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p
I
ARTE
MAGICA DILEGUATA
LETTERA
DEL SIGNOR
MARCHESE MAFFEI
AL PADRE
INNOCENTE ANSALDI
DELL' ORDINE DE' PREDICATORI.
IN VE R O N A. MDCCXLIX.
Per Agoftino Carattoni.
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CASTO INNOCENTE ANSALDI
Dell' Ordine de'Predicatori
Brefcia
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.
4
Ma per verità fuor di quello non mi darebbe l'ani-
ancora ,
c che quella Magia altro in oggi non lia che
chimera . Beneficio maggiore farebbe forfè oggigior-
no ,
chi prendefl'e a dimoflrar ciò di propolito ,
di
chiunque li affatica per far conofcerc, eller vanità,
e fogni gl’ ipogrifi notrurni, c i mirabil viaggi, c fe-
lle, e conviti delle maliarde ;
perchè finalmente del-
le molte menzogne da coftoro fpacciate ,
e fparfe
quella n’è una ,
tolta la quale rimangono tutte 1' al-
così
s
cosi ridicole, e infane. Troppo onore fembra ad al-
6
credenza appunto dalla facra Scrittura deriva ,
e fu
zione ,
ed a Audio venga attribuita, fembra talvolta,
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di coftringer gli Spiriti; e pili altri arcani di quello
altri
altri tempi corfe nel Mondo. Quanti errori l'occu-
paron mai ,
non per quello meno errori , perchè fo f-
fer comuni? non ebbeli già ferma credenza univerfal-
mente , che antipodi non ci fodero ? che il beccare o
node’polli indicane il doverli combattere,© lafciare?
che le rtatue de' loro Dii averterò parlato, o cambia-
to fito? Aggiungali, che i prelligiatori ufavano arti
finirtimc per deludere,
e per far travedere qual ma- :
fime
i
l
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. , . .
9
finte età Avea detto altrove (a) la deftrezz a de' Ma-
:
zioni ,
e vanità non meno di fei, o fette altre volte
impugna o deride (b). Rifleffione fopra tutto merita
,
ei defucre, non
non difeendi ingenium, aliaque, non patiente
vircs,
(cosi le Pampe tutu, ma leggi non alia ei parentc)Mundo. Immcnfum,
Se indubitatum exemplumeft tàlli artis, quam dereltquit Nero.
IO
chiamarne l’ombra . Aggiunge Plinio in oltre, (a)
che venuto a lui Tiridate Mago (Magus dee leggerli,
dove Magnai ha l’Harduino) e avendo condotti feto
Maghi , c iniziatolo con Magiche cene, non per quefto
Nerone con dargli un regno poti da lui ricever tal
,
fo. Io non fon già per far ricerca d’ogni limile auto-
rità negli antichi ;
ma veggali in grazia il libro d'Ip-
pocrate del mal caduco ,
che veniva comunemente
credu-
la) Plin. i. 30. e» a. Mago? lecum adduverat : Magici* etiam
ccenis cum initiaverat non tamen cum
:
, hanc ab rcgniiin cidarct
eo rccipcreartem valuit. Proinde ita pcrfualum fir, inteftabilem,
irritam ,inanem effe shabentem tamen q»afdam vernati? umbras,
fed in bis vencficas artes podére, non Magica?..
(b) Nat. Qu. 1 4. c. 7.. Apud nos in duodceim tabulis cave-
.
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. .
II
creduto opera degli Dii, per lo che fuchiamato Sa-
ero. Ridefi egli d e' Magii, e ciarlatani (a), che con
incanti ,
e purgazioni divote vantavano di fcacciarlo,
e moflra ,
come profetando cofioro di potere con
le lor malie ofeurare il Sole, attirar la Luna, far buon
tempo, e cattivo ,
indurre abbondanza, e fterilità ,
parole ,
eflendo fiate da ottimi Scrittori mete a ba-
flanza in chiaro. Non li dee lafciar d' avvertire, che
il nome di Magia è fiato molte volte prefo in buon
fenfo ,
per Filofofia non trita , e feienza non volga-
re : così va intefa dove dice Plinio fe ben confufamcn-
te ,
che Pittagora, Empedocle, Democrito, Platone l.jo.c. 1 .
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. ,
XI
fitti elettrici rinde per certo affai piti feufabile chi
cone ,
che il Demonio gli comparifca ,
che lo am-
maeffri, che 1
’
ubbidifea ,
che faccia patti con lui. Se
fi poffa credere ,
che permetta al Demonio per com-
. piacere alcun così fatto ghiottone di dettar turbini
di flagellare un tratto di paefe con grandine, di far
foffrire mali dolorofiflìmi a bambini innocenti, anzi
pagato, permetta alle volte per via di arte Magica uccifoni
d’ uomini ancora . Come fi può mai fenza offendere ,
e fenza diffidare dell'onnipotenza divina tali cofe cre-
dere ?
»3
deré? E avvenuto a me più volte, fpezialmente quan-
do fui nelle armate ,
di fapere ,
che perfone abiette
fi eran date pienamente al diavolo ,
e 1' avean chia-
mato a fe con beftemmie orribili ;
ma non per quello
era comparito mai , nè effètto fe n'è mai veduto al-
cuno. Se 1* invocare il Demonio ,
e il rinegar Dio ,
zioni,
»4
zioni, per le quali è fcufabile chi a tali cofe in altri
fecoli predò fede ,
come fi potrebbero mai credere
certe dra vagarne? per cagion d’efempio,che i diavo-
li abbiano carnai commerzio con donne , o in figura
di donne con uomini, e che ne nafcano anche figliuo.
qualunque luogo ,
e tempo, benché con tutt' altra
intenzione ,
le faccia . Veramente quede opinioni deb-
bon fervire a umiliarci ,
facendo conofcere quanto
poca cofa fia 1’ umano intelletto . De’ drani fatti che
fi racconta per patti taciti verificarfi ,
moiri fono in-
teramente falli ,
altri molto in fodanza diverfi ,
ed
alcuni veri, ma naturali ,
e non punto d' opera dia-
bolica bifognofi .
J
ry
alle valide difficoltà del Sig. Conte Rinaldo Carli, a
opinione propria d‘ Eretici, e pubicamente punita , pa 5 .j S 4.
afcrive il negarla, qualche parola convien pur dirne
ancora. Per prima ragione di ammetterla fi adduce
1' univcrfal confcnfo del Mondo. Tcftimonj infiniti ,
mare
(a) lib. 6. Ep. t.
Somnia, terrores Magicos , miranda, Sagas,
Nocturnos Lcmures , portentaque Thcflala rides ì
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.
IÉ
mare il Sole, ofeurar le Stelle, ecoffringere i Numi,
che li credea in potere della Magia ,
ben fi ravvifa ,
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dell' arti Magiche. Quella folennefrafe fa conofcere
il fentimento comune ile’ Saggi, (a) Con Indovini ,
e
d’un tale,
Delle Magiche frodi feppe il Giuoco . Intc.io.
nulla opera fe non nella tefta del paggo, che fi crede d'
aver autorità di muovere il Diavolo ad appagare i
i8
dare cotali fàntalìe da molcifllmi, ebbero gran parte-
i Poeti. Perivano fenza quello le pili gioconde inven-
zioni d' Omero . Cosi ne' moderni tempi potrebbe
dirli dell* Ariorto, e d' altri-. Non è qui da tralafcia-
re ciò,, che poco fi accennai parlando di Plinio , cioè
ftronomia , Filoforta ,
Medicina: in altrequelli di cer-
ta fcuola, o fetta ;
veggali il proemio di Laerzio.
Scrive Platone, che in Perlia per Magia s intendeva
il culto degli Anche Apuleio nell’ Apologia:
Dei (a).
* '
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.
*9
Jo conchiudejjìmo , che pena /) grave imponejfero ad
una chimera ad un’arte che nulla può
, ? Ma qui è da
confiderar prima ,
che porrebbe facilmente errore co-
munemente invalfo aver' occupate le menti anco di
coloro ,
che leggi fecero ; onde alle lor leggi quel co-
ntento fi converrebbe, che abbiam veduto
fatto da Se.
neca a quella delle dodici Tavole. Delle pene fanta.
mente im porte nella Scrittura alle fcelcraggini de’Ca-
itanei ,
e all’ Idolatria, della quale con le Magie fa-
cean pompa, non èqui luogo di ragionare. Nelle Icg-
gi Greche, delle quali tante e tante ne abbiamo negli
Scrittori, non ho memoria, che di quello delitto men-
zion fi trovi ,
nè pena gli venirti: importa alcuna. L i-
io
Coil _ vento, dice la legge. Perciò Coflantino afTolfe quelli,
-
.
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.
gj: ciò pollo tutte le differenze > che fi cerca poi di ri-
maginario ;
che nella Magia intervengono i veri patti
P15430
" 0 » ha origine dalla Filofofia, nè da altra fetenza, ma
dalle favole popolari Ma io fiimo, a tutto torto ve-
nir qui fatta all'arte Magica cotanta onorificenza. l£o
moftrato poco fa, benché correntemente, con più au-
torità d’ antichi Scrittori, come dagli uomini favi ve-
niva derifa, e filmata un Giuoco, e come niun’ effetto
arrivò mai a poterne vedere un Imperndor Romano,
che non rifparmiò ftudio,nè fpefa.Ho parimente ac-
cennati già gli equivoci de’ nomi ; che fecero talvolta
confondere con le difcipline Filofofiche, e con le dot-
r . s ,i64.
cfl ° > come P uì) dare « che fuperfti^iofe offervan^e ,
operi -
. .
41
fteflad’ aver veduto qualche cofa di tal genere , am-
mette
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, , , . , , , , -
*4
mette M agia diabolica ,
e contra i Maghi vuol che
fs. 9- corra il caltigo. Quelli dice effer fovente Soggetti dot
ti e che per imparar l’arte demoniaca hanno viaggia .
ras ''44- to affai ; e inftruiti in Goccia , e Teurgia o dal Demo-
ris.! 7o .niooda libri, fi vagliono di parole ftrane , caratteri,
pjs.654. cforcifmi , efecra^ioni recitano parole /acre ,
e divi-
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,,
*5
annullare la forza Magica, con dire che i Tuoi non fo-
,
e l'elTer por-
tate per aria a' Notturni Congrelfi. Non ferve il pre-
tendere tali cofe impoffibili alle forze umane. Fin do-
ve fi eflendano quelle degli Angeli benché rubelli non
fappiamo. Mi ricordo d’aver’udito ragionare molto
bene in Roma ,
di quanto fia difficile alle volte il deci-
engf!Ìzóri~bytjuoflle
,
li
S. Giovanni nell' ApocaIiflè.(«)P/V // un Angelo difen-
der dal Cielo , avendo in mano la chiave delT Abiffo , e
una gran catena ed : afferrò il drago fanti co ferpente,
eh' è Diavolo , e Satanaffo, e lo legò per mille anni. Dif-
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,
*9
altresì privato dì forza ogni Principato, e Poteftà ,
e
Virtù . Con quelli nomi fono indicati i varj ordini de’
pervertì fpiriti come fi ricava da più luoghi del Te-
,
30
non riofcir più come prima gl’infegnamenti diaboliche
r arti, (a) coloro che fin' allora le avean fignite porta- ,
gannatore?
XII. Nafce da quanto ho detto, che di virtù Ma-
giche, e di effetti per Magia prodigiofamente avvenu-
ti, più volte fi parla nclTeftamento vecchio, ma men-
zione
bro? , &
comhuflèrunt coram omnibus.
de Incarn. -niy il Mxyttxc
(b) ./TX; tx; C i/tXd; xarxxxlft.
3*
zione non fé ne ha veruna nel Nuovo. Siccome non
mancaron mai feduttori, e impoftori, che tal nome fi
attribuirtero, cosi due Maghi avvien che fi nominino
negli Atti degli Aportoli. Elima in Cipro , che prò- AfUuù
curò dirtuadere il Proconfole Romano dall’ afcoltar
diverfi ;
{d) de' quali , rifpofe Simone, pregate voi altri
p tr
(a) Vili. 9. feduccns gcntem Samarix , dieens fe effe aliqucm.
magnimi
(b) 11. propter quod multo tempore Magiis fuis l dementaffet
eos.
(c) ij. Vidcns ctiam figna & virtutes maximas fieri, ftupens
admirabatur
( <0 14. Rcfpondens autem Simon dixit: precamini vos prò me
ad Dominum , ut nihil veniat fuper me horum qui dixiftis •
e
3*
per me il Signore, che nulla fopra di me venga. Q_ueffo Al-
lì
ci tirajfe dentro me ancora , promettendo di volar per a-
ria Segue , che coflui volò fublime portato da i dia-
voli, dicendo che andava a! Cielo con applaufi di tue.
to il popolo ,
e che S. Pietro con fue orazioni lo fece
cadere a terra ,
avendogli prima parlato ,
come fode-
ro un predo l’ altro. Vegga fi il racconto, ch’èchia-
ramente mal inventato, e 1
falfo. Veracofaè, che
quelli ed altri antichi ferirti ,- ingannarono alcuni Pa-
dri , c Criltiani autori ,
i quali fenza maggior’efa-
me ebbero fede al volgar grido: fopra di che però più
colè potrebber dirli , ma troppo lungo farebbe il trat-
tar di quelle partitamente. Come fi può fenza tituba-
zione credere a cagion d’efempio, che feri vede S. Giro-
lamo, elfere andatoS.Pietro a Roma, non per piantare
nel Capo del Mondo la Fede, e la prima Cattedra, ma
ad exfmgnandum Simonem Magum c come può non fi
•
• 34
voco fu riportata a Sinion Mago da S. Giuftino,e per
la fua autorità da qualch’ altro . Il Pagi all’ anno 41 .
Juflinur aut nominarli vicinitale ,
aut faìfa relatione
deceptur Gran forza in ciò dee fare l' anellazione d’
35
vatore ,
c della Stella che apparve ,
cosi ragiona .
(a}
Per lo che ogni Magia refiò annullata ,
ogni vincolo di
malizia difirutto, l' ignoranza abolita /' antico Regno
36
I Magi adunque in darno(<*) volendo le folite cofe ope-
rare ,
quali prima con incanti , e malie efeguivano ,
cominciarono a invefligar la cagione; c veduto in Cie.
Io il nuovo fegno congetturarono , ejfer nato chi a gli
fpiriti tutti fuperior fffe e vennero per adorarlo.
S. Atanagio dell' Incarnazione trattando ,
infegna
come il Salvatore (b) ogni cofa Utero dagl inganni e ’
xi> 5 i», «
Ilavxi firn, dmxtii.-di'Jfacf ri vìjxc igxcix;-
àpx*l
(c) n. 46. tlóri ti TX vxp E'xx»n , VI TTxvrxjfi nxnàx triirxv
7 CU &C. ( , ,
nin tì rS; Mxyàxs i Ti\n ni r« t.txcxxXnx tre xxrx-
(d)
dopanti! ;
Trxràù-u « fi in tx I, epàtix tv Xc>7 y,rev.i il
(e) Kxi ttxXxi fifa txilxc.-.; «fwnWMnm» ri x-.Spfi*; &C.
Ti ti Triti TÌ( trxp dcrcìt Mxytixf dm; k-
(f)
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trti ; ori 71 rii fifa ftitifireuz ,
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n
della Magia tanto da effi ammirata ? la quale prima
della venuta del Verbo valeva ,
e operava fra Egizi*' t
Caldei, Indiani, e facea ftupire i riguardanti-, ma dal-
ia prefen^a dcllaVcrità , e dall' apparizione del Verbo
fu abbattuta ,
e refa onninamente inutile ancb' ejfa .
cercargli.
XIV. Ma
(a) p. 290. ita ut divinationes , & univerfa fraus Idolatria:,
qurdeccptum poffidebatorhcm, fc frachm effe fonti ret in tantum :
39
XIV. Ma non è neceflario andar facendo più lun-
ga, e più minuta ricerca. Batta ben tantoper far vede-
re, come tal fu il fentimento efprelTo non già d’uno,
o d' altro de’ Padri ,
il che non farebbe flato, ma del-
lamaggior parte di quelli , che fecero di quello punto
menzione, i quali non fur molti. Non importa dun-
que, che ne’ fecoli badi, e men colti difleminazioni va-
ne, e fantaftiche d’affatturamcnti ,
e di malie diabo-
liche acquiftaflero ne’ popoli maggior fede , e tanto
più ne' più fcmplici. Vegganli le molte novelle riferi-
fpogliavano prima ,
eù ungeanocon certi olii da ca-
po a piedi, e come per Magia ogni forte di portenti
e appunto le medelime Aravaganze li prometteano .
Molti ritrovanfi ,
a’quali il non credere i portenti de’
Malcficii, fa un certo orrore, quali li negaflero con
cibi miracoli , o fi negafle l’efiftenza de’ diavoli; e ri-
cordano, che fra gli ordini Chericali , c’ è pur quello
degli Eforcifli, e come benedizioni e orazioni con- ,
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40
za, e le tentazioni de’ maligni /piriti fon pur troppoa
tutti note. Il grado degli Eforcirti fu già anche ne'pri-
mitivi Criltiani tempi, e fc ne fa da più antichi Pa-
dri menzione; ma in niuno fi trova , che folle diretto
ìVi
llo avvenga mai per virtù di figure, di parole, di fegni
da trifle e fciocche perfone adoprati ,
e per autorità
che abbiano fopra il Demonio uomini trilli, o donne
pazze. Il Santo Padre vivente ,
che tante e tante co-
fe infegna negli aurei fuoi libri ,
tratta a lungo dell'
vcJ. de opere mirabili del Demonio , riferite nel Tellamento
4 p.i.c. vecchio, ma nè pur mentova (tregherie, o magie av-
venute ne’ tempi alla Redenzion polleriori. Abbiamo
nel Ritual Romano orazioni, e benedizioni per ogni
bifogno,eper ogni occorrenza ;
abbiamo imprecazio-
ni ed cforcifmi contra i Demonj ma dove fia puro,
;
e da
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. , ,
4*
e da particolari, c pofleriori aggiunte efcnte,non ci li
refri , ignei ,
aerei , ed acquo/!, per diftruggere male-
fida, incantationet , ligaturar,& fatturar in qualun-
que luogo Ciano gli alFatturamenti nafcorti, o liano an-
che dati dati a mangiare, e di qualunque materia ften
fabricati ,
e lia flato mafchio, o femmina ,five Magur,
five Sortilega
e non ottanti quibufcumque conventioni-
tur , & patiit inter eot & Maleficum per Magam ini tir.
II proibirfi cotcfte orazioni dalla Chicfa dovrebbe pu-
re illuminare a battanza, che le cofe in ette fuppotte
fon falfe, e alla vera religione, e alla fana divozione
nocive Tre anni fono fu flampato in quella Città un
.
per
l'incenfo diventino facramenti per fugar l’inimico,
non cader nc’fuoi lacci ,e per non temere gl' immondi
ma non fa mai motto , che 1 agir di quefti
{piriti; fi.
« 1$.
do è natiflimo, che fu comperato per me a gran prez-
zo»
, . 4
43
zo,non fapcndo io, che mancale della più importan-
te e curio/a parte. Veggafi quel che ne ho detto negli
Opufcoli,che fono flati a 11' /fioria Teologica aggiunti. r«s-M».
dire ,
che la notte fpettri e ftrcpiti di catene le infetta-
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4S
quante volte Amelie brighe malfimamente fra paefani
fon nate per imputazioni, o per accufe fra loro datefi
di fattucchierie? Ma che dirò degli Spiriti incubi, c
fuccubi, che a difpetto dell* impoflìbilità pur fi voglio-
no? Il Sig. Muratori ove tratta della Fantafia ,
mette
però quella con quella del Noce di Benevento e ,
dice,
che opinioni sì fatte oggidì fono in tal maniera feredi- pag.ur.
oquan-
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e.
46
o quanti adunque patti taciti faranno a! Mondo .'Egli
ebbe fede alle favole della bacchetta divinatoria ,
per
ritrovar con effa i ladri ,
c gli omicidi , benché conftaf-
def.Prat.
poco dopo a tutta la Francia, che ilprimo autore
lu'TrAc- fu un fourbe , e che chia mato a Parigi ,
nulla potè mai
rom.j.
far VC(j ere q uanto vantava Che qualche effètto o- .
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47
fétti da Ior voluti. Con qual raggio di buon giudizio fi
lor
4«
lor Miniftri? Per fare che tali vane immaginazioni fva-
nifcano, rimedio farà cfficaciffimo il non parlarne pun-
to, e il lafciarle perire nel fiIenzio,e nell’oblivione. Se
in luogo, dove non fi fia da immemorabil tempo avuto
di malie fofpetto, fi fpargc effere arrivato un Religio-
fo , che le perfeguita , e le disfà , tu vedi fubito donne
iberiche, e malati ipocondriaci concorrere. Vedi lo-
fio effer portati bambini da Urani malori infettati, ed
odi afferirfi, che fono effetti di affatturamene, e rac-
contarli ancora quando ciò avvenne, e come. Nè ben
configliato è, chi predicando o fcrivendo,efatti, e
fentenze contra le Streghe facendo (lampare ,
narra
le cofe da quelle fciocchc afTerite,e i fatti, che fi dicono
avvenuti, e modi; poiché per quanto nell’iflefTo tem-
i
uo>
cafligo dà credito alle volte al delitto, eche Ih più ab-
bondano le Streghe, ove più fi cafligano. M’ è caro di
49
fone di qualche dottrina ,
e di fermo , chi dice , ma io
ho veduro quello, e quell' altro ;
e chi afferma ,
a me
ItefFò è avvenuto di fcorgere il tal facto ,
ed i! tale.
Cj<y>gle
ora non ho alla mano. Quanti altri maravigliofi iogan-
ni rammentar fi potrebbero? Balla vedere il Porta, ed
IL FINE.
pag. 47. tentavi Ag, tentativi
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oo ^66 z.
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