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L’erede continua la
personalità del defunto, e subentra in tutti i rapporti attivi e passivi. Onde limitarne la responsabilità, è prevista
l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario. L’eredità si acquista con l’accettazione, mentre il legato si
acquista automaticamente senza bisogno di accettazione. Nel legato, vi è di regola una successione a titolo particolare in
un determinato rapporto e il legatario non è tenuto a pagare i debiti ereditari (art. 756 c.c.). Questa è una differenza che
dev’essere chiarita, in quanto il termine “legato”, assume significati diversi in altri ordinamenti (96).
In assenza di testamento, si applicano alle varie fattispecie i seguenti principi:
• Se il defunto non era sposato e non lascia figli, l’eredità spetta ai suoi genitori e ai suoi fratelli e sorelle.
• Se il defunto, senza coniuge, lascia figli, l’eredità spetta a questi ultimi.
• Se il defunto lascia il coniuge, in assenza di discendenti, ascendenti, fratelli o sorelle, la successione spetta
interamente al coniuge.
• Se il defunto lascia coniuge e figli, il coniuge ha diritto a metà dell’eredità se vi è un solo figlio e a un terzo in
tutti gli altri casi. I figli ripartiscono fra di essi in parti uguali il resto dell’eredità. La parte di un figlio premorto
spetta ai suoi discendenti per stirpi (rappresentazione).
• Se il defunto senza figli lascia coniuge e ascendenti, due terzi spettano al coniuge e un terzo agli ascendenti.
• In ogni caso il coniuge ha il diritto d’abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che
la corredano, se di proprietà del coniuge o comuni.
I partner di una unione registrata o non registrata non hanno diritto alla successione, in quanto il diritto italiano non
riconosce le unioni al di fuori del matrimonio. L’ordinamento italiano non concede automaticamente il diritto
successorio al partner superstite. Quest’ultimo potrà diventare erede solo se previsto nel testamento.
Il diritto italiano sancisce il diritto a una quota di legittima a favore del coniuge del defunto e dei suoi discendenti e
ascendenti. In presenza di un figlio, a quest’ultimo spetta la quota di legittima della metà. Se i figli sono più di uno, essi
hanno diritto ai due terzi. In presenza di un coniuge e di un figlio, la quota di legittima è pari ai due terzi. In presenza di
un coniuge e di più figli, la quota di legittima è pari a tre quarti (.un quarto al coniuge, metà ai figli). Se sono presenti
solo ascendenti, la quota di legittima loro spettante è di un terzo. In caso di concorso tra ascendenti e coniuge, la quota
di legittima di quest’ultimo sarà pari alla metà e quella degli ascendenti a un quarto.
In ogni caso, anche nella successione necessaria, la legge dispone che il coniuge abbia il diritto di abitazione sulla casa
adibita a residenza familiare di proprietà del defunto o di entrambi, nonché il diritto di uso sui mobili che l’arredano.
I beneficiari della quota di legittima non possono rinunciare alle quote loro spettanti prima del decesso del defunto.
Nessuno può rinunciare a una successione prima del decesso.
Nel caso di disposizioni testamentarie oppure di donazioni, che eccedano la quota di legittima (c.d. successione
necessaria) si possono esperire le azioni di riduzione e di reintegrazione della quota riservata ai legittimari.
L’art, 563 c.c. dispone che se i donatari contro i quali è stata pronunziata la riduzione hanno alienato a terzi gli immobili
donati e non sono trascorsi venti anni dalla trascrizione della donazione, il legittimario, premessa l'escussione dei beni
del donatario, può chiedere ai successivi acquirenti, nel modo e nell'ordine in cui si potrebbe chiederla ai donatari
medesimi, la restituzione degli immobili.
L'azione per ottenere la restituzione deve proporsi secondo l'ordine di data delle alienazioni, cominciando dall'ultima.
Contro i terzi acquirenti può anche essere richiesta, entro il termine di cui al primo comma, la restituzione dei beni
mobili, oggetto della donazione, salvi gli effetti del possesso di buona fede.
Il terzo acquirente può liberarsi dall'obbligo di restituire in natura le cose donate pagando l'equivalente in danaro.
Salvo il disposto del numero 8) dell'articolo 2652 (che riguarda gli effetti della trascrizione ed i diritti dei terzi
acquirenti a titolo oneroso), il decorso del termine di cui al primo comma e di quello di cui all'art. 561 (che riguarda le
ipoteche, laddove la riduzione sia domandata dopo vent’anni dalla trascrizione della donazione) è sospeso nei confronti
del coniuge e dei parenti in linea retta del donante che abbiano notificato e trascritto, nei confronti del donatario e dei
suoi aventi causa, un atto stragiudiziale di opposizione alla donazione. Il diritto dell'opponente è personale e
rinunziabile. L'opposizione perde effetto se non è rinnovata prima che siano trascorsi venti anni dalla sua trascrizione.
Resta aperto, quindi, il problema concernente la circolazione dei beni che siano stati oggetto di donazione.
Infine, nel 2006 è stato introdotto nel codice civile l’art. 768bis e seguenti, che disciplina il patto di famiglia, definito
dalla legge come il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto
delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni
societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti. Questa disciplina, che deroga al
divieto di patti successori, si pone il problema del trasferimento mortis causa delle aziende, mediante un’attribuzione
inter vivos che possa essere al riparo della prima descritta azione di riduzione.
La porzione legittima nel diritto successorio svizzero
La porzione legittima garantisce che determinati eredi non possano essere privati di una quota dell'eredità. Nel diritto
successorio svizzero questa tutela spetta ai discendenti (figli, nipoti), ai coniugi e ai genitori. La rinuncia ha validità
solamente nel quadro di un contratto successorio.
I nipoti sono eredi legittimi solo se ereditano al posto del loro genitore premorto. In tal caso sono anche tutelati dalla
porzione legittima, come mostra il seguente esempio.
Successione: porzione legittima per i nipoti, se i genitori sono deceduti
x = testatore / punti gialli e rossi = eredi legittimi / bordo rettangolare = eredi con porzione legittima
Esempio: coniuge, figli e nipoti sono tutelati dalla porzione legittima
Dato che in questo caso due dei tre figli del testatore sono già deceduti, il loro diritto all'eredità si trasmette ai loro figli.
Come eredi legittimi, anche questi nipoti hanno diritto alla protezione della porzione legittima di 3/4 della quota
ereditaria.
x = testatore / punti gialli e blu = eredi legittimi / bordo rettangolare = eredi con porzione legittima
Esempio: fratelli e sorelle e loro discendenti non sono tutelati dalla porzione legittima
Gli eredi legittimi di una persona coniugata e senza discendenti sono il coniuge, il genitore ancora in vita e i fratelli e le
sorelle o i loro discendenti (nipoti). In questo esempio godono della tutela della quota legittima il coniuge e il genitore.
Il defunto avrebbe pertanto potuto escludere completamente dall'eredità i suoi fratelli e sorelle e i loro discendenti con
un testamento.
Un imprenditore nomina la sua unica figlia, che segue le sue orme imprenditoriali, come erede unica. Sua moglie
rinuncia alla sua porzione legittima perché è già adeguatamente tutelata con i suoi diritti matrimoniali e le sue
assicurazioni sulla vita.
Un figlio desidera emigrare e riceve da suo padre 100 000 franchi con la stipula di un contratto successorio.
Nello stesso contratto successorio rinuncia ai suoi diritti all'eredità nei confronti del padre, inclusa la porzione
legittima.
Le assicurazioni sulla vita presentano un cosiddetto privilegio ereditario: ciò significa che le prestazioni in caso di
decesso non rientrano nella successione. Vi sono tuttavia delle differenze, a seconda che si opti per un’assicurazione di
puro rischio o per una soluzione combinata di risparmio e rischio.
Assicurazione di rischio
Con un’assicurazione di puro rischio, in caso di decesso la somma d’assicurazione definita da contratto viene erogata
direttamente al beneficiario. Qualora quest’ultimo sia al tempo stesso un erede legittimo, questi ha diritto all’intera
somma contrattuale anche se rifiuta la successione a causa di sovraindebitamento. Il motivo di quanto sopra risiede nel
fatto che le prestazioni dell’assicurazione sulla vita sono distinte dall’asse ereditario.
Anche nel caso di un’assicurazione mista è possibile beneficiare del privilegio ereditario. Ma attenzione: se il
beneficiario non è al tempo stesso un erede legittimo, gli eredi legittimi possono richiedere, sulla base di un’azione di
riduzione, la loro porzione legittima dal capitale dell’assicurazione vita. La legittima è limitata al valore di riscatto.
Le assicurazioni sulla vita possono essere concluse in regime di previdenza libera (pilastro 3b) o di previdenza vincolata
(pilastro 3a). Nel caso della previdenza libera, la scelta dei beneficiari è tuttavia più flessibile:
Nel caso dell’assicurazione sulla vita nell’ambito della previdenza libera (pilastro 3b), è possibile scegliere liberamente
il beneficiario. Quest’ultimo non deve figurare tra gli eredi legittimi, ma può essere, ad esempio, il proprio partner
convivente.
Per quanto concerne la previdenza vincolata (pilastro 3a), invece, l’ordine di successione dei beneficiari viene stabilito
dalla legge. Hanno priorità il coniuge o il partner registrato; all’interno delle seguenti categorie, tuttavia, è possibile
modificare i nominativi dei beneficiari o specificare le loro quote in modo più dettagliato.