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I fiori del male: Baudelaire

I fiori del male di Baudelaire i fiori del male non sono soltanto l'opera più alta della
produzione del decadentismo, ma segnano anche una vera e propria svolta nel cammino
della poesia.
Infatti Baudelaire qui instaura un nuovo rapporto con la scrittura e come lui stesso dice, in
questo canzoniere c’e’ un inizio e c’e’ una fine quindi è una sorta di poema capace di
illustrare la storia di un’anima nei suoi successivi sviluppi.
L’opera presenta non a caso una struttura ben precisa, infatti dopo l’apostrofe iniziale al
lettore essa è divisa nella versione definitiva in 6 sezioni,che corrispondono ad altrettanti
momenti del percorso spirituale del poeta, da intendersi però non tanto come una
successione storica di fasi cronologiche ma bensì come tappe di un viaggio simbolico che
trasforma in sogno e suggestioni personali, le diverse esperienze della realtà.
L'opera è un epilogo amaro, pessimistico ma forse più di immagine che di sostanza, la forza
dell'arte e della bellezza colma e annulla l'orrido che la conclusione spalanca,
infatti Baudelaire non sceglie nell’inferno nè l’inferno nè il paradiso,bensì sceglie la poesia.
Partiamo già dal titolo i -fiori del male- abbiamo un ossimoro proprio perchè i fiori
simboleggiano la purezza e la bellezza, mentre il male la corruzione e il peccato, quindi
avvicina le due polarità verso cui attratta quindi verso una vita interiore molto molto confusa.
Le tematiche che egli affronta sono quelle di un’epoca che sotto la spinta della modernità si
confronta con il venir meno dei grandi ideali romantici e con il senso di angoscia con la
percezione della mancanza di via di uscita, con il disgusto e con lo sfiorire della bellezza
minacciata dalla noia e dalla dissoluzione.
Tuttavia ciascuno di questi temi vieni declinato da Baudelaire in modo personale, interiore e
dissonante in un’oscillazione continua tra il bene e il male, tra l’ideale e il reale, tra lo spirito
e la materia.
Nella seria di frammenti -il mio cuore messo a nudo- Baudelaire scrive
in ogni uomo, in ogni momento ci sono due richiami simultanei -l’uomo verso Dio l’altro
verso Satana.
Il richiamo a Dio o spiritualità è un desiderio di salire di grado, quello di Satana o animalità è
una gioia di discendere, si tratta nella sua poesia di un dualismo irriducibile tra uno slancio
naturale verso l’infinito e la beatitudine celeste e un’irresistibile attrazione quasi una
vocazione per la trasgressione e la ribellione nei confronti dei retami cristiani.
D'altronde Baudelaire concepisce l'esistenza come caduta, come perdita di una condizione
paradisiaca di partenza ,come esilio nel mondo artificiale della materia anche quella più
oscura in tale condizione sta all'uomo scegliere se cercare di risalire faticosamente oppure
al contrario abbandonarsi del tutto alla più bassa materialità sprofondando così negli inferi
del vizio e della noia.
La noia o spreen se vogliamo utilizzare il termine inglese, che da lui era preferito, -il mostro
delicato- descritto negli ultimi versi alla dedica al lettore rappresenta una condizione di
disagio permanente, un’incapacità di adeguarsi al mondo reale un'angoscia che porta
l'inattività e all'assenza di scopi, alla mancanza di qualsiasi volontà di rialzarsi e di
recuperare un rapporto attivo con l'universo sociale.
L’autore come lo fa?
Lo fa attraverso l'insistenza sugli aspetti più degradati,sporchi e persino disgustosi della
realtà.
All'interno infatti, troviamo il gusto per il macabro, per tutto ciò che sa di morte di
decomposizione se la poesia tradizionale cantava lo spirito e sentimenti questa nuova
poesia ama sprofondare nelle più cupe bassette.
Questa immersione nella materialità, può essere, ed è proprio il caso della sessualità fonte
di una gioia soltanto momentanea ma subito dopo prevale la nausea, il piacere del sesso
infatti nell’etinerario verso la dannazione compiuto nello squallore dei bordelli -quindi si rivela
qui illusorio- anche rifugio nei paradisi artificiali dell'alcool e della droga si svela essere più
che un atto di libertà un vano tentativo di sottrarsi alla solitudine.
Certo nell'esperienza della droga giocano un ruolo importante il desiderio di scandalizzare
la borghesia e anche quello di raggiungere uno stato psichico che si pensa propizio a
l'ispirazione poetica,ma la fuga rimane senza meta e la profonda immensità dei limpidi spazi
continua a configurarsi come una Brama esistenziale mai veramente appagata o davvero
raggiungibile.
Nei fiori del male una funzione molto importante è rivestita dalla donna, che insieme
vituperata e idealizzata, ora oggetto di perversa attrazione,ora invece venerazione spirituale.
Questo atteggiamento duplice attraversa tutta la raccolta che presenta un universo
femminile composito fatto per lo più di creature seduttrici e peccaminose ma anche di
parvenze eteree o che in tal modo vengono trasfigurate da un animo bisognoso di purezza
qual era quello di Baudelaire.
Tuttavia prevale indubbiamente l'immagine della donna collegata alla dimensione di
un'animalità insaziabile e negativa, un certo pregiudizio misogino la rende un emblema
della natura nella sua primordialità, di contro a tutto ciò che è costruzione storica,intellettuale
sociale,morale e religiosa.
-SPIEGAZIONE DELLA FIGURA IN ALTRE PAROLE-
La donna è espressione dell'istinto che si contrappone al raziocinio.
Un'altra realtà ben presente -nei fiori del male- e quella della -Metropoli moderna-.
Baudelaire è assiduo frequentatore dei vari cenacoli artistici ma anche delle bettole, delle
taverne e nella sua perlustrazione cittadina tanto dei bassifondi quando degli ambienti
mondani,Baudelaire sfoggia il tipico atteggiamento di colui che passeggia senza meta per le
vie della Metropoli, in essa coglie spunti, situazioni, immagini per scrivere i suoi versi, si
sofferma anche su varie cose tipo i vecchi, le prostitute, gli animali randagi,quindi Parigi con
le sue diverse sfaccettature rappresenta per lui la capitale reale è simbolica della modernità
e un impareggiabile laboratorio dell'uomo moderno.
Secondo il grande studioso Walter ciò che Baudelaire percepisce e poi rappresenta nella
moderna realtà urbana è soprattutto il senso di shock cioè di spiazzamento, disorientamento
persino spavento di fronte ad una di fronte ad una civiltà che è turbolenta,traboccante di
traffici, formicolante di uomini e di merci.
Il poeta infatti si immerge nell’anonima e vertiginosa moltitudine della folla che però è
anche opprimente e inebriante come può esserlo per -un dendy- che cerca la solitudine, ma
al contempo non rinuncia a perdersi in quella massa informe che popola la metropoli.
In Baudelaire abbiamo una fusione di elementi tradizionali e originali,dal romanticismo il
poeta eredita la concezione della poesia come esperienza individuale e perciò unica e
irripetibile da qui proviene l'esigenza di affrontare tematiche sublimi istanze tragicamente
soggettive,stati d'animo conflittuale e angoscianti, ma questi aspetti vengono per così dire
degradati e privati di ogni posa aurica, ed espressi in uno stile che tende a un realismo
assoluto privo di inutili abbellimenti o di altri tipi di soluzioni.
Allo stesso modo anche il lessico accoglie termini bassi e impoetici, configurandosi così in
gran parte come nuovo rispetto a quello cristallizzato della tradizione lirica precedente.
Qual è la sfida di Baudelaire?
Ovvero quella di estrarre la bellezza dal male, all’interno del verso -grave e solenne- egli si
impone un’estrema cura tecnica e retorica, che fa grande uso di analogie, sinestesie ma la
figura chiave con cui meglio può esprimere la disarmonia e la dissonanza è l’ossimoro.
Ma allo stesso tempo Baudelaire predilige le forme brevi e il metro classico, in particolare il
sonetto, per contenere e fissare una materia incandescente anche se non disdegna
andamenti narrativi più distesi, che trasformano talvolta i componimenti poetici quasi in
racconti immersi.
La sua originalità sta dunque nel fatto -che egli ha saputo unire modernità e classicità,
aprendo contemporaneamente la strada alla poetica simbolista, l’arte non può essere sfogo
momentaneo ma deve essere artificio, laboriosa composizione e operazione magica
evocativa della natura nei suoi rapporti misteriosi e nella fitta rete di simboli legati da occulte
corrispondenze mediante le quali tutti gli elementi della realtà; i suoni, i colori, i profumi si
rispondono reciprocamente creando una suggestiva e mistica unità.

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