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l’età in cui vive Tasso è caratterizzato da un autentico “Bifrontismo spirituale”.

il bifrontismo tassiano è l’espressione più intima della natura psicologica del poeta, sospesa tra
amore e peccato, piacere e angoscia.
Caretti offre una visione spirituale in quanto il poema riprende i nuovi valori della controriforma,
rinnova gli ideali del rinascimento; vuole riprendere la renovatio morale .
A differenza di Zatti che offre una visione del poema non basato principalmente su una guerra tra
Pagani, coloro che richiamano gli ideali di un umanesimo laico, materialista e pluralista, e i Cristiani
ma una guerra nell’oltre mondo, non una guerra tra Dio e Maometto ma tra Dio e Satana stessi.
Questa scontro di due mondi differenti si rifarà sempre a valori interni della stessa cultura in cui
appartengono, perché Tasso alla fine andrà a combattere tra quelli che sono i valori rinascimentali
e culturali.
Dal mio punto di vista, entrambi gli autori dei saggi ci offrono una visuale vasta del poema
Tassiano, Lazzi è più completo nella sua riflessione, in quanto è più realistica e più definito.
Tasso riflette a pieno la rinnovazione della cultura ma lo scontro tra due mondi assai diversi che
comunque si ritrovano in un unico punto, rende il poema, visto da un'altra ottica oltre a quella
letterale, più finita.
Sostengo a pieno quindi la tesi di Lazzi, in quanto nel suo saggio riprende il valore del rinascimento
a confronto di una guerra non tra umani ma tra onnipotenti, aggiungendo a loro valori
cavallereschi e anche integri affinché si speri nella vittoria.

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