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Italo Svevo: è uno pseudonimo, il suo vero nome è Aron Hector Schmitz.

Nacque a Trieste nel 1861 da


un’agiata famiglia borghese, era in parte italiano e in parte ebreo. Sceglie questo pseudonimo sia per la sua
appartenenza italiana sia per quella asburgica. Trieste influenza molto Svevo, perché era un crocevia di
culture diverse, infatti egli ebbe una preparazione poliedrica.

Contrariamente ad altri, scrive solo in prosa e pubblica 3 romanzi importanti: Una vita, Senilità e la
coscienza di Zeno. Nel 1880 il padre fallì e Svevo subì la declassazione, passando ad una condizione di
ristrettezza e questo influì sul suo carattere. Sarà costretto a lavorare presso una filiale triestina, si
approccia negativamente al mondo del lavoro, questo si risentirà anche nei personaggi delle sue opere.

Si sposerà con Livia Veneziani che gli offrirà un lavoro nell’industria dei suoi genitori; divenne così un uomo
d’affari e dirigente industriale.

Per la formazione intellettuale di Svevo, 2 eventi furono molto importanti: l’incontro con James Joyce, da lui
Svevo prese lezioni di inglese e successivamente nacque un’amicizia piena di scambi intellettuali e sarà lui
stesso ad incoraggiare Svevo nel proseguire l’attività letteraria, il secondo fu l’incontro con la psicoanalisi
quando il cognato era in terapia con Freud, incuriosito inizia questi studi. Svevo grazie all’aiuto di Joyce avrà
una notorietà internazionale, mentre in Italia restò in un clima di diffidenza. Morirà poi in un incidente
stradale nel 1928.

I protagonisti dei suoi romanzi non sono più quelli canonici, ma sarà l’inetto, colui che si lascia vivere, non
decide ne per se ne per gli altri; è una persona con grande intelligenza ma non sa sfruttarla. Anche Svevo si
definisce un inetto, infatti il matrimonio con Livia sarà una svolta importante; inizialmente ha difficoltà ad
approcciarsi a lei e si sente un fallimento. Inoltre essere un Inetto non gli permette di emergere come figura
di intellettuale, per questo abbandona la letteratura e lavora nell’industria.

Una vita: è il primo romanzo di Italo Svevo, come tutti i romanzi di Svevo, è incentrato sulla figura
dell’inetto, cioè di una persona che non riesce ad affermare se stessa perché incapace di esprimere la
propria personalità.

Il protagonista è Alfonso Nitti, un giovane che ha lasciato il paesino in cui viveva con la madre, per andare a
lavorare a Trieste presso la banca Maller, ma si rende conto che questo lavoro non soddisfa le sue
aspirazioni letterarie.

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