. n
chio riguardata fosse dalla sede apostolica Tutti i sacerdoti che, senza avere pre
la costituzion civite del clero, fu debole stato it giuramento, continuassero Peser
a segno di sancire, it a4 agosto i790, de cizio delle proprie funzioni dovessero es
ser puniti siccome perturbatori della pu
creti che punto non approvava.
Il 5o ottobre, trenta vescovi, deputati blica quiete, citati in giudizio e privati
alPassemblea nazionale, rmarono uno del titoto e de diritti di cittadino. Lui
scritto, che divenne famoso, sotto it titoto gi XVI sanc it se dicembre 1730 anche
dEsposizio1ie di alcuni principii intorno questo decreto. NelPassemblea nazionale,
la costiluzione civile del clero. Riclamava in cui trovavansi 47 vescovi, 55 abbati o
quelto scritto la giurisdizione essenziale canonici e aos curati, circa 7o ecclesia
alla Chiesa, it diritto di ssare la disci stici si sottoscrissero alla costituzion ci
plina, di fare ordinamenti, istituir vescovi vite del clero. Di 15a vescovi francesi
e dar toro una missione; diritto onde i quattro solamente si posero sotto to sten
nuovi decreti la privavano interamente. dardo delto scisma: it card. di Brienne
Lamentava la soppressione di tanti mo arcivescovo di Sens, Talleyrand vescovo
nasteri , que decreti che chiudeano ritiri dAutun, De Jorante vescovo d0rtans e
consacrati alla divozione, che pretendeano De Savines vescovo di Viviers. Avendot
distrugger promesse fatte aDio e adopera titolari fedeli, vescovi e parochi, ricusato
vanst a gittare a terra ripari da mano duo di giurare , vennero eletti altri in tor
mo non inalzati. I vescovi conchiudevano vece.
Ma non bastava essersi fatti eleggere
domandando si ammettesse it concorso
della podest ecclesiastica per legitimare dalle assemblee; bisognava trovar prelati

qualunque mutamento potesse esser fatto; i quali fosser compiacenti a conferire Por
che si avesse ricorso al papa, senza del
quale nessun affar di ritievo si dee trat
tar nella Chiesa; che si approvasse la con
vocazione dun concitio nazionale o di si

nodi provinciali; che non si respingessero


tutte le proposizioni fatte dal clero; nal
mente che non si credesse avvenire to
stesso della disciplina della Chiesa che del
regime delto stato, e Pedizio di Dio esser
tale da poter esser cangiato dalP uomo.

Cento dieci vescovi francesi o le cui dio


cesi stendevansi in Francia si unirono ai
trenta delPassemblea, e PEsposizion de

principii divenne giudizio delP intera


chiesa di Francia.

La Sorbona di la mano alPepiscopato


e, spiegandosi, studiossi meno ad itlumi
nare gli autori della scismatica costituzio
ne che a por sulPavviso i semplici e poco
informati la cui buona fede poteva essere
da que declamatori presa al laccio.
Non appena la sua lettera fu fatta nota
al publico, i costituzionali, prevedendo
che avrebbero avuto a tottare contro la
resistenza che stava per oppor toro quella
sana parte del clero, costantemente e in
vartabitmente attaccata alPinviolabitit
delle leggi e de diritti della Chiesa, in
vocarono un decreto che assoggetlasse u i
vescovi, i gi arcivescovi e i parochi,man
tenuti in ofcio, a giurar solennemente

dinazione episcopale. Il vescovo dAutun,


assistito da quelli di Lidda e di Babittonia,

ardi consecrare, it 24 gennaio i7ai,i pa


rochi Expitly e Marolles a vescovi di Fi
nisterre e de PAisne; perch, dopo la
nuova costituzione, i vescovi venivano in
dicati non col nome della citt ove erano
stabititi, sibbene da quelto del dipartimen
to che formava la toro diocesi. Ma se Tal
leyrand pot communicare agli eletti it
carattere episcopale, non era in poter suo
it dar la conferma e binstituzione canonica
e it conferire ad essi sui tor dipartimenti
una giurisdizione ch egli medesimo non
aveva. Lantica disciplina, invocata dagli
stessi difensori della costituzione delete
ro, attribuiva it diritto di conferma ai me
tropolitani od al concitii provinciali; e n

gli uni n gli altri eonfermarono i nuovi


vescovi , i quali non ebber quindi mis
sione.
A questa guisa consummossi quel lagri
mevole scisma con cui si era tentato lace
rare la Chiesa intanto che la si venne per"
seguitando con una guerra ancor pi spa
ventosa.

Pio VI, unendosi co vescovi di Francia

a condannare le novit della costituzione


civite del clero, non lasci scusa veruna
ai vescovi dipartimentali. Nel breve del
lo marzo l79l, indiritto specialmente a
che veglierebbero con attenzione su tutti prelati deputati alPassemblea nazionale,

C0

C0

344

discute it santo padre parecchi articoli di intenzionati contro la patria, verrebbero


detta costituzione. Nel breve del 15 aprite
ai vescovi, al clero e ai fedeli di Francia
cita con tode PEsposizione de trenta pre
lati, chei chiama la dottrina della chiesa
gallicana; piange la defezione dequatttro
vescovi, di quelto che avea dato mano alla
consecrazione de costituzionali; dichiara
itlegitilne, sacriieghe e contrarie ai canoni
le elezioni de nuovi vescovi del pari che
Perezione delle sedi create dalle nuove
leggi, le consecrazioni colpevoli, itlecite e
sacriteghe, l consacrati privati di qualun
que giurisdizione e sospesi da tutte le
funzioni episcopali; commanda a tutti gli
ecclesiastici che han prestato giuramento
alla costituzione to ritrattino entro qua
ranta giorni sotto la pena della sospen
sione dalPesercizio dognt ordine e del

privati di ogni pensione e stipendio. ti


nalmente sarebbero connati in quella
citt che Pamministrazione dipartimen
tale assegnerebbe ai medesimi per bando
o prigione; ma Luigi XVI appose it veto
a si falto decreto, come pure a quel
Paltro del 26 maggio i702 che condan
nava gli ecclesiastici non giurati alla de
portazione. Essendo stata decretata que
sta pena, dalla Convenzione, it 26 agosto
consecutivo, contro i preti che negassero
giurare la costituzion civite dei clero, pi
di cinquantamita proscrttti furono sulla via
delPesitio, e le stragi cominciarono su tut
ti i punti della Francia.
il e aprite precedente, in cui cadeva it
venerdi santo, un decreto avea interdetto
ogni vestire ecclesiastico e religioso: due

P irregolarit in caso desercizio. Quindi vescovi costituzionali prelusero alla pro


it giuramento onde Passemblea avea pre
teso avvincere i membri del clero alla sua
nuova costituzione viene dal sommo pon
teiice dichiarato empio.
Ai giudizio della santa sede consenti
rono, in Francia, gli scritti devescovi o di
ecclesiastici del secoodordine, ed eziandio
di non pochi giansenisti, i quali diedero
alla radice di questa costituzione, lavoro
del tor partito, ai cui eccessi non piglia

pria apostasia col deporre la tor croce.


Sopra dieiassette di essi che sedeano nella
Convenzione due soli ricusarono di dichia
rar reo Luigi XVI; nove stettero per la
detenzione e cinque per la condanna a
morte. Anche diciotto preti costituzionali

sopra venticinque voiarono per la pena


capitale.

Alto scandato della condotta politica ag


giunsero i costituzionali quella decostu

van parte per intero. A si fatti assalti i mi; parecchi de tor vescovi autorizza
costituzionali non altro opposero che fu
titi risposte; la principale tra queste
PAecordo de veri principii della Chiesa,
della morale e della ragione sulla eo
stiluzione civile del clero, opera de ve
scavi dipartimenlali, membri deiPas
semblea costiluente; scrittto che da un
breve del lo marzo i792 venne dichiarato
contenere sentenze erronee, scismatiche
ed eretiche, gi da lunga pezza condannate
e confutale.
it s maggio H9! , i prelati autori del

rono, col proprioiesempio, it matrimonio


de religiosi ed ecclesiastici apostaii.
A far colma la misura vennero viti
abiure; e la defezione del clero costitu
zionaie giovando le mire de nemici della

religione, fu prescritto it culto a Parigi e


nedipartimenti. V. Fssra DELLA RAGioNE,
Frs-ra osufEu-ra Sormano.

Cotesto clero si compiacente non si sot


trasse tuttavia alla persecuzione , iattasi

generale; ma quelli tra suoi vescovi o

sacerdoti che perirono non furon gi sa


cricati per la causa della religione: cad
de, si offeriron pronti a dimettersi, perch dero essi vittima di private vendette o av
ella potesse porre in opera i mezzi pi volti nelle pretese cospiraztoni sognate da
acconci a ricondurre la quiete; ma Pio VI Robespierre.
Pi della met delle sedi costituzionali
non accolse it sacrizto, altora inutite ,
perch Perrore ne avrebbe menato trion vacavano per morte, apostasia e abbando
no: to scisma perci volgeva al suo ter
fo senza pi ravvedersi.
Lassemblea legistativa, che succedette mine, quando spiriti bollenti tentarono di
alla costituente, partendo dal punto, che, perpetuartto. Dopo aver creduto dessere
col giurare fedelt alla costituzione gene in fatto qualcosa, mal potean risolversi a
rale delto stato, si prometierebbe impli non esser pi nulla.
Col favore del decreto 21 febraio 1795,
citamente di conformarsi alle disposizioni
della costituzion civite del clero, decret Saurine, Desbois, Gregoire e Royer ve
it 29 novembre che gli ecclesiastici rei scovi delle Landes , della Somma , della
di negata prestazione del giuramento ci Loira e Cher e delPAin, formarono a Pa
vico alla costituzione sarebber reputati rigi, sotto it titoto di vescovi riunili, un

PEsposizione, rispondendo alla santa se

sospetti di ribellione alla legge e male comitato che sinvesti della missione di
BeReia8. Vol. VI.

45

CO

CO

mantener vivo to scisma. Questo fu to


scopo della circolare che indirtzzarono it
n; marzo agli altri vescovi costituzionali
e delle chiese vacanti, come pure della
stamperia e libreria detta cristiana, col
mezzo della quale riproducevano le opere
favorevoli al toro partito e segnatamente
la raccolta settimanale col titoto inganne

vescovi usciti di Francia n con quelli che,


rimasivi, non avean prestato i chiesti giu
ramenti; restrizione che rendeva deriso
ria Pofferta fatta dai costituzionali di ce
dere it posto alPantico vescovo dove ce
nera uno. Dopo avere scritto a Pio VI ,
it falso concitio si sciolse it i2 novembre.
Quel concitiaboto, presentato dagli uni co
me un fedel ritratto del concitio di Ni
cea, venne diteggiato dagli altri, che gli
rinfacciarono di non aver saputo prendere
una determinazione in favore del matri
monio depreti e delPuso della lingua vol
gare nelPufciatura. V. CHIEsA. crrroLIcs

342

vole di Annali della religione. Il furore


degli scismatici riniocolavasi per le ritrat

tazioni che ne scemavano it numero. Una


seconda circolare, mandata fuori it la di
cembre, (u come un nuovo codice che si
volea surrogare alla costituzion civite del
clero, della quale non si dissimulavano raaucese. ll pseudoconcitio avea vivamen
pi idifetti da che era distrutta: le r te esortato a nominare de vescovi dovun
me de vescovi che avean poco prima que fosser sedi vacanti; aveva altres
preso it nome da dipartimenti overano eretto delle sedi, anche per le cotonie ,
stati stabititi e che altora adottavano , al senza consultare n gli abitanti n quelli
contrario, quelto delle citt di tor resi che vi godeano giurisdizione. Mauviei, se
denza, mostrarono la speranza che si po gretario de riunili, eletto vescovo di
tessero per tal guisa confondere coi pre Cayes e consecrato nel i800, si trasferi a
lati che avean preteso spogliare. Oltre San Domenico, dove non riusc a porre in
it giornale e la stamperia donde uscivano credito to scisma costituzionale.
A quel tempo it i8 brumale avea ap
cotesti inviti alto scisma , fu tentato un
altro spediente per gabbar Popinione, tor pena abbattnto it Direttorio; e Bonaparte,
mando, sotto it nome di Societ di loso che volea concitiarsi gli animi, te cessare

a cristiana, una specie di academia it le deportazioni. Fu prescritta cosi per gli


cui scopo apparente era quelto di difender ecclesiastici come pe funzionarii questa
la religione contro gli assalti degli incre semplice Iormola: Prometto fedelt alla
duli, ma it vero era di sostenere e pro costiluzione; impegno che alcuni avvisa
pagare la chiesa costituzionale. A dispet rono poter contrarre.
to di tali mezzi, le ritrattazioni si molti
ll partito costituzionale manifest cla
morosamente la sua ostinazion nelto sci
plicarono.
Ciononostante, man mano che le nuove sma, attraversando le trattative riguar
elezioni facean prevalere uomini estranei danti it concordato. La politica degli sci
alla rivoluzione, le persecuzioni esercitate smatici essendo quella di far credere che
contro i preti per negato giuramento ap formassero la maggior parte del clero, che
parivano pi odiose. Il consiglio de Cin occupassero quasi tutte le chiese ed aves
quecento rivoc la legge di deportazione sero it pieno episcopato, saffaceudarono se
e Paltre pene recate contro gli ecclesia gnatamente in principio del 1801, tennero
stici fedeli e li restitu ne toro diritti; sinodi e concitii metropolitani, convoca
risoluzione che venne sancita dal con rono ben anco un concitio nazionale. Del
siglio degli Anziani it 24 agosto i797. Paver Bonaparte consentito che tenessero
llla, in conseguenza della reazione del i8 quesPadtmanza appunto nelP epoca che
fruttidoro, it direttorio, autorizzato a de stava trattando colla santa sede fu causa
portare i preti,us senza ritegno di quel Pessere stato persuaso da Fouch , pro
Parme spaventosa.
tettore de costituzionali, ad usar toro dei
l riuniti prelusero, colla formazione di riguardi e giovarsene quasi di spaurac
presbiterii e col tener sinodi, a un falso chio per indurre Pio VII a quanto voleasi
concitio, che fu aperto it lll agosto 1797. da lui ottenere. ll preteso concitio fu aper
Gregoire,chera Panima di quelPadunanza to it 29 giugno e chiuso it lo agosto, un
come di tutto it suo partito, vi present, mese dopo la soscrizione del concordato.
sui lavori de vescovi riunili, un rendi
ll breve Post multos labores, dato it 15
conto che meglio avrebbe gurato nere agosto e relativo ai vescovi costituzionali,
gistri dun club che negli atti d un con incaricava Parcivescovo di Corinto, un de
citio. ll 24 settembre si decret un piano negoziatori del concordato, li esortasse a
di pacicazione col clero ortodosso; per far ritorno alPunit,a sottomettersi al giu
una strana contradizione dichiaravasi tut dizio della santa sede circa gli altari eccle
tavolta che non si potesse trattare n co siastici diFrancia ed a rinunziare alle sedi

C0

C0

che aveano occupato senza P istituzione


apostolica. Stretti dalla paura che inspi
rava Bonaparte, i costituzionali, in numero
altora di cinquantanove, trenta dei quali
eletti dopo la costituzione civite del clero
e ventinove giusta forme arbitrarie, fecero
tor atto di dimissione nelle mani del go
verno, eccetto Savines vescovo de P Ar

Questi prelati vollero ad ogni costo as


sistere alla cerimonia della consecrazione
delPimperatore senza avere sodisfatto alle
condizioni stipulate dal papa riguardo a
toro. Alle parole: i Sommessione a suoi

dche. Alcuni dieder fuori atti particolari


in quelPoccasione, e Gregoire fra gli al
tri pretese desser salito senza opposizion

canonica sulla sede onde altora dimette


vasi, quasi chei brevi di Pio VI nel i7oi
e i7on, iriclami de vescovi spogliati, de
capitoli e del clero, e tanti scritti contro

le innovazioni non fosser canonici e con


siderar si potessero come nulli!
Altorch trattossi di prevedere alle se
di di fresco instituite, furon designati di
ciottto antichi arcivescovi o vescovi, e per
un fatale compenso vennero scelti ezian
dio dodici costituzionali, prevalsa essen
do, per opera di Fouch, P opinione che
it migliore espediente di spegner le dis
cordie fosse quelto di fondere insieme i

343

giudizii (della santa sede) sugli affari ec


clesiastici di Francia mconservaleci in una
formola tracciata dal cardinale I-esch e
dal ministro Portalis, it pertinace Le CoI
arcivescovo di Besanzone surrog le se
guenti: u Su gli affari canonici di Fran
cia. a Pio VIl, veggendo nulla essersi in
realt ottenuto da caparbii contumaci, in
vit Napoleone a pigliare i necessarii spe
dienti acciocch it capo della Chiesa non
si trovasse compromesso, e nulla potesse

turbare e macchiare la cerimonia della

consecrazione.
l vescovi costituzionali ricevettero in
appresso Pordine al tutto preciso di con
discendere a desiderii del sommo ponte
ce sottoscrivendo la formola seguente:
u lleatissimo padre, io dichiaro senza ve
runa esitanza alla Santit Vostra che, dopo
Pistituzion canonica data dal cardinal le
due partiti. Le istruzioni del legato Ca gato , sono stato costantemente attaccato
prara recavano che non si dovessero am col cuore e colla mente al gran principio
mettere costituzionali se non se con atte delPunit cattolica, e che qualunque cosa
stato di tor sommessione al giudizio del si fosse da me creduta o avesse potuto
papa; ma eglino, sapendosi sostenuti da sfuggirmi in contrario a quel principio

Fouch e contando sulla debolezza di Ca

non fu mai nelle mie intenzioni, avendo

prara , negarono di rmare la lettera da


questo a tor presentata. Bernier, uno dei
mediatori francesi del concordato , pro
pose altora al legato di sottoscrivere egli
stesso una dichiarazione la quale non la
scerebbe ombra di dubio sul ritorno deco

sempre tenuto per massima di vivere e


morire cattolico e quindi professare i prin

stituzionali alPunit cattolica e to sottrar


rebbe ad ogni rimprovero per parte della
santa sede. Avendo it Caprara accettato
loferta, fece quegli rmare agli scisma
tici ostinati una formola concepita in ter
mini generali, poscia ebbe it coraggio di
attestare in iscritto daver rimesso toro
it decreto dassoluzione del legato,decreto
chera stato ricevuto col rispetto che con
venivasi. Per questa attestazione i costi
tuzionali conseguirono tor bolle dinstitu
zione canonica. Pio VII dovette credere
che tutto fosse avvenuto giusta isuoi de
siderii; ma it secreto si propal ben pre
sto da parecchi vescovi costituzionali, che
si vantarono publicamente di non essersi
punto rittraltati, e it cui esempio inco
raggi la resistenza de preti scismatici
sparsi ne dipartimenti. Alcuni prelati tut
tavia staccandosi successivamente dal par

cipii di questa santa religione. Protesto


desser pronto a dare la vita per insegnar
la ed inspirarta a tutti i cattolici; it per

ch dichiaro in faccia a Dio di profes


sare adesione e sommissione ai giudizii
della santa sede sugli alart ecclesiastici
di Francia. al contumaci obedirono; e se
molti parvero dappoi tornare alP antico
procedere, queste variazioni si potrebber
considerare meramente come atti isolati.
A queste ritrattazioni e bisogna unir
quella di non pochi vescovi scismatici i
quali dopo it concordato non erano stati
promossi a nuove sedi e che riprovarono

in modo pi o men solenne la passata


toro condotta. Molti esempi di ritorno al

Punit eransi veduti fra i preti costitu


zionali alPepoca del concordato stesso. I

pi di cotoro che non li aveano imitati


sarresero nalmente dopo la restaura
zione. Rimasero, per verit, in varie dio
cesi, de preti attaccati ai principii sui

quali era stata fondata la costituzion ci


vite del clero, ma non formarono corpo e

tito, rimase soltanto un picciol numero di si mostrarono esternamente sottomessi ai


vescovi indurati nella opposizione al giu

dizii della santa sede.

vescovi.

La rivoluzione dei 1850 parve a Gre

CR

CR

goire una circostanza favorevole per risu


seitare to scisma, e quindi intavol trat
tative col duca d0rtans, che per quella
rivoluzione era salito al trono: ma fortu
natamente Pintervento di monsig. Quelen
arcivescovo di Parigi le fe andare a vuo
to. Gregoire mori Panno susseguente sen
za aver veduto avverarsi it suo sogno e
senza uscire, n manco in faccia al sepol
cro, dal suo deptorabite accieeamento.

scia a quelto di Hgel, Schelling Bouter

344

* CHRISTO-SACRUM. Societ cheb


be principio nel i797 da Giacobbe Ilen
drik Onderde-Wyngaart-Canzius, antico
borgomastro di Delff, ad istigazione de
mennoniti, nemici ai riformati. Assunse

ella forme regolari soltanto nel isot: da


quattro membri crebbe a due o tre mi'
gliaia. lmembri di essa van ripetendo di
non esser setta, ma societ o compagnia

che ha per iscopo di ravvicinare tutte le


religioni. Viene ammesso chiunque creda

la divinit di G. C., la redenzione del ge


nere umano operata pei meriti della pas
sione del Salvatore. Questa dichiarazione
e it titoto stesso di Christo-sacrum var
rebbero a confutare Pappostale accusa di
deismo. Professa un doppio culto, dado
razione e distruzione. ila luogo it primo
tutte le domeniche; e si espongono in esso
le grandezze di Dio manifestate nelle me
raviglie della creazione: it secondo ogni
quindici giorni; e consiste in isvolgere i

week ed altri.
La tosoa di Kaanisberg, nelto inda
gare gli elementi delPumano sapere due
elementi riconobbe di questo ossia dei
Pesperienza che to produce, it soggetto e

Poggetto, di maniera per che it primo,


ricevendo le impressioni del secondo, it
viene modicando giusta le forme neces
sarie sussistenti in lui a priori; d onde

consguita che la mente non pu in ve


runa guisa eonoscer P oggetto qual in
realt, ma si soltanto it fenomeno o Pap
parenza di esso, eonciossiach gli oggetti
percepiti non vengano fuor che per le
forme soggettive da noi toro imposte:
ora cotali forme ci mostrano semplice
mente it come da noi si concepiscono gli
oggetti non come sono in realt. Le cose
in s, da Kant appellate noumenes o enti
di ragione, ci rimangono quindi intera
mente ignote; perocch la sperienza de
sensi non pi che fenomeni ci presenta ,

cio a dire apparenze, Pintelletto non al

tro ci d che un ordine puramente ideale.


Per conseguente, Panima e Dio, i quali
per la sola esperienza desensi eonoscer si
ponno, trovansi nel novero de puri con
cepimenti di ragione o noumenes , dei
quali saper non possiamo affatto se esi
stano veramente e sostanzialmente , se
persino sien possibiti. Kant adunque ti
principii della religion rivelata. Si celebra ebbe esclusi dalla scienza, cui ristrinse
la Cena sei volte Panno. Gli astanti si pro' alla sua Somatologia o scienza de corpi.
strano nel tempio alPatto della preghiera
llla a che riducevasi, in ne, stando ai
e della benedizione. l membri di questa principii di Kant, cotesta scienza fenome
setta vanno man mano seemando di nu nale de corpi? Non difcite it vedertto
ove si rammenti avere Kant messo it tem
mero.
* CRISTIANESIMO RAZIONALE. Spe po e to spazio tra le forme subiettive, ed
cie di deismo di cui, in Inghitterra, furon it principio stesso di causalit essere per
favoreggiatori principali Kippis, Pringle, lui una categoria puramente subiettiva;
Hopkins, Eneld, Toulmin. Si cerc di donde risultava che le cause di questi
dare unapparenza di culto a tal nuova fenomeni, cioicorpi, cause delle nostre
religione o piuttosto mancanza dogni re sensazioni, eran esse pure affatto subiet
ligione. David Witliams, che s intitol tive e conseguentemente che non prova
sacerdote della natura, aperse in Lon vasi in nessuna guisa chelleno esistesse
dra la sua capella, dove si scaten cen ro fuori di noi. ll perch , quali che si
tro tutte le istituzioni religiose che han fossero le intenzioni di Kant, u eei gitta,
no per base la rivelazione. Ma cotal pu dice Rosmini, nelP idealismo pi univer
blico culto,dopo quattro anni di vita, sale, nella pi profonda itlusion subietti
scomparve; perch non picciol numero de va; tmprigiona entro tale una sfera di
seguaci di esso, giugnendo gradatamente sogni che non ci possibite uscirne per
dal deismo alP ateismo, abbandonarono arrivare ad alcuna realt. Giugne al segno
unistituzione che non avea ormai per non solamente di render Puomo incerto di
ci che sa, ma incapace assolutamente il
toro alcuno scopo.
* CRITICISMO. Lo scetticismo, di cui dichiara di nulla sapere... Gli questo to
Hume si cre rappresentante in lnghit scetticismo perfetto, consummato; to scet
terra, diede origine in Germania al cri ticismo, che, sotto la nuova denominazione
ticismo di Kant, it quale porse occasione di criticismo, annienta Pumanit stessa, la

alto svitupparsi del sistema di Fichte, po

quale per ci soto esiste perch conosce. a

CR

CR

345

Nondimeno, ancorch si tolga alla r - a verso di tutte le menti. Dato P impulso


gion teoretica ogni possibitit di conoscere non era pi possibite it far sosta su quella
Pesistenza di Dio, la spiritualit e Pim rapida china.
mortalit delPanima, la vita futura, in una
Usc fuori altora una mente coraggiosa,
parola quante son verit metasiche,Kant Fichte,e si present per trarre tuttele con
le ammetteva daltro lato, in virt della seguenze dal sistema del proprio maestro
ragione pratica, siccome postulati, e te e svolgertto per intero. Lio fenomenale
nevale per certe a motivo de bisogni pra di Kant divent, nella dottrina di Fichte,
tici , val dire perch nella pratica della Pio assoluto , fuor del quale non avvi
vita non si pu farne senza. La parte sto realt di sorta, n tampoco fenomenica os
rica del cristianesimo o della rivelazione sia apparente. In vigore della propria at

trovasi posta nelPordine de fenomeni; it tivit Pio si posa da s, che torna quanto
contenuto di essa entra naturalmente, se
condo la teoria di Kant, nella classe delle
noumenes, cio delle cose assolutamente
impossibiti a conoscersi.
Al tutto vana speranza perci nutrirono

dire si crea, poscia, per questa stessa at


tivit, ripiegandost merc un atto identico
sopra s medesimo, trova un conne, un
non-io per via del quale ha la coscienza

cotoro i quali, altorch la tosoa ale

prima delPio n independentemente da

manna surrog nel mondo quella del se


coto XVIll , avvisaronsi che it cristiane
simo avrebbe nella nuova metasica unal
leata. Lo spiritualismo di Kant riusciva
ai medesimi risultamenti del sensualismo
di Voltaire. La tosoa ristringevast a mu
tar Parmi ottuse delPultimo secoto e por
tar la pugna sur un altro terreno.
Ci si conobbe apertamente nel libro
di Kant intitolato Della religione entro

dire, to posa e crea, a tal che Pesistenza


di tutte le cose concepibiti deriva dalPat
tivit primitiva delP io. Ora, tra queste
cose bisogna noverar Dio stesso, Dio it
quale appartiene al non-io. Di qui quel
pazzo atto di Fichte, it quale un giorno
ebbe promesso a suoi uditori che nella
prossima lezione sarebbe stato pronto a

di s: ma questo non-io non esiste gi


lul. E Pattivit stessa delPio che, per cosi

creare lddio. Ultima mitlanteria delPorgo


i conni della ragione, libro che serve glio duna creatura dotata dintelletto, for

ancora di fondo a quasi tutte le innova

zioni de nostri giorni. La cosa dotoro


samente strana it veder Kant nelPanzi
detta opera farsi forte di quel Bolingbroke
stesso che aveva prto materia di tanti
frizzi a Voltaire. Che sono esse le divine

mola compendiata della malizia delPan


geto reprobo, se la leggerezza e Pirries

sione propria delPet non avesser fatto


meritevole pi di compassion che di sde
gno it giovine che la proferiva. In questo

egoismo metasico che diventavan essi i


Scritture pel tosofo di Kmnisberg? Una rapporti reali che son tra Dio e Puomo?
serie wallegorie morali, una specie di Che erano Pobiettivit e la realt del cri
commenlario popolare della legge del stianesimo?

dovere. G. C. medesimo non pi che


Combinando in bizzarra guisa Vobietti
un ente ideale che si libra solitariamente vit fenomenica di Kant, Pidealismo as
nella coscienza delPumanit. Oltreci, to soluto di Fichte e Passoluto realismo del
gllendosi da questo preteso cristianesimo suo maestro Schelling, Hgel trasse fuori
la risurrezione, non altro rimaneva, per un nuovo sistema che ha per sua base
dire it vero, che un evangelto della ragion Pidea. QuesPobiettivit, che per Kant era
pura, un Ges astratto, senza la mangia fenomenica, per Fichte una circoscrizione

toia n it sepolcro.

delPio sconosciuto, Hgel la pose nelPi

Da poi che usc in luce quelPopera, non


si pot pi male apporsi sulla specie dal
leanza della novella tosoa colla fede
evangelica. In quel trattato di pace la
critica, it raziocinio o piuttosto to scet
ticismo sincoronavan da s stessi. Lascia
van sussistere la religione, ma quasi fosse
una provincia di conquista, di cui segna
vano ator talento i conni, come dice
vasi chiaramente anzicheno nelPopera di
Kant.

dea stessa, dove la mente la contempla

come un ente da s distinto; si che itpen


siero Pesistenza, e Pesistenza it pen
siero. Lidea che da principio non che
unessenza logica, si trasforma in realt
per via de suoi momentio desuoi mo
vimenti e produce la natura universale,
la mente e Dio. La mente umana in quanto

pensa quindi per llgel la realt spiri

tuale assoluta. Ora, essendo it cristiane


simo, perch fa parte delPidea, contenuto
ll criticismo dovea progredir pi oltre e compreso esso pure nel subietto pen
ancora. Era agevol cosa Pantivedere che sante, ne risulta non essere it medesimo al

i postulati positivi di Kant non andrebbero tra cosa che un naturale svituppo, un mo

346

CU

mento, un movimento di tale idea nel


pensiero. Brevemente, it subietto pensante
cava dal suo proprio fondo it cristianesi
mo senza bisogno duna rivelazione este
riore; e quando it tosofo giunto alla
altezza e pienezza della scienza, possede
nella sua idea it verbo, it logos nella sua

CU
La Herraiz sostenne la sua parte e le
sue pretese rivelazioni dinanzi alPinqui
sizion di Cuenca , la quale nel 1804 con

dann gli errori di quella donna, i cui so


gni avean fatto gran senso in tutto il

paese.
** CULTO. Agg. alS Il. Veggasi la con

realt e presenza assoluta. Ma perch ferenza di monsig. Frayssinous sul culto in


non tutti sanno di tosoa n son capaci
di levarsi tanPalto, volentieri, a n di
coudescendere alPignoranza delle menti
volgari , si lascia toro it cristianesimo
istorico e la rivelazione esteriore. Nulla
direm de sistemi che sentono pi o meno
di panteismo,quali son quelli di Schelling,
Bouterweck, Krug ed altri.
Dai particolari per noi esibiti sui tre si

generale: dove stabitisce primieramente

esser Puomo debitore alla Divinit d un


culto interiore; a persuaderci della quale
obligazione basta consultare l. le prime

nozioni di Dio e delPuomo, 2.i pi cari

e sacri interessi delPumanit: in secondo


luogo dover Puomo alla Divinit un culto
esteriore e publico; e quesPobligo vien
dimostrato l. dalla sperienza , 2. dalla
stemi di Kant,Fichte ed Hgel emerge chia ragione, 5. dal sentimento.
ro avere i toro autori,ciascuno a modo suo, Questa
* CUORE
simbolica
(DIVOZIONE
divozione,ALla SACRO
quale da
voluto fabricare it mondo e Dio a prio
ri con meri concetti di ragione: Kant colle alcuni anni si prepagata tanto pi fra le
sue forme subiettive necessarie, Fichte anime pie quanto pi scemavasi ira gli
colPattivit delPio, Hgel co movimenti uomini Pamore verso it Figliuoto di Dio,
delle idee. Ma, ove si eccettuino alcuni non ist gi nelPamar solamente ed ono
vantaggi indiretti e accidentali potuti som rare con ispecial culto quel cuor di carne
ministrare dalle tor considerazioni alla simite al nostro che costituisce una parte
scienza, certo in generale non averci del corpo adorabite del Salvatore. Suo
essi dato altro che teorie vane ed assurde obietto e motivo principale Pamore im
e, ci che peggio, irreligiose ed empie. menso del Figliuoto di Dio; amore che
* CUENQA (BEATA DI), La Spagna ne Pindusse a morire per noi, a darsi tutto
ha prto di fresco it seguente esempio di a noi nelPaugusto sacramento delPaltare,

superstizione che vince ogni fede.

Isenza che le innumerevoli ingratitudini,

Nel i805 a Vitlar-del-Aguita, unlsabel disprezzi, oltraggi a cui sarebbe tatto se


la Maria Herraiz, sopranomata la. beala di gno in quelto stato di vittima immolata
Cuenca, pretese che G. C. si tosse eletto insino al ne desecoli, e che pur egli ap
a stanza it suo cuore e che la maest pien conosceva, abbian potuto impedirgli
divina consecrato avesse it corpo suo. desporsi anche quotidianamente agli in
Anche la ss. Vergine facea dimora nel sulti e alPonte degli uomini per mostrarci
cuore di le e inspiravale (asserzione sa pi efcacemente Peccesso delPamor suo.
critega) certe libert con persone daltro Il ne propostosi da questa divozione
sesso, a cui ella permetteva di pigliar la l. di riconoscere quanto da noi con ire
sua mano e posarta sul seno. Ella era iln quenti adorazioni, ringraziamenti ed ogni
peccabite e perci non poteva ricever Pas maniera domaggi le ammirabiti disposizio
soluzione; e quando venivale presentata ni di esso sacro cuore e Pamore che nutre
la sacra ostia, vedeva un bel bambino che attualmente per noi G. C. nella ss. Euca
poi le si sfaceva in bocca. Affermava averta ristia; 2." di riparare con tutti i modi
lddio dispensata da precetti ecclesiastici. possibiti le indegnit ed ingiurie a cui
Prediceva miracoli i quali avrebber rifor Pespone tuttodi un tale amore nel ss. sa
mato i cristiani duna gran parte}dEuropa, cramento. E perch nelP esercizio degli
per Pintramessa dun nuovo collegio apo atti divoti anche pi spirituali noi abbiam
stolico, i cui membri sarebbero iti a per mestieri di oggetti naturali e sensibiti che
correre le diverse regioni del gtobo. Quan col fare in noi una gagliarda impressione
to a lei, dovea nire sua vita in Roma, es ce ne rinovino la ricordanza e ne rendan
ser sepolta in un altare e it terzo di salire facite la pratica, fu scelto it cuore di Ges

al cieto a vista di una gran moltitudine. come Pobietto sensibite pi degno de no


La superstizione saffrett a prestare a stri ossequii ed adorazioni. Questa , al
costei sacriteghi omaggi, recarta in pro dir di s. Tomaso, la sorgente e la sede di
cessione con ceri accesi; e vebbe anche quelPimmenso amore onde arse sempre il

tra it clero chi si lasci trarre nella cre


dulit popolare.

divin Salvatore per gli uomini tutti, amo


re che noi pretendiamo esser Pobietto

CU

DA

347

particolare di questa divozione. Laonde la spesse ale delle obiezioni onde i prote
tenerezza innita che G. C. ha per noi e stanti fan contro alfucaristia. Ma i veri
donde ci porge s manifeste prove nella fedeli ben sanno come it culto del sacro
Eucaristia it1 principai motivo della di cuore altro non sia che un modo di ecci
vozione la riparazion delto sprezzo che si tare in noi Pamore verso it Figliuoto di
fa di tale tenerezza to scopo principale Dio; e Papprovazion della Chiesa basta
in essa proposto: it sacro cuore di Ges per cotoro che non altro desiderano che
tutto inammato d amore n Poggettto dessere itluminati. Ci non tolse che al
sensibite; un attaccamento tenero ed ar cune teste riscaldate ne facessero unere
dente per la persona del Salvatore deb sia sotto la denominazione di Cordicoti.
* CUORE (INSTiTUTO DEL SACRO).
besserne it frutto.
Moltissimi santi aveano autorizzato la Congregazione di fresco instituita, che si
divozione al sacro cuore di Ges e dimo dedica principalmente alPeducazion cri
strato comessa tornasse vantaggiosa alla siiana delle zitelle e che produce it pi
salve zza degli uomini prima che una ve gran bene in Francia, in ltaliae in America.
nerabite suora della Visitazione, favorita
Erastato fondato nel i747 sottoto stesso

delle pi vive itlustrazioni delto spirito nome un instituto a Bcorche, al monte


di Dio, fosse trascelta a propagarta.
Libano, da certa Endi o suor Anna Maria
Questa divozione, inspirata alla vene Agemi, la qual pretendeva aver avuto del
rabite Margherita Maria Alacoque, istituita le rivelazioni e si cre un vicario nella
dal p. De la Cotombire servo di Dio, an persona dunaltra giovine, suor Caterina,
cor pi itlustre come gtorioso confessore vlta alle stesse itlusioni. Essa ingann
di Cristo in Inghitterra che per Peccellenti parecchi, segnatamente it vescovo Ger
sue opere e pel titoto di predicatore della mano Diato e it patriarca medesimo Pie
duchessa di York, che sal al trono della tro Stefani. Siccome turbava la pace di
Gran Bretagna, sancita dalla stima di tutte quella chiesa con ridevoli profezie, pre
le persone dabbene, confermata in modo tendendo dessere unita in corpo e in ani
si splendido con prodigi che ne chiariro ma con G. C., intervenne la santa sede e
no Pefcaciaytra i quali dee noverarsi la dichiar nel 1779 essere la Endi caduta
cessazione della peste di Marsiglia; questa in itlusioni false e inventate, le sue ri
divozione, diciamo, si ditffuse maraviglio velazioni correrte obligo di ritrattarte, gli
samente per tutta Francia , s estese no scritti suoi e quelli di Caterina doversi
nella Potonia, valic i mari, ori aMaita distruggere, abolire it nuovo instituto. Il
e a Quebee, slnoltr nelle indie e perno patriarca, che alla prima avea ricusato di
nella Cina, autorizzata comera da parec sottomettersi, riconosciuti i proprii erro
chi brevi e segnatamente da uno di Be ri, venne da Pio Vi restituito nelPeserci
nedetto XIIV del 2a maggio i757. il di zio desuoi diritti.
28 gennaio i765 essendo stato da un de
creto della congregazione de riti appro
vato it culto del sacro cuore di Ges, Cle

mente XIli conferm quel decreto it lo le


braio appresso. Poco dappoi i vescovi del
Passemblea del clero di Francia ordina
rono, in una consulta tenuta per questo
ne, di far celebrare tal festa nelle toro
diocesi e indurre i tor colleghi a seguir
Pesempio; it che venne fatto. Non pochi
prelati dieder pur fuori mandamenti per
indicare a tor fedeli che cosa pensar do
vessero intorno a questa divozione e per
rispondere alle obiezioni di cotoro che la
censuravano, conciossiach non fosse da
tutti approvata. Cotoro a cui ogni pratica
religiosa appar superstizione si beffavan
di questa come del resto. Altri, collegan
dosi in ci co toso, partavano della di
vozione al sacro cuore come duna specie
didolatria e mettevania ad ogni tratto in
deriso. Presero anche la penna a combat
terta; ed notevole come si giovassero

* DALAI-LAIiIA. Secondo Popinionc de


gli indiani, le anime degli uomini e degli
iddii medesimi sono sottoposte alla tra
smigrazione e a mostrarsi successivamente
nel mondo sotto diversi nomi. Budda, di
ce Abele Rmusat, it divino riformatore
che nacque son quasi tremita anni nella
persona del legistatore Chakia-lliouni ,
giovossi di questo privitegio a n di ren
der perpetua la propria dottrina e pre
servarta per sempre da qualsiasi altera
zione. Non appena fu passato alP altra
vita, 97a anni prima delPera nostra, che
ricomparve immediatamente e divenne ei
medesimo suo successore, e mori poscia
sol per rinascere.
i primi patriarchi che ereditarono del
Panima di Budda viveano da prima nel
P india, alla corte de re del paese,

348

DA

ai quali servirono di consiglieri spiritua


li. ll dio piacevasi a rinascere ora nella
casta debramani o in quella de guer
rieri, or fra mercadantt o gli agricoltori,
secondo laprimitiva sua intenzione, che
ra stata quella d abolire la distinzione
delle caste e ricondurre i suoi partigiani

,DA
Questi andarono debitori delto splen

dore onde rifulsero nel secoto XIti alle


conquiste di Gengiskan e deprimi suoi
successori. Conciossiach nessun principe
avesse mai retto paesi cotanto vasti co
me quel polentato, non mai parimente

titoli pi magnici erano stati conferiti ai

a pi sane idee intorno alla giustizia di

maestri della dottrina. ll Budda vivo fu

vina ed ai doveri degli uomini. N variava


manco itluogo disua nascita; conciossiach
fu veduto man mano comparire nelPlndia
settentrionale, nel mezzodi a Candabar, a
Ceylan , serbando in ciascuna nuova vita
la ricordanza di quel chera stato nelPan
tecedente.
Al secoto V delP era nostra , Budda,
gliuoto altora dun re del Malabar nel

inalzato al grado di re; e perch it pri


mo ad essere onorato di quella dignit era
tibetano, gli si assegnarono possedimenti
nel Thibet, e la voce Lama, che nella sua
lingua sonava sacerdote, cominci in lui
ad acquistare qualche celebrit. La fon
dazione della gran sede lamaica di Pou
tala non ha altra origine che questa cir
costanza adatto accidentale e non rimonta

Plndia meridionale, giudic opportuno la a unepoca pi remota. Il primo che pos


sciare Plndostan, per non pi ritornarvi, sedette la dignit di gran lama Pottenne
e trasferire sua stanza nella China. E crev dal nipote di Gengiskan , trentatr anni
dibite che a questo partito it costringesse dopo la morte di quel conquistatore.
ro le persecuzioni mossegli dabramani e
AlPepoca in cui i patriarchi buddisti
il predominio del sistema delle caste. La si stabitirono nel Thibet, le parti della
trastazione della sedia patriarcale fu it Tartaria vicine a quella contrada eran
primo avvenimento che mut la sorte dei piene di cristiani. l nestoriani vi avean
buddismo. Proscritto nella contrada che fondato metropoli e convertito intere na
Pavea veduto nascere, questo sistema re zioni. Ne tempi posteriori le conquiste
ligioso vi perd insensibitmente it pi de degliuoli di Gengis chiamarono fore
suoi seguaci; e ai deboli avanzi a cui stieri d ogni paese: Georgiani , Arme
ridotto attualmente nclPlndia manca tut ni, Russi, Francesi, musulmani mandati
tora quelPunit di viste e di tradizioni cui dal califo di Bagdad, monaci cattolici in
gi soleva produrre la presenza del capo caricati di missioni importanti dal sommo
supremo. Al contrario, nella China , nel pontece e da s. Luigi. Essi celebrarono
Siam, nel Tonchino, nel Giapone e nella le cerimonie della religione al cospetto
Tartaria , divenuti sua patria adottiva, de principi tartari. Questi furon toro cor
fu veduta rapidamente ingrossarsi la tur tesi di ricovero nelle tor tende e permi
ba de suoi adetti.
sero si erigesser capelle insino nel re
Alcuni principi che aveano abbracciato cinto de proprii palazzi. Un arcivescovo
it culto straniero recavansi a gtoria Paver italiano, stabitito nella citt imperiale da
ne i ponteci alla propria corte; e furono Clemente V, vi avea fabricata una chiesa
decretati i titoli di precettore del regno e con tre campane per chiamare i fedeli ai
di principe della, dottrina a religiosi or divini ufcii e le cui pareti eran piene di
nazionali ora stranieri che davansi a cre sacri dipinti. Cristiani di Siria, romani,
dere desser animati da enti divini e subor scismatici , musulmani , idolatri , vivean
dinati a Budda, vivente sotto it nome di tutti quanti frammisti e confusi alla corte
patriarca. Per tal maniera sorse la gerar degli imperatori mongoli , avidi sempre
chia sotto Pinusso della politica; peroc daccogliere ed anco adottar nuovi culti.
chi gradi di tutte coteste divinit in l -Partari passavano da questa a quella
forme umane furono spesso non da altro setta , abbracciavan di leggieri la fede
regolati che dalla potenza degli stati ove e rinunziavanvi pur di leggieri per far
risedevano, e la preponderanza effettiva ritorno alPidolatria. ln mezzo a si fatte
del protettore era la sola che valesse ad variazioni fu fondata nel Thibet la nuova
assecurare al Budda vivo it godimento sedia de patriarchi buddisti. Qual mara
della sua imaginaria supremazia.
viglia che, stando toro a cuore di molti
Pel corso di otto secoli,l patriarchi fu plicare it novero deproprii seguaci e oc
rono perci ridotti a unesistenza precaria cupati a crescer magnicenza al culto,
e dependente. Cotoro che avean in mano siensi appropriati alcuni usi liturgici, al
it regno formavan Panelto occulto che con cune delle pompe forastiere attraenti la
giugneva agli antichi patriarchi del1lndia moltitudine, che abbiano introdotto anco
la catena demoderni ponteci del Thibet. qualcosa delle istituzioni doccidente fatte

DA
lor conoscere dagli ambasciadori del som
mo pontece e a cui imitare eran dispo

sti dalle circostanze?


Non ci ha veruno, prosiegue ltmusat,
al quale non abbia fatto senso la maravi

gliosa anatogia che passa tra le istituzio


ni, le pratiche e le cerimonie costituenti
la forma anteriore del culto del gran lama
e quella della chiesa romana. Appo i Tar
tari troviamo, di fatto, un pontece, pa
triarchi incaricati del governo spirituale
delle provincie , un consiglio di lama su
periori che si raccolgono in conclave per
eleggere un pontece c che han persino
le insegne somiglianti a quelle de nostri

cardinali; troviam conventi di religiosi

DE

349

vorite o contrastata dal capi delle trib


tartare che stanziavano nel Thibet e ne
vicini paesi. Gli imperatori mantacici, la
cui potenza, srta nel secoto XVII, dovea
in poco tempo allargarsi su tutta P Asia
orientale, videro alla prima cader vani i
tentativi che fecero per mantenerla con
cordia tra tanti personaggi getosi de pro
prii dritti, ma nirono colPintervenire a
mano armata in quel nuovo Olimpo, e it
capo supremo dei lama trovassi in tal
guisa confuso frai pi umiti vassalli del
Pimperator della China. Egli un rispetto
derisorio quelto onde it ministero de ri
ti to autorizza ad assumere it titoto di
a Budda vivente da s, eccelso re del cieto
occidentale, la cui mente ogni cosa com
prende, dio supremo e suddilo obedien
le. n Si continua ad adorare i lama anche
opprimendoli; e la civitt chinese si mo
stra n negli attentati di cui la politica

dambo i sessi, preghiere pei defunti, la


confessione auricolare, P intercession de
santi, it digiuno. it bacio de piedi, le li
tanie, le processioni, Pacqua lustrale. Tut
te queste conformit dan poco impaccio a
cotoro che son persuasi essere stato it cri degli imperatori pu farti vittima.
stianesimo anticamente diiinso per la Tar
Dalle particolarit n qui riferite ri
taria: sembra tor manifesto le istituzioni sulta che giudizio si debba fare della
dei lama, le quali non vanno pi su del se prelensione di Voltaire , Volney, Par
coto XIll, abbiano avuto a modelto le no raud, Langls ed altri scrittori della scuo
stre. Nel sistema contrario la spiegazione la tosoca, i quali, colpiti dalla somi
riesce alquanto pi malagevole, perocch glianza dalcuni simboli esterni del culto
sarebbe mestieri inanzi tutto provare Palta de Tibetani con quelli del culto cattolico,
antichit del ponticato e delle pratiche avvisavansi di trovare nelle pianure della
lamaiche.

Tartaria Porigine del cristianesimo e quin


La dinastia che gitt dal trono i llion di abbaltere la verit storica degli evan
goli parve volerti superare in zeto e ve gelii. Una religione trasportata dalPlndo
nerazione pei ponteci tibetani. Ottennero stan al Thibet gli quanto fu trovato fra
questi altora titoli sempre pi fastosi: il quelle selvagge montagne, i cui abitanti
gran re della preziosa dottrina, precet non pare debban giusticare sotto nessun
cettor detPimperatore, it Dio vivo rag aspetto Palla espettazione che concepito
giante come la amma d un incendio. ne aveano scrittori poco versati nelle au
Otto re, spiriti subatterni, formarono it tichit delPAsia orientale. E bisogna pur
suo consiglio sotto i nomi di re della mi rinunziare a porre nel Thihet la culla del
sericordia , re detla scienza, re della genere umano, a far da esso discendere
conversione, ec., titoli che, presi lette le religioni delPlndostan, a ravvisarvi i

ralmente, ingerivano it pi alto concetto pi prossimi eredi del popoto primitivo,


delle virt e del saper toro. Altora sola a trovarvi tradizioni anteriori alla storia,
mente, verso Pepoca del regno di Fran
cesco l, nacque it titoto ancor pi magni
co di lama pari alPoceano, in lingua mon
gola Dalai-Lama; col qual titoto non vien

a scoprirvi monumenti desecoli succeduti

non fu mai n molto esteso n al tutto in


dependente , sibbene Pimmensitt delle
sue facolt sopranaturali, che non destan
punto getosia nei principi cinesi e tartari,
i quali, anche perseguitandoto, non hanno
veruna difcolt a dargliene vanto.
I grandi lama de varii ordini e i tor
vicarii o patriarchi provinciali , quando
obedienti e quando contumaci, avevano

ignorantissimi, a cui gli lndous furono da


alcuni secoli in qua solamente i maestri
in civitt, in morale, in letteratura, eche
a questa scuola non prottarono nora
che mediocrissimamente.
* DESCARTES. NelPandar detempi, non
pochi tra fittoso cristiani, trascurando di
troppo la via della sperienza e delPosser
vazione per abbandonarsi alP ideale, riu
scirono a impacciar la scienza in futiti sot

alPullimo calaclismo. Quanto pi adden


tro si studieranno i Tibetani, tanto meglio

sandr convinto esser eglino, n pi n


gi indicato it suo dominio effettivo, che meno degli altri Tartari, pastori sempre

tra toro di frequenti altcrchi, e le preten


sioni toro venivano alternativamente fa
BlRfinin. Vol. VI.

tigliezze, in vane speculazioni ed anco in


44

350

DE

DE

errori manifesti: it perch sotto un certo tien forte contratutti gli assalti del pi
aspetto divent necessaria una restaura dichiarato e pertlnace scetticismo: to sen
zion tosoca. Altora fu che sorsero Ga to, io penso; dunque esisto; ma io pen
liteo in Italia, Bacone in Inghitterra e Des sava altres che nulla ci ha di reale nel
cartes o Cartesio in Francia.
mondo: se io pensava, esisto: ma non vo
Di quesPultimo fu detto recentemente io per avventura errato? se ci , io
che con lui e per lui la tosoa separossi esisto.
dal cristianesimo.
Fu mossa accusa a Cartesio desser ca
Se quesPaecusa fondata sulPaver lui duto necessariamente in una petizion di
posta la ragione per criterio e regola su principio, volendo dare una dimostrazione
prema nelle scienze puramente razionali della propria esistenza. lt Galluppi us del
e naturali, essa, dice it p. Perrone, d in suo belPingegno a difendere colle stesse
falso; nessun tosofo che meriti un tal parole di lui e con quelle del Leibnitz
nome, nessun teotogo vorr farne a Car Pitlustre tosofo francese. Comech Par
tesio una colpa.
gomento di questo non meriti it nome di
Se, al contrario, it biasimo cade sul du dimostrazione, tuttavia rigorosamente
bio, ch it punto da cui parte la sua to concludentc.
soa, risponderemo che quantunque un
A questa guisa appunto, assai secoli
tal dubio sia stato malamente interpretato prima, procedeva contro gli academici
da taluno de suoi nemici e de suoi par quella mente acuta e sovranamente to
tigiani che ne abusarono, certo non es soca di s. Agostino. Esse me, cosi egli,
sere desso stato la base e molto meno idque nosse et amare certissimum est:
Pultima conclusione della sua tosoa; nulla in his verbis aeademicorum argu

accusa che far si dee a que dotti mo


derni i quali, dopo averci tratti per un
inestricabite labirinto di cose inintelligi
biti ed astruse, niscono col raggiugnere
e proclamare it domma consolante, che la
nostra ragione non vale a rinvenire una

sola verit reale e obiettiva.

menla formido dicentiim: quid si fal


lerts? Si enim fallor, sum.Nain qui non
est, utique neo falli potesi; ac per hoc
sum si faltor.
Oltreei, it dubio commandato da Des
cartes non itlimitato: insegna questo

, Iosofo che, per preservarsi dalP errore,

ll dubio vero, serio, posilivo, teoretica, e si conviene sospendere it proprio giu


universale , illimilato, circa qualunque dizio altorch la verit non si mostra in
verit, anche primitiva, punto da cui par modo chiaro e distinto (Medil. iv); ma
te Herms (V. Ennssmtisno), p. e. un aveva gi fatto osservare (in Synops.) che
vero abuso della ragione. il dubio ipote non intendeva qui partare di ci che si
tico, altrimenti detto metodico, serve se riferisce alla fede od alle cose morali n
lamente per Pordine e pel metodo giusta di ci che spetta alla pratica della vita.
i quali trattar si dee la tosoa e per
** Dl0. Le varie prove delPesistenza di
mostrare Porigine successiva delle diverse Dio le abbiamo aecennate sotto Part. Casa
cognizioni. Questa semplice supposizione rone. Ci fermeremo qui su due di esse
del dubio era in uso nelle scuole e fon prove, facendo vedere esser Pesistenza di
davasi sulPinsegnamento stesso dAristo Dio dimostrata l." dalla fede del genere
tite, Methaphytt, l. n, c. I; e, per fermo, umano, 2.i dalPordine e bellezza della
non cadr mai in mente a persona di ri natura.
prendere s. Tomaso, it quale, seguendo
l.- Prova. La credenza deitP intero
ne suoi trattati it metodo scolastico, li uman genere che ci ha un Dio: credenza
divide in questioni e comincia sempre che glia della natura e della pi schiet
dalle obiezioni che oppor si potrebbero la ragione; e futiti al tutto sono t trovati
alla verit.
degli atei per ispiegarta. Cosi argomenta
ll dubio di Descartes era quelto che da monsignor di Frayssinous.
noi test dicevasi ipotetico e di metodo,
La credenza delPuman genere un fatto
ma non gi it serio e teoretica. Sei per un che provasi per via di autorit; e di que
momento sembra dubitare di tutto, ti fa ste ce nha ad esuberanza per farci eon
a n di purgare it proprio intelletto, co vinti non ci essere nellPantichit nessun
me dice egli stesso, da qualsiasi precon popoto it quale non abbia avuto una co
cetto errore e sceverare it certo dalPin gnizione pi o meno chiara della Divinit.
certo; ma ben tosto pigliando una pietra u Gitta uno sguardo sulla faccia dellaterra,
immobite, ne forma it fondamento del suo dicea Plutarco , Contro Colot. epici"..
vasto edizio. Tra le molte verit da lui ben ti avverr di vedere citt senza mura,
meditate entro di s una ne trova la qual senza lettere, senza magistrati; popoli non

DE

DE

354

aventi abitacoto separato, o professioni ira quali addurr it soto s. Cipriano. Os


sse, possession di beni, uso di moneta, serva egli nel suo trattato Sulla. vanil
ignari al tuil0darti belle: ma nessuna cit degli idoli come it volgo confessar soglia
t troverai che non conosca la divinit. i latora it vero Dio , altorch per natural
Lo stesso linguaggio tengono pur Cicero moto esclama: O Diol Dio vede, to rac
ne, Tusc. quwst., l. I, o. i8, e Seneca, commando a Dio. Si, accadea spesso che,
epist. cxvn. Era si universale la fede della iavellando della divinit , si escludesse it
divinit appo gli antichi che Lucrezio, numero del pi e la si dicesse puramente
De rer. nat., l. i, il e5, si congratula col Dio; ll che Tertulliano con modo energico
suo maestro Epicuro per essere stato it chiama testimonium animw naluraliter
primo che osasse tottare contro P umana christianw. o
razza e levar la testa ira mezzo ai popoli
N in minor copia sono le testimonianze
eurvali, egli dice, sotto it giogo della su che dimostran nessuno esservi tra moderni
perstizione. Pi: tuttoch gli antichi im popoli appo it quale non trovisi la nozione
mersi fossero n ridicole e mostruose su della divinit. Se tra le orde selvagge non
perstizioni e avesser popolato la terra e iscorgonsi che lineamenti iniormi di reli
il cieto duna turba di chimeriche deit, gione, se rozza aifalto la tor fede, non
la conoscenza dun Ente supremo, d un essa almeno un problema; e la credenza
Dio Signore degli altri iddii e degli uomini di Dio per tal guisa couiorme alla na
era ditiusa ira tutti isapienti ed anco ira tura ragionevole chessa penetrata inn
it volgo pi di quelto communemente si nel seno della pi profonda ignoranza e
pensi. I iittoso di maggior grido , anche ierocia. A cotoro i quali de letterati cinesi
quando per paura o per politica venera voller fare una societ di atei, it p. Paren
van gli dei dal popoto o della nazione , nin risponde: u Fui sempre davviso che
riconoscevano la sopreccellenza di colui cotoro i quali accagionarono i letterati chi
che avea presieduto alla formazione di nesi dateismo non altra ragione avessero
questto universo. I poeti e gli oratori con di aiiermar ci in mezzo al publico che
sentirono cotoso a celebrar la possanza Pinteresse della causa che aveano a so
del retttor supremo delle cose: testimo stenere. Nessun Chinese mi venne ancor
ni Omero, Esiodo, Orazio, Virgitio, Ovidio, fatto di vedere praticamente ateom. Posso
e nelPVlll delPlliade leggiamo it seguente aggiugnere scarsissimo essere it numero
partar di Giove agli abitanti delP0limpo: di quelli che vollero mostrarsi atei; e se

taluno procur ne suoi libri di tutto spie


Doro al cieto appendete una catena,
E tutti a questa vattaccate, o divi,
E voi, dive, e traele. E non per questo
Dal ciel trarrete in terra it sommo Giove,
Supremo senno, n pur tutte oprando
Le vostre posse. Ma ben io, se it voglio,
La trarr con la terra e it mar sospeso;
Indi alla vetta delPimmoto Olimpo

Annoder la gran catena, ed alto


Tutte da quella penderan le cose:
Cotanto it mio poter vince de numi
Le iorze e de mortai.

u Peccavano gli idolatrt, dice monsi


gnor Frayssinos, non rendendo al Dio
vero un culto santo e puro; prostituen
do gli onori divini colPaddirizzarti a ge
nii maleci, a numi subalterni e bugiar
di; credendo la pietra e it legno lavorati
dalto scalpelto, un bruto, una pianta ce

lassero in s alcun dio. lo mezzo per a


questo ammasso di superstizioni e al fango
de vizii levavasi it popoto a quando a
quando alPidea della suprema maest di
un Dio, se non unico, a tutti gli altri dei
certamente superiore. Ci ebber notato

anticamente gli apotogisti della religione;

gare sicamente, senza ricorrere ad un


Ente supremo, autore di tutte cose, si la
gna la propria opinione, anzi che seguita,
venir gittata da un canto dagli uomini di
lettere. n l sacriiiziiche i letterati sogliono
oiferire a quelto da essi chiamato to spi
rito del cieto indicano pel manco unidea
confusa della divinit; conciossiach som
ma stoltezza sarebbe otirir preghiere ed
omaggi al nulla, a un ente privo di vita
e dintelletto.
llla una tal credenza universale onde
mai ebbe sua origine? Una dottrina che
ha preceduto tutti i tempi conosciuti dal
la storia, soggiogato i sapienti al par del
popoto, trionfato di tutte le vicissitudini
che tramutarono la faccia della terra, una
dottrina che si trova tra le orde deselvag
gidel pari che tra le colte nazioni, sem
pre sussistente sotto le svariate iorme del
culto, dottrina una, antica, universale, co
stante, ha per fermo una causa costante,
universale, it grido della ragione c della
verit. l pregiudizii e le passioni toro ci
porgono la spiegazione degli errori che
disgurarono la sostanza di questa dottri
na; gli quindi un error desensi che Puo

352

DE

DE

mo abbia falsamente creduto gli dei cor

protetta; agli sventurati, cui porge it bal

porei; dalPerrore, dalPinteresse delle pas


sioni nacque Pessersi lui imaginate divi
nit corrotte. Ma la sostanza della credenza
non pu altrimenti spiegarsi che per via
della ragione. u Si, dice monsig. Frayssi
nous, nella natura delPuomo it credere

samo della speranza; ai fortunati, i quali


mette in guardia contro Pabuso della pro
sperit; al bisogno del nostro cuore, che
it soto Ente innito vale ad appagare; alle
lettere ed alParti , da lei inspirate , pe

it nutrir gratitudine e amore per cotoro


da cui ebbe la vita... Potran questi sen
timenti per avventura rattiepidirsi, ma
spegnersi non mai...Fremer it mio buon
senso alPudir un ateo predicare la sua
dottrina; i suoi argomenti , la tenebrosa
sua dottrina potranno per avventura git

2.- Prova. Avvi idee dordine e di bel


lezza diffuse nelle menti anco pi volgari.

rocch P ateismo la tomba cosi del ta


in Dio, com nella natura dun gliuoto lento come della virt.

tar del buio sopra le mie idee; ma sion


tanandomi da lui io afso it cieto,discen
do in fondo al mio cuore e vi trovo quel
Dio che Pempio voleva rapirmi.
La frivolezza delle cagioni imaginate
dagli atei per ispiegar la credenza del ge
nere umano chiarisce a soprabondanza co
me questa provenga dalla ragione mede

La merc di tali idee, ciascuno di leggieri


savvede esservi in questo visibit mondo
ordine e bellezza; ordine e bellezza che
spiegar non si ponno fuor che per Pazio
ne d una causa intelligente, la quale
Dio.

La pi semplice considerazione basta


a farne convinti come Puomo porti in cuor
suo un profondo sentimento dellPordine

e del belto cos come delPonesto e del

vero. Le nozioni delPordine e della bel


lezza trovansi pi o meno perfette, pi o
meno svolte, giusta it grado dintelligenza
sima. Affatto gratuitamente suppongono e distruzione. Nondimanco la nozion pri
essi uno stato primitivo dateismo, smen mitiva del belto si d a veder costante
tito dalla storia e da cui la paura, la po mente dapertuttto; ed certo appo tutti
litica, Putite della societ avrebber fatto gli uomini che t dove rtnviensi una dis
pullulare la religione.
posizione, un concorso di parti ad uno
Ma se la paura stata fosse it motivo de scopo commune, ivi ci ha Pordine.
Ora, che in questo mondo visibite ciab
terminante della credenza del genere
umano, soltanto iddii maleci si sarebbe bia ordine e bellezza la cosa ad ognuno
egli dovuto ngere; e pur si adorano iddii manifesta, merc di tali primitive nozio
tutelari: si sarebbe dovuto rammentar gli ni. Nella natura ogni cosa collegasi: la
dei soto con tristezza; e a quella vece natura una machina immensa nella quale
quante gioie in onor loro! La paura, si tanto pi si mostra Pordine perch ogni
dice, quella che fa i- credenti. Essa fa ordigno ha la sua speciale destinazione e
piuttosto gli empii: per esser virtuoso si ad un tempo la propria destinazione ri
richiede coraggio; it vizioso tale perch spetto al complesso. Pigllsi Puomo in par
gli manca la forza desser dabbene.
ticolare; ei non che un appunto pena
in secondo luogo, se la politica avesse percettibite nelto spazio, e divien come
rivelata alP uman genere P esistenza di un centro a cui ogni cosa dee ridursi. La
Dio, da esso prima ignorata,dovrebbe rin natura tanto bella, gli uomini hanno
venirsene traccia nella storia. Or la sto talmente it sentimento della bellezza di
ria ricorda Numa, Sotone, Licurgo, Minos lei che tutti i toro sforzi ad altro non ten
se, Zaleuco siccome legistatori, ma am dono che a riprodurta, e Pimitarta il

mette aver tutti trovato i popoli gi cre trionfo dei genio.


denti nella divinit. Non ha pertanto la
Ma Pordine in un effetto suppone in
politica inventato la religione come non telligenza nella causa di esso. Se vuolsi
intelligenza per comporre una sfera arti
Per terzo, confessano gli atei esser la ciale rappresentante i movimenti celesti,
dottrina delPesistenza di Dio vantaggiosa non comprendiamo come mai non sia stata
per ci stesso che la vogliono un ritrovato necessaria una intelligenza per disporre
delPinteresse sociale. Sessa vantaggio le sfere reali che compiono tor giro ne
sa, e perch mai sadoprano a schiantar cieli.
la dalle radici? Se non che i toro futiti
u Egli pare, dice monsig. Frayssinous,
ed odiosi sistemi passeranno, laddove la che gli atei de nostri giorni siensi recati

ha inventato la parola e P umanit.

fede dun Dio arbitro supremo di tutte a vergogna Pattribuire la formazion del
cose star perenne fra gli uomini. Essa mondo al caso, ben comprendendo come
non pur vantaggiosa, ma necessaria alla it caso in realt non sia nulla... Lasciando
morale, da lei sancita; alla societ, da lei perci di ricorrere ad esso, menarono gran

DE

DU

romore di quel che chiamano natura,


necessil: son questi i tor dei, non meno
chimerici di quelli del paganesimo.
o Che intendete voi, dimanderem toro
inanzi tratto , che intendete voi per na
tura? Se una natura saggia, antiveggente,
disponitrice del tutto giusta un disegno
antecedentemente concertato, voi non fate
che mutar di vocaboto , conservando la

rovesci nella natura, nuovi mondi uscenti

353

prolunghi indenitamente la catena degli


esseri; converr nalmente giuguere al

cosa; una tal natura la causa intelli

punto sso a cui sospesa. n

dalle rovine de mondi vecchi; fabricate


ipotesi su le concatenazioni e i progressi
delle successive trasformazioni: bisogner
sempre, deffetto in effetto, da fenomeno
in fenomeno, risalire a un regolatore an

teriore a tutte s fatte combinazioni. Si

gente per noi cercata, ella Dio. Se non


Non ci essendo ragione che ci dispensi
che, per esser consentanei a voi stessi in dal ricorrere a un ente distinto da questo
ragionare, dovete designare pel vocaboto mondo che ne sia stato P ordinatore, gli
natura Puniversalit degli esseri, it com atei non avranno difcolt a convenire
plesso di tutto ci che esiste, it gran tutto, che, per avere disposto si maravigliosa
Puniverso, in una parola it mondo. Or , mente le parti tutte di questo immenso
dire che it mondo Pautore delPordine universo, era mestieri fosse dotato duna
del mondo apertamente non dir nulla. intelligenza , possanza , sapienza. e anti
Potete discorrermi quanto vaggrada del veggenza ad ogni nostro concetto supe
Penergia della natura, dattrazione, dim riori, di perfezioni innite,chegli PEn
pulsione, di riessione, daffinit: to scor te perfetto, in una parola, lddio.
i DUNCHERI o TUNCHERI. Settarii cos
go in tutto questo delle regole, ma it re
golatore dov? veggo de mezzi dordine, detti dal tedesco lunken che vale im
i quali suppongono un ordinatore.
mollare, immergere, pel battezzare che
n N con miglior esito mi parterete fanno gli adulti immergendone tutta la
della necessitm. Pretendete voi forse che persona, come si pratica in altre sette di
Pordine attuale del mondo esista neces battezzanti. Hanno per fondatore un Cor
sariamente da s ab eterno? in tal caso rado Peysel, che nel 1724 si ritrasse in
si leva contro di voi la voce di tutta quan una solltndinmebbe compagni e dalPunion
ta la terra: antichi e moderni, fittoso e toro si form la piccola citt di Eufrata,
popoli, alei e credenti, tutti gridano ad a venti leghe da Fitadeliia in pittoresca
una non essere it mondo stato sempre postura. Gelsi giganteschi proteggono at

quelto che , e la tradizione del caos pri

tualmente di tor ombra una quantit di

mltivo, dal quale emerse nalmente P u


niverso colle sue maraviglie, si conser
vata appo tutti quanti i popoli. Volete che
almen Pordine attuale delle cose sia it ri
sultamento necessario delle leggi mecani

piccole case di legno, abitate dai dunche


ri; nelle quali case, disposte su linee pa
rallele, Pun sesso vive separato dalPaltr0.
Eufrata contava nel 1777 sole cinquecento
capanne; a di nostri la cotonia somma
che di questo visibit mondo? Ma io vi do pel manco a 50,000 settarii. Prolessan co
mando: chi ha statuito le leggi primor storo la communanza de beni; indossano
diali, s feconde di maravigliosi risultati, costantemente lunga veste con strascico,
chi preseduto alle tor combinazioni , e cintura e capuccio; lascian crescerst i ca
donde hanno origine que principii dor pelli e la barba. Appena le rade volte che
dine che, colto svitupparsi, hanno formato banchettano in commune (e soltanto altora
e conservano tuttavia Puniverso? ll per avviene che i due sessi trovinsi insieme)
ch suppongansi nch piace nella natura si ciban di carni, vivendo abitualmente
moti e combinazioni successive,da cui son di radici e vegetabiti. Abitano entro celle
prodotti i fenomeni che abbiam sotto gli anguste e piglian tor sonni sulto spazzo.
occhi e che ci rapiscono a maraviglia; e Sono celibatarii; it matrimonio li separa
sar forza che giugniamo a una causa pri dalla cotonia , senza per altro rompere i
ma , effettrice di questo belP ordine che vincoli della communione spirituale. A
colpisce I nostri sguardi.... Dove si trova soli adulti amministrano it battesimo, ne
unit vuolsi un principio autore e con gano la trasmissione ereditaria del pec
cato dorigine come pure Peternit delle
servatore di questa.
n Voi amereste dar ragione del mondo pene infernali, e credono it guiderdone
presente per via di mutamenti e trasfor delPanime de giusti dopo morte consi
mazioni independenti dalPazion primitiva stere nelPannunziare Pllvangelio lass in
duna causa intelligente. Supponete nel cieto a coloro che non hanno potuto udirtto

mondo sico, nch volete, soli che si quaggi. E vietato appo toro it pigliar
spengono e soli che saccendono, scosse e parte in qualsiasi modo a guerre, a pro

354

EC

EC

cessi, a difese personali, e it possedere la verit pura, e per questa ragione ap


schiavi. l duncheri dAmerica si potrebber punto divien necessario Peclettismo: per
dire in certo senso monaci protestanti.
ci si snole appellare alla ragione univer
sale, alla ragione assolula; ed ottimamen
te ancor si farebbe, se questa ragione as
soluta si mostrasse ella pure sotto una

forma sua propria e in tal guisa ne con


** ECLETTICI. u L ecletttsmo, dice vincesse chessa che ci parta: ma la
Riambourg, fu it segnale della scontta bisogna non corre cosi nelto studio delle
delPantico razionalismo (v. questa voce); cose naturali; in esso la ragione univer
ed it segnal precursore della ne detra sale ci favella unicamente per via di ra
zionalismo moderno. E, in sostanza, una gioni private, in esso tra lei e me ci ha
totta del razionalismo contro it suo stesso sempre uomini, sempre un uomo colui
principio. ll razionalismo tende, per na che se ne dichiara Porgano e Pinterprete;
tura sua, a dividere; Peclettismo vuol ri e quando it tosofo vi dica-Questo quel
condurre alPunit. Leclettismo alessan che insegna la ragione -, ci non altro
drino fondavasi sur una menzogna: -l signica se non: - Questo quelto che io
sistemi non son contrarii. - Lecleltismo nella coscienza e ragione mia propria ho
moderno ha per sua base un assurdo: - giudicato conforme alla ragione universa
I sistemi, tutttoch in opposizione, ponno le. - Non possedendo Peclettismo un si
fatto criterio della verit cotanto necessa
tra toro concitiarsi. n
a Leclettismo nel secoto XIX, cos it rio, far non pu che it magisterio suo non
sig. Bautain , Psychologie exprimentule riesca oscuro, vago, incoerente; ei non ha
(prefazione), quel che fu dogni tempo, dottrina propriamente detta, nno splen
un sincretismo, una raccolta dopinioni o dido quadro nel quale tutte le umane opi
di pensieri umani, che vengono ad aggre nioni debbon trovar luogo; vere o false
garsi senza fondersiinsieme, o, per dirttoin che sieno, esprimono esse gli umani pen
altra guisa, unaccozzamento di membri e sieri, e perci hanno diritto ad essere
dorgani presi qua e cot, disposti con pi dal tosofo rispettate; non bisogna giu
o men darte, ma non valenti a costituire dicarte dalle toro morali conseguenze ,
un corpo vivo. La verit, si disse, non ap utiti o nocevoli, beneche o perniciose;
partiene a verun sistema; perocch, ove tosocamente ragguardate, hanno tutte
si lasciasse formulare in una particolar quante it medesimo vatore, sono diverse
teoria, non sarebbe essa pi la verit forme della verit una. Ma se buone sono
pura ed universale. Non dssi la tosoa tutte le dottrine in quanto espressioni for
cercare nelle opere di questo o quel to mali della ragione delPuomo , tali saran
sofo n nelle opinioni dun tal secoto o po del pari le azioni tutte, siccome manifesta

poto, s bene in tutti gli scritti, in tutti zioni della libera attivit del medesimo;
i pensamenti, nelle osservazioni tutte de
gli uomini, in tutti i fatti coi quali si ma
nifesta ed esprime la vita delP umanit.
La tosoa impertanto non cosa da far
si; non it genio delPuomo quelto che la
fa: essa si fa da s stessa merc Pattuale

per un ente dotato d intelletto che non


conosce n legge n ne non dassi ordine

n disordine. ll delitto un fatto non meno


della virt: comech opposti nei tor ri
sultamenti per Pindividuo e per la societ,
si rassomigliano nelPesprimer che fanno

svolgimento del mondo, di cui P uomo Puno e Paltro un modo della libert; ci
parte integrante; si fa quotidianamente , quelto unicamente che d toro un vator
in ogni istante; Pandamento progressivo tosoco. Le umane azioni hanno impor
del genere umano, la storia: ufzio tanza soltanto a proporzione delPaiutare
del tosofo liberarta dalle forme cadu che fanno o delPimpedire to svituppo dei
che sotto le quali ella si mostra e di ac Pumanit, la quale dee progredir sempre,
certare ci che immutabite e necessario in qual senso o verso qual termine che
in mezzo a quel che variabite e contin sia, guidata dalla ragione universale , la
gente. - Ottimamente; ma per fare una qual non pu aberrare, conciossiach non
tal distinzione, per operare s fatta sepa si danno due vie di perfezionamento; non
razione, vuolsi un occhio sicuro, una trattasi che dessere, desistere e di mo
vista esercitata; vuolsi it criterio della versi. Le societ esse pure non sanno
verit, una misura, una regola infallibite: punto pi degli individui dove si vadano;
or dove Pandr ella a pigliare la tosoa nascono esse e periscono , manifestando
eclettica? Non gi in una dottrina umana, nel corso di tor durata una porzione della
perocch nessuna di tali dottrine contiene vita generale e servendo di punto d ap

EC

EC

355

pog gio alle future generazioni; come que

si generale, scegliere suppone cinque co

ste, sono uscite anchesse da ci che le ha


pre cedute, rappresentano la tor parte sul
lalscena del mondo e poscia trapassano.
Per quantunque perverso rassembri un se
coto, porta egli in s stesso la propria giu

se, cio: Poggetto cercato esser tra quei

li attualmente esistenti; tali oggetti tro


varsi a nostra disposizione; sapersi da
noi qual oggetto cerchiamo; sapersi it co
me si convenga cercartto; sapersi in ulti
stiticazione, cio era destinato a rappre mo a che segni riconoscertto. NelP ordine
sentare una data fase delPumanit; Pim particolare della tosoa Peclettismo sup
pression penosa da esso prodotta sulle no pone: l. che la verit tosoca trovisi
stre anime un affar di sentimento o di nel numero delle opinioni manifestate in
pregiudizio. Veduto tosocamente e in sino al presente; 2. che tali opinioni ci
s stesso, non pi cattivo dun altro, e sien note tutte quante; 5. che noi cono
al cospetto della verit vale esso nella sua sciam bene qualsiaPoggetto della tosoa;
esistenza i secoli di virt e felicit; egli 4. che sappiamo quale sia it metodo to
Pavvenimento quel che decide del di soco; s." nalmente che ci aperto a che
ritto, Pesito quelto che prova la legiti segno la verit tosoca si riconosca.
n Ora, in primo luogo, se it sig. Cousin
mitt: la giustizia sta nella necessit; pe
rocch tuttoci che esiste un fatto, ed ha affermato esser la verit tosoca nel
ogni fatto ci che debb essere per la novero delle opinioni no ad oggi emesse,
sola ragione che . Tali sono le desolanti non P ha per nessuna maniera provato;
conseguenze della tosoa eclettica cosi perciocch la sua teoria delPerrore, che
nella scienza come nella morale; ed ecco gli serve di prima prova a. priori, oltre
a che va a nire it gran movimento to che non la vera teoria, non fa prova;
soiico del nostro secoto; qui venuto a it suo quadro storico delle opinioni pas
smarrirsi , lasciando nelle menti da lui sate, che forma la sua seconda prova a
scosse, e qual ultimo risultamento, dalPun posteriori, oltre essere incompleta e fre
iato una specie dindierenza per la ve quenti volte infedele, n pur essa fa pro
rit, alla quale pi non danno fede perch va; it suo quadro del presente, nel quale
a forza di mostrarta tor da per tutto son addita i popoli dEuropa accordantisi nel
giunti a non vederta in nessun luogo, dal tentar di concitiare tutti gli elementi del
Paitro lato, nella condotta della vita, con passato in un sistema di politica ponde
una gran pretensione al sublime,al sacri-| rata, mista dauarchia, daristocrazia e di
zio, con tutte le apparenze delPeroismo democrazia, che gli serve qual terza prova,
una piena indulgenza alle passioni, Pav non prova punto punto.
n Secondariamente, it sig. Cousin disse
versione a cheche inceppa e contraria,
Pabbandono alla fatalit, la servit della pi volte egli medesimo come non gli
necessit sotto Pesteriore della indepen fosser note le opinioni delP0riente ante
denza. Questa tosoa, si ricca in promes riori al tempo della Grecia. N meno sco
se, ma in eetti si povera, come apparir nosciuti sono i primi tempi della Grecia.
dalla storia, al presente giudicata, n gi Si disputa quotidianamente sulle vere opi
a una si fatta scuola andr una giovent nioni di Platone e dAristotite. Tutti i so
generosa ad attingere grandi idee, senti tisti porgono occasione a tante discussioni
menti profondi, sublimi inspirazioni. n
quante ne sosteneano eglino stessi in an
A questo generale giudizio delPecletti tico. Gli Alessandrini, i padri della Chie
smo soggiugneremo quelto recato intorno sa, gli scolastici vengono di frequente ci
al sig. Cousin, capo della scuola eclettica tati: ma chi li legge? Volendo esser veri

dal sig. Gatien-Arnoult, nella Doctrine tieri a dir ci che si seriamente pensato,
philosophique. il Cousin verr per tal ci forza dichiarare gran parte delle opi
maniera giudicato da un suo pari, e tanto
maggior vigore navr quindi la condanna.
u Dopo essere stato successivamente
discepoto di Conditlac, di Laromiguire,
di Boyer-Collard, degli Scozzesi, di Kant,
di Platone e di Procto, it sig. Cousin, me
ditando su queste variazioni del suo spi
rito, avvis procedessero dalPesser tutti
i sistemi in parte veri c in parte falsi. Da
quel punto in poi proferi, comme narra
egli stesso, la parola ecleltismo.

n Eclettismo suona quanto scelta. in te

nioni tosoche essere una landa scono


sciuta.

, Per terzo, non cosa al tutto agevole


it sapere che sia Poggetto stesso della fitto
soa, qual ci viene esibito dal sig. Cousin
nelle ultime sue opere. - Perocch, a

sua detta, le idee son gli unici oggetti pro

prii della tosoa, e le idee sono i pen


sieri sotto la forma naturale, la forma ade
quata del pensiero, comprendendosi e co

noscendosi da s medesimo it pensiero:


le idee hanno un soto carattere, quelto

356

EC

EC

n Ci che nulla suppone oltre di s, re


dessere intelligibiti; esse nulla, rappre
sentano, assolutamente nulla, tranne s lativamente alPesistenza, detto assoluto
stesse, ed esse sole esistono: le idee sono 0 innito.
Iddio; e la tosoa it culto delle idee

n Assioma. Due assoluti o inniti sono

sole ed essenzialmente tutPuno colla re


ligione.
n In quarto luogo, it sig. Cousin tocca
appena di voto del modo di studiare la
storia della tosoa. Per compenso, si dif
fonde non poco sul metodo da seguirsi

lnfassurdit.
n Siltogismo. La sostanza, secondo la

per iscoprire in s e per s la verit to


soca.
n In quinto luogo, per ultimo,non tro
viam da lui detto a che contrasegni di
seerner si possa la verit tosoca tra le
opinioni mescolate di vero e di falso.
n Tre conseguenze quindi da ci scatu
riscon. La prima, che it sig. Cousin non
ha altrimenti dimostrato la verit del prin
cipio fondamentale delPeclettismo. Questo
principio, assoggettato alP analisi, appar
vero solamente in questo senso: che Puo
mo non adotta nessun errore it quale non

detlnizione , assoluta o innita: ma,


giusta Passioma, Passoluto o Finnito
uno: dunque la sostanza una, ossia non

ci ha che una sostanza (5).


, Scolio. Sostanza ed essere son voci
sinonime.

n ll. Denizioni. Dio Pessere, come


ben fu detto da Mos: Io son quegli che
sono, val dire in s e per s assoluto.
n Uassoluto o innito dicesi neces
sario.
, Assioma. Modus essendi sequilur
esse. Lessere ha i suoi modi che sono per
natura ad esso identici.
n Sillogismo. Dio Pente necessario,
giusta la denizione. Ma Pente necessario
ha modi necessarii, secondo P assioma.

abbia alcuna afnit colla, verit. Negli Dunque Iddio ha modi necessarii (4).
n lll. Denizione. I modi di Dio sono
altri sensi falso. Laltra conseguenza ,
che al sig. Cousin non venne fatto di ap
plicare it suo principio declettismo, giac
ch egli confessa dinon avere studiato che
una parte della storia della tosoa, e an
che questa per avventura P ebbe tatora
studiata con ispiritto alquanto sistematico.
La terza conseguenza , che it sig. Cou
sin non ha voluto applicare it suo prin
cipio declettismo: it che vien dimostrato
mediante Panalisi del metodo da esso rac
commandato, dalP indicazione delP anda
mento da lui seguito abitualmente e so
pratutto dalla sposizioue del sistema dal
medesimo ultimamente insegnato... Ecco

idee.
n Or l." lddio, come ente innito ed
uno, ha necessariamente Pidea dunit e
dintinito.
n 2." Iddio non ha quesPidea senza sa
pertto; ma ei conosce necessariamente il
proprio modo come conosce s medesimo.
Siccome ente che sa e insiememente sa

puto, Iddio due. La dualit variet.


La diversit nita. Lidea della variet
e di nito la seconda idea di Dio.
n s." Queste due idee non esistono in

Dio senza nesso od unione; unintima re


lazione le congiunge necessariamente, re

lazione procedente dalPuna e dalPaltra e


ne, direm cosi, Pintelaiatura n (I).
Melodica esposizione del sistema del con amendue coesistente. Lidea di tal re
lazione delPunit colla variet e delP in
sig. Cousin.
a I. Denizioni. La sostanza ci che nito al nito la terza idea di Dio.
, E queste tre idee sono i modi neces
niente suppone oltre s stessa rispetto al
Pesistenza, o ci che in s e per s, sarii delPente necessarimassoluto, innito,
secondo Pelimotogia; eus in se ct per se che Pente in s e per s o Punica sostanza.
A voler indicare coteste idee a chi ascolta,
subsistens (subslans, subslantia) (a).
(I) Le poche osservazioni che appongo al
Pesposizione metodica del sistema di Cousin
non contengono tuite le difcolt che mover
gli si potrebbero, ma sono fondamentali. Sana
bene per far precedere la lettura della espo
sizione tuita di seguito.
(9) Col denire aquesto modo la sostanza
si d qui a questo vocaboto un senso altro
da quelto che suol darglisi eommunementc.
Cousin poteva fartto: ma poi rieaddc nel senso
ordinario ;it che far non doveva. Questa du
plicit di senso per la stessa parola da ori
gine a uno de suoi errori fondamentali, it
panteismo.

egli forza nominarte una successivamen


te alPaltra, ma realmente non ci ha tra
toro successione; esse esistono simulta

neamente, e Iddio , tutPinsieme, unil,


(5) Questa dottrina risoivesi nel panteismo
di Spinosa. Notisi inoltre che it principio io
gico della dottiina di Spinosa fu esso pure
una denizione della sosianza, che Cousin nou
ita fatto, pu dirsi, che ripeiere.
(Il) Circa la voce necessario Cousin cade
nelto stesso errore che sulla voce sostanza.
Da questo secondo errore nasce Paltro suo
error fondamentale, it fatalismo universale.

YEC

357

EC
n Anche fenomeno ed elfetto son voci
riet; lulP insieme milo, inniloe rap sinonime.

variet e rapporto delVunil alla va

n Assioma. Ogni fenomeno suppone ol


porto del riilo alrinnilo; unit che si
svolge in triplicil, e triplicil che risol tre di s la sostanza.
n Corollario. La sostanza causa.
eesi in unil; unil di Iriplicit che sola
n Sillogismo. Gli oggetti dal cui com
reale, ma che perirebbe interamente,
ove una sola mancasse delle tre idee. Pe plesso formasi it mondo e quelli it cui

rocch queste tre idee sono i modi di Dio, complesso costituisce Pumanit son feno
come lui necessarii, aventi tutti it mede meni a tenore della denizione, giacch
simo vatore e costituenti insieme ununit ciascun iPessi suppone qual cosa oltre di
indecomponibite. Tale lddio , e questo s, relativamente alPesistenza. Ma i feno
Dio quelto di Platone, quelto itelPorto meni si riferiscono alla sostanza e alla

dossia cristiana, it Dio che calechizza i po causa, che Dio, giusta Passioma e ci
veri di spirito e i pargoletti (t).

che precede. Dunque it mondo e Pumanitt

n IV. Denizioni. ll fenomeno ci sono i fenomeni di Dio.


, V. Uapparizione de fenomeni di Dio
che suppone qualcosa oltre di s, rispetto
la creazione.
alPesistenza, in cui e per cui (a).
, i fenomeni di Dio hanno it medesimo
5, La causa ci per cui it fenomeno
carattere di lui.
esiste.
n Perci la creazione necessaria, as
n Scolio. Ci per cui it fenomeno esiste

tuttuno con ci che it fenomeno sup

soluta e innita (5).

n VI. La creazione, ch manifestazione


pone oltre di s rispetto alPesistenza. Due
di Dio, to manifesta necessariamente qual
proposizioni sinonime son queste.
colle sue idee o co suoi modi.
, Perci l. it mondo in generate, pri
(l) Tre osservazioni sono qui a farsi t. ci
ha qui un sosma difcitmente negabite. Dice
Cousin: Le idee sono i modi di Dio 3 conce
do. Ma le idee dinnito, di nito e di rela
zione di nito alPinnito sono in Dio ; con
cedo pure. Dunque lddio innito, nito e
relazione del nito ntPiniinit0;nego. Glieco
me se dicessi: Le idee sono i modi della mente
umana: ma le idee di Dio, del mondoe della
relazione del mondo a Dio sono nella mente
umana. Dunque la mente umana Dio, it
mondo e la relazione orapporto del mondo a
Dio. Or quesi ultima proposizione non trovasi
per alcun conto inchiusa nelle premesse. La
conclusion legitima questfessa soltanto: le
idee di Dio, del mondo e del rapporto di Dio
al mondo son nella mente umana.
2.0 Dio insiememente inniio, nito e rap
porto del nito alPinnito un aggregato di
parole le cui idee concitiar non si ponno. Dal
tro lato, Iddio tutinseme innito, nito e rela
zione delPinniio al nito non pu altro es
sere che P universo da cui non si distingue.
Un Dio non disiinto dalPuniverso somiglia assai
alla negazione di Dio, come una mente non
distinta dagli organi ha gran somiglianza colla
nessuna mente. it panteismo di Cousin per
to meno fratelto delP ateismo.
3. Comech di molte cose si possan far
vedere in Platone e specialmente in un mi
stero, lecito tuttavia dubitare chela Trinit,
secondo Cousin, possa mai venir mostrata ne
nella pretesa trinit platonica n nella Tri
nit cattolica.
(2) Su questa denizione del fenomeno ri
corre la stessa osservazione che su quella della
sostanza, come pure sulPuso che poi fa di
questa voce. Questi due ahbagli si riducono

ma parte della creazione , necesaria


mente uno. Lidea duno e dPinnito, che
un modo necessario di Dio, anche un
modo necessario del mondo.

2. it mondo necessariamente vario.


Lidea di variet e diniinito, ch un mo

do necessario di Dio, pure un modo


necessario del mondo.

a 5. il mondo necessariamente col


leganza dunit e variet (uno e diverso,

universo).
n Lidea del rapporto della variet al
Punit e del nito alPinnito, che un
modo necessario di Dio, anche un modo
necessario del mondo.

n Questa unit, variet e relazione du


nit alla variet la vita del mondo, la
sua durata, armonia e bellezza; e costi-

tuisce altres it carattere ii distintivo be


neco delle sue leggi.
5 Parimenti nelPastronomia, nella lisi
ca e nella mecanica trovasi necessaria
mente.

l. Legge iPattrazione , che Pidea


dunit e diniinito.
n 2." Legge despansione, ed P idea
di variet e di nito.
n a. Rapporto dattrazione alPespansio

(5) Le idee di creazione e dinnilo ripu


gnan fra toro. Una creatura innita non sa
rebbe una creatura , un intiniio creato non
sarebbe un inniio. ll panteismo toglie di faito
ad un sotoedanno origine alto stesso errore, la creazione. Cousin ha tolto la cosa, lasciando
stare per it vocaboto.
al panteismo.
Il
Batiaum. Vol. Vl.

EC

EC

ne Pidea del rapporto delPunit alla va


riet e delPinnito al nito.
n Cosi pure nella chimica e nella sio

che esibisce Pidea dal rapporto delPinti

358

togia vegetale ed animale avvi necessa


riamente:
S t." Legge di coesione e d assimita
zione, ch Pidea dunit e dinnito.
n 2." Legge dincoesione e dissimita

ntto al nito.

, Onde i popoli, in seno alPumanit,


n l. Ora vivono sotto un ordine di

spotico; unit ed innito.


n2." Ora son tratti dal sofo d una li
bertt anarchica; variet e nito.
n s." Ovvero fermansi in uno stato che

zione, ch Pidea di variet e di nito.

concitia colP ordine la libert; rapporto


w s. Rapporto della coesione e delPas deitPunit e delPinnito alla variet e al
simitazione a tor conttrarii;I ed Pidea del nito, ec. (2).
rapporto delPunit alla variet e del nito
I! Onde, in seno ai popoli, cotoro che
son chiamati uomini grandi:
alPinnito.
I Parimenti, inne, nella semplice geo
n l." Sono i rappresentanti del popoto;
graa vi ha necessariamente: l. grandi unit ed innito.
mari, grandi umi e pianure immense;
n a! Sono eglino stessi individui; va
unit ed innito: 2. piccoli mari,ruscelli, riet e nito.
colline e valli; variet e nito; 5. it rap
a s." Sono ad un tempo rappresentanti
porto di tutte queste cose; rapporto del del popoto ed individui; rapporto delPu

Punitt alla variet e delP innito al nito. nit alla variet. - Il granduomo po
n Tale it mondo, manifestazione ne poto e lui ad un tempo; Pidentit della
cessaria di Dio, del quale rappresenta ne generalit e delPindividualitt in tal misu
cessariamente i modi o le idee (l).
ra che la generalit non soffre P indivi
n Yll. Non accade altrimenti delPuma

dualit e che nel tempo stesso P indivi

nit, seconda parte della creazione.


duale non distrugge la generalit dandole
n Perci l." la vita delPumanit scorre una nuova forza. i. non solamente un
necessariamente a norma di leggi immu

tabiti e generali; Pidea dunit e d in


nito.
i, a." Le leggi si svituppano necessaria

individuo, ma si rapporta ad unidea ge


nerale che determina e rende reale....
Duomo grande Parmonia della partico

larit e della generalit; uomo grande


mente in fatti cangianti e particolari; soltanto a questo prezzo, a questa doppia
Pidea di variet e di nito.
condizione, di rappresentare to spirito ge
I, 5. l fatti si riferiscono necessaria

nerale del suo popoto e rappresentarta

mente alle leggi; Pidea del rapporto del sotto la forma della realt , di maniera
Punit alla variet e delP innito al nito. che la generalit non opprima la partico
n Per tal modo Pumanitt ha attraver larit, e questa non dissolva quella, e la
sato due incivitimenti e vede it terzo.
particolarit e la generalit, Pinnito e il
n l. Il primo incivitimento quelto nito si sciolgano in questa vera gran
delPimmobiie Oriente; idea dunit e din dezza umana.
nito.
n Perci tutti gP individui, vuoi gran
n 2." il secondo fu quelto della mobite di, vuoi piccoli, sono necessariamente do
Grecia; idea della variet e di nito.
tati iI tre facolt:
n s." ll terzo Pincivitimento moder
n l. Della ragione, che ha per carat

no; idea del rapporto delPinnito al nito. tere Puniversalit e Passoluto; unit e in
- Per necessaria conseguenza , it primo nito:
di tali incivitimenti si oper ne luoghi che
a." Della sensibitit, avente it carat
rappresentavano essi pure P idea duno tere opposto; variet e nito:
e dinnito; it secondo in quelli che rap
n 5." Della libert, it cui ufzio di

presentano P idea di variet e di nito; concitiare la ragione e la sensibitit; rap


it terzo ha sua sede principale nella terra porto del nito alP innito (a).

di Francia, miscuglio dunit e di variet,


(l) E un puro giuoco di fantasia, sono idee
vaghe ed incerte sotto parole dorate. Non
ci ha dubio cheigrandi fatti naturali addotti
da Cousin son veri 5 ma sei domandasse sul
serio aun sico che cosa pensi della sua ra
gione della legge iPattrazione de corpi, o ad

(2) Molti de fatti umanitarii e sociali qui


citati non son veri ; altri son veri soltanto con

certe restrizioni. Ma quando fossero tutti ap

pien veri, la ragione datane da Cousin non


men fantastica di quella sia nel caso antece
dente.
(5) Questa teoria delle facolt della mente
un chimico che gli paia della sua ragione vaga e generale di iroppo manca per verit
della legge di coesione, che cosa risponde di vatore scientico. Ci vuole sforzo per adat
rebbero.
tartla ai fatti, e questi pure bisogna forzare.

EC

EC

359

n Laonde nella sensibitit avvi neces di Dio. Essa le necessariamente identi


ca; ed umana sol perch appare nel
sariamente:
n L Uegoismo, che potenza di con Puomo, fenomeno necessario di Dio.
centrazione; unit e innito:
n a? La simpatia, potenza despansio
ne; variet e nito:
n a! Lalleanza o combinazione delPe
goismo colla simpatia; rapporto delPunit
alla verit.
.
n Quindi nella ragione trovasi di ne

n VIll. Lapparizione di Dio nelPuomo,

merc della sua ragione, X070g o it suo


verbo, Poggetto del domma di Dio fatto
uomo o della ragione incarnata, del Ver

bo fatto carne. Tale incarnazione ne

n s. Lunione della spontaneit e della


riessione; relazione delP innito al lini

cessaria perenne , universale o cattolica,


essa accadde sempre nel passato in cla
scun uomo, in ciascuno istante della vita
dogni uomo; essa ha, del pari, sempre
luogo nel presente, avr pur sempre luo
go nelPavvenire. Tutti gli uomini sono
fratelli'del Cristo, val dire ci che it ca
techismo insegna di lui soto rigorosa
mente vero di ciascun di essi.
n Senza Papparizione del divin Verbo
in carne umana o senza Pincarnazione

to. - La spontaneit rivelazion primi

della divinit nelPumanit,questa sarebbe

tiva, fede, religione, poesia e inspirazio

vite, picciola, degradamento e nulla. Ma


ll Verbo, incarnandosi in essa, Pebbe no
bititata, aggrandita, ristaurata e riscattata.
Questo riscatto forma Pobietto del domma
della redenzione, identica alPincarnazione
e, comessa, necessaria, perenne, univer
sale o cattolica.
n E questo Verbo redentore e incarna
to, Dio tuttinsieme ed uomo, sostanza
divina in umana forma, ente innito ,
eterno, immenso, in un fenomeno nito
passeggero e tocale, altresi it mediator
necessario tra Puomo e Dio. Nessuno pu
andare a Dio fuor che per mezzo del cri
sto; che quanto dire che ciascun uomo
si collega a Dio per via della ragione, che

cessit:
n l. La spontaneit, che vede Poggetto
intero con una vista totale e sintetica;
unit e innito.

n 2." La riessione, che to vede parte


a parte ossia analiticamente; variet e

nito.

ne; la riessione o esame della rivelazio


ne, scienza, tosoa, prosa e meditazione;

la terza combinazione delPinspirazione


e della meditazione, della rivelazione e
delPesame, della scienza e della fede,

della religione e della tosoa, della poe


sia e della prosa.
9 Il perch tra i sistemi tosoci par
toriti dalla ragione avvi necessariamente:
n l." liidealismo, che vede soltanto la
mente semplice ed una; unit e innito:
n 2." Il materialismo; it qual non vede
che la materia multipla e plurale; variet
e nito:
n 5. La concitiazione dei materialismo
e delPidealismo; rapporto del tinito e
delPinnito.
n Finalmente le leggi della ragione; i
cui elementi o le sue idee sono necessa
riamente.

it 1070g o it verbo. llla it Verbo era as


sai tempo prima che nascesse Abramo e
continua ad essere con ciascun uomo in

sino alla ne de secoli; perocch it ver


bo P uomo stesso, e Puomo e it verbo

son Dio.
n l. L uno e tinnito.
n Si fatto it sistema del sig. Consin...
J- n 2. il variato e it nito.
i) 5." La relazione delPuno al variato , A quante obiezioni non d esso appiglio,
delPinnito al nito; e tutte le cognizioni e tali da non potersi guari sostenertto in
o scienze umane non sono che it neces veruna. delle sue partii...
n Un grave male intellettuale cagionato
sario svolgimento di queste idee, elementi
e leggi (l). Perocch la ragione che dicesi dal sig. Cousin fu, non ha dubio, quelto

umana o delPnomo non pu esser distinta di aflorzare,nella giovent che Pudiva o it


dalla ragione che si chiama divina ovvero leggeva, la tendenza, oggidi commune, di
starsene pago a grandi parole non punto
(-1) Se si rimane nel vero, ci vuol dire intese, di fav ellar soto con formule o prin
soltanto che gli oggetti da noi percepiti sono cipii assoluti e proferir in tuttocerte vaghe
niti, che ciascun fessi ci suggerisce Pidea e generali osservazioni che non difettano
di qualcosa dinnito, e che noi concepiamo di bellezza , ma la una bellezza sterite e
gli oggetti niti come esisienii nelPinnito e che nasconde troppo spesso una reale igno
per P innito: ma quanta distanza tra queste ranza sotto un falso sembiante di scien
proposizioni e quelle che costituiscono le scien
za, i cenci della miseria sotto Porpelto,
ze umanei o di che scarso aiuto tor tornanol...
E sono inoltre la principai base del sistema del ciartatanom. ll sig. Cousin, che andava

di Cousin.

fornito a dovizia di quanto bisognava per

360

EC

EC

combatter con vantaggio contro un tal Monsig. Ctauset de Montals, vescovo di


dispotismo, ha curvato it capo, ha sacri Chartres, it quale avea sostenuto in faccia
firato alla moda, e, con far ci nelPalto al publico che le nuove dottrine toso
seggio in cui trovasi, accresciuta riputa che eran tutte tinte, tutte penetrate di
zione al falso Dio e renduto impresa pi panteismo, conful la strana pretensione
malagevole it gittarne Pidoto a terra. ll del sig. Cousin.

vero Dio gli perdoni!


n I risultati del suo insegnamento riu
scirono eziandio funesti, in alcun punto,
alla morale. La sua dottrina del panteismo
falalistico ed ottimistico tende nulla meno
che a soffocar la virt nel suo principio,
che la credenza al dovere di tottare con
tro la sventura ed it male. in questa totta,
nobitmente sostenuta, sta la bellezza del
carattere: troppi furon cotoro che avvi
sarono imparar da Cousin a tenerta come
una chimera e una bagatella, e che ope
ran conformemente a tal toro concetto.
n Per ultimo, dal lato della religione,

u lnanzi tratto, cos quel prelato, Pau


tore si lamenta che ta dottrina sua sia stata
tassala di panteismo. Afferma colla mas
sima franchezza e risoluzione avertto s,
per opposto, combattuto. Questa prima
contesa agevole a decidersi mediante
Pesame dette sue opere.

nConsultinsii suoi Frammenti (pref.);


ecco le sue parole, alle quali domanda si
badi con molta attenzione. - ll Dio della
coscienza non un Dio astratto, un re

solitario, relegato al di t della creazione,


sul trono deserto duna eternit sitenziosa
e dunesistenza assoluta che somiglia al

egli giunto a far non altro che degli atei, nulla stesso delPesistenza; un Dio tut
partando malamente cristiano e parodian
do it caltolicismo. Non pochi de suoi di
scepoli si fecero sansimonisti. I,
Joufroy, un dei primi discepoli di Cou
sin, mori nelto scetticismo; e in un suo
scritto postumo, che fu mutitato per al
tenuare la forza di sue confessioni, narr
egli stesso come avesse smarrita la fede.
A ne di stornar Pimpressione prodotta da
questo scritto, it sig. (Iousin, nella prefa
zione dun suo lavoro sui Pensieri di la

insieme vero e reale , tutP insieme so


stanza e causa, sempre sostanza e sempre
causa, essendo sostanza sol perch causa
e causa sol perch sostanza, val dire es

sendo causa assoluta, uno e pi, eternit


e tempo, spazio e numero, essenza e vita,
indivisibitit e totalit, principio, ne e
mezzo, in cima delPessere e nelP imo gra
do di esso, innito e nito tutPinsieme,
tripto nalmente, cio Dio, natura e uma

nit ad un tempo. Infatti, se Dio non


scal, rappresent siccome degno di viva tutto, non niente; se assolutamente in
approvazione e sopratutto come affatto or s divisibite, inaccessibite e, per conse
todossa la tosoa del secoto XIX: a udir
lui, e parrebbe che noi camminassimo
entro un buio profondo che avea bisogno
desser diradato dal genio denostri to
so contemporanei. Nella detta prefazione
it sig. Cousin, che venne continuamente
ripetendo la creazione esser necessaria

guente, incomprensibite, e la sua incom

prensibitit per noi la sua distruzione.

n Ponderiamo tutte le parole di questo


periodo,ad eccezione delle prime, che son
quasi enimmatiche e sopratutto assai so
spette. l membri della frase che viene
appresso, essendo perfettamente chiari,
(Fragm, t. l,avvert. p.xxn;pref. de la 2 ci dispensano da quesP esame. lddio
dit., p. 2o), che in Dio la potenza di pro tempo, spazio e numero. La questa
durre sempre in alto; it sig. Cousin, che unasserzione ben franca; che prova se
giugne al punto dusar le seguenti parole ne d? Nessuna. llla perch it tempo, to
energiche che nulla pi: Non punto spazio e it numero hanno conni e non
pi possibile siavi Dio senza mondo che ponno entrare in una sostanza semplice,
mondo senza Dio (Fragm., t. 1, pref.), si comincia a dichiarare con ci it pan
torna su Pargomento, si riduce a dire che teismo che celasi in mente.m Dio in ci
tutto it mondo dice e pensa che, avendo ma delPessere e nelVimo grado di esso.
lddio creato, egli forza che siavi stata Posson dunque darsi varii gradi di essere,
convenienza in quesPuso della sua po gli uni superiori agli altri nella suprema
lenza e fecondit. Ottimamente. llla egli perfezione? Da unaltra parte qual il pi
aggiugne che partando in tal guisa non fu basso grado delPessere? Quelto senza du
veruna concessione n, per conseguente, bio decorpi rozzi e materiali sparsi nelPu
veruna ritrattazione; che Popinione da s niverso. Questi corpi costituiscon dunque
manifestata non altro che to sviluppo parte delPessere divino. it medesimo er
regolare de suoi pensieri precedenti, p. e. rore.... Dio tutVinsieme innilo e ni
di questmNan punto pi possibile slavi to. Ecco, per fermo, it pi mostruoso e nau
Dio senza mondo che mondo senza Dio. seante accoppiamento di parole di cui per

EC

EC

364

avventura si abbia esempio; perocch gli cava il mondo non dat niente, che non
chiaro che un ente nito sotto un rap , ma da s, che Vesistenza assolula.
porto non innito nella sua essenza. Ma Introd. Vhist. de la philos; lezione v.
quando pretendesi che Dio sia invitup

Posciach lddio non trae it mondo dal

pato nella materia e che questa formi niente per la ragione che non , to trae
parte della essenza di lui, Punione di que
ste due parole sembra, a primo aspetto,
urtar meno. Perci a questo stato riduce
Pautore la divinit. Tengon poscia dietro
espressioni cotanto ardite che it lettore
non crederebbe agli occhi proprii se la
chiarezza e precisione de termini non
rendesse impossibite it prendere abba
glio: Dio triplo, nalmente, cio, lut
la un tempo, Dio, natura e umanil.
La dottrina del Dio-universo balza da que
ste parole dun modo si vivo e spiccato
che anche un fanciulto la scorgerebbe sen
zaltra spiegazione. il primo ente ad un

dunque da una cosa che , vai dire da


una sostanza effettiva, reale. Or nelPistan
te che ha preceduto la creazione, altra
sostanza non ci avea che la divina: onde
ne segue che Dio ha tratto le cose tutte
create dalla propria sostanza: e siccome
questa sostanza adorabite semplice, in
divisibite, immutabite, inalterabite, inca
pace insomma di trasformazione, bisogna
di necessit conchiuderne che tutte le
cose da lui prodotte partecipano della sua
sostanza , son la sua sostanza stessa; si

che tutto Dio nelPuniverso. Per quante

sottigliezze s imlnaginino, non verr fatto


di sottrarsi a questa conseguenza.
gar meglio che le cose tutte esistenti non
n ChindiamquesParticoto con un indizio
formano che un tutto unico? Nondimeno tutPaltro che oscuroessuno ignora avere
Pautore sa trovar nuove espressioni per to Spinosa dato it suo nome al moderno
presentare to stesso pensiero. Se Dio non panteismo. Ora, it capo delPaltuale scuola
tutto, ei non nulla. La questa co Iosoca- d a vedere per quesP Ebreo
me Pimpresa e la parola dordine de pan olandese una preditezione o, a meglio
teisti. Si, se Dio non rettite, tigre, pan dire,un entusiasmo che segno duna viva
tera, non nulla. Bestemia orrenda, e cui simpatia. Non pu non destare un estre
tuttavia dee di necessit proferire chi so mo stupore it giudizio chei reca di quel
stien Popinione di cui qui si discorre. Puomo. E pare che Punico difetto da esso
Lincomprensibilit di Dio per noi la in lui scorto sia Pesere stato troppo re
sua distruzione. Ma, per confessione di ligioso. Ben lungi dalfesser ateo, dice
chiunque appena appena rietta, la cosa gli, lo Spinosa lalmente compreso dal
appunto tutto al contrario.
sentimento di Dio che viene a amarrir

tempo Dio, natura e umanit. Come spie

n Qual mente infatti la quale non sia quello delfuomo; eccesso di cui non si
persuasa di questa verit, che viste nite sarebbe creduto fosse capace. it suo libro,
come le nostre troppo son cortea pene aggiugne it nostro scrittore, in soslanza
trar tutti gli abissi delPinnito? Dai che un inno mistico, uno stancio e un so
consguita che se Dio venisse da noi com spiro delfaniina verso colui che solo pu
preso, innito non sarebbe, quindi non dire a buon drilto: Io son quegli che
Dio. Ma no; Pautore de Frammenti, co sono. S, certo, Spinosa canta colui che ,
me si scorge in tutti i suoi libri, non vuol ma che alla maniera depanteisti; ch,
ci sieno misteri per Pumana ragione: So quando si tratta di Dio, altro non ne co
stiene egli che essa pu abbracciar tutto nosce PEbreo di Amsterdam. Par lnaniie
quanP P innito. Che risulta da ci? sto che soto un tosofo addetto alla stessa
Chegli pareggia it nostro intelletto alla scuola possa venir ditettato e quasi ra
sapienza increata, to divinizza e, senza pito da tal mistico canto. Odansi nalmen
pensarvi per fermo, erge Pesecrando al te le parole pi strane, cred io, che mai
siensi lette. Partando delto Spinosa it no
tare della dea Ragione.

n Ecco ben chiaro in ogni sua parte it stro scrittore dice che Pautore a cui pi
senso di quel lungo periodo. Affermo iran somiglia. quel preteso ateo Vignola au
camente non essere mai stato enunciato tore delllmitazione di G. C. , Fragm. ,
it panteismo in maniera pi esplicita, pi t. it. Onde Puomo venerabite, pio, danima
chiara, pi categorica. A nessun lettore e mente cotanto sublime, commendato da

potuto sfuggire essere it nostro titosofoin

Fontenelle, ammirato da Leibnitz, it ri

saziabiie di ripetizioni e gure per dar tratto delH-Ibreo apostata, dun empio da
pi vigorosamente risalto a questa depto due secoli aborrito da ogni popoto ridotto
rabit dottrina. Aggiugniaino, quantunque a civitt! E come rimanersi dal credere
non faccia mestieri, qualche altra prova. che it suo caldissimo panegirista ne ap

n lddio , secondo to stesso scrittore, provi e partecipi le opinioni?

362

EC

EC

n Si dir per avventura chegli ha pi ella cosa chiarissima che tra due dot
volte disapprovato cotesto sistema del Dio trine, Puna delle quali fa contro a tutte
universo. Ma, primamente, dire it pro e le passioni, Paltra le lusinga, tra it teismo
it contro non ritrattarsi, sopratutto al p. e. che ci mette al disopra del capo un
orc h si persiste a dirtto sulto stesso su padrone, un giudice formidabite, e it pan
bietto... Si rittrattato; ma di qual modo? teismo che ci addita un Dio impacciato
chi to crederebbe? Tatora, nel mentre nella materia e, per ci stesso, impotente
stesso pretende disapprovare la sua pro e come stupido, non ella cosa chiaris
fession di fede panteistica, la rinova e sima che, in quesPalternativa, non pochi,
conferma. Eccone un esempio tale da ec o abbandonati alle itlusioni della giovi
citare una viva curiosit. In una delle pre nezza, o poco isttrutti o non guari com
fazioni che stanno in fronte alla terza edi mossi da ci che riguarda Dio e la salute
zione, it tosofo onde discorriamo ribatte dellPanime, lasceranno it sistema che tor
alla prima con fuoco P accusa di pan d molestia per abbracciare con ardore
teismo. Getta egli cosi di passaggiofquelle quelto che scioglie le redini alle toro ten
tristi parole, che it suo Do non il Dio denze e ne fa lecito ogni eccesso , ogni

morto della scolastica (quasi che la scuola impeto e capriccio? u.


I La impertanto cosa innegabite che
vivo in fuori de cristiani), e dopo una in tutte queste dottrine, che pur si ama ap
spiegazione tutta catore in forma dapo pellar tosoche, domina it panteismo; e
togia, fa unorribite ricaduta, cio richia una circostanza che importa essenzialmen
ma it gran periodo pi sopra citato , si te di notare cresce non poco la prepon

avesse mai riconosciuto altro Dio dal Dio

fonda su quel passo e to confessa di bel deranza data a cotesta dottrina nei libri

nuovo anticamente. Vero che un mezzo delPautore. 0vegli, infatti, avesse abiu
rimorso to costringe a fermarsi dinanzi a rato tal mostruosa opinione, e pare che
queste fatali espressioni: triplo nalmen sarebbe sopravenuta in lui stesso la ma
fe, cio, ad un tempo, Dio, tintura e uma raviglia delto aver potuto abbracciarta e
nil; ma cita tutto quel che precede. Or farsene campione, che avrebbe gemuto in
it dire che Dio tempo, spazio e nume suo cuore al vedere quanto avea avuto la

ro, che nilo e innilo, ec., gli un sciagura di scrivere con quelPintento, che
esprimere ad esuberanza la dottrina del
panteismo. in questa guisa ricade egli
nelPabisso cui pretende d aver sempre
cansato, e vi tratto di bel nuovo da

avrebbe bramato cancellartto colle proprie

lagrime e procacciato distruggerne ogni


vestigio. Ma la bisogna and appunto al
contrario: egli fe ristampare quel gran pe

obligo di sistema e dalPimperiosa pos

riodo in tulle le edizioni delle sue opere;

sanza del suo segreto e profondo pensiero.


n La questa, nessuno vorr negartto,
una maniera ben strana di correggersi.
Le altre ritrattazioni delPautore, le quali
non meritan guari questo nome, sono, per

almeno leggesi esso nella terza edizione,


uscita dodici anni dopo la prima, senza
che vi sia stata mutata sitlaba. Come con
citliare la sua resipiscenza con questa pre
mura si perseverante di rimetter sotto
gli occhi del publico un testo cui avrebbe
dovuto aver caro cotanto di trgli dinanzi

verit, daltra indole; ma son vaghe, in

dirette, mal appoggiate, per nulla conclu


denti. Da ci ne segue che, se tali modi e fargli, s era possibite, affatto dimenti
cazioni scemano alquanto di nerbo al care per sempre?
n Si veggon queste cose e si confron
gran periodo p. e. da noi pi sopra re
cato, dove si professa it panteismo con tano, e se ne traggono di ben tristi indu
tanta precisione, pompa e solennit, dal zioni: non egli di fatto visibite che Pim
tro lato quel periodo colla somma luci pressione prodotta da cotesti libri in
dezza e forza di sue espressioni viene a proporzione di tutte queste circostanze ?
distruggere tutto it vatore di tali smorte E quanto malagevole che un giovine in
e incompiute dichiarazioni, nelle quali lspecie, it qual letti li abbia di buona fede
daltora in poi si ha ragione di pi non e prendali per norma de proprii giudizi
ravvisare che palliativi, palinodie con e credenze, non si parta da s- fatta let
ccrtate e ben poco di fede meritevoli. tura col panteismo nel cuore o, per Io
Dassai gran peso, a parer mio, questa manco con una preditezione non lieve per
osservazione; e quandanche i due ter questo detestabit sistema!
n Dotorosa una tal conseguenza; ma
mini opposti di tali contradizioni fossero
duneguale energia, che ne risulterebbe? riesce essa tale ancor pi quando si con
Il lasciarsi dalPautore a ciascuno la scelta sidera che it panteismo torna , in certo
de due partiti diversi o contrartl. Ma non senso, pi pericotoso e funesto alla societ

EC

EC

363

delPateismo stesso. Lateo si sta contento na religione credutae rispettata dal mondo
a riguardare it delitto siccome cosa indif- tutto?
ferente, e la sua cecit non va pi oltre;
n Proseguiamo, comech a malincuore,
ma Poplnione del panteista, it qual cre
desi una porzione delP essenza eterna ,
rende agli occhi di lui degno di rispetto
ogni atto chei faccia, ne sancisce gli er
rori, ne santiiica tutti gli eccessi , ne di

un esame cotanto dotoroso ed offensivo


per la nostra fede. Se diam retta a costo
ro, la vera rivelazione la ragione , to
spettacoto della natura e Pimpressione che
produce nelP anime nostre, Essai sur

vinizza i pi neri e abominevoli attentati. Vhist. de la philos. en France au XIX


Chi non freme a tal passo, chi non vede sicle, del sig.... professore di tosoa. La
il rischio spaventevole di tali impressioni ragione, cos essi, letteralmente una.
accolte da tanti lettori? E come calcolare rivelazione; ella il mediatore necessa
i mali che sovrastano a una societ nel rio tra Dio e Puomo; ella quel verbo
cui seno le dottrine in discorso, anco tra incarnato che fa le veci ifinterprele a
visate, si ditionderebbero per mitle canali Dio e di precettore alfuomo, uomo tut
e sotto la tutela dun titoto specioso e ono Pinsieme e Dio... il Dio del genere uma
no. Ma due mediatori divini dar non si
revole?
n Se le pi sublimi, le pi venerande ponno (ch la toro duplicit tornerebbe
verit furono con tanto pericoto, con tanta inutite , e simpaccerebbero in tal qual
audacia assalite da tosoti del giorno, ho modo Pun Paltro) n due verbi incar
io mestieri di dire non aver eglino per nati; Pimpero delPuman genere non pu
donato punto pi ad altre verit che da esser diviso tra due lddii diversi. Ne se
quelle derivano? di far vedere in qual gue che la ragione tutto, ch ella toglie
guisa trattisi da toro it cristianesimo? Da di mezzo G. C. e che it culto di questo

quanto gi si veduto gli facite itgiu

Dio salvatore non altro pi che unal

dicarne. ll pi augusto articoto di nostra legoria, una nzione, un milo. Ecco la


fede, la Trinit, nelPUnit della quale ado sostanza del tor sistema , la deicazion
rasi da noi it Padre, it Figliuoto e to Spi della ragione e Pannichitamento che ne
rito Santo, che esso mai per costoro? consegue del cristianesimo. Questa inten
Non ci veggon eglino, gi it dicemmo, che zione, bene o mal mascherata, scontrasi in
il Dio triplo, che , tutfinsieme, Dio, tutti tor libri. Ci prova chessi si sfor
natura e umanil. Che diviene, dopo zano di celare , almeno per met, ootali
ci, Pincarnazione della seconda Persona, mostruose fantasie... S, a questo intento
la redenzione , la religion nostra tutta hanno inventato uno stratagemma, per
ben gotio; ed eccoto.
quanta?
n E non tutto. Qual discepoto del Van
n Sotto la denominazione di mistici
geto non gemerebbe profondamente al leg smo, termine di convenzione col quale
gere le seguenti parole: La losoa sogliono indicare la credenza delle cose
paziente; beala di veder le masse nelle sopranaturali e de misteri, e cui esten
braccia del cristianesimo , si contenla dono al culto protestante, perch in que
di stendergli benignamenle la mano e sto si ha la debolezza di credere in G. C.,
aiularto a levarsi ancor pi alto. In sotto it veto di questa denominazione in
trod. Vhist. de la. phit., lez. u. Insul sultano la religione del Cristo, la scher
tante e beffarda compassione la questa. niscono, la negano, la vitipendono, la fan
Vedeteto compiacersi di gittare un sguar segno alle calunnie, la caccian fra it po
do benevoto sulla religion cristiana, di poto e fra le masse; se ne giovano come
adattarsi, rappicciolirsi, per discendere in di termine opposto alla ragione, alla ri
sino ad esso, degnarsi prestare it suo ap essione; sentenziano aver essa nito it
poggio al cristianesimo, tanto meritevole suo tempo (donde s avrebbe a inierire
di compassione, padre di si poche splen che G. C., it qual le promise una durata
dide virt, difeso da un si scarso numero perenne, ha gabbato it mondo); nalmente
duomini sopreccellenti e che ha fatto si quando le voglion fare it maggior onore,
meschine conquiste nelPuniverso. Gli ten dichiarano fastosamente chella it foriere,
de benignamenle, caritatevolmente, con Pimagine vuota, Pinvoglio della tor to
toccante condescendenza la mano, e a che soa, la quale quanto prima trionfalmente

ne? di levarto pi in atto. E sin dove dar principio a unera fortunata di li


vuol egli fartto salire? Ben si pu presu bert senza impacci, di schietta felicit,
mere, no alPaltezza della sua tosoa. former Punica religion vera. Noi ci aste

Noi la conosciamo gi. Non questo un niamo dal qualicare questa presunzione
beffarsi, senza un riguardo al mondo, du e pazzia.

EC

EC

n Che nella mente toro ci che si ri


ferisce alPesistenza e alPimmortalit del
Panima? inanzi rispondere, dobbiam av

siccome strumento d'azione perch pos


sa esser tratlato con indi/fcrenza. Non

364

vertire essere stato da tor trovato un me


todo che chiamarono psicologico; futite e
perniciosa novit che consiste a trasferire
it gran mezzo di conoscere datoci da Dio
dalla mente al cuore e dalPintelletto alla
coscienza. Per tal maniera hanno essi tra
volto Pordine e la destinazione delle facol

gi che in s stesso abbia dirilto a cure


a lui particolari, essendo in s cosa pu

ramente sica. Essendo esso un effetto


dewordine, una parte del mondo, alto
di demenza sarebbe e quindi in lal qual
guisa un male il disttruggerto senza ca
gione e mulilarto per mero capriccio.

Nondimeno, alla n ne, non ci sareb


t onde ci ha forniti it Creatore. llla lddio be delilto n ingiuria; sarebbe un of
vendica Popera sua, chi vi ponga mano; fesa falla alla natura, non a un essere
chiesero eglino lumi a tal metodo, n al morale. Essai sur Vhist. de la philos.
tro ne conseguirono che abbagli, errori e en France au XIX sicle, t. ll. Di questo
tto buio. QuesPosservazione confer modo una dottrina rigettata con orrore
mata da un esempio decisivo, osiam dir dalla religione , da tutti quanti i secoli
to, e che si riferisce alla verit in discor e le nazioni, dalPistinto medesimo de
so, cio alla spiritualit delPanima. touf bruti, una dottrina che gitta nella deso
froy ha confessato palesemente che it dom [azione innumerevoli famiglie e ci rende
ma onde partiamo non trovava n prova al presente to scandato del mondo, vien
n appoggio di sorta nelPattual scienza consecrata e suggellata dalnsegnameiito
tosoca. Non fu potuta negare se non se di tali che savvisano daver soli fra noi
con incredibite audacia, come fu fatto, la it supremo governo del pensiero e su cui
realt di tal confessione espressa ne se riposano i futuri destini della Francia. La
guenti termini formali che nulla pi: Egli cerano costoro o, a dir meglio, imbrattano
mestieri lasciar dormire cotesla qui tutto quanto it codice della iuorale, ne ili

stione (delP immaterialitt ed immortalit sttruggono la santit tutta de precetti,


delPanima); nel presentestato della scien guastano ogni massima di felicit in esso
za non si pu essa n anco proporre. contenuta, ne fanno una sorgente di sangue
Esquiss. de philos. mora, pref. del trad. e di lagrime. Ecco impertanto a che si ri
Oggidi noi ne sappiamo qualcosa di pi; duce cotesta tosoa. Non altro essa
e dalle rivelazioni fatte dopo la morte che un ammasso dintolerabiti temerit,
delP anzidetto autore abbiamo appreso di falsi principii che assalgono sacritega
che it metodo psicotogico non Pavea po mente Pessenza e le perfezioni di Dio,
tuto rattenere ed anzi Pavea messo in sul che abbattono it domma delP immortalit
pendio d un pirronismo universale, in delPanima, che annientano it cristianesi
seno al quale si spense quella vita tutta mo, sbandiscon dal mondo la virt e di
struggono ogni regola de costumi.
data alto studio e al meditare.

n Che dir della morale? A che la ridu


cono essi? su qual base la fondano? Le tol

n Ora noi domandiamo: P indole di s


fatti scrittori, considerati come scrittori

gono ogni vigore, ogni sanzione. E cos e toso (ch io nulla dico di toro qualit
disarmato di qual virt pu esser seme? private), la costoro indole merita essa che
quai vizii vale a frenare? qua disordini a si afdino ciecamente alle tor mani ipi
impedire? Un orribii agelto va desolando preziosi tesori della patria, la futura gran
la Francia, suicidio. Oppongono essi al
cun riparo o preservativo a quesPatto spa

dezza e felicit di lei, la sorte duna re


ligione che fu si lunga pezza it suo soste
ventevole di disperazione? Al contrario, gno, la sua gtoria, Poggetto della vene
vi danno agevolezza e coraggio. Con quel razione e delPamor suo? Che maniera di
tor pantesmo e materialismo, se vuolsi, tosofare la toro? dove sta la tor togica?
con quel toro spiritualismo che non trae dove la connessione, Pimportanza, Puti
seco veruna obligazione morale, pongono lit di tor massime? Qual rispetto hanno
it pugnale in mano alto sventurato che si eglino per le leggi onde fu sempre rego
squarcia it petto, a ci spinto dalla fune lata la ragione? ll sa chi li ha tetti ap
sta toro dottrina pi che da vani dispia pensatamente. In generale si tengono essi
ceri e i quali avrebbero spesso trovato dispensati dal provare che che asseriscono,
un facit rimedio. Vuolsene la prova? Ec e accade spesso che, in vece daddurti di
cola nelle seguenti nauseanti parole del mostrazione, ti vengono inanzi con un tor
pi volte citato professor tosofo: Il cor rente dasserzioni assolute, tPespressioui
po vincolato alfanima per troppo in iniutelligibtti, di gure violente ad effetto
time relazioni e le troppo necessario di stordir it lettore, di togomachia, di fra

EC

EC

365

seotogia vuota e fastosa , di giri sostici di sopra de patrfarchi d Alessandria e


per mostrare, nascondere, riprodurre, na dntntiochia, da quali, come pur da papi,
sconder di bel nuovo proposizioni con inutitmente fu riclamato contro tal muta
trarie alle opinioni generali e vere. Oltre mento di disciplina.
questa essibitit e disinvoltura, gli scritti
Nel concitio di Calcedonia, a. Asi, I sa
toro van distinti principalmente per una cerdoti e i diaconi della chiesa dAlessan
pi o men densa oscurit. ll perch non dria presentarono al papa s. Leone, pre
raro trovar gente di criterio che, dopo sidente a quel concitio, per mezzo desuol
studiati tor libri con vera brama distruir legati, un istanza colla inscrizion seguen
si, confessano come tal lettura stanchi or te: Al santissimo e beatissimo patriar
ribitmente it cervelto, n altro vi lasci ca ecumenico della gran Roma, Leone.
che una spossatezza opprimente e tene Quindi i vescovi di Costantinopoli presero
bre. Le quali tenebre, per sciagura, non essi pure it titoto di patriarca ecumeni
sono sempre impenetrabiti, e le passioni co, sotto pretesto che fosse stato dato a
vi san leggere per entro pur troppo. Tali s. Leone , comech quel santo pontece
dottrine sono affatto indegne del nome di non se Pavesse mai attribuito. La. M8 it
tosoa: anzi che itluminare la mente,non vescovo di Costantinopoli Giovanni lll e,
altro vi fan sorgere che dubii, perples nel 5se, Epifanio portarono un tal titoto:
sit crudeli, una orribit confusione didee. ma Giovanni VI, sopranominato it Digiu
Ben vengono qui opportune al caso le natore, se l prese con pi solennit an
parole delPApostoto: Videte ne quia vos cora in un concitio di tutto Portente da
decipiat per philosophiam et inanem lui convocato nel i587 senza partecipazio
fatlaciam. Coloss. n, 8. Tale per ap ne di papa Pelagio ll; it quale non meno
punto it carattere di cotesti sistemi, ab che it suo successore Gregorio magno eb
belliti oggidi dun nome che tor non s'ad bero condannato inutitmente quel proce
dice; simigliantt a que vasi su cui suole dere, ch i patriarchi successi a Giovan
inscriversi un nome pomposo per far cre ni conservarono sempe quel titoto, e se
dere altrui che contengano di rare e pre ne vide uno assumertto nel concitio di Ba
ziose essenze, mentre in realt non rac sitea Pa. 11.51.
Questo qualicativo non sol dee la sua
chiudono che meschina polvere commi
sta tatora a mortal veleno. n
origine alla superbia ed ambizione degli
ECUMENICO. Signica generale od uni individui test ricordati ma riesce oltre
versale ed voce derivante dal greco ci equivoco. E valga it vero, sotto it no

oxoupvn, la terra abi/ela od abilabile, me di patriarca ecumenico pu intendersi


quindi tutta la terra. Onde concitio ecu
menico vien detto quelto al quale siano
stati presenti o almeno chiamati i vescovi
tutti della chiesa cattolica. V. Concuao.
Qualche volta gli Africani ebber data que
sta denominazione a concitii composti sol
tanto de vescovi di tutta PAfrica.
Non pochi patriarchi di Costantinopoli

o quegli che stende la sua giurisdizione


su tutta universalmente la Chiesa; o que
gli che si tiene per unico vescovo supre
mo e riguarda gli altri meramente come
suoi vicarii o sostituti; o nalmente que
gli la cui autorit sallarga sur una gran
parte del mondo, pigliandosi la voce greca

oixoupw, non pel mondo intero, ma per


si attribuirono it titoto e la qualit di pa, unampia estension di paese, come veg
triarchi ecumenici, e ci nacque dal fatto glam aver fatto s. Luca, c. 2, i l. Il pri
seguente. Altorch Costantino ebbe tras mo di questi tre signicati, che it pi
ferita le sede imperiale a Bisanzio, da ovvio, fu adottato dal concitio calcedonese
lui denominata Costantinopoli, dichiar altorch reput ben fatto che si desse quel
che quella citt godrebbe di tutti gli onori, titoto a s. Leone. I patriarchi di Costan
diritti e privitegi gi accordati alPantica tinopoli pigliarontto indubitatamente nel
capitale delPimpero. ll perch i vescovi terzo senso, a n di attribuirsi la giuris
di Costantinopoli si diedero a credere che dizione sulPintero oriente, a quella guisa
dovessero avere su tutto Poriente la me che it primo dottore di tor chiesa appel
desima giurisdizione che dai ponteci ro lavasi dottore ecumenico. Mal per sap

mani esercitavasi sulPoccidente. La. 581, ponevano se con ci pretendeano esclu


it primo concitio tenuto in Costantinopoli,
che it secondo generale, sentenzi col
suo terzo canone che it vescovo di Costan
tinopoli avrebbe le prerogative donore
dopo quelto di Roma, per esser quella la

dere i papi da qualunque giurisdizione


sulle chiese orientali, come fecero dappoi.
il secondo senso manifestamente assur

do; e tuttavia quelto che s. Gregorio it


grande sembra avere attribuito ai patriar

nuova Roma; onde si trov collocato al chi di Costantinopoli, conciossiach egli


Baucin8. Vol. Vl.

4G

366

EG

EG

dica it titoto di patriarca ecumenico esser ma della creazione, che non ha coscienza
bestemia contro it Vangeto ed i concitii , di s stesso, che s non conosce e perci
e quegli che Passuma creder s unicamente che non esiste ancor tutto intero.
vescovo e privar gli altri tutti di tor di
Lidea esce da s medesima per con

gnit, la quale distituzione divina.


Attualmente tutti i patriarchi greci pi
gliano it titoto di ecumenico, come i pa
triarchi giacobiti, nestoriani ed armeni si
danno ll qualicativo di cattolico , che
val del pari universale; universalit per
che stendes soltanto sulla tor setta. Du
cange, Glossar. tatin.
l protestanti, che riferiscono con com
placenza cotesta pretensione de patriar
chi costantinopolitani perch la fu un vi
lipendio pei papi, son per altro costretti
a confessarne le funeste conseguenze. Di
qui ebbero origine tra que patriarchi e
quelli dntlessandria Podio c la getosia
che proruppero nel secoto V, dopo it con
citio di Calcedonia per to scisma di Dio
scoro e degli eutichiani. Di qui i primi
semi delto scisma tra la chiesa greca e la
latina cominciato da Fozio al secoto lX e
consummato nelPXIda Michele Cerulario.
Da quel punto i greci, privi delPaiuto de
latini, non valsero pi a difendersi con
tro i Turchi, che li opprimono. Mosemio,

templarsi; essa diviene idea per s: Dio


che pone per obietto s stesso e si fa me

diante la cognizione che di s acquista.


Poscia Pidea manifestata nel mondo e
per mezzo della storia, torna a s, alPidea
in s, ma colla esperienza e conoscenza
di s medesima, e questa la consumma
zion delle cose o it compimento di Dio.
Tre termini quindi nelto svituppo del
Puniverso: la lesi, Pantilesi e la sintesi.
Ma Pidea e la realt essendo identiche,
perciocch questa Pesposizione di quella,
la scienza unica quella delPidea e del

suo svituppo o la togica, che la sola re


ligion vera e pura; giacch essa sola uni
sce o lega alPidea, che Dio.
Ecco di qual modo la tosoa al di
sopra della religione e le stende la mano
per aiutarta ad inalzarsi; perocch it vero
o Pidea pura al disopra del santo, che
n una forma, unespressione: e cos
tutti i dommi del cristianesimo sono sim

boli della verit in s, e i racconti biblici


non altro che allegorie o miti.

Onde la Trinit la tesi o Pidea in s,


Hist. cccles., sec. V, part. n, c. 2, S l;
sec. IX, part. n, c. 5, S26, ec.
it Padre che non si conosce per anco;
llla i greci, nonostante Panimostt toro Pantitesi o Pidea per s, it Figliuoto nel
contro la chiesa romana, sentirono, al par quale it Padre si manifesta e contempla;
di questa, la necessit dun capo; onde at la sintesi, Pidea per s, che ritorna alPidea
tribuirono al patriarca di Costantinopoli in s, to Spirito Santo che unisce it Padre
unautorit pi assoluta sulle chiese orien al Figliuoto colPamore o it nesso togico che
tali di quella che anticamente esercita unisce it principio alla conseguenza, P i
vasi dai papi; e per tal modo condanna deale al reale, Pinnito al nito, Pincreato
rono e condannan tuttavia Panarchia in al creato, lddio al mondo. Dunque, come
fu insegnato e stampato in Francia, lddio,
trodotta dai protestanti.
ECUMENIO. Scrittor greco che sembra nella sua triplicit, Pinnito, it nito e
esser vissuto nel secoto X. Lasci com it rapporto delPintinito al nito; dunque
mentarii sugli Atti degli apostoli,sulle epi la creazione necessaria non solamente
stole di s. Paoto e su quella di s. Giacomo. perch Dio facciasi obietto di s o si capi
un compendiatore di s. Gio. Crisostomo sca, ma anche perch si faccia o diventi.
ll peccato dorigine e it male che ne
e nulla pi.
ii EGELISMO. Sistema di Hgel tosofo esce to stato naturale delPuomo, risul
tedesco , nel quale si spone it pi vasto tamento della creazione, non duna tras
e mostruoso errore che possa cadere in missione. Esso per P una parte la limi
mente duomo. Conciossiach Peclettismo, tazion necessaria della creatura, la sua
insegnato al presente in Francia, sia un naturale impotenza o it suo niente, altor
glio degenere, un prodotto bastardo di ch la si consideri separatamente dalldea
questo sistema , egli torna in acconcio it o dal suo principio, e per Paltra la spe
darne uno schizzo.... llgel pigli molto cie dopposizione in cui ciascun uomo ne
da Schelling, dice Cousin,Fragm. philos., cessariamente si coltoca rimpetto alPasso
pref. della 2.- cdiz.; io, siccome assai da luto altorch, acquistando la coscienza di
meno delPuno e delPaltre, ho preso da s medesimo, si statuisce per via della ri
amendue. n
essione in personalit propria e rompe

Secondo Hgel, tutto parte da un prin con ci, in quanto sta da lui, la sua es
cipio e ad esso ritorna. Questo principio senziale identit colPidea donde uscito
Pidea; Pidea Dio. Lidea in s Dio pri e alla quale dee far ritorno.

EG
[Rincarnazione del Verbo in G. C. it
momento in cui Pidentit di Dio e delPu

EG

367

Tale cronotogia lavoro di due storici


posteriori doltre dieci secoli a lltos, del

manit si manifestata alla coscienza uma sacerdote llianetone cio e diErodotoQue


na. In G. C., Puomo perfetto, giunta la sti, nel mentre si vantano davere attinto
Divinit alla coscienza di s stessa e disse alle stesse fonti, sconcordano in pi di
a s per la prima volta: Io son io.
settemita anni; la storia toro inoltre va
Il sacrizio di G. (Lcompintosi perla sua piena zeppa di tante favole e racconti mi

morte non it mezzo della risurrezione totogici da non meritar la menoma fede
delPumanit con Dio; Patto mediante it rispetto ai fatti che fan risalire cinque o
quale Pidea, dopo essersi manifestata nel
nito, torna a s stessa e fa dire alPuomo,
che rientra colla sua votont nel gran
tutto e si smarrisce nelP identit assolu

sei secoli pi su delPera nostra. Come in


fatti prestar credenza a storici che ci ven

gon narrando con tutta seriet come esi


stesse in Egitto un ordinamento politico

ta: Non son pi io (ego iam non vivo). gi da scassa anni, 50,000 de quali pel
La giusticazione una identicazione regno del sole e 4,000 per quelto de se
denitiva della mente umana colla mente midei? Anche Diodoro di Sicitia, Poti
divina, che to scopo e la perfezion della fate ed altri storici profani ne accertano
scienza. La scienza impertanto quella altro non riferirsi dagli Egizii che favole;
che salva; per essa soltanto si acquista la e adducono a toro scusa che da principio
vera piet, che consiste nelto astraersi da Panno egiziano constava soltanto d un
s stesso, nelto spogliarsi di s per ritor mese, giusta it corso della luna. Censori
nare alPassoluto, giacch la personalit o no , dotto cronotogista, dice che antica
Pio quelto che da Dio ne separa. L io mente Panno degli Egizii non oltrepas
la radice del peccato, e questo non pu savai due mesi, e it re Pison essere
venir distrutto che mediante Passorbimen stato quelto che portolto a quattro e nal
to delPio nito nelPi0 innito, del feno menteadodici. Che che ne sia di queste di
verse spiegazioni,ia discordanza degli sto
meno nelP idea, delPuomo in Dio.
Per tal maniera la tosoa alemanno . rici profani sulPautichit delPEgitto
ultima espressione della tosoa umana, chiara prova esser la testimonianza toro
ebbe travestito la parola rivelata e paro falsa o pel manco erronea e quindi non po
diato it cristianesimo, e, cosa ben da no tersi a medesimi dar fede di sorta in ma
tarsi, tutti gli sforzi della sua meditazione teria di cronotogia.
Scontti da questo lato, i difensori di
trascendentale andarono a nire niente
pi che in un cattivo commentario dei Manetone seran fatto riparo degli anti
chi monumenti le cui rovine coprono it
domma cristiano.

La questa la tosoa che si fece prova suoto dEgitto, e ne deduceano la vetust


della nazione che ti aveva inalzati; appel
lavansi eziandio agli avanzi astronomici
degli Egizii e sopratutto alle toro iscri
zioni gerogliche, le quali additavano con
gran vampo siccome caratteri misteriosi
stiano e della fede cattolica. Perci Peclet segnati su que muri da mano invisibite.
tismo francese, timido discepoto di iigel, Se non che i templi delPEgitto risposero
cui non comprende n ha lena di segui nalmente a tale appellazione in un lin
re, falli pienamente nella missione assun guaggio a bastanza intelligibite e tale da
tasi di porre in accordo la religione colla confondere per sempre Pincredulit.Young
tosoa. Esso manca del coraggio della sua e Cbampollion (v. Gaaocairici) riusciro
posizione e delle sue simpatie: voleva es no alla ne a dicifrare i misteriosi enim
ser egeliano, e non n ebbe Pardire; pro mi, e it vantaggio rimase alla cronotogia
fessa it cristianesimo, e gliene manca la di llios. u Dalle mie scoperte, dice Cham
fede; panteista senza volertto, e non pollion, conformemente alle date al tutto
cristiano, tuttoch ami comparir tale. in autentiche delle iscrizioni regali delPi-Igit
somma tuttoci che non vuol essere, e to, consta questo fatto capitale,che nessun
non niente di quelto chesser vorrebbe. monumento conosciuto di quella contrada
"*EGITTO,EGlZIANi.An diconvincer risale pi alto della sedicesima dinastia
derrore Pautor della Genesi, la tosoa di Manetone. n Il perch la storia delPE
del secoto XVIll non ebbe rossore d0p gitto co suoi monumenti non si stende
porgli la cronotogia egiziana, la quale d pi di ventttre secoli prima delPera n0
a quel popoto unantichit che trascende stra. Quanto poi alla numerosa lista dei
re che avrebber regnato prima della se
ogni calcoto.
dintrodurre in Francia sotto it nome de
clettismo, probabitmente senza averne
scorto alla prima tutta Pestensione. Nacque
poi to sgomento al vederne le conseguen
ze, alto sdegnarsene del buon senso cri

368

E3

EB

dicesima dinastia , Champollion ed altri tosoche dimostrazioni; ci venne deno


molti con lui han dimostrato che Manetone
d i nomi de re che dominarono contemporaneamente su diverse contrade delPEgitto, se pur tali nomenclature non sono
esagerate e favotose. li citato dotto ha del
pari falto ragione de famosi zodiaci dEsnelsediDenderab (v. Zomacodimostrando come altro non fossero che segni astrotogici doroscopo, composti non prima del
regno de romani imperatori.
il perch nulla ha a temere la cronotogia mosaica dalle pretensioni degli Egizii in fatto duintichit.
* ERMENEUTICA SACRA. Lermeneutica, in generale, Parte d interpretare it
senso dun libro; quator la si applichi alla
Scrittura, piglia Paggiunto di sacra. In-

minato dubio metodico o negativo, che,


contenuto entro i suoi conni, non vero
dubio. Hermes, al contrario, fece posiliva
mente astrazione di quanto credeva e sa
peva; suppose nulla esservi nel mondo di
certo e di vero, non pur la religione cat
tolica ma qualunque altra verit eziandio,
come Pesistenza di Dio, ec.; it che appel
lasi dubio posilivo. Partendo egli da co
tal dubio positivo, tent di vincertto coi
soli lumi e forze del pensiero e di trovare
un primo principio di cognizione sul quale
potesse solidamente inalzare dappoi e per
via di rigoroso insegnamento 1a verit
semplice, la verit religiosa, la verit cri
stiana, la verit cattolica, di guisa che si
trovasse in diritto di affacciare ad ogni

vece del vocaboto dwrmeneutica adope- uomo it seguente ditemma: 0 non dassi
rasi frequentissimamente quelto d esegesi verit, o la verit it cattolicismo.
o esegetica, come pur dicesi esegela per
Nesuoi primi due volumi, Introduzio

interprele.

ne losocae Introduzione posiliva,Her

EltlliESIANlSlllO. Dottrina che esercit


di fresco in Germania una inuenza funesta alla purezza della fede: deriv essa
ii suo nome da Giorgio Hermes, nato nel
1775 a Dregelwald in Vestfalia e professore di teotogia a ltlunster,poscia aBonn.
La. l819 comparve it primo tomo della

mes non si occupa gi positivamente de


dommi della religion cattolicarattain essi
de principii generali delPumana cognizio
ne e della tor connessione reciproca. Nel
Flntroduzione losoca viene indagando
it fondamento primo dugni cognizione, it
quale egli avvisa essere it pensiero, e di

sua Introduzione alla teologia cristia- qui deduce it mondo interiore ed esterio
na cattolica, nel quale contenevasi Pln- re, Dio, le sue qualit, la necessit duna

traduzione losoca: it secondo tomo, rivelazione, la possibitit di conoscerta.


contenente P Introduzione posiliva, usci
nel 1829. Il terzo fu publicato, dopo la
morte delPautore nel i854, dalPabbate
Achterfeldt, col titoto di Dogmatica cristiano cattolica.
Hermes e i suoi discepoli miravano a
difendere la credenza cattolica contro gli
assalti della moderna tosoa tedesca.
Veggendo che la nuova terminotogia tosoca richiedeva nuove risposte per parte
dei cattolici alla tosoa scolastica, tentarono di sostituirne una adatta ai bisogni
del tempo, e non si avvidero che , credendo mutare soltantoitermini, venivano
a mutare eziandio la sostanza.
A n di concitiare i doveri della fede
ortodossa con ci che Hermes chiamava
gli interessi delPumano pensiero, questo
teotogo si dedic tuttoa cercare un sistema che rispondesse tuttinsieme alle esigenze del pensar pi severo e a quelle
della pi pura ortodossia, dando una dimostrazione rigorosamente tosoca del
cattolicismo.

NelPlntroduzione posiliva, partendo dal


punto a cui s fermato, cerca quali sieno
le sorgenti della rivelazione divina im
mediata, e le trova ne Libri Santi, nella
tradizione e nel ministero apostolico resi
dente nel sen della Chiesa. Son presso a
poco le questioni trattate nella maggior
parte de libri tosoci. Quel chera tutto
proprio di Hermes, quel che costituiva la
sostanza del suo sistema, Papplicare che
faceva a ciascuna delle verit che poneva
in sodo it metodo di dimostrazione da s
imaginato.
Col dire che Permesianismo pone per
sua base it dubio positivo, abbiam fatto
intendere che per tal modo sarebbe anti
cipatamente necessario un compiuto scet
ticismo a far che Pintelletto potesse con
seguir la certezza. Ma la mente umana
non passa necessariamente pel dubio inan
zi giugnere a una convinzion ragionevole
e certa. Ha egli Puomo mestieri di passar
pel dubio a n di avere una piena cer
tezza della propria esistenza e di quella

in tutte le tosoe che furono sino ad degli oggetti che to circondano? Non pu
Hermes, tacitamente od apertamente, sup- Pintelletto esitar pure un momento avanti

ponevasi che it cristianesimo fosse una di credere i primi principii in qualsiasi


verit, quindi cercavasi porta in sodo con ordine di cognizione, gli assiomi e, di via

ER

ER

369

ordinaria, le deduzioni immediate. Vi sono certezza dellmbligazione che ne risulta:


adunque non poche verit sulle quali, an
teriormente a qualunque dubio, si ha una
convinzione intera, razionale, a cui nes
suno sforzo di quanti vha scettici al mon
do varrebbe a tor nerbo.
Per valutare ora it metodo di dimostra
zione dellPHermes, aggiugneremo come
gli due ne riconoscesse: la teorica, che
produce una certezza sicamente neces
saria; e la pratica, donde nasce una cer
tezza morale.
Per istabitir teoricamenle una verit
cercava egli un fatto it qual fosse un ef
fetto necessario della verit da dimostrar
si, poscia restavagii a provare che quella
causa era la sola possibite. La forza della
sua teorica dimostrazione emergeva dal

seguente raziocinio: Non si d effetto sen


za causa: ma questo un effetto che sa
rebbe necessariamente prodotto dalla ve

rit che si vuoi da me dimostrare e che


non pu esser per via dun altra dimo
strato: dunque questa verit sicamen
te cerla.

Ei procedeva assolutamente alla stessa

inferisce p. e. che quel tal corpo un


cadavere, perch vi ha un dover mo
rale di sepelirtto, mentre it dovere morale
di sepelire esiste soltanto nel caso in cui
la morte fosse antecedentemente certa. Ra
zionalmente egli uopo provare it fatto
e dedurne Pobligazione morale; Hermes,
alPopposto, suppone Pobligazione per de

durne it fatto: it metodo suo quindi ir


razionale.

Egli tutP altro che facite it giovarsi


del suo sistema alPoggetto di scoprire la
verit.
Confessano eglino medesimi gli erme

siani ben poche esser le verit teorica


mente dimostrabiti e d onde per conse
guente aver si possa una cognizione in
tima, intrinseca, piena e perfetla, asso

lulamente richiesla per la certezza si


ca. E quando pure no l confessassero, la
cosa non sarebbe perci men manifesta;
perocch, a n di decidere che una causa
la sola bastante a produrre un tal dato
effetto, e bisognerebbe conoscere le forze
tutte della natura; posciach se it mede
simo effetto esser potesse indifferente
mente it risultamento di pi cause diverse
non si avrebbe ragione di dedurne P esi
stenza delPuna piuttosto che delPaltra.

maniera a n di dimostrare una verit


qualsiasi mediante la ragion pratica; sol
che, invece dun fatto sico, cercava un
dover morale che dovesse necessariamen
te risultare dalla verit che volea stabi
2. Assai pi, gli vero, sono le verit
lire: poi rimanevagli di provare quella praticamente dimostrate; ma bisogna sa
causa esser la sola che generar potesse la pere che, nei principii delPHermes, la cer
detta obligazione; donde conchiudeva la tezza morale meno una vera certezza che
verit da s assunta a dimostrare essere una probabitit sufciente per ragionevol
mente operare, un mezzo pi o men plausi
moralmente cerla.
Partendo dal dubio positivo, la cosa bite di sottrarsi alle assurde conseguenze
assolutamente impossibite it provare una che trarrebbe seco, nel commercio della
verit qualunque; perocch a dimostrare vita, it sistema del dubio assoluto.
5. Stando alPopinione ermesiana, non
una verit vuolsi dedurta rigorosamente
da un principio infallibite: ma quegli che si avrebbe certezza di nessuna verit, se
trovasi nel dubio positivo non ba la cer non se, risalendo da effetto a causa, la si
tezza della sua argomentazione. li punto potesse necessariamente connettere con
fondamentale del sistema conteneva per la verit prima; fatica che non rende il
ci una vera contradizione; perocch non metodo ermesiano cos di leggieri ap
si dubita di tutto altorch credesi avere plicabite. Ed oltreci, al postutto, non
ne lumi del pensiero una base sulla quale si verrebbe a capo di provar sodamente
si possa ricostruire in modo inconcusso nessuna verit: perocch daitP un lato la
P edizio tutto quanto delle cognizioni dimostrazion teorica riesce quasi impos
umane. Perci P Hermes era costretto sibite, dalPaltro la dimostrazion pratica
smentire egli medesimo it suo principio non esclude ogni tema derrore, appren
del dubio positivo, ammettendo senza pro dendoci essa non gi ci che vero in
va la certezza dun primo tatto sico o s, ma ci che noi siam necessitati a sup
dun primo dover morale, altrimenti non porre, se operar vogliamo coscienziosa
sarebbegli riuscito mai di nulla provare. mente.
Sopra una base rovinosa si regge quindi
4. it sistema ha potuto sedurre qual
it suo sistema.
che mente perla destrezza onde PHermes
La dimostrazione pratica racchiude , sapea connettere fra toro le verit; ma
oltreci, una vera petizion di principio. egli non men vero che it metodo oscu
Per provare un fatto, suppone essa lairo, che procede dun modo astratto, sotti

B70

ER

ER

le e onninamente arbitrario: suppone esso pranaturale, di cui principio la grazia,


troppi sforzi di fantasia nella ricerca delle motivo la scienza e veracit divina, e to
prove per potersi nel fatto applicare.
Ci ristringeremo ad additare alcune
delle assurde conseguenze che derivano
dalPermesiano sistema.
Ove si ammettesse it dubio positivo, ne
conseguiterebbe:
u Che P uomo dovrebbe rigettare la

verit conosciuta, distruggere in s le idee


tutte del bene e del male, e vivere in tale

stato nch avesse ricostruito P obligo


dosservare tutte le leggi divine ed umane.
2." Che prima delPlfermes non ci fosse
cosa certa nel mondo.
s. Che Pimmensa maggioranza degli uo
mini incapace di giugnere alla certezza,
perocch ben pochi son cotoro i quali val
gano a ristabitire la verit ed anco a ben
afferrare la concatenazione delle verit
fra toro.
4." Che correrebbe obligo di credere qua
lunque errore in cui si venisse tratto per

scopo rimane oscuro, conciossiach la

fede sia. un pieno convincimento delle


cose che non si veggono (part. m, c. se,

d. 8 ). Nessuna maraviglia perci che


P ermesianismo venga dalla Chiesa con
dannato.
Cercare un principio naturale da cui si
potesse a rigor dedurre tutte quante le
verit era pi che somma imprudenza.
I." Era una specie dingiuria alle scuole
cattoliche, ai dottori, ai padri, alt intera
Chiesa; era un concedere che no alPHer
mes la divinit della nostra religion san
tissima non fosse stata per anco a tutto
rigor dimostrata.
2. Era un compromettere Pautorit della

Chiesa, facendo dipendere la sua verit

1. Le pretese sue rigorose deduzioni


to condussero a una folla di propositi as

dal successo atiatto problematico della nuo


va dimostrazione.
s. Un tal tentativo era efetto dunal
tissima presunzione: si voleva una ecces
siva superbia e danza in s stesso per
provarsi a rinvenire ne soli lumi della
propria mente una salda base alle cogni
zioni naturali tutte quante; perocch, a
poter giugnervi, e bisognava comprendere
it complesso e it concatenamento di tutte
le verit siche, intellettuali e morali, e
non iscontrar pi un mistero nella natura

surdi e contrarii alla dottrina della chie


sa cattolica, principalmente circa Pessen

(part. m, c. 2a, d. s).


4. Relativamente alle verit della fe

via di false deduzioni e quindi doperare


in conseguenza.

Comech Pintenzion primitiva delPHer


Ines fosse quella di dare una dimostrazion
razionale e rigorosa del cattolicismo, it suo
sistema trovasi in opposizione colla fede.

za di Dio, la sua santit e giustizia, libert, de, ia sola ricerca dun principio naturale
e provante era gi opposta alla vera dot

it ne propostosi nelle opere sue, circa gli


argomenti coi quali si suol communemente
provare e confermare la sua esistenza,
circa i motivi di credibitit, le sacre Scrit
ture, la tradizione, la rivelazione, it pri
mato nella Chiesa, la natura della fede, la
regola che ne determina Poggetto, la ne

gione, n punto che Puomo a raggiugner

timo circa to stato de nostri primi padri


inanzi tor colpa, it peccato dorigine e le
forze delPuomo scaduto. Hermes risusci
tava alcuni errori gi prescritti, ad esem
pio, ne pelagiani, ne protestanti e nei

me privato.
Cotali tendenze delPHermes, autore dun
saggio si infruttuoso didifesa della religio
ne, non debbono essere scompagnate dalle
soverchie concessioni da lui fatte non me

giansenisti.

no che da suoi discepoli alPautorit tem

2." Presentando it dubio positivo sic


come base di ogni ricerca teotogica, vo

porale, Ia quale ne suoi assalti diretti


contro la gerarchia ecclesiastica e nelle
sue pretensioni si vide spalleggiata dagli
ermesiani. l principi protestanti ambiron0
mai sempre di tenere in tor mano la di
rezione delPinsegnamento cattolico, e fu
questo it desiderio segnatamente di Fede
rico Guglielmo Ilt, celebre pel suo prose
litismo religioso. A questo intento aveva

trina; era un supporre non esserci mi


stero che dimostrar non si possa alla ra
non valga colle sole forze del proprio
intelletto; era un ripudiare Pesperienza

di tutti i secoli, la necessit della rivela


cessit della grazia, la distribuzion de zione, abbandonare la via delPautorit per
premii e Papplicazion delle pene; per ul ricadere nel sistema protestante delPesa

lea che ciascuno si sforzasse di negar


prima la fede per rifarne poscia Pedizio
col sussidio della sola ragione. Onde facea

lecito it rinunziare alle verit religiose al


meno per alcun tempo, cio durante Pe
same; poneva la ragione siccome norma

principale della fede ed unico mezzo che

egli creata Puniversit di Bonn, dove a


denze meramente razionali alla fede so anco duna facolt teotogica protestante
noi abbiamo per arrivarvi; surrogava cre

ER
colloc di sua privata autorit e senza al

ER

374

tori in teotogia e gius canonico. A questo

cun intervento del pontece una facolt modo si trov in Germania stabitito e sug
di teotogia cattolica, della quale nomin gellato it servaggio delPinsegnamento cat
tutti i professori,e Pinsegnamento raziona tolico.
lista sostenuto a Munster procacci alPHer
Cionondimeno, sulla denunzia di parec
mes una catedra a Bonn. E perch una tale chi teotogi tedeschi, la santa sede sotto
istituzione potea suscitar inquietudini ne pose gli scritti dellPI-lermes a un esame
cattolici, it re imagin di farta approvare verso la ne del i852, epoca nella quale
dai professori stessi, chiamati perci a dis monsig. Spiegel pass alPaltra vita con la
cutere le relazioni che esister doveano grave responsabitit davere abbandonato
tra la facolt teotogica e la Chiesa: l quali a un re protestante it gregge commesso
ardirono conchiudere l." che le opere pu gli da custodire e difendere. Con decreto
blicale dai professori non verrebbero sog del 2o settembre i855 venner condannate
gettate alla censura delordinario; e." che, le opere delPHermes e interdettane la
quatora ad alcuno dessi fosse mossa ac lettura. Un tal decreto, spedito non a Ber
cusa deresia, si cleggerebbe una com lino ma direttamente a Cotonia dalle le
missione i cui membri sarebbero nomi gazioni ponticie di Monaco, Lucerna e
nati in numero eguale dalParcivescovo e Brusselles, pose in costernazione gli er
dalPaccusato, e Pesame spedito al go mesiani. ll sig. Husgen, che amministrava
verno, it quale pronunzierebbe sentenza la diocesi, per compiacenza a riguardo del
denitiva; che Puniversit era istituto del governo e benevolenza verso i discepoli
governo, giaech a questo e non al papa delPHermes, si ristrinse ad esprimere la
spettava it dritto di dare alla facolt teo speranza che questi si sottometterebbero
togica la podest di conferire gradi acade ove it decreto venisse ad esser promul
mici. Cotesta strana istituzione ricevette gato; impose sitenzio a toro avversarii
una specie dapprovazione canonica sol comech quelli, occupando tuttavia le tor

tanto nel 1824, altorch monsig. Spiegel, catedre, insegnassero i medesimi errori;
e si lagn perch i giornali avesser rife
rita la notizia della condanna. Era ci un

inalzato alla sede di Cotonia, ebbe sop


presso, probabitmente per promessa fat
tane al re, Pinsegnamento del proprio se
minario diocesano e mandato gli allievi ad
assistere a Bonn alle lezioni di Hermes e
suoi colleghi. Hermes la faceva da padrone

nella facolt di cui i suoi discepoli occu


pavan le catedre, e cotoro che volevano
subire esami dovettero, sotto pena di non
riuscire, abbracciar la dottrina e giurare
nelle parole di lui. Hermes, nominato da
monsig. Spiegel canonico della sua metro

politana, mori a Bonn it 26 maggio lesi;


ma non mori con esso lui la sua dottrina.
Aveva questa di gi destato Pattenzione
delle universit e del publico, e veran
diversi partiti. Chi accusava PHermes di

perniciose novit conducenti alto scetti

somministrar motivi agli ermesiani di non


sottomettervisi. Laonde, persistendo ad in
segnare tor dottriue,allegarono per l . che
it decreto non era stato publicato, sicco
me aveva insinuato it sig. Husgen e come
dichiarava espressamente P abb. Achter
feldt editore della terza parte delP opera
condannata; per 2. che riprovavano gli er
rori proscritti con quel decreto, ma chessi
non erano stati altrimenti sostenuti dal
PHermes, come spacciavasi dal sig. Elve
nick professore a Brestavia ne suoi Acla
hermesiana; 5. appellaronsi dal papa male
informato al papa meglio informato, come
diceva it sig. Blunde professore delPuni
versit di Treveri in una lettera al car
dinal Lambruschini segretario di stato di

cismo ed alla sovversione de principii


cattolici; chi alPopposto qualicava la dot Sua Santit.
Monsig. Droste di Wlschering, nuovo
trina di lui perfettamente ortodossa e come
it pi saldo appoggio della vera fede e del arcivescovo di Cotonia e suscitato da Dio
Pinsegnamento cattolico incontro al pro per porre in salvo quella chiesa perico
testantismo e al razionalismo. M onsig. Spie lante, eludendo la pretension del governo
gel si fe mallevadore delP ortodossia de sancita dalPHusgen , che nessun ordine
gli ermesiani presso it papa; ed avendogli del papa potesse aver vigore ove fosse
Gregorio XVI risposto nel i852 come si promulgato senza permissioue del re, ten
rallegrasse di questa nuova e insiem rac ne it decreto per sufcientemente promul
commandato stesse ben sugli avvisi, Par gato e mise mano a fartto eseguire. A n
civescovo e il re trasformarono questa ri di estirpare dalle radici gli errori spar
sposta in una formale approvazione, e un si dagli scritti delPHermes e de suoi di

decreto governativo dichiar che conferi


va alla facolt it diritto di nominare i dot

scepoli , ordin segnatamente che tutti i


professori, ordinandi e pastori con cura

372

ER

ES

danime sottoscrivessero diciotto proposi dottenere la demissione delParcivescovo,


zioni escludenti positivamente tali errori.
Gli ermesiani appellarono dalPautoritt del
toro arcivescovo a quella del papa e,
quante volte venne tor fatto, del gover

la cui fermezza in quel che concerneva


Permesianismo e i matrimonii misti man
dava a vuoto tutti i suoi divisainenti. Il
prelato rispose che it dover suo verso del
no; al tempo stesso scrissero contro it la diocesi e di tutta la chiesa cattolica gli
decreto e sopratutto contro i diciotto ar vietava di cessare dalle proprie funzioni
e deporre la carica. ll rapimento delPar
ticoli.
Il governo, sconcertato dai gagllardi pro civescovo effettuatosi it 2o novembre e it
vedimenti delParcivescovo, fece chiedere suo lungo staggimento furon le conseguen
un avviso dottrinale sul diciotto articoli a ze di quella risposta. Nel memorandum
due professori ermesiani di Brestavia e dif uscito it di appresso al rapimento, it go
fuse nelle provincie renane quelto scritto, verno fece conoscere quanto gli fossero
vecchio rimpasto derrori giansenistici; spiaciuti gli spedienti adottati dal pre
lasci girassero libelli ingiuriosi al pre lato contro gli ermesiani.
lato, esent gli scritti ermesiani dalla cen
Nondimeno i discepoli delPHermes, po
sura delP ordinario, non bad punto alla sti vigorosamente alle strette da monsi
soppressione fatta dalP arcivescovo de gnor Wischering, avean risoluto di recarsi
corsi della facolt e volle costringer gli a domandar spiegazioni a Roma stessa. I
studenti ad intervenirvi. Ma non avendo sigg. Braun di Bonn, ed Elvenick di Bre
tuttoci prodotto Peffetto che bramava stavia vi giunsero it giugno del I n57, colla
si, e condando it re daltra parte di mira dottenere un nuovo esame delle
guadagnarsi it prelato a proposito della dottrine di Hermes, it che importava nul
questione de matrimonii misti, parve che lit del breve di condanna, sulla speran
il governo cedesse it 21 aprite 1857: viet za almeno che si farebbe distinzione tra
si dispulasse sia pro sia contro Pl-lermes, le dottrine del maestro e P insegnamento
ricordando it breve che to condannava; de discepoli, esibendosi in questo intento
dichiar che gli scritti di lui sarebbero ab a ricevere una nuova profession di fede.
bandonati e si cesserebbe dinsegnarne it Ma la profession di fede era inutite; non
sistema, ec., e, in segno dobedienza, i pro restava che accettare it breve e tornarsene
fessori rmerebbero, sotto pena d esser in Germania. Respinti da questa parte,
sospesi, una dichiarazione. Per tal guisa compitarono, sotto it titoto di Meletemala
it decreto veniva riconosciuto aver forza theologica, una sposizione della propria
anche dal governo , tuttoch publicato dottrina, che non fu toro concesso di stam
senza it suo placet; ma rimaneva ancora pare in Roma, perocch non poteasi trat
da parte sua una pretensione a regolare tare che del sottomettersi al breve. Una
Pinsegnamento cattolico, pretensione che lettera del 4 aprite le58 svel interamen
Parcivescovo ammetter non poteva.
te le toro intenzioni: ad esempio degian
I professori ermesiani segnarono tutti senisti, idue ermesiani distingueano in
la chiesta dichiarazione, certi che it mini essa it dirilto che aveva it sommo pon
stero non ascriverebbe toro a colpa it tra tece di condannare gli errori dal fatto
sgredire poscia un ordine da s dato a ma chessi si trovassero ne libri di Hermes.
lincuore soltanto. ll che manifestamente si Dal segretario di stato venne toro rispo
conobbe altorch alPaprimento delle scuo sto come gli dolesse che fossero entrati
le, Pabb. Achterfeldt essendo stato incari in quella via, e chera inutite to scriver
cato dindicare i corsi da frequentarsi dagli gli pi oltre su quelPargomento: onde se
studenti, impose toro tutti quelli cherano ne partirono disconclusi.
stati dalParcivescovo condannati. I gio
Durante Parresto delParcivescovo, gli
vani, quantunque per la maggior parte spedienti da lui presi furono in gran parte
educati a spese del governo, ricusarono rivocati; ma Permesianismo trionfante tro
dintervenire a quelle lezioni e si lascia v degli avversarii nel sig. de Geissel,
rono, in numero di quaranta, cacciare dato per coadiutore a monsig. Droste di
dalla scuola, concorrendo per tal modo Wischering, e in monsig. Arnoldi nuovo
colla fede e col coraggio toro alla solu vescovo di Treveri.
zione di quella si importante controver
* ESEGESI (NUOVA). Chiamasi esegesi
sia: a chi spetti di diritto it dar P istru la spiegazione del testo della Bibbia. l so
zione e la dottrina , se alla podest spi ciniani cavarono tutto le conseguenze dal
rituale ovvero alla temporale.
falso principio che si possano e debbano
Prima di ricorrere a mezzi violenti, it intendere in senso trastato le parole del

governo si prov, it 24 ottobre i675 , sacro testo che sembrino far contro alla

ES

ES

373

ragione. llsocinianismo riusc a guadagnar ne ha tocco Pestremo conne ne suoi Mili


Paltre sette protestanti; e sebbene it po della vila di Ges.
Abbiamo appena it coraggio di ricor
poto sattenesse ancora agli antichi sim
boli, i ministri aveano altra fede diversa. dare le bestemie de nuovi esegeti con
Gli avversarii delPinspirazione delle Scrit tro G. C., I suoi apostoli e it nuovo Te
ture ebber pochi partigiani sin verso la stamento. A udir costoro, G. C. non che
met del secoto XVIII; ma, al sorger di un nobile leurgo ebreo, un entusiasta it
Toelner e Semler, P antica dottrina del quale non avea Pintenzione di gabbare ma
Pinspirazione venne assaliia in mitle mo fu gabbato egli prima di divenir occasio
di, segnatamente in Germania. Dai tempo ne derrore altrui; i suoi apostoli eran
che pulint quesPerrore ha suo principio uomini di crassa e ristretta mente, i quali,
quella che chiamano nuova esegesi. Non comech pieni di buona intenzione, non
solamente fu negata Pinspirazione degli erano conformati in modo da comprendere
scrittori sacri, si neg inoltre contenersi it proprio maestro e levarsi alPaltezza in
la rivelazione nelle Scritture, le quali si cui stava; gli scritti del nuovo Testamen
dissero divine soltanto nel senso che rac to non possono produrre un corpo di re
chiudono in s verit morali e religiose ligione ben connesso e provato, conten
e porgono idee intorno a Dio e alla crea gono contradizioni tanto palmari che me
zione pi pure di quelle che rinvengonsi glio sarebbe per noi it non conoscer nulla
ne libri degli altri popoli.Essendo le pro della persona e delle azioni di G. C.; la
fezie e i miracoli prove perentorie della Bibbia, in ispecie it Testamento nuovo,
rivelazione fatta ai profeti ed agli aposto una pastoia che fa ostacoto al progresso
li, fu tentato di giitare a terra amendue delumi: un tal documento, che pi non
saddice anostrt tempi riesce quindi al
questi motivi di credibitit.
Stando ai nuovi esegeti, le profezie so tutto inutite; non altro che una sorgente
no o predizioni vaghe dPuno stato pi av di fanatismo atta a far ricadere nel pa
venturoso, come se ne scontran ne poeti pismo cotoro che vi aggiustasser fede:
profani, o Panuunzio di avvenimenti par nalmente, si potrebbe appien bastare a
ticolari saputt congeiturare dalla sagacia s stesso in materia di religione, ove si
de profeti; e quando son troppo chiare si sopprimesse un tal libro e si arrivasse al
ricorre al dire esser elleno posteriori agli punto di smenticar tino ai nome di G. C.
Essendo it domma base della morale, la
avvenimenti. I miracoli sono fatti pura
mente naturali che Pignoranza degli apo novella esegesi, dopo aver distrutto la ri
stoli o la credulit degli Ebrei o deeristiani velazione e qualunque religion positiva ,
ha trasformato in fatti sopranalurali: e a dovea attaccare eziandio la morale del cri
questo modo dalla nuova esegesi si spiega stianesimo. I moderni dottori non ebber
noi pi solenni Drodigii.HHmInioILThiers, rossore di predicare alla giovent esser la
Gabler, Felugge, Eckermann, Paulus ri monogamia e it divieto delPunioni estra
boccano di stolte interpretazioni, le quali matrimoniaii un avanzodi monachismo; un
han fatto dire che pi ovvio sarebbe e godimento sensuale fuori del coniugio non
pi togico procedere it negare senzaltro esser punto pi immorale che nei coniu
Pautenticit de Libri Santi che pretende gio stesso, e se schivar si debbe, avventtr
re di spiegarti in tanto forzata e risibit ci unicamente perch fa contro le con
suetudini di cotoro con cui viviamo o per
maniera.
Vinti dal vigor delle prove che pongono ch Peccesso ne vien di frequente punito
in sodo Pautenticit delle Scritture, i nuo colla perdita sia delPonore sia della sanit.
Odasi come it sig. Glaire ben confuti i
vi esegeti non persistono con meno ca
parbiet ad escluderne che che vi si tro falsi principii dermeueutica de moderni
va di sopranaturale. Come ci ha molte fa protestanti.
u l. La semplice sposizione delle or
voie o miti negli autori pagani, cosi, di
cono , forza se ne trovi negli scrittori ribiti massime della nuova esegesi basta
del vecchio e del nuovo Testamento. Quin perchelia sia rigettata da chiunque abbia
di la storia della creazione, della caduta conservato alcun sentimento appena di re
di Adamo, del dituvio, ec., non son altro ligione: perocch si pu egli tenere per
che racconti mitotogici, e Bauer giunse metodo legitimo d interpretare i Libri
no a dar regole per la spiegazione di Santi quelto che d alle radici dogni ri
tale specie di miti. Una maniera si stra velazione, annichita le profezie, i mira
vagante ed empia dinterpretare i docu coli, i misteri, i dommi e la morale, che
menti sacri dovea necessariamente condur dipinge G. C. quale entusiasta od imposto

re alla pi completa increduiit: Strauss re, gli apostoli per furbi- o per stoitissimi
BlntillR. Vol. VI.

47

374

ES

ES

fra B li uomini tutte le chiese del mondo to delPautore e le altre circostanze sono
dalla origin toro sino al presente siccome i soli mezzi onde determinare it senso
schiave delvignoranza e del fanatismo?
delle parole dun libro qualsiasi. E perch
n e."l\on dssi interpretar la Scrittura a un vocaboto pu tatora avere qualche
quella guisa che nessuno oserebbe inter strana signiiicanza negli scrittori orienta

pretare ardirdun libro profano: ma chi sa li, appo i Greci, appo i Latini, contro
rebbe si sfrontato da osar interpretare gli tutte leggi del buon senso attribuirta agli
storici dAtene e di Roma come si ardi scrittori sacri unicamente perch neces
sce spiegare l racconti si chiari e schietti saria a fare scomparir un miracoto od un
del nuovo Testamento? Altorch si scon mistero, sopra tutto s Pantichit abbia
trano in Tito Livio o in Svetonio fatti pro preso tal vocaboto nel proprio e commune
digiosi, si dice puramente que dotti scrit signicato. Pur cosi si pratica dai nuovi .
tori essersi ingannati nel riferirceli,ma non esegeti, i quali vengono con ci a calpe
star le leggi della sana ermeneutica.
ni per rinvenirvi fatti da essi non sognati
n llla pongansi alquanto in chiaro e con
mai. Conciossiach i libri del nuovo Te fortinsi di prova queste accuse che faccia
stamento sieno autentici, it che negar non mo ai protestanti, ai sociniani e a cotoro
ardiscono i moderni esegeti, debbono es che parteggiauo per la nuova esegesi. Pri
ser presi nel tor proprio e natural senso, mieramente non hanno egli no i protestanti,
n, senza violare ogni legge di discorso , contro Puso del discorso e Pautorit del
si ponno supporre trastati insoliti e strani Pantichit tutta quanta, introdotto un tropo
al punto che da toro si vuole per esclu nelle parole contenenti Pinstituzione del
dere i misteri e imiracoli; ed ove si am Pltucaristin? Ed i sociniani, che, per via di

si crede dover far forza alletoro espressio

mettessero di s fatti trastati in altri li

trastazioni e metafore delle quali mal po

bri, non ci sarebbe punto di legge tanto trebbero giusticar Puso, distruggono i
chiaro sul quale non si potesse gittar buio, dommi pi solennldel cristianesimo,come

n dottrina si ferma che non si giugnesse la Trinit, la divinit di G. C.,iI merito del
ad alterare.
la satisfazione, creduti mai sempre nella
9 s." it nuovo Testamento, che n da Chiesa, non manomettono forse le leggi
principio stava in man de cristiani e ser- tutte del discorso e non peccano contro il

vi di norma a tor fede e costumi, dovette buon giudizio, pretendendo s esser mi


di necessit essere stato inteso rispetto a gliori interpreti della dottrina degli apo
questi articoli essenziali, e tale intelligenza stoli che non sieno i costtorodiscepoli stessi

del senso di quel divino libro forza siasi e le chiese da essi fondate? AlPultimo,i
conservata B lwrpetuala nella Chiesa- Or razionalisti alemanni, che ne pi strepi
bene e fu costantemente creduto G, C. tosi miracoli scorgono niente pi che fatti
essere Dio, aver preso carne e subito la
morte per noi, esser risorto e salito al
cieto per appurecchiarvi a noi un seggio,
avere di fatto operati tuttiiprodigii nar
rati negli evangelii. Tale dunque it senso
legitimo e vero del nuovo Testamento,

puramente naturali , si trovano costretti


a dire essersi gli scrittori sacri grossa
mente ingannati scambiando per miracoli

i pi ovvii e communi avvenimenti, ed


avere partato un linguaggio si bizzarro e
fuor delPuso da andarne gabbati tutti i

", Per isorzi che fi|"-5se10,iul10vi 850- cristiani, e soli i lumi della nuova esege
geti riuscirebbero a corrompertto. Questo
unanime consenso delle primitive chiese
circa i punti dottrinali del nuovo Testa
mento e i fatti sostanziali della religione

si esser riusciti a porgere it vero senso


di tor parole. Ora, la prima proposizione

gitta a terra tutta P autorit della testi


monianza degli apostoli: la seconda un

una rupe contro cui verranno a rompere palpabite assurdo; perocch con qual fron
tutte le nuove interpretazioni deprote
stanti, de sociniani e de razionalisti.
n Nelle storie in ispecie dettate colto
stite pi semplice non shanno mai a sup-

storia dopo pi di diciotto secoli meglio

mune del discorso, it contesto, P inten

de nostri di vanno del pari tauPoltre;

te pretendere di capire it senso duna

di cotoro che viveauo ad essa quasi con


temporaneamente? Se fosse lecito intro
porre tropi insoliti e straordinarii, n tam durre in un libro ellissi non richieste dal
poco ad ammettere ellissi o reticenze dal contesto e dare alle parole signicati rari
contesto non volute; n buona ragione e non provati dalla consuetudine del tem
di cos fare la profondit delle cose espres po in cui vivea to scrittore, non ci sa
se e Papparente toro incompatibitit colle rebbe punto di storia su cui non si po
nostre idee: se no, nulla di fermo ci sa tesse gittar tenebre. n
rebbe nelPumano linguaggio. l.uso com
Non tutti, it confessiamo, i razionalisti

ES

ES

tutti per suppongono la Scrittura non


esser libro inspirato, non contenere anzi
alcuna rivelazione; perocch su questo
supposto unicamente posson eglino am
mettere eontradizioni, falsit e favole ne
Libri Santi, toglier nerbo alle profezie ed
ai miracoli, sino a darceli per puri fatti

stiere. llla questo saggio non volgevasi al


vero spirito della Germania; dovea questa
vacitlare da un altro lato.
Chi fcce fare it passo pi ardito alla

375

Germania fu Benedetto Spinosa (v. Srmo

sisno): questo to spirito che trovasi nella


sostanza della sua tosoa, della sua teo
naturali. Anco la dottrina perci de pi togia, della critica e poesia sua. Kant (v.
moderati fra costoro, distruggendo Panto CRlTICIsMo), Schelling, Hgel, Schleierma
rit divina delle Scritture, d alle fonda cher (v. SoPRANATURALIsIo), Goethe, per
menta del cristianesimo.
restringersi ai maestri, son frutto delle
Parecchi teotogi alemannl sonsi, vero, opere di Spinosa. Leggendo in particolare
dichiarati per la rivelazione; ma, costret it costui Tratlato di teologia e le Lettere
ti, perch protestanti, ad ammettere it a Oldenborgo, vi si troverebbe it germe
principio stabitito da Lutero, che it senso di tutte le proposizioni sostenute da poco
privato di ciascun individuo pu decidere in qua nelPesegesi tedesca.
della verit o della falsit duna dottrina,
Da lui sopratutto ebbe origine P inter
gli argomenti toro tornano di nessuna ef pretazion della Bibbia per via de feno
cacia contro it razionalismo, it quale si meni naturali. Avendo egli detto in non so
fa forte di quel principio fondamentale che luogo a quanto narrasi nelibri rive
della pretesa riforma. L autorit della lati essere avvenuto giusta le leggi stu
Chiesa e della tradizione la sola arma tuite nelPuniverso, n una scuola afferr
che contraporre si possa con buon suc avidamente questo principio, it quale a
cesso a razionalisti, obligandoli a ricono cotoro che voleano tenersi in sospeso nelto
scerta.
scetticismo otferiva Pimmenso vantaggio
* ESEGETI TEDESCHI. In Francia e in di tutta conservare, merc duna reticenza
Germania furon seguiti metodi diametral o duna spiegazione preliminare, la dot
mente opposti nella critica de Libri Santi, trina della rivelazione. L Evangelio non
e le differenze che dividono Pun paese cessava dessere un codice di morale; non
dalPaltro non si svelarono meglio che nel saccusava la buona fede di nessuno; la
cammino da ciascun dessi tenuto per ar storia sacra rimaneva intatta da qualun
rivare alto scetticismo.
que controversia. Che pi? Trattavasi sol
il metodo usato in Francia va dritta tanto di riconoscere, una ala per tutte,
mente alto scopo , senza mascheramento che quelto ci viene oggidi presentato co

o circonttoeuzione: esso dorigine paga me un fenomeno sopra natura, un mira


nesca, deriva i suoi argomenti da Celso, coto, non altro fu realmente che un fatto
da Porrio , dalPimperator Giuliano, n semplicissimo, ingrandito in origine dalla
troveresti per avventura unobiezion soia sorpresa de sensi, ora un errore nel te

di Voltaire la quale non sia gi stata messa sto, ora un sogno damanuense, pi fre
fuora da quegli ultimi apotogisti degli dei
delP0limpo. Nelto spirito di questo siste
ma, la parte miracotosa della Scrittura
non isveia che frode per parte degli uni
e cecit per parte degli altri; dapertutto
non incontri che accuse dartizio edi doto;
sembra it paganesimo stesso faccia lamen
to, nella sua lingua, avergli P Evangelio
rapito it mondo per via di sorpresa. il ri
sentimento della vecchia societ trapela
tuttavia nelle accuse, e in tutto questo
sistema, adottato dalla scuola inglese non
meno che dagli encictopedisti , sentesi
quasi una reminiscenza classica degli dei
di Roma o dAtene.
Di questo genere (Vassalto non si ebbe
guari esempio in Germania, se vogliasi ec
cettuarne it Lessing, che colle sue Lettere
e colla difesa deFrammenli lfuno sco
nosciuto parve per alcun tempo far pen
dere it suo paese verso le dottrine fora

quentemente un prodigio non mai esi


stito fuor che nei segreti della gram
matica o della retorica orientale. Nes

suno vale a imaginarsi gli sforzi posti in


opera a n dabbassare in tal guisa it
Vangeto al grado duna cronaca morale:
e veniva spogliata della sua aureola per
portto in salvo sotto Papparenze della me

diocrit. Quel che ci avea di stretto in tal


sistema diventava facitmente ridicoto nel

Papplicazione: perocch pi agevole im


presa it negare it Vangeto che non ridurtto
al grado dun manuale di tosoa pratica.
Non picciol tempo si richiederebbe per
porre al nudo le strane conseguenze di
cotesta teotogia. Secondo essa, Palbero del

bene e del male non altro che una pianta


velenosa, sotto la quale sa1ddormentarono

i primi uomini; it volto raggiante di Mos


sui anchi del Sinai era un elletto natu
rale delPelettricit; la visione di Zaccaria

ES

ES

effetto del fumo de candelabri del tem

376

ha fatto che distruggere poco a poco, brano


per bran0,la parola tutta di Dio; e andando
di negazione in negazione, d allegoria in
allegoria, giunta a confondere ogni cosa.
Nel delirio del suo pensiero e della sua
nebutosa esegesi ella trovasi ridotta di pre
sente a reputar siccome tutPuno Perrore
e la verit, Pessere e it non-essere.

pio; i re magi, colle toro offerte doro,


incenso e mirra, tre merciaiuoli che re
cavano qualche galanterie al bambino di
Bettemme; la stella che precedevali un
servo con accola; gli angeli nella scena
della tentazione una carovana con de vi
veri che attraversava it deserto; i due
giovani bianco-vestiti al sepolcro P itlu
sione dun mantelto di lino; la trasgu
razione un temporale. Un tal sistema con
servava, come vedesi, it corpo della tra
dizione, Panima sola ne sopprtmeva. Era
Papplicaztone della teotogia di Spinosa nel
senso pi circoscritto. Del cristianesimo
restava non altro che uno scheletro in
forme; e la tosoa dimostrava con ap
parato di dottrina, in presenza di quel
cadavere, come non ci sia cosa pi age
vole a concepirsi della vita. Sarebb egli
infatti it genere umano, per due mita anni
stato tratto in inganno da un effetto dot
tica, da una meteora, da un fuoco fatuo
-o dalla congiunzion di Saturno e di Giove
nella costellazione del pesce? Bisognava
pur ammettertto. Che ehe ne sia, una tale
interpretazione, per evidente che la si vo
lesse, non era per anco quella che andasse
naturalmente a genio della Germania; non
era quella la speciale incredulit fatta per
quel paese. ,
A voler convertire la Germania al dubio,
un sistema richiedeasi che, nascondendo
to scetticismo sotto it veto della fede, pi
gliando un lungo giro per giugnere al suo
scopo, appoggiato sulPimaginazione, sulla
poesia, sulla spiritualit, sembrasse tras
gurare quel che cacciava nelP ombra,
edicare ci che distruggeva , affermare
quelto che di tatto negava. Or bene, tutti

questi caratteri si trovan raccolti nel si


stema delPinterpretazione allegorica delle
Scritture o nella sostituzione del senso
mistico al letterale.
Contiensi nella Scrittura it senso allego
rico o gurativo, e la chiesa cattolica to
riconosce; ma ella sfugge al pericoto di

Adottato cosi it sistema della spiegazion


mistica, senza circoscrivertto entro giusti

conni, la storia sacra venne ognor pi


perdendo terreno man mano che s ac
crebbe Pimpero delPallegoria. Si potreb
bero segnare tali continui progressi come

quelli d un totto che nisce col allagar


tutto.

Eichorn nel uso cominci dalPammet


lere come emblematico it soto primo ca

pitoto della Genesi, contentandosi di sta


bitire la dualit degli Elohim e di Ieho
vah e di mostrare nel Dio di Mos una
specie di Giano ebreo a doppio viso.
Pochi anni dappoi, nel i805, comparve

la Milologia della Bibbia di Bauer. Ol


treci it metodo di risolvere i fatti in idee
morali, ristretto da prima al soto antico
Testamento, usci da que conni e, come
era naturale. sapprese al nuovo.
Nel i806 it consigliere ecclesiastico Daub
diceva ne suoi Teoremi di teologia: Ove si ecceltui tutto ci che si riferisce agli
angeli, ai demonii, al miracoli, non ci ha
quasi mitotogia nel Vangeto. A que tempi
i racconti delPinfanzia di G. C. eran quast
i soli che venissero esibiti col sistema deI
simboli. Alquanto dappoi, i primi tren
Panni della vita di Ges sono del pari con
vertiti in parabole. Soltanto la nativit e

Pascensione , cio it principio e la ne,


vennero conservati nel senso letterale,
tutto it rimanente del corpo della tradi

zione era stato pi o meno sacricato. Ed


anco questi ultimi rimasugli della storia
santa non tardarono ad essere posti sotto
veste favotosa.

Del resto, ciascuno recava in si fatta

metamorfosi it carattere del proprio spi


sacricare la realt alla gura, di veder rito. Secondo la scuola a cui appartene
to spirito uccidere e surrogar la lettera, vasi, si sostituiva alla lettera degli evan
professando non doversi credere al senso gelisti una mitotogia metasica o morale
mistico e spirituale se non in quanto ven o giuridica o solamente etimotogica: gli
ga esso rivelato dalto Spirito Santo o pro intelletti pi astratti nulla pi vedeano
vato mediante la tradizione. La chiesa cat in sulla croce che Pinnito sospeso nel
tolica, senza rigettare it senso allegorico nito o Pideale crocisso nel reale. Co
chiaramente contenuto nella Scrittura , toro che seran vlti sopratutto alla con
bada attentissimameute a far che i fatti templazione del belto nella religione, dopo
rimangano nella toro integrit. La pretesa avere, con una tal quale etoquenza, af
riforma, per apposito, infranta ogni rego fermato, ripetuto essere it cristianesimo,
la, rigettale quante son tradizioni, invece per eccellenza, it poema- delPumanit ,
di darci it vero senso della Scrittura, non nirono col riconoscer ne Libri Santi nul

ES

ES

377

P altro pi che una serie di frammenti mo per concitiare la credenza antica con
o di rapsodie delPepopea eterna; tra que
sti fu llerder sul nir di sua vita. NelPul

la scienza nuova e si vide, per quesPln


tento, trascinato a incredibiti concessioni.

time sue opere (ch le prime son di tut

Cominci egli a rinunziare alla tradizione


ed alPappoggio delPantico Testamento, it

Paltra indole) puossi scorgere palesemen


te di qual modo, vuoi la poesia, vuoi la
tosoa, vengano insensibitmente snatu
rando le verit religiose; di qual modo ,
senza mutare it nome alle cose, si dien
toro nuove accezioni, tal che alla n ne
il fedele, che crede possedere un domma,

che chiamava romperta colPantica al


leanza. A ne di appagare to spirito co
smopolita, metteva, per certi rispetti, it
mosaismo al di sotto del maomettismo.
Posteriormente, avendosi coniato un vec
chio Testamento senza profezie, si coni
non altro possede in realt che un dili pure un Vangeto senza miracoli. Inoltre
rambo, un iditlio, uno squarcio morale o giugneva egli a si fatti avanzi di rivela
una scolastica astrazione, non ostante si zione non pi per via delle Scritture, ma
adornino di belle parole. Sentesi qui pure si per una specie di ratto di coscienza o
Pinusso di Spinosa, it quale avea detto: piuttosto merc un prodigio della parola
u Accolgo in senso letterale la passione , interiore. Pur nondimeno, anche in cote
la morte, la sepoltura del Cristo, ma la sto cristianesimo cos spogliato, la tosoa
risurrezion sua come allegoria. n Raccol nol lasci guari quieto; di sorte che,
tasi immantinente quesPidea, non rimase stretto da essa e non volendo rinunziare
pi momento della vita di Cristo che non n alla credenza n al dubio, non rima
fosse da qualche teotogo trasformato in nevagli che trasformarsi continuamente e
simboto, in emblema, in gura, in favola. andar a sepelirsi, per nirta, ad occhi
Neander stesso, it pi credente di tutti, chiusi nelto spinosismo. Non scontrasi pi
estese questo genere dinterpretazione alla in Schleiermacher it no motteggiare del
visione di s. Paoto narrata negli Atti apo secoto XVIII; mira egli meno a distrug
stolici.
gere che a sapere, e al favellar suo si

Si facean tanto meno coscienza di cosi riconosce Pinestinguibite curiosit della


adoperare perch ciascuno avvisava che mente delP uomo inclinato sulP ortto del

it punto di cui occupavasi fosse it soto vuoto; Pabisso to trascina a s mormo


che si prestasse a questo genere di cri
tica; e daltra parte, se mai rimaneva al
cuna inquietudine per tal rispetto, veniva
dissipata da quesP unica riessione che ,
alla perline non sacriticavansi che le parti

rando.
Alto spirito di sistema che al senso let
terale sostituiva Pallegorico accoppiavansi
le abitudini di critica attinte nelto studio

delPantichit profana. Erasi cotanto levata


mortali e per cosi dire it corpo del cri a cieto la sapienza del paganesimo che, a
stianesimo, ma, la merc della spiegazio compimento, pi non rimaneva che con
ne gurata, se ne salvava it senso. cio fonderta con quella delPEvangelio. Se la

Pauima e la parte eterna. Ci quelto mitotogia degli antichi un cristianesimo


che llegel chiamava analizare il Fi iniziativo, forza conchiudere che it cri
gliuolo.
stianesimo una mitotogia perfezionata.
Per tal maniera i difensori naturali del
domma travagliavansi dogni parte a mu
tare la credenza stabitita: perocch a
notare che quesfopera non compievasi ,
come gi era avvenuto in Francia, dalla
gente del mondo e datoso di profes
sione; tal rivoluzione, al contrario, ope
ravasi quasi per intero mediante it con
corso de teotogi,i quali, ancor cancellan

altra parte le idee applicate da Wolf al


Plliade, da Niebubr alla storia romana far
non potea che non venissero poscia trasfe
rite nella critica della sacra Scrittura; it
che vericossi ben presto, e to stesso ge
nere dindagini e di spirito che avean con
dotto a negar la persona d0mero condusse
a rappicciolir quella pure di Mos.
ll primo a por piede in questo sistema

do ogni di una parola dalla Bibbia , non fu Vette. Per costui i primi cinque libri
parean pur meno tranquitli sulPavvenire
di tor credenza. Era tale it costoro acce
camento che sarebbesi detto vivesser q,uie
tamente nelto scetticismo come nella tor
naturale condizione.

della Bibbia sono Pepopea della teocrazia


ebraica; a parer suo non contengono essi

pi verit che Pepopea de Greci. Come


Plliade e P0dissea sono lavoro ereditario

de rapsodi , cosi it Pentaleuco , tranne

Uno tuttavia se ne trov it quale ebbe it decatogo, Popera continuata ed anoni


il presentimento o, come dice egli stesso, ma del sacerdozio. Abramo e Isacco vat
la certezza duna crisi imminente , e fu gono per la favola Ulisse ed Agameuone
Scbleiermacher, che sadoper a tutPuo regi degli uomini. Quanto ai viaggi di Gia

378

ES

ES

cobbe, agli sponsali di Rebecca, un Ome


ro di Canaan , dice it temerario teotogo ,
non avrebbe inventato niente di meglio. n
La partenza dalP Egitto, i quaranP anni
passati nel deserto, i settanta seniori sui

mediato di Strauss, aferma nella sua Teo


logia biblica che ichovab, lunga pezza
confuso con Baal nelto spirito del popoto,
dopo aver languitto nelPoscurit e forse
senza nome in una lunga infanzia, non sa
troni delle trib , le querele dAronne , rebbesi compiutamente svituppato se non
nalmente la legistazione stessa del Sinai se in Babittonia; t sarebbe divenuto non
non altro sono che una serie incoerente di so che mescolanza dellPErcole di Tiro, del
poemi liberi e di miti. Lindole sola di tali Crono de Siri e del culto del sole, di sorte
nzioni cangia con ciaschedun delibri; che si sarebbe fatto grande nelPesitio;
poetiche nel Genesi,giuridiche nellPI-Isodo, it nome suo stesso non sarebbe entrato
sacerdotali nel Levitico, politiche neNu ne riti religiosi che al tempo di Davide;
meri, nel Deuteronomio etimotoglche, di Puno it fa uscir dalla Caldea, Paltro dalPE
ptomatiche, geneatogiche, non quasi mai gitto. Conformemente alto stesso principio
per storiche. it Wette non travisa mai i pretendesi ravvisare le altre parti della
colpi del suo martelto distruggitore sotto tradizione che it mosalsmo, dicesi, deriv
attrattive metasiche; un discepoto del se dalle nazioni straniere. il popoto ebreo ,
coto XVIll non scriverebbe con pi ardita verso it tempo della sua schiavit, avreb
precisione. Egli pressente che la sua cri be tolto da Babittonesi le nzioni della
tica debbe alla ne venir applicata al nuo torre di Babele, depatriarchi,delto svol

vo Testamento; lungi per dal commo gimento del caos fatto da Etohim; dalla
versi a tale idea, u Fortunati, sclama dopo
avere lacerato pagina per pagina Pantica
legge, fortunati i nostri maggiori, che, in
esperti ancora nelParte esegetica, credeano
con semplicit e buona fede tutto quanto
insegnavanoi La storia ci perdeva, ma ci
guadagnava la religione. io non ho inven

tato la critica; ma dappoich ella ha co

religion de Persiani le imagini di Satana,


del paradiso, della risurrezione demorti,
dei giudizio nale; e gli Ebrei avrebbero
in tal guisa rapito una seconda tiata i vasi
sacri de proprii ospiti. Distrutti Mos e
lchovab, era naturale che Samuele e Da
vidde venissero spogliati essi pure. a Que
sta seconda operazione, dice un teotogo

minciata Popera sua conviene che la con di Bertino,si regge sulla prima. n N Pun
duca a termine. Sol quelto che termi n Paltre degli anzidetti personaggi son
nato bene. n Egli pare che it Wette pi i riformatori della teocrazia, la qual
avesse esaurito it dubio almen rispetto al

sol lunga pezza dopo di essi si formata.

Pantico Testamento: i professori di teo A Davidde segnatamente mancava it ge


togia Vatke, Boblen e Lengerke han fatto nio religioso: it suo culto rozzo e quasi
vedere it contrario.
selvaggio non ditieriva gran fatto dal fe
Giusta to spirito di colesta nuova teo ticismo. lnfatti it tabernacoto non altro
togia, Mos non pi un fondator d im pi che una semplice cassa dacacia, rac
pero. Ei non fece veruna legge: gli si
nega non pur it decatogo ma no P idea
delPunit di Dio. E ammesso anche ci,
quanta discrepanza dopinioni suitPorigine
del gran corpo della tradizione alla quale

lasci it suo nome! il Boblen, di cui tra

chiudente, invece del Santo desanti, una


pietra. Come mai, diceva, come concitiare
Pinspirazione de Salmi con una si gros
solana idolatria? Ecco: negando che nes
sun d essi , sotto Pattuai sua forma, sia
lavoro di Davide. Al re profeta non ri

scriviamo alla lettera le espressioni, trova marrebbe in tal guisa che la meschina gto
gran povert winvenzione ne primi ca ria dessere stato it fondatore dun dispo
pitoli della Genesi, la quale, inoltre, la tismo privato del concorso del sacerdozio;
voro posteriore al ritorno dalla cattivit. perocch le promesse fatte alla sua casa
Stando al detto teotogo, la storia di Giu nel libro di Samuele ed altrove sarebbero
seppe e de fratelli di lui fu inventata sol invenzione posteriore al fatto, ex eventu.
tanto dopo Satomone da un membro della in questa stessa scuola it libro di Gio
decima trib. Altri riferiscono it Dente su si risolve in una raccolta di frammen
ronomio a tempi di Geremia e ne fanno ti, compitata dopo Pesitio, giusta to spirito
autore lui medesimo. Inoltre it Dio stes della mitotogia deleviti; quelto de Re un
so di Mos va perdendo nelPopinione della poema didascalico; quelto di Ester un
critica tutPinsieme col legistatore. Dopo romanzo, una novella inventata sotto i
aver posto Giacobbe al di sotto dUlisse, Seleucidi. Per ci che riguarda i profeti,
come risparmiar it paragone di Giove con la seconda parte dlsaia, dal c. xL in poi,
ichovab? Era impossibite cosa it ralte per avviso delto stesso Gesenio, sarebbe
uersi. ll professor Vatke, precursore im apocrifo. Secondo Wette, Ezechiele, calato

ES

ES

379

dalla poesia del passato a una prosa vite e calisse, non la sposa immacolata del Cristoi
strisciante, avrebbe perduto it senso de E nondimeno i tor dottori e profeti si re
simboli da lui adoperati; non altro che cano a gtoria daver trovato nulla esserci
letterarie ampliiicazioni sarebbero i suoi di reale e daulentico n nel vecchio Testa
valicinii. Daniele, it pi controverso di mento n nel nuovo, nulPaltro esser Ges
tutti, viene denitivamente cacciato dal medesimo e la storia sua che allegorie pi
Lengerke ai tempi de iliaccabei. Era gran o meno morali! in questa condizione versa
pezza che contendevasi a Satomone it it al presente la chiesa protestante; giacch
bro de Proverbii e dellPEccIesiaste; per e si vuole aggiugnere come la riforma non
compenso gli venne da alcuni attribuito siasi punto levata a sdegno, come gi un
quelto di Giobbe, che quasi tutti riman tempo la cattolica chiesa altorquando ven
dano agli ultimi tempi dellPebraica poesia. ne accusata dessere caduta nelParianest
Questo breve schizzo basta a chiarire mo. La podest temporale voleva proibir
come ciascuno sadoperi da s a distrug Popera; ma sarebbe bisognato interdir
gere nella tradizione la parte che pi da tutte quelle che parzialmente sostenevano
vicino il tocca, senza punto avvedersi co la medesima dottrina e percuoter dostra
me tutte queste rovine tra tor si rispon cismo Kant, Goethe, Lessing, Eichorn,
dano. Anche in mezzo a questa universal Bauer , Iierder , Neander , Schleierma
negazione si gode di reciprocamente con cher, ec., e non si ebbe it coraggio. La
tradirsi. Tal consigliere ecclesiastico it qual teotogia tedesca rispose , per bocca di
nega Fautenticit della Genesi confutaio Neander, che i la discussione dovea esser
da tal altro che nega quella de profeti. Punieo giudice della verit e delPerro
Arrogi che ogni ipotesi si spaccia orgoglio re. n illa, essendo la riforma caduta nel
samente qual verit acquistata mediante fondo di quesPabisso appunto dopo tre se
la scienza Iinch Pipotesi della dimane coli di discussione, gli facite antivedere
gitta a terra romorosamente quella doggi. che cosa attender si debba da un si fatto
Direbbesi che , per arra d imparzialit , giudice. Pi, una risposta tutaltrimenti
ciascun teotogo reputi dover suo, quanto categorica fu fatta dalla venerabite union
da s, gittar nelPabisso un foglio della de fedeli della parochia ove abitava il
dott. Strauss: que fedeli cristiani eles
Scrittura.
I capiscuola che si videro succedersi sero a tor pastore colui stesso che avea
da cinquanPannt in qua in Germania fu test rinegato Ges e it Testamento di lui!
Ecco quai sono gli apostoli del prote
rono i precursori di Strauss, ed era im
possibit cosa che un sistema tante volte stantismo nella Germania.
Ora non ella cosa manifesta, non so
vaticinato alla itne non si mostrasse. Lo
pera intitolata: I mili della vila di Ges lamente pel cattolico ma per qualunque
it riassunto di tutta la teotogia e itto cristiano, per ognun che abbia senso e ra
soa alemanna; libro che d alle radici gione, che i padri del sacrosanto tridenti
del cristianesimo e ne dinega la storia. no concitio eranoi veri conservatori della
La si alta impressione cagionata da esso dottrina di Ges, i veri apostoli del cristia
libro non gi effetto n del suo meto nesimo altorch, P8 aprite i546, davano it
do n delle nuove e inattese scoperte n seguente decreto: Ad coercenda petulan

degli sforzi di critica e detoquenza che tia ingenio, decerriil (sanala synodus) u!
vi campeggiano, sibbene delto aver mo

nemo, suo? prudenliw innixu:, in rebus

strato, raccogliendo in s le negazioni, dei et morum, ad wdicalionem doctri


allegorie, interpretazioni naturali, Pese
gesi universale de razionalisti, ragiona
tori, togici, pensatori, orientalisti ed ar
cheotogi alemannt onde va cotanto super
ba la pretesa riforma, che tutta questa
scienza e potenza di mente non ad altro
riuscirono che a negare assolutamente e
it vecchio Testamento e it nuovo , a far
delPautore di nostra fede, di quel Ges
di cui contidavasi risuscitar la pura dot

me christianw pertinentium, sacram


Scripturam ad suos sensus contorquens,
contra eum sensum quem tenuil e! iene!
sanala mater Ecclesia,cuius est indicare
de vero sensn ct inierpreiatione Scri
pturarum sanctorum aut eliam contra
unanimem consensum patrum, ipsam
Scripluram sacram interprelari audeat,
etiamsi huiusmodi interprelaiiones nul

passo son giunti i nostri fratelli dissidenti,


che lunga pezza ci negarono it titoto di
veri discepoli di Ges, che la nostra chie
sa accusarono fosse la merctrice delPApo

telli dissidenti obedito a questo decreto


venne, dice Bonnetty, to spegnersi del cri
stianesimo tra essi; tal che si potrebbero

lo unquom tempora in lucem edendw fo


trina, un ente milologico. S, a questo rent. Sess. iv. Dal non avere i nostri fra

volger toro le parole dette gi da Dio a

380

FA

Caino: - Che avete voi fatto del cristia

FA
* FAREINlSTl. Nome duna sella gian

nesimo? - Ma anche i tor teotogi rispon senistica formata a Fareins dai preti Bon
der potrebbero con pi verit che non it jour e Furtay,i cui pretesi miracoli ecci
primo fratricida: - Siam noi forse i cu

tarono fanatismo ne partigiani. Per inqui

stodi del cristianesimo? -Che no l siamo sizione fatta dordioe di mousig. di Monta
zet arcivescovo di Lione, vennero altonta
punto P han dimostrato col fatto.
nati da Fareins. ll curato Bonjour torn

nel i780 da Parigi nella sua parochia, che


dovette di bel nuovo abbandonare. Profes
sava egli una dottrina che dava alle fonda

* FALASHAS. Cotonia di Ebrei gi quasi


da tre mita anni esistente nel mezzo del
PAbissinia. E verisimite che, altorquando
Nabucodonosor ebbe conquistata la Giu
dea e le vicine provincie, molti abitanti
si rifugissero nelP Egitto e nelP Arabia,
donde passarono in Etiopia. Quel che
avvi di certo si che, n dal tempo
dAlessandro magno, questi Ebrei ven

menta della religione e della societ; le sue

Adamo non aveva fatto teslamento; era


accusato di prolungare adunanze sino a
notte, di scandatose stravaganze per parte
dalcuni ossessi, daver posta in croce una
fanciulla, ec. Venuto ancora a Parigi, it

gono chiamati nel paese falajas od esi

Boniour mantenne continua corrisponden

liati, e che vi si erano saldamente stabi


liti: hanno essi conservato insino al pre
sente la toro independenza, la lingua, la
religione, le istituzioni nazionali tor pro
prie. Hanno la tor Bibbia e, nelle pro
prie sinagoghe, cantano i salmi in ebraico.

za co proprii discepoli, che costituivano


presso a poco la quarta parte degli abitanti
di Fareins, nch it governo di Bonaparte

prediche produceano Pinsubordinazione


delle mogli controi proprii mariti; impu

gnava it diritto di possedere, dicendo che

esiti i due fratelli in lsvizzera. V. (Ion


vULsioNARn e FlALlNlsTl.
** FEDE. Agg. in ne. A buon dritto

Cosa notabitissima che quelP ebraico viene raccommandala (v. FILosoFo) P al


scritto in caratteri samaritani e che Palfabe leanza della tosoa colla verit rivelata;
to ambarico, it soto usitato in Etiopia, non ma non cadr per fermo in mente a ve
ha relazione che col samaritano; d onde runo dinferire da ci che la fede, o nel
emerge una prova insigne a favore delle Pimmediato acquisto della medesima o
tradizioni abissine, perch alPepoca in cui delPesercizio suo, dipenda ed abbisogni
quesP impero (secondo la Cronaca dA assolutamente delle ricerche tosoche.
xum) abbracci it giudaismo era quelto it Gravissimo errore sarebbe questo e tale
carattere onde servivansi gli Ebrei, i quali da sovvertire la sostanza stessa e Peco
soltanto dopo la cattivit adottarono it nomia tutta quanta della fede. Cos nel
suo scopo come nel suo principio la fede
caldeo.
Prima che i Portoghesi scoprissero PA cristiana sopranaturale e divina; e Patto
bissinia e si sapesse che una trib ebrea di fede non it risultamento di verun ra
abitava quel paese da quasi trenta secoli, ziocinio umano, ma si P opera della gra
non si capiva perch un Etiope venuto zia. La grazia quella che itlumina e in
fosse alla solennit della pasqua in Geru duce Puomo a sottomettere per via di fer
salemme e come potesse conoscere e leg ma e votontaria adesione it proprio in
gere it vaticinio dlsaia. Nessuna maravi telletto alle verit rivelate appunto per
glia che a quelPepoca accorressero a Ge ch elle si fondano sulPautorit di Dio ,
rusalemme Ebrei di qualunque regno e dal verit prima, come sulPultima ragion for
P estremo oriente: dopo le due cattivit male della cristiana credenza. La grazia
moltissimi Ebrei eran rimasti in tutte quel quella che infonde nerigenerati pel santo
le regioni e, conformemente alla legge Battesimo Pabto sopranaturale della fe
del Deuteronomio,xvi, 2, giugnevano ogni de; da quel punto la fede perfetta pu
anno in folla a Gerusalemme per adorare trovarsi e si trova in anime assolutamente
lddio nel tempio che saveva eletto; nes incapaci di qualsiasi tosolica indagine ,
sun monumento per indicava che ne do di qualunque esame. In questo senso det
vesser venire da1PEtiopia. Ora la cosa ri tava it Bossuet queste s assennate paro
mane spiegata. L incontro di s. Fitippo le: - essere errore P imaginarsi che al
apostoto colPeunuco della regina Candace credere sabbia sempre a premetter Pesa
fatto tanto pi certo perch narrato me.-- La via del raziocinio e delPesame
nella Cronaca lfftxum colle medesime estrinseco de motivi della credibitit pu
circostanze e pi minutamente che non adunque tornar utite od anche, nel corse
ordinario delle cose, necessario, almeno
negli Atti apostolici.

FE

Fl

in parte, alPinfedele per giugnere alla co


noscenza della verit rivelata; e to stesso
forza dire delPincreduto immerso in col
pevole cecit circa questa verit medesi
ma. TulPaltrilnenti per va la bisogna per
cotoro che nacquero e vivono in seno alla
vera chiesa. Se toro si permette di appli
carsi alPesame che chiamasi istruttivo e
confermativo, non debbono imprudente
mente dedicarsi a quelto di sospensione o
di dubio.
* FESTA DELIRENTE SUPREMO. R0
bespierre in certa relazione indiritta alla
Convenzione circa i mezzi onde ristabitir
la morale si compiacque riconoscere Pe
sistenza di Dio e [immortalit delPanima.
Fece quindi si decretassero feste publi
che, sacre alla Natura, al Genere Umano,
alla Libert, alPEguaglianza, alla Repu
blica, alP0dio de tiranni e de traditori,
alla Verit, alla Giustizia, al Pudore, alla

falsa tosoa alla societ politica. ll lo no

384

vembre i795 venne celebrata questa fe


sta, appellata della. Ragione, nella chiesa
di Nostra Donna di Parigi. Fu portata in
trionfo unatttrice,qual emblema della nuo
va Divinit, e la caledrale, in vigor dun
decreto, fu denominata it tempio della ita
gione. Un empio corteggio entr a prati
carvi un culto sacritego: la catedra di
verit venne profanala da bestemie, e
quelle pareti che gi tante volte avean
risonato di sacri cantici , echeggiaronio di
barbare canzoni e dlnni irreligiosi: di
nanzi alla svergognata femina, tocata sul
Paltare sacro a divini misteri, venne in
corpo la Convenzione, n da quelPatto ri
fuggirono vescovi e preti, che ne forma
vano la parte maggiore. Altora savvera
rono lc predizioni onde pi anni prima
della rivoluzione alcuni oratori cristiani
avean annunziata vedrebbesi Pabomina
Gtoria, alPlmmortalit, alPUnion coniuga zione nel luogo santo,profanati i templi e
le, alPAmor paterno, ec. Tutti questi no un impuro culto surrogato alle nostre sa
velli culli, non men pazzi che quelto della cre cerimonie. Cotall fredde e melanconi
Ragione, dovettero agli uomini di quel che feste per non riuscirono a far presa.
tempo parere amari scherni od oltraggi
* FETIClSMO. Culto diffuso nella razza
sanguinosi; eppure vennero ammessi sen de negri in Africa: pu dirsi un rozzo
za la menomu opposizione.
paganesimo.
La Festa delPEnte Supremo fu celebrata
* FIALINlSTI. Altra delle sette che
per la prima. lfe di giugno del i704 una formarono, per cos dire, la coda del gian
pomposa musica guerresca aperse la se senismo e che sotto varie gradazioni e de
duta della Convenzione; e Robespierre, nominazionisi perpetuarono non solamen
che vi presiedeva, scese dalla propria te a Fareins (v. FABEINIsTI), ma anco a
scranna, fra mezzo le grida del popolazzo, Roanne e nel cosi detto Charolais e Forez.
e savanz verso l giardini delle Tuiteries, Nel l794,Fi3lili, paroco di Marsitly, ver
seguito da tutta P adunanza. Sotto la sua so Montbrison, persuaso che stesse per
sedia posta in cima dun immenso palco venire it profeta Elia , raccolse circa un
si schierarono i convenzionali, che pare ottanta persone dambi i sessi in un bo
vano in tal modo riconoscere it proprio sco vicino a Saint-Etienne, per andargli
sovrano. Questi vestiva un abito di foggia incontro, prendere it cammino di Geru
polacca, disegnato dal pittore David , e salemmeecomporre la republicadi G. C..
teneva in mano un mazzo di ori. Sopra raccommand toro non guardassero ni a
un poggio eminente stavano tre automi, dritta n a manca n in alto n in basso,
rappresentanti Puno it Fanatismo, Pal ed intasc bellamente it tor denaro. Que
tro it Poter regale, it terzo la Discordia. ll sti fanatici, dopo avere errato alcun tem
presidente vappicc it fuoco, e dal grup po in mezzo a boschi, furon costretti tor
po incenerito usc fuori una statua di Mi narsene alle proprie case e divennero
nerva. Altora Bobespierre , facendosi a scopo alle publiche risa. Fialin men mo
partare, apostrof Padunanza con un ser glie, si ritrasse nelle vicinanze di Parigi,
mone republicano. La festa venne cele ove teneva aperta una bettola, e nicol
brata n nelle carceri, e it tribunale ri Pessere esitiato a Nantes.
voluzionario sospese esso pure, in quel
* FILALETI. A Kiel, nelPllolstein. si
giorno, i suoi assassinii. Tale era la reli formato sotto Pappellazione di Filaleli ,
gione de tempi: Pipocrisia velava i suoi cio amici della verit, una compagnia re
decreti di sangue co vocaboli di patria e ligiosa, la quale domanda in fatto di reli
dumanit. V. TEoIILANTRoPIA.
gione una libert assoluta e professa un
* FESTA DELLA RAGIONE. Cerimonia deismo puro. E governata da un capo spi
rivoluzionaria che tenne luogo istantanea rituale o due anziani o sentori, assistiti
mente di quelle del culto cattolico, sotto da una commissione di dieci membri; la

Finusso del delirio communicato dalla podest suprema risiede nellacommunit.


BEnGlER. Vol. VI.

48

382

F0

F1

Ha un tempio senza imagini n ornamenti fu immantinente aflerrato dai corifei del


di sorta. ll culto si riduce ad una pre materialismo. V. FRBNoLOGIA.
Non venne per tor fatto di levarsi pi
ghiera, a un sermone pronunziato dal ca
po e ad alcuni cantici che vengono can alto del concetto d un anima organica ,
tati da tutti i membri, e si celebra ogni cervello e midolla, spinale, che daltora
settimo giorno della settimana e in certe in poi non fu pi altro che un ente sog
feste, le quali sono: la testa della coscienza getto alla necessit del proprio organismo
o della penitenza. it di primo delPanno , e disttruggibiie per la sua stessa decom
le feste della natura al principio delle posizione: non potea qui essere [ultima
quattro stagioni, Panniversario della fon parola della scienza, la quale scienza a
dazione della compagnia e le feste pu condizione soltanto desser sociale.
ll dottor Fovitle, medico primario della
bliche ordinatedalto stato. Sogliono pur
festeggiarsi con riti particolari certi av casa reale di Charenton, sembra, cosuoi
venimenti della vita privata, come P im lavori sulPanatomia siotogica del sistema
posizione del nome a un neonato, Pam nervoso, dare alla scienza del pi com

missione alla communitt, it matrimonio, plicato e in pari tempo pi elevato tra


it divorzio, Pinumazione, it giuramento. sistemi organici le basi pi certe nel men
* FISIOLOGIA PSICOLOGICA. Fu do tre stesso che con numerosi fatti positivi
gni tempo riconosciuto esservi tra Panima abbatte le teorie tutte quante del mate
e it corpo necessarie relazioni di facolt rialismo.
lrisultamenti sommarii delle sue ri
c dorgani, it corpo somministrar, per cosi
dire, stromenti alPanima; parimenti fu cerche suiPanatomia del cervelletto tro
cercato sempre di determinare qual or vansi da lui medesimo esposti in una
gano fosse la sede speciale delle fun lettera indiritta nel gennaio del 1845 al
zioni intellettuali e reggitrici: ma quanto presidente delPAcademia delle scienze.
chiara e agevole a dedursi dai fatti e dalto lleca egli in essa lettera fatti si nuovi e
studio delPuomo era la prima verit, al importanti da aprir vasto campo alla pa
tretanto difcite riusciva to stabitire alcun totogia, alla siotogia ed alla tosoa psi
che di determinato sulla seconda. Donde cotogica.
* FOUIHERISMO. Dottrina di Cartto Fou
la divergenza delle opinioni.
Dopo Democrito, it quale anatomizava rier, nato a Besanzone nel 1772 e morto
cervelli di animali per trovar la sede della a Parigi nel i857. Nulla presenta di no
pazzia appo Puomo; Erotiio, che le fare tevole la sua vita, da lui passata oscura
it primo passo alPanatomia del cervelto; mente nel commercio; non cosi i suoi
Erasistrato, che formol it sistema che sta scritti, che acquistarono gran publicit e
tuisce per sede delle facolt intellettive le spengono un nuovo sistema sociale e in
circonvoluzioni cerebrali; Galeno, it qua dustriale.
Veggendo nella natura gli elementi del
le, riassumendo tutte le fatiche desuoi
predecessori, ebbe combattuto Erasistrato ben essere sparsi con una specie di pro
e coltocata la sede delle facolt ne ven fusione,dice Vitleneuve-Bargemont, e ma
tricoli del cervelto; Alberto magno, s. To ravigliato de difetti delto incivitimento
maso diquino, Scoto, s. Bonaventura, ec., operato dalPindustrialismo, qual fu con
i quali tutti, sulPorme di Galeno, faceano cepito a di nostri , e delle sventure che

de ventricoli it centro delle facolt e le opprimono i paesi pi inanzi in tale in


deduceano dalle forme esteriori del cra
nio, insino a Vesaiio, la scienza avea pro
gredito sol con lentezza: Vesalio celebre
anatomista topograco le impresse un nuo
vo movimento, senza per por mano alla
siotogia, la quale non dovea venir che

pi tardi.
Nondimeno, in mezzo al uttuare delle
varie opinioni, i dommi delP immortalit
delPanima e del libero arbitrio avean pre
\aluto sempre. Sotto la direzion sovver
siva del moderno materialismo avvenne
per certo un nuovo progresso nella cogni
zione organica delto stromento che serve
di substratum materiale alPintelligenza:
Gait ne fu it primo autore; e it suo sistema

civitimento, si fece it Fourier ad iudagar

la cagione di si fatta anomalia. Se non


che, togliendosi dalle credenze religiose,
savvis aver trovato P origine del male

nella perpetua contradizione della societ


alle naturali vocazioni degli uomini e nel
to spartimento, portato dalla vita di fami
glia, degli interessi, delle fatiche e de
godimenti dalla natura destinati ad esser
posti in commune. it rimedio a questo
male stava nelPassociazione combinata con
Pattrazioue, Parmonia e Pequlibrio delle
passioni, nelle quali riconosceva esclusi
vamente Pindizio delle vocazioni naturali.
Nel costui sistema, Puniverso, invece
d essere spezzato in famiglie , sarebbe

F0

F0

383

spartito in aggregazioni sociali, da lui chia passivo e mosso; le matematiche, princi


mate gruppi, serie e falangi. Un gruppo, pio neutro ed arbitrale.
Dio, Puomo e P universo non son che
per esser normale, dee comporsi di sette

oppur nove persone; , per cosi dire, it uno, sassorbono e si confondono; it che
primo alveoto delParnia sociale, it nccioto viene a dire, co sansimonisti: Dio tutto
delPassociazione. Le serie debbono avere ci che .
La votont di Dio manifestasi mediante
da 24 a se gruppi e unirsi in falangi
di i800 persone a un dipresso. La dimora unattrazione universale diifusa nelP uni

o abitazione duua falange chiamasi falan verso e produttrice di cinque movimenti:


stero (donde aseguaci di Fourier it nome materiale, organico , istintivo , anomato ,
di falansteriani), e questa agricola o sociale. DalP universale attrazione nasce
industriale.
Secondo questo metodo, mediante la
vita commune, communi piaceri e un la
voro intelligente e attrattivo, distribuito
giusta la legge delle attrazioni o voca

zioni, si conseguirebbe tale economia di


tempo, fatica e derrate, ed insiememente
un tale aumento di prodotti dogni specie
che a ciascun membro delPassociazione
armonica toccherebbe una porzione di go
dimenti variati eguale almeno a quella

oggidi riservata agli individui pi dovi


ziosi. Oltreci, dal perfezionamento mo.

unanatogia universale. Tutte le passioni


hanno it toro anatogo nella natura dagli
atomi insino agli astri, per conseguente in
Dio medesimo.
lddio ha prodotto sedici specie d uo
mini, nove sulPantico continente e sette
in America. Le specie son tutte sottopo
ste alPattrazione ed alPanatogia univer
sale.
Le anime umane non muoiono gi col
corpo che informano: non potendo rima
ner separate dai materiali godimenti, pas
sano immediatamente in altri corpi uma
ni sul nostro gtobo ovvero su un altro.

rale e sico degli esseri ne verrebbe una


rigenerazione compiuta nelle famiglie del Onde Pimmortalit delPanima non altro
la specie umana.
che la metempsicosi.
Lattrazione universale esprimesi negli
Le falangi, collegandosi Puna colPltra
a seconda di tor simpatie, interessi o di uomini per via delle passioni: le passioni
versi gradi di commune utitit, formereb vengon dunque da Dio; ed ecco perch
bero citt, provincie, regni, imperi e nal- son da per tutto le stesse. Sessi incon
mente unassociazione universale che al- I trano ostacoli, questi procedono dalle pas
tri conni non avrebbe che it gtobo, e it sioni. Larmonia soto altora sar perfetta
quando verr concessa tutta Pampiezza al
cui centro esser dovrebbe sul Bosforo.
Quantunque ogni cosa dovesse porsi in Poperar delle passioni n vi avr pi
commune, ci sarebber nondimeno degli ombra di ritegno.
.
NelPuomo ci ha dodici passioni radica
utiti rispettivi di falangi, di serie, di grup
pi e dindividui: i prodotti riuscirebbero li, selle delle quali appartengono alPani
pel manco it quadrupto di quelli che si ma e cinque alla carne: le une son sen
ottengono cogli attuali procedimenti, e se sitive; effettive e distributive le altre.
ne farebbe un equa distribuzione in ra Dnnosi tanti impulsi legitimi quante son
gione del capitale, del lavoro e del ta passioni fondamentali. Dal libero operare
lento. Laonde la propriet andrebbe con di dette dodici passioni nasce nelPuomo
giunta colla communanza, la povert colla it sentimento religioso, it quale altro non
ricchezza,etutto sarebbe regolatoin guisa che it risultamento della combinazione
che n gli uni potrebbero prevalersi dei delle passioni tutte quante, come it bianco
toro vantaggi n gli altri dolersi della pro risulta dalPunione di tutti i cotori.
La legge, il dovere, it ben delP uomo
pria inferior condizione.
Quale che sia it vatore di cotesta teo sta nelPobedire alle proprie attrazioni,
ria ecouomica e industriale, essa pura cio a seguir le proprie passioni: ecco
mente, per parte di Fourier,Papplicazione tutta la morale. Le idee di vizio e di virt,
duna dottrina metasica, cosmogonica e di bene e di male sono radicalmente fai
psicotogica, la quale si risolve essa pure se: it bene to svituppo armonico del
in un panteismo luaterializzato. Ne dare Puomo, it male Pattuale incivitimento.
Uopera esteriore delPuomo, la sua de
mo qui un rapido sunto, spogliato delle
formole astratte e del barbaro neotogismo stinazione terrena la coltivazione del
onde Fourier si giova ad esporre it pro gtobo; it suo scopo la felicit, it suo mez
zo P associazione , P armonia universale.
prio sistema.
Vi sono tre principii: lddio, principio Essendo la votont di Dio la felicit del
attivo e movente; la materia , principio Puomo e it pieno, svituppo degli esseri

384

F0

F0

tutti quanti, le nostre passioni debbono nevolezza e discrezione, avrebbe potuto


essere per noi una rivelazion permanente, con sicurezza condursi a gittar le prime
perocch la felicil riposla nelP aver basi della scienza sociale. Noi to veggiamo
molle passioni e molli mezzi di appa infatti ripetere ad ogni pi sospinto daver
fatto le sue scoperte mediante un calcoto a
garte.
il dovere procede dagli uomini, Pattra rompicolto; cosa, del resto, di cui facite
zione da Dio. Quelto varia di secoto in avvedersi. Avea quesP uomo, in realt
secoto e nelle singole regioni, laddove la sortito una prodigiosa attitudine ai lavori
natura delle passioni fu e rimarr inva danalisi ed alle vedute di correlazione;
inoltre si valse delP anatogia universale
riabite appo tutti i popoli.
in coda a queste dottrine vengono delle come di stromento dinduzione colla fre
profezie. La terra, i climi, P umanit sa nesia dun uomo che, it di dopo la sco
ranno trasformati lnerc delP organizza perta della bussola, avesse creduto servir
zione falansteriale. it mondo durer eo,ooo sene per far viaggio alle Indie. Del resto,
anni. Correndo i primi 40,000 andr sem it Tratlato ifassociazione di Fourier it
pre progredendo. Conta esso al presente perfetto ritratto delPorganizzazione intel
7,000 anni, e trovasi tuttavia nelPinfan lettuale del suo autore: vi si scontra uno
zia: sta per entrare nella giovinezza, e sfoggio formidabite di processi togici desti
passer alPet matura, nella quale rester nati a stabitir Pordine nelle varie parti di
8,000 anni, poscia andr decrescendo in questa nuova scienza; e, con tuttoci, vi
sino alPintera decrepitezza, la quale ter regna una confusione, un caos tale che,
miner con gli altri 40,000 anni. Succe accadendo al lettore di smarrire un passo
deranno rivoluzioni sideree, le quali por di cui avesse bisogno, gli riuscirebbe im
ranno it nostro gtobo in nuove condizioni, possibite it rinvenirto altrimenti che con
e dopo it mondo attuale ci saranno altre un lungo scartabellare o con riteggere per
diciotto creazioni successive , ciascuna intero Papera, che pure di non picciola

delle quali si operer mediante lacongiun

mole. Gli chiaro che Fourier era preso da

zione del uido australe al uido boreale. monomania, come accade per degenera
E qui la fantasia di Fourier scioglie libero zione di tutti i metodi quando nel giovar
it voto e vien popolando la nostra terra sene si va oltre i conni, non servendo
di animali maravigliosi; ievansi le facolt essi altora che a traviare la mente.
Fourier non si dichiar mai nemico alla
delPnomo al pi alto segno di tor potere;
la terra it soggiorno delle delizie, e religione; e se it fumoso suo cervelto to
condusse a metter fuori dottrine contrarie
inondata dalla piena della felicit.
u Non ci ha chi non vegga chiaro, dice a quelle insegnate dalla Chiesa, e non si
lllaret, it panteismo di Fourier e le sue tenne men persuaso dessere stato sempre
tendenze materialistictie: nulla perci di cristiano. Avendo alcuni giovani falanste
nuovo presenta it suo sistema. Ci ristringe riani eccitato scandato nel palazzo di citt
remo ad una osservazione sulla base mo in Parigi con discorsi ingiuriosi alla reli
rale di colesta teoria, la legitlmit di tutte gione, Fourier non volle averne la rispon
le passioni e la necessit del toro svituppo. sabitit; quindi scrisse al giornale La pace
Non dare altra legge alla passione che la una lettera nella quale disapprovava al
passione medesima, negar la legge mora tamente le dottrine anticristiane da suoi
le destinata a regolare e dirigere la pas discepoli professate,dichiarando nel tempo

sione, ammetter nel senso pi assoluto la stesso che, per quelto spettava a s, egli
Iegitimit delle passioni tutte gli un di era nato e intendeva morire nel seno della
vinizzare quanti disordini e bassezze pos chiesa cattolica, apostolica, romana. Cotoro
sono metter Puomo al di sotto del bruto. che in quel savio ed onorevole procedi
Sperare e credere che col principio della mento ebber veduta la propria satira cor
legltimit di tutte le passioni si potr giu sero immantinente da Fonrier e gli posero
gnere a satistarte e impor toro i conni tale assedio che ottennero dalla sua debo
che son pur richiesti per Pesistenza det lezza ritirasse quellalettera contenente la
Passociazione gli un disconoscere in disapprovazione delPopera toro. Certo
teramente la natura delPuomo e quella tuttavia chera essa un dettato spontaneo;
della passione, un ingannar s stesso e i donde pu inferirsi esservi nel fatto di
Fourier pi allncinazione che eresia.
proprii lettori. n
Vittore Considerant, autore del Destino
Causa del traviare di Fourier nella ri
cerca della verit P abuso da lui fatto sociale , opera ove studiasi dimostrare
de metodi che savea creati in testa, de it sistema di Fourier, cui tent inoltre di
quali se avesse saputo usare con ragio propagare a voce in parecchie citt di

FB

FB

385

Francia, compitatore deliaFalange, gior delle tendenze , delle passioni, delle fa


nale fonrierista, creato colto stesso intento colt delPuomo, dalle escrescenze e prolu
beranzc ovvero dalle depressioni di quel
di propagazione.
Non gran tempo che P uno e P altro P organo; e i cui partigiani, trovando
tentarono erigere un falanstero nella fo insufciente la cranioscopia, hanno adot
resta di Rambouiitel. Una ventina den tato it metodo della cerebroscopia, ossia
tusiasii davanst a cri-dere di migliorare studiate le circonvoluzioni del cervelto.
dugento acri di terreno derica, seminarti Le lezioni del dott. Gall, autore di que
a grano e mietervi; in un magro orto an sto sistema, furono interdette a Vienna
nesso al toro podere modelto in speranza nel i80l, siccome tendenti a propagare it
non riuscirono a raccorre dieci ettolitri materialismo e it falalismo, principii sov
di fave e un porno di terra. Eppure spen vertitori delPordine sociale: esse furono,
deano ingenti somme, e un deputato di alPopposto, tolerate a Parigi, ove vi eb
Etampes sepel in si fatto infruttuoso ten bero corsi publici di frenotogia come da
tativo un dugentomita franchi. Si rideva natomia e patotogia.
L inspezione del cranio non vale punto
dalla compassione al vedere gPinsufcien
ti toro sforzi, e it cristiano diceva: Costoro pi a condurre alla cognizione delle pas
che mettono in moto le passioni popolari sioni, atteso che, giusta Paffermar de ii
e la sabbia della foresta non raccoglieran siotogisti, le passioni egli affetti non hanno
che procella e la cenere de toro scopeti; tor sede nel cervelto: le coltocan essi ne
conciossiach per tali malagevoii imprese gli organi della vita interna, nelle visce
vuolsi un principio immortale come la re. Ma non risedendo le passioni nel cer
fede e Pannegazionc del trapplta, stando velto, Posservazione encefalica non sar
scritto: Nisi Dominus wdicaveril do mai che giunga a scoprirte. Nessun segno
mum, in vanum laborant qui wdicant cranioscopico varrebbe impertanto a far
conoscere a priori le altitudini e le fa
eam.
Noi bramiamo ardentemente che la so colt delPuomo.
Il dott. Gali aborriva, dicesi, it mate
ciet acquisti possanza, mediante l'armo
nia e it buon sistema delle forze e de ma rialismo. Pure i frenotogisti camminan per
teriali interessi, cio mediante Porganiz via retta a cotale dottrina stolta del pari
zazione del lavoro, purch in questa san che abielta altorch paragonan Puomo a
topera si proceda con mire cristiane; in un automa privo didee , di raziocinio e
caso diverso gli elementi di ricchezza per di giudizio. A voler restare spiritualisti,
noi trovati tornerebbero a nostra confu gli forza ammettano un principio sem
sione. Gretto e falso sistema gli quelto plice, unico, it qual presiede alle opera
di credere tutto it destino delPuomo com zioni mentali delPinteletto e della voton
preso nel vocaboto utilil. Luomo ha pos t: ma se quesPessere spirituale , ine
seduto la verit; egli chiamato a ricon steso, a che giova Pesame del cranio o del
quistarta e a goderne di bel nuovo. Fer cervelto per conoscere e sentenziare delle
mo sulla base incrollabite della rivelazione facolt delPuomo? Vero che Gali sup
evangelica e stretto alPancora della salu poneva tanti intelletti particolari quante
te, la Chiesa, pu egli senza tema di fuor facolt distinte. u Ciascuna facolt, diceva
viare, dar corso alla propria intelligenza. egli, ha la sua percezione, la sua memo

Altora inalzer la mente sua verso it cieto, ria, it suo giudizio, la sua votont, cio
dove riconoscer la mano che it cre e it tutti gli attributi delPintelligenza propria-termine del proprio pellegrinaggio. Chia mente detta. Tutte le facolt son dotate
mando in proprio aiuto Panatogia univer
sale, la qual consiste nel risalire dagli em
blemi a toro tipi, mirer a riprodurre it
gran modelto di cui reca Pimpronta , si

della facolt di percezione, dattenzione,


di reminiscenze, di memoria, di giudizio,

sforzer di divenir perfetto com per

letto o intendimento quante facolt distin

fetto it Padre celeste e desser vero imi


tatore di Dio. Per quanto ifaianstertani e
gli umanitarii (v. questa voce) si trava
glino a cercare, non verr toro mai fatto

te. Ogni facolt particolare, prosiegue,

dimaginazione. Ciascuna facolt perci


unintelligenza. Vha tante specie dintel

intelletto ossia intelligenza; ciascuna in


telligenza individuale ha it suo proprio
organo. n u Ma, domanda it sig. Ftourens

di trovare una formola pi bella di sociale (Examen de la phrnologie), con tutte si


progresso.
* FRENOLOGIAoCRANOLOGIA o CRA

fatte specie dintellelii, con tutte queste

intelligenze individuali, che sar Pintel


NIOSCOPIA. Scienza che, procedendo me ligenza generale e propriamente detta?...
diante Posservazione del cranio, giudica Non sar essa pi quella facolt positiva

386

GE

GE

ed una che noi intendiamo, concepiamo, do, sia degli sconvolgimenti prodotti dal
sentiamo in noi medesimi altorch pro dituvio. Di maniera che la scienza della
nunziam la parola anima o intelligenza; geotogia, quella che ha fatto maggiori pro
e qui sta tutto to spirito della psicotogia gressi in questi ultimi tempi sta tutta a
di Gall. AlPintelligenza, facolt essenzial pro della religione. u Qui ci si affaccia ,
mente una, sostituisce egli una turba di dice Boube , una considerazione cui
picciole intelligenze o facolt distinte e difcite rimanersi inditffereute. Posciach
isolate... Ma Punit delPintelligenza, Pu un libro scritto a unepoca iu cui le scien
nit delPio un fatto del senso intimo, e ze naturali eran si poco inanzi racchiude
questo vale pi che tutte le tosoe. D nondimeno in poche linee it sommario
Nella Rivisla medica si dimostra non po delle pi notevoli conseguenze a cui non
tere, nel sistema de frenotogisti, esister riusciva possibite it giugnere che dopo gli
Pio in alcuna guisa.
immensi progressi procacciati dal XVIII
ln questo sistema,risolvendosi tutto nel e XlX secoto; posciach si fatte conclu
la costituzion sica, tutto trovandosi sot sioni si trovano in relazione con fatti ad
toposto alP impero fatale delP organizza essa epoca n conosciuti n tampoco so
zione, la cosa evidente non darsi n spettati, e non mai no a tempi nostri, e
vizio n virt: 0nd esso la negazione cui i toso dogni tempo considerarono
dogni legge morale, la negazione del li sempre in modo contradittorio e sotto
bero arbitrio. Vuole Gall non essere it li aspetti sempre erronei; posciach, per
bero arbitrio che un risultamento; perci ultimo, questo libro, di tanto superiore al
to distrugge. Non a maravigliare che la proprio secoto nel rispetto della scienza,
toleranza sia pei frenotogisti it primo pre gli va egualmente inanzi in quelto della
cetto della morale: cotale toleranza pro morale e della tosoa naturale, egli
duce una reciproca indulgenza, la qual di forza ammettere esservi in tal libro alcun
viene la base del sistema di penalit di che superiore atPuomo , e chegli non
cotesti falalisti. Si limitano i frenotogisti vede e non capisce, ma che to stringe ir
a partare delPimpero fatale di certe or resistibitmente. n
ganizzazioni ed a riprodurre tutti i luo
** GEROGLIFICI. I geroglici, ovvero
ghi communi a quali gli avvocati hanno sia la scrittura simbolica di cui gli Egi
abituato i giudici da qualche anni e cui ziani aveano coperti i tor monumenti, era
non si rimangono dalPimptorare a favore no, da secoli, un enimma impenetrabite
di que miserabiti banditi che professano ai pi valenti antiquarii, e P incredulit
e praticano la dottrina delPassassinio; ot del secoto XVlll , la quale sol nelP igno
tima gente che serba tutta la tor compas ranza e nella mala fede seppe trovare ar
sione pei ladri e gli omicidi e non ne sen gomenti a patrocinare la propria causa ,
te ombra perle vittime e per la societ! non avea omesso dinvocare contro la

Non accade intertenerci pi oltre a mo

cronotogia di Mos Pautorit demonu

strare come it sistema defrenotogisti dia menti del regno dei Faraoni pieni di tali
alle fondamenta di questa non meno che iscrizioni misteriose, rimandando Pepoca
della religione.
di tor costruzione a date anteriori alla cro
notogia biblica. Ad asserzioni affatto gra
tuite i difensori de Libri Santi non altro
avean potuto contraporre che la testimo
nianza della tradizione di tutti i popoli;
* GEOLOGIA. L esame de diversi si prova bastante senza dubio a dimostrare
stemi inventati dagli antichi tempi inno la veracit delto storico sacro, ma della
al presente per dar ragione della compo quale i nostri avversarii ngeano di non
sizione di questo universo conduce alle andar paghi, per essere soltanto indiretta.
conclusioni che seguono. La prima, che
Pi fortunati che noni nostri padri noi
in fatto di teorie generali nulla di nuovo possiamo al presente rivolgere contro il
fu inventato dai moderni geotogi; la se tososmo quelParm stesse ondesso era
conda, che quante ipotesi e quanti siste uscito in campo contro it primo de no
mi insorsero contro it racconto della Ge stri scrittori inspirati. Ormai, infatti, la
nesi son caduti, confutandosi gli uni dagli scrittura geroglica, grazie ai lavori e alle
altri; la terza, che i fatti provati, i soli maravigliose scoperte di Champollion il
fuori di discussione , non son per nulla giovine, la non pi un mistero impene
contrarii alla Bibbia, anzi han servito di trabite alla scienza. Questo dotto archeo
nuova dimostrazione della narrazione fat togo, a forza d indagini e investigazioni
taci da Mos sia della creazione del mon inconcepibiti, riusc, colPaiuto della ce

GE
lebre pietra di ltosetta,a comporre qua
si per intcro Palfabeto geroglitico e a
darci la spiegazione delle inscrizioni scol
pite sui monumenti le cui rovine in
gombran tuttora la ridente valle del Ni

to. Pu vedersi la storia di questa sco

GI

387

delPoperar suo immediato sugli uomini.


Che direbber eglino i nostri increduli,
avanzo della beffarda tosoa delPandato secoto, ove si venisse a scoprire una re
lazione degli avvenimenti narrati nella
Bibbia sotto it nome delle dieci piaghe
dlgitto? Che opporrebbero alla testimo
nianza degli scrittori egizii narranti it dis
astro da Faraone incontrato nelPEritreo?
Or tutto questo devessere stato scritto.
Quel documenti esistono probabitmente

perta nel Wiseman. Ora, le diverse appli


cazioni del suo sistema fatte dalto stesso
Champollion e posteriormente da Coque
rel ministro protestante dtmsterdam, dal
sig. Greppo vicario generale di Belley, da
monsig. di Bovel, antico arcivescovo di ancora; e se esistono, noi siam sul punto
Totosa, nalmente dal sig. BosEHini di di conoscerti. Sia gtoria pertanto a Dio che
Pisa, compagno de viaggi di Champollion accorre a sostegno della fede de suoi fe
nelPalto Egitto, hanno dimostrato la ma delil
ravigliosa conformit che intercede tra la
* GIOVANNI DI PARIGI. Domenicano,
cronotogia egiziana e la biblica. Da coteste professore delPuniversit nel XIV secoto,
applicazioni risulta l. che nessun monu sopranominato pungens asinum per la
mento egizio realmente anteriore alPan sua vigoria nel disputare. Tent costui di
no 2900 delPera nostra, tempo in che vi dare una spiegazion nuova dal mistero
veva Abramo; 2." che, adottando la cro delPEucaristia, dicendo prendersi in essa
notogia e la successione dei re prtaci dai da G. C. la sostanza del pane in guisa che
monumenti, Pistoria egiziana consuona mi it Verbo di Dio rimane unito al pane. Que
rabitmente col racconto di Mos e to con sta opinione, che contradiceva alla creden
ferma in ogni parte; 5. nalmente che za della transostanziazione, del tramuta
molti passi oscuri della Genesi onde gli in mento cio del pane nella sostanza del
creduli seran giovati per accagionar der corpo, venne condannata dalParcivescovo
rore to scrittor sacro rimangono appien di Parigi. Giovanni ne appell al papa e
rischiarati n presentano pi difcolt di mori prima che giugnesse la decisione,
sorta.
alla quale per promise sottomettersi.
Un gran servigio han reso perci alla
* GlOVANNl Dl POILLI. Dottore della
religione le scoperte di Champollion, con facolt teotogica di Parigi, nel secoto XIV.
ciossiach abbian esse per sempre tolto Sosteneva che n vescovo n papa n Dio
di mezzo ogni assalto da questo lato e stesso avesser dritto di permettere aire
gittata gran luce sulP oscurit di alcuni ligiosi dascoltare le confessioni de paro
luoghi de Sacri Libri. In tal guisa la pro chiani d un curato qualsiasi e che tutti
videnza veglia sulPopera sua e fa servire gli abitanti duna citt dovessero confes
a difesa e conferma di essa que medesi sarsi al proprio paroco. QuesPasserzione
mi che intendeano ad annichitarta.
venne, dopo lungo contendere, dal sommo
La lettura de geroglici per avven pontece condannata.

tura it pi importante avvenimento del

** GIORNO. Vana obiezione quella

nostro secoto. E valga it vero, PEgitto per


Puna parte la culla della Grecia e quindi
del moderno incivitimento: to studio de
monumenti e de testi egiziani, col pre
sentare nella sua vera luce to stato poli
tico e religioso delP impero de Faraoni,
conduce alla sorgente delle primitive isti

che suol farsi, la terra cio, per via de


fossiti, de' marmi, de graniti, delle lave,
offerir prova duna successione di secoli
senza numero , successione indicata da
cerchii e strati che furono osservati nella
crosta solida di essa terra, strati fra toro
eterogenei, a facce parallele, di variabit

tuzioni greche e addita P origine egizia grossezza e succedentisi in un ordine quasi


duna parte importantissima de miti e regolare.
delle pratiche religiose degli Elleni, sulle
u Questa difcolt, dice it sig. di Ch
quali tante incertezze tuttora rimangono. teaubriand nel suo Genio del cristiane
L'interpretazione de monumenti delP E simo, fu mitPaltre volte sciolta colla se
gitto porr altres in chiaro Porigine egi guente risposta: - Dio crear dovette ed
ziana delle scienze e delle principali dot ha senza dubio creato it mondo con tutti
trine tosoche della Grecia; it platoni i segni di vetust e di perfezione che noi
smo e it pitagorismo usciranno dai san veggiamo in esso. - Infatti, gli verisi
tuarii di Sais.
mite che Pautor della natura piantasse a
DalPaltro lato P Egitto stato un de un tratto e antiche foreste e immaturi bo

principali teatri della potenza di Dio e schetti; che gli animali nascessero alcuni

G1

GI

attempati anzi che no , altri adorni pur


anco delle grazie delPinfanzia, ec. Sc it
mondo non fosse stato giovine e vecchio
ad un tratto, sparirebbero e it grande e
it grave e it morale della natura; peroc

altorquando suon sul labro alPElerno la


parola creatrice: Sia la terra, essa sia ap
parsa quale la veggiamo tuttavia con tutti
i suoi accidenti, composta, cos nelPinter
no come sulla sua supercie, davanzi di

388

ch questi sentimenti si congiungono per corpi dogni specie e in ogni et e stato


essenza alle cose antiche.Tulti i siti avreb

no a quella della decomposizione. n

* GIUDAISMO RIFURMATO. Quando


bero perduto la toro vaghezza..... Senza
di questa originaria vecchiezza , non vi it volger di molti secoli abbia reso come
sarebbe stata n pompa n maest nelPo indigeno, in un gran paese, un principio
pera delPEterno , e, cosa impossibite, la
natura sarebbe stata men bella nella pri
ma innocenza sua che non per avven
tura oggidi nella sua corruzione. n
Ne piace a questo proposito riferire
unaltra riessione, che del sig. Drach.
u Il Signore, nelPinnita sua sapienza ,
non avendo voluto largire Pimmortalit
o unesistenza inaiterabite a questa terra
n a veruna delle cose che sono sulla su
percie e nel seno di essa, vi statu que
sta legge sica che nessun corpo, animato
od inanimato che sia , abbia ad esistere

fuorch appropriandosi le parti che gli


altri corpi vanno continuamente perden
do e gli avanzi de corpi che si decom
pongono. Per dirtto in altra guisa, i corpi
tutti di questo mondo, seguendosi e sue
cedendosi senza posa sulla stessa via di
naturale struggimento, sinsignoriscono,
man mano che procedono nella tor du

rata, della giovinezza, della viritit e della

distruggitore dogni simboto positivo della

fede de suoi abitanti; quando un si fatto


principio, tanto favorevole attPumana su
perbia, svituppandosi intutte lc sue conse
guenze abbia penetrato le menti tutte re
putate superiori in fatto di raziocinio e di
sapere, a segno tale che soltanto a patto
di adottartto e sostenertto in qualunque pro
duzione scientica o letteraria sperar si
possa di ottener seggio tra le celebrit del
secoto; quando, nalmente, la teoria del
libero esame e della esegesi individuale
abbia spento n quelPavanzo di fede che
pareva originariamente fondarsi sulle
Scritture; dobbiam forse maravigliarci
che Pincredulit assoluta o temperata in
vada tutti quanti i sistemi religiosi e , a
forza di semplicarti col toglierne man
mano che che la ragion di ciascuno reputa
superuo od anche sragionevole nedom
mi o nel culto, li riduca poco a poco al
niente? questo it procedere tenuto dal
protestantismo cristiano, degenerato al
presente in puro razionalismo; e cotesta
temeraria critica de Libri Santi non po
tea non propagare it suo contagio tra gli
eruditi della religione mosaica.
Era gran pezza che la teoria dissolven
te del libero esame ribolliva nel seno del
mosaismo alemanno. La pretesa scienza
protestante toccava troppo da vicino i
dotti israeliti della Prussia e del set
tentrione della Germania, i quali, per la
maggior parte vanno ad istruirsi alle uni

maturit de corpi che spingono in talqual


modo avanti di s e niscono colPassor
bire le estreme toro reliquie. Nulla vive
quaggi, nulla esiste se non se a spese al
trui. Gli individui di qualsiasi regno della
natura non si nutrono, non crescono che
rifacendosi di quel daltri individui, che
distruggendo qualcosa. Ove tal rapina, tal
depredamento, tal guerra universale ces
sasse appena, Puniverso sarresterebbe ,
val dire ricadrebbe nel nulla o si farebbe
ad un tratto immutabite ed eterno. Con
seguentemente lddio, a n di dare al mon versit protestanti di quelle contrade ,
do di fresco uscito dalle sue mani la vita perch non avesse a reagire sul toro or
e it moto perenne che osserviamo n nel goglio e inspirare ad essi it desiderio di
regno inorganico, dovette porvi un nn sollevarsi eglino pure al grado de toso
mero innito di corpi d ogni et e di celebrati da tutta la letteratura teotogica
avanzi di corpi, decorpi in dissoluzione. della patria di Lutero.
La trasformazione del culto ebraico in
Conciossiach impertanto gli indivi
dui che ora esistono non sono n potreb un culto puramente teistico e, per tale ri
bero essere che un nuovo composto delle spetto, conforme a quelto de protestanti
parti dindividui, spesso eterogenei, che itluminati venne tentata ed anco ridotta
li precedettero nella carriera della vita o ad effetto in Germania, la ora venticinque
della semplice esistenza, ci provino i geo anni. it i8 ottobre 18i8, con una solen
togi che questo nostro gtobo sia esente da nit a cui prese parte la popolazione
tal legge generale. Se non , it che sem, drimborgo, venne inaugurato nn editizio
bra dimostro dalto stato della sua prima religioso, sacro al culto riformato adottato
scorza da toro esaminata, gli forza che dalle superiorit industriali della commu

Gi

GI

389

nit ebrea di detta citt. Una descrizione sospese. Son pochi anni appena che la
della citt e degli stabitimenti dAmborg0, sinagoga di Bertino agit sul serio la qui
stampata nel i856, d Intorno al nuovo stione del celebrar la domenica invece
tempio degli lsraeliti le seguenti notizie. del sabbato, attesoch al commercio ebreo
a Con semplicit quantunque con ele troppo danno veniva dalPozio di due gior
ganza adorno Pinterno del tempio, it ni per settimana.
quale va fornito dorgan0 e di pulpitoUn tosofo rabbino, it dotto Creiznach
Lorganocoltocato al di sopra della porta ha test formato una setta razionalistica
dingresso, it pulpito sorge di contro. La fra quelli della sua religione, e it numero
navata occupata da panche, tra gli or de suoi partigiani, sparso per tutte le

dini delle quali fu lasciato uno spazio li capitali della Germania, s dimproviso
bero da starvi in piedi, e si le panche dichiarato con una moltitudine dadesioni
che to spazio son riservati agli uomini, per iscritto. Sobligan costoro a rinun
perocch le donne soglion porsi nellc tri ziare a tutti i rili, a tutte le cerimonie
bune che sorgono ad ambi lati della nave. giuduico-lalmudichc, a non tener pi
l posti delle panche portano it numero e per atto obligatorio la circonciione n
vengono altogati: vicino al pergamo si pel rapporto religioso n pel rapporto ci
trovan due le di sedie pe forestieri.
vite, e nalmente o credere e confessare
n Iiamministrazione del tempio com essere il messia gi venuto, secondo lo
messa a quattro direttori e a parecchi de credenza della, patria germanica , val
putati che compiono tor funzioni gratui dire giusta le tesi anticristiane della scuola
tamente. Due predicanti sono incaricati fittosotica e protestante di Germania, quan
delPesercizio del culto. Lo stipendio toro tunque non si possa ancor prevedere se
e la mercede de cherici addetti olservi la nuova setta si decider pel Cristo isto
vizio della chiesa. vengono pagati colla rico oppure pel mistico.
cassa del tempio.
Di nuovi seguaci saccrescono ogni gior
n Ogni sabbato e festa israelitica si ce no al giudaismo cosi riformato, e girano
lebra publicamente unofficiatura nel tem dapertutto liste di suoi aderenti in paesi
pio; dalle ore nove alle dieci di mattina forestieri. Tre dottori di alto grido in
vi si recita un sermone in lingua tede Israele mantennero a questo proposito
sca. Le preghiere liturgiche sono alter una corrispondenza che ben presto, vo
nate in ebreo e in tedesco. I cantici , al ce, sar fatta la publica ragione e nella
contrario, che vengono eseguiti da un coro quale saranno indicati i motivi delto sci
ben assortito con accompagnamento dor sma di cui que dottori gittano fra toro it
gano e sopra acconce metodie, si cantan primo fondamento colla mira, dicon essi,
dandar incontro, dal canto toro, alPindif
sempre in lingua tedesca.
n La direzione del tempio pensa a mi ferenza religiosa ond divorata la societ
gliorare ed accrescere it libro de cantici, e doperare un fralettevolc raccoslamen
perocch tra gli attuali toro argomenti non lo co cristiani.
A voler ben comprendere qual possa
sempre avvene di adatti a soggetti de
sermoni, e i pi celebri poeti di Germa essere it punto di contatto religioso tra

nia gi furono invitati a concorrere a it giudaismo riformato e it cristianesi


mo preteso riformato uscito dalla dot
quesPopera.
n Gli lsraeliti delVontico rilo celebrano trina fondamentale de novatori del seco
i toro ufzii nelle proprie sinagoghe, po to XVlll, bisogna farsi unidea chiara del
Pattual condizione del protestantismo ale
ste in altre parti della citt. n
Chi appena abbia famitiarit col cosi manno. l seguaci delle diverse sette di
detto culto protestante ne ravviser in esso dividonsi al presente in tre grandi
teramente it carattere in cotesto estratto
per noi tolto dalla descrizione dAmbor
go. Se avviancora unombra debraico, sta
ne giorni determinati in cui celebrano le
ofciature; ma cotal lieve irregolarit non
tarder motto a scomparire, come secon

daria o nazionale e come inoltre contra


ria agli interessi della communit ebrea,
che non si compiace guari di sacricare
alla sua legge una giornata particolare ,
durante la quale le sue commerciali bi
sogne vengono pi o meno rigorosamente
Baaenm. V01. Vi.

frazioni, cio it pietismo evangelico, it

teismo razionale e it tososmo puntci


stico od autolatro. Comprende la prima
quel che rimane di credenti nel lutera
nismo o fra sacramentarii; la religione
ofciale della Prussia, religion vaga e sen
timentale, adottata dalla corte e traente
da questa la sua dubia vitalit. La se
conda si compone degli adepti della to
soa teistica, la quale non accoglie quasi
che i due dommi proclamati da Robespier
re PEnte supremo e Pimmorlalil del
49

390

GI

GK

Punima,dommidi convenzione o di con


vinzion razionale, scoperti dai potenti tu
mi della ragione umana, senza alcun sus
sidio di rivelazione divina. La terza fra
zione del prolestanttsmo, ch la pi nu

non punto pi nuova. Quelto che in

merosa e la pi strettamente a s con


sentanea fra le tre, ammettendo soltanto
ci che si vede, tocca o comprende, non
riconosce che un complesso di esseri, pro
dotto invotontario duna potenza astratta
e ignorante per s stessa, appellata natu

ra, e di cui Puomo non individuale, ma s


collettivo, it re immortale e che perire

non pu, pel dritto della propria intelli


genza. Questa scuola circoscrive P idea
tutta delPessenza divina nella coscienza
delVEssere; e non attribuendo essa tale
coscienza di sua esistenza alP uom soto,
non esita a proclamartto Dio e a decretare
alPumanit it culto supremo di latria, che

quesfoccasione dee fare grandimpressio


ne in tutte le menti osservatriei e giudi
ziose , che tutto ci che ravvicinasi al
principio protestante tende immediata
mente a discostarsi dal principio detta ri
velazione divina e ad offender la riveren
za dovuta alle divine Scritture. Questo
fatto, se applicato venga al cristianesimo
prova invincibitmente la radicale opposi
zione che corre tra it principio vitale
della religione del Cristo e quelto della
ribellion protestante. E stando cos la bi
sogna, si fa manifesto che it protestanti
siho Panticristianesimo, sia chesso si
palesi sotto le forme schifose e denitive
del panteismo o dalPautolatria, sia che si
metta al viso la maschera ipocrita che
osa chiamare evangelismo.

Quel che riuscir singolare a vedersi


per tal maniera diventa Padorazione di s saranno gli inutiti sforzi del giudaismo ri

stesso.
1 pietisti evangelici riconoscono in G. C.
la natura divina, sperano nella sua re
denzione; onde non potrebbero, almeno
tin qui, avere un punto di contatto col
giudaismo dichiarato. Non potendo le dol
trine autolatre ridursi in una religion po
sitiva, in un culto publico, non consento
no, per questo rispetto, una fusione reale
de toso atei coi ligliuoli dAbramo ,
troppo persuasi ancora delP esistenza di
lchova, Dio de tor padri. La scuola tei
stica adunque della tosoa li accerchia

e stringe, che quella che soto offrir pu


agli Ebrei itluminati, settatori della to
sotia tedesca, cotesto elemento didentiti
cazione da essi ricercato. A quesPeffetto,
non fan risparmi della mission divina di

Mos, de prodigii da lui operati a pro de


tor padri e della legistazione religiosa, po
litica e sociale di cui ebbe lasciato toro
it codice. Distinguendo, come fa Pesegesi
protestante, tra quel che essenziale in
materia di credenze e quel che, a giudizio
toro, meramente accidentale; tocale o
nazionale, riesce ad essi agevole it ridurre
tor culto alPinanit del culto protestante,

formato per accordarsi su una professiou


di fede commune a tutti i suoi settatori.
Sar questa una fatica da trapassar le sue
forze come ha trasceso gli artizii del lin
guaggio e quelto cui piacque di chiamare

genio de primi riformatori.


* GlUDEI-CltlSTIIANl.Nome1Puna setta
la qual fa vedere a qual grado di ridicoto
scendano i protestanti (Flnghitterra in
fatto di religione. Il calzolaio Guglielmo
Cornhitt, un de capi di questa setta, di
chiaravasi sraelita e cristiano tutP insie
me, in questo senso che profanava la re
ligion protestante ma astenevasi, diceva
egli, da che che fosse vietato dalla Bibbia
e segnatamente dal mangiar carne di por
co. Gli osservatori di questa religione ap
purala, secondo lui, sulle norme delPan
tico e del nuovo Testamento, sommano a
quattro o cinquecento che hanno stanza
ad Ashton sotto Lyne.
** GRECI.u Tutti i dottori della chiesa

orientale, i Clementi alessandrini, gli Ata


uasii, i Basitii, i Ciritli, i Crisostomi, ec.,
hanno riconosciuto it primato di Roma ,

n hanno fatto che uno spirito ed un cor


po colla chiesa di Roma: ecco altrettanti

val dire al canto di alcuni cantici pi o testimonii contro le pretensioni degreci


meno profani ed alla predicazione duna moderni.
morale al tutto terrena.
"l greci moderni hanno essi medesimi
ll culto, nessuno Pignora, altro non riconosciuta solennemente ne concitii di
che Pespression publica e solenne della Lione e di Firenze la necessit di rinun
fede della societ. llla se accade che varii it ziare al toro scisma e di congiugnersi al
culto, si fa chiaro che tal mutamento fu centro delPunit, ch la sede di Pietro.
preceduto dalPalterazion della fede. Merc Limperatore in persona nel concitio di
di questa osservazione incontrastabilmen Firenze s sottoposto al capo della chiesa
te vera pu ognun convincersi che Pinva universale. Voltaire, Annal. de VEmpire,
sione del principio protestante nella fede t. ll, parta di quesfavvenimento come del
giudaica , per essere oggidi pi patente, pi compito trionfo della chiesa romana.

lL

[L

Lo stesso autore, ibieL, t. I, osserva che


nel i075 Demetrio, scacciato dal trono di
Russia, appello il pupa, come al giudice
di tutti i cristiani." duca Basitio ha ri
conosciuta nel papa la stessa qualit nella
Iegazione del p. Possevino. Il p. Papebro

della dottrina di s. Agostino circa la pre


destinazione uopo faccia esatto confronto
di questi diversi scritti. V. SEMIPELAGIA

chio (Acta ss. maii, t. I; Ephem. grwc.

394

assn1o.
La pi parte delPopere di s. Ilario dAr
Ies andarono perdute; quel che ne rimane
fu dato in luce nel I75i da Gio. Salinas
canonico regolare lateranese.
ILARIO (S.) Vescovo di Poitiers, dot
tore della Chiesa, morto Pa. son. Scrisse
principalmente contro Parianesimo e com
pose altres de commentarii sui Salmi e
sul vangeto di s. Matteo. Era chiamato il

et mosca, n. u) fa vedere che i Russisol


tardi hanno aderito alto scisma de greci.
In Potonia, in Transitvania, in Siria, in
Persia, ec., un gran numero di greci
unito anche al giorno doggi con questa
chiesa, come madre e regina di tutte le
chiese.
Rodano delfeloquenza latina da 5. Gi
y, Lestensione di questa chiesa scisma rolamo, che ne teneva in gran conio le
tica, compresivi ancora i Russi, non da opere. it p. Constant, benedettino di s. Mau
paragonarsi a quella della chiesa romana ro, ci ha dato nel iees una belPedizione
che ha sue dipendenti le regioni pi po in fol. di questo padre, che fu ristampala
polate dluropa, la maggior parte delPA con aggiunte a Verona nel i7.10 dal mar
merica, innumerabiti fedeli neitP impero chese Scipione lliaffei.
ottomano e, come abbiam detto altrove,
il Barbeiracio, che and rimuginando
in tutti i paesi del mondo. La povera con tanto studio errori di morale negli
chiesa greca,di cui si pu dire con s. Pao scritti de padri, non ne appone veruno
to ch serva o schiava cosuol giiuoli, a s. Ilario; ma PUezio, Origeniam, Ln,
dopo la separazione non s pi estesa, q. o, n. 14, coltoca it santo dottore tra i
totalmente spogliata del principio di fe padri da lui accusati daver creduta ma
condit che G. C. lasci agli apostoli. Le teriale Panima umana, e ne reca in prova
nuove conversioni fatte nelPAmerica, alla un sol passo tratto dal commentario su
Cina, al Giapone, nelPlndie, ec., sono i s. Matteo, c. s, n. e. S. Ilario per venne
frutti della chiesa romana.
dal suo dotto editore appien discolpato
n Lignoranza prodigiosa, la stupida su non pure in una nota al detto passo ma
perstizione, acui sono ridotti i popoli ed nella prefazione eziandio, S o; e si ad
i ministri di questa chiesa isolata, trag ducon parecchi luoghi ne quali dal santo
gon seco necessariamente i grandi abusi venne in modo chiaro e formale insegnata
ed i disordini enormi che le si rinfacciano P immortalit delPanima.
in materia di religione: da molti secoli
* ILLUMINATI AVIGNONESI. Il bene
essa non ha pi avuto verun dottor cele dettino Pernety abbate di Burkol, biblio
bre n concitio che meritasse attenzione. tecario del re di Prussia; it conte di Gra
Gli ultimi dotti greci, come Bessarione, bianka, starosto polacco; Brumore fratelto
Allazio. Arcudio, ec., appartennero alla del chimico Guyton-Morveau; Merinval,
chiesa romana. c Se si faccia it paragone impiegato nella nanza, e qualche altri,
del clero latino colgreco,dice lltontesquieu eransi uniti in Bertino a iin di occuparsi
(Grand. et dcad. dea Romaina, c. 2a), se di scienze occulte. Cercando i segreti del
si confronti la vita dei papi con quella Pavvenire nelle combinazioni de numeri,
depatriarchi di Costantinopoli, si vedran non facean nulla senza consultare la sanla
quelli tanto saggi quanto questi poco giu cabala; cosi appellavan essi Parte itluso
diziosi. n Feller, Catech. lom, n. 497.
ria di conseguire dal cieto risposte alle
dimande ad esso fatte. Qualche anni pri
ma della rivoluzione credettero che una
voce sopranaturale, emanata dalla potenza
divina, imponesse toro di partir per Avi
ILARIO (S.) Arcivescovo dArtes. Cess gnone. Grabianka e Pernety acquistarono
di vivere Pa. ne. Era legato in stretta in questa citt una specie di credito e fon
amicizia con s. Agostino. Nel 427 gli scris darono una setta ditluminati che cont
se di concerto con s. Prospero per espor non pochi partigiani cot ed altrove.
gli gli errori dvsemipelagiani; al che
Nel i7ei venne publicato a Roma, sotto
s. Agostino rispose co suoi libri De prw it nome del p. Paul domenicano, commis
destinatione sanctorum e De dono per sario dei santo Ofzio, una raccolta di do
severantiw. Chi formar si voglia un idea cumenti risguardanti la societ in discor
giusta cosi del semipelagianismo come so. Dice it p. Paui come , da alcuni anni,

392

IL

Avignone ha veduto nascere una setta che


pretende esser destinata dal cieto a ri
formare it mondo, fondando un nuovo popoi di Dio. l membri di essa setta sono
distinti, senz?eccezione det o di sesso ,
non pei toro nomi, ma per via di cifre.
lcapi,che risiedono in Avignone, vengono
consecrati con un ritosuperstizioso. Di
cono dessere attaccatissimi alla religion
cattolica, ma pretendono essere assistiti
dagli angeli, aver segni e inspirazioni per
interpretare la Bibbia. Quegli che presiede
alle operazioni cabalistiche chiamato pa

triarca. o pontece. Avvi pur anco un re


destinato a governare questo nuovo po
poto di Dio. Ottavio Cappelli,che fu servo,
poi giardiniere, corrispondendo con cote
sti itluminati, pretendeva ricever risposte
dalParcangeto Bafaele e aver composto un
rito per la recezione de membri: fu eo
stui processato dalPinqusizione e con
dannato a sette anni di carcere. La mede
sima sentenza colpisce cotesta societ sic
come quella che s attribuisce falsamente
apparizioni angeliche, sospette deresia;
proibisce daggregarvisi, di farne Petogio,
e commanda si denunzino gli aderenti di
essa al tribunale ecclesiastico.
Pernety, nato a Roanne nel i716 e mor
to a Valenza nel i801, tradusse dal lalino
di Swedenbourg le Maraviglie del cielo

IL
Di questo numero era Beaufort, autore
d una traduzione con commentarii del
salmo Exsurgal, dove sostiene che Parca
del patto, la manna, le verghe dAronne,
nascoste in un angoto della Giudea, deb
bono un giorno ricomparire quando gli
Ebrei entreranno in grembo alla Chiesa.
* ILLUMINISMO. AlPepoca in cui to
spirito d incredulit erasi propagato in
Germania col concorso di parecchi sovrani
che a proprii sudditi lastricavano it cam
mino del male, it bavaro Weishaupt, nato
nel "4e eda prima professore di diritto
alPuniversitt d lngolstadt, venne iniziato ne principii disorganizzatori degli an
tichi manichei da un mercalante iuttan
dese per nome Kolmer, it quale avea sog
giornato nelPEgitto e sera fatto cacciare
da Illalla. Avea questi avuto per discepoli
it ciartatano Cagliostro ed alcuni de co

stui adepti i quali divennero famosi pel

toro itluminismo nel comitato dAvignone


e in Lione. Lo studio del manicheismo e
quelto della tosoa del secoto XVIll con
dussero it Weishaupt a non riconoscer pi
per legitimo nessuno statuto politico o re
ligioso, e le sue lezioni secrete inculca
rono le medesime idee agli allievi del suo
corso di diritto. Da quel punto concepi
egli it disegno duna societ occulta che
avesse per iscopo la diffusione del suo si
e dGIViIfGlo. Gli svedenborghisti seran stema, nauseante miscuglio deprincipii an
lusingati davere de coreligionarii in Avi tisociali delPitluminismo antico e de prin
gnone; una tale speranza sfum quando cipii antireligiosi del moderno tososmo.
ll riassunto di questo sistema tale:
seppero che gli itluminati avignonesi ado
ravano la ss. Vergine, di cui faceano una u Peguaglianza e la libert sono i diritti
quarta persona aggiunta alla Trinit. Non essenziali alPuomo impartiti dalla natura

era questo un error nuovo, perocch i nella sua originaria e primitiva perfezio
colliridiant attribuivano alla ss. Vergine ne; la prima offesa a cotesta eguaglianza
la Divinit e offerivante sacrizii. Ktolzio venne recata dalla propriet , e P offesa
fa menzione dun certo Borr, it qual pre. prima alla libert dalle societ politiche
tendeva che la ss. Vergine fosse Dio,che o governi; i soli fondamenti della proprie
to Spirito Santo avesse preso carne nel t e de governi son le leggi religiose e
seno di s. Anna, che la b. Vergine, rac-civiti: dunque, per ristabitir P uomo ne
chiusa insieme con G. C. nelPEucaristia, suoi primitivi diritti di eguaglianza e li
dovea quindi essere al par di lui adorata. bert dssi eominciar dal distruggere ogni
Cotesto Borr o Borri fu arso in efgie a religione, ogni societ civite, e nire col
lloma, e gli scritti suoi vennero di fatto Pabolizione dogni propriet. n Se la vera
tosoa avesse trovato accesso appo il
bruciati it 2 gennaio i601.
Vuolsi gli itluminati avignonesi rino Weishaupt, gli avrebbe appreso che i di
vassero eziandio lc opinioni de mitlena ritti e le leggi delPuomo primitivo, ancor
rii: vennero pure accusati dammettere soto sulla terra o padre duna generazio
la communanza delle mogli; ma la clan ne poco numerosa, non furono n dovean
destinit di toro congreghe pot per av essere i diritti o le leggi delPuomo posto
ventura favorire cotesta imputazione sen sulla terra popolata di suoi simiti. Essa
za essere una prova che avesse fonda avrebbe aggiunto che lddio, imponendo
alPuomo di moltiplicarsi su questa terra
mento.
Morto Pernety, la compagnia, che medesima e di coltivarta, gli annunciava
nel i787 contava un centinaio dindivi con questo soto che la sua posterit era
dui,trovossi nel 1804 ridotta a sei o sette.I destinata a vivere un giorno sotto Pim

IL

IM

pero delle leggi sociali. Gli avrebbe inol


tre fatto osservare che, senza propriet,
cotesta terra sarebbesi rimasta inculta e
deserta; che senza leggi religiose e civiti
questo immenso deserto sarebbe stato un
ricettacoto di sparpagliate orde di vaga
bondi e selvaggi. Il Weishaupt avrebbe
dovuto inferirne che la sua eguaglianza
e libert, anzi che essere i diritti essen
ziali delPuomo nella sua perfezione , non

e frate Fittone di Bybtos per Weishaupt,

393

it quale dal suo santuario ad lngolstadt


presedeva a tutti i congiunti ed, impera

tor sotterraneo, ebbe ben tosto. pi citt


nella sua cospirazione che non ne avesse
sotto it suo dominio it capo del sacro Ro
mano Impero. La facitit onde gli itlumi
nati sintroducevano nelle case deliberi
muratori e la preponderanza che i misteri

di Weishaupt di di in di vacquistavano

altro son pi che un principio di degra


dazione e dabbrutimentto, se essi sussi

dan ragione di un si prodigioso allarga


mento.
ster non possono senza i suoi analemi
Cosa da non credere! oltre adepti du

contro la propriet, la societ e la reli

gni classe, Pitluminismo nover nel pro

gione.
litassentiausen, sotto it nome dbtiace, e
lllerz sotto quelto di Tiberio,giudicati me
ritevoli dessere ammessi a suoi misteri,
ricevettero it grado Wareopagili da Weis
haupt, it quale, fattosi tor capo sotto it no
me di Sparlaco, diede per tal maniera
Origine alPordine degli illuminati. Cia
scuna classe di quesPordine doveva es

prio seno principi regnanti. Ebbevene cin


que in Germania che vi si aggregarono.
Questi itlustri ingannati non sospettavan
punto, per fermo, delPavversione del fon
datore per qualunque specie di dependen
za: probabite che Weishaupt avesse
toro taciuto it giuramento che facea pre
stare negli ultimi gradi di detestare i re;
avea toro rivelato a questi principi incre
duli, sol quelto che dir poteva senza offen
derti, cio i suoi progetti ostiti contro la
religione e Porror suo pe sacerdoti. And
a tal segno la cecit che, quando Weishaupt,
proscritto dalla sua patria come traditore
del proprio sovrano, dovette cercarsi un
asitto fuori di Baviera , venne accolto ,
proveduto di pensioni e decorato del
titoto di consigliere onorario alla corte

sere una scuola di sperimenti per quella


che veniva appresso. Ce ne avea due prin
cipali: quella delle preparazioni, alla
quale appartenevano i gradi intermediarii,
che appellar poteasi dintrusione; e quella
de misteri, della quale eran parte it sa
cerdozio e Pamministtrazione della societ.
Un ufcio commune a tutti gli associati

era quelto di fratello insinuanle o arro


lalore. ll barone Knigge, sotto it nome di dErnesto Luigi, duca di Sassonia Gota.

Fitone, Pebbe esercitato con attivit, pe ll fondatore delPitluminismo ni di vivere


rocch occupossi a pervertire it nord della in questi ultimi tempi.
Germania intanto che Weishaupt riser
* lltll-INEO. Eretico del secoto tche ne
bava a s it mezzogiorno. Il mezzo da lui gava la futura risurrezione. Ebbe pochi
posto in opera fu quelto di guadagnare i seguact
ii IMPEDIMENTO MATRIMONIALE. Egli
liberi-muratori, gente gi spoglialasi de
pregiudizii religiosi, per farne degli il di fede avere la Chiesa facolt di ap
luminati; donde lecito inferire che la porre al matrimonio impedimenti dirt
vasta unione muratoria doveva essere ben menti. Concil. trid. , sess. xxiv. Questi
infetta ne suoi vecchi misteri per esser impedimenti sono veri ostacoli non pure
reputala degna di tale aggregazione. V. alla confezione del sacramento, ma alPe
Liasm-nuiwroai. Unadunanza generale de sistenza altres del contratto naturale, fa
liberi-muratori tenevasi altora a Withem cendo it concitio tridentino cadere gli im
stadt, n altra erast accostata ad essa, vuoi pedimenti dirimenti sul contratto del pari
pel numero degli eletti, vuoi per la varie che sul sacramento. Chi adunque sia le
t delle sette onde componevasi: Knigge gato da alcun canonico impedimento non
pose a protto cotesta circostanza e come solamente incapace di ricevere ti sa
prima i deputati deliberi-muratori furono cramento ma di pi reso inabite a con
itluminati, i progressi della setta di Weis trarre. La dottrina del sinodo di Pistoia,
haupt diedero di che temere.
la qual pretende che it diritto dapporre
La cosa ben da piangere che abbian impedimenti dirimenti al contralto del ma
potuto entrare in questa congiura anco trimonio spetti originariamente alla po
degli ecclesiastici. Negli archivii delPor dest civite soltanto, condannata come
dine trovansi registrati i nomi di sacer eretica e sovversiva de decreti del Tri
doti, parochi e n dal prelato llcestein, dentino nella bolla Auctorem dei del 28
vicepresidente del consiglio spirituale di agosto i794, indiritta da Pio VI a tutti i
Monaco, vescovo di Kerson per la Chiesa fedeli e dalle chiese tutte quante senza

394

IS

KA

riclamo ricevuta. ll perch i matrimonii scaldi istandesi furon quelli che diedero
di chi, senza legitima dispensa, non os la forma poetica a cotali tradizioni odini
servi le formalit prescritte dalla Chiesa che; dal secoto XII al XIV raccoglievan le
sotto pena di nullit , debbono repularsi tracce mezzo cancellate della fede primi
assolutamente nulli rispetto cosi al sacra tiva, alla quale era succeduto it cristia
mento che al naturale contratto.
nesimo, e, toro merc, questo sanguinoso
* INCOMMUNICANTI. V. ANTICoNCoRDA e gigantesco olimpo ci si presenta tutta
TAli, Bi1ncm1msno, CHIEsA (PICCoLA).
via nelle tor lugubri Sagas. La mitotogia
H INDEFETTIBILITADELLA CHIESA. scandinava esibisce le tradizioni delPAsia
L indefettibitit asserita dal Bossuet, it antica svisate ed alterate nel toro pas
quale, facendo distinzione tra la sede e it saggio.
sedente,ammelte per possibite che it papa
insegni momentaneamente Perrore , non
pu per guisa veruna concitiarsi colla dot
trina di tutta quanta la Chiesa. u A Dio

* KALMUCHI. Queste trib, tatora no


non piaccia, dice Fnton, che neghisi
giammai potere le chiese tutte cattoliche mali, tatora stazionarie, ponno esser con
cessar d aderire, merc la communion
della fede, tutti i giorni insino alla con
s1mimazione desecoli', alla sede aposto
lica, siccome a capo, centro, radice e fon
damento di essa communione, senza farsi

ree di scisma e dercsia. Chiunque di


tale avviso, bench ricusi ammettere di
nome Pinfallibitit ponticia , crede non

dimanco tutto ci che diciam noi delfin


defeltibitit nel magistero della fede. Che

se nieghi di crederio, non intende s stes


so; perocch volere che tutti i cattolici si
tengano stretti alla santa sede per la com
munion della fede tutti i giorni insino
alla consummazione de secoli e volere
si creda che questa sede non pu errar
mai nelPinsegnamentto della fede una
sola e medesima cosa; se pure dir non
si voglia doversi aderire al centro e al
capo in ci che concerne la fede quando
dalla fede si discosti con una denizione
eretica, it che manifestamente assurdo
ed empio conetto. n Questa distinzione
tra la sedia e colui che vi sta u ripugna
evidentemente, continua it citato autore.
ed alle parole della promessa fatta da

G. C. ed a tutta la tradizione... ll perch


pu dirsi a buon diritto di questa chimera
quel che dicea gi s. Agostino a Giuliano

pelagiano: u Strano, nuovo e falso ci


che tu dici. La stranezza ne muove a stu

pore in udirta; la novit la rigettiamo;


la falsit la confutiamo. n De summi pon
tif. auctoril. , c. ti. N nei padri n nei
concitii n nei decreti depapi trovasi ve
stigio della distinzione tra sede e ponte
ce ne tempi posteriori imaginata da uo
mini che, volendo pur mantenersi catto
lici, persistevauo a sostenere sistemi tali
la cui tendenza era in opposizione ai prin

cipii della cattolicit.


* ISLANDA. A quesPisola si riferiscono

tutte le vecchie tradizioni del nord: gli

siderate come i ltiongoli occidentali. Pro


fessano la religione di Dalai-Lama. Stan
sottomessi pi di qualunque altro popoto
della terra ai toro giuocolari, da essi chia
mati gellongs; a segno tale che temereb
bero iPimprendere una facenda qual che
si fosse prima d aver udito da labro di
essi quale sia la votont de toro dei, cui
interrogano con ogni maniera di ridicoli
sortitegi. Ne tor libri sacri han conser
vato qualche ricordo della propria prima
origine. Una delle parti pi curiose del tor
sistema di religione la maniera onde so
glion far orazione. Hanno de citindri di
legno vuoti, che riempiono di formole in
lingua sanscrita: le casse son dipinte a
rosso e adorne di lettere dorate. Mediante
un asse che traversa it citindro si pone in
moto questa specie di molini da preghiere
senza che it credente saffanni a nulla
recitare. Van persuasi che, dalPagitare
e sfregare in tal modo le formole scritte,
si produca uno strepito gradito a Dio ed
equivalente al bisbigliare d una moltitu
dine che sta pregando. Una sola formola
applicabite a tutti i bisogni delPuomo vien
ripetuta spesso insino a seimita volte sui
citindri e sulle carte entro racchiuse. Appo
parecchie trib i molini da preghiere sono
di gran dimensione e messi in movimento
da quattro ali in forma di cucchiai fatte
girare dal vento: a questa guisa funzio
nano per unintera popolazione.
* KANT, KANTISMO. V. Cmclsi1o.
* KAYANOS. Abitanti delle montagne
che sorgono tra Aracan e Byrnah nelPan
tico impero birmano. Non riconoscono
Ente supremo n hanno la menoma idea
della creazione. Adorano un albero da essi
appeitato Subri , it qual produce una
bacca nera di cui vanno ghiotti alPestre
mo. In fatto di medicina ricorrono a un
talismano commesso alla custodia del pasi

LE

LE

395

o sacerdote, it qual talismano creduto un essere naturalmente ragionevole, mo


dono duna providenza misteriosa e inde rale, religioso. Voi to troverete piuttosto
nita che si manifesta per via del suono. privo dogni intelligenza che spoglio du

0gnt qualvolta la folgore abbia percosso gni nozione di giustizia e di virt. Ri


un albero, i kayanos corrono in lolla alle salite pure alla pi alta e remota antichiradici di esso e cominciano a scavarvi t; voi vedrete sempre gli uomini in pos
sesso di qualche massima di religione e
sca tor di trovare una sostanza minerale di morale. Qui la natura ha prevenuto Pin
od altr che dalla forma giudichino essere dustria: nel mentre che la debole ragione
it cercato talismano: altora ammazzano un si smarrita su tutto ci con vane ricer
porco e una vacca e se li mangiano con che od ha inventati ridicoli e strava
gran solennit a n di celebrare it bene ganti sistemi, i nostri Libri Santi ci fanno
zio del temporale. Le idee che hanno in certo modo assistere spettatori alla
circa it giusto e Pingiusto si ristrtngono grandopera della creazione e cindicano
alla rispettiva cura delle toro greggie e come sien passate le cose. Ci che i sa
famiglie: uomo virtuoso colui che si pi pienti delfantichit avevano ignorato, to
glia pensiero de proprii genitori, che in sanno tra noi i teneri fanciulli. Il primo
grassa pi che pu it suo bestiame, che uomo usc dalle mani del suo creatore
mangia col miglior appetito e beve con nelto stato di maturit; egli non nacque
piacere un liquore che distitlano dal gra bambino, nella debolezza e nelPignoranza
no; malvagio quegli che non mangia n della prima infanzia , ma comparve in sul
beve, perocch vien reputato disdegnare la terra uomo perfetto, che sin dal primo
i doni della natura. l kayanos han pur momento della sua esistenza godea di tutte
qualche vaga nozione duno stato futuro, le facolt del corpo e delto spirito; egli
duua distribuzione di premii e di casti ebbe it dono della vita con tutte le cogni
ghi dopo questa vita , ma senza pigliarsi zioni gi impresse nel suo spirito , con
briga di conoscere chi ne sar it retribu sentimenti religiosi scolpiti nel cuore e
tore. Taluni credono a una specie di tras con un linguaggio adatto ad esprimere le

intorno con ditigenza la terra nch rie

migrazione delle anime, ma sono i pi sue idee; trov dentro s stesso la cono
dotti e non formano setta. Venerano i scenza del suo Dio creatore , le nozioni
kayanos con religioso sentimento la mon delPordine e della virt, Pamor del bene,
tagna Ychantang, dalPalto della quale vo
gliono si potrebbe vedere tutto Puniverso.
Quivi recano i tor morti: i corpi de ric
chi vengono bruciati e tor ceneri deposte
in scatole di bambou; que de poveri si
sepeliscono in una caverna. Alcune trib
portano i toro estinti sul monte dliaula
tain, riguardato esso pure siccome sacro.

unintelligenza che sinalzava tino alPau


tore del suo essere, una votont animata
dal desiderio di piacergli; ed it primo suo

sentimento fu senza dubbio quelto delPa


more e della riconoscenza. Tultoci che
gli aveva ricevuto immediatamente dalto

stesso lddio, tuttoci che sapeva, to com


munic asuoi gliuoli, i quali to trasmi
sero a vicenda come per eredit alle suc
cessive generazioni: la tradizione si con
serv, si estese simultaneamente colla
propagazione delPumana schiatta; ed ecco

LEGGE. Legge naturale. o Lungi da come di famiglia in famiglia, di et in et,


noi, dice monsg. di Frayssinous, Confer.
sulla legge natura, lungi da noi it fai
so principio che stavi stato un tempo
in cui it genere umano sia vissuto senza
Dio, senza sentimento alcuno religioso,
senza alcun principio di morale, come se
gli avesse cominciato dalPesser ateo e in
tieramente bruto, e che per insensibiti
progressi fosse passato da questo stato

di contrada in contrada, le nozioni primi


tive si sono conservate pi o meno pure
nel genere umano. Cosi, tutte le credenze
religiose e morali scaturiscono da una sor
gente commune; ma sono come ruscelli,
alcuni de quali hanno conservato la pu
rezza delte toro acque, ed altri si sono pi
o meno intorbidati scorrendo a traverso

della corruzione dei secoli. Di t son de


compiuto dateismo e di abbrutimento a rivati quei principii communi a tutti gli

quelto di qualche credenza religiosa, e


nalmente fosse pervenuto a scoprire un
Dio, la providenza, la vita futura, la
morale , nella stessa guisa che, dopo pe

uomini che Pignoranza o le passioni han


potuto indebolire, ma non gi annientare:
questa luce che tra molti popoli stata
oscurata dalle tenebre della menzogna,
nosi sforzi e moltiplicate esperienze, si ma che lascia sempre trasparire qualche

scoperta Palgebra o la chimica. Luomo chiarore desuoi raggi. Ora, queste regole

LI

LI

universali, invariabiti, l cui sentimenti


pi o meno vivi si trovano sparsi da per
tutto: queste communi nozioni del male
e del bene che governano Pumana specie
sono come una segreta legistazione del
mondo morale; ed ecco ci che si appella
legge naturale, denominazione tegitima

fosser destinati a indicare una professio

396

ne. Egli inclina a credere che anco la for

mola sub ascia, sulla quale tanto si con


tese, potesse esser benissimo un indizio
gnostico o franco-muratorio. Che che ne
sia, it de Hammer ci da per prima slanza
defranchi-muratori quella Casa di sa

ed esattissima. Essa naturale, perch pienza (darot-hikmel) fondata da Hakem


fondata sulla natura delle cose, su i pri al Cairo verso la ne del secoto XI, ove
marii rapporti tra P uomo e Dio , e tra insegnavasi tosoa e matematica, accop
Pnomo ed i suoi simiti; naturale, perch piando per a tal publico insegnamento una
i principii da essa dettati sono talmente secreta dottrina; gli iniziati percorrevano
conformi alla nostra ragionevol natura che parecchi gradi e nel pi alto apprende
basta esporti per farne tosto sentir la ve vano a non creder nulla e tener per le
rit: naturale, perch dovunque si trova cito a s ogni cosa. Alcuni missionarii di
Pumana natura se ne trovano le vestigia questa dottrina si sparsero per tutta PA
impresse, ci che ha fatto dire che essa sia e fondarono la potenza degli ismae
scolpita nei cuori; naturale nalmente, liani od assassini. Il tor primo principe,

perch bisognava distinguerta da tutte le iniziato al Cairo, si stabit in Persia,donde


altre leggi date alPuomo dopo la creazio dava ordini a proprii luogotenenti , un
ne e che si chiamano positive. Cosi la de
nominazione di legge naturale autoriz
zata dai Libri Santi e particolarmente da
s. Paoto, da tutti i dottori della Chiesa, da
quanti furono moralisti in tutti i secoli e in
tutte le nazioni, dal linguaggio universal
mente adottato da tutti gli uomini; di mo
do che prescrivere Pespressione di legge
naturale sarebbe to stesso che ribellarsi
contro tutto it genere umano. n
* LlBERl-MURATORI. Si volle da pa
recchi autori che i liberi-muratori 0

de quali abitava it Chorasan, Paltro la Si

franchi-muratori abbian tratto toro ori

gnostici e degli oti, i sistemi cosmotogicl

gine dai tempieri, e su tale supposto it


Nicolai fe fondamento per cercare it co
storo segreto.
Il Barruet sostiene che negli alti gradi
della muratoria sinsegni scopo della isti
tuzione essere it far vendetta di Giacomo
Molay, gran maestro de templari e di uc
cidere it re che to fe mettere a morte.
Unisce poi insieme le dottrine de templa
ri, derosa-croce, de franchi-muratori, de
gli itluminati, demartinisti con quelle de
gli albigesi, avanzo delPeresia di Manete,
cui egli chiama il prima giacobino franco
muratore. Tutte le prefate sette adope
rarono, secondo lui, a rovesciare la reli
gione e i governi, e it collegarsi toro coi
toso produsse la rivoluzion francese.

de Persiani, la mitotogia de Siri e degli


Egizii. Coltoca egli nelP india P origine
delle opinioni di essa e trovate in parte
nella mitotogia de Greci ed anco negli
scritti de toro toso. Conchiude colPaf
fermare che, ove occorrono in alcun edi
zio del medio evo gure rappresentanti
un androgino, ftlet (v. BAPI-ioMET), mostro
con capo di cane e corpo di serpente o
di pesce, un dragone che inghiotta un fan
ciulto o combattuto da un cavaliere , un
leone domato da un uomo o nalmente
gure umane con serpenti in mano, deb

ll sig. de Hammer davviso che la com


pagnia deliberi-muratori sia pi antica

ria. QuesPultimo famoso sotto it nome


di Vecchio della monlagna. Se star vo
gliasi a una tradizione , un templaro ,
Gualtiero di lltontbar, avea appreso entro
una caverna una dottrina secreta statagli
communicata da alcuni saggi doriente, la
quale pervenne poi ai cavalieri delPor
dine. E par cosa certa che la vicinanza de
gli ismaeliani abbia potuto qualcosa sopra i
tempieri. ll sig. de Hammer fa vedere Pin
tima connessione che tra la dottrina de

bonsi considerare quali tracce degli ini


ziati gnostici o de franchi-muratori. Ecco
di qual maniera, dopo fatte conoscere te
opinioni sistematiche degli oti, prova la
toro dottrina, i simboli degli idoli e te
sculture de vasi che ha riferito al culto
di Met aver grande anatogia co simboli
de liberi-muratori.
l. La croce tronca, segno del phallo,
del legno di vita, della chiave della scien
za, del baphomel, diventato it martello

delPordine de tempieri e risalga per av


ventura insino agli astrotogi di Roma, a
tempi di Domiziano appellali matematici.
Ad afforzare cotesta congettura, cita i sim
boli, simiti a quelli de franchi-muratori,
simboli trovati sulle pietre sepolcrali, sen de franchi-muratori.
za che per le iscrizioni che stanno su que
2.- Il calice mistico, it vaso cosmogo
ste si possa sospettare che tali strumenti nico, simboto gnostica del cleis o sesso

LI
feminino, trovasi nelle patere de liberi

muratori. it vaso de misteri di Cibele,


di Mitra, dlside, di Bacco, degli orci;

LI

397

tura della chiesa di Schmngraben, antica


residenza de templari, ove, secondo lui,
si vede Ialdabaoth che con un tridente
tocca tre teste coltocate in un paniere.
Una di queste pietre incise che chiamansi
abraxas presenta un snbiettto anatogo,

P urna sanla degli Egiziani descritta da


Apuleio.
5. Il serpente che conduce alla vera
scienza corrisponde al cordone de tem scorgendovisi tre teste attaccate ai rami
plari e de franchi-muratori. it sig. de dun albero.
Hammer vi scorge i simboli de vizii in
Finalmente it numero tredici era egual
fami degli oiiti e de templari.
mente sacro appoi gnostici, i tempieri,
4." Il velo onde si coperse Achamot i liberi-muratori; e it battesimo di fuoco
imagine, appo i franchi-muratori, del veto de gnostici Phanno anche gli ultimi sotto
del tempio. Quelto di cui parta Ferecide it nome di battesimo di luce.
unantica tradizione che si riferisce alla
A quella guisa che gli statuti de tem
caduta delPuomo,e i gnostici ne trassero plari scoperti sul nire del secoto scorso
ii tor racconto intorno ad Achamot.
servivan soto a governare it volgo de ca
s." La catena. it collare che cinge al valieri ed erano unicamente destinati a
cune delle iigure bafomeliche. E la corda meglio nascondere una dottrina secreto
che i franchi-muratori tengono al colto in alla quale non si giugneva che per via di
certe cerimonie. E pur anco la catena d0 un iniziazione, parimenti Porganizzazione
defranchi-muratori e to scopo apparente
lnero e di Ermete.
s." La pelle di leone che avvolge la di toro associazione, dei quali si appaga la
parte inferiore del corpo de baphomet e folla degli adepti, allettati da idee di fitan
indica Pabolizione del culto di laldabaoth, tropia o di distrazione, velano to scopo
di cui la spoglia, venne dai iiberi-mu reale che si propongono gli iniziati e la
ratori cangiata in grembiule. Gli esseni serie di questa segreta societ.
e gli iniziati dT-Jleusi aveano un uso so
La quale, occupandosi pi o men direi
migliante; questi ultimi si cingeano iPuno temente di religione, di morale, di poli
pelle di cerbiatto.
tica, combatte le credenze sociali e, me
7. La ferula, pianta adoperata nemi diante Pazion sua intellettuale, opera una
steri di Bacco, per avventura la regola rivoluzton nelle menti, le cui opinioni,
de franchi-muratori.
incessantemente modicate nelle congre
o. e o. Il candeliere a sette ramie it ghe muratorie, niscono col tendere al
libro sono i simboli del vecchio e del nuo segreto obietto delPassociazione.
vo Testamento.
In Francia le aggregazioni nascoste sot
l0. al la." Il sole, la luna, la stella. I to quel manto non formano un unica so
due primi ebbero culto presso i pi anti ciet e partonsi in quattro divisioni prin
chi popoli, e la stella ammeggiazite la cipali: le case di rilo moderno , quelle
veggiamo appo i franchi-muratori. La let di rilo scozzese antico e accetlato, quel
tera G inscritta in tal segno Piniziale di le del voto di Miorbaim, per ultimo P as
sociazione detta de templari. Queste di
Gnoxis.
N questi soli confronti fa it sig. de Ham verse aggregazioni hanno tor particolari
mer tra i templari e i franchi-muratori. interessi, toro rivalit, tor contese. ia
Sulle mura del castelto di Pottenstein, fatti, oltre che qualunque umana istitu
antico possesso de cavalieri, vedesi una zione contiene in s germi di discordia,
gura teminite tenente in mano un mar quella delibri-muratori ne ha di suoi pro
teitto, coltocata tra due cotonne in maniera prii. DalPun canto to spirito di libert
che sembra sostenerte nel mentre crollano. e deguaglianza che n it costitutivo fa
Tal gura, chiamata dal popoto Poperaio, che assai de tor membri mai tolerino it
non altro che Mele. Il suo martelto it giogo de superiori gerarchici: dalP altro,
segno bafometico , e le cotonne ch essa questi, per premio della straordinaria
sforzasi di tenere in piedi son quelle del luce che spandono, ricevono, mediante la
tempio di Satomone. Nella caduta di tali contribuzion delle case, un denaro del
due cotonne che iliberi-muratori mirano quale son tenuti disporre pel ben com
a rimettere in piedi trova it de Hammer mune, ma it cui impiego rimane avvolto
Porigine della croce di s. Andrea.
nel buio. Di quii sospetti e le gelose am
Continuando i suoi riscontri, scopre le bizioni ancora che aspiravano al doppio
teste de tre assassini dAdoniram,i quali privitegio dattingere contemporaneamen
vengono rappresentati dai tre nodi de te alle sorgenti della luce e a quelle della

cordoni de franchi-muratori, in una scul


Banolen. Vol. VI.

dovizia. Di pi, non tutti gli animi seguono


50

LI

LI

it medesimo sistema, n Pindoli tutte han

laprat, si fosse prestato a trasmettere it


sacro carattere episcopale a questo capo
di societ secreta. llla, non ostante tutte
le pretensioni di Fabre-Palaprat al detto
carattere, fu dimostrato che P antico ve
scovo di Loir e Cher non gliePavea punto
conferito. N cera pur prova che it Mau
viel, vescovo costituzionale di San-Domin
go, gli avesse conferita cotal consecrazio
ne onde prevatevasi.Solamente parve cosa
certa che Fabre-Palaprat tosse un prete
costituzionale della diocesi dAlby. Nel
tempo della rivoluzione si trasferi a Pa
rigi, vi fece i suoi studii medici , prese
moglie e si distinse a bastanza nella socie
t segreta de templari da esserne eletto
capo. QuesPassociazione contava non po
chi individui di alto altare del tempo, so
pra tutto fra i liberali, sotto la ristaura
zione. Ma non pochi personaggi politici
della nuova rivoluzione disapprovarono
la toro amicizia col gran maestro, it quale
esponeva al publico ed alle risa un culto

398

no la stessa energia; di sorte che gli uni


vogliono rivelazioni senza violenza nel
mentre che gli altri non hanno difcolt
a correre al bramato scopo per vie di san
gue. llla, per travagliati che sieno da in
testine discordie , le societ segrete non
son manco tra s strette in lega contro
Poggetto del commune odio toro: se non
consentono fra toro circa i mezzi di distru
zione,son pienamente concordi tutte quan
te per distruggere. Massima fondamentale

di tor politica di valersi di tutte le opi


nioni , di tutti gli interessi, per opposti
chesser possano, purch sotto alcun ri
spetto sieno avverse alla religione e alla
societ. Laonde, in Francia, dove to spi
rito dempiet trovavasi diffuso nelPin
me classi, favoreggiarono gli interessi del
la democrazia. ln lspagna, per contrario,
dove incontravano nel popoto una fede ir
removibite e nelle classi elevate it toso
smo, divenner sostenitori degli interessi
delParistocrazia contro it potere monar
chico. Non ci ha nelle menti opinion falsa
della quale non studinsi trar protto, non
pensiero iPinsubordinazione cui non fac
ciano buon viso, non odio che non sado
prinoaraccorre sotto i propriivessitli: son
esse, sotto it pi generale aspetto, la lega
di tutti gli errori e delle passioni tutte
quante.
Clemente XIl e Benedetto XIV , colle
costituzioni In eminenti , del es apri
le 1758, e Providas, del i8 maggio i751,
ebber condannata e proibita Passociazione
de liberi-muratori, come pure le so

e riti sacri da toro stimati: ben certo


che la tor condizione, alta nel nuovo or
dine di cose, non dovea ad essi permet

tere la publicit duna si fatta ridicolag


gine. ll capo del tempio non persistette

per meno a ristabitire in Francia it culto


giovannitico e a mettere al nudoi riti de
templari, rimasi sepolti nclfombra da
Giacomo lltolay in poi. Avvisossi egli alla
prima davere trovato uno stromento di
propagazione nelPabb. Cbtel (v. CHIEsA
CATToLICA raancese); lna, disingannatosi ,
neg egli stesso la cerimonia della pretesa
consecrazione di quelPapostata. Il rumore

ciet con altri nomi designate, secondo la che men quella scena , it ridicoto delle
congreghe della corte de miracoli, ove ce
Iebravasi la messa colla spada alla mano,
nalmente tutta P artiglieria de giornali
grandi e piccoli scaricatasi su coteste anti
caglie del tempio, costrinsero it gran mae
stro Fabre-Palaprat a togliersi via da quel
teatro e ripigliare la sua professione di
medico e curator di piedi. La cosa pi
toro gran maestro, riuniva in s, cos di seria che gli rimase fu la croce pettorale
ceva egli, non pochi sacri diritti. Preten di Gregoire, che, morendo, gliePavea te
dea discendere in via gerarchica dalPapo gata qual pegno dintima amist, non es
stoto ed evangelista s. Giovanni; avea in sendoci stati tra toro che vincoli prove
sua mano gli archivii autentici degli an gnenti dalle cure che it dottore pot pre
tichi tempieri; era it supremo pontece stare alla salute delP austero Gregoire.
del rito giovannitico ed era pronto ad esi Fabre-Palaprat pass poscia alPaltra vita,
bire le malleverie della propria consecra dopo aver veduto la destituzione del culto
zione episcopale ed elezione a gran mae giovannitico e it suo titoto di gran mae
stro delPordine. Due ecclesiastici ebber stro impugnato dalla massima parte degli
mandato da monsig. di Quelen arcivescovo antichi templari.

differenza degli idiomi e de paesi.


Conseguentemente alla rivoluzione del
1850, i templari, che formano un de ra
mi della societ in discorso, uscirono un
momento dal tor segreto. Furon visti a
Parigi mostrarsi nella corte de miracoli
con ricche vestimenta da paladini e ca
valieri venuti doriente. Fabre-Palaprat,

di Parigi di visitare quel personaggio si

LIBERI PENSATORI. Venner cos ap

pomposamente ridicoto. Tenevasi di fatto pellati lunga pezza gli increduli neganti
che Gregoire, stretto in amicizia con Pa ogni rivelazione. Nel i799 sorse in In

LI

LI

399

gbitterra una nuova setta cosi intitolata. e a pi buon diritto se approvate, com-
I fondatori di questa, membri per addie
tro duna chiesa universalistica e poi tri
nitaria, fecero una scissura, della quale
nel 1800 dieder fuori i motivi. Pretendono
essi assimitare in tutto la tor societ a
quella che esisteva sotto gli apostoli. l

accaduto ai romani ponteci di sancirne


non poche. Ma non egli strana cosa per
chi ha unidea esatta delPunit della chie

sa cattolica, cio a dir universale, che tali


usanze vengan qualicate per libert?
Questo vocaboto infatti, che ha per corre

pi di toro negano la divinit di G. C., lativo quelto di servil, d a credere che


il peccato dorigine, la dottrina delezione quelli vadan soggetti a una certa servit
e di riprovazione, Pesistenza degli angeli i quali di si fatte libert non fruiscono.
buoni e cattivi, Paternit delle pene; ma Contiene anche la falsa idea che la podest
riconoscono in G. C. una missione celeste
a n distruire le nazioni. Lo scopo di lui
essere stato dunire in una stessa famiglia
gli uomini tutti, di qualsiasi origine e

suprema, qual chessa sia, non potrebbe


esercitarsi con eguale ampiezza per tutta

mento. Ladorazione dun Dio eterno, giu

Le libert della chiesa gallicana sono,

la Chiesa e che una porzion della Chiesa

avrebbeavuto it diritto che non ha la Chiesa


paese. Il vincoto che li unisce non con intera di porte arbitrariamente conni;
sistcre nelPidentit dopinioni-e di cre cosa , dice it monsig. Gousset arcivescovo
denza, sibbene nella virt pratica. Sola di Reims, manifestamente contraria alla
a "thi,jha:
regola della vita essere U nuovo Testa dottrina cattolicadta f
sto e buono, Pobedienza ai colnmanda per detto di Bossuet, Defens. Declarat.,
menti di G. C. suo messaggero esser gli l. xii, c. so, privilegi, slatuti, consuetu
atti merc de quali sperare si pu di giu dini stabitite col consentimento della santa

gnere a una felicit di cui arra la risur sede e de vescovi; ma quando si tratta
rezione di G. C. I liberi pensatori non di determina! con precisione cotall con

hanno n battesimo n cena n canti n suetudini , statuti e privitegi, non vien


preghiera publica; basta toro adorare, pre
gar di cuore. Hanno un sentore e due dia
coni, eletti a tre mesi, per presiedere a
toro adunanze e mantenervi la regolarit.
Ciascuno nella propria adunanza ha di
ritto dinsegnare; e non raro il caso che
gli oratori vengano alle prese, con mo

fatto di riuscirvi. Alcuni pretesero essere

la facolt che ha la chiesa di Francia di

reggersi secondo it diritto commune; e


sembra non abbian posto mente che privi
legio e dirilto commune son due cose che
involgono contradizione. Trattasi egli de
gli usi particolari a parecchie diocesi,
derazione per. l discorsi versano sopra delle prerogative concesse da sommi pon
subietti di morale, di dottrina, dinterpre teci a certe sedi? Sotto un tale aspetto,
tazione delle Scritture. La credenza toro fa osservare ilcitato monsig. Gousset, la
soggiacque successivamente a modica parola libert non ha pi alcun senso ,
zioni ; e, lungi dal credere che se ne possa sia perch it papa pu- revocare si fatte
far toro accusa , vi trovano it vantaggio prerogative, sia perch esse non sussisto
daver progredito tanto o quanto nelPin no realmente pi fra noi da poi che to
vestigazione della verit. Avean essi in stato intiero della Chiesa di Francia fu ri
diritto alla publica podest delle rimo novato con un atto immediato della sunto
stranze a n di non essere costretti a con sede. Pio VII, nella sua bolla del 5.0 no,
trar matrimonio alla presenza de ministri vembre i80! per la nuova circoscrizione
anglicani, attesoch agli occhi toro ha es delle diocesi, dichiara di derogare, di sua
so meramente it carattere di contratto ci autorit apostolica, agli statuti, consue
vile: essendo stata respinta la tor doman tudini anco immemorabiti, privitegi, in
da, si -soltomisero alla prescritta forma. dulti, concessioni ,ec. Nessuna,delle nuove
Correndo voce che it vescovo anglicano sedi pu vantar privitegi legitimi fuor
di.Londra intendesse a far intervenire quelli che ad essa venissero largiti da ro
Pautorit civite a n di metter termine mani ponteci dopo it concordato del I sol.
ai toro convegni,palesarono publicamente
LIBERTA NATURALE. lu favor del li
it disegno di opporsi, rivendicando la li bero arbitrio monsig. Frayssinous adduce
bert di coscienza onde godono i dissen prove dirette, cavate dal sentimento, dal
raziocinio, dalla fede del genere umano;
zienti.
* LIBERTA DELLA CHIESA GALLI e prove indirette, dedotte dalle assurdit
CANA. Uuniformit della disciplina gene e dalle spaventevoli conseguenze -del con
rale non toglie che sianvi in certi luoghi trario sistema. E primieramente egli ap
delle usanze o consuetudini particolari, pella al sentimento, intimo testimonio che

legitime altorch son tolerate dalPautorit t ne avverte di ci che in noi succede.u Se

400

L1

fatalismo, me to svituppate ln tutte le sue


parti, mi volete insomma convincere della
solidit delle vostre idee e della debolezza
delle mie: dunque voi credete che io sia
delle sue facolt, delle sue operazioni; capace di esaminare, di porre in bitancia
essa si accorge del suo stato, di ci che i miei ed i vostri pensieri, di deliberare,
sperimenta, di ci che , per un senti di scegliere e di decidermi nalmente o
mento vivo e profondo che non pu in contro o a favore della vostra dottrina;
alcun modo evitare. Ora, ciascuno con ma it poter far ci, che altro in so
sulti ed ascolti s stesso, e sentir di es stanza se non Pesercizio della mia liber
ser libero, come sente di pensare e di t? Ecco pertanto come, per provarmi e
esistere. S, ciascuno di noi sente colla per convincermi che io non sia libero ,
pi viva indubitata convinzione, almeno voi siete obligati a supporre che to sono
in molti casi, che ha it potere di partare libero in realt.
Che la libert sia possibite, questa una
o di tacere, di camminare o di restar fer
mo, di custodire un segreto o di manife verit inconttrastabite: tutti gli uomini ne
startto, di soccorrere un indigente o di ab hanno Pidea, e tutte le lingue hanno pa
bandonartto, di operare o di rimanersene role e maniere di esprimersi le pi chiare,
inoperoso; e tuttoci chi che noi senta e le pi precise per ispiegarta; tutti sanno
cosi vivamente come sente di pensare e distinguere ci che sta in nostro potere,
di esistere? E se questa libert una chi ci che rimesso alla nostra elezione, da
mera, e come mai posso io in s fatta ma ci che non ; e quegP istessi che ne
niera sentirta? Ci che non esiste, ci che gano la libert non dicono gi di non in
non se non un puro nulla, come mai si tendere una tale espressione, ma dicono
pu cos positivamente sentire come quelto soltanto che la cosa che si vuol con que
sta parola signicare non esiste in realt.
che realmente esiste ?...
n A tutti questi acuti ragionatori che Ma perch lddio non avrebbe potuto dare
voglion coi toro sosmi combattere it alPuomo questa facolt di eleggere tra i
sentimento della nostra libert noi pos diversi oggetti edi determinarsi con unat
siamo fare qualche obiezione molto ovvia, tivit propria, personale, inerente alla
e tuttavia molto per essiimbarrazzante. sua natura? Se lddio ha potuto commu
Noi potremo dir toro: Voi trattate ditlu nicarci qualche cosa del suo essere, dan
sione it sentimento della mia libert , e doci Pesistenza; qualche cosa della sua
volete combatterta con gli argomenti di intelligenza innita, dotandoci di ragione;
non so qual metasica; ma badate bene qualche cosa della sua onnipotenza crea
che tutti i vostri ragionamenti saranno trice, communicandoci it potere di creare
per me inutiti, se io non ne conosco la in qualche modo nella materia tante nuo
verit. to non posso conoscerta che per ve forme e dinventar tanti mezzi i[ab
un sentimento di luce interiore, it quale bellire, di perfezionare la stessa natura, e
mi avverta della sua presenza, poich la perch non avrebbe egli potuto renderci
verit non esiste per me se non che per partecipi ,della suprema sua libert , in
it sentimento che io ne provo; ma se io quel grado di subordinazione e d imper
non debbo credere al sentimento della fezione conveniente alla creatura? E qui,
mia coscienza, la quale mi dice aperta che ci risponde la ragione rischiarata dal
mente che io son libero, e perch volete Pesperienza? essa ci dice che non v nes
voi che io creda al sentimento della mia sun motivo determinante, nessun bene
coscienza quandessa mi dice che voi ave particolare, nessuna inctinazion naturale
te ragione? Se io non debbo prestar fede che ci strascini irresistibitmente, e che al
al sentimento della mia libert, e perch contrario noi possiamo fare una scelta per
dovr accordarta al sentimento della ve la stessa attivit del nostro libero arbitrio.
fuor di dubio che Puomo opera per
rit dei vostri ragionamenti? Credete voi
dunque che io dovrei esser pi vivamente un motivo che to determina, ed perch
penetrato dalla forza dei vostri raziocinii egli intelligente e ragionevole. Ma que
che dal sentimento della mia libert? Ed sto motivo desso necessitante, inelutta
eccovi invituppati nelPistessa vostra rete. bite? ecco it punto decisivo della questio
Ma ci non ancor tutto: voi mi accusate ne. Se un tal motivo era irresistibile, e
vogliamo per un momento riettere su
noi stessi, scopriremo che la nostanima
si conosce, si vede, si sente da s mede
sima; essa conscia desuoi pensieri,

di cedere troppo facitmente a vane appa

perch prima di cedervi si tanto riet

renze e di esser eccessivamente creduto, tuto e deliberato? Non si pensa giammai


e volete disingannarmi; in conseguenza a porre in deliberazione se un giorno si

voi mettete in mostra it vostro sistema di dovr morire o se si vedr la luce apren

LI
do gli occhi; in ci ognuno si lascia tras
portare dal corso inevitabite delle cose:
ma per riguardo alle ragioni che si pre
sentano per operare o n0,noi sentiamo be
nissimo di doverte bitanciare, perch vo
gliamo operar per elezione. n
Finalmente si consulti la fede del ge
nere umano. a Nelle cose che si fanno da
tutti sentire, che si collegano alla con
dotta ordinaria della vita, che sono la
regola universale delle azioni e dei giu

dizii di tutti gli uomini, non si pu re


star ad evidenza convinti che dalla per
suasione universale, costante, impertur
babite delle nazioni e desecoli. E in fatti,
come si potrebbe non ravvisare in essa
uno di quei sentimenti ispirati dalla na
tura e che si trovano scolpiti nel fondo
istesso delPente ragionevole? Se in mol
ti punti gPistesst sapienti sono popoto a
cagione dei toro pregiudizii, it popoto al

LI

404

delmente Posservano e ne punisea i tras


gressori. Ecco pertanto ci che ci atte
sta Pistoria di tutte le civiti societ. Ma

vi anche di pi; si son veduti dei fitto


soli sistematici sollevarsi contro la libert
ed acremente impugnarta nei toro scrit
ti: pur nella pratica hanno smentita la tor
teoria, e nelle azioni e nella condotta
toro operavano e si regolavano come se

fossero stati liberi. Cos, in tutti i tempi


ed in tutti i luoghi, gli uomini hanno pre
sentato tutti i fenomeni e tutti itrattica
ratteristici della libert: essi han sempre
sentito, partato, operato come si conve

niva ad esseri liberi. Dunque la libert


uno degli attributi delP umana natura. n
Le prove indirette del libero arbitrio
son dedotte dalle assurdit e dalle spa
ventevoli conseguenze del contrario si

stema, cio del fatalismo. In questo si


stema l. non si d in realt n bene n
Pincontro, per certi riguardi, vero [itto male, n vizio n virt.
sofo. Tra noi e gli spiriti pi sublimi so
novi molte cose communi, e fa di mestieri
che tra i nostri ed i toro pensieri esista
un legame di communicazione: senza ci,
in qual maniera potrebbero essi farsi in
tendere? Un lal legame appunto it senso
commune , ed in tutto ci che it risul
tato del sentimento e del senso commune,
io confesso che sono sempre colpito dal
Pautorit del genere umano. Or qual fu la

2. it rimorso una chimera, e Punico

savio partito soffocartto.


a. Non ci ha Dio. u infatti la prima
idea che si risveglia nelP anima alla ri

membranza di Dio, senza contrasto quel


la di un essere che la santit mede
sima, che non saprebbe n commettere
n approvar it delitto;e spogliare lddio

della sua santit ed anntentartto la me


desima cosa. Ora, it fatalista forzato

sua credenza intorno al libero arbitrio? a non riconoscere lddio o a fartto au


cosa facite Pistruirsene. Se gli uomini tore di tutto it male che contamina la
sono liberi, naturale ch essi deliberino terra. Secondo it suo sistema, tanto it
prima di operare, che estendanoi toro mondo morale che it mondo sico si re
pensieri nelliavvenire, che nella toro pre golerebbero per impulsi e per movimenti
videnza piglino delle opportune misure inevitabiti; tutte le azioni umane, al pari
e che si determinino nalmente pel par dei fenomeni della natura, non sarebbero
ttto che credono it pi saggio. Ora ecco che it necessario svituppo della direzione
ci che essi hanno sempre fatto in ogni primordiale impressa negli spiriti come
tempo; dimodoch tutti cotoro che hanno nei corpi. Altora lddio non solamente per
operato senza riessione vennero con metterebbe it male, come provegnente da
trasegnati per spiriti leggieri, ovvero ri gli abusi della libert, ma egli stesso ne sa
guardati come temerarii ed insensati. Se rebbe la vera causa... Ah! io to dir pure
noi siamo liberi, cosa naturale Pesortar senza timor di bestemiare, ma piuttosto
gli uomini a fuggir it vizio,a praticare la per un sentimento profondo di rispetto

virt , a sagriiicar le passioni al dovere verso la santit di quel Dio che adoro: se
ed a meritare con una condotta senza rim
proveri la publica stima. Secondo la dot

si dovesse ammettere it fatalismo e creder


che Puomo non fosse libero, n da questo
trina della libert, tuttoci in nostro po momento bisognerebbe cominciare a pre
tere, e quindi si veggono i saggi, gli uo dicar Pateismo come la prima di tutte le
mini virtuosi, i legistatori di tutti i secoli, verit.
i veri amici delPumanit, consecrare le
* LINGUISTICA. A mostrare qual pro
toro fatiche e le penose toro veglie ai no cavar possa la religione da questa scienza
bite oggetto di render gli uomini migliori affatto nuova , basta determinarne con
e pi felici. Finalmente, se noi siam li precisione Poggettto. Scopo di essa prin
beri, naturale che la societ cimponga cipalmente it far conoscere le diverse fa
delle leggi e ci taccia un obligazione di velle che partansi sulla terra, le afnit
seguirte, che ricompensi cotoro che te che sono tra toro, le relazioni che con

402

LI

LI

servarono colle lingue partate gi tempo nefandis excessibus, cum fratribus no


e dalle quali son derivate; poscia , me
diante coteste nozioni, porre in sodo Po
rigine e la parentela devarii popoli e le
famiglie o razze a cui debbono la propria
esistenza. Questi lavori son fatti, ed ecco
i primi toro risultamenti.
I diversi idiomi partati si ponno ridurre
alle tre classi che seguono: lingue sem
plici, lingue per derivazione e lingue per
agglomerazione. Quasi tutte le lingue
hanno una connessione pi o meno stretta
colPebrea.
I fatti nora raccolti dimostrano come
Pantico mondo, che possiede le accennate

stris et sacro concitio deliberatione pras


habita ditigenti, cum Iesu Christi vicea
licet immerilo teneamus in terris, no
bisque in b. Petri apostoli persona sii
dictum: Quodeumque ligaveris super ter
ram, etc., memoratum principem , qui
se imperio et regnis omnique honore ac
dignilate reddidil lam indignnm, qui
que, propter suas iniquilates, a Deo, ne
regnet vel imperel, est abiectus, s1iis li
gatum peccatis et abiectum, omnique
honore ac dignilate privatum a Domino
ostenclimiis, denuntiamus ac nihilomi
nus sentenliando privamus; omnes qui

tre classi didiomi anche it soto che ei iuramento delilatis tenentur ad


abbia le vere lingue derivate. ll nuovo
mondo presenta, dalPuno allaftro puntto
di sua supercie, lingue iormatesi per ag
gtomerazione. Il mondo marilimo non
offre per anco, in tutti i suoi idiomi co

nosciuti, che lingue semplici. Quanto pi

stristi a iuramento huiusmodi perpetuo

absolventes; auctorilale apostolica r


miler inhibendo ne quisquam de owtero
sibi lamquam imperatori vel regi pa
reat vel intendat, et deceriieizdo qnosti
bel qui deiliceps ei velut imperatori aut
regi consilium vet auivilium prwstile
rint seu favorcm, ipso facto emcammu
nicationis vincuto subiacere. Ilti autem
ad quos in eodem imperio imperatoris
speclat etectioetigant libere successorcm.

isolati e selvaggi sono i popoli, tanto pi


manifesta si ravvisa la connessione di tor
lingua colP ebraica; a proporzione che
vengono a civitt tal connessione viene a
farsi debole e sparire.
Agg. al S La riunione degreci, ecc. Dalle quali itlazioni siam condotti a
questa notevole considerazione, che ap Ella cosa tantto pi importante it deter
punto nelPantico mondo, ove Mos ne ad minare, colPaiuto del Labbe, Concil. Cot
dita Porigine delle societ e la culla di lect., t. ll, part. i, la maniera onde i greci
tutti i popoli della terra, rinveniam noi le si spiegarono nel secondo concitio generale
tre classi essenzialmente diverse a cui ri di Lione circa it primato del papa, per
durre si ponno le forme grammaticali della essere impossibite it concitiare le cosi det

stupenda variet degli idiomi conosciuti. te libert gallicane colla dottrina di quel
Stando ai libri di Mos, non per anco venerando consesso. Sancla romana ec
nora smentiti da nessun monumento sia clesia summum et plenum primalunx
storico sia astronomico, ma coi quali anzi et principatum super imiversam eccle
tutti i risultamenti ottenuti dai pi saputi siam catholicam oblinet, quem ab ipso
totogi e da pi profondi geometri con Domino in beato Petro apostolorum
cordano maravigliosamente, noi appren principe sive vertice, cuius romanus
diamo che i Caldei, gli Assiri, gli Arabi, pontifex est successor, cum poteslalis
gli Ebrei ed altri popoli della gran lami pteniludine recepisse veraciler et Immi
glia semetica furono dogni tempo gli abi liler recognoscil. Et sicut pne cwteris
tanti delPAsia occidentale: di che cons tenetur dei verilatcm defcndere, sic el
guita le ricerche e le scoperte tutte quante si quw de da subortw fuerint quwstio
insin qui fatte provare in modo trionfante nes, suo debent iudicio denirilAd quam
che Pincivitimento primitivo non viene potest gravatus quilibet super negotiis

n dalPAirica n dalPAsia orientale n dal


Palla Asia, sibbene iialPAsia occidentale.
** LIONE. Agg. al S Il negozio capita
le, ecc. - A n che it lettore possa for
marsi una retta opinione intorno alla de
posizione di Federico ll, trascriviamo qui,
colla scorta del Labbe, Cono. collect., t. ll.
part. i, le parole stesse dlnnocenzo IV,
it quale, dopo noverate le accuse che sta
vano a carico di quelPimperatore , con
chiude in questa sentenza: Nos ilaque

ad ecclesiasticum forum pertinenlibus


appellare et in omnibus caussis ad exa
men ecclesiasticum speclantibus , ad
ipsius potest iudicium recurri, et eidem
omnes ccclesiw sunt subiectw, ipsarum
prwlati obcdienliam et revercntiam sibi

dant. Ad hane autcm sic potcstatis ple

nil-udo consistil quod ecclesias cwleras


ad solticiludinis parteln admiltil; qua
rnm mullas, et patriarchales priecipue,
diversis privilegiis radem romana ec
super prwmissis et complaribus aliis clesia honoravil, sua lamen observala

LI

Ll

403

prerogativa tum in generalibus conci della chiesa romana, gli abbiam decretato
iiis tum in al iquibus aliis semper salva. le ben meritate todi e, conformemente
m LITURGIA. La publicazione delle alla sua inchiesta, gli abbiam assai di buon
Istiluzioni lilurgiche del p. Guranger, grado accordato Pindulto dun officio vo
abbate di Soiesmes, ha di fresco preoccu tivo per pi giorni delPanno, a n che
pate le menti intorno alla controversia li esso clero, adoperandosi con zeto alle fa
turgica. A n di trattare cotesta contro tiche volute dalla cura delle anime si tro
versia col debito riserbo e ordinatamente, vasse men di frequente obligato agli of
riferirem prima un breve da S. S. papa cii di certe ferie, che sonoi pi lunghi
Gregorio XVI indintto a monstg. Gousset nel breviario romano. Noi condiamo al
arcivescovo di Reims, quindi farem cono tresi che, merc la divina benedizione,
scere con espedita analisi una lettera sul gli altri vescovi di Francia sieno per se
diritto della liturgia, scritta dal sopradetto guire man mano Pesempio del toro colle
abbate alto stesso arcivescovo.
ga, precipuaruente col ne darrestare co
I ll breve , portante la data del e ago testa pericotosa facitit di mutare i libri

sto 1842, del tenor seguente: u Abbiam liturgici. intanto, pieni della pi grande
stima pel vostro zeto in questa materia ,
volgiamo le nostre suppliche a Dio perch
vi colmi de pi larghi doni di sua grazia
e moltiplichi i frutti di giustizia nella por
tisi in non poche chiese di Francia, cre zione della sua vigna che voi andate inaf
.
sciutone ancor pi it numero dopo la nuo ando de vostri sudori. n
va circoscrizione delle diocesi a tal segno
Dopo ricevuto questo breve, monsignor
riconosciuto to zeto dun prudente e pio
arcivescovo nelle due lettere che ci avete
lndiritte contenenti le vostre doglianze
sul conto de varii libri liturgici introdot

darimanerne offesi i fedeli. Noi compian

arcivescovo di Reimsconsult it p. Gue

giam per fermo, al pari di voi, questa


sciagura, venerabit fratelto,e nulla ci sem
brerebbe tanto da desiderarsi quanto it
veder osservate da per tutto appo voi le
costituzioni di s. Pio V, nostro predeces
sore d immortal ricordazione , it quale
non volle esimer dalPobligo di ricevere it
breviario e it messale corretti e dati fuori
ad uso delle chiese di rito romano, secon
do P intenzione del concitio tridentiuo,
sess. xxv, che cotoro i quali, da dugento
anni almeno, avessero per costume di for
nirsi dun breviario e dunn1essate diversi
da questi, di guisa che per, non fosse tor
fatta facolt di notare e rifare, a tor gra
do, cotali libri particolari, ma di puramen
te conservarti, se tor paresse ben fatto.
Constil. Quod a nobis, vu id. iut. 1588,
ci Quo primum, prid. id. iut. 1570.
Questo sarebbe impertanto anche it no
stro desiderio, ven. fratelto; ma voi ben

ranger sulle tre questioni seguenti:

comprenderete come sia opera difcitee


intralciata to sradicare una tale usanza gi
da lunga pezza abbarbicatasi nel vostro
paese: e perci, paveutando le gravi dis
sensioni che seguir ne potrebbero, abbiam
creduto dover, per ora, asteoerci non soto
dinculcar la cosacon pi estensione, ma
eziandio di rispondere partitamente alle
domande per voi proposteci. Del resto, per
avere recentissimamente un nostro ven.
fratelto delto stesso regno, prolittando con
rara prudenza duna occasion favorevole,

soppressi i varii libri liturgici da s tro

l. Quale autorit abbia un vescovo


in materia di liturgia particolare in una

diocesi ove si pratichi attualmente la li


turgia romana.
2." Che autorit abbia un vescovo par
ttcolare in fatto di liturgia in una diocesi
nella quale la liturgia romana non sia at
tualmente in uso.
s." Come debba contenersi un vescovo
in una diocesi in cui sia stata abolita la
liturgia romana, dopo ricevuta ivi la bolla
di s. Pio V.
Wl-l
Gravi e pratiche questioni sono le qui
proposte. Le prime due furono pi volte
dai canonisti esaminate; la soluzion della
terza dipende da quella delle due prece
denti.
ll p. Guranger statuisce nella sua let
tera una serie di proposizioni appoggiate
ai dati positivi della teotogia, della storia
e del diritto commune; e da tali propo
sizioni fa scaturire poi, a guisa di corol
lario, la soluzione de tre problemi a lui
proposti da monsig. di Reims.
La sua prima proposizione questies

sa: u [fimmutabitit e Pinviolabitit della


liturgia son cosa onde vantaggiasi it mante
nimento del deposito della fede. n Ognun
conosce Passioma: Legem credendi sta
tuat tex supplicandi. Per tal maniera la

liturgia posta tra le sorgenti della fe


de, ed agevol cosa a vedere che la forza
delPargomento tratto dalle formole litur

vati nella sua chiesa e ricondotto tutto it giche in favore de dommi procede unica
suo clero alla pratica universale degli usi mente dalla inviolabitit di esse formole.

404

LI

LI

n Quinci ne segue che it motivo pi di miglior fattura, rimarr sempre a chie


o men grave di perfezionare sotto it ri dere perch mai le antiche abbian me
spetto letterario it corpo delPofciatura ritato di cadere cosi in disgrazia dopo
divina non vale a restituire alla liturgia tanti secoli; come avvenga che sappiasi
unautorit che qualunque variazione le pregar meglio in quesPepoco di raffred
scema; che la ragione addotta nelto scorso damento che ne secoli della fede; co
secoto di compendiare la somma delle pre me da semplici vescovi si possan porre
ghiere del clero o di dare alle nostre mas da un lato le formole approvate dai
sime nazionali unespressione negli uf sommi ponteci; se quesPoperazione, nel
zii divini non compensa it danno cagio caso che sia stata necessaria , non sia
nato al deposito della dottrina, posciach un accusa alP integrit degli antichi pa
alla n ne si potr sempre dire con ve stori che fecero uso per si lunga pezza
rit, come gi P arcivescovo Languet: di preghiere sospette anzi che no; perch,
- Una composizione ideata da un sem alPultimo, abbiasi a rinunziarvi solenne
plice privato pu forse esser preferita e mente; qual guarentigla ormai si avr
surrogalaa formole approvate dalla Chiesa delle nuove preghiere, posciach n Pau
universale colla pratica di tanti secoli? tichit n la potest romana seppero pre
Ove una chiesa particolare sopprime co servare le prime dagli inconvenienti pei
tali sacri documenti, vien essa a deporre quali furono abolite? equat ducia inne
le armi che le servivano a combattere i potr omai aversi nel magistero di coloro
novatori e le toglie anco di mano a fede che, nelto stesso pregare, confessano di
li. Ci che in tal chiesa particolare intro non aver saputo sinora toccare il punto
dur si vorrebbe di nuovo, con dispregio della perfezione che si conviene. Debbonsi
deIPantichit e delPuniversalit, non pu ognor considerare le inuenze liturgiche

avere altra autorit che quella del pre

non sotto Paspetto dun sistema pi o me

lato di detta chiesa, uomo sottoposto ad no ingegnoso di preghiere e letture pri


errare e tanto pi perch soto, perch in vate , ma come it gran mobite de senti
troduce novit , perch delPantichit ed menti religiosi ne popoli del pari che it
mezzo pi sodo e gagliardo per serbare
universalit non fa conto alcuno. n
Segue Paltra asserzione del p. Guran intatta la dottrina.

ger: u Limmutabitit e Pinviolabitit del

Essendo Pimmutabitit e inviolabitit

la liturgia importano alla conservazione della liturgia cotanto utiti al mantenimento


della gerarchia ecclesiastica. n La chiesa delPortodossia, al consolidamento del vin
cattolica per si fatto modo costituita che coto gerarchico, alla conservazione del
la legge di subordinazione che determina sentimento religioso nelle popolazioni fe
i differenti poteri ecclesiastici ha per ri deli, Punit nelle forme del culto divino
sultamento la conservazione della verit dovrebbe perci essere immancabitmente
rivelata del pari che la perpetuit della it desiderio sincero della Chiesa. E questa
missione legitima de pastori. La liturgia la quarta proposizione delPautore, it quale
una delle forme del vincoto gerarchico; aggiugne che u Roma procaccia con zeto
e come in virt di questo vincoto debbono e discrezione Punit liturgica. n
i sacerdoti ricevere la liturgia dalle mani
a Lunit che la Chiesa si propone nella
del vescovo, questi, a seconda de tempi liturgia, dice in quinto luogo it p. Gu
e de luoghi, la debbe ricevere sia dal ranger, non gi Punit materiale e giu
concitio provinciale, sia dal patriarca, sia daica, sibbene Punit viva, animata da un
inne dal pontece romano, che, riguardo progresso legitimoe senza rischio. Il qual
alle chiese doccidente , gode de diritti progresso dee consistere piuttosto nelPar
patriarcali. Ora it mandar fuori tanti nuo ricchirsi colPaggiunta di nuove forme che
vi breviarii e messali viene ad isolar dal non nel perdere violentemente le antiche.
centro liturgico le chiese che no a quel Ove si consideri it vator materiale delle tre
punto aveano avuto una preghiera e una riforme liturgiche avvenute dopo s. Gre
tradizion sola; fatto egualmente contrario gorio magno, quella cio di Gregorio VIl,
alle ecclesiastiche regole che di sgomento Paltra de francescani e Paltra di s. Pio V,
in quel che concerne Punit dottrinale. questo genere di progresso vi si scorge
Terza proposizione del p. abbate di So ognora pi manifesto: depuramonto del
lesmes: u ljimmutabitit e Pinviolabitit Pantica sostanza, revisione giudiziosa del
della liturgia conferiscono al mantenimen complesso delle preghiere senza alterartto e
to della religione presso i popoli.n Se it molto meno ancora trasformartto con indis
clero venga a dire a fedeli alle antiche crete sostituzioni. Non si sospettava pun
preghiere romane essersi sostituite altre to chesso stesse nel distruggere in massa

LI

LI

le forme antiche, nel surrogare un complesso affatto nuovo alPopera de secoli,


i e a nostri padri, prosegue it Guranger,
non sarebbe mai caduto in mente che si
potesse mettere in questione se la Chiesa
avesse no alla tal epoca saputo pregar nel
debito modo.... Acciocch reale sia e senza
pericoto it progresso liturgico, operar st

nir di spezzare la canna gi fessa. Or


dunque meniamo pur vampo di queste li
bert che traggono la propria origine sol
dalla compassione per noi inspirata, che

405

non compensano i vantaggi delPunit ge

cedere al principio d unit nella misura

nerale se non se per quelli delPunit na


zionale e che naturalmente, nella mani de
nazionali governi, divengono it facite stru
mento di soggettar una chiesa cui le sue
consuetudini circoscrivono da s necon
ni del regno o della provincia....
n Le libert duna chiesa particolare ,
invece di riuscire per lei oggetto di peri
cotosa compiacenza, quasi fosse si grande
onore nel cristianesimo it non obedir pun

necessaria alla conservazione e alto svi

to, debbon perci esser argomento dumi

luppo di esso principio, che fondamen

liazione nel tempo medesimo che costitui


scono un pericoto permanente. Esse pon
gono a rischio nelPinterno it legame saluta

debbe mediante la via delPautorit; it che


non si avvera quator Pantico fondo della
liturgia universale venga lasciato allar
bitrio duna podest diocesana. n
Aggiugne per sesto P abb. di Solesmes
u it diritto delle costumanze tocati dover

tale in opera di liturgia. n E viene rin


ancando la sua proposizione per via di
considerazioni che meritan desser notate.
NL istituzione ecclesiastica reggesi su
questo principio, che it pastore tenuto
dar la vita pel proprio gregge, molto pi
farsi tutto a tutti a n di tutti guadagna

re. Nessuna legge sar quindi lecita la


quale non provenga dal principio di ca
rit, di paterna previdenza; nessuna legge
chesser non debba Pespressione della sol
lecitudine universale, la continuazione del
ministero damore e di condescendenza, di
cui la Chiesa ricevette Pinvestitura sulla
croce del suo sposo. Or bene, se alla supre

ma podest, papa o concitio generate che


sia, corre obligo ditutto sacricare a cote
sto principio,senza risparmiare, quando sia
necessario,t proprii anteriori ordinamen
ti, una chiesa particolare avr essa diritto
di ristringer la religione cattolica alle pro
porzioni duna nazionalit accidentale e di
reputarsi per sempre autorizzata a con
servare, adispetto dogni considerazione,
usanze le quali altro titoto non hanno di

re della subordinazione; al di fuori sono it


lato debole verso it quale la podest seco
lare diriger costantemente e con vantag
gio i suoi accorti e continui assalti. Egli
dunque grande argomento di merito e
Popera dunalta sapienza in cotoro che
reggono le chiese particolari Padoperarsi
seriamente a cancellare le memorie dune
poca deptorabite, a spuntare quelle scabro
sit che rallentano le molle maestre del
governo ecclesiastico. Quel che sacritiche
ranno in fatto di pretensioni meschine ver
ranno a guadagnare in solidit, in vera
grandezza agli occhi de popoli, in inde
pendenza quanto alla podest civite; pe
rocch la vera libert duna chiesa Pes
ser retta ecclesiasticamente. n
Facendo Papplicazione di questi prin

cipii alla liturgia, it p. Guranger, dopo


aver ricordato che Punit del divin culto

essenziale alla religion cattolica e che,


se ella non esiste in tutti i luoghi,
una sciagura per tutte le chiese che non

possesso che it fatto isolato e individuale? vi partecipano, confessa che quelle hanno
No, la Chiesa non potrebbe riconoscere un
simit diritto in veruna contrada, n mai
la libert, le consuetudini, le derogazioni
chessa ha potuto tolerare od anco san
cire non solamente in Francia ma in qual
siasi altra provincia cattolica non furono
mai n poterono esser da lei considerate
come Pespressione dun diritto inviolabite.
n Qual motivo impertanto induce la
Chiesa a tolerare, a confermare anzi le
eccezioni alle sue regole generali ? Non altro che la commiserazioue verso

una scusa delle quali la santa sede ha to


lerato la liturgia speciale perch la sua
autorit, assai minore indubiamente che
quella delle preghiere romane, costituisce
nondimeno un degli annelli della tradi
zione: se queste liturgie non hanno i van

taggi delPunit dei luoghi, hanno almen


quelli delPunit del tempo. Ma se accade,
in una chiesa particolare, che la liturgia
antica, in favor della quale fu fatta P cc
cezione, soccomba sotto i colpi de nova

tori e che quella chiesa non conosca pi


i deboli. Ella sa che P unit della forma le forme onde servivasi ne giorni in cui
it gran mezzo onde conservare Puni venne dichiarata esente dalla legge gene
t della sostanza, ma non ignora altres rale, e vuolsi con certezza conchiudere
star scritto che it Salvatore non ispe che, non sussistendo pi i motividelPec
gner il tucignoto tuttar fumante n cezioue, deesi rientrare nel diritto com.
BEIIGIEII. Vol. VI.
51

406

Ll

mune. Del resto, it Guranger conviene tare che anco le chiese le quali non re
che una certa facitit ch affatto duso del putavano opportuno it mutari brexiiarii e
governo ecclesiastico pu essere accordata i messali onderano in possesso da dugento
nelPapplicazione d un principio assoluto anni, riconoscevansi tuttavia obligate dal
in s stesso: perci le feste proprie de decreto del Tridentino e dalle bolle di
luoghi son guarentite anco dalle rubriche s. Pio V.
ll p. abb. diSolesmes esce altora nella se
della liturgia universale che le suppone e
guente 10.- proposizione: u Le chiese che
le organizza.
Viene la 7.a proposizione del Guranger, hanno adottato i libri romani di s. Pio V
la quale porta che, u avanti it decreto del non sono pi libere a ripigliarei tor libri
concitio tridentino e la bolla di s. Pio V, antichi n ad assumerne di nuovi n pa
la liturgia romana era P unica praticata rimenti han dritto di correggere e modi
nelle chiese doccidente (salvo i riti am ticare i libri romani. n Fonda egli questa
brosiano, mozarabico c greco) e nella chie proposizione. l." sulle bolle da s. Pio V
sa di Francia in particolare n; poi Pa.", emanate per la publicazione del brevia
che u la bolla di s. Pio V, ristringendo rio e del messale; 2. sul sentimento uni
Punit liturgica, fu Pespressione del voto versale decanonisti; 5." sulla natura stes
della Chiesa e che le disposizioni di essa sa del diritto gerarchico; 4d sulla equit.
sono un prodigio di vigore e discrezione; n Se la bisogna andasse altrimenti, it ne
quindi la 9.-, che u le bolle di s. Pio V, propostosi dal concitio di Trento, che
per la publicazione del breviario e del s. Pio V avea voluto conseguire colle sue
messale romano della riforma del Triden bolle , che i concitii di Francia e P adu
tino, furono ricevute per tutto Poccidente nanza del clero tenuta dal 1605 al reoc
e in particolare nella chiesa di Francia. n avean cercato con tanta sollecitudine, co
Infatti la Francia vide in s sola un nu testo ne prezioso, Funit liturgica asso
mero di concitii provinciali pari a quelto luta con Roma, unit indispensabite alle
di tutte Paltre chiese insieme (Roano, 1 5ei; chiese che nel l5ca non aveano da due
Reims, Bourdeaux e Tours, i8os; Bour secoli una liturgia tor propria, non sareb
ges, 1584; Aix, i5ss; Totosa, i8so; Nar besi ottenuto, e vedrebbesi ripullulare it
bona, i8oo),en uno pure vebbe di tali grave sconcio additato da s. Pio X nel la
concitii rappresentanti settantacinque dio mentare che fa di lali nuovi breviarii che
cesi it quale non rendesse testimonianza rompessero la communione delle catto
alla forza invisibite e sacra del vincoto Ii liche preghiere.
Sotto P: l. proposizione, condotta dalle
turgico che congiugne la nostra patria alla
chiesa romana e che era stato test fatto dieci precedenti, it Guranger risponde al
pi stretto dalle nuove costituzioni di primo quesito di monsig. di Reims, cio:
s. Pio V. Lassemblea del clero del 18os - Quale autorit abbia un vescovo parti
al i606 udi pur Parcivescovo dEmbrun colare in materia di liturgia in una dio
dichiarare, in una relazione, come u tor cesi ove la liturgia romana trovisi di pre
nerebbe in acconcio che tra tutte le chiese sente in uso. -La detta u." proposizione
vi fosse uniformit nclla celebrazione del sposta del tenore che segue: a Alle chie
servizio divino e che si riceresse daper se nel secoto XVI esentate, mediante una
tutto Pufficiatura romana. n Il prelato ag prescrizione di eoo anni, dalPobligazione
giunse che si era trovato un tipografo it dadottare it breviario e it messale rifor
quale sesibiva a stampare tutti i libri ne mato da s. Pio V, non corre meno obligo
cessarii, alla sola condizione che fosse pia dosservare la romana liturgia, n di pas
ciuto alPassemblea anticipargli una som sare a un altra liturgia , alP ambrosiana
ma di mitle scudi. Questa proposizione fu p. e. , assai meno poi fabricarsene una
aggradita dai prelati e fu stretto un con nuova. n Appoggia it p. abbate la proposi
tratto fra i prelati e it detto stampatore zion sua l. sulPobligazione che hanno tut
Ps maggio 1606, come pu vedersi negli tele chiese di tendere alPunit liturgica;
atti delPassemblea del 16i2. Vi si legge 2." sul fatto stesso delPesistenza di que
parimente essere stati pregati e incaricati sPunit nelPoccidente e particolarmente
it vescovo di Chartres e gli agenti del in Francia; 5." sul complesso delle leggi
clero di far distribuire alle provincie e ecclesiastiche; 4." sul testo medesimo del
diocesi che ne avrebbero bisogno tutti i le bolle di s. Pio V; s." sui bisogni della
libri alla romana per addietro stampati. La dipendenza gerarchica; 6. sulPinteresse
liturgia romana era dunque dichiarata di stesso della fede cattolica; 7." sui rispetti
fatto e di diritto la liturgia della chiesa di di mera convenienza dovuti alla sede apo
Francia; e qui appunto necessario no stolica. Le chiese in discorso sono asso

LI

LI

407

lutamente private del diritto di cangiare de decreti della sacra congregazione de


tor libri altrimenti che per abbracciare
it romano puro, col consentimento del ve
scovo e del capitoto, giusta i termini delle
bolle.
Sotto la la.- proposizione it p. Guran

riti nelle chiese non obligate alla lettura

de libri di s. Pio V.
ll terzo quesito di monsig. di Reims
quesesso: - Come debba comportarsi
un vescovo in una diocesi dove la litur

ger satisia alla seconda dimanda di mon gia romana sia stata abolita dopo la re
signor di Reims: -Quale autorit abbia cezione ivi fatta della bolla di s. Pjo V. un vescovo particolare, trattandosi di li
Il p. Guranger mette per lll. pro
turgia, in una diocesi nella quale la litur
gia romana non sia attualmente in uso. ll p. abbate formola di tal modo la sua
proposizione , fondata sul fatto anzi che
sul gius scritto: u Le chiese non astrette
ai libri di s. Pio V, nel tempo stesso che
rimangono inviolablmente obligate al rito
romano, come pocanzi fu visto, esereitan
nondimeno un certo qual diritto di cor
rezione sui libri tor proprii. NelP eser
cizio di simigliante diritto si procede piut
tosto per via daddizione che di sostituzio

posizione che u la prescrizione pu far


passare una chiesa obligata alla liturgia
propriamente detta di s. Pio V nella
classe di quelle che son tenute semplice
mente alla forma romana con un certo di
ritto di correzione nel senso pi sopra

esposto. n in fatti, per ci stesso che


s. Pio V ha diviso in due classi le chiese
obligate alla liturgia romana, cio quelle

che da due secoli, in virt d una prima


istituzione o per Vuso, trovavansi in pos
sesso dun breviario e dun messale certi

ne; e se tatora accadono alcuni mutamenti a toro uso, e che non avevano questa pre
di ritievo, si fanno essi unicamente nella scrizione in favor toro; it papa riconosce
parte spettante alla diocesi, e non nella che it costume pu in una chiesa legitima
sostanza stessa degli ofciidella chiesa uni re un certo diritto sui libri del servizio di
versale. Uautorit dottrinale essendo it ca vino compatibite colPimprescrittibite obli
rattere della liturgia, giusta Passioma; Le gazione di mantener la forma romana. Ma
gem credendi statuat tex supplicandi, sa quanto durar debbe la prescrizione? Qua
rebbe inescusabit cosa che una chiesa par rantanni, secondo it p. abbate, stante che,
ticolare ripudiasse le formole consecrate ad quando trattasi duna legge ecclesiastica
esprimere i misteri della fede nella litur solennemente promulgata, chiaramente ri
gia universale per surrogame altre sotto conosciuta, publicamente applicata, per
cotore di maggior eleganza o per altra Pabrogazion di questa legge richiesto
causa che sia; e, oltreci, la materia delle it termine di quarananniconsecutivi sen
aggiunte fatte da una chiesa particolare al za reclamo dalla parte del superiore. S
corpo delle preghiere sacre tanto nella ohietter peravventura che le bolle di
parte diocesana che nelle formole d uso s. Pio V son divenute legge generale per
universale debbe attignersi a fonti auto la Chiesa, che le chiese della liturgia la
revoli, approvati, di sorte che non vi si tina son tenute celebrare gli uicii divini
senta punto di novit, darbitrio o di spi e it santo sacrizio nella forma romana,
rito di compagnia. Benedetto XlV nel suo ma che non si pu qualicare per legge
trattato De canonizatione sanclorum bia generale cotale disposizione di s. Pio V,
sima severamente gli autori francesi che it quale indirizzandosi solamente alle tali
sostengono, senza distinzione e in modo as e tali chiese in particolare, obliga quelle
soluto,che la publicazione e la riforma dei che nel l5ca non erano in possesso da
libri liturgici spettino puramente e sem oltre due secoli dun breviario e dun mes
plicemente agli ordinarii; ma riferisce , sale certi, a conformarsi nalmente al nuo
senza punto condannartto , it sentimento vo breviario e messale romani. Aggiugne
che costituisce l:oggetto di questa dodice it p. abbate dessersi avvisato dover espor
sima proposizione del p. Guranger. Del re la sua l5.- proposizione, qual che ne
resto, se Roma si astiene dalPesigere co sia it vatore intrinseco, a n di far ve
me un diritto rigoroso che le operazioni dere da tuttaltro che da cieco entusiasmo
liturgiche praticate nelle chiese partico essere stato guidato nella difesa da s as
lari vengan corroborate dalPautorit apo sunta dediritti della sedia apostolica sulla
stolica, non men vero che it suo suffra liturgia.
gio darebbe al risultamento di queste ope
Ne rimane a far conoscere le tre ultime
razioni una solidit , un inviolabitit e proposizioni del p. Guranger.
Dopo preferito per I4.- proposizione
quindi unautorit chesse non trovereb
bero altrove in grado eguale. ll p. abbate che la soluzione de quesiti relativi al di
vien qui tratto a discorrere delPautorit ritto della liturgia interessa al sommo gra

408

LI

do la coscienza, dice per la quindicesima: confermata dalto stesso pontece come ri


u In una chiesa non obligata ai libri di vestita delle condizioni volute dalle bolle,
s. Pio V, ove avvenga che Pordinario pu se, dicegli, questa liturgia nuova non sia
blichi una nuova edizione delibri di dio pi moralmente la liturgia romana, ma
cesi, e insorga dubio se abbia trasceso i una forma recente, senza radice nella tra
conni permessigli in fatto di correzione dizione, \ariabite, denudala delfautorit
liturgica, in lal dubio la presunzione sta che conferiscono Panticiiit, Puniversalit
per Pordinario, e i cherici non debbono e Pimmutabititii, it vescovo che la trova
avere difcolt a servirsi de libri da lui nella sua diocesi dee adoperarsi a tutuo
m0 per cessare un tale stato di cose, ri
prescritti. J,
Proposizione 16.: u ln una chiesa obli salendo alPunit romana primitiva.
Queste soluzioni diede it rev. p. ab
gaia ai libri di s. Pio V la semplice vo
tont delPordinario non pu render lecito bate di Solesmes alle tre domande di mon
Puso dun breviario o dun messale di sig. arcivescovo di Reims. Ei non dissimu
versi da quelli della chiesa romana. N la a s stesso che molte di esse troveranno
si dica che, essendo it vescovo incaricato contradittori, meno forse a cagione de
per diritto divino nella propria chiesa di principii manifestati che delle pratiche
ci che spetta al culto,resta sempre padro conseguenze della dottrina stessa; ma
ne di ripigliare la sua autorit, it cui eser protesta Pintenzion sua essere tutPaltra
cizio sarebbe stato soltanto sospeso dalle che quella di suscitare nella chiesa di Fran
riserve ponticie; ch tal dottrina venne cia imbarrazzi, lauto pi penosi perch
formalmente condannata dalla santa sede. una grave question materiale verrebbe a
II p. Guranger aggiugne che u Se nelle complicarti maggiormente. Nelle societ le
diocesi obligate al rito romano, it vescovo deviazioni son Popera del tempo, e it tem
non ha autorit di mandar fuori libri litur po soto pu recarvi rimedio. ll breve di
gici altri da quelli di Roma, ancor meno S. S. alParcivescovo di Reimstrascritto dal
potr egli interdir Puso di questi; peroc p. Guranger, fa capire a bastanza che it
ch qui di fatto apparirebbe pi che mai it ritorno alle tradizioni della chiesa romana
defectus iuris. A poter interdire i libri dovr operarsi nel momento favorevole e
del papa dove sono in possesso, non sa co suggerimenti della prudenza. Ecco le
rebbe sufciente unautorit eguale a quella ultime parole delPautore.
u Dogni parte si stan facendo i prepa
del papa, vorrebbesene una superiore....
E tale Pinviolabitit de diritti della se rativi: la liturgia, primo bene della so

de aposiolica che , se in una diocesi si ciet cristiana, posciach la preghiera


stessa, la salvaguardia della fede, itle

scontrassero alcune chiese isolate nelle


quali si costumasse la liturgia romana, it
poter delPordinario non basterebbe per
fonderia nel rito diocesano. E vaglia it
vero, le chiese quanto alla liturgia non
debbono esser considerate ne tor rapporti
colla diocesi, ma si nelle relazioni che
hanno o no su questo punto colla romana
chiesa... Onde baster saccordino it ve
scovo e it capitoto per sostituire in una
chiesa la liturgia romana a quella che vi
avea avuto corso n altora; ma ci vorr
altro che la potest ordinaria per sottrar
re alla liturgia romana Pultima tra le chie
se duna diocesi. n
Nel caso chelaliturgia romana dis. PioV
fosse stata abolita dopo un numero danni
minor di quelto portato dalla prescrizione
canonica, per ortodossa che fosse d altra
parte la liturgia sostituita, sotto le ultime
proposizioni del p. Guranger troviam in
dicato it come procedere.

Aggiugne egli che, se la liturgia sosti


tuita, vuoi a quella di s. Pio V nelle dio
cesi che eran canonicamente astrette a
seguirta, vuoi alPantica romano-diocesana

game pi solenne che avvince in un solo


tutti i popoli, it mezzo sublime di com
municazione di tutte le generazioni e de

secoli tutti, la liturgia cess desser con


siderata qual propriet tocale, suscettiva
di modicazioni, amministrata secondo un
privato sistema. Ancora un po di tempo,
e it agelto della confusion delle lingue
che piolnb su di noi avr it suo termi
ne, e la Chiesa, secondo it suo desiderio
tante volle manifestato, vedr la terra che
it suo divino sposo gli ha data esprimersi
con un labro soto, con un soto linguag
gio, come ne giorni antichi: Erat terra
labii unius et sermonum eorundem.
Gcn. xii, l.
n Possa questa avventurosa rivoluzione

vericarsi it pi tosto!Altora la gioia della


sede apostolica sar piena e perfetta; n
Pultima traccia dun passato funesto sar
scomparsa; e la chiesa di Francia, resti
tuita alle tradizioni delle et della fede,
annodala alla romana chiesa col pi te
nero e gagliardo vincoto che mai sia, quelto

vodirc della preghiera, aspetter con

., da-N
-.c

LU

LU

ducia le prove e i trion a lei riservati


in avvenire. n
** LUTERANESIMO. Agg. al si. Nella
Discussion amicale sur Pglise angli

volere e non potere accompagnarsi con


cotoro che confessano it Cristo. Come mal
quesPuomo si lascia stranamente traspor
tare dasuoi demonii ! che sporco linguag

409

cana et en gnrat sur la rformalion, gio ei parta e al tutto infernale! ll dia


t. l, 2. appendice della lettera 2., leggesi voto, a detta sua, abita orae per sempre
una curiosa notizia intorno ai giudizii re in corpo al zuingliani; che dal tor petto
cati dai primi riformatori gli uni sugli al insatanassato, soprasatanassato e persata
tri ed agli effetti delle toro predicazioui. nassato non fan che eromper bestemie;
Ne porgiam qui un estratto.
che tor lingua menzogua e non altro ,
i." Sopra Lutero. Attesta egli mede messa in moto a piacer di Satana, infusa,
simo come , quand era cattolico , avesse perfusa e trasfusa nel costui veleno din
scorsa sua vita in austerit, veglie, di ferno. Da qual demonio furibondo uscivan
giuni, orazioni, povero, casto, obediente. mai s fatti partari? Egli scrisse tutti i suoi
Dopo la riforma tutP altro uomo; dice libri sotto Pimpulso e la dettatura del de
che, non dipendendo da lui it non esser monio, col quale ebbe a fare e che nella
uomo, non dipende neppur da lui to star totta sembra avertto atterrato con vittoriosi
senza moglie,e che non pu farne di meno argomenti. n Cosi la chiesa di Zurigo con

come di sodisfare ai pi viti naturali bi

tro la Confession di Lutero.

sogni. In cap. l ad Gat., e Serm. de ma


trim.

u Non vedete voi, sclamava Zuinglio,


come Satanasso cerchi invasar quelPuo

u Non mi reca pi stupore, o Lutero, mo? , Besp. ad Luth. confess.


u Non cosa rara, diceva lt medesimo,
scrivevagli Enrico VIll, come non ti ver
gogni davvero e come tu ardisca levar gli it trovar Lutero contradirsi da una in al
occhi e inanzi a Dio e inanzi agli uomini, tra pagina; veggendoto in mezzo a suoi,
dessere stato leggiero e incostante da la it credereste ossesso da una falange di
sciarti trasportare dalle istigazioni del dia diavoli. n Ivi. Sdegnato delPaccoglienza
voto alle forsennate tue voglie. Tn, frate fatta da Lutero alla sua versione delle
agostiniano, abusasti it primo duna sacra Scritture, va egli pure da sua parte inabis
vergine, peccato negli andati tempi con tal sando contro quella di Lutero, appellan
rigore punito chella sarebbe stata sepolta doto impostore che muta e rimuta a posta
viva e tu sferzato nch avessi mandato sua la parola di Dio.
u In verit che Lutero una sentina
fuor Panima. Pur, anzich fare ammenda
del tuo peccato, sei giunto, cosa esecranda! di vizii, diceva Calvino; piacesse a Dio
a pigliarti colei publicamente per moglie, che avesse cura di porre assai pi freno
stringendo seco nozze incestuose e abu alPintemperanza onde tutto ribolle, e che
sando di quella povera e miserabite p...., avesse pensato di pi a riconoscere i pro
con alto scandato del mondo, obbrobrio e prti vizii! n Schlussemberg, Theol. cal
vitupero di tua nazione, disprezzo del
santo matrimonio, altissimo disdoro e ol
traggio de voti a Dio fatti. AlPultimo, cosa
ancor pi detestevole, dove it dispiacere
e Ponta delPincestuoso tuo nodo avrebbe
dovuto abbatterti, avvitirti, tn, o misera
bite, te t rechi a gtoria; invece di chieder
perdono delto sciagurato tuo misfatto, tn,
colle tue lettere, co tuoi scritti aizzi tutti
i religiosi dissolutt a fare it medesimo. n
u lddio, per castigare la burbanza e la
superbia di Lutero, le quali si disvelano in
tutti i suoi scritti, dice un de primi sa

tzin, 1. n.

u Calvino era pur solito dire che Lu

tero non avea fatto cosa che vaglia..., che


non bisogna divertirsi a seguir le tracce
di lui, esser papista a mezzo; che torna
meglio fabricare una chiesa tutta di nuo
vo....Tatvolta per Calvino todava Lute
ro, no a chiamartto it restauratore del
cristianesimo. n Ftorim.
u Cotoro, dicono i discepoli di Calvino,
i quali pongono Lutero tra profeti e danno
i suoi libri qual regola della Chiesa han
reso ben tristo servigio alla chiesa di Cri
cramentarii, ritir da lui to spirito suo, sto ed espongono s e le proprie chiese
abbandonandoto alto spirito derrore e di alle risate de toro avversarii. n In Admon.
menzogna, dal quale saran sempre inva de lib. Concerii, c. 6.

sati i seguaci delle sue opinioni nch

u La tua scuola, rispondeva Calvino al

non le dispoglino. n Conr. Reis., De cwno


Domini, B. 2.
a Lutero ci tratta da setta esecranda e
dannata, ma badi a non dichiarar s stesso
per arcieretico a cagione appunto del non

luterano Wesfato, una puzzolente stalla

di porci.... llfintendi, o cane? mintendi,


o frenetico? mintendi, o bestione? n

1c Carttostadio, ritiratosi ad Ortamonda


colla propria moglie, era entrato in tanto

410

LU

grado agli abitanti che furon li li per lapi


dare Lutero, accorso col n garrirtto sulle
sue triste opinioni intorno alPEucaristia.
Ci vien narrato da Lutero medesimo nella
sua lettera a quedi Strasburgo: u Que
cristiani mi assalirono a sassi, mandando
mi addietro la seguente benedizione: Val
tene a tutti idiavoli! Possa tu accarti
it colto prima di arrivare a casa tua! n
2." Sopra Cartosladio. lI moderato Me
lantone to ritrae in questa guisa. u Era un
uomo brutale, senza ingegno n scienza
n tampoco senso commune; ben lungi
davere alcun coutrasegno delto spirito di

Dio, non pratic mai n conobbe verun


dovere di civitt. Appariva in lui a chiare
note Pempiet; giudaica o sediziosa era
ogni sua dottrina. Condannava qualunque
legge fatta da pagani; voleva si giudicasse
secondo la legge di Mos, perch non eo
nosceva per niente la natura della libert

cristiana; abbracci la dottrina fanatica


degli anabattisti come prima Nicola Stork
ebbe cominciato a diflonderta. Una parte
della Germania pu attestare chio in ci
non dico che it vero. n Ftorim.
Fu it primo prete della riforma che me
nasse moglie. Nella messa di nuova fabrica
composta pel suo matrimonio, i suoi fa
natici partigiani giunsero al segno di qua
licare per beato costui che portava in s

LU
state causa ai deboli di vacitlare in co
teste questioni fondamentali,e a moltissi
mi di non abbracciare la confessione au
gustana; come,mutando e rimutando i pro
prii scritti, avesse dato ai ponticii trop
po motivo di ritevare le sue variazioni ed

ai fedeli di non saper pi a che attenersi


circa la vera dottrina. n Aggiungono u che
la sua famosa opera sui Luoghi teologici
potrebbe pi acconciamente appellarsi

Tratlato sui giuochi teologici. n Coltoq.


Attenb , an. i568.
Lo Schlussemberg arriva perno a di
chiarare che a Melanttone, percosso dal
Patto da uno spirito di cecit e vertigine,
non te pi in appresso che precipitar der
rore in errore e n per non pi sapere
quel che dovea credere egli medesimo. n
Dice ancora che u manifestamente Melan
tone avea fatto contro alla verit divina,
con sua vergogna e perpetua ignominia
del suo nome. n Lett. 2.

Che mai, di fatto, pu imaginarsi di pi


opposto alla fede,al cristianesimo,che que
sta proposizione di lttelantone: _- Gli ar
ticoli di fede debbon essere di sovente
cangiati e contati giusta i tempi e le cir
costanze. - Stark, ministro protestante,
Entret. phitos.

4. Sopra Eeolampadio. l luterani nel

PAIJOlOgia. della tor cena- scrissero che


scolpiti evidenti contrasegni tfempiet. Ecolampadio fautore delPopinione sacra

Lorazione di detta messa di questo te

mentaria, partando un di col langravio ,

nore: Deus, qui, post lam tongam et


impiam sacerdotum tuorum cmcilatem,
beatum Andream Cartosladiu-m ea, gra
tla donare dignatus es u! primus, nulla
habila ratione papistici iuris, uxorem

gli disse: u Vorrei mi fosse stata tronca la


mano piuttosto che questa avesse scritto
cosa alcuna contro Popinion di Lutero in
quel che spetta alla Cena. Queste pa
role riferite a Lutero da un tale che le
avea udite parvero mitigare per poco Pe
dio del patriarca della riforma; onde, al
sentire chera morto, u Ah miserabite e
sfortunato Ecolampadiol sclam, tu fosti it
profeta della tua disgrazia quando invo
casti sopra di te la vendetta di Dio ove
avessi insegnato una trista dottrina. lddio
ti perdoni. se pur sei in tale stato chei ti
possa perdonare. ,
Mentre gli abitanti di Basitea poneano
nella tor catedrale quesPepitao sul se

ducere ausus fueril, da, quwsumus, ut


omnes saeerdoles, accepla sana. mente,
eius vestigia sequentes, eiectis concubinis
aut eisdem ductis, ad legilimi consor
ttum Ihori convertantur. Per Dominum
nostrum, etc.

u Non pu negarsi, ci dicono i luterani,


che Carttostadio non sia stato strangolato
dal diavoto; tanti sono i testimoni che ri
feriscono it fatto, tanti gli autori che to
scrissero, comprese le lettere de pastori

di Basitea. Hist. de cama august. Lasci polcro di lui: Giovanni Ecolampadio


un gliuoto, Hans Carttostadio, it quale,ab

teologo... primo autore della dottrina

handonati gli errori del padre, entr nella evangelica, in quesla cilt e vero vescovo
chiesa cattolica. ,
5. Sopra Melantone. Ecco it giudizio
recatone da quelli della sua communione.
l luterani dichiarano in pien sinodo u co
megli avesse tante volte mutato opinione
sul primato del papa,sulla giusticazione
per la sola fede, sulla cena, sul libero ar
bitrio, che tutte le sue incertezze erano

di questo tempio, Lutero scriveva che it


diavoto, cui quegli teneva asuo servigi,
to avea strozzato di nottetempo nel suo

letto. u stato questo buon maestro, di


ceva ancora, che gli ha insegnato esservi
eontraclizioni nella Scrittura. Vedi a che

mai Satanasso riduce gli uomini dotti! n


De missa privala.

LU
Tali furono i principali autori desolle
vamenti religiosi e politici che desola
rono laChiesa e. it mondo al XVI secoto...
Che mai poteva aspettarsi la religione da
uomini di cotal fatta? chesperare it mon

MA

4M

mi darebbe acqua bastante a piangere le


sciagure della riforma in discordia. a

u Lautorit de ministri interamente

abolita, dicea Capitone al suo amico Fa


rell; tutto si perde, tutto va a precipizio;
do dalle tor predicazioni? che frutti pro non avvi tra noi una chiesa, non una chiesa
mettersene e quali di fatto furon quelli appena, ove staci disciplina... Il popoto
che nebbe raccolto? Udiamoto da tor me ci dice arditameute: Voi volete farta da
tiranni della Chiesa, che libera, volete
desimi.

u Il mondo, dice Lutero, va di di in di fondare un nuovo papato. n -u lddio mi


peggiorando e facendosi pi tristo. Gli uo
mini al presente sono pi accaniti nella
vendetta, avari, senz ombra di miseri
cordia, meno modesti e pi incorreggibi

fa conoscere che cosa sia Pesser pastore


e il torto che abbiam fatto alla Chiesa col
giudizio precipitato e colla sconsiderata
veemenza che cindusse a rigettare it pa

li, nalmente pi malvagi che nel papi

pa. Perch it popoto, avvezzato e per cosi

smo. n Postilla sup. I dom. Adv.


c La cosa che move a stupore del
pari che a scandato , dice it medesimo ,
it vedere come, da poi che stata rimessa
in luce la pura dottrina dellT-Ivangelio, it
mondo se ne vada giornalmente di male
in peggio. n Serm. corwiv. Germ.
Egli era ancor solito dire che u dopo la
rivelazione del suo vangeto la virt era
spenta, la giustizia oppressa, inceppala la
temperanza, la verit straziata dai cani, la
fede fatta malferma, perduta la divozione. n
u E nobiti e vitlani son giunti al punto
di mitlantarsi senza cerimonie di non sa
per che fare di prediche, che desidere
rebbero dessere disimbarrazzati del tutto
della parola di Dio e che non ci dareb
bero un soldo di tutti quanti i nostri ser
moni. llla come darne tor colpa, se nes
sun conto fanno della vita futura? Vivono
siccome credono; sono e rimangono porci,
credon da porci e muoiono da veri porci.
n In ep. I ad Cor., c. i8.
Correva altora un proverbio in Ger
mania per indicare che si sarebbe passata
lietamente la giornata in dissolutezze: Ho

dire educato alla licenza , ha rotto ogni


freno... Ci vengon gridando: to conosco

a bastanza it Vangeto; che bisogno ho io


del vostro aiuto per trovar G. C. l Andate
a predicare a chi vuol darvi retta. n
Bucero, collega di Capitone a Strasbur
go, faceva le stesse confessioni nel 1549
e aggiugneva che, nelPabbracciar la ri
forma, nulla si era tanto ricercato quanto
il piacere di vivervi a proprio capriccio.
Micone, successore di Ecolampadio nel
ministero di Basitea, esce nelto stesso la
mento. u l laici, dicegli, sarrogano ogni
cosa, e it magistrato s fatto papa. n 1n
ter ep. Cala.
Calvino, dopo aver gridato contro P a
teismo che regnava in ispecie ne palazzi
de principi, ne tribunali e nelle prime
classi della sua communione, aggiugne:

u Ci ha ancora una piaga pi lagrimevo


le. l pastori, si, i pastori medesimi che

salgono it pergamo..., sono oggidi it pi


vergognoso esempio di perversit e do
gni altro vizio. Quindi i tor sermoni non

han pi credito ed autorit delle favole

spacciate sulla scena da un oomediante.


E questi signori osan tuttavia lagnarsi che
die lutheranice vivemus.
u Se i sovrani evangelisti non Interpon son disprezzati e segnati a dito per ischer
gono la toro autorit per acqutare tutte no. Quanto a me,mistupisco della pazienza
queste contese, indubitatamente le chiese del popoto, mi stupisco che le donne e i
di Cristo saranno ben presto iniettate de ragazzi non li coprano di fango e di soz
resie, che le trarranno poi a rovina... Per zure. n De scandalis.
u Non c punto da maravigliare, dice
cagion di tanti paradossi sono scosse le
fondamenta di nostra religione, messi in Smidelino che in Potonia, in Transitvania,
dubio i principali articoli; le eresie erom in Ungheria e altrove non pochi si faccia
pono in folla nelle chiese di Cristo, e si no ariani, alcuni maomettani; la dottrina

spalanca it cammino alPateismo. n Sturm , di Calvino fa strada a tali empiezze. a


Prefaz. contro VApotogia di Daneo.
Ratio ineumdw concordiw.
is Siamo pervenuti a tanta barbarie, di
ceva Melantone, da esser non pochi per
suasi che, ove digiunassero un sol di, la
notte appresso sarebber trovati morti. n

In c. 6. Matth.

M
MAGNETISMO ANIMALE. Nuova scien
za di cui riputato inventore lllesmer me
dico alemanno. Viene essa riguardata da

i LElba, scriveva to stesso ad un ami


co in condenza, tutto quanto Pl-Ilba non gli uni siccome strettamente legata colle

MA

MA

dottrine spiritualistiche della sana littoso


a e del cristianesimo, quindi come reli
giosa, morale ed utite; dagli altri, per op
posito, siccome opera diabolica, supersti
ziosa,piena ditlusioni, nociva ad un tempo
alla salute delPanima e a quella del corpo;
da altri ancora qual mera e meschina ciur
meria.
Tre gradi si distinguono nelle opera
zioni del magnetismo animale: l." la com
municazione dun uido nerveo, capace
di produrre certi etIetti terapeutici ana
toghi, se vuolsi, a quei della pita di Volta
sur un membro paralizato; 2. to stato di
sonno risultante dalPinfusione di questo

tornare i fatti tuwaltro che a favore della

4l 2

uido; 5.it sonnambulismo accompagnato


da lucidezza, da scienza medica, patoto
gica, e dalla facolt di vedere, anche a
distanze straordinarie, colPoccipizio, colla
punta delle dita, ec.
ln una memoria publicata P a. i779
cos da Mesmer descrivesi it magnetismo:

dottrina di esso e non potere aver nulla


di commune vuoi colla lisiol gia, vuoi col
la terapeutica.

Uabbate Frre nel suo Esame del ma


gnetismo animale sadopera a provare
che it magnetismo manca assolutamente
decaratteri che potrebbero attribuirgli un
vator scientico.
ci ll principio,dicegli, o Pagente magne
tico affatto ignoto. Ciascuno si crea su di
esso la propria opinione: chi to dice un ui
do nerveo, chi essere it catorico,Pelettri
cit, altri nalmente la votont, la vita stes
sa... Alcuni, maravigliati defenomeni ma
gnctici, li trovano di soverchio sproporzio
nati alle forze umane e altora ammettono la
presenza dun agente spirituale differente
dalPanima. l medici alemanni in ispecie
non ripugnano a riconoscere Pintervento
degli angeli o quelto de demonii.

n I fatti magnetici si ponno tanto pi

u un uido universalmente diffuso...

verisimitmente assegnare a una causa in

Lazione e la virt del magnetismo ani


male posson esser communicate da un cor
po ad altri corpi animati o inanimati. Que
sP azione succede a una gran distanza,
senza it concorso di verun corpo inter
medio. ll magnetismo serve al medico
per conoscere to stato di salute di ciascun

gnetizzato,altorche ritorna al suo stato na


turale, non si rammenta in nessun modo
quanto accaduto nel suo sonno magne
tico, non ostante tutti i pensieri da lui
communicati, i sentimenti che ha espres
si, le sensazioni che avrebbe dovuto pro

individuo e giudicar con certezza Porigi

vare. Ecco di qual guisa si pu ragionare:

ne, la natura, it procedimento delle ma

n Uanima ha una facolt interiore mer

telligente perch gli certo che it ma

lattie pi complicate, per impedirne Pin c della quale conserva la ricordanza di


cremento e ottener la guarigione senza tutte le modicazioni da s provate nella
esporre mai Pammalato ad eietti perico propria intelligenza e votont: questa fa
tosi, quali che ne sieno Pet, it tempe colt appellasi it senso intimo.
2 Se P anima del magnetizzato fosse
ramento e it sesso. n noto che litesmer
faceva uso per magnetizzare duna tinozza stata realmente it subietto che ebbe pro
con coperchio forato, di rami o bacchette vato tutti i pensieri e tutti i sentimenti da
di ferro, duna corda intorno al corpo dei s manifestati quando venne interrogata
malati per accoppiar gli uni agli altri e dal magnetizzatore e dagli astanti, aver
dun pianoforte destinato a comunicare la dovrebbe, risvegliandosi, la coscienza e
scossa con arie svariate ed eziandio it la rimembranza di ci che ha provato.
Ora, per confessione di cotali sonnambu
uido magnetico.
Nel l 784, avendo Pantica academia delle li, eglino di-nulla assolutamente si ricor
scienze esaminato quanto in altora sattri dano; i magnetizzatori danno anzi per se
buiva al magnetismo, i commissarii con gno certo del sonno magnetico la dimen
chiusero che tutto era opera della fantasia ticanza di ci che in esso avvenuto.
n ll perch deesi legitimamente inferire
e che it magnetismo altora era nulto: la
societ reale di medicina venne essa pure un altro spirito,diverso dalPanima, essere
alla conclusione, esser la teoria del ma stato quegli che ha dato le udite risposte c
gnetismo animale affatto nuda di prove; fu la causa de diversi maravigliosi feno
i mezzi adoperati per porta in azione po meni che si credette osservare. n
ter riuscire pericotosi, ed i trattamenti
ll secondo carattere duna vera scienza,
fatti con cotali processi cagionare acci quelto desser fondata su propriet rico
denti spasmodici e convulsivi gravissi nosciute e reali, su leggi costanti e sopra
mi. Negli anni 18525 e lsaz Pacademia fenomeni che si producono regolarmente
reale di medicina incaric altre commis in presenza della causa, manca del pari al
sioni perchi esaminassero di nuovo it ma magnetismo animale. Infatti it magnetismo
gnetismo animale, e fu conchiuso nel l 857 non opera su tutti indistintamente; appena

MA

MA

443

che Pazion sua si spieghi in un indivi

sulhepigastro o sulPoccipite, fe possano


duo sopra dieci. La stessa incertezza scon proferir parole in una lingua che non co
trasi ne fenomeni: it sonno pi o meno noscono o capire it signicato di quelle ad
profondo; gli uni tramagnetizzati son Iu essi indiritte; poscia che hanno facolt
cidi, gli altri non cosi; quali rispondono, di veder da tontano ci che avviene, sia
quali rimangon muti; anco i pi lucidi taluno che cammini per la via.... sia le
singannano di frequente, e danno rispo cose che succedono in un appartamento
ste affatto incoerenti. Ei sembra inoltre a tal distanza che si reputa inutite asse
che le persone magnelizzate nelle quali gnarne i conni, tanto pu andar lungi
si palesano pi apertamente i fenomeni la virt magnetica. Qual scienza la que
magnetici vadan sottoposte a molto amor sta! ed essa inoltre svanisce alto svegliar
proprio, alla getosia, alla esagerazione, si. Ci quanto ne han rivelato i fatti ma
alla menzogna per non parer da meno di gnetici n qui circa la virt di cotesto
altre o mal corrispondere alPaspettativa agente per perfezionare it morale e Pin
di chi presente. Or quale consistenza tellettuale delPuomo; nessuno per se ne
acquistar pu una scienza la quale altro adduce che mostri cognizioni intorno alla
elemento non ha che la versatitit di per natura degli esseri, alle toro propriet, ec.
, Se noi esaminiam parimente it poter
sone passionate e che non si trovano in
uno stato naturale? Arrogi che it tratta suo sul sentimento, cl sar chiaro confes
mento terapeutico del magnetismo non so si limiti ad inspirare al magnetizzato

conferma punto pi it suo vator scienti

una forte affezione al suo magnetizzatore,

una piena sommessione agli ordini di lui...


Altrettanto da dire del suo vator mo Al qual sentimento pu accoppiarsi quelto
rale, cio della sua inuenza sul perfe della gratitudine, sempre a riguardo del
zionamento delle facolt delPuomo, come magnctizzatore, quelto della volutt e del
piacer sensibite; e tale it perfeziona
vien dimostrato dal gi citato Frre.
u Vuolsi damagnetizzatori che Panima, mento morale del sentimento o le virt
nelto stato di sonnambulismo, acquisti mag prodotte dalPagente magnetico nelto stato
gior grado di lucidezza nelPintelletto e di di sonnambulismo....
n E pu quindi inferirsi che it magne
sensibitit nella votont: dicono che le sue
facolt entrano in uno stato desaltazione tismo animale, lungi dalPessere un prin
che la mette in istato di raggiugner cose, cipio perfezionante, una causa ditlusioni
davere idee o sentimenti de quali an e di disordini. Nessuna vera cognizione ei
drebbe priva nelto stato naturale. Quanto trasfonde; le percezioni oltreci da esso
alPoggettto delle sue facolt, non preten occasionale svaniscono al destarsi; e in
dono gi darto per s stessi, ma asseri vece dinspirare delle virt, d origine a
scono chele facolt desonnambuli in que vizii...
a Se, sulla formale confessione de par
sto stato d esaltazione, acquistano cogni
zioni delle quali mal saprebbero asse tigiani del magnetismo, abbiamo con cer
gnare Porigine.
tezza inferito non esser questo preteso
n Se da queste astrazioni passiamo alla | agente dotato di alcun vatore morale, non
realt ed alPesame de fatti magnetici ad dubiterem daffermare, appoggiati ai fat
ditanti it genere di cognizione o di sen ti riferiti dagli stessi autori e stando alle
timenti che acquistano i magnetizzati nel tor confessioni, essere it magnetismo un
toro stato di sonno magnetico, noi ci tro mezzo possente di corruttela... Lo stato
veremo in grado di formarci una giusta dun magnetizzato uno stato contro natu
idea di ci che possa it magnetismo a per ra; Puomo smarrisce in esso Pavvertenza,
Puso de sensi, della propria ragione e li
fezionare it morale.
n Nei casi rari i sonnambuli acquistano bert. Non opera egli pi da s stesso, sta
lucidit: e altora P intelligenza sembra sotto la padronanza assoluta d un altro,
inalzarsi a un alto grado desercizio; pe soggetto alle costui intenzioni, che potreb
rocch tali sonnambuli descrivon sovente bero esser triste e colpevoli, o, pel manco,
i toro organi interiori e la maniera onde sconsiderate e funeste a motivo del peri
possono essere afetti da qualche malattie; coto ond accompagnata la magnetizza
additano deH-imedii; antiveggono le varie zione. Alla perdita del morale va unita
fasi della malattia per una serie di giorni Palterazione del sico. Spessissime volte,
o per un tempo pi o men tontano. Se la venendo scosso it sistema nervoso, ne ri
lucidezza si stende fuori di essa, dicesi sultano accessidi convulsione e insin di fu
leggano, imperfettamente anzi che no, po rore, cui tien dietro uno spossamento e
chi vocaboli in un libro chiuso applicato una pesantezza generale. Wchbe delle don
co, it quale affatto nulto.

.- ._- =

Bsaois8. Vol. VI.

52

44 4

MA

MA

zelle che liniron la vita poco tempo dopo


Nel medesimo senso ragiona Pabb. Bar
aver servito di subietto ai magnetizzato ran nella sua Esposizione ragionala dei
ri... Vha egli inoltre cosa pi pericotosa dommi e della. morale cristiana, t. ll.
pel costume, pi opposta alla modestia
La congregazione dettPinquisizione, cou
e alle virt tulle quante di quel trovarsi sultata se sia lecito ai penitenti it pren
soto del magnelizzatore colla magnetizza der parte alle operazioni del magnetismo
lamdelto smarrimento de sensi, conse animale, diede per risposta it es giu
guenza immediata della Inaguetizzazione, gno 1840 dovere it supplicante cousullar
della volutt chein esso si sente e di mitle gli autori approvati,eolosservazione che,
altri etetti?... Aconferluare it nostro avvi rimosso qualunque errore, sortitegio, in
so, che il magnetismo,anzi che cagione del vocazione esplicita od implicita del demo
perfezionamento morale, occasion pi che nio, il semplice alto ifuror mezzi sici,
prossima di condurre ai pi gravidisordini, daltronde leciti, non moralmente vie
odasicome ltostan, Dielionu. de mdeci tato, purch non tenda a ne 1llecilo o
ne, art. Jllugnlisme, dichiari essere it in qualche guisa cattivo.
medesimo non men pericotoso alla morale
Quanto alFapplieazione de principii e
publica di quelto possa essere alla sanit de mezzi puramente sici a cose o effetti
del corpo; e giugne insino a dire che, per veramente sopranaturali, esser dessa un
ovviare a si fatti sconci, dovrebbe la ci inganno assolutamente itlecito e degno
vite podest interdirne severamente Pe deretici. Secondo la qual decisione, sa
sercizio e sol permettertto a chi oterisse rebbe quindi permesso it magnetizzare
ogni desiderabite guarentigia.... Se un me sia puramente per riconoscere ed osser
dico partigiano del magnetismo sesprime vare gli effetti del magnetismo, sia per
con tanta energia su gli abusi che ne pro direttamente alleviare o guarire gli in
vengono, non a far maraviglia che un fermi.
vescovo, depositario della verit, incari
ll ,19 maggio i841, it vescovo di Lo
cato di diriger gli uomini pel cammino sanna present alla sacra penitenzieria una
della perfezione, additi it magnetismo qual sposizione del magnetismo animale, se
principio di scostumatezza? u Noi leveremo guita da quattro dimande, alle quali fu
alto la voce, dice monsig. di Pons, vesco risposto it l luglio susseguente. Becherem
vo di Moulins (Mandamento sul giubileo qui la sposizione e le domande del pre
del i856) contro coteste lenebrose inven lato e la relativa risposta.
zioni, misteriose scoperte de pretesi dotti
moderni,adepti del materialismo e cor
u Emiuentissimo Signore,
ruttori della morale, si bene accolte alPe
poca in che preparavasi la sciagurata no
n Considerata Pinsufcienza delle ri
stra rivoluzione e di cui si tenta rinovare sposte date insino a questo di circa it ma
to scandato. Noi additeremo in particolare gnetismo animale e come sia forte a de
la scienza funesta del magnetismo anima siderarsi che si possan decidere con pi
le, la cui sola denominazione caratterizza sicurezza ed uniformit icast che piutto
tanto bene Pimmoralit di cotoro che la sto di sovente occorrono, it sottoscritto
professano, la praticano e s adoprano a espone alPE. V. quanto segue:
diffonderta; scienza perturbatrice che met
n Una persona magnetizzata, la quale
te in disordine quante son facolt siche e di via ordinaria di sesso feminino , en
morali delPuomo.
tra in tale stato di sonno od assopimento,
n Ma Peffetto pi funesto gli quelto chiamato sonnambulismo magnetico, da
di ridurre gli uomini ariporre tor ducia non valere a trarnela n it pi forte ru
nelle creature, altontanarte da Dio, ingan more che le si faccia alPorecchio, n la
narte per via di menzogne e distorte dalla violenza del ferro o del fuoco. Soto it ma
verit! Infatti i magnetizzatori gridano al gnelizzatore, che ha ottenuto it consenti
tamente ifatti miracotosi e profetici, on mento di essa (ch questo indispensa
de la Divinit unica causa, non esser che bite), fa caderta in questa specie di estasi
fenomeni magnetici, cio effetti prodotti vuoi con toccamenti e gesticolazioni in di
da un agente creato, da un uido che pren verso senso, se le si trova vicino, vuoi
der non si pu u regolare a suo senno. per semplice commando interiore, ove ne
Nulla ci ha di sacro per essi; miran sino a sia tontano anche parecchie leghe.
confondere lddio col demonio e questo col
n Altora, interrogata a voce o mental
toro agente magnetico, forza cieca e ma mente intorno la sua malattia o quella di
teriale. Onde per essi non esiste pi spi persone assenti, a lei affatto sconosciute,
rito increato o creato, buono o cattivo... n la maguetizzata, notoriamente ignorante,
MV m.

MA

MA

ti s

trovasi allistante fornita duna scienza che per altri, lifpersone in tatguisa magno-
.

vince dassai quella de medici; d descri tizzatc;


zioni anatomiche esattisslme, indica la se

4." Il fare alcuna di queste tre cose, con

defla causa, la natura delle malattie in la cautela di prima formalmente rinun


terne delPuman corpo le pi malagevoll ziare toro in cuore a qualsiasi patto dia-f
a conoscere e caratterizzare; ne viene bolico, esplicit,o o implicito ed anco a qua- ,
sponendo minutamente i procedimenti, le lunque intervento del demonio, conside
variazioni, le complicazioni, it tutto co' rato, che, non ostante ci, vebbe chi ot
vocaboli tecnici; spesso ne predice la du tenne dal magnetismo oi medesimi efetti
rata precisa e ne prescrive i rimedii pi od almeno alcuni. n
La sacra Penitenziaria rispose Fuso del
semplici e potenti.
n Se la persona per la quale consultasi magnetismo, qual viene esposto, non es
la magnetizzata si trovi presente, it ma ser lecito.
* MALGACi-ll. Le varie popolazioni del
gnetizzatore la mette in relazione con que
sta per via di contatto: ove sia tontana, Pisola di Madagascar difierenziansi tanto
basta a supplirta una ciocca de suoi ca nella religione che ne costumi. Gli Ovas

pelli. Tosto che la detta ciocca venga ac

riconoscono per divinit due genii in con

costata alla mano della magnetizzata, que


sta dice che cosa sia senza guardarvi, di
chi sieno i capelli, dove trovisi attual
mente la persona da cui vengono, che stia
facendo; e porge sulla malattia della me
desima tutti gli indizii sopra mentovati
e con tanta esattezza come se facesse Pau

tinua guerra Pun contro Paltro: Jankar,.


it genio buono, che inspira agli uomini
Pamore della giustizia e del bene; Agathie,
it genio cattivo, che sadopera a distrug
gere le impressioni virtuose fatte nelPu
man cuore da Jankar e svolge quante son

viziose o ree tendenze. Altorch it gran

giudice preferisce sentenza di morte, con


n Finalmente la magnetizzata non vede sacra it condannato ad Agathic. Gli Ovas
pel ministero degli occhi.' Se le vengano aveano la consuetudine immemoriale dof
bendati , legger, ancorch non sapesse fertr sacrizii umani a cotestto dio dei ma-
leggere, qualunque libro o scritto che le le; e veran madri traviate dal fanatismosi ponga, aperto o chiuso, sia sul capo, sia di credenze cabatistiche le quali consecra
sul ventre. Da questa regione mostra pure vano alle ere i proprii glluoll nati sotto
che escano le parole che preferisce. Tolta it segno dun astro maleco: ma Radama,
a questo stato o per commando anco in re degli Ovas, morto nel 1828, tent pi
terno detmagnetizzatore o come sponta volte di abolire questa crudele usanza. Per

topsia del corpo.

neameiite al momento da essa indicato ,


sembra-ignorare affatto quanto le acca
duto durante Paccesso, per lungo che sia
stato: nssuna idea nelPfntelletto, nessun
vestigio- nella memoria le rimane di quelto
onde fu interrogata, delle sue risposte, di
quanto hapatlto.

n Il perch lesponente, trovando ben

opera di questo conquistatore matgaco,


sorse a Tananariva un tempio al dio Jan-
lrar, unico edizio religioso che abbian

gli Ovas.

- , V

MARlSTI o PICCOLi FRATELLI Dl


MARIA. Nuova congregazione che: st de
dica altistruzion prima nelle diocesi di
Beltoy e di-Lione, snpplendo ai fratelli

gagllardl"motfvsl di dubitare se tali ef delle scuole cristiane. i marisii si consa


fetti, prddtittilti una causa occasionale crano pur anco alPopera delle missioni, c
milnestaiiietts poco proporzionata , la santa sode ha assegnato toro POceani

sieno pertinente naturali, suppllcacolle

occidentale, dove evangelizzano- con frut

picaldedsfanziZ. Vi si compiaccla, to. Vi-sonn anche sorelle o monache ma


nella salsa fdeffnire, per maggior riste.
* MARTINISTI. Cos potrchber chia
glorf
No E fittit dell anime a tanto
prtzdrlcohipre da nostro Signor G. C., marsi i partigiani d[ Tomaso Martin, con
se, supposta la verit dei fatti accennati, tadino della Bauce, it quale, ammesso a
un ConBssoPG 0 nn paroco P0583, senza partare a Luigi XVtll, aflermasi gli rive

pericoto, far lecito a proprii penitenti o


parochlant:

,
Lebesercltare i1 magnetismo animale
cosi descritto, quasi arte sussidiatrice e

lasse fatti che quel re credeva noti a s


soto e che it Martin diceva essergli statij

communicati sopranaturalmente per mi-


nistero di un angeto. Persone autorevoli

aggiustavan fede alla missione di cotesta


snpplementarta della medicina;
rofeta, il quale , dopo la rivoluzione
2. ll consentire d essere immersi in
el i850, screditossi con predizioni smen
tale stato di sonnambulismo magnetico;

s.ll consultare, sia per s stessi, sia,tite continuamente dalfalto. ll Martin ces

446

MA

s di vivere dopo aver distrutto le itlu

in russo alcuni detoro scritti e cercato dif

sioni che avea fatto sorgere.


* ltiARTIINlSTl FRANCESI. Martinez
Pascalis, di nascita portoghese, morto a
S. Domingo nel i799, trovava nella ca
bala ebraica la scienza che ci rivela quan
to risguarda lddio e le intelligenze da lui
create. Ammetteva la caduta degli angeli,
it peccato originale, it Verbo riparatore,

tutte le creature siche a quelto del


P uomo.
Fu Martinez it primo institutore di Saint
Martin, nato in Amboise nel i745, a vi
cenda avvocato ed ofcialc, morto nelle
vicinanze di Parigi nel 18oLSaint-lliartin,
in fronte a parecchie sue opere, piglia it

fondere la propria dottrina, molti di essi


incontrarono la prigionia sotto it regno di
Paoto l, poi vennero scarcerati. Ora son
ridotti a pochi. Hanno in gran riverenza
la parola divina, la quale non solamente
rivela la storia della caduta e liberazione
delPuomo, ma, secondo essi, contiene
eziandio i segreti della natura; it perch
cercan per tutto nella Bibbia frasi mi
stiche. Ammirano Swedenborg, Boehm ,
Ekartshausen, ec. Fanno raccolta de libri
magici e cabalistici, delle pitturegerogli
che, emblemi delle virt e de vizii, e
che che ha relazione alle scienze occulte.
* lllECtiITARlSTt. Societ ecclesiastica
armena che professa la religion cattolica.
Ebbe a fondatore nel i7oi, a Costantino
poli, it prete armeno lliechitar (consolato
re), e si distinse inn da primordii pel
suo zeto a pro delto studio delle scienze
sacre. Perseguitato dalto spirito di setta,

titoto di losofo sconosciuto. Difcite im

Mechitar simbarc nel 17i5 con undici

presa sarebbe Pesibire it riassunto delle


costui idee, it corpo della sua dottrina. l
suoi discepoli dichiarano non potersi esse
valutare da chi non sia iniziato al suo si
stema: avvi chi tale al primo,chi al se
condo, chi al terzo grado. Ma se it siste

discepoli per rendersi a Venezia. La con


gregazione ricevette ivi a perpetuit dal
senato e a titoto di dono Pisola di S. La

la divinit delle Scritture. Altorch lddio


ebbe creato Puomo, diceva lllartinez, gli
diede un corpo materiale; prima (cio

inanzi fosse creato) aveva un corpo ele


mentare. ll mondo era pur esso in istato

di elemento: lddio coordin to stato di

zaro, dove fabric una chiesa e un mo

nastero, e istitu unacademia armena e


nazionale. Una cotonia di questi religiosi
ma del maestro interessante ed utite al pose stanza a Trieste; ma avendo le con
Pumanit quanto da tor si pretende, per quiste de Francesi altontanato. da quella
ch non reeartto alla capacit di tutti? Egli citt i mechitaristi che vi risedevano
permesso dubitare delPimportanza e de nel 18lo, furono accolti a Vienna in un
vantaggi dun sistema che non scende in antico convento di capuccini, it qual di
sino alPintelligenza del volge; perocch venne toro propriet nel-i 815 e dove inal

in tatto di religione e di morale della zarono nuovi editizii. ln questi ultimi tem
bont di Dio e delPordine essenzial delle pi Pabbate de mechitaristi dimoranti in
cose che ci che torna a pro ditultt sia anco Venezia fu promosso al patriarcato in par

a tutti accessibite. Al pi, it Saint-Martin libus di Cesarea, aln di poter ordinare


hadetto: u Soltanto to svituppo radicale i religiosi senza dispensa. Oltre gli allievi
della nostra intima essenza pu condurci destinatia perpetuar to stabitimento, i me
alto spiritualismo attivo. n Se questo svi chitaristi ne ricevon di quelli che debbo

luppo radicale non si per anco operato no fare tor vita nel secoto. Mandanoi pro
presso molti, non maraviglia che tro prii religiosi in qualit di missionarii a (lo
vinsi tuttavia a gran distanza dalto spiri
tuatismo attivo, e che, essendo ancora uo
mini di torrente, non giungano a com

stantinopoli per faticare alla conversione

degli Armeni non uniti, ed altri nella Po


tonia austriaca, nella Transitvania, ec.,

prendere P Uomo di desiderio (titoto per la direzione degli Armeni uniti.


dunopera di Saint-Martin). Questo itlu
** MESSA. Venne dibattuta non ha gua
minato scrisse PUomo nuovo ad istiga ri la quistione detrapplicazione del sa
zione dun nipote di Swedenborg e tra erizio della messa ne giorni festivi
dusse varii scritti del visionario Boahm. trasferili o soppressi.
* MARTINISTI BUSSI. La conformit
dei dommi demartinisti francesi con quel
li duna setta che sorse nelPuniversit di
Mosca verso la ne del regno di Cateri
na ll, e della quale fu capo it professore
Schwarlz, procacci it nome di martinisti
ai membri della medesima. Furono da pri

Con un indulto del o aprite 1802 furono


da papa Pio VIl soppressi o trasferiti certi
giorni di festa; val dire vennero dispen

sati i fedeli dalPassistere in tali giorni


alla messa c dalPastenersi da ogni opera
serviteFu creduto piuttosto generalmente
in Francia come nel Belgio che gli eccle

ma in buon numero; ma, avendo tradotto siastici in cura danime fosser dispensati

. L -. ...-_._.._=...-4i

ME

ME

in forza di questa legge dalPapplicare in


essi giorni it sacrizio della messa pei fe
deli a toro commessi. Nondimeno in questa
opinione, per molto generale che fosse,
non tutti consentivano; a molti ecclesia
stici rimase sempre qualche dubio. La
maggior parte de vescovi belgi, a lin di
togliere qualunque incertezza su questo
punto, si rivolsero alla congregazione del
concitiotridentinom a tutti fu risposto con
una decisione che mantien Pobligo. Dei
che maravigliaii alcuni vescovi francesi,
vollero essi pur consultare, e n ebbero
anatoga risposta. Secondo la dottrina in
variabite deila prefata congregazione, i cui
decreti su questa materia han vigore di
legge, sembra fobiigazione non potersi in
veruna guisa negare. Pure non tutti, in
Francia segnatamente, ne vanno convinti.

44 7

obligo dapplicare ai fedeli it sacreio


della messa non una conseguenza rigo
rosa delPobligo a questi imposto di assi
stervi; i curati vi son tenuti per precetto
iiivino,siccome insegna it concitio di Iren
to: Priecepto divino mandatum asi omni
bus quibus animurum- cura commossa
es! oves suaa agnoscere, pro his sacri
cium ofierre. Donde ainferire che,quan
do i fedeli furono dispensati dalPassistere
alla messa in certi giorni di festa, il pa

rochi non furono per ci dispensati dal


Papplicar a pro toro. Ecco gli argomenti
con cui it Verboeven soffolce la propria
sentenza.
Certa cosa , dicegli, che inanzi itin
dulto del o aprite i802, ai parochicosfeva
Pobligo dappticar la messa i giorni di ie

sta per esso indulto soppressi o trasferiti:


Non gi che si ponga in dubio P autorit ma Pio VIl non ne li ha punto dispensa
della congregazione, ma si pretende che
la questione sia stata mate intavolata. in
vece di dimandare se corresse obligo ai
parochi dapplicare con speciale inten
zione la messa pei proprii parochiani ne
giorni in cui cadono le feste soppresse o
trasferite in forza del concordato, bisogna
va dimandare se Pignoranza quasi gene
rale di un tal dovere e Pavertto trasandato
pel corso di 4o anni ne avesse per avven
tura tolta Pobligazione. Posta in tal modo,
la questione poteva condurre una solu
zione affatto diversa. Noi siam davviso,
per contrario, che la questione sia stata
proposta chiaramente , e che la risposta
fn, qual doveva essere, chiara e categori
ca. Le prove di questa nostra asserzione
le trarremo da una dissertazione dei si
gnor Verboeven, professore nelPuniver

sit cattolica di Lovanio.

vL'_n_ve-"..A_

...

Dovendo it sig. Verboeven far suo prin


cipal fondamento dei decreti della congre
gazione, studiossi a far conoscere to scopo
di quesPistituzione ed a provare che ide

ti, non trovandosene prova in quet do

cumento. Alconttrario, si potrebbe inuire


essere stato un tal obligo conservate. Pe
rocch,dopo aver, detto che in detti gior
ni i fedeli non eran tenuti assistere alla
messa, ec., it card. Caprara, legato dei
papa, aggiugne: Eam lumen legem odie

clum esse voIuiMSanetitas Sua) ut in fa


stia dieus uigiiiisque eoa prmcedemibus,
quw suppressa decernuntur, nikii de

cansueto divinorum ofctorum ma


rumque qwremoniarum-ordine m: rilu
innoveiur, sed omnia ea prorsus ratione
peragantur qua haetenus consueverunt...

Come ben si vede, it sommo pontece in


tende che tutto rimanga comera in anti
co, che nulla si cangi rispetto alPeIdine
deglrofcii, ec. i fedeli son solamente
dispensati dassistere alla messa, ec. Dun
que la legge, abrogata per quel che con

cerne i fedeli, conservata quanto alPo-,


bligo degli ecclesiastici in cura d anime
Dunque i curati sono tenuti apptiear la.

messa pei fedeli ne giorni di festa sop


creti di essa hanno forza di legge quando pressi colPindulto a aprite non.

Questo- argomento, che pure ha suo


vengon recati dopo consultato it sommo
pontece quando dichiarano od interpre nerbo per chi sa riettere, viene corro
tano e quando nalmente sieno stati pro borato ancor pi dalPaltro che derivasi

mulgatiin autentica forma, cio sottoscrit datta volont formale dei legistatore su
ti dal cardinal prefetto e dal segretario, e
muniti del consueto sigitto. Per consenti
mento ditutti i teotogi, in questo caso i
decreti della congregazione obligano tutti
quanti i fedeli cristiani. Or, tali sono i de
creti pronunziati sulla materia in discorso.
inanzi provare direttamente che gli ec

premo. La qual votont noi conosciamo

dalle decisioni della congregazione. Gi fu


per noi detto come essa congregazione sia
investita di tutte le facolt necessarie e

come i suoi decreti abbian forza di legge.


I vescovi che la consultarono ebber cura

di darte a conoscere Poplnione piuttosto

generalmente ricevuta, che la legge fosse


ferire la messa pei proprii parochiani nei stata abrogata, e le tor consultazioni son

clesiastici in cura danime son tenuti of

di festiviabotiti o trastati, it sig. Verboeven chiare e precise che nulla pi. E nondi
fa un importante osservazione, ed che meno la congregazione in tutte le sue ri

418

ME

sposte tenne ferma Pobligazione;e la ra

ME
della medesima. Ne recheremo una sola,

gione perch essa credeva e crede lut che varr per nostro avviso a trre ogni
tavia che la legge per la parte che risguarda dubio su questa dottrina. La. 1770 furono
gli ecclesiastici in cura danime sussista proposte alla congregazione i due quesiti
ancora.
che seguono:
Che tale sia la dottrina del sommo pon
l. An. parochi dominicis uliisqtte
fece fa prova per ultimo P avere egli, diebus festis, prwsenle cadavere, lenean
nella sua risposta al vescovo di Namur , tur celebrare missam pro defuncto, et
rimesso tutte le messe che pel corso,di lt ad aliam diam possint transferre mis
anni sera omesso, per errore, iPapplicare sampro papato applicandam in casa,etc.
pe fedeli. i giorni di festa aboliti; it che
El qualenus negative.
non avrebbe avuto luogo se non ci fosse
2." An sallcm appficationi misere pro
stata obligazione reale.
populo supplere possinl per alium sa
A buon dritto impertanto conchiude it cerdolem in casa, clc.
Verboeven che, nelle diocesi ove questa
La congregazione rispose sotto it 2o
legge non fosse stata inculcala di nuovo, gennaio i771: Ad primum negative; ad
non correrebbe meno obligo ai curati dos secandum negative.

servarta. Essa sussiste,e non essendo stata


Dal tin qui detto iuferire si dee Pobligo
abrogata, non tia mestieri di altra promul in discorso essere personale. ll diritto ca
gazione. Questa dottrina pare a noi irre nonico non indica in modo preciso i mo
pngnabite. Per esimersi da un si fatto tivi pei quali i parochi possono venir dis
obligo vuolsi una dispensa formale del pensati dal celebrare essi la messa pa
sommo pontece; Parclvescovo di Tours rochiale; siccome per quesvobligo per
Pha ottenuta per tre anni.
sonale emana dal diritto divino, un impe
Posto chiaramente in sodo questo punto dimento qualunque non basta per la dis
importante, it Verboeven viene esami pensa.
nando le principali obiezioni, le quali si
VIl. Se convenga alla sapienza di Dio
riducono alle due seguenti: Pobligo essere che i miracoli accadano del pari in gran
stato abrogato dalla prescrizione o dal numero ad ogni epoca della Chiesa.
P uso. Queste due obiezioni spone egli
Sono i miracoli di tor natura una dero
chiaramente e le confuta in guisa tale da gazione alle leggi generali del mondo si
non lasciare verun dubio serio nella mente co; costituiscon quindi uneccezione al
delPattento lettore.
Pordine commune, ed in tal caso Putitit
Non vogliam lasciare quesP argomento debbessere la ragione di toro esistenza:
senza toccar dunaltra questione esaminata ora, unico e supremo giudice di cotesta
dal Verboeven, se Pobligo cio che hanno utitit la sapienza divina. Nondimeno
i parochi dapplicar la messa pe fedeli Pnmana ragione ha su questo articoto pi
ne giorni di domenica e di festa sia per dati certi.
sonale. Egli sostiene non potere gli eccle
Prima che it mondo credesse , dice
siastici curati surrogar altri quando non s. Agostino, De civ. Dei, l. xxn, c. s, n. l,
sieno legitimamente impediti. La stessa imiracolt eran necessarii per condurtto
dottrina insegnasi dateotogl e canonisti di alla fede. ll gran trapasso dagli errori e
maggior grido insieme con la sacra con dalla licenza del paganesimo a misteri ed
gregazione e col Tridentino. ll concitio nel alla moral del Vangeto elettuar non po
dire che prrccepto divino mandalum est teasi senza prove evidenti della divinit
onmibus qulbas cura ariimarum com del cristianesimo. Ma, promulgato il Van
missa es! ovcs suas agnoscerc , pro his geto, stabitita la fede, convertito Puni
sacriciam afferra, verbique divini pne verso, to scopo de miracoli conseguito
dicalione, sacramenloriim administra e potrebbe dirsi esserne giunto it termine.
tione pascerc, clc., ricorda i doveri per ll dono de miracoli contuttoci rimarr

sonali dwparochi, perocch aggiugne: nella Chiesa, lddio ne operer ancora per
Qaw omnia ncqaaquam ab iis prwstari
cl impleri passant qui gregi s1io non
invigilanl neque assistant, sed mercena
rioruin more deserunl. E perch giudi
cavali doveri personali de parochi, in
giunse toro di rist:dere nella propria pa
rochia. Rispetto alla congregazione, inva

propagare o consolidare la fede: ma it


dire che sieno ancor necessarit, ln gene
rale, e sarebbe un porre in dubio-Pesi
stenza o it carattere sopranaturale di quel
li che servirono alla fondazione del cri
stianesimo. Ma qui it fatto giudicato, in
negabite; un tal giudizio Popera delle
riabite la dottrina sua sopra questo arti nazioni e de secoli, eciascuno pu al bi
coto; itcheprovato da parecchie decisioni sogno csaminarne ancora i motivi. Se la

Ml

Ml

449

religione venga assalita, le basta, per di- - fede della cattolica chiesa; che le rivela
fondersi, additare i suoi primi titoli di zioni e i miracoli che si volean far valere
possesso. Che pu egli ancor esigere it non poteano venir da Dio; che it vescovo
miscredente? Desscr lui stesso testimo riprovava e condannava Punionc istituita
nio de miracoli su cui si reggono le basi per la propagazione di si fatte rivelazioni
della fede cristiana: ma se questo diritto e massime. La detta enciclica, colto sve
spetta a un uom soto,spetta a tutti quanti; lar Pimpostura e la stravaganza della nuo
e che diventano in tal caso le leggi gene va setta di montanisti, venne a staccare
rali delPuniverso? l miracoli ne pigliano da Pier Michele non pochi de partigiani
it luogo, ma per ci stesso vengono a per di lui, ed un giudizio del 2o agosto 1842,
dere it tor proprio distintiio e non sono che condann questo visionario a cinque
pi tali.

* MlSERICORDIA (OPERA DELLA). As


sociazione che ha it suo simboto, le sue os

servanze e isuoi emblemi, e che si data


a conoscere segnatamente con un Opusco
lo sopra alcune cammunicazioui annun
zianti Popcra della m isericardiiLQuesUo
puscoto contiene la sposizione delle com
municazioni sopranaturali che sarebbero
state fatte a un Pietro Michele Vintras di
Ritly-sur-Seulles, diocesi di Bayeux. u it

anni di prigione qual truffatore ne scem


ancora it numero. La setta cionondimanco
sussiste tuttavia e va publicando sotto it
titoto Lo voix de la Seplainc una serie
dopuscoli co quali studiasi diffondere le
sue pericotose itlusioni.
4""
LOpera della misericordia fu condan
nata con un breve di papa Gregorio XVl,
indiritto al vescovo di Bayeux P8 novem
bre i845.
f MITO. La voce greca puog, donde

mondo, ivi si dice, da Mos a G. C. ha la nostra milo, deriva dal primitivo puoi,
vissuto sotto rimpero del timore da G. C.
insino a noi sotto it regno della grazia,
e sta per passare sotto quelto delPamore
nelPOpero della. misericardia. Regno del
padre sotto la Legge; regno del Figliuoto
sotto it Vangeto meglio compreso, nel quale
it Paraclito sar maestro d ogni verit...
in questo terzo periodo it Signore elesse

che corrisponde ai verbi latini musso,


mussilo,e che dai classici venne in assai
differenti sensi adoperato. Essa voce pass
nel latino idioma e nelle lingue europee
moderne; gli esegeti presero a servirsene
in luogo del latino fabula, per non iscre
ditare it toro sistema ove discorressero
delle Scritture.

per suo organo Pietro Michele, ch egli

intendesi per milo una tradizione alle

incarica di ricevere, scrivere e diffondere


le sue eominunicazioni divine a proposito
delPalleanza che sta per rinovare con gli
uomini, rigeuerandoli mediante to Spirito
Santo. it capo delFassociazione, semplice
laico, ha scelto fra suoi adepti degli apo
stoli incaricati di propagar quella chei
chiama P opera della misericordia, ed
usurpando i poteri che soto ai ponteci
della Chiesa si addicono, conferisce toro
una specie di consccrazione , mediante
Pimposizion delle mani e Punzione del
balsamo della croce. in presenza di que

gorica destinata a trasmettere un fatto


vero, la quale fu poscia per errore scam
biata pel fatto medesimo; e it senso mi
tico quelto che dassi ai testi scritturali
considerati siccome semplici miti. Quindi
le storie della tentazione e caduta di Ada
mo ed Eva e quella dalla torre di Babele
ove si pigliassero nel senso mitico non sa
rebbero che nzioni allegoriche trovate
da un antico tosofo a n di spiegare it
mal morale e sico o la diversit delle
lingue , nzioni che in appresso venner
prese per fatti stessi. Ma it senso mitico
applicato alla Scrittura pretto segno ,
non potendosi ci fare senza sacritegamen
te violentarta; e la controversia se nella
Scrittura si contengano miti, controversia
acremente dibattuta n dal secoto scorso,
va denita in maniera negativa.
l
Perocch, inanzi tratto, non ci ha miti
nelPantico Testamento, come fu da Jahn

sto apostolato laico, formato per ridurre


ad effetto Popera della rigenerazione della
Chiesa, di queste novit profane e di pre
tesi miracoli accaduti nelfombra o spro
veduti delle note annunzianti Poperazione
divina, it vescovo di Bayeux non poteva
serbare it sitenzio. Una circolare al suo
clero, mandata fuori Po novembre ma:
sulla relazione circostanziata dun valente
teotogo, dopo maturo esame per parte del
prelato e col parer concorde del suo con
siglio, dichiar che nelP Opuscolo sopra
alcune communicozioni annunzianfi Po
pero della misericardia si contenevano
principii eontrarii alPinsegnamento e alla

appien dimostrato.
ci"
hcmi"
u l." La ragion principale su cui fon
dansi i partigiani delPinterpretazion mi
tica delPantico Testamento trovasi gi
nelle idee di Varrone; it qual dice , di
fatto, potersi le et del mondo partire in
tempi oscuri, in mitici c in isttorici. Appo

420

MI

MI

tutti i popoli, oscura in sulle prime ed di parentadi fra gli iddii e i mortali, ma
incerta la storia, poi mitica ed allego si narrano i vizii e le turpitndini celesti,
rica, alPultimo positivamente istorica. E si descrivon guerre fra essi dei, si divi
perch mai, fu dimandato, perch, se que nizza it sole, la luna, le stelle, si ammette
sto fatto esiste dapertutto, non sar avve una turba di semidei, di genii, di dmo
ni, e si onora cottPapoteosi qualunque tro
nuto appo gli Ebrei?
n l testimonii che meglio ponno chia vatore dunarte utite. Se ci additano una
rirci sulla legitimit delP interpretazion cronotogia, questa o quasi nulla o gigan
mitica della Bibbia sono indubitatamente tesca non poco: la tor geograa un am
i primi cristiani, che dapprima erano pa masso di chimere; ci presentan le cose
gani essi pure, e tra i quali trovavansi siccome passate per istrane trasformazioni
uomini dotti e toso. Or questi ignorar e si lasciano andar senza freno e misura
non poteano it principio di Varrone. Co agli stanci tutti della pi pazza fantasia.
noscevano essi la mitotogia degli Egizii , TutPaltrimenti avviene dei racconti bibli
de Greci, de Romani, de Persiani meglio ci. La Bibbia, per opposito, comincia dal
per fermo che non la si conosca da noi al dichiarare che vha un Dio creatore, alla
presente. lnn dalla tor giovinezza, ino cui potenza resister non si pu; ei vuo
velli convertiti aveano potuto farsi fami le, e immantinente le cose tutte han vita.
gliafi con que parti della fantasia religiosa Non troviamo nel divin monumento n Pi
e lunga pezza onoratili; avean potuto stu dea del sognato caos degli altri popoli n
diare e scoprire tutte le sottigliezze din una materia ribelle n un Arimane genio
terpretazione col sussidio delle quali erasi del male. Quivi it sole, la luna, le stelle
cercato sostenere it credito di cotali mo non son dii, ma enti a servigio delPuomo
numenti. Poscia, altorch i novelli con per largirgli la luce e la misura del tem
vertiti presero a tegger nella Bibbia, non po. Le grandi invenzioni sono opera duo
egli verisimite che avrebber immedia mini che rimangono sempre tali. La cro
tamente riconosciuto e distinto i miti se notogia procede per serie naturali e la
stati ve ne fossero? Pur non ebbero scorto geograa non si gitta ridicotosamente ol
nella Bibbia che una pura pura storia. For tre i conni della terra. Non ci veggiam
za impertanto, giusta Popinion compe trasformazione di sorta, niente insomma
tente di cotali antichi giudici, che tra it di ci che ne libri de pi antichi popoli
modo mitico de popoli etnici e it genere profani ci svelano si apertamente le tracce
della imaginazione e del mito. Or, questa
biblico corra una gran differenza.
n 2." Egli pot accadere, no l neghia cognizione del creatore, senza mischianza
mo, che in que primi cristiani, poco ad alcuna di superstizione, cosa notevolissi
dentro nelPalta critica, poco altres capaci ma in documenti cotanto antichi, proce
di applicarta, e daltro lato assuefatti ai der non pu che da una rivelazione divi
miti paganeschi, poca impressione faces na. QuesP asserzione infatti di tanti libri
seroi miti della Bibbia. ltla non egli moderni, che la cognizione del vero Dio
certo che quanta pi dimestichezza si ha alla n ne esce dal mezzo stesso del po
con una cosa, pi presto la si riconosce liteismo, viene contradetta da tutta la sto
anco nelle circostanze dissimiglianti per ria vuoi profana, vuoi sacra. l toso stes
la forma? Se adunque le storie ebraiche si recarono si poco inanzi la conoscenza
son miti, di qual modo a primi cristiani del Dio unico che, alPannunziarsi dai di
venne fatto di scoprirti? e se ci toro non scepoli di G. C. it Dio vero, sostennero
riusci, non questa una prova che cotali contro questi la pluralit degli dei. ltla ,
miti erano per modo tale impercettibiti qual ch essa sia Porigine di cotesta idea
che sol dopo diciotto secoli si giunse ad di Dio nella Bibbia, certo egli trovar
visi essa cotanto sublime , cotanto pura
additarti?
I s." Se applicar vogliasi alla Bibbia it che le idee de toso greci pi itluminati,
principio di Varrone,non vi si rinvengono i quali ammetteano una natura generate,
cotesti tempi oscuri ed incerti che dovet unanima del mondo, le rimangono lunga
tero precedere Papparizione de miti: gli mano al disotto. Vero che cotal cono
annali ebraici non ce la fanno supporre scenza di Dio, tuttoch esatta , non pu
in verun luogo; it perch questi differi dirsi perfetta; ma questa circostanza stes
scono sostanzialmente da quelli di tutti sa dimostra essere stata essa maraviglio
gli altri popoli rispetto alPorigine delle samente adattata alto stato delP uomo in
cose. Daltro lato, le pi vetuste leggende un tempo cosi remoto; cotesta imperfe
delPaltre nazioni han principio col poli zione e it linguaggio gurato ma chiaro
teismo: non solamente discorresi in esse c semplice cotanto della Bibbia fan prova

Ml
non avere n Mos n verun altro dopo
di lui inventato quel libro per attribuirgli
poscia un antichit che realmente non
avrebbe avuto. Questa si notevole cono
scenza di Dio dovette essersi mantenuta
nella sua purezza inn dalla pi remota
antichit o piuttosto presso alcune fami
glie insin dalPorigine delle cose; e Pau

MI

424

si verr a confondere cose si fattamente


distinte.
n Ma come concepire che tali documenti
della storia primitiva abbian potuto con
servarsi senza alterazione inne al tempo
in cui furon raccolti da Mos? Non pote
rono essi venire impinguati colle aggiunte
della poetica imaginativa? Non accadde

tore del primo libro della Bibbia, mir forse ci rispetto alle tradizioni degli al
nelto scrivertto a conttraporre qualcosa di tri popoli? La risposta sta nel dire esser
certo e di fondamentale alle tinzioni e verisimitissimo che le tradizioni bibliche,
a concetti degli altri popoli in tempo meno le quali han fatto eccezione in quanto alla
vetusti. Qual nazione, infatti, ebbe con toro evidente superiorit alle altre Phan
servato un raggio appena dellaltissima fatta pure rispetto al modo onde furono
verit proclamata dal primo libro della trasmesse. La tor picciola estensione ne

Genesi?
Appo quasi tutti ipopoli la mitotogia
si svolse nella notte de tempi , altorch
Pimaginazione non temeva i fatti, e si
spense come prima ebbe cominciamento
la storia. Gli antichi monumenti degli
Ebrei, al contrario, abondan meno di cose
prodigiose negli antichi che ne moderni
tempi. Se to scrittore che raccolse le tra
dizioni de fatti avesse avuto intenzione di
darci un ammasso di dubiose leggende ,
di nzioni, di miti,eoltocati li avrebbe so
pratutto ne tempi antichi; non si sarebbe
posto a rischio di venire smentito, regi

strandoti sotto unepoca pi moderna, in


cui la storia positiva avrebbe mitle mezzi
di combatterti e distruggerti. Per tal ma
niera la mancanza di prodigii nei primi
racconti della sua storia e le poche par

ticolarit chessa presenta non da altro


han potuto nascere che dalla scrupotosa
cura dal medesimo adoperata ad esclu
dere che che gli parve dubioso, esagge
rato, strano e indegno d esser riferito;

narr poche cose perch quelto che gli


sembr al tutto vero si ristringea quanto
racconta. Notevolissima nella Bibbia la
scarsit deprodigii vetnstissimi e la copia
depi moderni; al contrario di quel che

rendeva appunto pi facite e credibite la


conservazione: furono esse indubiamente
scritte a unepoca in cui le tradizioni de
gli altri popoli non erano per anco state
compitate. La tor forma scritta, it sem
plice linguaggio, le nozioni precise ed ele
mentari, tutte queste cose dan per tal mo
do negli occhi che se to storico che le rac
colse avesse tentato dinterpolarte, sareb
besi indubitabitmente dato a conoscere in
due maniere: colle sue idee pi moderne
e col suo linguaggio pi profondo e stu
diato. i
in secondo luogo non ci son miti nel
nuovo Testamento.
La ragione addetta dai partigiani de
miti del nuovo Testamento in favore della
propria opinione si riduce, in ultima ana
lisi, a dire che i misteri e i miracoli sono
impossibiti; obiezione a sufcienza con
futata sotto le v. MIRACoLo e Misrsno. Ma
noi aggiugneremo col si. Glaire:
l. Non esserci miti nelPantico Testa
mento, bench Pepoca cotanto rimota de
racconti della Genesi, p. e., potesse alla
prima porgere alcun pretesto di supporne
in quelPantico documento. Ci dimostrato,
non dssi egli riguardare non pur come
inammissibite ma come sommamente de
gna di riso In pretensione de critici che
ne vonno trovare nel nuovo Testamento?
Questi scritti sacri non ebber forse per au
tori testimonii od oculari o contemporanei

accade presso gli altri popoli. Nella Bibbia


vi sono anzi de periodi ne quali non si
scontra miracoto alcuno, ed altri ove se ne
mostra ad ogni passo. Or cotali periodi pi
particolarmente miracotosi, it secoto dA vicinissimi ai tempi defatli che narrano?

bramo, di Mos, de re idolatri, di Ges, Perch un fatto abbia a snaturarsi e a


degli apostoli, son sempre quelli ne quali
era necessario che un si fatto spettacoto
dintervento divino confermasse la pro
pagazione della nuova idea religiosa. l mi
racoli della Scrittura hanno perci costan
temente uno scopo grande e todevole, it
miglioramento delPumana generazione, n
derogano menomamente alla maest di

prender cotore di favola, bisogna che


passi d una in altra bocca e si carichi,
mediante questa tradizione, di nuove cir
costanze ognor pi straordinarie, inn che
si trasmuti in fatto veramente favotoso.I
razionalisti non ispiegano altrimenti la for

mazione del mito istorico. Or, se ci pu

concepirsi insino a un certo punto per


Dio. Si raffrontino colle leggende e coi fatti antichi i quali, essendo passati lunga
miti degli altri popoli, e per fermo non pezza per varie bocche, han potuto cari
BERGIER. Vol. VI.

55

MI

NE

carsi di circostanze estranee e diventar


favotosi, non ci ha critico, per poco it
luminato, it qual possa supporre una si
mite trasformazione rispetto a fatti recenti
veduti dagli apostoli co tor proprii occhi
o potuti sapere dal labro di testimonii
oculari.
2. Egli evidente non potersi ammet
tere miti ne miracoli di cui s. Matteo e
s. Gio. p. e. erano stati testimoni: peroc
ch, confessandosi esser eglino al tutto sin
ceri e tontanissimi dal ngere, ce li rac
contarono tali quali li ebber veduti; e
conciossiach, stando alla semplice ed in
genua tor narrativa, questi fatti non sien
naturali, ma al tutto miracotosi, per tali
dovere che noi li prendiamo. Quanto agli
altri fatti onde non furono testimoni, han
no essi potuto apprenderti immediatamen
te dalla bocca di cotoro che li avean visti,
assai de quali vivean di certo al tempo
toro: or, cotali fatti importanti, registrati
nella tor memoria, non ebber campo di
snaturarsi e divenir favotosi.
Se taluno per avventura opponesse che
gli apostoli e i vangelisti, a ne di fare del
toro maestro un personaggio pi importan
te, imaginarono i misteri iti sua concezione,
tentazione, trasgurazione, ascensione, ec.,
in questa ipotesi sarebbero eglino lauti im

concitiar non si possono in verun modo


colla tor nuova e falsa dottrina.

422

4. Le prove che si recano a favore


dellautenticit e divinit del nuovo Te
stamento mettono ancor pi in palese la

falsit del toro sistema. V. EsEGEsI (NUovA),


EsEGETI TEDEsCHI, SCRITTURA, STRAUss.
* lllUTILATt Dl RUSSIA. Gli origenisti
e i valesiani (v. queste voci), pigliando alla
lettera e nel senso materiale una parola
di G. C., avvisavansi fare atto meritorio

col mutitarsi da s. Alla vista di questi


esempi duna pazzia energicamente con
dannata dal concitio niceno, non recher
maraviglia Pudire che non lungi da Toula,
ne vitlaggi, disseminata una setta gi
antica la quale ammette e pratica la mu
titazione. Caterina tl fu sollecita a repri
mere un tal fanatismo, e gli iniziati della
setta, conosciuti che fossero, venivano ab
bandonati alla publica derisione. Anche
Alessandro pose in opera degli spedienti

di repressione. Ad onta di ci, Pesaltazion


fanatica de settarii non fu spenta. A vin
cerne Fostinazione, si tent verso it i8i8
deportarti in Siberia: altora ognun di que
gli insensati si mostr bramoso del mar

tirio. Bisogn che it governo russo chiu

desse gli occhi sopra una setta la cui pu


blicit poteva favorire it progresso sopra
postori, e i razionalisti non han pi dritto tutto fra marinai della otta imperiale.
ci additareeli come modelli di candore e

sincerit cos nella persona che negli scrit


ti. Oltrech, i racconti delPantico Testa

mento son semplici, naturali, senza affet

tazione di sorta, n danno indizio ve


runo di genere favotoso. Sono inoltre suc
cinti al maggior segno, taciono non poche
circostanze che paion necessarie a salis
fare una giusta curiosit; quali, ad esem
pio, quelle delPinfanzia di Cristo. Ora ,
storici che avesser voluto inventare cir
costanze favotose per dar importanza al
proprio eroe non avrebber mancato di
ascrivergli di molti miracoli sia nelPEgitto,
sia in Nazaret, siccome fecero gli autori
de vangeli apocri.

s." I primi cristiani, s. Luca, s. Paoto,


de quali abbiamo gli scritti, partando de
fatti registrati nel Testamento nuovo, ce
li diedero sempre per fatti reali. I pi an

tichi e pi dotti padri della Chiesa nes


suna idea ebbero mai di questa forma mi

di NECESSARIANI. Fisici o materialisti,


seguaci di Priesttcy, le cui idee son le se
guenti.
Duomo un essere puramente mate
riale,a cui per Porganizzazione d la la
cottt di pensare e giudicare. Questa fa
colt cresce, si rafforza e decresce insieme
col corpo. Disciolta che sia colla morte
Porganica disposizione, spegnesi la facolt
di percepire e giudicare: essa si ripro
durr nel risorgimento che ci fu promes
so dalla rivelazione e che la base della
nostra speranza nel di del giudizio onde
favella la Scrittura, speranza che i pagani
non hanno.

Da ci consguita che i motivi dope


rare sono sottomessi alle leggi della ma
teria e che cosi nelle menome cose come

tica onde vuolsi sieno vestiti cotali fatti; nelle pi ritevanti ogni determinazione
ed innegabite chei razionalisti medesi un effetto necessario: it che stabilisce una
mi non ci avrebber pensato mai, se non
avesser veduto che quesipotesi porgeva
toro uno spediente pi facite che qualun
que altra di disfarsi de misteri e de mi
racoli del cristianesimo che effettivamente

connessione con tutto quelto che e quel


to che sar. La voce volonlario non Pop
posto di necessario, ma dnvolonlario,
come contingente si oppone a necessario.

it motivo determinante opera infallibit

OP

0B

423

*0PCHINSIANl.Samuele Iiopkins, nato


mente quanto la gravit nel cagionar la ca
duta duna pietra gittata in aria. Gli efetti ta. i724 a Waterburg nel Connecticut,e
sono Pinevitabit risultamento di questa cau
sa. Se fosser possibiti due determinazioni
diverse, ci sarebbe effetto senza causa,
come se i due bacini della bitancia stando

morto nel lei5, pastore della prima chie


sa congregazionalista di Newport, diven
ne padrc duna setta, alla quale diede it
suo nome. Eccone la dottrina.

Ogni virt e santit consiste nelPamor


in bitico, tuno per s abbassasse o s al
zasse; n pu avvenire altrimenti,tranne disinteressato. Questo amore ha per og
it caso che piacesse a Dio di cangiare it
piano stabitito e quel concalenamento di
cause e deffetti onde risulta it ben ge
nerale. Il male entra pur esso a formar
parte di questo piano e to fa avviare verso
il suo scopo. Il vizio produce un mal par
ziale, ma contribuisce al ben generale; e
nel detto piano o disegno entrano anche

getto lddio e le creature intelligenti; con


ciosstach cercare si debba e procurare
it bene di queste per quanto conforme
al ben generale che fa parte della gtoria
di Dio, della perfezione e della beatitu
dine del suo regno.

La legge divina la norma dogni virt

e santit, e sta essa nelto amare Iddio, it


le pene della vita futura. Priesttey non prossimo e noi medesimi. Quanto avvi di
buono a ci si riduce, quanto di male ri
le d con certezza per eterne.
Non ammette la trasmissione del pec ducest alPamor proprio, it quale ha per
cato di Adamo alla costui discendenza, ultimo ne s stesso; una inimicizia di
non it peccato dorigine che rende neces retta contro di Dio. Da tal disordinato
saria Pespiazione mediante i patimenti di amore e da che che it lusinga provengono,

G. C. Ciascuno pu fare it bene, ma it come da tor fonte, la cecit spirituale ,


tardo pentimento senza efcacia dopo Pidolatria, le eresie.

Secondo Pllopkins, Pintroduzion depec


una lunga abitudine del vizio , perocch
non riman pi tempo che basti a mutar cali nel mondo conferisce al ben genera
Pindote.
Il materialismo, la necessit, Punttaria
nismo costituiscono la sostanza della dot
trina di Priesttey. La preesistenza delle
anime agli occhi di lui una chimera; pe
rocch egli nega Pesistenza delle anime e
ammette soto effetti puramente mecantci:
nega del pari la divinit di G. C., del quale
fa un ente meramente materiale come so
no agli occhi suoi tutti quanti gli uomini.
NOMINALI. Fittoso e dialettici i quali
credeano che la ricerca e it possesso della
verit stesser nel conoscere e spiegare le
propriet dei nomi. Ebbero per principal
fautore Guglielmo Okam, sopranominato it
dottor singolare. Oltre gli errori tosoci
nebbe anche di teotogici; ma probabit

le, servendo a far risplendere la sapien

za, la santit, la misericordia di Dio.


Iddio avea ordinato il mondo morale
giusta questo disegno: che se Puom pri
mo si fosse serbato fedele, santa sarebbe
la posterit sua; se egli avesse peccato,

questa diverrebbe colpevole. Pecc di fat


to, e con ci fu non gi causa della no
stra caduta, ma occasione per noi dlmi
tare la sua; it suo peccato non viene a
noi trasmesso. Parimenti non ci tras
messa la giustizia di G. C. , altrimenti

Pagguaglieremmo nella santit; ma noi ot

teniamo it perdono mediante Pappticazio


ne de meriti di lui. it pentimento , che
precede la fede in G. C., pu darsi senza
la fede, ma questa suppone it pentimento,
mente si ritratt e mori, la. 1542, nella giusta le parole della Scrittura: Fate pe
nilenza e credete al Vangelo.
pace della Chiesa.
La necessit de toso quasi tutPuno
colla predestinazione decalvinisti. Tra
questi e gli opchinsiani ci corre la diffe
renza che tra it principio e le sue con
* OBLATI DI MARIA IMMACOLATA. seguenzeGli opchinsiani negano Pimputa
Congregazione di sacerdoti, istituita ad Aix zione, e su questo punto differiscono dai
nel son: da monsig. Mazenod vescovo di calvinisti, ma conservano, al par di que
Marsiglia ed approvata con lettere apo sii, la dottrina della predestinazione asso
stoliche del 47 febraio i828. Essa si de luta, Pinusso delto spirito di Dio per ri
dica principalmente alle missioni e i su'oi generarci, la giusticazione operata dalla
operai evangelici sono sparsi non pure fede, Paccordo della libert e della neces

nelle diocesi del mezzodi della Francia e sit inevitabite.


in Corsica, ma anche nella contea di Cor

novaglia in Inghitterra, nel Canad e ne


gli Stati-Uniti.

ii ORANGISTI. Sotto questa denomina

zione si unirono,i protestanti irtandesi


scontenti delle concessioni fatte ai catto

"*_vw'_ '_ v'w_

424

PA

lici, nel 1 7n5,per contrabitanciare la com


pagnia degli Irtandesi uniti che domanda
va Pemancipazione e la riforma. Avendo
i protestanti sempre cara la memoria di
Guglielmo lll, da essi riguardato siccome
it liberatore, presero it nome dOran
gemen (uomini d Orange) od orangisti
ed inalzarono bandiera di partito. l catto
lici si unirono anchessi sotto it nome di

chiunque ne sia Pautore, non verr mai

fatto di concitiar tale ipotesi con ci che


ne insegnano i Libri Santi e la testimo
nianza della storia. No, Pidotatria de po
poli antichi non fu solamente delitto, era
anco un errore: ch gli idoli inanzi ai
quali prostravansi non eran nella tor men

tc meri simboli della divinit, ma aveano


una virt divina e ricevevano un culto

difensori (defenders) a n di far fronte assoluto.


n E valgait vero, perch mai Mos ve
ai violenti assalti degli orangisti.
niva ramluentando si frequentemente al

popoto ebreo Punit di Dio se non ane

di preservartto dalPerrore in cui stavano


immerse tutte quante le circonvicine na
** PAGANESIltIO. Se si possa credere, zioni? Non era ella forse accusa derrore
colPautore del Saggio sulPindifferenza in quella che to scrittore della Sapienza
materia di religione, che gli antichi po faceva ai popoli infedeli? Vani sono
poli non ossero polileisti; che Vidola tutti gli uomini i quali non hanno
tria loro asse un delilto, non un errore, cognizione di Dio e dalle buone cose che
la violazione dun precetto e non la ne veggqnsi non sono giunti a conoscere co

gazione dun domma.

lui che , n dalla considerazione delle

A questo quesito cosi si risponde nelle opere conobber chi fosse Parte/ice; ma
Conferenze di Bayeux.
dei e rettori del mondo credettero essere
a ll sig. de La ltlennais savvide come o il fuoco o il vento o il mobil aere o
sarebbe costretto ad abbandonare le sue il coro delle stelle o la iilassa delle acque
opinioni e raziocinii intorno al principio o il sole o la luna. Quel re di Babittonia
della certezza quatora avesse confessato che nella ignorante sua semplicit cre
avere it politeismo regnato nel mondo deva la statua di Beto mangiasse la notte
oltre due mita anni , e tutte le nazioni, i cibi che le si ponean dinanzi la sera non
tranne una, essere state infette di quel vedea dunque in essa statua altro che un
Perrore. Non ostante Pevidenza de fatti, simboto materiale della Divinit? Final
egli preferi sostenere che gli antichi po mente non era forse P idolatria, nel con
poli, nel mentre stesso offerivano toro cetto di s. Paoto, un errore altorch scri
adorazioni e sacrizii a una turba di biz veva ai Calati, iv,8: Non conoscendo Dio,
zarre divinit e persino a creature sen eravate servi di quelli i quali realmente
zanima, han per professato sempre it non sono Dio,- o quando, veduto in Atene
domma delPunit di Dio. - lnanzi far ve un tempio sulla cui fronte stavano le pa
dere, cosi egli, di qual modo it genere role: Al Dio ignoto, dicem agli abitanti
umano cadde nelPidotatria, faremo osser di quella citt: Non dobbiamo stimare
vare non esser questa la negazione dun che Vesser divino sia simile alV oro o

domma, sibbene la violazione dun pre

alV argento o alla pietra scolpila dal

cetto e del primo di tutti, quelto che com Parte o datfimenzione delFuomo? Act.
manda dadorare lddio c adorare lui soto... xvn, 29. l quali rimproveri dellbxpostoto
Fu onorato it Creatore nelle sue opere pi irragionevoli sarebbero stati, se la fede
solenni, divenuti tanti simboli della Di delle verit primitive mantenuta si fosse

vinit.... Lidolatria non fu altro mai che appo i popoli tutti mediante una tradi
it culto degli spiriti buoni e cattivi,ede

gli uomini itlustri per splendide qualit o

zione perpetua, universale e infallibite.

n Non abbiam difcolt ad ammettere

venerati per le toro benecenze, cio, in


sostanza, it culto degli angeli e desanti....
Lidotatria non era, a dir giusto, una re
ligione ma soltanto un culto supersti
zioso. , 11 sig. di La lttennais non altrimenti

essersi la credenza dun Dio supremo do


gni tempo conservata fra mezzo le tene
bre delPidolatria od almeno non essersi
una tale credenza giammai del tutto can
cellata: confesseremo eziandio, se vuolsi,
alcuni degli iddii del paganesimo non aver
it trovatore di questaipotesi; altri Paveano potuto essere alla prima che varii nomi
sostenuta, it Cudvorzio specialmente nel dati alla divinit a n desprimerne gli at
Papera Sistema intellettuale del mondo tributi o le operazioni. Ma, sparsa che si
contro gli atei, e it Beausobrc nella sua fu Pidolatria nel mondo, cotali diversi no

Storia del manicheismo.... Del resto , mi furono trasformati in tante particolari

PA

PA

425

delt, e gi it Dto Supremo, indicato da siccome indica Petimotogia, la confusion


principiocon que differenti nomi, non era
pi it Dio vero. Il Giove di cui i poeti
narravano Porigine, la vita, le dissolutezze
e le scandatoso avventure, era egli it Dio
innito, creatore del mondo? Pur gli si
attribuiva senza esitanza la natura divina;
veniva chiamato it padre, it re, Parbitro
eterno degli uomini e degli dei. - Col
Passegnargli, dice Lelaud, i titoli proprii

di Dio col mondo, la divinizzazione del


Puniverso , Pidenticazione del nito e
delPintinit0, Punit di sostanza.
ll cristianesimo, al suo nascere, vide in.
sorgere contro s it pantcismoQuanti sono
errori e superstizioni, tutti vennero a con
ceutrarsi nelFecleltismo e nel panteismo
alessandrino. La maggior parte delle so
lenni eresie de primi secoli sinspirarono

della divinit eit regime del mondo,ipoeti pi o meno delle dottrine panteistiche.
Oggidi quesFantico nemico, dice Maret,

danno a divedere che aveano ancora qual


che nozione dun Dio supremo e degli al
tributi che gli spettano, come pure che
confondeano questo Dio, it soto Dio vero,
col capo dei vani idoli e trasferivano a
questo, con colpevole abuso, gli onori, it
carattere e it culto che sol di diritto ap
partenevano al Dio supremo. n Se per avventura si dicesse che i to
so avean di Dio idee pi rette e ridevano
in cuor toro della sciocca credulit e delle
superstizioni del popoto , risponderem
l." non potersi dalle idee di alcuni indi
vidui o dialcuna scuola far giudizio delle

torna a levar la testa e a romper nuova


guerra al cristianesimo. Per pi vie sin
cammina la mente a questo funesto erro
re. l nostri contemporanei vi son condotti
sopratutto dalla negazione della creazione
ovvero della rivelazione divina.
Se it mondo creato necessariamente,
esso parte di Dio medesimo, posciach

gli necessario.
Se lddio non si manifesta fuor che me
diante Pumana ragione, Pidea di Dio per

noi tutP uno colta ragione umana: ma


essendo questa ragione mobite, variabite,

opinioni dominanti; 2." i toso, anzi che spesso a s contradicente, a dir breve,
proclamare Punit di Dio, aver quasi clie nita, ne segue che lddio soltanto col nito
sempre favellato it linguaggio del politei si manifesti; la qual manifestazione ne

smo e fatto uso di tutto it tor credito per cessaria, poich esiste. Ma in tal caso it
mantenere Pidolatria ed it culto degli id nito non pi che un aspetto delPin
dii; s. i pi detoso non avere ammesso nito, identico alto innito stesso.
Per questa doppia via la tosoa del
altro Dio che it mondo, e la credenza loro
non essere stata nel fatto che una specie secoto and a nire nel panteismo , che
di panteismo. Un si fatto errore viene a assale it cristianesimo ne suoi dommi ,
Platone e al capo della scuola stoica im nella morale, nel culto, che non iscorge
putato da Cicerone, che ne suoi libri Dc in lui se non se una forma transitoria del
siatura deorum raccolse le varie opinioni Fumanit e vuole nella propria unit as
de toso antichi. Plinio d principio alla sorbirtto.
ll panteismo diviuizza Pumanit: essa
sua storia naturale con queste parole:

Mundum et hoc quod nomine alio cw la manifestazione delle potenze delPas


lum appellarc libuil, cuius circumea-u
regunlur omnia, numen esse credi par
est, wternum, immensum , neque geni
tum neque interilurum.
n A primi apotogisti della religion cri
stiana dovean meglio che a noi esser noti
gli errori della pagana tittosoa,chera stata
Poggetto de tor primi studii. Un di essi

piangeva amaramente la cecit in che tro


vavasi immerso prima che avesse abbrac

ciata la fede del Vangeto. Venerabar (o


cwcilas!) nuper simulacra et, lamquam
inesset vis prwseiis, adulabar, benecia
poscebam; et cos ipsos divos quos esse

mihi persuaseram, afciebam conlume

soluto; tutte le forme sue son legitime ,


santi tutti isuoi errori: it passato per
donato. Al presente, un de pi operativi
mezzi del potere del panteismo sta nel
Peccitare di continuo ed esclusivamente
al progresso materiale; Pindnstria , lo
machine sono per lui i veri agenti delto
incivitimentto; non cessa dal convitar gli
uomini al banchetto dogni godimento, al
larga it freno alle passioni tutte quante.
Il panteismo, che altro produrre non pu
che it dispotismo e Panarchia, si rende
Papostoto della libert e del progresso, e
mentre assecurar non vale alPuomo Pim
mortalit delPanima, si fa veder prodigo di

liis gravibus cum eos esse credebam li promesse duno splendido avvenire. La
gna, lapides atque ossa," aut in Iiuius questa la vera eresia del secoto XIX.
Una tanta mostruosit non potrebbe
modi rerum habilare maleria. nArl10b-,
riuscire di verun pericoto ove fosse chia
Ade. gent., l. I.
PANTEISRIO (NUOVO). Il panteismo, ramente esposta. Ma la tattica depantei

426

PA

a ci che spetta direttamente alla religio


ne, it genere umano ha cominciato colto
stato bruto; suo primo svituppo intellet
tuale, suo primo culto fu it feticismo, e le
religioni che a questo tenner dietro sono
it progressivo e necessario svolgimento del
Pesser suo intelligente; e da quel punto
ancora ai culti passati succeder debbono
nuovi culti, e ci indenitivamente insino
alPidea ed attPadorazion semplice dettPas
soluto. Dunque non peccato originale, non
male di sorta, ma soltanto difetto di per
dottrina panteistica e ridurta alla pi ve fezione, it quale va sccmando col continuo
progresso; dunque non errore,si solamen
ra e precisa sposizione possibite.
lddio, val dire tuttoci che , Pente as te verit incompleta che si va compiendo,
soluto, si manifesta merc it progresso. In al modo stesso della perfezione morale.
lui sta la perfezione; ma tal perfezione Dunque non ordine sopranaturale di rive
non si manifesta fuor che per to svitup lazione, di profezie, di miracoli; altra ri
po, e questo svituppo abbraccia una serie velazione non dassi che to svituppamento
di secoli indenita. Secondo la detta legge della mente umana, e G. C. un dottore
del progresso, lddio cominci dalla forma non punto diverso degli altri, da Zoroa
pi bruta e mano mano venne ingranden stro p. e. o da Platone , ma soltanto un
do n alPattual condizione delPumanit , po pi valente. Le quali asserzioni tutte
passando pel minerale, pel vegetabite, per quante sono in precisa opposizione colla
Panimale aquatico e terrestre. Luomo, it verit. Lumanit ebbe principio da uno
quale non che Dio stesso parziale, pas stato di perfezione dal quale poscia sca
sato, nella sua religione, per tutti cotesti duta; vebbe per conseguente una caduta
modi delPEnte-Dio: ador i minerali, po primitiva e generale. Anzi che aver pro
scia i vegetabiti, in appresso gli animali; gredito di per s stessa, Pumanit ha ca
sti consiste appunto nelto astenersi dalto
esporre con precisione la propria dottrina
e nel contentarsi a farne Papplicazione.Ne
basti la facitit onde i toro errori si pro
pagano per aprir gli occhi sul pericoto de
medesimie indurci a combatterti. ll mezzo
pi acconcio ad assalirti con vantaggio
precisamente Popposto di quelto messo in
opera da toro. Per abbatter Perrore, basta
di via ordinaria spogliartto del falso splen
dore onde viene ammantato e mettertto al
nudo. E vuolsi quindi analizare Pattuale

alPultimo ador s stesso, merc P apo

lata la scala delto incivitimento altorch

teosi , prima di giugnere ad adorare un fu abbandonata a s stessa n vi risalita


Dio unico, ed ora tende al culto delPas se non se col sussidio dun insegnamento
soluto, delPuniversalit nelPunit. Laonde esteriore, sopranaturale eziandio, giacch
it fondamento o , a dir meglio , it primo essa non pot trartto dal fondo proprio. Or,
stato delP umanit to stato selvaggio: questo magistero o insegnamento, siccome
Pidolatria costituisce it secondo periodo esteriore e al disopra della natura, da
del suo progresso, it cristianesimo it ter questa independente e per essenza im
zo, a cui succede la tosoa o Padorazione mutabite.
delPassoluto. Uapparizione del cristiane
Odasi come nelle Conferenze di Baycux
simo nel mondo spiegasi merc della legge si confutino le false ed assurde dottrine
ascendente del progresso , al tutto come del panteismo.
la transizione dal preteso stato selvaggio
u Opera inutite sarebbe it provare che
primitivo alPidolatria. G. C. non fe altro it panteisio in opposizione alla fede:
che combinar fra toro due idee da s tro it domma dun Dio distinto da tutti gli es
vate, Puna nella tosoa platonica, Paltra seri che compongono questo universo vi
nesantuarii delPlndia, la credenza al Ver sibite, creatore del cieto e della terra,
bo e quella delle lncarnazioni. G. C. non it primo articoto del simboto accolto da
egli stesso se non se una personica tutte le communiont cristiane.
zione delle dette due idee. Non altri
N men contrario alla ragione it
menti un ente storico, sibbene un mito, 0 panteismo. Evalga it vero, 1." esso aper
se vuolsi ammetterne Pesistenza reale , tamente falso nel suo principio. Se noi
non sar egli altro che un sublime tosofo cerchiamo che cosa trovar si possa di com
della Giudea it qual comprese la condi mune ne varii sistemi di panteismo, ve
zione della mente umana alPepnca in cui drem chiaro come, sotto un diverso lin
visse e ne prepar to svituppamento. llla guaggio, partano tutti da un medesimo
egli ha introdotto la fede, ed venuto it principio. Questo principio fondamentale
tempo in cui la ragione dee pigliarne it Pldentit della sostanza. Una sola so
posto per aver sorpassato Pidea cristiana stanza esiste, di cui it mondo e Puomo son
a cui ha dato la perfezione.
puri attributi. - Diasele, con Iiegel, it
Per riassumere e ridurre questo errore nome didea o dessere, con Schelling ,

PA

PE

427

quelto dz1ssotulo; si presenti, con Fichte, laztoni dautorit e dependenza; la reli


come Pio o, colto Spinosa, come Pinnilo, gione, unica base di queste relazioni,
viene sempre ad affermarsi it medesimo
principio, non ci ha differenza che di nome.
Lo studio de neoplatonici, de Greci e de
gli orientali ci conduce alto stesso risul
tamento; dapertulto troviamo una sola so
mnza-

-Jn'

i,i

n, n Ora it sentimento intimo e la ragione


rigettano e condannano un si fatto princi
pio. - to sento, dice Bergier, Pesser io
e non un altro, una sostanza da qualun
que altra separata, un individuo reale e
non una modicazione; i miei pensieri,
voleri, sensazioni, affetti essere miei pro
pri, non daltri, e quei daltri non essere
i miei. Che un altro sia un essere, una

quindi una chimera; non vi son dun

que pi per Puomo n leggi obligatorie


n morale, n vizio n virt, n bene
n male. Inoltre, eiie egli lddio nel si

stema Jletosoti panteisti? Unastrazion


metasica,una mera idea delPinnito, del
Passoluto, nnesistenza vaga eindetermi

nata che sul si conosce col sussidio delPu


mana ragione, la quale it pi perfetto de
suoi svituppamenti. Ma negare a Dio Pin

telligenza, la libert e no la personalit


e Pindividualit non forse annichitartto?
Non adunque it panteismo in realt che
un sistema dateismo celato sotto it veto
dun linguaggio stranamente oscuro e du

sostanza, una natura come son io, si fatta na barbara terminotogia. E che ella al
somiglianza una pura astrazione, una postutto cotesta umana ragione che ci vien
maniera di eonsiderarcl P un Paltro, ma presentata come la manifestazione e Pul
che non porta identit o unit reale fra tinio svituppo delPEnte Innito? Esiste

di noi. - Ove i panteisti interrogbino qua essa la ragione umana? Aprite i libri de
lunque degli uomini, troveranno in essi fittoso alemannt, e Winsegneranno it mon
questa indestruttibit sentimento della dis do non essere che unapparenza , una it
tinzione degli esseri. La si dica pure unit lusion vana, una forma senza realt obiet
lusione,si alleghimi i progressi della scien tiva; non darsi n individualit n atto
za umana; ma non si giugner mai a di personale, non pi n causa n effetto;
struggere Pimpero di si fatte credenze. tutto ridursi alPio ente, alPidea astratta di
n 2." ll panteismo, ragguardato in s Dio. Ma perch attribuiremmo noi mag
stesso, ripugna manifestamente alla ra gior realt a quesPidea che non alPaltre?
gione. Che egli, infatti, un Dio compo Lo scetticismo universale perci it ri
sto di tutti gli enti che sono nel mondo sultamento inevitabite e la necessaria con
e che non sono essi pure per avventura seguenza di tutte coteste pazze teorie. n
che semplici fenomeni e itlusorie appa
PASSIONISTI o Cuenici DELLA cuoce E
renze? Come si pu imaginare una sostan DELLA PAssioNE nei. SALvAToRE. Furono isti
za unica, immutabite e raccogliente in s tuiti in Italia dal ven. Paoto della Croce,
attributi contradittorii, Pestensione e it che mori nel 1775. Contano al presente
pensiero? Che essa unesistenza vaga e almeno sedici case o riliri, comessi le
indelermiualafdella quale niente si pu chiamano: undici nelto Stato ltomano,due
afermare, che non n ente n modo e in Toscana, una nel regno di Napoli, una
che pur costituisce it mondo spirituale e nel ducato di Lucca ed una nel Belgio. Il

it materiale ancora? Pu egli un uomo fondatore de passionisti ha predetto che


credere di buona fede dessere Pente uni
versate, innito, necessario e di cui gli
altri tutti non sono che svituppi e modi
cazioni? QuesP uomo che non rispetta
n i doveri della religione n le sacre leggi
di natura, che fa apertaprofessione dem

piet e persin datesmo, egli anche Dio


od un attributo, una modicazione di Dio?
Aff, chi mai potrebbe persuadersi che
toso negliino curvare it proprio intellet

to alPautorit della fede e rigeltino e com


battano i misteri del cristianesimo e po
scia giungano ad adottare si fatti sogni?

Plnghitlerra rientrar deve nel seno della


Chiesa; it perch sadoprano essi con gran
catore alla propagazion della fede in quei
paesi.

H PENTATEUCO. Agg. dopo it S A con


tradire la credenza commune,ece., pag. es.
[fautore dun empio libro che ha per
titoto Dio e gli uomini, a n di provare
non poter Mos essere to scrittore del Pen
tateueo, adduce la seguente ragionem Mos
non poteva ordinare al suo popoto di pa
gare un mezzo sicto per testa, secondo la
misura del tempio, Exod. xxx, 1n, peroc

. n 5. Il panteismo non men funesto ch gli Ebrei sol molti secoli dopo di lui
nelle sue conseguenze di quelto sia in s ebber tempio. n E aggiugne questa nota:
e ne suoi principii assurdo. Se esiste u Vedi, caro lettore, se ci sia segnale dim
ununica sostanza, se tutto identico, se postura pi palese di questo. I,
Rispondiamo che se Poppositore avesse
Puomo Dio, non si dan pi tra toro re,

PE

PE

consultato it testo originale e tutte le an


tiche versioni, tranne la nostra Volgala ,
gli si sarebbe fatta manifesta la vanit
della sua obiezione.
ll testo ebreo legge: Scekel ha Kodesc;
it testo e la version samaritana il siclo
del santuario: al modo stesso trastatano
la parafrasi caldaica e le versioni sira ed
araba; quella de Settanta e la nostra anti
ca volgata traducono didragma sanclum,

giornt nostri nelle opere del dott. Strauss.


ln entrambi trovasi la medesima sotti
gliezza con tal maraviglioso difetto di pro

428

valutando cos it mezzo sicto ebraico, ai


Greci sconosciuto, con una moneta usata
appo toro.
Fagio, Vatabto, Marino, Sante Pagnini
e Mercier nel toro gran Tesoro della lin
gua santa, la Bibbia di Ginevra, la Bibbia
inglese, Leigh, Calmet, Le Clere, voltano
it testo ebreo colle parole: il siclo del
sanluario. Il Pagnini nella sua versione,
Mario di Calasio nelle sue concordanze
ebraiche, la bibbia spagnuola traducono:
siclo di santil. ln queste due versioni

fondit da esser pi volte tentato a dubi


tare del toro acume. Si dalPuna che dal
Paltra parte to stesso geto; diresti che

difettino tutti due duna facolt necessa


ria per comprender la religione o che sien
giunti a Cancellare in s ogni vestigio della
cognizione di Dio, a tale che it sentimento
delle cose celesti mostrasi nelPopere toro
come un lampo fugace n viene mai a far
che declinino dal cammino che hanno
adottato: presso si P uno che Paltro la
stessa chiarezza e scrupotosit nella es
posizione, doti che del resto si debbono

tanto pi svituppare quanto Pintelletto


pi si va isolando e riesce ad assorbire

pi compiutamente le altre facolt delPa


nima. Un divario per ci corre tra toro ed
, che it dottore inglese soccupa solamente
delPinspirazione, laddove it tedesco nega

vha differenza sol di vocaboto, giacch it persino Pautenticit de documenti stori


Pagnini adoper amendue que termini ci. llla ci dipende dalla diversit detem
nella versione del medesimo passo. Gli pi: non si pu non pensare che to Spen
chiaro inoltre non potersi una moneta ap cero sarebbe meno discreto agiorni nostri
pellar moneta di santit se non perch se e che it concetto suo fosse pi ampio del
ne custodiva un pezzo in un luogo santo Pespressione. Avvi unultima differenza
perch servisse a determinare it peso di tra toro-ancor pi accidentale ed este
quante se ne fabricassero della medesima riore, quella delPerudizione.
Il pensier fondamentale del libro delto
specie. Bullet, Rpons. crit., t. l.
Agg. in ne. D onde vien egli che Spencero chiarisce bastantemente a bella
Pautenticit del Pentateuco, considerata prima comei fosse poco adatto alPesegesi
come certa insino alla met del secoto de Libri Santi e come Panima di que ve
scorso, abbia dovuto poi incontrare si fre nerandi monumenti spirar dovesse fra le
quenti assalti? Donde viene che sia po sue mani. Pone egli per base quesPasser
tuta esser negata con tanta securt in zione, vera in generale, ma da tui spin
mezzo agli applausi duna turba romorosa ta troppoltre, che nella legge cerimoniale
di letterati? e ci non solamente in Fran mosaica assai cose presentano una chiara
cia, in grembo alla brigata encictopedisti anatogia colle costumanze religiose de
ca,ma al di t del lleno altres,nella grave popoli pagani e in particolare degli Egizii.
e saputa Germania , sulla terra classica QuesPanatogia sta puramente nella for

delP esegesi? Tale it problema che ci ma, ed al tutto agevole to spiegarta e


studierem di risolvere dietro le ricerche darne ragione, bastando a tal effetto it far
di Hengstenberg, publicate dal sig. Bon vedere come nelPeconomia del mosaismo
netty nella sua eccellente raccolta che ha diffondevasi sotto essa forma uno spirito
per titoto: Annalidi losoa cristiana. al tutto nuovo e la vivicava. Non ella
Tre uomini segnatamente prepararono cosa affatto naturale to scegliere, per rap
to scredito in che cadde it Pentateuco in presentar cose veramente sante, le for
una parte del mondo letterato: Spencer, me generalmente usitate da gran pezza a
Le Clerc e Michaelis. Altri scrittori, come rappresentare le cose repulate come san

it Grozio e Marsham , tuttoch avviatisi te? Cotali forme, di fatto, sono dalPerror
per to stesso cammino, non vi si manten
nero in maniera cosi assoluta, o si occu

medesimo sciolte dal corteggio didee pro


fane che seco trae ciascun simboto novel
paron pochissimo del Pentateuco.
lamente santicato; perci non fu punto
Lopera De legibus Hebraeorum ri cercato di cavare contro it battesimo in
tualibus quella in cui to Spencero fece duzioni sfavorevoli datPuso delle ablazio
it riassunto de suoi lavori sul Pentateu ni o lavande sparso appo gli Ebrei e tutti
co. Avea questo scrittore una mente al gli altri popoli delPantichit. Ma to Spen
tutto simite a quella che manifestasi a cero non poteva arrivar a comprendere

PE

PE

429

it punto essenziale, cio la diversit delto averta egli messa fuori per ironiam, in
spirito. La legge delle cerimonie per lui tanto che i lettori maturi per la veril
un corpo senianima. Accorda egli, per
verit, a certi riti una, ragion mistica e
tipica, ma soto per pochi la una tal con
cessione; anzi, se diasi retta a lui, que
sta ragion mistica meramente subordi
nata n costituisce to scopo principale.
Finalmente, ne casi in cui it senso spiri
tuale manifesto , la spiegazione londasi
tuttavia sopra motivi al tutto esteriori. llla
in generale ogni differenza tra gli usi de
pagani e quelli degli Israeliti che tor cor
rispondono in apparenza, agli occhi delto
Spencero, nulla. lddio ha preso le usanze
paganesche quali erano e le diede per pas
satempo a quel popoto rozzo , che altri
menti avrebbe cercato it ditetto suo al

divenisser capaci di trovarta da s stessi.

Non abbiamo per prove certe che to


Spencero abbia scorte le conseguenze della

sua opinione; ma ci inditfferente ai no


sttro scopo, bastando a noi si comprenda
che coteste conseguenze erano reali e
chegli, ponendo un tal iondamento,apriva

a s stesso mitle strade conducenti del


pari a negare Pautenticit del Pentateuco.
Come sottrarsi, p. e. al seguente razioci

nio? Se tale la legge rituale deLmosai


smo, lddio non pu essernePautore; Mos,
che la dice rivelata, non possibite sia
un messo di Dio; impossibite che la pro

videnza abbia avvatorato la missione di


lui colPinspirargli profezie e operare per
trove; it che Pautor nostro non teme das mezzo suo prodigi. ll Pentateuco, che
serirc senza un riguardo al mondo. Parta tanti gliene attribuisce, non devessere
egli dapertutto del rituale mosaico coi una storia autentica.
modi pi sprezzanti; cosa ben naturale
Lo Spencero, inoltre, non si contenta
in chiunque non ha chiesto al Signore gli di trre alla legge rituale la sua signi
mostrasse i portcnti della sua legge, e non canza pi intima e it suo carattere divi
pol quindi dal Signore essere esaudito; no: ei cerca, per quanto pu, di scemare
cosa ben naturale almeno per cotoro i alla parte morale della legistazione mosai
quali sono appien convinti della propria ca quel chessa contiene di pi sublime:
capacit per non inferire immediatamen quindi slorzasi di provare non essere it
te, altorch non veggono una cosa, che decatogo la sostanza stessa della morale ,
questa punto nonesiste.
ma essere stato meramente destinato a
Ognuno di leggieri comprende come una impedir Pinvasione duna gofla idolatria.
si falla inettitudine esegetica condur do
Grande oltremisura fu Pe-etto prodotto
vesse a negare Paulenticitt. Se le leggi dal libro delto Spencero, e ne fan prova le
cerimoniali di Mos veugan riguardate co molte edizioni e contratazioui uscitene in
me contrarie al culto che dssi rendere Olanda e in Germania. Neppure i suoi pi
a Dio in ispirito e verit; se, lungi dal dotti avversarii conobbero it lato ,giusto
Pessere una preparazione ad esso culto , da cui assalirtto. ln cambio dappliearsi alla
non altro fan che celartto sotto un denso ricerca ponderatae luminosa del senso
veto, sotto iorme disacconce, it sommo simbolico e tipico racchiuso nella legge ri
della stoltezza it derivarte da Dio. Ben tuale e dare per tal modo risalto al belto
pi ovvio it credere essere elleno pas di cotal legge, sfassunsero Pinutit fatica
sale dai pagani agli Ebrei pel corso na di provare che gli Ebrei non avean de
tural delle cose, tanto pi che lddio non rivate le forme esteriori del proprio culto
parta alfatto di cotali pretese inezie, come da pagani, ma che la bisogna era andata
se realmente inezie fossero asuoi occhi. appunto al rovescio. Linterprelazione ti
Le pone egli anzi piuttosto a lato della pica continu ad esser considerata sicco
legge morale, minaccia, commanda se ne me arbitraria, qual era gi da lunga pez
punisca con tutto rigore la violazione. Per za; e quesPultimo fatto pu in parte va
questo rispetto dovrebbesi adunque accu ler di scusa alto Spencero.
sarto di pia frode: e questo fa to Spen
Al dottor inglese tenne dietro it Le clero
cero, onestandola col nome di condescen e ne le sue le ipotesi senza per nulla
denza; giunge anzi inno a dire in non nobititarte. ll modo superciale di giudi
so qual luogo che lddio potrebbe essersi care proprio degli arminiani in generale
preso giuoco del suo popoto e avergli in palesasi in lui portato al massimo grado.
giunti i sacrizii per ironam. l contem Nella mente sua mira egli manifestamente
poranei delto Spencero che ne impugna al deismo. Quanto va oltre bidea astratta
rono la teoria fanno notare quanto sia da lui iattasi di Dio taccia dantropomorti
bassa Pidea di Dio che serve di base alla smo eantropopatismo: a lui pare non altro
ipotesi di lui. QuesPidea infatti talmente esservi da rompere che una pura scorza;
grossolana che sarebbesi tratto acrcdere e non sospetta n manco la sua idea astrat
BERGIER. Vol. VI.

54

430

PE

PE

la risolversi essa medesima nel pi gros


solano antropopatismo e nelPantropomor

esso a lungo andare esser considerato sic


come storia vera, e doveva chi appena
smo pi assurdo. DalPaltezza religiosa vi ponesse mente sentenziartto inevitabit
in cui si mette nesuoi sogni sguarda con mente caduto.
occhio di compassione i santi e gli scrit
Sarebbesi tentato a credere essere stata
tori sacri di guaggi. Gli agevol cosa it intenzione del Le Clerc di volgere la Scrit
comprendere che una simite tendenza riu tura in deriso e insinuare, colPinventario
scir dee a negar Paulenticit dun libro delle assurdit comportate dal senso stto
quale it Pentateuco.
rico, doversi questo gitiar da parte. Ad
A di nostri potrebbesi scambiare it Ge ogni modo, se non fu questo per parte sua
senio pel Le Clerc redivivo. Gi avea que un disegno determinato, e fu almeno un
gli cominciato ad avvedersi come Pad0t sentimento di tal natura che gli dett le
tare i fatti poco saccordasse col punto di parole in cui usci. NelPopera: Sentimenti
vista religioso in cui sera coltocato; e ne di alcuni teologi olandesi sulla storia
fan prova gli sforzi, rari a dir vero, da delfantico Teslamento, di Ricardo Si
esso lui fatti a n di spiegarti e costrin mon (Amsterdam i685), combatte Pauten
gerti a rientrare nel dominio della natura. licitt del Pentateuco facendosi forte su
Una condizion necessaria per credere i alcune supposte tracce di tempi pi mo
miracoli it riconoscere che it corso or derni e su pretese contradizioni stori
dinario della natura ha sue leggi da Dio: che; n it ritrattarsi che fece su tal pro
or questa condizione mancava al Le Clerc; posito nel suo Commenlario senza so
quindi che i miracoli si mostran sempre spetto. Che che ne sia, difcitmente pu
nella sua esegesi come un fatto senza cau credersi che gli argomenti su cui facea
sa, come cosa strana, ed assumono una fondamento abbian potuto essi soli indurtto
forma presso che grottesca. Tutto ci che a un partito per quelPepoca si arrischiato.
presenta un senso profondo gli reca sgo Bisognava che altre considerazioni des
mento; sgomento di cui mal si saprebbe sero importanza a que motivi, de quali
dar ragione soltanto colPaccusare inelti senza ci sarebbesi di leggeri scorta Pn
tudine al comprendere, avendo esso ben sufcienza. La per sempre cosa cer
sovente per causa manifesta it timore, ta chera stoltezza it persistere in una si
caso che savvenisse in un senso profon fatta esegesi quando it tempo ne avea po
do, dabbandonare una spiegazione natu sto in chiaro le conseguenze e sostener
ralee conceder quindi alla Scrittura qual ci non ostante Pautenticit del Penta
cosa che pertenere non le pu fuor del teuco. A buon diritto perci reca stupore
Pipotesi della sua santit. Il perch stu vedere it Rosenmuller uscire in campo
diasi egli a qualunque costo a disfarsi de a difesa di quesPautenticit, quel Rosen
testi comprovanti che it particolarismo muller che nella sua critica non si alz
israelitico non era nel suo principio Pop dun dito al disopra del Le Clere, ma ne
posto dellmniversalismo, anzi n era la fu in tutto it plagiario.
base e it preparamentto, e che se la pro
Alcuni brani del trattato De lingua
videnza concenttrava Pazion sua sur una hebraica compiono it ritratto che dobbiam
sfera ristretta, ci avveniva per giugnere farci del nostro esegeta, i cui commenta
ad abbalter ogni conne.
rii ebbero uninffuenza estesa del pari che
Ove sia mestieri ammettere un senso durevole. Coltocato su d un terreno al
poco probabite al modo di vedere pura tutto paganesco, viene quivi sguardando
mente naturale, siccome un tal senso con gli scrittori sacri dalPalto di sua gran
durrebbe it nostro autore sur un terreno dezza: neppur savvede egli del tor belto

per lui disagevole, non vi si pu risol

sublime, siccome affatto interiore, n tro

vere ed ama meglio offendere goffamente


le regole del linguaggio. Talvolta la sua
incapacit per Pesegesi teotogica va oltre
ogni credere. l ritievi che fa intorno al

va in essi alcun merito di forma: s egli


avesse sortito la fantasia e la sensibitit
di Herder, avrebbe almeno, come questo
gran poeta, accordato ai libri inspirati un
modesto seggio a canto della moderna let
teratura; ma non fu cosi, e, notisi bene,
le temerarie sue interpretazioni fondansi,
che che ei ne dica, non pur sugli acci
denti della forma esteriore, ma su espres
sioni strettamente attenenti alla sostanza
stessa della dottrina: scorgesi dalle mede
sime come nulla ci si conoscesse di essa

racconto della caduta delPuom primo dn


no a conoscere in modo palmare come
un esegesi di tal genere apparecchiar do
vesse in via diritta le menti alPinterpre

tazion mitica ed al negare Pautenticit del


Pentateuco. Quel racconto viene da lui
trasformato in una goffa caricatura: ravvi
sato sotto colate falso aspetto, non poteva

PE
dottrina e questa non to scaldassc meno
mamente.
Successore al Le Clero fu G. Davide
Michaelis. Ci qui mestieri chiamar ad
esame in guisa affatto particolare it suo
Dirilto mosaico del pari che le sue Os
servazioni per gli letterati. L inusso
del Michaells sorpass quelto del suo pre
decessore: Pesegesi di quesPullimo fu, di
fatto, considerata piuttosto generalmente
siccome quella dun totogo profano che
sol nelle cose di sua spettanza aver do

PE

43|

servigio che crede aver prestato alla cau

sa della religione son fali da far frequen


temente sorridere. a Mos, dice egli, rend

si faltamente onore alla massima - il ne


santica i mezzi - che si giov spesse
ate della religione per giugnere al presso

scopo. n Proibisce Mos p. e. ll far cuo


cere un capretto nel latte della propria

madre; sapete perch? Perch. da valen


tuomo qual era, indur voleva it suo stu
pido popoto a cuocere i capretti non gi

nel burro, cosa spiacente al gusto, ma si


veva autorit. it perch Pesegesi teotogica nelPolio, condimento assai pi gradevole.

degnavato appena dun guardo di sprez


zo e continuava Popera sua senza pun
to inquietarsi. Mostravasi essa per altro
incapace a prestare ritevanti servigi, e per
questo motivo non valse ad attutire Pa
zion religiosa del Le Clerc. AI Michaelis,
per contrario, venne fatto di render la sua
esegesi presso che dominante,di sorte che
i risultamenti a cui giunge ponno repu
tarsi come ricevuti communemente alPe

Egli pur vietato nella legge it mangiare

it grasso e it sangue, e ci sotto cotore


che tali oggetti son riservati agli usi del
culto, dal che vengono santicati e con

secrati; it vero motivo per sollanto


perch Pabitudine di mangiar bocconi
grassi e Puso della grascia bollita, cotta
al forno o fritta , torna nociva a un po
poto appo it quale sono epidemiche le

malattie cutanee. Il Michaelis poi tut


poca della crisi. Le opposizioni che tor si Uinsieme P avversario del diritto divino
facevano eran volte in ridicoto e in gran e it difensore del potere illimilato del

parte a buon dritto, non ci essendo cose Pautorit temporale. Questo, a udir lul,
pi goffe, pi acche, pi rancide di quel sussiste per grazia del popoto, e per que
le. lllichaelis, possiam dirtto con franchezza, sto titoto ha diritto di commandar tutto
togliendo agli scritti biblici le basi delPau a chi che sia, laddove it diritto divino

tenticit, rec a questa pi pregiudizio sempre circoscritto e chiuso entro umi


che non cotoro che Pimpugnarono poscia
alPaperta; e indarno, dopo aver distrutta
la radice delPalbero, ebbe combattuto con
ardore cotoro che sattaccavano alla scorza.
Nelto interpretare it Pentateuco, assu
me egli sempre le parti dapotogista: agli
assalti dedeisti inglesi e degli atei fran
cesi contrapone P eccellenza della legge
mosaica; ma, non valendo a comprendere
cotale eccellenza, viene spogliando Mos
del merito reale che gli si avviene e un
altro gliene attribuisce da quelto scrittore
non mai ambito; oltre che lul supposto

certa sfera. Il nostro autore presta a Mos


cotesta opinione derivata dalPatelsmo mo
derno e in tale ampiezza che diviene stol
tezza e ridicolaggine.
Scorgesi dapertutto com egli paventi
ritrarsi dal terreno che ha commune co
suoi avversarii non solamente per paura

si fatti principii a Mos, to faceva discen

ci che forma P essenza della teocrazia.

che non gli tengan dietro pi lungi, ma


si e sopratutto perch savvede egli stesso
di non trovarsi bene fuor che su esso ter

reno. Con ci prepar egli a proprii av

versarii un trionfo agevole su tutti i punti


che non ponno giusticarsi fuor che agli
merito serve pi a render sospetto che a occhi di chi ha un vivo sentimento della
porre in chiaro it suo carattere Pinviato Divinit. Partendo dal punto di vista na
di Dio. Ove si adottino per vere le itlazioni turale, tutta la sua sagacia ed acutezza
di lui, Mos sar presso a poco un uomo divenivano a lungo andare insufcienti a
simite al cavalier lllichaelis. 0ra,a noi pare coprire la sua acca esegesi; e colle con
supremamente inverisimite che fosse sta cessioni che faceva cercando di spiegare
to sostenuto per via di miracoli e pro le cose sopranaturali dava a credere che
it sopranaturalismo non fosse in grado di
fezie.
Le massime politiche del lllichaelis non difendersi. Egli impugna it diritto divino
avean germogliato su terreno cristiano; degli lsraeliti alla Palestina e con avvo
aveale egli prese dalla politica atea di cateschi sosmi si sbraccia inutitmente a
quel tempo, era stato alla scuola di scrit provare it diritto umano- che aveano a
tori francesi. Prestando senza pudore di quel territorio. Non sospetta anzi tampoco
dere in una combriccola nella quale aspet La decisione fatta per via degli oracoli,
tavasi di trovar tutPaltro che un messo la presenza di Dio in una nuvola, ec., fe
di Dio. La danza con cui egli favella e it nomeni esteriori coi quali dovette farsi

PE

PE

palese it regime divino, vengono da lni


quasi per intero ristretti al tempo di lltos,
e passi cosi staccati si mostrano sotto un
aspetto cotanto strano e ilnprevisto da non
avere potuto sostenersi contro gli assalti
della interpretazion mitica. A proposito
del passo delPEsodo, xix, o, dove Israele
chiamato regno sacerdolale, esce in
questa osservazione: u Questo modo des
primersi par derivato dalPEgitto, ovei
sacerdoti godeano di grandi privitegi, pos
sedean terre esenti da qualunque tributo

credenza alla spiegazione naturale de


miracoli, poi alla negazione delPautenti

432

cit, anzich subitanea, fu lenta e quasi

insensibite. Avrebbegli perci dovuto ve


nir a guerra aperta colPopinione , e ci
non poteva n voleva fare, per essere an
cora affezionato alla vecchia fede, sia per
educazione, sia forse per un avanzo di

piet, sia nalmente a cagion delto spi


rito dominante in generale uelPepoca pi
feconda di sua vita.
Per stretto che sia it legame tra questo

e venivano di pi mantenuti a spese delto tralignare delPesegesi e it negare Pauten


stato. n Come mai avrebbe potuto ricono
scere Pessenza del Dio storico, del Dio
abitante in mezzo al suo popoto, colui che
aveva idee si scarse intorno al popoto di
Dio? Lantinomia tra Pantico 'Icstamento

e it paganesimo da lui sempre consi


derata superclalissimamente, non altro
scorgendovi che Popposizione del mono
teismo al politeismo. Lo scopo nale della
legge per lui uno scopo negativo, quelto
dimpedirPidolatria.Smarrisce egli al tut

to di vista to scopo positivo, ctf quelto di


produrre una viva coscienza di Dio. Con
tmidea si poco elevata della natura stessa
della religione mosaica, cosa naturale

ticit, di potenti cagioni ci non ostante


fu mestieri perch nelP ultimo quarto
del secoto XVII, si facesse passaggio dal
Puno alPaltro e questo passaggio divenisse
presso che generale. Ove state non fos
sero tali cagioni, questa fatal conseguenza
sarebbe stata arrestata dalla forza delPa
bitndinc oppure sarebbesi operata una
reazione nel dominio delPesegesi stessa.
La degradazione progressiva di questa
scienza addita bastantemente Pesistenza
di tali cause preparate da lunga pezza
nel sitenzio. E tal rlegrndazione non era
gi accidentale, perocch aveva essa sue
radici in uno spirito nuovo it quale an

che non la vegga volentieri reclamare de dava ognor pi propagando e pigliava


diritti. Perci studiasi continuamente a ogni di coscienza del suo avvenire. La ne
trovare uno scopo dietetico medico, uno gazione delPautenticit non poteva perci
scopo di polizia od altro simite in ogni
legge rituale molesta o gravosa, e a far
vedere che i leviti, vuoi come medici,
vuoi come agrimensori o ingegneri, avean
diritto a degli emolumenti i quali sareb
bero altramente stati fuor di modo consi
derabiti per semplici ministri della re
ligione. Ma ecco un altro esempio che ser
ve a meglio chiarire quanto poco fossegli
persuaso delP importanza della religione.

NelPAppendice alla religione di Mos,


nel giornale dAmmon e Berthold, t. IV,
studiasi di provare che molti de servi
di Abramo doveano essere stati circoncisi
inanzi Pepoca in cui lddio prescrisse un
tal rito a quel patriarca; infatti, a detta
sua, se la bisogna fosse stata daltro mo
do, ogni lavoro sarebbesi trovato inter
rotto almeno per otto giorni, n si sareb
be potuto condurre ai pascoli le greggie.
Merita tuttavia dessere notato come it
Michaelis, partendo dal suo punto di ve
duta naturalistica, non abbia messo mano
sulPinsieme del Pentateuco e non stasi
provato a darne una spiegazion naturale
che ne luoghi in cui era stato preceduto

dipendere soltanto dalP alterazione del


senso; anche to spirito del secoto dovea
direttamente inuire su di essa.

A un epoca pi antica erasi professala


gran riverenza al passato e perci stesso
alla tradizione storica; riverenza che na
sceva in generale dalla umitt. Assalendo
con soverchio fuoco it passato, sarebbesi
creduto davera distruggere le radici della
propria esistenza. Non si pretendeva for
marsi senza modelto e unicamente da s
stesso. llla cosi in questa come in ogni altra
cosa Pabuso e Pesagerazione serano ap
presi a un buon principio. Non difetta
vasi di uomini che esercitassero la critica
storica con mente seevera affatto da pre

gludizii; nondimeno erasi avuto un ec


cessivo rispetto per tutto quelto che pre
sentavasi sotto it titoto di storia. Si ricu
sava soventi volte dentrar nelle vie della
critica per una segreta paura del dove
andrebbero a metter capo.
Questo rispetto per la storia venne sem

pre pi indebolendo nella seconda met

del secoto XVII, prima in Inghitterra,


Olanda e Francia, poscia in Germania, sa
dal Le Clerc (p. e. nel c. xiiv delPEsodo). lito che fu al trono Federico II. In que
Del che per altro facite dar ragion, ove sPultima contrada, destata che si fu la
ritlettasi che la transizione dalP antica tendenza alla negazione, rivesti una forma

PE

PE

pericotosissima; per un sentimento per


sonale dorgoglio,quanto pi saveva fede
nella sua superiorit sul passato, tanto
credeasi aver ragione di trattarne senza
riguardo veruno i monumenti. In ogni caso
avvisavasi daver sol poche cose da per
dere, e la tracotanza andava crescendo
man mano che si giugneva a distruggere
alcun edizio venerato degli antichi. Al
fracasso delle rovine si rispondeva con
grida di trionfo. Arrogi inoltre che P a
more andava esso pure scemando, Pamore
che ha it poter d estendere, d allargare

tura profana; se questa falsa tendenza non


distrutta per intero, soltanto per appo
un piccol numero di scrittori se ne osser
vano i sintomi. l crilerii esterni han ri
cuperato una parte de toro diritti, e si
tratta meno francamente rispetto a cri
terii interni. Prima di dar giudizio, si
procura di capire. in mancanza di motivi

la nostra individualit colPadozione delle


individualit straniere; e insiem con que
sto amore smarrivansi le forze delPintel
letto; reputandosi aver dritto di riutare
che che non si era capace di compren
dere.
Questo general cangiamento nella dis
posizion degli animi rispetto alla storia
debbe aversi presente ogni qualvolta si
ricerchino le cagioni del discredito in cui
son caduti i Libri Santi,in ispecie it Pen
tateuco. La questa unosservazione gi
fatta da altri: tutto quel che si applica
specialmente a questi libri fondasi sopra
unidea generale: i sistemi, p. e.,inalzati
contro Omero sono una produzione del
medesimo terreno su cui germogliarono
le ipotesi contraposte alla Scrittura sacra.
u Fu creduto, osserva egregiamente to
Schubarth, poter indagare nel fondo pro
prio quanto compone e mantien la vita.
La tradizione, nella quale erasi iniino al
tora stato avvezzo ad attinger consigli,
schiarimenti, educazione, dottrina, do
vette naturalmente scadere assai in cre
dito ed importanza. Uno spirito di con
tradizione violento, temerario insino al
Pilnpudenza levossi sempre pi contro di
essa; e questa tendenza alPisolamento, che
cerca disfarsi dun molesto freno in quanto
a Libri Santi, s attacc in appresso a
qualunque specie di tradizione per gittar

433

pi serii , P orgoglio ne induce (non fos


saltro, per cangiare) a rifabricar ci
che Porgoglio ha demolito; col tempo si
viene a restituire a ciascuno quanto gli
si avea indebitamente tolto. A chi non
noto Paspetto che presero, in quesPultimi
tempi, le indagini intorno ad Omero? Una
essenzial differenza passa tra gli antichi
rappresentanti delto scetticismo e quelli
doggidi. Dove i primi non altro scorge
vano che disordine e caso, ravvisano que
sti unit profonda , organico complesso.
Ma P opposto avviene rispetto al Penta
teuco, contro it quale si va perennemente
rimettendo in campo la stolta obiezione
della sua composizione a pezzi....
Si era negato che il libro ottavo della
storia di Tucidide fosse lavoro di quelto

scrittore a motivo della differenza che


tra detttolibro e gli altri. Secondo it Nie

bubr, gli questo un tagliare it nodo gor


diano, un giudicare a capriccio e poco
assennatamente. u Io son davviso, dice
gli, esser questa anzi una prova del per
fetto sentimento delle convenienze pro
prio di quelto scrittore. A quella guisa che

it far maestevolee dignitoso va sempre pi

crescendo insino al momento della cata


strofe avvenuta in Sicitia, anche la nar
razione piglia unaria differente da che la
storia stessa vien perdendo di sua gran
dezza... Tucidide avr ripigliato to stit
dignitoso verso it nir della guerra e du
rante la tirannide; ma it tempo dei lun
ghi patimenti, in cui la totta era per anco
indecisa, dovea narrarsi con maniere pi
modeste. Quanto non ella pi facite a
la affatto dalPun de lati. n Ides sur Ho spiegarsi, col mezzo decriterii interni, la
differenza d esposizione indicata tra it
mre et sur son sicle.
Le cause generali per noi indicate son Deuteronomio e gli altri libri del Penta
ben tontane dalto spiegare compiutamente teucol Quanto poco torna necessaria ri
gli assalti mossi al Pentateuco; esse ponno guardo a questo libro la sagacia qui svi
far concepire la negazione della sua au luppata dal Niebubrl La causa della diiie
tenticit come una pretension passeggera, renza in discorso si presenta da s stessa
come un tentativo dindividui isolati, ma a qualunque mente non preoccupata; e se
non danno ragione della pertinacia onde la si rigetta senzaltro, se vuolsene addirit
si dur in tal negazione e ancor meno tura inferire la diversit degli autori, gli
delPimmetiso vantaggio ottenuto da si te manifestamente perch operan qui de
gli interessi alla letteratura profana del
meraria impresa.
,
E valga il vero, it periodo del dubio tutto estranei. Crediamo poter affermare
appien deliberato e su ogni punto fu sol che se una critica puerite ed arbitraria
di corta durata nella sfera della lettera qual quella del Wette tosse stata volta con

434

PE

PE

tro un lavoro sciolto da ogni carattere re reperto. Non appena si riebbe egli del
ligioso, avrebbe sot servito a procacciare dispiacere che cagionar gli dovette la con
a quelPesegeta la trista celebrit dun Ar fessione del proprio errore, confessione
duino. Suppongasi parimente che Valke chei non pot pi dlfferire quando Boeck,
avesse giudicato acconcio Pesercitare la Kapp e parecchi altri ebbero scoperta la
propria sagacia non sul Pentateuco, ma frode; non appena sera apparecchiato a
sopra Erodoto, per esempio; it suo libro far dimenticare quelto sbaglio con impor
sarebbe indubitatamente caduto nelPoblio tanti lavori paleograci, che diede in ben
appena uscito dalla mente del suo autore. altro impaccio. Quel che gli era antece
Non pochi di cotoro che negano alla dentemente accaduto per poche righe gli
mente Pautenticit del Pentateuco danno avvenne poi per un libro intero. Qual di
a divedere in altrc occorrenze una mara stanza dal giovine allievo in medicina di
vigliosa incapacit alla critica storica. In Brema Wagenfeld al vetusto Sanconiato

pi dun caso li trovi disposti ad ammet


tere Pautenticit cosi facitmente e sopra
motivi cotanto leggieri che mai no l seppe
fare verun esegeta delPantichit, e ci ne
chiarisce come la proclivit del nostro se
coto alto scetticismo basti per dar la so
luzione del nostro problema. ll Volney
p. e. nega, con audacia degna di Voltaire,
al Pvntateuco qualunque fondamento sto
rico: al capitoto XIIV delle sue ricerche
sulla storia antica mette in fronte questo
titoto beffardo: Del personaggio chia
mato Abramo. E con tutto ci, al tempo
medesimo, non esita a farsi forte delPau
torit del preteso Sanconiatone, a cui la
critica delle et meno vantate per sapere

ne! Se gi rischioso era it salto da Wa


genfeldt a Fittone, quanto pi rischioso
era da quesPultimo a Sanconiatone!
Dal n qui detto possiamo conchiudere
che la sotuzion del problema posto in
fronte a questa dissertazione dee trovarsi
tutPaltrove che nel dominio commune a
qualunque letteratura; ma rechiamne an
cora unaltra prova di non leggier conto:
it giudizio degli storici moderni sul Pen
tateuco, come pur quelto dei dotti non ver
sati in teotogia, sostanzialmente diverso
da quelto de teotogi, intendiamo di que
teotogi protestanti che si assunser Pinca
rico di surrogar la tosoa al cristiane
simo. La ragione di questo fatto che it

ha, da gran pezza, tratto gi la maschera; teotogo chiude gli occhi a tutto tinch ab
giovasene come d una solida malteveria
ed halla qual pietra di paragone su cui
debbon consentire d esser posti a prova
gli altri monumenti. Scrittori venuti gran
tempo dappoi, quali Nicola di Damasco,
Alessandro Polistore, Artapano, i cui rac
conti maravigliosisono evidentemente una
ripetizione e nulla pi della tradizione
ebrea, e quindi nessun vatore hanno per
s medesimi, sembrano a lui tuttavia di
gran ritievo e tali da fornir armi contro

la veracit della storia santa. ll critico te


desco che meglio riusc a dissimular Pin
teresse teotogico ond era preoccupato,
quegli che ha potuto, con fondata spe
ranza di buon successo, chiamare ingenua
Paccusa mossagli di preoccupazione do
gmatica, Gesenio insomma, mostr agli oc
chi di tutta Europa come gli sarebbe stato
agevole it riconoscere P autenticit del
Pentateuco, se la cosa avesse dovuto de
cidersi unicamente al tribunale della co
scienza istorica. Ei cadde alla prima in
un laccio tesogli per burta da un autor
francese, dando per antica e scoperta di
fresco uniscrizione di recente fattura. it
Gesenio riconobbe in della iscrizione un
documento importante per la storia del
gnosticismo e dett su essa un commen
tario De inscriplione nuper in Cyrenaica

bia esaminato qual relazione stavi tra uno


scritto e le suc proprie presupposizioni
teotogiche e come tutto saffaccia bene o
mate con toro. Lo storico, per opposto,
anco quando ha communi con altri esse
presupposizioni, non ne rimane general
mente schiavo al punto di lasciarsi indur
re ad offendere la sua coscienza storica
e tradire la storia. La cosa di tal ritie
vo da indurci a mostrar questa differenza
di condizione con qualche esempio. Anche
a di nostri it Pentateuco avrebbe la vit
toria e sarebbe universalmente ammesso
siccome autentico, se avesse a far soto
colla esegesi istorica e non avesse a te
mere che gli effetti della propension ge
nerale alto scetticismo. Ci risulta ad evi
denza dai fatti che verremo sponendo.
llla , per ben sentire la cosa , e bisogna
rammentarsi sopratutto avere i teotogi
fatto ogni sforzo per cangiare it punto di

veduta agli occhi degli storici che, per


non conoscersi di lingua ebraica e perla
grandezza detPargomento abbracciato, tro
vansi per pi rispetti sotto la toro dipen

denza. Otttreci, si fatti storici senton sem


pre alcun poco Pinusso delle presuppo
sizioni teotogiche che son proprie delto
spirito del tempo lc quali verranno da noi

pi sotto indicate.
\

PE

PE

Il modo con cui Heeren prese a consi

delle fabriche reali in Egitto, per nome

435

derare it Pentaleuco tale da attirarsi to

Rochser. Lautenticit degli scritti mo

stamente la nostra attenzione. Egli schiv,


non ha dubio, a disegno di spiegarsi su
questo libro in maniera precisa e compiuta.
Questa cautela stessa una chiara prova
della difdenza inspiratagli dalle indagini
de teotogi. Senza laciarsi abbagliare dalla
franchezza toro, vuole egli aspettare qual
sar to scioglimento del processo. in quel
io che giunto a sua cognizione nulla
egli scorge per cui constderar debba Pac
cusato siccome colpevole. Il grido Cruci
ge, levato da teotogi, non to sconcerta
menomamente. in tutte le sue opere tu
non iscontri un sol passo che accusi come
sospetta una data storica del Pentateuco.
Quandei to cita, it che avviene spessis
simo nel volume delle Idee, che tratta
delPEgitto,giovasene come di fonte al tutto

saici debwessersi di frequente presentata,

sotto uno aspetto assai favorevole, alla


mente di colui tche, a nostri giorni, fa
cosi partare in favor suo questo testimo
nio uscito dalla tomba.
Dopo PHeeren ci scontriamo in Gio. de
Muller. Questi riconobbe sempre Pauten
ticit del Pentateuco; anche prima del
compiuto svolgimento delle sue opinioni
religiose, dichiaravasi egli convinto su

questo articoto. Iiautenticit era un fatto


gt confermato dalto storico quando non

aveva per anco ottenuta la fede del cri


stiano. Lo spirito suo non era formato ai
crilerii interni; onde si spiega di leggieri

ci che pu parere una difcolt. Hist.

uniia, t. l. La legge rituale, nella quale


alcuni teotogi avvisarono scorgere un do
sicura. Nella Storia delfanlichil, edi cumento delPastuzia sacerdotale, un cor
zione 4. confessa per istoricamente ve po di massime formolate in un tempo in
ricati i principali fatti del Pentateuco. cui to spirito religioso era scomparso, la
Parimenti nel novero che fa delle sorgen legge rituale sembra a lui al tutto degna
ti della storia egiziana, osserva che quan dun inviato di Dio, interamente conforme
tunque i racconti di Mos non compon al genio di Mos ed al carattere del suo
gano una storia connessa, contengono tut secoto. c Quel legistatore, dicegli, vi con
tavia una esatta pittura delto stato in cui sacrava una grande allegoria in azione.
trovavasi Pl-Igitto. Vien poscia additando Nel mentre la semplice legge fondamen
come oggetto duna esposizione orale sus tale non comprendeva che it rinovamento
seguente u Pimportanza e i vantaggi delle della fede degli antenati colP aggiunta di
relazioni ebraiche in quanto puramente alcuni avvertimenti, la legge rituale occu
storiche. n Ma notevole sopratutto una pava costantemente it popoto, facendo vi
dichiarazione recentissima delPlleeren in va impressione su tutti i sensi di lui. Che
un annunzio del tomo ll delPopera data Mos abbia con commentarii schiarita la
fuori da Bosellini intorno alPEgitto. u Non signicanza di cotali pratiche, che que
possiamo, cosi egli, dar ne a quesPan sta signiticanza sia stata trasmessa dagli
nunzio senu manifestare it desiderio che antenati, cosa verisimite, e se ne veg
it capitoto della pag. 274, 7o, colla rela gon tracce. Tuttavolta eravi ragion di cre
tiva tavola dellAttante, Monumenti ei dere che nelle cose essenziali una tal si
vili, n. 4o, che rappresenta la prepara gnicanza non isfuggisse agli uomini di
zione demattoni, venga assoggettata al qualche levatura. l, Va egli eziandio al
critico esame imparziale di qualche dotto trove togliendo delle pietre dinciampo
orientalista. Se questo monumento rap dal teotogi disseminate sul cammino. Nelle
presenta i lavori de gliuoli dlsraele du sue Osservazioni sul libro di Mos, no
rante la toro schiavit, riuscirebbe del pari la p. e. le ripetizioni esser proprie del
importante per Pesegesi e per la crono P indole de tempi antichi. u Da che,
togia; per la prima, perch sarebbe una prosegue, si pon mente alPaltezza delto
prova palmare delPalta antichit degli scopo , le ripetizioni non arrccan noia;
scritti mosaici e segnatamente delPEsodo, ogni cosa addita quelto scopo. Fu da al
ne cui capi I e v vengono fedelmente che cuni teotogi dichiarato anacronismo pa
nulla pi descritti cotali lavori anche ne tente it voler conservar tuttavia come sto
menomi accessrii; per Paltra, perch, es rica la lista de popoli che troviamo al
sendo stato costrutto sotto la diciottesima c. x della Genesi. Egli, alPopposto, dichia
dinastia e durante it regno di Totomeo ra i detti passi esser geogracamente veri,
Meride, i740 anni inanzi G. C., porgereb e la storia universale dovere aver suo co
be in tal guisa date certe per la storia minciamento da esso capo. , Le quali os
tanto profana che santa. Stando alle iscri servazioni chiariscono inoltre non potersi
zioni coltocate, com duso, al disopra spiegare la sua convinzione delPautenti

delle gure, it sepolcro dun intendente cit del Pentateuco, riversandola sopra

436

PE

PE

un pregiudizio noto accidentalmente appo


toro e mantenuto vivo dalPignoranza, ma
esserlamedesima piuttosto it risullamento
di profondo ed improbo studio. Se la com
posizione del Pentateuco giusta le vedute
istoriche realmente meschina qual vuolsi
da qualche teotogi, egli forza cacciare it
Muller dal novero de nostri grandi storici.

annali del suo miracotoso governo, cio

Anche Luden d a vedersi poco dispo


sto ad accoglier ciecamente le itlazioni
delPesegesi razionalistica. Confessa aper
tamente avere it Pentateuco prodotto in
lui un effetto ben altro da quelto che ne
teotogi; e se non ardisce porsi palese
mente e su tutti i punti dalla parte con
traria a toro, sentiva nondimeno studio
samente di far delle concessioni precise,

presentendo che la critica potrebbe di

it pi, vetustto monumento duna storia


scritta,non mantenneroit popoto fedele al
suo Dio. n
Wachler nel suo Manuale delVistoria
detla letteratura, 2.- edizione, t. I, cosi
sesprime: u Mos, autore della costitu
zion nazionale degli Ebrei, serv di mo
delto alle successive generazioni come
sovrano , come legistatore , come poeta
e storico. I cinque libri che vanno sotto
it suo nome sono antichissimi, ove se ne
giudichi dalla maggior parte demateriali
onde compongonsi, e appartengono al tem
po delPammirabiIe suo governom. Vi si
scontrano considerazioni sulle cose divine
ed umane, riessioni politiche, vedute
chiare sulPavvenire,Pespansioni dun sen

leggieri prendere un altro giro che glieli tire profondo. n - u La pi antica poe
farebbe rimpiangere. Nella Storia dellan sia degli Ebrei era epica; celebrava essa
tichil, 2.- edizione, Iena, i8ia, fa la se la creazione e la storia primitiva daitPu
guente osservazione. a Ove si rietta a man genere nelle sue immediate relazio
qual epoca e in che modo ebbero origine ni colla storia nazionale. Ebbe la sua for
questi scritti, se mai si dimentichi quali ma da Mos, che diede egualmente i pri
relazioni credean gli lsraeliti esser tra mi modelli della lirica poesia. Schtosser
s e Jchovab, se si pensa che non parta ammette anchegli P origine mosaica del
van de toro destini fuorch in conformit Pentateuco: origine chegli davviso ne
a tali relazioni, ponno, a dir vero, sorger gar non si possa, almeno rispetto alle parti

de dubii sulle particolarit de fatti; ma pi importanti.Storia universale delPan


voi avete per fermo sotto gli occhi Pan tichil.
damento complessivo de destini di quel
popoto. E nella pagina appresso: u Il
prodigioso moltiplicarsi degli Ebrei in
Egitto nelto spazio de 400 anni ivi pas
sati conforme al corso naturale; age
volmente si comprende la dura tirannia
cui dovettero aln soggiacere e Pardente
brama di riveder la patria, da toro non

mai dimenticata. n Pi avanti: u Savissi

Leo, nel suo corso verbale sulla storia


ebraica erasi alla prima pienamente sog
gettato alrautorit de teotogi, e questi
citavantto in aria di trionfo come un dei
toro con tanto maggior ragione perch era

di fatto it primo storico di qualche peso


che fosse ad essi venuto fatto d accalap

piare in tor lacci. Se non che cominci

egli dappoi a vederci per entro co suoi


mo provedimento fu la dimora nel deser proprii occhi e savvide che, mentre cam
to per 4o anni, e per esso ci vien mo minava studiosamente sulle tracce della
strato Mos in tutta la sua grandezza. , pretesa cabala de sacerdoti in Israele,
Poi: u La legge data da Jebovab agli trovavasi egli stesso avvituppato in Ger
lsraeliti pel ministero di Mos, in congiun mania da una cabala ben altrimenti reale
ture capaci di scuotere ed atterrire, una di ministri; altora dichiar apertamente
tal legge, promulgata successivamente e di non vi si voler sottomettere e rientr
poco a poco, merita altamente desser no nel dominio storico.
tata. Vuolsi profondamente studiarta non
De Rotteck sassoci si compiutamente
solamente per esser la pi antica e per alto spirito al quale i teotogi alla moda
Posservabite intima connessione che regna attinsero tor pregiudizii contro del Pen
nel complesso della medesima, ma ancora tateuco da non doverci recar maraviglia
e sopratutto perch prescrizioni forestiere it vedertto aver communi essi pregiudi
(egiziane) furono con alla sapienza accom zii in tutta la toro estensione: pur non
modale ai costumi e al carattere nazio cosi; gran differenza p. e. ci corre tra
nale degli lsraeliti. n Finalmente: u Qua lui e Welte. Nel prospetto. delle sorgenti
ranPanni passati da Israele nel deserto in delPera primitiva del mondo, Storia uni
mezzo a portenti e miracoli non eran ba vers., t. I, fa la seguente osservazione.
stati aconsecrartto al Signore. I sublimi u Non pu negarsi che it racconto del
cantici di Mos non riuscirono a conservar primo libro di Mos si differenzia da tut
vivo Pentusiasmo di lui per Ichovah; gli ti i racconti inammissibiti che si hanno

PE

PE

437

intorno la formazton della terra e la na ragione del negar Pautenticit del Penta
scita delPuomo (Sauconiatone, Zoroasko leuco, ci proveremo ad additare la causa

e generalmente tutti gli-storici orientali, di questo fatto.


chinesi, tibetani ad anche grecl).cosi per
Noi la troviamo nella propensione de
unesposizione conforme alla ragione ed tempi nostri al naturalismo; propensione
alle leggi eterne della natura come per che pur essa ha sua sorgente nella ton
una tradizione fedele. Questo documento tananza in cui al presente si sta da Dio.
mosaico, it quale pu inoltre per buone Ove un uomo nulla abbia internamente

ragioni dichiararsi pel pi antico che esi

provato che gli facesse sentire la pre

sta inttorno Pumona stirpe,dee quindi tro


var sempre approvazione e stima al tri
buuale d una critica puramente storica
che non ragguarda a punto religioso..

senza dun Dio vivente, ei studiasi cau


oellarne le tracce persin dalla storia. Dal
Pessere puramente naturale quanto in lui
accade argomenta che fuori di s tutto
debba esser avvenuto del pari natural
mente.
,
A fare puntelto a quesPopinione si re
carono in mezzo i pomposi vocaboli di
sviluppo progressivo, di perfezionamen
to umanilario, ec.; ma, per fermo, assai
tortamente. Non poteva it naturalismo es
ser considerato siccome un progresso se
non nel caso si fosse giunto , ne tempi
moderni, a spiegare, mediante le leggi della
natura, quelto che, per ignoranza delle
medesime, le trascorse et avean reputato
sopranaturale; ma questo non si veric

Alto stesso modo da giudicare della sto


ria delPuomo. Anche su questo articoto
iracconti mosaici son si evidentemente
preferibiti a tutti quelli degli scrittori pro

fani che non si pu negar toro-molta fe


de, almeno comparativamente. n NelPos
servazione sulle fonti della storia degli
Ebrei, u Noi non abbiamo, dice, sulla sto
ria di nessun popoto di que tempi rela
zioni del pari antiche, circostanziata e si
cure. Gli scrittori biblici da noi sopra
mentovati eran la pi parte, senza far
conto delnspirazione, testimonii oculari
degli avvenimenti che narrano; vi aveano
avuto parte, od almeno erano , attese le
toro relazioni, in istato di raccorre e pa
ragonar fra toro le tradizioni e i monu
menti che riferivansi ai fatti nazionali an
teriori al tor tempo. Cotesti libri rimon
tano alla culla, alla origine prima del po
poto ebreo; n pu di sconfessarsi esser
degni di fede in ci che concerne la con

puntto, ch, non ostante una pi estesa


cognizione della natura , quel che in an
tico passavo per sopranaturale bassi per
tale anco al presente. A partigiani del na
turalismo spetterebbe, inanzi tratto , di
mostrare che i nuovi campioni del siste
ma mitico avanzano in sapere quelli della

verit biblica: ma quale speranza di riu


scirvi?
1
Posciach caduto it discorso sul si
catenaztone sostanziale de fatti; ch per

le circostanze accessorie e per Pesposi


zione puramente metaforica la bisogna va
daltro modo, n
Agli avversarii del Pentateuco non ri
mase un sot partigiano tra gli storici mo
derni di qualche merito o reputati per
tali. La voce della coscienza storica ri

stema mitico , non sar fuor di luogo it


mostrar brevemente, contro i partigiani
di esso, non darsi miti nel Pentateueo. ,
La questione se ci sian miti nel Penta
teuco, questione che sarebbe parsa strana

ai protestanti medesimi da oltre unmezzo

secoto , venne risolta affermativamente


suonare non pu ove trattisi di Scrittura qualche anni fa da alcuni critici di Ger
sacra, quando manchi qualunque intelli mania; n dee far maraviglia, giacch ,
genza di cose sopranaturali, quando Pa dopoaver negata Pinspirazione de Libri
nima siasi fatta profondamente avversa Santi e consideratiti sotto it rispetto me
a tutto ci che vha di divino; concios ramente umano, natural cosa diventava
siach to storico altora si cangi in cattivo Passimitarti ai racconti delPaltre nazioni.
teotogo, sopratutto se sia stato intin da Ora, nelle storie degli altri popoli, avea
detto Varrone lunga pezza prima de mo
fanciulto imbevuto di trista teotogia.
ldeler, it pi itlustre cronotogista de derni razionalisti, ci ha tempi favotosi.
nostri tempi, consente nelP opinione de Appo tutti i popoli la storia da prima
nostri grandi storici intorno la questione oscura e incerta, poi mitica o allegorica
in discorso, non appagandosi, nel suo ealPultimo istorica: e perch questo fatto,
Manuale di cronologia, di supporre co se vericossi dapertutto , non sar acca
stantemente Vorigine mosaica della legge, duto anche rispetto agli Ebrei? La que
sta la ragion principale sulla quale fanno
ma asserendola in modo apertissimo."
Dimostrato che la tendenza generale fondamento i partigianidelPinterpretazion
del secoto al scetticismo non basta a dnr mitica.
Bsnoien. Vol. VI.

55

.u_w-.s mf-.-

438

PE

PE

Se non che l. a confutarei partigiani son veri, dicono , ma in gran parte av


del mitismo biblico e basta far vedere la volti ne veli simbolici. llla non questo
differenza innita che intercede tra le mi un negar la verit per bel ditetto di mo

totogie de popoli antichi e i libri di Mos. strarsi ridicoto? Se si ammette la veracit


Le mitotogie ci presentano tempi oscuri
ed incerti nelPorigine delle cose; se diam
retta a toro , it mondo conta mittioni di
secoli, durante i quali regnarono prima
gli iddii, poscia i semidei, gli astri e nal
mente gli uomini. Gli annali ebraici, al
contrario, coltocan Porigine del mondo
a unepoca vicina al tempo di tor compi
lazione; stabitiscono in modo chiaro e pre
ciso la cronotogia, e porgon cos un mezzo
sicuro di scoprir Pimpostura e le nzioni
delto storico.
Le narrazioni favotose degli antichi po
poli prendon le mosse dal politeismo, di
vinizzano gli astri, ci narran di tor numi
cose risibiti e sconce, e ammettono stra
vaganze e assurdit senza numero. Lungi

dal trovar nulla di tuttoci nel Pentateu


co, veggiam dataci da Mos Pidea pi su
blime e pi pura di Dio.
Appo tutti i popoli la mitotogia fu in
voga ne tempi oscuri e si spense al co
minciar della storia. Per opposito, la sto
ria degli Ebrei conta men prodigi netem
pi antichi che ne comparativamente mo
derni; prova chiarissima della sollecitu
dine posta dalto scrittor sacro a rigettare
che che gli paresse dubioso, strano, esa
gerato, indegno desser riferito: perocch,
ove avesse voluto darci nzioni e miti,
posti li avrebbe in tempi remoti, ne quali
non avrebbe corso rischio dessere smen

delto scrittor sacro, perch ricusar di te


nere per reali i fatti maravigliosi e sovru
mani? Non cadon questi sotto gli occhi al

par de fatti naturali? e negare i primi o


riguardarti siccome miti o allegorie non
egli un accusariPignoranza o di frode tutta
quanta la nazione ebrea? non un distrug
gere affatto ogni certezza storica? Non si
contengono impertanto miti o favole nel
Pentateuco.
li PERFETTIBILITA CRISTIANA. A giu
sticare le modicazioni fatte alla dottrina
e al culto toro, i protestanti dicono esser
la religion cristiana indenitamente per
fettibite, e quindi non dovere far maravi
glia it vedere in essa mutamenti progres
sivi, che sono la conseguenza necessaria
di sua costituzione. Labb. Barran nella
sua Esposizione ragionala de dammi e
della morale del cristianesimo, t. l, cos
tor risponde:
u Suppongasi per un momento che la
religione di G. C. possa perfezionarsi in
modo progressivo: i protestanti si trovan

eglino nelle condizioni di cotesta perfet


tibititl- to no l credo....
,- La religione, se vuolsi, potr asso
lutamente esser suscettiva di perfeziona
mento in questo senso che ad urfepoca

sar possibite desporne la dottrina con pi

chiarezza, accrescere le solennit del suo


culto, distrngger le superstizioni delPigno
ranza in mezzo alle popolazioni. La morale
tito si di leggieri.
Le narrazioni e le leggende degli altri sar perfezionata nella pratica ove siaci
popoli son frammenti staccati che non pi fedelt in osservarta, ove trovinsi i
hanno veruna connessione tra di toro n mezzi di renderne lapplicazione pi utite,
colla vera storia; sono dettate in istite pi procua alPumauit; e, sotto questo
oscuro e simbolico, che li rende inintel rispetto, it modo d esercitare la benecen
ligibiti: laddove i racconti della Genesi za cristiana potr veramente farsi migliore.
collegansi colla storia del popoto ebreo
n Gli forse questa la maniera onde
in maniera s indissolubite rla non poter i protestanti han riformata e perfezionata
neli separare senza snaturarti e distrug la religione e la morale? Si stettero egli
gerti totalmente. Se confrontinsi it Zend no paghi a qualche moditicazion nella
Avesta, i Vedam col Genesi, scorgerassi forma? Il preteso tor perfezionamento
tanta diversit tra le nostre sacre storie consiste nel far mutitazioni nella fede, ne
e i profani monumenti quanta ne corre sacramenti e in tanP altri punti da tor
tra la favola e la verit. I dotti della so rigettati sotto cotore di riforma... Han
ciet asiatica di Calcutta han dimostrato fatto eziandio delle aggiunte alla religione
le mitotogie tutte quante non essere che di G. C., cosa che pnr varca i conni dun
una rozza e guasta imitazione delle storie perfezionamento. Donde trassero eglino
p. e. Pinamissibitit della giustizia, la to
della Genesi.
2." Finalmente, ecco una prova decisi Ieranza della poligamia, la tremenda ri
va. Gli avversarii confessano Pautenticit provazione assoluta, la remission del pec
delPantico Testamento e la verit de fatti cato in virt del credere sia stato rimes
in esso riferiti solamente rigettano quan so? Vha egli nella dottrina di G. C. qual
to vi ha di itivino o sopranatnrale. I fatti cosa che guidi a queste IlIiHsnnIG ?...

PE

PR

439

n Esaminisi brevemente se la religion che si arriver a negare anco la divinit


cristiana sia suscettiva di perfettibitit del Redentore, cui i protestanti raziona
quanto al domma , alto insegnamento, ai
sacramenti, al ministero sacro. G. C. di
ceva a suoi apostoli daver fatto toro co
noscere quanto aveva appreso dal Padre
suo, lo. xv, val dire tutto quelto che avea
mandato di manifestar toro per to stabi
limento di sua religione. it Salvatore istrui

listi spoglieranno dogni carattere sopra


naturale per far di lui un maestro di mo
rale e nulla pi. Verr nalmente un si
stema ardito, fondato su gli stessi prin
cipii, che trasformer it Cristo in un ente
favotoso e simbolico. V. STRAUss.
n Del resto, chi operer questi progres

gli apostoli di ci che comm unicar dovea

sivi mutamenti? (Lhi avr P incarico di

no agli uomini; it suo spirito doveva it


d della Pentecoste confermare, svituppa
re celesti insegnamenti e sopratutto ope
rar un prodigioso mutamento nelle dispo

giudicare opportuno it tempo, mature le


menti alPuopo? Saravvi, per fermo, alcuna
societ o sinodo in communicazione col
Redentore a fin di decidere che tal dom
sizioni de discepoli; n quelto spirito ma, tal pratica son vecchiumi, che altre
poscia venne mai meno agli uomini apo pratiche e dommi han forza dobligare no
stolici. Il div.ino Institutore non si tenne a nuova decisione. Anzi it Cristo sarebbe
perci a un semplice abbozzo di sua reli stato pi largo nelle sue concessioni:
gione, la diede compiuta, terminata, per ognuno nella propria religione avr it
fetta, quale ordinava la si predicasse e fa dritto desaminare, giudicare, dar senten
cesse osservare insino alla consummazion za, modiiicare, sopprimere, adottare se
de secoli. Forse che gli apostoli furono condo le personali itlustrazioni, le incli
infedeli alla tor missione, alterando la nazioni sue, it suo sentimento, la sua in
santa dottrina da G. C. toro insegnata? terna ditettaztone, la sua ragione. Chi non
No l si potrebbe credere senza accusarii avesse letto cogli occhi proprii coteste teo
dimpostura, senza far complice di questa rie religiose della perfettibitit, ma sin
Dio stesso; conciossiach in nome di lui durrebbe a credere che uomini per altro ,
operassero eglino ipi strepitosi prodigi... saputi abbian potuto dettarte e porgerte
Non pu essere perci di G. C. una dot come fossero i principii e la natura del
trina la quale insegna dommi ch ei non cristianesimo.

command tfinsegnare e che gli apostoli

n Appo i cattolici, al contrario,la novit

non hanno tramandato... Vedete bellPidea dun domma una ragione per condan
che danno della sapienza di Dio cotesti nartto. - Nihii innovetur, diceva papa
partigiani della perfettibititt cristiana! s. Stefano al suo celebre avversario. La
Avrebbegli alla prima fatto conoscere ve Chiesa presso noi non fa nuovi articoli di
rit che avrebber poscia mutato natura; fede; si sta paga a denir quelli che ab
un sacritizio da principio accetto a Dio, biam ricevuto da G. C. Noi crediamo in
poi divenuto atto idolatrico. Ne primordii quanto alla fede, pratichiamo in quanto a
dei cristianesimo si sarebbero avuti pa sacramenti quelto e nulla pi che fu cre
recchi mezzi di santicazione in pi sa duto e praticato sempre e dapertutto in
cramenti; pi tardi , tutitoch gli uomini sin dai tempi apostolici.
non fossersi fatti migliori, quelle fonti di
n No, la religione di G.C. non perfetti
santit avrebber dovuto quasi tutte ina bite nel senso in cui Pintendono al pre
ridire. ln tal guisa dispariranno i dommi sente parecchie sette protestanti; e cosi
del divin maestro rivelatici e le tante isti cade a terra siccome riprovata e colpe
tuzioni per esso fondate. Anche la morale vole cotesta facolt di modicare conti

avr verisimitmente a subire un progres nuamente, che pure la conseguenza ne


sivo mutamento. Al tempo del Salvatore cessaria, patente del sistema delP esame
edegli apostoli non si potea star con privato e delPinspirazione individuale. ,
giunto a due mogli simultaneamente; a
** PROFESSION RELIGIOSA. Papa Ales
tempi di Lutero una tal legge viene abro sandro lll,che presiedette nel 1179 al ter
gata, e quelto non sar pi adulterio; pri zo concitio lateranese, insegna al cap. Ve
vitegio del progresso. Le opere buone po rum, De convers. coziiugat., che, cele
tean tornar utiti per la salute eterna ne brato it matrimonio, pu uno de contraenti
primi secoli dei cristianesimo; verr gior ritirarsi in un monastero anche a malgrado

-no etfesse saranno indifferenti,0, a dir pi dellPaltro, purch it matrimonio non sia
consummato, e che in questo caso lecito
alla parte che rimane al secoto passare ad
pria salvezza unicamente alPimputazione altre nozze; dottrina insegnata del pari nel
della giustiziadel Cristo. Non tarder gnari cap. Ex publica alto stesso titoto e nel
giusto, Puomo si trover nella impossibi

lit di farne e andr debitore della pro

440

PR

cap. Commissum , De sponsal. et ma


trim. Cite se a questa denizione di Ales
sandro venga obiettato it cap. Prwlerea,
De convcrs. coniugut. , nel quale quei
pontece ordina sia fatto uscire dal chio
stro un che vi avea fatto professione, la
cui moglie non voleva obligarsi a mante
nere la castit, si concitieran di leggieri
le due sentenze dicendo che al c. Verum
trattasi di matrimonio fatto e non con
summato, ma nel c. Prwlerea si discorre
di matrimonio consummato per la coabi
tazione delle parti. Il Tridentino,sess. xxv,
can. 6, dichiara in termini formali potersi
it matrimonio ratum et non consumma
lum dirimere per la profession religiosa

PR
5." Si suol appellare ai nobiti istinti

delPumanitt; la teoria veste altora it ca


rattere del misticismo. Il maestro entra
in istato dinspirazione e commanda ai di
scepoli la fede, tra quel che dice e quel
che sentiamo vuol si trovi da noi una re
lazion necessaria; it che non si verica.

Ifumanit ha sete duna verit eterna, ed


ei non ci d che un itlusion passaggera.

Avvi nelPumanit desiderio duna felicit


senza ne, ed et non ci oltre che un per
petuo disagio. Il sogno dun progresso in
denito non costituisce avvenire; di pi
guasta it presente , tendendo alla rovina
di qualunque religioso sistema, a render
dnbii i principii di morale, a scalzare le
duna delle parti. lt perch hassi tonda fondamenta delPordine politico: non vale
mento di dire Pindissolubitit del matri esso dunque a iar migliore la condizion
monio diventar perfetta ed assoluta uni degli uomini.
La dottrina del progresso indenito,
camente per la consummazione di esso,
la qual produce una corporal congiunzione conchiuderelno col sig. Riambourg, sicco
che soltanto dalla morte duna delle parti me quella che in opposizione cottPana
togia , contradetta dalla storia, respinta
pu esser sciolta.
* PROGRESSO (DOTTRINA DEL). La dagli istinti delPumantt, un ipotesi al
dottrina del progresso indenito costitui tutto gratuita e cangiasi agevolmente in
sce attualmente una specie di religione. una teoria pericotosa.
Odasi it giudizio che si fa di questa
Essendo stata predicata con entusiasmo,
venne ricevuta senza esame. Si tent fon i dottrina nelle Conferenze di Sairil- Flou r.
u La voce progresso , presa in senso
dartasulPanatogia, veriticarta col soccorso
della storia, metterta in relazione con gli grammaticale signica mutamento di tuo
go, movimento per inanzi: questo voca
istinti delPumanit.
Ma l." Panatogia vien manco; it depe boto, applicato anche alle verit rivelate,
rimento dopo it progresso legge gene non awebbe senso se non in quanto le
rale. Stando atPauatogia, sotto it rapporto dette verit fosser mobiti e suscettive di

s della forza materiale che della forza cangiamento. llla it vocaboto verit in
intellettuale, Pumana generazione dee pri
ma crescere, poi declinare , quindi aver
ne; per quel che spetta al senso mora
le, essa non progredisce, anzi pu dirsi
dia addietro.

chiude in s Pimmntabitit, perch la ve


rit fondasi su Pessenza delle cose, la quale
non va soggetta a mutamento; oltrech

Porigine divina delle verit rivelate im


prime toro un carattere nuovo d immu

2." N meglio si avvera per parte della tabitit, improntandole del soggetto della
storia: questa narra it passato, iav venire
dice malamente. DalPaver P umana ge
nerazione dalla origine sua in poi pro
gredito non ne seguirebbe che abbia a
progredir sempre. llla savver egli di
fatto un tale progresso intino al presente?
Lafferma la scuola, che fabrica un pas
sato fantastico, presuppone un lungo pe
riodo dabbrutimento, si coltoca poscia in
mezzo al popoto ebreo, getta un guardo
iurtivo sulla Grecia e pone suo seggio nel
centro della societ cristiana. Se non che,
confutando la sua prima supposizione, po
scia ingrandendo it cerchio in cui strac
chiude , agevol cosa it far vedere non
avere Pumanit seguito dapertutto una
linea ascendente, ma it progresso essersi
circoscritto nc conni delPorizonte cri
stiano c starvi anco al presente.

intelligenza e veracit innite. Pretendere


che quel che riconosciuto vero dalla
ragione umana possa cessare desser tale

e diventar ialso un negare la realt del


Poggetto medesimo riconosciuto vero 0
piuttosto Pesistenza della certezza nella
umana ragione. E tuttavia gli pur forza

ammettere che, se ci che vero pu


mai ccssar desser tate, tutto un com
plesso di cognizioni nelle scienze morali
e tisiche it quale, essendo fondato suttPes
perienza, pu e dee aumentarsi con essa;
ma affermare che le verit riconosciute
per rivelate possan cangiare od anche es
ser perfezionate dalla mente umana gli
primieramente un togliere ad esse it ti
toto che hanno di rivelate, peroccti,ela
borate di nuovo dattintelletto delPuomo,
non sarebbero esse pi Popera di Dio; gli

PR

PR

444

, in secondo luogo, assoggettar Pintelletto nel loro aspetto pi tumlnoso, pi consen


divino al sindacato del nostro. llla inoltre
non pu dirsi del cristianesimo come delle
scienze morali e sopratutto delle siche,
delle quali la sperienza perfeziona le leo
rie, aggiugnendo continuamente ai dati su
cui son fondate, che gli insegnamenti di
esso possan essere pi estesi o meglio
adattati ai variabiti bisogni delP umanit,

taneo alle leggi prime e communi della


nostra mente, da quel punto it pi adatto
a produrvi it convincimento, e un tal mo

do gli chiaro che non pu cangiare. La

sciando desaminare se esso sia stato giam


mai perfettamente compreso ed applicato,
ragion vuole si creda che fu forza it fosse,
almeno nella parte sua pi essenziale, per .
alle varie et di questa.
Punico motivo dell esser fondato in na
l; -1. Perocch bisognerebbe dimostrare tura. Dai che debbe inferirsi savio partito
che manchi qualcosa al cristianesimo, in essere to stare al metodo generalmente
dicar gli svituppi, le modicazioni che vi ricevuto nch non sabbia certezza che
si vorrebber praticare, e far vedere che sia per migliorarsi. 2." Quanto or ora di
si tatti svituppamenti e modicazioni sa cemmo, tuttavolta, va inteso con qualche
rebbero un vero perfezionamento; it che restrizione: infatti se la ragione la me
dopo assai lunghe e improbe fatiche non desima in tutti quanti gli uomini per ri
si altrimenti giunto a fare. Non manc guardo alla sua parte fondamentale, avvi
certamente it genio alPopera; ebbe dei per da uomo a uomo, da nazione a na
secoli per poter esser compiuta, e tuttooi zione, da secoto a secoto, differenze ac
nonvalseche a chiarir Pimpotenza assoluta cessorie lndetinitamente moltiplicate e va
delPuomo a perfezionare Popera di Dio. riabiti. Da ci consguita che una data
n 2." Questfimpotenza risulta eziandio prova, una data maniera di presentare
non pur dal fatto delPorigine divina del essa prova, eccellenti per un tempo, per
cristianesimo, ma dalla perfezion sua in un uomo, per una nazione, son meno ac
trinseca, resa evidente e a cosi dir palpa conce per un altro tempo, un altr uomo,
bite dalla publicit della sua dottrina e unaltra nazione: differenze delle quali
daiPapplicazione fattane iun dalla sua certo doversi tener conto. La seconda
origine alle scienze e a tutti i pratici in parte delPinsegnamento religioso abbiam
teressi delPumanit. Qualunque differenza detto esser la controversia: ad essa col
indur possano tra le diverse et delle so Iegansi tutte le considerazioni che hanno
ciet it movimento delle idee e i muta per iscopo di preparare le menti ad ascol
menti che questo cagiona ne costumi, non tare la dimostrazione propriamente detta
ci sar nulla da modicare nelle verit ri e a comprenderne la forza: sta quindi essa
velate per adattarte ai rispettivi bisogni principalmente nelto sgombrare ipregiu
de tempi; e baster modicarne Pappli dizii e combatter gli errori che oscurano
cazione secondo questi stessi bisogni.
o assaliscouo le verit da -porsi in sodo
Il vocabolo progresso applicato alle per via della dimostrazione. Ora, gli
stesse verit rivelate perci non ha sen chiaro chesso dee volgersi a errori vivi,
so: ma se si tratti della conoscenza di si a errori annidati nelle menti e non a vane
fatte verit, del modo desporte e difen fantasime , e ci nel genere diconside
razioni e nel modo di presentarte che me
derte, ammissibite, anzi- necessario.
n A risolver la proposta quistione, due glio sieno acconci alle disposizioni gli co
cose sono accuratamente da distinguere, toro con-cui bassi a fare.
ben diverse ma che pur sovente vengono
n Ed ecco in che parte it progresso sia
confuse insieme, cio l. Vesposizion delle ammissibite e necessario nel modo d es
prove che pongono in sodo la divinit del porre e patrocinare le verit rivelate.
cristianesimo e della societ che ne serba l. La parte polemica delP insegnamento
it deposito ed anco delle ditfferenti verit religioso dev csser modicata nel suo
chesso abbraccia; 2." la controversia. Or, obietto giusta gli errori e i pregiudizii
della-prima di queste due cose, che for essenzialmente variabiti che shanno a di
mala parte positiva e, a cos dire, costi struggere; 2. la forma, sia nelto sporre
tuiva delP insegnamento religioso diciam le verit, sia nella polemica propriamente
l." chella mutar non dee per la sostanza detta, vuolsi adattare alla disposizion delle
delle prove, it cui nerbo reggest ad untem menti nella scelta de raziocinii e pi an
po sulle verit medesime che dimostrano cora nella maniera di presentarti. Questi
e sulle prime leggi di nostra mente, im principii mostra sieno innegabiti: ad an
mutabiti al pari di esse verit. Tanto tivenir Pabuso che se ne potrebbe fare,
da dire e per la stessa ragione del modo basta aggiugnere che it giudizio degli er
di esporte. Avvene uno che, presentandole rori del suo tempo e delle tendenze ca

Pl

PR

ratteristichc dunepoca richieggono robu


sti studii; inoltre vuol prudenza general
mente che, a n di camminar per vie alcun
poco nuove, si aspetti che preceda la massa
degli uomini savii e competenti. Non sa
rebbe gran fatto di men pericoto Pespor
si troppo di leggieri come it rappresentan
te del sapere e delPesperienza, e riutar
per questo motivo qualunque nuova mo
dicazione, che introdurre tali modica
zioni prima che ne sia ben chiarita Pu
tititt.

442

vi modic in guisa sensibite to stato delto


spirito umano. Il genio moderno, al con
trario , si venne lentamente preparando
nella palestra della scolastica del medio
evo. Se questa prima educazione gli ebbe
communicata una disposizioneacerto qual
rigorismo togico che infrena la potenza e

libert desuoi movimenti, ha egli contrat


to eziandio, sotto cotesta aspra disciplina,
severe abitudini di ragione, un tatto am
mirabite per Pordinamento e Peconomia
delle idee, una superiorit di metodo della
qualei tre ultimi secoli portano in modo
particolare Pimpronta. Epoca ben note
vole delto spirito umano In quella che
produsse Origene, Abelardo, s. Ansel
mo, Guglielmo di Parigi , un s. Toma
so d Aquino, un s. Bonaventura; ma i

n Ci posto, la storia delPinseguamentto


cristiano in tutte le et viene a conferma
della verit de riferiti principii, dei quali
fu mfesatta applicazione. l." Man mano
che insorgono e si diffondon gli errori,
escono confutazioni che tosto vanno a col
tocarsi tra gli autori elementari per iscom
parir esse pure e far luogo a una nuova
controversia. Di tutta questa parte della
teotogia non ci ha n ci pu esser di sso
che it vincoto di famiglia che collega in

lavori di quellPet diiferiscono sostanzial


mente da quelli de primi secoli. I gran
dingegni del medio evo, invece doccu
parsi a provare it cristianesimo, che nes

suno impugnava, studiavansi a costruire


una scienza che essenzialmente concor
dassc colla fede cattolica, ritevando P ar
monia di tutte le verit.
n Lutero diede it segnale dunera nuo
va. Bossuet, martelto de protestanti , li
schiaccia, e, suoi compagni, Nicole e Pe
lisson, col vigore irresistibite di tor to
gica li riducono alP estreme toro itla
zioni.
I In aiuto del protestantismo accorre
la iittosoa del secoto XVIII. Giangiacomo
Rousseau e Voltaire rimettono in campo

sieme tutti quanti gli errori. Egli ben


fatto tuttavia it por sempre in evidenza

un tal vincoto; conciossiach sia it mi


gliore spediente a ben intendere la natura
de nuovi errori e dare alla confutazion

toro pi profondit e saldezza. 2." Quel che


stiam per dire sulla forma della polemica
merita dessere svolto pi ampiamente.
n A formarsi un idea de progressi che
ci presenta la storia della polemica nelle
sue forme, ei basta pigliar per termine di
confronto, dalPuna parte, le migliori opere
delPantichit cristiana contro gli eretici,
quelle p. e. di Tertulliano o di s. Agosti
no, e dalP altra gli scritti dati fuori da
Bossuet o da Nicole contro deprotestanti

contro it cristianesimo le stesse difcolt


gi mosse dai fittoso de primi secoli.

Bergier, Nonnolte, Bullet e Gune le con


futano col riprodurre le prove che i pa
circa Pautorit della Chiesa. I primi, nel dri avean contraposte ai iittoso del tor
mentre avanzano sotto certi rispetti i se tempo, ma conformemente alPindtole delto
condi, rimangon toro addietro in quanto spirito moderno. sotto forme pi togiche,
alla precisione e chiarezza delto espri piprecise e pi rigorose.
mersi; it pensiero si riproduce in questi
n Avendo la togica e Perudizione di
sotto forme pi rigorosamente determina tre secoli preparato per tal maniera it
te: si nota it medesimo progresso in opere cammino, far non pu che da questo gran
moderne che trattan la questione delPan lavoro non emerga un nuovo svituppo
toritt in generate..... Quel che diciamo della tvtritt.
delPespression delle idee sapplica egual
n Non ci ha punto della dottrina rive
mente al metodo onde si combinano. Il lata che non sia passato pel crivelto del
genio greco-romano de padri ha un an raziocinio e della esperienza; e Puno e Pal
damento men regolare che it genio catto tra ebber toro aggiunto un nuovo splen
lico de tempi moderni, e sembra aver dore. Un gran lavoro resta a farsi, it qual
conservato nel suo muovere pi di quella riassuma tutte queste fatiche, faccia ri
libert ch propria del genio orientale , uir tutte le acque delle umane cogni
sorgente primitiva del gran ume degli zioni verso la divina tor sorgente, riunisca
umani concetti. I padri appartenevano od le mitle voci d una scienza in un im
eran vicini a quelPepoca in cui Pantico menso concerto di todi a Dio ed al suo
Oriente, mostrandosi con tutte le suc dot Cristo. Qualunque sia it tempo in cui sab
trine sulla scena del mondo occidentale, bia a compier quesPopera, it clero ha la

PR

PR

443

sua e questa bella ed urgente ad un tem che fe un breve e poco fortunato speri
po. intorno a lui tutto mosso da un incre meuto d una specie di popolar commu
dibite ardor di sapere. Sinspiri egli della nanza, la propriet fu sempre osservata
sublimit del proprio carattere e della e mantenuta.
a Nelto stato in cui trovasi Puomo at
propria missione: ognun de suoi membri
sfadopri a far fruttare it talento afdato tualmente, dice Pabb. Barran, Esposizio
gli; e altora certe ingiuste accuse cadran ne ragionala de dommi e della morale
no a terra, e nulla mancher alla mitizia del cristianesimo, t. ll, per essere spinto
santa per la conquista del mondo , altor al lavoro, a spiegar la propria industria,
ch ciascuno sar pronto ad incamminar altro motivo gli bisogna che Putite generale
visi cinto della triplice armatura della fe della gran societ di cui facesse parte. On
de, della scienza e della virt. n
de vi si vedrebbe necessariamente avve
* PROPAGAZION DELLA FEDE (OPE nire Puno o Paltro abuso e forse amendue
llA DELLA). In Inghitterra la societ de insieme: oche i capi dispoticamente gra
gli anabattisti ha formato per le sue mis viterebber sui membri per averne it pen
sioni delle associazioni mediante le quali so giornaliero; o che P uomo attivo, la
le classi tutte de cittadini, anco se poveri, borioso snirebbesi in faticare pel trascu
mettendo da parte un soldo la settimana rato e poltrone, membro al par di lui della
per questo scopo, contribuiscono al pro stessa societ, di cui Poziosit sua non gli
gresso del tor culto. Quel che faceasi per torrebbe di raccorre i vantaggi. Lasciando
vantaggio delPerrore si pens a fartto per stare tanPaltri sconci che inevitabitmente
quelto della verit, e it 5 maggio i822 fu conseguiterebbero, che sarebbegli de
fondata a Lione Passociazione pel propa gliuoli? Posciach i genitori non avrebber
gamento della fede. i socii non contras propriet alcuna da preparare e lasciar
sero altrobligo che di recitare un Pater toro, sarebbe forza che itigliuoli non pi
e un Ave pcl buon esito delle missioni, toro appartenessero come prima si potes
aggiugneiidovi Pinvocazione: S. France sero aggregare alla communitt. Forsan
sco Saverio, prega per noi, e di dar per che sarebbero toro strappati dal seno, co
elemosina cinque centesimi ogni settima me usavasi a Sparta, perch fossero-edu
aa. Pio VIl , con rescritto del ts marzo, cati giusta it volere o Pinteresse della re
concedette varie indulgenze ai socii ovun publica. Ove sarebbe in tal caso la famiglia
que [associazione venisse fondata colPau cc suoi doveri e sacri affetti? Saremmotorizzazione delP ordinario, e i vescovi ridotti a non avere, come appo i bruti, che
fecero a gara ad incoraggiare cotesta be madri e bambini, che, separandosi, non
neca e sociale istituzione, la quale una conservebber pi relazione di sorta cogli
crociata pacica contro Pidolatria. Vi sono autori di tor vita. A ci riuscirebbero le
consigli superiori stabititi, uno pel nord teoriede nostri moderni communisti, se
a Parigi, P altro pel mezzodi a Lione , e possibit fosse che si riducessero alla pra
furono formati consigli particolari -nelle tica. V. Cont:omano.
diocesi.
n Si dir per avventura aver noi al
Unistituzione anatoga venne fondata a presente it cristianesimo colla efcace sua
Vienna dAustria nel i829 colto scopo di morale: onde i popoli moderni sarebber
sostenere le missioni dAmerica; la quale meglio adatti a cotesto regime di commu -

istituzione, posta sotto gli auspicii della nanza sociale che non si fossero netempi
famiglia imperiale, prese la denominazio
ne di Associazione leopoldina in memo

ria duna glia delPimperatore morta al


Brasite.
-* PROPRIETA (DIRITTO DI). Presso

tutti i popoli fu fatta sempre distinzione


del mio e del tuo; ciascuno vuole sia ri

spcttata la sua propriet e con ci stes


so simpon Pobligo di rispettare Paltrui.
La storia biblica deprimi tempi non la
scia dubio di sorta sulPesistenza del di

ritto di propriet, e la legistazione ebrea

antichi. E sarebbe per fermo un esaggerare


Pinusso del cristianesimo ove si volesse
attribuirgli una compiuta, radical modi
cazione delP umana natura , avvisando
ch ci faccia dalPuomo un esser tale che
pi errare non possa. Una troppo trista
quotidiana esperienza ne chiarisce che la
cosa sta tutPaltrimenti. it perch i parti
giani di questo sistema andrebbero gros
samente errati ove s argomentassero di
fondare tor teorie sulla perfezione essen
ziale de cristiani. Potr, no l neghiamo,
una communtt poco numerosa formarsi

venne a confermartla colle tante ordina


zioni che leggiamo nel Pentateuco e negli fra essi pi agevolmente che presso gli
altri libri del popol di Dio. Appo le an Spartani, a cagione della mutua carit e
tiche nazioni, ove se ne ecccttui Sparta, toleranza, del buon esempio de capi, ec.

444

PR

Ma tentar di fonitarta in una gran nazione


sarebbe follia.
n lddio non ha imposto questa condi
zione sociale siccome una conseguenza
della sua religione. Il divino legistatore

PR

cono i communisti, a fartto legittimo, biso


gnerebbe che gli averi fossero in porzioni
eguali scompartiti; altrimenti voi, sotto
Papparenza dun diritto, proteggete unin
giustizia e non altro. A quesPobiezione ri
de cristiani non mut in nessuna parte to sponde it sucitato scrittore.
a Concediamo che alPepoca in cui le fa
stato politico delle nazioni per costrin
gerte alla communanza de beni. Lo veg miglie eran poco numerose dovettero sta
giamo, alPopposto , sancire colP autorit bitirsi con un possesso proporzionato ai
sua it rispetto alla propriet: Bendete a membri. che le costituivano, ciascuno al
Cesare quel che di Cesare, diceva egli manco pot appagar la sua voglia desten
a farisei. Altrove parta della propriet sionc territoriale. llla Pineguaglianza di
delPoperaio, col quale it padre di fami fortune non and guari ad essere introdotta
glia conviene della mercede pel lavoro ora per cagioni iudependenti da qualsiasi
che aspetta da lui e, venuta la sera, gli umana votont, come epidemie, disordine
dice: Prendi ci che tuo. Mattth. xx. di stagioni ed altri funesti accidenti; ora
A un giovine che interrogavato che far per cattiva condotta, per negligenza o false
dovesse per conseguire P eterna vita ri speculazioni, cagioni per cui le sostanze
spose osservasse i commandamenti, cio: ebbero a passare ad altre famiglie pi fe
non ammazzare, non rubare, cc. Ibid. xix. lici e meglio ordinate. llla chi potr dire
S. Paoto ne accerta che n ladri n avari cotali mutamenti essere stali conseguenze
entreranno nel regno de cieli, I Cor. vi. delPingiustizia e sanciti e mantenuti dalla
E s. Giovanni nelP Apocalisse tra delitti violenza o dai pregiudizii? Si saria po
che accenna di certi impenitenti che sa tuto stabitire, come presso gli Ebrei, che
ranno alla ne del mondo annovera it it possessore rientrasse nesuoi dritti ogni
cinquananni e cos non ci avesse in nes
furto.
n Non si adduca perci a pretesto la re sun luogo allenamento perpetuo: ma que
ligione n si snaturi la carit di essa per sta regola non fu in uso altrove, e ben si
agguagliare le condizioni sociale, procla scorge comessa avrebbe potuto pregiudi
mare la legge agraria. La religione ingiu care alto zeto pel lavoro e per Pindustriaa
gne a ricchi Pobligo rigoroso di far ele zeto efcacemente incoraggiato sol dal di
mosina e dar in presto a chi ha bisogno, ritto reale di propriet perpetua.
p Inoltre, tale Pordine stabitito, ordi
li minaccia della colera e de castighi del
cieto ove disconoscano cotali sacri doveri; ne che non pu con verit qualicarsi per
ma proibisce tuwinsteme al povero di re ingiusto od oppressivo, che le ricchezze
car pregiudizio comunquemente alPavere ammassate son pure una propriet legi
altrui, atto ingiusto che escluderebbe lui lima a cui debbesi rispetto e inviolabiti
pure dal regno de cieli.
niv
t; e it porvi mano al presente o in altro
n Oltreci, i pi degli odierni commu tempo sarebbe vera ingiustizia e rube
nisti non possono invocare quesinuen ria. Il divin legistatore decristiani rac
za cristiana su gli animi per renderti me commanda ai ricchi desser misericordiosi
glio acconci alla vita falansterica (v. Fo e caritatevoli verso de poveri, ma senza
nnzmsno SAN-SIMoNIsMo),siCCoIIIG quelli che dimverbo che mostri dubio intorno al di
ricusano ammettere i nostri principii per ritto delle tor propriet e senza imporre
gittarsi al panteismo o pi abietto al mate ad essi Pobligazione di dividere i tor beni
rialismo, tor domma, e che professano per co proprii affittaiuoli o vicini.
morale la pi oscena volutt e it pi nau
, E poi a che riuscirebbe questo dise
seoso cinismo. Ognun sa comei sansimo guale riparto? Quanto tempo potrcblfesse
nisti procurarono anchessi di far prova durare? Cos acco Puomo, cosi inco
di tor teorie d armonizzazione sociale e stnte, cosi sottoposto alle passioni che il
come ben presto sintrodusse to sconcerto di stesso delto scompartimento del ter
nella famiglia: gliuoli e gliuole levaron reno e daltro Peguaglianza nandrebbe
la voce contro it Padre conimune dan in fumo merc le vendite, i donativi, it
dogli taccia di non conformar tanto che giuoco, le profusioni e mitle transazioni
bastasse la propria amministrazione alle che accadono nel commercio della vita.
capacit, e dessersi fatta lecita certa ir Dovrebbe quindi ogni mese o almeno al
regolarit contro la giustizia commutati nire di ogni anno rinovarsi una specie di
va, quantunque Pavesser creato e accla appuramento di conti. ln onta a tante belle
mato Dio. n
f, ,
teorie e discorsi imponenti, gli forza
Siavi pure un diritto di propriet, di rassegnarsi alPineguaglianza delle ricchez

PR

PR

445

me alla pi fitantropica e fittosoca delle


dizion sulla terra: e ci posto, a un im religioni tutte. Per toro ii Cristo Pideale
menso possedimentto debbe aversi da tutti della pi pura moralit, it tipo delle virt
rispetto del pari che al picciol patrimonio pi sublimi. Ad imitazion sua, soccupano
ze siccome a una necessit di nostra con

del contadino o da risparmi delPartiere , seriamente in acquistare


siccome protetto dalto stesso principio, it di s stessi , a formarsi
stretta, imponendosi, per
sacro diritto della propriet.
** PROTESTANTI. it dott. Cartto Rosen pratica del bene. La storta

la conoscenza

una coscienza
tutto culto, la

della religione
ltranlz, tosofo della scuola di ifegel (quel uon ha pi nulla che valga ad appagarti,
sol fanno caso in essa delle bellezze poe
tiche, del cotore epico e in generale di
che che vi si scontra di gradevole alla
fantasia. Se nelle chiese de vecchi cre
denti odansi predicatori itlustrare ampia
mente i quadri biblici, unirvi storiche e
geograche lucubrazioni , compier, me
diante pitture apocrife, Pesposizion di
caratteri e di circostanze dalla Scrittura
soltanto accennate; ne templi de cre
denti Illuminati tutto rtducesi consueta
denti in credenti illuminati, in credenti mente a sposizioni morali applicabiti al
moderni e in sttranssiani o miscredenti cuore, e la storia essa pure evvi quasi
assoluti. La prima classe, dicegli, consta sempre esibita sotto la forma esteriore
di persone provette e della massa del po duna semplice allegoria.
poto , che han conservato urforttodossia
Tutti gli sforzi del sermonatore tendono
schietla ed esente da qualunque censura. a ditettar P orecchio colP eleganza della
Costoro credono tuttavia e senza difcolt dizione; invece di combattere c condan
di sorta la Trinil, i miracoli, la sodis nare it vizio, studiasi sottoportto a una
fazione opera/a dalla morte del Sol specie dantopsia psicotogica.
vatore; forsanco credono, almeno cos in
I credenti moderni sono it perfetto con
generale,gli angeli e i demonii, quantun traposto delle due classi precedenti. Ben
que a di nostri questa credenza non si ma vorrebber eglino credere alP antica; ma
nifesti quasi che fra i colpiti da alienazione divien toro impossibite , conciossiach
di mente. Cotoro che serbano cotali cre tor fondamento sia to scetticismo, it du
denze da bimbi conservan puranco gli bio sulla veril, cio sulla realt di
antichi costumi ed usi religiosi. Leggono lor cognizioni. Si smarriscono in certo
ad ore determinate in una Bibbia, can vago desiderio datlargare lor specula
tano deeantici, recitano preghiere la sera zioni teogoniche , di scoprire la poesia
e tengonsi fedeli alle pratiche depii toro della contemplazione; tal che in toro la
antenati. Costoro ti riconosci ne tempii religione del cuore Petisia della mente.
al tor fermo andare e contegno. Sanno a insegnano esser Puomo tenuto adempiere
mentei testi soliti recarsi dal predica i proprii doveri per amor denedesimi,
tore e li borbottan sotto voce come le amare la virt, rispettar la legge che pre
consuete preghiere; chinano il capo al scrive a s stesso (Pautonomia) e rispet
proferirsi del nome di Ges; danno as tar s medesimo come suddito della sua
sai importanza alle funzioniecclesiastiche, propria legge. Del resto, non ha che a
come a battesimi, matrimonit, funerali, e lasciarsi amare dal Dio che si dato ,
nelle chiese da essi frequentate si celebra perocch qualunque sua azion morale sa
tuttavia Pofcto divino e la cena negiornt rebbe o pelagianesimo, cio errore, ov
di lavoro. Vi si fan lunghi sermoni,sicanta vero fariseismo, val dire bassezza.
assai, e due ore a stento bastano alle toro
ltta la pi assoluta antitesi di tutti que
ofciature. il modo sarcastico onde Pau sti sistemi to straussismo, cosi appellato
tore fa la rassegna de toro articoli di fede dalPautor suo per non aver trovato altra
e delle tor pratiche religiose dan chiaro a denominazione valevole a denire Pincre
vedere comegli sia ben tontano dalPap dulit o la noncredenza itlimitata. i co
partenere a vecchi credenti.
stui seguaci son ben tontani dal formare
Necredenti itluminati si comprendono, tra toro mfaggregazione ocommunit re
a sua detta, i razionalisti, i deisti e i tito ligiosa. Vivono isolati, ciascuno nel pro
soti seguaci di Kant. Questi aderiscono prio personale individualismo, e se adot
ancora al cristianesimo, soltanto per co tano alcuna" specie di simboto commu
medesimo che ide di surrogare colPora
zion domenicale quanti vi ha simboli di
fede protestante), porge ne suoi Schizzi
di Kwnigsberg, un quadro analitico della
vita religiosa nella sua citt natale e nel
Paltre citt della Prussia, quadro che, come
caratteristica del protestantismo prussia
no, ne par meriti osservazione.
Giusta it dottore egeliano, dividesi it
protestantismo prussiano in quattro ben
distinte categorie, val dire: in vecchi cre

Benoien. Vol. VI.

356

446

Pii

ne della vita di G. C. o della dogmatica di


Strauss, traggonta puramente dalla distin
zione per lni fatta tra it transilorio e it
permanente del cristianesimo; teoria es
senzialmente commune a tutti i settarii ,
siccome quella che diventa base di tutte
tor negative riforme, di tutte le soppres
sioni che fanno di questa o quella dottrina
o pratica. Acapo del transilorio sta, co
m naturale, la Trinit, siccome triplice
personalit in una sola divina essenza;
giacch queglino tra toro che si compia
ciono pur dammettere una personalil
divina, la vogliono unica, comech con
cepita dalPuomo sotto una triplice ope

PU
cristiana? Non forse cosa al tutto evi
dente, come dimostra assai bene it dot
tore Rosenkranlz, che u dove it deismo

razionalistico giunto alla piena sua ma


turit , it terreno si trova bastantemente
preparato pel panleismo egeliano e per
ci anche per le teorie di Strauss, le cui

opere vengono oggidi lette e commentate


a voce ed in iscritto lin da contadini delle

provincie prussiane? n

Oltre le quattro discorse generazioni del


razionalismo, contansi in Prussia molPal
tre sette, che, almeno, han conservato un
simboto; quali sono, per tacer de luterani
e de rittormati dantica fede, i mennoniti,
razione di cui egli medesimo Pobietto. iglicteliani,i mucheriani, gli ebeliani,ec.
ll perch vengono alto stesso modo tra Non si pu impertanto discorrer pi nella
vestite le dottrine delPincarnazionc e del Prussia protestante duna fede commune
la redenzione, quelle delPimmortalit del e molto meno ancora duna chiesa evan
Panima, de premii e delle pene, trasfor gelica: perocch donda trarrebbe essa un
mate in migrazioni da questo a quelPa principio di concitiazione tra tante oppo
stro, dove P umana mente percorrer la ste teoric? it principio della tradizione ,
scala innita duna perfettibitit natura it soto che offrir possa una tavola di sal
le, intellettuale e morale, graduata sut vezza, viene universalmente rigettato;
Pacquisto che avr fatto in punto di scien Pinterpretazione delle Scritture, libera a

ze nella precedente vita. Non gi che chiunque, non ha pi autorit per nes
questi increduli propongano si fatte teorie suno, e quella delto stato , come regola
come dommi da credersi; si contentano tor della lede, sarebbe da ognuno avuta a
doccuparsene come di probabitit suf scherno.
cienti alla mente umana ecostituenti parte
* PUSEISMO. Cos vien denominato un
di ci che it gran tosofo Ges o chi al moderno sistema di teotogia anglicana. Noi
tro sotto il nome di lui (giacch noto non annelliamo a questa parola, offensi
come to Strauss sia giunto sino a negare va, dicesi, pepartigiani di quel sistema,
la personalit del Salvatore) ebbe lasciato alcuna idea d accusa o di scherno; soto
intravedere a rozzi uomini del suo tempo miriamo a far conoscere con esattezza e
acciocch venisse meglio conosciuto e pi imparzialit una scuola divenuta famosa.
razionalmente svolto da toso daltra et.
Darcm principio colPesporne in succin
A detta del dottore che stiamo anali to la storia.
E fu circa dieci anni che la stampa in
zando , Kmnisberg, sua citt natale , la
Sionne del grande evangelista Kant, e la glese ebbe ventitato alcuni progetti per la
Prussia intera contengono un gran sciame riforma della chiesa stabitita. Non eran
di kantisti delPaltro sesso, seducenti apo gi deelamazioni volgari sulla splendide:
stoli, che, mediante la poesia, idealizzano za ed opulenza del clero, declamazioni so
ancor pi le dottrine del gran patriarca lite in Inghitterra; erano invece gravi
piani presentati da amici dichiarati ed an
e de suoi discepoli....
Sposto cos it cristianesimo straussiano, co da membri della chiesa anglicana, ad
religione senza communit, senza culto , eltetto di modicarne la costituzione, la
it dottore invita it clero protestante a liturgia, i formolarii. Se non che questo
unirvisi, almeno in parte, invito che noi movimento venne attraversato da un an
reputiam superuo anzi che no; perocch tagonismo it cui oggetto principale era
se, comegli accerta, nessuno, tranne al quelto di retticare certe orazioni o certe
cuni teotogi decrepiti, legge pi n la con dottrine ritassate che da lunga pezza do
fessioneaugustana n le formole dellacon minavano in una parte della communion
cordia; se, come dichiara, Pimmensa mag nazionale. Cos nacque it puseismo. Alto
gioranza de ministri non istruisce pi zeto della scuola nascente dovettero senza
secondo i catechismi ma giusta i proprii dubio aggiugnere stimoto varie circostan
quaderni o gli scritti de nuovi riforma ze, quali la soppressione falta per un atto
tori, qual elemento rimaner pu ancora partamentare di dieci sedie episcopali
al prote-tantismo germanico per conser (protestanti) in Irtanda, Popposizione del
vare it carattere apparente d una setta popoto irtandese alla decima, Pavviso so

PU

PU

447

Ienue dato in pien partamento al vescovi chiama1 si potrebbe sua prima epoca. Gli
da tord Grey che disponerenl domui suw. antichi riformatori pizzicavano di latilu
Che che ne sia, la nuova scuola, tuttavia dinarismo o, per dirtto in altra guisa, eran
poco numerosa ocomposia principalmente uomini di tendenze ritassale; i nuovi, al
di studenti delP universit di Oxford, si Popposto, che vogliono essere esatti cos
pose alPopera con ardore. I trattati pei nel domma come nella disciptina,dicono:
tempi presenti (Tracia fori ihe iimcs) Conservate it simboto dhttunasio e tutte
cominciarono a uscire in luce nel i888 e le forme del Battesimo. Nessun accommo
furon ben tosto seguiti da scritti polemici damento colto spirito del secoto. A tempo
pi elaborati, quali destinati a difesa del e opportuno e non opportuno inculcate
Panglicanismo, quali diretti contro di Bo i formolarii, anzi che lasciarti cadere. Non
ma o de dissidenti protestanti. Verso dimenticate gli oblighi che avete contralto
quelPepoca it Brilisch Crilic. rivista tri verso la Chiesa altatto che pel Battesimo
mestrale, divenne Vorgano del partito. In foste rigenerati in Cristo; non vi scordate

altra publicazione it Brilisch Jllagazine, del pari che la voce de vescovi quella
Newman e Pora defunto Froude dettarono
assai cose per sorprendere i lettori pro
testantl.
E sembra nondimeno che questa scuola
non abbia fermato seriamente Pattenzione
del publico che al principio del ioso, al
torch it dott. Hampden, appena nomi

di Dio stesso. Fate vedere che, essendoi


nostri vescovi uniti agli apostoli per via
di iegitima successione, ad essi soli quindi
ed a ministri da toro stabititi si dee dar
retta e obedire in materia spirituale. Fate
capire che la Chiesa non dipende dalto
stato, ma che anzi Palieauza della Chiesa
nato dal ministero alla catedra di teotogia ridonda in onor delto stato. Ristorute la
di Oxford, venne censurato dal consiglio disciplina scaduta, ravvivate fintettettto
universitario di quella citt (detto it con col rammentargli le verit della nostra
vocato di Gxford) in conseguenza dunac chiesa sciaguratamente neglette per un
cnsa di razionalismo intentata contro i tempo, ma non smarrite giammai. Osser
precedenti suoi scritti. Alia testa delPop vatei giorni dastinenza e le feste de santi.
posizione contro it detto professore si po Sotttomettetevi alle rubriche. Tenete aper
sero,quantunque non soli,gli uomini della te le chiese. Ove facciale tutto questo, la
nuova scuola, tra gli altri Vaughan,,Piio nostra chiesa comparir quella che real
mas , Newman e it dott. Pusey. Questi, mente, una chiesa pura ed apostolica, che
che altora occupava ed occupa tuttavia la ha saviamente ripndiato le corrultele dot
cntedra debraico, credeasi avesse avuto trinali e le pratiche superstizioso, se non
delle miresul posto conferito ai professore idoiatriche, della sua sfortunata sorella di
eterodosso. Di tutti i suoi it dott. Pusey Roma, dottrine tutte e pratiche aperta
era it pi in vista, come professore, co mente coudannate dalP antichit che noi
me supposto coupetitorc e come autore, invochiamo con itducia e riverenza; una

in quel momento stesso (aprite i858), chiesa pura ed apostolica che ha scosso
d'una difesa notevole delle nuove dottri it giogo tenutole lunga pezza sul colto dal
ne contro uno spiriiosissimo anonimo: vescovo di Roma, in opposizione aca
Lettera pastorale indirilla da S. S. il noni de primi generali concitii: i quai
sommo pontece o certi membri delPu canoni, a cui noi richiamiamo lui e i suoi
niversii di Oxford, coluposizione piena aderenti, convincono per scismatici ive
di sale e dironia. Queste varie circostanze scovi forestieri da lni introdotti nella dio
furono indubitatamente cagione si deno cesi dInghitterra (l).
minasse da lui it partito.
Coieste novit, comera da aspettarsi,
Se spettasse a noi deiinire le intenzioni vennero impugnate. DalPun delati, i dis
originali de fondatori della scuola in dis sidenti protestanti gridarono al papismo
corso, diremmo iosse toro scopo di ri mascherato; dalPaltro gli anglicanidenun
tornare in vita Panglicanismo che tenean ziarono certe proposizioni che giudicaro
per ispentto al tutto 01t almeno di scemar

forza ai dissidenti protestanti. Dopo cii


capi, come pur quanti eran uomini del
partito, recavansi a gtoria di dirigere it
movimento in un scuso avverso a ltoma.
Esibiamo qui, secondo i Tract: ed ai
tre opere, un prospetto generale delle
dottrine, delPinsegnamento e della dire
zione dei puseismo, durante quella che

(l) Non ben chiaro di quai vescovi in


tendasi qui faveiiare, se degli atiuali vicarii
apostolici o de vescovi cattolici d un iempo.
Tra questi nebbe certamente di non inglesi
per nascita, ma che coscicnziosamcnhe e senza

rossore sarebbesi otuto reputare per nativi


paese; un s. gosino, p. c., un s. An
selmo, un Lanfranco.

PU

PU

no eterodosse, mischiato per, per con


fessiou toro, a molte cose vere ed utiti;
per ultimo i cattolici ebbero additato de
paratogisiui, delle contradizioni e delle
frodi. Vedi i n. o e lodella Rivisla di Du
blino e varii articoli da essa a quando a
quando publicati. Questi articoli, lavoro
del dotto Wiseman, vennero in parte ri
stampati separatamente dalPlstituto Cat
tolico di Londra sotto it titoto: Delle pre
tensioni delValla chiesa.
Noi siam tuttavia di parere che un tal
movimento sia stato lungo tempo veduto
di buon occhio dalla maggior parte de
prelati anglicani. Non eran fore i nova
tori zelanti campioni, quantunque talvolta

4/18

dalPcpiscopato. Lautor di esso, Witlinms,


poeta religioso notissimo, it traduttore
(almen crediamo) degli inni del breviario
parigino. Levossi altor tale una furiosa
tempesta di grida volgari e dignoranti
interpretazioni che nel gennaio del i842
gli fu forza rinunziare al concorso per la

indiscreti, della chiesa nazionale? Ma po

catedra di poesia nelPuniversit di Oxford.


E nondimeno parecchi desuoi avversarii
non solamente non avean letto it suo scrit
to ma n tampoco saputo riferirne cor
rettamente it titoto! Lo diciamo profon
damente convinti. in tutto it corso della
totta trala nuova scuola e isuoi antago
nisti protestanti niente torna a pi ver
gogna di questi, sebben vittoriosi , n a
gtoria di quella, che it sistema dinvet

steriormente due o tre Tracis diedero


ombra non lieve. Nel Tract 75." scontrasi
la storia e un pomposo etogio del Brevia
rio Romano e, che pi riteva, sulle tracce
del Breviario una maniera dofficio de
morti e di messa per la festa dun vescovo
e confessore con una leggenda in tre le
zioni ad onore di Guglielmo Ken commen
devol vescovo anglicanomoivgiurulo (l),
del secoto XVII! Era questa intolerabit
cosa per la maggior parte degli anglicani.

tive e di stealt adoperato in altora. Qual


it delitto delPautore? Sostiene egli do

noi cattolici su ci che stimavasi un pre


zioso tesoro conttraporre un diritto eguale
in favore della chiesa anglicana come ramo della chiesa cattolica non era forse
strana audacia, tale da otfender Panime
oneste e far domandassero: Perch mai
la chiesa anglicana ha un tempo rigellate
queste cose con disprezzo? Che che nc sia,
Pamore pel breviario, anzi che diminuire,

questo fracasso venne suscitato, senza du

ver le verit evangeliche diffondersi con


giudiziosa circospezione; non tutte le dot
trine esser fatte sia per tutti i tempi sia
per tutti gli uomini; Pesempio di nostro
Signore, de suoi apostoli e delP antica
Chiesa , P anatogia tra le vie ordinarie e
straordinarie di Dio consigliare che si
dispongano con prudenza e grado grado

cosi i cuori come le menti ad accettare i


Ad un diritto di propriet esclusiva a dommi e la disciplina. Del resto, tutto
bio, assai meno dalle sue proposizioni, per
fermo poco offensive, che per cagione delle
alte e misteriose prerogative a pro della
Chiesa riclamate e del biasimo quieto ma
pungente versato sul sistema pseudo-evan
gelico prevalente in Inghitterra.

Ora da dire del Traci 9o. ed ulti

mo. Questo celebre scritto di Newman


non cess poscia di farsi pi forte. Si die diede origine a calde controversie che a
der fuori in latino gli inni delPuffizio ro stento si caimano dopo due anni.Noi av
mano e del parigino, e molti de neo-an visiamo la genesi esserne stata la seguen
glicani dichiararono aver tratto dal bre te. I primi Tracls aveano soventi volte
viario le toro opere destinate alla privata assalito Roma con estrema virulenza per
divozione. Posteriormente misero fuori ch it toro scopo era assai meno diucul
Pufficio delle Tenebre con divote consi care le verit cattoliche considerate in s
derazioni sulla Passione, attinto la pi stesse che di sostenere it sistema angli
parte, dicesi, a fonti cattoliche. Un libraio cano compreso da della scuola. Lo studio
(crediamo sia Oakley) tradusse parecchie delle antichit ecclesiastiche, quantunque
omelie di s. Bernardo, che, per avviso no fatto a traverso dun mezzo sbiadito, avea
stro, vengon lette generalmente da laici. prodotto scoperte al tutto inattese. La
Un altro Traci (o a meglio dire i due natura stessa della polemica, ingaggiata
Tracls 80.i e 87., non essendo questo dal puseisti, aveali obligati a mettere al
che la seconda parte delPaltro) intitolato: chiaro di molte cose che negar non po
Della cautela nel iii/fondere le cogni teano esser vere, sante, degne damore,
zioni religiose, fu accolto con ira immen bench pertinenti a colei che condanna
sa dalla stampa, dalla catedra ed anche vano. U etietto che questo produr dovea
sulle menti riessive e ragionevoli era di
(l) intendi per non giurati quelli trifprelati tcmperar Pamarezza e modicar qualche
anglicani che, nella rivoluzione del i688, ri opinioni. it perch osiam credere che Pu
sey e Newman vorrebbero non aver detto
cuarono it giuramento a Guglielmo lll.

PU

PU

molte cose che sfuggirono un tempo al toro


fuoco. Oltrecii Tracis avean gi formato
scuola. In che misura? li vedrem quanto
prima; e non ist in potere decapi duna
scuola qualunque, sopratutto se sia ne
suoi primordii, Pinchiudere tor discepoli
nella formola originale.
Alcuni giovani e bollenti ingegni, invi

ticale di ci che avvi di vago nel linguag


gio di detto formolario , interpretazione
alla quale per fermo non si ponea mente
nelPepoca della pretesa riforma. Quasi un
secoto fa, it dott. Secker diceva de'so
articoli: Egent lantum interprelalione
commoda. Questa commoda interpreta

449

zione fu trovata dal Newman, ma in un


tati alto studio delPantichit, vi si erano senso tultaltro da quelto che volea quel

applicati a tor agio. Sapevauo la risposta Parcivescovo, nemico ardente de cattolici.


da darsi alla dimanda: A Roma potest oli Del resto, a noi pare in quel famoso Tract
quid beni esse? Ed erano andati inanzi contenersi un inconseguenza ben notevo
per vedere cotor proprii occhi. Il risul le. Perocch dalPun lato non si vogliono
tamento delle toro indagini sopra alcuni ammettere le prove storiche quando dimo
individui avea per prova fatti publici. Vo strano invittamente che, al tempo dElisa
giiam partare di Sibthorp, Grant ed altri. betta, la chiesa anglicana rigettava dot
Contro simiti risultamenti, che per altro trine dichiarate vere e necessarie da tutta
si sarebbe potuto antivedere, importava it la cattolicit, nel mentre datP altro lato
premunirsi. Spieghiamoci meglio. Alcuni s intende giovarsi della storia quando
ingegni gravi e sagaci essendosi fatti ben ha un vatore immensamente minore,cio
ddentro nelle quistioni alla cui disamina quando non presenta che vaghe declama
erano stati invitati dai Tracis, andavan zioni e vitlane invettive, per inferirne, e
convinti o stavano per convincersi che va su una vasta scala, la corruttela e gli
rii punti condannati dai 59 articoli eran abusi di Roma. Ma di ci avvi la ragio
tuttavia stati reputati sacri dalPantichit; ne. ifautore non comprendeva che le ca
che la chiesa dnghitterra, con parecchie lunnie delle vecchie omelie e le inette fa
sue dottrine, era formalmente uscita del vole degli antichi controversisti poteano
catttolicismo; che nalmente le accuse di indirettamente giovargli per conservare
rette dalPanglicanismo contro Roma eran nel girone anglicano cotoro che inclina
calunniose e prive di fondamento. E pa vano verso Roma. infatti it romanismo,
reva perci probabitissimo che i giunti a presentato sotto lineamenti odiosi e voi
quel segno sarebbero andati pi oltre, cio gari, era forza disgustasse gli uomini che
no a Roma. A n di ritenerti,era neces avean fondato toro speranze su qualcosa
sario un ingegnoso procedimento dargo di meglio, mentre che piegando i 5o ar
mentutone. Per fortuna del puseismo, ticoli al senso che la scienza inoltrata de
eravi in Newman un uomo consummato suoi lettori reputava la sola conforme al
in questa parte, e it capolavoro della stra Pantica tradizione, distruggeva uno scru
tegia dei controversista si dispieg nel poto serio e liberava Panglicanismo dalla
taccia daver fatto sfregio alla dottrina cat
Trac! 9o."
Si pens a snaturare it linguaggio de tolica.
Generalmente partando, it detto Traci,
Tracis, a n di dar toro un senso al tutto
diverso e nuovo; contro Pevidenza sto al suo apparire, non- sodisfece a persona
rica si ferm che i se articoli anglicani fuori della nuova scuola e per avventura
intendono condannare non gi i dommi neppure a tutti que di essa scuola. [Ru
formali e legalmente autorizzati dalla chie niversitt to colpi di censura. il vescovo
sa romana, ma solamente certe questioni diocesano (it dott. Bagel). quantunque ami
dubie e certe pratiche cattive in essa chie co del movimento, consigli si cessassero
sa introdotte: donde consguita che que tali publicazioni; altri vescovi assalirono
a9 articoli, quantunque stesi da nomini apertamente it Trac! e ne denunziarono
che vedeano nel papa Panticristo e nella le fallaci proposizioni. ln somma bisogna
messa una favola blasfematoria, ponno co ammettere, a malgrado dalcune speciose
scienziosamente sottoscriversi dai parti apotogie, che una generate condanna pas
giani dunopinione diametralmente oppo s su quelto scritto per parte delPanglica
sta. Anch questa teoria non avesse a nismo. Noi approviam questo giudicato;
crollare a bella prima, era di necessit e quantunque non sia nostra mente esa
altontanare it punto di vista degli autori gerare le differenze che intercedono tra
del formolario anglicano, e to scrittor pu la confessione anglicana e la nostra, i di
seista sapevato a maraviglia; questa teo ritti del vero debbon esser mantenuti ad
oria non potea trovar base che sulla for ogni rischio.
Non si veggon pi Tracis dopo Paprite
zata e capricciosa interpretazion gramma

450

PU

PU

del i841; ma it puseismo abonda conti


nuamente di mezzi per propagarsi. Abbiam
fatto cenno del Brilisch Crilic. Toltene
qua e cot alcune lievi ostitit, che sono
inoltre cessate o quasi, essa rivista ses
prime riguardo a Roma con modi bene
voli ed anche rispettosi. l riformatori del
secoto XVI, inglesi o stranieri, vengono
alPopposto trattati in maniera libera se
non anche sprezzante. Tu ti avvieni co
stantemente in sentimenti e giudizii cat
tolici. AlPusanza inglese, nelle publica
zioni di tal genere gli autori serbansi
anonimi; ma indizii di parecchie sorta
squarcian soventi volte it veto. L'inuen
za esercitata da questa scuola si d a di
vedere nelPampiezza e variet della sua
letteratura. Agli uomini di studio essa con
sacra grandi squarci derudizione origi
nali o ristampali; ai lettori ordinarii delle
classi superiori, scritti meno elaborati;
per cotoro che scarseggian di tempo edi
denaro, brevi trattati; alle classi inferiori,

giani nel partamento (2), tra gli uomini

di legge, dapertutto insomma. Lo zeio di


mostrato pei poveri da cotoro del clero an
glicano che adottarono- le nuove dottrine

impedir, non ne dubitiamo , a tanti e


tanti di gittarsi nelle conventicole de dis
sidenti protestanti, dove li avrebbe pre

cipitati la fredda inditfferenza si commu


ne, almeno un tempo, alPordine sacerdo
tale anglicano.
l lnetoilisti e gli altri dissidenti prote
stanti, quantunque non sien venuti meno
di zeto ed energia, non ci pare per si man
tengano in proporzione della popolazion

del paese, la quale in continuo aumento.


Il confronto del progresso relativo non pu
dunque istituirsiche tra it catttolicismo che
va inanzi di passo franco e Panglicanismo.
Studiamei ora wesporre nel tor com
plesso le principali dottrine della scuola
in discorso. Son esse le seguenti.

Lepiscopato, che essenziale a,lPesi


stanza di ogni chiesa, d istituzion di

certe novelle alla mano; ai fanciulli, per vina e non soltanto , come intendesi da
ultimo, racconti famigliari. Non si vede, alcuni teotogi anglicani, unistituzione uti
le, un mezzo.
I luterani, i riformati di Francia ed al
stema regolarmente ordinato: nondimeno tre consimiti sette, son fuori della Chiesa:
vi si riconosce uno scopo uniforme. Que nessuna communione perci aver si debbe
sta letteratura prova manifestamente quan con esse (5). Sinsiste fortemente sulle
to potere esercitino sulto spirito inglese prerogative della Chiesa, sulla obedienza
le nuove dottrine chessa ha per iscopo di dovutale in virt del Baltesimo,sulla pre
propagare.
senza mistica e perpetua di nostro Signore
Se it puseismo, con boria anzi che no, nella Chiesa stessa, sulPinsufcienza della
applic a s tatora it testo: De secla hac Scrittura si:parata dalla tradizione e sulla
notum est nobis quia ubique ei contra necessit di questa, linalmente sulPim
dicilur, pu certamente vantarsi desser portanza desimboli, ll principio di salute
penetrato in tutte le parti delPanglicani merc della fede sola, principio che sem
sUio (l) e in tutte le classi della societ, bra essere stato confermato dalla chiesa
nclle mezzane segnatamente. Conta parti anglicana, vien condannato quale error
pcstitenziale. Circa la giusticazioue,meno
qualche ditfferenza despressione,non si va
(t) Ed anche pi in l. Quantunque it pre lungi dal concitio di Trento.
Si va piuttosto iPaccordo intorno asa
sbiterianismo domini e sia legalmente stabi
lito in lscozia, vi si trova per, da l'70 anni, cramenti e si sarebbe disposto ad ammet
un episcopato di ceppo anglicano, ma sot terne pi di due, non fossaltro in favore
tomesso a canoni particolari, episcopato,
dicesi, favorevolissimo alle dottrine puseisti
che, per la propagazion delle quali dee aprirsi
(9) Mitner, Gladstone, ec. Questi s faito
un collegio a Pertb.
Papotogiia della nuova scuola nel suo scritto:
Se qualche vescovi (protestanti) dtmerica Church principlcs (Dcprineipii della Chie
scrissero contro it nuovo sistema, v"ebbe al sa). Come scrittore ha pi splendidezza che
men uno di que prelati, it dott. Doane, che solidit.
ne pigli le difese. ll vescovo di Calcutta gli
(5) Guglielmo Palmer it giovine (del colle
manifestamente avverso: nondimeno it quar gio della Maddalena a Oxford) percuole da
tier generale del puseismo, in quella parte natema tutte quesie sette e it nome nanco
delPlndia, irovasi nelFisiituto de missionarii di protestante. V. la sua lettera a Golightty,
protestanti di Bihops-college (collegio del ennaio 1842. Ci ha un altro Guglielmo Pal
vescovo). Si accerta it puseismo venirvi dif mer del collegio di Exetcr, autore di diverse
fuso mediante una rivista menite intitolata pere, tra Paltre delihclli contro Viseman.
The Church Herald (PAraldo della Chiesa), La rivista di Dublino, n. 16 e 2l, poscia nel
scritta in bengalese

novembre del 1842, ne not gli errori.

gli certo, in tutto ci un pensiero esat


tamente uno n it risultamento dun si

PU

PU

454

delPordine (i). Ma su quesParttooto le idee


i puseisti amano per tal maniera P a
della scuola non sembran per anco alPin scettsmo della chiesa cattolica che sem
tutto determinate. Altretanto par si debba brano disposti ad ammettere aver teno
ilire della sua dottrina sulla santa Eucari stre mitigazioni suervato la disciplina.
stia. Ne parta essa.per verit, con assaica Amano e i principii fondamentali de no
tore e in senso cattolico, toltone it domma stri ordini religiosi e i nostri spiritualistt.
della trausostanziazioiie, che nondimeno Infatti Panglicanismo si povero di spi
sembra aver partigiani. Se, per non poter ritualisti che, quando se ne vuole, pur
appieno comprendere it sistema di questa forza venir cercarti fra noi. La scuola di
scuola, non ci avventuriamo a dire di pi Pusey ha in gran riverenza i personaggi
su quesPimportante argomento, dover itlustri del medio evo e non manca ordi
nostro per dichiarare che per altro rispet nariamente di dare it titoto di santi a co
to essa ha ben meritato del cristianesimo. toro che furono cauonizzati. Merita des
Volgendost a dimostrare la potenza rige ser notata la reazione operatasi sotto que
neratrice del Battesimo, dimanda che que sto rispetto. insino a questi ultimi tempi
sto sacramento venga accuratamente am nessun protestante inglese avrebbe nomi
ministratmgiacch non pochi membri della nato s. Anselmo o s. Tomaso o s. Bonaven
chiesa anglicana vi ebbero scorto e vi tura (5) senza Paccompagnamento obligato
scorgono tuttavia nulla pi che una ceri duna beffa o dun ghigno. Oggidi, quasi
monia ed un simboto. Spesso liate,a mo per far grazia ai partigiani delPanttca mo
tivo di tale disprezzo, fu it Battesimo am da, uomini rispettabiti rendono omaggio al
ministrato con estrema trascuraggine o fu merito insultato e si volgono aencomiartto.
del tutto omesso. Lesatta osservanza del
Prima di dar ne a quesP imperfetto

rituale avuta in grande stima darpusei


smo, che compiange le crudeli mutitazioni
da esso subite nel secoto XVI e vorrebbe
riclamare ci che it tempo ha tolto agli
avanzi conservati dalla riforma. Per questo
motivo sattira le beffe <tesuoi avversarii
e tatora le ammonizioni de vescovi. in
contrariet alle idee di non pochi anglica
ni, esalta la divozione liturgica e la mette
al disopra delle riunioni religiose per la
preghiera sociale e di famiglia. Ei deside
rerebberaccorre i fedeli due volte it gior
no alPoieiatura della Chiesa. Voi crede
rete per avventura che la liturgia anglicana
sia itsuo ideale. No: ei la pone per fermo
assai al disopra de trentauove articoli e
innitamente de libri delle omelie; ma
geme. in vedervi Pimpronto della ruvida
mano de riformatori, sopratutto nella li

sbozzo, bisogna per aggiugnere che la


scuola rimane non lievemente scandalizza
la dagli onoriche si tributario al santi appo
noi, come pure delto stite delle preghiere

che toro audirizziamo. questo it suo ca


vallo di battaglia. Vien essa citando, per
anatomizzarti senza compassione, alcuni
de nostri libri di preghiere e alcuni caldi
squarci denostri oratori sacri. Senza esa
minare se i passi criticati sieno in tutto
conformialle regole della prudenza e duna
divozione itluminata, dobbiam dire che
per questo riguardo i puseisti han dato
sovente prova di pochissima sincerit e
buona fede. Ma essi avean bisogno duna
spauracchio a lln dimpedire la diserzion
verso Roma di cotoro i quali, come eglino
stessi, avean concetto certi dubli sull va

lidit deiPanglicanismo. I puseisti dicono:


turgia eucaristica (Communion :ervice). Di forti presunzioni epare si levino con
Alcuni per cercano una maniera ditem tro la romana chiesa a cagion di quelto

peramento al tor rammarico in ci che con che in essa ha Papparenza (4) didolatria.
siderano siccome una misteriosa disposi
zione della previdenza; stimano che it
servizio anglicano-, it cui carattere pent dopo Pasqua: Dcua, qui delium mente:
cf/icis ooluntat, ec. i riformatori non
tenziale e in certo modo dumitt contra unius
poterono astenersi dal porvi mano; quindi gli
sta s gagliardamente con la massa giubi anglicani dicono: -- lddio onnipotente, che
lante degli alleluia del Breviario, al po soto puoi regolare le disordinate votont e gli
stutto, meglio per avventura si confaccia affetti degli uomini peccatori.
(5) Fu teste publicato una traduzione in
alla condizione delPuom peccatore (a).
glese della Catena aurea di s. Tomaso PA
quino sugli evangelii.
(1) E forse della Penitenza; perocch in
(Il) Notisi it vocaboto apparenza. Non a
scuola da grande importanza alla podest d'as duso per gli altri anglicani. Del resto, seb
solvere e raccomanda moliissimo la confes bene i puseisti abbian altamenie biasimaio Pin
sione.
voeazione indiritta ai santi, pure in un de tor

(2) Qualunque caitolico e tocco dalla bella libri fu scoperta una maniera di supplica per
colletta od orazione della quarta domenica ottenere it patrocinio della ss. Vergine.

452

PU

PU

Dov in tal caso la santit? In qucstolper non toglie toro di fulminare aquando
ditemma it miglior partito per ianglicano a quando severe condanne. Quel che di

si di rimanere quale dalla providenza ciamo de vescovi dlnghitterra vale anco


fu fatto. n
de tor colleghi dlrtanda.
Rimane da esporre Pattuat condizione
del puseismo relativamente alla chiesa an
glicana, ai dissidenti ed ai cattolici.
Il lettore sa a non dubitarne esserci
stato sempre nella chiesa anglicana un
partito gagliardamente attaccato al calvi
nismo. Questo partito scrb sempre una
profonda avversione alla dottrina cattolica

Mentre adunque alcuni prelati anglicani


mostran favorire sino a certo punto it pu
seismo, gli altri gli sono pi o meno av
versi: patrocinio aperto nessun gli con

cede. Non a tacere inoltre che i pi be

nigni tra cotesti prelati dan segno di alto


corruccio ogniqualvolta si discorra di Ro
ma; dal che pu di leggieri argomentarsi
concernente Pautorit della Chiesa; pone Panimosit degli altri.
la fede al disopra di tutto, insino ad aver
I puseisti seguon contuttoci tor cam
per cosa abominevole la parola nierilo; mino, senza sconcertarsi a tali gridori e
nega la rigenerazione operata dal Battesi condanne. Se tatora rispingono gli assalti
mo, lcva a cieto to spiritualismo ed nemi deproprii avversarii, che son per la mag
co dichiarato delformalismo, tutto che to gior parte in fatto di scienza assai da meno
leri un picciol numero di cerimonie. Ei s di loro (I), le pi volte per si taciono,
imposto it nome di partilo evangelico, e siccome quelli che alla polemica sembra
i seguaci di esso chiamansi tra toro mem no anteporre it metodo didattico e Pespo
bri del mondo religioso. Per la maggior sizione. Quanto alle dottrine del partito
parte delle suc idee esso partito non dif appellato evangelico, le dicono chiaramen
ferisce dalla gran massa de dissidenti coi te eretiche. Di frequente e in modo feli
quali si collega per certi oggetti speciali, cissimo ne confutano le pretensioni a una
quali sono le societ bibliche e delle mis maggior santit di vita e mettono in con
sioni e sopratutto le societ antipapistiche trasto it psendo-evangelismo colla morale
(No popery). Per verit it papismo Palto cattolico-evangelica.
spavento cosi degli uni come degli altri.
La novella scuola, dandosi Paria duna
Or gli facit cosa it comprendere di chiesa, studia d assorellarsi colle chiese
qual occhio sia veduto it puseismo e come cattoliche del continente (s). Tatora it pu
trattato da questo ramo anglicano, com seismo rappresent la chiesa universale
posto oltreci generalmente di gente ben siccome divisa in tre rami, greca, romana
calda. Vitupcrato, avuto in dispregio, dif e anglicana. Al presente sembra annetter
famato, gli si movc accusa di voler dare meno importanza alle idee di nazionalit.
in mano a Roma la chiesa nazionale e ten Un tempo desiderava un concitio nazio
tar di ristabitire la domlnazion clericale nalc a [in di spianare le differenze e rista
dellel1 di mezzo. Ad ogni suo movimen bitire la disciplina: oggidi, che domandasi
to, attentamente spiato, levasi tosto un piuttosto generalmente un convocato (5)
violento bisbigliarc su la novit delle dot no l crediam guari disposto a farne spe
trine e la stranezza delle pratiche. Al rimento per tema non torni a vantaggio
principiodelli) scorso anno,alParcivescovo dellanglicanism0 ordinario. I puseisti da
di Cantorbery e al vescovo di Londra fu rebber di preferenza it saluto di fratel
rono diverse volte presentate di risentito lanza ai cattolici del continente; e a noi
suppliche a proposito di certe innovazioni
liturgiche additato come pericotoso alla
Chiesa.
(I) Ve ncbbe per o ve nha ancora diva
Gli altri avversarii del puseismo si mo lcntissimi, p. e. it fu iiott. Arnold e Pattuale
arcivescovo
(anglicano) di Dublino: dopo i
strano pi moderati. Generalmente alle
loro critiche va inanzi qualche tode. Fan quali potremmo citare Goode e G. S. Faber.
Non da confondersi quesi'ultimo con G. Fa
ragione alla probit, alle intenzioni cd al
ber, un de pi caldi adepti del puseismo.
Pntitit degli indhiitnt della nuova scuo
(Q) Quindi la denominazione d angto-catto
la, ma ne disapplovano le esagerazioni c lici onde si compiaciono appellarsi gli an
la tendenza a rimettere in corso le dot glicani della cuola di Puscy. (,i troviamo co
trine e pratiche condannate. A iiuesta clas stretii a ncgar toro un titolo che saddice sol
sc pertengono i pi de prelati anglicani, tanto a lor compatrioti cattolici. Si faito ti
se ne eccettui alcuni, da porsi, per le vio tolo, che per la sua novit relativa non pu
lenti loro ostitit, nelFaltra categoria. Per sotenersi a vantaggio dc puseisti, desta lc
risa degli altri imglicani.
contrario, uno o due di tali prelati sono
(5) Adunanza ccclesiastica solita [WIIIiCIIfsi
assai pi favorevolmente disposti, it che -atboccasionc nella chiesa dlnghitterrn.

PU

PU

dorrebbc- di non potertto render toro, iti

gico c una credenza sicura. L itlusione


de puseisti dovrebbe perci ormai essersi
dissipata.
Noi siam tuttavia di parere essere it
puseismo uno stromento in mano di co
lui che tutto coordina al bene della sua
chiesa. Simite ad altri mezzi umani di
grande utitit eventuale, ma che nel corso
di toro azione si mostrano parzialmente e
per occasione cattivi, it puseismo ha reso
e va rendendo tuttora de servigi alla

spetto alPentrare in communione visibite


con noi,la reputan cosa non che imprati

cabite ma n pur da tentarsi con verun


mezzo diretto. Sembran tuttavia trovare

qualche conforto- nel pensare che non la


scia desservi una oommunione invisibite,
sancita dalto Spirito Santo.

Stranacontradizionel A cotesta bene

453

volenza pei cattolici del continente siic


coppia, almeno in non pochi depuselsti,
una specie dantipatia pei cattolici ingle Chiesa, bench, in certi casi particolari le
si. Veggono mal volentieri Pemancipazio riesca di pregiudizio. La pregiudica per
ne. Han chiuse Porecchie ai gemiti del questo rispetto, che certi spiriti si staran
l-lrtanda, perocch le tor simpatie son pei paghi al tor culto imperfetto,ingannati da
vampiri impinguati dalto stabitimento ec gli speciosi raziocinii denuovi dottori, la
clesiastico, agli occhi della ragione cotanto cui morale dottrina per altro, buona e so
inutite , che gravita su quel sciagurato stanziosa,satisfer ben meglio it tor cuore
paese. Se avvenga che si trovin vicino al che non fanno le pi che aride istruzioni
cun prete cattolico zelante, tuttoch non vuoi degli evangelici, vuoi de ministri an
proveduto di rendite. ne hanno invidia glicani. Molte anime buone scorgeranno
come fosse un usurpatore. Vien egli fatto nel sistema una specie dinterponimento da
a- esso prete di convertire un di toro a lunga stagione desiderato in favore della
questa religione che riconoscono profes chiesa dlnghitterra; e it movimento at
sata dal gran corpo detla Chiesa e pa tuale , maniera di galvanismo applicato
recchie delle cui dottrine son da essi cosi alla forma, verr considerato siccome Pa
onorevolmente difese? Per inesplicabit zion salutare del vigor vitale.
conttradizione (ove ammetter non si voglia
Un simigliante risultamento sarebbe
un odioso supposto, dal che aborriamo), certamente accolto come un benezio da
segnano it convertito delPodioso marchio gli avversarii protestanti pi dichiarati;
di disertore. Non sarebbe egli a credersi ma essi temono con ragione che non sia
che uomini contristati da un lagrimevole per esser tale Peffetto generale delP in
isolamento, agli occhi toro irreparabite, segnamento della nuova scuola,qualunque
ma cui pregano lddio a cessare, si tro poi sia to scopo da essa propostosi; al
vassero disposti a rallegrarsi, come duna contrario che it sistema, indirizzato con
manifestazione di providenza, delPesten perseveranza verso le sue conseguenze
dersiv del eattolicismo in un paese che , reali,comech disapprovate, non porti se
per confession. toro, fu ed tuttavia de co alla lunga la caduta delPanglicanismo
solato dalPeresia, dalto scisma e dalla in l discepoli sorpassano di via ordinaria i
fedelt pratica? Non savrebbe a credere tor maestri. Un di quesignori inoltre ebbe
che questo progresso, nelP adesione a. a dire: Non ci possibite rimanere ai

Roma (per servirci dunespressione a tor punto che siamo; gli forza o dare ad
forse gradita), adesione accettata dalla dietro- o progredire.
maggioranza , secondo noi , de cristiani
d ogni denominazione nelP impero bri
tannico, che un tal. progresso venisse ri
guardato da toro come it presagio delPu
nione alla quale si devotamente aspira
no? Ma no. Sonsi essi per avventura la
sciati itludere dalla lusinga di trascinare
nel- tor sistema i cattolici dlnghitlerra, e
noi abbiam sentito partare di alcune in
sinuazioni a questo ne. Gli certo per

che n pur uno ha mutato la sua fede


cattolica per questo sistema; crediamo

poter del pari affermare che non pochi

Abbiam fatto vedere to stupore e it dis-,


piacer nostro sulPantipatia de puseisti pei
tor compatrioti cattolici. Questi non sono,

ben to crediamo , pi disposti a ricono


scere i veri servigi toro prestati dai pu
seisti. E valga it vero, non solamente
quegli hanno stornato dai cattolici parte
del fuoco senza posa scagliato dal fanati
smo protestante, ma si recarono ad es
salire con vantaggio it centro stesso della
cittadella protestante. E che son essi di
ventati il giudizio privato, la religione
esclusivamente biblica, la chiesa invisibi
le, la mission divina conferita a Lutero ed
a suoi seguaci, Panticristianesimo del pa.

di quelli che andavan presi alle tor teorie,


avendole giudicate non sostenibiti, si ri
fuggirono nella chiesa cattolica, perch in pa? Si dir per avventura: Si fatte cose
questa solamente trovarono un tutto to si sostengono tuttora da non pochi fra noi.
BEBGtER. Vol. VI.

57

454

PU

PU

llla questonon rispondere: sarebbe come l continente, Popinione che it dott. Puscy,
dire che non pochi fra noi vomitan le be Newman ed altri itlustri delP universit
stemie di Voltaire. Gli errori capitali del di Oxford son uomini che sorpassano la
prolestantismo, osiam dirtto, furon abbat toro chiesa e cercano trascinarta nel cam
tuli nella guerra ad essi fatta da pnseisti mino sul quale si son essi spontaneamen
colle armi pigliate in presto dacattolici. te avviati. Queslidea, che par commune
Conchiudiamo. Gli uomini onde favel a moltissimi cattolici, al tutto erronea:
liamo furono e sono ancora ntiti alla Chie i due accennati professori son tontani dal
sa, concorrendo, a modo loro, come certi nutrire di simiti preoccupazioni, e ben
ingegni sublimi fra protestanti di Germa gratuitamente i toro avversarii li rappre
nia contribuiscono in guisa diversa a di sentano quai capi-setta; non ritinano essi
struggerc quelPammasso di calunnie che di protestare contro Fabuso che si fa de
pel corso di tre secoli skiccatast al segno tor nomi, ed oltreci, per chiunque te
di soffocare la verit storica. Costoro dan stimone delPopera divina che si sta com
mano a riparare it danno cagionato da piendo in lnghittcrra, non possibite in
toro antenati alla ripulazione di quanto questo secoto dinditerenza attribuire al
fu bene e sapientemente fatto nelle an Pintluenza sola di alcuni individui prodigii
teriori generazioni. Nel mentre singegna che soto una potenza sovrumana valse ad
no per riprodurre almeno unimagine sco operare. ll Puscy, it Newman, ec... cam
lorala (chc non ponno far meglio) delPan minano colla tor chiesa ma non le vanno
tica bellezza di que tempi stigurati e brut- inanzi; si risttringono a fecondare col pro
tali dalla rabbia de primi riformatori, con prio talento it maraviglioso lavoro di ri
pi zeto e vantaggio ancora invitano a nascimento di cui Oxford attualmente
contemplare gli angusti e immortali san fatto centro.
n Le nuove dottrine di Oxford non han
tuarii della scienza e della sapienza che
piacque a Dio inalzare ne secoli trascor di nuovo che it nome onde sono abbelli
si. Si, dagli Inglesi non cattolici saran co te, e mal si i:sibisce siccome innovazione
nosciuti cd apprezzati i ss. Cesario, Ber un mero restaurainentto che ha per iscopo
nardo, Tomaso ed Alanasio. Noi siamo di render grado grado alla chiesa anglicana
certi che, ove sien nutriti della dottrina le suc dotttrine e tradizioni dimenticate, le
de padri, gli intelletti gelterinno alle tal sue pratiche lasciate nelP abbandono. l
pe e apipisttrelli le omelie anglicane dei partigiani di cotestto rinascimento son di
llidiey e dei Jewell, idoli nn tempo ve maniera avversi a qnalsisia innovazione
nerali. Che aero io pi, o Efrainga fur che sad0prano a tntFuomo nel purgarla
cogli idoli? Os. xiv, o. Lo disse it Bossuct, propria chiesa da quanto i riformatori di
che una nazione di lantto sapere non ri quesP ntlimo secoto v han mano mano
marr lnnga pezza in questo allucina introdotto, a lin di ridonarte it primitivo
sno aspetto Col chiamare in aiuto lhan
mento.
Terminerem quesP articoto recando le gelio e la tradizione, riparano essi le
riessioni dun tale eif buon giudice in brecce del passato, e pu dirsi la chiesa
anglicana, a ciascun passo che progredisce,
materia.
u Le infermit sotto le quali soccom venga spogliandosi del protestantismo. ll
heva la CitiCs. ainglicana erano giunte al perch nn simite restauramento eccitaPira
lor sommo qnnnnii0 dPimproviso un nuoio de llnfiitnni, i quali ingegnansi a rappre
spirito si pales nel sno seno, onde nacque sentre sotto odiosi cotori it clero che mi
speranza negli -anglicani di soltrar la tor lita in questa crociata. Ma. a dispetto di
chiesa alle rovine che nnitnnCCitlvano schiac tor violenze, nn tal mutamento avr suo
ciarta, e ne cattolici la lidncia di veder ellelto nel modo onde si operano tutti i
un di tornare nel sen della chiesa di G. C. morali mutamenti, val dire grado per
fratelli di cui piangono it traviamento. Per grado e in modo per avventura inseni
inceppare quest"opera di rinovellameuto, bitc. La peruasione, Pesempio di tante
i nemici della chiesa anglicana fecero ri virt eoncorrcranno alP opera insieme
corso a un pritno stratagemma, quelto di mcnte, Pinflusso del tempo contribuir a
chiamar dal nome di due o tre personaggi mitigare le preoccupazioni, avvezzamto
un tal movimento rigeneratore,sperando le orecchie ad ascoltar certe verit; e la
palliarne in lal modo Puniversalit c to pretesa riformata chiesa dlnghitterra ri
gliergli it sno vero carattere per ridurtto nover snccessivamente i legami col pas
alle meschino proporzioni duna dottrina sato, proclamando ogni di alcuna delle
individuale. Conseguenza di si fatta tat rltoltrine e pratiche della cattolica reli
liea fu di spargere, in Inghitterra e snl gionc.

PU

BA

n Non pure ad Oxford non circoscritto


it movimento, ma, dai grandi giornali di
Londra insino allc pi oscure publica
zioni di provincia, avverse o favorevoli a
tale restaurazione, i fogli tutti adducono
fatti che nel tor complesso ne chiariscono
Puniversit. L Inghitterra, PIrtanda, la
Scozia, VAmerica, PIndia, tutte le cotonie
trovansi in preda alPopera morale a cui
si travagliano insieme e it clero e i fe
deli. La vita laboriosa ed evangelica de
gli ecclesiastici fassi commendevol subiet
to demulazione pe laici; misurato, pru
dente, spessissimo ortodosso it linguag
gio dei pergamo; e it predicatore viene
insinuando nesacrt sermoni quel che i
pregiudizii ancor molti e Pistruzione at
tuale del suo uditorio non gli consenton
di dire apertamente; man mano che to
spirito cattolico si accende nella chiesa
anglicana, alle false virt prodotte dal

it centro delPunit cattolica la chiesa an


glicana tutta quanta; conciossiach, a pro
porzion del crescere che fa it restaura
mento delto spirito cattolico, gli vien del
pari crescendo in cuore it desiderio di ve
der la sua chiesa come corpo non rima

protestantismo sottentrano P umitt e la


carit.
n Non da tacere che si fatte manife

455

ner pi a lungo isolata, separata dalla


chiesa romana e dalle altre che sono in
communione con essa. Tale sembra dover
essere P andamento del gran movimento
onde siamo spettatori, delPopera religiosa

it cui tinale risultamento sar la conver


sione delPInghitterra. n

Q
" QUACHERI FRANCESI. Trovansi de
quacheri ne dintorni di Nimes. Questa

piccola setta aveva in origine non gi un


sistema di culto ben determinato, ma sol
tanto certa propensione verso it quache
rismo, di cui adott mano mano le mas
sime e le consuetudini, merc delle visite
ad essa fatte dai quacheri inglesi ed ame
ricani. Prima che Luigi XVI, col suo editto
del 1787, restituisse to stato civite al pro
tustanti, le adunanze di questi separatisti
si faceano secretamentc; poscia cessarono

stazioni della grazia divina producono


istantaneamente Peffetto di aezionare pi
gagliardamente che mai gli anglicani alla
tor chiesa. E- in qual modo, dicono essi,
andremmo noi in cerca della verit al
desser fatte a porte chiuse. Al cominciare
trove quando lddio ci d prove si solenni
della rivoluzione, molti ricusarono di pi
di sua tonganimit? Perch abbandone
gliar le armi e formavano, pattuglie con
remmo una chiesa rigenerata dalla sua
bastoni; ma la cosa dur poco. Videro essi
grazia e che in questo momento oggetto

volentieri Pabolizione del culto esteriore,


di si copiose misericordie?
Polferta de vasi sacri e degli ornamenti
n Unaltra considerazione che impedisce
di chiesa fatta alle amministrazioni dei

al clero anglicano, anche it pi inoltrato,

club. Tnttoch men rigidi quanto al ve


di separarsi dalla propria chiesa che ,
stire che i quacheri inglesi, professano la
se, invece di adoperarsi a rigenerare Pin
medesima dottrina. Son tor libri la Bibbia
ghitterra e ad istruire le popolazioni nel
e qualche opere della setta voltate in fran
senso della rinovazioue, venisse ad unirsi
cese, quelle in ispecie di l. Borclay e di
ai cattolici, darebbe con ci in balia al G. Penn. celebrano tor matrimonii nel
partito protestante della chiesa anglicana
Padunanza generale. Qne d Inghitterra
que sontuosi monumenti, retaggio delle
han ripugnanza a menar moglie fuori di
passate gtorie , quelle cattedrali, quelle
tor setta; i quacheri francesi, al contra
abbazie, que collegi dove tante memorie
rio, incontran parentelucoi protestanti e
cattoliche sembrano non per altro essere
pi di rado con cattolici. Tali matrimonii
sfuggite al martelto puritano che per aiu
misti son effetto delto scarso tor numero
tare it clero anglicano a sottrarre al prote
e delPavversione che hanno a unirsi con
stantismo PInghitterra. li perch, mentre
parenti troppo vicini.
assistiam dalPun lato al ritorno verso dot
trine e pratiche onde ogni cuore cattolico

dee rallegrarsi, dalPaltro cotesta rigene

razione rende alla chiesa anglicana una


vita che stava per ispegnersi in essa, e
* RAIMONDO LULLO. Nel diffondere
ritorna nel seno di lei i membri che eran cheiece, correndo it secoto XIV, in oc
cidente la cognizione delle lingue orien
sul punto iPabbandonarta.
n Ma se la rigenerazione della chiesa tali a n di preparar- la strada alla con
anglicana tende a distorre gli individui versione de musulmani, Raimondo Lulto
dalPabbracciar la nostra fede, questa ri propag colla sua opera ffrs magna opi
generazione ravvicina a noi e trae verso nioni cui presero a sostenere o a com

HA

RA

battere i corpi religiosi a quel tempo si


numerosi. Questa Ars -magna, ovvero sia
Metodo di trovare la vcr-il, era una spe
cie di sintesi che consisteva nel comprendere tutte le quistioni particolari ncprincipii generali o nelle proposizioni imiversali che sadoperava a rendere inattaccabiti merc la toro stessa generalit, nascondendo la proposizion particolare che
provare intendeva. concessa che fosse
stata dawavversario la proposizion generale, Raimondo, di conseguenza in conscgileiiln e per via pi e men retta, ne
deduceva la sua proposizione partieolare, la quale dimostrava concessa implicitamentc neltiapprovare la proposizion

456

teismo. La teotogia segreta in Egitto di


venne misteri in Grecia. Uinstituto di Pi
tagora la transizione tra la teotogia c it
razionalismo. Ben presto la mente umana
si gitta per tutte le vie alla conquista delle
verit primordiali: it raziocinio, la sensa
zione,it sensualismomcssisialPopera,que
sta va toro fallita, to scetticismo va fa
cendo progressi; la tosoa, desolata, si
getta nclrccletlismo e vi si spegne.
tttentrc per compievasi questo speri
mento, mfaltra rivoluzione si operava. Le
tradizioni primitive, concentrate nella
Giudea, cominciano a spargersi al di fuori
per mezzo l." della dispersion dsraele,
2." della cattivit di Giuda. Posteriormente
gli Ebrei giran dupertutto, recando seco
tor sacri libri tradotti. Un romor sordo
annunzia al mondo un liberatore, che uscir
dee dalla Giudea e ricomporre ogni cosa.
Uavvenimento del Messia giustica la
predizione: it genere umano rientra nella
sua via; preparasi un lungo periodo di
fede, fede che sar guida della scienza ne
secoli itluminati c vincer Fignoranza nelle
et di tenebre.
Razionalismo moderno. Dopo sonec
chiato lunga pezza, it razionalismo si sve
glia. Alla prima, cammina di pi pari colla
fede, poi sarrischia a smarrirta di vista,
nalmente viene con essa a guerra.
La ragione, salita in superbia, cita la re
ligione al suo tribunale. V. Cmclsuo,

generale; dondc chiaro non trattarsi


qui se non duna specie dmrgomentazione dialettica della scuola d.\ristotite. Per
applicare it suo metodo alla religione,
Raimondo formol tutta la credenza cat
tolica in proposizioni generali. l.c sue opi
nioni diventarono it testo degli studii c
delle dispute scolastiche. indarno Puni
versit le proscrisse dal suo insegnamento
c un pontece lc disapprov; furono da
francescani vigorosamente diicse contro i
domenicani, che impugnavantc. con non
minor fuoco. Raimondo Lulto si di a ve
dere, del resto, sempre sottomesso al giu
dizio della Chiesa.
HtAZlONALISDIO. Due epoche voglion
si distinguere: it razionalismo antico c it
EsEGEsI NUoVA, EsEGETI TEDEsCHI, HEGEL, SCHEL
moderno.
Iiazionulismo imlico. ln mezzo alle uso. Dopo avere steso it proprio dominio
stranezze delldtolatria sorsero uomini sa- sulle scienze morali e politiche . la veg
pienti, i ipiali, giustamente offesidalla stol- giamo apprendersi ai fatti. V. Mrro ,
tezza della dottrina e dalla nequizia
cSTu
Si era fatta della ieligione apria
culto, non altro potcano che risalire al ri, della morale a priori: rimaneva soto
fonte delle tradizioni. lddio nc avea toro a far della storia a yiriori; e fu tentata la
apprcstato i lnezzi: da prima un uomo, provrDzd quel punto it razionalismo and

poi una famiglia,nalmente un popoto son oltre i suoi conni, n pu pi che dare
costituiti custodi della tradizione; quanto
pi saddensan le tenebre, pi sinalza it
faro luminoso. Se non che isapienti usci
rono del cammino; invece di far ricorso
agli Ebrei, interiogarouo Plgittto: quindi
la nausea delle tradizioni. Quewhieran

addietro.
ll movimento retrogrado ha gi avuto
suo principio; gli adepti si sono stanca
ti; quindi it disinganno e la defezione.

Alcuni si gittarono alP eclettismo; i pi

assCrimitt alla scuola scozzese; it rima


chiamati sapienti vollero supplirvi, piglia nente va errando per un sogno vago di
ron danza in tor medesimi, rinnnziaronii progresso indenito. V. ECLETTIsMO, Pao
alla fede, tentarono stabitire la verit Gnssso (DoTTRINA nel.) ScocLa scozzsss.
Il razionalismo antico poteva dar la ra
senza di essa. La prima epoca questa
del razionalismo.
gione della propria esistenza; non cosi it
Per trovarne la radice, e bisogna fru razionalismo altuale,ch un levarsi senza
gare ne tempii dEgitto, distingue! la dot perch dellulnrana superbia contro la fede.
Niente laci intentato it moderno ra
trina essoterica dalla eoterica appo gli
Egiziani, seguire Fandamento c it progres zionalismo per isbrigarsi delle tradizioni.
so di iiuesta: t." ragione c spiegazione de inutiti sforzi! Sinvoco Popera di tutte le
simboli; 2." dottrina del principii) attivo unnmc facolt; ma nessun cctto se neb
e del principii) pihslY0; m. intinc tian- hc. E lutta\ ia Pumana superbia tien forte.

RA

RA

457

degni dattenzione.; essa render omaggio

A n che la ragione non possa accor


darsi colla fede, it cristianesimo e la scien
za non si ravvicintno,it razionalismo chia

a quelli che si vengon perpetuando sotto


i nostri occhi; rispetto a quelli che ser
ma fuori con grande apparato it fantasma virono di fondamento alla predicazione
del medio evo; ma cristianesimo e medio evangelica, riconoscer come la critica
evo non son tutPuno. Egli grida che a qua non valgaa intaccarti. Preparate che sieno
lunque costo bisogna andare inanzi: ma in tal modo le cose, niente impedir che

perch non dovr indietreggiare chi mal la ragione e la fede rinovino Pantico patto.
siasi avviato? Sdegnasi perch si propone
alla mente una fede cieca; pur non le vien
proposto che una fede ragionevole.
Intanto che la superbia tosoca si va
dibattendo, la ragion publica va oltre nel

In questo nuovo accordo saran chiara


mente stabitite le prerogative della ra
gione e la preminenza della fede. Altora
cessa ogni disordinamento, e it razionali
smo ha suo ne. n
cammino; sazia di razionalismo, non
ll quadro per noi delineato disvela al
sa pi che farne. Le teorie a priori non lettore le profonde desolazioni cagionate
han pi credito, si domandano fatti. Avvi dal razionalismo, sistema di orgoglio e di
dunque un movimento di reazione che dee vitt che si getta al negare quantunque
tornare a pro delle tradizioni, e gli uomini volte non gli vien fatto di comprendere e
di fede sono attualmente incaricati duna (cosa orribite), non potendo dar pi ra
gran missione.
gione a s stesso della sua propria natura
Ma gli uopo ch essi conoscano to che delPessenza divina,le confonde amen
spirito della generazion presente, che si due sia nel complesso degli enti, nel pan
mettano sul campo de fatti, che si pon teismo, sia nella propria apoteosi, cio
gano in relazione colla scienza moderna, nelPantropolatria.
senza correr precipitosi incontro alle no
Senza pi interteucrci del razionalismo
vit, senza ammetter di teggieri i fatti n antico, ci occuperem puramente del mo
accogliere teorie equivoche: la scienza derno, la cui fonte attuale non altra che
non infallibite n tale da prevalere alla it principio costitutivo della ribellion pro
parola sacra. Tengausi fermi gli apotogisti testante, la facolt vogliam dire del libero
sulle tradizioni: altora potran padroneg esame.
Ove un tal esame si ristringesse ai mo
giare la scienza e aspettarta; essa sta per
giugnere e ben presto sar daccordo con tivi di credibitit, nulla ci sarebbe di pi
toro. Non teman punto, del resto, di tro equo e ragionevole; ma quesP indagine
varsi nelle angustie. Vasto it campo delle ricondurrchbe di necessit le menti alla
tradizioni cristiane; chi sapr coordinare vericazione de fatti, perci alla testimo

I
l

questo bel complesso di fatti far sempre nianza, quindi alP autoril; e da quel
maravigliare colla grandezza delle pittu punto la massima fondamentale del su
re. Profondo it terreno delle tradizioni perbo errore del secoto XVI sarebbe an
cristiane; chi sapr cercare ne'suoi seni, nientata. ltia cotestto pernicioso esame
far spicciarne sorgenti dacqua viva che sappiglia a misteri medesimi, senza in
salzeranno al cieto. Altri faran gustare ci quietarsi che, essendo, in rigor togico, la
che la religione ha damabite, ecciteranno percezion delP oggetto la condizione che
rende possibite Pesame, non pu questo oc
desiderio chella sia vera.
a Una riconcitiazione si sta preparando cuparsi che di oggetti a cui giugner possa
tra tutte le scienze, dice Riambourg. La Pumano intelletto, it che, giusta la sana
tosoa stessa prende parte al movimen ragione, ritrar to dovrebbe dal sottoporre
to: aveva essa mandato di provare la ne i misteri alle sue investigazioni: la su
cessit duna rivelazione; vi si adoper perbia non ragiona di questo modo, non
lunga pezza duna maniera indiretta; ora passa a lato degli oggetti che non vale a
comincia a fartto direttamente, n si fer scrutare, e quindi lino alto spegnersi d0
mer a quel punto. lllan mano ch essa gni intelligenza li rigetta e negane P esi
scandaglier le profondit della coscienza stenza pur anco. A questo inevitabit passo
umana, far non pu che non iscorga Pac divenuto it prolestantismo fittosoco. Non
cordo delPosservazione psicotogica colla potendo comprendere lddio, to rigetta se
rivelazione: sulPesempio di Pascal addi non altro nella sua rivelazione. V. So
ter questa solenne nota di verit: arri PERNATUBALIsMo.
Ne piace recar qui le belle considera
vata a quel punto la ragione umana rag
guarder con altrocchio questi caratteri zioni delPabb. di ltavignan.
u Ci domandiamo con maraviglia come
divini che forman suggelto alla vera tra
dizione. Parr a lei che i miracoli sien sia potuto accadere che, in tutto it corso

458

RA

BA

de secoli, tanta incertezza e incoerenza rono qniriiii Pempirismo. Ci fu fonte din


sien venute a recare impaccio e oscu niti abusi. n
rit nelle laboriose indagini in cui Pa
Qui it nostro scrittore delinea la storia
nima studiava s stessa. La storia della rlelPempirismo o della tosoa sperimen
tittosotia in gran parte quella delle fa tale in Oriente, in Grecia, in Inghitterra
tiche intraprese dalPanimo umano per giu e Francia. Spone parimente quella delPi
gnere alla cognizione di s. Vi troviamo dealismo e ricorda che i pi itlustri rap
parimenti gli archivi non pur pi curiosi presentanti di questa tosoa furono , in
da consultare, ma i pi itruttivi altresi un coi contemplalivi delPlndia, i meta
ove sappiasi trarne pro. Quando si voglia sici dPElba, Platone e, dopo it cristianesi
leggervi ponderatamente e riassumcr con mo, s. Agostino, s. Anselmo, Cartesio, Ma
attenzione i dati tosoci su la natura del lebranclie, Bossuet , Fnton , Lcibnitz.
Panima, su la potenza e i diritti della ra Venne poscia la scuola tedesca , e Pora
gione, due soli sistemi principali veggia tore fa vedere comessn si gittasse a tutti
mo aifacciarsi.
gli abusi del pi esagerato idealismo.
n Gli uni, colpiti dalle impressioni este
u Uomini, ecco le sue parole, uomini
riori e sensibiti che accolgon Puomo alla che non mancavan certo n di forza n
culla. che to circondano ed accompagnano ibampiezza di mente , si separarono un
in tutte le fasi della sua mortale esisten giorno da tutti gli insegnamenti della tra
za, colpiti dalle relazioni mantenute sen dizione; ebbero in non cale i lavori dei
za posa al di fuori dalPazione degli or veri sapienti e tutti i dati del senso coln
gani e de sensi, gli uni, dico, avvisarono mnne; sinebriarono de tor proprii pen
doversi it fondamento delle nostre cogni samenti. lorgoglio della mente colle sue
zioni, la potenza reale delPanima e i dritti itlusioni, da loro per avventura a s dis
della ragione coltocare sopratutto nelPe simulate, li trascinarono lungi, Essai lungi
sperienza; it che fu detto empirismo: col dalto scopo. Altora tutto alla tor vista va
qual vocaboto intendo io esprimere non citl, tutto parve malfermo a toro occhi,
solamente Pabuso ma Puso eziandio del iquali sintenebrarono. Non videro pi
Posservazione e della sensibitit conside nulla di stabite e di sso; non conobber
rate , secondo taluni, come it principio pi base n trovarono appoggio. La fede
stesso delle nostre cognizioni.
era la terra di rifugio e di salvezza. Co
n Laltro sistema, dun pi nobite e pi storo non avean pi la fede. La pietra an
elevato spiritualismo, pone la natura del golare, it Crito permanente nella Chiesa,
Panima, i suoi diritti, it suo poter primo erasi per toro trasformato in vago feno
nelPirlea stessa meramente intellettuale. meno, in vana evoluzione delPidea, e non
Onde, per mezzo delPidea pura, Panima altro.
comprende e svituppa la verit per sua
nlla altora la vera vita si fugg da quel
propria e interior forza. questo l idea le anime, n altro rimase toro per ultimo
lismo. Ed anche qui non voglio io partar conforto e speranza che una terribite di
dun eccesso. Uesperienza adunque, Pe sperazione in seno alPuniversale e asso
sperienza sensibite e Pidea pura sono, a luta negazione. Egli mestieri pertanto
mio credere, le due bandiere distinte sotto conservare d proprio buon senso, guar
cui possono ridursi la pi parte delle teo darsi animosamenle dagli estremi, rispet
rie con tanta fatica create a n despri tare i posti fondamenti e ponderar lunga
mere it principio di nostre cognizioni, la mente inanzi dar sentenza; mestieri ri
natura stessa delPanima e i diritti della conoscere i conni insiem codiritti e col
ragione. Gli uni parvero tutto riferire alla Pazion vera delPumana ragione. n
sperienza, gli altri aIPidea.
Tre cose, a delta delPoraiore, costitui
n E bisogna fermarsi a considerar con scouo la ragione innnna od almeno pos
attento occhio queste disposizioni esclu sono servire a detcrmiuarne i diritti: Pi
sive e contrarie degli uomini appellati sa dea, Peperienza e it bisogno d autorit.
pienti nel seno ilelPumanitt.
u Se acceltar vogliansi i dritti soltanto
n lngegni esclusivi e troppo difdenti dellidea pura, si corre pericoto di for
per avventura rispetto alle pure e subli viarsi nelrabisso delle astrazioni; se la
mi speculazioni del pensiero simpadro esperienza de sensi alfalto soli, si sotto
nirono della materia e de sensi e vi si pone la dignit delP intelligenza e della
stabitirono come nel seggio medesimo del mente al giogo desens e degli organi; se
la realt, avvisarono potervi raccorre in ogni cosa non si richiede che Pautorit
tutti i principii, le cognizioni tutte e le c la fede, to dir francamente , si rende
idee di quante sono le cose, ed adotta Puna e Paltra alla ragione impossibiti.

RA

RA

459

n Sogliono i fittoso troppo general del giusto, alle quali si denno aggiugnere
mente partir Puomo in modo violento. Ove Pamor necessario della beatitudine, it bi
si accettasse Puomo tutto intero qual sogno doperare per uno scopo, per un
nelle sue diverse facolt, ove si accet ne ultimo e compiuto. Qui voi avete it
tasse colla sua vista intellettuale e pura, tondo naturale della nostra intelligenza
colla sua forza sperimentale e sensibite , e quelli che dir si ponno i primi diritti
c0lPintimo e invincibite suo bisogno delle costitutivi della ragione...
verit divine e rivelate, savrebbe altora
n Se non che la ragione si va agitando
Puomo intero, la vera natura delPanima, e cerca e cerca, e procede procede inanzi
le condizioni e i dritti veri della natura. incessantemente. D'improviso la vista sc
Ma questo non si fa; si prende una fa le oscura, le vien manco it vigore, va
colt, una parte, una forza delPuomo, e in citla com uom ebro. invano si va essa di
essa si ripone tutta la ragione, la fittosoa battendo in mezzo a tto buio. Onde av
tutta.
vien ci? Da questo, che, lungi dalla ca

i Far chiara la mia asserzione con un pacit, dalPintelligenza delPuomo, oltrei


esempio itlustre. Altorch sorse Cartesio,
tent penetrare tutti i segreti delPanima,
scandagliar Pintima essenza della ragione
e ricominciar metodicamente la serie tutta
delle nostre cognizioni. Altora fu che pro

conni naturali delPesperienza e delP i


dea, oltre le leggi tutte delPevidenza, as
sai oltre ancor si stendono le immense

regioni della verit. Si, al di t di tali


conni, avvi ancora Pinvisibite, Pincom

feri quel detto, divenuto poi si famoso: prensibite, Pinnito! - cosa indubltala,
to penso, dunque sono. Per parte mia , conciossiach lddio , come sapete, abita
sembrami che Cartesio avrebbe potuto luce inaccessibite. Ed anche nelPordine
dire del pari: to penso e sono, o to esi delle cose umane trovansi, tontano da noi,
sto e penso; conciossiach abbiasi da noi fuor della nostra veduta, delle forze del
la coscienza egualmente e del pensar no nostro intelletto, i tempi, iluoghi, gli av
stro e del nostro esistere. Due verit son venimenti tutti del passato.
queste simultanee e in pari grado evi
n Ma, per ristringerci alla cognizione di
denti per la ragione; perocch con una Dio soto, per venire alP ultimo carattere
sola e identica percezione dellPanima ci si che da principio additava, dopo le prime
fa nota la nostra esistenza cos come it nozioni tradizionali intorno alla Divinit,
pensier nostro.
.
confessiamoto, n Pidea n P esperienza

n Dal che (e questo it punto a cui in n Pintuizione n it raziocinio ponno qui


tendo venire) dal che potete voi ben com pi oltre giovarci, perocchtrattasi di
prendere che, a n di aver la nozion vera scandagliare gli abissi delPinnito, di mi
delPanima, le condizioni costitutive della
ragione, bisogna giudiziosamente accop
piare Pun colPaltro P elemento empirico
elPelemeuto idealistico, cio, in altri ter
mini e ben semplici, Pidea e Pesperienza;

surare Peternit. Chi altora non dee tre

mare? Ma chi, o Signore, verr in nostro


soccorso?
n Noi abbiamo la fede; la fede che va
inanzi continuo, che nulla paventa n pur

e perch? perch son nelP uomo ad un di stanciarsi nelle regioni delPinnito e


tempo stesso queste due cose, queste due delPincomprensibite. Porgetele adunque
facolt, questi due principii: P idea e Pa orecchio, di grazia. La fede, gtorioso al
sperienza. Ci ho voluto io signicare as largamente della ragione, fornisce a que
sociando cos quei due vocaboli: io penso sta ci che essa non ha, gli d quelto a
od esisto; espressione Puna del mondo to cui giugnere non le concesso. un do
gico o del pensiero, Paltra del mondo spe no del Signore, un favore della grazia
rimentale e sensibite.
it doppio elemento che inanzi tratto co

divina.
, Oh! voi i quali prelendele che que
sta fede vuol fare schiava, spegnere, cir

stituisce, al veder nostro, la natura intel

coscrivere la ragione, voi non avete com

1; Ecco, se ci piaccia convenirne, ecco

lettuale delPuomo e la lorza prima della presa la dignit di questa fede.... credenti
e credenti sinceri, noi abbiam la ragione
al pari di voi, al pari di voi con essa
ne che i sensi ci danno degli obietti este progrediamo, e pi di voi per avventura
riori e sensibiti. Alla prima di dette fa andiamo insino a suoi conni.m Dove voi
colt, alPidea, corrispondono tutte le no varrestate noi andiamo ancor oltre.... do
zioni generali, spirituali, che venir ci pos ve voi vi perdete in vani tentativi noi
sono pel ministero de sensi, quali le siamo al possesso pacico; dove voi bal
nozioni delPessere, del vero, del buono, bettate noi affermiamo, crediamo dove du.
ragione: Pidea, la vista intellettuale e pu
ra del vero, e Pespertenza o la cognizio

1160

RA

RA

bitate, dove languite irrcsoluti e infelici, libitc c divina, ove non andasse congiunta,
noi cantiam trionfo e regni-amo felici. Tale mediante la grazia, a un principio interno
si la fede ; e in questa guisa vien ella di convinzion personale.

a crescer la dignit delPuomo merc de


divini misterii da essa rivelati. La fede vi
assoggetta, gli vero, a unautorit, al
Pautorit della parola divina, che degn
un giorno scoprirsi alla ragion delPuomo,

perch questa, in virt de doni del Signo


re, avea diritto di domandare tale scopri
mento e prova. Questa manifestazione del
Pautorit divina elettuossi un giorno sulla
benedetta terra della Giudea mediante i
miracoli e glinsegnamenti delPUomo-Dio.

La ragione Pudi, la intese, la riconobbe,


e la fede si stabiti; fede eminentemente
ragionevole, posciach, binsegniamo e it
ripetiamo assiduamente, la ragione, per

credere, non pu, non dee sottomettersi


che ad nifautorita che pu ragionevol
mente accettarsi e indubitata....
, A nir di toglier di mezzo ogni in
giusta pertinacia in contrario, porremo a

fronte la fittosoa colPautorit cattolica os


sia colla Chiesa; e chiederem francamente
alla tosoa e alla ragione quanPesse ri
clamano ed esigono dalPautorit e dalla
fede cattolica; e verremo a conoscere co
me la iittosoa ottenga col caitolicismo
quanto ha dritto di riclamare, e come un
tal diritto non abbia per rispetto a quelto
che non ottiene...
n Quattro cose domanda giustamente la
ragione per Puomo: ii dirilto delle idee
c delle veril prima; il dirilto delVe

n Or nel fondo delPanima, non pu ne


garsi, vive e sta un bisogno intimo dan
torit, che forma come la coscienza uni
versale del genere umano: bisogno dan
torit per le masse, anco in cose acces
sibiti alPintelletto, ma che richiedereb
bero sforzi sproporzionati alla condizione

della moltitudine; bisogno dautorit per


lc menti pi colte e pel genio esso pure
in presenza delPinvisibite, delP incom
prensibite, delP innito. Diqui la gagliarda
propensione che incontrasi dapertutto a
credere it maraviglioso e Pignofo, propen
sione che esiste in natura e che in s stessa
non altrimenti un istinto di cieca credu
lit, si piuttosto la coscienza dun gran
dovere e dun gran bisogno, del bisogno
dettinnito, che manca alPuomo, di cui
Puomo va in traccia e che dee trovare.
I Uautorit della Chiesa, che insegna e
denisce le cose divine e sconosciute,
dunque, per questo rispetto , in perfetta
armonia col detto bisogno immenso e uni
versale delPumana ragione, col bisogno
dautorit, col bisogno del maraviglioso e
del mistero. Non egli questo gi un vol

gersi a un principio interiore?


n 2." Pi: i fondamenti della certezza
morale o storica appartengono ai primi

principii ed alle prime verit del! intel


letto. Quanto alPaccettazion certa de fatti,

nulla viha nelPanima che si esiga , fuor


sperienza e de fatti; di soluzioni deter ch una testimonianza in cui sospettar non
minate intorno alle grandi questioni re si possa n itlusion n impostura. Ma in
ligiose,- nalmente un principio fecondo verit si crede noi siam tanti insensati?
di scienza, fPincivitimenio e prosperit. E in qual modo crediam noi? Gli apostoli,
lllerc della fede e della sola fede catto i martiri, i padri, i primi cristiani son te
lica, oltien qui la ragione quanto ha dritto stimonii contemporanei ai fatti o poco da
questi tontani. Le toro virt , la santit
desigere.
n l." La sana tosoa, consentendo su eminente, la costanza toro, isacrizii che
ci colla teotogia pi communcmente ap han fatto, it tor numero,it carattere e Patta
provata, ha dogni tempo richiesto che, scienza di parecchi rendono impossibite
nelPanalisi della certezza si venga in ul nella testimonianza toro rispetto a fatti
timo luogo a far forldamento sni primi divini Perrore e la menzogna... Noi cre
principii o sulle prime verit ad evidenza diamo insomma sopra una testimonianza
conosciute e costituenti in tal qual modo positiva e innegabite. Che pu essa chie
la sostanza stessa delPanima. A questi pri der di pi una sana e itluminata tosoa?
mi annelli dee di necessit congiugnersi Gessa questa di esser tale quando cessa
la catena ztette verit ammesse,quai chel di crcdere....
n 5. Passando alla terza suddivisione,
le sieno: senza di che sarebber come stra
nieri, non congiunti per nessun vincoto mostra Pabb. Ravignan come la Chiesa for
nisca sublimi e positive soluzioni sulla na
alla famiglia.
n Perci la chiesa cattolica ha sempre tura di Dio, dellanitna e dedestini di lei,
inteso dessero accolta ragionevolmente e sul culto vero da ordinarsi pel creatore,
aver sempre un vincoto nelPintima ragion sulle condizioni di riconcitiazione e dunio
delPuolno. La Chiesa non pretese mai ve ne con lui, nel mentre che la iittosoiia si va
nisse ammessa la sua autorit, anco infat toruleutando e stancando, c iinisce col non

RA

RA

46,1

balbettare che chimere ed errori.... N si per certa e tale da doversi accettare.....


dica che in tali soluzioni si scontrano de Nella Chiesa sola scorge egli quella che
misteri.tLome potrebbe non esservene ove realmente adempie lc condizioni di tale
si tratta dellintinito? Non avvene forse necessaria autorit... AlPombra pertanto
dapertutto? Sono i misteri un nuovo be delPautorit cattolica e della dottrina la
necio, siccome quelli che fermano per societ s inoltra nelle vie regolari della
sempfe la mente in laocia degli abissi di scienza e delto incivitimento, della forza
vini e servono di accola al mondo; pe e della vera prosperit. n
rocch la lede non si sta contenta ad
Bisogna in oltre provare come la to
accender le taci della ragione, gi da noi soa non abbia diritto desigere ci che
spente, ma vi ralluma numi e celesti non ottien dalla Chiesa.
splendori.
Al cospetto delPautorit cattolica, la
n 4. Per ultimo la tosoa e la ragione tosoa non ottien u l. che sia approvata
reclamano giustamente un principio fe la pazza e deptorabite sua pretensione di
condo di scienza, d incivitimento, ma tutto rifare, di tutto crear di bel nuovo:
egualmente d0rdine. Per la scienza vo it mondo, la verit, la religione, Dio, Puo
glionsi punti dappoggio e dati ssi.Senza mo, la societ e la tosoa stessa.
un tale aiuto, non ci ha mezzo di progre
n s? La ragion non ottiene di professare
dire, conciossiach rare sieno le scoperte, Passoluta independenza delPidea umana,
e Pintuizion potente del genio non si mo di sorte che, nel dominio dellintelligen
stri che in ben pochi a tontani intervalli. za, lddio sia servo e la ragione signora.
Questi punti Wappogglo, questi dati ssi No: egli uopo che regni lddio, verit
li somministra Pautorit cattolica col de suprema, mente innita, e che pu quindi
nire in modo certo lddio, la creazione, farci da maestro quando e come gli ag
Panima umana, P immortalit e libert grada.
L
di essa, Pultimo ne, to sconcerto morale
n 1 La ragione non ottien di sottrarsi
e it bisogno di riparazione. Val to stesso continuamente al favellare de fatti, a pro
del principio d incivitimento. ,
ve immensc di tradizione e di storia. il
n Iautorit cattolica , principio di ci paratogismo e Passoluto non sono un di
vitt appunto perch determina e deni ritto....
sce. Essa stabitisce dommi e conni; essa
n Pretendere di non voler altra via e
sola statuisce nelPumana societ dottrine scorta in religione che la ragione specu
determinate e fondamentali. E quando ne lativa e la vaga astrazione gli un per
gli intelletti non si trova pi lede deter dersi come it lumo nelParia.... A ciascun
minata, quando non ci ha pi autorit che genere di verit saddice la sua certezzam:
ammaestri supremamente le menti intor ai fatti si conviene la certezza storica o
no alle verit religiosenla ragione e it quella fondata sulla testimonianza,'-cer
pensiero ricadono nelto stato selvuggiom, tezza assoluta quanto ogni altra..... Perci,
La togica del libero esame e delP inde ove si tratti duna questione di lutto, la
pendenza assoluta detiP idea umana si tosoa non ha diritto di metter da parte
pienamente prodotta e svolta a di nostri la storia o di tradurta in ideali astra
nella tosoa di liegel e netiPaltre-ad essa zioni.
anatoghe. Ma che son esse cotesta tittoso
, 4." La ragione non ottien del pari di
tie? La sovversione totale dogni realt e spezzare it nesso stretto e necessario che
quindi dogui morale, dogni religione , congiunge la verit alla virt. questo it
delPintero ordinamento sociale. E to scuo gran sosma del giorno. Si pretende porre
tersi de popoli sin ne tor fondamenti, it da banda la lede cattolica e serhar la mora
crollar di tutte le basi intellettuali e po le; ma gli un inganno, si d alla radice
litiche additano pur troppo in non pochi dentrambe. Ove non son dommi non dassi
gli effetti del innesto abbandono in cui si pi basen sanzione pe precetti.
pretese lasciare la podest regotatrice del
n s. La ragione non ottiene in faccia
le credenze edelle dottrine religiose.
alPautorit cattolica ihnventare un pro
n Uautorit cattolica, diciamto franca gresso di domma e di morale sutPandure
mente-, , il vero palladio e la custode ser di quelto delP industria e delle machine;

vatrice ancodeltavlibert di pensare, stc

perch lddio ha detto la verit alPuomo,

come quella che la mantiene in senno; e la verit per Puomo dun tempo quella
servigio per essa ben grande. La ragione de tempi tutti, sendo essa immutabite al

stessa perci quella che accetta Pauto par di Dio stesso, suo autore e modello...
rit cattolica e -che le si abbraccia stret
n 6." La tosoa, per ultimo,non ottiene
tamente, perch la riconosce chiaramente in presenza della Chiesa il diritto a unin
Banan8. Vol. Vl.

se

462

RA

RA

differcnza totale, lnfeguaglianza assoluta


degni dottrina, dogni credenza e dogni
chiesa; ch sarebbe questo uno sbandirc
la verit dalla terra e render it mondo
inabitabite ad enti dotati di ragione. Qua
lunque religione e culto, si dice, son in
diferenti per la coscienza e per la feli
cit de popoli; anzi questa fittosoca in

delle narici e unaltra dal puntto pi pro


minente della fronte alPestremit della
mascella superiore t dove piglian tor ra
dice i denti. La misura delPangoto che si
forma alPintersezione delle dette linee de
termina, nel sistema di Camper, it carat
tere specitico di ciascuna famiglia umana,
la cui elevazione nella scala intellettuale

differenza it trionfo delto spirito mo in ragione diretta delP accrescimento


derno. Se cosi , rispondiamo, it si e it delPangoto.
Gli chiaro che questo sistema bastar
no, affermare e negare, scisma e unit ,
deismo e fede, panteismo e cristianesimo, non potrebbe a conttradistinguere le di
Pateimo stesso, tuttoinsicmc si collega e verse umane razze. Esso non fa alcun conto,
confonde, tutto egualmente vero, tutto siccome giustamente to appunta it Blumen
egualmente sano, puro e buono. Tale si bach, della larghezza del cranio, che tul
la togica duna falsa e barbara toleranza, tavia it contrasegno pi aperto di certi
pur cotanto vantata,t....
popoli: it dotto naturalista to aggiugne
y, Ben sono da compiangere cotoro che agli altri datici dal Camper, e per tal
con tantto ardore difendono un principio guisa la sua classicazione trovasi deter
ch si ampia scaturigine di deptorevoli minata primieramente dalla forma del cra
nio, secondariamente dal cotor de capelli,
conseguenze. Una la verit, essenzial
mente una, come uno Dio, n sar mai della pelle e deltiride.
che concitiare si possa cotta falsit, ch
A n di agevolmente comprendere it
it suo opposto... La verit impossibite suo sistema, e basta notare le seguenti
nella pretesa eguaglianza di tutte le ore particolarit. La testa o it cranio, ove si
denze e dottrine agli occhi delPumana co osservin daltalto, esibisce una forma dal
scienza.
pi al meno ovale, lievemente ritondata
n Per contrario Punit cattolica di fede nella parte posteriore, ma rugosa e men
e di chii:sa it perfetto vincoto della so regolare nelPantcriore a cagion delle ossa
ciel e carit nnivcrsale. n
della faccia. lI cranio e la faccia ponno
* RAZZE UMANE. Due importanti que quindi esser divisi, giusta i tor diversi
stioni esamineremo a questo proposito, gradi di proiezione, in tre parti: la fronte,
colle Conferenze di Sc1int-Flolir.
che pu esser pi o meno schiacciata; le
l. Quante razze o schiatte umane si ossa del naso e superiormente a queste
diano. La diversit della forma e del co le lnascelle co rispettivi denti. NelPap
tore che iavvisai nella specie umana avea plicazione di questo sistema importa anco
indotto alcuni fittoso delrantichit nella it notare it modo onde Posso masceltare
credenza che gli uomini non uscisser tutti o it zigoma ossia pomelto della gota sa,,
da un sol tipo. Gli increduli del secoto giusta colPosso temporale o delle orecchie
scorso aveano afferrato questa opinione per via dun arco detto zigomatico.
per convincere di falsit to storico sacro.
Perci Blumenbach, coltocato it cranio
lnanzi discutere questa difiicolt, tucchia sur un tavoto nella sua postura naturale,
mo un molto intorno le varie schiatte de colla parte posteriore rivolta verso di s,
gli uomini.
Posserva dalbalto in gi e nota tutte que
Gli antichi, segnatamente Aristotite, lp ste particolarit. Le forme relative e le
pocrate ed Erodoto, tre ne aveano rico parti visibiti gli somministran quella chei
nosciute: Pcti0t)ica, la scitica e la traci chiama regola verticale.

- Qnesia Classicazione, fondata unica


Secondo queste nozioni, divide egli la
mente snl C0tore, non bastava a caratte razza umana in tre famiglie principali con
fiZZHFU tulle le variet. Nel secolo passato due intermedie. La prima appella cauca
si Cnt iti fondare questo studio su altra
base; non si stette pago alPesame del co
tore.- nna fu osservata la congurazione del
Cfaai- Mancava una regola per far con
roIIo tra le teste de diversi popoli in
guisa di dare risultamenti determinati c
caratteristici. ll lnrrito delPidea dovuto
2| tainpor: form egli it da lui detto un
ynlll flicidlc di cins(nnn nl|ZiOn0,irtnniiO
una linea dal foro delForccchia alla base

sea o centrale; etiopica o negra la secon


da; la terza mongola o gialla.
Nella famiglia caucasea la forma gene

rale del cranio pi simmetrica che nel


Faltre due. Gli archi zigomatici rientran
nel tratto del lineamentto esterior genc
rale, c le ossa delle guance e delle Ina
scelte si trovano per intero nascoste dalla
maggior preminenza del fronte.
Nel cranio del negro notasi una fortc
N..7,

RA

RA

463

compression laterale nel davanti, median

ln ciascuna di queste razze compare a


te la quale gli archi zigomatici , tuttoch caso e di quando in quando, unaltra va
per s stessi al sommo spianati, sporgono riet che sembra indicare iielia specie
tuttavia fortemente in fuori. La parte in umana uno stato morboso; vogliam par
feriore del viso prolungasi in maniera ol lare degli albini, che hanno la pelle so
tre la superiore che non pur le ossa delle pramodo bianca, i capelli iinissimi e quasi
guance , ma tutte quante le mascelle ri senza cotore e gli occhi rossi assai sen
mangono visibiti, sguardate dalPalto. Au sibiti. Sono generalmente di costituzion
che la supercie generale del cranio tro iiacca e di mente pochissimo aperta; ano
vasi notabiimente allungata e compressa. malia inespticabite che da s sola varrebbe
il cranio mongoto distinguesi per la a provare che la diversit di cotore non
straordinaria larghezza della faccia, nella suppone nelle razze umane diversit do
f-.
quale Parco zigomatico affatto distaccasi rigine.
dalla circonferenza generale a motivo del
Altre variet non poche notar si po
P enorme preminenza laterale delle ossa trebbero osservale dal naturalisti , ma
delle guance, che, per esser piatte, danno ponno facitmente ridursi a qualcuna delle
alla faccia mongola un espression parti cinque razze pocanzi descritte. inoltre it
colare. Schiacciata in grado sommo si pre dotto Cuvier, cui non pareva di ravvisar
senta la fronte, e la mascella superiore ne ltialesi e negli Americani differenze a
cos protuberante che appare alP occhio bastanza caratteristiche da farne una classe
ove la si guardi in direzion verticale.
separata, ammette tre razze umane sol
lfaltre caratteristiche stanno nel coto tanto. Che che ne sia , poco fa alla que
re, nella capellatura e negli occhi. La fa stione che abbiam ira mano: la sostanza
miglia caucasea ha it cotorito bianco, le sia in sapere se cotali variet abbian po
guance rosseggiantt, i capelli lunghi,molli, tuto svitupparsi nella specie umana a se
ondeggianti dun bruno scuro che da un gno che tutte le razze, qualunque ne sia
lato tendono al biondo, dalPaltro al nero it numero, traggano origine da uno sti
bruno carico. A questa razza appartengo pite commune.
Il.u Se le diverse razze umane pro
no i popoli europei, tranne i Laponi , i
Fintandesi e gli Ungheresi; poi gli abl vengano da un sol tipo, come ci fatto
tanti delPAsia occidentale, compresa PA sapere da Mos.
rabia, la Persia e salendo tino attP Oby ,
Altorch non era ancor creata la sio
it mar caspioe it Gange, nalmente i po gnomonia, fn, al pari delPaltre scienze, av
poli del settentrione delPAfrlca.
versa ai nostri Libri Santi; ma come pri
l capelli neri, foltisstmi , corti, lanost, ma ebbe fatto qualche progresso, venne
torti e arrtcciatt sono it distintivo della essa pure a testimoniare in favore delto
razza negra ,la quale comprende tutti i storico sacro. Tuttoch ancor nelPinfanzia,

popoli delPAfrica non appartenenti alla dice Wiseman, la scienza di tanto inol
razza caueasea.

La razza mongola ordinariamente


gialla, ha capelli duri, rari, neri, tesi e
ritti. Abbraccia questa razza le nazioni
tutte delP..\sia non comprese nelle variet
caucasea e malese e le trib europee

escluse dalla prima, come pure gli Eschi


mali ed altri popoli delPAmerica setten
trionaie.
Le razze intermedie hanno esse pure
tor gradazioni particolari. Gli Americani
sono del cotor del rame, hanno capelli tesi
e neri, it viso largo, per non soverchia
mente piatto. Appartengono a questa fa
miglia tutti gli aborigeni del Nuovo-lliou
do, eccetto gli Eschimali.
i lllalesi sono abbronzati o castagni, di
cotor bruno, con capelli spessi, neri e
arsicci, naso largo e bocca grande. in que
sta razza si comprendono gli indigeni della
penisola di ltlalaca e tutti gli isolani del
mare del sud. f w

trata da non lasciar dubio fondato intorno


alPorigine commune delle diverse umane
razze da una soia famiglia. Ella giunta a

stabitire l." che le variet accidentali pon


no svitupparsi in una razza tendendo a
produrvi i caratteri dunaltra; 2." che le
variet possono perpetuarsi; 5. che it cli

majgli alimenti, Peducazione e non poche


altre cause accidentali possono fortemente
inuire sulla produzione di simiti variet
o pel manco renderte sse, caratteristiche
e perpetue. l quai punti, dimostrati che
sieno, abbracciano tutti gli elementi dei
proposto problema; perocch vengono a
distruggere it fondamento su cui si fan
forti i nemici della rivelazione. E per pri

mo facciamoci dalle prove indirette, ca


vate datPanatogia. Per confessione di tutti

i naturalisti, e non raro to scontrare,


cosi nel regno animale come nel vegetale,
d importanti modicazioni rispetto alla

forma ed agli integumenti; e per non

464

RA

RA

la natura ditettasi indurre in ciascuna fa


miglia; i capelli bianchi o chiari, che sono
un de distintivi della razza cancasea. oc
corrono tatora inno tra Negri; n raro
applicabite. Ella cosa manifesta che gli vedere appo noi capelli ricciuti e lanosi,
animali riconosciuti costituire una mede cotorito bruno e labra grosse, segni ca
sima specie esibiscono, in particolari casi, ratteristici della razza etiopica.
Anco fra gli nomini si danno variet
variet distinte al par di quelle che no
tansi nella specie umana. Sieno ad esem pi notevoli e strane che non quelle co
pio it cane e it cavalto: it cranio del ma stituenti i tratti specici duna razza,va
stino differenziasi da quelto del levriero rietche passando da padre in glio; quali,
ben pi che it cranio delPEuropeo da quel per tacer daltre, le dita sopranumerarie,
del Negro. La specie del cavalto conta al fenomeno che propagasi tatora per la ge
presente trenta razze, tutte determinate nerazione.
Riman pertanto dimostrato cosi per Pa
per distinti caratteri e spesso tra tor di
verse per la forma al segno che sembrano natogia , come per gli esempi esser nella
appartenere a una specie; e nondimeno natura una perpetua tendenza a produrre
gli certo tutte coteste razze provenire nella nostra specie variet spesso straor
da un medesimo stipite. Cotali variet dinarie, e potersi queste trasmettere per
sincontrano in ogni specie dauimali dome via della generazione: it che costituisce
stici che differiscono sempre dalla stessa una gagliarda presunzione, per non dire
una prova morale, che le diverse schiatte
specie lasciata nello stato selvaggio.
N' men frequente e notevole occorre vanno debitrici di loro origine a qualche
la varianza di colore. Nella Guinea it pol somigliante incontro e che Pisolamento
lame e i cani son neri al par degli abl duna famigliae i matrimonii fra essallian
tanti; la tessitura del peto va soggetta ad no nalmente fermata e resa indestrutli
anatoghe diversit. Fu tentata inutitmente bite nelle consecutive generazioni.
Arrogi unultima prova che ci som
la produzion della lana nelle Antitle; qua
lunque greggia ivi trasportata perde la ministrata dalto studio comparato delle lin
lana e veste setole o peli. Panto accade gue, e sar dimostrato dover essere avve
ne climi pi caldi, come nella Guinea e nuto a unep0ca qualsiasi un passaggio da
una ad altra razza.
nei dintorni dAngora.
L0 stesso a dire della forma e strut
Ella cosa da tutti ammessa, da co
tura degli animali. Secondo it Bosman, i toro eziandio i quali negano Punit della
cani enropei degenerano immediatamente specie umana, che nazioni le quali, seb
e in singolar grado alla Costa iPoro; si ben tra toro disparatissime, partano fa
rizzan loro ed allungano gli orecchi come velte grandemente afni forza sieno
que della volpe, di cui assumono poco a state in originetra toro congiunte. Or gli
poco it colore, a tal che in tre o iiuattro certo darsi nazioni le quali partano un lin
anni si disformano affatto e dopo altre guaggio identico nelle sue forme essenziali
tante generazioni smettono Pabbaiare n e nella sua grammaticale strultura,e pur
mandan pi che una specie d urtto o ga ditfferiscono neWaratteristici lineamenti.
La lingua indo-europea p. e. , che sten
gnolio.
Per questi esempi e per altri inniti che desi dal fondo delPtndia insino alPlstan
troppo lungo sarebbe Paddurre consta va da, comprende per fermo nazioni tra cui
riata al sommo la forma generale e la corre appena una lieve somiglianza di co
struttura degli animali. Forza perci che lore e sionomia. l Turchi appartengono
it clima, gli alimenti od altre circostanze per ragion di sionomia alla razza cauca
tocali valgano a ridurre, in poche gene sea e storicamente originano dai Tartari
razioni, una specie danimali tratti dPattro mongoli, i quai partano it malese. Gli in
paese alla stessa condizione della razza in digeni delPAhissinia sono affatto neri,pure
digena, posciach vien essa a smarrire certo che son dorigine semitica e quindi
ogni rassomiglianza col ceppo primitivo. della razza bianca; a questa famiglia ap
Che se tante e si determinate variet, partengono per favella ed hanno viso al
Puno pi che Faltre, notevoli, nacqucroe tutto europeo. Di pi, essendo tra le tre
si propagarono negli animali, non egli famiglie delle lingue gran simititudine od
probabite, per non dir certo, che le stesse analogia, ragion vuole siuferisca dovere i
cause possano a\er prodotto gli stessi ef popoli che le usano essere stati congiunti.
fctti nella specie, iunana? Gi sembrano Forza dir pertanto che gli uomini tutti
eziandio confelmarc certe cccezioni che quanti provengano da un sol tipo; se no,
discorrer delle piante, che pur tutte trag
gono origine da un centro commune, ve
niamo agli animali, i quai ci presentano
unkmatogia pi vicina e pi facitmente

RA

RA

riuscirebbe impossibite to spiegare come


favellino una lingua sostanzialmente iden
tica. Vebbe dunque, in alcuna epoca,de
i ih
viazione da una ad altra razza.
Qual sarebbe essa cotesta cagionpro
duttrice delle variet che si osservano

un, si fatto mutamento debba sempre aver


luogo; diciam soltanto chesso possi

465

,bite, e basta un fatto soto a dimostrare

imesta possibitit e chiuderla bocca a no

stri avversarti. Ora, agli esempi che ab


biam citati potremmo aggiugnere quelto
nelPumana specie? Gli antichi attribuiva de Portoghesi delPlndia, dopo alcuni se
no il cotor nero alPazion del sole pura coli, divenuti neri al par de Caffri. Quanto
mente. Ammesso per anche it poter del ai Negri trasportati neIPAmerica setten
sole sul cotor della pelle, non pu tacersi trionale, certo che cominciano a deviare
che questa spiegazione non va esente da dalla razza negra. Afferma it dott. Prichard,
difcolt: perocch,se da un lato le donne su autorevoli testimonianze come cotoro
moresche che stan ritirate nelleproprie tra essi che sono addetti al servizio della
case son quasi bianche, dati altro iti casa, dopo la terza generazione, hanno il
gliuoli che nascon bianchi, in capo a naso meno schiacciato, meno sporgenti la
dieci giorni dventan neri, per qualunque bocca e i tabri, e la capellatura toro si fa

cautela si usi a guarentirti dalle vampe pi lunga duna in altra generazioneglad


solari.

'

dove gli schiavi che lavorano alla cam-

Da ci consguitachemel formarsi delle pagna mantengono pi lunga pezza la for


nazioni mentre avean pi fuoco ed ener
gia. da parecchie cause pot esser pro

ma originaria. Nuovo argomento che it


clima e la civitt sopratutto operano sulle

dotta questa diversit. AlPazion del clima variet della specie umana.
bisogna aggiugncre quella degli alimenti
e della educazione e daltre cause ignote
che per avventura al presente pi non
operano. DelP avere cotali cause unite in
sieme prodotto la deviazione della razza
nera e delPaltre dalla bianca varrebbe a
prova Pessersi rinvenuto nel centro del
PAfrica cotonie con tutti i lineamenti della
razza caucasea e col soto cotore della la
miglia eliopia. Fu notato come que po
poli tessero alquanto pi inclvititi che non
i toro vicini c prolessassero una religione
la quale,.tutto che guasta nedommi, nella i
morale e nel culto, esser non poteva che
frutto duna rivelazione divina col volger
detempi alterata.
l
Da quesPesempto si potrebbe torse de

Aggiugneremoa questa discussione Pau

torit de pi celebri naturalisti,, quella


segnatamente di Buffon, Cuvier, Blumen

hach, Lacpde e Virey, per le cui inda

gini dimostrata Vunit delPumana spe


cie e confutata Popinione de litosoti mis
credenti che fanno de negri una razza
separata. Biportiam qui le parole dalcuni
dementovati autori.
, ..-, l
iK La diferenza dei negri dai bianchi ,
dice Buifon, servirebbe di gagliarda pro
va dunorigine diversa degli uni e degli
altri, se attualmente non fosse certo che
bianchi possono diventar neri, e i neri
diventar bianchi, o se non si conoscessero
le cagioni della nerezza dun-parte degli
abitanti della terra.
.: l
durre che to schiacciamento del fronte e
n Prima cagione, prosegue egli, Pin
la compression delle tempie, distintivi del lluenza del clima; seconda son gli alimen
negro, fossero indizit della razza pi de ti; terza, i costumi. Principal causa del
gradata; e avremmo per tal maniera due cotor nero it cator del clima: quandesso
cause distinte: i lineamenti dipendereb catore sia eccessivo, come avviene nel
bero dalPincivitimento e it cotore princi Senegal e nella Guinea, gli uomini son
palmente dal clima.
neri del tutto; se alquanto men forte ,
Potrebbesi, a dir vero, in opposizione come sulle coste orientali delPAfrica, sono
a questi fatti recarne altri che sembran men neri; ove comincia a divenir pi
toro far contro: i discendenti deFrancesi temperato, come in Barberia, nel Mogol,
e degli Inglesi, ad esempio ,"che stanzia in Arabia , ec., son bruni ; nalmente
rono in antico sulle coste dAfrica non su quando affatto temperato, come in Eu
biron quasi mutamento dopo varie gene ropa e in Asia, gli uomini son bianchi.
razioni, e i Negri delPAmerica settentrio Nolanvisi solamente alcune varianze, pro
nale son tuttavia i medesimi dopo pi cedenti da non altro che dalla maniera di
secoli.

vivere.. .

llla ci fa vedere unicamente non es


n Tutto concorre a provare non essere
sersi conosciuto it come operino queste Puman genere composto di specie sostan
cause, o, per avventura, secondo che av zialmente tra,toro diverse; al contrario

vertimmo pi sopra, non operar esse pi una sola specie duomini essere. stata in
attualmente. Non pretendiamo noi gi che mrigine, la quale essendosi moltiplicata e

466

RA

RA

sparsa su tutta la supercie della terra,


sub varii mutamenti per Pinuenza del
clima, la differenza del nutrimento e del
modo di vivere, per le malattie epidemi
che ed anco per la mescolanza in innito

tinte e permanenti. La natura delP aria


della terra e delPacque; quella del suoto
e de prodotti che vi nascono; Pelevazione
del territorio al di sopra del livelto de
mari; it numero, Paltezza ela disposizio

variata degli individui pi o meno ras

ne delle montagne; la regolarit o le va

somigliantisi; cotali alterazioni alla pri riazioni della temperatura; Pintensite


ma non essere state si marcate n avere la durata del freddo o del caldo son cause
prodotto soltanto delle variet individua potenti e durevoli, creatrici, a cosi dire,
li; col tratto successivo esser divenute delle grandi razze onde si compone la
variet della specie, per essersi fatte pi specie umana. n Lacpde, Hist. naLde
generali, pi costanti per Pazion continua Vhomme. u Secondo che esse abitano sui
di quelle stesse cause; essersi perpetuate monti o nel piano, vicino ad estese foreste
e perpetuarsi duna in altra generazione, o sulle rive de mari, nella zona torrida
come le deformit o le malattie de padri e oppure presso le zone glaciali, secondo
delle madri passano a gliuoli; e per ul che son sottoposte a un cator eccessivo
timo, sendo state unicamente prodotte in o ad una temperatura benigna, alPasciutto
origine dal concorso di cause esteriori ed o alPumido, a venti impetuosi od a co
accidentali, e confermate e rese costanti piose piove, e ricevono lazione dl queste
soltanto merc del tempo e delPoperar diverse forze pi o meno combinate, pon
continuo di tali medesime cause, esser pro no presentare e presentano in realt gran
babitissimo chesse scomparirebbero del di differenze alPesterno e formano merc
pari poco a poco col tempo oppure di la natura e it cotore de toro integumenti
verrebbero altre da quelle sono al pre variet notevolissime. ll tessuto nnnCos00
sente, se queste medesime cause non sus reticolare che sta tra Pepidermide e la
sistessero pi o se venissero a variare in cute propriamente detta {organiiza o si
altri casi e per altre combinazioni. Disc. altera di maniera da mutare it cotor ge
sur les varils dans Fespce humaine. nerale degli individui, la natura, talun
Dopo Buffon, di nuove osservazioni fu ghezza e le gradazioni dei capelli e dei
rono fatte le quali tendono a confermare peli. Ne paesi temperati e quasi freddi
e sciorre da qualunque incertezza le cose questo cotor generale le pi volte bian
co, e i capelli son biondi, lunghissimi e
or ora da lui dette.
u Fu notato le propriet pi soggette nissimi. Mano mano che crescono it ca
a variazione ne corpi organizzati esser la tore, Pasciutto od altre cause anatoghe,
grandezza e it colore. Dipende la prima Iit bianco mutasi in abbronzato,bruno,gial
segnatamente dalla copia degli alimenti; lastre, olivastro, rossobruno assai ten
it secondo dalllntlusso della luce e di pa dente al cotor del rame ed anche in nero
recchie altre cause si recondle che sem ben carico; anche la lunghezza e nenii
bra spesso variare per mero caso. Non de capelli va scemando, cangiando essi
dimeno it variare delPuna e delPaltra di natura e pigliando it far della lana odel
dette qualit circoscritto entro certi con cotone.
Le diverse razze della specie umana
ni che ponno determinarsi mediante Pos
servazione. n Cnvier, Tableau lme)it. soggiaciono ad altre alterazioni prodotte
dallinuenza del clima, pi profonde ma
da Vhist. natur. des animaux.
u Tutte le ragioni siotogiche debbono men costanti e che, non passando dal pa
indurci a tenere la razza del Caucaso co dre o dalla madre a gliuoli, non costi
me it ceppo delle altre.... I popoli dispersi tuiscono variet o sotto-variet propria
nelle diverse parti del mondo hanno pro mente delte, e vanno considerate pura
vato diversi effetti per Pinuenza pi ga mente siccome modicazioni individuali
gliarda o pi lunga de varii climi e del Tali sono p. e. it gozzo e it crelinismo.
Paltre cause di degenerazione. Essi o si La degenerazione de cretini fu detta ei
son altontanati di molto dalla gura pri fetto duneccessiva umidit e dun gran
mitiva della razza media o vi si sono rac de ristagnamento nelParia atmosferica con
cnstati di pi. n Blumenbach, Manuate giunti ad altre circostanze del clima.
n Da unaltra notevole degenerazione
di storia naturale, t. l.
a La specie umana sola nel suo ge della specie umana provengono alcuni de
nere; ma si notano negli individui che la gli effetti pocanzi descritti, degeneraziona
compongono congurazioni particolari ed la qual consiste particolarmente nelPal
ia-editarte chc ilrovengono da cause ge terazione del cotor della pelle e de peli
nrrali e costanti e costituiscono razze dis che in essa hanno tor radice. Abbiain v0

Bi

RA

467

duto come in tutte le schiatte umane it lineamenti singolari pei quali ne riesce co
cotore e la natura della pelle, ed anche tanto agevole it ravvisarta?
n A quesPobiezione si pu rispondere
de capelli e de peli dipendessero da quel
come segue. Le grandi variet della spe
cie umana non sono opera recente delle
priamente detta, tessuto pi o men bian cause naturali al cui inusso sottoposto
co nella razza caucasea, olivastro nella Puomo, come le variet secondarie che con
sistono nelle malattie della pelle e nella
mongola, nero nelPeliopica. Unatterazion
qualit de capelli. Altorch Pumana spe
particolare di questa reticella o la man
cie fu divisa in gruppi fondamentali e co
canza di tale organo it sintomo dun
minciarono ad esistere le diverse razze ,
tralignamento particolare, che pu scor
Pazion del clima era assai pi potente che
gersi nelPuomo di qualunque razza e del
al presente non sia. Esse razze furon pro
quale occorre di vedere caratteri pi o
dotte in unepoca vicinissima alPultima
men numerosi e distinti in tutti i corpi
catastrofe che sconvolse la supercie del
tessuto reticolare che trovasi sotto P e
pidermide e al disopra della cute pro

organizzati, cos nelle piante come negli

animali.... Gli individui in cui notasi co


testa grande alterazione.... hanno it cotore
totalmente o in parte bianco, la pelle mor
bida, oscia e rugosa , i capelli e i peli
bianchi e setacei; gli occhi toro aventi
Piride rossa non valgono a tolerare la
luce del giorno e soltanto necrepuscoli
veggono alquanto distintamente; son tiac
chi di corpo e di mente e trascinano a
stento una Ianguida vita. n Hist. de

Fhomme.

gtobo. Tutti gli elementi la cui riunione


costituisce quella che noi chiamiamo in
uenza del clima presentarono in qua

tempi dagltazione e di disordini unef


cacia di lunga superiore a quella che ma
nifestar possono attualmente che la quiete
di assai secoli ha spuntato leune colPal
tre le forze tutte della natura e inceppato

Pattivit di non poche sostanze merc it


ravvicinamento, la mischianza, le combi
nazioni toro. A quesUepoca di distruzione

, in cui le leggi conservatrici erano, acos

u il clima , che cagtona le variet se


condarie della specie umana , che altera
gPintegumenti, che muta di bianco in nero
o viceversa it cotore di ciascuna razza in
particolare, ha egli potuto operar con tanta
forza sulle parti solide delPuomo da sna
turarne le proporzioni e imprime! ioro
le dimensioni particolari che costituiscono

le differenze delle schiatte?,


n Nessun dubio ci pu essere che la ri

dir, sospese, in cui ciascuna cosa trova


vasi in certo modo fuor del suo posto, gli

estremi erano ben pi gli uni dagli altri


tontani, pi aperti i contrasti, i mutamenti
pi subitanel, e da questa rapida succes
sione di cause contrarie o se non altro di
versissime si cagionarono sempre negli es

seri organizzati gli effetti pi notabiti, le


pi profonde modicazioni, le alterazioni

pi durevoli. n Lacpede, Vuc gnrale


gida temperatura sotto cui vive di conti
des progrs de ptusicur: branches des
nuo la razza lperborea non abbia prodotto
sciencea naturelte:, depuis la mort de
questa razza col rappicciolire tutte le di
mensioni e modicare le proporzioni duna Bu/fon, Paris, ios2.
Pu vedersi su questo proposito anche
o due altre razze, i cui individui, in pi Virey, Histoire du genre humain, t. l e
o men numero, costretti da cause siche
lll, ediz. dei 1eat1, e nel Nouveau-Dic
o morali ad abbandonare la natia tor ter
tionnoirc de Phistoire naturetle, to1a,
ra, saranno stati ricaeciati insino al cir
Part. Homme delto stesso Virey.
coto polare e obligati a stanziare in quella
* REALlSTI. Solevan costono far distin
fredda regione come in unico toro rico
zioni su tutto, t dove i nominali (v. que
vero. Ma rispetto alle altre razze e in ispe
sta voce) negavano riconoscerne in tut
cie alla mongola e alPar-abo-europea una
laltro fuorch ne termini. i primi si da
grave difcolt si presenta. Come mai
van vanto di giudicare le cose per quel
dal clima, dir si potrebbe, derivarono i
che sono in,s stesse, isecondi pel nome
profondi caratteri che Puna o Paltra dis
che portano. Da questo soto si scorge da
tinguono di dette razze, nel mentre veg
qual fonte derivasse cotesta stretta con

giamo ciascuna di cotali grandi trib della tesa affatto metasica ed aristotelica. Si

specie umana differenziarsi all"esterno ,


fatte questioni che esercitavano gli inge
ne capelli, nella pelle, nel cotorito a pro
gni e di cui foccuparono anche i re (Lui
porzione del maggior caldo o freddo ,
gi Xl intervenne in una di tali dispute
asciutto od umido cui soggiace, conservar
che poco manc non nisse in guerra ci

per sempre la stessa intelaiatura delPos


sa e mostrarsi sotto la linea cosi come vite) sono ora spente.
* RIPAKATORE. Tre punti son da di
presso ai ghiacci del settentrione con que

468

lil

lit

mostrare a questo proposito. l." Che it pi dnri. ln America e in Asia la donna


fatto della primitiva nostra caduta trovasi trattata alPegual modo che in Africa.
in sostanza nelle credenze e ne culti di Nel che non si pesa gi sulla acchezza
tutti i popoli; 2." e cosi pure it tatto della del sesso; ch trovar mal saprebbesi nella
promessa dun riparatore; 5. che P a natura la ragione duna si latta tirannide
e tantto generale.

spettativa pi o meno esplicita di questo


riparatore si diede a veder pi viva al
La tradizione che ne addita con tanla
tempo in cui comparve sulla terra G. C. forza la reitt della donna ci parta egual
La ragione di queste tre proposizioni es mente del suo seduttore. Al Messico la
senzialmente storiehe verr da noi mo madre del genere umano vien rappresen
strato per ultimo in certi fatti generali tata vicino al serpente in atto di parlarte.
dondPesse risultano.
ll nome di schein che danno al serpente

I. E pu dirsi che le nazioni tutte quan


te , senza eccettuarne pur una, che it
mondo antico e it nuovo hanno conservato
la rieordanza della colpa prima per la
quale fu cangiataPumana condizioneQue
sta ricordanza scontrasi ne primordii di
tutte le storie; e se tatora par diflicite
it riconoscervela, it culto e le pi ordi
narie consuetudini della vita ne recano
manifestamente it suggelto. Pet delPoro
de poeti.
Gli indiani ci danno una magnica de
scrizione della prima stanza delP uomo ,
dove nascono in copia ogni maniera di
frutti. Cos pure i Messieani. l Ctiinesi ag
giungono clie altora non ceran malattie
n morte. ll chou-King parta della piena
sommissione de bruti. Tutti i popoli su
questa parte vanno concordi , come pur
nelPattestare la decadenza delPuomo.
Platone, nel Timeo, contessa la natura
e le facolt delPuomo essere state guaste
nel suo capo intin dalla nascita. Poeti e
mitotogi compiangono, ciascuno alla pro
pria maniera, la stessa caduta: Vulcano
gittato dnramente dal cielo , Fctonte ed
Icaro puniti per la toro tcmeraria ambi
zione , Prometeo dannato a pene per aver
voluto rapire it fuoco della scienza di
vina.
a La nostra perdita, dice Chi-Ring, non
i: opera del cieto; n causa la donna: que

genesiaco gli abitanti delndostan da


gli Arabi usato a signicare it serpente
del pari che it demonio. Nella cosmogonia

de Persiani it demonio appellato Ahri


man, che vai mentitore. Per qual ragio
ne esso serpente pigliasi in tultala terra
per simboto della pertidia, della menzogna

e della morte? NelPantico Egitto signi


cava la scienza del bene e del male.
Dapertutto al matrimonio, al partorire,
al nascere una indenibite riprovazione
va annessa.
l Greci e i Romani non contraeran noz
ze se prima fatto non avessero sacri
zii espiatorii. NelPOCeania la promesa

sposa espia it diritto della maternit colto


spezzare i due denti superiori incisivi.
Nella China alle gioie nuziali precedono
macerazioni e digiuni; la stessa cerimonia
ha luogo nella Tartaria e nelPlndoslan.
in una delletrib di quesPultimola donna
clie marita la propria tigliuola maggiore
espia la colpa di render perpetua la com
mune brultura assoggettandosi alPampu

tazione dei diti medio ed annulare della


mano destra. in mancanza di essa, it tarto

tocca alla madre delto sposo, quindi alla

parente pi prossima dal lato materno.


Quanto alle conseguenze del matrimo
nio, in certe regioni delPAfrica, ai primi
segnali di gravidanza, la donna condotta
alla riva del mare sotto una tempesla
sia fu che ne gitt nella servit, quando dimprecazioni. In America, manifeslan
prima ogni cosa era a noi sottomessa. n dosi i sintomi della maternit , it marito
Trad. Ann. dc Ph. ch., t. XVlll.
digiuna rigorosamente, e quando savvi
La legge indiana malediee la donna in cina it tempo delto sgravarsi , la moglie
memoria deinali da lei cagionati: come vien chiusa in una specie di carcere. Nel
dar ragione iielPalto sprezzo c del duro P0eeania le donne incinte son mandate
servaggio a cui essa soggiace dovunque tuor di casa e sottoposte ad espiazionLe
non fu francata dal Vangeto? t\ellc vecchie di nuove puricazioni si richieggono al
lndie non pu aver Ponore di mangiar tor tornare nella famiglia dopo it parto.
col proprio maritto.NelP0ceaniale sono as Queste stesse costumanze troviamo nel
solutamente interdette certe vivande. Nella l India e fra gli isolani del nuovo con
Nubia la moglie vien severamente casti' tinente.
gala se osi por mano alla coppa o alla
Finalmente,dapertutto it neonatovien
pipa del marito. Nel regno di Loango non soggettato a una puricazione. Presso cer
le o permesso parlargli che in ginocchio. ti selvaggi dAmcrica, al nascer dun bam

ln tutta PAfriea ad esse spettano i lav0ri.bino, convengono a puriticartto gli abilan

Bi

Ri

469

tutti del vitlaggio. Que della Nuova Ze alPuo1uo: it perch i popoli pastori im
landa to recano dal sacerdote, che con un molavano pi vittime che non gli altri.
ramoscelto gli asperge dacqua la testa. In z." I sacrizii delP antichit non consi
Persia it fanciulto era tenuto impuro per stevano propriamente in oiierte di cibi,
cagione desuoi antenati, e impuro diveni bens nelto spargere it sangue , al quale
va chiunque Pavesse tocco prima chefosse attribuivasi una virt espiatrice; ed da
puricato. Nelle indie it nascere d un notare che dapertulto e dogni tempo fu
gliuoto fa immonda la madre e n la esso versato non solamente per, colpe per
scala e le pareti della casa ove ha ve sonali, ma per una colpa commune, ori
duto la luce.
Ww
ginaria e in un col sangue tramandata.
in questo complesso di tradizioni si uni
Perci e la vera ragione desacrizii
versali, concordi e risalenti alle prime et cruenti fu la credenza alPefcacia espia
del mondo come non ravvisare la rimem toria del sangue, la credenza che Pinno
branza delPoriginaria commun prevarica cente valesse a sodisfare pel reo; e da que
zione? La quale induzione viene altresi sta credenza provenne la sostituzton delle
confermata dalPuso universale de sacri vittime. Or di tali credenze forza cer
zii cruenti. Nei tauroboii di Mitra si sca care it principio tutPaltrove che ne tro
vava una fossa, in fondo alla quale posta vamenti delPumano ingegno.
una persona e sopravi una specie di tavo
lI. Nelle credenze e neculti di quanti
lato a spessi lori, si scannava su questo si conoscon popoli trovasi sostanzialmente
la vittima, si che ne scendeva it sangue Paspettazione dun riparatore.
. m;
su tutto it corpo del penitente in guisa di
La gran prova del fatto della caduta, de
pioggia; colla qual cerimonia rinasceva dotta dalPuniversalit de sacritizii-espia
egli spiritualmente. Cui non noto come torii, serve eziandio, se non altro in modo
idruidi immolassero umane vittime per vago, a chiarire it tatto delPaspettazion
placare gli dei ed anco itrapassati nel se generale del Messia o la credenza d. una
polcro? Tutti i popoli pi colti delPantico espiazione della colpa prima. Noi potrem
mondo ebber versato sangue umanoa iin mo oltreci dimostrare la generalit di tale
di rendersi propizii gli dei. cotali orribiti credenza con testimonianze in gran nu
sacritizii sappiam praticati in Tiro, Sido mero al tutto innegabiti, ma conseguiremo
ne, Cartagine. Roma ne pericoli urgenti to stesso efietto recando P asserzione di
offeriva a proprii numi it sangue d un que dotti che nelle tradizioni generali
Galto. Atene nesuoi pi oridi tempi spar dellPumanIt riconobbero it fatto onde dis
geva ogni anno umano sangue nesacriti corriamo. Daremo, del resto, un rias
zii. Nel secoto XV abbiam trovato in.vi sunto delle tradizioni stesse solamente
gore queste atroci costumanze nelPAmeri per cenni.
,
w
ca. Non meno di 20,000 vittime umane
Ifabb. Mignot, Mm. da Pacad. de:
voleansi anmmlmente da sacerdoti del inscript., t. LXV; Pabb. Faucher , ivi ,
Messico; ch i peccati publici non si po t. LXVI; Faber, Horn: mosaicae; Bru

teano espiar daltra guisa. S fatti sacrizii cker, Hist. cril. de la philos., t. i, I. n,
non sono per anco aboliti nelPlndostan. c. a; Giuseppe ebreo, Hisf. iud., l. xiv,
il Bergier nel suo art. sui sacrizii c. la; Prldeaux , Hist. des Juifa, t. I ,
(v. questa voce) non ne pose in chiaro la part. i, I. a; Boulanger, Rechcrches sur
vera causa. Non vi scorge egli che uno le despot. orient., sez. Io, e Danliq. d
blazione deeibi onde nutrivansi i popoli, voit., t. it, I. 4, c. 5; Maurice, Hist. of
e con ci viene ad escludere Pidea despia Hindoslan ; Voltaire , Addii. Vhiu.
zione. Ma 1." le nazioni pi incivitite dal gnzn; Volney, Les ruines, confessano
Pantico mondo e molte ancora delle bar apertamente che tutto it mondo antico
bare non erano antropofaghe; pure i sa aspettava un liberatore. I Goti dicevano
critizii umani troviamo in uso appo questi che it Figliuoto primogenito di Dio trion
come presso gli altri popoli. 2." Da Abele lerebbe colla morte del gran serpente Ed
insino a No ,i primi patriarchi hanno of da. i libri Likcyky della China annunziano
ferto a Dio animali, senza cibarsene punto. un eroe che dee distruggere copatimenti
5." Non si pu citare nessun popoto dal suoi le colpe tutte. E questo il sapiente
quale non siensi praticati sacrizii di san aspettato da Platone nel suo Alcibiade,e

gue; ond temerit it ristringerne Puso ai del quale Confucio ci porge si bel ritratto
popoli che vivean di caccia. Anzi, per dire e sa dover venire dalla parte doccidente,
it vero, gli animali destinati a sacriiizii annunziato dalle sibitle, secondo Cicero
generalmente pigliavansi fra quelli per ne, De divinal", l. u, e parecchi padri.

istinto e abitudini domestiche pi vicini -l) il Mitra de Persiani, Plloro degli ligi
iisnoien. Voi. VI.

53

470

R1

zii, it Brama degli indiani, colui che i po


poli del settentrione e gli abitanti delPA
merica, le nazioni tutte insomma gura
ronio sotto svariati nomi. A queste tradi
zioni altre saccoppian0 del pari chiaris
sime sulla Vergine madre. in Egitto, iside
divien madre senza cessare desser ver
gine. I druidi aveano altari eretti alla
Vergine che dovea partorire; e da questa
generale speranza nascevano la credenza
universalmente diffusa alle teofanie per
manenti e Puso al pari universale de sa.
crizii d sangue.

lll. Uaspettazione pi o meno esplicita


del riparatore si fe maggiore al tempo in
che si mostr fra gli uomini G. C.
Cicerone, De repu, l. nn, c. i7, ain
nunzia una legge commune e generale per
le nazioni. l versi sibitlini vaticinavaino
due re; uno dovea regnare in Roma, Pal
tro uscir iialPoriente della Giudea per go
vernare Puniverso: e nella seduta o giu

lll
rato fosse io scopo santo del ior viaggio.
AnnaL, t. XIIV.
IV. l riferiti fatti ponno spiegarsi col
sussidio de monumenti storici. Raccoglia
mo accuratamente i documenti prci
della Bibbia sacra e dalla storia.
l. Mos visse 150 anni dopo it ditu
vio: probabite che Sem passasse sua
vita per lungo tempo in oriente; e Cam
era contemporaneo dhlbramo. Ora, con
No, i gli di lui e i primi tor discenden,
lenta dovea essersi fatta Palterazione del
deposito rivelato.
2." Le relazioni degli Ebrei con tutte le
principali nazioni della terra antica ci obli
gaino ad ammettere una propagazione ge
nerale di tor credenze. Dimostriamo Pe
sistenza delle dette relazioni.
Dalle indagini deitPabb. Sionnet risulla
come gli Ebrei penetrassero nella China
per to meno nel secoto lll e probabit
mente anche n dalPVIil inanzi G. C.

gno i855 della societ letteraria di Londra Daltra parte, oggidi si ammette piuttosto
fu dimostrato come pi di 60 anni prima generalmente it viaggio di Laot-Seu nei
di G. C. corresse per Pitalia una profe P0ccidente, dove pot vedere gli lsraeliti
zia ainnunzianie un re al popoto romano,
Illm. encyclop, agosto i855. DifficiL
mente crederebbesi, dice Heyne, Observ.
in Tibult., a che segno le nazioni tutte
quante fossero aquel tempo occupate delle
profezie. Per attestazion rli Svetonio, Vila
Vespaa, vigeva per tutto oriente antica
e costante opinione, esser volere de fati
che a quel tempo uscissero dalla Giudea
isignori del mondo. La stessa cosa vien
riferita da Tacito, Hist. , i. v. Un mezzo
secoto prima di questi, Virgitio, Eclo
ga iv, avea cantato colui chera it sospi
rato da popoli; i suoi versi, tradotti in
greco, vennero letti, per ordine deitPitu
perator Costantino, al concitio di Nicea,
u, per detto del Lowth, De sacra paesi
Hclna, si conosce altro avvenimento con
temporaneo a cui que versi applicare si
possano. in quelPestremo punto della na
scita del Salvatore, gli occhi delle nazioni
eran vlti tutti sulla Giudea. Nel mentre
che Poccidentc aspettava it gran domi
natore delle regioni deitPaurora, un itnn
peratore delPindie, sgomentato dagli ora
coli, dava ordine a suoi emissarii ducci
dere it fanciulto che era per nascere,
Iiech. orienL, t. X, Iiech. cllrist. di Bu
canano e nel cuor della China, iitnpe
ratore llling-ti, P a. 65 deliera nostra ,
mandava unnmbasciata alla volta d0cci
dente in traccia del saggio che credea tosse
venuto, ma gli inviati si fermarono nel
Finrlia c tornarono con due religiosi di
Fu, anisanlto che it dio da questi vene

schiavi e dispersi; quel tosofo, conr


noto, viveva nel secoto Vi prima delfera
volgare. Stabititi che si furono nella China
gli Ebrei, vi esercitarono importanti pu
blici ofcii, vi ebbero ministri di stato e
governatori di provincia. Or, qual dubio
non si giovassero de tor vantaggi per dill

fonder la notizia della propria religione!


Uambasciata delPa. 65 avanti u. C.,da noi
test accennata, sarebbe un effetto della
publicit delle toro credenze. Tale publi
citt poi emerge dal complesso veridifo

de fatti biblici che scontrasi negli scrit


degli annalisti e de tosoti citinesirlei si|:
coto li, fatti ignorati da toro predecessori.

Le relazioni degli Ebrei colla C1llnn,le


toro migrazioni per tutto Poriente d0p0

le due cattivit patite sotto Sailnanafale


e Nabucodonosor, e quelle coi popoli di
cui siam per dire, dovetter portare una
gran communicazione di tor credenze:
tradizioni nelP india.
Non accade partare delle relazioni della
Giudea coitlgitio, la cui storia va per luil
go tempo mescolata con quella degiiiibrei.
Abramo onorato dal re egiziano edac0
stni ministri. Giuseppe, suo pronipoleqgn:
verna PEgitto pel corso quasi di so anni:
Mos vi si mostra col corredo depiuait1

portenti e d tiue alla lunga e travagliosfl


dimora del suo popoto fra quegli stranieri
Satomone, consultato dai re come oraco
to, genero del re rlPtgitto e sceglie Per

la fabrica del tempio 150,000 operaif1i


gentiti che adorano it vero Dio.

R0

SA

l Fenicli , connanti cogli Ebrei, per


correvan tutti i mari, commerciavano con
tutti i popoli; visitarono le isole britanni
che, fondarono Cartagine e Cadice. l Pu
nici dAfrica, nel rispondere a s. Agosti
no, si dissero Cananei. insino al tempo
di Davide, i primi abitanti del paese pos
sedevano la cittadella di Gerusalemme,e
quel santo re comper da un principe ge
buseo to spazio per erigervi it tempio.
tram re di Tiro fu suo amico ed aiut poi
Salomone ad edicare il tempio e costruir
naviti, e veggiam poscia l tor popoli sol
care insfeme i mari.
liNon accade discorrere delle relazioni
degli Ebrei con gli Assirii , i Persiani, i
Greci. Le cattivit a cui soggiacquero per
parte del primo di que popoli e it lungo
dimorare che fecero appo lui durante

dal faraone egiziano. Sesac (Sesonchis)


trascinante ai piedi della Trinit tebana
(Amnione, litoulh e Khons) i capi di trenta
e pi nazioni soggiogate, tra i quali it re

474

deGiudei o di Giuda, un commenta


rio da aggiugnersi al c. 14 del libro primo
de Re. Ci si consentir di credere che
Pantico Egitto nasconda nel proprio seno
alcuna leggendao storia curiosa che serva
a convincere d ignoranza e di temerit
tutti i detrattori de principali racconti
della Bibbia: se non che, al lume della
nuova scienza de geroglici, i suoi mo
numenti attestano gi la verit dessi rac
conti.

ROSKOLNIKS o RASKOLNIKS. Son

questi i soli settarii che vabbiano nella


chiesa russa, della quale professano presso
a poco i dommi, differenziandosi dalla me
Pultima di esse, la toro liberazionepro desima circa a punti esteriori e di poco
curata da Ciro, it quale li ristabit nelle momento, a una disciplina pi severa ed
terre natie , la protezione onde furono a certe usanze e cerimonie superstiziose.
lunga pezza onorati dai successori dA Condannano p. e. Puso del tabacco , da
lessandro, Parrolamento toro negli eser essi chiamato Perba del diavolo. Giun
citi di quel gran conquistatore e le va gono a un 500,000 ed hanno qualche con
rie funzioni da medesimi adempite in venti e un archimandrita particolare a

tutta Pestension delP impero da lui fon Niwojalen sul Bug. Trovansi sparsi nella
dato son fatti storici ben noti. Daniele che Valachia, Moldavia, Bessarabia ed anche
prenunzii disegni di Dio su que popoli a Costantinopoli.
appo toro in riverenza: tutto Poriente
lll"..
ammira la sapienza di lui, maestro di que
S
nln
magi e Caldei che i savii della Grecia,
Vlll!
delPlndia ed anche della China comincia
vano a consultare. Gli Ebrei aveano una
SAN-SIMONISDIO. Setta spentasi in que
sinagoga a Roma, come pure in Atene. Gli sti ultimi anni, dopo aver menato qualche
scrittori latini alludono spesso alle feste romore, e la cui memoria si collega alla
e al proselitismo toro. Sappiam che Cice storia delle pugne sostenute dal cristia

rone peror in difesa di f-lacco, imputato nesimo nel secoto XIX. Deriv essatl no
daver proibito agli Ebrei delPAsia man me suo dal conte Enrico di Saint-Simon,
dassero Pannua toro offerta a Gerusalem it quale spacclavasi per Panalogo di So
me. G. Cesare approv tenesserotoro adu
nanze in tutte le citt della republlca.
Augusto faceva olterire a spese proprie
otocanstl in Gerusalemme, e la moglie sua

Giulia vi spediva presenti ricchissimi.


Giuseppe Flavio, Hist. iud., l. xiv, c. 17.

* ROBOAMO. Figliuoto di Satomone e

crate, ma che, quantunque invocasse una


nuova spiegazione della dottrina di Cristo,
dice Augusto Comte, non aveva per abiu
rato it cristianesimo. Non pochi de di
scepoli di Saint-Simon confessarono che
gli come uomo ifindustria sera rovinato,
come pensatore sera spossato a pigliar
tutte le forme senza riuscir mai a far
breccia nelle menti, nalmente come ma

re di Giuda. NelPanno quinto dei costui


regno, Sesac re dEgitto, seoondando Ge
roboamo, venne assalir con un esercito ralisla savea dato da s stesso la morte.
it reame di Giuda, prese Gerusalemme e Su quesPultimo punto ci sarebber tanPal
pose a sacco it tempio. La prova di que tre cose a dire: chi to conobbe sa di fatto
sto punto importante di storia santa fu aver lui pel primo dato esempio delP e
trovata da Champollion scolpita sulla pie mancipazione da suoi discepoli predicata
tra de muri del palazzo di Karnae, aven alla donna. Che che ne sia della condotta
dovi veduto it ritratto di Roboamo, ri e degli scritti di Saint-Slmon, non eser
tratto vero ed autentico, col nome di quel cit egli mentre visse molta inuenza e
principe inscrittovi in caratteri incancella mori nelloscurit Pa. i8s5.
bili. Reca Roboamo in sul braccio it nodo
Alcune idee positive esposto ne suoi
ondera legato agli altri re vinti come lui scritti o nel suo conversare con pochi

472

SA

SA

amici furono, dopo la sua morte, fatte pu


blichc nel Produttore. Parecchi decolla
horatori di questo consideravan le questio
ni meramente dal lato materiale e indu
striale: Comte si prov ad ordinarie in si
stema. l principii fondamentali di sua dot
trina erano: che it genere umano era passato
da prima per unera di teologia e di poe
sia, nel qual periodo di tempo Pimagina
zione era quella che avea lo scettro su gli

stesso col quale partavano del cristiane


simo, linguaggio cotanto diverso da quelto
del Itosotismo volteriano, impressionaro

Non and gran tempo che insorse dis

1 sansimonisti, poco noti prima della

no altora la fantasia del giovine Dory.


In vece del Produttore, che avea ces
sato duscire, lrganizzalore ebbe Pin
carico dintrodurre nella scienza positiva
Felemento religioso: it perch questo

giornate assunse alla prima un far mistifo

e da inspirato. Ma avvedutisi ben presto


uomini; poscia era venuta unera di /ito come una religione senza gerarchia, senza
soa o iFastrazion pura, in cui teneva sacerdoti, non potesse sussistere, i nova
suo regno it pensiero. Il Comte dovea tori si partirono in apostoli e discepoli,
tissar Pera della scienza delle cose posi padri e /lgliuoli; la riunione degli al
tive, it regno della realld. Per quel che gliati venne appellata famiglia e la reli
spetta to idee religiose, asseriva che que gion toro chiesa-sansimoniaria: la pie
ste, salutari in epoche gi molto remote, nezza della podest stava tutta nelle mani
aver non poteano, nelIPatt1iale virilil dlnfantin e di Bazard, i quali ebbero it
delfumana ragione, se non se un poter titoto di padri supremi, confessando per
retrogradto, e quindi bisognava affrettarsi altro daver ricevuto unicamente per in
a surrogarte con idee posilive. A detta tramessa d0lindo Rodriguez, discepoto di
sua, conseguir non potevasi una vera ri Saint-Simon, le inspirazioni del maestro
novazione delle teorie sociali e perci di cui intendeano proseguiree perfezionar
delle istituzioni politiche fuorch solle Popera. Molti tra quelli che quesPorganiz
vando le cosi dette scienze morali e po zazione lasciava negli ordini inieiiori,oi
liliche alla dignit di scienze siche, e tesi nelramor proprio , rinunziaiono al
applicando convenientemente it metodo nome di tigliuoli e si separaron dai due
positivo fondato da Bacone, Cartesio, ec. padri.

rivoluzione del i850, Ievarono subito da


poi alto it capo. II Globo, organo dedot
trinarii che professavano it liberalismo
inoltrato e intelligente e la cui religione
riduccvasi a un eclettismo tosoco, com
posto della dottrina tedesca di Fiehte e
della scozzese di Reid, fu comperalo da
della natura, it pi belto e it pi nobite, settarii. Esso, al pari del Produttore, ren
quelto delPanIore ossia della donna. Pre deva giustizia al potere esercitalo dal cri
tendevano che la religione de Produt stianesilno, buona e sovrumana dottrina,
tori fosse troppo esclusivamente fatta per sulto incivitimento, dichiarando per che
Puomo, e che una ne bisognasse la quale avea. nilo il suo tempo.
I sansimonisti, applicandosi a svolgero
servisse per Puomo e per la donna. Con
seguenteinente, supponendo che it cristia questo principio, ebbero spesso di buone
nesimo tosse spento (it che del resto av inspirazioni nel mentre esponeano tor ve
visavan pure i Produttori tutti), si accin dute sui passati destini del cristianesimo,
sero a surrogarvi una religion nuova. Di e per tal modo insegnarono ai toro ud:
qui venne la sospensione del Produttore tori qual concetto a far si avesse degll
ignoranti sprezzi della fittosoa del seco
sul tine del mao.
I sansimonisti se ne stettero in perfetto to XVIII. Se non che aggiugnevano sgra
sitenzio pel corso di due anni: soltanto ziatamente : u La religion cristiana essalla tine del 1828 ebbe luogo una espo Ii li per spirare; chi ponga mente al p0C
sizione della dottrina presso Enfantin, alla romore chella fa, alPimpotenza sua, alla
presenza di pochi uditori. Le toro predi dissoluzione de presenti costumi, alla pocazioni, fermate ed elaborate in casa dIin ca fede desuoi gli, doversi anzi dir mot
fantin, furono continuate sotto la presi ta: esser perci mestieri surrogarlaelaf
denza di Bazard, in una sala presa a pi meglio di essa. In conseguenza, stavano
gione nella via Taranne. Le grandi parole essi per puricare i costumi, domar le
di rinovazione del senliinento religio passioni, spegnere la concupiscenzalQuir
so, dunione de popoli, di felicil, uni sto risultamento, che tor non pareva esser
versale chc avean sulle labbra, it rispetto si ottenuto dal cristianesimo, trovavano Im

cordia Ira Compitatori del Produttore. A


quelli che formarono dappo la famiglia
sansimoniana pareva che Comte e gli
amici suoi soccupassero troppo esclusi
vamente di questioni materiali e posili
ve, che lasciassero un vuoto, che si fos
ser dimentichi di osservare un de lati

SA

SA

473

possibite: era dunque intenzion toro non non pure un errore in fatto di religione,
di mutar la vita, icostumi, la mente del
Puomo, sibbene la regola, la fede, le idee
del bene e del male, del belto e del brut
to. Ma questo it lnutamento stesso della
rivelazione e quindi della storia, delP u

uneresia, ma un errore storico altresi ,


da cotoro soltanto ammesso i quali, senza
esaminare questo punto di fatto, to pi
gliano qual to presenta it commune de
nostri vecchi storici o, a dir meglio, de
manit, di Dio. Ci confessavano, e di qui nostri vecchi toso. A buon dritto perci
vennero tor dommi principali: - it Dio diciamo la dottrina sansimoniana, fondata
Tutto o panteismo universale; la nega su questo principio, difettare dogni base
zione del peccato dorigine; la pretensio sia storica sia rivelata.
ne di ripristinar la carne; Pabolizione del
Del resto, da ci che precede si com
Peredit; la soppressione dogni luogo di prende perch i sansimouisti abbian voluto
pena dopo morte; per ultimo la deica cangiar la natura di Dio. ll padre supre
zione di Saiut-Simon e dEnfantin. mo Eufantin formol it seguente simboto,
4 Tutti i quali dommi, fondati sulto stesso che sembra essere stato quelto della chiesa
principio, di voler cio surrogare it cri sansimoniana insino al punto che venne
stianesimo, scendono Pun dalPaltro e son sciolta: u lddio tutttoci che esiste; tutto
tra toro connessi. Pu dirsi senza tema a in lui, tutto per opera di lui; nessuno
chiunque vuole assalirci e a chiunque e di noi fuori di lui, ma nessuno di noi
da noi separato: u Altora soltanto ragio lui. Ciascun di noi vive della vita sua, e
uerete conseguentemente quando avrete, tutti noi communichiamo in luimerocch
come i sansimonisti , rifatto it cieto e la egli tutto ci che esiste. n inutitmente si
terra, Dio e P uomo. n
direbbe che la proposizione. Ma nessun
Senza tener dietro passo passo agli er di noi lui altontana qualunque idea di
rori storici e tosoci dfsansimonisti, panteismo: essa esclude, gli vero, ogni

porremo in aperto la falsit dalcuni de idolatria o deicazione umana; e in que


tor principii fondamentali.
Tuttoch dispregiassero la pretesa scien
za de toso del secoto XVIII, avean
per da questi ricevuto un principio ad
essi commune colla maggior parte de dei
sti e detoso del tempo presente, quelto

sto senso cotoro che adorarono Enfantin e

it riconobbero per la legge viva dissenti


rono formalmente, ma non impedisce che
cotoro i quali credono che Dio tutto ci
che esiste non sieno panteisti, se non per

identicazione, almeno per assorbimento.

della perfettibilit indenila. della na

Or quelto che condusse i sansimonisti al


tura. umana, o del progresso continuo panteismo si che, negando di credere ai
dellmmanilii. Dal cristianesimo ben si ri destini delPuomo quai li stabiti it Dio del
conosce un progresso pi reale e pi gran PEvangelio, fu forza che prima rigettas
de che quelto di tutti i toso; comman sero questo Dio: in secondo luogo, volendo
dacisi da lui di camminare di virt in essi far man mano progredir P uomo in
virt, di desiderare tra tutti i doni sem sino alla perfetta felicit duna deicazio
pre lpi perfetti, nalmente di sforzarci ne conseguita in questo mondo, fu ne
desser perfetti, come perfetto il nostro cessario ancora, a misura che facean sa
celeste padre. Ma un tal progresso dee lir Puomo insino a Dio, facessero discen
vericarsi nel cerchio della rivelazione , der Dio no alPuomo, non gi al modo de

cio partir dal fatto d un uomo creato cristiani, bens per una specie didentit
buono, poscia prevaricatore e punito,
rialzato e redento da G. C. La rivelazione
posa sopra basi non solamente religiose,
ma storiche eziandio, laddove la perfet
tihitit tosoca e sansimoniaua non con
ta veruna base n storica n rivelata. Essa
parte, per opposito, dalto slato selvaggio,
anzi dalto slato di natura, nel quale Pu
man genere avrebbe avuto principio e da
cui si sarebbe inalzato mediante le forze sue
proprie; e si vede che se it genere uma

o confusion di natura: furono oltreci tra


scinati al panteismo da uneccessiva am
mirazione e da una falsa estimazione delle
credenze orientall,in cui avvisavansi scor
gere un Dio pi grande di quel della Ge
nesi, confondendo cos le opinioni specu
lative e tosoche delPlndostan,opinioni

che nou hanno pi forza o fondamento di

quelto dEnfantin, colle toro credenze tra


dizionali, te quali, appena studiate ed
anco supercialmente conosciute, addita
no di fatto progredi dalto stato di natura no tuttavia to stesso lddio della Genesi.
in cui vivea, senza parola, senza pensie
Venendo i sansimonisti a mutar le re
ro, senza Dio, alto stato attuale, pu spe lazioni degli uomini tra essi e degli uo
rarsi sia per progredire no a una specie mini con Dio, sarebbe stato dover toro
di deicazione. Ma questo stato di natura metter fuori le prove della propria mis

474

SA

sione. llla riusciva ad essi malagevole it


darne. ll perch fu da essi mutato quanto
noi conosciamo per mezzo della storia
della missione di Mos c di G. 0.; ed a
chi maravigliava delPannunziar che fa
ceano una religion nuova dissero - far s
non altro che quelto era stato fatto da
Mos e dal Cristo. Mos esser venuto dare
agli Ebrei una rcligion nuova; it Cristo
esso pure esser venuto a distruggere Pan
tica religione per altra nuova e pigliare

SA
donna, e rimproveravano al cristianesimo
avesse soltanto cercato proteggerla e non
franearta, it che nalmente veniva a tare
it sansimonismo, gridandola libera e in
itependenlc.

Vero che ne tempi antichi la donna


visse ognora in assolutadipendenzaenella
pi umitiante servit. lnterroghiamo le

tradizioni storiche de popoli pi tra tor


disparati, quali i Cinesi, gli abitatori del
lhxfrica, gli Americani, le cotonie delP0

it posto di Mos. Mutamenti esser questi eeania, e da per tutto ci verr trovata
che accadono a quando a quando nelPu

manit; s far come Mos, come it Cri


sto, comportarsi a quella guisa che com
portati si erano gli apostoli. - Se non
che partar di questo modo della missione

di Mos e di G. C. era (non consideriamo


qui it carattere dPinspirazion divina) non
conoscere storicamente ci che han tatto.
Mos si ristrinsea rammemorare agli Ebrei

una specie di riprovazione, un castigo che


pesa sulla donna. Gli questo anzi un
problema storico che it sansimonismo sa
rebbe stato in dover di spiegare. ll cri
stianesimo soto ne d la soluzione , nar
rando la troppo gran parte chebbe la
donna nel primo tatto. Ei ci la sapere ol
treci che, se la legge antica lasci la don
na nel suo stato di dependenza , non le

ci chera stato ad essi rivelato prima di nascose almeno i titoli di nobitt che la
lui; non cess di ricordar toro che it Dio inalzano alla destra delPuomo; ne avver
onde tor partava era it Dio dAbramo, te che la donna trae Porigin sua dalPun
dlsaeco e di Giacobbe; venne a stenderne mo stesso, it che gi la rende a lui egua
la storia autentica: non mut quindi n le; essa non detta sna schiava, ma suo

it domma n la morale. Ges non venne aiuto e aiuto simile a lui; essa crea
punto pi di Mos a distruggere Pantica la sola, con che si esclude e condanna
religione, si bene a farta migliore e per

la poligamia, e si statuisce it primo diritto

fetta, ma lasci to stesso Dio n cangi le della donna, quelto desser la sola com
regole sostanziali della morale. Quel che pagna dun sol uomo: questa Portgine
essenzialmente importa in ci gli it non della donna , questi i suoi dirilti giusta
esser lui venuto per tale effetto alPim Pantica legge; e it sansimonismo non in
prevista, senza farsi annunziare, senza , vent nulla di pi nobite ed eccelso. Co
per dir cos, che ne fossero stati anticipa lesta commune origine venne disconosciu
tamente avvertitilltos e it giudaismo. Non la , cotesti diritti calpestati appo tutti i
per altro Mos vero profeta, it giudai popoli idolatri, e cosi va la bisogna do
smo una religione veramente rivelata, se vunque non splend la face del cristiane:
non perch venuto it Cristo, it quale era simo; ma al sansimonismo spettava pln
predetto, atteso, contenuto nella religione che al cristianesimo it darne ragione, e
giudaiea: it giudaisuio e it cristianesimo gliene correva obligo, siccome a quelto che
sono tra toro invariabitmente congiunti. l pretendeva non essere stato n al p1e-I
sansimonisti, al conttrario,vennero cos al

sente ben dichiarato tutto ci cherast

Pimpazzala, senza che nessuno li annun fatto nellulnanit. G. C., it qual venne a
ziasse o vatieinasse, soli e di propria riparare la colpa dorigine, venne anco
autorit. non gi a perfezionare, ma si a torre la donna dalto stato di punizione
a distruggere e mutare da capo a fondo Primieramente, it cristianesimo abol la
it cristianesimo. Non poteano perci dire pluralit delle mogli e it divorzio e quindi
storicamente d esser venuti come Mos term diritti eguali per Puomo e per la
ed it Cristo, come gli apostoli: lasciando donna nel matrimonio. ln secondo luogo,
stare che gli apostoli, G. C. e Mos ope riconobbe la donna independente da quaravan miracoli; nel che per altro da lunque umana autorit nella sua creden
confessare che i sansimonisti non sarro za, nelle regole della coscienza e nel dis
garono mai daver ritratto da quegli in porre liberamente di s, nulla essendo
qualunque unione da lei non consentila.
viali.
I sansimonisti non si fecer carico pari Sotto Pantica legge una specie di ripro
mente della storia e della natura umana vazione accompagnava la donna non con
nella tor famosa questione della donna. giunta in matrimonio: iteristianesimopnal
Accusavan la religione antica siccome zando la verginit al disopra del matri
quella che opprinieva e tenea schiava la monio e iiei-mettendo per tal maniera alla

SA

SA

475

donna di vivere disglunta datP uomo ed via, o i sansimontsti copiarono e parodia


onorala, Pebbe francala pienamente; e rono it cristianesimo, ed altora riscossero
Pebbe francala anche in questo senso che todi o blasimi secondo che cotoro con cui
spezz i legami che la teneano schiava in erano in relazione credeano o no alla re
fondo alle tende e agli aremi, consenten ligione di G. C.; o tentarono dnscire del
dole it girar liberamente in publico, cosa, cristianesimo, ed altora i toro amici mede
pur al presente, prodigioso per parecchi simi si sttontanarono da essi adeguati e
popoli doriente. Il cristianesimo fece an nauseati, e i tor nemici li tennero per

cor pi, studiandosi ad avverar la parola


antica che suon prima della caduta di
lei: Quesla la carne della mia carne
e Posso delle mie ossa; con che santitic

sciagurati venuti a pervertire la natura


umana. Ci ne suggerisce una considera
zione consolante per la nostra fede, ed ,
che se le antiche sette fecer proseliti

la carne, inalzando it maritaggio alla di colla toro immoralit, nel caso presente
gnit di sacramento, rendendoto cio un fu Pimmoralit stessa de principii quella
segno a cui vanno annesse la grazia, la che altontan gli animi dalla nuova setta.
benevolenza, la benedizione di Dio: e se Non dunque come religione sorti qualche
alla donna impone sia sommessa al ma vantaggio it sansimonismo, ma unicamente
rito, giovasi a spiegar questo precetto del come dottrina o progresso industriale.
pi vivo amore chei conosca e it reca in Se i giovani adepti di esso contentati si
esempio alP uomo, dicendo: Ama la tua fossero di migliorare la condizione depo
compagna a quella guisa che it Cristo am poli predicando it Dio e la morale de cri
la sua chiesa, per la quale diede la pro stiani, it tor magistero sussisterebbe forse
ancora, e noi andremmo tor debitori dim
pria vita.
Tutto quelto che it cristianesimo dice port,anti miglioramenti; ma alPincontro
e fa per la donna tende a un soto scopo, passarono essi da caduta a caduta, da
quelto di sttringerta alPuomo colla pi per eccesso in eccesso, da scissura a scissura,
fetta unione; i consigli del sansimonismo proprio per cagione delle nuove regole
invece tendeano tutti quanti a separarnela che pretesero aggiugnere alla rivelazion
e altontanarnela. [Yonde segue che, se i cristiana.
Grande fu Pitlusione alPistante, quan
consigli e i precetti del cristianesimo fosser
ascoltati, la donna sarebbe felice della fe dto la nuova religione, com essi chiama
licit delPuomo: laddove, se fossero pre vanta, cominci a svolgersi sotto la in
valsi gli insegnamenti della nuova religio- uenza quasi-divina di Bazard ed Enfantin.
ne, non sarebbevi stato pi per la donna Istituita clebbero la gerarchia, passarono
n unione n societ n felicit. In que a istituire le cerimonie che accompagnar
sta ipotesi la maggior sua independenza e dovevano i diversi atti della vita, cio la
separazione renderebbene la condizione communione, it matrimonio, la morte. La
sempre pi contraria a natura. I consigli communione aansimoniana consisteva
de sansimonisti riuscirebbero alP ultimo in certa communicazion di pensieri.
a por ne alle relazioni tra P uomo e la Perci, alla prima communion generale

donna , e sopraverrebbe di necessit la nel 85I, tutti i membri della famiglia,


ne del mondo.
Eppure it sansimonistno spacciavasi con
securtt siccome quelto che stava per fare
la felicit del mondo, fermando le nuove
regole che governar doveano e appagare
si Panimo che it corpo delP uomo. Solto
questo aspetto pu tutta Popera sansimo
niana dividersi in due parti: la parte spi
rituale o religiosa e la materiale o indu
striale. Che in questa dottrina siensi dati
alcuni punti di vista nuovi e commenda

pigliaudo successivamente la parola, ma


nifestarono la propria adozione alla rive
lazione procedente da Saint-Simon pel ca
nale de'padri supremi, e le toro speranze
nei destini progressivi delPuomo; al tempo
stesso ebbe luogo la prima adozione de

gliuoli ossia la toro ammissione nel seno


della communione universale, it che co

stituiva it battesimo detfeguaglianza. ll


matrimonio sansimoniano, almen quelto

dAlessandro di Saint-Chron con Chiara

voli dal canto delPindus,tria e del miglio Bazard, non mostr che la fede fosse viva
ramento materiale de popoli, it concede

rem di leggieri: ma i miglioramenti del


Pindustria non costituiscono una dottrina

religiosa. La parte veramente spirituale del


sansimonismo risguarda le nuove idee che

tent dare di Dio e le nuove regole che


impor voleva alla morale. Ora, in questa

nel cuore de suoi apostoli, i quali, non


paghi della consacrazione sansimoniana,
sadoperarono per render legitima la toro
unione non pur davanti alPofcial ci
vite ma al cospetto eziandio della chiesa
cattolica. La prima cerimonia delP inuma
zione porse it destro a Giulio Lechevalier

476

SA

SA

di proctalnare che, mediante la morte, si


compie nel seno di Dio una fase della
vita eterna: Iddio la vila, Iddio tutto
ci cite , iddio Pamorc.
intanto cite la predicazion sansimonia
na era aperta ai quattro lati di Parigi, dif
lusa daibrganizzaiore e dal Globo,dalla
voce e dalla penna di non pochi giovani
dFingegno, Dory creavasi missionario della
novella religione; ma ben presto chiuse co
stui la sua scuola, nauseato, divenuto scct
tico, ormai n cristiano n sansimonisia. A

quindi la fanno in tal qual modo da Dio,


non hain in fatto ragione di negare un lal
diritto alla donna.
Inoltre Enfantin voleva chela donna
avesse a partecipare del sacerdozio, si do
vesse quindi formare un nuovo sacerdo
zio composto duomini e di donne, e co
Itali nuove sacerdotesse e sacerdoti aver
rloveano Pobligo di dirigere e porre dac
cordo per Pav venire gli appeliti de senfi
e gli appeliti intellettuali, preparare ed
agevolare Pnnion degli esseri di profondi

suo esempio, ltoart a Totosa, Lemonnier a

aelli, cio cotoro cite amari sempre la


stessa persona, con gli esseri di a/lli

littompellieri, Lainrent a Rennes, Leroux


a Lione, Taiabot a Brest, Bouffard a Li
moges, Giuiio Lechevalier e Adolfo Gu
roult a Roano, Duveyrier nel Belgio ,
iPllchlal in Inghitterra, ec., vissero alla
prima su ci chela loro dottrina avea di
buono, cio su quel cite avean preso in
presto dal cristianesimo. llla i sansimoni
sii doveano fallir la prova, pi ancora che
per cagione dei lor dommi, del tor pan
teismo, delle variazioni toro sulla natura
di Dio, per la nausea a cui avea mosso
gli animi la tor morale. che cale di fatto
del domma a questo secoto che pi non
sa donde a lui vengano le pi alte veri

l? Salvr a renderne conto solamente


nelPaltra vita. llla vha una parte della
religione che comincia a portare suoi frutti

nella vita presente, cio la morale, se


condo la quale sono regolate to nostre re
lazioni con gli altri uomini: ora le novit
che Enfantin pretese introdurre facean na
scere non poche discussioni le quali an
darono a tinire in una scissura romorosa
tra i due capi e i principali discepoli.
Bazard avea sempre dissentiio da En
fantiu sulla questione polilica nella quale
voleva introdurre Pelcmcnto di guerra,
e sulla questione morale in cui negava
confermare le idee del suo collega sui
Paffrancainento della donna. Enfantin, po
nendo per principio tosoco che Puomo
ha diritto di slatuire a s stesso la pro
pria lnorale, sosteneva essere assurda cosa

Pimporre alla donna questa legge che, a


della sua, veniva puramente dati uomo;
bisognava che la donna facesse ella pure

a s la propria legge: perci in fatto di


morale niente doverlesi imporre, niente
consigliare, ma solamente chiamarta,
aspettando la Donna-llessia, la quale ri
velerchbe ella stessa la legge a lei conve
niente. Siccome it cristianesimo non am
mette che Pnomo abbia fatto o avuto it
dritto di fare a se stesso la legge morale,
trovasi esso qui fuor di causa. Quanto a
cotoro che ammettono questo principio e

Vicll, i quali non ponno contentarsi dun


amor soto e hanno mestieri di mutarnc
sovente Voggetto: questa dottrina, che iu
sostanza era una iaida promiscuit, ri
metteva in onore it vizio e sotto slatuti

Padulierio; trov quindi degli oppositori.


Giulio Lechevalier, chiamandosi alla
prima in colpa daver creduto possibite
d costituire una famiglia e adoperarsi alla
formazione duna societ prima dklvcrne
trovata la legge, confess come non avesfe
tardato ad avvedersi che idue padri dis
sentivan tra toro su la politica e la mo
rale; come fosse pentito daver fatto en
trare in quella societ un certo numero
dlndividui; che questi non si poteano di
rigere senza legge; che avrebbe preferito
it lasciarti nelPantica lor condizione. E
conchiuse cite la religion sansimoniana
si dovesse dichiarare in istato di liqui
dazione, aggiuguendo chei tornava adu
bitare di tutto e dichiaravasi nuovamente
iittosofo.

Non ostante le opposizioni, Enfanlin


procedette alla riorganizzazione deliage
rarchia qual doveva essere sotto Pera

delPappello alla donna. Vi ebbe pefci:


Enfantin, padre supremo, a anco della
costui sedia unaltra vuota, rappresenlante
la Dama assente e chiamala; a lato dEn

fantin nna un po pi sotto 0. Rodrigues


nominato Capo del culto edelindustrill,
specialmente incaricato dellorganizzaiion
religiosa de lavorieri e degli interessi ma
teriali. Come tale ebbe ricorso alla borsa
di tutti perch contribuissero al manteni
mento della famiglia sansimoniana. Del re
sto, 0. Rodrigucs tuttocli comlnendasse
it padre supremo siccome Puonlo pi mo
rale del suo tempo, fece le sue riserve
contro di lui, giacch ebbe stipulato che

i soli lnutamenti da introdursi neitllnliCi


morale consistevano nelPalnmeltere lidi
vorzio e sentenziare che nessun indiri

duo potesse essere marito a pi iPulin


donna per volla.

sa

SA

Intanto che Giulio Lechevaller, riu

ziare che si potrebbe trovar di leggleri

477

tando Porienlalisio e le sue dottrine di la donna che rivelar doveva e statuir la

stupida adorazione e di vitl sensuale morale anche in mezzo alle publiche pro
onde eran ciechi gli enfantinisti, invitava
gli uomini e le donne di cuore, mente e
corpo sani a formare un nuovo cristiane
simo, Bazard, scostatosi egli pure da En
fantin, formolava le credenze della nuova
chiesa che intendeva continuare. Rendeva
egli solenne omaggio a quanto avea fatto
it cristianesimo per la legge morale, ma
perveniva alla medesima soluzione di Ro
drigues, giacch avvisava dover ammet
tere it divorzio. Riguardo alla donna, non
la credeva chiamata a nulla rivelare; la
costei missione era puramente di propa
gare e far a,eclamare ci che sarebbe stato
rivelato dalP uomo.
l lavoratori o industriali sansimonia
ni, che ascendeano a circa tre migliaia,

stitute. Per tal guisa, invece di far pro


gredire Pomanit, come avean promesso,
i sansimonisti la costringevanoaindietreg
giare no a quelto stato di natura anima
lesca da cui le taeean trarre origine.
Al postutto, la morale ddnfantin scen
deva da suoi principii. Infatti isansimo
nisti asserivano che Dio quanto esiste,
la natura inanimata del pari che noi, na

tura animata. Ma se Dio tutto ci che


esiste,tutto dunque divino. Ma dove tro
vare in un tratto divino qualche cosa che
sta male, quindi vielala, alcuna cosa che
non sia buona e quindi permessa? Se Dio

noi, come possiam noi peccare? pu egli


lddio peccare? Egli la regola; non siam
la regola noi pure? La nozione di divieto

eran divisi in visilatori, aspiranti e fun

e di permissione contiene in s quella

zionarii, e, malgrado del tor titoto di pro


duttori, consumavano senza produrre. Ve
nendo a mancare i doni votontarii che sup
plirouo alle prime spese, ebber ricorso a
un prestito, per malleveria del quale obli

dun ente superiore: ora dove cotoro che


negano ogni communicazione con Dio e
Puomo, ogni rivelazione fatta dal creatore
alla creatura, dove trovan essi un ente su
periore da cui, per toro, pu venire una

garono verso la societ tutti i tor beni, che legge? Oltreci, unazione fatta contro la
0. Rodrigues ebbe facolt dmmministrare. legge un peccato , una cadula, un er
Essendo questi conosciuto alla Borsa, sin

rore della mente, una debolezza della vo

caric di trattare it prestito, val dire di tont: ma quando si niega la caduta ori
fare alto di culto tondando la potenza del
denaro. Se non che la giustizia, n altora
tranquitla spettatrice delle dottrine edelle
azioni de sausimonisti, sadombr di quel
la sua offerta alPavidit de capitalisti. Il
padre supremo ed 0. Rodriguesvennero
tacciati daver accalappiati gli operai, ten

ginaria, quando si dice che la mente del

Puomo per s retta e la votont ga


gliarda e intera, come ammettere peccati,

cadute, errori? Sicch i sansimonisti che


discostavansi da Enfantin erano pi mo
rali, ma in realt meno a s consentanei

in ragionare. Da ci che precede si la

tato di carpire le eredit e date fuori ren

chiara la ragione per cui la chiesa catto

dite senza posseder le guarentigie neces


sarie pel pagamento degli utiti e it rim
borso del capitale.
Non eran tre mesi che i mutamenti da
introdursi nella morale erano stati ssati
da 0. Rodrigues al divorzio o alPunion
successiva delPuomo e della donna, e
gi questo conne era varcato da En
fantin. Voleva egli che it sacerdote fosse
un composto delPuomo e della donna, e
che Puno e Paltro si giovassero di tutti

lica veglia con tanta severit, alla conser

vazione del domma. Si ha bel dire che la


morale non ha veruna dependenza da es
so: it domma e la morale son, per Pop
posto, inseparabitmente congiunti; P una
tondasi sulPaltro, e la sperienza dimostra,
rovesciato Puno, Paltro non tardar guari
a crollar pi o meno per intero.
-Bazard e Rodrigues , rattenuti entro
certi conni, siccome uomini ammogliati
e padri di famiglia , protestarono contro
imezzi per pacicare P umanit e ren la morale dnfantin. Meno esplicitamente
derta felice. u Tatora la coppia sacerdo Rodrigues asseriva che bisognava limi
tale, osava egli dire , acchetcr P ardore tarsi al divorzio, ma ammetteva it sacer
smoderato delPintelligenza o temprera dote e la sacerdotessa; aspettava eziandio
gli appetiti sregolati de sensi; tatora, per che la donna rivelatrice venisse a pro
contrario, risveglier Vintelligenza apa mulgare il codice del pudore. Enfautin, che
tica o -riscaldert i sensi intirizzili; pe dimorava al capoluogo e che inoltre dis
rocch conosce tutto Pincanto della de poneva del Globo, della corrispondenza
cenza del pudore, ma tutta la grazia al e della cassa, tratt con riguardo cotoro

tres delPabbandono e della volutt. n che gli rimanean fedeli; i quali gridare-no
ancor pi vivamente al padre toro, anda

Duveyrier non estt punto ad annun


BEnGli-Jn. Vol. VI.

G0

478

SA

SA

rono lieti perch it cristiano, rappresen la prova delPorganizzazione della societ


tato da Bazard e Pebreo da Rodrigues, si secondo la capacil e it merilo. Due volte
fosser separati da toro, e si recarono a la settimana, it mercoledi e la domenica,
vanto di possedere nalmente un Dio, la tor porta venne aperta ai fedeli ed ai
curiosi, i quali stavanti osservando intenti
una fede, un padre.
Nondimeno la stampa combatteva col a lavori domestici, pigliare it tor cibo,
Parme del raziocinio e del sarcasmo simi passeggiare a due a due o uniti in croc
glianti dottrine promulgate tranquitlamen chi, tranquitli, allegri, cogli occhi esaltati,
te da uomini dingegno. A cotesta societ oppure cantar cantici in tono grave e uni
senza fede e quasi senza morale pratica. forme. La brama di vederti chiam tanla
che levavasi contro di toro, i nuovi apo- folla alla casa che la polizia gliene viet
stoli, usando rappresaglia, dicevano ches Paccesso.
sa applaudiva Padulterio al teatro e ne
Altorch, nelPagosto, Enfantin, ltlichele
romanzi, chela tolerava nelle sue sale le Chevalier, Duveyrier, Barrault e Rodri
donne vane, che pagava e faceva legal gues furono chiamati dinanzi la corte
mente permessa la prostituzione. Anche dassise per accusa doltraggi alla morale
qui it dibattimentoavvenivatra it sansimo publica e di partecipazione ad ununione
nismo e it secoto, it cristianesimo non ci non autorizzata doltre venti individui,
entrava; soltanto gli si apponeva di non padre supremo comparve in mezzo a pro
aver antivenuto o guarito questi disordi prii discepoli tutti in divisa. Quantunquc
ni; ma egli rispondeva colle sue creden le donne non fossero per anco classica
ze, dicendo di non avere asserito mai che le, egli avea a destra Cecitia Fournel ed
Puomo fosse buono e santo per s stesso, a sinistra Aglae Saint-Hitaire, che i ma
e che, oltreci, essendo tuomo libero, que gistrati ricusarono dammettere come suoi
sta sciagurata condizione spiegavasi di consigli. I nuovi apostoli favellarono per
to spazio di trenta ore, e in parecchi
leggieri agli occhi del cristiano.
Laccusa doltraggiala morale publica , di toro si udirono stanci d etoquenza,
di assalita propriet e di provocazione a ma soltanto altora che, facendola da cri
rovesciare it governo pesava sopra Enfan stiani, rinfacciarono alla societ la sua
tin e sopra Michele Chevalier, ammini miscredenza, isuoi vizii, Pinditlerenia
stratore del Globo, quando it colera venne sua, i suoi corrotti costumi. In quelPoc
a far vedere Pefficacia del cristianesimo casione Entantin non pose mente che,
e it vuoto delle dottrine sansimoniane in quando i capi di setta la fecero da inspi
faccia alla prova pi tremenda. l sansi rati, la toro inspirazione era preparala da
monisti non altro sepper fare che con lunga pezza, di maniera che andavan certi
sigliare si operasse una diversione me chessa tor non verrebbe meno. Per non
aver prese le stesse cautele, deluse, colla
diante grandi lavori o feste publiche.
Condannati alla ritirata dalla mancanza sua nullit, la viva aspettaziouedecuriofi.
di mezzi , tentarono coprirta colle appa A Rodrigues e Barrault venne initla una
renze duna determinazion libera e paro lieve ammenda, ma Enfantin, Duveyrier
diarono un degli atti della vita di G. C. e Michele Chevalier furono condannati a
ll venerdi santo, 2o aprite i852 , giorno un anno di carcere.
La condanna del padre supremo altret
in cui it Globo cess di uscire in luce, En

fantin annunzi come una fase di sua vita l la caduta del sansimonismo, spezzando
si fosse compiuta: egli avea partato e
voleva operare,- ma incaricato di chiama
re it prolelario e la donna a novella vita,
stava per consecrare Panniversario della
morte del divin liberatore degli schiavi
col dar principio a una ritirata ed abolire

qualunque vincoto dautorit: it sansitn0


nismo, che vantavasi di ridurre a gerar

chia tutto quanto it mondo, ni, come

tutte le eresie, per difetto di gerarchia,


volendo ciascuno individuo a sua volta di
venir capo e rivelatore. Avendo i disce
la domesticit, ultimo vestigio della ser poli pi autorevoli dichiarato come nella
vit. lnfatti, ritiratisi in una casa di cam condanna del padre scorgessero lnindi
pagna posseduta da Enfantin a Mnitmon cazione providenzialedi libert che ac
tani, i sansimonisti vissero cot senza cordavasi con un bisogno dindependenia
che sentivano in s stessi, EnfantimaR
domestici.

Fu scelto it di e giugno per la vesti

di salvare le apparenze, dichiar dal canti)

zione del nuovo abito sotto it quale do


vean manifestarsi al mondo e dargli Pe

sione di seguire la propria inspirazionee

sempio del lavorio.


I nuovi apostoli fecero a Mnitlnontant

suo che dava a suoi discepoli la permis


nativo impulo.
,
Due delle principali idee lnantenevanst

SA

SA

479

nondimeno ancor vive nel seno de pi che, pullulali nella mente di pochi, dopo

caldi: quella di santicare il lavoro del menato qualche rumore e sedotto qual
popolo, pigllando parte alle fatiche di lui,
e la speranza nelP avvenimento della
Donna-Alessia.
Alcuni de sansimonisti si diedero a
percorrer la Francia, la Savoia, la Ger
mania, it Belgio, Plnghitterra, a n di dare
al popoto Pesempio del lavorio e annun
ziargli Pora del ripristinamentto de lavo
rieri, della liberazion della donna e della
pace universale. Viveano del prodotto
della toro giornata, it che chiamavano ri
cevere it battesimo del salario; soppor
lavano stoicamente le urta e le busse
del popolazzo, con che diceano darsi alla
tor fede it battesimo del martirio; ricor
dazione e meschina parodia di quel chera
avvenuto al tempo della fondazione del
cristianesimo.
Nel mese di gennaio i855 Barrault,
Puomo pi incompleto senza la. donna,
come chiamavato la Cecitia Fournel , si

che discepoto coi brani presi alla reli


gione di G. C., sfumarono, come suole
avvenire di tutti i pensamenti degli uo
mini separali da Dio.
Non neghiamo avere it sansimonismo
contato nel suo seno uomini dingegno ed
anco di zeto disinteressato; ma questi non
acquistarono fama che quando svolsero
questioni puramenteindustriali e teorie fa
vorevoli alto incivitimento de popoli,que
stioni tratte tutte dal cristianesimo od al
meno ad esso non opposte. Quantunque
volte, usando tor sapere o toro affetti in
servigio duna causa sgradevole , voller
far religione, precipitarono d abisso in
abisso e cos si rovinarono. La Chiesa sola

it campo ove si pu seminare per la


tranquitlit o felicit delle future genera
zioni. Quivi soltanto non riesce vana la

fatica, it ricolto certo, larghissima la ri


compensa; perocch la Chiesa fatica con

mise in traccia della Donna-Messia. Di noi, e Dio corona cotoro che faticano.
fuori prima, a Lione, un foglio intitolato:
** SANSONE. Ai critici che dimandano
111855 o Fanno della madre, nel quale se la storia di Sansone non sia per av
dichiar come rinunziasse al titoto di san ventura una lnera allegoria od una rimem
simonista, non volesse Paltro denfantini branza di tradizioni paganesche e da che
sta ed assumesse quelto di Compagno potesse derivare in tal uomo quella sua
della. donna. Convinto che questo Messia straordinaria forza, rispondiamo colle Con
dovea essere in oriente, che si trove ferenze di Bayeux:
u Vi ha regole certe dinterprelazione
rebbe a Costantinopoli e sarebbe di na
zione ebrea,simbarc a Marsiglia. Alcuni che bisogna seguire a rischio desser tratti
agenti turchi, notati desuoi saluti alle qua e t da qualunque vento di dottrina,
fanciulle cVor-iente, tra le quali cercava di diventare it trastulto della propria ima
la donna-libera, Pebbero ben presto fatto ginazione o gabbo de sogni stranieri. La
trasportare da Costantinopoli a Smirne. legge di buon senso e generalmente am
intanto che Barrault e qualche altri messa che le parole pigliar si debbano
Compagni della donna. chiamavanta in nella naturale toro accezione e i racconti
Turchia, in Siria, in Egitto, Cecitia Four alla lettera ogni qualvolta Pautorit o la
nel e Maria Taton davano it Libro degli natura delle cose e le circostanze toro non
alti per organo al sansimontsmo. ln ap oblighino a far ricorso al senso trastato.
presso fu per grazia abbreviata la prigio Or, non ci ha ragione che cinduca a scor
nia dEnfantin, Chevalier e Duveyrier a gere puramente unallegoria nella storia
patto che non simpacciassero pi di ca di Sansone: la un racconto fedele, au
techizar la Francia e andasser lungi ad tentico, ricevuto da contemporanei, tras
esercitare Pinquieta toro attivit. Enfan messo insino a noi merc duua tradizion
tin, le cui idee eransi gi moditicate,pass costante, di fatti per dir vero prodigiosi,
in Egitto meno quale apostoto che qual ma non punto incredibiti. Se la favola
uomo dindustria. Ei ni a perder di vi

presenta qualche tratti anatoghi, gli un

sta la Donna-Messia, invano aspettata da


Barrault e inutitmente pur cercata da Ce
citia Fournel in oriente. Alcuni compagni
dEnfantin apostatarono dal sansimonismo
del pari che dal cristianesimo e si fecero
musulmani.
Per tal maniera it sansimonismo, in
quanto religion nuova, o rivelazione di
Dio procurala da Saint-Simon ed En
fantin entr nel novero de tanti errori

plagio da imputarsi a poeti che vissero


lunga pezza dopo i fatti e raccolsero ne
tor viaggi tutte le tradizioni maravigliose
de popoli per comporne la vita favotosa
de toro dei ed eroi. Gli Ebrei, per contra
rio, i quali non communicavano per nes
sun modo co gentiti, soto assai secoli dap
poi conobbero ci chera stato tolto dalle
proprie storie. V. Guerin Durocher, Hist.

vril. des temps fabulcux.

480

SC

SC

n Contro Pavviso delPautorc delPEr Puso di ci che si chiam la prova mo


meneulica sacra, altro principio della for
za soprumana di Sansone non riconoscia
mo che un miracoto continuo , un dono
particolare largito a quel giudice per van
taggio dlsraele e per la gtoria del Signore

rale. Di poi la dottrina della scienza


produsse sovra lui una forte impressione:

si appigli egli alla idea di Fichte con


tutta la vivacit di un animo giovane ed
ardente, al quale per certo conveniva di

e affatto indipendente dalle virt e dai me pi it concepire P anima ed it pensiero


riti della persona di lui. La conservazione
della capigliatura era la condizione di quel
privitegio del pari che it contrasegno che
ra nazareo, ma per niun modo la cagione
della sopranaturale sua vigoria. Sansone
uneccellente gura del cristiano, it quale

tutto pti in colui che to atiorza,ed acco


come it rimanente degli uomini altorch
perde la grazia e vive tontano da Dio. n
* SCHELLING (DOTTRINA DI). Schel
ling ed Hegel sonoicapi di tutta la tosoa
eterodossa del secoto XIX. cousin, fonda
tore della scuola eclettica, tolse non poco

da toro, ma it pi degli altri razionalisti

umani siccome una attivit produttiva in


nita che Posservare rigorosamente que

sta attivit nelle sue torme e nelle sue


leggi. Con questo primo intendimento,
Schelling recossi in lena e contrasse stret
ta relazione con Fichte, del quale di
fese it sistema (quantunque se ne scostas
se su parecchi punti) contro la scuola
di Kant e contro gli avversarii di quesla
scuola; ma insensibitmente si and sem
pre pi altontanando dal sistema del primo
a misura che ne ricormbbe meglio it punto
di veduta esclusivo e la mancanza dievi
denza.
DalPio Fichte deduce ogni cosa; ma, am
mettendo che it subiettivo produce 1o
biettivo, e riutando di ammettere che
it contrario abbia luogo, afferma piutto
sto che non dimostri. Puossi pigliare la
strada opposta e procedere dalla natuia
alPio; n dal momento che ci abbando
niamo alla speculazione senza consullare
it metodo critico, possiamo accordare tanla
condenza alPuno di questi processi quan
toalPaltro. ltledesimamente Spinosa aveva

francesi, senza eccettuar quelli eziandio


che gli mossero accusa di plagio, non sono
gran fatto men colpevoli di lui su questo
punto. Egli quindi necessario to studiar
seriamente questi due toso. DelP un
dessi si parta a suo luogo nel presente
dizionario, v. Ileana; quanto alPaltro, ne
sporremo qui, colle parole del Tenneman
it sistema.
Dopo Fichte, che aveva tentato di com
porre in un sistema tutto idealistico la
scienza umana, tanto ne suoi elementi gi dato un grande esempio del dogmatismo
reali quanto nelle sue forme, comparve sistematico spinto quanto mai si potesfe
Schelling, con una tosoa che solleva oltre e di un realismo obiettivmQueste ve
ancora pi alto to spirito speculativo, dute suggerirono a Schelling Pidea di una
poich coltoca essa alla sommit del suo doppia scienza tosoca, formata di due

sistema non pi Pio soggetto-oggetto, ma parti opposte e parallele, cio: la toso/a


della natura e tu losoa trascenden
fare alle pretensioni pi elevate della ra lale, a ciascuna delle quali, sopratutto alla
gione, val dire, di raggiungere la cogni seconda, consacr opere speciali. Parte

Passoluto, e tenta arditamente di soddis

zione delPassoluto e Pintelligenza delle


leggi che costituiscono Pordine intero delle
cose nite.
Schelling un pensatore pieno dori
giualit, di ricchezza e di splendore, su
periore a Fichte in parecchi rispetti, per
la essibitit e per la vivacit delPima
ginazione, per la tendenza poetica, per
Pestensione delle cognizioni positive, sopratutto in tatto distoria, dantichit, di
tosoa antica e di scienze naturali. Dopo
avere istudiato, in Tubinga, le dottrine di

la prima dalPio e ne deduce Fobet


tivo, it diverso, it necessario, la natuia;

la seconda dalla natura e ne deduceti0,


quel che libero, quel che uno e
semplice. La tendenza di amenduc di
far concepire le une per le altre edi
spiegare, come identiche, le forze della
natura e

quelle delPanima. il principio

commune questo: le leggi della na


tura devono

trovarsi

immediatamente

dentro di noi siccome leggi della coscien


za, e reciprocamente le leggi della 00

Kant,di Reinhold e di Enesidemo (Schulze), scienza devono potersi rarontare col


rimprover egli alla prima la mancanza
di una certa unit che riconducesse i suoi
diversi risultamenti agli ultimi principii
di ogni scienza e desse alle sue due par
ti, teoretica e pratica, un punto commu
ne su cui far base. Combalt egualmente

mondo esterno, nel quale si trovano 55e

siccome leggi della natura. Tuttavia, la


prima di queste due tosoe (la tosoa
naturale) non potrebbe esaurire la variela

delle cose; la seconda (la tosoa trascen


dentale) non pu poggiare tino alPassolutoi

SC

SC

no a ci che essenzialmente semplice.


Noi non possiamo concepire per mezzo
de processi ordinarii delP intendimento
come dalPunit possa uscire it multipto,

Pio e la natura: questa tosoa aspira in


conseguenza alla cognizione della natura

484

per mezzo delle idee (Filosoa della na

tura, costruzioni a priori della natura),


n come dal multipto uscire Punit, riu e si applica a stabitire un parallelismo
nendo in s it carattere di unit e di Inol costante tra le leggi delP intelligenza e
liplicit; Puno e Paltro si perdono nel quelle del mondo ; consiste nalmente
Pintinito, che commune ad amendue. nelPidealismo e nel realismo ricondotti
Bisogna dunque vi sia ancora una io ad un punto di veduta superiore, quelto
soa pi alta la qual serva di primo an delPassoluto.
nelto per le due altre che ne dipendono
lfassoluto non n innito n nito,
egualmente e si riuniscono in essa. Te n essere n conoscere, n soggetto n
nendo dietro a questa idea, che la scienza oggetto; esso ci in che si confonde
debba posare essenzialmente sntP unit e sparisce ogni opposizione, ogni diver
originale di quelto che sa e di quelto che sit, ogni separazione, come quella di
saputo, Schelling giunse in ne al si soggetto ed obietto, di sapere ed essere,

stema deldenlitassolula del subietiivo di spirito e natura, dideale e reale;


e delPobiettivo,- o sistema delPindiiferen
za del differente, nel che consiste la na
tura delPassoluto o di Dio. QuesPassoluto
condotto al nostro spirito da un atto as
soluto di conoscenza, atto nel quale it su
bieltivo e Pobiettivo concorrono implici

dunque indivisibitmente Pessere ed it sa


pere assoluti, o Pessenza collettiva di

amendue. Passoluta identit dellPideale


e del reale, Passoluta indifferenza del dif

ferente, delPunit e della pluralit; PU


no, Punit che al tempo stesso Puni

lamente ed indistintamente (contempla verso, la totalit, it tutto. Lassoluta iden


zione intellettuale). Schelling distingue lit , e fuori di essa niente realmente;
in conseguenza ed oppone Puna alPaltra
la cognizione assoluta data dalle idee e la
cognizione secondaria, chegli chiama an
cora it punto di veduta della riessione
riferito alle astrazioni delPintelletto. Que
sta cognizione secondaria ha per oggetto
it condizionale, Pindividuale, it diviso, di
cui P intendimento forma diverse unioni
astratte o nozioni che gli sono proprie.
Laltra cognizione ha per oggetto Passo
Iuto, quel che ctto immediatamente
nelle idee, come indipendente ed incon

per conseguenza niente di nito che esi

sta in s. Tutto quel che , Pidentit as


soluta ed it suo proprio svituppamento.
Questo svituppamento ha luogo per le op
posizioni dei termini che, risultando dal
Passoluto identico,come it ttpoe Pimpron
ta, come la faccia e it rovescio, come it

poto ed it suo anttpodo (legge di polarit),


escono dal seno di questo assoluto con un
carattere dominante, ora pi ideale, ora

pi reale, e rientrano riuniti di nuovo


(indifferenticati) per la legge di totalit;
dizionale in s: propriamente la scien dal che questa proposizione: L identit
za la quale si svituppa in un tutto orga nella triplicit la legge delto svituppa

nico, secondo la legge della sua natura, mento. Ora, questi svituppamenti delPas
Punit, e nella quale it subiettivo e Pob soluto, uscente dalla sua immobite unifor
iettivo sono indivisi ed identici: nal mit,Schelling it qualica in diversi modi,
mente una tal cognizione, toccando al pun nominandoli ora divisione delPassolnto o
to supremo, coltocata alP altezza delle modo di differenza (nella sua Esposizione
cose divine, it soto oggetto degno di ot delle vere relazioni della losoa della
frire un ultimo termine ai nostri sforzi e natura con la teoria di Fichle); ora ri
che merita di essere chiamato tosoa. velazione spontanea delPassoluto, ora an
Noi epittogheremo dunque siccome se cora termine delle idee provenienti da
gue i caratteri generali della tosoa di Dio (nella sua opera intitolata: Filosoa
Schelling: quel chessa si propone si it e religione). Questa manifestazione ne d
conoscere, per mezzo delle idee della ra la possibitit di conoscere in un modo as
gione, Pessenza e la forma di tutte le co soluto, e la ragione essa pure, in quanto
se; per essa, essere econoscere sono iden assoluta, Pidentit detPideate e del reale.
tici, dal che it suo titoto: Sistema detri La forma essenziale delPassoluto la co
deniit assolula o Teoria delVidentil; gnizione assoluta, cognizione nella quale
un idealismo trascendentale (Schelling to Pidentit, Punit, passa alto stato di dua

chiama assoluto) che fa uscire ogni scien

lit e pu rendersi per questa formolai

za non pi dal principio troppo esclusivo ib-A. ln conseguenza ecco le principali


delPio, ma da un principio pi elevato, proposizioni di questa dottrina. l." Non
dalPassoluto comprendente nel suo sensoe esiste che un soto essere identico: ogni

482

Stj

SC

rliilerenza tra le cose relativamente alla

toro realt puramente quantitativa e


non qualitativa, e risiede nel predolninio
del punto di veduta obiettivo o subietti
vo, delPideale o del reale. ll nito, pro
dotto di una riessione tutta relativa per
la sua natura, non lia che una realt ap
parente. 2. L essere assoluto si rivela
nella generazione eterna delle cose, le
quali costituiscono le forme di quesP es
sere unico. Ogni cosa dunque una ma
nifestazione delPessere assoluto sotto una
forma ileterminata, e niente pu esistere.
che non partecipi ilelPessere divino. Quin
di ne segue che la stessa natura non
morta, ma vivente e divina, come pure
Pideale. 5." Questa manifestazione delFas
soluto si prodotta per le opposizioni o
correlazioni che si appalesano a diversi
gradi delto svituppamentto totale, in cui
ineontrasi un predominio diverso ora del
Pideale, ora del reale; queste opposizioni
non sono dunque che [espressione delPl
dentitt. La scienza la ricerca di questo
svituppamentto; essa unitnaginedellui
niverso in ipianto deduce le idee delle
cose dal pensiero fondamentale delPasso
luto, secondo it principio delPideutlt nel
la triplieit, ed in quanto, in questa eo
struzione, come la chiama Selielling, ri
produce it processo della natura, val dire
la successione delle forme che questa a
vicenda riveste. Ora, questa costruzione

Per questo modo Sehelling, tenendosi


fermo alla contemplazione intellettuale,
ha creduto di avere scoperto nelle idee
Pessenza delle cose e la toro forma ne
cessaria; per questo modo ha preteso
di correggere Kant, che ci accorda sola
mente una nozione tutta subieltiva del
mondo fenomenale ed una semplice cre
denza relativamente alle cose in s; per
questo modo ha preteso di confutare Fich

te, pel quale Pio la realt unica, e la


natura una non-realt senzanima e senza
vita, producendosi unicamente come li
mite o negazione opposta alPattivit as
soluta delP io; per questo modo, nal

mente , si lusingato di fornire alla

scienza una costruzione ideale delPum


verso, riferita non a quel che pu sem
brare, ma a quelto che in s. Schelling
ha svituppato le sue grandi vedute con
una somma abitit senza unitormarsi alle
divisioui della tosoa no altora in uso,
ed ha saputo ielicissimamente trarre par
tito dalle idee di Platone, di Bruno e
di Spinosa. Dopo aver dato parecchie
esposizioni della sua dottrina fondamen
tale presa nel suo insieme, si appl
gli principalmente alPuna delle sue due
parti, vale dire al punto di veduta rea
le od alla tosoa della natura, sicco
me studio del principio vivente e fecondo
che produce per s medesimo, dividendofi
sotto la legge della dualit. Quanto alla
ideale la tittosoa (scienza delle idee): parte ideale, non ne ha egli trattato che
it pi alto punto di veduta tosoco alcune quistioni separate nesuoi ultimi
quelto secondo it quale non si ragguarda scritti, cio la libert e Poriglne del male,
nella pluralit e nella diversit se non la natura di Dio, ec. In materia di mo
una forma relativa, ed in questa forma rale insegna egli le proposizioni seguen;
se non Pidentit assoluta. Ecco it disegno La credenza in Dio la base prima della
moralit. Se lfio esiste, ne eonsegueim
generale di questa costruzione:
meritatamente Pesistenza di un mondo m01. l/assoluio, it tutto nella sua forma prima rale. La \irt uno stato nel quale Pant
(Dio) i maniiesta nel
ma si conforma non ad una legge colto
cala fuori di s medesima, ma hensi alla
ll. La natura (Passoluto sccondo la sua necessit interna della sua natura. La m0
forma sccondaria).
ralit al tempo steso la felicit pura;

l
l

questa beatitudine non gi un accidente

Vi si produce in due ordini di relativo, cio:


della virt, non anzi altra cosa che In
Il reale.
lfideale.
virt stessa. La tendenza delP anima ad
unirsi col centro, con Dio, costituisce la
Sotio le potenze eguenii:
moralit. La \ ita commune, regolata con
Gravit - materia.
Verii - scienza.
formemente al tipo divino per rispetto alla
Lume -- moio.
Bonta -- religione. morale, alla religione, alla scienza ed al
Bellezza - arte,
Organismo - vita.
Parte, Pordine sociale o to stato. lll
somma, in un meccanismo esterno, bai
Al disopra, come forme riesse del
moilia della necessit e della libert, 2t
Punivvrso, si collocano:
Luomo (it lnierocosmo)
lo stato.
ll sistema del mondo (Vuniverso

esterno)

la storia.

monia che lia per base la natura stefsa

della libert. La storia, nella sua totalita


una rivelazione di Dio, una rivelazione
che si svituppa progressivamente di con

SC

SC

483

linuo. Nel trattato sulla libert, Schelling guenti. l . Essa sembra, relativamente alla
distingue Dio come tale in tutta la pu
rezza di questa idea, o Passoluto, dal Dio
esistente o rivelantesi , it quale esce dal
seno del Dio assoluto in virt del prin
cipio delP esistenza, contenuto in esso
(principio della natura in Dio), e giunge
cos alla condizione di una esistenza com
pita, di modo che Dio passa nel mondo
alto stato di personalit: Deus implicilaa
explicilus. Ogni essere prodotto dalla na
tura contiene in s un doppio principio,
cio un principio oscuro ed un principio
luminoso , i quali ad un certo grado si

scienza pratica, molto ristretta ed impac


ciata; non si concepisce bene come, in un

tale sistema di identit assoluta, possa


trovar posto la necessit pratica, Pobli
gazione che sottopone gli atti alla legge
del dovere. Di fatto quel che domina in
questo sistema un destino cieco, una

necessit di natura; bisogna che Dio si


riveli; la storia tutta quanta, tutti i can
giamenti che si operano nel mondo, non
sono che modicazioni del suo essere.

2." Oltre Pinconveniente di questa unit

troppo esclusiva, possiamo rimproverare


confondono tuno nelP altro. NettP uomo al sistema di mancare di una solida base.

questo principio la personalit, com

Come pu mai to spirito umano elevarsi

posta dintelligenza e di votont. Altorch


essa si considera siccome coltocata in una
libert assoluta ed arbitraria, e che per
tal guisa si scosta dalla luce, vale dire
dalla votont universale che deve reg
gere tutta la natura , da questa ribel

a questa contemplazione intellettuale?


quelto appunto che non si dimostra. l prin
cipii non sono dunque che supposizioni.
Un pensiero senza un soggetto pensante
una pura astrazione; un identit asso
luta non pu essere concepita senza uni
dentit relativa. Senza quesPultima con
dizione Passoluto si riduce al niente. Non
si potrebbe dimostrare che questo asso
luto identico sia la natura degli altri es
seri; la realt obiettiva si fonda sopra una
confusione del pensiero e della natura
delle cose. Ora, pretendendo che questa
astrazione rappresenti la realt e la natura
di ogni cosa, non si mette fuori che una
ipotesi senza veruna prova; poich quella
che Pautore ha posta in campo dappri
ma, non ha potuto sostenersi. In mancanza
di prova per rappresentare Passoluto, si

lione della votont individuale contro la


libert universale nasce it male , la cui

realit tutta relativa e di opposizione


il belto, di cui Schelling non si occupato
che nella sua relazione colParte, , se
condo lui, Pinnito rappresentato nel
nito; Parte, rappresentazione delle idee,
una rivelazione di Dio nelto spirito

umano. Per altro, Schelling, nella pre


fazione delle sue opere tosoche, t. l,
dichiara egli stesso che it suo sistema
non terminato, e non se ne trova an
cora Fesposizione generale scientica che
in un semplice frammento di poca esten
sione.

spesso ricorso sia ad un giuoco di pa


role arbitrario (Pidentit delPidentit e
Osservazioni su quesla dottrina. La della non-identit), sia ad una contradi
tosoa di Schelling si raccomanda per zione (it legame delPunit e della plura

Poriginalit del suo punto di veduta, per lit, la copula, Passotuto nelPassoluto, it
la profondit del lavoro, per la conse divino nel divino), nalmente ad un abuso
guenza delle parti e per Pimmensa su
di termini vaghi ed indeterminati. 5." La
scettivit delle applicazioni. Essa riuni forma di questo sistema meno scienti
sce ad una sola idea tutti gli esseri della ca in realt che in apparenza. Il suo pro
natura. Lon ci rimove gli ostacoli che
blema era it dedurre, per una dimostra
ransi posti alla conoscenza umana, so zione reale (per costruzione), it nito
stenendo la possibitit per Puomo non dalPinnito e dalPassoluto, it particolare
pi solamente di una rappresentazione dalPuniversale. Ora questo problema non
subiettiva, ma di una cognizione obiettiva e non pu esser sciolto. Schelling ci
e scientica, di una scienza certa e de assicura che, nelPorigine delle cose , un
terminata di Dio e delle cose divine, con nito ed un innito, un reale ed un ideale
questo soto intendimento che to spirito sono coesistiti indivisi; di poi li scioglie
umano e la sostanza delPessere sono pri
a suo talento in virt di questa identit
mitivamenie identici. Questa tosoa ab assoluta chesso pure ha presupposta. il
braccia it circoto intero delle cognizioni medesimo avviene rispetto alla rivelazio
speculative, atteso che scancella la distin
ne spontanea: per un semplice bisogna
zione delle nozioni empiriche e delle no (come fatto moralmente necessario) ri
zioni razionaliJ suoi principii si coltocano sponde egli alla quistione: perch lddio
egualmente in capo a tutte le scienze. Noi si riveli. Tatora ha ricorso alla teoria
vi osserveremo solamente le difcolt se mitica di Platone, relativamente ad una

484

SC

SC

provenienza didee emerse dalPassoluto; dere pi difcitc Pintelligenza del siste


ma come potrebbe mai darsi che al ma stesso (l).
cuna cosa emergesse dalP assoluto, poi
* SCHOLTENIANI. Nuova setta pullu
ch fuori delPassoluto (it tutto) nulla esi lata dal protestantismo in Olanda. Forma
ste? Tal ala ancora atIaticasi a dimo ta sotto Hnspirazione del poeta Bitderdylt,

strare che non v nulla fuori delPu

morto nel 1854 , proclam fondamento

nit, della copula, delPassoluto; d onde dogni societ dover essere it Vangeto e
procedono dunque e la cognizione nita tent istituire una specie di teocrazia.
nel tempo e nelto spazio e le categorie? Questa scuola pass tosto a formar setla,
Tutta la realt della soluzione di Schel per le cure de suoi propagatori, Pebreo
ling consiste nel sostituire, come egli fa, convertito Dacosta, professore in Amster
alla nozione indeterminata e nominale del dam e it medico Cappadoce alla llaye.
Passoluto fantasie e nozioni positive che Adott la profession di fede del sinodo di
ha tolte dalP esperienza. 4. Qual uomo Dordrecht tenuto negli a. i8la-l8 , pro
nalmente pu avere la temeraria preten testando contro quelto del 18IG, it quale
sione di rinchiudere la natura della Di dichiar i ministri non esser tenuti giu
vinit nelPidea delPidentit assoluta? La rare le formole del sinodo dordracense
tosoa della natura non d in verun modo fuor che restrittivamente e in quanto non
la cognizione di Dio , o quel che ne d le credeano contrarie alla coscienza. Que
sembra contrario alla credenza religiosa. sto sinodo, annullando le formole del tota,
Di fatto, primieramente essa identica Dio fe prevalere it sistema dindifferenza se
colla natura e cade per questo rispetto nel guito da non pochi ministri, in soslania
panteismo; in secondo luogo, assoggetta sociniani, a segno che nel i854 non ri
Dio stesso a Condizioni superiori alla na maneva pi a Leida professore che tale
tura divina, poich la suppone obligata non fosse. Si fatta defezione fu indubita
a rivelarsi e fa uscire nel tempo la di tamente quella che, ridestando to zeto de
vinit, siccome P intelligenza darsena protestanti schietti, di occasione ai prodelPessere non intelligente (la natura in gressi de nuovi settarii, persuasi dcsser
Dio, it caos). Dio rende passiva una por pi ortodossi,pi rigidi,pi caivinisti che
zione del suo essere, colla quale era pre it commune de riformati. Due giovani pa
cedentemente attivo; per potertto conce stori Cock e Scholten, a quali poscia fi
pire come un essere personale, conviene accompagnarono altri tre, spiegarono lo
rinchiudere in lui la natura, it negativo. stendardo del puritanismo. E si convito
Dio non solamente un essere , ma an notare infatti che la setta forma due rami
cora una vita. Ora, ogni vita ha it suo de distinti, aventi per capo Puno it Dacosta,
stino ed sottomessa a condizioni di to Scholten Paltro. I partigiani del pritRa
una recettivit puramente passiva e di ammettono la divinit di G. C. e fan m0
uno svituppamento attivo; ed anche in stra di pi regolarit nelle pratiche di re

ci abbiamo condizioni alle quali Dio si ligione; non si separan per dalla Chiesa
assoggettato votontariamente- ln una stabitita , la quale intendono riformare,
parola, it sistema tutto quanto non , a
propriamente partare, che una poesia
delto spirito umano, seducente per la
sua apparente facitit a tutto spiegare
e per la sua maniera di costruire la na
tura; concezione che doveva offrire a
molti ingegni un possente allettamento
per Pesclusione di ogni legge e di ogni
soggezione morale od altra, per un gran
numero di belle idee e di vedute nuo
ve e per una vasta prospettiva offerta
alla speranza di ddatare indenitamente
le nostre cognizioni. Quanto alla manie
ra onde sono esposte queste dottrine,
oltre atPabuso gi osservato di una ter
minotogia oscura ed indecisa , dobbiamo
biaimare particolarmente la mescolanza
di forme mitiche e di espressioni ima
ginose, nelle quali Schelling sembra imi

tare Platone e che contribuiscono a ren

non distruggere. I scholteniani, alt 0pposto, sonsi dipartiti dalla chiesa domi
nante, da essi riguardata come sgura
e guasta. Il primo atto di separaiione

compiuto de veri riformati, ch tal de


nominazione si danno , fu sottoscritto it
15 ottobre del i854 , e it primo di no
vembre gli adepti vennero da un procla

ma esortati a seguire Pesempio. l clefo


protestante, ferito nel cuore da suoi gli

medesimi, lev un grido di spavento 0


(l) Sulla tosoa di Schelling si possnfa
consultare le opere seguenti: Steininger, Efa
mc critico della losoa alemanno di)?0
Kant,- Barchou de Penhoen, Storia della
losoa tedesca; Saintes, Storia della vila!
delle opere rli Spinosa; Rosmini, Nuovo sag
gio sulforiginc delle idee, Matter, Schellig
e la losoa della natura, cc.

SE

SE

provoc, per parte della sinodo generale


che si raccoglie ogni anno alPAia , spe
dienti per frenare la sempre crescente
audacia de nuovi puritani. Vennero essi
perci esclusi dalla communione del culto
stabitito. Izandosi mano to stato colla chie
sa, it governo public ordini rigorosi con

tito dal commun sentimento degli uomini;

tro i dissidenti; e it sinodo non pure ful

485

di tutti gli uomini per le cose pi gene


rali, e degli uomini speciali della scienza

per le cose affatto particolari.


Colesta dottrina delPabb. de La lllennais
venne egregiamente confutata dalP ab
bate Bautain nel discorso preliminare alla
sua Psicologia sperimenlale.

min la censura ecclesiastica contro i veri


u Che egli, primieramente, it senso
riformati e tolse a tor capi it carattere commune nel linguaggio di quella scuola?
di pastori, ma, sul motivo che i templi domanda it Bautain. Giusta n Catechismo
de protestanti servono esclusivamente del senso commune, it senso o senti
alPuso del culto olciale, command sgom mento commune agli uomini tutti quanti
brassero quelli tenuti dai communi sci od almeno al maggior numero di essi; it
smatici. Avendo ricusato obedire, si ebbe che torna quanto dire che it senso com
ricorso alla forza. l nuovi coreligionarii, mune it senso commune.
a n:
incalzati da ogni lato, si assembrarono in
n Come si prova essere it sentimento
case private, in capanne ed anco alP a del maggior numero sempre it buon senso
perta. Non paghi daver ridotttoi veri ri o , in altro modo, la maniera di vedere
formati a questo stato d isolamento, it e giudicare della moltitudine essere in
governo, a tin dimpedir toro qualunque tutti i casi la migliore? La sperienza ci
esercizio di predicazione, fe valere Par mostra ella forse che la verit e it senno
ticoto 2st del codice penale francese, in sieno stati sempre it privitegio dei pi}
quel paese tuttor vigente, e it ministero ll minor numero avr sempre e necessa
publico si di a perseguitare senza posa riamente it torto per non essere it numero
i nuovi settarii del capo associazione il maggiore? In questo caso e in qualunque
legale doltre venti persone. Questi, col conitto delPopinione del maggior numero
piti in patria , invocarono it favore de con quella del minore, non sarebbe it pri
protestanti stranieri. Alcuni pastori del mo che, giudice e parte tuttinsieme, de
cantone di Vaud reclamarono a pro di creterebbe a s e di pien dritto la vitto
essi,ed anche unadunanza di ministri dis ria? Non sarebbe, alPultimo it senso com
sidenti a Londra diede toro prove di be
mune che saggiudicherebbe la gtoria del
nevolenza.
senso commune?
mi alia
* SCUOLA SCOZZESE. Molti, traspor
n Senso commune detta eziandio la
tando nelle scienze morali Panalisi e it ragion generate o universale che suol con
metodo ddnduzione, savvisarono di con traporsi alla ragion privata, la quale, di
seguire risultamenti denitivi. ColPappog cesi, per esser fattibite, incapace daver
giarst sopra fatti (i fatti psicotogici), la per s sola la certezza di alcuna verit;
scuola Scozzese risponde meglio, in que laddove la ragion generale , essendo ne
sto senso, ai bisogni del tempo; ma, in cessariamente infallibite, fa si che per
capace di progredire oltre it fatto primi essa unicamente si possa da noi ottener
tivo, sarresta in faccia alle cagioni. Ha scienza e certezza.
essa perci bisogno dun complemento. ll
n Ma , tuttoch si conceda che la ra
razionalismo (v. questa voce) non in gione individuale fattibite, che spesso va
grado di fornirglieto: la scuola scozzese errata, ne segue egli che questo le accada
to sa e to dice, eppure esita a proferir la sempre, necessariamente e in tutte le cose?
parola rivelazione. La superbia quella Dal poter errare ne vien di forza chessa
erri continuamente? Perch Puomo, merc
che le inceppa la lingua.
SENSO COMMUNE (DOTTRINA DEL). la libert ond dotato , ha la facolt di
Consiste questa dottrina in dire, giusta la fare it male, forse una necessit che que
denizione di monsig. Doney vescovo di sto soto egli operi? Potrebwessa Pumana
Montalbano, che, fuor de fatti che spet ragione fuorviare, se capace non fosse di
tano al senso intimo ed alle scienze pro rettitudine? Ma a qual segno riconoscer
priamente dette , quelle cio it cui og egli Puomo che versa nella verit? Chi gli
getto sensibite, materiale, visibite e pal dir che quelto che a lui par vero non
pabite, e la certezza infallibitmente e in sia itlusione? che i suoi sensi, Plntelletto
vincibitmente provata, nulla ci ha di certo suo, it suo intimo senso non gli faccian
nelfordine delle idee, de raziocinii, delle gabbo? Gllel diranno it lume naturale che
deduzioni o induzioni totogiche, se non to mette in relazione co naturali obiettt,
ci che sia approvato, ammesso, consen le leggi della ragione che reggono it suo
Baaals8. Vol. VI.

6!

486

SE

SE

pensiero, la coscienza chegli ha del pro- Ma chi eseguir questa parte? Qual sar
prio interior sentimento: chi vi accerta cs- bindividuo it quale, presentandosi a pro
ser chiaro di pien meriggio, se non it vostro prii simiti siccome Porgano del senso com
occhio e la luce? Aspettate voi forse, per mune, it testimone e P interprete delle
ci affermare, daver consultato it mag-credenze generali delP umanit , osi dir
toro: Ecco ci che gli uomini tutti hanno
gior numero?
n Tultoci, si dice, non d certezza as creduto e che voi siete obligati a credere?
soluta: no l nego. Ma voi medesimo, it Sci parta in nome proprio, una ragion
qual credete avere questa certezza, che privata che, atteso it vizio della fattibi
vi tenete certo almeno di non versar nel litt sua, scema forza alla manifestazione
Perrore, qual guarentigia avete, qual cri della ragion generate: se a nome duna
terio della verit? ll testimonio della ra potenza sovrumana, non ha altro a fare
gion generale,che,dite voi, ingannare non che cercar voci a traverso i secoli, non

pu. Che ella insomma cotesta ragion ha bisogno n della maggioranza n della
generale a cui s liberalmente viene da generalit del genere umano. Provi egli
voi concesso it privitegio della infallibiti la sua missione straordinaria con mezzi
t? forse la ragione di tutti, o almanco e fatti straordinarii, ed altora annunzi au
del maggior numero? Consta essa adun torevolmente alla terra quanto ha veduto
que della totalito della maggioranza delle ed inteso.
ragioni particolari. Ma queste son da voi
n Appunto, dicono, ci quel che vuolsi

riconosciute fattibiti e di pi dichiarate da noi: unautorit universale a cui gli


incapaci di scienza, di verit, di certezza.
Forse che dalla unione di ragioni soggette
ad errare uscir pu una ragione derrore
incapace? Forse col porre insieme tutte le
incertezze delle ragioni individuati si giu
gner da voi a conseguire una certezza
generale, e la collezione degli errori di
tuttigli uomini riuscirebbe ella a costituire
la verit? Che , torno a dire, la ragion
generale infallibite? Unastrazione, un ente
di ragione. Non altro ha essa in tal caso
che un vatore individuale, non altro che
it prodotto della propria mente di ciascu
no, it frutto duu umano pensiere. La e
forse una rcalt,unentit, un essere sui
generis, unidea alPuso di quelle di Pla
tone, un principio della ragione umana
che, superiore a tutte le ragioni private,
le rischiara, le anima, le governa , cc. \.

uomini tutti obediscano, in cui tutti deb


bano aver fede e che sia tutfinsieme Pu
nico fondamento di verit e Punico mezzo

dordine e felicit. Su questi sacri voca


boli di autoril e di fede gli mestieri
intenderci. Volete voi dire esser la Ve
rit stessa che parta per quelto che voi ap

pellate senso commune? Se cos , non ha


luogo esitanza, forza credere. Ma nora
cotoroche si recano agtoria Pesser cristiani
eran persuasi che Dio avea favettato agli

uomini per bocca de suoi profeti e negli


ultimi tempi pel suo Figliuoto unigenito,
hanno creduto non altra parola dover essi
ricevere siccome autenticamente divina

che quella a s proposta dalla podest a


questo ne divinamente istituita; han ri
servato la tor fede per la parola della vita
eterna in tal guisa proclamata gi da ot

Vi dimanderemo altora come siate giunto tre diciotto secoli. Avrebbe forse la pro
al cunoscimento di cotesto essere miste videnza mutato vie e spedienti? Non sa
rioso, per qual mezzo straordinario rice rebbe pi la Chiesa depositaria degli ora
\iate i suoi lumi, e sopratutto come pos coli divini e sola infallibite? ll genere
siate esser certo che questa ragione ideate
vi parti e vi faccia da maestra.
, La ragion generale, si dice, manife
stasi merc la testimonianza del genere
umano; rende essa i suoi oracoli per la
parola di tutti gli uomini. il commune
consenso o senso per noi it suggelto della

umano tutPintero sarebbe per avventura


investito della stessa podest ed avrebbe

gli stessi diritti alla nostra fede? Una


nuova autorit quindi si propone da voi,
un nuovo genere di fede ci si domanda;
e perch it vostro criterio della verit

sembra a voi pi generale e pi sicuro,


verit. Ci che fu creduto da tutti, da per affermate pur anco che la testimonianza

tutto e sempre, necessariamente vero.

della Chiesa trae suo nerbo dalP accordo

I Sia. Non si tratta pi che di mostrar suo colla testimonianza umana o, in altro
salda questa testimonianza delPuman ge modo, che la fede cattolica altro non
nere sutte verit pi importanti per Puo che it senso commune nelle cose che ri
mo, sulle verit superiori ai fatti naturali guardano lddio.

ed umani; non si tratta pi che di stabi

S Ove Pautorit della ragion generale

tir fondatamentc quel che gli uomini da non sia che unmtorit umana la quale at
pertutto e in tutti i tempi hanno creduto. testa fatti naturali e uniani, siamo appieno

SE

SE

daccordo. Tutte le ragionison della stessa


natura, alle stesse leggi soggette; tutte
ricevono gli elementi di tor pensieri da
uno stesso modo, per via di sensi ed or

it mondo; orrenda progenie di menzogna

487

che infett la mente umana nei tristo mo

mento di sua seduzione e avvitimento. E


questa ragione sedotta, avvitiia, si vor
gani somiglianti: chiaro quindi dover rebbe confondere con quella che ragion
ciascuna ragione, nel suo stato normale, di Dio si noma! Perocch leggonsi in certo
consentire colla pluralit ,delle ragioni, luogo, Essai sur Vindi/ferz, ec., voi. il,
giudicare in generale delle medesime cose queste strane espressioni: u Nobite ema
alla maniera medesima; it parere del mag nazione della sostanza di Dio, la nostra
gior numero ha dunque un peso- rispet ragione altra non dalla ragion sua, non
tabite in tutti que casi ne quali si tratta altra la nostra dalla sua parola. n Se que
sol di fatti naturali, di sociali interessi. sta ii concetto ultimo del sistema,Pautor
Ma non mi si dia questa autorit siccome suo per fermo non P ha compreso , ch
infallibite nemmeno entro la sua sfera. Si avrebbe inorridito alto scorgere Pabomi
stia pago della mia credenza, ma non si nazione dei panteismo. in questo abisso
esiga la mia fede per unopinione umana. va a perdersi la sua dotitrina,al par del
La credenza un riposar della mia ra Pecieitismo. V. ECLETTICI. Come it pantei
gione sulla parola dei mio simite e pu smo, fa essa poco conto delP uomo iudi
essa formarsi dogni specie di modi; un viduale , viiipende la ragion particolare
affar di ducia o di esame. La testimo per inaizar la generale; al par di esso di
nianza di molti uomini, di tutti gli uo chiara assoluto, necessario,infaliibite que
mini, se vogliate supportto, pu indurmi sPidoto delto spirito privato; al paridi esso
ad ammettere una proposizione della quale pretende pure importo agli uomini come
per questo sol mezzo non avr ancor la Punico fondamento, il suggello della

scienza. Ma it convincimento o la certezza veril, come it principio della scienza e


che pu risultarne non la fede; peroc della certezza. E la voce di Dio che si
ch la fede viene da Dio e a Dio unica rivela infailibiimente per via della ragion
mente si-riferisce, divina essendo cos generale. E Dio stesso incarnato , a cosi
nel principio come nelPobielto suo. Se dire, nel senso commune di tutti gli uo
voi perci volete che io abbia fede, date mini. E altora, domandiamo, che cosa
mi urrautorit che non sia duna moltitu Dio, che cosa Puomo, che son essi Pun

dine duomini ndegii uomini tutti, giacch per Paltro? Non ci soccorre ai pensiero
non avremmo tuttavia che cosa umana; che Puomo attuale non pi Puom pri
datemi bens unautorit sovrumana che mitivo, che Panimae la mente sua furono
porti in sstessa it carattere autentico di pervertiti, chei nasce per originaria pec
superiorit e che, per questo motivo, sim ca degradato? E questa intelligenza sca
ponga legittimamente alPuomo siccome ma

duta, questa ragione schiava del tempo e

delto spazio, zimbelto di tutte le vicende


nifestazione di Dio medesimo.
, Cosi, del resto, fu sentito altorch , dei mondo , vien fatta tuttuno colla sa
per sotioicere la ragion generale, si tent pienza eternal... la parola duna ragione
unirta a Dio e confonderia con quella che si fatta pareggiata alla parola di Dio!
n N ci si mova accusa che abusiamo
chiamaai ragion suprema. Si volle con ci
communicarte Pautorit infallibite ches delle espressioni delPautore per imputar

sa non pu trar da s stessa, per gene

gli cose che non gli appartengono: ch

rale che sia. Non rimaneva dunque che nel suo libro si leggono testualmente le
divinizzare la ragione delPuomo per po parole che seguono: u La nostra ragione
ter iegitimamente imporre la fede nella la ragione di Dio, la nostra parola non
parola deiPuomo; e pur to spirito di si che la sua stessa. n Essai sur Vindi,

stema non si sgoment duna tale poleosi. t. il. Vi si legge che la ragione la ve
rit conosciuta; che Dio perch tutti gli
uomini attestano chegii . - Dunque la

Ed ecco la ragione coltocata suiPaitare. l


dettati suoi son gridati siccomeoracoii, e
tutti , sotto pena di mostrarsi mentecatti
0d empli, dobbiam tributarie Pomaggio di

ragione quella che coiPattestar suo ia

lddio! Vi si legge, una scienza essere un


nostra fedei La tuttavia una merctrice complesso didee o di fatti di cui si con
presentata alle nostre adorazioni, ma qui viene. -_ Dunque it convenir della ra
la meretrice desecoli, quella che me
diante it suo adultero commercio colto
spirito derrore, fu madre a tutte le spu
rie dottrine, a tutti i mostruosi sistemi, a
tutte le pazze opinioni che poser aossopra

gione che costituisce la scienza e la ve

rit! Vi s legge: u La rgion privata


non pu avere che opinioni; idommi ap
partengono aita societ. n Dunque la ra

gione generaie quella che fai dommi,

488

SE

SE

come la privata fa le opinioni! Or non naturali, alla fede in Dio fondata sulla
egli questo un divinizzare la ragione uma parola di Dio, una credenza umana nel
na? Non un dichiararta it fonte del bene, Pumana parola.
I Essa tende a confondere le rivela
del vero, del giusto, di tutto che sacro,
innito, eterno? un coltocarta sul seggio zioni speciali e le tradizioni sacre con una
di Dio stesso? Non possibite, it ripe pretesa rivelazione generale che lddio
tiamo, non possibite che P autore ab avrebbe fatto di s in tutti i tempi, in
bia scorto tutta Pestensione del proprio tutti i luoghi, agli uomini tutti; di sorte
sistema. Egli ha voluto dare agli uomini che questa general rivelazione che si ope
del secoto una tosoa universale o cat ra per via del senso commune, della ra
tolica; e , per difetto duna scienza pro gione di tutti, sarebbe it criterio per giu
fonda di Dio e delPuomo, scienza di cui dicare della rivelazione speciale, la quale
Pimaginazione pi splendida e it pi am sarebbe apprezzata in ragione della sua
mirevole ingegno non valgono a tener conformit col senso commune, dal qule
luogo, ha prta toro una dottrina vana e trarrebbe it valore e la sanzion sua.
n Come dottrina pratica, non si accorda
pericotosa la quale , in verit, non n
essa punto meglio colla morale cristiana.
fittosoca n cattolica.
Tanto lungi la dottrina evangelica dal
n Non , per primo, tosoca.
n Perocch non ha in s principio di dare it commune assentimento per norma
scienza e toglie ogni mezzo iPacquistarne, di condotta che, per opposto, raccomman
perch, interponendo continuamente un da di schivare la via larga, che battuta
testimonio umano tra Pnomo e la verit, dai pi; e afferma che la sapienza del se
gli impedisce di accostartesi. Distrugge coto (che proprio it senso commune e
inoltre la possibitit delPevidenza; poi la ragion generale) follia a petto della
ch la testimonianza generale, che di sapienza eterna,come la sapienza che vien
chiarata it mezzo necessario, Essai, ec. , dalPalto follia agli occhi del mondo; e
vol. ll, per giugnere alla conoscenza della parta della croce , scandato pe Giudei ,
verit, pu indurci a credere ma non pu pazzia nel concetto de gentiti; la dottrina
in nessun caso farci vedere. Ora che la della croce era perci contraria al com
mun senso perch questa le pareva pazzia,
scienza scompagnata dalPevidenza?
nDegrada Pumana intelligenzanfatta per moveva a nausea la ragione de pi, giac
contemplare la verit, accecandola, per ch le riusciva uno scandato!
cosi dire, col ridurta alla testimonianza,
n E cotoro che professarono la fede cri
qual principio unico della certezza.
stiana al cospetto delle nazioni e suggel
n imponendo questa testimonianza sic laronta col proprio sangue, i martiri, che,
come infallibite, siccome autorit supre per molti che sieno, son tuttavia it minor
ma e inappellabite alla quale ciascuno numero tra la turba de pagani, non sa
tenuto sottomettersi senza riserva in tutti rebbero stati dunque che tanti insensati?
n Inne , it divin maestro dimanda a
i casi, sotto pena desser dichiarato pazzo,
ignorante, inetto, Essai, ec. , t. ll , essa proprii discepoli se negli ultimi tempi
attenta alla pi nobite prerogativa delPuo avrebbe trovato ancor lede sulla terra.
mo, alla sua libert, per la quale ha it po Forse che, tinch saran uomini su questa
tere di concedere o negare it proprio as terra , it senso commune pu mancare, e
senso a che che gli si proponga.
venir meno la ragion generale? Non dee
n Per lal maniera la dottrina del senso anzi Pautoritt sua aumentare insieme colle
commune distrugge it mezzo della scienza, generazioni e coi secoli ? Non giugner
rende impossibite P evidenza, avvitisce essa al suo sommo nel nire de tempi Y
Fintelletto, violenta la libert morale"... Eppure, secondo it delto evangelico , la
l dee questa dirsi dottrina fittosoca?
fede si trover altora caduta affatto in
n N parimenti cattolica: perocch basso! La fede cattolica adunque non it
primieramente,come doltrina speculativa, senso commune, o se ella to , verr un
essa tende a sostituire alla sola autorit tempo in cui , avendo pressoch gli uo
veramente infallibite, a quella di Dio vo mini tulti smarrita la fede , non ci sar
gliam dire, lnrautorit umana, quella del pi senso commune; Pautorit sua almeno
senso commune o della ragion generale. non sar pi infallibite, non sar pi it
n Per questa autorit lneramente uma soggetto della verit.
na essa aildimanda una fede dovuta sol
n E a dolcrsi che it celebre autore del
tanto alla parola di Dio, e per tal guisa Saggio suiluli/ferenza in materia di
tende a staccar luomo dal cicto. surro religione, nel mostrarci con tanta ga
gando alla prima di tulle le virt sopra gliardia conie questa indifferenza siasi

i
i

SE
oggimai resa quasi universale nel mondo,

SE

489

Senza pi oltre ditungarci in confutare

abbia tolto a s stesso it mezzo di vitu

it sistema onde tral tasi,aggiugneremo aver


perarta e combatterta. Con che dritto la esso incorso la censura de vescovi di
sua ragione privata soppone alla ragion Francia, essere stato denunziato alla santa
generale del secoto? Pretende egli forse sede, e Gregorio XVI avere disapprovato
che it suo particolar senso abbia a preva e condannato la dottrina tosoca del sen
lere contro il sentimento dei pi? Se ci so commune considerata siccome ultimo
pretende, a che si riduce it suo sistema? criterio della certezza. , alle, 1|
Se no, e perch ha egli dettato it suo libro?
SEROFAGIA. ll mangiar secco: maniera
n Del resto, cotesta dottrina, a malgra rigorostssima di digiuno, osservata spesso
do della notevole destrezza con cui fu ne primi secoli della Chiesa. vocaboto
presentata, della lussureggiante erudizio greco da Enpgseccme qm-yeimmangiare,
, a . iQug ,
ne ond rimpinza e delenocinii delto cibarsi.
stite che Pabbellano, poco interesse dest,
Cotoro che praticavano questa sorte di
poca simpatia incontr negli uomini del digiuno cibavansi di soto pane con sale e
secoto, i quali evidenza vogliono e non beveano acqua. Era P alimento ordinario
autorit, ed aman vedere la verit eglino degli anacoreti o mlitarii della Tebaide.
stessi, non riceverta sulP altrui testimo Molti cristiani fervorosi osservavano un
nianza. Non avvisarono che si potesse far tal rigoroso digiuno ne sei giorni della
della tosoa per commissione, che it sen settimana santa, per divozione per, non
so commune dispensasse dal sapere e che per obligo. S. Epifanio, Expos. d., n. 22,
la ragione di tutto it mondo fosse incari ci fa sapere come fosse questa una consue
cata di pensare per la ragion di ciascuno. tudine piuttostto commune fra it popoto e
Nelle scuole ecclesiastiche si fu che produs parecchi si astenessero n due giorni di
se Peffelto maggioreAnnunziava essa una sguitto da qualunque cibo. osservaTertul
tosoa fondata sul principio tfautoril, liano nel suo libro De abstinentia che la
sulla fede, una tosoa cattolica; e que Chiesa raccommandava la serofagia qual
sta tosoa di fede doveva essere al tempo pratica utite netempl di persecuzione, sic
stesso Pespressione della ragione univer come quella che addestrava it corpo a sof
sale e poteva acquistarsi con un mezzo frire con costanza i tormenti, Ma la Chiesa
semplice, agevole, adatto alla capacit di condann pure i montanisti,i quali volean
tutti, col senso commune. E questo senso fare della serofagia una legge per tutti, e
commune, che a tutti appartiene ed a pretendeano la si dovesse osservare a pi
tutti concesso senza fatica, veniva gridato intervalli nella quaresima, e aveano isti
la sorgente unica della scienza, della cer tuite fra toro varie quaresime alPanno.
tezza, it criterio infallibite, it sigitto della Venne a costoro dimostrato che nel tor
verit l Tali magniche promesse facevan procedere pi iattanza e vanit che vera

si con securt da un uomo dotato iPatto piet si trovava, che non spettava toro it
ingegno, di robusta ragione, dimaginativa far leggi disciplinari a proprio senno, che
ardente, dun uomo di favella energica , a ciascun fedele era libero osservare la se
solenne, spesse volte passionatal... Non rofagia tutto Panno, ove it reputasse con
a stupire che abbiano trascinato una gio veniente, ma che nessuno dovea esser co
vent, semplice, poco esperta, ignara de stretto a far cosa oltre ci chera stato or
dinato ed osservato dagli apostoli.
gli uomini e del mondo. n
Narra Fittone che anco gli esseni eilera
Monsig. Doney, partando della dottrina
del senso commune, dice ch alla suppo peuti praticavano in certi giorni la scrofa
neva pi cose, delle quali alcune sono in gia, aggiugnendo al pane e alPacqua non
certe, altre falseegnatamente che le pro altro che sale e issopo. I digiuni e leastinen
ve tosoche date delPesistenza di Dio, del ze degli orientali, sia antichi, sia moderni,

la verit, della religione,-ec., non possono ci parrebbero al di t dogni credenza,ove


esser salde se non in quanto stanno appog datestimonii degni di fede non fossimo ac
giate su questa base: d onde verrebbe
questa conseguenza insostenibite e al som
mo pericotosa,che insino altora esse prove
sarebbero state date in modo insufciente
e mancato avrebbero duna condizion ne
cessaria per esser certe, essendo it vero
criterio della certezza sconosciuto e non
potendosene per conseguente fare Pap
plicazione.

certati del regime abituale che son costret


ti osservare pel caldo del clima. Bisogna

per confessare che ne climi nostri, per


sensualit e sotto pretesti di salute o ne
cessit, abbiamo spinto alPeccesso la mol
lezza e P impotenza quindi di praticar la
morticazione; impotenza che, ove ben si

esamini, si scoprir le pi volte pura


mente iumginaria. V. DIGIUN0.

SU

S0

f SOCIALISTI. Setta formata da llo


berto Owen , it quale per certi rispetti
pu paragonarsi ai due utopisti francesi
Fourier e Saint-Simon.
Roberto Owen, nato a Newton in In
ghitterra Pa. i771, e datosi al commercio

idee pi ardite. Quattrocento discepoli, uo


mini e donne, vivendo insieme, godeano
udirsi ripetere da Owen che, per distrug
gere it peccato, bisogna abolire la trinit
del male, val dire ogni religione,ogni pro
priet e it matrimonio. Un sistema cotanto
empio e tutinsieme distruttivo dogni so
ciet non incontrava nessuna opposizione
per parte del governo americano, it quale

/l 9 0

n da giovinetto, and debitore a s uni


camente delle proprie cognizioni lettera
rie e scientiche. Dedicava egli alla lettu
ra tutto it tempo concessogli dalle sue oc
cupazioni; faceva sue col meditare le idee
che consonavano colla tendenza del pro
prio ingegno, e, mosso da naturali senti
menti dumanit,pensava al mezzo di con
correre alla prosperit desuoi simiti, senza
tuttavia inalzarsi alla felicit della vita av
venire, e occupandosi esclusivamente del
ben essere della presente.
Dopo essere stato impiegato in varie

non si occupa n di errori speculativi n

di quelli che ponno avere conseguenze


pratiche se non altorch si palesino con
qualche tumulto o disordine publico. Il no
vatorepotevaquindi,senzaostacolo,andare
spacciando, ne suoi publici discorsi, le
religioni tutte quante avere tor fondamen
to sulP ignoranza; essere state ed esser
tuttavia la causa del vizio, della discordia,
della miseria in tutte le classi; per esse
case, sun con alcuni speculatori e fond unicamente impedirsi la formazione duna
a NeW-Lanark in lscozia un latoio, nel societ itluminata, virtuosa e caritatevole;
quale impieg no a due mita individui reggersi esse puramente per la stoltezza
dambi sessi. Guidandoli colla sola ra de popoli e la tirannide de tor capi. La
gione, senza discorrere mai diculto,giunse cotonia davasi it nome diNuovaarmonia,
a preservarti o correggerti di certi gros ma, in onta a questo, non fu in essa mai
solani disordini che regnano troppo spesso pace e concordia.

nelle fabriche, e procacei toro godimenti


NelPistante di lasciarta per viaggiare in
materiali che non si trovavano altrove. Europa, volle Owen itlustrarsi con un atto
La molta ricchezza a cui sal mediante la strepitoso. Nel gennaio del i828 it nostro
sua industria contribu inoltre a portto in novatore, le cui sfrontate declamazioni
considerazione. Stimolato dalle todi tribu avean tatto qualche senso in America,
tategli dai lantropi di varie contrade, usc in una disda al clero della Nuova
concepi it pensiero di render generale it Ortans, come pure ai predicatori della
proprio metodo e riformare P intera so religione in qualunque altro luogo, invi

eiet. Nel i8le di fuori la sua prima tandoli a esaminare con lui la verit del
opera cos intitolata: Nuove viste di so cristianesimo. La disda fu accettata da
ciet o Saggio sulla formazione deiPin A. Campbelt , it quale sesib di provare
rtole umana. Da principio Owen conten
tavasi di lasciar da un lato le pratiche re
ligiose e affettava partare duna toleranza
universale. Verso it i817 si dichiar aper
tamente contro tutte le religioni, rappre
sentandole come sorgenti di sciagura per
le societ regolate secondo le toro massi
me. Abbandonato dagli uni, respinto da
gli altri, assalito e. perseguitato come em
pio dal clero anglicano,si traferi nel i822
agli Stati-Uniti iPAmerica.
Voltaire nella sua corrispondenza dis
corse spessodun progetto che savea vlto
inmente,queltodi formarea Clves una cov
tonia di toso, i quali si sarebbero ado
perati di concerto al progresso del sa
pere. Il progetto and a vuolo. Sembra
che Roberto Owen volesse incarnartto ne
gli Stati-Uniti, nelP Indiana, raunando al
cune centinaia dindividui, invaghiti del
le opinioni tosoche del secoto XVII,
ammiratori di Voltaire e di Roussean, ze
tantissimi della propagazione delle costoro

che le asserzioni delP0wen erano inso


stenibiti e P autor toro incapace di pro
varte per mezzo del raziocinio e duna
leal discussione. Dopo ricevuta la sda
venne visitato da Owen, it quale alle
gando che stava per passare in Inghit
terra n prevedea di poter tornare negli
Stati-Uniti prima della vegnente prima
vera, fu indugiato it ritrovo al secondo

lunedi iPaprite del i829 nella citt di


Cincinnati, stato dettP Ohio. Campbell fece
inserire ne giornali Pannunzio della totta,
dimostrossi speranzoso che molti accor
ressero per testimoni di questa nuova spe

cie di combattimento , sallegr davere


scelto una stagion favorevole per viaggiare
e un luogo di facite accesso per Popportu
nit de batelli a vapore. Ma i curiosi
chiedevano a s stessi se Owen si ren
derebbe puntualmente al convegno ese
quel suo andarsene in Inghitterra cos
tosto dopo la sda non fosse mai una ri
l tirata.

S0

S0

494

Owen torn , gli vero , in America , della sua esistenza. Qual sia per cotesto
ma trasferissi al Messico per domandare it scopo non detto dalP0wen.

territorio di Texas. Merc la proiezione


dei torys in lnghitterra, avea ottenuto dal
duca di Wellington, altora ministro, com
mendatizie per Pambasciador inglese Pa
ckenham, nipote desso duca. in un colto
quio che Owen ebbe col presidente del
Messico, Pambasciadore part per lui e si

fe mallevadore della moralit e capacit


sua. Le circostanze non consentivano al

presidente di concedere it Texas a Owen;


gli offerse per un territorio ancor pi
considerevole (i500 miglia alPlncirca) che
stendevasi dal golfo del Messico insino al
Poceano pacitico,sulla frontiera degli Stati
Uniti e de dominii messicani. Owen doman
d pel suo governo la libert religiosa;
ma, non potendo it congresso del Messico
accordarsi seco su questo punto, rinunzi
al suo sperimento.

5." Rispetto alla societ, it governo dee


proclamare unassoluta libert di coscien
za , P abolizione intera delle pene e dei

premii e t irresponsabilil delPindivi


duo, conciossiach questo non sia libero
nesuoi alti.
e." Un uom vizioso o colpevole non
che un malato, non potendo egli rispondere
de suoi atti; onde non deesi punirtto, ma
rinchiudertto qual demente, ove sia pc
ricotoso.
7." Le cose tutte debbon esser regolate
per modo che ciascun membro della com

munit sia fornito de migliori oggetti di


consumo, ove lavori secondo i suoi mezzi
e Pindustria sua.
s. Leducazione devessere la stessa

per tutti e diretta in guisa che faccia ger

mogliare in noi soltanto sentimenti con


Tornato in Inghitterra, Owen viaggi formi alle leggi evidenti di nostra natura.
9. Leguaglianza perfetta e la commu
sul continente , si mise in relazione con
le persone che aveano autorit, concorse nanza assoluta son le sole regole possi
allistituzione di sale dasitto in varii pae biti della societ.
1o Ciascuna communit si comporr di
si, alla propagazione del metodo di Lan
caster per Pinsegnamento elementare col due a tre mita anime, e le diverse com
miglioramento della condizione de fan munit, collegandosi fra toro, creeranno
ciulli nelle manifatture; ma suo scopo un congresso.
1l. Saravvi nella communit una sola
principale era quelto di porre in credito
it suo sistema col farsi de discepoli, i gerarchia, quella delle funzioni, la quale
quali son denominati socialisti. Roberto verr determinata dalPet.

i2." NelPattuale sistema di societ cia

Peel, di cui it novatore avea, non mol

to, tentato di lare un adepto ma che non scuno in totta con tutti e contro tutti:
era per niente propenso ai sogni, non pot nel sistema proposto, si procaccei- a cia
scuno P assistenza di tutti e a tutti quella
esser del numero.

l principali punti del sistema oveniano di ciascuno.


Questi principii si trovano svolti in ma
ci vengono cosi sposti con precisione da
niera fastidiosa in parecchie opere del
monsig. Bouvier, vescovo del lllans.
l"Luomo, al suo venire a questo mon P0wen, segnatamente nel Libro del nuo

do, non u buono n cattivo: ei diventa vo mondo morale. Varii scritti oltreci
uscirono sia a spiegazione, sia a difesa dei

per le circostanze qual in appresso.


2. Non potendo egli modicare la pro

medesimi.
L organizzazione attuale della setta

pria organizzazione n mutar le circo


stanze in cui trovasi, i sentimenti che
prova, le idee e le convinzioni che in lui
sorgono, gli atti che ne derivano son fatti
necessarii contro i quali rimane senzar
mi; onde non pu esserne responsabite.
5. La vera felicit, frutto delP educa

tale. Essa vienedenominataSocietuniver

sale de religionarii razionali. Ha un


congresso generale, investito della pode
st legistativa su tutta la communit, it
quale si raccoglie ogni anno in diverso
luogo, e vi convengono delegati di tutti i
zione e della sanit del corpo, sta prin congressi particolari, che sommano a ses
cipalmente nelP unione co suoi simiti , sanPuno. Oltre questo corpo legistativo ,
nella vicendevole benevolenza e nelFes avvi un potere esecutivo a Birmingham,
it quale risiede pressoch permanente
sere affatto scevro da superstizioni.
4. La religion razionale la religione mente. A lui commesso Pincarico di pro
della carit: essa ammette un Dio crea pagar la dottrina e inviar missionarii per
tore, eterno, innito, ma altro culto non tutto it regno , diviso in quattordici di
riconosce dalla legge naturale in fuori, la stretti. Le missioni si stendono a pi di
quale commanda alPuomo di seguir gPim trecento cinquantamita individui. I mis
pulsi della natura e tendere alto scopo sionarii hanno uno stipendio di circa tren

492

S0

ta scellini per settimana, non computate


le spese di viaggio; e it denaro occorrente
vien somministrato per via di contribu
zioni individuali di quaranta centesimi per
settimana. I socialisti hanno altres a tor
disposizione tutti i vantaggi ordinarii della
publicitt in Inghitterra; nelle principali
citt han sale ove tengono sedute publi
che e regolari; hanno un giornale speciale
intitolato it Nuovo mondo morale e dis
pongono inoltre dei giornale ebdomadario

S0
za e credulit sua disposta adivenire it
bersaglio degli utopisti e deciartatani (i).
* SOCIETA SECRETE. A voler ior.
marsi un esatto concetto della organizza

zione di coteste societ od unioni e ben


comprenderne Piniluenza, egli mestieri
dividerte in due grandi classi, improntate
ciascuna dun carattere distinto. Luna,che
da lunga pezza sussiste, contiene soltojl

veto di societ franco-moratoria varie


aggregazioni nel cui seno stanno gli apo

pi ditiuso chesia nei tre regni,delWeekly stoli della tosoa, i quai spacciano toro
Dispach, di cui si tirano ogni sabbato oracoli e profeteggiano la rigenerazione
de popoli; questa la rivelaziouein istam
trentamita esemplari.
Lorganizzazione e it propagamento de
socialisti suscitarono delle inquietudini in
Inghitterra. Vedeasi , per gli antecedenti
dellPOWQn, chegli prendeva ad assalire
non pur la chiesa stabitita, ma la rivela
zione in generale. it suo sistema inoltre
iavoriva le idee rivoluzionarie, metteva
ognor pi glianiiui iu termento,produceva
unesaltazone che dava a temere. Una pa
tizione di quattromita abitanti di Birmin
gham, atterriti da questi etietti,venne pre
sentata alla camera dei lrdi dal dott. Phiti

di teoria, e l liberi-muratori ponno adot


tare per emblema una torcia incendiaria.
Nella seconda classe entrano aggregazioni
segrete armate, pronte a combattere al

primo segnale la publica autorit, e nelle


quali si trovanoi seides delPauarchia nel

Paltitudine minaccevole di congiurati:

la rivoluzione in istato dappiicazione, e


tali segrete societ assumer potrebbero ad
emblema un pugnale. La rivoluzione pren
de corpo in coteste occulte republiche, le
quali tendon continuo a passare dalto
pots, vescovo iPlixeter, un de pi zelanti stato di unione segreta a quelto d union
campioni della chiesa stabitita, e la camera pubiica.
ebbe quindi adottato la propostaduninqut
La societ de liberi-muratori di per av
sizione sulla dottrinae sui progressi della ventura origine e fu certamente modelto
nuova setta. Lord Melbourne, altora mini a quella de carbonari, di fresco orga
stro, meno accorto di Peel, giunse per nizzatasi e diifusasi per tutta Italia e in
no a presentare Owen alla regina Vitto altri paesi; societ che, quantunque paf
ria nel gennaio del i840, procedere onde tita in parecchi rami e variamente deno
it clero anglicano rimase scandalezzato e m.inata secondo le circostanze, tuttavia
che cagion gran rumore. il novatore, in nei fatto una sola cosi per communania
una specie di -manifesto messo fuori it 2 d0pini0ni e di scopo che per costu
febraio susseguente, e in fronte al quale zione.
,

l carbonari atfettano una particolarri


davasi it titoto dinventore e fondatore
dun sistema di societ e di rctigion ra verenza e uno zeto maraviglioso per la
zionale, part con molta vanit della sua religione cattolica e per la dottrina eparoia
presentazione alla regina; in esso van del Salvatore , cui tatora osan colpevol
tossi anche d essere stato non ha guari
protetto dai torys e rendette conto delle
sue teorie e della sua condotta. Lord Mel
bourne, interpellato su questo proposito
alla camera de lrdi , non neg quel suo
procedere essere stato imprudente, con
tessione da cui Popposizione trasse par
tito per assalire it ministro. Ma in questa
bisogna cera qualcosa di pi grave che
una totta ministeriale. Birmingham man
dava una petizione di ottomita soscrizioni
per opporsi a quella de quattro mita, ed
era malagevol cosa it non concepir timori
sulPestensione che pigliava-una setta non
meno avversa alla societ che alla reli
gione. Le declamazioni de socialisti eser
citano uno spaventevole potere su quella

parte di popolazione che dalla inesperien

mente chiamare tor gran maestro e capo


di toro societ: partar menzognero onde

cotali perdi si giovano a pi sicuramente


accalappiare chi non sta, ben sugli av
visi.
ll terribite giuramento, con cui, ad esem

pio degli antichi priscitlianisti, promet


(i) it sig. De Luca, compitatore degli "
nali delle scienze rcliqiosc che si pubiifan
a Roma, lesse alFAcademia della reiiginil at
tolica una dotta dissertazione sullkirgomfntO}
La condizione economica depopoli non pio
esser falla migliore senza il susidio delle
doitrine e delle istituzioni della chiesa ui

tolica. Empiet c inutilii delle dotirineld


istituzioni coniraria dtfprctsi sociali!"

nioderni, Enrico di Saint-Simon, Carlo FW


ricr e Roberta Owen.

S0

S0

493

tono di nulla mai rivelare che risguardi


la toro unione a chi non vi venisse ani
messo o di non lntertenersi coi membri
degli ultimi gradi su cose spettanti ai gra
di superiori; i clandestini convegni inol
tre ed itlegitimi da medesimi formali a
modo di varii eretici, e P aggregamento
dindividui di qualunque religione e setta
alla tor societ , danno bastantemente a
divedere, ove non ci fossero altri indizii,
non doversi a tor detti dar fede di sorta.
l libri da essi stampati, che contengono
ci che si pratica nelle tor conventicole,
in quelle specialmente de gradi superiori,
iior catechismi e statuti, altri documenti
autentici, le attestazioni di cotoro che ,
abbandonate cotali unioni, ne svelarono
a magistrati le arti e gli errori, tutto
dimostra scopo principale decarbonari

ragione. La tosoa, la scienzasonoandalc


e vanno tuttora cercando, n, dopo quasi
sessanta secoli, altro tor riusc di trovare
che disperazione o dubio sui fatti interiori
della coscienza, sulle relazioni delPanima
con Dio: alla impotente acchezza della
ragione si nega accoppiare la fede neces
saria e rivelata che tutto risolve e per
feziona. Lo strano sconcerto del mondo
morale e dei cuore deitPuomo,ifalti straor
dinarii accaduti al nascer del cristiane

simo per rigenerare Pumanit chiariscono


ad evidenza it bisogno e la presenza nel
nostro interno duna azion divina soprana
turale...

n La religion cattolica la sola che it


lumina, coordina, perfeziona quietamente
Puomo, senza di essa inesplicabite e in
completo. Questo effetto alla fede soltanto

essere di propagare Vinditierenzain fatttoldelle sopranaturali cose dovuto. Per


di religione , it pi pericotoso di quanti
sono sistemi; di conferire a ciascuno la
libert assoluta di profanare e vitipendere
la passion dei Salvatore con alcune di tor
condannevoli cerimonie; di spregiare i
sacramenti della Chiesa (a quali sembra

questa ragione ne facciamo parola. n


l. Nozionedei sopranaturale.u Sopra

naturale dicesi ci che trascende le forze

e le condizioni di qualunque natura creata


0d anche possibite... lddio soto, rispetto
a tutte le creature, pu chiamarsi Pente
sostituiscano alcuni da s inventati); di sostanzialmente sopranaturale, come vien
rigettare i misteri della religione cattoli detto tator dalle scuole, perch soto inti
ca; nalmente dabbattere la santa sede, nitamente superiore a tulle le create pos
contro la quale, per particolare avversio sibiti nature.. ..
n Imperfetta per e negativa questa
ne, van di continuo machinando detesta
nozion tosoca, siccome quella che si fer
biti congiure.

Non meno colpevoli sono le massime ma alla supercie delle nature create o
di morale dettate dalla societ de carbo possibiti n giugne a scoprire Pessenza in
nari, tutto che vadasi altamente mitlan tima del sopranaturalefSoltauto la scien
tando di voler da proprii seguaci la pra za della fede, la teotogia, pu disvelarcenc
tica della carit frateiievole e delP altre Pesistenza. Che adunque it sopranatu
virt, e Pastinenza davizii. Essa favori rale, secondo iidea teotogica? 1.-, come
sce quindi apertamente i sensuali piaceri. insegna la tosoa stessa, quei vator so
insegna esser lecito uccidere chi riveli i precccllente che oltrepassa le forze e le
secreti della societ, suscitar ribeiiioni esigenze quai chesse siano di tutte le na
per ispogliare di tor potere i regnanti e ture create o possibiti: inoltre una re
chiunque eommanda, a quali d Piugiu lazione speciale con Dio come autore della
graziaedella gtoria; relazione la qual con
rioso nome di tiranni.
Son questi i dommi e i precetti della siste in una certa unione intima e mara
societ in discorso e daltre a questa con vigliosa con lui quale in s stesso e
formi od anatoghe. Le qualisociet venner non solamente quale possiam conoscertto
fulminate di condanna da Pio VII colla pel soccorso della ragion naturale.
bolla Eccleaiam a Iesu Christo, del l 5 set
n Effetto nale di questa unione con
tembre i821; condanna rinovata da Leo Dio , secondo la fede, sollevare e recare
ne XIlcon altra bolla dei 15 marzo i825, ad altissima perfezione, al disopra della
in cui indicata particolarmente P asso propria natura, le facolt della natura ra
ciazione detta universilaria, per aver gionevole rendendoia beata; unione con
formato suo seggio in parecchie univer summata e perfetta nella visione intuitiva
sit nelle quali la giovent pervertita dopo la vita; unione iniziale, sebben reale
da alcuni maestri iniziati a misteri dint e vera, ne doni della grazia alPuomo quag
quit e addestrati a qualunque ribalderia. gi impartiti.
n
"* SOPBANATURALE.u Non si pu non
ll. Pregiudizii contro il sopranatu
avvedersi che Puomo abbisogna di solu rale. Primo pregiudizio it naturatismo
zioni superiori alla sua natura e alla sua che si professa pei dirilti della ragione
BsRmsn. Vol. Vl.
62

494

S0

Ma noi, ammettendo d soprauaturale iu


segnato dalla fede, non veniamo attri
inenti a distrugger la ragione.
u ltiducendo la questione a suoi mini
mi trrlnini e attenendoci fedelmente al
magistero tradizionale e commune de pa
dri e de teotogi cattolici, diciam tuttavia
quel ctfeglino sempre dissero, assai pri
ma di Cartesio come dappoi: - Una cosa,
come-ch dordine sopranaturale, pu col
sussidio del raziocinio e delumi naturali
divenire ad evidenza credibite per via
de miracoli o dPaltri mezzi sensibiti; per
ch la credulit (che non la fede) pro
cede da un mezzo o segno esteriore it
quale pu essere con certezza e natural
mente cimoscinto. - Cosi sulPorme di
s. Tomaso, it Suarez nel suo Tratlato
della fede. n

it secondo pregiudizio la splendida


ma vuota e fantastica utopia del progresso
delfumanil.

u lt progresso volge alFumanit it suo


culto e i suoi omaggi. Lumanit sarebbe
perci la parola magica che terrebbe omai
luogo di qualunque verit di fatto, di ra
gione e di fede. Uumanit, si dice, Pen
te collettivo, la vera immortalit. Essa si
rinova, piogredisce continuo e verica
per tal manicra progressivamente it per
fezionamento a cui si tien dietro senza
posa. Avvi insiem col progresso perpe
tuit, identit. Non si vuol stavi qui unes
pressione di panteismo; concedasi, ma
rlie sar dunque? Rcligion forse, storia,
iitosoa?
n A pi di ciascuna pagina elaborata
da cotesti sciagurati pensatori scrivasi:
Ascrzion gratuita, allegazione senza pro
\a. A ciascuna parola rispondete ardita
inente: No. Voi avete rovesciato ogni cosa
con ragioni per to manco eguali, ve ne ac
certo; perocch non vi trovate davanti
dottrina nessuna tanto o quanto togica ,
nessun fatto saldo. Che bisogno ci ha in
tal caso di rispondere? Noi rispondiamo

ci nonostante: I fatti e la togica si op


pongono diametralmente alla teoria del
progresso continuo, strano parto di cer
velli malsani e di cuori infermi....
n Nella lingua della storia v ebb egli
progresso pel corso di 4,000 anni in seno
allmmanii, merc le vergognoso stranez
ze del politcismo succeduto al monotei
smo primitivo? Vebbe progresso quando
fu forza sepclire, sopra qualche rari pun
ti del gtobo, un a\anzo di credenza attPu
nit disina, nelFombra di que misteri in
Irrdctti al commun degli uomini e nel
l iuegnamcnt0 de toso. non fatta anco

S0
ragione delle amare contradizioni ed aber
razioni intintte di cotesta inferma fittoso
a? Era dunque progresso questo? o non
piuttosto Pultimo abisso delPavvitimeuto.
n Come dunque si viene tranquitlamen
te a darci it progresso siccome legge uni
versale ed assoluta? Le parole signican
forse it contrario delle cose? Si, non di
rado, nel secoto presente.
I ll cristianesimo fu un progresso, cer
tamentc, ma quale? Fu it rovesciamento

pi strano di tutte le idee e le opinioni


ricevute; fu la totta pi accanita contro
tutte le inuenze tosoche non meno che
contro tutti i pregiudizii popolari,contro
tutte le tradizioni preditetto di gtoria, di
patria, di famiglia e di piacere; fu la stol
tezza della croce vittoriosa nelle mani de
pescatori galitei. Questo it progresso del
cristianesimo. I
lll. Il destino delP uomo soprana
lurale. u Sentesi Puomo tratto con tutta la
forza delPesser suo verso una compiuta
beatitudine, le corre incessantemente die
tro senza poterla mai raggiugnere quaggi.
Lo direm noi trascinato necessariamente
e sempre verso Pimpossibde? esser co
testa sua un inclinazione senza oggetto,
un bisogno a cui non sia per veruna guisa
possibite satisfare? ln tal caso nessuna ra

gion sufciente ci sarebbe del pi costan


te e inevitabit fenomeno morale, della
tendenza val dire verso la beatitudine.
Chiamato alla suprema e perfetta felicita,
debbe Puomo poter posscderta; e nondi
meno ei n privato insino dal primo
istante e per tutta la durata di stia esi
stenza.

n Questa si gagliarda e possente desti


nazione, che ha per termine necessario it
bene sommo, chiaro uon poter essere
che Popcra delPente stesso ad ogni cosa
superiore, che pu e vuol communicare
atPuolno questo bene che d rende beato.
Fermar Pumano destino certamente Pat
to onnipossente del padrone; far che al
Pultimo pienamente si compia non pu

del pari esser che Peffetto delronnipo


tenza. Noi aspettar dobbiamo, combattere,
vincere, conquistare, gli vero: ma che
giugneremmo a conquistare, se Dio nal
mente decrctato non avesse di darci alla

ne it bene supremo e perfetto? e che


egli un tal bene se non Dio stesso , it
ipial soto pu, col darsi alP uomo, farto

beato?
Di sorte che, in via togica, altra pro
va non bisognerebbe e delF esistenza di
Dio e dettPunion divina destinate alP uo
mo che it bisogno necessario della beati

50

St)

49-)

tudine quale. se l porta seco it presente attentamente si studii Puomo storico e


reale.
.
nostro stato.

n Che egli adunque P uomo? Gran


n. Esiste adunque lddio , e Puomo
fatto per Dio, per esser beato merc la cosa, risponde un padre: ente materiale
communicazione medesima del bene di
vino.
n invano Puomo adoprerebbe con quan
ta ha lena a cercar altrove che in Dio ce
testa perfetta beatitudine; egli ha uopo
dun bene oltre it quale altro non ci ha,
un bene non commisto di negazione e
di nulla , un bene che non lasci eterna
mente aperto it corso ai nostri vasti de
siderii.
n Questo bisogno perpetuo disvela nel
Puomo un ente tuttora non compiuto, che
reclama it proprio perfezionamento; ma
Dio soto in s stesso la pienezza e per
fezione delPessere; it perch non pu Puo
mo se non se da Dio soto ricevere la beati
tudine, perfezione e pienezza delPessere.
n Per tal maniera una tosoa affatto
umana, che pretende sceverar Puomo on
ninamente da Dio, discinde e mutita la
verit, tronca e divide la natura, presenta
un fatto, un membro separato, disconosce
Pangusto complesso del capolavoro della
creazione e dei disegni delPantor suo.

e spirituale, ente del tempo e delP eter


nit, che va cercando per tutto la felicit,
non per sulla terra ne momenti di forza

e vera dignit , ch altora la chiede al


cieto.... Di eterne speranze vissero mai
sempre i santi e sclamavano vite al tutto
esser la terra, qualunque volta levassero

gli occhi al cieto.... l pi distinti fra gli


uomini per saggezza, per virt, per tem
peranza danimo,. per dottrina, aspiravano
ognora al cieto e al possedimento di Dio.
Fatto immenso, universale, antico quanto
it mondo ,... conservato nelle tradizioni
stesse de poeti; fatto che scontriamo per

tntto ove ci ha traccia di virt; fatto che


costituisce it fondo stesso della nostrani

ma. siccome quella che in un colla cono


scenza di Dio ha ricevuto it desiderio e it

bisogno di lui, e questa facolt in-nol ses


tendee inalza mediante la grazia insino
alla vista delPinnitto..... w

lV. Economia delP ordine soprann


turale. u Un sincero e profondo dotore ri

novellasi nelPanima del cristiano ogni


n La felicit perfetta delPuomo,it suo qualvolta, raccolto in suo pensiero, va con

vero destino sta nel vedere Dio stesso siderando la condizione che si creano da
faccia a faccia, nelPesser eguale agli an s distinti intelletti rispetto alto stato so
geli,i quali si specchian continuo nel vol pranaturale e rivelato delPuomo. Questa
to di Dio lass in cieto, Luc. xx, 5o, classe dingegni s poco a poco svestita
Matlh. xvm, lo, nel conoscere lddio co delle tendenze della primiera fede ed
me noi siamo da lui conosciuti, I Cor. xni, giunta a tener per esistenti le cose sol
m, di riuscir cosi intimamente a lui cou tanto che cadono sotto de sensi o sem
giunti da esser simiti a lui e con lui In bra rientrare almeno ne naturali ed ar
tal qual guisa immedesimati, veggendoto bitrarii calcoli duna pretesa ragione.
qual , I lo. ni, 2. Equesta la dottrina della
, Troppo spesso si comincia col lasciar
Chiesa, le espressioni son queste degli si andare agli appetiti e ai godimenti della
apostoli, del Salvator medesimo; questo vita presente; si accolgono e seguono gli
quelto che it cristianesimo tutto quanto impulsi della natura: quindi un natura
crede e insegna, quel che una tradizione tismo pratico ne emerge, it qual fa che
di diciotto secoli attesta. Fatto immenso, non si sappia pi levar gli occhi in alto.
concerto unanime degli eroi, de ponteci Tien dietro poscia ii naturalismo specu
lativo. cosa anticipatamente ammessa
e de dottori cristiani......
n Una tal destinazione delP uomo, la che netPuomo nulla pu accadere che non
visione intuitiva di Dio riservata al giu sia naturale ed ovvio a comprendersi da
sto dopo questa vita, sopranaturale. La lui. Assai di Ieggieri e con certo facite
natura giugner non vi potrebbe merc le sprezzo si altontana da s per consueto
proprie forze; egli mestieri di soccorsi qualsiasi credenza a un ordine sopra na
sopranaturali, della grazia: lddio per a tura; si rigetta ogni pensiero duna dis
tutti la ore e promette. Gratla Dei vile pensazione e bont divina che avrebbe
(eterna, dice Papostoto, Rom. vi, alt. Pa insin dalPorigine destinato Puomo a par
rola ripetuta dalla Chiesa ne concitii e tecipare sovrumanamente dellPintnizion
nelle condanne da lei fulminale contro le beatica e rialzatoto dalla propria caduta.
n Nondimanco studii coscienziosi. in
eresie.
n Ma ci che si conveniente alla ra trapresi a di nostri con amor del vero e
gione e si positivamente insegnato dalla spesso senza mira nessuna di giusticar
fede diventa pure una verit storica ove la fede , ci hanno additato nelle antiche

tit

S0

SO

tradizioni delPuno e itelPaltro emistero


H Son essi questi simboli e miti? Un
vestigi patenti delle primitive credenze simboto universale necessariamente Pes
sulavventuroso stato iPnnocenza origi pressione della verit. Il sacrizio uni
nale e sulla caduta ondebbc principio la versalmente ammesso appartiene a questo
funesta serie de mali delPulnanitt ed anco genere, ove si consideri qual mero segno;
sulla riparazione che dovea venire ap conciossiach it sacrizio sia per fermo
presso.
un culto reale anche di dependenza e dim
n -I-ali diverse indagini, sostenute con molazione intera rispetto a Dio.
perseverante coraggio, posero in tal qual
Sono nzioni poetiche prodotte dal
guisa fra le mani di tutti i monumenti Pamor del maraviglioso? Un maraviglioso
religiosi degli antichi popoli... Chi chiuder ch dapertutto e costantemente it mede
non voglia ostinatamente gli occhi alla simo non pu essere che verit.
n E inoltre come mai questa prima idea
luce, impossibite negare i tratti mani
festi di rassomiglianza o a dir meglio di dPuno stato sopranaturale sarebhessa en
dentit tra certi dommi cattolici e i punti trata nel dominio delle nostre cognizioni?
risaltanti di tali primitive ed universali Posta al disopra delPuomo che da s non
tradizioni de popoli; prova che sgorga valeva a raggiugnerta , dovette essa ve
rono dalla stessa sorgente. Ora, tra gli nirci impartita da Dio, e quesforigine
uomini, secondo tutte le leggi morali e ch la sola possibite delto stato sopra
nelPintinita variet di costumi, usanze, naturale ne mostra la primitiva realt.
istituzioni, tempi, luoghi, credenze, reli
n Ma in seno alle tradizioni cattoliche
gioni e pregiudizii, onde distingnonsi le stesse e sotto Pegida tutelare della Chiesa
nazioni, due sole cause possibiti si danno forza cercare la verit. Quivi si palesa
dun commune consentimento dell nman in tutta la sua maest Pammiranda eco
genere: la verit de fatti su cui si con nomia de disegni di Dio sopra P uomo;
sente, ove di fatti si itiscorra, o Pirrefra qui le varie fasi si scontrano delto stato
gabite esistenza deiprimi principii e delle sopranaturale, it domma preciso su Pin
toro essenziali conseguenze, vive comes tegrit, la caduta e la riparazione...
si nella natura stessa delPumana intelli
_. Merc la grazia santicante, dignit
genza....
prima sopranaturale delPanima sua , era
n Sempre che si riscontri Punit nelle Fuomo Pamico, it gliuoto di Dio , nella
tradizioni, ne giudizii delPumanit tutta giustizia e santit stabitito, come sulle
quanta, non pnossi ravvisarvi it frutto tracce di s. Paoto sesprime it Tridentino.
delPerrore, ch parto di questo la va Eragli preparata per le sue opere, pei
riet unicamente. Quod est apud omnes pensieri e desiderii suoi, la cooperazion
unum, diceva Tertulliano, non est inven divina pi dolce e possente, e, privitegio
sempre invidiabite, per divin benecio ,
lum sed tradiluzn.
n0ra,qnai popoli, quali generazioni, in mantenevansi in essolui la carne e i sensi
mezzo alle s svariati: favole che piace pienamente sommessi alto spirito, la ra
vansi a creare senza posa per adornar la gione e it cuore alla grazia. N Pignoranza
culla di tor religione e storia , non mi n laconcupiscenza questo ammirabit 0r
schiarono tor voci alPunanime concerto dine interiore avveniva mai che turbasse
del genere umano per celebrare P inno ro. Tale era rispetto alPanima, per quan
cenza e la felicit de giorni primi del to ne sappalno dalla rivelazione, it sopra
mondo appena nato e la colpa del padre naturale slato di originale giustizia.m
i, Come interiormente sopra s stesso,
degli nomini che aperse it varco a tuttii
misfatti e dolori? Le tradizioni religiose cos al di fuori su tutta la natura, pel gto
de popoli antichi, meglio conosciute a di rioso privitegio delto stato iPinnocenza ,
nostri, grazie agli instancabiti lavori della esercitava Puomo un impero sovrano. ld
scienza, nirono di sgomberare ogni du dio posto Paveva a monarca delPuniver
bio. Gi n da tor tempi Platone e Dio so; gli iiniinali tutti obedivan alla parola
doro sicuto neatlestin aneomedi cosarico di lui e riconoscevano in esso it padrone
nosciuta presso gli Egizii, Plutarco appo che aveali viti condurre a proprii piedi
i Persiani, Strabone nelPlndia. Quanto ai per impor toro it nome.
i Largheggiamto alla natura le prero
Greci e ai ltomani, i tor toso, anna
listi e poeti ce l ridssero le mitle volte; gative e le grazie ad essa per nessun ti
i pi accreditati viaggiatori delempi mo toto dovute, aveva it Creatore altres fran
iterni aggiunsero alle testimonianze vetu cato P uomo dalla natural podest della
sie le tradizioni delle razzo di freco co morte e dalla legge duna dissoluzione fu
nnscinlc.
tura. ll corpo era per sempre, ove Fuo

S0

S0

mo avesse voluto, compagno alt anima


nella vita e nelPimmortalit, e Punion toro
esser non dovea n occasione n causa di
dispiaceri e dotori. ignoti altora ci erano
quanti son mali; non patimenti, non in
fermit, non timori; sol cominciava una
vita di pace, di speranza , di felicit e
damore, che ben presto consummar do
veasi nella sempiterna ed intima parteci
pazione della stessa beatitudine di Dio....
n Di questi doni liberi affattoe gratuiti
della divina muniticenza venne Puomo
spogliato per la sua caduta; gli rimase
per la natura sua sola, povera, nuda, ma
intera nelle sue facolt e negli essenziali
suoi costitutivi; it che mestieri aver
sempre presente se vogliasi sauamente
giudicare to stato delPuomo per Poriginale
colpa scaduto....
n A questa cognizione della primitiva

grave inconseguenza, apertamente sra


gionarem.
n Se non che questo mistero non di

497

pu egli, in G. C., tendere al ne sopra

di tutti i popoli esprimeco fatti pi si

si tte tenebre avvolto che Pumana ra


gione non possa, colla scorta della fede ,
gittarvi sopra alcuna luce. Varie spiega
zioni ne detteroi padri e i teotogi, tra

le quali libero to scerre , purch si ac


colga la.fede....
u.
n Come accade egli, domandano, che si
nasca colpevole, e si vegga imputata una

mancanza clie non si commessa? il- pec

cato, opera della votont, non potrebbe


prodursi da una votont che nou esiste. Chi cosi favella confonde per ignoranza
o mala lede it peccato attuale colPorigi
nate; Puno azion criminosa, Paltro mac
chia dorigine; quelto riguarda la perso
na, questo la natura; it peccato attuale
movimento della votont propria, quelio
felicit e delladecadenza delPuman genere dorigine uno stato trasmesso e raccolto
trasmessa det in et per le antiche tra nelPeredit delPuom primo.
n Un gliuoto, si dice, non pu nascer
dizioni aggiugne la fede cattolica it dom
ma della riparazione divina delP uomo risponsabite della colpadeproprii padri.
merc del sangue di G. Cm.-Venne alPuo -- In seno deiPumanit, rispondo, si ma
mo restituita la grazia santicante, s che nifest un sentimento uni-versate; la vita
naturale, alla visione intuitiva delPessere gnicativi resistenza duna legge terribite

divino. Nel render per it trono a questo e mistcriosa,della legge deredite dobli
re decaduto furongli lasciati intorno utiti
nemici da combattere e trionfare. Luomo
rialzato, possente e libero, dovette con
giugnere i suoi sforzi a quelli dun capo
generoso per dividere con lui i frutti della
vittoria.... ,
V. Del peccato tforigine in partico
lare. u E di fede cattolica , dice it Tri
dentino, avere Adamo colla prevaricazion
sua perduto per s e per noi tutti la san
tit e giustizia ondera stato privitegiato;
e quindi trasmesso a tutto it genere umano
non pur la morte e le pene corporali,ma
il peccato stesso, morte dellPanima, e tal
peccato, cos trasmesso, esser proprio ed
inerente a ciascun uomo nch cancellato
non venga colPapplicazione de meriti di
G. C. i
Al naturalismo che domanda come av
venir possa che un bambino nasca sozzo
di colpa, Poratore risponde:
u Dimostrato certo it fatto della rive
tazione,l com innegabitmente, nulla di
strano che gli insegnamenti della mente
divina vincano i contini del circoscritto
mio intelletto. Forza chinare la fronte,
aprir it cuore e credere....
n Chiuder gli occhi alP esistenza ri
velata e dimostrata del peccato dorigine
e negartto perchignorasi it come, it per

gazione in solido pel delitto e la pena tra

gli uomini. lnterroghinsi su ci le nazioni


pi vicine alle primitive tradizioni; e ri
sponderanno ad una voce esservi une

redit di delitto e di castigo"... n


u Vl. Grazia riparatrice. EraPuomo
per propria colpa caduto dalPaltezza della
primitiva sua condizione, e Dio, sovra
namente libero com, poteva per sem
pre lasciartto privo di tutti i doni delto
stato-sopranaturale. Pur, ricco in mise
ricordia, dice PApostoto, Eph. n, 4, 5 ,
per [eccessiva sua caril con cui ci am,
essendo mi morti per li peccati, ci con
vivic in Cristomer la grazia del quale

fummo salvati.
n Luomo scaduto per rimaneva egual
mente soggetto ai bisogni e alla forza pri
mitiva del suo natural tine.... Ma in si
fatto stato di decadimento non cera varco
sopra gli abissi a tutta la natura insupe
rabiti, non canale che communicasse colla
sorgente per attignervi le acque vive che
zampitlano tino alla vita eterna... In G. C.,
pel1,lui e con lui si oper una maravi
gliosa riparazione a pro nostro nel sangue
suo in sulla croce. Dal suo cuore, come da
aperta ed inesauribit fonte, scorre, per la

virt desuoi patimenti,in tutti i cuori,nel

le anime tutte, it principio sostanziale del


ch vien esso imputato e trasmesso, la sopranalural vita, la grazia santicante.

fltlS

Stf

SU

n La caduta riparata, cancellata, ri-ldrlla redenzione? Perch it popoto ebrco


messo it peccato... lddio vive nelPauiu1a eletto soto tra tutti ad esser lunga pezza
cosi rigenerata, le communica parte della it depositario esclusivo della vera fede e
sua vita, Pinalza, la penetra, Pahita, la grazia? Perch G. C. salvatore del mondo
trasforma per intero, le ridona la dignit non fu mandato che quattro mita anni
delPessere sopranaturale e la proporzion dopo la caduta che per lui riparar si do
primitiva. U uomo di nuovo reso atto vea? Perch generazioni innite e la pi
alla visione de cieli: la dignit del suo es parte del genere umano sono e saran lun
sere, le doti delPauima sua sono in armo ga pezza ancora private della luce del
nia con questo ne sublime, colP inten Hlvangelio? Come mai, se it catitolicismo
la verit rivelata e certa, non tutti Pali
zione stessa della divina essenzam.
n La necessit assoluta della grazia per bracciano. a tal che it minor numero sien
operar qual sia bene nelPordine della sa quelli che credono e van salvi, e pi colute venne difesa da padri, sopratutto da toro che non credono e son dannati?
n La prima risposta a tali difcolt de
s. Agostino, e dalla Chiesa con essi ener
gicamente che nulla pi proclamata con \.essere quella del maestro, e la troviam
tro it naturalismo di Pelagio e contro tutta nel Vangeto, in quella parabola del padre
la tosoa della natura derivata 0 con di famiglia clie degual mercede retribui
sce i lavoratori messisi alPopera alP0ra
servata del paganesimo.
n Rimane alPuomo pur nelto stato di undecima e quelh che travagliato aveano
decadenza e privo della grazia un poter P intera giornata sotto la sferza del sole.
naturale clie giugne al natural bene ed Amico, dissegli a chi si lagnava di quel
a certe virt morali, separate tatora da suo procedere, io non ti fo ingiiistizia;
qualunque credenza evangelica e da ogni non liai tu convenuto meco a un denaro?
partecipazione ai divini benecii della ri Piglia il tuo e vattene. lo voglio dare an
parazione, no l negham punto;.... ma , c/ie a quesP ultima quanto u le. Non
scompagnate dalla fede e dalla grazia, posso io dunque far quel che mi piace?
virt nulle son queste , opere morte e 0d cattivo it tuo occhio.
affatto sproporzionale al ne ch divino
n ln queste parole sta tutto it mistero.
e sopranaturale. Cotali virt e belle azioni lddio padrone de doni suoi; non niega
desavii gentiti cliiamavansi da s. Ago a veruno it prezzo convenuto e meritato;
stino magni passus sed extra viam.
a tutti offre lavoro ed aiuto; d alcuni fa
n Rispetto al bene sopranaturale, la gli oggetti privitegiati di sue largliezze e
natura e la libert senza la grazia sono favori. Qui non vha ingiustizia di sorta,
radicalmente ed assolutamente impotenti. ch far un dono libero non riutarsi a
lddio vuole it ne; ei P ha riconquistato pagare un debito....
n Altorch G. t). dice\a, partando di
per tutti, per tutti vuole ed ordina i mezzi
necessarii ed al medesimo proporzionali, menti ribelli ed incredule: Se io non fossi
venuto a toro, men sarebbero colpevoli;
vogliam dire la grazia...
n Ma come saccorda ella questa grazia altorch i ministri del Signore son co
colla libert delP uomo .' dmuaudasi da stretti a non sempre itluminare un ani
tanti e credenti e increduli....
ma debole sopra doveri a cui verrebbe
n Per chi sa riettere sulla nozion manco dopo averti conosciuti; altorch
losoca e necesaria drita conservazion sappiam certo clie Pignoranza invincibite,
providenziale e del coneorso naturale di la semplice infedelt negativa non sono
Dio, la teoria dtogmalica del soprauaturidc n delitto n causa di riprovazione, come
concorso non ha niente che possa destar non ammutolire, adorare, amare e dire a
inaraviglia.
se stesso: Che sappiam noi? Forse quelle
n lddio nclPoritinc naturale opera nel nazioni, quelle anime sarebbero state an
Puomo , e Puoino libero: due domini cor pi ree se ricevuto avessero maggior
tosoci e naturali che sono i due etremi copia di lumi e di grazie.
certi c. conosciuti della scienza, tuttoch
n Ci che non ammette dubio per la
ignotosia it vincoto clie li congiugnewn
dispensazion generale della grazia... Con
Vll. Dispensazione della grazia. u Se siderando le tante autorit rivelate clie
la grazia riparatrice assolutamente ne ce Pattestano, la carit divina ne sem
cessaria alla salute per tutti e in tutti i bra come stender due braccia immense ad
tempi, pcrcli mai, si dimauda, per lungo accogliere le generazioni e i secoli tutti e
volger di secoli, innumerevoli nazioni ab stringer Fomanit intera al seno del com
bandonate senza aiuto di sorta a s stesse mun padre. Tu hai misericordia di tutti.
e senza alcuna partecipazione agli elfclti dice a Dio it Savio, Sap. xi, 21, 25; pe

S0

ST

499

rocche ami tulle le cose che esistono e ritti stirutatori del soto inteliettmdalPaltra
non ne udir veruna di quelle che da (e le dolcezze pietistiche del convincimento

furonfalle. - Ilgliuol delPuomo, dice del cuore. Come suole accader sempre
G. C. , venuto salvare ci chera per agli ingegnosi trovatori di strade di mezzo
duto... Non gi volere del Padre vostro
che ne cieli che perisca nessuno di
questi piccoli. Mallh. x. it grande Apo
stoto , ammaestrando it suo Timoteo, or
dinavagli pregasse per tutti gli uomini,

tra errori ed errori, tra pazzie e pazzie,


tra menzogne e menzogne, to Schleier
macher ebbe a sottostare alle satire da
mendue i partiti avversarii. Accusato da
gli uni come non togico, di steait dagli

perch volere del Redentor nostro che altri, non form guari tempo scuola di
gli uomini tutti sien salvi e pervengano moderanlismo tosoco-religioso.
alla cognizione della verit i Tim. n.
* STEVENISTI. Cornelio Stevens, am
Quesf la rivelazione, dalla tradizion cat ministratore delle diocesidi Namur in qua
tolica unanimamente attestata. G. C. lit di vicario generale, riconobbe senza
morto per tutti, lddio vuol salvi tutti, difcolt nel i802 la Iegitimit del Con
gridano i concitii e l padri contro ipre cordato e la missione de nuovi vescovi:
destinaziani e i fatalisti di tutte le et.... chiedendosi per agli ecclesiastici soscri
e lddio, centro e iine unico delle ani vessero una formola di sommessione non
me nostre, le chiama e trae a s poten pur al Concordato ma anco alla legge dei
temente. Ma, rispettando la libert ad esse 18 germinale, anno X, cio agli articoli
impartita, opera in toro sol con immensa detti organici (v. questa voce), protest
dolcezza; colla sua grazia si presta, sad egli contro le pene ecclesiastiche minac
atta, per cos dire, alla natura. Nessuno ciate dal nuovo vescovo di Namur a cotoro
sar condannato per ignoranza di ci che che ricusassero obedire. Lasciate ch ebbe
non ha potuto sapere; nel giudizio di Dio le funzioni di vicario apostolico, per essere
quegli soto perir che avr proprio vo entrati in possesso delle respettive sedi
luto perire....
i -nuovi vescovi di Namur e Liegi, conti
, A chi chiedesse ancora come lddio, nu, qual dottore privato, a dirizzar al
largir potendo a un uomo un aiuto pi clero e a fedeli lettere, avvisi e istru
pi gagliardo e vittorioso, per questo no i zioni in cui condannava che che avesse
fa e it fa per quelto, non v ha altra ri anche appena Papparenza di tacita appro
sposta se non questa: che Dio libero vazione della legge germinale.
ne suoi doni, che a tutti d i mezzi suf
Nei i805, alcuni fedeli della diocesi di
iicienti e veri, noti o ignoti, e che it Namur, condotti da tre sacerdoti,avendo
buon uso di tai mezzi dipendendo, col sus fatto vero scisma, Stevens disapprov la
sidio della grazia, dalla libert umana , tor sclsmatica opposizione; e perch con
avrebbe di certo condotta Panima a trion sideravan lui soto come tor capo spiritua

fare. A questo punto forza fermarci e ri le, per essere stato tor vicario, dichiar
cordar le parole di s. Agostino: Noli hoc a sacerdoti chei toglieva ad essi tutte le
quwrere, si non vis errore. n Ravignan, facolt. Quantunque ei condannasse cotali
Confr. sur Uordre surmzt.
scismatici, furon tuttavia chiamati steve
*SOPRANATURALISIHO.lncredulit ri nisti per un abbaglio che in fonte derro
spetto ai fatti che presentano nelPind0le nei giudizii fatti rispetto a Stevens, Po
o nelle conseguenze toro un carattere pro steriormente i tre scismatici presero it
digioso, la quale incredulit, ammettendo nome di non-communicanli.
essi fatti non propriamente come per mez
Stevens tenne per itlecito it giuramento
zo divino manifestati ma sol come storica dato dalla legion donore, siccome quelto
mente e quindi sufcientemente dimostra che conteneva la legge del germinale. Al
ti, ricorre tuttavia al criterio della ragione torch usc it catechismo delPimpero, non
individuale, per fabricarsi un sistema su solamente insegn che i parochi non p0
ci che convenga dedurne. M
H
teano adottartto, ma voleva gli si dichia
Tra questi due campi nemici, governati rassero apertamente contro. in occasione
da Hegei, Feuerbach, Bauer, ltlarbeineke, dei decreto is febraio i8oo sulle ospi
Breischneider ed altri teotogi toso, che taliere, sostenne che le antiche ospita
tutti, aderendo pi o meno alle dottrine liere non potevano in coscienza accet
delto Spinosa, avean pure, pi o meno, tare gli statuti imperiali. Lev pure ga
Kant per toro evangelista. si stabit it pa gllardamente la voce contro i decreti
store Schieiermacher, inalzando it vessit del iale che istituivano Puniversit. Dopo
io dun eclettismo pacicatore, da lui in la bolla di scommunica contro P impera
ventato, ammettendo da una parte i di tore, scriveva non saper comprendere co

500

Si

me un paroco che continuasse a pregar


publicamente per Napoleone potesse reputarsi quieto in coscienza davanti a Dio
ed alla Chiesa.
Gli scritti di Stev ens fomentarono lo
scontento nel Belgio; onde la sua testa fu
dalla polizia messa a taglia. Sottratttosi,
visse sin dalla tine del i8le ritiratissiluo
a Fleurus, e Panno i814 rimase libero.
senza per voler ripigliare iltticio di sorta,
e mori nel i828 nella sua residenza di
Wavre.
Stevens erasi protestato sempre obediente alla santa sede. llland pure tutte
le sue opere si stampate che manoscritte
a Roma, pregando it papa iPesaminare la
sua dottrina e denire alcune questioni;
ma pare che la santa sede non abbia voluto ritornare su questioni spinose che
non era pi necessario decidere. Tutto
che Stevens abbia spinto troppoltre Popposizione , non si ha ragione di tenerto
per anticoncordatariii. V. questa v. e BniaCIAliDisMO.
* S'l0NFPl. Una delle tante selle degli
Stati-Uniti , cosi chiamata dal nome del
suo capo Stone- e seguace della dottrina
ariana. E detta anche setta devuovi lumi (newlights).

ST
fondamento sugli evangelii, ne quali tro
vansi registrate la vita e la dottrina del
livino legistatore, avvisossi to Strausf
che, gittata a terra questa base, la nostra
fede avesse a restar senza appoggio, e
concepi quindi it pensiero di ridurta ad
una larva. con questo intento, tassi egli
inanzi tutto a crollare Fautenticit degli
cvangelii, combattendola colla maucania
o inutitit delle testimonianze sia esterne
sia interne che mititano a favore di essa.
Stando a lui, tate autenticit sarebbe slala
riconosciuta non prima del nire del Se
coto ll. Ges sera spacciato pel messia
promesso alla nazione ebrea: alcuni cre
duli discepoli dieder consistenza a que
sPopinione: fu mestieri afforzarla con fal
miracotosi ad esso attribuiti. Su questo
tipogenerale si forminsensiblnienteuna
storia della vita di Ges la quale con suc
ccssive modicazioni pass nei libri ap
pellali poscia Vangeto. llla non ci sono do
cumenti contemporanei; unico canale per
cui posson essere stati trasmessi la tra
dizione orale in unepoca gi troppo ton
tana dalla sua origine perch possameri
tare appena credenza sui fatti chela com
pongono. Son questi pervenuti ad esfa
avvolti in tango straniero. La memoriadet

* STRAUSS (DOTTRINA Dl). Davide fondatore non fu pi che it pio frutto delle
Federico Straussmativodel virtemberghese, fu discepoto di Schelling e mut la eostui scuola con quella degli itluminati, de
quali confesa ei medesimo aver adottato
gli strani errori. Con un passaggio ditticite a spiegarsi, fe tragitto dal misticismo

fantasie, [opera duna scuola voltasiaii


vestirne la dottrina dun simboto vivo.
Mente perci di reale si trova in queill
storia; tutto it nuovo Testamento risolvei
in una lunga nzione mitotogieaurrogalf
a qneltn delPantica idolatria.

alla pi fredda incredulit. Uinterprela-

n Non abbiamo per tin qui che la meia

zione de Libri Santi per via d allegoria


era di moda (v. EsEGETl TEDEsCHI) , e reca
stupore it veder la noncuranza della teotogia transrenana alla vista duna rivoluzione
una tradizione
che alle antiche
senza Vangeto,
credenze un
sostituiva
eristia-

del sistema.
n Nel complesso della storia evangelifa
discopre to Strauss un gran mito (V- llllc
st voce), un mito fittosoco, la cui so
stanza,
questo nuovo
diciegli,
tipo
Pidea
si riferisce
delFumanit.
che che S1}

nesimo senza Cristo. Strauss, che compha scrittori sacri ci narrano della prima eta
i suoi studii teotogici a Berlino, invoglios- della chiesa cristiana, cio: Pumanital)
si di sorpassare i suoi anteccssori nella Funione del principio umano col princi
carriera del razionalismo, i quali non altro

pio divino. Se questa idea appuriscene

parv ero asuoiocchi se nonsetimidi ragio


natori che non avean saputo cavar tulle
le conseguenze che poteansi dai toro priucipii; e avrebbe chiesto toro, come gi i

gli evangelii sotto la veste della storiaf


della storia di Ges , gli perch, a n
tPcsser falta intclligibite e popolarihfw
vea essa venir presentata non in manieia

sociniani ai protestanti, perch si fossero astratta, ma sotto la forma concreta della


arrestati al bel mezzo della \ia. Con pi vita dun individuo. mendo poi Gesn,
ardire di costoro tracci egli it disegno personaggio santo, ri-pettato qual Di-l
iFunlpera destinata a presentare la storia fatto roinpremlere pel primo ci che fofs
evangelica sotto un aspetto nuovo. Que'

Fuomo e it tinc a cui dee tender illltltlu

sto dlscgno ci viene sposto nella maniera


seguente da monsig. Guitton vescovo di
fllarocco.
u scudo che la fede cristiana ha suo

Fidea dedP umanit rimase, a cost ilire.lr


ncssa alla sua persona. lira essa continua
niente inanzi agli occhi de primitiurii
stiani mentre, scri\e\alio la vita del luin

5.1.

Si

504

capo. Onde avvenne che, senza sapertto , dalPorigine de fatti) lasciarono mai in
riportassero tutti gli attributi di questi travedere it minimo sospetto sntPantenti
dea su colui che Pavea fatta nascere. Cre cit della storia di G. C. Celso, che appone
dendo tesser la storia del fondatore di tor a cristiani, senza addurne prove, daver
religione, fecero quella del genere umano alterati gli evangelii, non viene con ci
considerato nelle sue relazioni con Dio. a riconoscere un testo primitivo od au
n Gli chiaro che la verit evangelica tentico dessi sacri libri? Anche Porrio
scompare sotto una tale interpretazione; non mnove it pi lieve dubio sulPorigine
che le opere sopranaturali di che si al toro. Maggior nerbo ha poi la testimonian
forza rimangono problematiche e imagina za di Giuliano, cresciuto in seno al cristia
rie; che, anche supposta Pesistenza sica, nesimo e promosso al grado di lettore, nf
G. C. fu puro uomo, estraneo alPopera cio del quale leggere al popoto le Scrit
sua e spoglio di tutti i caratteri di man ture. Or questi, non che neghi Pautenti
dato divino pel quale gli si avvengono le cit de Vangeli, ne nomina espressamente
gli autori. Come dar ragione di questo
nostre adorazioni. n
La comparsa di quesPopera eccit at consentimento pienissimo de cristiani coi
tissima indignazione in Germania e in tor accaniti nemici? Pu egli supporsi
Svizzera, indignazione che and no al senzassurdo che o abbian avuto potere
Porrore per la persona di Strauss, come di farti da essi adottare o siensi accor
confessa ei medesimo. Pur quattro edi dati seco per commettere una tale infe
zioni della Storia. della. vila di G. C. re delt? Arrogi che non si pu assegnare il
carono inno agli ultimi conni dEuro tempo in che un falsario abbia potuto
pa insiem col nome delPautore it veleno inventare cotesti evangelii. Non mentre
vivean tuttora gli apostoli, ch questi
delle sue dottrine.
Principio essenziale e fondamentale del avriano svelata Pimpostura e mandato con
libro di Strauss : non avere i vangeli fuso it falsario; non dopo tor morte, per
nessun carattere d autenticit e doversi ch viveano i discepoli immediati degli
perci di necessit far ricorso alP inter apostolie la chiesa era piena di vescovi
pretazion mitica. Svolge egli la sua tesi che avean vissuto con questi ultimi, e n
traendo fuori una lunga serie dobiezioni gli uni n gli altri avrebber certo consen
cento volte messe in campo, e cento volte tito si ammettesser libri inventati a ca
dagli apotogisti del cristianesimo confuta Ipriccio. E col crescer delle chiese e dei

te. it perch gli si pu rispondere sia col fedeli diveniva sempre pi incredibite e
provare che it suo principio falso in s impossibite la supposizione d essi libri ,
stesso, sia col distrugger le prove onde si per la sempre maggiore difcolt della
collusione e complicit.
studia porto in sodo.
Se la storia di Ges lavoro di testi
Dimostrata cosi Porigine apostolica dei
moni di veduta o almeno di persone vi vangeli, cade al tutto it principio su cui
cine ai fatti, la teoria delto Strauss cade tondasi to Strauss. Le obiezioni partico
a terra. Or che opporr egli alla tradizion lari poi ch egli viene adducendo contro
costante, universale, immemorabite, alla essi vangeli tutte si fondano sopra appa
fede publica della societ cristiana , alle renti contradizioni e sul carattere sopra
dichiarazioni non punto equivoche de naturale onde sono improntati. Gli gran
Suoi pi ardenti avversarii, alPimpossibi pezza che si fatte pretese contradizioni
lit d assegnare unepoca in cui questi furono tratte in campo quale argomento
primitivi articoli del cristianesimo abbian insuperabite contro it vatore storico de
potuto essere inventati da un ciurmado racconti del nuovo Testamento: Celso nel
re? Unlntera societ non potea per fer secoto lt, Portrio nel lll le gittarono in
mo ammettere scritti contenenti la regola viso ai cristiani; ne tempi dappoi alcuni
di sua credenza e condotta, scritti da lei deisti inglesi, lliorgan, Chubb ed altri die
avuti in venerazione siccome inspirati e der toro importanza: Lessing ne sponeva
a cui facea ricorso in ogni sua controver una diecina, dette da lui inconcitiabiti e
sia, senza pigliarsi la pena di esaminare tali da meritare Pattenzion de teotogi. Gli
con tutta cura e rigore se fosser lavoro apotogisti della religione a quella vece vi
degli apostoli, da cui soltanto derivar toro ravvisarono una nuova dimostrazione della
potea quel sacro carattere che a mede veracit degli scrittori sacri. Ove gli apo
stoli fossero stati impostori , dicean essi
simi sattribuiva.
Nessun de nemici del cristianesimo ne a proprii avversarii, non avrebbero man
primi secoli (e si che navea di valenti e cato per fermo , dopo concertata tor fa
scaltri ed erano men tontaniche to Strauss vola, di raccorre in un sol libro i fatti e
Brncisn. Vol. VI.

65

502

SU

SU

i punti di dottrina intorno a cui si fossero zionamento. Vi diranno come gli attuali
accoutatt: taver gli apostoli trascurata co sistemi dbrganizzazione derivino da una
testa cautela prova chessi alla verit successione eterna delle medesime specie,
lasciavano la cura di risolvere le difcolt senza puntto iniziale come senza probabtl
che per avventura si sarebber potute op termine ultimo, ovver da una graduale
porre.
.
trasmulazione delle specie, Puue uctPal
Uantipalia per tutto che ha Pimpronta tre. u La creazione, secondo questi nuovi
di sopranaturale fu una delle principali avversarii, un fenomeno di signicato
ragioni che indussero to Strauss a negare puramente teotogico o mitico.... Uuiuauit
it racconto evangelico. Ma, anche rigettato che va successivamente trasformandosi,
it Vangeto, non ha egli nito circa la biso per to che viene spinta verso uno stato
gna de miracoli. (ti rimangono tuttavia it indenitivamente pi perfetto, non al
libro degli Atti e le principali lettere de trimenti una serie rotta di annelli fram
gli apostoli. monumenti delPantichit cri mentarii, sibbene un sguito di evoluzioni
stiana, bastanti senza dubio a porre in senza tine. Ecco la grande scoperta mo
sodo i fatti pi importanti da lui voluti derna, la suprema verit della tosoa, la

gittare a terra. Siccome per it ven

dottrina della perfeltibitil che sarlo

dicare essi fatti col soccorso de mento


vati documenti e it rispondere alle sin

salvezza, del mondo! Encycl. noco.,


art. Christianisme , Ciel. - Le Itoux,

gole obiezioni ci trarrebbe pi in lungo De Vhumanile, de son principe el de


che non comportino i conni dun sem
plice articoto, rimandiamo chi sia vago di
particolari alPopera del sopracitato mon
signor Guitton: Esame crilico delle dol
trine di Gibbori, del doll. Stranaa e di

Salvador sopra G. C., il suo Vangelo, la


sua. chiesa, e alPaltra del dott. Tholuck
in cui to Strauss viene confutato expro,
fesso.
* SUCCESSlONE INDEFINITA DEGLI
ESSERI. Sistema inventato per combatter

la,Genesi, e cui prezzo delP opera it

son avenir.
Queste dottrine panteistiche, asserito
dai toso della natura, veugouocoofulaie
dalle scoperte siotogiche, le quoll chia
riscono bugiardo e nulto it sitema dei
Lamark, degli Oken , ec. La geotogia ci
somministtra esa pure argomenti che git'
tano a terra le teorie arrisclrialeintornoal
Porigine del mondo e segnatamente quella
che spiega Pesistenza delle specie altua
per via dnno sviluppo o dun tramuta
mento delle specie che furono preceden
temente.
l't.

confutare.
u Se in ben comprendo la geoiogiaiine
La Bibbia, dice de Cauvignyme fa sa
pere esservi stato un tempo nel quale Hitcheock, questa scienza, anzi chc inse
nessuna delle attuali forme organiche erasi gnare Paternit del gtobo , prova a qit"a
per anco mostrata sulla supercie del gto vece, pi direttamente che far non po:
bo; un tempo in cui it mondo era senza trebbe nessunaltra scienza, le diffeienti
P uomo e tuttavia continuava tranquitla rivoluzioni in esso accadute e le viirlf
mente it suo corso. Sappiamo altresi da razze di esseri onde fu abitato avere avu:
essa come un giorno, non ha tanti anni , to un cominciamento e contenere in se
lddio sofasse in sul nulla per trarne certe forze chimiche le quali, pcr0ltePessere e gittasse profusamente la vita rarne immedinlalnente la disttruziont,non
nel mondo materiale. Ci teniam per certo! hanno uopo che iPesser poste in libert
noi cattolici, che crediamo to scrittore della dal volere di colui che le cre. "G60
Genesi inspirato, e cosi per certo da non logy ofMasvachussels. Atta medesima ii
temer puntto che le scoperte scientiche iazione fu condotto Cuvier dalle sue osser
arrivino giammai a chiarire assurda la vazioni sui fenomeni geotogicinmsc. N!
nostra fede.
les rvolulions da globo. m:
Infatti, che che ne si'a della vertln.
Pur vebbe di tali che vi si provarono,
quasi tor dolesse vedere it ditodi Dio in o della fatlacia delle differenti teorie diti
tutte le cose a indelebiti caratteri impron dotti rispetto alP origine delle piu auli:

tatol Rigettato it racconto di Mos, arri


schiarono a migliaia le teorie a n di spie
gare Porigine del mondo e porgere anco
una Genesi della creazione. Ove diasi retta
a costoro, gli esseri esistettero sempre, se
non sottola forma che veston presente
mente, sotto unaltra almeno di cui P at

che rocce straticate , quali che sieno gli


agenti chebber determinato i mmimeiiu

de materiali inorganici ondesse si coin


pongono, gli certo che mancano assolu
tamente avanzi organici in tutte le potj
zioni inferiori di lai letti o strali indicali
sotto it nome di primitivi. Non risulta egli
tuale non che uno svituppo e it perle. da questo fatto che auna cerPepoca,a un?

SU

SU

poca anteriore agli strati del periodo di


transizione in cui comincia a mostrarsi la
vita, non esisteva verun ente organizzato
animale o vegetabite? Se, a n di scoprire
le cagioni di tale mancanza, noi cerchiamo

tore sulle falde pi vicine del granito avea

quali condizioni sieno state pienamente


imposte alla terra; se studiamo i fenomeni
principali presentati dalle rocce non stra
ticate e dalle vulcaniche. saremmo in
dotti a riconoscere, col pi dei dotti, co
me fatto quasi dimostrato per le moderne
scoperte, che tutti i materiali del gtobo
furono primitivamente mantenuti in uno

stato di uidit merc Pazione dun catore


intenso che faceva di essi come un vasto
mare ardente. D onde consguita che la
sua temperatura fosse troppo elevata per
poter essere abitato da alcuna specie di
esseri organizzati o permettere alla vita
di dispiegarvi le sue maraviglie.

503

distrutto gli avanzi degli esseri che altora


esistevano. Questa spiegazione, lungi dal
risolvere la questione, non fa che prolun
garta; conciossiach sia forza sempre it
risalire a un epoca nella quale gli ele
menti del gtobo e Pinsieme de materiali
costituenti it granito fondamentale fossero
in istato di liquefazione incompatibite con
qualunque organica manifestazione.
Pure Tueker sostiene che una si fatta
incandescenza non rendesse impossibiti
Porganizzazione e la vita; e per dare al suo
sistema un ombra di verisimiglianza , si
lascia andare a tutti i sogni duua fantasia

in delirio. u Chi sapr indicare, dic egli,


entro quai conni possa la mente innita
variare le proprie manifestazioni? Chi di
mostrer impossibiti organizzazioni affat
to differenti da quelle che abbiam sotto

u Le condizioni pi antiche della terra gli occhi? Chi sa quali cavit si ascondano
e delle acque costituiscono adunque, di in seno alla terra e quai creature vive
remo col dott. Buckland, un ordine di cose possauoalbergarvi dotate di sensi a noi
incompatibite con qualsiasi animale o ve ignoti, le quali ricevano dalle correnti ma
getale esistenza; e perci nefenomeni gnetichei servigi che a noi presta la luce
naturali troviamo testimonianze che pon e dalla elettricit sensazioni gagllardo
gono in sodo questo fatto importante, es quanto quelle che vengono a noi trasmes
servi un conne a partir dal quale eb se dai suoni e dagli odori? Su che fonda
ber ilriucipio le forme tutte assunte dal mento oseremmo noi affermare che non
Pesistenza, vuoi negli animali, vuoi ne ponno esistere corpi vivi la cui organizza
zione resisia alP incandescenza solare, che
vcgetabiti.
, A quel modo che negli strati o suoli abbian per elemento it fuoco, ossa e mu
susseguenti la presenza degli avanzi orga scoli formati di terre sse,metalli in fusio
nici ne addita la mente creatrice in tutta la ne a luogo di sangueedumore; o che altri
sua polenza,sapienza ebont che coordina non ne sieno stati creati per le regioni
i progressi della vita nelle diverse fasi da fredde di Saturno, nelle cui vene circo
essa subite sulla supercie del gtobo, al lerebbero uidi che vincono in sottigliez
modo stesso la decienza toro negli stati za gli spiriti per arte chimica pi puri
primitivi- ci fornisce gagllardo argomento cati? a Light of Nature, Lui, c. 1o.
Certamente che ci ignoto, rispondiam
per istabittre esservi nella storia del no
stro pianeta unepoca investigabite a qua noi, in che limiti sia piaciuto al Creatore,
lunque indagine, fuorch a quelle della di circoscrivere P azion sua; certamente
geotogia, e antecedente ad ogni manife altresi pu it pensiero tra gli esseri possi
stazione della vita. n La gologie et la biti supporne di tali la cui natura e le pro
mineralogia dans leurs rapporta avec la priet differiscano al tutto dalla natura c
dalle propriet che al presente posseggono.
thotogie nalurelle, t. i. ,
il perch, tutti gli osservatori di con Quelto per ch fuor di dubio si cbe
certo riconoscono, a malgrado delle pi gli elementi chentran nella composizione
assiduo indagini, essere impossibite to sco decorpl son soggetti a leggi generali e
prire veruna traccia di frammenti organici universali, n da che fu creata-la materia
negli strati o suoli inferiori ai terreni di hannoesse subito variazione di sorta; e
transizione, e, secondo questa circostanza, non meno indubiiato si che la tempe
abbiam ragione di riguardarte siccome un ratura dun pianeta in fusione non avreb
deposito avvenuto in epoche che prece be permesso svitupparsi a nessuna forma
dettero Papparizion della vita. Cionondi organica animale o vegelabite analoga a
meno si pretese chella avesse potuto be quelle che esistono attualmente o di cui
nisimo svitupparsi durante la formazione veggiamo gli avanzi nelto stato fossite.
delle primitive rocce stratiticatealtor pu Abbiam quindi dritto rPaffermaro che a
re chesse trovavansi in uno stato di li una cerPepoca nessun essere vivente erasi
qucfazione ignea, ma che Pazion del ca per anco mostrato e che la vita negli or

504

SU

gaui sol posteriormente a lal generale li


quefazione divenuta compatibite col ca
tore del gtobo.
u Questa conclusione, aggiugne Buck

land, tantto pi importante perch to


gliePultimo riparo a cui fanno ricorso non
pochi toso speculativi sia che nelle tor
teorie spieghino P origine delle organiz
zazioni attualmente esistenti con una suc
cessione eterna delle medesime specie,0v
ver che imaginino evoluzioni di specie
Pune alPaltre succedentisi, senzatto ve

runo di creazione diretta e ripetuta; ne


gando s nelPuno che nelPaltro caso Pe
sistenza dunepoca prima, dun punto di
partenza, nella serie innita voluta dalla
toro ipotesi. A cotesta teoria non sera
mai fatto denitiva risposta inno al gior
no in cui per le scoperte della geotogia
fu dimostrato che le specie attualmente
esistenti ebbero un cominciamento e che
questo cominciamento veritcossi in une
poca comparativamente recente nella sto,
ria sica del nostro gtobo ...., che, per
conseguente, la dottrina duna successione
eterna e iusiememente indenita, net pas
sato e nelPavvenire, del pari insoste
nibite. Op. cil.
Cuvier, dopo fatto attento e profondo
studio sui diversi animali che si trovano
nelto stato fossite, domanda a s stesso se
si possa supporre che le razze attuati sien
modicazioni di tali razze antiche, modi
cazioni che dipenderebbero dalle circo
stanze tocati, dal cangiamento di clima e
da una lunga successione di secoli. Quanto
a lui, rigetta una colate supposizione e di
chiara dover essa parer verisimite a co
tor soli che credono possibite indenita
mente Palterazione delle forme ne corpi
organizzati e pensano che i secoli e alcune
abitudini valgano a trasformare Pune nel
laltre le specie tutte o farte derivare da
una sola tra esse. u Ma se le specie, dice
poscia, cangiarono per gradi, trovar si

dovrebbero tracce di s fatte graduali mo


dicazioni; scoprir si dovrebbero alcune
forme intermedie tra it paleoterio e te
specie doggidi, it che insin qui non per
anco avvenuto. Perch le viscere della
terra non conservarono esse i monumenti
duna geotogia si curiosa, se non perch
te specie d un tempo erano costanti al par
delle nostre? Disc. sur les rvol. itu
globo.
Lungi che to studio degli animati fos
siti dimostri e confermi la pretesa legge
di trasformazione, iPevoluzion successiva,
la prima cosa che si osserva quator si fru
ghi nei terreni in cui mostransi le pri

SU
me tracce della vita organica, imatora si
ordinino gli antichi avanzi iPanimnli rac
chiusi nette tor viscere, che le quattfo
ramicazioni del regno animale, i verte
brali, i molluschi, gli articolati e tra
diali, cominciarono ad esistere al tempo
medesimo. Si osserva altres che le leggi
per le quali reggevasi altora la vita ani
mate sono attualmente le stesse e furono
ognor tisse e immutabiti; la qual costan
za produce unintima connessione tra i
generi estinti e i varii gruppi desseri che
coprono di presente la supercie del gtobo.
l pesci sono tra i vertebrati que che
nella serie animale esibiscono le forma
zioni di transizione o passaggio. Or, basla
dare lnfocchiata alla storia de pesci fos
siti, da che ebbe principio la vita sotto
marina inno ad nostri, per convinceisi
che ciascuna delle forme principali der
ganizzazione onde si vestono i detti ani
mali esisteva gi nelle et pi remote del
nostro gtobo. Notasi una perfetla somi
glianza tra i denti, le squame, le ossa dei
pi antichi pesci sauroidi della formazione

lignitica (it genere megallchly-s) e quei


dettPattuat genere lepidosteo. Pignsi i
denti e le spine ossee del soto castra
ciori che costituisce ancor adesso parte
della famiglia degli squali, si confron
no colte tante forme estinte di quefta
stessa sotto-famiglia dei cesttracion con

tenuti in quantit considerabite nelle foi


mazioni carbonifere e secondarie, e vi s
scorgerauno di ben manifeste somiglianie.
Un fatto non men ritevante, chiarito dalto
studio de pesci fossiti e che distrugge af
fatto la dottrina delto svituppo graduale

o della trasmutazion delle specie che,


invece duna serie devoluzioni verso 1100

stato indenitamente pi perfetto, deei


ammettere qui, come iu molti altri casi.

una specie di svituppo retrogrado it qual


procede dalle forme complesse alle sem
plici. Ne nostri periodi moderni noi scon
triam soltanto ripartiti sopra famiglie se
parate parecchi caratteri organici che in
certe specie, a tali antichissime epoche
ravvisavansi uniti. Onde, tra i pesci al
tuali, due soli generi rappresentano i sau
roidi i quali,gi surrogati ne letti terziarii
da meno perfette forme, giungono a une
norme corporatura nette formazioni ligni
tiche e secondaire.
La molte e fragite struttura de mollu

schi tolse toro di poter resistere a luttelt


cause di distruzione che operan su di essi.
E nondimeno questa ramicazione del re
gno animale offre in queste stesse forma-

zioni non poche famiglie e generi che

<4

SU

sembrano aver occupato a migliaia gli an


tichi mari. Taluni, come gli ortoccratili,
gli spirifer, i produtti, chiamati tra pri
mi a porsi sulla supercie del nostro pia
neta , gi da remotissimo tempo si sono
spenti (v. d0rbigny, Tobleau des cpho
lopodes), nel mentre che altrif, come i
1nutili, i terebraluli, attraversaronotutti
i periodi geotogici e si perpetuarono tino

a di nostri. Ma quantunque gli organi


sieno quasi al tutto scomparsi, i tor nic
chi esteriori e tatora un apparecchio in
terno possono ancora servir di scorta a
chiunque vorr restituire alla luce cotali
numerose trib da innumerabiti secoli se

polte nelle profondit della scorza del

SU

505

[di Lyme-Regis furono scontrate delle sep


pie i cui gozzi, tesi a cagione dun simit
liquido , mantenevano relativamente alla
spina dorsale la postura che osservust tra
cotali organi newalomai che abitano i
nostriimari attuali.
ll sig. Owen, in uneccellente memoria

uscita nel 1852, prov come gli animali


de nautiti fossiti facesser parte duna fa
miglia di molluschi cefatopodi accostantisi
alla seppia commune. E sembra eziandio
che le ammonili adempissero, nelPeco
nomia degli animali che Pebber costruite,
le funzioni a di nostri assegnate alla con
chiglia del nautilo pompilio. Se noi per
tanto siamo indotti ed anche costretti a
rintracciare nelto studio della natura vi
vente la storia de caratteri e delle abitu

gtobo. Non citeremo tra le conchiglie le


zmivalve e le bivalve e le mollilocnlari
separate, che, conservate nelto stato fos dini di quegli esseri estinti, non forse
site negli strati di passaggio pi antichi, una prova evidente che leggi costanti ed
presentano una grandissima anatogia colle invariabiti presiedettero dalPepoche pi
specie attualmente esistenti. Dal vedere remote alto svituppo di toro organizzazio
s fatta intima connessione it sig. Brode ne t Deesi ancora arrogere che, se molte
rip dedusse dover essere state toro asse conchiglie conservano la primitiva toro

gnate dal Creatore le medesime funzioni; semplicit in mezzo ai mutamenti operati


gli animali a cui servivano di difesa avere sulla supercie del gtobo , osservasi al
le stesse forme ed abitudini, sostener le tresi che sovente le forme pi inferiori
stesse parti nelPeconomia generale sotto delPauimalit furon precedute da altre pi
marina che i nioliuschi che abitano pre pertette.
sentemente i nicchi modicati alla stesa
Le quattro classi della ramiticazione de
guisa. V. Pintroduzione alla Memoria in gli articolati hanno esse pure de rappre
torno ad alcune nuove specie di brachia sentanti dal periodo della transizione in
podi di Broderlp, nelle Transacl. golog., sino a nostri di. Le prime tracce di questi
animali appartengono alla famiglia dei tri
tom. l.
Prendiam Pordine de trachelipodt, di lobili; e quantunque paia questa essersi al
visi da Lamark indue grandi sezioni: gli tutto spenta iin dal principio della serie
erbivori e i carnivori. Sappiamo che que secondaria, presenta con tutto ci certe
sti molluschi percorrono i nostri mari anatogie di struttura che fan coltocare i
quai veri tiranni e che una delle due gran pi antichi trittobiti a lato da nostri at
di famiglie de secondi, per mezzo di mau tuali croslacei. V. Audouin , Becherches
dibole dacciaio,divorano i testacei novelli sur les rapporta nalurels qui existent
e i pesci. Ora migliaia di conchiglie vuote e entra lea trilobiles et les animaux ar
pertugiate si scontrano di frequente negli ticuls. Si raccostino i trittobiti, di cui fu
strati terziarii ove abondano i trachelipodi dimostrata la presenza in tutta P Europa
zoofagi. Gli strati inferiori alla creta nes settentrionale c in non pochi luoghi del
suna traccia conservarono della presenza PAmerica del nord, nelle Ande e al Capo
di cotali molluschi , e tutto ne induce a di Buona Speranza, si paragonino ai cro
credere che altora non esistesser punto; stacei del genere sercolo, ai limuli, al
ma la mancanza duna trib rapace in tali branchtppo degli stagni, e appena che
formazioni fu compensata dai cefalopodi, si possano scoprire nella struttura gene
testacei che, come i primi, sembran essere rale alcune lievi differenze: e si avr cer
stati destinati a limitare P eccessivo svi tezza ancora della relazione stretta che
luppo della vita animale nei mari antichi. unisce fra toro le diverse famiglie del re
Dubitiamo altres che si possa scoprire in gno animale. Sappiamo essersi preteso rin
virt di qual legge e da quanto tempo la venire nelP organizzazione de trittobiti ,
seppia commune e parecchie altrespe nelle funzioni tocomotrici insieme e re
cie di cefatopodi sprovedute di nicchi spiratorie sostenute dal tor membri, it
esterni abbiano appreso a gittare un ti rudimento, it germe, it ceppo estinto dun
quor nero e viscoso per isfuggire a tor de al volger delle et derivarono per
nemici che li inseguono. Oltreci, nel Lias serie di successive evoluzioni le diverse

500

SU

forme crostaccc pi elevate. Ma in altora


perch si trovan nel liranchippo niin.ic
condizioni organiche al tutto semplici co
me quelle che ci csitiiscc la famiglia din
trittobiti? Pcrchc it lilnuto, che fu veduio
n nelle primi: eia. passato pcr itniic lc
formazioni serbamto sempre le suc formc
intermedie? Anche queta sostanziale iiu
rnobitita d una mcntita formale alle itlu
orte teorie rletta scuola progresiva.

iltorchc a nostri geotogi vennc sco


perta la traccia dun occhio in un fossite
informe, fu tor forza confessare che, al
Pepoca in cui esso vivea, dovea la luce
esser v isitiitc. Se pocia {fnatomizzan quel
Porgano, se to vcggono attraversare tutti
le formazioni senza pasare pcr una serio

SU
zione una dclicatczza , una perfezione
unarlnonia che inutitmente cercherebbesi
ine mccauismi usciti datta mano dell uo
tuio. Se non che iPimproviso,dinanzi a si
fatto inaiwiviglii:, iuridea venuta non sa
prri iFonde folgora sul suo intelletto,

gli connIrinIliCa una tal quale violenta


scosa c linizia alla gran legge della na
turn. Ed eccoto dun tratto soto itipiegare
imlnc.itiatamcntc la lunga serie delle tras
formazioni da esse subte inanzi arrivare
alto stato nel quale a uoi si esibiscono.
Sciaguratamcntc P oervazione rigetta
questa pretesa scoperta nel novero de
sogni fantatici che agiian tatora i cervelli
infermi. E valga it vero, se noi squarciamo
le viscere del gtobo, se attraversiamo le
formazionhse discendiamo insino agli stra

di cangiamcnti dalle forme pi semplici


alle pi complicate, conservando sempre ti in cui la natura prima, la natura morta
lc disposizioni mccaniche lc quali attual e puramcute: minerale sembra tuttavia
mente entrano a compor ali occhi ne ero tcontenitcr Pimporo alla natura organizzanstacei e negli insclti,rluvrauuo ammettere. tc, dapertutto sul notro pasaggio incon
sotto pena di dare in nuove incongruenze. treremo gli avanzi dcgli animati radiali.
una tal perfezione non i:ser l opera de Perci certe farniglie della clase itogli
secoli. Or, ci appunto avviene de tritto ediiiuirteriii si \i:g{-;0n0 in tutti gli strati.
hiti: i toro occhi accumulati ue"letti csirc, Le specie vive, pote a confronto colle
mi e itnwrnnciiti deita serie della Crcii7.ii)ni: specie fossiti, presentan, gli vero, forme
c. quelli del limuto, dei sercoli, de liran, variate; ma sotto questa variet avvi
chippi del momto attuale son costrutti sul nnunit:i di disi::ano talmente perfetto che,
medesimo dicguo, giusta to tesso prin per ipicgure si fatta misteriosa uniformi
cipio, presentano le stesse moditicaziini. tii. bisogna ainmcitcit: Pazione dPuna men'
in relazione sempre col mezzo pel ipiaic le unica e scinpri: la stessa.
Mii generi. c spesso nelle intere fami
furono crcati. Questa coincidenza. questo
accordo. questa perfetta armonia uon son glie di cui tali gcncri fan parte, Porganiz
forse prova dclrintcrveuto attivo d una znzionc trovai siunpre fondata sui mede
potenza creatrice, nliicu, iutcitigcutc, anzi simi principii: di pi, esa presenta iu
che dclla stupida legge della pcrfottibitit quelle epoche remote un grado di perfe
zione non minore delPaltnale. Quatora ne
indenita?
ln quai tutto le formnziorii , datte pi pigli vaghezza di scoprire la natura di
antiche alle pi recenti troviamo anche it tali avanzi fossiti, raccor gli elementi della
serpulc nelto siato fossite; it che ci idrliga toro storia, siamo sovente costretti a vot
ad assegnare iurorigin1: rimota albordiuc gcrci alle specie che attualmente esistono
cui appartcugouo gli unueliiti c lnfciiii: per irovare la soluzion dci problema.
ln continuit non inni interrotta di toro Quindi la scoperta della peutacriiiila te
esistenza. Per le oservazioni rit1wiaiuu S/(L di llcdusu. e della penlacrinila dEu
purc antichisimi eser sul globo gli iirai: ropa diventata per noi una accola che
nirli c gli insetti, conciossiacti in terreni ne prccode c scorge nelto studio delle for
straticati di riunotissima iinta si scontrino me pi antiche del genere [ientacrinito ,
avanzi clic pcrtcugon0 si ultuua che al- la pcu/ocrini/a briarrea del Lia. E, ben
lungi che un tale studio comparato possa
Paltra classe.
Vcgciamo neIPacqua rlonotri mari mo fornire un argomento in favore della dot
derni forinicolarc animali per bellezza e trina dei [irogreso indenito , ci rivela
variet di forme maravigliosi. Ove per nelPorgxanizzazione di ipieta specie si ve
caso alcun partigiano del progreso venga tuta iurnrmonta si grande, una nitezza
a fermar gli occhi su cotali vaghi ordini di combinazioni pi ammirabitc che in
iluiiuiali articolati; ove facciasi a studiare veruna dotte specie che la rappresentano
la struttura de piccoli pezzi che entiano ia tra i fositi ttetti: formazioni pi recenti,
a migliaiii nella composizioni: d un sol sia tra le specie attuali.
corpo, volere o non volere, sar C0\.itrifiNoi siam condotti ai medesimi risulta
lo riconoscere in tlc iunmirandu co=tru menti daIPcami: dcfpoliparii clic ali

SU

TE

507

boudan pure tra i radiari del periodo dilnon poche somiglianze ne punti essenzia
transizione.
ti. u La ragione si , al dire di Cuiver,
Or, come mai, dimandtamo, a vista di Ossemem fossiles, t. Ilt, che it regno ani

tutti questi fatti prtici dalto studio della male (e it medesimo a dirsi del vege
geotogia, asserir che la vita appo gli ani
mali ha cotantemente progredito dai ru

dimenti pi semplici no alle forme pi


elevate onde la veggiamo far mostra nelle

specie attualmente esistenti?


Da un altro lato, se noi passiamo alto

studio delle forme vegetali pi antiche

tabrle) a quelle remote epoche compone


vasi secondo le medesime leggi, compren
dea le medesime classi e famiglieche pre
sentemente: e, di fatto, tra i diversi si
steml rscogitati sulP origine degli esseri
organizzati non avvene uno men verisi
mite di quelto che fa nascere successiva
mente idiversi generi per via di svitup

che siano esistite sulla soprafaccia del no


stro pianeta , non solamente ci si paran pamenti o metamorfosi graduali. S,

dinanzi i caratteri fondamentali onde si


ditferenzian tra toro le piante endogene
e le e:ogene, ma ravvisiamo pur anco tin
ne menomi particolari unintima relazio
ne tra la struttura delle numerose fami

glie componenti la ora fossile e quelle


delPepoca attuale. Queste strette relazioni,
quesPidentit compiuta son quelle che indussero a riporre le calamile nella fami
glia delle equiselacee, le felci de terreni
di transizione in generi di questa estesa
famiglia, e a ravvicinare i lepidodendri

ai licopodiocei ed ai coniferi attuali. Al


presente non meno che a que tempi re
moti son elle sottoposte alle medesime
leggi rispetto alla tor distribuzione geo
graca; avvene maggior quantit e arri

vano a pi ampie dimenioni ne luoghi


caldi ed umidi tra i tropici e segnatamente
nelle piccole isole. Donde risulta che, a

tutte le epoche, dalle formazioni pi antiche insino a nostri giorni, la produzione


e to svituppo dewegetabiti furono regolati

da inrariabiti leggi.
Ci tanto vero che to studio delle
piante e drgli animali fossiti, dice Phitlips,
non ha ancora tin adesso condotto a do
ver stahitire qualche classe nuova. Tutti
questi eseri vengono senza sforzo sotto
le stesse divisioni che furono create per
le forme che esistono presentemente. ll

La qual costanza di leggi da cui retto


it regno animale si grande, e la natura
ha con tanta cura proveduto alla toro con
servazione che si richieggono tutte le
astuzie e it, poter delPuomo a far che le
razze possano indurre Palterazion delle
specie: e i prodotti forzati di tali accop
piamenti contro natura son cosi poco nel
toro stato normale che veggonsi quasi
sempre steriti e infecondi, o quatora ab
bian la potenza di riprodursi, vengono a
smarrirta dopo alcune generazioni piut
tosto rare.
Ricapitoliamo l." Lo studio defeno
meni geotogici ne dimostra esservi stata
unepoca nella quale gli esseri organiz
zati non esistevan per anco; dunque ebber
principio posteriormente a quelt epoca,
e tal principio attribuir non si pu che
alla votont, alPoperazione duno potenza
creatrice in inuito sapiente e intelligen
te. a." La geotogia, lungi dal fornire una
base tanto o quanto solida al sistema duno
trasmutazion graduale delle specie P. une
nelPaltre, to gitta affatto a terra e prova
invittamente esser gli enti soggetti a leggi
costanti, contro le quali it tempo , i climi
it polerdelP uomo nonhanno forza alcuna.

perch abbiam ragion dinferire che le pi


antiche creazioniorgauiche cos come le
pi moderne si sono operate secondo uno
stesso disegno generale; e quindi, lungi
dal poter essere descritte come costituenti
de sistemi distinti e separati nella natura,
non hanno a considerarsi che quali siste

mi che Pun Paltro si corrispondono n


differenziansi che in qualche particolare.
Tali differenze spessissimo non ponno co
stituire che minuziose distinzioni speci
che. Onde noi veggiamo it problema de
rapporti tra le recenti organizzazioni e
quelle di cui ci giunsero degli avanzi
fossiti sciolto merc duna generale anato
gia nelPinsieme delPorganizzazione, merc

* TEMPERANZA (COMPAGNIE o S0

CIETA Dl). La setta de metoitisti avea


fondato di simiti societ negli Stati-Uniti,
e se ne scontravano anche in Germania.
Non si saprebbe assegnare it quando fu
rono introdotte in Inghitterra: enon sem
bra, nel resto, che facessero quivi di gran
progressi, per la ragione, certamente, del
condannar che faceano luso soltanto de
liquori forti. Lera della temperanza co
mincia propriamente dal punto in che fu
adottata la massima della tolale astinenza
da liquori inebrianti. Troviam questa
massima raccommandata nel i859 a Dre
ston, contea di Lancastro; ci mancen per

508

TE

le notizie sul risultamentto di quel primo


tentativo. Col lo aprite i858 han princi

TE
tolici e protestanti cadevano alle sue gi
nocchia per fare it voto. A Limerikaoopoo

pio i trion del famoso p. illathew fonda individui divennero in pochi giorni so
tore duna societ di temperanza a Cork, brii: it numero de teetolallers oltrepassa
la citt cattolica per eccellenza delP tr attualmente i cinque mitlioni. Craputoni
landa.
Lapostoto della temperanza , it reve
rendo Teobaido Mathew, nato nelle vici
nanze di cork, da ricchi e riguardevoli
genitorhdiscende in linea collaterale dalla
nobite famiglia dei Llandaff. Egli oltrepassa
di poco i Bo anni,appartiene alPordine dei
carmetitani e vive a cork in una delle case
del suo istituto, se pur del missionario

incorreggibiti, che avean tentato indarno

tutti i mezzi, fatto tutti i giuramenli per


smettere tor funesto vizio, son divenu

oggidi un esemplare di sobriet.


Cotesta immensa morale riforma sicilia
rtsce per altri fatti non meno palpabiti.
Nel l841 in Irtanda la rendita delPimpo

sta sui liquori spiritosi scem dun meno

mitione di stertini, e nel 1842 it governo


fu costretto sopprimere non poche rice
za ferma. Prima di farsi capo dei movi vitorie di tali imposte per mancanza di
mento di lemperanza dovette vincer gli versamento. Le birrerie e i distittatorii,
scrupoli della propria umitt,a ci indotto come pure le publiche botteghe di tal
dalle vive istanze desuoi amici, persuasi merce soffersero un crolto mortale; eque
esser lui Puomo destinato alla moral rige sPu1time dovetter mutar toro insegne e
nerazione del suo paese. Questi generosi, convertirsi in coee-houses o temperance
per crescere autorit atPetoquente parola hotels (botteghe da caff o di temperan
del modesto cenobita,vollero imporsi egli- za). Invece le casse di risparmio veggono
no stessi it sacritizio chei stava per chie quotidianamente aumentarsi i depositi:
dere a unintemperanza da pezza incorreg parecchie famiglie per Paddietro immerse
gibite,dando nelle manidi lni la temporan nella miseria trovansi ora in una cerla
ce ptedge, cio Pobligo o voto di rinunzia agialezza; le chiese son pi frequentate,e
ai liquori inebrianti. La formola d esso i delitti vanno ognora diminuendo dassai
obligo tale: - Prometto dwstenermi da nel paese, constando officialmente che
qualsiasi liquore spiritoso , salvo me ne dal 1858: i840 gli omicidii in lrtandasce
sia prescritto Puso dal medico, e di cn marono della met.
correre quanto da me a impedirne Pab
La compagnia di sobriet o temperanu
uso negli altri. - Lesempio frutt non di Cork pu esser considerata come la
poco: in breve tempo i teetolatters (cosi madre di tutte Paltro, le quali s intito
con corrotto vocaboto ma consacrato dal lano: Rami della compagnia (Pertinenza
Puso furon chiamati i nuovi discepoli di (Jork, ed avvene in qualunque luogo
della sobriet) si moltiplicarono per tutta appena importante dirtanda. Motte citla
Irtanda e da pi tontani punti; uomini, considerevoli d Inghitterra e di Scoiia,
donne, fanciulli, a migliaia vennero a (Iork dove la popolazione che s occupa delle
a fare it voto nette mani del p. Mathew. manifatture irtandese, hanno anctfesa
Altora gli fu suggerito di far un giro per le tor compagnie, come Liverpool, titan
tutte le contee; perocch it popoto aveva chester, Birmingham, ec. Numerosissime
fede in lui soto, e ibuoni che volean sono in lscozia quelle d Edimburgo e di
convertirsi dicevano come avrebber fatto Glascow. it p. lllathew, dopo percorse le
di buon grado anche cento miglia per es contee del nord, recossi a Londra, nella
ser da lui benedetti. Ma non cedette per quale al suo dipartirsi ebbe fatto da pi di
lunga pezza al consiglio, recando ragioni ottantamita proseliti. La temperanza v2
che mostrarono come conocesse a fondo prosperando attresi negli Stati-Unitile
Puman cuore: la stanchezza del corpo pel Canad, nella nuova Scozia, nelle indie
viaggiare, sopratutto a piedi, dovea, per orientali, dove praticata da interi reg
suo detto, far una gagliarda impresione gimenti d Irtandesi , alla Nuova Olanda
sulto spirito e servir di scuola alla vo (Nuova Galles del sud), nelle isole del
P0ceania, dapertutto ove si trovano Iltont.
Lasci quindi da prima venissero a lui landesi.
Nelle compagnie di temperanza natj
i neoti da tutte le parti delPIrtanda; ma
poi annui alle istanze anche pel van messa indistintamente ogni maniera dl
taggio della causa delllstinenza. E pare persone: it t ed it caff sono le solebr
che Plrtanda non aspettasse che la chia vande permesse. Molti ecclesiastici e ult
mata del p. Mathew: le popolazioni ac mini dalto affare ne fanno parte. Si ten
correvano in massa al suo passare, cat gono frequenti conversazioni o serate, nel

della temperanza pu dirsi che abbia stan

TE

TE

509

le quali, dopo it t e confetti e ciambelle, si costituirono independenti da questo co


si discorre sui vantaggi della temperanza, mitato.
sui progressi della societ , o si cantano
Comech it culto teolantropico avesse
da qualche amatore pezzi di musica. Non ministri e liturgia, era esso, anzi che una
vi si parta mai di politica. Inoltre feste e religione, un partito dopposizione, secre
processioni con accompagnamento di mu tamente favorito da chi governava, per
sica , nelle quali si portan bandiere con far guerra alla religione cattolica. Il di
inscrittevi sentenze allusive, servono a rettore La Rveitlre-Lpaux, di cui era
celebrare gli anniversarii di ciascuna com nota Pavversione a questa religion santa
pagnia particolare, la visita di qualche e la pertinacia a voler istituire le feste
membro importante ascritto alla compah decadarie, assisteva alle adunanze de leo
gnia, le solennit religiose, P anno nuo lantropi e proclam le tor massime in un
vo, ec. Tali processioni, fatte in epoche discorso che tenne alPinstituto it t mag
per Paddietro segnate da disordini, ten gio i797; nel qual discorso, dopo aver ca
dono a far dimenticare al popoto le an lunniata la religion cattolica incolpandola
tiche riprovevoli abitudini. Ogni compa qual nemica della libert, esprimeva it
gnia conta un presidente, che per to pi desiderio dun culto semplice che avreb
un prete cattolico, un tesoriere, un se be avuto una coppia di dommi. Gli agenti
cretario, parecchi commissarii (stewaris) del governo, dal canto toro concorsero
con ogni possa al buon successo della setta,
e conduttori.
ll teetolatismo sembra destinato non cos in Francia come fuori, dove stava a
soto ad abolire Pintemperanza, ma a pro cuore it diffondere quel culto deista.
cacciare altri vantaggi. l principali rami
l dommi o it Credo della lantropia ri
di societ hanno gi istituito de fondi di ducesi tutto alla seguente iscrizione posta
riserva per la conveniente tumutazione in fronte ai tempii sotto Robespierre: I
de confratelli poveri trapassati, per la Francesi riconoscono V esistenza del
fondazione di biblioteche e di scuole gra VEnle supremo e [immorlalil detra
tuite a pro della classe meno agiata dei tee nima.
tolalters: e queste buone opere vengono
I teolantropi riutavano it nome di
alimentate da contribuzioni votontarie.
setta, dicendo non esser discepoli di ve
* TEOFILANTROPIA. La fesla delVEn runo ma amici di tutte le religioni. Lad
te supremo (v. questa voce) e Paltre delto unanza toro costituiva culto per quelli che
stesso genere celebrate ne dipartimenti altro non ne avevano; per chi ne aveva
sono it fondamento della teolantropia. ll alcuno era essa soltanto societ dimora
Culto degli adoratori, publicato da Au le. Ma posciach dichiaravansi amici di
bermnit, entusiasta che reputavasi qual tutte le religioni,perch mai rinunziavano
discepoto degli antichi magi, ne contiene alPeducare i proprii gliuoli neprincipii
it germe. Lautore pretendeva in esso al di veruna di esse, per timore non ismar
zar alquantto it veto che avea insino al rissero affatto la morale? Giacch affetta
tora celato it culto deprimi uomini; vole vano di rispettarte tutte, perch satireg
va i suoi seguaci si denominassero teoan giar cotanto contro la rivelazione? Loda
tropoli, vocaboto da tor poscia sinco van G. C. siccome tosofo; ma G. C. si

pato in teolantropi val dire amici di Dio disse Figliuoto di Dio: dunque o un im
e degli uomini; denominazione da essi postore, e in tal caso non tosofo; o

adottata indubitatamente perch miravano Dio, e altora pi che tosofo.


a raccorre nella tor societ tutte le reli
gioni che cotesto duplice amore ripongono
fra i toro doveri.
La prima toro unione si tenne a Pari
g it 16 dicembre i798, nelPistituto de
ciechi, la cui cecit sica era come Pem
blema delPaccccamento morale de teo
lantropi. Le chiese eran dichiarate edi
zii nazionali, ed essi vollero prottarne
colla speranza di accrescere it proprio cre
dito occupandone molte. Obedivano a un
consiglio di direzione, scopo del quale
era di formare un centro e da cui avean
lor mandato i lettori e gli oratori; veb
ber tuttavia fra toro demissionarii che,
Benmsn. Vol. VI.

Appo cotesti settarii della ragion natu


rale, che tanto orrore aveano della su
perstizione, cio della religion cattolica,
tutto era contradizione.
-Il tor Manuale portava che non chie
dessero a Dio it potere di farit bene, es
sendo un tal potere inerente alla nostra

natura; perocch noi siamo in istato, di


ceva it tor catechismo, di discernere con
certezza it bene dal male. Ne toro scritti
nondimeno insegnavano, per un tale di
scernimento, aver nol bisogno di lume;
esser facite cadere o venir tratto in in
ganno nella scelta: e pregavan Dio a ri
parar toro errori.
64

540

TE

TR

Tutto che nulla volessero domandare a


Dio, ammetteano di certo un luogo des
piazione o un purgatorio, giacch prega
vano pe trapassati.
Rispetto alle dottrine morali aveano at
tinto alPantica e moderna tosoa; ma it

cerimonie, sia che, senza esporre agli oc


chi del publico verun segno visibite di
religione, si contentino di dare per pegno

meglio di esse tolto dalPEvangelio o da


nostri libri ascetici, n Pesame di coscien
za. Lor preghiere eran generalmente ben
fatte; nessuna per ritraeva Paugusta e
sovrumana semplicit delPorazione domi
nicale, appresaci da G. C. medesimo. Essi
non Paveano adottata, per timore indubi
tatamente non fosse appo toro un sintomo
di cristianesimo.
I teolantropi avean dichiarato alla pri
ma di non voler sacerdoti, non essendo
bisogno, diceano, di mediatore tra Dio e
Puomo: ebber per lettori ed oratori,i
quali, conformemente alla legge, fecero,
come i ministri degli altri culti, tor di

chiarazione alla municipalit e indossa


rono per divisa abito francese turchino ,
cintura cotor di rosa e sopraveste bianca.
l teolantropi riutarono qualunque ri
to; pur aveano una liturgia per le nasci
te, l matrimonii, le morti. Ne tor tempii,
in segno di gratitudine a benecii del Crea
tore, coltocavasi sur un altare al tutto sem
plire un canestro di ori o frutte secondo
le stagioni. Di contro sorgeva una tribuna
dove it ministro, a capo scoperto e in
piedi, recitava ad alta voce uninvocazio
ne, che veniva ripetuta sommessamente
dagli astanti nella medesima attitudine:
seguiva poi un momento di sitenzio, du
rante it quale ciascuno esaminava la pro
pria condotta dalPullima festa religiosa in
poi: quindi sedeano ad ascoltar letture c
discorsi di morale, interrotti si questi che
quelle da canti. Oltre le feste nazionali e
decadarie adottate dalla Convenzione, ve
nebbe di particolari per Socrate, Gian
giacomo Rousseau , Washinglon e no
s. Vincenzo di Paoto. NelPanniversario del
ristabitimento della religion naturale, cin
que padri di famiglia portavan ciascuno
una bandiera, sulla prima delle quali era
inscritto Religione; sulla seconda, Mora
le,- sulla terza, Ebrei; sulla quarta, Cal

alla societ la mera pratica della virt. n


Dava in appresso it bacio di pace e legava
le cinque bandiere in un fascio con un na
stro tricotorato. Lesercizio del culto era
stato da teolantropi ssato alle decadi
(v. CALENDARio aeruaLIcauo), ma, ricorren
do grado grado nella domenica it giorno di
riposo della maggior parte decittadini, le
pratiche della religion naturale ebbero luo
go it giorno corrispondente alla domenica.
Lateotitantropia pose suo seggio da pri
ma in Parigi; di quivi si diffuse ne din
torni, poscia ne dipartimenii. La curiosit
fe in principio accorrer gente alle adu
nanze, ma poi venne spegnendosi, e dal
tro lato to zeto deeotitantropi raffred
dossi a segno che dopo it i8 brumale, in
Parigi, seran ristretti, a quattro tempii.
Per un ordinamento deconsoli del 21 ot
tobre leol , fu toro interdetto it raccoglier
si negli edizii nazionali. Per tal maniera
ebbe ne chetamente in Parigi, dopo cin
que anni desistenza, it culto teolantro
pico, che ne dipartimenti dur appena
momentaneamente, e di cui nella capitale
stessa non rimanea vestigio fuorch in una
scuola oscura nella quale insegnavasi la
morale co libri delP estinta setta. indarno
lsambert poco prima della rivoluzione
del i850 tent richiamare in vita cotesta
setta screditata.

* TREMANTI. Setta di quacheri (v. que


sta voce) negli Stati-Uniti, sorta, per tor
confessione, dopo it i750. llladre di tor
religione vien considerata Anna Lee, na
tiva dlnghitterra. Posseggono nella con
tea di Mercer uno stabitimento che somi

glia a una piccolacitt,affollatissima duo


mini e donne. Son governati da un nomo
e da una donna, la quale porta, come la
fondatrice, it nome di madre ed da toro
avuta in altissima venerazione.

Ncgauo it mistero della ss. Trinit , i


meriti e la divinit di G. C., la maternit
della b. Vergine, la risurrcziou della carne

e gli altri articoli di fede. Bestemmiano


essere it Padre e to Spirito Santo due

lolici; sulPultima Prolestantl. Perch si enti incomprensibiti, per nella stessa es


era fatta accusa ai teolantropi escludes
ser gli atei, colPintento di ammetter que

senza, come maschio e femina, quantun


que non formino due persone. Nel con

sti pure, era stata consacrata alla Morale cetto toro to Spirito Santo di genere
una bandiera, portata da Sitvano Mare
chal, uomo famigerato per professione da
tcismo. Il bandieraio della Religione dice
va: u ln nome di tutti gli uomini, sia che
professino esteriormente un culto sostenu
to da varii dommi e abbellito da diverse

feminino e madre di G. C. Afferman pur


anco it divin Verbo essersi communicato
alPuomo Ges, it quale per questa ragione
venne chiamato it Figliuoto di Dio; e io
Spirito Santo essersi del pari communi

cato alla Lee, la quale divent quindi Fi

Tll

VA

gliuola di Dio. Anche it matrimonio con


dannano siccome itlecito, cionondimeno
nel mentovato stabitimento vivono in com
munanza colle donne. Avvene tra toro di
quelli che sostengono esser necessaria la

sia individualmente, sia raccolti in conci


lio (1829): perocch la Chiesa dapertulto

confessione, per non a sacerdoti n in


secreto.
Il culto detremanti consiste principal

5M

e in ogni tempo ebbe sostenuta e ricla


mata la libert nelPelezione de pastori ,
nel magistero e nella disciplina.

*UTILITARII. Setta nata in Inghitterra,


mente in danze religiose, singolari anzi
di cui fu pontece Geremia Bentham e
che no. Gli uomini si coltocan sur una li
che ha per stemma, per regola, per de
nea e le donne sur unaltra in faccia ad
catogo de suoi pensieri ed operazioni Pu
essi, disposti tutti con molto ordine e re

titit pratica e positiva.


golarit: un uomo batte con Pun de,palmi
della mano contro P altro la misura o it
tempo. Da principio, movendosi mode
ratamente e in misura, lancian soltanto i

* VALCHERISTI. l restauratori del cri


piedi a destra e sinistra senza intrecciar stianesimo primitivo che si staccarono
li, come nehalli ordinarii. Poscia it moto dalla chiesa anglicana sul nire del seco
fassi pi celere e saltano pi alto che tor to xVm, sotto la direzione del settario
riesce, tatora no a tre o quattro piedi da Brown,presero it nome di valcheristi dal
terra. A questo esercizio non si pon ter costui coadiutore Walcker. Non vogliono
mine se non quando i danzanti son sciolti i valcheristi saperne di corpo sacerdotale,
in sudore e sniti dalla stanchezza. Altora hanno per anziani o ispettori, it cui ol
si trovano ripieni delto Spirito. Queste cio si ristringe alPamministrazionc o sor
danze sembran suggerite dalto stesso spi veglianza.
rito che dett le adunanze o convegni di
Son contrarii a qualsiasi delle societ o
campo (v. Msroms-rl): n fa mestieri che communionicristiane, sopratutto agli armi
ne additiamo le conseguenze.
niani,ai calvinisti rigidi, agli antinomiani,
* TRUSTEI. Negli Stati-Uniti dAmerica ai battisti e pi ancora alla chiesa anglica
it governomccupamlosi puramente del re na, da essi riguardata qual sistema anticri
golamento e delPordine esteriore e ma stiano stabitito colP intervento delle leggi
teriale, lascia agli abitanti libert quanto umane. A voler trovare la religion vera, e
alla religione e alPelezione de proprii pa si convien, dicono, rimontare a tempi de
stori, n domanda denaro da distribuire gli apostoli; perocch it ditungarsi dalla
poi a ministri de varii culti, dopo averne tradizione apostolica e da precetti di G. C.
ritenuto parte in sua mano. Altorch vien gli un voler porsi con saeritega audacia
fondata una congregazione o parochia, i al di sopra di essi. Posto questo principio,
membri di essa scelgono un numero de da cui deducono conseguenze ed applica
terminato di persone a cui commessa zioni, rigettano it Battesimo. Amministra
Pamministrazion temporale della chiesa. vasi ne primi secoli a chi avesse professato
Direbbesi da noi it consiglio di fabrica it giudaistno o it paganesimo; a noi, nati
o de fabricieri. Cotesti fabricieri son da genitori cristiani, non esser necessario:
detti trustei val dire uomini di ducia. basta allevar bene la proleI siccome rac
Tra le funzioni da toro esercitate avvi commanda agliEfesini s. Paoto, it quale ol

quella di pensare alle spese del culto e treci si rallegra daver conferito it Batte
sovvenire a bisogni de sacerdoti; it per simo a pochi. Quesettarii non pongon men
ch attendono alle collette e alle questue, te essere intentto di s. Paoto non gi di ri
stabitiscono e pagano gli stipendii de pa pudiare it Battesimo, sibbene di combatte
stori. ln alcuni luoghi per, specialmente re to spirito di parte secondo it quale alcu
a Filadeliia, costoro, scordando P indole ni diceansi aderenti ad Apolto,altri a Cefa.
del proprio ufcio e prevalendosi della
Tengono toro convegni it primo di della
distribuzione che tor tocca fare de fondi settimana in memoria della risurrezione
communi, miser fuori pretensioni into del Salvatore e pigliano insieme pane e vi
lerande , tentando usurparsi it diritto di no, simboto del corpo e del sangue di lui.
seeliere o rigettare Lpastori, determina
Niegano, al par de quacheri, di giura
re e regolar Pordine e il cerimoniale del re, anche richiesti da magistrati. in ge
servizio divino, ec., funzioni che spettano nerale le communioni cristiane spiegano,
ai soli vescovi ed a sacerdoti che da que conformemente alla tradizione , in che
sti han tor mandato. I prelati levarono senso sia lecito o no it giuramento , ma
sempre la voce contro si fatie pretensioni, dicono it divieto essere scritturale; e

542

ZI

Zl

quando si obietta loro che, giusta it modo gurati, senza religione, senza nozze, ca
onde interpretano it sacro testo, scrittu dutinet pi profondo morale avvitimento,
rate del pari Pobligo di lavare i piedi agli tenner forte contro ogni tentativo fatto per
ospiti, pretendono non sabbia qui a fer ridurti a civitt. Il soto cristianesimo po
marsi sul senso letterale, bens sulto spi trebbe metterti sulla via del progressoae
rito del testo e intendertto degli oblighi di la tor rigenerazione sociale si verichera,
carit, qualunque ne sia Poggettto.
avvenuta che sia la rigenerazione morale.
Gli uomini son divisi dalle donne negli
* ZODIACO. Da poi che ne tempi mo
adunamenti, che si terminano con un ba derni si cominci ad esptorare gli avanzi
cio di pace, raccommandato, dicon essi, delPantichit, nessun monumento de po
nette Scritture, prendendo in senso ma poli antichi produsse sensazione parago
teriale e non metaforico le espressioni di nabite a qurIla eccitata a di nostri dai
benevolenza usate da s. Paotoe da s. Pietro famosi zodiaci scolpiti ne lempii del vec
nella chiusa di varie lettere. Vogliono anzi chio Egitto. Intendiam dire de zodiaci
che it bacio di pace sia dobligo in certi ca di Denderah, Pantica Tentiri, e dT-lsnch
si, tra parenti ed amici, p. e. in sul partire o Latopoli. Questi curiosi monumenti ven
per qualche viaggio ed al ritorno; molto nero per la prima volta conosciuti nella
pi, dicono, alla tinc del servizio divino. spedizione dEgitto sotto Nap0leone,e fu
Il perche, al nire delle Congregazioni rono trasportati in Francia nel i821 dal
i fratelli abbracciano i fratelli, le sorelle giovine Letorrain e da Saulnier.
abbracciano le sorelle. Sorser per conte
Non appena comparve it disegno di tai
se per [iarte di qualche membri che vi si monumenti che tutta Europa e segnata
riutavano. Nel i806 i valcheristi erano mente ta Francia furono inondate da me
da cento trenta a Dublino e aveano da morie e dissertazioni sulla questione del
dieci a dodici piccole communit dipen la toro nnUChit. I nemici di Dio furon
denti, una delle quali a Londra.
quelli che sopra ogni altro afferrarono avi
damente questa scoperta,sperando rinve
nirvi unarma invincibite a danno di Mos.
I dotti si volsero a far serii studii su tali
iZINGARI. Popolazione errante, sparsa monumenti. Matematici ed astronomi si
per FEnropa,che sotto itdelto nome in Ita diedero a tavorar di calcoli, secondo tor
lia. sotto quel di boemied egiziani inFran diversi sistemi,a ne di risalire alPepoca
eia di Zigenner in Germania, di Gypsy del mondo in cui to stato del cieto avesse
in Inghitterra e di Gilanos in lpagna , potuto esibire Vaspetto astronomico che
percorre ogni contrada, vivendo alPaper credeasi rafiigurato dal zodiaco. Alcuni
la, colle abitudini e costumi de pi rozzi faeean quelto di Esneli antico di ben 7,000
selvaggi, trafficando la curiosit e la cre anni, di 4,000 quelto di Denderah. Anche
dulit del volgo colla desterit desuoi Parcheotogia riguard i zodiaci sotto quasi
giocolatori e colle sue astrotoghesse. Co to stesso aspetto. Lo spirito irreligioso
storo, che credonsi venuti da quattro se crcdeasi certo di sua vittoria, quando ven
coli datte circostanze del Delta delPlndo, ne un nuovo Alessandro a troncare it nodo
sembrano inditerenti per qualsiasi cre gordiano, vogliam dire Champollion armato
denza, cangiando culto quante volte mu delle sue scoperte geroglitiehe. Applican
tan [lnifil adottiva. AI tor primo appa do egli it suo alfabeto fonetico ai varii no
rire in Europa si fecer tenere per cristiani mi inscritti sui monumenti egiziani, gli
dEgitto e narravano che i toro antenati, era venuto trovato sul planisfero di Den
non avendo voluto accogliere G. C. in Egit derah un titoto palesemente rolnano,quet
to co genitori di lui, erano stati per lal to iPAutocrator,impcradore osovrano as
colpa condannati a sette anni di vita ra soluto, titoto assunto da Nerone sulle sue
lninga. In tempi iPignoranza la favola fu medaglie egiziane. Spingendo pi oltre le
accolta, ottennero anche salvocondotti e sue indagini, avea letto sul grande edizio
furon ricevuti ospitalmentc dapertutto. al di sopra del quale stava it planisfero i ti
llla, scoperta la menzogna c rcsii colta toti, i nomi e i sopranomidegli imperadori
tor vit innncritiwoli della toleranza da -Piberio, Claudio, Nerone, Domiziano, e sul
principio usata, wnncro sbnuditi dal pi portico tPllneti i nomi di Claudio, Com
de paesi. Un ordinanza falla negli stati modo ed Antonino pio. Con ci fu dimo
iPOrIans Pa. l'56! imponeva si stermi strato come quenonumenti , appartenendo
nassero a ferro e fuoco se non lasciavano al tmnpo della dominazione romana, non
d territorio fr.llici:.\c ma riusc impossi
potean salire pi in la del primo o se
biti it difarrnc inicrnnlicnil'. Questi scia ,condn sircolil itetPera nostra. Non si trat

Zl

Z!

543

astronomiche rinvenute presso i braman,


una delle quali porta la data del 14s1 del
sibite e rendeano irrefragabite testimo Pera nostra, Paltra del 5192 avanti essa
nianza.0nde non fu data nessuna risposta, era, e pretendendo provare per via di
perch non ce nera nessuna.ler tal ma-calcoli scientici esser le delle due la
niera, dice Pabb. Greppo, piacque alla vole esatte e stese secondo osservazioni
providenza che it primo frutto importante certe; donde inferisce che Pastronomia
duna delle pi belle scoperte che onorino tiorisse nelPlndia gi da pi migliaia dan
Pingegno delPuomo sia tornato in favore ni. Ma it De Lambre nella sua Storia del
della religion rivelata e che la lettura dun Vastronomia antica gli prov che avea
semplice nome, giugnendo cosi acconcia, presa una data a capriccio e che non eravi
arrestasse dun tratto e gli aberramenti ragion plausibite dammettere le osserva
pericotosi della scienza e le speranze de' zioni astronomiche degli indiani. Il dot
nemici del cristianesimo. A pieno convin tor Benttey per fu quegli che gitt a
cimento degli increduli, usci la dotta dis terra per intero la teoria romanzesca del
sertazione di Letronne , in cui it valente Baitly. Procacciatosi questo dotto e labo
ellenista chiari che PEgitito non seppe rioso critico it Surya Sydhanla, libro
mai 1Pasttronomia e che que zodiaci non astronomico al quale i bramini danno mo
son altro che segni astrotogici o Pespres destamente un antichit di pi mitlioni
sione di ci che gli astrotogi appellano te d anni , venne investigandone accura
ma nalale, it cui scopo era di notare i de tamente la data, e scopri autore di quel
stini degli imperatori che avean fatto edi Popera essere Varaba, it cui discepoto
care i templi su cui que segni erano Sotanound vivea un 700 anni fa; poi, mer
stati scolpiti. u lzodiaci egiziani, conchiu c di nuovi computi, ferm alPa. 14so
de it mentovato Letronne, scaduti per tal av. G. C. Pepoca in cui gli Indiani ebber
modo da quelPalta antichit che era stata fatte tor prime osservazioni: onde riusc a
toro si generoamente attribuita, vengono dimostrare le osservazioni e i lavori de
a perdere quasi tutta Pimportanza. n
gli Indiani in fatto d astronomia essere
Aggiungasi che gli altri monumenti comparativamente recenti. Queste prege
astronomici attribuiti alPEgitto non som voli dimostrazioni furon sancite dai suf
ministran punto pi prove a favore della fragi de pi valenti matematici moderni.
scienza siderea di quella nazione. Si men Lasciando stare it Delambre, che concorre
p. e. gran rumore del periodo solstico , pienamente nelPopinione di lui, possiam
che dieevasi scoperto dagli Egiziani pi citare Shaubach, it quale asserisce it sa
migliaia di secoli prima delPepoca cristia pere astronomico degli Indiani venir tutto
na,e tutti sanno al presente doversi quella dagli Arabi e quindi pi della moderna che
scoperta ad lpparco 150 anni alto incirca delPantica scienza far parte. Quasi to stes
inanzi Pera nostra. Che potean sapere in so dice Laplace, amico ed ammiratore del
astronomia gli Egizii, che mai non conob Baitly; e aggiugne che le tavole da noi su
bero la trigonometria sferica ni telesco menzionate non furon mai fatte n fon
pii, sussidii indispensabiti per progredire date su nessuna vera osservazione, stan
in questa scienza? Egli certo che 600 tech le congiunzioni da toro supposte
anni inanziG. C. ignoravan essi i quadranti non si possono dare; e conchiude essere
solari e n Parte di costruire una sfera ce posteriori a Totomeo. Aggiugniam per ul
leste, poich Talete, educato dai sacerdoti timo it suffragio di Cuvier, di Mastkelyne,
di Menti, non ne aveva cognizione, e se ne ddleeren e di Klaproth, it qual dice che
fa inventore it suo discepoto Anassiman le tavole astronomiche degli Indiani, a cui
dro. Non molto anticao direm meglio nulla erasi assegnata un antichit prodigiosa,
son lavoro del secoto VII delPera volgare
la scienza astronomica degli Egiziani.
Tanto pu dirsi e forse con maggior ra e vennero, con error di calcoto, posterior
gione della scienza siderea degli Indiani, mente riferite ad unepoca anteriore.
ignari essi pure delle matematiche, senza
Iautorit di tanti dotti tutPaltro certa
le quali impossibite fare scoperte im mente che favorevoli alla nostra religione
portanti in astronomia. Vero che it Bait ci d diritto daermare la cronotogia di
ly accord generosamente alPastronomia Mos non aver niente a temere dai monu
di que popoli unantichit di 5,555 anni menti storici e astronomici depopoli an
prima di G. C., fondandosi su due tavole tichi.
tava pi di vane congetture, di dotti cal
coli; partavano imonumenti in modo sen

DEI PRINCIPALI TEOLOGI


DELLE LORO OPERE TEOLOGICHE
DA S. GIOVANNI DAMASCENO FINO A7 NOSTRI GIORNI

PRINCIPALI TEOLOGI
E LORO OPERE

+906

EPOCA PRIMA

S. GIOVANNI DAMASCENO. Prete di


AMALARIO FORTUNATO. Arcivescovo
Damasco in Siria, morto tra gli anni zoo-so. di,Treveri, vivente atempi di Cartto ma

Abbiamo di lui quattro libri De de or gno, a cui dedic it suo libro De sacra
thodo:ta, nei quali tratt col metodo sco menlo Baptismi.
lastico e dogmatico tutta la teotogia del

suo tempo. Gli si d tode generalmente


d erudizione e saper teotogico, di chia

rezza e precisione, comech non sia sem

RABANO MAURO (Hrabanus Magnan


tius). Arcivescovo di lllagonza nel 817.

pre buon critico.

Bassi tra le sue opere: De instilutione


clcricorum libri tres- De Pwnilenlia.

ALCUINO (FLACCO ALBINO). Dotto in


glese, chiamato in Francia da Cartto ma

LUPO (Servatus Lupus). Abbate di


Ferrires, m. verso Pa. ac2. lia due let

gno sul cadere delPVIll secoto. Fond la tere molto diffuse De pruedestinationc et
gratla e un trattato intitolato: Liber de

scuola palatina, cosi denominata dal pa


lazzo del principe ove si teneva: da que
sta trae sua origine Puniversit di Parigi.
Si notano fra le sue opere le seguenti: De

trlbus quwstionibus adversus Gollescal

cum (su la predestinazione, it libero arbi


trio e la redenzione di G. (L). [iautore si

divinis ofciis - Quwstiones et Liber de attiene in dette opere alla dottrina de pa


Trinilote. Quantunque apprezzati e sani dri, segnatamente di s. Agostino.

sempre nella dottrina in ci che spetta la


RATRAMNO. Di questo monaco di Cor
fede, gli scritti dAlcuino ditettano spesso
di nerbo e agglustatezza, e vi si scorge bia in Picardia, che llori nel secoto lx,
hannosi: Liber de nalivilale Christi pi dovizia che profondit di sapere.
Lib. iv conlra grarcorum errore: TEODOLFO. Vescovo d Ortans verso Liber de Corpore et Sunguine Domini,
Pa. 195. Scrisse: De Baptiamo- DeSpi adversus Paschasium Radbertum.
rilu Sancto - Capitularia ad parochos,
PASCASIO RADBERTO. Abbate di Cor
lettere e poesie, tra le quali Pinno Gloria
laus et honor, che cantasi nella Chiesa bia, itlustre per piet e sapere. Sue ope
it di delle palme. l Capittolari ponno con re: Liber de parta Virginia, che men
siderarsi qual monumento della disciplina gran rumore nel secoto XI, e Traclatus
de suoi tempi.
de Corpore et Sanguinc Domini, nel
Bencmi. Vol. VI.

G5

548

PRINCIPALI TEOLOGI E LORO OPERE

quale insegna it corpo di G. C. esser nel confondon terrore svelandone i solismi,


PEucaristia realmente it medesimo corpo quantunque in appresso se ne sia fatto
nato dalla Vergine , crocisso, risorto e pericotoso abuso.
salito al cielo; quod totus orbis credil et
GUIBERTO. Abbate di Nogent- sous
contetur, aggiunse nella difesa che fece
Coucy, diocesi di Laon, m. nel u24. Ci
di quesfopcra. Mori nel eco.
rimangono tra Paltre sue opere un trattato
S. FULBERTO. Vescovo di Chartres De incarnutione adversus Iudaeos e va
nel i007, dove prima avea professato teo rie lettere.
togia. Le sue opere teotogiche son com
prese in paiecchie lettere e in un Canone
ORIORIO sopranominato it Solilario.
Prete e canonico teotogo dAutun nel 1 15o.
della penilenza per le donne.
Sue principali opere sono: Gemma ani
GUIMONDO o GUITMONDO. Norman mw, seu de ofcio missa: -- Libeltus de
no, vescovo d"Aversa nel loao. Sue ope Iiwresibus - Diatogus de prwdestina
re: De Eucharistia adversus Berenga tiene et libero arbilrio.

rium - Confessio de Sancla Trinilate,

i
I
l
I

ILDEBERTO. Arcivescovo di Tours


Christi humanilate et Corporis Christi
nel 1i25. Fu autore , al dire di l--eller,
verilate.
LANFRANCO. Arcivescovo di Cantor
bery nel i070. Scrisse tra le altre opere
it famoso Tratlato del Corpo e Sangue
di G. C. contro Berengario.
S. ANSELMO. Arcivescovo di Cantor

bery nel i095. Lasci assai opere teoto


gche, come: De verilate - De libero
arbilrio - De casa diaboli - De in
carnatione Verbi - De conceptu vir
ginati et peccato originis. Fu it primo
che seppe accoppiare alla teotogia la pre
cision dialettica e it metodo scolastico che

datcuni trattati di religione, it pi con


siderabite dei quali forma un corpo di teo
togia in cui scontrasi una chiarezza e una
precisione a que tempi rare, con savio
criterio nella scelta delle prove. it pri
mo scrittore in cui occorra it vocaboto
transoslanziazione.
PIETRO IL VENERABILE. Abbate di
Cluny, m. nel 1i5o. Abbiam di lui come
teotogo i seguenti trattati: De divinilate
Christi -- De Baptismo parvutorum ad

wersus Petrum de Bruis - De uuctori


late Ecclesiw - De sacricio missw crescon vigore alle prove della verit e De su/ragiis defunctorum.

EPOCA SECONDA

PIETRO LOMBARDO, detto it Maestro meggiano i libri De Trinilate et incar


delle sentenze. Vescovo di Parigi, morto natione - De charilate - De peccato
Pa. i l64. Nota a tutti la sua opera delle morlali et veniati.
GUGLIELMO DAUXERRE. Arcidiacono
Sentenze, in quattro libri, la quale non
altro che una raccolta di passi de santi di Beauvais , m. in Roma nel 1250. Fu
padri, di cui vien concitiando le apparenti professore di teotogia a Parigi. Nella sua
contradizioni: i difetti di quesFopera son Summa theologiw fu it primo ad esporre
quei del suo secoto, e si sa essere lui stato distintamente i sacramenti della Chiesa
it primo in occidente a ridurre la teoto per ordine di materie e colle formole sco
gia in un corpo intero, dove certamente lastiche, giovandosi de termini usati fra
regna molto ordine e metodo. Ebbe com peripotetici, cosa non per anco fatta n
da Pier Lombardo n daltri.
mentatori senza ne.
RICARDO DA S. VITTORE. Monaco
ALESSANDRO Dl ALES, sopranominrii
scozzese, cosi denominato daIPabbazia di to it dottore irrefragabile. Inglese, pro
s. Vittore a Parigi, della quale divenne fessore di teotogia a Parigi, dove cess

priore e dove mori nel u75. Era un de di vivere nel le45. Lasci tra le altre
pi dotti teotogi del suo tempo, come it opere: Quwstiones in quatuor tibros
chiariscono le sue opere, tra le quali pri

sententiaru1ii summw theologiw.

EPOCA SECONDA

549

CLEMANGIS (NICOLA Dl). Proveditore


S. TOIIIASO FAQUINO, detto it dottore
angelico. Partar del sapere e delPopere del collegio di Navarra,autore dunopera,
di lui sarebbe recar acqua al mare. Mori piuttosto accreditata al suo tempo, De
studiis theologicis. Mori nel i450.
nel i274.
S. ANTONINO. Arcivescovo di Firenze,
S. BONAVENTURA oit dottorseraco. Il
suo vero nome Gio.Fidenza.llIorinel I 274. dove chiuse sua vita Pa. i459. Uomo it
Abbiam di lui, oltre varie opere ascetiche, lustre per sapere e piet. Tra Paltre sue
difcommentarii sul lllaestro delle sentenze. opere, due ci rimangono ben reputate :
Summa theologiw moralis - Tracla

ROBERTO DI SORBONA. Fondatore del tua de instructionc simpticium confes


la celebre facolt teotogica di Parigi , da sorum.
lui denominata. Mori canonico di Parigi
MOZZOLINO (SILVESTRO). Domenica
nel i274; lasci un trattato De conscten
no, professore di teotogia a Padova e a
Roma, dove n di vivere. Fu de primi
S. RAIMONDO DI PENNAFORT. Spa a combatter Lutero. Scrisse tra P altre
gnuoto, delPordine de predicatori, morto opere una Somma di teotogia nota sotto
nel i278. La sua Summa theologica. era it nome di Siliwstrina.
un tempo assai consultata.
tia ed un altro De confessione.

DE VIO (TOMASO), detto it cardinal gae


ENRICO DI GAND, sopranominato it
dottor solenne. Fu dottor di Sorbona e
mori arcidiacono di Tournay nel i2os. Per
la parte teotogica ci rimangono di lui la

tano. Dett molte opere, in ispecie di teo


togia morale, e commentarii sulla Somma
di s. Tomaso. Le opinioni delPa. talvolta
strane fecero che le sue opere si stam

Summa theologica e iQuodlibela xv passero mutitate. Mori a Roma Pa. 1554.


theotogica, opera superiore a tutte quelle
de teotogi suoi contemporanei.

CONTARINI (GASPARE). Cardinale, m.


nel i542. Tra gli altri suoi lavori abbia
DUNS (GIO.),conosciuto sotto it nome mo: De sacromenlis, lib. iv- De iusti
di Scato dal luogo di sua nascita. Lesse catione, libero arbilrio et prwdestino
teotogia in Parigi, dove per la sottigliezza tione, dove d a vedere pi chiarezza ed
sua nelto sciogliere le difcolt teotogiche eleganza che profondit. il trattato De sa
venne sopranominato it dottor sottile. cramenlia sembra piuttosto una bella
Dalla sua scuola uscirono gli scotisti, per istruzione che opera polemica.
opposizione ai tomisti o parteggianti per

ECHIO (GIO.). Professore di teotogia


s. Tomaso. Fini sua vita in Cotonia nel i 508.
nelPuniversit d Ingoldstadt, detto Pin
Le sue opere formano 12 vol. in fol.
faticabile avversario degli eretici. Av
AUREOLO (PIETRO), per sopranome it
dottor eloquenle. Profess teotogia in Pa
rigi nel i545 e lasci tra le molte opere
decommentarii assai sottiti sul Maestro
delle sentenze.
BACONE (GIO.) Inglese, dottor sorbo
nico, m. a Londra nel i546. Compose
commentarii sul Maestro delle sentenze.
Chiamavantto it dottor risoluto a causa
della facitit e saldezza con cui decideva
le proposte questioni.

venne la sua morte nel i545. Sue opere


principali, tuttavia molto pregiate in Ger

mania: De sacricio missw - De pwni


teittia et prwdestinatione.
CLICTHOUE o CLICTHOVEUS [ODO
CUS. Dottore della Sorbona, n. a Nieuport
in Fiandra e morto canonico teotogo di

Chartres nel 1545. Apprezzatissimoit suo


Anli-Lutherus, e pu leggersi con frutto it
suo trattato De sacramenlo Eucharistiw,
che Erasmo chiamava uberrimum rerum

optimorum fontem.
OCKAM (GUGLIELMO), sopranominato
it dottor invincibile. Francescano, morto
nel i547: fu capo de nominali. Ci restan
di lui de commentarii sul Maestro delle
sentenze e un trattato del Sacramenlo
delVallare, lavori in cuisi scorge, al dire
del Feller, sottigliezza dlngegno ma ancor
bizzarria.

GROPPER (GIO.). Canonico di Cotonia,


Puomo asuoi tempi pi versato nella sto
ria e disciplina della Chiesa, nella scienza
della tradizione e nella dogmatica teotogia.

Chiamato a Roma , riut per umitt la


porpora, offertagli da papa Paoto IV , it
quale ne recit egli stesso Pelagio nella

520

PRINCIPALI TEOLOGI E LORO OPERE

morte, avvenuta Pa. i8lto. Il Gropper die quasi tutte le lingue dEuropa: Confessio
luori tra Paltre opere un dotto e profondo catholicw dei christianw - De com

trattato De Eucharistia e un Enchiri

munione sub utraque specie - De sa.

dion christianw instilutionis. voltato di cerdotum contagio - De missa vulgari


tedesco in latino dal Surio; lavoro, se ne lingua non celebrando.

togli qualche prolissit, utitissimo.


SOTO (DOMENICO). Religioso delPor

MALDONATO (GIO). Dotto gesuita spa


gnuoto , m. nel 1585. Dett moltissime

dine de predicatori. scelto da Cartto V a opere sulla sacra Scrittura e i trattati: Dc


suo primo teotogo pel concitio di Trento. gralia - Dc sacramenlis.

Fini di vivere nel i5eo. Lasci commen


tarii sul Maestro delle sentenze, trattati

BORROMEO (S. CARLO). Cardinale. air

De natura et gralia - De iustilia et civescovo di Mitano. Molti scritti ci re


iure, ec.

stano di lui in materia di domma e di

morale, it pi stimato per blnsttruclio


CANO (MELCHIORE). Domenicano spa

confessariorum.

gnuoto, professore a Salamanca e vescovo


delle Canarie, m. nel i8so. Scritti con
m: SAINCTS (CLAUDIO). Vescovo
eleganza e pregiatissimi dai dotti sono dEvreux, celebre per le sue opere pole
i suoi XII libri De locis theologicis, tut miche contro i protestanti al tempo della
toch da lui non compiuti.
lega e in ispecie per un eruditissimo trat

tato sulPEucaristia. Mori nel Isol.


SOTO (PIETRO). Dotto domenicano di
Cordova, m. nel i565. Si distinse egli
AUGER (EDMONDO).Dotto gesuita Iran
pure nel concitio tridentino e compose cese, m. Pa. i8ol. Scrisse trattati De
varie opere, tra le quali si contano: 1n Baptismo - De Con/rmatione - De
stilutiones christianw - Methodus con Eucharistia e un Catechismo riputatis

fessionis - Doctrinw christianw com

simo, stampato in francese, in latino e in

pendium - De instilutione sacardotum greco.


qui animurum curam gemmt, ec.

TOLETO (FRANCESCO). Gesuita spa


PFLUG (GIULIO). Vescovo di Naum

gnuoto, m. ncl 1586. La sua Insttructio


burg, m. nel 1594. Abbiam di esso le se sacerdotum,ch una somma di casi di co
guenti opere, piuttosto stimate: De Deo scienza, era stimata assaissimo da s. Fran
- De sanala Trinilate - De reforma cesco di Sales. Non tutte per le sentenze
(ione christiana.
di quel libro sarebbero attualmente ben
ricevute.
IIESSELS (Gio.) o HESSELIUS. Dottor
tovaniese, m. nel i566, mandato insieme
SA (EMMANUELE). Gesuita portoghese,
con Baio al concitio di Trento. Molte opere autor di pi opere sulla Scrittura edun
polemiche e commentarii si hanno di lui; libro intitolato Aphorismi confessario
la migliore per it suo Catechismo, vero rum, nel quale i ministri del sacramento
corpo di teotogia morale e dogmatica, at della Penitenza posson trovare eccellenti
tinta con gran sagacia ne ss. padri, in regole pel confessionale.
s. Agostino sopratutto. La migliore edizio
ne quella uscita a Lovanio in 4." per
WIEKI (GIACOMO). Gesuita polacco, m.
P. Dominique, dalla quale Peditor Grario nel i597. Lasci fra P altre opere: De
espunse quanto sentiva di baianesimo.
sanctw missw sacricio - De purgato
MONCHY (ANTONIO DI) , DEMOCRA
RES. Dottore e professore sorbonico, pe
nitenziere di Noyon, m. nel i574. Si dis
tinse nel coltoquio di Poissy e nel con

rio - De divinilale Christi et Spirilus


Sancli contro Fausto Socino.
MOLINA (LUIGI). Gesuita spagnuoto di
molta dottrina, morto nel i6oo. Sue opere

citio tridentino, e lasci tra altri lavori principali sono: De iustilia et iure, ac
un dotto trattato Dc sacricio missw.
creditatissima; commentarii sulla prima
parte della Somma di s. Tomaso. Ma it suo
OSIO (STANISLAO). Vescovo di Var lavoro pi famoso quelto intitolato De
mia in Potonia, m. nel i579. Terribite concordia gratiw et liberi arbilrii, che
avversario de protestanti, contro i quali di occasione alle controversie sulla gra
public le seguenti opere, tradotte in zia tra gesuiti e domenicani, dividendoli

EPOCA SECONDA

in motinisti e Iomisti: torna a favore


de primi Pavere avuto sempre a erissimi
nemici i giansenisti.
VALENCIA (GREGORIO). Spagnuoto ,

della compagnia di Ges , m. nel i605.


Scrisse commentarii sulla Somma di s. To
maso e parecchi trattati teotogici e pole
mici.

524

SUAREZ (FRANCESCO). Gesuita spa


gnuoto, m. nel i61 7. Compose da 25 vol.
in fol. quasi tutti di teotogia e di morale.
Grozio Pavea in grandissimo conto; Bene
detto XIV to chiama dottore esimio, e
Bossuet dicevato it rappresenlante di
tutla la scuola moderna. In mezzo per
la molto sapere, ha commune co teotogi

del suo tempo la superffuit.

AZOR (GIO.). Gesuita spagnuoto,m. in

DU PERRON (GIAC. DAVIDE). Dotto

cardinale e arcivescovo di Sens, morto


nel loi8. Trovasi tra le sue opere un
trattato sulP Eucaristia contro it prote
VASQUEZ (GABRIELE). Gesuita spa stante Duplessis-Mornay, trattato che val
gnuoto. Cess di vivere nel i604. Le sue se a ricondurre parecchi eretici alla fede.
opere scolastiche e dogmaliche formano
dieci vol. in fol. Vi si trovan tutte le que
LUCA (FRANCESCO) di Bruges. De
cano di Saint-Omar, mancato a vivi nel
stiont inutiti trattate al suo tempo.
ieal. Oltre buon numero di lavori sulla
BANNEZ (DOMENICO). Domenicano, Scrittura, hassi di lui un lnstructio con
dottore e professore a Salamanca. Lasci fessariorum.
dotti commentarii su la prima parte e la
seconda della seconda della Somma di
BELLARMINO (ROBERTO). Gesuita dot
tissimo e cardinale, m. nel i6al. La sua
s. Tomaso. Mori nel i604.
opera principale De conlroversiis dei
HENRIQUEZ (ENRICO). Gesuita spa la pi compiuta che siasi publicala in
gnuoto e professore a Salamanca, morto questo genere; pu dirsi Parsenale donde
nel i608. Dell una Sommadi teotogia mo i teotogi cattolici trassero Parmi pi va
rale e un libro De ne hominis, nel quale lide a guerreggiare gli eretici.
or sembra favorire,ora far contro al Molina.
FIGLIUCCI (VINCENZO). Gesuila ita
REBELLO. Spagnuoto, della compagnia liano, m. nel 1622. Le sue Quwstiones
di Ges, m. nel icos. Rimane di lui una morates sembra insegnino una morale
lunga e dotta opera De obligationibus troppo indulgente.
iustiliw, religionia et charilatis.
Roma Pa. 1805. Le sue Instilutiones mo
rates son raccommandate da Bossuet.

LESSIO (LEONARDO). Gesuitaamingo,


SANCHEZ (TOMASO).Gesuita spagnuo

m. nel 1625. Assai famose sono le sue


to, m. nel l8i0 in fama duomo di vita Theses theologicw e it dotto trattato De
austera. Abbiamo di csso quattro vol. in iustttia et iure actionum humanarum,
fol. sul decalogo e sui voti monastici, di cui s. Francesco di Sales facea gran
lavoro piuttosto diffuso, e it celebre trat conto.
tato De Matrimonio, nel quale tratta

tutte le difcolt di questa scabra que- .


stione, e sarebbe a desiderare che non
fosse disceso tanto ai particolari. Di que
sPopera, dettata pei confessori e direttori
di anime, abusarono per sciagura non poco
gli empii.

BECCANO (MARTINO). Dotto e pio ge


suita amingo, che pass alP altra vita
nel 1621 , lasciando , oltre la sua prege
vole Analogia novi et veteris Teslamen
ti, una Somma teologica.
TOIIIASO DI GESU (DIEGO SANCIO

ESTIO o VAN EST (GUGLIELMO ESSE

DAVILA ). Nacque in Andalusia verso

LIO), nato a Gorcum in Olanda e professo Panno 1586, entr ne carmelitani scalzi,
re a Douai, dove ni suoi giorni nel i6i5. fu denitore generale della congregazione
E chiamato da Benedetto XIV Doctor fun di Spagna e termin sua vita a Roma in
datissimus. Siam debitori a questo dotto, concettodi santo Pa. i626. Lasci parec
oltre le opere tanto commendevoli sulla chie opere, tra le quali un trattato pole
Scrittura, dun Commenlario sul Mae mico intitolato: Thesaurus sapientiw di
stro delle senlenze e di XIX orazione vinw in genlium omnium salute pro
teologiche, da raccommandarsi s queste curanda, tenuto in gran pregio dai sommi
che quelto ai giovani teotogi.
ponteci Urbano VIII e Benedetto XIV.

522

PRINCIPALI TILOLOGI E LORO OPIERF.

GRI-TSER (GIACOMO). Gesnita s\ev0,

SILVIO (FRANCESCO), in francese DU

morto professore a Ingoldstadt, nel leso.


I suoi tratlati De caussis matrimoniali.
bus e De Cruce gli meriterebbero desser
tra dotti di primo ordine, se fosser det

BOIS. Professore a Douai, Mori nel 1649,


lasciando eruditi CommenluriisullaSom
ma di s. Tomaso, oltre varie altre opere
accreditate.

tati con pi critica e meno diffusi.


l-LSTRIX. Nato nel Belgio Ia. 1602. In
segn con assai grido cosi in patria che
liere delPuniversitt di Salamanca, morto in Roma ecompose pi opere stimate, in
nel i629. Sue opere teotogiche: De matri ispecie la Logistica probabililalinn.
monio -De impedimenlis matrimonii.
PONCE DE LEON (BASILIO). Cancel

LOTI-I (Lonovieo BERTRANDO). Do


BONACINA (MARTINO). Prete mitanese, menieuno, dottore a Douai, nato a Saint
m. nel i651. autore duna Teotogia mo Omer e m. nel i652. Stimabiti sono le sue
rale, di cui Goffaert dottor di teotogia a Resoluliones casuum conscieiiliw.
Lovanio diede un compendio in ordine al
fabetico.
PETAVIO (DIONIGI). Gesuita, delto it
reslauratore della teologia dogmatica.
CONINCK (GILLES DI). Nato a Baitleul Sorti i natali in Ortans e cess di vi
(Fiandra francese),m. nel 1655. Di questo vere nel i652. Tra le tante sue opere di
gesuita ei rimane tra altre opere un pre vario genere onde acquist nome di dotto
gevole trattato De sacramenlis.
contasi una Teologia dogmatica in 5 vol.
in fol.

LAYMAN (PAOLO). Gesuita tirolese,


professore a Ingoldstadt; mori nel i655.
ABllAll (NICOLA). Gesuita, m. in Lore
Della sua Teologia morale fanno gran na nel lo5s. Il suo Pharus veleris Testa
de uso non purei moralisti mai canoni menli contiene questioni teotogiche ricche
sti eziandio.
derudizione e di critica.

ARCUDIO (PIETRO). Prete greco del

IIIORINO (Gl0.). Dotto prete delP Ora

Pisola di Corl,m.a Itoma verso Pa. 1657.


Abbiamo di lui una dotta opera De pro
cessione Spiritus Sancli e un altra De
concordia ecclesiw occidenlalis el orien
lalis in seplem sacramentorum adml
nisttratione. Questi ed altri libri delto

torio, nativo di Btois, m. nel i659. Com


pose moltissime opere di granderudizio
ne, tra le quali un ampio trattato De pw
nilentia e un altro pi stimato De sacris
ordinibus, che in mezzo a molta dottrina
difettan di metodo e contengono opinioni
stesso autore, tuttoch alquanto neglelti, arrischiate e poco conformi alla dottrina
sono avuti in alto pregio e acconci per communemente ricevuta.
difendere Ie dottrine della Chiesa cattolica
DE LUGO (Gl0.). Cardinale spagnuoto,
romana contro gli attacchi de greci.
m. a Roma nel I660. Le sue opere di leo
DUVAI. (ANDREA). Nato a Ponttoise , togia, di scolastica e di morale formano

decano della facolt teotogica nella Sor

7 vol. in fol., de quali pi letto da teo

bona, m. nel i658. Hassi di lui un corso


di teotogia nel qeale, come in altri scritti,
combatte con molto sapere e valentia
Richero e it ministro Dumoulin.

togi it 5. De virtule cl sacramento Pw


nilenliw. S. Alfonso de Liguori e it Car

rires to coltocano tra teotogi di primo


ordine.

WIGGERS (Gl0.). Prete liamingo, pro'

DE LUGO (FRANCESCO). Fratelto mag

fessor regio di teotogia ad Arras, morto


nel 1659. lsuoi Commenlarii sopra s. To
maso ponno annoverarsi fra imigliori in
questo genere.

giore del precedente. Appartenne alla com

pagnia di Ges e cess di vivere nel I 662.


Lasci diversi trattati teotogici ed uno sui
sacramenti.

VERON (FRANCESCO). Gesuita , poi

llIAIlCI-IANT (PIETRO). Francescano ri,

missionario, che proeaeci la conversione


di non pochi calvinisti; inne paroco di
Charentomove mori santamente nel i649.
Molle opere stimate si hanno di lui, prin

formato del paese di Liegi,m. nel Ieel. E


autore di unopera teotogica che ha per
titoto: Tribunal sacramenlale, oggidi
andata pressoch in dimenticanza , con
tenendo cose pi devole che solide.

cipalmente la Regola lidei.

EPOCA SECONDA
MARCHANT (GIACOMO). Fratelto del
Pantecedente e decano-curato di Couvin.
ll suo Hortus paatorum opera di critica
poco severa, ma edicante, utite, conte
nente cose che difficitmente troverebbersi
in altri libri.

523

di molle opere su materie teotogiche e li

turgiche, la pi nota delle quali quella


De ecclctiw occidenlalis et orienlalia
perpetua consensione.
HALLIER (FRANCESCO). Nacque a
Chartres nel 1595, fu dottore e professore

HOLDBN (ENRICO). Inglese, dottor del sorbonico, poi vescovo di Cavallton. Se


la Sorbona, m. Pa. loceLa sua Analysis gnatossi per zeto contro le dottrine gian
dal comprende tutta Peconomia della re senisticlie e mori nel 1655, lasciando pa
ligione in un quadro preciso, esatto, chia recchie opere stimate, particolarmente un
ro al sommo e tontano al tutto dalla bar Trallalo della gerarchia e un altro Su
barie scolastica. Ad essa vanno unite al le elezioni e le ordinazioni, lavoro chiaro
cune lettere teologiche egregiamente ra e ordinato che gli frutt una pensione dal
clero di Francia.
giocate.
NICOLAI (Gio.). DelPordine de predi

DE MARCA (PIETRO). Dotto bearnese,

arcivescovo di Totosa, poscia nominato catori. Nacque nella diocesi di Verdun e


alla sede di Parigi, di cui per non prese mori priore di s. Giacomo a Parigi nel i 875.
possesso, essendo morto prima che giu Tra i molti suoi lavori si hanno in pregio
gnesser le bolle, nel i8c2. Molte opere ci sopratutto le eccellenti note onde accom
restan di questo prelato, tra cui interes pagn la Somma e le altre opere di s. To
santi opuscoli teotogici: De Eucharistia maso, Lione, i860 e segg., le vol. in fol.
el Missa - De Pwnilenlia - De Ma
BONA (GIO.). Generale de cisterciensi,
trimonio.
poi cardinale, giudicato degno della tiara
DIANA (ANTONINO). Celebre casista dalla maggior parte del sacro collegio dopo
palermitano delPordine de teatini, morto la morte di Clemente IX. Era nato in Mon
nel 1665. Ci rimangono di lui delle Riso dovi nel Piemonte P a. i609 e mori in
luzioni morali e una Somma di risolu Roma nel 1674, in grido di dotto e pio
zioni, opere, secondo alcuni, d una mo prelato. Varii reputati scritti si hanno di
rale piuttosto, anzi soverchiameute, ritas lui: De sacricio missw - De rebus li
sala.
turgicis, ec.
CONTENSON (VINCENZO). Domenica
WANGNERECK (ENRICO). Gesuita, pro
fessore di tosoa e teotogia a Ditlingen, no francese, morto nel i074. La sua Theo
m. nel i864; autore di pi opere di me logia dogmalico-moralis menlis cl cor
rito e celebre sopratutto per le erudite dis opera solida e quasi alfatto scevra
note onde arricchi le Confessioni di s. A de difetti della scuola.
gostino, edizione di Cotonia, 1646 , note
LAZERUS. Gesuita francese, celebre
che dovrebbero andar per le mani di tutti
nel XVII secoto pel suo esteso sapere ec
i teotogi.
clesiastico. Conservasi un suo opuscoto:
MARTINEZ DEL PRADO (GIO.). Dome De anliqu-is formulis dei eorumquc
nicano spagnuoto, m. nel iees. Scrisse due usu exercitalio.
vol. in fol. sulla Teologia moralee altri
tre sui Sacramenli con metodo, ma dif
DE SAINTE-BEUVE (GIACOMO). N. a
Parigi, dottore di Sorbona, poi professore.
fusamente.
Fu privato della catedra per essere ade
ESCOBAR (ANTONIO). Gesuita spa rente al partito dArnaldo: posteriormente
gnuoto, m. nel ieco. Delle molte sue opere segn la formola dAlessandro VII e mori
quella che to rese pi noto la Teologia nel 1877. Fu in grido di gran casista e
morale, le cui massime ritassate mena lasci tre vol. di Decisioni in francese, la
voro assai distinto per criterio, scienza
rono rumore non poco.
e rettitudine, e due trattati Sulla Cresi
ALLAZIO 0 ALLACCI (LEONE). Nato ma e PEsttrema Unzione.
nelPisola di Chio Pa. tutto da parenti sci

smatici, abbracci la religione cattolica ,

HERINCX (GUGLIELMO). Diquesto ve

divenne bibliotecario della vaticana e mori scovo dlpri, m. nel 1678, ci rimane un
in Roma nel los9 , dopo aver publicato Corso di teologia scolastica e morale.

524

PRINCIPALI TEOLOGI E LORO OPERE

GUBAT (GIORGIO). Gesuita della dio-lperpetuit della fede. Cess di vivere


cesi di Basitea, m. nel i679, autore duna nel i694.
Teologia morale, in cui leggonsi alcune
NICOLE (PIETRO). N. nel i l62I e m.
proposizioni ritassate, proscritte dappoi
a Parigi nel loos. Si procacci una trista
dalla santa sede.
celebrit col suo ostinato attaccamento agli
NEESEN (LORENZO). Della diocesi di errori di Giansenio. Tra i non pochi suoi
Liegi, m. presidente del seminario di Ma scritti, buona parte dettati a favore della
lines nel i679. Nella sua Teologia in sua setta. crediamo dover menzionare i
4 vol. in Iol., piuttosto pregiata, si scon polemici contro la riforma, tutti oltre
trano certi punti di morale troppo severa. modo commendevoli per profondit e

solidit di raziocinio. Tali sono: l pre


GONET (G10. BATTISTA). Dotto dome
nicano,m. in Bordeaux sua patria nel I66l.
Sue opere: Clypeus theologlw thomisti
cw, s vol. in fol. - Manuale thomista
rum, 6 vol. in i2." - Disserlatio theolo
gica de probabililale.

giudizii legiltimi - Tratlato delP u

CARAMEL DE LOBKOWITZ (GIO.).


Cisterciense, n. a Madrid da genitori a
minghi, dottor di Lovanio. Fu de primi
e pi caldi avversarii delPAugustinus.

te delP0ratorio, m. nel 1695. Scrisse assai


opere stimate in fatto di domma, morale
e disciplina, delle quali troppo lungo sa
rebbe indicare i titoli.

nil della Chiesa - 1 pretesi riformati


convinti di scisma e la Perpetuit della
fede, opera eccellente da lui composta in
sieme con Arnaldo e Renaudot.

THOMASSIN (LUIGI). Provenzale, pre

Mori nel 1082, lasciando tra Paltre opere


una Teologia in 7 vol. in fol., colla ripu
lazione di soverchio lassismo.

CABASSUZIO (GIO.). Prete delP0rato

GOUDIN (ANTONIO). Domenicano della


Linguadoca, m. nel 1806, tosofo e teoto
go di molta erudizione. Nelle sue opere
teotogiche lemper certe opinioni ecces

rio, n. nel 1604. Lesse gius canonico in sivamente rigide messe fuori dai tomisti
Avignone e mori nel I 685 in Aix sua patria. su la predestinazione e la grazia efcace.
Sue principali opere sono: Traclalus de
CORRADO (PIETRO). Canonico napole
usura - Iuris canonici theoria et praxis,
dettate con eleganza e dignit, e commen tano e grande inquisitore a Roma. Visse
devoli per saviezza di decisioni e stretta nel secoto XVII. Molto apprezzata daca
nonisti la sua Praxis dispansalionum.
ortodossia quanto alla dottrina.
TABEIINA (GIO. BATTISTA). Gesuita,
n. a Litla e m. nel i686 vittima della sua
carit in un epidemia che afisse Douai.
Diede un buon compendio di teotogia mo
rale, chiaro, preciso e pieno di modera
zione sotto it titoto diSynopsis theologlw
praticw, 5 vol. in la.".

VIVA (DOMENICO). Gesuta d0tranto,


m. sulto scorcio del secoto XVII. Si badi
lui una pregevole Teologia morale in
8 vol. in 8.".
VAN BOY (LEONARDO). Agostiniano,
dottor tovaniense , m. verso it principio
del secoto XVIII. Molte parti della sua

ABELLY (LUIGI). Vescovo di Rodez. Teologia morale, in s vol. in 8., godono


Lasci la sua sede nel 1667 e mori Pan ancor credito.
no looi nella casa di s. Lazaro a Parigi
ove sera ritirato. La sua Medulla theo

logica pu leggersi con frutto.

VOGLEIK. Gesuita, professore alPuni


versit dlngoldstadt sulPentrare del se

coto XVIII. Reputatissimo it suo trattato


GIIANDIN (MARTINO). Professore nella sulla giustizia intitolato: Iuris cultor theo
Sorbona, m. nel lesl. Le sue Opera theo logicus. Ne fu data nel 1855 nrfediztone
logica, corso di teotogia in o vol. in 4., arricchita di copiose note dal sig. Carri
furono publicale dopo la sua morte dal res della congregazione di S. Sulpizio.

Patto. dArgentr.
via
SIEYAERT (MARTINO). Professore e
ARNALD (ANTONIO). Dottore della Sor dottore in teotogia a Lovanio, m. nel i7ol.
bona, famoso troppo pel suo giansenismo I suoi Opuscoli teologici e segnatamente
e per le controversie sulla grazia. Com i suoi Aforismi di teologia pratica, me
pose di concerto con Nicole it libro: Della ritano dandar fra le mani di tutti.

EPOCA SECONDA

525

GONZALEZ (TIRSI). Gesuita spagnuo

di Sorbona, m. nel i7il. Buona la sua


to; divenne generale del suo ordinee mori Teologia scolastica, in 4 vol. in fol.; vi
a Roma nel 1 70a. Scrisse tra Paltre opere sinc0ntran per varie questioni pi sot
un trattato contro it probabitismo col ti titi che utiti.
toto: Fundamenlum theologim moralis.

LAMI (FRANCESCO). Della congregazio


FROMAGEAU (GERMANO). Parigino,
dottore della Sorbona, m. nel i705. Suc
cedette a Delauiet nel denire i casi di
coscienza. Le costui decisioni in un con
quelle del suo predecessore trovansi rac
colte in ne del Dizionario de casi di
coscienza del Pontas.

ne maurina,passato attPaltra vita nel 471 l.


Tra Paltre sue opere abbiamo pregevoli
Lettere teologiche e morali, Vincredulo
condotto alla religione colla ragione Della cognizione e ilelVamor di Dio -

Confulazione del sistema della grazia


universale di Nicole.

TOMASKGIUSEPPE MARIA). Sicitiano,


MABILLON. Benedettino della congre
gazione di s. Mauro. nato nella diocesi di erudito e pio cardinale, m. nel i745. Le
Reims Pa. 1052 e morto a Pariginel i705. sue Instiluliones theologiw antiquorum
Fu un de pi dotti cenobiti del suo se patrum, 5 vol. in s., lavoro in cui con
coto e cosi per la vasta erudizione come dottrina, chiarezza e brevit viene spie
per la somma modestia sua si procacci gata la teotogia teorica e pratica.
la stima e la benevolenza de pi distinti
PAUWELS (NICOLA). Professore di ca
personaggi di quel tempo. Tra le molte
sue opere primeggiano gli Acla sancto techismo a Lovanio, m. nel 1711.. Stamp
rum ordinis s. Benedicti, 0 vol. in fol., una stimata Teologia pratica, tua vol.
e gli Annota benedictini, in e vol. in fol. in la3.

MASSOULI (ANTONIO). Dotto dome


nicano francese, m. nel i706. Il suo la
voro principale ha per titoto: Divus Tho
mas sui inlerpres de molione divina et
liberlate creato, 2 vol. in fol.

DUCASSE (FRANCESCO). Celebre ca


nonista. Fu successivamente vicario ge
nerale di Carcassona, canonico e arcidia

JUENIN (GASPARE). Prete delPorato


rio, m. nel 1715. Le sue Instructiones

theologicw ad usum aeminortorum, In 7


vol. in 12.", parvero, alla prima, lavoro
eccellente, ma tosto vi si scopersero prin
cipii gianseniani; per Io che furono con
dannate a Roma. Si ha pure di lui un
Commenlorius historicus et dogmaticoa
de sacramenlis, 2 vol. in fol., da cui tras

cono di Condom, dove cess di vivere se a vol. in 42." sotto it titoto di Teologia
nel 1706. Pi opere si hanno di lui, pre pratica de sacramenti; e un compendio
giate da giureconsultl; i due trattati della latino delle Istiluzioni suddette per gli
giurisdizione conlenziosa e della giuris esaminandi inanzi alle ordinazioni, 1 vol.
dizione volonlario furono uniti insieme in 1a.; una Teologia morale in domande
sotto it titoto: Pratica della giurisdizio e risposte, 2 vol in 42."; Risoluzioni de
ne ecclesiastica.
casi di coscienza sulla virt della giusti
zia. Queste due ultime opere sono scritte
DU HAMEL (GIO. BATTISTA). Padre con chiarezza e metodo sulla scorta sem
delP0ratorio,m. nel i700.0ltre non poche pre della Scrittura e de padri.
doltee profonde opere di vario argomento,
si ha di lui una Teologia speculatrix et
LACROIX (CLAUDIO). Nativo della pro
practica, in 7 v0l.in a., dettata in ottimo vincia di Limbourg, gesuita e professore
latino, della quale diede un compendio di teotogia a Cotonia, m. nel i714. Nel suo
con correzioni ed aggiunte sotto it titoto: Commenlario sulla teologia del Busem
Theotogim clericorum seminoriis accom baum, a vol. in fol.,studiossi di spiegare
modatw, summarium in s vol. in i2.. e determinare it senso delle denizioni di
questo teotogo, ma non pot cansar acer
HENNO (FRANCESCO). Francescano be censure , e odiose e non meritate ac
olandese. vivea nel 1 70a. Lasci una Theo cuse,quantunque le sue sentenze sembrino
logia moralia et scholastica, in a vol. spesso pendere anzi che no al las1 no.

in 8., metodicamente scritta.


MALEBRANCHB (NICOLA). Della con

FRASSEN (CLAUDIO). Denitor gene- gregazione delP0ratorio, teotogo tosofoe


rale delPordine di s. Francesco e dottor i metasico di gran dottrina, m. nel 1715.
BERGIEII. Vol. VI.

n;

526

PRINCIPALI TEOLOGI E LORO OPERE

Abbiamo tra Paltro: sue opere le seguenti,


notissime e celebri: Della ricerca della
verilf- Conversazioni cristiane -Tral
lato della natura e della grazia, nelle

ferenze ml Malrimonlwaltreaulilura
e la restiluzione, altre sui peccali, cono

sciute sotto it titoto di Conferenze di Pa


rigi. Ne rimangono alcune postume delto
i

quali Pa. si d a divedere pi metasico stesso genere, accreditate esse pure.


che teotogo.

PONTAS (GIO.). Celebre casista,morto


WITASSE (CARLO). Dottor sorbonico
della diocesi di Noyon, m. nel i7ie. Pu
blic trattati De Pwnilentia - De Ordine
- De Eucharisiia - De Dei attributis

sottopenitenziere delParcivescovo di Pa

rigi nel i728. Assai noto it suo Dizio

nario de casi di coscienza, in 5 vol. in


fol., nel quale tiene una via di mezzo tra
- De Trinilate -, De incarnalione. I it rigido e it ritassato. Collet ne fece un
due ultimi son pregevoli sopratutto per compendio in 2 vol. in 4..
la maniera dotta, robusta e ortodossa con
cui vi si confutano gli errori opposti.
PETIT-DIDIER. Domenicano francese ,
n. nel 165o,abbate di Senones, poi vescovo
HABIIRT (LODOVICO). Di Btois, dot di Macra in partibus, m. nel i728. La
tore della Sorbona, m. nel i718. Hassi di sci tra assai opere dotte le Annolationes
lui una Praxis pwnilenlialis e una Theo in bibliothecam ecclesiastica": e una dis
logia dogmatica et moralia con un Com sertazione sulla infallibitit del sommo
pendio di quesPultime opcre,generalmen pontece. Fu partigiano della costituzione
te buone, quantunque vi si scontrino pa Unigenilus.
recchie questioni che non si possono al
tutto approvare.
DANIEL (GABRIELE). Gesnita francese
m. nel 1728. I suoi Opuscoli teologici,
DU PIN (LODOVICO ELIA). Dottor di raccommandabiti per ordine e chiarezza,
Sorbona, m. nel l7l9, autore di moltis formano 5 vol. in 4..
lll
sime opere dotte, di cui varie massime
per furono condannate, e d un Metodo
TOUBNELY (ONORATO
Nacque ad
per istudiare la teologia, che fu ristam Antibo, fu professore a Douai, poscia alla
pato nel i769 con emendazioni e giunte Sorbona: cess di vivere nel i729. Ab
delPabb. Dinouart.
biamo di lui, in lo vol. in 8., un corso
di teotogia o piuttosto commentarii sul
POUGET (FRANCESCO AMATO). Ora Pintera teotogia, la pi parte dommatici,
toriano, m. nel i725. E I autore del Ca nei quali te vedere quanto giovi aleotogi
techismo di Mompellieri, tradotto in pi la conoscenza della storia ecclesiastican
lingue , contenente in generale belle ed
erudite dottrine, ma in pari tempo non
DAELMAN (CARLO GUISLANO). N. i
poche massime disapprovevoli , per le Mons, dottore e professore a Lovanio, m.
quali fu condannato da Roma. Ifopera, da nel l75l. La sua Teologia scolastico
lui, cominciata a tradurre in latino, fu con morale fu pi volte ristampata.
dotta a termine dal suo confratelto Desmo
leis sotto it titoto dnstiluliones catho
DE NEEF (STEFANO). Francescano tia
lieie, c da monsig. de Charaney , succe mingo; vivea verso la met del sec. XVIII.
duto a monsig. di Colbert, vescovo di Chiara, bench concisa, la sua Teotogia
lo.
Mompellieri, fatta imprimere con emen morale in a vol. in I2..
dazioni per le quali fu espunto che che
sentiva le opinioni delPautore.
BABIN (FRANCESCO). Nato in Angers
nel los1, divenne gran vicario e decano

ALESSANDRO (NATALE). Domenicano della facolt teotogica di essa citt, e mori


francese di gran sapere, morto nel 1724.
Oltre un ampia storia ecclesiastica e va
rii altri commendevoli lavori, ci rimane
di lui una Teologia dogmatica e morale,

nel i754, dopo aver tenuto per ventanni


catedra di teotogia con assai grido. Son
suo lavoro i primi i8 tomi delle tanto note

in 1 1 vol. in 8., apprezzata, comech piut

rono condotte a termine da varii autori,


principalmente da Cotelle de la Blandi

tosto diffusa.

e stimate Conferenze di Angers, che fu

nire, paroco di Soulaines, m. nel i798.


LE SEMELIER (GIO. LORENZO). Prete
della congregazione della dottrina cristia
L HERMINIEB (NICOLA
Dottore di
na,= m. nel i725. Compose eccellenti Con Sorbona, amidiacono e teotogo del Mans,

EPOCA SECONDA

-,

527

m. nel i755. Sue opere Theologia scho-speculativa, in 7 vol. in i2ed una Thco
lastica, 7 vol. in 12a - Traclatus de logia morali1, dassal superiore alPaltra,
sacramenlia - De gratla, censurata da approvata da Benedetto XIV e pi volle
alcuni vescovi.
riprodotta.
DANES (PIER LUIGI). N. a Cassel ,
Fiandra francese, m. professore di teotogia
a Lovanio Pa. I758. Ci rimangono di lui
un pregiato compendio di teotogia sotto
it titoto: Instilutiories doctrinm christia
noe e varii ernditissimi trattati teotogici,
in ispecie De /lde, spe et carilate.

ZECH. Gesuila tedesco , professore di


diritto canonico alP universit d Ingold
stadt, verso la met del secoto scorso.
Gode la stima de teotogi it trattato da lui
dato fuori col titoto: Rigor moderataa

doctrinw ponticiw circa. usuras.


LAI-ASSE. Prete della congregazione di

LE TOMBEUR (NICOLA). Agostiniano, s. Sulpizio, m. nel 1748. Dett un assai


n. a Tirtemont, m. a Lovanio nel 1756. buon trattato De Deo ac divinis attribu
La sua Praana administrandi sacra men tis, publicato sotto it nome di Tournely.

la Posnilenliw et Eucharistiw stimata


per buon metodo ed erudizione, comech
MADRISI (FRANCESCO). Nato nel Ti
di morale soverchiamente rigida.
roto verso it nire del secoto XVIII, entr
per tempo nella congregazione italiana

RONCAGLIA (COSTANTINO). Teotogo delPOratorio e mori nel i7lt0. Di questo


italiano della congregazione della Madre dotto religioso ci resta una buona disser
di Dio, m. nel 1757. Theotogia YIIora.Iia tazione De symbolo Ildei.
universa, 2 vol. in fol., citata frequente
DE LA CHAMBRE (FRANCESCO). Dot
mente da s. Alfonso de Liguori.
tor di Sorbona, m. nel 1755. Sue princi
D ARGENTR (DUPLESSIS) CARLO. pali opere, dettate in francese e todate
Dottor sorbonico, poi vescovo di Tulle, per scienza ed erudizione: Tratlato della
m. nel i740. Tra altri suoi lavori teoto veril della religione, In ti vol. in n.0,
gici si annoverano: Etemenla theologica scritto con aggiustatezza e solidit seu Iraclatus de locis theologicis; ed una Tratlato della. Chiesa, 6 vol. in l2. Spiegazione ile sacramenli, in francese, Tratlato della grazia, 4 vol. in la." Trattuto del formolario, 4 vol. in la.
a vol. in 12.".
_ Introduzione alla teologia.

GOTTI (VINCENZO LUIGI). Domenica


REIFI--ENSTUEL. Francescano aleman
no e cardinale italiano, m. nel i742. La
sua opera migliore la Teologia scola no. Canonista di non commune giudizio ,
stico-dogmatica secondo tospiritto di s. To a detta del Collet. Scrisse Ius canonicum
maso, ia vol. in 4., diffusa, ma pregevole unieersum, 6 vol. in fol.
e dunampia e ben digerita erudizione.
BRAUNllIAN (SIMONE). Abbate dA ver
GIRARDEAU (NICOLA). Canonico of bode nel Belgio , m. verso it mezzo del
ciale dEvreux, dottore di Sorbona, vis secoto andato. Piuttosto in reputazione
suto circa la met del secoto XVIII. Scrisse: sono i suoi Traclatus theologici tum
Prolegomena, seu prwlectiones theologi pronti tum tpeeulalioni accommodati.

ore de religione - Dc verbo Dei seu scri


pto seu tradilo, de Ecclesia et conciliis;
opera non priva di merito e raccomman
dabite per chiarezza ed ordine agli ini
ziati nelto studio della Scrittura e della
teotogia.

LAGEDAIIION (GIO.). Professore di teo


togia nel seminario di Cambrai alla met
circa del secoto scorso. Duole che sia ri
maso incompleto un suo trattato De. sa
cramento et contractu matrimonii, la
voro condotto con solidit.

DROUIN (RENATO). Domenicano fran


cese, m. nel I7IS. Il suo Traclatus do

LENGLET DU FRESNOY (NICOLA).

gmaticaa da sacramentis, 4 vol. In fol.. Dotto ecclesiastico francese, m. nel tua.


prova di granderudizione e conoscenza Tra le molte e svariate sue opere una

profonda del domma e della morale.

delle migliori e di cui pu fare suo pro

la teotogia it Tratlato isterico e do


ANTOINE (PAOLO GABRIELE). Gesuita gmatico del segreto inviolabile dellacon
Iorenese, m. nel i745. Ila una Teologia fessione.

528

PRINCIPALI TEOLOGI E LORO OPERE

CONCINA (DANIELE). Italiano; fu del Chiara, ordinata, costantementeortodossa


[ordine di s. Domenico e mori verso e tontana degli eccessi nelle opinioni con
it i756. I migliori suoi scritti sono: Theo troverse la sua Teologia, in 5 vol. in la."?i
logia christiana-dogmalico-moratis, in Avvene un compendio in un soto vo
12 vol. in 1.", meritamente reputata, e: lume.
E.

De sacramenlali absolutione impertien


da aut di/erenda recidivia consuetudi
nariis, in 1., opera eccellente e acon

tessori utitissima.
BILLUART (CARLO RENATO). Dome
nicano, nativo di Rvin presso Rocroy,
m. nel 1757. Ha una Teologia in le vol.
in es, in cui si occupa specialmente della
morale, e la quale,tuttoch apprezzata, sa
rebbe migliore se Pa. in essa non sostenes
se con troppo catorele sentenze del proprio
ordine. II p. Alessandro, suo confratelto,
ne diede un compendio in e vol. in o..

LAMBERTINI (PROSPERO), poi Bene

l;
IIERllIAN (GIORGIO). Gesuita, profes
sore di teotogia alPuniversit dlngold
stadt, m. nel i766. Opera di gran merito

sono i suoi trattati De Deo sciente e De


Deo volenle.
iti "
M11
ROSATI (ANTONIO). Canonico peniten
zlere di Roma. Vivea nel 1760. Ci resta
di lui: Summa de sacris ordinibus,

1 vol. in 8.", lavoro che ottenne grido


in Italia.
i

I 11.1; a

MONTAGNE (CLAUDIO LODOVICO).


Nacque nel 1687 , entr nella congrega

zione di S. Sulpizio e mori nel l767. Si

detto XIV. Nato a Botogna nel 167B , hanno di lui varii trattati teotogici stimati
entr per tempo in prelatura e divenne sulla grazia, sui sacramenti, dati fuori
successivamente canonico di s. Pietro, ar sotto it nome di Tournely.
civescovo di Teodosia, cardinale arcive
scovo di Botogna, nalmente papa. Dopo
PATUZZI (GIANVINCENZO). Dotto do
un gtorioso ponticato di 17 anni, cess menicano italiano, m. nel i769, noto per
di vivere nel 1758, lasciando moltissime molte opere quasi tutte di teotogia, nelte
opere in materie ecclesiastiche, tra le quali combatte spesso la causa del pro
quali le pi accreditate sono, oltre it suo babitismo e i teotogi lassi; tra quali fa
bollario, i trattati De synodo dimcesana stupore it trovare annoverato s. Alfonso
- De sacricio missw - De canoni de Liguori. Il principale suo lavoro ha
zatione sanctorum -- De festis D. N. per titoto: Ethica christlana, sive Theo
1. C. et B. M. V.
logia moralis ex sanclw Scripturw fon

titnis derivala et s. Thomae aquinatis


CUNILIATI (FULGIINZIO). Domenicano doctrina illustrala, 7 vol. in 4.". w mi.
italiano, m. nel i7159. Oltre una Teologia
morale ha Il calechisla in pulpilo, opera
COLLET (PIETRO). Dottore e profes
pregiatissitna in Italia.
sore di teotogia, m. nel 1770. Si contano
GRAVINA (GIUSEPPE). Gesuita italia
no. Vlvea verso it l7110. E autore duna
Teologia, metodicamente compitata, che
gode credito in Italia, e nella quale inse
gna it probabitismo con tutto it riserbo.

tra laltre sue opere: Trail des indul


gences etdujubil,2 vol.in la." - Trail

de Pofce divin, 1 vol. in i2." - Trail


dea sainis mystres, 2 vol.,in i2." -

Traile des exorcismes (le VEglise, 1 vol.


in ie." - Abrege da dictionnaire dea
cas de conscience de Ponlas, 2 vol. in 4."
BALLERINI (PIETRO e GIROLAMO). - Theotogia mioralis universa, 17 vol.
Fratelli,nati a Verona, it primo nel 1698, in e." -- Instiluliones theologicw ad
Paltre nel i702. Fattisiecclesiastieijurono usum seminariorum, 7 vol. in 12." costantemente uniti e si distinsero pel tor De Deo eiusqae attributis, 5 vol. in 8..
sapere. Dobbiam toro un traltatelto: De In generale vien reputato eccellente per
vi ac ratione primalus romanorumpon la dogmatica, ma nella pratica ordina
ticiim, e pregiate edizioni delle opere riamente troppo rigido. Ha uno stite piut
di s. Leon lnagno, della Somma di s. An tosto duro in latino e scorretto in fran
toninoe di parecchi altri scrittori di gri cese. La pi consultata tra le sue opere
do. Pietro chiuse sua vita nel i764; Gi oggidi it Traile des dispenses en gene
rolamo gli sopravisse ancora molPanni.
ral et en particulier, 5 vol. in 12, unica
nel suo genere e divenuta importante in
CHARMES (TOMASO). Capuccino, na ispecie dopo le contese sorte in Germa
tivo di Charmes in Lorena, m. nel i765. nia sugli impedimenti dirimenti.

J.

EPOCA SECONDA

529

DUJARDIN. Domenicano belga e dot

BINER. Gesuila tedesco, morto verso.


torc uelluniversit di Lovanio, conosciuto Pa. i 778,lasciando unopera piena di dotte
per Poperetta teotogica, a buon diritto ap indagini intitolata: Apparalus erudilio

prezzala, De ofcio sacerdotia qua iudi

nia ad iurisprudenliom prwsertim ec

cis cl qua medici.

clesiasticam.

CRARDON (CARLO). Beuedettino della

LEGRAND (LUIGI). Sulpiciano, nato iii

congregazione di s. Vannes, n. nel I69ISJBorgognQ verso Pa. 17H e morto ad lssy

insegn successivamente retorica. toso nel i780. Profess teotogia con grido ed
lia e teotogia, ma fu privato della cale ebbe gran parte nella condanna recata
dra perch a-v\ erso alla costituzione Uni dalla Sorbona contro te opere del p. Ber
genilus e mori nel i771. La sua Storia ruyer, di G. G. Rousseau e di Marmontel.
dehgacramenli, e vol. in 8.", in voce di autore di pi opere teotogiche, segna
lavoro dassai credito.
tamente dun trattato reputatissimo: De

incarnationc Verbi divini, uscito in luce


lllANHART. Gesuita, nato nel Tiroto sotto it nome di Tournely.
Ia. tono. Ottenne splendida lama nelPin
struire e mori Pa. i775. Pi opere avea
BEURRIER (VINCENZO OGNISANTI).
composte , tra le quali: Dissertaliones Prete francese della congregazione degli
theologicw de indole, ortu ac progrcssu eudisti , morto nel i782. Godon credito

et [ontibus sacrw doctrinw.

le sue Remarques thologiques sur Vad


ministtralion dea sacramenlo e le Con

DENS (PIETRO). Presidente del semi frcnces ecclesiastiques sur le sacerdoce,


nario di lllalines, ove insegn con fortuna lea fles et les mystrcs.
la teotogia. lltori nel i776. Abbialn di lui
una teotogia in 7 vol. in 8.", divenuta giu
ZACCARIA (FRANCESCO ANTONIO).
stamente celebre nel Belgio, ov"e adope
rata tuttavia ne seminarii. Seppe egli te

Nacque nel mitanese Pa. i7i2 , si le ge


suita e sostenne con onore parecchie im

nere una via di mezzo, cosa difcite, tra portanti cariche. Da Pio VI fu nominato
le opinioni agitate asuoi tempi; e la sua professore delParchigiunasio della Sapien
memoria tuttavia in venerazione uel suo za; compose moltissimi scritti, si dis
paese. La migliore edizione della sua teo tinse specialmente contro le erronee dot

togia quella fatta a Malines nel i850 , trine di Fchronio. Mori nel i786.
7 vol. in 8." con note di A. Byckewaert,
presidente del seminario di Gand.

VOIGT (EDMONDO). Gesuita della pro


vincia delPAlto-Reno, che viveva ancora

nel i775. Ila una Teologia morale in


a vol. in 8., stimatalper chiarezza e sa
viezza di sentenze. E scritta colto stesso
spirito di benignit di quella del s. Li
guori e quasi tale da tener luogo dei Di
zionarii de casi di coscienza del Pontas,
Fromageau e Sainte-Beuve. A taluni parr
per avventura di massime alquanto tasse.

DE LIGUORI (S. ALFONSO MARIA).


Vescovo di s. Agata de Goti nel regno di
Napoli e fondatore della congregazione de
missionarii del ss. Redentore,nato nel i696
e morto nel i787, Le molte sueopere to
chiariscono uomo veramente apostolico.
La sua Teologia e PHomo apostolicus,
pi volte ristampati, sono al presente in
grandissima stima. Era davvis0 si doves
se, al confessionale, evitare it soverchio
rigore del pari che la troppa indulgenza.
BERGIER (NICOLA SILVESTRO). Dot

AMORT (EUSEBIO). Bavarese, canonico tore in teotogia della diocesi di Besancon.


agostiniano, m. nel M78. Sue opere: V. le notizie di lui al principio di que
Tratte histtorico-thologique des indul sPopera.
gences, in fol. - Supplmenl aii Dic
tionnairc des cas de conscience de Pon
las - Diclionarium casuum conscien
liw gatlice (Pontas) versum, nioribiis
Germaniw accommodalum novisque no
tis illusttralum, 2 vol. in 4.. S. AI
fonso de Liguori faceva gran conto di que
sto teotogo, specialmente della sua Teo
logia morale e scolastica, corretta di pro
prio pugno da Benedetto XIV.

LE CLERC DE BEANBERON (NICOLA


FRANCESCO). Nacque nel "14, insegn

teotogia pel corso di 5o anni e ni di vi


vere nel i790, lasciando varii trattati, it

pi pregiato de quali quelto Dc nomine


lapso et reparato.
REGNIER (CLAUDIO FRANCESCO). N.
nelPAlvernia Pa. l7i6. Fattosi per tempo

530

PRINCIPALI TEOLOGI Ii LORO OPERE

ecclesiastico, prese it berretto doltorale sertazioni sulla necessil della rivela


. Llifif
e sascrisse alla congregazione di 8. Sul zione.

pizio a Parigi, ove mori nel i780. Si ha

BAILLY (LODOVICO). Bacelliere di


di lui un trattato pregevolissimo De ec
clesia Christi, e Certilude des principes Sorbona, canonico e professore di teoto
de la. religion conlre les nouveauic ef gia a Digione, morto nel i808. Ci restano
tra Paltre sue opere: Traclotus de vera
forts des incredules.
VALSECCIII (ANTONINO). N. a Verona
nel i708, entr nelPordine di s. Domeni
co, lesse da prima tosoa, poi teotogia
nelluniversit di Padova, dove chiuse sua
vita nel 17ol. Scrisse di molte opere sti
mate, varie delle quali furono tradotte in
latino.

religione - Traclalus de Ecclesia, che


lascian molto a desiderare, - Theologia
dogmatica et moralis, s vol. in 12.",ac
conciata agli usi ed alle circostanze in
trodottc in Francia dal codice e dal con
cordato. Tuttoch apprezzata e adottata

come libro elementare in pi seminarii,

ben tontana dalPadempIere it suo scopo,


come quella che difetta generalmente di
RICHARD (CARLO LUlGl).Domenicano metodo e tratta sol supercialmente la
francese, n. nel 171l. Nel i794 fu arre maggior parte delle questioni di ritievo.
stato a Mons e condannato a morte per
MARTINI (ANTONIO). Arcivescovo di
aver publicato uno scritto: Parallelo de
gli Ebrei che crocissero G. C. co Fran Firenze. m. nel i809. Lasci, tra Paltre
cesi uccisori del proprio re. autore di opere, Istruzioni morali sui sacramenti
moltissime opere ed opuscoli che si ri - Istruzioni dogmatiche, isteriche e
I?
feriscono it pi alla storia del suo tempo, morali sul simbolo.
, .
e del Dictionnaire universel des sciences
EIIUZZARELLI (ALFONSO). Gesuita, n.
ecclsiastiques, a cui appose un volume
di supplementi it p. Giraud, domenicano a Ferrara nel i748. Fu teotogo della peni
tenzieria, membro dclPacademia della re
esso pure.
ligione cattolica, e mori a Parigi nel 18i 5.
IIOOKE (LUCIO GIUSEPPE). Irtandese, Moltissime dissertazioni abbiamo di lui cd
dottor diSorbona, m. nel i796. Il suo pi opuscoli su materie ecclesiastiche e su le
stimato lavoro ha per titoto: Religionis controversie agitate al suo tempo, le quali
giusticano pienamente Patta riputazione
naluralis et revelatw principio.

da esso goduta.

fa

BERTI (GIO. LORENZO). Agostiniano


italiano, autore dun corso di teotogia in
o vol. in 4. e duna storia ecclesiastica
in i vol. in 4.", della quale diede un ri
stretto in 2 vol. QuesPulttnfopera fu ri
stampata a Gand con un supplemento e
non poche emendazioni dovute ad A. lty
ckewaert.

DUVOISIN (GIO. BATTISTA


Vesco
vo di Nantes e dottor di Sorbona, morto
nel i8is. Tra Paltre sue opere si conta
un trattato De vera religione , dettato
nella Sorbona, 2 vol in i2.".

DEVOTI (GIO.). Nato a Roma nel i744,


dlivenne professore di gius canonico nella
Sapienza, poscia vescovo dAnagni, arci
vescovo di Cartagine e consultore di pa

PERIN. Professore nel seminario di Na


mur e autore dun corso di teotogia mo
rale. Meritamente celebri divennero nel recchie congregazioni. Mori nel i89.0 in
Belgioi suoi trattati De aclibus humo fama di canonista distinto. Si hanno di lui
Instilutiones canonicw, 4 vol. in HL", e
nis - De peccatis - De legibus.
Ius canonicum ilniversum , 5 vol., la
sia
GERDIL (GIACINTO SIGISMONDO).N. voro non condotto a termine.

in Savoia nel I7I8,enIrO nelPistituto dei


JACQUES. Teotogo francese, lettor di teo
barnabiti e nel i777 venne da Pio VI de
corato della porpora. Fu in grande stima togia alla facolt di Besanzone, n. nel i756,
appo i sommi ponteci Benedetto XIV , e m. nel lonl. Vuolsi lasua teotogia dogma
Clemente XIV, i due Pii VI e VII, e tica sia lavoro pregevole.
mori in Roma nel 1802, dopo percorsa
DE LA LUZERNE (CESARE GUGLIEL
una lunga e splendida carriera. Parecchi
scritti diede alla luce degni delPalta sua MO). Cardinale vescovo di Langres, m.
fama, traquali acenneremo principalmen nel 1azl. Fra le molte sue opere van
te sedici trattati teotogici equattro dis ricordate le Isttrnctions sur le rilucl

EPOCA SECONDA

53,1

de Langres, in 4.", c le Considrations province, i850 --- Dfense de Pglise ca


sur les divers poinls de la morale chre tholique contra Vhrsie constilutionel
tienne.

le, i840 -, ed altri opuscoli di circo


stanza.

MONTAIGNE (GIO.). Sulpiciano e dot


tor di Sorbona, n. nel i789 e morto su
WISEMAN. Dottore inglese, antico pro
periore del seminario d Yssy nel le2]. fessore nelPuniversit di Roma ed ora
insegn teotogia a Totosa e a Lione. Gli vescovo di Melipotamos in partibus.
si deve un opuscoto De censuris seu no Scrisse moltissime opere; le pi ditffuse
tis theologicis et de sensu proposilionam, in Francia sono: Conferenze sulle ceri
e P edizione dun trattato De existentla monie della settimana sanla in Roma

Dei, opus posthumum D. Legrancl.

- Discorso sulla relazione chc passa


tra la scienza e la religion rivelala. -

BASTON (GUGLIELMO ANDREA RE


NATO). Licenzlato di Sorbona, m.nel i825.
Lasciando stare varie altre opere, ci re
stano di lui trattati teotogici: De Deo et
divinis allribulis - De Ecclesia - De
gratia - De ss. Trinilate - De in
carnatione - De Matrimonio - De
angelia - De sacramentia in genere,

Conferenze sulla dottrina e le pratiche


della chiesa cattolica.

GOUSSET. Antico vicario generale di


Besancon, poi vescovo di Perigueux e pre
sentemente arcivescmo di Reims. Siam

debitori a lui duno ediioneldelle Confe

rences dhingers e del llltuale di Tolone.


sotto it titoto Lecliones theologicw. Gli Altre sue opere: Le code civil commenta

autori delle Novelle ecclesiastiche gli die


diero taccia di molinismo e di sentire ol
tramontano. Public insieme col suo con
fratelto Tuvache la teotogia nota sotto it

dans les rapporta aveo la thologie mo


rale, i856, 5.- ediz. - Jinticalion de

titoto di Teologia di Rouen.

di quesPullimo scritto.

la thologie morale de s. Alph. de Li


guori - un vol. di lettere a conferma

VENIER (G10. BATTISTA TADEO). N.


LIEBERMANN (FRANCESCO LEOPOL
nel i 760, missionario diocesano, poi pro DO). Professore di teotogia e vicario ge
fessore di teologia nel seminario, liuahnente nerale di Strasborgo. Diede una Teologia
vicario generale di Besanzone, m. nel i854. dogmatica in s vol. ad uso deseminarii.

Compose pi opere, tra le quali indichia


mo una Teologia in 2 vol., notevole per
CAPPELLARI (MAURO) poi papa Gre
chiarezza, come che al sommo succinta.
gorio XVI. Lopera da lui scritta contro

gli eretici degli ultimi tempi, Trionfo

Boven (PIER DIONIGI). N. nel Rover

della sanla sede e della Chiesa, fu tra


gue Pa. 1766. Entr nella congregazione dotta in francese dalPabbate Jammes.
di S. Sulpizio, ove fu maestro di tosoa,
poi di teotogia. Mori nel i842 a Parigi.
BOUVIER (GIO. BATTISTA). Antico
Fu zelantissimo impugnatore di chiunque professore di teotogia e gi vicario gene
in questi ultimi tempi insorse contro la rale ed ora vescovo del Mans. Ha un corso
Chiesa. Le principali sue opere, tra le di teotogia in o vol., pi volte ristampato
tante pregevoli che diede alla luce, sono: e adottato in molti seminarii, una toso
Le duel jug au trtbunal de la raison a, una storia della tosoa , un trattato
et de Phonneur, i804 - Examen da sulleiudulgenze e una dissertazione De 1v
pouvoir lgistatif de Vglise sur le ma decalogi prwceplo.
riage, 1oiv - Antidote conlre les Apho
rismes de m. De la Mennais, 18ao DE VIE. Attual vescovo di Belley. Di
Examen de la doctririe de m. De la Men fuori un rituale in 5 vol., un manuale
nais, considere sous le triple rapport delle cognizioni utiti agli ecclesiastici e un
de la philosophie, de la thotogie et de memoriale del clero.

la polilique, i854 - Dfense de la me


thode wenseigiicmenl suivie dans les

l,

GAUME. Canonico di Nevers. Abbiamo

coles catholiques, i855 - Dfense de di lui un Manuale de confessori compi


Uordre sociol contre le carbonarisme lato su varie opere, cio: Il sacerdote san

moderne, i8s5-u - Defense de Vglisi ticato; Pratica del confessore, di s. Al


de France contre les atlaques (le la dis

onso de Liguori; Avvertimenlo e trat

serlation sur le prt intere! de Pab lato della, confessione generale del b. Leo
bc Pags , et lettre un thologien de nardo da Porto lllaurtzlo; Istruzioni di

532

PRINCIPALI 'IEOLOGI E LORO OPERE -- EPOCA SECONDA

MOSEII. Teotogo del Belgio, professore


s. Carto; Awertimenti di s. Francesco di
Sales; Consigli di s. Filippo Neri, Av- di teotogia a Lovanio, poi al seminario
visi di s. Francesco Saverio awonfesso di Bois-le-Duc. Scrisse varii trallatelli teo
ri; come pure un Catechismo di perse togici, tra gli altri uno De impedimenlix
Matrimonii.
veranza.
DEBREYNE (P. G. C.). Dottore in me
SATTLER (GIO. GASPARO). Dottore
dicina della facolt di Parigi, prete ed ora e professore di teotogia nel seminario di
religioso della Gran Trappa. Public Pen Strasborgo: compose un corso di teotogia
ses dun eroyunt catholique - Essai in 6 vol. ad uso di quella diocesi. lavoro
sur la jologie morale considre dans generalmente buono; it trattato Manila
ses rapporis avec la physiologie et la ad parochos incontr a segno it favore di
mdecine, opera specialmente destinata Leone XIl che desider fosse ristampato
per uso del clero dItalia. Roussetot, pro
al clero.
fessore di morale nel seminario di Gre

CARmma (GIUSEPPE). Prete della noble, ha test riprodotto la della teoto


congregazione di S. Sulpizio , professore
di teotogia e vicario generale di Parigi.
Ci ha dato una nuova edizione del trat
tato di Vogler: Iuris cultor theotogicus,
notabitmente accresciuta; un trattato De
Matrimonio e un altro De iustitia et iure.

gia, accuratamente riveduta e fornita di


note per quel che spetta Pattuale legista
zione francese.

PEFIRONE (GIO). Gesuita italiano, pro.

Di queste due ultime opere mise fuori an

fessore al collegio romano. Il suo corso di


teotogia dogmatica ottenne assai fama e

che un compendio.

fu in pi luoghi ristampato. Avvene anche


un compendio, impresso a Parigi.

PI-IBOCHEAU. Illissionario, vescovo in

partibus di IIIaxIila; autore duna teo

TEOLOGIE ANONIME

togia in 2 vol. per uso de missionarii.

MASTROFINI. Teotogo romano. cono


sciuto per un opera recentemente publi
cata sulPusura.
LYONNET. Canonico e superiore del
piccoto seminario di Lione. Ba stampato:

Trails de la juslice et des contrais mis


en rapport avec la lgistalion aeluelle
de la France.

TEOLOGIA DI TOLOSA. Credesi tulPu


no con quella di Poitiers, dicui P abbate D.
B. diede umedizione, accommodata alPat
tual legistazione francese. Pare opera in
credito. Uantica teologia di Poitiers era
cercala per la sua chiarezza e concisione.
TEOLOGIA DI BOANO. V. BAsroN.
TEOLOGIA DI NANCY. in 11 vol.
in 12.", publicata per cura del gesuita Si
monnet, col titoto: Instiluliones theolo
gicze ad usum seminariorum , Nancy,
i721-28. Anche it sig. Mzin diede alcuni
trattati sotto it titoto Theologia nanceien

BEUSCII. Celebre gesuita tedesco. Il


suo Traclatus de paetis et contractibifs
in genere gode la stima de dotti.
sis, 1785, citati con tode da Carrire.

..wlmm

, aWMKIM
"fammi lMv

INDICE ALFABETICO
DE NOMI RIFERITI NE PRECEDENTI CENNI
f

Abelly
.
Abram
.
Alcuino .
Alessandro
Allazio
.
Amalario .
Amori.
.

Anselmo (s.)

Antonino (s.)

Arcudio
Arnald
Auger
Aureoto

.
.

.
.

.
.

Antoine

ii
m
g

M
-i
i

.
.
.
.
.

.pa 8. 524 Cano


.
.
.
522
Cappellari.
.
.
2.U 517
Caramnel de Lobkowilz
.
.
526 Carrire
525 Chardon .
.
.
5i7 Charmes .
.
.
555555
55,5. 5 .5 .5 529
Clemangis.
5i8 Cliethoue .
527 Collet
519 Concina
.
.
522 Coninck .
524 Contarini .
.
.
520 Contenson.
519 Corrado
5i8 Cunitiati

Auxerre (d)
Azor

pag. 520
n 551

524
552

.
.
.

529
-O
Ui
iH
lvuavvwwv

.
.

528
519
519
528
528
522
519
525
524
528

521

Daelman .
Babin
.
Bacone
.
Baitly
.
Ballerini .
Bannez
Baston
Beccano .
Bellarmino
Benedetto XIV
Bergier
Berti
Beurrier .
Beusch
Bitluart
Biner
.
Bona
.
Bonacina .

.
.
.
.

.
.

.
.

.
.
.
.
.
v. Lambertini

.
.
.

.
.
.

.
.
.

Bonaventura (s.).
.
Borromeo (s. Cartto) .
Bouvier
Boyer
Braunmann
Cabassuzio.

.
.

.
.

BIRGIER. Vol. Vl.

.
.

528
518
550
528
521
551
521
521

Damasceno (s. Gio.) .

528
550
528
552
528
529
525
522
519
520
551
551
527
524

De Lugo (Francesco)
. . . . . (Gio.).

Danes
.
Daniel
.
DArgentr
De Ales

526
517
527
v vt ac,5v,v v ,sv,5, 526
527
518
552
iH!
u
whu
527
550
529
522
522
525
520
526
529
520
525
551
519
550
523
n 527
524

Debreyne .
De la Chambre
De la.Luzerne
De Liguori

.
.
.
.

De Marca.
De Monchy
De Neef
Dens
.
De Saincts
.
De Sainte-Beuve
De Vic
De Vio
Devoti
Diana
.
Drouin
.
.
Ducasse .

.
.

.
.

.
.

.
.
67

534

INDICE ALFABETICO

Du Hamel.

Dujardin .
Duns
Duval

.
.

Du Perron

Du Pin .
Duvoisin .
Echio
Enrico di
Escobar
Estio.
Esttrix

.
.
Gand.
.
.
.

Figliucci .
Frassen .
Fromageau

Fulberto (s.)

pag. n25 Lenglet du Fresnoy .


Le Semelier .
829

.
819 Lessio
822 Le Tombeur
821 Lilerminier
826 Liebermann
.
850 Loih

810 Lupo
819 Lyonnei
825
821 Mabitton
822 Madrisi

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

.
.
.
.

821
828
828
8i8

Henno

826
825
828
821
825
828
820
825
850

lldeberto .

8i8

Jacques
Juenin

850
828

Leclerc de Beanberon
Legrand .

.
.
.

Maldonato
Malebranche
Manhart .

Marchant (Giacomo) .
. . . . . . (Pietro)
Martinez del Prado .
Martini
.
.
.
Massouli .
.
.
Mastroni .
.
.
Melina
.
.
.
Montagne .
.
.
Montaigne.
.
.
Morino
.
.
.

.
.
.
.
.
.
.

Moser

Mozzolino
Muzzarelli

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

Neesen
Nicolai
Nicole

.
.

Ockam
Orioto v.
Oriorio
Osio

.
.
Aureol
.
.
.
.

Pascasio .
Patuzzi
.
Pauwels .
Pfin

3,

n
2
n

.
.
.

.
.

.
.

.
.
.

.
.
.

Procheau.

Perrone

.
.

Lazerns

.
,.
.
.
.

Habert
Hallier

Lacroix .
Lafasse .
Lagedamon
Lambertini
Lami
.
Lanfranco.
Layman .

.
.
.
.
.

851
850
827
824
824
828
827
824
551
824
828
822
819
8i8
8i8

.
.

I Luca

Gaume
Gerdit
Girardeau.
Gobat
.
Gonet
.
Gonzalez .
Gotti
.
Goudin
.
Goussei .
Grandin .
Gravina .
Greiser .
Gropper .
Guibertto .
Guimondo.

Henriquez.
Herincx .
Herman .
Hessels
.
Holden
.
Hooke
.

pag.

Peiavio .
.
Petit-Didier
.
Pug
.
.
Pietro it venerabite
Pietro Lombardo
Ponce de Leon .
Pontas
.
.
Pouget
.
.

QMv
-O
-U
-l
-I
MiOU
-vO
V
M

0o

.
.
.
.
.
.
.

828
827
827
828
.
828 Rabano Mauro .
8i8 Raimondo di Pennaiort
.
.
822 Ratramno
.
.
.
825 Rebelto
.
.
829 Regnier .
.
.
829 Reiffensiuel

.
.
.
.
.

.
(s.)
.
.
.
.

-0 U

827
826
821
827
826
851
822
821
8i7
852
828
827
820
828
829
825
822
825
850
828
852
820
828
551
822
852
819
850
824
825
821

818
820
817
828
828
550
832
852
822
826
820
8i8
818
822
826
826

DfNoMi RIFERITI Nl-fpnsCansurl CENNI

535

Riccardo da s. Vittore
Richard .
.
.

.
.

pag. 5m Tomasi .
.
.
. n 550 Tomaso PAquino (s.)

.
2

pag. 525
. n 5m

Roberto di Sorbona .
Boncaglia .
.
.
Rosati
.
.
.

.
.
.

.
.
.

Sa .
.
.
Sanchez .
.
Sattter
.
.
Scoto v. Duns
Sitvio
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

Solo (Domenico)
. . . (Pietro) .

.
.

.
.

Sleyaert .
Suarez
.

.
.

.
.

Taberna

Teodolio .

Teotogia di Nancy
. . . . . . Roano
. . . . . . . Totosa
Thomassin
Toleto
.
.

.
.

.
.

.
.

n 521
n 525

n 519 Tomaso di Ges


527 Tournely .
.
n 52a
Valencia .
.
n 520 Vaisecchi .
.
n 521 Van Boy .
.
n 552 Vasquez .
.
Venier
.
.
n 522 Veron
.
.

.
.
.
.
.
.

.
.
.
.
.
.

.
.
.
.
.
.

n
n
n
n
n
n

.
.

n 520 Viva
, 520 Vogler

.
.

.
.

.
.

.
.

n 524
n 524

.
.

n 524 Voigt
.
! 521
Wangnereck
n 524 Wieki
.

525

.
.

.
.

.
.

.
.

: 525
n 520

.
.

521
550
524
521
551
522

n 5i7 Wiggers

n 522

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

n
,
,
n
n

Wiseman .
Witasse .

.
.

.
.

.
.

n 551
n 526

Zaccaria .
Zech
.

.
.

.
.

.
.

.
.

n 522
n 527

522
552
552
524
520

FINE DEL VOLUME SESTO ED ULTIMD

AVVERTENZA
Vol. I, pag. s, lin. l, sembra, leggi: sembran.
n

78, n

7o, n 22, dopo rivelato, aggiungi : in ogni sua circosianzaJ-I quindi,

7, vi siano limbi, leggi: vi sia limbo.


in ci che la rivelazione chiaramente non ci manifesta,
le congetture, ec.

79, n

4v

dopo riprovazione, aggiungi: nel senso cio che lddio


riprovi alcuno senza demerito.

"3

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