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COMPOSIZIONE

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI


Il presidente del consiglio è il capo di tutto il Governo unitariamente inteso,
decide della vita e della morte del Governo, significa che all’inizio quando il
Governo si forma lui è il presidente del consiglio che decide tutto ciò che serve,
quando il presidente del consiglio, ad esempio, decide di dare le dimissioni lo
decide lui, ci sono state crisi di governo dove il capo di governo non ha
convocato altri ministri ma ha deciso da solo di dimettersi e di far dimettere
tutto il governo. Ad esempio, se muore il presidente del consiglio o ha un
impedimento permanente durante il mandato il governo cade, se succede ad
un ministro invece si sostituisce e si va avanti.
Siccome è il presidente di un organo collegiale svolge quelle funzioni, è lui che
convoca il consiglio dei ministri, se il presidente non convoca gli altri ministri
questi non si riuniscono. Rispetto ai presidenti delle camere il presidente del
consiglio dirige i lavori dell’organo collegiale e decide lui il calendario delle
priorità.
 Ruolo (art.95, comma 1, Cost.):
Il compito e ruolo del nostro presidente del consiglio è quello di dirigere la
politica generale del Governo, quando un governo nasce chiede la fiducia su
un certo programma ed esplicita quello che faranno nei singoli settori della
vita politica. È suo compito rispetto alla sua squadra di coordinarla rispettando
il programma di indirizzo politico e che è stato sottoscritto e deve essere
capace di affrontare emergente. Le idee politiche del governo sono esplicitate
e si chiede la fiducia su queste.
3. Consiglio dei ministri
Composizione:
P.d.C.m + tutti i ministri (con o senza portafoglio) + viceministri, se invitati,
senza diritto di voto.
Il Consiglio dei ministri fa tutta una serie di attività, è lui che approva i disegni
di legge governativi, Se diciamo che il Governo presenta i disegni di legge
intendiamo il consiglio dei ministri, tutto il consiglio dei ministri adotta i disegni
governativi. Anche qui non stiamo parlando di forma ma di sostanza poiché il
singolo ministro rappresenta sé stesso e il massimo del suo partito, se parlo di
una decisione adottata da tutto il Consiglio dei ministri, parlo di una decisione
presa da 30 persone che rappresentano i partiti politici. (da risentire).
Siccome l’amministrazione Italiana è diretta dal governo, questo governo si
esplicita nella nomina dei più alti funzionari dello Stato sia nella carriera civile
che militare.
Ci sono altri organi non previsti dalla Costituzione ma sorti nella prassi e solo
successivamente regolati da legge
(esempi), dobbiamo partire con la differenza tra gli organi previsti dalla
costituzione e organi non previsti. Se voglio toccare qualcosa della disciplina
degli altri organi dobbiamo agire secondo la legge ordinaria. Sono differenti dal
punto di vista dell’importanza giuridica. Ce ne sono diversi.
- Ministri senza portafoglio;
- Sottosegretari;
- Viceministri;

1) - Sono i ministri che hanno la carica di ministro ma non sono a capo di un


ministero, hanno delle funzioni per cui non serve un ministero (struttura
complessa divisa in dipartimenti ecc. con una bella quota di spesa
pubblica), hanno la stessa carica dei ministri ma non hanno bisogno di un
ministero, le funzioni che esercitano concretamente sono delegate dal
presidente del Consiglio dei ministri. Anche oggi ce ne sono alcune, un
ministro che c’è sempre è il ministro dei rapporti con Parlamento,
avendo un governo parlamentare è importante che il Governo abbia la
fiducia del Parlamento, è importante questo dialogo continuo. (da
risentire);
- Sono ministri, quindi, partecipano al Consiglio dei ministri e non essendo
a capo di un ministero sono ministri a tutti gli effetti, hanno lo stesso
status (immunità, stipendio, ecc.) dei ministri con portafoglio. Ogni
consiglio decide che deleghe dare e quindi quanti ministri senza
portafoglio ci sono.

2) Sottosegretari: il maggior numero dei componenti del governo sono


sottosegretari. L’origine del nome è (ministri segretari di Stato), sono
sottosegretari perché dal nome capiscono che sono soggetti che
collaborando con i ministri in una posizione di subordinazione che va
bene intesa però. Il nome dà quell’idea lì.
- Il numero lo decide entro un massimo complessivo il Governo, numero
che varia a seconda dell’importanza del ministero. Tutti i ministeri hanno
almeno un sottosegretario, genera 4/5 sottosegretari, più sono le attività
più ci sono persone che seguono questa attività.
- Le funzioni di questi sottosegretari non sono stabilite dalle leggi ma sono
funzioni che vengono di volta in volta delegate dal ministro con cui si
collabora. Qui parliamo di delega (quando un soggetto che ha un certo
potere/diritto) delega il potere ad un certo soggetto, è un concetto
generale. È il ministro che delega una parte delle proprie funzioni al
sottosegretario, il ministro può delegare tanto, poco, cambiare
quotidianamente la delega, è il dominus dei contenuti della stessa.
Questo è vero per l’istituto della delega, ma stiamo parlando dei rapporti
giuridici. È vero che il ministro potrebbe delegare tanto, poco, ma cosa
succede il giorno dopo? Che il sottosegretario del partito (da risentire).

3) VICEMINISTRI:
Sottosegretari che hanno deleghe importanti, è previsto per legge che ogni
governo possa nominare un numero massimo di viceministri che è 10, la
differenza più importante è che quando uno di questi ha la qualifica di
viceministro può partecipare, anche se non è ministri, al consiglio dei ministri
senza diritto di voto. Loro avendo deleghe importanti hanno un certo potere
nella materia in cui si occupano
(es. il ministero dell’istruzione era unito al ministero dell’università e della
ricera, questo ministro poteva occuparsi dell’istruzione in generale, poteva
dare la ricerca al sottosegretario). Quando si parlava di ricerca non era il
ministro che seguiva la cosa ma il sottosegretario, viene invitato al consiglio di
ministri quando si parla di ricerca, spiega l’istruttoria ma non vota visto che
non è ministro. Questa figura è quella più recente, nasce nel 2001 e nasce per
un motivo preciso.
ùNel secolo scorso il numero dei ministri era maggiore rispetto a quello
attuale, nel 2001 abbiamo deciso di diminuire drasticamente il numero dei
ministeri, cosa è successo? Che vari ministeri simili sono stati accorpati per
dimezzarli, quindi automaticamente in questi maxi-ministeri c’erano
sottosegretari avevano poteri importanti che prima aveva il ministro (da
risentire)
COMPOSIZIONE NUMERICA ODIERNA DEL GOVERNO (Attuale)
Presidente del Consiglio dei ministri: 1
Ministri con portafoglio: 15
Ministri senza portafoglio: 8
Sottosegretari: 35
Viceministri: 6
TOTALE: 65
Oggi la normativa italiana prevede un massimo di 65 membri dei componenti
del governo, all’interno di questo numero massimo il Presidente del Consiglio
giostra il numero di persone nelle varie cariche per raggiungere il numero 65.

FORMAZIONE DEL GOVERNO


Può avvenire a seguito:
a) Di elezioni (e quindi della fine della legislatura precedente);
b) Di una crisi di Governo durante la legislatura in corso (non per elezioni
ma durante la legislatura)
In Italia le crisi di Governo sono molto frequenti, se parlassimo dell’Inghilterra
ci fermiamo al punto A.
- Mai nessun Governo di legislatura (eccezione Prodi II durante la XV
legislatura, che si è sciolta dopo 2 anni)
- Il Governo Draghi è il 73° dal 25 Luglio del 1943;
- Durata media: di poco superiore all’anno;
Record di durata dei Governi italiani dal 1943 e loro durata media (pag.134).
Da dopo Tangentopoli la durata dei Governi Italiani è più lunga.
Le Crisi di Governo possono essere politiche o non politiche (fatti naturali
come la morte del presidente del consiglio dei ministri; vicende giudiziarie
come ad esempio l’arresto del presidente del consiglio dei ministri o l’arresto
del 50% dell’organo), possono essere di 2 nature diverse.
Le crisi politiche possono essere:
a) Parlamentari (determinate da un voto di sfiducia: mai accaduto);
b) Extraparlamentari (causate da qualsiasi altro fatto politico), ad esempio
la dichiarazione del Papete di Salvini.
Chi decide se il Governo è in crisi (a meno di mancata fiducia iniziale o voto di
sfiducia) è sempre il P.d.C.m.
Quali sono i poteri del Governo dimissionario?
Mentre si forma un nuovo governo, il governo dimissionario rimane in carica
ma con governi ridotti:
- Giuridicamente perde solo il potere di chiedere alla Corte dei conti la
registrazione “con riserva” dei propri atti amministrativi. La Corte dei
conti è un organo di controllo, controlla anche gli atti amministrativi del
governo. Se l’atto amministrativo va bene, la corte appone il visto, se
l’atto amministrativo non va bene non appone il visto. Se ha esito
negativo succede che il governo può obbligare la corte dei conti ad
apporre il visto e la corte dei conti lo registra “con riserva”, ovvero
costretta a farlo. Questo potere se è dimissionario lo perde, se l’atto non
va bene il Governo non può costringere l’atto con riserva. Perde
giuridicamente solo quel potere;
- Politicamente il governo dimissionario non è più in carica non avendo la
fiducia politica del parlamento, è un governo dimezzato, rimane in carica
con poteri minori e si dice che deve occuparsi non di progetti grandiosi
ma solo dell’ordinaria amministrazione.
- È difficile definire che cos’è l’ordinaria amministrazione, ma tra le cose
che può fare il Governo anche se dimissionario è adottare gli atti
esecutivi di legge;
- I provvedimenti d’urgenza, tutti quei provvedimenti che non possono
essere rimandati al governo nuovo
Il procedimento di formazione del Governo
- La Costituzione prevede solo due fasi (nomina e fiducia) mentre le altre 2
sono sorte per prassi, vanno studiate se no non capiremmo cosa
succede.
- L’iter è quindi formato da quattro fasi (v. schema pag.136):
1. Consultazioni
2. Incarico
3. Nomina
4. Fiducia
Anche questo è un procedimento come quelli per adottare le fonti, quindi il
procedimento può anche fermarsi prima.
1. CONSULTAZIONI
Il P.d.R. per risolvere la crisi il più velocemente possibile consulta
separatamente (chiede chi potrebbe avere la fiducia del parlamento) due
categorie di soggetti:
a) Le delegazioni dei partiti (in genere: i due capigruppo parlamentari, il
segretario del partito) o delle coalizioni (all’inizio degli anni 2000 bastava
che il presidente sentisse le coalizioni del centro destra e centro sinistra
poiché c’era un bipolarismo per quanto riguarda la delegazione. (da
sentire)
b) Personalità politiche autorevoli (ad esempio: i Presidenti delle due
Camere, gli ex P.d.R.). C’è anche questa seconda consultazione per avere
una specie di consulenza, soggetti saggi un po’ sopra delle parti che
consiglino nella formazione del nuovo governo. Ad esempio, anche nella
crisi di Gennaio Mattarella ha consultato Napolitano per risolvere la crisi
di governo.
Scopo: deve capire se esiste una nuova maggioranza politica nel Parlamento
che sostituisca la precedente e quindi capire a chi affidare l’incarico di formare
il nuovo Governo. È chiaro che le situazioni possano essere le più diverse.
2. INCARICO
Dopo che il P.d.R. ha fatto le sue consultazioni emerge un soggetto a cui può
conferire l’incarico. I casi possono essere diversi quindi è diversa la scelta dei
poteri da conferire. Altre volte dalle consultazioni non emerge la maggioranza,
il Parlamento non può esprimere il Governo e si sciolgono le camere.
Mandato esplorativo: non è chiaro chi è il soggetto che può fare il presidente
del consiglio ma si ha la linea da seguire, il P.s.R. può decidere di non
proseguire (da sentire)
L’incarico di formare il nuovo Governo non significa che chi lo fa è il nuovo
P.d.C.m., lo è solo se avrà la fiducia del Governo.
Per formare il Governo l’incaricato deve concordare con i partiti della futura
maggioranza parlamentare:
a) La lista dei ministri, sentire gli altri partiti o il proprio partito che
l’appoggeranno e dire quanti saranno i ministri, formare la squadra che
abbiamo visto in tabella.
b) Concordare il programma politico comune, è un programma politico
comune, sottoscritto da tutti i partiti politici del governo e sarà quello
attuato dal nuovo governo.
Nella scelta di questi 2 punti, l’incaricato ha carta bianca? Quanto potere ha
rispetto agli altri partiti o al suo partito che entrano nella coalizione?
È variabile, immaginiamo che il nuovo governo sia il governo nominato dopo le
elezioni, c’è stata una grossa vittoria elettorale di un partito che ha chiesto il
voto dei cittadini su un certo programma, qui il Capo del Partito che ha vinto le
elezioni avrà sicuramente molto potere nella scelta dei ministri e del
programma. Ci sono state molte crisi politiche dove non c’erano idee politiche
precise. Quindi il programma deve scendere a compromessi.

3. NOMINA (art. 92 Cost.)


L’incaricato che ce l’ha fatta si reca dal P.d. R. e “scioglie la riserva”, si usa
questa terminologia perché quando si dà l’incarico, l’incaricato accetta
l’incarico ma con riserva, quando scioglie la riserva significa che l’incarico è
andato a buon fine, quindi non c’è più riserva.
Il P.d.R. nomina il Governo adottando tre decreti:
a) d.P.R. di nomina del nuovo P.d.C.m. (pag.137)
b) d.P.R. di nomina dei nuovi ministri (pag.137)
c) d.P.R. di accettazione delle dimissioni del vecchio Governo (pag.138)
Perché 3 decreti e non uno solo? Il terzo decreto è facilmente spiegabile, il
vecchio Governo è in carica per la vecchia amministrazione, ma il presidente
non ha accettato le dimissioni. Quindi il presidente accetta le dimissioni solo
quando si formerà il nuovo Governo (da risentire).
Allora il caso a) e b) sono presenti poiché la nostra costituzione prevede che
prima si nomina il presidente e poi su proposta di questi i ministri, il fatto che
ci sia a) e b) è spiegato nell’art.92 della costituzione.
Esso prevede che il P.d.R. nomina il P.d.C.M., è importante poiché sottolinea
l’importanza del P.d.C.M., sono 2 d.P.R. distinti grazie alla costituzione.
Segue il giuramento nelle mani del P.d.R., ogni ministro fa questo giuramento
formale e il Governo termina la sua nomina, entra giuridicamente in carica.
Ma il problema è che il Governo dal punto di vista politico non si sa se può
avere la fiducia del parlamento, quindi la 3 fase non conclude la formazione
del governo poiché non è giuridicamente in camera.
Quindi nel periodo molto stretto che si interpone tra la nomina e la fiducia il
Governo è giuridicamente in carica ma non ha ottenuto la fiducia; quindi,
anch’esso si occupa di poteri ristretti. Non ha la fiducia del parlamento.
DA VEDERE LA LINEA TEMPORALE NELLE DIAPOSITIVE
Fino alla fiducia e dopo la nomina (Max. 10 Giorni) il governo è nella medesima
situazione visto che non è in carica politicamente.
4. FIDUCIA (art.94 Cost.)
Entro 10 Giorni dalla nomina il governo si deve presentare alle camere per
ottenere la fiducia, succede che il nuovo presidente del consiglio ha il suo
programma, scritto da lui e approvato dal C.d.M, davanti ad una delle due
Camere (solo trasmissione all’altra) poiché il presidente deve ottenere la
fiducia delle 2 camere. Nella pratica può avvenire che il presidente legge il
programma di fronte al senato ad esempio, il senato vota, il presidente non
rilegge lo stesso lungo programma ma la seconda camera vota senza che il
presidente legga lo stesso programma politico. Il galateo costituzionale vuole
che se il Presidente (da risentire)

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