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4 Marianna Flammini
Prof.ssa Elena Forte Fabio Cinque
Federica Fort
Walter Cervini
26/10/2020
Nella scorsa lezione abbiamo visto che la tavola periodica è organizzata in periodi e in gruppi. Gli
elementi di uno stesso gruppo hanno uguale configurazione elettronica esterna e quindi
presentano lo stesso tipo di orbitali che lungo il gruppo assumono dimensioni via via maggiori.
Lungo i periodi, come possiamo notare, gli orbitali, da sinistra verso destra, sono dotati di
continuità, data dall’aggiunta progressiva di un elettrone alla volta. Varieranno quindi con
continuità anche le proprietà degli elementi. Parliamo quindi di proprietà periodiche degli
elementi.
L’EFFETTO SCHERMO
In questo grafico vedete il valore di Z* in funzione della costante di schermo. L'unico che non ha la
costante di schermo è l’idrogeno poiché ha 1 elettrone e 1 protone, quindi la carica efficace è
uguale a 1. L‘elio comincia a diminuire un po’ perché c’è l’altro elettrone che si scherma ma
ovviamente la carica nucleare è molto vicina. Con il Li vediamo invece che la carica nucleare
efficace, che agisce sull’elettrone più esterno, è più bassa. Poi vediamo come la carica efficace
aumenti lungo il periodo (questo perché siamo a parità di n quindi gli elettroni si schermano un
pochino ma non troppo). Soltanto quando arriviamo al termine del periodo, con il sodio, c’è una
forte diminuzione della carica nucleare efficace. Il Na fa parte del Terzo periodo e avrà l‘orbitale 1s
completo e il 2s completo, quindi avrà una
forte schermata e la carica nucleare efficace
sarà più bassa.
RAGGIO ATOMICO
Il raggio atomico è per convenzione la metà della
distanza tra i nuclei di un atomo dello stesso elemento
legati fra loro. Per misurare i raggi atomici di atomi di
molecole più complesse spesso si sfruttano i raggi
atomici determinati dagli atomi legati tra loro stessi es:
nel raggio tra C e Cl si stimerà prima il raggio del
carbonio in C-C e il raggio del cloro in Cl-Cl.
Come possiamo vedere in figura, i raggi atomici degli elementi del primo gruppo sono senza
dubbio i più elevati. Lungo il periodo il raggio atomico tende a diminuire perché lungo il periodo
aumentano il numero di protoni e quindi il numero degli elettroni, di conseguenza, maggiore è la
carica e maggiore è l’attrazione, quindi il nucleo tende a diminuire.
Come notiamo in figura, quando gli orbitali p sono riempiti questo forte attrazione diminuisce
perché comincia ad esserci anche una certa repulsione tra gli elettroni. Per lo stesso motivo,
quando cominciano a riempirsi gli orbitali d in corrispondenza degli elementi di transizione
vediamo come i raggi atomici inizialmente diminuiscono ma man mano che ci spostiamo, la forza
repulsiva degli elettroni diventa maggiore e il raggio atomico aumenta.
Il raggio aumenta lungo un gruppo e diminuisce lungo un periodo con piccole variazioni quando
parliamo di orbitali d.
IONI
Gli elementi che abbiamo visto nella tavola periodica hanno lo stesso numero di cariche positive e
negative. Alcuni elementi tenderanno però a cedere o ad acquistare elettroni in modo da rendere
più stabile l’elemento. Tali specie quindi diventano ioni. In figura vediamo che gli ioni Na+ e K+
sono elementi del primo gruppo che hanno ceduto un elettrone e Mg2+ e Ca2+ del secondo
gruppo che hanno ceduto due elettroni, di conseguenza questi tendono a cedere elettroni per
avere il sottolivello completo ed assumere la configurazione elettronica del gas nobile. Gli ioni con
carica positiva, che hanno quindi ceduto un elettrone, si chiamano CATIONI; quelli con carica
negativa che hanno acquistato un elettrone, si dicono ANIONI. La distinzione tra cationi ed anioni
deriva dall’esperimento di Faraday del 1830 quando, studiando l’elettrolisi, egli vide che i
composti con carica negativa andavano verso l’anodo, quindi anioni, e quelli con carica positiva
verso il catodo, quindi cationi.
RAGGI IONICI
In questo grafico, il sodio Na cede il suo
elettrone più esterno su 3s1 in quanto poi
otterrà il guscio in n=2 completo. Avendo perso
un elettrone avrà una carica +. Il Cloro Cl del VII
gruppo, tenderà invece ad acquistare un
elettrone, di conseguenza passerà da 7 a 8
elettroni e avrà il guscio esterno completo==>
Na ha carica positiva perché possiede 10
elettroni e 11 protoni e Cl ha carina negativa
perché possiede 18 elettroni e 17 protoni.
Negli elementi che perdono elettroni, principalmente quelli del primo e del secondo gruppo, la
perdita dell’elettrone comporta la riduzione del volume, e quindi del raggio ionico, poiché gli
elettroni si ritrovano concentrati sull’orbitale più interno. Questo vuol dire che, se andiamo a
vedere i raggi atomici dei rispettivi ioni della tavola periodica, vedremo che c’è una decisa
diminuzione negli elementi de I,II e III gruppo; lungo il gruppo il raggio aumenta perché aumenta il
valore di n, ma tra l’elemento neutro e il suo ione c’è sempre una diminuzione. Tale diminuzione
viene meno lungo il gruppo poiché aumentano i gusci e va a diminuire anche la carica efficace.
Quindi mentre tra l‘atomo di litio e il suo ione c’è una grande differenza, questa differenza non è
così grande tra il cesio e il suo ione, proprio perché gli elettroni degli orbitali pieni fanno da
schermo. Viceversa negli elementi del V, VI e VII gruppo gli elementi allo stato neutro sono molto
piccoli poiché c’è una forte attrazione di carica tra cariche positive e negative. Di conseguenza, gli
ioni rispettivi di ciascun atomo aumentano poiché aumentando la carica negativa diminuisce la
capacità di attrazione dei protoni quindi il guscio più esterno diventa più grande. Inoltre
nell’ossigeno vi è l’acquisto di 2 elettroni, quindi il raggio aumenterà di più, e ancora di più
aumenterà nell’azoto con l’acquisto di 3 cariche negative. Anche in questo caso vediamo che, per
gli elementi del V, VI e VII, scendendo lungo il gruppo, la differenza tra l’elemento e lo ione viene
meno sempre a causa dell’effetto schermo.
ENERGIA DI IONIZZAZIONE (Ei)
L’energia di ionizzazione è l’energia necessaria a formare uno ione: essa allontana un elettrone da
un atomo neutro in fase gassosa (o da uno ione stesso) a distanza potenzialmente infinita. È tanto
maggiore quanto lo è l’attrazione elettrone-protone.
Per allontanare gli elettroni dal guscio più esterno è necessaria meno forza; negli alcalini (Li, Na, K,
Rb, Cs, Fr) si arriverà con l’energia di prima ionizzazione all’ottetto, che conferirà maggiore
stabilità all’atomo. Essa aumenta per ogni elettrone strappato, in quanto lo ione avrà carica
sempre maggiormente positiva ed esattamente come il raggio atomico, dipende da Z.
Lungo un periodo l’Ei aumenta progressivamente, mentre si riduce scendendo all’interno di uno
stesso gruppo. Ciò non accade per l’ossigeno, in quanto due elettroni occupano lo stesso orbitale
2p e di conseguenza aumenta la loro energia.
Per gli elementi di transizione l’energia di
ionizzazione tende ad abbassarsi, in quanto
possiedono minor energia rispetto ai
precedenti.
Il Cesio (Cs) è uno degli elementi con minor
energia di ionizzazione. Veniva impiegato
nelle celle fotoelettriche in quanto era di
estrema facilità strappargli elettroni. Così si
produceva corrente. Quella dell’Idrogeno (H)
è invece molto più alta di quelle degli
elementi del suo stesso gruppo. Dopo aver
allontanato il suo unico elettrone, rimarrà
solo il rispettivo protone, lo ione H+. Può anche acquisire un elettrone, in maniera tale da
completare il proprio orbitale e divenire ione idruro (H-).
L’energia di ionizzazione, per il 1°, 2°, 3°, 4°..elettrone, cambia da gruppo a gruppo; per esempio,
l’energia di seconda ionizzazione per il
Sodio (Na) è circa dieci volte maggiore
rispetto alla prima, in quanto,
contrariamente alla precedente, si andrà a
rompere l’equilibrio generato dall’ottetto.
AFFINITÁ ELETTRONICA (Aₑ)
È la variazione di energia associata al processo di addizione di un elettrone a un atomo (o a uno
ione) allo stato gassoso. Ad esempio, il Cloro (Cl) può acquisire un elettrone e divenire lo Ione
Cloruro. Viene rilasciata energia (E<0) ogni volta in cui si acquista un elettrone. Il processo è di
norma spontaneo. Più E è negativo, più facilmente avviene. Con E>0 è necessario impiegare
energia.
In genere l’affinità elettronica aumenta spostandosi verso l’alto, all’interno di ogni gruppo, e verso
destra nel periodo. Con raggio atomico maggiore, è più facile aggiungere un elettrone.
ELETTRONEGATIVITÁ
È la capacità, posseduta da un atomo che fa parte di una molecola, di attrarre gli elettroni di
legame in cui è coinvolto. L’elemento che tende maggiormente ad attrarre elettroni, avrà una
maggiore carica negativa all’interno del composto.
Gli elementi maggiormente elettronegativi sono Azoto (N), Ossigeno (O) e Fluoro (F). Anche quella
dell’Idrogeno (H) è elevata ed è molto simile a quella del Carbonio (C). Essa diminuisce lungo il
gruppo e aumenta lungo il periodo. Gli atomi con minore elettronegatività sono gli alcalini, gli
alcalino-terrosi e i metalli di transizione. La scala più utilizzata è quella di Pauling.
L’elettronegatività del Fluoro è
4.0 e quella dell’Ossigeno 3.5.
Invece quelle del Francio e del
Cesio sono pari a 0.7.
SUSCETTIBILITÁ MAGNETICA
È una costante che quantifica il grado di magnetizzazione di un elemento, che può essere
diamagnetico o paramagnetico. I primi sono quelle sostanze che hanno gli elettroni di spin
appaiati e dunque non magnetizzabili: è impossibile orientare nello stesso verso lo spin di due
elettroni che si trovano all’interno di uno stesso orbitale, in quanto ciò violerebbe il principio di
Pauli.
Gli elementi paramagnetici sono invece spaiati e possiedono spin orientato casualmente. Se
sottoposti a un campo magnetico possono essere magnetizzati, cioè orientati con gli spin nello
stesso verso.
Sostanze come il Ferro (Fe), Cobalto (Co) e Nichel (Ni), una volta orientate da un campo magnetico
esterno, riescono a rimanere tali permanentemente, divenendo magneti. Questo fenomeno è
chiamato ferromagnetismo.
LA RADIOATTIVITA’
A questo fenomeno della radioattività sono legate una serie di reazioni dipendenti
dal rapporto tra protoni e neutroni nel nucleo.
Inizialmente egli stesso non riteneva che questi positroni avessero un significato fisico.
(Nella fisica del 1900 si passò sempre da un’ipotesi matematica a un’approvazione
sperimentale della fisica).
Studio dell’attività di
apprendimento
In questo grafico viene rappresentata l’energia di legame all’interno del nucleo (tra nucleoni),
rispetto al numero di massa. Il massimo si trova tra gli elementi con numero di massa dal 50 all’80
(regione di massima stabilità). Questi elementi sono molto stabili.
Elementi che hanno numero di massa più grande (>80) diventano instabili e quindi tendono a
rompersi, tramite fissione nucleare, emettendo particelle. Elementi che vanno da 1 a 50 tendono a
fondersi fra di loro tramite il processo di fusione nucleare, emettono così energia, diventando più
stabili.
Gli elementi (>80) con numero atomico maggiore del ferro e quindi numero di massa molto elevato,
sono elementi che si sono formati quando si è formata la terra, grazie a pressioni molto elevate. Al
momento sarebbe impossibile formarli. I processi di fusione nucleare, tra protoni e neutroni a
formare l’idrogeno o tra atomi di elio a formare il carbonio, avvengono nelle stelle, e sono tutte
reazioni che emettono energia. Per questo la stella produce luce.
Difetto di massa
- Quando si vanno a unire protoni e neutroni fra di loro c’è un difetto di massa, ciò si può spiegare
grazie all’equazione di Einstein (e=mc^2), per questo l’unità di massa atomica è sempre un po’ più
piccola rispetto alla massa del protone e del neutrone perché quando si vanno ad unire tra loro si
perde energia.
Recap:
- Quindi guardando il grafico possiamo dire che gli elementi che hanno un numero di massa sopra
80 tenderanno a rilasciare un certo tipo di particelle, le particelle alfa. Gli altri, altre particelle.
Stabilità dei nuclei atomici
In questo grafico vengono riportati il numero di protoni rispetto al numero di neutroni. Gli isotopi
stabili in blu. Una banda di stabilità (verde) in cui il rapporto tra protoni e neutroni, è intorno a 1.5.
Al di sopra di 1.5 o al di sotto di 1.1 il nucleo diventa instabile. Sono stati estrapolati dal grafico gli
elementi tra il numero atomico 66 e 79. Vediamo che ci sono isotopi non radioattivi in blu e isotopi
in rosso che emetteranno elettroni (emissioni beta-), quelli in giallo emetteranno dei positroni
(emissioni beta+).
Prendiamo come esempio diversi isotopi dell’oro, dove il rapporto neutroni/protoni è oltre 1.5,
quello stabile intorno a 1.5. Quando il rapporto scende di nuovo sotto 1.4, è di nuovo instabile.
Perché in questo caso quando il rapporto è più alto si ha emissione beta-? Perché invece si ha
emissione di beta+ quando il rapporto è più basso?
Tipi di emissioni
-Si ha emissione beta- quando un neutrone si trasforma in un protone più un elettrone. Questo
avviene quando il numero di neutroni è troppo elevato, come accade nella banda superiore. Da
notare come, sia quando il neutrone si trasforma in protone o il protone in neutrone, in queste
reazioni, viene sempre conservata la carica. Quindi il neutrone(neutro) si trasforma in un protone
più un elettrone, quindi carica positiva e negativa. Neutro da una parte e dall’altra. Questo ci serve
a ricordare come avviene quest’emissione beta. Quindi nell’emissione beta- un neutrone si
trasforma in un protone e un elettrone. Poiché un neutrone che è considerato solo per numero di
massa e un protone per numero atomico, otteniamo un elemento diverso. Z avanza di un ‘unità,
quindi avremo numero atomico Z più grande.
-L’emissione beta+ avviene invece, quando nel rapporto protoni/neutroni c’è una maggiore
quantità di protoni. In questo caso, si ha la trasformazione di un protone in un neutrone e un
positrone. Il protone quindi scompare, e questo va ad incidere sul numero atomico Z che diminuisce
di un’unità.
Quando il numero atomico Z>83, la massa del nucleo inizia ad essere troppo grande.
Ricordare che la forza forte, che unisce protoni e neutroni ha un raggio di azione molto piccolo (1,4
x 10^-15m) e quindi tenderanno ad emettere più massa, quindi nuclei di elio.
-Le radiazioni alfa, in cui viene prodotta questa particella alfa (nuclei di elio), che contiene 2 protoni
e 2 neutroni. Il numero di massa così diminuisce di 4 unità e il numero atomico Z di 2 unità.
-Le emissioni gamma lasciano il numero atomico invariato perché non riguardano neutroni e
protoni, ma soltanto variazioni di livelli energetici del nucleo. Anche il nucleo ha una sua quantità di
energia e passando da uno stato eccitato, al suo stato stabile, emette radiazioni gamma.
Es. il Tecnezio 99, che è un isotopo usato in medicina. Dallo stato eccitato passando allo stato
normale, il suo numero di massa rimane lo stesso, ma si hanno emissioni gamma (che sono di natura
elettromagnetica).
-Recap
Quindi possiamo riassumere che quando c’è un rapporto neutroni/protoni troppo alto, superiore a
1.5, con un’eccedenza di massa, il neutrone si trasforma in protone, generando radiazione beta-.
Quando ci sono troppi protoni, con un’eccedenza di carica, rapporto neutroni/protoni troppo basso
si ha invece emissione di positroni.
Quando siamo sopra il numero atomico Z>83 si ha emissioni di particelle alfa. Questa può avvenire
anche a numeri atomici più bassi quando, il rapporto di massa diventa troppo grande.
Esempi di decadimenti
1)Es. Il trizio che abbiamo detto essere isotopo
radioattivo dell’idrogeno, in quanto ha 2 neutroni e 1
protone. Essendoci troppi neutroni, il neutrone si
trasforma in un protone e in un elettrone con
emissione di una particella beta-. Viene prodotto anche
un antineutrino. I neutrini sono particelle che hanno
una massa piccolissima e non hanno carica. Sono stati
ipotizzati perché quando si andavano a studiare queste
reazioni mancava dell’energia, così si ipotizzò che
veniva emessa anche una particella. Nel caso
dell’emissione beta- per il trizio, un protone si
trasforma in un neutrone quindi l’idrogeno aumenta di
un’unità formando un isotopo dell’elio.
Poiché il tempo di dimezzamento è il tempo impiegato da nuclei radioattivi per ridursi della metà,
possiamo anche dire che la radioattività dimezza nella stessa maniera. Quindi il tempo di
dimezzamento di un isotopo radioattivo, è il tempo richiesto da un campione per dimezzare la sua
attività.