Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di Nicola Pezzella
La prima e l’unica studiare ad affontare il problema della presenza templare nel Nord
Europa é stata Bianca Capone, che piú di 20 anni fa aveva presentato una relazione a un
convegno della L.A.R.T.I. dal titolo I Templari in Livonia1; riproneva questa tesi in I
Templari dall’Italia all’Europa”2, avendo consultato una lettera e un paio di bolle papali
che avrebbero provato la presenza dei cavalieri rossocrociati nei paesi baltici e una
citava la Svezia.
La questione dei Templari in Livonia, potrebbe sembrare marginale, se non fosse che
questa espansione in Livonia arrivó essenzialmente con le crociate lanciate dai re di
Svezia e Danimarca: certo sappiamo che vi erano truppe dei Cavalieri Portaspada e dei
Teutonici, ma non ci é dato sapere se avessero partecipato dei contingenti di Templari.
I paesi scandinavi ebbero un ruolo sia nell’espansione a Est che in quello della
partecipazione alle crociate in Terrasanta.
Prima di addentrarci sulla questione della possibile presenza dell’Ordine del Tempio e di
quella sicura dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, ricordiamo l’ambiente
storico di quel periodo, con alcuni dati giá noti ma introduttivi alla vicende di cui
indagheremo per mezzo di fonti poco note o ignorate.
Erick ll Santo, fondatore della dinastia svedese degli Erick, intraprese nel 1155 la prima
crociata in Finlandia, con il fine ufficiale di cristianizzare quelle terre, ma, a parte che
non si é sicuri se questa crociata avvenne realmente, si trattava comunque di guerre di
conquista con il pretesto della cristianizzazione (in Finlandia il cristianesimo aveva
messo giá piede da 100 anni).3 Un’altra crociata svedese avvenne nel 1220 con il re
Johann Svenkersson. Durante la Terza Crociata in Finlandia di Tyrgil (o Torkel)
Knutsson abbiamo due dati da tener presente: il primo é che questo reggente in un
documento del 1282 é nominato cavaliere; il secondo che nella penetrazione in Carelia e
a Novgorod, in Russia, erano parte attiva anche i Teutonici, i quali avevano costruito un
forte di legno a Koporje. I Cavalieri teutonici si stabilirono per un breve tempo
nell’isola svedese di Gotland, che usavano come base per le loro incursioni. In tutte
1Bianca Capone in I Templari in Livonia, “Atti XVII Convegno di Ricerche Templari ”(Chiaravalle Milanese, Latina,
1999, pp. 65-77, parla di due regesti di lettere papali di Onorio III, che si trovano nel Regesta Honorii Papae, II, ma in
realtá sono 3, numerati 3787, 3788 e 3799. In esse si condensa una vicenda in cui i Templari avevano usurpato dei diritti dei
recenti cristiani battezzati e non avevano restituito una somma di denaro al Vescovo di Riga. La studiosa afferma che non ci
poteva essere confusione fra i Fratris Militiae Templi e i Fratris Militiae Christi, essendo documenti inviati dal Laterano,
peró dobbiamo considerare che sono brevi regesti e sono stati compilati successivamente. Considerando che in nessun altra
occasione si nominano i Templari potrebbe esserci stata un’assimilazione dei secondi con i primi, ma in mancanza dei
documenti originali, anche questa rimane un’ipotesi.
2Bianca Capone, I Templari dall’Italia all’Europa, Edizioni Federico Capone, Torino, 2011, capitolo I Templari in Svezia.
3Per le crociate nordiche vedi, fra gli altri, Eric Christiansen, Le crociate del Nord. Il Baltico e la frontiera cattolica (1100-
1525), ed. italiana Il Mulino, 2016; William Urban, I cavalieri teutonici. Storia militare delle crociate del nord, de. Italiana,
de. IBS, 2018.
queste spedizioni non abbiamo menzione alcuna dei Templari, anche se non possiamo
totalmente escludere una loro sporadica presenza.
Non meno attivi sul fronte delle crociate erano gli altri regnanti scandinavi.
Famosa é invece la spedizione crociata del re norvegese Sigurd Jorsalafar nel 1107 in
sostegno del re di Gerusalemme: grazie a questo, con ordinanza di Baldovino e del
Patriarca di Gerusalemme poté avere un frammento della Vera Croce che riportó in
patria.
La Norvegia nei primi anni di Onorio III é governata da Inge II, il quale per avere
inviato larghi aiuti di navi e di munizioni per 1’impresa della crociata merita lettera
speciale di ringraziamenti dal papa (6 marzo 1217). I tre regni, danese, svedese e
norvegese, avevano per loro metropoli ecclesiastiche Lund (cittá svedese ma con
giurisdizione fino in Danimarca), Uppsala e Nidrosia (Trondheim), e 1’arcivescovo di
Lund con autoritá di primate.
Anche il vescovo danese Eskil di Lund nel 1164 si recó a Gerusalemme e in quegli anni
beneficia i Giovanniti che si insedieranno nella sua diocesi.
Ma ritorniamo alla questione dei Templari.
Negli studi precedentemente citati, Bianca Capone riportava un brano della bolla papale
di Clemente V, a data 12 agosto 1308, dal titolo Commititur cura de admnistratio
honorum Militia Templi, in cui si diceva che gli arcivescovi di Riga (nell’attuale
Estonia) e Uppsala (Svezia) dovevano accertarsi della consistenza dei beni templari di
quelle zone. E’ una bolla moltio generica, che viene mandata un po’ dappertutto e in cui
si cambia solo l’intestatario ogni volta, assieme ad altre inviate nello stesso giorno. Piú
interessante l’indicazione che viene data nella Bolla Faciens Misericordia, emanata
nello stesso giono, in cui si invita i vescovi di Magonza, Treviri, Colonia e Magdeburgo,
a recarsi a Riga e inquisire contro i Templari e il loro maestro “usque in partibus Rusce
constitutum”.4 Ci si chiederebbe come mai, se non si era sicuri della presenza dei
Templari, non ci si fosse fidati solamente della parola dell’arcivescovo di Riga, mentre
si esige di mandare i vescovi tedeschi al’inquisizione nel paese baltico. E perché si
tirano in ballo i territori russi? Certo a quell’epoca vi era stata una penetrazione dei
Cavalieri Teutonici nella cosidetta Rutenia Negra, parte dell’attuale Bielorussia. Ed
erano principati cristiani in cui, anche qui erano soggetti a una inquisizione. Come
vedremo, anche per i paesi scandinavi si fece un indagine contro i Templari ma se anche
vi fossero stati insediamenti, alla data 1310 sembra non ce ne fossero piú.
Fin dalla costituzione dei vescovadi, dal secolo X, encontriamo lettere e bolle papali che
testimoniano l’interesse per l’evangelizzazione di quei luoghi: Svezia, Norvegia
Danimarca, ma anche Finlandia, Isole Far Oer, Islanda e Groenlandia. I papi si
interessano per motivi cristiani ma anche politici: da una parte pretendono l’obolo
4Regesta Clementis Papae V, Romae Ex Typografia Vaticana 1885, vol. III, documenti n. 3515 e 3418.
pecuniario per continuare le guerre in Terrasanta, dall’altro spronano i vari regni
costruiti a crociate contro i popoli pagani ancora presenti in quelle zone.
I Giovanniti avevano il diritto di richiedere per il papato la decima in tutte le chiese una
volta all’anno, e Papa Onorio III, il 20 novembre 1220, invia una bolla a tutti gli
arcivescovi e vescovi per ricordarlo.5
In base alla mancanza di documenti diretti chi ha accennato alla questione si afferma che
I Templari non furono mai presenti in Scandinavia. 6 L’unico documento a cui ci si
riferisce per citare e confutare la presenza templare in questi paesi é la citata bolla di
Clemente V mandata a tutti i vescovi e i sovrani d’Europa sull’inquisizione da svolgersi
ma questo non é l’unico che menzionerebbe i Templari in Scandinavia. Ce ne sono
diversi altri, ignorati o poco conosciuti, e di cui ora daremo menzione.
Il primo documento che menzionerebbe i Templari assieme ai Giovanniti nel territorio
svedese risale al 21 novembre 1216.7 Si tratta di una lettera inviata da papa Onorio III
all’arcivescovo Valerio di Uppsala e a i vescovi suffraganei, che si rivolge a loro oltre
che ai Maestri del Tempio e dell’Ospedale, e al diacono e all’arcidiacono di quella
provincia ecclesiastica: in essa si comunica che la decisione del Consiglio generale é
stata quella di donare una ventesima parte delle rendite del clero, per tre anni, alla causa
della Terrasanta. Gli incaricati per questa colletta sono: “dilectis filii Magistri domorum
Militie Templi et Hospitalis Hierosolymitani in Uppsalensi provincia constitutis”, oltre ai
giá citati rappresentanti di quella di diocesi. L’obolo poteva essere raccolto anche grazie
a due chierici e a due frati, uno templare e uno giovannita, che sarebbero stati nominati
Cad hoc; inoltre si specifica che ne erano esenti i Premostratensi e i Cistercensi. A
ragion di logica, leggendo il documento, vedremo che non solo i Templari ci dovevano
essere, ma esisteva un precettore delle case del Tempio nel territorio svedese. Senonché
c’é un problema: se confrontiamo questo documento con altri anche successivi e anche
di altre zone, ci accorgiamo che le regole assegnate all’arcivescovo di Uppsala
avrebbero potuto essere valide in linea generale; ovvero, quando si doveva raccogliere i
fondi, erano i maestri dei principali ordini militari a farsene carico. Si potrebbe obiettare
che papa Onorio non sapesse se vi fossero anche i Templari da quelle parti. Se c’erano e
si trattava di una balia, non si trova alcun documento, siano testamenti o altri atti, dove
vengono menzionate le case del Tempio. All’inizio del XIV secolo il tesoriere generale
dell’Ordine di San Giovanni si recava personalmente in questi paesi per recaudare i
fondi: se non vi fosse stato un templare in Svezia, lo avrebbero inviato dalla Germania o
dalla Scozia? Sono tutte domande, purtroppo, a cui non possiamo dare risposta.
La seconda missiva di nostro interesse, a data 11 aprile 1223, e inviata da papa Onorio
5Si trattava di una riconferma di vari privilegi dati all’Ordine da vari papi. Il regesto del documento é riportato in Regesta
Norvegica, n. 435.
6Tra loro Tore Nyber che afferma che mai furono presenti in Danimarca. Cfr. Zur rolle der Johanniter in Skandinavien
ersner auffren un aufban der institutione in der rolle der mittelalterichen kultur, Torun 1985, pp. 129-144 . Christer
Carlsson menziona opinioni diverse sul fatto che sia i Cavalieri Portaspada che i Templari avessero posseduto beni nel
territorio svedese. Cfr. Christer Carlsson , Johanniterordens kloster i Skandinavien, 1291- 1536, Stoccolma, 2008, p. 9.
7Diplomatarium Suecanun, n. 356.
III dal Palazzo del Laterano, é indirizzata al re di Svezia Erico XI (Erick Ericksson).8
L’assunto riguarda la Terza Crociata in Terrasanta: il papa racconta che a causa del
lassismo dei crociati, la cittá di Damietta, che precedentemente era stata conquistata, ora
é caduta in mano al nemico. Il papa, dunque, aveva incontrato l’imperatore Federico, il
patriarca , il re Giovanni di Gerusalemme, il Maestro dell’Ordine di San Giovanni, il
Precettore del Tempio e il maestro delle domus dei Tedeschi, e l’imperatore promise di
salpare entro due anni e di prendere moglie (che sará Yolanda di Gerusalemme). Infine,
si rivolge alla devota Svezia e implora il re Erik di assistere e liberare la Terra Santa,
schiacciare gli infedeli e vendicare le ingiustizie contro i cristiani. Chissá se il papa si
rendeva conto che a quella data il re Erick aveva solo 7 anni e che le sorti di quel paese
erano in mano a un consiglio di parenti e del vescovo di Skara. Gli svedesi, inoltre,
avevano appena terminato una crociata contro i popoli pagani della Finlandia. Non
conosciamo praticamente mai le risposte date dai vescovi e dai re a queste missive: si
suppone che saranno conservate all’Archivio Segreto Vaticano, ma alla data di oggi, non
mi risulta siano state ritrovate. Soprattutto nel periodo dell’Inquisizione contro il
Tempio, sapere cosa rispondevano gli arcivescovi sarebbe di fondamentale importanza.
Arriviamo all’11 maggio 1265, quando papa Clemente IV permette al cardinale
Ottobonus che invie un legato in Inghilterra per raccogliere la decima di tutti gli ingressi
ecclesiastici e nei paesi circostanti, inclusa Norvegia, e anche in questo caso i Templari
sono citati assieme agli ordini esenti e non esenti dal contributo.9
Una lettera di un certo interesse é quella che invia Martino IV il 3 aprile 1282
all’arcivescovo di Nidaros (Trondheim), riguardo il “pro Terre Sancte subsidio” che
doveva essere raccolta nei territori dipendenti, quali le isole Far Oer, l’Islanda e persino
la Groenlandia: in particolare, per questa lontana colonia, si richiedeva di convertire in
oro e argento, per la decima richiesta, il corrispondente relativo alle vacche, alle pelli di
foca, ai denti e alle fibre ricavate dalle balene.10 Qui non si incaricano Templari e
Giovanniti per la raccolta dei fondi, perché, probabilmente, il papa pensava che non
fossero presenti fin lí, sebbene erano presenti tutti i principali ordini monastici medievali
con differenti monasteri.
Ancora una volta vengono nominati i Templari in una delle missive che vengono inviate
da Onorio IV nel novembre 1285, questa volta ai vescovi delle tre nazioni scandinave,
ovvero quella di Nidaros per la Norvegia, e a quella di Arhus oer la Danimarca e la
Svezia.11 Si trattava della solita colletta per il “negotium Terrae Sancte”, ed erano
coinvolti i maestri del Tempio, dell’Ospedale e dei Teutonici “universi regni Suecie” e
“universis regni Dacie”. Bisogna ricordare che il territorio competente per
l’Arcivescovo di Trondheim era molto piú vasto di quello che ora noi intendiamo,
12Altre notizie sulle collette in Pierre-Vincent Claverie, Honorius III et l’Orient (1216-1227), ed. Brill, 2013, p. 129.
13Cosí ad esempio Kurt Villads Jenses che nel suo History writing an crusadian ideologi, Finnisch Literanre Society, 2005,
afferma con sicurezza che nessuna fonte menziona i Templari in Scandinavia.
14Diplomatarium Suecanum, doc n. 911.
15Christer Carlsson, in op. cit. analizza tutte le domus giovannite (fornendo la data di fondazione presunta), ma se en
occupa solo a livello di produzione economica e a partire del 1290.
fino a Goteborg, in territorio svedese. La chiesa era di mattoni e l’Ospedale serviva non
solo per i malati e gli anziani, ma aveva funzioni anche di ospedale reale.
Di grande importanza economica, religiosa, e sociale era la domus hospitalis di
Eskilstuna, in Svezia, della quale le fonti ci restituiscono numerose menzioni rispetto a
lasciti, donazioni e altri atti amministrativi. Il monastero di Eskilstuna fu fondato verso il
1180 dal vescovo Vilhelm a Strängnäs con il consenso del re Knut Eriksson (1167-1195)
e del conte Birger Brosa. Sappiamo, comunque, che nel 1185, tuttavia, ogli Ospedalieri
ottennero il diritto di utilizzare la Chiesa di Sant'Eskil a Tuna. Il luogo era di grande
importanza simbolica. I Giovanniti infatti conservavano il corpo di questo santo
missionario inglese, che era arrivato in Svezia per propagare il cristianesimo e qui subí il
martirio per lapidazione. Tuna, diventó Eskiltuna, un luogo di pellegrinaggio che vedeva
arrivare fedeli anche dalla Norvegia e dalla Danimarca. Con queste premesse il
monastero di Eskilstuna diventó immensamente ricco. Verso la fine del XV secolo, il
monastero era uno dei più grandi proprietari terrieri della Svezia. La maggior parte del
territorio dei Giovanniti era nella zona di Rekarne, con diritti sulle parrocchie di Fors e
Kloster.16
Nei pochi studi sugli ordini militari si legge che la mansione norvegese e quella svedese
erano gli avamposti piú a nord dei Giovanniti nell’Europa medievale. Lo stesso
Carlsson, nella sua opera citata sui Giovanniti in Scandinavia, ignora che l’Ordine di
San Giovanni fu beneficiato anche molto piú a nord, in Finlandia. In un documento del
16 luglio 1216, infatti, il conte Birger annunciava, con il consenso dei suoi figli il re
Waldemar, il duca Magnus, Junker Erik e lo “scholaris” Bengt, la donazione all’Ordine
di San Giovanni dell’Ospedale della sua grangia a Kokkola, nella diocesi di Strangnas,
con tutti i suoi averi, che comprendevano dirittti sui prati, sui terreni arativi, sui boschi.e
su altri privilegi reali. 17 Sebbene questo documento risulti praticamente ignorato dagli
storici finlandesi, il documento é chiaro citando la localitá di Carlaeby, che é il nome
svedese con cui si é chiamata la cittá di Kokkola fino agli anni ‘70 del secolo scorso.
Questa zona, che si trovava di fronte alla costa orientale svedese, era giá stata
conquistata decenni addietro daglli svedesi e forse la donazione ai Giovanniti era un
motivo per consolidare la colonizzazione, A quell’epoca la diocesi svedese di Strangnas
aveva giurisdizione per questi nuovi territori. Non sappiamo quando e perché i
Giovanniti vendettero, a loro volta, le proprietá, dato che dopo questo documento, non li
troviamo piú menzionati in Finlandia.
In Danimarca, invece, esisteva il la domus hospitalis di Antvorskov, che fu il principale
insediamento scandinavo dell’Ordine. Nel 1165 Valdemar il Grande fece una donazione
di terre e il monastero si costruí poco dopo, durante l’era del vescovo Eskil. Poco a poco
per le donazioni , per le indulgenze, per i testamenti in punto di morte, ecc. la domus
16In un documento del dicembre 1290 ricevono la donazione di una fattoria a Fors, cfr. Diplomatarium Suecanum, n. 1494.
Non é questa la sede per indagare la questione, ma nei documenti d’archivio si vede che donazioni di terre, fattorie e altri
bene arrivavano fino all’isola di Gotland.
17Diplomatarium Suecanum, n. 860.
giovannita accrebbe di potenza, avendo privilegi concessi dai re danesi. 18Alcuni atti
reali vedevano come testimone il priore giovannita di Antvorskov e si crede che
fungesse da consigliere reale. Si costruirono altre case “satelliti”: dal 1280 quelle di
Odense e Vibor; dal 1300 quelle di Ribe e Svenstrup.
Eppure l’Ordine di San Giovanni negli anni del processo ai Templari rischió di essere
soppresso: é molto probabile che gli echi delle inquisizioni al Tempio e delle
requisizioni dei beni abbiano fatto gola ai regnanti nordici, che vedevano l’occasione di
impossessarsi di ingenti proprietá. Le prime mosse furono fatte dal re Hakon di
Norvegia verso 1307-08, quando tolse i privilegi di Ospedale reale al monastero di
Varne. In quel periodo il sovrano aveva scritto al Gran Maestro dell’Ordine di San
Giovanni per proporgli una permuta: avrebbe dato alcune sue proprietá in Danimarca in
cambio della domus di Vaerne con diritti anessi e connessi. A quel tempo era maestro
Folques de Villaret, il quale scrisse al priore di Danimarca per vedere se questo scambio
gli sembrasse conveniente. 19 I Giovanniti del Priorato di Dacia o quelli della balia di
Norvegia non furono d’accordo e chissá se il Gran Maestro non si fosse rimangiato una
promessa. Fatto sta il re andó su tutte le furie, invase le loro prioprietá, confiscó i loro
beni e si approprió delle loro entrate: quindi espulse i Giovanniti dalla Norvegia. Il 4
settembre 1320 papa Giovanni XXII scrive da Avignone al re Hakon IV perché
restituisca il maltolto e risarcisca l’Ordine. 20Quindi con un’altra lettera indirizzata agli
arcivescovi di Lund e di Uppsala e all’abate del monastero di Esrum, li invita ad andare
a fondo sulla questione ed eventualmente usare le punizioni possibili che la Chiesa
potesse infliggere al sovrano norvegese.21 Si sa che anche in Danimarca in quel periodo
ebbero grossi problemi, perché il re Cristoforo era forrtemente indebitato e aveva
usurpato proprietá dei Giovanniti e non procedeva ai dovuto risarcimento. 22
I giovanniti danesi tornano fuori anche in uno strana circostanza: ovvero il Maestro
dell’Ospedale della casa di Utrecht in Olanda, che era Jacob di Danimarca, il 10 maggio
1312 veniva nominato vescovo di Syros che sappiamo era una piccola isoletta del Mar
Egeo.23 Perché il papa avesse mandato un priore giovannita in un posto cosi isolato e
marginale, resta un mistero.
Resta da accennare anche la presenza dei Cavalieri Teutonici nel territorio svedese; dal
1260 a Arsta, e in piú riprese nell’isola di Gotland, che fu addirittura completa proprietá
dell’Ordine tra il 1308 e il 1408.
TRACCE E IPOTESI
Come ben sappiamo, alcuni anni fa é venuta alla ribalta la teoria secondo la quale il
tesoro dei Templari potesse essere nascosta in un’isola danese, Erling Haagensen e
Henry Lincoln ne hanno scritto un libro da cui poi sono stati tratti anche dei
documentari46: nell’isola di Borngholm vi sono 4 chiese rotonde che hanno affinitá
evidenti nella pianta con quella della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, che
erano fortificate, che furono costruite nel XII secolo e di cui non si hanno documenti, se
non dopo la soppressione del Tempio. Le osservazioni degli studiosi sono certamente
interessanti, ma dimenticano di informare che si conoscono ben 31 chiese rotonde
costruite in Scandinavia: 15 in Danimarca, 15 in Svezia e 1 in Norvegia. L’altra cosa é
40Diplomatarium Norvegicum b.8 n. 42.
41Come da documento del 3 febbraio 1312 mandato da Lund, in Regesta Norvegica, n. 758.
42Da questo documento si capisce che era cambiato il tesoriere e forse qualche incarico nella raccolta Diplomatarium
Norvegicum b.8 n. 43.
43Regesta Norvegica n. 1026.
44Regesta Norvegica n. 1048.
45Regesta Norvegica n. 962.
46Henry Lincoln- Erling Haagensen, L’isola segreta dei Templari, ed. italiana Newton Compton, 2005.
che la pianta centrale non fu caratteristica esclusiva dei Templari; infine qui sono
sicuramente passati i Teutonici, che sono documentati nella vicina isola svedese di
Gotland, che anch’essi avrebbero potuto costruire edifici di questo tipo, dalla
caratteristiche altamente simboliche e allo stesso tempo difensive. Si é ipotizzatto
appunto, che queste strutture vista la loro particolare divisione in tre parti, potessero
essere usate anche come depositi di provviste e che l’isola fosse una testa di ponte per le
incursione crociate di quel periodo in Finlandia e nei paesi baltici.
L’altra traccia, basata solo sull’osservazione simbolica e alcuni dati sulla dedicazione,
riguarda una chiesa in Svezia, ovvero quella di Forshems, nella diocesi di Skara. Si tratta
di un interessante edificio romanico che viene datato nel decennio del 1130 e che ebbe
un ampliamento nel secolo successivo. In una lunetta, sopra un bassorilievo, si legge in
latino: “Ista ecclesia sit in honore Domini Ijesu Christi et Sancti Sepulcri”. Al centro
dell’iscrizione vi é anche una croce patente. E’, dunque, l’unico edificio religioso, che
fu dedicato alla tomba di Cristo, e tutti i bassorilievi che si trovano all’esterno
dell’edificio si riferiscono a un programma iconografico, semplice, ma volto a
glorificare questo culto. Non ci sono documenti su quando e chi facesse costruire questa
chiesa, che oggi appare come una “cattedrale nel deserto”: un bassorilievo nella lunetta
del portale, peró, ci dá delle indicazioni, Qui, si vede al centro la figura di un uomo, che
sebbene sia imberbe, é da identificarsi come Cristo, infatti benedice con tre dita della
mano destra; alla nostra sinistra vediamo un uomo barbuto e con copricapo che ha
appena finito di costruire la chiesa, quindi Cristo sta benedicendo questa opera appena
realizzata dal maestro costruttore; alla nostra destra un personaggio identificato come un
cavaliere (il suo cavallo é appena stato “parcheggiato” nell’angolo), arriva di corsa (é
forse questo il significato della gamba tesa con il piede che pesta quello del Cristo?) e
entrambi sembrano reggere una coppa, che suggestivamente, visto il periodo di
realizzazione, potrebbe identificarsi con il Santo Graal. E’ dunque il committente un
nobile cavaliere, che é pronto a combattere o ha combattuto per difendere la tomba di
Gesú e ha riportato una sacra reliquia in madre patria? Che ci possa essere inerenza a
una reliquia di questo genere, lo si potrebbe supporre anche da un’altro bassorillievo in
cui si vede Giuseppe d’Arimatea che letteralmente abbraccia il corpo di Cristo per
toglierlo dalla croce mentre il suo aiutante Nicodemo, con l’aiuto delle pinze, toglie i
chiodi. Nell’episodio delle Tre Marie che visitano il sepolcro i soldati romani che
vegliano il luogo sono vestiti come dei cavalieri crociati. Si debe aggiungere che si tratta
di una chiesa dalla forte valenza simbolica per la presenza di un massiccio torrione
all’ingresso, avendo funzione di difesa e rappresentando ancora una volta la cittá santa
di Gerusalemme. Si potrebbe pensare che questa chiesa fosse una specie di santuario per
i pellegrini che non potevano viaggiare fino alla Terra Santa. Dulcis in fundo é la grande
croce patente incisa su uno stipite all’interno della chiesa, che rimanda a un ordine
militare.
Non ci sono documenti anteriori al ‘300 riguardo questa chiesa e di molte altre quindi
non possiamo dire nulla a proposito, ma nemmeno ci sentiamo categorici nel dire che, se
mancano le fonti, sicuramente non vi fossero in Scandinavia edifici retti o patrocinati
dall’Ordine del Tempio.
APPENDICE
I documenti citati, completi o forniti di resto, sono tutti disponibili online grazie ala
digitalizzazione e trascrizione degli Archivi dei tre paesi scandinavi.
Potete incontrarli nei seguenti link: